Second Chances

di LadyOfMischief
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Parte I ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Parte II ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8 - Parte III ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 19: *** Speciale Natalizio ***
Capitolo 20: *** Capitolo 17 - Parte I ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 





















 





Rey so che sei andata via soltanto questa mattina e mi dispiace interrompere la tua missione, ma abbiamo appena ricevuto notizia della distruzione di Pamarthe[1] . Dai primi rapporti è emerso che nessuno strumento è stato in grado di rilevare lo Star Destroyer Sith in prossimità del pianeta. Nessun pianeta dell'Orlo Esterno è al sicuro, per ragioni di sicurezza è meglio che tu e Chewbe torniate qui subito così vi spiegherò ogni cosa”

 

Era ciò che diceva il messaggio che Poe aveva inviato al Falcon con tanta urgenza, Rey aveva insistito con Chewbecca affinché glielo facesse ascoltare e adesso si pentiva di averlo fatto. Quella notizia angosciante confermava le voci che circolavano da qualche settimana: lo Star Destroyer Sith che aveva distrutto Kijimi era ancora in circolazione. Rey aveva intuito che quella trasmissione  non fosse portatrice di buone notizie, ma non era preparata a una notizia del genere, era stata un fulmine a ciel sereno. Il silenzio era calato nel momento esatto in cui il messaggio era terminato, nessuno sapeva come commentare una cosa del genere. Il pensiero di tutte le vite innocenti che erano appena state distrutte senza un apparente motivo era angosciante. Perché dal nulla ciò che restava del Primo Ordine aveva deciso di distruggere un altro pianeta? Era forse un modo per uscire pienamente allo scoperto e lanciare un messaggio al resto della galassia? Rey sapeva che avrebbe ottenuto quelle risposte soltanto una volta tornati ad Ajan Kloss.
“Com'è possibile? Credevo che la flotta Sith fosse stata distrutta prima che lasciasse Exegol” chiese Ben visibilmente sconvolto.
“È quello che credevamo tutti...” fu l'unica cosa che riuscì a dire Rey in preda allo sconforto, nessuno in quell'angolo della galassia era al sicuro. Calò nuovamente il silenzio e ognuno prese posto, Chewbecca aveva già impostato la rotta verso la base della Resistenza, sarebbe stato un viaggio davvero breve.
I motori del Falcon presero vita tra i soliti rumori, che davano sempre l'impressione che tutto potesse saltare in aria da un momento all'altro, e nel giro di pochi istanti il vecchio mercantile lasciò l'atmosfera del pianeta. Rey si sentiva irrequieta, nonostante avesse preannunciato ai suoi amici che non sarebbe tornata da sola, e loro ci avevano scherzato su, non sapeva cos'aspettarsi. A renderla ancor più irrequieta era la questione dell'attacco sferrato contro Pamarthe, se nessuna tecnologia era in grado di rilevare la presenza della nave allora neppure la base sarebbe stato un luogo sicuro a lungo. In molti si erano illusi che la guerra fosse finita semplicemente perché l'Imperatore era stato sconfitto e la flotta Sith era stata distrutta, ma Rey e i suoi amici l'avevano sempre saputo che non era così. Probabilmente era quella la ragione per cui il Primo Ordine, o in qualunque modo si facessero chiamare ora, aveva scelto di agire così in fretta. I singoli governi erano così impegnati a ricostruire e cercare di unificare una galassia devastata che non avevano dato la priorità ad altro.
Rey si voltò verso Ben, che occupava il posto da co-pilota, era concentrato sui comandi della nave e anche con la temporanea assenza del loro legame Rey poteva facilmente intuire cosa stesse pensando.
“Non è colpa tua Ben”
“Come puoi dire una cosa del genere? Avrei potuto impedire ogni cosa”
“E come? Non potevi distruggere un'intera flotta da solo”
“Uccidendo l'Imperatore quando ne ho avuto la possibilità” replicò Ben.
“Così facendo il suo spirito si sarebbe impossessato di te, avresti peggiorato le cose” fece notare Rey, Chewbecca che aveva ascoltato l'intera conversazione gli posò una zampa sulla spalla e intervenne dicendo che non c'era nulla che avrebbe potuto fare per fermare l'Imperatore da solo.
“Hai commesso degli errori e dovrai assumertene la responsabilità, ma non puoi prenderti la colpa di ogni cosa” non era quello il modo di affrontare la situazione e Rey l'avrebbe ricordato a Ben ogni giorno se fosse stato necessario.
Trascorsero il resto del viaggio in silenzio, nessuno dei tre era dell'umore adatto per mandare avanti una conversazione che non riguardasse quanto appreso dal messaggio di Poe. La stanchezza che Rey aveva cominciato a sentire durante l'allenamento sembrava averla abbandonata completamente. Si preannunciavano giorni tremendi non soltanto per la Resistenza, ma per l'intera galassia. Nessuno aveva un piano, Poe e Finn avevano contattato ed incontrato varie cariche politiche per metterli in guardia del pericolo, ma per quanto ne sapeva molti avevano semplicemente ignorato la questione. Altri invece si erano apertamente dichiarati ancora sostenitori degli ideali del Primo Ordine e la faccenda non li toccava minimamente. Perciò gli unici disposti ad assumersi nuovamente la responsabilità erano stati proprio i suoi amici e i ribelli rimasti ad Ajan Kloss. Dopo quello che era successo Rey era certa che in molti sarebbero tornati per battersi ancora una volta per la libertà della galassia, per garantire un futuro migliore alle loro famiglie e alle generazioni a venire. Ma anche in quel caso non sarebbe bastato, il nemico riceveva supporto e fondi dai sistemi che lo sosteneva, loro invece erano scarsamente attrezzati, con tecnologia recuperata da vecchi insediamenti Ribelli risalenti all'epoca dell'Impero. Non disponevano neppure di crediti per le spese necessarie, le razioni di cibo e acqua gli venivano consegnate regolarmente da Takodana a spese di Maz Kanata. Inoltre non potevano certamente chiedere di nuovo aiuto ai civili che li avevano affiancati durante la battaglia di Exegol, le loro navi non erano adeguate per reggere attacchi pesanti e gli armamenti erano limitati. Era già un miracolo che la maggior parte di quei civili fosse sopravvissuta a quella battaglia, anche se c'erano comunque state delle perdite, e Rey si chiedeva ancora come fosse stato possibile.
Il suo nervosismo aumentò a dismisura non appena si rese conto che erano entrati nel settore in cui era situata la base, che nonostante facesse parte dell'Orlo Esterno era un settore parzialmente esplorato perciò al momento erano al sicuro da potenziali attacchi, o almeno così sperava Rey.
“Beh, direi che siamo arrivati a destinazione” disse Rey constatando l'ovvio mentre si avvicinavano alla luna [2] su cui era situata la base.




Ben non si era mai sentito così nervoso in vita sua quanto in quel momento, neppure in presenza di Snoke o dell'Imperatore stesso. Tuttavia l'idea di trovarsi tra le persone che per anni avevano seguito e sostenuto sua madre lo rendeva tremendamente nervoso, in particolare gli amici di Rey. Aveva avuto dei trascorsi tutt'altro che piacevoli sia con il pilota che con il disertore, aveva provato a estorcere informazioni all'uno invadendogli la mente e quasi ucciso l'altro in uno scontro. Il fatto che quel repentino rientro alla base ribelle fosse dovuto all'ennesimo cataclisma provocato dai superstiti del Primo Ordine non migliorava la cose. Rey l'aveva rassicurato del fatto che non fosse colpa sua perché uccidendo l'Imperatore avrebbe peggiorato le cose, ma Ben non poteva fare a meno di sentirsi pienamente responsabile per l'accaduto. Avrebbe potuto impedire la distruzione sia di Kijimi che di Pamarthe se avesse avuto il coraggio di fare la scelta giusta prima che fosse troppo tardi. Invece era rimasto aggrappato all'illusione che potesse eliminare il signore dei Sith con l'aiuto di Rey e prenderne il posto insieme a lei. Per un anno intero si era convinto che l'unica cosa che desiderava fosse governare con Rey al suo fianco, quel pensiero l'aveva fatto andare avanti giorno dopo giorno. La verità però era un'altra e aveva cercato di negarla il più a lungo possibile: a lui del potere non era mai importato nulla. Persino quando era rinvenuto nella sala del trono e si era autoproclamato Leader Supremo non l'aveva fatto per il potere, l'aveva fatto soltanto per impedire che il Generale Hux ricoprisse quella carica a cui aveva ambito per anni.
A ripensarci in quel momento, e dopo le cose che aveva scoperto, però Ben si rese conto che per tutto quel tempo in cui era stato a capo del Primo Ordine a tirare veramente le redini era stato il Generale Pryde. Si era lasciato manipolare ancora una volta seguendo il suo consiglio[3] di mettersi alla ricerca del puntatore Sith e così aveva fatto per mesi. Tuttavia quell'occasione gli era tornata utile per coprire le sue ricerche personali circa il legame che lo univa a Rey, che lo aveva incuriosito sin dal primo momento in cui si era manifestato.

Ben avrebbe dovuto capirlo prima che Pryde aveva fatto di tutto per tenerlo lontano e impegnato per agire alle sue spalle, in sua assenza era stato lui a essere al comando e a impartire gli ordini. Mentre entravano nell'atmosfera di Ajan Kloss Ben ripensò alle parole che gli aveva detto Chewbecca quando Rey li aveva lasciati soli: non c'era nulla che potesse fare per cambiare il passato e c'erano errori a cui non avrebbe mai potuto rimediare, ma con cui doveva imparare a convivere. Il wookie gli aveva detto che non avrebbe mai dimenticato il fatto che avesse ucciso Han, all'inizio lo aveva odiato per quel gesto tanto atroce, ma dopo un po' di tempo sia lui che Leia l'avevano perdonato. E quando Ben gli aveva chiesto il perché Chewbecca gli aveva spiegato che sua madre aveva detto era stato Snoke a spingerlo a compiere un atto così estremo e che c'era ancora speranza per lui. Ancora faticava a comprendere le ragioni per cui la sua famiglia, e persino Rey, non avevano mai perso la speranza quando lui stesso l'aveva persa da tempo.
Ben si voltò verso Rey, sembrava essere nata per pilotare il Falcon e non gli dispiaceva affatto che occupasse il posto che un tempo era stato di suo padre. Era chiaramente nervosa quanto lui e non era difficile intuire il perché, i suoi amici non l'avrebbero certamente accolto calorosamente e nessuno avrebbe reagito bene alla sua presenza. Ben non poteva certamente biasimarli, indirettamente aveva ucciso le persone a loro care, e il loro disprezzo era più che meritato. Era una delle ragioni per cui aveva accettato la condizione posta da Poe, voleva rimediare al male causato a quelle persone e guadagnarsi il loro perdono. Non avrebbe deluso i suoi genitori una seconda volta, anche se loro non erano lì per vederlo con i propri occhi, questa volta li avrebbe resi fieri di lui. Ma soprattutto non avrebbe deluso, che era stata così caparbia da andare personalmente a tirarlo fuori dall'aldilà e pagandone il prezzo, seppur temporaneo.
“Pronto per l'atterraggio?” gli chiese Rey riscuotendolo dai propri pensieri.
“Sì, sono soltanto un po' nervoso” ammise Ben.
“Anch'io, ma affronteremo tutto insieme
“Insieme” ripeté Ben rivolgendole un sorriso, era diventato un po' il loro motto per le situazioni difficili e allo stesso tempo una fonte di rassicurazione per entrambi, per ricordarsi che non sarebbero stati mai più soli.
Il Falcon atterrò in una radura circondata dalla fitta vegetazione della giungla, durante l'atterraggio Ben era riuscito a scorgere il caccia di suo zio Luke tra le pochi navi presenti, sorprendentemente quel rottame era sopravvissuto persino al viaggio di ritorno da Exegol. Ma del resto anche il Falcon gli era sempre sembrato sul punto di sfasciarsi da un momento all'altro eppure era ancora in grado di volare. A giudicare dal numero di navi presenti non dovevano esserci molte persone in quell'insediamento, il che era strano dal momento che su Exegol erano almeno il triplo.
“Siete sempre così pochi qui?”
“Quasi tutti sono tornati a casa subito dopo la battaglia” Chewbecca intervenne dicendo che anche lui aveva fatto lo stesso ed era tornato soltanto per aiutare Rey.
“Partirai di nuovo quindi?” gli chiese Ben, sperava che il wookie sarebbe rimasto lì con loro, aveva da poco ritrovato ciò che restava della sua famiglia e voleva recuperare il tempo perso. Chewbecca scosse il capo e gli promise che sarebbe rimasto con lui, Rey e tutti gli altri, quella notizia gli risollevò il morale e gli diede più sicurezza.
“A proposito degli altri...dovremmo fargli sapere che siamo arrivati” disse Rey mordendosi il labbro inferiore, segno di quanto fosse nervosa, non l'aveva mai vista così prima. Se si soffermava a pensarci era quasi ironico, entrambi avevano affrontato situazioni pericolose eppure l'idea di confrontarsi con i Ribelli sembrava agitarli più qualunque altra cosa. Chewbecca doveva averlo intuito perciò si offrì di andare a cercare gli amici di Rey e concedergli qualche minuto da soli per parlare.
“Grazie Chewbe, te ne sono davvero grata”
“Anch'io” aggiunse Ben, il wookie si alzò dal proprio posto ed uscì dalla cabina di pilotaggio.
“Lo sai che non possiamo evitare questo momento per sempre, vero?” chiese a Rey nel tentativo di rassicurarla.
“Lo so, e non è mia intenzione, ma temo che Finn e Poe non saranno così gentili con te” ammise.
“Apprezzo la tua preoccupazione” le disse prendendole le mani ed accarezzandogliele con le proprie dita “Ma non mi aspetto che siano gentili e hanno tutto il diritto di non fidarsi di me” Ben non si era mai illuso del fatto che l'avrebbero considerato automaticamente uno di loro nonostante si fosse unito alla causa. Si sarebbe guadagnato la loro fiducia col tempo e dimostrandogli che non era più la stessa persona che avevano conosciuto.
“Sai quando gli ho raccontato la verità su quello che è successo tra me e te non l'hanno presa bene” confessò Rey “E stanno ancora cercando di capire il perché della mia scelta di salvarti” aggiunse.
“Devi dargli tempo Rey, questa situazione non è facile per nessuno di noi”
“Quando mai le cose sono state facili?” chiese sarcastica.
Dei passi che riecheggiavano nel corridoio interruppero la conversazione, a giudicare dal rumore delle suole degli stivali dovevano essere salite a bordo almeno due o tre persone.
“Andrà tutto bene” disse Ben, anche se non sapeva se lo stesse dicendo a se stesso, a Rey o ad entrambi. Il primo ad emergere dal corridoio fu proprio Chewbecca, seguito dal pilota -Poe- e dall'ex assaltatore -che doveva essere Finn- . I due non sembravano stupiti della presenza di Ben, il wookie doveva averli avvisati, al contrario avevano un'espressione piuttosto stizzita stampata sul volto.
“Quindi Chewbecca non stava scherzando quando ha detto che eravate in tre” disse il pilota rivolto a nessuno in particolare “Abbiamo molto di cui parlare”.

 

 

Spazio Autrice:
 

Ed eccoci qui pronti a ripartire da dove ci eravamo lasciati con il finale della prima storia! Da adesso ci saranno anche i PoV di Ben, in questo capitolo leggermente più lungo per ovvie ragione e spero che vi sia piaciuto.
Inoltre vorrei fare un ringraziamento speciale a jomonet che ha realizzato la splendida copertina per la storia!


Note:

[1] Pamarthe è un pianeta situato nell'Orlo Esterno, i nativi del pianeta (umani) sono noti per essere degli eccellenti piloti e nel romanzo canonico Bloodline un'assistente di Leia ed un pilota visitano il pianeta per indagare su delle operazioni illegali.
[2] Ajan Kloss, situata nel settore Cademimu, in realtà è una luna orbitante intorno al pianeta gassoso Ajara ed ha a sua volta due lune.
[3] Nel film questa cosa non viene menzionata, ma nella novel viene lasciato intendere che lui abbia suggerito a Ben l'idea di cercare il puntatore Sith.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 



 


Il gruppo si riunì nell'area comune del Falcon, Ben e Rey sedevano l'uno accanto all'altro sul divanetto semicircolare intorno al tavolo da dejarik, mentre Finn e Poe sedevano di fronte a loro. Chewbecca invece si limitò a restare in piedi, sarebbe stato troppo scomodo sedersi in cinque in uno spazio del genere. A Ben venne in mente soltanto un aggettivo per descrivere quella situazione: tesa
Gli amici di Rey - nonché i nuovi generali della Resistenza - sembravano trovare più interessante guardare il tavolo da gioco p
iuttosto chi gli stava seduto di fronte, non che lui e Rey si stessero sforzando di far di meglio. Sembrava che tutti avessero perso la capacità di parlare e perciò tutto era avvolto nel silenzio più totale.
“Chi parla per primo? Prima io o prima voi?” chiese il pilota, in un'altra circostanza aveva rivolto a Ben la medesima domanda in maniera molto più sarcastica. Tuttavia questa volta non c'era sarcasmo nel tono con cui aveva posto la domanda, al contrario c'era una certa urgenza.
“Prima tu, nel messaggio dicevi che ci avresti spiegato meglio cos'è successo” rispose Rey.
“D'accordo, come ho già riferito Pamarthe è stato distrutto dallo stesso Star Destroyer che ha distrutto Kijimi, la notizia ci è stata riferita da alcuni dei nostri alleati che si trovavano in quel settore” cominciò a spiegare Poe, ma Rey lo interruppe subito.
“Gli alleati, sono tutti...?” la ragazza non riuscì neppure a finire la domanda che aveva posto, Ben dovette sforzarsi per non metterle un braccio intorno alle spalle per darle conforto, sarebbe stato piuttosto inappropriato in presenza dei suoi amici.
“Mentirei se dicessi che non è così, molti sono sopravvissuti soltanto perché vivevano su altri pianeti vicini, adesso stanno venendo qui perché hanno troppa paura per restare. Ma non è c
 di cui volevo parlarvi di persona” Poe fece una breve pausa prima di proseguire “Dal momento che Pamarthe è sempre stato un pianeta da cui i piloti andavano e venivano disponeva di un sistema per rilevare le navi in prossimità dei pianeti. Ma come ho già anticipato nel messaggio lo Star Destroyer non è stato rilevato in alcun modo e perciò siamo  tuttcompletamente indifesi” quel dettaglio fece riaffiorare nella mente di Ben qualcosa che credeva di aver dimenticato e a cui non aveva dato peso.
“Dispositivo di occultamento [1]” le parole gli erano uscite dalla bocca nel momento stesso in cui le aveva pensate, sia Poe che Finn gli rivolsero uno sguardo confuso.
“Qualunque cosa tu sappia farai meglio a parlare, e subito” lo esortò Finn, dal tono della sua voce era chiaro che quella non fosse una richiesta, bensì un ordine.
“I dispositivi di occultamento esistevano già ai tempi della Repubblica, anni dopo persino l'Impero ne ha fatto uso ma presentavano un unico punto debole”
“E sarebbe?” lo interruppe Poe chiaramente impaziente di saperne di più.
“Questo tipo di tecnologia può essere comunque rilevata perché rilasciava una firma magnetica, ma gli ingegneri del Primo Ordine volevano risolvere il problema per equipaggiare tutte le navi con tali dispositivi” spiegò Ben.
“Direi che ci sono riusciti” intervenne Rey.
“C'è qualcos'altro in merito alla faccenda di cui il Leader Supremo vorrebbe metterci al corrente?” chiese pungente il pilota, Ben non diede peso al modo in cui l'aveva chiamato, a dirla tutta quella conversazione non stava andando così male come si aspettava, o almeno non ancora.
“Ad esempio sul perché abbiano distrutto soltanto Pamarthe e risparmiato i pianeti vicini?” aggiunse Finn.
“Suppongo che l'abbiano fatto per impedire alla Resistenza di reclutare i piloti migliori in circolazione, molti piloti del Primo Ordine provenivano da lì, ma Pamarthe non si è mai schierato apertamente con nessuna fazione” una mossa del genere non solo avrebbe rallentato la Resistenza nel procurarsi nuovi alleati, ma avrebbe anche spinto coloro che non volevano schierarsi a prendere una posizione per evitare la stessa sorte.
“È un'ipotesi azzardata...ma potresti aver ragione” ammise Poe.
“Tornando a ciò che Poe stava per dirvi” intervenne Finn “Stiamo prendendo in considerazione l'idea di spostare nuovamente la base, non è più sicuro restare nell'Orlo Esterno”
“Spostare la base? E dove pensate di andare?” chiese Rey.
“Ancora non lo sappiamo, ci servirà qualche giorno di tempo per decidere” rispose il pilota, Chewbecca che fino a quel momento era rimasto in silenzio emise un verso di sconforto. La situazione attuale non era affatto promettente, com'era stato possibile che in così poco tempo ciò che era rimasto del Primo Ordine si fosse già riorganizzato? Chiunque li stesse guidando aveva agito d'astuzia approfittando del fatto che tutti credevano che la guerra si fosse conclusa definitivamente e del fatto che la galassia fosse divisa. La stessa tattica che avevano utilizzato la prima volta [2] per uscire allo scoperto, ma in maniera decisamente più brutale. Ancora una volta Ben non poté fare a meno di sentirsi colpevole per l'accaduto, inoltre si sentiva incredibilmente stupido per non essersi reso conto che non era mai stato realmente al comando.
“Bene, adesso che abbiamo affrontato il problema più grosso che ne dite di raccontarci cos'è successo sull'isola?” chiese Poe “Non che dubitiamo delle tue capacità Rey, ma sono trascorse soltanto dieci ore dalla tua partenza”
“Non su Ahch-To, lì il tempo scorre diversamente e siamo rimasti lì per un paio di giorni” cominciò a spiegare la ragazza “Ho condiviso con Ben la mia forza vitale ed è così che sono riuscita a riportarlo indietro”
“Tu hai fatto cosa?” chiese Finn a Rey “E tu le hai permesso di fare una cosa così pericolosa?” si rivolse poi a Ben in maniera sgarbata.
“Non credere che non abbia provato a dissuaderla, dovreste sapere meglio di me quant'è testarda” rispose Ben con calma.
“Ero a conoscenza delle conseguenze” disse Rey, la ragazza cominciò a raccontare tutto dal principio, a partire dal suo bizzarro incontro con la prima Diade, o almeno con una metà di essa. Man mano che Rey procedeva con il suo racconto i suoi amici apparivano sempre più confusi e sconcertati, non c'era un modo facile per spiegare il loro legame a due persone estranee alle vie della Forza, inoltre neppure loro comprendevano ancora fino in fondo come funzionasse. Di tanto in tanto Ben intervenne aggiungendo qualche dettaglio che potesse aiutare i due a capire meglio. Rey concluse riassumendo brevemente i viaggi che avevano fatto a Lothal e Kef Bir per le rispettive spade laser.
“Quindi se ho capito bene adesso è come se il vostro legame non esistesse e tu non riesci ad usare la Forza?” domandò Poe a Rey.
“Più o meno è così, riesco a percepirla debolmente, ma non riesco a servirmene”
“Non sono un esperto, ma questa è davvero la cosa più assurda che abbia mai sentito” commentò Finn, dalla sua espressione era chiaro che fosse più confuso che mai.
“Un'ultima cosa prima di tornare ad occuparci dei problemi seri” esordì Poe “Quando sei partita ho informato gli altri della nostra nuova...recluta”
“Stai per dirmi che non l'hanno presa bene, vero?” lo precedette Rey.
“Proprio così” confermò il pilota “Perciò ci saranno delle regole da seguire Ren” aggiunse rivolto a lui.
“Devi proprio chiamarlo così?” chiese Rey seccata.
“Può chiamarmi come preferisce” la rassicurò Ben, apprezzava la sua apprensione, ma allo stesso tempo era consapevole che per gli amici non sarebbe stato facile rivolgersi a lui con il suo vero nome. Avevano bisogno di tempo per abituarsi alla sua presenza e poteva solo immaginare quanto si stessero sforzando di mantenere una conversazione civile con lui.
“Prima regola, non puoi andartene in giro con la tua spada laser, potrai usarla solo per l'addestramento con Rey. Seconda regola, non prendere iniziative senza prima rivolgerti a me o a Finn” disse Poe “Terza regola, e questa vale per entrambi, non siete autorizzati a partire da soli per qualunque tipo di missione o lasciare la base, sarete sempre accompagnati da qualcuno” Chewbecca intervenne offrendosi come accompagnatore ufficiale spiegando che era già abituato a star dietro a entrambi. Poe si scambiò uno sguardo con Finn che annuì come per dargli una conferma, poi si voltò verso il wookie.
“D'accordo Chewbe” disse Poe “Questo è quanto, tutto chiaro?” concluse il pilota alzandosi, Finn fece altrettanto ed entrambi stavano per lasciare l'area comune.
“Chiarissimo, e se avete bisogno di qualunque informazione sarò più che lieto di condividerla” era il minimo che Ben potesse fare per cominciare a sistemare le cose, ogni informazione avrebbe potuto fare la differenza e dare un vantaggio alla Resistenza. I due si scambiarono uno sguardo confuso, come dargli torto? Nessuno lì a parte Rey e Chewbecca lo conosceva davvero, per loro doveva essere assurdo il fatto che si fosse appena offerto di collaborare volontariamente.
“Prima verificheremo quanto ci hai riferito” disse il pilota.
“E se scopriamo che hai mentito sul dispositivo non esiteremo a rispedirti ad Ahch-To” lo avvisò l'ex-assaltatore.
“Non sarà necessario” s'intromise Rey.
Quando gli amici di Rey ebbero lasciato la nave la tensione sparì completamente, tutto sommato l'incontro era andato bene e le regole imposte non erano affatto rigide se comparate a quelle in vigore nel Primo Ordine. Per la prima volta in vita sua Ben disponeva di una libertà che non aveva mai avuto, adesso che le voci nella sua testa a confondergli le idee erano finalmente sparite poteva scegliere con p
iena consapevolezza. Tra i due Poe gli era parso quello più propenso ad avere un dialogo civile con lui, nonostante l'anno prima avesse scavato a fondo nella sua mente fino a farlo urlare dal dolore per ottenere informazioni sulla mappa per trovare suo zio. Tuttavia comprendeva l'ostilità di Finn nei suoi confronti, l'aveva ferito gravemente e quasi ucciso, in un primo momento seguente al loro scontro Ben l'aveva persino dato per morto. Inoltre era chiaro che tenesse molto a Rey ed era protettivo nei suoi confronti, ironicamente era qualcosa che avevano in comune seppur in maniera molto diversa.

 

 

Non appena i suoi amici ebbero lasciato la nave Rey tirò un sospiro di sollievo, a parte la minaccia di esilio da parte di Finn l'incontro era andato abbastanza bene, almeno da un punto di vista sociale. Poco dopo anche Chewbecca andò via annunciando di avere fame e che voleva qualcosa di diverso dalle barrette che c'erano a bordo. Il wookie sarebbe rimasto abbastanza deluso nello scoprire che a parte quelle, qualche galletta, cibo in scatola e frutta essiccata non c'era altro da mangiare lì.
Ciò di cui avevano parlato l'aveva scoraggiata molto, avevano perso degli alleati e il Primo Ordine disponeva di una tecnologia che nessuno poteva contrastare senza pr
ima capire come funzionasse esattamente. L'ipotesi che aveva avanzato Ben aveva senso, in fondo seminare il terrore era esattamente il modo in cui l'organizzazione aveva sempre operato. Il messaggio che era stato lanciato era chiaro, la neutralità non era più tollerata e le uniche due possibilità erano: schierarsi con il Primo Ordine o schierarsi con la Resistenza. Pamarthe sarebbe stato d'esempio a tutti i sistemi che non avevano scelto una fazione e avevano lasciato libera scelta ai singoli individui.
Al momento però non c'era nulla che potessero fare, se non accogliere nuovamente i ribelli che erano andati via nell'illusione di tornare alle proprie vite o rifarsene una, e cercare un nuovo luogo in cui stabilirsi. A Rey dispiaceva andar via da Ajan Kloss, le piaceva essere circondata da tutto quel verde, le piaceva persino addormentarsi ascoltando i versi degli animali e ritirarsi di tanto in tanto nel suo angolo “segreto”.
“Mi mancherà questo posto” disse con una nota di tristezza, Ben le mise un braccio intorno le spalle e la strinse a sé “Qui è dove abbiamo avuto l'occasione di recuperare il tempo perduto” aggiunse, forse era proprio quello il motivo per cui Ajan Kloss le sarebbe mancato così tanto.
“Allora non sprechiamo il tempo che ci resta qui, ti va di mostrarmi la base?” quella richiesta fu abbastanza inaspettata, d'altronde erano appena arrivati e poco prima dell'incontro Ben era molto nervoso.
“Me lo stai chiedendo soltanto per farmi stare meglio, ma non voglio forzarti a uscire se non te la senti”
“Tu non mi stai forzando a fare nulla, e so non lo faresti mai” la rassicurò lui “E poi non posso restare a bordo del Falcon per sempre” aggiunse ironico.
A detta di Poe erano trascorse soltanto dieci ore dalla sua partenza, perciò era pomeriggio inoltrato e il sole stava già tramontando. Non c'era vento, l'aria autunnale era fredda e di sera l'umidità tendeva ad aumentare, ma era comunque più piacevole rispetto al clima di Ahch-To e Kef Bir. Rey e Ben si allontanarono dalla zona d'atterraggio mano nella mano, in poco tempo tenersi per mano era diventata un'abitudine e una fonte di rassicurazione. Rey decise che fosse meglio mostrare a Ben prima le aree che sapeva essere poco affollate a quell'ora, voleva andarci piano anche se lui le aveva assicurato che era pronto a stare tra gli altri. Perciò cominciò dalla mensa improvvisata sotto un tendone, mancava ancora qualche ora alla cena e non c'era quasi nessuno lì, a parte Rose e BB-8. L'amica se ne stava in piedi accanto a un tavolo con una tazza fumante tra le mani, probabilmente il solito caf  [3] che Maz gli faceva arrivare soltanto una volta al mese. Non appena Rose li vide assunse un'espressione sbigottita come se avesse visto un fantasma, cosa che in un certo senso era abbastanza vera.
“Rey...ce l'hai fatta davvero!” esclamò la ragazza posando la tazza sul tavolo e avvicinandosi, sembrava quasi che la presenza di Ben non la disturbasse minimamente “Com'è possibile? Sei partita soltanto questa mattina”
“È un po' più complicato di così, ma ti spiegherò tutto con calma”
“Ci conto” replicò l'amica “Oh, tu devi essere Ben, io sono Rose” disse la ragazza tendendogli la mano, Ben sembrava abbastanza confuso da quella presentazione così amichevole, ma strinse comunque la mano a Rose.
“È un piacere fare la tua conoscenza” rispose il ragazzo educatamente, BB-8 incuriosito dal nuovo arrivato si avvicinò e lo squadrò da capo a piedi, poi guardò Rey emettendo dei beep confusi.
“No BB-8, non è nostro prigioniero, Ben è con me” a quel punto il droide sembrò ancora più confuso ed emise un'altra serie di beep.
“Sì, resterà qui con noi” confermò Rey sorridendo a quel pensiero, BB-8 sembrò soddisfatto da quella risposta e rotolò via facendo dei beep allegri.
“Sembra che tu gli piaccia” commentò Rose rivolgendosi a Ben.
“Davvero?” chiese Ben.
“Fidati, di solito dà la scossa a chi non gli va a genio” replicò Rey, la prima volta che lei e BB-8 si erano imbattuti in Finn il droide gli aveva dato una leggera scossa elettrica credendolo un ladro.
Rey proseguì con la “gita” alla base mostrando a Ben l'area dove sorgeva il centro di comando, lì c'era un viavai di persone che quasi non prestò attenzione alla loro presenza e alcuni si limitarono semplicemente a rivolgergli occhiate guardinghe tenendosi a debita distanza. Al momento la priorità erano i ribelli in arrivo dai sistemi vicini, perciò chiunque non avesse impegni si stava mobilitando per improvvisare delle sistemazioni per i nuovi arrivati. L'ultima tappa fu la zona degli alloggi, ne erano in totale dodici e perciò alcuni erano condivisi, ma nel giro di qualche ora non sarebbe bastato neppure condividerli per ospitare tutti quanti.
“Avete riconvertito vecchi trasporti in alloggi? Devo riconoscere che è stata un'idea brillante” commentò Ben.
“Ti ringrazio, è stata una mia idea”
“Chissà perché la cosa non mi sorprende”
“Quindi ammetti che sono un genio?” scherzò Rey.
“Cerca di non montarti la testa adesso” replicò lui con ironia.
“Non è da me, lo sai” disse lei con altrettanta ironia.
Il rumore dei motori di una nave in arrivo fece sollevare lo sguardo ad entrambi, era una navetta di piccole dimensioni e Rey non ricordava di averla mai vista prima. Probabilmente si trattava di qualcuno che era intervenuto durante la battaglia di Exegol e ad essere sincera Rey non aveva prestato molta attenzione a tutti gli altri quando erano rientrati alla base, si era limitata ad abbracciare gli amici per poi ritirarsi per stare da sola. Era curiosa di sapere chi fossero i nuovi arrivati sebbene le circostanze fossero le peggiori, non era così che si era aspettata l'arrivo di nuovi alleati e il ritorno degli altri ribelli.

 

Spazio autrice:
Il fatidico incontro tra Ben, Finn e Poe è arrivato, come potete vedere non c'è stato nessun ferito e nessun morto ma hanno agito da persone civili. Per fortuna ci sono Rose e BB-8 che invece sono più amichevoli e gentili!

 

Note:
[1] I dispositivi di occultamento permettevano alle navi di rendersi invisibili ad alcune forme di rilevamento interrompendo la firma elettronica, ma come ho spiegato nel capitolo la firma magnetica era comunque rilevabile. Un esempio di questa tecnologia appare anche in The Clone Wars e nel primo e quarto numero di Star Wars: Darth Maul.
[2] Nel romanzo canonico Bloodline una senatrice fedele al Primo Ordine commissiona ad un'organizzazione militare privata un attentato in un edificio del Senato in cui si trovano Leia ed altri senatori.
[3] Il caf non è altro che l'equivalente del caffè nell'universo di Star Wars.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***







Un gruppetto di almeno dieci persone si era radunato nella zona d'atterraggio, tra cui Rey, i suoi amici e Ben, per accogliere i nuovi arrivati. La nave era atterrata a pochi metri dal Falcon, dando un'occhiata più da vicino Rey riconobbe che si trattava di un vecchio trasporto modello YT-1760 [1]. Nonostante non fosse una nave da guerra era comunque dotata di un cannone laser e due torrette molto simili a quella del Falcon. 
“Chi sarà?” chiese qualcuno dietro di lei.
“Non ne ho idea” rispose qualcun altro, chiaramente nessuno conosceva chiunque fosse a bordo del trasporto. Poe e Finn erano in testa al gruppo affiancati dal tenente Kaydel Connix [2], che era stata il braccio destro di Leia per tutti quegli anni e perciò conosceva meglio di chiunque altro i contatti della Resistenza. La rampa della nave venne calata e tre persone scesero di bordo: un uomo alto e magro, che non poteva superare i quarant'anni e che portava i capelli castani tagliati molto corti. Una donna, molto p
iù bassa rispetto all'uomo, dai capelli biondi e ricci lunghi fino alle spalle e che sembrava di qualche anno più giovane del suo compagno. E infine una ragazzina sui quattordici anni, che era chiaramente la figlia della coppia, aveva gli stessi ricci di sua madre, ma erano castani come quelli del padre. Rey vide Connix andare incontro ai nuovi arrivati e i quattro si strinsero in un abbraccio sotto lo sguardo di tutti.
“Tenente Connix deduco che tu conosca queste persone” disse Poe.
“Generale Dameron questi sono mio padre Tinian, mia madre Allyn e mia sorella Janel” la ragazza fece le presentazioni della sua famiglia, di cui non aveva mai parlato prima con nessuno e probabilmente per una buona ragione. 
“Benvenuti tra noi, mi dispiace che la vostra famiglia si sia riunita in questa terribile circostanza” con quelle parole Poe li accolse e strinse la mano ai genitori di Connix.
“Grazie Generale, quello che state facendo per la galassia vi rende onore” disse il padre della ragazza.
“E grazie per l'ospitalità” aggiunse sua moglie, la ragazzina tuttavia rimase in silenzio accanto alla sorella maggiore, prestando una maggiore attenzione Rey cominciava a notare qualche somiglianza tra le due.
Dopo le presentazioni ufficiali ognuno si apprestò a tornare alle proprie mansioni, da cui lei, Ben e Chewbecca erano stati dispensati in quanto anche loro erano arrivati da poco. Ma Rey sospettava che fosse anche perché la presenza di Ben rendeva irrequieti tutti quanti, avevano bisogno del tempo per abituarsi all'idea che l'ex-Leader Supremo girasse a piede libero tra loro. Tuttavia il tempo non era un lusso che potevano permettersi in un momento del genere, perciò si augurò che i ribelli si adattassero in fretta a quel cambiamento, anche se era chiedere molto. Non tutti erano come Rose, che aveva accettato sin da subito la situazione e le aveva creduto sulla parola quando le aveva detto che in Ben c
i fosse
ancora del buono
Il sole era ormai tramontato del tutto, il cielo aveva assunto una tinta azzurro scuro con delle sfumature rosa dovute agli ultimi raggi del sole. Chewbecca era tornato a bordo del Falcon perché voleva mettersi in contatto con la sua tribù su Kashyyyk per avvertirli del pericolo, dopotutto erano riusciti a liberarsi soltanto da poco dall'occupazione del Primo Ordine. Non avendo di meglio da fare Rey pensò che fosse un'idea carina mostrare a Ben il suo posto preferito, l'ultima volta che si era ritirata in quella radura era stata la notte in cui era riuscita a forzare la loro connessione soltanto per poterlo vedere e nel farlo aveva quasi rischiato la vita. Inoltre dubitava che nell'immediato futuro ci sarebbero state molte occasioni per trascorrere attimi di tranquillità, perciò Rey non voleva sprecare nemmeno un istante.
“Vuoi vedere il mio posto preferito?” chiese Rey infrangendo il silenzio.
“Mi stai forse chiedendo un appuntamento?” scherzò Ben.
“Soltanto se non finirà male come il primo” replicò Rey lasciandosi sfuggire una risata, quando l'anno prima aveva raggiunto Ben a bordo della Supremacy lui le aveva detto in maniera abbastanza ironica che avevano un appuntamento, che era culminato in uno scontro contro le guardie pretoriane.
Dalla zona di atterraggio si poteva raggiungere la radura senza problemi, anche se ci avrebbero impiegato qualche minuto in più e avrebbero dovuto passare in un punto dove la vegetazione era così fitta che lasciava filtrare a malapena la luce, perciò era meglio non aspettare troppo, col calare della sera sarebbe stato difficile camminare lì.
“Andiamo prima che faccia buio” disse Rey esortando Ben a seguirla. I due s'incamminarono nella direzione che conduceva all'accampamento, da lì bastava semplicemente svoltare a sinistra e passare in mezzo agli alberi procedendo sempre dritto. Non appena  imboccarono quel sentiero, anche se definirlo in quel modo era un eufemismo, tutto si fece più buio a causa dei rami che si intrecciavano tra loro creando una sorta di cupola naturale in quel tratto della giungla.  
“Sei sicura che stiamo andando nella giusta direzione?” le chiese Ben dopo un po'.
“Stai forse dubitando di me? Certo che è la direzione giusta” 
“No, ma ho come l'impressione che siamo già passati qui” la prima volta che Rey aveva scoperto quel sentiero alternativo aveva avuto la medesima sensazione, ma in realtà non era così, quell'impressione era dovuta al semplice fatto che ci fossero soltanto alberi e piante tutte uguali senza altri punti di riferimento. Continuarono a camminare ancora per un po' prima che la vegetazione si diradasse del tutto, il cielo ormai si era scurito quasi  completamente, a dimostrazione del fatto che Rey e Ben avessero impiegato svariati minuti per raggiungere la radura. Con l'arrivo dell'autunno ogni cosa aveva assunto sfumature di giallo e varie tonalità di marrone, il che rendeva l'atmosfera di quel luogo ancora più suggestiva.
“Come hai fatto a trovare questo posto? Dubito che tu ci sia finita per caso” 
“A dire il vero è andata proprio così, avevo bisogno di stare da sola e passeggiando nella giungla ho trovato il sentiero principale” spiegò Rey, che ricordava quel giorno perfettamente perché l'addestramento era andato piuttosto male a causa dei suoi pensieri che indugiavano su Ben, in particolare sull'ultima volta in cui l'aveva visto. Da quel giorno Rey si era recata molte volte nella radura ogni volta che aveva bisogno di schiarirsi le idee e sentiva l'esigenza di allontanarsi da tutto il resto. Ma soprattutto era andata  lì quando non riusciva a dormire e aveva voglia di ammirare le stelle, un'abitudine che non l'avrebbe mai abbandonata. Non poté fare a meno di sorridere guardando Ben accanto a lei che si guardava intorno, doveva essere davvero strano per lui essere realmente lì.
“È ancora più bello di come lo ricordavo” commentò lui.
“E questa volta non abbiamo alcuna fretta” aggiunse lei prima di sedersi sull'erba leggermente umida, ma non ci badò troppo perché era abituata. Ben si sedette accanto a lei esitante, chiaramente lui non era abituato ad ambienti del genere.
“Non ti facevo così schizzinoso” gli disse scherzosamente.
“Non sono schizzinoso, ho trascorso gli ultimi sette anni a bordo di una nave ed è strano essere di nuovo in mezzo la natura” ammise lui, che stupida che era stata a fare quella battuta infantile, avrebbe dovuto immaginare che per Ben sarebbe stato tutto strano anche se non fosse morto e ritornato in vita.
“Mi dispiace, non avrei dovuto scherzare in quel modo”
“Non c'è bisogno di scusarti” la rassicurò lui.




Dopo aver trascorso tutti quegli anni a bordo di una nave Ben aveva quasi dimenticato come fosse trovarsi nuovamente a terra, di poter vedere l'alba, il tramonto e il calare della sera. Ma soprattutto aveva quasi dimenticato come fosse vedere i colori che la natura aveva da offrire, a bordo delle navi del Primo Ordine tutto era rigorosamente nero e bianco, l'unica nota di colore era la sala del trono di Snoke. Le volte in cui Ben aveva avuto l'occasione di sbarcare su qualche pianeta non erano certo state per puro piacere, al contrario era per eseguire ordini che inevitabilmente l'avevano portato ad assistere a scenari orrendi, in alcune rare occasioni gli era persino toccato personalmente di dare quegli ordini che detestava profondamente. Poteva scegliere di opporsi, ma non l'aveva fatto per il timore che nutriva nei confronti di Snoke, che non esitava a sfogare la propria ira su di lui ogni volta che lo deludeva. Ben non aveva mai reagito ogni volta che il suo ex-Maestro si era divertito a folgorarlo e a umiliarlo, ci aveva fatto l'abitudine. Era stato soltanto quando l'aveva visto far del male a Rey che non era più riuscito a restare impassibile, e soltanto in quel momento si era reso conto del fatto che lei fosse più importante di quanto avesse immaginato, perciò aveva reagito uccidendolo senza alcuna esitazione. Ben aveva trovato la forza di reagire, o forse sarebbe stato più appropriato dire il coraggio, soltanto grazie a Rey che gli aveva stravolto la vita nel giro di un anno. 
E se adesso era lì seduto accanto a lei in un bel posto era sempre per merito suo, anche se non riusciva a fare a meno di chiedersi cos'avesse fatto per meritarsi il suo amore. Un amore del tutto inaspettato, che aveva creduto non fosse corrisposto persino nel momento in cui Rey l'aveva salvato e gli aveva confessato che avrebbe voluto prendere la sua mano quando gliel'aveva chiesto, al contrario Ben era sempre stato convinto che lei lo odiasse profondamente per tutto ciò che aveva fatto, incluso deluderla. Eppure non aveva esitato nel raggiungerla su Exegol - armato soltanto di un misero blaster - per non lasciarle affrontare l'Imperatore da sola, anche se ironicamente le cose erano andate esattamente in quel modo. E non aveva esitato nel dare la sua vita per lei perché in quel momento poco gli era importato se quel sentimento fosse ricambiato o meno, l'unica certezza di Ben in quel momento era stata che non poteva perderla. Era stata la decisione più facile che avesse mai preso in vita sua, a lui non era rimasto più niente e non c'era posto per lui nella galassia che aveva contribuito a devastare, Rey invece meritava un futuro, di rifarsi una vita anche senza di lui.
Ma adesso guardandola quei pensieri non avevano più alcun senso, per la prima volta Ben riusciva quasi a immaginare un futuro anche per lui e una vita insieme a Rey, se chiaramente anche lei l'avesse voluto.
“Sei così silenzioso, a cosa stai pensando?” gli chiese Rey riportandolo alla realtà.
“Stavo pensando a quello che è successo tra noi” rispose con sincerità, fin dal primo momento in cui l'aveva conosciuta Ben non era mai stato in grado di mentirle.
“Ne abbiamo passate così tante in così poco tempo” replicò lei rivolgendogli un sorriso, a Ben piaceva vederla sorridere e si augurava di vederla sempre in quel modo.
“Forse anche troppe” aggiunse lui.
“Posso chiederti una cosa? Anche se ti sembrerà assurda”
“Puoi chiedermi qualunque cosa”
“Credi che ci saremmo potuti incontrare in circostanze diverse?” quella domanda lo colse alla sprovvista, non si era mai chiesto una cosa del genere e neppure si era mai soffermato a pensarci.
“Sono sicuro di sì, dopotutto siamo una diade e la Forza avrebbe trovato un modo per farci incontrare” se erano destinati a riportare l'equilibrio in un modo o nell'altro la sua strada e quella di Rey si sarebbero incrociate ugualmente e di questo Ben ne era più che convinto. Eppure non gli sembrava una manipolazione da parte della Forza, il loro incontro non era stato casuale, ma erano stati liberi di scegliere riguardo ai propri sentimenti, avrebbero potuto ignorarsi, odiarsi o semplicemente allearsi e il loro legame sarebbe comunque stato lì. Se c'era un limite alla Forza era proprio quello, non si potevano manipolare né le emozioni né i sentimenti delle persone, inoltre il fatto che la prima diade fosse stata composta da due fratelli era l'ennesima conferma.
“Mi chiedo se saremmo andati d'accordo da subito in una situazione diversa” 
“Con il tuo temperamento? Ne dubito” la prese in giro Ben, in realtà il carattere forte di Rey era stato proprio una delle prime cose ad averlo colpito di lei.
“Non parlare come se tu fossi così diverso da me” replicò Rey colpendolo leggermente sul braccio “Chewbecca mi ha raccontato del blaster sequestrato al tuo compleanno”
“Oh” fu tutto quello che riuscì a dire Ben leggermente imbarazzato, in effetti sin da bambino in più occasioni non aveva accettato un no come risposta, insistendo finché non avesse ottenuto ciò che voleva, il che non accadeva poi così spesso. La storia che suo zio acquisito aveva raccontato a Rey ne era la dimostrazione, sua madre gli aveva requisito l'arma ricevuta in dono e lui aveva cercato in tutti i modi di convincerla a restituirgliela. 
“Quindi sei testardo almeno quanto me” concluse la ragazza, a cui non poteva dare torto perché era stato proprio a causa della rispettiva testardaggine se le cose tra loro erano degenerate ed erano arrivati al punto di non parlarsi per un anno intero.
Nonostante la sera fosse calata da poco nel cielo erano già visibili alcune stelle, Ben capiva perché a Rey piacesse tanto quel posto, era l'unico punto della giungla in cui era possibile ammirare il cielo senza tutti quei rami a ostruire la vista. Come lei stessa gli aveva confessato era sua abitudine osservare le stelle pensando ai propri genitori, inoltre Ben aveva visto personalmente quei ricordi quando  era stato nella sua mente durante l'interrogatorio per ottenere informazioni  sulla mappa. Ma quella non era l'unica cosa che aveva visto, aveva visto la sua solitudine ed aveva percepito il suo senso di abbandono, le stesse cose che aveva provato lui nel momento in cui i suo genitori l'avevano mandato a studiare da Luke. Adesso comprendeva che l'avevano fatto per cercare di proteggerlo, ma a quel tempo non se n'era reso conto e le voci [3] che gli avevano sussurrato per anni nella propria mente l'avevano convinto che i suoi genitori si fossero sbarazzati di lui perché non l'avevano mai amato. Anche se non si sentiva ancora pronto ad ammetterlo ad alta voce, a Ben mancavano i suoi genitori e rimpiangeva di non aver avuto l'occasione di poter riabbracciare sua madre un'ultima volta. Nemmeno quando si trovava nell'aldilà era riuscito a vederla o a parlarci e non ne aveva mai capito il motivo, da quando era tornato in vita i suoi ricordi di quel luogo si stavano facendo sempre più confusi ed imprecisi, come se fossero sul punto di svanire. Inoltre Leia non aveva mai completato l'addestramento e lui non era sicuro che fosse in grado di unirsi alla Forza, e se lei non ce l'avesse fatta e non l'avrebbe rivista mai più?
“Questa volta vorrei essere io a chiederti una cosa” disse Ben.
“Ti ascolto”
“Sei mai riuscita a vedere mia madre dopo che...è morta?” 
“Una sola volta” ammise Rey “Ma soltanto per breve tempo” quella risposta era esattamente ciò che aveva bisogno di sentire e gli restituì la speranza che un giorno anche lui l'avrebbe vista.
“Come ti è sembrata?”
“In pace, e mi ha detto che non si è pentita di come ha sfruttato le sue ultime energie” rispose la ragazza prendendogli la mano.
“Avrei voluto dirle addio di persona”
“Anch'io...sai le volevo molto bene” confessò lei, Ben non stentava a credere a una cosa del genere, sua madre piaceva a tutti ed era impossibile non affezionarsi a lei.
“Sono sicuro che anche lei te ne voleva e sono contento che vi siate avvicinate così tanto”
“È successo subito dopo Crait, stavo ancora male per quello che era successo tra noi e Leia è stata l'unica a cui ho raccontato cosa che mi avevi chiesto [4]” poteva soltanto immaginare la delusione che aveva provato sua madre ascoltando le parole di Rey, ma capiva anche perché la ragazza si fosse confidata con lei.
“Vi ho deluse entrambe, e non sai quanto mi dispiace”
“È vero, mi hai delusa quel giorno, ma poi ho capito che nessuno dei due era ancora pronto a seguire l'altro” Ben non poteva che essere d'accordo con quanto aveva appena affermato Rey, quando l'aveva raggiunto con la speranza di ricondurlo da sua madre lui non si era sentito pronto a seguirla, aveva da poco ucciso suo padre e nessuno l'avrebbe mai accettato tra i ranghi della Resistenza, inoltre non poteva permettere al Generale Hux di prendere il potere. Perciò aveva fatto una scelta difficile che avrebbe fatto soffrire entrambi ed aveva fatto a Rey un'offerta che non avrebbe mai potuto accettare.



Spazio Autrice:
Ed ecco che 
iniziano ad arrivare nuove persone alla base, tra un po' sarà abbastanza affollata di nuovo e non i nostri piccioncini non avranno molto tempo per stare completamente da soli. E sì, nella novel di The Last Jedi Ben davvero dice a Rey che hanno un appuntamento (pessima location caro Ben).

Note:
[1] Il trasporto YT-1760 è di fattura Corelliana esattamente come il Millenium Falcon, pur essendo un trasporto civile sono stati aggiunti in seguito dei sistemi di difesa e armamenti.
[2] Kaydel Connix, che nei film è interpretata dalla figlia di Carrie Fisher, come già detto era il braccio destra di Leia.
[3] L'Imperatore all'inizio di The Rise of Skywalker rivela a Ben che tutte le voci che ha sempre sentito nella propria mente in realtà erano opera sua.
[4] Nel romanzo canonico "Resistance Reborn" Rey e Leia hanno una breve conversazione riguardo Ben, in cui Leia si accorge anche che la ragazza tiene a suo figlio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***





 
Ben se ne stava disteso sull'erba umida ad osservare il cielo, con lo scrosciare del ruscello in sottofondo e Rey che se ne stava appoggiata con la testa sul suo petto. Spostò lo sguardo su di lei e si accorse che aveva gli occhi chiusi, si era forse addormentata? Dopotutto non dormivano da ore ed il fatto che per loro fossero trascorsi tre giorni anziché mezza giornata non aiutava di certo, Ben ci era abituato ma dubitava che per Rey fosse altrettanto. Inoltre da quando aveva condiviso con lui la propria forza vitale sembrava stancarsi più facilmente, anche se si sforzava di non darlo a vedere, un effetto collaterale che stava avendo ripercussioni soltanto su di lei. Senza dubbio Rey era la persona più forte e altruista che avesse mai conosciuto, gli aveva donato parte della propria vita quando l'aveva salvato dopo averlo ferito, si era sacrificata per la galassia intera e adesso stava pagando il prezzo per avergli dato una seconda occasione.
Con il calare della sera l'umidità era aumentata e la temperatura si era abbassata notevolmente nonostante l'assenza di vento, ma rispetto al freddo dello spazio a Ben sembrava quasi una temperatura normale. Presto tutti gli altri si sarebbero chiesti dove fossero finiti, o quantomeno dove fosse finita Rey, perciò per quanto gli sarebbe piaciuto restare lì a godersi attimi di pace era meglio fare ritorno all'accampamento.
“Rey” le sussurrò con dolcezza, ormai certo del fatto che si fosse addormentata dal momento che aveva cominciato persino a russare leggermente, una cosa che trovò abbastanza adorabile. Rey sembrava così fragile e indifesamentre dormiva, ma Ben sapeva perfettamente che non era affatto così, l'aveva sempre saputo fin dal primo momento in cui l'aveva incontrata. Gli aveva tenuto testa e non si era lasciata intimorire da lui in alcun modo, una cosa che nessun altro aveva mai fatto prima di allora. 
“Ancora cinque minuti” mormorò lei assonnata e tenendo ancora gli occhi chiusi, probabilmente neppure si rendeva conto di dove fossero. Ben non riuscì a fare a meno di sorridere, una cosa che faceva spesso quando si trovava con Rey, con lei poteva essere completamente se stesso. A differenza di chiunque altro avesse fatto parte della sua vita - inclusa la sua famiglia - lei non aveva mai avuto aspettative su di lui e, per quanto si fosse sforzato di nasconderlo persino a se stesso, l'aveva visto per com'era realmente. Ed era forse questa una delle ragioni per cui Ben si era innamorato di lei, oltre al fatto che fosse l'unica in grado di capirlo come nessun altro e che fossero più simili di quanto pensassero. 
“Rey” la chiamò nuovamente, anche se in realtà gli dispiaceva svegliarla “Dovremmo andare adesso”
“Dobbiamo proprio?” replicò lei ormai sveglia.
“Temo di sì, non voglio finire nei guai con i tuoi amici” scherzò lui, Rey sollevò lo sguardo su di lui e rise per quella risposta, Ben adorava sentirla ridere e quando lo faceva le sembrava ancora più bella di quanto non fosse già.
“Hai seriamente paura di loro?” lo prese in giro la ragazza.
“Non ho mai detto questo”
Di malavoglia si alzarono entrambi ripulendosi i vestiti dall'erba e dal terriccio come meglio poterono, stendersi lì forse non era stata un'idea così brillante considerato che Ben stava indossando una maglietta bianca, che sicuramente si era macchiata, e non aveva molto con cui cambiarsi. Chewbecca aveva recuperato alcuni vecchi abiti di Han che erano rimasti nei suoi alloggi, ma gli stavano leggermente stretti, a parte l'unica giacca che il wookie aveva trovato. 
“Hai dell'erba tra i capelli” gli fece notare Rey allungando una mano e passandogliela tra i capelli per rimuovere i fili d'erba, un gesto tanto delicato e premuroso, a cui Ben faceva ancora fatica ad abituarsi. Negli ultimi sette anni della sua vita l'unica forma di contatto fisico che aveva avuto era stato con i fulmini di Snoke, al punto tale che era arrivato ad associare il contatto fisico con il dolore, a cui ormai si era abituato. Con Rey stava riscoprendo che non era affatto così e che c'erano ancora gesti dettati dalla gentilezza e dall'affetto. 
Ben non seppe dire chi tra i due avesse annullato per primo quel minimo di distanza che c'era tra loro, o chi avesse cominciato a baciare chi, anche se con molta probabilità era stato proprio lui. Rey continuava a passargli una mano tra i capelli mentre con l'altra lo stava accarezzando nel punto in cui una volta c'era la cicatrice che lei stessa gli aveva procurato. Ben teneva una mano sulla sua nuca e con l'altra le stava accarezzando la schiena esattamente come aveva fatto la prima volta in cui si erano baciati. Quel gesto era stato così inaspettato che per un attimo aveva creduto fosse stato dettato dal semplice fatto che lui l'avesse salvata, e non perché Rey provasse realmente qualcosa nei suoi confronti, eppure non era mai stato felice quanto in quel momento. O almeno così credeva, nel tempo che aveva trascorso insieme a Rey - sia che fossero stati giorni o soltanto un paio d'ore - aveva provato nuovamente la stessa felicità, nonostante avessero affrontato anche questioni tutt'altro che allegre. In quel preciso istante Ben si sentiva allo stesso modo e tutte le preoccupazioni sembravano essere sparite temporaneamente, era come se non esistesse nient'altro all'infuori di loro. 
“Adesso dovremmo davvero andare” le disse ritraendosi.
“Sei stato tu a distrarmi”
“E tu ti sei lasciata distrarre”
Per tornare all'accampamento presero il sentiero principale, illuminato dalla luce argentea delle due lune appena sorte nel cielo, che era decisamente più breve rispetto al percorso alternativo che avevano seguito all'andata. Raggiunsero l'area in cui erano stati improvvisati dei posti letto per i nuovi arrivati, che erano semplicemente dei sacchi a pelo e qualche coperta sparsa in giro.  In un primo momento sembrava che non ci fosse nessuno lì, probabilmente erano già tutti a cena o ad accogliere altre persone, ma il rumore dei passi dimostrarono il contrario. Rose e Finn sbucarono da dietro alcuni alberi con delle coperte tra le mani.
“E voi due da dove saltate fuori?” chiese il ragazzo spostando lo sguardo da Rey a Ben e viceversa.
“Stavamo facendo una passeggiata e abbiamo preso quel sentiero per tornare indietro” spiegò Rey indicando il punto da cui erano appena venuti.
“Giusto in tempo, tra poco Poe terrà una riunione per aggiornarci” aggiunse Rose, a cui evidentemente poco importava da dove provenissero i due. A Ben risultò abbastanza strana l'idea di organizzare una riunione con così scarso preavviso, a meno che non fosse per dare altre pessime notizie, ma del resto sembrava che non ci lì fosse alcun tipo di organizzazione.
“Ha scoperto qualcos'altro riguardo l'attacco?” chiese a nessuno in particolare.
“Sembra che tu abbia detto la verità, esiste davvero un dispositivo di occultamento” si limitò a rispondere Finn, Ben non gliene faceva una colpa se all'inizio non gli aveva creduto, quel tipo di tecnologia era abbastanza datata e veniva usata di rado proprio a causa del suo punto debole, perciò quasi nessuno sapeva della sua esistenza.
“Posso parlarti un attimo da solo?” gli chiese poi, quella richiesta lo sorprese non poco, al suo arrivo non era sembrato così propenso a dialogare con lui.
“Va bene” 
“Credo che aiuterò Rose a finire di sistemare qui” disse Rey.
“Una mano è sempre gradita” replicò la ragazza. Le due si allontanarono di parecchi metri, quel tanto che bastava per essere fuori portata d'ascolto.
“Di cosa vorresti parlarmi?” 
“Immagino che tu lo sappia già” ovviamente Finn voleva parlargli di Rey, avrebbe dovuto aspettarselo data l'amicizia che li univa. 
“Vuoi parlarmi di Rey”
“Non è un mistero che non mi fidi di te e che tu non mi vada a genio” cominciò a dire il ragazzo “Ma Rey si fida completamente di te, per qualche strana ragione si è affezionata a te e mi ha assicurato che non è dovuto ad alcun trucchetto mentale, è così o la stai ingannando?” in altre circostanze Ben avrebbe riso per un'affermazione tanto assurda, tuttavia in quel contesto sarebbe stato davvero inappropriato.
“E come farai a capire se ti sto dicendo la verità?” chiese Ben incuriosito.
“Rispondi alla mia domanda e basta”
“È come ti ha già detto Rey, la Forza non è un potere in grado di manipolare i sentimenti e le emozioni” quella riposta sembrò convincere Finn.
“Bene, perché tengo a Rey come a una sorella e non voglio che soffra ancora a causa tua”
“Ti assicuro che non è mia intenzione, voglio che sia felice” 
“Vedo che almeno su una cosa siamo d'accordo” 




Rey si era allontanata con Rose per concedere a Finn e Ben del tempo per parlare da soli, una cosa che l'aveva colta alla sprovvista e che la preoccupava. Nonostante un paio di giorni prima della sua partenza Finn le avesse detto che voleva cercare di capire, e che tutto ciò che contava fosse la sua felicità, temeva che potesse rinfacciare a Ben i suoi errori o accusarlo nuovamente di averla messa in pericolo accettando di condividere con lei la forza vitale. Sistemò una delle coperte accanto ad alcuni sacchi a pelo, non che facesse molta differenza perché sarebbe ugualmente stato scomodo.
“Allora, adesso mi spieghi cos'è successo?” le chiese Rose con la sua solita curiosità, Rey le aveva promesso che le avrebbe raccontato del suo viaggio non appena ce ne fosse stata l'occasione.
“D'accordo, cercherò di spiegartelo in modo semplice” cominciò Rey “Per riportare indietro Ben ho attraversato un passaggio sull'isola che conduce al luogo in cui finisce chi si unisce alla Forza e c'è stato un prezzo da pagare” 
“Che genere di prezzo?”
“Per un po' non potrò usare la Forza e il legame con Ben si è indebolito”
“Oh...mi dispiace” disse Rose.
“A me no” ammise Rey, quel piccolo sacrificio ne era valsa la pena e non se ne pentiva affatto. 
“E tra voi due come stanno andando le cose? Vi siete riuniti soltanto da qualche ora in fondo”
“Non è andata esattamente così...” ma prima che Rey potesse aggiungere altro furono interrotte dai due ragazzi che si erano avvicinati a loro, stranamente sembravano entrambi rilassati, soprattutto Finn che al loro era apparso molto teso. 
“Se qui avete finito possiamo raggiungere gli altri” annunciò Finn.
“Abbiamo finito” confermò Rey, avrebbe continuato la sua conversazione con Rose in un altro momento e preferibilmente da sole, era bello avere un'amica con cui confidarsi su argomenti di cui non avrebbe mai parlato con Finn e Poe.
Rose e Finn camminavano davanti, mentre Rey camminava qualche passo più indietro con Ben che se ne stava in silenzio.
“Cosa ti ha detto Finn?” gli chiese sottovoce.
“È soltanto preoccupato per te” le rispose Ben “Ed è stata una conversazione civile” la rassicurò. Il fatto che i due fossero riusciti ad avere un dialogo pacifico era già un primo passo affinché potessero collaborare senza litigare. E se anche ci sarebbe voluto del  tempo Rey sperava persino che un giorno i suoi amici sarebbero stati anche gli amici di Ben. Non voleva trovarsi di nuovo nella posizione di dover scegliere tra lui e loro, anche se la prima volta le circostanze avevano influenzato la sua scelta, se fosse successo ancora non sarebbe stata in grado di decidere. 
Quando raggiunsero il resto del gruppo Rey notò subito che oltre alla famiglia di Connix c'erano anche altre quattro persone in più, di cui
iRey riconobbe soltanto due piloti. Zay Versio [1] e Karé Kun [2], quest'ultima aveva perso suo marito Snap Wexley [3] durante la battaglia di Exegol perciò Rey fu abbastanza sorpresa di vederla lì. A giudicare dall'abbigliamento della donna e del ragazzo, che stavano accanto alle due, dovevano essere un pilota e un meccanico. Il ragazzo, che era abbastanza basso e magrolino, indossava una tuta da pilota arancione identica a quella dei ribelli, mentre la donna, di media statura e anche lei abbastanza magra, indossava una tuta da meccanico macchiata d'olio.
Rey e Ben si sedettero accanto a Rose su una panca, Finn invece prese posto accanto a Poe che stava in piedi al centro della sala, i due si scambiarono qualche parola e Poe annuì.
“Adesso che ci siamo tutti direi che possiamo cominciare, alcuni di voi già lo sanno, ma riteniamo opportuno spostare la base nell'Orlo Centr-”ma il pilota non ebbe nemmeno il tempo di concludere la frase che già venne interrotto.
“Avete già trovato un luogo adatto?” chiese uno dei tecnici.
“Una cosa alla volta” rispose con calma Poe “Ci sposteremo in un avamposto ribelle su Oshira [4], c'è già un altro gruppo della Resistenza che si è stabilito lì mesi fa” per Rey quell'affermazione non aveva alcun senso, Leia non aveva mai menzionato l'esistenza di un altro gruppo né di un'altra base. L
'aveva sempre saputo e l'aveva tenuto nascosto o neppure lei ne era al corrente? Dei mormorii confusi si levarono tra i presenti.
“Lascio la parola a Tinian Connix che vi spiegherà ogni cosa” il padre di Kaydel si fece avanti prendendo posto accanto a Poe.
“Grazie Generale, so che questa notizia deve aver generato parecchia confusione ed è per questo che sono qui per chiarire la situazione” annunciò l'uomo “Quando venne fondata la Resistenza il Generale Organa chiese ad alcuni diplomatici di restare su Hosnian Prime per tenerla aggiornata sui risvolti politici e trovare possibili alleati in Senato, e così facemmo. Sfortunatamente non tutti abbiamo avuto il privilegio di sfuggire al cataclisma dello scorso anno e non molto tempo dopo il Primo Ordine ha fatto prigionieri i Senatori che simpatizzavano per la Resistenza” Rey ricordava molto bene quella questione perché proprio prima di stabilirsi ad Ajan Kloss si erano occupati della liberazione di quei prigionieri. “Quando sono stati liberati il Generale Organa ci ha contattati privatamente e ci ha chiesto di condurli in un luogo sicuro, ci siamo stabiliti su Oshira evitando ogni forma di contatto con la Resistenza. Ma vi abbiamo sempre aiutati finanziando le provviste che arrivano da Takodana e a nome di chi mi ha mandato qui vi prometto che non vi abbandoneremo” concluse Connix. Quella rivelazione non fece altro che creare più confusione di prima, persino Ben sembrava sconcertato, e in tanti cominciarono a fare domande. Adesso Rey comprendeva perché Kaydel Connix non avesse mai parlato della propria famiglia e sicuramente era l'unica a parte Leia a essere a conoscenza dell'altro gruppo, che aveva deciso che non era più tempo di nascondersi - anche se per la propria sicurezza -.
“C'è un'ultima cosa di cui vorremmo informarvi” questa volta fu Finn a prendere parola “Il Primo Ordine ha perfezionato una tecnologia utilizzata dall'Impero che permette l'occultamento delle proprie navi, nessuno scanner è in grado di rilevarle e perciò siamo sempre vulnerabili. Per questo motivo ci sposteremo con cautela divisi in piccoli gruppi con la speranza di passare inosservati, per oggi è tutto” la confusione venne immediatamente sostituita dalla preoccupazione, si trovavano ancora in una situazione di stallo e nessuno sembrava avere una soluzione.
“Adesso è tutto più chiaro” commentò Rose “Credevo che i dispositivi di occultamento avessero un punto debole”
“Come fai a saperlo?” chiese Ben “Credevo che qui nessuno conoscesse quella tecnologia”
“Oh, Rose è un genio, è stata lei a capire come ci tracciavano nell'iperspazio” spiegò Rey, quando le avevano raccontato cos'era successo mentre era andata alla ricerca di Luke era rimasta davvero colpita dall'intelligenza di Rose.
“Non sono un genio, me ne intendo abbastanza” replicò la ragazza.
Quando il caos generale si placò cominciarono a cenare, quella sera si erano limitati a scaldare una sorta di minestra, Chewbecca si unì al loro tavolo mentre Poe e Finn rimasero con gli ultimi arrivati. Il wookie spiegò loro che erano in arrivo altre tre navi con circa dieci persone e altre quattro ne sarebbero arrivate il mattino seguente. I preparativi per lasciare la base avrebbero richiesto almeno due giorni di lavoro, non era un'evacuazione e perciò potevano procedere con più calma. Inoltre Ajan Kloss era più vicino per i ribelli che erano già in viaggio, che avrebbero potuto riposare ed aiutare. 
Rey era tornata da meno di un giorno ed erano già successe troppe cose da assimilare, del resto nessuno avrebbe potuto prevedere la distruzione di un pianeta e la scoperta di un secondo gruppo della Resistenza formato unicamente da cariche politiche. Era stata una giornata davvero intensa, e quelle seguenti non sarebbero state da meno, proprio come qualche mese prima. Erano di nuovo punto e capo, qualche alleato in più non avrebbe fatto alcuna differenza contro un nemico da cui non ci si poteva difendere e che si stava garantendo la lealtà della galassia sfruttando il terrore. La paura era un'arma più potente di qualsiasi tecnologia all'avanguardia, davanti alla scelta di vivere promettendo lealtà al Primo Ordine o di essere annientati come Hosnian Prime, Kijimi e Pamarthe era ovvio che tutti avrebbero preferito la prima opzione.




