La storia dei Raijinshuu

di Angie_Dreyar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova squadra ***
Capitolo 2: *** Amicizia ***
Capitolo 3: *** Lealtà reciproca ***
Capitolo 4: *** Amici e amanti ***



Capitolo 1
*** Una nuova squadra ***


Nota iniziale:
Bentornati con una nuova fanfiction!
Questa è una breve storia che ripercorre la nascita dei Raijinshuu e di come ognuno di loro si è avvicinato a suo modo a Laxus, e ovviamente dell’amore tra Fried e Laxus quando erano più giovani (perché se non lo inserisco non sono contenta). Troverete tanta amicizia, qualche litigio e molti flashback su tutti i personaggi, anche sulle personali storie di Bickslow, Evergreen, Fried e Laxus (con situazioni difficili per tutti anche se ho cercato di mantenere un tono leggero). L’incontro tra Laxus e i Raijinshuu avverrà come descritto nel manga (per chi non sapesse come sia avvenuto può leggere lo spinoff Fairy Tail Gaiden) MA ho modificato il resto e mi sono sbizzarrita con le vicende. Non so esattamente quando è stata fondata la squadra perciò per le età sono andata ad occhio, se ho sbagliato perdonatemi (tra l’altro, sarei davvero curiosa di saperlo).

Ora finisco qua altrimenti la nota diventa più lunga del capitolo. Se siete interessati alla lettura nonostante tutte le premesse buon divertimento! E grazie in anticipo a chiunque leggerà e commenterà, mi fa solo che piacere leggere i vostri pensieri <3






 
Una nuova squadra


Lucy non riusciva a capire cosa Lisanna ci trovasse in Bickslow, sapeva che i due avevano cominciato a uscire assieme e non capiva proprio come la ragazza potesse uscire con un ragazzo così inquietante. Bhe, in realtà aveva conosciuto anche lei Bickslow e non era un cattivo ragazzo, solo…era strano. Ma in effetti, chi non era strano lì a Fairy Tail? Le due ragazze stavano camminando e Lisanna le stava raccontando di quanto il mago sapesse essere dolce -cosa a cui Lucy faticava a credere- quando vide poco più avanti, seduti sotto a un albero due ragazzi.
Non che il problema fossero i due ragazzi, il punto era quanto sembrassero intimi in quella posizione. Il Capitano della Legione del Dio del Tuono era seduto a gambe incrociate con la schiena poggiata al tronco e un libro in mano, mentre il nipote del Master era disteso a pancia in su con la testa poggiata sulle gambe dell’altro ragazzo. Fried aveva i capelli sciolti e Laxus stava intrecciando nelle dita una ciocca verde creando una piccola treccina. Lucy stava per chiedere spiegazioni ma quello che vide dopo la sconvolse ancora di più, quando Laxus prese la mano del ragazzo e gliela baciò dolcemente. Fried spostò lo sguardo dal libro rivolgendo un mezzo sorriso al ragazzo e Lucy notò che gli stava dicendo qualcosa. Subito dopo i due si voltarono verso di lei e Lisanna, facendo un cenno di saluto.
-Oh…- fece Lucy un po’ imbarazzata. Lisanna li salutò da lontano e riprese a camminare.
-Non lo sapevi?- le chiese divertita. Lucy la guardò un po’ confusa.
-Sapere cosa?- domandò. Lisanna ridacchiò.
-Che stanno assieme- rispose tranquillamente. Lucy sbatté le palpebre un paio di volte e quando capì a cosa si riferiva scosse la testa.
-No- ammise lanciando ai due ragazzi un’altra occhiata, Fried aveva cominciato a passare una mano tra i capelli del biondo in un dolce massaggio. Era strano vedere i due ragazzi così. Bhe, non era proprio strano vedere Fried così, ma Laxus…
-L’ho scoperto anche io da poco- le rivelò Lisanna -E solo perché una sera sono andata a cena da loro-
-Oh…- disse Lucy -In effetti, non so molto di loro- disse pensierosa.
-Nemmeno io in realtà, sono abbastanza riservati- le disse -Ma se vuoi possiamo chiedere a Bickslow ed Evergreen, sicuramente loro sanno qualcosa, così conoscerai anche tu meglio Bickslow- le propose. Lucy annuì, in fin dei conti era abbastanza curiosa anche lei.

 
***

Le ragazze avevano raggiunto la gilda e si erano sedute al bancone del bar accanto a Bickslow ed Evergreen a prendere le ordinazioni da Mirajane. Lucy notò come il ragazzo era affettuoso con Lisanna, mentre scherzosamente la pizzicava sul braccio. La ragazza gli fece la linguaccia e lui ridacchiò.
-Abbiamo appena visto Laxus e Fried teneramente accoccolati sotto a un albero- disse Lisanna a un certo punto, Mirajane sorrise sognante mentre Natsu lì vicino li sentì.
-Laxus? Dov’è? Voglio batterlo- esclamò.
-Meglio se li lasci in pace, sanno diventare disgustosamente teneri- disse Evergreen e Natsu non capì, mentre anche Juvia e Gray si avvicinavano.
-Teneri?- chiese la maga dell’acqua. Lucy fu contenta di non essere l’unica a non sapere della loro relazione.
-A quanto pare stanno assieme- ridacchiò Lisanna -Non è un segreto, no?- chiese a Bickslow che scosse la testa.
-No, semplicemente preferiscono non parlare o fare smancerie in pubblico, ma baby, li vedessi quando sono soli. Ever ha ragione, diventano davvero due zuccherini- sghignazzò. Juvia sgranò gli occhi.
-Vuoi…vuoi dire che Fried e Laxus sono…fidanzati?- chiese sorpresa la maga dai capelli azzurri e i due componenti dei Raijinshuu annuirono. Anche Kana li sentì e rise quasi non credendoci. Si avvicinò anche Erza, dubbiosa di ciò che aveva appena sentito, con un piattino di torta in mano. Lisanna sorrise a Bickslow.
-Voi potete raccontarci qualcosa? Io e Lucy siamo abbastanza curiose- disse.
-In realtà sono anche io curiosa- disse Erza. Bickslow lanciò un’occhiata a Lisanna, che lo guardava con un sorriso tenero sul volto.
-Bhe, possiamo raccontarvi qualcosa- acconsentì il mago -Non credi, Ever?- La ragazza alzò gli occhi al cielo.
-Va bene, penso che dovremmo partire dal nostro primo incontro- iniziò la ragazza -Ci siamo incontrati durante una missione. Io, Bickslow e Fried formavamo già una squadra e lavoravamo assieme, dovevamo distruggere una gang di banditi, ma quando siamo arrivati sul posto Laxus aveva già distrutto l’intera gilda e ce la siamo presa con lui. Così lo abbiamo sfidato, in effetti, era soprattutto Fried che lo stava sfidando- raccontò con un sorriso sul volto. Juvia prese una sedia sedendosi lì accanto e aggrappandosi al braccio di Gray, curiosa di sentire una storia d’amore che poteva essere simile alla sua e anche tutti gli altri si fecero interessati.
-Voi avete sfidato Laxus?- sbottò Natsu -Voglio anche io!- esclamò. Erza lo zittì con un pugno e Bickslow ridacchiò.
-Sì, e ci ha battuti tutti e tre, ce le ha date di santa ragione. Non riuscivamo a crederci che un solo ragazzo ci avesse battuti, d'altronde a quel tempo eravamo una delle squadre più forti di Fairy Tail- disse il mago -E alla fine Laxus ci ha detto che non eravamo male-.
-Le sue parole esatte me le ricordo ancora- disse Evergreen con un sorriso ripensando a quel giorno.

 
*****La nascita dei Raijinshuu*****
Laxus 17 anni, Bickslow 16 anni, Fried 14 anni, Evergreen 14 anni
******************************************************

Non siete niente male. È la prima volta dopo tanto tempo che qualcuno è riuscito a intrattenermi così tanto.

Quelle parole continuavano a rimbombare per la sua testa da un po’. Laxus Dreyar, il figlio del Master, aveva detto loro esattamente quelle parole dopo averli sconfitti. Pur essendo in tre erano stati battuti da una sola persona, la sua forza e il suo potere erano spaventosi. Evergreen aveva sempre saputo che il figlio del Master era potente, ma non aveva mai potuto vederlo in azione perché quel ragazzo se ne stava sempre per conto suo e non lasciava avvicinare nessuno. Eppure, la sua forza era incredibile. Era riuscito a capire subito le loro magie e, nonostante tutti loro tre avessero la magia degli occhi li aveva battuti.

Lei, Bickslow e Fried erano seduti da un po’ pensierosi al tavolo del bar, a nessuno di loro tre piaceva passare tempo in gilda, perciò solitamente passavano i pomeriggi in un locale nella periferia di Magnolia. Evergreen lanciò un’occhiata a Fried, che pareva pensieroso.

-Ci stai ancora rimuginando?- gli chiese. Fried alzò lo sguardo e annuì. Bickslow ghignò.

-Sarebbe figo averlo in squadra- disse il mago Seith. Fried sorrise leggermente.

-Dubito che accetterà, il figlio del Master non fa squadra con nessuno- disse semplicemente. Tutti lo sapevano, Laxus Dreyar lavorava da solo, nessuno gli si avvicinava. Eppure, erano tutti e tre affascinati dalla sua forza e stavano pensando a quanto sarebbero potuti diventare ancora più potenti avendolo nella propria squadra.

-Se fossimo in squadra con lui potremmo fare delle missioni di classe S- fece notare Evergreen e gli occhi di Fried luccicarono, segno che era interessato. -E ha detto che lo abbiamo intrattenuto, forse ci considererà- aggiunse con un sorrisetto sul volto.

-Chiedere non costa nulla- insistette Bickslow. Fried si fece pensieroso e per un po’ non disse nulla, poi un ghignetto divertito e furbo gli comparve sul volto.

-Mi è appena venuta in mente un’idea- disse loro e i due si sporsero verso il ragazzo curiosi. -Sono certo che Laxus non accetterà mai di unirsi a noi in una squadra, ma quel ragazzo può essere facilmente aggirato. Gli diremo che saremo la sua guardia del corpo, la Tribù del Dio del Fulmine, ci prenderemo la responsabilità di proteggerlo e stargli accanto. Arrogante com’è sarà contento di avere una squadra in suo onore e potremo partecipare alle missioni di classe S- spiegò. Bickslow inarcò un sopracciglio.

-Vuoi dire che sarà il nostro leader? È forte e lo voglio in squadra, ma non mi piace l’idea di dovergli obbedire- obiettò. Fried sorrise vittorioso.

-Affatto, lui non farà nemmeno formalmente parte della squadra perciò non potrà essere il leader. Sarò io il Capitano e lui non avrà nessun potere sulla nostra squadra- dichiarò e si alzò in piedi mentre la lunga coda di capelli verdi svolazzava dietro di lui -Allora, non volete formare il team più forte di Fairy Tail?-.
**********

-Quindi la squadra non è nata in suo onore?- chiese Lucy stupita sgranando gli occhi.
-Eh no, all’inizio anzi non andavamo molto d’accordo- ridacchiò Evergreen -In effetti quando lo raccontiamo nessuno ci crede, volevamo stare in squadra con Laxus solo perché era forte e volevamo diventare più forti anche noi. Ovviamente provavamo ammirazione per lui, ma non molta simpatia- le disse.
-Già, comunque Laxus ha accettato. Fried gli ha assicurato che non avrebbe avuto alcun vincolo e che sarebbe potuto partire per missioni in solitaria ogni volta che avesse voluto e se lo è rigirato complimentandosi con lui e con la magia che possedeva, penso gli abbia aumentato l’ego di un bel po’- sghignazzò Bickslow.
-Però in effetti lo pensava davvero, voleva davvero diventare forte quanto lui- disse Evergreen -Lo volevamo tutti e tre. In ogni caso penso che Laxus ci abbia voluti con sé nella squadra per le nostre magie legate agli occhi-.
-È interessante- disse Erza -Ho sempre pensato che lo ammiraste indipendentemente da tutto-.
-Oh, a un certo punto siamo arrivati davvero ad ammirarlo come un Dio- disse Evergreen -Ma ci è voluto un po’ di tempo. Un bel po’ di tempo, dato che all’inizio lavorare con Laxus era stressante-.
-Già, nessuno di noi tre lo sopportava- fece Bickslow -Ricordo ancora la prima missione- disse ridacchiando.
-Eddai, raccontate!- sbottò Natsu interessato. Bickslow annuì.

 
*****La prima missione*****

Laxus era seduto comodo sulla sedia distante da tutti in gilda al primo piano, dove nessuno tranne i maghi di classe S potevano salire. E i Raijinshuu. Fried aveva in qualche modo convinto il Master a salire le scale, assicurandogli che non avrebbe mai preso una missione di classe S senza essere accompagnato da Laxus. Così i tre ragazzi si piazzarono di fronte al biondo, e Fried, davanti a tutti loro prese parola.

-Possiamo prendere la nostra prima missione, così proviamo a lavorare assieme- disse. Laxus sbuffò annoiato.

-Non oggi- ribatté seccamente.

-Puoi scegliere tu la missione- insistette Fried. Laxus sbuffò di nuovo e abbassò il volume della musica. Inclinò la testa di lato osservandoli curioso.

-Siete in grado di farne una di classe S?- chiese strafottente. I tre sorrisero.

-Ci speravamo in realtà- rivelò Fried. Gli occhi di Laxus luccicarono divertiti.

-Siete veramente tre pazzi- commentò tra sé e sé scrutandoli uno a uno e poi si alzò -Come vi pare. Vi avviso, se ci rimanete secchi non sono affari miei. Non ho intenzione di badare a dei mocciosi- fece.

-Non ti dovrai preoccupare- ghignò Bickslow. -Non preoccuparti! Non preoccuparti!- esclamarono le sue bamboline e Laxus lanciò loro un’occhiata perplessa, non disse però nulla e si avviò verso la bacheca prendendone una e mostrandogliela.

-Partiamo subito- decise Laxus e i tre non obiettarono seguendolo fuori dalla gilda.

 
***

-Perché non prendiamo il treno?- chiese Evergreen. Laxus sbuffò lanciandole un’occhiataccia.

-Perché non mi va- fu la secca risposta.

-Arriveremo prima- obiettò Fried.

-Ho detto che non mi va. Se volete venire adeguatevi, altrimenti la faccio anche senza di voi- fece brusco il ragazzo. I tre si lanciarono un’occhiata perplessa ma alla fine non poterono fare altro che seguirlo. Bickslow provò a parlare con il biondo ma quello si ficcò le cuffie alle orecchie e alzò il volume al massimo.

-Bel lavoro di squadra- borbottò il mago Seith.

-Che ti aspettavi? È Dreyar- commentò freddamente Fried rileggendo la richiesta accanto a lui mentre avanzava.

-Secondo te ci sente?- chiese Evergreen a bassa voce.

-Onestamente non mi interessa. L’importante è che quando arriviamo decidiamo assieme come agire- disse Fried infilando il foglio nella tasca della giacca.

-Dubito vorrà agire con noi- commentò Evergreen. I tre continuarono a chiacchierare indisturbati dietro al biondo che proseguiva davanti a loro senza rivolgere loro nemmeno un’occhiata, finché il sole non fu alto nel cielo.

-Dovremmo fermarci a mangiare- disse Fried a quel punto ai due compagni.

-Dubito ci senta- commentò Evergreen incrociando le braccia. Fried aumentò il passo e si piazzò davanti a Laxus facendogli cenno di abbassare la musica. Laxus si fermò e si tolse le cuffie malamente.

-Che cazzo vuoi?- sbottò nervoso. Fried inarcò un sopracciglio ma non si scompose.

-Noi ci fermiamo a mangiare, c’è abbastanza cibo anche per te- rispose tranquillo.

-Non ho fame- fu la secca risposta.

-Noi in ogni caso ci fermiamo- lo avvertì il ragazzo che si voltò e si sedette sull’erba accanto ai compagni.

-Sicuro che non ne vuoi un po’? È davvero delizioso- disse Evergreen.

-Non ho fame- ripeté Laxus, però si sedette sull’erba accanto a loro risistemandosi le cuffie alle orecchie e alzando di nuovo la musica al massimo.

 
***

La missione non era molto semplice, dovevano liberare delle persone che erano state fatte prigioniere da una gilda oscura parecchio influente. Fried, Evergreen e Bickslow stavano osservando l’edificio imponente che si ergeva davanti a loro. Notarono però che Laxus stava avanzando tranquillo e Bickslow si affrettò e muovere le sue bamboline davanti al ragazzo, che si voltò verso di loro con un’occhiata che diceva tutto: Non rompete le palle. Come al solito fu Fried il primo a prendere parola.

-Qual è il piano?- domandò.

-Entrare e fare tutti a pezzi- disse semplicemente Laxus. I tre ragazzi si lanciarono un’occhiata.

-Non dobbiamo distruggere la gilda. Dobbiamo solo liberare i prigionieri- gli fece notare a quel punto Fried. Laxus scrollò le spalle.

-Io faccio quel cazzo che mi pare- chiarì e si voltò entrando in gilda facendo scorrere le scosse elettriche per tutto il suo corpo. Evergreen, Bickslow e Fried rimasero per un attimo in silenzio mentre lo osservavano entrare nella gilda. Dopo un po’ si lanciarono un’occhiata.

-Che facciamo?- chiese Evergreen.

-Uniamoci alla battaglia, no?- chiese Bickslow. Fried però scosse la testa.

-No, completeremo la missione liberando i prigionieri- decise.

-Uh, non vuoi combattere?- chiese Bickslow. Fried scosse la testa.

-La missione è un’altra, e poi sono sicuro che combattendo ci ruberebbe tutta la scena- ribatté. -Se vogliamo attirare la sua attenzione usiamo l’astuzia, liberiamo i prigionieri e dimostriamogli le nostre capacità- decise e poi si sedette a terra spiegando la sua tattica.

 
***

I tre ragazzi erano riusciti a liberare tutti i prigionieri dai sotterranei, avevano approfittato del fatto che Laxus stesse combattendo al piano di sopra, in quel modo era stato più facile del previsto perché tutti i maghi più potenti erano saliti e loro avevano dovuto badare solo a pochi per poi concentrarsi sulle persone da liberare. Fried ed Evergreen volando li avevano anche già riportati al villaggio e il Capitano aveva voluto a tutti i costi prendere già la ricompensa, anche se non c’era Laxus con loro.

-Secondo me si arrabbierà vedendo che abbiamo già la ricompensa- fece Bickslow.

-Non mi interessa, così si renderà conto del suo errore a sottovalutarci- dichiarò Fried tranquillo. Poco dopo sentirono qualcuno scendere le scale e notarono che era proprio Laxus, che quando li vide seduti tranquilli inarcò un sopracciglio.

-Che state facendo?- sbottò. Fried si alzò con un sorrisetto sul volto.

-Abbiamo completato la missione- disse piazzandosi di fronte al ragazzo e guardandolo fisso negli occhi, alzò la mano e gli porse un sacchetto pieno di jewels -Questa è la tua parte della ricompensa- gli disse. Il biondo lo squadrò e i tre ragazzi non capirono se era più sorpreso o irritato, poi però fece un ghigno.

-Avevo ragione a credere che non siete degli smidollati- commentò e prese il sacchetto lanciando poi un’occhiataccia a Fried -Ti avviso, se non ci sono tutti i soldi ti spezzo le braccia- disse minaccioso. Fried sorrise calmo, affatto intimidito dall’avvertimento.

-Puoi contarli, abbiamo diviso equamente la ricompensa in quattro parti uguali- gli disse.

-Sarà meglio per te- fece Laxus voltandosi verso le scale e risalendole. I tre ragazzi dietro di lui si lanciarono un’occhiata soddisfatta, sia per aver appena completato una missione di classe S, sia per aver ottenuto un altro complimento da Laxus, e cominciarono a seguirlo.

-Con tutti questi soldi mi comprerò un sacco di vestiti- trillò Evergreen.

-Io li spendo in cibo e alcol- fece Bickslow.

-Dovreste imparare a risparmiare- disse loro Fried.

-Parla quello che li spenderà tutti in libri- lo prese in giro Bickslow.

-Soldi ben spesi. La conoscenza è tutto- fu l’immediata risposta.

-Come ti pare. Io lo trovo noioso-. Continuarono a parlare finché non uscirono dalla gilda e poi lanciarono un’occhiata a Laxus. Loro tre erano abituati ad andare a festeggiare la riuscita di ogni missione.

-Chiediamo anche a lui?- sussurrò Evergreen e Laxus si voltò verso di loro come se l’avesse sentita. Bickslow scrollò le spalle e sorrise al biondo.

-Noi andiamo a festeggiare, vieni con noi?- gli propose.

-Non ho voglia- rispose subito secco quello.

-Eddai, ci sarà da divertirsi. Alcol e cibo a volontà- insistette.

-Non mi interessa- sbottò il biondo, per poi voltarsi e allontanarsi.
**********

-Non avete fatto un grande lavoro di squadra- commentò Erza prendendo un’altra fetta di torta.
-Era praticamente impossibile lavorare di squadra con Laxus- obiettò Bickslow -Sul serio, ogni volta che partivamo per una missione se ne stava tutto il tempo con le cuffie e non voleva rivolgerci la parola. Anche se ogni tanto lo abbiamo sorpreso a guardarci-.
-Secondo me ci stava studiando- disse Evergreen convinta.
-Ah, non so cosa stesse passando per la sua testa- fece Bickslow -Fatto sta che nessuno di noi tre lo sopportava più. Cercavamo in ogni modo di attirare la sua attenzione, ma oltre a qualche complimento velato non ottenevamo niente. Lo invitavamo ogni volta a festeggiare con noi ma non è mai voluto venire-.
-Ragazzi, di che state parlando?- chiese Makarov notando un gruppetto di maghi seduto al bancone. Bickslow sorrise.
-Della storia dei Raijinshuu- rispose subito orgoglioso. Il vecchio si fece interessato. -Stavamo appunto dicendo di come suo nipote era davvero arrogante e presuntuoso, lo sa che all’inizio nessuno di noi lo sopportava?- chiese e il vecchio rise.
-Oh certo che lo sapevo- fece prendendo una bottiglia di vino e cominciando a bere.
-È tutto cambiato quando lui è venuto a cercarci, non so nemmeno perché lo ha fatto, di solito eravamo noi ad andare da lui- disse Bickslow.
-Intendi per la missione della maledizione del drago?- chiese Makarov e i due ragazzi annuirono, il vecchio ridacchiò -Bhe, è venuto da voi perché l’ho obbligato io- rivelò.
-Davvero?- chiese Evergreen sorpresa. Il Master annuì.

 
*****Una piccola spinta*****

Li osservava da un po’ e onestamente non capiva perché lavorassero assieme. Era evidente che i tre si stavano parecchio innervosendo per il comportamento di quell’idiota di suo nipote e Makarov era sicuro che entro poche settimane lo avrebbero mollato di nuovo da solo. Eppure era convinto che Laxus avesse un certo interesse per quei tre ragazzi, aveva infatti notato che quelle poche volte che i tre passavano in gilda Laxus abbassava la musica probabilmente per ascoltarli. Inoltre lo aveva sorpreso ad osservarli quando usavano la loro magia degli occhi sui compagni di gilda. Se solo si fosse degnato di parlare un po’ di più con loro!

Makarov posò lo sguardo su una missione che da un po’ non sapeva a chi dare, era abbastanza difficile ed era sicuro che potesse essere completata solo grazie al lavoro di squadra. Forse poteva dare una piccola spintarella a quei ragazzi, sperando che specialmente suo nipote si desse una svegliata. Deciso finì di bere il proprio bicchiere e salì le scale raggiungendo Laxus, che come al solito era seduto al piano superiore e osservava i tre ragazzi che stranamente, erano seduti a un tavolo della gilda per una volta tanto. Ignorò l’occhiataccia di Laxus e piazzò il foglio sul tavolo.

-Ho una missione per te e la tua squadra- gli disse. Laxus fece per parlare, probabilmente per rifiutare ma poi lanciò un’occhiata al foglio e Makarov notò il suo sguardo farsi interessato.

-Come ti pare- fece prendendo il foglio e alzandosi.

-Laxus, solo se vai con la tua squadra. Altrimenti la affido a qualcun altro- lo avvisò il vecchio. Laxus sbuffò ma non replicò e si avviò verso i tre ragazzi, che si voltarono verso di lui non appena fu loro vicino. Makarov li osservò curioso da lontano.

-Partiamo per una missione, muovetevi- disse loro il biondo seccamente, non aspettò nemmeno una risposta e uscì dalla gilda. Fried, Bickslow ed Evergreen si guardarono.

-E si aspetta che lo seguiamo?- fece la ragazza un po’ indispettita.

-Che arrogante- commentò Bickslow.

-È Dreyar, cosa ti aspetti?- fece Fried concorde, per poi però voltarsi verso Makarov, che gli sorrise divertito. Fried distolse lo sguardo, sbuffò seccato e si alzò -Bhe, sarà sicuro remunerativa- disse e così i tre uscirono dalla gilda. Makarov li osservò, sperando che quella fosse l’occasione buona.
**********

-Quindi siamo stati ingannati- disse Evergreen e Makarov le sorrise.
-Oh, non prendertela con me. D'altronde anche voi avete ingannato Laxus solo per poter fare missioni di classe S- le fece notare. La ragazza incrociò le braccia.
-Bhe, per affrontare Laxus si può solo aggirarlo- ammise e Bickslow ridacchiò -Comunque, quella è stata la missione da cui è partito il vero lavoro di squadra, anche se è stato un mezzo disastro-.
-Come mai?- chiese Wendy curiosa sedendosi accanto ad Erza. Evergreen e Bickslow sorrisero ripensando a quella strana avventura, che già era iniziata male.

 
*****Lavoro di squadra*****

-Potremmo sapere qual è la richiesta?- chiese Fried. Laxus gli lanciò un’occhiataccia e poi gli passò il foglio. Fried lo prese un po’ irritato da quel modo di fare ma lasciando che la sua espressione fosse impassibile.

-Maledizione del drago? Questo sì che è un lavoro di classe S!- esclamò Bickslow entusiasta.

-Ma è lontano- osservò Evergreen già pronta a lamentarsi per dover fare tutto quel tragitto a piedi.

-Penso sarà meglio prendere il treno- disse Fried a quel punto. Laxus lanciò loro un’occhiataccia.

-Si va a piedi- fece categorico.

-Ci metteremo almeno una settimana- osservò Evergreen.

-Quindi?- fu la secca risposta. Fried, Bickslow ed Evergreen si guardarono incerti sul da farsi, nessuno di loro voleva perdere così tanto tempo né stancarsi quando avrebbero potuto stare più comodi, infine il Capitano prese una decisione.

-Molto bene. Noi prenderemo il treno, se per quando arrivi avremo già finito il lavoro non incolparci- disse calmo ma deciso. Semplice, chiaro e tondo. Laxus rimase per un attimo spiazzato dalla tranquillità con cui stava parlando e poi si irritò rendendosi conto che lo stava sfidando.

-Voi verrete a piedi con me- sbottò.

-No, non lo faremo- replicò tranquillo Fried. Evergreen e Bickslow gli si affiancarono notando che Laxus cominciava ad emettere fulmini dal corpo.

-Non capisco quale sia il problema, hai paura dei treni?- chiese Bickslow a quel punto e altre scosse elettriche cominciarono a fuoriuscire dal corpo del ragazzo rendendo elettrici i capelli di tutti loro.

