Viaggio nel Regno della Fantasia

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ferita aperta ***
Capitolo 2: *** Il primo perdono ***
Capitolo 3: *** L’unione non può essere cancellata ***
Capitolo 4: *** Torture e pregiudizi ***
Capitolo 5: *** Desideri ***
Capitolo 6: *** Lontano dal pericolo, vicino all'amore ***
Capitolo 7: *** L'ultimo ostacolo ***



Capitolo 1
*** Ferita aperta ***


Bergamo, XVIII secolo

Ci sono giorni in cui il sole fa capolino in una giornata d’inverno dove il freddo e il timore di una guerra tra due casate possa per sempre cambiare il destino di molte persone in quell’angolo di città che non conosceva pace.
Eppure nel corso degli anni i Cooper e i Cohen si sono sempre dati battaglia in rivalse al limite dell’indicibile e giunto al culmine con la morte del giovane secondogenito dei Cohen: Seth.
Il ragazzo, per quanto innocente potesse essere, non era riuscito a sopravvivere e a fuggire dopo una tresca amorosa scoperta con Kaitlin, la giovane secondogenita della famiglia Copper.
Julie, che non sopportava che sua figlia potesse mescolare il sangue con quei Cohen, aveva fatto di tutto per distruggere i suoi sogni più recogniti e gettarla in un abisso di depressione che ancora oggi stava attraversando.
Jimmy, che aveva la colpa di non aver mai avuto mano ferma e rispetto per i propri figli, subiva ogni angheria da parte della moglie mentre le urla e gli strepiti si riversavano in tutta la città.
Al contrario di quella famiglia, il dolore dei Cohen per la perdita del loro figlio era cimentata da un silenzio talmente insopportabile da scaturire la paura dei cittadini bergamaschi in una guerra che nessuno avrebbe mai voluto sostenere.
Sandy, che continuava a proteggere la sua famiglia tra mille difficoltà, doveva far fronte alla rabbia di una moglie che non mangiava da giorni e che preferiva rimanere rinchiusa nella sua stanza a piangere e a disperarsi per tutto il santo giorno.
Nessuno di loro avrebbe mai immaginato che una nuova coppia avrebbe scosso le anime di quelle quattro persone, emanando in loro un senso cupo di una vita così atroce che il cammino della pace era soltanto un miraggio inesistente e impossibile da poter esaudire.


Ryan se ne stava nelle sue stanze in attesa di studiare e di seguire le orme di suo fratello Seth ormai morto per mano del destino.
Sandy, che essendo l’unico padre e l’unica protezione di cui poteva godere, non gli mollava gli occhi di dosso e ogni suo movimento era un giudizio per i giovane Ryan.
Seguiva gran parte delle sue lezioni e si faceva fare un resoconto da tutti i maestri rendendo la vita del giovane secondogenito un vero e proprio regime severo dove non sarebbe potuto mai uscire.
Ryan non riusciva a sopportare tale cruento amore malato, assentandosi molto spesso dal volere di un padre che stava solo facendo solo il male per lui.
Perdendo numerosi momenti e ore preziose che potevano servire a mandare avanti una famiglia già disastrata, Sandy cercava conforto in una moglie che non ne voleva più sapere di vivere.
< Kirsten, hai per caso visto Ryan? >
La donna, che non aveva nessuna intenzione di parlare, si limitò a fissarlo con sguardo spento mentre riprendeva a specchiarsi in maniera ossessiva e compulsiva.
< Mi chiedi che fine ha fatto nostro figlio bastardo e non mi chiedi minimamente come sto? >
L’uomo, che sembrava davvero non potesse minimamente importargli della moglie, si limitò a concentrarsi solo su suo figlio.
< Ti prego, Kirsten. Non ho tempo da perdere. >
< Mentre io? Ormai sono diventata un peso per te, vero? >
< Non ho detto questo. >
< Non riesci nemmeno a farmi visita durante le notti, oltre a non chiedermi davvero come sto. >
< So come ti senti, Kirsten. E ti ho promesso che farò di tutto per… >
< Non fai abbastanza! > ringhiò rabbiosa la donna < Nostro figlio Seth è morto e tu non fai niente per colmare il mio vuoto! Pensi solo ad un figlio che non ti rispetterà mai. Lo vuoi capire che… >
< Adesso basta, Kirsten. Non voglio più sentirti parlare. >
< Certo che no. La verità fa troppo male, vero Sandy? >
< Stiamo cadendo in una discussione che abbiamo già affrontato. Ti ho già detto il modo per farti sentire meglio. Ma tu preferisci rimanere rintanata qua dentro a deprimerti ogni giorno restante della tua vita. Non vuoi capire che in questo modo ti stai uccidendo? >
Alzandosi dal suo letto mantenendo il suo sguardo perso nel vuoto, Kirsten si avvicinò a suo marito con sfacciataggine e coraggio.
< Lo vuoi capire che io sono già morta? Non ho più niente per cui vivere. Aspetto il mio momento. >
< Lo sai che non sopporto sentirti parlare così. >
< Allora evita di farmi domande che non voglio sentire. Cerca il tuo figlio0 bastardo altrove. Non qui. >
< E’ i figlio che abbiamo promesso assieme di prendercene cura. >
< Lo so. In un tempo quando tutto era più chiaro e felice. Il buio ha annebbiato la nostra famiglia. Lo vuoi capire che i Cooper possono contare con tutti i loro membri familiari? Noi continueremo a piangere un figlio che non c’è più… Anzi. Sarò io che continuerò a piangere un figlio che ho sempre amato e che non riesco a pensare che non mi possa più appartenere. >
< Kirsten, ti prego di voltare pagina una volta per tutte… >
< Ti ho già detto che non ce la faccio. Non riesco a pensare ad altro che al disastroso futuro che mi si prosegue davanti. Ho timore di gettarmi in un vortice in cui tu non mi potrai mai salvare.>
< Per l’amor del cielo, Kirsten. Non dirlo nemmeno per scherzo. >
< Non ho nessuna intenzione di scherzare, Sandy. Guarda di capirlo subito prima che sia troppo tardi. >
Non sopportando p la conversazione con sua moglie, Sandy sapeva bene che un confronto con lei era pressoché impossibile.
Le vicissitudini li avevano divisi per sempre e Ryan non era per niente d’aiuto alla loro causa.
Seth, per quanto brillante e ingenuo potesse essere, era il fiore all’occhiello della famiglia Cohen. Un vero uomo di sani principi spezzati solo dall’odio reciproco che le due famiglie si stavano gettando a vicenda.
Buttando il suo viso tra le mani mentre richiudeva la porta di camera di sua moglie, Sandy comunicò alla servitù che sarebbe andato in giro per Bergamo a prendere una boccata d’aria senza dover pensare a niente,
< Signore, spero per voi che non abbiate intenzione… >
< I Cooper non macchieranno gli ultimi anni della mia vita. Vivremo con la pazienza e la consapevolezza che non siamo colpevoli di quello che abbiamo fatto. Il loro odio non ci riguarda minimamente. >
< Lo voglio sperare > rispose il maggiordomo con tono fermo fissando il suo padrone uscire dal castello mentre uno sguardo lampante lo stava guardando.
< Ryan, so che mi stai guardando > fece Sandy con tono mellifluo .< E’ inutile che tu continui a fingere. >
Il ragazzo, uscendo alla fine allo scoperto, fissava suo padre con sguardo serio e deciso.
< Tua madre… >
< Lei non è mia madre, Signor Cohen. Non lo è mai stata. >
< Nemmeno io sono il tuo vero padre. Ma ti voglio bene come un figlio. >
< Perché continuate ad insistere su di me, Signor Cohen? Sono la rovina della vostra famiglia e non faccio niente per… >
< Le rovine di noi sono ben altri, Ryan… Se hai intenzione di studiare, sarò felice di constatarlo. Vuoi stare più libero? Molto bene. Fai pure quello che vuoi. Questa è casa tua e lo rimarrà finché almeno io sarò vivo. Che ti piaccia o no. >
sentendo quelle parole che avevano un qualcosa di speranzoso, Ryan tornò sull’argomento dei Cooper e di una vendetta che stava purtroppo tardando.
< Io non mi vendicherò di quella famiglia > fu la risposta pronta di Sandy < Non macchierò il mio buon nome cercando di uccidere un componente di quella famiglia… Ci sarà il momento della ragione e sarà lì che potremmo dire la nostra. >
< I Cooper la stanno facendo franca e voi non fate niente al riguardo? Dove si trova il vostro onore? >
< Ho guidato e guiderò ancora la nostra famiglia per molti anni. Ti prego di non rivoltare tutto a tuo piacimento. >
< Ma Seth… >
< Seth non avrebbe voluto un’azione vendicativa sul suo conto. Era un ragazzo buono e non avrebbe mai fatto una cattiveria del genere. >
< Bene. Allora noi siamo solo degli stupidi che continueremo a subire le angherie dei nostri nemici… E’ così, Signor Cohen? >
< Ci sarà il momento del perdono e delle scuse. Non affrettare tali tempi. >
< Allora vuol dire che non sarò presente a tali avvenimenti > disse infine Ryan sparendo tra le sale della loro villa guardando un’ultima volta con rabbia il suo protettore nonché il suo mentore.

