100 ways to say ‘I Love You’

di Soly_D
(/viewuser.php?uid=164211)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It reminded me of you ***
Capitolo 2: *** Can I kiss you? ***
Capitolo 3: *** Can I have this dance? ***
Capitolo 4: *** You can go first ***
Capitolo 5: *** I’ll wait ***
Capitolo 6: *** It looks good on you ***
Capitolo 7: *** I dreamt about you last night ***
Capitolo 8: *** There is enough room for both of us ***
Capitolo 9: *** I want you to be happy ***



Capitolo 1
*** It reminded me of you ***


contest
Note dell'autrice:
Raccolta di flashfics veloci e leggere ispirate a questa lista in lingua inglese, ovvero 100 modi diversi per dire "Ti amo". La coppia principale sarà la Fraxus (perchè Angie_Dreyar me ne ha fatto innamorare <3), ma potrebbero esserci anche accenni Bixanna ed Elfever perchè ormai amo TUTTI i Raijinshuu.
Grazie a chi vorrà lasciare un segno del suo passaggio <3


100 ways to say ‘I Love You’

#01. It reminded me of you

«Lo teniamo?».
Laxus guardò prima il volto sorridente e speranzoso di Freed, poi la piccola palla di pelo che stringeva tra le braccia e che al momento teneva il muso nascosto nel suo petto, godendo di conforto e protezione. Laxus non aveva nulla contro i gatti – anzi, se fosse stato un Exceed ci avrebbe pure fatto un pensierino – ma l’idea di doversi prendere costantemente cura di un animale domestico non lo allettava per nulla.
«No».
«E daaai», lo implorò Freed. «Guardalo, è così carino».
Laxus aggrottò la fronte. Per quanto ne sapeva, nemmeno Freed era un appassionato di animali e soprattutto gli appariva strano che un tipo come lui, fissato com’era con la pulizia, si azzardasse a raccogliere dalla strada un gatto randagio, sporco e potenzialmente infetto, e a portarlo a casa tenendolo addirittura tra le braccia.
«Perché diavolo l’hai preso?».
«Perché era solo e indifeso. E poi mi ricordava te», spiegò Freed ruotando il busto per fargli vedere meglio il gatto.
A quel punto, Laxus dovette ammettere che Freed aveva proprio ragione: un po’ per il pelo biondo e arruffato, un po’ per la cicatrice seghettata che gli attraversava un occhio e un po’ per la linea dura e contratta del muso che lo faceva sembrare incazzato con il mondo, quel gatto gli somigliava terribilmente. Quando i loro sguardi si incrociarono, a Laxus parve perfino di intravedere un lampo negli occhi ferini dell’animale, quasi lo avesse fulminato – sfidato – con lo sguardo.
Il Dragon Slayer la prese subito sul personale. Col cazzo che avrebbero tenuto quel piccolo demonio.
«Non se ne parla», affermò categorico.
Freed gli rivolse un’occhiataccia stringendosi di più il gatto al petto e quello sorprendentemente non ebbe nulla da ridire. E in fin dei conti Laxus lo capiva: se quel gatto gli somigliava in tutto e per tutto, stare tra le braccia di Freed doveva sembrargli la cosa più piacevole del mondo.
«Tu sei solo geloso, geloso di Fulmine».
Laxus quasi si strozzò con la sua stessa saliva. «Lo hai chiamato... Fulmine?».
«Sì. E vedi di abituartici perché io ho intenzione di tenerlo».
E così dicendo Freed si voltò per allontanarsi. Di nuovo, Laxus incrociò lo sguardo del gatto e stavolta gli sembrò di captare un’espressione soddisfatta, vittoriosa.
Sbuffò irritato. Dannato gatto del cazzo. Già lo sapeva che sarebbe stato il suo peggior nemico e... (la sua mente corse per un attimo a Juvia) rivale in amore?







Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Can I kiss you? ***


contest

100 ways to say ‘I Love You’

#02. Can I kiss you?