-Io non prendo il treno- chiarì -E voi nemmeno-.

-Puoi attaccarci se vuoi, ma se lo farai non potrai nemmeno tu fare la missione. Il Master ti ha ordinato che devi farla con noi, vero?- fece Fried. Laxus si voltò verso di lui serrando la mascella e incrociando le braccia.

-Sono il vostro leader- fece a quel punto. Sul volto di Fried comparve un sorrisetto soddisfatto, come se avesse saputo che quel momento prima o dopo sarebbe arrivato.

-No, non lo sei. Non fai nemmeno parte della squadra in effetti- gli disse. Laxus lo guardò un po’ confuso.

-Tu hai detto…- iniziò ringhiando ma fu subito interrotto.

-Che ti avremmo supportato. Questo non implica che obbediremo a ogni tuo ordine, siamo noi che scegliamo di seguirti e aiutarti, e lo faremo, completeremo la missione per te e prenderemo il treno- chiarì. Laxus ringhiò ma non impedì ai tre ragazzi di salire sul mezzo. I tre lo osservarono mentre camminava avanti e indietro fuori dal treno con le scintille che scoppiettavano attorno a lui, alla fine, poco prima che il treno partisse si decise a salire piazzandosi nei sedili dietro ai ragazzi e alzando la musica al massimo.

 
***

-Non lo vedo bene- sussurrò Evergreen.

-Sì, è un po’ pallido- osservò Bickslow lanciando occhiate al ragazzo biondo. Potevano sentire la musica alta da lì e il suo volto bianco e sudato mentre stava con gli occhi chiusi seduto sul sedile. Fried alzò la testa da sopra il sedile per osservarlo e poi sospirò.

-Poteva dircelo che soffriva di cinetosi- fece seccato.

-Bhe, almeno adesso sappiamo perché non vuole mai prendere il treno- fece Bickslow.

-Un po’ mi dispiace- borbottò Evergreen.

-Ma se è uno stronzo- fece Bickslow. La ragazza sorrise.

-È solo un disadattato come noi- ribatté.

-Disadattato? Non dire idiozie, è il figlio del Master- fece Fried freddamente.

-Proprio tu dovresti capirlo- disse la ragazza. Fried alzò lo sguardo dal libro seccato.

-Non c’è nulla di simile. Suo nonno è una brava persona- ribatté.

-Forse non sa come aprirsi con noi- disse la ragazza.

-Lo abbiamo sempre invitato a uscire a bere dopo le missioni e non è mai venuto- fece Bickslow -Sul serio, non so nemmeno perché abbiamo creato questa squadra in suo onore- disse. Fried rimase in silenzio pensieroso, dopo un po’ si alzò dal sedile e tirò fuori la spada cominciando a disegnare una runa direttamente su Laxus. Quando questa si attivò il ragazzo corrugò la fronte e aprì gli occhi. Sbatté le palpebre confuso e poi si tolse le cuffie.

-Che succede?- sbottò nervoso.

-Ho attivato una runa che allevia il malessere, se ci avessi avvertiti prima che soffri di cinetosi lo avrei fatto dall’inizio del viaggio. Prego- fece freddo e si risedette sul sedile senza aspettarsi un ringraziamento. Laxus sbuffò e si rimise le cuffie abbassando il volume, ovviamente non lo ringraziò.

 
***

Erano arrivati al villaggio e non appena entrarono videro che tutte le persone erano ricoperte da strani segni sul volto. Laxus poggiò le cuffie attorno al collo, per la prima volta sembrava interessato a capirne qualcosa in più e i quattro ragazzi si avviarono assieme verso la sede centrale. Non appena arrivarono venne loro incontro una ragazza giovane con lunghi capelli scuri e sempre quegli strani segni sul volto.

-Siete i maghi che abbiamo richiesto?- domandò.

-Sì- fece Laxus seccato -Che succede qua?- domandò incrociando le braccia. La ragazza rimase per un attimo perplessa e Fried intervenne.

-Scusate i modi, è stato un viaggio lungo. Piacere di conoscerla signorina…-.

-Arianna. Chiamatemi pure così. Potete entrare, così parliamo con più calma- disse loro. Fried annuì e i quattro ragazzi entrarono nell’edificio accomodandosi sul divano. Laxus rimase in piedi mettendosi vicino alla finestra e osservando fuori.

-Un mese fa siamo stati attaccati da un drago- cominciò la ragazza. Laxus spostò subito lo sguardo su di lei.

-Non esistono i draghi- la interruppe seccamente. La ragazza rimase per un attimo perplessa e Fried lanciò un’occhiataccia al biondo intervenendo.

-Può andare avanti a spiegare, forse vi siete confusi con qualche altra creatura- le disse più gentile. La ragazza si voltò verso di lui e annuì.

-Sì, può essere. Non lo onestamente, ma sembrava un drago. Forse non lo era…- balbettò -In ogni caso, siamo stati attaccati e ha distrutto metà del villaggio. Pian piano lo abbiamo ricostruito e per fortuna non è più tornato, ma da quel momento lì abbiamo tutti questi segni sul corpo. Si allargano sempre di più e quando diventano troppi le persone non riescono più a respirare. Sono già morti troppi…- mormorò abbassando lo sguardo mentre le lacrime cominciavano a scorrerle sul volto. -Abbiamo chiamato più curatori ma dicono che non è una malattia, è proprio una maledizione. Il punto è che nessuno di noi riesce a toglierla- disse.

-Il drago non si è più fatto vedere?- domandò Evergreen.

-Ogni tanto lo vediamo. Sappiamo che vive sulla montagna, ma nessuno osa avvicinarsi- disse -Ma in ogni caso, non c’è una cura a questo- disse mostrando le braccia coperte da segni. Fried si tese verso di lei e li osservò corrugando la fronte.

-Potete contare su di noi- le disse.

-Grazie. Potete andare a parlare con il medico del villaggio- disse alzandosi. Fried annuì e i quattro ragazzi uscirono dall’edificio mentre la ragazza diceva loro come raggiungere il medico. La ringraziarono e poi si allontanarono. I tre notarono subito che Laxus stava andando da un’altra parte.

-Il medico è dall’altra parte- disse Fried. Laxus si voltò verso di loro.

-Vado a cercare il drago- disse.

-Come pensi possa aiutarci? Prima dobbiamo almeno ottenere qualche informazione in più- obiettò Fried.

-Non sto dicendo che dovete venire con me- replicò Laxus -Non rompetemi. Vado a distruggere questo fantomatico drago- fece e si allontanò da loro ficcandosi le mani in tasca.

-Sta diventando abbastanza fastidioso- commentò Bickslow.

-Sì, sono d’accordo- fece Evergreen -Andiamo dal medico?- chiese. Fried annuì e i tre ragazzi si avviarono.

 
***

Avevano ottenuto qualche informazione in più. In effetti, dopo aver ragionato assieme avevano deciso sul da farsi. Avevano capito che si trattava davvero di una maledizione e che molto probabilmente agiva dall’esterno, doveva esserci una Lacrima o comunque un oggetto strano nelle vicinanze che la causava catturando l’energia delle persone che aveva attorno. Tutti e tre dubitavano si trattasse di un drago, ma sicuro c’era una creatura che aveva dato inizio a tutto ciò. Così i tre ragazzi avevano convenuto di cercare questo oggetto e si avviarono verso la montagna, proprio dove era andato Laxus. Non erano molto contenti di dover lavorare con lui, ma in fin dei conti erano una squadra e il Master voleva che lavorassero assieme. Perciò presero tutti il volo salendo di quota.

Quando furono abbastanza in alto sentirono subito energia magica e violente scosse, il terreno tremava e tuoni si scagliavano ovunque. Si lanciarono un’occhiata: sicuramente Laxus stava combattendo. Salirono ancora più in alto fino a raggiungere lo spazio in cui i fulmini si stavano scatenando. Laxus stava combattendo contro una creatura mostruosa: non era un drago. Aveva due ali enormi, gli artigli e poteva assomigliarci, ma non aveva scaglie e due corna enormi partivano dalla sua testa. Continuava a lanciare attacchi di fuoco contro a Laxus, che agilmente si muoveva a velocità della luce scagliando tutta la propria potenza. I tre ragazzi rimasero affascinati mentre osservavano il combattimento: Laxus era una vera furia, era potente e vederlo muoversi in quel modo era entusiasmante.

Fu Fried il primo a riprendersi osservando lo spazio lì attorno e si rese conto ben presto della presenza di uno strano cristallo che emetteva luce verde, era ricoperto dalle stesse scritte che ricoprivano gli abitanti del villaggio. I tre ragazzi cercarono di avvicinarsi per osservarlo meglio, ma tra gli attacchi di fuoco e i fulmini era davvero un’impresa. Ci rinunciarono stando solo a qualche metro di distanza cercando di studiare le scritte.

-Dobbiamo distruggerla?- chiese Bickslow svolazzando lì accanto cercando di evitare un attacco di Laxus. Fried scosse la testa.

-No. C’è un collegamento vitale con ogni abitante del villaggio. Se la distruggessimo prima di togliere le scritte morirebbero tutti- rispose.

-Se continua così la distruggerà- fece notare Evergreen a quel punto. I tre ragazzi si voltarono verso Laxus e la creatura, che continuavano a combattere e si stavano avvicinando pericolosamente a loro e al cristallo.

-Laxus! Fermati!- urlò Fried, ma il biondo o non lo sentì, o lo ignorò continuando a lanciare i suoi attacchi e quando videro un fulmine arrivare verso di loro Fried alzò una barriera difensiva, che però crollò istantaneamente sotto l’attacco. Almeno non erano stati colpiti.

-Dobbiamo mandarli via di qui- disse Bickslow. Fried lo sapeva. Si chinò a terra e cominciò a disegnare una runa che lo avrebbe aiutato, mentre Evergreen e Bickslow cercavano di proteggere il cristallo dagli attacchi dei due sfidanti. Quando Fried terminò di disegnare il suo Jutsu Shiki, un cerchio di rune si creò attorno ai due combattenti e le scritte si illuminarono di viola. Un attimo dopo la creatura sparì. Laxus si fermò per un attimo spiazzato e poi si voltò verso Fried.

-Che cazzo hai fatto?- gli urlò contro. Fried si rialzò in piedi per poi vedersi arrivare il ragazzo addosso, che lo afferrò per il colletto alzandolo da terra. -Stavo combattendo- gli ringhiò addosso.

-Mollalo subito!- esclamò Evergreen preoccupata.

-Stavate per distruggere il cristallo, ha dovuto allontanarlo- gli spiegò Bickslow avvicinandosi cercando di mantenere la calma. Laxus non mollò Fried stringendo la presa e fissandolo adirato.

-E quindi?- ringhiò.

-E quindi gli abitanti del villaggio sarebbero morti- rispose freddamente Fried. Laxus lo lasciò andare e Fried lo fissò irritato sistemandosi il colletto. -C’è un collegamento vitale tra…-

-Non mettetevi in mezzo- lo interruppe Laxus rabbioso.

-Se avessi distrutto quel cristallo tutta la missione sarebbe andata a monte, per non parlare del fatto che avresti condannato a morte un intero villaggio- disse Fried cercando di mantenere un tono calmo, ma si notava che era parecchio irritato. Laxus gli lanciò un’occhiataccia.

-Non interrompermi mai più mentre combatto, la prossima volta ti faccio a pezzi- lo minacciò. Fried sostenne lo sguardo mentre i suoi occhi scintillavano dall’irritazione.

-E tu la prossima volta potresti lavorare di squadra, così non sarò costretto a farlo- rispose.

-Io non faccio squadra- chiarì -Dove hai mandato la creatura?- chiese poi a Fried.

-Non lontano, tornerà tra poco. Intanto possiamo pensare al cristallo e cercare di interrompere l’incantesimo- rispose. Il corpo di Laxus cominciò a circondarsi di scariche elettriche, era evidente che volesse solo inseguire la creatura. A quel punto Fried sospirò rassegnato. -A nord- gli disse indicandogli la posizione. Laxus grugnì e attorniandosi di fulmini partì lontano da loro. Evergreen si avvicinò a Fried preoccupata.

-Tutto bene?- gli chiese. Il ragazzo annuì.

-Sì, sarà meglio metterci al lavoro- disse e si piazzò davanti al cristallo con i suoi due compagni. Cominciò a passare le mani sopra cercando di interpretare le scritte con il loro aiuto.

-Sono abbastanza simili alle tue rune, non puoi riscriverle?- chiese Bickslow. Fried annuì spiegando che aveva solo bisogno di tempo per comprenderle e pensare al contro incantesimo, interruppe la spiegazione non appena si sentì un ruggito poco lontano. I tre ragazzi alzarono lo sguardo sorpresi e notarono che qualcosa stava volando verso di loro ad alta velocità.

-Cazzo, è la creatura di prima- imprecò Bickslow.

-Di già?- chiese Fried evidentemente sorpreso -Dobbiamo impedirle di distruggere il cristallo- disse alzandosi e sfilando la spada. Evergreen si posizionò in volo davanti ai due ragazzi.

-Va bene, affrontiamolo- disse. La creatura volava a una velocità altissima e i tre ragazzi furono costretti a spostarsi prima di essere presi in pieno, l’animale si poggiò per terra e poi si voltò verso di loro ringhiando. Una sfera infuocata venne lanciata su di loro e Fried si buttò in avanti.

-Rigetto!- urlò muovendo rapidamente la spada e subito la sfera tornò dal proprietario colpendolo in pieno. Evergreen si alzò in volo spalancando le braccia.

-Leprechaun- una pioggia di aghi luminosi cominciò a piovere dalle sue braccia diretto verso il mostro, mentre Bickslow tornava a terra e alzava un braccio in alto.

-Baryon Formation- Le sue bambole si posizionarono formando un pentagono e un grande vortice verde si creò al loro interno per essere subito sparato verso il bersaglio. I tre ragazzi osservarono però che i loro attacchi non erano andati a buon fine, il mostro aveva sì qualche graffio, ma era ancora in piedi e subito dopo aprì la bocca sputando fuoco tutto attorno a sé. Cercarono di difendersi come poterono e Fried si accorse che nel cristallo si era formata una crepa.

-Il cristallo- avvertì i compagni e volò davanti ad esso pronto a erigere una barriera. Ma non appena finì di scriverla si distrusse sotto l’attacco del mostro. Se le sue barriere non reggevano significava solo che quella creatura era troppo forte.

-Fried, attento!- urlò Evergreen. Il ragazzo si voltò di colpo e alzò la spada deviando l’attacco, per poi disegnare una runa e colpire il nemico.

-Dolore- sibilò. La runa raggiunse il petto del mostro e quello ululò, poi però si rimise a terra e pur avendo il respiro pesante lanciò un’altra serie di proiettili di fuoco colpendo tutto attorno a sé. Le rocce si ruppero, il fumo si alzò e tutti i tre ragazzi vennero colpiti finendo a terra. Alzarono lo sguardo e sorpresi videro che dalle fiamme che aveva lanciato si stavano creando ulteriori creature, che prendevano vita attorno a loro. I tre ragazzi cercarono di rialzarsi barcollando, seppur pieni di ferite e cominciarono a difendersi dalle creature minori, ma erano comunque troppe e dovevano anche stare attenti al loro capo e al cristallo le cui crepe stavano aumentando.

-Attenti!- gridò Bickslow a un tratto e i tre ragazzi si voltarono verso il capo che stava lanciando un altro potente attacco su tutti loro, una fiamma scura fu scagliata contro di loro, presi completamente alla sprovvista, prima però che li colpisse un fulmine passò davanti ai tre ragazzi e deviò l’attacco colpendo la parete rocciosa. Evergreen, Fried e Bickslow alzarono lo sguardo sorpresi a vedere Laxus, che si stava lanciando addosso alla creatura. Rimasero per un attimo allibiti e sollevati a vedere tutti quei fulmini, ma dopo qualche secondo Laxus fu scagliato a terra e le piccole creature gli si lanciarono addosso. Laxus se ne liberò facilmente emettendo fulmini dal corpo, ma quando si rialzò tutti e tre notarono che era ferito, e che aveva difficoltà a badare a tutti quei nemici.

-Badiamo alle creature minori!- ordinò Fried ai due compagni che subito si misero in posizione ricominciando ad attaccare.
-Laxus!- urlò Fried e il biondo non si voltò neanche. Il mago delle rune gli volò a fianco in modo che da essere sicuro che lo sentisse -Ti guardiamo le spalle, tu attacca il capo- gli disse. Laxus a quel punto si voltò lanciandogli un’occhiataccia.

-Non ho bisogno di aiuto- ringhiò. Evergreen e Bickslow volarono lì accanto. Ormai erano tutti e quattro schiena contro schiena circondati da numerosi nemici.

-Razza di idiota, come pensi di batterli tutti da solo?- sbottò Bickslow.

-Tu sei l’unico a poter sconfiggere il capo, noi ci occupiamo di quelli piccoli- disse Evergreen.

-E voi sareste in grado di sconfiggere tutti sti mostri?- sbottò Laxus testardo.

-Certo, li sconfiggeremo tutti, tu preoccupati solo del capo- insistette Fried -Fidati di noi-. Laxus esitò, poi però circondò il proprio corpo da fulmini.

-Tsk. Vediamo se siete davvero così forti- disse e poi partì a razzo contro il capo. I tre ragazzi si misero all’opera cominciando ad attaccare i più piccoli, proteggendo Laxus dai loro attacchi in modo che potesse concentrarsi unicamente sul nemico principale. Fulmini venivano scagliati in parte a loro, rune oscure, polvere fatata e raggi verdi dall’altra parte del campo. I tre ragazzi non permisero nemmeno a un attacco di passare oltre loro verso il biondo e quando finalmente furono tutti sconfitti Fried corse verso il cristallo che si stava spaccando definitivamente e lo circondò di un incantesimo di rune, finché non riuscì a togliere il collegamento vitale e la maledizione. Laxus nel frattempo stava ancora combattendo e i tre ragazzi si voltarono verso di lui a osservare il combattimento, che ai loro occhi appariva come a una battaglia tra due dei, dato quanto erano potenti e l’immensa energia che sprigionavano. O perlomeno, Laxus appariva come un vero Dio. Nessuno dei tre intervenne sicuri del fatto che il ragazzo avrebbe vinto e che li avrebbe strangolati se si fossero messi in mezzo.

-Fortuna che è arrivato in tempo- borbottò Evergreen. I due compagni annuirono notando come lanciava un potente ruggito colpendo in pieno la creatura e sconfiggendola definitivamente.

-Non ci posso credere, ce l’ha davvero fatta- commentò Bickslow.

-Abbiamo già visto la sua forza, era ovvio- disse Fried. Laxus era in piedi davanti alla creatura sconfitta, poi però barcollò e cadde a terra. I tre si fiondarono subito su di lui: era svenuto.

***

I tre ragazzi avevano completato la missione, Bickslow aveva preso Laxus sulle spalle e lo avevano portato al villaggio curandolo. Avevano dovuto spogliarlo della sua maglia per bendargli le ferite e si erano resi conto che era pieno di bruciature.

-Come ha fatto a combattere in queste condizioni?- chiese il mago Seith.

-Non lo so. È impossibile- disse Fried stringendo una benda. In quel momento Laxus aprì gli occhi e li guardò confuso mettendosi seduto e massaggiandosi la testa.
-Ti sei svegliato, come ti senti?- chiese Fried sforzandosi ad essere gentile. Il biondo grugnì seccato.

-Che è successo?- sbottò senza rispondere alla domanda.

-Hai sconfitto la creatura, subito dopo sei svenuto- gli rispose Evergreen sedendosi accanto a lui e i tre notarono come lo sguardo del biondo diventava sempre più irritato, mentre osservava le proprie braccia coperte di bende.
-Avevi una brutta ferita- gli disse Bickslow.

-Tsk, era solo un mostriciattolo- sbottò seccato Laxus in risposta e cercò di rialzarsi, ma Fried posò una mano sul suo petto spingendolo verso il basso prima che potesse farlo strappandogli un piccolo gemito.

-Non osare, se ti muovi la ferita si riaprirà- gli disse secco.

-Sto benissimo- ringhiò Laxus nervoso.

-No, stai male. Te la sei vista brutta- replicò freddo Fried, per poi subito dopo addolcire lo sguardo -Ci hai salvati, grazie- aggiunse e Laxus lo fissò un po’ sorpreso.

-Ci hai difesi, ti dobbiamo la vita- fece Evergreen sorridendogli.

-Già baby, hai una forza incredibile- si complimentò Bickslow. Laxus li fissò con un’espressione perplessa, poi però grugnì nervoso.

-Non me ne frega un cazzo di voi, volevo solo sconfiggere il mostro- fece.

-Bhe, lo hai fatto. Tieni, ti farà stare meglio- disse Fried porgendogli un piatto con della zuppa dentro. Laxus fece una smorfia.

-Non mangio sta roba- fece secco.

-Non lamentarti come un bambino- fu la fredda risposta. Laxus lo afferrò irritato lanciandogli un’occhiataccia e cominciò a mangiare.

-La missione?- chiese.

-Completata, abbiamo spezzato la maledizione e già preso la ricompensa- disse Fried porgendogli come al solito il sacchetto pieno di jewels, che Laxus prese senza obiettare.

-Sei stato grande a deviare l’attacco, come hai fatto?- chiese Bickslow. Laxus fece le spallucce.

-Ho solo aumentato la forza magica nel colpo-.

-E quando hai circondato il corpo del mostro con le scariche?- chiese Evergreen entusiasta.

-Era per stordirlo-.

-Hai usato la velocità del fulmine per colpirlo più velocemente?- chiese Fried.

-Sì-.

Le domande continuarono e tutti e tre furono abbastanza sorpresi notando che Laxus non stava ringhiando addosso a loro ma rispondeva, seppur le sue risposte fossero brevi non sembrava troppo innervosito. Continuò a mangiare e Bickslow a un certo punto notò un sorrisetto soddisfatto quando Fried gli chiese come potesse controllare le scariche a distanza. Ovviamente stavano solo ingigantendo il suo ego già enorme, ma ai tre non interessava molto, volevano davvero imparare di più. Laxus finì la zuppa e poggiò il piatto a terra quando i tre finirono le loro domande.

-Dov’è la mia maglia?- chiese.

-Era completamente a brandelli, perciò te ne abbiamo presa un’altra- rispose Evergreen porgendogli la camicia bianca che aveva personalmente scelto, ritenendo fosse decisamente migliore di quelle magliette che indossava di solito. Il biondo inarcò un sopracciglio.

-Non metto quella roba- fece seccamente.

-Bhe, l’abbiamo scelta per te. Potresti anche ringraziare, sai?- fece Evergreen offesa.

-Per cosa?- sbottò Laxus seccato.

-Abbiamo impedito che distruggessi il cristallo, abbiamo tolto la maledizione e ti abbiamo curato- intervenne Fried.

-Tsk. Me lo dovete- ribatté arrogantemente.

-Solo perché ci hai salvati?-

-Non ho detto questo- ringhiò Laxus.

-Bhe, baby, lo hai fatto- fece Bickslow. -Prendila, poi quando passeremo per la prossima città ti prenderai quello che vorrai- gli disse. Laxus non sembrava molto convinto ma non avendo altre alternative la indossò ed Evergreen lo guardò attentamente facendo scorrere lo sguardo su tutto il suo corpo.

-Sai, stai bene così- gli disse. Laxus inarcò un sopracciglio ma non disse nulla. Evidentemente si era di nuovo chiuso nel suo mutismo e i tre ragazzi ricominciarono a parlare tra di loro decidendo di lasciarlo un po’ in pace. Bickslow stava proponendo di andare a festeggiare, ma Evergreen era ancora stanca per il combattimento e voleva solo andare alle terme. Fried invece stava contando i soldi prevedendo le spese della settimana. Erano talmente presi nella loro conversazione che rimasero stupiti quando Laxus li chiamò.

-Ehi voi tre- fece. I ragazzi si voltarono verso di lui -Come avete detto di chiamarvi?-.
**********

-Cioè, non sapeva i vostri nomi?- chiese Lucy allibita.
-Già, tre mesi di missioni con lui e non sapeva nemmeno come ci chiamavamo- ridacchiò Bickslow.
-D'altronde passava tutto il tempo con le cuffie alle orecchie- fece Evergreen. -In ogni caso da lì è nata una sorta di amicizia, e quella stessa sera ha deciso per la prima volta di unirsi con noi a festeggiare-
-Ci è voluto un po’ di tempo- borbottò Makarov.
-Decisamente- rise Bickslow.
-Però una cosa non la capisco- disse Erza -Insomma, perché lo seguite così ciecamente? È solo la sua forza che vi fa avere fiducia in lui?- domandò.
-Assolutamente no- rispose subito Evergreen -Bhe, non c’è un momento preciso in cui si è creata fiducia tra di noi, semplicemente pian piano abbiamo imparato a conoscerlo meglio e noi stessi ci siamo aperti con lui, scoprendo la persona meravigliosa che è-.
-State parlando davvero di mio nipote?- chiese non molto convinto il Master -Voglio dire, adesso potrei capire che vi fidiate di lui, ma quello era uno dei suoi periodi peggiori, perciò definirlo meraviglioso mi sembra esagerato- borbottò. Bickslow sorrise.
-Dovrebbe essere davvero fiero di lui. È sempre stato una brava persona, una delle più buone in effetti, solo che lo nasconde sotto strati di arroganza- rivelò con un sorrisetto, per poi ammorbidire l’espressione -E poi, è stato il primo a non giudicarci per il nostro passato- ammise. Lisanna lo guardò teneramente e gli strinse la mano come se sapesse qualcosa. Ci fu un attimo di silenzio in cui nessuno parlò.
-Bhe, non volete sapere chi sono davvero queste bamboline?- chiese poi indicando le marionette che gli svolazzavano attorno.

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Capitolo 2
*** Amicizia ***


 

Amicizia

 
 
*****Bickslow*****
 
Il mago stava girovagando per le strade di Magnolia, aveva adocchiato una moretta niente male e grazie all’aiuto di Peppe era riuscito ad alzarle la gonna, peccato che la ragazza se ne fosse accorta subito e voltandosi verso di lui adirata tirò una sberla alla bambolina. -Vattene subito, pervertito!- esclamò.
 
-Se indossi una gonna così corta mica è colpa mia- sghignazzò Bickslow voltandosi e quando vide Laxus ghignò e gli si avvicinò. -Ei, dove stavi andando?- gli chiese poggiandogli il braccio attorno alle spalle.
 
-Facevo un giro- fu la semplice risposta.
 
-Ti va di divertirti? Con Evergreen e Fried non posso farlo perché sono troppo piccoli, ma con te sarà uno spasso- propose Bickslow Laxus inarcò un sopracciglio.
 
-Che vuoi fare?- chiese, forse temendo che avesse una delle sue idee strambe.
 
-Andare a caccia di gnocche. Su, muoviamoci, conosco uno strip club niente male. Prima però sistemiamo il tuo stile- gli disse. Laxus corrugò la fronte ma si lasciò trascinare seppur borbottando qualcosa a proposito del fatto che non gli piaceva andare a comprare vestiti. Bickslow lo ignorò, non poteva certo uscire con le ragazze indossando una maglia a maniche corte sopra a una a maniche lunghe. Semplicemente no. Aveva bisogno di un consiglio di moda e lui personalmente se ne sarebbe occupato.
 