Spazio Autrice:
Forse qualcuno se l'aspettava già, ma un piccolo discorsetto a Ben da parte di Finn non poteva mancare (e adesso può smetterla di pensare che la Forza si possa usare come incantesimo d'amore). 
Intanto qualcosa sta iniziando a smuoversi per i nostri ribelli, che hanno appena ricevuto una rivelazione inaspettata, finalmente i politici hanno deciso che nascondersi non serve più a nulla (meglio tardi che mai).


Note:
[1] Zay Versio è apparsa per la prima volta in un DLC per il videogioco Star Wars Battlefront II ed è riapparsa nuovamente  nella novel Resistance Reborn, in cui Leia le affida la missione di trovare alleati e recupere alcuni caccia. Inoltre il personaggio ha avuto un piccolo cameo vocale in The Rise of Skywalker.
[2] Karé Kun è apparsa nella serie a fumetti Star Wars: Poe Dameron e in Resistance Reborn, viene poi menzionata nelle novel tratte dai film anche se non è mai apparsa su schermo.
[3] Snap Wexley è il figliastro di Wedge Antilles ed è apparso sia nei film che nei fumetti e le novel, in The Rise of Skywalker perde la vita in battaglia.
[4] Oshira è un pianeta disabitato situato nell'Orlo Centrale e di cui non ci sono informazioni né alcuna descrizione.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***





Rey era stanca, non dormiva da ore e nonostante si fossa ripresa tendeva ancora a stancarsi in fretta. Inoltre si sentiva scombussolata dal fatto che tecnicamente avesse fatto quattro viaggi in un solo giorno, lei non era abituata a viaggiare così tanto in poco tempo e l'unica volta che era successo era stato il giorno della battaglia di Exegol.
La cena era giunta al termine soltanto da qualche minuto, tuttavia la mensa si stava già svuotando e rimasero in pochi, con molta probabilità coloro che avrebbero accolto chiunque fosse in arrivo. Rey non voleva sembrare maleducata e non esserci, ma aveva davvero bisogno di una rinfrescata e qualche ora di sonno per recuperare le energie. Chewbecca stava conversando con Rose, mentre Ben ascoltava in silenzio chiaramente a disagio, stare in compagnia d'altri era qualcosa a cui non sembrava abituato e Rey poteva capirlo perché all'inizio anche lei si era sentita così.
“Scusatemi, ma ho bisogno di andare a riposare” annunciò.
“Non preoccuparti, vai pure” le disse Rose, Chewbecca le chiese se stesse tornando al Falcon a recuperare le sue cose.
“Sì, credo che passerò la notte lì” rispose alzandosi, non aveva alcun senso fare avanti e indietro tra il vecchio mercantile e i propri alloggi, inoltre ne avrebbe approfittato per fare una doccia, che era decisamente più comoda di quella improvvisata che avevano all'accampamento e per cui bisognava sempre fare a turno perché non ce n'erano altre.
“Vieni anche tu?” chiese rivolgendosi a Ben, le dispiaceva lasciarlo da solo, anche se tecnicamente era in compagnia.
“Se ai presenti non dispiace credo che verrò con te” rispose lui, Chewbecca gli disse che poteva andare tranquillamente e Rose guardò entrambi con aria interrogativa.
“Allora a domani” disse Rey.
“A domani ragazzi” li salutò Rose a sua volta.
Nessuno si accorse del fatto che i due fossero andati via e Rey ne fu sollevata, le piaceva parlare con i suoi amici e gli altri ribelli ma in quel momento l'unica cosa che desiderava era concedersi qualche ora di sonno.
“La tua amica è davvero gentile” disse ad un tratto Ben, che stava camminando accanto a lei.
“Rose è la persona più comprensiva che conosca” concordò Rey, era stata la prima persona a cui aveva raccontato la verità e non l'aveva mai giudicata, al contrario l'aveva incoraggiata.
“Dev'essere per questo che sembra non avere alcun problema nel rivolgermi la parola”
“Lei pensa che tutti meritino una seconda occasione, e tu non sei da meno” gli rammentò Rey, sapeva che Ben fosse ancora convinto di non meritarne una e lei voleva ricordargli che non era affatto così.
“Grazie di credere in me” le disse fermandosi e prendendole entrambe le mani.
“È da tempo che lo faccio e non ho mai smesso” aveva cominciato a fidarsi Ben la notte in cui le aveva raccontato cosa fosse successo realmente con Luke e aveva percepito la sincerità delle sue parole. Ma il momento in cui aveva cominciato realmente a credere in lui e che non fosse troppo tardi, era stato quando toccandogli la mano aveva visto il suo futuro. Persino dopo quanto accaduto su Crait una parte di Rey non aveva mai smesso di farlo, nonostante la delusione che aveva provato nei suoi confronti ed i suoi sforzi per cercare di dimenticarlo.
“Se anche l'avessi fatto ne avresti avuto ogni ragione”
“Non pensare che non ci abbia provato” ammise lei “Ma sono contenta di non esserci riuscita”
La radura in cui si trovava il Falcon era illuminata dalla luce delle due lune, tanto che non serviva alcuna luce artificiale per consentire alle navi un atterraggio sicuro. Quella sarebbe stata l'unica inconvenienza del trascorrere la notte a bordo della nave, le pareti di durasteel avrebbero soltanto smorzato i rumori provenienti dall'esterno e perciò sarebbe stato difficile non accorgersi dell'arrivo di altre navi. Ma Rey aveva imparato a farci l'abitudine, in più occasioni i ribelli erano tornati da missioni di sabotaggio e ricognizione nel cuore della notte. Una gran differenza rispetto alle silenziose notti su Jakku, dove gli unici suoni erano i versi degli animali notturni che uscivano dalle loro tane.
Rey calò la rampa del Falcon e salì a bordo seguita da Ben, tutti i sistemi erano spenti tranne quelli essenziali, come la corrente elettrica.
“Ti dispiace se uso il bagno per prima?” gli chiese.
“Fai pure, dopotutto è la tua nave”
“È anche la tua” precisò lei.
“D'accordo, è la nostra nave” replicò Ben accennando un sorriso, a Rey piacque il modo in cui lui aveva detto 'nostra' ed era la prima volta che gli sentiva dire qualcosa del genere.
Raggiunse l'area comune per prendere la sua borsa e quando l'aprì vide che i testi dei Jedi erano ancora lì dentro, contrariamente a quanto si era prefissata di fare aveva dimenticato di riporli al proprio posto prima di lasciare Ahch-To. Dubitava che ci sarebbe tornata nell'immediato futuro, perciò avrebbe dovuto custodirli dove non si sarebbero potuti danneggiare. Al momento però non le venne in mente nessun posto adatto e li tirò fuori dalla borsa -insieme alla sua spada e quella di Ben- per prendere degli abiti puliti. Le era rimasto un solo cambio, un paio di pantaloni bianco e una maglietta senza maniche dello stesso colore, e prima di lasciare Ajan Kloss avrebbe dovuto occuparsi della biancheria sporca.
Una volta presi i vestiti rimise le spade e i libri nella borsa e si diresse verso il bagno, il rumore dei suoi passi riecheggiò lungo il corridoio e con quel silenzio a Rey sembrava quasi di essere di nuovo da sola. L'acqua della doccia era gelida perciò si lavò più in fretta che poté, avrebbe dovuto dare una controllata perché non era la prima volta che capitava e prese mentalmente nota di occuparsene il giorno seguente.
Quando Rey ebbe finito e si fu cambiata uscì dal bagno per andare a dormire, quella lunga giornata stava finalmente per terminare. Aprì la porta di quella che era diventata temporaneamente la sua stanza e senza neppure accendere la luce si coricò su una delle brandine. S'infilò sotto la coperta e non appena poggiò la testa sul cuscino si addormentò immediatamente.


La battaglia imperversava ovunque, colpi di blaster provenienti da entrambe le fazioni riempivano l'aria impregnata dal fumo dovuto all'esplosione delle granate. Sul campo di battaglia giacevano numerosi corpi, alcuni indossavano le uniformi del Primo Ordine, altri armature da assaltatori e altri ancora abiti comuni. Tra quei corpi Rey riconobbe anche alcuni dei suoi amici, che avevano ancora i blaster stretti nelle proprie mani e si erano battuti fino alla fine.
Non aveva più la spada laser, si era riparata dietro ai resti di un TIE precipitato e abbassò lo sguardo sulle proprie mani ricoperte di sangue. Le teneva premute contro una ferita nel tentativo di fermare il flusso, ma non era lei ad essere ferita...

 

Rey si svegliò di soprassalto e con il cuore che le martellava nel petto gridando il nome di Ben, nel suo incubo -non una visione- era lui ad essere ferito. Si tirò su a sedere e trasse un respiro profondo per tranquillizzarsi, le era sembrato tutto così tremendamente reale, ma sapeva che quello era stato soltanto un incubo scaturito dalle brutte notizie ricevute quel giorno. Rey si alzò scrollandosi la coperta di dosso e uscì dalla stanza per prendere una boccata d'aria in corridoio perché le sembrava quasi di soffocare in quello spazio piccolo, non appena mise piede fuori dalla stanza s'imbatté in Ben.
“Rey stai bene?” le chiese accarezzandole un braccio “Ti ho sentita gridare”
“Ho avuto un incubo” ammise lei.
“Se hai bisogno di parlarne sai che con me puoi farlo” le disse prima di abbracciarla, tra le sue braccia Rey si sentiva al sicuro come mai si era sentita in vita sua, ma soprattutto si sentiva a casa.
“Lo so, tu ci sei sempre” nel bene e nel male era stato così dal momento in cui la Forza aveva cominciato a connetterli, dandogli la possibilità di parlarsi e imparare a fidarsi l'uno dell'altra. Per un po' rimasero abbracciati in silenzio ed era tutto ciò di cui Rey aveva bisogno per sentirsi meglio, specialmente dopo quello che aveva sognato. L'idea di perdere i suoi amici la spaventava, ma perdere Ben una seconda volta ancora di più perché non era certa di poterlo salvare di nuovo e non avrebbe potuto sopportarlo.
“Non voglio perderti di nuovo” gli confessò.
“Nemmeno io, ma questa volta non accadrà” Rey rimase stupita dalla sicurezza con cui Ben aveva fatto quell'affermazione, ma allo stesso tempo non voleva false speranze.
“Come fai a esserne certo?”
“Una certa ragazza mi ha insegnato ad avere speranza
“La conosco per caso?” scherzò sciogliendo l'abbraccio, Ben riusciva sempre a farle tornare la voglia di scherzare e sorridere.
“Vagamente, ma non devi essere gelosa” replicò ironico.
“Resta con me” disse Rey tornando seria “Quando eravamo su Ahch-To non ho avuto incubi” si affrettò ad aggiungere, in effetti le era venuto in mente soltanto in quel momento che aveva dormito serenamente nel breve tempo trascorso sull'isola. In parte era il motivo per cui aveva avanzato quella richiesta, ma non era
l'unica ragione e negarlo sarebbe stato ridicolo, voleva che Ben restasse con lei perché le piaceva averlo vicino.

“Lo sai vero che non ci staremo mai in due su una brandina?” le chiese ironicamente.
“Ci stringeremo, sono abituata a dormire in spazi stretti” rispose lei “A meno che tu non voglia” non voleva dargli l'impressione di star affrettando le cose tra loro, anche se ne avevano già parlato e avevano concordato che andasse bene così.
“Perché non dovrei? Non è la prima volta”
Senza aggiungere altro Rey rientrò nella stanza e accese la luce, al buio sarebbe stato ancora più difficile sistemarsi in due in uno spazio pensato per una sola persona. Ma del resto era stato così anche la prima volta che avevano condiviso il letto -se così si poteva definire- e alla fine avevano trovato una soluzione. Rey si coricò per prima con la schiena rivolta verso il muro cercando di occupare il minor spazio possibile, mentre Ben si distese accanto a lei dando le spalle alla porta e perciò si trovarono faccia a faccia. I loro visi erano così vicini che i loro respiri erano diventati un tutt'uno, Rey si strinse di più contro Ben che le cinse la vita con un braccio. 
“Dovresti spegnere la luce”gli fece notare lei, Ben fece per alzarsi ma lei lo fermò “C'è un modo più veloce” lui le rivolse uno sguardo perplesso.
“Sul serio usi la Forza per spegnere la luce?”
“Beh sì, è più comodo” ammise lei.
“Avrei dovuto aspettarmelo da te” replicò ridendo, ma seguì il suggerimento di Rey “Adesso dovresti provare a dormire”
“Anche tu” gli disse.
Non ci volle molto prima che Rey si addormentasse nuovamente, questa volta con la certezza che nulla l'avrebbe tormentata e che non fosse più sola.

 

 

 

Quando Ben si svegliò Rey stava ancora dormendo beatamente tra le sue braccia, quando la sera prima l'aveva sentita gridare il suo nome si era preoccupato e si era alzato per andare da lei per accertarsi che stesse bene. Conosceva fin troppo bene la sensazione di svegliarsi spaventato a causa degli incubi, lui ne aveva avuti fin da bambino a causa della presenza di Snoke nella sua mente e nel corso degli anni non avevano fatto altro che peggiorare. Non era la prima volta che Rey gli aveva accennato di avere degli incubi, e sapeva già che lei aveva sempre avuto problemi legati al sonno. Non l'aveva forzata a parlarne, anche se le aveva detto che poteva farlo tranquillamente, e aveva assecondato la sua richiesta. Se dormire insieme l'avrebbe aiutata non le avrebbe detto di no, e non poteva negare che aiutava anche lui, oltre al fatto che gli sembrasse la cosa più naturale della galassia addormentarsi con lei al suo fianco. Tuttavia aveva scelto di occupare la stanza accanto alla sua, nonostante fosse pensata per ospitare quattro persone, per dare spazio a Rey e non risultare appiccicoso.
Ben udì la rampa del Falcon abbassarsi e facendo attenzione a non svegliare Rey si alzò lentamente. Non sapeva che ora fosse, ma doveva trattarsi sicuramente di Chewbecca che era rimasto ad attendere con gli altri l'arrivo delle persone di cui aveva accennato durante la cena. Quando aveva scoperto -insieme al resto della Resistenza- dell'esistenza di un'altra base ed un altro gruppo era rimasto parecchio sorpreso. Più volte il Generale Hux aveva mandato squadriglie di TIE a perlustrare i vari settori dell'Orlo Esterno per scoprire il luogo in cui si nascondevano i ribelli e ogni volta la ricerca si era rivelata inconcludente, adesso Ben sapeva il perché. Sua madre era stata così scaltra da scegliere un pianeta di cui quasi nessuno ricordava l'esistenza e situato in un settore in cui il Primo Ordine aveva degli alleati, oltre che il controllo di alcuni pianeti. Nessuno avrebbe mai sospettato che la Resistenza si fosse stabilita in territorio nemico, Leia l'aveva intuito e sfruttato a proprio vantaggio.
Raggiunse l'area comune del mercantile e vi trovò Chewbecca, che non appena gli chiese se si fosse svegliato a causa sua.
“No, ero già sveglio”rispose al wookie che gli rivolse uno sguardo preoccupato e Ben capì la tacita domanda celata dietro quello sguardo. Chewbecca aveva sempre saputo che fin da bambino aveva gli incubi, in varie occasioni in cui si era fermato per la notte a casa dei Solo ad Hanna City [1] era stato proprio lui a tranquillizzarlo fino a farlo riaddormentare.
“Sto bene, sono riuscito a dormire” gli assicurò, l'apprensione del wookie per un attimo gli ricordò proprio una di quelle notti in cui si era sentito protetto da colui che aveva sempre considerato uno zio tanto quanto Luke.
Chewbecca lo invitò a sedersi con lui sul divanetto che circondava il tavolo da gioco, il wookie si sedette per primo e Ben prese posto accanto a lui, che gli chiese come fosse andata con gli altri dopo il loro arrivo.
“È andata abbastanza bene, anche se non si fidano di me com'è giusto che sia” Chewbecca gli disse che aveva fiducia in lui e che prima o poi anche gli altri avrebbero cominciato a farlo.
“Voglio aiutarli davvero, mia madre si è battuta per tutto ciò e non voglio che sia stato invano” ammise Ben ricordando le parole che gli aveva detto il ricordo di suo padre sul relitto della Morte Nera. Han gli aveva detto che non era troppo tardi per tornare a casa, che tutto ciò per cui Leia aveva duramente lottato non era perduto e per Ben il minimo che potesse fare per onorarne la memoria era contribuire alla causa. Il wookie gli disse che i suoi genitori sarebbero stati fieri di lui per quella scelta e che anche lui lo era.
“Grazie zio Chewbe” suo padre non si era sbagliato, e adesso comprendeva il perché, aveva ancora una famiglia che gli volesse bene nonostante gli errori commessi e aveva Rey che lo amava e credeva fermamente in lui. Chewbecca lo abbracciò e per un momento gli sembrò che tutto fosse come un tempo ma allo stesso tempo sentiva che nulla sarebbe mai stato come prima.
Quando anche Rey si fu svegliata, i tre si recarono in mensa per la colazione e Ben notò che, nonostante durante la notte fossero arrivate altre persone, molti dei tavoli erano vuoti. Non c'era molto tra cui scegliere, dopotutto trovandosi in una giungla non avevano i mezzi adeguati per preparare una vera e propria colazione per tutti, perciò Ben si limitò ad una tazza di caf e quello che sembrava un pacchetto di biscotti. Chewbecca invece optò per della frutta essiccata, una cosa che gli parve quasi surreale perché ricordava che di solito mangiava molto di più, e Rey prese un succo ed una barretta.
Occuparono un tavolo a caso e cominciarono a mangiare, quando Ben era al servizio di Snoke faceva sempre colazione da solo e nei propri alloggi, non andava d'accordo con la maggior parte dei generali -specialmente con Hux- e loro sopportavano a malapena la sua presenza. Perciò fu abbastaza strano per lui trovarsi in compagnia e in mezzo ad altre persone, era l'ennesima cosa a cui si sarebbe dovuto abituare di nuovo. Negli ultimi sette anni aveva perso ogni contatto con una realtà che non fosse quella del Primo Ordine, dove vigeva rigidità e non c'era spazio per la socializzazione. Lì era completamente l'opposto, le persone chiacchieravano tra loro e si riunivano allo stesso tavolo a prescindere dai ranghi -che sembravano essere soltanto una formalità-
“Posso unirmi a voi?” chiese Poe che si era avvicinato al loro tavolo.
“Certo” rispose Rey, che era seduta accanto a lui, e il pilota prese posto accanto a Chewbecca.
“Non ci girerò intorno Ren, mi serve il tuo aiuto” gli disse “Ieri hai detto che avevi delle informazioni e ho bisogno che tu me le dia”
“Lo farò, posso indicarti la posizione alcuni cantieri navali e depositi di armi” forse non era molto, ma era un buon punto di partenza per sistemare le cose.
“Bene, perché è esattamente ciò che speravo”
“Che sta succedendo?” intervenne Rey.
“Dobbiamo sapere a cosa stiamo andando incontro e organizzarci, non è più tempo di affidarci alla sorte” spiegò Poe “Per il momento ci limiteremo a segnalare su una mappa i luoghi che ci interessano, ma appena saremo pronti a muoverci passeremo all'attacco” la sua strategia sembrava buona, anche se simile a quella adottata dal Primo Ordine. Se fossero riusciti a far saltare in aria qualche cantiere navale o distruggere qualche deposito avrebbero rallentato il nemico, tuttavia il problema maggiore restava lo Star Destroyer di classe Xyston [2] che aveva distrutto Kijimi e Pamarthe.

 

 

Spazio Autrice:

Se Rey pensava che adesso avrebbe avuto sonni tranquilli si sbagliava, ma sembra aver già trovato una soluzione al problema. Per Ben invece è arrivato il momento di dimostrare che di lui possono fidarsi, a partire da Poe che ha deciso di procedere con più cautela anziché essere avventato come al solito.

 

Note:

[1] Hanna City è la capitale di Chandrila e luogo in cui è nato Ben, per un po' è stata anche la capitale della Nuova Repubblica che veniva scelta a rotazione in base a delle elezioni.
[2] Gli Star Destroyer di classe Xyston appartengono alla flotta Sith apparsa in The Rise of Skywalker e sono ispirati ad un modello della vecchia flotta Imperiale, ma molto più grandi.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***





Ben aveva seguito Poe al centro di comando, un luogo decisamente più appropriato per affrontare la questione, dove ad attenderli c'erano anche Finn, il Tenente Connix e il padre di quest'ultima. Tutti e tre erano in piedi riuniti intorno ad un olo-mappa raffigurante le Regioni Ignote generata da un proiettore posto su un tavolo.
“Adesso ci siamo tutti” esordì Poe “Tinian le presento il figlio del Generale Organa” disse rivolto all'uomo dai capelli castani che stava accanto alla ragazza, adesso che li vedeva più da vicino Ben colse qualche somiglianza tra i due, come l'altezza ed il colore degli occhi.
“Mi dispiace per la tua perdita, tua madre parlava spesso di te” gli disse il diplomatico lasciandolo senza parole, era la prima persona -a parte Rey- a ricordare che tra le tante cose era un figlio che aveva da poco perso la madre.
“La ringrazio” biascicò lui.
“Bene, direi che possiamo cominciare” annunciò Finn “Siamo già a conoscenza delle poche strutture del Primo Ordine rimaste nell'Orlo Centrale e nei Mondi del Nucleo, ma se vogliamo fermarli dobbiamo colpire nel loro vero territorio” detto ciò fece un cenno a Poe per passare la parola a lui.
“Riteniamo che la mossa migliore sia individuare i cantieri navali situati nelle Regioni Ignote, non possiamo permettere al nemico di formare una nuova flotta come quella che abbiamo fermato su Exegol” spiegò il pilota.
“Non possiamo rischiare un attacco diretto senza sapere a cosa andiamo incontro” intervenne il Tenente Connix.
“È il motivo per cui siamo tutti qui” replicò Poe “Solo può aiutarci dati i suoi trascorsi con il nemico” fu strano sentire l'altro riferirsi al lui con il suo vero nome, considerato che quando gli aveva chiesto aiuto non lo aveva fatto, ma suppose che in presenza di una figura politica fosse più che opportuno mettere da parte ogni forma di divergenza. Soprattutto se la persona in questione conosceva Leia personalmente e aveva trattato Ben con gentilezza nonostante sapesse chi era davvero e cos'aveva fatto.
“Resta comunque un problema” replicò la giovane “Le Regioni Ignote sono pericolose da attraversare, il puntatore Sith indica soltanto una rotta sicura per Exegol
“Sono d'accordo” intervenne Ben “Ma è proprio per questo che il Primo Ordine ha scelto di stabilirsi nei settori più accessibili” quell'affermazione bastò a riportare l'attenzione sul motivo della sua presenza.
Ben si avvicinò all'olo-mappa e passò in rassegna i vari pianeti, ne riconobbe soltanto alcuni di cui aveva letto nei rapporti compilati dagli ufficiali a cui soltanto Snoke aveva accesso. Perciò quando ne aveva preso il posto una delle prime cose che Ben aveva fatto era stata proprio esaminare tutti i file riservati e così aveva scoperto molti dei segreti del Primo Ordine. Allora non aveva immaginato che avrebbe rivelato personalmente tali informazioni alla Resistenza e che avrebbero fatto la differenza in un conflitto che sembrava non finire mai.
Individuò subito due pianeti che gli erano familiari, Rakata Prime [1] -conosciuto anche come Lehon- e Parnassos [2], il primo fungeva semplicemente da deposito per armi e razioni che un tempo venivano regolarmente consegnate all'intera flotta, ma che sicuramente era ancora in uso. Il secondo invece era un luogo abbastanza pericoloso, ma il Primo Ordine vi aveva comunque costruito un centro di ricerca e sviluppo delle armi prendendo le dovute misure di sicurezza, Ben segnalò al resto del gruppo la loro posizione.
“Cosa c'è lì?” chiese il Tenente indicando Parnassos.
“Un centro di ricerca, studiano nuove tecnologie per le armi e le sviluppano” spiegò brevemente.
“Che tipo di armi?” chiese Poe.
“Mi dispiace ma non lo so, conosco soltanto i nomi di alcuni progetti”
“Una cosa per volta” intervenne Tinian Connix “Ci occuperemo di ogni cosa, ma dobbiamo procedere con ordine”
Un terzo pianeta catturò la sua attenzione, Demir uno dei principali siti da cui provenivano il ferro e altri minerali estratti per la costruzione delle navi. La maggior parte degli Star Destroyer standard, trasporti e i caccia TIE venivano prodotti dal cantiere navale su Corellia [3]. Tuttavia il cantiere principale, in cui venivano costruite le navi più grandi ed equipaggiate di sistemi ogni genere, si trovava su Vondoru [4].
La strategia migliore sarebbe stata occuparsi prima del deposito su Rakata Prime, era un obiettivo semplice, a basso rischio e sarebbero bastate poche persone per una missione simile. Ma Ben tenne quel pensiero per sé, non era nella posizione di proporre una cosa del genere ed era lì solamente per condividere le proprie informazioni. Si limitò ad indicare le posizioni e i nomi dei due pianeti, di cui non aveva le coordinate in quanto si trovavano nei file che aveva letto, ma in un modo o nell'altro avrebbero dovuto recuperarle.
“Come ha detto prima il Tenente abbiamo un problema ” disse ai presenti.
“Come sempre” sbuffò Finn.
“E sarebbe?”chiese Poe.
“Le coordinate per i pianeti che vi ho indicato si trovano soltanto nei file presenti negli archivi del Primo Ordine” quella notizia scoraggiò tutti e per un breve istante calò il silenzio.
“Non è così” disse improvvisamente il Tenente “Una dei nostri è stata su Rakata Prime mesi fa ed è stata quasi catturata dal Primo Ordine” Ben rammentava vagamente qualcosa circa quell'episodio, gli avevano riferito qualcosa su un caccia solitario della Resistenza in quel settore ma lui aveva lasciato correre e dato l'ordine di ignorare la faccenda perché non era rilevante.
“Ti stai riferendo alla missione di Doza [5]?” chiese Poe.
“Proprio a quella” rispose la ragazza.
“Direi che è un buon punto di partenza” intervenne Finn “Puoi occupartene tu? Cerca un rapporto o contattala per saperne di più”
“Mi metto subito al lavoro” annunciò il Tenente prima di lasciare il centro di comando.
Anche senza la proposta di Ben erano giunti alla conclusione che colpire il deposito sarebbe stata una buona mossa, anche se questo avrebbe soltanto destabilizzato temporaneamente il nemico. C'erano ancora altri depositi sparsi nella galassia, ma molti erano situati su pianeti che si erano apertamente schierati con il Primo Ordine e che di conseguenza erano notevolmente difesi.
“Per adesso è tutto” dichiarò Poe “E grazie per il tuo aiuto Solo” gli disse prima di andar via in compagnia di Finn, che non disse nulla e si limitò a rivolgergli uno sguardo dubbioso.
Rimasero soltanto Ben e Tinian Connix, che stava contemplando la mappa che aveva di fronte.
“Il tuo aiuto farà la differenza” gli disse l'uomo.
“È il minimo che possa fare, avrei dovuto farlo prima”
“Chiunque può smarrire la via, ciò che conta è riuscire a ritrovarla e non è una cosa da tutti” tutta quella gentilezza lo fece sentire leggermente a disagio, era del tutto inaspettata.
“Crede che darmi una seconda occasione sia stata la scelta giusta?” chiese.
“Sì, e credo anche che il passato non debba definirci” disse l'uomo poco prima di spegnere il proiettore e lasciare il centro di comando.
Quelle parole fecero riflettere Ben, era stato esattamente ciò che aveva fatto per buona parte della sua vita da quando aveva scoperto che il vero padre di Leia e Luke fosse Darth Vader. L'aveva scoperto nel peggiore dei modi, insieme al resto della galassia mentre era in viaggio con suo zio alla ricerca di artefatti appartenenti ai Jedi. E quando qualche giorno dopo si era risvegliato davanti al tempio in fiamme, che era sicuro di aver disutrutto personalmente, aveva creduto che fosse destinato a seguire la stessa strada di suo nonno. Aveva permesso al passato della sua famiglia di definirlo e portarlo a fare scelte sbagliate, facendo esattamente il gioco di Snoke.
Questa volta Ben non l'avrebbe fatto, doveva fare i conti con i suoi errori senza lasciare che lo definissero o non sarebbe mai riuscito a guardare al futuro. Inoltre, come lui stesso aveva suggerito a Rey tempo prima, doveva lasciar andare il passato e non restarvi aggrappato. Lasciar andare però non significava dimenticare o fingere che nulla fosse accaduto, non ci sarebbe riuscito neppure volendo, ma al contrario avrebbe imparato dagli errori commessi -anche quelli da parte della sua famiglia- al fine di non commetterli di nuovo.
Uscì dalla tenda e andò a cercare Chewbecca e Rey, anche se con molta probabilità avevano lasciato la mensa per dedicarsi ad altro. Prima di fare colazione Rey gli aveva accennato di doversi occupare del problema dell'acqua fredda a bordo del Falcon, Chewbecca invece poteva essere ovunque ad aiutare a sgomberare la base. Contrariamente a quanto chiunque potesse aspettarsi da lui, a Ben non piaceva starsene a guardare mentre gli altri si sobbarcavano di lavoro. Perciò decise di andare a cercare il wookie, qualunque cosa stesse facendo avrebbe potuto dargli una mano e rendersi utile.

 

 

 

 

Rey e Chewbecca rimasero ancora un po' in mensa dopo che Ben e Poe si erano allontanati, una scena che aveva lasciato entrambi sorpresi. Ma erano tempi difficili e qualunque forma di ostilità all'interno del gruppo andava messa da parte, dovevano restare uniti e collaborare. Tuttavia ciò non impedì al wookie di scherzarci su dicendo che a Poe doveva essere costato molto chiedere aiuto a Ben.
Per quella mattina Rey si era già prefissata di controllare quale fosse del Falcon e di occuparsi dei vestiti da lavare, all'accampamento l'unico modo per avere sempre qualcosa di pulito da indossare era recarsi al torrente più vicino. Ma la prima cosa di cui voleva occuparsi era il Falcon.
“Chewbe ci sono mai stati problemi con la temperatura dell'acqua a bordo?” il wookie scosse la testa e le disse che era la prima volta in tanti anni che capitava, quella nave era così vecchia e ne aveva passate così tante che non c'era da stupirsi del fatto che ci fossero nuovi guasti.
“Beh, direi che c'è una prima volta per tutto” commentò Rey “Sarà meglio che mi metta al lavoro”aggiunse alzandosi, Chewbecca fece altrettanto spiegandole che aveva già preso l'impegno di aiutare a sgomberare la base, la forza di un wookie avrebbe fatto comodo per spostare le apparecchiature e casse più pesanti.
Rey uscì dalla mensa e si diresse alla zona d'atterraggio, strada facendo s'imbatté in Rose che stava andando nella stessa direzione, forse avrebbe potuto aiutarla.
“Ciao Rose”
“Ciao Rey” la salutò a sua volta l'amica “Ti senti meglio? Ieri sera sembravi davvero stanca”
“Mi serviva soltanto qualche ora di sonno” rispose “Posso chiederti un favore?”
“Qualunque cosa”
“C'è un problema a bordo del Falcon e mi chiedevo se potessi aiutarmi”
“Certo” disse Rose “E nel frattempo tu puoi raccontarmi cos'è successo mentre eri via” la curiosità era sempre stata tipica della sua amica, inoltre a Rey faceva piacere confidarsi con lei.
Le due ragazze raggiunsero la zona d'atterraggio e salirono a bordo del mercantile.
“Allora, qual è il problema?” chiese Rose.
“La temperatura dell'acqua, è sempre fredda” l'unica causa che Rey riusciva ad attribuire al problema era un malfunzionamento nel serbatoio. Per quanto se ne intedesse di riparazioni non era molto pratica quando si trattava di problemi idraulici, Rose invece sapeva riparare ogni cosa.
“Credo di aver già capito di cosa si tratta” disse l'amica con aria soddisfatta.
Si diressero alla sala macchine, accessibile da entrambi i lati del corridoio principale e accanto alla stiva più grande. Rey e Chewbecca erano soliti a lasciare lì tutti gli attrezzi, per essere sempre preparati all'eventualità di effettuare riparazioni.
Il serbatoio del'acqua collegato alle tubature era proprio in fondo alla sala, per raggiungerlo Rey e Rose dovettero passare una alla volta tra il quadro elettrico e un pannello di controllo.
“È la prima volta che capita?” chiese l'amica mentre cominciava ad esaminare l'impianto piuttosto datato.
“Sì, e fino al mio ritorno funzionava” commentò Rey “E come stavo per dirti ieri in realtà per me sono stati tre giorni, non dieci ore” aggiunse per riprendere la conversazione interrotta.
“Tre giorni?” dal tono con cui Rose aveva formulato la domanda traspariva tanta incredulità, la ragazza le dava le spalle e stava controllando i tubi e le rispettive valvole che regolavano la pressione dell'acqua.
“Il tempo su Ahch-To scorre diversamente”
“Ci sono!” esclamò Rose palesemente riferendosi al problema idraulico “Scusa, non volevo cambiare discorso ma è come pensavo” aggiunse la ragazza voltandosi verso di lei.
“E puoi aggiustarlo vero?”
“Mi dispiace Rey ma non posso, serve un nuovo termostato al serbatoio” le disse incrociando le braccia “Forse su Oshira qualcuno può aiutarci a procuracene uno”
“Ti ringrazio per l'aiuto” disse Rey abbozzando un sorriso “Beh, direi che adesso abbiamo il tempo per parlare”
Rey e Rose uscirono dalla sala macchine, si recarono nell'area comune e si sedettero entrambe sul divanetto. Rey cominciò a fare un riassunto di quanto accaduto in quei giorni, a partire dal modo in cui aveva riportato indietro Ben fino al momento in cui si era risvegliata due giorni dopo. Le raccontò di come Ben si fosse preso cura di lei, di come si fossero chiariti su alcune questioni in sospeso e del modo in cui avevano scherzato.
Rose ascoltava tutto con estremo interesse e curiosità senza mai interromperla, anche se più volte aveva cambiato espressione passando dallo stupore alla curiosità.
“È tutto così romantico” commentò l'amica
“Credo che la pioggia incessante abbia contribuito all'atmosfera” disse Rey sorridendo ripensando a quei momenti in cui il resto della galassia sembrava sparito “E avevi ragione sai?” aggiunse scherzando.
“Riguardo a cosa?”
“Riguardo al secondo bacio meglio del primo” replicò Rey arrossendo, ricordava la sensazione che aveva provato quando Ben l'aveva colta alla sprovvista e baciata, in quel momento Rey quasi non aveva voluto smettere.
“Oh quindi c'è stato” commentò l'amica.
“Ce n'è stato più di uno” ammise Rey, visto che ne stavano parlando forse Rose avrebbe potuto aiutarla a capire le sensazioni che provava ogni volta che baciava Ben “Rose posso chiederti una cosa personale?”
“Certo”
“Tu hai mai avuto un ragazzo?” nonostante lei e Rose si conoscessero da un anno non avevano avuto modo di parlare molto della propria vita privata e Rey non voleva sembrare un'impicciona chiedendole una cosa tanto privata.

“Qualche anno fa ne ho avuto uno” rispose lei “Ma poi ci siamo lasciati, perché me lo chiedi?”
“Perché c'è una cosa di cui vorrei parlare...”
“Cosa stai cercando di dirmi? Rey per caso siete andati oltre qualche bacio?” quella domanda la confuse parecchio, non capiva cosa intendesse l'amica.
Rey era consapevole di risultare parecchio ingenua riguardo all'amore, ma se c'era qualcuno che non l'avrebbe giudicata per questo era proprio Rose.
“Qualunque cosa tu intenda no” rispose “Abbiamo solo dormito insieme” confessò.
“Oh...credo che sia arrivato il momento di parlare di una cosa seria” disse Rose posandole le mani sulle spalle “Solitamente è una madre o una sorella a fare questo discorso, ma anche un'amica va bene. Non so come dirtelo...ma ci sarà un momento in cui tu o Ben sentirete un'esigenza diversa” Rey ascoltò in silenzio le parole dell'amica, più confusa di prima.
“Ed è un male?” chiese.
“Assolutamente no, è una cosa naturale e quando quel momento arriverà lo capirai, sarà il tuo corpo a dirtelo. Ma potrebbero esserci delle conseguenze inaspettate”
“Hai detto che non è un male”
“Non mi riferisco a questo e non voglio girarci intorno, ma se non starete attenti potreste diventare genitori prima di quanto pensiate” disse Rose tutto d'un fiato, Rey non era sicura di aver capito bene, aveva seriamente pronunciato la parola “genitori” o aveva frainteso? Era un'affermazione assurda, lei e Ben stavano insieme da poco e non avevano neppure mai parlato seriamente del futuro che avrebbero voluto. Avevano soltanto messo in chiaro che ne volevano uno insieme, ma non avevano mai parlato dell'evenutalità di avere una famiglia perché era troppo prematuro.
“Come prego?” chiese per esserne sicura.
“Scusa, non volevo spaventarti” replicò l'amica mollando la presa su di lei “Ma ci sono modi per evitare che accada in maniera improvvisa” quella frase le confermò che non si fosse sbagliata.
Con la mente Rey tornò al giorno in cui era arrivata alla base della Resistenza, lei era ancora scossa per la morte di Han così come Chewbecca e Leia. Ma una delle prime cose che Leia si era premurata di fare era stato chiedere alla dottoressa Kalonia di sottoporre ad una visita tutti coloro che erano tornati dalla missione. Rey ricordava che la donna le aveva detto qualcosa che già sapeva, ossia che fosse malnutrita e che avrebbe dovuto seguire un'alimentazione corretta. Ma la dottoressa le aveva anche detto che proprio a causa della scarsa e inadeguata alimentazione il suo organismo non funzionava come doveva per l'età che aveva. Perciò le aveva dato dei ricostituenti da prendere regolarmente due volte al giorno fino alla sua partenza, quello in aggiunta un'alimentazione giusta avrebbe cominciato a far adeguare il suo organismo a funzioni normali.
Era stato soltanto dopo Crait che Rey aveva effettivamente cominciato quel trattamento visto che non ce n'era stata l'occassione di farlo prima, e adesso a distanza di un anno il suo corpo funzionava esattamente come quello di qualsiasi altra donna adulta. Adesso che Rose aveva tirato fuori l'argomento le tornò in mente qualcos'altro, quel trattamento le aveva garantito anche la possibilità di diventare madre in futuro.
“Rey va tutto bene?” la voce di Rose la riportò al presente riscuotendola dai propri pensieri.
“Credo di sì” rispose.
“Forse ho esagerato un po' “ disse l'amica mordendosi il labbro.
“No, è solo che per me è tutto così strano”
“Non dire così, ci siamo passati tutti e se ne avrai ancora bisogno puoi parlarmi di queste cose” la rassicurò Rose, era la cosa più vicina ad una sorella che avesse e si sentiva sollevata nel sapere di poter contare su di lei.

 





Spazio Autrice:

Potrei scrivere un papiro in questo spazio, ma mi limiterò a dire che per equilibrare il capitolo a Ben è toccato un discorso militare, mentre a Rey un discorso tra ragazze perché nel deserto nessuno ti spiega certe cose (o almeno credo, in Star Wars tutto è possibile).

 

Note

 

[1] Rakata Prime è uno tra i mondi facilmente accessibili nelle Regioni Ignote, per raggiungerlo basta compiere vari salti nell'iperspazio come fa Poe in The Rise of Skywalker.
[2] Parnassos è il pianeta natale del Capitano Phasma, un tempo era un pianeta verde e rigoglioso ma in seguito a un incidente nucleare è diventato desolato. Tuttavia alcune tribù sono rimaste a vivere là.
[3] In Resistance Reborn una buona parte del libro è ambientata su Corellia, ormai sotto il dominio del Primo Ordine che ha un cantiere navale lì.
[4] Vondoru un tempo faceva parte dell'Impero dei Sith.
[5] Ven
isa Doza è un personaggio che appare nella serie animata Star Wars: Resistance e come spiegato nel capitolo la donna era stata quasi catturata dal Primo Ordine.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***





Le penultime due navi avevano lasciato Ajan Kloss al tramonto -circa tre ore prima- e gli ultimi ad essere rimasti lì erano soltanto Rey e i suoi amici, fatta eccezione di Poe che era partito con la famiglia Connix. Aveva ritenuto opportuno che almeno uno dei due generali arrivasse per primo per incontrare il resto delle figure politiche. Inoltre sarebbe stato più di conforto per i Ribelli vedere un volto familiare al loro arrivo su un pianeta che non conoscevano.
Rey se ne stava seduta al proprio posto nella cabina di pilotaggio del Falcon e stava aspettando soltanto una trasmissione che le avrebbe dato il via libera per partire, per non destare alcun sospetto era stato deciso di viaggiare sub-luce ed evitare salti nell'iperspazio. Era meglio non rischiare visto che il Primo Ordine si aggirava ancora nell'Orlo Esterno, la sera prima avevano ricevuto notizia che Nevarro [1] aveva accettato l'occupazione senza opporre resistenza. Il nemico sembrava avere tutta l'intenzione di conquistare l'intero settore e, considerato il fatto che le uniche opzioni fossero la resa o la distruzione, non sarebbe stato poi così difficile. Quella notizia aveva solo aumentato lo sconforto generale e per il resto della serata l'atmosfera era stata cupa, tanto che il solito chiacchiericcio che c'era sempre durante la cena era stato quasi assente.
Perciò dovevano agire con la massima cautela, e quando la prima nave era partita all'alba Poe aveva lasciato istruzioni precise: chiunque avesse rilevato la presenza di squadriglie di TIE lungo la rotta principale avrebbe dovuto prenderne una alternativa, anche se avrebbe allungato il viaggio. Avevano il permesso di ingaggiare uno scontro soltanto se fossero stati scoperti e anche in quel caso cambiare
rotta, non potevano permettere in alcun modo di farsi scoprire o catturare.
Fino a quel momento non c'era stato alcun tipo di problema, all'arrivo di ogni gruppo il Tenente Kaydel Connix aveva inviato una trasmissione a quello successivo per dargli il permesso di partire. Ciò era avvenuto a intervalli di quattro ore e mezza, stando ai calcoli mentali di Rey ormai doveva mancare ancora un po' all'arrivo delle due navi. Tuttavia di tanto in tanto lei o qualcun altro andavano a controllare le comunicazioni nel caso ci fossero notizie.
Una mano posata sulla sua spalla fece sussultare Rey, che era immersa nei suoi pensieri. Era tesa per quel viaggio, nonostante stesse procedendo tutto come previsto aveva una brutta sensazione, e sapeva che si sarebbe rilassata soltanto una volta giunti a destinazione.
“Ci sono novità?” chiese Finn alle sue spalle.
“No, ma è un bene” gli rispose mordendosi leggermente il labbro, l'amico prese posto sul sedile accanto a lei, il posto che ormai era diventato di Ben.
“Mi sembri preoccupata” commentò il suo amico.
“Tu non lo sei? Siamo di nuovo al punto di partenza” confessò Rey voltandosi verso di lui.
“Un po', ma sono fiducioso perché abbiamo degli alleati” quella era una risposta che non si sarebbe mai aspettata da parte di Finn, quando l'aveva conosciuto credeva che la Resistenza fosse spacciata ed era quasi fuggito dall'altra parte della galassia per salvarsi la pelle, adesso si trovava davanti qualcuno di completamente diverso.
“Sei cambiato tanto” gli fece notare Rey abbozzando un sorriso.
“Anche tu sei cambiata” ma era davvero così? Era cambiata o semplicemente stava cominciando a essere se stessa? Per un anno aveva tenuto nascosta la verità a tutti e aveva finto che tutto andasse bene reprimendo i propri sentimenti. Si era mostrata forte anche quando in realtà era stata sul punto di crollare e aveva accettato il suo ruolo da ultimo Jedi per mantenere viva la speranza. Ma adesso Rey voleva essere vista come una persona comune, con i suoi pregi e difetti, non come la Jedi perfetta che aveva salvato la galassia.
“Nessuno di noi è la stessa persona che era un anno fa” puntualizzò lei.
“Suppongo di sì, forse anche Ren” disse Finn con una certa riluttanza.
“Lo so che non ti fidi ancora di Ben, ma non puoi negare che stia facendo del suo meglio per aiutarvi”
“Non lo nego, ho solo bisogno di un po' di tempo per abituarmi all'idea che adesso sia dei nostri” confessò Finn.
Una lucina verde lampeggiò sulla console, non era decisamente un buon segno se qualcuno stava cercando di mettersi in contatto con loro. Rey e Finn si scambiarono uno sguardo allarmato, poi lei premette il pulsante che si trovava sotto la luce per avviare la comunicazione.
Millenium Falcon qui è il Tenente Kaydel Connix, mi ricevete?”
“Ti riceviamo Tenente, che succede?” chiese Finn.
Generale dovete partire subito, abbiamo ricevuto una comunicazione dalla Silent Watcher, qualche minuto fa hanno effettuato una deviazione perché hanno rilevato una squadriglia di TIE lungo la rotta principale. Sembra proprio che si dirigano verso l'Orlo Esterno, se partite adesso e seguendo una rotta alternativa non dovreste avere alcun tipo di problema nel viaggiare sicuri.” spiegò il Tenente, la brutta sensazione che Rey aveva avuto per tutto il tempo si era rivelata fondata dopotutto.
“D'accordo, partiremo immediatamente” la informò Finn.
Siate prudenti e che la Forza sia con voi” con quella frase la ragazza concluse la comunicazione.
“Vai ad avvisare gli altri, io preparo la nave al decollo” disse Rey mentre si apprestava ad avviare tutti i sistemi del Falcon, l'amico annuì e lasciò la cabina di pilotaggio.
La squadriglia di TIE poteva essere ovunque e le possibilità di essere scoperti erano minime, ma il Falcon era fin troppo riconoscibile e restare ancora nell'Orlo Esterno era un rischio che non valeva la pena correre. Rey attese che il navicomputer si accendesse per controllare le rotte alternative per Oshira, in quel momento sia Ben che Chewbecca la raggiunsero e si sedettero ai rispettivi posti.
“Che succede? Qualcuno ci ha trovati?” chiese Ben con una certa preoccupazione nel suo tono di voce “Finn ci ha detto soltanto che dobbiamo partire adesso”
“Non ancora, ma sono stati avvistati dei TIE lungo la rotta che avremmo dovuto seguire” spiegò brevemente Rey, Chewbecca invece commentò con qualcosa sembrava una via di mezzo tra uno sbuffo e un'imprecazione in shyriiwook [2].
“E che ne è stato delle altre due navi?”
“Sono riusciti a evitarla appena in tempo”
Lo schermo del navicomputer non sembrava dare alcun segno di vita, era tutto nero ed erano apparse alcune linee verdi anziché la solita mappa galattica. Non era la prima volta che capitava, era l'ennesimo problema che si ripresentava periodicamente e che Rey risolveva sempre con qualche colpetto ben assestato allo schermo.
“Ci mancava solo questa” sbuffò picchiettando più volte la mano sullo schermo in maniera tutt'altro che pacata.
Delicata come sempre” commentò Ben osservando la scena e soffocando una risata.
“Hai una soluzione migliore per caso?” chiese lei sarcastica dando un altro colpetto allo schermo, che finalmente si accese correttamente “Visto? Problema risolto!”
“E va bene” disse Ben alzando le mani in segno di resa “Non metterò più in discussione i tuoi metodi” Chewbecca, che intanto aveva assistito a tutto dal sedile posteriore, disse loro che in quel momento gli ricordavano molto Han e Leia da giovani quando discutevano. 
Rey non poté fare a meno di sorridere per quel paragone, in alcune rare occasioni Leia le aveva raccontato quanto Han l'avesse fatta esasperare in tutti quegli anni. Ma da quei racconti Rey aveva intuito che nonostante gli alti e i bassi i due si erano amati molto. In un certo senso era stato così anche tra lei e Ben, certo c'erano stati più bassi che alti, si erano allontanati e detti cose che nessuno dei due pensava davvero, ma alla fine nulla di tutto ciò aveva avuto importanza.
Tuttavia quello non era il momento adatto per lasciarsi trasportare dai propri pensieri perciò Rey rivolse nuovamente l'attenzione allo schermo del navicomputer.
“Sarà meglio prendere una decisione alla svelta” disse indicando lo schermo.

 

 

 

Le alternative indicate dal navicomputer non erano molte, Oshira era un pianeta praticamente dimenticato da tutti, tanto che neppure il Primo Ordine l'aveva mai preso in considerazione per le loro strutture. A dirla tutta persino Ben aveva dimenticato dell'esistenza di quel posto, che molto tempo prima era stato un insediamento minerario Imperiale e una volta prosciugato di tutte le sue risorse era stato abbandonato definitivamente.
La scelta era tra una rotta che prolungava il viaggio di quattro ore, e prevedeva l'attraversamento di un campo di asteroidi, e un'altra rotta che prolungava il viaggio di cinque ore, ma priva di ostacoli. L'inconveniente del viaggiare sub-luce era proprio l'eccessiva lentezza con cui ci si spostava da un sistema all'altro e quasi più nessuno lo faceva, ma Ben comprendeva il perché di quella scelta. L'uscita di più navi dall'iperspazio nell'Orlo Centrale avrebbe destato sospetto visto che alcuni sistemi alleati del Primo Ordine  si trovavano proprio lì, ma era proprio quella la tattica adoperata dalla Resistenza: nascondersi in piena vista.
“Non abbiamo molta scelta” commentò Rey “Tu che ne pensi?” gli chiese spostando lo sguardo dallo schermo a lui.
“Credo che sia meglio scegliere la prima rotta, nel caso le cose si mettessero male possiamo contare sul fatto che nessuno ci inseguirebbe in un campo di asteroidi” Chewbecca intervenne dicendo che una volta anche suo padre avesse fatto lo stesso ragionamento e questo li aveva fatti finire dritti tra le fauci di un exogorth [3]. Ben ricordava vagamente quella storia, i suoi genitori e Chewbecca erano in fuga dalla base ribelle su Hoth e Han aveva avuto l'idea di nascondersi su un asteroide per seminare l'Impero.
“Questa volta è diverso e non succederà di nuovo” assicurò al wookie.
“Mi sembra la scelta più sensata, vada per la prima” concordò Rey impostando la rotta sul navicomputer.
I motori del Falcon presero vita, facendo lo stesso rumore che Ben aveva sentito numerose volte da bambino e che in tutti quegli anni nessuno aveva mai capito cosa lo provocasse. Era strano per lui trovarsi in quella situazione, non aveva mai avuto bisogno di nascondersi o di dover viaggiare con così tanta segretezza. Per Rey, Chewbecca e i loro amici invece era la normalità visto che avevano trascorso un anno a nascondersi e a sfuggire alla presa del Primo Ordine.
Questa volta però avevano un vantaggio e il pericolo non era immediato, l'Orlo Esterno era vasto e c'era soltanto una squadriglia di TIE, che probabilmente era di pattuglia. Non era una cosa insolita per il Primo Ordine, per tenere sotto controllo la situazione nei territori conquistati mandavano spesso delle pattuglie composte generalmente da una ventina di caccia. Era davvero un numero esiguo e il rischio di essere scoperti non era troppo alto, tuttavia era più saggio essere prudenti, non era il momento di affidarsi alla fortuna.
“Ci aspetta un lungo viaggio, forse dovremmo organizzare dei turni” propose Rey, normalmente da Ajan Kloss a Oshira ci volevano soltanto quattro ore e mezzo, ancora di meno se avessero potuto effettuare un salto nell'iperspazio. Seguendo la rotta che avevano scelto avrebbero impiegato otto ore e mezzo in tutto.
“Dovresti fare tu il primo turno di riposo, io e Chewbe ce la caveremo” le disse Ben con dolcezza, era tutto il giorno che Rey era tesa e poco prima che ricevessero quella comunicazione gli aveva detto di avere una brutta sensazione. Quello era un segnale che lentamente la ragazza stava ristabilendo una connessione con Forza e per lui era fonte di sollievo, sapere che soltanto lei stesse pagando il prezzo per una scelta di entrambi lo faceva sentire in colpa.
“D'accordo, ma tu farai il secondo” dichiarò lei con un tono che lasciava intendere che non accettava un “no” come risposta “Chewbe per te va bene?” il wookie rispose facendo un verso d'approvazione.
“Direi che siamo tutti d'accordo allora” disse lui.
“Ci vediamo tra qualche ora” disse Rey sporgendosi leggermente e baciandolo delicatamente, incurante del fatto che Chewbecca fosse lì con loro, prima di alzarsi e andare via.
Il wookie prese il posto di Rey e soltanto quando lei ebbe lasciato la cabina di pilotaggio prese in giro Ben dicendo che non avrebbe mai immaginato di vedere il giorno in cui avesse avuto una ragazza.
“Neppure io” ammise Ben, tra l'addestramento da Jedi e gli anni trascorsi al servizio di Snoke non c'era mai stato spazio per l'amore. Inoltre proprio a causa degli anni con Snoke si era convinto che non fosse in grado di amare, che l'unica cosa di cui fosse capace era far del male a chi gli stava intorno.
Chewbecca aggiunse che era contento che si trattasse proprio di Rey, le voleva bene e riteneva che fosse quella giusta per lui non solo perché avevano un carattere abbastanza simile, ma anche perché nel breve periodo in cui era stato morto lei non aveva mai perso la speranza di poterlo salvare.
“Lo so, è la persona più forte che conosca ”commentò Ben lasciandosi sfuggire un sorriso, il wookie lo notò e gli disse che trascorso molto tempo dall'ultima volta che l'aveva visto sorridere.
Le prime tre ore di viaggio furono tranquille, la Resistenza li aveva persino contattati per fargli sapere che la Silent Watcher e la Starfall erano arrivate su Oshira senza altri problemi. Ma adesso li attendeva la parte più turbolenta del viaggio perché stavano per entrare nel campo di asteroidi.
Ben e Chewbecca attivarono gli scudi del Falcon per evitare che lo scafo fosse scalfito da piccole rocce e detriti, perlopiù composti da resti di navi che non avevano avuto fortuna e pezzi di roccia che si erano staccati da quelle più grandi. La fascia esterna del campo era costituita da asteroidi grandi abbastanza da permettere l'atterraggio di almeno quattro navi delle stesse dimensioni del Falcon e perciò erano facili da evitare.
Rey li raggiunse qualche istante dopo, stava indossando la sua giacca -o meglio quella appartenuta ad Han- che le stava decisamente troppo grande e sembrava più rilassata di prima.
“È il tuo turno di riposare” gli disse avvicinandosi e posandogli una mano sul braccio.
“E tu, come hai dormito?” le chiese.
“Ho fatto fatica ad addormentarmi, ma alla fine ci sono riuscita” ammise lei “Adesso vai, hai bisogno anche tu di dormire”
“Prima che vada ho una buona notizia da darti” le disse alzandosi dal proprio posto per cederglielo “Abbiamo ricevuto una trasmissione dal Tenente Connix, gli ultimi due gruppi sono arrivati” a Ben non sfuggì il sospiro di sollievo che Rey si era lasciata sfuggire.
Passando dall'area comune si accorse che Finn e Rose erano lì, impegnati in una partita a dejarik, Ben si domandò se anche loro avessero riposato dal momento che non c'era molto da fare ed era stata una lunga giornata per tutti quanti. Si avvicinò per condividere la notizia anche con loro, anche se non sapeva come approcciarsi ai due, con Rose era più facile parlare, con Finn invece non sapeva come comportarsi.
“Scusate l'interruzione” cominciò a dire richiamando l'attenzione dei due, che smisero subito di giocare spegnendo l'olo-scacchiera.
“Nessun problema, che succede?” gli chiese Rose con gentilezza.
“Devi forse dirci qualcosa?” aggiunse Finn quasi annoiato.
“Ci tenevo ad informarvi che il Tenente Connix ci ha inviato una trasmissione circa un'ora fa, anche gli ultimi due gruppi sono arrivati a destinazione senza altri problemi”
“È un'ottima notizia, grazie per avercelo riferito” gli disse Finn assumendo un tono più gentile.
“Sono contenta che ce l'abbiano fatta” commentò Rose “Quanto manca al nostro arrivo?” chiese cambiando argomento.
“Ancora cinque ore e mezzo” rispose.
Dopo aver comunicato agli amici di Rey quanto aveva da dire Ben si diresse nella sua stanza, quella che aveva occupato brevemente la prima sera in cui erano arrivati ad Ajan Kloss. Non era stata una scelta casuale, un tempo era stata la sua stanza nelle rare volte in cui aveva viaggiato con i suoi genitori e che era stata riorganizzata come cabina per l'equipaggio, probabilmente qualche anno dopo che era stato lasciato al tempio da Luke.
Tuttavia c'era ancora l'incisione che aveva fatto sulla parete accanto alla brandina su cui si era appena disteso, ricordava ancora il giorno in cui l'aveva fatta, era sul Falcon con suo padre che doveva cambiare dei fusibili e sua madre era occupata con il lavoro, perciò Han l'aveva portato con sé. Per un bambino di soli cinque anni era noioso starsene lì senza nulla con cui giocare perciò aveva recuperato un attrezzo appuntito dalla cassetta degli attrezzi e aveva cominciato a “disegnare” sulla parete finché Han non l'aveva scoperto e gli aveva fatto una ramanzina. Nonostante la costante presenza dell'Imperatore nella sua mente, sotto forma di Snoke, Ben era sempre stato un bambino molto vivace e ne aveva combinate tante.
Per la prima volta dopo tanto tempo Ben si sentì di nuovo a casa ma, per quanto si sforzasse di non darlo a vedere né a Rey né a Chewbecca, aveva una paura tremenda di perdere tutto ancora una volta. Aveva letteralmente appena ricominciato a vivere eppure la minaccia di perdere le persone che amava incombeva ancora su di lui.