«Posso baciarti?».
Era cominciato tutto per gioco, con una stupida, stupidissima scommessa: chi vince, può chiedere all’altro tutto quello che vuole. Laxus aveva perso nel giro di pochi minuti, ma non pensava minimamente che Freed avrebbe potuto fargli una richiesta simile. Era a conoscenza del fatto che il mago fosse attratto da lui, ma in fin dei conti era sempre stato molto discreto nel mostrare il suo interesse (mica come Juvia che sbandierava costantemente ai quattro venti il suo amore per Gray...). Chi avrebbe mai potuto immaginare che quella scommessa avrebbe reso Freed così audace?
«Scusa», si affrettò a rimediare il mago rosso in volto notando che lui non rispondeva. «Dimentica quello che ho detto».
«Aspetta», lo fermò Laxus quasi inconsciamente, sorprendendo perfino se stesso.
Non era attratto dagli uomini e non ricambiava la cotta di Freed, ma in fondo che male c’era a concedergli un bacio? Freed, semplicemente, se lo meritava: per tutto ciò che faceva per lui, per la dedizione con cui lo venerava, per la pazienza che aveva di corrergli dietro nonostante sapesse che i suoi sentimenti fossero a senso unico. Sì, glielo doveva. Sarebbe stato un bacio a stampo, semplice, veloce, solo per accontentarlo, per premiarlo.
«Fallo», lo incoraggiò Laxus con un mezzo sorriso, giusto per metterlo a suo agio. «Se è questo che vuoi, fallo».
Freed sgranò gli occhi, poi abbassò lo sguardo preso dall’imbarazzo. «Va bene», concluse infine guardandolo nuovamente in volto con gli occhi che brillavano e avvicinandosi a lui in punta di piedi quel tanto che bastava per far combaciare le loro labbra.
Laxus non si mosse e soprattutto non ricambiò – non voleva di certo illudere l’amico e rischiare di rovinare la loro amicizia – per cui si limitò ad aspettare che Freed si staccasse.
Tuttavia, Freed non si staccò, anzi: si aggrappò alle sue spalle con le mani e schiuse gradualmente le labbra rendendo il bacio più aperto e umido. Laxus a quel punto avrebbe dovuto scostarsi, fargli notare che stava andando troppo oltre, che non era quello il patto, ma in fin dei conti si sentiva così bene che sarebbe stato un peccato interrompere tutto: le labbra di Freed erano morbide e calde, la presa delle sue mani leggera e confortante, il profumo fruttato del suo shampoo a dir poco inebriante. Senza quasi accorgersene, Laxus si ritrovò a schiudere a sua volta le labbra in quelle dell’amico permettendo alle loro lingue di incontrarsi. Freed tremò letteralmente dall’emozione e Laxus, temendo potesse quasi sciogliersi lì di fronte a lui, gli strinse le braccia con le mani come per sorreggerlo.
Fu l’inizio della fine, perché quello era il primo bacio che Laxus riceveva da un uomo, e se tutti gli uomini baciavano come Freed allora non era più sicuro di essere etero.
O forse, semplicemente, non era più sicuro di non provare nulla per il capitano dei Raijinshuu.








Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Can I have this dance? ***


contest

100 ways to say ‘I Love You’

#03. Can I have this dance?

Avrebbe dovuto sentirsi al settimo cielo. Dio, era il matrimonio della sua migliore amica, non una festa qualunque, ma per quanto ci provasse Freed non riusciva proprio a non guardarsi intorno con il cuore colmo di invidia per tutte le coppie che al momento si stavano esibendo sulla pista da ballo.
Evergreen nel suo lungo vestito da sposa era bellissima e si muoveva impacciata ma felice tra le braccia di un altrettanto imbarazzato e innamorato Elfman in smoking nero. Poco distanti da loro ballavano con trasporto Natsu e Lucy, Gray e Juvia, Gajeel e Levy, Erza e Gerard, Bisca e Alzack, e... la lista era particolarmente lunga. Perfino Bickslow era riuscito a strappare un ballo a Lisanna e ora i due si muovevano stretti l’uno all’altro in un angolo della sala (di tanto in tanto, il mago della possessione scendeva con le mani lungo il fondoschiena della bella Strauss senza incontrare particolare opposizione, ma quella era un’altra storia).
Freed sospirò amareggiato. Praticamente gli unici che non stavano ballando erano lui e...
«Mi concedi questo ballo?».
Freed guardò prima il volto impassibile di Laxus, poi la sua mano tesa verso di lui e poi di nuovo il suo volto. Stava forse sognando? Laxus, lo stesso Laxus che al banchetto dei Grandi Giochi di Magia aveva praticamente ignorato il suo invito, gli stava davvero chiedendo di ballare davanti a tutta Fairy Tail?
«S-sì», rispose Freed alzandosi da tavola e seguendo Laxus sulla pista da ballo con il cuore in gola.
Quando si ritrovarono al centro della sala, Laxus lo strinse un po’ a sé prendendogli la mano senza esitazione, e Freed si lasciò trasportare dalle sue braccia forti con gli occhi fissi sulla sua cravatta blu perché incapace di sostenere il suo sguardo. Più che ballare, si limitarono a muoversi mollemente per la sala senza scambiarsi una singola parola, o almeno fin quando a Freed non venne spontaneo dire «Sembriamo una coppia» con una risatina nervosa di cui si pentì subito dopo. Che diamine gli era saltato in mente di dire?!
Di fatti, non appena ebbe finito di pronunciare quelle parole, Laxus gli strinse la mano con più forza, forse a mo’ di rimprovero. Freed avrebbe voluto chiarire che stava scherzando ma non ne ebbe il tempo, perché quando sollevò lo sguardo si ritrovò le labbra di Laxus premute sulle proprie e le parole gli morirono letteralmente in gola.
«Ora che sembriamo una coppia», gli fece notare Laxus con un sorriso quando si staccò.
Freed, rosso in volto e con il cuore colmo di gioia, altro non poté fare se non ricambiare il sorriso e poggiare la testa sul petto ampio di Laxus, consapevole del fatto che il matrimonio di Evergreen aveva appena dato una svolta alla sua vita.

