Extraterrestrial: Che La Guerra Abbia Inizio di IvanaAnkhese (/viewuser.php?uid=1176570)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Pianeta Nibiru
Il
tempio era silenzioso, le luci erano spente, il re era solo. Era tutto
tranquillo, niente faceva pensare che stava preparandosi il caos,
eppure qualcosa turbava il cuore del re. Egli si trovava in una stanza
dietro l'altare, ed era intento ad osservare una foto su una mensola in
basso. Nella foto vi era una donna di rara bellezza, seppur terrestre,
dai capelli biondi, gli occhi chiari e un dolce sorriso. Il re
sospirò: aveva un'aria abbattuta. Nel suo sguardo si poteva
leggere quanto egli avesse amato quella donna, e quanto gli mancasse.
Ma nei suoi occhi c'era anche un'altra preoccupazione. Improvvisamente
sentì dei passi dietro di lui : << Mio
signore...? >>, era appena entrato il suo consigliere. Il
re alzò lo sguardo e si voltò. Gli fece cenno di
poter parlare. << I nostri sono pronti. La guerra
è alle porte. >>, proferì quello.
Il re assunse un'espressione di rassegnazione, ma anche di forte
dispiacere, e rispose: << Lo so. Ma siamo stati per
troppo tempo in disparte. Questa volta dobbiamo fare anche noi
qualcosa. Dobbiamo aiutarli. >>. Il consigliere
capì subito che il suo re si riferiva alla Terra.
<< Ma...mio signore, con tutto il rispetto, ma cosa
c'entriamo noi con i terrestri?? >>, rispose quello
sorpreso. Il re si indispose, e lo fulminò con i suoi occhi
di ghiaccio, ma in modo garbato disse: << Questa
guerra coinvolge tutti. Con la Terra ci sono stati forti legami: alcuni
dei nostri figli sono per metà terrestri. E' nostro dovere
proteggerli. Sono nostri fratelli. E questo sarebbe anche un modo per
farci perdonare da Dio. Dobbiamo unirci alle Forze del Bene e
combattere. >>.
A quel punto il consigliere non ebbe il coraggio di controbattere, e
annuì. << Che mi dici degli altri?
>>, chiese il re. << Sono stati avvistati
dei Grigi...>>, rispose quello. << Tsk,
pedine! Sono comandati! >>, disse il re con disprezzo.
<< Già...invece i Rettiliani sono alleati
delle Tenebre...>>, continuò il consigliere.
<< Ah ma questa non è una novità!
>>, ribattè il sovrano. Poi, si
voltò di nuovo verso la foto della moglie, come per
continuare a pregare e non essere più infastidito, ma
quell'altro proseguì: << Ci è
giunta voce che il capo dei Rettiliani abbia inviato alcune sue
guardie, e che esse siano già sulla
Terra...>>. << Che collegamento ha con la
Terra? >>, chiese il re curioso. << Sembra
che questi soldati siano comandati da un ibrido...un
certo Kostyantyn...>>
. All'udire quel nome il re ebbe come una pugnalata. Sgranò
gli occhi e si irrigidì. Allora quel farabutto era
riuscito a farsi arruolare...! Egli odiava quell'individuo. Non poteva
perdonargli quello che aveva fatto. Così chiese prontamente:
<< Siete riusciti a intercettare mio figlio?
>>, ma il vecchio rispose: << No, sire, non
ancora, mi dispiace. >>. A quel punto il re
proferì: << E' una situazione difficile, ma io
confido in lui. Troverà aiuto. Magari riuscirà
anche a salvare qualcuno. >>. Poi il
consigliere si inchinò e lo lasciò solo.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Non sapeva dove si trovava. Forse in un'altra
dimensione...Di fronte a lei incominciò a intravedere una
sagoma...Era un uomo...o un ragazzo. Poi la vista si fece
più chiara. Era un ragazzo. Forse un po' più
grande di lei. Aveva i capelli castano chiaro, e degli occhi grandi e
azzurri, quasi trasparenti. Avrebbe potuto specchiarsi in quegli occhi!
I tratti del suo viso erano molto aggraziati. Sembrava un angelo! Lo
osservò meglio. Percepiva qualcosa di diverso da lei, ma
provava una sensazione piacevole. Nonostante non lo conoscesse, e non
sapeva se fidarsi di lui, non le sembrava minaccioso. Lui la guardava
con dolcezza, cercando di metterla a suo agio. Le sorrise. Poi non vide
più niente.
Si
risvegliò piano piano. Sentiva che il lenzuolo le si era
attaccato alla pelle, e quando aprì finalmente gli
occhi, vide che la luce del sole illuminava già la sua
stanza, e nonostante il balcone fosse aperto, non si respirava dal
caldo. Si sollevò lentamente: alzarsi la mattina era
diventato sempre più difficile. Era in un bagno di sudore!