***

Bickslow era convinto di aver fatto la scelta giusta. Non solo vedeva Laxus finalmente in abiti decenti e alla moda, con una camicia leopardata e dei pantaloni stretti, ma il biondo sembrava anche preso da tutte quelle ragazze mezze nude. E Bickslow certamente non poteva dargli torto, lì attorno era pieno zeppo di ballerine e cameriere sexy, anche se Laxus pareva abbastanza concentrato su una biondina che ballava attorno a un palo.
 
-Bella quella, eh?- fece Bickslow con un ghigno. Laxus annuì.
 
-Sì, non è male- fece squadrandola interamente.
 
-Su baby, andiamo a provarci- gli disse afferrandolo per un polso e trascinandoselo con sé, prima però di avvicinarsi alle ragazze si voltò verso l’amico chiedendosi se effettivamente avesse fatto bene a portarlo con sé. Dubitava che Laxus fosse mai uscito con una ragazza e soprattutto, dubitava che sapesse come si flirtava, dato che a malapena riusciva ad avere conversazioni decenti con loro che erano i suoi amici -anche se Laxus si ostinava a dire che non erano amici. Così si voltò verso di lui deciso a dargli i consigli migliori. O perlomeno, i migliori per un tipo come Laxus.
 
-Ti do un consiglio amico, evita di ringhiare e grugnire e fare qualunque verso. Se non sai cosa dire, semplicemente stai zitto e mostra i muscoli- gli disse e Laxus inarcò un sopracciglio.
 
-Ok- si limitò a dire e pochi minuti dopo i due ragazzi si ritrovarono seduti su due divanetti. Bickslow aveva trovato una bella rossa niente male, mentre Laxus era seduto accanto alla biondina. Bickslow ogni tanto gli lanciava delle occhiate per vedere come se la cavava e gli veniva un po’ da ridere a vederlo così. Evidentemente non sapeva cosa dire, ma per fortuna la biondina parlava per entrambi. Notò che Laxus gli lanciava un’occhiata e Bickslow allungò un braccio sulle spalle della rossa sperando lo imitasse. Per fortuna Laxus intelligentemente seguì il suo esempio e Bickslow decise di concentrarsi sulla sua preda.
**********
 
-Sai, non è carino parlare di altre ragazze mentre sei con Lisanna- lo interruppe Mirajane minacciosa e Bickslow impallidì leggermente.
-Ragazzi, questa è una storia fantastica su Laxus, non ve la potete perdere. Io ho assistito alle sue prime esperienze con le ragazze, una cosa unica- disse sghignazzando.
-Allora arriva al punto e non parlare di quella ragazza- sbottò Mirajane. Dannazione, devo stare attento a quel che dico, pensò Bickslow e decise di saltare tutta una parte arrivando a quella più divertente.
 
*****Bickslow*****
 
Bickslow insomma stava solamente parlando con la rossa, quando all’improvviso vide una scintilla alla propria destra. Si voltò stupito e notò che Laxus aveva preso a pomiciare con la biondina, ma una scarica di elettricità si era espansa dal suo corpo colpendo il tavolino in parte e spaccandolo in mille pezzi. La biondina si staccò da Laxus.
 
-Mi hai fulminata!- esclamò sorpresa e atterrita. Laxus corrugò la fronte, evidentemente perplesso e Bickslow notò che le sue pupille erano parecchio dilatate e stava fissando le tette della ragazza, si chinò su di lei ma la biondina si tirò indietro spaventata. Bickslow afferrò l’amico per il polso prima che facesse qualche cazzata.
 
-La stai spaventando- gli disse.
 
-Sto solo pomiciando- sbottò.
 
-Non così!- esclamò Bickslow e sentì un’altra scossa partire dal corpo dell’amico, si costrinse comunque a tenergli il polso fermo. -Vuoi ammazzarci per caso?- gli chiese.
 
-Che stai dicendo?- sbottò il biondo in risposta. Bickslow alzò gli occhi al cielo e mentre le due ragazze si allontanavano in fretta da loro, il mago lo trascinò fuori dal locale.
 
-Hai rovinato tutto- gli disse -Il mio appuntamento stava andando così bene…ma appena ha visto i fulmini si è spaventata-.
 
-Non ho fatto niente- ribatté Laxus. Bickslow lo osservò per un attimo perplesso.
 
-Dei fulmini sono partiti dal tuo corpo colpendo la ragazza quasi ammazzandola, hai spaccato il tavolino e il quadro- gli disse. Laxus incrociò le braccia irritato.
 
-Bhe, non l’ho mica fatto apposta- grugnì nervoso. Bickslow corrugò la fronte.
 
-Hai perso il controllo sulla magia?-.
 
-No!- esclamò lui. Bickslow ridacchiò.
 
-Oddio, ti sei eccitato e hai perso il controllo- si rese conto. Laxus arrossì appena.
 
-Fanculo, non ho perso il controllo di niente- gli ringhiò addosso. Bickslow ridacchiò e le bamboline gli volarono attorno innervosendolo. Laxus le colpì tutte con i fulmini facendole cadere a terra. Si ficcò le mani in tasca. -Sai una cosa, sei insopportabile- gli disse malamente.
 
-Vabbè dai, almeno la prossima volta andrà meglio. E non fare male ai miei bambini- disse il ragazzo raccogliendo le bambole tra le mani. Laxus sbuffò.
 
-Mi stavo divertendo- borbottò deluso e Bickslow rise.
 
-Certo che ti stavi divertendo, e vedrai quando scoprirai il sesso!- sghignazzò poggiandogli un braccio sulle spalle. -Su, andiamo a bere qualcosa tra noi due- gli propose e senza aspettare una risposta lo trascinò con sé. I due entrarono in un bar e si sedettero a un tavolino in un angolo. Bickslow ordinò subito dei cocktail per entrambi e lanciò un’occhiata a Laxus, che stava osservando le bambole che teneva ancora in braccio.
 
-Dove hai preso quei giocattoli?- gli chiese.
 
-Intendi i giochi o proprio le loro anime?- domandò Bickslow cominciando a bere.
 
-Le anime- rispose Laxus. Bickslow si zittì un attimo facendosi pensieroso. In effetti fino a quel momento non gli aveva raccontato nulla del proprio passato, si chiese se Laxus avrebbe voluto ancora essere suo amico dopo aver scoperto ciò che aveva fatto. Un conto era parlarne con Evergreen o Fried, che condividevano un passato simile, un conto invece con una persona buona come Laxus. Alla fine decise che prima o dopo lo avrebbe scoperto e prese un profondo respiro.
 
-Erano le anime dei miei amici. Li ho uccisi e li ho intrappolati qua dentro in modo da poter stare sempre con loro- gli rivelò. Laxus lo guardò allibito per un attimo.
 
-Li hai davvero uccisi?- chiese.
 
-Immagino di doverti raccontare l’intera storia, ma non è bella- disse Bickslow a quel punto e quando Laxus annuì decise di iniziare -Bene, avevo sei anni e vivevo in un circo. Bhe, non ho mai conosciuto i miei genitori, non so chi siano, né se sono morti o vivi. Ho girato per un po’ di orfanotrofi nella mia vita ma nessuno mi voleva per i miei occhi. Possedevo le persone e le obbligavo a fare quello che volevo. Finché il capo di un circo non mi ha trovato e ha deciso di prendermi con sé. Indovina il motivo- fece con un sorriso amaro.
 
Bickslow osservò i cinque bambini accanto a lui. Era stanco. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che possedere le persone per obbligarle a comprare biglietti. Non aveva un attimo di pausa, perché se si fermava il capo lo frustava, perciò si limitava ad andare avanti stringendo i denti. Tutta quell’attività magica però era estenuante. Perlomeno finalmente era riuscito a farsi dei buoni amici che giocavano con lui, stare in quel circo era certamente meglio che stare nell’orfanotrofio. Infilò le mani nel secchio d’acqua e poi la schizzò su Peppe ridacchiando quando vide l’espressione allibita sul suo volto.
-Maledetto!- esclamò quello e gli schizzò a sua volta. Bickslow rise e cominciò a schizzare l’acqua addosso a tutti loro e in poco tempo iniziò la gara a chi bagnava di più gli altri. Era un tutti contro tutti e almeno avevano quei momenti della giornata per divertirsi.
-Smettetela subito!- tuonò una voce sopra di loro. Subito dopo una frusta scattò e colpì Pippi sulla schiena, il bambino cadde a terra piagnucolando.
-Smettila!- esclamò Bickslow. L’uomo si voltò verso di lui.
-Vuoi prenderle anche tu?-sbottò. Bickslow si zittì subito e l’uomo lanciò loro un’occhiataccia -Sistemate tutto. Domani abbiamo un altro spettacolo, vedete di fare un buon lavoro. E tu, vedi di vendere più biglietti. Stai facendo un pessimo lavoro- gli sputò addosso, per poi uscire e lasciarli lì. Bickslow abbassò la testa dispiaciuto per aver iniziato quello stupido gioco, ma Pappa gli diede un pizzicotto sul braccio.
-Uomo buffo- fece con un sorrisino sul volto. Bickslow sbuffò.
-Sì, buffo ma in modo cattivo- disse e cominciò a sistemare tutto.
 
Il giorno dopo esattamente come tutti gli altri Bickslow passò tutta la giornata a vendere biglietti, mentre sapeva che gli amici sarebbero rimasti a preparare lo spettacolo. Quando la sera la biglietteria chiuse e si avviò verso la propria tenda si rese conto che qualcosa non andava. Un bambino corse verso di lui piangendo.
-Che succede?- chiese Bickslow.
-Il padrone è arrabbiato. Tanto arrabbiato- piagnucolò quello. Bickslow impallidì e corse verso la tenda, quando entrò però vide che il padrone stava picchiando tutti i bambini a frustate. Specialmente Pappa, che continuava a urlare dal dolore.
-Cosa pensavate di fare, piccoli bastardi?- urlò l’uomo colpendolo con una frustata.
-Fa male, fa male- piagnucolò il bambino. Bickslow rimase immobile a osservare la scena terrorizzato. La frusta continuava a scendere sulla schiena del bambino, che singhiozzava dal dolore. -Basta! Basta!- gridò disperato mentre le lacrime scendevano dagli occhi. Dopo un po’ finì di urlare ma continuò a piangere e a gemere dicendo cose senza senso. Gli altri bambini erano già stati feriti, ma il padrone ce l’aveva soprattutto con lui. Pappa alzò lo sguardo su Bickslow supplicante. -Fallo smettere, fallo smettere- piagnucolò. Bickslow lo osservò atterrito. Ma cosa poteva fare lui? Era solo un bambino. Sentì qualcuno strattonarlo da dietro e cominciò subito a scalciare.
-Portalo via- ordinò il padrone -Potrebbe essere una rogna-
-No! No!- strillò Bickslow muovendosi, ma la presa dell’uomo era molto più forte. Cominciò a piangere e a scalciare disperato, incrociando di nuovo gli occhi di Pappa.
-Fallo smettere- mormorò quello -Fa male, fa tanto male, fallo smettere- Bickslow catturò i suoi occhi. La sua anima era una delle più belle, bianca e pura come poche. Non ne aveva mai vista una così luminosa. Voleva salvarlo, salvare il suo amico dalle torture. Non voleva più che provasse dolore. Sentì una strana forza partire dalla sua testa e vide che l’anima si stava staccando dal corpo del ragazzo, stava uscendo e ora galleggiava nell’aria davanti a lui.
-Grazie, grazie- mormorò come una cantilena -Grazie, grazie, grazie- continuò a dire.
-Cosa hai fatto?- urlò qualcuno e Bickslow sentì una frustata colpirlo sulla schiena. Cadde a terra piagnucolando ma quando alzò lo sguardo vide che l’anima di Pappa era ancora lì. Ma si stava allontanando, ed entrò dentro a una maschera di pagliaccio. La maschera si alzò a mezz’aria e una luce verde comparve dai suoi occhi. Bickslow lo guardò esterrefatto mentre lanciava un attacco addosso al padrone e all’altro uomo. Aprì una bruciatura nella tenda e i due uomini vennero catapultati fuori. Bickslow trattenne il respiro e quando sentì che tutto si stava calmando la maschera volò verso di lui.
-Grazie, grazie- continuava a dire. Bickslow alzò la mano.
-Pappa?- sussurrò incredulo.
-Grazie, grazie, grazie-
-Lo hai salvato- disse Peppe. Bickslow spostò lo sguardo sugli altri bambini che avevano le magliette a brandelli e le schiene piene di ferite.
-Salva anche me-
-Anche me, ti prego, fa male, fa male-
-Fa troppo male, salva anche me-
-Ci sono anche io, ti prego-
Tutti piangevano e gemevano e Bickslow non sapeva che fare, ma quando vide che la maschera stava ancora svolazzando davanti a lui sorrise e le prese tra le mani. Forse poteva davvero salvarli tutti.
 
-E così li ho uccisi tutti- concluse Bickslow. Laxus restò in silenzio e il mago Seith lo osservò per vedere la reazione, il biondo però era solo pensieroso, non aveva nessuno sguardo accusatore o disgustato. Dopo un po’ posò lo sguardo sulle bamboline che stavano sul tavolo.
 
-Mi dispiace averle colpite- disse e Bickslow lo guardò sorpreso. Di tutte le frasi certo non si aspettava quella.
 
-Non hai fatto loro male. In fin dei conti posso trasferire le loro anime dove voglio. Anche se a loro piacciono questi- rispose.
 
-Quindi non li controlli tutto il tempo?- chiese Laxus. Bickslow scosse la testa.
 
-No. Hanno vita loro, sono liberi di andare dove vogliono. In genere li controllo per assicurarmi che non si perdano e durante le battaglie. Siamo una bella squadra- disse con un sorriso. Laxus annuì.
 
-Davvero hanno quei nomi strani?- chiese poi.
 
-Erano orfani anche loro, e sono stati presi tutti assieme dall’uomo qualche mese prima di me. Perciò penso che per semplificarsi la vita li ha chiamati in modo semplice- disse facendo le spallucce. Laxus annuì con lo sguardo perso nel vuoto. -Non preoccuparti, ora sono felici e come ho detto, possiamo sempre stare assieme- disse allegramente il ragazzo.
 
-Quindi sono davvero dei bambini? Nel senso, non possono crescere?- domandò.
 
-No, non possono. Il loro corpo è morto, perciò anche loro. Sono incastrati. Per loro il tempo si è fermato- rispose. Laxus annuì.
 
-Bhe, hai fatto bene- Bickslow alzò lo sguardo confuso -Dico, hai fatto bene a salvare le loro anime-.
 
-Li ho uccisi- mormorò Bickslow incredulo da quelle parole.
 
-Sì, ma li hai salvati- disse Laxus -Sei una brava persona- fece sincero e Bickslow non seppe che rispondere, rimase a corto di parole e bevve in silenzio il suo cocktail, pensando che Laxus fosse davvero un buon amico.
**********
 
Bickslow ancora non ci credeva di averlo raccontato ai propri compagni di gilda, passi Lisanna che lo sapeva già, nessuno sapeva del suo passato e di come avesse ucciso persone innocenti alla tenera età di sei anni, costringendole a stare chiuse in dei giocattoli e portandoli con sé.
-Non avevo idea che fossero vivi- mormorò Lucy. Bickslow scrollò le spalle fissando il bicchiere davanti a sé e Lisanna gli strinse la mano -Hai salvato davvero i tuoi amici e si vede che ci tieni a loro- continuò Lucy. Bickslow alzò lo sguardo su di lei e le sorrise in segno di ringraziamento.
-Sì, siamo tutti d’accordo- concordò Natsu e Bickslow fu sollevato a sentire quelle parole.
-Quindi Laxus ha perso il controllo sui propri poteri, eh?- fece divertito Gajeel.
-Sai Bickslow, Laxus ti ammazzerà quando scoprirà che lo hai raccontato- fece Evergreen.
-Penso ormai di essere abituato ai suoi fulmini- ridacchiò Bickslow -E poi, avrei storie molto peggiori da raccontare- sghignazzò pensando a chissà cosa. Lucy non era sicura di volerle sapere, inoltre aveva già paura di venir colpita da un fulmine solo per aver ascoltato quel racconto. Il mago Seith però per fortuna cambiò argomento voltandosi verso Evergreen. -Tocca a te- le disse. La castana inarcò un sopracciglio.
-Che intendi?- sbottò mettendosi subito sulla difensiva.
-A raccontare come ti sei avvicinata a Laxus, so che hai avuto una discussione simile con lui- le disse. Evergreen sbuffò.
-Affatto- ribatté.
-Bhe, vorrà dire che inizierò io la storia per te- ghignò Bickslow -E ti dirò una cosa che non hai mai saputo- le disse. Evergreen corrugò la fronte un po’ confusa ma il mago Seith non aspettò e iniziò a raccontare.
 
*****Evergreen*****
 
Bickslow sapeva che Evergreen era una bella ragazza, e sapeva che il suo seno era molto prosperoso per l’età che aveva. Notava anche come lo sguardo di Laxus cadeva spesso sul suo petto quando pensava che nessuno lo guardasse. All’inizio Bickslow si era detto di stare tranquillo, confidando nel fatto che Laxus non fosse così idiota da provarci con lei, perché a quel punto il mago Seith non si sarebbe fatto scrupoli a possederlo per prenderlo a testate ed era sicuro che Fried lo avrebbe aiutato. Quando era troppo però, era troppo e il biondo ora ci stava palesemente provando con lei.
 
Ok, non era così palese, semplicemente per il fatto che Laxus non sapeva provarci con nessuno. Ma, dato che Bickslow usciva spesso con il ragazzo a caccia di gnocche, sapeva esattamente quando cominciava a imbarazzarsi e a interessarsi a una ragazza. Irritato lo fissò mentre cercava con scarsi tentativi di parlare con la ragazza, che ovviamente non si accorgeva di ciò che voleva il biondo. Doveva decisamente parlargli e dirgli che l’amica era off-limits.
 
Aspettò di tornare a Magnolia dalla missione e quando furono lì, prima di separarsi come al loro solito per andare ognuno a casa loro Bickslow fermò Laxus.
 
-Dobbiamo parlare- gli disse. Il biondo lo osservò confuso.
 
-Di cosa?- chiese scocciato.
 
-Di Evergreen- ringhiò Bickslow e Laxus arrossì leggermente.
 
-Non c’è niente di cui parlare- grugnì.
 
-Ti dico solo una cosa, lei non è una di quelle ragazze che ti porti a letto-.
 
-Non lo stavo pensando- mentì Laxus, era ovvio che mentiva.
 
-Ah no? Bhe, in ogni caso cambia preda, lei è assolutamente off-limits- sbottò Bickslow.
 
-Ho capito- disse irritato Laxus incrociando le braccia -Anche tu le fissi le tette- fece poi, Bickslow corrugò la fronte e poi rise rendendosi conto che Laxus stava solo cercando di dissimulare il tutto.
 
-Non è mai successo- ribatté. Laxus inarcò un sopracciglio, Bickslow notò la sua faccia perplessa e smise di ridacchiare. -Bhe, è successo in passato, quando eravamo ancora piccoli- ammise poi -E una volta le ho pure palpato il seno, mi sono preso un calcio nelle palle che non dimenticherò mai. Ti consiglio davvero di non farlo, sa diventare violenta- fece tossicchiando.
-In ogni caso, praticamente è mia sorella, perciò è impossibile per me guardarla in quel senso. E ti avverto, non provarci, io e Fried ti ammazzeremo se lo farai- gli disse serio in volto. Laxus annuì.
 
-Come ti pare- fece evidentemente irritato e con un cenno della mano lo salutò e si allontanò.
**********
 
-Che cosa?!?- esclamò Evergreen allibita -Lui aveva una cotta per me?- sbottò rossa in volto.
-Certo, mi sorprendo che tu non te ne sia mai accorta- rispose Bickslow ridacchiando.
-Anche io avevo una cotta per lui! E tu ti sei messo in mezzo senza nemmeno parlarmi, sei uno stronzo- sbottò.
-Lo so che avevi una cotta per lui, ma so anche che avrebbe rovinato la nostra amicizia e onestamente, la cotta gli è passata dopo un mesetto, non è mai stato un tipo da relazioni fisse- disse.
-In ogni caso dovevi dirmelo, dovevo essere io a scegliere- sbottò lei. Elfman improvvisamente si era fatto silenzioso e Bickslow ghignò verso di lui.
-Tranquillo Elfman, ormai è persa di te-
-Non dire stronzate!- sbottò subito Evergreen arrossendo a vista d’occhio, mentre Mirajane e Lisanna sorridevano divertite.
-Bhe, tu come ti sei avvicinata a Laxus quindi?- domandò Lucy. Evergreen si ricompose.
-Uhm…bhe, è andata più o meno come a Bickslow. Ma vi racconto meglio, che nessuno mi interrompa però- li avvisò.
 
*****Evergreen*****
 
Aveva appena rotto gli occhiali a causa di una missione impegnativa, perciò la ragazza si stava avviando verso un negozio quando intravide Laxus per la strada. Si guardò attorno e notando che non c’era nessuno gli si avvicinò arrossendo leggermente.
 
-Ciao Laxus, cosa fai?- gli chiese. Il biondo si voltò verso di lei e scrollò le spalle.
 
-Nulla- fece.
 
-Ti va di accompagnarmi a cercare un paio di occhiali? Così mi dai un consiglio- gli chiese un po’ incerta. Laxus fece le spallucce ma annuì, così i due si avviarono.
 
Due ore dopo Evergreen stava ancora provando occhiali, Laxus era tanto bello quanto inutile, se ne stava seduto annoiato dicendole che le stava bene qualunque paio, probabilmente solo per andarsene in fretta da lì. Ma la ragazza non riusciva a trovare il modello perfetto, ne prese un altro e si voltò verso Laxus, che stava sbadigliando incurante di essere in sua presenza. Evergreen assottigliò lo sguardo ma si trattenne dall’urlargli addosso.
 
-Questo come ti sembra?- gli chiese voltandosi verso di lui.
 
-Bello- fece Laxus seccato.
 
-Non lo so, a me non convince…- cominciò lei.
 
-È solo un paio di occhiali, prendine uno e basta- le ringhiò a quel punto il biondo. La ragazza inarcò un sopracciglio voltandosi verso di lui.
 
-Solo un paio di occhiali? Ti faccio notare che li dovrò indossare tutto il giorno e sulla mia faccia. Devo scegliere bene- disse piccata.
 
-La tua faccia rimane sempre quella- ribatté Laxus.
 
-Certo, ma gli occhiali possono modificarla-.
 
-Ma che cazzo stai dicendo? Non è che diventi brutta con un paio di occhiali- sbottò Laxus e quando finì la frase arrossì leggermente e voltò lo sguardo, mentre Evergreen sgranava gli occhi sorpresa a quella rivelazione.
 
-Tu mi reputi bella?- chiese arrossendo appena.
 
-Non ho detto questo- ribatté Laxus nervoso. La ragazza sorrise e gli si avvicinò pericolosamente guardandolo fisso negli occhi mentre quello arrossiva leggermente.
 
-Mi reputi almeno carina?- chiese innocentemente.
 
-Tsk. Sarai anche carina ma sei fastidiosa come la merda, prendi un paio di occhiali e leviamoci da qua- sbottò irritato e imbarazzato il ragazzo. Evergreen ridacchiò e si allontanò.
 
-Va bene, va bene. Rilassati, ti prendevo solo un po’ in giro- disse con un sorriso dolce e le guance rosse. Laxus la riteneva carina, quella sì che era una bella notizia. Laxus voltò lo sguardo grugnendo qualcosa di incomprensibile e la ragazza ricominciò a scegliere il suo paio di occhiali. Quando finalmente lo scelse Laxus sospirò di sollievo e i due ragazzi uscirono dal negozio.
 
-Sono proprio soddisfatta. Sono perfetti- disse lei guardandosi nello specchietto che teneva sempre con sé.
 
-Me lo auguro- sbottò Laxus. La ragazza ignorò il suo commento rimettendo lo specchietto nella borsa e prendendolo a braccetto.
 
-Ti va di andare a mangiare un gelato?- gli chiese.
 
-Non esco con te- fece secco Laxus. Evergreen lo guardò un po’ delusa, ma dissimulò tutto in fretta.
 
-Non è un appuntamento. Senza offesa, ma non ti vorrei come ragazzo- mentì acidamente. Laxus sbuffò irritato.
 
-Nemmeno io te- grugnì.
 
-Allora è perfetto. Forza, andiamo- gli disse e lo trascinò in bar. I due ragazzi si sedettero a un tavolino e ordinarono due coppe gelato. La ragazza voleva almeno essere sua amica quanto lo era Bickslow, non era giusto che i due ragazzi uscissero spesso assieme da soli lasciando lei e Fried indietro. Il mago delle rune non pareva molto interessato finché facevano le missioni assieme, ma Evergreen voleva qualcosa di più. Sentirsi speciale per Laxus, se non poteva essere la sua ragazza allora sarebbe stata la sua unica amica.
 
-Ho saputo che hai cominciato a uscire con Bickslow, dice che sei un buon amico dietro la facciata da duro- disse con un dolce sorriso sulle labbra, in fin dei conti con lui poteva mostrare la vera sé.
 
-Non siamo amici- disse Laxus -È solo un compagno di bevute- fece. Evergreen inarcò un sopracciglio, ne dubitava dato quanto tempo passassero assieme ma sorvolò, in fin dei conti Laxus non definiva nessuno suo amico.
 
-Ho saputo anche che ti ha raccontato dei suoi piccoli- iniziò quindi.
 
-Sì, volevo sapere di più delle sue bambole- spiegò quindi.
 
-Oh capisco, in effetti molti potrebbero essere curiosi- disse lei.
 
-Siete tutti simili. Avete tutti un potere legato agli occhi, è solo coincidenza?- chiese Laxus a quel punto. La ragazza si fece pensierosa.
 
-Penso che quello sia uno dei motivi per cui ci siamo uniti- ammise a quel punto -Siamo tutti nati con questa magia, ce l’abbiamo avuta dalla nascita e…non è bello quando non sai controllarla. Bickslow ha ucciso i suoi amici, ma effettivamente li ha salvati. Non posso dire la stessa cosa di me…- mormorò. Laxus si fece interessato.
 
-Hai ucciso?- chiese. Evergreen si oscurò in volto e fece le spallucce.
 
-Vuoi davvero saperlo?- domandò. Laxus annuì.
 
-Se ti va- disse.
 
-Va bene…uhm…da dove iniziare…- borbottò mentre fissava il gelato girando il cucchiaino all’interno più e più volte senza prendere nessun boccone. Laxus attese paziente ma era calato il silenzio e la ragazza non accennava a partire. Non le piaceva ripensare al passato e temeva la sua reazione, però Bickslow le aveva detto che aveva reagito bene. Vero anche che Bickslow aveva salvato i suoi amici, lei invece…
-Vivevo in una bella casa una volta. Era una villa e la parte che mi piaceva di più era il giardino, così grande così immenso e pieno di fiori, era il luogo in cui mi rifugiavo quando mi arrabbiavo con tutti, soprattutto, quando mi arrabbiavo con mia sorella- iniziò.
 
