Il Diario di Anduin

di Anduin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io sono Anduin ***
Capitolo 2: *** 28 Marzo ***
Capitolo 3: *** 29 Marzo ***
Capitolo 4: *** 31 Marzo ***
Capitolo 5: *** 1 Aprile ***



Capitolo 1
*** Io sono Anduin ***


27 Marzo 2021,

 

 

Voi credete nel destino?

Io non ci avevo mai creduto, sino ad oggi.

Sono sempre stato convinto che tutto fosse una pura e mera casualità, un perpetuo alternarsi di verità e menzogna, di giusto e sbagliato, soggetto alle singole decisioni degli uomini.

Il destino trascende la volontà degli uomini, ormai ne sono fortemente convinto.

Abbiamo possibilità di vivere questo destino, oppure soccombergli.

Quale che sia la nostra decisione, dobbiamo prenderla con la consapevolezza che niente potrà più essere lo stesso, dopo. Svegliarsi – per fare un riferimento alla MATRIX – ci mette nella posizione di non poter più ritornare indietro. Come diceva proprio lui, Philipp: una volta che inizi a vedere quelle cose, niente può consentirti di ignorarle; sia anche questa la musica, la lettura, l’intervento stesso di Dio.

Confesso di essere un credente. Reputo il mio intervento una benedizione del Signore. Egli mi ha designato, Egli mi ha richiamato alla sua volontà. Egli è il mio destino.

Per questo sono montato su un treno, ho percorso molti chilometri per raggiungere la città dove lo avrei trovato.

Ma facciamo un passo indietro…

Il mio nome è Anduin.

È la prima volta che sento parlare di questo sito. Per lungo tempo ho bazzicato su ben vari siti di occulto e stramberie varia, e spesso mi sono reso protagonista di portare avanti la verità per tutti quei lettori, traviati dalle storie costruite da certi psicopatici amanti del caos. Credere a certe storie può risultare pericoloso. Fatevelo dire da chi, in gioventù, ci è cascato con tutte le scarpe, arrivando ad unirsi ad una vera e propria setta. Solo dopo quegli eventi ho incontrato la bontà del Signore.

Per i pochi di voi che avranno già afferrato, o per quelli che sono arrivati qui proprio tramite lui, in cerca delle sue rispose: sì, sono quell’Anduin.

Per tutti coloro che non conoscono la mia storia, ci vorrà poco per raccontarla, ma non adesso. Non perché abbia smania di popolarità, o voglia imbastire chissà quale narrazione; diciamo solo che sono un po’ impegnato al momento.

 

Le mie vicende sono iniziate quando ho trovato il sito di Philipp Lloyd. (Cliccate sul nome per trovare il suo Diario.)

No, non lo troverete online, non con i mezzi comuni. Bisogna andare in profondità, se mi capite. Cercare nell’oscurità la sua richiesta di aiuto. Inizialmente ho provato disgusto per la sua opera – così la credevo all’epoca – ma con il tempo, nel tentativo di mettere in mostra la sua falsità, ho finito per farci amicizia. Abbiamo iniziato una sorta di amicizia epistolare: ogni giorno io leggevo le sue vicende, poi gli rispondevo.

Nelle sue lettere appariva sempre molto confuso, costantemente in pericolo. Mi diceva che era costretto a cancellare ogni traccia, perché loro avrebbero potuto scoprire tutto, loro avrebbero potuto trovarmi. L’Uomo Ombra, l’oscurità. Chiamateli come volete.

Poi, circa una settimana fa, il suo sito è del tutto sparito. Ma ho continuato a ricevere le sue lettere, dove denunciava con insistenza di non esser stato lui a cancellarlo. Ho continuato a tenermi in contatto con lui, senza sentirmi in dovere di cercare le sue verità altrove, questo sito compreso: era solito aprirsi con me più di quanto non facesse nel suo Diario; sinché…

 

Sinché le ombre non mi hanno trovato.

Il tempo a mia disposizione è poco.

Devo prendermi cura di lui.