 

 

Spazio Autrice: 

Questo è un tipico capitolo di passaggio, o come lo definisco io la calma prima della tempesta perché le cose si faranno presto movimentate. E premetto che tutto ciò che riguarda la nuova sistemazione della Resistenza sarà completamente inventato perché purtroppo non esistono né immagini né descrizioni ufficiali.

 

Note:

[1] Nevarro è un pianeta situato nell'Orlo Esterno, su cui si era stabilita una cellula Imperiale dopo la caduta dell'Impero e alcune puntate di The Mandalorian sono ambientate proprio lì.
[2] È la lingua tipica dei wookie.
[3] Vi ricordate il vermone di Empire Strikes Back? Si tratta proprio di un exogorth e può sopravvivere nello spazio grazie all'ecosistema presente nel proprio corpo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Parte I ***





Erano trascorse due settimane da quando la Resistenza si era stabilita su Oshira ed erano stati raggiunti da coloro che si erano ritirati subito dopo la battaglia di Exegol.
Definire avamposto il luogo in cui risiedevano attualmente era un eufemismo, quel posto era un villaggio in piena regola, o almeno lo era stato ai tempi dell'Impero. Quando erano arrivati lì il leader del gruppo, che come tutti avevano già intuito era Tinian Connix, aveva spiegato che si erano stabiliti nel vecchio villaggio che aveva ospitato i minatori e operai insieme alle loro famiglie. 
Il villaggio sorgeva in una valle alle pendici di una catena montuosa e attraversata da un fiume che si estendeva per diversi chilometri prima di sfociare in un lago. Gli edifici sorgevano sulla sponda occidentale del fiume, perlopiù erano singole abitazioni - un tempo occupate dagli operai con famiglia - e c'era soltanto un dormitorio in comune, capace di ospitare una trentina di persone. Sulla sponda orientale del fiume c'erano due magazzini, di cui uno adesso conteneva le poche armi portate dalla Resistenza e l'altro le razioni. Infine, a qualche metro di distanza dai magazzini, c'erano la mensa e l'infermeria, dotata persino di droidi medici.

Il quartier generale era stato allestito in quella che molti anni prima era stata la centrale da cui l'Impero supervisionava le attività, sorprendentemente quando l'altro gruppo della Resistenza era giunto lì l'anno precedente aveva scoperto che buona parte della tecnologia funzionava ancora. Tuttavia non l'avevano mai utilizzata dal momento che i canali di comunicazione e l'accesso ai computer erano criptati dai vecchi codici Imperiali. In quelle due settimane Rose e alcuni dei pochi tecnici presenti tra loro si erano messi al lavoro proprio su quei codici per cambiarli e creare canali sicuri per i Ribelli.
Nel fianco di una montagna era stata scavata una caverna, anch'essa risalente all'epoca Imperiale, e da una piattaforma di carico si poteva accedere all'hangar situato diversi metri più in alto.
Ma se da un lato tutto sembrava procedere bene per la Resistenza, dall'altro il Primo Ordine - che adesso si faceva chiamare Nuovo Impero - portava avanti la propria conquista pianeta dopo pianeta e aveva fatto qualcosa di completamente inaspettato. Arkanis [1] era stata designata come la capitale del Nuovo Impero che, contrariamente all'Impero, aveva abolito qualunque forma di Senato. Era la prima volta in secoli di storia documentata che succedeva una cosa del genere e la notizia aveva suscitato sgomento in tutta la galassia. Neppure l'Impero si era mai imposto apertamente come un governo dittatoriale, aveva mantenuto il Senato e le rispettive cariche fino alla Battaglia di Yavin [2].
Il Nuovo Impero era uscito allo scoperto e con esso la persona che aveva tirato i fili: Carise Sindian [3]. Ben aveva sentito spesso quel nome, sia in un messaggio che sua madre gli aveva mandato molti anni prima quando era ancora un allievo di Luke, sia negli anni trascorsi con il Primo Ordine. Era stata colei che aveva contribuito all'ascesa del Primo Ordine e che aveva orchestrato l'attentato al Senato su Hosnian Prime, in cui anche Leia era rimasta ferita.
Ben ricordava perfettamente il giorno in cui aveva ricevuto un messaggio da sua madre, era in viaggio da giorni con suo zio che era determinato a trovare il primo tempio Jedi. Era da poco calata la notte ed entrambi avevano avvertito un tremito nella Forza, avevano tentato di contattare prima Leia e poi Han - che si trovava su Theron - ma sua madre non aveva risposto. Soltanto quando Leia si era ripresa gli aveva inviato una trasmissione in cui aveva informato sia lui che Luke dell'attentato e che se l'era cavata con ferite superficiali. Quella volta Ben aveva provato molta paura, qualcosa che uno Jedi non avrebbe mai dovuto provare e che Luke ricordava sempre ai propri allievi durante le lezioni.

Soltanto parecchi mesi dopo, quando ormai aveva assunto l'identità di Kylo Ren, Ben aveva scoperto che il mandante dell'attentato era stata proprio l'ex senatrice e che era stata lei a fare in modo che le vere origini di Leia fossero rivelate pubblicamente. Tuttavia sua madre l'aveva smascherata e la notizia si era diffusa rapidamente poiché la donna era stata privata dei suoi titoli nobiliari e della sua carica da governatrice di Birren.
E adesso era tornata con il solo scopo di distruggere tutto ciò in cui Leia aveva sempre creduto e per cui si era duramente battuta. Quella rivelazione era stata come ricevere una pugnalata ed era stata troppo per Ben, che aveva lasciato il quartier generale per prendere una boccata d'aria fresca per processare tutto. Un tempo avrebbe semplicementedistrutto tutto con la sua spada laser o lanciato qualche oggetto contro una parete usando la Forza, ma da quando aveva voltato le spalle al Lato Oscuro tutta quella rabbia era svanita.
Rey l'aveva seguito pochi minuti dopo per accertarsi che stesse bene e dargli conforto, si erano seduti sui gradini dell'edificio e lei gli aveva confessato che Leia le aveva parlato vagamente di Carise Sindian, ma che non conoscesse l'intera vicenda. Ben le aveva raccontato ogni cosa sin dal principio e Rey l'aveva ascoltato con interesse senza mai interromperlo. Parlargliene aveva in qualche modo alleviato quel peso, con lei era sempre facile aprirsi sul suo passato ed esternare tutto ciò che Ben si era tenuto dentro per anni.
Nonostante l'avanzata del Nuovo Impero la maggioranza si era dichiarata a favore del piano proposto da Poe e Finn: colpire su più fronti. L'unica cosa che potevano favore al momento era rallentare il nemico fino a quando non avessero trovato una soluzione per sbarazzarsi della loro arma principale. Se fossero riusciti a mettere le mani sulle ricerche riguardanti il dispositivo di occultamento, o persino un prototipo, avrebbero potuto trovare un modo per metterla fuori uso. C'era soltanto un posto in cui ottenere quelle ricerche, uno di cui Ben aveva già messo al corrente la Resistenza prima che lasciassero Ajan Kloss. Il centro di sviluppo per le armi su Parnassos era la loro unica possibilità, ma non avevano le coordinate e avventurarsi nelle Regioni Ignote per trovare il pianeta era troppo rischioso.
Quel giorno al piano inferiore del quartier generale si stava svolgendo un'altra riunione con un numero ristretto di persone - incluso Ben - per discutere di nuovo la questione in presenza di nuove reclute, arrivate soltanto la mattina precedente. Non erano in molti, e si trattava perlopiù di piloti e combattenti, da quando il Nuovo Impero aveva cominciato la propria espansione stava diventando sempre più difficile per i ribelli raggiungere Oshira in tutta sicurezza.
Poe aveva appena finito di fare un riepilogo per gli ultimi arrivati, era l'unico in piedi nella stanza e dava le spalle a uno schermo spento.
“Qualcuno ha idee su come possiamo procurarci quelle coordinate?” chiese al gruppo.
“A dire il vero sì” disse un pilota seduto dietro Ben, tutti si voltarono nella direzione del giovane che aveva parlato, aveva i capelli verdi e gli occhi blu tendenti il viola.
“Ti ascoltiamo volentieri” disse Poe incrociando le braccia al petto.
“Hai parlato di un deposito su Rakata Prime ancora in uso che un tempo riforniva la flotta, sicuramente riforniva anche le strutture presenti in quel settore” cominciò a spiegare “se riuscissimo a infiltrarci all'interno della sala di controllo e accedere ai computer potremmo dare uno sguardo alle rotte seguite per le consegne”
“Mi piace il tuo piano, ma potremmo non avere tutto questo tempo e l'obiettivo principale è far saltare in aria il deposito” replicò Poe.
“Potremmo copiare i dati” intervenne Ben “Basterebbero pochi secondi prima di piazzare le cariche esplosive” nelle ultime settimane lui e Poe avevano lavorato a stretto contatto tutto il tempo e adesso quest'ultimo riusciva a tollerare la sua presenza quel tanto che bastava per collaborare.

“Mmh...può funzionare, andrò a parlare con Finn e con il Consiglio dei Senatori, se approveranno agiremo oggi stesso” annunciò prima di lasciare la stanza e salire al piano superiore, dove in quel momento Finn e alcuni membri del Consiglio stavano discutendo di un'altra faccenda.
“Hey, grazie per aver fatto cambiare idea al Generale” lo ringraziò il pilota.
“Dubito sia merito mio, il tuo è un buon piano” rispose Ben lievemente a disagio, era ancora strano per lui essere ringraziato dalle stesse persone che aveva fatto soffrire - sia in maniera diretta che indiretta -
“Capisco, non vai a genio al Generale eh?” chiese l'altro curioso.
“Direi proprio di no”
Svariati minuti dopo Poe fece ritorno nella sala in cui si erano riuniti e prese di nuovo posto davanti lo schermo, aveva un'espressione soddisfatta stampata sul volto e ciò poteva significare soltanto che la missione era stata approvata.
“Il Consiglio ha preso la sua decisione, una piccola squadra partirà immediatamente per Rakata Prime” riferì al gruppo “Dal momento che l'idea è di Syndulla e Solo, saranno loro a condurre questa missione e potranno scegliere di portare altre due persone” proseguì Poe, per una frazione di secondo Ben pensò di aver frainteso le sue parole, l'aveva appena scelto per quella missione?
“Non la deluderemo Generale!” si apprestò a dire il pilota, che adesso Ben era sicuro fosse Jacen Syndulla [4], figlio di eroi della Ribellione esattamente come lui.
“Ottimo, perché è la nostra unica possibilità e non possiamo fallire” replicò Poe “La riunione è conclusa, potete andare tutti”.
Lentamente i presenti lasciarono la sala chiacchierando sommessamente e gli ultimi a uscire furono proprio Ben, Jacen e Poe.
“Vi suggerisco di portare Rose con voi, ci sa davvero fare con i computer” disse Poe rivolto a entrambi mentre si dirigevano verso l'uscita dell'edificio.
“Chi è Rose?” chiese Jacen “Sono arrivato qui ieri e non conosco quasi nessuno”
“Rose è il nostro meccanico e ingegnere, ma ci sa fare anche con i computer” gli spiegò Poe.
“Lo faremo sicuramente” gli assicurò Ben, che era dello stesso parere dal momento che Rose sembrava saper fare qualunque cosa riguardasse la tecnologia. Inoltre in quelle settimane aveva instaurato un buon rapporto con lei, era la persona più amichevole che avesse conosciuto ed era una gran chiacchierona, ma Ben la trovava davvero simpatica. L'altra persona che avrebbe voluto coinvolgere in quella missione era ovviamente Rey, insieme erano una bella squadra e ne aveva avuto la dimostrazione quando si erano alleati contro le guardie pretoriane di Snoke. Tuttavia tenne quel pensiero per sé perché non voleva dare l'impressione di fare favoritismi o di agire per ragioni personali.
“Farete meglio a partire prima che si scateni una tormenta” suggerì loro Poe indicando fuori da una finestra, detto ciò imboccò le scale che conducevano al piano superiore.
Fuori aveva da poco ricominciato a nevicare, su Oshira era già inverno inoltrato da un po' e non erano rare le occasioni in cui nevicava. A Ben ricordava molto Ilum [5], il pianeta che era stato trasformato nella base Starkiller, che era perennemente ricoperto di neve e spessi strati di ghiaccio. L'intero villaggio era ricoperto da una fitta coltre di neve, nei giorni precedenti c'erano state nevicate piuttosto intense e la temperatura si era abbassata notevolmente. Dopo mesi trascorsi su Ilum il freddo non infastidiva Ben più di tanto, si era abituato e tutto sommato l'inverno gli piaceva.
“Dovremmo andare da questa Rose per chiederle di venire con noi” disse Jacen fermandosi davanti alla porta principale.
“So dove possiamo trovarla, andiamo” lo esortò Ben “Hai già in mente chi altro potremmo portare?”
“Beh...so che ti sei addestrato con Skywalker, ma potrebbe farci comodo avere anche un altro Jedi con noi...tu conosci la Jedi?” Ben non poté fare a meno di sorridere per quella domanda.
“Oh, la conosco molto bene e credo proprio che accetterà” rispose.

 

 

 

La neve era diventata una delle cose preferite di Rey, la prima volta che l'aveva vista era stata alla base Starkiller ma, con tutto il trambusto che c'era stato, non era riuscita a godersi quello spettacolo come avrebbe voluto. La seconda volta era stata su Kijimi, con le sue cime innevate e le strade imbiancate dal nevischio. Perciò la prima volta che aveva visto nevicare su Oshira ne era rimasta completamente affascinata, come quando aveva visto per la prima volta la foresta su Takodana e l'oceano su Ahch-To.
Quando due settimane prima erano arrivati al villaggio, dopo otto lunghe ore di viaggio, la prima cosa che Rey aveva notato era stato il freddo che sembrava entrarle nelle ossa. Non aveva l'abbigliamento adeguato per affrontare un inverno rigido -come gran parte dei Ribelli provenienti da Ajan Kloss- e gli unici che sembravano non avere problemi erano Chewbecca e Ben.
Dopo essersi ricongiunti al resto del gruppo Poe aveva riferito loro che il Consiglio era curioso d'incontrare la Jedi di cui avevano tanto sentito parlare, e che da sola aveva sconfitto l'Imperatore. Con un certo indugio Rey aveva acconsentito a incontrarli subito, sicuramente avrebbero voluto ascoltare l'intera storia direttamente da lei. Tremante di freddo - nonostante stesse indossando ancora la giacca di Ben - aveva seguito Poe fino al quartier generale dove erano riuniti i Senatori.
Rey si era sentita a disagio tra quelle persone di prestigio e sulle prime non era riuscita a trovare le parole adatte per raccontare quello che era successo su Exegol - un giorno che ormai le sembrava lontano anni luce -. Aveva preso un respiro profondo, fatto ordine tra i suoi pensieri e aveva cominciato a raccontare la verità, man mano che aveva proseguito nel suo racconto era diventato sempre più facile parlare. Aveva spiegato che lei e Ben fossero una Diade, che lui aveva avuto intenzione di tradire Palpatine dal principio e che alla fine era accorso in suo aiuto, salvandola persino dalla morte.
Rey aveva persino trovato il coraggio di rivelare le sue vere origini, dopotutto quelle persone non avevano voltato le spalle a Leia pur sapendo chi fosse suo padre, perché si era stancata di nascondersi e mentire. Inoltre continuare a fingere che l'Imperatore non fosse suo nonno non avrebbe cambiato la realtà dei fatti, era qualcosa che avrebbe dovuto accettare. Le azioni di quell'essere non avevano nulla a che vedere con lei, non si poteva condannare qualcuno per le azioni di una famiglia che non aveva mai conosciuto.
Quando aveva finito di raccontare l'intera vicenda era calato il silenzio e tutti l'avevano guardata sconcertati, dopo qualche secondo però erano cominciate le domande. Le avevano chiesto come facesse a sapere che l'Imperatore non le aveva mentito per manipolarla e non era stato facile per Rey spiegare che aveva percepito qualcosa di familiare attraverso la Forza. Le avevano chiesto della morte di Snoke, di cui i dettagli diffusi erano stati confusionari, e Rey aveva risposto con sincerità confessando che non era stata lei a ucciderlo, ma Ben. Ai presenti non era sfuggito che in entrambi i casi non aveva agito da sola, ma che era stato tutto frutto di un'insolita alleanza tra i due ragazzi e così le avevano posto l'unica domanda a cui Rey avrebbe fatto volentieri a meno di rispondere. Le avevano chiesto che tipo di rapporto ci fosse tra loro, quella domanda l'aveva messa a disagio perché sebbene non fosse un segreto che stessero insieme l'idea di parlarne a degli sconosciuti l'aveva fatta sentire in imbarazzo. Tuttavia aveva risposto con sincerità - seppur con discrezione - ammettendo che avessero una relazione, ma ciò non influiva sul motivo per cui lui fosse lì. Aveva spiegato che Ben fosse realmente intenzionato ad aiutarli e che volesse rimediare ai propri errori, quella risposta aveva convinto il Consiglio, che era intenzionato a rispettare le ultime volontà di Leia.
Dopo quell'incontro Rey aveva lasciato l'edificio accompagnata da Poe, insieme avevano raggiunto gli altri che erano rimasti ad attenderli nell'hangar. Poe aveva spiegato loro che sarebbero stati collocati nelle case più piccole, dal momento che i posti nel dormitorio erano già stati reclamati dai piloti, meccanici e qualche ribelle che preferiva quella sistemazione. I pochi altri rimasti si erano già sistemati nelle abitazioni scegliendo con chi condividerle, era tutto così diverso dalla base di Ajan Kloss, dove per un anno avevano dormito tutti ammassati e avevano avuto poco spazio personale.
Ovviamente Finn aveva scelto di essere il coinquilino di Poe, che si era sistemato non molto lontano dal quartier generale per ragioni pratiche, se avessero avuto un urgente bisogno di lui sarebbe arrivato in poco tempo. Rose invece aveva preferito sistemarsi con Kaydel Connix e Zay Versio, con cui aveva sempre avuto un buon rapporto. Perciò Rey, Ben e Chewbecca sarebbero stati coinquilini, nulla di così diverso dai giorni in cui erano stati via ed era la soluzione migliore per tutti, il wookie aveva la tendenza a russare profondamente e dubitava che qualcun altro avrebbe voluto Ben come coinquilino.
Si erano sistemati nei pressi del fiume, in una delle case più piccole che disponeva di due stanze, un bagno condiviso e persino una minuscola cucina. Per Rey era il posto più grande in cui avesse mai vissuto e Ben e Chewbecca avevano insistito affinché occupasse lei la camera più grande, mentre loro avrebbero condiviso l'altra più piccola. Un tempo la sua stanza doveva essere stata occupata da una coppia perché c'era un solo letto grande abbastanza per due persone, dal lato opposto della stanza c'era un armadio e una scrivania con dei cassetti. Una finestra - provvista di tende - affacciava direttamente sul fiume e forniva gran parte dell'illuminazione della stanza.

Rey aveva colto l'occasione per restituire a Ben le spade appartenute alla sua famiglia, aveva ritenuto più che giusto che ad averle fosse l'ultimo discendente degli Skywalker, ma lui le aveva detto che preferiva fosse lei a custodirle finché non avrebbe deciso cosa farne. Le aveva riavvolte nello stesso panno morbido in cui le aveva tenute per tutto quel tempo e risposte su un ripiano dell'armadio insieme alle poche cose che possedeva. 
I primi giorni i tre coinquilini avevano faticato a trovare un ritmo adatto, Chewbecca era quello che andava a letto più tardi, ma paradossalmente era sempre il primo ad alzarsi facendo molto trambusto. Rey invece era l'ultima ad alzarsi, la notte faceva ancora fatica a prendere sonno, quando le capitava di avere un incubo Ben si precipitava immediatamente in camera sua per tranquillizzarla e per restare con lei. Inoltre non era abituata a dormire in un letto vero e le prime notti le aveva trascorse a rigirarsi di continuo tra le lenzuola, il materasso le risultava fin troppo morbido e non era abituata neppure ai cuscini altrettanto soffici.
Erano trascorsi appena quattro giorni quando la notizia della proclamazione di Arkanis come capitale del Nuovo Impero era giunta alle orecchie della Resistenza attraverso HoloNet [6]. A peggiorare le cose era stato il fatto che dietro a tutto ciò ci fosse la stessa donna che aveva rovinato la reputazione di Leia con i suoi intrighi. Ben non l'aveva presa bene, quella rivelazione l'aveva sconvolto e l'unica cosa che Rey aveva potuto fare era stata dargli conforto.
Rey si trovava nell'hangar e stava aiutando Rose a rifornire di carburante tutte le navi, alcune erano tornate di recente da Takodana per fare rifornimento di provviste e qualunque cosa mancasse in infermeria. Con l'ascesa del Nuovo Impero diventava sempre più rischioso ma non c'era altra scelta, nessun luogo era sicuro e potevano contare soltanto sul fatto che Oshira fosse un pianeta dimenticato in quanto privo di risorse utili.
Il vento proveniente dall'esterno era pungente e Rey si era tirata su il cappuccio della giacca nera che le avevano procurato giorni dopo il suo arrivo, così come avevano fatto per tutti i suoi compagni. A ognuno di loro erano stati forniti due cambi di abiti invernali, un'altra gentile concessione di Maz Kanata che glieli aveva procurati dopo una chiamata da parte di Finn e Poe.
Quel giorno indossava una maglia bianca di un materiale simile a lana con un leggero scollo a v, una giacca nera con il cappuccio e con la zip - che aveva tirato su - e un paio di pantaloni grigio chiaro con delle tasche. Aveva persino un nuovo paio di stivali, adatti proprio per la neve alta e che le avrebbero impedito di scivolare, cosa che le era già capitata la prima sera e se non fosse stato per Ben che l'aveva afferrata in tempo avrebbe battuto la testa a terra. Rose indossava una tenuta simile alla sua, fatta eccezione per la giacca e i pantaloni marrone scuro.
“Mancano ancora due navi e abbiamo finito” annunciò l'amica sfregandosi le mani per il freddo.
“Sarà meglio sbrigarci, oggi fa più freddo del solito” commentò Rey imitando il gesto di Rose, nonostante le piacesse la neve doveva ancora abituarsi a quelle temperature così basse.
“Così poi potrai andare a farti scaldare dal tuo ragazzo?” la prese in giro Rose, Rey arrossì lievemente e scosse la testa “A proposito, è qui” le disse indicando un punto alle sue spalle.
Dalla piattaforma di carico - nonché unico ascensore - era appena arrivato Ben, che indossava di nuovo i suoi soliti abiti neri e una giacca molto simile alla sua. Non era da solo, era seguito da un pilota -Rey lo capì dalla tipica tuta arancione- ed entrambi si stavano dirigendo nella loro direzione.
Le due ragazze gli andarono incontro, se erano lì doveva essere successo qualcosa d'importante di cui volevano metterle al corrente.
“Hey ragazzi!” li salutò Rose “Come mai qui?” chiese andando dritta al punto.
“Ciao ragazze” le salutò di rimando Ben.
“Salve, io sono Jacen” si presentò timidamente il pilota dai capelli verdi.
“Io sono Rose” disse la ragazza porgendogli la mano.
“Oh, quindi sei tu la Rose di cui ho sentito parlare” disse l'altro stringendole la mano “E tu devi essere Rey” proseguì rivolgendosi a lei
“Proprio così” rispose “Come fai a sapere il mio nome?”
“Ben mi ha parlato di te strada facendo”
“Tranquilla, gli ho detto solo cose positive” intervenne Ben ironico “E siamo qui perché abbiamo bisogno di voi” aggiunse rispondendo alla precedente domanda di Rose.
“Il Consiglio ha approvato la missione per Rakata Prime, dobbiamo recuperare dei dati dai computer prima che facciamo saltare in aria tutto” spiegò Jacen “E ci serve qualcuno che ci sappia fare con la tecnologia”
“Contate pure su di me!” disse Rose entusiasta, aveva preso parte a poche missioni della Resistenza e passava tutto il suo tempo a trafficare con cavi, pezzi di ricambio e componenti per varie apparecchiature.
“Vogliamo che venga anche tu, ho bisogno del mio co-pilota”disse Ben a Rey rivolgendole un sorriso beffardo.
“Quindi adesso sarei io il co-pilota?” chiese Rey sarcastica “Va bene, verrò con voi” aggiunse tornando seria, non aveva neppure bisogno di rifletterci, quella sarebbe stata la loro prima missione insieme e non poteva negare che anche lei fosse entusiasta quanto Rose.

 

 

Spazio Autrice:

Siamo arrivati al primo salto temporale di questa storia e ce ne sarà qualcun altro in futuro. Come avrete notato ho scritto parte I perché ho preferito suddividere il capitolo in due parti perché è abbastanza lungo.

P.S. Scusate per le tante note

 

Note:

[1] Arkanis è il pianeta d'origine di Carise Sindian e il Generale Armitage Hux.
[2] La Battaglia di Yavin è la battaglia in cui viene distrutta la prima Morte Nera in A New Hope.
[3] Carise Sindian è un personaggio apparso nella novel canonica Bloodline, ambientata sei anni prima di The Force Awakens. La Senatrice, e nobile, agisce per conto del Primo Ordine per permettergli di uscire allo scoperto. Inoltre è proprio lei a scoprire che Leia e Luke sono i figli di Darth Vader.
[4] Jacen Syndulla è un personaggio che appare nel finale di Rebels quando è solo un bambino, è un ibrido umano- twi'lek figlio del Jedi Kanan Jarrus (sopravvissuto all'Ordine 66) e il Generale Hera Syndulla.
[5] Ilum oltre a essere il pianeta convertito nella base Starkiller un tempo ospitava un tempio Jedi che conduceva a una serie di caverne contenenti i cristalli di kyber (apparsa sia in The Clone Wars che in Jedi Fallen Order)
[6] HoloNet è la rete utilizzata in tutta la galassia, ma trasmette anche notiziari e programmi.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Parte II ***





Quella missione sarebbe stata la prima dopo la battaglia di Exegol, oltre che la prima al fianco di Ben e Rose, eppure Rey non ci aveva pensato due volte ad accettare. Starsene con le mani in mano non era nella sua natura, le uniche attività che svolgeva da quando si erano stabiliti su Oshira era aiutare Rose con vari problemi tecnici e qualche ora di addestramento con Ben.
In quelle due settimane il Consiglio si era concentrato perlopiù sul raccogliere informazioni - oltre a quelle fornite da Ben -, contattare chiunque potesse essere d'aiuto e reclutare più persone possibili. Attualmente erano circa un'ottantina di persone al villaggio, un numero esiguo se paragonato all'esercito che stava mettendo su il Nuovo Impero, che aveva ripreso ad utilizzare cloni modificati. Con questa premessa non potevano permettersi di andare alla cieca in territorio nemico e sferrare attacchi potenzialmente suicidi. Inoltre qualunque missione relativa alle Regioni Ignote era stata messa in secondo piano dal momento che nessuno aveva le coordinate dei pianeti d'interesse - fatta eccezione per Rakata Prime -.
“Allora qual è il piano?” chiese Rey sfregandosi di nuovo le mani per riscaldarle.
“Se seguono ancora i vecchi protocolli ci saranno delle guardie lungo il perimetro esterno, perciò ci occuperemo prima di loro” rispose Ben.

“Una volta fatto questo ci divideremo, uno di noi scorterà Rose fino ai computer per copiare i dati che ci servono e gli altri due piazzeranno le cariche esplosive” proseguì Jacen gesticolando mentre parlava, sembrava il tipo di persona che non riusciva mai a stare ferma.
“La scorterò io” si offrì Rey, era un compito semplice e se qualcosa fosse andato storto avrebbe potuto proteggere entrambe con la sua spada laser o attingendo a quel minimo di Forza che riusciva a sfruttare. Negli ultimi giorni aveva cominciato ad avvertire la propria connessione con la Forza e il suo legame con Ben ristabilirsi, seppur debolmente. Non era ancora in grado di padroneggiare la Forza come un tempo, riusciva soltanto a spostare alcuni oggetti e percepire ciò che la circondava se si concentrava abbastanza.
“Cosa devo cercare?” intervenne Rose.
“Qualunque cosa riguardi le rotte seguite per le consegne di provviste e armi degli ultimi mesi” spiegò Jacen.
“Sarà fatto, ho solo bisogno di una banca dati su cui copiare i dati” annunciò Rose “Ce ne sono alcune nei magazzini, vado a prenderle immediatamente” aggiunse prima di allontanarsi e dirigersi verso la piattaforma di carico.
“Vado con lei per prendere gli esplosivi, voi due preparate una nave” disse Jacen, che raggiunse Rose sulla piattaforma.
Non appena Rey si trovò sola con Ben annullò la distanza che c'era tra loro, gli mise le braccia intorno al collo e si alzò in punta di piedi per baciarlo, anche se neppure quello bastava per compensare del tutto la differenza di altezza tra i due. Ben fece scivolare entrambe le mani sui suoi fianchi e ricambiò il bacio con trepidazione, come se non avesse atteso altro per tutto il giorno. Le labbra di Ben erano calde contro le sue, provò una sensazione di calore diffondersi per tutto il corpo e si abbandonò completamente a quel bacio.
Quando i due si staccarono Rey notò che Ben aveva le guance arrossate, probabilmente come lei, e sapeva che non era dovuto soltanto al freddo. Non era la prima volta che capitava che si lasciassero trasportare dai propri sentimenti e negli ultimi giorni era capitato sempre più di frequente, se non fosse stato per la presenza di Chewbecca in casa Rey era sicura che si sarebbero già spinti oltre. Per questo aveva seguito il consiglio di Rose e con un certo imbarazzo aveva chiesto all'amica di accompagnarla in infermeria per consultare un droide medico per le dovute precauzioni, che alla fine si era rivelata una semplice iniezione. L'effetto sarebbe durato soltanto tre mesi e una volta terminato l'effetto avrebbe dovuto aspettare qualche giorno di prima di rifare l'iniezione.
Rey aveva ancora il volto a pochi centimetri di distanza da quello di Ben, che le sfiorò le labbra con le proprie e teneva ancora le mani sui suoi fianchi.
“Per quanto mi piacerebbe continuare questa conversazione” disse con una nota d'ironia “Credo proprio che ora dovremmo prepararci per la missione” proseguì riportando entrambi alla realtà.
“Credo proprio di sì” concordò Rey, avevano approfittato del fatto che fossero soli per concedersi quel momento, ma adesso dovevano concentrarsi sul compito che gli era stato affidato.

 

 

 

Rey aveva proposto di prendere il Falcon per quella missione, era la nave più veloce di cui disponevano nell'hangar e Ben si era trovato d'accordo. Se qualcosa fosse andato storto avrebbero potuto contare proprio sul fattore velocità per un'eventuale fuga e seminare i TIE.
Ben stava controllando che tutto fosse a posto prima di partire, i livelli del carburante erano al massimo e avevano almeno un kit medico a bordo per emergenza. Rey invece era tornata a casa per recuperare le loro spade laser, che usavano soltanto quando si addestravano poiché a lui non era permesso neppure averla sempre con sé com'era abituato a fare.
Accese il navicomputer per accertarsi che questa volta non desse alcun problema, fortunatamente la mappa comparve all'istante sullo schermo e poté inserire le coordinate. Il navicomputer elaborò quei dati e tracciò una rotta per Rakata Prime, eseguendo un paio di salti nell'iperspazio sarebbero arrivati in poco tempo nel settore indicato. Avrebbero poi dovuto aggirare un'anomalia nota come “Barriera Galattica” [1] che si estendeva per gran parte delle Regioni Ignote e rendeva impossibile raggiungere alcuni pianeti. Era quella la ragione per cui nessuno era mai stato in grado di trovare Exegol, l'unico modo per arrivarci era il puntatore Sith.
Ben aveva una brutta sensazione riguardo quella missione all'apparenza così semplice e aveva il presentimento che qualcosa sarebbe andato storto. La Forza spesso metteva in guardia da potenziali pericoli proprio attraverso quelle sensazioni, che non sempre erano affidabili ma non andavano neppure ignorate. Il suo primo pensiero andò a Rey, che, nonostante sapesse cavarsela da sola, aveva una certa predisposizione nel mettersi nei guai e trovarsi in situazioni pericolose. Tuttavia non poté fare a meno di preoccuparsi anche per Rose, che era la cosa più vicina ad un'amica che avesse e persino per Jacen, che aveva appena conosciuto.
Dal rumore dei passi sul pavimento metallico Ben capì che gli altri l'avevano appena raggiunto a bordo, lasciò la cabina di pilotaggio e s'incamminò verso l'area comune. Rose e Jacen se ne stavano con la schiena poggiata contro una parete, uno zainetto marrone – che conteneva gli esplosivi – giaceva ai loro piedi e si erano entrambi muniti di blaster. Rey invece era seduta all'estremità del divanetto e teneva la sua spada laser tra le mani.
“È tutto pronto per partire” annunciò al trio.
“Hai già impostato una rotta?” chiese Rey alzandosi e lanciadogli la spada, Ben l'afferrò al volo e se l'assicurò alla cintura.
“Sì, e sarà un viaggio movimentato a causa dei salti nell'iperspazio” informò gli altri “Perciò è meglio che troviate un posto sicuro per quegli esplosivi e prendiate i detonatori se non vogliamo saltare in aria” aggiunse indicando lo zaino, se fosse stato sballottato da qualche parte durante un salto la missione sarebbe finita ancor prima di cominciare.
“Ce ne occuperemo subito”disse Jacen.
“Andiamo, ti mostro dove possiamo metterli”disse Rose incamminandosi verso la stiva, Jacen prese lo zaino e la seguì senza battere ciglio. Era chiaro che quella fosse la sua prima missione in assoluto e che fosse abituato a seguire gli ordini piuttosto che a impartirli.
Ben tornò in cabina di pilotaggio seguito da Rey, che però occupò il suo posto da co-pilota, aveva forse preso sul serio la battuta fatta in precedenza?
“Quando ho detto che mi serviva il mio co-pilota non ero serio” le disse.
“Lo so, ma questa missione è tua e di Jacen, perciò sarai tu il pilota per oggi” replicò Rey, Ben prese posto sul sedile del pilota e avviò tutti i sistemi.
Rose e Jacen li raggiunsero poco dopo e si sedettero dietro di loro.
“Ci siamo occupati degli esplosivi” dichiarò Rose. 
Ci vollero tre salti consecutivi e un'ora standard di viaggio per raggiungere Rakata Prime, la prima cosa strana che Ben notò fu l'assenza di navi in orbita nei pressi del pianeta. Quando c'era ancora il Primo Ordine a detenerne il controllo c'erano sempre due Star Destroyer a controllare chi arrivava e chi lasciava il pianeta. Inoltre bisognava comunicare il proprio codice per ottenere il permesso di atterrare, l'assenza di tutto ciò era molto sospetto ma al tempo stesso era impossibile che si trattasse di una trappola. Nessuno poteva prevedere una missione del genere da parte della Resistenza né poteva sapere che fossero in possesso di quelle informazioni.
“Non mi piace tutta questa tranquillità” disse Jacen dal sedile posteriore.
“Neppure a me” concordò Ben.
“Sarà meglio avviare una scansione per essere sicuri che siamo davvero gli unici qui” suggerì Rey, ma non ebbe nemmeno il tempo di farlo che un colpo di turbolaser proveniente dalla superficie del pianeta investì il Falcon in pieno facendolo oscillare violentemente.
Se non fosse stato per gli scudi – adesso completamente fuori uso – la nave sarebbe precipitata ridotta a pezzi. Con una tale potenza di fuoco non serviva avere una flotta né una singola nave comando in orbita a proteggere il pianeta ed evitare intrusioni indesiderate.
“Hanno un sistema di difesa automatico! [2]” esclamò Rose, che era seduta dietro Rey.
“Non possiamo restare fermi qui, gli scudi sono fuori uso e il Falcon non può reggere un altro colpo” annunciò Ben cercando di mantenere la calma, aveva affrontato situazioni peggiori di quella in cui si trovavano attualmente e se si fosse lasciato prendere dal panico non sarebbe stato di alcun aiuto. Attraverso la Forza poteva percepire l'agitazione dei suoi compagni, soprattutto quella di Rose, dovevano trovare un modo per atterrare il più vicino possibile al deposito senza farsi rilevare dal sistema di difesa.
“Ho un'idea, me ne ha parlato Chewbe una volta” disse Rey, se era qualcosa fatto da Chewbecca – e sicuramente suggerita da suo padre – non poteva che essere un'idea folle “Avviciniamoci alla superficie a velocità luce, l'arma che ci ha colpiti deve pur aver bisogno di qualche secondo di ricarica prima di far fuoco di nuovo”
“Avvicinarsi a velocità luce? Stai scherzando spero” intervenne Jacen visibilmente preoccupato, stavano perdendo fin troppo tempo che non avevano e le uniche due opzioni erano: tornare indietro o fare come aveva proposto Rey.
Ben e Rey si scambiarono uno sguardo d'intesa e insieme abbassarono la leva per azionare la velocità luce, appena in tempo per evitare un altro colpo proveniente dalla superficie del pianeta. Nel giro di pochi millesimi di secondo il Falcon entrò nell'atmosfera del pianeta quasi come se stesse per schiantarsi al suolo, dovevano rallentare più che potevano o non sarebbero mai atterrati senza subire seri danni. Tirarono la leva una seconda volta e cercarono di stabilizzare la nave più che potevano, per fortuna Rey era una pilota in gamba e sembrava che quello non fosse il suo primo atterraggio difficile.
Pur diminuendo la velocità il Falcon atterrò con qualche scossone e abbattendo un gran numero di alberi della foresta in cui erano atterrati, se prima potevano contare sul fattore sorpresa adesso chiunque fosse lì sapeva della loro presenza. A parte gli scudi completamente andati il computer di bordo non aveva rilevato altri danni, quella nave sembrava pressoché indistruttibile nonostante fosse vecchia.
“State tutti bene?” chiese Ben voltandosi verso Rose e Jacen.
“Sì, ma la prossima volta fareste meglio ad avvisare” rispose Rose, che se ne stava ancora aggrappata con le mani al sedile di Rey.
“Sto bene, questa è stata la cosa più folle che abbia mai visto” disse Jacen perplesso “Sarà meglio sbrigarci, qualcuno presto si accorgerà che abbiamo sfasciato mezza foresta”
I quattro uscirono dal Falcon, la nave aveva scavato un solco nel terreno durante l'atterraggio e sradicato più alberi di quanto Ben avesse immaginato, alcuni erano persino finiti sullo scafo della nave. Su Rakata doveva essere primavera perché faceva abbastanza caldo e soffiava soltanto un vento leggero, il cielo era privo di nubi e a giudicare dalla posizione del sole doveva essere mattina. Dovettero tornare a bordo della nave per lasciarvi le giacche – che erano adatte soltanto a temperature estremamente basse - prima d'incamminarsi verso il loro obiettivo.
La foresta in cui erano atterrati non era troppo lontana dal deposito circondato da mura, situato su una collinetta visibile anche dal punto in cui si trovavano e non sembrava una struttura particolarmente grande, ma a quella distanza era difficile stabilirlo con certezza. A parte i versi degli animali tutto era abbastanza silenzioso intorno a loro, ma per prudenza estrassero comunque le proprie armi prima d'inoltrarsi nella foresta. Ben fece affidamento alla Forza per percepire le forme di vita che lo circondavano come gli aveva insegnato suo zio Luke, la foresta brulicava di vita e, in contrapposizione a essa, anche di morte. La presenza più brillante che Ben percepì fu Rey, nonostante il loro legame fosse ancora debole, era come un raggio di sole che illuminava ogni cosa. Inoltre si rese conto che tra loro anche qualcun altro era sensibile alla Forza, anche se probabilmente non era in grado di usarla, ed era Jacen. Una delle prime cose che Luke aveva insegnato a Ben e agli altri padawan era la differenza tra coloro sensibili alla Forza e coloro che potevano farne uso, i primi potevano soltanto percepirla senza però potersene servire attivamente, a differenza dei secondi. Rose invece era una presenza mite, una persona comune ma da non sottovalutare poiché aveva molte altre qualità.
Il fruscio delle foglie e il rumore di rametti calpestati fecero voltare tutti e quattro alla loro destra, Rey attivò istintivamente la propria spada laser.
“Aspetta” le disse Ben posandole una mano sul braccio che impugnava la spada “È soltanto un animale spaventato” qualunque cosa avesse provocato il rumore poteva percepire chiaramente che fosse innocua e che avesse paura. Rey disattivò la spada nel momento in cui una creaturina a due zampe sbucò da un cespuglio tra gli alberi, era poco più grande di un porg, aveva delle lunghe orecchie a punta e delle zampette minuscole.

 

 

 

Diversi minuti di cammino dopo il gruppo era lasciato la foresta alle spalle e aveva cominciato a risalire lungo un sentiero naturale che conduceva in cima alla collina. Una volta raggiunta la cima si accostarono al muro che circondava la struttura, a pochi passi da loro c'era un cancello di metallo e un pannello con un tastierino numerico.
Rey si sporse leggermente per dare un'occhiata all'edificio attraverso le sbarre del cancello, era a pianta quadrata, a due piani e una scaletta di metallo all'esterno della struttura conduceva al piano superiore. Non vi era alcuna finestra e c'era soltanto un ingresso, strettamente sorvegliato da sei guardie in armatura rossa e armate di regolari fucili F-11D [3]. Lungo il perimetro c'erano degli assaltatori– che indossavano un'armatura nera – tutti armati di blaster.

“Per essere un semplice deposito questo posto è fin troppo sorvegliato” commentò a bassa voce e ritraendosi dal cancello.
“Quante guardie ci sono?” chiese Ben, che stava accanto a lei.
“Sei all'ingresso e almeno una ventina di assaltatori lungo il perimetro” rispose lei.
“Possiamo gestirle se ci dividiamo” intervenne Jacen.
“Dovresti restare qui, non puoi rischiare di farti colpire con uno zaino pieno di cariche” fece notare Rose, in effetti era un rischio ma non potevano neppure lasciarlo lì fuori da solo.
“Se siete d'accordo possiamo occuparcene io e Rey” propose Ben, per loro due non sarebbe stato un problema l'inferiorità numerica perché potevano deviare i colpi con le spade laser e disarmare le guardie con la Forza.
“Va bene, ma se la situazione si mette male verremo a darvi una mano” replicò Jacen.
Oltre alla spada laser Rey aveva portato con sé il blaster che le aveva regalato Han il giorno in cui si erano conosciuti, le bastò sparare un colpo al pannello di controllo e il cancellò si aprì. Rinfoderò il blaster e attivò la propria spada laser, Ben fece altrettanto e varcarono il cancello. Non appena le guardie all'ingresso notarono la loro presenza cominciarono a sparare, il vantaggio dell'avere una spada a doppia lama era che si potevano respingere più colpi allo stesso tempo. Rey deviò i colpi di due fucili, che colpirono in pieno petto le guardie che avevano sparato e caddero a terra prive di vita all'istante. Non le era mai piaciuta l'idea di dover uccidere, anche se si trattava di difendere se stessa e i suoi amici, ma non aveva altra scelta. Con la coda dell'occhio vide Ben deviare i colpi di una guardia, a cui toccò la stessa sorte delle due colpite da lei, e disarmarne altre due con un semplice gesto della mano usando la Forza.
Gli assaltatori non tardarono ad accorrere in aiuto delle tre rimaste all'ingresso e nel giro di poco si trovarono schiena contro schiena circondati dalle guardie.
Jedi ribelli!” esclamò una guardia “Gettate le armi a terra!” gli ordinò puntando il fucile nella loro direzione, anziché rispondere Ben allungò la mano libera verso il blaster di Rey e lo estrasse dal fodero per sparare contro la guardia che aveva parlato. Rey si concentrò e disarmò la guardia più vicina facendogli volare il blaster dalle mani, avrebbe voluto fare di più ma quello era il minimo che riusciva a fare. Questo non l'avrebbe fermata però, se l'era cavata per anni nel deserto senza mai usare la Forza e aveva tenuto testa agli altri cercarottami, che più volte avevano cercato di sottrarle le parti recuperate in un giorno di lavoro.
Rey deviò quanti più colpi possibile con la propria spada mentre Ben usava la spada per difendersi e il blaster per colpire le guardie, una combinazione abbastanza singolare ma efficace. Nonostante fossero in due riuscirono a eliminare tutte le guardie senza troppe difficoltà e a Rey sembrò di essere tornata al giorno in cui avevano combattuto nella sala del trono di Snoke.
Quando anche l'ultima guardia crollò a terra entrambi disattivarono le spade laser, Rey si voltò in direzione di Ben, a pochi centimetri da lei e con ancora il suo blaster in mano.
“Credo che tu abbia qualcosa di mio” gli disse ironica indicando l'arma.
“Dovrei procurarmene uno anch'io” le disse riponendo il blaster nel fodero che Rey portava sempre assicurato alla gamba “Sarà meglio avvisare Jacen e Rose” aggiunse cambiando discorso.
Non ci fu bisogno di tornare indietro per avvisare i due, che avevano già varcato il cancello e li stavano raggiungendo. Nonostante quella piccola vittoria Rey non riusciva a scrollarsi di dosso una brutta sensazione, aveva cominciato a provarla non appena si erano avvicinati all'edificio e l'aveva attribuita allo scontro imminente.
Una volta riuniti con i propri compagni ripassarono il piano, Ben e Jacen dovevano piazzare le cariche sui pilastri e muri portanti del magazzino, mentre Rey e Rose si infiltravano nella sala di controllo per copiare tutti i dati necessari. Un compito facile a dirsi, tuttavia non c'era da escludere la possibilità che all'interno vi fossero altre guardie e assaltatori.
“Quanto tempo vi serve?” chiese Ben.
“Circa tre minuti, devo prima cercare i dati e poi copiarli” rispose Rose.
“D'accordo, e una volta piazzate le cariche vi raggiungeremo” intervenne Jacen.
“Percepisco circa dodici persone in tutto l'edificio, la sala di controllo è al piano di sopra e lì dovrebbero esserci soltanto due ufficiali” dichiarò Ben.
“Va bene, saliremo dalla scala qui fuori” disse Rey agganciandosi la spada laser alla cintura.
“Ci vediamo tra qualche minuto” aggiunse Rose.
Le due ragazze svoltarono l'angolo e raggiunsero la stretta scaletta che conduceva al piano superiore, Rose salì per prima e Rey la seguì subito dopo. Giunsero davanti a una porta in durasteel, anch'essa dotata di un pannello per l'inserimento del codice, con un colpo di blaster Rose lo distrusse e la porta si aprì con un “click”.
“Vado avanti per prima” disse Rey prendendo il blaster e regolandolo sulla modalità stordimento, se c'erano soltanto due ufficiali bastava stordirli e portarli fuori prima dell'esplosione anziché ucciderli. Spinse la porta ed entrò all'interno, sia il pavimento che le pareti erano di varie sfumature di nero e a intervalli regolari c'erano delle luci soffuse bianche, Rey dovette sbattere più volte le palpebre per adeguarsi a quell'ambiente più scuro rispetto all'esterno illuminato dal sole. Al termine del breve corridoio in cui si trovava c'era un'altra porta – nera e grigia - e non c'era nessun altro in giro, il che era abbastanza strano considerato il numero di assaltatori presenti lungo il perimetro.
“Rose, puoi entrare, è tutto sicuro” commentò senza alzare troppo la voce, la ragazza entrò e si lasciò la porta aperta alle spalle.
“Bene, adesso dobbiamo solo superare quella porta e mettere fuori gioco gli ufficiali” Rey si limitò ad annuire ed entrambe si avvicinarono alla porta, che aprirono come avevano fatto con l'altra.
I due ufficiali - un uomo e una donna con la stessa divisa nera - davano loro le spalle ed erano così concentrati sul proprio lavoro che non ebbero neppure il tempo di accorgersi della loro presenza e dei colpi stordenti. Caddero sul pavimento con un tonfo e battendo la testa, sarebbero rimasti fuori gioco per almeno una decina di minuti, un tempo più che sufficiente.
Rose si inginocchiò accanto a uno di loro ed estrasse il cilindro dei codici [4] dal taschino della giacca, si rialzò e si avvicinò al computer principale.
“Resta di guardia alla porta, io mi occupo del resto” le disse inserendo il cilindro nell'apposita entrata per ottenere l'accesso al computer.

 

 

Aprire la porta principale non fu un problema, Jacen fece esattamente ciò che aveva fatto Rey con il cancello e la porta si aprì di scatto. Ben attivò la propria spada laser e fece cenno a Jacen di seguirlo, andare avanti per proteggerlo da eventuali colpi era l'opzione migliore. Il corridoio in cui si trovavano non era così diverso da quelli della Supremacy, l'unica differenza era l'illuminazione, e alla fine c'era un'altra porta. Davanti alla porta c'erano soltanto cinque guardie in armatura rossa e fucile, qualunque cosa ci fosse nel deposito non si trattava di razioni e comuni blaster.
Non appena le guardie li individuarono cominciarono a sparargli contro, fu uno scontro – se così si poteva definire – molto breve poiché Ben deviò ogni colpo rispedendoli al mittente.
“Non avevi detto che percepivi almeno dodici persone? Dove sono le altre guardie?” gli chiese Jacen perplesso.
“Immagino che lo scopriremo una volta varcata quella porta”
“Non mi piace questa faccenda” commentò il pilota.
“C'è qualcosa di insolito” concordò Ben.
I due si avvicinarono alla porta, Ben distrusse il pannello di controllo con la spada laser e questa si aprì dando su un magazzino buio, fortunatamente la spada forniva un minimo d'illuminazione.
A parte lui e Jacen non sembrava esserci nessun altro, probabilmente le altre guardie erano al piano di sopra, ma sapeva che Rey e Rose fossero in grado di occuparsene da sole, soprattutto Rey perché l'aveva vista più volte combattere contro più persone contemporaneamente.
A sostenere il soffitto del magazzino c'erano sei pilastri di metallo e addossate alle pareti c'erano molte casse metalliche impilate una sopra l'altra, ognuna di esse contrassegnata da una scritta, tutte in lingue diverse. Una cassa contrassegnata dalla parola “van'an” catturò l'attenzione di Ben, era più che sicuro di aver già visto altrove quella parola – di cui al momento non rammentava il significato – e si avvicinò tenendo la spada laser sollevata in modo da poter fare più luce.
“Trovato qualcosa di interessante?” gli chiese Jacen alle sue spalle.
“Non ne sono sicuro, voglio dare un'occhiata” rispose.
“Ti aiuto ad aprirla” disse l'altro.
Sollevarono il pesante coperchio della cassa e all'interno vi trovarono delle armi, all'apparenza sembravano gli stessi blaster che usavano gli assaltatori ma, osservendoli meglio, Ben capì subito che non c'era niente di comune in quei blaster. Erano leggermente più grandi e non vi era alcuna unità energetica, senza di essa non si sarebbe generato alcun colpo perciò non era un'arma che funzionava al plasma. Al posto della bocchetta d'emissione avevano una canna larga di media lunghezza, proprio come quella dei regolari F-11D. Le armi che prevedevano proiettili e dardi come munizioni non erano così comuni, inoltre erano principalmente i cacciatori di taglie a farne uso.
Quei fucili erano chiaramente armi sperimentali, l'unico luogo a cui Ben riuscì a collegarle fu il centro di sviluppo armi su Parnassos, esattamente ciò che stavano cercando.
Vorkino! [5]” esclamò Jacen “Non ho mai visto nulla del genere”
“Perché non esiste nulla del genere” mormorò Ben.
“Sbrighiamoci a far saltare questo posto” disse l'altro togliendosi lo zaino dalle spalle e posandolo a terra.
“Dovremmo prendere uno di quei fucili per farlo esaminare, non sappiamo con cosa abbiamo a che fare” suggerì Ben.
“Buona idea, non lasciamoci sfuggire quest'occasione”
Ben e Jacen cominciarono a piazzare le cariche nei punti in cui avrebbero fatti danni maggiori, ne avevano quindici in totale e messe nei punti giusti avrebbero distrutto l'intera struttura. Una volta fatto questo presero uno dei fucili dalla cassa e lo misero nello zaino ormai vuoto, tutto stava procedendo secondo i piani eppure Ben aveva ancora quella brutta sensazione.
“Andiamo, dobbiamo raggiungere Rey e Rose” disse rivolto al pilota.
“E poi faremo saltare in aria tutto” replicò l'altro con un sorrisetto soddisfatto.
Non appena misero piede fuori dal magazzino si scontrarono con Rey e Rose che stavano andando nella loro direzione, Ben si rese conto che qualcosa non andava nel momento in cui notò che Rose aveva un braccio ferito, ancora sanguinante, e stava sostenendo Rey, che aveva le guance arrossate e respirava in maniera irregolare. Non sembrava riportare alcuna ferita, ma era chiaro che stesse male e che si stesse reggendo in piedi a malapena.
“Cosa vi è successo? Cos'ha Rey?” chiese preoccupato a Rose.
“C-c'erano assaltatori...armi...strane” farfugliò la ragazza chiaramente sconvolta.
“Calma, fai un bel respiro e prova a spiegarci cos'è successo” intervenne Jacen, ma Rose scosse la testa.
“Fa male...” mormorò Rey socchiudendo gli occhi.
“Torniamo subito al Falcon, Rose tu ce la fai a camminare?” le chiese Ben con gentilezza cercando di mascherare la propria paura.
“Io sì...ma Rey no”

 

 

 

Spazio Autrice:

L'atterraggio folle proposto da Rey non è altro ciò che fanno Han e Chewbe in The Force Awakens quando raggiungono la base Starkiller, il Falcon riuscirà mai a fare un atterraggio tranquillo? E ovviamente se qualcuno non si fa male non è una missione degna della Resistenza (scusatemi Rey e Rose).
 

Note:

[1] La Barriera Galattica si estende per gran parte della Regioni Ignote ed è descritto come un reticolato di anomalie che rende impossibile raggiungere certi pianeti.
[2] Molti pianeti si servono di un sistema di difesa automatico, che solitamente si serve di turbolaser e cannoni laser per colpire ogni nave rilevata.
[3] Gli F-11D sono i blaster utilizzati dagli assaltatori del Primo Ordine, una versione più moderna degli E-11 utilizzati dall'Impero.
[4] Il cilindro dei codici è quella specie di “penna” che si vede sempre nel taschino degli ufficiali sia Imperiali che del Primo Ordine e serve per aprire porte, garantire l'accesso a terminali e anche ai computer.
[5] È l'equivalente di “accidenti” e “dannazione” in Ryl, la lingua parlata dai Twi'lek.

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Capitolo 10
*** Capitolo 8 - Parte III ***





Recuperare i dati era stato facile e Rose ci era riuscita senza porblemi in meno tempo del previsto, Rey era rimasta tutto il tempo sulla soglia a fare da guardia ma non era arrivato nessuno.
Una volta che Rose aveva finito di copiare tutto sulla banca dati erano uscite dalla sala di controllo trasciandosi di peso gli ufficiali ed era stato lì che le cose si erano messe male. Da una porta nel corridoio erano sbucate cinque guardie in armatura rossa con un simbolo nero sulla spalla destra ed erano armate di fucili dall'aria insolita, Rey aveva attivato immediatamente la spada laser e Rose aveva estratto il blaster.
Non appena le guardie avevano cominciato a sparare si erano rese conto che i colpi non erano al plasma bensì dei dardi, Rey era comunque riuscita a disintegrarne qualcuno con la spada e Rose aveva sparato senza sosta alle guardie, anche se ciò non le aveva risparmiato un colpo che l'aveva presa di striscio al braccio sinistro. Quando erano convinte di averle uccise tutte avevano rivolto nuovamente l'attenzione agli ufficiali dando le spalle ai cadaveri ed era stato quello l'errore. Infatti una delle guardie era sopravvissuta e Rey se n'era resa conto soltanto nel momento in cui aveva sentito qualcosa conficcarsi nella spalla destra, aveva provato subito una sensazione di bruciore diversa quella provocata dai tipici colpi al plasma. Rose si era accorta che l'amica era stata colpita e si era occupata di quell'ultima guardia con un colpo alla testa, nello stesso istante Rey aveva cominciato a sentire il braccio destro intorpidirsi.
Con l'aiuto di Rose aveva estratto il dardo, che fortunatamente non si era insidiato troppo in profondità e non superava i due centimetri di lunghezza. Tuttavia aveva un aspetto strano, la parte che le si era conficcata nella carne era un ago in piena regola mentre il resto era un cilindretto metallico e presentava delle specie di alette ai lati. Oltre all'aspetto insolito non le era sfuggito il fatto che emenasse un odore acre, come se fosse stato imbevuto in qualche sostanza o la contenesse.
Rey ne aveva avuta l'assoluta certezza quando nel tentativo di mettersi il dardo in tasca aveva notato il lieve tremore alle mani e la sua vista aveva cominciato ad annebbiarsi, qualunque cosa ci fosse in quel dardo le era entrato in circolo e non poteva essere nulla di innocuo. A Rose non era sfuggito il fatto che non si sentisse bene e per la prima volta in vita sua aveva preso una decisione abbastanza egoista. Aveva mollato la presa su uno degli ufficiali svenuti e aveva detto a Rey che dovevano andarsene subito prima che potessero arrivare dei rinforzi.
Le due ragazze avevano attraversato il corridoio e si erano precipitate all'esterno, anche solo quel breve tragitto aveva sfiancato Rey. Scendere dalla scaletta di metallo non era stato semplice con le mani che le tremavano e un braccio intorpidito, ma con l'aiuto di Rose ci era riuscita. Poco prima di svoltare l'angolo per raggiungere l'ingresso principale aveva cominciato a barcollare e ad avere il fiato corto, la sostanza che era in circolo nel suo corpo stava agendo abbastanza rapidamente. L'amica l'aveva sorretta pur avendo un braccio ferito, stranamente lei sembrava non avere alcun sintomo e perciò Rey aveva scartato l'opzione che i dardi fossero stati imbevuti in qualcosa di tossico.
Una volta giunte all'ingresso si erano imbattute in Ben e Jacen, che avevano chiesto a Rose cosa fosse successo, ma la ragazza non era riuscita a formulare una frase di senso compiuto e aveva farfugliato parole sconnesse.
Il bruciore alla spalla di Rey era aumentato e sentiva che si stava diffondendo per tutto il corpo, si sentiva come se avesse fuoco liquido scorrerle nelle vene e faticava a tenere gli occhi aperti.
“Fa male...” mormorò Rey socchiudendo gli occhi.
“Torniamo subito al Falcon, Rose tu ce la fai a camminare?” chiese Ben a Rose, sebbene all'apparenza sembrasse calmo Rey riusciva a percepire quanto in realtà fosse preoccupato.
“Io sì...ma Rey no” rispose Rose, Rey avrebbe voluto ribattere dicendo che se la sentiva di camminare – anche se non era così – perché non voleva essere letteralmente un peso per l'amica.
“Non ci pensare nemmeno” l'anticipò Ben, che la conosceva bene da sapere a cosa stesse pensando in quel momento “Ci penserò io a te” aggiunse con dolcezza e lei si limitò ad annuire prima di chiudere completamente gli occhi.
Rey era vagamente cosciente del fatto che Ben la stesse trasportando in braccio come aveva fatto la prima volta che si erano incontrati, anche se le circostanze erano completamente diverse. Udì vagamente gli altri parlare tra loro, ma riuscì a cogliere soltanto qualche parola come “fucili”, “magazzino” e “ferita” perché faceva fatica a restare lucida. Ad un certo punto il boato di un'eplosione le arrivò come un suono ovattato alle orecchie e capì che erano ormai lontani dal deposito che avevano appena fatto saltare in aria. La missione era stata portata a termine, avevano recuperato i dati ed eliminato una delle fonti di rifornimento del Nuovo Impero, questo non li avrebbe certamente fermati, ma li avrebbe almeno rallentati. Quello che era successo a Rey non era altro che un effetto collaterale, in missione c'era sempre il rischio di farsi male o peggio, ma lei lo sapeva.
Rey era consapevole del fatto che il suo corpo stesse cedendo, i sintomi che aveva non facevano altro che accentuarsi e si sentiva estremamente debole. Persino respirare le faceva male, ogni respiro le provocava una fitta di dolore al petto, la sostanza che  circolava nel suo organismo la stava uccidendo e questa consapevolezza la terrorizzava. Dopo tutto quello che aveva affrontato era così che sarebbe finita? La parte razionale della sua mente le diceva di no, che appena tornati alla base avrebbero trovato una soluzione e che tutto sarebbe andato bene. Tuttavia la parte più irrazionale – e sopraffatta dalla paura – era convinta che non ci sarebbe neppure arrivata data la velocità con cui si erano manifestati i sintomi.