Evergreen guardò la sua collezione di uccellini di pietra. Erano così carini, poteva averli sempre con sé. Li mise tutti in fila tra due vasi di fiori, quando la porta della camera si aprì e Violet entrò.
-Stupida stronza, hai ucciso il mio coniglio!- strillò. Evergreen alzò il volto su di lei.
-Non l’ho fatto- ribatté subito.
-Bugiarda!- urlò Violet -Bugiarda e perfida, come una strega!- strillò e avanzò buttando a terra gli uccellini di Evergreen, che si spaccarono in mille pezzi.
-No!- esclamò la più piccola.
-Uccidi tutti gli animali, tutti! Sei solo una strega- le urlò contro. Evergreen la spinse per buttarla fuori dalla stanza, ma Violet era più grande e più alta di lei, le afferrò il polso e glielo voltò. Evergreen urlò dal dolore e si accasciò a terra piagnucolando, mentre Violet si fiondava sulla sua collezione di animali buttandoli a terra. Evergreen cominciò a piangere.
-Smettila, smettila! Ti prego, basta!- strillò piangendo. La porta si aprì e loro madre entrò nella stanza.
-Che sta succedendo qua?- sbottò. Violet si voltò e incrociò le braccia.
-Evergreen ha ucciso il mio coniglio. Guarda qua, uccide tutti gli animali- le disse indicando le pietre spezzate. Evergreen continuò a piagnucolare.
-Li hai uccisi tu, li hai uccisi tu, erano vivi…- gemette. La madre andò verso Evergreen e la prese per il braccio alzandola di peso.
-Quante volte ti ho detto di non farlo?- le gridò addosso. -Sei una bambina cattiva, forza, è ora della tua punizione- le disse e la trascinò fuori dalla stanza ignorando i suoi piagnucolii.
 
Evergreen si piazzò nel giardino, era il suo posto preferito della casa perché poteva nascondersi tra le piante e gli alberi. Si sedette ai piedi del grande ciliegio e si rannicchiò infilando la testa in mezzo alle ginocchia. Perché sua sorella era così cattiva con lei? Perché tutti la odiavano? Cominciò a singhiozzare silenziosamente finché un uccellino non volò davanti a lei poggiandosi sull’erba e zampettandole vicino. Alzò lo sguardo osservandolo mentre mangiucchiava le briciole per terra. Era così carino. Avrebbe voluto avere anche lei le ali e volare via, come una piccola fatina di quelle che leggeva nei libri. Ma era solo una strega, una brutta strega che tutti odiavano. Gli occhi le si riempirono di lacrime e mosse la gamba davanti a sé.
-Vattene- sibilò al passerotto, che preso alla sprovvista si alzò in volo allontanandosi -Devi starmi lontano, sono solo una strega- sbottò. Osservò l’uccellino volare lontano e sospirò. Non voleva tornare a casa. Perché Violet aveva tutto? Ogni volta che chiedeva qualcosa di nuovo la mamma e il papà glielo davano subito, lei invece non poteva nemmeno tenere un vaso di fiori in camera, perché dicevano che li avrebbe fatti appassire. Ma lei non lo avrebbe mai fatto. Abbassò di nuovo lo sguardo triste e si rese conto che c’era un riccio poco distante dai suoi piedi. Sgranò gli occhi sorpresa e un piccolo sorriso le si formò sulle labbra. Era così carino. Si avvicinò per osservarlo meglio ma si ritirò subito indietro quando sentì la sua magia attivarsi. Troppo tardi, il riccio era diventato di pietra.
-Oh no- disse prendendolo in mano -Non volevo, scusa, ti riporto normale, lo faccio subito- piagnucolò cominciando a lacrimare di nuovo, provò e riprovò a spezzare l’incantesimo, ma più ci provava e più si disperava. Cominciò a singhiozzare.
-Mi dispiace, mi dispiace- disse accarezzando la fredda pietra sotto le sue mani. Forse era davvero una strega come diceva Violet.
 
Evergreen aveva dovuto accompagnare Violet in città. Il giorno dopo sarebbero venuti gli amici dei loro genitori e volevano assicurarsi che fossero vestite bene. Evergreen non era contenta di andare con Violet, ma almeno avrebbe potuto avere un abito nuovo. Sapeva già come lo voleva, come quello di una fatina. Stavano camminando lungo la strada quando vide che le amiche di sua sorella si erano avvicinate. Si fermò di colpo. Mamma e papà avevano detto che sarebbero dovuti andare da sole.
-Loro…cosa ci fanno qua?- chiese.
-Compere. Prendiamo i vestiti assieme- disse Violet -Vattene- le ordinò. Evergreen la osservò un po’ stupita, poi però annuì.
-Posso…i soldi che mamma e papà hanno dato?- chiese. Si sarebbe comprata il vestito da sola. Violet inarcò un sopracciglio e si abbassò su di lei.
-Stupida strega, pensi che ti compreranno un vestito? Ti basta quello che hai già, vattene via- le sibilò. Evergreen piantò i piedi a terra.
-Mamma e papà hanno detto…-
-Che sei una stronza e un mostro, che non ti vogliono come figlia- le disse. Evergreen la osservò spiazzata e sentì le lacrime salirle agli occhi.
-Non è vero…- disse con voce spezzata.
-Lo dicono sempre. Se te ne vai adesso saremmo tutti più felici- le disse.
-Quindi lei sarebbe tua sorella, Violet?- chiese una bambina avvicinandosi a sua sorella. Evergreen la fissò un po’ preoccupata. -Non ti assomiglia per niente, è proprio una racchia-
-Sì, è come una di quelle streghe che uccide tutti gli animali-
-Non gli ho uccisi!- esclamò Evergreen -Lo hai fatto tu!-
-Piccola bambina bugiarda!- strillò Violet e le tirò uno schiaffo. Evergreen le saltò addosso, voleva quei soldi per prendersi il vestito.
-Levati di dosso- le ringhiò Violet.
-Dammi i soldi!- strillò Evergreen, ma le amiche di Violet si misero in mezzo tirandola indietro. Una le tirò i capelli strappandole una ciocca, l’altra la spintonò a terra. Evergreen piagnucolò e si portò una mano alla testa dove la bambina le aveva tirato i capelli.
-Sarebbe meglio se tu morissi- sputò Violet. Evergreen alzò lo sguardo mentre le lacrime le uscivano dagli occhi gonfi. Perché era così cattiva con lei? Sentì la magia attivarsi e sbiancò quando si rese conto di cosa stava facendo. Chiuse gli occhi e si portò le mani davanti, ma ormai il danno era fatto. Le due bambine accanto a lei cominciarono a strillare.
-L’hai uccisa!- urlò una.
-Hai ucciso tua sorella! Aiuto! Aiuto!- urlò l’altra. Evergreen riaprì gli occhi e osservò la statua davanti a sé. Si alzò e si avvicinò, forse poteva farla ritornare normale.
-Lontana! Stai lontana!- strillò una bambina.
-Aspetta, posso…- provò a dire Evergreen, ma la bambina la spintonò indietro.
-Vattene via!- urlò.
-Ma io voglio…- nel tentativo di andare avanti e liberarsi dalla presa della bambina, la spinse leggermente e quella si ribaltò sulla statua. La statua cadde a terra ed Evergreen guardò terrorizzata la testa che si staccava dal resto del corpo.
 
-Quando sono tornata a casa ovviamente i miei genitori erano arrabbiati, mi guardavano come avrebbero guardato un’assassina, cosa che in effetti sono. Mi hanno cacciata di casa, così ho cominciato a vagare da sola- raccontò. Laxus non diceva nulla.
-Non avevo nessun controllo sugli occhi, la magia partiva senza che potessi farci nulla. Quando ho conosciuto Fried e Bickslow mi hanno aiutata a controllarla e mi hanno regalato un paio di occhiali, sono stati i miei primi veri amici- rivelò con un accenno di sorriso.
 
-Ora però lo controlli- le disse Laxus.
 
-Sì, ma ho sempre paura che possa attivarsi per sbaglio. Ecco perché indosso gli occhiali- disse. Laxus annuì. -Non sono mai stata una ragazza buona, perciò se pensi sia una stronza va bene- disse seppur un po’ preoccupata dei suoi veri pensieri.
 
-Non lo penso- ribatté Laxus. Lei lo fissò scrutandolo attentamente.
 
-Allora cosa pensi di me?- chiese -Puoi dire qualunque cosa, non mi offendo. In tutti questi anni mi sono sentita chiamare in mille modi diversi- gli disse. Laxus rimase per un po’ in silenzio.
 
-Sei una buona amica- disse quindi. Evergreen si illuminò in volto. Una amica. Una buona amica. Laxus non aveva definito nessuno suo amico, nemmeno Bickslow nonostante uscisse con lui. Il suo volto si aprì in un enorme sorriso e le sue guance si fecero rosse. Si alzò dalla sedia e lo abbracciò in un impeto di gioia. Laxus si irrigidì istantaneamente.
 
-Ohh grazie, anche tu sei un buon amico!- esclamò lei felicissima.
 
-Uhm…prego- borbottò Laxus un po’ rigido e quando Evergreen sciolse l’abbraccio notò che il biondo aveva le guance leggermente arrossate. Evergreen in quel momento decise che sarebbe stata per sempre la sua amica del cuore.
**********
 
-Mi dispiace per tua sorella- le disse Erza ed Evergreen alzò lo sguardo sulla rossa, che le sorrideva gentilmente -Deve essere stato terribile, ma non è stata colpa tua. Eri piccola e non avevi il controllo del tuo potere- Evergreen la guardò stupita e abbassò lo sguardo.
-L’ho comunque uccisa- mormorò.
-Questo non ti rende una cattiva persona- le disse Erza ed Evergreen le sorrise grata.
-Non credevo di poter mai assistere a una scena del genere, Ever ed Erza che si parlano senza scannarsi- commentò una voce dietro di loro e i ragazzi si voltarono notando che Laxus e Fried erano entrati. Ovviamente assieme. Lucy si chiese come non avesse mai notato che avessero una relazione, in fin dei erano sempre in compagnia l’uno dell’altro.
-Tu!- sbottò Evergreen puntando un dito su Laxus, che inarcò un sopracciglio. -Avevi una cotta per me!- esclamò. Il biondo la guardò confuso.
-Di che stai parlando?- chiese notando che tutti si erano voltati verso di lui curiosi di avere una risposta.
-Stiamo facendo una serata di racconti, per scoprire i segreti dietro i Raijinshuu- spiegò Mirajane -E Bickslow ha detto che hai avuto una cotta per Evergreen da giovane-.
-Bhe, può essere, non lo ricordo- sbottò il biondo incrociando le braccia e Evergreen sorrise soddisfatta.
-L’hai avuta sul serio- disse. Laxus sbuffò.
-Perché glielo hai detto? Non ha già un ego abbastanza grande?- sbottò lui arrendendosi.
-Prima o poi dovevo dirglielo- disse allegramente Bickslow -Bhe, unitevi anche voi, così la storia dei Raijinshuu sarà completa e potremo dare i diversi punti di vista. Io ed Ever abbiamo già raccontato come ci siamo conosciuti, la nostra prima missione e il nostro primo vero lavoro di squadra, sapete, quella missione catastrofica in cui Laxus è svenuto-.
-Perché stiamo parlando di queste cose?- grugnì il biondo.
-Perché vogliamo sapere di più dei temibili Raijinshuu- rispose Mirajane.
-Anche se di terribile c’è davvero poco a scoprire che anche voi avete un cuore- ridacchiò Gajeel. Fried inarcò un sopracciglio.
-Certo che abbiamo un cuore, che discorsi- fece freddo.
-Ma voi state davvero assieme?- chiese Kana sorpresa. I due ragazzi si limitarono ad annuire tranquillamente. -Wow. Non me l’aspettavo un’ammissione così tranquilla- commentò la castana un po’ sorpresa.
-Pensavamo fosse ovvio- disse Fried semplicemente sedendosi accanto a loro e Laxus si sedette subito al suo fianco.
-Quindi state raccontando tutte le nostre avventure?- chiese.
-Sì, e abbiamo scoperto che Fried non era proprio il tuo fan boy- ridacchiò Gajeel. Fried inarcò un sopracciglio.
-Ho sempre avuto rispetto per Laxus- ribatté. Il biondo lo guardò perplesso, la sua faccia diceva tutto: non era affatto d’accordo.
-Sarebbe carino scoprire qualcosa in più, su, raccontate come vi siete avvicinati. All’inizio non andavate molto d’accordo, no?- chiese Mirajane. Fried sospirò lanciando un’occhiata a Laxus, che gli fece cenno di parlare pure, tanto ormai era sicuro che le cose peggiori le avesse già raccontate Bickslow.
-Bene, in effetti all’inizio mal sopportavo Laxus- ammise -Ma sia chiaro che sono sempre stato educato con lui-.
-Non dire stronzate- ribatté Laxus prendendo una birra e Fried serrò le labbra.
-Per come ti comportavi sono sempre stato più che indulgente- disse e Mirajane sorrise a vederli assieme.
-Sei stato tu Fried ad avvicinarti per primo a Laxus, vero?- chiese la barista.
-In realtà no, la prima volta che siamo usciti assieme senza Evergreen o Bickslow è stato Laxus a venire da me. In effetti non ho mai capito perché lo hai fatto- disse al proprio ragazzo, che indicò Makarov.
-Il vecchio- spiegò e il Master sorrise portandosi il bicchiere alle labbra.
-Gli ho solo dato una piccola spintarella dicendogli che se aspettava che foste sempre voi a cercarlo prima o poi vi sareste stufati, e in quel momento tu passavi di lì- spiegò innocentemente l’uomo facendo le spallucce.
-Impiccione- sbottò Laxus, ma Fried sorrise.
-Bene, racconto io- disse.
 
*****Fried*****
 
-Ho una nuova missione- disse Laxus. Fried si voltò sorpreso verso di lui, non era mai capitato prima che lo vedesse da solo. Di solito uscivano in gruppo e si vedevano solo durante le missioni.
 
-Quale?- chiese. Laxus gli tese il foglio e il ragazzo lesse attentamente mentre gli occhi gli si illuminavano -Sembra interessante- disse.
 
-Sì, penso anche io- fece Laxus.
 
-Però sarà meglio rimandare, io e gli altri siamo appena tornati da una missione. Possiamo aspettare qualche giorno- propose e Laxus annuì.
 
-Uhm…che stai facendo?- fece il biondo ficcandosi le mani in tasca.
 
-Volevo andare in libreria a comprare un nuovo libro che avevo ordinato. Vuoi accompagnarmi?- chiese Fried. Laxus si limitò ad annuire e lo seguì lungo la strada. Non si dissero una parola per tutto il tragitto e quando arrivarono Fried andò a chiedere il libro che aveva ordinato. Poi cominciò a osservare gli altri libri perdendosi tra tutti quei titoli interessanti e solo quando si rese conto che probabilmente Laxus si stava annoiando tornò dal biondo con la pila di libri in mano da comprare. Notò che Laxus stava sfogliando un testo che aveva.
 
-Se ti interessa quello ce l’ho già a casa, posso prestartelo- gli disse.
 
-No- fece Laxus rimettendolo a posto e osservando poi che Fried si allungava per prendere un altro libro poggiandolo sopra alla sua pila già alta. -Li prendi tutti?- chiese abbastanza sorpreso.
 
-Sì, tu non compri nulla?- gli chiese Fried.
 
-Nah, i libri non mi interessano- fece seccato.
 
Fried non ribatté e andò a pagare, finalmente uscirono dalla libreria e si avviarono verso casa di Fried. Il mago non capiva perché Laxus lo stesse seguendo, forse si stava annoiando. In ogni caso non gli disse nulla e lasciò che lo seguisse per poi farlo entrare nel suo piccolo appartamento. Si vergognò un po’ quando lo vide in disordine, ma non aveva ancora trovato un posto dove piazzare gli ultimi libri perciò alla fine li aveva poggiati un po’ ovunque.
 
-Non guardare il disordine- fece ma Laxus non ne pareva molto interessato comunque e si avvicinò a uno scaffale.
 
-Li hai letti tutti?- chiese.
 
-Certo. Vuoi qualcosa da bere? Ho…in realtà ho poche cose, se vuoi posso preparare un tè o un caffè- disse Fried, nessuno veniva mai a casa sua perciò non teneva molto lì, ma in effetti ora Laxus era un ospite.
 
-Nah. Non ti annoi a leggere?- domandò. Fried lo guardò sorpreso da quella domanda.
 
-Assolutamente no. Potrei passare il resto della mia vita a leggere, imparare cose nuove continuamente, non so come faccia a non piacere proprio a te- rispose.
 
-Perché dovrebbe piacermi?- chiese Laxus passando lo sguardo sui diversi titoli.
 
-Per la magia. Ci sono tantissimi libri su incantesimi potenti-.
 
-Davvero?- chiese Laxus improvvisamente interessato. Fried annuì.
 
-Se vuoi te li mostro- Laxus seguì il ragazzo entrando in quella che doveva essere la sua camera da letto. Fried prese due libri e si sedette sul letto, gli fece cenno di avvicinarsi e Laxus si sedette a sua volta lanciando un’occhiata ai due libri. Uno si intitolava “Magie oscure”. Passò una mano sulla copertina rigida e incisa e sentì subito un’energia strana provenire da lì.
 
-È magico?- chiese sorpreso. Fried sorrise furbescamente e annuì.
 
-Sì, non dire a nessuno che ce l’ho. In realtà questo libro l’ho preso da un vecchio barone-.
 
-Lo hai rubato?- chiese Laxus sorpreso, non avrebbe dovuto esserlo, Fried certo non si faceva scrupoli.
 
-Bhe, era mio di diritto. Quel barone non ne era molto interessato, non sapeva nemmeno di avercelo e in ogni caso non sarebbe stato in grado di comprenderlo. Perciò è mio- disse Fried aprendolo e sistemandosi a gambe incrociate sul letto cominciando a sfogliarlo. Laxus non replicò e lo osservò curioso finché Fried non si fermò a una pagina -Ecco qua, questa è la magia che mi ha permesso di evocare il demone-.
 
-Quale dei due?- chiese Laxus.
 
-Darkness- rispose Fried -Absolute Shadow è…diverso- Laxus corrugò la fronte.
 
-In che senso?- chiese.
 
-Bhe vedi, Absolute Shadow è legato alla magia del mio occhio, mentre Darkness l’ho imparato unicamente dal libro, è un incantesimo che chiunque potrebbe attivare sotto le giuste condizioni. Quel demone era racchiuso qua dentro- spiegò. Laxus corrugò la fronte e Fried continuò -Questo libro è proibito e sarebbe dovuto essere distrutto. Questo è il motivo per cui l’ho preso, non potevo permettere che la conoscenza venisse persa. Quando ho cominciato a leggerlo mi sono subito reso conto del motivo, è intriso di magia demoniaca in ogni sua pagina. Chi lo legge potrebbe imparare magie tremende, magie di veri demoni che sono esistiti secoli fa. In una di queste pagine viveva l’anima di quel demone. Con un incantesimo che c’è scritto qua…- disse indicando l’altro libro che aveva poggiato sul letto -…sono riuscito a farlo entrare in me, pur mantenendo il controllo su di lui-.
 
-Cazzo, questo è figo- commentò Laxus con un mezzo ghigno sul volto. Fried sorrise.
 
-Lo è- concordò -Perciò, vedi che i libri non sono noiosi- gli disse. Laxus non aveva di che replicare.
 
-Voglio leggerlo- disse. Fried annuì.
 
-Prendilo pure, in realtà è piuttosto complesso, se hai qualche domanda puoi chiedermi quando vuoi-.
 
-Bene- fece Laxus prendendo il libro dalle mani del ragazzo e aprendolo, senza molti complimenti si distese sul letto di Fried e si immerse nella lettura. Il mago lo osservò un po’ stupito valutando se cacciarlo dalla sua camera da letto o no. Gli dava fastidio però che qualcuno con i vestiti sporchi si stendesse sul suo letto. Era anche vero che Laxus era un suo ospite. Sbuffò, ormai avrebbe comunque dovuto lavare le lenzuola dato che si era disteso, tanto valeva lasciarlo lì.
 
***
 
Laxus ormai leggeva quel libro da qualche giorno, Fried lo osservava e si chiedeva quanto effettivamente ne capisse. O era un genio, o era troppo orgoglioso per chiedere aiuto. Propendeva più per la seconda ipotesi, ma in fin dei conti se voleva restare ignorante non erano fatti suoi. I due ragazzi erano sempre nella stanza di Fried, il biondo disteso sul letto -ormai ci aveva preso l’abitudine- mentre l’altro ragazzo seduto sul balcone della finestra, anche lui immerso nella lettura di un libro, finché non sentì la voce di Laxus.
 
-Tu ti ricordi tutto il libro?- gli chiese. Fried alzò lo sguardo.
 
-Non proprio, molte parti sì però. Come mai?- domandò.
 
-Uh…nulla- borbottò Laxus abbassando di nuovo lo sguardo sulle pagine. Fried lo osservò curioso chiedendosi perché non volesse ammettere di non sapere qualcosa, poi scese dalla finestra e gli si avvicinò stendendosi accanto a lui e Laxus gli fece un po’ di spazio.
 
-Vediamo, questa parte non la ricordo bene, aspetta che la rileggo- gli disse prendendo il libro e poi voltò la pagina indietro rileggendo l’intero capitolo. Quando finì restituì il libro a Laxus e cominciò a spiegare. -In effetti è impossibile capire questa parte senza aver letto un libro base di incantesimi prima. In ogni caso, sai che per disegnare un incantesimo devi concentrare la tua magia nei palmi delle mani- cominciò a spiegare. Laxus annuì e ascoltò Fried mentre gli spiegava entusiasta quelle magie, notando che anche Laxus pareva interessato e dopo un po’ il biondo osò anche interromperlo facendo qualche domanda per verificare di aver capito bene.
 
-Voglio provare a farlo- disse Laxus dopo un po’.
 
-Prima dovresti partire dalle magie runiche di base- ribatté Fried -Non puoi partire direttamente con questo-
 
-Va bene, quali sono quelle base?- chiese Laxus. Fried si alzò dal letto e portò altri tre libri giganti.
 
-Questo per iniziare- gli disse e notò come Laxus guardava quei libri già annoiato.
 
-Non puoi spiegarmi tu in breve?- fece seccato, evidentemente non aveva intenzione di leggersi tre interi tomi giganti e voleva passare direttamente alla fase successiva. Fried comunque annuì, rispolverare quelle magie sarebbe stato utile anche a lui e finalmente avrebbe un po’ parlato con il ragazzo invece di passare il loro tempo assieme in silenzio leggendo ognuno per i fatti suoi. Si sedette sul letto di fronte a Laxus cominciando a parlare e a insegnare a Laxus tutto ciò che sapeva sulla magia. Il biondo lo ascoltava, ogni tanto lo interrompeva dicendogli che non si spiegava bene -anche se secondo Fried era lui a non capire, ma sorvolava e rispiegava- e in quel modo passarono tutto il pomeriggio senza rendersi conto del tempo, finché Fried non sbadigliò guardando fuori dalla finestra.
 
-Comincio ad essere stanco- ammise.
 
-Voglio provare ancora- ribatté Laxus disegnando una runa a mezz’aria. Fried lo osservò.
 
-Sei piuttosto bravo, di solito le persone ci mettono più tempo a imparare- disse e quando Laxus ghignò soddisfatto se ne pentì, quel ragazzo aveva già un ego enorme, non serviva che glielo gonfiasse ancora di più. Si distese sul letto mentre osservava Laxus disegnare altre rune semplici a mezz’aria e sbadigliò di nuovo. -Sono davvero stanco, possiamo riprendere domani- gli disse quindi. Era un modo gentile per mandarlo via di casa, Fried voleva davvero dormire.
 
-Bene, torno domani mattina presto- acconsentì Laxus e salutandolo uscì di casa.
 
***
 
Il giorno dopo Fried stava ancora dormendo quando sentì dei pesanti tuoni alla porta. Si alzò dal letto sbadigliando e aprendo la finestra si rese conto che il sole doveva ancora sorgere. Ma chi veniva a rompere a quell’ora la mattina? Si vestì in fretta e scese le scale raccogliendosi i capelli in una coda alta per non doverci badare troppo e quando aprì la porta vide che era Laxus.
 
-Alla buon’ora!- sbottò il biondo entrando senza essere stato invitato. Fried lo osservò ancora stanco.
 
-Che ci fai qua?- chiese assonnato trattenendo a stento uno sbadiglio.
 
-È ora di allenarsi, su, muoviti- gli disse. Fried lo osservò confuso chiudendo la porta e lanciando un’occhiata all’orologio, erano le cinque e venti del mattino.
 
-Non ho nemmeno fatto colazione- si lamentò.
 
-Non mi interessa. Allora, mi sono allenato ieri sera e guarda- disse disegnando la runa. Fried in risposta si voltò senza neanche guardarlo ed entrò in cucina borbottando qualcosa di incomprensibile. Se non buttava fuori di casa Laxus era solo perché era strano che venisse lui a cercarlo. Sbadigliò ancora e mise su il caffè per poi sedersi stancamente su una sedia. Laxus lo seguì.
 
-Muoviti- gli disse.
 
-Sei venuto in casa mia senza nemmeno essere invitato- gli fece notare Fried -Adesso aspetti. Se ci tieni tanto prendi il libro e leggitelo-.
 
-Non ho cazzi. Puoi parlarmi mentre mangi- gli disse malamente Laxus. Fried sospirò stancamente, certo aveva pensato che il ragazzo potesse essere interessato alla magia, ma non credeva che ne sarebbe stato così entusiasta.
 
-Dieci minuti. Dammi dieci minuti e poi cominciamo- disse quindi. Laxus sbuffò.
 
-Tsk, pigro- disse. Fried gli lanciò un’occhiataccia. Non era pigro! Era assolutamente l’ultima parola con cui si sarebbe descritto. Era Laxus un pazzo a voler cominciare alle cinque e mezza di mattina. Irritato bevve in fretta il caffè e mangiò due biscotti, per poi correre in bagno a darsi una lavata e quando uscì trovò Laxus già disteso sul suo letto con il libro in mano mentre lo sfogliava.
 
-Ci hai messo troppo- gli disse il biondo.
 
-Ci ho messo esattamente il tempo che ti ho detto- ribatté Fried e poi si sedette sul letto ripensando a dove era arrivato il giorno prima -Bene, possiamo partire da qua- disse indicando una riga nel libro. Laxus annuì e i due ragazzi si misero al lavoro. Anche quella mattina il tempo passò velocemente. Fried amava parlare di magia e a quanto pare per Laxus non era diverso.
**********
 
-Quindi vi siete avvicinati grazie ai libri- esclamò Levy entusiasta.
-Sì, stavamo a casa mia a studiare e allenarci, oppure andavamo nel boschetto fuori Magnolia- disse Fried -Passavamo intere giornate a leggere nuovi incantesimi- disse.
-Che noia- commentò Natsu.
-Oh, non era affatto noioso- ghignò Laxus -Soprattutto quando andavo a casa sua alle tre di notte- Fried alzò gli occhi al cielo.
-Perché andavi da lui a quelle ore?- chiese invece Mirajane.
-Perché volevo allenarmi- fu la semplice risposta.
-Allora perché non racconti di quella volta in cui ti ho intrappolato?- chiese Fried. Laxus sorrise divertito.
-L’ho detto che non sei sempre stato rispettoso- fece. Fried inarcò un sopracciglio e il biondo scrollò le spalle -Bene, forse me lo sono meritato- ammise poi divertito e raccontò.
 