 

Vi terrò aggiornati sulle sue condizioni.

 

Anduin.

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Capitolo 2
*** 28 Marzo ***


28 Marzo 2021,

 

 

Trovarlo non è stato affatto semplice come vi ha fatto credere lo sarebbe stato.

Avevo degli indizi, abbastanza artificiosi aggiungerei, che infine mi hanno condotto esattamente dove voleva lui. Era una cassetta della posta, chiusa da un lucchetto ridicolo, di quelli con i numeri; di solito si utilizzano per le borse da viaggio, ma con 6 cifre da dover inserire invece delle canoniche 3.

Anche se avessi trovato difficoltà a scoprire il codice, una pietra o un accendino mi sarebbero stati sufficienti per rompere il lucchetto. Non voglio nascondervi il mio interesse nel volerlo frantumare, dopo tutti i giri che ero stato costretto a fare per trovarlo. Malgrado ciò, lo stimolo di aprirlo per lo sforzo del mio solo ingegno, fu una ricompensa decisamente più appagante. Vi lascerò capire, senza scriverlo, qualora altri stiano leggendo questo messaggio: basta pensare al giorno, al mese e all’anno. Le date non sono troppe, quelle importanti perlomeno.

La cassetta conteneva una lettera.

Altri indizi!? Se non è già morto, lo uccido! ho subito pensato, alzando gli occhi al cielo. Va bene la paranoia, ma sino a un certo punto!

Invece erano delle informazioni dettagliate, e delle chiavi.

Quanto rischiosa può essere stata questa sua scelta?

Le chiavi di casa sua, messe in una cassetta della posta accessibile a chiunque?

È forse così che ha finito per perdere i Dadi dello Sciamano? Ridicolo.

I miei primi pensieri sono andati man mano nel dimenticatoio, quando mi sono ritrovato a leggere la sua lettera.

Un codice QR.

Una pagina bianca.

Ma mi aveva parlato nella sua lettera della sua strategia per mostrare i suoi scritti. Mi è bastato selezionare l’intera pagina, mettendola in evidenza, ed ecco il testo nascosto!

Potete fare una prova con quello che vi scrivo qui sotto:*/

 

*/ Utilizzo i suoi simboli, giusto per confondere un po’ i lettori che non crederanno alla mia esistenza. Ora torniamo alle cose serie…

 

Così sono riuscito a trovare la casa.

Ma non ho avuto modo di utilizzare quelle chiavi, perché tutte le porte erano state aperte e bloccate, di modo che il vento non potesse farle chiudere.

Ho sentito da subito un odore strano, varcando la soglia di casa sua.

Ho chiamato il suo nome, ma senza ricevere risposta.

Ed è lì che l’ho trovato…

Il suo testimone è passato a me, ora.

 

 

Riguardo le cose che mi sono venute a cercare:

 

Tutto è iniziato una notte.

La mia zona, in Italia, è di quelle che se provi ad uscire di casa la gente ti lancia i sassi al grido “Devi stare a casa!” - ed il fatto che abbiano dei sassi, in casa, la dice lunga sul loro rispetto della medesima regola. Di certo non ho mai avuto il coraggio di Philipp Lloyd, o il terrore, che lo ha spinto a vagare come un’ombra per le vie della sua città.

Tuttavia il destino, il Signore, aveva in serbo qualche sorpresa per me.

Avendo violato il coprifuoco per buttare la spazzatura, mi sono accorto di qualcosa che stazionava nei pressi del mio palazzo. Ho una casa lontano dal centro, in un quartiere che possiamo definire di periferia, dunque la cosa non mi ha granché insospettito, all’inizio; se solo non fosse che quell’ombra pareva tutto fuorché una sagoma umana! Mi seguiva molleggiando, scivolando nell’oscurità non schiarita dai lampioni ogni volta che cercavo di scrutarla meglio.

Suggestione, mi sono detto.

Ma non è andata proprio così...

