Cambiamenti di Sherry93 (/viewuser.php?uid=1037561)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 1
Le
montagne
erano perennemente innevate, le fissavo assorta dal balcone della mia
camera a
Skyhold. Quelle montagne che avevano osservato silenziose la mia
crescita, le
mie gioie e i miei dolori in quegli anni contro Corypheus e in questi
ultimi
tre assistito alla mia disperazione che si era tramutata in rabbia.
Rabbia
contro me stessa per non essere riuscita a fare di più e
contro l’unico uomo
che avrei mai amato in vita mia. Era già passato parecchio
tempo, ma i miei
sentimenti non mutavano, non guarivano, avevo provato, inutilmente. Mi
mancava,
anche se sapevo ormai chi era e cosa voleva fare, sarei stata sempre
sua, nella
mia breve vita da mortale.
-Yen
dobbiamo andare- disse Cassandra, a quelle parole sussultai
riscuotendomi dai
miei pensieri e mi girai verso di lei, mi guardava preoccupata, anche
se ormai
cercava di nascondere quel suo stato d’animo nei miei
confronti, come io celavo
il mio dolore che era sempre in agguato nel mio cuore.
Abbozzai un
sorriso -Tutto pronto quindi? È finita- risposi forse
sollevata, non lo sapevo
neanche io, forse avevo lasciato andare le poche persone che mi
sarebbero
rimaste vicino, ma era ora di fare il mio gioco, con le mie regole. Non
sarei
rimasta ferma ad aspettarlo. Un’aria gelida mi investii,
istintivamente posai
una mano sul moncherino, che mi dette una fitta, facendomi fare una
smorfia di
dolore.
-Yen stai
bene?- si avvicinò allarmata
-Sì
bene,
meglio muoversi, probabilmente nevicherà ancora- o piovuto
se fossimo stati a
valle, i dolori che ogni tanto si rifacevano sentire ci azzeccavano
sempre.
Avevo
sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi
buonisti che avevano
lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che
sparissimo. Corypheus era morto già da più di due
anni e non aveva senso. Abbiamo
un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori,
se
voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio
lo
avrebbe ucciso e non posso permetterglielo. Poteva essere potente in
modo
inimmaginabile il Temibile Lupo, avevo visto i suoi poteri in azione,
ma non
poteva nascondermi il suo vero essere. "Avevo dei piani" la risposta
che avevo ottenuto quando gli avevo chiesto cosa avrebbe fatto con gli
Dei
malvagi. Conoscendolo l'unico piano possibile sarebbe stato ucciderli
uno alla
volta e per uccidere un Dio ce ne vuole un altro, mi credeva tanto
ingenua? Ci
deve essere un altro modo per far si che il nostro mondo e
l’Oblio coesistano
senza fare una strage. Dovevo trovarlo, possibilmente uscendone anche
vivi.
Ora
però avevo
un’altra priorità. A causa dell'Ancora che stava
per uccidermi, Solas mi aveva
reciso il braccio per non farmi morire e gliene ero grata, non so che
magia
avesse usato, ma era stato indolore. La mia carriera di assassina era
però
finita, cosa avrei potuto fare con un braccio solo? Dovevo riaverne uno
nuovo e
l'unica soluzione possibile l’aveva suggerita Dorian. Andava
fatto anche se
significava rischiare la vita, non era una magia facile e anche se il
mago
aveva cercato di rassicurarmi, mi aveva posto davanti i rischi. Mi fido
ciecamente di lui e comunque ora che Solas mi ha abbandonato per la
terza volta,
cosa ho da perdere? Ero stanca, speravo che Leliana trovasse anche una
minima
traccia su di lui, ma le davo poche speranze, più tempo
passava e più si
allontanava da me, ma non mi sarei mai arresa.
Controllavo
le borse agganciate alla sella. Passai con la mano sul collo del
cavallo
affondando le dita nella criniera, guardai verso la scalinata che
portava nel
salone principale della fortezza. Mi aspettavo ancora di vederlo nella
biblioteca e nella stanza circolare posta subito sotto, dove i suoi
affreschi
erano rimasti immutati, e mi portavano alla mente solo i ricordi in cui
glieli
avevo visti fare. Quando restavo volentieri a fargli compagnia, ed a
studiare
la sua schiena che mi piaceva avere sotto le mani quando ci
abbracciavamo.
Avrei ancora voluto vederlo scendere le scale deciso, come aveva fatto
innumerevoli volte, dandomi l’impressione che si trovasse in
un posto che
conosceva da una vita. Ed era così, era sempre stato
così, ma non si era fidato.
Sospirai e chiusi gli occhi per un attimo, allontanando quei pensieri
con
forza. Mi guardai intorno un’ultima volta, ormai Skyhold era
deserta, piano
piano tutti se ne erano tornati alle loro vite, mancavamo solo noi due.
I sussurri
che mi tenevano compagnia da quando avevo bevuto dal Pozzo del Dolore,
intervennero con la solita voce roca. Rimbombandomi nella testa con la
loro
saggezza non richiesta. Ormai li avevo accettati e da un brusio
incomprensibile
erano diventati tutto sommato chiari. Parlavano sempre in elfico “Tarasyl'an” .
Sì, questo lo sapevo, Skyhold la
fortezza che stavo per abbandonare veniva anche chiamata ‘il
luogo che
custodisce il cielo’. Sarà perché era
in cima ad una montagna, talmente in alto
che si aveva l’impressione che lo toccasse. In questo caso
avrebbe custodito
anche i miei ricordi, non potevo andare avanti come avevo fatto
nell’ultimo
periodo.
-Ti aiuto?-
domandò Cassandra con i suoi occhi color nocciola puntati su
di me e i capelli
neri tagliati sempre corti, non si era mai fatta convincere a lasciarli
crescere.
-No, grazie.
Vorrei almeno continuare a salire a cavallo da sola- scherzai, con
quelle
parole infilai un piede nella staffa e tenendo le redini mi aggrappai
alla
sella, con una decisa spinta mi detti lo slancio. Ormai ci avevo preso
l’abitudine, le prime volte l’equilibrio non aveva
voluto collaborare, cercando
sempre di aggrapparmi con una mano che non avevo più. Questa
non era l’unica
cosa che mi metteva in difficoltà, ma per fortuna, avevo
perso il braccio
sinistro e non il destro, se no imparare anche semplicemente a mangiare
o
scrivere sarebbe stato un bel problema.
Era giunto
il momento di andare nel Tevinter. Mi misi in viaggio con Cassandra che
restò
volentieri al mio fianco, visto che fino a qualche giorno prima aveva
svolto il
suo compito di Mano Destra della nuova Divina della Chiesa di Andraste,
ma
aveva detto che sentiva il bisogno di un cambio d'aria, non la
sopportava e non
avrebbe continuato quel lavoro per nulla al mondo. Infatti Vivienne, la
prima
maga ad essere diventata Divina, aveva un carattere difficile da
sopportare,
neanche io amavo averla troppo intorno. Almeno avrei avuto compagnia e
qualcuno
con cui parlare, siamo sempre andate d'accordo ed ero felice che almeno
lei, la
mia amica mi fosse rimasta accanto. Gli altri una volta sciolta
l'Inquisizione
erano tornati alle loro vite e anche se mi dispiaceva, ero contenta per
loro. Sarebbero
ritornati operativi se avessi avuto bisogno e questo mi rincuorava.
-Allora,
dimmi, ne sei convinta? Assolutamente certa? Rasenta la pazzia e lo
sai- disse
Cassandra preoccupata.
-Lo so, ma
se non fossi tanto pazza, credi che mi sarei innamorata di un Dio? Ne
abbiamo già
parlato, andrò in fondo a questa storia che vi piaccia o no,
e non starò ad
aspettare Solas che scateni l'inferno per morire. Se devo rischiare di
morire
almeno lo farò a modo mio-
-Come vuoi,
magari se muori si rifarà vivo...-
Ridacchiai
-Cassandra
Pentaghast che fa dell'umorismo... devo proprio essere messa male...
scriverò a
Varric che la sua influenza su di te si fa sentire-
conclusi provocatoria
In risposta
fece uno dei suoi sbuffi disgustati -Per carità che Andraste
me ne scampi! Non
scrivergli nulla, se no ti ci faccio andare a piedi da Dorian!-
-Va bene! Va
bene!- risi non riuscendo a trattenermi, beccandomi così
un’occhiataccia.
Fu un
viaggio lungo, passarono parecchie settimane e più ci
avvicinavamo al Tevinter
più venivo guardata male, come un essere inferiore, da
quando ero diventata
l'Inquisitore non mi capitava ormai da parecchio, e nasconderne il
fastidio
veniva difficile. Per fortuna c'era Cassandra, almeno passavo per la
sua
schiava e nessuno osava importunarmi, ci mancava soltanto che perdessi
la
pazienza spaccando la faccia a qualcuno. Avevo già
abbastanza problemi.
-Non
dovrebbe mancare molto ormai, non ne posso più, ho la
schiena a pezzi-
accompagnò quelle parole mettendosi una mano su un fianco
massaggiandoselo.
Avevamo passato le giornate a cavallo tenendo un’andatura
normale, ma a tutto
c’era un limite. Eravamo sfinite.
-Anche io,
sicuramente siamo quasi arrivati, l’attenzione che mi porgono
non è per nulla
amichevole- meno male che avevo tolto i Vallaslin, se no è
come se avessi avuto
un cartello sulla schiena con scritto “Guardatemi”.
Chiusi gli occhi e
sospirai, maledizione, dovevo pensare proprio a quello? Sono
un’idiota! Non
voglio ricordare! Non ora!
Arrivati sul
confine, come da istruzioni, ci fermammo vicino ad una locanda
abbastanza
distaccata dalle prime case che costeggiavano la strada principale che
portava
al centro della piccola città. Legammo i cavalli
all’esterno ed entrammo
guardando attentamente gli avventori, dovevamo cercare un uomo con un
fazzoletto rosso legato al polso, ma per adesso non si vedeva.
-Sediamoci,
riposiamoci un po’, dubito che siamo già arrivate
e ho fame- proferì Cassandra
-Prendi un tavolo, io ordino qualcosa per entrambe- aggiunse, annuii
con un
cenno del capo e puntai al primo tavolo libero in un angolo, il
più defilato
possibile. Presi posto ed ebbi un po’ di sollievo, misi il
braccio sul tavolo e
posai la testa. Tempo qualche minuto e udii dei passi, alzai il viso
pensando
fosse la Cercatrice, ma mi ritrovai davanti un uomo piuttosto massiccio
armato
di spada che mi squadrò attentamente.
-Elfa, hai
visto il cartello fuori o non sai neanche leggere?- disse borioso,
continuava
ad osservarmi con uno sguardo lascivo. Non avevo notato nessun
cartello, ma
immagino cosa ci fosse scritto.
Prima che
potessi rispondere, una mano gli comparve sulla spalla -Qualcosa non
va?- disse
seria Cassandra
-Gli elfi
non possono entrare qua dentro-
-È
con me,
quindi fuori dai piedi- il tono avvertiva che era meglio fare come
diceva, ma
sarebbe stato troppo bello -Non può comunque stare qua o ve
ne andate o
potreste pagare perché me ne stia zitto-
Sospirai e
fissai Cassandra, doveva crederci proprio fesse. Presi da una tasca una
moneta
d’oro e la posai sul tavolo, allungò la mano per
prenderla, ma velocemente
estrassi il pugnale che portavo in vita conficcandoglielo nella mano,
bloccandolo così al tavolo. Urlò di dolore
-Puttana!- cercò di difendersi con
il braccio libero, ma la Cercatrice glielo bloccò dietro la
schiena.
Sembrava che
nessuno facesse caso a noi, mi alzai e tirai un forte pugno in viso a
quell’idiota. La mia amica approfittò
dell’attimo di smarrimento dell’uomo e
con un movimento fluido gli fece schiantare la testa sul tavolo. Tolsi
il
pugnale decisa dalla mano e scivolò sul pavimento
tramortito, mi ripresi la
moneta. Ci spostammo come niente fosse ad un altro tavolo libero, notai
l’oste
sogghignare.
-Potremmo
mai stare tranquille?- domandai sconsolata
Sbuffò
-Ho
perso le speranze, comunque tra poco si mangia-
-Bene, qualcosa
mi dice che abbiamo fatto un favore all’oste-
Ci sedemmo e
continuammo a cercare il nostro contatto. Speravo non ci fossero stati
imprevisti. Poco dopo arrivò una cameriera con le pietanze,
l’oste portò dei
boccali di birra -Questo lo offre la casa, per averci risolto un
problema-
disse contento
Sorrisi
-È
stato un piacere, suppongo rovinasse gli affari-
-Infatti,
non nego ci siano posti dove voi elfi non possiate entrare, ma la mia
locanda
non è tra quelle e i furbi ogni tanto saltano fuori,
soprattutto essendo sul
confine-
-La
ringraziamo- concluse Cassandra
-Se vi serve
qualcosa, chiedete pure- e se ne andò
Mangiammo
tranquillamente
-Pensavo,
Solas saprà che lo segui-
affermò seria
Bevvi e la
guardai da sopra il bordo del boccale -Sarei meravigliata del contrario-
-Quindi hai
già in mente qualcosa? Devi trovare un modo di passare in
vantaggio-
-Non ancora
e poi mi serve un braccio, mi sono stancata di farmi aiutare anche per
fare le
cose più semplici-
Restò
in
silenzio -A parte il braccio, ne vale la pena?-
La osservai
-Non riesco ad andare avanti Cassandra… - bevvi un po’ di birra, amara
come la mia vita -Da quando mi ha lasciato senza un motivo, avrei
dovuto
odiarlo, invece quando me lo sono ritrovato davanti, il solo vedere che
era
vivo…- strinsi più forte il manico del boccale
nervosa -Gli farò cambiare idea.
Devo, non potrei fargli del male…-
Posò
una
mano sulla mia stringendola -Quando lo trovi se non lo ammazzi prima
tu, lo
farò io-
Sorrisi
-Grazie, amica mia-
La
Cercatrice alzò lo sguardo spostando la sua attenzione -Ci
siamo-
-È
arrivato?- in risposta fece un cenno con il viso e mi voltai
leggermente, un
individuo incappucciato con un fazzoletto rosso sul polso. Feci per
muovermi,
ma Cassandra mi bloccò.
-Faccio io-
la guardai contrariata -Non te la prendere, ma ho già notato
un paio di persone
che aspettano una tua mossa per darti fastidio- sbuffai seccata -Tutto
tuo-
Si
alzò e
aspettai, poco dopo ritornò con il nostro contatto che prese
una sedia e si
mise tra noi due. Era una donna umana.
-Benvenute
in Tevinter, mi chiamo Aryal. Per raggiungere il nostro amico comune ci
vorranno ancora due giorni a cavallo-
-Io sono
Yen, lei è Cassandra. Andiamo allora, prima arriviamo meglio
è-
-Non volete
riposare? So che siete in viaggio da parecchio, è un bel
pezzo di strada dal
Ferelden a qui-
-Grazie, ma
proprio perché siamo in viaggio da settimane, vogliamo fare
il più presto
possibile-
-Come
volete, andiamo. Faremo solo una pausa a metà destinazione,
per far riposare
noi e i cavalli- disse Aryal
Altri due
giorni, che con la nostra guida passarono tranquillamente, con alcune
accortezze ci mimetizzammo tra la gente del luogo. Giunti a
destinazione Aryal,
si congedò, lasciandoci a degli altri sottoposti di Dorian e
venimmo scortate
in degli appartamenti molto lussuosi. Ci venne detto che il Magister,
era impegnato e di metterci a nostro agio. Il mago occupava quella carica da quando era morto suo padre, creando non poca confusione quando ne aveva l'occasione.
Ne
approfittai per fare un bagno, era da settimane che non ne facevo uno
come si
deve. Riempii la vasca e mi immersi, sentendo i muscoli rilassarsi
dandomi
sollievo. Chiusi gli occhi e volente o no, come mi capitava spesso, i
pensieri
mi portarono da lui. Maledizione, mi veniva sempre in mente, il suo
viso, il
suo sorriso, i suoi bellissimi occhi grigi che non mi sarei mai
stancata di
guardare, le sue labbra...basta! Sono stanca di questo dolore che ho al
cuore,
è come se mi avessero spezzato l'anima! Basta! Delle lacrime
mi rigarono il
viso, me lo lavai e uscii dalla vasca, l'acqua ormai era già
fredda. Mi guardai
allo specchio, passai la mano tra i capelli neri lunghi fino alle
spalle, prima
o poi li avrei tagliati, purtroppo mi mettevano in
difficoltà. Le mie iride
color ametista mi fissavano, lasciai scorrere lo sguardo sul corpo e
contemplai
la cicatrice sul moncherino, erano delle linee chiare che si diramavano
come i
rami di un albero, partivano dal punto dove una volta c’era
il gomito fino alla
spalla. Altri segni evidenti, con tutte le battaglie in cui ero stata
coinvolta, non ce n’erano, grazie sempre a lui, sempre pronto
ad aiutarmi ed a
guarire le ferite che mi erano state inferte. Non avrei mai pensato che
la più
dolorosa e inguaribile me la infierisse proprio lui, è una
tortura, spero di
andare avanti più di quanto ne sia capace, non posso
fermarmi né per me, né per
lui. E se lo trovo, quando lo trovo, Dio o no lo picchio! Questi ultimi
pensieri mi fecero distendere le labbra in un sorriso, ti picchio,
dovessi
trovarti anche solo per questo. Con un leggero sorriso sul volto mi
rivestii,
andava decisamente meglio, e Dorian era arrivato.
-Amica mia!
Bellissima come sempre vedo! E benvenuta anche alla nostra Cercatrice
preferita- gli occhi brillavano di gioia, sembrava secoli che non ci
vedevamo
di persona. Avevamo parlato più volte attraverso il
cristallo magico che mi
aveva regalato, ma così era tutta un'altra cosa.
-Dorian,
sarai pure un Magister, ma non ti trovo piacevolmente cambiato-
affermai con un
sorriso
-Per
cambiare me, penso non gli basteranno mille anni, andar bene...
comunque
parlando di cose serie, sei convinta? Non sarà una
passeggiata, te l'ho già
detto, ma hai il mio completo supporto-
-Me lo
domandi come se avessi alternative Dorian, il braccio mi serve, dovessi
farlo
anche solo per riempirlo di schiaffi, non ho ripensamenti!-
-Adesso ti
riconosco, amica mia, quindi prima di dilungarci in discorsi noiosi,
mettiamoci
a tavola, ne abbiamo tutti bisogno, vedo-
Mangiammo,
bevemmo e scherzammo come quando eravamo compagni a Skyhold, anche
Cassandra si
rilassò, per poi ritirarsi in camera per prima. Dorian
rimase con me a fissare
il fuoco del camino per qualche minuto e disse -Quindi, tra un paio di
giorni
cominciamo, so che sei curiosa, ma ti prego di non uscire, non vorrei
che
qualcuno ti importunasse, so che te la sai cavare, ma devi arrivare in
forma
per il grande giorno-
Lo osservai
e fu una di quelle poche volte che lo vidi serio e preoccupato -Dorian,
ho
piena fiducia in te, lo sai e non intendo morire prima di averlo
picchiato per
bene- abbozzai un sorriso, che lui non ricambiò rimanendo
serio -Fa ancora così
male? Se mi ritrovo davanti quel bastardo che ti sta facendo soffrire,
lo
incenerisco!-
Guardai
assorta il fuoco che scoppiettava -Non ha mai smesso di fare male. Ti
ringrazio
per il pensiero, ma l'onore di incenerirlo spetta a me-
Sorrise -Se
lo dici tu... per me finirete a letto- provocò malizioso
Sentii le
guance scaldarsi -Dorian!- esclamai imbarazzata
Si
alzò e
scappò fuori dalla porta -Buonanotte!-
Sospirai
divertita, a letto? Accidenti Dorian, non farmi ripensare a questo
desiderio
che mi affligge da quando lo conosco, non eravamo arrivati mai fino a
quel
punto e non posso negare che sia frustrante. Il mio spirito era
comunque sempre
legato al suo, volevo lui e basta, non volevo farmi toccare da altri.
Vhenan:
letteralmente significa "cuore". Viene usato come termine di
apprezzamento tra amanti.
Vallaslin:
scrittura di sangue. L'arte del tatuaggio adoperata da alcuni elfi
(Dalish) per
mostrare l'adorazione di un particolare Dio del loro Pantheon.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
CAPITOLO 2
Nei due
giorni di attesa recuperai le energie perse nel lungo viaggio, Dorian
mi spiegò
nei dettagli cosa avrebbe fatto di preciso. Era un incantesimo
complicato, che
avrebbe richiesto molto potere, dal mio DNA avrebbe ricostruito ossa,
legamenti, muscoli, nervi e pelle. L’operazione sarebbe
durata parecchio,
infatti non sarebbe stato da solo ad assistermi, ma aveva coinvolto
un’amica
fidata, che faceva parte del Magisterium con cui aveva formato il
gruppo dei
Lucerni per riscattare l’onore del Tevinter.
-Quindi
è
lei l’Inquisitore di cui mi parli sempre, è un
onore finalmente conoscerla-
-Lei
è
Maevaris Tilani, un Magister come me- la presentò Dorian
-L’onore
è
mio, ma chiamami pure Yen. Mi metto nelle vostre mani-
Tilani
sorrise -Faremo tutto il possibile, per riaverla tra noi-
-Bhe, dimmi
cosa devo fare- cercavo di rimanere tranquilla, ma iniziavo ad essere
un po’
nervosa.
-Andiamo
nella tua camera e siediti sul letto, abbiamo già sistemato
l’occorrente-
rispose Dorian, sentivo fisso il suo sguardo preoccupato sulla schiena.
Feci
quanto mi aveva detto, accomodandomi, mi ritrovai tra le mani un
bicchiere con
una sostanza azzurra, sembrava Lyrium liquido.
-Per
curiosità, questo sarebbe…?- domandai
-Bevilo e
poi sdraiati, ti farà perdere i sensi oltre a non sentire
dolore ed a evitare
infezioni, la ferita va riaperta…come ti avevo
già detto in passato Solas ha
fatto un ottimo lavoro, ha evitato che l’Ancora ti uccidesse,
ma che lo facesse
anche il tuo stesso corpo. Il braccio è stato suturato con
la magia alla
perfezione. Da quello che mi hai raccontato ha fatto tutto in pochi
minuti, ha
distrutto il marchio ed
evitato che
provassi dolore oltre al morire dissanguata…ci vuole una
quantità di mana
impressionante per fare tutto da soli. Sarò sincero,
l’operazione che stiamo
per fare ora verrebbe più semplice e veloce a lui che a noi,
visto che ha
conoscenze superiori a quelle di cui siamo al corrente-
spiegò serio, notai
anche un lieve nervosismo che stava cercando di nascondermi.
Non posso
più tirarmi indietro, non posso continuare ad aspettare, non
ho tempo. Sospirai
-Io continuo
a volerlo fare, sai il perché, non posso arrendermi
così, apprezzo tantissimo
l’aiuto che mi stai dando, ma ora io lo chiedo a te, vuoi
andare fino in fondo?-
notai Tilani, seguire attentamente la nostra conversazione
-Certo che
lo farò! Non intendo abbandonarti, ti ho proposto io questa
cosa e voglio che
ritorni a uccidere gente con la stessa agilità di prima, poi
se servirà anche a
picchiare quel bastardo, tanto meglio!-
Abbozzai un
sorriso e mi tolsi la maglia, rimanendo solo con i pantaloni e la fasciatura che
copriva il seno -Bene, ho
lasciato istruzioni a Cassandra nel caso…-
-Non dirlo
neanche!- venni interrotta dall’allarmismo di Dorian
-Lo
dirò
invece, ho scritto qualcosa a voi e una lettera in particolare per
Solas,
basterà farla trovare alle sue spie. Siamo stati attenti, sa
che sono in
Tevinter, ma non sa cosa stiamo per fare, sia che vada bene o male,
grazie a
tutti- fissai Tilani che mi fece un cenno del capo in risposta, e mi si
avvicinò -Posso?- chiese indicando il braccio che avrebbe
dovuto subire la
ricostruzione, assentii con un cenno del viso. Lo toccò
guardando affascinata
le cicatrici -È straordinario, l’ha già
detto Dorian, ma è stato usato un
incantesimo di guarigione notevole- infuse nel moncherino del potere
sondandolo
e divenne ancora più sorpresa -Questo…Solas,
giusto? Deve tenere moltissimo a
te-
Ero un
po’
imbarazzata -Da che cosa lo deduci?- chiesi curiosa
Sorrise -Bhe,
ti spiego, si sutura per fermare il sangue, ed è quello che
ha fatto lui, ma
buona parte dei nervi e muscoli viene distrutta, ma lui qui ha fatto in
modo
che potessi ricevere l’intervento che stiamo per fare ora.
C’è un sigillo
latente che ha protetto ogni componente del braccio, la ferita quando
andremo a
riaprirla non sembrerà vecchia di un anno, ma come se
l’avessi appena subita. È
una magia che si usa massimo per qualche ora, per esempio per spostarti
dal
campo di battaglia in una tenda. Qui è applicato da un anno,
io o Dorian non
siamo in grado di fare una cosa del genere-
-Capisco,
allora almeno per questo vi faciliterà il lavoro?-
-Sì,
non
dobbiamo revitalizzare nulla, che poi dopo un anno sarebbe stato
alquanto
difficile un esito positivo- la fissai sorpresa per poi abbassare lo
sguardo.
Mi stai proteggendo ancora? Stupido orgoglioso! Mi si
offuscò la vista per
delle lacrime che trattenni e ricacciai indietro -Grazie, per aver
chiarito
Tilani-
Bevvi quel
liquido color del cielo…un senso di nausea prese il
sopravvento, mi sdraiai -Potevi
avvisarmi che era disgustoso!- mi lamentai, udii Dorian ridere, ma come
se
fosse molto lontano, stava facendo effetto, divenne tutto completamente
buio.
Una fitta
atroce proveniva dalla spalla, penso fosse da quelle parti, volevo
urlare, ma
non ne avevo le forze, il cuore sembrava stesse per esplodere, di nuovo
un
senso di nausea, avrei vomitato dal dolore se fosse stato possibile,
percepivo
un bruciore intenso, non udivo nulla, le orecchie fischiavano,
ritornò di nuovo
tutto buio. Avevo sempre dolore, la spalla o il braccio, quello che
era,
pulsava, era quasi insopportabile, sembrava incandescente e diavolo se
faceva
male! Tenevo gli occhi chiusi e udivo delle voci, non capivo una
parola, faceva
freddo, avevo i brividi e la nausea, si fece di nuovo tutto buio.
Silenzio,
aprii gli occhi, non c'era nessuno, mi sentivo strana, confusa,
esausta, mi
colpii un tremendo mal di testa, di nuovo più nulla. Ripresi
i sensi, mi
sentivo normale, stavo bene? Ero ancora confusa, l’effetto
era identico a
quando mi ero presa la sbronza con Bull, mi sentivo normale, ma da
schifo. Un
tiepido calore sulla mano, voltai il viso per capire, accanto a me
Cassandra
che me la teneva tra la sue, le strinsi le mani sollevata, ero viva.
Era finita
anche questa. Si svegliò immediatamente e di colpo mi
abbracciò
-Sei viva!
Sei di nuovo tra noi!- esclamò con gioia
-Sono anche
io felice di rivederti Cassandra-
Aveva le
lacrime agli occhi, evento più unico che raro -Che giorno
è?- le domandai
-L'operazione
è durata due giorni, non so come mai, ma Dorian e la sua
amica sembravano
sconvolti, ma alla fine è andato tutto bene. I giorni
successivi hai avuto una
febbre molto alta, abbiamo rischiato di perderti, ma ti sei ripresa.
È passata
una settimana, grazie ad Andraste sei viva, se...se...- non
finì la frase e si
coprì il viso con una mano -Potrò finalmente
bruciare quelle lettere che mi hai
lasciato!- concluse con soddisfazione scaricando la tensione che
l’accompagnava
da giorni.
-Cassandra,
grazie- risposi con un sorriso -Dorian?-
-Dovrebbe
arrivare tra poco, passa due se non tre volte al giorno per
controllarti, e per
sua fortuna sei sveglia, se no lo ammazzavo!-
Sorrisi e mi
guardai intorno, alzai il braccio sinistro, lo guardai, toccai e piegai
le
dita, sembrava funzionare tutto correttamente ed era identico al mio
vero
braccio. Ci sarebbe voluto tempo per riprendere confidenza, soprattutto
a
tenere un pugnale.
Mi alzai un
po' -Aspetta! Sei ancora debole!- esclamò evidentemente
allarmata, come se da
un momento all’altro mi fossi rotta come un calice di vetro
-Tranquilla
Cassandra, voglio solo mettermi più comoda, per adesso di
alzarmi non se ne
parla- la rassicurai, mi sentivo bene, ma sfinita. Il mio corpo stava
ancora
subendo le conseguenze dell’operazione. Entrò
nella stanza Dorian, e il suo
sguardo si illuminò di gioia e sollievo
-Lo sapevo
che sei resistente!-
-Meno male
che lo sapevi tu Dorian!- sorrisi -Quindi, Cassandra mi ha fatto il
resoconto
di questa settimana e mi chiedo, perché eravate sconvolti?
Cosa è successo?-
Dorian mi
guardò titubante, prese una sedia e si mise di fianco al mio
letto.
-Allora
amica mia, diciamo che è successa una cosa, che non mi sarei
mai aspettato in
tutta la mia vita-
Iniziò
a
raccontarmi di come quando avessero quasi finito e la stanza fosse
intrisa di
una concentrazione magica così elevata, che il mio sangue ha
cominciato a
reagire, non so bene come spiegarlo, ma Dorian ha detto che
probabilmente il
mio sangue antico si è risvegliato. La cosa sbalorditiva
però non è stata più
di tanto questa, ma che il mio potere sopito, sembra infinito, ho un
energia
magica terrificante che farebbe invidia a qualunque Magister.
-È
strano
quello che ti è successo, se fossi stata una maga fin dalla
nascita da bambina
al tuo clan se ne sarebbero accorti…i tuoi
genitori…?-
Lo
interruppi -Ho dei genitori adottivi, Dorian, non ho mai conosciuto i
miei
genitori biologici, quindi tutto sarebbe possibile, ma come hai detto
tu non si
sarebbero risvegliati in età adulta-
Sospirò
-Bhe, è inutile discuterne ora. Quindi riposati il
più possibile, quando sarai
di nuovo in forma, metterò al tuo servizio il mio tempo
libero, non oso
immaginare che facce farebbero tutti quegli idioti dei miei colleghi,
se
venissero a sapere che il Magister Dorian Pavus ha come allieva, uno di
quegli
elfi che disprezzano tanto-
-Sarò
onorata di imparare dal migliore a controllare questo potere, ma prima
vorrei
imparare a fare le cose più semplici con questo nuovo
braccio-
Sorrise -Certo,
ci sentiamo tra po', riposati-
-Ah
Dorian…-
lo richiamai e si voltò -Tilani ha detto che c’era
un sigillo, Solas ha sentito
che è stato spezzato?-
-No, non
rimane un collegamento con chi l’ha lanciato, se non lo viene
a sapere dalle
sue spie, non sa ancora del braccio e come sai qui non può
entrare nessuno a
parte me-
-Bene,
ringrazia ancora Tilani da parte mia-
I giorni
passavano
lenti, le mie condizioni miglioravano. Finalmente potei abbandonare il
letto e
camminare un po', un bel bagno e mi sentivo come nuova, iniziai ad
esercitarmi
a tenere in mano il pugnale. La mano funzionava divinamente, dovevo
abituarmi a
sentirla come mia e non come un corpo estraneo, ma per quello ci voleva
tempo.
Tiravo
giù
vari libri dagli scaffali a caso, leggendo quello che trovavo mi
capitarono tra
le mani manoscritti sull'Oblio, argomentati in modo assai contrario e
diverso
di come lo avevo conosciuto con Solas.
Solas,
almeno una volta al giorno pensavo a lui, spero che stia bene e che non
stia
architettando qualche altra pazzia, almeno se lo deve fare lo voglio
ritrovare
prima. Mi manca, mi manca terribilmente. Sfogliai le pagine,
ritrovandomi
davanti un disegno di un demone dell’orgoglio, restai a
fissarlo e mi si parò
davanti il ricordo del viso di Solas furioso e poi profondamente
afflitto.
Saggezza. Lui sta resistendo anche senza il tuo aiuto, sono sicura che
gli sei
stata di supporto e conforto per molti anni. Quel giorno avrei tanto
voluto
riuscire a salvarti, solo per lui, magari mi avrebbe mostrato ancora
quel
sorriso che adoravo, invece mi hai fatto scoprire il suo odio e la sua
ira.
Alla fine non lo avevo fermato. Io non mi sarei fermata. Era stata
vendetta,
giustizia o entrambe?
Cominciai
con Dorian ad esercitarmi nei primi incantesimi, all'inizio non fu
facile
prendere confidenza con tutto quel potere. I sussurri del pozzo del
dolore mi
stavano aiutando come mai avevano fatto prima e per la gioia di Dorian
imparavo
in fretta, molto in fretta.
Ero seduta
su una poltrona di fronte al camino -Cassandra, qualche traccia?
Qualunque
cosa, che mi permetta di trovarlo, Leliana non ha trovato nulla? Lui
può
sparire così, ma non penso che gli elfi che ha al suo
servizio possano fare lo
stesso facilmente!- avevo detto quelle parole rassegnata, mi stavo
deprimendo,
non andava bene, mi sembrava di perdere tempo, ne avevo già
lasciato passare
fin troppo. Tra lo scioglimento dell’Inquisizione, la ripresa
delle nostre vite
perché sembrasse tutto normale e l’infiltrazione
delle nostre spie, che era
stata tutt’altro che semplice senza più alleanze
ufficiali, è già passato un
anno! Mi alzai e guardai fuori dalla finestra, arrabbiata, continuavo a
essere
arrabbiata. Perché? Perché non mi aveva portato
con lui? Era una mia scelta e
volevo aiutarlo a portare quel peso, non voglio che affronti tutto
questo da
solo! Stupido orgoglioso! Perché mi vuoi proteggere fino a
sparire dalla mia
vita? Pensi davvero che riuscirei a dimenticarti?
-Vado in
giardino ad esercitarmi, rischio di far esplodere qualcosa…-
mi diressi verso
la porta come una furia.
-Yen...mi
dispiace...- rispose triste
Mi voltai
verso di lei -Non è colpa vostra Cassandra, so che state
facendo il possibile,
perdona questi miei sfoghi- presi i pugnali, il mantello e mi misi il
cappuccio, avevo cambiato idea, avevo bisogno di camminare, dovevo
trovare un
posto dove stare da sola, volevo provare più seriamente il
potere che mi
sentivo scorrere nelle vene. Ne sentivo il bisogno, era come cercare di
domare
un drago e i sussurri incitavano questa mia sete di sapienza. Dorian
faceva
molto per me, ma i sussurri mi stavano insegnando a conoscere appieno
questo
potere, più imparavo più ormai li capivo
perfettamente. Mi capitava, anche
senza accorgermene di rispondere nell'Antica Lingua, stavo cambiando.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 3
In strada
cercai di non farmi notare, non volevo guai. Mi diressi fuori
città, osservai
le distese di campi che arrivavano fino al limitare del bosco, scorsi
qualche
contadino. Abbandonai la strada maestra raggiungendo il fiume, lo
seguii e
cominciai ad inoltrarmi nella foresta, finché non rimasi
finalmente sola. Circondata
dagli alberi e sola. Da quanto tempo non mi capitava? Sembrano passati
secoli
da quando era una cosa perfettamente normale e abitudinaria quando ero
al clan.
Aprii il
palmo della mano di fronte a me e concentrai il mana, dando vita a una
fiammella. Restai ad osservarla, non avrei mai immaginato di poter un
giorno
fare una cosa del genere. La cosa sconvolgente è che mi
veniva naturale come
respirare, come se lo avessi sempre fatto.
All’improvviso
udii dei rami spezzarsi, chiusi a pugno la mano, annullando la magia e
mi
voltai.
Mi ritrovai
davanti una ragazzina di dieci anni, capelli biondi e iridi azzurre,
che mi
guardava allarmata, aveva il fiatone, ed era visibilmente spaventata.
Altri rami,
urla di uomini, stava per scappare via, ma la presi per un braccio
tirandola
dietro la mia schiena come per nasconderla, le sue piccole mani si
aggrapparono
alla mantella. Poco dopo la fonte del rumore precedente ci raggiunse.
Degli uomini
umani furiosi mi posarono gli occhi addosso e sorrisero
-L’abbiamo
trovata!- urlò uno dei due, ne vidi comparire poco dopo
altri, li osservai,
erano armati. In quattro per dare la caccia ad una bambina? Li studiai,
spada,
pugnali, arco e ancora una spada. Dovevo proteggerla ma se mi muovevo,
l’avrei
lasciata scoperta, che fare?
-Dacci la
mocciosa!- ringhiò uno
-Mi chiedo
perché
mai tutto questo per una semplice bambina- risposi pacata
Un altro
ridacchiò -Una donna?-
-Togliti il
cappuccio bellezza!-
Il
più
vicino si fece avanti velocemente, sentii la bambina stringermi ancora
più
forte, estrassi un pugnale e puntai alla testa, l’uomo lo
schivò per un soffio
e si fece indietro, una linea di sangue gli comparve sulla guancia.
-Bastarda…-
si passò una mano su di essa per poi fissare il sangue che
gli era restato
sulla mano, si fece cupo per poi fissarmi minaccioso. Stava per rifarsi
in
avanti, ma un suo compagno lo bloccò
-Ci penso
io, mi piacciono quando sono così aggressive- e mi
guardò attentamente -Penso
proprio che mi divertirò quando ti avrò preso-
Decisi di
attirare l’attenzione su di me, se erano schiavisti, un
adulto doveva valere
più di una bambina. Sfilai il mantello lentamente, mi
guardarono profondamente
compiaciuti, mi inginocchiai e coprii la bambina con la mantella
fissandola in
viso con un sorriso accennato, era terrorizzata
-Chiudi gli
occhi e copriti le orecchie, va bene? Promettimelo- sussurrai,
annuì con un
cenno del viso
-Che fortuna
ragazzi, è pure un elfa! Ed è uno schianto! Dopo
ci divertiremo un sacco e ne
faremo anche un guadagno-
-A te
toccherà per ultimo, visto che ti sei fatto scappare la
mocciosa da sotto il
naso-
Erano
disgustosi,
mi stavo per alzare, ma la bambina mi trattenne con una mano dalla
manica
-No…ti
faranno del male…come alla mamma…- gli occhi le
si riempirono di lacrime e
tremava. La mamma? Quei bastardi hanno…una rabbia enorme
emerse -No, non lo
faranno piccola, tu fai quanto ti ho detto, andrà tutto
bene, promesso-
Mi alzai e li
fissai fredda, con odio e disprezzo
Risero -Guardate
che occhi ragazzi, crede di far paura!-
-Hanno
sempre tutte quella faccia prima, poi invece urlano chiedendo
pietà-
Estrassi anche
il secondo pugnale, sarei stata veloce, molto veloce. Erano anche
disposti
perfettamente, mi stavano sottovalutando e le gole erano tutte
scoperte. Morti che
camminano.
Mi celai
nelle ombre e mi spostai velocemente su di loro, passai la lama da uno
all’altro.
Un fiotto di sangue sgorgò dalle gole, inondando il terreno,
i corpi caddero a
peso morto sul loro stesso sangue. L’unica cosa rimasta,
un’espressione di
sorpresa sui loro volti. Pulii le lame sui loro vestiti per poi
rinfoderale. Mi
voltai verso la piccola elfa che stava facendo quanto le avevo detto,
mi
avvicinai coprendole gli occhi con una mano, si irrigidì
impaurita.
-Vieni, tra
poco toglierò la mano- dissi dolcemente, la spinsi lontano
da quel lago di
sangue, fino al limitare del bosco. Mi inginocchiai di nuovo alla sua
altezza
posandole le mani sulle spalle -Puoi aprirli ora- mi osservò
attentamente e poi
si guardò intorno -Quegli uomini…- disse esitante
-Non
torneranno più- almeno aveva smesso di tremare
-Da’len, i tuoi genitori?- non
avrei voluto chiedere, ma non potevo lasciarla lì.
Abbassò
lo
sguardo afflitta, non rispondendo -Non sai dove andare, vero?-
Annuì
con un
cenno del viso. Le tolsi la mantella, era troppo lunga e avrebbe
rischiato di
inciampare.
-Facciamo
così, la vedi la strada?- e la indicai, annuì di
nuovo e abbozzai un sorriso
-Da quella
parte entri in città e vai alla casa che ti descrivo,
lì sarai al sicuro-
-Da sola?
Ma…-
rispose spaventata, l’avrei accompagnata, ma non potevo
tornare, non per quello
che avevo in mente.
-Non ti
preoccupare, ce la farai, anche prima sei stata bravissima!- la
incoraggiai
Abbozzò
un
sorriso, presi da una delle tasche una moneta di rame e la strinsi
nella mano,
con un piccolo incantesimo incisi sul metallo il simbolo
dell’Inquisizione
-Una volta
che sarai arrivata, chiedi di Dorian e Cassandra e dagli questa moneta,
dì loro
‘non cercatemi e prendevi cura di questa bambina’-
Annuì
di
nuovo, ma le feci ripetere più volte quello che le avevo
detto, poi la osservai
allontanarsi finché non sparì alla mia vista,
sospirai, ero un po’ preoccupata…non
le avevo neanche chiesto come si chiama…
Tenni la
mantella piegata sul braccio e feci la strada a ritroso, mettendo
più distanza
possibile tra me ed i cadaveri di quelle bestie. Una idea strana mi era
venuta in
mente, più che strana, pazza. Voleva giocare a nascondersi?
Voleva sparire?
Bene, ma non mi avrebbe controllato, così da sentirsi meno
in colpa, così da
vedere che ero viva e stavo bene. Questo non sapere cosa sta facendo e
dov'è,
mi sta uccidendo lentamente, è ora di dare un taglio al
passato.
Posai il
mantello a terra, presi un pugnale e lo lavai nel fiume, lo portai poi
ai
capelli, tagliandomeli. Li avevo fatti crescere fino alle spalle in
questi tre
anni, ritornai così al mio vecchio stile da cacciatrice
Dalish, in combattimento
erano più funzionali. Con una magia cambiai il colore degli
occhi e dei
capelli. Da viola a grigi, e da neri ad un biondo chiarissimo. Mi
osservai nel
riflesso del fiume che scorreva tranquillo, bene, difficilmente sarei
stata
riconosciuta per l'aspetto. Indossai il mantello e mi incamminai sempre
più in
profondità nella foresta, sapevo che non molto lontano ci
sarebbe stata la
prossima città, ci eravamo passati con Aryal
all’andata. Avrei tenuto i
pugnali, non potevo separarmene, ma avrei ripreso in mano l'arco, avevo
dovuto
imparare per forza quando ero ancora al clan, ero un po' arrugginita,
ma mi
sarei adattata.
Yen, non
potevo continuare ad usare il mio nome, troppo particolare e insolito,
un nome
comune sarebbe stato perfetto. Sospirai, comune? Sorrisi, no non potevo
avere
un nome comune, non faceva per me.
Giochiamo un
po' Solas, giochiamo Temibile Lupo, ti avrei trovato fosse stata
l'unica e l’ultima
cosa che avrei fatto in vita mia. Fen suonava bene, richiamava il suo
nome,
Fen'harel.
Il mio nome,
il mio passato, sarei scomparsa da tutti, ho fatto la mia mossa e non
intendo
perdere. Non sarebbe finita così tra noi due, non te lo
permetto.
Verso sera
cominciai ad intravedere le luci della città, era
già tardi e cercai una
locanda per la notte. La gente iniziava a rientrare in casa, mi diressi
verso
il quartiere degli elfi, 'Locanda Povis' non era messa benissimo, ma
piuttosto
che dormire per strada o nel bosco, non erano clementi le temperature
in quel
periodo dell'anno. Entrai, una semplice locanda, qualche bevitore
abitudinario,
mi avvicinai al bancone.
-Avete una
camera?-
Venni
osservata dall'oste -Certo, qualcosa da mangiare?-
Sorrisi
-Perché
no? Cosa propone il cuoco stasera?-
Sospirò
e si
rilassò, abbassando la guardia -Stasera mia moglie, ha fatto
una zuppa di
radice elfica-
Presi posto
su uno sgabello e posai due monete d'argento sul bancone -Non vedo
l'ora-
Poco dopo,
mi fu servita una minestra, il profumo era invitante,
l’assaggiai. Non era
male, avevo mangiato di peggio quando restavamo
accampati e le scorte stavano finendo.
-Non sei di
queste parti vero?- domandò una voce maschile alle mie spalle
-Devo
rispondere?- non dirmi che è un problema in
arrivo…
Una figura
si sedette su uno sgabello affianco a me, lo osservai con la coda
dell’occhio,
capelli castani e iride ambrate, che sfacciatamente continuavano ad
osservarmi,
lo ignorai.
-Quindi sei
da sola? Non è pericoloso?- domandò innocentemente
-Posso
assicurarti che l’unico che potrebbe trovarsi in pericolo sei
tu- risposi
tranquillamente
Ridacchiò,
finii di mangiare e mi venne indicata la camera, mi affacciai ad un
corridoio e
lo percorsi per qualche metro. Venni bloccata da un braccio e mi voltai
seccata, ritrovandomi l’elfo di prima.
-Cosa posso
fare per te?- domandai infastidita
Si
avvicinò
ad un palmo dal mio viso -Secondo te?-
Idiota, li
trovo tutti io o ce ne sono in giro troppi. Gli posai una mano sul
petto
spingendolo con forza indietro e sfilando decisa il braccio dalla sua
presa -Trova
qualcun’altra- e mi voltai dirigendomi a letto. Mi
sorpassò bloccandomi la
strada, lo fissai infastidita -Hai capito cosa ho detto? Togliti di
torno- gli
passai di fianco, ma venni spinta contro al muro. Sospirai, perdendo la
pazienza, ero stanca e odiavo tutta quella confidenza. Si
chinò tentando di
baciarmi, in risposta gli tirai una testata, urlò sorpreso
lasciandomi andare. Si
affacciò l’oste preoccupato e guardando severo il
ragazzo -Tu fuori da qui! Quante
volte te lo devo dire?- poi si rivolse a me -Mi dispiace,
io…- lo interruppi -Fa
nulla, ma tenetemelo lontano- e lo fissai minacciosa, si stava tenendo
la mano
sul naso, notai qualche rivolo di sangue.
Finalmente
raggiusi
la camera, squallida, ma pulita, era già qualcosa. Mi stesi
e mi passai una
mano sulla fronte. Non amavo quel colpo, anche se era stato il
più efficace in
quel momento. Chiusi gli occhi e
più
velocemente del previsto mi addormentai.
Una foresta,
ma che sorpresa…la conoscevo o almeno avevo imparato a
riconoscere quel luogo,
continuando a sognarlo nell’ultimo anno. Osservai i dintorni
e vidi quello che
mi aspettavo, un lupo, parecchio grande, con un folto manto nero e
innumerevoli
occhi rossi, intelligenti e tristi. Le prime volte, avevo sempre
cercato di
raggiungerlo, con il solo risultato che spariva alla mia vista, quindi
alla
fine avevo imparato a mantenere le distanze, visto che era quello che
voleva.
Gli parlavo, ma naturalmente non ricevevo mai risposta, si limitava ad
osservarmi.
Provai di
nuovo ad avvicinarmi e per mia sorpresa, rimaneva dov’era, mi
passai una mano
tra i capelli. Stupido, ora che non sapevi dove fossi, ti preoccupi?
-Non riesci
a lasciarmi andare, ma lo dovrei fare io?- distolse i suoi occhi da me,
incredibile riesce a farmi arrabbiare anche nei sogni! Non avevo mai
provato ad
usare i miei poteri in un sogno, non ero Solas, lasciai perdere, prima
di fare
qualche danno. Visto che non si allontanava, mi sedetti accanto a lui e
mi
sdraiai.
-Tanto non
dirai niente come al tuo solito e io non ho nulla da dirti, svegliami
dopo, non
vorrei dormire troppo- si girò verso di me, guardandomi
divertito, lo ignorai.
Mi svegliai,
stava sorgendo il sole, maledetto è prestissimo! Cercai di
dormire ancora un
po’, senza successo. Scesi e chiesi informazioni -Chi
è il migliore a costruire
archi?-
L’oste
mi
guardò incuriosito -Amos è il migliore, come li
fa lui non li fa nessuno, hanno
una potenza sbalorditiva- mi feci indicare dove si trovava,
uscì e mi avviai.
Quella zona era povera, vedere la mia gente costretta a servire un
popolo che
si riteneva superiore, mi irritava, non che nei campi Dalish si vivesse
meglio,
una vita basata su leggende distorte nel corso dei secoli. Trovai la
bottega,
entrai e notai un elfo intento a levigare del legno.
-Ho bisogno
di un arco, Amos?- alzò lo sguardo, non rispose e
continuò a lavorare, appoggiò
gli attrezzi e mi osservò, era un elfo di età
ormai avanzata, ma i suoi occhi
erano vigili e attenti.
-Un arco dici?
Vedo degli ottimi pugnali o non sarebbe meglio un bastone da mago?-
trattenni
la sorpresa e sorrisi, quell'elfo era più di quello che
dimostrava.
-Perché
un
bastone da mago? Nel Tevinter gli elfi non possono praticare la magia,
non mi
serve- mi studiava con attenzione.
-Il
mio istinto mi dice che stai cercando un’arma
particolare, non un semplice arco, da’len. Un arma che
è in grado di far
scoppiare una guerra o una ribellione, sbaglio?-
Lo ascoltavo
attenta, chi era? Mi avvicinai e mi appoggiai ad uno stipite.
-Per adesso
mi limiterei a cambiare la mia vita, hahren- risposi, senza
sbilanciarmi, non
volevo far notare l’agitazione che mi stava assalendo
Ridacchiò
-Cambiare
la propria vita è un inizio, soprattutto per una ragazza
giovane- si alzò e si
spostò nell'altra stanza, ritornò poco dopo con
un arco particolare, stupita lo
osservai, dove l'ha preso? Ho visto solo una volta quegli archi ed era
al
Tempio di Mythal. Me lo porse e lo presi, sapevo già essere
ottimo.
-Un arco
eccezionale, i miei complimenti, lo prendo-
Sorrise -Mi
sembri una ragazza talentuosa, l'arco te lo regalo. Se vuoi cambiare la
tua
vita, andrei fuori città, vicino alle rovine elfiche, dovrai
stare attenta
però-
Stavano
armando gli elfi? Non so se era destino o fortuna, Leliana non aveva
trovato
nulla da un anno, e io in un giorno forse avevo trovato una pista?
-Ti
ringrazio, mi domando come tu faccia a vivere se regali oggetti
così
preziosi...-
Abbozzò
un
sorriso -Ormai sono vecchio, ho già tutto quello di cui ho
bisogno-
-Dareth
shiral- uscii in strada, ero agitata. Rovine elfiche prossima tappa.
Dareth shiral: addio
Hahren: anziano, termine usato come
forma di rispetto dai giovani
Da’len: bambino/a
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 4
Un silenzio
innaturale, il cinguettio degli uccelli era assente. Andai al centro
delle
rovine come una sprovveduta, mi avrebbero visto bene. Una freccia venne
scoccata ai miei piedi, osservai i dintorni. Bene, bene, elfi con archi
come il
mio, avrei dovuto risalire dai bassi fondi per arrivare in cima fino a
lui.
-Chi ti
manda?- li esaminai, sembravano dei banditi -Amos- risposi, erano in
cinque,
neanche troppi, un paio erano rimasti nascosti, ma non sprovveduti.
Mi
osservarono dalla testa ai piedi -Mi ha detto di venire qua se volevo
cambiare
la mia vita-
Sorrisero
-Dipende cosa intendi per cambiamento...-
-Me lo
domandavo anche io in effetti, ma vi ascolto, sarei interessata- molto
più
interessata di quanto possiate immaginare, la cacciatrice che
è in me, era
eccitata, dopo un anno provavo ancora quel piacevole brivido che la mia
preda
non fosse così lontana come sembrava. La fiamma della
speranza dentro di me,
che tendeva giorno dopo giorno a morire, aveva avuto un guizzo di
vitalità.
-Siamo
un gruppo molto più esteso e siamo
stanchi di fare da schiavi agli umani, ti sto proponendo di combattere
per la
libertà-
Continuai a
fare l'ingenua -Spero davvero che siate più di sette, se no
la vedo difficile-
L'elfo mi
guardò sorpreso -Hai già avuto modo di
combattere, suppongo-
-Ho avuto le
mie guerre personali- fece un cenno ai due elfi nel bosco che uscirono.
-Perfetto,
vedi quella statua di lupo? C'è un pulsante premilo e buona
fortuna- sorrisi,
ero sulla strada giusta.
Il gruppo di
elfi sparì nel bosco, mi avvicinai alla statua e premetti il
pulsante, si
spostò di lato, scale, avevo già visto un anno fa
un meccanismo del genere,
scesi e percorsi il corridoio, altre scale, mi trovai infine davanti un
Eluvian,
chissà magari l'avrei trovato prima di quanto pensassi, lo
attraversai.
Delle
sentinelle con gli archi puntati, ottimo, mi si avvicinò un
elfo, trattenni lo
stupore, Abelas!? Sperai che non mi riconoscesse, istintivamente
abbassai lo
sguardo. Con tutte le persone che esistono a questo mondo, dovevo
incontrare
quello che avrebbe potuto mettere fine prematuramente al mio piano? Mi osservò -Una
nuova recluta, bene, prima
però non possiamo rischiare che tu sia una spia, verrai
controllata- fece cenno
di seguirlo. Meno male che non mi vedeva da tre anni! E con questo
travestimento non ha dubbi! Ero sollevata, anche se non so se sarebbe
durata.
Mi rivenne in mente l’ultima volta che l’avevo
incontrato al tempio di Mythal e
Solas come gli aveva parlato, si era riferito a lui come
“lethallin”, “amico
mio” come avevo potuto essere così cieca? Si
conoscevano.
Mi guardai
in giro, edifici tutto sommato in buono stato, molti elfi che andavano
e
venivano, tutti occupati a quanto pare.
-Entra qua e
cambiati, lascia i tuoi effetti personali sul tavolo- indicava una
porta,
entrai senza fare domande e la richiuse alle mie spalle. Un ripiano,
con sopra
un’armatura elfica e in un angolo un paravento.
Mi cambiai
come richiesto, speriamo che come controllo non facciano nulla di
strano o
peggio magico, se Abelas mi riconosce non so come andrà a
finire, sono già a
buon punto, se anche mi avesse scoperto, sapevo che Solas si sarebbe
fatto
vivo, ma perché non continuare "il gioco" finché
potevo? Mi avrebbe
avuto sotto il suo naso, ma intanto avrebbe provato quello che mi sta
facendo
passare da tre anni! Altro che sogni!!
Misi sul
tavolo i miei pochi averi e i pugnali. Era molto comoda l'armatura, non
impediva affatto i movimenti, sembrava anche molto resistente,
assomigliava
alla sua, ma senza pelliccia naturalmente. Bussarono alla porta
-Avanti- un
elfo vestito uguale a me -Seguimi- detti uno sguardo alle mie cose sul
tavolo
-Non ti preoccupare le riavrai indietro- uscii dalla stanza.
Fui condotta
attraverso un corridoio e mi indicò un’altra
porta, mi avvicinai, il battito
del cuore aumentò, sono nervosa? Ho affrontato di peggio,
cosa vuoi che
succeda? Forza Yen, vediamo se siamo bravi quanto lui ad ingannare,
devo solo
mentire dove necessario, respirai profondamente ed entrai. Una stanza
simile
alla precedente, con una sedia ed un tavolo di fronte, era
particolarmente
buia, l’unica fonte di luce proveniva da delle candele poste
sull’unico ripiano
disponibile, assomigliava alla sala degli interrogatori tanto cara a
Leliana.
Un paio di
elfi seduti ed un terzo in piedi in un angolo, che ad un occhio non
attento
sarebbe sfuggito. Con un gesto mi indicarono la sedia.
-Piacere di
conoscerti- feci un cenno con la testa -Quindi come ti chiami? E come
mai ti
trovi qui?- mi concentrai e mi misi sul viso un sorriso, non dovevo
sembrare
più nervosa del dovuto -Il mio nome è Fen, il
perché mi trovo qui dovreste già
saperlo- entrambi sorrisero -Solo Fen?-
Sospirai
-Già,
non ho altri nomi da esporre- non potevo dire di provenire dal clan
Lavellan,
l’Inquisitore proveniva dagli stessi Dalish, sarebbe stato
difficile, se non
impossibile far credere che non la conoscessi, preferivo non inventarmi
una
provenienza a caso, avrei rischiato di mettermi in trappola da sola.
Non ci
furono espressioni sorprese, magari non ero l’unica a
rispondere così, c’è chi
scappava dal proprio passato…in un certo senso lo stavo
facendo anche io,
sarebbe stata una reazione normale. Invece, visto che iniziavo a
dubitare di
essere sana di mente, stavo andando incontro a parte del mio passato,
al più
doloroso di tutti, a quello stupido orgoglioso che era diventato la mia
ragione
di vita. È il mio vhenan, lo sarebbe sempre stato, lo
sapevo. Dubito sarei mai
riuscita a chiamare qualcun altro in quel modo intimo, o a farmi
chiamare così
da un'altra bocca, da un’altra voce che non fosse la sua.
-Come ti
avranno già accennato vogliamo liberare gli elfi dalla
schiavitù imposta dal
Tevinter, e come immagini per fare una cosa del genere ci servono molte
persone- li osservai, l'unico che mi stava rivolgendo la parola, era
tranquillo,
gli altri due mi guardavano come se dovessi fare un passo falso da un
momento
all'altro. Quello nell'angolo, stava nascosto nelle ombre, si notava
soltanto
il profilo della sua figura e il cappuccio calato sul viso, mi si
insinuò un
senso di inquietudine.
-Infatti
questa situazione da voi descritta è insopportabile e vorrei
aiutare per
riporvi rimedio-
-Ne siamo
felici,
ma prima raccontarci un po' di te, da dove vieni? Cosa facevi?- bene si
inizia
-Provengo
dai Liberi Confini e ho viaggiato parecchio, sono stata nel Ferelden e
Orlais,
mi è capitato di combattere per guadagnarmi da vivere-
Erano
sorpresi -Per essere così giovane hai già
viaggiato parecchio!-
Sorrisi
-Già,
non mi piace stare troppo tempo nello stesso luogo, adoro scoprire cose
nuove-
in parte era vero, anche se forse avrei fatto a meno di demoni, prole
oscura,
complotti, insomma cose fuori dal normale, anche se ormai la mia
definizione di
normale discostava parecchio da qualunque altra persona, e dopo tutto
quello
che avevo passato in così poco tempo, non mi sarebbe
dispiaciuta un po' di
tranquillità, ma dubito che con Solas ce ne sarebbe stata
molta prevista per il
futuro.
-Abbiamo
notato che hai dei pugnali, come mai stavi cercando un arco? Ammetterai
che è
un po' strana la cosa-
-Può
sembrare insolito, ma visto che i soldi iniziavano a scarseggiare, mi
serviva
qualcosa di più pratico per cacciare, con i pugnali non
è il massimo, spenderei
più energie del necessario- replicai
-Concordo
con te. Invece con i demoni hai esperienza?- mi scappò
un'espressione
sconsolata, è passato un anno dall'ultima volta, ma mi
davano ancora la nausea.
-Per mia
sfortuna sì, ho esperienza anche con loro. Tutto sommato li
dovrei ringraziare,
mi hanno permesso di conoscere persone molto interessanti, ho avuto
modo di
stare nell'Inquisizione- provai a rischiare un poco, si fecero
più interessati
-Nell'Inquisizione?
Allora avrai avuto modo di conoscere l'Inquisitore e i suoi alleati!-
domanda
trabocchetto?
-Io? No, ero
nell'esercito, guidato dal capitano Cullen, ho visto l'Inquisitore e i
suoi
compagni solo da lontano, sono felice che fosse un elfa a
guidarci...peccato
che abbia sciolto tutto, mi ci trovavo bene, ho sentito delle voci che
stia
cercando qualcuno, ma non saprei altro- li studiai con attenzione,
l'elfo
nell'angolo cambiò appoggio e intervenne
-Signorina
Fen ha un esperienza di tutto rispetto, oltre ad un nome particolare se
posso
aggiungere, continueremo a tenerla d'occhio, come può
capire. Appena uscirà
dalla stanza troverà qualcuno che le spiegherà le
sue mansioni e le farà vedere
i suoi alloggi- a quanto pare Abelas assisteva agli interrogatori,
sorrisi
compiaciuta, se l’avevo scampata con lui, non avrei dovuto
temere nessun altro
in quel luogo -Già, me lo dicono tutti, vi ringrazio-
Stavo per
alzarmi, ma mi si mise di fronte scrutandomi, velocemente
allungò una mano
verso il mio viso, vedevo sprigionarsi una magia. Mi ritrassi facendo
scorrere
la sedia sul pavimento, non dovevo reagire, non con i miei poteri
almeno, cosa
voleva fare?
Lo fissai
attenta -Cosa sta facendo?- domandai nervosa
Rimase serio
-Un ulteriore controllo…ha dei buoni riflessi-
Se non li
avessi sarei già morta- risposi sinceramente
-Ha detto di
essere stata nell’Inquisizione, quindi avrà
conosciuto anche dei maghi-
-Certo, ma
preferirei sapere cosa vuole fare prima-
-Un incantesimo
per vedere se qualcuno vi sta tracciando, questo luogo non deve essere
scoperto-
Lo osservai,
rifiutare ulteriormente non sarebbe una mossa saggia, non voglio farlo
insospettire oltre -Va bene- e mi riavvicinai. Portò la mano
di fronte al mio
viso, il suo mana scorreva intorno al mio corpo. I sussurri presero il
sopravvento, non li potevo controllare “Banal
Nadas” cercai di rimanere
impassibile, non so se con
quello che stava facendo poteva avvertirli, era pur sempre anche lui
legato a
Mythal come lo sono io. Poco
dopo
concluse, ma mi osservava confuso.
-Ha incontrato
qualche mago recentemente?-
Lo fissai
allibita, non capivo…perché quella domanda?
-Sì, c’è qualcosa che non va?- non
aveva senso mentire
-Può
andare-
rispose serio e pacato.
Mi mossi
assorta e uscii dalla stanza, seguendo un elfo che mi aspettava -Banal Nadas, niente
è inevitabile- sussurrai, aveva
evitato la mia domanda…che in quel momento mi abbiano
protetto? Non hanno
permesso ad Abelas di scrutare quello che non doveva? Quindi aveva
fatto
qualcosa di più o di differente rispetto a quello che mi ha
detto?
Comunque la
parte difficile è andata, ora dovrò discretamente
prendere informazioni e se
questa sarà la mia vita nei prossimi mesi che ben venga, non
è tanto diversa da
quella precedente, dovrò impegnarmi a salire di grado
così da iniziare poi la
caccia vera e propria.
-Qua
è dove
dormirai, hai delle compagne di stanza, lascia giù le tue
cose e seguimi,
dobbiamo vedere a che livello sei con le armi-
Due letti a
castello, una camera semplicissima, con l'essenziale, sistemai i miei
averi su
un posto libero e andai verso la prossima prova.
Lethallin: sostantivo
riferito a qualcuno di
famiglia (di sesso maschile)
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 5
Un campo
abbastanza ampio, tutti che si esercitavano, da una parte chi tirava
con
l’arco, altri con spada e scudo, istruttori che sbraitavano
ordini e
rimproveri, una nuova guerra è alle porte.
Mi venne
incontro un elfo -Fen, sarò il tuo comandante, che arma
preferisci?-
Tirai fuori
le lame con il solito movimento veloce -Bene, lei come te usa i
pugnali,
combattete cercando di non farvi male, devi solo farmi vedere quello
che sai
fare-
Io avrei
dovuto solo far vedere quello che so fare, va bene, allora
perché la mia
avversaria aveva uno sguardo tanto minaccioso? Non ho ancora fatto
nulla e
qualcuno già mi odia, benissimo.
Studiai
l'elfa, capelli castani come anche gli occhi, sembrava più
giovane di me, non
era alle prime armi guardandola, ma non penso avesse molta esperienza,
troppo
rigida, se avesse dovuto cambiare modalità di attacco con
solo qualche secondo
a disposizione non ce l'avrebbe fatta, contro un umano, contro un
demone non ci
sarebbe stata partita. E se il mio intuito non sbaglia, perde le staffe
in
fretta, non proprio l'ideale quando si fa l'assassino.
Puntiamo su
questa sua debolezza. Mi posizionai di lato, facendo finta di non
prestare
attenzione, di solito avrei rigirato il pugnale nella mano sinistra con
la lama
verso il mio corpo, la usavo per parare eventuali fendenti, ma non mi
fidavo
ancora, non avevo appreso abbastanza dimestichezza con il braccio
nuovo, volevo
evitare una figuraccia facendolo cadere, e pensare che in passato
eseguivo il movimento
durante un combattimento con entrambe le lame se necessario, passando
in modo
fluido da attacco a difesa. A causa di questa mancanza momentanea, mi
ero
affidata più del dovuto ai miei nuovi poteri, che non avevo
intenzione di usare
anche se mi veniva tremendamente naturale. Una volta capito le basi e a
gestire
il flusso di mana, era stato come imparare a camminare, non mi ero
più fermata,
e i sussurri che erano sempre vigili correggevano e insegnavano con
pazienza. Parlare
l’Antica Lingua non era mai stato così facile, una
strana nostalgia tranquillizzava
il mio spirito alla musicalità delle parole.
-Da’len,
se
rimani così rigida dubito mi sfiorerai minimamente- la
provocai, si bloccò e innervosì
maggiormente, come mi aspettavo -È un consiglio nulla di
più-
Partì
all'attacco, posizione non proprio esatta e non così veloce
come vuol far
credere. Ha ancora molto su cui lavorare. Mi celai nelle ombre,
portandomi alle
sue spalle con passo leggero e veloce, era disorientata, agganciai un
piede ad
una sua caviglia e tirai con forza, cadde in ginocchio, le posai la
punta della
lama sul collo. Era immobile e teneva lungo i fianchi i pugnali, per
poi
lasciarli cadere. Udii il comandante applaudire, ritirai il pugnale e
offrii la
mano all'elfa, che la rifiutò e corse via. La guardai
perplessa, era proprio
una bambina.
Mi voltai
verso il comandate -I miei complimenti, in pochi secondi avevi
già capito cosa
fare con il tuo avversario! Non ti preoccupare, tornerà
è fatta così, avrai
modo di conoscerla. Comunque hai molta esperienza, si vede, sia dai
tuoi
movimenti che da come usi i pugnali, sai perfettamente quello che fai e
cosa
importante agisci secondo un piano, cosa che non vogliono capire e si
buttano
alla sbaraglio, per un assassino è inaccettabile!-
Mi divertii
ad osservarlo, mi ricordò un po' Cullen -Concordo con lei,
essere così
impulsivi non la aiuterà, deve mettere da parte l'orgoglio e
avere più fiducia
in se stessa, ma suppongo che ci siamo passati tutti. Quando
capirà che non le
dovrà importare nulla che la sua preda, sarà
pronta- rinfoderai i pugnali.
Mi studiava
pensieroso -Bene, unisciti pure agli altri, trovare qualcuno con le tue
abilità
è raro, se
ti rivelerai degna di fiducia
in seguito ti verranno assegnati degli incarichi- sorrisi e feci un
cenno di
assenso. Vediamo un po’ questi altri, oltre alla ragazza che
era scappata, il
gruppo era formato da un’altra donna e un uomo. I due
parlavano e ogni tanto mi
lanciavano uno sguardo.
Li raggiunsi
-Piacere di conoscervi, il mio nome è Fen-
Mi rispose
l’elfo
moro e con occhi ambrati -Tu dovresti essere una recluta? Non mi
inganni, hai
fatto vedere un barlume delle tue abilità-
-Ian non ti
rendere già antipatico- replicò l’elfa,
due splendidi occhi azzurri e una
chioma rossa fiammante -Il piacere è nostro, io sono Shani,
invece la ragazza
che hai affrontato è Nala, dovrebbe tornare tra poco ed
è la più inesperta, ma
ha delle buone potenzialità-
Un bel
gruppo assortito -Mi dispiace, ma ho reagito d’istinto-
-Già
sei
pericolosa, hai fatto solo i movimenti strettamente necessari, sicura
di non
essere un vero lupo?- ricevette un occhiataccia da Shani -Hai fatto
quello che
dovevi, non ti preoccupare per lei, ritornerà con il suo
solito sorriso-
Fissai Ian -Un
vero lupo dici? Perché non Fen’harel?- lo guardai
con sfida e un sorriso
beffardo
Gli si
dipinse sul viso un’espressione perplessa -Ti insulti da
sola?-
Ridacchiai
-Insultarmi? No, penso di non trovarlo come tale da quando ho smesso di
essere
una bambina, anzi essendo un’assassina l’ingannare
è diventato il mio mestiere,
quale soprannome migliore?-
Venimmo
interrotti -Ora basta chiacchierare, continuate ad allenarvi-
esclamò il
comandante. Passai da una prova all’altra, esercizi che avrei
potuto fare ad
occhi chiusi, ripetuti fino alla nausea ad Haven con Leliana e
Cassandra, un
ripasso non può far male, ma diavolo se mi stavo annoiando,
sperai di fare al
più presto qualcosa di differente. I miei nuovi compagni
erano sbalorditi, ma
non chiedevano, vedevo un misto di curiosità e ammirazione,
non ero nuova a quel
tipo di attenzioni, ma cercavo di ignorare lo stupore che non aveva
travolto
solo loro.
-Sei…bhe…come
fai?- chiese Shani, stavamo facendo degli scontri corpo a corpo e per
loro
sfortuna, anticipavo senza sforzo varie tattiche e movimenti
-Buone
insegnanti e la guerra se sopravvivi insegna molte cose- risposi
tranquilla
-Guerra?-
domandò Ian attento, abbozzai un sorriso -Avere una vita
tranquilla non è nei
miei programmi purtroppo- solo una pazza sarebbe corsa dietro un Dio
elfico e
sempre una pazza avrebbe raccolto una sfera che l’aveva quasi
mandata al
Creatore in più di un’occasione. La parola
‘tranquillità’ non sapevo più
cosa
fosse, in poco tempo era stata sostituita dalla parola
‘caos’ riconducibile a
stress perenne. Altri esercizi
-Sei brava,
ma noto una gran punto debole, sei impacciata con la mano sinistra-
affermò Ian
Lo saresti
anche tu se non fosse il tuo braccio originale! Avrei voluto
rispondere, invece
-Lo so, ma non molto tempo fa, mi sono fatta male e non ho ancora
recuperato
completamente-
Mi
guardò
perplesso -La mano? Non vedo…- lo interruppi
-L’intero braccio, ma se permetti
non ne voglio parlare- mettendo fine alla discussione.
Arrivò
la
sera e il tempo di riposare, ci stavamo cambiando -Quindi non abbiamo
più avuto
modo di parlare, da dove vieni?- la osservai, Shani era
l’unica che in tutta la
giornata non mi aveva guardato diffidente, sembrava una ragazza
simpatica, Nala
infine era ritornata con il suo sorriso, però per tutto il
giorno mi aveva
guardato in modo truce, si era già messa a letto, per
evitare qualsiasi
contatto.
-Liberi
Confini, però ho viaggiato molto ed eccomi qui, tu invece?
Se non sbaglio hai
un accento del Ferelden-
Sorrise
compiaciuta -Sì esatto, più precisamente
Crestwood, pensavo che ormai non si
sentisse più questo mio accento, hai un buon orecchio-
La guardai
incuriosita -Crestwood? Ci sono passata, avete avuto un problema con la
prole
oscura anni fa, se non erro-
-Sì
esatto,
per fortuna è intervenuta l’Inquisizione da quel
che ho saputo, io me ne sono
andata poco prima del loro intervento e mi sono ritrovata qui-
Tolsi la
giaccia in pelle e poi la maglia, rimanendo solo con la fasciatura sul
seno,
percepii Shani fissarmi, mi rivolsi verso di lei, stava osservando il
braccio
con la cicatrice, rialzò lo sguardo verso il mio imbarazzata
-Scusa…è che…-
conclusi -Fa impressione?- era abbastanza estesa infatti
-A parte
quello…deve aver fatto un male tremendo, cosa ti
è successo…? Se me lo vuoi
dire naturalmente…-
Stetti un
po’ in silenzio. Non sapevo che inventarmi, decisi di restare
vaga -Pensavo che
sarei morta, ci sono andata vicino per ben tre volte a causa di questa
ferita…ed è stata in parte sia una benedizione,
che una maledizione. Se non
l’avessi, non sarei neanche qui-
-Quindi non
sei finita qui per caso, come la maggior parte di noi?-
domandò attenta
Restai in
silenzio continuando a svestirmi, mi sedetti sul letto -Che io sia qui
è un caso,
ma sono dove dovrei essere- non avrei potuto essere più
criptica, potevo fare
concorrenza a Solas se andavo avanti così. La osservai, era
perplessa -Va
bene…mi arrendo, non so che significato nascosto ci sia
dietro quelle parole,
ma mi terrò felicemente i miei dubbi- rispose sorridendo
Abbozzai un
sorriso e decisi di cambiare discorso, magari avrebbe saputo dirmi
qualcosa di
più
-Ti trovi
qui da molto?-
Si
sdraiò
-Ho viaggiato parecchio anche io, ormai però sono ferma qua
da quasi un anno,
volendo avrei già potuto salire di grado, ma ho rifiutato,
non mi piace dare
ordini. Da come ti guardava il comandante ti avverto che ti sta tenendo
d’occhio, quindi se è quello che vuoi non dovresti
avere problemi, tempo
qualche mese se non meno e comincerai a sbraitare a destra e manca come
fa lui-
ridacchiò
-Chissà,
tutto sommato ci ho fatto l’abitudine, ho dovuto dare diversi
ordini in
passato. Non capisco ancora una cosa però, chi comanda qua?
Va bene liberare
gli elfi dalla schiavitù, ma di più non hanno
detto- risposi sinceramente
Sospirò
e mi
guardò -So che ci sono altre strutture come la nostra, ed
una base principale,
ma non ci sono mai stata. Qua gli ordini li da l’elfo che ti
ha accolto davanti
allo specchio, si chiama Abelas, a sua volta so che riceve gli ordini
da un
elfo che mi è capitato di vedere solo un paio di volte. Ha
un’aurea strana e
porta un’armatura come le nostre, ma con una stola da
lupo…devo essere sincera
è inquietante, ha uno sguardo particolarmente freddo e
distaccato-
Trattenni un
sorriso, Solas e i suoi sguardi micidiali, me ne ero beccato uno
l’ultima volta
che ho iniziato a urlagli contro. Quando pensa sempre di aver ragione
è
irritante, ma avevo imparato a
tenere
testa a questo suo orgoglio smisurato, arrivando ad avere dei confronti
piuttosto interessanti -Capisco, quindi non passa da parecchio?-
Mi
guardò
incuriosita -Perché ti interessa?-
Ridacchiai
-È un segreto di stato? Voglio solo sapere da chi prendo
ordini, tutto qua-
-È da
un po’
che non passa, quindi se hai fortuna potrai placare la tua
curiosità- sbadigliò
-Sarà meglio dormire o domani sarà un disastro-
-Giusto,
buonanotte- e mi misi comoda, se sarò altrettanto fortunata
come lo sono stata
fino adesso, dovrei trovarmelo davanti, da quel che ho notato oggi, ci
sono
molti soldati e reclute, ma le figure di comando scarseggiano, un
ulteriore
punto a mio favore.
Un’altra
volta la stessa foresta, avrebbe continuato così per sempre?
Almeno cambiasse
luogo, sta diventando monotono. Era vicino ad un piccolo lago e fissava
lo
specchio d’acqua. Un lago? Aspetta, da quando
c’è? Alzai
lo sguardo, due enormi statue di halla.
Riaffiorarono sentimenti che avevo imparato a dimenticare, un senso di
abbandono e dolore mi si diffuse nel petto, li trasformai in rabbia. Mi
sta
prendendo in giro? -Ti stai divertendo?- esclamai sprezzante, non si
voltava,
continuava a fissare il lago, ma che sta facendo? Mi avvicinai e mi
specchiai a
mia volta, non vidi la mia immagine, ma un lupo con un mantello candito
come la
neve, sorpresa feci un passo indietro, persi l’equilibrio e
caddi -Ahi!- che
botta, anche i dolori fisici erano alquanto reali…
Lo osservai
pensierosa -Perché qui? Perché quel lupo? Cosa
vuoi dirmi?- un mugolio provenne
da lui, ero perplessa -Grazie, chiarissimo, magari prendere la tua
forma
normale potrebbe aiutare, o hai paura di me o non so di te stesso?-
rispose con
un rantolo profondo -Bene, queste chiacchierate sono illuminanti, ma
vorrei
dormire normalmente qualche volta, se non ti dispiace, sto cacciando,
sai com’è
non vorrei fare passi falsi- mi guardò serio -Devi rendere
sempre tutto complicato,
per che cosa? Perché non vuoi farti aiutare? E pensare che
mi fido di te anche
dopo tutto quello che mi stai facendo passare, ora vattene- non lo
guardavo, ma
sentivo i suoi occhi che mi osservavano intensamente. I battiti del mio
cuore
aumentarono, lo sfidai fissandolo dolcemente e anche se era nella sua
forma da
Temibile Lupo, dopo un anno ci stavamo di nuovo fissando negli occhi.
Quella
connessione mi mancava come tutto il resto. Sembravano dei piccoli
rubini, stai
mantenendo questa forma per non toccarmi, vero? Perché io
vorrei farlo, ma ho
paura che se tentassi, non mi faresti più
visita…al diavolo! So chi voglio e lo
sai anche tu, se no non continueresti con questi sogni, ma iniziano a
non
bastarmi più. Mi chinai lentamente, per poi posare un bacio
sul dorso del naso,
rimasi immobile. Il suo profumo non era cambiato, chiusi a pugno le
mani
imponendomi di non abbracciarlo. Non si muoveva neanche lui, mi staccai
e gli
rivolsi uno sguardo afflitto, non riuscii a frenare le parole che mi
vennero
alle labbra -Mi manchi…vhenan-
Vidi
riflesse negli occhi diverse emozioni, tristezza, desiderio, amore,
finché non
abbassò il muso, confuso. Sembrava di nuovo dire
‘non posso’. Il sogno si
dissolse.
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 6
Passò
in
fretta un mese, ormai affiancavo il comandante negli allenamenti, mi
venne
ordinato di occuparmi direttamente delle nuove reclute da sola per
impartire le
basi. Certe volte era stressante, ripetere continuamente le stesse cose
mi
logorava, non ero fatta per insegnare, anche se stavo dando tutta me
stessa e
avevo acquisito molto rispetto dalle spie che preparavo.
Con i miei
compagni ormai andavo d’accordo, anche Nala mi aveva preso in
simpatia da
quando mi ero impegnata a farle da istruttore personale, stando anche
oltre
l’orario consentito, prendendo più volte dei
sonori rimproveri. Ian è l’unico
che continuava a trattarmi in modo antipatico, non avevo ancora capito
se era
fatto così o gli avevo fatto qualcosa, mi limitavo ad
ignorarlo quando
possibile
-Comandante
Fen’harel elargitemi uno dei vostri preziosi consigli-
Lo osservai
e sospirai -Ian se non vuoi ritrovarti a pulire i bagni per il resto
del mese,
taci e fai il tuo lavoro- dissi spazientita, udii Shani sghignazzare
poco
lontano, sorrisi.
Presi delle
scatole con dentro varie armi, andavano riposte, mi si
avvicinò Ian -Dai a me,
le porto io- abbozzai un sorriso -Non serve, grazie. Se vuoi
c’è quello- e
indicai con un cenno del capo un sacco, senza farselo ripetere lo prese
e mi
affiancò. Restammo in silenzio, notai che ogni tanto mi
osservava, non era la
prima volta che lo faceva, ma non capivo il perché, il mio
incantesimo su occhi
e capelli reggeva bene, controllavo quando potevo -Ho qualcosa in
faccia?-
domandai
-No,
perché?-
rispose nervoso
-Nulla,
dovresti imparare ad essere più discreto-
Era
perplesso e seccato -Non so a cosa ti riferisci- rimasi in silenzio,
non avevo
voglia di discutere. Appoggiai la cassa su un tavolo e riposi un paio
di guanti
che avevo preso quella mattina per non tagliarmi, maneggiavo sempre
parecchie
lame di varie forme e peso.
-Andrebbero
lucidate, qualcuna deve essere anche affilata. Sai se
c’è qualche recluta
libera?-
-No, non ne
ho idea…- rispose con poco interesse
Lo guardai -Ian
non puoi ancora rilassarti, e queste cose vanno fatte se non vogliamo
ritrovarci in difficoltà-
Era seccato
-Lo so, lo so, non chi credi di avere a che fare? Sei l’unica
qua che sta
prendendo seriamente questa roba, per quel che mi riguarda mi basta
avere un
tetto sopra la testa e del cibo-
-Questa
roba, come la chiami tu, ci farà sopravvivere e se non ce ne
si prende cura
morirai prima del previsto. Ora vai a cercare qualcuno che se ne
occupi-
risposi infastidita per quel modo superficiale di fare. Mi
osservò attentamente
per poi sospirare e andare a fare quanto gli avevo richiesto.
Ritornai
indietro e passai vicino a Nala, era migliorata, ma… -Ferma,
ferma-
Mi
guardò
sconsolata -Oh…cosa c’è ora?-
Le presi una
mano che stringeva il pugnale e la feci spostare nella posizione
corretta che
avrebbe sempre dovuto tenere -Così, perché se io
mi muovo in questo modo…- e
lentamente le mostrai un movimento -Sei…- mi interruppe
sbuffando -Morta! Ho
capito, ho capito…ma non mi viene!-
Sorrisi -Devi
perdere assolutamente questa abitudine sbagliata, se non vuoi morire.
Non vuoi
morire, vero?-
Sbuffò
di
nuovo -Me ne stai facendo venire voglia! C’è
sempre qualcosa che non va! E a te
sembra venire tutto naturale!-
-In effetti
sei bravissima, anche rispetto al comandante…è
lui che dovrebbe prendere
lezioni da te- sussurrò Shani per non farsi sentire
-Io…bhe…sono
stata addestrata fin da bambina e ho combattuto
tanto…veramente molto, oltre ad
aver avuto due amiche che mi hanno aiutato a perfezionarmi, sono molto
severe,
molto più di quanto faccia io con te Nala-
-Quindi
dovrei ritenermi fortunata? Fammi un esempio!- rispose arrogante
Sospirai -Ora
io ti ho solo corretto giusto?- annuì con un cenno del viso,
detti uno sguardo
alla distesa di prato che si estendeva a perdita d’occhio
intorno a noi e alla
base -Bene, visto che hai sbagliato e non è la prima volta
che ti correggo, ora
mi farai dieci giri della base di corsa il più in fretta
possibile. Una volta
finito, ritornerai qua e ti lascerò esercitare. Se domani
noto ancora gli
stessi errori, mi farai venti giri. Continueremo così
finché non lo farai in
modo corretto- dissi seria.
Mi rivolse
un’espressione scioccata -Stai dicendo sul serio?!-
esclamò contrariata
Sorrisi
-Serissima,
e ora muoviti, se no diventeranno da subito venti- precisai. Rimaneva a
fissarmi pietrificata, per quel mio cambio di comportamento nei suoi
confronti.
Shani la spinse un po’ facendogli capire che doveva muoversi.
-Nala,
stanno per diventare venti…- ripetei, mi guardò
atterrita e alla fine si
allontanò di corsa
-A te quanti
giri ti toccavano?- chiese Shani curiosa
La guardai
divertita, quanti ne avevo fatti ad Haven? -Ti assicuro, è
meglio non saperlo,
le prime lezioni sono state devastanti- ed al clan ero la migliore, ma
soprattutto Leliana, visto che avevo talento da vendere, mi aveva
massacrato.
Passavo le notti a sentire i muscoli doloranti facendo fatica a
dormire. I
risultati però erano stati ottimi, ero migliorata sia nella
tecnica, che
fisicamente, non che ne avessi bisogno in quel senso, ma il tutto era
diventato
più tonico. La cosa non era sfuggita a Solas che anche se
cercava di far finta
di nulla, il suo sguardo scivolava su di me più che
volentieri, per dirmi poi senza
esitazione che proclamava che ero graziosa e che non era mai stato in
dubbio
che lo fossi. Maledetto, senza rendermene conto mi ero innamorata di
lui. Non
che io non lo osservassi, anzi l’avevo visto più
volte esercitarsi con la
magia, ma anche nei movimenti con il bastone e come un’idiota
mi imbambolavo a
fissarlo, sperando che quella maglia da apostata che portava sempre
sparisse,
per poi essere beccata da lui in flagrante e in tutta risposta mi
mostrava quel
suo sorriso arrogante che adoravo.
-A cosa stai
pensando di piacevole? Sei arrossita- disse Shani maliziosa
Mi bloccai presa
alla sprovvista -No…non pensavo a niente…- con
tono per nulla convinto,
ridacchiò -Non mi inganni, a chi pensavi? Hai fatto
un’espressione bellissima-
ero in difficoltà ed imbarazzata -No…a
nessuno…-
Mi
passò un
braccio sulle spalle tirandomi verso di lei -Dai chi è? Non
ti ho mai vista in
crisi come adesso- sfuggii alla sua presa e alzai le mani
-Ecco…è una lunga
storia…e…non
ne voglio parlare…-
Sorrise -Come
vuoi, ma scoprirò chi ti fa andare così su di
giri- rispose provocatoria,
abbozzai un sorriso e notai Ian poco lontano che aveva seguito tutto il
discorso senza proferire parola, lo ignorai, mi ci mancavano solo altre
domande
da parte sua.
-Fen, vieni
qua un attimo- mi chiamò il comandante, salvandomi da quella
situazione
scomoda, non volevo parlare del mio lupo ora e con persone che ancora
non
conoscevo bene -Ditemi- venni osservata molto seriamente
-Hai
dimostrato molto spirito di iniziativa e sembri nata per comandare,
quindi
avrai una promozione, affiancherai il nostro capo spia che come sai
stanzia
alla base principale, quindi tra qualche giorno ti faremo sapere quando
dovrai
partire- fui sorpresa ed entusiasta, affiancare il capo spia? Avrei
avuto delle
informazioni di prima mano di cosa sta combinando il mio lupo dallo
sguardo
perennemente triste. Sorrisi compiaciuta -Accetto volentieri, grazie
per la
fiducia accordatami-
-Per oggi
hai finito, ti lascio il pomeriggio libero per preparare le tue cose-
Ringraziai
con un cenno del capo e me ne andai a esplorare un po’ i
dintorni, in un mese
non ero riuscita a vedere quasi nulla. Non che ci fosse
chissà che cosa, prati
e foreste, con qualche rovina, ma veniva difficile restare per conto
proprio.
-Fen!-
infatti, sospirai e mi voltai, sorrisi vedendo che erano Nala e Shani
-L’abbiamo saputo!-
-Quindi te
ne vai?- chiese tristemente Nala, da quando mi si era affezionata
così tanto?
Le misi una
mano sulla spalla -Purtroppo sì, ma non è detto
che non ci rivedremo, quindi
vedi di migliorare ancora perché ti metterò alla
prova- le feci l’occhiolino,
sorrise
-Su con la
vita! Nala! Dovremmo essere contente per lei e invece così
le fai venire i
sensi di colpa!-
Ridacchiai -Bhe,
ancora per qualche giorno dovremmo restare insieme non me ne vado
subito-
-Quindi dove
ti mandano?- mi voltai, Ian -Tu dovresti essere contento non mi avrai
più tra i
piedi-
Mi
osservò
in modo diverso dal solito e se ne andò senza commentare
-Che gli prende?-
Nala e Shani
si scambiarono un sorrisetto complice -Che c’è?-
venni trascinata via, ma che
succede? Ce né sempre una! Ci fermammo vicino ad un albero
solitario fuori dal
campo -Non dirmi che non te ne sei accorta?-
Guardai
Shani smarrita -Di che stai parlando?-
-Davvero non
hai notato che piaci ad Ian?- intervenne Nala con voce incredula
Rimasi
basita -Che?! Voi due mi state prendendo in giro!- ridacchiarono
divertite -Non
è divertente, mi spiace per lui, ma i miei sentimenti non
corrispondono-
-Perché
non
ti piace? O c’è già qualcun altro?-
domandò Nala con evidente interesse
Oh dio
mio…perché
mi sono cacciata in questi discorsi? -Ehm…bhe…io
sono già innamorata di qualcun
altro, che per la precisione non si trova…- la mia
attenzione fu attirata da un
riflesso dorato. Due elfi poco lontano, li conoscevo entrambi,
soprattutto uno.
Seguirono il
mio sguardo -Sei proprio fortunata, ti ho detto che era da parecchio
che non
passava, quella è la persona da cui tutti prendiamo gli
ordini- un brivido
mi passò lungo la schiena, udii
male quelle ultime parole, il battito del cuore era salito
vertiginosamente,
avevo il cervello in panne. Accidenti a lui e a
quell’armatura scintillante! Mi
appoggiai all’albero in modo da tenerlo d’occhio,
ma così da non essere vista
che lo fissavo. Un anno…un anno che non lo vedevo, che non
udivo la sua voce,
che non lo toccavo…che non lo assaporavo. Un anno durato
un’eternità e ora era
a pochi passi da me, avrei potuto con un semplice slancio attaccarlo.
Pessima idea,
anche se qualcosa dentro di me reclamava vendetta. Prima
l’avrei riempito di
schiaffi, dopo avrei parlato! Stavano resuscitando emozioni molto
contrastanti,
da una parte l’avrei ucciso, dall’altra
l’avrei baciato. Shani notò purtroppo
il mio comportamento insolito -Nala non è che andresti a
prendere dell’acqua?
Abbiamo corso per tutta la mattina-
La
fissò
sorpresa -Perché devo andare io?! Ho appena finito di
correre!- domandò
scocciata
La
guardò
seriamente -Perché sei la più giovane tra di noi
e poi cosa ti costa farci
questo favore?-
-Va bene! Va
bene! Vado!- esclamò sconsolata, la guardammo allontanarsi,
poi si rivolse a me
-So che non
sono affari miei, ma non serve un genio per capire che probabilmente
stavi
parlando di lui, sembra che ti abbiano appena fulminato! È
al capo che pensavi
prima, vero?-
Feci un
lieve sorriso, la guardai con occhi sia tristi che felici. Quel
maledetto ‘non
posso, mi dispiace’ mi aveva distrutta, ma altrettanto
testarda, ciò che
provavo non era cambiato minimamente in quegli anni, anzi sembrava
rafforzarsi
con il tempo. Il desiderio che provavo, non accennava a diminuire, mi
bastava
uno sguardo da quegli occhi che avrebbero dovuto essere illegali, per
non
capire più nulla.
-Perdonami,
ma non ne voglio parlare- avevo
esagerato ad osservarlo, stava per vedermi, mi nascosi dietro
l’albero
allarmata, non volevo farmi scoprire, mi sarei rivelata alle mie
condizioni.
Poco dopo lo vidi ritornare al campo sempre accompagnato da Abelas.
Sospirai
profondamente per calmarmi -Shani, non dovrei chiedertelo, ma mi serve
un
favore, sai dove alloggia?- l’avevo
trovato, era inutile rimandare ulteriormente. L’avrei preso
comunque di
sorpresa e tanto mi bastava, avrebbe ceduto o avrei messo la parola
fine a
questa tortura che andava avanti da troppo tempo.
Sorrise
compiaciuta -Nessun problema ho parecchi favori da riscuotere, entro
sera
saprai dove dorme-
-Ti
ringrazio, ti dovrò un grosso favore-
-Ma
va…è un
regalo, sbaglio o comunque andrà a finire non ci vedremo
più?- le rivolsi un’espressione
afflitta alla domanda che mi porse, aveva evidentemente intuito che la
mia
presenza in quel luogo non era un caso, e l’aveva ricollegata
alle domande che
le avevo posto in questo periodo passato insieme. È molto
acuta, infatti avevo
dovuto stare attenta a non rivelare troppo del mio passato, mi strinse
una
spalla -Nala finalmente! Dove sei andata a prenderla
l’acqua!- ridacchiai un
po’ meno triste.
Era
già
mezzanotte, Nala e Shani dormivano, io restavo stesa a letto, non mi
ero
cambiata. Udii dei passi all’esterno e un fruscio mi avvertii
che era stato
fatto passare qualcosa sotto alla porta. Mi alzai e presi il foglio,
avrei
potuto usare un piccolo incantesimo per farmi luce, ma preferii non
rischiare e
mi avvicinai alla finestra, dove la luce della luna entrava senza
difficoltà.
Soggetto:
biblioteca
Ala
ovest, secondo piano, quarta porta a destra
Sorrisi, era
proprio da lui stare in biblioteca fino a quell’ora.
Riflettei un attimo,
abbiamo una biblioteca? Mi avevano schiavizzato in quel mese e ogni
sera non vedevo
l’ora di mettermi a letto. Mi avviai silenziosamente, non
avevo bisogno di
nascondermi per ora, venni salutata da qualche ronda di passaggio
-Fen che ci
fai in giro a quest’ora?-
-Cosa vuoi
che faccia? Lavoro! Devo andare, se no chi lo sente il comandante-
ridemmo
entrambi
-Sì
hai
ragione, è terribile quando si arrabbia, buon lavoro-
Finsi di
andare verso gli alloggi del comandante, per poi girare in una via
molto
stretta tra due edifici, sarei passata esternamente rispetto alla via
principale, non mi avrebbe notato nessuno, era una sera perfetta, la
luna già
da parecchio era stata coperta dalle nuvole, l’ideale per
celarsi nelle ombre. Un’altra
ronda, rimasi nascosta nel vicolo lasciandola passare. Non andavo
spesso in
questa parte del campo, non ne ho mai avuto il motivo o il pretesto,
c’erano
gli alloggi maschili. Raggiunsi l’ala ovest, ed entrai con
passo felino, ma
deciso nell’edificio, mi guardai intorno, era identico agli
alloggi femminili,
non facevo il minimo rumore, arrivai al secondo piano e trovai la
stanza, porta
chiusa naturalmente. Tirai fuori gli attrezzi del mestiere e tempo un
minuto
ero dentro, richiusi a chiave la porta, non doveva avere il minimo
dubbio. Con
un pizzico di magia accesi le candele, un gran bel letto, una scrivania
con
libri e pergamene sparse ovunque, una poltrona con su delle vesti,
dietro ad un
paravento una vasca. Avrei fatto volentieri un bel bagno, presi i
vestiti dalla
poltrona e stupidamente li portai al viso, da quanto tempo non lo avevo
così
vicino da sentire il suo profumo? A parte nell’ultimo
sogno…ma non era la
stessa cosa, molto simile, ma assolutamente non identica. Chiusi gli
occhi, mi
venne in mente quando su quel balcone l’avevo trattenuto e mi
aveva baciato con
tanta passione che mi sarei sciolta come la neve al sole, se fosse
stato
possibile. Eravamo arrivati quasi a perdere il controllo, quando come
al suo
solito si era trattenuto e poi aveva detto di amarmi, non ero mai stata
così
felice. Riposi gli abiti sul letto, allontanando quei pensieri. Mi
sedetti
sulla poltrona e spensi le candele, ora bastava aspettare.
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Visto che questo
capitolo è un po' più corto degli altri (come se
di solito fossero lunghi XD) ho deciso di pubblicarlo subito insieme al
precedente.
Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche
CAPITOLO 7
Osservavo la
luce della luna riflettersi sul pavimento e su i vari oggetti che ne
venivano
illuminati. Fissai il letto, si trattava bene, ci si starebbe
comodamente in
due. Rivolsi la mia attenzione alla scrivania con le pile di libri, era
sempre
stato un po’ disordinato, quella a Skyhold era messa uguale
se non peggio,
sembrava che svuotasse un quarto della biblioteca al piano superiore
ogni
volta. Spesso mi ero ritrovata sfinita sul divano nella rotonda con lui
accanto
che leggeva argomenti di ogni tipo, dalle cose più banali,
alle più complicate,
finché il sonno non prendeva il sopravvento. Sorrisi a quel
ricordo, una volta
mi ero svegliata stesa del tutto su di lui, con la testa sul suo petto, i
nostri
corpi aderivano perfettamente e costatai piacevolmente che non gli ero
indifferente, anche se continuava a trattenersi dall’osare
qualcosa di più dei
semplici baci. Avevo sfruttato quel momento prendendomela comoda, anche
se
dubito stesse dormendo. Ridacchiai per poi sospirare profondamente,
avrei fatto
i conti prima del previsto, questa volta non avevo il braccio che mi
stava
facendo impazzire, uno schiaffo bene assestato ci sarebbe stato tutto e
senza
rimorso per avermi lasciato davanti a quell'Eluvian!
Finalmente udii
dei passi provenire dal corridoio, si avvicinavano sempre di
più, la serratura
della porta scattò, entrò senza tanti preamboli e
accese le luci. Lo colse uno
sguardo sgomento, che grande soddisfazione, sorrisi e con un semplice
movimento
della mano, annullai la magia su capelli e occhi. Rimanemmo in
silenzio. Lo
osservai, identico ad un anno fa, stava benissimo con quell'armatura
dorata e
la stola di lupo, gli conferiva un’aurea di rispetto e
potenza, completando la
figura del Dio di cui emanava l’essenza, quella parte di lui
che non aveva più
bisogno di celare e che conoscevo così poco.
Sospirai -Devo
essere sincera, visto che Leliana non ti trovava, pensavo sarebbe stato
più
difficile, ho avuto più fortuna del previsto- mantenni per
adesso un tono
calmo. Mi
guardò sorpreso, per la magia
che avevo fatto e disapprovava la mia presenza, non che fosse
inaspettata
questa sua reazione, ma lui era arrabbiato!? Eseguii un gesto,
un’onda d'urto lo
spinse con forza contro il muro. Era esterrefatto, non se l'aspettava
-Come...?- non gli lasciai finire la frase, gliene rivolsi
un’altra, questa
volta la annullò senza sforzo. Mi avvicinai fino a guardarlo
in faccia, ero furibonda.
-Tu sei
arrabbiato? Tu?! Tu che per tre volte mi hai lasciato, che per tre
volte non ti
sei fidato di me? E continui a non fidarti! E io come una stupida sono
arrivata
fino qui, continuando a essere innamorata di te e voglio solo te!-
Mi rivolse
un’espressione afflitta, non c’era più
traccia del sentimento precedente. Non
mi importava, con tutta la forza che avevo gli tirai
uno schiaffo, rimase interdetto a fissarmi -Questo
è per avermi abbandonato davanti a quel maledetto Eluvian!
Ora che almeno ho
avuto questa soddisfazione, me ne andrò! Vuoi fare da solo?
Vuoi starmi
lontano? Bene! Continua a mentirti e a lottare da solo! Tanto sono solo
una
stupida Dalish che non vale nulla in confronto a un Dio!-
Lo superai
dirigendomi
verso la porta, ma mi passò un braccio sulla vita e uno
più in alto vicino al
viso, bloccandomi e tirandomi verso il suo petto. Provai a liberarmi,
senza
successo. Istintivamente avrei potuto tirargli una gomitata in un
fianco, ma
repressi quell’idea. Non riesco…non riesco a
fargli del male -Lasciami...lasciami
andare, non hai fatto altro da quando ti ho conosciuto, anche se avevi
detto di
non volermi perdere...- dissi con un filo di voce.
Mi strinse
di più a sé, mi vennero le lacrime agli occhi, le
trattenni e urlai -Stupido
orgoglioso! Lasciami!!- mi girai di scatto verso di lui con
l’intento di
spingerlo via, ma mise entrambe le mani sui fianchi bloccandomi e prese
possesso della mia bocca. Cercai di staccarmi, ma mi tirò
più verso di sé insinuandosi
con la lingua e accarezzandomi il palato, mi si annebbiò la
mente -Smettila...-
sussurrai contro le sue labbra. Non aveva senso, nessun senso! Dopo
tutto
questo tempo mi vuole ancora, ma mi allontana da lui! Le lacrime mi
rigarono il
viso, mi baciò ancora più dolcemente. Cedetti.
Sentire dopo tutto quel tempo il
suo sapore e il suo respiro, mi faceva impazzire! Gli misi le mani sul
viso e
lo tirai più
verso di me. Ci staccammo
senza fiato, i miei amati occhi grigi ardevano di desiderio,
appoggiò la sua
fronte alla mia, averlo così vicino, dissolse la rabbia che
per un attimo aveva
preso il sopravvento.
-Ir abelas, perdonami ti
prego- mi allontanai un
poco per guardarlo. Spostò le mani dalla mia vita e lo vidi
armeggiare con velocità
e perizia con i guanti dell’armatura, togliendo anche la
maglia metallica
sottostante, facendo cadere a terra il tutto senza riguardo.
Accarezzò poi il
mio viso asciugandomi le lacrime, notai con la coda
dell’occhio una cicatrice
su tutto il dorso della mano destra, non c’era mai stata e
non era molto
vecchia…cosa gli era successo? -Non dire mai più
che sei una stupida Dalish,
sei unica e la cosa più importante che io abbia a questo
mondo- tutte le difese
che avevo alzato erano svanite, sentii le guance scaldarsi per quella
rivelazione. Lo fissai e gli posai un bacio leggero, un bacio senza
fretta su
quelle labbra calde e morbide. Seppellii l’istinto di
approfondire quel
contatto, ne sentivo il bisogno, ma mi trattenni. Abbassai lo sguardo
-Stupido...- mi strinse a lui affondando una mano tra i miei capelli e
facendomi appoggiare il viso contro la sua spalla, sulla pelliccia
morbida. Adoravo
quel suo fare protettivo e quei baci così
possessivi…non era cambiato, potevano
chiamarlo Temibile Lupo, ma era sempre il mio Solas.
Sospirò
e mi
guardò preoccupato -Non voglio che porti questo mio
peso...tutto quello che è
successo è colpa mia. Solo
mia e io devo
rimediare, non voglio rischiare che ti venga fatto del male o che
cerchino di
ucciderti- i suoi occhi di solito sempre di un grigio chiaro, ora si
erano
adombrati, tristi -Preferisco che tu mi stia lontano... - disse quelle
ultime
parole con voce spezzata. Abbassò
lo
sguardo.
No. Non puoi
farti una cosa simile, non puoi continuare a punirti in eterno e io non
ho
tutto il tempo che hai tu, non posso continuare questo tira e molla
all’infinito,
non me lo posso permettere, non te lo posso permettere -Solas, var lath
vir
suledin- risposi risoluta, mi guardò addolorato -Devi! Non
voglio...- gli misi
una mano sul viso -Ma voglio io! Anche se questo dovesse portarmi alla
morte,
voglio stare con te!- negò con un cenno del capo e si separò da
me. Una fitta mi trafisse il
cuore, per quel gesto. Perché? Perché vuoi
restare da solo?
-Non posso
farti sprecare la tua vita, hai uno spirito unico e raro, a causa dei
miei
errori non puoi buttare via la tua vita- la voce era incrinata,
trasparì un
velo di paura.
Lo fissai
ferita, era così sicuro di se stesso che voleva decidere per
me? Come aveva
fatto l’ultima volta? È assurdo! Preferisce
perdermi davvero in questo modo?
-È la
mia
vita! Quindi mi stai dicendo che preferiresti
vedermi tra le braccia di un altro, ma viva? È
questo vuoi? Che diventi
di un altro?- mi tremava la voce, non rispose. Non hai il coraggio di
affermarlo?
-Credi
davvero che possa dimenticarti e continuare come se non ci fossimo mai
incontrati?-
non proferiva parola. Rispondimi maledizione! Ero in collera -Avrei
dovuto dare
retta a Cole! Cancellare questi sentimenti che provo per te!
Cancellarti come
se non fossi mai esistito! È quello che vuoi, vero?-
Stavo
esitando alla fine, quella volta non ne ebbi il coraggio, ma dovevo
farlo. Non
mi posso tirare indietro ora, non posso continuare così, non
posso continuare a
sperare e non posso costringerlo a fidarsi se non lo vuole fare. Posso solo mettere la
parola fine che lui non
ha il coraggio di pronunciare, so che se costretto lo farà e
sarà troppo
orgoglioso per poi ritornare sui suoi passi. Avrei perso questa
battaglia, e se
sarei sopravvissuta in un modo o nell’altro, poi
dovrò pensare alla guerra, la
sola idea mi è inconcepibile.
-Dimmi
quello che non mi hai detto quella sera! Dimmi che non mi ami!! Dillo!-
lo
provocai con una sicurezza che non avevo, ero a pezzi, chiedergli una
cosa del
genere è l’ultima che avrei voluto fare. Strinse i
pugni con forza, le nocche
erano bianche e mi guardò addolorato -Non ti amo, non
più, come potrei amare
una Dalish- affermò con tono inespressivo. Ebbi quasi un
mancamento come se le
forze mi venissero meno. Il battito del cuore accelerò ed un dolore devastante
nacque nel petto. Stava
negando completamente quello che provava per me. L’ira prese
il sopravvento -Bene...Fen'harel
continua a portare questo nome con orgoglio, te lo meriti, sai
ingannare
perfino te stesso- mi voltai e me ne andai, il più possibile
lontano da lui.
Ir abelas: scusa
Var lath vir suledin: non
rinuncerò
a te
E lo so, la
prima versione di questo incontro era molto stile disney all'inizio XD
ma fin troppo irrealistica anche per me, alla fine è andata
peggiorando fino a questo punto. Dalla sua prima comparsa come vi
sembra Solas? E' lui non è lui?
Ho sofferto un po' a scrivere la scena, ma questa volta l'abbiamo
mollato noi *evento straordinario*
Al prossimo capitolo ;)
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 8
Uscii
all’esterno e non mi importava dove, ma dovevo allontanarmi.
Tirai su il
cappuccio e puntai verso il fitto bosco, mi sentivo male, a pezzi,
quella
disperazione che avevo celato con fatica in questi anni mi sta
sovrastando di
nuovo. Mi addentrai il più possibile tra gli alberi,
finché fossi sicura di non
essere vista o udita. Un masso, mi sedetti e presi la testa tra le
mani, urlai
di dolore -Che sia maledetto il giorno che ti ho incontrato!!
Maledizione!!
Perché? Perché? Aaaaarrrggghhh!!!- gli occhi mi
si riempirono di lacrime che mi
rigarono il viso.
-Avrei
preferito morire quel giorno, dovevo morire!- quella piccola speranza a
cui mi
ero aggrappata, si sta sgretolando come il mio
cuore…dimenticarlo…fa male,
seppellire questi sentimenti cosa mi costerà? Cosa mi
è costato in questi anni?
Continuo ad arrancare, mi rifiuto di andare avanti così, ma
come posso
fare? Le lacrime
sembrano non volersi
fermare, urlai di nuovo come se potesse portarmi sollievo invano. Ho
messo una
fine, ma la forza per un nuovo inizio non ce l’ho.
Mi risvegliai
a terra, seduta, contro al masso, avvicinai le gambe al petto e
appoggiai la
testa. Ora cosa faccio? Non intendo ritornare da Cassandra, ne ho
abbastanza dell'Inquisizione...qualunque
cosa me lo avrebbe ricordato...ritornare al clan? No, come avrei potuto
ritornare alla vita di prima? Prima di tutto questo, prima di... non so
cosa
fare, è da anni che evito questi pensieri, poter dire
basta…poterli
cancellare…Cole sicuramente mi avrebbe dato volentieri una
mano, ma avrei
cancellato anche una parte di me stessa…a cui non penso
riuscirò mai a
rinunciare. Soffocarli, seppellirli, nasconderli come se non fossero
mai
esistiti, far finta di dimenticarli…questa disperazione mi
sta dilaniando il
cuore, come ho potuto pensare che l’avrei salvato da se
stesso, quando lui per
primo non vuole. Guardai il cielo, stava per sorgere il sole, sospirai.
Le
altre volte aveva fatto male, ma non così. Un fastidioso
nodo alla gola mi
impediva di respirare, mentre un dolore immane mi costringeva a
singhiozzare,
sentii di nuovo le guance bagnarsi di lacrime.
I sussurri
“Distruggere le
sue difese"
risposi -No, sono stanca, se
quello che prova per me non è sufficiente a fargli abbassare
le difese, a
fidarsi...basta...che faccia quel che vuole, che distrugga questo
mondo, non mi
interessa...non mi interessa più nulla! Che si faccia
ammazzare, visto che è
l'unica cosa che sembra importargli!-
Mi alzai e
vagai senza una destinazione, ero gelata. Antiche rovine, una statua da
lupo,
la fissai, doveva essere una maledizione. Un sussurro “Che il Temibile
Lupo possa
sbranarvi”
siamo
ironici? Neanche tanto. Ero già stata presa e sbranata
più volte. Una torcia di
Velfuoco, la accesi, verde come l’Ancora, da un mondo
dimenticato, perduto e
cambiato, non si torna indietro, non si può. Che tristezza,
il suo mondo è
cambiato, ma lui stesso non intende farlo, il suo orgoglio lo
porterà alla
morte e non posso fare altro che guardare o decidere di dargli il colpo
di
grazia. Ingannare il Dio degli inganni, anche se ne avessi il potere,
non
intendo farlo, non ora. Avvicinai
una
mano al fuoco come per toccarlo, avrebbe fatto meno male di quello che
sto
passando.
Delle dita
si chiusero sul polso bloccandomi. Alzai lo sguardo, mi rivolse
un’espressione
afflitta. Mi liberai dalla stretta con forza, allontanandomi, strinse
una mano
sulla mia spalla. Basta.
Sfuggii al
suo tocco, che mi provocò una fitta al cuore. Lo guardai
come non avevo mai
osato fare. Ora basta! Allungai una mano contro di lui, come
avvertimento di
mantenere le distanze -Io ho fatto la mia scelta e tu hai fatto la tua.
Vattene. Prova ancora a toccarmi e Dio o no te ne pentirai!-
Abbassò
lo
sguardo con rammarico -Perdonami-
Il mio corpo
si bloccò involontariamente, non riuscivo a muovere un
muscolo, che diavolo sta
succedendo? Accidenti che sia…i sussurri ”Sei
una creatura di Mythal adesso, qualunque cosa farai, che tu lo voglia o
meno,
sarà in suo nome.”
Ma lui non
è
Mythal!? Niente non riesco a fare nulla! Questa me la paga! Mi si mise
di
fronte e potei di nuovo muovermi, ero furiosa, lo spinsi via e mi
allontanai da
lui.
-Vattene!
Vai a farti ammazzare! Sei stato chiarissimo! Tornerò al
clan e sposerò l'elfo
che mi era stato promesso!- mi bloccò per le spalle e mi
fissò negli occhi, era
addolorato -Vhenan...- un’altra fitta di dolore al cuore. Non
osare chiamarmi
più così! Urlai
-Banal vhenan!- lo
spinsi con tutta la forza che
avevo lontano da me, ersi un campo elettrico tra noi due -Non si torna
indietro! Non l’hai ancora capito?- esclamai sprezzante.
Passò un leggero
bagliore nei suoi occhi, entrò nella magia attiva posta tra
noi, la vidi
disintegrarsi.
-Dorian
è
bravo, ma non così bravo- disse triste
Sospirai, mi
voltai e mi incamminai a caso, lo guardai con la coda
dell’occhio, mi seguiva.
-Vattene,
dovresti avere da fare no? Hai in programma un genocidio, non farci
aspettare-
-Ne abbiamo
già parlato- era controllato come al suo solito, mi
innervosii ancora di più
-No, hai
parlato e deciso tutto tu, stupido orgoglioso, arrogante che non sei
altro-
-Grazie- rispose
pacato
Sospirai
spazientita -Prego, Sera avrebbe saputo fare di meglio, non sai quanto-
-Con epiteti
che entrambi non osiamo pronunciare- affermò deciso
-Non
mettermi alla prova. Sparisci, le altre volte non hai avuto
difficoltà a farlo-
dissi ancora più arrabbiata al ricordo
-Più
di
quanto immagini-
Mi voltai,
era serio. Stai tenendo a bada il tuo orgoglio? -Ho notato- mi
avvicinai
alterata e gli tirai un altro schiaffo, era esterrefatto
-Quest…- E un altro,
era basito, vedevo riflesso negli occhi una lotta interiore, tra il
rimanere
fermo e il reagire. Non si muoveva.
-Questi
erano per quella sera e per quando sei sparito la prima volta. Ora puoi
continuare a non fidarti, ma se serve ti picchierò ancora,
sempre se rimarrò
viva abbastanza a lungo grazie ai tuoi piani-
Ripresi a
camminare, mi prudevano le mani, lo picchierei ancora! Rabbia repressa
da tre
anni, una liberazione! Sentivo che mi seguiva, lo osservai, aveva una
guancia
molto rossa, teneva le braccia ancorate alla schiena e si guardava i
piedi. Notai
solo in quel momento che si era cambiato, non aveva più
l’armatura
scintillante, ma una versione più leggera. La corazza dorata
era stata tolta
completamente, come anche la pelliccia di lupo.
-Dove
stiamo andando?-
-Io lontano
da te, per sempre. Tu fai come vuoi, ma non c’è
bisogno che te lo dica, lo fai
sempre, dovresti essere contento finalmente, non ti cercherò
più- un’altra
fitta al cuore a quelle parole che non avrei mai voluto arrivare a
pronunciare,
repressi di nuovo quei sentimenti negativi, devo mantenere il
controllo. Una
sua mano mi prese il braccio facendomi voltare, per poi bloccarmi dalle
spalle,
stingendole.
-Non dovevo
dirti che non ti amo, non potrebbe essere vero neanche se passassero
mille
anni...- mi irrigidii sorpresa, il cuore ebbe un sussulto di gioia, ma
non
volevo guardarlo in viso, avrei ceduto di nuovo, è come un
inganno. -Hai
ragione, mi stavo ingannando...il solo pensare che un altro possa
toccarti o giacere
con te, mi fa infuriare- fece scivolare le mani accarezzandomi le
braccia fino
alla vita e mi tirò verso di lui, facendo combaciare i
nostri fianchi. -Mi
basta guardarti perché abbia questa reazione. È
da quando mi hai baciato in
quel sogno tre anni fa, che ti desidero, che voglio baciarti ovunque, fino a farti
urlare il mio nome-
Lo guardai
sorpresa, sentivo il sangue rimbombarmi nelle orecchie e le guance
scaldarsi. Stava
davvero mettendo a tacere il suo orgoglio? Dovevo mantenere la calma.
-Come
potrei mai crederti, avevi già detto di amarmi, ma non hai
intenzione di
trovare altre strade, vuoi la via più breve, anche se sai
che farai una strage,
ma dopo tutto non è la tua gente. Per te è solo
un’altra guerra da vincere,
avevi detto che ci consideravi persone, ma da quello che vuoi fare non
si
direbbe- affermai con voce tremante.
-Troverò
un
altro modo…cambierò i miei piani…ma
non ho intenzione di rimangiarmi quello che
ti dissi-
-Per
orgoglio?- risposi seria, mi guardò altrettanto serio -No,
perché è la verità-
Lo fissai
basita -Se non ti sta bene, vai ora- mi lasciò andare, ero
frastornata ed
esterrefatta. Il cuore batteva all’impazzata, la mente era
confusa, gli presi
la mano destra fra le mie, con il pollice seguii le linee delle
cicatrici -Cosa
hai fatto?- sospirò -Nulla…- lo fissai con
insistenza -Questo non è nulla e non
te la sei curata visto che è rimasta la cicatrice, cosa hai
fatto?- mi guardò
divertito -L’ultima volta che ci siamo visti in sogno, mi
sono svegliato,
vestito con l’armatura e mi sono guardato allo
specchio…- aspettai una
conclusione che non arrivò.
-E…?-
lo
incitai
-E
l’ho
rotto- disse semplicemente
Rimasi sorpresa
-Hai rotto lo specchio? Ti volevi spaccare una mano!?- continuai ad
accarezzargliela -Perché? Sei uno stupido!- che diavolo gli
era saltato in mente?
-Perché
mi
sono odiato per quello che ti stavo facendo passare e il non poterti
stare
accanto-
A quella
rivelazione mi si scaldò il cuore -Promettimi che non mi
allontanerai più da
te, qualunque cosa ci aspetti il futuro- un lampo di gioia
passò negli occhi
grigi e accennò un sorriso, mi fissava ipnotizzato.
-Promettilo- mi alzò il
viso con l’altra mano, mi fissò negli occhi -Te lo
prometto, vhenan- gli fissai
le labbra e lo riguardai negli occhi -Dimmi che mi ami-
-Ti amo-
-Ancora-
-Ar lath, ma
vhenan- scese sul collo e iniziò a baciarmi e mordermi,
bruciavano, mi
abbandonai volentieri ad essi. Poi prese possesso della mia bocca, mi
persi nel
suo sapore e nel suo respiro che bramavo ormai da troppo tempo e che
non avrei
mai potuto dimenticare. Restammo abbracciati e iniziò ad
accarezzarmi la
schiena per scaldarmi. Stare tra le sue braccia e sentire il suo calore
mi
faceva sentire bene come non mi capitava da tempo, mi strinsi di
più a lui.
-Prova
ancora a farmi una cosa del genere che ti uccido-
-Non ne dubito-
sorrisi, accoccolandomi di più contro di lui
Si
staccò da
me e mi prese per mano -Vieni-
Ci
incamminammo verso la base, una volta raggiunta venivo guardata con
curiosità
dagli altri elfi. Rientrammo nell’ala ovest e facendo le
scale mi portò nella
sua camera. I guanti dell’armatura che aveva lasciato cadere
a terra qualche
ora prima, non c’erano più.
-Questa
sarà
la tua stanza, per adesso, mi sposto abbastanza spesso, come ormai
saprai
questo è solo un distaccamento della base principale-
-Già,
è
stato un mese interessante e tutto sommato divertente, una cosa
l’ho capita,
l’insegnamento non è il mio forte, anche se il
comandante è convinto del
contrario, lo trovo particolarmente logorante. Ho già la mia
stanza non serve
che mi cedi la tua-
Sorrise -Non voglio discutere su
questo vhenan, rilassati
e fai una bella dormita-
Decisi di
provocarlo, tenni le braccia dietro la schiena e mi feci vicino,
sussurrai -E
tu dove dormi?- gli fissai le labbra. Sorrise, si spostò con
il viso sul mio
collo e mi baciò insistendo in un punto lasciandomi il
segno. Ero euforica, da
quando era così possessivo? Mi aveva fatto appena vedere
questo suo lato in
passato, quante altre cose mi avrà nascosto? Sarebbe stato
un piacere
scoprirlo.
Sorrisi
compiaciuta -Non è una risposta questa-
I suoi occhi
ardevano -Oggi vhenan sarò impegnato e penso che Cassandra e
gli altri saranno
preoccupati per la tua fuga, andrei con te da loro domani- ero sorpresa
-Sistemo
un po' di cose e possiamo andare- e preoccupata, non sapevo che
reazione
avrebbero potuto avere -Lo sai che rischi di essere attaccato nei modi
più
svariati vero?-
Era
divertito -Certo, infatti arriverei per sera, anche per non avere
dell'attenzione
indesiderata in strada. Spero che Cassandra non sarà troppo
aggressiva...-
Risi -Non ci
conterei, vhenan-
Mi
guardò il
braccio, lo alzai e lo esaminò -Dorian ha fatto un ottimo
lavoro, vedo, dovrò
ringraziarlo-
-Io devo
ringraziare te per il sigillo che hai messo- se non fosse stato per
quella
premura, dubito avrei ancora entrambe le mani
-Non
ringraziarmi, farei qualunque cosa per il tuo bene-
Sentii le
guance scaldarsi e mi fissò serio negli occhi -Il potere che
senti...riesci a
controllarlo? Sono rimasto sorpreso, la facilità con cui mi
hai colpito e la
barriera elettrica non sono da principiante. Sei così
potente che non hai
bisogno del bastone da mago...-
-Ne è
rimasto stupito anche Dorian, i sussurri del pozzo del dolore hanno
fatto il
resto, li sento e capisco perfettamente, continuano a insegnarmi cose
nuove,
ogni giorno, infatti mi ritrovo spesso senza accorgermene a parlare
nell'Antica
Lingua, è stato un problema in questo mese-
Lo osservai
era pensieroso, mi prese la mano e se la portò al viso
permettendomi così di
toccarlo.
-Ora provo a
fare una cosa, devo capire...non ti succederà nulla- annuii
con un cenno del
capo, gli si illuminarono gli occhi. Avrei dovuto abituarmi a quel
trucco, era
un po’ inquietante. Iniziai a sentirmi elettrizzata. I
sussurri intervennero “Cambiare”,
Solas si bloccò e ritornò normale,
aveva lo sguardo perso, mi preoccupai -Ti senti bene?-
-Perdonami,
non è nulla- mi baciò su una guancia -Ci vediamo
domani mattina-
Se ne stava
per andare, ma lo fermai prendendolo per mano -Solas, troveremo un modo
per non
distruggere questo mondo per rimediare a quello che hai dovuto fare, lo
sai
anche tu che togliendo il Velo, non tornerà mai tutto come
era prima, come te
lo ricordi, bisogna andare avanti- mi fu difficile pronunciare quelle
parole. Mi
strinse la mano, abbassò il volto, chiuse gli occhi e
sospirò, continuai ad
osservarlo, rifletteva.
-Lo so
vhenan, se ci sarà un modo lo troveremo, ma quello che ti ho
detto un anno fa è
la verità e non intendo tornare su i miei passi, se
sarà necessario e non
troveremo alternative distruggerò questo mondo- non mi
guardava, come l'ultima
volta, si vergognava di questa decisione?
Mi vennero
in mente le parole di un anno fa ‘Avrei preferito che tu
non vedessi ciò
che sono diventato’ lo guardai dolcemente -Lo sai bene che
non ti considero un
mostro, lo stai facendo perché devi rimediare, so che non
uccideresti mai della
gente innocente- mi fissò negli occhi grato.
-Ma la
fretta, come hai visto non è mai la soluzione, anche se ci
ha fatto incontrare-
lo avevo tirato verso di me, gli sorrisi -Quindi, per favore, smettila
prima di
tutto di fare quelle stupide distinzioni tra la tua gente e la mia come
fa
Abelas- mi fissò sorpreso e fece un lieve sorriso.
-Troviamo il
modo di riportare questo mondo senza il Velo, senza fare una strage,
sarà una
cosa lunga o sbaglio?- mi mise una mano sul viso accarezzandomi, chiusi
gli
occhi e mi abbandonai ad essa -Già, lunga e difficile, ma
molto più piacevole con
il tuo aiuto, tu cambi tutto- emozionata lo guardai negli occhi e
sorrisi -Sei
sempre il solito adulatore- mi guardò divertito e si
appoggiò con la fronte
alla mia -Solas?-
-Sì?-
gli
posai un lieve bacio sulle labbra -Resta-
Sorrise -Ci vediamo domani vhenan-
mi baciò con
passione e uscì dalla stanza.
Vhenan: letteralmente
significa
"cuore". Viene usato come termine di apprezzamento tra amanti
Ar lath, ma vhenan: ti amo, cuore
mio
Banal vhenan: non sono il tuo cuore
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 9
Mi stavo
sistemando quando bussarono, doveva essere lui -Vieni pure, sono quasi
pronta-
La porta si
aprì e me lo ritrovai davanti, lo esaminai, non aveva
più gli abiti del giorno
precedente, ma una maglia da apostata nera con dei ricami particolari e
uno
smanicato con cappuccio blu, il suo inseparabile zaino ed era stanco,
mi
avvicinai a lui e gli toccai il viso -Hai dormito un po'?- chiesi
severa. Sorrise,
mi prese la mano e ne baciò il palmo, feci un mezzo sorriso
-Tu hai dormito
bene?- mi lasciò andare la mano -Benissimo, devi prendere
qualcosa?-
Sorrise -No,
ho già tutto quello che mi serve, andiamo?- intanto stavo
mettendo le mie cose,
che avevo recuperato poco prima dalla stanza in comune con le ragazze,
in una
sacca. Avrei voluto salutarle, ma sapevo che avrei destato una valanga
di
domande, soprattutto se Solas si presentava al mio fianco. Quindi le
avevo
abilmente evitate. Spero un giorno di rivederle, non desideravo
lasciarle così
in malo modo. -Hai ancora quello zaino?- era così trasandato
che aspettavo che
cadesse a pezzi. Era perplesso -Perché? Cosa ha che non va?-
Ridacchiai
-Nulla, nulla, ti manca solo il bastone da mago e sei a posto-
Mi
guardò
divertito -Non è un problema, ne rimedio subito uno- si
stava voltando per uscire,
ma lo presi sottobraccio -Andiamo, povero mago eretico- scherzai.
Ripassammo
attraverso l’Eluvian e partimmo dalle rovine elfiche del mese
precedente, a
piedi saremmo arrivati verso sera.
-Sei molto
brava con la magia, per essere poco tempo che la pratichi e dubito sia
solo
merito dei sussurri, vorrei insegnarti altro-
Ero
emozionata per il complimento -Va benissimo, vhenan- sorrisi e lui fece
lo
stesso, mi prese per mano.
-Riguardo al
discorso di ieri, sto cercando un’altra sfera, togliere il
Velo senza è troppo
complicato, sono potente, ma il Focus amplifica i miei poteri. Crearlo
è stato devastante
per il mio corpo, più di quanto potessi immaginare. Se non
fossi immortale
invece di dormire sarei sicuramente morto-
Lo guardai
preoccupata -Mi stai dicendo che per toglierlo rischieresti ancora?-
Abbozzò
un
sorriso -No vhenan, togliere il Velo non sarà il problema
principale, ma è
quello che ne uscirà che mi preoccupa-
Rimasi in
silenzio e lo osservai attentamente, avevo avuto un anno intero per
pensare al
suo essere un Dio, immortale, una condizione dell’essere
elfi, quando non c’era
ancora il Velo. Non ne avevamo mai parlato, non ce ne era stato il
tempo o
l’occasione. Anche se prima o poi avremmo dovuto affrontare
questo argomento.
Distolsi lo sguardo da lui prima di dover dare spiegazioni. Non
l’ho ancora
accettata completamente la mia condizione mortale, ma ogni giorno in
sua
compagnia è il più bel regalo che possa farmi,
pensavo di non rivederlo mai più
e questo mi basta, mi deve bastare.
-Sei troppo
silenziosa, tutto a posto?- mi destai dai miei pensieri, presa alla
sprovvista
da quella domanda, non risposi.
Mi
guardò
dubbioso -Mi ricordi qualcuno…mi hai sempre ricordato
un’elfa che mi era capitato
di incontrare al mio tempo. Quando pensava un leggero strato di mana
l’avvolgeva,
ora che hai la magia fai la stessa identica cosa-
Ero perplessa
-Non me ne sono mai resa conto…- mi studiava attento, lo
vedevo riflettere -E
questo vuol dire…?-
Rimaneva in
silenzio e sospirò -Non è una cosa che si
può imparare, io stesso non lo so
fare- ero ancora più confusa e lui non sembrava voler
approfondire la
questione, lasciai perdere.
Per
mezzogiorno ci fermammo a mangiare, avevamo scorto una radura e ci
eravamo
accomodati ai piedi di un albero -Tu in questo anno cosa hai fatto? Io
penso ti
averti raccontato le cose principali durante i tuoi sogni e le spie
suppongo
abbiano fatto il resto-
Sorrise -Cosa
ho fatto… nulla di eccezionale, sto cercando di far cambiare
le cose qui nel
Tevinter per gli elfi, assumo nuovi agenti, diramo ordini, cerco
un'altra sfera
e in tutto questo c’è qualcosa che mi sfugge.
Mythal aveva in mente qualcosa,
l’ha già pianificato da tempo e ha tirato le fila
dove doveva, su questo non ho
dubbi. Insomma nulla di così diverso da quello che facevi tu
come Inquisitore-
Ero
pensierosa, niente di eccezionale, certo, non lo avrei ritenuto tanto
normale
in passato.
-Ah giusto,
leggevo volentieri i rapporti che mi portavano su di te, anche quello
di un mese
fa dove mi informavano che gli eri sparita da sotto il naso- mi
fissò in viso
-E pensavo a te tutti i giorni, anche se avrei dovuto dimenticarti, ma
la cosa
mi è sempre risultata impossibile-
Lo guardai
dolcemente -È inutile che mi fai questi apprezzamenti ora,
dovevi pensarci
prima- naturalmente mi facevano piacere, ma perdonarlo, anche se
l’ha fatto a
fin di bene, mi risulta ancora difficile, o almeno, avrei fatto in modo
che la
pensasse così. Sapevo di avergliela data vinta
già il giorno prima e quegli
schiaffi avevano soddisfatto la mia indole vendicativa.
-Dovrò
recuperare i tre anni in cui non ci siamo visti in qualche modo-
sorrise
sarcastico, mi limitai a ricambiare il sorriso -Mi sa che dovrai
impegnarti di
più-
Arrivammo in
prossimità della città, ma il sole non era ancora
tramontato del tutto, ci
fermammo vicino al fiume -Spiegami, come puoi essere una maga, ora?-
Ero
divertita per la domanda posta così
all’improvviso, scommetto che è da ieri che
ci sta riflettendo -Veramente dovresti essere tu a darmi una
spiegazione-
divenne pensieroso, continuai -Dorian mi ha detto che è
successo durante
l’operazione al braccio, il mio sangue ha reagito alla loro
magia, non saprei dirti
altro, solo che li sento come se fossero stati sempre una parte di me,
ma
rimasta nascosta-
-Per
rivelarsi al momento opportuno a quanto pare…-
Lo osservai,
serio e lo sguardo fisso davanti a sé, stava parlando
più con se stesso che con
me -Ed è un male?-
Sorrise
-Assolutamente
no, vhenan, ma non mi è mai capitata una cosa del genere,
sei sempre una
continua sorpresa, in un modo o nell’altro non smetti mai di
stupirmi- mi
guardò dolcemente, sorrisi -Non mi pare che tu a quanto
sorprese sia da meno-
Mi rivolse
un’espressione colpevole, ridacchiai, lo presi per mano e gli
posai un bacio
sulla guancia.
-Andiamo, ma
vhenan- e lo guidai per la città fin dove alloggiavo con
Cassandra.
Entrammo, la
stanza principale non era cambiata, il camino acceso con di fronte un
paio di
poltrone, poco distante il divano e il tavolo che usavamo per pranzare.
La
Cercatrice era seduta vicino al fuoco, appena ci sentì
saltò su come un soldato
e ci venne incontro, mi vide e il volto le si illuminò di
gioia, appena notò
Solas, la sua espressione passò da sorpresa a rabbia in modo
comico, per
fortuna non aveva la spada.
-Cosa
diavolo ci fa questo brutto...essere qui? Si diverte a spezzarti il
cuore?- si
rivolse a Solas con uno sguardo assassino e lo prese con forza dal
bavero, lui
non oppose resistenza -Cosa ci fai qui?- richiese minacciosa.
Intervenni -Ti
prego Cassandra lascialo, ci siamo già chiariti- mi
guardò infuriata, lo spinse
lontano da sé, e se ne andò in camera sbattendo
la porta. Poteva andarci
peggio, penso…
-Domani mi
farà una ramanzina infinita… non hai reagito,
perché?-
Sospirò
e
rispose -Perché quel pugno che voleva tirarmi, me lo sarei
meritato, penso si
sia trattenuta solo perché sei intervenuta tu, se fosse
stata armata sarebbe
stato un problema- intanto si era seduto sulla poltrona. Lo guardai
perplessa,
dopo anni che stavamo insieme aveva ancora delle riserve, potevo capire
i dubbi
che lo frenavano prima, non mi aveva detto di essere il Temibile Lupo,
ma ora?
-Cosa stai
facendo? Non vorrai dormire sulla poltrona? Non fare lo stupido- mi
guardò e
poi fissò il fuoco, si alzò di scatto e mi prese
in braccio. Non me
l'aspettavo. Gli strinsi le braccia intorno al collo per sostenermi e
lo fissai
negli occhi, ardenti di desiderio come non li avevo mai visti, il
battito del
cuore aumentò. Sorrisi, ti sei deciso finalmente?
Gli sfiorai
le labbra con le mie -Quel divano mi sembra comodo, ma andrei nella mia
stanza-
indicai una porta, ridacchiò divertito, ci spostammo in
camera e mi mise sul
letto. Si impossessò della mia bocca, passando le mani sul
mio corpo,
accarezzandomi insinuandosi sotto gli abiti. Ci staccammo senza fiato,
iniziò a
svestirsi con impazienza, lo imitai rimanendo solo con la biancheria.
Emozionata e
ipnotizzata mi presi tutto il tempo per osservargli la schiena e il
petto, fino
a studiarlo maliziosa al centro della sua virilità, ancora
coperta dai
pantaloni, ma ben evidente pulsante di desiderio. Una fitta fece
capolino nel
mio basso ventre, la voglia di averlo dentro di me aumentava a ogni
minuto. Sorrise
studiandomi con occhi ardenti, mi si scaldarono le guance e distolsi lo
sguardo. Il cuore era impazzito, lo sentivo rimbombarmi nelle orecchie.
Si
sedette al mio fianco e cominciò a baciarmi minuziosamente
il collo, bruciavano
e dei piacevoli formicolii scivolavano lungo la schiena, infiammandomi
di più.
-Ma'arlath-
mi voltai, trovandolo vicinissimo al mio viso, lo baciai dolcemente
accarezzandogli il palato, rispose con foga divorandomi la bocca. Mi
spinsi
contro di lui e prendendomi dai fianchi ci
spostammo al centro del letto. Gli ultimi indumenti scivolarono via. Mi
fissò
rapito -Sei bellissima- un lieve senso di imbarazzo si stava insinuando
nella
mia mente, ma lo feci tacere. Era la prima volta che mi vedeva senza
nulla
addosso, e più importante era la prima volta che vedevo lui
nudo. Mi godetti la
vista di tutto quello che tra poco
sarebbe diventato mio. Iniziò a baciarmi scendendo sempre
più giù. Quelle
coccole di baci roventi e le sue mani calde mi fecero perdere la
ragione. Sentire
il suo profumo, il suo sapore era inebriante. Accarezzare le sue spalle
e il
suo petto mi faceva impazzire. Ero perduta. Fremetti ed ebbi dei gemiti
-Solas…-
volevo che mi prendesse. Incatenò i nostri sguardi, era la
prima volta che lo
vedevo così, ogni maschera anche la più semplice
era scomparsa, dischiusi le
gambe invitandolo a continuare, allungò
un braccio sotto alla vita cingendomi e avvicinando il nostro desiderio. Mi
baciò teneramente, mi sfuggii un
gemito contro le sue labbra. Spostai la bocca fino ad afferrarlo
delicatamente, ma saldamente al
lobo e lo leccai, gemette e rabbrividì -Così
perdo il controllo- sussurrò.
Ridacchiai e
lo accarezzai sul petto lentamente sempre più
giù, fremette -Non vedo l’ora…-
proferii
con voce suadente.
-Vhenan…-
rispose con voce roca. Mi alzò i fianchi ed entrò
lentamente in me. Quella
dolce irruzione mi fece sfuggire un lamento. Diavolo. Ero tra il dolore
e il
piacere. Mi aggrappai alle sue spalle. Si bloccò preoccupato
-Stai bene?-
Lo baciai
fiduciosa
-Continua vhenan, sto bene- posò le mani sui miei fianchi
per accompagnarne i
movimenti. Gemetti sotto le sue spinte lente e controllate, mi
osservava
attento, la mia rassicurazione non era servita a molto, ma quella
premura mi
fece abbandonare completamente a lui. Trovammo
presto una sintonia, ogni affondo diventò più
veloce e forte con scariche
di piacere che non avevo mai provato
prima. Con le gambe lo strinsi di più contro di me.
Affondò la lingua tra le mie
labbra. Inarcai la schiena spingendo i fianchi verso di lui. Non vidi
più
nulla.
Ritornai
cosciente.
Passai un braccio sulla sua vita come lui stava facendo con me. Mi si
avvinghiò contro ansimando parole
dell'Antica Lingua, dolci quanto melodiose. Pelle contro
pelle, non si capiva dove finivo io e
iniziava lui. La pressione divenne ancora una volta alle stelle e il
piacere a
lungo desiderato si impossessò di entrambi.
Rimase sopra
di me abbracciandomi e guardandomi dolcemente, sorrise, contraccambiai
e lo
baciai con passione. Si spostò al mio fianco, misi la testa
nell'incavo della
sua spalla, lo strinsi contro di me. Dopo un breve riposo la notte
risuonò di
nuovo dei nostri gemiti.
Mi svegliai
accoccolandomi
contro di lui e godendomi il calore del suo corpo
-Buongiorno,
ma vhenan- disse dolcemente
Lo guardai
in quegli occhi che mi facevano impazzire, gli diedi un fugace bacio
sulle
labbra e sorrisi -Sicuro che sia buongiorno? Mi sa che è
buon pomeriggio e
Cassandra sarà dietro a quella porta con la sua spada-
Rise -Qualcosa
mi dice che supponi giusto, ma spero di sbagliarmi-
Feci scorrere
la mano sul suo petto accarezzandolo sempre più
giù, la bloccò con la sua. Sorrisi
divertita e rigirai il viso posandogli un bacio sulla spalla. Inspirai
il suo
profumo, il mio e di quella nottata frenetica e fantastica, non
potevamo
recuperare i quattro anni persi, ma indubbiamente ci avevamo provato.
Lo
esaminai, un viso affilato, con quell'adorabile fossetta sul mento che
invitava
a baciarla e i miei occhi grigi tanto amati che erano tempestati di
macchioline
d’argento che a seconda della luce si illuminavano.
È diverso da qualunque elfo
abbia mai incontrato, si vede che siamo di ere differenti. -Hai un buon
profumo-
in risposta affondò il viso nei miei capelli
-Mmm…tu di più, sai di cuoio-
ridacchiai -E tu di carta, non mi sorprende-
Le labbra
gli si distesero in un sorriso, si mosse mettendosi sopra di me
-Pensavo che
dovessimo alzarci- dissi divertita, avvicinò le labbra alle
mie affondando con
la lingua, gemetti, mi stava rivenendo voglia di lui, lo volevo sempre
di più. Gli
mordicchiai il labbro inferiore e con più naturalezza di
quanto mi aspettassi
lo avevo accolto tra le mie gambe, i nostri desideri si toccavano, ma
si stava
trattenendo. Lo strinsi avvolgendogli i fianchi con le gambe fino alla
schiena.
Ci staccammo senza fiato, mi fissò negli occhi e sorrise
-Non ne avrò mai abbastanza
di te- gli posai le mani sul viso -E allora fammi sentire quanto mi
vuoi- mi
strofinai contro di lui, stavo impazzendo. Senza farselo ripetere
entrò in me
deciso, lasciandoci travolgere dalla passione. Si abbandonò
sopra di me e lo
baciai su una guancia -Ar lath-
Sorrise -Ti
amo anche io e anche per me è come se fosse stata la prima
volta questa notte,
non ho mai provato una cosa del genere-
-Perché
non
lo facevi da parecchio?-
Ridacchiò,
si
alzò appoggiandosi sui gomiti e fissandomi dolcemente -No,
perché quello che ho
fatto con te non è sesso, tu assorbi tutto quello che ti
faccio e me lo rimandi
indietro amplificato, sbocciato in qualcosa di ancora più
abbagliante e
inebriante- ero emozionata per quelle parole
-Abbiamo
fatto l’amore?- infatti chiamarlo semplicemente sesso,
sarebbe stato
diminutivo, mi sentivo magnificamente anche solo stargli accanto.
Sorrise mostrandomi
un’espressione di immensa gioia, se non lo fossi
già stata mi sarei innamorata
ancora di lui. Mi posò un bacio fugace sulle labbra -Una
confortevole mancanza
di coscienza, il piacere nel dormire indisturbati, la scoperta di
questo
meraviglioso sentimento con la bellissima donna che ho tra le braccia.
Credo
proprio che sia amore e non pensavo l’avrei mai provato in
vita mia- mi baciò
di nuovo, una lunga, rilassata esplorazione che mi fece arricciare le
dita dei
piedi. -Se non fosse stato amore non ci saremmo mancati e cercati
così tanto,
ma vhenan- affermai. Abbozzò un sorriso, mise il viso
nell’incavo del mio collo
posando dei baci, per poi scostarsi e di controvoglia mi alzai. Non mi
sembrava
ancora vero di averlo avuto sopra e dentro di me. Per quanto tempo lo
avevo
desiderato senza che ci concedessimo l’uno
all’altra? Non potevo fare a meno
della sua presenza prima, ora era impossibile, avrei fatto qualunque
cosa per
stargli accanto.
-Vado a
lavarmi e farò vedere a Cassandra che sono viva. Usa pure il
mio bagno,
qualcosa mi dice che se resto in questa stanza ancora un po' ne uscirei
stasera- sorrise divertito, e mi guardò recuperare le mie
cose.
-Nell'armadio
dovresti trovare qualcosa che ti vada bene-
Uscii.
Stranamente non vedevo Cassandra da nessuna parte. Andai nella sua
stanza.
Ero immersa
nell'acqua calda, quando la sentii rientrare.
-Vedo che ti
sei finalmente fatta viva, potevi lasciarlo dormire sul divano
però- la voce
era alquanto seccata.
Ma'arlath: amore mio
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 10
Presi un
po’ di acqua a
coppa tra le mani e sospirai, non mi dispiaceva che si preoccupasse,
era
diventata come una sorella maggiore in quegli anni di avventure.
-Cassandra,
lasciarlo sul
divano dopo quattro anni che ci conosciamo mi sembra un tantino
estremo, lui
comunque non ha colpe, l'ho incitato io, se no l'avresti sì
trovato sul divano,
sa controllarsi fin troppo-
Silenzio, alzai
le mani
bagnandomi il viso, la udii sospirare -Yen lo perdoni troppo
facilmente, non
può passarla liscia-
Sorrisi e
osservai le
gocce cadere -Vero, ma sai quello che vuole fare, non voleva mettermi
in mezzo
per proteggermi. Penso che Mythal sia stata uccisa proprio a causa sua-
Sospirò
ancora -Va bene,
ma se ti fa soffrire di nuovo non ci sarò solo io, ma anche
tutti gli altri e
allora si che si ragiona! Il vantaggio è lecito,
è un Dio- sentire una cosa del
genere da Cassandra mi fece molto piacere -Grazie, ma non penso ce ne
sarà
bisogno, che ore sono?-
-Le 15,
c'è qualcosa sul
tavolo da mangiare quando hai finito-
Mi
guardò torva -Cosa
diavolo ti è saltato in mente di sparire così!
Senza dire nulla! Ci siamo
spaventati da morire! Pensavamo ti fosse successo qualcosa e non
c’era nessuna
traccia!-
Feci un breve
sorriso -Perdonami,
ma non potevo continuare a stare con le mani in mano e
l’unico modo era fare
qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato, soprattutto lui, non volevo
rischiare che le sue spie mi ritrovassero, ho dovuto prendere una
decisione
drastica- sbuffò offesa. -Cassandra, scusa, ma se avessi
accennato qualcosa a
qualunque di voi, so che in modo o nell’altro lo avrebbe
scoperto, mi fido di
tutti voi e soprattutto di te- non mi guardava, sospirai sconsolata.
-Cosa hai fatto
in questo
mese?-
Sorrisi -Quel
giorno ho
cambiato aspetto, ho raggiunto l’altra città e ho
trovato un contatto per puro
caso. Vuole liberare gli elfi dalla schiavitù e li sta
armando, i nostri
interessi coincidono-
Mi ascoltava
attenta -Ma
non vuole togliere il Velo?-
-Anche,
ma…-
-Siete due
pazzi, ma come
si dice? Chi si somiglia si piglia!-
Ridacchiai
-Comunque mi
sono ritrovata in una delle sue basi, stavo per prendere una promozione
alla
fine, ma me lo sono ritrovato davanti ed è finita bene,
anche se…-
Mi
guardò allarmata -Cosa?
Ti ha fatto ancora piangere?-
Esitai
-Ehm… bhe… più o
meno, ma te l’ho detto ci siamo chiariti ed ora è
qua-
Era arrabbiata
-Io quello
un giorno o l’altro lo ammazzo…-
Cavolo
-Cassandra,
calmati è tutto a posto adesso, davvero…-
Sospirò
profondamente -Ho
capito, ma lo terrò d’occhio- sorrisi -Ti aspetto
di là-
-Ah…
aspetta, la bambina?-
me ne ero completamente dimenticata!
Si
voltò di nuovo verso
di me e sorrise -Sta bene, Dorian l’ha affidata ad una coppia
di suoi servitori
che sono stati felici di accoglierla, visto che non possono averne di
propri-
Ero sollevata
-Bene, sono
contenta, è così carina poi- la vidi avvicinarsi
dubbiosa e mi posò un mano sul
viso facendomelo voltare, fissandomi il collo -Cosa…?-
proferì con un filo di
voce
-Che
c’è Cassandra?- la
vidi arrossire e mi lasciò andare -Nulla!-
borbottò -Cassandra!?-
ed uscì senza ascoltarmi, ma che
gli è preso?
Uscii dalla
vasca e mi
sistemai, per poi guardarmi allo specchio sul punto che aveva causato
quel
comportamento strano della Cercatrice. Una macchia scura, il segno di
un bacio,
gli posai sopra un dito solleticandomi la pelle e scoppiai a ridere.
Andai nell'altra
stanza,
vidi al tavolo il mio lupo che mangiava e discuteva con Cassandra, i
toni erano
normali. Sorrisi a Solas che ricambiò con lo sguardo e mi
sedetti, in compenso
la Cercatrice se ne andò a chiamare Dorian.
-Tutto bene?-
Mi rispose con
un sorriso
-Perfettamente, mi ha fatto sapere che se dovessi farti soffrire
ancora, mi
ritroverò i migliori elementi dell'Inquisizione con
l'intento di uccidermi, è
confortante la lealtà che ti dimostrano, sono contento-
Sorrisi
divertita -Una
dichiarazione di guerra in piena regola fatta da Cassandra è
pericolosa-
-Lo so- ridemmo.
Ritornava Cassandra accompagnata da Dorian, che guardò Solas
malissimo.
-Brutto bastardo
che non
sei altro! Spero tu sia tornato per rimanere! Perché se la
fai soffrire ancora
ti incenerisco! Fosse l'ultima cosa che faccio!-
Solas lo
guardò serio -Sono
tornato e intendo rimanere, o comunque se dovrò andarmene,
Yen verrà con me-
Dorian
continuava a
guardarlo minaccioso, non che Cassandra avesse uno sguardo tanto
diverso.
Mi alzai andando
incontro
a Dorian e lo abbracciai -Non ti preoccupare Dorian, è tutto
a posto adesso- mi
rivolse un espressione felice -Lo spero, ma non mi fido- sorrisi -Dopo
Cassandra
ti spiegherà tutto quanto-
Rimise la sua
attenzione
su Solas -Quindi, spiegati-
-Ti volevo
ringraziare
per il braccio di Yen e per averle insegnato ad usare i suoi poteri-
-È
bravissima, ha un
talento naturale, ha imparato tutto molto velocemente ed ha una potenza
incredibile-
-Che abbia un
talento
naturale non ne dubito, Dorian, ma come hai detto tu ha una potenza
sconfinata,
potrei dire pari se non superiore alla mia. Le tue magie arrivano a
certi
livelli, bada non perché non ne saresti in grado, ma
perché non hai potere
sufficiente. Quindi ti ringrazio, ma da qui in poi faccio io, penso di
avere
abbastanza esperienza ormai-
Dorian lo
guardò incuriosito
e chiese -Come vuoi, nessun problema, ma ho una richiesta, posso stare
a
guardare? Così evitate anche di divagare, non si sa mai-
Solas lo
guardò divertito
-Certo, i miei insegnamenti sono nell'Antica Lingua però,
non capirai le parole
mi spiace-
-Pazienza,
farò da terzo
incomodo, ma lei come farà a capire?-
Risposi -Avendo
bevuto
dal pozzo del dolore non ho problemi-
Sorrise
-Benissimo,
cominciamo?-
-C'è
un giardino Dorian?
Uno spazio aperto? Se qualcosa va storto è meglio essere
fuori, te lo assicuro-
ridacchiò divertito.
-Perché
ridi?-
-Vedi vhenan,
per farti
un esempio, ti ricordi a Skyhold il muro di cinta esterno distrutto?
Quello era
stato un mio errore di calcolo, diciamo... quando ero giovane- lo
guardai
sbalordita
-Non ti
preoccupare non farai
danni-
Iniziammo e fu
anche
divertente, Solas spiegava molto bene, i sussurri aiutavano, ma erano
strani
rispetto al solito, avevano iniziato a ripetere insistentemente
“È
giunto tempo di cambiare" non capivo,
cambiare cosa? Ne dovevo parlare con Solas, quando avremmo fatto una
pausa.
Che diventava
difficile
quando vedi nel tuo insegnate tanto entusiasmo, non lo avevo mai visto
così,
era una gioia per gli occhi e per il cuore, parlavamo solo
nell’Antica Lingua che
apprezzavo sempre di più, ci stava avvicinando
più di quanto non lo fossimo mai
stati, ero sempre più innamorata di lui.
Secondo Solas
ero un
portento e detto da lui è diverso che sentirlo da Dorian,
sapendo quanto fosse
rigido e severo non pensavo avrei ottenuto tutta questa approvazione.
Stavo imparando
velocemente, facevo magie complicate con estrema facilità ed
a Solas brillavano
gli occhi, in tutti i sensi, avevo notato che a seconda della
quantità di mana
richiesto, quel bagliore negli occhi aveva diverse
intensità.
-Solas…-
abbassai lo
sguardo esitante, mi fissò incuriosito -No nulla, lascia
perdere…-
Mi
osservò attento -Cosa?
Dimmi-
-Davvero, nulla-
si
avvicinò ad un palmo da me alzandomi il viso e
costringendomi a guardarlo negli
occhi, era perplesso -Che succede, vhenan?-
Sorrisi, ma
sapeva che
potere avesse su di me quell’unica parola, pronunciata da
lui? Ogni volta
sentivo il cuore scaldarsi e un irrefrenabile voglia di baciarlo,
quindi gli
presi il viso tra le mani e lo tirai verso me.
-Ehi! Ehi! Ehi!
Mi
allontano un attimo e fate baldoria?- esclamò Dorian.
Ridacchiai
contro le
labbra di Solas e approfondii il bacio, contraccambiata da lui con fare
possessivo. Furbacchione, ti piace farlo indispettire eh? Ignorammo
quel
richiamo.
-Non fate finta
di non
capire! Che la lingua comune la sapete ancora, anche se non fate che
parlare
nell’Antica Lingua!- esclamò scocciato
Ci staccammo
senza fiato
e sorrisi -Non essere così fiscale Dorian!-
-Non
è questo, come se
non ti conoscessi, quando non c’era ti imbambolavi pensando a
lui e non
ascoltavi un tubo di ciò che ti spiegavo. Ora che ce
l’hai qui a portata di
mano cosa pensi di combinare se non finire direttamente in camera?-
Ridacchiai
divertita,
riguardai Solas che mi fissava ipnotizzato e sorrideva -Ti imbambolavi?-
-Già,
ma ho scoperto che
è anche un metodo efficacie per ignorare gli spasimanti, non
che lo facessi di
proposito con Dorian…-
-Spasimanti?-
era
decisamente attento -Te ne importa qualcosa? Davvero?- mi
guardò sorpreso.
-La volete
smettere che
non vi capisco? Solas riprenditi!-
Mi fissava e
continuava
ad ignorarlo -Ho capito! Faccio una pausa!-
-Tu sei sparito,
ma il
mio ruolo da Inquisitore soprattutto dopo Corypheus ha richiesto la mia
presenza a vari eventi… e non avere un accompagnatore
ufficiale ha sortito tale
effetto…-
Era perplesso
-Anche se
sono un elfa, esatto- abbassò le sguardo afflitto -Mi
dispiace…- ora ero io che
non capivo -Di cosa?- mise una mano sul mio viso -Di averti lasciato da
sola…-
Lo fissai negli
occhi -Era
necessario, non potevi continuare ad aiutarmi, anche se non
l’hai fatto proprio
in modo carino, ho dovuto imparare ad affrontare quel mondo da sola,
doveva
andare così- risposi con decisione -Non posso negare che
abbia fatto male però…-
Mi
guardò con rammarico,
esitava -Avevi anche gli…-
-Altri?-
conclusi la
frase -Gli altri sono gli altri e mi hanno aiutato, ma quando avevo
bisogno di
un sostegno tu non c’eri e ho imparato a cavarmela da sola,
ed è stato meglio
così, non sarei arrivata al punto di cercarti fino a voler
sparire, tagliando
ogni legame se necessario- quando avevo bisogno di un consiglio lui
c’era
sempre, una volta che se né andato, ho dovuto camminare solo
con le mie forze.
Era un pensiero ingenuo sperare che ci sarebbe stato sempre per me.
Perfino
Josephine che mi
aveva insegnato “Il Gioco” si era congratulata per
quanto fossi diventata abile
a conversare senza dare delle vere risposte e a volgere il discorso in
mio favore
se necessario. Ero arrivata al punto di trovarlo anche divertente,
ottenendo un
certo rispetto dalla nobiltà orlesiana. Dovevo riversare la
disperazione e il
dolore che provavo da qualche parte.
La mia maschera
da
Inquisitore si era fortificata ulteriormente, dovevo proteggere il mio
vero io,
dovevo, per non crollare sotto il peso delle responsabilità
di avere tra le
mani altre vite. Ho dovuto adattarmi in fretta, due anni dopo aver
scoperto il
suo segreto, avevo compreso in parte cosa stava passando, ma cavolo se
aveva
fatto male. Come hai potuto sopportare per tutti questi anni, un peso
del
genere da solo?
Gli occhi si
erano
adombrati tristi, stava per allontanarsi, ma lo trattenni, mi
guardò -Sapevo
che ti avrei fatto soffrire, ma avevo preso una scelta quella sera, non
potevo
abbandonare la mia… gli elfi del mio tempo e vedere ancora
una volta qualcuno o
peggio la persona che amo, mettersi al servizio di un Evanuris.
È stato
tremendo, quel pozzo maledetto è sopravvissuto anche con il
Velo e ce ne sono
in giro altri, il prezzo da pagare è sempre lo stesso.
Perdonami per quello che
ti ho fatto… sei cambiata-
Sospirai -In
meglio spero-
lo fissai curiosa -Sorridi di meno-
-Tu invece hai
ricominciato
a farlo più spesso da quando stiamo insieme, mi sembra
equilibrata la
situazione-
Accennò
un sorriso -Anche
il tuo sguardo è diverso, studi la persona che hai davanti
con molta più attenzione
di quanto ti vedevo fare in passato…-
-Come fai
tu…-
Sorpreso
riabbassò lo
sguardo triste -Come potevo dirti di essere il grande avversario
protagonista
della mitologia della tua gente? Non mi sono fidato, è vero,
ma il solo pensare
che mi guardassi come un mostro…- sospirò e
rialzò il viso fissandomi
dolcemente -Anche dopo aver ucciso la Viddasala, mi hai sorpreso come
al tuo
solito, non hai agito come mi aspettassi alla fine, non hai avuto paura
di me,
anzi ti sei messa a litigare. Lasciarti ferita e indifesa in quel
luogo… mi ha
ucciso-
Sorrisi
lievemente e lo
abbracciai, mi strinse a sé -Solas, ar lath- mi appoggiai a
lui facendo
combaciare i nostri corpi.
-Cosa mi volevi
chiedere
prima?-
-Nulla-
-Ehi, qua il Dio
degli
Inganni sono io-
Ridacchiai, gli
posai una
mano sul viso e lo osservai -Perché ti si illuminano gli
occhi quando fai una
magia?-
Sorrise -Tutto
qua?
Ottima domanda. Un mago fa fluire il suo potere attraverso un bastone
di
solito, giusto? Il cristallo si illumina per via della concentrazione
del mana.
Non avendo bisogno del bastone, che anzi verrebbe distrutto dal troppo
potere,
viene riflesso dagli occhi. Noi stessi siamo degli ottimi conduttori,
solo che
far fluire all’esterno la magia correttamente senza un aiuto
come un bastone,
non è così semplice-
-Capisco, quindi
anche
io…- finì la frase -Ti si illuminano gli occhi?
Sì lievemente, ma lo fanno-
-Oh bhe, abbiamo
l’effetto sorpresa, è un po’ inquietante
se non te lo aspetti poi…-
-Ti faccio
paura?- lo
guardai sorpresa -Che domande sono?- era perplesso, gli presi il viso
tra le
mani e lo baciai -Fai per forza un po’ paura- non gli diedi
il tempo di
rispondere catturandogli di nuovo la bocca -Sai
com’è non è una cosa che si
vede tutti i giorni- sorrise -I sussurri stanno continuando a
ripetermi…- mi
interruppe -È giunto
tempo di cambiare,
lo so, ci devo pensare su, poi ti spiegherò cosa vogliono-
ero stupita -Come
fai a saperlo?-
Mi
guardò dolcemente -Ti
spiegherò anche questo, ma non ora-
Quella sera,
dopo cena avevo
sconfitto tutti a Grazia Malevola, stranamente Solas che vinceva
scaltramente,
messo in difficoltà solo da me, aveva perso più
del solito, lo vedevo assente,
perché? Mi
avviai verso la camera, era
già parecchio tardi.
Solas rimase
sulla
poltrona vicino al camino pensieroso.
Evanuris: potenti maghi
elfici
che si elevarono allo stato di Dei.
Solas, ar lath: Solas, ti amo
Naturalmente la
spiegazione del bagliore negli occhi me la sono inventata di sana
pianta, ma mi pare possa avere un senso
Vi auguro Buon Natale! Passate delle buone feste :D
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
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CAPITOLO 11
Mi svegliai e
tenendo gli occhi chiusi
feci scorrere una mano da parte a me sul materasso, sentendo solo le
lenzuola
fredde e vuote. Aprii gli occhi e girai il viso, la parte di Solas era
ancora
intatta. Non era venuto a letto. Mi alzai e cambiai, uscii per la
colazione. Lo
ritrovai sulla poltrona, dove lo avevo lasciato la sera precedente,
qualunque
cosa stesse pensando lo doveva aver sfinito, dormiva ancora, in una
posizione
alquanto scomoda. Mi avvicinai e posai le mie labbra sulle sue, da un
leggero
bacio, divenne più profondo. Le sue mani si posarono sulla
mia vita tirandomi
verso di lui, mi accomodai sulle sue gambe.
-Non mi sembrava
di averti messo in
punizione ieri sera, mi hai lasciato anche vincere a carte!- scherzai
Sorrise -Chi ha
detto che ti ho
lasciato vincere?- disse arrogante
Gli posai una
mano sul viso
accarezzandolo -Perché tu non mi lasci vincere facilmente, o
mi massacri senza
pietà- risposi sinceramente e mi andava bene
così, lo trovavo divertente
soprattutto quando cercavo di distrarlo. Ridacchiò -Impari
in fretta, se non
faccio sul serio non servirebbe, e dove starebbe il mio divertimento?-
-Ah…
adesso è il tuo divertimento?-
posai un bacio fugace -Non hai mai giocato a Grazia Malevola con me a
Skyhold…
per sentirmi dire da Thom poi che lo lasciavi in mutande!-
Rise -E mi ha
insegnato lui le regole,
è come ‘Il Gioco’ degli orlesiani, ma
più semplice e rilassante, soprattutto se
ho davanti una bellissima donna che cerca di distrarmi con allusioni
interessanti-
Sorrisi -Chi ha
detto che debbano
rimanere allusioni? Mantengo le promesse- lo provocai
Affondò
una mano nei miei capelli e mi
tirò verso di lui baciandomi con passione. Riprendemmo
fiato, ho la mente
annebbiata, cavolo, mi fa sempre questo effetto. Rimasi con la fronte
appoggiata
alla sua per schiarirmi le idee.
-Non sarebbe
stato meglio venire a
letto? Mi stai divorando e avrai un mal di schiena terribile-
Sorrise
malizioso -Mmm… adoro il tuo
spirito indomabile- mise il viso nell’incavo del mio collo e
mi assaporò più
volte lentamente. Dio… si è completamente
lasciato andare ormai, amo la sua
parte calma, fredda, distaccata e riflessiva, ma impazzisco per questa
passione
che mostra solo a me. -Il mio spirito è stato domato da un
altro recentemente…-
mormorai confusa per le coccole che mi stava facendo -Non il tuo
spirito, il
tuo corpo. Il mio spirito si è sottomesso al tuo
più che volentieri- sorrisi
-Sei un adulatore…- in risposta ricevetti un bacio
più insistente degli altri,
ridacchiai, si scostò e mi guardò divertito
-Avrò modo ancora di mettere in
imbarazzo Cassandra- e gli detti un bacio fugace per poi ritornare
seria.
-A cosa stavi
pensando? A quello che
mi hanno detto i sussurri?-
-Già,
ma prima di approfondire il
discorso, facciamo colazione, vhenan-
Dopo aver
mangiato, iniziò a spiegare.
-Quando me ne
sono andato, subito dopo
che avevi sconfitto Corypheus, mi sono recato da Mythal, dovevo
recuperare il
mio potere perduto. Tu l'hai incontrata, o almeno quello che rimane di
lei, un
frammento in quella donna Flemeth-
Come
dimenticarla? Mi aveva ordinato
di bloccare Morrigan e poco dopo avevo avuto il piacere di incontrare
il suo
drago.
Fissava la
tavola serio -Ero
disperato, lei alla fine è entrata dentro di me. Quel
frammento mi sta dicendo
le stesse cose che hanno iniziato a dire a te i sussurri del pozzo, da
mesi
però me le sento ripetere in continuazione, e sono
combattuto- mi rivolse
un’espressione preoccupata.
Ecco
perché… -Allora è per questo che
l’altro giorno sei riuscito a bloccarmi!- esclamai sorpresa
-Esatto, anche
se avrei preferito non
farlo, odio che tu abbia quei marchi e che ti possa controllare, anche
se è
stato il modo più sicuro senza rischiare di farti del
male…-
Stava per
aggiungere qualcosa -E…?- mi
guardò lievemente seccato -Nulla di importante…-
Lo osservai
incuriosita -E no! Ora
parli, ma vhenan!- sbuffò e distolse lo sguardo da me
divertito
-E quando
l’ho fatto, Mythal ha
aggiunto ‘Anche a Fen’harel sono tornati comodi
infine’ non cambierà mai…-
-Quindi
lei… bhe, prova tutto quello
che fai tu?-
Era divertito
-Se ti stai riferendo all’altra
notte, diciamo che si è fatta gli è affari suoi,
può decidere se essere
presente o meno-
Sentii le guance
scaldarsi, quella prima
notte favolosa… sorrise, per poi
diventare attento, stava pensando o ascoltando?
-Che
stai…?-
Mi
guardò -Mi sta dicendo che magari è
la volta buona…- sbuffò infastidito
Ero confusa -Di
cosa?-
-Mi spiace
vhenan, ma questo rimarrà
un segreto- mi rivolse un sorrisetto
Ma…
-Non cambi mai eh?- risposi
seccata
Ridacchiò
-È una cosa tra me e lei,
nulla di importante, davvero-
Si rifece serio
-Comunque, le cose
stanno per cambiare, per me, ma soprattutto per te. Mythal deve
rinascere, e lo
vuole fare insieme a te, hai le qualità per diventare la
nuova Mythal come lo
era diventata lei a suo tempo, rappresenti l'amore e la giustizia in
tutte le
sue forme- aveva uno sguardo nostalgico.
-Mi stai dicendo
che diventerei un Dio
come te? Ma... perdonami è assurdo...- esterrefatta
è dire poco, che?! Ma sta
scherzando?!
Sorrise ancora
di più -Perché?
Posso capire lo shock, ma io non ci
vedo nulla di così strano. Sarò sincero, ne sarei
felice, diventeresti
immortale. La cosa che più mi fa paura è vedere
il tuo corpo invecchiare e io
rimanere tale e quale come se non fosse mai passato un giorno. Pensare
soltanto
che potresti smettere di esistere, mi uccide- quelle parole mi
colpirono e mi
fecero un piacere immenso. -Come prezzo da pagare, comincerai a portare
il peso
del destino del nostro popolo, ciò comporta una conoscenza
sconfinata e quando
toglierò il Velo verrai presa di mira dagli Evanuris e
questo mi turba- la sua
voce aveva un tono afflitto.
Lo fissavo
sconcertata, mi guardò e
sorrise dolcemente -Hai un’espressione bellissima-
Mi coprii il
viso con le mani, sta
scherzando vero? Non è possibile! Assurdo. Completamente
assurdo! Che diavolo
sta succedendo? Io Mythal? Un Dio? E immortale!!
Sospirai per
calmarmi, i sussurri “Il cuore di
Fen’harel è cambiato” cosa
vuoi?
“Un
sentimento scomparso da tempo nell’Antico Popolo”
parla chiaro “Amore,
giustizia ti guideranno, cancellati da avidità e tradimento
furono”
sospirai profondamente “Sei pronta”
Perché
io? “Le tue
azioni e il tuo cuore hanno
deciso per te. Il sangue non mente.” Sangue?
Cosa…
-Non sei
costretta ad accettare se non
vuoi, posso capire che sia… strano- lo guardai, potergli
stare affianco per
l’eternità, il cuore si scaldò
“Hai
fatto la tua scelta”
direi di sì.
Gli presi una
mano e la strinsi tra le
mie, sorrisi lievemente -Perché vhenan, non è
stato sempre così? Non è per
questo che hai cercato di starmi lontano? Centra con Mythal vero? Loro
l'hanno
uccisa perché eravate legati?- mi rivolse
un’espressione sorpresa e sorrise
triste.
-Non legati come
lo siamo noi, ma vhenan,
era come una madre per me, mi ha insegnato buona parte delle cose che
conosco.
Ricordo ancora quando ho sfondato il muro esterno a Skyhold...-
Risposi
-L'errore di calcolo?-
Sorrise
divertito -Chiamiamolo errore
di calcolo, sono dovuto fuggire per un mese, se no mi avrebbe fatto la
pelle-
rise
-Dovevi essere
un tipo scalmanato da
giovane-
-Bhe, ogni
giorno me ne inventavo una
nuova, povera, non la invidio ripensandoci adesso. Se loro dovessero
anche solo
toccarti con un dito vhenan, non so come potrei reagire- mi
guardò serio, risposi
altrettanto seriamente -La stessa cosa vale per me, ma'arlath-
-Ne sono sicuro,
ma il problema nel
tuo caso, non è il potere magico che disponi, ma
l'esperienza. Mythal colmerà
questa tua mancanza, ma non c'è esperienza come vivere le
cose in prima
persona, ne sono l'esempio vivente- abbassò lo sguardo
turbato.
Odiavo vederlo
così, mi alzai
continuando a tenergli la mano e mi sedetti tra le sue braccia,
appoggiai la
testa nell'incavo del suo collo, passò una braccio sulla mia
vita e mi strinse
a lui. Restammo così per un po' finché non
arrivò con il suo puntuale tempismo
il terzo incomodo.
-Buongiorno, i
piccioncini tubano
anche a quest'ora? Non è un po' presto?- rise e noi facemmo
lo stesso, mi
alzai -Stavo
pensando, ci prendiamo una
pausa oggi? Ho bisogno di staccare da tutte queste lezioni, che sono
belle eh,
ma mi si fonde il cervello se continuiamo a questo ritmo-
-Se il tuo
ragazzo è d'accordo, perché
no? Non ti preoccupare vi lascio da soli, anche se
l’attività non dovesse
svolgersi in camera da letto- rispose malizioso
Mi si
infiammarono le guance -Vado in
bagno- perché deve sempre pensare a quello? Non che io non
ci pensi, ma… come
potrei non pensarci? Udii Solas che gli diceva con tono allegro -Ti
diverti
proprio un sacco-
-Certo, devo
avere anche io uno svago-
mi chiusi la porta
alla spalle.
Immersi le mani
in una bacinella con
dell’acqua fredda e mi lavai il viso. Accidenti a Dorian e
alle sue battute,
prima o poi un bello scherzo con Sera ci stava tutto. Mi spostai alla
finestra
e osservai il giardino dove mi esercitavo, tutto sommato era ancora
intero, a
parte qualche ramo bruciato. Ripensavo al muro esterno di Skyhold, che
diavolo
di magia aveva usato?
La porta si
aprì, voltai il viso, Solas.
Si avvicinò e mi abbracciò da dietro per poi
baciarmi sul collo.
-Quindi vhenan,
che si fa? Non che il
suggerimento di Dorian mi dispiaccia...- rimasi un po' sorpresa, il mio
lupo
ogni tanto caccia allora. Sorrisi e mi girai verso di lui mettendogli
la
braccia al collo -Non dispiacerebbe neanche a me, però stavo
pensando, quando
mi hai lasciato la prima volta, volevi portarmi da qualche parte, ma
non siamo
andati fino in fondo, sarei curiosa-
-Mi sembra
un’ottima proposta, è un
po' lontano, ma passando per un paio di Eluvian dovremmo fare in
fretta- lo
baciai e ci staccammo senza fiato, non ne avrei mai avuto abbastanza di
lui. Prendemmo
il necessario.
Avvisammo
Cassandra che entro sera
avremmo fatto ritorno -State attenti e niente pazzie, anche se a voi
due non so
quanto serva dirlo- e lanciò uno sguardo cupo a Solas, per
poi fissarmi dove
avevo previsto, arrossì leggermente e negò
sconsolata con la testa. Sorrisi
divertita.
Una volta usciti
dissi -Cassandra è
preoccupante, sembra mia madre... capisco che mi vuole bene, ma ti
batte se va
avanti così Solas-
-Grazie- rispose
facendo finta di
essersela presa. Ridacchiai.
Ci ritrovammo in
una grotta chiusa,
Solas appoggiò il palmo della mano sulla nuda pietra e
questa si dissolse. Mi
prese per mano, quella complicità che sentivo mi rendeva
euforica, una volta
usciti il silenzio era rotto solo dagli uccelli e movimenti di altri
animali. Almeno
per quel giorno saremmo stati liberi e normali, per quanto potevamo
esserlo.
Seguendo la strada sterrata, giungemmo infine alla statua di lupo ed
entrammo
nella grotta posta alle sue spalle, la percorremmo fino ad arrivare al
piccolo
lago con i due halla dove mi aveva tolto i Vallaslin. Solas mi
spiegò che qui liberava
gli elfi che riuscivano a fuggire, molti dei quali poi rimanevano con
lui come
compagni contro i falsi Dei.
-Ar lasa mala
revas- ripetei quelle
parole che mi erano rimaste impresse nella mente, come la sua
espressione di
gioia, quando avevo acconsentito nel cancellarli e ipnotizzato dopo
-Sei bellissima-
rispose, come
seguendo il filo dei miei pensieri, abbozzai un sorriso, preferirei non
ricordare quello che successe dopo
-Concordo- lo
guardai esterrefatta
-Ora leggi anche nel pensiero?-
Ridacchiò
-Potrei, ma non serve, la
tua espressione dice tutto… stavo rivivendo anche io il
momento, piacevole
prima e… bhe…-
-Doloroso…-
-Penso che sia
diminutivo come
aggettivo… non avrei voluto avere il coraggio per separarmi
da te-
-Già…
anche se non so ancora se ha
fatto più male quello o non sapere il perché di
quella decisione…- sospirai, lasciamo
perdere… non ha senso…
Lo guardai,
rimaneva in silenzio
abbattuto, gli strinsi la mano -Ma ghilana Fen’harel- lo
provocai e si destò
dai suoi pensieri, mi fissò deciso trascinandomi lontano da
quel luogo di
ricordi.
Iniziò
a raccontarmi aneddoti sulla
sua giovinezza, e rimanevo colpita da come fosse monello il mio vhenan
a quei
tempi, mi sarebbe piaciuto vederlo. Ci stavamo conoscendo ancora
più in
profondità, cosa che negli anni passati il suo segreto gli
proibiva di fare.
Arrivammo infine
nel pomeriggio vicino
a delle enormi cascate, alcuni edifici ormai distrutti, in un angolo
un’altra
statua a forma di lupo -Che combinavi qui?-
Sorrise -Qua
stavano le persone e famiglie
in fuga, chi non si univa a me, poteva fermarsi in questo luogo quanto
voleva,
erano sotto la mia protezione. C'erano molti bambini più o
meno piccoli, i
genitori li facevano scappare per primi, e in seguito li raggiungevano,
anche
se purtroppo non sempre tutto andava secondo i piani, gli orfani non
mancavano-
gli strinsi la mano -Una volta adulti molti di loro decisero di unirsi
a me,
diventavano sempre di più, e iniziarono i guai. Ma
preferirei non parlarne,
alla fine tutto si ricongiunge a quello che sai già-
Mi strinsi a lui
facendo passare un
braccio sulla sua schiena e mi abbracciò, non potei evitare
la domanda, era
rimasta in sospeso dalla mattina presto -Vhenan, penso sia proprio ora
del
cambiamento, non trovi?- mi fissò negli occhi e sorrise,
però esitava -Ne sei
sicura? Condannarti a questo per…- alzai una mano e lo
afferrai dal bavero
della maglia da apostata, lo tirai giù alla mia altezza,
catturandogli la bocca
con un bacio, zittendolo -Certe volte parli troppo, lo sai?- sorrise
-Fallo-
I suoi occhi si
illuminarono, mi baciò
con molta dolcezza, percepii qualcosa passare in me, niente di
così strano. -Bhe…
non…- mi bloccai, il senso di benessere stava svanendo. Il
cuore impazzì, le
gambe cedettero, il cervello non intendeva collaborare, non ero in
grado di
reagire, ero solo consapevole della presenza del calore che emanava il
corpo di
Solas che mi strinse più forte sostenendomi. La vista si
fece appannata, infine
non vidi più nulla.
Che diavolo? Era
completamente buio.
Guardai in basso, verso i miei piedi, li vedevo, mi vedevo, scoprendo
però che
il braccio sinistro era ancora mancante, le cicatrici emanavano una
tenue luce
verde. Mi osservai meglio, i miei vestiti? Perfetto, non so che succede
e sono pure nuda!
Avvertii una presenza che
interruppe i miei ragionamenti e mi voltai, un drago!? Feci qualche
passo
indietro spaventata, si illuminò di una luce bianca
cambiando forma, mi
ritrovai davanti un elfa bellissima, occhi di un verde smeraldo e una
chioma
bionda. Mi osservava attenta e mi rivolse un sorriso gentile -Non avere
paura,
non intendo farti nulla- decisi di avvicinarmi, Solas si fidava di lei,
no? Mi
riguardai titubante, iniziavo a sentirmi a disagio. L’elfa
ridacchiò -Da’len,
siamo in un sogno, usa la tua volontà e avrai dei vestiti-
mi concentrai,
immaginando cosa avevo messo quella mattina. Comparvero i miei abiti,
sospirai
sollevata, ma la manica del braccio sinistro continuava ad essere vuota
e
penzolante, come lo era stata per mesi. Vedendo le mie
perplessità, la bionda
continuò -Hai riparato il tuo corpo, ma il tuo spirito
rimarrà mutilato,
l’Ancora è permanente finché avrai
vita- inspirai nervosa, non avevo mai voluto
quel potere, anche se ormai sembrava una parte di me, sopito e inerte.