Si sentiva un po' indolenzita, eppure non aveva fatto niente di
particolare ultimamente! Scese dal letto e raggiunse sua madre in
cucina. << Ma tu hai visto che caldo!? >>,
le disse la madre rientrando: aveva appena steso il bucato. Ivy si
lasciò andare sulla sedia come un sacco di patate,
limitandosi ad annuire. << Ti rendi conto che siamo a
Ottobre, e fa caldo come se fosse Agosto!?? E' la fine del mondo!
>>, continuava quella. Per Ivy non era poi
così insolito: a Napoli aveva sempre continuato a fare caldo
dopo l'estate, pure fino a Ottobre. Anche se indossavano ancora le
maniche corte, e questo non era mai successo prima! << E'
un caldo strano...non mi piace! Sta per succedere
qualcosa...>>, disse sua madre sospettosa. Ivy
già sapeva dove quella stesse per andare a parare! E in fin
dei conti, non le sarebbe tanto dispiaciuto: non succedeva mai niente!
Intanto c'era veramente qualcosa di strano: la ragazza non si sentiva
pienamente in forma, ed era come se le stesse tornando il ciclo
mestruale. Ma com'era possibile?? Le era terminato da poco! Forse era
colpa proprio dell'alta temperatura? << Tiempo 'e
terremoto!* >>, esclamò sua mamma. "Ecco!",
pensò Ivy. Si aspettava che lo dicesse! <<
Devo andare a controllare il sismografo! Ma tu quando scendi
all'Università?? >>, chiese curiosa alla
figlia, stuzzicandola. << Sta per uscire il calendario
delle lezioni! >>, le rispose Ivy risoluta. Quella
domanda le mise un po' di apprensione, così andò
a controllare sul sito. Il calendario era già apparso! A
quanto pare il giorno dopo le toccava scendere! Si ricominciava. Era
finita la pacchia!
Ivy
era rimasta colpita da quel sogno, anche se non le era sembrato un
semplice sogno! Le sembrava di avere visto per davvero quel ragazzo!
Finì però per pensare che si trattasse solo di
una creazione del suo inconscio, e che avesse semplicemente
sognato il suo ideale di ragazzo...eppure aveva smesso di credere
nell'amore già da un po' di tempo, e non desiderava
fidanzarsi! Cercò quindi di non darci tanto peso. Dentro di
sè, però, era a conoscenza della strana
"caratteristica" che lei e sua madre condividevano: i sogni premonitori.
*
"Tempo da terremoto"
Ciao a tutti! Finalmente sono
riuscita a scrivere il primo capitolo! Spero di aver suscitato il
vostro interesse! Vedo ancora pochissime letture...vi consiglio di
seguire questa storia!! ;) Inoltre, visto che tutto si svolge a Napoli,
vedrete di tanto in tanto delle espressioni tipicamente napoletane, che
io avrò cura di tradurvi (vedete sempre l'asterisco a fine
pagina!).
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Ivy
giunse a Piazza del Gesù tutta trafelata. C'era un sole che
spaccava le pietre. Si muoveva velocemente cercando di schivare quella
miriade di gente che normalmente affollava quel luogo. Indossava delle
ballerine rosa di plastica, che fasciavano perfettamente i suoi piedi
grazie a un elastico al loro interno. Di certo non erano le scarpe
adatte per fare una maratona come stava facendo lei! In un attimo i
suoi piedi erano diventati roventi. Il tessuto dei jeans le si era
attaccato alla pelle per il caldo, dandole un senso di pesantezza alle
gambe, e l'elegante camicetta ricamata era ormai zeppa di sudore.
Mentre percorreva la via verso la Caffetteria Scaturchio, il venditore
ambulante che di solito si aggirava per quella zona produsse uno strano
suono simile a quello di una trombetta o al verso di un uccello, e
sbraitò: << Sciò sciò
Ciucciuè!! * >>. Quel suono
stridulo penetrò nell'orecchio di Ivy che
sobbalzò spaventata, e quasi perse l'equilibrio urtando
qualche passante! << Che
bella jurnata ch'è schiarata! >>, disse
la ragazza tra sè e sè. Aveva anche fatto tardi!!
Finalmente
riuscì ad entrare a Palazzo Corigliano, sede
dell'Università L'Orientale. La lezione era già
incominciata! Quando Ivy entrò in aula la professoressa
stava parlando con un nuovo allievo. Straniero, forse. Alla ragazza non
importò molto, tanto era preoccupata di aver fatto tardi!