Al mio rientro in casa (vivo da solo, da quando ho rotto con la mia ex storica, una vera stronza, aggiungo. È il mio diario, no?), ho notato delle orme sul pavimento.

Non era terra.

Non era sporco dovuto alla pioggia; il sole aveva bruciato tutto il giorno quasi fosse Luglio.

Sembrava una specie di fango grumoso, più simile a catrame.

Le orme erano ovunque, ma non avevano niente a che fare con le suole di scarpe, zoccoli o chissà che altro. Erano numerose strisciata. Una linea dritta – per l’inferno, è ciò che ho pensato.

Mi è bastato vedere le condizioni del mio portatile, per capire cosa fosse accaduto: vuoto.

Non avevo più notizie di Philipp da un po’.

Seppi in quel momento che erano venuti a cercarmi, per nascondere ogni traccia.

Ciò poteva significare una sola cosa: avevano intercettato le mie ultime mail. Sapevano quali fossero i pensieri di Philipp. Doveva essere in pericolo.

Ho abbandonato casa mia con la certezza di doverlo cercare.

Senza telefono, questo reso inutilizzabile, ho preso il primo treno disponibile, beccandomi ovviamente una multa per aver violato il coprifuoco. Potrò contestarla… ma chi crederebbe alla mia storia?

Mi sono messo sulle tracce di Philipp Lloyd.

 

Non mi dilunghero oltre. Mi pare sufficiente per conoscerci.

Ho iniziato a leggere il vero Diario di Philipp Lloyd.

 

 

Vi terrò aggiornati.

 

Anduin.

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Capitolo 3
*** 29 Marzo ***


29 Marzo 2021,

 

 

Sono in ritardo di un giorno, lo so!

Posso già sentirvi protestare nelle mail, avanzare ipotesi sul fatto che sia un racconto falZo, una fake news e altre cavolate simili.

Sono in ritardo perché ho da fare, è questa la verità.

Mi rimetterò al passo, promesso.

Purtroppo non ho accesso alle mail di Philipp (sappiamo tutti che non è il suo vero nome), altrimenti avrei risposto per suo conto.

Ma se siete venuti qui, ovviamente, non è per fare un favore al presente Anduin. L’intento stesso di questo diario non è quello di accumulare spettatori, ma solo di fungere da tramite per le vicende di Philipp. Ho provato ad utilizzare il suo account, inserendo vari messaggi segreti, ma è una tale fatica di codici, che non ho intenzione di impegnare oltre il mio tempo. Preferisco sfruttare questo canale per comunicare con voi, non disdegnando degli aggiornamenti giornalieri sul profilo di Philipp. Vi accorgerete che sono io dallo stile, suppongo. Non starò più a scrivervi che si tratta di me.

Lo sarò finché Lloyd non sarà abbastanza in forze per comunicare.

Veniamo a ciò che importa di più: dove ci siamo fermati col mio racconto…

 

L’intera casa era spalancata, quasi ci fosse l’intenzione stessa di mettere in luce quell’orrore che stava vivendo in quegli ultimi giorni di agonia. (Ho recuperato tutti i suoi aggiornamenti, quindi conosco i suoi timori riguardo il vicino di casa. Per rispondere alla vostra domanda: no, non ho provato a suonare al vicino per verificare la sua storia. Ma i nastri della polizia sigillavano la porta.)

Ho trovato Philipp disteso sul divano, completamente nudo, Avorio accasciato al suo fianco. Il portatile era proprio accanto a lui, la pagina dell’ultimo aggiornamento aperta sul testo. Sono stato io ad inviarla, anche se poi ho perso l’accesso al sito a causa del log out automatico.

Dalla sua bocca fluiva un liquido che mi diede subito da pensare avesse a che fare con delle droghe, mentre da quella del gatto sgorgava un liquido tra il verde e il marroncino. Era questa seconda sostanza ad esalare un fetore indicibile.

