Il diario della mia fidanzata

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Segreti scritti con l’inchiostro ***
Capitolo 2: *** Alla luce del sole ***
Capitolo 3: *** Prossimi piani ***
Capitolo 4: *** Nuove pagine segrete ***
Capitolo 5: *** Prime discrepanze ***
Capitolo 6: *** Carte in tavola ***
Capitolo 7: *** Un nuovo inizio? ***



Capitolo 1
*** Segreti scritti con l’inchiostro ***


Avevamo fatto appena sesso e come le altre volte, era stato bellissimo.
Non mi volevo soffermare troppo sui dettagli, anche se in quel momento dentro il suo letto ero al settimo cielo.
Avendo la sfortuna di avere tempi di lavoro diversi, quando ci ritrovavamo soli era sempre un’occasione speciale.
Lei lavorava in ufficio mentre io nell’ambito della ristorazione.
Dovevo fronteggiare turni massacranti per portarmi a casa uno stipendio dignitoso e riuscire a pagarmi le spese.
La mia fidanzata invece era appena un’apprendista e purtroppo non riusciva a guadagnare molto.
Doveva sempre imparare il lavoro anche se a dirla tutta era davvero brava.
Ci conoscevamo da molto tempo e stavamo insieme da molti anni.
Se il futuro l’avrebbe concesso, ci saremo sposati tra pochi anni.
Molta gente della mia età non si azzarderebbe mai a fare un passo del genere, per il semplice motivo che i tempi stavano cambiando.
Ma non per me e per Vittoria: una coppia inossidabile che non si sarebbe mai sottratta ad un bellissimo destino.
Sembrava che non ci fosse niente che potesse minare la nostra felicità, fino a quando non intravidi un piccolo libro sotto il comodino della camera della mia fidanzata.
Sapevo che amava leggere molto, ma quando iniziai a sfogliare le prime pagine vidi che era un piccolo diario segreto.
La stesura delle prime parole risaliva a non molto tempo fa’ quando aveva descritto il bellissimo ristorante dove l’avevo portata.
Da quello che ho potuto leggere nelle prime righe, quella sera l’avevo davvero fatta felice oltre che ad avergli preparato una sorpresa sensazionale.
Erano otto anni che stavamo insieme e volevo che fosse tutto speciale.
Dopo essere riuscito a prendere una serata libera dal mio lavoro, come un uomo innamorato pazzo della sua donna l’ho immersa in uno dei momenti più controversi della nostra storia.
Sorprendendola perché aveva capito che non sarei andato al lavoro, la mia fidanzata aveva subito capito che stavo tramando qualcosa.
Non volendo rovinare il momento, si lasciò trasportare dai miei consigli.
Entrando in macchina, non riusciva a staccarsi gli occhi di dosso da me.
Era estremamente felice che fossimo riusciti a raggiungere un traguardo non da tutti, soprattutto se la nostra sincerità e felicità erano del tutto veritiere.
Guardandomi con sguardo stralunato, alla fine la portai nel ristorante dove avevamo trascorso il nostro primo anniversario di fidanzamento.
Avevamo mangiato bene in quel luogo, soprattutto incantati dalla bellissima atmosfera che si respirava attorno.
Era tutto bellissimo e dopo aver consumato una cena davvero emozionante, finimmo la nostra serata a letto insieme.
Era da molto tempo che non avevamo una serata tutta per noi e la sua voglia di sesso era fuori dal normale.
Coccolandola per farla sentire importante, fu ripagato dal suo immenso amore incondizionato.
Il giorno dopo custodivo ancora quella bellissima notte insieme e come due fulgidi innamorati, ci scambiavamo messaggi come dei veri innamorati.
Era tutto bellissimo e i ricordi sarebbero rimasti incancellabili.
“Ho avuto la prova che l’ho fatta davvero felice” pensai veramente entusiasta “Forse dovrei chiudere questo diario e tornare a non spifferare i suoi segreti.”
Ma purtroppo la mia curiosità era davvero notevole e non vedendola tornare molto presto dal bagno, decisi di leggere velocemente un’ultima pagina.
Decisi di andare a quando aveva scritto l’ultima volta e cioè una settimana fa’.
Mentre le prime righe facevano capire che poteva essere una giornata non molto diversa dalle altre, intravidi nella sua scrittura il nome di un uomo che non avevo mai sentito nominare.
Oltre a ciò, descriveva questa persona come affettuosa e molto importante, spingendomi a credere che fosse più di un amico.
La sua scrittura era molto chiara e il mio cuore mancò un battito a leggere quelle parole:
 