*****Fried*****
 
Laxus si stava allenando ormai da ore, ma non aveva intenzione di smettere finché non avesse raggiunto il suo obiettivo. Riprovò a concentrare la magia sui propri piedi e scattò di nuovo in avanti. Troppo lento, pensò. Doveva diventare più veloce. Si lanciò in avanti un’altra volta e colpì l’albero, staccandolo da terra e facendolo volare lontano. Nervoso osservò il tronco spaccato. Non era ancora pienamente soddisfatto.
 
Lanciò un’occhiata al libro che Fried gli aveva prestato e si sedette a terra aprendolo. Il ragazzo gli aveva detto che lo avrebbe trovato interessante, ed in effetti così era, perché parlava della magia dei fulmini. Peccato che non riuscisse a ricreare quelli incantesimi alla perfezione, c’era sempre qualche passaggio che si perdeva. Aveva bisogno che quel ragazzo glieli spiegasse. Solo che erano le tre di notte, era sicuro che se fosse andato da lui lo avrebbe buttato fuori a calci come l’ultima volta. Ghignò, era stato divertente vederlo in pigiama con i capelli arruffati e non nel suo solito cappotto elegante e perfettino. Sì, sarebbe andato a rompergli le palle, in fin dei conti voleva capire quell’incantesimo in quel momento.
 
Così si avviò verso casa dell’amico e quando arrivò bussò forte. Nessuno rispose ma lui tranquillo con una spallata aprì la porta. Quando salì le scale trovò Fried seduto sul letto in pigiama -probabilmente si era appena svegliato- che lo guardava malissimo.
 
-Giuro, un giorno o l’altro ti uccido- gli sibilò addosso. Laxus ridacchiò, aveva i capelli sparati da tutte le parti.
 
-Bhe, dato che sei sveglio possiamo allenarci. Vestiti, andiamo fuori- gli disse.
 
-Sono le tre di notte e sono sveglio solo perché hai buttato giù la porta. La ripagherai, lo sai?- gli ringhiò addosso. Laxus inarcò un sopracciglio.
 
-Te l’ho detto, dammi le chiavi così non la butto giù. Muoviti- gli disse e uscì dalla stanza scendendo al piano di sotto. Fried lo seguì piuttosto scocciato ancora in pigiama.
 
-Cosa vuoi sapere? Non ho intenzione di uscire a quest’ora della notte, quindi te lo spiego qua- gli disse cominciando a muoversi per la stanza freneticamente. Laxus lo osservò inarcando un sopracciglio.
 
-Che stai facendo?- chiese. Fried gli lanciò un’occhiata.
 
-Mi muovo così quando sono nervoso, ok?- gli disse malamente. Laxus decise di fregarsene, Fried era un tipo strano.
 
-In ogni caso ho trovato questo incantesimo…- iniziò a dire sfogliando il libro -Cazzo, ho perso il segno- sbottò.
 
-Hai rovinato il mio libro!- gli ringhiò addosso Fried -Ti ho detto di non fare le pieghe-
 
-Tu le fai-
 
-Io posso. Sono i miei libri, rovinalo ancora e non te lo presterò più-
 
-Vorrà dire che me lo prenderò da solo- disse Laxus non molto interessato -Allora…eccolo. Questo incantesimo qua, a quanto pare è in grado di paralizzare il corpo di un nemico, ma questa parte è incomprensibile. Che cazzo significa sta frase?- chiese. Fried gli si era avvicinato.
 
-Significa che devi andare a dormire- gli sibilò addosso.
-Finito- aggiunse subito dopo soddisfatto e delle rune si illuminarono attorno a Laxus che le osservò. -Sai una cosa, mi hai veramente spazientito a venire qua alle ore più improponibili. Voglio dormire, chiaro? Questo è il tuo allenamento, prova a uscire da questa barriera. Ah, puoi sgolarti quanto vuoi, è insonorizzata- disse Fried irritato e risalì le scale lasciandolo solo.
 
-Che stronzo- borbottò Laxus, che però si era anche un po’ aspettato una reazione del genere un giorno o l’altro. In fin dei conti passava di lì quando gli pareva senza avvisarlo e pretendeva sempre che gli spiegasse e gli chiarisse ogni suo dubbio. Dato che aveva sempre una risposta a tutto e dato che non lo faceva sentire né stupido né debole, era normale per lui andare lì. Ricominciò a leggere tranquillo, non aveva voglia di studiare quella barriera per uscirci, si sarebbe allenato lì dentro come gli aveva detto Fried.
 
***
 
Quando Fried si alzò la mattina dopo e scese in salotto notò che Laxus si stava allenando all’interno della barriera. Guardò l’ora: erano le otto di mattina e quel ragazzo gli aveva spaccato il tavolino di vetro. Prese un respiro profondo giurando a sé stesso che lo avrebbe buttato fuori da casa sua a calci in culo, non importava quanto forte fosse, gli aveva davvero rotto le palle quella notte. Gli andò di fronte e Laxus fermò l’allenamento battendo poi sulla barriera. Insopportabile, pensò nervoso Fried disattivando l’incantesimo.
 
-Alla buon’ora, quanto cazzo dormi? Su, devo allenarmi- gli disse il biondo.
 
-Lo hai già fatto tutta la notte- sibilò Fried incredulo. Quanta cazzo di forza aveva?
 
-Infatti, senti vado in bagno, devo cagare. Preparami un caffè, oggi voglio fare un allenamento intenso- gli disse e tranquillo andò nel bagno di Fried, che lo guardò allibito. Ma chi si credeva di essere? Forse gli aveva fatto fin troppi complimenti aumentando il suo ego. Prese un respiro profondo, pensando che alla prossima missione si sarebbe preso da solo i soldi che gli spettavano per il tavolino e la porta, tanto Laxus non controllava mai. Andò in cucina e mise su il caffè per entrambi, poi preparò delle crepes e finalmente Laxus tornò.
 
-Puzzi- gli disse Fried.
 
-Perché io mi sono allenato al contrario tuo che hai dormito tutto il tempo- fu la risposta -Sto caffè è pronto?-
 
-Non è casa tua- gli fece notare Fried e sbatté la tazzina sul tavolo irritato. Laxus lo bevve tutto d’un sorso, si mangiò le crepes velocemente e poi si alzò.
 
-Bene, andiamo- disse. Fried lo guardò truce continuando a mangiare con calma. Davvero, quel ragazzo era umano? Perché non era possibile che avesse ancora le forze di allenarsi.
-Ti muovi?- Forse avrebbe potuto addormentarlo con una runa. Sì, decisamente avrebbe dovuto imparare un incantesimo del genere in modo da poterlo mettere KO e poter dormire in pace o leggere un libro senza avere qualcuno che lo stressasse. Gli piaceva passare il tempo con Laxus e gli piaceva parlare di magia con lui, ma sapeva diventare davvero stressante e aveva questa mania di allenarsi continuamente, come se non fosse già abbastanza forte. -A che stai pensando?-.
 
-A un modo per ucciderti senza lasciare tracce- sibilò Fried. Laxus ghignò.
 
-Esiste un incantesimo che permette di uccidere?- gli chiese.
 
-Sì- rispose Fried -E lo conosco, perciò vedi di non tirare troppo la corda- gli sibilò minaccioso. Laxus rise e prima che potesse chiedergli di insegnarglielo Fried parlò. -Volevi sapere dell’incantesimo paralizzante, giusto?- chiese. Laxus annuì e i due ragazzi uscirono di casa cominciando a parlare di magia.
**********
 
-Non mi immagino proprio Fried a rimproverarti- disse Gray. Laxus ghignò.
-Ti assicuro che lo fa più spesso di quanto credi-.
-Lo faccio solo quando lo ritengo necessario- replicò Fried tranquillo.
-Bhe, in ogni caso in quel periodo non eri il massimo della gentilezza, Laxus- fece Bickslow -E io mi ricordo bene come Fried si lamentava continuamente di te-.
-Sì, sono testimone anche io- intervenne Evergreen. Fried sbuffò seccato.
-Ogni volta che decidevi di intraprendere una missione diceva che non ci avvisavi mai per tempo, o che non avevi mai un piano adeguato, o che eri un pazzo e uno stupido a buttarti a capofitto a combattere- cominciò a elencare Bickslow.
-Non è difficile da immaginare- fece Laxus con un ghignetto.
-E allora quand’è che sei diventato il suo fan boy?- domandò Gajeel. Fried si fece pensieroso.
-Non so esattamente quando, non c’è un momento preciso- disse ragionandoci su.
-Bhe, c’è stato un momento in cui mi hai promesso che mi staresti stato sempre accanto- gli ricordò Laxus e Fried corrugò la fronte, poi però sorrise lievemente.
-Sì, hai ragione-.

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Capitolo 3
*** Lealtà reciproca ***


 

Lealtà reciproca

 
 
*****Fried delle Tenebre*****
 
Ormai era da più di un mese che Laxus aveva preso a parlare di magia con Fried. Scopriva sempre cose nuove, quel ragazzo era un pozzo di conoscenza sul serio e il biondo si rendeva conto di quanto potesse essere potente. Di quanto avrebbe potuto esserlo lui stesso se solo avesse imparato una parte di quegli incantesimi oscuri. Inoltre, dopo che Laxus aveva rivelato ai tre ragazzi di aver impiantata una Lacrima di Drago, Fried gli aveva raccontato alcuni fatti molto interessanti sui Dragon Slayer e la loro magia. Si sapeva poco su di loro, ma in qualche modo il ragazzo era riuscito a capire il funzionamento della sua Dragon Force e lo aveva aiutato anche con quella.
 
In quel momento però i pensieri del ragazzo erano altri, quell’ultima missione aveva richiesto più impegno del previsto e tutti loro ne erano usciti con ferite profonde. Evergreen non riusciva a muovere la gamba avendo un taglio profondo, Bickslow era costretto a stare seduto tutto il tempo a causa di una ferita allo stomaco, Fried aveva un braccio inutilizzabile e Laxus a malapena riusciva a respirare senza sentire dolore in tutto il corpo.
 
-Senza di te saremmo morti- disse Evergreen seduta sotto a un albero. Il biondo si voltò verso di lei.
 
-Ha ragione, sei sicuramente il più forte di Fairy Tail- disse Bickslow. Laxus ghignò arrogantemente, lo sperava. Anche se sapeva bene che c’era un altro tipo che quei tre non avevano mai conosciuto: Mistgun. Inoltre, doveva ancora superare suo nonno e suo padre. Il pensiero di quei due lo innervosì e tornò scuro in volto. Se suo padre lo avesse visto ridotto in quello stato gli avrebbe detto che era un debole. Si alzò in piedi.
 
-Vado a fare un giro-.
 
-Assolutamente no. Ti si riaprirà la ferita, siediti a terra- disse Fried alzando con il braccio sinistro la spada davanti a sé. Laxus sbuffò, quel ragazzo sapeva diventare davvero fastidioso quando ci si metteva.
 
-Non mi si riaprirà un cazzo e ho fame-.
 
-Allora andrò a comprare qualcosa. Siediti subito, non ho intenzione di fasciarti di nuovo dopo- gli disse malamente Fried. Laxus sbuffò ma alla fine obbedì perché davvero sentiva dolore ovunque. Osservò il ragazzo mentre si allontanava, c’era una cosa che voleva chiedergli. In effetti era da un po’ che voleva saperne qualcosa in più su Fried, dato che non conosceva nulla di lui. Inoltre, non gli era sfuggito il nome con cui lo avevano chiamato prima i nemici. Fried delle Tenebre. Laxus non aveva mai sentito nessuno chiamare in quel modo Fried. Era un soprannome un po’ strano, però era un soprannome che incuteva timore e rispetto.
 
-Perché lo hanno chiamato Fried delle Tenebre quei tizi di prima?- chiese Laxus a Evergreen e Bickslow, che alzarono lo sguardo sorpresi.
 
-Non te ne ha parlato?- chiese Bickslow sorpreso. Laxus scosse la testa. -Mi dispiace amico, ma non posso dirti niente se Fried non vuole- disse quindi. Laxus lo guardò pensieroso.
 
-Fried è abbastanza riservato del suo passato, non gli piace parlarne, perciò è normale non ti abbia detto nulla- disse Evergreen -Ma sai, secondo me se glielo chiedi ti risponde-.
 
***
 
Si passò una mano sulla fronte asciugandosela dal sudore: era esausto. Lanciò un’occhiata a Fried, che aveva letto per tutto quel tempo ogni tanto osservandolo. Laxus gli si avvicinò.
 
-Ho imparato ad attivarla da lontano- disse.
 
-Ho visto. Hai imparato in due soli giorni, ogni tanto mi chiedo se sei umano- disse Fried. Laxus alzò lo sguardo un po’ confuso notando che il ragazzo aveva un leggero sorriso sul volto. -Dovrei smetterla di elogiarti, il tuo ego è già abbastanza grande- commentò. Laxus ghignò.
 
-Parla quello che si è autoproclamato Capitano di una squadra- commentò. Fried sorrise divertito.
 
-Non dirmi che vedresti meglio Bickslow o Evergreen al mio posto- disse. Laxus gli si sedette accanto ai piedi dell’albero.
 
-Nah, se fosse successo scommetto che ti saresti opposto a ogni loro idea e avresti finito per ottenere il ruolo lo stesso- obiettò. Fried ridacchiò.
 
-Si, può essere- ammise.
 
-Ho una domanda- disse Laxus a quel punto. Fried si voltò verso di lui.
 
-Vuoi sapere del mio passato?- chiese. Laxus rimase in silenzio, come diavolo aveva fatto a capirlo? Annuì e Fried poggiò la testa al tronco dell’albero.
-Sapevo che prima o dopo avrei dovuto dirtelo- disse guardando il vuoto davanti a sé. Laxus lo scrutò vedendo che i suoi occhi si stavano velando di tristezza. -Te lo dico, non è una bella storia-.
 
-Nemmeno quelle di Evergreen e Bickslow lo erano- ribatté Laxus.
 
-Hai ragione, ma io non sono come loro. Basta pensare alla magia che uso. Il fatto che io possa causare dolore, torturare le persone, portarle alla pazzia e sì, anche ucciderle direttamente, dipende dal mio cuore. Non sono una brava persona- disse. Laxus lo osservò un po’ stupito. Fried sembrava serio. Eppure a Laxus non sembrava una cattiva persona, era sempre educato e gentile con tutti, era giusto nel dividere equamente la ricompensa, badava a tutti loro, li curava quando erano feriti. Certo, rubava libri e minacciava le persone, usava magie tremende ma le usava pur sempre contro i nemici per buone cause.
 
-Mi sa che stai esagerando- disse Laxus.
 
-No- ribatté Fried subito -Ho ucciso delle persone- Laxus fece le spallucce.
 
-Lo hanno fatto anche Evergreen e Bickslow, questo non li rende cattivi- replicò. Ci aveva pensato molto ed era giunto alla conclusione che quei ragazzi avevano solo avuto una brutta vita.
 
-Bickslow ha ucciso i suoi cinque amici per salvarli dal dolore, Evergreen lo ha fatto per sbaglio e con una sola persona e qualche animale. Davvero, non puoi compararli con me dopo quello che ho fatto- disse Fried.
 
-Quante persone hai ucciso?- chiese Laxus.
 
-Onestamente ho perso il conto-.
-Vengo dalla nobile famiglia dei Justine, una famiglia abbastanza ricca e potente. Mio padre voleva che la nostra famiglia fosse la più forte, voleva attaccare tutti i vicini e non si faceva alcuno scrupolo per avere sempre più ricchezze. Otteneva sempre quello che voleva, il suo metodo preferito era la tortura-.
 
Osservò l’uomo urlare davanti a lui, il suo volto era coperto da un’espressione di puro dolore e le sue grida rimbombavano per le orecchie del bambino, che lo osservava spaventato. Sentiva l’occhio destro bruciare e sapeva che era colpa sua se quell’uomo stava male. Interruppe l’incantesimo e osservò come l’uomo smetteva di gridare e si limitava a singhiozzare.
-Ricomincia- ordinò suo padre accanto a lui. Fried alzò di nuovo la mano davanti a sé.
-Dark Écriture, Dolore- sussurrò e le urla ricominciarono. Il corpo dell’uomo era completamente inerme sotto al suo controllo. Per Fried era faticoso tenere quell’incantesimo attivo, ma ancora più faticoso era dover sopportare quelle urla. Il suo occhio pulsava e Fried cominciò a sentirsi nauseato. Interruppe l’incantesimo e si inginocchiò a terra sentendo che l’occhio ora gli stava facendo male.
-Devi migliorare- commentò suo padre.
-Guarda e impara- gli ordinò e Fried alzò lo sguardo obbedendo istantaneamente.
-Dark Écriture, Dolore- disse. Un attimo dopo l’uomo davanti a lui ricominciò a urlare. Fried sentì le lacrime agli occhi e inevitabilmente quelle cominciarono a scendere sulle sue guance, bagnando l’erba sotto di sé. Rimase fermo a guardare l’uomo davanti a sé per lunghi minuti, finché suo padre non decise che era abbastanza. Fried cercò di asciugarsi in fretta le lacrime per non mostrare la sua debolezza, ma lui aveva già visto e lo afferrò per i capelli facendolo gemere.
-Un Justine non piange- gli sibilò in faccia -Non piange e non prova emozioni. Ricordatelo-.
 
-Fried?- sentì una voce dolce e il bambino si alzò dal letto correndo alla porta della propria camera, vedendo sua sorella entrare sorrise e le saltò addosso. -Oh Fried, come stai? Cosa ti ha fatto papà?- gli chiese passandogli una mano sui capelli. Fried si staccò dall’abbraccio.
-Ho imparato la runa del dolore- le disse orgoglioso. La ragazza si scurì in volto e si sedette sul letto facendogli cenno di sedersi accanto a lui.
-Sai cosa diceva nostra madre?- gli chiese e Fried scosse la testa -Diceva che le brave persone non uccidono né torturano nessuno. Non è una cosa buona-.
-Ma nostro padre ci ha ordinato…- cominciò subito Fried, ma la ragazza lo interruppe subito e gli mostrò la foto di una donna dai lunghi capelli verdi. Fried passò le dita sopra, era sua madre, se la ricordava, anche se era morta qualche anno prima.
-Quando sarò abbastanza forte ti porterò via di qua- gli promise la ragazza -Ce ne andremo insieme e non torneremo più. Seguiremo la nostra strada, quella che avrebbe voluto nostra madre- Fried alzò lo sguardo.
-Nostro padre non sarà contento- disse.
-Nostro padre non lo deve sapere- disse lei e lo girò verso di sé osservandolo -Fried, so che è difficile, ma anche se obbedisci a nostro padre, non devi mai dimenticarti di tua mamma-
-Non la dimenticherò mai- rispose lui. Eveline gli passò una mano sui capelli arruffandoglieli.
-E ricordati, dopo gli allenamenti vieni sempre da me- Fried la guardò confuso, poi però si limitò ad annuire. Sua sorella ogni tanto parlava di cose strane e ogni tanto non capiva i suoi discorsi, ma gli piaceva stare con lei, ed era come una seconda mamma. Di una cosa era certo: non si sarebbe mai dimenticato né di sua mamma né di sua sorella, erano le persone più importanti per lui.
 
Osservò la donna davanti a sé, aveva capito come funzionava l’incantesimo: poteva farcela. Non sapeva perché, ma l’idea di lanciare una magia del genere gli dava una certa sensazione di disagio. Alzò la mano davanti a sé e sentì l’occhio bruciargli, era il momento.
-Dark Écriture, Estinzione- pronunciò. La donna davanti a lui sbiancò, e un istante dopo ricadde pesantemente a terra con gli occhi sbarrati.
-Buon lavoro, Fried Justine- disse suo padre raggiungendolo. -Ora, devi farlo a ognuno di loro. Aumenterà la tua forza- gli disse. Fried si voltò e osservò freddamente le altre cinque persone in piedi che pallide li osservavano spaventate.
-Sì, padre- disse e alzò di nuovo la mano davanti a sé, pronto a ripetere l’incantesimo.
 
Fried osservò la sorella legata davanti a sé. La ragazza aveva gli occhi furenti e continuava a urlare a loro padre. -Lasciaci andare! Lasciaci andare!- urlò adirata cercando di divincolarsi dalla presa, ma le manette che la tenevano erano strette e le impedivano di usare la magia. Fried non sapeva cosa fare, era terrorizzato e non aveva mai visto Eveline così.
-Sei sempre stata una scocciatura. Troppo simile a tua madre- sibilò l’uomo camminando avanti e indietro -È ora di finirla con queste sciocchezze. Stai solo dando vergogna alla tua famiglia. Un’intera generazione di Justine e tu rovini tutto- le ringhiò addosso. Eveline gli sputò in faccia.
-Maledetto!- urlò -Non farò quello che vorrai, uccidimi se vuoi!- gridò.
-Oh, tu morirai oggi- le disse. Eveline assottigliò lo sguardo.
-Pensi che risolverai qualcosa? Non avrai alcun erede- gli disse malamente.
-Oh, il mio erede è proprio qua- disse l’uomo indicando Fried. Il bambino alzò lo sguardo sul proprio padre. -È arrivato il momento di diventare un vero demone, Fried Justine. Uccidila- gli ordinò. Eveline sbiancò e Fried si voltò verso sua sorella. Doveva ucciderla. Era un ordine, se non lo avesse fatto avrebbe subito le torture peggiori. Non avrebbe ricevuto semplici frustate, no, suo padre lo avrebbe rinchiuso per una giornata intera in una stanza bloccandogli la magia e scrivendogli addosso rune del dolore e del terrore. Sarebbe stata un’agonia. Ma poteva sopportarlo. Per sua sorella lo avrebbe fatto. Non voleva morisse. Si voltò verso suo padre.
-Puniscimi per non aver obbedito all’ordine- disse impassibile. Il padre gli lanciò un’occhiataccia e Fried sentì il terrore nel suo corpo.
-Nessuna obiezione. Uccidila- ripeté. Fried si voltò verso Eveline, che aveva cominciato a piangere.
-Fried…sei una brava persona, qualunque cosa tu scelga di fare, ricordalo- gli disse.
-Uccidila!- tuonò il padre. Fried alzò una mano davanti a sé. Ma non riusciva. Non poteva farlo. Eppure aveva già ucciso molte persone, ma non le conosceva, non sapeva nulla di loro. Lei era sua sorella, l’unica sorella che aveva. L’unica persona che si curava di lui, che si assicurava di tenerlo sempre al sicuro. Sentì il suo occhio destro bruciare e una lacrima scivolare fuori dal sinistro. Aprì la bocca per parlare ma non uscì alcun suono.
-Fallo adesso!- tuonò l’uomo e lanciò una runa del dolore su Eveline. Fried lo guardò sgomento mentre il padre continuava a lanciare rune su rune su sua sorella. -Dolore, dolore, terrore, tormento- continuava a lanciare il demone. Eveline gridava e piangeva e Fried non poteva fare altro che guardare terrorizzato.
-Smettila…- pregò senza riuscire a distogliere lo sguardo.
-Vuoi che la smetta? Uccidila!- tuonò. Fried cominciò a piangere e si inginocchiò a terra tremando.
-Basta. Ti prego, basta- scongiurò. Una runa lo colpì in pieno petto e sentì un dolore intenso espandersi dal suo corpo. Alzò lo sguardo sul proprio padre, che lo fissava scuro in volto.
-Sei una vergogna, Fried Justine- disse calmo e un attimo dopo lanciò la runa dell’estinzione su Eveline. Fried sbarrò gli occhi vedendo come la sorella perdeva vita davanti a sé. -Ti aspetta una lunga tortura per aver disobbedito ai miei ordini. Portatelo in cella- ordinò il padre alle due guardie, che obbedirono all’istante. Fried non si oppose mentre continuava a osservare Eveline. I suoi lunghi capelli verdi ricadevano sul suo corpo privo di vita, i suoi occhi sbarrati erano vitrei. Fried aveva la runa del dolore addosso, ma non sentiva alcun dolore. Non sentiva niente, se non una voragine dentro di sé. Eveline era morta. Sua sorella era morta. Morta di una morte atroce. Non l’avrebbe più rivista. Si lasciò trascinare lungo il corridoio dalle sue guardie sentendo che qualcosa si stava animando dentro di lui. Esattamente dietro al suo occhio destro, sentiva che qualcosa si stava risvegliando. Morte. Voleva morte. Voleva sentire le urla disperate, voleva assaporare il vero dolore.
-Che sta succedendo?- chiese una guardia lasciando andare il braccio di Fried. Il suo corpo si stava ricoprendo di un’energia scura e demoniaca.
-Signorino…Justine- lo chiamò una guardia. Fried si voltò verso di lui e alzò il braccio.
-Estinzione- pronunciò. La guardia si portò le mani alla gola e ricadde per dietro, sbatté la testa contro al muro e subito cadde a terra.
-Padrone, padrone!- cominciò a urlare l’altra guardia. Fried si voltò verso di lui e con un gesto lo uccise. Voleva solo morte. Chiunque si sarebbe messo in mezzo al suo obiettivo non avrebbe più visto la luce del giorno.
 
-Li ho uccisi tutti- disse Fried freddamente -Guardie, soldati, ogni uomo che mio padre mandava contro di me. Li ho uccisi tutti uno dopo l’altro. Tutte le persone che vivevano nella villa. Ho risparmiato solo le domestiche. Poi sono arrivato di fronte a mio padre e l’ho torturato a lungo, finché la mia magia non si è esaurita- raccontò. La sua voce era distante e fredda, come se stesse raccontando una storia qualunque che non lo riguardava in prima persona. -Dopo quel giorno ho cominciato a vagare per diverse città. Rubavo cibo per sopravvivere, attaccavo chi cercava di ingannarmi con buone parole e chi cercava di derubarmi. Pian piano ho imparato a cavarmela da solo e per molto tempo ho vissuto per le strade- Fried si voltò verso Laxus, che non aveva detto una parola da quando aveva iniziato a raccontare. -Non sono una brava persona. Se potessi tornare indietro lo rifarei- disse chiaramente.
 
Calò il silenzio e nessuno dei due parlò per un po’. Laxus ascoltò il vento che passava tra le foglie degli alberi, il cinguettio degli uccellini e il canto di alcuni grilli. Non se lo era aspettato. Onestamente, non sapeva cosa pensare di Fried. Aveva ucciso davvero molte persone. Suo padre lo aveva obbligato a uccidere solo per fargli imparare un incantesimo, dopo di che Fried aveva perso il controllo sul demone che abitava dentro di lui e aveva ucciso tutti gli abitanti della villa. Non era terribile, era peggio. Eppure, non riusciva davvero a pensare che Fried fosse una cattiva persona. Era quello che si preoccupava più di tutti loro, che si assicurava sempre che stessero bene.
 
-Capirei se non volessi più avere a che fare con me. Io non lo vorrei- disse Fried. Laxus si voltò verso di lui.
 
-Sei un mezzo demone?- chiese. Fried scosse la testa.
 
-No, è solo una magia legata agli occhi. C’è un demone dentro di me, è vero, ma io sono nato da due umani, semplicemente mio trisnonno aveva assorbito la magia di Absolute Shadow, che poi è passata di generazione in generazione. Mio padre era convinto che se avessimo usato magie demoniache ci saremmo trasformati definitivamente in demoni e saremmo diventati più potenti. Per questo motivo ci costringeva a uccidere. Non penso abbia tutti i torti, usare Absolute Shadow è pericoloso, c’è il rischio di perdere il controllo- spiegò. Laxus annuì.
 