L’unica
cosa positiva che mi aveva portato erano degli amici e Solas.
Sì, tutto sommato
un buon prezzo da pagare. -Tu sei Mythal? O meglio, il Dio che
rappresenti come
Solas?-
Sorrise
-Fen’harel è diverso da quello
che sono io, da quello che sono gli Evanuris, due nomi, due volti, due
vite.
Per questo ritenuto dapprima inferiore, poi temuto e rispettato, fino a
insinuare vari dubbi, divenuto un Dio, ma in modo differente. Non ci
vediamo da
un po’, come ti dissi l’ultima volta sono contenta
che qualcuno del mio popolo
abbia bevuto dal pozzo, e che sia proprio tu-
E che sia
proprio io? Che cosa
significa? -Mi stavi aspettando?- chiesi basita
-Quello che ha
fatto Fen’harel è stato
necessario, anche se le conseguenze impreviste da lui, la rabbia che
provò lo
rese cieco. Invece il suo orgoglio lo rende in parte prevedibile vero?-
Non sapevo che
rispondere, anche se
dovevo ammettere che era vero -Al tempo ho messo le basi per
l’avvenire e
durante i secoli in cui si è trovato
nell’Uthenera, ho fatto in modo che ti
incontrasse, per fortuna lo conosco bene. La vendetta mi ha spinto a
non
arrendermi- ero perplessa, si spiegò -È parte
della mia natura. Non è ancora
finita con i falsi Dei, l’inevitabile è stato solo
posticipato-
Non riuscii a
frenare le parole -Banal
nadas- dissi decisa
Ridacchiò
-No, ma da’len, lo potrai
posticipare, ma non in eterno, questo mondo e l’Oblio
dovranno ricongiungersi,
perché ognuno a modo proprio sta morendo. L’uno
non può vivere ed esistere
senza l’altro. Non è solo per la mia vendetta che
Solas vuole toglierlo, ma
perché tutto morirà se non fa qualcosa-
-In poche parole
dobbiamo decidere di
che morte morire? Gli Evanuris o il tempo?-
-Dovete decidere
se combattere o
lasciarvi morire- disse seria -Cosa preferisci?-
-Ho combattuto
per Solas, lo farò
anche per questo mondo- risposi convinta
Sorrise e
chinò leggermente il viso in
segno di assenso -Onori l’Antico Popolo. In questi anni ti ho
osservato da’len
e sono fiera che non ti sia arresa con lui, non può fare
tutto da solo, è
sempre stato arrogante quel ragazzino!-
Ridacchiai, mi
guardò confusa -Scusa,
è che Solas mi ha detto che è scappato una volta
perché ha distrutto la cinta
esterna a Skyhold e che lo avresti ammazzato, ora comprendo il
perché- sorrise
compiaciuta
Aggiunsi -Hai
detto un Dio
differente?-
-Diventato un
Dio non per scelta, ma
elevato a tale da chi prima lo riteneva poco superiore ad uno schiavo,
tu per
prima dovresti capirlo-
Rimasi basita
-Corypheus…-
-Da semplice
elfa Dalish a
Inquisitore, anche se involontariamente ti ha dato il tuo potere e non
mi
riferisco all’Ancora-
-E questo potere
che ho ora?- non mi
era ancora chiaro, non ero mai stata una maga. Come era possibile?
Mi
guardò attentamente -Il sangue non
mente, troverai da sola la risposta a questa domanda-
Volevo sapere
altro, ma con un cenno
mi impose il silenzio -Immortale, non si cambia mai e ci si aspetta che
anche
il resto faccia lo stesso, non lo si accetta fino ad arrivare a volere
sempre
più potere perché diventi reale.
Fen’harel l’ha imparato a sue spese, tu dal
principio sei differente, sai che è necessario e delle volte
inevitabile. È
giunto tempo di cambiare. Sono felice che vi siate trovati ed
è ora tempo per
me di lasciarlo nelle tue mani-
-Aspetta, ma
prima cosa intendevi con
‘speriamo che sia la volta buona’?- questo lo
dovevo sapere
Sorrise
divertita -Che abbia messo la
testa a posto, ma direi che stavolta è così-
Che? Non so se
mi era del tutto
chiaro…
-Ora diventerai
me, o meglio,
l’essenza del Dio che rappresento, la mia anima ha la forma
di un drago, ma tu
sei un lupo come lui, lo comprenderai ancora meglio, sostenetevi a
vicenda e
tutto andrà per il verso giusto-
-Facendo
ciò morirai, giusto? Solas…-
Mi
guardò dolcemente come una madre e
sorrise triste -Solas lo sa, ma cos’è la morte?
Sono stata morta per millenni.
Il mio spirito, quello che ero veramente, è stato ucciso,
molto prima del mio corpo.
Ma da’len, svegliati-
Aprii gli occhi,
guardavo il cielo a
cui si sostituì il viso di Solas spaventato e preoccupato.
-Yen come ti
senti?- mi misi seduta
passandomi una mano sul viso e poi provai ad alzarmi, vidi tutto
sfocato, mi
colpii un senso di vertigini e nausea, barcollai -Troppo in fretta, ma
vhenan!
Stai seduta- lo sentii prendermi e farmi sedere su di lui, appoggiai la
schiena
al suo petto e mi avvolse la vita con le braccia.
-Cosa mi
succede?- ero un po’
spaventata -I tuoi sensi sono più sensibili e ora subisci la
presenza del Velo
come è successo a me, ti passerà, ma devi stare
tranquilla- ora dovevo
concentrarmi nel non vomitare, possibilmente. Solas mise il volto sulla
mia
spalla, sorrisi
-Per quanto sono
stata…- le
sue labbra morbide e calde sul collo
-Un’ora circa, cominciavo a preoccuparmi-
-Non mentire, la
tua faccia dice il
contrario, ti sei spaventato da subito- un altro bacio -Era una gran
bella
donna-
-Già-
continuava a baciarmi, doveva
essersi proprio spaventato da morire
-Mi ha detto che
la devi smettere di
fare tutto da solo e che sei un arrogante ragazzino-
ridacchiò, stringendomi di
più -Ah e che sei prevedibile, concordo anche su questo-
-Ehi! Vi siete
messe d’accordo?- risi
-Come va?- iniziavo a sentirmi meglio, il senso di confusione e nausea
si stava
attenuando -Meglio, ma non va ancora come dovrebbe, sai che dobbiamo
tornare
prima che faccia buio da Cassandra, se no ci uccide entrambi vero?-
-Tu non corri
pericoli, sarà me che
ammazzerà, ma finché non ti senti bene non ci
muoviamo-
-Hai messo la
testa a posto?- insinuai
Mi strinse
nervoso -Avete parlato di
quello?-
Ridacchiai -Non
ti preoccupare, non mi
ha detto altro, quindi?-
Sospirò
rilassandosi e mi posò altri
baci roventi sul collo -Decisamente-
Iniziai a
vederci di nuovo bene, stava
per arrivare la sera -Solas dobbiamo andare- due dita mi presero il
mento,
voltandomi il viso verso il suo, prese possesso della mia bocca
-Restiamo qui,
con i miei poteri non abbiamo nulla da temere, neanche il freddo-
-Per quello non
penso servano i
poteri- ridacchiò, mi sta venendo ancora sonno, non devo
dormire…
Avevo la forma
del lupo con il folto
mantello bianco che avevo visto riflesso nel lago, vicino a me Solas
nella sua
forma da Temibile Lupo. Ero contenta di essere al suo fianco, ma non
abbiamo il
tempo di riposare ora. Devo svegliarmi.
Ripresi
conoscenza, un piacevole
calore su tutta la schiena, voltai il viso e sorrisi, si era
addormentato anche
lui, teneva la testa appoggiata sulla mia spalla. Adesso stavo bene, ma
era
ormai già quasi completamente buio, gli posai un bacio sulla
guancia -Vhenan, è
ora di andare- aprì gli occhi assonnati, sorrise -Adesso
come ti senti?-
-Sto bene,
grazie ma vhenan, andiamo-
ci alzammo e mi avvicinai allo specchio d’acqua dove si
riversava la cascata,
mi lavai il viso e bevvi un po’ d’acqua. Andava
decisamente meglio. Una mano
grande e calda mi si posò sulla schiena -Tutto a posto?-
richiese, sorrisi. In
risposta lo spruzzai con l’acqua -Ehi!!- ridacchiò
e mi allontanai un poco,
posai una mano sul tronco di un albero e fissai sorpresa lo spettacolo
che mi
si parò davanti. Tantissime lucciole che danzavano nel bosco
e che si
riflettevano sull’acqua. Mi prese per mano -Speravo ci
fossero ancora- disse
dolcemente, rivolsi la mia attenzione verso di lui, sorrideva sereno.
Arrivammo a
casa, doveva già essere
mezzanotte, Cassandra fulminò Solas con uno sguardo
terribile e se ne andò in
camera. Riprendemmo a respirare. Dopo aver cenato andai a letto, mi
sentivo
stanca e il giorno dopo Solas avrebbe ricominciato senza riserve, mi
addormentati quasi subito. Il risveglio fu dolce, ero tra le braccia di
Solas
come ormai tutte le mattine. Dormiva ancora, mi alzai lentamente non
volevo
svegliarlo. Lo osservai, il viso era completamente rilassato con un
accenno di
un sorriso. Mi sistemai prima che altri pensieri prendessero il
sopravvento. Stavo
facendo colazione con Cassandra, quando Solas ci raggiunse, poco dopo
arrivò
anche Dorian. Le lezioni ricominciavano, come al solito eravamo in
giardino ed
era diverso, non facevo nessuna fatica a capire quello che mi spiegava,
anzi lo
sapevo già con mia sorpresa e glielo dissi entusiasta.
Sorrise
compiaciuto -Bene, allora
ormai sai tutto quello che ti serve, le lezioni sono concluse-
-Dobbiamo
festeggiare! Faccio
preparare qualcosa di speciale per stasera!- esclamò Dorian
e se ne andò veloce
verso l’edificio. Rivolsi la mia attenzione su Solas che
osservava divertito la
schiena del mago del Tevinter allontanarsi. Sentendo il mio sguardo si
girò
verso di me curioso per quell’interesse, ci fissammo negli
occhi, finché non
cedetti e risi.
Ar lasa mala
revas:
ti dono la libertà
Ma ghilana Fen'Harel: guidami
Temibile Lupo
Banal nadas:
niente è inevitabile
Buon anno!!!
Ditemi che ne pensate, scontato? Si era capito? Non fate i timidi, mi
fa piacere sapere cosa ne pensate, sia in negativo che positivo.
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 12
Stavo passando
una
settimana tranquilla. Leggevo seduta su una poltrona, quando mi
passò davanti
Solas, irrequieto, continuai ad osservarlo, andava avanti e indietro
nervoso. In
questi giorni c’era stato sempre un via e vai di spie, con
comunicazioni e
lettere, parecchie lettere. Ora rivedevo lui nella situazione in cui mi
ero
ritrovata io quando ero l’Inquisitore, le parti si erano
invertite a quanto
pare. Chiusi il libro, mi alzai e lo presi per mano fermandolo, aveva
un’espressione preoccupata -Che succede?- mi tirò
verso il divano e mi fece
sedere sopra di lui, era diventata un’abitudine
-Vhenan,
purtroppo devo
andarmene per qualche settimana-
Un peso mi si
posò sul
cuore -Posso sapere il perché?-
-Certo, i miei
agenti
hanno trovato la sfera che stavo cercando, se funziona e ci sono buone
probabilità, è ora di iniziare-
Sapevo che quel
giorno
sarebbe arrivato -E naturalmente devo stare qua ad aspettarti, vero?-
Mi rivolse uno
sguardo
colpevole. Sarebbe stato inutile discuterne, sospirai e abbozzai un
sorriso per
tranquillizzarlo, mi strinsi a lui e avvicinai le mie labbra alle sue
-Vedi di
tornare presto, se no penso che morirò di noia- sorrise mi
diede un leggero
bacio e appoggiai la mia fronte alla sua -Stai attento- ero tesa,
dovevo di
nuovo separarmi da lui, la cosa non mi faceva per nulla piacere e
chissà quando
sarebbe tornato. -Cercherò di fare in fretta- rispose
Sarebbe partito
all’alba
del giorno seguente. Quella notte fu complice dei nostri baci, delle
nostre
carezze, dei nostri sospiri e gemiti. Un movimento mi destò
dal sonno
soddisfatto in cui ero caduta, in modo istintivo strinsi il braccio a
Solas. Le
sue labbra si posarono sulle mie -Ti contatterò nella
Dissolvenza- presi
possesso della sua bocca e aprii gli occhi, vedevo solo il profilo del
suo
viso, il sole non era ancora sorto -Stai attento- appoggiò
la fronte alla mia -Dormi
vhenan- lasciai la presa e affondai nel cuscino, una candela venne
accesa e lo
vidi alzarsi, lasciai che il sonno prendesse il sopravvento. Era
mattina
inoltrata e lui non c'era, lo sapevo, ma ricominciare a dormire da sola
non
sarebbe stato facile. Notai sul cuscino il suo pendente, non se ne
separava
mai, me lo aveva lasciato in custodia. Mi vestii e lo indossai, me lo
rigirai
nelle mani passando le dita sui denti della mandibola, un poco mi
tranquillizzava, avrei dovuto resistere e avere pazienza, i giorni
sarebbero
trascorsi lentamente.
Passavano le
settimane e
Dorian cercava di distrarmi, ma ero nervosa, era da parecchio che non
si faceva
sentire attraverso i sogni, speravo fosse solo troppo occupato. Fissavo
il
fuoco, seduta sulla poltrona con un libro aperto appoggiato sulle gambe
-Tutto
bene?- domandò Cassandra vista la mia aria assorta
-Sì, sono solo annoiata-
-E preoccupata-
aggiunse
la Cercatrice -È un Dio! Potrebbe distruggere un esercito da
solo! Dovresti
saperlo meglio di me-
Sorrisi triste,
lo sapevo
eccome, mi era capitato un anno prima di vedere almeno una trentina di
qunari
trasformati in pietra -Mi dispiace, è più forte
di me-
-Scendiamo in
giardino,
da quant'è che non usi i pugnali? Magia e magia, scommetto
che non sai più come
uccidere qualcuno!-
La guardai con
sfida -Ma
davvero? Vediamo subito-
Sorrise
compiaciuta -Sarà
meglio, perché se lo viene a sapere Leliana, non oso
immaginare cosa possa
farti-
Combattei con
Cassandra
finché non fui sfinita, almeno mi concentravo su altro. Feci
qualche errore
solo con il braccio sinistro, che non sentivo completamente ancora come
mio,
dovevo abituarlo in fretta a quei movimenti. Mi sembrava di essere
ritornata in
quei giorni dove dovevo distrarmi o fare qualunque cosa per non pensare
a lui.
Mi sfinivo, perché i pensieri che allontanavo di giorno,
alla notte ritornavano
in agguato e andare a letto esausta aiutava. Sempre che prepotentemente
non
rientrasse nella mia vita con quei suoi sogni, facendomi sapere che lui
c’era
ancora per me. Era però diventata un’arma a doppio
taglio, un’esperienza sia
piacevole che dolorosa, ero arrivata al punto di non sapere se volevo
che
continuasse o la smettesse una volta per tutte.
Spero stia bene,
non
riesco a non preoccuparmi anche se so che è potente, mi
manca. Guardai il
pugnale nella mia mano, con un
movimento veloce lo lanciai con forza verso un bersaglio posto davanti
a me.
Metà della lama sprofondò nel panello di legno,
quasi al centro. Sospirai
profondamente, alla mia età sbaglio ancora una cosa del
genere…
-Siamo carenti
eh?
Abbiamo riposato sugli allori- quella voce, mi voltai, Leliana?
Abbozzai un
sorriso -Cosa ci fai qui?-
-E disattenta,
sono qui
già da un po’, non mi hai notato- rispose con la
sua solita calma e freddezza
-Non è sparito senza dirti nulla stavolta, questa mancanza
di concentrazione
non è giustificata-
Un lieve
spostamento
d’aria, bloccai l’individuo a terra con un
incantesimo, urlò.
-Ciao Nami,
tutto a
posto?- l’elfa agli ordini di Leliana mi guardò
felice, ma anche esterrefatta
non avendo capito cosa avevo fatto, si alzò togliendosi la
polvere dagli abiti -Leliana,
questi agguati iniziano ad essere monotoni- la sfidai con un sorriso
stampato
in faccia
Sorrise
-È un buon
allenamento, anche per loro. Vedo che hai fatto progressi in altro- mi
studiò
attenta
Ridacchiai -Nami
un
favore, vedi quella cesta?- annuì con un cenno -Bene, prendi
un pugnale e
lanciamelo come se volessi uccidermi-
Era confusa,
guardò
esitante me e poi Leliana -Ma…-
-Fallo, per
favore- non
era per nulla convinta, intervenne Leliana -Nami non è una
richiesta, ma un
ordine- proferì fredda. Abbassò il capo in segno
di ubbidienza, si allontanò
prendendo un pugnale dalla cesta e lo lanciò.
Sentii scorrere
il mana
nelle vene, risvegliando quella parte di me che non accettavo ancora.
Lo
pietrificai a mezzaria quando fu ad un palmo dal mio viso e lo presi al
volo
prima che cadesse a terra. Nami aveva gli occhi sgranati, abbozzai un
sorriso,
non volevo che avesse paura di me. Lanciai quello che ormai era un
pezzo di
pietra a Leliana. Era esterrefatta -Interessante-
-Vero? Hai
già parlato
con Cassandra suppongo-
-Naturalmente,
cosa hai
intenzione di fare?-
La studiai
-Allearmi con
lui, troveremo un altro modo-
-So dei
sentimenti che vi
legano, se questo altro modo non esistesse?-
Sapevo dove
stava andando
a parare e risposi seria -Non ho intenzione di eliminare nessuno dei
due mondi,
se è questo che ti preoccupa- non volevo distruggere una
realtà per riportarne
un’altra, neanche l’Oblio però avrebbe
dovuto subirne le conseguenze
-Tu no, ma lui?-
chiusi
gli occhi. Lui? Non lo so ancora… ed io? Rabbrividii al solo
pensiero di
dovermi schierare, mi incupii. Strinsi nella mano
l’impugnatura della lama
nervosa e concentrai la mia attenzione sul bersaglio -A lui ci penso
io-
lanciai il secondo pugnale con forza. Centro. Mi allontanai, stava
calando la
sera. Non rispose e non volevo parlarne oltre.
Mi stesi a
letto, Leliana
sarebbe rimasta per adesso, voleva parlare direttamente con Solas.
Alzai
davanti al viso il suo pendente osservandolo assorta. “Tu no,
ma lui?” lo
strinsi fino a farmi male, chi voglio prendere in giro? Mi sto
ingannando.
Saprei perfettamente da che parte schierarmi. Le guance mi si rigarono
di
lacrime, chiusi gli occhi scacciandole e mi rigirai su un fianco
addormentandomi.
Le enormi
cascate dove
ero stata con Solas, mi guardai intorno, vidi lo specchio
d’acqua, le rovine
degli edifici, le lucciole che mi avevano sorpreso con la loro danza e
la
statua di lupo. Dove sei vhenan? I battiti del cuore erano aumentati
come una
bambina a cui si fa un regalo. Con la coda dell’occhio notai
un movimento e mi
voltai. Eccolo. Con la sua armatura scintillante, sembrava sfinito,
sorrise. Gli
corsi incontro emozionata e lo abbracciai stretto, neanche avesse
cercato di
sfuggirmi, mi accolse tra le sue braccia stringendomi. -Stai bene?-
chiesi in
ansia.
Prese il mio
viso tra le
mani, baciandomi intensamente, contraccambiai quella foga facendomi
strada
nella sua bocca accarezzandogli il palato, altrettanto lui mi stava
divorando
affamato. Ci staccammo per forza per riprendere fiato -Sto bene vhenan,
sono
solo stanco, prima che torni da te ci vorrà ancora un po'.
Ho recuperato la
sfera e sembra funzionare, era protetta da magie molto potenti-
-Meno male, mi
manchi lo
sai?- lo accarezzai in viso, abbozzò un sorriso, chiuse gli
occhi e si
abbandonò alla mia mano
-Tu stai bene?-
a quella
domanda risposi con uno slancio prendendo possesso della sua bocca. Mi
mancava
tremendamente, e non vederlo seduto sulla solita poltrona a leggere
assorto o
stringerlo contro di me nel nostro letto, mi provocava un vuoto enorme.
Un
vuoto che solo lui poteva riempire. Il dolore della sua assenza che
avevo
provato in passato, non è paragonabile a quello che provavo
ora che anche i
nostri corpi e spiriti si erano uniti -Starò meglio quando
sarai tornato-
Mi
fissò con occhi
ardenti, il desiderio che aveva per me era evidente, anche io stavo
provando la
stessa cosa. Stavamo andando in astinenza. Sorrisi -No, furbacchione,
non mi
sembra il caso-
Sorrise
divertito -Non so
a cosa ti riferisci…-
Ridacchiai -No?
Ma che
peccato, io invece sì…-lo provocai e mi
allontanai voltandogli le spalle, un
suo braccio mi passò sulla vita e delle labbra roventi sul
collo. Risi e alzai
una mano posandogliela sul viso, accarezzandolo. Mossi la testa
all’indietro
appoggiandomi completamente a lui lasciandogli più spazio
per quei baci di puro
fuoco che avrei voluto sentire anche da altre parti. Rigirai il viso
verso il suo
che era impegnato in quel piacevole assalto e decisa con le labbra gli
afferrai
il lobo dell’orecchio, leccandolo. Reagì
baciandomi e mordendomi
insistentemente in un unico punto. Una scarica elettrica mi percorse
fino al
centro della mia femminilità e un lieve lamento di
apprezzamento si sprigionò
da entrambi. Mi strinse di più contro il suo petto e sentii
il suo desiderio
contro il sedere. Adoravo dargli piacere e avrei voluto soddisfare la
mia e sua
voglia, ma ci bloccammo ansimanti, non potevamo andare oltre, non in un
sogno.
Ascoltammo i battiti dei nostri cuori che si calmavano come il nostro
respiro. Si
irrigidì e lo guardai, sembrava stesse ascoltando qualcosa
-Maledizione, devo
andare. Se non è qualcosa di serio, lo uccido Abelas questa
volta, non ti
preoccupare, ci rivediamo la prossima volta, da svegli però-
con una mano
spostò il mio viso verso il suo baciandomi, sparì
e le cascate si dissolsero.
Mi svegliai nel mio letto, era l'alba, sospirai e strinsi il pendente.
Passarono altre
settimane, leggevo, mi esercitavo con la magia e Dorian era entusiasta,
nei
duelli simulati lo sconfiggevo senza grandi difficoltà e
povero lui si
impegnava al massimo. Anche con Cassandra avevo il mio da fare, ora il
braccio
sinistro non mi dava più problemi, ero anche diventa
più agile,
inconsapevolmente stavo combinando magia e combattimento. Me lo fece
notare
Leliana che sbalordita non riusciva a seguirmi, anche i colpi che davo
erano
potenti e letali in modo inimmaginabile. Su consiglio di Dorian
incanalai alcune
magie di attacco nei pugnali, provai l'effetto su un manichino. Fu
devastante,
con un solo fendente lo lacerai a metà, rimanemmo
sbalorditi. A causa della
violenza del colpo le lame si creparono, diventando inutilizzabili.
Dorian fece
forgiare dei
pugnali con dei materiali speciali, incanalavano la magia senza
problemi, erano
quasi indistruttibili e affilati a doppio taglio, ornati da delle rune
che non
avevo mai visto.
-Dorian
c’è lo zampino di
Dagna vero?-
Ridacchiò
-Si nota così
tanto? Non è che li ha firmati?-
Sorrisi
divertita -È come
se lo avesse fatto, riconoscerei un lavoro del genere tra mille-
Li provai su una
quercia
secolare in giardino, un paio di fendenti e iniziò a
inclinarsi, era come se
avessi tagliato del burro, non avevo percepito la minima resistenza.
-Oh…
sicura di essere la
Dea dell’amore e non della guerra?- scherzò Dorian
-Non della
guerra, ma
della vendetta sì… spero che non dovrò
mai combattere per questo motivo-
-Lo spero anche
io, per
chiunque avrà il coraggio di farti arrivare a tanto
sarà un suicidio-
Dovevo parlarne
con
Solas.
Era notte, non
riuscivo a
dormire e leggevo sulla poltrona posta davanti al camino ormai morente,
le
braci si stavano spegnendo. Cassandra era andata a letto già
da un pezzo.
Dei rumori
provenienti
dalla serratura della porta d'entrata attirarono la mia attenzione. Si
aprì e
mi ritrovai davanti il mio lupo, sfinito, ma vivo. Mi alzai
immediatamente e lo
abbracciai, trattenne un gemito di dolore. Lo esaminai preoccupata con
una
magia veloce, due costole fratturate e pieno di lividi, lo fissai seria
in viso
pronta con un rimprovero. Mi guardò come un bambino che
aveva partecipato a una
lotta ed era tornato vincitore.
-Vieni in camera
vhenan,
subito e togliti i vestiti- la mia voce non ammetteva repliche e lo
capì
immediatamente. Si sedette sul letto con un altro lamento di dolore,
iniziò a
spogliarsi. Lo aiutai con la maglia, le costole gli dovevano fare un
male
tremendo. Iniziai a curargli quest'ultime, per fortuna non era grave,
solo
doloroso, che diavolo gli era successo? Passai anche alle altre parti
del
corpo, i lividi sparivano al passaggio delle mie mani. Durante queste
mie cure
sentivo costantemente il suo sguardo sul viso. -Sei impazzito?
Perché non ti
sei curato?-
-Perché
il mana che mi è
rimasto a disposizione è poco, ho preferito mantenermi in
piedi e tornare il
più in fretta possibile da te e sto tenendo stabile la
sfera. Ha assorbito gran
parte del potere che mi era rimasto dopo aver contenuto
l’esplosione- indicò
una sacca poco distante, la osservai con diffidenza e apprensione, mi
accarezzò
il viso e sorrise -Non ti preoccupare, purtroppo il Focus reagisce in
questo
modo per liberarne il potere-
Ero perplessa
-Cercando
di ammazzarti? Confortante-
Ridacchiò
-È una sorta di
protezione di cui è munito. Senza Velo avrei fermato il
tutto con un semplice
movimento di una mano-
-Quindi mi devo
ritenere
fortunata per essere rimasta tutta intera, qualche anno fa-
Mi studiava
pensieroso
-Non so perché abbia reagito così quella volta,
è come se ti avesse
riconosciuto e si sia attivato un comando, imprimendoti
l’Ancora sulla mano, ma
come?-
-Mythal?- era
l’unica che
mi veniva in mente, negò sconsolato con la testa -Non
esistevi ancora, neanche
lei avrebbe potuto fare una cosa del genere…-
Una volta finito
si stese
sul letto e chiuse gli occhi, avrei voluto fargli altre domande, ma era
meglio
se riposava prima. Tempo cinque minuti dormiva profondamente, a parte
per la
biancheria era nudo, osservai il petto e le spalle larghe, fino al
ventre, mi
obbligai a prendere le lenzuola e lo coprì. Era appena
tornato esausto e ferito
e la mia mente aveva delle fantasie, grandioso. Recuperai il mio libro,
mi misi
accanto a lui e lessi, finché non mi addormentai anche io.
Aprii gli occhi,
era
ancora buio. Doveva essersi svegliato mentre dormivo e aver cambiato
posizione,
visto che ero tra le sue braccia, il problema non era tanto quello, ma
avrei
voluto sapere dove erano finiti i miei vestiti! Lo guardai, dormiva
profondamente
e mi teneva stretta. Mi stava facendo vedere questa parte di lui che
trovai
intrigante, lo strinsi sentendo che era eccitato. La voglia non mi
mancava,
cominciai ad accarezzarlo e lo svegliai, lo desideravo, dopo tre mesi
che a
malapena ci eravamo visti in sogno.
Un fascio di
luce fece
capolino sul viso svegliandomi, mi girai per evitarlo e aprii gli
occhi. Solas
continuava a dormire, doveva averne passate tante se non si alzava
all'alba
come al solito, era sempre stato mattiniero. Gli accarezzai il viso e
gli posai
un bacio sulla guancia, mi sentivo rinata, mi era mancato da morire. Mi
sistemai, lasciandolo riposare e uscii dalla camera, trovai Cassandra
seduta a
tavola che sfogliava delle lettere -Solas è tornato vero?
Quando c'è ti alzi
sempre presto- sorrise e feci altrettanto
-Che ore sono?
È tornato
stanotte, ferito non gravemente per fortuna, ma è tornato-
risposi entusiasta
-Sono le undici,
devi
decidere se fare colazione o aspettare il pranzo-
Poco dopo
arrivò anche
Solas, molto più in forma di quando lo aveva visto la sera
precedente.
Gli parlai del
combattimento combinando magia e pugnali, ne fu sorpreso e molto
compiaciuto,
era la soluzione che mi si adattava meglio, secondo lui -Non mi
è nuova come
abilità, ma non diffusa, bisogna saper controllare
perfettamente il mana e
soprattutto essere altrettanto abili con le armi, di solito non sono
due
specializzazioni che vanno d’accordo, nei combattimenti
veloci saresti senza
dubbio più letale di me-
Sorrisi
soddisfatta -Con
la sfera che è successo?-
Si fece serio
-Era
protetta bene, molto bene, si trovava nel tempio di Falon’Din
che era diventato
uno dei peggiori. Comunque come per il tempio di Mythal abbiamo seguito
il
rituale e ci siamo poi ritrovati davanti altri elfi simili a noi, mi
hanno
riconosciuto come Fen'harel e a causa dei Vallaslin non hanno potuto
sottrarsi
all'ultimo ordine che avevano ricevuto. Uccidermi. È stato
un massacro,
qualcuno sono riuscito a bloccarlo e a liberarlo e si è
unito a noi- il suo
sguardo era pieno di dolore, gli presi una mano tra le mie,
sospirò -Per
arrivare al Focus ho dovuto pensarci da solo, intorno erano state poste
barriere magiche potenti e letali, come quelle che ti ho insegnato
vhenan, è
facile crearle, come sai, distruggerle senza morire il contrario. Alla
fine ce
l'ho fatta senza troppi danni-
Lo guardai
pensierosa,
ero contenta che ci fosse questa fiducia tra noi -Quando mi hai
contattato nel
sogno, perché ce l'avevi con Abelas?-
Mi
guardò divertito -Nulla
d’importante, è un buon consigliere fidato, ma
quando si fissa diventa
terribile, non è mai stato d'accordo che in questi mesi ti
stessi vicino. In
compenso quando gli ho ricordato che sei la nuova Mythal pensavo gli
sarebbe
venuto un colpo- ridacchiò -Ti ricordo che lui, come le
altre sentinelle del
tempio, sono sotto la tua influenza e sono i primi insieme a me che
hanno
sentito la sua rinascita-
Non avevo ancora
preso in
considerazione questo aspetto, ora erano sotto il mio comando -Bhe,
Abelas e
gli altri non hanno nulla da temere da me, non intendo imporgli nessun
ordine,
né ora né mai. Anzi Solas non potresti togliere
loro i Vallaslin?-
Mi
guardò compiaciuto
-Gliel'ho proposto, ma per adesso non sembrano volersi separare da
quello che
sono stati, hanno sempre vissuto sotto Mythal per millenni,
sarà il rispetto
che provano ancora per lei che non riescono completamente ad andare
avanti ed
accettare questo mondo nato come mio errore- disse con rammarico
-Non un
così grande
errore se ora siamo qui insieme, vhenan- risposi dolcemente
Abbozzò
un sorriso
-Infatti ho avuto la fortuna di incontrarti, se no dubito sarei qui in
questo
momento-
Gli strinsi la
mano -Da
quello che mi ha detto Mythal, la fortuna centra poco, non so in che
modo, ma è
stata lei a volere che ti incontrassi e a bere dal Pozzo del Dolore-
Sorpreso per
quel
particolare che non avevo ancora condiviso, ridacchiò e
sospirò -Quella donna
era tremenda e dubito sia finita qui- si alzò tenendomi per
mano e con un cenno
alla Cercatrice ci spostammo nella nostra stanza e parlammo, aveva la
sfera e
ora? -Solas quasi dimenticavo, tieni il tuo pendente- era sempre stato
strano
quell'oggetto, aveva la forma di una mandibola di lupo e attorno a
sé un'aurea
misteriosa come il suo proprietario.
-Preferisco che
lo tenga
tu, attraverso di lui sento come stai e mi tranquillizza-
-Come vuoi,
rassicura
anche me, soprattutto se non ci sei- dissi dolcemente
Sorrise e mi
tirò verso
di lui prendendomi per i fianchi -Ora hai il Focus, che farai?-
Mi
guardò pensieroso
-Toglierò il Velo, ma lo farò lentamente, molto
lentamente, questo dovrebbe
contenere i danni di entrambi i mondi e permettere all'Oblio di
ritornare a
essere quello che era, sto ancora valutando le probabili conseguenze
però-
-E i falsi Dei?
Non dirmi
che hai dei piani perché chiamo Cassandra. La risposta che
mi diedi quel giorno
mi fece capire solo che ti vuoi sacrificare, vuoi ucciderli uno alla
volta o
sbaglio?- lo fissai seria e preoccupata. Mise una mano sul mio viso
accarezzandomi, mi guardava dolcemente.
-Il piano un
anno fa era
rimasto quello, adesso è leggermente cambiato, non sono
più da solo, insieme a
te dovrebbe rivelarsi più semplice eliminarli-
Ero sorpresa, mi
voleva
con sé per fare una cosa pericolosa -Ti senti bene? Non
è che hai preso un
colpo in testa? Mi vuoi veramente con te?- risposi divertita
-Mai stato
meglio e più
serio, ad Elvhenan con il potere e le capacità di cui
disponi, saresti stata
considerata un Dio come me, non potrò mai fare a meno di
preoccuparmi, ma non
posso non riconoscerti come mia pari. Sono orgoglioso di te- quelle
parole mi
resero euforica, gli presi il viso tra le mani e lo baciai con passione.
Bussarono alla
porta e ci
separammo. Leliana
entrò e posò gli
occhi su Solas studiandolo attentamente e freddamente, lui
ricambiò
l’attenzione -Cosa hai intenzione di fare?-
-Trovare un
altro modo-
Continuava a
fissarlo -Se
non ci fosse?-
-Lo
troverò- rispose
serio
-Non
c’è bisogno di
mentire ancora Solas, alla fine dipenderà tutto se sarai
disposto a pagare il
prezzo richiesto, e non mi sei mai sembrato esitante su questo punto-
-Lo sono ora,
per quanto
possa essere sorprendente-
-Non mi fido, lo
sai e
dubito lo farò mai, l’unica di cui hai la piena
fiducia ce l’hai affianco, vedi
di non deludere almeno lei- si congedò con un cenno del capo
e uscì.
Lo fissai, il
volto era
inespressivo, gli presi una mano, la strinse e mi accarezzò
il dorso con il
pollice -Scusami, vado a prendere un po’ d’aria-
lasciò andare la mia mano,
andandosene dalla stanza.
Restai assorta a
fissare
la porta, l’istinto mi diceva di seguirlo, ma dopo quella
constatazione aveva
bisogno di pensare, mi era sembrato turbato. Sapevo che se non fosse
stato per
me avrebbe abbattuto il Velo, un anno prima me lo aveva detto
chiaramente, gli
avevo insegnato a vederci come persone… Siamo
così tanto diversi dal mondo prima
del Velo?
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 13
Leggeva e beveva
the, lo fissavo, ma
non prestava attenzione, perché è preoccupato? E
molto anche se beve the, lo
odia -Vhenan…- lo chiamai, rimaneva però immobile
nella stessa posizione, sospirai
-Vhenan…- nulla da fare, completamente andato e non sta
leggendo, è su quella
pagina da almeno mezzora! Mi alzai e mi avvicinai, portandogli via il
libro, mi
rivolse un’espressione confusa, mi abbassai alla sua stessa
altezza puntandomi
con le braccia sui braccioli della poltrona e fissandolo negli occhi
-Cosa
succede?-
Mi
fissò le labbra e tentò di
baciarmi, lo evitai, sorrisi -Non cambiare discorso, allora?-
Sospirò
-Nulla- lo guardai incredula,
nulla, certo -Va bene, come vuoi, non ti disturbare a venire a letto,
mettiti
comodo su quella poltrona- mi allontanai. Che faccia stupita, mi
trattenni dal
ridere.
-Vhenan!- mi
prese da una mano
facendomi voltare verso di lui -Quindi?- mi circondò la vita
con le braccia e
si chinò infilando il viso nell’incavo del collo
baciandomi, chiusi gli occhi
gustandomi quelle coccole, sorrisi -Dai, dimmi cosa
c’è, stai tentando di distrarmi?-
sentii il suo respiro vicino all’orecchio, afferrò
il lobo con le labbra
morbide e lo leccò, avvertii un piacevole formicolio. Stavo
per cedere e
assecondarlo, ma lo allontanai un po’ mettendogli le mani sul
petto e lo
guardai seria -Solas…-
-Non posso avere
voglia di baciarti?-
sorrise sarcastico, le iride grigie esaminavano le mie labbra, per poi
incatenarsi
ai miei occhi entusiasta. Dio quanto mi piace? Con quelle meravigliose
lentiggini… -Io invece ho voglia di fare l’amore
con te, ma si vede che
preferisci la poltrona- lo sfidai, non cedendo all’effetto
che mi stava
facendo.
Sospirò
e mi guardò sconsolato -Va
bene, sono solo vecchi ricordi che ritornano, visto che dobbiamo
recarci a
Skyhold, te ne avrei parlato molto presto- ero confusa -Ricordi di una
Skyhold
molto più giovane come me. Non mi riferisco a quello che
è successo qualche
anno fa, vhenan-
Oh…
non mi aspettavo quel genere di
risposta, avendolo visto tanto serio -Tutto qua? Sicuro?-
-Sicuro- mi
accarezzò il viso, si
avvicinò con le sue labbra alla mie -Ma serennas-
Sorrisi -Di
cosa?- mi sfiorò con un
bacio che non arrivò -Che ti preoccupi per me- mi
catturò la bocca con foga, mi
dischiuse le labbra e si insinuò con la lingua
accarezzandomi il palato,
cancellando ogni pensiero. Le mani si stavano facendo spazio tra i
vestiti, il
tocco caldo mi infiammò, insinuai una mano sotto quella
maglia beige che
raramente abbandonava, accarezzai il ventre piatto seguendo il bordo
dei
pantaloni. Continuò a mordermi la pelle, ogni lieve rossore
aumentava la voglia
che avevo di lui. Non resistei oltre e affondai una mano sulla sua
virilità, immediatamente
si impossessò delle mie labbra, soffocando nella mia bocca
il gemito che ne era
scaturito a quel gradito contatto. Ci staccammo riprendendo fiato,
continuai ad
accarezzarlo, incatenò gli occhi ai miei, offuscati dalla
passione e dal desiderio
che tratteneva a stento. Mi afferrò dai fianchi e venni
spinta sulla poltrona
che avevo occupato poco prima. Avevo un urgente bisogno di togliermi i
pantaloni e dal quel che vedevo di fronte a me, anche lui non resisteva
più. Per
fortuna eravamo soli quella sera, me li slacciai e li feci scivolare
sul
pavimento, guardai anche lui fare altrettanto, restando ogni volta
piacevolmente compiaciuta. Senza indugio si sfilò anche la
parte superiore per
poi aiutarmi a fare lo stesso. Allargai le gambe appoggiandole ai
braccioli
della poltrona, non attese oltre a quell’invito.
Entrò in me con impeto afferrandomi
il sedere e spingendo più a fondo. Un urlo di sorpresa e
piacere per quell’assalto
lasciò le mie labbra, seguirono altri lamenti da entrambi, i
fianchi pompavano con
una cadenza forte e inarrestabile. Mi stava piacendo da impazzire. In
un momento
di lucidità riuscii a capire cosa stava mormorando al mio
orecchio -Mia… Yen… mia…-
il mio nome e quell’unica parola mi fecero perdere il
controllo, aggrappandomi
a lui con forza. Il ritmo stava rallentando con affondi lunghi e
profondi, lo
ritrovai a fissarmi estasiato e con dolcezza. La pressione stava
diventando
ancora troppa e con una forte spinta si lasciò andare sopra
e dentro di me.
-Sono stato
impaziente… ir abelas…-
mormorò con voce roca, ancora carica del picco di piacere
che avevamo raggiunto.
Restava appoggiato a me, gli accarezzai la schiena e ridacchiai -Ti
stai
scusando perché mi hai fatto godere? Ricomincerei
già da capo, amore mio- e gli
lasciai un bacio sulla spalla. Si scostò un po’ da
me, mostrandomi un
sorrisetto -Mi sto scusando perché mi sono comportato come
un ragazzino- mi
baciò lievemente -Con te mi capita molto più
spesso di quanto sarei disposto ad
ammettere, vhenan-
-Mmm…-
posai entrambe le mani sul suo
petto accarezzandolo -La sai una cosa?- e continuai a toccarlo -Magari
tra poco
potremmo anche rifarlo… sul tavolo…- si
chinò di nuovo baciandomi lentamente -…
e mi piacerebbe di nuovo sentirti dire che sono tua- posò la
fronte contro la
mia -Io sono tutto tuo…- leccai e mordicchiai le sue labbra
-Sei mio…- cavolo…
avevamo appena finito e lo volevo ancora, ero pronta per ricominciare.
Serrò la
presa sulla mia vita -Il tavolo hai detto?-
Mi misi comoda
sul suo petto, alla
fine eravamo in qualche modo arrivati al letto-Cosa dobbiamo andare
fare a
Skyhold?-
-Pensavo ci
fossi già arrivata-
-Mmm…
non ho avuto modo di pensare
molto- replicai
Ridacchiò
e mi baciò sulla fronte
-Togliamo il Velo, è il posto più adatto,
dopotutto è dove l’ho messo- mi
sollevai un poco e lo osservai -Stavi pensando a questo?-
-Esatto- lo
guardai curiosa -Perdonami
preferirei non raccontare ora, forse un giorno te lo farò
vedere-
Sorrisi
comprensiva, qualunque cosa
fosse successa non voleva ancora condividerla -Capisco, ir abelas-
-Tel abelas-
-Quando
partiamo?- sospirò -All’alba,
va bene?-
-Va
bene… Solas?-
-Sì?-
-Porta i
pennelli e il resto, voglio
vedere la rotonda finita-
Mi strinse e con
un movimento veloce
mi si mise sopra -Davvero?-
Sorrisi
divertita -Non te l’ho mai
detto? Mi piacciono quegli affreschi, sei molto bravo- gli si
illuminò il viso
di gioia e mi baciò dolcemente.
Era
già quasi passato un anno da
quando avevo messo piede in quel luogo l’ultima volta. Non
era cambiato molto,
le ristrutturazioni che avevamo fatto reggevano bene, si era solo
formato uno
spesso strato di polvere, mi guardai in torno nostalgica. Ci
posizionammo nella
rotonda, gli affreschi non avevano subito cambiamenti, sembravano
aspettare solo
qualcuno che li ammirasse -Quindi finisci il dipinto e poi pensiamo al
Velo?-
-Stavo pensando,
non sono più convinto
della bozza che avevo fatto, non ha più valore- mi sedetti
sulla scrivania, una
volta perennemente sommersa dai libri -Cosa hai mente?-
-Sorpresa-
ridacchiai e lo osservai
lavorare -Non hai bisogno di una mano?-
-Magari dopo,
per spostare
l’impalcatura- ma sentilo, sbuffai, si diverte proprio.
Lui
Fen’harel, il Temibile Lupo, anche
se me l’avesse detto gli avrei creduto? Non lo so nemmeno io,
ma tutti abbiamo
una parte nascosta e la sua è unica, non è mai
stato designato come
completamente buono o cattivo. È l’unico Dio che
ha camminato tra gli Evanuris
e i Dimenticati, che non si è confinato nell’Oblio
o negli Abissi, che ha
camminato tra il popolo ed è rimasto con il popolo facendo
da guida e non
ergendosi sopra agli altri come i suoi simili. Un giorno mi farai
vedere cosa è
successo vero?
Ed io? Dovrei
essere Mythal? Sarà
così, ma non posso non pensare che sia assurdo, una Dea di
amore, giustizia e
vendetta. Forse sull’amore, ma sulla giustizia? Ho dovuto
prendere delle
decisioni in passato, e ho dovuto fare da giustizia, un ruolo che non
ho mai
amato particolarmente. Vendetta, è un sentimento pericoloso,
non ho avuto modo
di provare per mia fortuna, ma il modo in cui trasforma
Solas… se dovessero
fargli del male, con questi poteri, non oso immaginare fin dove potrei
spingermi. Proprio io che non ho mai preso molto in considerazione gli
antichi
Dei, ora sono uno di loro?
Follia pura.
-Vhenan- mi
riscossi dai miei pensieri
e trovai i miei occhi grigi vicinissimi, balzai all’indietro
-Che… che c’è?- mi
guardò perplesso -Cosa pensavi?-
-Nulla di
importante, riflettevo sugli
ultimi avvenimenti. Ti devo aiutare con l’impalcatura?-
Sorrise -Sicura?
Ti ho chiamata tre
volte-
Sorrisi
dolcemente -Mi avevi detto che
per togliere il Velo saresti entrato nell’Oblio, ma ora siamo
qua, che piani
hai?- mi guardò serio -Non ho…- la porta si
aprì da sola, almeno sembrò così. Ci
voltammo entrambi, un fragoroso rumore spezzò il silenzio,
come se qualcuno avesse
fatto cadere una sedia. Rimanemmo fermi, sussurrai -Hai mandato
qualcuno dei
tuoi?-
Negò
con la testa -Per quello che mi
hanno riferito, non c’è nessuno ora e dei tuoi?-
Sorrisi -Che io
sappia no, ma sono
nella tua stessa situazione- indicai le scale e salimmo nella
biblioteca, ormai
vuota, erano rimasti solo gli scaffali. Per poi spostarci sopra la sala
del
trono, dove era solita stare Vivienne. Sfoderai i pugnali, non volevo
rischiare
anche se difficilmente avremmo trovato qualcuno che fosse in grado di
farci
qualcosa. Intravidi una figura incappucciata e la porta della forgia
chiudersi,
non proprio il posto ideale per nascondersi, nessuna via di fuga,
sempre che
non sia una sorta di trappola, e sempre che sia da solo.
-A me sembrava
uno dei tuoi, quelle
armature sono troppo scintillanti per fare la spia-
Ridacchiò
-Dici? Sarà meglio che la
cambi anche io allora- iniziammo a spostarci verso l’intruso
Sorrisi
sarcastica -No, tu puoi
tenerla così- mi guardò incuriosito
-Perché?- mi portai un dito sulle labbra,
eravamo arrivati di fronte alla porta, con una magia la feci
spalancare, non si
vedeva nessuno. Solas creò una barriera su entrambi e
varcammo la soglia, con
la coda dell’occhio vidi due figure veloci, non fecero in
tempo a toccarci,
furono schiantati contro al muro e impossibilitati a muoversi dal mio
lupo, nei
cui occhi balenava una tenue luce, non richiedeva un particolare sforzo
a
quanto pare, serio e attento, stava cacciando.
Le armature sono
elfiche, avevo visto
giusto -Fatevi riconoscere, non doveva esserci nessuno qui- rinfoderai
i
pugnali, mi avvicinai e tolsi loro i cappucci, Nala ed Ian?!
-Lasciali Solas,
li conosco- mi sa che
è stata Nala a fare tutto quel baccano, i due mi guardavano
confusi e il mio
mago perplesso -Come vuoi- ricaddero a terra.
Sorrisi e li
osservai, li mandavano in
missione ora -Felice di rivedervi, Nala, Ian- continuavano a essere
confusi. La
ragazza mi osservò bene, disse esitante -Fen? Sei tu?-
assentii con un cenno
della testa, prima che potessi reagire mi abbracciò di colpo
-Mi sei mancata!
Sei sparita nel nulla!- ricambiai l’abbraccio -Perdonami,
è complicato da
spiegare, il mio nome è Yen-
Aveva il volto
illuminato di felicità -Ma
perché ora sei mora e hai gli occhi
viola?-
Sorrisi
divertita -È il mio vero
aspetto, mi spiace avervi ingannato, ma cercavo qualcuno-
-Stai molto
meglio così!- ridacchiai
davanti a quegli occhi spalancati dallo stupore ed entusiasti
-Concordo-
mugugnò il mio mago, lo
guardai di sottecchi. Ian ci osservava perplesso e lanciava occhiate
cupe a
Solas -Suggerirei di rientrare, si gela- ci spostammo nella sala del
trono.
-Perché
siete qui? Mi era stato
riferito che non era in programma alcuna ronda per questa settimana-
disse
Solas
Rispose Ian -Con
tutto il rispetto,
non sappiamo chi sei e ho il dovere di rispondere solo ad un mio
superiore-
Solas
sospirò spazientito e mi guardò
in cerca di aiuto -Ian, io vi sono superiore di grado, quindi vi
rivolgo la
stessa domanda- decisamente non poteva dire di essere il capo o peggio
Fen’harel.
Lanciò
un’occhiata esitante ad
entrambi -Va bene… ci è stato ordinato di passare
a vedere se è tutto a posto e
se trovavamo degli individui sospetti con una certa sfera, ma non so
bene a
cosa si riferissero, ci è stato mostrato un disegno e basta-
che diavolo
succede? Guardai il mio lupo, sembrava una statua, aveva uno sguardo
perso e
rifletteva -Chi ha dato l’ordine? Abelas?-
-Abelas
è stato mandato alla base
principale- intervenne Solas
Ian lo
guardò sorpreso -Come lo sai?- domandò
con tono sconcertato e accusatorio
Serio gli
rivolse uno dei suoi sguardi
micidiali che non ammetteva contraddizioni -Non sei tenuto a saperlo.
Tornate
alla base principale e riferite ciò ad Abelas, solo a lui. E
rimanete lì, vi
verrà assegnato un altro incarico- concluse
-Non prendiamo
ordini da te!- rispose
il moro alterato, non capivo, sembrava più scontroso del
solito e guardava
Solas con astio
-Allora se ti fa
sentire meglio, fai
finta che te l’abbia dato Yen-
A quelle parole
d’un tratto si celò
nelle ombre. Maledizione alla sua testa bacata! Sentii un leggero
spostamento
d’aria a cui seguì un tonfo con un urlo di dolore
alle mie spalle, mi voltai,
era stato immobilizzato di nuovo. Intimai a Nala di stare ferma con un
movimento della mano. Solas sospirò e si voltò
lentamente, ancorando le braccia
alla schiena. Gli posai una mano sul braccio, lo lasciò
andare -Ian non fare
idiozie, per il tuo bene fate quanto vi ha detto, vi potete fidare, se
non di
lui, di me- mi osservò contrariato e si rivolse con rabbia e
sfida a Solas, -Va
bene, non ho scelta comunque-
-No una scelta
ci sarebbe, per
riferire un messaggio basta un uomo solo- proferì il mio
lupo freddo e
distaccato. Ian lo guardò sorpreso e abbassò la
testa, io in compenso gli
lanciai un’occhiataccia. Solas si rivolse a me -Ti aspetto di
là- non hai
esagerato?
-Va bene- lo
guardammo rientrare nella
rotonda.
-Chi
è quel bastardo?- replicò Ian rabbioso
Lasciai correre,
sospirai ed ignorai
la domanda -I miei insegnamenti non sembra ti siano entrati in testa,
se avesse
voluto ora saresti morto- lo sgridai -Studiare l’avversario
ricordi? E
mantenere il sangue freddo… come stai?-
Si massaggiava
la spalla e riprese da
terra i pugnali che aveva lasciato cadere -Tutto sommato bene-
Mi voltai verso
Nala -Tu? Tutto a
posto?- era sorpresa e perplessa -Sì certo, ma chi
è? Mi sembra di averlo già
visto…- per fortuna non aveva l’armatura dorata, a
quanto pare veniva
riconosciuto per quello. Evitai ancora la domanda -Bene, allora vi
conviene
andare, siete passati dallo specchio vero?-
Intervenne Ian
-È un mago, giusto? Non
mi piace, soprattutto come ti guarda- rimasi basita, avevo notato un
tono
sprezzante? Penso proprio che mi sentirò dire la stessa cosa
da Solas dopo
-Nala, come sta Shani?- cambiai argomento, non dovevo spiegazioni, non
ad Ian
che mi rivolgeva uno sguardo che solo il mio lupo poteva rivolgermi.
Desiderio.
Sorrise -Sta
bene, sarà contenta
quando verrà a sapere che ti ho incontrato-
-Bene,
vedrò di far spostare anche lei
alla base principale. Ora dovrei andare e anche voi, non è
escluso che ci
rivedremo presto- Nala mi abbracciò di nuovo, Ian continuava
a guardarmi
confuso
-State attenti-
li osservai
allontanarsi verso il giardino. Ritornai alla rotonda, era
inginocchiato e
mischiava i colori, mi appoggiai alla scrivania e lo fissai -Non hai
esagerato?- si alzò e continuò a guardare la
bozza sul muro
-Questo
è un altro motivo per cui non
avrei voluto averti vicino…- rimasi in silenzio -Devo farmi
rispettare,
soprattutto dalle teste calde come lui e quello è un modo
diretto ed efficace.
Sto organizzando una guerra, mi ci manca solo
l’insubordinazione, lo sai meglio
di me-
Sospirai -Lo so,
quindi non mi volevi
vicino perché non vuoi far vedere che sai essere anche
autoritario? Lo hai
fatto notare poche volte, ma avevo in parte visto questa tuo modo di
fare, soprattutto
quando ti arrabbi o non sei d’accordo, anche se hai cercato
di celarlo il più
possibile-
Si
voltò verso di me, con un mezzo
sorriso -Si nota quando mi arrabbio? Lo terrò a mente,
potrebbe sempre tornare
utile per migliorare- mi si avvicinò e si
appoggiò da parte a me sulla
scrivania -Comunque non mi piace l’attenzione che ti porge
quel ragazzino-
Ecco lo sapevo.
Ragazzino? Trattenni
un sorriso divertito per quella definizione data ad un uomo adulto
-Mmm… non dirmi
che sei geloso?-
-Mi fido
ciecamente di te e quello che
ti ho fatto passare in questi tre anni, è prova di ulteriore
fiducia, però mi
da fastidio- disse un po’ seccato
Sorrisi
compiaciuta, è proprio un
adulatore -Per il Focus? Chi sa che ce l’hai?-
Sospirò
pensieroso -Ottima domanda,
sono pochissimi che sanno che lo cercavo e ancora meno che ora
è in mio
possesso. Abelas avvierà un’indagine interna e
vedremo chi è questo nuovo
nemico-
-Fammi sapere se
ti serve qualche
appoggio, Leliana e i ragazzi ne sarebbero entusiasti- aggiunsi
-Certo-
rimanemmo entrambi pensierosi
in silenzio.
-Quindi? Finiamo
questo affresco?-
sorrise -Con piacere-
Passai le
restanti ore ad osservarlo,
finché non fu finito -Come ti sembra?- sorrisi, ero commossa.
Al centro due
lupi, uno nero e l’altro
bianco, guardavano entrambi verso l’alto dove era posta la
sfera da cui
partivano diversi raggi verso il Velo. Ma la cosa importante erano le
code dei
lupi, si stringevano. Non era più da solo.
Mi avvicinai e
gli feci passare un
braccio dietro alla schiena per abbracciarlo, stringendomi a lui
-Decisamente
il migliore, senza togliere niente agli altri- contraccambiò
l’abbraccio. -Prima
che ci interrompessero, non dovresti farlo dall’Oblio per il
Velo?-
-Se lo volessi
distruggere sì, ma ho
intenzione solo di assottigliarlo poco a poco, così vedremo
anche gli effetti
che avrà su questo mondo e l’Oblio, spero
sarà meno traumatico per tutti-
Ci posizionammo
nel cortile esterno,
mi allontanai da lui come richiesto, tirò fuori la sfera
dalla sacca in cui
l’aveva riposta. Iniziò a lievitare e ad essere
circondata da una barriera
verde. La alzò sopra la propria testa e mormorò
qualcosa, gli occhi si
illuminarono. Partì un fulmine che si conficcò e
diffuse nel Velo che tremò e
si illuminò per qualche secondo, continuando a essere
solcato da scariche
elettriche verdi. Solas cadde in ginocchio e corsi da lui sostenendolo,
intorno
si erano formate sul lastricato delle bruciature nere causate dalla
magia. Il
Focus era rotolato poco distante, smettendo di emettere potere.
-Solas! Solas!-
maledizione!! È
svenuto! O almeno, spero sia solo svenuto!
Iniziò
a scendere qualche goccia di
pioggia. Magnifico! Lanciai una barriera, ci manca solo di bagnarsi
completamente. Lo feci stendere appoggiandogli la testa sulle mie gambe
e
aspettai. Facevo fatica a respirare, ero in ansia, lo osservavo e gli
accarezzavo il viso. Prima o poi mi verrà un infarto! Dai,
ma vhenan,
svegliati! Ti prego! Gli occhi mi si riempirono di lacrime, li chiusi,
e mi
scivolarono sulle guance. Cavolo! Cavolo!
-Mi sembra
eccessivo piangere- li
riaprii e lo trovai a fissarmi con quegli occhi magnifici. Abbozzai un
sorriso
-Idiota- perché mi devi sempre spaventare? Sorrise anche lui
-Una domanda,
perché io dovrei tenere l’armatura scintillante?-
Lo guardai
perplessa, cioè ora?
Ridacchiai -Perché ti sta benissimo ma’arlath-
Era sorpreso -Mi
sembra un buon
motivo-
-Direi di
sì-
Ma
serennas: grazie
Tel
abelas: non scusarti
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO
14
Stavamo cenando
e Solas era perso nei
suoi pensieri, da un po’ non mi rivolgeva la parola e si era
bloccato a fissare
il proprio piatto assorto. Si accorse che lo stavo guardando e
abbozzò un sorriso
-Scusa, stavo pensando come procedere. È giunto il momento
di spostarsi alla
base principale, manco da troppo tempo e Abelas mi chiede quando
avrò finito le
vacanze- ridacchiò. Sorrisi compiaciuta, avrei visto
volentieri la base -Verrò
dovunque con te, Solas. Magari riuscirò a vedere anche Nala
e gli altri-
Era curioso -E
la testa calda?-
Sorrisi
divertita per quella domanda -Anche
lui-
Si
lasciò andare sulla sedia
sconsolato -La mia pazienza non è infinita-
-Basterà
stargli lontano-
Mi
guardò serio -È lui che non ti
starà lontano- rispose seccato.
Ridacchiai, mi
alzai e gli sedetti in
braccio, mettendo le braccia intorno al suo collo. Lo fissai negli
occhi -Il
Temibile Lupo è geloso?- mi abbracciò la vita -Ho
detto che mi fido di te, è di
lui che non mi fido- sbuffò -Sono troppo vecchio per questi
giochetti, purtroppo
a quelli come lui va fatto capire qual è il loro posto-
Iniziai a
giocare con il collo alto
della sua maglia, infilando un dito nel bordo e seguendolo pigramente
-Sembri
essere esperto, devi aver avuto il tuo bel da fare da giovane- lo
provocai e mi
rivolse un sorrisetto. Si alzò tenendomi in braccio -Ehi,
non rispondi?-
-Sono vecchio,
devo andare a letto
presto-
-Solas?- mi
guardò -Ti amo- gli si
scaldò lo sguardo -Anche io- sorrisi -Dove mi stai
portando?-
-A concretizzare
quello che hai detto-
Partimmo la
mattina successiva. Indossai
l'armatura elfica che mi era stata data nel mese in cui mi nascondevo
dal mio
lupo e ci congedammo da Dorian. Dissi a Cassandra di farmi avere
notizie su
avvenimenti strani, visto che il Velo era meno efficace ora e non
saremmo
tornati, non tanto presto. Attraversammo parecchi specchi, era un
labirinto
-Come fai? Mi sarei già persa!-
Ridacchiò
-Non per nulla gli Eluvian
sono miei-
Passammo
l’ultimo, ci trovammo davanti
delle sentinelle, che si rilassarono dopo aver riconosciuto Solas. Poco
più
avanti un tempio proprio dedicato a Fen'harel, l’esterno era
delimitato da
varie colonne, statue con lupi con il muso rivolti verso il cielo,
sulle pareti
vari mosaici. Era stato attrezzato per qualsiasi evenienza, molte
tende, una
forgia, decisamente più grande della piccola base dove ero
stata per un mese.
Il terreno su cui era disposto il tutto, rimaneva sospeso in aria,
sopra ad una
valle enorme.
Ogni volta che
lo notavano, veniva
salutato con profondo rispetto e con sorrisi sinceri, un elfo gli si
avvicinò
informandolo che procedeva tutto senza problemi. Io invece venivo
osservata con
curiosità, soprattutto da quando avevo abbassato il
cappuccio. Solas vedendomi
un po' a disagio mi prese per mano, la cosa non migliorò la
situazione, anzi
ora sentivo anche sguardi ostili, ma cercai di ignorarli.
Entrammo in una
stanza ampia, con un
tavolo enorme al centro pieno di carte e mappe, doveva essere la sala
da
guerra. In un angolo c'era un elfo seduto, che appena ci vide si
alzò e ci
venne incontro, Abelas, era da mesi che non lo vedevo. Appena mi
notò assunse
un’espressione preoccupata, non gli andavo proprio a genio.
Ci salutò con
un cenno del capo e si rivolse a Solas
-Dopo, quando hai tempo, ti devo parlare- e se andò.
-Non mi sopporta
proprio...-
-Se ne
farà una ragione, ti ha visto e
deve credere per forza che sei Mythal, non può negare quello
che sente-
-Qualche traccia
degli individui che
vogliono la tua sfera?- la reticenza di Abelas era l’ultimo
dei nostri problemi
-Stiamo tenendo
sotto sorveglianza i
comandanti presenti alla base dove ti sei ritrovata, voglio vedere dove
mi
portano, purtroppo sembra ne sia corrotto più di uno-
rispose serio
-Corrotti o
tenuti sotto controllo in
qualche modo?-
-Quando li
abbiamo arruolati era tutto
normale…- lo interruppi -Anche io ero in regola-
Sorrise
-Infatti, comunque sembrano
senzienti e stiamo aspettando il momento buono-
-Qualche idea su
chi ci sia dietro?-
Rifletté
-Quelli che conoscevano
l’esistenza del Focus sono tutti morti da millenni ormai, ma
quando l’aveva
Corypheus è stato visto da molti-
Ero pensierosa
-Giusto da millenni,
ma…- è un’idea stupida o assurda, non
so neanche se sia fattibile
-Ma cosa
vhenan?- domandò attento e
curioso
-Forse
è un’idiozia, ma un demone o
uno spirito potrebbe usarlo? O comunque manipolare qualcuno
perché glielo
porti, non lo so… se i falsi Dei restano ancora fuori
combattimento per adesso…
c’è qualcuno a cui gioverebbe il loro ritorno o il
caos in generale?-
Mi
guardò perplesso, abbassai lo
sguardo -Lo so, è una stupidaggine- dissi sconsolata
Le sue dita mi
si posarono sul mento,
alzandomi il viso e sorrise -Non del tutto, farò controllare
e spero che quello
che mi è venuto in mente non si riveli tale- lo guardai
confusa -Preferisco
tenere questa considerazione per me, ci devo pensare su anche io-
sorrisi -Come
vuoi-
Uscimmo dalla
stanza e mi guidò di
nuovo prendendomi per mano, percepii altra ostilità,
interessante, mi fece
entrare in una camera.
-Da quella parte
se hai bisogno c'è il
bagno, non vorrei lasciarti da sola, ma devo controllare un po' di
cose-
Sorrisi -Non ti
preoccupare, esplorerò
un po' in giro, cercando di non fare guai- sorrise divertito, mi diede
un bacio
sulla guancia ed uscì.
Avevo notato che
quando era nei panni
del Temibile Lupo, era ancora più attraente, anche il tono
di voce cambiava e
infondeva rispetto. Mi guardai attorno, tolsi la corazza dell'armatura
indossando delle vesti più leggere ed uscii a curiosare,
l'atmosfera era simile
a Skyhold, gente che aveva parecchio da fare, chi curava, cucinava,
forgiava. Poco
distanti comandanti che urlavano sui soldati che tiravano con
l’arco o si
esercitavano con la spada. Mi appoggiai ad un parapetto e guardai di
sotto,
foreste ed un lago enorme di un azzurro elettrico, non sarebbe stato
male
esplorare, mi piaceva stare in mezzo alla natura.
Passi alle
spalle, mi voltai, tre
elfe, non hanno perso tempo, vedo. Gli sguardi ostili di prima erano
sicuramente provenienti da loro. Era ridicolo, non mi capitava da
quando ero
una ragazzina, mantenni la pazienza e cercai di essere amichevole
-Posso fare
qualcosa per voi?- chiesi
Rispose una
delle tre -Ti abbiamo
vista arrivare con Fen'harel, sembrate in confidenza, chi sei?-
Situazione
assurda, non usavano
neanche il suo nome, avrei potuto presentarmi come Mythal, tanto per
divertirmi
a vedere le facce sorprese, non mi sembrava il caso però,
risposi sinceramente
alla fine, cercando di tenere un tono normale -Mi chiamo Yen e sono la
compagna
di Solas-
Le espressioni
erano comunque uno
spasso, sembrava che fossero state folgorate, ci misero un minuto buono
a
riprendersi -Come puoi essere la sua compagna? Sei una
sh’amlen e lui un Dio! Non
potrebbe mai guardare una come te!-
Ok, mi sembrava
davvero di essere
tornata ad avere quindici anni al campo Dalish, che provocazione
scadente, ma
quanti anni avevano? Sospirai, non mi andava di litigare, non su una
cosa così
frivola poi -Le cose che vi piacciano o no stanno così, che
ci crediate o no,
non mi interessa. Ora suppongo che abbiate dei compiti a voi assegnati-
avevo
resuscitato la mia maschera da Inquisitore, seria, lo sguardo tagliente
e il
tono da comando. Stavano per controbattere, quando arrivò
proprio in quel
momento Shani.
-Che diavolo ci
fate qui voi tre!?
Tornate immediatamente hai vostri posti! Visto che non sapete obbedire
agli
ordini, non farete pause oggi!- ringhiò scocciata verso le
ragazze. Si
irrigidirono, per poi allontanarsi velocemente. Si rivolse verso di me,
osservandomi perplessa -Fen? O Yen? Come ti devo chiamare?-
c’era del lieve
risentimento nella voce.
Le sorrisi -Mi
perdoni? Non potevo dirti
nulla, suppongo che Nala e Ian te l’abbiano raccontato,
comunque sono Yen-
Mi si
avvicinò, appoggiandosi al
parapetto e guardando giù -Se ti trovo qui suppongo sia
finita bene con il
capo- sorrise divertita -Qualche notizia interessante per questo povero
soldato
annoiato a morte da Nala che continua a parlare di te come se fossi
resuscitata
e Ian che è diventato più scorbutico del solito,
borbottando insulti su un
certo mago-
-Andiamo bene-
ridacchiai
-E lo dici a me?
Da quel che ho capito:
il mago che ha messo in ginocchio Ian, è il tuo compagno
nonché il nostro capo-
e allora perché… -Non mi guardare
così! Ho cercato di spiegarlo a quella testa
di legno, ma dovrai parlare chiaro con lui per farlo smettere-
Avevo ripensato
a quello che le
ragazze mi avevano detto sui sentimenti che Ian prova per me, ma
speravo fosse
una cotta passeggera, non che dopo mesi che non lo vedevo gli
interessassi
ancora a tal punto da sfidare il mio lupo. Io non gli avevo dato
nessuna
speranza nei miei confronti dopotutto e non mi era neanche mai balenato
per la
mente di vederlo in modo diverso da un amico -Lo farò, per
il suo bene più che
altro, non vorrei che Solas perda la pazienza, visto che Ian sembra
fatto
apposta-
Mi osservava e
sembrava esitare -Qua
al campo principale lo chiamano Fen’harel…
è solo un soprannome o… è assurdo!-
Già,
chissà se avrei reagito anche io
così in passato?
-No, non
è un soprannome. Lui è
Fen’harel e le storie Dalish che si raccontano su di lui sono
sbagliate, se è
questo che ti preoccupa, magari quando abbiamo tempo entrambe ti posso
dire
qualcosa- mi guardò confusa e scettica -È un mago
molto potente e sì, è
immortale-
Colpita e
affondata -Che!? Ora sei tu
che mi prendi in giro!-
Ridacchiai -No,
non lo farei mai-
avrei scelto un altro giorno per dirle che sono Mythal, uno shock alla
volta
-Quindi quanti anni ha?-
-Non
gliel’ho mai chiesto, ma poco mi
importa visto che di aspetto rimane sempre così- era
sbalordita -A parte per
queste cose, è una persona normalissima-
-Per quali
standard scusa?- domandò
incredula. Ridacchiai -Bhe, per i miei per esempio, in questi anni ho
visto
tante di quelle cose strane che è difficile stupirmi-
Mi osservava
incuriosita -Una cosa
alla volta, incomincia a metabolizzare quello che ti ho appena detto,
sono
storie molte lunghe le mie-
Sorrise
-Concordo, adesso devo andare,
sta arrivando il tuo lupo poi- ridacchiai.
Si
allontanò e osservai Solas che si
avvicinava con le mani ancorate dietro alla schiena e come al solito
assorto
nei suoi pensieri. Mi si fermò di fronte
-Novità?-
-Non sapevo
avessi delle fan- mi
rivolse un’espressione persa -Delle fan?-
-Già-
gli accarezzai la stola la lupo
-Questa armatura ti rende particolarmente affascinante-
Sorrise -Ora chi
è che è gelosa?-
-Gelosa dici?
Neanche un po’, con tutta
la fatica che ho fatto io per convincerti a stare insieme, dubito
esista
qualcuna altrettanto pazza-
Mi
guardò dolcemente e si avvicinò ad
un palmo dal viso -Mi perdonerai mai?-
Sorrisi
divertita e gli posai un bacio
fiducioso senza fretta -Chissà…- e riappoggiai le
labbra alle sue, rise. -Tutto
a posto?-
-Per adesso
sembrerebbe di sì-
-Anche
il Velo?-
-Stiamo vedendo
un po’ come va, ma si
mantiene stabile, niente demoni o alterazione di qualche tipo per
adesso. I
manufatti elfici che abbiamo attivato anni fa stanno svolgendo bene il
loro
lavoro, rendendo più elastico il Velo, non rischiamo che
vada in frantumi,
visto che diventerà sempre più fragile e la sua
resistenza tenderà a cedere
sempre di più-
Sospirai
sollevata -Siamo solo
all’inizio… quando lo assottiglierai ancora
facendomi venire un infarto?-
Mi
accarezzò il viso -Qualche mese,
non so ancora, ma come hai detto tu niente fretta, non voglio fare
errori
stavolta-
Con la coda
dell’occhio vidi un
soldato aspettare poco lontano imbarazzato -Ti stanno aspettando- si
girò e
sbuffò -Va bene, ci vediamo dopo-
Mi sentii
osservata e vidi Ian
guardarmi sconsolato andandosene poi in fretta.
Sospirai,
parlargli eh? Decisi di
incamminarmi e curiosare ancora un po’ in giro, è
proprio enorme questo posto,
spero di non perdermi. Percorsi tutto il perimetro del tempio e mi
appoggiai ad
un altro parapetto, la vallata continuava ad espandersi, formata da
un’enorme
foresta, le montagne in lontananza piene di neve.
-Quindi le cose
stanno così?- domandò
una voce maschile alle mie spalle, mi voltai -Proprio così
Ian, mi dispiace-
Era amareggiato,
scattò in avanti. Non
me l’aspettavo. Presa completamente alla sprovvista. Non
riuscii ad evitarlo,
sbattendo con il sedere contro il parapetto. Le tenaglie del disgusto
mi
afferrarono lo stomaco. No!!! Mi irrigidii e furiosa lo spinsi via,
tirandogli
uno schiaffo -Pensi di cambiare qualcosa così?!- replicai
sprezzante, mi
strofinai la bocca sul braccio disgustata. Lo uccido.
-Non capisco
come tu possa preferire
un mago, un mostro che ha tradito la nostra gente per il suo torna
conto- non
riuscii a trattenere una risata cinica, mi guardò allarmato
e io con disprezzo,
sibilai -Non sai minimamente di cosa parli, ti consideravo migliore di
così, ma
purtroppo mi sono sbagliata-
La vendetta per
avermi toccato prese
il sopravvento, sentivo ancora le sue mani sulle spalle con cui mi
aveva tenuta
ferma e il suo respiro. Un brivido di ribrezzo mi percosse e
istintivamente
eseguii un movimento con la mano verso di lui, crollò in
ginocchio come se gli
fossero stati messi dei pesi, mi rivolse un’espressione
spaventata, sorpresa e
inorridita.
-Esatto, sono
anche io una maga o un
mostro come preferisci, stammi lontano e prega che Fen’harel
non lo scopra, se
non vuoi essere sbranato- dissi fredda, annullai
l’incantesimo e mi allontanai.
Era
già il terzo bicchiere di sidro,
ma quella orribile sensazione mi rimaneva addosso. Per mia fortuna
avevo
trovato l’area che era stata adibita a taverna, qualcuno mi
toccò la spalla,
alzai il viso. Shani.
-Serviti, offro
io- e svuotai il
bicchiere, un aroma dolce mi pervase la gola, ma non c’era
nulla da fare, il
ricordo e ancora peggio quello che avevo provato non scomparivano. -A
quanto
pare non so giudicare le persone finché non è
troppo tardi- restava ad
ascoltare -Se non vuoi più avere a che fare con me, fai pure-
-Ti sei chiarita
con Ian, bene,
decisamente ora ti starà alla larga- affermò calma
Sorrisi
soddisfatta -Perfetto, perché
se ripenso a quello che ha fatto o detto e me lo ritrovo davanti,
potrei fare
qualcosa di cui poi mi pentirò-
-Cosa ha fatto?-
la guardai afflitta,
ma ancora in ira -Mi ha baciato con la forza, oltre ad avere insultato
Solas e
la mia natura- avrei preferito non spiegare, volevo dimenticare il
più in
fretta possibile.
-Capisco…
è proprio un’idiota, tutto
sommato gli è andata di lusso anche la seconda volta-
Ero confusa
-Seconda volta?-
Sorrise -Far
arrabbiare due maghi in
poco tempo e avere ancora tutti i pezzi al loro posto, è
fortuna- sfoggiai un
sorrisetto.
Stavo per
versarmi ancora da bere, ma
mi fermai e spinsi la bottiglia a Shani, non avevo mai bevuto per
ubriacarmi e
non inizierò ora, ed essendo tutto sommato resistente
all’alcool altro che una
bottiglia di sidro. Sarebbe servito quell’intruglio che mi
aveva fatto bere
Bull, dopo solo tre bicchieri ero andata completamente, infatti avevo
vaghi
ricordi di Sera e sull’appendere a testa in giù
qualcuno, ma poi il nulla.
Comunque l’ideale dopo che Solas mi aveva lasciato, ma un
tantino estremo per
questa situazione. La soluzione per cancellare questa disgustosa
sensazione è
una sola.
-Me
l’avresti detto prima o poi?-
Ridacchiai -Te
l’ho detto che ho molto
da raccontare, ma ci sarei arrivata. Quel bastardo l’ha
scoperto nel modo
peggiore e ben gli sta-
-Hai intenzione
di dirlo a Fen’harel?-
Risposi seria
-Se lo volessi vedere
morto, sì-
Mi rivolse
un’espressione preoccupata
-Arriverebbe a tanto?-
-Sì,
arriverebbe a tanto e ci
metterebbe un secondo, te lo posso assicurare- quel suo fare tranquillo
ingannava sempre tutti, ma sapeva essere spietato come pochi,
soprattutto se
doveva proteggere le persone a cui teneva.
Si fece seria
-Andiamo a prendere un
po’ d’aria, non si respira qui-
In effetti ero
lì da ore, mi alzai e
la seguii, ci fermammo vicino a una colonna, mi appoggiò le
mani sulle spalle
-Stai bene?- le feci un mezzo sorriso -Bene, ma delusa tutto qui-
-Quindi sei una
maga eh? E pensare che
quella volta stava piovendo e quel maledetto fuoco non voleva saperne
di
accendersi e tu allora hai fatto qualcosa, vero?- ricordai il freddo
patito, ci
avevano mandato ad esplorare i dintorni e cercare risorse, avevamo
provato per
parecchio senza successo, la legna era troppo umida, poi una volta che
si era
distratta avevo dato un aiutino al fuoco. La abbracciai di colpo,
rimase rigida
per la sorpresa, ma poi contraccambiò -Grazie- mi strinse di
più -E di cosa?
Chiamami ogni volta che c’è da insultarlo-
ridacchiai
-Così
però divento davvero geloso- ci
staccammo sorprese, era appoggiato ad una colonna e ci guardava
sorridendo, mi
si scaldò il cuore e cominciai subito a sentirmi un
po’ meglio, lo volevo
accarezzare e baciare. Shani mi fece l’occhiolino -Ci vediamo
domani- e si
allontanò.
-Come
è andata og…- gli saltai addosso
baciandolo con foga, ci staccammo senza fiato.
-C’è qualcosa che non va?-
rimasi sorpresa e sorrisi dolcemente, ma come fai a leggermi dentro?
-Tutto bene, mi
sei mancato e ho
voglia di baciarti- gli catturai di nuovo la bocca approfondendo il
bacio. Solo
tu puoi toccarmi, sono solo tua.
-Vhenan
così mi fai impazzire- sorrisi
e lo strinsi appoggiando la testa sulla sua spalla, ricambiò
l’abbraccio -Tutto
bene?-
-Sì
tutto bene, perché me lo chiedi
ancora?- mi guardò con un leggero sorriso sul volto
-Perché hai uno sguardo
diverso dal solito e anche la tua voce non ha la stessa allegria- mi
baciò di
nuovo -E sai di sidro, tu non bevi spesso- ridacchiai, mi conosci
così bene?
-Sono solo
stanca e non potevo non
bere in compagnia, no?- sembrava convinto, almeno spero -Ti sei
cambiato?-
portava la tunica da apostata beige e sopra uno smanicato con cappuccio
di un
rosso scarlatto -L’armatura ora di sera inizia a pesare e
vorrei stare
tranquillo anche io, senza che ogni volta mi vengano a cercare-
-Perché
senza armatura non ti
trovano?- scherzai, ridacchiò -Certo, ma così
sanno che voglio essere lasciato
stare- mi strinse di più a sé e si
irrigidì, lo guardai in viso, ora attento e
severo. Non avevo bisogno di voltarmi, intuii chi aveva visto, Ian. Gli
misi
una mano sul viso -Guardami- si abbandonò ad essa e
incatenò lo sguardo al mio,
sorrisi, feci scivolare la mano sulla nuca e lo tirai verso di me
baciandolo
con passione, lui lo approfondì con fare possessivo. Ci
staccammo senza fiato
-Se né andato?- mi fissava ipnotizzato. Sorrisi -Se mi
guardi così sei tu che
mi fai impazzire- avvicinò di nuovo le sue labbra morbide e
calde alle mie
-Mmm… davvero?-
D’un
tratto la magia fu interrotta da
fischi e applausi, ci voltammo e l’imbarazzo prese il
sopravvento, le guance mi
si scaldarono, si era riunito un piccolo gruppo di elfi.
-A quanto pare
abbiamo dato
spettacolo- era controllato come al solito e gli occhi brillavano
emozionati,
questa sua compostezza aumentava la mia ammirazione nei suoi confronti
e mi
dava un’infinita sicurezza -Oh bhe, sono a corto di
pettegolezzi, domani lo
saprà già tutta la base-
Lo guardai con
finto rimprovero, gli
afferrai la mano trascinandolo fino in camera. Lo spinsi decisa sul
letto e lo
sovrastai a cavalcioni, ridacchiò divertito -Come siamo
aggressive- gli
accarezzai il viso passando il pollice sulle labbra, guardandolo
dolcemente e
con desiderio crescente di entrambi, mi sdraiai su di lui appoggiando
il seno
al suo petto e cominciai a baciarlo lentamente sul collo assaporando
ogni
centimetro della sua pelle e scendendo sempre più
giù fin dove permetteva lo
scollo della maglia. Gemette. Mi bloccò i fianchi e spinse
il mio centro contro
al suo, per poi invertire velocemente le posizioni. I vestiti
scivolarono via,
mi fissò con occhi ardenti di desiderio.
-Ara las mir
lath bellanaris1-
mi emozionai ancora di più e mi sistemai meglio sotto di
lui, invitandolo a
continuare -Bellanaris emma sa’lath2-
sorrise di gioia, adoravo
vederlo sorridere, mi si scaldò il cuore. Mi
baciò con foga facendomi sua.
1 Ti
darò il mio amore per l’eternità
2 Per sempre mio unico amore
Bellanaris: per sempre/per
l’eternità
Sh’amlen: umano *in quel contesto l'ho
usato come insulto*
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Capitolo
più lungo del solito, ma era un peccato dividerlo xD Buona
lettura!
Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche
15
Annoiata mi
rifugiai in biblioteca,
avrei dovuto discutere con Solas per darmi qualche occupazione, se no
sarei
morta davvero di noia o avrei finito i libri.
Mi avventurai
tra gli scaffali tirando
giù qualche volume più o meno spesso, il luogo
era impregnato dell’odore di
carta, polvere e di vecchio, ogni libro era intatto e in perfette
condizioni,
gli scaffali che li contenevano intarsiati finemente, il silenzio dava
maggiore
misticità e importanza a quel posto che aveva superato le
ere indenne. Come
ogni parte del tempio era decorato da mosaici raffiguranti per le
maggior parte
Fen’harel, ma sporadicamente in segno di rispetto anche
Mythal, proseguì finché
non arrivai al limitare di un’area chiusa, sbirciai al di
là del divisorio,
notai libri molto vecchi e particolari.
Si
avvicinò un elfo -Qui può entrare
solo Fen’harel- lo osservai, può entrare solo
Solas?
Da quel che ho
visto è perché sono nell’Antica
Lingua e anche l’elfo che ho davanti è altrettanto
antico, vediamo se…
-Ar melana
dirthavaren. Revas vir anaris1-
Sgranò
gli occhi incredulo, balbettò
-Come fai a…- sorrisi aspettando la vera risposta, disse
esitante -Amae
lethalas2- abbassò il volto
-Ma serennas,
hahren- Si fece da parte
e varcai la soglia. Vediamo un po’ cosa trovo.
Decisamente
interessante, stanno
riempiendo parecchi vuoti che ho su Arlathan e sulla storia elfica in
generale.
La guerra non viene nominata, si elogiano gli Evanuris. Vediamo se
trovo altro.
La mattinata e buona parte del pomeriggio trascorse senza che me ne
accorgessi.
-Ecco dove sei!-
alzai il volto,
lasciai il libro sul tavolo e mi stiracchiai indolenzita, ero stata
seduta per
troppo tempo, ora la fame si faceva sentire e avevo bisogno di aria.
-Meno male che
sono io quello che
leggo troppo- sorrise divertito -Che ci fai qua? Di solito questa
parte…- lo
interruppi -È riservata a te, me l’hanno detto, ma
era un peccato non leggere
tutti questi libri interessati-
Si
appoggiò alla scrivania -Interessanti
eh? Già lo pensavo anche io una volta-
Lo studiai
perplessa -Una volta? Bhe
decisamente sono disseminati di censure-
Ridacchiò
-Esatto, ma come hai fatto a
passare?- mi osservò da capo a piedi, scherzai
-Con il mio
fascino-
Sorrise -Ma
davvero? Vhenan?-
Ridacchiai -Non
ti preoccupare fa il
suo lavoro diligentemente, ho notato che è un elfo uguale a
te, diciamo e ho
detto una cosa che solo uno come lui poteva sapere- era curioso
Ripetei
-Ar-melana dirthavaren. Revas
vir-anaris1- mi guardò sorpreso -Oh,
quello…come al solito la tua
intelligenza ti fa onore, e ha risposto correttamente?- assentii con la
testa
-Già,
come dimenticare…- si era perso
nei suoi pensieri ricordando eventi che in questi libri non avrei mai
trovato.
Mi alzai e lo
accarezzai in viso,
riscuotendolo dal suo passato, sorrisi -Tu hai già
mangiato?-
-Non proprio, un
pezzo di pane di
corsa, andiamo- mi prese per mano guidandomi fino in taverna.
-Non
c’è nessun incarico vacante?
Anche qualcosa da fare finché non trovi qualcuno, sempre se
non vuoi farmi
morire di noia- ridacchiò -Chiederò ad Abelas
è lui che si occupa di queste
cose-
-Scusate, ma non
ho potuto non
sentire, starei cercando qualcuno che mi accompagni per esplorare la
vallata,
visto che sono tutti occupati in altri compiti, ma non ho intenzione di
compiere il mio da sola, sarebbe da incoscienti-
Mi alzai e
abbracciai Shani dalle
spalle -Per me va benissimo, Solas?- studiò entrambe,
soffermandosi su di me,
lievemente preoccupato, sospirò -Va bene, ma non state via
troppo e state
attente, anche se la vallata dovrebbe essere sicura-
-Bene, allora
partiamo domani mattina-
stava per andare, ma la trattenni -Nala?-
-È
stata messa di pattuglia allo
specchio-
-Allo specchio?
Nala? Mi immagino che
fila di lamentele avrà quanto torna-
-Già,
quindi scapperei per qualche
giorno- ci fissammo un attimo e scoppiammo a ridere
-Hai ragione,
quindi a domani mattina-
la guardai allontanarsi
-Sono contento
che hai trovato qualcuno
con cui parlare oltre a me- mi osservava con un sorriso stampato in
faccia, -E
tu?-
-Io?-
-Hai trovato
qualcuno con cui parlare
oltre a me?-
Mi
guardò pensieroso –Bhe, Abelas è
una buona compagnia-
-Spero che
parliate di altro a parte
distruzione del Velo, rivolta degli elfi del Tevinter e altri piani
fuori
dall’ordinario- era divertito -Oh sì, per esempio
di te- lo guardai incuriosita
-Di me?-
-Già,
dell’effetto che hai su di me-
-E scommetto che
ad Abelas non piace
neanche un po’ questo effetto, non fa che evitarmi, lo vedevo
più alla base
quando non sapeva chi fossi che adesso-
Ridacchiò
-È fatto così- sorrisi
divertita -Se lo dici tu-
Era
l’alba, mi vestii e presi il
necessario mettendo il tutto in una borsa e agganciando i pugnali nei
foderi,
Solas indugiava ancora a letto. Mi chinai su di lui -Figurati se stai
ancora
dormendo, non mi inganni- comparve un sorriso sul volto e
aprì gli occhi -Non
mi saluti? Pazienza- stavo per ritirami su, quando mi tirò
verso di lui e mi
abbracciò -Stai attenta-
Sorrisi -Sto
andando a fare un giro,
non vado mica in guerra- lo baciai, continuava a guardarmi preoccupato
-Riuscirai
a stare da solo per qualche giorno, senza fare disastri vero?-
-Non lo so ci
devo pensare-
Tirai fuori
dallo scollo dell’armatura
il suo pendente -Ho questo e senti come sto, no? Non fare il cupo e
fatalista
mentre sono via-
Ridacchiò
-Agli ordini, ma vhenan-
sorrisi e lo baciai ancora.
Uscii dalla
stanza e andai da Shani
che mi aspettava all’Eluvian -Preso tutto? Salutato il tuo
lupo?- sorrisi
divertita -Bene andiamo-
Con gli Eluvian
raggiungemmo la
vallata, guardai in su scorgendo la base principale, siamo decisamente
in alto.
Nella foresta sembrava tutto tranquillo, la luce del sole filtrava tra
le
foglie degli alberi creando un gioco di luce piacevole e strano, ci
incamminammo.
-Quindi che
cerchiamo?-
-Più
che cercare qualcosa, è una
ronda, vediamo se notiamo qualcosa di strano e poi riferiamo-
-Come al solito-
-Già,
andiamo fino al lago? Dalla base
sembrava un ottimo posto per accamparsi, ma non pare anche a te che
abbia un
colore strano?-
-Strano?
Perché? Bhe è la prima volta
che vedo un colore così
intenso, ma
magari è solo l’effetto del sole e
l’altezza da cui l’abbiamo osservato fino
adesso-
-Mmm…può
darsi- ridacchiai -Non ti
vedo convinta-
-No infatti, ma
mi conosci, devo
controllare di persona. Ci vorrà parecchio, mi racconti
qualcosa? Com’è essere
innamorata di un Dio?-
Riflettei, prima
volta che qualcuno mi
poneva la domanda -Complicato-
Sorrise
-Complicato? Come sei
eloquente, come l’hai conosciuto? Non penso che si trovino
tipi come lui a
caso-
Ridacchiai
-Decisamente, non è stato
un caso-
-Mi vuoi far
morire di curiosità?-
-Va bene, dopo
tutto cominciano da lì
i miei casini-
-Cioè
la prima volta che lo vedi ti
aveva già messo nei guai?-
-Sì,
ma non lo sapevo, quello l’ho
scoperto due anni dopo che lo conoscevo, ma c’è in
mezzo una valanga di problemi-
rimase in silenzio incoraggiandomi a continuare
-Dimmi cosa
penseresti di lui, se lo
vedessi vestito da eretico, con un bastone da mago, mantenendo
costantemente la
sua facciata riservata, facendo il sapientone e non nascondendo il suo
disprezzo
nei confronti dei Dalish-
Mi rivolse un
espressione perplessa -Che
accoppiata di caratteristiche vincente, proprio simpatico…ma
tu non sei Dalish-
-Io lo definii
strano e non lo avevo
preso molto in considerazione, visto che poi sembrava ci tenesse
particolarmente a mantenere le distanze all’inizio, ma poi ho
cominciato a
scalfire quella sua corazza impenetrabile, dove continuava a celarsi,
per
vedere come reagiva, per mia sorpresa l’ha fatto in modo
inaspettatamente
piacevole e visto che sa un sacco di cose, ogni volta era buona per
parlare. Comunque,
qualche anno fa ero una Dalish, anche se non sono mai stata
particolarmente
legata al clan, non vedevo l’ora di andarmene, avere un padre
molto
tradizionalista non ha aiutato a farmi piacere la nostra cultura.
Vivere in un
contesto chiuso come un clan lo trovavo frustrante, sapevo che
esistevano altre
realtà e il solo pensare che avrei passato la mia intera
vita in quel piccolo
mondo, non ha fatto altro che far aumentare la mia voglia di scappare.
Ho
sempre voluto imparare tutto quello che potevo e il clan mi limitava-
-Capisco, bhe un
modo di pensare
completamente diverso da quello che si potrebbe aspettare da un Dalish,
non hai
i Vallaslin, sei un assassina con un abilità fuori dal
comune e usi pure la
magia, il tuo Guardiano non ti ha scelto per prendere il suo posto?-
-Tu mi descrivi
come sono adesso, sono
cambiata, ho dovuto farlo se no probabilmente non sarei qui, in quanto
ai
Vallaslin li avevo e riguardo la magia fa parte dei problemi che ho
affrontato
in questi anni, non sono mai stata una maga allora. La mia
testardaggine che
veniva sempre criticata, mi ha fatto superare diversi ostacoli-
Rumore di
zoccoli, un’ombra mi passò
molto vicino, trattenni il respiro per la sorpresa, la evitai per un
soffio,
che?
Vidi sparire
velocemente nella
boscaglia un halla bianco, osservai i dintorni, un halla? Da solo? Si
muovono
in branco di solito, stava scappando, ma da cosa? Restai vigile ad
ascoltare.
Nulla, nessun
rumore sospetto o
insolito.
-Tutto bene? Che
gli è preso? Di
solito scappano, ma non così disperatamente da venirti
addosso-
-Già,
senti nulla?- negò con il capo -Andiamo-
Proseguimmo in
silenzio più vigili di
prima, finalmente si scorgeva il lago e il sole era già alto.
-E fin qui ci
siamo! Monto la tenda-
Mi avvicinai
allo specchio d’acqua che
si estendeva a perdita d’occhio e rimasi basita.
-Shani! Vieni!
Shani!- mi corse in
contro, l’espressione valeva più di mille parole
-Come
è possibile?- non lo sapevo, ma
non mi piaceva, porta sempre e solo guai.
Ne percorsi il
perimetro, vene di
lyrium blu si ramificavano su tutto il fondale che scendeva
vertiginosamente.
Così in superficie? Mi rabbuiai.
-Shani per il
nostro bene spero non
esista un entrata terrestre nei dintorni per le Vie Profonde-
Mi
guardò preoccupata -Prole oscura?-
annuii con un cenno, si potrà bere quest’acqua? I
miei dubbi furono fugati da
un gruppetto di halla poco distante. Speriamo, ci mancano soltanto
effetti
indesiderati.
Aiutai Shani a
montare la tenda,
lasciammo giù le nostre cose e riprendemmo
l’esplorazione, halla, montoni e
orsi dai segni lasciati su un tronco. Avevamo deciso di seguire la
sponda del
lago, sarebbe stato più facile tornare, per ora niente di
insolito.
-Stavi dicendo
prima?-
-Dove ero
arrivata?-
-Che sei
testarda- ridacchiai -Giusto,
allora sai che qualche anno fa c’è stato il
Conclave?-
Assentì
-Come dimenticarlo? Se ne
parla ancora-
-Io per mia
fortuna e altri miei
coetanei, siamo stati scelti per andare a sentire che decisione
avrebbero
preso. Poi c’è stata l’esplosione e il
varco nel Velo, no? Ed era stato detto
che dall’Oblio era uscita un’elfa, mandata da
Andraste? Giusto?-
-Sì
certo, so la storia, dove vuoi…oh
non dirmi che…-
Sorrisi -Chi
pensi che fosse
quell’elfa?-
Si era fermata e
mi guardava
esterrefatta -Tu sei…tu sei l’Inquisitore!?-
Da quasi due
anni nessuno mi chiamava
più così, mi dispiaceva? No, ho fatto quello che
era necessario, quando doveva
essere fatto. Anche se avrei sempre trovato qualcuno che avrebbe usato
quel
titolo, un simbolo di speranza, amato, rispettato, temuto e odiato. In
parte
una condanna.
Un peso, che
stavo cominciando a non
sopportare più. Non era nella mia natura stare al centro
dell’attenzione, ma
avevo imparato a conviverci. Sparivo spesso in giro per Skyhold, in
posti poco
accessibili per restare da sola e pensare a tutto quello che mi stava
capitando.
Josephine aveva
rinunciato a
reperirmi, arrendendosi a parlarmi di politica quando le facevo visita.
Leliana
e Cassandra sapevano che mi sarei fatta viva io, non saltavo mai gli
allenamenti. Cullen aveva anche lui rinunciato a provare a cercarmi, e
mi
spiace dirlo, ma mi bastavano le spiegazioni di tattiche militari al
tavolo da
guerra. Avevo notato un paio di volte che mi fissava, ma
l’avevo ignorato, era
un brav’uomo e un ottimo comandante, ma avevo già
a che fare con le mie
insicurezze, non ne cercavo altre, anche se quando aveva avuto bisogno
di
parlare l’avevo aiutato volentieri con un consiglio.
Cole era
l’unico che mi trovava
sempre, facendomi compagnia con le sue frasi criptiche. Poi era stato
il turno
di Solas, anche se sospettavo che Cole lo aiutasse, sapevo che andavano
molto
d’accordo. Prima come amico e poi come compagno, mi ero senza
accorgermene
aggrappata a lui, trovando conforto e una sorta di protezione per tutti
i
problemi con cui stavo avendo a che fare. In seguito ero stata felice
di poter
fare anche io qualcosa per lui quando me l’aveva chiesto. Ci
perdevamo spesso a
parlare di quello che stava succedendo, volevo saperne di
più sul suo conto, ma
avevo capito che preferiva cambiare discorso, quindi non chiedevo mai.
Alla
fine lo provocavo per vedere quella parte fantastica che teneva sempre
nascosta
e che mostrava solo a me in quei pochi momenti in cui riuscivamo a
stare da
soli.
Ora ironia della
sorte, rappresentavo
una divinità, più potere e più
responsabilità di quante ne avessi mai avute prima.
La parte di me stessa, che non avrebbe preso il sopravvento sul mio
vero
essere, avrei aiutato Solas a fare lo stesso, non deve diventare solo
Fen’harel, lui prima di tutto sarà sempre e solo
Solas.
Sorrisi e mi
inchinai scherzosamente
-Al tuo servizio, ma non sono più l’Inquisitore,
preferisco non essere chiamata
così, se non è necessario-
-Continuerai a
farmi rivelazioni così
sconvolgenti in questi giorni?-
La osservai
divertita -Più o meno- le
feci l’occhiolino -Dai continuiamo-
-E
com’è essere l’Inquisitore?-
-Oh
all’inizio è stato emozionante,
poi è diventato sempre più pericoloso e
stressante, per fortuna non ero sola-
ma le mie mani si sono irrimediabilmente sporcate di sangue
-Ti riferisci a
Fen’harel?-
-Lui
è stato una piacevole sorpresa,
ma avevo altri compagni, senza di loro non ce l’avrei fatta e
anche un grazie
immenso lo devo all’esercito, mi hanno sempre seguito senza
esitare-
Guardai il
cielo, il sole ormai era
già abbondantemente oltre lo zenit
-Ci fermiamo a
mangiare? Meritiamo una
pausa-
Presi posto
contro un albero, Shani mi
si mise da parte, chiusi gli occhi cercando di rilassare le spalle e
sospirai -Yen-
mi porgeva parte delle scorte, sorrisi -Grazie- osservai la superficie
dell’acqua -Ritornando al tuo lupo, come hai fatto ad
interessarti a lui? C’è
da come l’hai descritto prima, meglio perderlo che trovarlo-
risi di gusto, mi
andò quasi di traverso il cibo. Tossii.
-Te
l’ho detto che mi piace imparare
cose nuove no? È stata una fonte immensa di informazioni,
soprattutto sull’Oblio.
Bhe, tra una spiegazione e l’altra ho cominciato a filtrare
con lui e lui l’ha
fatto con me, li infilava abilmente nel discorso quando meno me lo
aspettavo e
soprattutto non erano stupidi e niente ci ho preso gusto-
-Poi?- la
guardai divertita -Siamo curiose
eh? Pausa, continuo dopo-
-Fai la
misteriosa?- ridacchiai -Non
ti aspettare momenti piccanti-
-L’ho
detto io, chi te l’ha fatto
fare- disse sconsolata
Risi -Va bene,
gli ho detto che volevo
conoscerlo meglio, mi sono ritrovata in un sogno ad Haven, che ormai
era già
stata distrutta da Corypheus e mi ha spiegato cosa è
successo intanto che ero
fuori combattimento a causa del marchio-
-Ok, lo vuoi
conoscere meglio e
dormite? Molto entusiasmante-
-Eravamo in un
sogno, fammi continuare,
alla fine dice che quando ho chiuso il primo squarcio ha sentito il
mondo
intero cambiare e che è stato importante per lui. Io quindi
l’ho provocato
ammettendo che allora ha provato qualcosa. Se ne è uscito
con ‘tu cambi tutto’-
-E tu ti sei
sciolta, che romantico-
-Più
che sciolta, gli sono saltata
addosso senza tanti scrupoli, mi stavo pentendo quando è lui
che ha preso l’iniziativa
molto passionalmente-
-Quindi
più simile a come lo vedo
adesso?-
-Sì
esatto, ha cominciato a togliere
parte delle sue maschere ed ero al settimo cielo-
Era stata
un’esperienza bellissima,
non solo per il bacio che non so bene cosa mi era preso, ma quel
complimento mi
aveva invitato a rischiare, quelle parole dette con tanta
sincerità mi avevano
spiazzato e il cuore era impazzito. Quando poi aveva risposto al mio
bacio,
bloccandomi per la vita e ribaciandomi con più
intensità di quanto avessi fatto
io, sorridendo dolcemente, per poi baciarmi una seconda volta, capii
che mi
desiderava quanto io volevo lui, anche se fino a quel momento
l’aveva nascosto
talmente bene che scoprirlo in quel modo era stata una completa
sorpresa, ero
perduta.
Il sapere che
eravamo nell’Oblio era
stata un esperienza del tutto nuova e aveva reso il tutto ancora
più
emozionante. Non mi ero resa conto che non l’avrei
più lasciato andare.
Mi alzai e
scrutai i dintorni
-Continuiamo?- è tutto tranquillo, perché allora
sono inquieta?
Avevamo fatto
pochi passi quando un
ruggito spezzò il silenzio, seguito subito dopo da un rumore
costante di un
forte battito d’ali. Si unirono ad essi un rumore di rami
spezzati e urla.
-Cavolo…torniamo
indietro! Presto!-
esclamai nervosa, avrei riconosciuto quei suoni ovunque. Devo avere
qualcosa
che non va!
Ci spostammo il
più velocemente
possibile lontano dalla fonte del rumore, e ci posizionammo dietro ad
un grande
albero, nascondendoci. Subito dopo un drago comparve in cielo e
atterrò sul
lago.
Non è
possibile! Stava sopra alla
superficie trasparente come se fosse solida! Il drago sbuffava aria
gelida
dalle narici, e apriva la bocca mostrando una lunga fila di zanne
infuriato, le
scaglie spesse erano di un blu scuro e le vene della bestia rilucevano
della
stessa luce del lyrium, un azzurro elettrico. Le grandi ali erano state
racchiuse contro il corpo. Gli occhi spietati erano di un bianco
argentato.
Era imponente
come tutti i draghi che
mi era capitato di affrontare, ma mai nessuno di un colore
così particolare.
Vidi uscire
dalla foresta, affaticati,
sudati e sporchi di sangue per delle evidenti ferite, dei nani e un
qunari. In
compenso il drago sembrava illeso rispetto a loro, oltre che
infastidito e
annoiato, probabilmente non era la prima volta che si ripeteva la
stessa scena.
-Maraas kata!-
urlò il
qunari con rabbia
-Piantala di
parlare in qunat! Non si
capisce un cazzo!- esclamò furibondo un nano
Il qunari
sbuffò seccato -Non possiamo
continuare così! Non finiremo mai sto maledetto lavoro se
arriva sempre al
lago!-
-Come se non lo
sapessi! Lo dicevo che
sto piano di merda faceva acqua da tutte le parti, ma non mi avete
voluto
ascoltare!- replicò un altro nano
Il drago
sbuffò dell’aria fredda verso
di loro.
-Lo abbiamo
affrontato così tante
volte che anche quella maledetta bestia ci prende per il culo!-
-Forza ragazzi
andiamocene, non serve
a nulla rimanere, se attaccasse ci farebbe fuori tutti- non
l’avevo notata, era
stata un’elfa a parlare. Pericolosa più del drago,
come avevo fatto a non
vederla?
Osservai il
lago, sembrava in simbiosi
con la bestia e il chiarore proveniente dal lyrium pulsava emettendo
più o meno
luce. Nascondeva qualche segreto, infatti i mercenari non si erano
avvicinati
più di tanto, affascinate e pericoloso al tempo stesso.
Una volta che se
n’erano andati, il
drago rivolse la sua attenzione verso di noi, fissandoci costantemente
con
quegli occhi glaciali.
-Ci ha
sentite!?- la voce di Shani era
incrinata. Mi spostai lentamente allo scoperto, osservandolo, era
tranquillo
anche se attento, ero stata troppo ottimista a pensare che non ci
avrebbe
scoperto, con i sensi sviluppati che si ritrova. Nervosa, ecco come mi
sentivo,
non volevo combattere e non lo facevo volentieri con quelle bestie che
infondevano rispetto e potenza.
-Shani
è il tuo primo drago?- si
spostò di fianco a me, visibilmente in ansia -Tu che dici?-
Ridacchiai -Cosa
hai da ridere!?- la
voce era seccata
-Nulla, scusami.
Ho una buona notizia
da darti, per mia esperienza non sembra che voglia cenare con noi, solo
mi
sembra curioso-
-Spero tu abbia
ragione-
-Un consiglio
però, allontanati da me
lentamente e senza voltarti, non vorrei che ti scambiasse per una preda
in
fuga-
-Vuoi
affrontarlo da sola!? Sei
impazzita!?- disse evidentemente spaventata
-Affrontarlo?
No, farò solo quattro
chiacchere- mi guardò confusa, incredula e impaurita
-Shani ti fidi
di me?- assentì con il
capo -Bene, fai quanto ti ho detto, per favore-
Mi avvicinai al
perimetro del lago e
lo osservai, mi chinai a prendere un sasso e lo lanciai nello specchio
d’acqua,
oltre che ad affondare, sfrigolò visibilmente sciogliendosi.
Andiamo bene,
sembra che quel drago
abbia qualche potere su quest’acqua. Intanto la bestia si era
girata
completamente verso di me, guardandomi. Lo studiai attenta, non
attaccava e
aveva smesso di ringhiare, era molto incuriosito, che fosse sorpreso
perché non
lo attaccavo o perché sentiva il mio potere? Aveva uno
sguardo profondamente
intelligente, ero sorpresa.
Per la migliore
delle ipotesi è sempre
un liquido, dovrebbe ghiacciare, lui stesso sbuffa aria fredda, che usi
il suo
potere per stare sul lago? Scopriamolo.
Appoggiai un
piede sulla superficie
ghiacciandola, molto bene, mi incamminai verso di lui lentamente, ma
decisa.
Gli occhi del drago si spalancarono per lo stupore ed emise un ringhio
sommesso.
Continuai
finché non sbuffò verso di
me dell’aria ghiacciata. Lo osservai, decisa a non mostrare
l’agitazione che mi
attanagliava il petto, mantenni la calma, facendomi coraggio. Se era
una sfida
l’avrei accetta. Una pazzia? Indubbiamente, ma sentivo anche
una profonda
connessione, più antica e misteriosa di quanto riuscivo a
capire . Non potevo e
non volevo tirarmi indietro, pretendevo
rispetto, non sapevo neanche io il perché, lo volevo e
basta.
Porsi verso di
lui la mano e ricambiai
con più forza, un vento freddo e forte lo costrinse ad
arretrare. Girò la
grande testa triangolare fissandomi intensamente. Per sicurezza attivai
una barriera
su me stessa. Balzò verso di me estinguendo la distanza in
un attimo, mi
ritrovai ad un palmo dalla sua bocca aperta, rivolgendomi un gran
ruggito, vidi
una lunga fila di denti affilati. Non indietreggiai, anche se
l’istinto urlava
disperato il contrario. Scappa!!!
Rilasciai senza
volere lo strato di
mana a cui aveva accennato Solas, tempo addietro. Venne accompagnato da
una
lieve onda d’urto. Ebbe un effetto immediato e ben diverso da
quanto ricordassi.
Era più potente e minacciosa. Reclamava rispetto ed
ubbidienza, senza
possibilità di tirarsi indietro.
Lo fissai con
sfida, potevo
permettermelo, la tensione era palpabile, e il drago non era
più convinto come
all’inizio, mi
osservava attento e
stupito, fece qualche passo indietro e spiccò il volo,
aumentai la superficie
ghiacciata per non cadere. Se ne stava andando.
Sospirai
profondamente, avevo il cuore
che tra poco mi sarebbe scoppiato nel petto, le gambe cominciarono a
tremare
per la tensione, raggiunsi la sicura terra stordita. Shani
uscì dalla boscaglia,
era visibilmente esterrefatta e preoccupata -Tutto a posto? Come
diavolo hai
fatto?!-
Non lo sapevo
con certezza neanche io,
appoggiai le mani sulle ginocchia, cercando di recuperare il controllo
-Sto
bene, quelle erano le quattro chiacchere-
Mi
guardò perplessa e sconcertata
-Tornerà?-
Guardai il cielo
-Non lo so.
Ritorniamo alla tenda, abbiamo bisogno di stare tranquille-
Giungemmo infine
a destinazione, stava
calando il sole, sul percorso avevamo raccolto qualche ramo per il
fuoco e accesi
un falò. Mi stesi accanto ad esso e chiusi gli occhi, meno
male che la vallata
doveva essere tranquilla, attiro guai come il miele con gli orsi.
Ridacchiai.
-Stai bene?- la
guardai e sorrisi -Sì
sto bene, non è la prima volta che
affronto un drago, anche se non così-
Mai visto un
esemplare come quello,
non è una semplice bestia, ha testato il mio coraggio,
lanciandomi una sfida e
stupito è scappato perdendo quel confronto.
L’avrei rivisto presto, ne sono
sicura, ma non mi preoccupava tanto lui, quanto i mercenari che avevo
visto,
soprattutto l’elfa.
-Fame?- mi misi
seduta e mi servii -Tu
tutto a posto?-
Sorrise
-Sì certo- restammo in
silenzio, la osservai, ora era indubbiamente calma, questa piccola
avventura
fuori dall’ordinario l’avrebbe però
segnata -Scusa, è colpa mia, attiro sempre
una montagna di guai-
Era incredula
-Non dire idiozie, ti
scusi per che cosa? Perché un drago ha deciso che voleva
sfidarti?- ridacchiò e
sorrisi grata a quell’amica così comprensiva.
-Quindi, forza,
raccontami altro sono
curiosa di sapere come hai fatto a diventare così potente-
Mi sdraiai e
fissai le fronde degli alberi
-Allora, finito il sogno sono corsa da lui emozionata come non mai,
arriva a
scusarsi per quel che ha fatto e rimango delusa pensando di aver
frainteso i
suoi sentimenti, mi risponde solo che ci deve pensare e che potrebbero
nascere
dei problemi, replico che correrò il rischio se lo
vorrà fare anche lui e
accetta-
-Concordo con la
tua versione, è strano
e brindo alla tua tenacia- ridacchiai divertita.
Si era fatto
ormai buio, si sentivano
solo il canto dei grilli, qualche uccello notturno e il crepitio del
fuoco.
-Dopo
un’avventura particolarmente
stressante, per la precisione ci siamo ritrovati
nell’Oblio…-
-Come
nell’Oblio? Siete entrati…?-
esclamò sconcertata
-Sì,
esatto per salvarci la vita, con
il marchio ho aperto uno squarcio nel Velo e ci siamo ritrovati
nell’Oblio, per
la precisione nel regno del demone della paura che era in combutta con
Corypheus. L’abbiamo scampata per un pelo…ma
abbiamo perso il custode grigio
Stroud, si è sacrificato permettendoci la fuga. Tutto questo
casino è stato
compiuto dai Custodi Grigi manipolati indirettamente da Corypheus-
-Mi è
arrivata voce che li hai
esiliati-
Una decisione di
cui non andavo fiera,
ma quello che avevano fatto era stato abominevole.
-Non ho trovato
soluzione, ormai erano
imperdonabili, sono arrivati ad usare la magia del sangue pensando che
fosse la
soluzione per risolvere i flagelli- e tutto quello che avevo passato un
attimo
prima, non era andato a loro favore, ero incavolata nera e scossa per
aver di
nuovo ingannato la morte ed aver condannato un'altra persona al mio
posto.
Vidi Shani bere
-Abbiamo acqua
sufficiente?-
Sorrise -Certo,
te l’ho detto che quel
lago aveva un colore strano-
-Giusto, ma sei
proprio sicura di non
volere una promozione? C’è bisogno di gente come
te-
Mi
guardò pensierosa -Ci penserò, ma
non prometto nulla, lo sai che non mi piace comandare-
-Va bene, ma
pensaci- tentai, anche se
non so se sarebbe servito.
-Dai continua,
voglio sentire qualche
altro comportamento strano del tuo lupo, prima di dormire-
-Vediamo, dopo
questa avventura
orribile, che mi sarei risparmiata volentieri, un giorno vado da Solas
e mi
chiede se può parlarmi, quindi ci spostiamo sul balcone
della mia camera-
-Finalmente
siete arrivati in camera-
ridacchiò maliziosa, le sorrisi divertita e sospirai
-Comincia a
chiedermi se il marchio mi
ha cambiato in qualche modo, gli chiedo se secondo lui me ne sarei
accorta,
replica che in effetti non avrei potuto percepire i cambiamenti. Poi si
complimenta per la mia astuzia e saggezza, e gli chiedo di arrivare al
punto-
-E meno male, se
no stavamo qua fino a
domani mattina…- risi allegramente
-Mi confessa che
non ha dimenticato
quel bacio. Rimasi in parte sorpresa e dentro di me esultavo,
fissandolo negli
occhi mi avvicino ad un palmo da lui e sussurro un
‘bene’, ci osserviamo e lo
invito a farsi avanti, ma nega con la testa e si allontana. Lo blocco
da un
braccio, chiedendogli di non andarsene-
Quel modo
diretto nell’esprimere i
suoi sentimenti mi aveva colpita ancora una volta. Sorpresa con me
stessa, mi
stavo fidando completamente, provando per la prima volta delle
sensazioni e dei
sentimenti del tutto nuovi con lui. Volevo sentire ancora il suo
profumo, il
suo sapore e il suo calore. In quel momento non avevo ragionato sul
perché se
ne stava andando contro il desiderio che vedevo ardere nei suoi occhi.
Capii
solo di amarlo e non volevo che si allontanasse da me.
-Non dirmi che
finisce male…-
-Risponde che
probabilmente ce ne
saremmo pentiti entrambi, ma che perdermi sarebbe…e qua non
ha finito la frase,
mi ha stretto a se in modo possessivo e mi ha baciato con una passione
che ho
ricambiato volentieri, stavamo perdendo il controllo quando si
è staccato da me
e incatenando i suoi occhi ai miei, ha detto ‘ar lath, ma
vhenan’-
Mi si era
scaldato il cuore a quelle
parole pronunciate in quella lingua poco conosciuta anche dagli stessi
dalish,
che suonavano ormai vuote. Lui invece gli aveva dato un peso del tutto
diverso,
come faceva sempre con molte altre cose, insegnandomi ogni giorno a
vedere con
occhi diversi. Ero in estasi e il cervello in panne, il calore del suo
corpo mi
infondeva una sicurezza che non avevo mai provato prima.
-Benissimo e
siete passati a cose più
interessanti vero?-
-Ero
emozionatissima, si è allontanato
ed è uscito dalla camera, sono rimasta stordita e insieme un
po’ delusa-
-Ok, fammi
capire avevate il letto a
due passi e lui se né andato?-
Ci eravamo
baciati con tale foga che
volevo che continuasse, ma si era allontanato da me così
velocemente che mi
aveva spiazzato.
-Lo so, te
l’ho detto che sono rimasta
delusa, ma preferivo non affrettare le cose se a lui stava bene
così-
-C’è…c’è…è
meglio che sto zitta…-
-Lo sai anche tu
che è raro sentire
quelle parole dette nell’Antica Lingua e non le ha
pronunciate a caso, ma
perché è quello che prova per me dal profondo del
cuore, avrebbe potuto dirle
nelle lingua comune, ma ha scelto esattamente quelle parole, ero la
donna più
felice del mondo in quel momento, e dopotutto non ci conoscevamo ancora
così
bene da fare quel passo-
Era stato solo
il secondo bacio, ma
entrambi volevamo già di più, anche in seguito
lui continuava a controllarsi e
non capivo il perché.
-Di la
verità, tendi sempre a
perdonarlo vero?-
La guardai
basita -Si nota così tanto?
Sei già la seconda persona che me lo dice-
-Sì,
si vede eccome, ma posso capire,
penso…-
Sorrisi -Dai
dormiamo, ho messo una
barriera intorno, possiamo stare tranquille-
-Notte- la vidi
stendersi e coprirsi
con delle pelli
-Buonanotte-
guardai le braci, tra
poco avrei avuto una chiacchierata con lui, si sarebbe sicuramente
fatto
vedere, sarà rimasto nervoso tutto il giorno. Che faccio?
Gli racconto del
drago e dei mercenari? Così si preoccupa ancora di
più e ci ordina di tornare.
Sospirai cercando di rilassarmi.
Mi ritrovai
nella nostra camera, lo
vidi seduto sul letto, sorrise, si alzò e passò
le braccia intorno alla mia
vita, mi strinsi a lui, non lo vedevo solo da quella mattina, ma mi era
mancato
come se mi avessero portato via una parte di me stessa, mi abbandonai
contro di
lui e al calore del suo corpo.
-Come
è andata oggi?- sentii il suo
respirò sul collo e cominciò a baciarmi
-Mi sto
domandando come abbiamo fatto
a non vederci per tre anni, se dopo un solo giorno siamo
così-
Ridacchiò
e continuò a coccolarmi, poi
mi fissò negli occhi, adoravo i suoi di quel grigio
magnifico, avrei potuto
stare ore a guardarli senza stancarmi, feci scivolare le mani dal suo
petto
intorno al suo collo, accarezzandolo e tirandolo verso di me, lo baciai
su
quelle labbra morbide e calde, lentamente gustandomi il suo sapore.
Appoggiai
il viso sulla sua spalla e lo tenni stretto.
Era meglio
parlargliene, non mi piace
nascondergli le cose, si fida unicamente di me, non voglio venire meno
a questo
sentimento che ci lega e che ho conquistato con fatica.
-La vallata
doveva essere
tranquilla…direi che non è proprio
così pacifica-
Mi strinse di
più e divenne serio
-Cosa è successo?-
-Mantieni la
calma, è stato tutto
normale finché un drago non ci è volato sopra la
testa con alle calcagna un
gruppo di mercenari. Sai il lago? Si è posato su di esso
come se fosse una
superficie solida-
-Mi preoccupano
più i mercenari che…-
-Il drago, la
penso uguale, ma loro
non ci hanno visto per adesso e c’è
un’elfa che deve essere molto pericolosa, è
riuscita a non farsi notare da me, sai quanto sia difficile sfuggirmi-
amavo
particolarmente cacciare, lo trovavo soddisfacente e piacevole, durante
gli
scontri ero solita eliminare io stessa chi si celava nelle ombre.
Mi
guardò divertito -Lo so bene-
sorrisi -Comunque, nel lago è presente del lyrium blu e deve
essere collegato
direttamente con le Vie Profonde. Il drago è strano, sembra
abbia un legame con
esso rendendo l’acqua corrosiva
e…bhe…ci ho fatto quattro chiacchere-
Sospirò
sconsolato e mi rivolse un
espressione apprensiva -Cosa intendi?-
-Che mi ha
sfidato e ho accettato,
penso che tornerà, è un esemplare particolare e
intelligente-
-Non
vorrai…- lo guardai dolcemente e
gli accarezzai il viso -È un mio dovere ormai, non posso
ignorare quello che
provo, un guardiano manca da troppo, lo sai e sento che ne è
degno-
-Capisco, come
hai intenzione di agire
con i mercenari?-
-Vorrei non
averci a che fare, ma so
che sarà impossibile e preferirei non ucciderli, si stanno
solo guadagnando da
vivere dopo tutto, potrei arrivare ad un accordo, sentirò
qual è la somma
pattuita per la bestia-
-Sempre se
accetteranno…-
Sospirai -Spero
lo faranno-
Mi
catturò la bocca accarezzandomi il
palato -Stai attenta, se no…-
-Se intervieni
tu fai una strage-
Appoggiò
la fronte alla mia, percepivo
sopita l’aurea del Temibile Lupo.
1_Ar-melana dirthavaren. Revas vir-anaris: frase che nel Dlc Trapasser
un Inquisitore che ha bevuto dal pozzo dice alle sentinelle spirituali
richiamate da Fen'harel, è una sorta di password che viene
richiesta quando si incontrano. In rete si trova una traduzione
approssimativa di quello che dovrebbe significare. "Ora faccio adempire
la promessa. Sei libero di andare sul Sentiero di Anaris." Anaris
è uno dei Dimenticati che viene citato in una storia del
codex, quindi non ha molto senso, è strana come frase, di
mio deduco che abbia però un doppio significato come il nome
di Solas(orgoglio) o quello di Abelas(dolore) che però
è ancora sconosciuto.
2_Amae lethalas: è la conseguente risposta, data dalle
sentinelle spirituali alla frase precedente. Anche qui la traduzione
corretta non esiste, si deduce sia un "benvenuto" o "potresti passare".
Ad ogni modo sta riconoscendo il tuo diritto di essere lì e
di essere un amico.
Maraas kata!: "Nulla è perduto!"
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche
16
Mi alzai
indolenzita, mi mancava il
mio letto, lo ammetto. Sarebbe stata una bella giornata, in cielo non
era
presente neanche una nuvola, presi qualche ramo nei dintorni e riaccesi
il
falò.
Shani si stava
destando -Ho dormito
troppo?-
Sorrisi -Ma va,
mi sono appena
svegliata anche io, facciamo con calma, non abbiamo fretta- consumammo
la
colazione -Aspettiamo che si alzi di più il sole,
c’è un umidità pazzesca-
Vedevo la
superficie del lago solcata
da una coltre di nebbia, rimasi in silenzio, preferivo non parlare alla
mattina
così presto, fissai le braci e mi concentrai sul crepitio
del fuoco.
Prima di tutto,
devo trovare il drago,
dei mercenari me ne sarei occupata in seguito.
Dubito di avere
molto tempo, se è da
parecchio che gli danno la caccia sapranno dove trovarlo, io so che gli
piace
il lago…potrei richiamarlo? Il lyrium è vivo,
canta, ma solo alcuni nani lo
sentono, se lo sentisse anche il drago? La soluzione più
semplice sarebbe
aspettare che mi ritrovi, ma non ho tempo.
Non mi fido a
contrattare prima con
quella banda, devo poter dettare io le regole e giocare
d’anticipo. L’elfa
comanda e non a caso, purtroppo non l’ho vista bene.
La nebbia si era
alzata, sospirai,
proviamo, basterà una quantità irrilevante di
questo potere che mi sono
ritrovata tra le mani. Mi avvicinai al lago, mi chinai e appoggiai una
mano a
terra, infusi una scarica di mana che raggiunse il lyrium.
Cominciò a emettere
più o meno luce come il giorno precedente, pulsava ed era
vivo. Ora aspettiamo.
-Cosa hai
fatto?-
-Se funziona,
sto chiamando il drago-
-Cosa!?
Perché?-
-Shani, avrei
voluto andare in ordine
con la storia che ti sto raccontando, ma capisco che questa circostanza
abbia
bisogno di ulteriori spiegazioni. Mi hai domandato da dove provenga il
mio
potere, quello è stato risvegliato solo quasi un anno fa, ma
ho imparato ad
usarlo non solo grazie a Solas, ma perché avevo un
collegamento con Mythal-
-Cosa centra ora
Mythal?-
-Concordi con me
che se esiste
Fen’harel anche per gli altri Dei valga lo stesso?-
-Non ci avevo
ancora pensato, a dir la
verità…-
Sorrisi -Nelle
leggende dalish non si
racconta che Mythal fu uccisa dagli altri Evanuris, ma un frammento di
lei è
sopravvissuto nel tempo, fino ad arrivare da me-
-Scusami, non
capisco e quindi?-
-Quello che ti
sto per dire voglio che
rimanga tra noi, non dirai nulla neanche a Nala, finché non
sarà necessario,
voglio che non si sappia, mi dai la tua parola?-
-Va bene, lo sai
che ti puoi fidare-
rispose rassicurante
-Ho avuto una
chiacchierata con Mythal
e facendola breve mi ha passato il testimone-
Cominciai a
sentire un forte battito
d’ali, aveva funzionato.
-Io ora sono
Mythal-
Silenzio. Bhe
non che mi aspettassi
molto di diverso. Io stessa non lo accetto ancora completamente. Un
ruggito si
diffuse nel cielo.
-Shani come
è sempre stata raffigurata
Mythal?-
Il drago si
posò di schianto sul lago,
creando delle onde
-Un
drago…ma cosa ti serve? Nel senso
cosa fai ora!?- esclamò allarmata
-L’ultimo
guardiano al servizio di
Mythal è morto tre anni fa, aiutandomi contro Corypheus,
è necessario un
sostituto- indicai la bestia davanti a noi -Lui ne è degno,
diventerà una sorta
di mia guardia personale, se accetterà, ma ci sono buone
probabilità, come hai
notato ieri mi ha dimostrato già del rispetto-
-E
ora…-
-Ora
avrò un’altra chiacchierata, non
serve combattere percepisce la quantità di potere di cui
dispongo, non mi
sfiderà più del necessario, sa anche lui che non
ne uscirebbe vivo- solo una volta
avevo provato ad usare più mana del solito, sorpresa non ne
trovavo il limite,
Solas mi aveva bloccato scioccato. Mi spiegò che la presenza
del Velo limitava
i nostri poteri, senza aveva confessato che probabilmente la riserva
che avevo
disponibile sarebbe almeno raddoppiata…non sapevamo come
fosse possibile,
questo però dava più di una speranza contro i
falsi Dei.
Mi rivolse un
espressione stupita e apprensiva,
le sorrisi fiduciosa -Non ti preoccupare-
Camminai sulla
superficie del lago
raggiungendolo, ringhiava sommessamente, allungai una mano verso di lui
porgendogli il palmo aperto, le iridi si strinsero e gli occhi si
spalancarono,
mi sbuffò una folata di aria fredda. Fai il timido?
Voltò la grande testa
triangolare e rivolse la sua attenzione altrove, seguii il suo sguardo.
Non
andava bene, l’hanno seguito di nuovo probabilmente, e non ci
avrebbero messo
molto a raggiungerci. Lo avvolsi con un leggero strato di mana, per
infondergli
fiducia, sbuffò dalle narici e mi squadrò
attentamente, abbassò il grande muso
verso la mia mano aperta, toccandola. Era caldo, le scaglie ruvide e
spesse,
sorrisi compiaciuta per tanta fiducia e rispetto che mi stava
dimostrando, il
mio cuore palpitava emozionato.
-Atish'all Vir
Abelasan-
Sentii fluire il
mana, sul drago
comparvero dei marchi che partivano dal muso fino a ramificarsi su
tutto il
corpo, disegnando un grande albero, dei Vallaslin. Percepivo ora il
battito del
suo cuore, lo scorrere impetuoso del suo sangue nelle vene, il suo
potere, le
forti e possenti zampe, un legame profondo ci aveva unito. Ero onorata.
Il solo
pensare che una cosa del genere potesse essere fatta a delle persone mi
disgustava, arrivare anche a sentire i loro pensieri contro la loro
volontà era
orrendo, capii in quel momento più profondamente cosa aveva
spinto Solas ad
agire, oltre che essere uno schiavo, il Vallaslin era una condanna e un
umiliazione insieme.
-Mythal'enaste-
pronunciai concludendo il rituale
Rialzò
il muso e rivolse la sua
attenzione verso la foresta, ringhiò sommessamente e
scoprì leggermente le
zanne. Il marchio era scomparso, ritornai sulla terra ferma, un attimo
dopo il
solito rumore di rami spezzati annunciò i mercenari.
La loro
attenzione era rivolta tutta
sul drago, fino a quando
-Ragazzi non
siate scortesi abbiamo
degli ospiti- parlò l’elfa, la osservai, aveva
un’armatura da mago e un bastone
di buona fattura, il viso era contornato da capelli biondo platino e
gli occhi
scuri ci osservavano vigili e attenti. Magia di un buon livello per una
semplice mercenaria, ecco perché sa celarsi così
bene. Mi limitai a sorridere e
ad ancorare le braccia dietro alla schiena.
Un leggero
spostamento d’aria, mi
inquietò, bloccai l’individuo a terra con un
incantesimo, un urlo di dolore
spezzò il silenzio, restai con gli occhi sull’elfa
che celò la sua sorpresa a
confronto dei suoi compagni.
Detti un ordine
al drago mentalmente "Puoi andare
ora, ti chiamerò
quando necessario"
ringhiò rivolgendomi la sua attenzione "Mi
fai un gran onore a preoccuparti, ma ora va"
sbuffò visibilmente irritato e spiccò il volo.
-Ehi! Ehi! Se ne
sta andando!- esclamò
un nano
L’elfa
non muoveva un muscolo,
continuammo ad osservarci -Visto che ora ho la vostra attenzione, vi
offrirei
il prezzo che vi hanno pattuito per lasciare stare quel drago-
Rimasero
sorpresi, l’elfa mi rivolse
un sorriso sprezzante -Perché dovremmo accettare una
proposta simile?-
-Perché
potrebbe essere l’incarico più
semplice che abbiate mai ricevuto nella vostra vita?-
-Non mi fido,
capiti qui a caso e ci
offri dei soldi? E sei molto pericolosa-
Sorrisi
-Ordinerei al tuo compagno di
ritornare al vostro fianco, così che lo possa lasciar andare-
-Tareg!!!-
annullai l’incantesimo, il
nano scappò velocemente lontano da noi
-Quindi cosa
volete fare? Accettate?-
-Vuoi farmi
credere che ci pagherai
davvero cento corone per lasciar stare quella bestia? Abbiamo una certa
fama
perché rispettiamo sempre i contratti, non ci gioverebbe
tornare senza il drago,
come posso accettare?-
-Inventatevi
quello che volete,
pensateci, ci ritroverete qui-
-Se non
accettassimo?- rispose arrogante
-È
una vostra scelta, ma non posso
permettervi di infastidire il drago, anche se lui mi pare lo trovi
divertente-
risposi seria
Mi
guardò indignata -Mi stai prendendo
in giro?- vidi il cristallo nel bastone illuminarsi
Sospirai -Non
oserei mai, espongo i
fatti-
Esplosero dal
bastone più sfere di
ghiaccio, perché deve sempre finire così? Alzai
una barriera, si infransero.
Gli altri compagni cominciarono a muoversi, velocemente attivai un
sigillo, si
bloccarono paralizzati dalla magia senza via di scampo, ora erano
spaventati.
Una presenza
alle spalle, istintivamente
mi abbassai, evitando la lama del bastone da mago che sibilò
a pochi centimetri
dalla mia testa. Sotto di me un sigillo di fuoco, non me ne preoccupai,
come mi
aveva insegnato Solas lo disintegrai. In passato avrei dovuto per forza
saltare
via, o comunque non stare mai ferma così a lungo da dare
tale opportunità, mi
era bastata una dolorosa volta, che se non fosse stato per Solas ora
avrei
delle cicatrici. Intanto rimasi inginocchiata facendo perno su una
gamba girandomi,
con l’altra cercai di colpirla per farle perdere
l’equilibrio. Esterrefatta
barcollò all’indietro evitando il colpo, ma non
avevo finito. Porsi una mano
verso di lei, reagendo al mio gesto alzò una barriera, non
male. Mi celai nelle
ombre, ma restai dov’ero. Nervosa cominciò a
guardarsi intorno, una freccia si
infranse sulla sua barriera, Shani aveva risposto. L’elfa si
rivolse verso di
lei con rabbia, non gliene lasciai il tempo, ora basta, pietrificai il
bastone,
lo lasciò andare esterrefatta e spaventata, si infranse a
terra.
La bloccai,
paralizzandola. Ritornai visibile,
sgranò gli occhi guardandomi terrorizzata.
-Chi diavolo sei
tu?!- la voce era
incrinata
-Ripropongo la
domanda cosa avete
intenzione di fare?-
Per la prima
volta abbassò lo sguardo,
amaramente rispose -Accettiamo-
-Bene, Shani
riferisci a Solas, ti
aspetteremo qui- mi guardò esitante -Yen…-
-Non ti
preoccupare vai pure, per
domani dovresti tornare- la guardai raccogliere le sue cose e sparire
nella
vegetazione.
-Ora tu mi farai
l’onore di rimanere
qua con me, i tuoi compagni possono tornare domani a riprenderti
insieme ai
soldi- annullai il sigillo che li bloccava
Mi
guardò furiosa -Fate quanto dice!-
vidi la combriccola nervosa e agitata -Ma
Míriel…-
-Ora!!!-urlò
alterata, li guardai
allontanarsi, bene non avevo ancora ammazzato nessuno, ma quanta
pazienza,
tolsi anche il sigillo sull’elfa.
Le passai di
fianco e mi sedetti,
continuava a stare in piedi -Non abbiamo fatto le presentazioni, io
sono Yen-
mi guardò minacciosa, le feci cenno di accomodarsi -Ora fai
la gentile?-
-Non prendiamoci
in giro per favore,
hai voluto testare cosa sapessi fare e ne ha pagato caro il tuo
bastone, sono
stata fin troppo gentile-
Si sedette
distante da me contro un
albero -Ti chiami Míriel, giusto?- non rispose
Oh,
bhe…fissai il fuoco, avrei
preferito non mostrare la mia natura, se fosse stato per il drago li
avrebbe
fatti fuori lui stesso in quell’istante senza tante
cerimonie, si era divertito
con loro come passatempo, è proprio un predatore. Se va a
finire tutto bene
sarò contenta.
Osservai ancora
la mia compagna,
sembrava un topo in trappola.
Mi sdraiai -Ci
vorrà parecchio, ti
conviene rilassarti, non farò nulla se manterrete i patti-
-Cosa diavolo
sei tu?- domandò sempre
con il solito tono arrogante
Sorrisi
-Qualcosa che finita questa
avventura non rivedrai più-
Era
già pomeriggio inoltrato, udii un
ruggito, mi alzai mettendomi seduta, che succede?
-Non
è che i tuoi compagni stanno
facendo stupidaggini, vero?-
Sbuffò
irritata -Non lo escludo, non è
un gruppo molto equilibrato, se pensavi che tenendomi qua sarebbe stata
una
garanzia, mi spiace, ma non funziona così-
-Quindi potrei
anche ucciderti, che
non cambierebbe nulla?-
Mi
guardò allarmata e distolse lo
sguardo -Allora penso che per te valga lo stesso?-
-Mi sono
ritrovata con loro per
riuscire a sopravvivere, ma nulla di personale-
-Il patto
includeva anche loro però…-
sospirai sconsolata, maledizione…maledizione!!
Sibilai
-Dirthara ma-
Mi
fissò tesa -Cosa hai…?- non
servirono parole, urla non troppo distanti ruppero il silenzio, si
sentiva
ancora il ruggito del drago. Odiavo dover fare così, queste
decisioni orribili
non finiranno mai, lo so bene, soprattutto per quello che sono ora.
Míriel
si alzò in piedi di scatto, mi
rivolse un espressione terrorizzata -Tu puoi stare tranquilla stai
mantenendo i
patti e non scherzavo quando dicevo che il drago con voi stava solo
giocando-
Atish'all Vir
Abelasan: percorri la
via del pozzo del dolore
Mythal'enaste:
hai il favore di Mythal
Dirthara ma:
possiate imparare, usato
come una maledizione
Spero che il breve combattimento sia chiaro, prima volta che ne scrivo
uno, capitolo un po' diverso dal solito come la nostra Yen ;) Alla
prossima! :)
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche
17
Un’altra
notte all’addiaccio, non
avevo dormito molto, come la mia nuova compagna. Un leggero mal di
testa mi
dava il tormento, accesi il falò e bevvi
dell’acqua. Míriel mi guardava
attentamente, sorrisi, richiusi la borraccia e gliela lanciai -Non
vorrai
morire di sete- dopo una prima esitazione, bevve anche lei.
-Quindi ora che
sei sola, cosa farai?-
Richiuse la
borraccia e mi guardò
pensierosa -Con i soldi che mi darai, comincerei a procurarmi un buon
bastone,
poi vedrò…-
-Capisco, sei
brava, non comprendo
come tu abbia fatto a finire con quella banda-
Ridacchiò
-Mi stai prendendo in giro?
Se io sono brava, tu cosa saresti?-
La guardai
attentamente, non saprei
come definirmi, anche se la trovo una definizione arrogante, un Dio
è l’unica
risposta che mi viene in mente.
-Diciamo molto
brava-
La sentii
borbottare “molto brava”
sorrisi divertita, sarebbe stato un peccato rischiare che finisse a
fare
qualcosa come ancora il mercenario, ha del talento è
innegabile. Tentare non
nuoce.
-Faccio parte di
un organizzazione che
vuole liberare gli elfi dalla schiavitù, potrebbe
interessarti?-
-Ora mi offri un
lavoro?-
-Più
che un lavoro, un posto dove
stare e non ti troverai da sola, ma avrai dei compiti da svolgere
naturalmente-
Era perplessa
-Ci penserò-
-Bene-
Cercai nella
borsa e presi un libro,
mi misi comoda e lessi, la mia compagna aveva appoggiato il viso sulle
gambe e
sembrava dormire. Non dovrebbe tardare molto a tornare Shani. Passarono
diverse
ore, ma non ci rivolgemmo più la parola.
Udimmo del
movimento nella
vegetazione, ci alzammo vedendo spuntare dalla boscaglia Shani che mi
sorrise e
Solas preoccupato, a cui gli si illuminarono gli occhi di gioia quando
mi vide.
Sorrisi ad entrambi, guardai Míriel, era rimasta basita.
Sospirai, Solas e la
sua armatura.
Shani
lanciò un sacchetto a Míriel che
lo prese al volo. Solas la studiava -Gli altri?-
-Non hanno
mantenuto i patti-
-Capisco-
replicò serio
-Quindi
Míriel, cosa hai deciso?- Shani
e Solas mi lanciarono occhiate confuse
La vidi
osservare velocemente Solas e
poi posare lo sguardo su di me -Non saprei comunque dove andare,
accetto-
Sorrisi -Bene,
Shani portala alla
base, qui ci penso io, ci vediamo dopo-
-Come vuoi- fece
cenno a Míriel di
seguirla e le osservammo avviarsi.
Mi voltai
avvicinandomi al lago per
poi appoggiarmi ad un albero. Solas mi affiancò.
-È
andata male?-
-Sembrava stesse
andando bene, ma è
finita così- risposi seria
-Non
è colpa tua-
Sospirai -Lo so,
la stupidità non ha
confini-
-Ci si
può fidare?-
Abbozzai un
sorriso -Penso di sì,
meglio che stia con noi, è brava, non vorrei ritrovarmela
davanti e farle del
male, sarebbe un peccato che sprechi il suo talento-
-Direi che ti ha
fatto una buona
impressione, almeno non è dalish-
Ridacchiai -Oh,
su, non sono tutti
come li hai incontrati tu-
-Intendi ottusi
e che pensano di avere
la verità assoluta? Cosa vuoi che sia…tutta
questa arroganza-
-Da che pulpito
viene la predica-
Sorrise
divertito -Io riconosco i miei
errori e imparo più che volentieri- rispose orgoglioso
-Giusto, se no
non sarei qui…anzi, ti
saresti fatto odiare-
-Non hai fatto
anche tu la stessa
cosa? Decisamente non saremmo in buoni rapporti-
-No, infatti,
probabilmente il Velo
non sarebbe ancora al suo posto, sbaglio?-
Rimase in
silenzio pensieroso, per poi
fissarmi serio -No, non sbagli-
Si
spostò sul perimetro del lago osservandolo
-Affascinante-
Sorrisi -Vero?
Il drago lo è ancora di
più-
-Immagino-
-Nessuna teoria
del perché sia così in
superficie?-
-Magari una
spaccatura creata da
qualche evento naturale…- si voltò verso di me
avvicinandosi e bloccandomi
contro l’albero -Ma ora non mi interessa-
Ridacchiai -Ma
davvero?- sentivo il
suo profumo, ero già elettrizzata, mi fissò negli
occhi
-Quanti giorni
è che non ci vediamo e
che mi hai fatto stare in ansia?-
Sorrisi
divertita -Siamo pari, come
credi che mi sia sentita quando sei sparito per tre mesi a recuperare
quella tua
sfera?-
Sorrise -Siamo
vendicative?-
-Solas?- mi
guardò attento -Parli
troppo- ridacchiò e si avvicinò catturandomi la
bocca, lo tirai più verso di
me, approfondendo il bacio e gustandocelo lentamente, ci staccammo
senza fiato
e ridacchiai, mi guardò interrogativo -Sei un rubacuori- era
confuso -L’elfa di
prima, hai fatto colpo-
-Ah
sì? Non ho notato nulla, ma ho
occhi solo per te e poi è colpa dell’armatura-
Gli accarezzai
la stola da lupo -Adulatore.
Colpa dell’armatura?- appoggiò la sua fronte alla
mia
-Non avresti
dovuto metterla…dovrai
aspettare…-
Ridacchiò
e sussurrò -Puoi sempre
aiutarmi a toglierla-
Misi una mano
sul suo viso -Mmm…non
tentarmi- si spostò sul mio collo e cominciò a
baciarmi, feci scivolare la mano
sulla sua nuca incoraggiandolo a continuare -Mi sei…-
trattenni un gemito
-Mancato-
bruciavano, risalì
lentamente fino al viso per poi baciarmi con foga.
Sospirai
cercando di calmarmi e
guardai i miei occhi grigi -Dobbiamo andare-
-Anche se
tardiamo un po’ non succede
nulla-
Sorrisi
divertita, lo provocai -Mi è
mancato anche il nostro letto-
-Visto? A essere
l’Inquisitore sei diventata
viziata- ridacchiai -L’Inquisitore o Mythal?-
-Non sono ormai
la stessa persona?-
domandò serio
-Sì
sono ormai la stessa persona, ma
io sono io e tu sei tu, non sei solo Fen’harel-
Mi
guardò con occhi pieni d’amore e
desiderio -Grazie ma’arlath- sorrisi dolcemente e gli
accarezzai il viso -Ar
lath, ma vhenan- sorrise e mi baciò con tenerezza.
Raggiungemmo
l’Eluvian, una volta arrivati
mi guardai intorno -Qualcosa da riferire?-
Lo vidi
pensieroso, troppo -Qualche
demone ha cominciato a fare la sua comparsa, ma nulla di serio, sono
stati
eliminati- lo osservai attentamente -C’è qualcosa
che non va?- spero sia solo
una mia impressione, negai con un cenno della testa -Nulla, scusami,
vado a
farmi un bagno, ne ho bisogno-
-Va bene, ci
vediamo dopo-
Mi avviai verso
la nostra camera,
sembrava tutto normale, forse sono solo io che dopo questi tre giorni
sono
tesa.
Mi immersi
nell’acqua calda, i muscoli
si distesero e scaldarono, dandomi sollievo. I vestiti appena tolti
oltre che
sporchi erano impregnati dell’umidità di quei tre
giorni di campeggio. Non
amavo dormire all’aria aperta, o faceva troppo caldo come
alle Distese
Sibilanti, ritrovandomi poi sabbia ovunque per le settimane seguenti. O
troppo
freddo e se pioveva come a Crestwood finivamo impantanati nel fango per
la
nostra gioia e quelle delle cavalcature che arrancavano.
Quell’espressione…quando
l’ho già
vista? È stato un attimo, ma l’ha dissimulata
talmente bene che quasi mi è
sfuggita, un barlume di tristezza, preoccupazione e
rabbia…non rabbia, odio. Si
è mosso qualcosa di più che dei semplici demoni.
Cosa stai omettendo, mio Dio
degli Inganni? Quando fa così mi innervosisce, cosa non vuoi
che sappia? Mi
vuoi proteggere da cosa?
Potrei sempre
chiedere ad Abelas, ma
dubito mi dirà qualcosa, gli è leale come pochi e
sicuramente gli ha ordinato
di non dirmi nulla. Aspettiamo.
Uscii dalla
vasca, e mi guardai allo
specchio, quante cose sono cambiate e cambieranno ancora?
Un leggero
bagliore mi passò nelle
iridi viola, perché deve fare così con me? Non si
fida ancora a tal punto? Un fitta
di dolore mi trafisse il cuore. Repressi quei sentimenti. Stupido
orgoglioso.
Mi rivestii e mi sedetti sul letto finendo per sdraiarmi, chiusi gli
occhi.
Perché fai così? Perché?
Un lupo candito
come la neve, mi sono
addormentata senza accorgermene, rimasi ferma, mi trovavo vicino al
lago di
lyrium, continuai ad osservarlo, percepii una presenza, mi voltai, una
figura nera
informe, sembrava uno sciame di mosche, il ronzio era assordante, si
abbatté
contro di me.
Mi svegliai di
soprassalto, affannata,
il cuore batteva all’impazzata, che cosa era? Cercai di
calmarmi, una
sensazione opprimente si era impadronita di me, sospirai profondamente.
Era solo
un sogno…no, i semplici sogni non esistono più,
non con lui, non per quello che
sono ora…dovrei…
Entrò
nella stanza Solas e mi fissò in
viso, la sua espressione diventò preoccupata -Che succede?-
lo osservai un
attimo, dovrei parlarne con lui, ma…mi alzai e andai alla
finestra -Dimmelo tu-
Udii i suoi
passi avvicinarsi alle mie
spalle -Io?-
Sospirai
-C’è qualcosa che dovresti
dirmi?- silenzio, troppo, stava pensando
-Nulla di cui tu
debba essere messa al
corrente, vhenan- mi alterai un poco, mi imposi la calma, voltandomi e
passandogli
di fianco
-Non fare
Fen’harel con me-
Uscii e mi
diressi in biblioteca,
salutai con un cenno Shani e Nala, mi sarei fermata, ma non mi andava
di
parlare. Entrai, era vuota come la maggior parte delle volte, presi
posto nella
parte riservata, il solito elfo mi salutò, chinando il capo
rispettoso, a parte
Shani era l’unico che era stato informato della mia natura.
Cercai tra i
libri, non so nemmeno io
bene cosa, alla fine mi sedetti sulla poltrona e sfogliai le pagine
senza
vederle.
Uno sciame di
mosche, perché sento che
dovrei conoscere la risposta?
La porta
scattò, non mi voltai, poteva
essere solo una persona. Udii dei passi avvicinarsi e uno sguardo
fissarmi -Perché
credi che ti stia nascondendo qualcosa?-
Risposi sempre
fissando le pagine e
sfogliandole -Perché ti conosco, credi davvero che non
sappia ancora
riconoscere la differenza tra i due, anche se è quasi
impercettibile?- si avvicinò
ancora di più ed entrò nel mio campo visivo per
poi inginocchiarsi -So che dopo
quello che ti ho fatto, fidarsi di me è
difficile…-
Quelle parole mi
offesero, lo fissai
negli occhi piccata -Mi sono sempre fidata di te, anche se non avrei
dovuto,
anche quando per raggiungerti attraverso quegli Eluvian maledetti avevo
tutti
contro nel volerti salvare, con quello che aveva detto la Viddasala!
L’unico
che non si è mai fidato completamente di me, sei tu e lo
stai facendo ancora-
riabbassai lo sguardo sul libro.
Appoggiò
una mano sul mio ginocchio, il
tono di voce era costernato -Questo è vero, ma non
è una questione di fiducia,
è che non voglio che tu ci vada di mezzo se lo posso evitare-
Sospirai -Ci
sono sempre stata dentro
dalla testa ai piedi, da quando ho avuto l’Ancora e non mi
sono mai tirata
indietro, neanche quando ho scoperto chi eri e cosa volevi fare, questo
l’avresti sempre voluto tu…-
-Vhenan…-
-Non mi chiamare
così, se vuoi sempre
rimanere colui che caccia da solo-
Si
alterò -Ti amo! Come potrei mai
metterti in pericolo?-
Lo fissai -Dirmi
come stanno le cose e
parlarne assieme non significa necessariamente che debba combattere!-
-Come posso
credere che quando ci sarà
da combattere non lo voglia fare anche tu al mio fianco?-
Gli occhi si
velarono di paura. Mi si
scaldò il cuore, gli presi il viso tra le mani, incatenai lo
sguardo al suo.
-Solas non
potrai proteggermi sempre,
come non potrò farlo io con te purtroppo…mi so
difendere, sono l’Inquisitore,
hai visto in prima persona cosa ho affrontato, e ora sono Mythal,
affronterò
anche questo, ma sempre con il tuo aiuto. Non pensare neanche per un
secondo
che ti lascerò da solo-
Un rammarico
profondo gli si dipinse
sul volto, si alzò allontanandosi da me e avviandosi verso
la porta. Una
sensazione di vuoto mi prese all’improvviso.
Mi alzai di
scatto e gli interruppi il
passaggio, lo guardai in volto, gli occhi erano velati di lacrime, il
cuore mi si
fermò, gli presi il viso e lo tirai verso di me
-Ma’arlath hai mai pianto per
lei? Non ti trattenere, non puoi continuare a farlo, non puoi
continuare a
darti la colpa-
-No, non ne ho
avuto mai il tempo, ma
non vorrei farlo un giorno per te- la voce tremava
-Sempre se non
sarò io a farlo per te
o nelle migliore delle ipotesi ci sarà qualcuno che lo
farà per noi-
Passò
le braccia intorno alla vita
stringendomi forte contro di lui e nascose il viso
nell’incavo del mio collo,
delle lacrime mi bagnarono, lo accarezzai dolcemente, da quanti anni le
trattenevi?
-Nelle migliore
delle ipotesi? Che
allegria…- sorrisi commossa, mi feci più vicino
-Sono stanco di
combattere, stanco di
non poter avere una vita normale…vorrei poter dire basta, ma
è una mia
responsabilità da quando mi hanno affibbiato quel nome, da
quando ho deciso di
intraprendere questa lotta, avrei voluto averti già al mio
fianco allora
vhenan-
-E avrei
condiviso completamente
quello che stavi facendo, ho marchiato il drago, pensare che venisse
fatto a
delle persone è orrendo. Ora è una nostra
responsabilità, te l’ho detto non ti
lascio da solo-
-Non volevo
costringerti a questa vita,
ti ho condannato a percorrere il Din'anshiral-
-Accetterei
qualunque vita per stare
con te, non posso vivere senza sentire la tua voce che mi dice che mi
ama,
vedere il tuo sorriso, i miei occhi grigi che ardono di desiderio,
sentire le
tue braccia che mi stringono e mi proteggono…cosa vuoi che
sia percorrere il
Din’anshiral, quando ho te-
Sospirò
profondamente e cominciò ad
accarezzarmi la schiena, ti stai appoggiando a me, mi stai dando la tua
completa fiducia, non pensavo l’avresti mai fatto, deve
costare parecchio al
tuo orgoglio, lo strinsi, grazie ma vhenan’ara.
-Possiamo sempre
sognare una vita
tranquilla, con una bella casa e…bhe…- si
scostò e mi fissò negli occhi, va già
meglio, non ti sei mai confidato con nessuno vero? Sei troppo
orgoglioso,
asciugai le lacrime che gli erano rimaste sul viso -E?-
Le guance mi si
scaldarono, distolsi
lo sguardo -E cosa vhenan?-
Negai con la
testa -Nulla, non è il
momento di pensarci…-
Mi
alzò il viso con una mano -Cosa, ma
vhenan?- accidenti a te, che non ci arrivi da solo! Non ci
avrà neanche mai
pensato! Sospirai, gli posai un bacio sulle labbra fiducioso e mi persi
nei
suoi occhi grigi -E…secondo me, saresti un ottimo
papà- era sorpreso, sorrisi,
no non ci aveva ancora pensato -Vhenan, sei…?-
Ridacchiai
divertita -No non ancora,
ma vhenan- lo vidi rilassarsi, mi strinse e prese possesso della mia
bocca,
dischiudendomi le labbra e accarezzandomi il palato -E tu saresti una
mamma
meravigliosa, stiamo decisamente sognando ora- appoggiò la
sua fronte alla mia,
sorrisi emozionata
-Questi sogni sono
più belli dei soliti non pensi?- mi posò un altro
bacio sulle labbra, il suo
sapore era inebriante -Sarebbe il più bel sogno che potrei
mai fare in vita
mia-
Vhenan’ara:
letteralmente desiderio del cuore
Din’anshiral:
viaggio verso la fine/la
morte
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche
18
Guardavo le
persone andare e venire,
come al mio solito non avevo granché da fare.
Mi si
avvicinò una spia e mi porse
delle lettere -Mia signora, da Usignolo e dama Penthagast- lo
ringraziai con un
cenno del capo. Le avrei lette dopo, preferivo stare da sola quando
leggevo la
corrispondenza.
-Hai lo sguardo
perso, tutto a posto? Qualche
settimana fa sembrava che stessi per uccidere qualcuno, lo stesso il
tuo lupo,
avete litigato?-
Le sorrisi
-Sì Shani avevamo litigato,
grazie per avermi ricordato che ci dobbiamo chiarire su un punto, il
discorso
alla fine è divagato-
-Contenta per
te, ma dimmi, non ti da
fastidio?-
La guardai
confusa -Cosa?- indicò
Solas e Míriel che lo avvicinava appena poteva, non li avevo
neanche notati -La
verità? No, anzi spero per lei che le passi presto, Solas
anche se in modo
educato può essere terribile, sai il detto feriscono le
parole più che la
spada? Ecco per lui è perfetto-
Era perplessa
-Non avevo continuato la
mia storia vero? Bhe, sappi che sono passata da una felicità
mai provata prima
a una completa disperazione perché mi ha lasciato, aveva
voluto separarsi e…-
-Cosa!!??-
esclamò troppo forte,
alcuni elfi ci guardarono -E non sapevo neanche il perché,
quello l’ho scoperto
dopo. I due anni più lunghi della mia vita, ogni volta che
la mente non era
occupata pensavo a lui ed era straziante-
Non me
l’aspettavo, come ricevere un
pugno nello stomaco. Tradita, mi ero fidata fino ad un attimo prima,
pensavo
che fossi io il problema, non capivo. Non comprendeva Cole che si era
intromesso percependo la sofferenza di entrambi. Nessuna spiegazione
valida…evitava
la causa principale, fin quando persi la pazienza e arrivai a dirgli
perché
stavo ancora perdendo il mio tempo con lui. La sua voce si era
incrinata come
la maschera con cui cercava di proteggersi da me. Lo evitavo, ma quelle
poche
volte che ci ritrovammo a fissarci di nuovo, nei miei amati occhi grigi
non
vedevo scomparso il sentimento che anche io continuavo dolorosamente a
provare.
Non sapevo cosa fare, non avevo più frecce al mio arco e la
sofferenza mi
toglieva la forza per cercarne altre.
Era rimasta
esterrefatta -Ti sei
pietrificata?- ridacchiai, stava per dire qualcosa, ma con un cenno la
bloccai
-Vedi la sua espressione ora?- annuì con la testa -Serio
e...distaccato?-
Sorrisi -Esatto,
ti faccio vedere una
cosa, tu resta qui e continua ad osservarlo-
Mi avvicinai a
loro -Míriel come sta
andando in questi giorni?-
-Bene, tutto a
posto, grazie- si
rigirò a guardare Solas che però non la degnava
più di uno sguardo e mi
fissava, gli si era dipinto sul volto un sorriso e gli occhi ardevano.
Míriel
presa alla sprovvista e a
disagio, disse esitante -Ora…devo andare…mi
stanno aspettando- scappò via.
Udii Shani
ridere -Che gli prende alla
tua amica?- la guardava incuriosito, mi voltai stava ridendo come una
pazza,
sorrisi -Non lo so- mi girai di nuovo verso di lui -Dopo chiariamo la
discussione dell’altro giorno, non pensare di averla
scampata-
Mi rivolse un
espressione sconsolata
-E io che ci speravo…- si
chinò e mi
baciò fugacemente
-Questo non ti
salverà, a dopo-
ridacchiò.
Ritornai da
Shani -Dimmi la verità
volevi farmi morire?- sorrisi divertita
-Ora
però mi devi spiegare se ti guarda
così, perché ti ha lasciato-
-Vieni,
spostiamoci- andammo vicino ad
un parapetto per restare da sole, mi appoggiai ad esso guardando la
vallata -Ho
sventato l’invasione dei qunari, è stato un
massacro, non so quante volte ho
pensato di morire in combattimento. Ho attraversato molti Eluvian
riscoprendo
edifici di un mondo ormai distrutto e dimenticato-
Rimaneva in
silenzio prestando
attenzione. Ogni battaglia vinta quel giorno era stata devastante.
-Il marchio che
ci aveva salvato da
Corypheus stava degenerando, mi stava uccidendo, anche se fino alla
fine è
stato utile, per sopravvivere e portarmi ancora una volta da lui-
Ogni indizio
trovato sulla sua natura
mi aveva ferita più di quanto pensavo, non perché
fosse Fen’harel che era colui
che secondo le leggende dalish aveva tradito il nostro popolo
separandoci dagli
Dei, non me ne importava nulla in quel momento. Ero stata ingannata, la
fiducia
che avevo in lui non era mai stata ricambiata. Quello che provava per
me era
mai stato reale?
Questa domanda
rimaneva sospesa tra un
combattimento e l’altro nella mia mente, in agguato. Il mio
cuore e la mia
anima avrebbero potuto cedere da un momento all’altro, dovevo
andare avanti e
sentirlo direttamente da lui, dopotutto non so come, ma mi fidavo
ancora. Non
avrei permesso alla Viddasala di toccarlo.
Come potevo
sentire ancora il cuore
sussultare di gioia con solo il suono della sua voce, quel cuore che
vedendo la
qunari attaccarlo alle spalle si era fermato per la paura di perderlo.
Sorpresa
per quello che aveva appena fatto mi ero avvicinata lentamente. Alla
fine nella
mia mente c’era solo lui, come era sempre stato in quei due
lunghi anni. Pronunciai
dopo tutto quel tempo di nuovo il suo nome, come una supplica che fosse
reale.
Si era voltato e incredula l’avevo osservato, avrei voluto
avvicinarmi fino a
toccarlo, ma l’Ancora aveva fatto sentire di nuovo la sua
presenza mettendomi
in ginocchio e ricordandomi il dolore di quella fiducia che non
c’era mai
stata.
Dopo il suo
intervento, il male
lancinante al braccio si era sopito, ma non la paura che sentivo, no
non di
lui, di quello che avrebbe potuto dirmi. Mi rialzai e fissai i miei
amati occhi
grigi, era diverso, non solo nell’aspetto, emanava un
rispetto differente,
mostrava un portamento che aveva sempre celato, un sarcasmo che avevo
appena
intravisto in passato. Avevo solo una domanda in quel momento, a cui
trovai
risposta dopo quella stupida maledizione dalish. Vedevo dolore, lo
stesso
identico dolore che avevo scorto nel suo sguardo adombrato da tale
sentimento due
anni prima.
Vidi
l’unica essenziale verità che non
avevo compreso, ma che in quel momento era stata di vitale importanza.
“Qualunque
cosa ci riservi il futuro, sappi che la nostra relazione è
stata reale”
Fui sovrastata
da diverse emozioni,
non avrei mai immaginato di poterle provare tutte insieme, rabbia,
tristezza,
gioia e amore. Come aveva potuto non dirmelo? Più volte mi
aveva detto che ero
diversa dagli altri, che gli avevo dimostrato una saggezza che pensava
fosse
scomparsa, per poi con una sola decisione, rimangiarsi tutto quanto.
Probabilmente
se non fossi stata così scossa l’avrei
già picchiato allora, mi limitai a
sfogare la rabbia per quella fiducia mancata urlandogli contro e si era
pure
arrabbiato! Arrogante e orgoglioso fino all’ultimo,
mostrandomi ancora il Solas
di cui mi ero innamorata e che non riusciva a celarmi, ma che trapelava
da
quella sua nuova maschera che in quel momento non avevo la forza di
spezzare.
-L’ho
trovato e mi ha detto che era
Fen’harel, ero furiosa perché non si era confidato
con me. Mi ha spiegato cosa
aveva intenzione di fare e che il marchio era suo, che se tutto sarebbe
andato
secondo il suo piano non sarebbe mai stato sulla mia mano. Non mi
importava, io
lo amavo ancora, gli ho risposto che lo volevo aiutare, desideravo
stare con
lui. Mi ha salvato la vita recedendomi il braccio, dicendomi che non mi
avrebbe
mai dimenticato e mi ha abbandonato per la terza volta-
Quel ricordo mi
faceva ancora un po’
male -Quando mi hai incontrato lo stavo cercando-
La vidi
sospirare e incrociare le
braccia al petto, era seria -Non ti invidio, solo una domanda, ne
è valsa la
pena?-
Abbozzai un
sorriso -Mi stai chiedendo
se rifarei tutto dall’inizio alla fine? Sì, lo
farei- risposi decisa
Ridacchiò,
la guardai confusa -Fatti
dire una cosa, sei pazza o sei proprio Mythal-
Sorrisi
divertita -Entrambe?-
-Entrambe, forse
troppo pazza però,
soprattutto con quel drago- risi di gusto
-Vado, che noto
da qua Nala che sta
mettendo a soqquadro la tenda per non so quale oscuro motivo-
La salutai con
un cenno del capo.
La mia
attenzione fu attirata da delle
voci -Non se ne parla, ne abbiano già discusso Abelas-
Li osservai,
Solas irritato, con
Abelas che manteneva il suo fare pacato -Lo sai meglio di me che
è l’unica
soluzione, è la sola che può farlo, se non
facciamo qualcosa sarà troppo tardi-
Fissava il vuoto
davanti a sé, irato e
nervoso. Rivolse ad Abelas una espressione seccata.
-Non se ne
parla, piuttosto vado io-
-E so che lo
faresti, peccato che tu
non possa farlo da solo- aggiunse serio -Pensaci, sai che non si
può fare
diversamente-
Altri guai in
arrivo, magnifico, mi
avvicinai a loro mantenendo un basso profilo, venni notata troppo tardi
da
entrambi. Abelas mi guardò deciso, ma abbassò lo
sguardo umile, con un cenno se
ne andò. Che succede? Non ho fatto nulla.
Solas sorrise
alla mia espressione
sconcertata -Che gli prende?- rimase in silenzio studiandomi
attentamente -Una
volta ti ho detto che intorno a te hai uno strato di mana vero?-
assentii con
un cenno della testa -E che avevi incontrato un’elfa che
faceva la stessa cosa,
ma cosa centra?-
Allungò
una mano e mi accarezzò i
capelli prendendone una ciocca tra le dita -Li stai facendo
ricrescere?- stava
evitando la domanda, lo osservai perplessa, gli presi la mano
portandomela al viso
e abbandonandomi ad essa -Vhenan?- mi guardò dolcemente -Non
so come sia
possibile, ma assomigli ad Andruil, i tuoi occhi color ametista sono
identici
ai suoi e lo strato di mana, anche se lo fai inconsapevolmente,
è un modo per
indurre rispetto e ubbidienza. Abelas anche se ha uno spirito forte ha
abbassato lo sguardo per quello. Solo chi ha la tua stessa
quantità di potere
può guardarti negli occhi. Una qualità che spesso
identificava gli Evanuris,
uno in particolare, Elgar'Nan-
Mi irrigidii
-Cosa!?- passò l’altra
mano sulla mia vita tirandomi verso di lui e posò un bacio
leggero sulle mie
labbra -Non ti preoccupare, non è nulla di negativo, solo
una qualità molto
rara, utile soprattutto su un campo di battaglia- scese sul mio collo
baciandomi, lo lasciai fare, per poi affondare il viso tra i miei
capelli -Rilassati,
ti posso assicurare che non è nulla di grave-
Lo abbracciai e
posai il viso sulla
sua spalla, sospirai profondamente -Cosa dovrei fare?- divenne teso e
mi
strinse -Nulla ma’arlath-
Cominciai ad
accarezzagli la schiena -Solas?
Ne abbiamo discusso l’ultima volta-
Mi
posò un bacio sulla tempia,
avvertivo apprensione e paura, lo strinsi e lo fissai in viso seria
-Parliamone
stasera, va bene?- sorrisi
-Come vuoi, ma vedi di non evitare l’argomento, furbacchione-
sorrise divertito
e si chinò con il viso vicino al mio –bhe, non ci
sarà bisogno di parlarne
proprio subito…-
Abbassai il tono
di voce in modo
suadente -Facciamo che me ne parli…- mi avvicinai al suo
orecchio sussurrando
-E poi mi fai tua- ridacchiò
-Questo è
un ricatto- gli afferrai il lobo con le labbra e lo leccai, fremette
-Vhenan…-
lo baciai sulla guancia e sorrisi, gli occhi ardevano, lo allontanai da
me mettendogli
le mani sul petto -Per tua sfortuna ti aspettano- indicai un
messaggero,
sospirò profondamente sconsolato e si avvicinò ad
esso.
Ero stesa a
letto, Solas non era
ancora rientrato, lo avevo intravisto poco prima discutere ancora con
Abelas.
Presi le lettere
che mi erano state
consegnate quella mattina. Aprii quella di Cassandra.
Ciao
Yen, spero che tu stia bene, non mi dilungherò molto, come
sai non amo scrivere
rispetto a qualcuno di nostra conoscenza.
Qualche
demone minore ha fatto la sua comparsa ma nulla di preoccupante.
Il
problema è un altro, con l’indebolimento del Velo
sono aumentate le possessioni
da parte dei maghi, c’è confusione. Con Dorian
stiamo cercando di contenere la
situazione(lui sta bene)con dei sigilli contro la possessione.
Facci
sapere cosa ne pensa Solas, anche se Dorian mi dice che probabilmente
se
l’aspettava e ne è già a conoscenza,
non dubitiamo che abbia spie ovunque.
Cassandra
P.s.
speriamo al più presto di fare una rimpatriata con gli
altri, fammi sapere
quando tornate.
P.s.s.
Varric sta per pubblicare un nuovo seguito di
Spade e Scudi! Ti avevo prestato il primo, poi non mi hai fatto sapere
più
nulla
Lessi perplessa
l’ultimo Post Scriptum,
ricordavo di essere arrivata fino a metà volume e cominciavo
a capire perché
non avesse molto successo, solo Cassandra poteva ritenerlo romantico.
Rivedere gli
altri sarebbe stato
bello, per Solas un po’ meno, ma spero di evitare una
situazione troppo tesa.
Mi sarebbe piaciuto rivedere anche Cole, ma era tornato
nell’Oblio, magari
Solas avrebbe saputo come contattarlo.
Per quello che
stava succedendo dovevo
consultarmi con lui, dopo gli avrei fatto leggere la lettera.
Aprii quella di
Leliana.
Yen
volevo comunicarti che stiamo tenendo sotto controllo gli agenti elfici
fuori
in missione, come concordato. Qualcuno di loro ha attività
sospette, come già
sapevamo sembrano consapevoli di quello che fanno. Stiamo ancora
risalendo alla
fonte, non sono degli sciocchi.
Ci
sono state delle apparizioni di demoni, anche se di poca rilevanza, che
però
hanno creato agitazione tra la popolazione di Orlais e Felderen, che
sta già
cominciando parlare, attendiamo la reazioni dei nobili.
Per
quanto riguarda la rivoluzione degli elfi, ormai non manca molto, lo
scontento
è ben visibile, la rete si sta chiudendo sugli obiettivi,
manca solo il
consenso di Solas e si può cominciare. Devo congratularmi
con lui, il nome che
porta è pienamente meritato.
Sperando
che tu stia bene,
Leliana
P.s.
Cassandra ha in programma una rimpatriata, dirò a Josephine
di far portare
parecchia birra per distrarre l’attenzione da Solas, non mi
sembra il caso di
creare confusione.
Già,
la birra sarebbe stata
essenziale. Sospirai, per il resto dovevamo discuterne.
Si
aprì la porta, entrò sfinito, ma mi
sorrise. Sparì in bagno e udii scorrere l’acqua,
un sacco di cose di cui
parlare e troppo poco tempo per noi, appoggiai le lettere sul comodino,
gliele
avrei fatte vedere domani, era già tardi, mi dispiaceva
tenerlo ancora sveglio
e parlarne nell’Oblio non mi sembrava il caso. Riesce sempre
a scamparla, mi
passai una mano fra i capelli che dopo mesi mi arrivavano quasi alle
spalle
ormai, mi accoccolai sotto le coperte, mettendomi su un fianco. Domani
avrei
dovuto passare in biblioteca, avevo udito per caso Abelas dare degli
ordini
quella sera e forse avevo intuito cosa
preoccupava il mio lupo.
Lo sentii
infilarsi sotto le coperte,
poco dopo un braccio mi cinse la vita e dei baci roventi si posarono
sul collo,
sorrisi, il suo respiro sull’orecchio, sussurrò
-Non mi avevi promesso
qualcosa?-
Furbacchione
-Sì, di non lasciarti da
solo- un altro bacio -Oltre a quello, ma vhenan?-
-Prima parla, se
no dormi, sei stravolto-
sospirò -Mmm…un bacio della buonanotte?-
Ridacchiai, se
avessi accettato sapevo
come sarebbe andata a finire, non avrei ceduto
-Vhenan, dormi-
Mise il viso
nell’incavo del mio collo
-Ci serve un giorno di pausa-
-Mi sembra
un’ottima idea, non puoi
continuare a questo ritmo. Leliana si congratula per come hai disposto
per la
rivoluzione, mi piacerebbe sapere come, ma ora dormi, vhenan-
-Leliana che si
congratula con me?-
rispose incredulo -Già..- sentivo il calore del suo corpo
contro al mio, poi
più nulla.
Ero nella mia
forma da lupo con il
mantello bianco, il luogo era molto buio e freddo, non vedevo altro a
parte il
lastricato di pietra su cui appoggiavo le zampe, percepii un ronzio
familiare
che si faceva sempre più assordante, ringhiai, poi una voce
dura e profonda
-Gli
Dei non
esistono. Esistono solo soggetti e oggetti, attori e ruoli.
Chi aspira a
dominare sugli altri ne ottiene il diritto non per natura, ma tramite
le
proprie azioni.
Io sono Geldauran,
e mi oppongo a chiunque voglia impormi la sua volontà. Che
l’arco di Andruil si
spezzi, che il fuoco di June si spenga. Che si facciano dedicare dei
templi,
che attirino i fedeli con le loro promesse. Quando l’orgoglio li
consumerà, io, Dimenticato,
reclamerò il potere e sarò libero di esercitarlo
appieno-
Una sensazione
opprimente mi pervase,
rabbrividii cominciando a sentire le tenaglie della paura prendere il
sopravvento, come può indurmi questi sentimenti? Ringhiai di
nuovo. Una figura
nera più grande della mia si mise tra noi ringhiando
anch’essa, un’aurea
spaventosa l’avvolgeva, innumerevoli occhi rossi ardevano di
odio, Fen’harel.
Lo osservai basita sentendomi al sicuro, non l’avevo mai
visto così.
-Tu Dimenticato,
rimarrai tale, così
era stato deciso, le catene dell’Abisso resteranno per
l’eternità- rispose con
voce dura e sprezzante.
Aprii gli occhi
e incontrai i suoi pieni
di apprensione, ero madida di sudore. Mi tirò a
sé stringendomi forte -Stai
bene?- ricambiai l’abbraccio, il calore del suo corpo mi
faceva sentire meglio.
-Solas voglio la
verità- mi posò un
bacio sulla fronte -L’avrai, vhenan-
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche
19
Mi svegliai, il
sole era già alto,
osservai Solas che sembrava dormire ancora, ma dal respiro capii che
era già
sveglio. Mi stringeva contro di lui, a quanto pare ha deciso di
prendersi il
giorno libero. Questa notte con un incantesimo mi aveva aiutato a
riprendere
sonno, per poi vegliare su di me, infatti non ho fatto nessun sogno,
neanche
alcuni incubi che dopo anni mi tormentano ancora. Uno ricorrente era
quello
dove avevo deciso che il custode grigio Stroud sarebbe rimasto
nell’Oblio, per
fortuna grazie ad alcuni insegnamenti di Solas ho imparato a gestirli e
non mi
sveglio più di soprassalto. Mi sarebbe piaciuto rimanere in
questa tranquillità
per sempre.
Geldauran, mai
sentito o letto
qualcosa su di lui, ma dopotutto è un Dimenticato, non ne so
nulla su di
loro…le catene dell’Abisso, che significa?
Sospirai, ci penserò dopo quando me
lo spiegherà.
Gli posai una
mano sul viso
accarezzandolo, sorrise -Dormito bene?- in risposta lo baciai
teneramente -Fai
vacanza?-
Aprì
gli occhi e fissò i miei -Come
hai detto tu ne ho bisogno, almeno per oggi, mi riposo-
avvicinò le sue labbra
alle mie baciandomi dolcemente, contraccambiai e gli posai una mano sul
petto
accarezzandolo, non potevo negare di desiderarlo. Approfondì
il bacio
divorandomi la bocca, gemetti, si era insinuato sotto la vestaglia
accarezzandomi fino al mio centro, continuò a coccolarmi e
persi il controllo. Mi
osservava con occhi ardenti -Solas vieni…-
-Non ancora- si
spostò con il viso tra
le mie gambe, il piacere mi pervase.
Si mise sopra di
me e mi baciò
facendomi sentire il mio sapore, gli strinsi i fianchi con le gambe ed
entrò in
me -Anche se è il tuo posto, non te lo meriteresti-
sfoggiò un sorrisetto e mi
spinse con forza contro il cuscino prendendo possesso della mia bocca
con
lingua affamata, mi alzò le mani sopra la testa bloccandole.
Con il ritmo
giusto affondò di più dentro di me. Cercai di
liberare le mani con poca
insistenza, lo volevo abbracciare. Ci fissammo negli occhi e il volto
di Solas
si accese in un sorriso famelico, spinse ancora e ancora, sempre
più forte,
ormai non ero più in grado di pensare. Il silenzio era rotto
dai nostri gemiti.
Continuò finché non ebbe esaurito tutte le
energie che aveva, strascinando
entrambi in una passione incontrollabile.
Lasciò
andare le mie mani e riabbassai
le braccia, stringendolo e accarezzandolo, rimase sopra di me con la
testa
sulla mia spalla. Chiusi gli occhi e mi gustai il calore del suo corpo
sopra al
mio.
Era da parecchio
che crollavamo a
letto stanchi, troppo esausti per qualsiasi cosa. Averlo ogni volta
così vicino
è meraviglioso, cominciava decisamente a mancarmi.
Si mosse e dei
baci roventi si
posarono sulla spalla, poi sulla clavicola per salire fino alla
mandibola,
sorrisi a quelle piacevoli coccole, mise il viso nell’incavo
del mio collo,
inclinai la testa per appoggiarmi alla sua.
Mi destai dal
sonno che aveva preso il
sopravvento, rigirandomi nel letto lo vidi in piedi, vestito, che
parlava con
la porta socchiusa con Abelas, non lo vedevo, ma riconobbi la voce,
continuai a
guardarlo, finché non la richiuse e mi rivolse un sorriso
che ricambiai, si
fece vicino e mi posò un bacio leggero sulle labbra -Ti ho
svegliato?-
-Bhe…penso
sia anche ora di alzarsi-
-Mmm…nessuno
ci vieta il contrario-
Ridacchiai -Te
l’ho detto non fare il
furbacchione- allungai una mano e presi le lettere dal comodino
frapponendole
tra di noi -Buona
lettura e intanto che
mi lavo pensa bene cosa mi devi spiegare di tutta questa faccenda, che
penso
stia peggiorando in fretta se Abelas è venuto a disturbarti-
Mi misi seduta e
lo vidi studiare
torvo le lettere, stavo per alzarmi, ma mi bloccò con le
braccia dalla vita, lo
guardai interrogativa -Una cosa alla volta, le lettere possono
aspettare, ti
devo delle spiegazioni- si fece più vicino e appoggiai la
schiena contro al suo
petto. Mise il viso sulla mia spalla era serio.
-Allora sai che
stiamo cercando chi
vuole la sfera, bhe le piste che abbiamo seguito portano ad un vicolo
cieco-
-Leliana me
l’ha detto-
-Bene, ma la
traccia si ferma perché i
contatti non continuano più fisicamente. Quando siamo
arrivati qua, mi avevi
detto se non centrassero degli spiriti e ti risposi che mi era venuto
in mente
qualcosa, quell’idea si è rivelata concreta. Ho
chiesto a degli spiriti amici
miei di controllare. Questo ci porta a Geldauran-
Rimasi in
silenzio
-Geldauran era
uno dei maghi che ha
perso la guerra di cui ti avevo accennato. Come potere può
considerarsi un
Evanuris, tutti i Dimenticati posso considerarsi tali per potenza.