Non ho perso tempo, anche se ammetto di essermi soffermato ad osservare con pietà quel corpo nudo: era magro, quasi non mangiasse da settimane, pallido da sembrare quasi di marmo, con quel segno che deturpava il suo avambraccio; era possibile vedergli le costole, quasi fosse di già una carcassa. Ma non mi sarei mai perdonato il fatto di averlo lasciato lì a morire.

Il Signore mi aveva legato a lui. Mi sono preso tutti i rischi del soccorrerlo.

Ho chiamato un due taxi, frattanto che coprivo Philipp con un paio di mutande e il suo accappatoio. Vi sembrerà una cosa disumana, ma ho messo Avorio dentro una busta. Per essere un gatto, è molto pesante.

Il taxi è arrivato prima di quanto non avrebbe potuto un’ambulanza, di questo ne sono certo. Philipp era leggero, come trasportare un manichino, e non ho avuto particolari difficoltà nel caricarlo sul sedile posteriore. Il tassista ha provato a togliersi d’impiccio da quella faccenda: quanta disumanità, per Dio!

È tornato ad essere umano solo quando gli ho sventolato davanti al grugno due pezzi da cinquanta: “All’ospedale, subito. Dica che è salito in queste condizioni.”

Quasi la verità.

Poi, ho avuto il tempo di tornare in casa, prendere il portatile (senza mai spegnerlo) e il caricatore, ed infine di trascinare giù Avorio per il secondo taxi. Mi trovò giù, pronto a partire. Sì, non ho scordato il Diario. È la prima cosa che ho messo al sicuro. Per quanto riguarda la casa, non c’è stato il tempo di chiudere tutte le finestre e le porte, mi sono limitato al portoncino blindato.

 

Come diavolo fa Philipp a riempire le pagine del Diario? È come si avessi raccontato tantissimo, ma mi sembra di non aver detto niente!

 

Mi sono così precipitato dal primo veterinario disponibile.

Dopo alcune analisi, sono riusciti a trovare la fonte del suo male: zecche! Grosse e purulente, si erano scavate il loro antro letale nel corpo della bestiola. Avevano più zampette del normale, anche se a me sono parse più simili a piccoli tentacoli, trasmettendomi una sensazione di viscido. La dottoressa ha dovuto estrarle a forza, quando i comuni prodotti non hanno avuto alcun effetto. Il fuoco è stata l’unica soluzione, quando le abbiamo viste, agguerrite, tentare di riavvicinarsi ad Avorio! A detta della veterinaria, una cosa mai riportata prima.

Quelle cose si sono liquefatte a contatto con il fuoco, trasformandosi in una sorta di sostanza simile al caramello, esalante però un fetore ben peggiore di quello prodotto delle cimici. Sembrava tossico!

Sarebbe appropriato tenerlo sotto esame per i prossimi giorni, fare della lastre.”

Ma sapevo bene che il posto di Avorio era accanto a Philipp. Non mi avrebbero tuttavia permesso di portarlo in ospedale, meno che mai nella situazione di emergenza attuale. Avrei comunque fatto un tentativo.

La dottoressa si è offerta di saldare il conto personalmente, quando ho addotto come scusante il fatto di essere in difficoltà economiche, per sfuggire al suo consiglio di tenerlo sotto esame.

Sono colpita dalla sua dedizione per la vita degli animali, in circostante avverse, in tempi come questi. Altri lo avrebbero lasciato morire”, ha detto.

Credo ci stesse provando. Ho avuto questa impressione. Avreste dovuto sentire il tono in cui lo ha detto, quel suo sguardo...

Ma sto divagando!

È forse questo il trucco di Philipp?

 

Per concludere la mia epopea, amici miei (scriverlo mi pare ridicolo) caro diario! (Molto meglio!)

Avorio si è ripreso quasi subito, non del tutto.

Ultima tappa: ospedale.

Non vi dico il giro di firme, oltre che di interrogatori!

Credevano avessi costretto Philipp ad ingerire quelle pillole!

I biglietti del treno mi sono tornati utili per spiegare la mia situazione, oltre che avvalorare la mia innocenza. Alla fine l’ho sfangata.