 

 

Mantenere la calma si stava rivelando più difficile del previsto per Ben, Rey aveva perso conoscenza di nuovo e respirava a fatica. Nonostante scottasse e avesse le guance arrossate Ben poteva percepire la vita scorrere lentamente via da lei, era una sensazione peggiore di quella che aveva provato su Exegol. Quella volta aveva semplicemente smesso di percepirla da un momento all'altro perché l'Imperatore aveva indebolito il loro legame, adesso invece era cosciente del fatto che a Rey restasse poco tempo.
Ben non poteva sopportare l'idea di perderla di nuovo, non dopo ciò che avevano passato, sapeva fin troppo bene cosa si provasse e non voleva rivivere quel dolore. Perdere Rey equivaleva a perdere una parte di sé, anche se non avessero avuto quel legame generato dalla Forza sarebbe stato così. L'amava più di qualunque altra cosa al mondo, forse anche più della sua stessa vita, ed era la cosa più bella che gli fosse mai capitata.
Anche se adesso Ben aveva trovato un nuovo scopo – redimersi combattendo per ciò in cui credeva sua madre - si sarebbe sentito perso senza Rey e non riusciva a immaginarsi una vita senza di lei. Si sentiva impotente nel vederla inerme tra le proprie braccia, gli sembrava così fragile e non poteva fare nulla per aiutarla, almeno non in quel momento mentre attraversavano la foresta per tornare al Falcon.
“Ben...” mormorò Rey ancora con gli occhi chiusi “Mi dispiace...” Ben sapeva a cosa si stesse riferendo la ragazza, strada facendo Rose aveva riassunto cosa fosse successo dopo aver copiato i dati. Se adesso lei si trovava a combattere tra la vita e la morte era soltanto per il suo buon cuore, che l'aveva spinta a tentare di salvare quei due ufficiali. Eppure in quel momento non riusciva a essere arrabbiato con lei per quella decisione, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era trovare un modo per garantirle il tempo necessario di tornare su Oshira.
“Non è colpa tua” la rassicurò, né lei né Rose potevano sapere che la guardia che l'aveva ferita fosse sopravvissuta e, perciò, se anche avessero ignorato gli ufficiali avrebbe comunque colpito una delle due.
Rose e Jacen camminavano pochi passi più avanti davanti a lui e stavano parlando, ma Ben non riusciva neppure a prestare attenzione a ciò che stavano dicendo. Rose si teneva il braccio ferito e per un attimo si sentì in colpa per non averle chiesto come si sentisse, anche se non presentava alcun sintomo. Da ciò ne dedusse che la sostanza tossica fosse contenuta soltanto all'interno del dardo, che doveva essere stato sparato da uno di quegli strani fucili che avevano trovato lui e Jacen. Si soffermò a pensare all'etichetta sulla cassa, era più che certo di sapere cosa significasse la parola che vi era scritta e che non fosse nulla di positivo.
Non appena arrivarono al Falcon la prima cosa che Ben si premurò di fare fu portare Rey in una delle cabine e adagiarla su una brandina. Ormai respirava a malapena, aveva le guance arrossate e scottava come se avesse la febbre. Si sedette sul bordo della brandina accanto a lei e delicatamente le prese il polso per controllarle il battito cardiaco, era quasi impercettibile, ma c'era ancora. Non sarebbe stato così a lungo però, doveva somministrarle assolutamente qualcosa per rallentare gli effetti della tossina sul suo organismo.
Prima di farlo avrebbe dovuto dare un'occhiata alla ferita per capire con cosa avesse a che fare, non poteva permettersi di darle qualcosa che avrebbe sortito l'effetto opposto.
“Rey” la chiamò a bassa voce “Riesci a sentirmi?” le chiese.
"Ben?” rispose lei con un filo di voce e aprendo leggermente gli occhi “Non...c'è tempo”
“Non pensare nemmeno una cosa del genere” le disse cercando di infonderle coraggio, ma in realtà era spaventato tanto quanto lei perché non sapeva come agire.
“C'è una cosa...che voglio dirti” proseguì lei boccheggiando “Non ti ho...ancora detto...che ti a-” a quel punto Ben la zittì posandole un dito sulle labbra, non doveva neppure sforzarsi di parlare nelle sue condizioni e non era in quella situazione che avrebbe dovuto dirgli ciò che stava per dire.
“Me lo dirai quando ti sarai ripresa, d'accordo?” le disse con dolcezza “Adesso ascoltami, ti aiuterò a sederti e darò un'occhiata alla ferita, così potrò darti qualcosa per farti stare meglio” in risposta Rey mugugnò qualcosa di incomprensibile.
Nella maniera più delicata possibile aiutò Rey a tirarsi su, che collaborò un minimo nonostante la debolezza, le scostò i capelli e il colletto della maglia per scoprirle la spalla. Quello che vide era persino peggio di quanto si immaginasse, la ferita in sé era poco più grande di un puntino e non era quella a preoccupare Ben. A preoccuparlo erano le venature rosso scuro che si erano formate intorno a essa, che ricoprivano quasi del tutto la spalla e si stavano diffondendo anche sulla nuca.
Osservando quello strano sfogo cutaneo gli tornò in mente il significato della parola “van'an”: veleno. Nulla di quanto era presente nel kit medico avrebbe potuto contrastare l'avvelenamento, l'unica cosa che poteva fare era somministrarle una dose di stim [1] per impedire che il suo cuore si fermasse. Sarebbe dovuto bastare il tempo necessario di attraversare la Barriera Galattica e da lì avrebbero potuto effettuare i salti nell'iperspazio per tornare alla base, era un azzardo, ma era l'unica possibilità per salvare Rey. Le sistemò il cuscino in modo che potesse stare seduta mentre andava a prendere una fiala di stim, fece per alzarsi, ma lei lo afferrò debolmente per il braccio.
“N-non andare” lo supplicò, vederla in quello stato gli provocava un dolore quasi fisico e ancora una volta gli ricordava fin troppo di quel giorno su Exegol, quando l'aveva stretta a sé priva di vita.
“Tornerò in fretta con qualcosa che ti aiuterà a sentirti meglio” le disse dandole un bacio alla tempia, ignorando il fatto che scottasse.
Neppure a Ben piaceva l'idea di lasciarla sola, soprattutto perché temeva che avrebbe potuto perderla nei pochi istanti in cui si sarebbe allontanato, ma doveva farlo. Si alzò dalla brandina e attraversò il corridoio che conduceva all'area comune e soltanto allora si rese conto che il Falcon era già in volo, era stato così concentrato su Rey che non si era accorto dei soliti rumori emessi dalla nave. Raggiunta l'area comune recuperò il kit medico che aveva riposto sotto al tavolo da gioco e l'aprì, dentro c'erano quattro fiale contenenti un liquido azzurro, proprio ciò che stava cercando. Lo stim poteva sia essere bevuto che iniettato direttamente endovena, ma Ben non era sicuro di essere in grado di farlo correttamente e non voleva rischiare di aggravare le condizioni di Rey. Ne prese una dose e tornò in cabina, si sedette di nuovo accanto a lei per farle bere il contenuto della fiala. Le avvicinò la fiala alla bocca inclinandola leggermente e a piccoli sorsi Rey riuscì a berla tutta, nel giro di qualche secondo avrebbe fatto effetto.
“Presto starai meglio” disse, ma non sapeva se stesse rassicurando lei o se stesso, forse entrambe le cose.
“Quella roba...era disgustosa” commentò Rey, quel commento lo fece sorridere perché era l'ultima cosa che si aspettava di sentirle dire, ma almeno era un segno che si fosse leggermente ripresa. Le prese nuovamente il polso per controllarle il battito e questa volta era più forte rispetto a prima, lo stim stava facendo effetto e sarebbe durato almeno per qualche ora.
Per tutta la durata del viaggio di ritorno Ben non aveva lasciato neppure per un istante Rey, che nel frattempo si era addormentata con la testa poggiata sulla sua spalla, e l'aveva controllata costantemente. Sarebbe dovuto andare da Jacen e Rose per avvisarli delle sue condizioni, chiedere come stesse Rose, che era stata ferita in maniera lieve, e invece non era riuscito a fare nulla di tutto ciò. Udì dei passi provenire dal corridoio e sulla soglia apparve Rose, che bussò nonostante la porta fosse aperta.
“Stiamo entrando nell'atmosfera del pianeta e ho informato gli altri della situazione di Rey” lo informò Rose “Come sta?”
“È ancora molto debole... e non ho potuto fare nulla per rallentare gli effetti del veleno, ma le ho fatto guadagnare del tempo” spiegò senza troppi giri di parole “Tu come ti senti?”
“Sto bene, è solo una ferita superficiale” rispose lei indicando la medicazione che aveva sull'avambraccio “Mi dispiace per quello che è successo, è stata colpa mia”
“Come potrebbe esserlo? Non potevi sapere che la guardia fosse ancora viva” replicò lui sperando di attenuare il suo senso di colpa.
“Ti ringrazio per la comprensione” disse, da lontano la voce di Jacen chiamò Rose, probabilmente per farsi assistere nell'atterraggio “Sarà meglio che vada ad aiutarlo se non vogliamo ripetere l'atterraggio di prima” annunciò Rose prima di tornare in cabina di pilotaggio.
Quello che successe una volta atterrati fu abbastanza frenetico, sia Jacen che Ben furono convocati da Poe per fare rapporto sulla missione, mentre Rey fu portata d'urgenza in infermeria accompagnata da Rose, almeno così non sarebbe stata sola. Ben stava camminando qualche passo più indietro rispetto a Jacen e Poe, stava ormai calando la sera su Oshira e aveva smesso di nevicare, tuttavia c'era ancora un forte vento.
Raggiunsero il quartier generale e salirono al piano superiore, ad attenderli seduti attorno a un tavolo c'erano Finn, il Tenente Kaydel Connix, Tinian Connix e persino Chewbecca, che era l'unico in piedi. Poe prese posto accanto a Finn e invitò i due a sedersi.
“Abbiamo ricevuto la comunicazione da parte di Rose, potete spiegarci esattamente cos'è successo?” chiese Finn rivolto a entrambi, anche se cercava di mostrarsi tranquillo la sua espressione diceva il contrario.
“Il Nuovo Impero si sta divertendo a sperimentare armi” disse Jacen andando dritto al punto, quella dichiarazione suscitò confusione nei presenti che si scambiarono occhiate tra loro.
“Vi dispiacerebbe raccontarci tutto dal principio?” li esortò Tinian.
Jacen cominciò a spiegare ogni cosa, a partire dal sistema di difesa automatico e passò la parola a Ben quando arrivò alla parte in cui avevano trovato le armi in magazzino. Per fortuna Jacen aveva portato con sé lo zaino, da cui tirò fuori il fucile recuperato dalle casse per mostrarlo agli altri. Ben spiegò che, anziché rilasciare il classico plasma, quell'arma funzionava con gli stessi dardi con cui erano state ferite Rey e Rose e che erano avvelenati.
A quel punto gli avevano rivolto domande su che tipo di veleno fosse, ma a questo Ben non aveva una risposta e si limitò a descrivere gli effetti che aveva sull'organismo. Alle sue spalle Chewbecca emise un lamento, il wookie voleva davvero bene a Rey e neppure per lui era facile saperla in quelle condizioni. Le reazioni di Finn e Poe non furono tanto diverse, il primo cominciò a tamburellare nervosamente le dita sul tavolo mentre il secondo si passò una mano sul viso.
“Alla luce di quanto ci avete raccontato dobbiamo riflettere su come procedere per colpire i prossimi obiettivi” dichiarò Tinian “Per prima cosa analizzeremo il veleno per capirne le origini, nel frattempo estrarremo i dati che avete copiato” mentre l'uomo parlava sua figlia appuntò tutto sul datapad che teneva tra le mani.
“Mi occuperò dei dati, ma ci vorrà qualche ora perché i computer che abbiamo sono lenti” intervenne Kaydel, che tra tutti era la più competente in quell'ambito – a parte Rose -
“Ottimo, per adesso è tutto e potete andare” concluse il diplomatico.

 


Quando Rey si risvegliò la prima cosa di cui si rese conto fu che si trovava in infermeria, la stanza in cui si trovava aveva il soffitto azzurro chiaro e le pareti erano di una tonalità di azzurro leggermente più scura. A illuminare la stanza c'erano delle luci bianche poste a intervalli reglari sul soffitto, dalle finestre non entrava neppure uno spiraglio di luce e perciò intuì che dovesse esssere sera o notte. Quanto tempo aveva dormito? Quando erano partiti era appena primo pomeriggio e tra l'andata e il ritorno ci volevano più o meno due ore.
La seconda cosa che Rey notò fu Ben seduto accanto al letto, le stava tenendo la mano mentre dormiva con la testa poggiata sulle candide lenzuola, una ciocca di capelli gli ricadeva sugli occhi e indossava ancora la giacca. Non era la posizione più comoda del mondo per dormire, ma non ebbe il coraggio di svegliarlo. Ricordava vagamente la loro conversazione a bordo del Falcon, aveva faticato a restare cosciente in quel momento e aveva cercato di usare le poche forze rimaste per dirgli che lo amava. Nonostante gliel'avesse dimostrato non gliel'aveva mai detto esplicitamente e non voleva morire con il rimpianto di non averlo fatto. Ricordava anche che Ben le avesse fatto bere qualcosa dal sapore pungente e che subito dopo si fosse addormentata. Il resto era tutto confuso e non ricordava neppure chi l'avesse portata in infermeria.
Adesso riusciva a respirare senza alcun problema e la sensazione di star bruciando dall'interno del suo corpo era svanita quasi completamente. Tuttavia il torpore al braccio destro non era ancora passato del tutto e si sentiva ancora un po' debole, probabilmente ci sarebbe voluta ancora qualche ora prima che si ristabilisse. Lo sguardo di Rey ricadde proprio sul braccio e vide che aveva ancora l'ago della flebo, con lo sguardo seguì il tubicino a cui era attaccato e notò una sacca con del liquido rosa all'interno.
Lentamente, e cercando di non svegliare Ben, si tirò su a sedere per prendere la bottiglietta d'acqua dal tavolino alla sua sinistra. Si sentiva dolorante dappertutto e non era la prima volta che si sentiva in quel modo, forse avrebbe dovuto cominciare a farci l'abitudine.
“Hey...sei sveglia” le disse Ben sollevando la testa dal lettino e rivolgendole un sorriso.
“Soltanto da poco, quanto tempo ho dormito?” gli chiese.
“Circa sette ore, come ti senti?” le chiese lui di rimando.
“Ancora debole, ma almeno non mi sembra più di andare a fuoco” rispose lei, Ben si lasciò scappare una lieve risata e per Rey fu il suono più bello che avesse mai sentito.
“Direi che hai reso bene l'idea” le disse “Oh, hai sete?” aggiunse quando si accorse che si teneva ancora la mano tesa verso la bottiglietta d'acqua.
“Mi sento come se non bevessi da giorni” era una sensazione che Rey conosceva bene, a volte su Jakku restava senza acqua per un giorno o due ed erano sempre i giorni peggiori perché si sentiva sempre sull'orlo di un collasso. Ben si alzò dalla sedia, si avvicinò al tavolino per prenderle l'acqua e si premurò persino di stapparle la bottiglia prima di porgergliela. Nel giro di poco Rey bevve quasi tutta l'acqua, con il risultato che gliene colò anche un po' addosso come se fosse una bambina.
“Grazie” disse porgendo la bottiglia a Ben, che la posò sul tavolino e si sedette sul bordo del letto “Sei rimasto qui per tutto questo tempo?” gli chiese.
“Quasi, appena ti hanno portata qui c'era Rose con te perché io e Jacen dovevamo fare rapporto e ti ho raggiunta appena ho finito”
“Come sta Rose?” Rey si era quasi dimenticata che anche la sua amica fosse stata ferita, anche se di striscio e ricordava che lei non avesse manifestato alcun sintomo.
“Sta bene, anche se si sentiva in colpa per quello che è successo e spero di averla rassicurata dicendole che non è così”
“Sono stata io a insistere di salvare gli ufficiali, è soltanto colpa mia”
“Non dire così” le disse allungando una mano verso di lei e spostandole una ciocca di capelli dal viso “E ciò che conta è che tu adesso stia bene”
“Credevo che non ce l'avrei fatta... avevo paura di lasciarti di nuovo” ammise ricacciando indietro le lacrime, Ben si sporse leggermente in avanti e l'abbracciò stando attento a non farle staccare la flebo dal braccio.
“Anch'io avevo paura di perderti” confessò “Non so cos'avrei fatto se ti avessi persa ancora una volta” Rey avrebbe voluto promettergli che non l'avrebbe mai persa, ma sapeva che sarebbe stata soltanto una bugia e che era una promessa che non avrebbe mai potuto mantenere.
“Ti amo” le parole le uscirono dalla bocca ancor prima che se ne rendesse conto “Sul Falcon... stavo per dirti che ti amo” si affrettò ad aggiungere, era stata troppo diretta? Le parole non erano mai state il suo forte e quelle due semplici parole le sembravano quasi banali per esprimere ciò che provava per lui.
"Ti amo anch'io Rey, più di ogni altra cosa al mondo” le disse Ben stringendola di più e dandole un bacio sui capelli.

 

Spazio Autrice:

Allora, so che avevo detto che ci sarebbero state soltanto due parti, ma ho ritenuto più opportuno segnare questo capitolo come terza e ultima parte della missione.
Forse sono stata un po' cattivella con Rey (scusa mia cara), ma il Nuovo Impero non scherza affatto e gioca sporco.

Note:

[1] Lo stim è presente in tutti i kit medici, è una sostanza liquida e stimolante che può far riprendere conoscenza, in alcuni casi anche trattare certe ferite. Appare in alcuni fumetti e nel videogioco Jedi Fallen Order.

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Capitolo 11
*** Capitolo 9 ***





La missione su Rakata Prime avvenuta soltanto due giorni prima aveva fornito più informazioni del previsto.
Tanto per cominciarei droidi medici avevano dovuto analizzare il veleno in circolo nel sangue di Rey per sintetizzare un antidoto. L'effetto dello stim le aveva garantito almeno altre due ore di vita, durante le quali avevano potuto lavorare sulla cura da somministrarle.
Proprio dalle analisi era emerso un dettaglio non da poco, infatti avevano scoperto che il tipo di veleno usato fosse d'origine naturale derivante da un lichene tossico, che cresceva soltanto in ambienti contaminati da sostanze chimiche. Questo aveva ristretto notevolmente il campo poiché non erano molti i luoghi che corrispondevano a quella descrizione, tra cui Parnassos – proprio uno dei loro obiettivi – che era ovviamente il luogo dove erano state prodotte quelle armi.
Dai dati copiati, invece, avevano scoperto che nell'ultima settimana c'era stato un continuo viavai di navi da carico tra Rakata Prime e Parnassos. Quelli erano soltanto i dati più recenti che erano riusciti a reperire, a detta di Rose qualunque altra informazione più vecchia era stata eliminata completamente e per questo ci aveva impiegato poco tempo nel recuperare ciò che era rimasto nella memoria del computer. La spiegazione più plausibile era che automaticamente le informazioni venissero concellate dopo un breve periodo, proprio per prevenire che finissero in mani sbagliate - o giuste, a seconda del punto di vista - .
La situazione attuale, quindi, era più che chiara: scienziati e ingegneri estraevano tossine dalla flora contaminata - a causa di un incidente nucleare – e le sfruttavano per fabbricare proiettili per le armi. I fucili erano soltanto uno dei vari progetti a cui lavoravano in quella struttura, che dovevano essere ancora in fase di sperimentazione visto che la quantità di veleno non era sufficiente per uccidere all'istante. Era stato quello il semplice motivo per cui Rey se l'era cavata, tuttavia per ogni evenienza sia i droidi medici che la dottoressa Kalonia avevano preferito tenerla sotto osservazione per due giorni e assicurarsi che ogni traccia della tossina fosse sparita.
Nonostante quei risvolti c'erano anche altre questioni di cui occuparsi, nonostante i fondi messi a disposizione dai Senatori – che non sarebbero durati in eterno – alla Resistenza mancavano i mezzi per contrastare il Nuovo Impero. I caccia che avevano a disposizione erano pochi, e soprattutto molto vecchi, per poter formare una vera e propria flotta. Inoltre tutti gli incrociatori erano stati distrutti durante la fuga verso Crait avvenuta l'anno prima, quella situazione rendeva Ben nervoso perché sapeva che fosse soltanto colpa sua. Se avesse dato ascolto a Rey quando gli aveva chiesto di cessare il fuoco contro la flotta ribelle adesso non si sarebbero trovati a corto di navi. Rimuginare sul passato non avrebbe cambiato le cose né sarebbe stato di alcun aiuto.
Era l'ora di cena e sia Ben che Poe si trovavano ancora nella saletta al piano inferiore del quartier generale per cercare proprio di risolvere il problema relativo alla flotta. La loro attenzione era rivolta all'oloproiettore in fondo alla stanza, che stava proiettando l'immagine della mappa su cui erano stati segnati tutti i sistemi che adesso facevano parte del Nuovo Impero. Gran parte dell'Orlo Esterno era ricaduto sotto il dominio nemico, una cosa che neppure l'Impero e il Primo Ordine era riuscito a fare, nonostante entrambi si fossero ingraziati la lealtà di alcuni sistemi di quella zona. Ciò aveva confermato l'ipotesi che avevano avanzato settimane prima: impedire qualunque alleanza con la Resistenza.
Nell'Orlo Centrale e nei Mondi del Nucleo invece la situazione era ben diversa, parecchi sistemi avevano scelto volontariamente e riconosciuto il Nuovo Impero come governo. Nella maggior parte dei casi si trattava di pianeti governati da nobili che condividevano gli stessi ideali di Carise Sindian e, che, ai tempi della Nuova Repubblica non erano soddisfatti dell'operato del senato.
“Non ci sono molti posti in cui reperire le navi che ci servono” disse Poe indicando una sezione della mappa “E dubito che qualcuno voglia rischiare di fare affari illegali con noi”
“Non possiamo mettere in pericolo altre persone, dobbiamo procurarcele da soli” concordò Ben.
“Solo mi stai per caso proponendo di rubarle?” chiese Poe inarcando un sopracciglio.
“È l'unico modo, ma questa non sarebbe la prima volta o mi sbaglio? Sono stato informato del piccolo furto su Bracca [1] lo scorso anno” rispose Ben indicando il pianeta sulla mappa, che purtroppo rientrava tra i territori del nemico in quanto prima era sotto il controllo del Primo Ordine.
“Non ti sbagli, ma non possiamo tornare di nuovo lì dopo l'ultima volta, se lo aspetterebbero” gli fece notare Poe.
“Hai mai sentito parlare della discarica di Squarn? [2]
“Vagamente, ho sentito storie risalenti ai tempi della Ribellione”
“Potremmo provare lì, una volta mio...” per un attimo Ben esitò, incerto se menzionare o meno suo padre, che gli aveva raccontato di quella piccola avventura, era un argomento di cui non parlava mai in presenza d'altri e gli altri facevano altrettanto “Una volta i Ribelli hanno reperito lì delle parti di cui avevano bisogno” si affrettò a concludere.
“Mi costa ammetterlo, ma mi piace come ragioni” disse Poe ignorando deliberatamente il fatto che Ben si fosse corretto.
“Ti ringrazio” rispose Ben incerto,
“Domani stesso invierò uno squadra a dare un'occhiata”
BB-8 irruppe nella stanza emettendo una serie di beep rapidi, dichiarando che era appena stato ricevuto due messaggi da parte di Lando, che Ben non vedeva da quando aveva più o meno otto anni.
“Riproduci pure i messaggi” lo esortò Poe.
Se avete ricevuto questo messaggio recapitate l'altro direttamente a Finn e Chewbecca, mi trovo su Kashyyyk e ho bisogno di metterli al corrente di una questione urgente” e così si concluse il primo messaggio.
“D'accordo amico, raggiungi Finn e Chewbe in mensa e fagli ascoltare l'altro messaggio” il droide non se lo fece ripetere due volte e rotolò via.
Udire la voce di Lando dopo tutti quegli anni rievocò ricordi d'infanzia, quando Ben lo chiamava “zio Wanwo” e gli correva incontro ogni volta che quest'ultimo andava a fargli visita ad Hanna City. Essendo uno dei migliori amici di Han Ben lo aveva sempre considerato un vero e proprio zio, esattamente come Chewbecca. Adorava ascoltare suo padre e suo zio raccontare delle loro avventure folli, anche se ripensandoci adesso molte di quelle erano state sicuramente inventate o ingigantite per farle risultare ancora più folli. Ben non poté fare a meno di chiedersi se Lando sapesse quello che era successo negli ultimi anni e che aveva ucciso Han sotto lo sguardo di Chewbecca. Se si fossero rivisti quale sarebbe stata la sua reazione? L'avrebbe perdonato come avevano fatto sua madre e il wookie?
Diversi minuti dopo Finn li raggiunse seguito dal droide che gli aveva recapitato il messaggio, entrambi erano ricoperti di neve.
“Scusate l'interruzione” esordì Finn “Sono soltanto passato per comunicare che io e Chewbecca stiamo partendo”
“Frena un attimo, che significa che partite ora?” gli chiese Poe con un'espressione confusa dipinta sul volto.
“Ci sono delle vite in ballo, non possiamo attendere” rispose semplicemente l'altro, tutta quella faccenda era strana, se c'erano delle persone in pericolo perché Lando ne aveva parlato soltanto con Finn e Chewbecca? Inoltre Ben percepiva chiaramente che l'ex-assaltatore non stesse dicendo del tutto la verità e avvertiva la sua agitazione aumentare sempre di più.
“Spiegati meglio” disse Poe con fermezza “Tu puoi andare, riparleremo della tua idea domani mattina e non dire a nessuno quello che hai appena sentito” aggiunse poi rivolgendosi a Ben.
“Non lo farò” si limitò a rispondere prima di lasciare la sala.
Stava nevicando lievemente e c'era un vento gelido, come accadeva spesso la sera poiché le temperature si abbassavano ancora di più, Ben si tirò su il cappuccio della sua giacca e si diresse verso la mensa. Lungo il tragitto s'imbatté in Chewbecca, che stava andando in direzione dell'hangar e sembrava avere una gran fretta. Il wookie gli rivolse un saluto e gli disse che stava andando a preparare una nave per la partenza.
“Suppongo che neppure tu abbia il tempo di spiegarmi cosa sta succedendo” il wookie si scusò e gli disse soltanto che riguardava degli ex-assaltatori del Primo Ordine. Ben ricordava che Chewbecca gli avesse raccontato che subito dopo la battaglia di Exegol i wookie erano riusciti a contrastare ciò che restava del Primo Ordine, prendendo in custodia alcuni ufficiali e gli assaltatori per decidere cosa farne. Con il Nuovo Impero che avanzava nella propria conquista le cose sarebbero cambiate in fretta e Kashyyyk sarebbe caduto sotto il loro dominio o distrutto.
“Buona fortuna zio Chewbe” gli disse, di qualunque cosa si trattasse un po' di fortuna non avrebbe guastato.

 

 

Rey era stata dimessa dall'infermeria soltanto a metà mattina, per misura preventiva era stata tenuta sotto osservazione per due giorni. Due giorni in cui gli amici e Ben le avevano fatto visita svariate volte, nonostante lei li avesse rassicurati che stesse bene e che fosse fuori pericolo. Ricevere tutte quelle attenzioni le aveva ricordato che, nonostante tutto, fosse davvero fortunata perché finalmente aveva trovato delle persone che le volessero bene e che non l'avrebbero mai abbandonata.
Il giorno seguente alla missione Rose era stata la prima a farle visita subito dopo colazione, aveva provato a scusarsi, ma Rey non gliene aveva dato modo rammentandole che non fosse stata colpa sua. Inoltre l'aveva ringraziata per essere rimasta con lei quando l'avevano portata in infermeria. Le due ragazze avevano chiacchierato per un po', evitando di parlare di quanto accaduto, poi Rose era andata via scusandosi perché si era ricordata di aver promesso a Jacen di aiutarlo con un problema.
Finn e Poe erano arrivati poco dopo, che avevano scherzato sul fatto che non sembrasse appena scampata alla morte e che la trovavano piuttosto bene. Rey gli aveva chiesto ironicamente se almeno ne fosse valsa la pena rischiare la vita per quelle informazioni e perciò l'avevano aggiornata su tutto quello che avevano scoperto. Persino Chewbecca era passato a farle visita e le aveva detto che forse fosse giunto il momento di smettere di far preoccupare tutti.
Ben era stato quello che le aveva tenuto compagnia ogni volta che poteva, e visto che non potevano sfruttare quel tempo per allenarsi con le spade come facevano spesso si erano dedicati allo studio dei testi Jedi. Nonostante la situazione in cui si trovavano non avevano dimenticato la profezia che li riguardava e, durante i primi giorni in cui si erano stabiliti sul pianeta, Ben aveva suggerito di cercare possibili interpretazioni tra le pagine di quei vecchi volumi.
Quando Rey aveva cercato un modo per riportarlo indietro si era concentrata principalmente sul Rammahgon [3] e su alcune sezioni della prima parte degli Aionomica [4], in cui aveva trovato quel passaggio riguardo il Primo Jedi. Questa volta non avevano avuto neppure bisogno di rivolgersi a C-3PO, poiché negli anni che Ben aveva trascorso con Luke aveva studiato l'antica lingua in cui erano scritte quelle pagine ed era perfettamente in grado di comprenderle. Secondo la visione che aveva avuto Rey quando si era messa in viaggio per Ahch-To entrambi dovevano imparare l'uno dall'altra, ma cosa di preciso? Ben era già stato addestrato a sfruttare entrambi i lati della Forza ancor prima che si conoscessero, mentre lei aveva ricevuto un minimo di addestramento da Leia, cos'avrebbe potuto insegnargli che non conoscesse già? Per questo motivo fino a quel momento si erano concentrati di più sulla pratica che sulla teoria.
Subito dopo essere stata dimessa, con l'assoluta certezza che ormai non vi fosse più traccia di tossina nel suo sangue e che si fosse ripresa pienamente, Rey aveva trascorso parte della mattina e del pomeriggio a esaminare quei volumi. Aveva smesso soltanto per prendere parte a una riunione in cui Poe aveva fatto il punto della situazione, che non era delle migliori.
Purtroppo disporre di crediti non avrebbe ribaltato la situazione a favore della Resistenza, soprattutto perché il Nuovo Impero aveva numerosi finanziatori e aveva il pieno controllo del commercio. La strategia adottata dal nemico - al momento - mirava ad assicurarsi che la Resistenza avesse risorse limitate a prescindere dalla quantità di denaro di cui disponeva.
Rey e Rose se ne stavano sedute in mensa a finire la propria cena, BB-8 li aveva raggiunti e aveva informato sia Finn che Chewbecca che avesse un messaggio urgente per entrambi. I due si erano allontanati dicendo alle ragazze di finire senza di loro e non erano più tornati.
“Non ti sembra così strana tutta questa segretezza?” chiese Rose poggiando il proprio bicchiere sul tavolo.
“Abbastanza, e sembrava anche una cosa urgente” rispose Rey prendendo un'altra cucchiaiata di zuppa, le sfuggiva il motivo per cui Lando avesse preferito parlare soltanto con Finn e Chewbecca anziché con Poe o qualcuno del Consiglio.
“Qualunque cosa sia non promette nulla di buono” commentò l'amica.
“Il che non sarebbe una novità per noi” disse Rey ironica, poi qualcos'altro catturò la sua attenzione. Percepì la presenza di Ben in mensa e si voltò per cercarlo con lo sguardo, aveva appena varcato porta facendo entrare l'aria gelida dall'esterno e aveva il cappuccio della giacca ricoperto di neve.
Quando Ben raggiunse il tavolo che stavano occupando prese posto accanto a lei e teneva una tazza di caf fumante tra le mani, che veniva preparato regolarmente ogni sera perché c'era chi preferiva berlo accompagnato ai pasti, un abbinamento che Rey trovava alquanto bizzarro.
“Niente cena questa sera?” gli chiese Rey indicando la tazza.
“Non ho molta fame, ho soltanto bisogno di qualcosa di caldo” le rispose prima di bere un sorso di caf.
“Per caso sai che sta succedendo con Finn e Chewbecca?” chiese Rose.
“Qualcosa, ma ho dato la mia parola a Poe che non avrei detto nulla” rispose, poi prese un altro sorso della sua bevanda.
“Oh...ignora la mia domanda allora” disse la ragazza, che tornò a rivolgere l'attenzione alla propria zuppa.
“Sembra che tu e Poe stiate finalmente andando d'accordo” fece notare Rey e la cosa non poteva che farle piacere, per lei era importante che le persone a cui teneva andassero d'accordo tra loro.
“Suppongo di sì, e credo che mi abbia fatto un complimento prima”
Quando ebbero finito di mangiare e bere ognuno si apprestò a fare ritorno alla propria abitazione, come facevano ogni sera. Rey stava camminando mano nella mano con Ben mentre percorrevano quel breve tragitto, consapevole che nessuno li avrebbe notati. In presenza d'altri – eccezion fatta per Chewbecca - evitavano sempre di scambiarsi gesti affettuosi e di tenersi sempre per mano perché li faceva sentire a disagio. Il rumore provocato dai motori una nave le fece volgere lo sguardo verso l'hangar e vide la Silent Watcher prendere quota.
“Lo so che hai promesso di non parlarne, ma Chewbe e Finn sono appena partiti, non è così?” chiese Rey a Ben.
“Stanno raggiungendo Lando, ha bisogno di loro e subito” le rispose “Mi dispiace non poterti dire di più”
“Va bene così, stai soltanto facendo quello che ti è stato chiesto” gli disse stringendogli di più la mano.
Fortunatamente le abitazioni avevano un sistema di riscaldamento – seppur datato – perciò una volta varcata la porta Rey poté abbassarsi il cappuccio e togliersi la giacca per appenderla a uno dei ganci sul muro. Ben fece altrettanto e appese la propria giacca accanto alla sua, senza Chewbecca in giro era tutto fin troppo silenzioso, che solitamente restava sveglio fino a tardi a guardare olo-storie su HoloNet usando il suo datapad.
“Credo che per stanotte mi mancherà il russare di mio ziò” disse Ben chinandosi per slascciarsi gli stivali, ogni sera quando rincasavano erano soliti togliersi gli stivali all'ingresso e lasciarli lì
“Non dirlo a me, si sente persino in camera mia” disse Rey imitandolo “Come fai a dormire quando sei con lui?”
“Anni di abitudine, quando vivevo ad Hanna City passava spesso a casa e restava lì per la notte” le rispose, in quelle due settimane Rey aveva scoperto molto dell'infanzia di Ben ed era stato sempre lui a parlarne in maniera spontanea. Aveva condiviso con lei gli unici bei ricordi che avesse, ma anche quelli brutti che erano decisamente di più. Nonostante Han e Leia l'avessero amato molto e cercato di proteggerlo, Ben era cresciuto sentendosi solo perché entrambi si assentavano spesso. Il fatto che Palpatine gli sussurasse nella mente dicendogli che neppure la sua famiglia volesse averlo intorno aveva soltanto alimentato quella sensazione.
Ben le aveva anche descritto la città in cui aveva vissuto, un tempo era stata la capitale della Nuova Repubblica e la particolarità era che nonostante fosse un centro abitato ci fossero molti spazi verdi. Fuori città invece era la natura a predominare, dove c'erano coll
ine, laghi e persino il mare. A Rey sarebbe piaciuto visitare Chandrila un giorno, ma non aveva mai condiviso quel pensiero con Ben perché immaginava che per lui non sarebbe stato facile tornare lì.
“Sai che adesso posso percepire di nuovo ciò che provi, cos'è che non mi stai dicendo?” le chiese Ben posando entrambe le mani sulle spalle.
“Non è niente, stavo solo pensando che mi piacerebbe vedere il luogo in cui sei cresciuto” ammise Rey.
“Quando tutto questo sarà finito ti prometto che ci andremo” le disse, poi si chinò leggermente per baciarla delicatamente e le accarezzò entrambe le braccia. Rey ricambiò quel bacio e senza che nessuno dei due se rendesse conto si fece sempre più intenso, le mani di Ben scivolarono sui suoi fianchi e lei gli mise le braccia intorno al collo.
Rey era consapevole del fatto che questa volta nessuno dei due si sarebbe fermato, non era neppure sicura di volere che smettessero e attraverso il loro legame poteva percepire chiaramente che per Ben fosse lo stesso. Entrambi desideravano di più e senza mai smettere di baciarsi in qualche modo raggiunsero la camera di Rey, che si trovava proprio a pochi metri dall'ingresso. Prima di cena aveva lasciato la lampada accesa ed era l'unica fonte d'illuminazione visto che al calare della sera chiudeva sempre le tende, per una volta Rey fu sollevata di aver preso quell'abitudine.
Per un attimo Ben si staccò da lei per riprendere fiato, di cui anche lei era a corto e con fare incerto le afferrò l'orlo della maglietta.
“Posso?” le chiese con una punta d'imbarazzo, Rey non poté fare a meno di ridere per quella domanda così assurda e al tempo stesso adorabile.
“Mi stai davvero chiedendo il permesso?” chiese lei di rimando.
“Voglio soltanto che tu sia sicura” rispose, Rey gli passò una mano tra i capelli e si alzò in punta di piedi per dargli un altro bacio.
“Non sono mai stata più sicura in vita mia” dichiarò, non aveva più alcun dubbio e in quel momento era più che sicura di ciò che voleva. Voleva sentire le mani di Ben accarezzarle il corpo e le sue labbra baciarle la pelle, aveva aspettato di sentirsi pronta prima di arrivare a qeul punto e adesso sapeva di esserlo.
Delicatamente Ben le sfilò la maglia gettandola sul pavimento e sentì il suo sguardo posarsi su di lei, Rey si era sempre reputata abbastanza carina, ma lui la stava guardando come se fosse la cosa più bella della galassia. Una rezione molto diversa da quella che aveva avuto lei quando durante una delle loro connessioni l'aveva visto senza maglietta, quella volta aveva provato imbarazzo per il semplice motivo che si fosse sentita fortemente attratta da lui. Tante cose erano cambiate da allora e senza alcuna esitazione anche Rey gli sfilò la maglia, gettandola nello stesso punto in cui era finita la sua. Dove una volta c'erano state le cicatrici che gli erano state inferte durante la fuga dalla base Starkiller – di cui una era stata direttamente responsabile – adesso non c'era neppure più un segno. Quando l'aveva curato sul relitto della Morte Nera non gli aveva solo rimarginato la ferita, ma anche i segni di quelle più vecchie.
Ben le cinse la vita con un braccio e riprese a baciarla freneticamente.
“Ti amo Rey” le disse tra un bacio e l'altro, anche se non era la prima volta che glielo diceva Rey sentì il suo cuore colmarsi di gioia e non si sarebbe mai stancata di sentirsi dire quelle parole.
“Ti amo Ben, e sarà sempre così” gli disse lei, non sarebbe mai riuscita a immaginarsi con nessun altro se non con lui e non avrebbe mai provato quei sentimenti per nessun altro.
Qualche istante dopo si trovò distesa sul letto con Ben che stava sopra di lei e le baciava il collo, Rey gli passò una mano tra i capelli e fece scorrere l'altra sulla sua schiena. Quando Ben la baciò sulla spalla a Rey scappò una lieve risata, evidentemente soffriva il solletico in quel punto preciso e lo aveva appena scoperto.
“Amo la tua risata” le sussurrò Ben prima di baciarla nuovamente in quel punto per farla ridere ancora di più.
“Dai Ben, smettila!” esclamò lei in preda alle risate, certamente una cosa non molto romantica da parte sua e lo sapeva.
“Scusa, ma è così bello sentirti ridere” le disse dandole un rapido bacio sulle labbra.
Non avevano alcuna fretta e si presero tutto il tempo di cui avevano bisogno prima che i restanti indumenti finissero sul pavimento insieme alle magliette. Quello che provò Rey era una sensazione a cui non sapeva neppure attribuire un nome perché la loro unione non fu soltanto fisica, ma anche mentale. Attraverso il loro legame aveva percepito le loro emozioni e sentimenti fondersi al punto tale che non sapeva quali appartenessero a lei e quali a Ben. In quel momento le tornò in mente la definizione del loro legame: due che sono uno.

 

 

Come ogni mattina Ben si svegliò prima di Rey, che stava dormendo con la testa e una mano poggiata sul suo petto, stava persino russando e quello era un suono a cui Ben aveva ormai fatto l'abitudine. Le teneva ancora un braccio intorno alle spalle scoperte, nonostante fuori facesse freddo e fosse tutto imbiancato dalla neve dentro casa c'era un bel tepore. Non era la prima volta che si svegliava con Rey tra le proprie braccia, eppure si sentiva felice come lo era stato poche volte in vita sua e, soprattutto, si sentiva amato. Con la mano libera le scostò alcune ciocche di capelli che le ricadevano davanti agli occhi, aveva un'aria così serena mentre dormiva e se fosse dipeso da lui sarebbe rimasto tutto il tempo a osservarla.
“Buongiorno amore...”bisbigliò Rey aprendo lentamente gli occhi, la cosa che stupì Ben fu il modo in cui l'aveva chiamato perché era una cosa che non aveva mai detto prima.
“Ho sentito male io o mi hai appena chiamato amore?” le chiese incredulo, probabilmente rovinando quel momento tra loro.
“Stavo cercando di essere romantica” disse Rey stringendosi di più a lui “Ma se non ti piace posso sempre chiamarti idiota” aggiunse ironica.
“Non ho mai detto che non mi piace” le assicurò rivolgendole un sorriso.
 

 




Spazio Autrice:
Scopriremo presto cos'è successo su Kashyyyk e perché Lando aveva bisogno di Finn, anche se vi ho lasciato qualche indizio.
Intanto Rey e Ben hanno potuto godersi un po' di privacy senza Chewbecca in giro, immagino che dovranno ringraziare Lando per questo. E piccola curiosità: nel canon davvero Ben chiamava Lando “Wanwo” quando era un bambino.

 

Note:

[1] Bracca è un pianeta-discarica che appare sia in Resistance Reborn, in cui la Resistenza davvero ruba delle navi, che in Jedi Fallen Order ed è proprio il punto di partenza del gioco (che vi consiglio assolutamente)
[2] Squarn è il proprietario di una discarica su Muugrah e alcuni Ribelli acquisirono lì delle componenti per l'iperguida e un droide astromeccanico.
[3] Il Rammaghon è uno dei sacri testi Jedi in cui sono presenti informazioni asstronomiche, incluse pagine riguardanti Exegol, Ahch-To e rotte iperspaziali.
[4] L'Aionomica è una raccolta di due volumi in cui sono riportate informazioni sulla Forza.

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Capitolo 12
*** Capitolo 10 ***





 

Tra le mura della sua stanza Rey riusciva quasi a illudersi che non ci fosse un'altra guerra in atto e che interi sistemi si stessero sottomettendo a un altro impero. In quel preciso istante tra le braccia di Ben le sembrava quasi di avere una vita serena e normale, per quanto il concetto di normalità per Rey si limitasse al non dover fuggire o combattere per salvare se stessa e gli altri. Se ne avesse avuto il potere avrebbe volentieri fermato il tempo e far durare quell'attimo per sempre, dopo quanto le era accaduto durante la missione aveva capito che ogni attimo in compagnia delle persone che amava era prezioso perché sarebbe potuto essere l'ultimo per chiunque di loro.
Purtroppo Rey non disponeva di un tale potere – che neppure esisteva – perciò doveva farsi bastare quei momenti di serenità con Ben in cui il resto della galassia sembrava cessare di esistere. Fino a poche settimane prima si sarebbe sentita in colpa e si sarebbe reputata un'egoista soltanto perché desiderava un po' di felicità, ma adesso aveva capito che non c'era nulla di sbagliato se di tanto in tanto metteva se stessa al primo posto. E svegliarsi tra le braccia della persona che più amava al mondo era proprio una delle cose che la rendeva più felice, la faceva sentire a casa e le faceva provare quel senso di appartenenza che aveva aspettato per tutta la sua vita.
Ripensò alla conversazione avuta con Ben quando erano tornati ad Ajan Kloss, in quell'occasione le aveva detto che fosse convinto che loro due erano destinati a incontrarsi a prescindere dalle circostanze. Rey non poté fare a meno di chiedersi se ciò per cui avesse aspettato durante tutti quegli anni fosse sempre stato lui e non i suoi genitori. Il loro legame era sempre esistito, ma nessuno dei due se n'era mai reso pienamente conto, e forse era proprio a causa di esso se per tutti quegli anni lei aveva avuto come unica certezza quella di dover aspettare per qualcuno. E finalmente aveva trovato quel qualcuno, nella maniera più inaspettata e sfidando persino la morte stessa pur di riaverlo al suo fianco.
“A volte ancora fatico a credere che tu sia davvero qui” disse sollevando lo sguardo verso Ben e rivolgendogli un sorriso.
“Anch'io” le confessò lui “A volte sembra tutto un sogno da cui temo di risvegliarmi” Rey comprendeva quella sensazione, era la stessa che aveva provato settimane prima quando l'aveva riportato in vita.
“Quindi sogni spesso di svegliarti nel mio letto?” lo prese in giro lei.
“Non credo di avere un'immaginazione così fervida” rispose ironico lui e lasciandosi scappare una risata.
“Beh, allora sai che tutto ciò è reale” gli disse Rey ridendo a sua volta, allungò una mano verso il volto di Ben e la posò sulla guancia dove una volta c'era la sua cicatrice. Quando l'aveva guarito sul relitto della Morte Nera non si era resa conto subito che fosse sparita insieme alla ferita e soltanto quando l'aveva raggiunta su Exegol l'aveva notato “È reale come il nostro amore”aggiunse con dolcezza.
Rey aveva poche certezze nella vita, non sapeva come sarebbe finita quella guerra né cosa le riservasse il futuro, ma se c'era una cosa di cui era più che certa era proprio quel sentimento profondo che univa lei e Ben. Perciò non le importava se agli occhi degli altri potesse risultare irrazionale, incomprensibile o sbagliato - anche se i suoi amici sembravano averlo accettato -
“Sono così fortunato ad averti nella mia vita” le disse Ben prima di darle un bacio sui capelli.
Il segnale acuto proveniente dal comlink, che Rey teneva sempre sul comodino, pose fine a quel momento di quiete. Non sapeva neppure che ora fosse, ma dalla luce del sole che filtrava dalle tende ancora chiuse dedusse che non fosse troppo presto e che probabilmente fosse l'ora della colazione. Capitava di rado che qualcuno la contattasse a quell'ora, perciò doveva essere successo qualcosa che richiedesse anche la sua attenzione.
“A quanto pare il dovere chiama” disse voltandosi nella direzione da cui proveniva il suono, Ben spostò il braccio con lui le stava cingendo le spalle per permetterle di prenderle il comlink dal comodino. Una volta preso l'apparecchio Rey premette il pulsante per rispondere sperando che non si trattasse di pessime notizie, quella era l'ultima cosa di cui la Resistenza aveva bisogno.
Ciao Rey, spero di non disturbare, ma abbiamo bisogno di te...e anche di Solo” esordì Poe, che si riferiva sempre a Ben chiamandolo per cognome, ma era pur sempre un progresso “A proposito, è con te per caso? Ho provato a contattarlo, ma non ha risposto” Rey e Ben si scambiarono uno sguardo interrogativo, nessuno dei due aveva sentito nulla e lei non sapeva neppure dove fosse il comlink di Ben.
“Hey, rallenta, cos'è successo?” chiese “E sì, Ben è qui con me” precisò.
Riguarda il viaggio di Finn e Chewbecca, stanno rientrando alla base proprio adesso e non sono da soli” spiegò Poe con calma “Preferirei che ne parlassimo di persona tutti insieme perché è una questione delicata,ma ci tenevo ad avvisarvi” quella risposta criptica non servì a fare luce sulla faccenda, tuttavia dal suo tono di voce Poe non sembrava allarmato o preoccupato.
“D'accordo, arriviamo subito” disse Rey.
E Solo, tu non dimenticare che abbiamo ancora una missione da pianificare” aggiunse il pilota rivolgendosi direttamente a Ben.
“Non lo dimentico” gli assicurò Ben.
Bene, è tutto per ora” concluse Poe chiudendo la comunicazione.
A Rey non sfuggì il silenzio di Ben e attraverso il loro legame percepì chiaramente che fosse turbato, il buon umore che aveva avuto fino a quel momento aveva lasciato spazio a qualcosa di cupo. Sapeva a cos'era dovuto quel drastico cambio d'umore, Poe aveva menzionato il fatto che Chewbecca e Finn stessero tornando in compagnia di qualcun altro e sicuramente quel qualcuno era Lando, dopotutto era stato lui a contattarli per chieder loro di raggiungerlo ovunque fosse. Tutti sapevano che Lando fosse il migliore amico di Han, proprio come Chewbecca e, di conseguenza, era di famiglia per Ben. Rivederlo dopo tutto quel tempo e quanto aveva fatto non doveva essere facile per lui.
“So a cosa stai pensando” gli disse Rey prendendogli la mano e stringendogliela “Ma non sarai da solo”
“Non so cos'aspettarmi da quest'incontro” ammise Ben.
“Chewbe ti ha perdonato, tua madre l'ha fatto, perché non dovrebbe essere lo stesso con Lando?” gli fece notare lei.
“Ha tutto il diritto di non farlo, ma hai ragione”
“Come sempre” scherzò Rey sperando di strappargli un sorriso “E sarà meglio darci una mossa prima che Poe venga a cercarci personalmente”
“Preferirei non correre questo rischio, sarebbe molto imbarazzante” le rispose Ben sarcastico, almeno gli aveva fatto ritorvare la voglia di scherzare.
Per quanto a Rey sarebbe piaciuto preparsi con calma e fare colazione le circostanze non lo permettevano, avrebbe mangiato qualcosa più tardi, la priorità adesso era un'altra. Non era una novità e neppure la prima volta che capitava, ci era abituata e pian piano anche Ben si stava abituando a quello stile di vita caotico – o forse sarebbe stato più appropriato dire sopravvivenza – che era completamente diverso da quello del Primo Ordine.
Una volta pronti uscirono di casa e si diressero direttamente all'hangar, Poe doveva essere già lì e ormai anche Chewbecca e Finn dovevano essere arrivati. Quella mattina fortunatamente non nevicava ed era soleggiato, tuttavia soffiava ancora un vento pungente perciò Rey si tirò su il cappuccio della giacca. Nonostante fossero già tutti svegli c'era un silenzio che dava l'impressione opposta, l'unico suono che si udiva era il rumore dei loro passi sulla neve – che era ancora abbastanza alta da arrivare alle caviglie -
Qualcosa le suggeriva che la questione all'ordine del giorno non riguardasse principalmente la Resistenza, se avevano bisogno sia di lei che di Ben doveva trattarsi di qualcosa che riguardasse la Forza. Avevano forse bisogno di qualcuno con le loro abilità per qualche missione specifica? E cosa c'entrava con il viaggio di Finn e Chewbecca?
Rey avrebbe ottenuto la risposta a quelle domande molto presto, erano quasi arrivati alla caverna che conduceva all'hangar, che distava un bel po' dalle abitazioni. Quel tragitto le era diventato ormai familiare dal momento che quasi ogni giorno lei e Ben si allenavano con le spade laser proprio in quella caverna, non c'era nessun altro posto adatto e le condizioni climatiche non gli permetteva di allenarsi all'aperto – dove ci sarebbe stato più spazio - .

 

 

Ben aveva pensato all'eventualità di rivedere Lando nel momento stesso in cui aveva udito il messaggio recapitato la sera prima, ma neppure quello era bastato a prepararlo a quell'incontro. Quando Poe aveva menzionato che Chewbecca e Finn fossero di ritorno in compagnia aveva capito subito che si trattasse di Lando, che non vedeva dal suo ottavo compleanno. Era stata quella l'ultima volta in cui l'aveva visto poiché l'anno successivo era sparito chissà dove e la sua famiglia non aveva avuto più alcuna notizia dell'uomo. I suoi genitori non gli avevano mai detto la verità, ma Ben li aveva sentiti parlare ed era stato così che aveva scoperto che la figlia di Lando [1] – che aveva visto soltanto una volta, quando era nata – era stata rapita.
Crescendo Ben aveva capito che dietro a quel rapimento c'era la mano del Primo Ordine, che aveva approvato il programma di addestramento di Brendol Hux [2] e alla cui base c'era il rapimento di bambini che non superavano neppure i tre anni. Ben aveva sempre odiato quell'idea, nel corso degli anni aveva provato a convincere Snoke che sarebbe stato meglio servirsi dei cloni – come aveva fatto l'Impero – suggerendogli che sarebbe stato più efficiente. Ma quello non era il vero motivo per cui aveva cercato di eliminare quel programma, pur avendo ceduto al Lato Oscuro aveva sempre trovato disumana una cosa del genere e qualche mese dopo aver preso il posto di Snoke aveva messo fine a ogni cosa – facendo infuriare non poco il Generale Hux – decretando che il programma dovesse cessare di esistere.
Cos'avrebbe pensato Lando rivedendolo e scoprendo che lui stesso si era unito a quell'organizzazione che aveva distrutto la sua famiglia? Ammesso che non fosse già al corrente di tutto, ma anche in quel caso non sarebbe cambiato nulla. Rey gli aveva fatto presente che se persino sua madre e Chewbecca fossero riusciti a perdonarlo, allora anche Lando avrebbe potuto farlo. Ben ancora si stupiva di come Rey riuscisse a vedere sempre il lato positivo di ogni cosa nonostante quello che aveva passato in vita sua, ma era una delle cose che tanto amava di lei e un po' di ottimismo era ciò di cui aveva bisogno al momento.
Sia Chewbecca che Lando erano tutto ciò che restava della sua famiglia, essendo i migliori amici di suo padre erano sempre stati considerati parte di essa e Ben aveva bei ricordi legati a loro. Erano passati molti anni da allora e molte cose erano cambiate, ma non era mai troppo tardi per recuperare il tempo perduto. Al momento però c'era da affrontare prima la questione che richiedeva la sua presenza e quella di Rey, che in qualche modo era legata al ritorno di Chewbecca e Finn.
Quando giunsero alla caverna che conduceva all'hangar Ben udì delle voci sommesse provenire dal piano superiore, raggiunsero la piattaforma di carico e premette il pulsante per attivarla. Rey fece scivolare la propria mano nella sua e gliela strinse, era di conforto sapere che in qualunque circostanza lei fosse sempre lì al suo fianco.
La piattaforma cominciò la sua salita emettendo cigolii, gli ingranaggi erano rimasti inutilizzati per troppo tempo e pur oliando gli ingranaggi quei rumori persistevano, ma almeno era sicura e non rischiava di precipitare durante le salite o le discese. In pochi minuti arrivarono a destinazione, proprio di fianco alla Silent Watcher si era formato un piccolo assembramento composto da Poe, Finn, Chewbecca, Lando e una ragazza dalla carnagione scura che Ben non aveva mai visto alla base. Nonostante l'età Lando aveva ancora il suo solito stile eccentrico, persino a quella distanza spiccava tra tutti con il suo completo blu elettrico con dei dettagli gialli e il mantello del medesimo colore.
Il baccano provocato dalla piattaforma aveva attirato la loro attenzione, perciò si voltarono tutti nella direzione da cui erano arrivati Ben e Rey e Poe fece loro cenno di avvicinarsi. Ben sentì lo sguardo di Lando posarsi su di lui, un'espressione sbigottita e malinconica apparve sul volto dell'uomo, probabilmente alla ricerca di qualche somiglianza con il bambino vivace e che gli ripeteva sempre che sarebbe diventato un pilota come suo padre.
“Bene, adesso ci siamo tutti” annunciò Poe, Lando spostò lo sguardo da Ben a Rey, che lo stava tenendo ancora per mano, soltanto quando lei si accorse di essere osservata gliela lasciò andare e arrossì leggermente. La ragazza che stava in piedi accanto a Lando si limitò a distogliere lo sguardo da entrambi e non disse nulla.
“Di cosa volevate parlarci?” chiese Rey.
“Riguarda le truppe del Primo Ordine tenute in custodia su Kashyyyk [3], i wookie avevano preso una decisione drastica sul cosa farne di loro” cominciò Finn.
Drastica? Ragazzo mio stavano per giustiziarli!” intervenne Lando “È per questo che vi ho chiamati” per quanto i wookie fossero pacifici non era insolito che avessero istinti violenti e talvolta omicidi verso i propri oppressori, quel popolo era stato reso schiavo dall'Impero e il Primo Ordine aveva provato a fare esattamente la stessa cosa.
“Stavo per arrivarci” fu tutto ciò che disse Finn, Chewbecca lo interrupppe suggerendo a Lando di raccontare personalmente come fossero andate le cose se aveva intenzione di intervenire tutto il tempo.
“E va bene Chewbe, dirò io cos'è successo” ribatté Lando, l'età l'aveva reso abbastanza burbero o forse Ben aveva ricordi troppo vaghi di lui perché non era così che lo ricordava.
“Prima dovresti dirgli perché eravamo su Kashyyyk” disse la ragazza.
“È esattamente ciò che farò” disse Lando “Dopo la battaglia di Exegol io e Jannah ci siamo messi alla ricerca di tutti gli assaltatori che sono riusciti ad opporsi al condizionamento, non è stato facile, ma ne abbiamo rintracciati un paio su Jedha [4]” dunque il caso di Finn non era stato isolato e probabilmente Hux aveva insabbiato ogni cosa per evitare che Snoke ne venisse a conoscenza “Sono stati loro a informarci delle truppe prigioniere su Kashyyyk e siamo andati a controllare di persona il prima possibile”

“E appena in tempo” intervenne la ragazza, che chiaramente doveva essere Jannah.
“I wookie stavano per giustiziare tutti i prigionieri, una scelta estremista persino per loro, ed è per questo che ho contattato subito i nostri amici. Tra loro c'erano anche degli assaltatori che in qualche modo hanno smaltito l'effetto del condizionamento mentale, i wookie non si fidano particolarmente di me, ma sapevo che si sarebbero fidati di Chewbecca” spiegò Lando “E Finn è stato il primo assaltatore a disertare, quale miglior esempio per dimostrargli che non stavo mentendo?” concluse l'uomo. Quel ragionamento non faceva una piega, i wookie si fidavano di Chewbecca e avevano molta stima di lui, se c'era qualcuno che potesse farli ragionare era proprio lui.
“E abbiamo una teoria sulla causa del condizionamento che si affievolisce fino a scomparire” intervenne Finn “Per questo avevamo bisogno di voi due”
“Sono confusa, come possiamo aiutarvi in questo?” chiese Rey.
“Crediamo che possano essere sensibili alla Forza e per questo il condizionamento non abbia avuto un effetto permanente” spiegò il giovane, come se lo sapesse per esperienza personale.
“Se fosse così allora anche tu lo saresti” puntualizzò Rey e forse non era così lontana dalla verità, nelle rare occasioni in cui Ben si trovava in presenza di Finn aveva sempre l'impressione di avvertire qualcosa nella Forza, in maniera quasi impercettibile e perciò non vi aveva mai dato peso.
“Beh, potrei” le parole dell'ex-assaltatore lasciavano intendere che fosse consapevole di essere sensibile alla Forza, ma per ragioni note soltanto a lui non l'aveva detto neppure alla sua migliore amica.
“Aspetta, era questo che cercavi di dirmi su Pasaana?” chiese Rey leggermente seccata, Ben sapeva bene che lei non sopportava quando le mentivano – anche se lei stessa l'aveva poi fatto - e in quel momento non avrebbe voluto trovarsi nei panni di Finn.
“Possiamo tornare alla questione principale?” s'intromise Poe.
“Poe ha ragione, ne parleremo dopo” disse Finn, l'attenzione di Ben si spostò dalla conversazione alla nave, a bordo della quale dovevano esserci gli ex-assaltatori di cui stavano parlando. Concentrandosi quel poco che gli bastava riuscì a percepire chiaramente nella Forza la presenza di persone sensibili ad essa e non solo, c'erano almeno cinque persone che spiccavano più delle altre, il che voleva dire che potevano anche usare la Forza.
“Rey lo percepisci anche tu?” chiese voltandosi verso di lei, Rey chiuse gli occhi per qualche secondo per concentrarsi meglio, da quel punto di vista doveva ancora migliorare un po', ma per qualcuno che aveva ricevuto soltanto un anno di addestramento era già molto avanti.
“Sono tutti sensibili alla Forza” rispose riaprendo gli occhi “Ma c'è anche qualcos'altro” aggiunse rivolgendogli uno sguardo incerto.
“Vi dispiacerebbe condividere con il resto della classe?” disse Poe incrociando le braccia al petto.
“Senza dubbio quelle persone hanno una connessione con la Forza, ma per alcuni è più profonda e sono in grado di usarla” spiegò Ben, quel risvolto complicava le cose perché se non sapevano tenere sotto controllo il proprio potere potevano rappresentare un pericolo per se stessi e gli altri. Lui lo sapeva fin troppo bene, era stato proprio quello uno dei motivi per cui i suoi genitori l'avevano mandato da suo zio Luke poiché in più occasioni aveva scaraventato oggetti usando la Forza senza rendersene conto, specialmente quando era spaventato o arrabbiato.
“Questo è impossibile, ce l'avrebbero detto” disse Finn.
“Potrebbero non sapere di cosa si tratti, nessuno avrebbe potuto spiegarglielo” fece notare Lando.
“Forse sarebbe meglio se li incontrassimo” propose Rey.