Extra

Freed non avrebbe mai immaginato che, da quel semplice bacio sulla pista da ballo, lui e Laxus sarebbero passati a baciarsi, toccarsi e strusciarsi in un angolo appartato del corridoio, al riparo da occhi indiscreti.
«L-Laxus, no...», mormorò con poca convinzione quando il Dragon Slayer, intento a divorargli il collo di baci, gli sbottonò i pantaloni senza troppe cerimonie e infilò la mano all’interno muovendola in modo tremendamente curioso e piacevole.
«No?», ripeté Laxus ironicamente, avendolo trovato già parecchio eccitato.
«Potrebbe arrivare qualcuno da un momento all’altro...», gli fece notare Freed, ma non poté fare a meno di spingere in avanti il bacino per andare incontro alle languide carezze di Laxus. Dio, quanto lo aveva desiderato?
«Andiamo via allora», propose Laxus visibilmente impaziente.
«È il matrimonio di Ever», gli ricordò ancora Freed, nonostante l’idea di sparire dalla festa con l’amore della sua vita che finalmente ricambiava i suoi sentimenti lo allettasse terribilmente.
«Sarà solo per un’oretta, non se ne accorgerà nessuno», insistette Laxus lasciandogli un ultimo bacio sul collo e sfilando la mano dai suoi pantaloni, ma solo per guardarlo negli occhi e trasmettergli con lo sguardo tutta la voglia che aveva di spingersi oltre. E come poteva Freed rifiutare un invito del genere da un Laxus così bello nel suo elegante completo grigio e così incredibilmente disponibile per lui? Di certo non potevano tornarsene alla festa in quelle condizioni – con i capelli arruffati, le labbra gonfie di baci e il cavallo dei pantaloni che tirava visibilmente – quindi tanto valeva teletrasportarsi a casa e finire ciò avevano iniziato. Freed aspettava quel momento da una vita intera ed era certo che se Evergreen lo avesse saputo li avrebbe compresi e perdonati.
«Andiamo», concluse prendendo la mano di Laxus.
L’attimo dopo, entrambi svanirono in uno sfarfallio di rune, pronti a rendere quella giornata ancora più memorabile.







Note dell'autrice:
Perchè l'extra? Perchè ad un certo punto la mia mente perversa ha cominciato a immaginare cose e mi sembrava carino darne un assaggio, anche come "regalo" di San Valentino per tutti i fan della Fraxus. Se in futuro avrò un po' più tempo, magari trasformerò questo capitolo in una oneshot a parte ;)
Grazie a chi legge e soprattutto ad Angie che commenta sempre <3

Soly



Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** You can go first ***


contest

100 ways to say ‘I Love You’

