Senza
di te
Autore: ellephedre
Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon
non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di
Naoko Takeuchi e della Toei Animation.
2 - Dopo che Mamoru salva
Usagi (episodio 83)
Ritrovando Usagi, la prima cosa che Mamoru aveva visto era il
nemico
chino su di lei, a nemmeno un palmo di distanza dal suo viso.
Disgustato, aveva interrotto la violenza che stava per
compiersi lanciando una rosa e
urlando ad alta voce. Aveva mirato dritto al volto di Demando, principe
di Nemesis, e si era dispiaciuto di non essere riuscito a cavargli un
occhio. Per un colpo di fortuna di cui non si
era fermato a domandarsi la ragione, il nemico era stato
incapacitato da un vortice di energia oscura appena aveva tentato di
bloccarlo.
Mamoru aveva allungato il bastone di almeno cinque metri, verso Usagi,
che dopo la caduta era atterrata inerne su una una superficie morbida
che sembrava... un letto?
Lei si aggrappò all'ancora di salvezza e in un
secondo lui la riebbe tra le
braccia.
A stento si fermò a guardare cosa indossasse: la
priorità era scappare.
La condusse giù dal cornicione su cui si era
arrampicato e, prendendola in braccio mentre guardava giù,
intravide i dettagli del ricco abito scollato che le era stato infilato
addosso.
La sua vista si oscurò di rosso.
Tremando dalla rabbia - soprattutto al ricordo del letto che
aveva spiccato come unico mobile nella stanza da cui l'aveva tirata
fuori -
per un momento si scordò la direzione in cui si trovava il
deltaplano con cui era arrivato.
«L'uscita sarà di
qua?» si domandò Usagi, confusa, accennando a
prendere il
corridoio sbagliato.
«Di qua.» Lui quasi la tirò via
e per un momento non si sentì migliore dell'essere
abietto che l'aveva rapita.
Mentre correvano, il suono dei tacchi che le avevano messo ai
piedi rimbombava
nell'aria. Con due balzi su una gamba sola Usagi gettò
dietro di sé le scarpe, liberandosi. Al pensiero dei suoi
piedi nudi che
gelavano sul pavimento di marmo nero, Mamoru la prese malamente in
braccio, continuando a correre.
Con una gamba a mezz'aria, lei si dimenò.
«Ce la faccio...»
«Siamo arrivati» disse lui,
voltandola mentre si approcciavano al deltaplano fermo sul cornicione
del pieno inferiore del palazzo di cristallo oscuro. «Riesci
a tenerti?»
Si assicurò che le mani di lei fossero ben strette
intorno al tubo di appoggio mentre legava entrambi con una cintura, per
la vita, alle ali del mezzo. Come al solito, quando si
trattava di momenti di estremo
pericolo, Usagi non esitava più e non emise neppure un
gemito di protesta. Scalpitava per andare via.
Cosa ti ha
fatto quell'uomo, cosa ti ha fatto?
Si levarono in volo. Nonostante la coprisse col proprio corpo
lungo tutta la schiena, gli parve di sentire ogni singolo brivido
causato dal tessuto leggerissimo che a malapena la copriva sul
davanti. Qualcuno le aveva tolto i vestiti per cambiarla.
Dovrei tornare indietro ed
ammazzare il bastardo.
«Hai freddo?»
«Non importa. Grazie per essere venuto a salvarmi,
grazie mille!»
Non doveva ringraziarlo di niente: lui si sentiva ancora in
colpa per essersela fatta rapire sotto il naso.
Rimasero in volo per circa un minuto, abbastanza da
assicurarsi che fossero il più lontano possibile dalla
struttura in cui si nascondevano i membri della Black Moon. Poi
planarono e finalmente poterono atterrare.
Mentre Usagi cercava di liberarsi, la
cintura di sicurezza finì impigliata in una dei fili che
componevano le spalline del suo vestito, minacciando di tirarlo
giù. Lui tenne fermo l'indumento a forza. Con ogni
secondo che passava sentiva crescere un senso di disgusto e
indignazione.
«Ce l'ho fatta!» dichiarò lei,
uscendo dalla costrizione della cintura.
Mamoru poté osservarla per la prima volta.
C'erano talmente tante cose sbagliate nell'abito provocante
che le
avevano messo addosso... Solo guardarla in faccia e vedere la sua
solita espressione innocente gli ridiede un briciolo di calma.
«Vuoi il mio mantello?» le chiese.
Cercò la fibbia
all'altezza della clavicola, ma Usagi scosse la testa, agitando in alto
e in basso le braccia, di buona lena.