 

 

 

La proposta di Rey fu approvata senza alcuna obiezione, discuterne senza i diretti interessati non avrebbe portati da nessuna parte e costituiva soltanto una perdita di tempo per tutti.
Poe, Lando, Jannah e Chewbecca lasciarono l'hangar e rimasero soltanto Rey, Ben e Finn, la sua presenza avrebbe rassicurato gli ex-assaltatori ed era più che sicura che si fidassero di lui dal momento che un tempo era stato uno di loro. Se quelle persone non avevano la minima idea della loro connessione alla Forza gli unici che potevano aiutarlia a comprendere erano soltanto lei e Ben.
“Quante persone avete portato qui?” chiese all'amico, avrebbe affrontato in un secondo momento la questione che lo riguardava.
“Soltanto diciassette, sei appartengono al gruppo di Jedha, tutti gli atri di Kashyyyk” rispose Finn, era un numero esiguo ed era altamente improbabile che su Kashyyyk ci fossero così pochi soldati.
“E gli altri? I wookie avevano parlato di truppe” intervenne Ben.

“Quelli ancora sotto l'effetto del condizionamento resteranno lì come prigionieri, è meglio saperli lì che tra le fila del Nuovo Impero” spiegò Finn “Altri hanno preferito non unirsi a noi, non vogliono più saperne di combattere” Rey non poteva biasimarli, avevano vissuto tutta la loro vita ad addestrarsi e scendere sul campo di battaglia contro la propria volontà, adesso invece avevano una scelta.
I tre salirono a bordo della nave, un mercantile corelliano poco più grande del Falcon, e si diressero verso l'area comune per i passeggeri.
“Vado io avanti, sono ancora abbastanza spaventati per quello che hanno passato, specialmente i più piccoli” disse Finn quando giunsero quasi alla fine del corridoio.
“I più piccoli? Vuoi dire che qui ci sono anche dei ragazzini?” chiese Rey sottovoce e fermandosi, a quanto le risultava il Primo Ordine non mandava ragazzini in battglia e dubitava che i wookie non avessero pietà neppure per loro.
“Il gruppo di Jedha è fuggito da un centro di addestramento sei mesi fa, ci sono anche due bambini” quell'affermazione la fece inorridire, era consapevole del fatto che gli assaltatori fossero bambini rapiti dalle proprie famiglie quando erano ancora molto piccoli, ma l'idea di incontrarli rendeva tutto in qualche modo più reale. E non era l'unica ad aver avuto quella reazione, percepì disgusto e senso di colpa da parte di Ben, ormai Rey lo conosceva bene e sapeva che si sentiva responsabile per non aver fermato prima quell'assurdo programma.
Nessuno dei tre aggiunse altro, Finn avanzò per qualche altro metro ed entrò nell'area comune, facendo loro cenno di attendere dov'erano.
“Non è colpa tua quello che è successo a quei ragazzini” disse Rey posando una mano sul braccio di Ben.
“Lo so, ma non posso fare a meno di sentirmi in colpa per non aver fermato tutto subito” ammise lui, ci sarebbe voluto del tempo prima che Ben cominciasse a perdonarsi completamente per i suoi trascorsi con il Primo Ordine, d'altronde non era qualcosa che avrebbe potuto lasciarsi alle spalle da un giorno all'altro.
“E cosa sarebbe cambiato in quel caso? Non avrebbe cancellato ciò che hanno dovuto sopportare” prima che Ben potesse rispondere Finn fece ritorno in corridoio.
“Vi stanno aspettando” li informò “Non gli ho detto chi sei davvero, spetta soltanto a te farlo” aggiunse rivolto a Ben.
“Lo apprezzo molto, grazie”
“Sarà meglio che io resti qui”
I due entrarono nell'area comune, ammassati sui due divanetti posti su entrambi i lati della stanza c'erano gli ex-assaltatori e fu facile distinguere a quale gruppo appartenessero. Sul divanetto alla sua sinistra erano seduti i sei provenienti da Jedha, nonostante Finn li avesse avvisati per Rey fu strano vedere quattro ragazzini – tre femmine e un maschio - tutti di età diverse e due bambini, un maschio e una femmina, che sembravano avere la stessa età. Indossavano tutti abiti consunti e macchiati in più punti, quei sei mesi dovevano essere stati duri per loro perché erano davvero magri e avevano un'aria stanca. A Rey ricordarono molto se stessa durante i primi anni su Jakku, lo sguardo spaesato e spaventato nei loro occhi – soprattutto in quelli dei bambini – le fece provare tenerezza nei loro confronti.
Ammassati sul divanetto alla sua destra, invece, c'erano coloro provenienti da Kashyyyk e alcuni sedevano persino sul pavimento. Erano sei ragazzi e cinque ragazze, che potevano avere più o meno la stessa età di Finn, indossavano tutti gli stessi vestiti – una semplice maglia e dei pantaloni neri – e nonostante fossero stati prigionieri per più di un mese erano piuttosto in forma.
Adesso che era tra loro fu più facile individuare chi aveva una connessione più profonda con la Forza, due di questi erano una ragazza dai capelli corti e rossi e un ragazzo biondo di Kashyyyk – che se ne stava seduto sul pavimento - . La loro presenza nella Forza era come la luce di una candela, né troppo debole né troppo forte, ma ciò che attirò l'attenzione di Rey furono i ragazzini di Jedha. Erano in tre ad avere una connessione maggiore con la Forza, il ragazzo – che probabilmente era il più grande - una ragazza dalle lunghe trecce bionde e il bambino, la loro presenza nella Forza era più marcata rispetto ai due di Kashyyyk.
“Siete i Jedi di cui ha parlato Finn?” chiese un ragazzo alla sua destra, aveva i capelli ricci e scuri e una carnagione molto chiara, la risposta più logica da dare a quella domanda sarebbe stata sì, ma non corrispondeva alla verità. Ben non era più uno Jedi dalla notte dell'attacco al tempio e lei forse non lo era mai stata davvero, aveva soltanto creduto di esserlo, ma adesso Rey sentiva di essere qualcosa di diverso.
“In un certo senso sì” sorprendentemente era stato Ben a rispondere.
“Cosa vi ha detto Finn?” chiese Rey.
“Ci ha detto che voi due potete spiegarci perché siamo riusciti a liberarci dal condizonamento” rispose la ragazza dai capelli rossi.
“Ed è così, cosa sapete della Forza?”chiese rivolta a tutti quanti.
“È un potere che usano i Jedi e Sith, siamo cresciuti tra le fila del Primo Ordine e lo sappiamo che il tirapiedi di Snoke aveva quel potere” rispose una ragazzina del gruppo di Jedha.
“Beh, non è del tutto corretto, la Forza non appartiene soltanto ai Jedi o ai Sith” spiegò Ben, che non sembrava affatto turbato dalle parole della ragazzina “E non c'erano Sith nel Primo Ordine”
“Come lo sai? Abbiamo sentito tutti storie su Kylo Ren” chiese un altro ragazzo di Kashyyyk.
“Lo so perché ero io

 

 

Spazio Autrice:

Perdonatemi se sono sparita con questa storia, ma mi ero dedicata ad altri progetti e alcuni li ho postati qui (grazie di cuore a chi ha lasciato una recensione).
Dunque, prima di passare alle note, preciso soltanto che la novel conferma che Finn per tutto il tempo cerca di dire a Rey che lui ha scoperto di essere un force sensitive.

 

Note:

[1] Nella novel di The Rise of Skywalker Lando racconta di sua figlia e per un po' tutti credevano fosse Jannah, ma ufficialmente non si sa.

[2] Il padre del Generale Hux aveva basato il proprio programma d'addestramento partendo dal fatto che l'ordine dei Jedi prendesse con sé bambini in tenera età, una breve menzione a ciò viene fatta nella novel di The Last Jedi.

[3] Nel capitolo 10 di Whatever It Takes avevo spiegato questo punto, basandomi su un fumetto.

[4] Chi ha visto Rogue One si ricorderà di Jedha, la luna dove una volta c'era un tempio in cui coloro che credevano nella Forza andavano in pellegrinaggio e da cui l'Impero ha estratto enormi quantità di cristalli kyber. La città sacra di Jedha è stata distrutta durante il test della Morte Nera, per cui fu usato un solo reattore e perciò non distrusse l'intera luna.

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Capitolo 13
*** Capitolo 11 ***





Contrariamente a quanto potesse sembrare, rivelare a tutti che Kylo Ren era stato lui aveva richiesto a Ben più coraggio di quanto immaginasse. Se lui e Rey dovevano aiutare quei ragazzi voleva essere completamente onesto con loro e guadagnarsi la loro fiducia, il primo passo per farlo era proprio dirgli che colui su cui avevano sentito tante storie era lì tra loro.
“È impossibile! Io l'ho visto a bordo del Finalizer [1], era una creatura mascherata e non era di certo uno Jedi, aveva una spada rossa” disse una delle ragazze, portava i capelli castani raccolti in una treccia ed era seduta sul pavimento accanto al divanetto del gruppo di Kashyyyk. Quelle parole gli ricordarono molto ciò che gli aveva detto Rey quando aveva ripreso i sensi dopo che lui stesso l'aveva messa fuori gioco, anche lei l'aveva definito creatura con la maschera e non sapeva il perché, ma le sue parole l'avevano colpito.
“Io ero al villaggio su Jakku, ho visto la stessa cosa e la sua voce era distorta dalla maschera” aggiunse un ragazzo biondo, che sembrava essere tra i maggiori del gruppo di Kashyyyk.
“E poi non era morto? Al mercato ho sentito dire che è morto prima della battaglia di Exegol” puntualizzò una delle ragazzine di Jedha, le voci sembravano spargersi in fretta nella galassia e avrebbe potuto approfittare del fatto che quasi nessuno conoscesse la sua identità, ma così facendo avrebbe dovuto mentire per tutta la vita. Ben non era mai stato il tipo di persona che mentiva, tranne in alcune occasioni con Snoke in cui riusciva a mascherare i suoi pensieri – come aveva fatto quando l'aveva ucciso – e con i generali perché non si fidava di loro.
“Tu non sembri cattivo e spaventoso” aggiunse la bambina dalla chioma corvina, che non poteva superare i dieci anni, quell'affermazione rendeva ancora più difficile ciò che Ben stava cercando di dire a quei ragazzini per convincerli che diceva il vero. Nessuno di loro voleva credere che la tanto temuta creatura mascherata fosse proprio in mezzo a loro, e molto probabilmente era la paura a fargli rifiutare di accettare quella verità. Inoltre era strano sentirsi dire esattamente l'opposto di ciò che le voci nella sua testa gli avevano sempre detto, Ben era cresciuto sentendosi dire che in lui ci fosse soltanto oscurità, che non ci fosse nulla di buono in lui e che avrebbe dovuto accettare la sua vera natura. Adesso si sentiva dire che in lui non sembrava esserci nulla di malvagio e che non potesse essere la stessa persona di quelle storie, ma era giusto che sapessero la verità.
“Lo so che è difficile da credere, ma è vero” intervenne Rey.
“Se è vero, perché sei sua amica e l'hanno mandato con te ad aiutarci?” chiese la ragazzina di Jedha che aveva parlato prima e indicando Rey con un dito.

“Perché proprio come voi ho fatto una scelta, ho voltato le spalle al Primo Ordine e al Lato Oscuro, anche se troppo tardi” disse semplicemente Ben, era disposto a raccontare l'intera storia se necessario.
“Se sei qui non è troppo tardi, significa che ti hanno dato una seconda occasione” disse il ragazzo biondo “Hai fatto delle cose orrende, come molti di noi, io ho ucciso tanto quanto te e non sta a me giudicarti” nell'udire quell'affermazione Ben provò soltanto disgusto – anche più del solito – verso il Primo Ordine, quel ragazzo aveva forse sei o sette anni in meno di lui e aveva già le mani macchiate del sangue di innocenti.
“Gen ha ragione, abbiamo eseguito ordini sbagliati e tolto delle vite senza alcun rimorso” concordò la ragazza con la treccia, tutti gli altri concordarono con lei annuendo e scambiandosi sguardi di assenso “Non è il nostro passato a definirci, perciò siamo pronti ad ascoltare qualunque cosa abbiate da dire e accetteremo l'aiuto di entrambi”.
Sotto un certo punto di vista Ben comprendeva come si sentissero quei ragazzi, certo lui non era mai stato sottoposto al condizionamento o era stato rapito, ma Palpatine era riuscito comunque a plagiare la sua mente tramite Snoke e ad allontanarlo dalla sua famiglia. E forse era questa la ragione per cui anche loro erano disposti a dargli un'occasione senza giudicarlo, Ben era sempre stato convinto che non esistesse il perdono o redenzione per quelli come lui, ma Rey gli aveva dimostrato il contrario. Adesso anche quei ragazzi glielo stavano dimostrando, accettando il suo aiuto nonostante sapessero chi era e cos'aveva fatto.
Dal momento che non c'erano altri posti a sedere, Ben e Rey si sedettero sul pavimento per spiegare ai ragazzi cosa fosse la Forza nella maniera più semplice e che non fosse soltanto una prerogativa dei Jedi o dei Sith, poiché erano soltanto degli ordini nati seguendo soltanto una via. Gli spiegarono la differenza tra i sensibili alla Forza – come la maggior parte di loro – e tra coloro che potevano usarla, a Ben non sfuggì l'espressione sollevata dipinta sul volto dei ragazzi e quella di confusione su quello dei bambini, per un attimo gli ricordarono se stesso alla sua prima lezione con suo zio.
“Quindi credete sia questo il motivo per cui il condizionamento è svanito?” chiese una ragazzina di Jedha.
“Sì, siamo più che certi che siete tutti sensibili alla Forza e ch-” Ben non ebbe neppure il tempo di finire quella frase che la bambina lo interruppe con una domanda.
“Come lo sapete?” chiese curiosa la bambina spostando lo sguardo prima da lui poi su Rey, non era un concetto facile da spiegare neppure a una persona adulta e persino a lui era stato spiegato soltanto qualche anno dopo dal suo arrivo al tempio di Luke.

“Possiamo percepirlo, è un po' come socchiudere gli occhi e vedere la fiamma di una candela” spiegò Rey, Ben aveva notato che ci sapeva fare con i più piccoli ed era decisamente più brava di lui a semplificare concetti complicati. Lui invece era fin troppo tecnico e preciso, era sempre stata una sua caratteristica perché gli era sempre piaciuto studiare e riusciva a imparare tutto ciò che leggeva fin nei minimi dettagli, ma adesso si rendeva conto che con quei ragazzini doveva adottare un altro metodo.
“Possiamo imparare anche noi?” chiese una ragazza dai capelli corti e rossi, lei era una dei pochi presenti che con il giusto addestramento avrebbe potuto servirsi della Forza.
“È per questo che siamo qui, se lo vorrete possiamo aiutarvi ad affinare la vostra capacità di percepire la Forza” gli assicurò Ben, quella scelta spettava unicamente a loro, una scelta che lui non aveva mai avuto.
“Prendetevi del tempo per pensarci su, chiunque voglia imparare può contare sul nostro aiuto” aggiunse Rey.
Qualche istante dopo i due lasciarono l'area comune e tornarono in corridoio, Finn li stava ancora aspettando e Ben si chiese quanto avesse sentito della conversazione.
“Com'è andata?” chiese rivolto ad entrambi.
“È andata bene, e se vorranno li addestreremo”rispose Rey.
“Gli abbiamo concesso un po' di tempo per decidere” aggiunse Ben.
“E che mi dite di quelli che possono usare la Forza come voi? Lo sanno?”
“Non ancora, hanno molto da metabolizzare in questo momento” disse Ben, come da un tacito accordo né lei né Rey gliel'avevano detto, saperlo avrebbe soltanto generato confusione e non volevano far pressione su di loro.
“Capisco, avete fatto la cosa giusta” disse Finn incrociando le braccia al petto.
“E vale anche per te” intervenne Rey con gentilezza “Sai a cosa mi riferisco” come quei ragazzi anche Finn avrebbe potuto imparare a sfruttare la sua sensibilità alla Forza, nel suo caso avrebbe potuto persino salvargli la vita in missione o sul campo di battaglia. A Ben ancora sfuggiva il motivo per cui l'avesse tenuto nascosto a tutti, ma spettava a Rey chiederglielo dato che era la sua migliore amica.
“Se non vi dispiace vado a cercare Lando, vorrei parlargli in privato” disse Ben, così facendo avrebbe anche fornito a Rey l'occasione perfetta per parlare da sola con Finn e chiarirsi. Nonostante lui e Finn si ignorassero la maggior parte del tempo, principalmente perché a quest'ultimo non andava ancora a genio, Ben non voleva che Rey si allontanasse dai propri amici o che trascorresse poco tempo con loro a causa sua.
“Nessun problema” si limitò a dire Finn.
“Va' pure, ci vediamo dopo” gli disse Rey, che un po' incerta si limitò a sfiorargli il braccio visto che in presenza d'altri cercavano sempre di essere discreti.
Per Ben non fu un problema intuire dove si trovasse Lando, l'aveva visto lasciare l'hangar in compagnia degli altri e sicuramente si trovava in compagnia di Chewbecca. Dopo tutte quelle ore di viaggio il wookie doveva essere affamato e in effetti anche Ben cominciava ad avere fame, non aveva neppure fatto colazione prima di raggiungere l'hangar e perciò decise di recarsi in mensa.
Il vento si era temporaneamente placato, ma faceva comunque freddo e la primavera era ancora molto lontana, su Oshira esistevano soltanto due stagioni e l'inverno era quella che durava di più. Quando erano arrivati l'inverno era già inoltrato da due mesi standard e in totale ne durava sei, mentre la primavera ne durava soltanto quattro e un anno standard era composto da dieci mesi.
Le attività quotidiane stavano cominciando lentamente, Ben vide alcuni dei membri del Consiglio dirigersi al quartier generale e alcuni ribelli dirigersi ai magazzini, probabilmente per fare l'inventario. La nuova sistemazione della Resistenza era senza dubbio meno caotica rispetto all'accampento su Ajan Kloss e non mancavano neppure le comodità per condurre uno stile di vita senza troppi stenti, ma quanto sarebbe durato ancora? Prima o poi anche Maz Kanata non avrebbe più potuto aiutarli, e se al momento il Nuovo Impero non aveva ancora fatto saltare in aria l'intero pianeta né l'aveva conquistato era perché la loro attenzione era concentrata sul sottomettere l'intero Orlo Esterno. Neppure il Primo Ordine ci era mai riuscito, ritenendo quel settore inutile e indegno della propria attenzione, mentre l'Impero aveva permesso ad alcuni sindacati criminali di operare in quel settore e collaborato con loro – com'era successo su Tatooine – perché ne traeva vantaggi.
Ben raggiunse la mensa e spinse la maniglia della porta per entrare, c'erano ancora molte persone sedute ai tavoli, ma individuare Chewbecca era facile dato che era l'unico wookie. Come immaginava Lando era in sua compagnia e i due stavano chiacchierando, Chewbecca gli aveva detto che si erano rivisti su Pasaana e che Lando aveva preso parte alla battaglia di Exegol, ma che poi subito dopo era partito per la questione degli assaltatori. Improvvisamente l'appetito gli era passato e non sapeva neppure cosa dire, doveva scusarsi con Lando non appena si fosse seduto con loro o attendere che fosse lui a parlare per primo? Ben non era mai stato troppo bravo a fare conversazione né a relazionarsi con gli altri, l'unica persona con cui riusciva ad aprirsi completamente era Rey.
Esitante si avvicinò al tavolo occupato dai due, a cui non era seduto nessun altro, Chewbecca gli fece posto accanto a lui visto che occupava buona parte della panca, Lando invece gli riservò un sorriso maliconico.
“Quanto sei cresciuto, l'ultima volta che ti ho visto eri alto la metà di me” gli disse l'uomo, Ben lo guardò confuso e non seppe cosa rispondere.
“È passato molto tempo” si limitò a dire.
“Anche troppo” replicò Lando “Chewbecca mi ha raccontato cosa ti è successo in questi anni”
“Ti ha anche detto cos'è successo a mio padre?” gli chiese.
“Sì, ma vorrei sentire la tua versione” quella richiesta colse Ben alla sprovvista, Lando gliel'aveva chiesto con calma e non c'era alcuna nota d'accusa nel suo tono.
“Non c'è un'altra versione, Snoke mi aveva convinto che uccidere Han mi avrebbe reso più forte...e io l'ho fatto” quel gesto continuava a tormentarlo e molto spesso aveva degli incubi in cui riviveva quella scena, tuttavia non ne faceva parola né con Chewbecca né con Rey per non farli preoccupare, oltretutto era abituato agli incubi. Ben aveva lasciato che Snoke si insidiasse così a fondo nella sua mente al punto tale che aveva creduto che l'unico modo per soffocare quel buono che ancora c'era in lui fosse uccidere suo padre, ma quel gesto atroce aveva soltanto alimentato di più il suo conflitto e gli aveva provocato un dolore immenso.
“Han sapeva a cosa stesse andando incontro, per quanto potesse essere uno sprovveduto non è mai stato stupido”
“Questo non cambia le cose, non mi perdonerò mai per averlo ucciso” ammise Ben, poteva perdonarsi per gli altri errori commessi, ma per quello non l'avrebbe mai fatto e si sarebbe portato dietro quel peso per tutta la vita.
“Adesso ti sembra impossibile, ma un giorno ci riuscirai” gli disse Lando “Tuo padre si è sacrificato per te affinché tu aprissi gli occhi e capissi, se adesso potesse vederti sarebbe fiero di te”
“I miei genitori e Luke sono morti a causa mia, non c'è niente di cui essere fieri”
“Sbaglio o ti trovi qui a sostenere ciò in cui tua madre ha sempre creduto? Stai rimediando per i tuoi errori, stai combattendo per la libertà di tutti noi” gli fece notare l'uomo, Ben si soffermò a pensare a quell'affermazione, avrebbe potuto tranquillamente scegliere l'esilio sapendo che Rey l'avrebbe seguito, ma non era ciò che voleva ed era una scelta estremamente egoista. Invece aveva scelto di lottare per gli ideali in cui i suoi genitori avevano sempre creduto perché sapeva che era la cosa giusta da fare, la galassia non aveva bisogno di tiranni per raggiungere pace e ordine.

 

 

Rey sapeva perfettamente che Ben fosse andato a cercare Lando non solo perché aveva bisogno di chiarirsi con lui, ma anche per lasciarla sola con Finn affinché anche loro potessero chiarirsi. L'idea che il suo migliore amico le avesse mentito per chissà quanto tempo l'aveva turbata, anche se lei era l'ultima persona a poterlo giudicare per questo dal momento che per un anno intero aveva tenuto nascosto il suo legame con Ben. E come aveva fatto a non rendersene conto? Era stata così concentrata sul proprio addestramente e i suoi segreti che non si era accorta di quello che stava succedendo a Finn, e quando lui aveva cercato di dirglielo più volte lei non gliene aveva dato modo. E Leia, lei lo sapeva? Ma se anche la donna l'avesse saputo non gliel'avrebbe detto perché era qualcosa che riguardava Finn, doveva essere lui a dirglielo.
Erano ancora nel corridoio della nave, Finn se ne stava appoggiato con la schiena contro una parete e Rey gli stava di fronte.
“Immagino che tu voglia una spiegazione” cominciò a dire Finn.
“Direi proprio di sì, da quanto lo sapevi?”chiese lei.
“Da mesi, all'inizio erano soltanto sensazioni, come quella che ho provato quando ho disertato e quando sono diventate più frequenti ne ho parlato con il Generale Organa” quella confessione confermò i dubbi di Rey “Mi ha spiegato ogni cosa e le ho chiesto di non farne parola con nessuno, volevo dirlo io a tutti quando mi sarei sentito pronto”
“Capisco, e mi dispiace se non ti ho dato ascolto, ma avevi scelto proprio un pessimo momento” scherzò lei “Poe e Rose lo sanno?”
“Sì, gliel'ho detto il giorno dopo il nostro ritorno e mi dispiace non averlo detto anche a te, ma eri così distrutta ed evitavi chiunque” Rey ricordava bene quei giorni in cui si era isolata tutto e da tutti, le sembrava essere passata un'eternità da allora.
“Avevo bisogno di stare da sola, perciò non ti biasimo se hai preferito non dirmelo”
“Quindi non sei arrabbiata?” chiese Finn.
“No, credevo soltanto che avessi smesso di nascondermi le cose” ammise “Ma io ho fatto lo stesso, perciò non potrei mai arrabbiarmi per questo”
“Beh, diciamo che il tuo segreto era decisamente più sconvolgente del mio e credo che nulla possa batterlo” scherzò l'amico e Rey si lasciò sfuggire una risata, nell'ultimo periodo aveva avuto l'impressione che lui la stesse evitando e gli unici momenti che trascorrevano insieme era durante le riunioni o qualche volta a colazione in compagnia degli altri.
“Allora, che farai? L'offerta è estesa anche a te” chiese tornando seria.
“Ho bisogno di pensarci su, e credi davvero che sia una buona idea farmi trascorrere più tempo con Solo? Lo sai che ci parliamo a malapena”
“Ci sarò anch'io, e se vi parlate a malapena è perché crede che tu lo odi, neppure ci provi a dargli una possibilità” gli fece notare Rey, a differenza di Poe e Rose lui neppure si sforzava di dialogare con Ben o provare a conoscerlo, si limitava soltanto a tollerare la sua presenza.
“Non lo odio, non più, ma ancora non mi sta simpatico” ammise Finn “Adesso vorrei tornare dai ragazzi e aiutarli ad ambientarsi” aggiunse cambiando argomento.
“Prenditi il tempo che ti serve” gli disse Rey dandogli una leggera pacca sulla spalla, poi andò via.
Rey si diresse alla piattaforma per lasciare l'hangar, non sapeva dove fossero Ben e Lando e preferiva lasciargli un po' di spazio, quei due avevano tanto di cui parlare. La piattaforma discese con i consueti cigolii, un po' come quelli che emetteva il Falcon ogni volta che avviavano i motori, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine. Nell'anno trascorso con la Resistenza Rey aveva imparato ad adeguarsi in fretta e come meglio poteva, tuttavia non si era ancora adattata del tutto a quelle temperature così basse e, nonostante le piacesse la neve, la prospettiva di altri quattro mesi d'inverno non la entusiasmava particolarmente. Ammesso che prima non li avrebbero trovati, il Nuovo Impero al momento era così concentrato nell'estendere il proprio dominio all'Orlo Esterno che nell'Orlo Centrale e nei Mondi del Nucleo c'erano soltato squadriglie di TIE e blocchi planetari, il che rappresentava comunque un rischio per la Resistenza.
Uscì dalla caverna e s'incamminò verso la mensa, prima di dedicarsi a qualunque attività preferiva fare colazione, inoltre quel giorno non sembrava esserci molto da fare. Le giornate su Oshira si alternavano tra momenti in cui tutti erano indaffarati a fare qualcosa, a momenti in cui non c'era nulla da fare perché nessuno sembrava avere una soluzione ai loro problemi. Quella guerra era decisamente diversa da quella contro il Primo Ordine, fatta di continui attacchi, inseguimenti e contrattacchi, ma questa volta invece non era così. In apparenza il Nuovo Impero non era interessato a distruggere la Resistenza, e molto probabilmente per la consapevolezza che prima o poi si sarebbe estinta una volta conquistato ogni angolo della galassia. Inoltre questa volta non era una guerra che si sarebbe potuta risolvere affidandosi alla Forza e a chiunque fosse in grado di padroneggiarla, il nemico contro cui combattevano non aveva a che fare con niente di mistico.
Il problema principale restava che non potevano sbarazzarsi dell'arma che forniva il vantaggio al nemico, prima di affrontare la flotta su Exegol Rose aveva esaminato gli schemi dei vecchi Star Destroyer utilizzati dall'Impero - il modello su cui si basava la flotta Sith – ed erano dotati di scudi deflettori, sensori a lungo raggio e numerosi sistemi di difesa. Tuttavia la flotta Sith era una versione migliorata di quella studiata da Rose e questa volta non avrebbero potuto adottare la stessa tattica adoperata su Exegol, in quella circostanza erano riusciti a fare in modo che gli Star Destroyer si colpissero tra loro nell'unico punto debole.
Rey raggiunse la mensa ed entrò, ironia della sorte Ben, Lando e Chewbecca erano lì ed erano impegnati in una conversazione, mentre prendeva dei biscotti e una tazza di caf valutò l'idea di sedersi altrove per non disturbarli, ma il wookie si accorse della sua presenza e le fece cenno di unirsi a loro. Non appena Rey li raggiunse il wookie le cedette il proprio posto accanto a Ben e si sedette accanto a Lando, non era necessario che lo facesse, ma trovò quel gesto davvero carino da parte sua.
“Grazie Chewbe” mormorò prima di prendere posto.
“Salve, che piacere averti con noi” la salutò Lando.
“La ringrazio” rispose Rey educatamente “Spero di non interrompere nulla di importante” Chewbecca intervenne dicendole di non preoccuparsi e che in realtà stavano parlando di qualcosa che riguardava anche lei.
“Già, sono curioso di sapere cos'è successo su quella dannata roccia umida mentre noi distruggevamo la flotta” disse Lando, che chiaramente si stava riferendo a Exegol, Rey credeva che non avrebbe mai più dovuto affrontare quell'argomento, ma chiaramente si sbagliava. Ben si accorse del suo disagio e istintivamente le strinse la mano, incurante del fatto che Lando li vedesse, del resto li aveva già visti tenersi per mano nell'hangar e doveva aver tratto le sue conclusioni.
“Lando, forse non è il caso di parlarne ora” disse Ben con gentilezza, Rey apprezzava la sua preoccupazione, ma non potevano evitare quell'argomento per sempre. Ci sarebbe sempre stato qualcuno che avrebbe voluto sapere cosa fosse successo e come Ben fosse tornato dal mondo dei morti, un caso più unico che raro.
“Va tutto bene, l'ho già raccontato altre volte” lo rassicurò Rey.
“Scusa, a volte sono un po' troppo curioso e non volevo rivangare brutti ricordi” si scusò Lando mortificato.
“Non si preoccupi, so che tutta questa faccenda è strana” disse lei.
“Non sai quanto, mi avevano detto che quello scapestrato di mio nipote fosse morto sul relitto della Morte Nera” il fatto che Lando considerasse Ben suo nipote – nonostante quello che aveva fatto – dimostrava quanto gli volesse bene e le fece capire qualcosa che già pensava da un po': la famiglia non era solo quella composta dai legami di sangue.
“È quello che credevano tutti perché mi hanno vista ferirlo” confessò Rey, ancora si vergognava per quel gesto dettato dalla rabbia e la parte peggiore era che tutti gli altri invece l'avessero ammirata per quello.
“E sarei morto davvero se Rey non mi avesse salvato” aggiunse Ben, Lando guardò entrambi con un'espressione confusa, la stessa reazione che avevano tutti ogni volta che raccontavano quella storia e a cui Rey ormai aveva fatto l'abitudine.
“Come ci siete passati dal cercare di uccidervi a vicenda a...questo?” chiese indicando le loro mani intrecciate sul tavolo.
“È complicato” dissero contemporaneamente e Chewbecca e Lando scoppiarono entrambi a ridere.
“L'amore non è mai semplice ragazzi, fatevelo dire da qualcuno che ne ha viste di tutti i colori”
“È cominciato tutto lo scorso anno, una settimana dopo il nostro incontro” cominciò a dire Rey per poi proseguire e spiegare come meglio poteva la questione delle loro connessioni, con Ben che ogni tanto continuava al posto suo per darle modo di consumare la sua colazione. Per la maggior parte del racconto Lando mantenne un'espressione abbastanza confusa, lui non sapeva nulla della Forza e la comprendeva a malapena.
“Quindi siete stati voi due a uccidere Snoke? Alcuni dicevano fosse stato Kylo Ren per prendere il potere, altri che fosse stata Rey” chiese Lando a entrambi.
“Ben l'ha fatto per salvarmi la vita, se non mi avesse uccisa lui l'avrebbe fatto Snoke” confessò Rey rabbrividendo al ricordo di quel momento, eppure non aveva mai dubitato per un istante di Ben e quando i loro sguardi si erano incrociati Rey aveva capito che lui non le avrebbe mai fatto del male.

“E tu hai salvato la sua un anno dopo, ma ho come l'impressione che non sia stato per sdebitarti” affermò Lando, era davvero così ovvio o Lando era semplicemente bravo a capire il comportamento delle persone? Rey arrossì e notò che anche Ben fosse lievemente arrossito, quando si trattava della loro vita privata si imbarazzava facilmente e lei la trovava una cosa davvero carina.
“Ma poi Ben mi ha salvata di nuovo, se non fosse stato per lui sarebbe finita diversamente su Exegol e io non sarei qui adesso” disse Rey “Ha dato letteralmente la sua vita per salvarmi”
“Oh” fu l'unica cosa che disse Lando con un'espressione cupa.
“Già...quel giorno sono morto per riportarla in vita” confermò Ben, sebbene non lo desse a vedere Rey percepì il dolore gli aveva risvegliato quel ricordo, ricordava bene la visione in cui aveva visto quanto la sua morte avesse distrutto Ben “E se adesso ti sto raccontando tutto questo è merito suo”
“D'accordo ragazzi, adesso sono davvero molto confuso, è un'altra delle vostre stranezze?” chiese Lando strabuzzando gli occhi.
“Proprio così, è stato grazie al nostro legame se sono riuscita a riportarlo indietro”
“Davvero impressionante, non avevo mai sentito niente del genere!” esclamò Lando.
“Non è stato facile, ma ne è valsa la pena” ammise Rey rivolgendo un sorriso a Ben.
“Posso soltanto immaginare” commentò Lando “E ti ringrazio”
“Per cosa?” chiese lei confusa.
“Per non aver perso la speranza con Ben, sei riuscita a riportarlo a casa alla fine”
“Non è tutto merito mio” replicò lei imbarazzata, c'era stato un momento in cui lei aveva rinunciato all'idea che Ben potesse cambiare idea e in cui aveva quasi perso la speranza.
“Sei stata tu a farmi capire che non fosse troppo tardi per me” le disse Ben sorridendole, attraverso il loro legame Rey percepì quanto lui in quel momento stesse resistendo all'impulso di stringerla a sé e darle un bacio sui capelli. Soltanto in quel momento si rese conto che non era mai successo prima d'allora, solitamente potevano percepire le rispettive emozioni, ma non i rispettivi pensieri com'era appena avvenuto.
“Non pensavo che sarei vissuto così a lungo da vedere un altro Solo cedere all'amore” commentò scherzosamente Lando “Forse sarà meglio che vi lasciamo soli” aggiunse alzandosi rapidamente – nonostante la sua età – e allontandosi seguito da Chewbecca.

“Scusa per i miei zii, a loro piace mettermi in imbarazzo” si scusò Ben spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
“Non devi scusarti, la tua famiglia mi piace così com'è” lo rassicurò Rey ridendo, non aveva mai conosciuto famiglie su Jakku – sebbene ne avesse intraviste all'avamposto di Niima – e quella di Ben, seppur non fosse perfetta e avesse commesso degli errori, si avvicinava molto al concetto di famiglia che aveva immaginato in tutti quegli anni di attesa.



 

Spazio Autrice:

Spero di essere riuscita a riprendere il carattere eccentrico di Lando in questo capitolo, non mi è mai sembrato un tipo particolarmente sentimentale (tranne quando si tratta del Falcon e della sua “defunta” droide L-3).
Dal prossimo capitolo ci sarà un breve salto temporale, cos'avranno deciso Finn e gli altri ex-assaltatori?

 

Note:

[1] Il Finalizer è lo Star Destroyer su cui viaggiavano Hux e Kylo in The Force Awakens.
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 12 ***





Una settimana dopo l'arrivo dei ragazzini – anche se definirli tale non era il termine più appropriato date le fasce d'età – Rey e Ben si ritrovarono piuttosto indaffarati. Quasi tutti avevano deciso di voler imparare a sfruttare la propria sensibilità alla Forza e coloro che invece erano in grado di usarla avevano scelto di farsi addestrare.
Quando avevano affrontato quel discorso era emerso che i cinque avevano già cominciato a manifestare la propria abilità mesi dopo la loro fuga, specialmente Wan – che aveva solo otto anni ed era il più piccolo del gruppo – quando era spaventato, triste o turbato. I più grandi avevano raccontato di aver avuto problemi a gestirlo, la prima volta che aveva perso il controllo aveva persino infranto un bicchiere tra le mani di Ellé – la ragazzina dalle trecce bionde – lasciandole una cicatrice proprio al centro del palmo della mano e il bambino si era spaventato ancora di più scaraventando oggetti per aria. Quella storia aveva colpito particolarmente Ben e Rey sapeva perfettamente perché, anche lui da piccolo aveva avuto gli stessi problemi e se c'era qualcuno in grado di comprendere Wan meglio di chiunque altro era proprio Ben.

Avevano deciso di suddividere le lezioni, se così si potevano definire, la meditazione mattutina e gli esercizi pratici erano per tutti poiché si trattava soltanto di affinare i propri sensi e percepire ciò che li circondava. Rey se la cavava meglio con la meditazione, mentre Ben era più bravo con la pratica e di tanto in tanto le tornava in mente quel lontano giorno sulla Starkiller in cui le aveva proposto di farle da maestro, forse lui non se rendeva conto, ma si stava dimostrando un bravo insegnante.
Anche Jannah e Finn avevano deciso di prendere parte alle lezioni, Finn non partecipava regolarmente a causa dei suoi altri impegni e stava cercando di convincere il Consiglio ad approvare la sua idea di rintracciare le famiglie dei ragazzi, ammesso che fossero ancora in vita. Al momento però quella non era una priorità per il Consiglio, inoltre non avevano le risorse adeguate per quella ricerca e nessuna sapeva da dove cominciare.
Le lezioni con Ellé, Wan, Vys, Tya e Kai – la ragazza e il ragazzo di Kashyyyk – invece si svolgevano nel primo pomeriggio e nella caverna, come facevano la mattina, poiché era l'unico luogo più spazioso e abbastanza sicuro, in più tutti cercavano di tenersi alla larga da lì durante le lezioni.
In una settimana avevano fatto qualche progresso con loro, adesso riuscivano a padroneggiare abbastanza bene la Forza, anche se Wan aveva ancora dei problemi quando si lasciava sopraffare dalle emozioni. Inoltre i ragazzi erano impazienti di imparare a spostare, sollevare o richiamare a sé oggetti, ma era ancora troppo prematuro per loro e avrebbero potuto farsi male. Perciò si limitavano soltanto ad approfondire la conoscenza della Forza e a imparare a controllare le proprie emozioni – sia positive che negative - contrariamente a quanto suggeriva il Codice Jedi che Rey aveva letto in uno dei testi e che recitava le seguenti parole:

 

Non c’è emozione, c’è pace.
Non c’è ignoranza, c’è conoscenza.
Non c’è passione, c’è serenità.
Non c’è caos, c’è armonia.
Non c’è morte, c’è la Forza.
"

 

Nel corso dei secoli erano state date diverse interpretazioni al Codice, ma la più ricorrente era il non lasciarsi coinvolgere da alcun tipo di emozione che avrebbe potuto compromettere la pace e ogni forma di attaccamento, che si trattasse di amore romantico o affetto per la propria famiglia, era proibita. Tuttavia Rey non era d'accordo con quell'interpretazione perché sapeva per esperienza che reprimere a lungo le proprie emozioni non portava a nulla di buono, lei stessa aveva quasi ceduto al Lato Oscuro perché aveva represso la propria rabbia, paura e sofferenza. E dopo il suo ultimo viaggio ad Ahch-To aveva appreso che era possibile sfruttare quelle emozioni a proprio vantaggio senza cedere all'oscurità, proprio come le era stato detto nella sua visione [1] prima di raggiungere l'isola. La luce non poteva esistere senza l'oscurità e viceversa, quei due aspetti dovevano coesistere affinché ci fosse equilibrio, perciò ne aveva parlato con Ben prima di cominciare le lezioni e avevano deciso di provare un metodo diverso. Anziché spiegare il concetto di Forza come entità divisa in Lato Chiaro e Lato Oscuro, l'avevano spiegata come l'insieme di quei due aspetti e sulle prime questo aveva generato un po' di confusione. Ma Rey era certa che fosse quella la strada giusta da intraprendere e che non fosse un caso se le loro strade e quelle dei ragazzi si fossero incrociate, nella sua visione le era stato detto che la Diade avrebbe dovuto ristabilire l'equilibrio e se fosse stato proprio quello il modo per farlo? Anche la prima Diade aveva seguito quella via, tuttavia aveva fallito e Rey stava ancora cercando di capire il perché con l'aiuto di Ben, al fine di non commettere lo stesso errore.
Rey non aveva alcuna intenzione di formare un nuovo Ordine Jedi, Luke non si era sbagliato quando le aveva detto che il tempo dei Jedi era giunto al termine, era tempo per qualcosa di diverso e forse migliore. Prima di incontrare quei ragazzi aveva accantonato subito l'idea addestrare qualcuno in futuro, era convinta di non essere all'altezza, ma con sua sorpresa si era resa conto di essere un'insegnante paziente e capace.
La lezione del mattino si era appena conclusa, a cui anche Finn e Jannah avevano preso parte, alcuni avevano ancora difficoltà a concentrarsi sull'ambiente che li circondava, ma questo non li scoraggiava affatto perché non si poteva imparare tutto in una settimana. A Rey c'era voluto un anno d'addestramento per migliorare con la spada, imparare a erigere barriere mentali e usare la Forza per sondare l'ambiente circostante, perciò era fiduciosa.
“Per oggi è tutto, potete andare” disse Rey agli allievi “Ve la state cavando bene”
“E ricordate di non avere fretta, state facendo progressi ogni giorno che passa” aggiunse Ben per rassicurarli, subito si levò un coro di 'lo faremo' e 'grazie' detti con entusiasmo.
I ragazzi cominciarono a uscire dall'hangar, soltanto Finn si trattenne, salutò Jannah e gli altri poi si avvicinò a entrambi.
“Siete davvero dei bravi maestri” disse timidamente cosa che poco si addiceva a Finn perché era sempre molto diretto ed estroverso, ma Rey sapeva che avesse a che fare col fatto di aver appena rivolto un complimento anche a Ben.
“Grazie, facciamo del nostro meglio” disse Rey infilandosi le mani nelle tasche della giacca per riscaldarle.
“Ehm...grazie” aggiunse Ben, chiaramente sorpreso.
“Forse non sei così male come ricordavo” disse Finn tutto d'un fiato rivolgendosi a Ben, cosa che stupì entrambi poiché neppure lei si aspettava un'affermazione del genere dopo soltanto qualche lezione. Era un gran passo avanti e Rey ne era felice, non le piaceva l'idea che le persone a cui teneva non andassero d'accordo, ma non voleva neppure costringerli a farlo.
“Forse no” si limitò a dire Ben, che sembrava essere leggermente a disagio, socializzare non era proprio il suo forte.
Dei passi metallici echeggiarono nella caverna e i tre si voltarono verso l'ingresso, da cui era appena entrato C-3PO, il droide era parzialmente coperto di neve e camminava persino più lentamente del solito. Soltanto il calore emanato dai circiuti impediva al droide di congelare e cercavano sempre di farlo uscire dal quartier generale il meno possibile.
“Perdonate l'interruzione, ma il Generale Dameron richiede la vostra presenza” esordì il droide.
“Arriviamo subito” gli disse Rey.
“Non promette nulla di buono” commentò Finn a bassa voce per non farsi sentire da C-3PO, ormai era risaputo che il droide fosse quasi sempre portatore di pessime notizie e se Poe aveva mandato lui anziché cercarli di persona era perché doveva essere successo qualcosa.
I tre seguirono il droide fuori dalla caverna, il cielo era grigio e completamente coperto di nubi scure, tanto da sembrare quasi sera anziché mattina. Il freddo sembrava insidiarsi nelle ossa nonostante l'abbigliamento invernale, inoltre aveva cominciato a soffiare un forte vento, Quando tutto questo sarà finito ho chiuso con i posti freddi pensò Rey, la neve era bella fino a un certo punto e il freddo che ne conseguiva non era il massimo per qualcuno cresciuto nel deserto come lei. Persino Ben e Finn – che avevano trascorso del tempo sul pianeta della Starkiller – sembravano infreddoliti e avevano le mani in tasca, forse sarebbe stato il caso di chiedere a Maz di procurare dei guanti per tutti, ma non avevano sue notizie da qualche giorno e quello che faceva per loro era già tanto.
Il droide dorato aveva grosse difficoltà a camminare nella neve alta fino alle caviglie e andava così lento che alla fine lo superarono.
“Oh cielo, sono rimasto indietro, non sono fatto per un ambiente così ostile!” esclamò C-3PO constatando l'ovvio con il suo solito fare drammatico, anche se in quel caso non gli si poteva dar torto.
“Puoi farcela, manca poco” lo incoraggiò Rey voltandosi verso di lui.
“La ringrazio per la fiducia signorina” replicò il droide.
Quando giunsero al quartier generale Poe li stava già aspettando nella sala al piano inferiore, con lui c'era soltanto Jacen con addosso ancora la sua tuta da pilota e aveva un'espressione avvilita.
“Ah eccovi qui, spero di non aver interrotto la lezione” disse Poe e anche lui sembrava piuttosto abbattuto.
“No, era appena terminata” gli assicurò Rey.
“Cos'è successo? Conosco fin troppo bene quell'espressione” disse Finn poggiando una mano sulla spalla di Poe.
“Sempre dritto al punto eh?” disse Poe ironicamente, anche se sembrava un'ironia forzata per mascherare il proprio sconforto “Questa mattina presto ho inviato una piccola squadra di ricognizione a Parnassos, erano partiti in quattro...” non ci fu bisogno che Poe completasse la frase, di quei quattro piloti era tornato solo Jacen.
“E sono tornato soltanto io” confermò Jacen.

 

 

La giornata era cominciata piuttosto bene, Ben si era alzato presto e aveva persino anticipato Chewbecca, che di solito si svegliava per primo. Il wookie stava ancora russando beatamente nel suo letto ed era stata una scena abbastanza comica dato che il suddetto letto era chiaramente stato pensato per gli esserei umani o qualunque altra specie umanoide, perciò il wookie ci stava a malapena.
Ben era andato a svegliare Rey, come faceva ogni mattina da quando erano cominciate le lezioni, ma tutto ciò che aveva ottenuto era stato un “Altri cinque minuti” come risposta da parte sua. Quella risposta l'aveva fatto sorridere e le aveva concesso altri dieci minuti, nei quali aveva approfittato del fatto di essere l'unico sveglio per farsi la doccia e vestirsi.
La lezione del mattino cominciava subito dopo la colazione, perciò lui e Rey tendevano sempre a svegliarsi un po' prima per prepararsi con calma, gli sembrava quasi di essere tornato agli anni in cui era stato con Luke – che avevano avuto alti e bassi – e allo stesso tempo gli sembrava di brancolare in un territorio inesplorato. Una volta aveva offerto a Rey di farle da maestro, allora non aveva alcuna idea di cosa volesse dire insegnare a qualcun altro e trovare il giusto metodo per farlo, adesso lo comprendeva.
Aveva capito fin dalla prima lezione che l'approccio migliore con quei ragazzi fosse semplificare i concetti e non scendere troppo in dettagli tecnici, esattamente l'opposto delle lezioni di Luke. Cos'avrebbe pensato suo zio se l'avesse visto fare da insegnante a quei ragazzi? Ben si era trovato d'accordo con Rey nell'aiutarli non solo perché era la cosa giusta da fare, ma anche perché capiva come si sentissero. In particolar modo comprendeva il piccolo Wan, che aveva problemi simili a quelli che aveva avuto lui da bambino e non voleva che provasse la stessa paura né che si sentisse un pericolo per gli altri. Ellé aveva raccontato a lui e Rey dell'episodio del bicchiere infranto, da allora Wan era diventato più introverso e aveva preso un po' le distanze dagli altri.
Dalla sua esperienza Ben aveva imparato quali fossero gli errori da non commettere, inoltre Rey aveva proposto una via diversa da quella classica dei Jedi, che vedevano la Forza come separata in due lati, e gli era sembrata una buona idea perché quella linea di pensiero era abbastanza estremista. La Forza esisteva perché c'era sia luce che oscurità, era l'ordine naturale delle cose e negare l'una o l'altra creava soltanto squilibrio.
La lezione di quel giorno era andata bene come sempre, i ragazzi facevano progressi e avevano tanta voglia di imparare, alcuni erano più per la pratica, altri per la teoria, ma erano tutti più o meno allo stesso livello. Ben non si era sorpreso di vedere anche Finn alla lezione, non partecipava regolarmente, ma quando lo faceva s'impegnava molto e apprendeva in fretta. Ciò che però l'aveva stupito era stato il fatto che di sua spontanea volontà gli avesse rivolto la parola per dirgli qualcosa di gentile, Ben si era sentito un po' a disagio perché non se l'aspettava da lui e non sapeva come rispondere. Era sempre stato una frana a socializzare e a fare amicizia, ma sperava di poter migliorare e aveva già fatto qualche progresso con Poe, che adesso lo trattava come un ribelle qualunque.
Ben era a conoscenza della missione di ricognizione, Poe ne aveva parlato con lui e gli altri piloti il giorno prima per decidere chi dovesse andare, alla fine si erano proposti Jacen, Karé Kun e altri due piloti di cui Ben non ricordava il nome. Cos'era successo? Il loro compito era di sorvolare l'area in cui sorgeva il laboratorio per avere un'idea di cosa li aspettava e andar via il prima possibile.
“Non capisco, cos'è andato storto?” chiese Finn interrompendo il breve silenzio che era calato a seguito dell'affermazione di Jacen.
“Parnassos ha lo stesso dannato sistema di difesa automatico di Rakata Prime, sono stato abbastanza veloce da evitare il colpo e cavarmela con qualche danno...ma gli altri non ce l'hanno fatta” spiegò Jacen con tono affranto, essere l'unico sopravvissuto tra i suoi compagni doveva essere un peso e un'esperienza tremenda.
Avevano perso tre piloti per una missione che non sarebbe dovuta essere pericolosa, le ricognizioni erano all'ordine del giorno e niente era mai andato storto, Ben si sentì uno stupido per non aver neppure soppesato l'idea che adoperassero lo stesso sistema di difesa su ogni pianeta. Aveva preso in considerazione l'idea di un blocco di navi in orbita presso il pianeta, Poe aveva persino avanzato l'ipotesi che ci fossero sensori per rilevare qualunque cosa entrasse nell'atmosfera del pianeta, ma entrambi avevano ignorato l'ipotesi più importante e quei piloti ne avevano pagato il prezzo.
“È per questo che vi ho fatti chiamare” disse Poe “Il Falcon è l'unica nave più veloce e con gli scudi adeguati per andare lì, l'avete già fatto una volta” quella volta, però, se l'erano cavata per pura fortuna con un atterraggio suicida e riportando danni agli scudi.
“Con tutto il dovuto rispetto Generale, quella volta abbiamo rischiato di perdere gli scudi definitivamente” fece notare Ben, anche se non poteva negare che Poe avesse ragione.
“Confermo, non è stato l'atterraggio più sicuro del mondo” concordò Jacen alzando una mano come uno scolaro, probabilmente ancora ricordava la sensazione provata durante quell'atterraggio folle ad opera di Rey.
“Se qualcuno ha delle alternative sarò lieto di ascoltarle” replicò Poe bruscamente portandosi entrambe le mani sui fianchi, la perdita di quei piloti – probabilmente suoi amici – l'aveva scosso ed era più che evidente.
“Troveremo una soluzione Poe” disse Finn posandogli una mano sul braccio “Una che non implichi il suicidio” aggiunse ironico.
“Un attimo...il problema principale sono gli scudi del Falcon” intervenne Rey, che era stata in silenzio accanto a lui senza proferir parola, probabilmente turbata dalla notizia poiché era molto empatica. Anche se non ci fosse stato alcun legame tra loro Ben avrebbe capito ugualmente che Rey aveva appena avuto una delle sue idee per aggirare il problema, l'aveva capito dal suo sguardo e dal tono della sua voce.
“Oh no, conosco quello sguardo” disse ad alta voce senza neppure rendersene conto e quel commento gli costò una gomitata da parte di Rey.
“Non sai neppure quale sia la mia idea” ribatté la ragazza “Gli scudi non reggono l'impatto di un colpo, ma possiamo semplicemente apportare una modifica e aggiungere degli scudi secondari, in questo modo avremo il tempo per effettuare un atterraggio più sicuro” spiegò Rey con entusiasmo.
“E considerando che tra un colpo e l'altro i turbolaser hanno bisogno di ricaricarsi ci sono buone probabilità che possa funzionare” aggiunse Ben, quell'idea non era così folle come aveva immaginato e Rey conosceva il Falcon persino meglio di lui, se riteneva che una tale modifica fosse sufficiente si fidava del suo parere.
“Buone probabilità?” ripeté Finn rivolgendo uno sguardo dubbioso ad entrambi.
“Se lasceremo che se ne occupi Rose potrebbero diventare ottime probabilità” intervenne Jacen.
“Buone o ottime è comunque meglio di niente” decretò Poe “Ma qui non abbiamo i componenti adatti per eseguire alcun tipo di modifica, dovrete cercarli in qualche discarica”
“Ce ne occuperemo noi” gli assicurò Rey.
“D'accordo, avete la mia autorizzazione per partire quando vorrete”
Senza aggiungere altro Poe lasciò la sala a passo rapido, qualche istante dopo Finn lo seguì e rimasero soltanto Ben, Rey e Jacen.
“Beh, direi che l'incontro si è concluso” constatò il pilota.
I tre lasciarono la sala e una volta fuori dall'edificio Jacen proseguì per la propria strada verso il dormitorio comune.
“Hai già un'idea su dove procurarci i pezzi?” chiese a Rey mentre tornavano all'hangar.
“Pensavo alla discarica dove avete recuperato gli x-wing” rispose lei, quello poteva essere un problema, avevano già sfidato la sorte qualche giorno prima recuperando alcuni x-wing danneggiati dalla discarica di Squarn senza farsi scoprire, avevano agito quando su Muugrah era calata la notte ed era stato quello l'unico motivo per cui non erano stati scoperti.
“Non ne vale la pena per le parti che ci servono” rischiare di farsi scoprire e fare un viaggio abbastanza lungo era troppo per dei componenti che avrebbero potuto trovare altrove, Bracca era più vicino e se si fossero presentati in due o tre con tanto di crediti avrebbero potuto fingersi dei commercianti per acquistare i pezzi legalmente.
Negli anni in cui il Primo Ordine aveva preso il controllo del pianeta a nessuno era permesso ottenere dei ricambi o navi lì, tuttavia facevano eccezioni per privati in cambio di una giusta somma di denaro. Il Nuovo Impero era una variante ancora più estremista del Primo Ordine e perciò non doveva aver apportato grossi cambiamenti su Bracca.
“Allora dove pensi di andare?” chiese Rey dopo un po'.
“Potremmo andare su Bracca, ho già un piano”


 

Rey non sapeva cos'aspettarsi esattamente da Bracca, la sua definizione di discarica si era sempre limitata a Jakku, ma non appena aveva messo piede in quel posto lurido aveva cambiato idea. Il cielo era scuro e stava piovendo a dirotto, ma neppure la pioggia cancellava il cattivo odore che si respirava sulla piattaforma su cui erano atterrati lei, Ben e Lando.
Ben aveva ritenuto opportuno portare Lando con loro perché a sua detta ci sapeva fare con gli affari ed era bravissimo a fingere di essere qualcun altro, inoltre per evitare di essere riconosciuti avevano preso un'altra nave anziché il Falcon. Il suo piano prevedeva fingersi dei commercianti privati per conto di uno dei sistemi che facevano parte del Nuovo Impero e acquistare i componenti necessari con dei crediti – messi a disposizione dal Consiglio – in modo del tutto legale.
Fino a quel momento era andato tutto secondo i piani, avevano ottenuto il permesso di atterrare su una delle piattaforme, Lando aveva fornito dei nomi falsi e inventato il nome della loro presunta compagnia, se qualcuno sospettava di loro non l'avevano ancora dato a vedere. Adesso stavano aspettando al riparo della nave su cui avevano viaggiato che qualcuno che li aiutasse a trovare i pezzi necessari affinché Rose potesse assemblare un generatore di scudi da montare sul Falcon. Rey e Ben se ne stavano poggiati con la schiena contro il metallo della nave e Lando se ne stava in piedi sulla rampa accanto a loro.
“Sembra proprio di essere tornato ai vecchi tempi” esordì Lando “Nomi falsi, sperare che tutto vada bene e tenersi pronti alla fuga”
“Questa volta non finirà come al solito, nelle storie che mi raccontava papà vi cacciavate sempre nei guai” commentò Ben, raramente parlava di Han con tanta naturalezza ed era un bene che stesse cominciando a farlo.
“Direi che è molto incoraggiante” commentò Rey ridacchiando, anche se quella risata era dovuta al nervosismo, non aveva mai finto di essere qualcun altro e non era sicura di essere brava a farlo.
“Andrà tutto bene Rey, rilassati” le disse Ben con dolcezza e mettendole un braccio intorno alle spalle.
“Anche tuo padre diceva sempre così a tua madre” s'intromise Lando, il che gli fece guadagnare uno sguardo ammonitore da parte di Ben e Rey non poté fare a meno di ridere di nuovo “Sta arrivando qualcuno” aggiunse indicando una figura che stava andando nella loro direzione.
Un rodiano dalla pelle verde-azzurra – alto almeno quanto Lando – con indosso una tuta da lavoro imbrattata d'olio e un paio di guanti consunti si avvicinò a loro, tra la mani teneva un datapad abbastanza datato, ma evidentemente funzionava ancora bene.
“Siete voi i commercianti da Coruscant?” chiese il rodiano nella loro lingua.
“Proprio così, abbiamo parlato con un tuo superiore e abbiamo anche già pagato per ciò che ci serve” disse Lando, prima di atterrare avevano deciso di lasciar parlare lui perché aveva anni di esperienza alle spalle, anche se come aveva detto Ben non sempre bene.
“Molto bene, seguitemi e vi procurerò i pezzi migliori che abbiamo”
Più si addentravano nella discarica più il tanfo peggiorava, quello era un odore che Rey non avrebbe dimenticato facilmente, ma ne valeva la pena per ottenere quei pezzi.
Il rodiano controllava l'elenco di ciò che gli serviva sul datapad e sapeva esattamente dove cercare, era davvero efficiente nel suo lavoro. Fortunatamente servivano soltanto una decina di componenti per la modifica di Rose, che aveva assicurato di averlo già fatto su altre navi della Resistenza nel corso degli anni.
Rey temeva che da un momento all'altro il rodiano o gli altri operai che avevano incrociato si rendessero conto che erano degli impostori e che li catturassero, perciò fu un gran sollievo per lei quando si rese conto che avevano terminato.
“Spero sia tutto e che troviate i nostri pezzi di qualità, qui non c'è posto per robaccia scadente” disse il rodiano con una punta di orgoglio.
“Sono sicuro che è così e raccomanderò sicuramente il posto ai miei colleghi” disse Lando con tono lusinghiero, dalla tasca della camicia tirò fuori dei crediti e li porse al rodiano “Questi sono per la sua efficienza”
“La ringrazio signore, è un piacere trattare con clienti come lei” detto questo l'alieno voltò loro le spalle e tornò al proprio lavoro.
“Sarà meglio filarcela prima che attiriamo troppo l'attenzione” suggerì Lando.
Soltanto una volta a bordo della nave Rey si rilassò e fu ancora più un sollievo quando prese posto sul sedile passeggeri, Lando aveva insistito che fosse lui il pilotare la nave e che Ben gli facesse da co-pilota. Per una volta a Rey non dispiaceva essere soltanto una passeggera, era un'occasione per Ben e Lando di ricostruire il loro rapporto e lei non voleva interferire.
“L'avevo detto che sarebbe andato tutto bene” disse Ben dal sedile davanti al suo.
“E va bene, avevi ragione” disse Rey “Era questo che volevi sentirti dire?” chiese scherzando.
“Scusa ragazzo mio, ma con un Solo non si sa mai” s'intromise Lando ironico e tutti e tre scoppiarono a ridere.

 




Spazio Autrice:

Ci siamo giocati qualche pilota a questo giro, avevo già menzionato Karé nel quarto capitolo e sia lei che suo marito erano amici di Poe (scusami Poe).
Spero che la piccola avventura finale vi sia piaciuta, il caro zio Lando è tornato in pista e per una volta in vita sua gli è andata bene.