#04. You can go first

«Puoi andare prima tu», gli concesse Freed quel pomeriggio di fronte alla porta del bagno quando si rese conto che entrambi avevano avuto l’idea di farsi la doccia nello stesso momento.
«No, vai prima tu», ribatté Laxus con convinzione. «Io nel frattempo vado a farmi uno spuntino».
Freed lo ringraziò con un sorriso ed entrò nel bagno sparendo dietro la porta.
A quel punto Laxus avrebbe dovuto allontanarsi, ma lo spiraglio della porta lasciata socchiusa anziché chiusa era una tentazione semplicemente troppo forte. Che l’avesse fatto apposta? Freed aveva forse intuito che da qualche tempo si sentiva tremendamente attratto da lui e voleva indurlo a fare il primo passo? Perché se era così, Laxus ormai ci era dentro fino al collo.
Spinse leggermente la porta in avanti e, attraverso lo spiraglio, individuò la figura seminuda di Freed che si disfaceva degli ultimi indumenti di fronte allo specchio. Laxus seguì con sguardo curioso e affamato ogni suo movimento fino a posare gli occhi sul suo corpo completamente privo di veli, dai lunghi capelli verdi che gli accarezzavano la schiena bianca e longilinea al petto asciutto e glabro che conduceva ad un gonfiore appena accennato ma tremendamente invitante, dalla curva morbida del fondoschiena sodo alle gambe lunghe e snelle. Ogni parte del corpo di Freed, nuda e potenzialmente alla sua completa mercé, sembrava urlargli di entrare immediatamente in quel dannato bagno e fare suo il mago delle rune una volta per tutte.
Di colpo Laxus si scoprì tremendamente eccitato e soprattutto determinato. Attese solo che Freed entrasse nel box doccia e poi spinse silenziosamente la porta per entrare nel bagno. Gli ci vollero pochi secondi per spogliarsi e meno ancora per aprire il box doccia. Una volta all’interno, si calò sotto il getto dell’acqua calda e strinse tra le braccia il corpo nudo e fradicio di Freed voltato di spalle poggiando il petto alla sua schiena e l’eccitazione contro i suoi glutei. Dio, quanto lo aveva desiderato. Era una sensazione così bella.
«Ce ne hai messo di tempo», commentò Freed per nulla sorpreso, chiudendo il getto dell’acqua e strofinandosi impudentemente contro il suo inguine.
Laxus fremette letteralmente d’aspettativa. Allora non si era sbagliato, Freed sapeva e l’aveva fatto apposta.
«Come l’hai capito?», sussurrò al suo orecchio. In fondo aveva sempre fatto finta di niente, o almeno fino ad allora.
Freed si rigirò nell’abbraccio per poterlo guardare negli occhi e Laxus lo trovò bellissimo con le guance rosse e i capelli zuppi d’acqua. «Il tuo sguardo parla per te, Laxus, ed è evidente che ora tu mi guardi come ti guardo io».
Bastarono quelle poche parole per farlo capitolare. Senza perdere ulteriore tempo, Laxus si chinò a baciarlo sulle labbra facendosi spazio con la lingua e al contempo spinse il bacino contro quello di Freed gemendo nella sua bocca quando si rese conto che lo voleva tanto quanto lui.
Dopodiché, ci fu spazio solo per l’amore, in tutte le sue forme.




Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I’ll wait ***


contest

100 ways to say ‘I Love You’

#05. I’ll wait  

Freed si rigirò sotto le coperte alla ricerca di una posizione migliore, invano naturalmente, perché – come ogni volta che i Raijinshuu pernottavano in una locanda durante una missione – non riusciva proprio ad addormentarsi in un letto che non fosse il suo.
Aprì gli occhi esasperato e, nella penombra della stanza, notò che Laxus lo stava fissando dal proprio letto.
«Laxus», sussurrò Freed sorpreso. «Qualcosa non va?».
Di colpo il Dragon Slayer spostò lo sguardo verso il soffitto. «Si gela in questa locanda di merda».
Freed inarcò le sopracciglia sorpreso. Era vero, faceva un po’ freddo, ma non a tal punto da impedire il sonno, e poi Laxus era capace di addormentarsi anche sui sassi, quindi ciò che lo teneva sveglio doveva essere altro. Freed non volle infierire, per cui si limitò ad assecondarlo.
«Se vuoi posso andare a chiedere un’altra coperta».
«Come vuoi», borbottò Laxus.
Freed scese dal letto e, incrociando le braccia al petto per darsi un po’ di calore, fece per raggiungere la porta, ma di colpo si sentì tirare per l’orlo del pigiama e in pochi attimi si ritrovò seduto scompostamente sul letto di Laxus, proprio al suo fianco.
«Non dire niente», mormorò il Dragon Slayer. «Stenditi e basta».
Freed sollevò le coperte e obbedì con il cuore che pompava forte nel petto, stando ben attento a non sfiorare più del dovuto il corpo di Laxus. Forse stava viaggiando troppo con la fantasia, ma a quel punto sembrava proprio che il motivo dell’insonnia di Laxus avesse a che vedere con lui. E come poteva Freed starsene zitto? Come poteva anche solo pensare di ignorare il fatto che Laxus volesse averlo nel letto con sé?
«Vuoi dirmi qualcosa tu?», gli chiese allora Freed con gli occhi rivolti al soffitto.
«Ti avevo detto di stare zitto», si lamentò Laxus. «E poi che cazzo dovrei dirti?».
«Non lo so, dimmelo tu».
Laxus sbuffò visibilmente a disagio. «Dormi», gli ordinò voltandosi dall’altro lato del letto.
Freed non trovò la forza di replicare, quindi si limitò ad imitare Laxus con la consapevolezza che avrebbe passato la notte in bianco. Perché ora non solo si trovava in un letto non suo, ma si trovava in un letto non suo con Laxus che si comportava in maniera strana, come se stesse nascondendo qualcosa, come se… provasse qualcosa che non era in grado di spiegare, almeno per il momento.
«Aspetterò», volle precisare Freed qualche attimo dopo. «Dovessero volerci giorni, mesi o anni, io aspetterò».
Laxus non rispose, ma Freed non se ne preoccupò. Sapeva che l’aveva sentito.
Ciò che non si aspettava era che di lì a poco, stranamente, sarebbe scivolato in un sonno profondo nonostante quello non fosse il suo letto, e che il mattino dopo si sarebbe svegliato voltato sul fianco con un braccio di Laxus stretto intorno alla vita, il suo petto premuto contro la schiena e il suo fiato sulla nuca. Allora Freed avrebbe sorriso pervaso da una piacevole sensazione di calore.
Se necessario, sarebbe stato capace di aspettare Laxus anche tutta la vita.




Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** It looks good on you ***


contest

100 ways to say ‘I Love You’

#06. It looks good on you

Non capitava spesso che andassero a fare shopping insieme, men che meno senza Bickslow ed Evergreen, ma ora che i due si erano rispettivamente accasati con Lisanna ed Elfman, a Laxus e Freed toccava fare molte più cose da soli.
Non che a Laxus piacesse fare shopping, comunque, ma Freed aveva insistito dicendo di voler rinnovare il suo guardaroba. Il Dragon Slayer aveva provato a fargli capire che quelle cose non facevano per lui, che non avrebbe comprato nulla e che si sarebbe annoiato a morte, ma alla fine Freed – ben sapendo che la soluzione fosse prenderlo per la gola – era riuscito a convincerlo promettendo che quella sera sarebbero andati a mangiare in un locale fantastico, magari invitando anche Bickslow, Evergreen e i loro rispettivi compagni.
Come previsto, però, Laxus si era ritrovato seduto su un divanetto del negozio di abbigliamento ad aspettare che Freed finisse di provare i vestiti che aveva scelto e a rimpiangere il momento in cui aveva accettato di accompagnarlo. Proprio come uno stupido fidanzatino innamorato.
«Che te ne pare?», esordì Freed ad un certo punto uscendo dal camerino con addosso una camicia azzurra decisamente aderente che metteva in risalto il suo petto non troppo muscoloso, ma asciutto e ben definito. «Forse dovrei prendere la taglia più grande», soppesò il mago guardandosi incerto il busto.
«Invece ti sta bene», commentò sinceramente Laxus, cercando invano di staccare gli occhi dalle linee dei pettorali di Freed che si intravedevano da sotto la camicia. «Dovresti prenderla».
«D-davvero?!», disse il mago arrossendo un po’ sulle guance.
Laxus annuì e Freed sparì in camerino visibilmente entusiasta. 
Fortunatamente, quella sessione di shopping non durò ancora per molto e, come promesso, quella sera i due andarono a cena con i loro amici nel locale di cui gli aveva parlato Freed.
Ciò che Laxus non immaginava era che Freed, sfoggiando la sua nuova e fin troppo attillata camicia azzurra, avrebbe attirato più di uno sguardo da parte di entrambi i sessi. Le donne non erano un problema, dal momento che Freed era dichiaratamente gay. Il vero problema erano gli uomini, e nello specifico il cameriere di quel dannato locale che, ad ogni nuova portata, fissava i bottoni della camicia di Freed come se potessero aprirsi da un momento all’altro. In effetti, quando Freed abbandonava il lungo vestito elegante con cui era solito andarsene in giro ed esibiva maggiormente il suo fisico slanciato, faceva tante stragi di cuori quanto Laxus stesso, ma quello era decisamente troppo per i suoi gusti.
«Avresti dovuto prendere la taglia più grande», fece notare Laxus all’amico ficcandosi in bocca un pezzo di carne nella speranza di scacciare il fastidio che avvertiva allo stomaco.
«Ma tu avevi detto che–».
«Ti si vede tutto», borbottò Laxus. «E il cameriere ti sta mangiando con gli occhi, che cazzo».
Freed, dopo qualche attimo di esitazione, gli sorrise in maniera così dolce che Laxus avvertì il cuore fare una capriola e pensò che non sarebbe riuscito a nascondere la sua cotta per il mago ancora per molto.
«Non mi importa del cameriere. Ho comprato questa camicia perché piaceva a te».
Il fastidio che Laxus avvertiva allo stomaco sparì di colpo, sostituito da una piacevole sensazione di sollievo e dalla voglia di tornare a casa quanto prima per sbottonare personalmente quella camicia maledetta e benedetta al tempo stesso e godere di ciò che si celava sotto la stoffa.
«Cameriere 0, Laxus 1», sussurrò il Dragon Slayer con uno ghigno rivolto a se stesso.
«Hai detto qualcosa, Laxus?».
«No, nulla».





Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** I dreamt about you last night ***


contest

100 ways to say ‘I Love You’

#07. I dreamt about you last night

«Ieri notte ti ho sognato».
Al suono di quelle parole, Freed si trattenne a stento dallo sputare il sorso di caffè che aveva appena bevuto.
Non Mirajane, non Cana, non una qualsiasi altra ragazza. Laxus aveva sognato lui.
«E…». Freed poggiò la tazzina sul tavolo per rivolgere la sua completa attenzione ad un Laxus ancora assonnato e intento a divorare i pancake che gli aveva preparato per colazione. «…Cos’è che facevo esattamente?».
«Mi hai detto qualcosa», rispose Laxus ingoiando un boccone. «Ma non ricordo cosa».
«Oh». Freed sospirò affranto. Non che avesse sperato in qualcosa di più, naturalmente. Se solo Laxus avesse saputo che genere di sogni faceva lui sul suo Dio del Tuono, di sicuro non gli avrebbe mai più rivolto la parola.
«Solo che…», mormorò Laxus fissando un punto indefinito di fronte a sé.
Freed sbatté un paio di volte le palpebre. C’era forse qualcosa di più? Perché se c’era, lui doveva saperlo.
«Cosa?», lo invitò a continuare.
«Eravamo nudi», spiegò Laxus come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Freed temette di non aver sentito bene. «N-nudi?».
«Nel mio letto». Laxus aveva ormai abbandonato i pancake, ma continuava a evitare il suo sguardo. «Io ti stavo addosso».
«Q-quindi stavamo…?».
«Sì», tagliò corto Laxus senza esitazione.
Freed arrossì fino alle punte dei capelli, ma si impose di mantenere la calma, di respirare a fondo per rallentare il battito cardiaco, giusto quel tanto necessario per porre la domanda successiva, la più importante.
«E… ti è piaciuto?».
Laxus finalmente lo guardò, e nei suoi occhi Freed notò un insolito bagliore.
«Ho dovuto farmi una sega appena sveglio. Tu che dici?».
Freed sgranò gli occhi. Non solo Laxus aveva sognato di fare l’amore con lui, ma si era pure toccato pensando a lui, e cos’altro poteva significare se non che finalmente ricambiava i suoi sentimenti? Quel pensiero lo emozionò e lo eccitò al tempo stesso, tanto da farlo gongolare con un sorriso ebete stampato in faccia per almeno una ventina di secondi.
«Sai, questa è la parte in cui tu mi salti addosso urlando “Finalmente!”», gli fece notare Laxus con un ghigno.
E Freed, tornando improvvisamente alla realtà e ignorando il fatto che Bickslow o Evergreen sarebbero potuti entrare da un momento all’altro in cucina, non se lo fece ripetere due volte.








Note dell'autrice:
Grazie a chi segue e commenta la storia <3 Nel prossimo capitolo sfioreremo maggiormente il rating arancione ;) A presto!







Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** There is enough room for both of us ***


contest

100 ways to say ‘I Love You’

#08. There is enough room for both of us

Poggiato al bordo della vasca con il viso rivolto verso le mattonelle e il corpo a mollo nell’acqua, Laxus sospirò beato. Freed, dietro di lui, era incredibilmente bravo a massaggiargli la schiena e qualcosa gli diceva che, con quelle mani abili e delicate e quella sua instancabile venerazione per lui, sarebbe stato bravo a massaggiargli anche qualcos’altro. Quel pensiero negli ultimi giorni lo stuzzicava parecchio, forse perché i baci e le carezze tra lui e Freed si erano fatti decisamente più frequenti. In effetti, anche se non se l’erano detto espressamente e non lo sapeva nessun altro oltre a loro, potevano ormai dire di frequentarsi.
«Grazie, Freed. Basta così», concluse Laxus staccandosi un po’ a malincuore dal bordo della vasca e dalle mani del mago, ma pregustando ciò che sarebbe potuto accadere di lì a poco.
«Ti lascio fare il bagno allora», rispose Freed, ma Laxus lo bloccò per un braccio.
«Aspetta», sussurrò guardandolo negli occhi azzurri, quegli occhi nei quali da qualche tempo si perdeva e si ritrovava spesso. «Fai il bagno con me. C’è abbastanza spazio per tutti e due».
Freed sgranò impercettibilmente gli occhi e arrossì un po’ sulle guance. «Va bene». Evidentemente in imbarazzo, si spogliò e si infilò nella vasca con una tale velocità che Laxus non ebbe quasi il tempo di posare gli occhi sul suo corpo nudo.
Quando si ritrovarono l’uno di fronte all’altro, con le gambe che si sfioravano sul fondo della vasca, Laxus pensò che non avrebbe resistito ancora a lungo. A parte baciarsi, strusciarsi e toccarsi da sopra i vestiti, lui e Freed non si erano mai spinti oltre, un po’ perché ancora troppo presto, un po’ per mancanza di privacy (Evergreen e Bickslow erano sempre nei paraggi), ma Laxus sentiva ormai di essere arrivato al limite. Voleva fare l’amore con Freed ed era sicuro che anche per lui fosse lo stesso. Doveva solo fare il primo passo.
Attese qualche minuto, giusto per permettere a Freed di rilassarsi, e poi parlò, non senza una punta di imbarazzo.
«Fino ad ora mi hai sempre e solo massaggiato la schiena, ma se vuoi puoi massaggiarmi anche altre parti del corpo».
Freed lo guardò sorpreso e incuriosito al tempo stesso. «Qualsiasi parte del corpo?», chiese titubante, come se dovesse chiedergli il permesso per poterlo toccare.
Laxus gli sorrise. «Qualsiasi».
Ricambiando il sorriso, Freed si portò un po’ più avanti con tutto il corpo e allungò le mani verso il suo petto cominciando ad impastare i muscoli bagnati e guizzanti. Laxus chiuse gli occhi, un po’ per godersi a pieno quelle carezze, un po’ perché sapeva che se avesse guardato il volto concentrato di Freed gli sarebbe saltato addosso mandando in fumo tutti i preliminari.
Quando finalmente una mano di Freed, un po’ tremante ma curiosa, percorse il suo addome fino ad infilarsi sotto la superficie dell’acqua per poterlo vezzeggiare tra le cosce, prima con cautela e poi con bramosia, Laxus aprì maggiormente le gambe e gemette estasiato chiedendosi perché avesse aspettato così tanto a concedersi un piacere del genere.
Proprio come aveva previsto, Freed era dannatamente bravo a dedicarsi a lui sotto ogni punto di vista. E chissà quante altre cose avrebbero potuto fare insieme dentro e fuori da quella vasca da bagno...