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Capitolo 2
*** Il primo perdono ***


Sandy Cohen, che più solo che mai guidava una famiglia ormai divisa e spezzata nella disperazione, cercava di aiutare i più bisognosi mentre la sua vita cercava di riprendere un senso.
ma uno di quei giorni monotoni, dove tutto per lui sembrava non avere senso, ricevette una visita speciale e alquanto sorprendente che avrebbe ancora turbato la sua esistenza.
< Signore, c’è la signorina Kaitlin che avrebbe bisogno di parlarvi. >
< Che cosa? La figlia dei Cooper è qui? >
< Sì. E non ha nessuna intenzione di andarsene finché non avrà avuto udienza. È già stato difficile per me cercare di tenerla a bada. È ancora scossa e cerca in ogni modo… >
< Sì, ho capito > rispose Sandy interrompendo la sua governante < Dove la posso trovare? >
Una volta che la governante fece strada al suo padrone, l’irriverenza e il coraggio di quella giovane ragazza andava ben oltre la sua pazienza.
< Vi lascio da soli. Se avete bisogno di me… >
< Un’ultima cosa, Karen: come sta mia moglie? >
< Come gli altri giorni, mio Signore: non si alza dal suo letto… Ho timore che la sua salute ormai cagionevole possa essere la fine ingloriosa della sua vita. >
< Ti prego di non dirlo nemmeno! >
< Ma Signore, sto cercando di essere realista! >
< La vostra governante ha ragione, Signor Cohen > fece Kaitlin senza aver avuto il permesso di prendere la parola < ED è tutta colpa mia se ci troviamo in questa situazione. >
< Troviamo? >
< Sì. In fondo le nostre famiglie non sono state rivali come adesso. >
Sandy, che cercava di mantenere il suo autocontrollo, vedere i peccati di gioventù del suo defunto figlio Seth, lo rendevano ancora più irrequieto.
< Siete stata voi ad abbagliare mio figlio con il vostro stupido amore. Sapevate benissimo che non potevate avere vita molto lunga. I vostri genitori… >
< Sì. Sono stati loro ad uccidere il nostro amore. Ma noi ci volevamo bene veramente. Vostro figlio… >
< Vi prego di non nominarmelo! Non ne avete il diritto! >
< Signore, posso… >
< Sì. Andatevene! > gridò l’uomo cacciando malamente la sua governante < Kaitlin, non posso pensare che voi continuate a farmi soffrire in questo modo. >
< Non è nelle mie intenzioni di farvi soffrire… Voglio solo parlare e spiegarvi cosa significava vostro figlio per me. Ma vorrei farlo passeggiando nella vostra dimora. Le pareti della vostra casa mi ricordano la mia villa. >
Sandy, che sapeva bene che si sarebbe cacciato nei guai, non aveva nessuna intenzione e occasione di tirarsi indietro.
< Va bene. Venite con me. >