Perdendo la
guerra, l’anima fu separata dai corpi che non furono messi
nell’Uthenera, dove
il corpo si mantiene
intatto, ma sono stati tenuti in
vita
solo come spirito, impedendogli di morire, condannandoli a una
sofferenza
eterna.
Vennero incatenati negli Abissi, rendendoli
completamente inoffensivi. A causa del Velo la magia in questo mondo si
è indebolita
parecchio, le catene che lo tenevano stanno cominciando a cedere, anche
perché
chi le aveva messe è morta-
Divenni un
po’ nervosa, avevo capito
dove stava andando a parare
-Mythal aveva
messo le catene a Geldauran,
vero?-
Sospirò
profondamente stringendomi -E
solo tu può rinnovarle di nuovo, se no l’avrei
già fatto io, anche solo come
spirito può essere molto pericoloso, può comunque
usare la sua magia, anche se
non ha la stessa potenza-
-Perché
non li hanno uccisi e basta?-
come protrarre i problemi all’infinito
-Non si possono
uccidere facilmente,
perché allora non umiliarli e sfruttarli mettendo in risalto
la potenza degli
Evanuris?-
Eh
già…evviva l’egocentrismo, tanto
poi i disastri li sistema sempre qualcun altro, noi.
-Capisco- mi
guardò dubbioso -Tutto
qua, capisco?-
Sorrisi -Cosa
vuoi che ti dica, se lo
devo fare lo farò, mi pare che abbiamo già
abbastanza guai senza anche lui o
sbaglio?-
-Andremo
insieme- accarezzai le sue
mani che mi stringevano -Questo mi sembrava scontato, non amo
particolarmente
le Vie Profonde, troppo buio, prole oscura ovunque, non proprio una
vacanza da
quel che ricordo, poi non saprei neanche dove devo andare, non sono
altrettanto
vecchia come qualcuno di mia conoscenza-
Ridacchiò
e mi baciò sul collo,
sorrisi divertita -Adoro stare tra le tue braccia, ma dovrei proprio
andare in
bagno-
-Agli ordini, ma
vhenan- mi lasciò.
Una volta pronta
lo ritrovai seduto
sul letto che fissava le lettere -Hai letto Spade e Scudi di Varric?-
mi
sedetti al suo fianco
-Fino a
metà volume, poi non ce l’ho
fatta più, penso che ormai li scriva solo per Cassandra-
ridacchiò -Ecco
pensavo di essere l’unico a pensarla uguale-
Lo guardai
dubbiosa -L’hai letto?-
Era divertito
-Quando te lo vedi
arrivare in faccia lanciato da Dorian è d’obbligo,
decisamente sono molto
meglio le altre sue opere-
Ero sorpresa
-Pensavo non leggessi
cose del genere…- stava per rispondere, ma lo bloccai -Mi
correggo, tu leggi
tutto, su quella scrivania a Skyhold ho visto tanti di quei volumi di
cose
differenti, che mi domandavo dove trovassi il tempo-
Ridacchiò
-Leggo in fretta- sorrisi -Diciamo
spaventosamente in fretta, ti volevo sempre con me in missione ed ero
sicura
che da quello zaino sarebbe uscito un libro sempre diverso-
Rise -Penso di
non aver mai camminato
e cavalcato tanto in vita mia…-
-Se dovevo
soffrire io, toccava anche
a te e direi che ho fatto bene- replicai senza pietà, mi
mostrò quel suo sorriso
arrogante accostandosi al mio orecchio -Il problema non era quello, ma
l’averti
sempre a portata di vista mi metteva in difficoltà-
ridacchiai divertita -Chissà
magari facevo apposta…- lo sfidai, continuò a
sorridere e incatenò i suoi occhi
a miei -Sei tremenda-
-Hai fatto tutto
da solo-
puntualizzai, sospirò -Ho fatto tutto da
solo…comunque essendomi ritrovato in
un mondo non mio, ho dovuto recuperare parecchie cose per non sembrare
strano o
sortire sospetti di qualche tipo-
-Bhe, hai fatto
un buon lavoro, visto
che sei riuscito ad ingannare Leliana, quello che c’era
scritto su di te
riguardo il tuo paese dove sei nato era vero?-
Mi
guardò pensieroso -Hai letto quelle
informazioni?-
Sorrisi -Non
solo su di te, ma su
tutti, Leliana l’ha ritenuto necessario-
-Tutto quello
che ho detto era vero,
ho solo…- finii la frase -Omesso quello che potevi-
Abbozzò
un sorriso -Già, ormai mi
conosci bene-
-Lo spero, visto
che ti amo, cuore mio-
mi diede un bacio fugace
-Riguardo la
rimpatriata, non dico che
non mi faccia piacere, ma concordo sulla birra-
Ridacchiai
-Soprattutto per Sera,
potrebbe volertele suonare. Te le voleva già dare quando mi
avevi lasciato e mi
aveva ritrovato in taverna non proprio in grandi
condizioni…non ricordo cosa le
ho detto, tanto per farti capire-
Abbassò
lo sguardo -Io mi ero bevuto
non so quanti litri di the, c’era Dorian che pensava fossi
impazzito, aveva
sentito quando ti avevo messo al corrente che lo odiavo e Varric mi
aveva
chiesto se stavo cercando di annegarmi…più o meno
ci aveva azzeccato-
Risi di gusto
appoggiandomi contro di
lui, fece passare un braccio dietro alla mia schiena stringendomi
–Ehi, è così
divertente?- cercai di smettere -Sì, perché fai
di quelle facce quando lo bevi-
mi rivolse un espressione divertita -Per il resto che mi dici?-
Sospirò
-Parliamone più tardi ok? Oggi
sono in vacanza- sorrisi -Va bene, che facciamo?-
Si
alzò e mi tirò contro di lui
prendendomi dalle mani, mi fissò negli occhi emozionato
-Voglio portarti
a vedere una cosa
speciale, un pezzo del mio mondo che non è cambiato,
perché per fortuna ben
protetto e ha resistito comunque anche con il Velo-
-Cosa stiamo
aspettando?- prendendomi
per mano mi
trascinò fuori dalla stanza.
Passammo
attraverso parecchi Eluvian,
giungemmo infine in un castello diroccato, delle Antiche Rovine, pareti
distrutte, varie pietre sparse nei dintorni, l’edera
ricopriva qualunque cosa
fosse rimasta integra, in confronto Skyhold quando lo avevamo occupato
era
messo molto meglio. Mi portò davanti una parete -Appoggia la
mano e infondi il
mana- non capivo, ma lo feci.
La parete, ebbe
un tremolio e si
dissolse, rimasi basita, di fronte a noi un altro specchio.
-Un'unica
entrata e un'unica uscita- oltrepassammo
la soglia e la parete ritornò al suo posto, percependo che
fossimo entrati, con
un mezzo inchino e un sorriso, mi invitò ad attraversare
l’Eluvian.
Quello che mi si
parò davanti agli
occhi era meraviglioso, eravamo in una piccola conca, tra il cielo e
noi una
barriera quasi invisibile. Fiori, migliaia di fiori di ogni tipo colore
e
forma, più avanti un piccolo lago con un acqua limpidissima,
sulla destra una
piccola struttura in cristallo, la luce del sole veniva trasformata in
un
arcobaleno.
-Qui rimane
sempre tutto così, la
barriera che percepisci in cielo fa in modo che i fiori non
appassiscano mai,
sono eterni. Questo luogo è stato intriso di magia, qualche
anno fa sono
tornato qui e ho infuso buona parte del mio potere. Per far vivere
tutto questo
basta poco, continuerà per altri secoli senza problemi- lo
guardai emozionata,
gli presi il viso tra le mani tirandolo verso di me e baciandolo
teneramente
accarezzandogli il palato -Grazie, vhenan è bellissimo-
-Questo luogo
era riservato a Mythal,
quindi ora è tuo- ero stupita -Ma serennas, è un
regalo stupendo, anche la luce
del sole è diversa, come anche il profumo, è
tutto puro, non è contaminato
dall’esterno-
Sorrise triste
-Prima era tutto simile
a questo luogo…e io l’ho distrutto-
abbassò lo sguardo cupo
-Guardami- mi
fissò negli occhi,
sorrisi -Se non avessi fatto ciò che dovevi, non ci sarebbe
stato più neanche
questo luogo, ma’arlath- il viso gli si illuminò
di gioia, e gli occhi ardevano
d’amore, appoggiò la fronte alla mia -Ar lath, ma
vhenan-
Mi prese per
mano portandomi nella
piccola struttura in cristallo, venimmo inondati dai colori
-Vedi quella
rosa incisa? Toccala- posai
la mano, si illuminò, i fiori intorno a
noi cominciarono a brillare di una luce propria, ero esterrefatta
-Come…? È
bellissimo!- sorrise compiaciuto, si spostò vicino ad
un’altra incisione, una
mezza luna, la toccò. Lentamente la luce cominciò
a cambiare, poco dopo si
scorgeva già il tramonto, che venne sostituito dalla notte
con un mare di
stelle. I fiori continuavano a brillare, mostrando tutta la loro
bellezza, anche
lo specchio d’acqua risplendeva, si scorgeva senza
difficoltà il fondo di
pietre, nel piccolo edificio in cui eravamo c’era una tenue
luce blu ora. Non
sapevo cosa dire, non avevo mai visto la magia usata in quel
modo…insolito,
l’avevo sempre impiegata per combattere o curare, ma sentivo
tutto così
familiare, mi concentrai su quello che stavo provando. Ero euforica, ma
non capivo
il perché una lieve tristezza si era risvegliata, un dolore
che in parte avevo
imparato a riconoscere, ma c’era qualcosa di malinconico,
qualcosa che era
stato perduto e mai più ritrovato, non erano mie quelle
sensazioni, ma rimaste
in quel luogo come un’ombra. Dovevo avvicinarmi al lago.
Osservai attentamente
il fondo, sapevo che avrei dovuto trovare qualcosa, non so il
perché…
Un riflesso
attirò la mia attenzione,
immersi la mano nell’acqua e lo presi sul fondo. Un anello
d’oro, particolari
incisioni lo ornavano, era ancora presente un residuo di magia
sull’oggetto,
antica come le emozioni che stavo provando, un cambiamento che aveva
fatto
tremare il cielo. All’interno un nome Elgar'Nan…la mano con cui
lo tenevo cominciò a tremare,
la chiusi a pugno, stingendolo. Percepii Solas alle spalle
-Vhenan…cosa?-
era preoccupato,
allungai la mano verso di lui -Prendilo e distruggilo,
io…non lo posso fare…non
ha più valore, non ha potuto farlo allora, ma non posso
farlo nemmeno io ora…-
Lo lasciai tra
le sue mani, non lo
volevo vedere o toccare mai più, rievocava un dolore
profondo, una ferita
aperta che non si era mai chiusa, tradita da chi invece avrebbe dovuto
proteggerti, mutato e cambiato come questo mondo, non era la persona
che aveva
conosciuto in passato. Ricordi che erano stati sepolti e tramutati in
rabbia,
per poi diventare vendetta. Delle voci rimbombavano nella mia testa,
chiusi gli
occhi
-------------
-Sei impazzito?
Stai ammazzando la tua
stessa gente! Per cosa? Sei già il più potente
tra di noi!-
-Se ne vale la
pena, che si
sacrifichino, sono il loro Dio, se è il sangue quello che
serve, me lo devono-
-Elgar'Nan vuoi
un'altra guerra? E con
chi? Con il tuo stesso popolo?-
Altro odio
-Perché no? È quello che
sta facendo il tuo protetto, stai dalla sua parte, non negarlo, te lo
sarai
portato anche a letto, vero? Dea dell’amore- rispose
sprezzante
-Ma ti ascolti?
L’ho sempre
considerato come un figlio e lo sai bene-
-Per essere uno
schiavo l’hai sempre
considerato troppo, e non intendo perdere contro di lui-
Altro dolore
-Hai già perso…non posso
accettare ancora quello che tu e gli altri state
facendo…toglimelo- allungai la
mano verso di lui, fece quanto gli avevo chiesto, senza esitare, il
cuore
distrutto, a pezzi, altra disperazione stava riaffiorando. La
controllai
trasformandola in rabbia -Tutto questo per te è stato solo
un gioco, non hai
mai tenuto veramente a me, tutti questi anni…- lanciai
l’anello con forza
nell’acqua -Vuoi il potere? Bene, ma non ucciderai la mia
gente, dovrai prima eliminarmi-
la voce tremava per la collera -Riprenditi anche questo posto,
distruggilo come
stai facendo con tutto il resto!-
------------------
Delle lacrime mi
rigarono le guance,
venni presa dalle spalle e girata con forza, ritrovai Solas che mi
fissava tremendamente
preoccupato, posò le mani sul mio viso asciugandolo, mi
riscossi
-Io…scusa…non
so cosa sia stato…non lo
so…-
Mi
tirò verso di lui abbracciandomi -Forse
non avrei dovuto portarti qui…infatti Mythal non ci aveva
messo più piede-
Quello che avevo
provato poco prima
stava scomparendo, ma le tracce del suo passaggio mi restavano impresse
nella
mente, scacciai con forza quei sentimenti -Non dire stupidaggini
è bellissimo e
sono contenta che tu mi abbia portato in questo
luogo…sono…solo riaffiorati dei
ricordi non miei…- sospirai -E un bacio sarebbe molto
gradito- lo provocai, non
volevo rovinare quella bella giornata per una cosa del genere.
Abbozzò un
sorriso e si chinò prendendo possesso della mia bocca
accarezzandomi il palato
con la lingua, ci staccammo senza fiato e appoggiò la sua
fronte alla mia -Va
meglio?-
Distesi le
labbra in un sorriso -Meglio
e mi ricorda il primo bacio che mi hai
dato…com’è che era? Io non ho usato la
lingua- ridacchiai, mi baciò fugacemente -Non mi ero
controllato per nulla, ho
dovuto farlo con quello subito dopo, mi hai sorpreso ed ero troppo
euforico
avendo sentito che mi corrispondevi, io…non avrei dovuto
innamorarmi di te-
-Per fortuna
l’hai fatto, è stata una
bella sorpresa anche per me, non mi avevi fatto sospettare nulla fino a
quel
momento, e pensavo di aver fatto una sciocchezza d’impulso-
un altro bacio a
fior di labbra
-Questo posto
era stato un regalo di
Elgar’Nan per lei, ora io lo dono a te-
Mi strinsi
contro di lui -Ma serennas,
vhenan- avrebbe avuto nuovi ricordi quel luogo speciale.
-Ho
un’ultima sorpresa- si mise una
mano in tasca, mi mostrò il palmo, c’erano due
anelli argentati, all’interno
incisi i nostri nomi, esternamente nell’Antica Lingua una
frase
“Va’esse
deireàdh aep epigea, va’esse eigh
faidh’ar”
Tradussi
-Qualcosa finisce, qualcosa
comincia-
-Tu sei il mio
nuovo inizio- sentii le
guance scaldarsi, il cuore mi rimbombava nelle orecchie, avevo il
cervello in
panne, che!? Davvero tu…!? Prese l’anello con su
il suo nome e me lo infilò
all’anulare, emozionata presi la sua mano e feci lo stesso
con l’altro anello.
Si illuminarono
per un istante di una
luce bianca evidenziando le parole scritte su di essi, come a sigillare
il
gesto appena fatto.
-È
stato difficile trovare qualcuno
che li sapesse ancora fare, serve un mago artigiano e penso di aver
trovato l’ultimo
rimasto, è sopravvissuto alle ere come me, sono stato
fortunato. Questo metodo
veniva usato ai miei tempi per sposarsi, poi come molte altre cose
l’usanza è
andata perduta. Solo io posso togliere il tuo e viceversa-
-Stavi parlando
di questo con Abelas?-
sorrise e annuì con un cenno del capo, gli presi il viso tra
le mani tirandolo
verso di me baciandolo con passione. Non ero mai stata così
felice in vita mia,
sembrava un sogno, ma era troppo reale perché lo fosse.
Anche se era
già passato qualche
giorno, continuavo a fissare la mano con l’anello in estasi,
mi perdevo nei
miei pensieri come una sciocca, facevo fatica a stare attenta, pensavo
sempre a
quel luogo magnifico e a quello che mi aveva detto, sospirai, dai Yen
sveglia!
Non posso continuare ad imbambolarmi!
-Ah eccoti qui!-
alzai lo sguardo Nala
e Shani, sorrisi ad entrambe, si bloccarono ad osservarmi attentamente,
non
capivo -Che c’è?-
Rispose Shani
-Sei strana, emani
felicità da tutti pori, hai un espressione trasognata-
Nala
ridacchiò ed aggiunse -Sei
completamente partita-
Sorrisi
divertita e mostrai la mano ad
entrambe, ci misero un po’ a capire, vidi i loro occhi
illuminarsi e farmi dei
larghi sorrisi -Nooo,
non ci credo, vi
siete sposati?- proferì Shani, annuii con un cenno del viso,
fui sommersa dagli
abbracci -Piano, piano, mi fate cadere!- ridacchiai
-Voglio vedere
la faccia di Míriel quando
noterà l’anello di Fen’harel- disse Nala
Sorrisi -Allora
ti conviene andare, si
sta mettendo all’opera- e la indicai, Nala aveva un
espressione perfida sul
viso avvicinandosi ad essa, ero perplessa, si diverte così?
-È il
suo nuovo passatempo?- mi
rivolsi a Shani
-Ha scoperto il
suo lato oscuro, che
poi volendo vanno anche d’accordo- si voltò ad
osservarla e feci lo stesso, in
compenso vidi Míriel diventare una statua dallo stupore e
allontanarsi afflitta,
mi dispiaceva un po’. Nala le si fece vicino -La
starà consolando, anche se
all’inizio non faceva che essere scontrosa con tutti,
è riuscita a farsela
amica e ha cercato di farla desistere, spiegandole che state insieme da
anni,
ma non c’è stato verso…comunque
congratulazioni! A quando il primogenito?-
Le guance si
scaldarono -Non è proprio
il momento di pensare a questo…troppi casini, anche se ne
vogliamo-
-Bhe tanto avete
tutto il tempo che
volete- rispose divertita
Sempre se
rimaniamo vivi…era meglio
cambiare discorso…
-Domani
andrò in missione con Solas,
non so quanto staremmo via-
-Fate la Luna di
miele?-
Ridacchiai -No,
decisamente non andiamo
in un bel posto, Vie Profonde-
Si fece seria e
si rabbuiò -State
attenti, che vi voglio vedere tornare, anche se so che siete micidiali-
Le appoggiai una
mano sulla spalla -Pensavo
anche io di tornare viva- ridacchiò e abbozzò un
sorriso.
Una spia mi si
avvicinò velocemente,
Charter? Di solito stava al servizio diretto di Leliana.
Mi porse un
rotolo, da quanto tempo
non ne vedevo uno? Lo presi guardandola confusa.
-È
arrivato a noi, come vede è già
stato aperto da Leliana, ha detto che potrebbe essere importante e
preferibilmente risolto-
-Ti ringrazio-
salutò con un cenno del
capo e se andò.
Lo
aprì e lessi. Chiusi gli occhi e
sospirai profondamente -Altri guai?-
-Più
o meno…semplicemente la mia
vecchia vita che mi richiama-
-Al momento
giusto, non vorrai mica
non presentare lo sposo ai tuoi genitori-
Abbozzai un
sorriso mesto, avevo
vissuto al clan, ma non avevo mai sentito di farne parte.
È un
clan molto dedito alle
tradizioni, devoto in particolar modo alla Dea Andruil, per questo
oltre ai
pugnali, sapevo usare anche l’arco, si veniva obbligati fin
da piccoli, ed ironia
della sorte Solas mi dice che ho gli stessi occhi…
Venivo
considerata strana dai miei
coetanei e lasciata sempre sola, visto che rifiutavo le tradizioni, le
conoscevo, ma l’intenzione di metterle in pratica non
c’era mai stata, una
condizione che avevo imparato ad accettare. Era diventata una prigione,
volevo
andarmene e imparare cose nuove, un piccolo mondo che si rifiutava di
cambiare,
piuttosto fuggiva sperando in un futuro migliore. Raggiunta
l’età adulta, avevo
pensato di scappare, ma l’ordine dalla Guardiana di andare al
Conclave, mi aveva
anticipato.
-Non mi sembri
per nulla entusiasta-
-No infatti, non
gli sono mai andata
particolarmente a genio, ma diventa Inquisitore e avranno bisogno di
te, oltre
ad un padre che vuole decidere della tua vita…gli
verrà un infarto quando saprà
che mi sono sposata con chi ho voluto io e non con chi proponeva lui-
-Un bel
ragazzo?-
-La parola
‘idiota’ lo descrive bene-
-Ah
già che tu hai gusti particolari-
ridacchiò, la guardai divertita.
-Parlando di
gusti, ecco in arrivo lo
sposo, comunque tra i tuoi guai e i suoi, non so come fate, se fossi in
voi
sparirei e mi farei una vita tranquilla-
-Non sai quante
volte ci ho pensato,
me lo sono appuntato in agenda- sorrise -Dopo miliardi di impegni
suppongo-
-Esatto-
Salutò
con un cenno Solas e si
allontanò. Mi prese dalla vita e mi baciò
lentamente, gli misi le braccia al
collo tirandolo più verso di me, rise contro le mie labbra,
ci staccammo senza
fiato
-Perché
ridi?-
-Perché
sto facendo fatica a
concentrarmi in questi giorni per colpa tua ed Abelas penso voglia
uccidermi-
-Sono anche io
distratta per colpa
tua, ripenso poi come è finita in quel piccolo
edificio…- insinuai maliziosa e
con voce suadente, sorrise e mi baciò ancora.
-Che hai in
mano?- gli feci vedere il
rotolo -Indovina- mi guardò perplesso -Altri problemi-
-Hai vinto-
dissi divertita -Cosa?-
furbacchione
-Un viaggio al
mio clan ed un incontro
con i miei, che mi chiedono se sono ancora viva e quando torno,
vogliono che
prenda il posto di mio padre per comandare le squadre dei cacciatori,
sai
essendo Inquisitore ora ne so molto più di loro sulla
tattica militare, ma penso
toccherà a mia sorella-
Con una mano si
mise a contare, lo
guardai confusa -Allora, Inquisitore, Mythal, capo dei cacciatori,
qualcos’altro in programma? Così mi preparo-
scherzò
-Ti
farò sapere, Dorian mi aveva detto
che se non ero un elfa mi faceva diventare Magister- aggiunse un altro
dito al
conto, gli afferrai la mano -Smettila!- ridacchiò e mi
catturò la bocca.
-Hai una
sorella?-
-Sì
è più giovane di me, di un paio
d’anni-
-Bhe, se ti
assomiglia, non avrà
problemi…non basterebbe rispondere a questa missiva, senza
andare fino al
clan?-
-Vogliono
vedermi, non che abbiano
tutti i torti, non mi vedono da quasi cinque anni. Non che io sia dello
stesso
parere...vedrò volentieri mia madre e mia sorella, con
papà non ho un gran
rapporto, è fissato con le tradizioni e come sai a me non me
ne importa nulla-
Divenne
pensieroso -Capisco…sorge un
altro problema, i Vallaslin? Cosa ci inventiamo?-
Oh diavolo, non
ci avevo pensato, abbassai
lo sguardo, non ne ho idea -Sarebbe capace di farmeli
rifare…- rabbrividii al
solo pensiero, non è per nulla piacevole, soprattutto se
già dal principio non
li hai mai voluti…alla fine lo avevo accontentato
però scegliendo io il colore,
che si intonasse a quello degli occhi, almeno sarebbero serviti a
qualcosa e la
Dea a cui dedicarli, la scelta era stata profetica a quanto pare.
-Non
può obbligarti a rifarli, non sei
più sotto la sua tutela, sei una donna adulta. Poi dubito ci
riuscirà, non sei
più la stessa ragazza di cinque anni fa, hai combattuto
delle vere e proprie
guerre! Hai un drago! Non sarà peggio di un drago?-
Abbozzai un
sorriso -Hai ragione…rimane
sempre il problema di cosa dirgli…-
Mi
guardò serio -La verità?- ero
esterrefatta, cosa? -Sei impazzito? Non vorrai dirgli che sei
Fen’harel!-
Sorrise -No non
quello, dire
semplicemente che te li ho tolti io perché ne sono in grado
e tu me l’hai
chiesto?-
-Oh
così ha più senso, se non ti importa
di farti odiare, tutto ok-
-Ho una lista
lunga secoli di gente
che mi odia, non mi cambierà granché-
-Ti
odierà ancora di più sapendo che
sei mio marito, lui aveva già pianificato tutto,
insopportabile…mi godrò la sua
espressione, quando ti presenterò-
-Aveva
già pianificato tutto?- era
perplesso -Quando mi hai urlato che ti saresti sposata con un altro era
la
verità!?- aggiunse sconcertato -Pensavo lo stessi dicendo
perché eri infuriata
e per ingelosirmi-
Sorrisi -Non
sono come te, ma’arlath-
lo baciai lievemente una volta, rimaneva bloccato a fissarmi. Il mio
lupo si è
offeso? Un secondo bacio fugace, furbacchione, non reagisci? Stavo per
posare
il terzo quando rispose catturandomi la bocca con foga. Ridacchiai
contro le
sue labbra, no non avrei mai potuto sposare un altro per cercare di
dimenticarti, non ci sarei mai riuscita, avrei continuato ad
aspettarti, non
avrei potuto andare avanti, come non volevi farlo tu.
-Quando
partiamo?-
-Rimandiamo la
gita nelle Vie Profonde
per qualche giorno-
Con un cenno
della testa annuì -Bene-
-Non vorrei
dirtelo perché voglio
restarti vicino, ma penso che Abelas sia tentato di fulminare uno di
noi due-
Chiuse gli occhi
e sbuffò un po’
seccato -So che ha ragione, mi dice di piantarla di comportarmi come un
ragazzino
alla sua prima cotta…- brontolò
-Perché
alla tua prima cotta facevi
così?-
Sorrise
divertito, mi accarezzò il
viso -Decisamente no, tu mi fai un effetto completamente diverso, ti
basta
chiedere e farei qualunque cosa per te-
Lo guardai
dolcemente -Lo sai che
questo vale anche per te nei miei confronti vero?-
-Solas- ci
voltammo, Abelas
-Arrivo- si
separò da me.
Capitolo un po'
più lungo del solito, quando ho iniziato a scrivere non
avevo per nulla pianificato di farli sposare XD secondo voi Solas lo
farebbe? Io ce l'ho visto bene.
Il flashback con Mythal e Elgar'Nan vi è piaciuto? Questa
frase di Flemeth nel videogioco mi ha ispirato molto "Ella fu tradita,
come io fui tradita. Come il mondo intero fu tradito"
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche. Buona Pasqua!
20
Era
l’alba, stavo preparando lo zaino,
con qualche vestito di ricambio, i pugnali agganciati nei foderi. Il
mio clan
si trovava nella parte settentrionale dei Liberi Confini, per fortuna
esistevano gli Eluvian, se no ci avremmo messo settimane ad arrivare a
destinazione.
Uscì
Solas dal bagno, aveva indosso
solo i pantaloni e lo osservai cercare qualcosa nell’armadio.
-Hai visto la
mia maglia beige?- ero
perplessa, aveva altri vestiti, ma insisteva con quella maglia
-Spiacente,
l’ho messa a lavare, hai
un sacco di altra roba, perché metti molto spesso solo
quella?-
-Mi trovo a mio
agio, tutto qua…- si
infilò una maglia nera da apostata con dei ricami
particolari e uno smanicato
blu -Non mi dispiace vederti con indosso abiti diversi dal solito, che
non sia
l’armatura sai?-
-Serve che abbia
indosso qualcosa?-
disse provocatorio
Sorrisi e lo
ignorai -Io ho tutto, ci
sei?- si mise in spalla lo zaino -Andiamo-
Solas, faceva
strada tra i vari specchi
e crocevia -Stavo pensando…quando abbiamo un attimo voglio
condividere con te
il controllo sugli Eluvian, non si sa mai, non posso esserci sempre e
possono
tornarti utili- proferì serio
-Va bene,
perdersi in questi luoghi
non è allettante-
Ridacchiò -Potrai anche attivarli e
disattivarli a tuo
piacere-
-Utile se si
scappa-
-Esatto- lo
guardai divertita,
sentendo il mio sguardo si voltò a fissarmi, rivolse gli
occhi al cielo
sconsolato -Dillo-
Ridacchiai -No,
ci siamo capiti- lo
vidi brontolare qualcosa, come potevo non
pensare quanto fosse esperto nello scappare con tutte le volte che era
sparito?
Con uno slancio
gli posai un bacio su
una guancia -Lupo brontolone, devi dirmi qualcosa?-
Abbozzò
un sorriso -No- continuai ad
osservarlo -Sicuro?- mi prese per mano -Sicurissimo-
Intanto
osservavo come sempre
volentieri i vari alberi che fiorivano al nostro passaggio, ridando un
po’ di
vita ai quei luoghi ormai abbandonati.
Era giunto il
pomeriggio, un ultimo
specchio e ci ritrovammo in una foresta a me familiare, non era
cambiata molto,
è una buona zona, la selvaggina abbonda e sempre nello
stesso periodo dell’anno
il clan si ferma qui -Ci siamo, il campo non dovrebbe essere molto
distante, ma
stiamo attenti ci sono varie ronde, non vorrei finire trafitta o essere
costretta ad usare i poteri, non voglio metterli al corrente di
ciò. Quindi
come qualche anno fa, tu sei il solo mago-
-Bhe, non
starò fermo a farmi
infilzare, blocco le frecce, va bene?-
-Come preferisci
vhenan, anche una
barriera va bene- mi bloccai voltandomi verso di lui, mi ero
dimenticata di
dirgli una cosa, mi guardava incuriosito -Tu non sopporti i Dalish, va
bene,
mio padre è super tradizionalista, fate
un’accoppiata vincente, si diplomatico
per favore- supplicai, non volevo scontri verbali.
Sorrise
divertito -Sono sempre
diplomatico- lo fissai seriamente -Con che tono arrogante ti sei
rivolto a me
la prima volta che abbiamo affrontato l’argomento, non
ricordo…-
Sfoggiò
un sorrisetto -Ho capito, farò
il bravo, ormai la sola opinione che conta per me è la tua,
vhenan- abbozzai un
sorriso, sempre il solito adulatore, con un cenno lo invitai a
seguirmi.
Non camminammo
molto, udii dei rami
spostarsi, con un gesto della mano intimai a Solas di fermarsi.
-Venavis!- un
gruppo di elfi uscì
dalla boscaglia, gli archi puntati contro di noi, li esaminai, nessuno
che mi
fosse familiare in quel gruppo, devono essere i cacciatori
più giovani, non
sarà neanche da molto che hanno i marchi, ma
dov’è il capo gruppo più anziano?
Venimmo studiati
attentamente,
soprattutto in viso, era strano vedere degli elfi più
anziani senza Vallaslin
-Cosa vi porta qui?-
-Il Capo dei
Cacciatori, mio padre, ci
attende. Facevo parte del clan-
Si guardarono
tra di loro perplessi -Vi
sarei grata se abbassaste le armi, non vi siamo ostili,
dov’è il capo gruppo?-
-Qui- mi voltai,
un elfo con capelli
biondi e iride castane si rivelò alle nostre spalle, come
sono fortunata -Guarda
un po’ chi si rivede, Yen, sei tornata per legarti a me?- il
solito pallone
gonfiato
-Spiacente
Mahen, sono solo in visita,
dovrai cercare altrove, vedo piacevolmente che non sei cambiato,
irresponsabile
come al solito-
-Non vedo cosa
te ne possa importare,
non fai più parte del clan, definitivamente da quel che
vedo- si riferiva alla
mancanza dei tatuaggi -Vero, ma hai in mano il futuro del clan,
riferirò a mio
padre-
Scrollò
le spalle, infatti non sarebbe
servito a molto, era il suo allievo preferito, è abile non
lo nego, ma si
comporta ancora come un bambino.
-Il tuo amico?- lo osservò,
Solas rimase impassibile, ma
vedevo nei miei amati occhi grigi, parecchie perplessità,
rispose -Il mio nome
è Solas- lo presi per mano, per mettere subito in chiaro
come stavano le cose
-Capisco, avrai parecchio da discutere con tuo padre. Seguitemi. Voi
continuate
la ronda-
-Quanto hai
intenzione di restare?-
-Solo lo stretto
necessario, ho doveri
altrove-
-Hai sempre
rivolto i tuoi doveri
altrove, ma non al clan- rispose seccato
-Al clan non
manca gente capace, la
mia perdita non influisce sulla sua sopravvivenza. La tua mancanza ai
tuoi
doveri però potrebbe fare più disastri di quanti
ne abbia mai provocati io-
-Sei diventata
ancora più
rompiscatole- brontolò
-Questo si
chiama diventare adulti
Mahen, provvederò che mio padre ti dia fastidio il
più possibile, rischiate di
morire di fame con te al comando dei cacciatori-
-Quindi intendi
non accettare?-
proferì sorpreso
-Te
l’ho detto, la mia vita ora è
un’altra-
Arrivammo al
centro del campo, gli
Aravel disposti poco lontano, venimmo osservati attentamente, non
c’erano mai
molte novità e vedere due elfi senza marchi, è
come vedere delle bestie rare.
-Vado ad
informarlo della vostra
presenza, rimanete qui-
Una volta che si
fu allontanato sentii
Solas ridacchiare, lo guardai confusa -Nulla, la faccia che ha fatto
quando mi
hai preso per mano è stata soddisfacente- sorrisi -So
perché ci guardano così,
ma mi sembra di essere ritornato a quando gli Evanuris facevano ancora
le loro
saltuarie visite e c’era questo misto di curiosità
e paura insieme- gli strinsi
la mano -Oltre che…bhe…l’accoglienza
è stata migliore di quello che ho sperimentato
l’ultima volta con i Dalish…-
-Mi
immagino…un ‘orecchie piatte’ che
vuole insegnare la vera storia elfica perché l’ha
vista nell’Oblio, contro ‘i
veri elfi’ che non saranno mai schiavi…cosa mai
potrà succedere, mi domando?-
replicai divertita
Abbozzò
un sorriso -A parte l’essere
scacciato in malo modo? Che il Temibile Lupo possa sbranarti-
ridacchiò
-Mmm…il
mio lupo è stato ferito
nell’orgoglio?-
-No, ero deluso,
semplicemente non
vedevo nessuna traccia degli elfi per il quale avevo rischiato tutto,
li avevo
mutati, non solo nella perdita dell’immortalità.
Non poteva essere reale, il
mondo che conoscevo non esisteva più e tutto per causa mia,
dovevo porre rimedio,
anche distruggendolo se necessario…non era la mia gente,
solo un’ombra di
quello che erano- avvertii una lieve nota triste nella voce -Poi ti ho
incontrato e mi hai fatto di nuovo sperare. Quasi senza rendermene
conto, per
la prima volta, ho provato cosa vuol dire essere innamorato veramente-
sorrise dolcemente
fissandomi in viso,
mi si scaldarono le guance -Ho capito dopo millenni il sentimento che
era tanto
caro a Mythal e che l’aveva fatta soffrire- so a cosa si
stesse riferendo in
particolare, ma mi si è scaldato il cuore, come ogni volta
che è così sincero a
rivelarmi i suoi sentimenti, anche se li conoscevo già,
è sempre una gioia,
come la prima volta. Gli posai un bacio sulla guancia -Grazie, vhenan-
-Lethallan!- a
quel richiamo familiare mi voltai, non era
cambiato molto, solo i capelli bianchi erano aumentati, era
accompagnato dalla
Guardiana Istimaethoriel, una donna più anziana rispetto a
mio padre, che aveva
accettato la mia natura al ribellarmi alle tradizioni e mi aveva
insegnato a
leggere, salvandomi dalla solitudine.
Sorrisi e mi
lasciai abbracciare da entrambi
contraccambiando -Ti trovo bene figlia mia, anche se vedo
che sei andata
fino in fondo alla tua ribellione, abbiamo parecchio su cui discutere-
-Sì
padre,
c’è molto da raccontare- non perde
un’occasione…
-Oh Melinir,
non iniziare, ormai dovresti conoscere tua figlia, la tua soddisfazione
di
vederla con i Vallaslin l’hai avuta, e ha trovato la sua
strada che si è
rivelata non essere al campo. Sei comunque fiero di lei, nessun clan
può
reclamare i natali dell’Inquisitore, infatti gli scambi con
gli umani vanno
bene e non ci hanno creato più problemi-
La
guardò
seccato e intento e trattenere una lamentela, la Guardiana lo
ignorò -Penso che
dovresti presentarci il tuo compagno, ma da’len- sorrisi e
ripresi Solas per
mano
-È un
onore
fare la conoscenza del padre di Yen e della Guardiana del clan, il mio
nome è
Solas-
-Siamo
legati padre- aggiunsi seria, fissandolo negli occhi con sfida, non
potei
trattenerla, io ero padrona della mia vita, che l’avrebbe
accettato o no.
Solas fu
squadrato da capo a piedi, non ebbe la minima reazione, mantenne il suo
fare
serio e pacato, guardando entrambi negli occhi, dopotutto
c’erano poche cose
che lo mettevano in difficoltà.
-Bhe, una
cosa la posso affermare, il suo nome è meritato, conosci le
tradizioni Dalish?-
Oh dio
mio…lo fulminai con lo sguardo, Solas mi strinse la mano.
-Sicuramente
non quanto lei, hahren. Come si può notare non sono Dalish-
rispose calmo
La Guardiana
si intromise -Non vedo armi, ma neanche un bastone…-
Solas la
interruppe
-Non sono un ladro come Yen, ma un mago, non ho il bastone
perché non ne ho
bisogno-
Un leggero
bagliore passò nelle iridi grigie, la Guardiana lo
fissò esterrefatta e abbassò
lo sguardo
-Capisco-
rispose esitante e riprese a osservare Solas incuriosita, come a
volergli porre
altre domande. Era stata sempre curiosa come me, forse è
anche per questo che
non mi ha obbligato a pensarla in modo diverso, come invece cercava di
fare
ogni santo giorno mio padre.
Gli strinsi
la mano, mi guardò e sorrise, cosa stai facendo?
-Venite,
lethallan, tua madre e tua sorella, ti aspettano-
Ci
congedammo dalla Guardiana per poi seguirlo.
-Come va al
clan?-
-Come hai
sentito dire dalla Guardiana, non abbiamo più litigi con gli
umani come in
passato, quindi stiamo avendo dei periodi tutto sommato floridi.
C’è una bestia
che ci sta dando qualche problema però, una viverna poco
lontano sulle
montagne, ogni volta che scende a valle fa una strage e se non gli
bastano gli
halla, attacca pure noi- lo vedevo preoccupato
-Se posso,
potremmo
occuparcene io e Solas-
Era sorpreso
-Vuoi aiutare anche se non fai più parte del clan?-
Sospirai -Non
vedo che impedimenti dovrei avere, ma se volete fare da soli nessun
problema-
-Non mi
dispiacerebbe vederti all’opera di nuovo e anche il tuo
amico, accettiamo
l’aiuto-
Amico?
Sorrisi, no non gli è andata giù che mi sia
sposata, Solas mi rivolse un
espressione divertita.
Giungemmo
davanti ad un Aravel, particolari carri con vele triangolari che
fungevano da
case mobili, erano abbastanza stretti all’interno, infatti ci
eravamo portati
una tenda, non volevo abusare del poco spazio disponibile e volevo
privacy, una
cosa difficile in un Aravel.
Mio padre
bussò alla porta, poco dopo ne uscì mia madre,
vedendomi il volto gli si
illuminò di gioia e mi abbracciò stretta, mi
prese il viso tra le mani e gli occhi
si inumidirono, sorrisi -Mamma, sono anche io felice di vederti, ma non
c’è
bisogno di piangere-
-Non hai
quasi mai scritto! Dovrei picchiarti non abbracciarti per quanto mi hai
fatto
stare in pena senza avere tue notizie!- abbassai lo sguardo costernata
-Ir
abelas-
-Tel abelas,
non serve, avevi da fare no?- sorrise e contraccambiai, mi strinse di
nuovo a
sé.
Mi era mancata,
soprattutto i primi
tempi nell’Inquisizione, non erano stati facili, non mi
fidavo ancora di
nessuno, oltre al trauma di averci quasi lasciato le penne.
-Caro, vai a
chiamare Elen? Non so
dove sia finita- mio padre sospirò -Vado, non è
mai dove dovrebbe essere,
sparisce sempre- e lo guardammo allontanarsi, mi separai da lei e presi
Solas
sottobraccio -Lui è Solas, un mago e mio marito- dirlo mi
emozionava ancora un
po’, era strano, sarà perché avevo
rischiato di perderlo talmente tante volte
che non ci credevo ancora neanche io. Osservò Solas, le
brillavano gli occhi,
lui fece un sorriso -Piacere mio-
-Il piacere
è mio Solas, sei il
benvenuto, mia figlia deve essere stata fortunata a trovarti con
l’indole che si
ritrova-
Si
schiarì la voce, stava trattenendo
una risata? Lo fissai attenta -Il fortunato sono stato io signora, se
no dubito
sarei qui, mi ha salvato la vita- gli strinsi il braccio con affetto,
risposi
-Anche tu hai salvato la vita a me, un sacco di volte-
-Allora ti devo
ringraziare, anche a
nome di mio marito- sorrise allegra.
Delle urla
provennero dal fiume, una
malsana preoccupazione aveva spazzato via la tranquillità
-Solas!-
cominciammo a correre, vidi mio
padre schivare un colpo di una viverna, arrivarono anche i giovani
cacciatori
al seguito di Mahen, una raffica di frecce raggiunse la bestia che
protetta
dalla sua spessa corazza non risentì del colpo. Notai poco
lontano mia sorella
che si teneva un fianco, il terreno veniva macchiato copiosamente di
sangue.
Istintivamente il potere del Dio che rappresentavo bruciò
con furia nelle vene,
la viverna si trasformò all’istante in una
scultura di pietra.
Solas era
accorso e stava già curando Elen,
era lui l’esperto in quel tipo di magia.
Percepii
qualcuno fissarmi, non mi ero
resa conto che al mio fianco si era fermata la Guardiana, aveva gli
occhi sgranati
dallo stupore, balbettò -Tu una…maga?-
maledizione, risposi seccata e con un
tono che non voleva contraddizioni -Non so di cosa tu stia parlando-
distolsi
lo sguardo da lei e mi diressi verso mia sorella che aveva un
espressione
dolorante.
Affiancai Solas,
l’ansia mi impediva
di dire qualsiasi cosa. Non sentendomi parlare, intervenne Elen
-Yen, non dirmi
che ti spaventa un po’
di sangue?-
Abbozzai un
sorriso, se scherzava
tutto sommato non era così grave
-Lethallan la
prossima volta che vuoi
farci spaventare avvisa prima-
Cercò
di ridere, ma si bloccò
dolorante -Non avevo dato appuntamento alla viverna sai?-
Sospirai
sollevata, parlò mio padre
preoccupato -Come sta?- vedevo la ferita rimarginarsi tramite la magia
di Solas
che rispose -Bene, sembrava più grave, ma se la
caverà, è stata presa di
striscio, deve avere dei buoni riflessi-
-Non deve, ho
degli ottimi riflessi-
lo corresse, Solas sorrise divertito -Tutto
bene vhenan?-
Mi
guardò dolcemente -Sì tutto bene-
-Vhenan!?-
esclamò sorpresa mia
sorella passando lo sguardo da uno all’altro.
Sorrisi
-Sì, lethallan, è mio marito-
mi rivolse un espressione basita
-Non torni per
cinque anni e ti sposi?-
Ridacchiai -Qui
ho finito- l’aiutai ad
alzarsi prendendola per le mani per poi abbracciarla
-Stai bene,
vero?-
-Sì
sto bene, non iniziare a fare la
rompiscatole-
Sbuffai -Ora non
mi posso neanche
preoccupare?-
Ridacchiò
e mi separai da lei, venne
trascinata via da nostra madre che cominciò a fargli una
ramanzina che solo il
cielo sa quando finirà.
-La
viverna…cosa è successo?- domandò
mio padre confuso, intanto si era avvicinato Mahen, anche lui alquanto
dubbioso, risposi -È stato Solas-
Lui fece un
cenno di assenso, stando
al gioco, gli strinse una spalla guardandolo con rispetto
-Ti devo la vita
di mia figlia, sarai
sempre benvenuto al clan-
Solas sorrise
-La ringrazio, ma ho
fatto solo il mio dovere-
Mahen lo
guardava con diffidenza, non
gli era mai andata a genio la magia, troppo facile rispetto alla caccia
secondo
lui, i veri dalish si dedicavano Vir
Tandhal, la magia creava solo problemi.
Vidi con la coda
dell’occhio la
Guardiana che mi fissava insistentemente, la ignorai. Presi Solas per
mano e lo
portai all’Aravel, da dove uscì veloce come una
lepre Elen per scappare dalle
urla di nostra madre. Si rivolse ad entrambi con un sorriso stampato in
viso -Quindi
chi è lo sfortunato che ha conquistato mia sorella?- ma
sentila -Ehi!-
-Il mio nome
è Solas-
-E sei un mago-
annuì con un cenno del
viso.
-Scusate, Solas
potrei parlarvi?- ci
voltammo, la Guardiana. Solas mi guardò e assentii con lo
sguardo. Li
osservammo allontanarsi.
-Quindi non ti
fai vedere per cinque
anni, è già tanto se arrivava qualche lettera se
gli Dei volevano e ti sei pure
sposata con un mago, potente da quel che ho visto, cosa ti sei
inventata?-
Ah…ahaha…inventata…magari
sarebbe
bastato inventarsi qualcosa…
-Nulla, ho
semplicemente rischiato di
morire migliaia di volte in questi anni, niente di che-
Mi
guardò perplessa -È un tipo così
complicato?-
-No, diciamo
soltanto che abbiamo
tutti i nostri problemi e lui non ne è esente. Abbiamo avuto
alti e bassi e per
circa tre anni non ci siamo visti-
-E ora siete
qua?-
-E proprio
qualche settimana fa ci
siamo sposati, posso solo dirti che non è stata una
passeggiata-
Ridacchiò
-Deve essere proprio un bel
tipo se ti sei impuntata su di lui
così…è bravo a letto?-
insinuò maliziosa. La
guardai male, ma che domande mi fai?
-Ehi!
Ma…non sono affari tuoi!- rise
di gusto -La prendo come una risposta affermativa, sei diventata tutta
rossa-
-Tu invece mi
sembri troppo
interessata all’argomento, stai con qualcuno?-
-No, per questo
mi interessa
l’argomento probabilmente…hai visto qualcuno di
carino qua al clan?-
La guardai
perplessa -Se non ricordo
male abbiamo gusti diversi, mica ti piaceva Mahen?-
-Chi
l’idiota?- ero sorpresa, gli era
sempre andata dietro -Cos’è sei rinsavita tutto
d’un colpo?-
-È un
idiota oltre che un cascamorto
con tutte…-
-Oh e si che ti
avevo avvisato, ma non
volevi sentir ragioni…gli devo spezzare qualcosa?-
Ridacchiò
-No grazie, ci ho già
pensato io tempo fa-
-Bene, ma sai
com’è, magari una
ripassata non gli fa male-
Rise -Lui come
si comporta?-
Sorrisi -Non ho
bisogno di curarlo a
vista se è quello che vuoi sapere e no non sono gelosa.
Tutti i casini che
abbiamo passato, hanno fatto in modo di farci raggiungere un alta
fiducia l’uno
per l’altro-
-Sono contenta
per te, lo devo
ammettere, ha dei bellissimi occhi grigi…-
-Elen…-risposi
seria, rise -Sto
scherzando, non mi sognerei mai, poi mi piacciono con i capelli- e mi
fece
l’occhiolino, sospirai sconsolata.
Non vedevo
più Solas e la Guardiana
nei paraggi…
-Mi aiuti a
montare la tenda?-
-Quale tenda?
Non dormite nel…oh
capisco- e le comparve un sogghigno
-Papà non sarà d’accordo-
la guardai seria -Quando mai lo è? Non ha
ancora accettato la cosa e ci metterà parecchio, anche se ti
ha salvata-
-Dove la
mettiamo?-
-Vicino al
fiume- mi guardò perplessa
-Così non avete un minimo di protezione…-
La interruppi
-Ho un mago con me,
ricordi?-
-Come vuoi-
Stavo sistemando
le ultime cose nella
tenda, Elen era sparita di nuovo.
-L’hai
già montata?-
Sorrisi -Ti ha
fatto molte domande?-
-Più
o meno…ti ha visto vero?-
Sospirai
-Sì, ma ho negato l’evidenza,
non potevo fare altro…cosa hai detto?-
Ci sedemmo fuori
dalla tenda -Che se
vuole delle risposte ne deve parlare con te, allora mi ha domandato
dove hai
preso quella reliquia, il mio pendente…-
Gli presi una
mano tra le mie,
nervosa, non voglio che entrino in contatto con il mondo mio e di
Solas. Le
cose da spiegare sarebbero troppe e difficilmente avrebbero capito la
sua e la
mia nuova natura. Strinse una mia mano.
-Ho risposto che
è mio e che te l’ho
regalato, dopo avermi osservato, mi ha domandato se c’era
qualcosa che dovesse
sapere. Le ho chiesto se sa cosa significhi il pendente, visto che ne
è
interessata. Indugiava e non rispondeva, stavo per allontanarmi quando
ha detto
che l’ha visto disegnato alle antiche rovine. Gli affreschi
raffigurano anche un
elfo che mi assomiglia molto-
Ridacchiò,
lo guardai preoccupata, si
portò la mia mano alla bocca posando un bacio
-Non ha nominato
Fen’harel?- sorrise
-No, pensava che lo facessi io probabilmente, ho risposto che il
passato fa
parte di un altro mondo ed è meglio che rimanga tale. Mi ha
fissato attentamente
e me ne sono andato-
-Hai cambiato
idea? Mi avevi detto che
con un po’ di fortuna il passato sarebbe tornato a
vivere…-
-Il passato di
questo mondo come era,
intriso di magia, ma senza gli Evanuris, loro non devono tornare, mai
più-
Abbozzai un
sorriso -Comunque adoro il
tuo essere enigmatico, sempre se non lo fai con me…-
ridacchiò, recitai –“Sono
con l’Inquisizione per salvare il mondo. È il modo
migliore per aiutare la mia
gente, chiunque essa sia.” Ti avrei strozzato, anche se
è una cosa che apprezzo
di te-
Rise -Ti piaccio
quando faccio il
misterioso?- gli posai un bacio sulla guancia -Preferibilmente non con
me, ma
vhenan- risposi con un tono di voce suadente. Mi accarezzò
il viso -Ar lath, ma
vhenan- sorrisi -Quindi con tuo padre quando hai intenzione di parlare?-
-Si
farà vivo lui molto presto, visto
che poi vorrà sapere dei Vallaslin…la Guardiana a
proposito non ti ha domandato
nulla?-
-No, lo
chiederà direttamente a te-
Sospirai
-Possiamo andare a vedere
queste antiche rovine-
-Buona idea,
sono un po’ curioso in
effetti, di solito il pendente non viene raffigurato, chi
l’ha fatto doveva
essere meticoloso-
Prese la
reliquia nella propria mano
osservandola, questa pulsò come di vita propria al suo tocco.
Ero curiosa
-Cosa rappresenta? Perché
ha avuto questa reazione quando l’hai toccata?-
Sorrise -Lo
spirito che era in
possesso del corpo da cui proviene questa reliquia era potente, alla
fine siamo
diventati una cosa sola…-
-Per questo hai
una forma così
particolare nei sogni?-
-Un patto ci
legava, questo mi ricorda
cosa ero…non sono sempre stato come mi vedi…ho
fatto cose orribili di cui mi
pento ancora adesso…con il tempo e conoscendoti in parte
sono cambiato, ma non
posso prometterti nulla, la mia pessima fama in parte è
meritata-
Gli posai un
leggero bacio sulle
labbra -Non fare il cupo e fatalista, non abbiamo molta privacy
qui…- sorrise e
mi fissò con occhi ardenti
-Ma’arlath…non vedo tratti in comune tra te e i
tuoi
genitori, anche tua sorella…loro hanno capelli e occhi
castani…-
Sorrisi
compiaciuta -Al mio lupo non
sfugge nulla…- era perplesso -Se non vuoi
parlarne…- proferì esitante.
Lo osservai,
queste accortezze che mi
riserva sono molto piacevoli, mi fido di lui, non ho motivo di avere
dei
segreti, anche se magari lui ne avrà sempre per me. Mi stesi
e guardai le
fronde dell’albero vicino a noi, percepii il suo sguardo che
mi studiava.
-Certo che te ne
voglio parlare, che
motivo avrei di nascondertelo?- rimase in silenzio
-Mia madre mi ha
trovato che vagavo da
sola in questi boschi, avrò avuto due anni, sporca e
affamata, ma la cosa
strana è che c’erano dei lupi a proteggermi,
quando l’hanno vista se ne sono
andati, mi ha detto che avevano uno strano bagliore negli
occhi…- Solas abbassò
lo sguardo irato
-Della presenza
dei lupi lo so solo io
e mia madre, capirai il perché-
-Per
colpa mia, saresti morta, se tua madre
avesse dato peso a quello che i Dalish si tramandano- rispose con un
tono
seccato
Gli accarezzai
il viso e sorrisi -Ti
devi sempre dare la colpa?-
Gli occhi si
erano adombrati afflitti
-Come potrei non farlo?- rispose cupo
Porterà
questo peso per tutta la sua
vita, l’unica cosa che posso fare è renderlo meno
sofferente e scomparirà solo
quando sarà riuscito a rimediare.
-L’hai
detto tu, il passato è passato,
non si può cambiare, quello che è stato
tramandato dopo è tutta una menzogna,
l’hai fatto per salvare gli elfi…- mi interruppe
-E ho sbagliato! A questo
punto non so davvero cosa sarebbe stato peggio se gli Evanuris o
l’aver mandato
in rovina questo mondo mutandolo! Hai visto la differenza tra quel
giardino e
qui fuori, è enorme!-
-Hai mai pensato
che forse in un modo
o nell’altro sarebbe andata a finire così? Con
arroganza ci chiamano Dei, ma
non siamo ne onniscienti e ne onnipotenti, come potevi saperlo?-
Negò
con la testa -Ero disperato e in
ira, non ho ragionato abbastanza su quello che stavo per fare! Sono
stato uno
stupido! Io stesso mi sono fatto ingannare e tradire-
Mi misi seduta,
lo fissai e lui
incatenò gli occhi ai miei, non sapevo che dire, lo tirai
verso di me
abbracciandolo e accarezzandogli la schiena, sospirò
rilassandosi contro di me
-Se non
l’avessi fatto, forse saremmo
tutti morti, no? Abbiamo ancora una speranza-
-Sai sempre cosa
dirmi…ma non posso
non pensare a quello che mi disse Leliana…-
Si
scostò da me guardandomi serio -Se
non ci fossero alternative? Negli anni in cui non ci siamo visti ho
cercato un
modo…ma…-
Mi irrigidii e
abbassai lo sguardo -Ti
prego, qualunque sarà il prezzo da pagare dobbiamo trovare
un altro modo- al
solo pensiero…mi vennero le lacrime agli occhi e lo
riguardai -Sai benissimo da
che parte starei, vhenan- mi tremava la voce, mi abbracciò
forte e affondò il viso
tra i miei capelli
-Ma’arlath,
ma serennas, farò
qualunque cosa per non farci arrivare a quel punto-
-Faremo, ma
vhenan, non sei più solo-
risposi dolcemente, un bacio rovente sul collo, mi abbandonai contro di
lui e
sorrisi -Sai cosa?-
-Cosa?-
-Quella
sfacciata di mia sorella mi ha
chiesto perché mi sono fissata così con te e se
sei bravo a letto-
Ridacchiò
-Ma che…?- con tono
sconcertato, risi -Che hai risposto?-
-Che non sono
affari suoi-
-Mmm…e
a me come risponderesti?-
-Sei
curioso…come faccio a saperlo? Mi
sono innamorata di te, se sapesse che fino a qualche mese fa non mi hai
portato
a letto…-
-Non sai quanto
ci abbia sofferto,
infatti quella sera non avrebbe dovuto andare così-
-E come avrebbe
dovuto andare?-
-Quello non
doveva essere il nostro
ultimo bacio, la paura e i miei doveri hanno preso il sopravvento alla
fine,
avrei voluto dirti chi sono, se mi avresti creduto e accettato per
quello che sono
veramente ti avrei voluta fare mia, ci saremmo legati, ma non mi ero
reso conto
che lo eravamo già. Quando poi mi hai affrontato pretendendo
una spiegazione
convincente, io…avrei voluto cedere e rimangiarmi tutto
quello che ti avevo
detto, vedere il dolore nel tuo sguardo quando mi guardavi...non potevo
fermarmi e non potevo rovinarti la vita-
Sorrisi
compiaciuta, cominciai a
posargli sul profilo della mandibola dei baci, è decisamente
migliorata la mia
vita con te, anche io non sono più sola.
Sospirò
a quelle coccole -Due anni
senza vederti sono stati un inferno e scoprire che mi amavi come il
primo
giorno, che per me avresti abbandonato gli altri…non potevo
lasciare che
perdessi la fiducia che i tuoi compagni riponevano in te, che il Thedas
ti
vedesse come una traditrice, come lo sono io. Anche dopo tutto il male
che ti
avevo fatto e che ti stavo per fare, mi amavi ancora. Sei unica e mia-
Risalii fino al
mento per poi
baciarlo, il battito del cuore era aumentato -Anche tu, vhenan, sei
unico e mio-
mi strofinai contro di lui godendomi il calore del suo corpo
-A proposito che
indole mi ritroverei
io?- si scostò da me e sogghignò -Cosa hai da
ridere?-
Cercò
di baciarmi, ma lo evitai
-Rispondi, furbacchione- mi prese dalle spalle e mi costrinse a
sdraiarmi
sovrastandomi -Un’indole stupenda da vedere sottomessa-
-A chi?-
spostò il viso sul collo
baciandomi, bruciavano -A me soltanto-
Sorrisi
maliziosa -Andiamo alle rovine elfiche,
camminiamo, se no impazzisco-
-Sono
d’accordo, vhenan-
Venavis:
Fermatevi
I Dalish si
riferiscono al matrimonio con la parola "Legarsi"
La maggior
parte degli Elfi Dalish vive sotto il codice della Dea della Caccia
Andruil,
conosciuto come Vir
Tandhal, "La strada dei Tre Alberi" o "La
via del Cacciatore".
Lethallan:
sostantivo riferito a qualcuno di famiglia di sesso femminile.
"Thedas"
deriva dalla lingua
Tevinter e veniva usata per definire le terre che confinavano con
l'impero e
non ancora conquistate. Dopo la sua caduta, regioni sempre
più vaste entrarono
a far parte del Thedas, finché la gente non decise di
applicare il nome
all'intero continente.
Orecchie piatte: come i Dalish chiamano gli elfi di città, facilmente distinguibili per la mancanza dei Vallaslin
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
21
Ci eravamo
infiltrati nella foresta,
camminavamo già da un po’ quando cominciammo a
scorgere degli edifici in rovina -Dovremmo esserci- ci guardammo
intorno, non ero mai stata in quel luogo,
riscoprire il passato non era una mia priorità e non ero mai
venuta a
curiosare.
Le pareti erano
ricoperte di
affreschi, un lupo nero e Solas davanti ad esso con il pendente in
mano. Un
altro con diversi maghi intorno a un contenitore, forse gli Evanuris,
tenevano
la mano tesa verso di esso, dalle cui dita partivano delle linee
ondulate rosse
che finivano nel recipiente posto al centro. Poco lontano un iscrizione
nella
Lingua Antica “Il
sangue non mente”
cosa? Quando ho
già sentito ciò? Di fianco una torcia di Velfuoco.
Guardai Solas,
era impallidito e
fissava esterrefatto i disegni. Che gli prende?
-Solas?- non si
voltava verso di me,
sembrava assente e terrorizzato, senza guardarmi lesse
l’iscrizione. Accese la
torcia, percepimmo il terreno tremare, poco lontano comparvero delle
scale.
-Solas!?-
continuava a non rivolgermi
attenzione, che hai? Scese le scale e lo seguii, le torce attorno a noi
emanavano una luce verde, aver acceso quella esterna doveva aver
attivato
quelle all’interno. Ci ritrovammo in una stanza ampia con al
centro una tomba?
Sulle pareti altri disegni, non feci in tempo ad avvicinarmi per
osservarli
meglio che comparvero dei lupi con gli occhi verdi, spiriti?
Abbassarono il
capo in segno di ubbidienza e rispetto ad entrambi. Solas si
avvicinò alla
tomba -Questa è un Uthenera…non
c’è dentro nessuno, ma è già
stata usata-
infilò una mano nell’apertura tirandone fuori un
pendente simile al suo, lo
fissò con occhi sgranati, gli spiriti lupo scomparvero.
Osservò gli affreschi
per poi dirigersi ad un tavolo poco lontano ricoperto da delle carte
rimaste
intatte, le prese in mano e le lesse in fretta, la sua espressione
peggiorava
di pagina in pagina, mi avvicinai a lui -Solas cosa succede? Parlami-
porsi una
mano per farmi passare i fogli, ma terrorizzato li allontanò
da me, rimasi con
la mano sollevata -Solas…!?-
Era addolorato
-Questi
bastardi…perdonami non voglio che tu legga, non ne vale la
pena, sappi solo che
hanno condotto un esperimento qui gli Evanuris e sembra gli sia
riuscito, non
l’hanno seguito fino alla fine solo perché il Velo
glielo ha impedito- la sua
voce non era decisa come al solito, lo guardavo confusa
-Solas…cosa succede…non
è solo questo vero?-
La sua
espressione si indurì -Non serve
che tu sappia, ti fidi di me?-
Ero sorpresa
-Che domande mi fai? Cosa
non vuoi che sappia? Mi riguarda? Se no non faresti così!-
Chinò
il volto amareggiato e strinse i
fogli che aveva in mano, per poi riguardarmi deciso.
-Ti fidi di
me!?- rispose secco, mi
bloccai, era spaventato? Perché? Abbassai la mano.
-Ti prego,
vhenan, fidati, non serve
che tu sappia cosa c’è scritto-
I fogli presero
fuoco e li lasciò
andare, mi prese per mano trascinandomi fuori, spense la torcia e le
scale
scomparvero -Questo posto andrebbe distrutto- e continuò a
tirarmi, mi lasciò
andare solo quando arrivammo alla tenda. Ero confusa, non capivo cosa
l’avesse
sconvolto a tal punto da comportarsi così -Mi fido di te! Ma
perché non mi vuoi
dire nulla?- stava osservando l’altro pendente simile al suo.
-Dammi il mio
pendente- cosa? Esitante
lo tolsi e glielo diedi, mi porse l’altro -Prova a mettere
questo- lo presi,
pulsò di vita propria, ero sorpresa -Solas…-
-Indossalo- lo
accontentai, il
pendente iniziò a pulsare di vita, sentii il mana scorrere
all’esterno formando
la barriera che incuteva rispetto. È come se…non
lo so, una sensazione strana,
come se qualcosa che avrebbe sempre dovuto esserci fosse ritornato al
suo
posto. Fissai Solas negli occhi, distolse lo sguardo a disagio, cosa!?
Mi
avvicinai a lui e lo presi dalle spalle, annullai con tutta la
concentrazione
possibile la barriera -Guardami, vhenan- ero spaventata, cosa sta
succedendo?
Mi
osservò -Perdonami, non ho potuto
non farlo- lo strinsi ancora di più -Tu puoi farlo! Spiegami
che succede!- gli
presi il viso tra le mani era addolorato perché? -Parla!-
-Neanche se
dovessero torturarmi-
rispose freddo, mi
allontanai di qualche
passo, cosa ti prende!? Abbassai lo sguardo, cosa succede?
-Cosa ti ho
fatto? Perché ti comporti
così?- mi tremava la voce, ero spaventata, perché
si sta comportando in modo
così freddo con me? Non l’ha mai fatto, ferita mi
vennero le lacrime agli
occhi, lo fissai -Spiegati!-
Mi rivolse una
breve occhiata con un
barlume di ferocia? Un brivido mi percosse, Fen’harel? Feci
qualche passo
indietro e mi voltai, perché mi stai trattando
così?
Incrociai le
braccia al petto, mi
diressi verso il limitare del bosco. Sentivo il bisogno di allontanarmi
da lui,
non perché ne avessi paura, ma in un attimo aveva rialzato
tra noi quella
barriera che pensavo di aver distrutto, quella calma e freddezza che
celavano un
predatore alquanto letale.
Un lupo che
nella sua pericolosità, la
sua arroganza, il suo orgoglio e l’essere un bastardo, come
negarlo? È
protettivo, dolce, romantico, fedele e io amo tutto questo e soffro
quando mi
vuole evitare come sta facendo ora. Non
so se era peggio il non capire o il male che sentivo al cuore per come
mi ha
guardato. Cosa ti ha sconvolto così tanto in quel luogo da
respingermi come un
estraneo o peggio un nemico?
Venni bloccata
dalla vita e tirata
indietro con forza, mi strinse a sé, affondando il viso nei
miei capelli.
-Ir abelas, sono
uno stupido,
perdonami, non volevo ferirti-
-Cosa succede
Solas? Rispondimi!- percepii
entrambi i pendenti pulsare, il mio sul petto e il suo premuto sulla
mia
schiena
-Abbiamo ancora
una volta qualcosa che
ci accumuna. Non dirò altro, ma vhenan, ti prego-
Mi abbandonai
contro di lui e mi
voltò, era addolorato -Perdonami, scusa, davvero sono uno
stupido- avvicinò le
sue labbra calde alla mie, baciandomi lievemente, mi guardò
esitante e
implorante, non so cosa gli fosse preso, ma mi riguarda ed è
grave a quanto
pare, continua a sentirsi in colpa.
-Sbaglio sempre
con te, ti faccio
sempre del male anche se non vorrei- non volevo sentire scuse.
Mi separai da
lui -Non vuoi dirmi nulla,
va bene…vado a fare un giro- una lieve rabbia stava
emergendo dentro di me, la
tenni a bada.
Preoccupato e
ferito abbassò il viso
per poi rialzarlo e fissarmi -Vhenan…ir abelas-
Distolsi lo
sguardo ignorando quelle
scuse e mi incamminai nella foresta a caso. Raggiunsi una radura, al
centro un
enorme quercia, poco lontano una statua da lupo. Avevo trovato quel
luogo in
passato, e le sciocche credenze su Fen’harel mi avevano
assicurato una completa
tranquillità.
Presi ad
arrampicarmi sull’albero come
avevo fatto innumerevoli volte da ragazzina, raggiungendo il mio ramo
preferito, quanto tempo avevo trascorso tra quelle foglie a leggere e
sognare,
godendomi quella solitudine che pensavo mi avrebbe ucciso e che invece
alla
fine era diventata la mia unica amica. Del movimento, restai ad
osservare,
Mahen che si guardava intorno, non mi sarei fatta notare,
l’ultimo con cui
avrei voluto parlare in quel momento era proprio lui, ma a quanto pare
la
fortuna non era dalla mia parte, alzò il viso vedendomi,
sorrise.
-Sapevo che ti
avrei trovata qua,
anche tu non sei cambiata granché, già litigato
con il mago?-
Quanto avrei
voluto sfogare la rabbia
in quel momento su di lui, ma non potevo.
Contraccambiai
il sorriso e mi rimisi
comoda -Cosa vuoi?-
-Con tutti gli
elfi al clan, sei
andata a trovarti un eretico e neanche dalish?- ridacchiò
-Che faccia da cane
bastonato, ubbidisce a tutto quello che gli ordini?-
-Con tutti gli
elfi al clan, ti
riferisci a te?- sbuffai disgustata -Neanche se fossi
l’ultimo rimasto in tutto
il Thedas-
-Quell’elfo
è patetico, vieni giù a parlare,
poi sarei io il bambino-
Sospirai
spazientita, mi lanciai giù
dal ramo senza esitazione, solo io potevo insultarlo.
-Dimmi Mahen,
vuoi provare il brivido
di morire? Ti accontento subito, lo sai bene con chi hai a che fare,
sei uno
dei più bravi qua al clan, ma nessuno di voi è
mai riuscito a toccarmi con un
dito-
-Se riesce
quell’elfo a sottometterti,
perché non dovrei riuscirci io?-
Ridacchiai, no
la privacy non esisteva
qua -Mahen ti stai sopravvalutando, il mio compagno è, e
sarà sempre superiore a
te, sia nel combattimento, che nel mio letto. Le promesse di mio padre
non
valgono, dovrai cercare altrove, non sono tua e non lo sarò
mai-
Era visibilmente
furioso, ma non avevo
voglia di essere gentile -La promessa di tuo padre risale a molto prima
di
qualunque relazione tu abbia con quell’elfo, tu hai rotto
quella promessa
offendendo il tuo stesso padre-
Sospirai
profondamente, sapevo che un
giorno si sarebbe arrivati a questo punto.
-Una promessa
presa senza il mio consenso,
e da quel che ho sentito tu non ti sei fatto problemi ad andare con
altre.
Mahen te lo dirò chiaramente, non mi interessi e sono
felicemente legata a
Solas. Quel patto non ha mai avuto valore, io mi sono scelta il mio
compagno,
tu cerca qualcuna a cui piaci, sempre se ne sia rimasta almeno una, non
ti sei
fatto scrupoli da quello che mi hanno detto- proferii fredda senza un
minimo di
rimorso, non l’avevo mai sopportato, figuriamoci sposarmelo.
Non so se era
più in imbarazzo per quello
che avevo detto o offeso, stringeva con rabbia i pugni, ma non si
muoveva,
sapeva bene che se attaccava sarebbe finito con la faccia a terra, come
ormai
era consuetudine ogni volta che aveva provato a battermi e la vergogna
era
aumentata quando era stato scelto come mio futuro sposo dai nostri
genitori,
odiavo questi suoi comportamenti infantili.
-Scommetto che
Andruil sarebbe
compiaciuta se malmenassi quell’elfo ridicolo, che senza
magia non saprà
neanche difendersi, come può definirsi elfo?- rispose
sprezzante, cominciavano
a prudermi le mani, gli avrei rotto volentieri qualcosa, per il
fastidio che mi
stava arrecando adesso e per quello in passato.
-Andruil ne
sarebbe divertita, ma poi
vorrebbe la tua testa, non sopporta gli esseri inferiori e inutili-
abbozzai un
sorriso a quella voce che amavo, lui mi capiva benissimo e intuito che
stavo
per perdere la calma. Vidi Solas uscire dalla boscaglia, sicuro di
sé e con un
sorriso arrogante.
-Andruil non
toccherebbe mai un
cacciatore!- rispose sprezzante Mahen
-No?-
ridacchiò -Un cacciatore che si
vanta prima di avere la preda è inutile, un essere inferiore
che non si può
definire tale. Potresti servigli prima come divertimento e poi per il
tuo
sangue- rispose inespressivo, si chinò
e
prese due rami abbastanza lunghi e spessi, ne lanciò uno a
Mahen che lo prese
al volo -Non userò i miei poteri, vediamo il cacciatore se
riesce a toccare il
mago, siamo però ora al cospetto di Fen’harel,
chissà a chi darà il suo favore-
aggiunse serio
-Fen’harel
è un traditore, che gli
altri Dei mi scampino dal compiacerlo-
-Traditore, ma
intanto gli Dei che
inneggi sono stati ingannati da un solo Dio-
Vedevo ferocia
negli occhi di Mahen,
Solas rimaneva calmo, quasi indifferente, mi rivolse un sorriso, lo
stava
deliberatamente provocando apposta.
-Quindi
da’len, fammi vedere questo
cacciatore che chiede aiuto ad Andruil-
Mahen
scattò velocemente in avanti,
sferrò un fendente con il bastone, con un minimo movimento e
all’ultimo momento
Solas lo evitò. Lo aveva sottovalutato. Mahen si
sbilanciò in avanti preso alla
sprovvista dai riflessi di Solas, che ne approfittò
tirandogli una forte e
decisa gomitata in viso, un distinto rumore e poi il suo urlo
avvertì entrambi
che gli aveva rotto il naso. Solas si spostò alle sue spalle.
-Da’len
dovresti stare più attento,
l’elfo patetico deve avere avuto fortuna- lo prese in giro
Mahen si
girò infuriato, una mano sul
viso a coprire il naso ora storto e grondante di sangue
-Farà
molto male metterlo a posto
senza magia, te lo assicuro- continuò tranquillo
Si
celò nelle ombre, mi preoccupai un
po’, sapevo che era in grado di gestire la cosa con la magia,
ma senza, non lo
so.
-Vedi
da’len, dovresti imparare a fare
l’arrogante solo se sei sicuro di potertelo permettere,
Andruil non perdonava
la stupidità, non lo farò nemmeno io-
Lo rividi alle
sue spalle, stavo per
agire, ma rimasi sorpresa, si era abbassato e in contemporanea tirato
una forte
bastonata alle sue spalle, Mahen ruzzolò a terra tenendosi
lo stomaco. Solas
gli si avvicinò guardandolo freddo -Sai usavo una spada,
molto tempo fa, non
basta solo la magia, sei prevedibile in modo alquanto patetico. Ora
vattene,
prova ancora ad avvicinarti a mia moglie e farò sul serio-
Mahen si
alzò e continuò a fissarlo
con odio, Solas gli fece cenno di andarsene, lo guardammo allontanarsi,
lasciò
il ramo a terra e ci fissammo, mi aveva fatto piacere quel suo
intervento, ma
non mi ero dimenticata quello che era successo poco prima. Lo ignorai e
risalii
sull’albero, mi sdraiai sul ramo e sospirai -Poi la Guardiana
vorrà delle spiegazioni…-
Non ottenni
risposta, spuntò poco dopo
da parte a me rimanendo a fissarmi
-Perché?
Ora va a piangere da una
maga? Meno male che è un cacciatore…-
-Andruil lo
avrebbe ucciso?- domandai
curiosa
-Sì,
ma prima ci avrebbe giocato un
po’, chi non aveva poteri magici era per definizione uno
schiavo, alquanto insignificante
per la Dea dei sacrifici e della schiavitù-
Cosa!? Non mi
era chiaro -Ma non è la
Dea della caccia?-
-Sì
lo era, ma le cose cambiano, buona
parte delle leggende che si tramandano i Dalish era tutta propaganda a
loro
favore e in mio sfavore-
-Capisco…usavi
una spada?- anche
questo non me l’aveva mai detto
-Già,
la creo con il mio mana, è una
lama spirituale. Per un certo periodo sono stato un Dirth’Ena
Enasalin, un
Guerriero Arcano al servizio di Mythal, invecchiando mi sono
specializzato
nello studio degli spiriti e dell’Oblio-
-Dirth’Ena
Enasalin , la conoscenza
che conduce alla vittoria-
-Esatto, cuore
mio-
Era sempre pieno
di sorprese…rimasi in
silenzio ad osservare le fronde dell’albero, le sue labbra
morbide sulla
guancia -Vhenan, mi fai un po’ di spazio?-
Abbozzai un
sorriso -No, ritorna alla
tenda, anche se non sembra sono ancora arrabbiata con te-
Un altro bacio
-Vhenan ir abelas-
rigirai il viso verso il suo -No, non le accetto, dimmi la
verità-
Abbassò
lo sguardo seccato e sospirò,
con un balzo che non mi aspettavo era ora sopra di me, bloccandomi con
il suo
peso, si chinò facendosi più vicino, allungai una
mano e lo accarezzai in viso
soffermandomi sul naso -Invece tu da chi te lo sei fatto rompere?-
Sorrise e mi
baciò la mano -È una
lunga storia…in breve ho fatto l’orgoglioso e
arrogante con chi non avrei
dovuto- ridacchiai -Che scoperta, questo lo avevo già
dedotto da sola-
Si
abbassò ancora finendo per
abbracciarmi e affondando il viso nei miei capelli, istintivamente lo
strinsi
-Non ti perdono furbacchione, dimmi come stanno le cose, mi riguarda,
ne ho il
diritto-
Rimase in
silenzio, sospirai
sconsolata e chiusi gli occhi tenendomelo stretto, ero arrabbiata, ma
adoravo
averlo così vicino, sentire il suo respiro e il calore del
suo corpo contro al
mio mi calmava e mi infondeva una sicurezza che nessun altro riusciva a
darmi. Presi
ad accarezzarlo sulla schiena e a baciarlo sul collo -Mmm…mi
stai seducendo?-
non risposi e continuai, passando una mano sul petto sempre
più giù fino al suo
centro, fremette e gemette stringendomi di più
-Vhenan…così…- sospirò
profondamente mantenendo il controllo.
Mi fermai
-Neanche se ti torturano? Dipende
dal tipo di tortura e da chi la attua- respirava pesantemente per
calmarsi, non
era il posto ideale, o almeno lo sarebbe stato se completamente
disperso nella
foresta, ma eravamo troppo vicino al campo.
Avvicinai le
labbra al suo orecchio -Se ti
dicessi che amerei farlo qui…ora?- sussurrai, non mi sarei
arresa, sapevo che
aveva un buon autocontrollo, diventava divertente quando lo perdeva,
rivelandosi
molto passionale e lo adoravo. Si alzò un poco fissandomi
negli occhi, i suoi
ardevano di desiderio, mi baciò sulla fronte, fino a
scendere sul naso per poi
catturarmi la bocca dolcemente, appoggiò la sua fronte alla
mia.
-Sei tremenda e
sei solo mia- mormorò, posai
le mie labbra contro le sue, me le dischiuse insinuandosi con la
lingua, ci
staccammo senza fiato.
-Hai sentito
tutto vero?-
-Sì
ed è stata una bella soddisfazione
spaccagli il naso- ridacchiai -Hai fatto una cosa che desideravo fare
da tanto
tempo…quindi? Furbacchione? La verità? Non ti
perdono se non me lo dici-
-No, non serve
che tu sappia- rispose serio
-Solas non
decidere per me, lo dovresti sapere
ormai-
-Se serve a
proteggerti, arriverei anche al
punto di farmi odiare da te- lo so…lo sapevo bene…
-Ma non ci sei
mai riuscito e non ci riuscirai
mai-
Ridacchiò
-Ar lath, ma vhenan- sospirai -Anche
io, stupido orgoglioso- rise.
Udimmo
dell’altro movimento, cosa c’è
ora? Solas si alzò separandosi da me, guardammo entrambi
giù, Mahen era tornato
con due compagni, un livido violaceo gli partiva dal naso per prendere
anche
buona parte della fronte. Qualcosa mi dice che la Guardiana non ne sa
nulla.
Solas stava per muoversi, ma lo bloccai per un braccio, mi
guardò confuso.
-Ci penso io
vhenan, tu goditi la
scena o se vuoi fare qualcosa, vai a chiamare la Guardiana, ne avranno
bisogno
quando avrò finito-
Sorrise
divertito -Tutti tuoi,
ma’arlath- e si mise comodo al mio posto.
Saltai
giù, per poi dirigermi verso di
loro tranquilla, mi chinai prendendo un ramo e con un colpo secco lo
spezzai a
metà, ora avevo qualcosa di simile ai miei pugnali, non
avrei sfoderato quelli
veri per una cosa del genere, non volevo ucciderli dopotutto, solo
sfogare
quella rabbia che ancora rimaneva sopita.
-Togliti di
torno Yen, non vogliamo
te, ma quel bastardo!- esclamò Mahen rabbioso
-Ora basta, non
fare lo stupido se
vuoi tornare al campo con le tue gambe, non sono dell’umore
giusto, non penso
che tu l’abbia capito. Quello che hai detto prima mi ha dato
molto fastidio,
stai giocando con il fuoco ti avverto- saggiai i bastoni che avevo in
mano, per
quello che avevo in mente sono abbastanza pesanti.
-Fenedhis! Sei
sempre stata un mostro
perfetta per il Vir Banal'ras,
togliti di mezzo!- rispose freddo
Ridacchiai, dopo
tanti anni ancora quell’insulto ridicolo -Cosa sento
paura? Tu che vorresti diventare il capo dei cacciatori del clan, hai
paura di
me? O era un complimento?- non lasciai il tempo di rispondere, con
decisione e
forza lanciai i bastoni in faccia agli altri due, finirono a terra
tramortiti,
era stata una cosa veloce, non se l’aspettavano.
-Ora che siamo
rimasti da soli, cosa volevi dirmi?- domandai
indifferente
Si era bloccato
scioccato e guardava gli altri due elfi a terra, scorsi
paura, se non terrore.
Sorrisi
sprezzate -In questi anni ho avuto modo di migliorare,
combattere contro di voi è un piacevole e divertente
diversivo, rispetto ai
demoni, non sono diventata l’Inquisitore perché
non avevo nulla da fare.
Sparisci, se no tornerai al clan con qualcos’altro di rotto
oltre al naso-
Infuriato stava
per rispondere
-Mahen!!!-
Ci voltammo, la
Guardiana era livida
di rabbia, accompagnata da Solas. Andai loro in contro, la salutai con
un cenno
-Mi spiace che sia andata a finire così, ho cercato di non
fare sul serio, ma
avevano voglia di litigare come ai vecchi tempi, con il mostro perfetto
per il Vir
Banal'ras-
La Guardiana
divenne ancora più in collera, non voleva che mi si
rivolgesse quell’insulto, fissò Mahen. Presi per
mano Solas trascinandolo alla
tenda e mi lasciai cadere su delle pelli.
Si mise al mio
fianco -Mi viene il voltastomaco pensare soltanto che ti
avrei lasciata ad un’idiota del genere-
Sorrisi
-Solas…voglio una risposta- ero seria, doveva dirmelo
Seccato rivolse
lo sguardo altrove -Non dirò nulla-
La mia pazienza
si stava esaurendo, mi rigirai e lo sovrastai
bloccandolo -Parla vhenan- nessuna risposta e chiuse gli occhi per
evitare il
discorso.
Mi sdraiai sopra
di lui e appoggiai la testa sulla sua spalla -Vhenan,
parla o me ne vado- mi avvolse la vita con le braccia stringendomi a
sé,
sospirai.
Centro io, il
pendente, sangue, gli
Evanuris, esperimenti, Uthenera. Inspirai profondamente, esperimenti,
sangue…lupi
con uno sguardo particolare…spiriti…il sangue non
mente…
Non è
che…no, sarebbe assurdo…ma
quante cose ho visto che non ritenevo possibili? Arrivo solo a questa
conclusione,
ed è assurda, ma ha un senso, dopotutto io non ho mai
conosciuto i miei veri
genitori, non ne ho neanche un flebile ricordo…questi poteri
che si sono
risvegliati…quello che so fare…’sappi
solo che è stato condotto un esperimento
qui, ed è riuscito’. L’Uthenera serve
per mantenere un corpo immortale intatto
durante il sonno e il passare dei secoli, ma io…ero mortale,
no? È per merito
di Mythal se ora sono immortale…gli spiriti lupo, avevano
degli occhi verdi…come
quelli che erano presenti quando la mamma mi ha trovato? Un brivido
lungo la
schiena, la conclusione a cui sono arrivata è…da
pazzi!! Come può essere vero?
Cioè non può essere vero,
vero…sospirai, sembro Sera quando avevamo parlato di
Corypheus, strinsi la maglia a Solas.
È
inutile indugiare, la sua reazione
avrebbe confermato o smentito questa mia ipotesi.
Mi scostai da
lui sedendomi e passandomi
una mano tra i capelli -Io non dovrei esistere- affermai decisa e
seria, si
alzò a sedere anche lui, sorpreso e preoccupato -Come
hai…- lo studiai
attentamente. Allora è vero, il mio ragionamento
è corretto…
-Non sono
stupida…- risposi fredda e
risentita per aver dovuto trovare quella risposta da sola, è
sconcertante, ma
voleva proteggermi da questa verità, perché? Per
paura di ferirmi?
Mi
guardò costernato -Non ho mai
insinuato una cosa simile-
-Solas, cosa
sono?- lo fissai con
sfida, volevo una risposta -Cosa hanno cercato di fare?-
Abbassò
lo sguardo, pensava ed esitava
-Non ho dei veri genitori, cosa sono?-
-Hanno cercato
con te di…creare un
essere superiore, gli Antichi Dei, antecedenti al nostro tempo-
Antichi Dei?
-Avevano già cercato di
fare una cosa simile combinando il sangue elfico con quello di
drago…anche i
qunari non dovrebbero esistere- rispose triste -Stavano giocando con
delle
vite, con te hanno preso una via diversa…nelle tue
vene…è presente il sangue di
ogni Evanuris…-
Rimasi a
fissarlo basita…cosa…il loro
sangue? Io ho il sangue di ognuno di loro? Sono
una di loro!? No!!! Quindi…anche io non
faccio parte di questo mondo? Sono sempre stata immortale?!
Cosa…mi presi la
testa tra le mani ‘Il
sangue non mente’.
-È
per questo che Mythal mi ha
scelto?- domandai sprezzante, la rabbia stava di nuovo prendendo il
sopravvento
-Non ha voluto dirmi nulla quando gliel’ho domandato!- ero
confusa e in ira, le
sue mani calde mi presero i polsi facendomi abbassare le braccia,
strinsi i
pugni a quel gesto, lui…
-Tu…tu
lo sapevi?-
-Vhenan…io…-
Cercai di
liberarmi dalla sua stretta
-TU LO SAPEVI?!- urlai, mi tirò deciso verso di lui
abbracciandomi stretta -No,
ma vhenan, quando gliel’ho chiesto, mi ha risposto che a suo
tempo avrei
capito…non ti ha scelto solo per questo, ma per quello che
mi hai fatto-
Rimasi rigida
tra le sue braccia
-Cosa…ti ho fatto?- domandai esitante, di cosa stai parlando?
-Percepiva il
mio tormento ogni volta
che ti pensavo, e avveniva spesso…ho lasciato che guardasse
i miei ricordi su
di te…poi non capivo il perché ha detto
‘bene, sembra che il momento sia giunto’
le ho chiesto a cosa si riferiva, ha risposto ‘te ne
accorgerai presto, non è
finita’-
-Non
è finita?- ripetei confusa -Penso
che avesse capito che non ti saresti arresa…infatti quando
ho cercato di
allontanarti ancora da me dicendoti di non amarti, mi ha dato senza
scrupoli dell’idiota-
rispose divertito
Mi rilassai
abbandonandomi contro di
lui, cercai di rimanere concentrata e mi imposi la calma
-Il pendente
cosa centra?-
-Hanno legato
alla tua anima uno
spirito altrettanto potente, è diventato una cosa sola con
te, come è successo
a me, ma io non…io ho stretto un patto…loro non
so cosa abbiano fatto, non era
descritto…lo spirito è più potente del
mio anche se dello stesso genere, sono
rari, difficili da trovare e sottomettere…-
sospirò e mi fissò in viso -Per
questo ho dovuto abbassare lo sguardo prima…-
A quelle parole,
percepii rimarginarsi
la ferita che mi aveva provocato quando si era comportato in modo
così strano e
freddo, come al suo solito cercando di proteggermi mi aveva fatto del
male,
passai le braccia attorno al suo petto e lo strinsi -Non farlo mai
più, tu puoi
e devi fissarmi negli occhi- abbozzò un sorriso
Volevo sapere
un’altra cosa -Tu non…-
Mi strinse -Io
non…non mi è mai stato
chiesto il mio sangue…-
Sospirai
sollevata -Questa è l’unica
cosa che conta…il resto è irrilevante-
-Irrilevante!?-
esclamò esterrefatto
-Non cambia ciò che sono diventata…anche se non
hanno lo stesso mio sangue ho
dei genitori, il sangue che ho non conta. Avere il loro sangue non mi
fa essere
uguale a loro- non lo sono e non lo sarò mai, devo crederci,
è così, io sono
io.
-Lo
so…è che…- rispose esitante
-L’importante
è che non abbia il tuo…-
non rispose e l’osservai, era dubbioso -Voglio avere dei
bambini da te Solas- sorpreso,
gli occhi ardevano di gioia e amore -Anche se con tutti questi
problemi…chissà
quando…- aggiunsi sconsolata, appoggiai il viso sulla sua
spalla, non so se è
perché ora sono Myhtal o perché sono
completamente pazza di lui, forse entrambe
le cose, ma questo desiderio, continuava a tormentarmi.
Abbassò
il suo viso vicino al mio
posandomi un bacio sulla guancia -Mi hai detto una cosa bellissima, lo
sai?- il
cuore mi si scaldò -Ma purtroppo come hai detto
tu…non è il momento, metteremmo
in pericolo un'altra vita-
Rimanemmo
abbracciati, scorsi fuori
che era quasi il tramonto -Andiamo, mio padre ci starà
cercando- avrei voluto
rimanere da sola con lui, non volevo vedere nessuno. Un’altra
nuova condizione
da accettare…
Eravamo quasi
arrivati al campo quando
ci venne incontro mia sorella -Stavo proprio per venirvi a cercare,
siete spariti
per il resto della giornata- insinuò maliziosa
Rimasi
impassibile, non ero proprio in
vena, non che fossi triste, ma mi sarebbe servito del tempo per
riflettere,
rimettere a posto i tanti pensieri che avevo in quel momento -Siamo
solo andati
a vedere le antiche rovine qua vicino-
Sorrise -Certo,
comunque è pronta la
cena e papà come sai vorrà parlarti-
Ci avviammo,
davanti all’Aravel era
stato acceso un falò, a cuocere delle cacciagione,
nell’aria un
buon profumo di legna bruciata e carne
arrostita, è da tanto che non stavo al campo, non avrei mai
creduto di poter
avere nostalgia per queste piccole cose.
-Eccovi
finalmente, tuo padre oggi si
è dato da fare- disse mia madre
Ridacchiai -Non
lo fa sempre?-
-Non ci
crederai, ma con la vecchiaia
è diventato più pigro, preferisce che se ne
occupino i giovani. Capirai anche
tu quando sarà il momento, ma hai ancora un sacco di tempo-
Abbozzai un
sorriso, un giorno non
potrò più farmi vedere da voi, o dovrei svelare
cosa sono, non potrò mai capire
cosa vuol dire invecchiare fisicamente.
-Possiamo
aiutare in qualcosa?-
-Mettetevi
comodi. Elen vai a prendere
i piatti-
La
guardò sorpresa -Ma!- e mi rivolse
un’occhiata, alzai le spalle, che ci posso fare?
-Elen…-
sbuffò e alzò gli occhi al
cielo -Vado- ma continuò a brontolare
-Finalmente la
Guardiana mi ha
lasciato andare, non so di cos’altro volesse parlarmi, ma ho
rimandato a
domani, penso che ce l’avesse con te Yen, hai fatto
qualcosa?- disse mio padre
Mi tesi come una
corda -Non…saprei,
non ho fatto nulla, ci parlerò io domani-
Cosa stava
cercando di fare? Voglio
tenerlo nascosto e manda tutto a…calma Yen, non è
il momento, inspirai cercando
di non pensarci, accantonando la questione insieme a tutti gli altri
problemi.
Arrivò
mia sorella con i piatti, poco
dopo ognuno di noi aveva davanti un ottimo pezzo di montone.
-Allora Solas,
raccontaci un po’ di
te, stai con mia figlia, ma non sappiamo altro-
Sorrise -Certo,
avete ragione, dovete
sapere con chi si è legata vostra figlia-
Mio padre
tossì cercando di mascherare
una smorfia, ridacchiai e mi fissò confuso
-Nulla, nulla,
è buonissimo questo
montone, non ne mangiavo uno così da un bel po’.
La mamma ha detto che ti sei
dato da fare e che stai diventando pigro-
Guardò
mia madre -Contento che ti
piaccia, ma non sto…-
Intervenne mia
sorella -Stai
invecchiando papà, inutile girarci attorno- e
partì un occhiataccia
-Visto che sto
invecchiando e la
memoria non è più quella di una volta dopo mi
racconterai le storie su Andruil-
l’espressione passò da sorpresa a seccata -Non ci
penso neanche, le ho sentite
talmente tante volte che mi fai passare la voglia di mangiare-
-Lethallan
passami l’acqua per favore-
si intromise mia madre sconsolata
Solas aveva
seguito lo scambio di
battute divertito, alla fine mio padre si rivolse di nuovo a lui e si
rifece
serio
-Stavamo
dicendo?-
-Come sapete
già sono un mago,
eretico, per la precisione non facendo parte di nessun circolo. Non
sono nato
in un clan Dalish, ma in un villaggio del nord, poi ho viaggiato
parecchio per
tutto il Thedas finché non ho incontrato vostra figlia
durante la tragedia al
Conclave-
-Se Solas non
fosse stato lì, sarei
morta, ero ferita e lui mi ha curato-
-L’ho
fatto perché ero lì per aiutare,
e il guaritore non ti aveva dato molte speranze, ero l’unico
che poteva fare
qualcosa per il marchio sulla mano- già è stato
un bel casino, sono quasi
morta, ma direi che ne è valsa la pena. Chissà
dove sarei ora se non mi
avessero mandato al Conclave, sicuramente non avrei sposato
quell’idiota di
Mahen, mi vengono i brividi al solo pensiero.
-Quindi non
è stato amore a prima
vista?- si intromise mia sorella
-No, lethallan
ci siamo conosciuti
meglio in seguito- risposi
-Non stavo
chiedendo a te!- replicò
decisa, sospirai
Solas
ridacchiò -No, avevo in mente altro
in quel momento, riuscire a tenerla in vita e combattere contro i
demoni per
restare vivo. Poi con l’arrivo di tua sorella, la situazione
ha iniziato a
migliorare, visto che poteva chiudere gli squarci-
-Elen mi ha
detto che non vi siete
visti per tre anni…- affermò
mia madre,
mio padre si fece attento -Esatto, colpa mia, avevo delle cose
personali da
risolvere e non volevo che Yen venisse coinvolta. Ma mi sono reso conto
di non
poter continuare a starle lontano e quindi sono tornato-
-E in tre anni
sei stato sempre
innamorato di lei?!- rispose perplessa Elen
-Sempre, non
sono mai esistite altre-
proferì serio
Era sorpresa -E
tu?-
-Io? Stessa
cosa, non mi interessavano
gli altri, anche se essendo l’Inquisitore ho ricevuto
parecchie proposte, ho
aspettato che tornasse- Josephine bruciava le lettere con tale
contenuto senza
neanche farmele vedere. Quello che mi aveva dato un po’
fastidio è che era
trapelata l’informazione tra i nobili che ero stata la
compagna di un
traditore, quella parola mi faceva infuriare, che diavolo ne sapeva la
gente di
lui e della nostra relazione? Mi era toccato far finta di nulla, per
non
rovinare i vari contatti che avevo instaurato, in compenso molti
dovevano aver
trovato intrigante la cosa visto che non venivo lasciata stare,
finché non ero
arrivata al punto di ignorarli completamente. La mia reazione era stata
trovata
divertente, fintanto che la stessa Celene si era interessata alla
questione e
non avevo smentito le voci, non mi interessava giocare con
l’imperatrice su una
mia questione privata, il ricordo di quella conversazione era ancora
vivo e
quella sera, all’ennesimo ballo a cui avevo dovuto
partecipare, era stata
l’ultima volta che le avevo parlato.
---------------
-Mi avete fatto
chiamare?- domandai,
Celene era vicino al parapetto del balcone, indossava un abito verde di
seta
che richiamava l’ultima moda orlesiana in voga in quel
momento, la maschera
sempre sul viso come per consuetudine. Le due guardie poste alla porta
si
congedarono lasciandoci la privacy che richiedeva
quell’incontro, sapevo di cosa
voleva parlare, non si chiacchierava d’altro in quel periodo
e non potevo
negare, mascherarlo, ma non negarlo che mi desse fastidio.
-Inquisitore
come sempre siete la
benvenuta, vedo che però la vostra ambasciatrice non riesce
a farvi indossare
un abito da sera- insinuò con tono divertito -Suppongo che
tale evento
richiederà un accompagnatore adatto, mi chiedo se ne
avrò mai il piacere- avevo
messo la classica divisa militare, ma di un blu notte, la rossa della
prima
volta la trovavo orribile. Il concetto ‘non voglio essere
corteggiata’ mi
sembrava chiaro, ma con scarso successo.
-Spero di avervi
fatto riprendere
fiato-
Sorrisi -Il
tempismo è stato perfetto,
la mia pazienza non è infinita, vi ringrazio-
-Un elfa al
vostro posto ne sarebbe
lusingata-
-Forse, ma
converrete con me che non
sono un trofeo da vincere-
Ridacchiò
-Diciamo semplicemente che è
già stato vinto almeno quasi tre anni fa-
Già
è quasi passato un anno e ormai
eravamo alla fine -I vostri informatori sono efficienti ne prendo atto-
-Non
così efficienti, ma voglio
sentirlo da voi, non mi piace basarmi sulle voci, è un
pericolo reale?-
La studiai
attentamente il tono ormai
serio, sospirai -Devo rispondere come l’Inquisitore o come
sua compagna?-
Rifletteva -Mi
piacerebbe sentire
entrambe le versioni-
-Come
Inquisitore, sì e lo ucciderò
perché è un mio dovere, perché ci ha
tradito e usato. Come sua compagna, sì e
lo fermerò perché non è un avversario
che si può sconfiggere con la forza,
perché non mi sono sentita né tradita e
né usata, ma abbandonata e perché lo
picchierò così tanto che cambierà i
suoi piani-
Rise -Non mi
sembrano entrambe
prospettive rosee per l’interessato…- fece una
pausa -Lo amate anche dopo tutto
questo?-
-Sempre- risposi
senza esitazione,
rimase in silenzio -Sareste andata con lui?-
Non mi aspettavo
quella domanda, non
così direttamente almeno -Se me ne fosse stata data la
possibilità…sì-
-Non
l’avete avuta?-
-Negata da lui
stesso-
Altro silenzio
-Capisco…allora spero
di rivedervi un giorno con un abito da sera adatto
all’occasione-
Abbozzai un
sorriso -Lo spero anche
io, maestà-
-------------------
-E se non fosse
tornato?- intervenne mio
padre -L’avrei cercato e mi sarei tolta la soddisfazione di
fargliela pagare-
guardai Solas e sorrisi
-Infatti, era
meglio non rischiare-
rispose con tono serio -Dubito sarei sopravvissuto-
Gli tirai un
pizzicotto, si rivolse
verso di me mimando un “ahi” con la bocca e
massaggiandosi il braccio
Elen rise e i
miei genitori sorrisero
-Bhe, sembra
proprio che abbiate il
favore di Mythal- disse mio padre un po’ meno severo, forse
Solas aveva fatto
una buona impressione
Se
sapessi…bevvi dell’acqua, rispose
Solas -Sembrerebbe così hahren-
Per fortuna non
si era andati sul
discorso tradizioni, si sta comportando meglio di quanto mi aspettassi,
forse
la mamma gli ha detto qualcosa.
-Non sei Dalish,
ma hai detto di
conoscere gli Dei elfici…- si bloccò, aveva
percepito lo sguardo insistente mio
e di mia madre. Cosa avevo appena pensato? È più
forte di lui…
Solas sorrise
–Parte di quello che so
è perché l’ho visto
nell’Oblio, che riflette solo la verità, hahren.
La quale
discosta molto da quello che i clan si tramandano, ma se vogliamo
rimanere vivi
suggerirei di cambiare discorso- disse l’ultima frase
fissandomi divertito,
abbozzai un sorriso in risposta.
Notai poco
lontano la Guardiana,
vicino al falò principale del campo, si stava cucinando
qualcosa.
Mi alzai e
appoggiai una mano sulla
spalla di Solas -Vi lascio un attimo, parlo con la Guardiana-
Mi avvicinai ad
essa -Buonasera,
hahren-
Si
voltò sorpresa e mi invitò a sedere
-Non pensavo venissi, da’len-
Sorrisi -Sono
contenta che tu sia
tornata a farci visita-
-Anche io, ma
non posso restare-
Mi
guardò seria -Lo immaginavo, mi
spiace per tuo padre, ma tu hai scelto una vita diversa. Quindi ho
notato che
sono cambiate molte cose, soprattutto tu-
Voleva che
introducessi io l’argomento?
Per fortuna eravamo sole. Fissai il fuoco ascoltandone il crepitio.
La osservai, mi
dispiace non posso
dirti la verità -Non sono più la bambina che se
ne era andata-
Sorrise -Questo
penso l’abbia notato
anche tuo padre, ma quello che ho visto?-
La guardai seria
-Dimenticalo se puoi,
non farne parola con i miei, deve rimanere tutto così-
Sospirò
-Perché vuoi che rimanga un
segreto?-
-Perché
si aprirebbe una porta che per
voi deve rimanere chiusa-
Mi fissava
attenta -Centra il tuo
compagno?-
-Centra lui,
centro io…-
-Quello che hai
fatto alla viverna…non
è magia normale…- rispose esitante
Rimasi in
silenzio -Non me ne puoi
parlare?-
-No, mi
dispiace-
Guardò
il fuoco e sospirò -I Vallaslin?-
-Solas sa
toglierli e sai che non li
ho mai voluti hahren-
Ridacchiò
-Eccome se lo so, però ti
stavano bene, soprattutto la scelta del colore…-
insinuò
Sorrisi -Allora
lo avevi capito?-
-Certo
da’len, ma quello che mi ha
sorpreso è che hai scelto una versione complessa del
Vallaslin, anche se ti
avevo proposto quella più semplice, perché?-
Non lo sapevo
neanche io con certezza,
non allora per lo meno, negai con la testa -Non lo so nemmeno io, forse
perché
al clan Mythal non viene scelta spesso e…- mi interruppe -E
hai sempre voluto
distinguerti dai tuoi coetanei, anche se lo facevi già
egregiamente, le tue
abilità in combattimento e nella caccia sono sempre state
superiori da provocare
paura e darti quell’insulto-
-Già,
ma quell’insulto è il rovescio
della medaglia…- mi rivolse un espressione confusa, non
approfondii la cosa, ma
era la verità, se dovesse succedere qualcosa a Solas sarebbe
l’unica via che
percorrerei fino alla morte.
-Mi era stato
riferito che avevi
l’Ancora, non la vedo-
Abbozzai un
sorriso -Non ce l’ho più,
mi stava uccidendo e Solas mi ha salvato- tirai su la manica
dell’abito
mostrando la cicatrice che era rimasta sull’avambraccio.
Avrei potuto cancellarla
quando volevo, ma preferivo non farlo, mi ricordava cosa ero e cosa
invece sono
ora e lo farà per sempre su questo corpo che non
invecchierà mai.
Le si sgranarono
gli occhi -Da’len…questo
non è il tuo vero braccio??-
-Bhe, ora lo
è…l’originale è stato
reciso, un altro mio amico mago me ne ha dato uno nuovo-
-Hai vissuto
cose che qua al clan
nessuno si immagina…e ora ne sai decisamente più
di me sulla magia…-
-Quello che so
me l’ha insegnato Solas
il resto l’ho vissuto in prima persona…- sospirai
-Quell’idiota di Mahen, mi
sarebbero bastati cinque minuti e sarebbe morto, non ho bisogno dei
miei poteri
per fare ciò, hahren…se li uso in combinazione al
combattimento è una cosa devastante-
-Tu gli hai
rotto il naso?-
-No, Solas, ed
è stato fin troppo
gentile, l’ha insultato-
-Bhe, se ne
ricorderà visto che non è
venuto subito da me, il segno resterà-
-Bene e non
potrà neanche vantarsene, l’idiota…-
-Da’len…-
-Scusa…ma
è vero, gli servirà da lezione-
Sospirò
-Sono contenta che tu abbia
trovato qualcuno che ti capisca, così non sei da sola-
-Grazie, ma non
ho solo Solas, ho
anche degli amici con cui ho combattuto contro Corypheus-
-Lo so
da’len, la tua casa ora è
un’altra, sono felice che hai trovato quello che cercavi-
-Mi hai scelto
apposta per andare al
Conclave?-
Sorrise
-Conoscevo il tuo desiderio di
voler vedere il mondo esterno, e che magari non saresti tornata, ma sei
sempre
stata diversa e sapevo che se ti avessi costretto al clan dubito
sarebbe andata
a finire bene-
Quelle parole mi
sorpresero,
scaldandomi il cuore -Ma serennas, hahren-
-Ti conviene
tornare da tuo marito,
prima che tuo padre lo sommerga di domande…tienitelo
stretto, hai scelto bene,
trovare un lupo è raro, rimane fedele come pochi-
La guardai
basita, cosa…che…-Hahren…?-
Sorrise -Sono
vecchia, ma ci vedo
ancora bene da’len e il tuo compagno l’ha capito,
so quando dare peso alla
nostra storia e quando metterla da parte-
Inspirai
profondamente, mi alzai e la
guardai in viso
-Hahren, ti
dirò solo una cosa, con arroganza
verremmo chiamati Dei- dissi seria
Era
esterrefatta, non gli lasciai il
tempo di rispondere -Forse un giorno ci rivedremo-
Mi voltai e
tornai da Solas
mettendogli le mani sulle spalle
-Risolto con la
Guardiana lethallan?-
domandò mio padre -Sì, ci siamo chiarite-
-Andiamo Solas?
È tardi-
Salutammo e
tornammo alla tenda, mi
cambiai e mi stesi sulle pelli, chiusi gli occhi e sospirai cercando di
rilassarmi. Sentii Solas mettersi al mio fianco -Con la Guardiana?-
-Tutto a posto,
è rimasta scioccata,
dubito farà altre domande-
-Perché
scioccata? Non avrai…?-
Ridacchiai -No,
ho solo detto una verità
omettendo tutto il resto-
Le sue labbra
morbide e calde sulle
mie -Impari in fretta, vuoi fare anche Fen’harel?-
Sorrisi -A te
viene naturale, a me no,
grazie, mi va bene così-
-Le hai detto
qualcosa sulla tua natura?-
aggiunsi
Ridacchiò
-No, ma riesce a vedere il
mio spirito e anche il tuo ora che hai di nuovo il pendente. A parte
quello che
ti ho detto prima, non ha fatto altre domande, ma ha abbastanza talento
per
scorgere cosa siamo, anche se non può capire-
Mi
baciò ancora
lentamente passando poi sul collo,
sospirai, bruciavano -Sei tesa-
-Troppe cose
tutte in un giorno…-
aprii gli occhi e lo fissai -Solas…dovessi un giorno fare
qualcosa…-
Mi
baciò zittendomi -Tu sei tu e non
chiedermelo, preferirei farmi ammazzare da te piuttosto che farti del
male-
-La stessa cosa
che ho pensato io, qualche
anno fa-
-Non hai mai
pensato di…-
Sorrisi
-Piuttosto mi faccio uccidere
da lui, che fargli del male-
Prese possesso
della mia bocca.
Vir
Banal'ras: La Strada
dell'Ombra, I cacciatori Dalish la intraprendono quando un Debito di
Sangue
deve essere ripagato. Questi cacciatori si dedicano alla vendetta e
nient'altro, da qui nascono le leggende dei Dalish Assassini.
Uthenera (letteralmente
"lungo
sonno", tradotto anche come "immortale") è un sonno
prolungato
praticato dagli antichi elfi
Fenedhis!:
“Al diavolo!”
Eh
già, la nostra Yen questa volta ha scoperto qualcosa su
stessa che non si aspettava, ma sembrava troppo perfetta vero? XD
E la reazione di Solas, è stato un bel colpo anche per lui,
povero XD
Mahen...Mahen è un idiota, l'ho già scritto un
sacco di volte XD *Yen e Solas approvano molto*
Spero che vi sia piaciuto e sia tutto chiaro, se no ditemelo pure :)
Alla prossima!
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
22
Seduta su un
masso poco lontano dalla
tenda osservavo il fiume. Solas era andato a fare un giro,
probabilmente a
concludere quello che aveva detto ieri solo a parole.
Il sangue di
ogni Evanuris…questo
pensiero continuava a persistere, non facevo in tempo a pensare ad
altro che
insistentemente ritornava. Avevo fatto fatica a dormire quella notte,
continuando a rigirarmi nervosa, infine all’alba stavo per
alzarmi anche se esausta,
quando Solas aveva posato una mano sulla mia vita e l'altra sulla mia testa
tirandomi verso di lui, mettendomi il viso sulla sua spalla -Ti sveglio
io,
vhenan. Melava
somniar- dopo quelle due
parole, avevo perso conoscenza
quasi senza accorgermene.
-Lethallan- mi
voltai, si avvicinò mio
padre mettendosi al mio fianco
-Ciao
papà-
-Non vedo
l’elfo che mi ha portato via
la mia bambina-
Sorrisi
-È andato ad esplorare i
dintorni…quindi cosa ne pensi di lui?-
-Avrei preferito
che ti legassi a
qualcuno del clan…-
Ci avrei
scommesso…
-Ma mi sembra
che ti renda felice e
questo è l’importante, no? Tanto a te non
interessa che sappia poco delle
nostre tradizioni e non sono io che ci devo vivere assieme-
Lo guardai
sorpresa -Di la verità, hai
parlato con la mamma-
Abbozzò
un sorriso -A tua madre e a
tua sorella ha fatto un’ottima impressione…-
Questo lo avevo
notato -E a te?-
-Mi pare degno
di fiducia, mi chiama
hahren, ma mi da l’impressione di saperla più
lunga di quanto ne sappia io, gli
occhi non sono quelli di una persona giovane-
-Ha viaggiato
molto e ne ha passate
tante, sarà per quello- risposi vaga
-Mmm…per
i Vallaslin, li hai
tolti…come?-
-Solas con la
sua magia sa toglierli,
gliel’ho chiesto io…sai che non li ho mai voluti
fare…-
Rimase in
silenzio -Lo sai che ti
voglio bene vero? Volevo…volevo solo che diventassi parte
del clan e vorrei che
prendessi il mio posto a guidare i cacciatori-
Sorrisi -Anche
io ti voglio bene, anche
se sai essere insopportabile- sospirai, mi alzai e lo guardai in viso
-Mi
dispiace, non posso accettare, ho compiti altrove, non posso restare-
aggiunsi
triste
-Me lo
aspettavo, la Guardiana mi
aveva già avvisato…però hai trovato la
tua strada…- era afflitto
Lo abbracciai
-Grazie papà, poi non
sono da sola, ho Solas e ci aiutiamo a vicenda-
-Lo spero bene,
se no gli faccio
vedere io-
Ridacchiai
-Penso che la tua seconda
scelta sia Mahen, giusto?-
-Già-
-Bhe, sai come
la penso, rompigli le
scatole anche da parte mia, non vorrei che moriste di fame-
-Come siamo
pessimiste-
-E realiste,
ficcagli un po’ di buon
senso in quella testa- aggiunsi
-Si vede che sei
abituata a comandare,
saresti stata perfetta-
-Ne ho passate
talmente tante che ho
imparato padre-
-Anche Solas mi
pare che ne sappia
qualcosa- proferì curioso
Sorrisi -Anche
lui ha un ruolo di
comando in quello che stiamo facendo-
Mi
guardò attento -Combatte molto
bene, ma è un ottimo stratega, certe volte avventato, ma per
quello ci sono io-
-A proposito
cosa è successo a Mahen?
La Guardiana…-
Lo interruppi
-Ha fatto l’idiota come
suo solito e Solas gliel’ha fatta pagare, visto che
l’ha insultato più volte,
perché avrei dovuto sposarmi con lui, visto che
l’hai illuso…decisamente non è
mai stato di mio gusto e prima che ti vengano strane idee, Elen la
pensa allo
stesso modo- replicai senza pietà.
Sospirò
-Capisco…quando avete
intenzione di andarvene?-
-Forse domani-
Annuì
con un cenno del capo -Sarà meglio
che vada, ci vediamo dopo-
Sorrisi
-Sì papà- sospirai e mi
guardai intorno, tutto sommato era andata bene e Solas non si
vede…andai anche
io verso il campo, vidi una figura veloce di riflesso, la evitai
agilmente,
Elen.
-E quello cosa
doveva essere? Un attacco
a sorpresa? Troppo lenta-
-Come hai fatto?
Non mi vedevi!-
Ridacchiai -Te
l’ho detto, troppo lenta,
avrei potuto anche contrattaccare se avessi voluto-
Sbuffò
-Non eri così brava quando te
ne sei andata e qui rimane sempre tutto uguale…Solas?-
-È
andato a fare un giro…-
-Senza di te?
Siete sempre
appiccicati- ridacchiò
-Per noi il
venirvi a trovare è una
pausa rispetto a quello che facciamo di solito-
Mi
guardò curiosa -E cosa fate di
solito?-
-Cose che hanno
a che fare sempre con
l’Inquisizione, per esempio vogliamo liberare gli elfi dalla
schiavitù del
Tevinter, adesso-
Aveva ascoltato
attenta quello che
avevo detto ed era pensierosa
-Non…è
che…potrei venire con voi?-
disse esitante
Divenni tesa,
Elen…come posso
toglierti ai nostri genitori, hanno già perso
me…poi verresti a scoprire cosa
siamo, oltre che ti metterei in pericolo.
-Elen
perché mi chiedi ciò?- risposi
seria
-Perché
qui al clan non c’è nulla!
Farei la cacciatrice e basta, voglio vedere altro che la solita
foresta!-
Capivo il
sentimento che provava, ma…
-Lethallan ti
capisco, ma ai nostri
genitori non pensi? Se te ne vai anche tu…ne devi parlare
con loro…io non
voglio poi metterti in pericolo, qui hai una vita tranquilla,
verrà il momento
di combattere, se ti succede qualcosa come farei a perdonarmelo?-
-Ormai sono
adulta! Li vedi i Vallaslin?
Vorrei poter decidere io cosa fare, non devi tenermi sotto controllo!-
I Vallaslin li
vedevo eccome -Hai scelto
anche tu Mythal?- proferii seria, i miei marchi, per fortuna sono solo
un
imitazione di quelli veri, aveva fatto il più semplice e
meno invasivo, le
donavano, anche se sarebbe stata meglio senza.
Annuì
con un cenno del capo -Quindi
cosa dici?-
-Ne devi parlare
con loro, non puoi
sparire senza dire nulla-
Era nervosa
-Parlarne con papà? Faccio
prima ad imparare l’Antica Lingua-
Abbozzai un
sorriso -A proposito,
perché?- la guardai confusa -Cosa?-
-Vi ho sentiti,
quando parlate da soli
lo fate solo nell’Antica Lingua, giusto?-
Ormai non ci
facevo neanche più caso,
ci veniva naturale, e vedevo Solas molto a suo agio, a me parlare una o
l’altra
non aveva molta differenza.
-Me
l’ha insegnata lui e ci sentiamo a
nostro agio usandola-
-Siete strani,
non volete far capire
cosa vi dite?-
Sorrisi -Anche
Elen, torna utile anche
per quello-
-Quindi ne
dovrei parlare con papà?
Oddio…so già che non accetterà-
-Se provi prima
con la mamma?-
Mi
guardò sconsolata -Proverò, ma non
prometto nulla…mi sta venendo sempre più voglia
di sparire, indubbiamente farei
prima…-
-E li faresti
morire di paura e
preoccupazione-
Sospirò
-Vado non ho molto tempo,
vero? Quando…-
-Domani Elen-
sospirai -Molto
probabilmente domani mattina-
Era pensierosa,
affrontare l’argomento
con i miei non sarebbe stato facile, lo sapevo
-Ora sei adulta
è vero, se vuoi venire
non te lo impedirò, ma non ci sarò sempre, ho
anche io delle cose da fare,
potresti vedermi poco o tanto. Non potrò aiutarti, sarai un
soldato Elen e
potrai ricevere delle promozioni, usi ancora l’arco giusto?
Sarò sincera
lethallan, preferirei che restassi qui, ma ti lascio scegliere,
è un tuo
diritto-
-Sì,
uso ancora l’arco e tu?-
-Io sempre i
pugnali, lo sai che
l’arco non fa per me-
Ridacchiò
-Non fa per te? L’ultima
volta che ti ho visto usarlo facevi paura! Sei ancora capace?-
Abbozzai un
sorriso -Arrugginita,
terribilmente…sono quasi cinque anni che non lo prendo in
mano-
Sogghignò
e mi prese per mano -Bene
andiamo, fammi vedere!-
-Non devi
parlare con la mamma?-
replicai confusa -Dopo, dopo, c’è tempo-
Mi
trascinò nello spiazzo per gli
allenamenti, i bersagli erano posti di fronte. Si allontanò
per prendere il
necessario. Erano presenti i ragazzi più giovani che si
esercitavano.
Mi ritrovai in
mano un arco e la
faretra, eh che pazienza, saggiai la corda era giusta.
-Quindi?-
domandò Elen
-Devo iniziare
io? Mi vuoi proprio
umiliare- scherzai
Sorrise
divertita -Tre frecce a testa,
vediamo chi fa centro più volte…ah e naturalmente
un unico bersaglio-
Ma sentila, e si
che le ho detto che
non lo uso da parecchio -Quando fai così sei antipatica lo
sai?-
Ridacchiò
e mi fece segno di iniziare,
osservai il bersaglio, saranno stati circa trenta metri, una volta era
una
bazzecola, ma adesso?
Incoccai la
prima freccia, inspirai
per impormi la calma e presi la mira. Scoccai, raggiunse il centro
perfetto.
Rimasi sorpresa e fissai il bersaglio incredula.
-Wow, meno male
che sono cinque anni
che non ne prendi in mano uno! Ma sei sicura?- esclamò
stupita
-Sicurissima…-
un pensiero insidioso
mi era venuto in mente, ma lo avrei affrontato dopo.
-Forza tocca a
te!- la incitai, si
mise in posizione e scoccò, un centro anche per lei, sorrisi
-Spostiamolo
più indietro- una volta
fatto, per entrambe furono altri due centri, ormai lo spazio
disponibile era
pochissimo
Sospirai -Elen
tira prima tu-
-No tocca a te!
Non voglio vantaggi!-
esclamò decisa, le sorrisi -Ma che vantaggi, forza,
muoviti!- volevo provare a
fare una cosa, che probabilmente avrebbe confermato il mio dubbio.
-Come vuoi, ma
non dare la colpa a me
se perdi!- ridacchiai, no non avrei
perso…purtroppo…
Scoccò
e fu un altro centro, aveva
occupato l’ultimo spazio disponibile come previsto
-E ora che fai?-
sogghignò divertita,
sorrisi allontanando cupi pensieri.
Scoccai. La
freccia arrivò infallibile
e prese il posto di quella che era già conficcata nel
centro, sbalzandola via
ridotta in pezzi. In quel momento avevo distrutto me stessa. Elen mi
prese
dalle spalle euforica -Come hai fatto!?-
Cercai di
sorridere -Sei straordinaria,
ce l’hai nel sangue!- continuai a mantenere quella maschera
di felicità, già
nel sangue…
-Dai vai, devi
parlare con la mamma,
no? Io…ritorno alla tenda-
-Questa la devo
dire anche a papà
però, sei bravissima, potresti essere Andruil!-
affermò gioiosa
Feci un mezzo
sorriso “-Ci vediamo
dopo- e mi avviai alla tenda, dovetti trattenermi per non correre,
entrai,
Solas non era ancora tornato.
Mi sedetti e mi
coprii il viso con le
mani, tutto quello che so fare, non è merito mio!
È colpa di questo sangue! Gli
occhi mi si riempirono di lacrime che mi rigarono il viso. No, no, no!
Questi
poteri, tutto ciò che sono…non è
merito mio! So tirare così bene con l’arco per
merito di Andruil! E gli altri Evanuris? Che abilità mi
hanno tramandato? Avrò
anche i loro difetti! Non voglio essere loro! Per questo Solas mi aveva
guardato così ieri?
Le lacrime non
si fermano, sono sempre
io, ma tutto quello che so fare…
Udii dei passi
avvicinarsi alla tenda,
cercai di asciugarmi il volto e mi girai, dovevo controllarmi, non
volevo farmi
vedere così da lui.
Lo sentii
entrare -Ah sei qua!-
Non risposi e
non lo guardai, facendo
finta di cercare qualcosa nella borsa
-Che succede?-
domandò, divenni tesa,
avevo la gola secca, ma come fai? Mi schiarii la voce
-Nulla-
-Vhenan ti
conosco troppo bene, cosa
succede?- l’ulteriore domanda mi irritò
Tenendo il volto
basso feci per uscire
velocemente, ma mi bloccò per un braccio tirandomi con forza
a sedere -Ehi! Lasciami!-
mi fissò serio aspettando che parlassi. Non ne avevo alcuna
intenzione.
Continuava a stringermi la mano, il calore che mi infondeva mi faceva
sempre
sentire bene.
-Non andrai da
nessuna parte finché
non parli, per me possiamo stare qua anche tutto il giorno. Sei
sconvolta è
inutile che cerchi di nascondermelo-
Continuai a
tenere lo sguardo basso,
finché non lo rialzai con sfida -Lasciami- risposi piccata
-Spiacente, se
necessario ti bloccherò
anche meglio- rispose pacato e deciso fissandomi negli occhi -Sei
bellissima
anche così infuriata e non ti lascerò andare mai
più-
Sospirai,
adulatore, cercai di alzarmi
strattonandolo, ma mi tirò giù deciso e con forza
obbligandomi a stendermi e
sovrastandomi, sospirai profondamente -Da quando sei tu a essere
così
orgogliosa?-
Lo fissai, ma
distolsi lo sguardo, mi
leggeva come un libro aperto -Non ho intenzione di parlare, quindi che
facciamo?-
-C’è
qualcosa che ti turba e voglio
saperlo, non ti lascio andare neanche se usi quella barriera-
-Vogliamo
provare? Tanto non è
comunque una mia facoltà- risposi triste
-Proviamo!-
replicò arrogante, aveva
proprio intenzione di provocarmi, come vuoi!
Rilasciai il
mana che formava la
barriera, ormai avevo imparato a controllarla a piacere, ci era voluto
meno del
previsto e mi persi nei miei amati occhi grigi. Sostenne lo sguardo con
difficoltà,
vidi anche lui usare il suo potere cercando di sovrastare il mio, stava
facendo
fatica lo percepivo, si avvicinò ad un palmo dal mio viso,
fissandomi con sfida
negli occhi, lo stavo mettendo a dura prova. Mi diede un bacio leggero
sulle
labbra. Stupido, ti stai facendo del male. Annullai la barriera.
-Perché
l’hai tolta?- sospirai e
chiusi gli occhi -Ti stavi facendo del male-
-Io stavo solo
facendo quello che ti
ho promesso, non intendo distogliere lo sguardo dai miei amati occhi
color
ametista e poi lo sai che sono orgoglioso, mi è bastato una
volta-
-Hai fatto
quello che dovevi
suppongo…- tentai
-Non cambiare
discorso- invano…-Quindi
che si fa?-
-Mmm…di
idee ne avrei parecchie, ma
preferirei che parli prima- rispose malizioso
Sorrisi, ma
rimasi in silenzio,
ignorandolo, passò un braccio sotto la mia vita e uno sotto
le mie spalle,
aprii gli occhi -Che stai…?- non finii la frase, con un
movimento veloce ci
scambiò di posto e mi strinse a sé,
così che non potevo alzarmi -Così va
meglio, io sono troppo pesante per te, ora siamo comodi entrambi-
Mi si
scaldò il cuore e lo strinsi
-Ma’arlath…che
succede? Ti prego, mi fai preoccupare così-
Accidenti a
te… -Sono andata a tirare
con l’arco con Elen…-
Rimase in
silenzio, ma sentiva che non
continuavo -E…?-
-Sono cinque
anni che non ne prendo in
mano uno…cosa ti aspetteresti?-
Cominciò
ad accarezzarmi -Che non sei
più brava come dovresti?-
-Normalmente
dovrebbe essere così…-
-Ma…non
è stato così…-
Gli strinsi la
maglia con rabbia e mi
sfogai lasciando andare tutto quello che mi stava corrodendo
l’anima -Ogni cosa
che so fare è colpa di questo sangue! Non ho niente di mio!
Quella che ha
tirato con l’arco era Andruil, non io! Pensavo fossero mie
abilità e invece è
tutto grazie a loro! Anche questo potere non è mio, me
l’hanno dato loro!- mi
rivennero le lacrime agli occhi -Dimmi la verità Solas! Chi
vedi quando mi
guardi? Ieri mi hai guardato in un modo che…- le parole mi
si fermarono in
gola, trattenni un singhiozzo e le lacrime mi rigarono le guance.
Mi strinse di
più a sé -Non voglio
sentirti dire queste sciocchezze, allora le abilità che i
figli prendono dai
genitori non sono loro? Quello che sai fare è solo merito
tuo, probabilmente è
vero sei avvantaggiata rispetto agli altri, ma tu sei tu-
Lo strinsi e
affondai il viso nella
sua maglia -Chi vedo quando ti guardo? Non lo nego mi ricordi Andruil,
ma sei
completamente diversa da lei. Ti chiedo ancora perdono per come ho
reagito
ieri, non succederà mai più. Ho tra le mie
braccia la donna che mi ha fatto
impazzire in quel sogno cinque anni fa e per la quale morirei se
necessario e
da cui voglio dei figli-
Ero tra il
pianto e la gioia -Stupido,
smettila di fare l’adulatore-
-Perché?
Mi pare che ti piaccia quando
lo faccio, e mi piace farti i complimenti, ti brillano sempre gli occhi
come la
prima volta-
-Stupido
orgoglioso- replicai con un
filo di voce, ridacchiò -Va meglio?-
-Come abbiamo
fatto per tre anni?-
-Non lo so,
vhenan, ma sono contento
che non siano stati di più-
Allentò
la presa, ma rimasi stesa
sopra di lui, ero comoda. Rimanemmo in silenzio per un po’
ascoltando il nostro
respiro.
-Mia sorella
vuole venire con noi…-
Sospirò
-E tu?-
-Come mi ha
rinfacciato lei è adulta,
non la posso costringere, ma le ho detto che deve convincere i
miei…cosa
alquanto difficile, ma ha la testa dura come un masso-
-Su questo siete
uguali, ma per la
nostra natura?-
Sorrisi
compiaciuta -Avrò parecchio da
raccontare e le farò giurare di non dire nulla ai miei,
resterà stravolta…non
voglio che abbia paura di me o di te-
-La Dea
dell’amore non ha mai fatto
paura, sempre se non si vendica…il problema sono sempre
io…-
Mi alzai un poco
per guardarlo -Non
dire sciocchezze, capirà-
-Ho parlato
anche con papà, le mie
congratulazioni hai fatto una buona impressione-
Sorrise -Meno
male e tu?-
-Tutto a posto-
-Bene…che
si fa?-
-Non avevi detto
di avere parecchie
idee?- insinuai maliziosa
-In
effetti…- lo accarezzai -Hai
distrutto quel luogo?-
-No, ho solo
sigillato l’entrata,
penso sarebbe venuto un colpo al tuo clan, no?-
Ridacchiai -Mi
sa di sì, grazie,
vhenan-
-Comunque la tua
Guardiana, non si è
arresa del tutto, ha cercato di seguirmi…invano…-
rise
-Mi fa piacere
che ti sia divertito,
come sparisci tu, non lo fa nessuno-
-Mmm…che
cattiva- rispose piccato. Ridacchiai.
Mi separai da
lui, dei passi fuori
dalla tenda -Yen, sei dentro?- prima che potessi rispondere, vidi parte
del
telo scostarsi, spuntò il viso di Elen, esitò
-Scusate…vieni?-
Uscii
all’esterno seguendola -Allora
la mamma non è molto convinta, ma visto che ci sei tu, ha
detto che va bene,
basta che le scrivo molto più di quanto abbia fatto tu- era
raggiante, le
sorrisi, ma rimaneva ancora una persona -Papà?-
Abbassò
lo sguardo in difficoltà -Non
gli hai ancora detto nulla…-
-Bhe…ci
ho provato, ma…ho cambiato
discorso…-
Sospirai
sconsolata -Purtroppo devi
dirlo anche a lui-
-Lo
so…e che…- la presi per un braccio
e la trascinai al campo -Ehi! Dove andiamo?-
-Da
papà, da chi vuoi andare?- risposi
decisa -Che!? Ferma! Stop! Non sono pronta mentalmente!-
Ridacchiai -Su
forza, o quando verrai
con me ti dovrò tenere la mano come una bambina?-
-Cosa!? No!-
rispose offesa e si liberò
dalla mia presa, la guardai -Allora? Sarò presente anche io,
ma parli tu-
Mi
guardò sorpresa e abbassò lo
sguardo pensierosa -Va bene, andiamo- e mi tirò lei per un
braccio, sorrisi
compiaciuta.
Lo trovammo al
campo d’addestramento,
stava insegnando ai più piccoli le basi, mi venne in mente
quando ne avevo
preso per la prima volta in mano uno, avevo imparato molto
più in fretta dei
bambini della mia stessa età e papà era
orgoglioso. Poi da adolescente avevo
scoperto la gioia di attaccare e combattere con i pugnali, provo sempre
una
certa soddisfazione che l’arco non mi da. Era confortante
abbattere una preda
da lontano senza neanche essere visti, ma molto più profondo
il piacere di
sorprenderla alle spalle. Ero sempre stata particolarmente micidiale, e
avevo
acquisito un misto di rispetto e paura dai miei coetanei, cercando di
offendermi dicevano che ero perfetta per il Vir Banal'ras.
Feci un cenno ad
Elen incoraggiandola,
andò a chiamarlo. Mi si mise di fianco e nostro padre di
fronte -Dimmi Elen- la
guardai, si era già bloccata? Le tirai un pizzicotto, mi
rivolse un espressione
buffa, diceva ‘dopo te la faccio pagare’, sorrisi
divertita, si schiarì la voce.
-Papà…voglio
andare insieme a Yen, ne
ho già parlato con la mamma e ha dato il suo consenso-
Ci rivolse una
espressione
esterrefatta, che divenne in seguito mesta
-Non se ne
parla, sono già abbastanza
in apprensione per una figlia, non voglio rischiare che ti succeda
qualcosa-
-Ma…papà!-
esclamò tentennante -Ho
detto no, chiuso- rispose deciso, osservai entrambi, Elen era
visibilmente
infuriata e si stava trattenendo da fare una scenata probabilmente.
Intervenni.
-Padre- rivolse
la sua attenzione su
di me -I Vallaslin, dichiarano che l’intero clan la ritiene
adulta, può
decidere da sola la sua via, non vorrai smentirlo-
Mi
guardò piccato -So cosa significano
i Vallaslin e tu dovresti sapere a cosa vuoi mandarla in contro-
Mantenni un tono
pacato e serio -L’ho
già avvisata di ciò e sembra pronta a prendersi
le sue responsabilità, la terrò
d’occhio per quanto possibile-
Lo vidi
osservare mia sorella -Per
quanto possibile…dovrò aspettare che qualcuno mi
venga a dire che siete morte?-
-Anche io potrei
aspettarmi un’altra
lettera, che mi riferisce della tua morte per mano di uno sh’amlen,
bestia o demone. Ha il
diritto di scegliere, potrà sempre far ritorno al clan in
seguito-
Ormai lo avevo
messo con le spalle al
muro -Parlane assieme con la mamma, ma vorremmo una risposta entro
domani
mattina- avevo dettato le condizioni.
Mi
fissò attentamente -Da quando fai
questi giochetti?- proferì risentito
Abbozzai un
sorriso -Questo è parte
del mondo di cui ora faccio parte e non voglio che ne veniate mai in
contatto,
Elen non ne avrà bisogno, questo è sicuro.
Giocare con i potenti richiede una
certa abilità, posso assicurarti di non averlo fatto
volontariamente, ormai è
una parte di me. Perdonami-
Salutai con un
cenno del capo,
percorsi qualche metro, quando venni bloccata dal braccio, mi voltai,
lethallan,
le sorrisi e contraccambiò
-Ma serennas,
ma chi era quella persona?-
La guardai
attentamente -Ogni cosa a
suo tempo Elen, avrai delle spiegazioni se verrai con noi-
Mi
osservò -Sei diversa…da come
ricordavo…-
Sorrisi e la
tirai verso di me
abbracciandola -Purtroppo ho dovuto farlo, ma anche quando mi vedi
così sono
sempre io, solo…bhe…-
Mi strinse
-Scommetto che quando fai
così ha paura anche Solas, è per quello che ha
risposto in quel modo l’altra
sera?-
Ridacchiai
-Mmm…può darsi…-
Si
scostò da me, guadandomi negli
occhi curiosa -E lui?-
Sorrisi
leggermente -Lui sa essere
peggio di me, meglio non farlo arrabbiare-
Melava Somniar: è
tempo di sognare
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
23
Era
l’alba, avevamo finito di smontare
la tenda -Tua sorella?- domandò Solas
-Ci sono!!!- la
vidi rivolgersi verso
di noi raggiante, sorrisi compiaciuta.
-Quindi ce
l’hai fatta, eh?-
-Merito tuo,
dubito mi avrebbe
lasciato andare, andiamo?-
-Preso tutto?-
annuì con un cenno del
viso.
Ci avviammo.
Passando di fianco all’Aravel
notai nostra madre, ci avvicinammo e senza dire una parola mi
abbracciò,
contraccambiai volentieri, si scostò e mi posò
una mano sul viso, era fredda la
coprii con la mia. Negli occhi un’evidente preoccupazione.
-State attenti e
scrivete!- guardando
sia me che mia sorella in modo severo.
Abbozzai un
sorriso -Scriverà Elen per
tutte e due- sospirò sconsolata e abbracciò mia
sorella
-Papà,
dov’è?- domandai
-Penso stia
facendo finta di dormire…non
gli è andata giù la discussione che avete avuto
ieri…-
Abbassai lo
sguardo -Già…-
Sorrise -Gli
passerà, si è solo reso
definitivamente conto che non sei più una bambina, ma una
donna con la tua
famiglia ormai- si rivolse a Solas -Te le affido e venite a trovarci di
nuovo
quando riuscite, sei il benvenuto-
-Certo signora,
con piacere-
Dopo gli ultimi
saluti, giungemmo allo
specchio, che fu prontamente attivato da Solas. Elen rimase a bocca
aperta.
-Questo…mmm…coso…sarebbe?-
disse
esitante
Sorrisi
divertita -Si chiama Eluvian,
è uno specchio magico che ci permetterà di
spostarci velocemente, non sarà ne
il primo e ne l’ultimo che attraverserai, quindi forza e
coraggio-
Le feci cenno di
andare, Solas ci
precedette dando l’esempio, la vedevo perplessa, la presi per
le spalle e la
spinsi entrando entrambe. Mano a mano che andavamo avanti ci prese
l’abitudine,
si esaltava per tutto quello che vedeva, gli alberi in fiore furono una
piacevole sorpresa, lo erano sempre anche per me che ormai li avevo
visti
parecchie volte.
-Vi spostate
sempre così?- domandò
entusiasta
-Se i viaggi
sono particolarmente
lunghi sì, se no usiamo anche il metodo tradizionale-
Era pensierosa
-Capisco, quando
arriviamo?-
-Entro tardo
pomeriggio dovremmo
farcela- proferì Solas
Finalmente
giungemmo a destinazione,
Elen si bloccò un’altra volta rivolgendomi
un’espressione scioccata, osservava tutto
attentamente, rimanendo altrettanto basita quando incontro a Solas
vennero
diversi messaggeri. Accolti con fare afflitto, non aveva mai pace.
-Quindi
è qui che…?-
-Per adesso
abitiamo qui, e anche tu,
ti allenerai, mangerai e dormirai qui-
Studiava
attentamente gli altri elfi
-Le armature?-
-Belle vero? Ne
avrai una anche tu,
non preoccuparti, so che ti piacciono queste cose, anche un arco
migliore del
tuo-
-Sì
belle, mi piacerebbe vederti con
indosso un’armatura- sorrise
-Non la metto
spesso, anche se
probabilmente tra qualche giorno ne avrai il piacere. Solas lo vedrai
quasi
sempre vestito così- ridacchiò
-Che
c’è?-
-Ti si sono
illuminati gli occhi
quando l’hai detto, ora sono curiosa di vederlo in armatura-
Sorrisi
divertita, vidi Abelas
avvicinarsi a Solas
-Ti devo
parlare- disse sempre con il
suo fare pacato, non sentii la risposta perché Elen mi
tirò per un braccio
-Ehi! Ma…-
La osservai, era
completamente rapita,
mi aveva fatto spostare in posizione strategica per poter vedere meglio
Abelas
sotto al suo inseparabile cappuccio? Oh mamma…credo ne
vedrò delle belle.
-Chi
è quello?- continuava a studiarlo
-C’è
sei appena arrivata e hai già trovato
qualcuno di tuo interesse?-
Mi strinse il
braccio -Chi è?-
Sospirai -Si
chiama Abelas ed è il
secondo in comando, il primo è Solas-
Mi rivolse un
espressione esterrefatta
-Solas è a capo di tutto questo?-
-Già,
io faccio da supporto, diciamo.
Tutto questo è fonte di stress e problemi continui- dissi
sconsolata
-Ha qualcuno?-
la guardai perplessa
-Stai facendo sul serio?-
Mi
guardò divertita -Serissima, non è
niente male da qua, da vicino sarà ancora meglio-
-Non mi risulta,
ma visto che sei
decisa, sappi che non sarà semplice è un tipo
particolare, quindi non te la
prendere se non ti degnerà di attenzione-
-Attirerò
la sua attenzione- la fissai
seriamente, ma perché no? Sarà divertente, per me.
La tirai dal
braccio proprio verso
Abelas e Solas, entrambi ci guardarono.
Salutai Abelas
con un cenno del capo
-Mia signora- a quelle parole percepii Elen lanciarmi un occhiata
confusa.
-Lei
è mia sorella, sarà sotto il tuo
comando da ora in poi, potresti mostrarle dove starà?-
La
osservò attentamente, per poi rivolgersi
a Solas
-Continueremo
domani Abelas, mi sta
già venendo mal di testa- e mostrò il pacco di
corrispondenza che aveva in mano
-Vieni, ti
dovrai cambiare e poi ti
mostrerò dove dormirai-
La spinsi
leggermente avanti, sembrava
che l’avessero folgorata, studiava Abelas attentamente
squadrandolo da capo a
piedi ed era leggermente arrossita.
Li guardammo
allontanarsi -Ci sarà da
divertirsi-
Mi
guardò confuso -Di che parli?-
-Di mia sorella
e Abelas, avrà il suo
da fare, così magari ti lascerà respirare un
po’-
Ridacchiò
-Stai dicendo sul serio? Tua
sorella?-
-Esatto e ha la
testa dura come un masso-
-Entrambi-
puntualizzò
Lo guardai -Se
ce l’ho fatta io con te,
non so quante speranze abbia Abelas-
Rise -Godiamoci
lo spettacolo- sorrisi
divertita
Mi si
avvicinò una spia, con delle
lettere, lessi i mittenti: Josephine?, Cassandra e Leliana. Guardai
assorta il
nome dell’ambasciatrice, voleva dire solo una cosa, politica
e guai. Anche se
ci tenevamo il più defilati possibili e non avevamo
più il potere di prima, la
politica con il conseguente gioco mi trovava sempre. Da parte ad ogni
mittente un
nug schizzato, il simbolo da adottare l’aveva scelto Leliana,
con Cassandra che
la guardava contrariata e con vari rifiuti a stilizzare nug. Io e
Josephine ci
eravamo godute la scena fino alla rassegnazione da parte della
Cercatrice. Avevamo
adottato quello stratagemma per segnare la posta urgente. Maledizione,
che
succede? Dopo.
Guardai il pacco
di carta che aveva in
mano Solas -Vuoi una mano? È un sacco di roba-
-Perché
no? Prima però ho bisogno di
un bagno-
-Concordo,
andiamo-
Una volta in
camera mi stesi sul
letto, udii scorrere l’acqua -Vado prima io?-
Risposi
-Sì- mi rimisi seduta, chissà
se…dovremmo starci. Mi svestii da quegli abiti ormai luridi
e lo raggiunsi
dietro al paravento, teneva gli occhi chiusi, mi avvicinai silenziosa
ed entrai
in vasca.
Li
riaprì per poi guardarmi rapito
-Staremo un po’ stretti-
-Mmm…non
troppo- risposi vaga
Continuava a
guardarmi intensamente,
feci finta di nulla, anche se era difficile. Chiusi gli occhi per
rilassarmi.
Non
passò molto che lo sentii muoversi
e avvicinarsi, continuai a fare finta di non prenderlo in
considerazione, si
era però posizionato sopra di me e il suo desiderio contro
il mio ventre era
impossibile da ignorare. Cominciò a toccarmi,
massaggiandomi, era terribilmente
piacevole, dei baci roventi mi si posarono sul collo -Sei sempre tesa-
sorrisi
-Per questo ci sei tu, no?-
Ridacchiò,
lo abbracciai e lo tirai
verso di me, baciandolo con passione.
Mi stavo
asciugando -Abbiamo buttato
fuori buona parte dell’acqua-
-Colpa tua che
sei bellissima- si era
avvicinato di nuovo catturandomi la bocca dolcemente, bloccandomi per
la vita -Sol…-
mugugnai, cedendo e lasciando cadere l’asciugamano, mi
alzò e mi strinsi ai
suoi fianchi con le gambe e le braccia attorno al suo collo per
sorreggermi.
Con passione continuò a baciarmi, sentivo di nuovo il suo
desiderio, ci
staccammo senza fiato, ma riavvicinò subito le sue labbra
morbide e calde alle
mie -Da quando sei così possessivo?-
Sorrise
malizioso -Da quando hai
ritrovato il tuo pendente, mi sento ancora più attratto da
te- mi posò un
leggero bacio -I nostri spiriti sono affini e…- un altro
bacio a fior di labbra
-Anche io sto provando lo stesso desiderio che mi hai confessato, anche
se non
mi è del tutto chiaro, li ho sempre desiderati da te, ma non
così- mi catturò
la bocca con foga, mi godetti il suo sapore che adoravo, rispondendo
con la
stessa intensità. La mente era annebbiata, cercai di mettere
insieme una frase
-L’hai…detto anche tu…non
possiamo…non ora…non posso togliere
l’incantesimo,
anche se lo vorrei tanto-
-Lo so vhenan,
sarebbe una follia, è
troppo pericoloso- rispose guardandomi con dolcezza
Mi
adagiò sul letto, cercando di non
pesarsi su di me, eravamo ancora umidi dal bagno movimentato appena
concluso.
Cominciò a baciarmi minuziosamente il collo, lentamente fino
a scendere sul
seno, dei brividi di piacere mi percorsero, gemetti e lo accarezzai -Ar
lath,
ma vhenan- si rialzò per guardarmi con occhi ardenti, vidi
un bagliore nelle
iridi grigie, risposi nello stesso modo, sorrise -Non sono
più inquietante?-
Ridacchiai -Non
mi pare che abbia mai
detto che lo sei per me- inclinai leggermente la testa guardandolo con
desiderio -Cosa stai aspettando? Mi fai impazzire-
Passò
un braccio sotto la vita ed
entrò lentamente in me -Meglio mia signora?-
sfoggiò un sorrisetto sfacciato -Dovrò
dare spiegazioni a Elen, proprio per quell’appellativo-
Un bacio a fior
di labbra -Capirà,
l’hai detto tu, no?- lo abbracciai facendo passare le mani
sulle sue spalle
-Sarà parecchio da digerire- ricominciò a
baciarmi il collo, fino a scendere
sul seno e a muoversi dentro di me, aumentando sempre di più
il ritmo e il
piacere, lo strinsi accarezzandolo, poco dopo ansimava il mio nome,
cancellando
qualunque pensiero.
Mi risvegliai,
ma non era al mio fianco,
mi misi seduta, dove è andato? Non che fosse tardi, anzi il
brontolio del mio
stomaco suggeriva che era ora di cena. Notai un foglio con su scritte
due
righe, sul suo cuscino.
Abelas
urgente
Ci
vediamo in taverna, ma vhenan
Solas
p.s.
non ti arrabbiare
Ridacchiai,
arrabbiarmi? Di sicuro non
faccio i salti di gioia, non immagino la sua faccia quando ha sentito
bussare
alla porta, deve essergli seccato parecchio.
Mi vestii, presi
l’asciugamano che era
stato abbandonato sulla sedia della scrivania, avevo ancora i capelli
bagnati.
La mia attenzione fu attirata da una pergamena, ma al tocco era
diversa, che
materiale è? I bordi rovinati, vari segni di piegature.
Non
avresti dovuto Fen’harel, Fellassan non lo meritava, non
diventare come chi
vuoi eliminare. Hai perso un alleato prezioso e gli Eluvian non sono
stati
recuperati. L’orgoglio che ti ha portato a sfidarli non deve
distruggerti.
Non
c’era firma, sotto con un'altra
scrittura, quella di Solas, un appunto
Giardino
Elevato, Mythal
Cancellato?
Sotto un'altra parola, ma
sembrava più recente del resto, anche l’inchiostro
era diverso
Vhenan
I
II III
Sotto delle
parole cancellate con
rabbia si faceva fatica a leggerle
Dina
telir
Mi sedetti sul
letto, Dina telir,
morire
solo…avevo letto le stesse parole nel
regno del demone della paura, spero che questo non lo affligga ancora,
mi
passai una mano tra i capelli, non so quanto abbia questa lettera, ma
non è
recente, è troppo rovinata.
Quelle linee
sotto la parola Vhenan…è
un sei? No, sono divise? Uno…due…tre?
Cosa? Mi alzai e rimisi il foglio al suo posto, tre? Anni! Li ha
contati?!
Ma’arlath…abbozzai un sorriso, penso
l’abbia fatto per tenere conto del tempo,
del mio per la precisione, essendo immortale il tempo che passa non ha
più
valore infatti. Cercai di asciugarmi al meglio i capelli, per poi
pettinarmi.
Presi le lettere
che mi erano state
consegnate poco prima, aprii quella di Josephine, restai assorta a
leggerla.
Aprii subito dopo anche le altre, il contenuto principale era uguale.
Mi si
chiedeva di tornare. Nello stesso giorno Re Alistar e
l’imperatrice Celene
erano stati attaccati. Anche se c’erano miglia a separarli,
il tentativo di
omicidio era stato simultaneo. Qualcuno aveva cercato di far crollare
nel caos
le principali potenze del Thedas. Il problema è che ognuno
incolpava l’altro
dell’attentato, era ridicolo. Ora mi si chiedeva di ritornare
ad un incontro
ufficiale per placare gli animi? Fenedhis! Ufficialmente non esistiamo
più,
l’Inquisizione si è ritirata, io mi sono ritirata!
Ora devo invischiarmi in una
partita che può decidere l’inizio di una guerra se
gestita male la cosa? Sapevo
che entrambi i regnanti non volevano uno scontro, ma gli equilibri si
erano di
nuovo incrinati. Fenedhis! Lanciai i fogli sul letto seccata. Sospirai
profondamente,
ripresi la lettera di Josephine “Se
deciderai ti intervenire, sarò al tuo fianco, la posta in
gioco è la più alta a
cui abbiamo mai giocato, ma avremmo il favore di entrambe le potenze se
troviamo l’invasore”
rilessi più
volte quelle righe “il
favore”
forse una pazzia, ma perché no?
Presi dei fogli.
Per Josephine: si inizi la
partita, ma non saremo
presenti come l’Inquisizione, ho un accompagnatore che
rappresenta la mia
gente. Se gli equilibri devono cambiare, che cambino, ma che decidano
loro il
prezzo da pagare. Mi duole dirlo, ma sarò pronta a lavarmene
le mani se
necessario. Briala contattala.
Per Leliana:
rientriamo
in gioco, nelle ombre, trovali.
Per Cassandra: ci
rincontreremo a breve, si gioca,
ma alle mie condizioni, voglio qualcosa in cambio e che non sia solo
gratitudine questa volta. Tieniti pronta. Grazie per esserci, so che
non ami
queste cose.
Rilessi
più volte e le lasciai sulla
scrivania, volevo sapere cosa ne pensava Solas, questo interessava
anche lui,
poteva rivelarsi controproducente, ma anche un occasione da sfruttare.
Uscii,
avviandomi, ripensai alla
strana lettera, Giardino
Elevato. Mi passarono
davanti delle immagini,
mi fermai sostenendomi con una mano ad una colonna.
“Sapevo
che saresti venuto. Non
avresti dovuto dare la tua sfera a Corypheus, Temibile Lupo”
“Ero
troppo debole per svincolarla dopo il mio sonno. La colpa è
stata mia. Io
dovrei pagare il prezzo, ma l’Antico Popolo ha bisogno di me.
Mi dispiace così
tanto”
“Dispiace
anche a me. Vecchio amico”
Che mi prende?
Scivolai a terra
appoggiandomi alla colonna, inspirai profondamente. Chiusi gli occhi,
con il
solo risultato che continuavano a passarmi davanti quei ricordi, non so
come,
ma sapevo dove si trovava il Giardino Elevato ora. Rividi la mano di
Flemeth
mettere qualcosa nell’Eluvian. Continuai a respirare il
più possibile, alzai
una mano, tremavo. Perché ora? Perché questi
ricordi? Chiusi di nuovo gli
occhi, ma prepotentemente mi si rinfacciava quell’Eluvian.
Per fortuna non
passava nessuno, la
nostra camera era la più defilata e l’unico che
poteva venirci a disturbare era
Abelas, ma anche…
“Yen!!!”
esclamò allarmata
Elen…ora…che
tempismo…
Si era messa in
ginocchio davanti a
me, preoccupata -Stai bene? Che hai? Sembra che hai appena visto un
fantasma-
Eh
più o meno…mi
rialzai -Sto bene, non è nulla- risposi decisa
-Sei sicura?
Non sembri stare bene- disse esitante
-Sto bene,
davvero, ho solo bisogno di mangiare qualcosa e non farne parola con
nessuno,
per favore-
La guardai
non sembrava per nulla convinta, insisté -Non è
che…bhe…hai la nausea?-
La osservai
perplessa, la nausea? -Perché dovrei…- mi
bloccai, non starà insinuando…
-No Elen, sei
fuori strada, è impossibile- non volevo parlarne
-Perché?
Non
mi sembra così…-
La bloccai
irritata -Non è possibile!- avevo alzato troppo la voce
Mi
fissò
ferita e mi sentii in colpa, le misi le mani sulle spalle -Guardami-
Alzò
lo
sguardo -Scusa, non ho la nausea, non centra nulla…- la
abbracciai -Ti dovrò
spiegare un po’ di cose, ma non è possibile,
lethallan, purtroppo è impossibile
ora- spiegai tristemente
Sospirò
-Scusa,
non sono comunque affari miei…- mi scostai e le misi una
mano sul viso
-Ma
serennas, Elen, ti preoccupi per me, vedrò di spiegarti
tutto, ma sto morendo
di fame-
Fece un
lieve sorriso -Andiamo allora, anche io ho fame e ti ero venuta a
cercare
proprio per questo-
Ci avviammo
in taverna -Provata l’armatura?-
Sorrise
-Sì
e mi sta benissimo- disse orgogliosa -Altro che il tuo Solas-
scherzò
-Ma se non
l’hai ancora visto-
-Non serve,
Abelas sta sicuramente meglio-
Ma sentila -Sei
proprio fusa, sei già passata all’attacco?-
Ridacchiò
-Secondo
te? È sfuggevole, ma non mi arrendo, dovrà
affrontarmi faccia a faccia per
dirmi di no, era alquanto in imbarazzo e si è defilato-
Risi -Povero
Abelas, lui che sta sempre sulle sue-
-Ehi! Cosa
povero?- la osservai era su di giri -Ho solo detto che non è
abituato a tutte
queste attenzioni, soprattutto femminili-
-Stai
scherzando? È bellissimo! Ha degli occhi stupendi e
magnetici-
Ok, è
andata
completamente, spero per lei che ce la faccia, ed è vero
Abelas è un bell’uomo,
la prima volta che l’ho visto, sono rimasta affascinata,
beccandomi un’occhiata
significativa da Solas, anche se era stato particolarmente strano per
tutto il
tempo quel giorno e in seguito ho capito il
perché…
-Vediamo se
riuscirai a fargli togliere quel cappuccio, lo tiene sempre-
-D’accordo-
Eravamo
arrivate e ci sedemmo ad un tavolo, mi guardai intorno, ma non
c’era Solas e
tantomeno Abelas, cosa è successo? Problemi,
problemi…sbuffai.
-Beviamo
qualcosa, vorrei aspettare Solas e magari arriva con Abelas, dovrebbero
essere
assieme-
-Aspetto
volentieri- ridacchiai e mi rivolse un espressione divertita
-Visto che
aspettiamo, puoi dirmi già
qualcosa?-
-Non
è il caso, c’è troppa gente e
devi sentire solo tu-
-Cos’è
un segreto di stato?- scherzò
Risposi
seriamente -Esatto- intanto
con la coda dell’occhio avevo notato Shani e Nala, alzai un
braccio per farmi
notare, salutandole e facendo gesto di avvicinarsi
-Guarda un
po’ chi si rivede, siete
andati nelle Vie Profonde?- domandò Shani
Elen mi
lanciò un occhiataccia, la
ignorai -No, abbiamo cambiato programma, ma non tarderà ad
arrivare-
-Bene, mi hai
fatto stare in ansia per
nulla!- rispose seccata, ma sorrideva
Osservai Nala,
silenziosa -Nala tutto
a posto?-
Mi
guardò allarmata, rispose tesa -Sì!
Tutto a posto!- distolse lo sguardo dal mio -Shani io vado a sedermi
là- con un
cenno salutò entrambe
Non va
bene…non si comporta come al
solito, rivolsi la mia attenzione a Shani, che stava ancora fissando
Nala
dubbiosa, per poi girarsi verso di me, abbozzando un sorriso e
guardando
incerta Elen
-Quando hai
tempo parliamo, ok?-
assentii con un cenno del capo e se ne andò da Nala
-Chi sono?-
domandò mia sorella
-Delle mie
compagne di avventure, la
rossa si chiama Shani e l’altra è Nala- vidi in
seguito unirsi al tavolo anche Míriel,
Ian non lo avevo più neanche intravisto, mi era stato detto
che aveva chiesto
di essere spostato da qualche altra parte, meglio così.
L’unico
motivo che possa pensare per
vederla così turbata è, o le è
successo qualcosa o Shani si è lasciata sfuggire
la mia natura e propendo per questa, normalmente avrebbe chiesto se si
poteva
sedere e avrebbe anche domandato chi è Elen. Sospirai,
potrei prendere due
piccioni con una fava a questo punto.
-Sei pensierosa,
non è che ti senti
ancora male?-
-Chi non si
sente bene?- prese alla
sprovvista ci voltammo, Solas, con Abelas per nulla convinto che lo
seguiva,
non risposi e feci segno di accomodarsi. Poco dopo finalmente
arrivarono delle
pietanze. Scrutai Abelas, aveva la sua solita espressione
imperturbabile e
rispondeva sempre con fare pacato a Elen, che non lo mollava. Speriamo
non
esageri, lo fa scappare così, sembra una molla che sta per
scattare! Sospirai,
Solas si avvicinò al mio orecchio sussurrando -Dormito
bene?- sorrisi, nella
mia forma da lupo mi ero ritrovata in quel giardino eterno ed era stato
parecchio rilassante, i sogni erano sempre molto vividi quando eravamo
insieme.
Mi accostai a
lui -Molto piacevole e
tra poco, mi sa che il tuo amico scappa- ridacchiò attirando
l’attenzione
d’entrambi, gli posai un bacio sulla guancia, percepii lo
sguardo di Abelas
intenso, e ricambiai, vuoi dirmi qualcosa? Invece si alzò
-Si è fatto tardi per
me, vi ringrazio per la compagnia, Solas, mia signora- e con un cenno
salutò
mia sorella.
-Perché?-
domandò Elen guardandomi
confusa
-Cosa?- replicai
pacata, anche se
avevo già capito
-“mia
signora”?- la guardai
attentamente
Solas
appoggiò una mano sulla mia
spalla -Ti precedo- lo fermai -La biblioteca è aperta?-
-Sempre- rispose
-E la nostra zona?-
mi guardò sorpreso -Lo avverto di lasciare aperto-
-Grazie, vhenan-
Vidi che Nala e
Shani erano ancora al
loro posto, Míriel addormentata sul tavolo, perfetto.
Mi alzai e feci
segno a Elen di
seguirmi, raggiunsi le mie amiche -Voi due venite con me, nessuna
obbiezione-
si guardarono dubbiose, ma mi seguirono, percorsi la biblioteca fino
alla parte
riservata -Nala, Elen dentro, tra cinque minuti arriviamo-
Rimasi sola con
Shani e mi appoggiai
ad uno scaffale con le braccia incrociate al petto
-Ho intuito
giusto?-
Abbassò
lo sguardo mortificata -Ir
abelas, mi è scappato prima che me ne rendessi conto-
-Tel abelas,
l’unica cosa che mi
preoccupa è che Nala è una chiacchierona,
terrà la bocca chiusa?-
-È
rimasta abbastanza sconvolta ed è
diventata taciturna-
-Capisco, ha
avuto questo effetto…-
-L’altra
ragazza?- domandò incuriosita
-Mia sorella-
-Oh,
chiaro…mi dispiace ancora, ti
fidavi e…-
-Non serve,
l’hai detto comunque a
Nala, non fatto sapere a tutta la base-
-Dirlo a Nala
è quasi la stessa cosa,
mi sa…- rispose afflitta
-Non ha detto
nulla a nessuno, no?-
negò con un cenno della testa
-Andiamo,
sarà una lunga serata,
potrei più tardi chiederti di andarmi a prendere qualcosa di
forte-
-Concordo-
Entrai, le vidi
parlottare tra loro,
che velocità, Nala aveva resuscitato la sua parlantina, non
che Elen fosse da
meno. Mi accomodai in una poltrona, Shani si appoggiò alla
scrivania dove si
erano sedute loro.
Mi rivolsero
attenzione, accavallai le
gambe, da dove comincio?
-Allora, vi
dirò delle cose che devono
rimanere tra di noi, vi sto dando la mia piena fiducia,
nessun’altro oltre a
voi ne verrà a conoscenza chiaro? Questo comprende anche
mamma e papà, Elen-
Mi
guardò esterrefatta, le altre due
annuirono
-Ma…-
la bloccai -O così lethallan o
sarà meglio che ritorni al clan, e potrei averti giudicato
male, non sei più
una bambina ricordatelo- dissi decisa, sgranò gli occhi -Ne
per voce, per
lettera, qualunque cosa, porterai questo segreto nella tomba- si
verrà a sapere
solo quando necessario, solo quando sarà il momento.
-Quindi, voi due
lo sapete già, Elen
sono una maga- gli occhi si spalancarono ancora di più
-Ma…non
hai…un bastone! Non sei mai
stata una maga!- esclamò
-Come per Solas
non ho bisogno del
bastone, sono diventata una maga solo quest’anno-
-Come…come
è possibile?- mi aspettavo
questa domanda, mentii -Non lo so, però sai che io sono tua
sorella maggiore,
ma adottiva-
-Quindi, tutto
d’un tratto si sono
risvegliati i poteri?- esitava, quando dirò il resto
sarà peggio
-Sì,
per fortuna ho avuto un amico
mago ad aiutarmi e poi Solas-
Si mise le mani
strette tra le gambe
nervosa -Non lo vuoi dire ai nostri genitori perché?-
E qui arriva la
parte difficile, non
risposi
-Voi credete o
comunque sapete
dell’esistenza degli Dei elfici, giusto?-
Tutte annuirono
-Che centra ti ho
chiesto…- la zittii con lo sguardo severa, rispose
-Sì…-
-Se vi dicessi
che questi Dei esistono
anche adesso? E che sono sempre stati solo dei maghi molto potenti che
con
arroganza si sono fatti chiamare così?-
-Non
è possibile papà…- la bloccai -Per
un attimo Elen cancella dalla tua mente quello che ti ha insegnato
papà, si
chiamano leggende, perché si basano su qualcosa di vero, ma
nel corso dei
secoli sono mutate-
Era pensierosa,
lo so era difficile
per lei, Shani ed Nala al contrario erano elfi di città,
quindi non avevano
avuto certe impostazioni fin dalla nascita e sarebbe comunque stato un
bel
colpo.
-Tutti gli Dei
del Phanteon elfico
erano maghi molto potenti, ed esistono ancora, ce ne sono ben due in
questa base-
feci una pausa, Elen era scioccata
-Uno
è Fen’harel- Shani e Nala ormai
lo sapevano da un pezzo, , mia sorella mi guardò
terrorizzata
Sospirai -Al
contrario di quel che
dicono le leggende Dalish, Fen’harel ha esiliato i falsi Dei
creando il Velo
per salvarci. Questi maghi sono arrivati a farsi chiamare Evanuris e
hanno
cominciato a schiavizzare la propria gente per i loro interessi ed a
ucciderla
alla ricerca di altro potere fino a distruggere il mondo-
Tutte e tre
ascoltavano attente, Elen
più di tutte era basita -Come fai a…-
-Ogni cosa a suo
tempo. Mythal ha
cercato di farli ragionare, intanto Fen’harel liberava gli
schiavi rendendoli
liberi, da qui ha scatenato una ribellione. Ed ecco da dove proviene il
suo
nome, gli altri Dei l’hanno chiamato così, non si
è dato da solo quel nome e da
solo non si è proclamato un Dio come hanno fatto loro. Gli
Evanuris, per la
loro brama di potere hanno ucciso Mythal-
-Non
è possibile! Stai dicendo un
sacco di bugie!!- esclamò piccata
Mantenni la
calma -Perché mai dovrei
inventarmi tutto e stare qui a raccontarvelo, quando potrei
già essere a
dormire o a fare altro?- insinuai maliziosa
Shani e Nala
sorrisero, Elen si quietò
titubante
-Fen’harel
per vendetta ha creato il
Velo esiliandoli, salvandoci. Però questo mondo è
mutato e ne abbiamo
subito le conseguenze anche noi elfi,
eravamo immortali e con il Velo abbiamo perduto questo privilegio, gli
umani
non centrano nulla, come non sono la causa principale della perdita del
nostro
passato-
-Va bene e
quindi chi è?- domandò
seccata Elen
Sospirai
profondamente -Colui che
comanda qui e che sta cercando di rimettere tutto a posto quello che
per
salvarci ha distrutto…nonché mio marito-
Aleggiò
un silenzio pesante, Elen mi
guardava persa -Cosa…hai detto?! Solas?! No!-
Si
alzò in piedi di scatto e cominciò
a camminare su e
giù, come se le
avessero dato fuoco.
Guardai Shani
che capì al volo ed uscì
dalla stanza, serviva qualcosa di forte.
-Non
è possibile! Assurdo! Solas è
Fen’harel?! Mi stai dicendo che è immortale?!-
-Già-
si fermò e mi guardò basita -E
tu…ci vai a letto…e te lo sei sposato?!-
Ok, da un altro
punto di vista era buffa
questa scenata, mi schiarii la voce -Quando ci siamo innamorati non
sapevo chi
fosse, mi ha anche lasciato, poi è sparito e per due anni
non ci siamo visti, in
seguito ho scoperto chi era e…per me non è
cambiato nulla, anche se lui ha
cercato comunque di starmi lontano, io l’ho ritrovato e non
ho intenzione di
lasciarlo da solo, condivido quello che vuole fare-
Restava in
silenzio -Siediti, per
favore-
-Hai altre
sorprese?- annuii con il
capo -Oddio!-
Rientrò
Shani con una bottiglia e i
bicchieri, fece il giro di tutte, bevvi volentieri e mi si
scaldò il petto,
sospirai…sidro più forte di quello
dell’ultima volta, ghiacciai il bicchiere lo
preferivo freddo e lo appoggiai sul tavolino affianco, Nala e
soprattutto Elen
mi guardavano sbigottite, Shani si gustava le facce.
Abbozzai un
sorriso -Shani dovevi
vedere la tua, la prima volta-
Ridacchiò
-Quando ti ho visto io è
stato altro che un bicchiere-
Inclinai
leggermente la testa e
sorrisi soddisfatta -Hai ragione-
-E cosa avresti
fatto?- domandò Nala –Bhe…nulla
di che…- restai vaga e guardai sempre Shani che aggiunse
-No, niente di che,
hai ghiacciato mezzo lago, così tra poco potevo offrire il
the e i biscotti a
quel simpatico drago-
-Che cosa?!-
esclamò Elen -Drago?!-
Risi -Non
sarebbe stato male, se non
fosse così scontroso…la prossima volta
sarà più educato, promesso- scherzai
Venimmo entrambe
squadrate -Continua
che è meglio, anche se mi sa che dovevo prenderne due di
bottiglie- disse
alzandola già mezza vuota davanti hai propri occhi
-Quindi? Hai
detto che gli Dei sono
due, il primo è andato- disse decisa Elen anche se la vedevo
provata
-Forse
è meglio continuare domani…- e
feci per alzarmi, urlò -No!! Hai iniziato, ora finisci!-
Mi bloccai e la
guardai seria -Come
vuoi- mi rimisi comoda
-Elen, tu e
Abelas che Vallaslin
avete? Di quale Dio?-
La vidi confusa
-Mythal…ma hai detto
che è morta…- rispose triste
-È
morta, ma un frammento della sua
anima è sopravvissuto nelle ere ed ha passato il testimone a
qualcun altro,
rendendola Mythal a tutti gli effetti e quindi immortale-
Feci una pausa e
la fissai, la vidi
guardarmi intensamente e le pupille dilatarsi per lo stupore -Tu?-
-Esatto, io ora
sono Mythal-
-Quindi…quando
ti ho chiesto chi era
quella persona…anche adesso…- abbassò
lo sguardo
-Elen sono
sempre io, ma non posso
comportarmi con i nobili come faccio con voi, e questa cosa ogni tanto
mi può
sfuggire di mano, fa sempre parte della mia personalità,
è la mia natura-
Alla fine avevo
detto le stesse parole
di quando avevo incontrato Myhtal in sogno quell’ultima volta.
-Ti è
tutto più chiaro Nala? Non
voglio che abbiate paura di me-
-Non
è solo questo, è che come lo
avevi detto a Shani potevi dirlo anche a me…-
brontolò
Sorrisi -Non ne
ho avuto l’occasione,
quindi stai attenta a tenere il segreto, vero Shani?-
Sfoggiò
un sorrisetto -Vieni Nala, se
no domani non ci alziamo più-
Shani mi fece
l’occhiolino e se ne andarono,
rimasi sola con Elen che si guardava i piedi.
Bevvi ancora
lentamente, osservandola
da sopra il bordo del bicchiere
-Abelas
è un elfo dell’Antico Popolo
come Solas, è immortale. Era un sentinella ad un tempio di
Mythal in cui sono
stata in passato. I Vallaslin che ha non sono come i tuoi, quelli che i
Dalish
fanno adesso sono solo un’imitazione. In questo preciso
istante, se volessi,
senza muovermi da qua, potrei chiamarlo e ordinargli di ucciderti,
anche se non
volesse farlo. Questa è la condanna di uno schiavo-
Era sorpresa
-Schiavo?-
-I Vallaslin,
venivano usati per
marchiare gli schiavi, in seguito noi Dalish abbiamo dimenticato e li
abbiamo
usati come simbolo di adorazione-
Mi guardava con
occhi sgranati -Tu non
hai più i marchi…chi…-
-Solas-
-E lui non
può…- esitò
-Oh
sì, è lo stesso Abelas che non li
vuole togliere, magari con te potrebbe cambiare idea, per riuscire
anche lui ad
andare avanti in un mondo che non è più il
loro…- risposi triste
-E neanche
più il tuo…- la guardai,
non era una domanda
-Come mi disse
Mythal per Solas, due
nomi, due volti, due vite e io ho anche due mondi-
Si
alzò -Vado a letto- annuii con il
bicchiere in mano
Mi alzai a mia
volta e mi versai
ancora un po’ di sidro, bevendolo d’un fiato, la
gola bruciò, tossii. Chissà
quanto ci avrebbe messo per accettare tutto ciò, sempre se
l’avrebbe mai fatto.
Uscii dalla
stanza, richiusi la porta
a chiave portandomele via.
Arrivai in
camera, Solas era disteso a
letto, leggeva. Appoggiai le chiavi sul comodino e mi cambiai, rimase
in
silenzio, ma sentivo che studiava ogni mio movimento, mi infilai sotto
le
coperte dandogli la schiena. Non avevo più molta voglia di
parlare per stasera.
Udii chiudere il
libro, la luce si
spense e un braccio mi passò sulla vita, il suo corpo
aderì al mio, non parlò e
gliene fui grata.
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
24
Un Eluvian
enorme, attivato, con al
fianco due specchi più piccoli rotti, sulla destra una
statua di Mythal e sulla
sinistra di Fen’harel.
Mi destai dal
sonno e mi misi seduta,
ogni notte ormai era la stessa storia, non facevo che vedere quel
maledetto
specchio. Guardai Solas, dormiva profondamente, non gliene avevo ancora
parlato. Aveva già un sacco di problemi e sentivo che era
una cosa che
riguardava solo me.
Era ancora notte
fonda, mi alzai e
cambiai, agganciai i pugnali nei foderi, presi un foglio sulla scrivania
Ir
abelas, ma vhenan
Torno
in fretta, lo devo fare da sola
Ar
lath
Yen
Mi voltai verso
Solas, avvicinandomi,
gli posai un bacio a fior di labbra -Perdonami- indossai il mantello.
Uscii dalla
stanza e tirai su il
cappuccio, attivai la barriera per incutere rispetto, se qualcuno
avesse
cercato di fermarmi, avrebbe cambiato idea.
Negli scorsi
giorni mi aveva dato la
parola d’ordine per attivare gli Eluvian, stavo per giungere
allo specchio
quando una mano sulla spalla mi fermò. Mi irrigidii e non mi
voltai.
-Dove state
andando, mia signora?-
-Abelas…non
dormi mai?-
-È da
un po’ che vi vedo turbata,
anche se lo mascherate bene a Solas, vi ricordo che vi sono legato-
Sospirai -Quindi
cosa intendi fare?-
-Io sono agli
ordini di Fen’harel, ma
per prima verrà sempre Mythal-
-Anche se non
sono la Mythal che hai
servito?- risposi
-Le assomigliate
più di quanto
immaginate, in questi mesi vi ho osservato e alcuni vostri modi di fare
sono
identici, come se foste sua figlia-
Mi voltai e lo
guardai in viso
sorpresa, abbassò lo sguardo -Io sono io, Abelas! Non te lo
dimenticare. Ora
vai, devo fare una cosa da sola-
-Non posso
lasciarla andare, mia
signora, sta tradendo la fiducia di Fen’harel-
Lo fissai
irritata -Abelas ricordati
con chi stai parlando! Credi che mi faccia piacere allontanarmi dalla
persona
che amo più di me stessa? E fargli ciò?-
Lo vidi
irrigidirsi e sapevo che se
avesse potuto mi avrebbe guardato in viso -Mia signora, vi prego!-
-Sei un
brav’uomo Abelas, non starò
via molto, devo recuperare una parte di me, da sola. Non costringermi a
darti
un ordine, te ne prego, odio la cosa quanto Solas-
-Va bene, ma
Solas sarà informato-
-Lascialo
dormire, lo scoprirà da solo
quando si sveglierà, gli ho lasciato un messaggio-
Mi rivolsi verso
l’Eluvian -Ma ghilana,
vhenan- si
attivò e lo attraversai.
Dovetti passarne
parecchi e per mia
sorpresa per arrivarci avevo dovuto fare un giro particolare. Bisognava
conoscere l’esatta sequenza di specchi per far sì
che l’ultimo con la
destinazione finale si attivasse, non mi sorprenderei se questo
stratagemma
l’avesse ideato proprio Solas.
Giunsi infine in
un giardino
particolare, non era molto grande, e posto su una piattaforma sospesa.
Gli effetti
del Velo li percepivo più forti in quel luogo, che era stato
in parte distrutto
come il Vir Dirthara. Il sole era sorto e già alto nel
cielo, Solas sarà su
tutte le furie e preoccupato. Ogni albero di fronte a me con i rami
formava una
sfera, il grande Eluvian che avevo sempre sognato, poco distante, era
chiuso, serviva
la chiave e io l’avevo. Affianco aveva una statua di
Fen’harel e una di Mythal.
Era posto vicino ad una parete di roccia.
Mi avvicinai ad
esso e lo osservai,
era imponente, perché? Ne toccai il bordo e guardai le due
statue. Un rumore mi
fece voltare, l’Eluvian che avevo usato per arrivare si era
riattivato, mi
nascosi dietro alla mia statua ed aspettai.
Ne
uscì…sbuffai…Abelas quando torno te
la faccio pagare! Doveva essere andato a chiamarlo appena me ne ero
andata! Ma
come aveva fatto a capire dove ero così in fretta?
Mi
balenò davanti agli occhi il
ricordo del mio messaggio lasciato sulla scrivania, appena sotto quella
lettera
dal materiale sconosciuto…
Vidi Solas
guardarsi intorno, attento,
preoccupato e infuriato, si avvicinò a dove ero nascosta
-Maledizione!!
Io non ne ho la chiave!
Non mi è mai stata concessa!!-
Iniziò
a camminare avanti e indietro
nervoso, si torturava le mani nei guanti di pelle, non aveva
l’armatura
completa, ma solo una variante più leggera, la stola sempre
al suo posto
e…sghignazzai silenziosamente, anche se molto simili aveva
messo uno stivale
diverso dall’altro, si doveva essere vestito decisamente in
fretta.
-E va bene, lo
attiverò con la forza!-
Risposi -Non
serve, sempre se non vuoi
farti del male- uscii allo scoperto, si era bloccato sorpreso, nello
sguardo
tutto un insieme di ira, preoccupazione, dolcezza e amore.
Si
avvicinò deciso, bloccandomi dalle
spalle con forza e rabbia.
Rimase a
fissarmi severo e in collera
-Vuoi farmi morire? Cosa ti è saltato in mente?-
-Con questo
centro solo io, vhenan-
risposi calma
Era offeso -Ora
dovrei dirti io di non
chiamarmi così!! Visto che non mi vuoi qua!-
-E scommetto che
non sai neanche dove
porta!- ringhiò piccato
-Perché
tu sì? Non mi pare da quello
che hai detto prima!- esclamai decisa
-So che porta
nell’Oblio, ma non ho
mai potuto attraversarlo!-
-Perché?-
domandai
-Solo Mythal
poteva- rispose più
pacato
-Infatti, e ora
vorresti venire con
me? Anche se non hai ricevuto il permesso neanche dalla precedente
Mythal? Magari
lo devo vedere solo io, no?-
-Non so a che
parte dell’Oblio porti,
è tutto troppo mutato e da sola non ci vai!-
Ero sorpresa -Mi
stai dicendo che non
ti fidi della precedente Mythal?!-
-La
verità? Se ci sei di mezzo tu,
neanche di lei!- esclamò rabbioso, lo guardai esterrefatta
-Nelle tue vene
scorre il suo sangue!
Come poteva non sapere cosa stavano facendo? Mi sono sentito tradito da
chi per
prima avrebbe dovuto sabotare un’iniziativa del genere!-
Si
impossessò della mia bocca con
rabbia, Solas! Gli appoggiai le mani sul petto per scostarlo da me.
-Mi fai male,
così…- la presa sulle
mie spalle si alleggerì, e mi rivolse un espressione
mortificata
-Ir
abelas…- con un filo di voce
Abbozzai un
sorriso -Tel abelas- gli
accarezzai il viso e chiuse gli occhi, avvicinai le mie labbra alle sue
baciandolo teneramente, insinuandomi con la lingua, fino a toccare la
sua per
poi accarezzargli
il palato, gustandomi
il suo sapore. Feci il tutto lentamente per rassicurarlo e calmarlo.