<< Scusate il ritardo!! >>, si
scusò. << Non si preoccupi! Dobbiamo ancora
iniziare. >>, le rispose l'insegnante. La ragazza scelse
il primo banco della prima fila. Sistemarsi per lei fu faticoso, a
causa di quel maledetto seggiolino rumoroso che bisognava abbassare con
la mano se ci si voleva sedere! Non sapeva neanche dove appoggiare il
suo zainetto, tanto che lo spazio era ridotto! Sentiva su di lei gli
occhi di tutti, infastiditi dal suo rumore. Moriva dall'imbarazzo. Il
ragazzo straniero era seduto proprio dietro di lei! La ragazza si
lasciò andare pesantemente sulla seggiola e i suoi lunghi
capelli caddero proprio sul banco del giovane. << Oh,
scusami!! >>, disse girandosi a stento per ritirare le
sue ciocche, senza degnare neanche di uno sguardo il ragazzo, che non
ebbe il tempo di risponderle. Egli però la guardò
con i suoi occhi chiari ma profondi. Sembrava che la conoscesse...!
La
lezione era appena finita. Ivy era contenta di tornare a casa: non si
sentiva tanto bene! Si fermò nell'androne di fronte al
portone spalancato, cercando di godersi quell'unico filo d'aria che
passava di lì. Aveva la bocca asciutta, strinse le labbra e
deglutì. Aveva
bisogno d'acqua. Quel caldo
terribile l'aveva stremata. Guardò per terra, e le
sembrò che il pavimento tremasse. Improvvisamente si
sentì debole, come se una forza la stesse attraendo verso il
basso, ed ebbe un mancamento. Qualcuno la afferrò per il
polso. << Tutto
bene? >>, le
chiese colui che l'aveva appena sorretta. La ragazza si girò
di scatto, e vide che era il nuovo arrivato! Avvertì un
brivido. Stranamente non sentì più tutto quel
caldo! La sua attenzione cadde sulla mano del ragazzo che l'aveva
stretta. Aveva una presa forte, ma delicata allo stesso tempo! Non
aveva sentito dolore. Ivy era rimasta colpita da quel gesto!
<< Sìsì, non ti preoccupare...!
>>, rispose. << Sicura..? >>,
insistette lui. << Sìsì,
ehm...è il ciclo...sai, a me fa così,
è normale!! >>, balbettò Ivy
spontanea. Il ragazzo la fissò con i suoi occhi magnetici,
poi le sue labbra si incurvarono in un sorriso, e le disse dolcemente:
<< Forse
devi bere! >>. << Sì,
giusto! >>, rispose lei. Così la
accompagnò al distributore di bibite. << Ivy, giusto?? >>, chiese
lui. << Mi chiamo Ivana, ma sì, puoi chiamarmi
Ivy. O anche Iva! >>, rispose lei mentre si chinava per
prendere la bottiglietta d'acqua. << Io sono Michael, ma
puoi chiamarmi anche Michele. Mia madre era italiana. Mio padre
è straniero.
Sono uno studente in Erasmus. >>, disse lentamente il
ragazzo, senza staccare gli occhi da lei. << Ah ho
capito! Quindi da dove vieni?? >>, chiese Ivy
incuriosita. << Da lontano...da molto lontano!
>>, puntualizzò sibillino, poi
continuò: << Ora però vivo qui.
>>. << Ah, bello! Parli benissimo
l'italiano! >>, rispose Ivana entusiasta.
<< Allora ci vediamo in questi giorni...!?
>>, tagliò corto, salutandolo. Il ragazzo
sorrise, e rispose deciso: << Certo. >>. La
guardò allontanarsi, e con uno strano scintillio negli
occhi, sorrise soddisfatto: non c'erano dubbi che l'avrebbe rivista! Doveva
darle un messaggio.
Durante
la strada verso la stazione della metropolitana a Piazza Dante, ad Ivy
sembrò di riavvertire quel tremore sotto i piedi, e di
percepire che dal marciapiede si sprigionasse un forte calore. Comunque
era stata contenta di aver conosciuto quel ragazzo, nonostante fosse un
tipo un po' strano! Eppure...quello sguardo...le sembrava di averlo
già visto!
Quando
rientrò in casa, in cucina la tv era accesa e trasmetteva il
telegiornale, che stava dando la notizia di leggere scosse di terremoto che
erano state avvertite a Napoli e in paesi limitrofi circa un'ora prima.
L'epicentro era il Vesuvio.
Allora non era stata solo una sua impressione. Ecco perchè
si era sentita male! Le aveva avvertite...!
In
quei giorni si era parlato dell'attività del
Vesuvio che stava intensificandosi sempre di più...ma cosa
sarebbe accaduto nei giorni successivi??
*
"Sciò sciò
Ciucciuè!!" è un'
espressione scaramantica esclusivamente napoletana per
allontanare il potere del malocchio e delle malelingue;
*
"Che bella jurnata ch'è schiarata!"
, cioè " Che bella
giornata che si presenta!" in
senso ironico, cioè brutta. E' un detto napoletano.
Ciao a tutti!! Scusate il ritardo
nell'aggiornare questa storia!! Spero con questo capitolo di avervi
affascinato un po' di più...Seguitemi!!
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