Note:

[1] È un riferimento al capitolo 16 di Whatever It Takes

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Capitolo 15
*** Capitolo 13 ***





Per assemblare il generatore di scudi secondari ci vollero tre giorni, a detta di Rose avrebbero impiegato meno tempo se avessero avuto tutti gli strumenti adeguati, ma con l'aiuto di Rey e un altro paio di tecnici ce l'aveva fatta. Il risultato era stato un generatore di piccole dimensioni lungo non più di dieci centimetri, largo altrettanto e da ogni lato si diramavano i cavi necessari per impiantare il componente a bordo del Falcon. Secondo le simulazioni effettuate con uno dei vecchi computer, rimessi in funzione settimane prima, il generatore funzionava correttamente, tutto ciò che restava da fare adesso era installarlo sul Falcon e successivamente far eseguire una scansione a R2-D2 per accertarsi che si fosse integrato a dovere.
Ben era nella area manutenzione del Falcon insieme a Rose per installare il generatore, non era un granché come meccanico, ma quando aveva circa sette o otto anni gli era capitato di aiutare suo padre a sistemare cavi e valvole a bordo del mercantile. Per Rose quei requisiti erano stati più che sufficienti per chiedergli di darle una mano, anche se fino a quel momento si era limitato a passarle gli attrezzi che le servivano e ad interrompere il flusso di energia elettrica ogni volta che doveva collegare dei fili.
“Okay, ho collegato quasi tutto, ma c'è un problema” dichiarò Rose tirando fuori la testa dal comparto da cui avevano rimosso il pannello, era così minuta che per poter lavorare ci si era infilata fino alla vita.
“Che tipo di problema?”
“Devo inserire l'ultimo cavo, ma tutte le porte sono occupate dai cavi sbagliati, nessuno è inserito nella porta giusta e se li riconfiguro potrei compromettere i sistemi della nave” spiegò lei “Vorrei un tuo parere, hai detto che spesso aiutavi Han a sistemare il Falcon e magari sai il perché di questa confusione”
“Va bene, darò un'occhiata anch'io, ma sei tu l'esperta” disse Ben con gentilezza, anche se era passato molto tempo dall'ultima volta che aveva aiutato suo padre a riparare il Falcon poteva comunque dare uno sguardo.
“Oh no, mi stai sopravvalutando” ribatté Rose arrossendo, per essere una persona estremamente estroversa era abbastanza timida quando qualcuno le rivolgeva dei complimenti o le attribuiva il merito di qualcosa ed era il tipo di persona che cercava sempre di passare inosservata. Forse era per quello che era riuscito a fare amicizia con lei facilmente, o almeno era la cosa più vicina ad un'amicizia che Ben avesse per la prima volta dopo tantissimo tempo. Quando era un padawan presso suo zio aveva soltanto un migliore amico, Tai [1], l'unica persona che non manteneva le distanze da lui e che lo incoraggiava sempre. Tuttavia quell'amicizia era finita male la notte in cui il tempio era stato distrutto, e proprio come gli altri studenti il suo migliore amico era morto a causa sua.
Adesso però non era il momento per soffermarsi sul passato, c'era del lavoro da fare e se il generatore avesse funzionato sarebbero partiti per Parnassos quel giorno stesso. Dovevano approfittare del fatto che il Nuovo Impero stesse impiegando risorse nell'Orlo Esterno, con l'intento di industrializzare l'intero settore facendovi sorgere impianti, fabbriche e cantieri navali.
La notizia si era sparsa rapidamente su HoloNet poiché l'iniziativa veniva promossa come un atto di grande generosità mirato a fornire posti di lavoro onesti – che nell'Orlo Esterno scarseggiavano – e favorire il progresso di quel settore a lungo ignorato dalle precedenti Repubbliche. Ma tutti erano consapevoli che quella fosse soltanto una facciata, certo non erano stati distrutti altri pianeti fino a quel momento, ma quando il Nuovo Impero voleva qualcosa se la prendeva con la forza se non ci riusciva con le buone.
Ben si infilò con la testa e le braccia nell'angusto spazio dove poco prima c'era Rose, e proprio come aveva già anticipato lei i cavi erano tutti nelle porte sbagliate, dove ci sarebbe dovuto essere il cavo blu c'era quello rosso e viceversa, lo stesso valeva per il cavo verde, quello giallo e quello nero. Ricordava vagamente suo padre sbuffare e lamentarsi a causa di un calo di energia, non ricordava cosa l'avesse provocato, ma era stato per quello che Han aveva invertito tutti i cavi poiché era l'unico modo per reindirizzare correttamente l'energia ad alcuni dei sistemi. Doveva solo individuare qualcosa di temporaneamente sacrificabile, scollegare il cavo e collegarvi quello del generatore, non era bravo quanto Rey o Rose, ma era sicuro di poterlo fare. Passò nuovamente in rassegna con lo sguardo i vari cavi cercando di ricordare a quali sistemi fossero collegati ed escluse a priori la possibilità di scollegare quello rosso e quello blu perché persino un bambino avrebbe saputo che erano fondamentali per i sistemi principali della nave.
“Allora? C'è qualcosa che possiamo scollegare?” chiese Rose, la sua voce gli arrivò leggermente ovattata e sembrava abbastanza impaziente.
“Ci sto lavorando, possiamo fare a meno di qualcosa per un po' ” le assicurò.
“Fantastico!” sentì esclamare alla ragazza.
Lo sguardo di Ben si soffermò sul filo nero, se la memoria non gli stava giocando un brutto scherzo doveva trattarsi del sistema di comunicazione, nel caso in cui le cose si fossero messe male ne avrebbero potuto avere bisogno e perciò era meglio lasciarlo al proprio posto. La scelta era, quindi, tra quello giallo e quello verde, cos'era che diceva sempre suo padre quand'era piccolo? “Non toccare mai il filo giallo, a meno che tu non voglia diventare un ghiacciolo”.
Se il filo giallo era collegato al sistema di riscaldamento, quello verde dunque era per il sistema di navigazione, che era fondamentale per la missione e il male minore era rinunciare al riscaldamento durante il viaggio. Lo spazio era estremamente freddo, ma si poteva resistere qualche ora senza riscaldamento a bordo di una nave e viaggiando a velocità luce non ci avrebbero impiegato troppo tempo. Senza indugiare oltre Ben scollegò quel cavo e lo sostituì con quello del generatore, la temperatura non calò immediatamente in maniera drastica, ma quel calore che c'era a bordo non sarebbe durato a lungo.
Ben tirò fuori la testa dal comparto e rimise il pannello al proprio posto con l'aiuto di Rose.
“Adesso possiamo avviare la scansione, ma cos'hai scollegato?” chiese Rose curiosa avviandosi fuori dalla sala manutenzione.
“Il sistema di riscaldamento, ci aspetta un viaggio davvero freddo”
“Sarà meglio portare a bordo qualche coperta in più allora” replicò Rose con calma, dandogli l'impressione di aver già affrontato una situazione del genere prima di quel momento e che non stesse affatto scherzando.
I due raggiunsero la cabina di pilotaggio, dove li attendeva R2-D2 perché da lì avrebbe potuto interfacciarsi con la nave ed eseguire una scansione completa di tutti i sistemi. Ben prese posto sul sedile del pilota, il conputer di bordo aveva rilevato il generatore e attivò gli scudi della nave.
“R2 potresti avviare la scansione per favore?” chiese al droide, che si era abituato nuovamente alla sua presenza e a lavorare con lui, l'ultima volta che l'aveva visto era stato qualche ora prima del disastro al tempio Jedi. R2 emise una serie di beep e cominciò la scansione, mentre Rose prese posto sul sedile del co-pilota in attesa che il droide terminasse il proprio lavoro.
“Non me ne intendo molto, ma come stanno andando le lezioni?” chiese Rose all'improvviso per interrompere il silenzio che era calato.
“Stanno andando bene e i ragazzi fanno progressi ogni giorno” rispose Ben abbozzando un sorriso.
“Immagino che tu e Rey ne andiate fieri, è soltanto merito vostro” quell'affermazione lo fece riflettere, a volte non bastavano dei buoni insegnanti per tirar fuori il meglio dagli allievi, doveva anche esserci buona volontà da parte loro e non arrendersi alle prime difficoltà, caratteristiche che certamente non mancavano ai loro allievi.
“Direi che è un lavoro di squadra, è grazie a loro se stiamo imparando a essere dei bravi insegnanti” ammise Ben, nello stesso momento R2 informò entrambi che aveva concluso la scansione e che gli scudi secondari fossero perfettamente funzionati.

 

 

 

Rey e Chewbecca erano appena arrivati nell'hangar, entrambi con delle coperte tra le mani perché Rose li aveva contattati dicendo loro che sarebbe stato un viaggio molto freddo e che avrebbero avuto bisogno di coperte. Sulle prime Rey aveva pensato che la sua amica stesse scherzando, ma poi Ben era intervenuto per spiegarle brevemente cos'aveva fatto per poter collegare il generatore e tutto aveva acquisito un senso. La cosa fondamentale era che gli scudi funzionassero a dovere senza compromettere gli altri sistemi del Falcon, quella nave aveva subito fin troppe modifiche e Rey dubitava che ne avrebbe rette altre.
Per quella missione sarebbero partiti in sette, inclusi Finn e Poe, delegando Kaydel Connix a coordinare le altre attività previste per quel giorno, dal momento che era la persona più qualificata per farlo. Nessuno conosceva effettivamente le dimensioni del laboratorio – che sarebbe stato sicuramente ben difeso – o quanto personale vi fosse all'interno, perciò erano giunti alla conclusione che sarebbero andati in sette per poi suddividersi in due piccoli gruppi e una sola persona sarebbe rimasta a bordo del Falcon per garantire una fuga veloce nel caso le cose si fossero messe male. Per quel ruolo si era offerta volontaria Zay Versio, nonostante avesse soltanto diciassette anni era una dei piloti più abili della Resistenza e aveva preso parte alle battaglia di Exegol insieme alla squadriglia Inferno [2].
Nell'hangar non c'era nessuno, il che voleva dire che tutti gli altri fossero già a bordo del Falcon o non erano ancora arrivati – fatta eccezione di Ben e Rose – che erano già lì. La rampa del mercantile era chiusa, probabilmente per preservare il più a lungo possibile il calore che c'era all'interno, Chewbecca si avvicinò e batté la zampa sul metallo per avvisare del loro arrivo. Il wookie fece qualche passo indietro e rimase in attesa accanto a Rey, un paio di secondi dopo la rampa venne calata ed entrambi salirono a bordo accolti da Ben. Rey si accorse subito che il sistema di riscaldamento fosse disabilitato perché la temperatura era a malapena più alta rispetto all'esterno, ma quel tepore sarebbe svanito presto. 
Chewbecca richiuse la rampa alle proprie spalle e i tre si avviarono lungo il corridoio per raggiungere la cabina di pilotaggio.
“Rose non scherzava quando diceva che sarebbe stato un viaggio freddo” disse Rey.
“Mi dispiace, ma non c'era altro modo” si scusò Ben.
“Beh, almeno non hai fatto saltare in aria la nave” lo prese in giro lei.
“Non sarò un granché come meccanico, ma so ancora distinguere i cavi” le rispose ironico e Chewbecca – che stava camminando davanti a loro – si limitò a ridere.
Passarono dall'area comune, che era vuota, sia Rey che Chewbecca depositarono le coperte sul divanetto.
“Dov'è Rose? Credevo fosse con te” chiese Rey curiosa.
“È con Zay Versio, le sta mostrando il Falcon” rispose Ben “Quella ragazzina venera questa nave e non appena ha messo piede qui ha cominciato ad esultare” aggiunse ridendo, agli occhi di tutti il Falcon era una leggenda e le storie che circolavano sul conto di Han e la sua nave erano note a chiunque, perciò Rey comprendeva l'entusiasmo di Zay perché anche lei si era sentita allo stesso modo quando aveva scoperto che la ferraglia che aveva rubato a Unkar Plutt fosse la nave di Han Solo.
Chewbecca intervenne rammentando a Ben che anche lui da bambino si comportasse esattamente in quella maniera, quella nave faceva lo stesso effetto a tutti a prescindere dall'età. Dei passi risuonarono in corridoio e Rose e Zay giunsero dalla direzione in cui si trovavano gli alloggi, la giovane pilota indossava un paio di pantaloni simili ai suoi, ma rosso scuro e una giacca bianca da cui si intravedeva il collo alto della maglia grigia che indossava sotto. I capelli castani erano raccolti in uno chignon basso, come sempre.
“Ciao Rey!” la salutò Zay allegramente “Ciao Chewbecca!” aggiunse rivolgendosi al wookie, che ricambiò il saluto agitando una zampa, poi si diresse in cabina.
“Ciao Zay, allora, che te ne pare del Falcon?” le chiese Rey.
“Non ho mai visto nulla del genere, questa nave ne ha viste tante eppure eccola qui e ancora in forma” rispose la ragazza, che chiaramente non era al corrente di quante volte avessero riparato il Falcon nel corso dell'ultimo anno e questo era dovuto al fatto che Zay e la sua squadriglia avessero trascorso molto tempo a reclutare alleati.
Dei colpi provenienti dall'esterno avvisarono i presenti dell'arrivo di Finn e Poe, il che voleva dire che l'ora della partenza fosse appena giunta.
“Vado io” annunciò Rose.
“Sarà meglio che oguno vada al proprio posto” aggiunse Zay sedendosi sul divanetto, reclamò una coperta tutta per sé e poggiò i piedi sul tavolo da gioco.
“Per favore potresti mettere i piedi giù?” le chiese Ben con gentilezza “Meglio evitare l'ira di Chewbecca e non rovinare la sua postazione di gioco” in effetti il wookie era davvero affezionato al dejarik, era il suo gioco preferito e lo prendeva così seriamente che non accettava di perdere con nessuno, tranne con Rey o Rose.
“Spero tu stia scherzando Solo” replicò Zay, ma tolse comunque i piedi dal tavolo e si sedette in maniera più composta.
Rey e Ben raggiunsero Chewbecca nella cabina di pilotaggio, il wookie aveva già preso posto su uno dei sedili posteriori e R2 gli stava accanto, il droide avrebbe preso parte alla missione e li avrebbe aiutati a bypassare i comandi delle porte del laboratorio.
“Chi è il pilota per oggi?” chiese Rey, non c'erano dei turni prestabiliti e decidevano sul momento.
“Sei tu quella abile con gli atterraggi folli” fu l'unica cosa che disse Ben prima di occupare il posto da co-pilota, Rey prese posto accanto a lui e avviò le procedure per il decollo.
“Hey, l'ultima volta l'abbiamo fatto insieme, perciò anche tu ne sei capace” gli ricordò Rey “E questa volta non ce ne sarà bisogno se tutto andrà secondo i piani”
“Non vorrei sembrare pessimista, ma nulla va mai secondo i piani” le fece notare Ben con sarcasmo, non che avesse tutti i torti, ogni volta che pianificavano qualcosa in un modo o nell'altro la situazione prendeva una brutta piega.
“È per questo che esiste sempre un piano alternativo” disse una voce alle loro spalle, entrambi si voltarono e Rey vide Poe sulla soglia “Sono venuto a chiedervi se siamo pronti a partire”
“Siamo pronti” gli confermò Rey.
Pilotare una nave in cui si congelava non fu affatto facile, faceva così freddo che per tutta la durata del viaggio Rey non aveva smesso di tremare, lo stesso si poteva dire di Ben e persino Chewbecca si era lamentato della temperatura. Quelle due ore erano sembrate infinite e di tanto in tanto Poe era andato a chiedere quanto mancasse all'arrivo, tra tutti era certamente quello più impaziente e non era abituato a fare da semplice passeggero poiché era stato proprio lui a pilotare il Falcon in moltissime occasioni dopo Crait.
Visto dallo spazio Parnassos era un ammasso rosso-violaceo ed era una landa desolata, che paradossalmente era provvista di oceani scuri, ma Rey sapeva che un tempo non fosse così. Tutti, tranne lei, sapevano cosa fosse accaduto lì decenni prima e le avevano raccontato che una volta Parnassos era verdeggiante, con acque cristalline e una vegetazione rigogliosa, ma a seguito di un incidente nucleare [3] l'ecosistema del pianeta era stato stravolto. Gran parte della vegetazione si era ridotta a un deserto dalla sabbia viola, le acque degli oceani erano diventate scure e il livello era aumentato notevolmente e per un lungo periodo c'erano state piogge acide che avevano ucciso gran parte della fauna. Tuttavia l'aria era rimasta respirabile e parte della popolazione era rimasta lì, ma, stando alle loro informazioni, era regredita ad uno stato primitivo.
Il Falcon non era ancora abbastanza vicino per essere a portata di tiro del sistema di difesa e Rey attivò sia gli scudi principali che quelli secondari.
“Chewbe avvisa gli altri che ci avviciniamo al pianeta e siamo pronti ad entrare nell'atmosfera” il wookie non se lo fece ripetere due volte e si alzò per dirigersi all'area comune.
“Direi che ci siamo” sospirò Rey, si fidava del lavoro di Rose, ma non poteva fare a meno di sentirsi tesa.
“Ci porterai giù senza problemi” la rassicurò Ben posandole una mano sul braccio “Se gli scudi secondari non dovessero funzionare sai già cosa fare” lei si limitò ad annuire e rivolse la propria concentrazione ai comandi della nave.
Non appena il Falcon si avvicinò a Parnassos un colpo di turbolaser investì in pieno il mercantile che sussultò, il computer di bordo le segnalò immediatamente che gli scudi secondari avevano ceduto al colpo e perciò restavano solo quelli principali. Il sistema di difesa aveva bisogno di qualche secondo prima di sparare il secondo colpo e se non fossero atterrati prima di quel colpo c'erano ancora gli scudi principali a proteggerli.
Mantenendo una velocità abbastanza alta Rey cominciò la discesa verso il pianeta, non poteva atterrare troppo vicina alla foresta in cui era situato il laboratorio, ma non poteva neppure atterrare nel bel mezzo del deserto – dove la nave sarebbe stata troppo esposta a pericoli – e perciò il posto più sicuro era in prossimità dell'oceano. Tuttavia quella sicurezza era apparente, nei rapporti che aveva letto Ben alcuni degli ufficiali divagavano segnalando la presenza di strane e feroci creature provenienti dall'oceano e per questo si rifiutavano di testare armi in quella zona disabitata, ma Zay sarebbe stata al sicuro blindata a bordo del Falcon e quella era l'opzione migliore che avevano.

 

 

L'atterraggio non fu così tremendo come quello su Rakata Prime, avevano calcolato bene i tempi ed erano atterrati a qualche chilometro dalla riva del mare non appena il secondo colpo aveva fatto fuoco e perciò erano stati colpiti di striscio, ma gli scudi principali avevano fatto il loro dovere.
“Ce l'abbiamo fatta!” esclamò Rey sollevata.
“Ce l'abbiamo fatta” ripeté Ben “Ed è merito del pilota” aggiunse sporgendosi in avanti per baciarla, ma non appena le sue labbra si posarono su quelle di Rey R2 ricordò a entrambi la sua presenza con dei beep insistenti e immediatamente i due si allontanarono in preda all'imbarazzo. Rey aveva assunto un colorito rosato sulle guance e cominciò a ridere.
“Credo che a qualcuno non piaccia vedere certe cose” disse Ben indicando il droide.
“Credo proprio di no” replicò Rey “Sarà meglio andare dagli altri”
Spensero i sistemi e si alzarono dai rispettivi posti per raggiungere gli altri con R2 al seguito, percorsero il breve corridoio e si trovarono nell'area comune. Rose era stretta in un abbraccio collettivo da parte degli altri, in fondo era merito del suo generatore se non avevano dovuto ricorrere all'atterraggio a velocità luce e per Ben fu strano vedere una scena del genere, quando era al servizio di Snoke e il Primo Ordine otteneva un successo di solito gli ufficiali si limitavano ad applaudire e congratularsi formalmente. Ma stava imparando che lì tra le fila dei ribelli molto spesso si comportavano come se fossero un'unica grande famiglia in cui si scherzava, si rideva e ci si abbracciava per festeggiare anche il successo più piccolo.




 

Spazio Autrice:
L'elettronica non è il mio forte perciò mi scuso per eventuali baggianate sui cavi, ma a bordo del Falcon tutto è possibile per tutte le volte in cui Han ha apportato modifiche (se siete curiosi su Wookieepedia le trovate tutte).
R2 da droide insolente quale è non tollera smancerie, poteva andar peggio però se ci fosse stato C-3PO.

 

Note:
[1] Nel fumetto di The Rise of Kylo Ren appare il personaggio di Tai, unico e migliore amico di Ben durante gli anni con Luke.
[2] La squadriglia Inferno era in origine la squadriglia capitanata dalla madre di Zay, Iden Versio insieme al marito Del Meeko (entrambi ex-Imperiali che si sono uniti alla Resistenza).
Questi personaggi appaiono nel videogioco Star Wars Battlefront II.
[3] Parnassos (pianeta di origine di Phasma) era stato colonizzato dalla Corporazione Mineraria Con Star ed è stato a causa di un malfunzionamento di un reattore in una loro struttura se si è verificato il disastro nucleare che ha devastato il pianeta. Tutto quello che ho scritto a riguardo è ripreso dal materiale canonico.

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Capitolo 16
*** Capitolo 14 ***





Se dallo spazio Parnassos sembrasse una landa desolata, sulla superficie era persino peggio. Nonostante l'aria fosse respirabile era comunque opprimente e aleggiava un odore leggermente acre, un lieve vento scompigliava i capelli a tutti, ma non faceva freddo.
Il cielo era sui toni del rosso, dell'arancione e con delle sfumature rosate, il che rendeva tutto più suggestivo. A causa delle nubi – anch'esse arancioni – il sole era a malapena visibile, conferendo all'ambiente un'aria più cupa di quanto non fosse già.
La sabbia era compatta e da vicino Rey notò che non era esattamente viola scuro, ma era composta da più sfumature di rosso e viola. Il suono delle onde era l'unica cosa che si udiva e a parte quello tutto era avvolto in un silenzio da far accapponare la pelle.
Quel luogo era impregnato di morte, seppur fossero trascorsi molti anni da quel disastro nucleare, che ancora riverberava nella Forza. Allo stesso tempo Rey poteva percepire numerose forme di vita intorno a loro e non era affatto curiosa di scoprire se i resoconti sulle strane creature fossero veri, avevano ben altri problemi di cui preoccuparsi.
“Cercate di tornare tutti interi” disse Zay, la ragazza se ne stava a braccia conserte in cima alla rampa del Falcon ed era chiaramente preoccupata.
“Ci proveremo” le assicurò Poe, che si trovava ai piedi della rampa “Tieni sempre i canali di comunicazione attivi e non lasciare la nave per nessun motivo”
“D'accordo Generale...” la ragazza fece una breve pausa, poi rivolse la propria attenzione al resto del gruppo “Che la Forza sia con voi”
I sei ringraziarono Zay, poi la ragazza chiuse la rampa del Falcon e soltanto allora il gruppo cominciò ad incamminarsi verso il laboratorio. Per arrivarci dovevano attraversare parte del deserto e poi seguire un sentiero nella foresta – almeno stando alle coordinate in loro possesso – perciò li attendeva un bel po' di strada prima di arrivare a destinazione, ma per fortuna avevano con loro dell'acqua e persino qualcosa da mangiare.
La spiaggia, o ciò che ne restava, dov'erano atterrati si estendeva almeno per almeno mezzo chilometro, forse anche di meno e a parte qualche masso non c'era nient'altro. Poe e Finn erano alla guida del gruppo, entrambi con i rispettivi blaster alla mano per qualsiasi evenienza, seguiti dagli altri – anch'essi con le proprie armi pronte – e da R2.
“Restate vicini e all'erta” rammentò loro Poe mentre avanzavano a passo svelto, ma anche a quel ritmo avrebbero impiegato un paio d'ore prima di raggiungere il laboratorio.
“Con questo silenzio non credo sarà un problema” commentò Rey, l'assenza di qualunque tipo di suono le ricordava fin troppo Krayiss e rabbrividì al ricordo del pianeta dei Sith.
“Potrebbe essere un problema per noi” fece notare Rose “Ci sentiranno arrivare”
“Sarebbe comunque una bella sorpresa, nessuno si aspetta il nostro arrivo” le assicurò Finn voltandosi verso di lei.
“Dopo quello che è successo a Rakata potrebbero” ribatté Poe, che non aveva tutti i torti, in apparenza nessuno sapeva che avessero recuperato dei dati dai computer, ma anche in quel caso dovevano dare per scontato che la sicurezza del laboratorio fosse stata incrementata per sventare potenziali attacchi da parte loro. Chewbecca intervenne dicendo che avrebbero affrontato un problema alla volta e di risparmiare il fiato per continuare camminare, nessuno osò contraddire il wookie – perdere tempo in chiacchiere li avrebbe solo rallentati – e proseguirono in silenzio.
Il suono delle onde si affievolì sempre di più man mano che avanzarono, sostituito dal rumore dei loro passi e qualche beep occasionale da parte di R2, che per fortuna sembrava non avere alcun tipo di problema a spostarsi sulla sabbia. La sabbia cominciò a variare tonalità, assumendo una sfumatura più purpurea, ed era più fine rispetto a quella della spiaggia, segno che stavano cominciando ad addentrarsi nel deserto. Anche lì vi erano soltanto massi, alcuni alti quasi quanto Chewbecca, altri notevolmente più piccoli e l'aria cominciava ad avere un pessimo odore.
“Questo posto diventa sempre più carino, non trovate?” disse Poe con sarcasmo, poi si fermò di colpo per controllare nuovamente le coordinate su un dispositivo di localizzazione.
“Sai dove stiamo andando, vero?” gli chiese Finn perplesso.
“Calma, siamo nella giusta direzione” ribatté prontamente Poe e aggiunse qualcos'altro, ma Rey non vi prestò alcuna attenzione perché percepì qualcosa di allarmante.
“Lo senti anche tu?” le chiese Ben posandole una mano sul braccio, si stava guardando intorno con circospezione e lei sapeva il perché, in quel deserto c'erano forme vita particolarmente ostili e aggressive, ma soprattutto affamate.
“Sì, e non promette nulla di buono” rispose spostando lo sguardo nella sua stessa direzione, ma non vide nulla.
“Cos'è che non promette nulla di buono?” chiese Poe voltandosi verso entrambi, non c'era un modo carino per dire che erano entrati nel territorio di creature che li avrebbero volentieri considerati un pasto.
“Non siamo soli e qualunque cosa viva qui non è amichevole” rispose Rey andando dritta al punto.
“La nostra solita fortuna” commentò Rose per sdrammatizzare, ma a Rey non sfuggì il fatto che l'amica avesse rinsaldato la presa sul proprio blaster, Chewbecca invece emise un latrato e sfoderò la propria balestra laser.
“Sarà meglio accelerare il passo, più tempo trascorriamo qui più siamo a esposti a pericoli” decretò Finn.
“Siete in grado di capire quanto sono vicine queste creature?” chiese Poe con tono leggermente allarmato, ma cercò comunque di mostrarsi calmo.
“Più o meno, più saranno vicine e più intense saranno le sensazioni che emanano” spiegò brevemente Ben, anche se questo non riduceva il pericolo.
“Se non ci addentriamo troppo saremo abbastanza al sicuro” aggiunse Rey, avrebbe voluto dare qualche certezza in più ai propri amici e dirgli che non correvano alcun pericolo, ma sarebbe stata soltanto una menzogna.
“Diamoci una mossa” tagliò a corto Poe riprendendo a camminare.
Non c'era alcun modo per orientarsi, se non consultando il dispositivo di localizzazione di tanto in tanto, e l'unico punto di riferimento erano le rocce. In alcuni punti s'imbatterono persino in carcasse di piccoli animali in decomposizione, con le ossa spezzate e segni di morsi ed era tutto ciò che restava dei pasti delle creature che vivevano in quel territorio. Per tutto il tempo Rey rimase all'erta e si concentrò su ciò che percepiva attraverso la Forza, se sulla spiaggia le era sembrato che il posto fosse impregnato di morte, lì era persino peggio.
Un tempo quel deserto doveva essere stata una foresta o una pianura verdeggiante popolata da animali, di cui era rimasto soltanto un eco impercettibile a molti, ma non a coloro che avevano una forte connessione con la Forza. Quell'eco era un netto contrasto con la scia di morte che si era lasciata dietro il disastro nucleare, era difficile immaginare che molti anni prima il pianeta fosse rigoglioso e che vi fossero insediamenti urbani.
Qualcosa fece crack sotto la suola degli stivali di Rey, attirando l'attenzione dei propri compagni che sollevarono le armi e che cominciarono a guardarsi intorno.
“È tutto a posto, ho soltanto calpestato qualcosa” li rassicurò Rey, soltanto quando spostò il piede si accorse di aver calpestato delle ossa, che sembravano vagamente delle falangi umanoidi.
“Quanto manca ancora per la foresta?” chiese Rose, il vento le aveva scompigliato i codini e più volte Rey l'aveva vista spostarsi di continuo delle ciocche di capelli dal viso.
“Circa due chilometri” rispose Poe “E preferirei non trovarmi qui quando il sole comincerà a calare” aggiunse indicando il cielo, nonostante fosse nuvoloso e già quando si erano messi in marcia fosse tutto cupo, la luce stava cominciando a diminuire – segno che il tramonto non era così lontano –
“Ci fermeremo per qualche minuto non appena ci saremo lasciati il deserto alle spalle” promise loro Finn, che si sistemò meglio lo zaino che aveva in spalla e riprese a camminare.
Su quella nota poco allegra il gruppo proseguì per la propria strada, mentre camminava Rey prese la propria borraccia dalla borsa che portava a tracolla e bevve qualche sorso d'acqua, ormai calda. La stanchezza stava cominciando a farsi sentire per tutti, Rey aveva notato che stavano procedendo a passo più lento, ma allo stesso tempo sapevano di non potersi fermare e perciò si stavano sforzando di non rallentare ulteriormente.
Avevano da poco superato una formazione rocciosa quando Rey, Ben e Finn si fermarono di colpo, qualcosa si stava avvicinando e non aveva affatto buone intenzioni.
“Potrei sapere perché vi siete fermati?” chiese Poe mettendosi le mani sui fianchi.
“Stiamo per avere compagnia” rispose Rey, che istintivamente si era portata una mano alla spada laser appesa alla cintura dei pantaloni.
“Riesco a percepirli anch'io, sembrano tanti” aggiunse Finn, in altre circostanza Rey sarebbe stata fiera del fatto che le lezioni stessero dando i loro frutti e si sarebbe complimentata con l'amico, ma quello non era il momento adeguato.
“E affamati” intervenne Ben, che aveva già la spada laser in mano, anche se non l'aveva ancora attivata.
“Direi che è il momento adatto per mettersi a correre anziché aspettare di essere circondati” suggerì Rose con una certa urgenza nel suo tono di voce, Chewbecca concordò con lei dichiarando che non aveva alcuna intenzione di vederli ridotti a brandelli e non ci fu alcun bisogno di ribadirlo.
La stanchezza sembrò abbandonare tutti da un momento all'altro e avanzarono più veloci che poterono – il che non fu un problema per R2 – ma Rey sapeva già che non sarebbe servito a nulla perché sentiva quelle creature sempre più vicine. Degli ululati infransero il silenzio e da dietro alcune rocce balzarono fuori cinque creature dalla pelle grigia, erano alte la metà di un essere umano di media statura, avevano delle zampe lunghe ricurve – dando l'impressione che fossero al contrario – e gli occhi rossi brillavano come pietre preziose. Zanne lunghe e anch'esse ricurve sporgevano dal muso canino, in effetti erano quasi identici a dei lupi, se non fosse stato per l'assenza del pelo.
Le creature li circondarono pur essendo in inferiorità numerica e cominciarono a ringhiare scoprendo le zanne.
“Skinwolf! [1]” gridò Finn, non c'era tempo di chiedergli come facesse a sapere cosa fossero quegli animali e quello era l'ultimo dei loro problemi al momento. Rey e Ben attivarono le proprie spade laser nel tentativo di allontanarli, gli skinwolf indietreggiarono e il resto del gruppo cominciò a sparargli contro, tuttavia i colpi sembrarono soltanto infastidirli senza provocare alcuna ferita.
“Hanno la pelle troppo spessa!” esclamò Poe, che continuò comunque a sparare cercando di individuare un punto debole, ciò non fece che infastidirli ancora di più e con gran sorpresa di tutti gli skinwolf batterono ritirata.
“A quanto pare non gradiscono i colpi dei blaster” commentò Rose perplessa.
“Come facevi a sapere cosa fossero?” chiese Rey rivolgendosi a Finn.
“Già, come lo sapevi?” chiese anche Poe.
“Ve lo spiegherò una volta lontani da qui” replicò Finn.
“Sono d'accordo” intervenne Ben “È meglio non stare qui a lungo”

 

 

Quando finalmente la sabbia cedette il passo al terriccio scuro era ormai il tramonto, il vento si era intensificato e tutto era nuovamente piombato nel silenzio. Non si erano imbattuti in altri skinwolf, ma avevano comunque mantenuto un passo spedito pur di lasciarsi il deserto alle spalle.
Prima o poi avrebbero dovuto fermarsi perché erano tutti stanchi, ma erano ancora in prossimità del deserto ed era meglio allontanarsi ancora un po' prima di riposare. Ben era stato su molti pianeti, ne aveva viste di cose strane e in rovina, eppure in quel luogo sentiva quanto ogni cosa fosse sbagliata. Aveva sentito parlare spesso del disastro avvenuto lì, tra le fila del Primo Ordine se ne parlava spesso a causa dell'incidente di Brendol Hux – che era precipitato lì con la nave su cui viaggiava – e adesso Ben sapeva cos'avesse provocato quell'incidente. Sapeva anche che era da lì che proveniva il Capitano Phasma e sia gli ufficiali che gli assaltatori raccontavano un sacco di storie sul suo conto, ma lui non vi aveva mai prestato attenzione. Forse era per quello che Finn sapesse degli skinwolf, Phasma si occupava di addestrare le truppe ed era il loro supervisore, perciò non era assurdo pensare che gli assaltatori ne sapessero di più sul luogo da cui proveniva.
Dopo aver camminato così a lungo in un ambiente spoglio fu quasi strano vedere dei cespugli e quel che restava della vegetazione, anche se dall'aspetto decadente. Ben ricordava quello che era successo a Rey su Rakata Prime, il veleno era stato ricavato dalla flora di Parnassos e qualunque pianta era potenzialmente mortale.
“Attenti a non sfiorare nulla, non sappiamo quali piante siano velenose e quali no” disse al resto del gruppo, con loro avevano due medikit e avevano fatto aggiungere qualche dose di antidoto nel caso in cui si fossero imbattuti nuovamente nelle guardie armate di fucili sperimentali. Purtroppo non erano abbastanza per tutti, perciò dovevano usarle soltanto in caso di assoluta necessità e non perché erano stati così imprudenti da sfiorare una pianta letale.
“Staremo attenti” dissero Poe e Finn nello stesso momento, il che fu abbastanza buffo e si accorse che Rose stava ridacchiando.
“Adesso parlate anche nello stesso momento?” chiese lei divertita, dopo tutto quel tempo trascorso a camminare e il quasi attacco degli skinwolf forse era un bene concedersi di scherzare un po'.
“Proseguiamo ancora un po', poi ci fermeremo” dichiarò Poe cambiando argomento “Ma soltanto per un paio di minuti, si sta facendo buio e non sappiamo quali creature potrebbero uscire allo scoperto”
“Non sarebbe più prudente trovare un luogo dove accamparci per la notte? Vagare nella foresta mentre è buio non mi sembra una buona idea” replicò Finn, entrambe le opzioni avevano dei pro e dei contro, continuare a camminare nonostante il buio era potenzialmente pericoloso, ma allo stesso tempo non avrebbero perso ore preziose per arrivare al laboratorio. Fermarsi per la notte sarebbe stato relativamente più sicuro se avessero trovato un luogo adeguato e istituito dei turni per fare la guardia, ma così facendo avrebbero sprecato del tempo.
“In entrambi i casi dobbiamo essere prudenti, se ci fossero pattuglie del Nuovo Impero sulla via per il laboratorio potrebbero scoprirci” fece notare Rey.
Camminarono ancora per diversi minuti prima di trovare un punto adatto in cui fermarsi, lì la vegetazione era più fitta – perlopiù composta da alberi scheletrici con scarso fogliame e cespugli – ma non era quello il motivo per cui avevano scelto quel posto. Dal lato est della foresta avevano notato a intervalli più o meno regolari delle caverne scavate nel fianco di colline scoscese, potevano essere un buon posto dove accamparsi, prima però dovevano assicurarsi che non fossero abitate da alcun tipo di animale. Per quel compito si offrirono Chewbecca e Ben, nessuno sapeva muoversi in ambienti naturali meglio di un wookie e perciò era la scelta più logica da fare.
Chewbecca stava camminando davanti a Ben con la balestra pronta nel caso in cui si fossero imbattuti in qualche animale feroce, di solito le foreste erano popolate da numerose specie e invece lì Ben non percepiva alcuna forma di vita, a parte le piante, ma soltanto morte e decadimento. Questo garantiva un passaggio sicuro nella foresta a qualsiasi ora, nessun animale gli avrebbe dato la caccia e l'unico pericolo in cui avrebbero potuto imbattersi erano eventuali pattuglie man mano che si avvicinavano alla destinazione.
Il silenzio che regnava in quel luogo conferiva un'aria più macabra e gli unici rumori erano i rametti che si spezzavano sotto i loro passi, guardandosi intorno Ben provò a immaginare come fosse un tempo quella foresta di cui era rimasta soltanto l'ombra.
Chewbecca emise un verso di sconforto nel vedere la desolazione che li circondava, esattamente l'opposto di Kashyyyk, che dai racconti che il wookie gli raccontava spesso da bambino era un mondo predominato dalla natura.
“Lo so, questo posto è opprimente” gli disse Ben, che di posti simili ne aveva già visti, Mustafar [2] gli aveva trasmesso le medesime sensazioni poiché anch'esso un tempo era stato un pianeta rigoglioso.
Procedettero ancora di qualche passo per raggiungere una delle caverne più vicine, Ben attivò la propria spada laser per far luce ed esaminare meglio il luogo – che sapeva essere disabitato – e assicurarsi che non vi fossero altri pericoli, come piante velenose. Di per sé la caverna era poco profonda, ma spaziosa ed era scavata con fin troppa precisione per trattarsi di una conformazione naturale o frutto dell'erosione della pioggia. Chewbecca gli disse che sembrava un buon posto per riposare, al riparo dal vento e lontani dal sentiero principale, così ripercorsero la strada a ritroso per riferirlo al resto del gruppo.
Quando raggiunsero gli altri stavano ancora decidendo se fermarsi un paio di minuti o accamparsi, con R2 che emetteva beep confusi in sottofondo
“Allora? Siamo al sicuro o dobbiamo aspettarci altra compagnia?” chiese Poe passandosi una mano sul volto.
“Non ci sono forme di vita qui e le caverne sono sicure” gli confermò Ben.
“Il luogo ideale per trascorrere la notte” intervenne Finn.
“Non possiamo permetterci di trascorrere un'intera notte qui, Zay è da sola a bordo del Falcon e perderemmo solo tempo prezioso” ribatté Poe.
“Possiamo trovare un compromesso” s'intromise Rey “Riposiamo per un'ora o due e poi ripartiremo”
“Sono d'accordo con Rey” dichiarò Rose alzando una mano come una scolara e Chewbecca si disse altrettanto d'accordo.
“Suppongo che anche tu sia d'accordo con Rey” disse Poe rivolto a Ben, che effettivamente era d'accordo perché gli sembrava una soluzione che accontentasse entrambe le parti, e lui si limitò ad annuire “Va bene, ma soltanto il tempo necessario per recuperare le forze”
Una volta giunti alla caverna la prima cosa che fecero tutti fu liberarsi degli zaini e borse per poggiarle a terra per poi sedersi, incuranti del fatto che si sarebbero sporcati di terriccio. Chewbecca non perse altro tempo e tirò fuori dallo zaino di Ben qualcosa da mangiare, Poe fece altrettanto e il resto del gruppo si limitò soltanto a bere.
“Chi vuole fare il primo turno di guardia? È meglio non rischiare” chiese Finn mentre riponeva la propria borraccia nello zaino.
“Lo faccio io” si affrettò a rispondere Poe prima di dare un altro morso alla sua barretta ai cereali e Chewbecca si offrì come secondo volontario.
“Va bene, io farò il secondo turno, chi si altro si offre?” chiese Finn.
“Ci penso io” si offrì Ben, era abituato a dormire poco e perciò avrebbe potuto dare persino il cambio a Chewbecca o Poe in anticipo.
“Ne siete certi?” domandò loro Poe perplesso “Non vorrei svegliarmi e trovarvi con le armi puntate contro” quell'affermazione scatenò delle risate da parte di Rose, Rey e persino Chewbecca.
“Abbiamo superato quella fase” gli assicurò Finn, che da quando erano cominciate le lezioni aveva smesso di evitarlo come faceva di solito, anche se si parlavano ancora il minimo indispensabile.
Per sicurezza spensero R2, che poteva essere rilevato dai droidi sonda anche senza essere visto, e si sistemarono come meglio poterono. Non avevano previsto di accamparsi e perciò dovettero arrangiarsi usando gli zaini come cuscini, Finn si sistemò vicino l'ingresso della caverna e Rose qualche metro più dietro. Ben rimase dov'era, seduto contro una parete della grotta e abbastanza vicino all'ingresso in modo tale da poter dare il cambio a chi ne avesse avuto bisogno, Rey invece si era sistemata accanto a lui e continuava a rigirarsi come se faticasse a trovare una posizione comoda in cui dormire.
“Stai bene?” le chiese Ben a bassa voce, con sua sorpresa sia Finn che Rose si erano appisolati in fretta, dimostrando di sapersi adattare a qualunque situazione.
“È questo posto, c'è morte ovunque” bisbigliò Rey tirandosi su a sedere e ripulendosi la manica della giacca dal terriccio.
“Lo so come ti senti, fa lo stesso effetto anche a me” le disse mettendole un braccio intorno alle spalle, Rey poggiò la testa sulla sua spalla e si strinse a lui “Cerca di riposare”
“Anche tu, non avrai altre occasioni per farlo” gli fece notare lei.
Circa un'ora dopo, o forse di più, Ben fu svegliato da Finn per il loro turno, Chewbecca e Poe erano già rientrati e si stavano sistemando per riposare.
“Tocca a noi fare la guardia” gli disse Finn a voce bassa per non svegliare Rey, che stava ancora dormendo con la testa poggiata sulla sua spalla.

 

 

Quando si rimisero in cammino era ormai notte, il cielo era ancora nuvoloso, ma per fortuna avevano delle torce e le spade laser su cui fare affidamento. Il sentiero da seguire non fu troppo lungo e ci impiegarono meno tempo di quanto Rey si fosse aspettasse per raggiungere il limitare della foresta.
Delle mura alte si estendevano a vista d'occhio sia a est che a ovest, si intravedeva soltanto la punta piramidale dell'edificio e c'erano quattro guardie posizionate davanti a delle porte anti-blaster, prontamente stordite da Rose e Finn.
Avevano deciso di evitare scontri laddove fosse stato possibile, non avevano bisogno di uccidere se non fosse stato necessario e perciò le armi erano impostate su stordimento. Una volta in prossimità delle porte R2 si interfacciò al pannello di controllo e bypassò i sistemi di sicurezza per aprire le porte senza far scattare allarmi.
Prima di proseguire si sporsrsero per controllare se ci fossero delle guardie, davanti all'ingresso principale ve n'erano soltanto dodici, tutte in armatura nera con un simbolo rosso sull'elmo e armate di fucili.
La struttura si ergeva per due o tre piani ed era enorme, Rey non aveva mai visto niente del genere prima, la base era a pianta quadrata e s'innalzava poi in una piramide, quella forma le ricordò molto il puntatore Sith che l'aveva condotta ad Exegol ed era realizzato in una lega metallica nera e opaca. Da un lato del vasto cortile c'era una piattaforma di atterraggio grande abbastanza soltanto per gli shuttle,
“Abbiamo altre guardie da stordire” commentò Poe, poi fece loro un cenno con la mano per indicargli di avanzare, senza neppure dare alle guardie il tempo di reagire l'intero gruppò li stordì sotto una raffica di colpi, con tanto di partecipazione da parte di R2 che diede delle scosse elettriche sfruttando i punti deboli nelle armature.
“Beh, è stato facile” commentò Finn con una scrollata di spalle.
“Non è un buon segno” intervenne Ben “Lasciare poche guardie all'ingresso serve a convincere gli intrusi che il posto sia poco sorvegliato, ma una volta dentro potremmo essere sopraffatti”
“Ci serve un diversivo” suggerì Rey, il piano originale prevedeva che si dividessero in due gruppi una volta entrati, ma forse la tattica migliore era dividersi in quel momento per attirare i soldati all'esterno. Un'idea prese forma nella sua mente, prima di tutto dovevano controllare se ci fossero ingressi o uscite secondarie, poi R2 avrebbe fatto scattare di proposito gli allarmi all'esterno e così facendo avrebbero guadagnato del tempo per far entrare gli altri.
Una volta esposto il proprio piano al resto del gruppo si suddivisero in due squadre: Rey, Rose e Finn avrebbero tenuto occupati quanti più soldati possibile, mentre Ben, Poe e Chewbecca si sarebbero infiltrati nella struttura con R2 – che interfacciandosi a un qualunque terminale avrebbe reperito la planimetria dell'edificio –
C'erano due ingressi secondari in totale, uno sul lato destro e uno sul lato sinistro, quindi era logico supporre che gli assaltatori sarebbero usciti da entrambi per sopraffare gli intrusi. La squadra di guidata da Poe sarebbe entrata dall'ingresso principale non appena sarebbero scattati gli allarmi, approfittando della situazione. R2 era vicino al pannello di controllo delle mura in attesa di ordini, mentre Rey, Rose e Finn si erano appostati in prossimità della piattaforma d'atterraggio per avere un minimo di copertura.
“Quando vuoi R2, noi siamo in posizione” disse Finn tramite il suo commlink, il droide rispose con un singolo beep e pochi istanti dopo si udì il suono stridulo dell'allarme che era appena scattato. “Via libera ragazzi, entrate prima che arrivino le guardie e vi trovino qui fuori”
Fate attenzione, voglio trovarvi ancora vivi quando usciremo” replicò Poe all'altro capo dell'apparecchio, poi chiuse la comunicazione.
Gli assaltatori non tardarono a riversarsi fuori dall'edificio da entrambi i lati, indossavano la classica armatura bianca, ma con un logo rosso, e avevano quelle che sembravano armi standard come quelle del Primo Ordine. Non appena si sparpagliarono per perlustrare il perimetro e furono a portata di tiro Rey e la sua squadra cominciarono a stordirli, anche se lo scontro era inevitabile.
“Abbiamo individuato gli intrusi!” sbraitò uno degli assaltatori, che aveva appena notato i propri compagni accasciati al suolo.
“Niente più stordimento, questa volta si fa sul serio” bisbigliò Finn a Rey e a Rose.
“Vi copro io” replicò Rey rinfoderando il blaster e prendendo la propria spada laser, con quella avrebbe deviato i colpi in modo tale da garantire protezione ai suoi amici. Uscì per prima allo scoperto attivando la doppia lama della spada, seguita da Finn e Rose, al suono prodotto dall'attivazione della spada gli assaltatori si voltarono nella loro direzione.
“Prendeteli vivi!” urlò lo stesso assaltatore di prima, che doveva essere il comandante.
Vivi non equivaleva a colpirli con colpi non letali, ma Rey riuscì a respingerli e perciò gli unici feriti furono gli assaltatori, per quanto però sarebbe andata avanti così? Presto o tardi una delle due parti avrebbe sopraffatto l'altra e il comandante avrebbe cambiato idea riguardo al volerli vivi, anche se Rey poteva far affidamento sulla Forza per spingere via gli assaltatori più vicini o immobilizzargli le braccia, una tecnica che avrebbe dovuto perfezionare per riuscire a bloccare completamente una persona.
Dovevano soltanto resistere abbastanza a lungo da permettere alla squadra di Poe di trovare ciò che stavano cercando.

 


L'interno del laboratorio si poteva definire come un dedalo di corridoi bianchi tutti uguali, con porte di metallo nere altrettanto uguali e che si potevano distinguere soltanto grazie a delle targhette. Entrare lì era stato abbastanza facile, si erano imbattuti in un paio di assaltatori, ma li avevano storditi prima che potessero segnalare la loro presenza e chiamare rinforzi.
R2 era ancora collegato al terminale di uno dei corridoi dell'ala est per scaricare la planimetria della struttura, così facendo avrebbero evitato di vagare senza avere la minima idea di dove stessero andando. Avevano bisogno di trovare il luogo in cui custodivano prototipi o schemi dei progetti già sviluppati, con la speranza di saperne di più sulla versione migliorata del dispositivo di occultamento.
Il droide annunciò con una serie di beep di aver terminato, si allontanò dal terminale e proiettò un'ologramma raffigurante la pianta dell'edificio, oltre ai piani visibili in superficie vi erano anche tre livelli nel sottosuolo.
“Direi di cominciare dal centro dati, se riuscissimo ad entrare in possesso di tutti i progetti sarebbe un gran vantaggio” dichiarò Poe osservando l'ologramma “R2 puoi individuarlo e tracciare un percorso?” il droide impiegò qualche istante per eseguire l'operazione, che evidenziò sulla mappa il centro dati situato a due livelli più in basso e potevano arrivarci usando le scale o l'ascensore, che si trovava due corridoi più avanti.
“Dovremmo prendere l'ascensore, la squadra di Rey è ancora lì fuori e non sappiamo per quanto riusciranno a resistere” fece notare Ben, erano comunque in tre contro decine di soldati che non avrebbero esitato ad ucciderli. L'espressione di Poe si rabbuiò, probabilmente anche lui preoccupato per i compagni all'esterno.
“Sono d'accordo con te, è la via più rapida”
La sicurezza su quel pianerottolo era pressoché inesistente, il che voleva dire che lì non ci fosse nulla di particolarmente importante, Ben si soffermò a leggere alcune delle targhette poste sulle porte e perlopiù si trattavano di sale per effettuare test. Superarono una sala da cui improvvisamente si udì il suono di qualcosa che esplodeva, forse un'esperimento finito male o un'arma progettata appositamente per provocare esplosioni.
A guardia dell'ascensore c'erano due assaltatori, ma questi non ebbero neppure il tempo di parlare poiché Chewbecca li afferrò e li scaraventò contro le pareti del corridoio, si udì un sonoro crack e le guardie si accasciarono sul pavimento in maniera scomposta, come delle marionette a cui avessero tagliato i fili. Un gesto un po' brutale, ma i wookie erano noti propri per la loro forza e nessuno poteva sopravvivere a una botta del genere.
“Lo sai che potevamo stordirli, vero?” fece notare Poe al wookie, che rispose con una scrollata di spalle. Ben non disse nulla invece, sarebbe stato abbastanza ipocrita da parte sua fare la predica a Chewbecca per quello scatto violento, e perciò si limito a premere il pulsante dell'ascensore.
Era tutto troppo tranquillo all'interno della struttura, ormai dovevano aver notato la scia di assaltatori storditi, eppure non erano arrivati i rinforzi né avevano isolato l'edificio bloccando le porte o gli ascensori.
“Ci stanno tendendo una trappola” disse Ben varcando le porte dell'ascensore insieme a Poe, Chewbecca e R2.
“Lo so, ma questa è la nostra migliore occasione ed è un rischio che sono disposto a correre” dichiarò Poe con fermezza, uno dei tratti distintivi del generale era la sua avventatezza e Ben ne aveva avuto prova ancor prima di unirsi alla Resistenza, tuttavia questa volta aveva ragione. Non avevano fatto tutta quella strada per tornare indietro a mani vuote, trappola o no avrebbero portato a termine quella missione.
La discesa non fu proprio rapida e, per fortuna, le porte non si aprirono quando raggiunsero il primo livello. Chewbecca fece un commento riguardo al fatto che non gli piacesse trovarsi sottoterra Ben non poteva dargli torto perché non appena le cose si fossero messe male non avrebbero avuto alcuna via di fuga – se non quella da cui sarebbero arrivati –
Le porte si aprirono su un corridoio dalle pareti in metallo, era illuminato da luci bianche poste a intervalli regolari sul soffitto e su entrambi i lati c'era una serie di porte. La cosa allarmante era il fatto che – a parte un droide protocollare rosso che s'infilò in una stanza – lì non ci fosse nessuno, perché lasciare incustodito proprio il livello dove c'era il centro dati? Che tipo di misure di sicurezza avevano adottato?
“R2 mostraci di nuovo il centro dati, per favore” ordinò Poe al droide, che proiettò nuovamente la pianta dell'edificio e mettendo in evidenza la sala giusta.
“Non siamo così lontani, è la quinta porta a sinistra” disse Ben indicando la porta sull'ologramma “R2 puoi fare una scansione per cercare meccanismi che potrebbero innescare trappole?” il droide emise dei beep rapidi e iniziò a scansionare il corridoio avanzando lentamente.
R2 si fermò di colpo davanti a delle porte automatiche in fondo al corridoio e cominciò ad eseguire una serie di beep allarmati, il resto del gruppo lo raggiunse per controllare di persona cosa l'avesse fatto agitare. Sia Ben che Poe si accostarono all'oblò in vetro delle porte per dare un'occhiata, l'interno della stanza era scarsamente illuminato e sembrava una sorta di armeria. Spostando lo sguardo fin dove poteva Ben individuò la fonte dell'agitazione di R2.
“Siamo nei guai” disse rivolto a Poe.
“Sei sempre così ovvio?” gli rispose l'altro “Io non vedo nulla di pericoloso, soltanto droidi da battaglia, nulla che non si possa affrontare con un blaster”
“Non sono droidi da battaglia, sono soldati oscuri [3]” lo corresse Ben allontanandosi dall'oblò “E temo proprio che un blaster non servirà contro di loro”
“Soldati oscuri?” chiese Poe perplesso.
“Un tempo l'Impero ne faceva uso, all'inizio erano soltanto armature per soldati scelti, ma poi hanno cominciato a produrne modelli che non richiedessero alcun essere umano all'interno e sono quasi indistruttibili” spiegò Ben, suo zio Luke ne aveva affrontato un plotone tutti da solo quando lui era ancora molto piccolo e anni dopo gli aveva raccontato di quell'impresa.
Quasi? Cosa occorre per distruggerli?”
“Una spada laser” rispose Ben “Potrei restare di guardia mentre recuperi i dati, nel caso in cui si attivassero posso affrontarli”
“Non vorrei mettere in dubbio le tue capacità, ma in quella stanza sembrano essercene almeno una decina” disse Poe indicando le porte, tuttavia per Ben non sarebbe stata la prima volta che affrontava da solo più nemici contemporaneamente e gli anni di addestramento – sia con Luke che con Snoke – l'avevano preparato a scontri del genere. Chewbecca si offrì di restare a fare la guardia con lui affermando di poterli rallentare con i colpi della sua balestra, Poe si passò una mano tra i capelli e spostò lo sguardo prima su Ben poi su Chewbecca.
“Ho un'idea migliore, R2 scaricherà i file e noi tre faremo la guardia, in tre potremmo cavarcela” decise Poe.
I tre se ne stavano in piedi fuori il centro dati, R2 era entrato da poco nella stanza e per il momento tutto sembrava tranquillo, ma Ben sentiva che quella calma non sarebbe durata a lungo. D'un tratto avvertì un lieve bruciore all'avambraccio destro e istintivamente si portò una mano nel punto dove aveva avvertito il bruciore. Si tirò su la manica della giacca e della maglia per controllare se per caso fosse stato ferito da uno degli assaltatori che avevano stordito e non se ne fosse accorto, tuttavia non c'era alcuna ferita.
“Rey!” esclamò quasi senza rendersene conto, Ben era più che sicuro che fosse stata lei ad essere ferita e che l'avesse percepito grazie al loro legame, che si stava intensificando sempre di più.
“Che succede?” chiese Poe confuso guardandosi intorno.
“Credo che Rey sia stata ferita, l'ho percepito”
“Come fai a dir-” chiese Poe poi si interruppe “Giusto, il vostro legame”
Chewbecca emise un verso di sconforto e disse che i loro amici all'esterno non avrebbero resistito ancora a lungo, però non potevano mollare tutto e lasciare R2 indifeso.
A peggiorare le cose fu l'allarme che scattò nello stesso istante, le doppie porte in fondo al corridoio cominciarono ad aprirsi lentamente.
“Qui si mette male” commentò Poe, poi si voltò e si sporse oltre la porta alle loro spalle “R2 svelto, non abbiamo molto tempo!” urlò in modo che il droide lo sentisse e Ben attivò la propria spada laser, la luce bianca della lama quasi si confondeva con le luci che illuminavano il corridoio.
I primi due soldati oscuri – alti due metri e di metallo nero – cominciarono a riversarsi fuori dalla propria area di contenimento, uno era disarmato, l'altro brandiva una sorta di spada corta di metallo nero, ma con una lama decisamente troppo larga per una spada classica. Stando a quello che Ben ricordava i soldati oscuri affrontati da suo zio non erano armati ed erano più lenti, questi invece si stavano muovendo abbastanza rapidamente, incuranti dei colpi che gli stavano sparando Poe e Chewbecca. Altri soldati emersero alle spalle dei primi due, che non avevano rallentato il passo e stufo di aspettare Ben avanzò con la spada sguainata e li colpì alla base del collo inesistente, la testa volò via a entrambi, ma i corpi continuarono ad avanzare. Il soldato armato cominciò a colpire alla cieca, l'altro invece barcollava e sbandava, il problema però erano gli altri otto soldati. Ben scansò i colpi della spada e al momento opportuno la tranciò in due il soldato, le due metà caddero rumorosamente sul pavimento e senza perdere altro tempo Ben distrusse anche l'altro soldato decapitato.
I restanti otto stavano continuando la loro avanzata ed erano a circa tre metri da lui, quattro erano disarmati e quattro brandivano la stessa spada corta, con un gesto della mano Ben li spinse via usando la Forza, cosa che servì soltanto a rallentarli di poco.
“Questi dannati droidi non rallentano, R2 sbrigati!” sbraitò Poe continuando a sparare insieme a Chewbecca, che si urlò a Ben di togliersi di mezzo se non voleva essere colpito.
“Soltanto io posso tenerli a bada!” replicò, il soldato più vicino aveva il braccio che reggeva la spada teso verso di lui e ne approfittò per mozzarglielo con la spada laser. Il soldato disarmato però non rimase a guardare, agguantò Ben per il colletto della giacca e lo scaraventò ai piedi di Chewbecca e Poe, facendolo sbattere con la testa contro il pavimento.
Ignorando il dolore alla testa Ben si rialzò e lanciò la propria spada in direzione del soldato che l'aveva lanciato a terra, ora affiancato da un altro compagno armato. La lama lo mozzò in due nel punto in cui il busto era collegato alla parte inferiore, in una maniera simile a Snoke nella sala del trono.
Una volta richiamata la spada a sé Ben dedicò la propria attenzione al soldato armato, che si trovava ormai a pochi passi dal gruppo e stava facendo roteare la propria lama per deviare i colpi di blaster. Questa volta Ben mirò alle gambe, il soldato cadde in avanti continuando ad agitare la lama e lui si spostò, ma non fu abbastanza veloce e fu colpito di striscio al fianco destro, facendogli provare un dolore lancinante. Avvertì il sangue denso e caldo colargli dalla ferita, dallo squarcio sulla maglietta non sembrava una ferita troppo grave, ma il tessuto si stava già inzuppando.
Chewbecca lo tirò via afferrandolo per le spalle e con estrema preoccupazione gli chiese se fosse in grado di reggersi in piedi.
“Non è niente di grave” provò a rassicurarlo Ben, si portò una mano al fianco ferito facendo pressione per cercare di rallentare il flusso del sangue.
“Dannazione Solo, niente di grave? Hai la maglia imbevuta di sangue e hai battuto la testa prima!” puntualizzò Poe, che sparò inutilmente un altro colpo al soldato più vicino, con il solo risultato di farlo irritare. Il soldato afferrò Poe per la gola e lo sbatté contro la parete, poi lo tirò verso di sé e lo sbatté nuovamente contro la parete, una smorfia di dolore si fece strada sul volto del generale mentre il soldato si preparò al prossimo colpo. Nonostante il dolore e l'emorragia Ben colse alle spalle il soldato, trapassandolo in verticale per non colpire Poe, che si accasciò sul pavimento, ma cosciente.
“Mi hai appena salvato la vita, sono in debito con te” gli disse Poe con voce roca e massaggiandosi la gola, che presentava ancora i segni rossi lasciati dalla mano del soldato oscuro. Ben si limitò ad annuire, la testa gli faceva male a causa della botta che aveva preso e la ferita gli faceva sempre più male.
I restanti tre soldati erano a pochi metri da loro, Chewbecca aiutò Poe a rimettersi in piedi lentamente, se aveva qualcosa di rotto non lo dava a vedere, forse dopotutto non erano così diversi. Ben lanciò nuovamente la spada verso uno dei soldati e, come il precedente, venne tagliato in due. Il soldato che gli stava dietro inciampò sulla parte superiore appena mozzata e cadde a faccia in giù, in altre circostanze sarebbe stata una scena a dir poco comica, ma non c'era niente da ridere in quel momento.
R2 sbucò fuori dal centro dati richiamando la loro attenzione, restava soltanto un soldato e perciò fuggire non sarebbe stato un problema, Ben tese la mano e richiamò la spada a sé.
“Ce la fai a camminare?” gli chiese Poe.
“Credo di sì, non è la prima volta che mi capita” rispose ripensando a quando Chewbecca gli aveva sparato al fianco e, sanguinante, aveva attraversato la foresta per raggiungere Rey e Finn. Il wookie capì a cosa si stesse riferendo e si scusò dicendo che in quell'occasione se l'era meritato.
“Lo so, mi sono meritato ogni ferita quel giorno” replicò facendo più pressione sulla ferita con la mano, ormai appiccicosa e umida del suo stesso sangue.
“Possiamo andare adesso? La tua ragazza mi ucciderà se torno con il tuo cadavere” s'intromise Poe con il suo solito sarcasmo.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono Ben fu sorpreso di trovarsi davanti Rey, Rose e Finn. I tre tutto sommato sembravano star bene, Finn aveva una bruciatura su una manica della giacca, Rose si teneva la spalla sinistra e Rey aveva la giacca bruciacchiata sull'avambraccio, rivelando una ferita proprio nel punto in cui Ben aveva avvertito bruciore.
“Cosa ti è successo? Ho sentito il tuo dolore e per un attimo ho creduto di essere stata ferita” gli chiese Rey preoccupata, il suo sguardo si era soffermato sulla sua mano imbrattata di sangue.
“Rimandiamo le spiegazioni a dopo e filiamocela prima che ci catturino” suggerì Poe.
“Oh, non preoccuparti ci siamo già occupati di questo” intervenne Rose “Zay è fuori che ci aspetta a bordo del Falcon” quando era arrivata Zay al laboratorio? Ben rivolse uno sguardo intterogativo a Rey, sicuro che fosse stata lei a contattare Zay.
“Te lo spiego dopo” gli disse lei.
“Sembra che avremo un bel po' da raccontarci” commentò Finn.
Una volta a bordo del Falcon Rey non aspettò neppure di arrivare all'area comune insieme agli altri e ordinò a Ben di sedersi sul pavimento. Si inginocchiò a terra accanto a lui e allungò una mano verso quella che lui teneva sulla ferita per spostargliela, Ben percepì le sue intenzioni: voleva curarlo servendosi della Forza proprio come aveva fatto a Kef Bir. Le afferrò delicatamente il polso per fermarla, non le avrebbe permesso di prosciugare parte della sua forza vitale ancora una volta.
“Cosa stai facendo?” gli chiese alzando leggermente il tono di voce.
“Non farlo Rey” le disse guardandola dritta negli occhi colmi di apprensione.
“Ben non è il momento di preoccuparti per me, hai perso molto sangue e stai continuando a perderlo, lascia che ti guarisca!” ribatté lei.
“Non è così grave come sembra, non devi darmi di nuovo la tua forza vitale, ti sei ripresa da qualche settimana e non voglio che tu corra alcun pericolo”
“Non correrò alcun pericolo” lo rassicurò Rey, usando un tono più dolce, ma questa volta non si sarebbe lasciato convincere. Lei aveva già pagato le conseguenze per averlo riportato in vita, non poteva continuare a dargli parte della propria vita con tanta leggerezza.
“Non puoi saperlo, devi smetterla di rischiare per me ogni volta!” replicò Ben stizzitto, ma un secondo dopo si sentì già in colpa per aver alzato la voce con lei.
“Tu faresti lo stesso per me, lo hai già fatto!” esclamò lei distogliendo lo sguardo e alzandosi.
Rey tornò qualche istante dopo con una borraccia in una mano e un meditkit nell'altra, si inginocchiò nuovamente al suo fianco riponendo tutto sul pavimento per prendere il necessario per medicarlo. La ragazza aprì il medikit per prendere del disinfettante e una garza con cui ripulirgli la ferita.
“Se non togli quella mano non posso medicarti” gli disse, Ben spostò la mano e Rey gli sollevò la maglietta all'altezza della ferita, che pur non essendo troppo profonda aveva un pessimo aspetto e non era così piccola come immaginava. Non appena Rey cominciò a disinfettagli la ferita avvertì un forte bruciore, ma rimase impassibile, in fondo aveva subito trattamenti medici più dolorosi in passato.
“Mi dispiace di aver alzato la voce con te” si scusò Ben, Rey si limitò ad annuire e rimase concentrata sul proprio lavoro. Una volta pulita la ferita Rey usò dello spray di bacta [4] in modo che potesse rimarginarsi, applicò una medicazione e gli riabbassò la maglietta.
Per un attimo rimasero in silenzio, ma i pensieri di Rey erano tutt'altro che silenziosi perché Ben riusciva ad avvertire quanto fosse turbata per la loro piccola discussione.
“Mi dispiace aver reagito in quel modo, mi sono lasciata prendere dal panico” mormorò lei “Lo so che non dovrei usare quel potere alla leggera, ma ero preoccupata per te”
“Rey, tesoro, lo so che eri preoccupata, ma non mi piace che tu sia disposta a mettere in pericolo la tua vita per me” le disse accarezzandole la guancia “Non mi devi nulla, quel giorno ti ho salvata perché ti amo, non perché mi aspettassi che tu ti sdebitassi con me”
“Non lo faccio per sdebitarmi...ho soltanto paura di perderti di nuovo” gli confessò lei, Ben comprendeva come si sentisse perché anche lui provava quella stessa paura ogni volta che le succedeva qualcosa.
“Non mi perderai di nuovo” si azzardò a prometterle, era qualcosa che andava al di là del suo controllo, ma avrebbe fatto del suo meglio per mantenere quella promessa e non abbandonarla di nuovo. In risposta Rey gli posò una mano sulla guancia – incurante che fosse sporca di sangue dopo avergli ripulito la ferita – e si sporse in avanti per baciarlo delicatamente.