-Questo mi
è piaciuto un sacco-
Sorrise,
guardandomi con dolcezza, appoggiò
la sua fronte alla mia
-Non voglio che
tu vada da sola-
-Solas, me la so
cavare, lo sai-
-Certo che lo
so, ma l’esperto da
quella parte sono io-
Sospirai, non
che abbia tutti i torti,
e mi era venuto un dubbio
-Ti piace
proprio questa pelliccia di
lupo, te la regalo?- disse divertito
Mi destai dai
miei pensieri, non me ne
ero accorta, la stavo accarezzando
-È
morbida, mi aiuta a pensare e mi
piaci tu-
Mi
baciò sulla fronte -Quindi, andiamo?-
Sbuffai
-Solas…- riesce sempre a farmi
fare quello che vuole lui -Perché se poteva usarlo solo lei,
c’è anche la tua
statua?-
Cominciò
ad accarezzarmi le braccia -Perché
ero il primo tra i suoi Guardiani Arcani, il suo Campione, se
c’era da
combattere io la rappresentavo- rispose serio
Sospirai, ora
era chiaro -Non ti
fidi?-
-Mi preoccupo
vhenan, e sei l’unica di
cui mi fidi, anche se mi hai tirato questo colpo mancino-
-Non ti infilare
in questi discorsi,
ma vhenan- lo avvertii
Ridacchiò
-Bhe, qui non mi dispiace,
nessuno che mi corre dietro per ordini e cose da fare, ma che si fa?-
Sospirai
profondamente, sconfitta,
sapevo che sarebbe andata a finire così. Lo presi per mano e
lo tirai di fronte
all’Eluvian -Lathbora
viran-
Una stanza molto
ampia, le pareti di
cristallo, si poteva vedere all’esterno l’Oblio,
era alquanto tetro, come
l’ultima volta che ci ero stata, vari spiriti vagavano
attorno alla struttura,
tutto sembrava sopito, spento, morto.
Al centro della
stanza era posto un
unico ripiano, anch’esso in cristallo, da cui uscivano delle
spirali di potere
che si avvolgevano attorno ad una sfera luminosa, le spirali si
ergevano verso
il soffitto. Alzai lo sguardo, piccole sfere luminose rimanevano
sospese,
ognuna collegata alla principale con dei filamenti di magia.
-Io conosco
questo posto- proferì Solas,
mi girai per guardarlo -Cioè non questa stanza, ma nei miei
sogni sono già stato
in questa parte dell’Oblio-
-Quindi dove
siamo?- domandai
-Se ricordi, ti
avevo raccontato di un
antico spirito che un tempo era sovrano di quasi tutti i regni da me
scoperti,
quando gli chiesi di quale sentimento, rispose che era stato
dimenticato, non c’erano
parole per quello che fu-
Guardai
all’esterno -Un giorno tutto
morì. Ma una speranza rimane-
Sobbalzammo
sconcertati e ci voltammo,
da quanto non lo vedevo e sentivo?
-Cole? Sei
proprio tu?- esclamai
-Cambiati siete,
la paura è scomparsa
in te, ma l’antico dolore rimane, non riesci a dimenticare- e
guardò Solas
Lui
abbozzò un sorriso -Sono contento
di rivederti-
-Sono felice di
non sentire più la
disperazione, che vi legava. Non mi avete fatto aiutare-
Sorrisi -Non ce
né stato bisogno Cole-
-I demoni di
superbia, rabbia e paura
sono arrivati fino a qui. Non era così-
-L’antico
spirito?- domandò Solas
-Sentimento
ormai perduto, non
ricorda, distrutto completamente quel giorno, come chi veniva qui-
-Qui?- domandai
-Ricordi del
passato, per non dimenticare,
imparare, cambiare-
Osservai le
sfere luminose -Ricordi?
Questi sono tutti ricordi?-
-Gioia, dolore,
tristezza, amore.
Amore ha cambiato amore-
Cole non era
cambiato di sicuro, so
che cercava di essere il più chiaro possibile, ma mi sono
già persa. Guardai Solas
che lo osservava attento -Amore ha cambiato amore?-
Indicò
la sfera centrale sul ripiano
in cristallo, fece per avvicinarsi -No, tu no, solo lei-
Mi accostai alla
sfera, sembrava un
fascio di energia e luce che fluiva su se stesso, alimentato
continuamente
dalle altre sfere.
-Cole come fai a
saperlo?- domandò
Solas
-Non dovrei, ho
promesso-
Lo chiamai
-Cole?- mi guardò -Tu però
puoi darmi il permesso, sei uguale a lei-
Mi irrigidii,
Solas si voltò verso di
me -Uguale?-
-Tu ora sei lei-
-Ti do il
permesso Cole, parla- lui
conosceva Mythal!?
-Un giorno
è comparso questo e io la
osservavo, sorrideva o pensava, preoccupata e triste poi, ma neanche
lei ha mai
voluto farsi aiutare. Vedevo le sfere aumentare. L’ultima
è stata un po’ di
tempo fa-
-Un
po’ di tempo fa?- rispose Solas,
lo vedevo teso e attento
-Mmm…quando
te ne sai andato, e ho dovuto
dimenticare-
Sospirò
e chiuse gli occhi -Grazie
Cole-
-Direi di
iniziare, Solas?- assentì
con il capo, ma lo vedevo pensieroso
-Cosa
c’è?-
-Nulla, continua
vhenan- rispose
serio, continuai ad osservarlo, lasciai perdere, mi rivolsi alla sfera
e la
toccai. Era calda, un tepore cominciò a fluire dentro di me,
mi stava venendo
sonno, ma che?
La mia schiena
contro il petto di
Solas e le sue braccia intorno alla vita.
--------------------------
Una foresta, il
sole era tiepido e il
canto degli uccelli, rilassante. Vari spiriti vagavano nei dintorni
tranquilli.
Stavo contemplando un piccolo lago, alle estremità due
enormi statue di halla,
era familiare. Urla e rami spezzati, mi voltai, sbucò di
colpo dalla boscaglia
un ragazzino, che si bloccò ad osservarmi, ma poi rivolse
l’attenzione alle sue
spalle, un elfo in armatura.
-Moccioso vieni
qua!- esclamò con
rabbia, il ragazzino agilmente lo evitò e delle scintille di
magia fuoriuscirono
dalle sue dita, un sigillo di ghiaccio fece scivolare la sentinella che
rovinò
a terra, si rimise in piedi -Osa ancora e ti farò allenare
così tanto che mi
chiederai pietà!-
-Non voglio fare
i vallaslin, ne la
guardia del tempio, te lo scordi!- disse sprezzante
-Devi e lo farai
come tutti gli
altri!- urlò furioso
-Amras- chiamai
l’elfo, si bloccò
sorpreso, si avvicinò e inchinò -Non vi avevo
visto, mia signora-
-Che succede?-
domandai
-Il ragazzo
è sfuggito al
rituale, lo rifiuta-
-Capisco,
Abelas?-
-Lo sta facendo
ora-
-Avranno bisogno
di te, puoi andare-
-Ma mia signora!-
-Mi occupo io di
lui-
Sospirò
rassegnato e con un altro
inchinò se ne andò. Il ragazzo si era bloccato ad
osservarmi.
Con un cenno gli
intimai di
avvicinarsi, dopo una prima esitazione mi raggiunse, lo osservai.
Avrà
avuto dieci anni, cappelli corti
di un castano ramato, un viso affilato e uno sguardo arrogante, i miei
amati
occhi grigi.
Sorrisi
e domandai calma -Come ti chiami?-
Mi
fissò negli occhi con sfida -Non ha
importanza, non intendo restare-
-Perché?-
ero curiosa, chi era questo
ragazzino così arrogante?
-Non intendo
farmi comandare! Mi
manderanno a morire!-
-Comandare da
chi?-
-Mythal, non
intendo obbedirle!-
Ma senti che
ardimento -Perché hai
detto che ti manda a morire?-
Incrociò
le mani sul petto e distolse
lo sguardo -I…i miei genitori…non sono
più tornati…- rispose triste, anche se
mantenne un atteggiamento di sfida.
Sospirai,
l’ultima guerra si era
appena conclusa e avevo avuto delle perdite, non ero riuscita a fare di
più.
-Mi dispiace,
piccolo- mi rivolse un
espressione irritata -Non sono piccolo!-
Abbozzai un
sorriso -Non so come
chiamarti, se non me lo dici-
Sbuffò
-Solas- mai nome fu più
azzeccato a quanto pare, orgoglio.
-Piacere mio,
Solas. Quindi se non
vuoi fare la guardia del tempio, cosa vuoi fare?-
Diventò
pensieroso -Non lo so, ma non
verrò obbligato a fare cose che non voglio, nessuno
dovrebbe, i miei stavano
quasi sempre lontano da me, anche se non volevano…-
-Come fai a
sapere che…-
Urlò
-La mamma non voleva l’ultima
volta che l’ho vista!- la voce tremò e delle
lacrime gli bagnarono il viso -Ma…ma…è
stata obbligata! Come può la Signora dell’amore
fare questo?-
Una fitta di
dolore al cuore, mi chinai
alla sua stessa altezza -Solas?- mi fissò, lo sguardo ancora
umido -Posso
abbracciarti?-
Spalancò
gli occhi -No!- e si girò di
spalle.
Eh
già, questo nome è proprio adatto,
lo abbracciai da dietro e si irrigidì
-No…solo…la mamma…-
Ma non si
divincolò, lo voltai e lo
riabbracciai, pianse. Lo tenni stretto finché non smise, mi
scostai e gli
accarezzai il viso, guardandolo dolcemente -Facciamo così,
tu ora torni ad
allenarti, non ti verranno messi i Vallaslin, ma devi diventare
più forte, ok?-
-Appena torno lo
faranno!- esclamò
spaventato
-No Solas, non
lo faranno, ora vai-
Era esitante, ma
annuì con il capo. Lo
guardai allontanarsi e poi osservai il lago.
“Al
ragazzo non verranno imposti i Vallaslin, mi occuperò io di
lui”
ordinai mentalmente.
I contorni si
fecero sfumati, il tutto
si dissolse, per far prendere posto ad altro.
-----------
Piante
rigogliose, un lastricato di
pietra, ai margini una fila di colonne. Conoscevo quel posto, il
giardino di
Skyhold. Ero seduta su una panchina, osservavo Solas poco lontano, era
un po’
più grande, parlava con degli spiriti, sorrideva rispetto
all’ultima volta.
-Solas!-
chiamai, si voltò a
guardarmi, per poi salutare e raggiungermi
-Sì,
madre?- a quella parola il cuore
mi si scaldò, sorrisi, una volta che aveva scoperto chi
fossi pensavo che lo
avrei perso, non era stato facile, ma ci eravamo affezionati
l’uno all’altro e
aveva cominciato a chiamarmi così, il più bel
regalo che potesse farmi.
-Vedo che fai
nuove amicizie-
Sorrise
compiaciuto -Saggezza mi sta
insegnando un sacco di cose nuove-
-Sono contenta
per te, ma dobbiamo
continuare le lezioni che…-
-Mythal- alzai
lo sguardo, un elfo
dall’aspetto regale e con un portamento fiero, Elgar'Nan
studiò Solas che con
un cenno del capo si allontanò
-Dimmi, vhenan-
continuava ad osservare
il ragazzo -Sei sicura che vada bene così?-
-Non vedo quale
sia il problema-
Sospirò
-Il ragazzo non…-
Lo interruppi
-Il ragazzo, ha delle
buone doti-
-Per me puoi
fare come vuoi, lo sai,
gli altri hanno avuto da ridire, Mythal che si prende cura di uno
schiavo-
Lo fissai severa
-Elgar'Nan lasciali
parlare e che pensino a loro stessi, lo fanno sempre-
Non rispose,
aggiunsi -E vhenan, non
voglio più sentire quella parola riferita al ragazzo-
Mi
guardò attento -Lo vuoi far
diventare uno di noi?-
Abbozzai un
sorriso -Lo scopriremo con
il tempo-
-----------
Stavo leggendo
nella rotonda a
Skyhold, quando un forte rumore mi spaventò, che cosa
succede? Uscii
all’esterno sulle mura preoccupata, notai due individui che
si battevano,
entrambi con una leggera armatura. Mi avvicinai, una parte della cinta
esterna
era crollata, formando un semicerchio, ma sono impazziti?
Li studiai,
attaccavano e difendevano
agilmente, sia fisicamente che con la magia, uno era Dirthamen e il suo
avversario un ragazzo con dei lunghi capelli castano ramati tenuti in
una coda,
Solas, ormai non più un bambino, ma ventenne, si divertiva a
schivare e a
provocare arrogantemente. È
molto simile
a come l’ho conosciuto io, a parte i capelli, fa un effetto
strano vederlo
così.
-Dirthamen!
Solas!- urlai arrabbiata,
si bloccarono entrambi a guardarmi, si scambiarono
un’occhiata e scapparono.
Cosa!? -Venite subito qua! Solas!- mi guardò fugacemente per
poi saltare giù
dal bastione al piano inferiore, frenò la caduta con un
incantesimo. Prima che
sparisse dalla mia vista, lanciai un sigillo di ghiaccio, se ne accorse
troppo
tardi e venne quasi colpito, ne dirottò l’effetto
proteggendosi con una
barriera. Un altro sigillo, non lo vide, cadde rovinosamente a terra
sparendo dietro
l’angolo. Sospirai sconsolata. E ora la cinta? Quando
torna…e anche a Dirthamen
cosa gli era saltato in mente? Andavano d’accordo di solito.
Lo sanno che se
vogliono fare sul serio, lo devono fare in un posto isolato, accidenti
a loro.
----------
Un salone,
pareti e scalinate di cristallo,
tutto risplendeva con un’aria di importanza e ricchezza, vari
gruppi di elfi
vestiti elegantemente da fini sete d’oro e
d’argento, discutevano, ridevano e
ballavano.
Rividi Solas che
con orgoglio faceva
sfoggio di sé attirando l’attenzione di una donna,
invitandola a ballare.
-Vedo che Solas
si sta dando da fare
con Andruil- guardai Elgar'Nan, non risposi e rimisi
l’attenzione sui due che
ballavano. So che era un ricordo, ma vederlo
così mi dava fastidio, con Andruil poi?
-Non dici nulla?
È il tuo protetto, l’ultima
volta tu e Andruil avete avuto un dibattito piuttosto acceso-
Sorrisi mesta
-È abbastanza grande
ormai da fare le sue scelte da solo, prima o poi si renderà
conto di chi ha
davanti, Andruil la pensa diversamente da lui, oltre ad avere
preferenze
diverse, lo scoprirà a sue spese. Non mi ascolterebbe
comunque-
Li vidi
dividersi smettendo di ballare
e Solas continuare a fissarla, per poi destarsi e rivolgere
l’attenzione ad
altri elfi, era a suo agio come quando l’avevo visto al
Palazzo d’Inverno.
Chissà quante volte avevano ballato assieme
e…sono una stupida, come posso
essere gelosa di una cosa successa chissà quanti anni fa.
Ora lui è solo mio.
Si
avvicinò a me con un sorriso -Vi
state divertendo?-
Sorrisi -Tu
più di me, da quanto ho
visto- mi rivolse un’espressione imbarazzata
-Solas, non
tutto è come sembra- era
irritato e confuso -Mi stai dicendo che quello che provo…-
Lo interruppi
calma -Non quello che
provi tu, ma quello che prova lei è differente- ora era
seccato.
-So cavarmela da
solo- rispose
arrogante
Sorrisi -Lo so-
------------
Ero sempre nella
rotonda a Skyhold,
una porta si spalancò con forza e mi ritrovai davanti un
Solas, più maturo dell’ultima
volta, sempre con i capelli legati in una coda. Era infuriato, una
ferita sopra
il sopracciglio, il sangue era colato sul viso e ormai secco,
l’armatura
rovinata.
Lo squadrai da
capo a piedi, ma non
proferii parola, osservavo pensierosa la stanza circolare.
-Dillo
‘te l’avevo detto’- esclamò
irritato
Non lo guardai
-Non serve, suppongo
faccia male, ma hai scelto un modo per provocare Andruil molto
pericoloso,
senza pensare alle conseguenze e alla sua natura, ti ha preso con
facilità e
hai visto infine com’è davvero. Per fortuna
è arrivata Anaris e mi congratulo
con te per aver volto la situazione a tuo favore. Dirthamen ti ha
insegnato
bene-
Rimase in
silenzio per un po’ -Cosa
stai guardando?- rispose pacato
Sorrisi
divertita -Pensavo che questa
stanza abbia bisogno di un po’ di colore, non pensi?-
-Potrei fare
qualcosa, quando ho
tempo-
-È un
ottima idea, ti piace pitturare
no?-
Abbozzò
un sorriso -Lo trovo rilassante-
------------
Ero seduta a una
scrivania, entrò nella
stanza Solas con un sorriso arrogante.
-Le mie
congratulazioni sei uno di noi
ora Temibile Lupo- che…cosa? Uno…di noi?!
-Il tuo scontro
con il Titano verrà
ricordato, gli altri Evanuris ne sono stati colpiti, con il tuo Focus
hai
il loro rispetto.
Puoi far abbandonare
le Vie Profonde, ora che sei un Dio
quali sono i tuoi piani?-
Sospirò
e gli si dipinse sul volto una
espressione disgustata -Non mi dare quel titolo Mythal, lo sai che non
lo
sopporto-
Ridacchiai
-Già, come scordarlo?
Dopotutto se vuoi iniziare il tuo progetto ora sei pronto-
Era serio e mi
studiava attentamente
-Ho il tuo supporto?-
Sorrisi -Ti
sosterrò, ma indirettamente
per adesso, vuoi iniziare una partita pericolosa-
-Ma giusta, non
puoi ignorare quello
che stanno facendo-
Lo osservai -Non
fare il ragazzino
arrogante Solas, non osare dirmi quello che devo fare-
Seccato rispose
-Non era mia
intenzione, ma Elgar'Nan…-
Lo bloccai
-Solas, non voglio discutere
su questo. Non puoi capire- il mio tono non ammetteva repliche,
mettendo fine
alla discussione.
Abbassò
lo sguardo costernato -Ir
abelas- ed uscì dalla stanza.
Cominciai a
toccare l’anello
all’anulare nervosa e con rabbia. Una profonda tristezza
prese il sopravvento.
----------------
Guardavo fuori
da una finestra dando a
Solas le spalle.
-Dimmi-
-I piani
procedono, sto liberando
tutti gli schiavi che me lo chiedono, stanno diventando sempre di
più, non staremo
inosservati ancora a lungo-
-Bene. Stanno
superando qualunque
limite, non possono continuare con queste atrocità-
Solas restava in
silenzio, un silenzio
pesante, mi voltai verso di lui, gli occhi adombrati di dolore
-Dirthamen…-
rispose triste e
abbattuto
Un dolore immane
mi lacerò il cuore,
la gola si chiuse impedendomi di parlare. Abbassai lo sguardo,
fissandomi le
mani. Notai che l’anello non c’era più.
-È
stato il Dio dei segreti fino alla
fine…non lo vendichiamo?- ringhiò con rabbia
-Lascia che si
cullino nella loro
sicurezza di falsi Dei, la vendetta ha bisogno del suo tempo- sibilai
spietata.
------------
Di nuovo la
scrivania, entrò nella
stanza Solas -Non vorrai accettare, perché vogliono
incontrarti proprio ora?-
era visibilmente preoccupato
-Devo prendere
tempo, per me e
soprattutto per te, vedrò ancora una volta di farli
ragionare per quanto
possibile, è un mio dovere, rischiamo una strage, non voglio
un’altra guerra,
mi è bastata l’ultima con i Dimenticati-
-Non puoi andare
è una follia, Falon’din
ha attaccato di proposito, lo sai-
-So che voglio
proteggere il mio
popolo, se non mi presento, avanzerà- risposi grave
-Lascia che
almeno venga con te!-
esclamò allarmato
Lo guardai
dolcemente -Non puoi, devi
pensare alla tua gente ora-
Gli presi il
viso tra le mani e appoggiai
la mia fronte alla sua -Stai attenta-
Sorrisi -Lo
farò, amico mio, ora vai-
Presi un foglio,
dalla scrivania e
lessi
L’esperimento
è concluso e sembra un successo, ha una potenza
straordinaria, speriamo venga
presto a vederla, anche gli altri Evanuris sono stati informati.
Poco sotto
un’altra scrittura
Mia
signora, tutto procede come stabilito, l’Uthenera
è attiva, l’ingresso sigillato,
abbiamo evitato che gli altri Dei ne venissero a conoscenza del
completamento.
Poco sopra trovate il messaggio che avrebbe dovuto arrivare, chiunque
altro ne
sapesse dell’esistenza è stato eliminato.
Aspettiamo ulteriori ordini.
Sospirai,
un’altra follia a cui avevo
dovuto accettare per non farli insospettire. Il foglio prese fuoco tra
le mie
mani e lo lasciai andare.
-------------
Antiche rovine,
fiaccole di velfuoco,
scale, un Uthenera chiusa, mi avvicinai ad essa posando sopra una mano
con un
guanto di metallo familiare, infusi del potere. Comparvero degli
spiriti a
forma di lupo. Mi voltai verso un angolo dove era posto un tavolo con
su delle
carte esaminandole disgustata, le avrei lasciate intatte, servivano
ancora
purtroppo, almeno per qualche anno.
Rivolsi la mia
attenzione alla tomba
aprendola, una bambina dai capelli neri, avrà avuto due
anni, dormiva ancora
profondamente. Guardavo me stessa?
La bambina
aprì gli occhi, un
brillante color ametista che vedevo ormai da quando ho ricordo tutti i
giorni
allo specchio. Mi guardava ancora assonnata e confusa. Sorrisi
dolcemente
prendendola in braccio e stringendomela al petto, con le manine
afferrò
saldamente il vestito per poi osservarmi, la vedevo concentrata nel
cercare di
articolare una parola -Mmm…ma…mama…-
le posai un bacio sulla fronte, sorrise
anche lei battendo le manine contenta -Ma….mamae!-
Sorpresa mi si
scaldò il cuore e la
strinsi ancora al petto -Da quanto tempo non sentivo quella parola
piccola-
Sussultai,
quella voce, Flemeth!?
Al collo la
bambina aveva il pendente
che ora era in mio possesso, glielo tolsi prima che potesse diventare
un
interessante giocattolo -Questo per adesso non ti servirà,
non ora- lo posai
nell’Uthenera.
Avvicinai una
mano alle sue, mi prese
le dita -Sei molto carina, tra qualche anno ne converrà
anche quel ragazzino
arrogante, vero?- la bambina rise divertita
-Già…- la guardavo pensierosa
-Se sapesse
quello che sto per farti,
si arrabbierebbe molto…ma ho bisogno di sentire se starai
bene e anche il tuo
potere non ti servirà per adesso, imparerai qualcosa che
nessuno di noi ha mai
provato-
Rilasciai del
mana, dei marchi
comparvero, per poi scomparire come se non fosse successo nulla.
-Sarai il mio
primo e ultimo schiavo
di questo mondo-
Mi avviai con in
braccio la bambina
fuori dalla stanza per poi sigillarla, gli spiriti ci seguivano
ubbidienti ed
entrai nella foresta. Dopo un po’ vidi poco distante quella
che per i prossimi
diciotto anni sarebbe stata la mia casa. Posai a terra la bambina -Fai
la
brava, ci rivedremo tra qualche anno, ma da’len- percepii
poco distante un
fruscio di fogliame, mi allontanai mettendomi dietro ad un albero.
-Dove
è andato? Lui e la sua caccia,
non è mai dove dovrebbe essere…- mamma!?
La bambina
trovandosi persa cominciò a
singhiozzare attirando l’attenzione. Vidi poco lontano quella
che sarebbe
diventata mia madre bloccarsi sorpresa e spaventata guardando i lupi e
poi la
bambina. Richiamai gli spiriti che sparirono.
Ancora timorosa
mia madre si avvicinò
lentamente guardandosi attorno, si inginocchiò prendendola
in braccio -E tu
cosa ci fai qui?- la osservai, non me la ricordavo così
giovane, avrà avuto la
stessa età che ho io adesso. La bambina iniziò a
piangere. Cominciamo bene.
Mia madre
cercando di calmarmi si
guardò ancora intorno -Shhh…quei
lupi…ma non posso lasciarti qui, moriresti…bhe
sarà il nostro segreto ok?- ridacchiò -Penso che
a Melinir verrà un colpo, avrà
il secondo prima di quanto immagina-
Tutto scomparve.
Lathbora viran: Tradotto
approssimativamente come
"il percorso verso un luogo di amore perduto", un desiderio per una
cosa che non si può mai veramente sapere
Mamae:
mamma
Ma ghilana,
vhenan: guidami, cuore
mio
Vir Dirthara:
biblioteca che si attraversa nel crocevia nel dlc Trespasser
Capitolo un po'
diverso dal solito, spero vi sia piaciuto. Io mi sono divertita a
scrivere questi ricordi su Solas, visti dal punto di vista di Mythal,
ho preso spunto da quel poco che sappiamo su di lui. Alla prossima!
|
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Capitolo 25 *** Capitolo 25 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
Ancora qualche ricordo sul nostro Solas e ritorniamo al presente :D
25
Una stanza in
penombra, l’unica fonte
di luce proveniente da una feritoria illuminava i mosaici presenti
sulle
pareti che risplendevano. Al centro un Uthenera aperta, appoggiata ad
essa una
figura seduta, si teneva la testa tra le mani, non riuscivo a capire
chi fosse,
restava nelle ombre.
-Come ti senti?-
domandai, la voce era
quella di Flemeth
-Male…-
rispose Solas, il tono era
inespressivo
-Ti ci
abituerai, gli effetti ormai
sono permanenti da secoli-
-È
tutta colpa mia…MIA!- urlò
disperato -Non doveva andare così!!-
-Hai fatto
l’unica cosa che potevi in
quel momento-
-E ho distrutto
qualunque cosa, ho
peggiorato tutto!! Gli elfi che fanno da schiavi agli umani?-
-Non solo, buona
parte è dispersa nei
boschi e scappa dagli umani vivendo come rietti, si fanno chiamare
Dalish e
hanno una particolarità, ma lascerò a te il
piacere di scoprirla, Temibile
Lupo-
-No…nooo,
non può essere reale…NOO!!-
urlò di nuovo. Questo ricordo, mi stava facendo sentire
male, non sopportavo
vederlo così, avrei voluto potermi avvicinare e toccarlo.
-Ti ho portato
dei vestiti adatti a
questo mondo e del cibo, quando ti sentirai meglio, parleremo ancora-
Lo vidi alzarsi
barcollante e
sostenersi alla tomba -Rimetterò tutto a
posto…non percepisco quasi nessun
contatto con l’Oblio…mi viene da vomitare- si
girò di scatto e lo fece, tossì
più volte.
Mi voltai
dandogli le spalle e allontanandomi,
poco dopo lo udii piangere e urlare, i suoi lamenti rimbombavano in
quella
struttura, forse un suo tempio, continuavo a scorgere varie sue statue
e
mosaici. Istintivamente avrei voluto tornare indietro, ma continuavo a
camminare. Non avevo mai pensato a come si fosse sentito al suo
risveglio, non
glielo avevo mai chiesto…
-------------------------
Un Eluvian
Enorme. Lo fissavo, era
chiuso, ed ero confusa, mi ritrovavo dove ero passata poco prima, era
alquanto
strano.
-Sei sicuro del
tuo piano Solas?-
domandai tranquilla
-Se quello che
mi hai detto su quel
magister è corretto, morirà. La sua natura
corrotta non lo aiuterà, rimane pur
sempre un mortale-
-Hai ricevuto la
mia lettera?-
-Sì,
non ricapiterà più- rispose
deciso
-Potranno
passare anche millenni, ma
la tua arroganza, non cambia-
-Dovrei
preoccuparmi di questi esseri
mortali? Questo mondo non dovrebbe esistere! Il solo vederti costretta
in un corpo
del genere è…-
Lo bloccai
-Questo corpo mortale, è
uno dei tanti che ho avuto, meglio questa forma, che nessuna. Te lo
richiedo,
sei sicuro di voler dare il tuo Focus a quell’essere corrotto
dal flagello?-
-Morirà-
rispose arrogante e sicuro di
sè
Mi voltai e lo
osservai pensierosa -Come
credi, fai quanto ritieni giusto Temibile Lupo-
-----------------------
Bene, bene, chi
abbiamo qui? Tenevo
gli occhi chiusi, e mi si pararono davanti delle immagini.
Mi vedevo?! Come
è possibile?! Da
parte a me Morrigan, guardavamo il Pozzo del Dolore? Siamo al tempio di
Mythal!? Lei ci vedeva?!
Mi rivolsi verso
Solas e gli altri,
stavamo parlando. Vidi Solas negare disgustato.
Flemeth rise, al
Dio della ribellione
viene chiesto di legarsi ad un Evanuris? Molto divertente, come potevo
perdermi
la faccia di quel ragazzino arrogante? Ancora più esilarante
sarebbe se
Morrigan bevesse, ma è così vicina che mi ha
già rivelato quello che volevo
sapere. Quindi ma da’len, è il tuo momento.
Percepii una leggera scarica di mana.
La conoscenza sopravvissuta in quel pozzo ti servirà, devi
iniziare a cambiare,
riprendendo a far parte dal mondo da cui provieni.
-----------------
Osservavo da
lontano quello che
rimaneva del Concilio delle Sacre ceneri, era sera. Una lieve
interferenza nel
mana, un legame si era spezzato. Sorrisi, il marchio che avevo messo
è stato
tolto. Speravo andasse così, ma se lo conosco bene si
complicherà la vita come
al suo solito. Sospirai, per lo meno non ti annoierai, ma
da’len, a me non me
ne ha dato mai l’occasione. Il mio tempo sta per finire,
questo corpo non
reggerà ancora a lungo, dovrei trovare un altro
ospite…
I contorni si
fecero sfumati, il tutto
si dissolse.
------------------
Ripresi i sensi,
ero seduta sopra a
Solas, la schiena contro il suo petto e le braccia intorno alla vita.
Un leggero mal
di testa mi colpii,
troppe informazioni tutte insieme.
-Ora sai?-
proferì Cole, alzai lo
sguardo e l’osservai, annuii con un cenno del capo.
Solas mi strinse
a sè -Come stai?- con
tono di voce preoccupato. Mi girai per guardarlo meglio e rimasi a
fissarlo.
-Qualcosa non
va?- domandò perplesso
Sorrisi
lievemente -Com’era Andruil?-
non avrei dovuto, ma mi sentivo un po’ vendicativa.
Si
bloccò sconcertato -Cosa hai
visto?- sospirai e mi accomodai meglio contro di lui, godendomi il
calore del
suo corpo -Un ballo, le facevi la corte-
-Capisco, ma
è stata solo…- gli misi
una mano sul viso tirandolo verso di me, gli posai un bacio sulla
guancia -Lo
so vhenan, scusa-
-Una domanda-
aggiunsi
-Dimmi- lo
sentivo rigido contro al mio
corpo, sorrisi -Che fine hanno fatto quei bellissimi capelli?-
Si
rilassò e ridacchiò -Bella domanda,
non penso di avere una risposta, sarà stata la conseguenza
di essere quasi
morto o l’essere stato tanto tempo nell’Uthenera,
posso solo dire di essere rimasto
sorpreso…i miei poveri capelli…stavo bene, vero?-
Lo baciai ancora
sulla guancia -Decisamente,
ma hai sempre il tuo fascino- ridacchiò
Non sapevo se
porre la domanda, non me
l’aveva mai detto di sua spontanea volontà di
essere un Evanuris, non che mi
importi, l’ha fatto per convenienza è palese dalla
reazione che ho visto.
-Lei non sapeva,
un Evanuris eri- disse
Cole, lo guardai infastidita da quell’intromissione.
Sospirò
profondamente come se si fosse
tolto un peso e allentò la presa sulla mia vita, come se
avessi tentato di
prendere le distanze da lui.
-Me ne
andrò davvero, se pensi ancora
che per una cosa del genere perda fiducia in te o ti lasci- risposi
decisa e
piccata. Silenzio e non si mosse.
Sospirai
seccata, quindi? Nulla?
Spostai le gambe e mi sbilanciai su un braccio facendo leva per
alzarmi. Mi
avvolse la vita e prese le mie gambe voltandomi con decisione verso di
lui, lo
assecondai mettendomi a cavalcioni, i nostri bacini combaciavano.
-Non ti
lascerò andare mai più-
aggiunse di nuovo Cole
Lo fissai nelle
iride grigie,
ardevano. Sorrisi divertita per quelle intromissioni dello spirito
della
compassione a cui stavamo tanto a cuore. Passai le braccia attorno al
suo petto
fino ad appoggiarmi a lui e stringerlo, mettendo il viso sulla sua
spalla -Bene,
perché intendo fare lo stesso- sussurrai dolcemente,
lentamente prese ad
accarezzarmi la schiena, abbandonandomi completamente a lui.
-Mi dispiace-
dissi triste
-Di cosa, ma
vhenan?- proferì curioso
-Per i tuoi
genitori e per Mythal-
Mi
posò un bacio sulla fronte -Anche a
me, però ora ho te-
Sorrisi
compiaciuta -Comunque per
quanto riguarda me, non avercela con lei, l’ha fatto per non
farli insospettire
e a modo suo mi ha protetto-
-Non avrei
dovuto dubitare di lei, mi
ha fatto un regalo bellissimo-
-Ir
abelas…-
-Delle scuse,
interessante, hai fatto
qualcosa per meritarmele?-
Lo strinsi
-Sì…non mi sono mai
preoccupata, di come ti fossi sentito quando ti sei svegliato in questo
mondo…-
La sua mano che
mi stava accarezzando
sulla schiena si bloccò -Hai visto
quando…non…- sospirò
-Non volevo mi
vedessi così…- rispose
con voce incerta, alzai il viso, non mi guardava.
Mi scostai un
poco e feci scivolare le
braccia sulle sue spalle, ma non accennava a voltarsi. Misi il viso
nell’incavo
del suo collo e posai un bacio -Avrei voluto poterti dare conforto in
quel
momento, provavo dolore al cuore, non voglio vederti più
così-
-Non…non
avresti dovuto vedermi in
quelle condizioni…-
Posai un secondo
bacio -Solas- non
rispose, un terzo bacio -Ma vhenan-
-Solas
ar lath- si fece più vicino
stringendomi, chiusi gli occhi e restammo in silenzio
-Se hai visto
quello…cos’altro?-
-Tu che
arrogantemente sostenevi che
Corypheus sarebbe morto a causa del Focus-
Sospirò
profondamente -Poi?-
-Mythal che mi
dice che non mi sarei
annoiata con te e aveva ragione- posai un altro bacio più
insistente
lasciandogli il segno. Riprese ad accarezzarmi la schiena.
-Una piccola
sofferenza…mmm…non ora,
perché?- domandò Cole
Sospirai,
rispose Solas per entrambi
-Perché è pericoloso, ci vuole
tranquillità e sicurezza, cose che ora non sono
presenti-
Guardai Cole,
era pensieroso -Però voi
volete, non basta?-
Abbozzai un
sorriso -Purtroppo no,
Cole-
Mi separai da
Solas alzandomi, gli
porsi una mano aiutandolo, nella stanza le sfere erano sparite, ora era
vuota.
-Cole, vieni con
noi?- domandai
-Sì,
qui ho finito-
Lo studiai,
stavo per fare una
domanda, ma Solas mi anticipò -Hai finito? Mythal ti aveva
chiesto di restare
qui?-
-Sì,
avrei dovuto restare e aspettare,
ma sono stato attirato dai sentimenti del ragazzo, per un periodo non
ricordavo
più, poi mi hai aiutato e sono tornato, quando non avete
avuto più bisogno di
me-
Rimanemmo a
fissarlo per poi guardarci
esterrefatti -Sarò sincera, provo ammirazione, ma lo trovo
anche terrificante-
Sorrise -Ecco
perché non ho mai vinto
a carte…- rispose sconsolato, lo guardai sorpresa
-Tu…non…hai
mai vinto a carte con
lei?! Ma se fai paura!- esclamai incredula
Ridacchiò
-Anche a scacchi,
l’esperienza è fondamentale e ne aveva in
abbondanza, difficile battere una
persona, che ha già quasi visto tutto-
Ero alquanto
sconcertata -Sacrificare
i pezzi è importate, ma bisogna saper scegliere con cura,
non tutti sono
sacrificabili, basta una mossa sbagliata e tutto può cadere
in frantumi-
pensieroso, parlava più con se stesso che con me
-L’ho imparato a miei spese
con te, ho quasi fatto mangiare la mia Regina e dato Scacco Matto a me
stesso,
senza aver nemmeno iniziato- aggiunse mesto.
Abbozzai un
sorriso e lo presi sotto
braccio -La tua Regina?-
Sorrise
-Assolutamente-
Mi si
scaldò il cuore -Andiamo, mio
Re-
Giungemmo infine
alla base, era il
tramonto. Poco dopo Cole sparì come suo solito, Solas mi
mise una mano sulla
spalla -Dobbiamo decidere quando partire, non va bene-
Lo guardai
preoccupata -Geldauran?-
annuì con un cenno del capo, cupo
-Quando vuoi,
vhenan- risposi decisa
Mi strinse la
spalla -Ne parliamo
meglio dopo, ora riposa, non dovresti avere più
difficoltà a farlo adesso-
-Te ne eri
accorto?- domandai sorpresa
-Ti agitavi
troppo, ma visto che non
mi hai detto nulla, non ho chiesto…avrei dovuto invece-
affermò serio
Lo guardai
dolcemente -Ir abelas, ma
vhenan- sorrise lievemente -Sarai stanco anche tu per colpa mia-
-Non ti
preoccupare, ho dormito fin
troppo negli anni passati, non morirò per così
poco-
Sorrisi
divertita -Va bene, mi faccio
un sonnellino, ma mi stai viziando, dormo più ora che quando
ero l’Inquisitore-
Ridacchiò
-I vantaggi di non essere al
comando, voglio che li sfrutti tutti-
Lo baciai
lievemente sulle labbra e mi
diressi verso la nostra camera. Mi guardai intorno, ma non vedevo Elen,
avevo
l’impressione che da quando le avevo spiegato come stavano le
cose, mi
evitasse…sospirai, spero non sia veramente
così…
Quando fui quasi
arrivata, la notai
appoggiata ad una colonna, non era allegra come al solito e alquanto
assorta
nei suoi pensieri. Mi fissò e mi fermai -Come stanno andando
questi primi
giorni?-
-Bene- rispose
fredda, avevo un peso
sul cuore -Con Abelas?-
Vidi un
luccichio nelle iridi castane,
ma lo represse subito, non rispose. Sospirai sconsolata, era
arrabbiata? Non si
fidava o aveva paura di me? Io avevo compreso Solas alquanto
facilmente, più in
fretta di quanto me ne rendessi conto…sarà
perché non mi è mai importato, lo
volevo vicino e basta. Con Shani e Nala ero stata fin troppo fortunata,
mi avevano
sempre trattata normalmente, si era formato un legame solido. Cassandra
e gli
altri a parte la prima rivelazione dell’accaduto dove erano
rimasti sorpresi
quanto me, si erano abituati in fretta, ma avevamo vissuto esperienze
strane,
una in più o in meno ormai non faceva differenza.
-Sono contenta
che stia andando tutto
bene, se vuoi parlare sai dove cercarmi- proferii calma e con una nota
di
tristezza nella voce. La sorpassai, ma mi bloccò per un
braccio.
-Come fai?-
domandò con un filo di
voce, mi voltai e la osservai confusa
-Come hai fatto
ad accettare tutto
questo?
È…assurdo…tu…Solas…tutto
quello che sanno i Dalish è sbagliato?- disse
incerta
-L’ho
accettato per amore di Solas e
l’ho provato sulla mia stessa pelle, il resto non ha avuto
più importanza, non
ne avevo il tempo, quando hai centinaia di vite tra le mani pensi solo
a
cercare di farle sopravvivere e di cercare di rimanere in vita quando
il nemico
vuole la tua testa-
-Avevi ragione,
non avrei dovuto
venire…- proferì cupa
Chinai il viso
afflitta -Come regalo
ti ho donato la verità, sta a te pensare cosa vuoi
farne…accettarla, usarla e
far parte di qualcosa di cui altri non avranno mai
l’opportunità, o dimenticare
e tornare a fare la semplice cacciatrice-
Mi
guardò sorpresa -Mi lasceresti
tornare al clan, dopo quello che mi hai rivelato?-
La guardai con
dolcezza -Se è quello
che vuoi, ti prego solo di mantenere la parola data, non voglio che il
clan venga
coinvolto in tutto questo-
-Perché
non vuoi far sapere che sei
Mythal? Qui sanno di Solas, verresti accettata senza problemi, allora
perché?-
-Non voglio
essere riverita come un
Dio, non voglio guardare dall’alto in basso persone che
ritengo mie pari. Si
saprà quando sarà il momento opportuno. La
verità non è sempre necessaria. Per
quanto riguarda Solas, anche lui non gioisce ad essere paragonato ad un
Dio, ma
è più bravo di me a farsi accettare, rappresenta
il Dio della ribellione, sarà
sempre dalla parte del popolo-
-Quando
sarà il momento opportuno?-
domandò attenta
-Quando
probabilmente scenderò su un
campo di battaglia e mi vedrai fare cose che non ritenevi possibili da
me-
risposi seria
Notai con la
coda dell’occhio Abelas
passare poco distante, lo chiamai -Abelas!- si voltò
guardandomi e avvicinandosi
-Mia signora- Elen mi osservava interrogativa
-Nel tuo tempo
libero mi farai il
favore di allenare Elen come suo istruttore personale, deve migliorare
il più
possibile, lascio a te il resto. Con questo siamo pari per quanto
riguarda la
richiesta che non hai accolto questa notte-
Elen girava lo
sguardo da uno all’altro
sconcertata
Abbozzò
un sorriso -Mi sembra ragionevole-
si rivolse a mia sorella -Cominceremo domani, ti farò sapere
i dettagli- e posò
il suo sguardo su di me, lo congedai con un cenno del capo, si
allontanò.
-Non gli avrai
dato un ordine?!- rispose
seccata, la studiai divertita -Niente affatto, volendo avrebbe potuto
rifiutare, non darò mai un ordine a lui o agli altri. Vedi
di darti da fare,
non sarà semplice-
Mi fissava
allibita -Mi stai aiutando?
Non ne ho bisogno sai?-
-Lo so
benissimo, ma vedi di
concentrarti, non vorrei che ti imbambolassi- le feci
l’occhiolino, arrossì
leggermente
-Un’ultima
cosa…perché l’altro giorno
hai detto che…bhe…non puoi essere incinta?-
Sospirai
-Perché ho lanciato un incantesimo
su me stessa per evitarlo-
Era sorpresa
-Evitarlo? Non volete
bambini?-
Le sorrisi
triste -Oh sì tantissimo,
ma stiamo facendo una guerra, sarebbe da irresponsabili-
Abbassò
lo sguardo afflitta -Capisco,
hai ragione…bhe se con Abelas ce la faccio,
servirà anche a me-
Ridacchiai -No,
lo chiederai direttamente
a lui- era confusa
-È un…- conclusi
-Mago?-
Sorrisi -Certo-
le brillavano gli
occhi, risi
-Cosa hai da
ridere?- replicò seccata
-La tua
faccia…- continuai a ridere
-Va bene, mi
interessa ancora di più
ora, soddisfatta?- ribatté
-Sì,
sei completamente fusa-
-Parla quella
che osserva Solas come
se lo vedesse sempre per la prima volta-
-Chi osserva
chi?- intervenne Shani,
ci voltammo verso di lei
-Lei, guarda
Solas come se gli volesse
sempre saltare addosso- rispose Elen
Ma…-Ehi!-
sentii le guance scaldarsi
-Questo
è vero, ma come biasimarla?
Viene voglia di togliergli quell’armatura, vero Yen?-
provocò
-Decisamente
sì!- le sfidai,
ridacchiarono
-Vorrei un aiuto
in effetti…-
Ci bloccammo
tutte e tre, Shani e mia
sorella arrossirono, io senza neanche voltarmi sghignazzai.
Vidi Elen
prendere per mano la mia
amica e portarsela via, erano completamente in imbarazzo.
Aspettai che mi
si spostò di fronte e
l’osservai, era alquanto divertito -Avevo capito che me la
vuoi togliere…-
insinuò malizioso, sorrisi -Hai già finito per
oggi?-
Si
chinò leggermente e posò le sue
labbra morbide e calde sulle mie, un bacio fiducioso senza fretta, mi
persi nei
suoi occhi grigi e lui nei miei. Responsabilità a non
finire, quando ne avremmo
potuto fare a meno? L’importante è che sia qua con
me, non importa quanto ci
vorrà, supereremo qualunque cosa.
-Pensavo stessi
già dormendo, volevo
farti sognare qualcosa di piacevole- disse dolcemente
-Mi sono fermata
a parlare, urgevano
ulteriori spiegazioni- sorrise -Capisco-
-Ho visto cosa
hai combinato alla
cinta esterna a Skyhold con Dirthamen, come avete fatto?-
Ridacchiò
-Lui mi dice ‘prova a fare
così, scommetto che non ci riesci’ e io
l’ho fatto, mi ha fregato e ho iniziato
ad attaccarlo, Myhtal mi avrebbe ucciso, sono scappato, come avrai
visto-
-Se
l’ho visto? Ti sei lanciato giù
senza esitazione dalle mura! E Mythal ti ha beccato in pieno-
Rise di gusto
-Mi sono schiantato
contro una parete, non sono riuscito ad evitarlo e barcollante me ne
sono
andato, mi avrebbe fatto ricostruire la cinta a mano, pietra su pietra-
Sorrisi
divertita e lo baciai
lentamente, il suo sapore era inebriante, ma quanto ti amo?
-Quanto avrei
voluto essere già al tuo
fianco- mi sarebbe
piaciuto moltissimo
vederlo nel suo mondo, nella realtà in cui viveva.
-Non so se mi
avresti sopportato-
Sorrisi
-Perché eri ancora più
orgoglioso e arrogante? Che piacevole sfida sarebbe stata…-
lo provocai decisa
Mi fissava con
occhi ardenti -Ad ogni
ballo saresti stata l’invidia di tutti i presenti, ma non
avrei permesso a
nessuno di accostarti, neanche agli altri Evanuris, avremmo ballato per
intere
notti. Ti avrei reclamato solo per me-
Inclinai
leggermente la testa
guardandolo con desiderio -Ballare con te è come respirare,
non ho bisogno di
imparare quelle insulse movenze degli orlesiani…-
-Da quel che
ricordo sei stata
bravissima- affermò
Ridacchiai -Non
so se avevo più paura a
sbagliare qualche passo o a dire qualcosa di
inopportuno…tutte quelle ore spese
con Vivienne e Josephine sono state logoranti, non avevo mai fatto una
cosa del
genere in vita mia…- la prima volta non mi ero per nulla
divertita, anche se
poi ci avevo preso la mano.
-Ti sei
comportata splendidamente,
anche se ammetto che avrei preferito che venissi a sfogarti con me che
con
Dorian- puntualizzò
-Sapevo che
Dorian aveva anche lui
esperienza con quel genere di cose, non avrei mai immaginato che il mio
mago eretico
fosse altrettanto bravo- replicai con sfida e guardandolo con finto
rimprovero
-Tanto come
avresti risposto? “ho già
visto tutto nell’Oblio” tsè…-
si era bloccato allibito, continuai
-“Adoro
l’inebriante miscela di
potere, intrigo, pericolo e sesso che permea questi eventi”
devo ancora capire
dove fosse finito il sesso- mi sfogai, avevo sempre solo pensato quelle
cose,
senza osare dirgliele.
Lo vedevo in
difficoltà -Tutto questo
risentimento da dove viene?- domandò calmo.
Accennai un
sorriso -Chiamiamoli
ricordi di una certa frustrazione e di cose mai dette-
-Altro? Sono
curioso- con un tono di
sfida
-Che come mio
servitore, avevi la
camera affianco la mia, non ti sei fatto vedere-
Ridacchiò
-La servitù ha occhi e
orecchie ovunque, in poco tempo si sarebbe venuto a sapere che
l’Inquisitore Lavellan
andava a letto con il suo servitore-
Lo guardai
seccata, sbuffai -Almeno ci
saremmo andati a letto e avremmo avuto più privacy di quanto
ne avevamo alla
rotonda a Skyhold o nella mia camera, dove era già tanto che
Leliana non veniva
anche di notte con i suoi rapporti. Vedevo come mi guardavi e io avevo
lo
stesso identico desiderio, ma non pensavo che forse avrei dovuto
trascinarti in
camera…avrei dovuto pensarci allora, così magari
avresti ceduto, ma ti sei defilato
con la tua solita maestria-
-Anche se mi
avresti trascinato in
camera non avrei mai ceduto, non volevo portarti a letto con
l’inganno, non
volevo legarti a me senza farti sapere chi fossi davvero-
replicò serio
L’osservai,
quelle parole mi fecero
piacere, ma indubbiamente avrei preferito che si fidasse di me anche
allora,
sarebbe stato tutto diverso, magari avrei evitato di lasciar cadere il
Focus e
lui non se ne sarebbe andato. Ma come mi aveva già detto la
paura che lo
allontanassi da me come un mostro ha tenuto a bada qualunque desiderio
avesse
per me.
Un bacio a fior
di labbra, volevo
sentire altro -E poi cosa avresti fatto?- domandai curiosa, mettendo
fine a
quella discussione inutile.
Sorrise
dolcemente -Avrei fatto
qualunque cosa per farmi notare da te, ogni occasione sarebbe stata
perfetta
per farti la corte e tenere lontani gli altri. Ti avrei portata a
vedere luoghi
nell’Oblio solo a me noti, dove nessuno ci avrebbe
disturbato, facendoti
provare sensazioni uniche-
Percepii
entrambi i pendenti pulsare
in sintonia, accordandosi con il battito dei nostri cuori e il nostro
respiro.
-Ti avrei fatto
dei regali unici, che per
altri sarebbero stati introvabili. Avrei voluto che ti sistemassi a
Skyhold
così da poter stare sempre insieme, volendo ogni notte farti
mia. Avrei
viaggiato in tua compagnia facendoti conoscere ogni bellezza di
Elvhenan-
Gli presi il
viso tra le mani e lo
baciai con passione -E sicuramente non avrei aspettato tutti questi
anni per
chiederti di sposarmi…e Mythal sarebbe stata alquanto
euforica, le piacevano queste
cose, avrebbe insistito per organizzare lei tutto, ci saremmo scordati
qualcosa
di intimo-
Ridacchiai e
appoggiò la sua fronte
alla mia divertito.
-Solas?-
-Sì?-
-Hai visto le
lettere sulla
scrivania?-
Sospirò
-Viste, se vuoi giocare…ho
capito cosa hai in mente, verrà preso come un affronto e
magari anche se ci
riuscissimo, non otterremmo gli effetti sperati…il ricordo
delle Sacre Marce è
ancora vivo. Il prezzo che vuoi chiedere è alto, anche se
adeguato al servizio
che vuoi offrire. Qualche idea sull’invasore?-
-Sì,
tu?-
-Anche io-
-Aspettiamo le
prove da Leliana-
-Bhe, se
troverà altra gaatlok in
giro…-
Ridacchiai
-Dici? Magari ci
sbagliamo…-
-Mi pare
più un altro avvertimento e
lo sai che non si arrenderanno, anche se la Viddasala è
stata uccisa-
Sospirai -Come
l’ultima volta…-
-Mettili nel
caos e falli ammazzare
tra di loro, poi basterà il colpo di grazia e il Qun
arriverà come un’ancora di
salvezza per molta gente. L’abbiamo già visto fare-
Gaatlok:
polvere esplosiva inventata dai Qunari
|
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Capitolo 26 *** Capitolo 26 ***
Sono
tornata! Passate bene le vacanze? Avevo bisogno di una pausa, per avere
nuove idee e come magari qualcuno di voi ha notato
ho messo in revisione il tutto, visto che il mio modo di scrivere in
questi mesi è cambiato e non ho ancora finito, dovrebbero
essere a
posto fino al cap.10 per adesso. Hanno ricevuto una sistemata
soprattutto i primi capitoli, per la storia non cambia nulla
naturalmente, ho aggiunto qualcosa che nasce e muore nello stesso
capitolo, niente di importante, ma se siete curiosi vedrete che non
è più proprio come prima. Se non vi interessa,
uguale, per la storia fino dove siamo arrivati non cambia niente. Ora
vi lascio al nuovo capitolo :)
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
CAPITOLO 26
La luce della
luna creava forme
insolite sul selciato di pietra, un leggero vento dava vita alle fronde
degli
alberi, c’era assoluto silenzio. Ero seduta ai piedi di un
albero con la
schiena appoggiata al tronco e piuttosto che essere a dormire, come
chiunque
non avesse il turno di guardia, mi ero rifugiata nel piccolo giardino
presente
sul retro del tempio. Solas dormiva tranquillo, o almeno lo speravo,
sorrisi al
ricordo di qualche ora prima, quando avevo deciso di fare una
passeggiata
notturna e stavo per alzarmi dal letto, ma una sua mano mi aveva
stretto il
braccio, mi ero chinata su di lui rassicurandolo che non stavo
scappando, la
sua presa si era sciolta. Ogni tanto sentivo il bisogno di stare da
sola, per
pensare, ero sempre stata così, fin da bambina e anche se
era strano avevo
sempre odiato il baccano, soprattutto gli schiamazzi dei miei coetanei.
Il
silenzio era oro. Posizionai le mani con i palmi aperti, una di fronte
all’altra, delle scintille simili alle scariche di un fulmine
passarono da una
all’altra. Stavo semplicemente giocando, e sentire il mana
che scorreva mi rilassava.
Percepii una presenza, non me ne sorpresi, ormai era da parecchio che
ero lì,
se nessuno mi avesse notato, avrei iniziato a preoccuparmi sulle nostre difese notturne.
Continuai
tranquilla senza far capire
che me ne ero accorta e lo lasciai avvicinare, si stava celando
piuttosto bene,
non come un assassino, ma come un mago. Posai una mano al mio fianco e
infusi
nel terreno del mana. Ora era abbastanza vicino. L’individuo
venne investito
dalla mia magia e si bloccò, il suo incantesimo cedette,
rivelandolo. Alzai lo
sguardo e sorrisi
-Mìriel
che piacevole serata non credi?-
domandai divertita, dall’espressione scioccata che mi stava
mostrando,
continuai -Turno di notte? Sono lieta che qualcuno passi a controllare
anche il
giardino-
Sospirò
evidentemente seccata -Ora
controlli anche il lavoro dei tuoi sottoposti? Facendo giochi di luce?
Avrei
dovuto immaginarlo… chi è quell’idiota
che si infiltra e spara scintille a
caso-
La osservai -Ti
trovo bene, non
abbiamo avuto più occasione-
Mi
studiò torva, ma non accennava
parola, sembrava in conflitto se chiedere o no, rimasi in silenzio
aspettando.
-Cosa diavolo
sei tu? Quelle due ti guardano
manco fossi il Creatore sceso in terra-
Quelle due?
Probabilmente si riferiva
a Shani e Nala -Non so a cosa ti riferisci- risposi semplicemente
Decisa si
avvicinò inginocchiandosi
alla mia stessa altezza e guardandomi furiosa -Non prendermi in giro-
proferì
rabbiosa
Abbozzai un
sorriso -Perché dopo mesi
vieni a richiedermi ciò? Non ti sono mai stata simpatica da
quello che mi
risulta- e che ci fosse andato di mezzo Solas non aiutava ad avere un
rapporto
pacifico. Abbassò lo sguardo pensierosa e si
spostò al mio fianco -Perché mi
interessa una persona e non voglio che per una promessa fatta a te,
abbia dei
segreti con me-
Rimasi basita,
avevo capito giusto?
Questo mi era sfuggito… inclinai la testa studiandola
attentamente, si
allontanò di un po’ indispettita per
quell’attenzione indesiderata, sbuffò
-Quanto mai te
l’ho chiesto- si stava
per alzare, ma le misi una mano sulla spalla, mi fissò
attenta
-Dimmi…
è Nala?-
-No…
è una buona amica, ma no-
Non ci
credo… Shani!? E non mi aveva
detto niente! Non che dovesse per forza farlo, ma non avevo neanche
sospettato
nulla… ridacchiai. Mirìel seccata stava di nuovo
tentando di alzarsi, ma la
trattenni con forza
-Scusa, non ridevo per quello che
pensi tu, sappi
solo che le hai appena fatto prendere una promozione-
Mi
guardò sia confusa che sorpresa
-Lei non vuole…-
-Lo so, ma se lo
merita- mi serve
qualcuno che siano i miei occhi e le miei orecchie alla base -Non ti
preoccupare, non sbraiterà ordini-
-Quindi…
spara… cosa sei?-
-Darò
il permesso a Shani di dirtelo,
ma sia chiaro deve rimanere un segreto- risposi seria
-Affare fatto-
Dei passi,
qualcuno si stava
avvicinando -Ecco dove sei finita- disse Shani, che tempismo
Mi alzai -Bene,
bene, domani
pomeriggio ti voglio vedere, devo parlarti. Godetevi il resto della
notte,
almeno qualcuno controllerà il giardino, è
alquanto deserto- le feci
l’occhiolino e la rossa si bloccò a fissarmi per
poi prendermi un braccio e
guardare Mìriel
-Yen…?-
-Dimmi-
-Ir abelas-
Sorrisi -Di
cosa? Buonanotte- e mi
lasciò andare
Una volta
arrivata in camera, mi cambiai
e stesi a letto. Shani e Mìriel, chi l’avrebbe mai
pensato?
Un braccio di
Solas mi passò sulla
vita, teneva socchiusi gli occhi assonnati, gli posai una mano sul viso
e mi
avvicinai posandogli un bacio fugace sulle labbra -Dì la
verità, non hai
dormito molto-
Sorrise -E come
facevo? Mi mancava il
mio cuscino-
Ridacchiai e
chiusi gli occhi.
Ero in camera e
stavo sistemando le lettere
sulla nostra scrivania, le sue da un lato e le mie dalla parte opposta,
oltre a
vari libri che trovavo sparsi ovunque e rimettevo nel solito angolo,
non
sarebbe durato molto quell’ordine. Dovevo ancora capire cosa
ci combinava,
quanti ne leggeva contemporaneamente? E ogni settimana cambiavano! A
questo
ritmo si sarà letto tutta la biblioteca di Skyhold in due
mesi! Temibile, sì, a
leggere è un mostro, altro che lupo con gli occhi rossi, mi
fa un baffo! Mi
mossi e con un piede andai a sbattere contro qualcosa, abbassai il
viso, da
sotto il letto spuntava un angolo di un libro, sospirai, mi
inginocchiai e guardai
sotto, almeno era l’unico, era il quinto che trovavo, lo
presi e lo impilai sugli
altri. Bussarono.
-Avanti-
Shani, sorrise e
si richiuse la porta
alle spalle -Eccomi qua… e bhe… ora sai tutto-
Contraccambiai
il sorriso e con un
gesto la invitai a sedersi -Quindi tu e Mìriel? Wow! Pensavo
di aver capito
male quando me l’ha detto-
-Mi dispiace, te
l’avrei detto, ma
sono state un po’ complicate le cose, ma bhe…
è stata una sorpresa anche per
me, le prime volte l’avrei buttata giù dalla base-
Ridacchiai e le
misi una mano sulla
spalla -Contenta per voi, ma ti ho fatto venire qua perché
passerai di grado-
A quelle parole
le si spalancarono gli
occhi -Yen… io non…- proferì abbattuta
-Fammi finire,
non darai ordini, se
non strettamente necessario. Mi fido di te e ho bisogno di qualcuno che
all’interno della base mi faccia da occhi e orecchie. Sai
come funziona, appena
mi avvicino troppo o smettono di parlare o cambiano discorso, tutti
sanno che
sono la compagna di Fen’harel, se c’è
qualcosa che non va lo voglio sapere-
Sospirò
-Capisco, lo farò, qualcosa in
particolare?-
-Non al momento-
annuì con un cenno
del capo -Puoi dire a Mìriel della mia natura-
Mi
guardò basita -Sei sicura? Io… io
mi fido di lei, ma non siete mai state in grandi rapporti-
-Se tu ti fidi,
lo farò anche io-
Mi strinse una
mano -Ma serennas-
sorrisi
Si
guardò intorno -E con Solas?-
-Tutto bene, a
parte che non riusciamo
a stare divisi, una stupidaggine, ma il non riuscire a dormire
perché non ti è
affianco… non ci siamo visti per tre anni… mi
domando sempre come abbiamo
fatto- ridacchiai
-Ti capisco, me
lo domando anche io,
morirei dentro se Mìriel sparisse-
Le strinsi una
mano -Spero per te di
non provare mai, è devastante-
-Non immaginerei
neanche se trovassi
l’idiota di turno, nel tuo caso Ian, che mi bacia con la
forza, come hai fatto?
Al solo pensiero lo avrei ucciso-
Al ricordo
esibii una smorfia -Ci è andato
vicino, ma spiegare un cadavere non era la scelta migliore per tenerlo
nascosto-
Mi
guardò divertita -In effetti… devo
andare, ho delle cose da controllare, se no Abelas non me lo tolgo
più di
torno-
Ridacchiai -Va
bene, magari ci vediamo
dopo- la vidi uscire, ma appena aprì la porta stava per
scontrarsi con Solas
che si spostò per lasciarla passare, il volto era
inespressivo. Mi lasciai
cadere sul letto e chiusi gli occhi, lo udii entrare e la porta
richiudersi.
Silenzio, ed ero osservata, percepii il suo sguardo scivolare su di me.
-Quello che ho
sentito è la verità?-
Maledizione…
sospirai profondamente -Sì-
-E naturalmente
non era rilevante
dirmelo- udii del risentimento nella voce
Aprii gli occhi
e mi alzai a sedere,
era andato alla scrivania e mi dava le spalle, sfogliò delle
lettere fino a
prenderne una, si voltò senza guardarmi e deciso si diresse
verso la porta. Con
uno slancio lo presi da una mano e si fermò, restava in
silenzio.
-Cosa avrei
dovuto dirti? Che
quell’idiota tramite le sue mani e la sua bocca mi ha fatto
provare un ribrezzo
che non avevo mai provato prima? È vero, ho pensato di
ucciderlo per un attimo,
ma non l’ho fatto… o avrei dovuto dirlo a te
così che concludessi quello che io
non avevo finito?- dissi seria
-Se ti
rispondessi, di sì?-
-Cosa sarebbe
servito? Non voglio
delle morti se non necessarie-
-Non necessarie?
Lui ti ha toccato,
contro la tua volontà! Avrebbe potuto…-
-Cosa? Se
così fosse. Se solo lo
avesse pensato. No, non sarebbe vivo- lo lasciai andare, ma non si
mosse -Sei
uno stupido- aggiunsi
-Bhe…
grazie, ora sarei io lo
stupido?-
-Non crederei
mai, che se a te
succedesse qualcosa del genere me lo verresti a dire-
-No? Sentiamo il
perché- e si girò
verso di me
Sospirai
spazientita e lo ignorai, mi
rimisi seduta per poi sdraiarmi e incrociai le braccia al petto.
Fenedhis! Ma
guarda se dobbiamo discutere su una cosa del genere!
-Dimmi, se
venissi baciato contro la
mia volontà non dovrei dirtelo? Ah bhe…
dimenticavo, tu hai fatto la stessa
cosa, deve essere irrilevante come gesto- continuò
provocatorio
Mi rialzai a
sedere offesa -Bene,
visto che i miei baci sono irrilevanti, me ne vado!- mi alzai e non
soddisfatta
gli andai di fronte e agganciai un piede ad una sua caviglia, tirando
con
forza, perse l’equilibrio. Lo fissai arrabbiata
-Andrò a cercare qualcuno a cui
piacciano, chissà magari quella recluta che ti sta sempre
intorno nella speranza
di vedermi, ne sarà alquanto felice- uscii lasciandolo sul
pavimento e sbattei
la porta alle spalle. Idiota, idiota, idiota! Cosa avrei dovuto dirti?
Razza d’idiota!
Manco mi fossi divertita! Meno male che dici di fidarti di me! Vai al
diavolo!
Idiota! Camminai decisa e con furia, andai a sbattere quasi contro a
Elen che
si scostò prontamente -Yen… cosa…?-
-Non ora Elen,
per favore- tagliando
sul nascere qualunque domanda e mi diressi verso la sala delle armi,
tirai su
un paio di pugnali, i miei li avevo lasciati in camera e non avevo
alcuna intenzione
di tornarci, presi anche un arco e dei guanti in pelle. Uscii, notai
una
mantella appesa, la presi e con un gesto fluido la indossai, senza
fermarmi.
Ora ero di fronte l’Eluvian, lo attivai
“Abelas”
lo chiamai mentalmente
“Ditemi”
“Informa
Fen’harel che non tornerò per cena e neanche per
la notte”
“Cos…
mia signora, cosa…?”
“Fallo,
grazie”
Lo attraversai.
Giunsi nella foresta
sottostante la base, camminai a lungo, avevo una vaga idea di dove
stavo
andando. Percepii una interferenza del mana, a cui risposi “Guidami”.
Seguii il potere che sentivo ritrovandomi
sul limitare del lago, accostai la vegetazione, finché non
si diradò del tutto
ed ebbi davanti una parete rocciosa, notai conficcati in essa degli
spuntoni di
ferro, li osservai, stavano arrugginendosi, che fossero quelli usati
dai
mercenari? Iniziai ad arrampicarmi lentamente, ogni ferro che toccavo
lo
rafforzavo con della magia, non avevo intenzione di imparare a volare.
Mi fermai a
metà riprendendo fiato. Cavolo
Yen, il fiatone? Come posso essere già stanca? Non va bene,
no che non va bene.
Continuai, finalmente raggiunsi la sporgenza e mi issai per poi
sdraiarmi,
ansimavo e stava calando la sera. Oh cavolo, devo riiniziare ad
allenarmi,
altro che Evanuris, me li scordo andando avanti così e direi
che se pur molto
piacevole fare l’amore non basta. Il pensiero mi aveva fatto
tornare in mente
il mio stupido lupo, idiota. Un’ombra coprì il
cielo, una grande testa triangolare
piena di scaglie blu, alzai una mano verso le narici e la posai sul
muso -Ciao,
come va?- al mio tocco ricevetti uno sbuffo freddo che mi
scompigliò ulteriormente
i capelli e alleviò il caldo che si era impossessato del
corpo, ridacchiai e mi
alzai togliendomi la polvere dagli abiti. Udii dei lievi ringhi e vidi
spuntare
dalle zampe posteriori due piccoli draghetti, avevano entrambi delle
scaglie
scure con dei riflessi argentati. Bhe… piccoli per modo di
dire, erano alti
quanto me. Si fecero vicino annusandomi, uno di loro cercò
di assaggiarmi,
ricevette un ringhio di protesta dal mio drago e si quietò
ubbidiente. Sorrisi
a quel gesto e li toccai accarezzandoli -Sei papà? Non me
l’avevi detto… quindi
vedrò anche la vostra mamma?-
Il mio drago
sbuffò infastidito, un
draghetto iniziò a tirare testate al padre, invece quello
rimasto di fronte a
me si stava godendo le coccole, ad un tratto ricevetti una leccata.
Rimasi
interdetta e risi pulendomi il viso con una mano. Ok, avrei detto a
Solas che
lo sostituivo con un drago, direi che quella leccata era piena di
significati.
-Sono contenta
di essere venuta a
trovarti, avevo bisogno di fare qualcosa di diverso…-
Il mio drago si
girò dandomi le spalle
e facendo strada, i
draghetti
incuriositi mi stavano vicino. Le pareti di roccia si ergevano larghe
all’inizio, ma più avanzavamo più si
restringevano portando a una grotta buia.
Aprii una mano di fronte a me e feci comparire una fiamma per fare un
po’ di
luce, almeno vedevo dove mettevo i piedi, c’erano ciottoli di
pietra sparsi
ovunque e qualche scheletro, penso di cavalli e altri animali divenuti
un
pranzo. Poco dopo quel che rimaneva dei raggi del sole al tramonto
filtrava da
una fessura in alto, da dove notai iniziavano a comparire la luna e le
prime
stelle. Ci fermammo visto che eravamo giunti al limitare della grotta,
mi
guardai attorno, pietre e altri scheletri di vari animali, anche
qualche
teschio umano…
Il mio drago si
sdraiò e i due
draghetti gli si fecero vicino accoccolandosi vicino a lui per dormire.
Ebbi un
brutto presentimento alla mancanza della madre. Il mio drago di un blu
scuro
con linee di un azzurro elettrico, ringhiò deciso
osservandomi. Le iridi a
causa del buio che avanzava si stavano allargando e per via della poca
luce
brillavano, era un invito ad avvicinarmi. Lo feci e mi sedetti vicino
ai draghetti
che senza esitazione si erano già addormentati sereni, mi
appoggiai a loro,
emanavano un calore piacevole, la grande testa triangolare del mio
drago si
avvicinò, studiandomi attento, abbozzai un sorriso.
-Non ti
preoccupare, starò bene, non è
la fine del mondo, è assurdo litigare su una cosa del genere
però… non trovi? È
successo qualche mese fa… mi ha fatta sentire come se lo
avessi tradito, quando
al solo ricordo mi viene il vomito…-
Alzai il viso,
ormai era quasi
completamente buio, rimisi la mia attenzione sul drago -Però
io ho ancora
l’occasione di parlargli… tu no invece…
vero?- continuava a fissarmi con quegli
occhi luminosi -Se dicessi che anche dopo quello che mi ha detto mi
manca?-
ridacchiai triste, il mio stomaco brontolò, ma non avevo
fame…
Dovrei scusarmi?
E per cosa? Per non
aver voluto farlo preoccupare o far ammazzare un idiota che non
è degno neanche
della sua attenzione? Non mi sarò fidata, ma non gli ho
fatto niente di male… con
tutto quello che poteva dire, proprio quello…
Avrei potuto
scegliermi una vita più
semplice, l’occasione mi è stata offerta, senza
avere affianco un Dio stupido,
orgoglioso e arrogante, con cui è un piacere anche
discutere. No, avrei dovuto
scegliere qualcuno che mi dicesse sempre di sì, sarebbe
stato alquanto noioso,
ma almeno adesso me ne vivrei tranquilla ad allevare mabari…
noiosa, felice,
tutto perfetto. Senza di lui che mi fa impazzire nel volerlo aiutare.
Aver
sofferto per tre anni la sua mancanza… chi me l’ha
fatto fare? Per poi sentirmi
dire che i miei baci sono insignificanti! Un moto di rabbia
resuscitò, io che
da stupida ragazzina innamorata volevo qualcosa di più da
lui in quei giorni e
non lo ottenevo, anche se vedevo lo stesso identico desiderio nei suoi
occhi. E
quando lo avevo notato in un umano, che più che volentieri
mi osservava e mi
avrebbe portato a letto, lo avevo rifiutato perché non
è quello che volevo, non
era la persona che volevo che mi toccasse, ma un umano che con solo
qualche
parola andava in crisi. No, volevo il mio Temibile Lupo che ogni volta
mi
teneva testa e mi spiegava cosa stavo sbagliando, che esibiva la sua
disapprovazione senza remore. No, io ho voluto un lupo che mi dominasse
fino a
catturarmi lo spirito, mi ha posseduto anche se non mi aveva mai
toccato fino a
quel punto. E quando qualche mese fa finalmente abbiamo fatto
l’amore, è stata
la cosa più bella che mi fosse capitata fino a quel momento
nella mia vita,
ogni volta farlo è una gioia, ci capiamo perfettamente,
siamo in totale
sintonia.
Per un idiota
del genere, arriva a
dirmi quello? Ti fulmino! Stupido! Le guance mi si bagnarono, ma me le
asciugai
subito con una mano, tirai le gambe verso il petto e appoggiai il viso
contro
il braccio che tenevo sulle ginocchia, non volevo pensare
più a niente.
Mi ritrovai
nella nostra camera, me lo
aspettavo, non potevo avere il lusso di non pensare a nulla neanche
quando
dormivo con lui. Lo ritrovai seduto sul letto, chinato in avanti con i
gomiti
appoggiati alle ginocchia e le mani conserte, non mi guardava.
Incrociai le
braccia al petto e rimasi in silenzio.
-Dove ti trovi?-
domandò nervoso
-Cosa ti
importa? Magari nel letto di
qualcuno dopo del buon sesso- la rabbia non era scomparsa e non mi
importava di
ferirlo, lo vidi stringere le mani molto forte, le nocche erano
bianche, ma non
rispondeva.
-Visto che
è stato fantastico vorrei
riposare ora, senza l’idiota di turno- continuai imperterrita
Si
alzò di scatto e mi mise le mani su
i fianchi, era furioso -Smettila-
-Di fare cosa?
Ti sto dicendo cosa ho
fatto, dovresti esserne contento-
La mascella si
indurì ulteriormente,
anche la presa sulla mia vita era più forte -Smettila- disse
ancora e si stava
chinando su di me, ma lo evitai -Trova qualcuna che ti baci meglio di
quel che
so fare io- risposi fredda
-Dove sei?-
-Lontano,
così da non poter più
rischiare di darti…- due dita mi si posarono sul mento
alzandomi il viso, prese
possesso della mie labbra affondando con la lingua. Cercai di ritrarmi,
ma mi
divorava con foga, mi sfuggii un gemito, si staccò per
riprendere fiato e tentò
ancora di baciarmi, ma voltai il viso verso il basso, le sue mani si
avvolsero
sulla mia schiena, abbracciandomi, sentivo il suo respiro vicino
all’orecchio. -Vhenan-
sussurrò, mi irrigidii e sospirò profondamente
-Ir abelas… non volevo dirti una
cosa del genere- fino a quel momento non avevo ricambiato
l’abbraccio,
istintivamente lo avrei fatto, ma mi ero bloccata. Feci scivolare le
braccia
sulla sua schiena. Stava chiedendo scusa, e so che non era una cosa
facile con
il carattere che si ritrova.
-Hai sempre
chiesto scusa, solo a me-
già dalle prime volte, non l’ho mai sentito
porgerle ad altri
-Solo a te
perché… solo con te posso mettere
da parte il mio orgoglio-
-Scusa…-
cedetti anche io
-Dove ti trovi?
Sto… impazzendo!-
proferì nervoso
Sorrisi e lo
fissai in viso, quella
stupida barriera che si era creata prima tra noi, si era disintegrata
in un
attimo -Al sicuro… credo di avere un nuovo spasimante-
insinuai apposta in modo
vago
Era attento e
perplesso, non
rispondeva, continuai -Ha degli occhi ipnotici, è simpatico,
potente…- la sua
presa si era alleggerita e mi stava lasciando andare, era sconvolto, lo
trattenni -Ha delle spesse scaglie, una lunga coda…- non
riuscii a continuare,
coprì la mia bocca con la sua, ci staccammo senza fiato -Sei
uno stupido
orgoglioso!- replicai senza pietà -Prova ancora a pensare
che potrei farmi
toccare da qualcun altro che non sia tu che ti…-
affondò di nuovo la lingua
nella mia bocca. Mi si era annebbiata la mente, contraccambiai quel
bacio così
possessivo.
-Dove sei?
Voglio venire da te-
sorrisi a quelle parole, mi mancava anche lui -Te l’ho detto,
dal mio nuovo
spasimante che ha una bellissima coda. Se te lo meriti
tornerò quando farà
giorno-
-Non ho
intenzione di aspettare
l’alba, fammi sentire il tuo potere, lo hai completamente
celato da quando hai
sbattuto la porta-
Picchiettai le
dita sul suo petto, gli
rivolsi un sorriso malizioso -Non voglio che spaventi il mio drago e
che vi
facciate del male a vicenda, non ci penserebbe due volte visto che ha
dei
cuccioli-
-Cuccioli?-
rispose perplesso
-Già,
due, molto carini, ora sto
dormendo insieme a loro, e uno mi ha dato una leccata molto
appassionata-
risposi divertita
Prese ad
accarezzarmi la schiena con
movimenti circolari e rilassanti -Pensavo fosse maschio-
Ridacchiai
-Infatti, ma penso che la
madre non sia presente… deve esserle successo qualcosa- le
mani scesero fino al
fondoschiena premendo il mio bacino contro al suo -Deve essere un
vizio…-
provocai
-Cosa?-
domandò curioso
-Mettere sempre
le mani lì- e posai
una mano su un suo braccio
Ridacchiò
-Se hai un bellissimo
sedere, cosa posso farci?-
Le guance mi si
scaldarono -Stupido…-
Sorrise e
premette la sua bocca sulla
mia -Vhenan, fammi sentire il tuo potere, non sopporto starti lontano e
il
drago capirà…- non attese una mia risposta
baciandomi ancora. Mi stava
coccolando e mi stavo lasciando andare senza esitazione, perdendomi nel
suo
sapore. In un momento di lucidità ripresi il controllo
staccandomi dalle sue
labbra, fissai i miei occhi grigi che erano imploranti, sembrava un
lupacchiotto
che mi supplicava. Gli posai le mani sul viso -Smettila di fare questa
faccia-
stava riuscendo nel suo intento, abbozzò un sorriso, ma non
si arrese si
avvicinò ancora dandomi un bacio fugace -Che faccia?-
rispose innocente
Sospirai
divertita, gli sorrisi
-Questa da lupacchiotto-
-È la
mia faccia- replicò tranquillo,
sei un furbacchione -C’è da scalare una parete di
roccia, non voglio rischiare
che al buio ti faccia male-
Mi
posò un bacio sulla fronte -Dubito
che manchi molto all’alba e vengo io da te, quindi?-
Lo fissai
seccata e poi sospirai, gli
spiegai dove ero. Soddisfatto mi baciò ancora.
Cosa
c'è di meglio se non riiniziare con una bella litigata? XD
Anche se non riescono a tenersi il broncio a lungo XD
E visto che i
mesi passano, salteranno fuori nuove coppie per la nostra Dea
dell'amore che si ritroverà a svolgere il proprio compito
senza rendersene conto XD
Al prossimo
capitolo!
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Capitolo 27 *** Capitolo 27 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
CAPITOLO 27
Mi destai e
guardai in alto verso la feritoia,
il cielo si stava rischiarando. Osservai i draghi che dormivano, per
poi
alzarmi e lasciar scorrere all’esterno il mio potere, notai
il drago aprire gli
occhi freddi e bianchi come il ghiaccio.
-Resta qui, vado
fuori ad aspettare la
fonte delle mie crisi di nervi- borbottai con un mezzo sbadiglio, avevo
dormito
al caldo, però mi faceva male la schiena. Mi incamminai e
alzai le braccia
verso l’alto stiracchiandomi, cercando un po’ di
sollievo. Ripercorsi
tranquillamente tutta la caverna, percepivo sempre il mio drago tenermi
d’occhio. Raggiunsi l’uscita e mi sedetti vicino
alla sporgenza da cui ero
arrivata. Respirai a pieni polmoni l’aria fresca del mattino
presto, godendomi
la vista del sole che sorgeva. Mi vennero in mente le parole dette una
volta da
Shani ‘dì la verità, tendi sempre a
perdonarlo, vero?’ ridacchiai, sì sempre,
è
il mio cuore. Continuai ad osservare il paesaggio diventare vivo,
colorarsi
poco a poco, spazzando via il nero della notte. Udii sotto di me delle
pietre
sgretolarsi, subito dopo spuntò la testa di Solas, si
issò e restando in
ginocchio mi fissò attentamente, poi rivolse la sua
attenzione al dirupo
guardando giù -Dimmi, soffri di vertigini?-
domandò pensieroso.
Ero perplessa e
notai che non aveva il
fiatone che invece aveva assalito me, non portava l’armatura
dorata, ma la
versione leggera. Ma neanche io portavo un’armatura pesante
-No, perché?-
Sorrise
-Perché hai messo tanta di
quella magia in quei ferri che non si staccheranno più per
almeno mille anni-
non risposi, guardandolo assorta. Lui si avvicinò posandomi
una mano sul viso -Hai
rivolto la tua furia contro di loro e non sei abituata a farlo, eri
stanca
vero?-
Sorpresa lo
fissai -Come fai a…-
inclinò la testa e mi baciò fugacemente -Cose che
capitano quando si è giovani,
con l’esperienza imparerai a dosare meglio il mana anche
quando le emozioni
prendono il sopravvento- ora
compresi il perché della mia stanchezza, ma allenarmi non
poteva fare male. -Mi
dici sempre qualcosa che non so- replicai calma
Sorrise
compiaciuto e tolse dalle
spalle il suo inseparabile zaino trasandato. Dovevo procurarmene uno
nuovo. Lo
aprì e ne tirò fuori una coperta, pane e
formaggio. Alla vista del cibo, il mio
stomaco brontolò, mi rivolse un sorrisetto. Sbuffai e
sistemai la coperta sotto
di noi. Iniziammo a mangiare in silenzio. Si era messo di fianco a me e
non
aveva detto altro, mi lasciai scivolare contro la sua spalla posando la
testa,
in risposta cercò la mia mano libera stringendola nella sua.
Percepii il potere
del mio drago aumentare vertiginosamente e con violenza. Solas non era
il
benvenuto. Stavo per alzarmi quando mi bloccò
impendendomelo, aspettai
spiegazioni.
-Non
entrerò nella caverna, non ne ho
il diritto, ma sei la mia compagna, questo dovrà essere
chiaro anche a lui.
Dove vai tu ci starò anche io, sempre che non me lo
impedisca qualcuno
facendomi cadere a terra-
Queste accuse
velate, mi fecero
stendere le labbra in un sorriso -Avrò il sangue degli
Evanuris, ma sono pur
sempre cresciuta tra i Dalish. Deve essere una combinazione letale,
ma’arlath-
risposi tranquilla. Alquanto divertito, posò una mano sul
mio viso tirandomi
verso di lui. Udimmo i pesanti passi del drago, stavo per scostarmi
allarmata,
ma mi baciò comunque con passione, ignorandolo. Lo
assecondai nervosa, far
inferocire un drago non era nei miei programmi. Ci staccammo senza
fiato e
rimanemmo a fissarci. Un lieve bagliore passò nelle iride
grigie con un
consistente aumento di mana. Abbozzai un sorriso, stava sfidando il
drago e voleva
che mi fidassi, qualunque cosa avesse in mente, conoscevo ormai troppo
bene
quello sguardo e quel sorriso. Mi accostai a lui passando le braccia
sulla sua
schiena e il viso nell’incavo del suo collo, sussurrai al suo
orecchio -Vhenan…
sei pazzo-
Ridacchiò
-Ecco, la reazione del tuo
drago, mi sta ricordando molto la mia di qualche ora fa-
Il drago geloso?
Sorrisi, non è
possibile. Solas gli dava le spalle restando appoggiato a me, io lo
vidi
avvicinarsi con le zanne scoperte, decisamente contrariato. Rivolse ad
entrambi
un ruggito che mi rimbombò nel cervello e fissava Solas con
intenti omicidi. In
risposta venni stretta di più e una mano passò
sulla mia nuca affondando tra i
capelli accarezzandomi, quel tocco mi rilassò un
po’ troppo. Non è il momento!
Il mana del mio lupo salì ulteriormente, non era minaccioso,
ma protettivo nei
miei confronti.
Il drago
ringhiava tenendo la grande
bocca leggermente aperta, mostrando tutta l’armeria di cui la
natura l’aveva
dotato, sembrava in conflitto su cosa fare, ma sapevo che non avrebbe
mai
attaccato, rischiava di ferirmi. Solas posò un bacio
insistente sul mio collo,
resistetti alla tentazione di lasciarmi andare tra le sue braccia
-Sei… pazzo-
ripetei in un sussurro, mi stava marchiando come sua davanti ad un
drago che
gli voleva staccare la testa. Avrei riso se la situazione non fosse
stata tanto
critica, come poteva il drago essere geloso di me? Gli avevo messo i
Vallaslin,
ma non… oh, un attimo, in quel momento ho creato un
legame… ora Solas stava
stabilendo una gerarchia? Ruggì di nuovo talmente forte che
della brina si posò
su di noi. Con decisione si voltò ritornando nella caverna,
facendo tremare la
roccia sotto di noi. Respiravo affannosamente come se avessi corso, il
cuore
batteva all’impazzata. Io morirò
d’infarto, lo so. Anche Solas si rilassò non
abbassando però il suo potere, sentivo il suo cuore contro
il petto. Mi scostai
per fissarlo e gli posai entrambe le mani sul viso avvicinandomi alle
sue
labbra -Sei pazzo- sussurrai per poi catturargli la bocca. Misi decisa
di nuovo
il viso nell’incavo del suo collo posando una linea di baci
-Sei pazzo, pazzo,
pazzo…-
-Visto che il
drago ha capito?-
rispose dolcemente
-Smettila! Sei
comunque pazzo! Avrei
potuto…-
-Ordinargli di
smetterla? Vero, ma non
sarebbe cambiato il suo comportamento nei miei confronti-
continuò tranquillo
Strofinai il
naso contro il suo collo
-Non mi pare di aver visto grandi progressi…
aspetterà solo il momento che non
siamo così vicini-
Ridacchiò
-Potrebbe, ma adesso ha visto
chi sono io per te, non rischierà di farti del male in
nessun modo, neanche
attraverso me-
Sospirai
arrendendomi -Va bene,
vhenan, ma non pensare che quello che giustifica il drago lo faccia
anche con
te-
Iniziò
ad accarezzarmi la schiena -Mmm…
come posso far perdonare, la mia preoccupazione e il mio amore nei tuoi
confronti?-
-Non pensando di
ammazzare tutti gli idioti
che ci capiteranno a tiro-
Rise -Questo
include anche la
recluta?-
Mi scostai
fissando i miei amati occhi
grigi -Hai terrorizzato quella povera recluta?-
Inclinò
leggermente il viso, ed ecco
riapparire la faccia da lupacchiotto -Non farei mai una cosa del
genere-
rispose innocente
-Solas…-
lo chiamai seria
-L’ho
solo fatto lavorare un po’ di
più…- rispose vago
Continuai a
fissarlo -Devo richiamare
il drago?- lo minacciai -Penso arriverebbe con enorme
piacere…-
Sospirò
profondamente -Che fiducia che
mi dai…-
Emisi un suono
di protesta spazientito
-Non è quello! È che sai essere tremendo quando
vuoi-
-Non ho fatto
nulla- rispose calmo
-Va bene, ma se
vengo a sapere che non
è così, inizia a preparati già da
adesso- e lo baciai fugacemente, anche in
questi stupidi battibecchi non riuscivo a farne a meno se lo avevo
così vicino.
Sfoggiò un sorrisetto.
-Dovremmo
andare…-
-Possiamo stare
qua ancora un po’-
-Hai lasciato
tutto il lavoro ad
Abelas?- domandai curiosa
-Non tutto ed
Elen è venuta a
chiedermi dove eri finita. Visto che le sei quasi andata addosso, ti ha
visto
armarti di tutto punto e con una velocità e
fluidità sorprendente andartene-
Sospirai
profondamente, iniziando a
rilassarmi -Fluidità?-
-Questo
l’ho aggiunto io, ti muovi in
modo molto aggraziato e letale soprattutto quando sei furiosa, non
lasci nessun
movimento al caso-
Sorrisi
compiaciuta -Mi stai facendo
dei complimenti?-
Portò
una mano vicino alla mia guancia
scostando una ciocca di capelli che era caduta in avanti, mettendomela
dietro
all’orecchio, fece scivolare il suo sguardo sul mio viso, mi
fissò negli occhi
e poi le labbra, passando un dito sopra di esse. Restai assorta ad
osservarlo
mentre mi seduceva, sembrava pensare intanto che mi coccolava. Alzai le
mie
mani prendendo la sua tra le mie e incatenò di nuovo le
nostre iridi.
-C’è
qualcosa che ti preoccupa?-
quando si perdeva nei suoi pensieri, di solito accompagnando il tutto a
del
the, che ora non aveva a portata di mano, il mio sesto senso mi metteva
in
allarme.
Abbozzò
un sorriso -Sì… che quando hai
chiuso quella porta mi sono sentito di nuovo solo e quando mi hai detto
quelle
cose per provocarmi, ferirmi e allontanarmi…-
sospirò -La tua fiducia mi è
fondamentale, non posso più farne a meno, come i tuoi
meravigliosi baci,
carezze, la tua voce…- strinsi la sua mano accarezzandola,
le guance mi si
scaldarono. Indubbiamente sa fare la corte ad una donna, mi emozionavo
sempre
quando mi diceva queste cose.
-Promettimi solo
una cosa, non pensare
mai che possa tradirti, non ne sarei in grado, mi è
inconcepibile- dissi seria
-Non posso
promettertelo, perché non
lo penso mai, ma non posso non arrabbiarmi sapendo che quel bastardo ti
ha
toccata-
Sorrisi -Come
hai tenuto a freno
questo tuo lato quando eravamo a Skyhold?-
Ridacchiò
-Pensando continuamente che
non ne avevo il diritto. Volevo restare, ma non potevo, ma ti volevo e
quando
avevamo l’occasione di stare da soli, te lo
mostravo… solo qualche volta ho un
po’ ceduto e ti sorprendevi piacevolmente, quando ti mettevo
un braccio attorno
alla vita, anche se c’erano gli altri o ti stringevo la mano-
Lasciai andare
la sua mano e iniziai
ad accarezzargli il viso -E lo facevi quando…-
-Quando un certo
comandante ti
guardava con troppa insistenza e ogni volta mi maledicevo per non
riuscire a
controllarmi, dovevo lasciarti andare, ma non ci riuscivo-
Lo tirai verso
di me, appoggiando la
sua fronte alla mia -Sono contenta che tu non l’abbia mai
fatto veramente-
Sorrise -Non hai
mai pensato di… bhe…-
disse esitante
-Cercare qualcun
altro? Mentirei se
dicessi di no, ma il farmi consolare da un uomo che per me non
significa nulla,
l’ho solo trovato fastidioso. E no, non sono mai andata a
letto con nessun
altro, come avrai notato- risposi maliziosa
-L’ho
notato e non posso negare di
esserne stato compiaciuto… consolare?- chiese curioso
Posai dolcemente
le mie labbra sulle
sue -Tre anni sono lunghi, vhenan, e non sprizzavo gioia da tutti i
pori.
Parlavo con Cassandra e Leliana, ma ho solo imparato a celare il mio
stato
d’animo fino ad un certo punto. Dovevo reagire, non potevo
far continuamente
preoccupare tutti e diciamo che c’è stata
un’intromissione che non ho gradito-
-Ti sei
arrabbiata con Cullen?-
-Ha detto cose
su i miei sentimenti e
su di te che mi hanno fatto infuriare-
Iniziò
ad accarezzarmi la testa
restando in silenzio. Non era un bel ricordo. Il tono di voce si era
alzato e
tutti ci avevano sentito, ne ero sicura, sarebbe stato impossibile far
finta di
nulla.
-È
venuto a dirmi cosa dovevo fare,
pensando di aiutarmi in un mio periodo di debolezza, era
l’ultima cosa che mi
aspettassi… e non ci ho visto più- sentire quelle
parole, ha scatenato la
rabbia e lo stress a cui ero perennemente sottoposta. La diplomazia e i
sorrisi
falsi che sfoggiavo al resto del mondo in quel momento erano scomparsi,
ne
avevo abbastanza. Mettere all’angolo un lupo ferito
è la cosa più stupida che
potesse fare. Avevo mostrato le zanne cacciandolo dall’unica
cosa che mi era
rimasta di lui, la sua stanza, la nostra rotonda, i nostri affreschi.
Alla fine
ci rivolgevamo la parola solo per lavoro, non ero fiera di come avevo
lasciato
le cose, ma forse era stato meglio così.
-Da quello che
mi fai capire, ha
rischiato più che finire steso a terra-
Ridacchiai
-Ehm… andiamo?- uno dei
manichini per gli allenamenti di Cassandra era stato usato per accendere
il fuoco
quella sera… la mia proposta scherzosa di farne una versione
in ferro non era
mai stata presa tanto in considerazione come in quel momento.
Sorrise
-Andiamo, devi salutare il
drago?-
-Non penso
gradirebbe sentire il tuo
odore su di me, iniziamo a scendere- stavo per alzarmi, ma venni
ritirata giù -Aspetta-
e infilò il suo viso nell’incavo del collo. Le sue
labbra si schiusero di nuovo
sulla mia pelle insistentemente lasciandomi il segno, delle scariche di
piacere
mi attraversarono la schiena, posai una mano sulla sua nuca
accarezzandolo. Si
scostò per poi alzarsi e porgermi la mano per fare lo
stesso. Iniziammo la
discesa. Arrivati a terra riguardai gli spuntoni di ferro -Hai detto
mille
anni?- alzai le mani verso di
loro
avvolgendoli con il mio potere, decisa li staccai tutti dalle loro sedi
raggruppandoli, e li lanciai nel lago -Non deve salire nessuno-
-Erano stati i
mercenari a metterli?-
-Probabile o
qualcuno prima di loro,
non mi piace che la madre non fosse presente, non abbandonerebbe mai i
suoi
piccoli-
Rimanemmo in
silenzio per un po’
facendo la strada a ritroso. Con la coda dell’occhio vidi che
sfoggiava
un’espressione seria, non stava prestando attenzione a dove
stesse andando, mi
seguiva per inerzia. Veloce mi fermai di colpo, girandomi e piazzandomi
di
fronte a lui. Si bloccò appena prima di venirmi addosso
preso alla sprovvista,
domandandomi silenziosamente il perché.
-Vuoi del the?-
facendogli capire che
non mi era passato inosservato il suo modo di fare. Abbozzò
un sorriso e si
scostò, per poi appoggiarsi al tronco di uno dei tanti
alberi che stavamo
accostando. Lo seguii, volevo che condividesse quello che lo stava
tormentando.
-Non hai avuto
più visite in sogno da
Geldauran?-
-Stranamente no-
in effetti non aveva
più tentato
-Nulla di
insolito, ho messo delle
protezioni. Mi hai confermato che funzionano-
-Quindi hai
portato a lucidare
l’armatura?- lo provocai, incitandolo a venire al punto
Ridacchiò
e incrociò le braccia al
petto -Sì, ha bisogno di una sistemata e vorrei che nei
prossimi giorni
passassi dal fabbro per fartene fare una nuova- disse serio
squadrandomi da
capo a piedi
-Va bene, cosa
ci aspetta?-
-Non lo so, ci
sono stato solo una
volta in quella prigione, ma dubito di ritrovarla nello stesso stato in
cui
l’ho lasciata- rispose con tono grave
-Non penso ci
sia qualche semplice
sbarra di ferro- scherzai
Mi
guardò tutto sommato divertito -È complicata
da spiegare, la vedrai con i tuoi occhi- si staccò
dall’albero e riprese a
camminare con le braccia ancorate alla schiena. Una sorpresa, vivo di
sorprese
da quando lo conosco, non mi basterà
un’eternità con te, cuore mio.
Aprii il palmo
della mano di fronte a
me, formando una graziosa palla di neve. Senza tanti scrupoli la
lanciai
decisa, centrandolo in testa. Si bloccò, lasciandosi andare
da quella posizione
rigida avuta poco prima, abbandonando le braccia ai lati. Riformai
un’altra
sfera di acqua ghiacciata, si voltò veloce, stava per
reagire, ma lo centrai di
nuovo però sul naso. Risi alla faccia sconcertata per quel
secondo colpo. In
risposta si fece avanti con fare predatorio sorridendo verso di me,
spuntarono
circa dieci palle di neve fluttuanti al suo fianco. Per farle
più in fretta
aveva usato l’acqua del lago. Ma così non vale! Un
po’ intimorita per
quell’assalto, feci un passo indietro, udii il suono di un
sigillo attivarsi. Non
è…! Scivolai! Aspettai la botta, che non
arrivò… Possibile! Al contrario fu un
atterraggio soffice e freddo. Sorpresa mi ritrovai sotto le mani della
neve.
Ecco perché ci aveva messo tanto a girarsi! Pianifica sempre
tutto! Presi la
neve in abbondanti manciate e cercai di reagire, lanciandogliela
addosso,
abbandonando completamente l’uso della magia. Non si
riparò neanche, visto che
si sgretolava prima di arrivare a lui, è troppo soffice!
Ridacchiai sfinita e
restai sdraiata con le braccia alzate in una completa resa. Fece un
movimento
con la mano, chiusi gli occhi di riflesso. Udii un impatto e subito
dopo
qualcosa di freddo cadermi addosso. Socchiusi gli occhi e lo trovai a
fissarmi
con un largo sorriso, mi guardai ero ricoperta di neve, le aveva
distrutte una
contro l’altra. Porse una mano verso di me che accettai,
tirandomi in piedi, mi
passò una mano fra i capelli e inclinandomi indietro la
testa posò un bacio
sulla mia fronte -Grazie- sussurrò.
Sorrisi -Ti si
fonderà il cervello a
furia di fare piani. Va meglio?-
Ridacchiò
-Mmm… per quello penso ci
abbiano già pensato le varie scariche magiche provenienti
dalla sfera- con tono
serio
Risi -Il solito
ottimista- alzai le
mani prendendolo dal bavero e agganciando un piede ad una sua caviglia,
tirai.
Lo rigirai spostandolo sul cumolo di neve. Sorpreso mi fissava dal
basso ora -La
vuoi sempre avere vinta-
Gli feci
l’occhiolino -No, non sempre,
pensaci- gli porsi la mano, la afferrò e con uno strattone
venni tirata verso
di lui. Passò un braccio sulla vita, scambiandoci di posto.
A cavalcioni mi
bloccava con il suo peso. Sorrisi divertita -Risposta esatta- si
chinò
catturandomi la bocca.
Ci alzammo
scrollandoci la neve di
dosso e ci avviammo. Una volta ritornati alla base, lo lasciai per
andare a
cambiarmi, mi si affiancò Elen -Dove eri finita?-
-Ho fatto un
giro- risposi vaga
-Un giro
così lungo che ero
meravigliata che Solas non avesse ancora sbranato qualcuno da quanto
era
nervoso- sorrisi, ma non aggiunsi altro -Che avete litigato, penso sia
scontato, ma dimmi…- e mi fermò prendendomi da un
braccio, per poi fissarmi in
viso e sorridere maliziosa. Si indicò con un dito il collo
-Questi?-
Alzai gli occhi
al cielo -Cosa dovrei
risponderti?-
-Bhe, se
litigate tutte le volte così,
vi divertirete un sacco- disse provocatoria
Sorrisi
-È il bello di litigare… lo
scoprirai a tue spese- e le feci l’occhiolino,
arrossì -Hai anche tutta la
schiena bagnata… cosa hai combinato?-
-Neve- silenzio,
vedevo una profonda
perplessità -Neve?- annuii con un cenno del viso, lei
però non cambiava
espressione -Lasciamo perdere… non lo voglio sapere- risi
-Comunque, non siete
molto equilibrati, tu due e lui nulla?- domandò ancora
puntando il dito verso
il mio collo.
La fissai, non
so cosa avesse e perché
fosse così su di giri, o comunque curiosa di quello che
avevo fatto con Solas
-Hai ragione, rimedio subito- la sfidai e mi voltai. Sconcertata
arrossì ancora
di più -Aspetta! Non è quello che intendevo!-
disse messa in evidente
difficoltà, ma non avevo intenzione di tirarmi indietro. Ero
quasi arrivata al
mio obiettivo, e colsi il tempismo giusto quando alcune sentinelle gli
si
allontanarono, mi guardò avvicinarmi curioso e sorrisi -Stai
al gioco, non so
cosa abbia Elen- sussurrai facendogli un cenno di chinarsi verso di me,
lo fece
senza esitazione. Gli misi una mano sul collo e dall’altro
lato posai le labbra
sulla sua pelle assaporandolo, fremette. Mi scostai e lo baciai
fugacemente. -Quando
avrò capito che succede, sarai il primo a saperlo- mormorai
-Per me,
possiamo anche non capirlo e
continuare- scherzò con occhi ardenti
Ridacchiai
-Perché no?- inclinai il
viso -Magari più tardi, vhenan-
Sorrise -Mi
sembra una buona idea- e
lo lasciai divertita per la situazione creatasi, tornai da mia sorella,
che era
alquanto imbarazzata -Devi dirmi qualcosa Elen?- domandai curiosa
Abbassò
lo sguardo -Ehm…-
-Ti stai
vergognando tu per me-
continuai con un sorriso
-Io…
ecco… non era comunque quello che
intendevo!- rispose risentita
Ok, mi stavo
divertendo -Qualunque
cosa intendessi, Solas ha apprezzato-
-Io…
bhe… ieri insomma, quando te ne
sei andata… è stato…-
sospirò profondamente
-Hai ucciso
qualcuno?- chiesi apposta
prendendola in giro
-No!! Cosa vai a
pensare!- brontolò,
era alquanto titubante, rimasi in silenzio aspettando.
Sbuffò e negò con la
testa -Lascia perdere… non è niente…-
e fece qualche passo indietro -Devo
andare- mi spostai in avanti e la fermai da un braccio -Elen, tutto
bene?-
domandai ora preoccupata, cosa succede? Abbozzò un sorriso
-Nulla, ci devo
pensare su… te ne parlo un'altra volta, ok?-
Non riuscivo a
capire, fino a poco
prima sembrava stesse per dirmi tutto e adesso ha cambiato idea. -Va bene… ma
sai che puoi dirmi tutto quello
che vuoi, vero?-
-Ma serennas,
lethallan. Ma ti stai
agitando senza motivo, davvero. Fammi rielaborare e poi ti
verrò a cercare-
rispose decisa fissandomi negli occhi. La osservai, non sembrava stare
male,
anzi particolarmente radiosa. Si voltò e salutò
con la mano -A dopo- continuai
a guardarle la schiena perplessa -Centra Abelas?- chiesi in un ultimo
tentativo
di venirne a capo. Si fermò come se qualcuno
d’invisibile la stesse
trattenendo, per poi riprendersi e continuare a camminare, ignorandomi.
Centra
Abelas.
Allora una
confessione, ma penso che in questo capitolo si sia notato. Non amo
particolarmente Cullen. Ok... l'ho detto XD Ho iniziato Dragon Age
proprio da Inquisition e non sapevo nulla su questo fantastico mondo.
Vedo le videogiocatrici impazzire per lui, ed è un
personaggio che mi ha colpito così tanto che alla prima
run me lo sono dimenticato nella sua torre... mmm... quindi
sapete tutti cosa succede se non si fa la sua quest personale... ho
rimediato nella seconda run, tranquilli, non sono così
cattiva XD Ho provato a fare anche una run in romance con lui con
un'umana maga(se fosse stata un elfa non ci arrivava da lui XD) e
niente, non sono riuscita a finirla. Se qualcuno di voi ama Cullen
perdonatemi, ma a me non fa nè caldo e nè freddo
XD
Ora che ho confessato, vi è piaciuta la mini battaglia a
palle di neve? Speravo di riuscire a metterla da qualche parte prima o
poi e mi sono divertita a scriverla. Ci stiamo avvicinando a questo
misterioso Dimenticato, Geldauran e visto che non ho ancora in mente
per filo e per segno che succederà non so quanto ci
metterò per i prossimi capitoli, forse dovrete pazientare un
po' di più rispetto al solito.
Elen, cosa ci nasconde Elen? Abelas che mi stai combinando?
Un po' di settimane fa ho smanettato con Photoshop e ho fatto una
copertina, ditemi come vi sembra ;)
https://i.imgur.com/GRTlMIr.jpg
Al prossimo capitolo!
|
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Capitolo 28 *** Capitolo 28 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
CAPITOLO 28
Vie Profonde,
strade e città
sotterranee create dai nani che si estendevano per tutto il Thedas,
ormai
abbandonate e distrutte. Il solo ricordo mi disgustava, la marea di
Prole
Oscura che avevo affrontato l’ultima volta non aumentava il
mio desiderio di
mettermi all’opera, non so come facciano i
durgen’len.
Mi stavo recando
alla forgia, non
passavo spesso da quella parte del tempio, dovevo incontrare il fabbro.
Come
suggerito da Solas avevo bisogno di un’armatura nuova e
volevo una cote per i
pugnali. Delle mie armi me ne occupavo sempre personalmente non volevo
farle
toccare ad altri, oltre che rare sono uniche nel loro genere, non solo
per i
materiali con cui sono fatte, ma anche le rune incastonate hanno un
valore
considerevole.
Il focolare
emanava un forte calore,
vari macchinari più o meno complessi per creare armi e
armature erano disposti
vicino alle pareti lasciando un unico tavolo al centro. Chino su di
esso un
elfo alquanto robusto concentrato su dei fogli, mi avvicinai attirando
la sua
attenzione. Occhi di un azzurro chiaro, capelli biondi non troppo
lunghi
trattenuti in una piccola coda, i miei marchi ben evidenti sul viso
come quelli
di Abelas, uno degli elfi del tempio.
-Mia signora,
stavo proprio pensando a
voi, il mio nome è Assan- si presentò con un
sorriso che ricambiai
-Un nome adatto
per la tua mansione, è
un piacere per me-
Iniziò
a squadrarmi da capo a piedi. Presa
alla sprovvista per quel comportamento, sentii le guance scaldarsi
-C’è
qualcosa che non va?-
-Nulla, mia
signora, perdonatemi per
avervi messa in imbarazzo, stavo solo ammirando la vostra struttura
fisica, siete
una maga, ma anche una ladra e questo si nota. Solo stando ferma
mantenete una
posizione che un mago, anche se ben addestrato come Fen’harel
o Abelas non terrebbe,
questo è reduce dagli allenamenti che vi sono stati
impartiti e se posso dirlo
vi da un vantaggio-
Ero sorpresa
dall’analisi appena fatta
solo con qualche secondo a disposizione -Capisco…-
-Fen’harel
mi ha fatto sapere
che vi serve un’armatura nuova e che
infondete il mana nelle armi che utilizzate. È la prima
volta che ho il piacere
di lavorare con qualcuno con questa capacità, è
molto rara, di solito i maghi
usano delle lame spirituali, quello che fate voi è un
po’ diverso. Non create
una lama perché già l’avete, ma unite
il vostro potere trasformandone il
materiale con cui è fatta, cambiandone la resistenza e la
natura stessa. I
pugnali diventano un prolungamento delle vostre mani. Potete tagliare
qualunque
cosa- disse con entusiasmo
-Me
l’avevano detto, ma da quello che
mi stai dicendo sembra che abbia solo delle qualità positive
e le negative?-
domandai curiosa
Sospirò
e incrociò le braccia al petto
-Le negative fanno pagare care le distrazioni. Ogni volta che infondete
il
mana, create un collegamento molto profondo. Come avrete notato non
tutti i
materiali sopportano un trattamento
del
genere, e si sfaldano, quindi se perdete le vostre armi per qualunque
motivo
non potete usarne altre nello stesso modo. Un altro aspetto non proprio
piacevole è che se dovessero spezzarsi mentre le state
usando lo percepirete
come un dolore fisico, come se vi rompessero un braccio per fare un
esempio-
spiegò serio
Magnifico -Se
è un dolore così forte
rischierei di perdere i sensi mentre combatto…- non posso
rischiare una cosa
del genere, vorrebbe dire la morte
-Esatto-
confermando la conclusione a
cui ero arrivata. Ora ero nervosa, quasi il gioco non vale la candela
-Soluzioni
per ridurre questa cosa?- chiesi speranzosa
Negò
con un cenno della testa -Posso
solo migliorare i vostri pugnali, ma per spezzarli servirebbe una forza
devastante-
-Evanuris?-
Al solo
nominarli la sua espressione
cambiò, era spaventato -Loro… non avrebbero
problemi-
Come pensavo
-Tra di loro c’è qualcuno
con la mia stessa abilità?-
-Non lo so, mi
dispiace, forse il mio
predecessore avrebbe potuto risponderle, ma è morto qualche
anno fa quando il
tempio è stato assaltato da Corypheus- rispose mortificato.
Sospirai
profondamente -Delle vostre lame ce ne occuperemo dopo, ora vorrei
concentrarmi
sull’armatura-
Annuii con un
cenno del capo -Hai già
qualcosa in mente?-
Indicò
i fogli -Diciamo di sì, ho
fatto qualche prova e un’idea sui materiali da
usare…- li osservai c’erano vari
schizzi e appunti, si occupava anche della parte estetica notai.
Qualche altro
foglio raffigurava invece un’armatura maschile che riconobbi
immediatamente, lo
presi studiandolo -Ti sei occupato anche di quella di
Fen’harel?-
Assentì
con un cenno del capo -Sto
apportando qualche miglioria- lo posai e la mia attenzione fu attirata
da uno
schizzo, esteticamente richiamava la sua, ma
il metallo dorato era presente solo sul
petto, bracciali e gambali, il resto era in pelle di drago -Questa non
è niente
male-
Sorrise
compiaciuto -Speravo potesse
essere di vostro gradimento, ho ridotto la presenza del metallo solo
nei punti
essenziali per…-
-Per eliminare
qualunque rumore
causato dal movimento- conclusi, infatti ci mancava solo di rischiare
di morire
per un’armatura cigolante, anche se belle le evitavo il
più possibile visto che
anche la pesantezza che ne conseguiva non mi avrebbe aiutato in fatto
di
velocità -Perché in pelle di drago? So che
è un materiale ottimo, ma ha qualche
significato?- avendone uno al mio servizio indossarne la pelle poteva
non
essere una grande idea.
-La Mythal
precedente preferiva questi
materiali, diceva che la rappresentano,
ma se voi volete cambiare, penserò a
qualcos’altro- fissai il progetto
che avevo di fronte e ne passai sopra un dito assorta. Un drago, ma io
sono un
lupo. No, sono entrambi e me ne ero accorta negli ultimi piacevoli
sogni creati
da Solas. Nella mia forma da lupo con il mantello bianco, mi ero
riflessa nello
specchio d’acqua del piccolo lago. Le mie iridi sempre di un
viola ametista,
erano invece di un vivido color ambra con le pupille ristrette a due
fessure. I
cambiamenti dell’essere diventata Mythal continuavano. Solas
a riguardo non mi
aveva mai detto niente, ma anche io dei suoi occhi color rubino non
avevo nulla
di cui lamentarmi, anzi lo trovavo affascinante.
Mi schiarii la voce -No, va bene così, solo
non dorata. Devo passare inosservata, il restare nell’ombra
è essenziale-
-Come
desiderate. Ho preparato dei
pezzi di prova, se volete andare in quella stanza potrete cambiarvi, vi
aspetterò qui-
Assentii con un
cenno del capo ed
entrai nella stanza adiacente. Sul tavolo l’armatura, ne
osservai attentamente
i componenti, sembrava già fin troppo rifinita per essere
solo una prova. Mi
cambiai ed uscii. Rimase compiaciuto e mi girò intorno
osservandomi
attentamente -Come la sentite?-
-Perfetta, sei
sicuro che non sia
definitiva?- domandai guardandomi anche io. Ho un debole per queste
cose, mi
piace indossare armature nuove, come provare qualsiasi lama in
qualunque forma
siano, dalle classiche alle più strane, dalle più
massicce alle più leggere.
Anche Elen ha la stessa passione e quando eravamo piccole si finiva per
litigare su chi dovesse provare per prima una nuova arma, finendo a
rincorrersi
per mezzo campo.
Ridacchiò
-Assolutamente, i materiali
non sono quelli giusti e neanche le rifiniture- si avvicinò
di fronte a me
controllandone le giunture. Abbassai lo sguardo, era troppo vicino, un
senso di
fastidio mi si insinuò.
-Come sta
andando?- vidi Assan
irrigidirsi nervoso, allontanarsi e voltarsi verso Solas, che con un
fugace
sguardo duro lo squadrò, per poi rivolgersi a me con un
sorriso come se nulla
fosse e non aspettandosi una risposta da lui.
-Tutto bene,
cosa ci fai qui? Mi tieni
d’occhio?- scherzai
Il ragazzo
salutò Solas con un cenno
del capo -Fen’harel, stavo facendo provare la bozza
dell’armatura e sembra già
andare bene, per quella definitiva non ci vorrà molto. Anche
per la vostra
basta qualche modifica ed è pronta, se vuole passare
più tardi a provarla-
-Ottimo lavoro,
Assan- rispose con
fare pacato e distaccato. Che gli prende? Lo osservai attentamente,
continuava
a rivolgersi a me, non degnandolo di uno sguardo.
-Mia signora, se
vuole può andare a
cambiarsi, ho tutto quello che mi serve- lo vedevo teso e non parlava
con la
stessa sicurezza dimostrata prima.
-Vengo anche io,
ti aiuto- lo guardai
interrogativa. Entrammo nella stanza.
Cominciai a
slacciare le cinghie, mi
si avvicinò aiutandomi, non parlava. Una volta finito e
prima che potessi
rivestirmi, mi strinse a sé. -Sei strano, qualcosa non va?-
domandai attenta
-Assan
è un bravo ragazzo, ma è
giovane- affermò in tono serio
-Giovane?- come
poteva una guardia del
tempio essere giovane?
-Ha la mia
stessa età di quando mi hai
visto saltare giù dalle mura a Skyhold-
Ridacchiai, sta
pensando che mi stesse
facendo la corte? -Lo sai che me la so cavare da sola, vero?-
Sorrise -Lo so
benissimo, ma per un
controllo delle giunture ti era troppo vicino e la sua reazione quando
ho
annunciato la mia presenza è stata insolita-
-Già,
il mantenere le distanze è fondamentale,
ma cosa avrei dovuto fare io quando Míriel ti stava
così attaccata che sembrava
ti seguisse ovunque?-
Ridacchiò
-Non mi si è mai avvicinata
tanto-
-Posso
rivestirmi?- avevo indosso solo
la biancheria e la stanza era fredda. Si chinò e mi
baciò con passione,
insinuandosi con la lingua, accarezzandomi il palato. Ci staccammo
senza fiato
-Ora sì-
Mi leccai le
labbra -Stai facendo il
giovane arrogante che ho visto nei ricordi?-
Sorrise
malizioso -Forse…- ridacchiai e
mi lasciò andare, indossai gli abiti che avevo abbandonato
su una sedia e
uscimmo.
Assan stava
ancora guardando i suoi
appunti con fare pensieroso, sentendoci si voltò e sorrise
ad entrambi anche se
lo vedevo ancora teso e studiava Solas attento. Al contrario lui invece
sembrava indifferente, sospirai. -Vhenan, non hai detto che dovevi
andare?-
domandai, mi rivolse un’espressione confusa, veloce lo presi
dal bavero tirandolo
e chinandolo su di me, lo baciai con fare possessivo. -Vero?- incalzai,
sentivo
ora intenso lo sguardo del fabbro su entrambi. Sorrise -Hai ragione- mi
guardò
le labbra, ma si trattenne ed uscì.
Riguardai Assan
era in imbarazzo. Dovrei
aver reciso qualunque suo desiderio sul nascere, avevo chiaramente
espresso la
mia preferenza, feci finta di nulla -Ritornando ai pugnali, come puoi
migliorarli per quell’inconveniente spiacevole?-
Si
schiarì la voce -Subito, potrei
vedere le lame?-
Li estrassi dai
foderi e glieli porsi,
ne studiò ogni centimetro dall’impugnatura alla
lama, soffermandosi sulle rune.
-Sono perfetti, bilanciati benissimo, ma suggerirei un paio di
potenziamenti.
Li posso applicare subito, per primo affilerò ulteriormente
le lame, ma verrà
fatto con la magia. Per secondo li immergerò in un liquido
speciale, farà in
modo di rafforzarli ancora e che funzionino correttamente solo presi in
mano da
voi. Il mio predecessore e mentore non saltava mai questi due passaggi
erano
essenziali per le armi degli Evanuris, se no non resisterebbero ai
colpi-
Assentii con un
cenno del capo -Fai
quello che ritieni opportuno Assan-
Abbozzò
un sorriso e fissò i pugnali,
ne prese in mano uno con la sinistra dall’impugnatura e vidi
l’indice e il
pollice della mano destra illuminarsi.
Li passò sul filo della lama lentamente come se niente
fosse. Era concentrato
su quello che stava facendo, il bagliore emanato dalla magia si
specchiava
nelle sue iridi chiare. Il filo della lama ora rifletteva una luce
particolare.
Passò all’altro pugnale imitando il gesto
precedente.
-L’affilatura
è stata fatta, ora
passiamo al secondo passaggio- si voltò e in un recipiente
riversò diverse sostanze
e ne infuse della magia -Mia signora, deve infondere il suo mana ora-
mi
avvicinai e lo feci, la sostanza da azzurra passò ad un
rosso scarlatto per poi
ritornare inerte -Perfetto- prese i pugnali e li immerse -Ci
vorrà qualche
minuto, glieli porterò quando saranno pronti, se ha altre
mansioni può andare-
-Aspetterò
qua fuori-
Uscii, ritrovai
Solas appoggiato ad
una colonna con un foglio in mano e assorto a guardare Abelas che
impartiva
delle lezioni ad Elen. -Sei qui? Il mio gesto mi pare fosse chiaro per
entrambi- affermai
Fece un
sorrisetto -Chiarissimo, stavo
guardando quei due-
Mi accostai a
Solas. Vedevo entrambi
concentrati, lei sorrideva, lui mi sembrava meno rigido del solito e
abbozzava
qualche sorriso. -Sta andando bene?- domandai curiosa,
l’ultima volta Elen non
mi aveva detto più nulla.
-Penso di
sì, Abelas lo vedo più perso
nei suoi pensieri e mi è capitato di notare che è
distratto quando c’è nei
paraggi tua sorella-
Distesi le
labbra in un sorriso -Ne
sono contenta, è sempre troppo severo con se stesso. Cerca
di carpire
informazioni dal tuo amico che Elen è strana-
Ridacchiò
-Se tua sorella è strana,
Abelas mi pare alquanto confuso, non l’ho mai visto avere
dell’interesse verso
una donna… bhe diciamo dell’interesse in generale.
Il suo dovere nei confronti
di Myhtal è sempre venuto prima di tutto. Infatti si
è guadagnato la posizione
di comando che aveva al tempio molto velocemente-
-Molto
velocemente in che senso?-
domandai curiosa e fissai Abelas sotto al suo inseparabile cappuccio
che non
spostava minimamente l’attenzione da Elen
-Nel senso che
io saltavo giù dai
bastioni e lui gestiva già quasi buona parte del tempio da
solo- risi e si
voltò verso di me con un leggero sorriso -Prima o poi
però si renderà conto di
un ostacolo non facile da superare- lo vedevo assorto -Un problema con
cui ho
avuto a che fare anche io con te- fece una pausa e li
osservò di nuovo -Lei non
è immortale, potrebbe tirarsi indietro ad un certo punto, ma
penso che me ne
parlerà-
Lo guardai
dolcemente -Non ne abbiamo
mai parlato, visto che poi tutto si è risolto-
-Per nostra
fortuna almeno questo ostacolo
ci è stato risparmiato- rispose serio
Da quando avevo
scoperto la sua
immortalità avevo dato molto più peso al tempo
che passava di quanto avessi mai
fatto prima. Io invecchiavo e lui invece non sarebbe cambiato di un
giorno. Non
è giusto, avevo pensato più volte. Non lo
accettavo e mai l’avrei fatto. Poi una
scelta che aveva cambiato tutto, ma che in verità sotto
quell’aspetto non aveva
cambiato niente.
-Lei non si
tirerà indietro- dissi
osservando Elen che sorrideva di rimando al Abelas, con gli occhi
emozionati e
le guance leggermente rosse -Starà già cercando
di non pensarci troppo, ma il
tempo che passa è crudele… un giorno magari
cambierà idea-
-In che modo?-
domandò attento. Lo guardai
con la coda dell’occhio. Lui non poteva sapere cosa volesse
dire essere
consapevole da quando nasci che un giorno presto o tardi sicuramente
morirai,
se si è fortunati di vecchiaia. Un immortale basta che non
si faccia uccidere. -Sai
io amo passare il mio tempo con te. Elen ama passare il suo tempo con
Abelas e
lui le sta facendo il più bel regalo della sua vita, anche
se non sarà eterno-
Mi
guardò di nuovo dolcemente -E
questo basta?- domandò, ma vedevo riflessa già la
risposta nei suoi occhi. Mi spostai
appoggiandomi con la schiena da parte a lui alla colonna -No, ma lo si
fa bastare,
perché non si può cambiare. Lo si accetta
perché ci sono cose più importanti-
mi passai una mano tra i capelli -Sempre se poi vada a finire bene tra
i due-
-Dubiti che vada
finire bene?-
Sorrisi -Io
spero che vada a finire
bene, ma succedono tante cose, basta guardare noi due-
Sorpreso
abbozzò un sorriso -Noi siamo
sempre stati innamorati l’uno dell’altro, no?-
-Se avessi preso
decisioni differenti
ora non saremo qua, anche il solo non accettare la tua natura avrebbe
cambiato
tutto… ma non mi importa, voglio starti vicino e basta. Ti
amo- Si rigirò verso
di me e mi bloccò contro la colonna, gli occhi ardevano,
sorrisi.
-Siete sempre a
fare effusioni voi due?-
Ci voltammo
-Anche tu Elen a quanto
effusioni ti stai dando da fare, ho visto-
Ridacchiò
-Non al livello delle vostre
per adesso- Abelas era rimasto vicino al campo di allenamento e
guardava
assorto l’arco che teneva in mano -Serve qualcosa?- domandai
-Vorrei che
facessi vedere al mio…-
tossì -Ehm… ad Abelas quel tiro fenomenale che
hai fatto al clan-
-Se posso
chiedere… perché? Mica devo
fare io colpo-
-Non
è per quello! Te l’ho detto, fai
paura e vorrei che ce lo mostrassi- disse speranzosa
-Cosa hai fatto
al clan?- domandò
curioso Solas
Sospirai
-Ho… spezzato la freccia… che
era già presente nel centro-
Mi
guardò sorpreso -Questo non me
l’avevi detto, ora voglio vederlo anche io-
Lo fissai
divertita -Non dovrebbe
essere una novità per te…- insinuai, non potevo
dimenticare quello che avevo
appreso dai ricordi di Mythal. Crudele da parte mia rinfacciarglielo?
Forse e
magari anche un po’ infastidita per essere simile ad Andruil.
Era perplesso e
incredulo davanti a quella mia affermazione -Non è mai stato
minimamente simile
al rapporto che abbiano noi ora…- rispose piccato
-Mmm…
va bene… vi aspettiamo…- proferì
Elen esitante per poi raggiungere Abelas
-E che rapporto
era?- domandai con
sfida, mi fissò serio -Lo vuoi davvero sapere?-
domandò infastidito per quella
mia insistenza. Aspettai che continuasse fissando i miei amati occhi
grigi,
distolse lo sguardo a disagio, sospirò per poi riguardarmi
-Solo sesso. Gli
importava solo quello, non ha mai provato nulla per me. E alla fine mi
sono
reso conto che la mia era solo una stupida cotta, come aveva accennato
Mythal-
disse seccato. Abbozzai un sorriso, adoro che mi conceda tutta questa
fiducia,
soprattutto su un argomento del genere, ma avevo bisogno di sapere. In
poche
parole era stato usato, motivo in più per odiarla. Aveva
fatto del male al mio
vhenan e se ne avrò l’occasione mi
occuperò io di Andruil.
Gli posai un fugace bacio sulla guancia,
incatenò le sue iridi alle mie sorpreso -Buono a sapersi,
preferisco sentirlo
da te, che da lei, perché so che succederà e lo
sai anche tu. Grazie ma’arlath.
Ora andiamo-
Feci per
muovermi, ma venni bloccata,
mi accarezzò il viso -Se dovesse toccarti la
ucciderò- era completamente serio,
presi la sua mano e la strinsi tra le mie -Solo se mi tocca? Pensavo
fosse già
in lista come tutti gli altri- replicai decisa. Sorrise lievemente, gli
occhi
ardevano d’amore e si spostò per lasciarmi passare.
Durgen’len:
figli della pietra
Assan:
freccia
Lo so, non
succede granchè in questo capitolo, ma dovevo dare qualche
informazione. Lo spiacevole inconveniente sui pugnali non piace neanche
a me, ma sembrava troppo bello.
Elen sta ancora in silenzio su Abelas, ma si è interrotta
sul dire qualcosa...
Verso la fine su Andruil la nostra Yen è stata un po'
arrogante, forse se lo può permettere... o forse no...
Nel prossimo capitolo ci sarà più movimento,
promesso!
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Capitolo 29 *** Capitolo 29 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
CAPITOLO
29
Ero in camera e
stavo saggiando i
bracciali dell’armatura nuova con delle affilate sporgenze a
forma di zanne in
ossidiana, un movimento nel modo corretto e avrei ferito gravemente
chiunque
fosse stato così stupido da avvicinarmisi tanto. Anche i
gambali e il petto
erano fasciati dal metallo raro a cui era stata data una rifinitura
opaca e
scura, tutto il resto era fatto in una spessa pelle di drago. Presi i
guanti
indossandoli, piegai più volte le dita, perfetti, come il
resto, non dava alcun
fastidio, molto più leggera di qualunque cosa avessi provato
in passato. Mi
rivolsi allo specchio, osservandomi. Assan aveva fatto un ottimo
lavoro,
assecondando la mia richiesta di non darle un effetto scintillante che
mi
avrebbe messo in difficoltà. Infatti non rifletteva la luce
che proveniva
dall’unica candela. Guardai fuori dalla finestra, stava
sorgendo il sole, Solas
era andato a parlare con Abelas.
Per la tensione
non avevamo dormito
molto quella notte. Sospirai e presi i pugnali agganciandoli nei foderi
e sempre
guardandomi allo specchio, rilasciai la barriera. La magia si
legò facilmente a
quella nuova maschera che stavo indossando. Un’armatura che
imponeva rispetto a
chi gli si poneva davanti, come tante altre che avevo indossato in
passato, che
mi elevavano ad un essere superiore agli occhi della gente. Chiusi gli
occhi e
sospirai profondamente, perché non avevamo già
abbastanza guai ci mancava
Geldauran! Un rumore attirò la mia attenzione, lo specchio
si era incrinato,
strinsi un pugno seccata e annullai la barriera, sono troppo nervosa.
La porta si
aprì, mi voltai, Solas con
la sua armatura scintillante entrò e rimase a fissarmi
ipnotizzato. Abbozzai un
sorriso -Dalla tua faccia, deduco che mi stia bene-
Sorrise
compiaciuto avvicinandosi -Benissimo,
ora sono io che vorrei togliertela-
Ridacchiai tesa,
dette uno sguardo
allo specchio e prima che potessi dire qualcosa mi prese dalla vita
abbracciandomi e affondando il viso nei miei capelli. -Stai attento,
questi
spuntoni non devono essere piacevoli…- dissi avvertendolo
-Te
l’ho detto che sono contento che
li hai fatti ricrescere? Stai molto bene così-
sussurrò al mio orecchio, ignorando
completamente le mie parole.
Sorrisi, stava
cercando di calmarmi,
inspirai il suo profumo -Grazie, ma vhenan-
Si
scostò da me sorridendo, per poi
baciarmi lentamente -Va un po’ meglio?- sussurrò
contro le mie labbra. Lo
ribaciai fugacemente, si stava per riavvicinare, ma abbassai il viso
-Ma
serennas ma’arlath, ma andiamo. Se no ci toccherà
rimandare di nuovo… non che
l’idea mi dispiaccia…-
Mi strinse
più forte facendo
tintinnare le armature e posando il bacio che avevo evitato sulla
guancia -Andiamo-
Usciti dalla
camera mi ritrovai Elen
visibilmente preoccupata, in compenso si era bloccata squadrandomi da
capo a
piedi. Mi avvicinai e la presi per le spalle.
-Ti aspetto
all’Eluvian- disse Solas,
risposi -Va bene, vhenan-
Abbozzai un
sorriso a mia sorella -Ti
sta benissimo! Fai una certa impressione, soprattutto se siete uno
vicino
all’altro-
-Si capisce che
siamo una coppia?-
ridacchiò -Anche che siete decisamente pericolosi-
-Pericolosi?
Starai scherzando! Letali
è la parola giusta!- intervenne Shani
-Mi venite a
salutare? Avrei in
programma di tornare eh…-
-Meglio
ricordartelo, non si sa mai-
proferì decisa
Sorrisi commossa
-Shani, tienila
d’occhio- indicai Elen -Ehi!!- la ignorai -Così
poi mi farai sapere che ha
combinato-
Ridacchiò
-Agli ordini- ora Elen guardava
entrambe indispettita -Fai la brava-
-Ma…!
Non ho cinque anni!- esclamò
esasperata. Risi -Lo so sorellina- appoggiai una mano sulla spalla di
Shani stringendola
e le feci l’occhiolino. Sorrise anche se era tesa. Mi diressi
allo specchio.
Scorsi
all’Eluvian Solas e Abelas -Cercheremo
di fare in fretta, se necessario ti contatterò con il solito
modo-
Affiancai Solas,
con un cenno Abelas
mi salutò e anche lui mi osservò attentamente. Mi
avvicinai allo specchio
passando loro da parte, lo attivai e rimasi ad osservarlo assorta in
attesa
-Possiamo
andare- disse la voce del mio
lupo, lo guardai abbozzando un sorriso -Bene-
Vie Profonde,
particolarmente buio
come al solito, ma anche diverse da come le avevo viste nella mia
esperienza
passata. Un silenzio assoluto, le vene di lyrium si ramificavano
facendo un po’
di luce e una cosa che non sarebbe stata assolutamente normale se non
sapessi
per quale motivo eravamo lì, barriere magiche, valutavano il
potere di entrambi
con continui impulsi.
-Non manca
molto, le barriere che
senti dovrebbero aver tenuto lontani i Prole Oscura o qualunque altro
abominio.
L’unica cosa positiva nell’incontrarli sarebbe
stata che potevi mettere alla
prova i tuoi poteri, ma ti aiuterò in prima persona-
Stavamo
percorrendo un largo corridoio
con lo stesso lastricato di pietra che avevo visto in sogno, il suono
dei
nostri passi rimbombava al nostro passaggio, varie torce di velfuoco si
accendevano. Solas continuava a guardarsi intorno attento, sulle pareti
varie
rune prendevano vita con la luce delle torce.
-Cosa sono?-
domandai
-Sigilli, creati
apposta da Elgar'Nan,
impediscono agli spiriti di passare liberamente, o almeno dovrebbero,
non
vorrei che per qualche motivo stia cedendo- rispose teso e cupo.
-Vene di lyrium
ovunque, anche grossi
giacimenti…-
-È
normale, siamo dentro un Titano-
spiegò tranquillo come se fosse la cosa più
normale del mondo. Bloccai
l’avanzata fissandolo sconcertata -Hanno usato un Titano
per…-
-Per fare una
prigione, non si butta
via niente. Questo in particolare l’ha ucciso proprio Mythal
ed è stato
modificato-
Fermi tutti.
“Ora
che hai il tuo Focus avrai il rispetto degli altri Evanuris…” mi
rimbombò nel cervello quella frase. Il cuore del Titano
-Dov’è la sfera di
Mythal?- ognuno di loro ne ha uno… il mio cuore si
fermò. Perché non ci avevo
pensato prima?!
Si
avvicinò posando le mani sulle mie
spalle -Calmati. Sei sbiancata, non c’è bisogno di
agitarsi tanto, non ora
almeno, una cosa alla volta- disse con voce pacata e rassicurante.
Deglutii
nervosa cercando di inspirare dell’aria, alzai lo sguardo
verso il suo viso, mi
scrutava attento -La tua sfera non so che fine abbia fatto, era
l’ultimo dei
miei pensieri in quel momento. Se salterà fuori non dovresti
avere difficoltà
ad usarla, siete molto simili-
-Cosa intendi?-
-Ti ricordi che
sono svenuto l’ultima
volta che ho usato il Focus di Falon’din?- annuii
con il cenno del capo -Bhe, quella
sfera non mi apparterrà mai. Il cuore del Titano da cui
è stato preso è plasmato
sulla sua magia. Sono molto personali, diventano unici per chi li
possiede-
-Ma quindi come
farai? Non vorrai…-
uccidere un Titano?
-No,
l’equilibrio è stato rovinato
abbastanza… sto cercando di modificare il Focus di quel
pazzo, non posso fare
altro…- spiegò cupo. Riprendemmo a camminare.
Il corridoio
finì, ci trovavamo in un
vicolo cieco. Solas appoggiò la mano sulla nuda
pietra nera, gli occhi
gli si illuminarono. Comparvero altre rune da dove aveva infuso il suo
potere,
che si estesero per tutta la parete, illuminandola come tante stelle. Il lastricato sotto ai
nostri piedi tremò mostrando
altre rune e iniziò a muoversi ulteriormente verso il basso.
Stavamo scendendo
ancora più in profondità. Ero alquanto sorpresa,
non avevo mai visto una cosa
simile, le pareti intorno a noi risplendevano di sigilli, lasciandoci
in una
tenue luce. Osservai Solas, era assorto nei suoi pensieri, nervoso,
guardava
davanti a sé, lo vedevo assente. Gli presi una mano, si
riscosse, mi fissò
abbozzando un sorriso e stringendomi la mano. Avrei voluto infondergli
il mio
calore, ma l’armatura non facilitava le cose, sospirai.
-Non manca
molto… averti qui è
confortante- proferì serio
-Quando sei
stato qui l’ultima volta?-
domandai curiosa, anche se intuivo che non dovevano essere ricordi
felici.
Inspirò,
per poi chiudere gli occhi -L’ultima
volta… ho ingannato l’unico Dimenticato che si
fidasse ancora di me. Ha fatto
da garante, ma naturalmente non avrei dato loro quello che avevo
pattuito, come
non l’ho fatto con gli Evanuris- ridacchiò mesto
-Su una cosa sono sempre
andati d’accordo, il potere, l’arma che li avrebbe
aiutati a prevalere l’uno
sull’altro. Un’arma di cui non sono mai stato in
possesso- rimasi in silenzio,
negli occhi una lieve ferocia e un’espressione disgustata
-Gli Evanuris
avrebbero ottenuto ulteriore potere diventando inarrestabili. I
Dimenticati
avrebbero avuto ancora una possibilità per riprendersi
quanto gli era stato tolto,
non gli importava altro. Io ho solo sfruttato la loro
avidità, si sono
condannati da soli- spiegò con disprezzo -Qualcuno doveva
sporcarsi le mani. Ho
accettato il ruolo da mediatore offertami da entrambi, e ho fatto
credere loro
che non mi importasse nulla di Mythal. Era solo colei che mi aveva
fatto
accedere al loro rango, sembrando così di essere tale e
quale a loro, degli opportunisti-
proferì con rabbia -Avevo capito perché
Falon’Din aveva osato attaccare i
territori di Mythal. Aveva causato un pretesto per poter convocare un
incontro
che avrebbe dovuto placare l’inizio di una nuova guerra, ma
alla fine si è
rivelata solo una trappola-
La lastra di
pietra si fermò. Di
fronte a noi la parete prese vita, spostandosi, un altro corridoio
identico al
precedente. Ci avviammo, ma lo bloccai tirandolo dalla mano che mi
stringeva
ancora. Mi guardò confuso. Dopo tutto questo tempo era
ancora furioso, ma con
chi?
-Questa rabbia
è rivolta verso di loro
o contro te stesso?-
Distolse lo
sguardo da me e sospirò
-Forse entrambi- affermò serio, mi spostai di fronte a lui e
lo fissai negli
occhi -Contro te stesso perché sei stato ingannato?-
-Preferirei non
parlarne- rispose
seccato e con una nota di orgoglio
-Hai usato il
loro stesso metodo,
siete stati traditi e ingannati e gliela hai fatta pagare nello stesso
modo, ma
con più maestria di quanto avrebbero mai potuto immaginare,
da Dio della
Ribellione, sei diventato quello degli Inganni- affermai decisa. Mi
osservava
attento e sorpreso, ripetei quanto avevo appreso -Dirthamen ti ha
insegnato bene- era
basito sentendo ancora una volta quelle parole del passato.
Sospirò
profondamente, era teso -Dirthamen era bravo… fin quando non
mi sono accorto
che in quello gli ero superiore… ma non ne vado
fiero…- continuava a valutarmi
attento con quelle splendide iride grigie.
-Lo so
vhenan, preferisci sempre essere sincero, se ti è possibile-
-Quando
l’hai capito?-
-Poco dopo
aver visto quei ricordi, ho avuto modo di pensarci su, anche se mi
mancavano
degli elementi che poco fa hai esposto- spiegai
Abbozzò
un
sorriso e mi rivolse un’espressione persa -Tu…
non…- esitante, con uno slancio
gli posai un leggero bacio sulle labbra, si bloccò
esterrefatto -Cosa? Fa parte
della tua natura, come la vendetta della mia… per questo
dovrei avere paura di
te? O dovresti disgustarmi?- lo studiai attenta -E se invece anche
questa parte
di te mi piacesse? E la trovassi intrigante?- lo sfidai con un sorriso.
Ora gli
occhi brillavano emozionati -Anche a me piace la tua natura vendicativa-
Ridacchiai
-Anche se ti rinfaccio quando ne ho l’occasione il passato?-
-Bhe…
abbiamo
chiarito molte cose lasciate in sospeso- rispose vago
-Bene,
perché lo trovo divertente- lo provocai, brontolò
qualcosa, mi avvicinai con il
viso ad un palmo dal suo -Cosa?- domandai curiosa.
Sorrise -Non
ho detto nulla- e mi fissò le labbra, sorrisi divertita -Ma
davvero? Allora
andiamo-
Mi stavo per
allontanare, ma mi bloccò e prese possesso della mia bocca,
risi contro le sue
labbra.
-Una volta che
avrò rimediato al mio
errore, distruggerò ogni Focus, ogni traccia della loro
esistenza dovrà
sparire. Eliminerò personalmente le informazioni rimaste nel
Vir Dirthara,
cancellando la memoria ad ogni spirito su di esso- disse serio e
riprendemmo a
camminare.
-È
un’ottima idea. Se rimaniamo vivi,
vorrei passare molti giorni tranquilli-
-Non ti
annoierai?- domandò curioso -Dopo
tutto quello che stiamo passando? Con te poi? Come faccio ad annoiarmi?
Non ne
avrò il tempo-
Ridacchiò
divertito -Ma serennas,
vhenan- disse dolcemente
Sorrisi -Sono io
che ringrazio te,
sono un po’ meno nervosa ora-
Un altro vicolo
cieco, come prima
Solas infuse il mana sulla parete, questa si ricoprì di
rune. I blocchi di
pietra si spostavano, incastrandosi mano a mano e rivelando
un’apertura. All’interno
un pilastro di lyrium blu, con sopra una sfera luminosa di un bianco
ghiaccio.
Solas la toccò e iniziò a brillare e a mandare
costanti impulsi. Intanto che la
maneggiava, cambiò colore, da un blu intenso, per poi
passare ad un rosso
scarlatto. Le rune cambiavano continuamente, scorrendo sulle pareti.
Solas era
pensieroso e concentrato su quello che stava facendo,
l’espressione
preoccupata. Comparve all’improvviso una specie di mappa
luminosa, notai vari
livelli di profondità, una parte evidenziata in rosso.
-Abbiamo un
anomalia e proprio vicino
a Geldauran… tutti gli altri sono ancora imprigionati-
-Anomalia?-
domandai confusa
-Non lo so,
c’è qualcosa che non va. La
protezione non è completa, per nostra fortuna ha ceduto solo
in quella parte,
non estendendosi- la voce era cupa -Dobbiamo scendere ancora, questa
prigione è
fatta a piani, più erano potenti, più sono stati
messi in profondità. Geldauran
è pericoloso, ma non il peggiore-
Si
voltò verso la parete alla sua
destra e appoggiò di nuovo la mano sulla parete, si scendeva
di nuovo e ci
fermammo ad un nuovo livello.
-Meno male che
non sono
claustrofobica…- dissi vaga. Abbozzò un sorriso e
lo seguii, le lastre di
pietra percependo la nostra presenza si aprivano e chiudevano
autonomamente,
scorrendo dentro e fuori le pareti esterne. Mi bloccai esterrefatta,
non avevo
mai visto un mostro del genere. Aveva
cinque lunghe gambe affilate come lame, assomigliava ad un gigantesco
ragno e appena
ci notò emise un suono stridulo lanciandosi
all’attacco con una velocità sbalorditiva.
Senza che me ne accorgessi, Solas mi aveva bloccato da un braccio per
non
indietreggiare. Alzò una mano davanti a sé e gli
occhi gli si illuminarono. La
bestia si calmò, frenando la sua avanzata e spostandosi
ubbidiente per
lasciarci passare.
-Un Varterral,
creature create per
fare la guardia o proteggere manufatti preziosi, ottime anche in
guerra. Gli
umani hanno creato i Mabari, dei semplici mastini, in confronto questi
sono più
letali e non hanno un aspetto simpatico- spiegò serio
-No, non
è un bel vedere…- risposi
esitante, continuando a fissare il mostro che si era fermato immobile
in un
angolo -Ce né uno su ogni piano?- domandai curiosa
Ridacchiò
-Non lo so, potrebbero aver
messo anche qualcosa di peggio, oltre ad un certo livello non sono mai
andato.
Comunque non ti preoccupare, non vengono se non li si chiama-
-Non ridere, mai
visto un coso del
genere- risposi seccata, lo guardai e sorrideva divertito.
Finì
anche questo corridoio, un enorme
sigillo si stagliava sulla parete. Pulsava con una tenue luce, sembrava
vivo -Ci
siamo, infondi il mana, io non posso aprirla, visto che l’ha
sigillato Mythal-
appoggiai la mano -Vhenan- lo guardai -Preferirei parlare solo io se
necessario, qualunque cosa dirà ignoralo. È
sempre stato un ottimo oratore, sa
instillare dubbi e richiamare e creare avvenimenti passati o mai
esistiti,
intrisi di tristezza, dolore e paure nelle sue vittime-
Assentii con un
cenno del capo -Stai
attento anche tu però- infusi il mana, il sigillo si
attivò colorandosi di un
rosso scarlatto e iniziando a girare lentamente prima da un lato e poi
dall’altro come un pendolo. Udii vari suoni di sblocco
provenire all’interno
della pietra. La lastra scivolò di lato. Ci ritrovammo in
una stanza buia,
Solas accese una torcia di velfuoco, ma buona parte continuava a
rimanere
nell’ombra.
-Bene, bene,
dopo tutto questo tempo
Fen’harel è tornato e non da solo- la voce dura e
viscida spezzò il silenzio -Quale
onore, le mie visite sono state piacevoli, da’len?-
Non risposi come
concordato con Solas,
cercai la provenienza della voce, ma non vedevo nulla.
-Ahi, ahi, il
nostro lupo non ti ha
insegnato nulla? Non ho intenzione di farmi vedere, con tutta la fatica
che ho
fatto per chiamarlo qui… il Lyrium in queste pareti inizia a
corrompersi…-
rispose divertito. Con orrore vidi un bagliore riflettersi su delle
venature di
Lyrium rosso. Che fosse la causa che stessero cedendo le protezioni?
-Il nostro
lupo deve averti detto di non parlare con me- emise una risata
sinistra, per
poi ritornare serio -Scommetto che non ti ha spiegato perché
viene chiamato
Temibile Lupo, vero? Con la storia della ribellione se ne sono scordati
un po’
tutti… ma non i Dimenticati, pensavamo di aver trovato
qualcuno uguale a noi e
in parte lo sei sempre stato- fece una pausa. Cosa stava insinuando?
È vero non
conosco tutto il suo passato e lui stesso mi aveva detto di non essere
sempre
stato come lo vedo ora. Sospirai e mi appoggiai ad una parete
incrociando le
braccia al petto, guardai Solas che era infuriato.
-Cosa vuoi
Geldauran?- ringhiò irato
-Oh attenzione!
Non hai paura a voler
mostrare quella parte di te alla nuova Mythal?- sottolineò
il mio nome, il
nervosismo mi chiuse lo stomaco, come faceva a saperlo?
-Non fare
domande stupide, da’len. Questa
tomba la può aprire solo lei, Mythal-
Non riuscii a
trattenere lo stupore,
mi leggeva nella mente? Guardai Solas, gli occhi si erano adombrati,
non notavo
più quel grigio chiaro che amavo, non l’avevo mai
visto così.
-Non dirmi che
ti sei dato così da
fare, solo per chiacchierare?- domandò con tono di voce duro
e sprezzante
-Perché
no? Non ho niente di meglio da
fare… il Focus era solo un pretesto, cosa vuoi che me ne
faccia senza un
corpo?- ridacchiò -Bhe, da quando le catene si sono
allentate almeno posso
ancora parlare, anche se non è molto gratificante essere
quasi sempre da solo…-
rispose tranquillo, neanche stessimo bevendo un the in una normale
giornata
pomeridiana. -Comunque Fen’harel, anche Daern’thal
e soprattutto Anaris avrebbe
il piacere di rincontrarti. L’hai ingannata in modo
magistrale, ma è quello che
le piaceva di te, oltre alla tua sete di sangue, indubbiamente avevi di
nuovo fatto
colpo sul quel campo di battaglia- il tono di voce era sempre
più divertito -E dall’espressione
della ragazzina non le hai detto ancora nulla…- rise
alquanto divertito -Non
avrei dovuto dirlo vero? Ma lo sanno tutti il lupo perde il pelo, ma
non il
vizio-
Indubbiamente
ero sorpresa, ma mi fido
ciecamente di lui. Lo riguardai, il volto rigido e infuriato, si stava
trattenendo -Geldauran questi giochetti sono inutili-
Nella stanza
risuonò un’altra risata
-Inutili? Ti arrabbi sempre troppo in fretta. Penso invece che alla
ragazzina
possano interessare queste vecchie storie sull’uomo con cui
va a letto. Cosa
sento? Paura per una verità scomoda Fen’harel?
Perché non fargli vedere cosa
sei!-
Ad un tratto la
stanza tremò alla
vista, passai le mani sopra gli occhi, ma tutto si annebbiò.
Che cosa…? Divenne
tutto nero.
------------
Ripresi i sensi,
non mi trovavo più
nella stanza buia. Mi guardai intorno, l’Oblio?
Un odore inteso
nauseabondo di carne
bruciata e sangue. Udii urla di paura, dolore e morte. Intorno a me il
terreno
era nero, i corpi di molti elfi in armatura sparsi in quello spiazzo.
Percepivo
una barriera terribilmente potente che delimitava l’aerea. Mi
incamminai,
dovevo cercare un’uscita.
La mia
attenzione fu attirata
dall’unico elfo con un’armatura dorata e dai lunghi
capelli castano ramati
tenuti in una coda. Solas. Era imbrattato di sangue, lo sguardo duro e
vuoto,
nella mano una spada fatta di puro mana. Emanava un aurea temibile,
prese a camminare
lentamente avanti e indietro, irrequieto come un lupo in trappola. Ad
un tratto
si voltò, vidi arrivare Dirthamen con la sua chioma di un
nero lucente -Il
Temibile Lupo sta battendo la fiacca? Cos’è tutta
questa sceneggiata? Così stai
dando il doppio da fare a noi. Li spaventi prima che possano arrivare a
te!-
Solas
abbozzò un sorriso divertito e
sadico -Si vede che quelli veramente coraggiosi sono pochi-
Delle presenze
li fecero voltare
-Almeno qualcuno viene…- rispose sconsolato -Sfrutta quello
spirito a cui ti
sei legato-
Solas sorrise di
nuovo, ma gli occhi
erano inespressivi -Infatti è quello che sto facendo, torna
al tuo posto
Dirthamen- ordinò duro
L’altro
ridacchiò -Ora ti riconosco,
voglio finire presto, non mi sto divertendo neanche io, preferirei
stare comodo
a bermi il the-
Solas gli
rivolse un’espressione disgustata
-Preferirei qualcosa di più forte- e rimise la sua
attenzione sui malcapitati.
Una decina, marchiati con dei Vallaslin che non conoscevo, erano
rimasti ad
osservarli con evidente paura.
Dirthamen si
allontanò -Divertiti, è
un ottimo esercizio, non abbiamo mai modo di usare i nostri poteri
così in
profondità-
Solas non
rispose e iniziò ad
avanzare, alzò una mano verso di loro, si bloccarono e
un’espressione di dolore
comparve sul volto di ognuno, urlarono disperati. Rimanendo a distanza
Solas
eseguì un movimento veloce con la spada, le teste saltarono
accompagnate da un
abbondante fiotto di sangue che macchiò il terreno di nero e
rafforzò già
l’odore presente. Un brivido di orrore mi percorse, un senso
di nausea si
impadronii di me, non avevo mai visto tutto quel sangue in una volta.
Ero
sconvolta, non l’avevo mai visto combattere così,
li aveva uccisi il più
velocemente possibile, senza alcuna esitazione. Non era il mio vhenan
in quel
momento, era completamente Fen’harel. Solas
abbassò la mano e i corpi caddero
inermi, si coprì il viso, ma notai un ghigno spietato. Si
voltò verso di me, mi
vedeva? Ma… aspetta… se io sono qua, Solas sta
rivivendo tutto quanto?!
Lo osservai
avanzare, non mi mossi,
finché non mi fu di fronte. Mi fissò con
quell’espressione vuota, la mano che
teneva la spada tremava -Cerca un’uscita, ne arriveranno
altri… non voglio che
tu mi veda così- la voce era incrinata, avevo dolore al
cuore, stava evidentemente
soffrendo -No! Insieme, dobbiamo…-
-Yen!- rispose
duro, mi bloccai -Se tu
trovi il modo di uscire, salverai anche me, il ricordo
continuerà indipendentemente
dalla mia volontà- distolse i suoi occhi dai miei, si stava
vergognando. No!
Non ti lascio da solo!
-Devo
andare… stai attenta, vhenan- si
stava allontanando e una presenza particolarmente potente
attirò la mia
attenzione. Una donna con dei capelli rossi e le iridi verdi
passò indifferente
accanto ai cadaveri degli elfi decapitati poco prima. Posò
gli occhi su Solas,
sorrise divertita e spietata -Interessante, quindi sei tu il Temibile
Lupo-
Si studiarono a
vicenda -Quanto tempo
Anaris-
-Già,
sono venuta a riscattare
l’inganno dell’ultima volta- rispose seccata. Il
sangue dai cadaveri iniziò a
prendere vita, ne stava attingendo il potere, dei non morti spuntarono
dal
terreno a centinaia.
Solas
abbozzò un sorriso -Hai avuto
sempre dei gusti macabri- gli si illuminarono gli occhi, un colpo
dell’Oblio li
fece cadere a terra tutti quanti, per poi essere risucchiati
all’interno.
Nessuno dei due si era ancora mosso.
-Hai imparato
dei nuovi trucchi?-
sospirò -Basta giocare, sei d’accordo?- tutti i
cadaveri degli elfi uccisi da
Solas presero vita, un negromante. -Ho dovuto aspettare a farti visita,
hai
messo quella stupida barriera, ma hai fatto un buon lavoro, il terreno
è
impregnato di sangue- aggiunse divertita. Solas la guardò
disgustato. Anaris rise
-Non dirmi che te la prendi per qualche schiavo insignificante, una
delle poche
cose per cui sono utili-
Ero inorridita,
ne stava parlando come
se fossero dei semplici oggetti da usare e buttare via.
In un attimo
entrambi si mossero così
velocemente che feci fatica a vederli, seguirono dei colpi devastanti,
le onde
d’urto dei vari fendenti fecero tremare il terreno.
-Accidenti…
che peccato… quasi…- disse
sconsolata
Guardai Solas,
un taglio profondo
lungo il viso, partiva dalla guancia fino ad arrivare al mento. Mi si
fermò il
cuore, mi sentivo inutile e impotente. Lui indifferente
appoggiò una mano sulla
ferita, la tolse, si pulì il viso dai residui di sangue,
l’aveva guarita in un
attimo. -Te lo avrei tagliato il naso questa volta invece che
spaccartelo,
bastardo-
Solas
abbozzò un sorriso -Mi pare che
ci fossimo già chiariti per quella storia-
-Fenedhis!-
rispose rabbiosa
-Non eri
così, perché i Dimenticati?-
-Credi che la
tua Andruil sia
migliore?-
-Andruil mi
è indifferente ormai da
molto tempo-
Lo
fissò attentamente -Meglio tardi
che mai, bastardo!- i cadaveri attaccarono Solas, che attivò
vari sigilli di
ghiaccio attorno a sé.
Un forte sibilo
spostò la mia
attenzione, non feci in tempo a girarmi completamente che un dolore
devastante
mi nacque sulla spalla e di colpo venni spinta indietro con forza, i
piedi si
staccarono dal suolo senza che riuscissi a fare nulla. Sbattei la
schiena
contro una parete rocciosa, il fiato nei polmoni uscì del
tutto. Picchiai forte
le ginocchia al suolo accasciandomi. La vista era annebbiata dal dolore
e dalle
lacrime, girai lievemente la testa notando un’enorme freccia
dorata di puro
mana conficcata nella spalla, questo lieve movimento causò
una scossa che mi
fece urlare. Dallo shock mi girava la testa. Non dovevo perdere i
sensi!
Strinsi i denti mordendomi il labbro inferiore da cui colò
del sangue. Altro
sangue scivolava sul braccio sotto l’armatura riempendomi il
guanto. L’intero
corpo è pesante e attraversato da schegge di puro dolore,
questa maledetta
freccia non si sta limitando a trafiggermi!
Passi. Lenti che
si avvicinavano.
Notai dei calzari di metallo dorato, uno si alzò posandosi
con forza sulla
spalla ancora buona, spingendomi contro la parete per farmi stare
dritta. Urlai
di nuovo e alzai lo sguardo per vedere chi avevo di fronte, anche se lo
sapevo
già.
Capelli bianchi
argentati,
contornavano un viso bello e spietato, con un ghigno di puro sadismo.
Le mie
iridi viola si riflessero in altrettante color ametista identiche,
solcate però
da una flebile luce crudele. Sorpresa la fissai terrorizzata -I miei
complimenti da’len sei ancora viva e soprattutto cosciente-
mi studiò
attentamente, un leggero bagliore passò nel suo sguardo e
l’enorme freccia
brillò più intensamente, chiusi di riflesso gli
occhi aspettando altro dolore.
Invece questa scomparve come tanti granelli di sabbia portati via dal
vento.
Aveva lasciato un foro non indifferente, bruciava e pulsava, se non ci
avesse
pensato la sadica che avevo davanti a farmi fuori sarei morta
dissanguata.
Prima che
potessi fare qualcosa, la
lama di un pugnale in puro Lyrium mi si posò sotto il mento
alzandomi il viso. Fui
costretta a guardarla di nuovo. Un brivido di disgusto mi
trapassò, mi fissava
famelica -Niente male da’len. Davvero niente male-
-Che stai
combinando? Niente
prigionieri!- esclamò una voce maschile poco lontano. Senza
togliere
l’attenzione da me rispose -Vai a giocare con i tuoi morti,
Falon’Din o la
prossima freccia sarà per te-
-Sei una
bastarda! Lo sai cosa ha
detto Elgar’Nan!-
Si
voltò verso la voce -Fottetevi tu e
lui!-
Stavano davvero
litigando? Provai a
muovermi da quella presa, causandomi solo altre scosse di dolore che mi
provocarono la nausea. La vista mi stava abbandonando, quando un
respiro caldo
e qualcosa di umido mi passarono vicino al labbro. Stava assaggiando il
mio
sangue!? Altri brividi di ribrezzo. Ridacchiò -Sei
combattiva anche se stai
morendo. Mi piaci e sarebbe un peccato- a quelle parole
seguì altro dolore allo
stomaco. Non vidi più nulla.
Ci siamo
ritrovati durante la guerra contro i Dimenticati. Yen ha preso una bella
botta, scoprendo così che anche se è un ricordo la possono
vedere. Solas sta combattendo con Anaris, speriamo che si accorga che
Andruil ha preso la sua compagna.
|
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Capitolo 30 *** Capitolo 30 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
CAPITOLO
30
Buio. Un ronzio
indistinto di voci. Aprii
con fatica gli occhi, riprendendo consapevolezza del dolore lancinante
che
continuava ad attraversarmi. Vedevo tutto sfocato, c’erano
delle figure, ma non
riuscivo a distinguerle. Ora le voci erano diventate urla. Due forti ed
enormi
fonti magiche. Non mi sentivo bene, volevo restare sveglia, ma gli
occhi si
stavano richiudendo contro la mia volontà. Un altro potere
magico più forte dei
precedenti. Inspirai profondamente cercando un minimo di sollievo. La
bocca era
riarsa, deglutii cercando di inumidirla con non molto successo, sentii
solo il sapore
ferroso del sangue. Da quanto ero ferma qui? Non sapevo neanche dove
fosse qui.
Chiusi una mano
a pugno più volte, terra.
La spostai da parte a me e andò a sbattere contro delle
rocce, sui cui
appoggiavo la schiena. L’odore che percepivo non era
cambiato. Ricollegai i
pezzi di quello che mi era successo. Andruil.
Dov’è ora? Che avesse abbandonato
la sua preda? Impossibile, la dea della caccia non lo farebbe mai.
Passi. Non
mi mossi, anche volendo non ne avevo le forze. Un altro pensiero mi
trafisse il
cervello. Dove sei Solas? Spero che stia bene, più di quanto
ne stia io.
Maledizione! Non posso morire qui! Non posso farmi ammazzare da un
ricordo di
Andruil!! Il
metallo freddo di un’armatura
mi si posò sul mento e qualcuno mi alzò la testa.
Non ci vedo! La vista mi si è
oscurata di nuovo!
Udii un sospiro
-Mia sorella è sempre
la solita, ti ha ridotto male- disse una voce femminile. Sorella!? Ad
tratto da
parte a me ci fu un forte schianto, dei pezzi di polvere e rocce mi
caddero
addosso e la donna mi lasciò andare il viso -Si
può sapere che ti prende? Stai
litigando con mia sorella proprio ora?- ancora la stessa voce femminile
-È
viva, ma non per molto se continui a perdere tempo!-
Risa da Andruil
-Sylaise mi stai
rovinando il divertimento. Temibile Lupo, che sguardo, non me
l’hai mai
mostrato prima- disse con voce soddisfatta
-Sparisci dalla
mia vista- ringhiò con
voce profonda e spietata. Altri passi e percepii un respiro vicino
all’orecchio
-Vhenan…- stava dicendo altro, ma caddi di nuovo in un
profondo buio.
Un piacevole
calore. Sotto la schiena
qualcosa di morbido. Il dolore era scomparso. Altre voci.
-Si
può sapere che ti è preso? Volevi
dichiararle guerra per una ragazzina?- disse sconcertata una voce
maschile.
Rumore di ceramiche che si posavano su un tavolo, un leggero profumo di
the.
Non ci stavo capendo più nulla. Sentivo il corpo pesante, ma
una costante
presenza di mana che conoscevo bene era intorno a me, mi cullava e mi
sentivo
protetta.
-Avrei
già dovuto farlo quando mi ha
legato a quell’albero, oltre che per tutto il resto,
Dirthamen. Quindi le avrei
dichiarato guerra? Sì, sempre se in quel momento ne fosse
uscita viva- rispose
Solas tranquillo con voce sicura.
-Spiegami chi
è quella ragazzina che
hai strappato dalle grinfie di Andruil, che hai curato come un
disperato e che
ora dorme nel tuo letto!- disse esasperato il dio dei segreti.
Silenzio.
La smettono
tutti quanti di chiamarmi
ragazzina o bambina?! Quanti cavolo di anni dovrei avere per essere
considerata
una donna adulta?!
-Suppongo se lo
stiano chiedendo
tutti…- rispose vago
-Certo che se lo
domandano tutti!
Nessuno aveva mai visto il Temibile Lupo rivolgere uno sguardo
assassino ad
Andruil! Neanche quando ti ha legato a quell’albero! Stavi
perdendo il
controllo e non è da te!- udii ancora delle tazze e Solas
sospirare
-Sai amico mio,
è stato bello
riparlare con te, ma questo rimarrà un mio segreto. Se
qualcuno ne verrà a
sapere qualcosa, quella persona sarà solo Mythal-
Sbuffò
-Bhe, spero per te che sia
almeno brava a let…- si bloccò -Scherzavo!
Scherzavo! Si può sapere che ti prende?
Sei invecchiato di colpo?-
Solas
ridacchiò -Qualcosa del genere…-
-Poi da quando
bevi the? Pensavo
piacesse solo a me…-
-Infatti lo
odio, ma mi serve per non
dimenticare. Dirthamen, non ti sta aspettando Mythal?-
-Sì,
vado, così potrai coccolarti la
ragazzina visto come la guardi- provocò malizioso. Udii una
porta aprirsi e poi
richiudersi, una sedia scorrere sul pavimento e poco dopo il materasso
piegarsi
da parte a me. Aprii gli occhi e dopo una prima forma sfocata, mi
ritrovai il
volto di Solas che mi fissava apprensivo. Un Solas con i capelli
castano
ramati, lunghi e tenuti in una coda. Avrei potuto abituarmici se non
fosse che
non era reale tutto quello che ci stava succedendo. Alzai una mano
verso il suo
viso e lo accarezzai, lo sguardo gli si illuminò di gioia e
mi abbracciò mettendo
la testa nell’incavo del mio collo e stringendomi forte.
Affondai la mano in
quell’insolita chioma, trovandoli sorprendentemente morbidi.
Una novità
alquanto piacevole, forse ne era valsa la pena farsi trafiggere, solo
per
questo.
-Io quella
sadica bastarda, la
ucciderò- dissi spietata -Come hai fatto ad avere una cotta
per una pazza del
genere?-
Ridacchiò
e mi posò un bacio sulla
guancia per poi aiutarmi a mettermi seduta. Notai solo in quel momento
che
avevo indosso una veste da notte alquanto pregiata. Riguardai Solas
-Sei stato
tu a…- mi passò una mano sul viso e prese
possesso della mia bocca con
passione, il piacere scatenato da quel gesto mi fece sentire subito
meglio. -Mi
sono preso cura io di te e nessun altro. Stavo impazzendo quando ho
visto cosa
ti aveva fatto Andruil. Ero completamente terrorizzato, stavi morendo-
-Per questo
Dirthamen ha detto che eri
disperato?- domandai, intanto rimanemmo abbracciati e mi accarezzava la
schiena.
-Esatto,
l’unica che ha capito come
stavano le cose dalla mia espressione e dal mio stato d’animo
è stata Mythal
che ha allontanato gli altri. E ha ordinato ad Andruil di lasciarti-
-Dove siamo? Che
diavolo sta
succedendo?-
-Geldauran sta
manipolando i miei
ricordi nel periodo della guerra contro di loro. E devo dire che lo sta
facendo
sorprendentemente bene, sono tutti come me li ricordo. Se non sapessi
che
centra lui, penserei di essere tornato indietro nel tempo-
-Bhe, tutti
questi capelli dovrebbero
farti venire molti dubbi…- e continuai ad accarezzarlo,
ridacchiò e appoggiò la
fronte sulla mia -Siamo a Skyhold, nella nostra camera. Ti ho portato
via il
più in fretta possibile da quel campo di
battaglia… stavo per uccidere la
Andruil dei miei ricordi- rispose con una nota di rabbia nella voce -La
freccia
non ti ha solo colpito, ma ti ha avvelenato, eri paralizzata- mi
baciò sulla
fronte per poi scendere sulla guancia e di nuovo catturarmi la bocca.
Probabilmente si era spaventato più lui di me,
contraccambiai quei baci, passò
le mani sulla mia vita prendendomi in braccio. Mi aggrappai sorpresa al
suo
collo -Ti faccio vedere una cosa, poi penseremo ad uccidere quel
bastardo di
Geldauran. Hai visto il Lyrium rosso? Si sta espandendo e non so come
fermarlo,
presto o tardi arriverà anche agli altri- intanto si era
alzato ed eravamo
usciti sul balcone che dava sulle montagne. Guardai Solas che rise per
la mia faccia
sconcertata -Ti piace?-
Il cielo non era
completamente azzurro
e diverso da come lo conoscevo, si ricongiungeva all’Oblio in
modo naturale,
nessuno stacco netto, nessuna barriera. Sprazzi di luce color verde e
oro che
si riflettevano su edifici lontani
sospesi in aria, non costruzioni singole come il tempio in
cui stavamo
di solito, ma vere e proprie piccole comunità.
L’Oblio si estendeva
all’infinito sopra di noi, più luminoso e vivo di
quanto lo avessi mai
conosciuto in vita mia. Spiriti che si muovevano tranquillamente da una
parte
all’altra e che parlavano con diversi elfi. La magia era in
qualunque cosa, mi
sentivo alquanto leggera e a casa. -È strano…
niente demoni?- mi posò un bacio
sulla tempia -Non sapevo quasi neanche cosa fossero, vhenan- restai a
fissare
affascinata le attività degli spiriti di diversi colori che
si spostavano
indaffarati a parecchi metri sopra di noi.
-Lethallin,
sempre con una donna tra
le braccia da un migliaio d’anni a questa parte- disse una
voce femminile
Sorpresi ci
voltammo verso uno spirito
che aveva preso le sembianze di una donna. Solas rimase a fissarla -La
vostra
stupida guerra ti ha portato via la lingua?-
Al mio lupo
brillavano gli occhi e
mostrò un grande sorriso -Saggezza, quante volte ti devo
dire che devi far
sentire la tua presenza?- disse divertito
-Se eri
impegnato nella attività che
prediligi e di cui capisco poco il senso, non mi avresti notato
comunque, te lo
posso assicurare-
-Ehi!- rispose
facendo finta di essere
offeso e mi lanciò uno sguardo imbarazzato, mi
riportò dentro e mi appoggiò sul
letto -Dietro al paravento, troverai dei vestiti- e lo
indicò posto in un
angolo della stanza -Vediamo che succede e riprenderemo il prima
possibile la
caccia. Essendo ricordi gli eventi stanno avvenendo molto velocemente,
ma per i
nostri corpi rimasti alla prigione non è comunque un
toccasana. Dobbiamo fare
in fretta- sussurrò. Annuii con un cenno del viso e lo
studiai attentamente:
indossava una blusa nera solo sul petto come i pantaloni, invece le
maniche
erano larghe, bianche e si restringevano in rifiniture in metallo
dorato sui
polsi, come anche sul collo. Portava degli stivali sempre neri. Vestito
così la
sua figura veniva slanciata parecchio, sembrava più alto.
-Qualcosa non va?-
chiese perplesso, notando il mio sguardo indagatore.
Sorrisi e negai
con la testa -Dovresti
vestirti più spesso così a casa, ti dona molto-
dissi dolcemente. La sua
espressione diventò divertita e mi baciò
fugacemente -Lo terrò a mente, vhenan-
si scostò da me e andò incontro a Saggezza. Mi
spostai dietro il paravento.
Trovai su una sedia un abito lungo, violetto, senza maniche, con le
rifiniture
dorate sulla vita, sul collo e sui polsi riposte su un cassettone.
Affianco
delle scarpe eleganti di un viola più scuro. Rimasi allibita
a guardare
quell’abbigliamento. Io non ho mai messo cose del
genere… ero un po’ smarrita.
Mi accostai al paravento per vedere a che punto stava Solas.
-Lo sai che
questa vittoria
degenererà, vedo profondi cambiamenti. Gli equilibri sono
stati ancora una
volta distrutti- disse lo spirito
-Purtroppo lo so
bene, amica mia-
rispose sconfortato
-Ora
però noto un cambiamento più incisivo e
molto vicino a te, da quando con le donne usi quella parola affettiva?-
Ridacchiò
-Non ti sfugge nulla… se ti
dicessi che è la mia compagna, ci crederesti?-
-Per questo
sento i vostri spiriti
legati… raro per un Evanuris-
Sbuffò
disgustato -Non usare quella
parola-
-Si sta
già diffondendo la voce-
-Lo
so… ma non sono ancora uno di
loro…- venne interrotto -Ti sei guadagnato sul campo il
diritto a uccidere un
Titano. Ne stanno parlando proprio ora. Sei ancora convinto del tuo
obiettivo?-
-Mai stato
così deciso- rispose sicuro
-Resisti e vai
avanti, lethallin. Stai
appena iniziando-
-Lo so-
-Ti lascio,
penso che la tua compagna
sia in difficoltà- rispose divertita e sparì come
era venuta. Solas si voltò
verso di me con un sorriso e le guance mi si scaldarono per
l’imbarazzo. Si
avvicinò e guardò l’abito che mi stava
mettendo in crisi -Bhe, direi di
toglierti questa veste da notte per iniziare- disse prendendomi in
giro. Lo
fissai fulminandolo con finto rimprovero -Non ci sarei mai arrivata,
grazie- mi
svestii non degnandolo di uno sguardo, percepii che mi studiava
intensamente la
schiena sempre più giù. Continuai ad ignorarlo e
mi infilai il vestito
violetto, era molto morbido, sembrava seta, ma non ero sicura fosse lo
stesso
materiale. Si adattò in modo perfetto al mio corpo, come se
fosse stato fatto
apposta per me. Sentii stringermi qualcosa in vita e vidi le mani di
Solas che
mi mettevano quel metallo dorato. Mi prese per mano e mi
voltò verso di lui
mettendomi un'altra parte dorata sul collo e poi passò ai
polsi. Mi osservai e
alzai gli occhi su Solas che mi fissava con sguardo ardente -Ho sempre
desiderato
vederti vestita così- disse con voce profonda.
Avevo il volto
in fiamme -Dove lo hai
preso?- domandai incerta
-Mythal, ti
perderesti nel suo
guardaroba per almeno un mese. Cerchi qualcosa? Stai pur certa che lei
ce l’ha-
Eravamo fino a
quel punto così simili?
Mi andavano bene anche i suoi vestiti? Abbassai lo sguardo
-Dovrò ringraziarla-
-Aspetterei a
farlo, prima sentirei
quello che ha in mente-
-Di che stai
parlando?- domandai
confusa
-Diciamo che sto
cercando di farle
cambiare idea sull’annunciare con sua estrema soddisfazione,
non che io non ne
sarei stato orgoglioso, ma magari non in un ricordo…-
-Arriva al
punto, vhenan-
-Quale migliore
occasione la fine e
vincita delle guerra, per annunciare che il Primo tra i suoi Guardiani
Arcani,
nonché Temibile Lupo, si è fidanzato
ufficialmente?-
Sentii le gambe
farsi molli e
barcollai all’indietro, Solas mi prese dalla vita
sostenendomi, ero sorpresa,
sconcertata, stupefatta e non so cos’altro…
-Stai
scherzando!? Che… non mi conosce
nemmeno! Non ancora almeno! E pur che la cosa possa anche piacermi, non
abbiamo
tempo per questo!-
Ridacchiò
-Purtroppo dobbiamo seguire
gli eventi, anche se un po’ diversi dagli originali. Io non
mi sono mai
fidanzato ufficialmente. Dubito che riusciremo ad andare da Geldauran
prima di
domani, è periodo di festa in tutta Elvhenan-
Oddio, non che
non mi faccia piacere,
siamo sposati, e magari vedrò la faccia di quella pazza
sadica morire di
rabbia… appoggiai la fronte sulla sua spalla e una mano sul
suo petto.
-Ti senti bene?-
domandò Solas
preoccupato. Guardai la mano con l’anello
all’anulare -Ha notato questi, vero?
Io non dovrei esistere ancora…- Mi strinse a sé,
affondando il viso nei miei
capelli e io nei suoi. Dio se era strano… ridacchiai piano.
-Li ha notati poco
dopo, quando è venuta a vedere come andavano le tue cure e
ti avevo tolto
l’armatura. Pensavo mi sarei dovuto subire un interrogatorio,
invece visto che
ho fatto tutto di nascosto, ora dovremmo sorbirci il suo annuncio di
fronte a
una considerevole quantità di nobili. E spezzare le speranze
di tutte le
fanciulle che a suo dire volevano accalappiarmi per ottenere un ruolo
di
prestigio- borbottò -Mi stai dicendo che vedrò
rompersi una marea di cuori? Non
è che in questo periodo eri impegnato con qualcuna e
vedrò arrivarti qualche
schiaffo?- chiesi curiosa
Si
rischiarò la gola nervoso -Che io
mi ricordi non avevo relazioni serie, se è quello che vuoi
sapere-
Gli picchiettai
le dita sul petto -Non
erano serie, ma c’erano… bhe, buona fortuna,
ma’arlath- dissi rallegrata e
lavandomene le mani sulla marea di conseguenze all’orizzonte
-Divertiti- lo
presi in giro.
Mi rivolse la
faccia da lupacchiotto
sconsolato perso, sorrisi -È inutile che fai questa
espressione, cosa posso
farci? Poi sarò anche io presa di mira dai tuoi svaghi
passeggeri. E tra queste
ci sarà anche Andruil, visto che io sono riuscita dove lei
ha fallito. Sarà una
lunga giornata, che non è mai avvenuta davvero, ma
indimenticabile scommetto-
Iniziò
a lasciarmi una leggera scia di
baci sul collo -Non mi puoi abbandonare così,
vhenan…-
Erano roventi
-Non corrompermi…- mi
accarezzò le braccia e feci caso alle cicatrici sul mio
avambraccio causate
dall’Ancora. L’unico che le vedeva sempre era lui,
per il resto portavo sempre
abiti con maniche lunghe. Elen non le aveva mai viste… non
sapeva che ero
rimasta senza un braccio per circa un anno. -Non ho visto come
è andata a
finire con Anaris… un altro cuore spezzato da quel che ho
capito…- si scostò incatenando
gli occhi ai miei -Perché sento trasparire della gelosia?
È dove dovrebbe
essere, visto che sono qui davanti a te-
-Mi pare solo di
capire che ti sei
dato alla pazza gioia prima di incontrarmi. Comunque, mi mette un
po’ a disagio
dover mostrare queste a un sacco di persone- e feci cenno con il viso
al
braccio. Le accarezzò con delicatezza -Le hai per colpa mia,
e anche se non
dovrei dirlo mi piacciono, ma se vuoi le posso nascondere-
Stavo per
rispondere, ma bussarono
alla porta, ci voltammo verso di essa e udimmo salire i gradini, un
elfo con i
Vallaslin di Mythal ben evidenti in viso, un servo. Ci fissò
e fece un lieve
inchino -Scusate il disturbo. Temibile Lupo, la mia signora richiede la
tua
presenza e anche quella della donna
che
vi accompagna-
-Ti ringrazio.
Riferisci che arriviamo
subito- rispose Solas. L’altro fece un altro lieve inchino e
se ne andò. Solas
fissò di nuovo il mio braccio -Cosa vuoi fare?-
La cicatrice
sembrava nascere dal
gomito e allargarsi in tanti rami fino a ricoprire la spalla, come i
miei
Vallaslin. Io stessa ero stata marchiata in modi differenti. La pittura
di
sangue sul viso, i sussurri del pozzo per lo spirito e infine questi
segni sul
braccio. Sospirai -Lasciali, visto che ti piacciono, non ho motivo di
nasconderli- sorrise e mi baciò veloce sulle labbra
-Andiamo- mi prese per mano
e mi trascinò fuori dalla camera. Nella sala del trono la
gente parlava e non
fece subito caso a noi, erano moltissime persone e il brusio delle voci
mi
suggeriva che ce ne erano parecchie che non vedevo. Al posto del
semplice trono
che usavo, ce ne era uno imponente fatto interamente in cristallo, rami
di
Lyrium erano racchiusi in esso, emettevano una tenue luce. Varie
rifiniture in
argento lo ornavano creando delicate decorazioni che davano vita a dei
draghi. Appena
Solas venne riconosciuto, si levò un ovazione.
