Tutte le rose fioriranno

di Giada2904
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Orizzonte ***
Capitolo 2: *** L’inizio ***



Capitolo 1
*** Orizzonte ***


Resto qui sdraiata a fissare l'orizzonte, nella speranza che scompaia insieme a me e ai miei mille problemi e nel frattempo stringo tra le dita i piccoli fili d'erba come se strapparli alleviasse i miei dolori.
Gli ultimi raggi di sole riscaldano il mio viso costringendomi a chiudere gli occhi, posso sentire il calore che emanano in contrasto con il prato umido che trapassa la stoffa della mia maglietta, sospiro, sospiro per l'ennesima volta, non sono una vigliacca, non sono scappata dai miei problemi, ho solo ricominciato una vita migliore eppure continuo a tornare indietro e a ricadere nei soliti errori, dov'è che sbaglio? perchè non posso solamente fare finta di niente e chiudere definitavamente le porte con il passato? 
Mi strofino gli occhi con una mano, l'ennesima lacrima scende lungo la mia guancia e cade a terra, persa in un infinito prato, come la sono io in questo mondo, ho sentito fin troppe volte il sapore salato delle mie lacrime e gli occhi bruciare, dovrei aver imparato a controllarmi e invece no, ogni volta è  peggio.
Potrei tornare a casa e rifuggiarmi nel letto, sotto al piumone al sicuro, ma non voglio fare vincere la mia depressione, non questa volta,non è così che cambierò la mia vita, ricordo fin troppo bene quei giorni, all' inzio non ci avevo fatto caso, pensavo fosse  solo una giornata no, dovuta alla stanchezza, davo la colpa al divorzio dei miei e alle notti in bianco passate a piangere, volevo solo starmene sdraiata sul divano a guardare la televisione come se potessi isolarmi dal mondo, ma non era una giornata no, era solo l' inizio di quelle che diventarono una lunga serie, fino che un giorno non lo sentii dentro di me, qualcosa muoversi, come se dei tentacoli si attorcigliassero intorno al mio stomaco, così decisi di non uscire neanche quel giorno e il giorno dopo ancora, i vestiti sembravano diventare sempre più stretti e  che le persone intorno a me mi rubassero l'aria.
Ero diventata priva di qualsiasi voglia di vivere, mentre dentro di me i tentacoli si facevano strada verso il mio cuore e il mio cervello, aspettavo solo il giorno in cui avrebbero stritolato la mia anima nella speranza di morire, ma qualcosa ancora più profondo in me mi diede una scossa e quel giorno dopo settimane uscii, ritornai a scuola, lottai contro le mie paure e le mie ansie, ricominciai a sorridere.
"Lascia i tuoi occhi brillare" mi disse un giorno una persona, non capii il significato di quella frase fino quando non incrociai il mio sguardo allo specchio, mi avvicinai per guardarmi meglio, era come guardare una persona diversa, i miei occhi erano spenti, privi di qualsiasi luce e vitalità, che cos'ero diventata? in quel istante mi resi conto di essere morta dentro, non ero più nessuno se non l'ombra di me stessa e si sà quando si tocca il fondo o si muore o si risale.
Riaprii gli occhi, il cielo aveva assunto sfumature rossi e arancioni, che si mischiavano al bianco delle nuvole che si spostavano seguendo la brezza leggera, lasciai andare i fili d'erba e presi un respiro profondo, oggi mi libererò di ogni peso sopra al mio cuore, oggi per la prima volta racconterò tutta la mia storia.
 

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Capitolo 2
*** L’inizio ***


-“ Svegliati! È tardi, vedi di muoverti!” - Emma aprí gli occhi e saltò sul letto come ogni mattina, allungò il braccio verso il comodino e afferrò il telefono, le sei e mezza sua mamma l’aveva nuovamente svegliata un’ora prima della sveglia impostata , valutò le opzioni : ributtarsi sotto le coperte o alzarsi e per quanto volesse riposarsi ancora un pò decise di alzarsi per evitare un litigio inutile. -“ Buongiorno..”- biascicò entrando in cucina per poi accasciarsi a tavola -“ Giorno “ - sussurò suo papà sorridendole -“Sembri uno zombie, hai dormito stanotte?” Domandó nonostante sapesse già la risposta -“ No certo che non ha dormito! È colpa tua vede te stare al computer fino le 2 di notte e ti imita! Guardati, guarda come sei ridotta, fai schifo”- sbraitò sua mamma entrando in cucina , i capelli neri legati in una coda e gli occhi scuri socchiusi , Emma poteva vedere tutta la disapprovazione della madre dalle rughe sulla fronte che anticipavano le loro furiose e continue litigate. -“ Hai intenzione di fare colazione o no? Puoi andarti a lavare cosí non occupi il bagno per ore dopo!” - “Quando mai ho occupato il bagno per ore?”- esclamò irritata la ragazza -“ Quando? Dimmi quando ti prego! Anzi sai cosa non rispondere , non ho voglia di discutere con te stamani”- sbottò alzandosi dal tavolo e solo quando si sentii il tonfo della porta del bagno il padre parló -“ Spiegami perchè devi fare sempre cosí ? Qual’è il tuo problema? Possibile che sei sempre incazzata? “- sibilò verso di lei , l odio saettava nei suo occhi celesti lanciando dardi accusatori mentre le vene della mano diventavano evidenti mentre mescolava il caffè, ma a quelle domande non ottenne risposta perchè la donna non aveva un motivo preciso se non la sua infinita e profonda tristezza all’ennesimo silenzio pesante come un macigno l’uomo se ne andó senza salutare . Emma uscí di casa senza neanche rivolgere uno sguardò alla madre infilò le cuffiette e inviò un messaggio alla sua migliore amica avvisandola di scendere per prendere l’autobus. -“ Come va?”- domandò sorridente Celeste -“ Litigato di nuovo con tua madre?” - -“ No ! lei ha litigato con me”- rispose Emma alzando gli occhi al cielo e sospirando. -“ Non te la prendere, sai che è fatta cosí. Pizzetta? Offro io!”- Emma incrociò gli occhi dell’amica , una ragazza minuta e una chioma riccia e folta tenuta a bada da un mollettone ,le sorrise e annuí , la giornata sarebbe stata lunga e una pizzetta le avrebbe migliorato l’umore. Le ore di lezione passavano lente , ma la ragazza avrebbe preferito 22 ore di lezione filate piuttosto che tornare a casa , eppure casa sarebbe dovuto essere il tuo porto sicuro, dove stai bene e ti senti amata ma sicuramente non era il suo caso, la sua casa era un piccolo contenitore di litigi, sfuriate e odio represso che sfociava in tremende scenate dove lei finiva sempre per piangere e sgretolarsi poco alla volta, non capiva e per quanto cercasse di farlo non trovava nessuna motivazione per l’ odio incondizionato di sua madre nei suoi confronti. La campanella la riportò alla realtà, le lezioni erano finite. Raggruppò tutte le sue cose ed insieme a Celeste si diressero alla fermata. Emma sentiva dentro di lei che qualcosa non andava, pensava fosse stress , ma quel giorno da li a poco la sua vita sarebbe cambiata solo che lei ancora non lo sapeva.

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