 

Spazio Autrice:
Scusate se ci ho messo del solito, ma la tecnologia mi si sta rivoltando contro e mi ha rallentata un bel po'.
Non è una missione se qualcuno non si fa male, questa volta è toccato un po' tutti – chi più e chi meno – senza esclusione di colpi.

Note:

[1] Gli skinwolf sono dei grossi lupi senza pelo, la loro pelle è così spessa che non presenta alcun punto debole e sono suscettibili ai colpi dei blaster. Si muovono sempre in branco e le loro zampe lunghe gli permettono di essere agili e molto veloci.
[2] Moltissimo tempo prima dei prequel Mustafar era un pianeta rigoglioso, ma un'abitante – Lady Corvax – rubò ed utilizzò un artefatto che destabilizzò l'orbita del pianeta, trasformandolo nel mondo lavico che tutti conosciamo.
[3] Chi ha visto The Mandalorian sicuramente ricorderà questi simpaticoni praticamente indistruttibili, sono dei droidi sperimentali privi di di armi utilizzati da Moff Gideon per rapire Grogu (Baby Yoda) e nel finale di stagione Luke li affronta da solo distruggendoli tutti.
[4] Lo spray di bacta fa la sua apparizione in The Mandalorian, il bacta è una sostanza che viene utilizzata per trattare bruciature e ferite.

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Capitolo 17
*** Capitolo 15 ***























 





Nel giro di pochi giorni l'inverno si era fatto ancora più rigido di quanto non fosse già, con bufere in piena regola e occasionali cali di energia in tutti gli edifici dell'insediamento. Quei cali erano dovuti principalmente alle raffiche di vento che scuotevano o congelavano i cavi dell'energia elettrica, perciò l'estrazione della grande quantità di dati copiati dal laboratorio stava richiedendo più tempo del previsto, dovuto anche al fatto che la tecnologia fosse vecchia di almeno trent'anni.
R2 era riuscito a scaricare terabyte di file di ogni genere, a partire da semplici ricerche scientifiche, tuttavia c'erano parecchi file criptati e protetti da password. Non era un problema decifrare le password, tra i ranghi della Resistenza c'erano alcune menti brillanti che sapevano il fatto loro per quanto riguardava l'informatica e, in più, potevano sempre contare sull'aiuto dei droidi. La parte più difficile era decriptare la restante parte dei file, richiedeva più tempo e i cali di energia non aiutavano di certo perché ogni volta dovevano ricominciare l'intero processo da capo.
In un certo senso la Resistenza si trovava nella stessa identica situazione di pochi mesi prima, nonostante avessero risorse e mezzi di cui non disponevano in precedenza, in cui le uniche vittorie che potevano ottenere era far saltare in aria depositi o strutture. Ma tutti sapevano che non fosse abbastanza, l'espansione del Nuovo Impero era inarrestabile e si stava guadagnando il consenso pubblico – sia con false promesse che con il terrore –
Questo nuovo regime favoriva principalmente le classi più ricche e i nobili, che sostenevano la causa finanziando ricerche, cantieri navali e investivano nei territori dell'Orlo Esterno in cui stavano sorgendo nuovi cantieri, nuove raffinerie, miniere e fabbriche. Era ormai chiaro che la priorità del Nuovo Impero fosse ricostruire una flotta ed era compito della Resistenza impedire che ciò avvenisse, al momento tutto ciò che aveva il nemico erano squadriglie di TIE, lo Star Destroyer dotato dell'arma distruggi-pianeta e un paio di incrociatori leggeri, che venivano posti come blocco in alcuni sistemi.
Se prima il Nuovo Impero si era dimostrato indifferente nei confronti della Resistenza, dopo il loro furto di dati li aveva pubblicamente additati come criminali e, pertanto, chiunque li avesse aiutati, offerto rifugio a ribelli o simpatizzato per loro sarebbe stato severamente punito. E per incentivare tutto questo, chiunque avesse avuto informazioni sui ribelli o li avesse consegnati alle autorità sarebbe stato ricompensato generosamente. Questo complicava ulteriormente le cose, adesso dovevano essere più cauti di quanto non fossero già, soprattutto per quanto riguardava i viaggi a Takodana per rifornirsi da Maz Kanata, di cui non avevano notizie da giorni. Solitamente Maz inviava loro una trasmissione ogni due settimane standard per accordarsi sui rifornimenti e sul momento in cui fosse più sicuro viaggiare, ma le due settimane erano trascorse e lei non si era ancora fatta viva.
Poe aveva suggerito di attendere ancora qualche giorno prima di andare a controllare personalmente cosa le fosse capitato poiché temeva potesse essere una trappola per attirarli allo scoperto, perciò gli informatici avevano cominciato a lavorare sui dati recuperati. Inoltre il Consiglio aveva preso la decisione di sospendere ogni missione e vietare a chiunque di lasciare la base fino a nuovo ordine, dal momento che avevano praticamente una taglia sulle proprie teste, poiché ritenevano opportuno mantenere un profilo basso almeno per un po' e accertarsi che ci fosse ancora qualcuno di cui potessero fidarsi sparso in giro.
Paradossalmente quei giorni di tensione e incertezza erano stati gli unici in grado di offrire un po' di normalità ai membri della Resistenza, che sapevano di non dover sprecare un'occasione come quella. Se c'era una cosa che tutti sapevano era che bisognava far tesoro di ogni istante trascorso con le persone a cui si voleva bene, in una situazione come quella nulla era certo e ne avevano avuto l'ennesima dimostrazione con le perdite subite durante la ricognizione di Parnassos.


 

Quella mattina Rey fu svegliata da una serie di baci delicati sul collo, che man mano scesero sulla spalla e lungo il braccio il scoperto, e lei non poté fare a meno di sorridere. Sotto le coperte calde Ben le teneva ancora un braccio intorno la vita, stringendola in un caldo abbraccio, ma ciò non le impedì di voltarsi verso di lui.
“Buongiorno anche a te” gli sussurrò con voce assonnata, di rimando lui le rivolse un sorriso e poi le diede un bacio sulle labbra, Rey ricambiò quel bacio con dolcezza posando una mano sulla guancia di Ben.
Risvegli come quello non erano così frequenti, ma la sera prima Chewbecca aveva deciso – in maniera neppure troppo velata – di conceder loro un po' di privacy annunciando che avrebbe trascorso la serata da Lando per giocare a sabacc [1] e che si sarebbe fermato da lui per la notte. Sulle prime Rey si era sentita lievemente in imbarazzo, un imbarazzo che aveva notato anche da parte di Ben, ma alla fine ci avevano scherzato su per la “discrezione” del wookie.
“A cosa devo tutte queste attenzioni?” gli chiese sarcastica quando si staccarono, a Rey piacevano quelle attenzioni, dopo un'intera vita trascorsa senza mai ricevere alcun gesto d'affetto e priva d'amore adesso non riusciva a farne a meno. Ben le rivolse uno sguardo trasognato, ogni volta che la guardava in quel modo la faceva sentire la persona più amata della galassia, e le scostò una ciocca di capelli dal viso sistemandogliela dietro l'orecchio.
“Sono soltanto felice” le confessò, sentirgli pronunciare quelle parole le riempì il cuore di gioia e non c'era sensazione più bella del rendere felice chi si amava.
“Anch'io lo sono” confessò Rey a sua volta e rivolgendogli un sorriso, nonostante tutto quei rari attimi di serenità la rendevano davvero felice e ogni preoccupazione sembrava svanire “Tu mi rendi felice” precisò, anche se Ben ne era perfettamente consapevole.
“Non credevo ne sarei mai stato capace” talvolta Rey percepiva ancora dell'insicurezza da parte sua, tuttavia non riguardava l'amore che provava per lei, ma quella parte di lui che ancora credeva di poter rovinare tutto tra loro un'altra volta.
“Beh, ti sbagliavi” ironizzò lei prima di baciarlo, lui ricambiò quel bacio e lo approfondì poco a poco, schiudendole le labbra con le proprie. In momenti come quello era facile lasciarsi andare e trasportare dalle proprie emozioni, eppure allo stesso tempo Rey aveva il totale controllo di quelle emozioni, impedendogli di prendere il sopravvento.
“Lieto di essermi sbagliato” sussurrò Ben tra un bacio e l'altro, era difficile stabilire chi stesse baciando chi e nessuno dei due sembrava intenzionato a voler smettere, esattamente com'era successo la sera precedente. Rey passò una mano tra i capelli soffici di Ben mentre continuavano a scambiarsi baci e lui la strinse di più a sé, annullando quel minimo di distanza che c'era tra i loro corpi.
Sorprendentemente, però, fu proprio Ben a smettere di baciarla per primo.
“Qualcosa non va?” gli chiese lei, percependo incertezza da parte sua.
“No, ma c'è qualcosa che vorrei chiederti” ammise lui, qualunque cosa volesse chiederle era la fonte della sua incertezza, anche se non ne aveva alcun motivo perché con lei poteva essere completamente onesto.
“Chiedimela allora” lo incoraggiò Rey.
“Stavo pensando che potremmo condividere questa stanza, cosa ne pensi?” le chiese andando dritto al punto, quella domanda la colse un po' alla sprovvista, nonostante avessero già dormito insieme altre volte. Stavano insieme da poco più di due mesi, ma a Rey sembrava molto di più – anche grazie al legame che li univa – e se all'inizio aveva avuto la sensazione che stessero affrettando le cose adesso non si sentiva più in quel modo. Si erano presi i loro tempi, procedendo a piccoli passi e se erano arrivati a quel punto della loro relazione era perché entrambi erano sicuri di ciò che volevano, per la prima volta in vita sua Rey aveva una certezza.
“Penso che mi piacerebbe svegliarmi ogni giorno con te al mio fianco” gli rispose lei rivolgendogli un sorriso, poi gli spostò il ciuffo che gli ricadeva sugli occhi e lo baciò dolcemente. Ben fece scorrere lentamente una mano lungo la sua schiena, accarezzandola e ricambiando quel bacio con altrettanta dolcezza. Ogni volta che la sfiorava in quel modo per Rey era come toccare un cavo scoperto che le dava una scossa, era la stessa sensazione che aveva provato quando gli aveva sfiorato la mano la prima volta sull'isola e a distanza di un anno le faceva provare ancora quella sensazione.
Quando Rey si ritrasse vide che anche Ben stava sorridendo, lo stesso sorriso che le aveva rivolto dopo il loro primo bacio e che lei adorava più di ogni altra cosa. In un periodo come quello stava attraversando la galassia Rey voleva far tesoro di quegli attimi di felicità, ogni istante poteva essere l'ultimo e questo l'aveva imparato a proprie spese, perciò questa volta non voleva aver alcun rimpianto e concedersi di essere felice, di amare e trascorrere del tempo con le persone a cui teneva.
“Lo so a cosa stai pensando” le disse Ben “Ma supereremo anche questa, finché ci batteremo per un futuro migliore ci sarà sempre una speranza” in quel momento le ricordò tanto Leia, anche nell'attimo più buio Leia non aveva mai perso la speranza e li aveva sempre incoraggiati ad andare avanti. Ben aveva molti tratti in comune con suo padre, ma in lui c'era anche qualcosa di sua madre che aveva tentato di seppellire a fondo durante il tempo trascorso al servizio di Snoke e che lei aveva intravisto.
“Adesso parli proprio come un vero ribelle” scherzò lei “E sono sicura che i tuoi genitori sarebbero orgogliosi di te” aggiunse con più serietà, Rey aveva avuto modo di conoscere meglio Leia rispetto ad Han, ma in cuor suo sapeva che entrambi sarebbero stati fieri delle scelte che stava facendo.
“Come fai ad esserne sicura? Li ho delusi così tanto” le disse Ben con una nota di tristezza nel suo tono di voce.
“Perché anche loro credevano in te” lo rassicurò lei “E sappi che anch'io sono orgogliosa di te”avrebbe voluto dirglielo già da un po', ma non era riuscita a trovare il momento più adatto per farlo, era orgogliosa che Ben fosse riuscito a trovare la forza di volontà necessaria per salvarsi, per essersi precipitato su Exegol armato nient'altro che di blaster soltanto per lei e per aver scelto di rimediare ai propri errori unendosi alla Resistenza. All'inizio era stata una condizione posta da Poe per il suo ritorno, adesso Rey vedeva chiaramente che Ben non fosse lì soltanto per quella condizione, ma perché aveva cominciato a credere davvero in ciò che stavano facendo e ciò non poteva che renderla orgogliosa.
Per quanto a Rey sarebbe piaciuto trascorrere il resto della mattina in camera loro tra baci e carezze, sapeva che fossero già in ritardo per la colazione e la lezione a seguire. Quella era l'unica attività che rendeva quei giorni di stallo meno noiosi, inoltre Rey aveva scoperto che le piaceva insegnare e poco a poco si stava affezionando a quei ragazzi.
Come ogni mattina usò il bagno per prima, ormai abituatasi all'idea che con l'incalzare del gelo l'acqua fosse a malapena tiepida a causa dei tubi congelati. Tuttavia Rey non se ne lamentava perché era pur sempre un lusso e una comodità, il solo fatto di avere un tetto sopra la testa, cibo e un letto caldo in cui dormire la faceva sentire estremamente fortunata. Lei più di tutti aveva vissuto in prima persona la miseria, il dover sopravvivere giorno per giorno e purtroppo aveva anche constatato che non tutti riuscissero ad andare avanti a lungo in quel modo.
Per un futuro migliore si augurava che nessuno più patisse la fame o fosse abbandonato a se stesso, il Nuovo Impero sotto un certo punto di vista stava in parte offrendo una soluzione al problema, ma a quale costo? Gli abitanti dei pianeti su cui stavano sorgendo impianti, fonderie e altre strutture si sarebbero ridotti a schiavi, sfruttati fino allo stremo e probabilmente sottopagati in cambio della propria vita.
Una volta che Rey si fu lavata e vestita, con un semplice maglione blu a collo alto, dei pantaloni bianchi e i soliti stivali, rassettò la camera mentre Ben era in bagno. Ogni giorno ognuno metteva in ordine la propria camera e a turno si occupavano della pulizia del bagno e della cucina, che veniva usata occasionalmente per preparare le bevande calde. Persino Chewbecca contribuiva alle pulizie, premurandosi di spazzar via dalle sedie o dal bagno il pelo che perdeva.
Fortunatamente quel giorno, pur essendo nuvoloso, non stava nevicando e il vento non era così forte come nei giorni precedenti, in cui era anche saltata la corrente in più occasioni. Il clima su Oshira era imprevedibile, ma chi si era stabilito lì l'anno prima sembrava non farci caso e non appena si verificava un calo di energia i generatori d'emergenza venivano attivati prontamente.
Anche Rey stava cominciando a farci l'abitudine, tuttavia le mancava la giungla rigogliosa di Ajan Kloss, le mancava udire il canto degli uccelli, le mancava recarsi nel suo angolino segreto e le mancava persino l'umidità dovuta al caldo. Era la prima volta che provava nostalgia per un luogo che, a dirla tutta, non aveva mai sentito come casa propria, sebbene fosse stata la cosa più vicina a una casa vera che avesse mai avuto fino a quel momento.
Lei e Ben si stavano dirigendo alla mensa per la colazione, nonostante le attività in quei giorni fossero pressoché inesistenti c'erano ribelli che passeggiavano, approfittando delle condizioni meteorologiche più stabili. Degli schiamazzi e risate provenienti dal retro di alcune abitazioni catturarono l'attenzione di Rey, raramente aveva udito ridere così tanto da quando si erano stabiliti lì, anche se non mancavano i momenti in cui si scherzava e le battutine quotidiane.
Incuriosita da quel baccano si allontanò per andare a dare un'occhiata.
"Dove stai andando?" le chiese Ben incuriosito dalla sua repentina deviazione.
"A vedere cosa sta succedendo di così divertente" dichiarò lei "Vieni anche tu?" lo invitò Rey porgendogli la mano.


 

Una battaglia di palle di neve era l'ultima cosa a cui Ben si aspettava di assistere in un insediamento ribelle, i partecipanti altri non erano che alcuni dei ragazzi più piccoli che lui e Rey stavano addestrando.
In totale c'erano otto dei loro allievi, inclusi gli unici due bambini, che si stavano lanciando palle di neve tra quattro abitazioni.
"Hai una pessima mira!" sentì esclamare a Ellé, che si riparò dietro un'abitazione per evitare una palla di neve lanciata da Kai, nascosto dalla parte opposta, ma anche quel colpo non andò a segno e colpì un lampione posto tra un edificio e l'altro.
“Visto? Avevo ragione!” rise la ragazzina, alle sue risate si unirono quelle di Wan e Anja, che fecero capolino dal retro dell'abitazione accanto.
“Oh piantala!” ribatté Kai seccato.
“Non ha tutti i torti” intervenne Vys, il più grande del gruppo di Jedha, nascosto insieme ai due bambini.
Ben non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata a quella scena, non rammentava neppure l'ultima volta in cui aveva visto dei bambini giocare né quando fosse stata l'ultima volta in cui lui avesse giocato in compagnia d'altri bambini. Ben era sempre stato solitario fin da piccolo a causa dei suoi problemi nel controllare la Forza e per questo non aveva mai avuto degli amici, nelle rare volte in cui era in compagnia di suoi coetanei tendeva ad isolarsi per timore di poter fare loro del male.
Vedere quei ragazzini ridere e divertirsi lo mise ancora più di buon umore, era bello vedere che dopo tutto quello che avevano vissuto finalmente potessero avere l'opportunità di essere spensierati e fare qualcosa di più adatto alla loro età. Meritavano una vita serena, di ricongiungersi alle proprie famiglie e crescere in una galassia sicura, Ben non aveva avuto quest'opportunità, così come non l'aveva avuta Rey e molti altri ribelli. Credeva davvero in ciò che aveva detto a Rey, la speranza non sarebbe mai morta se loro avessero continuato a battersi per rendere la galassia un posto migiore per loro e le generazioni a venire.
Dal retro di un'abitazione alla sua destra Tya fece capolino e lanciò una palla contro Vys, colpendolo in pieno viso e facendo scoppiare tutti a ridere, inclusi Ben e Rey. Soltanto in quel momento il gruppetto notò la loro la presenza e uscì allo scoperto.
“Dov'eravate finiti?” chiese Ellé con curiosità “Vi abbiamo aspettati in mensa per un po'” in effetti quella mattina lui e Rey se l'erano presa con comodo, principalmente a causa sua perché non aveva voluto sprecare quel tempo soltanto per loro due, il che non capitava spesso. Era grato a Chewbecca per la sua comprensione e per aver concesso loro un po' d'intimità, non che la sua presenza non fosse gradita, anzi era contento di poter recuperare il tempo perduto con il wookie, ma ogni tanto sia lui che Rey avevano bisogno di stare da soli.
“Ehm...ci siamo svegliati tardi” rispose prontamente Rey, anche se a Ben non sfuggì il fatto che stesse arrossendo.
“Volete giocare anche voi?” intervenne Anja, lo sguardo colmo di aspettativa che stava rivolgendo ad entrambi rendeva difficile dirle di no.
“Possiamo dividerci in due squadre!” esclamò Wan, chiaramente entusiasta all'idea, e, per quanto quella richiesta gli sembrasse assurda, Ben non voleva deludere i bambini rifiutando. Quand'era diventato così accondiscendente? Fino a qualche mese prima non si sarebbe fatto convincere così facilmente in nessuna circostanza, ma del resto fino a qualche mese prima neppure immaginava che avrebbe scelto la via della redenzione o che avrebbe avuto una relazione con Rey.
“Immagino che il lavoro di squadra conti come addestramento, non trovi anche tu?” chiese a Rey, per un giorno avrebbero anche potuto fare a meno delle lezioni e lasciare che i ragazzi si divertissero, occasioni come quella erano più uniche che rare.
“Sono d'accordo con te, maestro Solorispose Rey ridacchiando, perfettamente consapevole che a lui non piacesse essere chiamato in quel modo né da lei né dagli allievi, ma a lei piaceva punzecchiarlo.
“Io voglio stare nella squadra di Rey!” esclamò Tya.
Essendo in otto si suddivisero in due squadre da quattro, sia Wan che Anja scelsero la squadra di Ben, seguiti da Kai, mentre Tya, Ellé e Vys si schierarono dalla parte di Rey. La prima squadra scelse le abitazioni sulla sinistra come riparo, la seconda quelle sulla destra e stabilirono un'unica regola per evitare che qualcuno barasse: era vietato servirsi della Forza per anticipare i lanci degli avversari.
La squadra che avrebbe colpito più volte gli avversari avrebbe vinto, per ravvivare la competizione i ragazzi suggerirono di mettere qualcosa in palio e qualcuno aveva persino proposto di far provare le spade laser ai vincitori. Nello stesso momento sia Ben che Rey avevano esclamato un “no” deciso, quelle armi non erano giocattoli e sarebbe stato da irresponsabili lasciare che ragazzi con poco addestramento giocassero a fare i Jedi.
Alla fine giunsero a una soluzione più fattibile, i vincitori avrebbero potuto saltare le lezioni per quattro giorni e nessuno ebbe nulla da dire in contrario.
“Hai una buona mira?” chiese Wan curioso, che aveva scelto di nascondersi con Ben.
“Abbastanza” ripose con modestia, sparare con un blaster era un conto, lanciare palle di neve un altro e Ben non aveva mai fatto un gioco simile “E tu?”
“No, ma Kai ha una mira peggiore” replicò il bambino “Perderemo, vero?”
“Non necessariamente, cerca solo di non farti colpire e lancia quando te lo dico io”
“D'accordo!”
Sulle prime la squadra di Ben si trovò in svantaggio, Wan non stava scherzando quando gli aveva detto che Kai aveva una pessima mira ed era il bersaglio preferito di Tya. Anja invece era veloce e riusciva sempre a nascondersi in tempo per evitare le palle di neve lanciate da Ellé ed era l'unica che riuscisse a colpire chiunque gli capitasse a tiro, senza farsi troppi scrupoli.
Rey invece evitava sempre di colpire i due più piccoli, perciò si divertiva a cercare di colpire Ben, fallendo il più delle volte perché non aveva mai avuto un'ottima mira, ma se l'avesse avuta Ben sarebbe morto in quella foresta su Takodana l'anno prima.
“Tutto qui quello che sai fare?” la prese in giro lui prima di lanciarle una palla di neve, che la colpì al braccio.
“O forse ti sto concedendo un vantaggio” ribatté lei “Sai, per non umiliarti” aggiunse ironica.
“Stai barando!” urlò Tya alle spalle di Rey, entrambi si voltarono e videro il destinatario di tale accusa era Kai, che le aveva appena lanciato contro due palle di neve e sorprendentemente aveva colpito l'avversaria.
“Hey, nessuno aveva stabilito alcuna regola su quante palle lanciare!” protestò il ragazzo.

“Non mi riferisco solo a quello, lo sappiamo tutti che hai una mira schifosa”
“Ho avuto soltanto fortuna” si giustificò Kai, Ben approfittò del fatot che Rey fosse distratta ad osservare quel piccolo battibecco per raccogliere altra neve e farne una palla da lanciarle alle spalle. Nonostante Ben avesse una buona mira la palla la colpì alla testa, riempiendole i capelli di neve e facendola voltare di scatto, la sua espressione indignata era così buffa che lui non riuscì a trattenere una risata.
“Ben!” esclamò Rey “Sei proprio una canaglia!” forse lei non lo sapeva, ma quello era esattamente lo stesso “insulto” che sua madre aveva rivolto a suo padre ogni volta che lui ne combinava una delle sue.
“Dimentichi con chi hai a che fare tesoro” le rispose con sarcasmo, questa volta furono loro oggetto dell'attenzione dei ragazzi, che si soffermarono a guardare la scena.
“Oh, non lo dimentico” ribatté lei, soltanto un secondo dopo si rese conto che Rey stesse guardando alle sue spalle e quando si voltò fu colpito da una palla lanciata da Ellé. La ragazzina era stata così scaltra da approfittare della sua distrazione per coglierlo alle spalle e tutti scoppiarono a ridere per come si fosse ribaltata la situazione.
“Adesso siamo pari!” lo prese in giro Rey.
“Ti odio quando fai così” la prese in giro a sua volta, in nessuna circostanza avrebbe mai potuto odiare Rey, neppure quando lei l'aveva quasi ucciso era riuscito ad odiarla perché l'amava più di ogni altra cosa.
“Fate pace con un bacio!” s'intromise Anja “È così che fanno i grandi che si vogliono bene” Ben non si era mai sentito così tanto in imbarazzo come in quel momento e percepì lo stesso imbarazzo da parte di Rey.
“Anja!”la rimproverò Vys “Chi ti ha insegnato queste cose?”
“L'ho visto per le strade di Jedha, quando due persone si vogliono bene si baciano sulla bocca!” affermò la bambina, Ben si augurò vivamente che quella fosse l'unica cosa a cui avesse assistito e non avesse visto rapine o omicidi.
“Hai ragione, sai?” disse Rey inginocchiandosi nella neve per posarle entrambe le mani sulle spalle minute “Io e Ben ci vogliamo tanto bene, ma preferiamo non fare queste cose davanti agli altri e stavamo solo scherzando” le spiegò con dolcezza, era davvero brava con i più piccoli e sapeva sempre come spiegare con semplicità qualunque cosa.
Dei beep acuti e concitati catturarono l'attenzione di tutti e BB-8 sbucò dal vialetto principale.
“Hey e tu che ci fai qui?” chiese Ben abbassando lo sguardo sul droide, BB-8 emise un'altra serie di beep acuti e che Ben tradusse come “Sbrigatevi, Poe ha riunito tutti!”
“Cos'ha detto il droide?” chiese Kai curioso.
“Dice che Poe ha indetto una riunione” lo informò Ben, tuttavia per quel giorno non era prevista alcuna riunione e perciò ne dedusse che fosse successo qualcosa.
“Mi dispiace ragazzi, ma dobbiamo proprio andare adesso” intervenne Rey, rialzandosi e ripulendosi i pantaloni dalla neve.
“Nessun problema” disse Tya.
Alla riunione erano presenti tutti i ribelli, la saletta al piano inferiore del quartier generale era abbastanza grande, ma non per ospitare tutte quelle persone e quindi dovettero stringersi. Poe e Finn stavano in piedi davanti all'olo-proiettore spento, molti avevano avuto la fortuna di trovare un posto a sedere mentre gli altri – inclusi Ben e Rey – stavano in piedi.
“Ci scusiamo per avervi convocati con così poco preavviso” esordì Finn “Abbiamo ricevuto soltanto qualche minuto fa un importante messaggio da parte di Maz Kanata e riteniamo che tutti dobbiate vederlo” per settimane non avevano avuto notizie di Maz, una parte di Ben aveva persino temuto il peggio per l'amica dei suoi genitori, ma adesso sapeva che fosse ancora viva e si sentì sollevato per questo.
Poe premette un pulsante dell'olo-proiettore e la figura minuta di Maz si materializzò alle sue spalle, Ben non l'aveva mai vista di persona, ma suo padre ogni tanto parlava di lei ed era esattamente come la descriveva.

Ragazzi miei, mi dispiace non aver dato mie notizie in queste settimane, ma qui le cose si sono complicate un po' e vi sto mandando questo messaggio attraverso un canale criptato. Quegli snob del Nuovo Impero si sono stabiliti qui per assumere il controllo del commercio e hanno arrestato la maggior parte dei contrabbandieri, non è più sicuro per voi venire a rifornirvi qui, ma non ho intenzione di abbandonarvi.
Mi hanno concesso di gestire il mio castello, mandando avanti gli affari da loro ritenuti legali e trasporare merci solo con le loro navi, la soluzione che vi offro non vi piacerà, ma è l'unica scelta che abbiamo. Vi informerò attraverso questo canale quando avverrà l'esportazione di cibo e rifornimento medico, indicandovi la destinazione e sarà compito vostro intercettare quei trasporti per abbordarli e prelevare ciò di cui avete bisogno. Vorrei poter fare di più e non mettervi in pericolo più del dovuto, il primo carico lascerà Takodana tra cinque giorni ed è diretto a Corellia, a voi la scelta.
Che la Forza sia con voi”

L'ologramma svanì e Poe spense il dispositivo, dei mormorii si levarono tra i presenti, ondate di sgomento, sconforto e confusione investirono la sala.
“Ci ha appena suggerito di diventare pirati come lei!” protestò un pilota.
“Noi siamo combattenti per la libertà, non pirati o contrabbandieri!” concordò un'altra dei piloti.
“È una follia!” esclamò uno dei tecnici.
“Calmatevi!” urlò Poe visibilmente stizzito “So perfettamente cosa siamo, ma avete sentito anche voi, il Nuovo Impero ci ha appena tagliato fuori dall'unica fonte di rifornimento che abbiamo. Qualcuno ha un'idea migliore per caso?” improvvisamente calò il silenzio, ovviamente nessuno aveva un'alternativa al momento e perciò nessuno poté replicare. L'offerta di Maz era rischiosa, non soltanto per loro ma anche per lei, purtroppo, però, non avevano altre opzioni più sicure e Poe sembrava più che intenzionato ad accettare.

 



Spazio Autrice:

Mi dispiace se questo capitolo vi abbia fatto salire il diabete, ma sapete come si dice, no? La famosa “quiete prima della tempesta” e volevo dare un minimo di tregua ai protagonisti.

 

Note:

[1] Il sabacc è un gioco di carte di cui esistono numerose versioni e proprio grazie ad una partita a sabacc Han ha vinto il Millenium Falcon da Lando (come ci viene mostrato in Solo: A Star Wars Story)

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 16 ***























 





 

La Ghost [1] era ferma da quelle che sembravano ore nei pressi dell'anello di Kafrene [2] – situato nella fascia di asteroidi da cui predeva il nome – in attesa di tendere un'imboscata al trasporto da commercio Imperiale.
Il piano d'azione era stato discusso a lungo il giorno precedente da Poe e dai quattro volontari che si erano fatti avanti per quella missione, ognuno dei quali aveva suggerito strategie diverse. Appostarsi nei pressi del castello di Maz – o anche solo entrare nell'atmosfera di Takodana – era da escludere, nessuno poteva atterrare sul pianeta o lasciarlo senza superare il blocco che era stato imposto. L'unico modo per poterlo fare era procurarsi i codici, che cambiavano a intervalli regolari di circa mezz'ora, e che neppure Maz avrebbe potuto procurare senza farsi scoprire. Il solo fatto che li contattasse quando era necessario costituiva già un enorme rischio per lei e stava facendo più di quanto loro gli avessero mai chiesto, perciò quell'opzione fu scartata da tutti.
Distruggere il blocco o tentare di forzarlo sarebbe stato un suicidio in piena regola, oltre che da irresponsabili, e se anche l'impresa fosse riuscita c'era una buona probabilità di essere catturati non appena avessero messo piede sulla superficie del pianeta. E cosa sarebbe successo agli abitanti di Takodana in quel caso? Sarebbero stati accusati di sostenere segretamente la Resistenza e condannati per qualcosa di cui non erano nemmeno a conoscenza. Quando Poe aveva bocciato anche quel piano i presenti erano rimasti abbastanza interdetti – incluso Ben – poiché il generale era noto per i suoi piani avventati, ma da quando aveva preso il posto di Leia era diventato più responsabile e faceva tutto ciò che era in suo potere per prevenire ulteriori perdite dopo la battaglia di Exegol.
Dovevano pensare a qualcosa di diverso, perciò avevano ricontrollato un paio di volte la rotta stabilita ed era stato così che Ben aveva suggerito di tendere un'imboscata. Il trasporto sarebbe partito da Takodana, ma prima di raggiungere Corellia avrebbe fatto tappa all'anello di Kafrene per prelevare il coassio [3], un combustibile estremamente costoso quanto pericoloso che si trovava soltanto in mercati come quello o tra le mani di sindacati criminali. Quella era l'occasione migliore per intercettare il trasporto e abbordarlo senza troppe difficoltà, una volta lasciato l'Orlo Esterno il rischio di essere scoperti e catturati sarebbe aumentato esponenzialmente perché Corellia si trovava proprio tra i sistemi del Nucleo, un territorio ormai completamente sotto il controllo del Nuovo Impero e fedele ad esso.
La scelta, quindi, era tra il rischio di farsi catturare o mescolarsi tra contrabbandieri, delinquenti e altri soggetti poco raccomandabili che si aggiravano nella Fascia di Kafrene, ragion per cui tutti avevano occolto – ovviamente – il suggerimento di Ben. Poe aveva commentato con ironia dicendogli che la sua idea fosse degna di quella di un vero contrabbandiere e Ben non aveva potuto fare a meno di pensare a suo padre, cosa che gli stava capitando sempre più spesso. In quell'ultimo anno aveva pensato ogni giorno ad Han, al momento orrendo in cui aveva posto fine alla sua vita, ma da quando era tornato si era ritrovato a pensare ai pochi bei momenti trascorsi con lui e alle storie che gli raccontava in quelle occasioni. Se avesse avuto il coraggio di fare la scelta giusta quando ne aveva avuto la possibilità forse avrebbe preso parte a quelle missioni in compagnia di suo padre e Chewbecca, come sognava di fare da bambino. Un sogno infantile che in parte si era realizzato, dal momento che Chewbecca era uno dei volontari per quella missione, e per cui Ben era infinitamente grato.
Gli altri due volontari erano Jacen e un lasat [4] di mezza età di nome Rysi Thuk, che si occupava spesso di lavori pesante alla base poiché i lasat erano noti per la loro forza e di tanto in tanto svolgeva la mansione di addetto alle comunicazioni. La sua presenza avrebbe fornito loro un vantaggio non da poco, Rysi era abile con le apparecchiature di comunicazione e perciò era anche piuttosto bravo nel creare interferenze radio o disturbare le comunicazioni, cosa che gli aveva fatto guadagnare un posto nell'equipaggio con cui era arrivato ad Ajan Kloss circa due mesi prima.
Anche Poe aveva deciso di prendere parte a quella missione, nonostante ricoprisse il ruolo di generale continuava a prendere parte a operazioni sul campo e Ben nutriva un grande rispetto nei suoi confronti per questa scelta, dimostrando di non essere un codardo come alcuni generali del Primo Ordine con cui aveva avuto a che fare. Non era soltanto una posizione di potere e da cui dare semplicemente ordini senza muovere un dito – per poi prendersi ogni merito – ma era la responsabilità di guidare gli altri, prendere decisioni giuste ed essere disposti anche ad agire in prima persona.
Una volta delineato un piano d'azione avevano cominciato a valutare quale nave prendere, escludendo a priori il Millenium Falcon perché era la nave più riconoscibile della galassia, e Jacen aveva proposto la Ghost. Nel corso degli anni aveva preso parte a numerose battaglie, tra cui quella di Exegol, e possedeva ben quattro stive, oltre a essere ben equipaggiata e in grado di eludere alcuni sensori utilizzati per il rilevamento di navi, grazie a delle modifiche illegali che consentivano alla nave di mandare in tilt i sensori replicando gli effetti delle radiazioni cosmiche.
Se tutto fosse andato secondo il piano – cosa di cui Ben dubitava leggermente – non sarebbero dovuti ricorrere a un tale espediente per una fuga improvvisa, ma era sempre meglio essere prudenti e perciò avevano optato proprio per la Ghost come mezzo di trasporto.

***

La Ghost aveva lasciato la base con un po' d'anticipo rispetto all'orario di partenza del trasporto Imperiale da Takodana, le pattuglie di caccia TIE si erano intensificate nell'Orlo Centrale e perciò la soluzione più prudente per la Resistenza era viaggiare nelle fasce orarie in cui la sicurezza fosse al minimo. Restare in un settore quasi del tutto controllato dal Nuovo Impero stava diventando ogni giorno più rischioso ed era solo una questione di tempo prima che li trovassero, tuttavia quello non era il momento adatto per pensarci.
Le modifiche apportate alla nave avevano garantito un viaggio sicuro, permettendo al gruppo di eludere le poche squadriglie di TIE presenti nel settore ed evitare di ingaggiare uno scontro diretto. Erano giunti in prossimità dello spazioporto dell'anello di Kafrene, ma attraccare e restare lì in attesa avrebbe attirato l'attenzione, in un posto del genere tutti sospettavano di tutti e il fatto che fossero in affari con il Nuovo Impero non giocava a loro favore. L'avidità era più efficace del terrore in certi casi, se qualcuno avesse intuito che fossero membri della Resistenza – o li avesse riconosciuti – non avrebbe di certo esitato a consegnarli alle autorità e riscuotere la ricompensa.
La scelta più logica e sicura era nascondersi tra gli asteroidi più piccoli in prossimità della colonia mineraria e attendere che gli scanner rilevassero il trasporto Imperiale, a quel punto Rysi si sarebbe occupato di compromettere i canali di comunicazione del trasporto servendosi un disturbatore di frequenza miniaturizzato. L'equipaggio non avrebbe avuto modo di inviare richieste d'aiuto per almeno venti minuti, dal momento che quella tecnologia in formato ridotto era stata messa in circolo soltanto da qualche anno e aveva ancora dei limiti.
Ben non sapeva quanto tempo fosse trascorso da quando si erano appostati, ma doveva essere abbastanza per rendere i suoi compagni irrequieti, in particolar modo Poe, che occupava il sedile del co-pilota e continuava a tamburellare con le dita sullo schermo del navicomputer. Jacen, che occupava la postazione da pilota, non era da meno e aveva cominciato a rigirarsi tra le mani una catenina a cui era appesa una medaglietta dorata.
"Siamo sicuri di trovarci nel posto giusto?" chiese improvvisamente Rysi dal sedile posteriore, proprio dietro quello occupato da Jacen. Il lasat aveva già collegato il disturbatore di frequenza all'interfaccia della Ghost prima di partire e aveva trascorso gran parte del tempo in totale silenzio, limitandosi a commenti di circostanza e un paio d'insulti nella propria lingua rivolti al Nuovo Impero, o almeno era ciò che si augurava Ben.
"Più che sicuri, ho controllato la rotta almeno due volte" rispose Jacen.

"È il posto giusto, sono già stato qui altre volte" confermò Poe abbassando lo sguardo sullo schermo del navicomputer, quasi si vergognasse di quell'affermazione.
"Credevo che la Nuova Repubblica non facesse affari qui, è praticamente un mercato nero" commentò Jacen, che smise di giocherellare con la propria catenina.
"Non sono stato qui per conto della Nuova Repubblica...sono stato qui con la mia vecchia banda" ammise Poe "Vendevamo spezia [5] al miglior offerente" quella rivelazione fece calare un silenzio glaciale tra i presenti, Ben poté percepire sconcerto da parte loro e un profondo senso di vergogna da parte di Poe. Era chiaro che il generale non andasse fiero di quella parte del suo passato e capiva perfettamente come ci si sentisse, così come capiva che la Resistenza fosse stata una seconda occasione per ricominciare anche per Poe.
"Per fortuna non siamo qui per rivangare il passato" fu l'intervento inaspettato di Rysi.
Nello stesso istante il computer di bordo emise un suono acuto, cosa che accadeva soltanto quando i sensori rilevavano qualunque nave o mezzo nelle vicinanze e che era già successa due volte da quando si erano appostati.
"Ci siamo, il modello corrisponde a quello che ci ha indicato Maz" li informò Poe.


 



Soltanto pochi mesi prima Rey era del parere che non fosse all'altezza di poter addestrare chiunque e che non avrebbe mai addestrato una nuova generazione di Jedi, ma almeno sul primo punto si era sbagliata. Il fatto che non avesse mai completato il suo addestramento, alla vecchia maniera dei Jedi, non costituiva un ostacolo – come aveva erroneamente creduto – perché l'obiettivo che si erano prefissati sia lei che Ben era quello di dar vita a qualcosa di diverso. Per comprendere a pieno la Forza era necessario esplorarne ogni aspetto anziché limitarsi a studiarne soltanto alcuni, soltanto così chi se ne serviva avrebbe potuto padroneggiarla senza sbilanciarsi verso l'uno o l'altro estremo. Sia i Jedi che i Sith – e chiunque avesse provato a seguirne la scia – avevano commesso l'errore di focalizzarsi soltanto sugli aspetti che si allineavano con le rispettive filosofie, la Forza non aveva un Lato Chiaro o un Lato Oscuro, le persone invece sì ed era proprio quello a fare la differenza.
Rey l'aveva capito quando si era servita dei fulmini per liberare il passaggio che l'avrebbe condotta da Ben, di per sé, quindi, i fulmini generati dalla Forza non erano una manifestazione del Lato Oscuro o un'abilità usata utilizzata per far del male. Adesso capiva quale fosse stato l'errore commesso dalla prima Diade, anche loro avevano considerato la Forza come qualcosa suddiviso in due lati opposti, insegnandone i vari aspetti separatamente e per questo motivo i loro allievi avevano cominciato a propendere per l'uno o l'altro, dando vita ad altri ordini fino ad arrivare ai Jedi e ai Sith.
Questa volte le cose sarebbero andate diversamente, Rey aveva un buon presentimento a riguardo e aveva piena fiducia in ciò che stavano facendo lei e Ben con i loro allievi. Lo stesso non si poteva dire per la situazione politica in cui si trovava la galassia, da un punto di vista pratico non c'era alcuna guerra in atto e i sistemi – anche se in apparenza – si stavano unendo volontariamente al Nuovo Impero. A conti fatti la Resistenza appariva soltanto come un gruppo di estremisti che voleva salvare una galassia che non ne aveva alcun bisogno, ma che, anzi, voleva impedirne la ricostruzione.
Rey sapeva per esperienza che pur di sopravvivere le persone erano disposte a sacrificare la propria libertà o di farsi sfruttare, lei stessa l'aveva sperimentato quando viveva a Jakku, accontentandosi del minimo per andare avanti giorno dopo giorno. Comprendeva perché nessuno si ribellava o si univa alla Resistenza per contrastare l'ascesa del Nuovo Impero, che, per quanto potesse essere un governo rigido, offriva quantomeno una certezza a tutte quelle persone. Cos'aveva da offrire la Resistenza, invece? Potevano restituire libertà alla galassia, far ascoltare la voce di coloro che venivano oppressi, ma persino Rey sapeva che non era sufficiente per formare un governo, quello era un compito che spettava ai politici. I membri del Consiglio erano soltanto una minoranza, una decina di cariche politiche non avrebbero potuto creare un governo solido, se ne avessero avuto la facoltà e le risorse l'avrebbero già fatto quando il Primo Ordine aveva distrutto il cuore della Nuova Repubblica.
Probabilmente era la sua scarsa conoscenza in ambito politico, ma Rey aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di strano nel modo di agire del Consiglio, o meglio, nel non agire. Le uniche missioni approvate ormai erano di rifornimento e recupero di vecchi mezzi da rimettere a nuovo, ma a quale scopo? Inoltre non sembravano preoccuparsi più di tanto del fatto che non ci fosse più nessuno disposto a sostenere la causa – a parte Maz – e che fosse soltanto questione di tempo prima che li trovassero. L'unica cosa che si erano limitati a condividere con Finn e Poe, in quanto generali, era che avessero un piano e che dovessero avere fiducia, senza porre ulteriori domande. Il loro non agire era parte di quel piano o stavano soltanto temporeggiando? C'erano troppe incognite e troppe poche risposte.
Avere segreti sembrava essere la specialità che accomunava tutte le figure politiche, e non solo, cosa che inevitabilmente si sarebbe ritorta contro di loro e chi gli stava vicino. Era già successo nel caso di Leia, che aveva nascosto a tutti le sue vere origini e nel momento in cui la verità era venuta alla luce le era costato ogni cosa, incluso il suo stesso figlio. Era successo con Luke, che non aveva mai raccontato – neppure a sua sorella – cosa fosse successo davvero la notte in cui il tempio era bruciato e lasciando ricadere la colpa unicamente su Ben, cosa che aveva ulteriormente distrutto la loro famiglia. Era successo anche a lei, nascondendo persino a Leia il suo legame con Ben e negando a se stessa i sentimenti che provava per lui, se avesse detto la verità fin da subito le cose sarebbero andate diversamente.
Qualunque fosse il piano del Consiglio non era un buon segno il fatto che non volesse condividerne neppure i dettagli più basilari, forse era pura paranoia, ma Rey ormai aveva imparato a dare ascolto alle proprie sensazioni e, perciò, non riusciva a fidarsi ciecamente. Non era l'unica a pensarla in quella maniera, anche i suoi amici non erano del tutto convinti di quella linea di condotta, ma le uniche risposte che Poe o Finn avevano ottenuto erano state "Abbiate fiducia" e "Saprete tutto a tempo debito", il che era piuttosto vago.
Per il momento Rey aveva deciso di concentrarsi unicamente su ciò che sapeva e continuare a svolgere le proprie attività, suddividendo il proprio tempo tra le lezioni, gli allenamenti con la spada laser – quando le condizioni climatiche lo permettevano – e la traduzione dei testi Jedi, in particolare dell'Aionomica. Per comprendere a pieno il legame che la univa a Ben e quali fossero le capacità che gli conferiva, oltre a quelle di cui erano già a conoscenza, era il volume più indicato poiché conteneva informazioni di varia natura sulla Forza stessa.
Nel corso dei secoli alcune pratiche erano state proibite, come la cura tramite la Forza, altre semplicemente dimenticate e andate perdute insieme ai testi stessi, inoltre non erano tutte accessibili a ogni utilizzatore della Forza. C'erano abilità limitate solo ad alcune specie e persone, come la psicometria [6], che permetteva la "lettura" di oggetti inanimati. Non era esattamente il tipo di informazione che riguardava i legami, tuttavia era stata illuminante e Rey l'aveva trovata un ottimo spunto per una lezione pratica.
Era la prima volta che Rey si trovava a far lezione da sola, anche se forse sarebbe stato il caso di definirla un esperimento perché non sapeva neppure se fosse in grado di utilizzare la psicometria, che a differenza di molte altre abilità non poteva essere appresa con lo studio, e aveva deciso di scoprirlo insieme ai propri allievi. Non era una scelta usuale per una maestra, ma del resto lei adottava sempre metodi inusuali e spiegava i concetti in un modo tutt'altro che accademico, ed era dell'idea che apprendere insieme potesse essere più efficace.
Quel giorno le condizioni climatiche erano le peggiori, come accadeva sempre più di frequente, perciò tenere la lezione nel solito posto era fuori discussione e Rey aveva deciso di farla nel proprio alloggio. Non avevano bisogno di uno spazio ampio per ciò che dovevano fare, tutto ciò di cui c'era bisogno era soltanto qualche vecchio oggetto da cui richiamare l'eco impresso naturalmente nella Forza, ogni oggetto ne aveva uno, alcuni più lieve, altri più marcato.
Trovare qualcosa di adatto allo scopo della lezione non era così difficile, in casa c'erano ancora vecchie cose – come le tazze, le posate e l'arredamento stesso – appartenute ai precedenti inquilini. C'era, però, un fattore notevole da considerare, quegli oggetti erano stati toccati anche da loro e nei testi non era specificato che tipo di eco potesse richiamare chi ricorreva alla psicometria, se qualcuno di loro ci fosse riuscito cos'avrebbe visto o percepito?
Rey e i cinque allievi avevano preso posto nella piccola cucina, dal momento che c'erano soltanto quattro sedie sia Rey che Tya rimasero in piedi, lasciando il posto ai più piccoli. Ognuno di loro aveva già scelto un oggetto da esaminare – quattro tazze dal colore sbiadito, un bicchiere e un cucchiaio – ed erano rimasti in silenzio in attesa d'istruzioni.
"Cosa dobbiamo fare adesso?" chiese Wan, sventolando il cucchiaio a mezz'aria.
"Liberiamo la mente da ogni distrazione e lasciamo che la Forza ci guidi, un eco può manifestarsi attraverso un'immagine, un suono o entrambi" spiegò Rey, almeno su quell'aspetto il libro era stato chiaro ed era un fattore che variava a seconda dell'intensità dell'eco.
"Tutto qui?" chiese Vys con aria scettica, probabilmente aspettandosi qualcosa di più complicato.
"Tutto qui" confermò Rey "E ricordate, non tutti possiedono quest'abilità, se qualcuno di noi non dovesse riuscirci non significa essere incapaci o deboli" ci tenne a precisare, non voleva che i suoi allievi si scoraggiassero o che pensassero di aver fallito, anche se dai propri fallimenti c'era molto da imparare. Non era questo il caso però, non avere una capacità innata non era un fallimento né una mancanza, così come averla non rendeva né migliori né speciali.
"Ma allora perché non possiamo farlo tutti?" intervenne Ellé, la sua era davvero una domanda interessante, purtroppo Rey non aveva una risposta concreta perché era uno dei tanti misteri ancora irrisolti legati alla Forza.
"Non ne sono sicura, ma credo dipenda dal grado di connessione che si ha con la Forza" ammise Rey, forse un giorno qualcuno sarebbe stato in grado di fornire una spiegazione più approfondita in merito, al momento poteva soltanto formulare ipotesi basandosi su ciò che conosceva.
"Da grande sarò io a scoprirlo!" esclamò Wan entusiasta, un'affermazione che fece levare qualche lieve risata tra i suoi compagni e strappò un sorriso a Rey, rincuorata dal fatto che il bambino guardasse a un futuro migliore.
"Vuoi davvero passare la tua vita a studiare? Sembra piuttosto noioso" commentò Kai, la lezione mai cominciata stava prendendo una piega inaspettata, trasformandosi in una conversazione circa il futuro.
"Preferiresti trascorrerla a non far nulla?" replicò Tya sarcastica.
"Non ho detto questo" si giustificò l'altro "Tu cosa vorresti fare?"
"Non lo so ancora, ma voglio vedere posti nuovi" ammise la ragazza, Rey comprendeva come si sentiva, non era sempre una domanda facile a cui rispondere e nel loro caso era ancora più difficile.
A quei ragazzi era stata negata un'infanzia serena e normale, era stata negata la possibilità di vedere cosa ci fosse oltre le mura del centro di addestramento perché alcuni di loro non avevano ancora l'età per prestare servizio sul campo, e coloro che ne avevano avuto la possibilità avevano soltanto assistito a orrori. Da qualche parte, probabilmente, avevano ancora una famiglia di cui non avevano ricordo poiché – stando alla testimonianza di Lando – i bambini venivano rapiti quando avevano a malapena due anni. Era possibile ricondurli a casa, tra le braccia dei propri genitori, qualora l'avessero desiderato? Sembrava un'impresa impossibile e a cui, al momento, non era possibile dare la priorità.
"Un giorno potrete andare ovunque e diventare chi vorrete, anche se adesso sembra difficile" Rey non voleva dar loro false speranze o aspettative, ma credeva davvero in quelle parole, nonostante ci fossero dei momenti in cui la sua speranza vacillava.
"Tu e Ben ci vorrete sempre bene anche se andremo via?" chiese Wan con una nota di tristezza, quella domanda la colse un po' di sorpresa, pur essendo consapevole che sia lui che Anja si erano affezionati particolarmente a loro. Ogni tanto i più grandi del gruppo avevano bisogno di stare per conto proprio e svagarsi anziché badare ai bambini, perciò in quelle occasioni erano loro a farlo.
"Certo che ve ne vorremo" lo rassicurò Rey a nome di entrambi e scompigliandogli un po' i capelli con la mano con cui non stava reggendo la tazza, qualunque cosa riservasse il futuro lei avrebbe sempre avuto a cuore i suoi allievi.
"Perché sembra quasi un addio? Non stiamo per andare via e ci vorrà parecchio tempo prima che le cose tornino alla normalità" intervenne Vys, per avere soltanto diciassette anni si dimostrava molto maturo e si teneva sempre informato sulla situazione politica della galassia.
"Che ne dite se provassimo a mettere in pratica ciò che vi ho spiegato invece di pensare agli addii?" propose Rey, ottenendo un "sì" collettivo in risposta.
Nel momento in cui Rey strinse le proprie dita intorno alla tazza e chiuse gli occhi per concentrarsi accadde qualcosa di stranamente familiare, come quando aveva toccato per la prima volta la spada laser degli Skywalker e il pugnale di Ochi. Proprio come allora vide una breve sequenza di immagini in cui appariva una piccola twi'lek dalla pelle azzurra, la vide mentre raccontava ai genitori e ad un'altra twi'lek più piccola – anche lei dalla pelle azzurra – del pupazzo di neve che voleva realizzare. La scena mutò e Rey vide la piccola aiutare la madre – una twi'lek dalla carnagione verde – a lavare le tazze con cui avevano fatto colazione, facendo schizzare involontariamente l'acqua dappertutto e su sua madre, che si limitò a ridere.
La breve visione s'interruppe riportando Rey alla realtà, era più che sicura che quanto appena verificatosi fosse la stessa cosa che le era successa con la spada e il pugnale, per tutto quel tempo era stata ignara di possedere un'abilità poco diffusa e l'aveva persino utilizzata involontariamente.
"Ci sono riuscito!" l'esclamazione di Kai interruppe il silenzio che era calato nella stanza, facendo riaprire gli occhi a tutti e facendoli voltare verso di lui.
"Che cos'hai visto?" gli chiese Rey.
"Dicci cos'hai visto" disse Ellé nello stesso momento.
"Una famiglia riunita per cena, stavano ridendo ed erano tutti felici" rispose il ragazzo rigirandosi il bicchiere tra le mani "Credevo che le persone fossero infelici ai tempi dell'Impero" aggiunse perplesso.
"Erano insieme, a volte basta quello a rendere felici in tempi difficili" commentò Tya.