Lui sorrise e
continuò a tirarmi, si
accostò alla porta che dava sull’ufficio di
Josephine, la aprì lasciandomi
passare per prima, richiuse la porta e continuammo verso la Sala da
Guerra. Al
posto della scrivania che
avevo visto
per anni, dei divani e delle poltrone. Continuammo ed entrammo in una
camera
enorme ed elegante, più femminile rispetto a quella di
Solas. Un letto molto
grande sulla destra, tende alle finestre, tappeti, in centro un
tavolino con
delle sedie in cristallo dove scorsi una chioma bionda, e un fisico
perfetto
con un abito verde smeraldo come gli occhi che si posarono su di noi e
puntarono Solas.
-Quindi
ragazzino, quando mi avresti
detto che ti sei sposato?- domandò con un evidente tono
contrariato. Volsi l’attenzione
al mio lupo che accennò un sorriso, era in
difficoltà -Ehm… è stato poco prima
dell’ultima
battaglia e visto che mi sono innamorato di lei, le ho chiesto di
sposarmi-
Mostrò
un sorriso seccato -Usi sempre
quella parola con leggerezza, se ti fossi sposato ogni volta che
pensavi di
essere innamorato… e invece erano soltanto i tuoi ormoni a
parlare!-
Gli strinsi la
mano, era arrossito, ma
si riprese in fretta -Non nego ciò che dici, ma ho trovato
l’unica donna che
amerò in eterno- rispose serio.
Mythal mi
osservò, si alzò e si fece
vicino -Le mani, da’len- sostenni lo sguardo e gliele porsi,
le prese tra le
sue, erano calde -Il mio nome è Yen- non rispose e
guardò con interesse le
cicatrici, percepii il suo mana fluire in me. Ad un tratto i segni sul
braccio
si illuminarono di verde, dandomi un fastidioso bruciore,
istintivamente
interruppi il contatto. Mi fissò negli occhi -Chi ti ha
mutilato lo spirito,
dandoti però un potere sull’Oblio?- come faceva?
Cosa dovrei rispondere? Come
posso parlare di cose non ancora successe?
-Io- disse il
mio lupo anticipandomi
-Un mio errore, che l’ha quasi uccisa, ma che mi ha permesso
di incontrarla- e
allungò una mano sulla mia vita stringendomi a lui
-Solas…- sussurrai. La dea
dell’amore sorrise -Il Temibile Lupo che aveva abbandonato il
suo nome per
servirmi, l’ha donato finalmente alla sua compagna?- fece un
cenno con la mano
verso il tavolo in cristallo -Sedetevi- ci accomodammo e riprese a
fissare
entrambi. Perché mi sembrava di essere ritornata bambina
veramente? Non sta
facendo nulla di particolare, ma la sua sola presenza mi mette a
disagio ora,
come se avessi rotto qualcosa e stessi aspettando di essere sgridata.
Sorrise
rassicurante -Quindi da’len,
c’è qualcosa di strano in te. Per mio stretto
interesse personale ho analizzato
il tuo sangue, e devo dire di essere rimasta sorpresa…-
-Quando
hai…- domandò irritato Solas.
Mythal lo guardò semplicemente ottenendo il suo silenzio.
-Mi sono permessa di
prenderne un po’ dalla spalliera distrutta
dell’armatura e l’ho fatta pulire
accuratamente. Il sangue di un individuo è unico come
saprai, su questo si basa
il potere dei Vallaslin. Io come gli altri, posso ordinare senza
possibilità di
fallimento ai miei servi di fare qualunque cosa, anche contro la loro
volontà.
Il sangue naturalmente è il mio, inciso sulla loro pelle e
questo mi dà del potere
su di loro. Le sentinelle invece mi sono legate più
profondamente avendo bevuto
dal Vir’Abelasan- fece una pausa e si alzò,
andando a guardare fuori dalla
finestra dove io stessa e Cassandra ci eravamo sporte tante volte. -Il
tuo
sangue è unico sotto vari aspetti. Hai il tuo DNA, ma
conservi altrettanto bene
lo schema genetico di altri otto individui-
Un brivido di
consapevolezza mi passò
sulla schiena -E questo significa?- domandai comunque. Si
voltò di nuovo verso
di noi -Otto individui che sono tra i maghi più potenti di
tutta Elvhenan. Sarò
sincera, se gli altri dovessero scoprirlo verresti uccisa
all’istante-
Solas rimaneva
in un silenzio
sconvolto -Questo… questo non c’era…-
mormorò. Non capivo. Guardai persa
entrambi -I maghi più potenti che con arroganza si stanno
facendo chiamare
Evanuris, sembra abbiano già un Dio ed è molto
più vicino di quanto credano-
spiegò Mythal fissandomi.
Gli Evanuris
hanno creato il loro Dio.
Sospirai profondamente -Io non pratico la magia del sangue…-
-Questo sta a te
da’len- si rivolse al
mio lupo -Solas non mi stai dicendo tutto, non so chi sia e da dove
venga, ma è
la prima volta che vedo una donna accettarti per quello che sei e non
per il
titolo che ti ho affibbiato. Ed è la prima volta che ti ho
visto in preda al
panico, terrorizzato e con l’intento di uccidere seriamente
un potere più forte
di te, pensando di perderla. Vuoi salvare quelli nati come te, ed
è una buona
motivazione, ma pensa se non ci riuscirai cosa le faranno. Questo
dovrebbe
darti ulteriore determinazione- si sedette e mi guardò di
nuovo -Da’len, hai
anche un potere considerevole, impara ad usarlo in tutte le sue
sfaccettature
anche in quelle che odi, non come lui-
-La magia del
sangue avrebbe
interferito con il mio potere da somniari- puntualizzò Solas
-Vero, ma non
così tanto come credi, e
lo sai. Non hai voluto apprenderla per non avere mai la minima
tentazione ad
usarla su persone che ritieni tue pari, ed è giusto. Ma una
mancanza che non
accetto da te-
-La penso come
Solas- dissi decisa, mi
guardò con un sorriso -La magia del sangue non serve solo
per avere controllo
sugli altri o per attingere ulteriore potere, non fa solo del male, ma
anche
del bene. Scopri, studia, impara e metti in pratica, perché
prima o poi
potrebbe tornarti utile contro i nemici e non devi camminare ad occhi
chiusi su
questa strada. Questo potrebbe rivelarsi pericoloso per te e per gli
altri-
sospirò -Ora, che vi piaccia o meno, io farò
quell’annuncio di fidanzamento.
Perché così anche chi aveva qualche speranza su
di te, Solas, la smetta e
perché le regole le ho create io e intendo rispettarle. Tu
gestisci questa
parte dei miei territori, il tuo popolo e l’intera Elvhenan
deve sapere a chi
ti leghi e riconoscerla come tale-
Come
l’intera Elvhenan!? Ero allibita
e guardai Solas che si passò una mano fra i capelli
sconsolato
-Agli ordini,
mia signora-
-Non prenderti
gioco di me, se no
metterai finalmente a posto la muraglia a est, è sempre
lì che aspetta di
essere riparata-
-Da un migliaio
d’anni circa…-
borbottò
-Cosa?-
domandò fulminandolo con lo
sguardo
-Andiamo a fare
quell’annuncio, sarà
una giornata infinita- disse Solas prontamente e mi prese per mano
trascinandomi fuori. Una volta chiusa la porta alle nostre spalle,
risi. Mi ero
trattenuta fino ad un attimo prima vedendo quello scambio di battute.
Solas mi
posò un bacio sulla guancia -Ma quanti anni hai?-
-Troppi, ma la
fa sentire giovane e mi
ci sento anche io ora- rispose divertito, ridacchiai e mi feci portare
sul
balcone sopra alla sala del trono, cercando di evitare di parlare con
tutti gli
elfi che incontravamo. Percepivo tantissimi occhi addosso. Una volta
raggiunto
il balcone sbirciai fuori e il cuore perse un battito. Solas mi strinse
dalla
vita da dietro facendomi appoggiare la schiena al suo petto -Lo so, fa
sempre
questo effetto la prima volta- la corte interna ed esterna era
strapiena di
persone, tante piccole teste girate dalla nostra parte. -E lo so che
non ti
aiuterà, ma è bene che tu lo sappia, quando
Mythal diceva che ci sentirà l’intera
Elvhenan così sarà e anche l’Oblio
verrà messo al corrente-
-No che non mi
aiuta! Ho parlato
davanti ad un esercito e la cosa mi aveva già messo in
soggezione! Ma questo…-
sospirai profondamente più volte cercando un po’
di controllo e abbandonandomi
completamente contro di lui. Era un ricordo, ma… Percepii il
suo respiro
sull’orecchio -Tu non dovrai dire nulla, ci
penserà Mythal e poi toccherà a me-
posò le labbra calde sulla mia guancia fredda, ero
terribilmente nervosa. Odio
queste cose e ho dovuto imparare a conviverci. Alzò una mano
girandomi il viso
verso il suo e prese possesso della mia bocca in una lunga e sensuale
esplorazione. Si staccò per riprendere fiato e mi
baciò di nuovo in un assalto
dolce e famelico allo stesso tempo -Ti amo e sei perfetta- lo ribaciai
fugacemente -Anche io e va un po’ meglio, grazie-
-Se avete
finito, è il momento. Avrete
tutto il tempo che volete dopo e se tra qualche mese sentirò
di nuovo dei
piccoli passi tra queste mura, ne sarei entusiasta-
Rimasi
boccheggiante a quelle parole,
ma faceva apposta? Solas mi strinse di più a sé
ridacchiando piano -Te l’avevo
detto che è tremenda- sussurrò -E io ho capito da
chi hai imparato- risposi -Io
invece da chi hai preso tu, ma’arlath-
Si
spostò di fianco a me e mi prese
per mano, seguimmo all’esterno la dea dell’amore.
Si levò un ovazione da far
tremare l’intero castello. Mythal aspettò il
silenzio che arrivò subito dopo.
-Finalmente
posso annunciare il
concludersi della guerra che ci affliggeva da ormai troppo tempo. I
nemici sono
stati sconfitti e imprigionati, soffriranno in eterno e sarà
consentito
chiamarli solo con il nome di Dimenticati. Ognuno ritornerà
alle sue attività
regolarmente, dopo che sarà trascorso il mese di festa in
tutto il regno. Bevete,
riposatevi, divertitevi e piangiamo i nostri cari che hanno dato la
vita per
far sì che noi oggi potessimo essere qui. So che abbiamo
avuto molte perdite e
mi scuso con voi per non essere riuscita a fare di più.
Falon’din celebrerà dei
funerali per rendere onore ai caduti. Ora ho da fare un altro lieto
annuncio. Come
voi tutti sapete qui siete sotto la gestione del Primo tra i miei
Guardiani
Arcani, il Temibile Lupo- si levò un'altra devastante
acclamazione per
rendergli omaggio che mi scosse lo spirito, per poi ritornare silenzio
-Il
Temibile Lupo si fidanza ufficialmente, con una ragazza che non pensavo
esistesse da quanto mi ha fatto penare in tutti questi secoli- delle
risa risuonarono
per tutto il castello -Ora lascio la parola a loro- e fece qualche
passo
indietro. Solas prese un profondo sospiro e mi tirò avanti
insieme a lui. Il
cuore mi batteva all’impazzata e guardai la folla sottostante
-Amici miei! Non
ho nulla da aggiungere a quanto ha già detto Mythal, sono
sollevato che ora i
nostri cari siano al sicuro. Sul trovare la donna giusta per me, il mio
spirito
affine, avevo perso le speranze anche io, ma poi ho notato lei e non ho
capito
più nulla- altre risa, e Solas mi cinse con sicurezza contro
di lui. Come
faceva? Avrei potuto svenire tra poco! -Il suo nome è Yen
Lavellan e da qui in
eterno guiderà insieme a me questi territori- il mio lupo si
rivolse verso di
me e senza preavviso ricevetti un bacio. Non un semplice bacio casto
che ci si
aspetterebbe di dare davanti ad un folla del genere. Ma uno passionale
e
possessivo di quelli che solo lui mi avrebbe mai dato e che mandava in
crisi il
mio cervello messo già alla prova. Istintivamente e non in
grado di pensare gli
posai una mano sul viso tirandolo verso di me. Stavo dicendo davanti ad
un impero,
a migliaia di persone, che lui era mio e che io ero sua.
Ci staccammo
senza più fiato e ci
fissammo negli occhi. Un baccano tremendo si levò
nell’aria e guardai
completamente rossa in faccia la folla che era impazzita e incitava per
un
secondo bacio. Avevo il cuore che mi stava per esplodere nel petto e
stringendomi a Solas nascosi il volto nella sua spalla frastornata.
Ecco il
trentesimo capitolo! Non ci credo neanche io di aver scritto
così tanto! E mi sono accorta che solo qualche giorno fa che
è già passato un anno!
Quindi per "festeggiare" ho deciso di riscrivere in parte a modo mio un
evento che nel gioco non mi è andato giù a causa
della mancanza di Solas. Se volete lo trovate nelle mie storie con il
titolo "Grazia Malevola". Fatemi sapere se vi piace!
Ritornando al capitolo, Yen ha scoperto altro su di sè, una
sorta di asso nella manica, forse però alquanto pericoloso.
Intanto vediamo anche un piccolo pezzo della vita di Solas nel suo
mondo.
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Capitolo 31 *** Capitolo 31 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
CAPITOLO 31
La giornata
in quel giorno di festa nei ricordi di Solas, stava passando
freneticamente.
Non so a questo punto a quanti elfi appartenenti alla
nobiltà ero stata
presentata. Avevo cominciato a perdere il conto dopo il decimo nome.
Avevo
incontrato anche una famiglia il cui cognome era identico al mio e
Solas mi era
venuto prontamente in soccorso inventandosi la mia provenienza,
sfoggiando così
la sua abilità ad arrampicarsi sugli specchi.
Giunta la
sera, scappammo letteralmente sui bastioni dove c’era solo
qualche sentinella
che notandoci si volatilizzò discretamente.
-Basta, non
ne posso più, ne avrò abbastanza almeno per un
anno!- dissi esausta fissando il
sole che si stava spegnendo tra le montagne. Solas sorrise divertito,
anche lui
stanco quanto me -Avevo detto che sarebbe stata una giornata
interminabile, è
diventata ancora più lunga con la novità del
fidanzamento- sospirai
profondamente godendomi l’aria che stava diventando fredda.
Dopo il discorso
sul balcone non avevamo avuto più un momento per stare da
soli e scambiarci
qualche parola -Non dirmi che eventi del genere succedevano spesso e li
rimpiangi però-
Ridacchiò
e
mi passò un braccio sulle spalle tirandomi verso di lui
-Freddo? Devo essere
sincero, rifarei tutta la giornata da capo se tutto questo potesse
tornare,
anche se è solo un ricordo avrei accolto volentieri la
proposta del
fidanzamento. Forse con te le cose sarebbero state diverse…-
rispose appoggiando
la fronte alla mia -…non era perfetto, ma era casa nostra-
concluse. Aveva chiuso
gli occhi e si stava rilassando, gli posai un bacio senza fretta -Hai
fatto
tutto quello che potevi, quando dovevi, se ci fossi stata sarei stata
soltanto
un tuo punto debole- riaprì gli occhi e li
incatenò ai miei -Non dire idiozie.
Un mio punto debole? Semmai di forza, se ci fossi stata tu quando hanno
ucciso
Mythal mi avresti aiutato a mantenere la calma. Invece sono rimasto
solo…- le
mani scivolarono sulla mia vita stringendomi di più a lui,
passai le braccia
sulla sua schiena.
-Rientriamo,
stai gelando- disse preoccupato
-No,
là
dentro non ci rientro e poi mi sto godendo quel gioco di colori- stavo
fissando
il cielo ormai buio e con le stelle che si fondevano con il verde
acceso
dell’Oblio, ma anch’esso attenuato dalla notte.
Solas alzò lo sguardo
appoggiando il mento sulla mia testa -Già, anche questo mi
manca...- disse con
un filo di voce.
Mi
abbandonai contro di lui, gli occhi iniziavano a chiudersi da soli e
visto che
mi stava scaldando l’invito ad addormentarsi era
più invitante. Un braccio del
mio lupo mi passò più stretto sulla vita e senza
preavviso mi prese in braccio,
di colpo mi risvegliai del tutto -Che fai? Se ci vede qualcuno siamo
rovinati!-
rise di gusto -Ti imbarazzi troppo facilmente, cuore mio-
Lo fissai
indispettita -Semplicemente preferirei che quello che faccio insieme a
te
rimanga tra noi e non avere davanti una folla che chiede il bis per un
secondo
bacio!- rise ancora -In effetti lo vorrei il secondo bacio…-
e mi guardava con
quel sorriso arrogante che avevo imparato ad amare. Alzai gli occhi al
cielo e
sorrisi divertita -Va bene, però…- passai le mani
intorno al suo collo e afferrai
il laccio di cuoio con cui si era legato i capelli, strappandolo. La
criniera
castana ramata gli ricadde sulle spalle, restai a guardare un attimo
l’effetto.
Non potei resistere e immersi avidamente
le mani in quella chioma morbida -Non vedrò più
tanto presto questo tuo aspetto
ancora più sexy del solito…- mi avvicinai con il
viso al suo e mi catturò la
bocca -Devo trovare un modo per farli ricrescere allora…-
sussurrò contro le mie
labbra per poi insinuarsi con la lingua, lo tirai ancora di
più verso di me.
-Oh…
ho
trovato i fidanzatini- disse una voce femminile familiare. Ci staccammo
e
l’espressione di Solas era diventata attenta, mi fece
scendere dal suo
abbraccio, continuando però a stringermi contro di lui.
Andruil per niente
dispiaciuta, sorrideva tutta contenta per averci interrotto. -Non
dovresti
essere nei tuoi possedimenti?- disse Solas infastidito dalla sua
presenza. Si
avvicinò e non rispose alla domanda -I tuoi gusti devono
essere peggiorati
Temibile Lupo-
-Direi
migliorati, l’esperienza ripaga a quanto pare- affermai
decisa, il mio lupo
sorrise -Decisamente vero- disse compiaciuto
Il sorriso
che aveva sulla faccia si attenuò, ma non scomparve -Vedremo
quanto durerà, ma
tornerai da me un giorno o l’altro. Ti sei preso una bambina
che parla, ma quanto
ai fatti è stata alquanto deludente. Essere distratti su un
campo di
battaglia? Neanche uno schiavo è così stupido-
Stronza.
Feci per muovermi, ma venni trattenuta da Solas -Andruil, spero che un
giorno
troverai qualcuno che ti ami, ma io non sono quella persona e non lo
sarò mai-
La dea della
caccia fece una smorfia -Tu sei mio, ricordatelo- la fissai minacciosa
e
riuscii a svincolarmi dall’abbraccio del mio lupo. Mi mossi
velocemente in
avanti. Con un sorriso si stava già preparando a parare. Mi
celai nelle ombre
spostandomi alle sue spalle, tirai un pugno mirando al viso, ma lo
parò
bloccandomi la mano nella sua e stringendola. Iniziai a sentire dolore
per
quella stretta, Andruil rise -Sei una bambina- quel nomignolo mi fece
infuriare
di più. Ad un tratto le cicatrici del braccio sinistro
presero vita,
illuminandosi di un verde smeraldo che distrasse la pazza sadica. Presi
al volo
quell’opportunità e tirai un calcio al suo fianco
facendola cadere, ma non
mollò la presa tirando giù anche me. Prontamente
la bloccai con il mio peso e
visto che l’Ancora restava attiva glielo ficcai sulla gola
schiacciando. Le
cicatrici bruciavano, ma mantenni la concentrazione. Se ne aveva paura
meglio
per me.
-Quanto ti
manderei volentieri all’altro mondo! Dovessi rimetterci
ancora il braccio!-
esclamai arrabbiata. L’Ancora in versione esplosiva mi
avrebbe fatto un gran
comodo ora. Andruil prendendomi di sorpresa, rise. -Lui non
è tuo, ma solo mio!-
ringhiai
Sorrideva
-L’ho
detto che sei combattiva. Nessuna avrebbe tentato una cosa del genere,
sarebbe sparita.
Mi assomigli ragazzina- quella constatazione mi fece infuriare ancora
di più -Neanche
un po’ bastarda! Io lo amo! Anche a costo di farmi uccidere,
non lo toccherai
di nuovo!-
Con una
contorsione del busto venni spinta via e cercai di rimettermi in piedi.
Le mani
di Solas da dietro mi bloccarono dalle spalle, tenendomi con fermezza.
Si
rialzò anche lei e ridacchiò
-Interessante… che in questo popolo di occhi
abbassati, che non hanno più uno spirito, ma sono solo
carne, esista ancora
qualcuno di vivo?- si rispolverò i vestiti -Bhe,
chiacchierata illuminante, ti
aspetterò da’len, ma se perdi, non morirai,
terrò in serbo qualcosa di
speciale. Sarebbe un peccato ucciderti, ma te l’ho
già detto- si avviò
tranquilla giù dalle scale, come se si fosse svolta una
normale conversazione.
Mi posai una
mano sulle cicatrici che brillavano ancora di verde e continuavano a
bruciare.
Le forze mi stavano venendo meno. Una scossa elettrica partì
dal mio braccio
sinistro. Skyhold, il paesaggio che vedevo iniziava a sgretolarsi
davanti ai
miei occhi. All’improvviso le mani sulle mie spalle e la
presenza di Solas scomparvero.
Mi voltai di scatto, ma era sparito. Delle fitte di paura e
preoccupazione mi
attanagliarono. Feci un passo indietro. Caddi.
Mi ritrovai
di colpo seduta sotto un albero e mi guardai intorno. Elfi che
scappavano,
gente comune che urlava dalla paura. Una lupo nero imponente con
innumerevoli
occhi rossi e con enormi artigli e zanne li stava cacciando. Un respiro
profondo attirò la mia attenzione verso l’alto.
Solas con la sua armatura
dorata stava seduto su un ramo e guardava la scena rammaricato.
L’abito
violetto era stato sostituito dalla mia armatura di drago, il braccio continuava a
bruciare, ma in modo più
sopportabile. -Stai bene, vhenan?- chiese continuando a guardare la
scena. -Sì,
ma… aiutiamoli!- replicai nervosa. Saltò
giù e mi si avvicinò sfiorandomi il
braccio in ansia -Non devi aiutare me! Ma loro!- gli dissi ancora.
-Non serve,
perché è un ricordo e non è ancora il
momento- rispose serio, lo guardai
incredula e mi mossi per mettermi in azione, ma mi strinse una spalla
trattenendomi con forza. -Non ancora. Se ci vede, scapperà-
titubante restai a
guardare, era straziante -Cosa intendi fare?- e mi voltai verso di lui
-È
quella la bestia da cui hai preso la tua reliquia, vero?- era identica
alla sua
forma nei sogni, impossibile da non riconoscere. Abbozzò un
sorriso e nello
stesso istante gli si illuminarono gli occhi. Mi voltai di scatto e
vidi un
enorme freccia proveniente dal cielo conficcarsi con uno schianto
violento
nella testa del lupo intrappolandolo a terra, per alcuni istanti
continuò a
ringhiare anche con la bocca semichiusa da cui si intravedevano le
zanne.
-Andruil…?-
-Un suo
trucco, ma l’ho preparata io la trappola- mi
lasciò andare e con un cenno mi
fece capire di seguirlo. Si avvicinò all’animale e
gli posò una mano sul muso,
lo sguardo si illuminò di nuovo. La bestia poco a poco si
dissolse, lasciando
solo i resti dello scheletro. Ora nella mano aveva una sfera rossa e si
chinò a
raccogliere una mandibola. Un elfo sudato, sporco di terra e con ancora
il
terrore negli occhi si rivolse a Solas -Perché…
non siete intervenuto… prima?-
balbettò. Solas alzò lo sguardo
sull’uomo -Non ho mai detto che vi avrei
salvato- disse impassibile. Quella risposta mi spiazzò, non
credevo alle mie
orecchie, non sapevo chi avevo davanti in quel momento.
Dov’era l’uomo che si
affannava sempre nel correre a voler aiutare e curare tutti? In un
lampo mi si
parò davanti la decapitazione di quegli elfi sul campo di
battaglia. Scacciai
quel ricordo.
L’elfo
fece
un lieve inchino -Avete comunque ucciso la bestia mantenendo la
promessa, non
lo dimenticheremo- Solas si limitò a rispondere con un cenno
del capo e rivolse
la sua attenzione ai resti dell’animale pensieroso
-Andiamocene- mi disse
deciso, lo seguii in silenzio.
Il villaggio
che era stato per buona parte distrutto dalla bestia era circondato
dagli
alberi. Ci infiltrammo nel bosco. Continuavo a fissargli la schiena,
non sapevo
cosa dire. Giungemmo infine in una radura, si fermò e si
voltò verso di me
mostrandomi un’espressione triste e alzando davanti al viso
la sfera rossa che
vorticava selvaggia e con forza su se stessa, come se cercasse di
liberarsi da
quella presa. -Porgimi le mani per favore, vhenan- lo guardai dubbiosa,
ma lo
feci e mi passò lo spirito. Rimasi nervosa ad osservarlo e
con mia grande sorpresa
si quietò diventando profondamente tranquillo -Che
cosa…?- mormorai. Solas abbozzò
un sorriso e si avvicinò -Bene così, tienilo. Ora
ferma e fammi vedere il
braccio- senza aspettare gli posò su una mano e sentii il
bruciore placarsi
fino a spegnersi. Troppe domande mi si stavano affollando nella mente,
rimasi
zitta. -In origine, lo avevo portato da Mythal. Lei aveva gestito le
condizioni
del patto, ed era stato tutt’altro che veloce e semplice- mi
spostò
delicatamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio e
guardò lo spirito che
tenevo tra le mani -Invece con te, niente accordi, niente di niente. Si
sta già
fidando più che volentieri di te- incatenai i miei occhi a
suoi -Perché?-
sorrise -Siamo spiriti affini- ero alquanto emozionata -E ora?-
domandai
fissando quello spirito che mi dava l’impressione che se
avesse potuto si
sarebbe messo a fare le fusa.
-Ora, me lo
metterai qui, poi farà tutto da solo-
Mi avvicinai
e lo spinsi verso il suo petto, la sfera entrò senza
esitazione. Solas chiuse
gli occhi e esibì una smorfia, mormorò qualcosa
-Stai bene?- domandai
preoccupata. Senza rispondere mi tirò tra le sue braccia
stringendomi in modo
possessivo, ricambiai quell’abbraccio.
-In passato
le prime volte aizzava in me istinti omicidi. Facevo fatica a
controllarlo. Poi
si è formata un’amicizia, fino alla completa
fiducia e fusione tra i nostri
spiriti e identità. Ora mi sta chiedendo solo una cosa, il
problema è che mi
sta influenzando e non è il momento…-
sussurrò al mio orecchio e sospirò
profondamente -Rivivere tutto questo, in modo così
diverso… vhenan, avremmo
dormito molto poco…-
Ridacchiai
aspettando che si calmasse, un altro respiro profondo -Ti ho
deluso… ir
abelas…- sussurrò -Ma avevo agito
così…- a quelle parole mi strinsi di
più a
lui -Non mi sembravi tu…- mormorai -Ero un giovane molto
arrogante, orgoglioso
e bastardo, sempre pronto a battermi. Cresciuto tra le mura
più ricche che
esistessero, abituato che gli altri mi porgessero un inchino per la
sola
fortuna di essere stato scelto da Mythal. Il rispetto che mi veniva
dato era
falso, come la vita che conducevo. Ho iniziato ad interessarmi alla
gente da
cui provenivo veramente e delle condizioni e richieste pietose a cui
venivano
sottoposti da chi aveva origini nobili. Ero l’unico ad aver
visto entrambe le
realtà e a poter iniziare a fare qualcosa-
Sorrisi e
gli posai un leggero bacio sul collo, fremette -Vhenan, non lo rifarei
di
nuovo. Ora anche uno dei tanti alberi che abbiamo intorno sembrano un
appoggio
invitante- disse con voce roca. Non potei fare a meno di ridere -Il tuo
spirito
è meglio che si calmi, perché in questo momento
non avrà nulla. Ma quando
usciremo da qui e ucciso Geldauran, potrai farmi tutto quello che vuoi-
risposi
con voce suadente. Ora lui scoppiò a ridere -Penso abbia
ricevuto il messaggio-
si scostò e si guardò intorno, ma intanto il
bruciore al braccio stava
ritornando con forza -Vhenan…
l’Ancora…- balbettai trafitta dal dolore -Come
è
possibile?- domandai spaventata.
-L’Oblio
la
sta risvegliando. Dobbiamo uscire da qui!- ringhiò
preoccupato
Se
l’Ancora
ha un potere sull’Oblio come aveva detto Mythal, io potrei
spezzare questa
illusione.
-Prima
l’Ancora ha reagito quando mi sono scagliata contro Andruil,
potrei… tentare
di…- venni interrotta -Non se ne parla! Stai rischiando di
nuovo!- esclamò in
ansia. Negai con la testa e partì di nuovo una forte scossa
che si sprigionò
dal braccio sotto forma di fulmine. Un mezzo urlo che cercai di fermare
lasciò
le mie labbra, se Solas non mi avesse sostenuto sarei caduta a terra.
Di nuovo
il paesaggio intorno a noi prese a sgretolarsi. Chiusi gli occhi. Non
basta!
Non basta! L’Ancora non ha la stessa potenza che aveva in
origine! Dovrei
cercare di concentrare tutto il potere disponibile per poi liberarlo in
una volta.
Strinsi i denti, la testa annebbiata dalle fitte, sudavo freddo.
Riaprii gli
occhi notando solo in quel momento che Solas non era più al
mio fianco e il
ricordo era cambiato di nuovo. Mi trovavo appoggiata ad una colonna
dorata in
disparte dalla scena che avevo davanti. Nascosta alla vista. Tutto
risplendeva
di argento, oro, Lyrium e cristallo, dalle pareti alle decorazioni, al
trono
imponente che avevo davanti su cui stava seduto Elgar’nan, di
fianco e in piedi
Andruil, Falon’din, Ghillian'nain, Sylase e June. Rimasi a
fissarli basita,
guardavano tutti Solas che stava di fronte a loro con le braccia
intrecciate
dietro la schiena, si stringeva con forza un polso della mano stretta a
pugno.
Quella magnifica ed enorme sala del trono era vuota a parte noi, ma la
tensione
era alle stelle e palpabile.
-Spero tu
abbia portato con te quanto avevi promesso Fen’harel. I
Dimenticati?- chiese
Elgar’nan, dio della paternità, con un tono di
voce duro, profondo e che
esigeva rispetto.
-I
Dimenticati rimarranno dove sono, l’inganno è
riuscito- rispose Solas pacato e
serio
-Quegli
stupidi credevano veramente che avrebbero avuto anche solo una
possibilità?-
esclamò Falon’din disgustato
-Almeno li
avremmo schiacciati una seconda volta- ribatté Andruil delusa
Elgar’nan
con un movimento della mano li zittì -Quindi Temibile Lupo,
dov’è l’arma che ci
avevi promesso?-
-La
andrò a
prendere non appena mi confermerete il patto che abbiamo stipulato-
-Eri fedele
a Mythal, ma ti sei già dimostrato in parte utile e degno di
servirmi. Ti darò quello
che hai chiesto: gli schiavi che ti hanno seguito in questi secoli non
subiranno conseguenze, potranno ritornare alle loro mansioni, dopotutto
seguivi
gli ordini di Mythal-
Solas si
strinse con ancora più forza il polso, il viso impassibile
però a quelle parole
non tradiva la minima emozione. Per avvicinarsi il più
possibile a loro aveva
rovesciato la conseguenza delle proprie azioni sulla donna che lo aveva
accolto
come un figlio.
-E possiedi
un Focus, diventerai uno di noi in modo definitivo- concluse
Il mio lupo
chinò la testa in segno di assenso -Con il vostro permesso
andrò a prendere la
spada- si voltò e percorse la navata centrale. Io lo seguii
stando nell’ombra
per poi ricongiungermi a lui velocemente sulla porta sgusciando fuori,
l’aveva
aperta e richiusa in modo lento apposta.
Uscii dalle
ombre, notai da una finestra che era sera e mi voltai verso Solas che
deciso mi
prese per mano e senza una parola mi strascinò per alcuni
corridoi, fino ad
arrivare in una stanza con almeno una decina di Eluvian. Ne
puntò uno senza
esitazione. Il giardino di Skyhold. Ad aspettarci qualche sentinella
che
porsero a Solas un bastone molto lungo con una estremità
circolare e delle
acuminate punte su tutta la circonferenza esterna. Lo roteò
con familiarità
avvicinandolo ad un'altra sentinella che mise al centro del cerchio la
sfera
che si attivò illuminandosi di verde. Una forte fitta al
braccio mi fece
barcollare, ma subito Solas mi si accostò tenendomi con il
braccio libero dalla
vita. -Non…- inspirai dell’aria -Non
pensavo… di scoprirlo in questo modo…-
trattenni un lamento e una scarica verde dal braccio fulminò
la sfera nel
bastone che continuava a ruotare lentamente
nell’alloggiamento. -Questo
discorso lo riprenderemo magari davanti ad una disgustosa tazza di the,
vhenan.
Ora, io creerò il Velo. Farà male, ma devi
concentrare l’Ancora nel bastone. E
spezzeremo questa illusione- annuii con un cenno del capo e strinsi il
bastone,
nascosi il volto nella spalla di Solas. -Quando vuoi- chiusi gli occhi
e
rilasciai il mio mana con l’Ancora nel bastone.
Nell’istante in cui ebbi
l’impressione che il braccio venne lacerato, persi coscienza.
Di colpo
rinvenni tossendo, il braccio sinistro aveva perso
sensibilità, non sentivo le
dita. La spalla destra doleva dove ero stata colpita da Andruil. Ero
seduta
sulla nuda fredda nera pietra, svenendo ero scivolata con la schiena
lungo la
parete. D’istinto estrassi veloce il pugnale con la mano
destra e cercai di
alzarmi cercando Geldauran. Con la coda dell’occhio vidi
passarmi da parte
l’armatura scintillante che ricopriva le gambe a Solas, alzai
gli occhi verso
il suo viso e vidi che lo sguardo era illuminato e fissava il punto
più buio
della stanza. Senza dirmi una parola avanzò di nuovo, quando
un debole raggio
lo colpì sulla barriera che stava tenendo alzata davanti a
sé. Davanti? Perché
attaccare di fronte in una stanza in penombra? Uno spirito nero
comparve alle
spalle di Solas. Cercai di scattare, ma il corpo non aveva alcuna
intenzione di
ubbidire. Caddi in avanti. Un movimento d’aria, un fendente.
Rialzai lo sguardo
e una spada di puro mana partiva dalla mano del mio lupo, rimaneva
fermo come
una statua finché anche lui non si lasciò cadere
in ginocchio. La spada si
dissolse e iniziò a tossire coprendosi la bocca con la mano
per poi scostarla e
rivelando il guanto pieno di sangue. -Maledizione…-
sussurrò stanco. Spaventata
e allarmata mi avvicinai a lui gattonando -Non riesci a stare in piedi?
Il
braccio?- mi domandò altrettanto in ansia.
-Io non
sanguino!- replicai angosciata, abbozzò un sorriso
-Sopravvivrò, non è nulla…
ma è come se quel maledetto errore lo avessi fatto di
nuovo… oh diavolo… sto invecchiando,
mi gira la testa…- mormorò. Lo presi dalle spalle
facendolo stendere e usai il
mana che mi era rimasto per esaminarlo, scoprendo che mi provocava un
dolore
tremendo. Mi chinai su di lui non riuscendo a controllare dei tremori.
Cosa mi
sta succedendo?
-Vhenan…
il
braccio?- domandò di nuovo -Non… mi sento le
dita…- tastai con la mano buona il
fianco cercando le pozioni di guarigione che mi ero portata dietro,
immersi la
mano nella tasca e sentii il raschiare del vetro infranto sul metallo.
Anche
questa no! Chiusi a pugno prendendo tutto il contenuto e lasciandolo
sul
pavimento di pietra, sul guanto schegge di vetro e di liquido delle
pozioni
rotte. Ne notai una intatta, la presi velocemente e tolsi il tappo con
i denti
per poi avvicinarla alle labbra di Solas -Bevila tu…-
-Zitto!
È
l’unica rimasta! E io non riesco ad alzarti di peso! Bevi!-
gli ordinai senza
che potesse replicare. Non gli dissi che dubitavo sarebbe bastata una
semplice
pozione di guarigione per qualunque cosa avessi. Una volta che anche
l’ultima
goccia sparì nella sua bocca, la lasciai a terra e mi
appoggiai di nuovo a lui,
in attesa che facesse effetto. Era da parecchio che non venivo ridotta
in
questo modo. Non osavo provare di nuovo ad usare la magia, il dolore
era stato
troppo forte e volevo evitarmi qualche conato di vomito. Chiusi gli
occhi
cercando un attimo di riposo, non passò molto che Solas si
tirò su a sedere e
mi scostai, abbozzò un sorriso, ma lo sguardo era
preoccupato. Mi prese dalle
spalle facendomi stendere sondandomi con la propria magia.
-Il colpo di
Andruil anche se non reale, si è manifestato sul corpo, hai
un semplice
ematoma, ma molto esteso. Adesso lo guarirò-
pensieroso continuava ad
osservarmi, il suo mana mi dava un po’ di sollievo -Il
braccio…- mormorò non
dicendo altro. Sospirai -L’ho perso di nuovo?- domandai
scoraggiata e preparata
già a quell’evenienza da quando avevo capito di
non sentire più le dita. Negò con
la testa -No, l’Ancora adesso è di nuovo diventata
inerte, ma dai muscoli, alle
ossa, ai nervi… è come se fossero stati trafitti
da innumerevoli aghi. Questo si
è ripercosso sull'intero corpo…
servirà un bel po’ di tempo perché
ritorni
tutto alla normalità. Cercherò di guarirti il
più possibile, ma dovrai stare
parecchio a riposo-
-Bene…
perché
voglio sprofondare nel nostro letto-
-Hai
già
provato ad usare una magia?-
-Fa molto
male…-
-Non
ritentare, evita di usare il mana finché non ti
dirò che puoi farlo-
-Non
sarà un
problema…- le iride grigie si illuminarono, lentamente il
livido sulla spalla
guarì -Ora farò il resto- mi informò,
annuii con un cenno e chiusi gli occhi. Percepii
il mana di Solas avvolgermi e concentrarsi poco a poco su ogni parte
del corpo,
era caldo, familiare e lo accoglievo sempre volentieri e in modo
naturale. Naturale
come fare l’amore. Sorrisi.
-Ti senti
meglio?-
domandò, riaprii gli occhi e lo ritrovai a fissarmi ad un
palmo dal mio viso -Stavo
pensando che dovrai attendere per farmi tutto quello che vuoi-
sfoggiò un
sorrisetto, si chinò del tutto abbracciandomi e aiutandomi a
mettermi seduta. -L’attesa
renderà ancora più intenso il momento
ma’arlath e anche io ho bisogno di
recuperare le energie per farti provare piacere- sorrisi compiaciuta -E
poi
posso sempre baciarti- concluse aiutandomi ad alzarmi in piedi.
Le gambe
tremarono
e mi aggrappai alla
sua pelliccia,
sospirai -Parecchio tempo…- borbottai, mi strinse meglio a
lui -Con il mio
aiuto meno del previsto-
Sostenendomi
con forza contro il suo corpo lo baciai dolcemente -Giusto, ho il
miglior
guaritore personale di tutto il Thedas e bacia da Dio. Meglio di
così-
ridacchiò per il gioco di parole e posò le sue
labbra sulle mie.
Mi dispiace
averci messo più del solito, ma è un
periodo un po' del cavolo. Poi lo avevo già scritto, ma un
bel giorno mi veglio, lo rileggo e circa la metà del
capitolo decido di riscriverla, visto che mi era venuto in mente altro.
Alla fine è passato un mese XD Spero vi sia piaciuto
scoprendo altro sul nostro Solas insieme a Yen che tanto per cambiare
dovrà stare tranquilla per un po'. E Geldauran è
sistemato! Al prossimo capitolo!
|
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Capitolo 32 *** Capitolo 32 ***
Pensavo di
metterci di più, ma mi è venuta l'ispirazione!
Buona lettura!
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto
suggerimenti e critiche.
CAPITOLO 32
Erano giorni
che passavo dal letto alla sedia della scrivania e viceversa.
Strisciando e
trascinandomi come un bambino che stava imparando a camminare,
però con
continui tremori e fitte. La mia condizione fisica era migliorata, ma
lo stare
semplicemente in piedi era ancora un problema, se esageravo faceva un
male
tremendo con giramento di testa al seguito. Dovevo tenere anche il
braccio
sinistro con una fascia contro il corpo, la sensibilità non
era ancora tornata,
muovevo normalmente il polso, la mano e le dita, ma non sentivo
assolutamente
nulla.
Il giorno
precedente
avevo fatto portare le lettere a Cassandra, Leliana e Josephine, visto
che
Solas si era trovato d’accordo con me per come affrontare la
questione di
intervenire come paciere tra Ferelden e Orlais, non c’era
motivo di indugiare
oltre. Avevo anche aggiunto la mia attuale condizione fisica che mi
impediva di
intervenire in tempi brevi.
Ad un tratto
la porta si spalancò di colpo -È un idiota!-
sbottò Elen per la miliardesima
volta. Giusto il tempo di ammazzare Geldauran e sembrava che qualcuno
avesse
lanciato una bomba con le api di Sera scatenando un disastro. Appena
tornata
qualche giorno fa, subito fuori dall’Eluvian, io, Solas che
mi sosteneva e
parecchia gente, aveva assistito alla crocifissione di Abelas in
pubblica
piazza. La sera stessa mi ero ritrovata in camera Elen che continuava a
sommergerlo di insulti e per la terza volta, partì con la
sua esposizione dei
fatti. Non l’avevo mai vista così, non so era
più arrabbiata, confusa o triste,
sicuramente un mix letale delle tre cose che però avrebbe
ucciso me, se
continuava in questo modo che il diretto interessato.
-Non
può
farmi questo! Mi bacia e poi arriva a dirmi che sarebbe meglio rimanere
solo
amici!? Fenedhis!!- urlò in collera. Mi aveva raccontato che
quella volta che
non mi aveva detto nulla, era perché voleva vedere come
andavano le cose e che
sembravano andare tutto sommato bene fino a qualche giorno fa. -Glielo
dico io
dove può ficcarsela la sua amicizia!- e la vidi sedersi di
schianto sul letto
-Ti prego Yen, almeno per po’ mandami da qualche altra parte!
Non lo voglio
vedere quel…- si passò una mano sul viso e poi
nei capelli, notai delle lacrime
scendere sulle guance.
Mi faceva
male al cuore vederla così -Elen, datti un po’ di
tempo, te l’ho detto perché
probabilmente ti ha detto così. È confuso e ha
paura-
-Che vada al
diavolo! Paura di cosa? Sono io che dovrei avere paura del tempo che
passa! Non
lui! Maledizione! Non può farci questo! Lo sai…
lo sai che altre volte pensavo di
essermi innamorata e invece arrivo al punto che quello stupido mi fa
rendere
conto che non avevo capito nulla!?- appoggiò i gomiti sulle
ginocchia e si
prese la testa tra le mani -E quello che mi fa arrabbiare ancora di
più è che
rimane sempre perfettamente controllato! Avrei dovuto tirargli un
pugno! Non
urlargli solo contro! Non gli correrò dietro! Vuole solo
un’amicizia? Non avrà
neanche quella! Io non voglio la sua amicizia!- si alzò di
scatto -Se non hai
intenzione di spostarmi, va bene, ma non intendo averci più
niente a che fare.
Se mi cerchi sarò insieme alla pattuglia che si occupa
dell’Eluvian. Almeno non
rischierò di ritrovarmelo tra i piedi, tanto poi so che
orari e abitudini ha,
non mi beccherà più!-
C’era
determinazione nei suoi occhi solcata però da una profonda
tristezza -Elen…-
sospirai -Va bene… ma…-
-Ma! Un
corno! Non ho tempo da perdere!- concluse seccata e sospirò
calmandosi un po’
-Chiamami sei hai bisogno, ok?- e mi si avvicinò per poi
abbracciarmi -Maledizione…
non sono per niente fortunata su queste cose…-
sospirò profondamente -Lasciamo
perdere, sei più importante tu in questo momento. Tanto per
lui è come se non
fosse successo niente se arriva a dirmi una cosa del genere, non gli
importa-
la voce tremò e la strinsi di più accarezzandole
la schiena -Come stai? Il
braccio?-
-Meglio, ma
per adesso non sento ancora nulla, spero di tornare a camminare in
fretta, non
amo non riuscire a essere indipendente e non voglio che Solas trascuri
i suoi
doveri per starmi dietro-
-Bene, ma
chiamami, non c’è solo Solas-
-Ma
serennas, lethallan. Fammi un favore, solo ancora un po’ di
tempo, ok?- tentai
Si
irrigidì
-Se vorrà dirmi qualcosa, verrà. Se no la
considero già finita, anche se non
penso sia mai neanche iniziata a questo punto…- mi strinse
di più per poi
lasciarmi -Vado, penso che per un bel po’ rimarrò
accampata allo specchio-
Aprì
la
porta, ma si ritrovò davanti l’ultima persona che
si aspettasse. Ebbe un
sussulto ed evitò Abelas ignorandolo come se non esistesse.
Per un attimo
stette a fissarla per poi seguirla, sparirono entrambi dal mio campo
visivo.
Presi il bastone che in questi giorni stavo usando come aiuto e
barcollai
dolorante con fitte ovunque che cercavano di uccidermi fino allo
stipite della
porta appoggiandomi. Erano poco distanti, mia sorella guardava da
un'altra
parte con le braccia incrociate al petto e Abelas gli stava vicino
-Elen…
ar
lath, ma vhenan- disse dolcemente fissandola intensamente
Lei fremette
-No, non è vero, non ti importa- e iniziò a
camminare, di conseguenza lui la
seguì.
Va bene,
attendo aggiornamenti spero positivi o un'altra sfuriata. Restai a
guardare il
cielo, era una bella giornata, ma non mi conveniva spostarmi, anche con
il
bastone. Non sarei mai invecchiata, ma stavo già facendo
pratica, zoppicai fino
al letto sedendomi piano, mi stancavo troppo in fretta. Udii dei passi
e
comparve Shani, non avevo chiuso la porta -Si accettano scommesse!
Abelas ce la
farà o perirà nel tentativo?- disse divertita.
Sorrisi -Li hai incrociati?-
Mi fece
l’occhiolino -A parte gli scherzi, la scenata di qualche
giorno fa ha riscosso
un buon successo nello sconvolgere la routine quotidiana, si punta che
è un
piacere-
-Interessante
e che si dice?- domandai neanche tanto sorpresa. Alla base le
novità di questo
tipo si estendevano a macchia d’olio, figurati se
riguardavano il secondo in
comando.
-Per adesso
fanno il tifo, visto che almeno potrebbero tirare il fiato. In questi
giorni
era di pessimo umore, mi meraviglio ancora che qualcuno non sia morto.
Anzi
stanno sperando che Elen se lo tenga stretto, in camera magari, per una
settimana, un mese… per sempre- rise e io con lei -E la Dea
dell’amore che ne
pensa?-
-Io?
Bhe… Abelas
conviene che tenti di morire nell’impresa, perché
se non rinsavisce, Elen è
determinata a non averci più nulla a che fare. Anche se da
quello che ho visto
poco fa, sto cominciando a pensare che potrei diventare zia-
-Oh…
davvero? Bene, bene. L’astinenza fa male- affermò
-Shani…-
la
richiamai divertita
-Che
c’è? È
vero. Soprattutto ad Abelas farebbe bene, ha bisogno di rilassarsi
quell’uomo,
con tutti gli anni che ha poi…- qualcuno bussò
sullo stipite della porta, guardai
oltre la spalla della mia amica e lei si voltò. Solas che
sorrideva. Shani lo
salutò con un cenno -Mi volatizzo e ripasserò
più tardi- ammiccando verso di
me. -A dopo-
Solas la
guardò andarsene perplesso -Stavate davvero parlando di
Abelas che dovrebbe
darsi da fare?-
Ridacchiai
-Penso
che se tutto va bene dovrai dare una settimana di vacanza ad Abelas ed
Elen-
-Quindi
è
venuto?-
-Allora sei
stato tu a dirgli dove poteva trovare Elen?-
-Non che
fosse difficile immaginarlo…-
-Già-
sorrise e si voltò chiudendo la porta a chiave. Il gesto
accese il mio
interesse e senza esitazione si chinò affondando la lingua
nella mia bocca. Gli
misi la mano destra dietro la nuca tirandolo giù insieme a
me sul letto, piantò
le mani ai lati della mia testa, ci staccammo senza fiato e rimase con
la
fronte appoggiata alla mia -Non mi hai più chiesto niente
alla fine…- mormorò
con un filo di voce. Feci scorrere la mano sul suo orecchio,
accarezzandolo,
chiuse gli occhi e abbozzai un sorriso -Che fai?- domandò
-Hai le orecchie più
a punta delle mie… mi piacciono- riaprì gli occhi
fissandomi dolcemente -Non ho
nulla da chiederti, vhenan. Ha cercato di renderti un mostro ai miei
occhi,
pensando che potessi avere paura di te. Non ha capito minimamente di
cosa io
abbia veramente paura- prese la mia mano intrecciando le sue dita con
le mie,
portandosela alla bocca e baciandola -Di cosa hai paura?- mostrai un
sorrisetto
-Di perderti. Mi è bastata la volta che sei sparito e
Leliana non riusciva a
trovarti, avevo paura che ti fosse successo qualcosa- posò
degli altri baci che
risvegliarono dei brividi che percorsero il braccio. Nelle mie iride
grigie vedevo
sorpresa e una domanda che non osava farmi a cui risposi comunque
-Credevi
davvero di aver rotto con me? Quando poi alla mia richiesta di dirmi
che non mi
amavi, hai risposto di non poterlo fare? Senza nessuna spiegazione
decente?
Povero illuso- rimarcai divertita le ultime due parole.
Continuò a lasciarmi
una scia di baci roventi, sul polso, sul braccio… mi sta
facendo venire voglia,
come se non ne lo desiderassi già abbastanza. La
lasciò andare per poi
concentrarsi sul braccio insensibile, lo sguardo gli si
illuminò. Come le volte
scorse pensavo non avrei sentito di nuovo nulla, ma questa volta dei
bruciori
piuttosto forti si risvegliarono. Un lamento si bloccò sulle
mie labbra
trasformandosi in un sibilo. Si fermò subito -Perdonami, ma
non si può fare
diversamente- spiegò mortificato, non voleva farmi male, ma
era inevitabile.
Abbozzai un sorriso e con la mano buona gli feci segno di chinarsi. Lo
fece
subito, mettendosi ad un palmo dal mio viso con uno sguardo preoccupato
misto
desiderio. -Facciamo come quando mi hai reciso il braccio. Baciami,
sarà più
sopportabile-
-Ottima
idea, vhenan- e non facendosi pregare oltre lo sguardo gli si
illuminò, per poi
affondare nella mia bocca in modo possessivo. Mi concentrai sul
movimento delle
sue labbra sulle mie e delle nostre lingue che si cercavano. Una fitta
si fece
strada nella mia mente, mi bloccai e lui con me, come anche la magia di
guarigione -Per oggi va bene così, dimmi se senti
cambiamenti. Il dolore è un
buon segno, vuol dire che guarirà e che stai reagendo-
-Per quanto
dovremmo continuare così? Non voglio che trascuri quello che
stai facendo, per
me-
-Ma’arlath,
sono già stato tentato un’infinità di
volte ad abbandonare quello che sto
facendo. Solo per te. E se me lo chiedessi ora, lo farei
immediatamente- il
respiro mi si bloccò in gola -Sai che non potrei mai farti
una cosa del genere-
mi posò un bacio sulla fronte -E tu sai che non potrei mai
metterti in secondo
piano, sei diventata la mia ragione di vita in questo mondo che mi era
estraneo
e indifferente- il cuore come anche le guance si scaldarono -Vhenan, se
mi
guardi così perdo anche la minima volontà di
resisterti, ed la cosa più
difficile che mi sto imponendo da quando lo facevo a Skyhold, solo che
non ti
avevo già preso, ma solo assaggiato-
Sorrisi e
rialzai la mano buona accarezzandolo in viso, scesi sul collo e poi sul
petto,
restai un attimo a sentire i battiti del suo cuore contro il palmo. E
lo spinsi
via -Vai, poi Abelas è impegnato. Chi hai lasciato a gestire
i tuoi piani
folli?- si scostò aiutandomi a mettermi seduta ridacchiando
-La recluta, che
prova interesse per te. Andrò a salvarlo-
-Gli stai
facendo pagare questo suo interesse con gli interessi?- scherzai
-Basterebbe
che mi ascoltasse, visto che quando ci sei tu nei paraggi sembra
partire per
non so quali viaggi mentali. Non lo posso biasimare, ma magari sarebbe
il caso
di non farlo in modo così evidente davanti al marito
dell’interessata- risi -Chissà
tu invece alla sua età…- insinuai
-Io? Se
avessi fatto una cosa del genere mentre Mythal mi parlava, mi sarei
ritrovato
pelato prima del tempo- e accompagnò le parole toccandosi la
testa. Risi di
nuovo. Si chinò dandomi un bacio fugace per poi uscire. Mi
allungai sul letto
stando il più attenta possibile a non provocarmi altre
fitte, ma con poco
successo, dovetti fermarmi un attimo. Riuscii a prendere un libro e con
l’aiuto
del bastone mi avviai verso il giardino, ero stanca di restare in
camera. Dopo varie
difficoltà, dolori e il pericolo di cadere rovinosamente a
terra per più volte,
arrivai esausta sotto un albero. Le orecchie si erano tappate
avvertendomi che
ancora un po’ mi sarebbe girata la testa, ma per fortuna il
senso di malessere
si placò abbastanza in fretta. Stavo per immergermi nella
lettura quando udii
delle voci che conoscevo.
-Elen,
fermati! Vhenan…- disse Abelas con tono di voce per niente
tranquillo come al
solito
-Sei mio
amico, no? Non mi chiamare così!- rispose mia sorella
seccata. Udii il rumore
dei passi sul selciato di pietra arrestarsi bruscamente per entrambi,
silenzio
-Sei un idiota…- mormorò Elen. Quando sentii dei
gemiti di piacere. Oh…
maledizione! Non voglio origliare! Ma se mi muovo con la grazia di cui
sono
munita in questi giorni, gli rovino il momento!
-Ti amo! Ti
amo! In che lingua te lo devo dire?- esclamò Abelas
trasportato dalla passione che aveva messo in quella dichiarazione
-Come hai
potuto chiedermi di restare amici?- domandò Elen ancora
alterata
-Io…
non
voglio perderti tra qualche anno… come potrei continuare a
vivere un’eternità
senza di te?- rispose teso -Una mortale e un immortale…
è una follia-
-Abelas…
una
follia che voglio fare insieme a te. Ar lath, ma vhenan- disse
dolcemente.
Il respiro
mi si era bloccato, cavolo, ero emozionata io per loro. Altri passi
placarono
la mia euforia e me li vidi comparire da parte. Arrossii mortificata
per aver
ascoltato qualcosa che non avrei dovuto e nascosi il viso portandomi
una mano
in faccia -Perdonatemi… non riuscivo a muovermi…-
bisbigliai. Ad un tratto le
braccia di Elen mi strinsero a lei -Grazie lethallan, devi essere
veramente la
Dea dell’amore, mi hai decisamente portato fortuna. Grazie,
ti voglio bene-
sussurrò al mio orecchio. Rimasi scioccata in
quell’abbraccio che ricambiai
senza esitazione. Oltre la spalla di mia sorella vidi Abelas fissarci
rosso in
viso e appena incrociò il mio sguardo lo distolse
imbarazzato. -Ti voglio bene
anche io, sorellina. Non sai quanto sia contenta per te- mi
mostrò un largo
sorriso e si scostò alzandosi, velocemente infilò
una mano sotto al cappuccio
di Abelas impreparato a quel gesto e lo tirò verso di lei
baciandolo con passione.
Intanto gli abbassò il cappuccio rivelando dei capelli
bianchi argentati legati
in una lunga treccia. Rimasi basita a fissarli ed Elen
iniziò a ridacchiare
stringendosi a lui che cercava di recuperare il cappuccio per
rimetterselo con
la mano libera senza successo. -Perché li copri? Stai
benissimo- affermai e lui
si bloccò arrossendo ancora di più per il
complimento, sembrava una teiera che
stava per esplodere -Mia signora…- mormorò. Elen
rise posandogli un bacio sulla
guancia -Questo è un altro mistero, ma lo
scoprirò. Gliel’ho detto anche io che
sta benissimo! Ma non vuole…- disse fissandolo innamorata
persa. -Io…- lui
tossì schiarendosi la voce cercando di riprendersi -Io
dovrei tornare…- lo
bloccai -No, Abelas e anche tu Elen, avete una settimana tutta per voi e
soprattutto
tu Abelas ti meriti un po’ di riposo. Solo Elen, non farmi
diventare zia troppo
presto-
Ridacchiai
piano,
c’era Abelas che avrebbe voluto sparire nel terreno -No, va
bene che non ho un’eternità
davanti, ma non corriamo troppo. Poi sei tu la prima che dovresti farmi
diventare zia essendo la maggiore!- e mi fece l’occhiolino.
Abbozzai un sorriso
-Ti dobbiamo aiutare…- disse mia sorella -No, no,
resterò qui ancora un po’. Andate
pure- li guardai allontanarsi mano nella mano e Abelas riuscire
finalmente a
recuperare il suo cappuccio. Ridacchiai entusiasta e veramente
felicissima per
loro. Alzai il viso fissando le nuvole bianche in cielo per poi
chiudere gli
occhi.
-Vhenan…
vhenan…- la voce di Solas mi arrivò alle
orecchie. Aspetta, che…? Aprii gli
occhi trovandomelo accovacciato di fronte, lo fissai confusa, notando
che era
calata la sera. Non è possibile… mi sono
addormentata senza accorgermene! Mi passai
una mano sul viso -So che erano giorni che restavi chiusa in camera, ma
direi
che il pezzo di strada fino a qui ti ha fatto crollare, cuore mio-
abbozzai un
sorriso -A quanto pare…- mormorai mortificata -Ir
abelas…- non feci in tempo ad
aggiungere altro che mi passò un braccio sulla vita e
l’altro sotto le
ginocchia, prendendomi in braccio, di riflesso mi aggrappai al suo
collo -Non
osare scusarti- disse dolcemente. -Solas ce la faccio da
sola…- tentai, ma
inutilmente, si stava già avviando. Sospirai profondamente
-Lo so, ma voglio
togliere l’armatura e ho fame. Penso anche tu, no?- sorrisi e
appoggiai la
testa sulla pelliccia da lupo -Sì anche io ho fame, vhenan-
incrociammo degli
elfi che ci guardarono incuriositi e abbassai lo sguardo -Abelas ed
Elen?-
domandai curiosa.
Sorrise -Appena
sono stati notati mano nella mano, c’è stato uno
scrosciare di applausi,
soprattutto da chi è direttamente sotto il comando di Abelas
con lacrime di
gioia nel non dover più rischiare di morire- risi di gusto e
mi aggrappai
meglio a lui dandogli un bacio sul collo, una fitta però
arrivò a ricordarmi la
mia condizione fisica e chiusi gli occhi mostrando una smorfia. -Abbi
pazienza
ancora qualche giorno e vedrai che andrà meglio- disse
avendo notato la mia
espressione -Lo spero, perché come dice Shani
l’astinenza fa male e ti voglio-
risposi senza tanti giri di parole. Ridacchiò -Come siamo
dirette, anche io ma’arlath-
intanto si era appoggiato alla porta della nostra camera aprendola per
poi
richiuderla con un calcio. Mi appoggiò delicatamente sul
letto e si spostò
vicino ad un manichino su cui appoggiava l’armatura,
iniziando a togliersela. Era
una tortura vederlo spogliarsi e non poterlo aiutare, sospirai e
guardai da un’altra
parte, poi mi sarebbe toccato aspettare che andasse a prendere da
mangiare. Non
che non mi facesse piacere che si occupasse di me, ma mi mancava la mia
indipendenza. Il materasso vicino a me si piegò e alzai il
viso trovandomelo da
parte a fissarmi con un leggero sorriso -Cos’è
quel broncio?- domandò, ma senza
neanche aspettare avvicinò il viso al mio unendo le sue
labbra con le mie,
dolcemente si insinuò con la lingua, gli posai le mani sul
viso accarezzandolo -Tu
mi farai impazzire…- mormorai contro le sue labbra -Di
piacere, spero…-
rispose. Sorrisi e mi cinse la vita con un braccio e mise il viso
nell’incavo del
mio collo baciandomi e assaporandomi, degli intensi brividi di piacere
scesero giù
per la schiena -Solas…- sussurrai. Si bloccò,
rimanemmo però abbracciati -Sai
che se dovessimo farlo non ti procurerei piacere, ma dolore? Tutti i
tuoi
muscoli non sosterrebbero l’attività fisica. E non
voglio assolutamente farti
male, oltre che mi passerebbe del tutto la voglia se dovessi anche solo
provocarti dolore per sbaglio- lo strinsi di più -Lo so,
cuore mio. Ma il non
esserti messo ancora la maglia, non mi aiuta- avevo sotto le mani la
sua pelle
calda e dovetti sopprimere la voglia che avevo di accarezzarlo sul
petto e
sulla schiena. Però mi tolsi la soddisfazione di dagli un
bacio particolarmente
profondo sul collo che lo fece fremere.
-Vado a
prendere da mangiare- disse con voce profonda e si separò da
me, prendendo al
volo una maglia, infilandosela e uscendo dalla porta. Sospirai
profondamente e
scivolai sul letto cercando di prendere la veste da notte che avevo
lasciato
sulla sedia della scrivania. Ci riuscii e iniziai a spogliarmi,
buttando i
vestiti sulla sedia come una montagna di stracci.
Rientrò
con
un vassoio, ma la mia attenzione fu attirata dalla sua smorfia di
dolore e il
fianco della maglia rosso sangue. Mi allarmai -Siediti!- E mi allungai
con
altre fitte verso il cassetto del comodino da cui tirai fuori delle
garze. Mise
il vassoio sulla scrivania e si sedette da parte a me sul letto. -Non
avresti
dovuto portarmi in braccio… si è riaperta!- era
una ferita che non aveva notato
subito. Un ultimo tentativo di Geldauran non andato a buon fine, ma era
strana,
non si riusciva a guarirla con la magia, le pozioni di guarigione
fallivano e
con il metodo tradizionale faticava a cicatrizzarsi, almeno non era
molto profonda.
La tamponai togliendo il sangue in eccesso con la maglia che si era
tolto,
tanto ormai era da buttare e iniziai a far girare la garza attorno al
suo
torace, tutt’altro che semplice con una mano sola, ma mi
aiutò tenendone un’estremità
-Speravo che almeno avrei potuto fare a meno della
fasciatura…- borbottò -Sto
proprio invecchiando…- lo guardai di sottecchi -Ti devo
rispondere, vhenan?-
Invecchiando…
sì, come no, aveva un fisico da far invidia a un
ventenne e quando lasciava
libera la sua passionalità diventava ancora più
irresistibile. Una volta finito
presi il vassoio e iniziammo a mangiare, quando si sporse facendosi
più vicino
e appoggiò il viso sulla mia testa -Stai bene?-
-Sì,
pensavo…-
rispose vago
-Pensavi…
a
cosa?- domandai curiosa
Immerse il
viso nei miei capelli e lo vidi chiudere gli occhi -Nulla
d’importante- non mi
aveva convinto, ma forse era solo stanco e non indagai oltre.
Non pensavo di
sfornare questo capitolo a solo una settimana di distanza dal
precendente, ma mi è venuta l'ispirazione! Quindi sono
curiosa di sapere cosa ne pensate di Elen e Abelas che
è rinsavito prima di fregarsi da solo, come invece qualcuno
di nostra conoscenza(vero Solas?). Spero vi sia piaciuto come ho fatto
mettere insieme definivamente questa coppia che non preoccupatevi non
trascurerò, spero non sia stata una situazione troppo
scontata, ma li ho trovati molto dolci entrambi. Yen come avrete capito
è tutta rotta, e penso che come punizione per averla ridotta
così mi sono beccata un colpo d'aria sabato alla schiena...
e mi ha fatto premurosamente capire come si sta sentendo, ma per mia
fortuna sono già quasi del tutto guarita! Al prossimo
capitolo!
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Capitolo 33 *** Capitolo 33 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 33
Restavo
appoggiata ad una colonna e osservavo Solas da lontano. Lo ammetto, ero
preoccupata. Quella maledetta ferita al fianco non guariva, e ogni
volta che
pensavamo si fosse cicatrizzata, tornavamo punto a capo. Mi morsi il
labbro
inferiore nervosa.
-Mia
signora, posso fare qualcosa?-
Voltai il
viso a quelle parole, trovando Abelas che mi fissava serio -Non
dovresti essere
qui con me. Riposati, hai ancora un paio di giorni-
-Noto che vi
sentite meglio, ne sono contento. Anche Elen così
sarà meno preoccupata per
voi-
Abbozzai un
sorriso -Abelas, dammi del tu, te ne prego. Se conosco abbastanza bene
mia
sorella, diventerai mio cognato e non voglio formalità-
Arrossì
leggermente -Non mi è permesso darvi del tu-
-Neanche se
sono io stessa a chiedertelo?- domandai incredula
-No, mia
signora- rispose pacato. Ritornai a fissare Solas -Mi piacerebbe che un
giorno
prendessi in considerazione di rimuovere i marchi. Come anche il resto
delle
altre sentinelle. Non voglio rivolgermi a te come un servo. Spero
terrai conto
di questa mia richiesta-
-Ci
penserò,
vi ringrazio. So della ferita di Fen’harel, e ogni giorno che
passa siete
sempre più preoccupata…- lo interruppi -Non va
bene, lo sappiamo entrambi. Se
si infetta…- replicai nervosa
-Un modo
differente esisterebbe, io non ne sono in grado. Ma voi, sì-
e si congedò
allontanandosi.
Avevo
iniziato a pensarci. A pensare a cosa avevo imparato
dall’incantesimo di
Geldauran.
La
magia del sangue non serve solo per avere controllo sugli altri o per
attingere
ulteriore potere, non fa solo del male, ma anche del bene. Scopri,
studia,
impara e metti in pratica, perché prima o poi potrebbe
tornarti utile contro i
nemici e non devi camminare ad occhi chiusi su questa strada. Questo
potrebbe
rivelarsi pericoloso per te e per gli altri.
Sospirai
profondamente e mi avviai
verso la biblioteca. I dolori erano quasi del tutto scomparsi, mi ero
liberata
del bastone, dovevo solo stare attenta a non fare movimenti troppo
audaci. Il
braccio iniziava a riprendere sensibilità, ma lo tenevo
ancora nella fascia
contro il corpo.
Entrai e passai
tra gli scaffali
intarsiati, i fasci di luce attraversavano le finestre, illuminando i
granelli
di polvere che volavano al mio passaggio, notai qualcuno che sfilava un
libro,
e arrivai alla parte riservata a me e a Solas. Salutai con un cenno
l’elfo che
si occupava della biblioteca, decisi però di chiedere
direttamente quello che
mi serviva. Non volevo perdere ulteriore tempo.
-Conosci tutti i
libri presenti nella
stanza riservata a me e a Fen’harel?-
-Certo, mia
signora. Cosa state
cercando?-
-Magia del
sangue. Dammi tutto quello
che hai-
La sentinella
non ebbe nessuna
reazione alla mia richiesta, acconsentì come se fosse stata
una richiesta
perfettamente normale. Ma a pensarci meglio, per lui era del tutto
normale. Gli
antichi elfi non consideravano la magia del sangue proibita, ma una
magia come
tutte le altre.
Lo seguii e
l’osservai tirare fuori
dagli scaffali diversi volumi più o meno spessi e posarli
sulla scrivania.
Saranno stati infine una decina.
-Questo
è tutto quello che abbiamo,
mia signora. In passato vi avrei suggerito di andare al Vir
Dirthara… ma non so
cosa sia rimasto della biblioteca imperiale-
-Non molto, da
quello che ho visto
qualche anno fa. Ti ringrazio- con un cenno del capo si
congedò, lasciandomi
sola. Mi sedetti su una sedia e notai che li aveva divisi a seconda
della
funzione. Dalla storia, agli incantesimi partendo dalle basi a livelli
più
complicati. Mi ci sarebbe voluto parecchio. Iniziai a leggere.
Mi resi conto
che più andavo avanti,
più mi sembrava di aprire semplicemente dei cassetti nella
mia mente e
rispolverarne il contenuto. Tutte le informazioni che trovavo in quei
libri,
ritornavano familiari. Tremendamente familiari, mi trovavo a non finire
dei
capitoli, scoprendo di conoscerne già perfettamente la
conclusione. Lasciai
sulla scrivania il secondo libro che avevo appena finito. Esterrefatta.
Quante
altre cose erano semplicemente dormienti e aspettavano di essere
riscoperte?
Quanta conoscenza mi era stata passata? Millenni di informazioni. Scopri,
studia e metti in pratica.
Guardai gli
scaffali pieni libri e
sospirai più volte profondamente. Dovevo stare calma. Non so
se ero più
spaventata o euforica. Millenni di informazioni in un corpo di appena
venticinque anni. Un corpo creato da quelle stesse nozioni che stavo
riscoprendo. Mi passai una mano fra i capelli, avevo bisogno di aria e
anche di
bere qualcosa. Avrei continuato più tardi. Stavo per alzarmi
quando la porta si
aprì e vidi Elen entrare incerta con dietro l’elfo
della biblioteca, a cui feci
un cenno per lasciarci da sole, richiudendo così la porta.
Mia sorella si
avvicinò guardandosi
attorno -Che fai? Abelas mi ha detto che stai meglio- disse mostrandomi
un
sorriso che ricambiai osservandola -L’influenza di Abelas ti
fa bene,
sorellina-
Mi
mostrò un’espressione confusa e
buffa -In che senso?- chiese continuando ad osservare i libri che avevo
sulla
scrivania. -In tutti i sensi, vi vedo particolarmente rilassati-
risposi
divertita e mettendomi dietro l’orecchio una ciocca di
capelli.
Ridacchiò
-Tu invece mi sembri tesa…
astinenza?- insinuò maliziosa prendendo infine posto su una
sedia di fronte e
rigirandosi un volume tra le mani aggrottando la fronte -Ma sono
incomprensibili! Cosa sono?-
-L’astinenza
centra poco, sai se ne
può fare tutto sommato a meno…- virai apposta il
discorso lontano da quello che
stavo studiando, dubito l’avrebbe presa bene. E per adesso
non volevo metterla
al corrente delle mie preoccupazioni.
Rialzò
lo sguardo dal libro fissandomi
incredula -Stai scherzando?-
Risi e mi
ripassai una mano fra i
capelli -No, non scherzo. Non è al primo posto delle mie
necessità nella
relazione che ho con Solas-
Rimase basita
-Mi stai dicendo che
lui…- esitava -Bhe…-
Ridacchiai -No
Elen, a letto è
fantastico, se è questo il tuo dubbio-
-Non sto dicendo
che il sesso deve
essere…- mi avvicinai e mi appoggiai da parte a lei sulla
scrivania e le posai una
mano sulla spalla -Non confondere il sesso con il fare
l’amore, sono due cose
che nell’atto fisico sono uguali, ma è il
sentimento che conta-
-Bhe…
ma se non c’è il sentimento…-
-Se servirebbe
sempre il sentimento
non esisterebbero i bordelli, anzi avrebbero già fallito da
parecchio… Dimmi, a
chi pensi quando lo fai?- una domanda indubbiamente personale, ma
eravamo in
ballo. Arrossì violentemente -Me lo stai chiedendo
davvero?!- rispose
esterrefatta
Mi limitai a
sorridere e ad aspettare
una risposta, se avrebbe voluto darmela. Borbottò qualcosa
che non riuscii a
capire -Non ti sto chiedendo di dirmi a cosa pensi di fargli, ma a chi
e a cosa
desideri-
Mi
lanciò uno sguardo fugace -A… lui,
a chi dovrei pensare?-
-Non
è così scontato, e cosa vuoi?-
Alzò
gli occhi al cielo spazientita
-Voglio... dargli piacere…- le strinsi la spalla -Quindi non
pensi solo a te
stessa, è questa la differenza. Vuoi che la persona che ami
provi piacere, più
è intenso meglio è. Ma se lui per un motivo che
non capisci non volesse farlo?
E continuasse a rimandare? Cosa faresti?-
-Vorrei capire
il perché…-
-E glielo
chiederesti direttamente o
preferiresti aspettare?-
Sospirò
-Cosa sono tutte queste
domande? È un interrogatorio?- mi chiese guardandomi di
sottecchi e seccata
Abbozzai un
sorriso -No, solo capire
cosa avresti fatto tu, al mio posto qualche anno fa-
continuò a fissarmi, tra
poco avrei potuto vedere gli ingranaggi nel cervello di Elen girare e
la sua
espressione cambiò -Solas non voleva farlo?!
Perché?- stavo per rispondere, ma
alzò un dito -Sei rimasta con lui per quanti anni senza
farlo?-
Sospirai, e
trattenni delle risa, era
troppo buffa -Quattro anni-
Scioccata senza
accorgersene le si
spalancò la bocca e io scoppiai a ridere -Non
c’è da ridere. Perché?-
-Non voleva
ingannarmi, legarmi a lui
senza dirmi chi fosse. E anche se è stato un periodo
parecchio frustrante, lo
ringrazio per aver avuto questa premura andando contro
l’istinto di entrambi-
ridacchiai -Non lo aiutavo per niente in quel periodo, ho cercato di
tentarlo
più volte. Ma mi sono accorta quando se né andato
che era la cosa che meno mi
importasse. Volevo solo sapere se stesse bene. Mi mancava tutto di lui,
anche
se non eravamo mai arrivati a quel punto. Ha uno spirito unico e raro
che amo
con tutta me stessa-
Sorrise -Siete
due pazzi comunque.
Però penso di capire, adoro stare vicino ad Abelas, anche
solo parlare con lui…
mi sta spiegando cose che non sapevo e mi ha detto che con la caduta
del Velo
potrei anche io diventare una maga, che la razza degli elfi ce
l’ha nel sangue.
Si è solo sopita, come l’essere immortali- disse
fissandomi attentamente negli
occhi -Avete parlato molto, vedo… sì
l’obiettivo primario è far cadere il Velo,
ma le conseguenze potrebbero non essere piacevoli… ci stiamo
lavorando-
Il suono della
maniglia ci fece
voltare e Solas entrò passando lo sguardo su entrambe
sorridendo lievemente.
Elen si alzò e mi strinse una spalla, per poi uscire. Il mio
lupo esaminò
fugacemente i libri sul tavolo -Studi?-
-Sarebbe
più corretto dire che
ripasso, è già tutto qui- e mi indicai la testa
con un dito, per poi
avvicinarmi a lui -Come stai? La ferita?-
-Come al solito,
l’hai vista
stamattina-
-E non mi
piaceva- aggiunsi -Finisco
qui e poi proviamo- alzò una mano posandomela sul viso e
accarezzandomi, non
potei fare a meno di abbandonarmi ad essa, il suo tocco mi stregava.
-Poi sarei io
quello che legge troppo?
Dieci mattoni come questi in un giorno sarebbero troppi anche per me.
Non
esagerare, vhenan-
-Non sto
esagerando e quel taglio non
voglio che si infetti-
-Penso lo sia
già, ma non come una
semplice ferita farebbe-
-Cosa vuoi
dire?- domandai
preoccupata. Mi fece cenno di avvicinarmi ulteriormente e senza
aspettare gli
slacciai la cintura, per poi scostare la pelliccia di lupo e infilare
una mano sotto
al tessuto e sopra alla fasciatura. Ebbe un piccolo sussulto -Scusa, ho
le mani
fredde- passò una sua grande mano sulla mia che invece era
bollente -Sempre
quando sei nervosa- e senza aspettare rilasciò il suo mana,
chiusi gli occhi e
rilasciai anche il mio.
Cantare? Sentivo
veramente cantare? Mi
si raggelò il sangue nelle vene e mi fermai di colpo. No.
Riaprii gli occhi e
li incatenai ai suoi -Ti guarirò, fosse l’ultima
cosa che faccio. Eliminerò il
Lyrium rosso- la rabbia che stavo provando alimentò la
vendetta -Ammazzerei
un’altra volta Geldauran, anche se forse ucciderlo sarebbe
troppo poco- dissi
con odio. -Vhenan, non voglio che…- scostai la mano da sotto
la sua e mi sporsi
verso di lui posandogliela sulla guancia -No, ma’arlath.
Qualunque sia il
rischio, qualunque sia il prezzo da pagare, lo farò. Sei il
mio spirito unico e
raro. Non lascerò che ti corrompa o che ci provi- le iridi
grigie si adombrarono
preoccupate, alzò una mano prendendo la mia e abbassandola
-Non rischierò che
anche tu venga corrotta. Con la magia del sangue potresti guarire me,
ma
passerebbe a te. La quantità di Lyrium è minima
per adesso, ma come qualunque
parassita sta cercando di estendere la sua influenza nel mio corpo
proprio
attraverso il sangue. Non metterai in contatto il tuo sangue con il
mio-
concluse irremovibile e mi lasciò andare la mano che
riabbassai da parte al mio
corpo. Iniziò a sistemarsi i vestiti -Non starò a
guardarti morire! E continuerò
a ripassare tutte queste cose!- Indicai decisa i libri sulla scrivania
-La
magia del sangue si basa sull’avere un contatto diretto tra
l’offerente e il
donatore. Quindi il sangue deve essere fresco, la ferita che ti creerai
per
usarlo deve rimanere aperta per tutto il tempo necessario. No, vhenan-
-Quindi cosa
intendi fare?- domandai
angosciata e preoccupata. Non mi importava della mia salute, non avrei
permesso
al Lyrium di portamelo via. Gli girai le spalle e mi sedetti sulla
sedia della
scrivania non degnandolo di uno sguardo. Lo avrei fulminato! E presi un
terzo
libro aprendolo, ma non vedevo le pagine. -E da quanto te ne sei
accorto?! Già
da quella sera, vero? Nulla d’importante?! Fenedhis!-
esclamai furente. Di
colpo venni girata con tutta la sedia dalla sua parte. Non mi aspettavo
quella
forza, a dir la verità. Me lo ritrovai chinato con le mani
sui braccioli a
fissarmi deciso, con una vena predatoria in quelle iride che adoravo.
-Farò
nuove ricerche. Ho già delle
informazioni sul Lyrium rosso e voglio che tu ne stia fuori.
È troppo
pericoloso e non lascerò che ti contagi- disse serio
-E io non
aspetterò di veder crescere
del Lyrium dal tuo corpo!- replicai avvicinandomi ancora di
più ad un respiro
dal suo viso. Di scatto mi diete un bacio a stampo e mi irrigidii per
la
sorpresa.
-Sei ancora
più bella quando ti
arrabbi e ti amo ancora di più quando sei protettiva nei
miei confronti, ma
questa volta non mi smuoverai dalla decisione che ho preso-
Mi abbandonai
contro lo schienale
della sedia e girai il viso per non guardarlo -Ti farai uccidere da
questo tuo
stupido orgoglio! Non lo permetterò mai! Quella volta non
avevo compreso, ma
non credere che abbia dimenticato
le parole del demone della paura!-
Due dita mi si
posarono sul mento
voltandomi la testa e appoggiò la sua fronte alla mia.
-Solas…- mormorai -Chissà
se la mia paura è sempre la stessa…- mi rispose
con un filo di voce. Si scostò
e si rivolse ad un angolo della stanza -Cole, non nasconderti, non
c’è né
bisogno-
Un movimento
d’aria mi avvertii che si
era seduto sul tavolo, girai la testa per guardarlo. Le gambe
incrociate, sotto
al cappello i capelli biondi e gli occhi azzurri
-Schegge rosse trafiggono il tuo spirito.
Strappano e ti dilaniano lentamente. Tempo, vero nemico. Non ti
lascerò
provare-
A quelle parole
mi alzai di scatto e
presi il pendente che si stagliava sul petto di Solas, tirando con
forza
costringendolo ad abbassarsi, per poi fissarlo negli occhi -Ti farai
aiutare da
me. Sono l’unica che possa farlo. Se costretta ti
legherò, mi darai una scusa
per provare dei nodi interessanti che mi ha insegnato Leliana- a quella
mia
minaccia passò un leggero bagliore argentato nel suo sguardo
-E se fossi io a
legarti?- rispose malizioso. Accolsi quella provocazione facendomi
più vicino,
finché le punte dei nostri nasi non si toccarono -Voglio
quelle informazioni
sul Lyrium rosso. Tutte. Nessuna esclusa- le sue labbra si strinsero in
una
smorfia e avanzò di un passo obbligandomi ad indietreggiare.
Un secondo passo.
Un terzo e toccai con il sedere il bordo della scrivania, ma non si
arrestò e
fui costretta a sedermi. Puntò le mani sul tavolo
racchiudendomi tra le sue
braccia, come se avessi tentato di scappare, ma era l’unico
luogo dove avrei
voluto sempre stare. Continuò a fissarmi severo -Rifiuto, ma
dovrai impegnarti
per legarmi- disse con sfida.
-Paura. Perdita.
Abbandono.
Solitudine. Rabbia. Giovane, il sangue antico scorre potente. Si crede
più
saggio, un ragazzino arrogante. Bambina vecchia come questo mondo. Lei
vive in
lei, migliaia di vite in una sola- si intromise Cole. Il mio lupo non
si
scompose e non sembrava intenzionato a spostarsi o a distogliere i suoi
occhi
dai miei, con ulteriore sfida troneggiò su di me.
-Chiederò
ad Abelas, dovessi
ordinarglielo- risposi impassibile, se voleva giocare pesante lo avrei
accontentato. Difficilmente sarei arrivata ad una soluzione
così estrema,
dubito che Abelas si sarebbe rifiutato, il suggerimento me lo aveva
dato lui.
Elen nel caso avrebbe potuto facilitarmi ulteriormente le cose.
-Non oseresti
arrivare a tanto. Non giocare
con cose che non conosci- con tono duro
-Neanche tu. Tu
non hai mai avuto dei
Vallaslin in viso, autentici o no. Non hai mai bevuto dal Vir
Abelassan. Sei
più nobile tu, Dio della ribellione, di quanto lo sia io con
il loro sangue-
risposi spietata. Le sue pupille si allargarono per lo stupore. Non
avrei
voluto arrivare a tanto, mi stavo già pentendo di quelle
parole. Cercai di
rimediare -Ti guarirò e voglio anche il tuo aiuto-
Rimise una certa
distanza tra di noi
allontanandosi -Perché Mythal ti ha mostrato qualche ricordo
su di me, pensi di
sapere cosa io abbia passato? Cosa abbia dovuto barattare in cambio del
potere
che ho ora? No, sei tu che non sai cosa vuol dire essere schiavi nel
corpo e
nello spirito- disse offeso e furioso. Prima che potessi dire altro
uscì dalla
stanza. Barattare? Restai a fissare la porta e la vista mi si
annebbiò,
abbassai il viso e tirai un calcio alla sedia facendola cadere con
violenza -Maledizione!!-
esclamai altrettanto ferita. Scesi dal tavolo e feci qualche passo. Non
sapevo
se seguirlo…
Come poteva
negarmi di aiutarlo!?
Morirei per salvarlo! Cosa… di che scambio stava parlando?
-Paura.
Solitudine. Morire da solo.
Marchi bruciano sulla faccia. Ar lath, ma vhenan. Sei bellissima- mi
girai
verso Cole -Non vuole che tu ti ferisca. Sei il suo cuore. Lui
è il tuo cuore.
Ma tu puoi spezzare la paura. Canta e corrompe, lacera il suo spirito.
Tu cambi
tutto-
Posai lo sguardo
sui libri e sulla
porta. Alla fine decisi di seguirlo, attraversai velocemente la
biblioteca, una
volta fuori lo cercai, ma non lo vedevo. La tristezza che era nata da
quella
discussione stava aumentando. Passai sotto le colonne, notando
stranamente
Abelas al suo solito posto, ma Solas non c’era. Mi diressi
verso la nostra
camera, vuota. Il suo zaino trasandato, di solito in un angolo della
stanza,
era sparito. Aprii l’armadio e il mantello e qualche maglia
era mancante.
L’angoscia che mi aveva assalito e che stavo cercando di
tenere a bada da
quando ero entrata mi sovrastò. Feci qualche passo indietro
andando a sbattere
contro il bordo del letto e lasciandomi cadere su di esso. Mi passai la
mano
fra i capelli e misi il gomito su un ginocchio, appoggiai la fronte
sulla mano chiusa
a pugno. Se ne era andato. Mi doleva il petto all’altezza del
cuore. Respiravo
a malapena. Scivolai con la mano sul pendente che pulsò al
mio tocco. Un senso
di perdita mi stava attanagliando la mente e lo spirito. Mi
scappò qualche
lacrima e sospirai profondamente. Non ho tempo. Mi asciugai le guance.
Lui non
ha tempo. Il terrore che avevo di perderlo, sovrastò tutte
le altre emozioni,
spingendomi a muovermi. Mi alzai e andai da Abelas che dalla sua
espressione
aveva capito la mia scoperta.
-Fen’harel…-
non lo lasciai continuare
oltre -Lo so. Ha detto dove è andato?-
-No, mia
signora- rispose mortificato.
Non potevo lasciarmi abbattere da quello che stavo provando. Un vuoto
profondo.
Potevo solo aggrapparmi alla speranza che sarebbe tornato.
-Voglio che mi
fai avere tutte le
informazione che avete sul Lyrium rosso-
-Certo, come
desiderate-
Ritornai in
biblioteca. Cole non c’era
più, ritirai su la sedia sedendomi e rimettendomi a leggere.
Un tocco sulla
spalla. Mormorai delle
parole senza senso, avevo la bocca impastata. Mi tirai su dalla
scrivania e dal
libro che avevo schiacciato, passandomi la mano
sugli occhi. Addormentata… grandioso…
-Mia signora,
dovreste mangiare
qualcosa e il letto penso possa essere più comodo-
Per un momento
avevo sperato che fosse
lui. Notai poco distante un vassoio con del cibo e da bere. Feci un
lieve
sorriso stanco e triste -Ma serennas, Abelas. Ma voglio finire di
ripassare, ho
quasi concluso il quinto libro… le cose sul Lyrium?-
-Per domani
mattina le avrete. Vi
prego andate a dormire, è notte fonda- rispose preoccupato
Lui conosceva
Solas da molto più di
me, forse… -Dimmi…- non ero sicura di
chiederglielo… durante la mia incertezza
lo vidi aspettare, ma chi meglio di lui avrebbe potuto saperlo? Sono
amici.
-Solas mi ha
accennato ad un baratto
che gli ha permesso di avere il suo potere… sai di cosa
parlasse?-
Corrugò
le sopracciglia -So a cosa vi
state riferendo, ma sarebbe meglio se ne parlaste con lui-
Sospirai
-Ho… ho detto una cosa che…-
mi misi la mano sulla bocca per poi toglierla come il mio sguardo dalla
Sentinella -Per favore, cosa ha dovuto scambiare?-
-Non penso che
se la prenderà…-
appoggiò una mano sul tavolo chinandosi da parte a me -La
sua libertà. I dettagli
è meglio se ve li dirà lui- e si
rialzò. È stato marchiato? Lui…
Sospirai
profondamente -Grazie… finisco qui e andrò a
dormire… vai pure a riposare, Elen
ti starà aspettando-
-Buonanotte-
È
stato uno schiavo? Sono una stupida.
Lasciai scorrere le lacrime che bagnarono le pagine del libro. Non si
era fatto
sentire neanche con un sogno… Una fitta al cuore. Dove
sarà? Non avevo fame, mi
riempii il bicchiere di sidro bevendolo. Presi il volume che non avevo
ancora
finito e mi alzai dirigendomi verso la camera. Qualche ronda notturna,
e mi
fermai a fissare le stelle, la luna era assente e si vedevano
benissimo. Dove
sei Solas? Non riuscivo a pensare ad altro. Mi volevo scusare e il solo
pensiero di perderlo, mi stava facendo morire dentro e mi dava la
volontà di
continuare a studiare.
Il letto grande
e vuoto mi fece
sentire ancora peggio. Gli buttai su il libro e mi cambiai. Dovetti con
difficoltà slegare con la mano libera il nodo della fascia
che avevo dietro al
collo. Senza successo era troppo stretto. Di solito mi aiutava
lui… mi si
appannò la vista per il male che il pensiero mi aveva
causato. Sbattei le
palpebre lasciandole scorrere. Alla fine sfilai la fascia dalla testa.
Lasciavo
libero il braccio solo di notte. Gli passai su l’altra mano
massaggiandomelo,
avrei avuto bisogno di un incantesimo di cura, come tutte le sere, ma
ignoravo
quale. Mi svestii, buttando tutto senza riguardo sulla sedia e
infilandomi la
camicia da notte, per poi sdraiarmi dalla mia parte. Continuai a
leggere quel
mattone finché non ebbi finito esausta. Erano alquanto
pesanti tutte queste
informazioni, mi stavano fondendo il cervello e mi mancavano altri
cinque libri,
più tutto il materiale sul Lyrium. Non avevo mai studiato
tanto in vita mia,
scivolai in un sonno profondo.
Correvo. Sempre
più forte, lo cercavo.
Lo vidi davanti a me e con uno slancio lo abbracciai, ma
nell’attimo in cui
strinsi si dissolse tra le mie braccia. Barcollai esterrefatta e delusa.
-Vhenan…-
mi girai di scatto al suono
della sua voce. Gli occhi rossi ed evidentemente sofferente. Quella
vista mi
straziò l’anima. Cadde in ginocchio e
allungò una mano verso di me in una
richiesta di aiuto. Non riuscivo a muovermi, ero paralizzata. Quando un
male
lancinante mi trafisse il braccio sinistro.
Mi svegliai di
colpo, il cuore batteva
impazzito. Un senso di malessere mi aveva raggiunto. Non è
reale. Non è reale.
Ripetei più volte cercando di calmarmi e affondando con il
viso nel cuscino e
inspirando il suo profumo. Stavo occupando il letto in diagonale e
durante il
sonno mi ero spostata dalla sua parte sperando di trovarlo. Un incubo.
Non mi
ha contattata… Delle lacrime mi solcarono le guance e
strinsi con forza quel
cuscino.
Udii lo scattare
della serratura e mi
bloccai. Scorsi dalla finestra che era l’alba, la stanza era
ancora per la
maggior parte buia. Mi alzai velocemente, presi un mio pugnale da un
fodero
sulla scrivania e mi misi da parte alla porta nel punto cieco.
Che fosse lui?
Era la risposta più
scontata, nessun altro aveva la chiave. Ma il mio corpo si era mosso da
solo,
d’istinto, non avevo pensato. Mi sentivo più
vulnerabile ormai dormendo da
sola. L’averlo accanto mi rassicurava, era essenziale anche
per me,
fondamentale la sua presenza nella mia vita. Non potevo e non volevo
farne più
a meno. E lo stato emotivo in cui mi aveva messo quell’incubo
aveva contribuito.
Si
aprì e di scatto puntai la lama
alla gola dell’intruso, bloccandomi di stucco. Non avevo
parole, solo un enorme
sollievo e un’infinita felicità nacque dentro di
me. Lasciai cadere l’arma e gli
stavo per saltare al collo, ma mi bloccai a disagio, abbassando lo
sguardo.
Nervosa strinsi tra loro le mani torturandomele. Senza alzare il viso
mi
scostai dalla porta per farlo entrare. La colpa per avergli fatto del
male mi
stava corrodendo. Percepivo il suo sguardo scivolare su di me, ma non
osavo alzare
il mio, anzi mi si fermò sul pendente che aveva preso
costantemente a pulsare,
spingendomi a farmi avanti. Da quando sono così codarda?
Dovevo dire qualcosa!
Udii qualche
passo e mi obbligai a
guardare. Si stava per voltare e uscire. Andai in panico. Scattai in
avanti e
gli appoggiai una mano sulla spalla facendolo rigirare verso di me e
senza che
potesse reagire feci scivolare le mie braccia intorno al suo collo, mi
cinse la
vita. -Ir abelas, perdonami, scusa. Ho detto…- una sua mano
grande e calda si
insinuò tra i miei capelli accarezzandomi, a quel gesto
dolce e affettuoso mi
venne ancora da piangere -Perdonami ti… ti ho ferito
e… sono una stupida- percepii
il suo respiro sull’orecchio -Cuore mio, non piangere-
rispose dolcemente. Mi
diceva di non piangere, ma a quelle parole mi salì in gola
un singhiozzo -Scusami…-
prima che riuscissi a dire altro mi strinse meglio contro di lui,
alzandomi di
peso e portandomi dentro per poi chiudere la porta. A quel gesto mi
aggrappai
alla sua maglia per non cadere e i miei piedi ritoccarono terra. Mi
scostai un
po’ da lui posando la mani sul suo petto e non riuscendo a
guardarlo negli
occhi -Ho… forse non avrei dovuto, ma… ho chiesto
ad Abelas- mormorai. Mi passò
una mano sulla guancia alzandomi il viso e incatenando le iride grigie
alle mie
e per mia sorpresa non erano arrabbiate -Capisco. Cosa ha detto?- non
feci in
tempo a parlare che mi diede un bacio sulla fronte -Hai barattato la
tua
libertà…- abbozzò un sorriso triste e
non riuscii a trattenermi -Perché?-
-Il patto che
avevo fatto con il mio
spirito, consisteva in quello. Io avevo rubato la sua
libertà in cambio avrei
dovuto dare la mia per la sua collaborazione. In più come
avrei fatto a
liberare gli altri schiavi se non ero in grado di togliere i miei
marchi?-
Incredula lo
fissavo -Per quanto tempo?
Come hai fatto a toglierli?-
Sospirò
-I Vallaslin mi sono stati
messi direttamente da Mythal. Non sembrava cambiato nulla
finché non ho
ricevuto i primi ordini da lei. Ho capito cosa avevo dato a quel punto-
passò
le dita tra i miei capelli assorto -Sono stato trasferito in una delle
sue
terre, dove nessuno mi aveva mai visto in viso e da lì
è iniziata la mia nuova
vita. Ho dovuto rivedere il mio modo di comportarmi, sia con gli altri
servi
che con chi comandava. La mia arroganza e il mio orgoglio li aveva
più di una
volta messi in difficoltà- prese un profondo respiro -Ho
imparato a chinare la
testa, non per la paura di cosa avrebbero fatto a me, ma delle
conseguenze che
avrebbero dovuto subire tutti nel caso di un mio errore o affronto. Ho
imparato
cosa vuol dire essere uno schiavo, a essere invisibile-
Non sapevo cosa
dire, ma non aveva ancora
risposto alle mie domande -Quanto tempo?- ripetei
Mi
accarezzò sulla guancia e passò un
dito sulle mie labbra, voltai leggermente il viso -Se non…-
mormorai -Secoli,
vhenan… parecchi secoli- smisi di respirare -Non riuscivo a
toglierli, più
volte ho pensato che non avrei raggiunto il mio intento. Provavo e
riprovavo
quando potevo. Il viso bruciava terribilmente, avrei potuto staccarmi
la pelle
dalla faccia, ma rimanevano immutabili- alzai una mano toccandogli una
guancia,
ero angosciata. Sorrise leggermente e voltò la testa verso
la mia mano
baciandola e chiudendo gli occhi -Venni a conoscenza che non ero
l’unico che ci
stava provando. Altri avevano tentato e fallito, mi guardavano con
compassione
e davo loro una piccola speranza che magari sarebbe stato possibile un
giorno…-
riaprì gli occhi fissando le mie dita -Ma io non ero come
loro, non del tutto. Avevo
avuto modo di studiare, avere accesso a conoscenze che chi era sempre
stato un
servo non avrebbe mai visto in vita sua, avevo il mio spirito e
Saggezza- si
rigirò verso di me e feci scivolare la mano sulla sua spalla
-Come erano i tuoi
marchi?- una domanda non fondamentale, ma la curiosità aveva
prevalso. Mi strinse
più a sé e mi baciò di nuovo sulla
fronte -Quasi come i tuoi…- un altro bacio
vicino all’occhio e poi sul mento, sfiorandomi le labbra -Io
li avevo anche qui,
un Vallaslin completo. Più il viso era segnato
più eri di grado inferiore-
disse sfiorandomi la bocca e cedetti a baciarlo lievemente.
Ricambiò quel mio
gesto con più passione divorandomi la bocca, riprendemmo
fiato -Mi sei mancato…
molto…-
-Anche tu,
vhenan- sussurrò con un
filo di voce -Poi? Come hai fatto?- appoggiò la sua fronte
alla mia -Una notte
ho tentato con le informazioni che conoscevo, ma che non avevo per
davvero
appreso, fino a quel momento. Ho imposto le mani, lo stavo eliminando,
stava
venendo via e dall’euforia ho perso la concentrazione
all’ultimo, bruciandomi. Ho
trattenuto l’urlo di dolore immergendo la testa nel cuscino
che si stava
macchiando di sangue-
Alzai una mano e
con un dito toccai la
fossetta sul mento -Particolarmente profonda, vero? Già,
all’ultimo ho
sbagliato, ma ero libero. Ho fermato il sangue, non con la magia, avevo
tentato
talmente tante volte che avevo esaurito il mana. Ero sfinito e sono
scappato,
ripromettendomi di tornare a liberarli, come alla fine ho fatto, dopo
la guerra
con i Dimenticati, dopo aver ucciso il Titano, dopo aver conquistato il
mio
posto tra di loro- gli presi il viso tra e mani e lo tirai verso di me
baciando
la cicatrice che rappresentava la sua libertà, per poi
impossessarmi delle sue
labbra che adoravo. -Ir abelas, ma vhenan-
Sorrise -Ti
avevo già perdonato quando
sono uscito dalla biblioteca. Non continuare a scusarti, amore mio-
feci scivolare
le mani sulla sua schiena e posai la testa sul suo petto, sentendo il
cuore del
mio lupo che batteva forte tanto quanto il mio. Adoravo quel suono.
-Dove sei
andato?-
-Avrei bisogno
di riposare, vhenan. È
molto presto, dormiamo un po’? Dopo ti spiegherò,
ma in poche parole ho
recuperato altre informazioni-
Strofinai il
naso contro di lui
inebriandomi del suo profumo -Mmm… ok, ma ti va se ti aiuto
a spogliarti?-
tentai maliziosa. Avevo bisogno di sentirlo estremamente vicino. Si
abbassò e
iniziò a baciarmi e mordermi il collo. Direi che era un
sì.
Slacciai la
cintura che teneva in vita,
lasciandola cadere per terra. Infilai la mano destra sotto la maglia
sopra alla
fasciatura, percependo umido e bagnato. La tirai fuori notando il palmo
lievemente rosso del suo sangue. La voglia che mi era venuta si
quietò
parecchio -Vieni, cambiamo la fasciatura. Qualche movimento troppo
audace,
hahren?- lo presi in giro. Sospirò profondamente e
posò la fronte sulla mia
spalla. Gli diedi un bacio sulla guancia -Mi permetterai di aiutarti,
amore
mio?-
-Non lo accetto,
ma sembra che abbia
contro anche Cole questa volta… lei vive in lei…-
-Vhenan, sono
tua moglie, la tua
compagna, non tua madre…- non so come, ma trovai il coraggio
di dire quello che
avrei dovuto fin dall’inizio -Visto che non vuoi il mio
aiuto, me ne farò una
ragione. Ma continuerò a studiare, e se arriverai ad un
punto critico
interverrò, che tu lo voglia o no. Sei il mio
cuore…- la voce alle ultime
parole tremò e serrai la bocca fermando con forza quel
lamento, in compenso mi
balenò davanti agli occhi quello che avevo visto
nell’incubo e di conseguenza
mi irrigidii. Mi strinse e mi fissò in viso con la sua
solita faccia da lupacchiotto.
-Oh, smettila…- borbottai con il magone in gola -A che libro
sei arrivata?-
-Quinto…-
-Quinto!?-
esclamò esterrefatto, lo
guardai dubbiosa per quella reazione che trovai esagerata -Lascia
perdere…
cambiamo la fascia…- rispose alla mia confusione
-Eh… no. Lo voglio sapere ora-
Sospirò
in segno di resa. Non comprendevo
perché era così reticente -Vorrei
capire…- mi spinse verso il letto, ci
sedemmo, appoggiò lo zaino a terra e si tolse la maglia,
rivelando la macchia.
Tesi leggermente le bende verso l’esterno e con un coltellino
le feci saltare,
aspettando pazientemente spiegazioni. Continuava a fissarmi
nell’operazione e
decisi di incatenare le miei iridi alle sue che mi facevano impazzire.
Stava
diventando una sfida a chi avrebbe riso o distolto lo sguardo per
primo. Mi
avvicinai fino a contare quelle lentiggini che gli rendevano il viso
più
sbarazzino, gli passai un dito sulla mandibola affilata, lentamente.
Vidi un
riflesso argentato nelle iridi, nel momento in cui spostai la mano e
appoggiai
due dita di fianco alla ferita da cui colava ancora un po’ di
sangue,
sporcandomele. -Vhenan…- mormorò -Ti fidi?-
chiesi con un sussurro -Lo sai che
non è questo… poi hai appena ripreso ad usare la
tua magia senza conseguenze…-
borbottò, chinai il viso catturandogli le labbra, leccando e
mordicchiandole,
non lasciandolo continuare. Stava alla mia distrazione, decisi quindi
di
concentrarmi sul sangue. Ne sentii la viscosità sulle dita,
il suo calore, la
sua energia calda, solare e familiare, assomigliava molto al mana, ma
percepivo
l’essenza di Solas ancora più forte. Questo mi
infiammò, e mi resi conto che da
solo quel poco sangue avrei potuto disporre della sua vita.
Passò sotto al mio
potere anche l’intruso che cercava di contrastare il mio
operato. Era come
tante piccole schegge che si moltiplicavano e come aveva detto Cole
laceravano.
Come se avessero una volontà propria cercavano di insinuarsi
dentro di me, non
trovando brecce. Dovevo trovare un modo di usare il mio sangue per
purificare
il suo. Notai anche un incantesimo posto dal mio lupo, così
che restasse in
zona e non si diffondesse nel corpo. Cicatrizzai la ferita imponendo la
mia
volontà a quel parassita, sperando il più a lungo
possibile. Sulla pelle la
ferita rimaneva livida, sarebbe rimasto il segno anche quando avessi
trovato
una cura.
Avevamo smesso
di baciarci da un po’,
la mia attenzione si era spostata su quello che stavo facendo. Lo
riguardai
negli occhi che mi fissavano con un misto di sorpresa e affetto, anche
se una
vena di preoccupazione balenava comunque nelle mie amate iride grigie.
-Dovrebbe
resistere più del solito, però
metterei comunque le bende, se no finirai per buttare tutti i vestititi
che
hai- senza dire una parola si riavvicino con le labbra dandomi un lieve
bacio
-Voglio aiutarti più di così Solas…-
-Non ora, hai
ancora un sacco di cose
da ripassare. E ho altri progetti- accompagnò le parole
posando le mani sui
miei fianchi, alzandomi la veste con carezze meravigliose che accesero
un
calore intenso tra le mie gambe. Mi ritrovai sdraiata sul letto e lui
sopra,
che si era tolto i pantaloni piuttosto in fretta. Ridacchiai -Che
velocità,
amore mio. Ma vedi di non strafare, se no ci ritroveremo sporchi di
sangue e
dovrò risistemarti-
-Non prometto
nulla- rispose con voce
profonda e graffiante. Prese ad accarezzarmi e a posare dei baci
dall’interno
del mio ginocchio fino ad avvicinarsi sempre di più al suo
obiettivo, ma non
raggiungendolo. Lo stavo aspettando con trepidazione e quel suo cambio
di
programma mi fece impazzire. Gli misi una mano sulla nuca, in risposta
alzò lo
sguardo e mi mostrò un sorrisetto. Senza che potessi fare
altro leccò, venendo
invasa da una scarica di piacere così intenso che mi fece
gemere. Non si fermò
finché non fummo soddisfatti entrambi. Ansimante vedevo che
mi osservava
compiaciuto. Riprese a toccarmi facendomi voltare a pancia in
giù, si mise
dietro di me massaggiandomi il sedere. Era evidente cosa aveva in
mente, alzai
e spinsi i fianchi verso di lui. Lo volevo sentire tutto. Senza
indugiare oltre,
entrò in me e rimase fermo, dando il tempo di adattarmi alla
sua piacevole
intrusione. Iniziò con delle lente spinte che mi facevano
desiderare di più,
circondò la mia vita con un braccio chinandosi su di me e
coprendomi meglio. Le
sue labbra umide si posarono sulla schiena, fino a risalire
nell’incavo del
collo. Mi baciò più volte con insistenza,
leccandomi e mordicchiando la mia
pelle che bruciava, scatenando dei brividi che raggiunsero la nostra
unione,
aumentando il ritmo. Ogni centimetro guadagnato faceva gemere e
lamentare di
piacere entrambi. Prima di perdere il controllo alzai una mano
toccandogli una
guancia e voltando la testa verso di lui cercando la sua bocca e
impossessandomene affamata. Con un’ultima spinta persi la
ragione e mi
accasciai sul letto e Solas si abbandonò sopra di me.
Il senso di
estasi diminuiva e iniziai
a sentire freddo dove non c’era il mio lupo. Come se mi
avesse letto nel
pensiero si scostò, mi rigirai per poi infilarci sotto le
coperte e posai il
viso sul suo petto passandogli un braccio sulla vita e una gamba sulle
sue in
modo possessivo e mi allungai meglio verso di lui baciandogli la gola.
Sorrise
a quei gesti di affetto e mi diede un bacio sulla fronte -Stai bene?-
di
rimando sorrisi anche io -Mai stata meglio, tu?- accompagnai le parole
toccandogli
delicatamente la ferita, che sembrò avere resistito alla
nostra passione
-Benissimo, ma’arlath-
Spostai la mano
accarezzandolo sul
petto -Prima di lasciarti cadere in coma…- mormorai e lui
rise. Una risata che
mi riempì il cuore di gioia -Cosa ha il quinto libro di
strano?- non avevo
notato niente di più preoccupante dell’argomento
in sé -Nulla…- e mi strinse
meglio contro di lui -Solo che sei stata velocissima. Ci ho messo mesi
per
arrivare a quel volume…- posai un bacio sul mento e
mordicchiai la fossetta -Li
hai letti? Io sto barando… se non fosse stato per Mythal
sarei ancora al primo
capitolo del primo libro- si scostò catturandomi la bocca
che dischiusi per far
passare la sua lingua -Mmm… non ti sminuire così.
So la teoria, ma non l’ho mai
praticata- sussurrò con voce assonnata. Sorrisi e mi
accoccolai contro di lui
lasciandoci riposare. La sua mano calda mi passò sul braccio
sinistro, percepii
l’incantesimo di guarigione -Mmm… potevi farlo
più tardi, sei stanco…- mormorai
-Era da fare già ieri sera, è importante- rispose
in un sussurro.
Sospirai e
l’amore che provavo per lui
crebbe ancora di più -Ma serennas… ar lath, ma
vhenan-
Passato un buon
Natale? Spero di sì! Eh... mi diverto a farli litigare XD in
compenso ho trovato questa immagine del nostro Solas con i Vallaslin,
lo trovo sempre molto affascinate e noterete che la fossetta/cicatrice
sul mento corrisponde:
https://66.media.tumblr.com/1a1d9855b3abc8b4d5b212c70d65e5c5/tumblr_olv29xdcn21ur04c2o1_1280.png
*Cerco
di ridarmi un contegno, dopo essermi sciolta sul pavimento* Yen non si
arrenderà con il suo lupo testardo e lo guarirà, sarei
curiosa anche io dei
nodi che insegna Leliana... XD
Probabilmente
poi vi sarete fatti una vostra immagine di Yen, se volete vederla
questa è la mia, ormai ogni partita che faccio con la
romance con il nostro lupo, uso sempre lei:
https://i.imgur.com/4CYqcdd.jpg
Comunque, spero
vi sia piaciuto e vi auguro Buon anno! Che i nostri due protagonisti
hanno già festeggiato... XD
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Capitolo 34 *** Capitolo 34 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 34
Calore. Mi
stiracchiai rigirandomi e beandomi del silenzio. Quando un peso mi
afferrò la
vita e decisi di aprire gli occhi. Il soffitto era già
completamente illuminato,
voltai il viso trovandomi il respiro di Solas ad un palmo dal mio e un
suo
braccio che mi stringeva. Restai a guardarlo dormire, non avevamo
più parlato
dei Vallaslin e anche se ci pensavo ogni giorno il Lyrium rosso con
qualche mio
intervento rimaneva domato, ma non potevamo andare avanti
così all’infinito. Sentivo
il freddo contatto con le lenzuola attraverso la mano sinistra.
Finalmente era
tornata normale, fascia sparita! Prima che potessi fare altro, Solas si
sporse di
più verso di me e mise la testa nell’incavo del
mio collo, mormorava parole in
elfico senza nessun filo logico, almeno per me. Stava sognando?
Appoggiai la
guancia sulla sua fronte e smise di parlare. Da qualche giorno avevo
notato che
era più irrequieto e nervoso. Gli avevo chiesto di nuovo di
farmi tentare per
guarirlo, ma non ne voleva sapere, non mi diceva cosa sognava, anche se
lui mi
rispondeva che non se ne ricordava, mi veniva difficile credergli. Il
Lyrium
cantava e lo tormentava. Sospirai profondamente, tendeva anche a
dormire di più
come in questo caso, ma sembrava uno straccio. Glielo avevo fatto
notare, ma da
orgoglioso quale era, aveva negato. Alla fine mi ero messa
d’accordo con Abelas,
stava crollando e lo avevamo notato entrambi, il Lyrium gli stava
prosciugando
le energie.
Io avevo
studiato tutti i libri e le informazioni disponibili, non trovando
però una
soluzione definitiva. Era come sbattere la testa contro al muro
cercando una
crepa per farlo cedere, ma senza successo. Al contrario la testa
iniziava a
fare male. Sospirai di nuovo e lo guardai lasciandogli un bacio sulla
nuca. -È
la seconda volta che sospiri, suppongo sia colpa mia…- disse
prendendomi alla
sprovvista -No, sospiro perché uno stupido orgoglioso non
vuole farsi aiutare,
anche se ha tentato diversi metodi perdendo solo tempo…-
-Mmm…
lo
conosco?- rispose divertito
-Te lo
farò
conoscere, visto che l’origine delle mie fantasie non
sarà ancora in
circolazione per molto se va avanti così… mi
dovrò arrangiare…- si mosse
alzandosi appoggiandosi su un gomito e fissandomi -Ma in effetti
pensandoci…
l’ho fatto per quattro anni, quando negli ultimi tre piangevo
disperata…
alternando le cose tutto sommato funziona…- incrociai le
braccia dietro la
testa -Farlo per sempre che problema sarà? No?- e chiusi gli
occhi seccata, non
mi andava di ricominciare a litigare, non volevo farlo, mi faceva
sentire male.
Ma non potevo lasciarlo morire. Mi rigirai su un fianco per dargli le
spalle e
sfuggire al suo sguardo e a quella discussione a cui avevo acceso la
miccia.
Lo udii
sospirare, il materasso si mosse e me lo ritrovai attaccato, la sua
mano si
posò sul mio fianco accarezzandomi per poi scivolare sul
ventre e stringermi di
più a lui. Le sue labbra sulla spalla, una volta, due,
tre… continuava a
lasciarmi dei lievi baci, sul collo, la mandibola e
l’orecchio mordicchiandone
il bordo fino al lobo che leccò. Trattenni il respiro, non
riuscendo a fermare
il brivido di piacere che era nato e infilò il viso
nell’incavo del collo su
cui percepivo il suo fiato caldo e umido. Una lunghezza a cui non
riuscii a
restare indifferente si presentò contro al sedere. Rimasi
ferma e in silenzio
in quell’abbraccio -Come intendi procedere?-
domandò infine.
Cercai con
la mano la sua, stringendola e accarezzandola -Lo sai che non riesco a
vivere
senza di te?- mormorai. Venni stretta ancora più forte
-Anche io e ho paura.
Per te e non per me-
-Lo
so… sei
stato al Vir Dirthara, giusto? Qualcosa che può aiutarti?-
-Un libro
strappato e altrettanti fogli rovinati… te li
farò avere, anche se non ho letto
niente di rilevante…-
Continuai ad
accarezzargli la mano e intrecciai le dita con le sue -Usavate il
Lyrium blu
per ripristinare il mana, come viene usato anche adesso?- stavo
cercando
qualunque informazione, anche la più banale, qualsiasi cosa
che potesse
tornarmi utile.
-Sì,
ma
veniva usato anche per produrre armi, gioielli, decorazioni. Se
trattato in
modo adeguato lo si può sfruttare in molti più
modi che questo mondo conosca-
-E il Lyrium
rosso esisteva?-
-Non ne ero
a conoscenza, ma quel poco che ho trovato alla biblioteca imperiale mi
dice che
era già presente- un altro bacio sulla pelle, iniziavo a
pensare di volerne di
più e ovunque. Mi stregava, ma dovevo cercare di
concentrarmi -Non può venire
dal nulla… Corypheus ne era infetto, ma da umano era anche
diventato un prole
oscura. Non possono essere scollegate le cose, che diavolo stavano
nascondendo
nella città nera gli Evanuris? I magister l’hanno
portato in questo mondo. Che esperimenti
stavano conducendo?-
-L’unico
modo per scoprirlo sembrerebbe tornare ad Arlathan, ma rischieremo di
fare la
stessa fine… forse in sogno…- suggerì
-Se si
potesse entrare solo dormendo perché non l’hanno
fatto? Tutto quel sangue per…-
-Perché
non
si può entrare senza averne la chiave. Hanno forzato la
città stessa cercando
il potere-
Pensavo
assorta -Il trono era vuoto… sono scappati quando sono stati
raggiunti dagli
effetti del Velo?-
-Avranno
cercato di salvarsi…-
Sospirai -Non
vorrei chiederglielo, ma mi servirà l’aiuto di
Cole, gli spiriti sono immuni
agli effetti tossici del lyrium da quello che sappiamo…- non
mi rendeva per nulla
entusiasta questa scelta -Ma non vorrei che il suo corpo ne
risentisse… è
pericoloso- aggiunsi incerta
-Vorresti
usare Cole come tramite tra di noi? Il Lyrium blu non ha effetto, ma il
rosso…
non gli chiederò di rischiare per me-
Lo sapevo
che era un’idea idiota! -Già… lasciamo
perdere, era solo un ipotesi…- non
sapevo che fare, non potevo tirarlo fuori dal suo corpo, non potevo
farlo
ritornare lyrium blu… maledizione! Chiusi gli occhi e mi
rigirai dalla sua
parte ficcando la testa sotto il suo mento e abbracciandolo.
-Vhenan,
troveremo un modo-
Abbozzai un
sorriso amaro, era lui che rischiava di morire e mi rassicurava -Non
hai tempo-
Aspetta. Non
ha tempo. Tempo!? Venni scossa da un brivido. Potevo tornare indietro.
Non
avrei scartato la possibilità.
-Ehi, stai
bene?-
mi domandò accarezzandomi il braccio -Sì, ho
bisogno di Dorian e delle ricerche
che Alexius ha fatto sulla magia temporale- risposi tutto
d’un fiato.
La sua mano
si fermò -Passiamo da una cosa pericolosa
all’altra. Non dico che sia una
cattiva idea, ma non sarà come andare nel futuro-
-Lo so, ma
lo posso fare, ho abbastanza potere per questo e se necessario ci
proverò-
dissi convinta.
Ero pronta.
Sarebbe passato un po’ di
tempo prima di rivedere Elen, la dovevo salutare. Solas era con Abelas
per decidere
il da farsi. Uscii dalla camera, lo zaino in spalla e i pugnali nei
foderi, mi
avviai verso l’Eluvian, rivolsi intorno lo sguardo in cerca
di mia sorella. La
notai insieme a Shani, parlavano. Mi avvicinai a loro sorridendo
-Quindi, di cosa
parlate così intensamente?- domandai curiosa. Si voltarono
guardandomi seccate,
ero sorpresa -Ehm… cosa c’è?-
-Quando avevi
intenzione di dircelo?-
domandò Elen
Le guardai
confusa, di che…
-Te ne vai!! E
me lo dici ora?-
Era offesa?
Guardai Shani che
attendeva anche lei spiegazioni
-Ir abelas,
è una cosa che abbiamo
deciso solo poco fa, nulla di pianificato-
Elen
sbuffò e abbassò lo sguardo
arrabbiata. Sospirai -Non so quando tornerò, ma avrai Abelas
tutto per te-
insinuai maliziosa
Shani notando il
mio tono di voce
guardò mia sorella che era leggermente arrossita per
quell’attenzione
indesiderata e poi si voltò a studiare Abelas che parlava
poco distante con
Solas. Ridacchiò divertita. Elen lanciò
un’occhiataccia ad entrambe, rivolse
gli occhi al cielo e si allontanò. Alzò una mano
in segno di saluto -Stai
attenta-
-Non pensavo si
arrabbiasse così…
l’avevo avvisata che non ci sarei stata sempre-
-È
solo preoccupata, lo sono anche io-
affermò con sincerità
Le sorrisi
dolcemente -Grazie, ma non
vado a combattere con le armi… spero- già, avrei
dovuto occuparmi anche del
Ferelden e Orlais, oltre che della salute di Solas. E le
armi… perché volevo
illudermi? Mi sarei ritrovata addosso una valanga di casini e se non ci
sarà
qualcuno che cercherà di ammazzarmi, non sarò
soddisfatta. Quando potrò
concedermi il lusso di annoiarmi?
-Bhe, non
metterci troppo allora, la
curo io tua sorella-
-Ne
sarà felicissima- scherzai, ci
salutammo e mi avvicinai a Solas -Possiamo andare-
Sorrise -Bene,
Abelas se devi
contattarmi sai come fare-
-Certo- rispose
-Mia signora, state
attenta- disse rivolgendosi a me
-Prenditi cura
di Elen- gli si scaldò
lo sguardo, sorrise ed annuì con un cenno del capo
Solas
attivò l’Eluvian e lo
attraversammo. -Dimmi… cosa è successo ad
Abelas?- domandai
Mi
guardò divertito -A parte per tua
sorella, cosa intendi?-
-Mi dimostra un
rispetto del tutto
nuovo… mi ha detto che le assomiglio…-
Sorrise -A
Mythal? Sì, vhenan, è vero,
alcune volte me la ricordi-
-Mmm…per
esempio?- si voltò e mi
studiò in viso -Quando fai la vendicativa, sei identica a
lei… ne so qualcosa…-
Sorrisi
divertita -Ne sai qualcosa?-
-Ho questo
privilegio-
Furbacchione, lo
presi per mano -Non
sarà facile trattare con Ferelden ed Orlais e in questo
momento non me ne
importa nulla. Stai rischiando di morire!-
-Non sono ancora
così grave vhenan. I
tuoi interventi hanno rallentato molto il Lyrium…- lo
bloccai -Smettila!
Smettila di illudermi! Sei stanco! Esausto! Ti sta uccidendo
lentamente!-
risposi con foga, mi fissò serio negli occhi e
negò con la testa -Non tenterai
nulla. Ne abbiamo già discusso e mi sembrava che eravamo
giunti ad un accordo-
Riabbassai lo
sguardo ferita,
rimanendo in silenzio. Ogni tanto vedevo con la coda
dell’occhio che mi
studiava -Concentriamoci a placare qualunque guerra stiano cercando di
scatenare. Se si distruggono a vicenda i qunari non si lasceranno
scappare
l’occasione, anche se non sono la fonte diretta del
conflitto- disse
tranquillo.
Come poteva non
essere preoccupato? E
se lo era, me lo nascondeva molto bene. Vedendo che non rispondevo si
fermò,
arrestando anche me e lo fissai -Sto gestendo una rivoluzione e non
solo in
Tevinter. La mia condizione passa in secondo piano, devo continuare a
guidare
gli elfi che credono in me e finché ne sarò in
grado, lo farò- disse deciso
-Puoi darmi
tutte le giustificazioni
che vuoi, ma non puoi mettere i tuoi doveri, le tue
responsabilità davanti alla
tua condizione fisica, perché se muori, tutto quello che
stai costruendo muore-
e distolsi lo sguardo amareggiata, cercai di sfilare la mano dalla sua,
ma
venne stretta e mi tirò verso di lui -Lo so, ma hanno
bisogno di vedere che chi
li guida non vacilla, questo onore invece spetta a te- rispose
dolcemente
Negai con testa
-Vedranno Fen’harel
cadere corrotto dal Lyrium rosso, nel momento in cui dovrà
mostrarsi per il Dio
che rappresenta. Prendi invece tutto il tempo che vuoi adesso e se ti
vedranno
debole si sentiranno più simili a te, invece che
l’elfo antico immortale. Ma
queste cose me le hai insegnate tu, non c’è
bisogno che…- venni zittita dalla
sua bocca sulla mia e le sue mani si posarono sulla vita. Approfondiva
il bacio
affamato e non mi tirai indietro. Riprendemmo fiato ansimanti -Questo
per che
cos’era?- domandai ancora stordita da
quell’assalto, sorrise malizioso e
arrogante -Quando fai così sei irresistibile. Usi quello che
hai appreso contro
il tuo insegnante… molto intrigante, cuore mio- arrossii
lievemente e incatenai
le mie iridi alle sue, in cui notai desiderio -Sei a caccia?- provocai
con voce
suadente. Mi alzò il viso mettendo l’indice sotto
al mento e passando il
pollice sulle mie labbra -Già da stamattina, ma da buon
predatore attenderò
pazientemente- rimbeccò con voce profonda. Sorrisi -Stai
cambiando discorso,
furbacchione…- fece scivolare la mano sulla mia guancia -Nel
futuro che hai
visto a causa di Alexius, mi avevi detto che avevo resistito un anno a
una
continua influenza, oltre che grande quantità, di Lyrium
rosso…-
-Ma…-
venni fermata da un suo dito
sulle labbra, rimasi in silenzio contrariata
-In questo caso
ho solo un minimo
contagio, il mio corpo immortale lo può sopportare e
finché non avremo trovato
una soluzione che non ti rechi dei danni, rimarrò
così e andrò avanti grazie
alle cure che mi stai fornendo- concluse serio.
Non
c’era modo di contrattare, smuoverlo
da questa decisione. Testardo! Stupido orgoglioso! Sospirai per
calmarmi e mi
separai da lui distogliendo lo sguardo -Bene. Andiamo- dissi
inespressiva e
ripresi a camminare verso il prossimo Eluvian.
Restammo in
silenzio, era sempre
dietro di me e percepivo che mi fissava la schiena più
volte. Lo ignorai, non
mi andava di discutere oltre sulle nostre responsabilità.
Avevamo affrontato le
sue, ma mancavano le mie. Maledizione a Ferelden e Orlais! Li lascerei
davvero
ammazzarsi tra di loro! Che rottura! Coraggio Inquisitore, non
sarà mai finita
finché non muori!
-Abbiamo
un’opportunità per gli elfi,
costretti da secoli a fare da schiavi o resi nomadi… se
accetteranno, però non
riscatterò subito il prezzo richiesto. Se riesce la
rivoluzione in Tevinter, speriamo
in un effetto domino, ma non voglio una nuova Sacra Marcia, come non
voglio
fare una strage per difendere il nostro popolo- introdussi
l’argomento che
riteneva più importante della sua salute -Briala?- aggiunsi
con il solito tono
piatto e rassegnato.
-Ci
aiuterà- affermò
-Come vi siete
lasciati l’ultima volta?
Hai recuperato gli Eluvian-
Restò
in silenzio, deduco che stesse
pensando e mi limitai ad attendere, intanto
mi concentrai su una pianta in fiore
a cui stavamo passando affianco, fermandomi e staccandone
un piccolo
ramo, osservandolo assorta. Mi sedetti su delle grosse pietre
abbandonate e rimaste
dall’edificio in rovina. -Sei stanca?- domandò
-Io no. Tu
sì, ansimi più del dovuto,
se dovessi cacciare ti faresti scoprire, rimanendo senza cena- replicai
seria e
indifferente. Si sedette da parte a me -Sicuramente, per fortuna ho una
moglie
che oltre che essere la Dea dell’amore, potrebbe
rappresentare senza problemi
anche quella della caccia-
Stavo per
stendere le labbra in un
sorriso, ma mi trattenni continuando a fissare i fiori. Quando
all’improvviso
mi vennero sfilati di mano e alzai lo sguardo verso Solas -Ehi!- mi
lamentai.
Mi mostrò un sorrisetto e lanciò un incantesimo
sul rametto, i petali da rosa
divennero viola, per poi sporgersi verso di me e infilarlo tra i miei
capelli
sopra l’orecchio destro. Alzai una mano per toglierli e
riprenderli, ma me la
bloccò nella sua, riabbassandola e accarezzandola. Voltai la
testa per non
guardarlo, ma a quel gesto avevo già ceduto, non che dovesse
fare qualcosa di
particolare, mi bastava vederlo sorridere.
-Briala ci
aiuterà, mi ha ridato senza
esitazione il controllo sugli Eluvian quando mi ha domandato di
Fellassan,
l’agente che avrebbe dovuto recuperarli…- rispose
affranto. A quel repentino
cambio di voce, lo guardai. Fissava davanti a sé un punto
indefinito. Il nome lo
avevo letto su quella lettera strana, gli posai una mano sulla guancia
accarezzandolo -Cosa è successo a Fellassan?-
abbassò lo sguardo afflitto -Vhenan?-
Sospirò
-È iniziato tutto un anno
prima che ti incontrassi… e avevo fretta. Ero arrabbiato
perché non ha fatto
quanto gli avevo richiesto…- iniziò a torturarsi
le mani nei guanti nervoso,
non aggiungendo altro. Continuai a fissarlo aspettando una risposta che
non
voleva darmi, pensai al peggio -Lo hai ucciso-
-Degno di un
Evanuris o di Fen’harel
nelle leggende dalish- replicò non osando alzare il viso
-Stavi
cambiando…- risposi con un filo
di voce
-In
peggio…- concluse. Restammo in un silenzio scomodo, non
sapendo che dire mi
avvicinai meglio a lui e spostai la mano sul suo orecchio, seguendone
il
padiglione fino alla punta con un dito -Mi fai il solletico?-
domandò
abbozzando un sorriso, ma sempre fissando davanti a sé.
-Ti ho
già detto che mi piacciono- e
tolsi la mano, per poi intrecciare le dita con le sue sulla sua gamba e
mi
abbassai fino ad incrociare i miei occhi con i suoi
-C’è qualcosa di
interessante sul terreno?- dissi con un sorriso e un leggero bagliore
rosso
rubino passò nelle sue iridi. Mi spaventai e posandogli le
mani sulle spalle lo
obbligai a ritornare dritto. Alzò le mani stringendomi le
braccia confuso -Cosa
c’è vhenan?-
-I tuoi
occhi… un bagliore rosso…-
balbettai ancora in ansia. Mi tirò verso di lui stringendomi
in un abbraccio -Ir
abelas, ti ho spaventata per nulla. È un effetto del Lyrium,
in questo periodo
non mi hai visto fare magie e non mi è venuto in mente di
dirtelo-
Mi rilassai un
poco, ma non abbastanza
-Ma… vuol dire che stai peggiorando?-
-Possiamo
chiamarlo un ulteriore
effetto collaterale, si nutre e
interferisce con il mio mana, ma non fa altro- per adesso, aggiunsi tra
me. Mi
scostai da lui e anche se avrei voluto, non ritornai
all’attacco. Non serviva.
Abbozzai un sorriso -Andiamo, vhenan- stavo per alzarmi, ma mi
bloccò
stringendomi a lui -Ar
lath, ar lath, ma
vhenan-
Il cuore mi si
scaldò -Me
lo dici un sacco di volte, lo sai?-
-Non
sarà mai abbastanza- rispose con
passione
-No mai, ti amo
anche io- dissi
dolcemente e appoggiò la sua fronte alla mia, chiusi gli
occhi. -Mi perdoni
sempre- mormorò -Il Velo, le omissioni, la mia arroganza, il
mio orgoglio,
l’averti fatto soffrire… Aver ceduto alla rabbia
fino ad arrivare ad uccidere
un alleato e un amico. Un amico che rovinandomi i piani mi ha permesso
di
incontrarti e d’imparare ad apprezzare questo
mondo…- si scostò da me e riaprii
gli occhi incatenandoli ai suoi -Un altro terribile errore che io non
mi
perdonerò mai- concluse restando poi in silenzio -Ti amo.
Anche quando mi fai
arrabbiare, quando mi hai ferito spezzandomi il cuore,
abbandonandomi… Avrei
voluto odiarti- affermai con sincerità. Era attento -Sarebbe
stato normale,
comprensibile. Più volte ho pensato di averti perso per
sempre, perché no?-
-Come posso
odiare la mia ragione di
vita? Da quando ci sei è cambiato tutto, in meglio. Mi fai
felice anche solo
con un tuo sorriso e poi mi sembrava di avertelo detto, ma amo anche i
tuoi
difetti. Non voglio un uomo perfetto, mi piaci così come
sei- restò senza
parole a fissarmi, alzò una mano posandola sulla guancia
accarezzandomi. Abbozzai
un sorriso e lui con me, sciolsi l’abbraccio e lo presi per
le mani facendolo
alzare -Andiamo, se no non arriviamo più-
Percorrevamo le
strade della città,
tenendo i cappucci della mantella alzati, non volevamo far notare che
eravamo
elfi, i guai ci trovavano sempre, almeno cercavamo di evitare
seccature, quando
possibile. Arrivammo finalmente agli appartamenti di Dorian, ma
c’era qualcosa
che non andava… troppo silenzio. Ci fiondammo alla porta
spalancandola, le
sedie rovesciate, il tavolo spinto in un angolo, le poltrone con
evidenti segni
di lame, una finestra crepata. Era tutto distrutto e con evidenti
bruciature
magiche, non vedevo macchie di sangue, ma ero comunque nervosa.
Dov’era
Cassandra? E Dorian?
-Solas…-
Mi strinse una
spalla -Vai a guardare
nella nostra camera, io controllo quella di Cassandra-
Annuii con un
cenno del viso e feci
quanto mi aveva detto, maledizione, cosa è successo? Provai
ad aprire la porta,
ma era chiusa, spinsi con forza, nulla. Un forte rumore dalla stanza
della Cercatrice
mi fece voltare, lo raggiunsi di corsa e mi affacciai alla camera.
Solas stava
tenendo fermo con un incantesimo un elfo contro al muro.
-Tu non sei uno
schiavo di Dorian…
dov’è il Saarebas?- ringhiò freddo
L’elfo
gli sputò addosso -Ataash
Qunari!-
Solas in
risposta mosse velocemente la
mano verso il muro opposto, l’elfo venne schiantato su di
esso con forza
rimanendo senza fiato, notai che aveva una gamba rotta e grondante di
sangue,
una ferita da spada probabilmente.
-Dov’è
il Saarebas?- ripeté sprezzante
-Anaan esaam
Qun!- ribatté furibondo
Solas lo
fissò minaccioso -Ashkost
kata- rispose, ma a quelle parole
rimase
imperturbabile. Tolse il palmo della mano e lasciò andare
l’elfo, che cadde a
terra con un urlo sulla gamba rotta, scagliò un altro
incantesimo e lo bloccò a
terra.
-Ho fermato il
sangue, non morirà,
lascerò il piacere a Leliana- mi venne incontro -Trovato
qualcosa?-
-La porta della
nostra camera è chiusa
con la magia, spero siano lì dentro-
Raggiungemmo la
porta, posai la mano
su di essa sbloccandola. L’ansia e il nervosismo che stavo
provando aumento
notevolmente, entrai e Solas mi seguì. Trovai Cassandra
stesa sul mio letto con
Dorian seduto al suo fianco. Mi accostai subito alla mia amica -Cosa
è
successo? Dorian stai bene?- chiesi preoccupata. Guardò
entrambi e abbozzò un
sorriso -Non avete un gran tempismo. Io sto bene, ma il mago le ha
fatto qualcosa,
è viva, ma non si sveglia-
-Quando
è successo?- chiese Solas
-Ieri sera, me
ne stavo andando quando
sono entrati, non ho fatto attenzione, pensavo fossero i soliti
servitori e ci
hanno attaccato-
-Erano in due?-
-Sì,
uno un mago e parlavano in Qunlat-
-Elfi, un mago
potente, avrebbero
potuto entrare, ma siete ancora vivi- concluse il mio lupo
-Grazie per la
fiducia… stavano
cercando qualcosa-
-O qualcuno-
rispose Solas fissandomi
-Rimandiamo a
dopo, puoi fare
qualcosa?- domandai preoccupata
Mi scostai per
lasciarlo avvicinare,
aprì il palmo sul viso di Cassandra e gli si illuminarono
gli occhi di quel
rosso rubino che non mi risollevò l’umore. Di
colpo rinvenne alzandosi seduta e
cercando di colpire Solas che barcollò
all’indietro schivandola, mi avvicinai e
la presi per le spalle -Cassandra, calmati siamo noi- Mi guardava
sconcertata e
confusa -Yen? Io…- si mise una mano sul viso -Ho un tremendo
mal di testa-
Dorian
ridacchiò -E meno male che hai
solo un’emicrania Cercatrice, pensavo ti avesse ucciso in
quel momento, sei
caduta a terra come un sacco di patate-
-Stai zitto!
Magister un cavolo! Ti ha
sbattuto contro la finestra, c’è mancato poco che
volassi di sotto!- ringhiò
-In grande stile
però-
Sbuffò
disgustata, sorrisi a quello
scambio di battute -Siete vivi ed è questo
l’importante- l’abbracciai -Che
spavento, volevi morire senza di me?- mi strinse -Cosa le ha fatto
Solas?-
-Una cosa che
non vedevo da parecchio…
Cercatrice tu hai uno spirito della fede, vero?-
-Sì,
da quello che ne so e che mi avevi
detto-
-In poche
parole, l’ha messo fuori
uso, come se ti avesse spento e hai perso conoscenza-
-E per fare una
cosa del genere…-
aggiunse Dorian
-Bisogna avere
una buona conoscenza
degli spiriti, io potrei fare una cosa del genere, se volessi-
-Bene, ora che
sappiamo cosa mi ha
fatto, potrei avere un po’ di silenzio? Mi sta scoppiando la
testa…- disse
Cassandra per poi fare un profondo respiro contro la mia spalla su cui
stava
appoggiando la fronte
-Non possiamo
restare qui, meno male
che non è l’unico appartamento che ho in
città-
-Niente
servitori Dorian- aggiunsi
-Sarà
fatto, andiamo- rispose serio
-Uno degli
aggressori è nell’altra
stanza, è tutto per Leliana- disse Solas
-Ne
sarà contenta- rispose Cassandra
-Dopo quello che
vi hanno fatto? Si
divertirà- affermai
Giunti nel nuovo
appartamento molto
simile al precedente, accompagnai in una camera Cassandra e la feci
stendere
sul letto. -Sempre mal di testa?-
-Va meglio, non
è nulla di grave-
Bussarono alla
porta che poco dopo si
aprì. Entrò Solas con una tazza di the in mano,
si avvicinò appoggiandola sul
comodino -Bevi Cassandra, ti aiuterà-
-Grazie, che
cos’è?-
-Un infuso di
erbe, ti farà passare il
mal di testa- mi sorrise e uscì dalla stanza, passai la
tazza a Cassandra che
si era seduta. -È stato pazzesco… intanto che
Dorian li ha distratti sono
riuscita a recuperare la mia spada, poi è stato sbalzato
contro la finestra, mi
è venuto un colpo. Nella colluttazione ho ferito
l’altro alla gamba, dopo mi si
è parato davanti il mago, non ho visto più
nulla…- bevve un sorso dell’infuso e
mi rivolse un’espressione disgustata -Ma che…
schifo- borbottò lamentandosi e
fissando il liquido ambrato -Spero che funzioni davvero… se
si fa il the così
ci credo che lo odia- ridacchiai -Avrebbero potuto ucciderci, ma non
l’hanno
fatto…- aggiunse
-Non eravate il
loro obiettivo-
Mi
guardò seria -Chi o cosa allora?-
-Forse cercavano
me, hai ricevuto il
mio messaggio? Se faccio da mediatore tra Ferelden e Orlais rischiano
che gli
mandi ancora i piani all’aria-
-E credevano di
riuscire a ucciderti?
Sarebbero diventati delle statue d’arredamento-
-Probabile, ma
non sanno che ne sono
in grado e non sanno che ho al mio fianco Fen’harel.
Trarremmo il massimo
vantaggio da ciò- le posai una mano sulla spalla -Vado di
là, riposa-
-Aspetta- la
guardai curiosa -Fammi
vedere quella mano- sorrisi divertita e gliela posizionai davanti alla
faccia
-Quell’anello è davvero quello che penso?-
-Già,
è stato molto romantico e
inaspettato-
-Almeno ogni
tanto fa qualche sorpresa
che non finisce nel dramma puro-
Risi e le
strinsi la spalla -Bhe, te
l’avevo detto che magari un giorno mi sarei
sposata… anche se non ci credevo
veramente neanche io a quelle parole…-
Abbozzò
un sorriso -Quello stupido
scherzo di Varric… e io che ci sono cascata in pieno!
Oh… sapevo che anche se
erano passati due anni pensavi ancora a lui…-
-Almeno tu hai
creduto che riuscissi
ad andare avanti, deve aver portato fortuna- mi alzai e la lasciai
riposare.
Ritrovai Dorian
e Solas che parlavano.
-Come sta?- mi chiese il mio amico
-Bene, Solas mi
ha detto che fa
schifo-
Ridacchiò
-Ma funziona-
-Il
prigioniero?- domandai
-Vivo e non fa
altro che dire insulti
in Qunlat- disse Dorian
-Ci
penserà Leliana, sfoggerà tutto il
suo vocabolario, non temere- risposi -Stai bene? Dopotutto hai preso
una bella
botta da quel che ha detto Cassandra-
-Niente di
grave, ero un po’ stordito,
ma ho visto Cassandra cadere e li ho respinti il più
possibile fino a
trascinarla in camera sigillando la porta. A proposito come hai fatto?
Comunque
quando ho visto che era viva, anche se non riprendeva conoscenza,
è stato un
sollievo-
-E mi stavi
dicendo che cercavano
lei?- mi indicò e si rivolse a Solas
-Probabile,
stiamo per sventare una
nuova guerra, ma non siamo ancora sicuri che siano coinvolti i
Qunari… anche se
dopo questo, ho pochi dubbi-
-Lo scopriremo
presto… Va bene, è
tardi, vi devo lasciare. Questa avventura mi ha mandato
all’aria gli impegni
che avevo per oggi… farò cercare il mago, non ne
è uscito illeso neanche lui. Ci
vediamo domani- si stava allontanando, ma si voltò
sorridendo -Oh, mi stavo
dimenticando, congratulazioni! Vedi di non fare altri scherzi Solas,
eh?-
Guardai Solas
che abbozzava un sorriso
-Capito? Non fare scherzi- ripetei divertita
Ridacchiò
-Fame?- domandò
-Sì,
prepariamo qualcosa-
Avevo portato la
cena a Cassandra e
ora ero seduta sul divano, mi si mise di fianco Solas, passò
un braccio intorno
alla mia vita tirandomi a sé, mi strinsi volentieri contro
di lui. -Ci
riproveranno?-
-Probabile-
-Ma come ha
detto Cassandra diventeranno
delle statue d’arredamento-
-Ha detto
così?- domandò incredulo
-Già-
-L’influenza
di Varric si fa sentire-
Sorrisi -Non
dirglielo, se no te la fa
pagare, l’ultima volta ho rischiato di farmi un bel
po’ di strada a piedi-
-Sia mai, non
voglio essere giustiziato
da Cassandra- rispose divertito. Gli posai una mano sul petto
accarezzandolo -Lo
hanno abbandonato… non mi pare un comportamento normale, che
qualcun altro li
abbia interrotti?-
-Elfi che
parlano in Qunlat… - mormorò
pensieroso
-Che non
prendano ordini dai Qunari? Tal-Vashoth?-
Alzò
un sopracciglio, guardandomi poi
perplesso e sospirando -Basta per stasera, è inutile
pensarci, ci mancano
troppi elementi per arrivare a una risposta sensata-
Rimanendo in
silenzio continuai con le
mie carezze fino a fermarmi sul fianco compromesso -Fa male?-
-No, amore mio-
-Sicuro? Se no
posso…- si fece
scivolare più in basso e mi sfiorò le labbra con
le sue zittendomi. Notai che
era eccitato, mi scostai e mi sedetti sopra di lui a cavalcioni, gli
posai le
mani sulle spalle, avvicinai il viso al suo fissandolo in quelle iridi
grigie
che mi facevano impazzire. Mise le mani sui miei fianchi, sorrisi -Non
mi
sembri molto stanco-
-Dici? Possiamo
rimediare-
Ridacchiai, lo
baciai affondando in
lui con la lingua, riprendemmo fiato -Devi rimediare assolutamente-
mormorai.
La sua bocca sul collo mi assaporava lentamente, scese di
più fin dove gli
permetteva l’abito, finché non ne
slacciò i bottoni. Le labbra sul seno,
gemetti. Con decisione premette con forza il mio bacino contro al suo
facendomi
sentire il suo desiderio.
Con un movimento
veloce mi stese sul
divano, sovrastandomi, mi studiò famelico. Slacciai la
cintura che portava in
vita, lasciandola a terra. Si tolse la maglia e osservai quel petto che
mi
faceva aumentare la temperatura corporea, lo accarezzai fino al basso
ventre
infilando le dita nel bordo dei pantaloni. Fissandolo negli occhi,
tirai con
forza -Toglili-
Sfilò
deciso i miei pantaloni in
risposta. Sorrisi divertita, incatenò il suo sguardo al mio
-Così bramosa,
cuore mio?- sussurrò
Lo tirai verso
di me accostandomi al
suo orecchio -Quello che ha un buon autocontrollo sei tu, non io- gli
afferrai
con le labbra il lobo leccandolo -Io ti voglio sempre- aggiunsi
maliziosa
-Ma nuvenin,
ma’arlath- rispose con
voce suadente e con le dita affondò in me. Ebbe una risposta
immediata dal mio
corpo e prese possesso della mia bocca. Trovò presto il
ritmo giusto e non
capii più nulla, gemendo contro le sue labbra. Ansimavo e mi
guardava rapito
sorridendo. Cavolo -Mi fai morire...- sospirai recuperando un briciolo
di
calma, gli accarezzai il viso tirandolo verso di me, posai la bocca
sulla sua.
-Solas…-
venni zittita da un altro
bacio -Mmm… aspetta… aspetta…-
supplicai, non riuscivo a ragionare. La sua mano
dal basso ventre risalì coccolandomi, fremetti a quelle
carezze. La fermai
bloccandola tra le mie. -Venavis vhenan…-
mi guardò curioso, sorrisi -Andiamo in camera,
non vorrei che Cassandra
venga di qua-
Si
alzò e stava per sollevarmi, ma lo
bloccai, non volevo che la ferita sul fianco si riaprisse. -Non accetto
un
rifiuto- e continuò -Ma…- mi lamentai
-Resisterà, l’altro giorno ho aiutato a
rialzarsi una recluta che mi è quasi venuta addosso a causa
del colpo del
compagno. Si stavano allenando- mi arresi di nuovo inspirando
profondamente, passai
le braccia attorno al suo collo sorreggendomi e appoggiandomi a lui -E
mi piace
prenderti in braccio, oltre che non mi sembra il caso di rendere
partecipe la Cercatrice-
ridacchiai.
Saarebas: come
chiamano i propri maghi i Qunari, che significa "una cosa pericolosa"
in Qunlat
Ataash Qunari!: gloria ai
Qunari!
Anaan esaam
Qun!: vittoria al Qun!
Ashkost kata: stai cercando
la morte
Tal-Vashoth: sono
Qunari che abbandonano il Qun. Non
è specifico per la
razza, quindi anche gli ex nani Qunari, gli umani e gli elfi possono
diventarlo
Ma nuvenin,
ma’arlath: come desideri,
amore mio
Venavis vhenan: fermati cuore
mio
Piaciuto il
capitolo? Scusatemi ci ho messo più del solito, ma non mi
convinceva mai abbastanza(neanche adesso del tutto a dir la
verità XD) oltre che ho avuto poco tempo in questo periodo.
Fatemi sapere che ne pensate, chissà chi ha attaccato Dorian
e Cassandra?
|
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Capitolo 35 *** Capitolo 35 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 35
Al mattino mi
avviai in sala da pranzo
per la colazione, trovai Cassandra che senza una parola
indicò gli abiti della
sera precedente abbandonati per terra, ora su una sedia. Ridacchiai
-Ops…-
-Ma non si
controllava fin troppo?-
rispose divertita
-Infatti, se no
non avresti trovato
solo i vestiti Cassandra- replicai. Sorrise, negando sconsolata con la
testa
-Come stai?- la
vedevo decisamente
meglio rispetto al giorno precedente
-Come nuova,
tutto normale-
Un movimento
alla finestra attirò la
mia attenzione, mi avvicinai per controllare guardando fuori, notai su
un ramo
dell’albero poco distante un corvo nero particolarmente
grosso -Bene, con i
Cercatori come sta andando?- domandai curiosa. Il volatile
inclinò la testa, un
suo occhio giallo mi puntò. Mi stava fissando? Ad un tratto
arruffò le penne iniziando
a pulirle con il becco fortemente scheggiato da un lato.
-Tutto sommato
bene, vorrei chiedere a
Solas cosa ne pensa per poter guarire la Calma. Ma dimmi, hai
intenzione
davvero di rimetterti in gioco? Pensavo ne avessi abbastanza-
Distolsi lo
sguardo dall’animale e mi
sedetti di fronte a Cassandra, sospirai -Ne ho fin sopra i capelli, ma
è una
buona opportunità-
Mi osservava
attenta -Vuoi far
ritornare ufficialmente l’Inquisizione?-
Sorrisi -No, lo
farei solo se
strettamente necessario-
-Tipo varie
calamità provocate dalla
caduta del Velo?-
Assentii con un
gesto del viso -Eh,
questo è un ottimo esempio-
-Qual
è il prezzo che vuoi far
pagare?- domandò
-Non sono
più solo l’Inquisitore,
Cassandra, e quello che mi è successo tempo fa è
stato determinante, si sono
aggiunte altre responsabilità-
-Vuoi dire che
essendo Mythal hai dei
nuovi doveri?-
-Esatto
Cercatrice, verso il nostro
popolo- si intromise Solas, ci raggiunse sedendosi poi di fianco a me.
Sospirò
profondamente -Yen, la sua influenza non ti sta facendo bene come
speravo,
cos’è tutto questo mistero?- il mio lupo la
guardò divertito, ridacchiai -Nessun
mistero, solo non so se ti piacerà la risposta-
-Posso solo
supporre altri guai,
quindi?-
Stavo per
rispondere, quando la porta
si spalancò di colpo. Un campo elettrico si diffuse nella
stanza, se avessimo
tentato di uscire ci avrebbe ferito. Ne osservai gli effetti, molto
veloce e
ben fatto, nessun rumore dall’esterno e non percepivo la
presenza del mago.
Chiunque fosse era bravo, con una quantità di mana non
indifferente. Solas e
Cassandra si alzarono di scatto, rimasi seduta e mi rivolsi a
quest’ultima -Amica
mia, non hai la spada, vero? Resta indietro, per favore- Mi
guardò in viso
attenta e sorrise -Cosa mi preoccupo a fare? Non penso che Dorian
gradirà la
distruzione anche di questo edificio però…-
-Staremo
attenti, vero vhenan?-
domandai. Mi passò una mano sulle spalle rassicurante e
invitandomi a seguirlo.
Mi alzai, entrò infine un individuo con una mantella nera,
incappucciato,
teneva nella mano destra un bastone.
-Tu!! Brutto
bastardo!- urlò Cassandra
contro al nuovo arrivato. Doveva essere il mago che aveva fatto volare
Dorian
contro la finestra. Neanche la fatica di cercarlo, è venuto
lui da noi, deve
avere molta fiducia in sé stesso. Rimase impassibile e la
ignorò, posò lo
sguardo su di noi studiandoci attentamente. Fissò le mie
mani. Perché? La bocca
si esibì in una smorfia. Prima che facesse altro, Solas si
spostò verso di lui
sicuro, l’altro creò un sigillo elettrico tra di
loro. Solas continuò ad
avanzare, un passo deciso sul sigillo che si disintegrò.
Velocemente mosse una
mano, delle stalattiti di ghiaccio irruppero dal pavimento e lo
imprigionarono.
In riposta l’avversario le spezzò con un movimento
del bastone -Cosa sarebbe
questo?- domandò sprezzante. Il mio lupo abbozzò
un sorriso, li guardavo
attenta, perché sorrideva? Gli occhi si illuminarono e con
un altro movimento
della mano venne schiantato contro al muro. Reagì
prontamente con una barriera attutendo
il colpo. -Rosso… interessante bastardo, hai creato un bel
casino e ora sei qua
tranquillo. Speravo davvero che Dirthamen un giorno ti prendesse a
calci, ma ti
ha sempre trattato come se fossi suo fratello- ridacchiò
-Non che non ci abbia
azzeccato, è stato un bell’inganno, peccato le
conseguenze- Annullò il campo
elettrico, si tolse il cappuccio, rivelando delle orecchie a punta, dei
capelli
castani tenuti in una coda e delle iride ambrate. Sul labbro una brutta
cicatrice frastagliata che si estendeva in parte fino alla guancia,
doveva
essere stata inferta molti anni prima da quanto era sbiadita. Mi dava
l’impressione che fosse più vecchio di Solas. Al
mio lupo avrei dato massimo
trent’anni dall’aspetto, al nuovo arrivato una
quarantina.
-Ora ti metti ad
attaccare la gente Banal'ras?-
domandò Solas ancorando le mani dietro la schiena
-Gente? Questi
esseri? Tutto è caduto
in rovina. Non riconosco questi elfi come miei simili. Forse avresti
dovuto
lasciar fare agli Evanuris, almeno avrebbero spazzato via gli
sh’amlen, hanno
fatto qualche progresso, ma continuano a nascere e morire come gli
insetti-
-Avrebbero
ucciso anche buona parte di
noi- rispose freddo
Abbozzò
un sorriso di scherno -Parli
tu, che non sembri avere subito conseguenze. Oh perdono, i capelli, non
ti ho
riconosciuto subito, ma il naso ha rievocato ricordi piacevoli, la
ragazza ti
aveva dato un bel colpo- lanciò uno sguardo fugace a
Cassandra -Tutto quello
che eravamo è regredito in modo spaventoso, non accettavo
che gli Evanuris
schiavizzassero la loro stessa gente, ma arrivare a farsi sottomettere
dagli
umani e da quegli esperimenti che si fanno chiamare Qunari…
forse era meglio se
restavo in Uthenera- guardò disgustato il bastone che aveva
in mano -Ridotto ad
usare uno di questi… te lo spaccherei in testa- aggiunse con
rabbia
-Hai finito?
Spiegati- replicò calmo
-Non
è stato divertente ritrovarsi
quasi senza poteri in mezzo a quegli esperimenti, che ora hanno una
terra tutta
loro? Un sistema di governo interessante, deve essere il sangue di
drago.
Avrebbero dovuto eliminarli-
Mi avvicinai al
mio lupo e lo osservai
attentamente, se avevo capito giusto doveva essere un elfo
dell’Antico Popolo.
Ricambiò la mia curiosità e poi posò
lo sguardo su Solas -Ti diverti vedo… te
la spassi?- provocò -Ti trovo bene, rilassato, assomiglia ad
Andruil, i tuoi
gusti non sono cambiati… ma intendi fare qualcosa?
Dov’è l’Ancora?-
-Dov’eri
in Uthenera?- chiese
ignorandolo completamente. Banal'ras si passò una mano fra i
capelli e sbuffò
-Ha importanza? Se ne aveva, non più ora. Quegli esseri
stanno distruggendo
tutto. Nessun altro si è risvegliato oltre a me, anche se la
riserva di Lyrium
a tale scopo era intatta- rispose abbattuto. Riserva?
-E tu?-
domandò Solas
-Potrei farti la
stessa domanda. Deve essere
stata una delle scosse causate dall’esplosioni. A quanto pare
non era ancora il
mio momento neanche questa volta- passava lo sguardo studiandoci,
soprattutto
la Cercatrice che di rimando, più che uno sguardo
minaccioso, lo avrebbe preso
volentieri a pugni.
-Il nostro Dio
dei Segreti ne sarebbe
contento- abbozzò un sorriso
-Preferirei che
ci fosse lui qui ora-
-Dirthamen ha
fatto in modo che noi
potessimo essere qui. Le sue regole valevano anche per lui.
L’elfo?-
-Una mente
debole. Limata e malleata
in più punti, senza magia, ma altrettanto in modo preciso.
Anche con i miei
poteri al minimo, è bastato poco per controllarlo-
spiegò -Invece tu devi
essere disperato se hai iniziato a prendere quella roba-
Mi bloccai
registrando l’informazione
e voltandomi sconcertata verso Solas. Di cosa stava parlando? Il mio
lupo non
rispose e continuò a fissare Banal'ras.
-Dalla tua e sua
espressione non le
hai detto tutto… dimenticavo che ti piace svelare le carte
poco alla volta…
lascerò la spiegazione a te, sempre se ne valga la pena o
è uno dei tuoi soliti
svaghi?-
A quelle parole
le iridi del mio lupo
brillarono di rosso rubino e una linea di sangue comparve sulla guancia
dell’elfo,
nel muro alle sue spalle nacque una crepa con un forte rumore.
Banal'ras rimase
immobile, sorpreso per la reazione nei miei confronti, e prese a
fissarmi
attentamente. Io posai una mano sul braccio di Solas per calmarlo.
Chiuse un
attimo gli occhi per poi riaprirli più tranquillo, ma vedevo
quello che stava
provando tenuto a bada sotto quel grigio che aveva preso il colore
delle nubi
cariche di pioggia e pronte a scatenare una tempesta. Girò
il viso verso di me
-Ir abelas, vhenan-
-Piuttosto che
recuperare l’Ancora, hai
preferito fare il sentimentale- rimbeccò di nuovo per nulla
impressionato o
spaventato. Ignorando quella provocazione cercai la mano del mio lupo
stringendola
-Tel abelas, ma’arlath- non capivo a cosa si era riferito
prima l’ospite che
iniziava ad essere ancora più sgradito con “quella
roba”, ma sicuramente non ne
avrei discusso con Solas davanti a lui.
-Ma che bella
coppietta… hai ripreso a
fare il Guardiano Arcano?- mi osservò accuratamente -Uno
spirito interessante… simile
al tuo, ma su tutt’altro livello- abbozzò un
sorriso -Sei nato schiavo e rimarrai
tale anche senza Vallaslin-
Solas rimase
impassibile e
indifferente a quella provocazione, ma non io. Ora basta! Mossi una
mano. Un
lampo gli passò nelle iridi, ma ero stata più
veloce. Lo schiantai contro al
muro, bloccandolo senza possibilità di scampo. Mi avvicinai
e aprii il palmo di
fronte al suo viso, rivelai i marchi di cui percepivo la presenza da
quando era
entrato nella stanza, nascosti, ora brillavano intensamente, ma non
erano i
miei, i motivi erano differenti. Udii dei sussurri risvegliarsi a causa
del mio
intervento, bisbigliavano parole in elfico ad entrambi -Qui
l’unico schiavo che
vedo sei tu. Ascolta i sussurri ti diranno chi sono- risposi fredda. Mi
fissò
con sfida negli occhi -Che arroganza, per un nuovo Dio-
-Non chiamarmi
così, non userò i
marchi, non ne vale la pena. Per quel che mi riguarda ho solo due
regole.
Primo, lo posso insultare solo io. Secondo, lo posso toccare solo io.
Sempre se
non vuoi avere il piacere di fare un giro fuori dalla finestra, per
quello che
hai combinato l’altra sera- ringhiai, ne avevo abbastanza di
quell’individuo.
Ridacchiò
-Da’len perché vedo in te,
varie caratteristiche di chi si era proclamato come Dio?-
Se mi avessero
lanciato una secchiata
di acqua fredda all’improvviso, sarebbe stato meno
scioccante. Come fa a…?
-L’aspetto
di Andruil, l’amore e la
vendetta di Mythal, la furia di Elgar’nan…- mi
osservò di nuovo -E perché no?
Dirthamen ne sarebbe lusingato, la sua falsità, basata su
segreti e mezze
verità, ma estremamente sincero su chi riusciva a
conquistare la sua fiducia e
la sua curiosità. Una qualità fondamentale per
un’assassina-
Lo lasciai
andare, scossa. No… come
poteva… Una mano sulla spalla mi destò da quelle
rivelazioni. Voltai il viso,
Solas era al mio fianco e fissava Banal'ras -Quello che ha detto lei,
vale
anche per me, quindi starei attento a non finire di sotto-
Abbozzò
un sorriso -Un evento
straordinario, qualcuna è riuscita a mettere la museruola al
Temibile Lupo… Mythal
ne sarebbe stata estasiata-
Strinsi un pugno
e mi mossi in avanti,
era irritante! Venni trattenuta da Solas. -Cassandra, potresti
accompagnare Yen
in camera? Avrei delle cose da discutere con questo elfo-
proferì serio.
Lo fissai
interrogativa -Dopo ne
parleremo, vhenan- mi rassicurò. Accettai quella sua
decisione e riguardai male
quell’ospite scomodo. Notai che i Vallaslin che avevo reso
visibili si stavano
affievolendo di nuovo, fino a scomparire. Mi avviai verso la camera,
seguita da
Cassandra che si chiuse la porta alle spalle. -Chi diavolo
è? Cosa vi siete
detti? Pensavo lo avreste ucciso- chiese decisa venendomi vicino -Stai
bene?-
domandò con tono preoccupato.
Sospirai per
calmarmi e mi affacciai
alla finestra -Sto bene. Non so chi sia esattamente…
è un elfo antico come
Solas e si conoscono… si chiama Banal'ras- Avevamo parlato
in elfico per tutto
il tempo e la Cercatrice si era giustamente limitata a stare attenta,
non
capendo una parola. Assomiglio agli Evanuris così tanto?
Voglio che resti tra
me e Solas questa verità… nessun’altro
deve venirne a conoscenza, per la loro
sicurezza, ma anche per la mia. Passai da parte a Cassandra che mi
guardò
dubbiosa, mi accostai alla porta socchiudendola. Rimasi in ascolto.
Quell’elfo
era irritante, ma aveva destato la mia curiosità su
quell’impero scomparso da
cui provenivo anche io.
-Banal'ras ti
fai sempre voler bene,
questo tuo modo di fare non cambierà mai-
-Lethallin vedo
che infine tutti
questi secoli, con conseguente disastro, sono serviti a qualcosa. Hai
trovato
una donna, alquanto giovane, che tiene veramente a te… le
altre non si
sarebbero mai scomodate-
Aveva fatto
apposta? Rimasi basita. Era
una prova!?
-Anche tu a
farmi la ramanzina? Ci ha
già pensato Mythal…- il tono di voce era seccato
Ridacchiò
-Vedo come ti guarda da’len,
è l’unica che abbia mai visto reagire in quel modo
per te. Per un attimo mi è
sembrato di avere di nuovo davanti Mythal, quando anche lei mi aveva
minacciato
però di rispedirmi da Dirthamen a pezzi-
-Ti diverti in
un modo tutto tuo e sempre
pericoloso-
-E tu vedo che
hai fatto il grande
passo… dovrei a Mythal i miei servizi come concordato-
-Avevate
scommesso?- domandò risentito
-Già,
lei diceva che avresti trovato
prima o poi qualcuno. Io no, con il carattere che ti ritrovi. Ma
tant’è… anche
le spie di Dirthamen sbagliano-
-Puoi comunque
pagare, anche se non è
la Mythal con cui hai fatto la scommessa, sarebbe corretto, non trovi?-
-Perché
no? Ma deciderò quando l’avrò
inquadrata meglio, se permetti-
-Che abbia la
mia completa ed eterna
fiducia non basta?-
-Tu sei un
lupacchiotto innamorato, da
quel che ho visto uccideresti per lei senza alcuna esitazione. Il tuo
giudizio
è in parte offuscato, lascia che mi faccia il mio- si
passò la mano sulla
guancia guarendo il taglio e lanciando un’occhiata al muro
alle sue spalle -Questi
tuoi scatti d’ira li riconduco alla tua compagna, mi pare che
ci avevamo
lavorato e li avevamo risolti parecchio tempo fa. O è anche
il Lyrium rosso a
contribuire? Quella roba ti ucciderà-
Istintivamente
vidi Solas portarsi la
mano al fianco compromesso e alzare la maglia mostrandogli la ferita
violacea
-Non per mia scelta-
-Capisco, ma lo
sai che se lo
contrasti ti ucciderà e se l’accoglierai
guadagnerai invece tempo anche se ne
diventerai dipendente-
Negò
con la testa stizzito -Non
intendo farne uso! Preferisco morire che impazzire rischiando di fare
del male
a mia moglie- risistemò la maglia al suo posto -Lo
estirperei io stesso da
questo mondo se potessi. Ma i bastardi ne avevano infettato un intero
Titano!
Quella magia del sangue, qualunque fosse è stata liberata da
Arlathan! Ha
infettato umani, elfi, nani… elimina lo spirito e corrompe
il corpo- spiegò
-Per questo ora
la Città è nera… sono
riusciti a sfuggire al Velo?-
-Non parliamo di
questo ora… dovrai
riposare e ho un'altra discussione da affrontare-
Sorrise
divertito -Non chiamarmi se
muori- scherzò
Ah ah
ah… mi prudevano le mani. Mi
aveva mentito e omesso di nuovo delle informazioni. Ma non potevo mica
picchiarlo ogni volta… o potevo? Sospirai cercando di
scrollarmi di dosso il nervosismo
che mi era venuto. -Quindi?- domandò la mia amica. La
guardai -Quindi rimarrà
qui e ho delle cose da chiarire con il mio mago, sempre se non lo
uccido
prima…-
-Cosa ha
combinato questa volta?-
Abbozzai un
sorriso per quel tono
sconcertato e seccato allo stesso tempo -Il solito, ma ti
spiegherò tutto quando
ne saprò di più anche io-
La porta si
aprì e mi ritrovai davanti
Solas con la faccia colpevole -Sarà meglio che vada- disse
Cassandra -Banal'ras
si scusa per l’altra sera e per poco fa-
-Tsè…
si scusa? Gliele do io le scuse!
Con un bel pugno in faccia!- esclamò
-Apprezzerà
senz’altro, ma starei
attenta-
Sbuffò
seccata e uscì dalla stanza a
passo deciso. Posai lo sguardo su Solas che stava chiudendo la porta
alle sue
spalle e mi allontanai da lui accostandomi alla finestra -Quando?
Quando me
l’avresti detto? O non avevi intenzione di farlo?-
Udii i suoi
passi avvicinarsi -Te lo
avrei detto, ma non volevo limitare le tue ricerche informandoti che
non era
mai stato trovato un rimedio. La speranza è fondamentale,
per te, ma anche per
me. Non sappiamo che magia del sangue sia, non siamo mai riusciti a
metterci le
mani sopra, il tutto veniva custodito ad Arlathan. Chi si era
avvicinato tanto
era sempre stato eliminato-
-Perché?
Perché creare una cosa così
mostruosa?- mi girai verso di lui fissandolo in collera.
Sospirò e si fece
ancora più vicino -Perché ai nostri livelli di
magia il Lyrium blu non è
sufficiente. Prova a combattere per giorni e una fiaschetta di normale
Lyrium
non serve a nulla. Hanno corrotto il sangue di un Titano
perché diventasse
proporzionato alla loro e nostra potenza, creandone una fonte continua.
Ha però
l’effetto collaterale di portare alla pazzia e a uccidere
anche un immortale se
lo si contrasta- spiegò calmo e serio -Conosco il male che
può fare, ma come
estirparlo… non volevo toglierti alcuna speranza,
perché come mi hai detto, se
c’è qualcuno che può trovare una cura,
sei tu-
Incrociai le
braccia al petto -Sei
sempre il solito…- borbottai. Posò le mani sulle
mie spalle -Perché gli hai
chiesto dove era in Uthenera?- mi stavo rendendo conto che sapevo
ancora
pochissimo del suo mondo e forse anche di lui -Il sonno eterno viene
svolto
principalmente nelle Vie Profonde, in determinate zone con grandi
quantità di
Lyrium. Il mana deve restare entro certi livelli, se no si muore.
Alcune tombe
come la mia o la tua sono state fatte eccezionalmente in superfice,
solo i
nobili si potevano permettere un trattamento speciale. Richiedeva
più lavoro
una sistemazione del genere- le mani scivolarono fino alla vita
tirandomi verso
di lui -E gliel’ho chiesto perché poco alla volta
sto cercando e risvegliando
quanti più antichi elfi possibili e i prole oscura non
facilitano le cose,
oltre ai Qunari…- spostai le mani con i palmi sul suo petto
stringendogli la
maglia -Gli Evanuris?-
-Se hanno usato
il Flagello per
tentare di uscire dalla trappola in cui li avevo costretti…
non lo so ancora-
gli tirai uno schiaffo sul petto -Sempre a nascondermi le cose!
Stupido! E
scommetto che ci sarà sempre qualcosa che non mi dirai!-
esclamai infuriata -Magari
per proteggermi o… fenedhis! Mi farai morire di
preoccupazione!- mi abbracciò
del tutto stringendomi contro di lui. Sospirai profondamente, e io sono
un’idiota! Sono arrabbiata e cosa vado a pensare? Che ha
delle bellissime
spalle larghe! L’ho sempre pensato! E mi viene in mente ora!?
Devo avere
qualche rotella fuori posto! Inspirai il suo profumo strofinando il
naso contro
la sua maglia. Come può farmi sempre questo effetto? La
collera e il nervosismo
stavano scemando. -Banal'ras non la passerà
liscia… ci ha provocato apposta,
anche se l’ha fatto per capire in che rapporti siamo-
Ridacchiò sommessamente
-Cosa ridi? Ti picchierei! Tanto il tuo amico non viene a salvarti!-
premette
la bocca sulla mia fronte, mi mostrò un sorrisetto e il
divertimento che stava
provando balenò nelle mie amate iride grigie -Ma serennas,
vhenan-
-Di cosa?-
domandai curiosa -Che mi hai
difeso, che mi ami così tanto-
Distesi le
labbra in un sorriso -Non
lo hai fatto anche tu per me?- un bacio fugace -Quindi chi è
quel farabutto?-
domandai
Rise -Il Capo
spia di Dirthamen, un
ottimo insegnante-
-Ti ha chiamato
“lethallin” e
“da’len”-
-Ho avuto modo
di imparare molto da
lui, mi ha fatto da mentore, ed è più vecchio di
me, di parecchio-
Restai
appoggiata a lui e mi venne in
mente la cosa che mi aveva messo in allarme più di tutto
-Come ha fatto… quelle
affermazioni…- risposi nervosa
Affondò
il viso tra i miei capelli -È
bravo con gli spiriti quanto me ed è molto veloce a capire
chi ha davanti, ha
fatto solo dei paragoni, non sa nulla e non sarò certo io a
dirglielo se non
vuoi-
-Bene,
preferirei che rimanga tra noi-
mi accarezzava la schiena fino a scendere afferrandomi il sedere. Non
dissi
nulla, ma doveva essere proprio un vizio e poi a chi volevo darla a
bere? A me
stessa? Mi faceva piacere -La tua reazione però non gli
è passata inosservata-
sospirai -Quindi mi devo aspettare una sorta di esame?-
-Può
darsi… lo hai indubbiamente
incuriosito e ha approvato la tua protezione nei miei confronti-
-Ho
sentito…- risposi semplicemente,
ma non era convinto, posò una mano sulla mia guancia -Quello
che ha detto sulle
altre… hai qualche domanda?-
Chiusi gli occhi
a quel tocco caldo.
Domande… che domande avrei mai potuto avere? -No, non ne ho
e non mi importa.
Io non esistevo e tu non eri lo stesso uomo che ho davanti in questo
momento. Ora
sei perfetto per me, anche se ho ancora voglia di picchiarti- cosa
avrei dovuto
dire? Era la verità e anche con tutti i problemi che avevamo
passato, è stato
il primo e sarà sempre il solo per me. Sorrise e si
chinò catturandomi la bocca
-Esistevi prima di quanto avrei mai potuto immaginare- di rimando gli
pizzicai
il labbro inferiore -Ahi... sei aggressiva?- replicò
sorpreso per il mio gesto -No,
arrabbiata e dovrai farti perdonare, non accetto un semplice bacio.
Sento che c’è
qualcosa che non mi dici, ma non insisto. Aspetterò-
Restò
a studiarmi, pensava -Dici che
ti tengo nascosto qualcosa? Mi leggi nel pensiero?- rispose divertito
-Come
siamo sospettose…- sussurrò e si stava chinando
per baciarmi, ma ad un respiro
dalle mie labbra si fermò e sorrise -Meglio di
no… sei in vena di mordermi-
-Che intuito-
replicai fissandolo
negli occhi decisa -Quindi lupacchiotto innamorato, sarei una donna
“alquanto
giovane”?-
Mi
guardò dolcemente -Per Banal'ras sei
una bambina- proferì divertito
-Ai vostri tempi
era inusuale avere
una tale differenza di età?-
-Abbastanza,
difficilmente chi era
giovane come te, guardava un vecchio come me. Sai generazioni diverse,
pensieri
diversi, interessi differenti… capitava, ma non spesso, era
raro-
-Bhe, vediamo,
mi hanno messo nell’Uthenera
che avevo solo due anni. Più o meno era il periodo quando
hai creato il Velo… mmm…
diciamo che dovrei avere più di venticinque anni, ma non
saranno mai tanti
quanto i vostri-
Ridacchiò
-Spiacente gli anni a
dormire non si contano-
-Oh, ma come?-
replicai sconsolata -Fretta
di invecchiare?- provocò
-No, ma mi sento
davvero piccola
così…- brontolai
Rise -Hai sempre
dimostrato una
saggezza superiore alla mia. Con le decisioni che hai dovuto prendere
in
passato mi sentivo in sintonia con te, a parte quella di bere dal
Vir’Abelasan…
ma dimostri un’età differente- già, si
era particolarmente arrabbiato, ma
vedere anche quel lato di lui non mi era dispiaciuto. Abbozzai un
sorriso
triste -Merito di questo sangue probabilmente…-
Mi prese il
mento tra le dita e si
mise ad un palmo dal mio viso fissandomi severo -Non dirlo mai
più. È merito
tuo e basta- distolsi lo sguardo dal suo -Guardami- sospirai e
incatenai le
nostre iridi -Dillo, è merito mio- sorrisi, ma non stetti al
gioco -Cioè è
merito tuo? Ah bhe, in effetti, se contiamo tutto il casino che hai
fatto…- mi
zittì catturandomi la bocca -Dillo- sussurrò
contro le mie labbra, in risposta
lo baciai di nuovo -…Certo… hai fatto un bel
casino e…- ancora la sua bocca
sulla mia. Oh diavolo, mi stava venendo da ridere, ma approfondii il
bacio. Ci
staccammo senza fiato e appoggiò la sua fronte alla mia
-Ripeti, vhenan…-
Non ti arrendi
eh? -È merito mio,
contento?- lo vidi distendere le labbra in un sorriso e
l’impulso di baciarlo
ancora si vece vivo. Stetti ferma, non potevo cedere subito, era bravo
a farmi
arrabbiare e altrettanto a farsi perdonare. Gli posai una mano sul
petto
allontanandolo da me, ma non lasciandomi minimamente andare
indietreggiò
portandomi con lui -Il tuo amico non si starà domandando
dove sei finito?-
-Cassandra lo
intratterrà. Penserà che
me la stia spassando, l’hai sentito prima- sospirai
spazientita -Ho sentito che
vuole volare fuori dalla finestra-
-Penso…
che non sarebbe un problema. Lo
fa da millenni ormai, accompagnato o meno- gli rivolsi
un’espressione confusa -È
un mutaforma-
Un…
la cicatrice… vuoi vedere che…?
-Quel…!
Era fuori dalla finestra! Il corvo!-
Ridacchiò
e fece un cenno di assenso
con il capo.
Banal'ras:
ombra
Rieccomi qua! Un bel po' di rivelazioni da parte del nostro Solas che
come al solito omette informazioni XD Come vi sembra Banal'ras? Vi
piace come nuovo personaggio? La questione del Lyrium rosso mi ha messa
un po' in difficoltà e trovo che questa soluzione potrebbe
essere plausibile. Mi piace molto che sia una creazione intenzionale e
non accidentale, come invece secondo me sono i Prole Oscura a causa dei
Magister che ne sono stati infettati loro stessi. Al prossimo capitolo!
|
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Capitolo 36 *** Capitolo 36 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 36
Seduta
sulla poltrona di fronte al camino, leggevo
il libro e i vari fogli strappati che Solas aveva recuperato dalla
biblioteca imperiale. Alla fine erano le informazioni che aveva
omesso, nulla di più e nulla di meno. Sbuffai e mi accasciai
contro
lo schienale, rimasi a fissare per qualche minuto le fiamme che si
sprigionavano intense dal focolare,
quando percepii uno sguardo. Rivolsi l’attenzione a
Banal’ras che
mi fissava con un lieve sorriso. Erano stati giorni un po’
frenetici, Cassandra e Dorian lo tenevano d’occhio,
sfoggiando
sguardi truci quando erano nella stessa stanza. Lui manteneva una
maschera d’indifferenza e non prestava loro attenzione, se
non
strettamente necessario. Parlava quasi solo con Solas e sfoggiava
senza esitazione la curiosità che aveva nei miei confronti,
e anche
se facevo finta di nulla, sapevo che il mio lupo parlava con lui
nella Dissolvenza. Informazioni di cui non voleva mettermi al
corrente. Mi
dava fastidio? Indubbiamente, era come se in qualche modo lo
allontanasse da me. Avrei sempre avuto fiducia in Solas, lo sapevo,
ma Banal’ras aveva risvegliato quella parte di lui che odiavo
e
amavo allo stesso tempo. Ormai lo conoscevo abbastanza bene da capire
quando mi mentiva o non diceva le cose come stavano. Non mi piaceva
questa situazione, ma l’avevo messa in conto da quando avevo
scoperto che era Fen’harel, non avrei mai preteso che
cambiasse, se
no non mi sarei neanche innamorata di lui. L’unica
conclusione a
cui ero arrivata, è
che stava per fare qualche pazzia delle sue e quando avrei scoperto
il tutto sarebbe stato tardi.