-Bhe, non penso tu sia una cattiva persona- disse Laxus.
 
-Ho ucciso tante persone innocenti- ribatté Fried.
 
-Sì, ma sei stato obbligato. E poi hai perso il controllo quando hai visto tua sorella morire, penso che chiunque lo avrebbe fatto- disse Laxus e si voltò verso di lui -Tua sorella aveva ragione, sei una brava persona- gli disse. Fried sgranò leggermente gli occhi incredulo.
 
-Tu…lo pensi davvero?- chiese incerto. Laxus annuì.
 
-Certo, non ho mai conosciuto nessuno che si preoccupa così tanto per i suoi amici. Sei sempre lì ad aiutarci e a badare a noi, non puoi essere una cattiva persona- gli disse convinto. Fried sorrise e per un attimo nessuno dei due disse nulla.
 
-Laxus- Il biondo si voltò inarcando un sopracciglio e aspettando che andasse avanti. Fried si voltò verso di lui e fissò i suoi occhi nei propri. -Te lo giuro, non ti pentirai di aver riposto la tua fiducia in me- gli promise.
**********
 
Era calato il silenzio, Lucy osservava come Fried evitava i loro sguardi e come Laxus aveva posato una mano sulla sua spalla stringendogliela in segno di conforto.
-Abbiamo già avuto questa discussione- disse Makarov a un certo punto -E sai già cosa ne penso- Fried spostò lo sguardo su di lui e annuì.
-Bhe, penso che li avrei ammazzati anche io. Se qualcuno dovesse portarmi via i miei amici non esiterei a combattere- disse Natsu.
-E io so cosa si prova a perdere il controllo dei propri poteri- fece Elfman.
-In ogni caso direi che siamo tutti d’accordo, chiunque di noi si sarebbe comportato allo stesso modo- fece Erza e gli sorrise -Laxus aveva ragione, questo non ti rende una cattiva persona- Fried sorrise lievemente.
-Te l’ho detto, siamo una famiglia- gli disse Mirajane strizzandogli l’occhio.
-Bhe, abbiamo sentito le storie dei Raijinshuu, ora tocca a te, ragazzo- disse Makarov al nipote che corrugò la fronte.
-Che dovrei dire?- fece inarcando un sopracciglio.
-Raccontare la tua storia- disse Makarov -Qua tutti abbiamo raccontato la nostra, tu non hai detto nulla-
-Non ho niente da dire che non sappiate già. Mio padre era uno stronzo e fine- fece seccato, Fried si voltò verso di lui e i suoi occhi si velarono di tristezza a un ricordo di loro due.
 
*****Laxus*****
 
Fried non capiva perché Laxus ci tenesse così tanto ad allenarsi continuamente data la sua forza, doveva però ammettere che gli piaceva passare del tempo con lui, perciò anche se si lamentava continuamente quando il ragazzo veniva a casa sua, in realtà gli faceva piacere. Sia perché gli sembrava di conoscere il ragazzo meglio, sia perché migliorava lui stesso, oltretutto parlare di magia era sempre entusiasmante. O forse era Laxus ad essere entusiasmante.
 
Quel giorno però Laxus non era venuto a casa sua. Il che era strano, dato che di solito arrivava sempre in anticipo per allenarsi di più. Fried alzò lo sguardo sull’orologio: era in ritardo di mezz’ora. Sicuramente c’era un motivo. Aspettò altri cinque minuti, per poi decidersi ad alzarsi e infilarsi il cappotto per andare a cercare l’amico. Quando raggiunse casa sua però non lo trovò e a quel punto decise, seppur controvoglia, di passare per la gilda. Non lo trovò nemmeno lì, così diede un’occhiata in giro per la città, alzandosi in volo sulle sue ali runiche. Quando però fu in aria notò subito che a qualche chilometro da lì c’era una violenta tempesta di fulmini. E di chi altri potevano essere se non di Laxus? Si avviò volando verso quella direzione, chiedendosi contro chi stesse combattendo. Quando però arrivò fino a lì notò che Laxus stava combattendo da solo. Inizialmente confuso pensò si trattasse di un allenamento, ma ben presto si rese conto che non poteva essere. L’amico stava sprigionando una quantità enorme di magia e le sue azioni non sembravano avere alcun obiettivo, se non quello di distruggere tutto ciò che aveva attorno a sé.
 
Fried si ritrovò incapace di fare niente, sia perché era sicuro che se si fosse avvicinato sarebbe rimasto ferito, sia perché era terribilmente affascinante. Tutto quel potere era terrorizzante, e mandava scariche di pura adrenalina nel corpo di Fried. Pensare che proprio Laxus era un concentrato di così tanto potere era eccitante. Un’unica persona poteva causare quel disastro? Fried non lo pensava, quel ragazzo assolutamente non era umano.
 
È un Dio, pensò. Subito dopo cacciò il pensiero ripromettendosi di non dirlo mai all’amico: era già abbastanza presuntuoso così.
 
Fried rimase perciò a guardare affascinato la tempesta, finché non notò che si stava calmando. I fulmini persero vigore, l’elettricità nell’aria si fece meno intensa e l’energia che prima aveva sentito diminuì drasticamente. Fried osservò gli alberi abbattuti e volò verso il basso, pronto a rimproverare il ragazzo per aver distrutto così l’ambiente. Quando però fu abbastanza vicino si rese conto che Laxus era inginocchiato a terra. Stava piangendo.
 
Fried rimase per un attimo impietrito, non sapendo come comportarsi. Laxus non aveva mai mostrato nessun segno di debolezza. In tutti quei mesi, era sempre stato scontroso e pronto alla battaglia, perciò vederlo così lo colse impreparato. Fried sentì un nodo al petto ma poggiò i piedi a terra a qualche metro da lui. Rimase per un attimo in silenzio, pensando che forse l’amico avrebbe preferito restare solo. Ma ora era lì e Fried non poteva ignorarlo. In ogni caso era sicuro che Laxus lo avesse sentito arrivare a causa dei suoi sensi sviluppati, e se non gli aveva ancora detto di andarsene probabilmente lo voleva lì. Una cosa che Fried aveva capito di Laxus era che non diceva mai quello che voleva, ma se qualcosa gli dava fastidio sicuramente lo avrebbe fatto notare senza mezzi termini.
 
Perciò Fried fece qualche passo verso di lui, gli si sedette accanto e poggiò una mano sulla spalla dell’amico, che continuò a singhiozzare senza dire una parola. Fried non aveva la minima idea di cosa avesse potuto ridurlo in quegli stati, ma non era sicuro che Laxus ne volesse parlare, perciò cominciò a passare la mano sulla sua schiena in silenzio. Voleva fargli sapere che era lì, se aveva bisogno, ma che non lo avrebbe forzato a dire nulla.
 
Per un paio di minuti rimasero in silenzio e dopo un po’ Fried notò che c’erano i pezzi di una Lacrima a terra a pochi metri da loro. Pian piano i singhiozzi di Laxus diminuirono e il ragazzo ricominciò a respirare normalmente. Fried lo osservò mentre si passava le mani sul volto per asciugarsi le lacrime e lo vide mettersi seduto a fissare il vuoto davanti a sé.
 
-Possiamo allenarci sulla velocità- gli disse duro. Fried scosse la testa, poteva sentire da lì che Laxus non aveva più molte energie in sé.
 
-Possiamo fare domani- rispose quindi cautamente.
 
-No, non perdo un giorno di allenamento- sbottò Laxus.
 
-Sono stanco- mentì Fried -Insomma, volevo appunto chiederti di rimandare a un altro giorno, ultimamente ci siamo allenati parecchio- gli disse. Il biondo annuì e il mago delle rune sospirò di sollievo. Almeno lo aveva convinto subito. Rimasero ancora per un po’ in silenzio e dopo un po’ Fried decise di parlare.
-Non voglio farmi i fatti tuoi ma…se hai bisogno di parlare sappi che ci sono- gli disse un po’ incerto, non sapendo bene come Laxus potesse prenderla. Lui non rispose. Non era proprio un cattivo segno, perlomeno non gli aveva ringhiato addosso. Laxus gli lanciò un’occhiata.
 
-Odi ancora tuo padre?- gli chiese il biondo.
 
-Sì- rispose subito Fried. Laxus cominciò a strappare dei ciuffi d’erba nervosamente. Fried non sapeva cosa dirgli, ma sapeva che il padre di Laxus era stato cacciato dalla gilda qualche anno prima. Non aveva idea di che rapporto ci fosse tra lui e Laxus, e non si era effettivamente mai chiesto come avesse reagito Laxus alla notizia. Sicuro non doveva essere stato facile.
-Tu odi il tuo?- osò domandare.
 
-Sì- disse subito Laxus, poi però scosse la testa -Non lo so- si corresse. -È uno stronzo ma…non così stronzo. È solo una cazzata, non so neanche perché reagisco così- ammise seccato. Fried lo osservò attentamente.
 
-Non è una cazzata- disse subito.
 
-Non sai neanche cos’è successo- sbottò Laxus.
 
-Bhe, qualunque cosa sia, se ti fa stare male, non è una cazzata- disse convinto -Sei il ragazzo più forte che conosca, non solo dal punto di vista fisico, intendo proprio come forza interiore. Se ti ha fatto stare così male sicuro c’è un motivo- Laxus fece le spallucce.
 
-Dovrei essermi abituato- disse -Ma ancora spero che cambi qualcosa- borbottò. Fried rimase in silenzio continuando a fare passare la mano sulla schiena del compagno, dato che non lo aveva allontanato fino a quel momento supponeva gli facesse piacere.
-Ho sentito mio padre- gli rivelò -Non so nemmeno perché l’ho chiamato. Per lui sono sempre stato il figlio debole, malato, una nullità. È per questo che mi ha impiantato la lacrima di drago- raccontò. Fried rimase in silenzio, temendo di interrompere il racconto a ogni minimo suono.
-Così ho cominciato ad allenarmi senza sosta sotto i suoi allenamenti. Erano duri e non era mai contento di nulla. Qualunque cosa facessi era sempre troppo poco. Qualunque progresso, non c’era mai…- borbottò.
-Non so nemmeno perché te lo sto dicendo, probabilmente non ti interessa- mormorò poi. Fried si voltò verso di lui e strinse la presa su una sua spalla.
 
-Mi interessa- gli disse -Sono un tuo amico, ci tengo a te- insistette sincero. Laxus si voltò verso di lui e fece un sorriso amaro.
 
-Confronto alla tua famiglia non ho nulla di cui lamentarmi- borbottò. Fried a quel punto lo afferrò per le spalle e lo costrinse a guardarlo negli occhi.
 
-Non confrontare mai il dolore di due persone. Non è qualcosa che si può fare. Se ti fa stare male allora vuol dire che è importante- gli disse duramente e poi addolcì il tono.
-Laxus, sono qua per te. Non voglio costringerti a dire niente, ma fidati se ti dico che fa bene parlarne con qualcuno, l’ho provato io stesso. Io ho avuto Evergreen e Bickslow quando ero più piccolo, tu probabilmente non hai avuto nessuno. Ma ora siamo qui. Tutti e tre- gli disse dolcemente. Laxus lo guardò per un istante, poi si chinò in avanti e poggiò la fronte sulla spalla di Fried. Il ragazzo rimase sorpreso ma non si mosse se non per passare le mani lungo le sue braccia.
 
-Voglio solo che qualcuno mi apprezzi per ciò che sono- mormorò. Fried rimase sorpreso da quella rivelazione.
 
-Noi lo facciamo. Tutti noi tre- gli disse e sentì Laxus scuotere la testa.
 
-No. Io…non sono così- borbottò.
 
-Allora mostraci chi sei. Ma io lo so già, non cambieremo idea- gli disse. Laxus si staccò da lui e Fried notò che aveva ancora gli occhi lucidi. Vederlo così era terribile. Laxus era evidentemente distrutto. -Vuoi andare a casa mia? Così ne parliamo lì- gli propose. Laxus annuì e si alzò in piedi. Accanto a lui Fried si avviò in silenzio, sperando che l’amico si riprendesse.
 
***
 
Era disteso sul suo divano ormai da molti minuti. Aveva finito di bere il caffelatte che gli aveva preparato e ora era in silenzio che fissava il soffitto davanti a sé. Fried si alzò e prese le tazze portandole a lavare in cucina. Non avevano parlato molto, solo del più e del meno. Fried voleva dargli il suo spazio, sapeva bene che tentare una persona a parlare non faceva altro che chiuderla di più. Finì di lavare e tornò in salotto trovando l’amico nella stessa identica posizione di prima.
 
-Non vuoi sapere perché mi sono arrabbiato?- chiese Laxus. Fried si voltò verso di lui e si sedette sulla poltrona.
 
-Se vuoi parlarne sì-.
 
Aveva male ovunque. Riusciva a malapena a camminare, ogni passo gli dava una fitta allo stomaco e si espandeva poi per tutto il corpo. Sentì le lacrime di dolore sgorgare dagli occhi.
-Pure con una Lacrima sei così debole?- sbottò suo padre. Laxus alzò lo sguardo.
-No, ce la faccio- disse debolmente.
-E allora muoviti, fai vedere come usi la magia- gli ringhiò addosso. Laxus si sforzò ad alzare una mano davanti a sé, cercando di ricordare le parole del padre. Doveva concentrarsi e richiamare l’Ethernano nel suo corpo come gli aveva insegnato. Chiuse gli occhi e dopo un po’ di secondi sentì delle scariche elettriche percorrergli il braccio. Aprì gli occhi e vide che c’erano delle piccole scariche di elettricità. Sgranò gli occhi: prima non ci era mai riuscito. Era la prima volta che poteva richiamare la magia e usarla.
-Allora quella Lacrima è servita davvero- commentò aspro Ivan -Anche se, per essere un Dragon Slayer sei debole, mi sa che ci dovremo allenare parecchio-.
 
Laxus aveva avuto intenzione di sorprendere suo padre. Si era allenato tutte le notti in quell’ultimo mese, per prepararsi alla missione che avrebbe intrapreso con lui. Quando però si era ritrovato di fronte a ben dieci Balcan qualcosa era andato storto. Era riuscito a sconfiggere i primi cinque, poi però uno lo aveva colpito alle spalle e da lì era tutto andato a rotoli. Stava cercando di combattere ugualmente, anche con una ferita alla schiena cercando di sopportare il dolore. Strinse i denti e si voltò tirando un pugno a un Balcan e spingendolo indietro. Ma era troppo debole, non riusciva nemmeno a muoversi bene a causa di quella ferita. Se non ci fosse stato suo padre si sarebbe arreso, ma si era allenato parecchio e non voleva deluderlo. Si voltò verso i quattro nemici e cercò di evitare i loro colpi, ma uno lo colpì al fianco e lo fece volare addosso alla parete. Laxus boccheggiò e cercò di rialzarsi sulle ginocchia, tossì e notò di avere sapore di sangue in bocca. Alzò il volto e subito dopo un Balcan gli fu di fronte, lo afferrò per la gola e lo sbatté per terra. Cercò di dimenarsi, ma la presa era forte e il dolore sempre più pungente. Il mondo davanti ai suoi occhi si fece buio e poi perse i sensi.
Si risvegliò su un lettino sentendo delle urla provenire da oltre la porta.
-Ti avevo detto che era troppo difficile! Ha nove anni, cosa credevi di fare?- era la voce di suo nonno.
-Se non spingo i suoi limiti non diventerà mai più forte- rispose suo padre.
-Vuoi farlo uccidere per caso? Per la sua età è già tanto che sia tornato vivo a casa!- sbraitò il vecchio. Laxus spostò lo sguardo sulla finestra sentendo le urla da lì. Era ancora troppo debole. I suoi allenamenti erano stati inutili. Sentì qualcuno entrare nella stanza e non volendo vedere nessuno chiuse gli occhi e finse di dormire.
 
Laxus barcollò ma si sforzò a stare in piedi sulle proprie gambe. Gli allenamenti con suo padre erano sempre duri, ma gli permettevano di migliorare più in fretta. Vide qualcosa arrivare da destra con la coda dell’occhio e si voltò in tempo per bloccare l’attacco. Poi corse verso il padre ricoprendo il pugno con dei fulmini e cercò di colpirlo, ma quello lo afferrò per il polso e lo buttò a terra.
-Sei troppo lento- gli ringhiò addosso. Laxus si rialzò respirando affannosamente. Si ricoprì ancora di scariche elettriche per velocizzarsi ma quando colpì il padre quello lo rispedì di nuovo a terra.
-Troppo debole- gli disse. Laxus fece per rialzarsi ma sentì qualcosa premergli sulla schiena. Ricadde a terra e boccheggiò, sentendo poi un dolore lancinante per tutta la schiena. Cercò di divincolarsi e in qualche modo riuscì a voltarsi, ma non fece in tempo a fare altro che vide Ivan con un pugnale in mano avvicinarsi al suo volto e subito dopo sentì una stilettata di dolore acuto all'occhio destro. Urlò di dolore e si portò le mani al volto, mentre sentiva del sangue bagnarlo. Il dolore era insopportabile e non riuscì più a pensare lucidamente, cominciando ad agitarsi sentendo solo le grida di Ivan.
-Rialzati!- gli stava urlando, ma Laxus a malapena riusciva a sopportare il dolore, non riusciva più ad aprire l’occhio e non vedeva nulla.  -Che stai facendo?- sbraitò l’uomo e Laxus sentì qualcosa colpirlo in pieno petto. Era debole, troppo debole, ma in quel momento il dolore era talmente forte che non riusciva a reagire adeguatamente. -Stupido idiota!- ruggì Ivan.
-Basta!- gridò Laxus -Smettila!- quelle urla fecero solo incazzare di più Ivan, e Laxus sentì una mano afferrarlo per un braccio e alzarlo a forza in piedi. Tentò di divincolarsi.
-Non osare parlarmi in questo modo- gli ringhiò.
-Basta! Fa male!- gridò Laxus cercando di fare qualche passo indietro per allontanarsi da lui. Aveva già ferite su tutto il corpo, quella era stata la goccia finale e davvero si stava facendo prendere dal panico.
-Pensi di poterti fermare nel mezzo di un combattimento così?- continuò a urlare Ivan.
-Che sta succedendo qua?- un’altra voce intervenne -Che gli hai fatto?- era suo nonno. Laxus si rilassò leggermente mentre sentiva delle mani più ruvide passargli per il volto.
-Non intrometterti- ringhiò Ivan.
-L’allenamento è finito!- ordinò Makarov. Subito dopo Laxus si lasciò guidare da suo nonno.
 
Non era soddisfatto. Era appena diventato un mago di classe S ma non c’era alcuna gioia in lui, non aveva nemmeno voluto festeggiare nonostante la festa fosse in suo onore. A dir la verità, non si era nemmeno presentato in gilda. Era ancora arrabbiato con suo nonno per aver cacciato suo padre dalla gilda. Prese la Lacrima incerto sul da farsi, alla fine però la attivò e dopo un po’ di attesa il padre gli rispose.
-Ciao Laxus, come mai mi hai chiamato?- gli chiese l’uomo con un ghigno sul volto. Il biondo si sedette comodo e fece una smorfia.
-Volevo avvertirti, ho superato l’esame di mago di classe S- disse.
-Finalmente ce l’hai fatta. Sei andato sull’isola di Tenroujima, giusto?- gli chiese. Laxus annuì nascondendo la sua delusione. -E dimmi, sei arrivato alla tomba?- Laxus corrugò la fronte.
-Non c’era nessuna tomba- disse.
-Stupido vecchiaccio- borbottò Ivan. Laxus non capì ma decise di spiegargli le prove che aveva affrontato.
-Le prove erano…-.
-Senti, che ha deciso di fare tuo nonno?- lo interruppe Ivan. Laxus corrugò la fronte. -Non dirmi che non gli hai parlato- aggiunse poi.
-Io…mi sono allenato per l’esame- disse il biondo. La realtà era che non voleva parlare con il nonno e di quelle storie tra il padre e il vecchio non gliene poteva fregar di meno.
-Bhe, vedi di scoprire qualcosa per la prossima volta. Ora ho da fare- gli disse e la chiamata si chiuse. Laxus fissò la Lacrima per un po’, sentendo il nervosismo crescere dentro di lui. La buttò a terra e quella si spaccò in mille pezzi. Sentì qualcuno entrare in casa e subito si alzò dal letto ricacciando indietro le lacrime uscendo dalla stanza.
-Laxus, perché ti sei chiuso qua dentro?- chiese il nonno avanzando su per le scale e fermandosi a metà quando Laxus si fermò in cima a esse. -La festa è per te, ci stiamo tutti divertendo-.
-Non c’è nulla da festeggiare- ringhiò Laxus e camminando veloce gli diede uno spintone fiondandosi giù per le scale e uscendo di casa sbattendo la porta dietro di sé.
 
Laxus si era zittito. Non diceva più una parola, dopo aver riversato tutta la sua frustrazione su Fried, che lo aveva ascoltato in silenzio. Il biondo continuava a guardare il soffitto perso nei suoi pensieri, finché Fried non si sedette per terra poggiando la schiena sul divano su cui era disteso l’amico.
 
-Lo chiami spesso?- gli chiese.
 
-Ogni tanto. Ma non lo chiamerò più- fu la risposta. Fried pensava che lo avesse pensato più volte, ma non osò supporlo a voce alta.
 
-Se ti fa stare male non dovresti. Sei molto forte, non hai bisogno della sua approvazione-.
 
-Non abbastanza- disse subito Laxus. Fried alzò lo sguardo su di lui.
 
-Sei il mago più forte che conosca. Sei sicuramente il più forte a Fairy Tail, lo pensano tutti- gli disse.
 
-Non è vero- ribatté Laxus -Le sento le voci, che credi? Ogni volta dicono che è normale, sono il figlio del Master, se non fossi forte io chi dovrebbe esserlo? Non dire che non è vero, perché lo pensavi anche tu- gli disse seccamente. Fried non aveva di che ribattere.
 
-Bhe, mi sbagliavo- gli disse dopo un po’. -Sei forte, ma questo non dipende da chi sei figlio-.
 
-E comunque non è solo questo- sbottò Laxus. Fried annuì.
 
-Non sei più solo- gli disse. Laxus voltò la testa a destra incrociando gli occhi di Fried. -Ora hai degli amici e non ti abbandoneremo mai- gli promise. Laxus sorrise amaro.
 
-Tutti se ne vanno- ribatté -Lo ha fatto mia madre, e poi mio padre, non mi stupirei se lo facesse anche il vecchio-.
 
-Io non lo farò- disse subito Fried -Ti resterò accanto per sempre. Ti seguirò ovunque- gli disse -È una promessa e non me la rimangio. E sono sicuro che anche Bickslow ed Evergreen la pensano come me- gli disse.
 
-Perché dovreste?- domandò Laxus.
 
-Perché sei nostro amico. Perché ci hai salvati un sacco di volte e perché sei il primo ad averci accettati senza aver paura dei nostri occhi e nonostante le nostre azioni- rispose Fried. Laxus non replicò e i due ragazzi rimasero in silenzio per un po’ di minuti. Il biondo voltò di nuovo lo sguardo verso il soffitto e Fried gli sorrise leggermente -Ti senti meglio?-.
 
-Sai, ti pentirai di avermi fatto quella promessa. Ho intenzione di romperti i coglioni ogni notte-
 
-E io ho intenzione di starti appiccicato a parlare di libri anche quando ti sanguineranno le orecchie- fu l’immediata risposta di Fried. Laxus si lasciò andare a una mezza risata e Fried gli prese la mano nella propria.
-Non importa cosa succederà, al massimo ti prenderò a calci in culo, ma non ti abbandonerò mai-.
**********
 
-A che stai pensando così assorto?- chiese Mirajane e Fried si riscosse dai propri pensieri lanciando un’occhiata a Laxus, se il ragazzo non voleva parlarne lo avrebbe rispettato e non lo avrebbe fatto.
-Un ricordo- rispose solamente.
-Non volete sapere com’è stato il primo appuntamento di Laxus?- intervenne Bickslow.
-Oh dio, no- fece lamentoso il biondo portandosi una mano sul volto e l’amico ridacchiò.
-Questo sarebbe interessante- ghignò Kana.
 
*****Primo appuntamento*****
Laxus 18 anni, Bickslow 17 anni, Fried 15 anni, Evergreen 15 anni
******************************************************
 
Laxus aveva un appuntamento. O meglio, Bickslow gli aveva combinato un appuntamento di coppia perché a quanto pare il mago Seith si era infatuato di una ragazza che però non beccava mai nei locali dove andava la sera, e aveva trascinato l’amico con sé. Laxus non era molto contento. Gli piaceva pomiciare e divertirsi con le ragazze, ma di solito le beccava solo la sera nei locali e generalmente non ricordava nemmeno i loro nomi. Questa volta era diverso e quando Bickslow gli aveva mostrato la ragazza, bhe, doveva ammetterlo, era una bomba sexy. Laxus sperava che quell’appuntamento potesse concludersi nel letto di uno dei due, anche se Bickslow gli aveva detto che dovevano andarci piano, perché lui voleva una cosa seria.
 
Il biondo però non era mai uscito per un appuntamento, onestamente voleva subito passare al sodo, quando l’amico aveva cominciato a dirgli che dovevano parlare e intrattenere le ragazze lo aveva guardato del tipo Ma dove cazzo mi stai portando? In ogni caso, ormai era lì e si stava preparando per quell’appuntamento. Bickslow si era fatto sistemare i capelli con il gel da Evergreen, che aveva accettato ben volentieri ad aiutarlo a sistemare quei ciuffi strani che si ritrovava al posto dei capelli, sì, erano esattamente quelle le parole che aveva utilizzato. Ora però stava discutendo con la ragazza sul vestiario.
 
-Così le farai scappare- gli disse Evergreen.
 
-Sono figo- ribatté Bickslow guardandosi allo specchio.
 
-Sei ridicolo. Dove hai comprato quei pantaloni?- gli chiese esasperata la ragazza -Hai chiesto il mio aiuto, accettalo-.
 
-Questo va di moda-.
 
-Ti assicuro che non va di moda e non ci andrà mai- gli disse malamente e poi si voltò verso Laxus -E tu, non credere di passartela meglio. Si può sapere perché indossi dei pantaloni leopardati? No, no, no- gli disse.
 
-A me piacciono- ribatté seccato.
 
-I tuoi gusti in fatto di moda fanno schifo, solo Bickslow riesce a superarti- commentò la ragazza acida. Laxus le lanciò un’occhiataccia e si guardò allo specchio, secondo lui stava bene. -Fried, diglielo anche tu- insistette Evergreen e il ragazzo alzò seccato lo sguardo dal libro che stava leggendo.
 
-Sto cercando di leggere- fece notare loro.
 
-Aiutali, non vedi che sono disperati? Se vanno in giro così non combineranno mai nulla!- esclamò Evergreen. Fried prese un profondo respiro.
 
-Lasciali vestire come vogliono, quando andrà male potrai dire loro che avevi ragione- le disse non molto interessato.
 
-Andrà bene- ribatté Bickslow.
 
-Ne dubito, ma in ogni caso smettetela. È da tre ore che state parlando di vestiti. Che chiacchiere inutili- borbottò Fried cercando di concentrarsi sul libro.
 
-Dovresti uscire anche tu ogni tanto- gli disse Bickslow.
 