«Non ho tanto freddo, sono carica!»
Si comportava come se stesse giocando. Lo aveva visto
arrabbiato e stava cercando di non farlo preoccupare.
«Non è successo niente» si
affrettò a dirgli. «Sei arrivato in
tempo.»
Nessun'altra parola avrebbe potuto sollevarlo di
più.
Allargò le braccia nella sua direzione e
ritrovò l'equilibrio solo
quando lei si strinse al suo corpo.
«È stata dura» lo
rassicurò, «ma non è successo
niente.»
Non sapeva se chiederle altri dettagli. Doveva farglieli
rivivere?
Poteva resistere senza sapere?
«Ho dormito tutto il tempo. Quanto tempo
è
passato?»
Lui scosse la testa. «Mezz'ora?» Nemmeno
lui ne era sicuro. «Davvero hai
dormito?»
«Sì, e quando mi sono svegliata avevo
addosso
questo vestito... me lo avrà messo su con la
magia.»
Mamoru lo sperava per Demando.
Usagi venne percorsa da un brivido. «Non credo che
mi abbia
toccato mentre non potevo vederlo. Lui... Demando mi voleva sveglia.
Voleva controllarmi.»
Chiudendo gli occhi, Mamoru strofinò la fronte
contro la sua, consolandola e cercando conforto. Sentire il suo respiro
contro
il viso gli regalò un'ondata di pace che aveva temuto di
aver perso per sempre.
«Grazie per aver fatto di tutto per
ritrovarmi.»
I ringraziamenti gli suonavano strani - come se per lei ci
fosse stata
la possibilità che lui si comportasse diversamente.
Era ancora il trauma della loro separazione a parlare? Quella
ordita
dal futuro se stesso. «Re Endymion mi ha avvertito. Le
traversie a cui andremo incontro d'ora in avanti...»
Sarebbero state ancora più dure? Lui era stento
sopravvissuto quel giorno.
Ma Usagi non aveva paura mentre lo guardava negli occhi.
«Insieme tu ed io...»
Sì, insieme. Per sempre, qualunque cosa fosse
accaduta.
Chinò la bocca verso la sua. Si perse nella
morbidezza del
loro bacio, almeno fino a che una folata di vento gelido si
infiltrò
sotto i suoi indumenti. Aveva coperto Usagi come poteva col
mantello, ma non era abbastanza.
Lei si stava guardando intorno, improvvisamente preoccupata.
«Andiamo via.»
Non le chiese nemmeno la ragione. Iniziò a muoversi
in sincrono con lei, verso una delle entrate del palazzo di cristallo.
Usagi si bloccò di colpo nella sua stretta,
illuminandosi.
«Oh, ora posso fare questo!» Sgusciando via
dal suo abbraccio, sfoderò la spilla di trasformazione nella
mano. «Moon Crystal Power, make up!»
Rivederla nei panni di Sailor Moon riportò le cose
al loro
posto in una maniera di cui Mamoru non si era reso conto fino a quel
momento. Usagi era di nuovo Usagi, non una principessa rapita e inerme.
Lei si agitò nella divina da combattimento,
strofinando
forte le braccia. «Quel vestito era bello, ma lo
odiavo!»
Lo aveva odiato anche lui.
«Torniamo dagli altri» le disse,
allungando la
mano. Fu una fortuna che fosse già sporto verso di lei,
perché d'improvviso Usagi si accasciò in avanti
per metà. Lui riuscì a sorreggerla in
tempo. «Che
c'è?»
«Solo un capogiro. Colpa di tutto quel potere
nero.»
Lo fece sobbalzare con un bacetto rapido sulla bocca.
«Sto bene, Mamo-chan. Con te posso andare
ovunque!»
Le bastò quel sorriso per rinfrancarlo e perdonarlo della
disattenzione terribile che aveva dimostrato nel non saperla
proteggere. «Portami al sicuro» terminò.
Tenendola per la vita, lui eseguì.
2 - Dopo che Mamoru salva
Usagi (episodio 83) - FINE
NdElle: ho creato questo piccolo capitolo in
diretta davanti ad alcuni lettori, dopo aver editato una diretta che
avevo fatto riguardante questo episodio. Trovate il video su Youtube a
questo indirizzo. Mi verrebbe da commentare il capitolo per
farvi capire quale messaggio volevo trasmettere, ma penso che
lascerò fare a voi, così capirò se ho
scritto bene :)
Fatemi sapere, mi raccomando!
Elle
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