Passeggiando senza avere mai il coraggio di guardarsi negli occhi, Kaitlin iniziò a raccontare a Sandy come si erano conosciuti lei e Seth.
< Era una brutta sera d’autunno e la pioggia batteva incessantemente su Bergamo.
Poteva essere un giorno come gli altri per me, ma non aveva più nessuna intenzione di rimanere rinchiusa in mezzo a quelle quattro mura opprimenti in cui la mia famiglia stava facendo di tutto per proteggermi.
A me piaceva essere libera e l’unico modo di ribellarmi era quello di scappare.
Appena la villa si addormentò al placido suono del silenzio, riuscii a sgattaiolare via tra i corridoi della mia casa e ad assaporare quel momento di libertà che avevo assolutamente bisogno di avere.
Mi sentivo appagata mentre il vento e la pioggia sferzante colpivano il mio corpo e non avevo nessuna paura di prendermi un brutto malanno.
Passeggiando vicino alla villa, non mi ero mai accorta che avevo assoluto bisogno di protezione.
Mi ero sempre sentiva al sicuro, ma quella notte mi avrebbe solo portato dei guai. >
Facendosi coraggio nel raccontare uno dei suoi momenti più bui della sua vita, Kaitlin iniziò a piangere nascondendo il suo volto.
< Alcuni ladri mi avevano circondato, minacciandomi che mi avrebbero ucciso se non li avessi aiutati a farli entrare in casa mia.
Ma io, anche se avevo paura di morire, non mi feci prendere dallo sconforto e con coraggio innaturale gli dissi che non avrei mai tradito la mia stessa famiglia. >
< Siete andata incontro alla morte. Lo sapete, vero? >
< Ed è in quel momento che è arrivato colui che non mi sarei mai aspettata di incontrare… Seth, con coraggio e con voglia di liberarmi da quelle mani che mi stavano cingendo e distruggendo, riuscì a cacciare i malviventi e a salvarmi mentre le lacrime e la pioggia disperavano intorno a me. >
< Seth vi ha salvato la vita? >
< Anch’io, nonostante lo conoscessi poco, non avrei mai creduto potesse fare una cosa del genere. >
< Il mio Seth avrebbe fatto questo? >
< Cercando di consolarmi in tutte le maniere, io di rimando cercai invece di respingerlo. Sapevo dei dissidi delle nostre famiglie e non avevo nessuna intenzione di piegarmi alla riconoscenza di un giovane uomo che aveva dato tutto per salvarmi.
Egoisticamente cercai di scansarmi i miei sensi di colpa, ma Seth era sempre ogni notte vicino a me, vegliandomi e tenendomi costantemente d’occhio in modo che io non potessi fuggire. >
< MI state forse dicendo che da quel momento voi non avete mai tentato la fuga? >
< I miei genitori non immaginavano il guaio che avevo corso qualche notte prima.
Ma io, attendendo ancora una volta che la villa si potesse addormentare, cercai ancora di uscire per quell’agognato senso di libertà.
Ma quella volta non trovai malviventi o la strada libera per il mio desiderio, ma trovai vostro figlio che con insistenza mi diceva di rimanere in sua compagnia.
“Perché dovrei rimanere a perdere tempo con voi? “
“Perché me lo dovete, Kaitlin. Vi ho salvato la vita.”
“Ed io vi ringrazio per questo. Ma io ho bisogno di essere libera e di non aver nessuna preclusione. I miei genitori mi tengono incarcerata contro la mia volontà in quella gabbia d’oro che chiamo casa.”
“Davvero? Anche i miei genitori fanno la stessa cosa con me. E anch’io mi sento oppresso.”
“Lo fanno perché le nostre famiglie non vanno d’accordo. Non potranno mai credere di vederci insieme, sapete?”
“Ma loro non lo sapranno mai, Lady Kaitlin. E sarebbe un vero piacere rimanere in vostra compagnia.”
A quelle parole non potevo credere che ci stesse provando con me con i suoi giri di parole.
Sorridendo, cercai di svignarmela distraendolo, ma era molto più furbo di quello che potevo credere.
Alla fine, mentre mi prese il mio braccio senza farmi alcun male, mi trascinò verso di lui cercando il suo sguardo voglioso e per niente appagato.
“Che cosa state facendo?”
“Sto cercando di non farvi fare altri errori che potrebbero costarvi caro, Lady Kaitlin. Non avete ancora capito che voglio proteggervi?”
“Così non lo state facendo!”
“Evitate di gridare, altrimenti vi farete scoprire.”
“Vi prego di lasciarmi andare. Io non posso rimanere ancora in quella villa. Rischierei seriamente di impazzire.”
“Per così poco? Eppure siete ancora così giovane. Dovrete passarci ancora un po’ di tempo, sapete?”
Il suo tono canzonatorio era davvero snervante per me ed io cercavo di togliermelo di mezzo in tutti i modi, ma Seth era peggio di una dannata ombra.
“Che cosa posso fare per farvi stare lontano da m?”
“Niente… Ma potrete portarmi con voi. Solo così potrei avere la certezza che voi sarete al sicuro.”
“Che cosa? Non se ne parla nemmeno.”
“Allora vorrà dire che dovrò fare la spia ai vostri genitori. Per la vostra incolumità”
“Non oserete mai.”
“Vedete di non mettermi alla prova. Non vi conviene.”
Ormai con le spalle al muro, decisi che anche quella notte avrei avuto una guardia del corpo che non mi avrebbe perso di vista in nessun momento.
Ma incredibilmente, la sua compagnia giovò molto a quella notte.
Quando decisi di rientrare, Seth si strinse a me per cercare di proteggermi dal freddo.
“Spero per voi che non prendiate un brutto raffreddore, altrimenti come farete a spiegarlo ai vostri genitori?”
“Voi non mi conoscete, ma so mentire molto bene” risposi fiera di me
“Oh, lo credo bene. Ho sempre saputo che voi avete la faccia da furbetta.”
“Che cosa?! Non è affatto vero.”
Quella notte mi sono divertita come non mai e il suo senso di protezione ha scaturito in me un vortice di emozioni che credevo di non possedere.
Per rendere la nostra serata, ovvero la prima nottata insieme, non potei, che baciarlo sotto le stelle prima che l’alba potesse cancellare quel momento romantico e indelebile.
“Io… è stato incredibile.”
“Vedete però di non raccontarlo” Feci subito mettendogli la mano sulla sua bocca “Se qualcuno lo saprà…”
“Non lo saprà nessuno. custodirò il nostro segreto per sempre. Ve lo prometto.”
Con quello sguardo, sapevo molto bene che potevo fidarmi di lui.
A mano a mano che mi regalava le mie notti da sogno con le sue visite, sentivo che mi stavo innamorando e che la nostra relazione non poteva rimanere all’oscuro per sempre.
Ma non potevo nemmeno credere che la perfida di mia madre aveva scoperto tutto su di noi. >
Improvvisamente, bloccandosi per le forti emozioni che stava cercando di controllare, Sandy capì tutta la loro vicenda.
< Kaitlin, ancora non so come possa essere morto mio figlio Seth. Ma sapere che vi amava più di qualsiasi latra cosa, mi riempie il cuore di gioia. >
< Fidatevi di me, Signor Cohen. Vostro figlio era il ragazzo che mi avrebbe protetto in ogni avversità e che mi avrebbe amato nonostante tutto… Ma io, ingenuamente, non sono riuscita a proteggerlo. >
Piangendo mentre cercava un minimo di conforto, la giovane Kaitlin non riusciva a sopportare la mancanza del suo amato che ogni giorno si faceva sentire sempre di più.
< Non posso dirlo che si risolverà tutto… Ma dovete farvi forza. Troveremo la felicità prima o poi. Non possiamo continuare ad essere tristi per sempre. >
< Mi dispiace, Signor Cohen. Ma io non riuscirò mai più ad essere felice. >
Con quelle parole, era come se Sandy stava ascoltando sua moglie Kirsten.
Non volendo gettare latri ricordi brutti sulla sua esistenza, Sandy sapeva che ogni minuto trascorso in compagnia di Kaitlin era un serio pericolo.
< Avete ragione, Signor Cohen. È meglio che me ne vada.
< Kaitlin, io non voglio che vo ve ne andiate… >
< Lo so bene. Ma in fondo volevo solo confessarvi quello che Seth è stato per me: un degno uomo che ha saputo proteggermi alla sua maniera, amandoci a vicenda. Ed io questo non potrò mai dimenticarlo. >
< Kaitlin, se posso fare qualcosa per voi… >
< No, Signor Cohen. Ho paura che per me sia troppo tardi… E’ stato bello poter parare con voi. Davvero. Spero che il vostro futuro sia molto più speranzoso del mio. >
E meò dire ciò, Kaitlin sparì sotto lo sguardo di un impassibile Sandy Cohen, mentre il ritorno al presente dopo un momento che si era tuffato nel passato a ripensare a suo figlio, era più assordante che mai.
“Non ha nemmeno tentato di cercare il mio perdono insistendo” pensò l’uomo “Forse perché sapeva già di averlo conquistato… Quella ragazza. Il coraggio fatto a persona.”

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Capitolo 3
*** L’unione non può essere cancellata ***