-Vi
vedo scettica- affermò il Capo spia di Dirthamen
-E
io invadente- replicai fissando quelle iride ambrate. Il sorriso si
allargò -Non
si vede tutti i giorni la donna che ha fatto impazzire il Temibile
Lupo-
Sospirai,
ancora con questa storia? Si divertiva a punzecchiare entrambi, ma io
ero il suo passatempo preferito. -Non
penso sia questo che vi sorprenda e lo sappiamo entrambi-
-Devo
ammettere che siete una delle elfe più belle che mi sia
capitato di
conoscere e che abbiano accompagnato Solas, ma non mi sarei mai
aspettato che sarebbe arrivato a sposarsi, con qualcuno poi che non
fa parte neanche dell’Antico Popolo-
-Conosco
i difetti di Solas e li amo come anche i suoi pregi-
-Li
amate o li sopportate? O il sesso concilia il tutto?-
Sbattei
le palpebre più volte, ma a che gioco stavamo giocando? -È
amore. Se volessi solo del sesso potrei farlo con chiunque per
ottenere qualche momento di estasi. Ma per quel che mi riguarda
l’attrazione fisica è secondaria anche se non
guasta. Mi piace ed
eccita il suo spirito sempre così pericolosamente vicino a
un demone
dell’orgoglio-
-Mmm…
deduco che vi piaccia
stare sotto… è sempre stato un dominatore-
perché stavamo
parlando di ciò? -Adoro
fidarmi ciecamente
di lui-
-Anche
se questo porta alla sofferenza?- ribatté immediatamente,
studiandomi.
Dove
voleva andare a parare? -Mi
state chiedendo che se facesse qualcosa senza dirmelo, di tale
proporzione catastrofica come suo solito, se lo perdonerei ancora?
Dovete darmi più dettagli delle vostre discussione notturne
per
questo- conclusi con fare innocente.
Ridacchiò
-Solas ve ne ha parlato?-
-No,
ma penso di conoscerlo un po’ e ho imparato a notare i
cambiamenti
nel suo modo di fare da quando siete qui. Mi piacerebbe che si
confidasse con me, ma si vede che vuole rimanere colui che caccia da
solo…- risposi rassegnata e con una vena triste nella voce
che non
sfuggì all’elfo che sorrise -Cambiare
le abitudini di millenni non è facile, ma posso sicuramente
dire che
siete l’unica,
non solo come donna, ma come persona e spirito, a cui si sia mai
appoggiato così intimamente- per la prima volta si stava
comportando
in modo gentile, non sapevo che rispondere -Da
un lato lo conoscete meglio voi, di quanto abbia mai fatto io in
millenni- abbozzai un sorriso -Ma
questo lo porta anche ad avere dei riguardi verso di voi che non
avrà
mai con nessun altro. Vi possono non piacere, ma farà di
tutto per
tenervi al sicuro, anche da lui-
Ero
basita, non mi aspettavo quel tipo di sostegno da lui -Ma
serennas…- chinò leggermente il capo -Dovere,
posso dire che è sempre stato incasinato e influenza anche
gli
altri, intelligente, ma incasinato-
Risi
-Lo
amo proprio per questo- in risposta fece un lieve sorriso che rese la
cicatrice più evidente, notando il mio sguardo se la
indicò -Questa
è un regalo-
Un
tocco caldo passò sulla mano che tenevo sul bracciolo della
poltrona
e venni tirata in piedi. Il libro e i fogli caddero sparsi in terra.
Solas posando l’altra mano sulla vita e mettendosi agilmente
alle
mie spalle si sedette tirandomi giù con lui. Scioccata per
quell’entrata in scena così veloce lo fissai
interrogativa, lui si
limitò a guardare Banal’ras in un tacito scambio
d’intesa. -Ti
viene istintivo? Mythal il vostro lupacchiotto sta marcando il
territorio- ridacchiò per poi alzarsi e andarsene. Girai il
viso
verso Solas che chinò la testa e appoggiò la
fronte sulla mia
spalla -Perdonami-
-No,
a
qualunque
cosa si riferiva il tuo amico, è meglio che tenga da parte
tutto il
perdono che ho a
disposizione, oltre
alla mia pazienza e fiducia per
non ucciderti davvero quando sarà il momento- si
limitò a
sorridere, tirarmi meglio contro
di lui e
ad
accarezzarmi un fianco. Alzai una mano posandogliela sul viso -Vuoi
tirare giù il Velo?- domandai, rimase in silenzio per un
po’ e
infine rispose -No,
non ancora, non è il momento-
-E
non mi vuoi dire nulla perché...- alzò il viso e
mi fissò con
profondo affetto -Ti
fermerei- affermai. Abbassai
lo sguardo, mi sta chiedendo una fiducia illimitata, sono in grado di
dargliela?
-So
che...- mormorò, ma gli coprì la bocca con la
mano zittendolo -Hai
preso una decisione, non dirmi nulla. Solo… resta vivo,
qualunque
cosa sia- mi scostai da lui senza guardarlo e mi chinai a prendere il
libro e i fogli, posandoli
sulla poltrona adiacente.
Passarono
alcuni giorni dove un senso di… non lo so… gli
sorridevo e lo
baciavo solo lievemente. Si era alzata tra di noi una barriera che
non avevamo mai affrontato prima. Non avevamo litigato ed era in
qualche modo peggio questa situazione.
-Che
ti prende?- chiese alla fine Cassandra da
parte a me sul divano, avendo
notato il mio comportamento
-Cosa?-
non so se mi andava di parlarne
-Come
cosa? Lo stai evitando! Sembra
un cane bastonato che sta aspettando il permesso di avvicinartisi!-
esclamò esasperata. Perplessa la guardai per poi lanciare
un’occhiata a Solas che stava parlando con
Banal’ras sulla
poltrona vicino al camino. -Avete
litigato?- domandò.
-Io…
no, non abbiamo litigato. Solo che sta combinando qualcosa di
sicuramente pericoloso e mi ha chiesto di fidarmi di lui. Io mi fido,
ma sembra che lui non mi voglia dare fiducia e ho paura- spiegai in
qualche modo abbattuta. Mi posò una mano sulla spalla e
sospirò -È
rimasto il solito bastardo...- borbottò
-Cassandra…-
la richiamai, ma aveva ragione e mi dava fastidio comunque
però che
lo insultasse. Prima che potessimo dire altro venimmo interrotte -Uno
spirito della Fede vero? In un corpo umano, molto interessante- prese
alla sprovvista fissammo Banal’ras, che guardava rapito la
Cercatrice. Lei impreparata a quell’attenzione ci mise un
attimo di
troppo a rispondere -E
allora? Qualche problema?- ringhiò. L’elfo per
nulla intimorito
fece scivolare lo sguardo su di lei mettendola
veramente in difficoltà, la vidi arrossire leggermente -No,
no, trovo che sia molto affascinante- impercettibilmente il tono era
cambiato, non era solo curiosità. Basita passai lo sguardo
da uno
all’altro, la mia amica sbuffò
disgustata e si alzò ignorandolo. Banal’ras
elargì un sorrisetto
divertito
guardandola
allontanarsi, per poi
seguirla. Io… a che cosa ho appena assistito!? Mi
ripresi da quella strana situazione e rilessi velocemente la lettera
che era arrivata quella mattina da Leliana, mi avvisava che tra
qualche giorno ci saremmo riviste, infatti dovevo parlare anche con
lei delle mie intenzioni. Alzai lo sguardo in cerca del mio lupo,
stava bevendo the. Sospirai profondamente e restai ad osservare le
facce disgustate di cui faceva sfoggio ad ogni sorso, non potei fare
a meno di sorridere. Dopo
quelle buffe espressioni ritornava però serio e fissava la
tazza
assorto. Non avevo mai assaggiato quella bevanda preparata da lui,
alzò il viso e mi sorrise, istintivamente rimisi gli occhi
sui
fogli, ma
poi li
rialzai vedendo che stava prendendone un lungo sorso, tossì,
riguardò il contenuto e ne stava per bere ancora, ma mi
alzai
velocemente bloccando quel suicidio. Gliela
sfilai di mano e me la portai alle labbra, assaporai il liquido caldo
e tremendamente amaro, non gli aggiungeva nulla per renderlo bevibile
-Dimmi
che lo bevi così apposta, se no penso che potresti
aggiungere un po’
di zucchero, vhenan- dissi schifata e appoggiai la tazza ormai vuota
sul tavolino affianco. Restava a fissarmi con quella faccia da
lupacchiotto che mi faceva sciogliere e
contro il forte impulso di esaurire le distanze tra noi mi diressi
sul balcone, pioveva e
nell’aria c’era parecchia umidità.
Restai ad ascoltare il rumore
della città. Dei passi. -Il
restare da sola è cosa rara- proferii
-Ma
non più gradevole, se non si ritrovano volti amici- Banal’ras
mi si era messo di fianco e guardava di fronte a sé -Da’len
ho chiesto di voi a Solas, ma mi ha cordialmente invitato a farmi gli
affari miei. Un
comportamento non da poco da lui, solo con la precedente Mythal aveva
un rispetto simile, ma era chi si era preso cura di lui quando era
solo un bambino- Rimasi in silenzio -Mi
domando come abbiate conquistato la fiducia di quell’uomo
così
diffidente e non più intenzionato a trovare qualcuno con cui
legarsi, quando l’avevo visto l’ultima volta-
-State
insinuando che abbia ingannato il Dio degli Inganni?-
-No,
che lo abbiate cambiato più di quanto pensavo si potesse
fare…-
Lo
interruppi -Non
ho cambiato nulla. L’ho
posto davanti ad una scelta, non si cambiano le persone, chi lo crede
è solo un folle. Non lo cambierei mai, mi piace
così com’è, ci
siamo adattati a vicenda-
-Allora
è stato fortunato-
-Sono
io fortunata ad aver trovato lui-
Ridacchiò
e lo guardai seccata, che aveva da ridere? -Siete
la seconda persona che ho udito dire così su di lui e la
prima…
diciamo che non ero stato invitato nella conversazione- silenzio
-Forse
però non vi ha detto tutto…- aggiunse
Sospirai
spazientita -A
cosa vi riferite?-
-Mythal
è la Dea dell’amore, della vendetta e anche della
maternità…
non a caso ha questa caratteristica che segna un nuovo inizio-
Ridacchiai
-Ho
voglia di avere figli? Sì, molto, anche Solas, ma non posso
sempre
assecondare i miei desideri, se no l’altro giorno sareste
finito di
sotto-
-Non
intendevo solo quello. Quando
ne avrete, diventerete a tutti gli effetti Mythal, quello che si
prova è unico e vi cambierà più di
qualunque altra donna-
-Non
intendo parlare della mia natura ad un estraneo- risposi
fermamente
-Certo
che no…-
-Ditemi…
ci considerate persone?- non
volevo restare oltre su quell’argomento privato
Abbozzò
un sorriso -È
per quello che ho detto qualche giorno fa?-
-Per
quello, e perché non siete il primo elfo antico con cui ho avuto
a che fare-
-Solas
ha cambiato opinione, non vedo perché non lo possa fare
anche io a
tempo debito- mi
osservò -Mi
piace parlare con voi, ora vi lascio alla vostra solitudine-
Assentii
con un cenno del viso. Dea della maternità…
sospirai
profondamente… perché non ci penso già
abbastanza da sola, ci
mancano anche le interferenze esterne… che stress, sbuffai.
Mi
appoggiai al muro e restai ad ascoltare la pioggia che cadeva, chiusi
gli occhi. Altri passi, restai in ascolto, ma non mi mossi. Una
presenza al mio fianco. Un rumore metallico. Delle gocce mi bagnarono
il viso, riaprii gli occhi e trovai Solas di fronte a me, le mani una
a destra e una a sinistra del mio viso. Sorrideva.
-Che
cosa…?- lo osservai ed era fradicio, la
testa e le spalle completamente bagnate.
Come…?
Alzai lo sguardo, la grondaia aveva… ceduto? -Che
tempismo vhenan, suppongo sia fredda-
-Abbastanza…-
mormorò.
L’acqua
continuava a colargli addosso,
ma non si muoveva. Sospirai e alzai
una mano prendendogli un polso, per poi volerlo
tirare
all’interno per dargli un cambio d’abito. Ma teneva
le braccia
puntate contro al muro e
non era intenzionato a muoversi, incatenai le nostre iridi -Ti
ammali così, poi come fai a fare le tue pazzie?-
-Sei
ancora arrabbiata- affermò. Abbozzai un sorriso, non me lo
aveva
neanche chiesto, ne era convinto. -No,
vhenan. Sai che non riesco ad avercela con te a lungo- si fece
più
vicino, così che l’acqua dall’alto gli
finisse sulla schiena
-Vhenan!
Ti ammali così!-
Negò
con il viso -Non
importa- vidi l’acqua impregnare anche i pantaloni -Perché
mi eviti? Anche a letto mi stai lontano, mi dai sempre la schiena, ti
alzi sempre prima di me...- concluse triste. Senza che riuscissi ad
evitarlo mi si appannò la vista -Perché!?
Mi hai chiesto di fidarmi e io l’ho sempre fatto, ma tu non
lo stai
facendo con me e ho paura. Perché
se non mi dici nulla e
sai che ti fermerei,
vuol dire che rischierai di morire! Vero?- esclamai
sull’orlo delle lacrime. Come
se la sua condizione a causa del Lyrium rosso non fosse già
abbastanza preoccupante -È
vero- a quelle due parole le lasciai andare rigandomi le guance,
scioccata
-Allora
non so cosa tu ci faccia ancora qui. Ti ho chiesto più volte
di
portare
parte di questo
tuo peso, ma si vede che preferisci Banal’ras. Pensavo che
quando
hai deciso di legarti a me comprendesse anche questa fiducia, ma ho
preteso troppo- rimase
a fissarmi -Questa
cosa
la devo affrontare da solo, anche Banal’ras non mi
accompagnerà
fino in fondo. E se avrò successo ti porterò
quello che ti serve
per trovare una cura… non voglio però separarmi
da te prima del
previsto-
E
io non voglio che ti
faccia ammazzare! Tenni
per me quel pensiero,
avrei voluto tanto urlargli
contro…
Mi
asciugai le lacrime e misi
pollice e indice agli angoli degli occhi
-Fai
quello che devi, ma non puoi pretendere che sia d’accordo- gli
presi una mano e lo tirai con forza via dal balcone
-Toh,
due lupacchiotti bagnati, fredda?- domandò con tono
divertito
Banal’ras.
Lo
ignorai e trascinai
Solas in camera -La
grondaia, devo pensare
che centri il tuo amico?-
-Che
voleva farmi fare un bagno?- intanto si stava togliendo la maglia e
poi i pantaloni, gli
passai un asciugamano. Mi presi un attimo per osservarlo, le spalle,
il petto, il ventre… sospirai e distolsi lo sguardo. -Ha
parlato della maternità riferita a Mythal, mettilo al
corrente che
non servono aiuti esterni per quello, sei molto più
passionale di
quel che crede-
Sorrise
lievemente -Sarà
fatto-
-Si
sta intromettendo, è una cosa che riguarda solo noi. Centra
con
l’eventualità che non potresti tornare?- domandai
nervosa, solo il pensiero mi faceva sentire male. Si
stava infilando i pantaloni per poi allacciarseli e rialzò
il viso
verso il mio. Aspettai una risposta, intanto non riuscivo a fare a
meno di studiarlo anche se lo avevo visto piacevolmente altre volte.
Mi morsi la lingua nel trattenermi a elargirgli un complimento. La
ferita sul fianco non rovinava per nulla la visione.
È bellissimo. Lanciò
l’asciugamano sul letto -Non
sarai a tutti gli effetti Mythal, finché non avrai almeno
un figlio.
Si
spiegherebbe in parte il desiderio che hai-
Ero
seccata -Pensa
che mi diverta a negarmi ciò? A negarci un figlio?- Si fece
più
vicino e posò le mani sui miei fianchi -A
me non fa piacere, ma ne soffro perché tu per prima ne
soffri, e so
che stai male più di quanto potrò mai provare io-
rispose
dolcemente. Lo
abbracciai non
riuscendo a stargli lontano oltre e
posai il viso sulla sua spalla -Quando?-
se
ne sarebbe andato?
No.
No! Non lo accetto!
-Se
è a causa del Lyrium rosso tornerò indietro ed
eviterò che ti
colpisca...- venni zittita da un lieve bacio -Anche
senza questo imprevisto, è una cosa che avrei dovuto comunque
fare, vhenan…- incatenai
le iridi alle sue -E a
tempo debito saprai quando partirò-
-E
se ti chiedessi di mollare tutto, lo faresti?-
domandai
disperata.
Un bagliore rosso si risvegliò in quel bellissimo grigio e
mi
sorrise dolcemente -Davvero
me lo chiederesti?-
-Sì,
se servisse a qualcosa, ma faresti comunque di testa tua e otterrei
solo delle bugie in più- in tutta risposta sorrise. Gli
posai le mani sul petto e mi staccai da lui -Non
hai freddo? Vestiti- replicai con tono piatto -Con
te, neanche un po’- due passi avanti e mi aveva di nuovo
avvolto le
braccia sui fianchi -Smettila,
vai a complottare con il tuo amico-
Rifiutato
e
deluso, sciolse
lentamente
l’abbraccio e si
rivolse verso l’armadio aprendolo, notai
un rivolo di sangue nascere dalla ferita. Senza dire nulla mi
avvicinai silenziosa alle sue spalle e sfilai il coltellino che
tenevo infilato nella manica. Tagliandomi il palmo. Misi la mano
sulla ferita livida, a quel contatto ebbe un brivido -Vhenan!!
no!!- urlò e tento di scostarsi, ma con
un incantesimo lo bloccai. Percepii il mana aumentare violentemente
nel tentativo di contrastarmi. Per mettere fine a quel suo
fare protettivo nei miei confronti,
attraverso la ferita gli negai la sua fonte di potere, con
una mano afferrò l’anta del mobile per
sorreggersi. Io
con il braccio libero gli avvolsi la vita da dietro per sostenerlo
-Vhenan...-
mormorò terrorizzato. Passai in ogni vena, in ogni tessuto
sostituendo il suo
sangue con il mio
e guarendo i danni. Spinsi all’esterno il sangue corrotto che
si cristallizzò all’istante frantumandosi
a contatto con il pavimento. Gli ridetti l’accesso al suo
mana e
richiusi la ferita e la mia. Tremavo per lo sforzo nell’aver
fatto
tutto così velocemente rimanendo appoggiata a lui, le forze
vennero
meno, non pensavo fosse così devastante, scivolai in
ginocchio -Ora
direi che...- venni afferrata per le spalle con forza. Era oltremodo
furioso e terrorizzato -Sei
impazzita!? Ti avevo pregato di non farlo!- urlò -Direi
che a stupidaggini siamo pari...- sussurrai e non riuscii a restare
sveglia.
-Smettila
di agitarti! Sta bene e anche tu, non ti ha guarito, ma ha
annientato
il problema.
Non avevo mai visto una cosa del genere e soprattutto ti ha fregato.
È proprio la donna giusta per te, da’len-
Un
ringhio -Non
scherzare!-
Banal’ras
ridacchiò -Vi
lascio soli e calmati se non vuoi essere picchiato da quanto sei
nervoso, deve
riposare-
non so come si era accorto che ero sveglia e udii la porta aprirsi e
richiudersi. Il materasso affianco a me si mosse e il mana di Solas
mi avvolse protettivo e una mano grande e calda strinse la mia.
Percepii il suo respiro vicino l’orecchio -Non
lo fare mai più- e mi
abbracciò -Se
no cosa mi fai?- lo sfidai -Ho
preso le mie precauzioni, come tu starai prendendo le tue quando te
ne andrai...- mi strinse contro di lui. Aprii gli occhi, invece lui
teneva chiusi i suoi, osservai quei magnifici tratti del viso
così
particolari e
tesi, non
si era ancora
messo una maglia -Prenderai
freddo-
-Non
con te- mormorò e in effetti era bollente -Come
ti senti?- mi chiese
-Bene
e tu?-
-Bene,
ma non dovevi farlo!- un ringhio sommesso vibrò dal petto
largo
contro il mio seno. Sorrisi -Ti
amo anche io. Ora hai
ancora
più tempo,
purtroppo
dubito di
aver tolto tutti i residui...-
restò
per parecchio in
silenzio, pensavo si fosse addormentato -Ma…
la
maglia beige...-
lo interruppi -È
a lavare-
-È
sempre a lavare!?- domandò e
si mosse fissandomi rapito
-Sempre
e stai bene con tutto, a parte il tuo inseparabile zaino…-
-Ce
l’hai con il mio zaino? Devo nasconderlo prima che sparisca
anche
lui-
Ridacchiai
-Lavalo,
magari acquista un aspetto meno trasandato-
-È
questo il suo scopo- replicò
orgoglioso
Lo
fissai divertita -Quando
dovevi fare l’eretico… mandalo a riposo quel
povero zaino-
-E
se lo faccio, le mie cose dove le metto?-
-Te
ne regalo uno nuovo piuttosto, non mi sorprenderei di trovare macchie
di sangue su quello di adesso-
Sbuffò
sconsolato -Zaino
nuovo?-
-Nuovo-
risposi
-Va
bene, ma per adesso quello vecchio rimane dov’è-
Sorrisi
-Non
lo tocco, ma almeno dagli una pulita, vhenan- si
rimise vicino, esaurendo le distanze tra noi il più
possibile -Non
farlo più- disse deciso -Non
prometto nulla- infatti
non mi sarei tirata indietro dal ritentare.
Rivolsi
lo sguardo al suo fianco, non presentava più un colore
violaceo, ma
ora era più rosa, anche se ancora infiammato
per il mio intervento. Appoggiai il palmo della mano sentendo che era
rovente, bisbigliai un piccolo incantesimo per dargli sollievo.
Sospirò
profondamente
e
posò le labbra sulla
pelle del mio collo -Non
farlo più, se ti perdo non so cosa farmene di questo
mondo…-
sussurrò. Restai in
silenzio -Se
mi perdi, finirai quello che hai iniziato, continuando
ad essere il mio Dio della Ribellione-
-Finché
sarà necessario, poi la fine arriva per tutti- disse
semplicemente.
Stava dicendo che… -Non
osare, sei meraviglioso, ci sarà sempre qualcuno che
avrà bisogno
di te-
-Sai
perché si pratica l’uthenera? Si è
stanchi di vivere e il mondo
non ti dà altro per cui andare avanti.
Un’eternità a cui solo tu
puoi mettere fine, non sono il primo e non sarò
l’ultimo-
-Mi
avevi
detto che gli spiriti ritornano… aspettami di nuovo- mi
strinse e
abbozzò un sorriso -Io…
io ti aspetterei...-
-Se
sopravvivo al dolore...- si alzò su un gomito e mi
accarezzò il
viso, prese
possesso
della mia bocca dolcemente insinuandosi
con la lingua. Feci scivolare una mano sulla sua nuca,
accarezzandogli un orecchio e rise contro le mie labbra -Sei
bellissimo, lo sai?- alimentai
quel suo orgoglio smisurato -Grazie,
ma tu di più- rimise le labbra contro le mie e un brontolio
insistente provenne dal mio stomaco. Mi bloccai -La
donna giusta per me e che mi ha fregato ha speso parecchie energie,
come anche il suo paziente che mangerebbe lei di baci ora-
Bussarono
alla porta e senza tanti preamboli si spalancò. Cassandra
venne
decisa verso di noi
e Solas si scostò prontamente rischiando di prendersi un
pugno -La
farai ammazzare! Tutto
perché sei un idiota!- il mio lupo non fece in tempo a
rispondere
che intervenne un’altra voce -Spirito
della Fede, aspetterei il consenso di entrare la prossima volta.
Rischi di ritrovare la tua amica alquanto impegnata-. Lei si
voltò
seccata e imbarazzata verso di lui -Tu
chiudi quella bocca! E smettila di seguirmi! Ho
un nome!- sbottò esasperata. Banal’ras si
avvicinò a lei -Le
sei fedele, è nella tua natura proteggerla- le iridi
d’ambra le
tracciarono il viso, con fare fiero la mia amica non si tirò
indietro e
lui mostrò
un sorriso che diede vita alla cicatrice -Uno
spirito ardente…- mormorò
compiaciuto, fulmineo
prese le braccia alla Cercatrice, che si ritrasse per poi reagire,
con qualche movimento calcolato l’elfo gliele
bloccò dietro la
schiena. Cassandra infuriata cercò di dimenarsi, ma
arrossì
violentemente alle parole che Banal’ras le stava sussurrando
all’orecchio.
-Togliamo
il disturbo, continuate pure- esclamò e uscirono. Poco dopo
sentimmo
qualche oggetto rompersi nella stanza affianco e ci guardammo
perplessi. -Il
tuo amico sta...- non ci credevo -La
trova molto interessante, in tutti i sensi- basita
rimisi l’attenzione sulla porta chiusa, udivo rumori di
un litigio piuttosto acceso
-Ha
un modo tutto suo di corteggiare una donna… anche se devo
dire che
quando l’ha presa a quel modo, pensavo
sarebbe
stato ucciso.
Vedere Cassandra avere quella reazione… cosa
le avrà detto?- ero curiosa. Solas rise -Non
ti preoccupare, niente di sconcio, non è il tipo. Le
avrà rivoltato
contro quello che lei gli
ha urlato poco prima, e la Cercatrice è più dolce
di quel che vuol
far intendere, e lui l’ha capito-
continuai
ad attendere
quella
rivelazione e sorrise divertito -Conoscendolo
sarà stato qualcosa tipo “chiuderei volentieri la
mia bocca con la
tua”-
-Oh…
molto
diretto… ma
avevo
capito che gli
umani
non gli vanno
a genio-
-Infatti,
ma la Cercatrice è diversa avendo uno spirito della fede.
Posso
assicurarti che sta facendo sul serio, visto che ora se lo
può
permettere- spiegò -Cosa
intendi?-
-Le
spie di Dirthamen sottostavano a regole ferree, venivano scelte tra
le migliori Sentinelle e ricevevano un addestramento particolare. Tra
le tante regole, che lo stesso Dirthamen seguiva, il coinvolgimento
emotivo era vietato. Se vieni preso e torturato, non puoi avere punti
deboli e
essere
ricattato, l’unico a
cui sei fedele è il tuo dio-
-Una
vita di solitudine...- conclusi
-Purtroppo
sì-
Yen alla fine
è riuscita a fare di testa sua! Tra tutte e due si fanno una
bella concorrenza XD Solas fa i suoi piani pazzi, che chissà
quando metterà in moto. Banal'ras l'ha risvegliato dalla
tranquillità in cui si stava crogiolando. E con
Cassandra... bhe, non so voi, ma per adesso mi sta piacendo
l'imbarazzo che la nostra spia elfica le provoca XD
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Capitolo 37 *** Capitolo 37 ***
Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche
CAPITOLO 37
Un colpo secco alla base della testa mi fece barcollare in avanti. Umiliante. Non mi capitava da anni. Mi voltai verso Banal’ras che sfoggiava un sorriso arrogante -Potete fare molto di più- disse continuando a guardarmi come se fossi un adorabile cucciolo. Passai la mano sul punto dove mi aveva colpito massaggiandomi, mi celai un’altra volta nelle ombre e passai all’attacco, senza rendermene conto mi aveva già preceduto e con un altro colpo venni buttata a terra. Non potei fare a meno di fissarlo con occhi sgranati, come faceva?
-Posso capire che sia più difficile a causa del Velo, ma il celarvi semplicemente nelle ombre non serve a nulla, se non nascondete anche il vostro spirito. È potente. Siete potente e la vostra presenza si nota ancora prima della vostra forma fisica- mi porse la mano aiutandomi ad alzarmi
-Solas mi ha raccontato che in un momento di ira verso di lui, vi siete celata perfettamente, non penso gioverebbe urlarvi contro però- scherzò.
Abbozzai un sorriso -Urlare? Chi ha detto che urlo?- fulminea replicai il colpo che aveva subito il mio lupo, agganciai un piede alla sua caviglia e tirai. Barcollò mantenendosi in piedi con difficoltà e ridacchiò -Capisco, lo tenete impegnato- si rimise dritto e divertito per quella dimostrazione
-Riproveremo domani notte, una volta che sarete in grado di farlo qui, non dovreste avere problemi- chinò leggermente il viso con un sorriso.
Tenni gli occhi chiusi e strofinai i piedi contro le lenzuola toccando quelli di Solas, in risposta infilò una gamba tra le mie e posò un braccio sulla mia vita.
-Com’è andata?- sussurrò dolcemente, mi sporsi meglio verso di lui appoggiando la testa sulla sua spalla -Poteva andare meglio e ha scoperto che quando mi arrabbio non tendo ad urlare- ridacchiò sommessamente e passò le dita tra i miei capelli accarezzandomi. Mi stava coccolando e scaldando, questo non mi aiutava a rimanere sveglia -Mi fai riaddormentare così...- mi baciò sulla tempia -È presto vhenan- con le parole mi stava dicendo di dormire, ma il suo corpo mi diceva altro. Aprii gli occhi, mi stava fissando rapito e con desiderio -L’hai fatto di nuovo...- borbottai, mi aveva tolto la camicia da notte. Mostrò un sorrisetto -Dormi ancora più profondamente se sei nella Dissolvenza, oltre a farmi vedere espressioni di ogni tipo- disse con voce profonda e senza togliermi gli occhi di dosso, affamato, aspettava soltanto il mio permesso. Decisi di tenerlo ancora un attimo sulle spine -Non so se me lo merito, non è andata così bene, forse con un incentivo imparerei più in fretta...- risalì con la gamba tra le mie fino a premere contro il mio centro strofinando con il ritmo giusto, i miei fianchi presero a muoversi da soli e gemetti più volte. Si spostò agilmente sopra di me e mi alzò le braccia tenendomele ferme, si chinò prendendo possesso della mia bocca insinuandosi con la lingua in una lunga, lenta, sensuale e rilassata esplorazione. All’improvviso si staccò lasciandomi andare e scostandosi.
Rimasi ferma di sasso, presa alla sprovvista da quella reazione. Mi dava le spalle e sembrava intenzionato ad alzarsi, mi misi velocemente seduta e lo abbracciai da dietro, aderendo con il seno alla sua schiena -Ehi… dove vai?-
-Ti ho dato l’incentivo- disse con tono divertito
-Ma…- sorrisi per poi ridacchiare, scesi con la mano verso il suo desiderio, al mio tocco gemette e continuò a spingere il bacino contro la mia mano che lo accarezzava. Bloccò il movimento prendendomi dal polso, si girò verso di me e passò il braccio intorno alla mia vita tirandomi sopra di lui. Sedendomi a cavalcioni e unendoci l’uno con l’altro, lasciammo entrambi sfuggire un lamento di piacere che accolse nella sua bocca coprendo la mia. Passai le braccia sopra le sue spalle, mise le mani sui miei fianchi per accompagnare i movimenti lenti e profondi. -Ecco- mormorai e strofinai il naso contro il suo orecchio -Così-. A quell’incoraggiamento mi strinse di più a lui, avvolgendomi i fianchi con un braccio e l’altra mano affondandola nei miei capelli alla base della nuca aumentando il ritmo. Ogni forte spinta intensificò la voglia che avevo di lui, diventando liquida. Era così bello, così bello. Mi aggrappai con urgenza al mio lupo e non vidi più nulla.
Ritornai cosciente, premette con possessività la nostra unione seguita da un ringhio profondo e lasciandosi andare dentro e contro il mio corpo. Presi tra le labbra il lobo dell’orecchio leccandolo per poi scendere subito sotto baciando con tenerezza la pelle fino all’incavo del collo, ripercorrendo poi la stessa linea di baci a ritroso gli sussurrai -Ar lath-. Dopo quel minuto di quiete mi avvolse con le braccia e si stese sul letto portandomi giù insieme a lui, rimanendo piacevolmente dentro di me. Infilai la testa nell’incavo del suo collo, iniziò ad accarezzarmi la schiena e affondò il viso nei miei capelli -È andata così male?- domandò curioso
-No, ho solo bisogno di capire come funziona, ma mi guarda come una bambina...- uscì dal mio corpo e sospirai con delusione -Ma è un comportamento stupido il mio, mi passerà… ho da imparare molto da lui-.
Stavamo rivedendo quasi completamente il mio modo di combattere e mi stava insegnando tecniche a cui non avevo mai pensato adattandole alle mie nuove abilità. Mi aveva detto che ero troppo abituata a non far uso della magia e non andava bene, la usavo con naturalezza, ma non era abbastanza, non per arrivare ad uccidere un Evanuris. Come aveva detto Andruil in quel ricordo, sono una bambina. Imparavo in fretta, ma sarebbe stato abbastanza per proteggere le persone che amavo?
Scese con entrambe le mani verso il mio sedere massaggiandolo -Solas...- avevamo appena fatto l’amore, ma se faceva così non ne avrei mai avuto abbastanza di lui. In risposta mi baciò sulla fronte -Arriva Leliana oggi?- mormorò
-Sì...-
-E intendi metterli al corrente delle tue intenzioni- affermò
-Glielo devo dopo tutti questi anni passati insieme, non posso farli combattere per una causa diversa che non sia l’Inquisizione se non vogliono-
Risaliva e scendeva con le mani calde accarezzandomi lentamente -Vhenan...- lo implorai, il mio cervello si rifiutava di collaborare! Si fermò avvolgendomi la vita con le braccia -Dubito ti negheranno il loro aiuto, ti vogliono bene-
Sorrisi -E io ne voglio a loro, ma anche le follie hanno un limite...-
-Davvero?- domandò divertito, alzai il viso e lo guardai -Non prendere in considerazione i parametri di follia che ho io con te, amore mio- ridacchiò e si girò tenendomi stretta per poi sovrastarmi. Le iride grigie brillavano emozionate e non potei fare a meno di sorridere, distolse l’attenzione spostandola alla finestra, ne seguii le sguardo -Terribilmente presto- mormorò. Il sole iniziava a malapena a rischiarare il cielo ancora coperto per buona parte di nuvole -E moriremo di umidità se non smette di piovere...- aggiunsi. Le sere erano fredde, ma di solito c’era un caldo atroce durante la giornata, l’acqua che evaporava non aiutava. -Visto? I vestiti non servono. Dormiamo ancora- risi per quella constatazione, si mise da parte a me e lo osservai, era più sereno da quando l’influenza del Lyrium rosso era diminuita, speravo sarebbe durato il più possibile.
Seduta sul divano stavo porgendo dei fogli che avevo già letto a Solas, ma non venivano presi. Alzai lo sguardo da quello che stavo facendo, ed era concentrato su altre pergamene. Completamente assorto su quello che stava studiando, abbassai la mano comprendendo che la mia speranza che li prendesse fosse zero. Mi sporsi cercando di sbirciare cosa lo interessasse tanto, uno schema formato da cerchi concentrici dorati che si intrinsecavano tra loro, varie annotazioni in una lingua che non riconoscevo, solo qualche carattere era familiare. -Che cos’è?- chiesi curiosa, non si mosse e non dava nessun segno di aver sentito. Sospirai, va bene, ricevuto, è roba super importante, mi stavo per eclissare al mio posto, quando mi prese la mano intrecciando le dita con le sue, portandosela alla bocca e posando un bacio, sorridendo poi lievemente -Ir abelas, sono delle informazioni che credevo ormai perdute, ma Banal’ras ha i suoi metodi e sono in nanico antico, non proprio semplice come lingua-
Nanico? -Ma quante lingue sai?- ero basita, ero sicura conoscesse bene anche il Qunlat. Ridacchiò per il mio tono di voce sconvolto -Abbastanza per conoscere ogni volta il nemico-
Rimasi affascinata da quel ragionamento -Gli elfi hanno fatto una guerra contro i nani?-
Alzò il viso fissandomi -Per un periodo, poi si è giunti a degli accordi commerciali, dopo hanno cercato di proteggere i Titani rendendosi conto per primi cosa stavamo causando. Hanno un collegamento con la pietra molto profondo, si affievolisce se ne stanno lontani per anni, ma non scomparirà mai del tutto. In cambio non possono avere nessun legame con l’Oblio, questo è sempre stata una nostra predilezione- spiegò e rimise gli occhi sullo schema
-Per questo chiami Varric figlio della pietra?-
-Pur che lui non ne gioisca rimarrà sempre un durgen’len, anche rimanendo in superficie. La stessa cosa vale per Sera, è nata come un elfo e nel corpo rimarrà sempre tale-
-Ti divertivi proprio a punzecchiarla...- insinuai
Sorrise -Cercavo di capirla meglio… poi che traessi soddisfazione dalle sue reazioni avverse, come negarlo?- rispose divertito -Quelle lucertole...- borbottò infastidito al ricordo di essersele ritrovate nel letto.
Ridacchiai e cercai di sfilare la mano, ma posò ancora le labbra morbide sulle mie dita, lo lasciai fare -Hai un buon profumo...- sussurrò, abbozzai un sorriso -Non ti piace quello che stai studiando...- in risposta mi baciò il palmo fino a scendere sul polso. Le guance si scaldarono e lanciai uno sguardo furtivo e imbarazzato verso Banal’ras che per fortuna non ci prestava attenzione essendo impegnato con Cassandra. Districai la mano dalla sua presa e sfoggiò un sorrisetto, fissai quelle pergamene, aveva evitato di darmi una risposta.
Lo lasciai ai suoi piani e guardai la Cercatrice affilare la spada con una cote, attenta non prestava nessuna attenzione alla spia elfica che con non so quale coraggio gli si era seduto affianco e le parlava. Non si faceva nessun problema a sfidarla in continuazione. Lo vidi allungare una mano direttamente sulla lama, Cassandra seccata se la rigirò in mano per sferrare un fendente che non arrivò mai a concludersi. Il filo della spada era stato preso in pieno dal palmo aperto della mano dell’elfo che rimaneva serio e quasi indifferente, chiuse la presa sul metallo. Dopo il primo attimo di sorpresa la mia amica cercò di sfilarla, ma anche se tirò con forza non ottenne nessun risultato. L’elfo le disse qualcosa, lei lasciò l’elsa infuriata e se ne andò decisa, fino a rivoltarsi verso di lui quando disse altro. Perplessa lo fissava, percependo i miei occhi con lo sguardo mi fece capire di seguirla. Rivolsi l’attenzione alla spia che aveva piantato con un movimento sapiente la spada a terra, degli incantesimi si stavano legando al metallo. Mi alzai raggiungendo Cassandra sul balcone che restava appoggiata alla ringhiera esasperata. Sentendomi si rivolse verso di me -È… che Andraste mi aiuti!! Resterà qui ancora molto?- sospirò profondamente -È impossibile!! Anche prima è arrivato a darmi delle informazioni un altro Cercatore e si è intromesso!- avevo notato in effetti la scena, vedendo però quello che la mia amica non si era minimamente accorta in nessuno dei due uomini. Dovevo purtroppo dire che fosse negata in queste questioni. Comunque Banal’ras aveva rimesso in riga un uomo fatto e finito, che fissava la mia amica con interesse, come se fosse un ragazzino, marcando il suo possesso sulla Cercatrice che non aveva notato nulla. Mi passai una mano fra i capelli -Non posso affilare neanche la spada che ha qualcosa da ridire!- si appoggiò con la schiena alla ringhiera e incrociò le braccia -È così...- borbottò -...idiota- concluse neanche tanto convinta. Abbozzai un sorriso e le feci cenno di seguirmi all’interno. Banal’ras era sparito, in cambio la spada di Cassandra restava per magia in verticale da sola, rifletteva un’aurea particolare, non era sicuramente più del semplice metallo.
-Cosa…?- mormorò
-Bella, vero? Penso sia un regalo- le dissi
Non ottenni risposta e mi voltai, si stava guardando intorno ed era arrossita lievemente. Si avvicinò e la prese dall’elsa, sprigionando così un lieve bagliore -È… un idiota...- sussurrò commossa da quel gesto inaspettato.
-Ne convengo- rispose Banal’ras alle sue spalle, lei sobbalzò seccata per essere stata presa in flagrante e strinse le labbra tra loro. Abbassò lo sguardo verso la mano dell’elfo che gli stava porgendo il fodero anch’esso incantato -Ho sistemato anche questo, se non lo avessi fatto si sarebbe squarciato, non svolgendo la sua funzione di protezione e sostegno. Ora è adeguato ad accoglierne la lama- spiegò sicuro di sé. Non sapevo se ero io che notavo doppi sensi dove non ce n’erano e mi limitai a fissare Cassandra che rossa in viso prese il fodero -Grazie...- borbottò. Lui sorrise e si concesse il piacere di esaminare velocemente la figura della Cercatrice -È stato un onore, Cassandra Allegra Portia Calogera Filomena Pentaghast-
La mia amica si bloccò persa e anche io. Si era informato su di lei? Probabile lo stesse facendo su tutti. Cassandra mostrò una smorfia e si stava per allontanare, ma lui fece un passo in avanti fermandola da un braccio e sfilandole la spada dalle dita. Gliela posizionò di fronte e fece scorrere un dito sul piatto della lama, dove era incisa un’iscrizione che non riuscii a leggere.
La Cercatrice ne fissava sconvolta la scritta e divenne furiosa -Non ne avevi il diritto!- ringhiò. Non capii la reazione e mi feci più vicino, in parte era scritto in elfico, ma un nome era riconoscibile “Anthony Pentaghast” suo fratello. Lessi per intero e le posai una mano sul braccio per calmarla
-Guida la mia mano. Calma il mio spirito. Portami nel tuo cuore- tradussi l’omaggio. Senza volere una risposta Banal’ras gliela diede con un inchino e si diresse con passo deciso verso la finestra, cambiò forma in corvo seguito da una nuvola di fumo nero e spiccò il volo oltre la ringhiera. La mia amica strinse con forza l’impugnatura della spada e il suo fodero, per poi fissarne la scritta e rinfoderarla. Sospirò profondamente e lanciò un’occhiata al balcone -Quando torna...- aspettai una conclusione della frase, ma nulla -Cosa?- negò con la testa e abbozzò un sorriso -Niente...- disse pensierosa e confusa e se ne andò nella sua camera.
Percepii alle spalle una presenza -Il tuo amico non sta esagerando?-
-Che amico?- rispose Banal’ras
Che velocità, era già tornato, mi voltai fissandolo severa -Non pensi che sia un po’ troppo? Lasciale almeno il tempo di conoscerti!-
Sorrise -Il problema è proprio il tempo. Io ne ho all’infinito e lei limitato, ed essendo umana non posso neanche sperare che con la caduta del Velo cambi qualcosa. Ma la domanda giusta è: cosa sto facendo, giovane Mythal?- rimasi basita presa in contropiede, non sapevo cosa dire. Notai nelle iride ambrate un barlume di tristezza -Qualcosa che non avrei neanche dovuto pensare- si rispose da solo con un filo di voce e mi ignorò andandosi a sedere da parte al mio lupo.
Cosa voleva dire?
Arrivò la sera e con essa anche Leliana, stanca avevamo rimandato le cose serie al giorno dopo.
Ora stavo imbarcandomi in una partita a Grazia Malevola all’ultima moneta, mancava solo Josephine e sarebbe stato un evento che in pochi avrebbero mai assistito. Rimaneva in gioco Solas, Banal’ras, Leliana ed io. Cassandra si teneva a debita distanza dalla spia elfica, Dorian aspettava che anche io venissi buttata fuori, ormai con le tasche vuote, da quei mostri. Avevo arrancato non poco per arrivare fin lì, ma qualunque miraggio di vittoria era stato elegantemente massacrato.
Alzai lo sguardo dalle mie carte coperte sul tavolo, fissando il mio lupo che mi elargì un sorrisetto del tutto soddisfatto e arrogante. Banal’ras e Leliana avevano discusso apertamente del mio programma di allenamento, su questo si era creata un’alleanza che mi poneva all’orizzonte giornate in cui avrei in tutti i sensi sputato sangue. Alzai un angolo delle mie carte. Capolinea. Facevano schifo e non dovevo darlo a vedere, peccato che avere davanti loro tre che avrebbero fatto tremare tutta la corte di Orlais non aiutava la mia mimica facciale.
-Tutto bene, vhenan?- chiese innocente Solas
-Lethallin su quanti fronti vuoi giocare? O non hai intenzione di lasciare questa stanza per questa notte?- mi precedette Banal’ras tranquillo, ma anche divertito nel vedere il suo allievo stuzzicarmi. Fissai la spia elfica, con un cenno del viso e di una mano lo indicai e guardai Solas, senza dire una parola. Aveva già detto tutto lui per me. In risposta il mio lupo ridacchiò e mi beai del suono di quella risata che adoravo e dei tratti del viso per una volta rilassati e non segnati dalle solite preoccupazioni che erano state accantonate almeno per il momento.
-Non lo sottovaluterei, è estremamente bravo a far infuriare sua moglie, esplosioni catastrofiche a parte- appuntò Leliana. Mi venivano rubate le parole di bocca, la indicai acconsentendo al ragionamento -Bene, non potrei essere più che d’accordo, ma vi state divertendo a tenermi sulle spine!- sapevo che stavo per essere buttata fuori, alla mia affermazione Solas sorrise di nuovo, gli altri due abbozzarono un sorriso furbo. Vennero svelate le carte. Io ero morta. Il mio lupo e Usignolo tentennarono, ma rimasero in partita senza gravi perdite. Banal’ras era estremamente pericoloso anche ad un semplice gioco.
-Devo complimentarmi con voi, avete già una vasta esperienza anche se siete così giovane- disse l’elfo puntando le iride ambrate sulla ex mano sinistra della Divina.
Sorrise -Me la cavo- si sporse verso la Cercatrice che le stava seduta affianco -Potresti andare a prendere un’altra bottiglia?- Cassandra si alzò e Leliana mi fece cenno di sedermi al suo fianco, ubbidii guardandola confusa. La nostra amica tornando si ritrovò un attimo spiazzata trovandomi al suo posto e dovendo sistemarsi al mio, contrariata essendo proprio vicino alla spia elfica. Notai in quell’istante, quello che aveva sicuramente visto dalla sua postazione Leliana, a cui io sapendolo già non facevo caso. Continuarono a giocare e Banal’ras perse parecchio in modo insolito, non sembrava più interessato o concentrato a vincere come lo era stato per tutta la serata. Tenne comunque duro e Leliana perse ritirandosi -Onorata e sbalordita dalla vostra freddezza mentale- si complimentò con un sorriso.
Banal’ras la fissò curioso -Si nota così tanto?-
-Abbastanza, ma vi viene naturale, come a Solas e Yen- spiegò calma. Tirati in causa ci fissammo e sorrisi, talmente naturale che come potevi farci caso? Ogni movimento che Solas faceva, istintivamente e senza rendermene conto io lo seguivo con gli occhi e lui faceva lo stesso con me. Banal’ras seguiva Cassandra con lo sguardo e avendogliela fatta sedere proprio di fianco, lo aveva reso nervoso oltre che impreparato.
L’elfo ridacchiò e si rivolse a Solas -Quindi lethallin, siamo rimasti noi due. Farei diventare la partita un po’ più impegnativa, dopotutto è simile a quello che giocavamo noi e che andava tanto di moda a corte- dicendo ciò tirò fuori da una tasca una bottiglietta posandola sul tavolo, la fissammo tutti confusi e attenti.
-Dove sei andato a recuperarla?- domandò il mio lupo prendendola in mano e osservando il liquido all’interno lievemente scettico
-Scorta personale- spiegò semplicemente -Ci stai?-
Solas rimase assorto a fissare il liquido, sospirò e quando alzò il viso vidi preoccupazione. Che cos’era? Volevo saperne di più e avrei voluto che si divertisse, non che anche in uno stupido gioco dovesse camminare sul filo del rasoio! Strinsi un pugno scocciata e lanciai a Banal’ras uno sguardo seccato che ignorò.
-Cosa vuoi sapere?- chiese il mio lupo con altrettanta calma
-Lo sai, da’len-
-E se vinco io?-
-Naturalmente spetterà a me berla-
Mi intromisi scocciata di tutto quel mistero -Cosa contiene?-
Solas mise l’attenzione su di me con un mezzo sorriso -È un liquore particolarmente potente, fatto con una variante di radice elfica reale che non esiste neanche più. Ne basta poco e anche un qunari come Bull abituato a bere il Maraas-lok diventerebbe ubriaco, oltre a rivelare qualunque cosa gli venga richiesto- riguardai con un lieve intento assassino la spia elfica.
-Lo bevo io- dissi di getto, voleva avere informazioni su di me, non avrei fatto pagare la sua curiosità al mio compagno
Banal’ras sospirò -Se lui è...-
-Non se ne parla- disse Solas deciso senza volerne discutere
-Ma...- stavo per lamentarmene e mi lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche. Lo fissai sorpresa e contrariata -Anche dopo passato il periodo di euforia, viene tenuto in circolo dall’organismo per mesi. Una donna non deve bere questo liquore-
Rimasi scioccata per quella distinzione di genere -Bene, accetto- disse al suo mentore senza aspettare una mia eventuale risposta
-Giocando su più fronti e con il fuoco con cui sai ti scotterai...- mormorò Banal’ras -… interessante- dette le carte ad entrambi lasciando tra di loro quel commento a cui il mio lupo non dette peso, come se non avesse detto nulla. Lo fissai concentrato a non lasciar trasparire nessuna espressione e sospirai rassegnata. Dubbi, sempre dubbi. Cose non dette, segreti, omissioni e le sue follie. Come faccio oltre che a odiare, ad amare questa parte di lui? Anche quando mi ferisce direttamente, sono sempre qui per lui.
-Che sia saggio?- domandò Banal’ras
-Non lo so, ma più sicuro, sì. Anche meno stressante, senza nessun dovere-
Non ho la minima idea di che stessero parlando.
-E se non verrà?-
-Si vede che dovrà andare così. Nessun obbligo o pianificazione, non su una cosa del genere-
-Stai decidendo tu-
Altre carte, e Solas era lievemente in vantaggio -In parte, pagherò al momento-
Ridacchiò -Pagherai?- mi lanciò uno sguardo fugace -Forse-
Ma di che diavolo… centravo io!? Mi alzai e andai dietro a Solas, abbassandomi e passandogli le braccia intorno al collo e posando la guancia contro la sua. Si irrigidì un attimo per poi rilassarsi.
-Lo distraete Mythal- replicò divertito
-Come state facendo voi, spero di essere più piacevole- a quelle parole il mio lupo girò il viso verso il mio e posò le labbra sulla mia pelle sussurrando -Piacevole, ma non so se corretto-
-Come tutta la scommessa- ribattei in un altrettanto sussurro
-I due colombi stanno tubando- e Dorian portò una mano al suo orologio da taschino osservandolo -Di solito probabilmente siete già al massimo delle effusioni-
Abbozzai un sorriso -Ma in effetti stavo andando in astinenza e la tua vicinanza rincarava la frustrazione amico mio- Solas ridacchiò come tutti gli altri -Eh… il mio fascino fa questo effetto- rispose Dorian stando al gioco -Mi trovi più che d’accordo- e lasciai un lieve bacio sulla guancia del mio lupo.
Banal’ras ci osservava entrambi con un sorriso che si estendeva anche a quelle iridi di falco -Lo devo dire, in un altro mondo sareste stati al centro delle attenzioni per anni e ricordandomi del Solas più giovane avreste dato parecchi grattacapi insieme, non che lui da solo non ne desse abbastanza a Mythal- a quelle parole il mio sguardo verso di lui si ammorbidì
-Volete dire che non teneva sempre quella faccia?- rimbeccò Dorian basito
Vidi gli altri sghignazzare e Solas assumere un cipiglio sconsolato -Ho avuto anche io i miei anni spensierati-
-E meno male, se no saresti veramente preoccupante- concluse il mago del Tevinter
Ridacchiai di nuovo e la spia elfica aggiunse -È passato da un estremo all’altro però, lo confermo-
-Non si può sempre avere tutto- replicò il mio mago
-Vero, e se avessi incontrato prima tua moglie, ora non so se sarebbe tale. Questi millenni ti hanno reso tutto sommato calmo-
Sorrisi divertita e strofinai la punta del naso contro la guancia di Solas -Non so Banal’ras, penso non me lo sarei lasciato comunque sfuggire… Ho avuto modo di vederlo con quella sua chioma castana ramata ed è terribilmente affascinante- percepii gli occhi dei miei amici fissarci esterrefatti e risi di gusto
-L’hai visto con i capelli?!- esclamò Dorian scioccato
-Non posso negare che sia curiosa- disse Leliana
-Castano ramati?- replicò Cassandra
-Oh sì, gli arrivavano fin sulle spalle, aveva un bel seguito a causa di quella chioma- dette il colpo di grazia Banal’ras
Continuai a ridere e Solas guardò male il suo amico -Un bel seguito?- ripeté lui
-Già, che poi fosse per il tuo aspetto o per il tuo retaggio nobile, o entrambi, i passatempi non ti mancavano-
Continuò a guardarlo male e un lieve rossore colorò la punta delle orecchie, lo trovai troppo tenero e se fossimo stati da soli, avrei ceduto all’istinto di mordicchiarne il bordo -Ora non verrai a dirmi che il fatto che Anaris mi avesse tirato quel pugno fosse lecito-
-No?-
Sospirò -Lo sai benissimo che era stato tutto un malinteso… fenedhis… Andruil non mi ha lasciato stare per almeno un secolo- borbottò scocciato
-Non faccio fatica a crederlo- dissi, la sola reazione che avevo visto in quel ricordo non ammetteva dubbi
-Altri aneddoti? Quindi Solas, ti davi da fare? Non lo avrei mai detto- disse Dorian, alquanto interessato
Il mio lupo alzò gli occhi al cielo e poi rimise l’attenzione sul gioco -Ero giovane, tu non mi sembri molto tranquillo-
-Ah… no, ma io non ho tutti gli anni che hai tu. Yen come…- alzai una mano fermandolo, capendo in anticipo dove stesse andando a parare e risi -Mi valgo della possibilità di non rispondere in questa sede- scherzai e il mio lupo mi lanciò un’occhiata perplessa, posai le labbra sul suo orecchio -Non riferirò delle tue fantastiche prestazioni a Dorian- sussurrai.
Sorrise divertito e si rivolse verso Banal’ras -Sicuro che serva questa roba? Stai già rivelando i miei segreti a tutti-
L’elfo abbozzò un sorriso -Penso che abbiamo finito- e fece scorrere sul tavolo le carte rivelandole così che le potessero vedere tutti. Dorian si lasciò andare ad un fischio -L’ho detto io che è un mostro- purtroppo erano estremante buone e sibilai in protesta.
Solas rivelò le proprie che però non tenevano il confronto anche se per poco -Mi dovrai spiegare un giorno da dove ti viene tutta questa fortuna- insinuò il mio lupo serio. Li fissai entrambi e Banal’ras non faceva una piega, mi venne però il dubbio che non giocasse correttamente.
-Vi lascio per stasera- disse Leliana alzandosi, Dorian e Cassandra seguirono il suo esempio dando la buonanotte.
Fulminea mi allungai sul tavolo prendendo la bottiglietta e schivando la mano di Solas che aveva cercato di fare lo stesso. Gli posai l’altra mano sul petto per evitare che si alzasse e gli sedetti in braccio, tenendo fuori portata quel liquido -Prova a berla e passerai più di una notte sul divano- lo sfidai decisa fissando le miei amate iride grigie in cui vedevo una strana agitazione -Basta che tu non la bevi- replicò con una durezza che poche volte avevo udito nei miei confronti, a rafforzare il concetto avvolse un braccio sulla mia vita stretto e in modo protettivo.
Banal’ras iniziò a ridere -Sì, confermo. Avreste fatto parlare di voi per parecchio, soprattutto tu dal’en, nessuna delle sue conoscenze avrebbe osato rivolgersi in questo modo al Temibile Lupo-
Le labbra di Solas si posarono sul mio collo dove poi strofinò il naso -Avrebbe potuto farlo anche durante il grande ballo ad Arlathan e non me ne sarebbe importato nulla. Se anche lo stesso Elgar’nan avesse avuto da dire qualcosa, non mi sarei tirato indietro- replicò con un tono autoritario che non usava quasi mai
-Scatenando così anche più di un duello per tutta la serata per proteggere la sfrontatezza della tua compagna-
Solas sorrise arrogante -Come se non succedesse ogni volta, anche per delle sciocchezze. Dare prova della propria potenza e convinzioni era la regola, e buon modo per intrattenere gli ospiti. Fare sfoggio del potere che lei ha su di me, avrebbe potuto essere solo causa di stupide gelosie e mettere in evidenza che mi ero legato a lei definitivamente- mi baciò di nuovo dolcemente sulla pelle -Ne sarei stato estremamente orgoglioso- concluse sfrontato e soddisfatto. Voltai il viso per osservarlo, e l’umile apostata era stato sostituito completamente dall’uomo nobile che sapeva di poter aver quello che voleva, quando voleva. Non dubitavo che in un mondo differente avrei conosciuto di più questa parte di lui che il mago che studiava gli spiriti da solo nei boschi.
-Perchè non farle vedere Arlathan, lethallin? La tua compagna è curiosa, noi avremmo potuto chiamarla casa e anche se a lei sarà completamente estraneo siamo dei somniari di tutto rispetto per far rivivere una serata- propose Banal’ras
Solas lo studiò assorto -Bene, vediamo dove vuoi andare a parare-
L’elfo ridacchiò -Il mio obiettivo è sempre quello, cambiare il campo di gioco e renderlo più interessante è un ottimo svago-
Senza ulteriori indugi venni sollevata di peso -Ehi! Ehi! La ferita!- esclamai di colpo
-La ferita sta benissimo e anche il mio umore per adesso. Ti avviserò se le cose cambiano, vhenan- rispose sicuro di sé e con tono dolce. Venni portata in camera e mi lasciò scendere da quell’abbraccio -E ora?- domandai ancora perplessa per la piega che aveva preso quella discussione.
-Ora, dormiamo, sempre che non ti voglia rilassare prima- insinuò malizioso. A quelle parole mi fermai dal togliere la giacca di pelle con noncuranza e la sfilai più decisa lanciandogliela addosso. La prese al volo con una mano divertito -Il resto dovrai togliermelo tu Temibile Lupo- si avvicinò senza farselo ripetere e gli posai le mani sul petto -Prima una cosa, c’è qualcosa che dovrei sapere o aspettarmi nel sogno?-
Rifletté un attimo -Bhe, avrò un bel seguito...-
-Quindi cercherò di non ucciderti. Chiaro- scherzai e feci scivolare le braccia intorno al suo collo tirandolo verso di me.
Musica, chiacchiere diversi elfi vestiti in sete di oro e argento che si aggiravano nella grande sala da ballo. I servitori che si distinguevano a causa dei Vallaslin, offrivano calici di vino e ne accettai uno per non sentirmi ancora più fuori luogo. Intanto mi detti un’occhiata: un vestito blu notte che cadeva perfettamente, lasciando intravedere con uno spacco un rivestimento in delicate decorazioni in argento che si estendevano fino alla caviglia destra, una sorta di leggera armatura in quel metallo prezioso. Stessa cosa era stata estesa anche al braccio destro che dalla spalla, dove si ricongiungeva al vestito, continuava fino al mano. Il braccio sinistro veniva coperto dalla stoffa morbida nascondendo le cicatrici, sorrisi per quell’accortezza così premurosa.
Mi osservai in giro, ma non notai Solas, né Banal’ras, anche se quest’ultimo dubito l’avrei visto se non avesse voluto, si celava perfettamente quando non cercava neanche di farlo, figurati in mezzo a tutte queste persone. Decisi di avviarmi in mezzo alle gente che si era divisa in gruppi più o meno numerosi, non facendo caso agli occhi che più o meno sfacciati mi fissavano, cercai il mio lupo, finché delle risate non mi attirarono verso un tavolo gremito di gente. Aguzzando la vista e l’udito ci girai attorno in cerca della mia preda, notando infine una chioma di capelli castano ramati e il mio viso affilato che rideva insieme ad altri nobili, e come mi aveva avvisato con un bel seguito. Diverse elfe stavano al suo fianco cercando di attirarne l’attenzione che lui non ricambiava, per mia gioia. Avevo gli occhi e ci vedevo bene, non avrei mai potuto negare che non fossero delle belle ragazze, con abiti molto costosi che le donne orlesiane avrebbero sicuramente invidiato anche se lo stile era del tutto diverso. Per quel che mi riguardava io non avevo mai dato molto peso a quel genere di cose e in quel momento, anche se tutto un sogno, l’abito migliore e più bello lo indossavo io, visto che l’aveva scelto proprio lui per me. Restai in disparte a fissarlo, non volevo mischiarmi con le altre e mi stavo godendo la vista del suo modo di fare simile, ma molto più marcato di quanto l’avevo visto al Palazzo d’Inverno, dove si era limitato ad osservare e bere. Ora rideva, parlava e giocava a carte, gli altri in sua vece non si comportavano come suoi pari, ed era tutto sommato evidente che lui fosse un Evanuris, c’era sempre una sorta di riverenza nei suoi confronti. Lui era vestito di nero e con dei fili d’argento a scriverne diverse decorazioni su quel tessuto, con la pelliccia di lupo a coprirgli la spalla. Decisamente spensierato e tranquillo alzò lo sguardo verso la folla che si stava aprendo per lasciar passare Andruil, che si chinò verso di lui chiedendogli qualcosa. In risposta negò e la salutò con un cenno. A quel rifiuto calò un silenzio piuttosto teso che scemò quando alquanto offesa la Dea della caccia aveva tolto il disturbo, in compenso vidi brillare di nuova speranza le ragazze che gli stavano attorno. Ridacchiai per quei giochetti -Mi concedete questo ballo?- arrivò alle mie spalle la voce della spia elfica, sorrisi e mi voltai. Anche lui vestito elegantemente, ma senza nulla di particolare che ne attirasse l’attenzione -Stai lavorando?-
Annuì con un cenno del capo -A questi eventi io lavoravo sempre, dal’en. Non sapete come approcciarvi?- domandò curioso. Mi voltai a riguardare Solas -È un sogno, non mi preoccupano più di tanto le mie azioni, vederne le conseguenze sarà però interessante- risposi divertita e mi avvicinai a lui senza urtare nessun elfo, o pretendendo che si spostassero in modo scenografico come aveva fatto Andruil, mi avrebbero visto a cose fatte. Scivolai alle spalle di un elfa tutta intenta a mangiarselo con gli occhi e gli sedetti in braccio. Si levò un altro silenzio di tomba, quando qualcuno alzandosi in piedi al di là del mio campo visivo urlò -Questo è inaccettabile!-
Solas senza dargli peso e alquanto divertito avvolse un braccio sulla mia vita e girando il viso verso il suo si impossessò della mia bocca. Quel brusio che era nato, cadde di nuovo in un assoluto silenzio sconvolto. Staccandoci per riprendere fiato, mi accostai al suo orecchio -Mi hai piacevolmente distrutta, vhenan- infatti ero caduta in un sonno molto soddisfatto. Ridacchiò e alzò una mano verso la folla -Signori, calma, è la mia compagna, passeremo la notte qua nelle mie camere- non so bene cose intendesse a parte che avrei condiviso il letto, ma erano tutti turbati dalla piega che aveva preso la serata, alle nostre spalle qualcuna delle ragazze iniziò a piangere per poi scappare.
-Vi presento Yen Lavellan. Mythal non ha ancora diffuso la notizia per mia richiesta affinché potesse sistemarsi tranquillamente a Tarasyl’an, senza avere subito le responsabilità nel divenire mia moglie ufficialmente- spiegò sereno
-Gli anelli del legame lo confermano- rispose un elfo con degli occhi di ghiaccio -Mi sembrava però che avessimo accordi diversi- più di una persona brontolò qualcosa di simile.
-Accordi signori? Non ho mai detto che avrei sposato qualcuna delle vostre figlie, anche se sono state entusiaste della mia compagnia- che adorabile bastardo, mi limitai a guardarlo con un “ah sì?” si scatenò un putiferio, alcuni risero, altri se ne andarono piccati per quell’offesa.
Banal’ras si sedette in uno dei posti lasciati liberi -Questa se la sarebbero ricordata per secoli lethallin, ma non l’hai mai fatto vero? Che peccato...- disse alquanto deluso
-Suppongo che sia vero però...- dissi fissando il mio lupo che mi mostrò un sorriso sfrontato -In poche parole saltavi da una ragazza all’altra...- venni zittita da un suo dito sulle labbra -Non proprio, come avrai visto avevo una bella folla qua alle mie spalle, io non facevo nessun accordo, ma mi bastava scegliere. Se si aspettavano qualcosa in cambio, avevano sbagliato persona e poi non avevo relazioni serie, mai avute dopo Andruil-
Lo guardai scettica -Bhe, non oso lamentarmi della tua esperienza a letto, visto che va tutta a mio beneficio- dissi, ma non avevo voglia di approfondire quel discorso e cambiai argomento -Sulla storia della camera… è stato come se avessi lanciato un fulmine su qualche ospite...-
Ridacchiò di nuovo e posò le labbra sul mio collo leccando. Un brivido di piacere nacque e scese lungo la mia schiena -Certo, siamo nel castello reale ad Arlathan, una delle regole era che se volevi giacere con qualcuno dovevi esserci sposato, se no potevi andartene a casa. Ed essendo Fen’harel avevo delle bellissime camere che non ho mai sfruttato-
Il trambusto di prima era svanito e gli elfi avevano rivolto il loro interesse agli altri falsi Dei lasciandoci tranquilli. Decisi di affrontare l’argomento per il quale ci trovavamo nella dissolvenza, ma venni anticipata
-Quell’entrata in scena dal’en è stata meravigliosa, sicuramente hai più stile di Andruil che ogni tanto ci riprovava con lui. Ma vorrei sapere meglio cosa sei-
-È così importante?- domandai
Mi guardò assolutamente serio -È importante perché i miei Vallaslin da millenni non venivano attivati. Dirthamen è morto. Ucciso da colui che nelle vostre leggende dalish veniva definito come suo fratello-
Non mi sorprese sapere che erano sbagliate -Non era suo fratello? Cosa allora?-
-Il suo amante- si intromise Solas. Di bene in meglio, alla scoperta portai alla bocca il bicchiere che tenevo ancora in mano, peccato che non mi dette nessuna soddisfazione essendo nell’oblio.
-Che sappiate Andruil ha tradito Ghillian’nain? E come se la passavano June e Sylase? Ci manca solo di scoprire che l’Impero è crollato per dei tradimenti in amore-
-Veramente sarebbe colpa...- gli coprii la bocca con la mano -Vi stavate già massacrando tra di voi, tu hai solo dato una bella spinta-
-Grazie per la consolazione- replicò un po’ risentito
Ridacchiai e lo baciai lievemente -Comunque Banal’ras, ti sei già risposto da solo, sai come funzionano i Vallaslin, no?-
All’improvviso una mano afferrò la mia e venni tirata in piedi con forza, barcollante mi scontrai con due occhi d’ossidiana e una fluente chioma nera. D’istinto cercai di liberare la presa dal polso senza successo, fissai con odio quell’individuo che non batteva ciglio, finché non abbozzò un sorriso e lasciandomi andare schivò un mio pugno diretto sul quel bel viso.
-Ti piacciono aggressive, vero Fen’harel?- disse ignorandomi di punto in bianco, un braccio da dietro mi passò sulla vita e appoggiai la schiena al petto di Solas -Dirthamen, prova ancora a toccarla in quel modo e ti uccido- rispose lapidario
Venni osservata di nuovo con interesse da capo a piedi -I miei complimenti, bellissima e con carattere… è già al corrente dei tuoi intenti?- replicò calmo e sicuro di sé, da quando era arrivato un’aurea quieta e fredda aveva invaso quello spazio.
-Certo, ne faceva parte-
Abbozzò un sorriso -Mmm… se fosse rimasta tale, sarebbe stato uno spreco in effetti. Sicuramente è speciale, non avrei mai creduto che ti saresti legato a qualcuno, ma a una donna che hai liberato dalle catene di sangue ti si addice- guardò Banal’ras e con un cenno ci salutò andandosene, la spia elfica lo seguì subito.
-Ma che diavolo!- sbottai irritata per come ero stata trattata. Solas avvolse entrambe le braccia sulla mia vita e posò il viso sulla mia spalla -Era più simpatico in privato, non amava questi eventi, ma era costretto a parteciparvi-
Non replicai -Ma com’è che ci sono tutti questi spiriti e al nostro primo bacio ad Haven era deserto?-
Ridacchiò -Non avevo abbastanza potere, visto che l’ho usato per condurti da me. Volevi un pubblico?-
-No! No! Mi ci mancava solo quello, ero già completamente fusa di mio dopo quel gesto avventato- rise e sorrisi per poi strofinarmi il braccio sinistro all’altezza delle cicatrici, un lieve bruciore iniziava a farsi sentire. Solas notò il gesto -L’Ancora?- annuii con un cenno del viso -Allora è tempo di svegliarsi-
A quell’ultima parola ripresi coscienza, tenevo gli occhi chiusi e su tutto il corpo avevo un bel macigno. Li aprii nel momento in cui il respiro di Solas cambiò -Sei pesante, amore mio- mormorai, mi faceva piacere averlo così vicino, ma non completamente a peso morto. Si puntò sui gomiti alzandosi -Meglio?- ci eravamo decisamente impegnati, per infine crollare. Si stava scostando quando parte delle coperte vennero tirate verso il basso e un tonfo piuttosto forte si levò nel buio, non vedevo nulla -Vhenan!?- domandai un po’ preoccupata, con un pizzico di magia accesi una candela e una volta abituata a quel chiarore lo ritrovai che mi guardava dal pavimento. Non riuscii a trattenermi, risi e notai che non eravamo al centro del letto ma su un lato, continuai a ridere -Che passo falso- lo presi in giro. Mi elargì un sorrisetto e gli porsi una mano a cui si aggrappò, mi tirò con forza verso di lui, resistetti a malapena aggrappandomi con la mano libera alle lenzuola -No! No! È freddo il pavimento!-
Ridacchiò e si rimise in piedi -Sicura di essere stata cresciuta dai Dalish?-
Sospirai divertita -Sono Dalish e non amo accamparmi. Lo sai-
Ritornò a letto -Già solo da quando avevo scoperto questo, avrei dovuto farmi mille dubbi, non possono stare quei due concetti nella stessa frase!-
Maraas-lok: bevanda che si beve con Bull dopo aver ucciso il primo drago e ubriaca il nostro inquisitore
Tarasyl’an: il luogo che custodisce il cielo, Skyhold
Ciao a tutti! Che sta bollendo in pentola?XD
Banal'ras ha detto una strana frase riguado a quello che sta combinando con Cassandra...
Durante la partita a Grazia Malevola Solas e la spia elfica hanno avuto una discussione un po' contorta, idee di che stessero parlando?
Spero vi sia piaciuto anche il ricordo di una serata ad Arlathan, con la brevissima comparsa di Dirthamen! Al prossimo capitolo!
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Capitolo 38 *** Capitolo 38 ***
Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche
CAPITOLO 38
Sbattei più volte le palpebre studiando Solas addormentato al mio fianco, ero reduce da un’altra notte passata con Banal’ras ad allenarmi. Feci scorrere la mano sul lenzuolo cercando e afferrando quella del mio lupo, a quel gesto abbozzò un sorriso.
-Vorrei comprarti uno zaino-
Brontolò qualcosa senza senso -Ed ecco emessa la sentenza per il mio inseparabile compagno di avventure...- mormorò ironico
Sorrisi -Con macchie di sangue, residui di sabbia e terra da quasi ogni angolo del Thedas… non scordiamoci le varie bruciature che Vivienne ti ricorderà con piacere dovesse averne l’occasione. Fen’harel il potente Dio elfico che prende fuoco da solo...- ridacchiai al ricordo, era stata una fiammella innocua, prontamente spenta.
-Oh dei… quel bastone era orribile e ingombrante...- mormorò
-Non dare la colpa al bastone hahren, ti sei dato fuoco- e risi. Aprì gli occhi, divertito mi sorrideva -Il tuo bel sedere ha contribuito a farmi perdere la concentrazione, da’len- presi a dondolare la mano che gli stringevo -Stupido...- si avvicinò e premette dolcemente le labbra sulle mie.
-Dorian mi ha detto che oggi c’è il mercato, andiamo?- mi aveva raccontato che avveniva una volta ogni due settimane, ed era il più grande, dopotutto eravamo nella capitale. E se coprivamo le orecchie con la grande folla che si riversava nella piazza, non avremmo avuto problemi.
Sbadigliò e rimaneva a fissare il soffitto -Non penso sia una buona idea...-
Sospirai accasciandomi delusa sul cuscino -Perchè?-
-Siamo in Tevinter e ad un mercato del genere non si vendono solo oggetti- spiegò con una nota triste nella voce. A quell’osservazione, a cui stupidamente non avevo pensato, rimasi inorridita -Scusa...-
Voltò il viso verso il mio abbozzando un sorriso -Di cosa vhenan? È il tuo modo di pensare che è corretto, non dovrebbe esistere il commercio di essere viventi, non dovrebbe essere considerato normale. Sono io che dovrei chiedere scusa a loro...- concluse con un sorriso triste, gli strinsi forte la mano -Smettila di darti la colpa. Non l’hai fatto intenzionalmente e rimedieremo-
Lo sguardo si addolcì come tutti i lineamenti, per poi alzarsi a sedere -Andiamo?- ero titubante -Sicuro?- si mise in piedi tirandomi, accolsi quell’incitazione.
-Perchè non viene con voi?- mi chiese Cassandra, facendo finta che Banal’ras non esistesse, anche se era seduto all’estremità opposta del divano dove era lei. Quando possibile lo ignorava, purtroppo otteneva l’effetto contrario, la spia elfica sembrava trovarlo divertente.
-Perchè non voglio interferire in quello che è evidentemente un appuntamento- replicò Banal’ras tranquillo continuando a leggere un libro -Sempre che non voglia andare anche tu, Spirito della Fede-. La Cercatrice lo guardò male e prese il cuscino che aveva da parte lanciandoglielo forte addosso -Con te neanche morta- non so per quale motivo però fosse leggermente arrossita. L’elfo sorrideva divertito e chiuse il libro appoggiandoselo in grembo, notai la copertina e smisi di respirare -Quello…?- indicandolo con un dito
-È arrivato stamattina presto, me lo ha mandato Varric, ma non sono ancora riuscita a prenderlo...- e fissò la spia elfica che lo alzò verso di me -È interessante, poi dovrò chiedere delucidazioni a Solas- cercai di afferrarlo, ma mi evitò. Gli venne sfilato dalle mani dal mio lupo che studiò attento la copertina e mi guardò perplesso -Non voglio sapere da chi ha preso informazioni...- e me lo passò, raffigurava due elfi troppo familiari, un uomo senza capelli e una donna con i miei Vallaslin in viso…
Varric Tethras
Fade-Tongue*
Ancora inebetita a guardare il titolo, sparì alla mia vista ritornando nelle mani di Banal’ras -Non lo voglio leggere- affermai -Invece non è per niente male- replicò la spia elfica. -Io… io...- balbettai e passai gli occhi da una Cassandra curiosa a lui alquanto interessato. Mi rischiarii la voce e con un gesto della mano feci cenno a Solas di scappare. Non avrei tolto nessun dubbio, se lo scordava! Varric!!!
Camminando per le vie della città, Solas mi prese per mano -Io ammazzo Dorian! È l’unico che può aver sentito quelle mie parole!- sussurrai seccata -Più le altre persone in biblioteca- aggiunse
-Ma l’unico a cui Varric avrebbe chiesto!- replicai
-Il nostro essere discreti e sparire, trascinato dall’inquisitrice negli angoli deserti di Skyhold, deve aver fatto scaturire molta curiosità- disse divertito -Soprattutto il rintanarsi nella biblioteca sotterranea...- insinuò malizioso
Sorrisi -Facevano piacere anche a te però quei momenti da soli...-
-Moltissimo, anche se abbiamo rischiato di avere la nostra prima volta su quella scrivania impolverata e quei libri ammuffiti...- borbottò per nulla compiaciuto -Decisamente poco romantico- concluse. Ridacchiai -Suppongo che quello abbia accentuato il tuo ferreo autocontrollo-
Il sorriso si propagò nelle mie amate iride grigie -Non avrei permesso che la tua prima volta fosse su un tavolo e in una stanza dove avrebbe potuto entrare chiunque, in qualunque momento- rispose serio. Sentii le guance scaldarsi -Avevi capito che ero vergine?- mi strinse la mano accarezzandone il dorso con il pollice -Hai imparato con me a baciare. Non sai quanto scoprire questa cosa mi abbia agitato vhenan e sia rara per un immortale con i miei anni- spiegò dolcemente. Lo trascinai decisa in una stradina laterale, stretta e deserta, senza preavviso mi impossessai delle sue labbra. Mi staccai per riprendere fiato, ma affondò nella mia bocca accarezzandomi il palato e la mente si annebbiò. Cercando di non perdere la ragione, dimenticando dove eravamo, lo scostai da me -Andiamo, se no non troviamo più niente!-
Arrivammo a destinazione. La piazza era immensa, file di bancarelle che vendevano dagli oggetti più disparati, a cibo, bevande e qualunque cosa si potesse desiderare. Una bella folla calpestava il ciottolato di pietra, dove in alcuni punti era rotto e si notavano dei pezzi di mosaico verde e oro, che si espandeva fino a degli edifici e vari porticati.
-Cosa c’era qui?-
Venni spinta. Misi tutto il peso sulla gamba che avevo portato in avanti usandola come perno per voltarmi, la mano andò istintivamente sul pugnale che avevo in vita sotto al mantello. Un braccio mi passò sulla vita e Solas mi strinse contro di lui, alzai gli occhi e vidi nei suoi un leggero bagliore, di fronte a noi un ragazzino che non riusciva a muoversi con uno sguardo terrorizzato -Più o meno quello che c’è ora, vhenan. Da’len il borsello- e porse una mano verso di lui. Mi toccai sconcertata il fianco, diavolo non c’era veramente più!
-Lascialo Solas- sussurrai e mi avvicinai al piccolo elfo che si destò dall’incantesimo, lo presi dal braccio e porsi una mano, mi ridette senza indugio i miei soldi, li rimisi al proprio posto e mi inchinai alla sua altezza. Spaventato a morte, direi. Accennai un sorriso e mi guardai intorno, vidi una bambina poco lontano che ci fissava e aveva le lacrime agli occhi, la sorella? O un’amica?
-Dei consigli. Primo: scegli con cura la persona a cui rubare. Secondo: se mi spingi ti si nota subito, non lo fare- Gli posizionai una moneta d’argento di fronte al viso -Terzo: si veloce e silenzioso, nessuno deve notare quello che fai, nè a chi rubi, nè a chi ti sta intorno. Chiaro? Questa è tua, giusto?- gli occhi erano sgranati dallo stupore, e non proferiva parola. Annuì con un cenno del viso e gliela misi in mano. Ci guardò entrambi sbigottito e corse verso la bambina.
-Insegnerai ai nostri figli a rubare?- domandò curioso. Sorrisi e mi avvicinai incatenando le mie iridi alle sue -Torna sempre utile. Figli? Di quanti stiamo parlando?-
-Inizierei con due- mormorò non spostando l’attenzione dal mio viso. Il sapere questo suo desiderio mi scaldò il cuore, lo guardai dolcemente e non potei che ritenermi estremamente fortunata che con tutti i millenni a distanziarci, ci fossimo trovati e avvicinati tanto dal voler formare una famiglia. Prima che potessi rispondere, ci fu un urlo che mi fece voltare. La piccola elfa di prima stava piangendo e il ragazzino a cui avevo dato la moneta era a terra. Un uomo umano vestito con degli abiti raffinati gli stava urlando contro, per poi tirargli un violento calcio. Strinsi le mani a pugno, stavo per andare a spaccargli la faccia, ma venni trattenuta. Solas con uno sguardo altrettanto furioso e triste, negò con la testa -Se intervieni ci ritroveremo altri schiavisti addosso, oltre alle guardie-
Strattonai il braccio da cui mi teneva, avrei ammazzato quel bastardo! -Sono solo dei bambini!-
-E anche se lo uccidi, c’è già qualcuno pronto ad impadronirsi dei suoi chiavi. È un ciclo che non si elimina se non alla radice-
-Quando interverrai?- dissi nervosa dal dover obbligarmi a far finta che fosse normale. E lo era! Sembrava che fossimo gli unici a preoccuparci della scena che avevamo davanti!
Solas mi tirò e girò verso di lui in un mezzo abbraccio. Un altro urlo di terrore e disperato mi arrivò alle orecchie. Presa dall’istinto di porre fine a quella crudeltà, venni bloccata con forza dal mio lupo, in una stretta ferrea. La vista mi si appannò -Fammi intervenire, vhenan- dissi con voce ferma -Andrebbe ucciso come il mostro che è, ma gli farò la grazia di non accorgersi neanche che sarà già morto- continuai spietata. In risposta venni tirata lontano da quella scena -Stavamo cominciando ad attirare l’attenzione, eravamo troppo fermi- sussurrò -Non puoi fare niente ora per loro vhenan, mi dispiace. Ma ti prometto che le cose cambieranno-
Mi aveva portato al limitare della piazza, vicino a delle colonne dove non c’era nessuno. Lasciai scorrere le lacrime che avevo trattenuto, appoggiando la fronte sulla spalla di Solas cercando di calmarmi. Mi scostai asciugandomi il viso e sospirando profondamente -Avevi ragione… era meglio non venire...-
Appoggiò la mano sulla mia guancia -Cerchiamo uno zaino dove ci stiano dentro tutti i miei libri, ok?- disse dolcemente. Mi abbandonai al palmo caldo -Come fai… come facevi a sopportare tutto questo?- avevo intravisto il suo cambiamento di umore solo dagli occhi, ammiravo quella falsa indifferenza, quando ad uno sguardo più attento si capiva che anche lui lo avrebbe ridotto in cenere. Sorrise lievemente -Aspettavo paziente che la mia ragnatela si chiudesse su di loro e mandavo in omaggio il cadavere dei loro aguzzini agli Evanuris- spiegò freddo al ricordo -Molti, come adesso, godevano nell’assistere e procurare la sofferenza negli altri-
-La vendetta ha bisogno del suo tempo...- mormorai
-Esatto, vhenan- e facendosi avanti mi prese per mano e ci mischiammo tra la folla.
-Quindi… rispiegami le regole per rubare, mi sembri esperta...- disse lanciandomi un’occhiata divertita e fugace, cercando di distrarmi e tirarmi su il morale. Sorrisi lievemente -Ti interessa davvero? Lo hai mai fatto?-
-Mi è capitato quando ero uno schiavo, anche se lasciavo le parti complicate agli altri, mi limitavo a fare da supporto. E tu?-
-Quindi io faccio la maggior parte del lavoro e tu distrai il malcapitato?- domandai squadrandolo divertita -Sì, ti ci vedo-
-Stai dicendo che sarei troppo scarso?- replicò facendo finta di essersi offeso. Ridacchiai -Non voglio dover scappare a perdifiato e combattere con le guardie!- prima che potesse rispondere puntai ad una bancarella con diverse stoffe, pelli, borse e soprattutto zaini, li passai uno ad uno -Vuoi proprio disfarti del mio zaino…- disse Solas alle mie spalle -Assolutamente sì- me ne rigirai uno in mano con una pelle spessa di un colore blu scuro, resistente direi, deve esserlo. -Aggiudicato?- domandò Solas
-Ti piace?-
-Direi di sì, altro?- stava per pagare, ma gli bloccai la mano e misi le monete in mano al venditore per poi allontanarmi -Ehi… è mio lo zaino…- si lamentò. Sorrisi e me lo misi in spalla, mi rivoltai verso di lui e lo bloccai mettendogli una mano sul petto, poi indicai una sorta di taverna all’aperto, assomigliava a quella a Val Royal -Prendi posto e arrivo subito- mi guardò teso -Starò attenta, vai-non era convinto, ma si avviò.
Mi confusi tra la folla, avevo adocchiato una vetrina con esposti dei quadri sotto le arcate al limitare della piazza. Facendomi strada tra la gente la raggiunsi. Raffiguravano edifici imponenti, figure di spicco e varie frutta e verdure in diverse posizioni… niente che attirasse la mia attenzione. So che gli piaceva pitturare, ma non vedevo nulla che facesse al caso mio.
-Vede qualcosa che le interessa?- domandò una voce femminile prendendomi alla sprovvista. Alzai lo sguardo, da parte a me una donna umana di mezza età che mi fissava incuriosita.
-Cerco un regalo…- dissi esitante, mi fece cenno di seguirla all’interno, notai altri quadri, era una stanza piccola, ma accogliente con un odore particolare, probabilmente dei colori usati.
-Pensava ad un quadro, pennelli, colori…-
-Lui di solito pittura sulle pareti, ma non ha tempo per qualcosa del genere adesso e… non so… speravo in qualcosa che potesse sostituirlo- non avevo bene le idee chiare neanche io.
La vidi osservare gli scaffali alle sue spalle -Lui?- domandò
-Sì… mio marito-
Sorrise e prese una piccola scatola in legno con delle incisioni particolari in oro, che in centro sul coperchio formavano la parola elfica “orgoglio” cioè “Solas”. Rimasi basita, sapevo che a qualche miglio di distanza c’era la città con lo stesso nome del mio lupo, ma…
-Dove… dove l’ha trovata?-
-Mi è stata venduta parecchi anni fa e so che è molto antica, il suo aspetto con il passare del tempo non cambia, sicuramente c’è qualche magia. Nessuno ne è mai stato interessato, le reliquie elfiche non sono richieste, ma è sempre stata particolare- la aprì e vidi all’interno diversi colori che passavano dalle tonalità più chiare a quelle più scure. Le incisioni dorate erano presenti anche lì, non c’era uno spazio libero, alzai gli occhi verso la donna che sorrideva -Si nota così tanto che sono un elfa?-
-Un umano non avrebbe tenuto il cappuccio, e gli elfi che vivono da queste parti non vengono qui, sanno che non si possono permettere quello che vendo- spiegò tranquillamente
-Capisco… va bene, la prendo, è molto bella-
-Benissimo, vedrà che gli piacerà, sono molto rari questi oggetti-
Pagai e misi la scatola nello zaino nuovo, mi avviai dove avevo lasciato Solas, lo vidi ad un tavolo in un angolo e mi sedetti di fronte a lui
-Ti eri persa?- domandò curioso
Sorrisi -Più o meno- mi fissava attentamente -Che c’è?-
-Stai facendo la misteriosa-
-Se lo dici tu-
Continuò a fissarmi da capo a piedi, assorto. Posai i gomiti sulla tavola e unii le mani di fronte al mio viso, per poi appoggiarmi con il mento e sorrisi -Ma’arlath?- incatenò le iridi alle mie -Cosa mangiamo?- sbatté più volte le palpebre preso in contropiede e abbozzò un sorriso -Non mi stai dicendo qualcosa…- distesi le labbra in un largo sorriso -Che brutta questa sensazione, vero?-
-Piano, piano me le stai facendo pagare tutte- affermò divertito
-Mmm…il conto è ancora molto lungo…- stando al gioco -Non so quando finirò-
Ridacchiò e alzò una mano per chiamare un cameriere, ordinando il pranzo. Poco dopo arrivarono le pietanze.
-Mi devo preoccupare?- chiese intanto che fissava il piatto
-No, vhenan…-
-Quindi posso avere il mio zaino nuovo?- e alzò lo sguardo con un’espressione furba in viso
Sorrisi -Per adesso… no, te lo darò a casa-
-Quindi centra lo zaino…- rispose facendo scivolare uno sguardo predatorio su di me, mi limitai ad un’espressione innocente, mi piaceva quando mi guardava così. I suoi movimenti come il modo di fare cambiavano di pochissimo, teneva la passione che vedevo danzare negli occhi sotto il controllo della sua calma apparente. Terribilmente affascinante. Si alzò e si sedette da parte a me, cambiando tattica. Ora mi stava mostrando la faccia da lupacchiotto che mi faceva letteralmente sciogliere. Sorrisi e guardai da un'altra parte -Smettila, come sei curioso…-
Passò un braccio dietro alla mia schiena avvicinandosi del tutto, sentivo il respiro sulla guancia e poi le sue labbra morbide -Vuoi attirare l’attenzione?- sussurrai. Vidi con la coda dell’occhio lo zaino muoversi, lo bloccai prontamente tenendolo ben chiuso, rigirai il viso verso il suo e mi mostrò un sorrisetto -Ah… non è così semplice, cuore mio-
-Ho notato- rispose fissandomi le labbra. Poi sarei io quella tremenda? Sospirai tenendo a bada pensieri non adatti a quel momento. Si scostò -Vado a pagare- e si alzò, fissai la sua schiena che si allontanava e notai alcuni sguardi verso di me, li ignorai. Mi alzai anche io prendendo lo zaino, una persona che percepii all’ultimo momento si fece troppo vicino, stavo per voltarmi, ma una punta affilata si posò contro la mia schiena.
-Vai avanti e usciamo da qui, nel vicolo a destra-
-Stai facendo un’idiozia-
In risposta ricevetti una pressione più forte dalla punta, ubbidii e cercai con lo sguardo Solas
-È inutile che cerchi il tuo amico, stiamo sistemando anche lui-
Trattenni una risata, lui starà sistemando voi, come farò io con te, senza occhi indiscreti puntati addosso. Rimasi tranquilla lasciandomi spingere dove voleva. Ci insinuammo nella stradina resa buia dagli edifici che impedivano a raggi del sole di passare, notai altri individui in penombra.
Avvicinandoci distinsi Solas e altri due uomini -Cosa state facendo? Perché non vedo quelle cose che usi di solito?-
Uno dei due lo guardò atterrito -Non funziona! Non escono!- di che diavolo stanno parlando? Mi rivolsi verso Solas che mi studiò per poi sospirare sollevato. Sì, sono illesa, che succede? Ritornò con lo sguardo sul ragazzo che teneva in mano un oggetto, non capivo cosa fosse. -Visto che avete dei problemi, noi avremmo da fare- dissi scocciata per l’ennesimo imprevisto in cui ci eravamo ritrovati.
Uno schiaffo parecchio forte mi arrivò in pieno viso, rimasi un attimo stupita ritrovandomi a fissare il terreno. La rabbia stava emergendo, non feci in tempo a rialzare la testa che li udii urlare e quello dietro di me mollò la presa, liberandomi.
-Perché tutti pensano sempre che non possa essere pericoloso…- brontolò Solas sprezzante. Del ghiaccio intrappolava i tre assalitori. L’unico ancora vivo aveva libere le mani e la testa. Mi toccai la guancia ancora in fiamme -Stai bene?- domandò il mio mago preoccupato, mi si era avvicinato e scostò la mia mano per posare la sua che era piacevolmente fredda -Meglio? Per fortuna non ti ha lasciato qualche segno- disse rabbioso, misi la mia mano sulla sua -Non è nulla, vhenan. Cosa ha in mano?-
Voltò il viso, guardando l’umano che probabilmente sarebbe rimasto vivo ancora per poco. Ci avvicinammo e Solas glielo sfilò dalle mani, era una zanna nera. Fissai il mio lupo interrogativa -A cosa serve?-
Invece di rispondere infuse del mana e comparvero delle rune, dalle pareti del vicolo fuoriuscirono delle ombre nere che presero la forma di tre lupi. La loro consistenza era sfocata, come consumata e al limitare delle forze.
-Dove lo avete preso?- ringhiò Solas, ma gli occhi erano vitrei e spenti, morto. Sospirò spazientito e fissò i lupi -Da quanto siete legati a questo?-
-Falon’din ha cercato di stanarti quella sera. Né vivi e né morti ci ha costretti sulle tue tracce. Un corvo ci ha tradito. I gufi però non ti hanno trovato. Il legame su di noi non si è spezzato- rispose con voce stanca
Rimase senza parole a fissarli per un po’, fino a quando l’espressione non divenne seccata -Avete adempito al vostro dovere ben oltre quanto vi era stato richiesto. Vi libererò ora-
-Vorremmo continuare a servire il nostro Dio-
-Non sono…- venne interrotto -Finchè gli altri esisteranno, anche tu verrai considerato tale, e lei- rivolgendosi a me -Siamo onorati di servire di nuovo La Protettrice-
-Non siete né vivi e né morti, finirete per non esistere nemmeno come spiriti se non vi libero ora, siete legati a questo oggetto da troppo tempo. È un ordine-
Abbassarono il muso risentiti -Troppo tempo. Sai cosa significa?-
-Lo so- affermò Solas, le rune sulla zanna si illuminarono di nuovo e l’oggetto si sbriciolò nella sua mano. I lupi scomparvero come portati via da una folata di vento.
Rimasi in silenzio fissandolo, assorto e impassibile mi prese per mano. Lo seguii senza fare domande, tenne un’andatura veloce e quando fummo quasi a casa rallentò, ma non parlava.
Una volta arrivati agli appartamenti di Dorian si isolò sul balcone. Sospirai e preoccupata restai a fissargli la schiena. Banal’ras mi passò da parte e lo raggiunse, li vidi scambiarsi qualche parola. Lasciai scivolare lo zaino su una poltrona, ero curiosa. Volevo sapere cosa diceva alla spia elfica e che non condivideva con me. Forse era una buona opportunità per provare se avevo imparato qualcosa dalle lezioni notturne. Mi allontanai un poco e mi concentrai celandomi nelle ombre come al solito, in aggiunta cercai di attenuare la presenza del mio mana il più possibile, usando un minimo di magia per nasconderla completamente… che bel controsenso. Quando pensai di aver fatto un buon lavoro, rivolsi lo sguardo verso i due elfi che non sembravano aver notato nulla e mi misi appoggiata al muro. Non avrei voluto spiarli. Non avrei voluto dover usare uno stratagemma del genere con Solas!
-Direi che non hai molte scelte. Due per la precisione. Sappiamo però entrambi che questo mondo non sarà mai pronto per quello che lo attende senza Velo- disse Banal’ras
Ora ero decisamente tesa.
-Mi stai dicendo che senza esitazione cancelleresti tutto quello che è stato fino adesso? Anche la Cercatrice? O devo pensare di aver frainteso i tuoi intenti?-
-Le mie intenzioni possono cambiare… Le opzioni che hai, anche se non perfette, sono le uniche. Rischierai che questo mondo diventi terra bruciata, perché sappiamo che finirà in questo modo. O ti darai una seconda opportunità e inizierai di nuovo da capo?-
Che cosa!? Tornare indietro!? È questo che mi sta nascondendo!?
-Non cancellerei solo tutto... Abelas non lo vedevo così felice da secoli! Gli porterei via tutto anche se non se ne ricorderà!- replicò con furia.
Dallo shock mi lasciai lentamente scivolare contro al muro fino a sedermi. Cancellare Elen? Mi irrigidii. Cassandra, Leliana, Dorian e tutti gli altri, non rivederli mai più?
-Portali con te, anche la sua compagna è un elfa, no? Non avrà problemi a confondersi. E gli spiriti ritornano, se sono nati, lo rifaranno di nuovo-
-Ma non saranno le stesse persone, le condizioni di vita di ognuno di loro saranno completamente differenti!-
-Meglio diversi, che morti-
Scese un silenzio agghiacciante. Restai immobile dove mi trovavo. Cambiare le persone che conoscevo, sempre se poi le avrei mai riviste?
-Come posso farle una cosa del genere?- domandò Solas con tono cupo
-Non penso ti faresti questi problemi, se non ti fossi innamorato di lei-
-Sempre meglio che far finta di non provare nulla, come stai facendo tu-
-Se posso darle un futuro migliore, che sia anche senza di me...- concluse serio e udii dei passi per poi vedermelo passare da parte, fermarsi e lanciare un’occhiata nella mia posizione. A quello sguardo, rimasi senza fiato. Come poteva percepirmi!? Fece un lieve sorriso e sussurrò -Ci sei quasi, da’len- e si diresse verso le sue stanze. Sbigottita e presa in fallo, rimasi seduta, non osando muovermi. Tornare indietro ed eliminare questo mondo, questo futuro che è stato creato per errore? Cancellare le persone a cui voglio bene, con cui ho riso, scherzato e sofferto. Cancellare la mia vita come la conosco. Niente dalish, niente Orlais, Ferelden, niente Corypheus, niente Velo. Niente Inquisitore. I sentimenti che provo per Solas, anche la mattinata appena trascorsa con lui… il nostro primo bacio, quello passionale sul balcone… anche il dolore devastante quando mi ha lasciato… Sarebbe stato come chiedere a Cole di cancellarmi la memoria, di cancellare, cambiare, quella che sono diventata.
Lasciai cadere l’incantesimo con cui avevo tentato di nascondermi e mi alzai, feci qualche passo fino a vedere la schiena del mio lupo. Le spalle basse, la stretta della mano sulla ringhiera, così forte da avere le nocche bianche, anche quelle orecchie a punta che tanto amavo, sembravano accentuare il peso grave di quella scelta che era obbligato a prendere. Sospirai profondamente per tranquillizzarmi, non volevo lasciarlo da solo. Mi avvicinai, posai il palmo della mano sull’ampia schiena -Stai bene?- domandai preoccupata, non avrei accennato a quello che avevo sentito, non volevo discutere su un argomento del genere ora, era troppo abbattuto. Si girò e passò il braccio sulla mia vita, mi ritrovai con il viso premuto contro il suo petto in un abbraccio dolce, ma che chiedeva un sostegno. Avvolsi le braccia attorno al suo torace aderendo il più possibile al suo corpo.
-Perdonami. Questo è tutta colpa mia-
La voce era terribilmente incrinata, mi scostai allarmata e gli posai una mano sulla guancia, gli occhi velati di lacrime -No, non è vero e devo fare proprio schifo a nascondere il mio potere se mi hai percepito anche tu-
Le labbra diedero vita ad un lieve sorriso tremante -Sei rimasta turbata per quello che ho detto, e l’incantesimo per qualche secondo ha fallito...- lo zittii unendo la mia bocca con la sua, un semplice bacio -Sshh… vhenan...- sussurrai sulle sue labbra -È l’unico modo? O solo il più veloce?-
Incatenò le iridi alle mie -È il più sicuro. Potrei aiutare le persone a comprendere come trattare gli spiriti, ma a parte i millenni che ci vorrebbero… L’Oblio è mutato con il Velo e finché sarà presente è irreversibile. Gli spiriti bramano il poter venire in questo mondo e questo li porta a diventare dei demoni. Porterebbero una quantità di morti enorme… e non ritornerà tutto com’era in passato o ci vorranno millenni per qualche miglioramento...- amareggiato chiuse gli occhi, passai le mani sulla sua nuca e lo tirai verso di me, così da far appoggiare la sua fronte alla mia. Nessuna delle due possibilità mi entusiasmava, ma dovendo scegliere il male minore…
-Io… mi dimenticherò di te?-
Riaprì gli occhi -No, ti porterò con me. Se vorranno anche Abelas ed Elen. Devo ancora decidere il periodo adattato. Quel tanto che basta per cambiare le cose e darvi il tempo di abituarvi ad una nuova vita-
-Ma tu ed Abelas? C’eravate già, non è che avrete problemi?- non so se avere due Solas e due Abelas fosse una grande idea. Negò con la testa -Ci ritroveremo nel nostro corpo più giovane, mantenendo però il sapere acquisito nei diversi secoli- Abbassai lo sguardo persa, come poteva sapere una cosa del genere? -L’hai già fatto?-
-Qualche piccolo esperimento. Ero sorpreso che persone giovani come Dorian e Alexius fossero arrivati a fare l’incantesimo contrario-
-Ma tutto quello che mi avevi detto… che non saresti tornato?-
-Era parte della prima opzione. Distruggere un Titano di Lyrium rosso è impegnativo. In questo caso lo userò come fonte di ulteriore potere-
-Ma non verrai ulteriormente corrotto!?- replicai in ansia, mi strinse ancora verso di lui -Devo correre il rischio, magari riuscirò ad evitare la corruzione ritrovandomi nel mio corpo più giovane e illeso-
-Mi dispiace interrompervi, ma vanno prese delle decisioni, sempre più pressanti- si intromise la voce di Leliana riportandoci alla realtà. Mi scostai da Solas e mi voltai -Dimmi-
-Orlais e Ferelden sono disposti ad accettare l’aiuto dell’Inquisitore, sempre che la tua richiesta sarà ragionevole-
-Per loro dubito che lo sarà, ma non ci presenteremo come l’Inquisizione. Hanno voluto farci chiudere bottega. Detterò le mie condizioni, se verranno accettate, bene. Se no suppongo assisteremo ad uno spettacolo interessante- replicai seria
-Mi sembra corretto, e come risorgeremo?- domandò curiosa
Abbozzai un sorriso -Bhe, sospetto che Briala ne sarà entusiasta. Intendo rappresentare il mio popolo e ritagliare per loro uno spazio in questo mondo- conclusi e la fissai attenta -Non siete obbligati a seguirci, voglio che scegliate se restarne fuori o no. Non è più la vostra battaglia-
Sorrise -Spingere gli elfi a riscuotersi da questo letargo, da cui non sembrano intenzionati a svegliarsi? Non me lo perderei per nulla al mondo. Riferirò agli altri le tue parole-
Sospirai -Grazie, amica mia- risposi guardandola con affetto. Fummo lasciati di nuovo soli. Solas mi passò da parte diretto verso la poltrona e prese il suo zaino, bloccandosi e aprendolo. Tirò fuori la scatola e se la rigirò tra le mani, passando le dita sulle incisioni e il suo nome, la aprì fissandone i colori e le labbra gli si distesero in un sorriso. Alzò lo sguardo verso di me e con un cenno della mano mi invitò a raggiungerlo. Appena mi accostai a lui, passò il braccio sulla mia vita e mi posò un bacio sulla tempia -Ma serennas, è bellissima. Ne avevo una identica da ragazzino, ma non pensavo che fosse ancora intatta- affondò il viso nei miei capelli e dopo qualche minuto di silenzio ridacchiò -Che c’è?-
-Mi immagino le facce di chi ha tentato di usarla. È protetta con una magia, elementare, ma se non si conosce la parola d’ordine non si riesce a colorare nulla-
Mi scostai un poco e fissai i miei occhi grigi -Non… vorrai dirmi che è la tua!?- domandai esterrefatta -Devo averla proprio nascosta bene nei sotterranei del tempio, per essere tutto sommato come l’ho lasciata-
-E quale sarebbe questa parola?-
Si chinò dandomi un leggero bacio -La persona che me l’aveva regalata e che mi aveva trasmesso la sua passione. Mia madre, Shiral-
*Fade-Toungue: dopo il primo bacio con Solas nella dissolvelza, quando ci si parla e lui si scusa, se si sceglie l’opzione centrale, Lavellan fa riferimento che lui l’abbia baciata con la lingua XD Non essendo particolarmente ferrata in inglese la prima volta non l’avevo notato, anche perché dalla traduzione italiana non si intuisce per nulla una cosa del genere
Ciao a tutti! Il nostro Solas l'ha pensata veramente pesante questa volta, però le alternative non è che siano proprio rosee...
Un libro di Varric sulla nostra coppia lo pretendo in DA4!!! XD
E io quello zaino con la tazza lo odio!!! XD Spero vi sia piaciuto, al prossimo capitolo!
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Capitolo 39 *** Capitolo 39 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 39
Un altro conato
di vomito mi stava minacciando, cercai di trattenermi scacciando in
qualche
modo il senso di nausea che mi stava accompagnando dalla mattina. Non
avevo la
più pallida idea di che mi stesse prendendo, mi ammalavo
raramente, mai mi era
capitato di stare così male e il tutto veniva alternato a
bruciori di stomaco.
-Come posso
continuare a vomitare se non ho mangiato nulla!?- alla fine mi erano
rimasti
solo i succhi gastrici. Presi il bicchiere d’acqua dal
comodino sciacquandomi
la bocca e spuntandola nel secchio che tenevo vicino al letto. Riposai
il
bicchiere e mi passai la mano sul viso scostandomi i capelli.
-Vhenan…-
Spostai la
mano e fissai Solas che mi stava porgendo una tazza di the con uno
sguardo
preoccupato
-Dubito che
resterà nel mio stomaco…- mormorai sfinita.
Abbozzò un sorriso -The allo
zenzero, dovrebbe farti stare meglio- spiegò. Accettai la
tazza e lo
sorseggiai, l’aroma placò già in buona
parte il senso di malessere che però
restava sempre in agguato -Ma serennas, forse riuscirò a
riposare per qualche
ora…-
Si sedette
di fianco e si chinò posando le labbra sulla mia guancia
-Non sono proprio in gran
forma per essere baciata…- sapevo che il mio aspetto
lasciava a desiderare -Per
me sei sempre bellissima-
-Mmm…
il
solito adulatore…- passò un braccio sulla mia
vita tirandomi verso il suo petto,
posai la fronte contro la sua spalla -Rischi che ti vomiti addosso, e
farei un
bagno se non rimettessi in vasca-
-Non mi
importa del tuo aspetto, prima devi sentirti meglio cuore mio- rispose
dolcemente, iniziò ad accarezzarmi la schiena e si riprese
la tazza. Chiusi gli
occhi, sembrava che stessi avendo una tregua da ore -Sicura di non
voler vedere
il guaritore?- domandò di nuovo. Dorian aveva proposto il
suo, ma avevo
rifiutato -Sí, sei tu il mio dottore-
Ridacchiò
-Non
è molto il mio campo, di solito tratto ferite da magia e
lame- strofinai il
viso contro la sua maglia -Allora sappi che mi sento già
meglio- mi separai da
lui e sorrisi lievemente, lasciandomi poi cadere sul materasso,
girandomi su un
fianco, avevo assolutamente bisogno di dormire.
Una radura
soleggiata che riconobbi subito, con una grande quercia al centro e la
statua
di Fen’harel poco più in là. Non so
come mai stavo sognando il luogo vicino al
clan dove ero solita rifugiarmi e con mia felicità dove
Solas aveva spaccato il
naso a quell’idiota di Mahen.
Udii dei
lievi ringhi e guaiti, guardandomi intorno notai vicino alla statua un
cucciolo
di lupo con un bellissimo pelo con sfumature argentate che stava
cercando in
tutti i modi di saltare sulla statua, ma con poco successo, era troppo
piccolo.
Ringhiando contrariato, si voltò verso di me sorpreso e
drizzando le orecchie,
la coda iniziò a muoversi freneticamente da una parte
all’altra eccitato. I bellissimi
occhi pieni d’amore puro e determinati mi fissavano. Si
slanciò in avanti per
raggiungermi, ma barcollava non riuscendo a coordinare le zampe
posteriori con
quelle anteriori. Ruzzolò a terra.
Non potevo
ridere, non volevo ferire i suoi sentimenti. Strinsi le mani e mi
chinai alla
sua altezza incitandolo a venire da solo verso di me -Sei bellissimo,
forza! Vieni!-
-Mamae!-
abbaiò
rialzandosi sulle zampe ancora instabile. Mamma.
Balzai dritta
sul letto, con il cuore che batteva all’impazzata. Ma che
diavolo… Il letto
prese a girare. La nausea arrivò, questa volta
incontrollabile. Saltai giù dal
materasso. Afferrai il secchio e vomitai, diverse volte, quando
credetti di
aver finito, lo stomaco si rivoltò ancora, rigandomi le
guance di lacrime
lasciandomi sfinita dai dolorosi spasmi dei conati. Arrancai fino alla
bacinella, vicino allo specchio e pulendomi la bocca dei residui di
acido. Fissai
il mio riflesso e strinsi con forza il tavolino in legno a cui mi stavo
sostenendo.
Com’è possibile!? Non può essere
possibile! L’incantesimo dovrebbe… Spostai la
mano sul ventre sondandomi. Non c’era nessuna traccia della
magia che avevo
messo mesi prima, al suo posto una scintilla di una nuova piccola vita.
La sensazione
di essere stata tradita mi pervase. Mi voltai verso il letto trovandolo
vuoto,
si era già alzato…
Incredula
continuai
a sentire dentro di me quel lupacchiotto che mi aveva quasi fatto
venire un
infarto, oltre a starmi facendo vomitare l’anima. Ero ancora
scioccata,
iniziando a sentirmi estremamente felice.
La porta
della camera scattò, entrò Solas che fissando il
letto vuoto poi rivolse lo
sguardo verso di me e sorrise avvicinandosi -Ti senti meglio? Stavo
per…- lo
colpì in pieno petto con uno stivale che avevo recuperato
lì vicino. Si bloccò
perso. Recuperai anche il secondo lanciandoglielo con più
forza e che afferrò
al volo -Che cosa…?- mormorò
-Cosa!? Come
cosa!- urlai, era l’unico che avrebbe potuto togliermi
l’incantesimo. L’unico a
parte mia sorella che sapeva che lo avevo messo, ne avevamo parlato e
deciso insieme!
E ora da solo, senza dirmi nulla, lo aveva tolto scegliendo per me?
Bastardo! Strinsi
la mano sul ventre. Lui seguì il movimento con gli occhi
rimanendo immobile a
fissarmi. Strinsi le labbra tra di loro, e gli lanciai
un’occhiata di sfuggita
per poi riabbassare lo sguardo. Ero arrabbiata, ma anche estremamente
felice. Lo
volevo. Lo volevamo entrambi da mesi. E lui…
Strofinai di
nuovo la mano sul ventre e con l’altra gli feci cenno di
avvicinarsi. Lentamente
e in silenzio ubbidì, quando fu abbastanza vicino allungai
la mano verso il suo
viso. Di riflesso chiuse gli occhi, aspettandosi uno schiaffo. Aveva
capito. Lo
accarezzai e mi accostai a lui posando la testa sulla sua spalla, gli
afferrai una
mano e me la misi sul ventre -Stupido orgoglioso, senti tuo figlio.
È fortunato
che sua madre non decida di renderlo orfano di padre- con
l’altro braccio mi
avvolse meglio contro di lui e affondò il viso nei miei
capelli baciandomi la
testa. Si lasciò scivolare in ginocchio e con
un’espressione di immensa gioia
mi fissava, scostò la maglia dalla mia pancia e
posò le labbra calde e morbide.
-È nostro e ti amo- mi baciò ancora la pelle e
gli accarezzai la testa -E sarà meraviglioso
come sua madre-
Sorrisi -E
avrà il carattere scalmanato di suo padre, ne sono sicura-
non che io fossi stata
una santa, ma sicuramente sarebbe stato un ribelle. Si alzò
e mise le mani su i
miei fianchi, passai le braccia attorno al suo collo -E ne sei
sicura perché…?-
domandò
-Perché
solo
un cucciolo di lupo estremante testardo e arrogante, cercherebbe di
salire su
una delle statue imponenti che raffigurano suo padre, ringhiandogli
tutto
convinto contro-
Ridacchiò
-Lo
hai sognato?- mi sporsi verso di lui e presi possesso della sua bocca,
ripresi
fiato -Sì e non oso immaginare quanto diventerà
potente- anche se i miei poteri
erano elevati, non ero un somniari. Il sangue degli Evanuris che avevo
nelle vene
mi aveva negato questa qualità che ad Elvhenan era
considerata fondamentale per
essere considerati degli Dei. -Ha creato il sogno da un mio ricordo e
mi ha
trovato. È già tutto suo padre- conclusi
orgogliosa. Solas di rimando mi mostrò
un largo sorriso, le iridi brillavano emozionate, posò le
labbra sulla mia
fronte -Ir abelas, vhenan-
Sospirai a
quelle scuse -Non farmi rivalutare la questione dell’orfano e
ti conviene darmi
ancora quel the allo zenzero, se non vuoi che ti vomiti addosso. Nostro
figlio non
sembra intenzionato a mangiare- la nausea stava tornando, forse con il
the
sarei riuscita a tenere qualcosa nello stomaco. Sciolse
l’abbraccio e mi prese
per mano trascinandomi nella sala da pranzo. Notai sulla tavola diverse
pietanze, che emanavano un profumo sicuramente buono, peccato che
sentivo un
odore molto più forte del normale, aumentando il malessere
che stavo provando. Passai
una mano sulla bocca. No, no, no, ti prego cucciolo!
-Non sembra
che la situazione sia migliorata. Sei pallida! Chiamo il guaritore-
Dorian mi
si era accostato in ansia e lo trattenni da un braccio -Non serve, so
benissimo
cosa ho, e ne avrò per parecchio. Spero di smettere di
vomitare prima o poi…-
ero completamente ignorante in materia e sapevo però che ci
sarebbero stati dei
miglioramenti, al clan c’erano state delle donne incinta, ma
non le avevo mai
aiutate direttamente. Ero troppo giovane e se ne occupava mia madre,
essendoci
già passata e consigliandole con la sua esperienza. Avrei
voluto dargli la
notizia che sarebbe diventata nonna, e averla vicino. Dovevo ancora
metabolizzare il tutto. Tra qualche mese sarei diventata mamma. Mamma!
Diavolo…
e solo una settimana prima stavamo prendendo in considerazione di
tornare
indietro nel tempo. Un senso di tristezza mi annientò, non
avrebbe mai
conosciuto suo nipote, non se volevo dare un futuro migliore a mio
figlio. In questo
mondo sarebbe stato costretto a chinare la testa davanti agli umani e a
rischiare di finire in un Circolo. Non avrei mai permesso una cosa del
genere. Ero
tanto restia all’unica soluzione che ci si parava davanti, ma
ora questo stava cambiando
tutto.
-Che cosa
hai?- domandò il mio amico scrutandomi attentamente
-Niente che del
the non possa risolvere- si intromise Solas rispondendo al mio posto e
posando
una mano sulla mia vita invitandomi a sedermi su una poltrona. Ne
raggiunsi una
il più lontano possibile dalla tavola e mi mise in mano una
tazza di the allo
zenzero.
Dorian
fissava male il mio lupo -Che sta succedendo?- chiese di nuovo, ma
minaccioso
-Niente che
possa riguardarti Tevinter- disse il mio lupo calmo, ma con
un’intonazione che
non ammetteva repliche. Prima che iniziassero a litigare intervenni
-Vhenan…- e
allungai un braccio prendendolo per mano, me la strinse. Guardai
divertita quel
fare estremamente protettivo -Non preoccuparti Dorian, sto bene, ti
darò al più
presto delle spiegazioni. Non fatemi venire anche mal di testa, per
favore-
-Come vuoi,
ma se devo dare una lezione a questo lupo spelacchiato chiamami-
rispose provocante
e si allontanò verso la libreria. Solas alzò un
sopracciglio -Spelacchiato…?-
Risi e mi
misi più comoda sulla poltrona, stringendo con entrambe le
mani la tazza calda
e fumante. Il mio mago si inginocchiò di fronte a me -Vuoi
provare a mangiare
qualcosa? Pane?-
Sorrisi
-Proviamo
con il pane, cuore mio- decisamente non potevo stare a digiuno, non ora
che
dovevo mangiare per due. Si alzò e mi passò
davanti Banal’ras che sembrava non
avesse nulla da fare a parte leggere il libro di Varric. Cassandra era
assente,
era partita per sistemare alcune cose riguardanti i Cercatori e lui
sembrava un’anima
in pena.
-Devo farvi le
mie congratulazioni?- sussurrò con sguardo furbo. Accennai
un sorriso e le guance
mi si scaldarono, non gli sfuggiva nulla -Lo prendo come un
sì. Dovrò prepararmi
psicologicamente ad avere un altro terremoto nei paraggi per i prossimi
anni-
disse divertito. Passai una mano sul ventre e ridacchiai.
Arrivò il mio lupo
con un piatto con del pane e della frutta, lo presi affamata -Grazie,
vhenan-
La spia
elfica mise una mano sulla spalla a Solas -Mi immagino quando ci
ritroveremo ad
Elvhenan, il Temibile Lupo, sposato e con un figlio in arrivo. Ti
disferai di
Andruil in modo fulmineo, solo al sentir parlare di bambini da Mythal
le venivano
i brividi. Mi domando come possa Sylase essere sua sorella, sono come
il sole e
la luna-
Abbozzò
un
sorriso e mi fissò in viso -Farò tutto il
possibile per proteggervi e non
permetterò che il Lyrium rosso distrugga di nuovo il mondo
da cui proveniamo-
disse deciso
Solo vedere
come aveva reagito alla curiosità di Dorian sul mio
malessere… con gli Evanuris
dietro l’angolo sarebbe diventato ancora più
protettivo -Ne sono sicura papae,
ma dopo voglio che mi fai controllare la ferita- ogni settimana che
passava
pretendevo che me la facesse vedere, e per nostra fortuna sembrava
sopito. Il livello
del Lyrium rosso rimaneva come dormiente, che fosse il mio stesso
sangue che lo
contrastava? O il suo sangue combinato con il mio?
Banal’ras
ridacchiò per il modo in cui avevo chiamato Solas e con una
pacca sulla spalla
si allontanò continuando a leggere parte della mia vita,
scritta dal punto di
vista di Varric.
Staccai dei
pezzi di pane mettendomeli in bocca, sentirne il sapore mi
soddisfò. Tentai anche
con un pezzo di mela, non amavo in particolar modo quel frutto, ma la
dolcezza
aiutò a sentirmi meglio. Bevvi subito dopo un po’
di the, non ero proprio in
forma, però neanche più moribonda per il momento,
sempre che il cucciolo non
decidesse di farmi vomitare ancora. Solas si inchinò ancora
davanti a me e posò
una mano sul mio ginocchio, iniziando ad accarezzarmi la coscia
-Diventerà il mio
nome preferito con cui essere chiamato- passai la mano sopra la sua
intrecciando le dita -Anche quando ci chiamerà milioni di
volte in un’ora?- ridacchiai,
avevo solo due anni di differenza con mia sorella, ma mi era bastato
per
vederne l’effetto. Rise anche lui -Non vedo l’ora-
rispose entusiasta. Restammo
mano nella mano. Avremmo avuto un bambino ed ero felicissima, ma
c’era ancora una
cosa rimasta in sospeso e importante.
-Vhenan…-
non avrei voluto pensare una cosa del genere -Hai voluto forzarmi la
mano?-
vivere in questo mondo per un elfo non è facile e se anche
mago, ancora meno. Avendo
però la possibilità di migliorarlo per un figlio
per cui avresti fatto tutto,
chi si sarebbe tirato indietro a prendere favorevolmente una scelta
così
difficile?
Rialzò
lo
sguardo sul mio per poi chiudere gli occhi e sospirare profondamente,
la mano
mi venne stretta di più -Qualunque scelta prenderai la
rispetterò, che sia
questo mondo o l’altro dovranno uccidermi per separarmi da
voi- riaprì gli
occhi incatenandoli ai miei -Non nego però a quale va la mia
preferenza- distolse
lo sguardo verso il basso -Volevo però darci una
possibilità, e non arrivare a
pentircene di averci rinunciato in un eventuale punto di non
ritorno…- concluse
serio
Restai a
fissarlo, l’attenzione fu attirata dalla spia elfica, che
seduta a tavola teneva
gli occhi sulle pagine borbottando tra sé e sé
-Una vita di solitudine…- mormorai
-Ne hai parlato con Banal’ras?-
Annuì
con un
cenno del viso -Ha dovuto rinunciare a tante cose, non vuole che
passiamo
quello che ha subito lui…-
-Ma sta
ancora rinunciando! Prova qualcosa per Cassandra, ma non intende
approfondire
quello che ha messo in moto!- replicai d’impulso sussurrando.
Dopo le parole
che avevo udito quando li avevo spiati, aveva preso le distanze dalla
Cercatrice. Lei stessa se ne era resa conto! Restando ancora
più confusa di
prima.
-Lethallin,
ma spiegami un po’. Tu devi avere davvero qualche problema
serio-
Solas a quel
richiamo dalla spia elfica si accigliò
-Qualcuno
che è d’accordo con me!- replicò Dorian
poco lontano. Ridacchiai, il mio lupo
rivolse gli occhi al cielo e si alzò andando da
Banal’ras -Davvero mi confermi
che hai lasciato quella povera ragazza? Ma non ti ho insegnato niente?-
-Non
darò
delucidazioni su quella parte- replicò
-Tu che hai
sfidato gli Evanuris per centinaia di anni e ti ho visto fare e dire
cose che
ad altri sarebbe venuto un colpo, mi cadi su una cosa del genere? Se
tuo padre
fosse ancora vivo ti avrebbe obbligato a riordinare e a leggere tutti i
volumi dell’ala
ovest della biblioteca imperale, con gli spiriti dell’amore e
le loro storie melense
per poi passare agli spiriti di coraggio, magari in due secoli avresti
finito-
Sentir parlare
del padre di Solas accese la mia curiosità, non aveva mai
detto molto, solo qualcosa
sulla madre. Ritornando da me, il mio lupo notò la mia
espressione e sorrise,
prese una sedia per poi mettersi di fronte a me -Da dove inizio? Sai
già che
mia madre si chiamava Shiral, era una sentinella in un tempio di
Mythal. Mio
padre, Revas, prima di incontrare mia madre lavorava come archivista al
Vir
Dirthara. In seguito ha lasciato la sua classe di appartenenza per
stare con
mia madre, prendendo anche lui servizio sotto Mythal al tempio-
-Classe?- di
che stava parlando?
-Ad
Elvhenan, la popolazione era divisa in classi a seconda di quanto
potere magico
si disponeva. Più ne avevi, più potevi sperare di
avere una vita agiata. Però c’erano
anche delle leggi sul matrimonio, cosa che non avveniva molto spesso
devo dire,
proprio anche per le conseguenze che poteva portare. Una di queste era
che se
facevi parte di una classe inferiore, unendoti ad un partner che aveva
un grado
superiore al tuo, egli veniva declassato-
-Perché?-
non ne vedo il senso
-Perché
come
qua in Tevinter si teneva molto alla purezza della linea genetica.
C’erano più
probabilità di mantenere un certo livello di potere magico,
o di aumentarlo con
persone della tua stessa classe. Quindi andare con chi non era al tuo
stesso
livello veniva scoraggiato-
-È
orribile.
Direi però che tu hai rotto anche questa regola- disponeva
di un potere magico
da metterlo alla pari con i falsi Dei
Ridacchiò
-Ho
iniziato a ribellarmi da subito-
Sorrisi, i
nomi dei suoi genitori erano particolari, Shiral e Revas, unendoli si
ottiene:
viaggio di libertà. Passai gli occhi su Solas, mi piaceva
guardarlo. -Che c’è?-
domandò perplesso
Sorrisi di
nuovo e negai con la testa -Nulla, sei uno stupendo viaggio verso la
libertà-
replicai divertita dalla faccia che mi stava mostrando. Per un momento
confuso,
poi sorrise compiaciuto, notai un lieve accenno di rossore sulla punta
delle
orecchie facendomi venire voglia di toccarlo.
-Come va?
Nausea?-
domandò cercando di sviare il suo imbarazzo
-Per adesso,
mi sento bene cuore mio- lo rassicurai, stavo avendo un po’
di tregua.
Udimmo la porta
d’entrata e un passo svelto arrivare alle mie spalle, Leliana
mi si affiancò
facendo un cenno di saluto agli altri per poi fissarmi -Tutto a posto?
Sei pallida-
Sospirai,
devo esserlo proprio parecchio, se ne accorgono tutti! Accennai un
sorriso -Nulla
di grave, quando arriverà anche Cassandra, dovrò
fare un piccolo annuncio- la
novità si sarebbe estesa a macchia d’olio tra i
miei amici, sperando non andasse
oltre. L’Inquisitore incinta, non volevo diventare di nuovo
un pettegolezzo in
Ferelden e Orlais, con a seguire varie speculazioni su chi fosse il
padre. Il solo
pensarci stava rischiando di darmi ancora il voltastomaco.
Leliana mi
scrutò -Capisco- e lanciò uno sguardo a Solas per
poi ritornare su di me con un
piccolo sorriso. Mi schiarii la voce -Novità?- cercando di
sviarla da i suoi
ragionamenti sul mio malessere.
-Sì,
grazie
a Josephine abbiamo un incontro con entrambi i regnanti, anche la
Divina sarà
presente-
La notizia
non mi stava mettendo proprio di buonumore -Perché mi sembra
di avere un dejavù?-
passai una mano sul viso.
-Questa
volta saremo in condizioni diverse e i qunari purtroppo sono ritornati
in piena
attività- replicò -Si stanno insediando poco alla
volta ovunque. Le nostre spie
sono al sicuro e insospettate-
Sospirai
profondamente.
Tempismo eccezionale cucciolo. -Perfetto, deduco che oltre che
l’essere
aggredita dai qunari, dovrò stare anche attenta al
“Gioco”- Re Alistar non mi
preoccupava, al contrario l’Imperatrice Celene se avrebbe
reagito negativamente
alla mia proposta, mi sarei ritrovata magari i Corvi d’Antiva
o la Casa della
Quiete addosso come lupi famelici. -Dici che se la prenderanno se
aggiungiamo
qualche nuova statua?-
-Ci
minacceranno di rinchiuderci in un Circolo, aspettiamoci i Templari ad
accompagnare la Divina. Nella peggiore delle ipotesi, si spaventeranno
dichiarando
l’Inquisitore come nemico- disse Solas
-Sempre cupo
e fatalista, vhenan- con il potere che disponevamo entrambi, avrebbero
solo
potuto sfiorarci. E ora nella mia dolce condizione saremmo stati
particolarmente attenti e letali.
-Josephine
mi farà ancora l’onore di accompagnarmi?- il
sostegno della persona più
diplomatica che conoscessi, sarebbe stato utile
Leliana
sorrise -Dà volentieri la sua disponibilità
all’Inquisitore- a sentire quel
titolo mi accigliai, stavo per ribattere, ma mi precedette -Sa che non
ti
presenterai come tale, ma vuole essere affianco alla sua amica,
soprattutto
quando saprà del tuo stato interessante-
Mi bloccai
esterrefatta alla conclusione a cui era arrivata da sola, mi
posò una mano
sulla spalla -Non farmi quella faccia, non ti ho mai visto con un
raffreddore! Neanche
tornando più volte dalla Palude Desolata completamente
fradicia! Era la cosa
più scontata-
-Cosa!? Cosa!?
Cosa!?- esclamò Dorian arrivando come un fulmine al mio
fianco, piazzandosi tra
me e Solas, escludendolo del tutto dalla conversazione -Non mi volevi
dire
nulla!?- mi domandò in modo colpevole
-Calma. Lo avrei
fatto, volevo solo dirlo a tutti in un colpo solo- spiegai per quel
tono offeso
Il mago
ridacchiò e si chinò fino ad abbracciarmi
-Congratulazioni! Speriamo sarà tutto
la sua mamma e non prenda troppo dal sapientone spelacchiato-
-Dorian…-
lo
richiamai, stavo però sorridendo -Mi spiace, ma penso verrai
deluso-
Si
staccò
dall’abbraccio -Ehi! Non puoi saperlo di già!-
-Chiamalo
istinto
femminile- e gli feci l’occhiolino
Perplesso
iniziò
con le dita a toccarsi i baffi e lanciò
un’occhiata a Solas che gli stava
rivolgendo un sorriso arrogante -Allora speriamo che sia una bambina,
perché una
sua versione in miniatura non so se potrei sopportarla-
borbottò e mi riguardò -Devo
dare la bella notizia a tutti gli altri!- e si avviò spedito
come era venuto,
udii la porta d’entrata aprirsi e richiudersi.
-Vedo
già un
giro di scommesse all’orizzonte…- disse Solas
Persa per
quell’affermazione incatenai gli occhi ai suoi -In che senso?-
-Se
sarà
maschio o femmina. Penso che Varric non si farà sfuggire
l’occasione- concluse
Leliana.
Oh…
cavolo…
La porta
d’entrata
si spalancò di nuovo e in modo violento dal colpo che avevo
sentito
-Tu!!- la
voce di Cassandra riecheggiò nella stanza, attirando
l’attenzione di tutti
Che…
diavolo? Con chi ce l’aveva? Mi alzai e vidi la Cercatrice
puntare sulla spia
elfica e prenderlo dal bavero con una mano -Si può sapere
che intenzioni hai?-
Banal’ras
aveva solo lasciato il libro sul tavolo e non aveva reagito -Non so di
cosa…-
-Lo sai
benissimo! Non sono una maga, ma so quando mi trovo nella dissolvenza e
non
erano semplici sogni!- ringhiò leggermente rossa in viso
Serio la
fissava -Possiamo parlarne in privato?-
-No, saresti
in grado di sviare dall’argomento principale. Rendi chiare le
tue intenzioni!-
Si fissavano
e nessuno dei due cedeva in qualche modo. All’improvviso e di
scatto Banal’ras
puntò le mani sul tavolo. Prendendo tutti alla sprovvista e
per prima la mia
amica. Sfrontatamente e in modo assolutamente diretto prese possesso
delle sue
labbra. Cassandra rimase di stucco, non rifiutandolo però.
Era di un colorito
rosso rovente.
Ancora
vicini l’elfo disse -Ora, possiamo parlare in privato, ma
vhenan?-
Finalmente
abbiamo un cucciolo in arrivo!!! Non vedevo l'ora di scrivere questa
parte e spero che vi sia piaciuta come l'ho descritta. Tanti sviluppi
in questo capitolo anche tra Banal'ras e Cassandra che vedremo in
seguito che succederà! Sperando che vi sia piaciuto, al
prossimo capitolo! Che non so se farò uscire con la stessa
cadenza perchè volevo dare una sistemata ai capitoli
più vecchi
|
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Capitolo 40 *** Capitolo 40 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 40
Nausea.
Sì,
ancora. Passai la mano sulla bocca e cercai di calmarmi e concentrarmi
nel non
vomitare un’ennesima volta. Ti prego, ti prego, cucciolo!
Respirai
profondamente, con la coda dell’occhio notai che mi venne
accostato il secchio
e anche se riluttante lo presi da Cassandra che me lo porgeva. -Non ne
posso
più…- mi lamentai, ero a pezzi.
-Resisti,
non stai vomitando tanto come all’inizio. Vedrai che
smetterai presto-
Non riuscii
a rispondere che un conato mi precedette. La gola bruciava e le lacrime
scesero
sulle guance. Presi il bicchiere d’acqua sciacquandomi
urgentemente la bocca,
odiavo sentire l’acido che mi corrodeva i denti. -Fin quando possiamo
prendercela comoda?-
-Leliana mi
informa che dovresti avere tutto il tempo per riprenderti. Concorda che
non è
il caso di rendere già nota la tua condizione-
Ridacchiai
-Quando lo verrà a sapere Sera, sarò fortunata se
già mezzo Thedas non ne sarà al corrente-
Sbuffò
-Infatti cercheremo di non farle sapere nulla per il
momento. Leliana ha avvertito Dorian, ne va dei suoi baffi-
Sorrisi, era
sempre molto persuasiva la mano Sinistra della
Divina -Non troppo tempo però, se no non sarà la
mia urgenza a cercare un
secchio in cui vomitare che li informerà- per il momento non
si vedeva ancora
nulla, ma non sarebbe restato così a lungo
Annuì
con un cenno del viso -Ci preoccuperemo anche di questo-
-Sono curiosa di
vedere finalmente la casa che Varric mi ha
regalato a Kirkwall- avevamo deciso di fare la rimpatriata al famoso
Impiccato,
visto che il nano a causa dei suoi doveri non poteva spostarsi, ci era
sembrato
un buon compromesso. Appoggiai il secchio per terra e rialzai lo
sguardo sulla
porta d’entrata che si stava aprendo.
-Ne sei sicuro?-
udii domandare il mio mago
-È
presente dell’attività sul luogo. Se vuoi posso
andare a
controllare- vidi Banal’ras rispondere serio, intanto che
richiudeva la porta
alle sue spalle
-No,
andrò di persona-
-Nostalgico?-
Solas sorrise
-Un po’, ma soprattutto curioso- concluse e
posò gli occhi sul mio viso, tirandosi giù il
cappuccio -Come vanno i miei due
cuori?- si chinò lasciandomi un bacio sulla guancia e
posando la mano calda sul
mio ventre
-Sei stato fuori
solo un’ora e va come al solito. Io vorrei
mangiare, ma tuo figlio non è d’accordo. Di cosa
stavi parlando con Banal’ras?-
quest’ultimo si era già dileguato verso la sua
camera, supposi dalla direzione
che aveva lo sguardo di Cassandra.
-Qualche piccola
novità. Vado a cambiarmi, poi ti racconto-
si alzò -Cercatrice- la salutò e lei rispose con
un cenno del viso riportata
alla realtà, per poi ritornare assorta. Le passai una mano
davanti agli occhi -Thedas
chiama Cassandra- la presi in giro. Sbattè più
volte le palpebre infastidita e
mi fissò interrogativa -Che c’è?-
-Non penso
tarderà molto a uscire dalla sua stanza, così poi
gli puoi saltare addosso-
Arrossì
di colpo -Smettila Yen! È che…-
-Cosa?- domandai
curiosa
Distolse gli
occhi abbassandoli -Ho incontrato molti elfi e
Banal’ras… è diverso. Non dico per
l’immortalità, preferisco non pensarci per
adesso. Una cosa alla volta, ma ecco… anche Solas, non ti
sembrano più robusti?-
disse incerta. Pensandoci non potevo dargli torto, la larghezza di
spalle del
mio lupo, altri se la sognavano -Vedi… non mi è
mai capitato, anche se di poco,
di dover alzare la testa per fissare un elfo negli occhi. È
già tanto se sono
alti quanto me di solito-
Non riuscivo a
trattenermi dal prenderla in giro, andava in
crisi ed era troppo buffa -È una delle cose che ho notato in
Solas e che mi
attrae infatti nel suo aspetto fisico. Quando avrai davanti la tua spia
elfica
senza vestiti, te ne compiacerai ancora di più-
-Yen!!!-
replicò imbarazzata
-Non dirmi che
non lo vuoi vedere nu…- mi coprì di colpo la
bocca con una mano, agitata come non mai e lanciando
un’occhiata al suo vhenan.
Quando mi aveva chiesto la spiegazione su alcune parole in elfico e
soprattutto
su quella, le iridi le erano diventate oltremodo emozionate.
-È un
gioco che non conosco?- domandò Banal’ras passando
lo
sguardo da una all’altra perplesso e con una punta
d’ironia. Cassandra tolse la
mano e con gli occhi mi supplicava di non dire niente di quello di cui
stavamo
parlando -Gioco? Noi…- non riuscì a dire altro
che l’elfo le aveva catturato la
bocca, il tutto come se non fossi di fianco a loro. Sorrisi a
quell’esternazione
di affetto senza vergogna. La mia amica dopo la prima sorpresa, gli
passò le
braccia intorno al collo infilando le dita nei capelli castani che la
spia
elfica aveva iniziato a tenere sciolti più spesso, pensavo
proprio per quel
motivo.
Arrivò
Solas che li guardò con un sogghigno divertito.
Decisero di riprendere fiato, Cassandra era elettrizzata, lo
lasciò andare da
quella presa e si schiarì la voce. Banal’ras la
fissò per qualche attimo come
se non esistesse altro, per poi sedersi al suo fianco e rivolgersi a me
e a
Solas come se non avesse fatto niente di strano. Non che lo fosse il
gesto in
sé, l’amore che provava per la Cercatrice lo
esternava senza remore e in modo
impetuoso anche per la mia amica, mettendola piacevolmente in
difficoltà.
-A poche miglia
da qui c’è il mio paese natale e anche un
tempio di Mythal. Mi è stato riferito che ci sono stati
degli scontri con dei
banditi della zona e sono stati eliminati. Sembrerebbe un lavoro delle
Sentinelle- spiegò il mio lupo
-E vuoi andare a
controllare. Verrei volentieri anche io,
sarei più curiosa di te- risposi, sarebbe stato un peccato
essere tanto vicini
e non passare nemmeno una volta. Mi mostrò un lieve cipiglio
preoccupato -Solas
non esagerare, sono solo all’inizio e…-
-Se per voi va
bene posso accompagnarvi…- si propose la spia
elfica, ma il mio lupo lo interruppe -No andrai con Cassandra, per
aiutarla con
le informazioni che ha a disposizione per guarire la Calma. Sei
l’unico a parte
me che può assisterla attraverso la conoscenza degli spiriti
e dell’Oblio. Ci
rivedremo a Kirkwall-
Sospirò
-Se ne sei convinto, non insisto lethallin- e guardò
la mia amica -Devi spiegarmi un po’ di cose e decidere che
tappe del viaggio
intendi fare. Passeremo per il Crocevia risparmiando tempo- lei
diventò
perplessa -Altri specchi?- sbuffò disgustata -Non so se mi
ci abituerò mai.
Preferirei il metodo tradizionale- l’elfo stava per
ribattere, però venne
anticipato -Ma visto che faremo più in fretta e voglio
tornare il prima
possibile da Yen, lo sopporterò- Banal’ras sorrise
e si alzò porgendole la mano
-Mostrami la mappa, mi devo ancora abituare ai nomi dei regni e
città di questo
mondo- la mia amica la strinse e lo trascinò al tavolo con
su diverse carte.
Solas si sedette
al mio fianco -Lo so che sei solo all’inizio.
È più forte di me…- mi lasciai
scivolare appoggiando la testa sulla sua spalla -Ancora
per qualche mese sarò operativa, ma non credere che mi
tirerò indietro se ce ne
sarà bisogno. La priorità naturalmente
sarà nostro figlio, non mi metterò in
pericolo- mi passò un braccio dietro la schiena, tirandomi
in grembo. Infilai la
testa nell’incavo del suo collo e respirai il suo profumo di
pergamene, radice
elfica e ora anche zenzero. Sorrisi e strofinai la punta del naso sul
suo collo
per poi lasciargli un bacio. Mi strinse meglio a lui con un braccio
posando le
labbra sulla mia tempia -Una promessa- disse semplicemente. Alzai lo
sguardo
incatenando le iridi alle sue, interrogativa -Mi dai la tua parola che
da qui
in avanti, dovessi venire ferito o trovarci in una situazione
pericolosa,
penserai a voi due, lasciandomi indietro?-
Non potei fare a
meno d’irrigidirmi -Lo sai cosa mi stai
chiedendo?- lo presi per mano stringendola, lui ricambiò
-Mai stato più
consapevole, oltre a quando ti ho chiesto di sposarmi-
replicò serio.
Continuai a
fissare i miei amati occhi grigi -Non…- chinai la
testa -Ho detto che la mia priorità sarà nostro
figlio. Non chiedermi di
abbandonarti se posso fare la differenza-
-Quindi se
dovessi decidere se cercare di salvarmi o la
vostra sopravvivenza?-
Deglutii, cosa
che non fece altro che farmi stare male. Mi scostai
malvolentieri dall’abbraccio e mi chinai con urgenza,
afferrando il secchio.
L’impulso di vomitare c’era, ma nulla,
così era ancora peggio. Chiusi gli occhi
cercando il mio scarso controllo.
-Stai evitando
la domanda?- rimbeccò il mio lupo
Esibii un mezzo
sorriso -Stiamo, prego. Non includerlo solo
quando ti fa comodo- non rispose e lo udii alzarsi. Come potrei
lasciarlo
indietro? Mi odierei ogni giorno, per l’eternità.
Un’eternità senza di lui, ma
con te cucciolo? Tuo padre è proprio uno stupido orgoglioso
arrogante!
-Vhenan…-
Aprii gli occhi
e lo ritrovai a porgermi una tazza di the
allo zenzero, con la sua solita faccia da lupacchiotto. La presi e me
la portai
alla bocca sorseggiando il liquido caldo -Ma serennas…- lo
osservai, restava
assorto e teso. Avrei potuto vedere la sua mente al lavoro, cercando un
modo
per tenermi al sicuro. -Quando partiamo?-
-Anche adesso,
se te la senti. Dobbiamo solo attraversare due
Eluvian-
Mi alzai -Bene,
tempo di preparare la borsa e sono pronta-
non rispose, e ci spostammo in camera. Per tutto il tempo rimase in
silenzio,
forse aspettando la risposta che non gli avevo ancora dato. Agganciai i
pugnali
nei foderi e si avvicinò con un piccolo sacchetto di tela,
porgendomelo -Foglie
di menta, sempre per la nausea. Il the in questo caso sarebbe difficile
da reperire-
spiegò con un sorriso. Questa sua premura mi
emozionò, d’impulso gli presi il
viso tra le mani e lo baciai con passione -Lo sai che ti amo, vero?-
restò con
la fronte appoggiata alla mia -Se vuoi possiamo rimandare a domani, non
voglio
metterti in difficoltà-
-Sto bene, non
mi fermerà un po’ di nausea. Poi se la mamma
sarà impegnata a vomitare in un cespuglio, qualcosa mi dice
che il papà sarà
ancora più preoccupato che in questo momento-
-E molto
nervoso…- passò la mano calda sul mio ventre, per
entrambi
stava diventando velocemente un’abitudine -È
indifferente, l’importante è che
sarà sano, ma chissà se è maschio o
femmina…- mormorò -Io dico che sarà
tutto
il suo papà- sorrise -Speriamo di no, preferirei che prenda
di più dalla sua
mamma- con il pollice gli accarezzai una guancia -Speri che non si
caccerà nei
guai?- fugacemente premette le labbra sulle mie -Così
pretenderei troppo, non
siamo dei grandi esempi in quel caso- risi e con entrambe le mani gli
afferrai
le orecchie -Ti hanno proprio stregato- disse divertito -Queste le deve
assolutamente prendere da te, sono perfette- ridacchiò e un
formicolio si
sprigionò dalla mano alla mia pancia -Oh…
che…- dissi sorpresa. Piacevole, è
l’unica cosa che mi venne in mente -È ancora molto
piccolo, però gli ho fatto
percepire i miei sentimenti, le emozioni che provo per la sua mamma e
per lui,
il mio cucciolo- spiegò in modo dolce. Mi si
scaldò il cuore e gli catturai la
bocca -Mmm… quando la mamma starà meglio, il
papà le farà sentire cosa prova
per lei?- le labbra gli si distesero in un sorriso malizioso -Dovremmo
avere un
po’ di pazienza allora- gli afferrai la mano e mi misi lo
zaino in spalla,
trascinandolo fuori dalla stanza.
-È
cambiato molto…- disse Solas osservando le rovine tra cui
ci stavamo aggirando da un po’. Il terreno era riarso, non
doveva vedere
dell’acqua da parecchio, qualche pianta rinsecchita e ciuffi
d’erba altrettanto
gialli. -Com’era?-
-Il paesaggio mi
è irriconoscibile, c’era una foresta e un
fiume in quel punto- indicò con la mano, infatti si notava
un avvallamento dove
prima doveva scorrere l’acqua. Sospirò e si
guardò intorno cercando qualcosa di
familiare -La tua casa…- negò con la testa
-La mia unica casa, e dei miei
genitori era il tempio. Venivo al villaggio per giocare con altri
bambini e
fuggire dagli allenamenti. Una volta che mi fossero stati messi i
Vallaslin non
avrei più potuto uscire, se non con il permesso di un
superiore- fece qualche
passo e si avviò verso delle piccole statue di lupo poste ai
lati di una strada
ancora lastricata. -Da questa parte. Io proteggevo la via, per chi
voleva
sperare di incontrare Mythal-
-Tu?- domandai
avvicinandomi a lui
-Non di persona.
Essendo il suo Primo mi occupavo di gestire
la sicurezza e l’accesso ai templi. Una delle prime mansioni
che mi furono
affidate. Fino ad arrivare a prendere decisioni di rilevanza sui campi
di
battaglia- lo seguii fino a dove quello che rimaneva delle pietre ormai
era
distrutto. Solas abbozzò un sorriso -Il tempo e soprattutto
la magia ha
cancellato quello che ne restava-
-Qualcuno ha
tolto il resto?-
-Esatto, sono
stati troppo precisi, come puoi vedere la
strada si interrompe in modo netto-
-Dolore. Sempre
meno. Fen’harel? Morti. Ogni nuovo risveglio,
si porta via una parte di noi- la voce di Cole mi fece saltare dalla
sorpresa -Cole!
Non farlo più! Per favore- esclamai con il cuore in gola.
-Non siamo soli-
disse Solas -Quello che hai detto, non erano
pensieri nostri-
-Non intende
farsi vedere. Aspetta il momento adatto per attaccare.
Viso familiare. Non può essere. Troppo tempo sola- poi
guardò in particolare me
-Felici, tutti e tre. Lo spirito appena nato brilla, luce calda, gioia-
mi
portai una mano sul ventre -È contento?- domandai sorpresa
-Tu lo sei. E
anche lui lo è-
Questa notizia
inaspettata mi fece sentire meglio. Solas si
voltò verso di noi con un sorriso -Continuiamo vhenan?-
raccolsi l’invito
prendendolo per mano, facendomi guidare in quella distesa arida. Cole
ci
seguiva silenzioso. Il paesaggio iniziò a cambiare, di
fronte a noi degli
enormi alberi, i tronchi sembravano bruciati, i rami spogli, non
c’era alcuna
traccia di foglie vecchie o nuove.
-Non ci voleva-
mormorò il mio lupo -Dei demoni dell’ira si
sono impossessati di questi alberi-
-Silvani?-
replicai, li avevo visti solo su dei libri che
avevo letto. Annuì con un cenno del capo
-Rabbia. Molta,
profonda, rabbia. Tutta colpa di Fen’harel.
Aveva promesso. Il Velo ci rende deboli. Stiamo morendo.
Dov’è? Ci ha
abbandonati-
Gli strinsi la
mano -Solas…- ricambiò la stretta, rimaneva
impassibile -Qualcuno concorda che sia colpa mia, e lo è-
incatenò le iridi
alle mie -Preferisco però la versione che continua a
sostenere il mio vhenan,
anche se continuo ad oppormi senza successo- alzai l’altra
mano posandogliela
sulla guancia -È così difficile da accettare?-
coprì la mia mano con la sua,
strofinandosi contro -No, è troppo facile, proprio
perché me lo dici tu, cuore
mio-
Uno schiocco
molto forte ci distrasse, un albero stava
uscendo con le radici dal terreno. Non feci in tempo ad estrarre un
pugnale che
gli occhi di Solas si illuminarono, in quell’istante delle
grosse stalattiti di
ghiaccio lo trafissero. Buona parte del tronco fu squarciato e vari
pezzi di
legno saltarono via. Mosse una mano e un pugno di pietra si
schiantò sul
Silvano che si lamentò con un urlo, accasciandosi a terra.
Subito dopo altro
rumore di legno che si spezzava ci avvertì del pericolo, gli
alberi si stavano
ergendo sulle loro radici che formavano gambe e piedi, mentre i rami si
allungavano come braccia. Ci fissammo negli occhi e senza una parola
decidemmo
di guardarci le spalle a vicenda. Bruciammo, trafiggemmo, spezzando
rami e
radici rallentandoli il più possibile e non lasciandoli
avvicinare troppo.
Altri lamenti di sconfitta si levarono.
-Molti ne
arrivano, costretti da un vincolo, non possono e
non vogliono fermarsi- disse Cole intanto che ci faceva da supporto tra
un
Silvano e un altro. All’ennesimo che cadde a terra senza vita
finalmente
riconquistammo il silenzio, una distesa di alberi ormai caduti ci si
parava
davanti. Mi passai una mano sul volto scostando i capelli e
asciugandomi il
sudore, generato più dal calore della legna che bruciava che
dal minimo sforzo
a cui eravamo stati sottoposti -Fa caldo…- mormorai -Ti sei
appassionata all’elemento
di fuoco?- disse Solas divertito -Non proprio, vhenan. Preferisco
l’elettricità, ma bhe… in seguito hanno
preso fuoco…- ci rivoltammo l’uno verso
l’altro non vedendo nuovi nemici all’orizzonte
-L’elettricità… devo stare
attento quando ti faccio arrabbiare- scherzò con un sorriso
che ricambiai -Tutto
bene?-
Annuii con un
cenno del capo -È stato
solo un interessante riscaldamento-
-Ottimo. Il
tempio è proprio al di là di quella collina- si
stava per incamminare, ma lo bloccai da un braccio -Cosa intendi fare?
Chiunque
sia ha usato un vincolo per questi Silvani, se non ti riconosceranno?
Quelle emozioni
non erano solo dei demoni…-
-Se costretto
farò l’unica cosa che posso. Io li ho portati a
questa situazione, una condizione a cui non avrebbero mai dovuto
arrivare, è un’ultima
linea di difesa. Temo cosa o chi troveremo- rispose serio e deciso. Gli
strinsi
l’avambraccio e poi lo lasciai andare -Nelle Selve Arboree,
se non mi fossi
alleata con le Sentinelle? Se avessi evitato il rituale? Li avresti
uccisi?- mi
lanciò un’occhiata e rimase in silenzio,
continuammo a camminare fino ad arrivare
in cima. Finalmente si scorgevano le tracce di altre costruzioni
distrutte e
abbandonate, diversi archi di pietra segnavano la via da seguire fino a
un imponente
edificio con un portone dorato. Solas spinse e questa si
aprì senza difficoltà,
scendemmo verso una scalinata per ritrovarci in dei giardini. Una
statua da lupo
si stagliava al centro, di fronte le familiari mattonelle che si
illuminavano. Alle
sue spalle un altro portone.
-Facciamo il
rituale?- chiesi
Abbozzò
un sorriso e mi prese una mano, per poi inchinarsi e
posare sul dorso le labbra morbide. A quella scena mi irrigidii
sorpresa -Che
ti prende?- mormorai confusa. Si rialzò incatenando le
nostre iridi, le sue
alquanto divertite -Vuoi bussare a casa tua?-
Rimasi per un
attimo basita -Io…- chiusi gli occhi e sospirai,
per poi fissarlo di nuovo e stringergli la mano -Non mi ci
abituerò mai, lo
sai?- mi tirò verso di lui, lasciandomi un bacio sulla
guancia -Sono tuo marito
e in questo luogo anche il tuo Primo, il tuo Guardiano Arcano. E
sarò sempre il
vostro scudo- sorrisi a quelle parole dette tanto dolcemente -La cosa
mi scalda
il cuore, ma sei anche il padre di mio figlio, non farti ammazzare,
vhenan-
Tenendomi per
mano raggiungemmo la porta -Ti basta infondere
il mana. Darai il segnale all’intero edificio che la sua
proprietaria è tornata.
Le Sentinelle rimaste si riuniranno per accoglierti-
Feci un sospiro
profondo -Devi convincerli a togliere i
Vallaslin, soprattutto ad Abelas, non mi piace molto questo mio
ruolo…-
-Concordo, ma
finché gli Evanuris esisteranno anche noi
verremmo visti come tali. In millenni non sono mai riuscito a farmi
considerare
normale, anche con le varie esortazioni che creavo, ero sempre colui
che li
avrebbe portati alla libertà perché in grado di
tenere testa ai capostipiti-
Sorrisi -Il mio
Dio della ribellione… eh?- senza aspettare
una risposta posai la mano sulla porta. Si illuminò creando
varie decorazioni
che si estesero oltre il legno, passando sulla pietra. Staccai la mano
allibita
per la reazione che stava avendo quel luogo a contatto con il mio mana.
-Riecheggiano
dopo molto tempo le magie assopite- disse Cole
alle mie spalle -Gli spiriti oltre al Velo vorrebbero unirsi alla gioia
provata
dagli antichi guerrieri- osservai la pietra infittirsi sempre di
più di linee luminose
articolate in motivi elfici. Capii un istante dopo perché mi
sembrava di averli
già visti, era un enorme Vallaslin che in diversi punti ne
creava di più piccoli.
Un collegamento invisibile mi raggiunse, percepivo sei spiriti
sollevati, ma uno
bruciante di rabbia. Che fosse chi aveva messo il vincolo sui Silvani?
Entrammo
ritrovandoci in una stanza molto ampia, le pareti
ricoperte di mosaici, di fronte due scalinate che portavano ad altre
aree del
tempio. Uscirono dalle ombre le Sentinelle rimaste, molto poche in
contrasto alla
grandezza di quell’edificio così antico.
-Fen’harel?-
disse una voce maschile -Pensavamo che fossi
morto, come la nostra Signora- concluse guardandoci confuso e
fissandomi in
particolare
-Ma ora siete
qua entrambi, vero?- disse una donna -Perdonatemi
mia signora, il Vir’Abelasan ci sta dicendo che siete voi, ma
il vostro aspetto
è differente. Siamo rimasti solo noi e…-
-Mythal?!
Assomiglia ad Andruil in modo sconvolgente. Stento a
fidarmi anche dei sussurri del pozzo- esclamò una voce
femminile decisa e fiera
da una scalinata. Non mi staccava gli occhi di dosso, riconobbi
l’ira che
cercava di celarmi, ma che trapelava comunque dagli occhi azzurri. Si
avvicinò
studiandomi velocemente, per poi posare le iridi su Solas. Gli si
accostò,
talmente vicino, che respiravano la stessa aria, ancora un palmo e lo
avrebbe
toccato. Il mio lupo le rivolse uno sguardo freddo. Un ago di fastidio
mi trafisse,
nel momento in cui fece per esaurire definitivamente le distanze e
Solas cercò
di allontanarsi da lei evitandola. Sbattè di colpo il viso
contro una barriera
che avevo creato d’istinto tra i due. Barcollò
all’indietro esterrefatta
toccandosi il naso con una mano e mi lanciò
un’occhiata di rabbia per quella
mia mossa alquanto silenziosa. Gli altri si erano raggelati sul posto.
Il mio
lupo fece un passo indietro venendomi più vicino, si
schiarì la voce e unì la
sua mano con la mia. La donna di cui non sapevo ancora il nome, dalle
iridi
azzurre e dalla chioma riccia e nera esibì un sorriso
disgustato -L’avevo
sempre sospettato, fai di tutto per risalire la scala gerarchica
Fen’harel- esclamò
con odio
-La precedente
Mythal ha lasciato la sua eredità a lei. Il suo
nome è Yen Lavellan, stiamo organizzando gli elfi e un modo
per togliere il
Velo che ha distrutto il mondo che conoscevamo. Se volete siete i
benvenuti e
vi indicherò la strada attraverso gli Eluvian per la base,
una volta che avremo
riattivato lo specchio al Vir’Abelasan- disse il mio mago
serio, ignorandola e
mettendo l’attenzione sugli altri, cosa che notai la fece
infuriare ancora di
più, ma stava ferma senza osare altre mosse.
-Non possiamo
abbandonare questo luogo finché il pozzo è
attivo, la nuova Mythal dovrebbe saperlo. Siamo rimasti per questo
unico scopo,
preservarlo- replicò provocatoria
Qualunque cosa
avesse contro di me centrava anche Solas,
risposi impassibile -Lieta che continui ad adempire al tuo dovere e a
preoccuparti
del lascito di Mythal. Me ne occuperò appena ve ne sarete
andati- li congedai,
Solas si era avvicinato ad uno degli altri spiegandogli la sequenza di
specchi.
Li guardai
avviarsi su una delle scalinate -Zivanni, una
parola- disse Solas con tono freddo e duro. La donna che aveva
provocato entrambi
si fermò, rivolgendosi verso di noi con sfida,
l’ira che percepivo da lei era
troppa. Aspettammo che anche l’ultima Sentinella
sparì oltre le scale.
-Conosco bene le
voci che giravano sul mio conto e Mythal in
passato. A quel tempo ti avrei detto che erano false, ora invece ne
udirai
altre simili e sono più che orgoglioso di confermarle.
Quello che devi sapere
sulla mia vita privata inizia e termina qui. Sarò lieto di
rivederti solo se
vorrai togliere i Vallaslin-
Abbozzò
un sorriso -Verrò volentieri a eliminare i marchi- e
mi guardò con disprezzo -Non intendo riconoscerla come
Mythal- non ebbi la
minima reazione, anzi sorrisi -Spero che presto altri la penseranno
come te,
non ho bisogno della scrittura di sangue per farmi rispettare- risposi
tranquilla.
Presa in
contropiede cercò di nascondere la sorpresa per
quella risposta inaspettata, si avviò senza una parola allo
specchio. Rimasi per
un po’ in silenzio, non guardandolo -Qualcosa che dovrei
sapere?-
-No, non
è importante, semplice gelosia e invidia. Abbiamo avuto
dei trascorsi, ma ero un ragazzino, è passato
così tanto tempo che non sapevo
neanche se fosse viva-
L’osservai,
era pensieroso -Vi siete lasciati così male? Per avere
ancora del rancore, brucia di rabbia, potrei scambiarla per un demone
dell’ira.
È sicuramente lei che ha creato il vincolo con i Silvani-
-La
farò tenere d’occhio. Se solo avesse osato
toccarti…- lo
interruppi -Ci avrei pensato io- mise le braccia dietro alla schiena e
sospirò -Se
ha ancora qualcosa contro di me, non voglio che tu ci vada di mezzo, ed
è mio
dovere proteggerti- si avvicinò a passo lento -Che le
piaccia o no, sei Mythal
e io sono il tuo compagno. E lei essendo una Sentinella deve ancora
sottostare
a delle regole, se vorrà andarsene non la
fermerò, se invece cercherà di farti
del male, e ne è capace, non avrò alcuna remora
ad eliminarla- spiegò serio. Si
stava comportando come mio Primo e l’armatura dorata rendeva
ancora più fiero il
comportamento e la posizione che stava tenendo -Come vuoi, lascio a te
queste
decisioni, mi farebbe piacere che mi tenessi informata però-
sciolse la
posizione rigida che aveva assunto -Sottoporrò le varie
azioni che seguiranno al
tuo consiglio, che siano importanti o meno. Voglio essere una coppia
anche in
questo, non ti terrò nascosto nulla- mi avvicinai e passai
la mano sulla
pelliccia morbida -Mmm… quindi mi svelerai i tuoi piani
folli?- domandai fissandolo
negli occhi, sorrise -Non tutti in una volta, vhenan-
-Prima che tu
faccia esplodere qualcosa sarebbe gradito…-
ridacchiò -Il pozzo ci aspetta, dovrebbero essere passati- a
quelle parole feci
un passo, ma la nausea mi aggredii di nuovo -Vhenan, stai…-
mi misi la mano
sulla bocca e corsi vicino a una colonna rigettando l’unica
cosa che mi rimaneva,
saliva. Mi sostenni alla pietra, appoggiandomi e recuperando da una
tasca il
sacchetto con la menta, mettendomene una foglia in bocca, il sapore
fresco mi
distolse in parte dal malessere che stavo provando. Mi scostai dalla
colonna
tenendo ancora una mano appoggiata e indicandogli il sacchetto -Ti ho
mai detto
che sei meraviglioso?- se
non fosse per
le premure che mi stava fornendo starei peggio al momento. Le labbra
gli si distesero
in un sorriso dolce facendomi venire voglia di abbracciarlo. Stavo per
tornare da
lui, quando Cole all’improvviso mi si parò davanti
e in concomitanza un forte rumore
di pietra spaccata ci allarmò. Ancora voltato verso di me,
Solas cadde in
ginocchio. Il mio tempo per qualche secondo si era fermato. Un freddo
raggelante
mi investì, non riuscendo a muovermi. Cole mi spinse con
forza dietro la colonna
-Serenità, è diventata Ira. Un legame non
riuscito, è un demone- esclamò,
quando un ramo spesso e appuntito lo colpì violentemente e
lui si riparò con i
suoi pugnali con poco successo andando a sbattere contro la parete.
Richiamai il
mio mana trasformando il legno in pietra, con un altro colpo lo
frantumai
liberandolo dall’attacco. Dovevo… dovevo andare da
Solas! Sbirciai da dove mi
trovavo, molti rami di grosse dimensioni stavano venendo bruciati,
pietrificati
e ridotti in pezzi dal mio lupo che però era sempre in
ginocchio con un’espressione
di dolore in viso e costantemente sotto attacco.
La mia rabbia
esplose e si tramutò in qualcosa che era veramente
pericoloso. Dov’era quella vigliacca? La farò a
pezzi quando la trovo! -Cole!
Aiuta Solas! Io vado a caccia!- dissi infuriata e mi celai nelle ombre
come
avevo imparato nelle scorse settimane. Più in fretta che
potei, evitai i rami e
mi fiondai sulle scale, ero in un’altra sala che conduceva ad
un portone spalancato.
Cercai il legame a cui era costretta, essendo una mia Sentinella. La
individuai
poco più avanti rivolta verso il Vir’Abelasan,
presi un pugnale e glielo
lanciai con tutta la forza che avevo, questo si scontrò con
una barriera, cadendo
a terra con un suono metallico. Si voltò lentamente, gli
occhi erano
illuminati, ma non come succedeva a me e a Solas, il forte bagliore si
estendeva sul viso in segni frastagliati e mi rivolse un sorriso
disgustato -Speravo
saresti venuta. Vediamo se sei in grado di uccidermi, da’len-
Ciao a tutti! La
nostra Yen non sta proprio simpatica a tutti... come mai secondo voi
Zivanni ha un comportamento così insolito per una
Sentinella? Che sia veramente solo gelosia e invidia? Spero che vi sia
piaciuto il capitolo! E speriamo che Yen smetta di vomitare presto XD
|
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Capitolo 41 *** Capitolo 41 ***
No! Non sono
morta! Ci sentiamo alla fine del capitolo!
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 41
Da'len.
Questa parola
che mi veniva attribuita
ogni volta che incontravo un elfo antico, stava iniziando a darmi sui
nervi. Mi
celai nelle ombre e prendendo lo slancio, mi fiondai verso di lei
raccogliendo
il pugnale. Nell'attimo in cui lo ebbi in mano, venni sfiorata da altri
rami
che dal basso spaccarono la pietra, creando profonde crepe che si
estesero alle
colonne circostanti, rendendole instabili.
Stava
distruggendo il tempio! Rischiava
di crollarci tutto addosso!
Anche i rumori
provenienti dal piano
inferiore non erano di buon auspicio.
Diedi vita a una
tormenta di neve, il
ghiaccio si attaccava ferocemente alla barriera, coprendola e
limitandole
sempre di più la visuale. Due sfere di fuoco le comparvero
in entrambe le mani.
Annullò la barriera, facendo sciogliere all'istante il
ghiaccio. La tempesta
non sembrava comunque toccarla. Mise le sfere a terra, rimanevano
intatte,
sembravano delle grandi biglie dove al loro interno viveva il fuoco.
Presero a
muoversi da sole, una si posizionò di fronte a Zivanni,
fondendo il lastricato
di pietra e sprofondando per metà in esso. L'altra dopo
qualche breve
oscillazione, mi puntò. Maledizione! O facevo proprio schifo
a nascondermi o
c’era qualcosa che mi sfuggiva! Rinfoderai un pugnale per
avere la mano libera
e creai una lancia di ghiaccio. Con un colpo forte e deciso la feci
schiantare
su quell’inquietante sfera. Esplose in mille schegge.
Non mi rimase
che correre. Misi più
distanza possibile tra me e quella cosa, ero sicura che se mi toccava
sarebbero
stati guai. Ad un tratto si fermò, stava diventando sempre
più incandescente e
di un rosso scuro. Si sciolse, riformando poi due sfere più
piccole. Che
diavolo…!? Queste schizzarono sempre verso di me, creando
delle linee
incandescenti sulla pietra, che rimanevano di un fuoco vivo. Si
intrecciavano
nei movimenti formando dei grandi otto. Notai che l'elfa si era
acquattata a
carponi senza fare altro, a parte guardarmi scappare. Si stava godendo
lo
spettacolo!? Concentrai il mana, un grande fulmine cadde verso di lei,
ma si
disperse. L'altra sfera aveva assorbito l'impatto. Cambiai di colpo
direzione, mettendo
inavvertitamente un piede sulle linee che le altre sfere continuavano a
tracciare. Una scarica di dolore mi trafisse e balzai via con un
gemito. Diavolo!!
Mi bloccai sconcertata. Altre sfere più piccole erano
comparse e continuavano a
tracciare quella gabbia di linee. Dovevo allontanarmi. Stavo per uscire
dal
quel groviglio. Sbattei il viso contro una barriera. Le calpestai.
Urlai non
riuscendo ad evitarlo e rimettendomi in un posto libero da quelle
trappole. Che
diavolo di magia era?
Zivanni si era
alzata e restava con le
braccia incrociate. Perché sembrava delusa?
Non me ne
fregava niente! Digrignai i
denti e mi guardai intorno. Cosa potevo fare? I movimenti mi erano
limitati.
Non potevo colpirla…
-Stai aspettando
che Fen'harel ti
salvi? O magari pensavi di usare i marchi? Sai come si fa, vero?- disse
prendendomi in giro.
-Perché
dovrei imparare ad usare
qualcosa che aborro?- replicai seccata cercando un modo per rivalermi.
Gli
occhi si posarono su una vicina colonna instabile.
-Con quale
superiorità credi di
poterne fare a meno, da'len?-
Diedi vita a
un’enorme sfera
elettrica. -Smettila di chiamarmi così!-
Abbozzo un
sorriso -Come dovrei
chiamare uno spirito tanto giovane? Porti il nome di Mythal e
sarà la tua morte.
Non sei in grado di sostenere un lascito del genere-
Lanciai la sfera
contro la colonna.
Questa si spaccò del tutto, cadendo verso di lei e sfondando
il pavimento, mi
tolsi evitando di venire schiacciata. Le linee diventarono inerti.
Un'enorme scossa
fece tremare l'intero
edificio. Le altre colonne tremarono pericolosamente. Notai risalire le
scale
delle fiammelle violacee, danzavano avanzando lentamente. Un ramo ne
venne in
contatto e si tramutò immediatamente in cenere. Circondarono
Zivanni, la
barriera che stava ergendo si infranse. Le fiamme cercarono di
aggredirla, ma
balzò lontano vicino al Pozzo dei Dolori. Lanciò
un incantesimo di ghiaccio che
si dissolse all'istante a contatto con la magia di Solas. Lui
però non lo
vedevo ancora, cosa che mi rendeva preoccupata.
All'improvviso
l'elfa si portò quasi
le mani alla gola. Terrorizzata tentava di toccarsela, ma qualcosa
glielo
impediva. Provava disperatamente a togliersi qualcosa dal collo senza
successo.
I piedi le si staccarono dal terreno, restando a penzoloni. Faceva
fatica a
respirare -Lasciami…- tossì cercando di prendere
aria, lo sguardo illuminato si
affievolì per qualche secondo per poi ritornare brillante
-Chi pensi che
fossero i Silvani…- si dimenò dalla presa non
ottenendo risultati -…che hai
eliminato? Sarebbe stato meglio se fossi morto come questo mondo. Come
siamo
morti noi per difendere una falsa Dea…- tossì di
nuovo. Di fianco a lei Solas
ritornò visibile, la teneva saldamente dalla gola con una
mano. Gli occhi illuminati
dalla concentrazione di mana, l'espressione rigida e tesa, non mostrava
alcuna
emozione. Il fuoco viola si mosse sotto i piedi di Zivanni creando un
cerchio.
I sussurri
risuonarono dal Vir
Abelasan “Quando lo
sguardo del Temibile Lupo è limpido, la luce
brucia in un anello mortale”
L'elfa si
dimenò ancora -Uccidimi! Sai
che questo legame corrotto non può essere spezzato!-
-Lo
farà, ha attaccato la sua famiglia.
Il Lupo brama il suo sangue- disse Cole alle mie spalle, guardando la
scena
insieme a me.
Cosa avrei
dovuto fare? Ci aveva
attaccato. Li raggiunsi e anche se in difficoltà Zivanni
puntò gli occhi nei
miei. La luce insolita che c'era stata fino a poco prima se ne era
andata,
rimanevano le iridi azzurre ormai rassegnate al loro destino.
-Se il suo Primo
non ha il coraggio di
farlo, lascia che lo faccia la nuova Mythal- mormorò sfinita
-Sarà migliore del
destino che è toccato alle Sentinelle venute prima di me-
Il braccio
tremò e gli posai una mano
sulla spalla -Solas che le sta succedendo?- l'ira che percepivo da lei
non era
ancora scomparsa del tutto.
Zivanni
sbuffò e tossì -Una bambina
che ne porta in grembo un altro…- la mano del mio lupo
strinse la presa, la
bocca era ridotta a una linea sprezzante.
-…
pensa ad insegnarle a proteggerlo.
Lo abbiamo percepito tutti, non sa gestire il suo legame con
noi…-
Portai
protettiva le mani sul ventre.
-Lo
farò. Avevo intuito come potevate
aver agito quando ho visto i Silvani. Ir abelas, non doveva andare
così- lei
chiuse gli occhi mettendo fine alla conversazione e Solas la
lasciò andare.
Appena toccò le fiamme si sprigionò una luce
accecante. Voltai il viso per
proteggermi gli occhi, quando mi girai era rimasta solo una macchia
nera sul
lastricato di pietra.
-Perché…-
prima che riuscissi a concludere
la domanda, venni afferrata dalle spalle -Mi avevi promesso di non
metterti in
pericolo!- esclamò furioso. Mi ritrovai con il viso premuto
sulla pelliccia di
lupo, in una stretta protettiva e disperata. Stava tremando?
Solas…
-Non potrai
proteggerci sempre-
sussurrai
-Il buttarti
contro il pericolo non mi
aiuta, vhenan- posai una mano sul suo petto scostandomi per fissarlo in
viso -Ho
un potere superiore al tuo- si chinò unendo le labbra con le
mie in un tenero
bacio, appoggiando poi la fronte alla mia -Ma il tuo spirito
è giovane, non
puoi ancora gestire del tutto il potere di cui disponi-
Sospirai -Ma se
non faccio nulla, non
imparerò mai nulla-
-Per questo
esiste l'Oblio, ne traiamo
l'immortalità, ma anche una conoscenza infinita. Essenziale
per degli spiriti
giovani e motivo per cui le nuove generazioni di elfi hanno perso tutta
la loro
memoria, creandosene poi una nuova con le poche rovine e cimeli
intatti- incatenò
le iridi grigie alle mie. Ancora una volta mi sentivo trattata come una
bambina.
Non lo sopportavo più. Per lui e per nostro figlio sarei
arrivata ad affrontare
un viaggio nel tempo, dove però non sarei mai stata
considerata alla sua altezza
in quel mondo. Non gli avevo mai chiesto quanti anni aveva e saperlo
avrebbe
sicuramente peggiorato il mio umore. -Quanti anni hai?- maledizione
alla mia
curiosità.
Sorpreso
inarcò le sopracciglia -Una
domanda insolita, perché me lo chiedi ora?-
Sospirai
-Perché non dovrei saperlo?-
domandai esasperata dal non ricevere una semplice risposta diretta
-L’età
non ha importanza…- disse vago,
per nulla entusiasta a dirmi quello che volevo
-Ne ha quando
non vengo ritenuta degna
di te!-
Negò
con la testa -Solo perché hai
ancora molto da imparare, non significa che ti debba sentire a
disagio…- lo
interruppi -Invece sarà così! Soprattutto se
riuscissimo a tornare indietro nel
tempo. Per la mia età ti avrei ritenuto irraggiungibile e
tu…-
-E io mi sarei
ritenuto troppo vecchio
per te- mi prese il viso tra le mani -Ma non avrei mai scordato come mi
guardano questi occhi color ametista e avrei fatto di tutto per starti
accanto
e conoscerti-
Sospirai di
nuovo e chiusi gli occhi -Non
vuoi che mi senta a disagio, e non vuoi darmi una risposta- riaprii gli
occhi e
fissai i suoi -Lo verrò a sapere in un modo o
nell’altro. È assurdo che l’uomo
che amo, mio marito, nonché il padre di mio figlio, non
voglia dirmi una cosa
del tutto normale- risposi risentita separandomi dalla sua presa e
mettendomi a
carponi vicino alla bruciatura, fissandola in modo assente.
-Per un attimo
è stata di nuovo
Serenità. Lo spirito appena nato ha aiutato- disse Cole.
Annuii distrattamente
con un cenno.
-I bambini ad
Elvhenan non erano
numerosi…- mi alzai e anche se stava suscitando la mia
curiosità, lo ignorai e
mi posizionai di fronte al Vir Abelasan, mormorai un incantesimo che mi
venne
alle labbra senza neanche rendermene conto. L’acqua o il
liquido che sembrava
tale, evaporò. Lasciando la vasca vuota.
La mano calda e
grande di Solas
strinse la mia, in silenzio intrecciai le dita con le sue. Si
schiarì la voce -Cinque…-
mormorò. Alzai lo sguardo su di lui e la presa sulla mano si
fece più forte -Cinquemila,
senza contare i millenni in Uthenera… più o meno-
concluse con difficoltà
Sorrisi
-Più o meno?-
Cinquemila era
un bel numero.
Venticinque e cinquemila. Mi passai una mano sul viso. Era come dire
che avevo
appena iniziato a vivere. L'esperienza che avevo io, era nulla in
confronto
alla sua…
-Non li
contavamo, dopo certe cifre
diventava inutile. Puoi percepire però se lo spirito
è giovane, vecchio o
antico, non serviva chiedere-
Lo tirai dalla
mano -Usciamo da qui-
la nausea stava tornando e non so se era a causa del cucciolo o di
quella
triste macchia nera sulla pietra.
Stavo scartando
il cibo che ci eravamo
portati. Avevamo deciso di accamparci nel Crocevia e ci eravamo
sistemati tra
due pareti che si congiungevano tra di loro. L'unica cosa rimasta di
quella
costruzione che dava però una protezione sufficiente per
passare la notte.
Mangiai della
carne secca e del
formaggio, accompagnando il tutto con il mio ormai inseparabile the
allo
zenzero. Appoggiai la tazza di fianco al giaciglio che avevamo
preparato per la
notte e iniziai ad allentare le cinghie dell'armatura, che cominciava a
starmi
stretta. Tolsi i guanti, i bracciali, gli stivali e le spalliere,
liberandomi
infine anche del pettorale. Rimasi in pantaloni e con la tunica che
tenevo
sotto l'armatura, slacciando il laccio posteriore dietro al collo. Con
un dito tirai
in avanti il bordo guardando dentro. Il seno iniziava ad aumentare di
volume e
si notava subito, non avevo mai avuto un petto prosperoso, anzi il
minimo
indispensabile.
Udii dei passi e
vidi Solas tornare
con della legna per il fuoco che avevamo acceso.
-Hai trovato
altro- dissi con un
sorriso.
-Ho rotto
qualche sedia e scaffale- la
lasciò a portata di mano e si fece scivolare di fianco a me.
Mi spostai in
ginocchio slacciandogli la cintura in vita. Negli occhi grigi
passò un lampo di
aspettativa e sorrisi maliziosa. Sfilai la pelliccia di lupo e
l’abbracciai,
distendendomi, dandogli le spalle e usandone una estremità
come cuscino.
Percepivo che mi osservava e ridacchiò. Udii del movimento,
supposi si stesse
preparando per la notte. Dopo un po’ di tempo non mi aveva
ancora raggiunto.
Avevo fatto anche un pisolino quasi senza rendermene conto, mi rigirai
dalla
sua parte, verso il fuoco. Aveva tolto tutta l'armatura, restando in
pantaloni
e tunica, era seduto con un quaderno tra le mani, appoggiato sulle
gambe
incrociate e ai suoi piedi la scatola con i colori che gli avevo
regalato. Ne
intingeva un pennello, disegnava qualcosa e si portava
l’estremità in legno alla
bocca pensieroso fissando le pagine. Lo studiai, non mi sarei mai
stancata di
farlo: la mano grande impugnava con sapienza il pennello, tracciando
tratti con
naturalezza. Le labbra morbide che avevo baciato e leccato parecchie
volte,
nascondevano i denti che stavano sicuramente mordendo la punta del
manico,
infatti avevo notato che erano quasi tutti segnati da quel vizio. I
miei occhi
color della tempesta restavano attenti sui fogli, finché non
li posò su di me
per poi sorridere dolcemente. Ricambiai, lanciò un piccolo
incantesimo sul
quaderno e ripose le cose che stava usando. Si avvicinò e
sdraiò vicino a me,
tirandomi tra le sue braccia.
Mi
lasciò un bacio sulla pelle del
collo -Ti ho svegliato?- sussurrò
-Sì,
con la tua assenza- mormorai,
passò una mano calda sul ventre e prese possesso della mia
bocca, insinuandosi
con la lingua.
-Ti stavi
divertendo?- domandai
curiosa. Appoggiò la testa sulla pelliccia di lupo affianco
alla mia -Mai come
ora- ridacchiai -Sul serio… eri concentrato-
Accennò
un sorriso e chiuse gli occhi -È
una sorpresa-
Posai una volta
le labbra sulle sue in
un bacio fugace. Una seconda sempre veloce, e una terza, dove
però una sua mano
si era infilata tra i miei capelli e mi aveva trattenuto rendendolo
profondo e
lento. -Era di questa sorpresa, che avevi accennato mentre giocavi a
carte con
Banal'ras?- passai la mano sulla sua che era ancora sul cucciolo, non
mi
riferivo infatti a quello che stava disegnando.