Nota di merito per me da parte delle forze dell’ordine, con stretta di mano, e pacca sulla spalla da parte del medico curante. Alla faccia del teniamo le distanze!

Philipp ha tuttora bisogno di essere monitorato 24 H.

Mi hanno detto che posso stare con lui, in una stanza dedicata precisamente a lui, all’esterno dell’ospedale. Non ci sono posti per uno così, non in questo momento. Il prima possibile sarà spedito di nuovo a casa.

Fortuna che in questi giorni fa caldo, perché non c’è riscaldamento in queste stanzette. Il vantaggio è che posso tenere Avorio. La pizzeria nelle vicinanze dell’ospedale non è niente male. Ma queste cose non v’importano.

Sono riuscito a tenere il pc acceso sino alla stesura di questi stessi resoconti. Ma ho dovuto creare questo account per poter pubblicare qualcosa per tenervi aggiornati, finché Philipp non è uscito dal coma per consegnarmi la password del sito, prima di ripiombarci.

Non credo che abbia capito chi io sia.

Mi crede l’Uomo Ombra.

Per ora è sufficiente che sia vivo.

Che lo siano entrambi.

Philipp Lloyd e Avorio.

 

 

Prestate attenzione alle zecche, le prossima volte che uscite… sperate che non siano le stesse di Avorio. Se hanno i tentacolini, sono guai. Fidatevi!

Vi tengo aggiornati, patiti dell’orrore!

 

Anduin

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Capitolo 4
*** 31 Marzo ***


31 Marzo 2021,

 

Sì, belli miei! Esigo un premio!

Secondo aggiornamento della giornata (contando anche quello di Philipp); sono sfinito più che mai. Escludendo il peso degli ultimi eventi, non scrivevo così tanto da quando la professoressa mi costringeva ad inventarmi temi assurdi sulla società. Non ho mai superato il cinque. Ed eccomi qui, davanti ad una tastiera dai tasti consumati, pronto a fare da portavoce a colui che potrebbe guidarci attraverso le tenebre. Il Signore ci attende!

Un po’ esagerato, lo ammetto; forse, anche un po’ deprimente.

Ciò non toglie che non possiamo mai sapere quando qualcosa d’importante ci chiamerà a prendere posto nella grande ruota panoramica del destino. Si consiglia di non mangiare pesante prima di salire, e di non guardare mai in basso!

La mia energia ed i miei tempi comici stanno scadendo sempre più verso il deprimente; temo proprio sia a causa dei due Philipp. Ormai mi riesce difficile distinguere l’uno dall’altro. E se fossero la stessa persona, magari venuta da tempi diversi della nostra realtà?

Viaggi nel tempo? No, non è ancora così paradossale come la trama di Dark; nessun gigante dello streaming mi prenderà sotto la sua ala protettrice. Possono ancora essere definiti spasmi fantasma? (Non chiedetemi il senso di queste ultime affermazioni… non ho idea da dove saltino fuori!)

Sarebbe sciocco escludere il fatto che Philipp abbia sostenuto di aver in effetti viaggiato indietro a quell’incontro nelle grotte, o qualcosa del genere. Era un vero ricordo, una nuova esperienza o l’incanutirsi della mente?

Forse riuscirò a capirlo, pur continuando a farmi le domande giuste.

Ho scritto qualcosa che aveva a che fare con un prete… ho cancellato tutto. Da dove vengono queste maledette e inconcludenti riflessioni?

 

Sono stanco di dovermene prendere cura, quasi stessi conversando con uno spettro. Quali vie hai intenzione di mostrarmi?

Molte” mi ha risposto la voce. Mi sono sentito gelare allo stesso modo di aver ricevuto una secchiata d’acqua gelida. Da lì, è partita una conversazione a tutto tondo con quell’uomo che aveva tutto fuorché l’aspetto di un soldato. I loro occhi sprizzavano gioia ogni volta avvistavano delle prede!