La conversazione tra Sandy e la piccola Kaitlin era stata decisiva nei pensieri del vecchio uomo.
sapere che suo figlio fosse stato un giovane ragazzo dal cuore nobile e puro, lo rendeva ancora più orgoglioso0.
Ma con tutto il coraggio di parlarne al mondo intero, Sandy non riusciva a trovare la forza di dire il tutto a Kirsten, ancora visibilmente depressa e scossa per quello che era successo.
Dal canto suo però, Sandy cercò di parlarne con Ryan, decisosi finalmente a studiare nonostante tutte le peripezie di cercare di fuggire da quella vita e di tornare in mezzo alla povera gente di Bergamo dove ogni giorno soffriva la fame.
“Il mondo è un luogo orribile dove noi cerchiamo sempre di starci alla larga” gli aveva sempre detto Sandy “Dovresti ritenerti fortunato, Ryan. Tu sei il giovane ragazzo che ha portato nella nostra famiglia quella luminosità che è sempre cambiata. Hai salvato nostro figlio Seth dalla depressione e l’hai fatto crescere proprio tu, dove noi genitori abbiamo fallito.”
Ma adesso che l’oscurità era tornata in casa Cohen, Ryan on poteva credere ancora di aver perso un fratello fidato e di buon cuore.
Cercando una via d’uscita da quella depressione e da quella rabbia, un giorno Ryan s’imbatté in una giovane ragazza che passeggiava nervosamente proprio vicino alla loro dimora.
Incuriosito da quell’individuo misterioso, Ryan aveva deciso di arrivare in fondo a quella faccenda senza L’aiuto DELLA famiglia Cohen.
Decisosi a seguirlo senza farsi vedere, Ryan era un ottimo maestro quando si trattava di immergersi nell’ombra.
Preso con le spalle al muro, l’individuo non poté fare altro che arrendersi dopo che era stato portato in un vicolo buio e senza uscita.
< Adesso mi dirai che cosa ci facevi da alcuni giorni a questa parte dinanzi alla villa dei Cohen! >
< Non credi che non siano affari che ti riguardano? >
< Mi riguardano eccome! Se sei una spia di quei dannati Cooper, è meglio che tu ti arrenda alla svelta. >
< Oh, ma certo… Ai tuoi occhi sarò una spia molto speciale. >
una volta che l’individuo buttò per terra il mantello che gli copriva il volto, Ryan non poté credere di trovarsi dinanzi alla primogenita Marissa Cooper.
< No. non è possibile. >
< Mia sorella è stata da voi qualche giorno prima e fino ad allora io non avevo mai trovato il coraggio di farmi avanti. >
Non sapendo che cosa mai Marissa potesse volere dai Cohen, Ryan si sentì improvvisamente da quello sguardo turbato.
< Che cosa volete, Lady Cooper? >
< Andarmene. Andarmene via da questa città per sempre. >
< E’ impossibile. Voi fate parte di una famiglia troppo potente e rispettata dal sangue e dalla violenza. >
< Mi dispiace che la mia famiglia venga dipinta in questo modo… Ma ogni giorno che passa, io sento che non ne faccio parte. >
< Ed io dovrei credere alle vostre parole? >
< Almeno credetemi se vi dico che mi dispiace davvero per la morte di vostro fratello Cohen. >
Nel sentir parlare di Seth, Ryan strinse i pugni per mantenere il suo flebile autocontrollo.
< Non vuoi permetto di parlare di lui. >
< Ah no? perché mi odiate così tanto? >
< E me lo chiedete pure? Voi siete una Cooper! Sangue del sangue di Julie Cooper e Jimmy Cooper, la feccia maledetta di questa città. >
< Allora esaudite il mio ultimo desiderio di fuggire dalle loro grinfie. >
< E perché dovrei farlo? >
< Perché io non sono come loro! > protestò Marissa con tono veemente < Io e mia sorella non vogliamo… >
< Mi dispiace per voi Lady Cooper, ma non sarò io che vi aiuterò a fuggire. Non voglio perire a causa vostra proprio com’è successo a Seth. Io devo proteggere la mia famiglia: gli unici che davvero mi hanno aperto le porte ad un mondo nuovo. >
< Ma certo. Voi non potrete mai sopportare di tornare in mezzo alla povera gente > rispose la donna con tono di disprezzo.
< Voi che cosa ne volete sapere di me? >
< Tutti sappiamo del vostro passato, Lord Atwood. >
< Il mio passato non è affar vostro! >

Sentendo che quelle parole forti non provenivano proprio dall’istinto di Marissa, Ryan non aveva il coraggio di aiutarvi.
< Ma io posso aiutarvi a distruggere la mia famiglia solo se voi riuscirete a proteggermi e a farmi fuggire da questa città. >
< Ve l’ho appena detto che non… >
< Se solo voi sapeste le pene dell’inferno che io e mia sorella dobbiamo affrontare. Se davvero siete un uomo dal cuore buono, fareste di tutto per aiutarmi. >
Ma improvvisamente, il vicolo buoi dove Ryan e Marissa stavano discutendo animatamente tra di loro, fu riempito da Alcuni Passi molto pensanti che misero in allarme la giovane ragazza.
< Loro sono qui. >
Spaventata, fuggì voltandosi un’ultima volta all’indirizzo di Ryan, mentre il giovane ragazzo continuava a non capire.
< Che state facendo? Dove state andando? >
< Avevate l’occasione di salvarmi e rendermi un futuro diverso da quello di adesso… Ma il vostro cinismo sarà la vostra rovina. I Cooper e i Cohen non andranno mai d’accordo se voi penserete di ucciderci tutti. La guerra e le ferite saranno sempre aperte. >
E nel dire ciò, Marissa Cooper sparì nel buio di una sera gelida, lasciando Ryan interdetto involarsi verso casa.

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Capitolo 4
*** Torture e pregiudizi ***


Fuggendo tra le vie della città, Marissa Cooper sentiva che i suoi guai erano soltanto all’inizio.
Una volta che le guardie della sua famiglia la trascinarono contro la sua volontà, la giovane ragazza strisciò dinanzi ai suoi genitori con vergogna e riluttanza.
Il primo impatto andò verso suo padre, freddo e crudele come non mai.
< Credevi davvero di riuscire a fuggire? >
ma Marissa, per quanto restia e rabbia nei confronti di suo padre poteva avere, trovò il coraggio di non rispondergli.
< Non lo vedi in che condizioni sei? Vuoi davvero… >
< Padre, io non ho niente da dirvi. Lasciatemi andare. >
Ma l’uomo, che non aveva nessuna intenzione di mollare sua figlia, la prese per un braccio così violentemente da causargli un livido.
< Lasciatemi! Mi fate male! >
< Non puoi fuggire dalla tua famiglia! Non puoi andartene in giro come se niente fosse. >
< Voi per me non siete niente. >
< Sono quello che ti ha dato la vita e che insieme a tua madre ti abbiamo cresciuto. Tu e tua sorella siete delle rinnegate maledette. Non avete nessun rispetto per noi. >
< Perché voi? Credete davvero di averne? >
< Brutta figlia ingrata! >
Prima che il padre della ragazzo potesse colpirla, la moglie dell’uomo lo fermò con un grido mentre si stava avvicinando lentamente.
< Lasciaci soli, Jimmy. Sarò io che convincerò Marissa dei suoi errori. >
< No. è compito del padre… >
< Tu vedi di pensare a Kaitlin. A quest’ora è a lezione. Vai a vedere se è tutto apposto. >
< Sarà meglio per lei che lo sia. >
Affrontando sua madre come se fosse in un mare in tempesta, Marissa sentiva ancora il coraggio e la sfrontatezza scorrergli nelle vene.
< Che cos’è quel livido? >
< E’ stato mio padre. >
< Se tu non avessi fatto la sgualdrina coraggiosa e irriverente, a quest’ora saresti con tua sorella a seguire le lezioni. >
< Non ho bisogno di studiare. >
< Che ti piaccia o no, sei l’erede diretta di questa famiglia. E se tu e tua sorella volete fuggire come due anime libere, sarà meglio che vi ricrediate immediatamente. Il vostro futuro è legato a questa famiglia. Ed io e tuo padre non potremmo mai sopportare che ci tradiate impunemente. >
< Da quando voi e mio padre avete ucciso… >
< E’ stato un incidente > tagliò corto la donna < E adesso basta. Non voglio più parlarne. >
< Perché ve ne vergognate. Non è forse così? >
< Tu e tua sorella non riuscite a credere quello che abbiamo fatto per voi in tutti questi anni! > gridò spazientita Julie Cooper < Eravamo dei poveracci quando voi due eravate nate e con molti sacrifici, siamo riusciti ad essere la famiglia più importante e rispettata della città di Bergamo. È grazie ai nostri sacrifici se abbiamo il controllo della metà della città. Ovviamente la parte più importante… I Cohen hanno perso credibilità in tutti questi anni. >
< Già… E chissà come avete fatto ad arrivare così in alto. Di sicuro non con i sacrifici come dite voi. >
Inviperita per come sua figlia si stava comportando, Julie mollò uno schiaffo a Marissa facendola sanguinare sul labbro.
< Adesso sarete contenta, madre. >
< Non sarò contenta fin quando non rispetterai il buon nome della nostra famiglia. >
< Io non rispetterò mai una famiglia dove alle spalle ha pregiudizi, assassini e altre crudeltà del genere. A causa vostra molti cittadini vivono nel vostro terrore. >
< E lo devono fare. Altrimenti il potere non può essere conquistato. >
< Non posso credere che voi… >
< Sei stata ricondotta qui a forza Marissa, strisciando ai piedi di tuo padre. Per quanto tempo vuoi ancora umiliarti? >
< Per tutto il resto della mia vita. >
< Allora ti confesso che non accadrà mai più una faccenda del genere. Le prigioni della nostra villa potrebbero farti cambiare idea. >
< Fate pure. Tanto ho già dimostrato il volere di morire se continuerò a far parte di questa dannata famiglia. >
< Tra qualche giorno non sarai più di questo avviso. >
Richiamando le guardie per far rinchiudere la sua stessa figlia, Julie incontrò anche suo marito mentre stava minacciando ancora una volta la sua secondogenita.
< Kaitrin, adesso vattene in camera tua. Io e tuo padre dobbiamo parlare. >
< Che cosa avete fatto a mia sorella? >
< Sarà al sicuro. Almeno per ora- >
< Non sarà così che riuscirete a cambiare noi. >
< Invece farete moti passi indietro, Kaitrin. Fosse l’ultima cosa che io e tuo padre facciamo… Adesso togliti di mezzo o farai compagnia a tua sorella. >
Impaurita per le sorti personali e di sua sorella Marissa, Kaitrin ubbidì alla richiesta di sua madre mentre i suoi maestri non la perdevano d’occhio per un istante.
> Che cosa dicono i maestri sul rendimento di nostra figlia Kaitrin? >
< Purtroppo non è buono. Troppa distratta a pensare alla fuga dalla nostra famiglia. >
< Vorrà dire che il pugno do ferro non è abbastanza forte… Ma credo che abbiamo un problema più grande al riguardo.
< Si tratta di nostra figlia Marissa? >
< E di chi sennò? Non sono riuscita a scoprire chi ha incontrato. >
< Cosa ti fa pensare che… >
< Io conosco mia figlia. Anche se non gli ho fatto domande dirette, so che sta nascondendo qualcosa. >
< Ma perché perdere tempo a parlare con qualcuno? >
< Non saprei. Ma sarà nostro dovere scoprirlo. >
< Credi che centri il figlio adottivo dei Cohen? >
< Chi lo sa… Ma se fosse davvero così, la guerra con quella famiglia non è ancora chiusa. >