Extra

Quando le loro bocche cominciarono a cercarsi in baci soffici e umidi, e le loro carezze a farsi sempre più intime e profonde, Laxus decretò che quella vasca era abbastanza spaziosa per poter fare il bagno in due, ma non di certo per fare l’amore. Incurante di gocciolare dappertutto, decise quindi di trascinare Freed sul morbido tappeto ai piedi della vasca. E nel momento in cui si ritrovò a sovrastare il mago con le ginocchia strette intorno alle sue cosce e l’eccitazione ormai dirompente che sfiorava la sua altrettanto accentuata, Laxus non poté fare a meno di trovarlo bellissimo con i lunghi capelli verdi sparsi ai lati della testa, le guance rosse come mele mature e gli occhi pieni di desiderio, proprio come i suoi. Mai avrebbe pensato, Laxus, di poter arrivare a quel punto con un uomo, ma il fatto che sotto di sé ci fosse Freed piuttosto che qualsiasi altro uomo non lo sorprendeva più di tanto. Freed era sempre rimasto al suo fianco, nel bene e nel male, amandolo con una forza tale che a un certo punto Laxus aveva percepito quell’amore sulla sua stessa pelle, arrivando poi a farlo suo.
«Per me è la prima volta», confessò Freed ad occhi bassi disegnando con le dita cerchi invisibili sull’addome di Laxus, il quale dovette ricorrere a tutto il proprio autocontrollo per non afferrare quella mano abile ma gentile e portarsela più in basso, spingersela nuovamente addosso.
Il Dragon Slayer sorrise di sbieco. «Volevi mantenerti casto per me, eh?».
«Non è questo». Freed, stavolta, lo guardò negli occhi. «È che non sono mai riuscito a spingermi oltre con altri uomini perché nella testa avevo solo te».
A quel punto Laxus sentì un tale tuffo al cuore che non poté fare a meno di spalmarsi sul corpo nudo e caldo di Freed e baciarlo sulle labbra per fargli capire che ora lui c’era. Quando poi Freed ricambiò con ardore gettandogli le braccia al collo e spingendo il bacino contro il suo, Laxus fremette d’eccitazione e d’impazienza, pensando che non avrebbe voluto trovarsi da nessun’altra parte se non lì, ad un passo dall’unirsi con la persona che più di tutti lo amava e che lentamente, passo dopo passo, si era fatta strada nel suo cuore. 





Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** I want you to be happy ***


contest

100 ways to say ‘I Love You’

#09. I want you to be happy

«Ma che sta facendo Freed?», chiese Laxus quella sera accomodandosi a tavola, sorpreso di non trovare l’amico seduto come sempre al proprio fianco.
«Si sta preparando», rispose tranquillamente Evergreen addentando un pezzo di pane, per poi scoccargli una strana occhiata da dietro le spesse lenti degli occhiali. «Per l’appuntamento».
«Appuntamento?». Laxus aggrottò la fronte, temeva di aver capito male. «Quale appuntamento?»
«Non lo sai?», si intromise Bickslow con un sorriso sghembo. «Freed ha conosciuto un ragazzo alla festa dell’altra sera».
Laxus serrò duramente le mascelle abbandonando le posate sul tavolo. Improvvisamente non aveva più fame e la cosa di certo non migliorò quando vide Freed scendere le scale vestito di tutto punto e ben pettinato, sorridente come non mai.
«Allora, come sto?», chiese il mago avvicinandosi al tavolo e facendo un giro su se stesso.
«Benissimo! Sono sicura che lui cadrà ai tuoi piedi. Vero, ragazzi?», si complimentò Evergreen cercando l’approvazione degli altri due uomini di casa, approvazione che giunse solo da parte di Bickslow e delle sue bambole: «Vero, vero, vero!».
Freed ringraziò leggermente rosso in volto, salutò e si avviò verso l’ingresso.
Fu solo quando sentì la porta aprirsi che Laxus, rimasto immobile e in silenzio fino a quel momento, trovò il coraggio di alzarsi da tavola e raggiungere Freed in poche falcate. «Aspetta», disse stringendogli un braccio.
Freed si voltò con un’espressione sorpresa e confusa, e Laxus lo trovò più carino del solito con i lunghi capelli verdi legati da un fermaglio dietro la testa e l’elegante camicia scura, in parte sbottonata. «Perché a me non l’hai detto?», gli chiese sbrigativamente.
«Ma io te l’ho detto. Ieri, a colazione. Mi hai anche risposto con un “Bene”».
«Cazzo, Freed, lo sai che a colazione non sono veramente sveglio! Avresti dovuto dirmelo in un altro momento».
«Sarebbe cambiato qualcosa?», ribatté Freed assottigliando gli occhi.
Laxus gli lasciò il braccio, rendendosi improvvisamente conto di quanto fosse stupido e insensato infierire in quel modo nella vita privata dell’amico. Che egoista, che illuso. Cosa diavolo pretendeva? Che Freed lo aspettasse per tutta la vita? Che gli bastasse amare il Dio del Tuono in silenzio, senza mai essere ricambiato? Quale persona sana di mente sarebbe stata disposta a farsi così male?
«Freed», mormorò con voce più supplichevole di quanto avrebbe voluto, indagando l’occhio azzurro del mago. «Voglio solo che tu sia felice».
«Anch’io», rispose Freed evitando il suo sguardo, le labbra increspate in un sorriso terribilmente amaro. «Anch’io voglio essere felice, per cui… ci proverò». A quel punto si voltò, oltrepassò la soglia della porta e se la chiuse alle proprie spalle, lasciando Laxus a fissare il vuoto.
È giusto così, cercò di autoconvincersi il Dragon Slayer. Era giusto che Freed trovasse qualcuno che, a differenza sua, sapesse amarlo senza se e senza ma, qualcuno che avesse le idee chiare, qualcuno che non avesse paura di ammettere la verità, di accettare i propri istinti e desideri. Se lo ripeté più volte, Laxus, così tante volte che ad un certo punto perse la cognizione del tempo trascorso di fronte alla porta chiusa dell’ingresso e nemmeno sentì le voci di Evergreen e Bickslow che lo chiamavano dalla sala da pranzo.
Solo nel momento in cui avvertì la serratura scattare e vide la porta riaprirsi rivelando il volto di Freed, Laxus riemerse dai propri pensieri, incapace di credere al fatto che l’amico fosse tornato. Forse aveva solo dimenticato qualcosa, forse se ne sarebbe andato di nuovo. E allora perché aveva una lacrima impigliata tra le ciglia? Perché lo guardava – ancora – come se al mondo non esistesse nient’altro?
«Lo sai qual è il mio problema, Laxus?». Freed fece un passo verso di lui premendo i pugni chiusi sul suo petto, lì dove il cuore di Laxus ora batteva veloce come un treno in corsa. «È che io, senza di te, non posso… non voglio essere felice», concluse poggiandovi anche la fronte.
Laxus ingoiò a vuoto, inebriato dal profumo fruttato dei capelli di Freed che gli solleticava piacevolmente le narici e dal calore del suo volto premuto contro il proprio petto. «E il tuo appuntamento?», chiese in un ultimo barlume di lucidità.
«Chi se ne frega di uno stupido appuntamento se posso avere… questo», mormorò Freed aggrappandosi con le mani a due lembi della sua maglia, e Laxus altro non poté fare se non sollevare le braccia e cingere la schiena di Freed in un abbraccio tanto desiderato e tanto disperato da stupire perfino se stesso.
Forse era egoista da parte sua, ma se era quello a rendere felice Freed – se era quello a rendere felici entrambi – allora per il momento andava bene così.



Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3962455