(Mi sono assopito sulla tastiera, e mi sono risvegliato con queste parole… Sono stato io a scriverle?)

 

Ora, nella stanza che spetta agli ospiti, senza alcuna finestra sul mondo, conosceremo il vero volto dal male. So bene quanto sia rischioso, ma ho chiuso con questa faccende. Sono obbligato a far luce su questo ipotetico scontro finale. Sento la testa svuotarsi dai miei pensieri. Ma è come se non fossero più i miei!

È incomprensibile!

 

Non credevo sareste riusciti ad arrivare sin qui.

Dopotutto, avete molto a cuore la salute di Lloyd.

 

Vorrei potervi dire altro, ma ho timore di ritrovarmi desto, tra una manciata di ore, tormentato dal ritorno di quell’assurda creatura dalle mille bocche. Mi chiesi se non sarebbe stato il caso di riportare Avorio dalla bella veterinaria, ma il mio intento era quello di passare il più possibile inosservato.

Ci spiano, ci vogliono, ci odiano.

 

Temo proprio non avrò le forze per condividere le mie esperienze nei panni di Philipp Lloyd.

 

Questa casa non è più sicura del luogo di prima, ma qui Avorio non è stato costretto a versare sangue e pelo per salvarci la vita. Forse, senza invito, non possono entrare… No, che idiozia, non sono mica vampiri!

Hanno già fatto breccia, attentando alla vita di Philipp.

Può darsi che ci sia un’energia strana, o qualche oggetto nascosto da qualche parte? Indagherò per voi, amici miei.

Ma certe verità le terrò nascoste nel nostro solito codice. Non posso permettere che informazioni simili cadano nelle mani sbagliate.

 

Aggiornerò, il prima possibile.

 

Mi sento impazzire.

 

Ho bisogno di dormire.

 

Mi sento davvero proprio come raccontava Philipp Lloyd.

 

 

Anduin.

 

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Capitolo 5
*** 1 Aprile ***


1 Aprile 2021,

 

 

Il mio piano ha funzionato!

 

Gettare Philipp Lloyd dentro uno sgabuzzino, costringerlo in una sorta di realtà parallela, mentre io, seduto sul suo divano, guardavo a tutto volume una vecchia partita dell’Italia. Tutto per attirare l’Uomo Ombra.

Nonostante quell’Essere abbia cancellato quanto riguarda la mia persona, non aveva ancora fatto i conti con il genere di individuo che aveva coinvolto nella sua crociata. Il Signore è dalla mia parte, e la sua furia punitrice cala per mezzo delle azioni dei suoi servitori. Io sono un suo soldato. Così, ho scelto di combattere.

 

Organizzato il mio campo di battaglia, non ho fatto altro che attenderlo.

Ho cominciato sin da subito ad avvertire quell’assurdo richiamo che proviene dalla casa accanto. Il bambino raccontato da Lloyd. Per quello avevo messo a tutto volume la partita dell’Italia, con le proteste del vicino del piano di sopra. Si accetta il caos della competizione mondiale solo i giorni della competizione stessa, eh? Lo sport non riesce a emozionare come un film: slegato dalla sua storia contemporanea, non è che un ricordo legato ad essa.

Italia – Germania.

Che partita!

Ma non siete qui per questo, lo so. Lo so.

Ho atteso quell’essere, ben sapendo che aveva già avuto modo di intrufolarsi in casa durante la nostra permanenza all’ospedale: le sue tracce erano ovunque! Ma anche questo era diventato parte del mio assurdo piano. Dovete sapere che, dopo aver riportato Philipp in questa casa, mi sono concesso l’opportunità di andare a fare un bel giro per la sua città, non senza averla prima esplorata con qualche accurata ricerca online.

Al calare del sole, un tramonto insanguinato, abbiamo cominciato a sentire quelle cose. Graffi sui muri, urla, voci eteree. L’Uomo Ombra sembrava aver preso la questione sul personale, dando fondo a tutte le sue risorse per cercare di farci impazzire. Ed io ero ben pronto ad accoglierlo a braccia aperte.