Rientrando alla villa dei Cohen con fare titubante, il giovane Ryan incorse in Kirsten che stava raggiungendo la cucina per un pasto caldo
< Kirsten > fece il ragazzo sobbalzando < Mi avete spaventato. >
< Lo so. Da alcuni giorni a questa parte faccio questo effetto… Dove ti trovavi? >
< Che cosa? >
< Sei appena rientrato in casa. Dove sei stato? >
< Ecco... Un po’ in giro. Avevo bisogno di prendere una boccata d’aria. >
< Ultimamente fai un po’ troppe passeggiate > rispose la donna con tono circospetto < Non è che stai incontrando qualcuno? >
< Sinceramente non ho nessuna intenzione di vedere nessuno, Signora Cohen. Ho troppi pensieri per la testa. >
< Già. Proprio come me… La perdita di Seth è ancora vivida nei nostri pensieri. Ma in fondo dobbiamo andare avanti, non credi? >
< Esatto. E vostro marito… >
< Lo so. Sandy si preoccupa molto per me. Ed io ultimamente non faccio altro che deluderlo… Sento che sta scappando tra le mie braccia e pensa che io sia l’unica ragione in cui la nostra famiglia è divisa… Sono una madre snaturata e ingenua. Non sono riuscito a proteggere il mio unico figlio. >
< Signora Cohen, sono convinto che anche con la vostra protezione… >
< Mio figlio sarebbe rimasto in vita. Non gli ho dato tutto l’amore e il coraggio di cui aveva bisogno. Per questo è morto sotto la rabbia folle di quella famiglia che non riesco a nominare. >
< E’ qui che ti sbagli, Kristin. >
Sandy, rientrando anche lui alla villa, gli confesso che Seth era cambiato nel corso degli ultimi mesi.
< Certo che è cambiato. Tutta colpa di quella Kaitrin. >
< Ne era follemente innamorato. >
< Non m’9nteressa minimamente > rispose Kirsten con tono sprezzante < E’ stata quella ragazzina la sua rovina. Se me la trovassi tra le mani, saprei io come ripagare la vendetta di quella famiglia disgraziata. >
< No. tu non farai niente di orribile, Kirsten. Noi non siamo assassini. >
< Ne ho abbastanza di farmi prendere in giro da quei criminali. Vivono sulla morte e sulle disgrazie della povera gente di Bergamo! Questa città non è più come una volta. >
< Lo so bene. Ma non possiamo lavare il sangue con il sangue. Una rivolta cittadina è l’ultima cosa che vorrei. >
< Certo. Che vorresti tu. Ma io… >
< Non puoi parlare così. Seth non vorrebbe mai… >
< Seth non c’è più! > gridò disperata la donna < Ed io non posso accettarlo! >
Rompendo qualsiasi cosa che si trovava tra le sue mani, ci volle l’intervento delle guardie stesse ad evitare che Kirsten potesse definitivamente fare un gesto sconsiderato e folle.
< Non lo vedi, Sandy? Sto impazzendo. La perdita di Seth sarà una cicatrice indelebile che non si ricucirà mai. >
Sandy, non riuscendo a dire niente al riguardo, diede ordine ai suoi domestici di controllare in ogni momento sua moglie.
< Mio Signore, credo che la sua mente e i suoi crolli nervosi l’abbiano cambiata per sempre. Dovrebbe essere rinchiusa in un manicomio. >
< Vi prego di non dire simili dicerie > rispose l’uomo alla sua domestica < Adesso fate quello che vi ho detto. E non discutete! >
Voltandosi un’ultima volta verso il suo padrone, la servitù non poteva pensare altro che i Cohen avessero toccato il fondo.
> E sarà al limite dell’impossibile tornare dal vostro oblio in cui vi siete gettati. I Cooper stanno rendendo questa città l’inferno sulla terra… Molta gente muore di stenti perché non ha niente da portare sulla tavola. La criminalità è realmente alta che non vogliono nemmeno uscire di casa… Secondo voi questo è vivere? >
< Certo che no! ma non posso essere solo io il salvatore di questa città. >
< Allora vedete di scontrarvi con i vostri scheletri e i vostri problemi più profondi prima che sia troppo tardi. >
< I Cooper non vorranno mai parlare con i Cohen. Le nostre fazioni familiari sono la divisione di un abisso incolmabili. >
< Allora preparatevi a vedere la città di Bergamo prendere fuoco tra l’odio di una società che non riesce ad alzarsi. >
< Perché state dicendo questo? >
< Perché in quarant’anni di servizio per la vostra famiglia, non ho mai visto niente di simile… E se voi non salverete la situazione, dovrà pensarci qualcun0altro. >
< Salvare la situazione? Qualcun altro? A chi vi state riferendo? >
Ma la domestica, per quanto saggia e seria potesse essere, evitò di rispondere al suo padrone, dando un’ultima occhiata a Ryan Atwood che aveva assistito a tutta la conversazione.