-Sì,
speravo che arrivasse. Non volevo
pianificazioni anche su di lui. Siete i miei due cuori che mi fanno
sempre
molte imprevedibili e gradite sorprese-
Mi ero
emozionata e il cuore si era
scaldato, esaurii le distanze abbracciandolo -Ho sonno…-
sussurrai -Io non ne
sono più tanto sicuro…- ridacchiai, infatti il
suo desiderio mi premeva contro -…
è sopportabile, mi hai fatto passare di peggio-
replicò
-Tipo?-
-Per esempio, il
presentarti a notte
fonda nella rotonda a Skyhold, brilla e con tutta
l’intenzione di fare l’amore-
Risi -Intendi
quella volta che mi sono
ritrovata stesa con te sul divano? Uno dei risvegli migliori-
-Se fossi
riuscito a chiudere occhio, potrei
concordare. Stanco e frustrato, avevo dovuto in seguito darmi piacere
da solo. Non
potevo assecondare l'istinto da lupo di prendere di peso la mia
compagna e
rinchiuderci in camera-
Immaginai Solas
che magari durante una
riunione nella sala da guerra, mi prendeva in braccio sotto lo sguardo
scandalizzato e scioccato di Cullen e Josephine e invece complice di
Leliana.
Risi e lo baciai -Sarebbe stato magnifico, ci avresti salvato da una
giornata
monotona e noiosa-
Prese ad
accarezzarmi un fianco e
ridacchiò -Ti avrei tenuta per me almeno fino al giorno
dopo. Questo te lo
posso assicurare- disse con voce profonda. Lo accarezzai su una
guancia, mi
tirò completamente addosso a lui avvolgendomi con le
braccia. Alzai una gamba
sul suo fianco -Sicuro di riuscire a riposare così?- stavo
chiedendo, ma dubito
che io stessa riuscissi a dormire finché restava eccitato.
-Proverò…-
-Mi fai
impazzire…-
-Allora
impazziremo in due- prese la
pelliccia da lupo avvolgendola meglio intorno ad entrambi. Restammo in
silenzio
per un po’, ma la mia mente non pensava ad altro che a quella
lunghezza che mi
premeva contro. -Cole…?-
-È
ritornato da Banal'ras-
-Dovevo capire
che centrasse in
qualche modo-
Ok, stavo
letteralmente impazzendo -Dovrai
spiegarmi come fai a controllarti in questo modo-
Ridacchiò
-Anni di pratica, anche se
con te sono sempre sull'orlo di cedere-
Oh! Al diavolo!
Lo tirai più contro di
me con la gamba che gli tenevo sul fianco e scesi con una mano fra noi.
Slacciai i miei pantaloni spingendoli verso il basso. Lo accarezzai
lentamente
attraverso il tessuto. Rispose con un ringhio -Vhenan…-
-Non ho
più sonno nemmeno io- prima
che potessi fare altro venni spinta e schiacciata con il suo peso
contro la
pelliccia. Mi alzò la tunica e dopo qualche secondo si
abbassò a leccarmi,
baciarmi e succhiarmi il seno -Oh! Ah… è
più sensibile… Solas!- si scostò, le
iridi bruciavano affamate. Si sfilò la maglia e posai le
mani sul suo petto,
accarezzandolo passando poi sulle spalle. Si impossessò
della mia bocca con
ferocia, affondando con la lingua. Iniziò a lasciarmi una
scia di baci sul
collo, seno, fino al ventre dove premette le labbra dolcemente e
più volte.
Ridacchiai -Mi stai facendo il solletico, vhenan-
Sorrise
divertito, si alzò e si tolse
i pantaloni. Entrò lentamente in me, ogni volta con una
leggera spinta, finché
non fu dentro fino all'elsa. Passai le mani sulla sua schiena e lo
strinsi con
le gambe. Con un braccio mi avvolse la vita e prese a muoversi, mi
baciò di
nuovo coordinando i due movimenti con lo stesso ritmo. Gemetti nella
sua bocca,
la pressione, come le spinte stavano arrivando al limite. Non vidi
più nulla. Continuava
a prendermi, sempre più forte. Inarcavo il bacino
assecondando quella
meravigliosa, ingombrante, intrusione. Un'ultima forte spinta e un
ringhio
profondo mi si riversarono contro. Il piacere nell’essere
trafitta da lui mi
annientò completamente. Si abbandonò su di me con
la testa sulla spalla. Lo
abbracciai non volendo che si scostasse. Mi lasciò altri
baci sulla pelle -Il
tuo corpo inizia a cambiare, ma'arlath-
-Il seno deve
aver tolto ogni dubbio-
ridacchiai. Si alzò su i gomiti e mi rivolse uno sguardo e
un sorriso furbo -Per
la sensibilità con cui reagisci al mio tocco, a dir la
verità. Ho sempre amato
il tuo seno e ancor di più i tuoi fianchi- mi
sovrastò e immerse la lingua
nella mia bocca in una promessa erotica, per poi appoggiarsi con la
fronte alla
mia -I fianchi?-
Sorrise -Si
stanno adattando anche
loro all'arrivo di nostro figlio, in modo molto seducente-
-Mmm…
il mio adulatore, come farei
senza?- mi diede un bacio fugace e si mise da parte. Allungò
una mano e prese
un pezzo di legna, lanciandolo nel fuoco. Rimasi a fissare le fiamme,
intanto
mi passò un braccio sulla vita tirandomi contro di lui -Non
si poteva davvero
salvarla?- non che l'avessi presa in simpatia, ma non si meritava di
morire,
dopo tutto quello che aveva passato.
-Zivanni?-
sospirò -No… si era legata
ad uno spirito di Serenità, i suoi pensieri lo hanno
corrotto. Non è semplice
mantenere un legame del genere con quello che è avvenuto-
-Capisco…
mi è dispiaciuto lo stesso…-
il tepore in cui ero avvolta mi fece addormentare.
Tenevo gli occhi
chiusi e un forte
senso di nausea mi aggredii. Passai una mano sulla bocca, aprii gli
occhi
venendo investita dalla luce del mattino. Mi alzai vacillante e mi
allontanai
un poco, rigettando dietro un masso. Questa nuova sveglia mattutina era
terribile.
Due dita mi
presero un gomito,
attirando l’attenzione alle mie spalle. -Acqua e poi
c’è del the che ti aspetta-
disse Solas porgendomi una tazza. La presi con un lieve sorriso
-Grazie, mi
stai salvando, lo sai?-
-Sei la mia
compagna e ti amo. Ti
aiuterò e mi prenderò sempre cura di te, vhenan-
con quel sorriso arrogante che
amavo, tornò al fuoco senza aspettare una risposta. Mi
sciacquai la bocca più
volte, per poi ritornare sul giaciglio. Riprese la tazza versando la
mia
salvezza contro la nausea. Lo sguardo fu attirato dal sole che era
già
piuttosto alto -Avresti dovuto svegliarmi- bevvi il liquido caldo
-Non
c’è fretta. Abbiamo ancora
qualche settimana di tempo prima di doverci ritrovare a Kirkwall-
intanto che
parlava stava sfogliando il suo quaderno -Hai bisogno di riposare, mi
piace
guardarti dormire e nostro figlio si è preso l'onore di
svegliarti in questo
periodo- concluse calmo -Ah… e amo questi momenti di
assoluta tranquillità con
te, spero di riuscire a dartene altri. Nel nostro mondo, nella mia
posizione,
avrei potuto darti molto di più e mi piacerebbe renderlo di
nuovo possibile-
smise di voltare le pagine e rialzò gli occhi su di me,
prendendo anche lui un
sorso di the. Era molto a suo agio, forse perché eravamo
vicini all'Oblio. La
posa che teneva, completamente rilassata. Restava con la maglia e i
pantaloni,
recuperai i miei, l’armatura abbandonata in un angolo.
-Mi stavo
godendo la vista…- mormorò,
sorrideva malizioso. Ricambiai il sorriso.
Molto di
più…
La folla che
avevo visto in quel ricordo.
Il profondo
rispetto che gli veniva elargito…
-Non so se
potrei fare quella vita.
Venticinque anni sono pochi, molto pochi…- si
alzò per poi risedersi da parte a
me e stringermi una mano -Avrai tutto il tempo di farti valere e
imparare.
Finché non sarai in grado di farlo da sola, avrai anche il
mio supporto. E
indirettamente o meno lo avrai sempre, sei mia moglie- si
chinò dandomi un
dolce bacio sulle labbra -E sei molto saggia, più di quanto
lo sia tuo marito
con cinquemila anni-
Mi stregava -Ti
piace proprio adul…-
premette di nuovo la bocca sulla mia -Sto dicendo le cose come stanno,
sai che
non lo farei se non lo pensassi veramente-
No, non lo
avrebbe fatto -Ma serennas,
è presto per pensarci, ma mi spaventa un po'-
intrecciò le dita e si portò la
mia mano alla bocca, posando le labbra -Andrai benissimo, ne sono
certo. Li
sorprenderai invece. Hai fatto più tu durante l'inquisizione
che molti elfi in
mille anni- bevve un altro sorso di the. Con un dito lo indicai -Ti
senti bene?-
domandai incredula. Fissò il liquido ambrato e
ridacchiò -Era mio dovere
assaggiarlo, con tutto quello che ne preparo. E a proposito di essere
vecchi,
non è ancora nato e sta già cambiando le
abitudini del suo papae-
Risi e negai con
la testa sconsolata, posò
le labbra morbide sulla mia guancia con un sorriso -E sai, quando hai
tanto
tempo, si tende anche a sprecarlo, te lo assicuro. Ce la si prende
molto comoda
in tutto. Tutto è molto più lento. Poi sono
arrivati gli shemlen, una definizione
crudele quella data dallo stesso Banal'ras, ma sentirai spesso
paragonarli agli
insetti…- finì quella spiegazione con quasi un
sospiro scoraggiato, guardando
il paesaggio davanti a noi.
-Mi hai detto
che i bambini non erano
numerosi…-
-Esatto, con una
vita lunga non pensi
a fare figli, non tanto presto. Gli umani si riproducono molto
più in fretta,
per noi era impensabile. Poi la guerra e gli Evanuris ci stavano
decimando, ma
è un'altra storia- lanciò un pezzo di legno sul
fuoco -Per le classi nobili era
ancora più raro, tanto che si festeggiava e lo si annunciava-
-E tu vorresti
farlo?-
-Intendo tornare
in un periodo ancora
tranquillo, e non potrò nascondere la tua presenza. Gli elfi
al servizio di
Mythal parleranno e non voglio far credere che non lo annuncio,
perché magari
mi vergogno di te-
Bevvi ancora del
the, non voleva far
pensare che fossi un errore, una relazione indesiderata. Spostai il mio
peso
verso di lui, appoggiandomi contro la sua spalla -Hai qualche progetto
per
questi giorni?- ora che la questione del tempio era risolta, non
avevamo ancora
pensato al dopo.
Rimase con un
braccio pigro sopra il
ginocchio della gamba piegata verso il petto, studiando il liquido
dorato del
the. -Passiamo da un distaccamento qui vicino- incatenò le
iridi grigie alle
mie -Dopo voglio mostrarti quella che era la mia casa e che spero
diventerà la
nostra, un giorno-
Appoggiata ad
una colonna venivo
osservata dal via e vai di elfi, profondamente incuriositi da
Fen'harel, ma
soprattutto da me. Eravamo arrivati mano nella mano. I primi anni,
avevo
pensato che non volesse esternare l'affetto che provavamo l'uno per
l'altro, e
lo avevo assecondato, stava bene anche a me così. Questa
cosa era radicalmente
cambiata, cercava spesso un contatto. Lasciava i suoi istinti da lupo a
redini
ormai sciolte. In contrapposizione la mia lupa dal mantello bianco ne
gioiva.
Quando mi
fissava, l'espressione di
Solas subiva un sensuale, impercettibile cambiamento. Un'eccitazione
calda scivolava
su di me, come della lava che avanzava lenta. Mi faceva quell'effetto
ogni
volta, senza il minimo sforzo. Poteva reclamarmi con uno sguardo, un
tocco, un
semplice sorriso da quelle labbra arroganti e morbide. Andavo in
fiamme. Sempre,
ovunque.
-Deve essere
sfortuna nera…- mi arrivò
alle orecchie una voce maschile che conoscevo, ma che forse avrei
preferito
dimenticare. Mi sforzai di deviare i miei piacevoli pensieri, sulla
persona
sgradita che invece mi ero ritrovata davanti, alzando lo sguardo. Ian,
occhi
d’ambra e capelli neri, però ora lunghi e tenuti
in una piccola treccia.
-Concordo. Ti
consiglio di starmi
lontano, sa tutto e potresti ritrovarti morto ancora prima di pensarlo.
Anche
se puoi rischiare, è di ottimo umore-
Abbozzò
un sorriso mesto -Non ne vali
la pena, anche se mi ci è voluto un po’ a capirlo-
stavo per controbattere,
quando Solas comparve venendo nella mia direzione e congedando una
Sentinella.
Lanciò un’occhiata a Ian, lessi un lampo di
consapevolezza, ignorandolo di sana
pianta. Se fosse stato una pietra, forse l'avrebbe trovato
più interessante. Si
posizionò tra noi -Nausea?-
-Ehm…
per il momento, no- ero
perplessa, ma il the in effetti… era un po’
diverso stamattina -Ti sei messo a
fare esperimenti con il the?-
-Io e lei
stavamo parlando- sputò
velenoso. Rivolsi gli occhi al cielo e mi passai una mano sul viso.
Ti prego no.
-Ora hai
concluso- disse Solas con tono
fermo e freddo. Dire che Ian stava giocando con il fuoco era riduttivo.
Le
iridi grigie si erano adombrate e un lieve bagliore argentato
vorticava,
annunciando il pericolo.
-Cosa ci fai
qui?! Forza! Veloce!
Andiamo! Siamo in ritardo!- esclamò una voce femminile.
Il mio mago si
girò e vidi Ian venire
spintonato da una ragazza con un Vallaslin di June in viso. Si rivolse
verso di
noi e chinò il capo -Ir abelas, hahren- e afferrò
Ian dall'abito trascinandolo
via -Ehi… io stavo…-
-Non stai
facendo un bel niente! Razza
d’imbecille! Cammina o ti prendo a calci!- si allontanarono.
L'elfa continuava
ad urlargli contro, stavo a vedere interessata se iniziava anche a
picchiarlo -Quella
ragazza mi va a genio-
-Con gusti
alquanto discutibili…-
mormorò Solas
-Forse sono solo
amici…-
Sbuffò
-Lo spero per lei…- si rigirò
verso di me più tranquillo -Comunque sì, ho
migliorato il the. Ho avuto modo di
parlare con uno spirito di Conoscenza e mi ha dato volentieri delle
informazioni per farti stare meglio-
-Oh…
grazie ad entrambi. Sto bene per
adesso, poi in caso ho sempre la menta- che non faceva miracoli, ma
meglio di
niente.
Sì
avvicinò e fece passare un braccio
sulla mia vita, tirandomi contro di lui, chinandosi e dandomi un bacio
sulla
tempia. Mi rigirai nella sua presa e gli misi le mani sul viso,
accarezzandolo -Sei
più calmo ora?- ero sicura che stava per uccidere
quell’idiota di Ian. Chiuse
gli occhi e si abbandonò al mio tocco con l'accenno di un
sorriso -Ero calmo
anche prima…-
-Ah
sì?- lo tirai verso il mio viso e
premetti le mie labbra sulle sue -So che lo stavi per sbranare-
Riaprì
gli occhi di quel bel grigio -Non
deve neanche osare guardarti-
Sorrisi
-Continuerei a stare così, ma
ci stanno fissando tutti-
Ridacchiò
e mi scostai dall’essergli
così vicino, vedendo gli elfi cercare di ricomporsi e
tornare alle loro
mansioni.
-Andiamo vhenan-
Altri Eluvian,
altre soste per
vomitare, e la temperatura cambiò diventando più
mite, il sole poco alla volta
si stava abbassando verso l'orizzonte. Un ultimo specchio e una brezza
marina
mi colpì l'olfatto. Girai il viso avvicinandomi al margine
dello strapiombo,
l'erba si diradava arrivando ad una spiaggia.
-Siamo oltre il
Mare Ghiacciato- spiegò
Solas
Non ci credevo
-Josephine vorrebbe
essere qui. Mi hai portato al di là del mare? Non siamo
più in Thedas!?-
Mi
mostrò un largo sorriso -Esatto, vhenan-
restammo per un po' a guardare le onde che si infrangevano sulla costa.
Mi
prese la mano -C’è altro da vedere e penso che un
bagno caldo sia gradito?-
-Certo!
Andiamo!- avevo bisogno di un
bagno. Rise avviandoci, continuammo fino a quando il rumore del mare si
fece
più lieve e iniziò una foresta. Trovammo una
radura con una statua di lupo, non
c'era altro.
Solas la
toccò studiandola e poi
guardando i dintorni -Ottimo, sembra immacolata anche dopo tutti questi
millenni. E non percepisco presenze estranee, gli incantesimi di
occultamento
resistono- gli occhi gli si illuminarono, la stessa cosa fece la statua
però di
un verde acceso. Si spostò di lato rivelando delle scale -Ti
piacciono proprio
i passaggi segreti-
Ridacchiò
-Quando ti danno la caccia
diventano i tuoi migliori amici- posò una mano sulla mia
vita invitandomi ad
entrare. Il passaggio si illuminava attraverso delle sfere di vetro,
dove
dentro restava il fuoco che vorticava su sé stesso. Le scale
erano di una
pietra bianca e liscia. Alla fine entrammo in una stanza abbastanza
grande,
dalle pareti al pavimento sempre formate da quella pietra bianca, con
quelle
luci strane che illuminavano tutto senza difficoltà. Un
corridoio sulla sinistra
e una porta, a destra una piccola statua di lupo ad accoglierci -Fa la
guardia?-
scherzai. Il mio mago sorrise -In un certo senso…-
Aprì
la porta, nella stanza c'erano
vari manichini, bastoni di varie forme, e un tavolo -Lasciamo
l'armatura qui,
le metteremo in ordine più tardi- senza farmelo ripetere
tolsi tutto quel
metallo nero, che anche se leggero a fine giornata non sopportavo
più.
Ci dirigemmo
verso il corridoio, dove
facevano capolino delle porte da una parte o dall'altra. Ero alquanto
curiosa
di scoprire cosa c'era in ogni stanza e iniziavo a sentire la
stanchezza -Sono
felice che gli incantesimi di preservazione funzionino ancora-
-Preservazione?-
-Vivendo per
millenni le cose dovevano
mantenersi il più possibile in ottimo stato. Dopo vedremo le
altre stanze, se
sono come le avevo lasciate quando sono stato qui l'ultima volta. Ora
pensiamo
al bagno- aprì una porta di cristallo, quella pietra bianca
era ovunque, al
centro della nuova stanza c'era un grande dislivello nel pavimento. Non
ero
sicura di capire…
Solas
andò verso un pilastro toccando
alcune incisioni che si illuminarono. Udii il suono
dell’acqua, saliva dal
fondo di quella che capii essere un'enorme vasca interrata nel
pavimento. L'aria
di fece più calda riscaldando la stanza. Continuai a
guardare l'acqua salire
affascinata, come una bambina a cui era stato mostrato un nuovo gioco.
-Entriamo?-
domandò Solas con un sorriso
divertito dalla mia faccia e sfilandosi la maglia lasciandola cadere
per terra.
-Per quanto
volevi tenermi nascosta
una vasca del genere?-
Rise e il suono
rimbombò -Mi ero
ripromesso di portatici quando avremmo avuto del tempo- e si tolse i
pantaloni.
Lo imitai e scesi i gradini, l'acqua era piacevolmente calda, mi
arrivava fino
alla vita e mi immersi fino alle spalle. Chiusi gli occhi godendomi
quel
silenzio interrotto solo dal movimento dell'acqua. Le braccia di Solas
mi
cinsero la vita, mi ritrovai con la schiena contro il suo petto e mi
appoggiai
del tutto a lui -Noto che è di tuo gradimento-
Sorrisi
-Decisamente, ma'arlath-
-Ne sono
contento- mi lasciò dei baci
sul collo, socchiusi gli occhi e alzai una mano posandogliela su una
guancia accarezzandolo
-Resterei qua con te per ore, ma rischio di addormentarmi-
continuò quel dolce
assalto -Se vuoi nessuno lo vieta-
Mi stavo
assopendo davvero, venni
tirata verso gli scalini dove si sedette e mi mise in grembo, l'acqua
ci
lambiva le gambe -Mi stai viziando…- appoggiai la testa
nell'incavo del suo
collo -Voglio farlo- mormorò. Posai un bacio sulla pelle
-Così poi quando
useremo la solita vasca mi sembrerà minuscola…-
Rise, quanto
adoravo quel suono, mi
riempiva ogni volta il cuore di gioia -Questa casa, come…?-
da quel poco che
avevo visto all'esterno eravamo in mezzo al nulla. L'unico effettivo
collegamento con il resto del mondo sembrava l'Eluvian non molto
distante, che
una volta disattivato si era celato alla vista.
-Un regalo da
parte di Mythal per i
miei anni al suo servizio- strinse il braccio sulla mia vita e prese
possesso
della mia bocca, affondava con la lingua famelico. Riprendemmo fiato e
sentii il
suo desiderio premere contro il sedere -Prendo il sapone…-
voltò la testa cercandolo,
scesi dalle sue gambe e mi spostai di nuovo in acqua. Si
alzò, era eccitato, ma
lo stava ignorando. Mi immersi del tutto bagnando anche i capelli e li
dovetti
scostare dalla faccia -Li dovevo tenere corti…- borbottai,
avevo poca pazienza
nel prendermene cura. -Non osare tagliarli, sei ancora più
bella così- portava
in mano due bottigliette di vetro, me ne passò una e
aprì quella che teneva in
mano -Ti aiuto?-
Mi girai
invitandolo ad iniziare, sentii
un liquido freddo sulla testa, poi le mani di Solas iniziarono a
massaggiarmi
il cuoio capelluto. Era magnifico, mi stavo rilassando come non mi
capitava da
tempo. Mi sfuggii un lieve gemito di piacere. -Finito, puoi sciacquare-
gli
ripassati l’altra bottiglietta e mi immersi di nuovo cercando
di togliere tutto
il sapone, riemersi. Si stava insaponando e anche se lo stava facendo
in modo
sbrigativo, era alquanto erotico. Gli sfilai il sapone dalle mani e
feci lo
stesso, per poi sciacquarmi. Ritrovai il mio mago che mi fissava e mi
mangiava con
gli occhi, sorrisi -Ti asseconderei volentieri, ma tuo figlio non
è d'accordo, mi
sta ritornando la nausea- che tempismo che hai cucciolo.
Sorrise -Preparo
dell'altro the e
mangiamo qualcosa?- annuii con un cenno del viso. Mi prese per mano e
uscimmo
dall'acqua -Un asciugamano?- chiesi, mi tirò verso l'uscita
e all'improvviso
un'aria calda ci asciugò completamente. Mi toccai i capelli
basita, sembravano
stati al sole, incatenai gli occhi ai suoi -Mi stai sorprendendo sempre
di più-
Ridacchiò
e venni condotta fuori dal
bagno, anche se nudi si stava bene, non faceva freddo -I vestiti?- non
che mi
servissero, eravamo solo noi due… bhe tre. Spostai la mano
sul ventre sentendo
il cucciolo -Tutto bene?- domandò Solas con
un’espressione preoccupata. Mi
sporsi verso di lui con un sorriso e lo baciai fugacemente -Benissimo,
cuore
mio. Ceniamo? Prima il the, però- ricambiò il
bacio e aprì una porta, un letto
matrimoniale con due comodini, tutto molto semplice, si riconosceva il
suo
stile e un'altra porta comunicante -Da questa parte
c’è il guardaroba- intanto
che lo diceva entrammo, mi ritrovai di fronte una marea di abiti dai
colori più
disparati.
-Scegli quello
che vuoi, non ti
preoccupare per la taglia, si adatteranno al tuo corpo- stava prendendo
dei
pantaloni verdi e una camicia bianca, allacciando solo qualche bottone.
Il
senso di nausea mi distolse dalla figura del mio lupo, mi avvicinai ad
uno
scaffale, c'erano vestiti per tutte le occasioni. Notai dei pantaloni
in pelle
blu scuri, li abbinai a una maglia di una tonalità azzurra.
Entrambi erano
troppo grandi, almeno il doppio del necessario. Anche se scettica
infilai i
pantaloni, immediatamente si adattarono alla mia figura, come se
fossero stati
fatti per me. Lo stesso fece la maglia, aveva indubbiamente un taglio
maschile,
ma mi piaceva.
Ancora nausea,
passai la mano sulla
bocca. Maledizione…
-Vieni, qualche
minuto e avrai il the-
Lo seguii fino
nel corridoio entrando
in un'altra porta. Un tavolo con delle sedie di buona fattura, niente
di
eccessivamente elegante. Varie credenze dove vidi dei piatti e pentole.
Ne
prese una e la riempì d'acqua al lavandino, la
posò su una superficie di
metallo. Non capendo mi avvicinai, risplendeva un sigillo di fuoco,
stava
riscaldando l'acqua.
Presi posto a
tavola. Un modo di fare
le cose molto differente a quello a cui ero abituata, dalle luci, al
bagno,
perfino i vestiti. Ero stata catapultata in un mondo diverso dal mio
con quelle
semplici cose. Una tazza di thè mi si presentò di
fronte, la presi subito,
ottenendo un po’ di sollievo. Stava aprendo degli armadietti,
scrutando l'interno.
Mise su un piatto dei biscotti, avevano al centro quella che sembrava
crema. -Un
dolce diffuso ad Elvhenan, mi è rimasto solo questo
purtroppo. Dovremmo dare
fondo alle nostre scorte e domani andare a caccia-
Ne presi uno e
si sbriciolò in bocca,
la crema dolce, erano friabilissimi. Come… lo guardai e mi
fissava divertito
con quel sorriso da lupo -Come si sono conservati? Sono buonissimi!- ne
afferrò
uno e se lo mise in bocca, chiuse gli occhi assaporando con
soddisfazione e si
leccò le labbra attirando la mia attenzione,
riaprì gli occhi -È una buona
domanda, ma non ti so rispondere. Non mi sono mai occupato di questo
genere di
magia-
Usare la magia
per cucinare? -Non sono
una grande cuoca, ma mi piacerebbe imparare un giorno-
-Lo metteremo
nella lista delle cose
da fare. In cima, sono curioso di assaggiare-
-Farai da cavia?
Il Temibile Lupo
avvelenato da un biscotto. Passerò alla storia- scherzai
Restò
con un leggero sorriso e uno
sguardo adorante -Verrai riconosciuta come colei che ha messo la
museruola a
Fen'harel, tanto per citare Banal'ras…- disse sereno, quasi
in un sussurro.
Appoggiai il
viso su una mano
inclinando la testa -Non ho mai voluto fare una cosa del genere...-
Sorrise
-Sembrerà così, ma invece
sappiamo che mi sono affidato del tutto a te, vhenan-
Era in vena di
un complimento dopo
l'altro e li accoglievo volentieri. Presi un altro biscotto e lui con
me -Tanto
per citare sempre Banal'ras, sei il mio lupacchiotto innamorato e il
mio cuore-
-Stai imparando
ad adularmi…-
-Mi piace-
Forse mi sarei
abituata a quelle
comodità molto in fretta.
Prima di tutto
Buon Natale! Lo so non mi sono fatta sentire per
parecchio, gli impegni e la mancanza d'ispirazione hanno
rallentato il tutto, spero sempre di pubblicare il più
presto possibile, ma mi vengono rotte le uova nel paniere... Spero che
il capitolo vi sia piaciuto! Ditemi che ne pensate, mi fa sempre
piacere! Solas ha fatto una bella sorpresa a Yen?
|
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Capitolo 42 *** Capitolo 42 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 42
Una pagina,
un'altra e ancora una. Non contando la pila di fogli che avevo di
fianco. Mi
misi le mani sopra gli occhi esasperata -Dorian, come diavolo vi
è venuta in
mente una cosa del genere?-
-Ehi, mi hai
chiesto tu di darti tutti gli appunti sulla magia temporale! E visto
quello che
vuole fare Solas, potresti farti spiegare la teoria! Nel caso te ne
fossi
scordata dopo quel trucchetto non ci rivedremo per un bel
po’. Sempre se esisterò
ancora prima o poi!- replicò con tono offeso
Tolsi le
mani e fissai il cristallo che avevo appoggiato sulla scrivania,
brillava di
una tenue luce che si intensificava ogni volta che parlava. Lo avevo
messo al
corrente dell'eventuale viaggio nel tempo che voleva fare il mio lupo e
che
l'ultima parola sarebbe aspettata a me.
-Non puoi
davvero prendere in considerazione questa pazzia! E se non ci riuscite?
Rischiate
di ammazzarvi! Non so cosa possa essere più pericoloso, se
un Titano di Lyrium
rosso o un viaggio nel tempo di millenni! Invece di tenerti al sicuro
nella tua
condizione, quel bastardo sembra voglia ogni volta fare qualche
casino!- sbottò
tutto in una volta.
Stava dando
come al solito la colpa a lui, e ad entrambi degli irresponsabili
-Cavolo!
Dorian! Credi davvero che non ci abbia pensato? Non posso non pensare
anche al
futuro di mio figlio! Soprattutto se ho la possibilità di
migliorarlo!-
-Rischi di
non dargli neanche un futuro! È un suicidio!-
Sbuffai -Il
Velo verrà giù! Si sta già spaccando
che lo si voglia o no, succederà e ci sarà
una strage! Magari avverrà domani, come tra cento anni! Ed
io e Solas avremo
sempre lo stesso problema, anche se tu amico mio non ci sarai
più! E in questo
secolo non voglio fargli passare quello che ho vissuto io!- sbattei una
mano
sul tavolo, il cristallo tremò -Credi sia bello vivere nei
boschi, continuando
a spostarsi per sfuggire agli umani? Ed essere trattati peggio di un
animale
per delle orecchie a punta!? Non gli farò subire gli sguardi
di odio, disprezzo
e superiorità con cui ho imparato a convivere! Passo e
chiudo!- tolsi il mana
dal cristallo che si spense. Sospirai profondamente
-Fenedhis…- e stupida io
che pretendevo che potesse capire! E in parte lo faceva, ma non sarebbe
mai
riuscito a farlo fino in fondo. Guardai gli scaffali pieni di libri
della
piccola biblioteca, ovviamente non poteva mancare. Tutti volumi rari,
rigorosamente in elfico. Fissai di nuovo il cristallo con tristezza,
non volevo
litigare, ma era meglio far passare almeno qualche giorno per calmarci.
Notai
il quaderno di Solas che gli vedevo in mano sempre più
spesso, abbandonato nel
posto di fronte al mio. Ero estremamente curiosa di aprirlo, ma mi
aveva
pregato di non sbirciare e che quando avrebbe finito me lo avrebbe
dato.
Picchiettai le dita sulla superficie in legno. Non sarei riuscita a
concentrarmi di nuovo su quella sfilza di calcoli, la discussione mi
aveva
innervosito.
Udii la
porta e vidi varcare la soglia un enorme lupo nero, era grande quanto
un pony,
con due bellissimi occhi grigi. Restai sorpresa per
quell’entrata in scena così
insolita e sorrisi, allargando le braccia e invitandolo ad avvicinarsi.
Volevo
immergere le mani in quel pelo soffice. Una zampa dopo l'altra,
abbassò il muso
verso il mio viso. Senza nessun preavviso ricevetti una leccata,
ridacchiai e
gli presi la testa tra le mani. Mi diede altre leccate, non riuscivo a
smettere
di ridere -Basta… vhenan…- abbassò la
grande testa sul mio grembo. Mi chinai
dandogli un bacio sul muso e accarezzandolo, facendo passare lente le
mani tra
quel pelo nero, lucente e morbido. Mugolò soddisfatto da
quelle coccole e si
illuminò di una luce dorata. Poco a poco la grandezza di
quel corpo da lupo
diminuì, il pelo scomparve e venne sostituito dalla pelle e
dai vestiti. Restò
con la testa sulle mie gambe e gli occhi chiusi “sembrerà
così, ma invece
sappiamo che mi sono del tutto affidato a te, vhenan”.
Quelle parole dette
solo il giorno prima mi risuonarono nella mente, come il sentimento di
profondo
amore che provavo per lui. Rialzò il viso verso il mio,
donandomi un sorriso
dolce, lo sguardo divenne però preoccupato e mi strinse le
mani tra le sue -Cosa
c’è, cuore mio?-
Negai con la
testa un po’ abbattuta -Nulla… ho litigato con
Dorian…- lanciò un’occhiata cupa
ai fogli sul tavolo e mi guardò -Lo sai che non voglio
obbligarti…- gli misi un
dito sulle labbra bloccandolo -Lo so e lo sa anche lui. Si preoccupa,
ma non
comprende fino in fondo perché sarei disposta a rischiare le
nostre vite per
dare a nostro figlio un’infanzia migliore della mia- e se
faceva fatica a
capire lui, non sapevo gli altri nostri amici come avrebbero reagito.
Non
volevo pensarci. Venni tirata in piedi e passò le braccia
sulla mia vita -Avrei
bisogno di un bacio vero…- disse a un respiro dal mio viso.
Ne avevo bisogno
anche io. Gli catturai la bocca, gli dischiusi le labbra e cercai la
sua
lingua, in quella danza che sapevo a memoria e che diventava migliore
ogni
volta. Ci staccammo senza fiato e mi lasciò un bacio fugace
sulla punta del
naso. Sorrisi divertita e infilai la testa nell'incavo nel suo collo,
percepii
odore di pioggia e foresta, oltre al suo solito profumo -Ti sei
divertito?
Com’è la situazione?- non mi andava di vomitare
anche con la forma da lupo, ma
prima o poi volevo accompagnarlo, non avevo mai provato a mutare.
-Tranquilla,
a qualche miglio ci sono degli insediamenti, penso umani, non mi sono
avvicinato a controllare- mi accarezzava la schiena su e
giù, lentamente -Qui
siamo perfettamente celati e al sicuro-
-Bene…-
chiusi gli occhi godendomi il calore del suo corpo. Pensare che eravamo
lontani
dal Thedas, da tutto… Avrei voluto non dover prendere
decisioni simili, ma
restava solo una mia speranza e illusione, ne sarebbero arrivate sempre
di più.
Iniziai a
ridere -Oh… vhenan! Cosa stai…!?- mi sfuggii un
gemito. Aveva afferrato con le
labbra un mio orecchio, leccandolo e mordicchiando dalla punta fino al
lobo.
Erano maledettamente sensibili! Posò dei baci sulla
mascella, sotto l'orecchio -Non
mi piace vederti triste…- mormorò
-Non sono
triste… come potrei esserlo? Siamo in questa bellissima
casa, tutta nostra. Ho
te e nostro figlio, non avrei mai sperato in entrambi nella mia vita-
lo
strinsi tra le braccia -Solo che… non accetteranno quello
che vogliamo fare…
Non lo accetterei io se fossi al loro posto!- immersi il viso nel suo
petto -Non
voglio che gli ultimi ricordi sui nostri amici siano negativi-
infilò una mano
grande e calda nei miei capelli, accarezzandomi -Ognuno
prenderà la decisione
che ritiene opportuna. Sperare che siano
d’accordo… - mi baciò sulla tempia
-…
vedresti mai Sera che alla notizia salta di gioia?- disse con ironia.
Mi
scostai un poco incatenando le iridi alle sue -Sarà
terrorizzata, si
arrabbierà, forse mi urlerà contro… ma
non sarebbe giusto neanche tenerli
all'oscuro- in un certo senso stavo per tradire questo mondo per un
altro -Però
sarebbe giusto non dire nulla per la loro sicurezza- strinsi la sua
maglia -Credi
davvero che potrebbero attaccarci?- non potevo concepire una cosa del
genere. Non
potevo fare loro del male.
-Bisogna
pensare a ogni eventualità. Ti sembra così
improbabile?-
Avrei voluto
dire di sì, abbassai la testa e negai -Difenderanno il loro
mondo, come noi
rivogliamo il nostro…- concluse -Ci spiegheremo…
questo mondo sta morendo. L'ho
detto a Dorian… non ho aspettato una risposta
però…-
-Ma nuvenin.
Ora non parliamo di questo, ne avremo tutto il tempo- si
scostò, lasciandomi e si
rivolse ad una scatola di legno scuro abbastanza grande, posta su uno
scaffale.
La aprì a metà, rivelando quello che sembrava
essere un oggetto circolare,
molto piatto e dorato. Gli mise sopra un’asticella e
iniziò a girare su se
stesso. Il suono di un piano si diffuse nella stanza. Ma
come…?
-Balliamo?-
domandò il mio mago, sempre divertito dalle espressioni che
gli mostravo a
quelle novità. Lo presi per mano e l’altra me la
mise sul fianco, iniziando a
guidarmi. Si aggiunsero altri strumenti creando una melodia sempre
più armoniosa
e rilassante. -Non so come hai fatto… ma l'ascoltavi spesso?-
-Quando non
volevo pensare, sì- non ci stavamo muovendo molto, lo spazio
era troppo poco. Un
dondolio semplice e forse anche troppo innocente. Teneva tra entrambi
una
distanza insolita -Fen’harel ha deciso di avere un riguardo
particolare, verso
di me?- a quella provocazione distese le labbra in un sorriso
malizioso. La
mano sul fianco scivolò sul sedere, afferrandolo, e
tirandomi contro di lui.
Facendo combaciare i nostri bacini, rendendo il tutto più
sensuale. -Meglio?- sussurrò
al mio orecchio -Molto…- mi appoggiai a lui facendomi
trasportare -Mi piace
questa musica- gli strumenti poco alla volta sparirono come erano
arrivati, e
rimase come fulcro sempre il piano -Me ne compiaccio. Il me stesso
giovane ed
estremamente orgoglioso dei suoi risultati, ti avrebbe fatto una corte
estenuante. Fino a rendersi conto che sarebbe caduto volentieri ai tuoi
piedi,
chiedendoti la mano per l'eternità- disse in modo seducente.
-Tu
hai… sei
tu che suoni!?- replicai esterrefatta
Ridacchiò
piano e posò le labbra sulle mie in un tenero bacio -Suonavo
il pianoforte,
questa composizione l'ho scritta io, ma non ero ritenuto abbastanza
bravo. Per
un po’ è stato un passatempo
interessante…-
-È
bella,
come non potevano ritenerti bravo?- niente a che vedere con le canzoni
da
taverna o quelle musiche altezzose orlesiane. Anelava alla pace dello
spirito e
della mente, la trovavo perfetta al momento.
-Ha
richiesto anni, e non disponevo ancora della pazienza necessaria da
volermi
impegnare. Preferisco la pittura-
Gli lasciai
un bacio sulla fossetta del mento -Non vedo l'ora di ammirare l'opera
che il
mio lupo sta svolgendo così segretamente in quel quaderno-
Un lampo
giocoso passò nelle iridi -Siamo curiose? Spero sia una
piacevole, lenta,
tortura…- con un sorriso malizioso premette la bocca sulla
mia, trascinò il
bacio sulla guancia, fino al collo iniziando a mordicchiarmi
-Ah… ora… mi stai
torturando!- ridacchiò non fermandosi. Appoggiai la testa
sulla sua spalla e
chiusi gli occhi lasciandolo fare, godendomi anche la musica. Non
cercavamo
neanche più di ballare. Stavamo solo stretti l'uno
all'altro, scambiandoci
effusioni più o meno serie. Infine mi trascinò
sulla poltrona posta in un
angolo. Sedendomi sulle sue gambe e appoggiai le mani sulle sue spalle
-Quindi,
sai suonare il pianoforte, sei un ottimo pittore, un abilissimo mago
dal potere
magico fuori dal comune- intanto passavo le mani sul petto
accarezzandolo -Ti
piace giocare a scacchi ottenendo anche buoni risultati come stratega,
quando
non sei avventato…- un risata sommessa vibrò dal
petto largo -…sei un
inguaribile romantico…- gli diedi un bacio fugace
-…e baci in modo divino,
oltre a farmi dimenticare come mi chiamo sotto le coperte, ma sono
sicura di
dire molte volte il tuo nome- mi osservava attentamente, gli occhi
avevano un
luccichio famelico. Sorrisi, facendo finta di non averlo notato -Mi
domando, in
cinquemila anni come hai fatto a rimanere da solo?-
Sorrise
arrogante -Hai dimenticato la risposta a questa tua domanda. Sono
esigente- mi
prese le mani tra le sue -Sei lo spirito più meraviglioso
che mi sia mai
capitato di incontrare nella mia lunga vita. Nessuna mi aveva mai
distratto a
tal punto dall'Oblio e dai miei doveri. Nessuna mi aveva fatto
desiderare una
famiglia tutta mia- concluse con determinazione e assoluta certezza,
non c’era
un minimo dubbio. La musica terminò, lasciando la stanza in
silenzio.
Involontariamente
mi risuonarono nella mente echi di Crestwood.
-Ehi, non
è
che adesso sveli qualcosa di sconvolgente?- lo presi in giro. Rimase
per
qualche secondo del tutto perplesso, l'espressione cambiò
poi in modo fulmineo
e ridacchiò, emanando affetto -Mi spiace che il mio miglior
repertorio in fatto
di corteggiamento, nonché l’unica a cui abbia
detto queste parole, le ricordino
quanto possa essere…- cercava una parola, che aggiunsi io
-Idiota?-
-L’avrei
detto in modo diverso, ma non posso che essere d’accordo-
Sorrisi -Non
trovo altri termini, amore mio- il senso di nausea si rifece vivo,
mostrai una
smorfia e mi alzai -Vado a vomitare…-
-Chiamami se
hai bisogno- e si alzò anche lui. Mi guardava attento e
pronto a fare qualunque
cosa gli avessi chiesto. Sei proprio il mio lupacchiotto.
-Vado e
torno- dissi rassicurante. Uscii dalla stanza verso il bagno, tenendo
per
sicurezza la mano sulla bocca. Notai con la coda dell’occhio
qualcosa di viola.
Alzai il viso -Fen’asha- mi chiamò lo spirito
elfico, antico più della stessa
casa. Solas si mise con calma tra di noi -Dimmi- disse fissandolo
-Fen'harel,
intrusi-
-Avvisami se
cercano di entrare. Non fare altro-
Se ne
andò
come era venuto e Solas si rivolse a me -Come avevi accennato, la
piccola
statua di lupo all’ingresso fa la guardia-
Feci un cenno
di assenso e continuai verso il bagno.
Lo spirito a
protezione della casa non si era più fatto vivo, chiunque
fosse se ne era
andato senza far danni. Mi sistemai più comoda sul letto,
spostando i fogli al
centro del materasso. Avevo appreso la basi sulla magia temporale,
senza
rischiare di addormentarmi, incredibile. Ripresi il mio blocco e
aggiunsi altre
scritte, completando i miei appunti. Scrissi un titolo
“Ultima risorsa” e lo
cerchiai più volte. Questa possibilità era
allettante e veloce, avremmo risolto
buona parte dei problemi in un colpo solo. Me la sarei concessa in un
eventuale
punto di non ritorno, se ogni altra possibilità sarebbe
stata persa.
Sospirai e
spostai la pagina per leggere quella sottostante. La porta
cigolò e alzai gli
occhi, entrò Solas regalandomi una visione delle spalle
larghe, dei muscoli
tesi del petto e del ventre, fino a scorgere la sua
virilità, prima che si
girasse verso il guardaroba. Mostrandomi la sua bella schiena e il
sedere sodo.
Mi morsi il labbro inferiore intanto che purtroppo si infilava i
pantaloni, mi
lanciò uno sguardo consapevole che lo stessi mangiando con
gli occhi. Mi era
inevitabile farlo, è troppo bello. Si diresse con passo
agile, che richiamava
la sua natura da lupo, verso di me con quel suo sorriso arrogante. Si
sedette
dalla sua parte del letto e spostò i fogli tra noi, fino ad
accostarsi contro
di me leggendo sul mio blocco. L’espressione si fece seria e
pensierosa -È
fattibile?- domandai. Avevo letto qualche libro interessante e forse
avevo
trovato un’alternativa. Le iridi grigie scorrevano attente
sul foglio, allungò
una mano e gli passai il blocco. Mi lasciò un bacio sulla
guancia -Ti amo-
Sorrisi e lo
vidi tornare serio -Molto difficile, ma potrebbe
funzionare…- mormorò.
Mi lasciai
scivolare meglio sotto le coperte e chiusi gli occhi -Hai bevuto il
thè?-
chiese preoccupato. Sorrisi ancora, la domanda stava diventando un
rituale,
ogni sera e ogni mattina puntuale. Mi rigirai su un fianco e feci
passare la
mano sulle cicatrici procurate dal Lyrium rosso, coprì la
mia mano con la sua
stringendola -Lo sai che devo controllare…- non rispose e
continuò ad
accarezzarmi il dorso della mano, non togliendola da dove l'avevo messa.
-Creare delle
cupole di Velo attorno alle principali città del Thedas,
alimentate dai Focus
degli Evanuris. La preparazione sarà essenziale…-
Sbadigliai -Ci
sono un sacco di elementi da sistemare, tra il convincere i regni a
collaborare,
alimentare le sfere per le cupole per poi celarle ai falsi
Dei…- feci uno
sbuffo disgustato degno di Cassandra
-Idee per
quanto riguarda la prole oscura?-
Risposi con
un nome -Morrigan- quella donna umana mi stava simpatica e mi serviva
l'aiuto
anche del suo compagno, l'Eroe del Ferelden. L'ultima volta che avevo
avuto un
contatto stava cercando una cura e magari con le nostre conoscenze
avremmo
ottenuto dei risultati.
-Abbattiamo
il Velo principale e ne creiamo altri sette più
piccoli… non ho ancora tutti i
Focus però, ci vorrà del tempo- concluse serio,
si mosse e lo sentii unirsi con
me sotto le coperte, appoggiò la mano sul mio ventre -La
mamma sta salvando di
nuovo il tuo papà- ridacchiai a quelle parole -Dal tentato
linciaggio da parte
dei nostri amici? Può darsi- mi avvolse il braccio intorno
alla vita tirandomi
verso di lui e baciandomi la testa -Stai salvando il mio spirito,
vhenan-
La brezza
marina mi colpiva in pieno viso, respirai profondamente ascoltando il
rumore
delle onde in lontananza.
Una leggera
spinta al braccio, mi fece voltare e sorridere al grande lupo nero
dietro di
me. Si abbassò invitandomi a salirgli in groppa, non me lo
feci ripetere e saltai
sul suo dorso affondando le mani e il viso nel pelo soffice, stavo
diventando
dipendente dal suo profumo selvatico -L’ultima volta che ti
ho cavalcato non
eri così peloso…- lo presi in giro
-Vhenan…-
rimbombò
la sua voce seducente nella mia testa -…non tentarmi-
-Non mi pare
che qualche ora fa ti sia fatto pregare, ma'arlath- replicai maliziosa.
In
risposta fece un veloce e inaspettato balzò in avanti,
iniziando a correre. Risi
-Ehi!- mi aggrappai al suo pelo, correva talmente forte che il bosco
era
diventato una striscia verde indistinta. Immersi di nuovo il viso nel
pelo,
volevo evitare attacchi di vomito che non centrassero con il cucciolo.
L’andatura diminuì fino a camminare, rimasi
immobile nella stessa posizione
-Ti sei
addormentata?- disse Solas
-Mmm…
sei
bollente, morbido, sono comoda e sai che adoro dormire. Se stavi anche
fermo,
magari ero nell'Oblio con tuo figlio a spiegargli che non deve
mordere…-
mormorai
Ridacchiò
-Ti
ha fatto di nuovo visita?- chiese curioso. Lui non era ancora riuscito
a
incontrarlo -Solo un’altra volta, sembrava si volesse
esercitare a farmi dei
piccoli agguati, masticandomi le orecchie…- avevo preso la
mia forma da lupo e
dovevo dire che mi sentivo molto a mio agio, come mai prima. Forse era
proprio
l'influenza nello stare per avere una sorta di cucciolo di lupo a tutti
gli
effetti. Tale padre, tale figlio.
Rise di
gusto -Sta crescendo bene-
Sorrisi -Poi
si è infilato sotto il mio collo, visto che non reagivo
più ai suoi assalti, si
è tranquillizzato e allora ho iniziato a baciarlo e a
coccolarlo- era diverso da
come avrei potuto farlo in forma umana, ma comunque molto soddisfacente
-Mi
piacerebbe che ci fossi anche tu-
Sospirò
-Per
quello penso che dovrò aspettare quando nascerà.
Tu hai con lui un legame molto
stretto e di vitale importanza, visto che lo porti in grembo, vhenan-
Avvolsi le
braccia attorno al collo largo, stringendomi contro di lui -Capisco-
-Siamo
arrivati-
Alzai la
testa, poco lontano si scorgevano delle case. Stavamo facendo una
passeggiata,
ma anche indagando sulla insolita offerta che avevamo trovato sulla
statua di
lupo una volta usciti. Solas vedendola era rimasto molto perplesso, ma
dopotutto non eravamo in Thedas, magari le leggende sul Temibile Lupo
qui erano
diverse. Scivolai a terra, con un bagliore dorato cambiò
forma -Suggerirei di
avvicinarci lentamente- mi prese per mano restando guardingo -Spostai
parte
della gente che avevo salvato dalla schiavitù in queste
nuove terre, che avrei
potuto reclamare come mie- iniziavamo a scorgere del movimento, delle
persone
si spostavano indaffarate nel piccolo villaggio -Non l'ho mai fatto,
non erano
mie, ma una nuova opportunità per ricominciare-
Quelle che
sembravano essere due Sentinelle si fecero avanti. Le armature erano
simili,
invece che grigie, nere e in viso nessun Vallaslin, ovviamente elfi.
Vidi donne
e uomini che ci osservavano diffidenti, bambini che correvano, tutti
elfi e
nessun'ombra di un solo marchio, non erano sicuramente Dalish.
-Venavis,
stranieri da dove venite?- domandò una guardia squadrandoci
da capo a piedi.
Solas alzò un sopracciglio meravigliato, abbastanza
esterrefatta anche io
fissai la guardia
-Mi capite?-
chiese dubbioso, scambiando la nostra sorpresa per confusione. Parlava
in un
elfico fluidissimo con un accento che non avevo mai sentito.
-Perfettamente.
Siamo di passaggio, ci chiedevamo se potessimo entrare- disse Solas
-Non potete
girare per il villaggio da soli, non abbiamo visite di solito. Dobbiamo
portavi
dal Guardiano- spiegò
Con un cenno
del capo il mio mago acconsentì -Vi seguiamo-
Passammo per
la strada principale. Le case per mia sorpresa erano in parte in
cristallo,
oro, con una lavorata pietra bianca, porte in legno con figure di
animali
intarsiati. Ci imbattemmo in una grande statua di lupo, il mio mago si
bloccò -Questo…?-
mormorò
La seconda
Sentinella che non aveva ancora parlato, rispose -Fen’harel,
protegge il
villaggio, colui che ci ha dato una nuova casa e che ha salvato i
nostri
antenati dai tiranni che li schiavizzavano- gli strinsi la mano e
accennai un
sorriso
-Capisco…-
non
credeva a quello che gli era
stato detto.
Ci
fecero entrare in un edificio simile agli altri, aveva
in aggiunta delle statue di lupo che rivolgevano il muso verso l'alto
in oro.
Una sala circolare ci accolse, gli omaggi al Temibile Lupo si
ripetevano, dalle
statue, ai mosaici, alle varie decorazioni su porte e muri. Ero basita,
sembrava un vero e proprio tempio all'interno. Solas lasciò
andare la mia mano
e non dando peso al richiamo di una Sentinella, procedette oltre un
arco verso
un elfo che ci dava le spalle. Lo seguii, l'elfo dai capelli corti e
rossi come
il fuoco ci guardò, fissando le iridi verde chiaro su il mio
mago in una
completa sorpresa. Restarono per un attimo a fissarsi, poi l'elfo
congedò le
Sentinelle che erano arrivate dietro di noi.
-Fen’harel
è tornato?- domandò con una gioia a stento
trattenuta
-Narim…-
prima che potesse dire altro si ritrovò stretto
in un abbraccio. Si divisero e Solas gli mise una mano sulla spalla
-Cosa è
successo? Tutto questo…-
-Sei
tu che dovresti darmi spiegazioni! Avevi detto che
ci avresti raggiunto, ma in seguito a quella grande esplosione
pensavano che
fossi morto- replicò, posò gli occhi su di me
accorgendosi solo in quel momento
della mia presenza.
Solas
mi riprese per mano presentandoci -Lui è Narim, era
un mio generale…-
-Lo
sono ancora-
-Su
questo ne discuteremo…- sospirò -Lei è
Yen, mia
moglie-
-Piacere
di conoscerti- dissi con un sorriso che si
ampliò vedendo l'espressione completamente scioccata che ci
stava mostrando,
passando lo sguardo su entrambi incredulo.
-Tu
mi prendi in giro… tu sposato!? Ci sono più
probabilità di vedere un nug darsi fuoco da solo- non potei
fare a meno di
ridere a quell'esempio. Solas sorrise e alzò le nostre mani
intrecciate
mostrando gli anelli del legame -Convinto?-
-Non
dovrai convincere me, ma tutti gli altri quando ti
vedranno. Visto che ci sarà un bello scorrere di soldi-
Solas
assunse un cipiglio seccato -Non è possibile…
anche
voi a scommettere sulla mia vita privata?-
-Come
anche noi? Era la scommessa più in voga tra le tue
file. Non dirmi che non ti è mai arrivato nulla alle
orecchie-
Il
mio lupo lo guardava perso e io risi di nuovo, questa
situazione era assurda e sospettavo l'avrei rivissuta parecchie volte
-Bhe
vhenan, dovresti chiedere una percentuale sulle vincite- rimbeccai
divertita
-Mi
piace come pensa la tua donna, probabilmente
diventeresti in poco tempo più ricco di Elgar’Nan-
Dei
passi decisi alle spalle -Narim dovevamo…- disse una
voce femminile e ci si parò da parte un elfa con i capelli
biondi e occhi
grigi. Rimase fissa su Solas incredula, per poi guardarci le mani e
rivolgersi
a Narim indicandolo con un dito -Mi devi dei soldi!!- ridacchiai e il
mio mago
li guardò rassegnato.
Ma nuvenin: come desideri
Venavis: fermi
Fen’asha: Lupa
Spero che il
capitolo vi sia piaciuto. Non iniziamo proprio nel migliore dei modi,
speriamo si risolvino le cose con Dorian e chissà se Yen ha
trovato un modo per non ricorrere per forza alla magia temporale,
infine scopriamo che forse con la creazione del Velo non è
andato tutto così male. Al prossimo capitolo!
|
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Capitolo 43 *** Capitolo 43 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 43
Mi sedetti
su una sedia in un angolo della taverna. Solas stringeva mani, elargiva
sorrisi
e condivideva storie, con quegli elfi che lo avevano sostenuto nella
guerra
contro i falsi Dei.
Era
già il
tramonto, e quella giornata piena di novità ed emozionante
stava finendo. Alla
fine ero scappata dileguandomi in un angolo, iniziando ad essere un
po’ stanca.
Lasciai sul tavolo la tazza ancora piena di sidro, che non potevo bere.
Un bicchiere
d'acqua mi venne posato da parte e tolsi l'attenzione dal mio lupo.
Mithra, la
donna bionda che avevo incontrato alla mattina, si sedette al mio
fianco
-Sete?- domandò con un sorriso
-Ma serennas-
e bevvi avida
-Erano secoli
che non vedevo Narim così felice, per lui
Fen’harel è sempre stato una sorta di
fratello maggiore, oltre che mentore- spiegò serena e mi
fissò -Sono contenta
che ti abbia trovato. Da quando lo conosco è sempre stato un
solitario, con accanto
donne che lo volevano solo per approfittarsi del potere che aveva-
ridacchiò
tornando a guardare Solas -Alla fine era lui che sempre con estrema
educazione,
senza poter ribattere, le lasciava- bevve dal suo boccale -Passavano i
millenni, le lotte, e le persone si legavano- alzò la mano,
mostrandomi
l'anello -Perfino io e Narim, ma lui era sempre solo, soprattutto dopo
la morte
di Mythal- mi strinse la mano che avevo sul tavolo nella sua -Mi
dispiaceva un
sacco, e sono davvero felice che tu ora sia al suo fianco- le sorrisi
grata,
peccato che avevo bisogno di aria e la nausea tornò
indesiderata -Perdonami…-
mi alzai e uscii velocemente all'esterno, fino ad aggrapparmi al primo
albero
che avevo visto. Appena mi ripresi dai conati, notai che mi aveva
seguito -Tutto
bene?- domandò porgendomi un fazzoletto che presi per
pulirmi la bocca -Sì,
grazie, non c’è da preoccuparsi…-
Incerta mi
guardava -Mi era venuto il dubbio, non hai bevuto il sidro…
sei incinta?-
Abbozzai un
sorriso -Lo sono-
-E lui...?-
Sorrisi del
tutto -Oh… il papà ne è al corrente-
La porta
della taverna si aprì e ne uscì proprio Solas che
si guardò attorno allarmato.
Ci vide e ci venne incontro mettendosi al mio fianco preoccupato
-È ora del thè.
Ir abelas, ho perso la cognizione del tempo…- lo interruppi
-Non fare lo
stupido, non li vedevi da secoli e il mio è sempre solo
vomito-
Le labbra
diedero vita ad una linea contrariata, passò un braccio
sulle mie spalle,
tirandomi verso di lui -Andiamo a casa-
Sospirai
-Solas…-
Mithra era
sorpresa e si accorse del mio sguardo perplesso alla sua reazione,
abbassò gli
occhi verso terra -Suppongo sia il tuo vero nome? Non lo
sapevo… non so in
effetti quanti lo conoscano…-
Il mio mago
sorrise -Solo i miei più vecchi amici, quali Narim e quei
pochi ancora vivi. Per
gli altri sono sempre stato solo Fen'harel- a quella spiegazione passai
un
braccio attorno alla sua vita.
L'elfa
rialzò la testa -Capisco, io e Narim saremo lieti di
ospitarvi per la notte. Le
cose da raccontare sono ancora molte…-
-E ci manca
solo che sparisci per altri mille anni, lethallin!- finì la
frase l'amico del
mio lupo
Solas
ridacchiò -Vado a prendere le erbe per il thè,
vhenan- a quella decisione non
lo lasciai andare dalla mia presa -Ma devi tornare a casa! Non serve
che…- posò
le labbra sulla mia tempia -Farò in fretta, non è
poi così lontano e non voglio
che tu stia male se si può evitare- mi fissò
negli occhi risoluto -Non accetto
obbiezioni-
Rivolsi gli
occhi al cielo, tolsi il braccio e lo spinsi piano lontano da me
-Allora vai,
forza!-
-Ci prendiamo
cura noi di lei. Per quando torni, è la terza casa a destra-
disse Narim
Solas
annuì
con un cenno del capo e mi fece l'occhiolino. Mutó con una
luce dorata e balzò
verso l'uscita del villaggio, con una velocità sorprendente.
Narim rise -Per
gli dei! Non so cosa gli hai fatto ragazza, è completamente
cotto!-
Incrociai le
braccia al petto e iniziai a seguirli, sorrisi -Se è cotto,
io sono pazza di
lui-
Ridacchiò
-Contento
di sentirtelo dire. Aspettavo il giorno in cui lo avrei visto
così, anche se ormai
credevo che uno dei due sarebbe morto prima-
Entrai nella
casa di pietra bianca, con decorazioni in oro. Seguii Mithra verso un
divano,
dove mi invitò a sedermi. Il camino scoppiettava di una
fiamma verde, Velfuoco?
Non faceva fumo, infatti dall'esterno non avevo notato una canna
fumaria.
-È
solo
decorativo, le rune per il riscaldamento funzionano per fortuna anche
con il
Velo- spiegò la bionda con tono comprensivo, vedevo
però in quelle iridi grigie
simili, ma molto diverse rispetto al mio lupo, una profonda
curiosità. Aveva
molte altre domande su di me che stava evitando di fare.
La mia
attenzione fu attirata da un quadro, non credevo a quello che avevo
davanti.
Una donna stava seduta su un prato. Una donna che non potevo non
riconoscere.
Capelli oro, iridi verdi e quel vestito color smeraldo. Sorrideva
amorevole a
tre piccoli elfi che le stavano intorno, felici, sembravano giocare.
-Mythal…-
mormorai
-Mythal con
i suoi tre figli: Dirthamen, il maggiore e le due sorelle Sylaise e
Andruil-
Sorrisi,
tempi decisamente più spensierati e felici.
-Percepisco
che sei giovane, ma c’è anche qualcosa in te di
molto, molto, molto antico. Più
di noi, più di Fen'harel che ormai penso si possa ritenere
uno dei più vecchi
rimasti in vita…-
Continuai a
fissare il quadro, infine sospirai -È una lunga storia,
faccio parte di questo
nuovo mondo, quanto di quello precedente. Mi è stato dato un
retaggio che ho
accettato volentieri…- mi voltai verso di lei
-All’inizio l'ho fatto soltanto
per Solas, volevo stare al suo fianco. Ma è diventato anche
il mio obiettivo
riportare il mondo senza Velo-
-Perdona la
mia curiosità, solo che anche il potere di cui disponi
è notevole e non si
ottiene in pochi anni. Oltre che…- e guardò il
mio pendente a forma di lupo -Quello
è il simbolo che ti sei legata a uno spirito. Solo i falsi
Dei sapevano come
fare, era proibito agli altri-
-Non posso
parlarne, anche volendo ne so veramente poco su cosa sono. Posso dirti
però una
cosa, Mythal prima di morire mi ha passato il testimone di tutto questo
casino-
Gli occhi le
si spalancarono per lo stupore -Tu…- scivolò in
modo fulmineo in ginocchio, in
un inchino. Le presi le mani -Ti prego alzati, non sono un Dio o
qualcuno a cui
dovresti dare questo rispetto-
Strinse le
mie mani -Mythal era la Protettrice, era l'unica che si meritava che il
popolo
si inchinasse a lei. Ti ha scelto, sei degna di altrettanto rispetto-
Ero intimorita
da quella reazione, non era la prima volta che le persone mi davano
tanta
fiducia in quel modo -Ti prego, alzati. Voglio essere tua amica, non
questo…-
iniziavo a sentirmi a disagio. Con un sorriso si rimise seduta, non
lasciando
la mia presa.
-Sapevo di
averlo tenuto da parte!- arrivò alle nostre spalle la voce
di Narim, mettendosi
davanti a noi. Tra le mani una testa di lupo nera, magnifica e intatta
in ogni
sua parte. La mascella inferiore mancava, la presi e notai all'interno
un’imbottitura,
sul retro scendeva la pelliccia come a formare un mantello. Era la
maschera che
avevo visto solo su alcuni affreschi indossata da Solas, nascondendogli
parte
del volto.
-La metteva
per non essere riconosciuto quando liberava gli schiavi. Avendo anche
una vita
attiva a corte, il rischiare di essere ritenuto responsabile era meglio
evitarlo, soprattutto all'inizio-
-Bellissima-
ora però dovevo provarla. Me la infilai in testa, la vista
veniva ridotta parecchio,
le zanne della maschera facevano un bell'effetto. Il mantello era
troppo lungo
per me e finiva a terra. Udii Narim ridacchiare -Ecco, ora sei pronta
per
ululare alla luna- risi
-O a
sbranare qualcuno- disse il mio mago. Mi voltai verso la sua voce
-Dici? Perché
non a fare pipì su un albero?- rimbeccai e lui rise. Lo
vedevo, ma non in viso,
avrei dovuto inclinare molto la testa. Lasciò lo zaino a
terra e me lo ritrovai
vicino, alzò la maschera prendendola dal muso e spingendola
all'indietro. Aveva
il suo sorriso arrogante e incatenai le iridi alle sue. Si
chinò catturandomi
la bocca.
-Ah…
il solito…
anzi no! Tu non ne baciavi neanche una!-
-Oh…
Narim!
Smettila! È sua moglie, come potrebbe non baciarla!-
ribatté Mithra
Ci staccammo
senza fiato, perplessa li guardai, per poi lanciare
un’occhiata al mio lupo che
aveva incrociato le braccia al petto. Sembrava un genitore che
aspettava che i
figli smettessero di litigare. Mi guardò e fece cenno di
seguirlo, prese lo
zaino spostandoci in cucina. Iniziò a fare il thè
-Posso dire che non sono
cambiati per niente, sempre molto vivaci-
Sorrisi a
quel tentativo di volgere altrove la mia attenzione dall'argomento che
avevano alzato
quei due.
-Nessuna?-
domandai
con innocenza. Armeggiò intanto con l'acqua e le erbe,
mettendo poi la tazza
sul tavolo. Posò gli occhi su di me e si fece vicino, mise
una mano sulla mia
guancia passando il pollice sulle mie labbra.
“è
molto
intimo baciare qualcuno. E non avevo il minimo interesse ad
approfondire la
conoscenza della donna di turno. Si riduceva tutto al mero atto fisico-
rispose
serio e si chinò, il suo respiro sull’orecchio
-Suppongo abbiano finito di fare
i da'len e che ora stiano ascoltando se noi discutiamo-
sussurrò
Sorrisi,
infatti era calato il silenzio. Mi sporsi verso la sua bocca posando la
mia sulla
sua, in modo casto e con un movimento fluido mi spostai alle sue
spalle. Presi
la tazza e bevvi -Fen’harel mi fa vedere come sta con la sua
maschera?-
-Ricapitolando,
la maggior parte degli elfi fanno parte delle prime generazioni che
avevo
portato qui- Solas si passò l’indice e il pollice
agli angoli degli occhi -Voi
e le altre Sentinelle siete stati risvegliati in seguito. Quindi quelli
che si
sono sottoposti all'Uthenera prima che creassi il Velo hanno mantenuto
l'immortalità- tolse la mano, sospirò e mi
guardò -Come me e Yen del resto-
-Esatto,
nessuno di noi però…- disse l'elfa bionda incerta
e con un velo di tristezza -Ha
avuto figli- Narim le strinse la mano e continuò -Non
sappiamo se saranno
immortali e… chi vuole sopravvivere ai propri figli?-
Quella
domanda mi angosciò e una stilettata di paura mi trafisse il
cuore. Passai una
mano sul ventre, all'istante mi venne coperta da Solas che me la
strinse
rassicurante -Cambieremo questa situazione ve lo prometto- si rivolse a
me -Te
lo prometto, vhenan. Fosse l'ultima cosa che faccio- passai anche
l’altra mano
sulla sua, racchiudendola tra le mie. Forse eravamo stati troppo
avventati?
-Posso?-
domandò l'elfa facendo cenno verso di me. Il mio lupo
acconsentì e si
scambiarono di posto. Lei mi sorrise e mi porse la mano che presi e
misi sul cucciolo
-Per secoli mi sono occupata delle donne incinta al villaggio e ho
notato delle
sostanziali differenze con il passare del tempo, sia negli adulti che
nei
bambini- sospirò -La Dissolvenza e questo mondo sono sempre
stati collegati da
un elemento essenziale. Lyrium- percepii un filamento di magia delicato
sondarmi -Il Lyrium è presente in entrambi i mondi. La
dissolvenza lo trasforma
in modo che i nostri corpi lo possano assimilare costantemente. Questa
prolungata
esposizione ci rende immortali, abbiamo livelli di Lyrium nel sangue
altissimi,
non sopportabili dagli umani a parte qualche eccezione che li rende
maghi di
abilità discutibili. Noi elfi con l'aiuto della Dissolvenza
però lo elaboriamo
senza problemi-
-Ma i
nani…-
obiettai confusa da quel ragionamento
-I nani
possono stare a contatto diretto con il Lyrium dei Titani, sono i loro
figli. Noi
non interagiamo in quel modo, o almeno, non avremmo dovuto farlo
creando
miniere e distruggendoli-
Sorrise
togliendo la mano -Posso dire che così piccolo ha un potere
spaventoso e con
molta probabilità dovrebbe essere immortale. La
concentrazione di Lyrium è
molto alta, ha un livello che non mi capitava di percepire da millenni,
ma da
due Evanuris non mi aspettavo diversamente-
A quel
riferimento il mio mago si accigliò e Narim intervenne
-Sì, sì, lo sappiamo,
non siete Dei e bla, bla, bla… ma non esistono molti elfi
con il potere che vi
ritrovate tra le mani, quindi la definizione vi va a pennello!
Ora…-
Un forte
bussare arrivò dalla porta -Hahren!!-
Narim
sbuffò
-Meno male che è un villaggio piccolo…-
borbottò e poi urlò -Entra!-
Ci si
piazzò
davanti un giovane elfo agitato -Hahren! L'Eluvian…- e
sospirò riprendendo
fiato -Si è attivato e ne è uscita un elfa con
dei Vallaslin in viso!-
Narim era
basito -Quel passaggio non lo usiamo da secoli, i vari Crocevia sono
instabili…-
-Sembra
alquanto debilitata ed è svenuta. L'abbiamo spostata sulla
brandina nella
stanza adiacente-
Mithra
intervenne -Preparate del cibo e una camera alla taverna, non
potrà stare sempre
nel magazzino. Veniamo subito- a quell’ordine il ragazzo
corse via.
Guardai
perplessa Solas che porse una domanda -Riuscite ad usarli ancora?-
-Assolutamente
no! Siete l'unica visita che abbiamo ricevuto da quando gli Eluvian
sono stati
disattivati e la parola d'accesso è cambiata. L'unico ancora
intatto, abbiamo
deciso di non tenerlo in bella mostra e di conservarlo. Evitando
così anche
brutte sorprese all'improvviso, ne avevamo altri due, ma li abbiamo
distrutti, erano
diventati neri e ho percepito una profonda corruzione qualche secolo fa-
-Il Flagello-
dissi cupa, Solas annuì con un cenno del capo -Vi
spiegheremo dopo-
-Andiamo a
vedere questa nuova arrivata- replicò Mithra
Osservavo
l'elfa svenuta e stesa sul letto. Era in modo evidente sottopeso,
chissà da
quanto non mangiava. Capelli neri intrecciati, i miei marchi in viso e
l'armatura che indossava era senza dubbio Dalish. Narim l'aveva
controllata e
aveva detto che a parte l'essere senza forze per la mancanza di cibo,
non
c'erano ferite.
Come aveva
fatto a finire nel Crocevia? Gli specchi sono sotto il controllo di
Solas,
avrebbe dovuto avere molta fortuna a indovinare la parola di accesso,
non era
una frase che si diceva solitamente davanti a uno specchio per caso.
Aprì
lentamente gli occhi, grandi e di un bel verde. Mi avvicinai al letto e
gli
strinsi la mano -Sei al sicuro…- mi bloccai incerta su come
riferirmi alla
donna, sicuramente era più vecchia di me, non la conoscevo e
non potevo chiamarla
con il termine lethallan, decisi infine -Hahren-
Rafforzò
la
presa sulla mia mano e gli occhi vagarono intorno confusi
-Dove…?- mormorò
Abbozzai un
sorriso -È… complicato, una domanda per un altro
momento. Devi mangiare e bere-
l’aiutai a mettersi seduta e le porsi il vassoio che mi
avevano lasciato. Si
avventò sul cibo e le strinsi una spalla -Piano hahren!
Starai male così!-
rallentò, anche se restava famelica e dopo i primi morsi si
calmò, le iridi
ripresero un po’ di vitalità -Ma
serennas…- gli occhi le si riempirono di
lacrime -Credevo… che ormai…- le strinsi di nuovo
la spalla -Sei viva e ce
l'hai fatta, hahren-
Sorrise
tremante -Merrill, mi chiamo Merrill-
Quel
nome…
perché lo trovavo familiare? Dove lo avevo sentito? Mi
riscossi e risposi -Io
sono Yen, Yen Lavellan-
-Sono al
clan Lavellan?- domandò stupita
Sorrisi -No
Merrill, riposa, sei al sicuro adesso. Più tardi avrai tutte
le spiegazioni-
-Va bene, in
effetti mi sta venendo un gran sonno- si distese e portò un
braccio sopra il
viso, coprendosi gli occhi -Hawke mi ucciderà…-
sussurrò addormentandosi.
Hawke!?
Aspetta. Quell'Hawke?
Rimasi
basita a fissare l'elfa. La porta cigolò sui cardini e mi
voltai, Solas
abbozzava un sorriso e lo raggiunsi fuori dalla camera.
-Come sta?-
chiese
-Ha mangiato
ed è crollata di nuovo- risposi -Ti è familiare
il nome Merrill?- lo avevo già
sentito, ma non ricordavo dove!
-Nome elfico
che viene usato di solito nei clan Dalish. È il suo nome?-
Sorrisi e
sospirai per quella veloce spiegazione accademica -Sempre il solito.
Non in
quel senso. Ha nominato anche Hawke-
-Il Campione
di Kirkwall?-
-Ne conosci
altri? E forse Varric mi aveva nominato una certa Merrill e penso che
sia
proprio lei-
Fissò
per un
attimo la porta -Andiamo a dormire. Una sentinella resterà
fuori, dovesse
svegliarsi prima del nostro arrivo domani-
Lo seguii
all'esterno e poi verso la casa di quei nuovi amici
-Narim e
Mithra?- domandai non avendoli più visti da quando ci
eravamo separati
-Stanno
già
riposando e sono venuto a prenderti-
Entrammo e
salendo delle scale arrivammo al piano superiore. Aprì una
porta e un letto
matrimoniale con su lo zaino di Solas ci aspettava.
Mi sedetti -Come
ha fatto ad entrare nel Crocevia? Non dovrebbe essere possibile-
Si mise
comodo dalla sua parte del materasso -Io e Narim sospettiamo che abbia
usato un
Eluvian che è stato scollegato dalla rete principale.
Evitando così il mio
controllo. Abbiamo percepito tracce di magia del sangue- stava
iniziando a
svestirsi e feci lo stesso -Ed è in effetti l'unico modo in
cui avrebbe potuto
forzare uno specchio ad aprirsi per uscire. È una maga, ma
non dispone della
quantità di potere a fare una cosa del genere, se non
sfruttando il suo sangue-
Ero rimasta
con la biancheria intima e mi rigirai sul letto, avvicinandomi alle sue
spalle
e abbracciandolo. Posai le labbra sulla sua pelle. Una sua mano calda
passò
all'indietro accarezzandomi la coscia -Sei fredda,
c’è la tua camicia da notte
nello zaino-
Sorrisi con
la bocca contro il suo collo -Come sei premuroso… mi serve
davvero?-
Ridacchiò
e
si girò passando il braccio sulla mia vita e tirandomi
giù sul letto. Infilò il
viso nell'incavo del mio collo, lasciando una scia di baci. Misi una
mano sulla
sua testa, accarezzandolo e rilassandomi. Soffocai una risata per
quello che mi
era venuto in mente -Cosa?- domandò confuso. Feci scivolare
le mani sul suo
viso e lo tirai verso di me baciandolo -Ci allontaniamo dal Thedas, e
il Thedas
viene da noi- spiegai con un sorriso
-I problemi
sembrano perseguitarci…- si lasciò andare contro
di me e sospirò -…ma con te è
sempre tutto sopportabile e guardi da una prospettiva che non riesco a
prendere
in considerazione il più delle volte- lo strinsi e gli
lasciai un bacio sulla
nuca -E tu fai la stessa cosa per me, sai? Lo hai sempre fatto da
quando ci
siamo incontrati e mi piace- il suo braccio si spostò e la
mano si appoggiò sul
cucciolo, lasciando dei tocchi affettuosi. Mi addormentai.
Dei colpi mi
rimbombarono nel cervello. Aprii gli occhi confusa, notando Solas che
si alzava
andando verso la porta e aprendola. Ero ancora troppo intontita per
capire che
stavano dicendo e mi riaccoccolai richiudendoli. Quanto avevo dormito?
Delle
fitte alla testa mi dicevano molto poco. Che ore sono? Borbottai un
verso
lamentoso, stavo dormendo così bene!
Udii
richiudersi la porta e il materasso piegarsi -Vhenan?-
-Sì?-
-È
l'alba,
la ragazza è un po’ in panico e non riescono a
comunicare…-
Feci un
altro verso lamentoso e delle labbra si posarono sulle mie in un tenero
bacio -Va
bene… va bene, mi alzo…- aprii gli occhi e me lo
ritrovai con quel sorriso da
lupo -Ho fatto anni ad alzarmi a questo orario, che trovo folle, ma non
mi ci
abituerò mai. Il mio corpo si rifiuta, sono più
un animale notturno- sbadigliai,
mi sfregai gli occhi e mi tirai a sedere. Vestiti. Oh dei la mia testa
e ci
manca solo… Ecco. La nausea. No, no, ma da'len. La mamae non
ha tempo di
vomitare ora.
-Vhenan stai
male?- chiese il mio lupo preoccupato
-Come al
solito, ma sto bene- mi alzai e recuperai gli abiti -Muoviamoci, che se
possibile ho intenzione di tornare a dormire dopo-
Ciao a tutti!
Spero che in questo periodo stiate tutti bene! Finalmente sono riuscita
a pubblicare il capitolo! Chi si aspetta che prima o poi Merrill sbuchi
da un Eluvian? Decisamente me lo aspetto, adoro Merrill e anche la sua
ingenuità che le fa fare delle gaffe divertenti, soprattutto
con un Hawke spiritoso
|
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Capitolo 44 *** Capitolo 44 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 44
-Merrill!
Calmati!- le posai le mani sulle spalle tenendola ferma. Gli occhi
verdi mi
fissavano allarmati -Dove mi trovo? È elfico quella lingua
vero? Lo ha parlato
talmente veloce che…- negò con la testa e si
allontanò da me -…non ho capito
quasi nulla…- passò lo sguardo da me a Solas -Ma
voi lo capite. Come è
possibile? Chi siete? Gli elfi hanno perso tutto! Non…-
disse triste e ci
rivolse un’espressione abbattuta.
Mi avvicinai
di nuovo a lei -Merrill, non tutto è perduto e gli elfi
possono imparare di
nuovo, ma devono essere disposti a farlo e ad accettare che quello che
sanno è
sbagliato- le rivolsi un sorriso dolce
-Da’len,
abbiamo
un amico in comune, Varric Thetras e ricordo che mi aveva accennato il
tuo
interesse per il passato e quello che hai sacrificato per scoprirlo-
disse
Solas serio, ancorando le braccia dietro la schiena e fissando l'elfa
-Conoscete
Varric?- domandò sorpresa da quella rivelazione
-Anche Hawke,
qualche anno fa ero l'Inquisitore e abbiamo collaborato per uccidere
Corypheus-
Basita mi
fissava e la bocca si mosse non producendo nessun suono, infine
parlò -Tu… tu
hai detto di chiamarti Yen Lavellan, ma… non sei Dalish?-
chiese confusa
Abbozzai un
sorriso -Lo ero, ma quello che ho imparato, mi ha cambiato-
-Se ci sono
delle presentazioni, sono Solas- disse il mio lupo con un sorriso e
l'accenno
di un inchino, ricordandomi in nostro primo incontro
-Chuckles*?-
esclamò di colpo Merrill. Solas alzò un
sopracciglio e l'elfa si coprì la bocca
con le mani -Scusa… sei l’esperto del Velo e della
Dissolvenza, giusto?-
Ridacchiai
-Quanto
mi mancava sentire il tuo soprannome, vhenan-
L'elfa
ripassò gli occhi su entrambi e arrossì
leggermente -Io credevo che… bhe… ecco,
Varric stava scrivendo un suo libro quando ci siamo visti l'ultima
volta e ho
potuto leggerlo per prima…-
Compresi
dove stava andando a parare -Oh sì, è vero. Ci
siamo lasciati, ma siamo
ritornati insieme- spiegai
Merrill
sorrise -Varric ne sarà felice, non gli piaceva vederti
triste-
Notai Solas
abbassare lo sguardo verso i propri piedi, studiandoli con interesse.
Sorrisi a
quella reazione -Lo sarà ancora di più quando ci
rivedrà-
-Oh bene,
per fortuna vi ho incontrato, se no non so cosa avrei
fatto…- barcollò
all'indietro e si sedette sul letto, di nuovo esausta stava abbassando
le
difese che aveva alzato. Rialzò le iridi su di me -Dove mi
trovo?-
-Sei oltre
il Mare Ghiacciato, da'len- rispose Solas
-Cosa!?-
esclamò Merrill esterrefatta -Ma… non pensavo
portassero così lontano! Per il
Temibile Lupo!-
Mi misi una
mano sulla bocca, trasformando delle risate in dei colpi di tosse e
lanciai a
Solas un’occhiata divertita. Lui mi guardò
altrettanto ironico e si rischiarò
la gola -Da’len hai tutto il tempo di riacquistare le forze,
non partiremo
ancora per qualche settimana-
-Per tutto
questo periodo, questa sarà la tua stanza, non dovrai
preoccuparti per il cibo
e altri bisogni, ti basterà chiedere- sospirai, la nausea
restava in agguato.
Riconoscendo i miei sintomi, Solas continuò al mio posto
-Non siamo in Thedas,
molte cose ti sembreranno strane e tu sarai un’estranea per
loro. Cercheremo di
darti le risposte che cerchi, sperando che le accetterai anche se vanno
contro
a quello che ti hanno sempre insegnato-
-Ti
verrà
portata la colazione, se hai bisogno c’è fuori
dalla porta una Sentinella. Puoi
uscire quando vuoi, ma anche per la tua sicurezza ti seguirà
negli spostamenti-
conclusi, pensando già a ributtarmi sul letto e placare il
lieve mal di testa
che mi tormentava
Annuì
con un
cenno del viso -Va bene, ma serennas… dove vi posso trovare?-
-Ci faremo
vivi noi- disse Solas e con un movimento del braccio mi
invitò ad uscire -Ci
vediamo più tardi Merrill- la salutai. Una volta chiusa la
porta sospirai e
presi per mano il mio lupo. Avevo bisogno di dormire.
-Non
è
possibile!- esclamò divertito Narim.
Avevo fatto
una lunga dormita fino a mezzogiorno e ora stavamo pranzando.
-Lo vedrai
con i tuoi occhi, sua sorella se lo tiene stretto- spiegò
Solas
-Se sapevo
che creare il Velo avrebbe fatto tutti questi miracoli, ti avrei
esortato a
darti una mossa. Abelas con la ragazza…- e bevve un sorso di
sidro -Lo devo
vedere quell'elfo rigido come una statua-
-Parla
quello che se non facevo la prima mossa io, era ancora solo come un
cane
cercando di trovare il suo coraggio finito chissà
dove…- disse Mithra lapidaria
e con sfida a dire il contrario -Senza offesa- aggiunge fissando Solas,
lui
ridacchiò
-Ehi! Anche
tu non saresti mica in compagnia in tal caso!-
-Non ne
sarei così sicura, non eri mica l'unico a venirmi dietro-
replicò tranquilla.
Narim rimase assorto -Stai parlando di quell’idiota?-
-Quello e
altri. Succedono tante cose in duecento anni, vhenan. Mi hai
decisamente dato
tutto il tempo di scegliere, anche troppo visto che sono arrivata a
perdere la
pazienza per la tua indecisione-
Li fissai
basita. Duecento anni? E io che pensavo che le cose tra me e Solas
fossero
andate piuttosto lentamente.
-E voi
invece?- chiese Narim curioso
-Il solito
ficcanaso…- borbottò il mio lupo
Ridacchiai
-Noi…-
e guardai Solas -Bhe, qualche mese… ma vorrei poter dire che
sia andato tutto
liscio come l’olio e invece tra casini vari, diciamo quattro
anni-
Il mio mago
mostrò un mezzo sorriso -In condizioni normali, sarebbe
stato massimo un anno. Avremmo
sconvolto la corte di Arlathan con il nostro matrimonio fulmineo-
Mithra rise -Con
tutte quelle regole che avevate voi nobili? Quale era il solo periodo
di
corteggiamento? Un secolo? E di fidanzamento?- sbuffò
-Lethallan sei stata fortunata-
-Non ricordo
che venisse seguito il tutto così…- disse Solas
-Hahren per
te che sei un Evanuris no, ma prima avresti dovuto seguire tutta la
trafila-
-Una di
quelle cose che vedrò allora felicemente morte e sepolte.
Sarei impazzito a
poterla solo corteggiare per cento anni- rispose Solas, alzando gli
occhi verso
di me con desiderio. Sorrisi e passai la mano sotto al tavolo, sulla
sua gamba
accarezzandolo con affetto a quella dedizione che mi mostrava ogni
volta che ne
aveva l'occasione -Non solo tu vhenan, era già stato lungo
il mese che ti eri
preso per pensare alla relazione che stava iniziando tra di noi-
-Pensare?
Che cavolo avevi da pensare?-
Solas
alzò
gli occhi al cielo -Narim sei l'ultimo che puoi parlare. Duecento anni?
Si vede
che Mithra ti ama, avrebbe fatto prima a trovare
qualcun’altro per quanto ci
hai messo-
-Va bene, va
bene, vi fate una bella concorrenza. Cambiando argomento, la nuova
arrivata?
Merrill, giusto?- domandò l'elfa
-Sta bene, e
avremmo un po’ di cose da spiegarle, non vanno per nulla bene
le cose in Thedas
per la nostra razza- risposi
Narim
sbuffò
-Solas ce ne ha parlato. Shemlen…- pronunciò
l’ultima parola con disgusto -Quindi
questi Dalish cosa fanno? Si limitano a sopravvivere? A parte credere
che gli
Evanuris fossero Dei misericordiosi e tu un lupo malvagio che non aveva
niente
di meglio da fare che ridere delle sue malefatte?-
-In poche
parole… sì- disse piatto -Gli elfi che non hanno
avuto una guida delle
Sentinelle, come è avvenuto qui, hanno perso buona parte
dell'essenza che ci distingueva
dagli umani-
-Non abbiamo
perso tutto, possiamo imparare- replicai
-Se disposti
a farlo e sappiamo entrambi che molti non lo sono. Stanno volgendo il
proprio
orgoglio su eventi per lo più inventati- disse il mio mago
-Quindi
hanno mantenuto le orecchie a punta e quell'orgoglio nell'essere elfi.
È già
qualcosa, dopotutto potevamo dire di camminare davvero come Dei sul
Thedas,
rispetto alle altre razze- disse Mithra
-Non sempre
in positivo purtroppo. Ti ho parlato della rivoluzione che sto mettendo
in
piedi. E i fanatici non mancano-
-Ottimi per
trovare falle e come carne da macello- concluse Narim. Il mio lupo
acconsentì
con un cenno del viso.
Sapevo che la
cosa non sarebbe stata rose e fiori. Alternative non ce n'erano e se
non guidati
nella direzione giusta i fanatici potevano mettere in pericolo
l'obiettivo
principale.
-Leliana mi
informava che sei a buon punto- dissi
-Avere
Dorian come alleato velocizza e semplifica le cose. E un colpo di Stato
da
parte dei Lucerni, durante i disordini che si creeranno inevitabilmente
con la
rivolta, gli spianeranno la strada per il cambiamento-
-Dorian
è
d'accordo in tutto questo?- domandai sorpresa
-No, ma ha
ammesso che se vuole dei risultati in tempi brevi, sarà
l'unica occasione che
gli capiterà-
Non mi
quadrava -Tutto qui?- chiesi fissandolo scettica
Sospirò
e mi
sorrise -No, ho promesso che i danni saranno il più
possibile limitati. Le
Sentinelle guideranno e gestiranno i disordini. Anche se difficile, non
ci
dovrà sfuggire di mano-
-Mmm…-
presi
il bicchiere e bevvi l'acqua. Fissandola. Mesi a bere solo
acqua… che gioia.
-E ho dovuto
anche promettere che ti terrò al sicuro, qualunque cosa
faremo alla fine-
Naturalmente
-Io verrò soffocata di attenzioni e tu sarai minacciato di
morte ogni volta.
Ottimo. Quanti amici ci mancano?- dissi ironica. Ridacchiò
-Mi preoccupa più
tua sorella e i tuoi genitori…- lanciò la bomba
-Sì… ecco… Pure loro-
-Tuo padre
promette
bene- rincarò la dose
-Bisognerà
vedere se sarà più preso da me o da Elen e Abelas-
-Ci
divertiremo-
-Tantissimo…-
-Bhe…
buona
fortuna, mi sembra ne avrete bisogno- disse Mithra
Ritrovai
Merrill a saltare letteralmente da una parte all'altra del piccolo
villaggio,
con la Sentinella che la tallonava paziente. Tra il timore che le
incuteva quel
luogo nuovo, rafforzato dalle statue piccole o grandi di Fen'harel, si
era
fatta strada quella curiosità che le dava
un’evidente linfa di entusiasmo e
vitalità. Che questo villaggio avesse potuto aiutare gli
elfi del Thedas, a
credere a una storia diversa da quella tramandata da delle vecchie
rovine? Ci
speravo.
I Vallaslin
ormai identificavano i Dalish, ma credevo che tutti avrebbero dovuto
avere la
possibilità di sapere per cosa erano stati creati in origine
e poter scegliere,
come mi era stato concesso.
-Aneth ara
Yen- mi disse Merrill con un leggero sorriso che contraccambiai -Aneth
ara-
Mi rivolsi alla
Sentinella congedandola che mi ringraziò con un cenno del
capo.
-Ho
così
tante domande… non so da dove iniziare…-
Ridacchiai
-Immagino,
ma lascia che ti aiuti con le prime: perché ci sono
così tante statue di
Fen’harel? Venerano il Temibile Lupo?-
Gli occhi
dell'elfa vagarono sulla statua più grande e centrale
preoccupata -Sì, penso
che sia la risposta che mi preme di più-
-Seguimi,
camminiamo. Ho trovato un posto tranquillo, appena fuori, verso il
mare- il
suono delle onde mi rilassava e speravo avesse fatto lo stesso effetto
alla mia
compagna.
Raccontai
poco alla volta l'unica verità: dai marchi, ai falsi Dei, a
questa battaglia per
la libertà dai tiranni che avevano schiavizzato il loro
stesso popolo, che
ormai durava da millenni.
Merrill
passò da diversi gradi di sorpresa e incredulità,
finché sembrò che qualcuno
l'avesse presa a pugni. Un velo di lacrime le solcava gli occhi verdi
-Ci siamo
sempre sbagliati? Tutto quello che sappiamo è basato su
menzogne?- le lacrime
scesero sulle guance -Anche intrappolati oltre il Velo gli Evanuris
sono
riusciti a distruggere il proprio popolo. Trasformando in nemico e
dimenticando
chi ci ha aiutato…- si passò la mano sul viso
asciugandolo e
negò con la testa, lo sguardo era diventato
più deciso e determinato -I clan…-
ridacchiò -I clan non lo accetteranno mai.
Io solo per aver cercato di recuperare un frammento della nostra vera
storia,
sono stata costretta ad andarmene…- concluse abbattuta.
Degli
schiamazzi attirarono l'attenzione di entrambe. Vidi trotterellare il
mio lupo,
in tutti sensi, era mutato, in modo giocoso verso di noi e subito dopo
braccato
da una decina di bambini più o meno grandi e letteralmente
abbattuto a terra.
Riempito di carezze e abbracci.
Trovai i
suoi occhi grigi che mi supplicavano un aiuto silenzioso. Risi di gusto
non
potendo trattenermi e mi alzai andando in suo soccorso -Da'len piano,
Fen'harel
non andrà da nessuna parte, ma così lo spaventate-
-Lui non ha
paura di nulla! Ha sconfitto gli Evanuris!- esclamò una
bambina
-È il
più
forte di tutti!- disse entusiasta uno dei ragazzini più
grandi
Sorrisi -Da'len
è quasi ora di cena e penso che i vostri genitori vi stiano
cercando e
Fen'harel ha bisogno di riposare-
Si
levò un
coro di dissenso -Quando potrà, verrà ancora a
trovarvi, vero?- dissi guardando
Solas che mugolò in un assenso convinto. Mi trattenni dallo
scoppiare ancora a
ridere.
-Promesso?-
disse un'altra bambina fissando il mio lupo supplicante. Lui
strofinò il muso
contro il suo petto e la piccola elfa si agitò contenta
ridendo.
Li fissai
amorevole, la scena mi scaldava il cuore immaginandolo con il nostro
bambino. I
da'len lo salutarono e si allontanarono correndo verso le case. Mi
lasciai
cadere in ginocchio di fronte a lui e lo abbracciai -Sarai proprio un
papà
meraviglioso, vhenan- sussurrai al suo orecchio.
-Davvero?
Fen’harel?- esclamò incerta la voce di Merrill
alle mie spalle. Forse non aveva
capito tutto, ma il suono delle parole continuava a vivere nella nostra
razza. Sciolsi
l'abbraccio, e ora veniva un’altra parte difficile
-Gli elfi
erano immortali- mi alzai rivolgendomi a lei -E alcuni camminano ancora
tra di
noi. Mi hai parlato di Asha’bellanar,
lei era quello
che rimaneva di Mythal-
Scioccata ci
fissava -Lei è… la Madre? Ma è umana!
Aspetta, perché era?-
Solas
mutò e
mi posò una mano sulla spalla -Hai detto che i clan non
ascolteranno. Neanche
se sarà lo stesso Fen'harel- e indicai il mio mago -E
Mythal- mi misi la mano
sul petto -A chiedere aiuto al popolo di riprendersi ciò che
era loro?-
-Io…-
barcollò e cadde su stessa. Scattai in avanti preoccupata da
quel crollo. Mi
guardava basita -Siete Dei?-
-No da'len,
non esistono Dei, solo maghi estremamente potenti, più di
quanto questo nuovo
mondo abbia mai conosciuto. E vorrei ridare agli elfi quello che per
cercare di
salvarli ho distrutto- rispose Solas serio
-Io…
non lo
so… questo è fuori dalla mia portata- rispose
Merrill incerta
Sorrisi
-Più
difficile che nel rimanere saldi nelle proprie convinzioni? Andando
contro il
proprio clan?- le strinsi le spalle rassicurante rialzandola in piedi
-Vieni,
risponderemo a tutti i tuoi dubbi lethallan- e ci avviammo verso il
villaggio
A quel modo di
chiamarla le si scaldò lo sguardo e arrossì
leggermente -Mi chiedevo se…- disse
titubante. La incoraggiai a continuare -Se quando puoi, mi insegni
l'Antica
Lingua?- domandò speranzosa
Sorrisi
ancora di più -Certamente, sarebbe un peccato poi parlare
solo con noi. E se ti
fa piacere vorrei insegnarti anche a gestire meglio la magia del
sangue- la
sicurezza prima di tutto, andare alla cieca con tale magia non era
raccomandabile
-Anche tu la
pratichi?! Volentieri, grazie-
I giorni
passavano e si era rivelato divertente insegnare a Merrill, ancora di
più
quando si erano uniti Narim e Mithra volendo imparare invece la lingua
comune.
Insomma, io e Solas ci ritrovammo impegnati, e in alcune occasioni a
farci
delle grandi risate a spese dell'amico del mio lupo che stava trovando
non
poche difficoltà.
-È
esasperante!- borbottò l'elfo incrociando le braccia al
petto. Gli arrivò una
spallata affettuosa da Mithra che sorrideva anche lei a quelle
lamentele.
Merrill
stava seguendo le parole con un’espressione concentrata,
erano passati solo
pochi giorni, ma faceva passi da gigante.
Solas poi
aveva avuto la bella idea di continuare queste lezioni anche nella
Dissolvenza.
Aveva ricreato la rotonda di Skyhold con estrema cura: la scrivania, la
fiaccola di velfuoco, il divano, l'impalcatura, gli affreschi e i suoni
quotidiani. La piccola riunione di quattro maghi in un unico punto,
aveva
attirato l'attenzione di molti spiriti della Conoscenza che, all'inizio
solo
curiosi, si erano messi poi volentieri ad aiutare i nostri amici.
-Questo
è
straordinario! Non ero mai riuscita ad interagire così con
gli spiriti… bhe…
solo qualche discutibile esperienza con dei demoni…- disse
Merrill emozionata
-Demoni e
spiriti non sono così diversi, dipende tutto da cosa ti
aspetti di vedere,
da'len- replicò Solas con un sorriso.
Intanto mi
sedetti sul divano e osservai i nostri amici e gli affreschi che
trovavo sempre
magnifici
-Cosa
raccontano?- chiese Mithra indicandoli
-La sua
storia- rispose Solas indicandomi
-Non la mia,
la nostra. In ognuno c’è un po’ di
entrambi, vhenan- lo corressi
L'elfa si
fermò da parte a me a fissarne uno e l'espressione si fece
seria -Hai bevuto da
un Pozzo del Dolore?- mi chiese fissandomi attenta
-Ho bevuto-
-Cosa ti ha
chiesto in cambio?-
Di punto in
bianco era nata della tensione e anche gli altri stavano seguendo
-Vendetta-
replicai
Rimaneva a
guardare
l'affresco -Solo?-
Mi stava
rendendo nervosa -Sì lethallan, dove vuoi arrivare?-
-Ir abelas,
Mythal
era la Protettrice, ma il suo aiuto ha sempre avuto un prezzo, che
fosse
ritenuto consono o meno a seconda della gravità della
situazione, nessuno non
ha mai pagato- girò il viso verso il mio con un mezzo
sorriso -Forse sono solo
sorpresa, devo… tenere conto però che la tua
situazione è particolare. Potrei
dire che sei a tutti gli effetti sua figlia, questo ti mette su un
piano
differente- riprese a passeggiare per la rotonda, lasciandomi un
po’ stranita dai
punti che aveva sollevato.
Mi svegliai,
tenni gli occhi chiusi ascoltando il respiro di Solas al mio fianco.
Cosa
voleva dire Mithra? Che era stato tutto troppo semplice? Mi rigirai su
un
fianco nervosa e sospirai profondamente. Un peso mi si
aggrappò alla vita e
venni tirata indietro contro il petto di Solas. Le sue labbra si
posarono sul
collo lasciando teneri baci. Mi voltai verso di lui infilando la testa
sotto il
suo mento e abbracciandolo, mi piacevano queste coccole mattutine,
anche fare
l'amore.
-Vhenan…-
mormorai
-Mmm…?-
Sorrisi a
quella risposta assonnata -Non mi hai ancora spiegato come ti sei
ritrovato con
alle calcagna tutti quei bambini- lasciai un bacio sulla sua gola
Udii uno
sbadiglio -Colpa di Narim…- ridacchiai -Avrei dovuto
immaginarlo-
Una sua mano
passò tra noi posandosi sul cucciolo -La nausea come va?-
-Meglio, ho
ancora qualche attacco, ma non è detto che vomito- in
compenso avevo quasi
sempre una fame da lupi da qualche giorno. Accarezzò il mio
ventre -Inizia ad
esserci un rigonfiamento- e ricevetti un bacio sulla fronte. Sorrisi
-Non ti
aspetterai che rimanga piccolo?-
Ridacchiò
-Con
la fame che ti è venuta, dubito fortemente ma'arlath-
-Oh…-
borbottai -Sì, mi sono mangiata una doppia porzione di
quello straordinario
spezzatino che fa Mithra- ridacchiò di nuovo e prese
possesso della mia bocca,
leccandomi il labbro inferiore -…devo…- tentai,
ma venni ancora interrotta da
quel bacio famelico che ricambiai con la stessa passione. La sua mano
dal ventre
si spostò afferrandomi il sedere e tirandomi ancora
più contro di lui.
Riprendemmo fiato -Devi?- domandò con uno sguardo giocoso
-Devo farmi
insegnare come si fa, ma prima…- gli misi la mano sulla
spalla e lo spinsi con
forza facendolo girare e sovrastandolo, mettendo il suo desiderio
pulsante
contro al mio.
Sorrideva in
modo divertito e arrogante -Ma prima?- incalzò
Sorrisi
-Bhe…
ho anche altri tipi di fame e ti conviene approfittarne
finché il cucciolo non
ci complicherà le cose-
I suoi occhi
scivolarono lungo la mia figura e si tirò su a sedere
infilando le mani sotto
la mia veste, una raggiungense il seno. L'altra scivolò
sulla schiena, la sua
bocca iniziò a mordicchiarmi il collo -Allora
vedrò di impegnarmi a
soddisfarti, vhenan- disse contro la mia pelle. Mi spinsi contro di lui
e
arrivai a toccare il muro di fronte a me, lanciai un incantesimo -Non
voglio
far sentire quanto mi fai gemere e sanno già come ti chiami-
Rise e
affondò di nuovo nella mia bocca.
*per
comodità manterrò i soprannomi in
inglese
Asha’bellanar:
"La donna di
molti anni". Come i Dalish si riferiscono a Flemeth
Aneth ara:
un saluto
socievole o
amichevole, più comunemente usato tra gli stessi Dalish
piuttosto che con gli
estranei
Ciao a tutti,
spero vi sia piaciuto il capitolo! E che stiate passando bene questo
periodo di ripresa alla normalità. Ho messo altre basi per i
casini futuri e direi che ce ne sono parecchi all'orizzonte XD Come
sempre mi spiace pubblicare ogni volta con un distacco di tempo
così lungo, so quanto possa essere fastidioso. Al prossimo
capitolo!
|
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Capitolo 45 *** Capitolo 45 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 45
Mi trovavo
poco fuori dal villaggio, sotto ad un albero solitario, seduta
sfogliavo
pigramente un libro sul potere dei Vallaslin che mi aveva dato Mithra,
sembrerebbe rubato dalla biblioteca di qualche nobile millenni prima.
Aveva al
suo interno parti consistenti che si riferivano alla magia del sangue
di base,
con uno studio più approfondito sul collegamento che si
creava tra le parti
coinvolte. Infatti i primi usi risalivano al domare gli animali per i
combattimenti, il passo successivo era stato breve. Ne esistevano di
differenti
tipi a seconda dell'uso, dal grado assegnato allo schiavo, e altri che
mai
avrei potuto immaginare, alquanto ripugnanti. Naturalmente nessun
riferimento a
come rimuoverli. Un’informazione non fondamentale, ovviamente.
-Lettura
interessante?- domandò Solas. Scostai il libro e lo fissai,
aveva posato la
testa sulle mie gambe per una breve ricerca nella Dissolvenza. Rimisi
gli occhi
sulle pagine e lo chiusi con un colpo secco, posandolo da parte a me.
-Disgustosa,
per essere precisi, soprattutto da un certo capitolo in avanti. Tu
novità?-
Richiuse gli
occhi godendosi la posizione comoda -Banal’ras e Cassandra
fanno progressi-
-Per la
Calma o…?-
-O…-
mormorò
-Mi sembra ringiovanito di qualche millennio-
Risi e lo
osservai, teneva un leggero sorriso sulle labbra -Mi hanno detto la
stessa cosa
di te-
Il sorriso
si allargò invitandomi in modo irresistibile a baciarlo.
Concordavo con quella
osservazione, le occhiaie non erano più così
marcate come quando lo avevo
conosciuto, e i tratti del viso mi mostravano espressioni su diversi
livelli di
felicità. Cosa che ritenevo il mio tesoro poterle vedere,
soprattutto se ne ero
la causa. Mi sfuggii un lieve gemito nella sua bocca, misi infine una
mano sul
suo petto accarezzandolo. L'istinto voleva farla scivolare
più in basso, per il
momento non gli diedi ascolto -Stai senza dubbio meglio rispetto a
qualche anno
fa, vhenan e ne sono contenta-
-Mi trovi
più attraente?- domandò con malizia
Ridacchiai -I
miei ormoni non sono mai stati in dubbio da quando ti ho incontrato.
Hanno solo
intensificato la voglia che ho di te- e la gravidanza li stava facendo
impazzire, quando restavamo da soli come in questo caso dovevo
controllarmi a
non saltargli addosso. Lo aveva notato e non se ne lamentava, il suo
orgoglio
maschile ne sembrava alquanto compiaciuto.
Rise in modo
sommesso, sembrava quasi un ringhio -Rischiamo di farci trovare in
posizioni
compromettenti- replicò con un tono basso. Notai che
iniziava ad esserci un
rigonfiamento nei suoi pantaloni, sorrisi e picchiettai le dita sul suo
petto -Davvero
amore mio?- replicai sfidandolo con voce suadente.
Sospirò
e
aprì gli occhi, con una profonda intensità mi
fissava. Accennai un sorriso e
spostai la mano sulla sua guancia accarezzandolo, appoggiandosi ad essa
-Non ti
merito-
Inclinai il
viso perplessa a quell'affermazione -Sicuro? Forse dovrei essere io a
dirlo-
passai il pollice su quelle labbra morbide -E dopo tutto quello che hai
fatto
per gli elfi. Dopo tutto quello che hai passato e sacrificato, mi
meriti più di
chiunque altro- girò il viso baciandomi il palmo -Sono il
tuo regalo, ricordi?
E tu sei il mio che non ho intenzione di farmi portare via da nessuno-
risposi
con fermezza.
Ridacchiò
-Su
questo non ho dubbi. Ti viene bene attaccare la gente ai muri, oltre ad
essere
ancora più bella mentre lo fai-
Sorrisi al
ricordo della spia elfica contro la parete -Io immobilizzo e tu fai a
pezzi. Un
buon piano, no?-
-Intrigante-
si alzò di scatto prendendomi il polso e tenendo la mano
sulla sua guancia. Fulmineo
si sporse prendendo in modo possessivo la mia bocca, leccandomi il
labbro
inferiore, accolsi l'invito e aprii le labbra. Affondò in
me, alzai anche
l'altra mano tenendolo vicino ed emise un ringhio infastidito. Mi
staccai da
lui e volse lo sguardo seccato da parte a noi, oltre a cambiare
posizione
nascondendo il suo stato eccitato. Vedevo Narim avvicinarsi alzando le
mani in
segno di pace -Perdono, perdono per l’interruzione. Lo so
sono fastidioso, ma
avete visto la da'len? Merrill?-
-Noi
non…-
fui interrotta da un’esplosione poco distante, all'interno
della foresta che si
estendeva a nord. Un individuo, si avvicinava a velocità
sostenuta. Merrill
scappava come un nug terrorizzato, che stava…?
Alle sue
spalle notai un’enorme creatura. Varterral? Che ci fa uno di
quei cosi qui? Io
e Solas ci alzammo. Narim schioccò le dita e gli si
illuminò lo sguardo, il
mostro si immobilizzò.
L'elfa si
fermò davanti a noi in affanno -Quel… quel
mostro…- sospirò prendendo aria -Non
ancora! Quanti ce ne sono?-
Ancora?
-Cosa stavi
facendo da'len?- chiese Narim in tono serio
Gli occhi
verdi si spalancarono in panico -Solo esplorando! Mi stavo annoiando e
ad un
tratto sento un suono stridulo troppo familiare e vedo quell'orrore
attaccarmi!-
-Ne avevi
già incontrato uno?- domandai incredula
-Certo, con
Hawke e anche in quel caso ci siamo salvati per un pelo! Sono un elfa
perché mi
ha attaccato?-
-Perché
sei
un elfa estranea, che è entrata addirittura nel suo
territorio e verso la sua
tana. È decisamente arrabbiato-
Si
voltò di
lato e lo fissò -Oh…-
Narim
schioccò di nuovo le dita e il Varterral strofinò
le lunghe zampe appuntite tra
di loro in modo intimidatorio e scocciato, stridette di nuovo e
ritornò verso
gli alberi.
-Però
forse
era il caso di avvisarci di tale creatura a pochi passi, non pensi
Narim?-
disse Solas
-Forse, ma
credo tu abbia già abbastanza preoccupazioni senza contare
le mie- rispose con
un sorriso e si rivolse verso Merrill -C’è Taren
che ti sta già aspettando da
un po’-
Di colpo si
mise le mani sulla bocca -Me n'ero scordata! Ma serennas hahren- ci
fece un
cenno in saluto e corse via
-Taren?-
chiesi
-Il ragazzo
che insegna ai bambini alla scuola. Non so cosa abbiano in mente, a
parte che
li ho visti piuttosto vicini quei due ultimamente- pensieroso si
portò la mano
sul mento
-I Vallaslin
devono avere un certo fascino sugli studiosi- dissi divertita guardando
la
reazione del mio lupo a quelle parole. Si limitò a sorridere
e negare con la
testa -C’è ancora più fascino quando li
si elimina. È come togliere il nastro a
un pacchetto già bello di suo e scoprire che senza esprime
tutte le sue
potenzialità-
-Woaw, io me
ne vado. Non voglio vedere il seguito di tutto ciò-
esclamò Narim
Risi e Solas
aggiunse -Se non ci avessi rovinato il momento, ti spedirei via a calci
personalmente, lethallin-
-Non faccio
fatica a crederlo- e con un cenno salutò e si
allontanò
Il mio mago
sospirò profondamente -Tutto bene?- chiesi divertita
-A parte una
macchina da guerra nel bosco sul retro? Ottimo-
Ridacchiai e
gli passai le mani sulla vita tirandolo contro di me. Infilai il viso
sotto il
suo mento e iniziai a lasciare dei baci sulla sua gola, seguendo poi la
linea
della mascella.
Sfuggì
al
mio tocco e si avventò sulle mie labbra affamato. Dolce mi
baciava ancora e
ancora, ridetti indietro quei baci in modo più profondo e
riprendemmo fiato -Un
nome- sussurrai
-Cosa?-
mormorò
confuso e ancora preso dai baci, non risparmiandogliene un altro con un
sorriso
-Dobbiamo pensare a un nome, vhenan. Non possiamo chiamarlo per sempre
cucciolo-
-Scelta
ardua…-
-Già,
e sono
pessima con i nomi, ho il vuoto-
Ridacchiò
-Mi
stai lasciando tutta la responsabilità?- disse divertito
-No, ma mi
aspetto ottimi suggerimenti-
Rise
-Così
sia, la scelta finale però aspetterà a te con
tutto il lavoro che stai facendo
e che hai davanti, mi sembra d'obbligo-
Sospirai -Come
se tu non centrassi niente con il mio stato?-
Si
avvicinò
al mio orecchio -Pochi minuti non sostituiscono mesi-
-I tuoi
pochi minuti di gloria elfica?- lo provocai
-Stai
citando Sera?-
-Sarà
contenta
di sapere che ti sei tolto i pantaloni e ripopolando l'Impero- infilai
un dito sul
bordo di quest’ultimi e tirai
-Schifata,
vorrai dire-
Risi di
nuovo -Punti di vista. Io ti trovo tutto bello- maliziosa abbassai gli
occhi
verso il basso e ritirai il bordo dei suoi pantaloni verso di me -E
eccitante…-
-Vhenan…-
mormorò
con voce profonda, la sua lunghezza mi premeva contro
Sorrisi -Una
fantasia…- dissi, ricevendo uno sguardo curioso.
Ansimavo
appagata e lui con me. La schiena premuta contro la sabbia e il suono
delle
onde in sottofondo accompagnava i nostri respiri che ritornavano a un
ritmo
normale. Avevo sabbia ovunque, che si era attaccata ancora
più ferocemente dal
nostro bagno precedente, dove era iniziato il tutto. Di peso poi Solas
mi aveva
appoggiato sulla spiaggia intensificando la nostra unione.
Voltai il
viso fissandolo da parte a me, teneva un braccio piegato sotto la
testa, gli
occhi chiusi e un’espressione soddisfatta -Una piacevole
fantasia…- mormorò
Mi spostai e
misi la testa sulla sua spalla, posando un bacio sulla sua pelle -Una
bella
novità, almeno per me-
-Anche per
me-
Cosa!? -Non
hai mai…?-
-No.
Aspetta. No, qualcosa di simile, ma non con il mare-
-Bene, se no
sono sempre quella che è alle prime esperienze-
Un occhio si
socchiuse fissandomi -Che ti dò sempre con estremo piacere-
-Lo so,
è
che…- sospirai -… lascia stare…-
-Mi sono
innamorato, ho fatto l'amore, ho concepito un figlio. Ho provato una
paura profonda,
una felicità immensa. Cosa vuol dire coccolarsi, fidarsi
ciecamente, essere
amati per quello che si è. E tutte queste cose le ho fatte
per la prima volta
solo con te, vhenan-
Le guance mi
si erano scaldate, non so se per l'emozione di sentire queste cose
direttamente
da lui, o la vergogna della mia presunzione
-Ir
Abelas…
non intendevo…-
-La prima
che mi ha rubato un bacio e che mi ha dominato a letto, ribadendo
chiaramente a
chi appartenga. La prima che ha cercato di capire il mio mondo
così diverso da
come lo conosceva e che mi ha sempre difeso-
Mi misi a
cavalcioni sopra di lui e mi distesi infilando la testa sotto il suo
mento,
chiusi gli occhi godendomi la sua pelle calda contro la mia -Come ho
fatto gli
altri anni della mia vita senza il mio orgoglio?- e gli lasciai un
bacio sulla
gola, abbracciandolo. Un suo braccio passò sulla mia vita
tenendomi contro di
lui -Speriamo non ci stia cercando nessuno, siamo piuttosto nudi-
-E pieni di
sabbia, cosa che richiederà un altro bagno tra poco-
-E il
recupero dei vestiti sparsi per la spiaggia-
-Mmm…-
mi
coccolai meglio contro di lui e la sua presa si strinse
-Vhenan se
fai così non risponderò di me, di nuovo- disse
con voce roca
Sorrisi
compiaciuta -Allora saremo in due- leccai e mordicchiai la sua mascella
-Sai di
sale…-
-Sei
insaziabile- mormorò
-Non mi
sembra ti dispiaccia- la sua lunghezza premeva contro la mia
femminilità,
altrettanto pronta.
Mi alzai dal
suo petto, mi pulii le mani sbattendole tra di loro e lo presi in mano
accarezzandolo lentamente. Sibilò e i suoi fianchi
scattarono verso l'alto,
venendo tenuto fermo dal mio peso.
Le sue mani
mi afferrarono le cosce stingendole e massaggiandole -E ti è
piaciuto allora
essere dominato?-
Mi sorrise
arrogante e un gemito prese il suo posto -L’importante
è che sia tu…- un
ringhio frustrato dai miei movimenti continui gli sfuggì
dalla bocca -… non lo
potrei sopportare in tal caso…- la sua mano si
allungò verso il mio viso e mi
tirò giù verso di lui. Prese possesso della mia
bocca affamato. Lo immersi dentro
di me e con un'unica spinta forte e continua del bacino si
rinfoderò fino in fondo.
Un grido di sorpresa e piacere venne attutito dal nostro bacio. Ripresi
fiato e
appoggiai la fronte contro la sua ansimante -Io sarei insaziabile,
vhenan?-
Il suo braccio
mi strinse la vita e l’altra mano si infilò tra i
miei capelli, stringendo. Ero
intrappolata contro di lui. Mi baciò e mordicchiò
il collo adorante. Iniziò con
un movimento lento, tirandolo quasi del tutto fuori e con un colpo duro
rimettendolo
dentro.
Soffocai un urlo
contro la sua spalla. Di nuovo. Fuori. Dentro. Un picco di piacere mi
raggiunse, non riuscendo a fermare i gemiti che attutii sulla sua
pelle. Fermo
in profondità, mi tirò i capelli facendomi girare
il viso verso il suo -Voglio
sentirti urlare, ma fen'asha- disse con voce bassa e roca per il
desiderio.
Mia lupa. Era
la prima volta che mi chiamava così. L'eccitazione
salì ulteriormente -Allora scopami,
ma fen- gli ordinai più aggressiva di quanto immaginassi. Lo
volevo e il
restare fermi in quel modo mi stava facendo impazzire. Il piacere si
stava di
nuovo costruendo in una lenta tortura. Mi rivolse un sorriso e uno
sguardo malizioso.
Un lieve dolore arrivò quando mi tirò i capelli
che teneva nel suo pugno, ma
non era fastidioso. Fu il segnale con cui iniziò un
martellamento continuo. Ancora
e ancora, sempre più forte. Catturai la sua bocca
incitandolo ad andare sempre
più a fondo. Lo fece.
Tremammo infine
di piacere nello stesso istante. Crollai contro di lui a peso morto,
sfinita,
dolorante, piena di lui. La sua mano mi stringeva ancora i capelli, li
lasciò e
prese ad accarezzarmi la testa. Restai con gli occhi chiusi premuta
contro di
lui, non avrei mai voluto che questa sensazione finisse. Amata e al
sicuro.
-Ar lath, ma
fen-
Un bacio mi
si posò sulla tempia -Mi piacciono questi tuoi ormoni
impazziti- prese in giro
Sbuffai
divertita -Chiamalo un anticipo, dopo dovremmo farne a meno per un
po’-
Rise e anche
se ancora confusa dalla sensazione di piacere, mi parve di udire lo
scricchiolio della sabbia calpestata. Non fui la sola, Solas tenendomi
contro
il suo petto si mise a sedere. Eravamo in una rientranza della parete
rocciosa
che avevamo accostato trovando un modo per scendere verso il mare.
-Fenedhis-
sussurrai
-È
già in
tua custodia vhenan- scherzò, infatti eravamo
così vicini che restava dentro di
me. I suoi occhi si illuminarono e il mana ci ricoprì dalla
testa ai piedi -Ora
silenzio, non ci possono vedere, ma non copre il suono-
mormorò -Aggrappati-
Co... Cosa?!
Senza ulteriore indugio puntò le gambe e si alzò
tenendomi premuta contro di
lui. Gli afferrai con le braccia il collo e con le cosce la vita
sentendo che
scivolava fuori da me. Solas si spostò in un angolo, il
più lontano possibile
dalla fonte del rumore che si faceva più insistente.
Lasciandomi poi ritoccare
terra, non accennando a lasciarmi.
Il cigolio
di un’armatura pesante fendette il suono delle onde che lo
aveva coperto fino a
quel momento. Una smorfia e uno sguardo duro si delinearono sul viso di
Solas,
avrei potuto vederlo da un momento all'altro ringhiare. Cosa che mi
dette
l’impressione che fece, quando comparve un individuo enorme
con una spessa
corazza nera e una spada a due mani sulla schiena. Non si vedeva in
viso,
portava un elmo massiccio con un’unica feritoia per gli
occhi. Osservò i
vestiti lasciati sulla spiaggia, si guardò intorno
muovendosi lentamente, forse
appesantito da tutto quel metallo.
Solas si
chinò sul mio orecchio -Qualunque cosa accada resta qui- un
dito mi si posò
sulle labbra, impedendomi di protestare. Cosa voleva fare?
Negli occhi
passò un bagliore argentato intenso. Parte
dell’acqua del mare davanti a noi
esplose come se avessero lanciato una bomba, congelandosi all'istante.
Quel
colosso si voltò verso la manifestazione di potere. Solas mi
lasciò e con una
luce dorata cambiò forma. Fulmineo un enorme lupo nero si
avventò sull'uomo.
Non era il grosso lupacchiotto che mi aveva leccato e portato in
groppa. Avrei
potuto paragonarlo a un drago in questo instante. Sei iridi rosse
rubino e
feroci puntarono l'intruso, le lunghe e letali fauci lo afferrarono,
premendo
con brutalità e perforando le placche di metallo come burro.
Un fiotto di
sangue spruzzò contro il muso. Con un movimento
dell’enorme testa lo lanciò
contro il terreno, creando un tonfo assordante e alzando una nuvola di
sabbia. Il
nemico stringeva lo spadone in una mano. Quando l’aveva
presa? Ancora vivo
cercò di muoversi, ma molto presto fu chiaro dalla
quantità di sangue che
impregnava la sabbia che era morto.
Fissai Solas
che emanava un’aurea spaventosa, la scena che avevo davanti
non era degna del termine
temibile che gli veniva affibbiato. I denti erano ancora scoperti e la
mascella
grondava di sangue, gli occhi rossi e glaciali non smettevano di
puntare il
terreno.
Feci un
passo avanti e un orecchio si girò verso di me. Rimasi
immobile.
La luce
dorata lo avvolse e ritornò alla sua forma elfica. Mi
lanciò un breve sguardo e
si toccò il mento con le dita fissando il sangue.
Sputò a terra e si diresse
verso il mare.
Mi mossi in
avanti e osservai l'elfo davanti a me fatto a pezzi. L'elmo era
scomparso
rivelando sul volto dei Vallaslin rossi che non avevo mai
visto… o forse sì? Non
mi sembravano del tutto estranei. Non mi fermai oltre a rimuginarci e
lo
raggiunsi in acqua, cercando di non rabbrividire, era più
fredda rispetto a
qualche ora prima.
-Vhenan…-
lo
chiamai
Si era
immerso e continuava a bere e risputare acqua fino a tossire. Lo
accostai e gli
presi il viso tra le mani bloccandolo. Lo sguardo era ancora furioso,
ma sapevo
che non era rivolto a me, le emozioni di quella breve battaglia
aleggiavano
ancora nell'aria come l'odore del sangue.
Cercò
di
districarsi dalla mia presa, ma lo tenni saldamente -Non
c’è più sangue, ma
vhenan-
Non era
convinto. Lo tirai verso di me in un bacio profondo. Fece un minimo di
resistenza, lasciandosi poi andare. Appoggiai la fronte alla sua -Sai
di sale.
Solo sale- lo rassicurai -Chi o cosa era?- non lo avevo mai visto avere
una
reazione così aggressiva, anche se l'essere braccati durante
un atto intimo e
vulnerabile non era l'ideale.
-Un abominio,
creato per darmi la caccia. Un orrore simile sopravvissuto a cose
più degne…-
La mia
definizione del termine non coincideva con quello che avevo visto. Non
volevo
approfondire al momento, ma il mio lupo continuò -Noi siamo
legati a degli
spiriti, si può fare la stessa cosa con i demoni. In questo
caso però erano
sotto il controllo di un’entità più
potente-
Gli
accarezzai la guancia e la mascella cercando in minima parte di dargli
conforto, era molto rigido -Come aveva fatto Corypheus con i Guardiani
Grigi?-
-Sì e
no, in
questo caso siamo a un livello più alto. Cacciatori, mostri,
creati da Ghillian'nain
su ordine di Andriul. Non erano gli unici a darmi la caccia dopo la
morte di
Mythal- si appoggiò alla mia mano -Con il Velo la loro forza
deve essersi
dimezzata. Rimangono comunque pericolosi- sospirò e mi
mostrò un mezzo sorriso
e un’espressione affettuosa -Devo avvisare Narim, sempre che
non mi abbia
omesso un’informazione così importante-
-Non lo
avrebbe fatto, cuore mio- gli accarezzai il petto e lo strinsi contro
di me in
modo protettivo, infilò la testa nell’incavo del
mio collo -Dov’è il mio
lupacchiotto coccolone?- lo presi in giro cercando di distrarlo
-Ir abelas,
non provo gioia quando mi vedi in quello stato- mormorò
-Allora devo
avere qualcosa che non va, perché sei molto sexy quando
proteggi la tua
famiglia- vedere il suo lato più oscuro non mi spaventava,
anzi otteneva
l’effetto contrario.
Finalmente
risentii la risata che adoravo -Devi essere l'unica ad averlo mai
pensato-
immerse il viso nei miei capelli
-Vorrei ben
sperare, amore mio-
-Che ti
è
successo!?- esclamò Narim basito -Sesso frenato?-
Al combattimento
la mia maglia non era sopravvissuta, finendo nella pozza di sangue.
Solas mi
aveva dato la sua che mi arrivava a metà coscia, rimanendo
così solo in
pantaloni.
Impassibile
rispose -Avrei preferito godermi solo quello. Invece abbiamo ricevuto
la visita
di un Ghi'myelan, devi dirmi qualcosa lethallin?- chiese serio e con
una vena
gelida. Gli presi una mano tra le mie, intrecciando le dita per
calmarlo. Il
pensiero che fossi stata in pericolo in un momento tanto vulnerabile e
intimo,
lo rendeva furioso.
Un’espressione
offesa prese posto sul volto di Narim -Credi veramente che se avessi
saputo che
quegli orrori erano ancora in giro non ti avrei avvisato? Pensavo
avessi una
considerazione più alta di me-
Il mio lupo
stava per ribattere, ma gli strinsi la mano intervenendo -Non
è questo Narim,
siamo preoccupati per voi. E come avrai notato, Solas con la mia
gravidanza è
estremamente protettivo…- Solas cercò di
infilarsi nelle mie parole, però lo
bloccai con un dito sulle labbra -… e sarebbe anche
mentalmente disposto a
sterminare chiunque oserà anche solo minacciarmi. Questo
attacco a sorpresa ci
ha…- il mio mago allontanò il mio dito afferrando
la mia mano, baciandone il
palmo -Mi ha reso cosciente che hai dei problemi e se posso aiutare a
risolverli devi solo chiedere falon-
Narim
sospirò -Sarà il caso che prima andiate a
sistemarvi-
Infatti
stavamo attirando l’attenzione, soprattutto Solas era
osservato con sguardi
tutt’altro che innocenti. Infastidita mi schiarii la voce e
lo tirai verso la
casa -È una buona idea- non vedevo l’ora di
togliermi il sale dai capelli e
sulla pelle.
L’acqua
scendeva dall’alto come una piccola cascata, sicuramente
più veloce e comodo
che riempire una vasca. Restai sotto il getto e chiusi gli occhi. Udii
la porta
in cristallo aprirsi, un braccio mi passò sulla vita e la
mano del mio lupo si
mise sul cucciolo. Le labbra si posarono sulla mia guancia e si
unì a me sotto
l'acqua. Iniziò a passare le mani massaggiandomi le spalle,
il collo, il seno e
i fianchi con il sapone, scaricando la tensione che avevo accumulato
-Non
prendertela con Narim, sono sicura che non voleva sobbarcarti di altri
problemi. Abbiamo già i nostri- che si avvicinavano sempre
di più, la vacanza
era quasi finita. Solo l'idea di dovermi infilare un vestito elaborato
e sorbirmi
il Gioco, mi fece sospirare profondamente.
-Non lo
incolpo. Ho compreso che non ne aveva idea. Mi scuserò dopo-
Sorrisi e
passai il sapone su di lui come aveva fatto con me, seguendo le linee
dei suoi
muscoli definiti e tesi. Gli lasciai un bacio al centro del petto e
posai la
fronte contro la sua pelle. L’acqua tiepida ci scivolava
addosso, portando via la
schiuma.
-Non sembro
per nulla l’unica a essere insaziabile…- dissi
divertita guardando in basso
Ridacchiò
sommesso dandomi un bacio sulla tempia -Hai costantemente questo
effetto su di
me, vhenan-
Lasciai un
altro bacio sullo sterno -Mmm… dovrai portare pazienza. Sto
morendo di fame, mi
hai fatto fare un sacco di attività fisica- e chiusi l'acqua
girando una
manopola. Alzai il viso verso il suo sorridendo e con
un’espressione dolce si
chinò prendendo possesso della mia bocca. -Mmm…
andiamo…- mi staccai da lui afferrando
la maniglia della porta -Se no mi fai fare un'altra doccia, ma fen-
rise e mi
seguii all’esterno prendendo gli asciugamani. Il sistema
magico di asciugatura
che avevamo nella nostra casa avevo capito che era alquanto costoso.
Puliti e
rivestiti
ascoltammo Narim.
-Come potrai
immaginare non tutti erano d’accordo con il mio operato.
C’è chi nel corso
degli anni si è allontanato, formando alla fine una
comunità propria-
introdusse
-E i motivi
principali di questa divisione?- chiese il mio mago pacato
-Tu. Hanno
trovato un insulto ricordare chi creando il Velo ci aveva liberato
sì dai falsi
Dei, ma anche tolto il collegamento che avevamo con l'Oblio, sparendo,
lasciandoci menomati, mortali e a noi stessi-
Le
sopracciglia di Solas si corrugarono, la sua colpa ben evidente nei
miei amati
occhi color ardesia, ora di un tono più scuri del normale.
Le nocche della mano
stretta a pugno erano bianche, la coprii accarezzandola con la mia. La
tensione
nella mano si sciolse -E si sono messi a creare Ghi'myelan? Elfi senza
propria
volontà, dediti a darmi la caccia in eterno?-
Narim
sospirò e alzò le spalle in modo sconsolato -Non
so cosa dirti. Non saprei neanche
dove hanno preso tali conoscenze-
-Incomplete
direi, potrei considerare quell’essere pericoloso per questo
mondo, ma non per
me. Ha un terzo della sua potenza originaria, lento, sensi
imbarazzanti. La sua
creatrice originaria sarebbe disgustata e offesa per un così
goffo tentativo-
-Sembri
ammirare Ghillian'nain-
Sorrise e
negò con la testa -Ammiravo la Dea degli halla quando ha
creato creature nobili
per questo mondo. Quello che è diventata, un mostro come gli
orrori che alla
fine ha dato origine- sospirò profondamente -Ho fermato
tutto ciò, ma c’è chi
sta cercando di resuscitare la peggior parte di noi-
-Sembrerebbe.
Per quel che mi riguarda mi limiterei a tenere d’occhio il
confine-
-Il Varterral
suppongo-
-Esatto. Nel
caso agirò di conseguenza. Preferirei che ti concentrassi
sui tuoi problemi che
sono più gravi dei miei-
Assentì
con
un cenno del capo -Ovvio, non sei più un ragazzino. E ti
chiedo scusa per la
mia reazione precedente-
Narim
sbuffò
-Tel Abelas, e la tua compagna ha reso chiaro lo stato in cui ti trovi.
Avrei
reagito allo stesso modo per Mithra- ridacchiò, e
sbatté le mani tra di loro -Ora,
c’è una piccola festa- disse, gli occhi emozionati
-Seguitemi, è divertente per
i bambini e celebra la libertà ottenuta-
Ormai sera,
delle lanterne erano disposte vicino alla piccola scuola illuminando le
panche
che avevo visto in taverna, ora fuori vicino a un palco di dimensioni
contenute.
Le persone
chiacchieravano allegramente e la taverna portava la cena alla gente
già
seduta. Io e Solas schivammo un gruppo di bambini che correva giocando,
la
faccia pitturata con dei Vallaslin del tutto goffi e imprecisi. Solas
alzò un
sopracciglio incuriosito, ritrovammo Merrill che rideva insieme a un
elfo con i
capelli neri e gli occhi azzurri. Supposi fosse l’insegnate,
stavano parlando e
accontentando i bambini disegnando con le dita i marchi sui loro visi
eccitati.
Mi aggrappai al braccio del mio lupo -I Dalish inorridirebbero a
vederli usati
in modo tanto superficiale- dissi con un sorriso -Ma è anche
il modo in cui
andrebbero usati-
Il suo
braccio scivolò sulla mia vita tirandomi contro di lui
-Eccovi qui!-
ci si parò davanti Mithra -Ho dovuto aiutare per organizzare
anche quest’anno.
Dopo ci sarà uno spettacolo che hanno fatto i bambini- disse
entusiasta. Mi
prese per mano e mi trascinò ad un tavolo libero -Scommetto
che stai morendo di
fame, quel fagottino nei prossimi mesi ti farà mangiare come
mai prima- era alquanto
eccitata e serena, sorrisi contenta, era contagiosa -Mi stai dicendo
che
raggiungerò le dimensioni di un druffalo?-
Rise -Non
allarmarti, se ti consola la pancia non raggiungerà la
stessa grandezza delle
umane. Abbiamo una struttura differente-
Il paragone
non mi consolava, né mi dava la benché minima
idea, non avevo incontrato donne
umane incinta -Ti credo sulla parola- risposi perplessa
Ridacchiò
-Non
diventerai un druffalo, ma diciamo un halla in dolce attesa? Agile, ma
con i
tuoi limiti-
Sorrisi -Capito,
anche se devo dirti che prendo la forma di un lupo
nell’oblio. Suppongo che
possa sempre funzionare-
-Giustamente
il lupo prende la lupa- e mi fece l'occhiolino
-Ma state
parlando di gravidanza o fauna selvatica?- domandò Solas
scettico a quello scambio
di battute sedendosi di fronte a me
-Entrambi,
comunque
ancora un po’ di tempo e potrai sapere il sesso-
replicò l'elfa
-No, no,
adoro le sorprese…- alzai lo sguardo sul mio mago -Sempre
che tu…- si sporse
sul tavolo coprendomi la bocca con la sua -Adoriamo le sorprese, nessun
anticipo, me ne stai dando tanti in questo periodo- disse sfacciato, le
guance
mi infiammarono -Stupido…- mormorai
Mithra rise
-Meglio
quello che il vomito, giusto?-
-Colpa sua,
è una continua tentazione- borbottai
Entrambi
risero e finalmente ci furono posati davanti dei piatti con
dell’ottimo pesce
fumante. Al profumo il mio stomaco brontolò, per fortuna
c’era troppo rumore
perché si sentisse. Iniziai a mangiare.
Solas
mangiava e mi guardava compiaciuto -Cosa?- domandai, continuava a
mettermi un
po’ in imbarazzo
-Sei ancora
più bella, vhenan-
-Senti,
senti che adulatore. Vi lascio innamorati, devo aiutare per lo
spettacolo- e ci
sorrise.
Solas si
spostò al mio fianco e nel mentre mi baciò sulla
guancia -Che ti prende?- era
ancora più affettuoso del solito. Il suo fiato
sull’orecchio -Bramo il
coccolarti più tardi…- sussurrò con
voce suadente -Pensavo avessimo già
raggiunto un record personale oggi…-
La punta del
suo naso sfiorò l'orecchio -Quello sì, ma voglio
averti tra le braccia, accarezzarti,
baciarti finché non ci addormentiamo-
Sorrisi ora
eccitata
all'idea -Non vedo l'ora, amore mio-
Della musica
iniziò a suonare e i bambini salirono sul palco. Un da'len
con un cerchietto
con delle orecchie da lupo iniziò a parlare replicando in
modo buffo qualcuno
che conoscevo. Mi coprii la bocca con una mano cercando di non farmi
sentire
ridere. Guardai Solas altrettanto divertito, le iridi erano fisse sulla
sua
copia in miniatura che dava voce alla sfida ai falsi Dei.
-Uguale
vhenan- mormorai ridacchiando. In risposta mi dette un altro bacio
sulla
guancia. Continuai a mangiare e vedere in modo molto semplice svolgersi
la
lotta agli Evanuris. I bambini con i marchi venivano liberati dalla
schiavitù,
lavandosi in modo efficace la faccia.
Il ragazzino
che impersonava Solas era alquanto orgoglioso della parte che stava
svolgendo.
-Non sapevo
avessi delle bellissime orecchie da lupo portatili- sussurrai
prendendolo in
giro. Trovavo i bambini bellissimi, ma tutta la scena comica. Mi prese
la mano
che tenevo sul tavolo nella sua, intrecciando le dita, portandosela
alle labbra
e lasciando un bacio -Le metto solo per le occasioni speciali.
Dovrò rimediare
presto-
Ridacchiai, lo
spettacolo stava finendo. Solas mi tirò dalle nostre mani
unite -Vieni- e ci alzammo
andandocene in modo furtivo. I bambini che non partecipavano sul palco
erano
molto attenti, gli adulti seguivano e chiacchieravano tra di loro
sereni.
Continuammo
a camminare allontanandoci dal fulcro della festa, notai altre coppie
fuggire,
una però attirò la mia attenzione: Merrill stava
passeggiando con il bel
tenebroso dell’insegnante. Fermai Solas e glieli indicai con
un cenno del capo
Sorrise e mi
trascinò verso la casa in cui stavamo venendo ospitati.
-Vuoi
già
dormire?- domandai
-Pensavo di
finire di leggere quel libro che abbiamo iniziato insieme, prima-
Da circa una
settimana avevamo iniziato un volume che abbiamo trovato in casa.
Raccontava
semplici e carine storie sugli spiriti -E finire a coccolarci? Affare
fatto-
Falon: amico
Ciao a tutti!
Spero abbiate passato un buon Ferragosto e che le vacanze stiano
andando bene. Come vi è sembrato il capitolo? Un po'
più lungo del solito, ma spero che mi faccia perdonare per
la lunga attesa. Merrill che sta combinando? Zitta, zitta XD Sperando
che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo!
|
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Capitolo 46 *** Capitolo 46 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 46
Uscii
dall'ultimo Eluvian e invece che ritrovarmi in uno spazio libero, mi
schiantai
quasi contro un letto. Evitai per un pelo Merrill alle mie spalle che
ci finì
del tutto sopra. Solas barcollò altrettanto instabile verso
di me. Lo specchio
si spense sfarfallando in modo preoccupante.
-C’è
qualche
piccola calibratura da mettere a punto. È un esemplare molto
antico- spiegò il
mio lupo valutandolo
-È un
modo
carino di dirci che abbiamo rischiato di finire male?- risposi
-Male no, da
tutt’altra parte sì. Sempre se siamo nel luogo
giusto- disse guardando Merrill
-Sì,
è casa
mia- e si rimise dritta sul letto. Toccò le lenzuola
guardandole schifata e
starnutì. Un lieve strato di polvere era presente su ogni
superficie. Sospirò
rassegnata osservando la stanza -Ci metterò ore a
pulire…- borbottò alzandosi
in piedi e sbattendo le mani sui vestiti, alzando altra polvere.
Il naso
iniziò a pizzicarmi e inevitabilmente starnutii.
Merrill mi
guardò -Ir abelas, sarà meglio uscire, vi
accompagno all'Impiccato. Varric
gestisce la città da lì, si sposta nella parte
alta di Kirkwall solo se non ne
può fare a meno-
Si
avviò
verso una porta e la seguimmo. Ci si parò davanti un grande
albero, Vhenadahl,
l’albero del popolo, ogni enclave elfica per quel che ne
sapevo ne aveva uno.
Merrill
salutava altri elfi con un cenno della mano e sorridendo, avviandosi
verso le
scale. Tenemmo il passo osservando la parte più povera della
città -È un
labirinto, ci ho messo mesi per imparare le strade e non perdermi-
infatti notavo
molte scalinate che scendevano o salivano e altrettante vie.
Arrivammo di
fronte a una porta in ferro arrugginita e mal concia, sopra un cartello
che
indicava il raggiungimento della nostra meta.
Una volta
entrati un tanfo di birra, sudore, fumo e altri odori non identificati
ci investì.
Varie persone tra umani, nani, elfi e anche un paio di qunari parlavano
e
svolgevano i loro affari. Attraversammo il centro della stanza, fui
salvata da
uno scontro con un ubriaco che fu indirizzato da Solas lontano da me,
andando a
rovesciarsi contro un tavolo impegnato a Grazia Malevola. Poco dopo
aver
superato le scale udimmo l’iniziare di uno scontro alla
vecchia maniera.
-È
sempre
così?- domandai
-Direi che
oggi è un giorno tranquillo- rispose Merrill
Giungemmo
infine in una stanza con un grande tavolo rettangolare e di fronte un
camino.
Su una poltrona il mio nano preferito intento a leggere delle
scartoffie. Alzò
lo sguardo e ci mostrò un’espressione sorpresa
-Per il Creatore! Daisy! Amethyst
e Chuckles!- ripose le carte sul tavolo e ci venne incontro -Merrill
dove eri
finita? Ho smosso tutti i miei contatti del Thedas!-
-È
complicato da spiegare…- disse l'elfa
-L’abbiamo
trovata inaspettatamente- replicai
-Non credevo
di rivedere Fen… merda, qualunque divinità elfica
tu sia, tutta d’un pezzo-
-Per favore,
solo Solas, Mastro Tethras. Sono sorpreso di essere ancora vivo e con i
pezzi
nei posti giusti-
Il nano
ridacchiò
-Speravo che il nostro Inquisitore ti avrebbe preso a calci. Devo dei
soldi a Sparkler-
borbottò -Amethyst è troppo buona-
-Non ti
preoccupare Varric, ho avuto la mia vendetta- risposi
-Faccio
fatica a crederci- e mi squadrò -La tua letalità
va a farsi benedire al
Creatore quando c’è di mezzo Chuckles. Mi pare di
ricordare chiaramente,
nell’ultima bevuta che avevamo condiviso, che piuttosto
saresti morta che
metaforicamente torcere un capello a lui-
Arrossii -Ero
ubriaca…- e di nuovo depressa e ancora più a
pezzi di quanto fossi mai stata
dalla notte a Crestwood
-E tramutata
in una fontana, con sbalzi d’istinti omicidi verso
l’elfo immortale qui
presente-
Ero
decisamente rossa in viso
-Varric
posso assicurarti che il mio stato non era migliore- replicò
il mio mago
-Ne dubito. Se
no saresti tornato con la coda tra le gambe, mettendo al primo posto
lei e non
le cazzate che stai orchestrando-
Udii un
grugnito provenire da Solas -Ho già preso atto dei miei
errori-
-Bene, in
caso contrario Bianca sarà felicissima di rimetterti sulla
retta via- si
avvicinò e mi prese da un braccio guidandomi vicino al
camino -Raccontami
tutto, più tardi ti mostrerò la casa che ti ho
regalato-
Fu una
chiacchierata piacevole, scoprì che Hawke non era in
città, ma insieme a un
elfo di nome Fenris e a una donna di nome Isabela, aiutavano gli
schiavi a
scappare dal Tevinter.
-Non hai
sete, vedo- disse il nano con un cenno della mano verso il boccale di
birra che
non avevo toccato.
Dorian non
aveva parlato!?
-Bhe…
allargare la famiglia ha i suoi sacrifici- e posai la mano sul ventre
Scioccato mi
fissava e passò gli occhi da me a Solas -Merda,
sei…? Congratulazioni ad
entrambi!- prese il suo boccale e bevve un lungo sorso -Buttercup mi
deve dei
soldi e io li devo a Tiny-
Prima che
potessi dire qualcosa, Merrill entusiasta mi abbracciò
-Auguri lethallan!-
Sorrisi -Grazie
Merrill. Quale era la scommessa?-
Bevve ancora
-Sera diceva che non lo avresti trovato. Io sì. Dorian che
lo avresti trovato e
che non ne avrebbe pagato le conseguenze. Io invece che
l’avrebbe pagata cara.
Bull diceva che l’avresti trovato e che saresti stata in
attesa o con già un
bambino e l’elfo al guinzaglio. Io no… quel qunari
anche se con un solo occhio
ci vede troppo lungo-
Solas
ridacchiò -Devo dire che questo guinzaglio non mi dispiace-
e mi fece l’occhiolino
Sospirai con
un sorriso, stupido
-Vedi di
tenerlo a cuccia, avrei intenzione di non morire troppo presto-
replicò il nano
Il mio lupo
sbuffò -Mastro Tethras, anche io non vorrei morire, ma
errori ed orrori che ho
cercato di fermare millenni fa stanno ribussando alla porta-
-E hai
deciso finalmente di renderci partecipi della fine del mondo?-
domandò e si
rivolse a me -Ottimo lavoro Yen, la vita coniugale deve giovargli
più del
previsto-
Solas
sbuffò
di nuovo seccato. Sorrisi -Giova sotto molteplici aspetti Varric-
-Oh ci
scommetto, come noteremo tra qualche mese-
Ridacchiai e
udii borbottare il mio lupo tra sé e sé -No, non
è più selvatico- risposi con
un sorriso prendendolo in giro, lui alzò un sopracciglio e
mi fissava con una
vena predatoria nelle iridi grigie. Sapevo che avrei pagato e non
vedevo l’ora.
Varric
rideva di gusto.
Ero rimasta
stupefatta, non era una casa, ma una villa nella parte alta della
città.
-Sei sicuro
Varric?- dissi fissando la struttura imponente. Era un posto enorme per
due
persone.
-Sicurissimo!
Io non la userò mai. E con il piccolo in arrivo starai
comoda- il nano si
avvicinò alla porta e la aprì, lo seguimmo
ritrovandoci in un salone. Il camino
acceso e tutto preparato per il nostro arrivo.
Mi
posò le
chiavi sul palmo -La dispensa è piena. Ho fatto aggiungere
qualche liquore
particolare, ma dovrò accontentarmi del parere di Chuckles.
Divertitevi, ho
ancora un paio di cose da finire, ci vediamo domani-
Prima che
fuggisse
dissi -Sai degli altri?-
Si
fermò -Bull
arriverà con i Caricatori tra qualche giorno. Sera dovrebbe
essere in compagnia
di Dagna- alzò le spalle -Per gli altri devi sentire
Usignolo-
-Grazie di
tutto, è molto bella-
Fece un
gesto con la mano -Questo e altro per la donna che continua a salvare
il Thedas-
e uscì.
Mi guardai
intorno, non feci in tempo a fare mente locale che mi ritrovai le
braccia di
Solas intorno alla vita, con la schiena contro il suo petto e la sua
bocca
morbida e calda alla base del collo, dandomi un leggero morso.
-Quindi
sarei addomesticato?- mormorò in un sussurro, facendomi
sentire ancora i denti.
Girai il
viso verso il suo lasciandogli un bacio sulla guancia -Non troppo
vhenan…-
-Mmm…-
risalì
con dei baci sulla pelle, fino ad afferrare il lobo
dell’orecchio e leccarlo. Passò
la lingua sul padiglione, fino a succhiarne la punta. Una scossa
elettrica
raggiunse fulminea la schiena fino alla mia femminilità.
Gemetti. Continuava
lentamente a crearmi brividi di piacere e le ginocchia cedettero. Mi
sostenne e
mi aggrappai a lui -Non… troppo… ho…-
tentai e altri gemiti interruppero il mio
pensiero. Lasciava una scia di baci roventi sulla gola -Cosa?-
continuò non
dandomi tregua -Ho
sposato un lupo… non
un cane…- mormorai. La linea delle sue labbra contro la mia
pelle si distese in
un sorriso, rialzò il viso e appoggiò il mento
sulla mia testa, tenendomi
premuta contro di lui. Mi dette un bacio nei capelli e
sospirò profondamente -Stai
bene?- domandai incuriosita da quel comportamento. Strinse di nuovo le
braccia
intorno alla mia vita -Mai stato meglio. Mi sto rendendo sempre
più conto di
quanto sia stata una benedizione incontrarti in questa fase della mia
vita- disse
serio, ma sospirò di nuovo
-Cosa ti
preoccupa?- appoggiai la testa all’indietro sulla sua spalla
-Gli altri
anche se in minima parte. Il Ferelden, l'Orlais, i qunari. Le azioni
che sto
compiendo in Tevinter. Non si prospettano anni facili, il periodo di
stallo sta
terminando. Il Velo si sta sgretolando come il sigillo posto sul Titano
di
lyrium rosso. In tutto ciò la tua gravidanza mi rende
particolarmente nervoso,
anche se assolutamente voluta. Voglio tenervi al sicuro, non ho
intenzione di
perdere mai più le persone che amo- concluse
Alzai una
mano e gliela posai sulla guancia, si abbandonò ad essa -Non
devi affrontare
tutto da solo, non siamo soli. Aiutiamo il Thedas a raggiungere un
equilibrio.
Dovrà essere il più stabile e forte possibile
contro gli Evanuris e il
Flagello. E sono certa che sarò sempre al sicuro con te
accanto, vhenan- mi
rigirai nel suo abbraccio e lo strinsi a mia volta -Da quando poi ti
importano
gli altri?-
Ridacchiò
già meno serio rispetto a pochi minuti prima
-Userò tutta la diplomazia di cui sono
capace. Ma non verrò a patti sugli obiettivi che mi sono
prefissato, non cerco
la loro approvazione. Ma non voglio minare ulteriormente il rispetto e
l’affetto che avete tra di voi-
Sbuffai -Tengo
ai nostri amici- alzai un dito e glielo puntai in viso -Tu
però sei la mia
prima priorità, che scalerà tra qualche mese al
secondo posto, perché tuo
figlio ti supererà- sciolse l’abbraccio e mi prese
il viso tra le mani
catturandomi le labbra. Fu così intenso che il mio cervello
smise di
funzionare, anche se un brontolio piuttosto insistente ci
riportò alla realtà,
iniziando a ridere.
-Andiamo a
vedere cosa ha lasciato Varric in dispensa per i miei due cuori
affamati-
-Cazzo! E
glielo hai lasciato fare!?- urlò Sera indignata, mi
aspettavo una freccia in
faccia da un momento all’altro. Dagli altri arrivò
un borbottio piuttosto alto
con uno scambio di opinioni. Un casino.
-Silenzio!!-
urlò Leliana dal suo angolo. Il mormorio si placò
e la fissammo. Sera sbuffò molto
rumorosamente e arrabbiata. Varric e Bull tenevano le braccia
incrociate
aspettando. Tom seguiva il tutto attento. Cullen era alquanto dubbioso
e
inorridito. Cole era seduto in modo tranquillo su una credenza. Merrill
fissava
Sera come se gli fosse spuntata una seconda testa, con le mani strette
in
grembo nervosa. Josephine e Dorian non erano ancora arrivati, tantomeno
Cassandra
con Banal'ras.
-Vorrei
riuscire a sentire una spiegazione senza le tue urla Sera- disse
puntandola con
gli occhi severa -Grazie- aggiunse qualche secondo dopo essersi
accertata che
non avesse riaperto bocca e ci guardò -Perché
assottigliare il Velo se sta già
crollando?-
Solas che
aveva ignorato Sera continuò -Forse un esempio
chiarirà le cose. Immaginiamo
una lastra di pietra con molte crepe. Il marchio che aveva Yen le ha
riempite
momentaneamente, ma non ha fermato il suo deperimento, altre crepe si
stanno
formando- passò gli occhi fra tutti accertandosi che lo
seguissero -Ho levigato
la pietra rendendola sì più sottile e
diminuendone l’effetto, ma questo mi ha
permesso di guadagnare tempo, semplificando il lavoro dei manufatti
elfici che
abbiamo attivato qualche anno fa-
-I manufatti
stanno sostenendo quello che rimane del Velo?- disse Bull -Se anche
solo uno
smette di funzionare?-
-Non lo
faranno, i miei agenti li controllano costantemente-
-Vashedan! Ho
bisogno di bere-
-C’è
dell’altro vero?- domandò Cullen
Presi la
parola -Possiamo dire di avere anche una bomba sotto i piedi-
-Ma che
cazzo! Non voglio sentire! Ne ho abbastanza di questa merda!-
urlò Sera uscendo
spedita dalla stanza sbattendo la porta
Sospirai,
Dagna però era rimasta, attenta non aveva nessuna intenzione
di muoversi
-Gli
Evanuris hanno corrotto con il Flagello un Titano. Il Lyrium
è diventato rosso,
Solas l’ha sigillato, ma sta cedendo-
-Per le
tette del Creatore!- esclamò Tom
-I guai non
vengono mai da soli…- replicò Cullen cupo
-Il mondo
sta implodendo su sé stesso, merda, forse preferivo non
saperlo…- mormorò
Varric
-Perché?-
domandò Leliana
-Perché
è un
sigillo che richiede un enorme potere, avevo usato i Focus degli altri
Evanuris
e due persone a me care hanno eseguito una magia del sangue che ha
preso loro
la vita- rispose Solas -La maggior parte delle sfere sono state rubate
indebolendo la magia-
-E se le
rimettessimo al loro posto?- disse Tom
-È
troppo
tardi, non si riattiverebbero nel modo corretto, serve altro sangue-
Calò
una
tensione grave e non volava una mosca
-Offro da
bere a tutti, e andiamo a controllare Sera prima che uccida qualcuno.
Ho già
abbastanza scartoffie…- disse Varric. Si alzò un
mormorio cupo di assenso
Impacciata e
indecisa su cosa fare venni preceduta da Solas -Ci sarebbe ancora una
cosa-
-Non dirmi
che abbiamo alle porte anche un Flagello, perché ci
servirà veramente il
Creatore- replicò Tom
-Per adesso
no, ma potrei non escluderlo in futuro. È
tutt’altro in questo caso…- dissi e
abbassai lo sguardo, mi schiarii la gola e strinsi la mano a Solas che
replicò
la mia presa -Una buona notizia, anche se non con il tempismo giusto
come tutto
il resto- rialzai lo sguardo -Sono incinta-
Si bloccarono
tutti esterrefatti, sembrava che stessero trattenendo il fiato
-Cos…-
mormorò Tom che venne interrotto da Bull -Ah! Lo sapevo!
Congratulazioni!- si
girò -I miei soldi Varric!-
Cullen si
portò una mano alla testa e con un lieve sorriso
-Congratulazioni-
Ricevemmo
altri auguri, venni abbracciata da Dagna e da Bull che
ridacchiò -Sapevo che ce
l’avresti fatta capo! L’elfo non ha mai potuto
resisterti-
Sorrisi -Eri
così certo?-
-Non eri
insieme a lui a guardarti le spalle, o almeno io guardavo quelle, i
suoi occhi
cadevano in basso il più delle volte-
-Oh Bull- e
risi
Un braccio
mi passò sulla schiena e Solas mi strinse contro di lui -Non
ero l’unico se non
ricordo male-
-Io
ammiravo, tu fantasticavi- replicò diretto il qunari
Solas
sbuffò
e intervenni -Signori, sono lusingata, ma ho dato anche io delle
occhiate molto
interessate-
-Non verso
il mio culo capo! Però verso il suo sì e senza
provare a nasconderlo, a parte
all’interessato di quegli sguardi languidi-
-Lo confermo-
si intromise Tom -Vi osservavate a turni, impossibile non notarlo-
-Sempre
maliziosi…- mormorai leggermente rossa in viso
-Stava tutto
nel capire chi prima avrebbe cavalcato chi!- dette il colpo di grazia
il qunari
-Bull!!-
esclamai
imbarazzata
Rise e si
portò via Tom altrettanto divertito.
Leliana si
avvicinò -A Josephine non dovrebbe mancare molto, aveva da
sistemare degli affari
di famiglia. Dorian mi ha mandato un corvo informandomi che non ce la
farà, non
è il momento adatto per fare un viaggio verso sud. Gli animi
si stanno
scaldando troppo- finì la frase fissando il mio lupo
-Stranamente i qunari si
sono fatti ancora più aggressivi. Temono uno sfondamento del
confine a nord,
ciò li sta obbligando a sottrarre parte delle difese a
Minothaurus. Il Magistero
sarà meno protetto-
-Non tutto
ha un pessimo tempismo- rispose Solas impassibile
Leliana
sorrise -Vero?- e mise l’attenzione su di me -Ho fatto
lasciare un piccolo
regalo- e fece l’occhiolino, ritornando in mezzo agli altri.
Li osservai
tutti, si notava che per chi più e chi meno gli anni erano
passati. Sera non
era tornata.
-Vado a
cercare Sera- dissi a Solas che annuì con un cenno
Individuai
Dagna -Sai dov’è andata la nostra Jenny?-
-Penso che
sia nella nostra camera in fondo al corridoio. Mi spiace per la sua
reazione,
le passerà-
-Non dovete
scusarvi. Sera può dirmi tutto quello che vuole, voglio
però che le cose tra
noi restino chiare e siete libere di prendere le decisioni che ritenete
opportune-
Sospirò
-Io
vorrei continuare ad aiutarvi Inquisitore, ma non so se…-
Le misi una
mano sulla spalla -I pugnali sono perfetti, ti sei superata ancora una
volta. E
non usare quel titolo per favore, mi dà la nausea
più del cucciolo- ridacchiò e
mi congedai. Uscii dalla stanza raggiungendo quella di Sera, bussai
-Chi
è?!
Voglio essere lasciata in pace!-
-Sera…-
mi
allontanai dal contraccolpo che arrivò dalla porta. La punta
della freccia
aveva squarciato il legno.
-Stammi
lontano! Tu e il lupastro siete impazziti! Orecchie flosce non mi
farà cambiare
idea!-
Sospirai -Posso
entrare?- far sentire all’intero Impiccato i nostri affari
non era il massimo.
La porta
dopo qualche secondo venne aperta, mi fissò minacciosa,
prese la freccia
sfilandola dal legno -Cinque minuti- disse e rientrò. Le
andai dietro e mi
chiusi la porta alle spalle. Sera si era seduta su un letto e si
rigirava la
freccia tra le mani, decisi di appoggiarmi alla porta
-Non voglio
far parte di questa merda. Abbiamo aiutato la gente contro Corycoso e
tutto è
tornato normale. Tu e orecchie flosce volete di nuovo incasinare tutto!-
-Non
è così
semplice Sera, non questa volta. Non c’è un unico
cattivo da combattere, anche
se non facciamo nulla ci ritroveremo nei casini. E visto che sono
inevitabili,
io e Solas li vogliamo affrontare alle nostre condizioni-
Sbuffò
e lanciò
verso l’altro letto la freccia, che atterrò piatta
sul materasso -Continui a
farlo, perché?-
Restai
confusa -Cosa?- chiesi, non capivo su cosa si era spostata la
conversazione
-Non lo hai
mai fatto. Non stai dritta come al solito, le mani e le braccia coprono
sempre
la pancia. Stai male? Se il lupastro ti ha fatto qualcosa gli
strappo…-
Ridacchiai
non lasciandola finire e mi sedetti da parte a lei per poi
abbracciarla. Rimase
rigida come una corda d’arco, mi tirai indietro -Non mi
sembrava così
divertente…-
Le presi una
mano prima che potesse protestare e me la misi sul ventre -Ehi! Ehi!
Che stai…-
si bloccò con un’espressione ridicola in viso
-Che…- fissò la sua mano tenuta
ferma dalla mia, e incatenò gli occhi castani ai miei
-Cazzo…- rimase di nuovo
ammutolita e sorrisi -Orecchie flosce si è tolto i
pantaloni… bleah…- risi -Allora
Dorian diceva il vero, sei una maga ora?- domandò dubbiosa
-Sì,
ma sono
sempre quella persona che ti ha aiutato con la scrivania di Cullen e il
secchio
in testa a Josephine- sospirai -Hai paura di me?-
-Basta che
non fai cose magiche troppo vicino… questa però
la perdono…- rispose fissando
la sua mano nella mia -Lo fai per lui?-
-Per voi,
per noi, per tutti, ma sì, soprattutto per lui. Non
dovrà mai pensare di essere
odiato perché avrà delle orecchie a punta-
-Mmm…
questo
ha a che vedere con l’incontro che devi fare con quei pomposi
nobili?-
-Anche con
quello, domani vi aggiornerò su quella parte. Ritorni di
là con me?-
Mosse la
mano sulla mia pancia -Sei già un po’ gonfia.
Sarà come se avessi mangiato un
melone intero tra un po’- e ridacchiò
-Per fortuna
non servono meloni…- venni interrotta
-Bastano
infatti delle arance…- e sparò un altro verso
disgustato -Immagine orribile che
mi è venuta… dando troppo credito a orecchie
flosce… bleah…-
Alzai gli
occhi al cielo -Potrei essere dello stesso parere pensando a te e Dagna
che…- e
sbuffai mostrando una smorfia
-No che non
puoi!-
-Certo che
sì! Tu tieniti Dagna e io mi tengo stretta Solas nel mio
letto con le sue
arance-
-E la sua
banana- rise e scappò fuori dalla stanza prima che potessi
replicare, sorrisi e
negai con la testa, che scema.
Rientrammo
poco dopo e ritrovai Solas e Bull seduti uno di fronte
all’altro con in mezzo
una scacchiera. Varric beveva e seguiva la partita -Rieccoti Amethyst-
e fece
un gesto verso il tavolo -Almeno stavolta ci capiremo qualcosa anche
noi-
Sera
sbuffò -Ancora?
Troppo complicato- e si diresse verso Dagna che stava parlando con
Leliana
Solas aveva
i neri, concentrato teneva una mano sul mento, spostò un
pedone
-Sei fissato
con i pedoni, mago!- replicò Bull
-Sono
più
importanti di quello che sembra Tal-Vashoth-
Arrivò
di
fianco a me Cullen a guardare -A che punto sono?-
-Chuckles
sembra determinato a non cedere-
Bull
grugnì -Sei
proprio un figlio di…!- e diede un colpo al suo re che
cadde.
Solas in
effetti aveva bloccato tutte le mosse possibili al qunari, non
c’era spazio di
manovra. Mi spostai e gli sedetti in braccio senza tanti preamboli
-Capo che
diavolo gli hai fatto? Si è allenato ad altro, oltre che a
letto!-
Alzai un
sopracciglio divertita -Di solito non è così poco
prestante, gli piace tirare
il lungo- stavo per scoppiare a ridere, girai la testa verso la sua -Ti
sei
allenato, vhenan?-
-Senza di
te, alquanto difficile-
-Mi fai
venire il vomito orecchie flosce! Taci!- arrivò da Sera
Solas
sospirò -Hai avuto successo, sento…- e passo il
braccio intorno alla mia vita
Coprì
la sua
mano con la mia -Il cucciolo fa miracoli-
-Concordo,
molti-
-Posso?-
disse Cullen
-Prego
Comandante, non abbiamo mai avuto l’occasione- rispose Solas.
Notai che il tono
di voce era del tutto neutrale e amichevole, nelle mie iridi grigie
vidi però
che il suo orgoglio era stato stuzzicato e la sfida accettata. Non la
vedevo
bene per Cullen, io stessa l’avevo battuto anni prima.
Qualche
minuto dopo eravamo tutti basiti a fissare la scacchiera. Solo tre
mosse. Tre!
-Per il
Creatore Chuckles! Ti mangi le pedine a colazione?- disse Varric
-Per questo
non posso accettare le tue generose offerte a unirmi a Grazia Malevola,
Mastro
Tethras. Non sarebbe corretto-
-L’ultima
volta non ti sei fatto problemi…-
-Banal’ras
aveva
equilibrato molto l’intera partita. Mi spiace Comandate, non
ho resistito, ho raccolto
l’occasione-
-Non avevo
mai visto questa tattica. La terrò a mente- rispose Cullen
fissando la tavola
-Felice di
essere stato utile-
-Curly sei
sfortunato
con i giochi da tavola, vero?- domandò Varric
Più
tardi
eravamo tornati a casa ed eravamo in camera
-Hai fatto
apposta con Cullen?-
Continuò
a
spogliarsi e mettere i vestiti piegati su una sedia -Ho esagerato?-
domandò innocente
Lo sapevo.
Sorrisi e infilai la camicia da notte -Non è un
po’ tardi per quello, ma fen?-
-Non
è mai
troppo tardi per chiarire le questioni lasciate in sospeso- e si
distese a
letto
-La
gravidanza mi pare un messaggio alquanto diretto- e mi stesi anche io
-Mancavano i
dettagli, la precisione è importante-
Ridacchiai -Sei
impossibile…-
Si fece
vicino e mi baciò -Solo orgoglioso di quello che ho-
Ciao a tutti! Come state? Finalmente abbiamo incontrato gli
altri! Come vi sono sembrati? Spero almeno un po'fedeli agli originali,
non è per nulla facile passare tra tante
personalità diverse, soprattutto se discostano troppo dalla
mia. Il soprannome di Yen è alquanto scontato, ma non mi
veniva in mente altro di decente XD non sono mai stata brava con i
soprannomi. Sperando che vi sia piaciuto, al prossimo capitolo!
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Capitolo 47 *** Capitolo 47 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 47
-Maschio!-
-Femmina!-
-No!
Maschio!-
Alzai un
sopracciglio e lo sguardo dal mio thè scettica verso Sera e
Bull che discutevano.
Varric era intento a segnare le scommesse con una piuma dalla punta
affilata.
-Amethyst
sicura?- ritentò il nano
Alzai gli
occhi al cielo con un sorriso -Varric…-
-Ok, ok, ci
ho provato… Chuckles?-
Solas non
alzò neanche il viso dal quaderno con i suoi disegni
misteriosi, ogni tanto aggiungeva
dettagli con un carboncino -Mastro Tethras non scommetto sul sesso di
mio
figlio-
Arrivò
una
pernacchia da Sera -Lasciali stare, sono noiosi!-
-Davvero non
avete preferenze?- tentò Bull
-No-
rispondemmo in coro io e Solas
-La futura
mamma non ha nessun sesto senso?- domandò Thom speranzoso
-Spiacente,
ma no. Posso solo dire che sarà tutto il suo papà-
Si diffuse
un brontolio deluso sommesso -Creatore fa che sia femmina!- pregò con voce
disperata Sera
Ridacchiai e
il mio lupo dal suo angolo sbuffò continuando a disegnare.
Un trambusto
dalla porta d’entrata della mia villa a Kirkwall ci
arrivò alle orecchie,
attirando l’attenzione.
Uno sguardo
dorato e delle orecchie appuntite comparvero sulla soglia
-Josy dove
hai messo tutte queste cose?- udii la voce della Cercatrice
scandalizzata
-Possedere
delle navi ha i suoi vantaggi Cassandra- e vidi entrare le donne con un
mucchio
di pacchi al seguito. Accorremmo ad aiutare ritrovandoci tutti con in
mano
qualcosa.
Quello che
avevo però afferrato mi venne sfilato dalle mani -Niente
pesi alla futura
mamma!- esclamò Josephine con un sorriso e un abbraccio -Non
ti ci mettere
anche tu- borbottai -Sono solo all’inizio! Non si vede
neanche nulla!-
-L’ambasciatrice
mi trova concorde- disse Solas
Lo fulminai
con lo sguardo e sbuffai, mi ci mancava solo una coalizione per non
farmi fare niente
-Sono incinta! Non malata!-
-Mastro
Solas o Fen’harel?- chiese, intanto mi strinse a
sé e con un tono di voce
felice ed eccitato mi sussurrò all’orecchio -Ce
l’hai fatta! L’hai trovato!-
Sorrisi -Trovato
e picchiato- precisai. Josy rise e si staccò da me prendendo
le mie mani nelle sue
raggiante.
-Solo Solas,
ambasciatrice-
-Allora solo
Josephine-
Mi guardai
attorno -Cosa sono questi pacchi?-
-Dei regali
un po’ per tutti, ma soprattutto per la futura mamma e il
piccolo-
-Non
dovevi…-
tentai
-Certo che
dovevo, non capita tutti giorni che la propria amica realizzi parte dei
suoi
sogni-
-Josy…-
arrossii leggermente e notai Solas fissarmi curioso, non gli diedi
retta non
volendo dare spiegazioni in quel momento.
Una sera
chiacchierando con l’antivana, festeggiando il mio successo
al Palazzo
d’Inverno, nell’euforia del momento avevo accennato
un pensiero che mi girava
in testa ogni tanto quando pensavo a Solas e che trovavo assurdo. Visto
che poi
non eravamo ancora stati a letto insieme, ma indubbiamente ero
innamorata persa
come ora.
Bambini.
L’idea non mi era mai neanche passata per
l’anticamera del cervello. Non perché
non mi piacessero, ma non mi trovavo adatta ad averne, figurati trovare
qualcuno
con cui avrei pensato seriamente alla possibilità. I miei
ormoni repressi non aiutavano,
alla fine avevo messo l’idea in un angolino del mio cervello
che avevo poi
cercato di soffocare ed eliminare in tutti i modi quando mi aveva
spezzato il cuore.
-Non
gliel’hai mai detto?-
-Non ne ho
mai avuto l’occasione Josy! E sicuramente non ora!- esclamai
-Di cosa
state parlando?- domandò il mio lupo dubbioso
-Dopo vhenan,
dopo…- risposi
Banal’ras
comparve da parte a noi spingendo un oggetto piuttosto grosso, coperto
da un
telo.
Lo fissai
interrogativa
-Grazie,
è
meglio che aiuti Cassandra prima che perda la pazienza- disse Josy
-E vederla
lanciare
al destinatario il proprio pacco direttamente in fronte? Possiamo
perderci
questo spettacolo?- disse l’elfo scrutando il suo cuore che
aveva un evidente
smorfia di disappunto in viso
-Un metodo
efficacie, ma non credo che tutti rimarrebbero integri. Ti sarei molto
grata se
li salvassi-
La spia
elfica alzò le spalle -Farò il possibile- e si
allontanò
-Non ho mai
visto la nostra Cassandra in quello stato, è cotta. Sono
invidiosa… vorrei
trovare anche io qualcuno un giorno…- e fissava pensierosa
la coppia dimenarsi
con i pacchi
-Tua madre
non aveva…- non riuscii a finire la frase
-Il
matrimonio combinato? Sì e non faceva per me. E le sono
grata, come anche per
l’istruzione che mi ha dato, ma vorrei avere anche io quello
sguardo con cui
fissi Solas. Gli affari di famiglia stanno andato in modo meraviglioso
e non
posso negare che la Casa della Quiete abbia aiutato molto. I debiti si
stanno
estinguendo poco alla volta, non voglio sposarmi per dovere-
Le strinsi
le mani -Troverai qualcuno, per adesso nessuno allora?- domandai curiosa
-Bhe…
ho
notato qualcuno, ma…- sospirò -Vorrei davvero
poter pensare solo con il cuore,
ma nella mia posizione…-
-Sputa il
rospo Josy!-
-Sarebbe
più
facile se fosse un semplice contadino!- sbottò
-E invece?-
-Fa parte
della Casa della Quiete…- mormorò -È
impossibile…-
-Oh…
e
Leliana che ne pensa?-
-Che anche
se non possiede terre o averi di rilevanza da presentarsi alla
famiglia,
potrebbe essere un uomo interessante con una morale e non un semplice
assassino. Sto ancora scavando- arrivò la voce
dell’Usignolo alle mie spalle.
Girai il viso e sorrisi -Sta passando il tuo test?- domandai
-Per ora,
indubbiamente
ha avuto una vita complicata. Ma non siamo qui per questo- e
indicò il grosso
oggetto coperto dal telo.
Solas
altrettanto curioso lo scoprì: una culla in legno chiaro,
con elaborate
decorazioni di alberi e animali, in particolare halla. Toccai le
incisioni
precise e bellissime -Josy…- alzai gli occhi commossa
-È stupenda-
-Riferirò
i
complimenti all’artigiano. Ha trovato la mia richiesta
insolita, ma stimolante-
spiegò con un largo sorriso
-Amethyst
con tutta questa roba manchi solo tu. Il bambino potrebbe nascere
domani e ha
già vestiti per anni- si intromise Varric. Anche Leliana mi
aveva regalato delle
adorabili tutine in evidente stile orlesiano, di una qualità
che pensavo fosse
solita essere esclusiva della famiglia imperiale. Non osavo pensare al
costo…
-I bambini
si sporcano spesso Mastro Tethras- rispose Josy
Il nano
alzò
le mani in segno di pace -Non intendo mettermi contro le tre donne
più temibili
del Thedas. Anche il nostro lupo da una certa fama impallidisce al
confronto-
-Non potrei
essere
più che d’accordo- e se ne andò con il
nano, mostrandomi il suo sorriso furbo
Scartavo
diversi pacchetti, Varric non aveva tutti i torti, avevo
così tante tutine che
avrei potuto aprire un negozio.
-L’ambasciatrice
noto che si è divertita- aprendo anche lui
un’altra scatola
-Vero?-
risposi con un sorriso e fissai la culla che avevo messo in camera, era
proprio
bella.
-Vhenan?-
-Sì?-
Le braccia
di Solas mi circondarono la vita da dietro e mi lasciò un
bacio sulla guancia -Pensieri?-
-I tuoi?-
-Che
è una
culla adorabile, ma se conosco il mio cuore la userai solo quando
saremo
sfiniti entrambi-
Ridacchiai -Mi
leggi come un libro aperto, amore mio-
-Vuoi le
Valli e Skyhold con i suoi territori circostanti!?- esclamò
Cassandra -Questo
è… potresti scatenare una guerra- concluse
scioccata
-Non posso
dire che sia una richiesta consona, ma del tutto meritata se ricordiamo
cosa ha
fatto con Corypheus anni fa. Oltre che entrambe le nazioni stanno
richiedendo
un aiuto molto rilevante nell’evitare un inutile conflitto-
disse Josy
-Questo
è
assodato, ma mi berrò la mia boccetta d’inchiostro
se accetteranno- disse
Varric
-Non intendo
rischiare la vita di nessuno senza qualcosa di estremamente concreto in
cambio.
E l’oro sicuramente non è tra questi- con la fine
dell’inquisizione non mi
mancava, tutti da me allo sguattero in cucina avevano ricevuto del
denaro. Josy
aveva fatto miracoli con le finanze dell’inquisizione.
-Voglio quelle terre per
gli elfi. Se non le otterrò non posso fare altro che
lavarmene le mani dei loro
problemi-
-E questo
sarebbe molto più dispendioso per Ferelden e Orlais che
perdere della terra-
aggiunse Solas
-Sicuramente,
peccato che i casini di anni fa siano stati creati da un certo elfo,
che ora è
pure il consorte di chi li ha risolti- rispose la Cercatrice
-Ci manca
solo che vi accusino di complicità- aggiunse Cullen con
un’espressione
preoccupata
-Complicità?
Era evidente come il sole che non si conoscessero, soprattutto a
sentirli
parlare dei Dalish- disse Varric
-Certo, a
noi che li abbiamo conosciuti dal principio, ma il Gioco non
risparmierà questa
speculazione- rispose Josy seria -So che vorresti essere il
più diretta
possibile, ma il presentarvi assieme potrebbe non essere una buona idea-
-L’Imperatrice
Celene è già al corrente che lo cercavo. Vederlo
al mio fianco, in veste
ufficiale, riscuoterà un notevole effetto sulle persone
giuste-
-Stai
parlando della nostra Divina?- disse Cullen
Abbozzai un
sorriso -Vivienne brama il potere e saprà riconoscerlo in
entrambi-
-Sarà
accompagnata dai Templari scelti…-
-Comandante
con tutto il rispetto per la tua ex professione, ma neanche un
centinaio di
Templari potrebbero sopprimere il mio potere o quello di Yen, ne
verrebbero
sopraffatti prima di capire cosa stia succedendo. Non ci serve un
bastone o
incantesimi verbali, verrebbe registrato il tutto come un semplice
movimento
della mano, a parte il bagliore negli occhi e sarebbe già
troppo tardi-
Cullen
negò
con la testa -E proprio tutto quel potere ha distrutto il mondo che
vuoi riportare
indietro-
-Potere che
è sempre stato presente. Il mondo in cui siete nati
è una pallida imitazione
dell’originale a causa mia- concluse duro Solas
Posai la mia
mano su quella del mio lupo, l’ultima cosa che volevo era un
litigio -Il punto
è un altro…-
-Non
è un
altro se stiamo per sconvolgere gli equilibri politici! Non abbiamo
più
alleanze o un esercito che possa…-
-Cullen
quando ho mai detto di non avere un esercito?- dissi fissandolo -Gli
elfi sono
stanchi dei maltrattamenti subiti in ogni parte del Thedas. Potremmo
averti
dato l’impressione di aver giocato a inseguirci a vicenda in
questi anni, ma le
cose che sono state fatte nell’ombra sono state molte-
sospirai -Se tutto
questo ti sembra assurdo e va oltre quello che saresti disposto a fare,
puoi
tirarti indietro, non te ne farò una colpa, ti
considererò sempre un amico-
Cullen
abbassò lo sguardo pensieroso per poi rialzarlo
più risoluto -Perdonami, non
intendo ritirare l’aiuto che ti ho offerto. Solo che questo
avrà una
conseguenza notevole, più di quanta ne abbia causate
l’Inquisizione-
Abbozzai un
sorriso -Ma serennas, so di chiedere molto a tutti voi. Nessuno ha
combattuto
per gli elfi dalla caduta delle Valli e quello che inizieremo qui, ci
auguriamo
si propagherà oltre-
Entrai in
bagno per recuperare il mio pettine, trovandomi davanti Solas immerso
nella
vasca e gli occhi chiusi
-Pensavo
fossi uscito… non ti ho notato rientrare- credevo avesse
accompagnato Banal’ras
all’Impiccato per aggiornarsi sul periodo in cui non ci
eravamo visti
-Infatti,
sono andato, tornato e ti ho trovato addormentata vhenan- rispose pacato
E grazie al
suo passo felpato non lo avrei mai sentito -Vasca troppo piccola, cuore
mio?-
scherzai, aveva un piede fuori e l’altra gamba piegata.