-E perdere tempo? No grazie- fu la fredda risposta del ragazzo.
 
-Allora cosa dovrei indossare?- sbottò Laxus irritato. Evergreen gli passò subito una camicia bianca, una giacca elegante nera e dei pantaloni scuri. Laxus li prese e li osservò accigliato. -Sembrerò un pinguino- disse nervoso.
 
-Hai chiesto il mio aiuto, indossala e non lamentarti. Bickslow, tu prendi questo. Levati quei pantaloni, sono orrendi- gli disse e gli buttò in mano una camicia azzurra che il ragazzo buttò di lato irritato. Laxus continuava a osservare i vestiti in mano, poi decise di cambiarsi ma quando si guardò allo specchio decise che sembrava davvero un pinguino, assolutamente no, così non andava.
 
-Oh, così sei proprio figo!- esclamò Evergreen. Laxus ricominciò a spogliarsi e la ragazza alzò gli occhi al cielo. -Ma perché ti stai cambiando di nuovo?- sbottò.
 
-Perché sembro un fottuto pinguino, ecco perché- fu la secca risposta di Laxus che lanciò la giacca addosso a Fried. Il ragazzo gli lanciò un’occhiataccia e ringhiò innervosito, ma la spostò senza dire una parola cercando di riprendere la lettura, anche se sembrava impossibile a causa dei suoi tre amici. Continuava a pensare che stessero solo parlando di una marea di stronzate.
 
-E tu, vuoi metterti questa camicia? Ti starà bene- disse Evergreen a Bickslow.
 
-Le camicie sono fastidiose- le disse.
 
-Cioè fammi capire, vai in giro con l’elmo tutto il giorno e non ti infastidisce, ma una camicia sì?- sbottò lei. Laxus intanto si stava rivestendo con gli abiti di prima e si guardò soddisfatto allo specchio. Sì, stava decisamente meglio. Evergreen si passò le mani tra i capelli. -Non chiedetemi più aiuto, mai più!- esclamò esasperata -Non so neanche come abbiate ottenuto un appuntamento- disse loro.
 
-Te l’ho detto, è stato il mio charme- rispose Bickslow. Evergreen inarcò un sopracciglio, ne dubitava parecchio.
 
-So che non mi ascolterai, ma te lo dico: lascia qui le tue bambole- gli disse la ragazza.
 
-Assolutamente no, ma sei pazza?-.
 
-Fried, aiutami- sibilò la ragazza strappando di mano il libro dall’amico, che le lanciò un’occhiataccia.
 
-Rovinalo e ti ammazzo- la avvisò -E che ti interessa, se vogliono fare delle figure pietose nei loro abiti lasciali fare- le disse.
 
-Non dirmi che sei d’accordo con Evergreen- sbottò Laxus incrociando le braccia. Fried passò lo sguardo dalla cima fino ai suoi piedi, poi scosse la testa come se fosse rassegnato.
 
-Certo che sono d’accordo con lei- si limitò a dire. Laxus si irritò ancora di più.
 
-Cos’ho che non va?- chiese sbalordito.
 
-I pantaloni leopardati sono troppo accesi e quel colore fa a cazzotti con la camicia che, tra l’altro, potevi almeno stirare prima di indossarla. Le scarpe sono rovinate e sporche di fango, i capelli sono pieni di gel e a quanto pare inutilmente dato che vanno comunque dove vogliono, inoltre potresti almeno togliere le cuffie per fingere di ascoltare cos’hanno da dire le ragazze- disse, poi si voltò verso Bickslow. -Onestamente penso che ci metterei troppo a dire cosa non va in te- fece e tese il braccio verso Evergreen -Il mio lavoro l’ho fatto, dammi il libro- le disse. Bickslow scrollò le spalle.
 
-Chissenefrega, siamo fighi Laxus. Vedrai, cadranno ai nostri piedi!- esclamò. Il biondo annuì d’accordo con lui e i due uscirono di casa.
**********
 
-Stai tergiversando- fece notare Kana. Bickslow ridacchiò.
-Perché se racconto davvero l’appuntamento Laxus mi ammazza- si scusò -In ogni caso l’appuntamento è andato veramente da schifo, ma non a causa dei vestiti- ci tenne a precisare.
-Bickslow era disperato- precisò Fried -Ricordo che sono tornati a casa, lui avvilito e lui incazzato- disse indicando prima Bickslow e poi Laxus, che incrociò le braccia nervoso.
-Perché Laxus le ha fatte scappare- disse Bickslow.
-Cos’è? Hai di nuovo perso il controllo sui fulmini?- sghignazzò Gajeel, Laxus gli lanciò una bieca occhiata.
-Affatto, semplicemente volevo divertirmi ma a quanto pare quella stronzetta non ne aveva voglia-.
-Le ha palpato il seno e poi ha provato a toccarle il culo, lei lo ha preso per un pervertito e le due ragazze se ne sono andate- spiegò Bickslow e Laxus gli lanciò un’occhiataccia.
-Non ci sai proprio fare- rise Kana.
-A sua discolpa c’è da dire che fino a quel momento Laxus era abituato a frequentare esclusivamente locali in cui non serviva flirtare- lo difese Fried.
-Tu smettila di perdonarlo, e poi sei il suo ragazzo, non dovresti essere geloso?- domandò la bruna.
-Non sono geloso delle sue avventure di una notte, e poi a quel tempo non ero ancora interessato a lui-.
-E quand’è che ti sei interessato a lui?- chiese Kana curiosa e Fried arrossì leggermente. Laxus ghignò.
-In effetti sono curioso anche io- disse. Fried sospirò.
-È stata una cosa molto graduale, più passavamo il tempo assieme e più imparavamo a conoscerci, ma sì, mi ricordo il momento in cui mi sono accorto che i miei sentimenti erano più di amicizia- disse sorridendo lievemente e portandosi il bicchiere alle labbra.
 




 
***********
Nota: A molti sembrerà esageratamente drammatico il passato di Fried, io onestamente mi aspetto qualcosa del genere per due motivi: il nome Fried delle Tenebre, e il fatto che possa utilizzare la runa dell’estinzione che permette di uccidere, in qualche modo deve averla imparata. Ovviamente potete dirmi la vostra. Grazie come al solito a voi che leggete. Alla prossima <3

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Capitolo 4
*** Amici e amanti ***


 

Amici e amanti

 
 
*****I sentimenti di Fried*****
 
Laxus 19 anni, Bickslow 18 anni, Fried 16 anni, Evergreen 16 anni
******************************************************
 
Si sentiva la testa girare, quella missione gli era sembrata semplice per essere una di classe S. Invece si ritrovava a metà battaglia privo di energia. Fried alzò lo sguardo verso i nemici. Se solo fossero stati di meno sarebbe riuscito a sconfiggerli. Ma erano in tre, ed erano tutti maghi di classe S. Si rialzò in piedi tendendo la spada davanti a sé, faceva parte dei Raijinshuu, fino ad ora aveva creato la loro reputazione in modo che fossero temuti e rispettati da tutti, non poteva permettere che quello finisse. Ma era esausto. Un mago gli lanciò contro un incantesimo e Fried lo schivò per un pelo, ricominciando a combattere pur sentendosi al limite. Era in netto svantaggio, la spada gli cadde dalle mani, il sangue gli usciva dalla ferita che aveva alla spalla e la testa continuava a girargli sempre di più. Ricadde a terra e si ritrovò a sputare sangue.
 
-E così tu saresti il capitano di quella squadretta da quattro soldi- ghignò un mago avvicinandosi. Fried sentì le lacrime di nervosismo agli occhi, ma si obbligò a non piangere, non si sarebbe mai mostrato debole davanti a quei bastardi. Uno gli afferrò i capelli e Fried serrò le labbra per non urlare dal dolore, non avrebbe dato loro quella soddisfazione.
-Com’è che vi fate chiamare? Siete solo degli stupidi ragazzini- sputò l’uomo. Fried stava per rispondere ma si bloccò quando sentì elettricità statica nell’aria. “Laxus” pensò sbalordito e sollevato. Un fulmine cadde addosso al mago che lo teneva e Fried ricadde a terra osservando come il mago urlava dal dolore. Fried sorrise, quello era proprio Laxus.
 
-Sono i Raijinshuu, stronzo, e farai bene a ricordarti di loro- ringhiò una voce dietro di lui. Fried si voltò. Laxus si stava avvicinando in tutta la sua potenza. Un attimo dopo scattò in avanti e il combattimento iniziò. Fried come al solito si ritrovò a guardare estasiato la battaglia, ma si rese ben presto conto che anche Laxus era in difficoltà avendo già combattuto molto. Fried si affrettò ad aiutarlo disegnando una runa attorno a tutti loro che potesse aiutarlo, bloccando le magie degli altri maghi. Funzionò e Laxus vinse.
 
Non appena il combattimento finì Fried si alzò in piedi e fece per avvicinarsi, ma barcollò e cadde in avanti. Fu subito afferrato da due grosse braccia e Fried alzò il volto osservando Laxus, che lo teneva stretto. Inevitabilmente sentì calore sul volto ritrovandosi a pensare a quanto fosse bello essere aggrappati a quel corpo muscoloso. “È così bello” pensò perdendosi nei suoi occhi e a quel pensiero arrossì ancora di più.
 
-Sei un cretino, non avevo bisogno di aiuto- sbottò Laxus. Fried abbassò lo sguardo improvvisamente imbarazzato.
 
-Lo so, ma erano miei nemici, avrei dovuto batterli io- rispose in un borbottio. Oddio, perché stava reagendo così? Non era da lui, di solito lo bacchettava per la sua arroganza. “Ma è così forte e virile, il mio salvatore”. Oddio, si stava rincretinendo?
 
-Stai bene?- a quella domanda Fried sentì un calore irradiarsi in tutto il corpo. Laxus si stava preoccupando per lui? Il suo Dio del Tuono lo abbracciava e si preoccupava per lui? Suo? Fried avvampò ancora di più sentendo l’agitazione salire. Perché faceva quei pensieri strani? “È solo che sono intontito dalla battaglia, sì, sicuramente è così” pensò Fried staccandosi dall’abbraccio di Laxus prima di fare qualche cazzata.
 
-Sto bene- disse e poi si rese conto che Laxus aveva una ferita alla gamba -Dobbiamo curarti!- esclamò.
 
***
 
Così dopo la battaglia Fried si decise a curare la ferita di Laxus, lasciando che Bickslow ed Evergreen andassero a divertirsi e a spendere i soldi guadagnati.
 
-Perché non sei andato con Ever e Bickslow?- grugnì Laxus irritato.
 
-Perché se non sto io qua nessuno bada a te- fu la secca risposta di Fried.
 
-Non ho bisogno di aiuto- ringhiò lui.
 
-Sei malato!-
 
-Non sono malato- ringhiò Laxus cercando di alzarsi dal letto, ma Fried testardo lo spinse verso il materasso.
 
-Hai la febbre idiota e sei pieno di ferite! Vuoi per caso ammalarti ancora di più? Non puoi allenarti in queste condizioni, lo capisci o no?- sbottò esasperato.
 
-Sto benissimo- grugnì e Fried gli diede uno schiaffo sulla coscia strappando un gemito al biondo. -Fa male, cazzo!- esclamò Laxus sobbalzando e Fried fece un sorrisetto vittorioso. Laxus si rese conto di quel che aveva detto e arrossì leggermente -Stronzo- borbottò.
 
-Come vedi ho ragione- disse Fried -E ora sta fermo e lascia che qualcuno badi a te-.
 
-Non so perché non sei a divertirti con Ever e Bickslow- sbottò.
 
-Perché se vado so che tu fai cazzate- fu l’immediata risposta. Fried aveva sempre una risposta, ovviamente. E poi non è che stare con Laxus non gli piacesse, anche se quel ragazzo sapeva diventare testardo ed esasperante gli piaceva la sua compagnia. Forse gli piaceva appunto prendersi cura di lui, lo faceva sentire come se avesse un legame più stretto con il ragazzo perché Laxus non mostrava le sue debolezze a nessuno. Solo a lui. Come se si fidasse davvero solo di lui.
 
-Su, devo cambiarti le bende- gli disse. Laxus grugnì ma piegò una gamba in modo che Fried potesse lavorare. Il mago delle rune cominciò a sfilare la benda attorno alla coscia del biondo e si ritrovò a sentire un leggero calore sulle guance mentre passava le dita sulla pelle dell’amico. Guardò Laxus che era disteso sul letto con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Fried lasciò passare lo sguardo sui suoi lineamenti e sulla sua cicatrice e sentì lo stesso calore che aveva sentito quando Laxus lo aveva abbracciato dopo la battaglia. “Afferrato, non abbracciato” si corresse Fried. Lo aveva solo preso perché non cadesse a terra. Ma era stato così bello stare tra quelle braccia. Fried si era ormai imbambolato a fissare Laxus pensando a quanto fossero forti quelle braccia e a come avrebbero potuto tenerlo stretto, che quando il biondo si voltò verso di lui Fried si sentì avvampare e riprese in fretta a lavorare.
 
-Che c’è adesso?- sbottò Laxus.
 
-Nulla- replicò subito Fried sentendo le guance farsi sempre più rosse.
 
-Mi stavi fissando- obiettò Laxus.
 
-Stavo guardando le tue ferite- ribatté Fried sentendosi ancora più imbarazzato. Maledetto Laxus, era tutta colpa sua se si sentiva così.
 
-Senti, mi annoio a stare fermo, portami qualcosa da fare- ringhiò il biondo.
 
-Non sei il mio capo- gli fece notare Fried.
-E un po’ di gentilezza non ti guasterebbe, ma cosa te lo dico a fare…- borbottò il mago cominciando a bendarlo con delle bende pulite e cercando di non pensare a quanto fosse vicino all’amico. Che poi, era normale che fossero così vicini. Non era la prima volta. Certo, ora Laxus aveva solo i boxer ed era così bello… “Ma a che sto pensando?” si chiese Fried in panico. Laxus era un suo amico. Certo, era bello come un dio, forte come un dio, il mago più potente che avesse mai conosciuto, ma era pur sempre un suo amico. “Sto impazzendo” pensò. Da quando aveva cominciato a pensare così a Laxus? Certo, aveva sempre pensato che fosse forte, e forse ogni tanto si era soffermato a guardare i suoi muscoli. Ma perché Laxus era bello. Tutti lo sapevano, solo un pazzo avrebbe detto il contrario. “È normalissimo pensare così a Laxus, è un Dio, tutti lo ammirano” pensò convinto. Sì, non c’era niente di strano nei suoi pensieri. E allora perché si sentiva così agitato? “Oddio, mi sto innamorando?” si chiese. No! Assolutamente no! Si sforzò a pensare a tutti i difetti di Laxus, a quanto fosse arrogante, presuntuoso, antipatico con tutti e a come gli rompesse le palle ogni mattina quando voleva allenarsi. “Ma vuole allenarsi con me!” pensò Fried eccitato.
 
-Mi annoio davvero- borbottò Laxus. Fried si ridestò dai suoi pensieri osservando la sua espressione corrucciata. Era così bello anche in quel momento, ed era evidente che non solo non stesse bene perché era ferito, ma anche perché si sentiva giù di morale. “Non lo permetterò” pensò Fried.
 
-Possiamo leggere assieme un libro nuovo che ho comprato, ci sono scritte molte magie interessanti- gli propose e Laxus annuì facendosi interessato. Fried prese il libro e fece per sedersi di nuovo sulla sedia, ma Laxus si era spostato facendogli spazio nel letto. Fried lo osservò un po’ sorpreso e poi con un leggero imbarazzo si distese accanto al biondo a pancia in giù, aprendo il libro in mezzo a loro. Non appena cominciò a raccontare della magia, sentì il contatto delle sue spalle con quelle di Laxus e voltandosi appena notò come Laxus aveva un leggero sorriso sul volto. “Così bello” pensò Fried. E in quel momento decise che avrebbe fatto qualunque cosa per renderlo felice.
**********
 
-Non è il giorno in cui mi sono innamorato, ma sicuramente è stato il giorno in cui mi sono reso conto dei miei sentimenti- disse Fried.
-Che romantico!- esclamò Juvia con gli occhi scintillanti -E Laxus quando si è innamorato?- chiese. Il biondo arrossì leggermente e voltò lo sguardo.
-Non lo so- fece secco. Kana ridacchiò.
-Eddai, Fried ce lo ha raccontato, ora tocca a te- gli disse. Laxus sbuffò.
-Susu, ormai è la vostra sera e così ci conosceremo tutti meglio- gli disse Mirajane. Laxus incrociò le braccia e Bickslow prese la parola.
-Beh, posso raccontarvi come me ne sono accorto io che Laxus era perso di Fried- disse allegramente. Laxus alzò gli occhi al cielo.
-Per l’amor del cielo, lascia stare- fece ma Bickslow lo ignorò.
-Allora, avevamo appena finito una missione e Fried si era messo in mezzo tra Laxus e un nemico per evitare che Laxus venisse colpito, così si era ferito a una gamba e non riusciva a camminare- iniziò.
 
*****La preoccupazione di Laxus*****
 
-Ma che cazzo di problemi hai?- stava urlando Laxus a Fried, che esasperato alzò gli occhi al cielo.
 
-Se non mi fossi messo in mezzo saresti stato colpito-.
 
-Lo avevo visto, razza di idiota- ringhiò il biondo -E me la stavo cavando benissimo da solo-.
 
-Non lo avevi visto- ribatté Fried ostinato -Ed eri in difficoltà-.
 
-Non ero in difficoltà- ribatté Laxus.
 
-Sai una cosa, è colpa tua se sono stato colpito, ti avevo detto di seguire il piano…- iniziò Fried.
 
-Non me ne fotte un cazzo dei tuoi piani, non servono- Fried sbuffò e Bickslow intervenne.
 
-Perché te la prendi così tanto? Hai pur combattuto- gli fece notare. Laxus fece per parlare, poi però grugnì e voltò lo sguardo irritato.
 
-Perché non avevo bisogno di aiuto. Non ho bisogno di una guardia del corpo- sbottò. Bickslow lo scrutò, poi decise di lasciar perdere e disse a Fried di riposarsi a letto mentre usciva con il biondo.
 
-Potevi almeno ringraziarlo- gli fece il mago Seith.
 
-Esattamente per cosa?- sbottò Laxus.
 
-Perché davvero saresti stato colpito. Non so perché ti arrabbi, Fried sa che non sei debole, voleva solo proteggerti- gli fece notare. Laxus rimase zitto e Bickslow continuò a scrutarlo. -Sei preoccupato per lui?-.
 
-Certo che no!- esclamò Laxus subito e Bickslow sorrise.
 
-Sei preoccupato per lui- ridacchiò, stavolta non era una domanda.
 
-Non lo sono- sbottò Laxus.
 
-Oh, sei preoccupato per il piccolo Fried, l’amico del cuore con cui passi interi pomeriggi- ridacchiò. Laxus arrossì e voltò lo sguardo.
 
-Dici solo cazzate- ringhiò e si allontanò mentre Bickslow rideva cominciando a prenderlo in giro.
**********
 
-Eri già innamorato a quel tempo, vero?- lo prese in giro Bickslow e Laxus inarcò un sopracciglio.
-Tu vedi più di quel che c’è-
-O forse sei tu che non vedi niente- ribatté Evergreen con un sorrisino malizioso.
-Però è strano pensare che fossi così a quel tempo, ricordo che a noi non rivolgevi nemmeno la parola- commentò Mirajane.
-Fidati, ci sono voluti mesi perché Laxus si aprisse con noi così- le disse Evergreen.
-Se non volevi stare con nessuno in squadra perché ti sei unito a loro?- domandò Mirajane a Laxus.
-Perché mi ronzavano sempre attorno, io non li volevo mica- fece il biondo.
-Fingeva di non volerci, ma gli stavamo simpatici- disse Bickslow sicuro. Laxus non replicò mentre osservava i suoi amici, contento di averli conosciuti.
-Quindi non ci dirai quando ti sei innamorato di Fried?- chiese Mirajane insistente. Laxus si grattò il collo pensieroso ripensando a quella notte ancora vivida nella sua mente.
 
*****I sentimenti di Laxus*****
 
Voleva portarlo al limite. Ormai si stavano allenando da tutto il pomeriggio e Fried ancora resisteva sotto ai suoi colpi, seppur sudato, pieno di graffi ed esausto. Il ragazzo stava riprendendo fiato davanti a lui. Laxus gli lanciò un fulmine da dietro ma Fried se ne accorse in tempo e si spostò in volo, per poi alzare la spada e lanciare un attacco sul biondo, che lo evitò facilmente e velocemente gli fu davanti con un pugno sbattendolo a terra. Stava per colpirlo di nuovo ma si rese conto che Fried era davvero esausto, inginocchiato a terra che si reggeva sulle braccia tremanti mentre gocce di sudore gli scendevano dalla fronte.
 
-Direi che possiamo finire qua- disse Laxus.
 
-Ce la faccio- disse Fried alzandosi in piedi e riprendendo la spada. Laxus inarcò un sopracciglio.
 
-Ne dubito- disse -Riprendiamo domani alle sei- decise. Fried a quel punto annuì e si sedette a terra passandosi un braccio sulla fronte spostandosi appena la frangia.
 
-Devi fare più pratica con Absolute Shadow- gli disse Laxus.
 
-Lo so, ma è sempre rischioso richiamarlo- spiegò Fried. Laxus lo sapeva, lanciò un’occhiata al ragazzo che stava ancora riprendendo fiato. Non capiva perché ma quel ragazzo riusciva sempre a sorprenderlo con nuove rune e nuove tattiche, prendendolo alla sprovvista e costringendolo a ricalibrare i suoi colpi. Laxus solitamente preferiva allenarsi da solo, ma non era male neanche allenare Fried perché, seppur fisicamente fosse meno forte di lui, Laxus riusciva sempre a imparare qualcosa di nuovo. E poi, gli piaceva la sua compagnia.
 
-Davvero vuoi alzarti alle sei domani? Saranno le tre di notte- gli chiese Fried stendendosi a terra.
 
-Sei una lagna- gli fece Laxus -Ci si allena quando dico io-.
 
-Arrogante- borbottò Fried e Laxus fece un mezzo sorriso.
 
-Facciamo alle sei e mezza allora, dato che sei un deboluccio- lo prese in giro.
 
-Va bene alle sei- fece Fried a quel punto offeso.
 
-Sì, e come al solito arriverò che starai ancora dormendo- lo prese in giro Laxus strafottente.
 
-No, sarò sveglio- ribatté Fried ostinato.
 
-Ma se ti stai per addormentare-.
 
-Non mi sto addormentando, sto solo riposando gli occhi, con tutti quei fulmini che hai richiamato mi hai fatto venire un mal di testa allucinante- gli disse seccamente Fried. Laxus non ribatté ben sapendo che Fried avrebbe sempre trovato una risposta a tutto. Gli lanciò un’occhiata, il ragazzo aveva chiuso gli occhi, probabilmente si stava riprendendo dall’allenamento. Forse aveva esagerato un po’. Laxus scrollò le spalle, per migliorare si doveva faticare ed era sicuro che Fried potesse reggere i suoi ritmi.
 
Alzò lo sguardo guardando il cielo illuminato dalle stelle e sorrise leggermente. Non avrebbe mai pensato che quei tre tipi strambi sarebbero diventati suoi amici, la prima volta che li aveva visti aveva pensato fossero solo dei pazzi con manie di egocentrismo, nessuno escluso. Evergreen che si definiva la regina delle fate, Bickslow che attirava l’attenzione di chiunque e Fried un presuntuoso che si credeva sopra a tutti. Sì, decisamente non si era aspettato di uscire con loro.
 
Ma, doveva ammetterlo almeno a sé stesso, non erano male. Anche se Bickslow lo trascinava di continuo nei suoi guai era divertente passare il tempo con lui, oltretutto, nonostante la sua vena canzonatoria, era uno dei pochi a cui aveva parlato di suo padre e il ragazzo sapeva essere davvero comprensivo. Evergreen, nonostante ogni tanto gli facesse paura a causa dei suoi cambi improvvisi di umore, sapeva diventare davvero affettuosa e Laxus aveva scoperto che non gli dispiacevano i suoi gesti di affetto. La sua cotta per lei gli era passata e ora la considerava più come una sorellina minore che come un’amica, un po’ come gli aveva detto Bickslow un anno prima.
 
Per quanto riguardava Fried, era una storia completamente a sé stante. Per qualche motivo con lui riusciva a parlare davvero di tutto. Forse perché non lo giudicava, perché si sentiva capito e aveva sempre le parole giuste per lui, non sapeva nemmeno lui quale fosse esattamente il motivo. Ma era un buon amico e i pomeriggi con lui non erano mai noiosi. In effetti, ormai per Laxus era normale andarlo a cercare per allenarsi o parlare di magia, per poi passare a parlare di qualunque altra cosa. Fried gli aveva raccontato della sua famiglia e Laxus gli aveva parlato di suo nonno e suo padre. Ogni volta che aveva un problema il primo pensiero di Laxus era Fried e ormai passava più tempo a casa sua che nella propria.
 
Lanciò un’occhiata al ragazzo e si accorse che si era addormentato. Ridacchiò piano, fortuna che stava solamente riposando gli occhi. Allungò una mano verso i suoi capelli e gli spostò la frangia dal viso, sentendo uno strano affetto salirgli in corpo e una voglia improvvisa di stringerlo a sé. Si sorprese e si spaventò da solo dei suoi stessi pensieri e ritirò la mano indietro immediatamente, come se si fosse appena bruciato. Lo osservò ancora un po’ ben sapendo di doverlo svegliare e lo scrollò leggermente per la spalla.
 
-Ei, svegliati- gli disse.
 
-Mm…dopo- mugolò Fried e Laxus ridacchiò a vederlo così. Lo scrollò ancora un po’ ma Fried non si svegliava, alla fine decise di portarlo lui stesso. Lo prese in braccio, ma quando si alzò in piedi rimase per un po’ fermo con l’amico tra le braccia sentendo il calore salirgli al volto pensando inevitabilmente a quanto fosse piacevole tenerlo così vicino. Scosse la testa cercando di allontanare quei pensieri e arrivò a casa dell’amico adagiandolo sul letto delicatamente per non svegliarlo. Lo coprì con le coperte e si soffermò a guardare il suo volto rilassato.
 
“Chissà come sarebbe baciarlo” si ritrovò a pensare e avvampò di botto sgranando gli occhi a quel pensiero. Ma a che cazzo pensava? Stava pensando a Fried come se fosse una ragazza! Voleva baciarlo e si sentiva attratto da lui come se fosse una ragazza! Scosse la testa nervoso. “È che Fried ha i capelli lunghi e assomiglia a una ragazza, sì, è per questo che penso a lui così” pensò convinto. Ma non poteva mentire a sé stesso, gli piacevano i muscoli di Fried, i suoi bicipiti muscolosi, i suoi addominali e chissà cosa c’era sotto a quelli addominali. “Sto impazzendo” pensò nervoso Laxus. Fried era un ragazzo, un maschio, che cazzo. Non poteva pensare così a lui. No, era solo stanco, tutto qua. Irritato uscì dalla stanza.
**********
 
No, non c’era modo che dicesse quelle cose davanti a tutti. La sua storia con Fried era solo sua e non era nemmeno sicuro che se ne fosse accorto quella notte. Anche se, a ben pensarci, era da quella notte che aveva cominciato a vedere l’amico sotto una luce diversa.
-Quindi?- chiese Mirajane.
-Quindi fatti i cazzi tuoi- rispose secco Laxus.
-Mira, vieni un attimo con me, ho delle cose da mostrarti che ti piaceranno- disse Makarov alzandosi. La barista corrugò la fronte ma seguì il vecchio camminando giù per le scale.
-Comunque avete una bella amicizia voi quattro- disse Lucy. Bickslow annuì.
-Certo, ormai ci consideriamo più fratelli che altro. Beh, tranne Laxus e Fried- ridacchiò.
-Eppure sembravate solo degli stronzi da fuori- commentò Kana.
-Non siamo mai stati dei tipi estroversi- spiegò Bickslow -Preferivamo stare per contro nostro, è già tanto che abbiamo deciso di aprirci con Laxus in effetti-.
 