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Capitolo 5
*** Desideri ***


Rimanendo isolata e rinchiusa contro la sua volontà nelle stanze buie di Villa Cooper, Marissa ricevette la grazia di suo padre che non riusciva a sopportare la figlia diventare debole e rischiare inutilmente la vita.
Dopo aver dichiarato lo sciopero della fame, toccò proprio a Jimmy Cooper cercare di risolvere la situazione.
< Marissa, come ti senti? >
< Come se fossi sul punto di morire > rispose la giovane ragazza con tono flebile e visibilmente dimagrita < Come avete potuto farmi questo? >
< Adesso basta discutere. Hai bisogno di nutrirti e di riposarti nel tuo letto. >
Senza sapere che sua madre non era d’accordo sulla sua liberazione, Jimmy cercò di nascondere il tutto cercando la complicità dei suoi servitori.
ma avendo una terribile paura per come la Signora di casa avrebbe potuto reagire, alla fine Jimmy dovette fare tutto da solo.
< Ecco. Ti ho portato qualcosa da mangiare. >
Divorando quel pezzo di pane con salumi misti e formaggio, la giovane Marissa si sentì improvvisamente rinfrancata.
< Adesso va un po’ meglio? >
Avendo il boccone pieno, la giovane ragazza evitò di rispondere.
< Marissa, ti confesso che io non avrei mai voluto… >
< Risparmiate il fiato, padre. Ormai sono abituata a questo genere di situazioni. >
< Non è quello che io e tua madre abbiamo pensato per te e tua sorella. >
< Allora perché ogni giorno fate di tutto per toglierci la felicità e la libertà? >
< Perché voi… è troppo complicato dirvelo! >
< A questo punto la situazione non cambierebbe in nessun modo. Non credete anche voi, padre? >
< Vi prego. Sono convinto che un giorno tu e tua sorella possiate finalmente cambiare. >
< E diventare simili a voi? Preferiremo morire piuttosto… >
< Io non sono come tua madre > ringhiò Jimmy con tono diretto < E’ a causa di tuo nonno Caleb se tu… >
Sentendo un rumore di passi echeggiare nelle sue vicinanze, Jimmy pregò sua figlia Marissa di uscire immediatamente dalla sua camera mediante la finestra,
< Ma padre, che cosa state facendo? >
< Tua madre non sa che ti ho fatto uscire. Se dovesse scoprirlo, punirebbe anche me. >
< E potrebbe davvero spingersi a tanto? >
< tua madre non si ferma dinanzi a nulla. Credo che ormai tu lo sappia. >
Guardando negli occhi suo padre per un’ultima volta, Marissa riuscì a ringraziarlo prima che il suo sguardo impaurito potesse incontrare quello di sua madre.


Una volta che sua figlia uscì dalla camera, Julie volle subito sapere che cosa ci faceva suo marito in camera della loro primogenita.
< Stavo sistemando alcune cose di nostra figlia Marissa. Ho intenzione di portargli qualcosa nella sua… >
< Non ci pensare nemmeno. Marissa è confinata fino a nuovo ordine. Così impara a ribellarsi a noi. >
< Tesoro, non credi di esagerare? >
< Spero che tu non lo stia dicendo seriamente. >
< Le nostre figlie non cambieranno mai. Sono troppo ferite per quello che gli p successo. >
< Fanno parte di una famiglia gloriosa che ha anni di storia alle sue spalle. Ed è giunta l’ora che lo capiscono alla svelta prima che sia il loro nonno a prendere le redini di questa situazione intricata e snervante. >
< Che cosa? Tuo padre… >
< Ci farà visita domani. Così vedrà come educhiamo le nostre figlie… In fondo non siamo genitori inutili e senza pugno duro. >
< Julie, credi davvero… >
< Adesso basta parlare di quelle nullità. Dobbiamo rendere il soggiorno di mio padre al suo livello. Ti devo ricordare che è stato lui il primo vero signore di Bergamo? >
< No. non serve. >
< Allora vedi di impartire gli ordini necessari. Non abbiamo molto tempo. >
< Potevi avvertirmi molto prima del suo arrivo, non credi? >
< Perché? Che cosa poteva cambiare? >
< Niente. lascia perdere. >
< Ecco, appunto… Adesso vedi di non perdere altro tempo. I servitori dovranno fare gli straordinari per rendere questa nostra villa presentabile. Sono stata chiara? >
< Perché non sei tu a dirgli questo? >
< perché ho altre faccende che richiedono la mia presenza lontano da casa. Tornerò questa sera tardi. Vedi di non aspettarmi, d’accordo? >
< Posso sapere cosa… >
< Ogni donna ha i suoi segreti, Jimmy. Non scordartelo > disse infine Julie con quel tono misterioso che Jimmy non riusciva a sopportare.


Non molto lontano dai suoi giardini, Marissa incontrò Ryan Atwood intento a fissare le mura cittadine che ricoprivano la bellissima città di Bergamo.
Quel suono silenzioso e il rumore di uccellini che risuonavano nell’aria, rendevano l’atmosfera placida e rigenerante.
< Non mi aspettavo di ritrovarvi qua, Lord Atwood. >
Girandosi dopo averla guardata negli occhi. Ryan ne fu ancora ammaliato nonostante la prigionia degli ultimi giorni.
< Non credevo che vi avrei potuto rivedere, sapete? >
< Finché non morirò, ci sarà sempre un’occasione per noi due. >
< Già. Ogni giorno voi rischiate la vita a causa dei vostri genitori. E non potete fare niente… >
< Prima o poi le cose cambieranno. Devo solo attendere. >
< E per quanto tempo potrete sopportare tutto questo? >
< Sinceramente non lo so e non voglio nemmeno pensarci… Ma ho due desideri che vorrei esaudire. >
< E sarebbero? >
Guardando Ryan con fare guardingo, Marissa non sapeva se davvero confessare quello che provava per lui.
< Ma se ve lo dico, è molto improbabile che non si realizzi. >
< I vostri desideri riguardano forse me? >
< Chi lo sa > rispose la donna ritrovando il sorriso < Ma una cosa è certa: il mio più grande desiderio è potermene andare da questa città e vedere anche per una sola volta… il mare. Quell’immenso blu che è sinonimo di infinito e che non ho mai avuto il piacere di vedere. >
< Non hai mai visto il mare? >
< Quando vivi rinchiuso per tutta la tua esistenza in una gabbia d’oro, è quasi impossibile vedere quello che circonda questo mondo. Non trovate anche voi? >
< Sì. Avete assolutamente ragione. >
< Mi potrei accontentare di così poco… Ma essendo ancora giovane, devo prendere in mano la mia vita. E credo che non ci riuscirei da sola. >
Sapendo bene di chi aveva bisogno d’aiuto, Ryan si avvicinò alla giovane ragazza stringendo le sue mani fredde e vogliose d’affetto.
< Lord Atwood, il vostro tocco… >
< Non credete di potermi chiamare per nome, Marissa Cooper? >
< Oh. Ma certo > rispose sorridente la ragazza < E vi prego, evitate di chiamarmi con il mio cognome. Io non appartengo a questa dannata famiglia. >
< Va bene… Marissa, non credete che voi… >
Intravedendo alcuni individui fissarli con insistenza, Marissa credette che le spie della sua famiglia l’avevano scoperta ancora una volta.
< Mi dispiace Ryan, ma devo proprio andare. Non posso permettermi di finire in altri guai in questo periodo molto delicato. Spero che voi mi comprendi9ate. >
< Ma certo > rispose ‘uomo con tono deciso < Ma preferirei ancora rivedervi, se per voi… >
< Vedrò di farmi trovare io. Non posso permettere che voi rischiate la vita avvicinandovi alla mia villa. >
< Proprio come adesso? >
< In questo momento le guardie sono impegnate ad aiutare i servitori per una delle nostre feste. Anche se mia madre e mio padre non mi hanno voluto dire chi giungerà nella nostra dimora… E sarà quel momento il momento adatto per rivederci. >
< Domani durante la festa? >
< Attendetemi fuori al giardino. Appena giungerà il momento adatto, vi raggiungerò. Ve lo prometto. >
Non avendo più il tempo di rimanere in sua compagnia e di assaporare tutti quei tocchi, Ryan vide la giovane ragazza sgusciare via tra le sue mani mentre per la prima volta aveva sentito battere forte il suo cuore per le numerose emozioni che stava provando.