Infine, il campanello ha suonato. Un verso sgradevole, ultraterreno azzarderei.

Col il cuore in gola, mi sono precipitato alla cornetta:

“Chi è?” ho domandato, frattanto che mi sporgevo per guardare dallo spioncino. Non c’era nessuno fuori, anche se ho avuto come l’impressione di percepire qualcosa.

Non ottenni risposta.

“Chi è, per Dio!?” ho esclamato furibondo.

“Pizza!” ha risposto una pavida voce di ragazza.

“E dillo subito!”

Rimasi in agguato, con l’occhio attaccato allo spioncino.

Quando il corridoio si illuminò, grazie alle luci degli altri piani, non mi parve di notare niente di ambiguo. Ma l’essere avrebbe potuto tranquillamente essersi già precipitato all’ingresso. Scacciai via quel pensiero.

Poi, vidi la ragazza.

Portava un cappellino rosso con inciso lo stemma della pizzeria, il fantasma dei Ghostbusters, ripreso anche sulla sua maglietta. Estrasse dallo scaldavivande i due cartoni delle pizze, e solo allora potei notare il suo tremore. Si guardò attorno, più precisamente verso i nastri della polizia che infiocchettavano la porta dirimpetto la nostra. Sapeva. Forse le riuscì di udire il gran baccano del bambino dell’Uomo Ombra.

Perdonate il mio divagare, ma mi è venuta in mente un’idea per una serie TV: Casa Uomo Ombra, in stile Otto sotto un tetto. Pensate a quella testa di bambino, su un corpo che indossa delle bretelle... (Non riesco a smettere di ridere!)

Niente diede l’impressione di volerla aggredire, così decisi di aprire. Pagai il conto e la guardai correre via.

“Non credevo di essere così brutto!”, le ho urlato dietro, prima di sentir sbattere il portone del palazzo.

 

Veniamo alla parte interessante: il mio piano.

Ho posato le pizze sul tavolo, ho acceso una candela e ho messo in pausa la partita. Sono poi uscito nel pianerottolo e, sistemandomi la cravatta, ho suonato al campanello del vicino.

La porta, senza troppe pretese, si è aperta con fischio inquietante di lamiere. Nessuno nell’oscurità.

Un invito ad entrare…

“Vorrei ospitarla, per cena” mi sono affrettato a dire, indicando la porta di casa, spalancata. Un gorgogliare confuso, come una eco distante, scaturì dalle tenebre. “Allora l’aspetto.”

E, senza mai donargli le spalle, ho fatto ritorno in casa di Philipp. Mi sono seduto… e ho atteso con tutte le luci spente, fatta eccezione per la candela.

Dapprima si udì solo un pestare raggelante di zoccoli.

Poi, vidi la penombra gettata dalla candela rischiarata da un abito. La porta di casa si chiuse con un tonfo sordo che riecheggiò per le scale, firmando una futura lettera di lamentele.

“Sono contento che abbia voluto presentarsi. C’è da discutere su Philipp Lloyd. Io l’ho preso per voi.”

“Hai compreso… mortale.” fu la sua risposta. “Cosa vuoi, in cambio. Denaro? Fortuna? Immortalità?” la sua voce era una specie di stridio confuso, le parole arrivavano dopo, quasi fosse una comunicazione telepatica.

“Niente di tutto questo.” Mi sono affrettato a rispondere, invitandolo a sedere. “Voglio la verità.”

“Questo è il patto che vuoi stringere? La vita di Lloyd, il Diario e Avorio in cambio della semplice verità?”

“Sì.” fu la mia risposta. “Ma prima mangiamo, qualcosa di commestibile per entrambi.”