Makarov e Mirajane tornarono e la ragazza aveva un sorriso enorme sul volto e gli occhi scintillanti.
-Oddio, dovete vedere queste- disse loro.
-OH CAZZO!- esclamò Kana afferrando una foto -Questi sono Laxus e Fried da giovani?- esclamò sorpresa e tutti si avvicinarono, perfino i due diretti interessati. La foto rappresentava i due ragazzi che dormivano abbracciati l’uno accanto all’altro.
-Ihih, altro che temibili Raijinshuu- ghignò Gajeel.
-Queste da dove spuntano?- sbottò Laxus prendendo un’altra foto di lui e Fried seduti uno di fronte all’altro quando erano più giovani. Makarov ridacchiò.
-Pensavi che non sapessi della vostra relazione?- fece divertito. Fried arrossì leggermente ma aveva un sorriso sul volto mentre osservava le foto di loro due. Laxus invece era più imbarazzato e irritato.
-Ci hai spiati?- chiese allibito.
-Certo che no, non volevo sapere che combinavate- rise Makarov e Laxus arrossì.
-Vecchio bastardo- commentò sotto le risatine di Mirajane e Kana.
-Quindi vi siete messi assieme da giovani?- chiese Mirajane sorpresa.
-Ohhh, questi siete voi due che vi baciate- trillò Juvia emozionata. Tutti si voltarono verso la foto che teneva in mano ed effettivamente ritraeva i due ragazzi, peccato che le loro figure fossero molto lontane.
-Ci stavi spiando sul serio- sbottò Laxus.
-Non dire sciocchezze, ero solo contento di vederti felice- disse Makarov -Comunque dovresti essere contento di avere queste foto, sono tutte tue- Laxus sbuffò, effettivamente era bello ricordare i vecchi tempi, ma non era molto contento che tutti potessero vederle.
-Quando vi siete baciati la prima volta?- chiese Juvia emozionata, Fried alzò lo sguardo su di lei e poi ridacchiò.
-Non lo diremo- sbottò Laxus subito -E sta zitto anche tu- ringhiò addosso al proprio ragazzo.
-Eddai baby, non può essere peggio del tuo primo bacio o del tuo primo appuntamento- rise Bickslow.
-Beh, è successo qualcosa di simile- disse Fried con un sorrisetto divertito e poi si voltò verso Laxus, che incrociò le braccia e sbuffò.
-Eddai, ora siamo curiosi- insistette Evergreen. Laxus alzò gli occhi al cielo.
-Mi dovete una cena per questo racconto- li avvisò e Mirajane annuì subito.
 
*****Primo bacio*****
 
Era da un po’ che Laxus ci pensava ma non riusciva mai ad approfittare di una situazione. Sapeva da Evergreen che quando la ragazza si innamorava fantasticava di avere un primo bacio speciale, una dichiarazione d’amore degna di una fata e anche se Laxus fingeva sempre di non ascoltarla quando parlava di quelle smancerie, ultimamente aveva prestato attenzione. Non che fosse innamorato. No, affatto. Semplicemente voleva baciare Fried. Era un po’ agitato perché non sapeva come l’amico l’avrebbe presa ma cavolo, ultimamente gli pareva che anche l’amico fosse più vicino a lui. Insomma, il giorno prima Fried gli aveva dato un bacio sulla guancia. Se Laxus ci pensava sentiva ancora le farfalle allo stomaco e il rossore salirgli sulle guance. Ma era stato talmente veloce che Laxus voleva di più. Anche ogni volta che Fried gli spiegava le magie non riusciva più a stare concentrato, perché si perdeva a godere della sua vicinanza, delle loro braccia e mani che si toccavano, del profumo dell’amico e cavolo, Laxus in quei momenti voleva solo allungare un braccio e stringerlo a sé.
 
Quel giorno era il giorno della fioritura, in cui in gilda organizzavano una festa tutti assieme giocando al Bingo. Nessuno di loro aveva voluto partecipare e anche se il nonno lo aveva stressato a lungo, alla fine Laxus aveva preferito passarlo con i Raijinshuu lontano dal resto della gilda. Era stata Evergreen a trovare la posizione ideale, in modo da poter osservare i ciliegi arcobaleno pur stando lontani dagli altri ragazzi, in modo che nessuno li vedesse. Fried aveva preparato il cibo e Bickslow aveva portato un gioco da tavolo.
Il pomeriggio con loro fu piacevole e i ragazzi giocarono a diversi giochi da tavolo, finché non si fece sera ed Evergreen si alzò in piedi indicando loro gli alberi con i petali color arcobaleno.
 
-Guardate che belli!- esclamò con gli occhi che le luccicavano dalla meraviglia. I tre ragazzi si voltarono a osservarli.
 
-La natura sa essere meravigliosa- mormorò Fried con un leggero sorriso sul volto. Laxus si voltò verso di lui e sentì uno strano calore allo stomaco, il ragazzo sentendosi osservato si voltò e il biondo dissimulò il tutto incrociando le braccia.
 
-Che cazzata- bofonchiò.
 
-Vuoi sapere perché prendono quel colore? Dipende da una combinazione tra l’Ethernano e la linfa magica che scorre nei ciliegi proprio in questo periodo…- iniziò Fried prima che Evergreen gli sbattesse il ventaglio in testa.
 
-Non rovinare l’atmosfera- gli disse irritata e Fried le lanciò un’occhiataccia.
 
-Non sto rovinando niente-.
 
-A nessuno interessa delle tue chiacchiere- sbottò la ragazza -Goditi il paesaggio e basta- gli sibilò addosso.
 
-Guarda che la spiegazione della bellezza non toglie nulla alla bellezza stessa. Anzi, semmai aggiunge spessore e ti permette ammirarla meglio- le disse il mago delle rune convinto.
 
-Giuro, ti pietrifico-.
 
-Per una volta sono d’accordo con Evergreen- fece Bickslow. Fried sbuffò e incrociò le braccia.
 
-Come vi pare, rimanete nella vostra ignoranza- borbottò offeso. Laxus accennò un mezzo sorriso divertito e voltò di nuovo lo sguardo verso i ciliegi, ammettendo almeno a sé stesso che era un bello spettacolo. Si godette l’aria della sera finché Bickslow non rovinò tutto.
 
-Beh, continuiamo il gioco?- domandò.
 
-Razza di idiota, sta zitto e goditi il paesaggio- lo rimbeccò subito Evergreen -Queste cose non si vedono tutti i giorni-.
 
-Sono solo alberi- fece il mago Seith.
 
-Lo sapevate che i ciliegi di Magnolia sono considerati…- cominciò di nuovo Fried ed Evergreen si mise le mani tra i capelli.
 
-Giuro, siete due insensibili!- esclamò -Laxus, almeno a te piacciono?- sbottò sperando in un suo appoggio.
 
-Uhm…li vedi ogni anno- le fece notare.
 
-Ahhh, insopportabili. Uomini- sibilò e offesa si sedette lontana da loro accucciandosi e osservando i colori che brillavano nella notte. Fried e Bickslow si lanciarono un’occhiata sentendosi un po’ in colpa e poi i due frugarono nella sacca di Fried. Laxus li osservò un po’ confuso e vide che Bickslow stava tirando fuori un ramoscello con dei fiori di ciliegio colorati delle tonalità dell’arcobaleno. I due ragazzi si avvicinarono all’amica.
 
-Abbiamo preso questo per te- le disse Fried. Evergreen si illuminò in volto e sorrise loro.
 
-È bellissimo- disse con gli occhi luccicanti e i ragazzi soddisfatti la lasciarono sola mentre si godeva ancora per un po’ di minuti lo spettacolo davanti a sé. Laxus si chiese se avesse dovuto anche lui regalare un ramoscello a Fried e subito l’idea gli scaldò le guance. Scosse la testa per levarsela di mente e si concentrò sul gioco. Quando si fece abbastanza tardi i ragazzi decisero di tornare ognuno nella propria casa.
 
-Uhm…cosa stavi dicendo della magia dei ciliegi?- chiese Laxus a Fried quando rimasero soli a camminare per le strade di Magnolia. Il mago si illuminò in volto a quella domanda e cominciò a spiegargli entusiasta come funzionava la magia e il motivo per cui si coloravano in quel modo. Il biondo onestamente non ci capì molto ma rimase in silenzio ugualmente, la voce dell’amico lo rilassava ed era bello vederlo così allegro ed entusiasta, come ogni volta che parlava di magia.
 
-Quindi si può anche sentire la magia che scorre negli alberi- concluse Fried.
 
-Vuoi andare a sentirla da vicino?- gli propose Laxus e Fried alzò lo sguardo sorpreso.
 
-Oh…sarebbe carino- disse con un accenno di sorriso, così i due cambiarono direzione avvicinandosi a un ciliegio, stando ben attenti a non incrociare nessun loro compagno di gilda. Per fortuna a quell’ora c’erano poche persone in giro. Fried si avvicinò a un ciliegio e posò la mano sopra.
 
-Non vuoi sentire anche tu?- gli chiese. Laxus un po’ a disagio si avvicinò e posò la mano sull’albero.
-È come la meditazione, solo che devi concentrare la tua attenzione sulla mano- gli spiegò Fried. Laxus annuì e ci provò ma non era molto concentrato a causa del ragazzo lì accanto, Fried dovette accorgersene perché parlò di nuovo.
-Se chiudi gli occhi ti concentri meglio- Laxus seguì il suggerimento e chiuse gli occhi, cercando di allontanare i pensieri dell’amico e concentrarsi sulla propria mano, sentendo finalmente la magia scorrere sotto le sue dita. Sorrise leggermente e posò anche l’altra mano. Gli piaceva la sensazione della magia che gli scorreva nelle vene, perciò anche sentire quell’energia sotto le sue dita lo entusiasmava. Aprì gli occhi e si voltò verso Fried, che con un sorriso leggero lo stava guardando con le guance leggermente arrossate. Forse era solo il colore riflesso dei fiori di ciliegio.
 
-L’hai sentita?- chiese Fried e Laxus annuì staccando le mani dall’albero.
 
-Sì- disse, fece per mettersele in tasca, poi però cambiò idea. Non gli serviva nemmeno fare un passo in avanti, erano già abbastanza vicini. Posò una mano sul fianco di Fried attirandolo verso di sé un po’ troppo bruscamente, si chinò verso di lui e si fermò un attimo incrociando i suoi occhi, forse per essere sicuro che non si tirasse indietro. Fried però rimase immobile mentre i suoi occhi si sgranavano e un rossore correva sulle sue guance. Laxus a quel punto annullò la distanza tra loro e catturò le sue labbra.
 
Il bacio fu tenero e incerto, Laxus non era ancora sicuro che Fried lo volesse perché anche se l’amico non si stava tirando indietro non stava neanche ricambiando. A quel punto si separò, stava per tirare fuori una scusa quando sentì le braccia dell’amico avvolgersi attorno al suo collo e il corpo di Fried spiaccicarsi addosso al proprio mentre le loro labbra si incontravano di nuovo. Questa volta con più vigore, Fried muoveva le labbra come se non avesse aspettato altro e Laxus lo sentì chiaramente mentre si allungava verso di lui per avere un contatto maggiore.
Il biondo si ritrovò a sentire le dita di Fried sul suo collo, i loro petti che si scontravano e il sapore e il profumo di Fried sempre più intensi. Una scarica di adrenalina gli attraversò tutto il corpo e se lo strinse ancora più addosso euforico da quell’intenso bacio.
 
Tutto questo finì quando l’albero crollò addosso a loro. Laxus non ebbe nemmeno il tempo di accorgersene che i due ragazzi si ritrovarono distesi a terra con un tronco sopra di loro, Fried sotto Laxus e il biondo che boccheggiava per l’improvviso colpo alla schiena. Si guardarono un attimo negli occhi confusi e poi Fried parlò.
 
-Perché hai colpito l’albero?- chiese. Laxus sbatté per un attimo le palpebre ancora stordito sia dal bacio che dall’albero che aveva sulla schiena.
 
-Non l’ho colpito- disse dopo un po’ mentre con un braccio spostava il tronco da sopra di sé mettendosi seduto sull’erba e rendendosi conto che si era eccitato un po’ troppo. Dannazione, era colpa di Fried che gli si era spalmato addosso e lo aveva baciato così famelicamente. Non lo aveva previsto! Laxus osò lanciare un’occhiata a Fried, la cui espressione perplessa si trasformò in un sorrisetto divertito.
-Non è quello che pensi- ringhiò Laxus, mentre Fried ridacchiava leggermente e Laxus si sentiva sempre più imbarazzato e nervoso.
 
-Hai perso il controllo della tua magia- disse Fried con un leggero divertimento nel tono di voce.
 
-No. Fottiti- sbottò Laxus e fece per alzarsi ma una mano di Fried lo fermò.
 
-Scusa- disse lui -Non volevo, davvero- gli disse sincero e, nonostante avesse ancora un tono leggermente divertito, era rosso tanto quanto Laxus e, in fin dei conti, era stato lui a baciarlo così prepotentemente. Il biondo rimase perciò seduto scrutandolo negli occhi.
-Io…è stato bello- mormorò Fried mentre il volto si faceva sempre più rosso. Laxus non riuscì a trattenere un sorriso euforico e si chinò di nuovo su di lui, unendo per la terza volta le loro labbra.
**********
 
Laxus non si era soffermato troppo sui dettagli e di certo non aveva raccontato tutto ciò che aveva provato quando Fried gli si era spalmato letteralmente addosso, ma il fatto che avesse abbattuto un albero fu esilarante per tutti i compagni di gilda che risero divertiti. Laxus li guardò un po’ imbarazzato, ma gli bastò voltarsi verso Fried e vedere il suo sorriso dolce per fregarsene altamente. Il mago delle rune si sporse verso di lui.
-Perlomeno non ce lo dimenticheremo mai- gli sussurrò in modo che fosse l’unico a sentire e il biondo ridacchiò, quello sarebbe stato impossibile da dimenticare.
-Quindi da quel momento vi siete messi assieme?- chiese Mirajane curiosa.
-No-.
-E quand’è che vi siete messi assieme?- domandò Kana.
-Oh questo è un vero mistero anche per me- rise Fried e Laxus alzò gli occhi al cielo.
-Che intendi?- chiese Lucy confusa. Fried ridacchiò mentre Laxus sbuffò seccato.
-Questa si sta rivelando la sera in cui si sparla di me- borbottò il biondo affatto contento.
 
*****Vuoi essere il mio ragazzo?*****
 
Laxus osservava sconcertato Fried davanti a sé. Gli aveva appena tirato un pugno in pieno stomaco, e Laxus ancora non ne capiva il motivo.
 
-Quale cazzo è il tuo problema?- sbottò Fried e preparò un altro pugno pronto a colpirlo.
 
-Vuoi calmarti?- sbottò Laxus.
 
-Calmarmi? Ti prenderò a pugni finché non mi chiederai scusa- sbottò Fried.
 
-Scusa per cosa?- chiese Laxus confuso. Dannazione, Fried era davvero strano, e sì che lo aveva perfino difeso da quel bastardo che aveva provato a mettergli le mani addosso. Fried sgranò gli occhi.
 
-Non te ne rendi nemmeno conto! Mi hai messo in imbarazzo davanti a tutto il bar!- esclamò. Laxus inarcò un sopracciglio, non vedendo come lo avesse fatto. Si era solo messo in mezzo quando un ragazzo ci aveva provato con Fried, chiarendo a tutti i presenti che il ragazzo era suo. Ok, forse avrebbe dovuto evitare di prenderlo sulle spalle e uscire dal bar come se fosse un trofeo, ma cazzo, c’erano dei ragazzi che lo stavano guardando famelicamente non vedendo l’ora di strusciarsi addosso a lui. Tutto quello perché Bickslow aveva deciso di uscire in un locale gay, in modo che potessero divertirsi senza dover preoccuparsi che qualche ragazzo ci provasse con Evergreen. Laxus aveva pensato fosse una buona idea, prima che quel bastardo toccasse il suo Fried.
 
-Ho solo chiarito a tutti che sei mio-.
 
-Io non sono un oggetto!- sbottò Fried -E non sono tuo!- esclamò adirato. Laxus sbuffò seccato, si era spiegato male.
 
-Sei il mio ragazzo- precisò a quel punto. Fried lo guardò allibito sbattendo le palpebre confuso.
 
-Da quando, scusa? Non mi pare che ne abbiamo mai parlato- fece e Laxus si irrigidì. Passavano tutti i pomeriggi a baciarsi, ogni volta che si vedevano per allenarsi finivano per passare il tempo pomiciando ovunque si trovassero. Era ovvio che stessero assieme!
 
-È così e basta- grugnì irritato Laxus.
 
-Non è qualcosa che decidi tu da solo, dovresti almeno chiedermelo- sbottò Fried.
 
-Tanto avresti detto di sì- fece Laxus e con un ghigno gli si avvicinò facendolo indietreggiare con la schiena addosso al muro. Laxus posò il braccio sopra di lui bloccandolo con il proprio corpo e facendolo arrossire come solo lui riusciva. Osservò soddisfatto come deglutiva nervoso da quella vicinanza. Oh sì, Fried era suo, fine della questione. Poteva vedere da solo quanto si agitava in sua presenza.
 
-Non puoi darlo per scontato- obiettò Fried voltando lo sguardo. Laxus inarcò un sopracciglio.
 
-Avresti detto di no?- lo sfidò allargando il ghigno, notando come Fried stava combattendo contro sé stesso per non arrendersi. Ma si sarebbe arreso, era il suo ragazzo ed era ovvio che avrebbe detto di sì. “E se non vuole?” si chiese per un attimo in panico, ma non lo mostrò mantenendo gli occhi su di lui.
 
-Dato che ti sei fidanzato senza dirmelo, potrei mollarti senza dirtelo- ringhiò Fried a quel punto fissandolo di nuovo negli occhi. Laxus corrugò la fronte un po’ incerto, Fried era davvero arrabbiato. Si chiese se fosse stato troppo arrogante, ma cazzo, a Fried piaceva! Lo vedeva, Fried faceva qualunque cosa per lui! Però ora era arrabbiato. “Non mi lascerà” pensò in panico. No cazzo, no.
 
-Uhm… vuoi mollarmi?- chiese incerto. Fried incrociò le braccia.
 
-Non siamo nemmeno mai stati a un appuntamento!- esclamò Fried e Laxus inarcò un sopracciglio.
 
-Siamo usciti molte volte assieme- ribatté, seppur debolmente questa volta.
 
-Ma non erano appuntamenti! Non mi hai mai chiesto di uscire, mi hai solo preso e hai detto che avevi fame. Non puoi comportarti così!- esclamò Fried.
 
-Se non volevi venire potevi dirmelo- borbottò Laxus. Davvero non lo capiva. Bene, forse non gli aveva mai chiesto niente, ma comunque si vedevano ogni pomeriggio! Che cazzo, aveva un cervello ed era uno dei maghi più intelligenti che conoscesse, che capisse le cose da solo.
 
-Non è questo il punto- sbottò Fried e prese un respiro profondo -Se vuoi stare con me, dovresti chiedermelo e aspettare una mia risposta, non pretendere tutto come se ti fosse dovuto- disse più calmo. Laxus sbuffò. Odiava chiedere. Lui non chiedeva nulla. Lui ordinava e la gente lo seguiva, punto. Tese la mascella nervoso. Forse per Fried poteva farlo… No, Fried lo avrebbe seguito, glielo aveva promesso. Ma se avesse cambiato idea? Oddio, Laxus non poteva sopportare il pensiero che se ne andasse.
 
-Uhm… vuoi stare con me?- chiese a quel punto imbarazzato mentre le guance gli si arrossavano. Fried sorrise.
 
-Certo!- esclamò. Laxus emise un leggero sospiro di sollievo, poi però lo fissò malamente.
 
-Vedi che avevo ragione, avresti detto di sì!- sbottò. E lui si era pure preoccupato che lo rifiutasse!
 
-Non potevi saperlo- ribatté Fried -E se vuoi un appuntamento con me, faresti meglio a chiedermelo e magari chiedermi anche dove vorrei andare, non trascinarmi dove va a te- fece. Laxus grugnì.
 
-Bene, ti va di uscire a un appuntamento? E dove vuoi andare?- sbottò nervoso ignorando il calore che sentiva sul viso. Fried sorrise soddisfatto.
 
-Certo che mi va, e decidi pure tu il posto- rispose contento.
 
-Che cazzo, non serviva chiedertelo!- esclamò Laxus.
 
-Certo che serviva, adesso hai la certezza che va anche a me- gli disse Fried soddisfatto.
 
-Lo sapevo già- borbottò Laxus irritato. Maledetto Fried, lo aveva messo in imbarazzo per niente!
**********
 
-Le tue capacità sociali sono veramente imbarazzanti- rise Kana e Laxus alzò gli occhi al cielo.
-Oh che bello! Un amore nato da giovani!- trillò Juvia osservando una foto dei due ragazzi e poi la girò verso di loro, li rappresentava mentre dormivano assieme -Dormivate spesso assieme?-.
-Sì, li beccavo sempre- fece Makarov e Laxus grugnì.
-Vedi che ci spiavi, lì eravamo a fare un campeggio, ci hai seguiti- lo accusò e Makarov ridacchiò.
-Ero solo un po’ curioso e mi piaceva vederti ridere-.
Fried prese la foto che Juvia gli mostrava in mano, e sorrise teneramente. Anche se era strano pensare che Makarov li avesse seguiti era davvero contento di avere quelle foto, e quella in particolare gli ricordava i sogni di cui parlavano, il futuro che sognavano assieme quando erano giovani.
 
*****Il nostro futuro*****
 
Fried si svegliò rabbrividendo e si guardò attorno. Si ricordò di essere andato in campeggio con Laxus, ma il ragazzo non era più lì. Si mise seduto e afferrò il proprio intimo e il proprio pigiama vestendosi, sorridendo leggermente al ricordo di ciò che avevano fatto qualche ora prima. Ripensò a come Laxus lo aveva spogliato, a come lo aveva baciato, a come i loro corpi nudi erano stati a contatto, alle loro mani e a come si erano toccati intimamente. Era stato magico, la sera più bella della sua vita. Si sentì arrossire e si portò le mani davanti agli occhi, quasi ancora non credendoci. Laxus era stato così dolce e se Fried ripensava alle sue parole sentiva ancora il cuore battergli all’impazzata nel petto. Si ridestò dai suoi pensieri e uscì dalla tenda cercando il ragazzo. Lo trovò subito: era seduto in silenzio a pochi metri dalla tenda. Gli si avvicinò.
 
-Non dormi?- gli chiese e Laxus gli sorrise leggermente, tanto che Fried si sentì sciogliere.
 
-Pensavo- fece il biondo e Fried si accoccolò più vicino a lui, sentendosi arrossire quando Laxus gli passò una mano sulle spalle stringendolo al suo fianco. -Al nostro futuro-.
 
-Nostro?- balbettò Fried sgranando leggermente gli occhi. Quello era… bello.
 
-Sì, a quando diventerò il Master della gilda. Tu ci sarai, no?- chiese un po’ incerto.
 
-Certo!- esclamò subito Fried. Ci sarebbe sempre stato, glielo aveva promesso e anche se non lo avesse fatto gli sarebbe stato accanto comunque per sempre. Non importa cosa, lui voleva stare con lui, ovunque Laxus decidesse di andare.
-Diventerai il Master di Fairy Tail e ripoterai la gilda al suo splendore. Sarai il mago più potente di tutti e mostrerai a tutti la tua vera forza- disse emozionato.
 
-E tu sarai la mia spalla destra- disse Laxus -Saremo i due maghi più potenti- Fried lo osservò sorpreso. La spalla destra di Laxus. Si fidava così tanto di lui? Sentì il cuore riempirsi e annuì.
 
-Lo saremo- disse convinto.
 
-Saremo sempre assieme- disse Laxus. Fried sentì il cuore battere all’impazzata nel petto e annuì. Sempre. Non si sarebbero mai separati.
**********
 
Quel futuro non si era avverato. Avevano fallito, erano stati separati per un lungo periodo, avevano litigato, ma avevano superato ogni difficoltà ed ora erano lì assieme.
-Perché non lo avete detto a nessuno?- chiese Kana.
-Non pensavamo fosse necessario- spiegò il mago delle rune poggiando la foto nello scatolone per non farsi prendere dalla malinconia. Quando erano giovani e idioti e sognavano un futuro diverso, ignari delle difficoltà che avrebbero dovuto affrontare. Ma adesso Fried era contento del loro futuro assieme, e non avrebbe cambiato nulla.
-In effetti, anche secondo me è palese che stiano assieme- concordò Evergreen. Lucy non poteva che darle ragione e darsi della stupida per non essersene mai accorta. Aveva sempre dato per scontato che Fried stesse vicino a Laxus perché fosse solo lui ad avere una cotta, ma in effetti Laxus non era uno stupido e se glielo lasciava fare evidentemente aveva un interesse per lui. Inoltre, passavano tantissimo tempo assieme.
-Juvia ha una domanda- disse la maga dell’acqua a un certo punto e tutti si voltarono verso di lei -Quando vi sposerete?-.
La maggior parte dei ragazzi la guardò come se fosse impazzita. Ma d'altronde, si trattava pur sempre di Juvia, la romanticona per eccellenza. Lucy si voltò verso Laxus e Fried pensando che sarebbero stati imbarazzati, ma i due ragazzi stavano sorridendo tranquilli.
-Mi sorprendo che nessuno lo abbia ancora visto- disse Fried. Lucy corrugò la fronte, poi abbassò lo sguardo sulle loro mani incrociate e notò un anello al dito di Laxus. Sgranò gli occhi.
-Un anello!- esclamò senza riuscire a trattenersi. Il biondo ghignò.
-Oh mio dio!-
-Quando è successo?-
-Come glielo hai chiesto?-
-Tu Bickslow lo sapevi?-
-E tu Ever?-
-Hai chiesto prima al Master, vero?-
-Quando sarà il matrimonio?-
-Dovete assolutamente dirci tutto!- trillò infine Juvia emozionata.
Laxus e Fried si guardarono, pensando che quella sarebbe stata un’altra storia.





 
***********
Nota finale: Se qualcuno se lo chiede, ovviamente Bickslow ed Evergreen lo sapevano già ed hanno aiutato Fried nella ricerca dell’anello. E sì, Fried ha chiesto al Master prima di chiedere la mano a Laxus. Era da tempo che volevo scrivere una storia sui Raijinshuu e alla fine ne è uscita questa mini-long. Grazie davvero a tutti voi che siete arrivati fino a qui. Alla prossima <3
Angie

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