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Capitolo 6
*** Lontano dal pericolo, vicino all'amore ***


Rientrando al castello, Marissa non poté immaginare che ad attenderla ci fosse proprio sua madre.
Il suo sguardo guardingo e rabbioso faceva solo predilire problemi a cui non si sarebbe mai sottratta.
< Madre. Che cosa ci fate in camera mia? >
< Questo dovrei dirtelo io a te, Marissa. Dove ti trovavi? >
< Ero andata fuori a fare una passeggiata a chiaro di lui. È una bellissima serata. >
< Lo sai bene che non puoi muoverti dal castello senza l’ausilio di una guardia. Perché ci sei andata da sola? >
< Perché odio rimanere in compagnia di qualcuno. Volevo assolutamente rimanere sola. >
La madre, capendo subito che sua figlia gli stava mentendo, non aveva più voglia di sentire preamboli che non si reggevano minimamente.
> Vedi di parlare chiaro una volta per tutte prima di cacciarti in guai irrimediabili. >
< Che cosa state dicendo, madre? >
< Credi che io sia una stupida? Che io non sappia che ti sei vista con Ryan Atwood? Oltre ad essere ingenua, sei anche una stupida. >
Marissa, che non sapeva che cosa dire, rimase in silenzio alcuni secondi pregando sua madre di lasciare subito la sua stanza.
< Non la passerai liscia questa volta, Marissa. Te la farò pagare. >
< Cosa volete farmi? > domandò la giovane ragazza con le lacrime agli occhi < Volete uccidermi come Seth Cohen come ha fatto mio padre? >
< Non essere ridicola. >
< Lasciatemi in pace vivere la mia vita. Non voglio dare problemi. Voglio solo essere felice. >
La madre, cercando di calmarsi, cercò di spiegare a sua figlia che i Cooper non potranno mai essere felici se rimangono a Bergamo.
< Che cosa vuoi che faccia allora? >
< L’unico modo per andarsene è di fuggire il più lontano possibile… Ma per una Cooper non è così facile potersene andare. >
< Vi state forse riferendo a mio nonno Caleb? >
< Lui controlla i confini della città, Marissa. Ha confidenti e spie ovunque. Molto probabilmente sa già che ti sei vista con il tuo amante Atwood. >
< Oh no. non voglio che Ryan… >
< Non morirà, Marissa. Almeno non questa notte… Però devi cercare di andartene il prima possibile. >
< E come faccio? >
< Domani mattina all’alba potremmo dare atto al nostro piano. Devi solo preparare i bagagli. >
< Piano? Quale piano? Io non capisco. >
< E’ meglio che tu lasci fare a tua madre. Per una volta fidati di me. >
Non avendo altra scelta, alla fine Marissa ringraziò sua madre per la sua comprensione, non capendo ancora che fosse cambiata per il suo bene.
< Adesso tornerò nella mia stanza. Dobbiamo fare di tutto per essere normali senza dare nell’occhio. Non bisogna nemmeno fidarci dei domestici. >
< Ma perché fate tutto questo, madre? >
< Perché non voglio che tu abbia la stessa sorte di sua sorella Kaitrin. Non potrei sopportarlo. >
Piangendo a vicenda come primo segno di liberazione, la donna non si accorse che suo marito Jimmy era rimasto tutto il tempo dietro la porta ad origliare la conversazione con sua figlia.
< Non avrei mai creduto che saresti cambiata così > fece l’uomo < O hai forse un secondo fine? >
< Dannazione, Jimmy! Mi hai spaventato! >
< Non volevo. Ma era l’unica possibilità di parlarti. >
< Ti prego di non farmi dire altre spiegazioni. È già abbastanza difficile così. >
< Ti aiuteremo, mamma. La famiglia Cooper sarà unita ancora una volta. >
Vedendo che c’era anche sua figlia Kaitrin, Marissa si sentì improvvisamente risollevata, attendendo l’alba che avrebbe cambiato il corso di molte persone.
 
 
Rientrando alla villa, Ryan Atwood ricevette subito il messaggio nascosto che Julie Cooper aveva scritto per sua figlia Marissa.
Avendo paura che fosse una trappola, il giovane lord dovette prendere tutte le accortezze necessarie per non cadere in trappola.
Decise di chiedere aiuto a Sandy Cohen, ma incredibilmente i padroni della villa non erano in casa.
"Che cos'è questo biglietto?”
Leggendolo con curiosità e paura, capì che i suoi genitori avevano lasciato Bergamo per alcuni giorni lontano dalle oppressioni e dalla routine.


Mi dispiace non averti avvertito prima continuava la lettera Ma K. Aveva assolutamente bisogno di cambiare aria prima che la pazzia potesse essere inevitabile.
Torneremo molto presto.
Durante la nostra assenza, vedi di stare molto attento
Con affetto
Sandy.



Sentendosi solo in quella villa così smisurata ed enorme, Ryan cercò di trovare il riposo necessario con il pensiero fisso che forse avrebbe davvero potuto essere felice con la sua amata, lontano dalle oppressioni e dal volere altrui.

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Capitolo 7
*** L'ultimo ostacolo ***