 
Sono stata insieme a Roberto per tutto il giorno.
Quella mattina uscii molto presto dal lavoro perché non avevo molto da fare e dopo che il mio amico è venuto a trovarmi nel mio ufficio, non ho potuto rifiutare il suo invito di andare a pranzo fuori.
Mi aveva parlato del suo lavoro di scrittore e di quante fantasia poteva scrivere su un foglio di carta.
Purtroppo non avevo avuto la possibilità di leggere ancora i suoi racconti perché erano ancora inediti.
Ma dopo essere riuscita a convincerlo semi poteva far leggere una storia, lessi di una bellissima principessa che era stata salvata dal suo principe azzurro.
Non volevo scrivere i dettagli di quella storia perché era una racconto che apparteneva solo a lui e a nessun altro.
Mi aveva fatto emozionare quando mi disse che i protagonisti erano come me e lui: degli innamorati che non si fermavano dinanzi a niente.
Arrossendo per quelle belle parole, cercai di riprendere il controllo di me stessa per non cadere in una trappola molto più grande di me.
Mi disse subito se aveva detto qualcosa di male, ma io gli risposi che era tutto apposto.
Non voleva che me ne andassi con il mio sguardo triste ed enigmatico, domandandomi se poteva abbracciarmi.
Non capendo il perché me lo avesse chiesto, risposi che non c’era nessun problema.
Il suo tocco era molto dolce e fugace e anche se non voleva, alla fine dovevo andare.
Gli dissi che ci saremmo rivisti molto presto se lui avesse voluto e come un uomo preso dalla prima cotta, accettò senza dire niente.
Adesso non volevo pensare a quel rapporto come un momento per la nascita di una nuova storia d’amore.
Io sto ancora con Giuseppe e non posso rovinare il nostro rapporto per quell’incontro.
Ma dopo quello che è successo tra me e Roberto, pensai che era impossibile parlargliene.
Lui non avrebbe capito e io ci sarei stata molto male.
Quindi affido a te i miei più oscuri segreti caro diario, perché sei l’unico che può ascoltarmi e che può accogliere tutti i miei sfoghi.
Nel dire ciò, rivolgo un ultimo pensiero a Roberto: sentendo quel tocco sulle sue labbra flebili, sentii dentro di me quel calore che da molto tempo non sento più per Giuseppe.
Dovevo apprestarmi a scegliere perché avere un amante non faceva parte della mia figura.
Le riflessioni erano tante e presto avrei rivisto Roberto.
Dovevo attendere un paio di giorni, appena riuscivo a liberarmi dal mio lavoro.
Sapevo che non sarebbe accaduto presto, ma credo che prendendo alcune ore di permesso mi avrebbero potuto spalancare altri momenti insieme a lui.
Non ho ancora deciso quando, ma so per certo che sarebbe giunto molto presto.
Nel dire ciò, la mia vita non poteva prendere una piega importante e davvero inaspettata.
Ci vediamo al prossimo mio intrigante segreto.