-Buon punto,
dovremmo prenderne una più grande-
Mi avvicinai
da dietro e gli misi le mani sulle spalle, tentando un massaggio -Che
hai
combinato?- i muscoli erano estremamente tesi. Lanciai un piccolo
incantesimo
di guarigione. Sospirò di sollievo e spostò anche
l’altro piede nell’acqua. Continuai
a sciogliere i muscoli, passando al collo. Inclinò la testa
all’indietro
appoggiandosi contro il mio seno -Come hai fatto a ridurti la schiena
in questo
stato?-
-Banal’ras
ha voluto mettermi alla prova e…- mugolò di
piacere -… quello faceva male, ma
serennas-
-Ti ha preso
a pugni sulla schiena?-
-Qualcosa
del genere, distraendomi con un commento dei suoi…-
-Ovvero?-
-Ha
paragonato il Comandante a un mabari-
Rimasi in
silenzio un minuto visualizzando la cosa. Scoppiai a ridere non
dandogli però
torto -Quell’uomo…- non trovai una definizione
-Inseguito
ho risposto che aveva provato dell’interesse per te-
-E lui?-
-Mi ha dato
modo di ridargliele tutte indietro- inclinò ancora il viso
fissandomi con
interesse -Ti unisci?-
-Non ci sto
vhenan,
sei ingombrante…- era più alto di me e non di
poco -In tutti i sensi. Banal’ras
cosa ha risposto?- aggiunsi
Sorrise -Che
hai buon gusto, ma fen’asha-
Ridacchiai
-Contenta che approvi i miei gusti in fatto di partner- feci scivolare
le mani
sul petto fino in acqua, mettendo la mia guancia contro la sua e
lasciandogli
un bacio -Non ci va piano con gli allenamenti eh? Quanto avete dovuto
uscire da
Kikwall?-
-Per non essere
visti? Abbastanza- girò il viso e mi baciò -A
cosa si stava riferendo
l’ambasciatrice stamattina?-
Sorrisi
-Curioso?
Nulla una mia… fantasia- non avrei saputo come altro
definirla
Alzò
un
sopracciglio chiedendo silenziosamente un approfondimento. Sorrisi
-Semplicemente
quando stavamo già da un po’ insieme a Skyhold, ti
avevo preso seriamente in
considerazione per mettere su famiglia-
-Ancora
più
lusingato da tanta tua fiducia-
-E avermi
fatto scoprire che ho degli standard piuttosto alti in fatto uomini? Al
clan ti
ritrovi per forza legato a qualcuno prima o poi. Sai tradizioni e non
si può
rischiare di fare estinguere il clan- mentre io firmavo documenti e
chiudevo
squarci, i miei coetanei avevano già dei figli
-E ti
sentivi fuori dai ritmi imposti, è normale-
Alzai le
spalle -Un po’ all’inizio magari, ma ricordandomi chi avrei dovuto sposare il
tal caso, firmavo
documenti più che volentieri- ridacchiò -Quindi
quando ho pensato alla cosa, e
non per dovere verso il clan, ma solo per me stessa, mi sono detta:
sì mi
piacerebbe avere figli da Solas- e lasciai un altro bacio sulla sua
guancia. Mi
fissò scrutandomi -E io sono stato un idiota- disse serio
-Sei il mio
idiota- mi staccai passando a lato della vasca -E ora devo
vedere…- venni
fermata da una mano e tirata indietro, veloce si era alzato e quasi
senza
rendermene conto, afferrata e sollevata -Ehi! Che…!- mi
lamentai e mi ritrovai
fradicia, sopra di lui, nella vasca. Le sue mani sui miei fianchi, mi
sorrideva
soddisfatto -Ci stiamo vhenan-
Lo guardai
con un leggero disappunto -Aiutami a togliere i vestiti- si erano
incollati
alla pelle
-È un
invito?- disse malizioso con le iridi che brillavano giocose
-Dovrei
chiederlo io a te- e feci scivolare con calma lo sguardo dal viso al
suo petto al
ventre, riguardandolo poi in faccia con un sopracciglio sollevato -No?-
intanto
avevo lanciato a terra la maglia di Solas che avevo usato per fare il
pisolino.
Appoggiò
il palmo
caldo sul mio ventre ormai leggermente gonfio.
-Mithra ha
detto che è ancora troppo presto perché si senta
qualcosa-
Sorrise
dolcemente -Aspetto trepidante che faccia sentire la sua presenza
fisica. Lo
spirito sembra molto vivace e solare come la sua mamma, unico-
Sorrisi e mi
chinai verso la sua bocca -Come se tu non avessi uno spirito
meraviglioso. È
quello di cui mi sono innamorata per prima. Poi questi splendidi occhi
grigi
come ardesia e queste labbra morbide- lo baciai dolcemente, ripresi
fiato -Inseguito
ho guardato tutto il resto- appoggiai la guancia nell’incavo
del suo collo e il
mio petto contro il suo, chiudendo gli occhi. Si fece scivolare
più in basso
nell’acqua così da bagnare meglio anche me -Varric
ha organizzato un torneo di
Grazia Malevola… resti a guardare?- mormorai
-Ovviamente,
sto comunque rifinendo i disegni da darti. Questo suggerisce che oltre
che
svuotare la dispensa dagli alcolici disponibili, finiranno a dormire
stesi in
varie zone della casa- udii lo sciabordio dell’acqua e la sua
mano bagnarmi la
spalla -Tenteranno di lasciare ancora il Comandante nudo?-
domandò con una vena
ironica
Sorrisi -Vuoi
collaborare?-
Ridacchiò
-Mi
sono espresso chiaramente con lui in diverse occasioni, non voglio
infierire-
Toccò
a me
ridere -Povero Cullen… dì la verità ma
fen, è perché ora sei più saggio, ma
sotto tutto questo- e picchiettai un dito sul suo petto -So che
c’è un giovane
ribelle a cui piace sorprendermi e pavoneggiarsi per attirare la mia
attenzione-
di nuovo dell’acqua calda mi bagnò dove non
riuscivo a restare sommersa e le
sue labbra si posarono sui miei capelli
Un colpo sul
vetro della finestra vicina ci destò da quel momento
rilassante.
-Sua Grazia
Al-Khaz! Dove sei finita!?- urlò Sera dall’esterno
della casa
Solas
sospirò profondamente affranto e io risi notando la finestra
sporca di fango.
Lo baciai velocemente sulle labbra e tentai di alzarmi
-Dove vai?-
domandò il mio lupo bloccandomi dai fianchi
-Ero venuta
a prendere il pettine per Sera, ha perso il suo- spiegai
-Ed è
urgente?-
-Se non vuoi
che in quel vetro si crei un buco, lo è ma vhenan- mi
lasciò andare contrariato
ed uscii dalla vasca prendendo al volo un asciugamano coprendomi,
aprendo e
sporgendomi dalla finestra. Schivai di poco un sasso. Individuai Sera e
le
rivolsi uno sguardo truce
-Scusa!
Scusa! Pettine?- urlò
Alzai gli
occhi al cielo e sospirai -Arrivo e non spaccare i vetri!- iniziai a
chiudere
la finestra
-Colpa di
orecchie flosce! So che sei lì!- rispose
Mi ritrovai
quasi
addosso al petto del mio mago che con una mano prese il bordo della
finestra e
guardò giù -Dovrai fare della tua
virtù, la pazienza-
-Eeehhh??-
Solas chiuse
la finestra. Notai in quel momento che era gocciolante e nudo non
avendo
degnato di uno sguardo gli asciugamani -Splendida visione, ma
dovrei…-
Un suo dito
mi si posò sotto al mento alzandomi il viso e prese possesso
delle mie labbra
insinuandosi con la lingua e accarezzandomi il palato. Riprendemmo
fiato -Dovrà
attendere…- mormorò
-Mmm…
sei un
furbacchione…-
E mi
catturò
di nuovo la bocca avvicinandosi di più, la sua lunghezza mi
sbatté contro il
ventre. Allungai le braccia mettendogliene attorno al collo tirandolo
verso di
me.
-Banal’ras
smettila di versarmi da bere…-
Non credevo
ai miei occhi. Solas brillo.
-Ma continui
a svuotare il bicchiere lethallin- disse innocentemente la spia elfica
Solas
spostò
una mano sulla fronte coprendosi il viso. Le guance e le orecchie
rosse, era la
prima volta che lo vedevo in quel modo
-Stavo
disegnando, non puoi farmi questo…- borbottò con
tono altalenante -Non quando…-
e non finì la frase
Banal’ras
ridacchiò -Non si prendeva una sbronza da millenni. Hai
bisogno di una mano
lethallan?-
Guardai gli
altri anche loro mezzi ubriachi. Sera su una poltrona con Dagna che
russava sonoramente.
Josephine stava massacrando Thom, era in mutande. Cullen si era
ritirato quando
aveva perso la cintura dei pantaloni. Cassandra leggeva uno dei libri
di Varric
alzando occhiate incerte nella mia direzione, Solas aveva alti e bassi
di
euforia e depressione. Il mio nano preferito e Bull osservavano la fine
dell’ultima partita a Grazia Malevola.
-Vieni vhenan,
andiamo a letto- mi alzai e gli strinsi una spalla, ubbidì
barcollante e gli
misi un braccio sulla vita sostenendolo, per fortuna cercava in qualche
modo di
non pesarsi del tutto su di me. Fatte le scale, superata
così la parte
difficile senza preavviso venni spinta contro il muro, coprì
la mia bocca con
la sua famelico e passionale
-Preferirei
che tu sia completamente lucido, così da ricordarti quello
che ti faccio- risposi,
sulla lingua il sapore dell’alcool
Ridacchiò
iniziando a darmi piccoli baci sul collo -Questo l’ho
già sentito… ed ero io a
negare il tuo invito…- continuò con i baci
passando alla mascella -Avrei però
voluto… scoparti per ore…-
Ubriaco, ma
non troppo, reggeva tutto sommato bene visto quanto lo avevo visto bere
con la
spia elfica che gli dava corda. Gli misi il palmo sulla guancia
tirandolo verso
la mia bocca in un bacio profondo. Si chinò infilando il
viso contro il mio
collo, premendo il naso sulla pelle, sentivo il suo respiro -Per colpa
mia hai
perso il braccio… ti ho fatto soffrire…-
Ed ecco la
parte malinconica, iniziai ad accarezzargli un orecchio, lentamente dal
basso
fino alla punta, per tutta la lunghezza del padiglione.
-Vero, ma
perderei
di nuovo il braccio se significasse conoscerti e stare insieme, cuore
mio-
Le sue
braccia mi avvolsero la vita tenendomi stretta, infine
iniziò a ridere -Cullen
un mabari…- e rideva come lo avevo sentito fare poche volte.
Sorrisi, intanto
gli presi la mano e lo trascinai in camera. Si tuffò a
pancia in giù sul letto
e rise ancora
-Credevo di
essere entrata nella tua vita troppo tardi per vederti così,
vhenan- dissi,
intanto si stava girando a guardare il soffitto e si coprì
gli occhi con il
braccio
-La stanza
si muove tutta… brutto segno…-
-Se devi
vomitare vai in bagno-
Fece un lamento
-Sono troppo vecchio per questo… e il mio
quaderno…-
-L’ho
preso
io e…- mi stavo spogliando, di colpo venni girata verso di
lui e tra le sue
braccia
-Non lo
aprire!- replicò agitato, osservai il viso rosso e gli occhi
annebbiati,
barcollò di nuovo, ma passai le braccia intorno alla sua
vita sostenendolo -Lo
farei?- domandai
-Io…
no…-
l’espressione diventò triste
Sembrava
molto più giovane, quelle maschere e protezioni che mostrava
al resto del
mondo, erano svanite. Sorrisi e gli passai un dito sulle labbra
-È dove lo
lasci sempre quando non lo usi, sulla scrivania- invece di rispondere
aprì la
bocca e mi succhiò il dito. Un brivido di aspettativa mi
percorse la schiena -Vhenan…-
lo sfilai e gli picchiettai la punta del naso -Andiamo a letto-
Annuì
con un
cenno del viso e mi lasciò un bacio sulla fronte -Adesso mi
ricordo perché non
bevevo così tanto da millenni…- si
scostò e corse in bagno, lo udii rigettare
-Tutto bene?-
chiesi, non feci in tempo a ricevere risposta che bussarono alla porta.
Aprii e
mi ritrovai Bull con una fialetta viola in mano -Per il mago capo.
Dorian me ne
lascia sempre qualcuna-
La presi con
un sorriso -Grazie, per il mal di testa? Glielo riferisco-
-Notte mago!-
urlò
Sentii un
lamento in risposta e il qunari rise -Buonanotte capo-
-Notte- e
richiusi la porta
Solas
tornava pallido e gli posizionai davanti alla faccia la fialetta -Mal
di testa
per domani mattina-
-Lo
ringrazierò…-
e si sedette sul letto sfinito -Sai… ti amo ancora di
più…-
Ridacchiai -Che
è successo in bagno?- replicai ironica
Sorrise, ma
sembrò più una smorfia -Per quanto tempo hai
vomitato?- mormorò e si distese
sul materasso -Ar lath, ma vhenan-
-Periodo che
senza la tua assistenza sarebbe stato ancora peggiore. Cerca di
dormire,
finisco di cambiarmi ma fen-
Un grugnito
di assenso mi arrivò alle orecchie. Avrebbe avuto una bella
emicrania.
Ciao a tutti! Mi
spiace tantissimo per la lunghissima assenza, ma cause di forze
maggiore mi hanno impedito di pubblicare, mi è morto il PC.
E sono riuscita solo adesso a recuperarne uno nuovo
visto che il periodo non è dei migliori, i prezzi sono alle
stelle. Comunque spero di ricominciare a pubblicare in modo
più regolare. Fatemi sapere se vi è piaciuto il
capitolo, Solas ubriaco ci mancava XD
|
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Capitolo 48 *** Capitolo 48 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 48
Solas si
infilò un dito nel colletto dorato cercando di allargarlo e
sospirò fissandosi
allo specchio
-Questo
amore mio è stato inaspettato. Quando hai iniziato a
preparare il tutto?- domandai
curiosa. Mi ero ritrovata una scatola sul letto, al suo interno un
abito familiare,
era identico a quello che avevo indossato nella dissolvenza con
Banal’ras. Un
vestito blu notte che cadeva perfettamente, lasciando intravedere con
uno
spacco un rivestimento in delicate decorazioni in argento che si
estendevano
fino alla caviglia destra, una sorta di leggera armatura in quel
metallo
prezioso. Stessa cosa era stata estesa anche al braccio destro che
dalla
spalla, dove si ricongiungeva al vestito, continuava fino alla mano. Il
braccio
sinistro veniva coperto dalla stoffa morbida nascondendo le cicatrici.
Unica
differenza portavo una pelle di lupo non troppo spessa che si avvolgeva
in vita
come cintura, questo nascondeva il leggero rigonfiamento che un occhio
attento
avrebbe comunque potuto notare. La struttura snella della nostra razza
era una
caratteristica apprezzabile e che saltava subito in risalto, purtroppo
in caso
di una gravidanza era una lama a doppio taglio, le differenze si
notavano.
-Quando ne
abbiamo parlato le prime volte e hai apprezzato il mio abbigliamento
nei
ricordi causati da Geldauran. È un’ottima
occasione di dimostrare le differenze
culturali partendo dallo stile-
Bracciali
dorati ai polsi e al collo, maniche bianche e un raffinato corpetto
elaborato
nero come i pantaloni. Prese una piccola scatola che era rimasta in
disparte e
la aprì. Si mosse alle mie spalle, del metallo freddo mi
scivolò sulla pelle e
abbassai lo sguardo. Una collana in filigrana d’argento, il
pendente una testa
di lupo con incastonati sei piccolissimi rubini. Lo presi tra le dita
osservandolo, era rifinito in modo sorprendente. Mi girai verso di lui,
un
sorriso dolce gli solcava il viso che ricambiai -Ma ghilana
Fen’harel- sussurrai
dandogli un leggero bacio sulle labbra, notai in quel momento la
replica in
argento della sua mascella di lupo, ovviamente molto più
piccola dell’originale.
-Molto
elegante, vhenan- e lo fissai divertita in viso. Lui alzò un
sopracciglio non
capendo il motivo della mia espressione -Niente cappello questa volta?-
domandai
Ridacchiò
-Al
momento opportuno lo indosserò, è molto
particolare- spiegò con quel sorriso da
lupo
Alzai un
sopracciglio, particolare? -Qualcosa mi dice che ti divertirai, ma fen?-
Continuò
a
sorridere e si chinò infilandosi gli stivali -Ci
divertiremo, la teatralità è
un’arma potente-
-Non mi
annoierò mai con te, vero?- e mi sedetti di fronte allo
specchio, prendendo il
pettine. La mano di Solas fu sulla mia, lo guardai interrogativa nel
riflesso dello
specchio
-Mai. Permetti?-
Sorrisi e
lasciai
la presa, concentrato passava il pettine lentamente tra i miei capelli
-Dopo anni
che ti conosco scopro che sei bravo con i capelli?-
Ridacchiò
con uno sguardo orgoglioso -Se ti dicessi che c’è
stato un periodo che li
tenevo lunghi fino al sedere?-
Sorrisi
-Risponderei
che avevi un bel da fare, e che avrei voluto vederti ma fen-
Intanto le
sue dita abili crearono una piccola treccia che diventò
parte di uno chignon,
infilando infine un ferro argentato che fermò il tutto. Le
ciocche più corte
cadevano delicate in avanti adornando i lati del viso.
Mi scrutai
sbalordita
da tanta bravura -Dovessi stancarti di fare il Dio della ribellione,
hai già
pronto un nuovo hobby- scherzai
-Difficile,
sono interessato solo ai tuoi di capelli ma fen’asha-
Infilai un
dito nel suo colletto dorato tirandolo alla mia altezza e presi
possesso delle
sue labbra.
Uscii
dall’Eluvian, nella stanza in penombra la luce generata da
quest’ultimo si
riflesse sul metallo che adornava i nostri abiti e sulle solite
decorazioni in
oro presenti quasi ovunque sui muri, i pochi mobili presenti coperti da
dei teli.
Da un angolo emerse un individuo che fece un lieve inchino
-Inquisitore,
Fen'Harel-
Sorrisi -Charter
è un piacere rivederti, ma ti prego, niente titoli quando
siamo soli- mi
guardai velocemente intorno -Lo specchio è stato spostato-
constatai
-Usignolo anni
fa dopo la fallita invasione dei qunari, l’ha
fatto… custodire in un luogo più
discreto- in breve lo aveva nascosto
-Suppongo
sia un’ala in disuso- disse Solas
-Era una
vecchia stanza della servitù, inesistente ai più.
Seguitemi- era vestita come
un servo di palazzo, indossò una maschera che la
indentificava come tale e che
ne evidenziava le orecchie, sospirai per non fare una smorfia
Solas mi
guardò interrogativo
-Ricordami
che non devo far ingoiare quelle stupide maschere a qualcuno. Almeno
non fino
alla fine di questa farsa-
Ridacchiò
e
si rivolse a Charter -Leliana?-
-È ai
cancelli insieme agli altri, ognuno di loro è arrivato una
settimana prima, in giorni
differenti per non attirare ancora più
l’attenzione del necessario-
-Attenzione?-
chiesi
-C’è
fermento tra i servi per il vostro arrivo, ma anche
nell’alienazione. La voce
che il Temibile Lupo sbranerà i nobili orlesiani li sta
rendendo più audaci e
sfrontati. E poi che la compagna del Dio elfico è
l’ex Inquisitore Dalish si
sta espandendo con un notevole effetto-
-E in tutto
questo entusiasmo ha messo la mano Leliana?- domandai
-Non solo-
rispose invece il mio mago
Accennai un
sorriso -Ci hai messo le zampe Fen’Harel?- scherzai
-Forse-
Poco prima
di prendere parte attivamente al ballo, ancora all’oscuro in
un corridoio, Charter
dette al mio mago un sacco.
-Yennefer
Ellena Lavellan ex Inquisitore- trattenni un lamento al mio nome
completo. Il mio
primo nome era inusuale tra gli elfi, non so dove lo avesse sentito mia
madre.
Il secondo tradotto “colei che può fare qualunque
cosa” me lo aveva dato mio
padre e non mi dispiaceva anche se non lo usavo mai
-Ad
accompagnarla
il consorte, Fen’Harel il Temibile Lupo-
Mi si
accostò porgendomi il braccio che accettai. Un lieve brusio
dalla nobiltà si levò,
tutti gli occhi erano fissi su di lui. Solas aveva indossato la sua
maschera da
lupo e percepii l’energia di un incantesimo. Con la coda
dell’occhio notai che
i sei occhi incastonati brillavano rossi come tizzoni ardenti. Ecco
cosa
intendeva con teatralità. La sala era più
silenziosa del previsto,
impressionati, ma non solo, timorosi. Trattenni un sorriso orgoglioso
che
invece il mio mago esibì arrogante.
Alle mie
spalle iniziarono a essere presentati tutti gli altri, con un grugnito
di
Cassandra a fermare la sua sfilza di nomi.
L’imperatrice
Celene ci osservava dal punto rialzato.
-Benvenuta
di nuovo ad Halamshiral, Inquisitore- disse e nella breve pausa
ricevetti una
lunga occhiata, infine girò il viso -Anche al vostro
accompagnatore, che è
riuscito dove la vostra ambasciatrice ha tentato invano per anni-
Solas fece
un impercettibile inchino -Alcuni sacrifici si è disposti a
farli solo per
qualcuno di caro. La mia presenza, è una di questi.
È un onore essere il
benvenuto-
Il sorriso
della donna non si scompose.
Per le tette
di Andraste! Non avrebbe potuto essere più sincero! Le mie
dita si strinsero
brevemente sul suo braccio nervosa. Sarebbe stata una lunga serata,
molto
lunga.
L’imperatrice
era stranamente da sola, non avevo ancora visto Briala. Le sue tre dame
di
corte vicino a parlarle e a riferirle le notizie più
importanti come di
consueto. Era invece una piacevole novità la presenza dei
sovrani Fereldiani,
c’era stato un evidente fermento per tutta la serata. Era la
prima volta che i
principali regnanti delle due nazioni si incontravano direttamente
senza
mandare intermediari. La nostra presenza che invece rappresentava gli
elfi si
era fatta chiara ora dopo ora. Le voci giravano, e la
nobiltà orlesiana era
alquanto nervosa da quando aveva intuito che non era tutto uno scherzo.
Al contempo
io e Solas non avevamo mai ricevuto tanti sorrisi dalla
servitù, o per quel che
mi riguardava vino a volontà. Avevo visto gli effetti invece
sul mio lupo
l’ultima volta anni prima. Potere, pericolo, intrighi e
sesso… anche se non avevamo
beneficiato dell’ultima parte…
-Vhenan,
vedi di non esagerare…- sussurrai tenendomi stampato un
sorriso sulle labbra
per le apparenze. Quando possibile ci scambiavano i bicchieri,
così che nessuno
notasse che non stavo toccando la bevanda alcolica
-Quanta
fiducia, ma fen’asha- mormorò e
sorseggiò ancora un sorso dal calice con
eleganza dando l’impressione che stessimo parlando di
qualcosa di molto interessante.
Il copricapo era stato inseguito tolto e riconsegnato a una pronta
Charter.
-Lo sto solo
dicendo nel tuo interesse, non abbiamo tempo di appartarci purtroppo.
Sai
diventi alquanto… affettuoso…-
Ridacchiò
sommesso
-Affettuoso? Da ubriaco mi hanno sempre descritto in molti modi, ma mai
così… deve
essere la tua influenza, vhenan-
-Mmm…
ora
dovrò chiedere a Banal'ras-
-Niente di
particolarmente entusiasmante, a parte finire a vomitarsi sulle scarpe,
giovane
Mythal- ci arrivò la voce della spia elfica alle spalle.
Quasi sobbalzai…
-Fellassan
non…- si bloccò il mio lupo -…sarebbe
stato d’accordo- sussurrò con una nota
triste nella voce
-Il tuo
amico pronto a causarmi anche lui problemi? Che fine ha fatto?-
domandò
Solas non
rispose guardando fisso davanti a sé per un minuto buono
-Morto-
-Sicuro?
Perché mi è sembrato di notare un elfo simile
accompagnare l’elfa che chiamate
Briala-
Il mio lupo
girò del tutto la testa verso la spia elfica nascondendo a
stento un’espressione
sbalordita -È uno dei tuoi soliti scherzi
Banal’ras? Ho reciso io stesso il suo
collegamento con l’oblio. Da solo, in stato Tranquillo non
avrebbe potuto
sopravvivere-
-A quanto
pare non l’hai fatto così bene, mi sembrava del
tutto normale e in salute- replicò
-Dove?-
chiese Solas
L’elfo
fece
un cenno con la testa -Sala da ballo, balcone-
-Accompagnala.
Perdonami vhenan- disse serio
-Non fare
niente di avventato e se lo vuoi fare, vorrei essere presente- lo
avvertii e lo
guardai andarsene appoggiando il bicchiere pieno a metà sul
piedistallo di una
statua, trattenendosi dallo sfoggiare un passo più affrettato
-Sei sicuro?-
domandai fissando quegli occhi dorati
-È
stato
anch’esso mio allievo, difficile confondersi-
Osservai la
nobiltà che per fortuna sembrava non aver notato il tono
della nostra
conversazione
Ero nervosa
-Seguilo-
-Lo farei,
ma lasciarvi da sola mi preoccuperebbe di più che evitargli
una figuraccia. Ne
andrebbe della mia vita, un futuro papae ansioso è
pericoloso, soprattutto se
si chiama Fen’Harel con istinti da lupo tutt’altro
che repressi-
Sospirai
mantenendo la pazienza, anche se quelle accortezze di Solas mi facevano
piacere, in alcuni casi diventavano fastidiose -Allora andiamo, tanto
dobbiamo
anche confrontarci con Briala-
Non feci in
tempo a muovermi che mi si piazzarono davanti le tre dame di corte
dell’imperatrice, se la memoria non mi ingannava
-Dama Fleur,
Couteau e Colombe- salutai tutt’altro che entusiasta
-È un
onore
rivederla Inquisitore-
Fenedhis!
Non ora!
Dopo troppo
tempo per i miei gusti, riuscii a liberarmene, non avrebbero potuto
beccare
tempismo peggiore.
Insieme a
Banal’ras mi destreggiai tra i nobili, mantenendo un passo
normale. Cercando
soprattutto di non rimanere bloccata di nuovo in qualche discussione
inutile.
Uscii sul
balcone indicato dalla spia elfica, trovando i due uomini che si
fissavano in cagnesco.
L’elfo
alla
mia destra aveva in viso i miei marchi e le iridi viola non lasciavano
Solas.
Fellassan
abbozzò un sorriso -A quanto pare, sono riuscito a
costringerti a vivere in
questo mondo abbastanza a lungo- e mi guardò -Peccato non
averlo visto con i
miei occhi- mi si avvicinò e il mio lupo mi si mise di
fronte bloccando la sua
avanzata. Lo scostai posandogli una mano sul braccio.
L’interesse di Fellassan
si accentuò ancora di più a quel gesto
-Se non
ricordo male, i lupi fanno la tana solo quando aspettano dei cuccioli.
Le hai
già mostrato quella villa in mezzo al nulla da asociale che
ti sei fatto fare?
L’avrai usata due volte e non mi hai mai invitato…-
-Non hai mai
voluto vederla- replicò Solas
Sospirai
-Piacere
mio Fellassan, non pensavo avrei mai avuto l’onore-
-Altrettanto.
Quando ho rivisto in scena quel teatrino, ma con accanto una donna, mi
è venuta
la pelle d’oca- e si girò verso Solas che lo
guardava scettico -Sul serio, mai
avrei sperato di vederti accoppiato, figurati in questo mondo-
Sbuffò
-Non
sono il solo…-
-Fermi,
fermi tutti. Chi altri?-
-A parte te?
Abelas e me stesso- rispose Banal’ras, parlando per la prima
volta
-Tu hahren!?
E…- si schiarì la voce -… per le palle
di Elgar’nan- mormorò -Potrebbero essere
gli effetti dell’astinen…- un colpo gli
arrivò sulla nuca interrompendolo e
comparve Briala al suo fianco
-Forse non
è
il luogo adatto per mettersi a parlare fittamente in elfico- disse
fissando il
suo compagno che le elargiva un sorriso furbo e si rivolse verso di me
-Inquisitore-
e chinò il capo in segno di riconoscimento -Gli orlesiani
staranno pensando che
complottiamo- disse divertita
-Mi sta
dicendo marchesa che si stanno spaventando sempre di più?-
replicai nello
stesso tono ironico
-L’entrata
del Temibile Lupo ha smosso molte coscienze. Gli Dei elfici stanno
tornando!- ridacchiò
-E non sanno quanto possa essere crudele con i propri alleati,
chissà con i
nemici…- concluse dura e velenosa trafiggendo Solas con gli
occhi.
Il mio lupo
rimase impassibile, accusando il colpo.
La campana
di richiamo dalla sala da ballo risuonò con il primo
rintocco -Vogliamo tornare
al problema principale?-
Solas si
staccò il colletto dorato lanciandolo nervoso su una
poltrona. Notte fonda, ci
eravamo finalmente ritirati nella stanza assegnata. Guardai il mio lupo
lasciarsi cadere sul letto seduto, mettendosi l’indice e il
pollice agli angoli
degli occhi -Ci stanno sfidando. Non è inaspettato-
Iniziai a
togliere il vestito e sfilai il ferro dai capelli che si sciolsero
sulle spalle
-Orlais ci sta sfidando. Hai sentito Re Alistar e la Regina Anora, non
hanno
nessun interesse su Skyhold-
Sospirò
e il
suo sguardo scivolò dal mio viso lentamente verso il basso
-Al Ferelden farebbe
comodo una nazione elfica che faccia da cuscinetto- si
slacciò il corpetto
svestendosi. Recuperai da un baule gli abiti per la notte appoggiandoli
sul
letto. Intanto immersi le mani nella bacinella di fronte allo specchio,
bagnandomi
il viso -Io e Celene dobbiamo avere un incontro da sole. Questa sera
è stata
solo un chiarimento nelle intenzioni di tutti-
-Naturalmente,
se l’imperatrice cederà qualcosa non
sarà davanti ai regnanti fereldiani-
Sì
spostò
sul letto avvicinandosi con indosso ormai solo i pantaloni. Le sue mani
grandi
e calde su i fianchi, venendo tirata indietro ritrovandomi seduta su di
lui, la
sua pelle rovente contro la mia -Le Sentinelle sono fuori dalla porta,
vhenan…-
gli ricordai
Le sue
labbra si posarono sulla mia schiena. Mosse una mano noncurante verso
l’entrata
e il balcone lanciando un incantesimo -Un ottimo punto…
domani arriverà la
Divina…-
-Ho sempre
trovato
assurda la sua elezione. Avrei accolto a braccia aperte Cassandra o
Leliana, ma
Vivienne? È ridicolo-
Rimanemmo in
silenzio, Solas iniziò ad accarezzarmi il ventre, posai la
mia mano sulla sua -Ci
creerà dei problemi?- domandai conoscendo già la
risposta
-Come divina
dovrebbe fare da pacificatore tra le parti coinvolte, ma…-
Finii io -Dubito
che Vivienne si limiti a ciò- sospirai e farsela nemica non
avrebbe giovato a un
ulteriore sviluppo dei nostri piani sul salvare il Thedas da un
imminente
crollo del Velo.
-Ricordo che
andavi d’accordo con l’Incantatrice…-
Sbuffai e quasi
risi -Pensi davvero che se andassi d’amore e
d’accordo con il suo modo di
pensare, mi sarei innamorata di te e ti avrei sposato?-
Alzò
un
sopracciglio -Ne deduco…- disse cauto
-Che il tuo
spirito e bellezza mi abbiano abbagliato? Certamente vhenan.
Semplicemente mi
sono morsa la lingua sul novanta per cento delle nostre conversazioni,
dicendole
quello che voleva sentire-
Mi
mostrò
un’espressione perplessa, era senza parole. Ridacchiai
davanti a quella faccia -Ma
fen non avevo tempo di discutere come facevi tu con lei, parlare con
Vivienne
cercando di spiegarle il mio punto di vista era uno spreco di energie.
Facevo
prima a insegnare a un nug a leggere-
La mano
risalì il ventre stringendomi un seno -Vhenan…-
mormorai, in risposta ricevetti
un altro bacio sulla pelle e ulteriori carezze che con il mio richiamo
avevo
cercato di fermare ottenendo l’effetto opposto
-Quindi
quando ti avevo sentito dirle a Haven di tenere sotto controllo i maghi
con
discrezione…-
-Cosa? Stavi
per rivalutarmi?-
-Non sapevo
se avevo udito correttamente. Le tue azioni sono sempre stato
l’opposto di
quelle parole-
-E di tante
altre
con Vivienne. E lei lo sa, è evidente, ma le piace il Gioco-
Qualche
altro minuto di silenzio -Non sono molto preoccupato per le Sentinelle
alla
porta, ma fen’asha-
Mi passai la
lingua sulle labbra inumidendole -Non sono l’unica a essere
rumorosa, ma fen… e
anche se hai messo un incantesimo sul balcone, vorrei stare lucida e
non dare
un eventuale spettacolo a chi avrà tanto coraggio di
entrare…-
Sospirò
rassegnato -Non dovresti svelarmi i tuoi segreti in queste occasioni-
Presi la
camicia da notte infilandomela -Pensieri?- chiesi apposta
-Molti, come
il piegarti su questo letto- rispose con voce profonda
-Mmm…-
mi
staccai da lui scivolando dalla parte opposta del materasso,
sdraiandomi e
guardando il soffitto. Si alzò andando verso il balcone.
Il ghiaccio
della trappola scattò investendo il mio mago nella nube di
umidità che si creò.
Immediatamente mi misi in piedi. Una presenza mi si parò
davanti. Per istinto
schiantai lontano da me chiunque fosse. Un mobile si sfondò.
Le due Sentinelle
entrarono nello stesso istante in cui quel disordine si
placò e la foschia
venne dispersa.
Una figura
ammantata ormai pietrificata era al centro della stanza. Gli abiti
erano ancora
integri, Solas aveva fatto in modo di non distruggere eventuali prove e
mi
avvicinai frugando nelle tasche dell’assassino.
Niente. -Come
può non avere nulla…-
-Non proprio
nulla- disse Solas
Alzai lo
sguardo verso di lui e mi si raggelò il sangue. Un pugnale.
La lama trapassava
la mano del mio lupo -Fenedhis! Hai bloccato il colpo?-
-Meglio la
mano che la mia gola- e lo sfilò deciso con un movimento
diretto e un grugnito
di dolore, cadde a terra con un rumore metallico. Il sangue scese a
fiotti e
gli occhi gli si illuminarono guarendo la ferita. Si rivolse alle
Sentinelle -Uno
rimanga alla porta, l’altro avvisi Banal’ras e
Leliana. Si sono mossi subito-
Rassicurata
che fosse incolume, mi calmai un po’ e recuperai il pugnale.
La fattura
sembrava del tutto orlesiana, anche l’assassino negli abiti
non poteva essere
confuso con nessun altro a parte un bardo. L’Imperatrice si
era già mossa? No,
non è possibile, troppo presto anche per lei.
-Capo!- mi
chiamò
Bull ed entrò stando attento a non incastrarsi con le corna
nella porta -Tutti
interi?- domandò fissando con il suo unico occhio vigile il
sangue ora rappreso
sulla mano di Solas.
-Niente di
grave Iron Bull- rispose il mio mago e il qunari con un cenno di
assenso scrutò
la figura pietrificata. La osservò attento, abbassando il
cappuccio, un uomo,
orecchie a punta.
-Ben-Hassrath-
disse Bull
-Come fai a
saperlo?- domandai sorpresa della sua conclusione
-È
più
facile fartelo vedere che spiegartelo, capo- e indicò la
base del collo, ormai
pietra
Notai tre
semplici puntini che formavano un triangolo -Che cosa dovrebbero dirmi?
Sembrano…-
-Nei?-
domandò il mio mago sbirciando da dietro di me
-Fenedhis…-
-Ben detto
mago. Simboleggia il Triumvirato- spiegò Bull
Ma ghilana
Fen’harel: guidami
Temibile Lupo
Triumvirato: lo stemma
utilizzato per
rappresentare il popolo dei Qunari è un triangolo che
simboleggia il
Triumvirato del Qun: Corpo, Mente e Anima.
Il
“Corpo” è
legato con la figura dell’Arishok (che rappresenta le forze
militare), la
“Mente” con l’Arigena (che rappresenta la
parte artigianale) e l’ Anima con
l’Ariqun (che rappresenta la parte sacerdotale). È
questo Triumvirato che
governa tutta la società Qunari, per mezzo dei tre leader ad
esso associati.
Ben-Hassrath: è un
ordine qunari che recupera
informazioni e fa indagini, in breve spie
|
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Capitolo 49 *** Capitolo 49 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 49
Vestita con
la mia divisa militare formale blu notte, decisamente più
adatta a nascondere
il cucciolo, bussai alla porta. Fu immediatamente aperta da una guardia
ed
entrai, l’imperatrice era seduta dietro a una scrivania
-Lasciaci-
ordinò
e la guardia con un inchino uscì
Dovevo dire
che era la prima volta che la vedevo senza maschera. Come avrei dovuto
prendere
quella scelta?
-Prego- e
fece cenno alla sedia di fronte a me, mi sedetti -Date le circostanze
Inquisitore,
abbiamo tutti dormito poco la scorsa notte- le linee del viso erano
tese in
un’evidente preoccupazione
Infatti non
ero stata l’unica ad aver beneficiato della visita a sorpresa
di un assassino. Mi
era giunta voce che Re Alistair era stato ferito nel proteggere la
consorte e l’intruso
abbattuto dalle guardie. Uno degli agenti di Briala aveva ucciso invece
quello
che aveva attentato alla vita dell’Imperatrice.
-Mi sarebbe
piaciuto passare almeno la prima notte in tranquillità, ma i
qunari non
sembrano essere dello stesso avviso- risposi -E attaccare ognuno di noi
con un
assassino in abiti oltremodo riconoscibili come ostili, è
stato un tocco di classe-
Il mio
assassino, come quello dei regnanti fereldiani sembrava orlesiano -Il
vostro?-
domandai curiosa
Sospirò
-Un
elfo con abiti come quelli che indossano le guardie che vi accompagnano-
Una
Sentinella. Rimasi un minuto in silenzio. O meglio solo il suo abito.
-Questo ci
pone un nemico comune. Ho già avanzato il mio prezzo-
-Che sfiora
il ridicolo-
Mi passai la
lingua sulle labbra -Anche impossessarsi delle terre donate da Andraste
al mio
popolo-
La donna mi
trapassò con lo sguardo -Un’eredità-
-E ora avete
il potere di rimediare a un torto subito da un’intera razza-
mi alzai nervosa -Maestà,
quello che ci si profila all’orizzonte è solo
l’inizio di problemi ben più
gravi. Il sud unito, non solo nei regni, ma con meno
ostilità tra elfi e umani
riscriverebbe la storia- iniziai a camminare avanti e indietro non
riuscendo a
stare ferma -Stanotte abbiamo avuto un assaggio di quello che potrebbe
accadere. Se voi e Re Alistair moriste si scatenerebbe il caos e guarda
caso
entrambi non avete diretti discendi- mi fermai con le mani incrociate
al petto -Offro
protezione basata su una rete di spie presente in ogni livello della
società nel
Thedas-
-Che questa
notte ha fallito con i qunari- puntualizzò
-Infatti-
non negai l’evidenza -Infiltrarsi nei loro ranghi
è molto arduo e chi trova una
via d’uscita difficilmente vuole ritornare con il pericolo di
subire una
rieducazione. I contatti sono presenti, ma esigui- mi risedetti al mio
posto
attendendo una risposta
Pensierosa
replicò -È solo l’inizio? Cosa
intendete?-
-Che ora i
qunari sono la minaccia più pressante, ma il loro attacco al
Concilio anni fa
aveva una scopo preciso. Invadere il sud e soprattutto distruggere
tutto quello
che secondo loro avrebbe aiutato un ritorno del mondo senza Velo-
Allarmata mi
fissò -Un ritorno? Cosa…?-
-Il Velo
è
artificiale Maestà, ed è sulla buona strada di
svanire negli anni a venire-
Scioccata mi
fissava senza parole -Il Velo è una creazione del Creatore-
Abbozzai un
sorriso -In un certo senso, ma non del Creatore che intende la Chiesa.
È un
lascito di una guerra vecchia come questo mondo. So che può
sembrare assurdo ed
estremamente pagano detto da un elfa Dalish. Chiedo solo di fare un
passo alla
volta-
Negò
con la
testa -Mi scaricate addosso tutto questo e pretendete che vi creda?
Potrebbe
essere tutto un piano per farmi accettare-
-Maestà
non
sprecherei il mio tempo a ingannarvi. Il mio compagno non è
altrettanto paziente
in questo periodo della sua vita, e le otterrà in altro
modo- e lo avevo già
frenato parecchio, era passato dopotutto da
“distruggerò questo mondo” a
“troverò
un altro modo”
-È
una
minaccia?-
-No, solo la
realtà dei fatti. Fen’Harel non si
fermerà una volta iniziato, neanche su mia
richiesta e otterrà quello che vuole- ed era maledettamente
vero, possedeva un
esercito che solo un Dio della ribellione avrebbe potuto avere. La mano
che
teneva sul tavolo si strinse a pugno, un cipiglio le solcò
la fronte girando il
viso e continuando a non guardarmi -E ai fereldiani? Cosa avete
chiesto?-
-Skyhold con
i suoi territori circostanti-
-Non mi
sembra molto equo. A me estorcete una terra verde e florida che crea un
profitto. E ai cani fereldiani neve e rocce di nessun valore?-
-Nessun
valore per voi e loro, ma per il mio popolo sì. Vorrei che
sia chiaro sin da
ora ad entrambi: non dovrete fermare nessun elfo, che abiti
nell’alienazione o serva
gli umani dal lasciare le vostre terre. Se dovessero giungerci voci di
maltrattamenti alla mia gente, non sarò gentile-
-Questa
è
una minaccia-
-Sì
Maestà-
affermai
Per mia
sorpresa sospirò e un leggero sorriso le solcò le
labbra -Briala ne sarà
felice, ha ottenuto quello che ha sempre desiderato- e si rivolse
finalmente a me
-Quello che mi avete riferito sul Velo…-
-La
situazione è stabile, ma non lo sarà in eterno.
Parlerò dopo ai regnanti
Fereldiani e anche il nord del Thedas verrà messo al
corrente a tempo debito.
Prego voi e gli altri di guardare più alla sopravvivenza
generale delle future
generazioni che al solo interesse verso il vostro paese-
-Non saprei
proprio immaginare la reazione delle altre nazioni. Forse il Tevinter
accoglierebbe la notizia a braccia aperte, visto la loro storia. Questo
però
sarà argomento di discussione in futuro- prese un foglio e
una piuma scrivendo
qualcosa -Non posso fare spostare migliaia di persone
dall’oggi al domani…-
La
interruppi -Un anno. La vostra gente avrà tempo un anno per
lasciare terreni e
case portandosi via tutti i loro averi-
Continuò
a
fissarmi assorta -Il vestito di ieri sera mi è giunta voce
che è stato
l’invidia di molte nobili. Potreste aver lanciato una nuova
moda che sarà
replicata in modo goffo- si alzò e io con lei -Abbiamo un
accordo Inquisitore-
Feci un
breve inchino -Lo abbiamo, Maestà- mi voltai e uscii dalla
porta richiudendola
alle mie spalle. Lasciai libero un respiro profondo e le gambe
tremarono.
L’adrenalina stava esaurendo il suo effetto.
Delle mani
mi sostennero e mi ritrovai a fissare Solas negli occhi -Sembra che ci
siamo
riusciti-
-Vorrei
dissentire. È tutto merito tuo vhenan-
Ridacchiai -No,
non penso proprio. Ma accetto la lusinga- mi sostenni in piedi da sola
-Diamo
la notizia agli altri e restiamo vigili, ci manca Re Alistar- che
dubito
avrebbe causato resistenze di qualche genere
-Solas!-
sussurrai fissandolo sbalordita mentre mi afferrava una mano e mi
portava sulla
pista da ballo.
-Sempre
troppo imbarazzata, vhenan- replicò con un sorriso da lupo
facendomi
volteggiare
Dei! Sapeva
che odiavo stare così al centro dell’attenzione,
però ero comunque fiera di
danzare davanti a tutti quei nobili che si credevano superiori.
Alzai gli
occhi al cielo -Stai ostentando cosa esattamente?-
-La
bellissima donna che ho tra le braccia- si chinò sul mio
orecchio in un cambio
di direzione a tempo con la musica -E la mia compagna per
l’eternità-
Le guance mi
si scaldarono non potendo evitarlo -Bellanaris?- lo provocai
Un
sorrisetto gli solcò le labbra. Seguivo i suoi passi senza
indugio, rendendomi
conto all’ultimo momento del casquè e del suo
braccio sinistro a sostenermi la schiena
piegata all’indietro. La sua bocca fu sulla mia. Il mio
cervello smise
completamente di funzionare, non so se per il bacio fantastico o nel
farlo in
mezzo a una sala gremita di gente.
Ripresi
fiato e venni ritirata dritta. Solas mi prese una mano e si
inchinò posando le
labbra sul dorso. La mia attenzione fu distolta da lui -Orecchie
flosce!- urlò Sera
da bordo pista che fu prontamente fermata da Josephine e Cassandra che
se la
trascinarono via sotto gli sguardi indignati dei nobili lì
vicino. Solas mise
la mano alla base della mia schiena in modo casuale, o almeno lo avrei
pensato
se non lo avessi conosciuto bene -Qualcuno ti sta infastidendo vhenan?-
mormorai
Con una
leggera pressione della mano, mi invitò ad avanzare -Ho
notato alcuni che sono
rimasti impassibili al nostro bacio-
-Quanti?-
-Tre- e
voltò il viso verso Banal’ras in disparte dalla
folla. Con quel semplice
contatto si mosse sparendone in mezzo
-Mmm…-
altre
spie -Non hanno maschere?-
-Non la
servitù che agisce nell’ombra-
C’era
qualcosa che non mi convinceva. Una sensazione che non se ne andava.
Tanti
occhi erano su di noi, ma eravamo osservati. Un predatore che si
preparava a fare
un agguato.
-Cosa?-
domandò Solas notando la mia rigidità
-C’è…-
non
feci in tempo a finire. Una lama lampeggiò. Una linea rossa
comparve sulla gola
del mio lupo. L’espressione scioccata. Cadde
all’indietro. Fu il caos.
La gente
urlò. Si agitò cercando di allontanarsi. Non
sentivo niente. Paralizzata. Non
riuscivo a muovermi con la visione di Solas a terra. Sangue. Una pozza.
Muoviti. Fenedhis! Muoviti!
Creai una
lama di ghiaccio. Senza pensare mi trapassai la mano sinistra. Muoviti!
Il
dolore sbocciò violento dove mi ero ferita. Una disperazione
disumana mi
attraversò lo spirito. No, ti prego. No!! Mi lanciai al suo
fianco infondendo
quanta più magia possibile per richiudere la ferita. No. No.
NO! Troppo pulita.
Lineare. Profonda. Ti prego. Ti prego. Troppo sangue. Cosa
posso…?
La stessa
sensazione di prima alle spalle. Richiamai altra magia e udii un urlo
spaventoso.
Un pugnale cadde vicino a una poltiglia informe sul pavimento.
Cosa faccio?
Cosa? Notai Fellassan avvicinarsi. Stava dicendo qualcosa. Non lo
sentivo. Non
udivo nulla. Il luccichio del pendente di Solas. Lo strappai tenendolo
stretto
nel pugno, con l’altra mano presi la sua. Rischiai tutto.
Scossa
aprì
di scatto gli occhi. Un soffitto. Dove ero? No, non importa. Quando?
Girai il
viso.
Solas era al
mio fianco addormento. Delle lacrime mi bagnarono le guance. Sollievo.
La
ferita profonda che mi stava lacerando il cuore si stava attenuando.
Studiare e
rifinire gli appunti di Dorian era servito.
La luce
illuminava le pareti. Mattina. Mi
rigirai verso di lui e iniziai a baciarlo sul viso, misi un braccio sul
suo
petto stringendolo. Le sue palpebre fremettero e aprì gli
occhi assonnati -Vhenan-
mormorò
Solo a
quella parola sgorgarono altre lacrime. Gli presi il viso tra le mani
baciandolo con passione
Mi mise una
mano sulla guancia scrutandomi preoccupato -Vhenan cosa succede?-
Non risposi
e lo abbracciai di nuovo infilando il viso nell’incavo del
suo collo. Mi
strinse a sé. Passai una mano sul suo fianco notando
qualcosa di strano.
Nessuna cicatrice. Mi sporsi indietro fissando il suo corpo. Nulla.
Girai
freneticamente la testa da una parte all’altra, era
decisamente una stanza
orlesiana, ma…
Con terrore
spostai la mano sul mio ventre. Lo percepii lì al sicuro,
piccolo e vivace. Il
cucciolo era salvo e intatto
La testa mi
fu afferrata tra due mani e mi ritrovai a fissare le iridi grigie del
mio mago -Ti
senti bene?-
No. Deglutii
a fatica dalla paura -Dimmi dove siamo- chiesi di getto. Il suo
comportamento
era troppo normale, come se non si sentisse fuori posto come me.
La sua
espressione divenne confusa e preoccupata
-Rispondimi-
insistetti
-Al Palazzo
d’inverno, più tardi partiamo per Skyhold-
Fenedhis! Di
nuovo a questo punto? Lui non si ricordava nulla? Perché? E
allora come mai…?
-Da quando dormi
con me?- domandai incredula, era scappato quella volta… ho
cambiato qualcosa?
Ancora
più
perplesso mi osservava -Devi aver bevuto più di quanto ho
previsto. Eri ubriaca
e continuavi a ridere, senza farci notare ti ho portato in camera e non
mi
lasciavi andare. Se ho fatto qualcosa di sgradito, mi dispiace- rispose
serio e
con quello sguardo da lupacchiotto ferito. Avevo cambiato qualcosa, non
mi ero
ubriacata, Josephine mi avrebbe ucciso. Senza tanti preamboli mi misi a
cavalcioni, con il bacino contro il suo. Notai un’espressione
sorpresa, le
punte delle orecchie divennero rosa. Ah già… non
eravamo ancora a quel punto. Era
assolutamente attento -Vhenan…- tentò
-Zitto e
ascolta, anche se forse ti sembrerà assurdo-
Merda.
Merda. Ero tornata troppo indietro. Ora dovevo andare avanti, ma per
farlo mi
serviva il suo aiuto. Non sapevo neanche se…
Schioccai le
dita. Le candele per mio sollievo si accesero e percepii stabile e
potente il
mio mana, anche se una buona parte si stava rigenerando lentamente.
Solas per la
sorpresa cercò di alzarsi, gli piantai una mano sul petto
tenendolo giù. Era
completamente scioccato, ma sentii senza ombra di dubbio che si stava
eccitando.
-Percepisco…
un sacco di domande che vorresti pormi. Ma quello che non abbiamo
è proprio il
tempo. Riassunto veloce: vengo dal futuro, più precisamente
sei anni da questo momento.
Stiamo insieme, so chi sei, cosa vuoi fare e la più
importante di tutte ar
lath, ma vhenan. Abbiamo raggiunto buoni traguardi sia con i tuoi piani
che
nella nostra relazione, infatti siamo sposati e sono incinta-
La bocca gli
si era spalancata. Mi trattenni dal ridere -Lo so
è… sembro pazza. Ma ti amo
Temibile Lupo con tutta me stessa. E sono qui
perché…-
Il suo corpo
a terra. La pozza di sangue.
Gli occhi mi
si riempirono di lacrime -Perché…- balbettai. Il
terrore resuscitò e mi aggredì
un'altra volta, paralizzandomi
Si mosse di
nuovo, ma invece di cercare di scostarmi, mi abbracciò
infilando una mano nei
miei capelli corti e mettendomi il viso contro il suo collo. Piansi e
lo
abbracciai stretto -Ti hanno… - singhiozzai
-Ucciso?-
sussurrò contro il mio orecchio
Un lamento
di dolore lasciò le mie labbra, continuando a piangere non
riuscendo a
fermarmi. Una fitta mi colpì il cuore ed esalai un altro
suono sofferente spingendo
il naso contro la sua pelle e stringendolo forte
-Sono qui.
Sono qui, ma’arlath. Sono qui- mi accarezzò
rassicurante la schiena
Dopo un
tempo indefinito, riuscii a calmarmi. Respirai a pieni polmoni il suo
profumo.
Non volevo lasciarlo andare.
-Ma
serennas, vhenan- disse dolcemente
Ora ero io
confusa -Cosa?-
-Mi hai
salvato la vita. Suppongo che dobbiamo ritornare nel periodo temporale
giusto.
Io non ho ricordo, la mia morte deve aver interferito con la mia
memoria, sono
fiducioso nel recuperarla al momento giusto. Odio il non ricordare di
averti
riempito con il mio seme fino a metterti incinta, ma fen'asha-
Rossa in
viso appoggiai la mia fronte alla sua guardandolo adorante -Quel
nomignolo,
anche se inconsapevole te lo ricordi, ma fen-
Era
decisamente rosso anche lui, dalle guance alle orecchie. Dire una frase
del
genere alla donna che ami e che brami di portare a letto e scoprire di
averlo
già fatto, ci vuole un bel coraggio. E sotto di me era duro.
Il sole si
alzava lentamente all’orizzonte. Solo l’alba, se
ricordavo bene non ci avrebbe
disturbato nessuno ancora per un po’. Posai le labbra sulle
sue in un bacio
dolce e gli presi la mano mettendola sul cucciolo -Anche lui
è contento di
riavere il suo papae- sentii la sua magia sondarmi e come la prima
volta
l’espressione cambiò in una profonda
felicità. Il sorriso che mi stava
mostrando era magnifico, come quel calore protettivo nelle iridi.
-Come ci
muoviamo? Non vorrei che se inavvertitamente cambiamo qualcosa,
cambierà anche
il nostro futuro-
Si fece
serio tenendo lo sguardo e la mano sul mio ventre -Da questo punto in
poi sai
solo tu come dobbiamo avanzare. Io ti seguirò sempre e in
ogni caso, se sai già
tutto di me e siamo arrivati ad avere questo tesoro…- mi
accarezzò la pancia -Sono
tuo- e spostò il viso fissandosi sul mio. Gli misi le mani
sulle guance -Sii
solo te stesso vhenan, e non sbaglierai-
Abbozzò
un
sorriso -Ho già sbagliato parecchio. In tal caso non avresti
quest…-
Il marchio
sulla mia mano sinistra non era presente, al suo posto una ferita mal
rimarginata aveva lasciato una cicatrice dove mi ero auto trafitta
-Fenedhis…
il marchio…- disse
-L’hai
distrutto, mi stava uccidendo. È una storia lunga-
Adagiò
le
dita sul mio palmo in modo contemplativo, passando alle cicatrici dal
gomito
fino alla spalla. Toccò la ricongiunzione del nuovo braccio
studiandolo -Ricostruzione
di un arto…- mormorò -L’assenza
dell’Ancora può diventare un problema. Evitiamo
le fratture e…- i suoi occhi si fermarono sul pendente a
forma di lupo che
avevo al collo. Lo prese tra le dita rigirandolo -Questo può
aiutarti a
stabilire il periodo temporale giusto. L’hai usato in questo
luogo, corretto?
Più ci allontaniamo, più potrebbe rivelarsi
difficile-
-Dobbiamo
prolungare la nostra permanenza…-
-Me ne
occupo io- rispose Solas
-Come?-
Mi fece un
sorrisetto -Sono il tuo guaritore, l’Inquisitore è
indisposto e non in grado di
viaggiare. Posso far rimandare a domani-
-E come fugherai
i dubbi che ti precipiteranno addosso?- tutti avrebbero fatto domande e
a
Leliana non sfuggiva nulla!
-Me ne
occupo io, vhenan. Ti darò il tempo che ti serve per
rimettere a posto la
situazione. Non devono scoprire che non hai più
l’Ancora. Sarebbe disastroso-
Non potevo
che concordare. Corypheus era ancora vivo e senza il marchio ad
aiutarci, il
futuro vissuto con Dorian si sarebbe avverato.
Gli
racchiusi di nuovo il viso tra le mani e presi possesso della sua
bocca,
dolcemente accarezzai la sua lingua con la mia, godendomi il momento
-Va bene. Stai
attento e torna il prima possibile. Se Leliana inizia ad avere qualche
sospetto…- spiegare la situazione in cui ci trovavamo ai
nostri amici avrebbe
richiesto tempo, troppo e c’era anche la
possibilità che non ci avessero
creduto. Un vero disastro. Mi scostai da sopra di lui e le mani di
Solas furono
sulla mia vita. Si era alzato in ginocchio e mi premeva la schiena
contro il
suo petto. Infilò il viso nell’incavo del mio
collo, facendo respiri profondi
lasciandomi infine un bacio
-Il tuo
mana?- domandai
Lasciò
altri
baci sulla mia pelle -Non mi sentivo così bene da parecchio
vhenan. Il tuo mana
dovrei chiedere?-
-È
una lunga
storia anche questa, ma non posso dire che non mi faccia comodo
accendere le
candele in quel modo- scherzai
Ridacchiò
sommesso -Percepisco che puoi andare molto oltre. Dorian e Vivienne si
strapperebbero i vestiti-
Risi immaginando
la scena. Mi baciò di nuovo e sospirò staccandosi
da me, scendendo dal letto
recuperando gli abiti -In una situazione normale, staremmo facendo
altro vhenan-
disse malizioso
Restai a
studiarlo inclinando la testa -Sì, penso proprio che ora ti
starei cavalcando
in una situazione normale- lo provocai e anche se mi dava le spalle
notai un
orecchio divenire rosso -Anche se non te lo ricordi, è molto
interessante
averti sotto di me, oltre che estremamente piacevole- continuai
-Fenedhis!-
esclamò e si infilò la maglia e la giacca rossa.
Voltò deciso la testa verso di
me trafiggendomi con uno sguardo famelico
Ridacchiai
-Rientra
nella parte del tranquillo e vagabondo eretico vhenan. Finita questa
storia
avremo tutto il tempo-
Senza dire
una parola si avvicinò con passo sicuro. Posò
delicato le dita sotto il mio
mento alzandomi il viso verso di lui. Lo fissai adorante
-Jutuan ma
ir rosas’da’din, ma tel’aman melin1-
disse con voce roca
Un calore
caldo e liquido si formò nel mio ventre, bagnai le labbra
passando la lingua -Non
vedo l’ora- prese possesso dolcemente della mia bocca. Si
allontanò, sospirò
profondamente calmandosi e uscì dalla stanza.
Mi alzai
guardandomi intorno, avevo ancora indosso i pantaloni della divisa
rossa e la
camicia sottostante. Solas mi aveva tolto solo gli stivali e la giacca,
ridacchiai immaginandolo in difficoltà a resistere
nell’andare oltre. Quella
storia però dell’essere tanto ubriaca dal mettersi
a ridere mi preoccupava un
po’. Anche se in piccolissima parte avevo cambiato gli
eventi, dovevano stare
attenti. Recuperai gli stivali infilandoli e misi gli occhi sul letto.
Il
pendente di Solas? Cercai tra le coperte e cuscini, ma non
c’è n’era traccia…
che si fosse sbriciolato? Sul palmo della mano osservai il mio, ne
percepii la
magia legata ad esso. Indubbiamente non era di questo tempo, non solo
perché lo
sapevo, ma la carica magica era insolita. Lo rigirai tra le dita, avevo
cambiato il futuro e ora stavo giocando con il passato. Solas adesso
era a
conoscenza che sapevo chi fosse, in un momento temporale dove non
sarebbe mai
successo nelle sue più folli fantasie. Senza rendermene
conto avevo già distorto
i fatti. Dovevo porre una pezza, se non lo avessi fatto il futuro che
ci
aspettava mi sarebbe stato completamente ignoto. Fenedhis!
La porta
attirò la mia attenzione vedendolo rientrare. Si
avvicinò con quel sorriso da
lupo -L’ambasciatrice mi ha anticipato, avendo notato il tuo
stato di ieri
sera. I consiglieri resteranno qui fino a domani con noi, gli altri
partiranno
oggi-
Mi passai
una mano sulla faccia -Bene…- risposi con poco entusiasmo
-Vhenan…?-
risentii il suo tono preoccupato
Dovevo
riparare al danno causato, subito -Mi devi fare una promessa cuore mio-
dissi
seria
Mi
fissò -Ma
nuvenin- e portò le braccia dietro la schiena nella sua
postura abituale
Lo osservai
tenendo a bada un istinto selvaggio che voleva per iniziare
abbracciarlo -Promettimi
che restai fedele a te stesso anche con tutto quello che sai su di noi.
Il tuo
dovere dovrà venire prima di tutto e non ci
piacerà, vhenan. Quando sarà il
momento ti troverò da sola- mi posai la mano sul ventre
-Fallo per lui. Ti
chiedo solo di essere in ogni situazione che ci capiterà
davanti, l’uomo di cui
mi sono innamorata, il mio Temibile Lupo- conclusi fissandolo negli
occhi dove
notai un lieve riflesso argentato. Si avvicinò non
distogliendo la sua
attenzione da me, si fermò quando fummo faccia a faccia e
sentivo il suo
respiro -Te lo prometto sulla mia vita- rispose risoluto -Vi voglio e
farò
tutto il necessario per avervi-
Bellanaris: per sempre/per
l’eternità
Ma
nuvenin: come
desideri
1: ti
farò venire così tanto che non
ricorderai il tuo nome
Ciao a tutti!
State bene? Come vi è sembrato il capitolo? Troppo semplice
con l'Imperatrice? Non ne sono del tutto convinta, ma devo dire che
potrei trovarlo anche fattibile se ci si è lasciati in buoni
rapporti con Celene.
Invece per il nostro Solas vi siete un po' spaventati? A scrivere la
scena mi è venuto male al cuore, infatti ho dato a Yen una
soluzione veloce e sciogliere sul pavimento l'assassino una piacevole
vendetta. Al prossimo capitolo!
P.s. sto cercando di ritornare a pubblicare una volta al mese, ma non
posso promettere nulla. Fate conto che quando voi leggete questo
capitolo io ho gia quasi finito, se non pronto il prossimo. Capitere
che per questioni di trama devo essere qualche passo avanti senza che
vi faccia trovare incongruenze
|
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Capitolo 50 *** Capitolo 50 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 50
Stavo
mangiando un biscotto quando Solas prese un sorso di tè
esibendo una faccia
disgustata
-Indubbiamente
sarebbe da me, ma non eri ancora…?-
-Difficile,
stavi a una certa distanza dai letti in mia presenza- lo presi in giro
Ridacchiò
-Il
lasciarti con nostro figlio… Anche il solo giacere con te
nell’inganno… Non…-
Finii la
frase -Non sarebbe stato da te. Direi che mi sarei arrabbiata molto in
tal
caso, dubito ci sarebbe stato perdono- risposi con una vena vendicativa
nella
voce -Non intendo approfondire la conclusione a cui sei arrivato da
solo anche
se esatta. Ho massima fiducia in te-
Inclinò
il
viso come un lupo che vede e sente qualcosa di insolito, facendo
scivolare gli
occhi sul mio corpo. La sensazione di quello sguardo bruciava sulla
pelle.
-Ne sono
profondamente onorato, vhenan. Hai recuperato abbastanza mana?-
Percepii
dentro di me il mio potere, non era al massimo ne avevo decisamente
consumato
molto. Ora capivo meglio perché era disposto ad usare un
Titano di Lyrium rosso
nel caso avessimo dovuto ritornare ai tempi di Arlathan -Sì,
ma non del tutto.
Però in questo caso potrai darmi una mano se necessario-
Sorrise
-Naturalmente-
restò con lo sguardo fisso davanti a sé assente.
Avrei potuto vedere gli
ingranaggi del suo cervello al lavoro.
-Cosa?-
domandai
Sbatté
le
palpebre e mi rivolse un’espressione sorpresa, poi
abbozzò un sorriso -Sei anni
insieme hai detto cuore mio? Avrei potuto supporre molto più
tempo. Tra noi però
è sempre stato così dai primi giorni o sbaglio?-
Non
specificai che erano in realtà tre anni effettivamente
insieme, meno sapeva
meglio era -A parte le divergenze sui Dalish?- lo punzecchiai e
abbassò gli
occhi subendo il colpo -Hai una mente interessante. Sei interessante e
mai banale.
Trovo il tuo aspetto, il tuo modo di fare e il tuo portamento
estremamente intriganti.
Sembri essere stato fatto apposta per me, ma fen- Mio lupo, aggiunsi
apposta in
conclusione. Lo spirito a cui ero legata mi influenzava molto quando si
trattava del nostro rapporto di coppia. Stessa cosa avveniva da parte
sua, si
era fatto sempre più forte per entrambi.
-Vieni-
disse porgendomi la mano
Inclinai la
testa confusa
-Vieni da me-
ripetè con un tono da comando che mi provocò un
brivido piacevole lungo la
schiena. Mi alzai e mi sedetti sulle sue ginocchia, appoggiai la
guancia contro
la sua spalla e iniziò ad accarezzarmi la testa fino a
lasciarmi un bacio sui
capelli -Devo essere sincero-
Alzai il
viso verso il suo e incatenammo le iridi
-Se avessi
l’Ancora non mi farei sfuggire l’occasione del mio
potere ritrovato. Ucciderei
Corypheus riprendendomi la sfera oggi stesso-
-E non
avresti bisogno dell’inquisizione-
-No, ma sta
svolgendo nelle sue possibilità un ottimo lavoro. Dopotutto
la guida una
persona meravigliosa che sembra fatta apposta per rimediare ai miei
errori-
Lo
schiaffeggiai sul petto -Stupido…- sbuffai divertita
Ridacchiò
lasciandomi un bacio sulla fronte
Concentrai
il mana sul pendente che iniziò a sollevarsi dal mio palmo.
Il mio mago mi
posava una mano sulla spalla pronto ad intervenire. Sospirai
profondamente,
avevo una sola possibilità. L’ideale sarebbe stato
tornare poco dopo l’ass… Dopo
poco che Solas... Bhe... Quello. Ecco. Come eravamo scomparsi dovevamo
ricomparire.
Chiusi gli
occhi e detti fondo al mio mana. Seguii la traccia di energia temporale
che
sprigionava il pendente. L’unico sul pavimento quel giorno
sarebbe stato l’assassino
ridotto in poltiglia da me.
Uno squarcio
davanti a noi si aprì. Presi per mano il mio lupo ed
entrammo.
Stordita mi
ritrovai con il viso premuto contro il petto di Solas che mi teneva
stretta tra
le braccia. Entrambi respiravamo pesantemente, non muovendo un muscolo.
Dei continui
flash d’immagini mi passavano davanti agli occhi.
La sera in
cui mi aveva lasciato, stava venendo cancellata da un Solas che mi
stringeva le
mani e se le portava alle labbra baciandole, chiedendomi se volevo
legarmi a
lui.
Corypheus
che veniva intrappolato nell’oblio dall’Ancora per
mia mano, scomparve. Al suo
posto Solas con un bagliore negli occhi lo disintegrò con un
movimento del
bastone agendo a una velocità straordinaria. Rimasi
sorpresa, ma in quel
momento non indagai oltre. In mano stringeva la sfera che ripose nel
suo zaino
e io mi affrettai a chiudere la breccia in modo definitivo.
Non era
scomparso. Non se ne era andato. Mi risuonarono nelle orecchie i gemiti
della
notte passata a festeggiare a modo nostro.
I momenti in
sua assenza scomparvero. Se ne andava per qualche mese e poi tornava,
come
risposta mi diceva che stava cercando gli antichi elfi per approfondire
le sue
conoscenze sulla sfera. Gli credevo.
I qunari
attaccarono durante il Concilio. Cercavano l’agente di
Fen’Harel. Durante un assalto
nel Crocevia ce ne erano troppi. Molti di più. Solas li
pietrificò tutti
svelandosi a noi, a me. Liberammo il drago e uccidemmo la Viddasala. E
fu il
tempo delle spiegazioni. Ci furono urla arrabbiate. Dorian
cercò di prendere a
pugni Solas. Leliana voleva tenerlo d’occhio. Scacciai tutti
furiosa che non me
lo avesse detto prima e rimanemmo infine da soli. L’Ancora
iniziava ad essere
troppo instabile e mi causava dolore. Persi il braccio. Solas con
Dorian mi
assistettero per la ricostruzione del nuovo.
L’inquisizione
fu sciolta.
Alcuni ricordi
scomparvero come mai avvenuti. E non lo erano. Non più.
Altri presero il loro
posto e invece che soli, eravamo insieme.
Altri
ancora, per fortuna, rimasero invariati.
E… mi
toccai
il ventre, il cucciolo c’era. Ma un ricordo, più
di uno, a decine mi investirono.
Il dolore del parto, un corpicino morbido, una testolina con folti
capelli
ramati, dei piccoli occhi viola identici ai miei. I suoi primi passi e
parole. Fenedhis…
Sbattei le
palpebre e avevo la bocca aperta come un pesce. Io non…
Dovevo sedermi. Solas
mi guardava con la stessa espressione inebetita -Tre anni…-
Sì lo
sapevo…
-Avise-
ripetemmo insieme -È con Elen e Abelas- facendoci ancora eco
a vicenda. La
nostra bambina è con mia sorella. Sorrisi, la mia bellissima
da’len.
Strinsi le
mani contro la giacca di Solas sentendolo sempre più
presente contro il mio
corpo.
Alzai il
viso e ci fissammo negli occhi -Bentornato, vhenan-
-Ma serennas
ma’arlath- e unì le sue labbra con le mie in modo
dolce, mi sciolsi
letteralmente tra le sue braccia.
-Dobbiamo
fare mente locale. Lo sappiamo di averla, ma…-
-È
anche una
novità- finì la mia frase
Diavolo se
lo era… accorgendomi di un senso di perdita a non averla
vicino in quel
momento. Avise. Fiamma.
-Merda, sembra
la fine del mondo! Siete scomparsi e vi ritrovo qua? Che è
successo Amethyst?- esclamò
Varric
Ci voltammo
entrambi verso il nano che mi sembrava alquanto scosso
-È…
complicato da spiegare…- risposi esitante
-Sarà
meglio
che vi inventiate qualcosa. Sembra sia appena stato macellato un
animale nella
sala da ballo-
-Qualcosa
del genere in effetti…- mormorai spietata
-Re Alistar,
queste sono le identiche parole con cui ho esposto la situazione
all’imperatrice-
conclusi pacata
-Capisco,
è
inevitabile?- domandò serio il sovrano
-Lo è
maestà, la caduta del Velo avverrà. E prima che
succeda intendiamo preparare
tutti nel miglior modo possibile. Resteremo in contatto-
-Confido in
voi. Potrebbe rivelarsi più disastroso di un Flagello-
-Questo
mondo è stato teatro di eventi più catastrofici
di cui abbia ricordo la razza
umana, ed essi si stanno ripercuotendo ora. Io e il mio compagno non
permetteremo
che avvengano. Sicuramente un aiuto di collaborazione sarebbe ben
gradito da
tutto il Thedas-
Sospirò
-Vi
siete posti un nobile ideale-
Ridacchiai
-Potrebbe
essere più egoista di quanto sembri questa scelta,
maestà. Lo faccio
soprattutto per i miei figli. La regina Anora sta bene?-
Sorrise -Si
scusa per l’assenza, ma la nausea non le dà
tregua- disse con un accenno di
imbarazzo
-La capisco
benissimo, potrei suggerire del tè allo zenzero? Fa miracoli-
Sorpreso mi
fissò -Oh… certo, glielo riferirò. Le
mie congratulazioni, presumo?-
Sorrisi -Grazie
maestà, altrettanto-
Appena fuori
dalla porta una spia mi si piazzò davanti con una missiva.
La presi e se ne
andò con un cenno.
Aprii la lettera:
Incontro
con la Divina annullato. Imboscata sulla strada. Incolume, ma furiosa
per
l’affronto. Attendo sviluppi.
U.
Contenta che
Vivienne stesse bene e altrettanto che non l’avrei rivista,
non ci tenevo
particolarmente. I qunari stavano facendo arrabbiare proprio tutti.
Finalmente
era tutto finito per il momento, con passo sicuro mi diressi verso le
mie
camere per fare i bagagli. Non vedevo l’ora di tornare il
più in fretta
possibile alla base principale dalla mia bambina. Aprii la porta e
ritrovai
Solas che aveva già sistemato tutto
Alzai un
sopracciglio e sorrisi -Già fatto, vhenan?-
-Sì e
se tu
hai concluso, possiamo prendere l’Eluvian-
Notai il mio
zaino accanto al suo più che pronto, al baule avrebbero
pensato le Sentinelle
Sorrisi -Mi
cambio e arrivo…- una specie di sfarfallio
all’altezza della pancia mi fece
bloccare dubbiosa. Cos’era stato? Posai una mano sul ventre
accarezzandomi. Accigliata
lasciai perdere e continuai a cambiarmi. La sensazione non mi era del
tutto
estranea, ma questa sovrapposizione tra due realtà che si
erano unite in una
sola, certe volte mi confondeva. Essere venuti a conoscenza di avere
già avuto
una bambina da tre anni mi scioccava ancora. Sapere però che
aveva le orecchie,
i capelli e le labbra del padre mi emozionava molto. Il resto lo aveva
preso da
me, gli occhi e il naso erano i miei. Ed era un piccolo terremoto che
balbettava.
Un altro
sfarfallio mi bloccò. Il cucciolo iniziava a muoversi? Mi
guardai e dopotutto
la pancia non era così invisibile come me la ricordavo, per
fortuna la divisa militare
che avevo portato per la maggior parte del tempo la nascondeva in modo
efficace, non sarebbe più bastata neanche quella
però.
-Tutto bene,
vhenan?- domandò Solas alle mie spalle
Mi infilai
la giacca di pelle che faceva parte dell’armatura e mi voltai
-Tutto bene, ma
presto dovrò stare tranquilla e con abiti più
larghi-
-Si è
mosso?-
chiese con una vena di eccitazione nella voce facendosi più
vicino
Sorrisi -Forse
qualcosa, ma è ancora troppo leggero, non sentiresti nulla-
dissi mentre posava
la mano sul mio ventre e percepii la sua magia sondarmi, lasciandomi un
bacio
veloce sulle labbra -Hai ragione, ci vorrà ancora un
po’. Sta crescendo bene-
-Naturalmente,
sarà bellissimo come la sua sorellina che non vedo
l’ora di prendere in braccio-
Sorrise
sereno -Anche io, mettiamoci in cammino-
Al calar
della sera avevamo raggiunto la destinazione. Gli ultimi messaggeri si
stavano rivolgendo
ad Abelas che con la coda dell’occhio ci vide, liberandosene
in fretta
-Spero sia
andato tutto per il meglio- disse a Solas quando ci fummo avvicinati
abbastanza
-Mia Signora- mi salutò con un cenno del capo
-Poteva
andare peggio, ma non abbiamo ricevuto un’estrema resistenza.
Per adesso
possiamo dire di avercela fatta- risposi
-Abbiamo
avuto un’esperienza insolita. Domani ti metterò al
corrente dei particolari.
Dov’è…- disse Solas
Lo
precedetti -Avise?- non la vedevo solo da una settimana, ma sembrava
molto più tempo
Abelas
sorrise -È nel giardino con Elen. Sta… avendo un
notevole effetto su entrambi-
-Devi dirci
qualcosa?- domandai con un sorriso e curiosa
Arrossì
leggermente -No mia Signora. Spero stiate bene?- si affrettò
a rispondere
-Mai stata
meglio, il secondo cucciolo inizia a farsi sentire-
-Ne sono
felice-
Presi per
mano Solas e mi avviai da nostra figlia e mia sorella.
Appena notai
la testolina ramata che rideva ad Elen, mi misi quasi e correre e la
chiamai -Avise!-
Girò
gli
occhietti color ametista verso di me e spalancò le piccole
braccia. La sollevai
stringendomela al petto, respirando il suo profumo -Mmm…
mamae- balbettò. Le
lasciai un bacio sulla guancia -Ciao Avise, la mamma starà
con te il più
possibile ora. Mi sei mancata tanto- le piccole braccia mi strinsero
attorno il
collo e poi iniziò di nuovo a balbettare verso Solas -P..
pae… papae-
Sorridendo
la passai a Solas che a sentirsi chiamare così sembrava si
fosse illuminato
come una torcia di velfuoco. Se la strinse contro baciandola sulla
fronte -Mi
sei mancata cucciola. Cosa hai fatto con la zia?- le domandò
euforico
Restai per
qualche secondo ad ammirare quel nuovo lato di Solas. Era decisamente
un
adorabile lupacchiotto, avrei potuto vederlo scodinzolare, con la sua
cucciola
che gli stava mettendo le manine sulla faccia
-Ciao anche
a te- udii provenire da Elen
Mi girai
verso di lei e sorrisi -Scusa, ci è mancata un sacco. Ha
fatto la brava?-
-È
stata
bravissima, ha giocato con Shani, Miriel e Nala-
Ridacchiai -Vi
ha tenuti impegnati-
-E non vuole
saperne di dormire da sola. Ma direi che la devo
ringraziare…-
-Lo so
inizia ad essere grande, cercheremo di abituarla prima che arrivi lui o
lei-
risposi posandomi una mano sul ventre -Ringraziare?-
-Sì
devi
vedere come la guarda Abelas e anche io. Ci stiamo
pensando…- disse emozionata
-Tocca a me
diventare zia?- risposi
Alzò
le mani
con i palmi verso di me -Calma, ci stiamo pensando. Pensando
più seriamente di
come abbiamo mai fatto però-
Sorrisi
-Papà
si agiterà- replicai ridendo
-La mamma
sarà contentissima. A proposito mi ha scritto di andare a
trovarla. Vuole
vedere la sua nipotina-
-E non la
figlia e il suo ragazzo che verrà scambiato per Dalish?- la
presi in giro
Sbuffò
-Penso
inizierò ad anticiparle qualcosa per lettera. Non voglio che
mettano in
difficoltà Abelas-
-Abelas in
difficoltà?- risi -Stai scherzando? Resterà
stoico e serio, spiegandosi in modo
pacato-
-Sì,
sollevando ancora più domande…- si
passò una mano nei capelli -Hai mai pensato
di dire loro tutto? So che sarebbe difficile da accettare,
ma… è la nostra
storia. Dovrebbero sapere come siamo arrivati a questo punto. Cosa
avevamo e
cosa state facendo per riprendercelo-
-Concordo-
rispose Solas, fissando sempre Avise tra le sue braccia, coccolandola.
-Io…-
sospirai -È il momento?- domandai a nessuno dei due in
particolare, ma più a me
stessa
-È la
nostra
famiglia, il nostro clan. Con chi vorresti provare per primi?- disse
Elen
-Hai ragione-
mormorai -Solo… ho paura della reazione. Ancora di
più rispetto a dei completi
estranei. Tu no?-
-Sì,
ma
voglio pensare che capiranno, o almeno ci proveranno. Ti stai
avvicinando a
dover scendere su un campo di battaglia, no?-
Alludeva
alla rivoluzione, se con Orlais si poteva avere una parvenza di
discussione,
con il Tevinter sarebbe stato inutile.
-Che
preferirei evitare… Sai
mi piace stare
tranquilla a coccolarmi mia figlia, meno stare a guardare mentre mando
la
nostra gente a morire- risposi
-Questa
colpa spetta a me, vhenan- e alzò il viso dalla cucciola per
voltarlo sul mio.
Avise non si lasciò sfuggire l’occasione decidendo
che era un ottimo momento
per afferrargli il naso.
Risi e lui
con me, mentre allontanava la manina con dei baci che fecero ridere
nostra figlia.
La adagiai a
letto in mezzo a noi, scostandole i capelli dalla fronte. Dopo il bagno
era
crollata, mi distesi anche io osservando il piccolo petto che si
abbassava e
alzava lentamente.
La porta si
aprì piano e Solas entrò silenziosamente con il
suo passo felpato, mi sorrise e
andò a cambiarsi. Lo vidi svestirsi e spostarsi in bagno
seguito dal rumore
dell’acqua.
Posai il
viso sul cuscino rigirandomi su un fianco, la posizione era la
più comoda anche
se in seguito con la crescita della pancia, avrei dovuto stare attenta
che
Avise se si fosse agitata nel sonno non mi tirasse qualche calcio.
Solas si
sedette attento sul materasso e si stese piano per non svegliarla -Tra
poco
butterà giù dal letto entrambi…-
sussurrò
Sorrisi -Ci
butteranno giù- precisai
Lui
ridacchiò sommesso, si alzò su un gomito e dette
un bacio sulla fronte ad Avise
che non fece una piega e poi si sporse verso le mie labbra catturandole
-Notte
vhenan-
-Notte, ma
fen-
Aprii gli
occhi, assonnata vidi Avise appiccicata a suo padre con la testolina
sulla
spalla. Dormivano entrambi profondamente. La luce iniziava a filtrare
dalla finestra
e dovevo per forza fare pipì. Mi alzai piano e corsi in
bagno. Una volta finito
tornai distendendomi a letto, era ancora molto presto. Passai una mano
sul
ventre ormai arrotondato e che sarebbe diventato ancora più
ingombrante.
Percepii quello sfarfallio che stava diventando familiare e sospirai,
provando
a riaddormentarmi. Udii Avise mugugnare, voltai il viso e vidi Solas
posarle
una mano sulla testa, smise tornando a dormire serena. Anche se con il
Velo e
così piccola, aveva mostrato già la sua magia per
mia sorpresa. Solas al
contrario era sembrato aspettarselo e alquanto orgoglioso della sua
precocità
si era assunto il compito di vegliarla durante il sonno. Anche
perché il
rischiare che bruciasse le coperte non sarebbe stato piacevole.
-M…
Mae…-
cosa? Un leggero colpo mi arrivò sul viso facendomi saltare.
Aprii gli occhi
ritrovandomi Avise che mi fissava sorridente -Mamae sveia!-
-Da’vise,
lascia riposare la mamma- disse Solas prendendola in braccio -Andiamo a
fare
colazione, la mamae dopo ci raggiunge-
Il mio lupo
mi fece l’occhiolino e intanto uscirono dalla camera. Mi ero
riaddormentata e
svegliata di soprassalto. Sospirai cercando di fare tornare il cuore a
un
battito normale. Un po’ mi spiaceva, ma doveva iniziare a
dormire da sola.
Ripassai la mano sul ventre e di nuovo quello sfarfallio si fece vivo.
Non
avevo più sognato il cucciolo, si vede che era troppo
impegnato a crescere e a
iniziare a farmi andare più spesso in bagno. Mi misi seduta,
dovevamo ancora
valutare la scelta del nome. Solas mi aveva proposto qualcosa, ma
nessuno che
mi convincesse per il momento. Sospettavo però che
l’ispirazione sarebbe giunta
un po’ più facilmente quando lo avrei avuto tra le
braccia. Quando avevo avuto
Avise, quei capelli ramati avevano indirizzato senza dubbio su quel
nome, e che
la sua prima magia fosse stata dare fuoco accidentalmente a un suo
giocattolo
di legno, aveva confermato che ci avevamo azzeccato. Oh sì,
sarebbe stata un
bel grattacapo. E da quel poco che mi diceva l’istinto sul
cucciolo anche lui
non avrebbe scherzato, maschio e femmina fosse stato.
Decisi di
alzarmi
e vestirmi, andando a fare colazione.
Vidi Mithra,
che aveva deciso di venire per un certo periodo da noi, per vedere con
i suoi
occhi in che situazione eravamo. Ma ero anche sicura che Solas
l’avesse
convinta per assistermi quando ci sarebbe stato bisogno e nei prossimi
mesi. Con
la prima gravidanza era stato estremamente apprensivo, certe volte
adorabile,
altre insopportabile. Questa volta, per fortuna, l’esperienza
o entrambe, si
stava controllando di più. Sarà perché
poi Avise era stata una sorta d’incidente,
non usavamo ancora l’incantesimo apposito. Avevo un anello
incantato che ogni
donna al clan possedeva per evitare il concepimento e veniva dato
direttamente
dalla Guardiana. L’anello però scoprimmo che era
andato in contrasto con
l’incantesimo presente su una collana che mi aveva regalato
proprio Solas,
trovata in uno dei suoi “viaggi per cercare informazioni sul
Focus”. Quindi io
non me lo sognavo nemmeno, Solas non ci aveva pensato e oltre a un
nuovo
braccio, aveva scoperto nostra figlia per primo insieme a Dorian.
Mithra mi
salutò e mi ritrovai subito con una sua mano sul viso e
l’altra sul ventre,
aveva uno sguardo apprensivo
-Lethellan…-
dissi incerta
-Vi avevo
detto che non era per nulla una buona idea! E i viaggi nel tempo non
sono una
passeggiata!-
-Ma Solas...-
-Lo so!
Fenedhis! Per questo non era per nulla una buona idea!-
Mi si
scaldò
il cuore vedendo quanto era preoccupata -Sto bene-
-Spetta a me
dirlo- e mi lanciò uno sguardo piccato
Restai
zitta. Era proprio arrabbiata -Ir abelas…-
Sbuffò
-Di
aver salvato Fen’Harel? Quello che hai provato non posso
immaginarlo, ma
neanche lo sforzo a cui ti sei sottoposta sono un toccasana! Hai
superato la
parte più delicata, ma… fenedhis…-
Deglutii
spaventata a cosa stava insinuando -Io… mi
dispiace… starò attenta e
tranquilla…- mormorai
Sospirò
profondamente e l’espressione divento più dolce
-Bene e sappi che ho già
sgridato Solas-
E me lo ero
perso? -Oh… ehm… ok?-
Un cipiglio
alzò le sopracciglia -Mi pare abbia compreso- tolse le mani
-Stai bene, ma non
devi stressarti, chiaro?-
-Ehm…
con
stress intendi…-
-Il non
rischiare la vita…- rimasi zitta e incerta se
chiedere… e a causa della mia
faccia mi mostrò un sorrisetto malizioso -Non mi pare tu
abbia avuto problemi
con Avise no? Basta che non esagerate-
Arrossii
leggermente -Ottimo…-
Ridacchiò
-Vai
a mangiare lethellan-
Con un
sorriso e un cenno del capo la salutai, avviandomi dal mio lupo e la
mia
cucciola.
Da’vise: piccola fiamma
Ciao a tutti!
Sorpresa eh? Non ve l'aspettavate, dite la verità! XD
Neanche io finchè non ho deciso di prendere la palla al
balzo e mi sono detta: ma perchè no?
Dopo l'errore madornale non può mica rimanere tutto uguale,
ma magari sarebbe andata così, e Bioware ci fa soffrire...
maledetti...
Sperando che vi
sia piaciuto, al prossimo capitolo!
|
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Capitolo 51 *** Capitolo 51 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 51
Le risate di Avise mi distrassero
dalla lettera che avrei
dovuto leggere. Stava cercando di acchiappare una farfalla che Solas
aveva
creato con la magia dell’acqua. Ogni volta che riusciva a
prenderla si
dissolveva bagnandole le mani, riapparendo in seguito poco lontano da
lei. Correva,
o meglio barcollava e se finiva a terra non si dava per vinta, doveva
prenderla, anche in modo non tradizionale. Una
fiammella grande quanto quella di una
candela partì dalle sue manine e vaporizzò la
povera farfalla. Tutt’altro che
delusa rise ancora e io ridacchiai, lasciando da parte il foglio. Mossi
le dita
da cui presero vita dei giochi di luce, un piccolo arcobaleno le
danzò davanti
agli occhi restando a guardarlo affascinata -Da’vise vieni,
andiamo a trovare
il papae?-
Mi guardò entusiasta -Sii!
Papae fen!-
Ridacchiai alzandomi dal mio posto
sotto all’albero nel
giardino della base principale e prendendola in braccio,
finché potevo ne approfittavo.
Le spostai delle ciocche ramate dietro le orecchie -Allora da'fen, vuoi
un
fratellino o una sorellina?-
Si concentrò mostrandomi
un’espressione buffa e le lasciai
un bacio sulla fronte -So… soreli.. na-
-Una sorellina? Vediamo se sarai
fortunata, così poi il
papae sarà beato tra le donne-
Avise iniziò a indicare a
destra, un elfa stava portando
verso la locanda un cesto con della frutta -Hai ragione, è
quasi ora di cena,
ma prima dobbiamo recuperare il papà che lavora troppo.
Dimmi se lo vedi-
iniziò a guardarsi in giro e prese di nuovo ad agitarsi
-Papae brilla-
Mi girai dalla parte che aveva
attirato la sua attenzione -Già,
il tuo papà sta proprio scintillando- il sole al tramonto lo
stava investendo e
l’armatura ne rifletteva la luce
Ci avvicinammo e gli occhi di Solas
si posarono su di noi
con un sorriso, fiondandosi a prendere Avise -Papae brilla!-
Confuso la fissò -Brillo?-
Risi e gliela passai -Come al solito
sei scintillante,
vhenan- facendo cenno al metallo che lo rivestiva
Ridacchiò e se la strinse
sulla pelliccia di lupo che nostra
figlia afferrò possessiva. Avevamo trovato un espediente per
farla dormire nella
camera accanto alla nostra. La pelliccia aiutava a farla addormentare,
tenendo
però sempre una candela accesa, il buio era un problema.
-La cucciola ha fame, noi due pure- e
mi misi una mano sulla
pancia -E tu ti stai trascurando vhenan, hai mangiato a pranzo?- non lo
avevo
visto per la maggior parte del giorno
-Mamae sgrida papae- disse nostra
figlia
Ridacchiai portandomi una mano sulla
bocca. Il mio lupo
sorrise e si chinò sull’orecchio di Avise
sussurrando qualcosa, e la piccola
iniziò a ridere. Alzai un sopracciglio divertita -Cosa state
complottando?-
Avise continuò a ridere
nascondendo la faccia nella
pelliccia.
-Assolutamente nulla, vhenan- rispose
Solas con un gran
sorriso trattenuto e una falsa innocenza. Negai con la testa e mi
avvicinai,
posandogli una mano sul viso baciandolo -Non credere di scamparla, ma
fen-
Sorrise giocoso trattenendomi contro
di lui dalla vita e
prendendo possesso delle mie labbra -Non voglio fuggire, al contrario
starti
molto vicino- sussurrò e premette di nuovo la bocca sulla
mia -Chi ha fame?- domandai
rivolgendomi ad Avise che replicò immediatamente -Io!-
-Allora andiamo-
-Dorme?- sussurrai a Solas che stava
socchiudendo la porta
della camera accanto. Si avvicinò distendendosi a letto e
prendendomi tra le sue
braccia, stringendomi a lui quanto permetteva la pancia
-Dorme- rispose prendendo possesso
della mie labbra
insinuandosi con la lingua e posando una mano sul ventre tondo -Meno
male che
hai quella pelliccia e ha gli stessi gusti di sua madre- dissi con un
sorriso
perdendomi nelle sue iridi grigie ardesia. Posai di nuovo le bocca
sulla sua -Sei
sicuro di voler andare da solo ad Antiva e Nevarra?- stavamo informando
delle
condizioni del Thedas i vari regnanti. Le decisioni prese da Orlais e
Ferelden
si erano diffuse a macchia d’olio mi informava Leliana,
nonché in primo piano
il coinvolgimento dell’ex Inquisitore accompagnato da
Fen’Harel. Tutti infatti
erano curiosi del motivo della nostra presenza all’evento e i
pettegolezzi
viaggiavano.
-Non intendo esporti più
di quanto ho già fatto vhenan-
rispose serio
-La mia presenza beneficerebbe alla
causa, lo sai che ho
ancora parecchia influenza-
Prese ad accarezzarmi la pancia -Lo
so Inquisitore, ma ti
prego di accettare il consiglio di questo umile apostata-
Trattenni delle risate, alzai gli
occhi al cielo e mi
lasciai cadere meglio distesa supina -O vuoi che Mithra metta fine alla
mia
vita?-
Ridacchiai -Questa volta
però non vorrei perdermela per
nessun motivo. Mi ha messo al corrente l’altro giorno che
sembravi aver capito-
-Non invidio Narim-
replicò con un cipiglio assorto
Sospirai arrendendomi -Tagliente come
una lama*. Va bene,
dopotutto mi ritrovo stanca senza accorgermene- se comoda mi appisolavo
per quanto
possibile con Avise, e Cole compariva in mio aiuto in quei momenti di
stanchezza.
Al risveglio li avevo trovati a fare corone di fiori e metterle in
testa al mio
lupo o ad Elen.
Solas infilò il viso
nell’incavo del mio collo iniziando a darmi
dei baci lenti e dolci. Gli posai una mano sulla testa accarezzandolo
sfiorando
la punta dell’orecchio, in quel momento udii un lieve
ringhio. Sorrisi
compiaciuta -Allora non sono solo le mie sensibili, ma fen-
Percepii le labbra distendersi in un
sorriso contro la pelle,
leccandomi e facendomi sentire i denti, non riuscii a trattenere un
brivido di
piacere. Intanto con un movimento pigro continuava ad accarezzarmi il
ventre -Quando
Avise sta con tua sorella?- domandò con voce roca in un
mormorio continuando
con quell’assalto piacevole. Sorrisi divertita che ora per
stare da soli
dovevamo pianificarlo, non lo avrei mai pensato -E se lasciassimo fare
alla
fortuna? A Skyhold funzionava tutto sommato bene-
-Funzionava o passavi molto spesso
dalla rotonda, ma
fen’asha?-
-Non mi sembrava che quelle
distrazioni non ti piacessero,
ma fen- replicai mettendo la mia mano sulla sua sul ventre
-Mmm… ma dovevo solo
baciarti. Stavo pensando a qualcosa che
ti facesse battere il cuore più forte-
Sorrisi appoggiando la testa alla sua
e lui mosse la mano
sotto alla mia intrecciando le dita -E che adesso
c’è solo Avise, come faremo
con tutti e due?- replicai divertita e sopraffatta al pensiero
Ridacchiò
-L’Oblio potrebbe venirci in aiuto…-
-Con una figlia somniari come il
padre?- sospirai -Finchè
saranno piccoli… ma non mettiamo le mani avanti troppo
presto, anche se sento
il dovere di farlo, visto quanto impara in fretta a soli tre anni- e ne
ero molto
orgogliosa, rischiavo però di non riuscire a tenermi al passo
Solas si puntellò con un
gomito sul materasso fissandomi in
viso con un sorriso dolce -Non sei sola in questo, vhenan. Educheremo i
nostri
figli, trovando anche il tempo di farne altri- disse con un tono del
tutto
divertito
Trattenni un sorriso cercando di
trasformarlo in
un’espressione indispettita -Scemo…- e mi girai su
un fianco dandogli le
spalle. Lo udii ridacchiare e un suo braccio mi passò sulla
vita, in
quell’attimo percepii uno sfarfallio dal cucciolo e abbozzai
un sorriso. Solas
mi diede un bacio nei capelli -Notte, cuore mio- in risposta intrecciai
di
nuovo le dita con le sue.
Giocare a Grazia Malevola con degli
elfi millenari non era
divertente. Lanciai le carte all’ennesima partita persa
-Mithra devi conoscere
un trucco non è possibile- mi lamentai, non mi sembrava di
essere così male,
anche se dopo la quinta persa di seguito non ne ero più
così sicura
-Nessun trucco, sei solo
continuamente distratta- disse
mischiando le carte -Non pensavo che l’assenza di
Fen’Harel ti rendesse così…-
si arrestò al mio sguardo ferito. Sì mi mancava,
era stupido e poco
controllabile. Sorrise lievemente -Ir abelas, comprendo la tua paura,
visto
quello che è avvenuto ad Halamshiral- distribuì
le carte -Le tue emozioni
iniziano ad essere instabili ed è normale, lethallan-
Non toccai le carte e sospirai
appoggiando il viso a una
mano e chiudendo gli occhi -Intendi il mettersi a piangere senza
motivo?-
Sorrise -Già, cosa
alquanto rara per te in pubblico, giusto?-
Solas se ne era andato ieri. E da
ieri anche per delle
stupidaggini mi venivano le lacrime agli occhi -Lo so, lo so, ma non mi
era
successo con Avise!- replicai
-Da quanto mi ha raccontato Solas non
proprio-
Alzai un sopracciglio dubbiosa, non
ne avevo ricordo
-Più che piangere ti
adiravi per qualsiasi cosa. E il tuo
lupo cercava di calmarti o scappava a farvi un tè-
ridacchiò guardando le carte
che aveva in mano. Io non le stavo neanche toccando. Restai a
riflettere un
attimo, c’era stata una volta anni prima che mi aveva
lasciato un bacio sulla
guancia e si era dileguato molto velocemente, cosa che mi aveva
lasciato
alquanto interdetta -Mi stai dicendo che forse sono meglio le lacrime
che
rischiare di creagli qualche contusione? Concordo- presi una carta e la
voltai
senza vederla ormai disinteressata -Mi limiterò a
stritolargli la mano quando
partorisco- scherzai
Mithra rise lasciando ormai perdere
anche lei il gioco,
iniziando invece a impilare le carte cercando di metterle in equilibrio
una
contro l’altra.
-Sai cos’è
lethellan?- proferii guardandola impegnarsi a
tenerle in equilibrio
-Cosa…?- tirò
fuori inconsapevolmente un po’ la lingua
mentre allontanava le mani lentamente
-Va bene gli ormoni e tutto il resto,
ma…- e presi da contro
il petto il mio pendente a mandibola di lupo, tanto simile a quello di
Solas,
facendolo danzare davanti ai suoi occhi grigi -Questa doppia natura ci
influenza molto. Una coppia di lupi divisa non se la passa mai molto
bene…-
Alzò gli occhi verso i
miei e fece un sorrisetto -Indubbiamente,
ringrazia che sia somniari e il poterlo vedere in dissolvenza tutte le
notti-
Decisamente aiutava molto e non
vedevo l’ora di andare a
letto. Sospirai -Ir abelas, ti deve mancare Narim-
Alzò di nuovo lo sguardo
verso il mio -Lethallan, pur che ami
molto una persona, dopo circa quattromila anni sempre insieme una pausa
anche
se breve è molto utile. Ho bisogno di fare cose diverse e
incontrare gente
nuova. Saremo anche immortali, ma la monotonia uccide lentamente.
Quindi me la
sto godendo, anche se mi manca non avere i nostri battibecchi
giornalieri- impilò
le ultime due carte in cima esibendo un’espressione
soddisfatta.
Delle manine frenetiche sbatterono
sul tavolo, sfasciando il
capolavoro di Mithra che guardò Avise con il broncio -Ma
serennas, da’len- borbottò
Mia figlia esibì un
sorrisetto prendendo una carta, nello
stesso istante venne afferrata da Elen che era arrivata con il fiatone
-Da’vise!
Aspettami!- e mia sorella mi guardò -Le hai insegnato a
nascondersi?- domandò
sconcertata
Cos…? E fissai mia figlia
in braccio ad Elen intenta ad
accartocciare la povera carta -È… mi stai dicendo
che è entrata nelle ombre!?-
-Mi giro un secondo ed era sparita!
Un altro secondo e la
ritrovo alle mie spalle!- esclamò basita
-Io non… è
troppo piccola! Non le ho insegnato nulla!- ci
avrei pensato quando avrebbe avuto minimo dieci anni!
Delle risa ci fecero voltare verso
Mithra che si stava
soffocando dal ridire. Si coprì la bocca con una mano
iniziando a tossire e con
l’altra facendoci cenno di scusarla, aveva persino le lacrime
agli occhi -Molto
precoce la piccola e c’è ancora il Velo-
Fissai mia figlia -Avise- la chiamai
seria. Lei mi guardò
con innocenza. Dei! Sembrava suo padre! -Non farlo più,
spaventi tutti quanti e
sai che papà non sarà contento se glielo dico-
conclusi cercando di rimanere impassibile.
Ero però fin troppo fiera e sapevo che Solas avrebbe avuto
la stessa reazione
Non sorrideva più,
alquanto abbattuta -Ma… Cole mi tova sempe…-
E aveva cercato di superarlo?
Trattenni un altro sorriso,
allungai le braccia facendomela passare e stringendomela al petto
-Grazie Elen-
che si sedette prendendo un bicchiere e versandosi un po’
d’acqua -Mi è venuto
un colpo…- e bevve -Fai morire di paura la zia, Avise-
-Scusa- rispose mia figlia
appoggiando la testa sulla mia spalla
e stringendo con una manina il pendente
-Bhe, stai facendo pratica no?- la
presi in giro visto i
suoi progetti futuri
Ridacchiò e
appoggiò la testa sul tavolo -Fenedhis…-
-Fen! Papae!- saltò Avise
-No Avise, papà centra
poco con la parola, non ripetere
quello che dice la zia- e fulminai Elen con lo sguardo, mi ci mancavano
già da
gestire le parolacce
Mithra rise -Non direi che centri
così poco-
Alzai gli occhi al cielo -Vi
prego…- supplicai e risero entrambe.
La dissolvenza cambiò
forma e come un vento leggero spazzò
via il solito verde e lugubre panorama. I fiori di ogni colore e forma
occuparono tutto lo spazio disponibile, il piccolo lago poco
più avanti e
infine la piccola struttura in cristallo. Il cielo si rivelò
stellato, respirai
profondamente quella brezza estiva.
Udii dei passi alle spalle e mi girai
tranquilla verso Solas
che aveva scelto di presentarsi senza la solita armatura, ma vestito in
modo
semplice con dei pantaloni blu e una camicia per lo più
slacciata. Io avevo un
vestito leggero verde acqua con delle mezze maniche, alquanto corto
questa sera.
Ed essendo la seconda notte mi era ormai già chiaro che
assumevo la mia solita
forma, senza pancia ingombrante.
Solas mi prese dalla vita
abbracciandomi e infilando il viso
nell’incavo del mio collo -È strano non avere tra
di noi il cucciolo- disse con
tono dolce. Passai le braccia intorno al suo collo -E lo dici a me?
Almeno qui
posso fare ancora così- e mi aggrappai meglio a lui aderendo
completamente con il
corpo al suo.
-Vhenan- nella voce un leggero ringhio
Gli baciai la mascella affilata
-Avise?-
Prese ad accarezzarmi la schiena
lentamente -Al sicuro, a
casa?-
Lasciai un altro bacio -Ha preso
molto entusiasta il tuo
posto per dormire con la mamma e mi domanda quando torni-
Ridacchiò e
sospirò rilassandosi contro di me e io contro di
lui. Lievi carezze, baci e coccole molto gradite che tranquillizzavano
entrambi. Si staccò da me e si sedette in mezzo ai fiori,
allargò le gambe per
farmi posto in cui mi misi subito attaccando la schiena al suo petto e
circondandomi
con le braccia in una presa possessiva.
-Come sta andando ad Antiva?-
domandai curiosa
Appoggiò il viso sulla mia
spalla -L’ambasciatrice è molto
ospitale, raramente ho avuto così tante scelte di ottimo
vino. Dobbiamo andarci
tutti insieme un giorno, avevo dimenticato quanto la zona sia
piacevole-
rispose dolce, appoggiai la testa all’indietro contro la sua
spalla dandogli
accesso al collo dove si fiondò a baciarmi -È
rimasta come te la ricordi?-
-Il mare e l’atmosfera che
si respira si avvicinano molto e
il vino è sempre sublime- mormorò contro la mia
pelle
-Hai bevuto, ma fen?- chiesi con una
vena divertita nella
voce
-Non potevo offendere
l’ambasciatrice, ma non ho esagerato
non avendo al fianco la mia lupa a cui dispensare affetto-
Ridacchiai alzando una mano e
posandogliela sul viso
accarezzandolo -Oggi Avise ha fatto spaventare mia sorella…-
divenne un po’
rigido e continuai -E Mithra stava morendo dal ridere. Tua figlia per
giocare
con Cole ha già capito come celarsi nelle ombre-
Restò in silenzio, la
presa sulla mia vita si fece più
stretta e iniziò a ridacchiare -Fenedhis...-
-Non farti sentire da tua figlia, che
a farle conoscere la
parola ci ha già pensato Elen…- borbottai poco
entusiasta
-Ha ripetuto?- disse
divertito
-No, ma ti ha tirato in ballo e visto
che è sveglia quanto
suo padre dubito se ne dimenticherà-
Le sue braccia si spostarono, una
mano si infilò tra i miei
capelli e venni tirata giù tra i fiori. Solas si
sistemò sopra di me fissandomi
negli occhi. Un sorriso da lupo gli solcava le labbra e le mie iridi
grigie
ardevano di fame e desiderio. Si chinò prendendo possesso
della mia bocca, gli
circondai la vita con le gambe tenendolo stretto. Riprendemmo fiato
-È per
questo che siamo vestiti così leggeri, ma fen?- dissi
divertita con le guance bollenti
e le labbra gonfie
Sorrise arrogante -Non proprio, gli
abiti sono solo
decorativi, cuore mio. Alquanto superflui- a quella
parola si dissolsero
su entrambi percependo subito dopo la sua pelle calda contro la mia. Lo
tirai giù
verso di me circondandogli le spalle e afferrandogli un orecchio con le
labbra
e leccandolo. Gemette e mi intrappolò contro di lui,
lasciando una scia di baci
fino al seno -Sei un… ah… fenedhis…-
-Se ti sente Avise, ma vhenan- prese
in giro
Maledetto! Non sapevo se ridere o
tirargli uno schiaffo su
quella nuca lucida. Non feci in tempo a decidere che scese ancora
più in basso con
la testa tra le mie gambe. Non capii più nulla urlando il
suo nome o
incitandolo a continuare. Subito dopo si rinfoderò dentro di
me deciso
provocandomi un'altra forte ondata di piacere. Alzai le gambe
circondandogli i
fianchi, iniziò a muoversi lento con spinte profonde.
Lasciai scappare dei
gemiti -Sì… così…- stava
colpendo il punto esatto e la pressione cresceva lentamente.
Prese possesso dalla mia bocca,
insinuandosi con la lingua assaporandomi
dolcemente. Si stava per scostare, ma gli trattenni la testa con le
mani -Oh…
più forte, ma fen…- mormorai contro le sue labbra
in una supplica. Mi prese le
braccia e con una mano me le tirò sopra la testa,
bloccandole con un nastro che
non sapevo da dove saltasse fuori. I miracoli della
Dissolvenza…
Iniziò a spingere duro e
forte come avevo chiesto, la
posizione intensificava ancora di più il piacere. Si
avvinghiò a me non
smettendo con quel martellamento continuo. Non vidi più
nulla. Appena mi ripresi,
due ultimi colpi e un suo ringhio mi avvertirono della sua venuta. Lo
abbracciai, il nastro era scomparso poco prima, restava steso sopra di
me con
il viso contro il mio seno. I nostri respiri si calmarono e gli lasciai
un
bacio sulla nuca -Ar lath, ma Vhenan-
Si rialzò sui gomiti e si
spostò da parte a me, mi
rannicchiai contro di lui con la testa sulla sua spalla. Notai in quel
momento
qualcosa fluttuare poco più in là e mi alzai un
po’ allarmata. Solas girò solo
pigramente il viso dove stavo guardando e ridacchiò sereno
-Rilassati cuore mio-
disse dolcemente
Uno spirito rosso sembrava osservarci
in estasi, non osando
rompere il momento, con poco successo. Notò il nostro
sguardo e come se si
fosse allarmato si andò a nascondere dietro a un cespuglio.
Ero divertita e basita
-Cosa…?- chiesi al mio lupo e lui
ridacchiò ancora
-È uno spirito di amore,
deve essere stato attirato dalla
nostra passione, sono molto timidi e rari- spiegò con un
sorriso. Mi
accovacciai ancora contro di lui mettendogli una gamba sopra le sue -E
un po’
pervertiti…- scherzai. Tossì portandosi una mano
sulla bocca frenando delle
risate, il tremore del suo petto si attenuò e tolse la mano
-Ti troverebbe un
po’ scortese, vhenan- replicò divertito
Alzai un sopracciglio altrettanto
divertita -Bhe, ha
iniziato lui…-
-Esso- corresse
Sbuffai -Va bene, va bene…
esso…-
Ridacchiò
-Leggi la pagina dove ti ho lasciato il segno- disse
Shani
-Qualche
scena interessante?-
-No, ma
penso qualcosa che ti farà piacere- e mi fece
l’occhiolino
Fissai il
libro sulla mia vita scritto da Varric e mi arresi
aprendolo dove aveva detto
Il mago
eretico era tornato con
fare cupo e cosa più importante era tornato da solo ad un
orario insolito. Era
quasi l’alba e me lo vidi passare da parte senza neanche una
parola, ogni
traccia di gioia che vedevo sempre quando i due si incontravano era
scomparsa.
Ora c’era solo una profonda tristezza.
L’Inquisitore
invece non era
tornata, la scoprii in seguito in taverna sotto un tavolo con Sera
intente a
cantare qualcosa di incomprensibile. Ancora più strano i
tatuaggi Dalish erano
spariti.
Bene, ho
scoperto in parte cosa ci facevo sul pavimento della
taverna quando Cassandra mi ha recuperato.
Andai da
Chuckles, era seduto sulla
sedia della scrivania e fissava qualcosa nel vuoto, avrei giurato che
stesse
pensando di uccidere qualcuno o di uccidersi, dipendeva dai punti
vista.
Trangugiava il suo odiato tè come se bevesse una pozione
curativa, ma invece di
fargli qualche effetto positivo, sembrò che stesse cercando
di non vomitare, ma
continuava a bere.
“Quindi…
direi che è successa una
catastrofe se stai cercando di annegarti prima che lo faccia
Corypheus”
Come se non mi
avesse sentito bevve
fino all’ultimo sorso della tazza deciso e la
sbattè sul tavolo con forza. Si
crepò, non ci fece caso, stringeva il manico talmente forte
che le nocche erano
bianche.
“Cosa
hai fatto Chuckles?” chiesi
spiegazioni, non l’avevo mai visto così scosso
come in quel momento
Alzò
lo sguardo verso il mio, notai
un bagliore assassino, per poi spostarlo sulla bozza
dell’ultimo dipinto. Lanciò
con forza la tazza verso di esso, i pezzi partirono in ogni direzione.
“Non
si può cambiare la propria
natura, figlio della pietra, ricordatelo” rispose con voce
mesta
Si
alzò allontanandosi e
dirigendosi verso i bastioni. Sperai per Curly che non fosse nei
paraggi, i due
si scrutavano sempre da lontano ignorandosi, ma il mago non era proprio
dell’umore adatto e dubito che il Comandante ne sarebbe
uscito tutto intero.
Stavo per
ritornare alla mia
postazione, quando udii delle urla. Aprii la porta che dava
all’esterno,
trovandomi quello che non volevo vedere. Cullen che teneva Solas dal
bavero,
entrambi avevano sguardi poco raccomandabili.
“Che
cosa le hai fatto? Non fa che
passare dal pianto al bere da quando è tornata da sola ieri
sera!- sbraitò l’umano
L’eretico
lo fissò con profondo
odio, e sarà che poche volte avevo percepito una situazione
così tesa, che gli
occhi del mago ebbero un lieve bagliore. Almeno mi parve che fu
così, se c’era
stato era subito scomparso.
“Lasciami,
sh’amlen” rispose con
voce dura, ed era evidente che fosse un ultimo avvertimento.
Lo
lasciò andare spingendolo
indietro “Sei un bastardo! Ti sei divertito con lei e ora
l’hai lasciata?” non
potevo credere alle mie orecchie. Non avevo mai visto due persone tanto
a
proprio agio per la presenza dell’altra, più di
una volta li avevo intravisti
lanciarsi sguardi senza aver bisogno di comunicare verbalmente per
comprendersi.
Ero basito e
fissai il mago che
teneva i denti leggermente scoperti come se stesse trattenendo un
ringhio, ma
non rispondeva
“Visto
che non ti importa nulla di
lei, me ne prenderò cura, almeno io non la farò
soffrire”
Lo sguardo di
Solas si incupì ulteriormente,
Curly stava rischiando grosso. Il mago era completamente in preda
all’ira e si
notava che si tratteneva a stento. Si voltò andandosene.
“Quindi
ti va bene, ottimo”
Si
bloccò ed esclamò qualcosa in
elfico, non capimmo una parola, ma il tono era senza dubbio minaccioso.
Va bene,
questa era una novità -Dì la verità,
vuoi sapere cosa ha
detto a Cullen- dissi a Shani
-Non
dirmi che non lo vuoi sapere anche tu-
-Bhe…
dal comportamento che c’è scritto qui, posso
ritenere il
Comandante molto fortunato che Varric sia rimasto a guardare.
L’ultima volta
che si è arrabbiato tanto, ha fatto fuori tre maghi in pochi
minuti da solo- e Cullen
aveva detto chiaramente che mi avrebbe portato via da lui. Che il
dolore che
stesse provando fosse talmente forte che parte dei suoi poteri fossero
tornati?
Un bagliore negli occhi…
-Secondo
te?- domandò
-Non
saprei…-
Mi
rivolse un’espressione perplessa -Come non saprei?-
Sospirai
-Lo amo con tutta me stessa, ma non so addirittura a cosa
avesse pensato… Andiamo sul semplice, di ucciderlo?
Perché ti interessa tanto?-
-Oh…dai,
curiosità, il comandante gli aveva detto che ti avrebbe
conquistato, che stavi piangendo come una disperata e lui si stava
sentendo
allo stesso modo per l’idiozia che aveva fatto qualche ora
prima. Se l’ha detto
in elfico per non farsi capire, l’ha fatto apposta, no?-
Alzai le
mani in segno di resa -Non lo so, ad anticipare le sue
idiozie non sono ancora arrivata, mi limito a contenerne i danni-
-Che
fate?- si intromise Mìriel che posò lo sguardo
sull’oggetto
della nostra discussione -Ancora questo libro?- disse sconsolata
-Aspetta
un attimo e il comandante quindi?- domandò Shani
-Ci ha
provato-
-E
…?- chiese curiosa
-Diciamo
che si è scavato la fossa con le sue mani, per quel che
mi riguarda non mi è mai interessato-
Sbuffò
-Mai niente di interessante, sempre il tuo lupo… bhe, anche
io che chiedo… non saresti qui se no…-
-Scavato
la fossa come?- aggiunse Mirìel
Ridacchiai
-Mi ha preso in un momento di debolezza e ha detto cose
su Solas non proprio simpatiche-
-Ahia…
se è scavato una voragine, non una fossa…-
Ridemmo
-E la
piccola peste?- chiese Shani
Sorrisi
-È con Mithra, mi sta facendo prendere una pausa-
-Sogni
tranquilli spero?-
-Per
fortuna dorme come un sasso. È il cucciolo che ha deciso che
non posso stare girata su un fianco e ogni volta che ci provo si muove
in
protesta. Quindi guardo beatamente il soffitto-
Risero
-Potresti far dipingere qualcosa a Fen’Harel- propose
Mirìel
La fissai
assorta -Hai ragione… magari anche nella stanza di
Avise…- mormorai pensierosa. Sorrisi -Ottima idea, ma
serennas-
Arrivate
in camera quella sera lasciai la mano di Avise, mi
sedetti sul letto cercando quello che mi serviva per la notte. Udii un
rumore e
mi girai -Da’vise! Non si tocca!- aveva raggiunto la
scrivania e fatto cadere
un quaderno. La presi in braccio e la sistemai sul materasso -Ferma
qui, ok?-
Sbuffò
in modo buffo -Sì mamae-
Mi chinai
con attenzione, quando mi accorsi che era il quaderno
dei disegni di Solas e purtroppo avevo le pagine spalancate di fronte.
Mi era
impossibile non guardarle. Su una pagina c’era un ritratto di
Dorian, diversi: intento
a leggere, ridere, pensieroso. Erano fatti così bene, non
avevo mai visto dei
disegni così realistici. Ne toccai uno con un dito ed esso
si illuminò
leggermente, comparve una runa e un ricordo si presentò
immediatamente insieme
alla voce del Tevinter.
Mi coprii
la bocca con una mano fermando un singhiozzo. Mi stavano
prendendo svariate emozioni e le lacrime agli occhi si presentarono. La
tentazione di sfogliarlo tutto era forte. Lo lasciai sulla scrivania
chiudendolo di scatto e posandogli sopra in fretta altri libri molto
pesanti.
Avrebbe dovuto essere una sorpresa e un regalo. Non dovevo.
Il cuore
però mi si scaldò intensamente pensando cosa
aveva fatto il
mio mago per me. Avrei voluto che fosse qui.
-Mamae!-
esclamò mia figlia che mi riportò alla
realtà
-Ir
abelas, ma da’len. La mamma si era distratta. Ci prepariamo
per la notte?-
Non
vedevo l’ora di incontrare Solas nell’Oblio,
sperando che non
pensasse che la sua sorpresa si fosse rovinata. Immaginare soltanto
cosa ci
fosse sulle altre pagine mi rendeva euforica. Mi sarei trattenuta
naturalmente
dal toccarlo senza il suo permesso, ma direi che mi sarei trasformata
in una
totale cucciola innamorata quella notte.
*è il
significato del nome Mithra
Da’fen: piccolo lupo
Lascio di
seguito il disegno che mi ha fatto la bravissima artista
Clizia(https://artcliz.carrd.co/). Lo adoro! https://imgur.com/KNtfkwLhttps://imgur.com/KNtfkwLhttps://imgur.com/KNtfkwL
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Capitolo 52 *** Capitolo 52 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 52
Emozionata
ci misi un po’ per addormentarmi, il caldo corpicino di Avise
premuto contro il
mio mi aiutò a tranquillizzarmi.
I fiori si
estendevano tutto intorno come al solito, ondeggiando a causa di una
leggerissima brezza. Portai per istinto una mano verso il ventre tondo
che però
era assente. La rialzai passandomela tra i capelli con un sospiro che
divenne
un sorriso alla vista di Solas che avanzava tranquillo. Senza una
parola si
avvicinò e mi accolse tra le braccia prendendo possesso
dolcemente della mia
bocca. Feci scorrere le mani sul suo petto fino a passarle ai lati del
collo,
mettendo buona parte del mio peso contro di lui. Ci staccammo senza
fiato e
sorridemmo entrambi. Misi ancora le labbra contro le sue in un leggero
tocco, fissandolo
innamorata persa -Sono completamente pazza di te, lo sai?- domandai in
un
mormorio -Tua figlia ha messo le mani come al solito dove non avrebbe
dovuto…-
aggiunsi sempre con un largo sorriso
Lui
alzò un
sopracciglio guardandomi incuriosito -E il piccolo terremoto cosa ha
fatto?-
chiese con una vena ironica nella voce
Posai ancora
le labbra sulle sue -Ha fatto volare a terra il tuo quaderno dei
disegni… si è
spalancato sul pavimento. Non ho potuto evitare che lo sguardo
cadesse…-
spiegai
Mi
mostrò un’espressione
un po’ abbattuta -Sorpresa saltata, ne deduco?-
Iniziai a
massaggiargli i lati del collo con le mani -Ho ammirato solo un Dorian
disegnato in modo divino… e conseguente glifo…-
replicai
-Hai
apprezzato?- domandò incerto
Sorrisi -Stai
scherzando? Va oltre qualsiasi aspettativa- lo tirai verso il mio viso
per un
altro bacio profondo -Ti avrei voluto steso sul nostro letto. Pronto
per essere
cavalcato, ma fen…-
In quel
momento venni presa in braccio e strinsi le gambe attorno alla sua vita
-Non hai
guardato anche il resto?- disse incredulo
-No! Devi
darmelo tu! E poi non volevo trasformarmi in una fontana davanti a
nostra figlia-
Sorrise -Una
fontana?-
Mostrai una
smorfia -I miei ormoni… Mi emoziono troppo per
niente…- borbottai
-Mmm…-
infilò il viso nell’incavo del mio collo,
sfiorandomi con la punta del naso la
pelle -Tornerò in fretta. Mi mancate anche vo-
-Ti
conviene, se no tua figlia non tornerà a dormire da sola-
scherzai
Ridacchiò
e
iniziò a camminare, trasportandomi.
-Dove
andiamo?- domandai
-A metterci
comodi e se vuoi c’è qualche spirito mio amico che
vorrebbe conoscerti-
Gli lasciai
un leggero bacio sulle labbra -Volentieri-
-Mia Signora-
disse Abelas, spostai l’attenzione su di lui con un sospiro
di sollievo, stavo leggendo
e controllando tutta la corrispondenza di cui di solito si occupava in
parte
anche Solas, così da facilitarci e velocizzare il lavoro.
-Dimmi- e posi
una firma liberandomi del foglio mettendolo su una pila di altrettanta
carta.
In quei momenti Josy mi mancava ancora di più.
-Una visita
non prevista, la strega delle selve ci ha trovato-
Sorpresa
abbozzai lentamente un sorriso -È sola?-
-È
accompagnata
da un elfo e da un ragazzo, suo figlio immagino-
-Sì,
l’elfo
è il suo compagno, nonché l’Eroe del
Ferelden. Portali pure qui, sospettavo che
sarebbe riuscita a eludere la chiave degli eluvian, dopotutto
è la figlia di
Flemeth-
Osservai
Abelas allontanarsi e mi appoggiai meglio con la schiena alla poltrona.
Mithra
stava tenendo impegnata Avise, se non avessi avuto qualcuno che ogni
tanto mi
faceva tirare il fiato, non so come avrei fatto.
Osservai le
colonne dalla mia scrivania sotto il porticato, era una bella giornata
e avevo
fatto in modo di non restare al chiuso. Un dolore mi arrivò
dal ventre. Ahi! E
mi guardai la pancia appoggiando la mano dal lato colpito. Era un
calcio? -Da’len…-
borbottai
-Tutto bene
mia Signora?- udii Abelas domandarmi con tono preoccupato. Alzai gli
occhi su
di lui e sorrisi lievemente -Sto…- mi bloccai ricevendone un
altro. Ahi! E
ahi!!
-Calci?- mi
arrivò alle orecchie la voce di Morrigan e la fissai in
viso. Mi mostrava un
sorrisetto come se la sapesse lunga -Davvero? Pensavo bussassero-
scherzai
La maga
sbuffò e si avvicinò decisa, lasciando indietro i
suoi due uomini. Abelas si
piazzò tra di noi beccandosi un’occhiataccia dalla
maga
-Abelas, vai
per favore-
-Ma…
mia
Signora…- tentò
-Ora-
replicai lapidaria
Per nulla
convinta la Sentinella si allontanò, andando a chiamare dei
rinforzi,
conoscendolo.
Morrigan si
chinò da parte a me e coprì la mia mano con la
sua. Una magia che riconobbi si
sprigionò, mettendo a dormire il cucciolo. Sospirai
profondamente -Grazie, mi
ricorderò del trucco-
-Mi
sorprende Inquisitore che non ci sia l’elfo eretico a
ronzarvi intorno-
Sorrisi -Non
usare quel titolo, sai che non mi piace- passai subito dandole del tu.
Lo
sapevamo entrambe che mi stava prendendo in giro. Nel tempo passato a
Skyhold
eravamo diventate ottime amiche, mi piaceva quel suo modo diretto di
dire le
cose, senza fronzoli e cose inutili. Trovavo divertenti i battibecchi
che aveva
con il mio lupo, due arroganti nella stessa stanza creavano un sacco di
scintille.
I due uomini
con un cenno di Morrigan si avvicinarono. I miei occhi si posarono sul
ragazzo
più giovane stupita. Lo avevo visto bambino, ma ora era
cresciuto parecchio. I
tratti infantili erano stati persi del tutto
-Crescono
vedo…- mormorai
-Sta
diventando tutto suo padre…- replicò con una
punta di orgoglio sempre presente
quando parlava dell’Eroe del Ferelden
Mi alzai
andando incontro ad entrambi con un sorriso -Keiran non ti riconoscevo
quasi,
sei alto come tuo padre- e rivolsi l’attenzione
sull’uomo da parte a lui, iridi
verdi e capelli castani, mi mostrava un sorriso gentile che dava vita
al
vallaslin di Andruil
-Andaran
atish’an, Theron Mahariel-
Sorrisi
-Finalmente
incontro l’Eroe del Ferelden, l’uomo che ha fatto
perdere la testa a Morrigan-
Rise e
guardò il suo cuore che alzava gli occhi al cielo -Non sono
qui per
spettegolare Yen-
-Lo so, lo
so, ma dovrete riposare e mangiare qualcosa. E penso dovresti essere
informata
su alcuni fatti- e riguardai Mahariel -Entrambi-
-Elfi
ovunque, ti sei data da fare in questi anni-
Alzai le
spalle -Lo faccio per amore, dovresti conoscermi ormai- risposi
Ridacchiò
-Avrei
dedotto per noia. Hai tolto a Ferelden e Orlais della terra senza
spargimenti
di sangue. Molto più impressionante che uccidere un magister
corrotto dal
flagello-
Morrigan si
appoggiò al parapetto di schiena con la sua solita
nonchalance. Restai a
fissarla un attimo, non sembrava invecchiare di un giorno e la postura
fiera
che teneva me la faceva ammirare. Puntò quegli occhi dorati
su di me -Ho
qualcosa di strano?- replicò indispettita
Sorrisi -No,
stavo solo pensando che se non ci piacessero gli uomini ad entrambe, ci
avrei
potuto provare- le risposi e scatenai quell’espressione
indignata che avevo già
visto anni prima. Cercava sempre di rimanere tanto seria e misteriosa
ed era
divertente vedere quando non ci riusciva
-Tsk…-
Risi -Scherzo
lethallan, però se fossi stata un uomo…-
Mi
interruppe -Ti vedo più serena rispetto a quando ci siamo
viste l’ultima volta-
Sorrisi -Lo
sono e anche tu lo sei-
Abbozzò
un
sorriso -Non ho ancora visto la causa del tue gioie…- e fece
cenno al ventre -…e
dolori-
-Vuoi farmi
credere che per coincidenza sei arrivata proprio quando Solas non
è qui?-
-Potrei
aver… udito delle voci. Non ritenendole affidabili
però-
Leliana ora
era diventata una voce. Ridacchiai -La vostra antipatia reciproca
è leggenda.
Il lavoro iniziato al Palazzo d'Inverno non è finito e se
devo spiegarti tutto,
preferirei che tuo marito sia presente, senza dover ripetere due volte-
-Non siamo
sposati- replicò
-Come sei
poco romantica…-
-E tu in
modo eccessivo-
-Quindi mi
stai chiedendo di aiutarti a risolvere un'intricata magia del sangue
che
neanche quel tuo presunto Dio a cui sei legata sa dove mettere le
mani?- rise e
si voltò verso il suo compagno decisa -Mi serve un
po’ del tuo sangue-
L’elfo
alzò
un sopracciglio -Quando fai così…-
-Cosa, vhenan?-
rispose Morrigan puntualizzando il vezzeggiativo come avvertimento
-Non posso
rifiutare presumo…-
-No- disse
definitivamente la maga
Mi morsi la
lingua per non mettermi a ridere, mi schiarii la voce -Theron hai
scoperto
qualcosa in questi anni per una cura?- domandai
Negò
con la
testa -L’unica cosa che ho potuto approfondire è
come si organizza la prole
oscura. Si stanno spostando lentamente a nord. Hanno iniziato a nascere
nuove
specie, schegge di lyrium rosso li ricoprono. La Legione dei Morti non
ha mai
arrancato tanto come in questo ultimo anno-
Mostrai una
smorfia -C’è già stato più
di un Flagello nel nord del Thedas…-
-E come vi
stavo dicendo l'Architetto è vivo. Non so se lo facesse per
trovare veramente
una soluzione o era semplice curiosità della propria
condizione-
-Perché
lasciarlo vivere?- domandai
-Un aiuto in
battaglia e poteva muoversi senza difficoltà nelle Vie
Profonde per
informazioni- rispose l’elfo
-Lo incontri
sempre no? In sedici anni nulla- proferì Morrigan sarcastica
-Trovavo uno
spreco ucciderlo e grazie all’Inquisitore sappiamo che
probabilmente è uno dei
magister del Tevinter corrotti dal Flagello. Se Corypheus era ancora
vivo e l'Architetto
anche, gli altri cinque?-
-Sinceramente?
Preferirei non doverci pensare…- risposi e sospirai
passandomi una mano fra i
capelli
Ci fu
qualche minuto di silenzio -Se non fosse per le orecchie da una certa
distanza
potrei scambiarvi per sorelle- disse Mahariel spostando lo sguardo da
una
all’altra
Abbozzai un
sorriso e con me Morrigan serrando le labbra in una linea sottile
-In un certo
senso... Considero Morrigan una delle mie migliori amiche-
La maga
voltò il viso di lato facendo finta di interessarsi a
qualcosa. Notammo
entrambi un lieve rossore sulle guance -Quante smancerie-
borbottò
Ridemmo
-Non ci
credo! Non ci credo!-
-Calmati Nala-
disse Shani rivolgendo gli occhi al cielo
-Calmarmi?!
Ma sai chi è!? Mi hanno sempre raccontato un sacco di storie
su di lui!-
esclamò eccitata l’elfa
-Trovo
più
straordinario che stia insieme a un’umana-
-Perché?-
domandai curiosa
Alzò
le
spalle -Di solito gli elfi vanno sempre con gli elfi, soprattutto i
dalish. Ma
posso dire che esistono eccezioni di ogni genere, ed essendo un Custode
Grigio…-
spiegò il suo punto di vista
-Nella vita
succedono tante cose e la donna umana ama molto il suo elfo, anche se
non lo
ammetterà mai-
Shani
ridacchiò -Non mi serviva la Dea dell’amore per
constare ciò- e indicò Theron che
stava parlando con delle elfe emozionate quanto Nala -La maga dalla
faccia sta
cercando di non uccidere qualcuno a breve-
Infatti
Morrigan aveva un’espressione alquanto temibile, si rivolse a
Keiran che poco
dopo si avvicinò al padre recuperandolo.
Quest’ultimo si beccò uno sguardo
truce dalla maga che avrebbe incenerito un arcidemone. L’elfo
però sorrideva a
Morrigan che si alzò e se ne andò, poco dopo lui
la seguì. Mi avvicinai a
Keiran -Come va?-
Il ragazzo
sorrise -Bene, spero…- e guardò dalla parte dove
erano spariti i suoi genitori
Ridacchiai
-Penso
che tuo padre sia ben allenato e tienilo tra noi, divertito, da questi
piccoli
battibecchi con tua madre-
Keiran mi
mostrò una faccia dubbiosa
-Capirai
quando incontrerai qualcuno che ti piacerà-
-Non sono
convinto, ma lo terrò a mente- rispose
Sorrisi -Tutto
bene? Deve essere strano per te ritrovarsi circondati da tanti elfi-
-A dir la
verità no, o meglio, sto capendo cosa deve provare
papà. Ho sempre trovato
normale vedere per lo più solo umani, e mi identifico meglio
anche io non
avendo delle orecchie a punta- e alzò inconsapevolmente una
mano toccandosi un
orecchio -Ma non trovo nulla di strano che due razze diverse si amino,
non
sarei qui se no- concluse con un sorriso
-Giusto-
fissò il mio ventre tondo -Vuoi sentire?- domandai a quello
sguardo
-Posso?-
domandò speranzoso
-Certo
Keiran-
Alzò
la mano
e mi toccò, il cucciolo rispose quasi immediatamente per mia
sorpresa
-Oh! Si
è
mosso!- disse agitato
Ridacchiai
-Già-
-Mi
piacerebbe avere un fratello o una sorella- mormorò
Trovavo un
po’ strano in effetti che la maga e il suo elfo non ne
avessero avuto un altro,
era evidente si amassero anche dopo sedici anni. La domanda era molto
personale
dopotutto, se mi fosse comparsa l’occasione forse avrei
chiesto a Morrigan.
Alzai lo
sguardo e notai la maga osservarci con un’espressione tenera,
si avvicinò -Keiran…-
Chiamato
tolse la mano e si rivolse subito verso sua madre -Papà?-
-Ti sta
aspettando per quelle lezioni di tiro con l’arco-
-Vado
subito!-
-Se vuoi
penso che Avise sarà felice di avere per un po’ un
nuovo compagno di giochi-
proposi
Gli si
illuminò lo sguardo -Io…- e guardò la
maga che fece un cenno di assenso. Keiran
sorrise -Dopo le lezioni di papà andrò a
trovarla- rispose con un sorriso e si
allontanò
Lo guardammo
entrambe andarsene
-Chiedi-
venne da Morrigan
-Dici che ho
una domanda?-
Si
voltò
verso di me con un sopracciglio alzato che diceva di non farle perdere
tempo
-Vedere te e
Theron assieme, così affiatati dopo anni… non
avete mai voluto un secondo
figlio?-
Morrigan
rimase in silenzio per un po’ assorta -Voluto sì,
ma potuto…- sospirò -Un
Custode Grigio con l’avanzare della corruzione diventa
sterile, ma il Rituale
con cui abbiamo avuto Keiran ha avuto un prezzo. Non posso averne
altri- spiegò
tranquilla e mi fissò
-Mi
dispiace…-
Sorrise e
negò con la testa -Non farlo, ho fatto la mia scelta tanti
anni fa e mi va bene
così-
-Mamae!
Mamae!- urlò eccitata Avise
All’improvviso
vidi la maga bloccarsi sorpresa -Ma che…!?- e voltare la
testa dietro di lei. Mia
figlia l’aveva afferrata. Avise guardò me e di
nuovo la donna, la lasciò
rendendosi conto dell’errore e correndo poi tra le mie
braccia. Ridacchiai
notando che le due continuavano a fissarsi, lo sguardo di Morrigan si
era
addolcito parecchio. Passai una mano fra i capelli ramati di mia figlia
accarezzandola -Tranquilla Avise, non hai fatto nulla di male- notavo
che era
un po’ imbarazzata -Vero zia Morrigan?- lanciai
l’innocente provocazione
La maga mi
guardò con un’espressione perplessa, come se fossi
impazzita, infine abbozzò un
sorriso, si inginocchiò all’altezza di mia figlia
-Sono un’amica della tua
mamma e sei proprio bellissima Avise-
-Grazie-
mormorò,
notai che la stava osservando bene. Le accarezzai ancora la testa
-Dov’è la zia
Mithra, Avise?-
-In giadino
a cecarmi- replicò con poco interesse, sembrava ipnotizzata
dagli occhi di
Morrigan e la maga replicava quell’interesse. Infine si
rimise diritta -Ora so
il colore di capelli dell'elfo… combinazione letale con i
tuoi occhi, farà una
strage tra un po’ di anni-
Ridacchiai
-Posso
solo dire che l’elfo alla prospettiva non è che
sia proprio entusiasta-
-Tsk…
se le
assomiglia solo un poco di carattere farà quel che vuole-
-Assolutamente-
confermai con un sorriso e ritornai seria -Avise ti ho già
spiegato che non
devi sparire senza dire niente a nessuno. Ora la zia Mithra
sarà preoccupata-
-Mmm…-
mormorò
-Lo sarei se
non conoscessi dei trucchetti- arrivò la voce
dell’elfa alle spalle che
guardava mia figlia con un sopracciglio alzato
-Cioè?-
domandai curiosa
Sorrise
furba e orgogliosa di sé, schioccò le dita e
notai per la prima volta un
bagliore argentato nelle sue iridi -Magia e tanta pratica. Ti lascio il
piccolo
terremoto. A domani Avise e non far disperare la mamma-
Mia figlia
si staccò da me e le corse incontro prima che si girasse per
andarsene,
allargando le piccole braccia per farsi abbracciare. Mithra si
chinò e
l’abbracciò dandole dei baci sulla guancia che la
fecero ridere.
Erano
passante già due settimane, avevo il mio bel da fare tra
scartoffie, Avise e il
cucciolo che mi tirava dei sonori calci. Mi si piazzò
davanti alla scrivania
Abelas con fare stranamente cupo
-Cosa?-
domandai con già un po’ di ansia
Sì
schiarì
la voce -Solas sta tornando-
-Bene-
replicai felice alla notizia, mi mancava sempre di più il
non averlo intorno a
far giocare Avise, a borbottare commenti sulla posta che ci dividevamo
o i baci
e altri gesti affettuosi che ci scambiavano
L’espressione
di Abelas rimaneva però tesa. Mi salì un groppo
in gola -Parla-
-Un
incidente con un manufatto in Nevarra. È svenuto e non
riprende coscienza-
Mi alzai di
scatto quanto me lo permetteva il ventre, strinsi con forza il bordo
del tavolo
con entrambe le mani -Manufatto? Non doveva solo stringere accordi!?
Abelas!!!-
urlai in collera. L’uomo si tese ancora di più
-Non era una cosa prevista, ma
se ignorato poteva creare danni…- spiegò
-Infatti!!-
e a quel mio sfogo mi arrivò un calcio, misi una mano sul
ventre e mi morsi il
labbro inferiore cercando di calmarmi
-Tutto bene,
mia signora?- disse allarmato
Sospirai -Bene,
dov’è ora?- quell’uomo, quello stupido
lupo orgoglioso non riusciva a stare fermo
un attimo! Come i suoi figli! Maledizione! Un altro calcio. Ahi. Dovevo
calmarmi. Ci mancava solo di partorire prima del previsto ed era ancora
un po’
troppo presto.
-Lo stanno
portando nelle vostre camere proprio ora-
Senza
ulteriori indugi mi avviai con alle calcagna Abelas. Poco dopo vidi
uscire
dalla mia camera da letto un elfo che mi porse un cenno con il capo
-Come sta?-
chiesi cercando di tenere la voce ferma
-Fisicamente
non c’è nulla che non vada, anche lo spirito
sembra integro, non c’è traccia di
magia residua, ma è da ieri sera che non si sveglia- disse
l’uomo
Bloccata non
sapevo che pensare
-Potrebbe
però farlo a breve sentendo una voce familiare, non resta
che tentare-
-E se non
funziona?- replicai di getto
-Proveremo
con degli incantesimi. È stato investito da
un’onda d’urto, il manufatto lo ha
rigettato violentemente contro una parete-
Non detti
risposta e mi fiondai ad aprire la porta della stanza. Steso a letto
sembrava
stesse semplicemente dormendo, indossava ancora l’armatura
-Aiutami a toglierla
e se potete tenere Avise per qualche giorno, preferirei che non veda
suo padre
così…-
-Certo-
Una volta
finito restai sola con Solas. Mi stesi al suo fianco e gli posai una
mano sul
viso accarezzandolo, respirava tranquillo. Passai il pollice sul labbro
inferiore e mi chinai lasciandogli un leggero bacio -Vhenan, mi fai
morire di
preoccupazione- e gli lasciai un altro bacio sulla fronte -Sai il
cucciolo ha
iniziato a farsi sentire, decisamente molto- dissi con un tono
più allegro. Non
ricevetti alcuna risposta, presi un libro e iniziai a leggere ad alta
voce,
finché non mi addormentai.
Un movimento
mi destò, aprii gli occhi e guardai di lato, trovandolo in
posizione seduta. Mi
alzai anche io -Solas!- lo chiamai con il cuore colmo di
felicità che si fosse
ripreso. Si voltò e mi fissò confuso, guardo la
stanza e si passò una mano
sulla testa, togliendola poi come se si fosse scottato -Solas?- che gli
prendeva?
Mi
guardò di
nuovo squadrandomi -Mi scuso, ma non so come sia finito qui, mia
signora. Ci
conosciamo?-
Il mio cuore
perse un battito. Cos…? Era uno scherzo?
-Vhenan non
è divertente- risposi seria
Alzò
un
sopracciglio all’appellativo affettuoso e mi fissò
in viso, gli occhi poi
caddero sul mio ventre tondo -No, non lo è. Ho bevuto troppo
ieri sera e Dirthamen
ha pensato bene di farmi questo scherzo?-
La mia bocca
si fece arida -Dove pensi di trovarti?- chiesi con paura e un filo di
voce
-Arlathan?-
Ciao a tutti!
Non aggiornavo da una vita, ma finalmente ce l'ho fatta! Vi
è piaciuto il capitolo? Morrigan è il mio secondo
personaggio e romance preferita in DAO, spero di non averla
storpiata in qualche modo. Per la perdita di memoria non è
una novità in questo genere di storie, ma spero che con un
personaggio particolare e millenario come Solas riesca a renderlo
più interessante. Ho già pronto il prossimo
capitolo, infatti ci sarà un aggionamento al cap53
più veloce rispetto all'ultimo anno(peggio di una lumaca, lo
so...). Se avete voglia i pareri sono sempre ben accetti! Al prossimo
capitolo!
|
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Capitolo 53 *** Capitolo 53 ***
Grazie a
chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti
e critiche
CAPITOLO 53
Avevo quasi perso
la voce a quella risposta -No… vh…- mi bloccai e
tolsi lo sguardo da lui, gli
occhi iniziarono a riempirsi di lacrime. Fenedhis! Dovevo aiutarlo! Ma
come?
Notai con la coda
dell’occhio che si era pietrificato.
Fenedhis! Chi era
questa donna che avevo di fronte? Mi aveva chiamato vhenan…
Guardai di nuovo
la stanza cercando di capire dove fossi, ma quell’elfa non so
per quale motivo
aveva tutta la mia attenzione. Il mio istinto stava urlando impazzito
di
avvicinarmi a lei, prenderla tra le braccia, confortarla e baciarla!
Non sapevo
neanche il suo nome! La donna però conosceva il mio e mi
aveva chiamato con un
affetto che non avevo mai sentito. Rivolsi gli occhi sul suo ventre,
non poteva
essere reale, ma ero almeno sicuro di non essere nell’Oblio.
Cercai di
sforzare la mente, venendo colpito da un forte mal di testa. I muscoli
della
schiena dolevano, scivolai giù dal letto, barcollai
prendendo un piccolo specchio
appoggiato sulla scrivania. I miei occhi grigi mi osservavano,
c’erano rughe
che non ricordavo e i capelli, dove erano finiti i miei capelli? Mi
toccai la
testa. Presi fiato, questo era ridicolo. Saggezza avrebbe potuto darmi
delle
risposte…
Un passo alle mie
spalle. Mi voltai verso la donna che avevo trovato a dormire al mio
fianco, non
lo avrei trovato strano, se non fosse stato evidente che non era una
delle mie
solite avventure di una notte. Capelli nero ossidiana e magnetici occhi
viola,
delle labbra e un naso delicato ed elegante, era molto bella. Senza
rendermene
conto allungai una mano toccandole una guancia, si appoggiò
al mio palmo senza
alcuna esitazione. Quel gesto mi rese perplesso, il tutto venne
però
schiacciato dall’euforia causata da quella fiducia. Non mi
stavo riconoscendo
minimamente. La donna mi guardava adorante e con una vena di
preoccupazione per
me. Devo sapere come si chiama.
-Sai il mio nome,
il tuo?- domandai, la sua espressione si allarmò e mi
mostrò dolore. Quel
dolore mi dava immensamente fastidio, volevo vederla sorridere,
perché?
-Yen Lavellan-
rispose fissandomi decisa negli occhi
Al nome mi si
parò davanti il ricordo di un bacio rubato. Lei a me. Unico.
-Ti è venuto in
mente qualcosa?- chiese con ansia
-Io…- le stavo
ancora accarezzando la guancia e quel calore, quella completa fiducia
mi
piaceva. Mi avvicinai ulteriormente senza riuscire a controllarmi, la
sentii
irrigidirsi lievemente. Percepii il suo profumo, cuoio, una guerriera,
ma ora…
un altro ricordo si fece prepotente nella mente. Baci, gemiti, ansimi,
lei tra
le mie braccia, i nostri corpi uniti. La sensazione di completa pace e
nessuna
fretta di staccarsi dall’abbraccio di questa donna, volendo
ricominciare il
prima possibile, farla continuamente mia. Perché lo
è. La mia virilità si
irrigidì e mi imposi la calma, non era il momento.
-Qualcosa, come
non ci siamo limitati ai baci- replicai malizioso
Lei alzò un
sopracciglio e ridacchiò -Mi sembra evidente. Avise, ti dice
qualcosa?-
Avise. Un’altra
fitta feroce, portai la mano alla testa, le orecchie iniziarono a
fischiare e
barcollai verso il letto
-Vhenan!- la udii
esclamare agitata e mi aiutò a sedermi. Allontanò
le mie mani dalla testa e
posò le sue fredde ai lati, questo creò
già del sollievo, percepii una magia.
La diffidenza mi disse di fermarla, avrebbe potuto uccidermi o farmi
qualunque
cosa e…
Si sporse
completamente verso di me, passando le braccia attorno al mio collo.
Abbracciandomi. Respirai a pieni polmoni quel profumo di cuoio che mi
calmò
immensamente. Come poteva farmi questo?
Ero stato con
molte donne, bisogno, divertimento e volevano sempre un poco del potere
che
detengo. Illuse.
Le passai le mani
attorno al ventre e alla vita tirandola sul materasso e mettendole una
mano
sulla gola in una posizione di dominio. Mi mostrò solo
sorpresa, nessuna paura.
Sotto il mio palmo il battito del suo cuore era aumentato -Sai chi
sono?- come
sapeva il mio vero nome? Non lo usavo più.
Abbozzò un
sorriso -Sei il mio orgoglio, il mio Lupo Ribelle, il mio cuore-
Sospirai
profondamente rilasciando l’aria dal naso -Continui ad usare
quel titolo
affettivo…- che mi stava provocando un estremo piacere detto
da quella voce, da
quelle labbra che ricordavo di aver baciato.
-Perché non ti
ricordo?- spostai la mano sul suo ventre, percepii un calcio restando
scioccato
-Questo… è mio?- mormorai
-Sei il mio lupo,
di chi dovrebbe essere? E Avise è la nostra primogenita-
Primogenita!?
Si rialzò in
posizione seduta -Mi hanno riferito che un manufatto ti ha schiantato
contro un
muro. Ti hanno riportato a casa, ed eccoci qui-
-Questa è solo la
tua versione. Se non siamo ad Arlathan dove? In qualche territorio di
Mythal?-
-Puoi non
credermi, ma mi stai chiedendo di spiegarti avvenimenti di millenni, ma
fen-
Questo nomignolo,
normalmente mi avrebbe dato fastidio, il mio orgoglio gongolava al
contrario
-Millenni? Da quanto stiamo insieme?- domandai curioso. Una sensazione
strana
continuava a soffocarmi, non sentivo la Dissolvenza.
Sorrise, un
sorriso che mi stava scaldando in tutti i sensi -Sei anni-
Sbattei le
palpebre, bloccai sulle labbra un “Solo?”
Lei si mise a
ridere -La tua espressione dice tutto- disse e continuò a
ridermi in faccia.
Volevo chiuderle la bocca. Volevo baciarla. Le presi il viso e lo feci.
Una scarica
elettrica scese lungo la mia spina dorsale, le leccai il labbro
inferiore e
come una danza che conoscevamo bene entrambi, affondai nella sua bocca.
Aveva
un sapore squisito, rendendomi conto di conoscerlo bene e di anelarlo
come un
assetato anela al pozzo. Gemette e inghiottii avido quel suono. Ci
staccammo
senza fiato e appoggiai la fronte alla sua.
-Ricordato
qualcosa?- sussurrò
Ridacchiai -Che
hai un buon sapore, ma per adesso nient’altro, Yen-
Sospirò -Sento un
muro tra noi e lo capisco, sono un estranea in questo
momento…- disse triste,
rimase in silenzio qualche secondo -Mi lasceresti controllare il tuo
cervello?
Come ti senti?-
La diffidenza
ritornò forte e mi staccai con la fronte da lei, fissando
quelle iridi ametista
in apprensione per me. Una preoccupazione che avevo visto solo in mia
madre e
in Mythal. Contro ogni buon senso, cedetti -Ho delle tremende fitte
quando
cerco di ricordare-
-Vediamo- rispose
e mise i palmi sul mio cranio. Aveva delle mani tutto sommato piccole.
Percepii
il suo mana e sperai di non essermi condannato in qualche modo. Sentivo
però di
potermi fidare, stranamente. Non mi capitava mai, tranne con quelle
pochissime
persone che conoscevo da millenni. Sei anni. Come potevo in soli sei
anni
essere stato tanto attratto da questa donna da avere già due
figli? Le coppie
che avevo conosciuto avevano minimo un secolo. Devo essere impazzito.
Mi fissai
la mano notando solo in quel momento l’anello argentato
all’anulare, eravamo
sposati. Una scritta in elfico incisa Qualcosa finisce,
qualcosa comincia. Io
che le prendo la mano e le infilo l’anello, lei che fa lo
stesso con me -Tu sei
il mio nuovo inizio- le dico. I suoi occhi pieni d’amore solo
per me, il bacio
profondo che ci scambiamo e che in breve tempo porta a sdraiarci in
mezzo ai
fiori, rimarcando in modo definitivo come voglio che mi stia accanto
per
l’eternità. Per arrivare a fare una cosa del
genere io…
Il suo mana
scomparve. Yen Lavellan, percepivo avere un potere enorme.
C’era qualcosa di
strano in lei, il suo spirito era molto giovane, ma aveva anche una
traccia
estremamente antica.
-Hai delle micro
lesioni, sono quasi impercettibili, non mi sorprende che non le abbiano
notate-
spiegò
-Quanti anni
hai?- domandai di getto
Mi guardò
confusa, era il momento di fare quella domanda? No, ma mi incuriosiva
molto, le
persone erano banali, lei no. E si rivolgeva sempre all’uomo,
Solas, mai al
falso Dio.
-Ventisei, ma
quest’anno andiamo per i ventisette-
Cosa!? Come…
avevamo fatto a finire insieme? Difficilmente avremmo frequentato gli
stessi
luoghi -Sai che sono…-
-Molto più
vecchio di me? Sì, ma trovo noiosi quelli della mia
età, vhenan. Sei stato in
tutti i sensi una piacevole rivelazione-
Una rivelazione?
Piacevole? Inclinai il viso sempre più curioso
Lei sorrise -Conosco
quell’espressione…- avvicinò una mano
al mio viso, per una frazione di secondo
pensai di spostarmi. Rimasi fermo, posò il palmo morbido
sulla mia guancia
-Sembri un gatto che ha appena visto un gomitolo di lana- e
ridacchiò.
Rimasi a
fissarla. La sua risata era sexy e adorabile, mi sentivo vulnerabile
davanti a
questa elfa. Volevo ricordare tutto di lei. Tolse la mano e
assurdamente
desideravo mantenere il contatto -Quanto è grave il danno?-
le domandai invece
-È… esteso.
Posso
curarti poco alla volta, sperando che anche i ricordi ritornino, devo
prima
consultarmi con Abelas-
-Abelas non
lascia mai il suo tempio- digrignai i denti, era frustrante questa
situazione.
Tutto differente, ed era solo una piccola parte. Non ero ancora uscito
da
questa stanza.
Mi prese le mani
tra le sue -Troverò il modo di curarti-
-Come?-
-In qualunque
modo- disse decisa
Abbozzai un
sorriso, rimanendo sempre basito dalla fiducia e affetto che vedevo in
quelle
splendide iride viola. Gli occhi mi caddero sulle sue labbra. Sapevo
che non
avrei dovuto pensare di volerla baciare di nuovo, ma non potevo farne a
meno
quando sembrava così sicura di sé. Percorsi la
curva della sua mascella fino
alla morbida pelle del lobo dell’orecchio, lungo la linea del
suo collo, fino a
quando il suo abito non mi bloccò la visuale. La stoffa non
mi impediva di
immaginare cosa ci fosse sotto, mentre lo sguardo mi vagò
più in basso.
-Vuoi baciarmi?-
domandò provocatoria
Rialzai lo
sguardo sui suoi occhi e poi lo distolsi preso in fallo. Sembravo tutto
a parte
il grande predatore di cui i bardi decantavano le conquiste
“Che il Temibile
Lupo ti prenda!”, avevo trovato l’elogio
divertente. Ora Yen riusciva a
mettermi in difficoltà, esitavo, una lieve paura si aggirava
nella mia
coscienza, timore di deluderla e di venire respinto. Una sua mano mi
fece
rigirare il viso e posò le sue labbra sulle mie, in un
semplice bacio,
spazzando via i pensieri precedenti. Si stava per staccare, ma la
ritirai
indietro affondando nella sua bocca. Non so cosa mi faccia questa
donna, non mi
riconosco più. Ero solito non baciarne nessuna, con lei non
desideravo altro,
se non continuare a leccarle le labbra e la lingua. Sperando di
inghiottire
ancora uno dei suoi gemiti.
Bussarono e
riprendemmo fiato, le lasciai un altro bacio veloce non riuscendo a
trattenermi
e mi allontanai da lei, posai i gomiti sulle ginocchia. Cosa sto
facendo? La
conoscevo da forse un’ora e le volevo saltare addosso? La mia
virilità era dura
e concorde a quel pensiero. Sembravo un ragazzino. Mi sentivo un cane
che
appena mi guardava, scodinzolavo. Il problema è che non
sembrava dispiacermi
affatto. Fenedhis. Mi coprii la faccia con le mani, altre fitte alle
tempie.
Restai un minuto
solo nella stanza, Yen era uscita, al suo posto entrò
Abelas. Ci osservammo,
anche lui aveva rughe che non rammentavo e anche uno sguardo diverso,
non più
estremamente rigido e severo, sembrava ammorbidito? Dei, cosa non
ricordo? Mi
alzai piazzandomi di fronte a lui -Lethallin, cosa sta succedendo?- gli
domandai -Quella donna è davvero mia moglie?- dopo quello
che mi aveva fatto
passare Andruil prendendosi gioco dei miei sentimenti, mai sarei stato
così
vulnerabile di nuovo.
Assentì con un
cenno del capo -Non ero convinto quando l’ho incontrata le
prime volte, ma lei
stessa con le sue azioni e la tua opinione su di lei, che trovavo
sconcertante,
mi hanno fatto cambiare idea-
Lo guardai
perplesso -Cosa ti avrei detto su Yen Lavellan?- se la mia mente non
intendeva
collaborare, dovevo avere qualche informazione in altro modo,
soprattutto sulla
donna con cui avevo una famiglia. Non avrei mai pensato che ne avrei
avuta una
mia. Sono colui che caccia da solo. -Dov’è ora?-
aggiunsi, non vederla mi rendeva
un po’ inquieto, assurdo.
Abelas sembrò
trattenere un sorriso e rispose -È andata da Avise, tua
figlia. È stata con me
e sua sorella intanto che si prendeva cura di te-
Lui e sua
sorella?
-Su Yen Lavellan
mi hai detto che è coraggiosa, leale, compassionevole, non
si tira indietro ad
aiutare nessuno se le è possibile, che è sempre
stata molto interessata alle
tue spiegazioni sull’oblio, volendo sempre imparare. Ami
starle accanto, il suo
modo di agire sempre con saggezza rispetto alla sua giovanissima
età ti ha
impressionato. E lethallin, la ami con tutto te stesso, daresti la vita
per lei
e Yen lo farebbe per te-
Ecco cos’era,
amore, ero innamorato. Anche se la mia mente non ricordava, il mio
istinto e il
mio lupo, volevano starle vicino -Sembra la donna perfetta per me-
-Lo è, stentavo
anche io a crederci, ma chiunque può dirti che siete una
coppia invidiabile-
rimanemmo un minuto in silenzio -E per lei sono solo Solas- aggiunsi
alzando
gli occhi sui suoi dorati -Ti ha conosciuto come tale e si è
innamorata di te
come Solas, in seguito ha appreso di Fen’Harel-
-E come ha
reagito?- di solito alla mia maschera da falso Dio si eccitavano tutte
come se
avessero trovato una gallina dalle uova d’oro. Non lo
sopportavo.
-Non ero
presente, ti conviene chiedere a lei-
-Abelas, sai che
effetto faccio alle donne- avevo abbastanza parassiti intorno senza
anche
sposarmene una.
Sospirò -Da
quello che mi avevi riferito ti ha urlato contro infuriata e ti ha
schiaffeggiato tre volte-
Lo fissai basito.
Quella donna mi aveva preso a schiaffi? Non una, ma tre volte? Aveva
urlato
arrabbiata al Dio della ribellione? Non riuscii a trattenere delle
risate -Ora
inizio a capire come abbia fatto a innamorarmi e a sposarla
così in fretta-
-Avise! Aspetta!-
udii la voce di Yen oltre la porta. Questa si aprì e una
bambina di tre o
quattro anni comparve sulla soglia -Papae!- urlò eccitata
spalancando le
braccia. Osservai quei capelli castano ramati identici ai miei, gli
occhi mi
colpirono, uguali a quelli di Yen. Non poteva esserci nessun dubbio.
Ero
alquanto frastornato.
-Papae?- disse la
piccola elfa con un tono dubbioso e ora esitante. Questo mi riscosse,
non
volevo pensasse che l’avrei rifiutata. Esterrefatto mi misi
in ginocchio a
terra alla sua altezza -Ciao, ma da’len-
Riprese a sorridere
ed esaurì le distanze. La strinsi anche io tra le braccia.
Come potevo non
ricordarmi di lei? Non riuscendo a fermare l’emozione di
gioia e di dolore al
pensiero, le lacrime mi vennero agli occhi, le trattenni. Le accarezzai
quella
piccola chioma ramata, lo stesso colore mio e di mia madre.
-Pechè piangi?-
domandò la bam… mia figlia. Mia figlia. Era
così irreale.
Abbozzai un
sorriso, sentendo il mio orgoglio sotto attacco -Non sto…-
-Non sta
piangendo Da’vise. Il papà è solo molto
stanco, ha lavorato tanto- mi
interruppe Yen, venendomi in soccorso. Ci osservava con
un’espressione tenera.
Il mio orgoglio si sentiva comunque ancora più minacciato
essendo in una
situazione estremamente vulnerabile.
-Io vado, se
avete bisogno mi chiami, mia Signora- disse Abelas
Guardai confuso
il mio amico. Mia Signora? Era un titolo che rivolgeva solo a Mythal.
Mi ignorò
ed uscì, il gesto mi irritò un po’.
Yen prese per
mano la piccola, facendola sedere sul materasso. Mi rialzai in piedi
osservandole affascinato
-Non stanotte, ma
da’len, devi dormire nel tuo letto-
-Voglio domire
con papae!- protestò quella piccola fiamma
Senza pensare
intervenni -Da’vise, prometto che dormiremo insieme, ma la
prossima notte.
Anche tu mi sei mancata tanto…- non era una bugia, era
magnifica, le avrei
voluto bene in eterno -… ma sono molto stanco. Mi renderesti
felice se
ubbidissi alla mamma- conclusi fissando Yen, che aveva un cipiglio
sorpreso che
si trasformò in quel tenero sguardo pieno d’amore
come ogni volta che mi
rivolgeva la sua attenzione. Ero però curioso di vederla
infuriata, doveva
essere uno spettacolo.
-Notte Avise-
salutai e vedendole sparire nella stanza adiacente. Dalla finestra vidi
che era
ancora completamente buio, indossavo un abito che di solito portavo
sotto
l’armatura. Avevo bisogno di qualcosa di più
adatto per provare almeno a
riposare un po’ e rielaborare tutta questa valanga di
emozioni che mi stava per
sopraffare. Notai un armadio e iniziai a cercare
-Ultimo cassetto,
vhenan- disse la voce di Yen in un sussurro e un sorriso. Lo
aprì e trovai
quello che stavo cercando. Mi spogliai, rendendomi conto in quel
momento che
era la prima volta che rimanevo senza nulla addosso davanti a quella
donna.
Continuava a sorridere compiaciuta e a fissarmi dalla testa ai piedi
senza un
minimo di imbarazzo. Forse, pensandoci, non era proprio la prima volta.
-Sempre
bellissimo- disse e si diresse dalla parte opposta distogliendo
l’attenzione e
sedendosi sul letto. Mi infilai velocemente i pantaloni, lasciando
perdere la
maglia. Quel complimento non mi bastava. Salii sul letto restando in
ginocchio,
la provocai -Deve essere stato uno spettacolo penoso vedere
Fen’Harel tanto
vulnerabile- volevo sentire quello che Abelas mi aveva detto.
Girò lievemente
la testa verso di me -Lupo ribelle? Io ho visto solo un padre
abbracciare la
sua cucciola. E la mamma ama sempre di più il
papà dei suoi figli, ogni volta
che li vede insieme-
Mi sporsi verso
di lei tremendamente affamato, lasciandole un bacio sulla pelle, tra il
collo e
la spalla, continuò -Sei meraviglioso e sei mio-
Quell’ultima
frase mi eccitò, come vedere che a quel mio bacio aveva
esposto ancora di più
il collo invitandomi a divorarla. Mi avvicinai ulteriormente respirando
il suo
profumo inebriante di cuoio e qualcos’altro…
toccai la pelle con la punta del
naso, risalii fino all’attaccatura dei capelli. Respirai
profondamente e chiusi
gli occhi -Mi hanno detto che mi hai preso a schiaffi tre volte, che
audacia
da’len…- la provocai di nuovo, la voce mi si era
abbassata di un tono
-Mmm… sai… te
li
meritavi tutti e quando te ne ricorderai concorderai con me, hahren-
mormorò
Ridacchiai
-Concorderò?- domandai e prima di avere una risposta le
baciai ancora la pelle.
Udii un piccolo gemito e spostò una mano cercando la mia,
l’afferrai unendo i
nostri palmi, venendo invaso da un piacevole calore che non aveva nulla
a che
vedere con la tensione sessuale tra noi.
-Vhenan, non con
Avise così vicina…-
Sorrisi e le
diedi ancora un bacio sul collo -Sei rumorosa, da’len?-
Ridacchiò
sommessa -Anche tu, ma fen-
Filtrava con me
in modo spudorato e mi invitava a cacciarla, non dandomi mai subito
quello che
volevo. Il resto delle donne mi dava tutto senza neanche bisogno di
chiedere.
Doveva essere
mia. Era mia. Le strinsi la mano e infilai il viso nei suoi capelli -Mi
aiuterai a ricordarmi di te? Di voi?-
Replicò la
stretta -Riposiamo, al risveglio inizierò a curarti- si
girò in parte e mi
guardò con un sorriso -Avise è somniari, le dai
sempre un’occhiata…-
Alzai la mano e
gliela misi sulla guancia -La terrò al sicuro-
Si appoggiò al
mio palmo -Ar lath, ma vhenan- disse incatenando gli occhi ai miei
Mi bloccai a
quelle parole. Avevo ricevuto la mia dose di dichiarazioni nei
millenni. Questa
però era diversa, non era una stupida cotta, non era solo
l’attrazione fisica
che provavamo l’uno per l’altra. Yen mi stava
dicendo che si affidava senza
nessuna esitazione a me. Smisi quasi di respirare, avrei voluto
replicare le
parole, ma...
“Promettimi
che qualunque cosa ci riservi il futuro non mi allontanerai
più da te”
quella frase con la sua voce mi rimbombò nella mente.
Non potevo ancora
ricambiare quelle parole d’amore. E perché
l’avevo allontanata? Mi chinai e
presi possesso della sua bocca dolcemente.
Questo non era
l’Oblio che conoscevo. Non luminoso e pieno di
vitalità, ma una distesa deserta
e lugubre. Avvertivo una potente barriera che divideva questo mondo da
quello
della veglia. Era in vari punti più sottile minacciando di
rompersi. La
Dissolvenza che tanto amavo era stata distrutta. In lontananza Arlathan
completamente nera. Cosa era accaduto?
Percepii lo
spirito di mia figlia poco lontano, con un passo dell’oblio
la raggiunsi e
restai a guardare, diversi demoni si aggiravano intorno al suo sogno,
ma non
riuscivano ad entrare. Mossi la mano e questi vennero distrutti, mi
avvicinai
riconoscendo la mia magia, avevo posto varie protezioni alla mia
piccola. Stava
saltellando qua e là nella sua forma da lupo. Una bellissima
cucciola completamente
nera, a parte per una striscia bianca che partiva dal petto fino ad
arrivare al
muso.
Percepii un altro
spirito solare che però si stagliava come un faro attraverso
la Dissolvenza. Lo
riconobbi immediatamente, lasciai la mia bambina certo che fosse al
sicuro e mi
avvicinai a quello spirito, come una falena fa con una candela.
Gli occhi si
posarono subito su Yen, una distesa di fiori tappezzava il terreno e un
piccolo
lago era poco lontano. Riconobbi il luogo, era stato un dono di
Elgar’Nan a Mythal
e secondo gli sprazzi di ricordi, dove avevo sposato mia moglie.
Restava seduta
tra i fiori a contemplare non so cosa, o attendeva? Il ventre tondo era
assente
e dalla mano sinistra percepivo quel faro, in modo smorzato
però. Cosa era?
Sembrava familiare…
Anche sulla mia
compagna avevo messo delle protezioni, niente l’avrebbe
disturbata. Restai a
fissarla, non sapevo se farmi avanti o continuare a esplorare quella
Dissolvenza così desolata. Cercai di percepire Saggezza, ma
nessuna risposta
veniva in cambio, solo il silenzio più assoluto. Mi si
posò un peso sul cuore,
ma non potevo neanche mettermi a cercarla a caso. Forse Yen avrebbe
avuto delle
risposte. Entrai nel suo sogno.
Voltò la testa,
mostrandomi un sorriso
Alzai un
sopracciglio -Mi aspettavi?- come al solito non c’era stata
nessuna sorpresa
-È nostra
abitudine e speravo venissi. Avise?-
-Al sicuro- e mi
sembrò di aver detto quelle due parole molte altre volte
-Bene- e mi fece
cenno con una mano di sedersi accanto a lei. Esitai per un momento
guardandomi
bene attorno. Il paesaggio era molto fedele, indubbiamente
l’avevo portata di
persona in quel luogo, la mia mente non mi stava quindi giocando brutti
scherzi.
Mi sedetti
venendo colpito da quel leggero profumo di cuoio. Il mio lupo voleva
premere il
viso nei capelli e nell’incavo del collo di questa donna. Mi
trattenni. Sapevo
che se l’avessi fatto non mi avrebbe rifiutato, ma non mi
sembrava giusto
approfittarne quando ancora ero così confuso e abusare
dell’amore che provava
per me, anche se potevo dire di sentire lo stesso sentimento,
però stavo ancora
cercando di elaborare il tutto. Non credevo ancora di essermi affidato
spirito
e corpo a questa donna e che lei avesse fatto lo stesso con me, anche
se lo
leggevo evidente nelle sue iridi.
-Stavo cercando
Saggezza, la conosci?- chiesi, se eravamo così in
confidenza, dovevo avergliela
presentata
La sua
espressione divenne seria e distolse gli occhi da me,
sospirò e si portò le
ginocchia verso il petto, circondarle con le braccia e appoggiando la
fronte.
Si stava letteralmente chiudendo a riccio. Voleva dire che non erano
buone
notizie. Rimasi in silenzio.
-Non ho avuto il
piacere di conoscerla- mormorò, e restò senza
parlare ancora per un po’
-Preferirei che ricordassi da solo…- disse quasi in un
sussurro
Voleva dire solo
una cosa. Il cuore iniziò a fare male. Anche la mia migliore
amica se ne era
andata.
-Chi ha il mio
affetto muore sempre- replicai cupo e a stento trattenevo quel
lacerante dolore
-Mi verrete portati via anche voi?- dissi ora con rabbia. Avrei ucciso
tutti
gli Evanuris. Non avrebbero toccato la mia famiglia. Mi venne stretto
delicatamente il braccio, fissai la mano e poi la sua proprietaria.
Abbozzava un
leggerissimo sorriso -Lo so, vhenan. Ma non sei solo. Hai me, Abelas e
altri
che ora non ricordi, ma non sei solo in questo, amore mio-
Quel tocco era
rovente, dicendomi senza ombra di dubbio di restare. Sapeva che avrei
voluto
allontanarmi? Non farmi vedere così ferito e abbattuto? Lo
avrei fatto. In
passato. Ora volevo conforto e lei me lo stava offrendo in modo del
tutto
spontaneo. Il mio lupo impazziva perché voleva abbassassi le
difese contro
questa donna. Scostai il braccio dalla sua mano, la tenne sollevata per
qualche
secondo sorpresa e con un barlume di tristezza -Ir abelas, ti lascio
solo- e
con un movimento fluido si alzò, prima che potessi reagire
era sparita. Si era
svegliata.
Aprii gli occhi.
Mi ero obbligato a svegliarmi nello stesso istante in cui lo aveva
fatto lei.
Non mi piaceva come si fosse allontanata. Avevo un peso sulla spalla
che però
si stava sollevando, con un braccio la bloccai e ci fissammo. Ci
eravamo
addormentati ognuno dalla sua parte del letto, ora appoggiava la testa
sul mio
petto e io le passavo un braccio sotto la schiena, era intorpidito.
Eravamo in
quella posizione da almeno qualche ora.
-Tel abelas, sono
io che mi devo scusare- dissi subito
Alzò un
sopracciglio e ridacchiò piano
-Cosa?- replicai
confuso da quella reazione inaspettata, pensavo fosse arrabbiata e la
cosa mi
importava. Mi importava molto.
Avvicinò le
labbra alle mie e divenni euforico come se non stessi aspettando altro
-Accetto le
scuse- rispose e mi diede un leggero bacio -Ma devo andare a fare
pipì- disse
divertita e si scostò alzandosi
Risi sommesso e
passai una mano strofinandomi gli occhi, non si era offesa per il mio
comportamento e mi sentivo più leggero.
-Ci mancava il
lupo con l’amnesia- mi arrivò la voce del mio
amico alle orecchie
-Non è divertente
Fellassan- replicai piccato
-Ma lo è. Ho
esaminato il manufatto che ti ha fatto ciò e mi stavo
domandando dove avessi la
testa in quell’istante. Tua figlia di tre anni probabilmente
sarebbe stata più
brava-
Trattenni un
ringhio e lo guardai male -Arriva al punto-
-Hai già ricevuto
una prima cura, esatto?- domandò
-Stamattina- dopo
che Yen era tornata dal bagno e preparato Avise per la colazione, aveva
guarito
qualche ferita. Non poteva però decidere quale linea
temporale avessi ricordato
per prima.
Fu il turno di
una certa Inquisizione. Facce nuove tra cui un nano, degli umani e
perfino uno
di quegli esperimenti degli Evanuris, che si erano dati il nome di
qunari.
Avevo conosciuto tutti non rivelando la mia natura di falso Dio,
avevamo
viaggiato in molti luoghi differenti, ma quello che mi dette
più fastidio fu
vedere il mondo che conoscevo in macerie. Yen mi aveva dato qualche
spiegazione
aggiuntiva, ma diceva sempre che preferiva che ricordassi poco alla
volta.
Soprattutto avevo il ricordo di lei che era a capo di questa
Inquisizione, non
sapevo ancora però il perché e che diavolo ci
facessi lì. Avevo altro di meglio
da fare che darmi all’avventura. In compenso però
l’avevo conosciuta in quel
periodo, avendo sempre acceso la mia curiosità,
avvicinandomi e innamorandomi
di lei.
Finalmente poi
ero uscito da quella camera da letto. Confuso era un eufemismo, trovavo
normale
il venire salutato con rispetto e vedere uno dei miei templi usato come
una
base militare, ma la barriera in cielo che tratteneva la Dissolvenza mi
inquietava, non avrebbe dovuto esserci quella magia. Avevo chiesto
spiegazioni
che però erano state sviate, ed era maledettamente brava in
ciò, non che
dovesse fare molto. Mi toccava un braccio e mi rivolgeva uno di quei
meravigliosi sorrisi. Amavo vederla sorridere, ancora di più
quando si
rivolgeva ad Avise, quest’ultima mi distraeva in modo
estremamente efficace.
Non trovavo ancora reale la loro esistenza. Avrebbe fatto prima Andruil
a darsi
al giardinaggio che io innamorarmi, sposarmi e avere questa bellissima
cucciola.
-Quindi novità?-
chiese il mio amico
-No, so a
malapena cosa ci faccio qui. Sono solo certo che non mi sembra reale
quello che
ho-
Fellassan sorrise
sarcastico, stava rischiando che gli tirassi un pugno sul naso -Bhe
quella
donna andrebbe santificata per averti messo il guinzaglio con il
caratteraccio
che ti ritrovi. Quando vi ho visto insieme la prima volta e ti vedevo
scodinzolare tutto contento ho pensato che il mondo potesse avere fine-
Strinsi un pugno
-Fellassan…- lo avvertii
Ridacchiò -Calma,
calma, è positivo sai? Non ti ho mai visto così
felice, rilassato, si vedeva
che facevi sesso regolarmen…-
Gli tirai un
pugno mancandolo di proposito. Balzò all’indietro
con quel fare scherzoso
-Uuhhh… difendi il suo onore? Ma lo sanno tutti come si
fanno i bamb…-
Non lo lasciai
finire, richiamai il mana. Gli congelai i piedi bloccandolo sul
terreno. Se li
guardò contrito -Grazie per i piedi bagnati, Dio dei miei
stivali. Il problema
quale sarebbe? Che sei completamente cotto Fen’Harel? Lo
sanno già tutti e lei
lo è di te-
-Tutti!?- ripetei
allarmato, questo riguardava anche… -Gli Evanuris!?-
Alzò le mani in
segno di pace -Tranquillo, non se lo sognano nemmeno, hanno problemi
più
grossi-
-Quali?-
-Certi che a
tempo debito ricorderai, lethallin-
Una mano mi si
posò sul bicipite, Yen era al mio fianco e guardava il mio
amico che si era
liberato dal mio incantesimo.
-Fila via,
Fellassan…- disse con pazienza
-Sì, mia Signora-
replicò subito andandosene
Eseguì senza
protestare, succedeva solo con Mythal. E ancora quel titolo. La guardai
e
sembrava rassegnata a sentirlo.
-Vorrei sapere
come Briala lo sopporti…- mormorò
-Briala?-
domandai
Mi guardò e
sorrise -La sua compagna, non si trova qui alla base però-
La fissai
stranito e rise -Lo so, lo so, un’altra novità.
Sai anche Abelas sta con mia
sorella-
Ora era come se
mi avessero preso a schiaffi -C… cosa!?- sbottai
Rise -Sono
successe un sacco di cose vhenan. Sai, non sai stare fermo un attimo
come tua
figlia- rispose compiaciuta
Continuai a
fissarla e l’espressione mi si addolcì. Come mia
figlia. Mi imbarazzai un poco
e le punte delle orecchie mi si scaldarono -Non posso darti
torto… mia madre
diceva la stessa cosa, e anche Mythal-
Mi venne
afferrata la mano e se la posò sul ventre. Preso alla
sprovvista cercai di
ritirarla, finché la lasciai fare -Cosa fai?- chiesi con una
leggera
agitazione. I gesti di cui mi ricopriva erano quasi sempre tutti molto
confidenziali e intimi. Non potevo negare che mi piacessero.
-So che hai un
sacco di cose a cui pensare, visto che ti è tutto nuovo e
strano. Ma se ti
viene in mente qualche bel nome proponimelo, sarà una
sorpresa se maschio o femmina-
prima che riuscissi a rispondere si sporse verso il mio viso e mi
lasciò un
bacio rovente sulla guancia. Mi fece l’occhiolino e si
allontanò. Un nome…?
Restai esterrefatto e fermo a guardarle la schiena.
Sorpresa! Cambio
di prospettiva! Che mi sembrava proprio d'obbligo e divertente in
questa situazione XD Vedere Solas talmente perso lo sto trovando
esilarante XD Sperando vi sia piaciuto ne approfitto per
augurarvi Buona Pasqua! Al prossimo capitolo!
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