Ho rimesso in play la partita. La luce mi permise di scorgere quell’essere in tutto il suo deviato orrore: indossava l’abito elegante che probabilmente era appartenuto al vicino, ma non i pantaloni; dal busto in giù si sviluppava un corpo caprino che si concludeva con zoccoli equini. La testa era la medesima raccontata da Philipp, benché dalla bocca non venissero fuori quelle zampette; lo squarcio della fronte invece era ancora lì, e quella sorta di tentacolo si allungò per aprire il cartone della pizza con un unico gesto rapido, tagliente, mettendone in mostra il contenuto: era rossa, con molto aglio, e le patate fritte erano state sapientemente distribuite in modo tale da comporre una scritta: “Addio, bastardo!”

In quel momento ho sollevato con una mano un crocifisso in argento, che tenevo nascosto sotto il tavolo, ed un sifone per cocktail modificato personalmente, caricato a vodka, benedetta in mattinata da un prete locale, e non sapete al fatica per riuscire a convincerlo!

La candela aveva uno scopo ben preciso: il mio sifone si trasformò in un lanciafiamme improvvisato, travolgendo l’Uomo Ombra!

“In nome del Signore!” ho gridato a pieni polmoni. “Lascia questo mondo, figlio delle tenebre!”

Avvolto dalle fiamme, la creatura ha provato a ribellarsi, ma il mio crocifisso gli impedì qualsiasi azione. Ho continuato a gridare, spingendolo in un angolo della stanza, ascoltando il suo lamento feroce di morte, sinché il sifone non si è scaricato del tutto. Ma le fiamme perdurarono sulla sua peluria e l’abito che indossava. Scelsi di dargli il colpo di grazia con una sedia, frantumandogliela addosso. Poi, utilizzai parte di quelle schegge per trafiggergli il capo, il cuore, e i genitali; dopo avergli aperto un varco nel petto d’ombra, ora di carne bruciata, ne approfittai per incastrarvi dentro la croce in argento.

Il suo tetro grido, simile allo stridere di una lama su vetro, a unghie sulla lavagna o simili suoni capaci di far accapponare la pelle, si concluse una volta per sempre.

Non mi riesce ancora di credere di essere riuscito a sopraffarlo.

Con una calma irreale, sono tornato al tavolo: l’Italia aveva appena segnato. Ho aperto il mio cartone della pizza, e finalmente ho cenato con la mia pizza al pesce d’aprile.

 

Sono un’idiota, lo so.

Ma avevo bisogno di ridere di me stesso, dopo la notte scorsa. Ne sentivo proprio il bisogno. Ho davvero avuto l’impressione di star vivendo una situazione folle. Ma non solo io, anche Philipp sembra aver perso la ragione. Mi ritiene l’Uomo Ombra!

Ha iniziato a parlare in un modo incomprensibile, tanto che una traduzione fonetica potrebbe risultarvi una presa in giro.

Vi parlerò dei miei sogni, degli agghiaccianti attimi di follia vissuti con Philipp, nel suo aggiornamento, sul suo Diario. Non sento il bisogno di dover aggiornare ulteriormente questa pagina, ora che lui ha cominciato a riprendersi. Devo solo convincerlo di chi io sia.

Credo di aver intuito cosa sia accaduto ad Avorio, ho la spiegazione per la sua debolezza.

Credo di aver compreso il perché di questa sensazione dei viaggi temporali, un’assurdità da escludere.

So perché abbiamo nominato dei soldati e un prete.

Ho fatto un sogno inquietante, ma che mi ha rivelato molte cose.

Mi scuso ancora per essermi preso gioco di voi. Ma volevo alleggerire un po’ questa tensione, questo orrore.

Spero la mia intrusione nella vita di Philipp possa avervi quantomeno allietati, rallegrati. Perché temo ci attenda solo oscurità, della più atroce, più avanti.

Forse dovremmo fare proprio come ho finto di raccontare, così come diceva De Luca: irrompere in quella casa con un lanciafiamme.

 

Non aggiornerò, non qui. */

 

*/ Capirete se ci saranno altri aggiornamenti, in questa sede, dal Diario di Philipp Lloyd. Gli chiederò di inserire un nuovo simbolo, in chiusura o all’inizio del suo resoconto. Sarà questo: °*

Anduin

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