Con tutto l’aiuto della famiglia, Marissa venne buttata giù dal letto in malo modo molto prima che la servitù si potesse svegliare.
< Madre, ma che succede? > domandò Marissa confusa.< Non c’è tempo di parlare. Devi andartene in questo momento. >
< Ma è ancora buio là fuori. >
< L’alba spunterà molto prima che tu creda. Adesso vedi di darmi ascolto, o la tua voglia di essere felice, innamorata e libera scomparirà per sempre. >
Sotto lo sguardo attento di suo padre Jimmy e di sua sorella Kaitrin, Marissa prese le prime cose che trovò nel suo armadio per poi essere scaraventata con le sue poche cose prima fuori dalla sua stanza e poi fuori dalla villa.
Montando sulla carrozza, Marissa sentì il suo cuore battere all’impazzata per l’adrenalina e la paura.
< Ti voglio bene, sorella. Spero che tu sia più felice e fortunata di me. >
< Kaitrin, non avrei mai immaginato di darti un addio simile. Vorrei parlarti di molte cose e… >
< Tesoro, il tempo stringe > insisteva sua madre attendando che anche lei potesse montare.
< Adesso vai, Marissa. E sii felice. >
Dopo aver abbracciato sua sorella, f il turno di suo padre.
Non avendo tempo per dirgli quanto gli voleva bene nonostante quello che aveva fatto, la primogenita di casa Copper fu trascinata sulla carrozza mentre il battito degli zoccoli del cavallo risuonarono nelle sue orecchie.
Intraprendendo un sentiero nascosto coperto dal bosco, la carrozza dovette nascondersi un po’ distante dalla strada per non cadere vittima di imboscate o di ladri che usavano quelle strade per le loro malefatte.
< Madre, perché ci siamo fermate? >
< Perché è qui che ho dato appuntamento al tuo amato… Sempre che abbia ascoltato la mia lettera. >
< Che cosa gli avevi scritto? Capirà subito che non ero io… >
< Non potevo fare altrimenti > rispose la donna nervosa < Se è abbastanza intelligente, il tuo amato ascolterà le tue suppliche. Mi hai capito? >
Attendendo il suo arrivo che continuava a ritardare, alla fine Julie Cooper pensò che doveva salvare solo sua figlia, lasciando per sempre i suoi desideri.
< No, madre. Non lascerò mai Bergamo senza Ryan- >
< Quell’uomo non verrà mai. Ormai stiamo attendendo da troppo tempo. >
< E se avesse avuto qualche problema? Se gli fosse successo qualcosa di male? >
Spazientita e preoccupata, Julie stava per dare ordine al cocchiere di portarli il più presto possibile fuori il territorio di Bergamo, ma l’arrivo di un forestiero tardò la loro partenza.
< Oh mio Dio! Adesso che succede? >
Scendendo dal suo cavallo, le due donne non riconobbero subito che si trattava proprio di Ryan Atwood coperto dal suo folto mantello.
> Amore! Allora siete venuto! >
Non potendosi trattenere, la giovane Marissa abbracciò e baciò la sua dolce metà sotto lo sguardo attento di sua madre.
< Non credete che sia meglio proseguire adesso che la strada è sgombra? E voi, Atwood, dovevate giungere molti minuti prima. >
< Scusate, Signora Cooper. Ho temuto che fosse tutto un imbroglio. Non posso fidarmi di nessuno in questa città. >
< Potete fidarvi di mia figlia, stolto. >
< Vi chiedo ancora scusa. Davvero. >
< Madre, adesso basta essere rancorosi nei suo confronti. Vi siete scordata del vostro piano? >
< Certo che no. adesso montate sulla carrozza, Lord Atwood. Quando avremmo oltrepassato i confini della città, ci saranno due cavalli ad attendere il vostro arrivo. A quel punto la vostra vita prenderà una strada piena di libertà e non sentirete mai più parlare di Bergamo e delle loro famiglia. >
< Madre, questo vuol dire… >
< Perché tu sia salva, figlia mia, dovrai al più presto dimenticarmi. Solo così potrai essere felice. >
< Ma io non voglio farlo! >
< Adesso basta discutere, Marissa. Abbiamo tardato fin troppo. >
Ma subito dopo, una vecchia conoscenza dei Cooper sbarrò la loro strada verso la libertà
Scendendo da cavallo, Julie Cooper intravide suo padre Caleb che si stava avvicinando con sguardo serio e guardingo.
< Padre, che cosa ci fate voi… >
< Credete davvero che io non potessi scoprire le vostre malefatte? Pensavate di fuggire impunemente senza che io lo potessi venire a sapere? Questo vuol dire che siete più sciocchi di quello che pensavo. >
Scendendo dalla carrozza con lo sguardo determinato e senza paura, fu Julie Cooper la prima ad affrontare suo padre.
< Voi avete rovinato la vita di mia figlia e il mio odio ciec0 non mi ha fatto vedere di cosa voi potreste essere capace. Avete indotto mio marito ad uccidere il povero Seth Cohen in una maniera così brutale che ha distrutto per sempre due famiglie. Ma non permetterò che accada tutto questo anche a mia figlia Marissa. >
Ridendo sommessamente a quelle parole, Caleb si sentì come se la sua causa potesse giustificare i suoi mezzi.
< L’ho fatto per salvare la nostra famiglia. Ed è un vero peccato che tu non lo capisca. >
< L’amore non conosce ostacoli, padre. Come fate a non capirlo? >
< Non getterò la mia famiglia nel disprezzo e nella vergogna solo per alcuni capricci di tua figlia. >
Sguainando la sua spada e ferendo la povera Julie, adesso toccò a Ryan Atwood proteggere le due donne e il suo onore.
< Molto bene, Lord Atwood. La vostra fine sarà per me un motivo di grande orgoglio. >
< Avete finito con le vostre angherie. Bergamo sarà finalmente libera dalla vostra oppressione. >
< Prima però dovrete uccidermi. >
Sotto le prime luci dell’alba, Ryan si destreggiò come meglio poteva contro il suo avversario, Mentre Marissa rimase accanto alla madre ferita ad una spalla.
< Madre, non avreste mai dovuto… >
< L’ho fatto con cuore, figlia mia. Solo tu puoi essere felice nella nostra famiglia. È giunta l’ora di finirla una volta per tutte. >
Caleb però, essendo un ottimo spadaccino, disarmò il suo avversario prima di gettarlo a terra.
< Ryan! No! >
< Stai indietro Marissa. La questione riguarda me e il tuo amato. >
Andandogli incontro per dargli il colpo finale, Ryan non riusciva a muoversi a causa del suo avversario.
< E’ inutile che voi vi dimeniate. È finita… Avete fatto un errore a sfidare me e la mia famiglia. Ora però potrò vedere in faccia la vostra morte. >
< Non brinderete mai sul mio cadavere, Caleb! >
< ci vediamo all’inferno, Atwood. >
Ma una freccia scoccata a debita distanza, colpì alle spalle il vecchio Caleb.
Mentre il sangue gli fuoriusciva dalla bocca, Ryan capì che il suo destino era stato risparmiato da una fine nefasta, mentre il corpo del suo avversario cadeva morente su di lui.
Alzandosi di scatto per abbracciare la sua amata dopo aver corso il pericolo di morire, il giovane lord non poté immaginare che una buona stella potesse vegliare su di lui.
> Ryan. Ho temuto davvero di perdervi > rispose la giovane donna con le lacrime agli occhi.
< Adesso però basta piangere. È tutto finito. >
All’orizzonte infatti, Sandy Cohen cavalcava con veemenza mentre teneva in mano il suo arco.
< Sandy, siete stato voi… >
< Ogni cavaliere ha bisogno di un aiuto insperato. E devo dire che sono giunto al momento opportuno, non trovi? >
< Ma credevo che voi foste fuori città con Kirtsen. >
< Il piano era quello, ma non potevo lasciare da solo il mio figliastro in valiade di mille pericoli. E devo dire che sono giunto al momento giusto. >
< Esatto. Non potevate fare di meglio. >
Soccorrendo immediatamente Julie Cooper, fortunatamente la donna non era in pericolo di vita.
< Credo che a questo punto possiate tornare a Bergamo. L’oscurità e la cattiveria di Caleb Cooper non è più un problema. >
Ma i due amanti, volendo ricominciare una nuova vita lontano dalla città, decisero che si sarebbero presi cura di Julie Cooper prima di partire nuovamente per sentieri nascosti e inesplorati.
< Se è per me allora, potete partire anche subito : fece la donna con tono flebile.
< Non siate sciocca, madre. Non ce ne andremo finché non vi sarete ristabilita. >
< Ma sto bene! Davvero! >
< Per una volta madre, ascoltatemi. Non vi sto chiedendo tanto > rispose Marissa ritrovando il sorriso in quella mattina soleggiata verso un nuovo inizio già scritto.
 
 
Cavalcando per i boschi lontano da tutti gli ostacoli che la vita gli aveva imposto dinanzi, Ryan e Marissa cavalcavano incessantemente verso una metà imprecisa.
Senza credere a quello che stavano passando, Marissa non voleva sprecare nemmeno un solo istante con il suo amato.
< Se ci fermiamo adesso, non giungeremo mai alla prossima città > protestò sorridente Lord Atwood.
< Che fretta avete? Abbiamo tutta una vita per esplorare città a noi sconosciuti. >
< La nostra vita e le nostre passioni non saranno mai abbastanza lunghe. >
< Vorrà dire che trascorreremo ogni giorno come se fosse l’ultimo: amandoci e rispettandoci come una coppia dovrebbe fare. >
< Sì. Come una coppia speciale come noi. >
Lasciando i loro cavalli vicino ad un lago per abbeverarsi, i due amanti intrapresero sentieri tra i boschi senza però dimenticare il loro passato recente.
Il loro amore sarebbe stato sincero e inossidabile fino alla fine dei loro giorni, rimanendo accanto alle persone a loro molto più care e ricostruendo la città di Bergamo sotto il loro potere e la loro influenza.
Nel corso degli anni, la città bergamasca non conobbe periodi bui e di povertà, facendola diventare una dei territori più influenti e importanti che il territorio del nord Italia potesse beneficiare.

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