 

 

L'idea di dover usare il controllo mentale non entusiasmava Ben, aveva sempre odiato dover ricorrere a quell'abilità o dover insidiarsi nella mente altrui durante gli interrogatori, sapeva fin troppo bene cosa si provasse ad avere qualcuno nella propria mente a confondere le idee e rovistare tra i propri ricordi. Era il motivo per cui avrebbe voluto evitarlo di farlo anche con Rey quando l'aveva conosciuta e aveva tentato di farla parlare volontariamente, ma alla fine l'aveva fatto comunque mosso dal terrore di essere punito da Snoke se avesse fallito, cosa che era successa comunque.
Il suo ruolo in quella missione prevedeva far ricorso a metodi che lui detestava, pur sapendo che questa volta non avrebbe fatto del male a nessuno e che lo stava facendo soltanto per garantire risorse necessarie alla sopravvivenza di chiunque vivesse all'avamposto ribelle. Ben stava cominciando a capire – contrariamente a quanto gli era sempre stato insegnato – che nessuna abilità fosse cattiva o buona per natura, tutto dipendeva da chi la utilizzava e per quale scopo.
Quanto poteva esserci di malvagio, o dannoso, nell'ordinare ai due piloti imperiali di non inviare alcuna richiesta di soccorso e di restare ai propri posti finché lui non gli avesse ordinato il contrario? Eppure una minuscola parte di sé si sentiva in colpa nel farlo perché gli riportava alla mente tutte le volte in cui l'aveva fatto per Snoke.
Ben scosse la testa per allontare quei pensieri mentre percorreva lo stretto e breve corridoio che conduceva alla cabina di pilotaggio, non poteva permettere a quei pensieri di prendere il sopravvento e quella situazione era diversa, usare quel potere avrebbe evitato eventuali scontri.
"Che significa che il sistema di comunicazione non funziona??" una voce maschile, piuttosto infastidita, giunse dalla cabina di pilotaggio, che si trovava qualche metro più avanti.
"Significa proprio questo capitano Zaplyan, non riesco a inviare una richiesta di aiuto e le frequenze sono disturbate!" replicò una seconda voce maschile "E vorrei ricordarle che qualcuno ci ha abbordati, non dovremmo andare a controllare?" si azzardò ad aggiungere quello che, sicuramente, doveva essere il co-pilota. Ben poteva percepire la sua agitazione e timore, in netto contrasto con l'irritazione e nervosismo del suo superiore.
"Ci tengo a ricordarti, Thane, che sono io il capitano e sono io a dare gli ordini, pertanto spetta a te controllare" fu la risposta glaciale del capitano.
"S-sissignore" biascicò il pilota.
Ben aveva ormai raggiunto la porta che separava la cabina dal corridoio e nel momento in cui si aprì si trovò faccia a faccia con un giovane dalla chioma fulva e alto quasi quanto lui, la divisa che indossava era quasi identica a quella in uso dagli ufficiali del Primo Ordine, ma rosso scuro. Il simbolo sul berretto era una chiara fusione di quello dell'Impero e quello del Primo Ordine, con l'aggiunta di un cerchio rosso al centro, una scelta non così originale.
"Torna al tuo posto pilota, non c'è niente da controllare qui fuori" gli ordinò Ben con calma e decisione, senza neppure dargli il tempo di reagire. Il giovane assunse un'espressione confusa e sbatté le palpebre un paio di volte, come se stesse elaborando l'ordine che aveva appena ricevuto.
"Non c'è niente da controllare" ripeté con voce piatta "Tornerò al mio posto" aggiunse prima di voltarsi, Ben approfittò di quel breve lasso di tempo per intrufolarsi nella cabina prima che la porta si richiudesse alle proprie spalle.
Il capitano era seduto al proprio posto intento a cercare di ripristinare le comunicazioni, cosa che non sarebbe riuscito a fare per i prossimi diciotto minuti, e l'unica cosa visibile era il berretto cremisi.
"Va tutto bene, non c'è niente da controllare" lo informò il pilota, sempre con un tono privo di alcuna emozione.
"Che stai blaterando novellino? Ci hanno abbordati e hanno manomesso le comunicazioni!" sbraitò il capitano alzandosi dal sedile, un gesto che sarebbe potuto risultare intimidatorio se non fosse stato alto la metà del suo sottoposto e anche piuttosto esile.
"È come dice lui, va tutto bene e non c'è bisogno che interveniate" s'intromise Ben rivolgendosi al capitano "Restate qui finché le comunicazioni non verranno ripristinate" l'uomo si voltò verso di lui e lo squadrò da capo a piedi, una scena che in altre circostanze sarebbe stata comica data la sua statura, ma in quel momento fu solo una conferma del fatto che il controllo mentale non avesse avuto effetto. Alcuni soggetti erano meno influenzabili di altri, perciò quel trucchetto non funzionava al primo tentativo e a volte bisognava impartire nuovamente l'ordine.
Il capitano si mostrò più coraggioso, o stupido, di quanto Ben si aspettasse ed estrasse una pistola blaster dalla cintura per poi puntargliela contro.
"Ti aspetti davvero prenda ordini da te? Voi delinquenti siete tutti uguali"
"Riponga la pistola capitano, va tutto bene qui e presto potrete ripartire" ritentò Ben con più decisione, l'altro fece esattamente come gli aveva detto e depose l'arma con un'aria confusa.
"Presto ripartiremo" ripeté l'uomo di mezza età.
"Potete tornare ai vostri posti, restateci fino al mio ritorno" ordinò a entrambi, i due obbedirono e andarono a sedersi in silenzio, quasi fossero dei droidi programmati per fare tutto ciò che gli veniva chiesto.
Ben ripercorse il corridoio e raggiunse Poe e Rysi nella stiva per aiutarli con le casse da prelevare, per quanto i lasat avessero una forza fisica superiore a quella degli umani non potevano lasciar fare a Rysi tutto il lavoro.
"L'equipaggio non ci darà problemi, sono soltanto in due" li informò non appena varcò la soglia.
"Non vorrei trovarmi al loro posto, non è piacevole averti nella testa" ironizzò Poe, il fatto che scherzasse sui propri trascorsi era qualcosa che Ben non riusciva a comprendere fino in fondo, lo faceva perché nutriva ancora risentimento nei suoi confronti o perché voleva metterci una pietra sopra?
"Tecnicamente non è la stessa cosa, dare ordini e far dimenticare le cose è meno invasivo" spiegò Ben "Saranno confusi per un po' quando l'effetto svanirà, ma nulla di grave"
"Quindi è come una sbronza mistica?" chiese Rysi mentre sollevava il coperchio di una delle casse più piccole, quel paragone era piuttosto strampalato e Ben non poteva dire quanto fosse accurato perché non aveva mai toccato alcool in vita sua, perciò non ne aveva mai sperimentato gli effetti.
"Suppongo di sì" gli rispose perplesso.
"Meno chiacchiere, più lavoro" dichiarò Poe "Non abbiamo molto tempo"
I tre cominciarono in rassegna le varie casse di metallo, quasi tutte dotate di etichette scritte in aurebesh e perciò non avrebbero sprecato del tempo prezioso a esaminarle una ad una. Chewbecca, invece, attendeva a bordo della Ghost, inginocchiato acccanto al pannello del pavimento da cui erano scesi nel trasporto e che dava direttamente sul pannello del soffitto del trasporto. La maggior parte delle casse conteneva armi, metalli, componenti elettronici e parti meccaniche, alcune scorte mediche e soltanto un paio riportavano l'etichetta con su scritto  [7].
Chiaramente Corellia non mancava di prodotti locali e fonti di sostentamento, quel cibo non era altro che un capriccio riservato alle alte sfere del Nuovo Impero che risiedevano lì, facendosi consegnare prodotti che non erano facilmente reperibili, perciò sottrarre quelle casse non avrebbe arrecato alcun danno alla popolazione.
Ben e Poe lavorarono insieme per prendere le casse una ad una e passarle a Chewbecca, a cui bastò allungare le zampe attraverso il passaggio tra le due navi per prelevare il carico, Rysi invece era forte abbastanza da poterle prendere e sollevarle verso l'alto da solo. Fu un'operazione abbastanza veloce dal momento che ciò di cui avevano bisogno scarseggiava, ma era pur sempre meglio di niente e, molto probabilmente, Maz non sapeva neppure quale fosse il carico del trasporto o il contenuto delle casse.
Il commlink di Poe emise il tipico suono acuto di una comunicazione in arrivo, riecheggiando nella stiva e infrangendo il silenzio.
"Comunicazione di servizio, vi restano soltanto sei minuti prima che le comunicazioni riprendano a funzionare" li informò Jacen in modo scherzoso.
"Grazie per avercelo detto, qui abbiamo quasi finito" gli rispose Poe.
"Sarà meglio che vi sbrighiate" l'apparecchio emise un altro suono e piombò nuovamente il silenzo.
"Solo, credo sia il caso che tu ti occupi di nuovo degli ufficiali, puoi fare in modo che dimentichino tutto?" in risposta Ben si limitò ad annuire, eliminare determinati ricordi era una manipolazione permanente sui soggetti non sensibili alla Forza, ma non provocava nessun tipo di danno fisico per quanto ne sapeva.
Questa volta Ben non ebbe neppure bisogno di procedere in silenzio per raggiungere la cabina di pilotaggio, il capitano e il pilota non si sarebbero mossi dai propri posti finché lui non gli avrebbe ordinato di farlo. La porta, ovviamente, era ancora aperta come l'aveva lasciata e i due ufficiali se ne stavano comodamente seduti a fissare lo schermo del computer di bordo.
Ben si avvicinò a entrambi, che ignorarono la sua presenza e rimasero immobili, erano rimasti così per tutto quel tempo? Eppure non gli aveva ordinato di restare immobili e in completo silenzio.
"Non appena le comunicazioni riprenderanno a funzionare dimenticherete tutto quello che è successo negli ultimi venti minuti, se qualcuno farà domande direte di aver avuto riparare un guasto" gli ordinò pacatamente.
"Dimenticheremo ogni cosa, è stato solo un guasto" ripeterono all'unisono i due, in un modo abbastanza inquietante e innaturale, una cosa non troppo lontana dalla verità poiché quella non era la loro volontà.
"Quando vi accorgerete del carico mancante spiegherete che è stata colpa delle bande locali, si intrufolano sempre a bordo di navi quando non c'è nessuno a bordo" aggiunse Ben, poteva alterare la loro memoria a proprio piacimento, ma non quella di coloro a cui era destinata quella consegna.
"È colpa delle bande, derubano le navi quando non c'è il personale a bordo" ripeterono ancora una volta il capitano e il pilota, con quella giustificazione le possibilità che sospettassero della Resistenza si sarebbero ridotte, almeno per il momento.
Poe stava ancora risalendo dalla scaletta di metallo che conduceva al pannello in alto quando Ben tornò alla stiva, Rysi doveva essere già tornato a bordo della Ghost perché di lui non c'era traccia.
"Giusto in tempo, abbiamo al massimo due minuti per filarcela" gli disse Poe senza neppure voltarsi, proseguendo la propria risalita.
"Ce la faremo" gli assicurò Ben, la Ghost era una nave veloce e ripartire non sarebbe stato affatto un problema.



 

Spazio Autrice:

Dopo tanto tempo sono tornata con questa storia, con un capitolo che potrei definire maledetto a causa di vari problemi tecnici e che ho dovuto riscrivere da zero.
Mancano un paio di capitoli alla fine di questa storia, che avrà un sequel conclusivo (la trilogia sequel della trilogia sequel ahahah) per non fare troppa confusione in questa storia a causa con dei salti temporali.
E sì, è stato confermato che Rey è in grado di usare la psicometria e con ogni probabilità anche Ben perché in una scena di The Rise of Skyalker evoca ricordi toccando la maschera di Vader.


Note:

[1] La Ghost è la nave modificata di Hera Syndulla, la vediamo nella serie animata Star Wars Rebels e funge anche da casa dell'equipaggio.
[2] L'anello di Kafrene fa la sua unica apparizione nei film in Rogue One, è la colonia mineraria e luogo di commercio presso cui Cassian Andor incontra il suo informatore.
[3] Il coassio è già apparso in Solo ed è un carburante altamente instabile, va raffinato in tempi brevi prima che esploda.
[4] I lasat sono la specie a cui appartiene anche Zeb, uno dei protagonisti di Rebels, sono poco più alti degli umani e hanno una pelle grigia-violacea
[5] La spezia è una sostanza illegale da cui si ricavano droghe, anche se con una lavorazione diversa si può sfruttare in ambito medico.
[6] La psicometria, come ho già scritto, è l'abilità di visualizzare ricordi legati ad altre persone semplicemente toccando un oggetto che gli è appartenuto. Quinlan Vos (The Clone Wars) e Cal Kestis (Jedi Fallen Order) sono anch'essi in grado di usare quest'abilità.
[7] Significa food in aurebesh, l'equivalente dell'inglese della lingua principale utilizzata in Star Wars.

p.s. Questo è lo stemma che ho disegnato per il Nuovo Impero

 

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Capitolo 19
*** Speciale Natalizio ***


 





















 
Premessa: Questo capitolo, se volete, lo potete saltare perché è soltanto uno speciale a tema natalizio, non ho aggiunto altro alla trama.


 
Nel corso degli anni la galassia aveva affrontato conflitti e giochi di potere che avevano portato a tempi oscuri, ma se c'era qualcosa che neppure quei giorni di oppressione erano riusciti a portare via alle persone era la voglia di vivere, celebrare la vita, l'amore per la propria famiglia e le persone care. Quelle erano state le uniche cose che avevano dato conforto – e speranza – al popolo galattico nonostante le separazioni e le perdite durante i conflitti, tutte le vite sacrificate per poter garantire un futuro alle nuove generazioni sarebbero state commemorate in seguito in un'occasione che, dopo la caduta dell'Impero, si sarebbe diffusa presto in ogni angolo della galassia.
Tra i popoli che avevano sofferto di più e avevano perso molto negli anni in cui l'Impero aveva dominato la galassia c'erano i wookiee, schiavizzati sul loro stesso pianeta, costretti a inalare fumi tossici nelle raffinerie che stavano prosciugando Kashyyyk di una delle sue risorse più preziose, altri invece erano stati spediti a lavorare nelle pericolose miniere di Kessel [1]. Ed erano stati proprio i wookiee a condividere con il resto della galassia la loro tradizione più importante, in cui si celebrava proprio la vita e la famiglia. 
Il Giorno della Vita [2] ricadeva pochi giorni dopo la fine dell'autunno – seguendo il calendario standard – e per l'occasione i wookiee si riunivano presso l'Albero della Vita [3], che veniva decorato con sfere di cristallo luminose. Lì si svolgevano rituali, banchetti e festeggiamenti secondo le loro usanze fino al calare del sole, quando tutti i partecipanti alla celebrazione si riunivano per i canti tradizionali. Tale tradizione aveva assunto caratteristiche leggermente diverse a seconda del luogo in cui si celebrava, introducendo anche lo scambio di doni, ma il significato era rimasto invariato ed era diventata una festività ufficiale vera e propria.
Ogni anno gli abitanti di ogni pianeta si riunivano nel luogo più importante della propria capitale o del proprio villaggio, che nella maggior parte dei casi si trattava di una piazza, partecipando a diverse attività – tra cui giochi e competizioni – e scambiandosi storie di famiglia, ricordando anche coloro che non c'erano più. Era una festività amata da grandi e piccoli, ricca di colori, gioia, spensieratezza e che univa gli abitanti di tutta la galassia.
Neppure quando il Primo Ordine era emerso dall'ombra le persone avevano smesso di celebrare quel giorno, seppur in maniera più discreta nei luoghi in cui il Primo Ordine aveva assunto il controllo. Il Giorno della Vita in quei sette anni aveva assunto un ulteriore significato, diventando un promemoria di ciò che contava davvero e che andava protetto a qualunque costo perché nulla poteva avere più valore della propria famiglia o della vita delle persone che si amavano.
A quasi quattro mesi dalla battaglia di Exegol, e tre dall'ascesa del Nuovo Impero, la tradizione sarebbe stata "rispettata" come ogni anno, ma non nel modo in cui ci si aspettava. La rete HoloNet pullulava di annunci che sponsorizzavano un evento sfarzoso in occasione del Giorno della Vita, che si sarebbe tenuto ad Arkanis, e l'unico modo per potervi prendere parte era acquistare un biglietto a cifre accessibili soltanto ai più ricchi. Quella era una perfetta dimostrazione di quanto quel nuovo governo fosse classista poiché quell'evento sarebbe stato l'unico ufficiale e perciò i festeggiamenti in qualunque altro posto erano stati cancellati; per coloro che non avrebbero potuto permettersi di partecipare all'evento sarebbe stata una comune giornata di lavoro come tutte le altre. Nessuno osò protestare, forse consapevoli che al minimo accenno di ribellione avrebbero rischiato la vita o forse per pura rassegnazione, accettando quella nuova realtà e poter vivere pacificamente. 
Quando la notizia giunse alle orecchie di Chewebecca, il wookiee per poco non spaccò in due il tavolo che stava occupando in mensa, ritenendo oltraggioso trarre profitto da una tradizione quasi sacra per la sua gente. I wookiee avevano scelto di condividerla con il resto della galassia più che volentieri, ma non era certamente qualcosa da commercializzare e rendere esclusiva. Il Giorno della Vita era una festività aperta a tutti, a prescindere dal pianeta di provenienza, credo e classe sociale perché non erano fattori rilevanti. Tuttavia l'indignazione non si limitò a Chewbecca, non era soltanto una questione legata una semplice tradizione, ma era una questione – soprattutto – sociale poiché rendere qualcosa accessibile soltanto ai più abbienti era un messaggio più che chiaro: a quel governo importava soltanto di benestanti, ricchi e nobili.
Il Nuovo Impero, tuttavia, non esisteva su Oshira e perciò l'annuale celebrazione si sarebbe svolta ugualmente, i membri del Consiglio ritenevano ci fosse bisogno di un giorno di svago per risollevare gli animi di tutti e, allo stesso tempo, ricordare che persino in quel momento non tutto fosse perduto. Le risorse a disposizione della Resistenza erano alquanto limitate, ma erano sufficienti ad allestire uno spazio in cui riunirsi per i festeggiamenti e improvvisare qualche attività per intrattenere tutti, specialmente i più piccoli. Non erano molti i bambini e gli adolescenti presenti all'avamposto, ma per loro lo svago era quasi sempre inesistente, non potevano neppure trascorrere troppo tempo all'aria aperta a causa delle condizioni climatiche e non avevano molto con cui intrattenersi. Quel giorno – fortunatamente – il clima era dalla loro parte, nonostante facesse freddo, il cielo era limpido e le raffiche di vento si erano affievolite rispetto ai giorni precedenti, perciò c'era la possibilità di organizzare qualche attività anche all'aperto. In molti proposero attività tipiche del proprio luogo di provenienza, la più diffusa e comune era la decorazione di alberi, proprio come facevano i wookiee che appendevano sfere luminose ai rami più bassi dell'Albero della Vita. Nella valle in cui sorgeva l'avamposto non vi erano alberi, probabilmente erano stati sradicati decenni prima per permettere la costruzione degli edifici, ma se si seguiva il corso del fiume fino al lago si poteva raggiungere facilmente il limitare del bosco. Era un percorso non indifferente, considerando che il fiume si estendeva per un paio di chilometri, tuttavia usando gli speeder imperiali che erano stati riparati dal team di meccanici, avrebbe richiesto soltanto metà del tempo che si sarebbe impiegato a piedi.
Diverse persone si offrirono come volontari per andare alla ricerca di un albero adeguato da decorare, altre per la creazione di decorazioni riciclando ciò che c'era nei magazzini e, infine, altre ancora per l'allestimento di qualche gioco all'aria aperta. Si formarono vari gruppi, ciascuno con un compito ben preciso e persino alcuni senatori, senatrici e ministri decisero di contribuire personalmente anziché starsene con le mani in mano.



A Jakku non c'era mai stato un giorno speciale come il Giorno della Vita, Rey non ne aveva neppure mai sentito parlare in vita sua e sentire i propri compagni parlarne con entusiasmo, ricordando il modo in cui lo celebravano o scambiandosi aneddoti a riguardo, la fece sentire un po' fuori luogo. Per quanto potesse essersi integrata in un anno c'erano ancora tante cose che per lei erano una novità, mentre per gli altri erano comuni e scontate, a volte persino Finn e Jannah – che avevano trascorso tutta la loro vita da assaltatori – ne sapevano più di lei perché parte del loro addestramento aveva previsto un minimo di studio di luoghi ed eventi rilevanti nel corso degli anni. Tutto ciò che sapeva l'aveva appreso origliando conversazioni tra i contrabbandieri che si recavano all'avamposto di Niima per acquistare pezzi di ricambio usati, era così che aveva sentito parlare di Han Solo, famoso tra gli altri contrabbandieri sia per i suoi debiti che per le sue imprese.
Rey era incuriosita da quella tradizione, di cui tutti parlavano con tanto entusiasmo, voleva saperne di più e con una nota d'imbarazzo decise di unirsi ai più piccoli, che si erano riuniti in mensa con Chewbecca per ascoltare storie a riguardo. Provò meno imbarazzo quando tra i presenti scorse anche Finn e Jannah, forse quella era una delle poche cose che neppure loro conoscevano, del resto per gli assaltatori che utilità avrebbe avuto saperlo? 
Per fare posto a tutti qualcuno aveva pensato di unire due tavoli e le panche, vedere un wookiee seduto a dei tavoli tra bambini e adolescenti era una scena pituttosto singolare da osservare, o probabilmente era soltanto un'altra delle tante cose comuni a cui Rey non era abituata. I due amici notarono la sua presenza e le fecero cenno di prendere posto accanto a loro all'estremità di una delle panche, visto che tutti gli altri posti erano occupati, ma per lei non era un problema visto che era abbastanza minuta.
"Benvenuta nella squadra dei bambini" le bisbigliò Finn nel momento in cui prese posto, nel bel mezzo di una storia di cui Rey non conosceva l'inizio poiché era arrivata con qualche minuto di ritardo. 
La storia riguardava i primi wookiee che avevano cominciato a celebrare la vita in ogni suo aspetto, grati per le loro famiglie e la prosperità di Kashyyyk, non avendo ascoltato l'inizio di quel racconto Rey non sapeva perché avessero deciso di farlo e neppure perché l'Albero della Vita fosse considerato sacro. I protagonisti del racconto avevano deciso che ogni sfera appesa ai rami rappresentasse una famiglia e che la luminescenza emessa da ognuna di esse rappresentasse la vita stessa, tanto che negli anni a venire alcuni wookiee credettero che fino a quando le sfere non si fossero spente, allora la loro famiglia sarebbe stata al sicuro. 
Chewbecca precisò che quella fosse soltanto una leggenda, quelle erano semplici decorazioni naturali e con un significato simbolico attribuito dal suo popolo, non c'era nulla di magico o soprannaturale in quelle sfere. Da quel momento i wookiee si riunivano ogni anno ai piedi del loro albero sacro, tramandando quella storia – e molte altre – di generazione in generazione.
"Quindi non succede nulla di magico oggi?" chiese Anja con aria delusa, il wookiee scosse la testa e le disse che non ce n'era bisogno per rendere speciale quel giorno.



Quando Ben era un bambino se c'era una festività che adorava, tanto quasi il suo compleanno, era proprio il Giorno della Vita. Ogni anno ad Hanna City, nella Piazza del Senato [4], veniva allestito un albero fatto interamente di luci e le vie principali erano sempre illuminate dalle stesse luci. In quelle stesse vie venivano allestite varie bancarelle che offrivano dolci e altri cibi tipici, altre invece ospitavano giochi adatti alle famiglie e con cui si potevano vincere tanti premi diversi, ma la cosa che Ben preferiva di più era andare ad ammirare l'albero con tutta la sua famiglia. Quello era l'unico giorno in cui sua madre non aveva da lavorare fino a sera e suo padre non aveva mai viaggi in programma, mentre Chewbecca trascorreva con loro quel giorno ad anni alterni poiché aveva ancora qualche parente in vita a Kashyyyk e di tanto in tanto anche Lando si univa ai festeggiamenti a Chandrila, l'unico che mancava sempre all'appello era Luke.
Le cose erano cambiate quando era stato mandato proprio da Luke, la cui unica concessione ai suoi allievi per il Giorno della Vita era poter chiamare le proprie famiglie o inviargli un messaggio. Tutto era cambiato ulteriormente a seguito della distruzione del tempio e, sotto la guida di Snoke, Ben aveva quasi completamente dimenticato la sua festività preferita, rassegnatosi all'idea che non sarebbe mai potuto tornare dalla propria famiglia e che non l'avrebbe più rivista.
Ritrovarsi nel pieno dei preparativi per una celebrazione improvvisata, arrangiandosi con ciò che c'era di disponibile per organizzare un minimo d'intrattenimento, gli fece sentire ancora di più la mancanza dei suoi genitori. Come sarebbe stato se anche loro fossero stati lì con tutti loro? Come sarebbe stato essere di nuovo insieme come una famiglia?
Una cosa per cui, però, Ben era immensamente grato erano i suoi zii acquisiti perché erano tutto ciò che restava della sua famiglia e recuperare il tempo perduto con loro era molto più di quanto avrebbe mai potuto immaginare, qualcosa che in fondo neppure meritava. C'erano dei momenti in cui ancora dubitava di essere degno di un'altra occasione, nonostante la Resistenza avesse ormai accettato la sua presenza e i ribelli avevano imparato a fidarsi di lui, specialmente dopo aver saputo che aveva salvato Poe su Parnassos. In quei momenti Rey gli ricordava che chiunque meritasse una seconda possibilità – tranne poche eccezioni – e che lui non fosse da meno, la vera redenzione era vivere e fare i conti con i propri errori, accettandoli e imparando da essi per essere la versione migliore di se stessi.
"Almeno per un giorno dovresti mettere da parte i pensieri negativi e divertirti" una voce alle sue spalle lo riscosse dai propri pensieri, Ben sapeva già a chi appartenesse perché l'ultima volta in cui ricordava di averla udita era stata a Kef Bir. Non ricordava di aver visto o parlato con sua madre quando anche lui si era unito alla Forza, ogni ricordo di quel periodo era completamente svanito dalla propria mente, ricordava soltanto i momenti in cui era riuscito a manifestarsi a Rey nel mondo dei vivi. Rivedere Leia era qualcosa a cui non era minimamente preparato, sapeva che delle banali scuse non sarebbero state abbastanza per esprimere il modo in cui si sentiva e sapeva anche che lei l'aveva perdonato, ma allora perché non riusciva a trovare il coraggio di voltarsi? Eppure doveva trovarlo, perciò fece un respiro profondo e si voltò.
Erano passati tanti anni, anzi fin troppi, dall'ultima volta in cui Ben aveva visto sua madre di persona ma, nonostante ciò, riconobbe nella figura spettrale i tratti delicati e regali che aveva da giovane; persino l'acconciatura non si discostava troppo dai tipici chignon adornati da trecce tradizionali della cultura alderaaniana. Nel tempo non aveva perso la sua postura elegante né lo sguardo affettuoso e accogliente, l'avanzare dell'età poteva aver fatto il proprio corso, ma sua madre era proprio come la ricordava.
Le luci artificiali del deposito delle proviste – in cui era andato a cercare delle vecchie lanterne – smorzavano l'alone azzurro che di solito circondava gli spiriti e se non fosse stato per il colore sbiadito dell'abito marrone, Leia avrebbe potuto passare per viva.
"Mamma..." fu l'unica cosa che riuscì a farfugliare, sopraffatto dalle proprie emozioni. Avrebbe voluto dirle che gli mancava, che era stato un pessimo figlio, che aveva deluso sia lei che suo padre e che si sentiva in colpa per ogni cosa, ma non riuscì a dirle nulla di tutto ciò.
"Non ricordi nulla di ciò che ci siamo detti, vero?" lui si limitò a scuotere il capo, probabilmente sua madre l'aveva capito dalla sua reazione o era una delle tante cose che gli spiriti, in qualche modo, sapevano sempre "So che credi di essere l'unico responsabile per tutto quello che è successo, anche se non te lo ricordi è un discorso che abbiamo già affrontato e voglio che tu sappia che non è così. Anch'io e tuo padre abbiamo commesso degli errori, soprattutto io, e il mio più grande rimpianto è stato mandarti via...è stato allora che ti ho perso...che ho perso entrambi" Ben era a conoscenza del fatto che da quando lui era stato affidato a suo zio, suo padre avesse trovato una nuova occupazione che lo teneva quasi sempre lontano da casa, ma non aveva mai pensato che dipendesse dalla decisione presa da sua madre.
"Tu stavi solo cercando di proteggermi"
"Non era così che avrei dovuto farlo, avrei dovuto tenerti con noi e addestrarti io stessa, avevi bisogno che io e tuo padre fossimo più presenti. Ho messo il mio lavoro al primo posto ed ero disposta a sacrificare tutto per il bene della galassia, anche la nostra famiglia trascurandola" se soltanto fosse stato possibile Ben avrebbe abbracciato sua madre in quel momento, ma sapeva che con lei non funzionava nello stesso modo in cui era stato possibile con Rey.
"Stavi cercando di rendere la galassia un posto migliore per tutti, inclusi noi, ma io non lo capivo...le voci mi dicevano che tu non mi volevi bene e io ho creduto fosse vero"
"Ben, tu eri soltanto un bambino e io non ti ho dimostrato abbastanza quanto ti amassi, sei sempre stato il dono più grande che la vita potesse farmi" Leia allungò una mano per accarezzargli il volto, ma, a parte un lieve spostamento d'aria, Ben non avvertì quel tocco "Mi dispiace che tu ti sia sentito così a causa mia"
"Non è stata colpa tua, per tanto tempo ho pensato che lo fosse, ma adesso so che non è così e avrei dovuto capirlo prima che fosse troppo tardi"
"Non è mai troppo tardi figlio mio, tu ne sei la prova"
"Ma papà...e tu..." da qualunque punto di vista si analizzasse quella situazione era pur sempre colpa sua se i suoi genitori erano morti.
"Noi siamo e saremo sempre con te, non serve la Forza per questo, saremo sempre parte di te" Ben annuì come gli capitava di fare da bambino ogni volta che sua madre gli spiegava qualcosa o lo incoraggiava "Promettimi che sarai felice e vivrai la vita che desideri, senza che il passato t'impedisca di goderti ogni cosa positiva" non era una promessa facile da mantenere, inevitabilmente i suoi pensieri avrebbero indugiato sul passato, ma Leia aveva ragione.
"Te lo prometto" le disse cercando di sembrare convincente, cosa non facile dal momento che stava trattenendo a stento le lacrime.



Quando la decorazione dell'albero fu completata, con lanterne rimesse a nuovo e varie cianfrusaglie recuperate da uno dei depositi, tutti si riunirono per ammirarne il risultato. L'aspetto non era dei migliori, si trattava di un albero abbastanza basso ma dai rami robusti e dal fogliame arancione brillante, che spiccava particolarmente nel candore della neve. Agli occhi di Rey, però, quell'albero era una delle cose più bella che avesse visto perché era il risultato di un lavoro di squadra, con un contributo anche da parte dei più piccoli, ed era ciò che contava davvero. 
Nel giro di un anno erano cambiate così tante cose nella vita di Rey e aveva cercato di adattarsi così rapidamente a quei cambiamenti, che non si era neppure soffermata ad apprezzare le cose positive. Per quindici anni aveva atteso i suoi genitori, si era chiesta chi fossero e aveva sempre dato per scontato che soltanto con loro avrebbe trovato il proprio posto in quella galassia così immensa, ma adesso sapeva che non era affatto così. In quell'anno Rey aveva trovato degli amici, aveva trovato la forza di andar via da un luogo dove aveva soltanto sofferto, aveva scoperto una parte di se stessa che era stata repressa a lungo – di cui nemmeno sapeva l'esistenza – e, soprattutto, aveva trovato l'appartenenza che tanto desiderava. 
Forse, dopotutto, la famiglia che Rey aveva tanto atteso era proprio lì sotto il proprio naso perché non erano soltanto i legami di sangue, o un cognome, a definire una famiglia, ma anche il sostegno, l'affetto, la comprensione e l'amore. I suoi amici – in particolar modo Rose – c'erano stati per lei nel momento peggiore della sua vita e, sebbene allora non nutrissero alcuna simpatia per Ben, l'avevano sostenuta perché ci tenevano a lei. E non era proprio ciò che avrebbe fatto una famiglia? Avevano accettato, e tollerato, la presenza di qualcuno che gli aveva fatto del male perché sapevano quanto fosse importante per lei, una cosa non da poco e che non tutti sarebbero stati disposti a fare.
Rey si sentiva estremamente fortunata per ciò che aveva, nonostante le difficoltà, era molto più di quanto avesse mai sperato in vita sua ed era tutto ciò di cui aveva bisogno, non le importava del lusso o qualunque altro bene materiale, per lei la cosa più importante era la famiglia che aveva scelto. Adesso comprendeva il significato della festività che stavano celebrando, comprendeva come ci si sentisse ad essere amata e circondata da persone che le volevano bene, ma comprendeva anche come ci si sentisse a perdere persone care, come Leia. Per un anno era stata il suo punto di riferimento, oltre che la sua insegnante, ed era stata la cosa più vicina ad una figura materna che avesse mai avuto; la sua assenza quel giorno si stava facendo sentire di più e sembrava quasi sbagliata, come se qualcosa non fosse al proprio posto.
Ben le cinse le spalle con un braccio e la strinse a sé, chiaramente aveva percepito i suoi pensieri riguardo sua madre, così come lei poteva percepire i suoi, che indugiavano sulla conversazione avuta con Leia e di cui le aveva parlato poco prima.
"Manca tanto anche a me" le disse "Ma lei è sempre con noi"
"Lo so, e lo sarà sempre" affermò Rey accennando un sorriso, nel loro caso era ancora più vero rispetto agli altri perché avevano il privilegio di poterle ancora parlare e vederla. A prescindere dalla Forza, però, Leia sarebbe sempre stata lì per chiunque perché c'erano cose che andavano ben oltre la Forza – o qualunque altro potere – e il ricordo di Leia sarebbe sempre stato mantenuto vivo tra tutte quelle persone che le volevano bene.
"Se mia madre fosse stata qui oggi credo che si sarebbe divertita a mettermi in imbarazzo raccontando storie di quando ero piccolo" sdrammatizzò Ben e Rey gliene fu grata, quello non era il momento di lasciarsi sopraffare da pensieri tristi, al contrario, quel giorno era meglio ricordare chi non c'era più con un sorriso e non con tristezza.
"Per quello potrei sempre rivolgermi a Chewbecca o Lando, sono sicura che anche loro hanno qualcosa di interessante da raccontare" lo stuzzicò lei.
Qualcuno si schiarì la voce per richiamare l'attenzione dei presenti, il padre di Connix si era distaccato dal gruppetto e aveva fatto qualche passo avanti, dando le spalle all'albero.
"So che quest'anno è stato duro per tutti noi, così come gli ultimi mesi, abbiamo perso amici, alleati, famiglia e chi amavamo, ma il loro ricordo non ci abbandonerà mai. Nulla ci potrà mai restituire coloro che abbiamo perso né sostituirli, loro vivranno per sempre nei nostri racconti, nei nostri ricordi e nei nostri cuori.
In questo giorno celebriamo la vita, perché nonostante le perdite la vita va avanti e sono sicuro che anche i nostri cari vorrebbero che andassimo avanti, vorrebbero sapere che le loro morti non siano state invano e che se siamo ancora qui è anche grazie a loro. Fin dal principio ognuno di noi era al corrente dei rischi che a cui andavamo incontro, ma questo non ci ha mai fermati, perché tutto ciò per cui abbiamo sempre combattuto è un futuro migliore per le nostre famiglie e le generazioni a venire.
Quest'anno non abbiamo solo subito delle perdite, abbiamo anche ritrovato vecchi amici, alcuni di noi hanno potuto ricongiungersi alle persone che amiamo, tra cui la mia famiglia, e abbiamo anche accolto nuovi amici. Non vi posso promettere che le cose miglioreranno presto né vi darò false speranze, ma soltanto per questo giorno vorrei invitarvi ad apprezzare ciò che abbiamo, a celebrare ciò che la vita ci ha donato e far sapere a chi ci sta accanto quanto li amiamo, perché non sappiamo cosa ci riserva il futuro.
Felice Giorno della Vita a tutti voi, miei cari compagni" quando il diplomatico terminò il suo discorso, Rey lo vide tornare accanto alla propria famiglia e abbracciare la moglie e le due figlie. 
Si levò un breve applauso e diversi "grazie" prima che l'assembramento cominciasse a disperdersi per poter cominciare i festeggiamenti all'aperto, approfittando del bel tempo.
"Andiamo anche noi?" chiese Rey a Ben, indicando il gruppetto che stava già puntando al modesto banchetto che avevano allestito, alcune persone quel giorno avevano deciso di preparare dolci tipici dei loro luoghi di provenienza – arrangiandosi con ciò che avevano – ed era davvero curiosa di assaggiarli.
"Anch'io cominciavo sempre dai dolci" le confidò Ben "Andiamo prima che finisca tutto!" aggiunse con una lieve risata.





Spazio Autrice:
Buone feste (e Buon Natale in ritardo) a tutti voi, spero che il Natale vi abbia portato tante cose belle e una buona dose d'ispirazione! Confesso che ero abbastanza titubante sulla stesura di questo capitolo, ma poi mi son detta "Ma sì dai, che loro hanno l'equivalente del Natale" e perciò eccoci qui.

Note:
[1] Kessel è il pianeta che vediamo in Solo e da cui prende il nome la famosa rotta fatta proprio da Han, ai tempi dell'Impero molti wookiee lavoravano come schiavi nelle miniere di coassio proprio sul pianeta.
[2] Questa festività è stata introdotta per la prima volta in uno speciale tv del 1978, che non rientra più nel canone e che neppure Lucas stesso lo ha apprezzato (nonostante fosse basato su una sua storia), così come il resto del fandom perché...beh è abbastanza imbarazzante. Lo scorso anno è stato realizzato un nuovo speciale in collaborazione con la Lego, con protagonista proprio Rey (post-Episodio IX), ma gli eventi non sono considerati canonici.
[3] L'Albero della Vita rappresenta il luogo in cui ha avuto origine la vita su Kashyyyk.
[4] Chandrila per un breve periodo è stato il pianeta sede della Nuova Repubblica e la piazza – situata ad Hanna City – è stata rinominata così proprio perché lì sorge l'edificio che ospitava il senato.

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Capitolo 20
*** Capitolo 17 - Parte I ***


 





















Se l'ascesa dell'Impero – e successivamente del Primo Ordine – era stata graduale e insidiosa, partendo proprio dal cuore della Repubblica, quella del Nuovo Impero era l'esatto opposto. Ormai non esisteva più alcun luogo libero dal suo dominio, o almeno così aveva appreso C-3PO attraverso la rete HoloNet, e l'intero Orlo Esterno – fatta eccezione di alcuni pianeti governati dai nobili – si era tramutato in un settore puramente industriale poiché aveva molte risorse da offrire, oltre a un elevato numero di lavoratori da poter sfruttare ad un costo minimo.
Se lavorare giorno e notte, senza alcuna tutela, era il prezzo da pagare per assicurare alla propria famiglia un tetto sopra la testa e qualcosa da mettere in tavola, allora gli abitanti dell'Orlo Esterno erano più che disposti a pagarlo. Non era peggiore della situazione in cui avevano vissuto fino a quel momento, che spesso implicava una schiavitù vera e propria – come su Zygerria [1] – o sottostare alle leggi di sindacati criminali come quello dei Pyke [2], anzi dal loro punto di vista doveva sembrare un miglioramento, dal momento che persino l'Impero aveva permesso ai sindacati criminali di operare liberamente.
La rapidità con cui Carise Sindian aveva messo le mani sulle risorse del Primo Ordine, e con cui aveva agito, era ormai fin troppo sospetta per trattarsi di un tentativo disperato di salvare ciò che restava dell’organizzazione, inoltre la politica che aveva adottato si discostava di parecchio dalle sue ideologie. Chiunque l'avesse conosciuta di persona poteva affermare che la donna avesse un'ossessione per la nobiltà, lo sfarzo e che la sua ambizione più grande fosse di avere un trono tutto per sé, qualcosa a cui era andata parecchio vicina quando Leia Organa le aveva ceduto il titolo di governatrice di Birren [3]. Di fatto, però, non le era mai importato più di tanto della guerra – pur sostenendo il Primo Ordine – né di qualunque altro aspetto della politica che non favoreggiasse i nobili come lei e, pertanto, era piuttosto insolito questo suo interesse di sottomettere ogni sistema e distruggere chi opponeva resistenza. Ancora più insolita era l'improvvisa esigenza di investire nel campo scientifico e tecnologico, stanziando fondi per la produzione di armi letali, droidi armati – pressoché indistruttibili – e progetti dai nomi in codice, di cui si sapeva ben poco poiché ogni file era stato protetto minuziosamente.
Da quando la Resistenza era entrata in possesso di quei dati, di cui avevano già analizzato i file non protetti, c'erano volute settimane per bypassare ogni protezione con una tecnologia vecchia più di trent'anni e i cali d'energia causati dal freddo. Erano stati necessari numerosi tentativi, e altrettanti fallimenti, per decrittare ogni singolo file contenente informazioni di vario genere – da formule scientifiche a schemi di dispositivi sperimentali – ma, alla fine, quel lavoro aveva dato i propri frutti.
Chiunque avesse un minimo di conoscenze si era adoperato per esaminare e studiare quelle informazioni di vitale importanza, era l'unico vantaggio che aveva la Resistenza per impedire che – ancora una volta – regnasse il terrore in tutta la galassia. Certo, la Nuova Repubblica era stata tutt'altro che perfetta, così come qualunque altro governo, perché in politica c'era sempre chi aveva a cuore soltanto i propri interessi, ma non aveva mai forzato nessun sistema o singolo pianeta a farne parte.
Gli abitanti della galassia meritavano di meglio e il diritto di decidere quale fosse quel meglio, l'obiettivo della Resistenza non era quello di ripristinare un governo che non aveva mai funzionato, ma quello di ricostruire per un futuro migliore e ciò non sarebbe stato possibile sotto dittatura. Tentare tramite la diplomazia era precluso, Carise Sindian era nota per la sua scarsa propensione al dialogo ed era il tipo di persona che non faceva mai un passo indietro, quando voleva qualcosa riusciva ad ottenerla con ogni mezzo e non avrebbe mai rinunciato, specialmente se si trattava di potere e ricchezza.


Un gruppetto piuttosto assortito si era riunito nella sala informatica del quartier generale, nonostante fosse notte inoltrata, per esaminare parte dell'enorme quantitativo di dati decrittati nelle ultime settimane. Fino a quel momento erano stati trovati rapporti sull'estrazione di tossine dalla flora contaminata di Parnassos, oltre che da alcuni animali velenosi, e molti schemi riguardanti la flotta in costruzione, cosa che aveva lasciato tutti piuttosto perplessi poiché non si trattava esclusivamente di Star Destroyer – come avevano immaginato – ma perlopiù di navi da trasporto civili, da carico, soltanto qualche Destroyer e principalmente caccia TIE modificati. Si trattava di una scelta insolita e in apparenza priva di logica, normalmente le navi da trasporto erano disarmate e quelle da carico erano scarsamente armate, ragion per cui necessitavano sempre di essere scortate. Un'altra scelta insolita era l'aggiunta dell'iperguida sia ai caccia TIE che ai trasporti civili, rendendo l'intera faccenda più sospetta e degna di essere approfondita da chi avesse conoscenze in merito.
Rey rientrava proprio tra quelle persone, gli anni trascorsi a recuperare componenti da ogni genere di nave imperiale si stavano rivelando utili ancora una volta e perciò si era offerta di aiutare Rose e Jacen – gli autori di quella scoperta – a studiare nel dettaglio quegli schemi. Non dovevano trascurare né sottovalutare nulla, ogni informazione poteva rivelarsi di vitale importanza e fare la differenza, questa volta avevano l'opportunità di stroncare quel nuovo regime sul nascere e limitare i danni.
Per facilitare le ricerche il gruppo si era suddiviso in due ulteriori piccoli gruppi, quello di cui faceva parte Rey e quello composto da Ben, Lando, Kaydel e Zay, che erano i più informati riguardo protocolli, strategie militari e operazioni sia dell'Impero che del Primo Ordine. 
Le aspettative non erano altissime, anche se erano tutti certi che avrebbero trovato qualcosa di utile, ma come si sarebbero serviti di quelle informazioni? La Resistenza era in netta inferiorità numerica e aveva risorse militari limitate, inoltre c'era un fattore che nessuno sembrava aver mai preso in considerazione prima: i civili. Non potevano semplicemente attaccare strutture del Nuovo Impero senza coinvolgere anche i civili che vi lavoravano e, allo stesso tempo, un'evacuazione avrebbe allertato la sorveglianza, mettendo a rischio le vite di tutti. Se anche avessero trovato un modo per mettere in salvo quelle persone, non cambiava il fatto che colpire un paio di cantieri navali – o insediamenti militari – non avrebbe certamente posto fine agli intrighi politici di Carise Sindian e dei suoi sostenitori, inoltre avrebbero fatto esattamente il suo gioco e le avrebbero fornito la 'prova' perfetta per farli apparire come terroristi agli occhi di tutti.
Non importava se le persone ci avessero creduto o meno, in ogni caso questa volta nessuno avrebbe dato man forte ai ribelli a causa dei blocchi interplanetari, nessuna nave atterrava o decollava senza superare una serie di controlli per ottenere i permessi necessari, mentre quelle non registrate venivano abbattute nel momento stesso in cui venivano rilevate dagli scanner e dai radar. Le armi erano state bandite dal commercio, nessun civile era più autorizzato a possedere legalmente armi di alcun tipo, neppure delle comunissime pistole stordenti erano permesse e – secondo la propaganda imperiale – quella legge aveva lo scopo di ridurre il tasso di criminalità, ma non era così difficile intuire che avesse anche lo scopo di prevenire eventuali atti di ribellione. 
Queste erano state le ultime notizie riferite da Maz soltanto qualche ora prima e sarebbero state tali per un bel po' poiché su Takodana erano state raddoppiate le truppe imperiali e i controlli, a seguito delle sparizioni del carico da alcune navi per mano della Resistenza; Maz era consapevole di essere la sospettata principale – anche se non era stata accusata apertamente – e, perciò, non poteva permettersi di destare ulteriori sospetti, non con tutti quegli assaltatori che si aggiravano nei pressi del suo castello.
In assenza di notizie migliori, e con un gran senso d'impotenza da parte di tutti, l'unica cosa che restava da fare era cercare un minimo di vantaggio studiando le strategie nemiche, che era pur sempre meglio di starsene con le mani in mano nell'attesa di un'opportunità da sfruttare, dopotutto non era stato proprio quello il problema? Nel corso dell'ultimo anno la Resistenza aveva sempre aspettato l'occasione ritenuta più giusta per agire contro il Primo Ordine e qual era stato il risultato? Nessuno si era reso conto di cosa stesse accadendo davvero fino a quando l'Imperatore non era uscito allo scoperto e aveva quasi raggiunto il proprio obiettivo.
Rey rabbrividì a quel pensiero, certe volte le sembrava trascorsa una vita dagli eventi di quel giorno, altre volte invece le sembrava accaduto soltanto qualche giorno prima anziché mesi prima e di tanto in tanto le capitava ancora di avere incubi a riguardo, ma la sola presenza di Ben accanto a lei riusciva a tranquillizzarla; c'erano volte in cui, invece, era l'esatto opposto ed era Ben ad avere gli incubi, in cui riviveva il momento in cui l'aveva trovata priva di vita. Ed era allora che entrambi si chiedevano a cosa fosse servito quel sacrificio se, alla fine, si trovavano di nuovo nella stessa situazione di prima.
L'ologramma di uno Star Destroyer illuminava un angolo della sala informatica, quello in cui si trovava l'unico tavolo olografico ancora funzionante, mentre al lato opposto c'erano diverse postazioni dotate di computer, schermi di rilevamento, radar e sistemi di comunicazione piuttosto datati ma perfettamente funzionanti. Quelle postazioni erano occupate dall'altro gruppo, ognuno di loro stava esaminando file diversi per rendere più veloce quel lavoro e, a giudicare dal loro silenzio, non avevano ancora trovato nulla di utile o che non sapessero già. 
Rey rivolse la propria attenzione all'ologramma, a prima vista lo Star Destroyer non aveva nulla di insolito, ma osservandolo attentamente notò un dettaglio in particolare che non era tipico di quelle navi. 

"È impossibile" si ritrovò a mormorare tra sé e sé, eppure l'evidenza era proprio lì davanti a lei "Jacen potresti ingrandire l'ologramma qui?” chiese a voce più alta e indicando il punto in cui normalmente si trovavano le torrette di difesa.

"Certo" il giovane premette un pulsante sul pannello di controllo del tavolo olografico e la sezione interessata si allargò. 

"Ma questo non ha alcun senso!" esclamò Rose, cosa che attirò anche l'attenzione degli altri. 

"Avete trovato qualcosa?" Kaydel si alzò dalla propria postazione e li raggiunse. 

"Direi che non abbiamo trovato qualcosa" intervenne Rey "A questo Destroyer mancano le armi" 

"E guardate qui" Jacen ingrandì ulteriormente la sezione dell'ologramma, in modo tale da mettere in evidenza ulteriori dettagli “Al posto delle armi ci sono altri generatori di scudi” quella era un'altra anomalia del progetto, uno Star Destroyer aveva soltanto due generatori di scudi proprio sopra il ponte più alto, ma questo che stavano osservando ne aveva altri quattro. 

"A cosa serve un Destroyer se è disarmato?" chiese Kaydel con aria confusa. 

"Dubito che il Nuovo Impero sia diventato improvvisamente pacifista" commentò Rose.

"Beh, non ci resta che indagare più a fondo" disse Jacen con una scrollata di spalle "Potrebbero aver optato per qualche tipo di arma sperimentale" 

“Hai ragione, non dobbiamo tralasciare nulla” concordò Rey.

“Bene, allora vi lascio proseguire” Kaydel si allontanò e tornò al proprio posto, a Rey non sfuggì l’ondata di emozioni negative provenienti da lei: sconforto, delusione e anche una nota di rabbia. 
In quei giorni non era l'unica a provare quel mix di emozioni, era una cosa comune tra tutti i membri della Resistenza, c'era chi provava più rabbia che sconforto o viceversa, e per gli utilizzatori della Forza – o per chi era semplicemente sensibile ad essa – era come un costante ronzio ai margini della propria mente. Per Rey non costituiva un problema, ci aveva fatto l'abitudine e sapeva come tenere la situazione sotto controllo, anche se talvolta poteva essere fastidioso, ma per i giovani allievi era una novità poco piacevole e in particolar modo per Wan ed Anja; i due bambini descrivevano l'esperienza come un forte rumore che gli provocava il mal di testa e non erano ancora del tutto in grado di limitarne gli effetti attraverso la meditazione o rivolgendo la propria attenzione ad altro.
Una buona notizia, di qualunque genere, avrebbe potuto risollevare l’umore generale e restituire un po’ di speranza e fiducia, le uniche cose che davano ai ribelli la forza di non arrendersi. Non avevano rischiato la vita per recuperare quei dati e trascorso settimane ad estrapolarli per ritrovarsi a mani vuote, Rey era fiduciosa e aveva la sensazione che fossero a un passo dallo scoprire qualcosa di estremamente importante, perciò non dovevano trascurare alcun dettaglio.

“Controlliamo ogni sezione della nave, se le armi sono state davvero sostituite da qualcosa di sperimentale non sappiamo in quali punti potrebbero essere” suggerì Rey, tuttavia aveva dei dubbi a riguardo, pubblicamente il Nuovo Impero non aveva nemici né c'era una guerra in atto, a cosa sarebbero servite delle armi sperimentali? Per garantire ordine e prevenire rivolte erano più che sufficienti le armi tradizionali. 
Un'ispezione più approfondita rivelò una verità ben diversa da quella che il trio si aspettava, la nave, infatti, era completamente sprovvista di armi ed era provvista di un generatore di gravità esterno, che occupava il posto in cui ci sarebbe dovuta essere l'antenna del raggio traente. 

"Tutto questo non ha senso" sbottò Rose zoomando ulteriormente l'immagine. 

"Credo che all'autore di questo progetto non importasse" commentò Jacen appuntando ogni cosa su un datapad "O forse è soltanto incompleto"  

"Dovremmo confrontarlo con gli altri progetti, abbiamo tanto da esaminare" Rey si stava sforzando di essere ottimista e di ragionare in modo razionale, tra tutti quei file era impossibile che ci fossero soltanto progetti incompleti, perciò dovevano semplicemente continuare a cercare.

"Ci aspetta una lunga nottata, forse dovremmo fare scorta di caf" suggerì Jacen con ironia.



Aver preso il posto di Snoke per un anno si stava rivelando sorprendentemente utile, o meglio, l’aver setacciato tra i file personali di quest’ultimo si stava rivelando utile. Tra l’enorme quantitativo di dati che avevano raccolto Ben era riuscito a individuare con facilità tali file e ad escluderli dalle ricerche, poiché contenevano perlopiù informazioni sulle poche strutture presenti nelle Regioni Ignote e che lui stesso aveva riferito ai ribelli a pochi giorni dal suo arrivo ad Ajan Kloss. In questo modo aveva ristretto il campo – seppur in minima parte – e aveva evitato una gran perdita di tempo nell'analizzare file che non avevano alcuna utilità, in effetti la presenza di quei dati tra gli archivi del Nuovo Impero poteva soltanto essere riconducibile al fatto che contenessero informazioni riguardo laboratori, depositi e miniere, risorse preziose di cui si erano impossessati piuttosto rapidamente. 
Ben non poté fare a meno di sentirsi stupido e, allo stesso tempo, irresponsabile per non essersi accorto dei sotterfugi del Generale Pryde e di aver accettato i suoi consigli, che avevano sempre avuto il solo obiettivo di tenerlo occupato mentre lui agiva indisturbato per conto dell'Imperatore. Quanti altri ufficiali del Primo Ordine avevano agito alle sue spalle? Quanti erano stati già a conoscenza del ritorno dell'Imperatore e dei suoi piani?
Il Nuovo Impero era sorto troppo rapidamente dalle ceneri del Primo Ordine e ciò poteva significare soltanto una cosa: qualcuno aveva cominciato a gettarne le basi, probabilmente come piano di riserva in caso di fallimento, quando lui era il Leader Supremo. Come aveva potuto essere tanto sciocco da non accorgersi di quanto stava accadendo? 
La verità era che Ben aveva già la risposta a quella domanda, a lui non era mai importato realmente del Primo Ordine né tantomeno di governare, non da solo almeno; per tutto quel tempo si era convinto che se ci fosse stata Rey al suo fianco allora avrebbe potuto sopportare quel fardello e che insieme avrebbero potuto cambiare le cose. 
Adesso, con la mente completamente libera da ogni forma di oscurità, si rendeva conto che l'unica cosa che aveva desiderato realmente nell'arco di quell'anno era semplicemente stare con Rey, di averla nella propria vita e far parte della sua. Quella, tuttavia, non era l'unica cosa di cui stava prendendo consapevolezza e sapeva che poteva comunque migliorare la galassia dando il suo piccolo contributo come membro della Resistenza, proprio come aveva cercato di fare sua madre negli ultimi sette anni. 
Se solo si fosse accorto prima degli intrighi del Generale Pryde, se solo avesse capito prima quale fosse la cosa giusta da fare, avrebbe potuto fare la differenza e, forse, si sarebbe potuta prevenire l'ascesa del Nuovo Impero. A questo errore, però, poteva porre rimedio in modo concreto e per questo aveva accettato di contribuire alle ricerche quando Rose glielo aveva chiesto, in veste di "esperto" – come lo aveva definito lei – insieme a Zay, i cui genitori erano stati a loro tempo fedeli servi dell'Impero, insieme a suo nonno Garrick Versio [4], prima di schierarsi dalla parte dell'Alleanza Ribelle. L’adolescente conosceva bene i trascorsi della propria famiglia e aveva familiarità con protocolli, operazioni e nomi in codice risalenti all’Impero grazie ai racconti dei genitori, entrambi defunti a causa del Primo Ordine, perciò avrebbe saputo individuare quelle informazioni nello stesso modo in cui Ben aveva riconosciuto quelle appartenenti al Primo Ordine.
Ben non sapeva dire con esattezza quanto tempo fosse trascorso, ma fino a quel momento tutto ciò che aveva trovato erano formule per distillare sostanze di ogni genere e la maggior di esse erano destinate alle armi, ad esempio per una nuova tipologia di fumogeni – tutt'altro che innocui – da incorporare all'equipaggiamento degli assaltatori. Mantenere la pace attraverso il terrore e l'uso di armi era paradossale, non si poteva neppure definire pace se le persone temevano di dire la propria ed erano costrette a scegliere tra la morte e accettare il dominio imperiale senza opporsi. 
Per certi versi, Carise Sindian gli ricordava il Generale Hux, i due non avevano in comune soltanto il luogo di nascita, ma anche l'ossessione per il potere e ostentarlo nei modi più plateali, il che implicava la distruzione di qualunque cosa pur di dare prova di cosa fossero capaci. La differenza tra i due stava nel fatto che a Carise Sindian non era mai importato granché degli aspetti pratici della politica, era una persona superficiale a cui interessava soltanto apparire in pubblico, comandare a bacchetta chiunque ed essere venerata in quanto nobile, al contrario di Hux che aveva sempre voluto essere temuto da tutti e che era genuinamente interessato alla politica. 
C'era un pensiero che Ben aveva il timore di condividere, persino con Rey perché l'argomento l'avrebbe sicuramente turbata e dal momento che non c'era alcuna prova, anzi, molto probabilmente era soltanto frutto della paranoia, aveva preferito tenere per sé il pensiero che anche questa volta l'Imperatore fosse riuscito a farsi beffe della morte. Dopotutto, non aveva chiesto esplicitamente a Rey di ucciderlo cosicché il suo spirito potesse albergare nel suo corpo? L'intervento dei Jedi aveva impedito che ciò avvenisse, ma l'Imperatore – in un certo senso – aveva ottenuto esattamente ciò che voleva, e se, dunque, il suo spirito fosse nuovamente riuscito a trovare una dimora nel corpo di qualcos'altro
Ben ricordava nitidamente le taniche presenti nella cittadella di Exegol, colme di uno strano liquido e che ospitavano i resti di alcuni cloni di Snoke, tuttavia non ricordava di averle viste quando era corso in aiuto di Rey e non aveva più pensato a quel dettaglio perché desiderava non ricordare più nulla di quel luogo orrendo. Che fine avevano fatto quelle taniche? 
C'era anche un altro dettaglio che Ben aveva rimosso: la presenza degli alchimisti Sith. Che ne era stato di loro? Erano morti quando le navi avevano cominciato a schiantarsi sulla superficie del pianeta o erano fuggiti prima? E se Carise Sindian non fosse stata altro che un fantoccio? E se fosse stato qualcun altro a manovrare i fili? 
Forse Ben stava soltanto divagando, forse la sua esperienza lo stava rendendo paranoico e gli faceva vedere fantasmi dove non ce n'erano, forse la nobildonna era semplicemente avida di potere e voleva dimostrare di poter riuscire laddove l'Imperatore aveva fallito ben due volte. Non si poteva ingannare la morte e sfuggirle ancora una volta usando lo stesso stratagemma e, se anche fosse stato possibile, dubitava che l’Imperatore avrebbe nuovamente finto di essere morto e lasciare il potere nelle mani di qualcun altro.
Qualunque cosa avrebbero scoperto quella notte – e Ben era più che sicuro che l’avrebbero fatto – non poteva avere nulla a che fare con il Signore dei Sith, lui ormai era morto definitivamente e non avrebbe più potuto far del male a nessuno; questa volta nessun male innaturale era responsabile per quel momento cupo che stava attraversando la galassia. 
“Che pensiero ridicolo” disse tra sé e sé, si era lasciato soltanto trasportare dalla fantasia e aveva permesso a quei pensieri di distrarlo da ciò che stava facendo. 
Nel file che stava esaminando non c'era nulla di concretamente utile, anche se forse quelle formule sarebbero potute tornare utili ai droidi medici per creare antidoti a quelle tossine per evitare una situazione come quella al deposito di Rakata Prime, Ben prese nota mentalmente di parlarne con Poe o Finn l'indomani e valutare insieme quell’opzione. Passò al file successivo, denominato [5],  quel nome non gli diceva nulla, ma forse c'era qualcun altro che poteva saperlo. 
Lando occupava la postazione accanto alla sua, la stessa di Zay, di cui aveva conosciuto personalmente i suoi genitori e insieme a loro aveva si era impegnato in prima linea per smantellare ciò che era rimasto dell'Impero, perciò poteva aiutarla a individuare le operazioni di cui le avevano raccontato i genitori, o forse era più corretto dire che Zay poteva aiutare Lando con una tecnologia con cui non aveva mai avuto troppa familiarità. Se c'era qualcosa in cui suo zio non era proprio ferrato era l'uso dei computer, almeno non senza l'aiuto di droidi o di qualcuno che ne sapesse più di lui, ma nonostante ciò si era comunque offerto di aiutarli. 
Ben si voltò alla propria sinistra e si sporse leggermente verso di loro

“Per caso l’Operazione Starbird vi suona familiare?” chiese a voce bassa, non voleva disturbare gli altri e, a dirla tutta, quella calma e quel silenzio non gli dispiacevano poi così tanto, anzi quasi lo preferiva al solito vociare caotico che c’era sempre durante le riunioni.

"È la prima volta che sento questo nome" rispose prontamente Zay, mentre Lando sembrò pensarci su per qualche istante prima di rispondere. 

"Temo proprio di no" replicò poi l'uomo, seduto a sua volta alla sinistra della ragazza "Sembra che per una volta il Nuovo Impero abbia avuto un'idea originale"

"E per noi non è affatto un bene" precisò Zay "Non sappiamo a cosa potremmo andare incontro" 

"Ma stiamo per scoprirlo, così saremo preparati a qualunque cosa" Ben non voleva dare false speranze all'adolescente, ma non voleva neppure essere troppo pessimista perché aveva constatato in prima persona che persino da una minuscola informazione era possibile trarre vantaggi e conoscere in anticipo le strategie del nemico avrebbe fornito loro il tempo di elaborare un piano. 
Lando e Zay si sistemarono con le rispettive sedie accanto a Ben –   abbandonando momentaneamente ciò che stavano facendo – per poter leggere allo schermo del suo computer, che stava impiegando qualche secondo a caricare il file. 
La prima cosa che apparve sullo schermo fu una comunissima mappa galattica, su cui era stato messo in evidenza il settore delle Regioni Ignote ed erano stati indicati soltanto i pianeti già esplorati, che erano gli stessi dove erano sorte le strutture del Primo Ordine ancora in uso dal Nuovo Impero. Non vi era alcuna rotta per tutto ciò che c’era oltre, nonostante nel corso dei secoli in tanti avevano provato ad addentrarsi in quelle zone e nessuno aveva mai fatto ritorno a causa delle anomalie che distruggevano ogni nave, gli unici ad essere scampati a quel destino erano stati loro grazie ai puntatori Sith. Quegli strumenti, però, erano stati distrutti e – per quanto ne sapesse Ben – non c’erano altri modi per tracciare una rotta sicura per aggirare i pozzi gravitazionali, buchi neri e supernove che rendevano le Regioni Ignote il settore più pericoloso in cui navigare.
La mappa era seguita dalla didascalia “Espansione Imperiale”, suggerendo, quindi, che l’Operazione Starbird riguardasse l’annessione delle Regioni Ignote ai territori del Nuovo Impero, tuttavia Ben aveva la sensazione che ci fosse dell’altro. In quei mesi aveva imparato a dare ascolto alla Forza e ai suoi segnali impliciti, come la sensazione che provava in quel momento, al contrario di quando era sotto l’influenza di Snoke e la considerava qualcosa da piegare al proprio volere. I Jedi, invece, avevano una visione opposta e si consideravano i tramiti attraverso cui la Forza esercitava il proprio volere, pronti persino a sacrificarsi pur di adempiere a quel volere, ma, dopo l’esperienza su Exegol, Rey gli aveva confidato di trovare estremista quel modo di pensare. Insieme erano giunti alla conclusione che loro non dovessero essere né padroni né strumenti della Forza, bensì suoi alleati e viceversa.
La sezione successiva era indicata come “Fase Uno”, implicando che l’intera operazione fosse suddivisa in diverse fasi e in un ordine specifico.

“Un’operazione suicida, davvero originale” commentò Zay con sarcasmo “Non vedo perché ostacolarli” in altre circostanze l’adolescente non avrebbe avuto tutti i torti, quell’operazione era una condanna a morte per chiunque vi avrebbe preso parte e questo persino una persona ambiziosa come Carise Sindian lo sapeva, non avrebbe sprecato le sue risorse per un’impresa impossibile.

“Non credo sia questo il caso, lo sanno tutti che nessuno torna mai indietro” 

“Tranne noi” puntualizzò Lando con una nota d'orgoglio nel suo tono di voce.

"I puntatori Sith indicavano soltanto la rotta per Exegol e sono stati entrambi distrutti, è impossibile che riescano a trovare un'altra via…giusto?" chiese Zay guardando prima Lando e poi Ben, come se loro potessero fornirle la risposta che sperava di sentire. 

"Se devo essere sincero, non lo so…potrebbero esserci altri artefatti in grado di indicare o tracciare rotte sicure" ammise lui.

“E sei convinto che la risposta sia qui dentro?” chiese la ragazza indicando lo schermo.

“Ne sono sicuro, e credo ci sia dell’altro"




Spazio Autrice:

Ed eccomi tornata anche con questa storia che sta per concludersi, ci tengo a fare una piccola precisazione su Zay Versio per coloro che conoscono il personaggio, che forse avrete già notato la prima volta in cui l'ho fatta apparire: ho abbassato un po' la sua età. Ho fatto questa scelta per questioni di trama, in quanto più piccola di qualche anno lei non dispone di alcune informazioni che spiegherò nella seconda parte di questo capitolo (ma se avete giocato a Battlefront II forse avrete intuito di cosa si tratta)

Note:

[1] Zygerria è un pianeta apparso nella serie The Clone Wars ed è un luogo in cui la schiavitù è legale.
[2] I Pyke sono criminali apparsi in The Clone Wars, Solo: A Star Wars Story e sono i principali antagonisti nella recente serie tv The Book of Boba Fett.
[3] Nel romanzo canonico Bloodline Leia cede a Carise il titolo nobiliare che ha ereditato da un lontano parente del padre adottivo Bail Organa, dal momento che Birren è un pianeta colonizzato sia dal popolo di Alderaan che di Arkanis il titolo di governatore/governatrice viene ereditato dai nobili di entrambi i pianeti. 
[4] Garrick Versio è il padre di Iden Versio, è stato prima Generale Ispettore, poi Ammiraglio ed ha portato avanti l'Operazione Cenere per ordine postumo dell'Imperatore subito dopo la sua morte (servendosi di droidi in cui aveva già registrato messaggi da recapitare in caso di morte). Nel gioco Battlefront II Versio sferra un attacco contro Vardos, il suo pianeta d'origine, servendosi di satelliti speciali e prende parte alla battaglia di Jakku.
[5] Questa è la trascrizione in aurebesh di "Operazione Starbird", lo starbird è una creatura della mitologia di Star Wars uguale alla fenice e che, quando sta per morire, si rigenera nel cuore di una stella.

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