 
 
Parole molto decise che mi avevano fatto intuire che la mia fidanzata, ovvero colei che avevo dato il mio cuore, aveva un amante.
Un amante alle mie spalle.
Ma perché? Perché mi faceva tutto questo? Solo per il motivo che molte volte non sono stato accanto a lei? non aveva nessun diritto di tradirmi. Non potevo accettarlo.
In quel momento mentre mi stavo asciugando quelle lacrime, mi convinsi che non sarei riuscito a pensare lucidamente.
Dovevo fare in modo che gli eventi facessero il loro corso, rimanendo sempre vigile in ogni istante.
Riprendendo le mie facoltà mentali, riposi il diario segreto sul comodino appena sentii i passi della mia amata tornare nel suo letto.
< Finalmente sei tornata > dissi felice di vederla < Che è successo? >
< Niente. Volevo solo farmi una doccia veloce. Scusami se non te l’ho detto > rispose lei baciandomi subito.
< Non ti preoccupare. Ho avuto modo di riflettere. >
< Su cosa? >
< Su come sono davvero felice di passare la mia vita con te. Ti amo, Vittoria. E ti amerò sempre. >
< Anch’io ti amo, Giuseppe. Sei l’uomo della mia vita > replicò dandomi un abbraccio affettuoso mentre capivo che ogni mio momento con lei non aveva più nessun significato.

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Capitolo 2
*** Alla luce del sole ***


I giorni passarono e riuscire a mantenere la calma senza pensare a Vittoria e al suo amante non era affatto facile.
Mi sentivo molto distratto e al lavoro commettevo errori che non si dovevano assolutamente verificare.
Il mio titolare mi domandò se avevo bisogno di giorni di riposo, ma gli risposi che andava tutto bene.
Finalmente però arrivò il mio giorno di riposo e come tutte le settimane, trascorrevo quel poco tempo che avevo a disposizione con Vittoria.
Essendo un lunedì, purtroppo lei lavorava in ufficio e per vederla rientrare a casa sua dovevo aspettare l’una del pomeriggio.
Ero sempre felice di vederla e per nascondere i miei timori, dovevo esserlo anche quel giorno.
< Vado a cambiarmi. Ho bisogno di togliermi questi vestiti troppo pesanti. >
< Dopo non torni al lavoro? >
< Purtroppo sì, tesoro. Ma almeno in casa mia voglio stare comoda. >
< Ok, vai pure. Tua madre ci ha già preparato il pranzo. >
< Ok. Arrivo subito. >
Vedendo che aveva appoggiato il suo cellulare sul tavolino in salotto, la frenesia di scoprire se c’erano altri segreti che mi stava nascondendo stava avendo il sopravvento.
Tenendo sotto controllo la mia ragazza mentre si stava cambiando, decisi di violare la sua privacy. Ancora una volta.
C’erano una moltitudine di conversazioni: amiche d’ufficio, amiche dell’università, io e… Roberto.
Controllando le conversazioni, vidi che c’erano pochi messaggi.
Vittoria era stata molto premurosa a cancellare le prove, ma non in quel momento.
Per questo lessi i loro messaggi di poche ore fa’:



R: Ciao. Tutto bene? Riesci a liberarti dal tuo lavoro in questa settimana?


La risposta della mia fidanzata non si fece attendere molti minuti, presa com’era da quel dannato uomo.


V: ciao. Tutto bene, te? riuscirò a liberarmi venerdì nel primo pomeriggio. Ci vediamo?


R: Certo. Sempre nel nostro nascondiglio?




V: Esatto.


R: Conterò le ore che ci separano. Ti voglio bene.


v: Ahahah ma sono ancora tante ore. Credi di riuscire a non perdere il conto?


R: Vedrò di stare molto attento. A presto.



La loro conversazione si era interrotta così.
Si sarebbero rivisti tra quattro giorni e la voglia di strangolare quel bastardo stava diventando sempre più reale.
Per evitare di farmi trovare con le mani nel sacco, lanciai il suo cellulare dopo essere tornato alla schermata principale e dopo aver bloccato lo schermo.
< Che cosa ci fai in salotto? Non sei al tavolino a prendere posizione? >
< Ti volevo aspettare > risposi con sorriso tirato. >
< Sei un tesoro > mormorò lei baciandomi < Ti sei lavato le mani? >
< Anche qui aspettavo te. >
 
 
Volevo scoprire se aveva scritto altre parole sul suo diario.
Volevo capire che cosa stava pensando di me.
Sembrava così naturale quando ci vedevamo.
Molte donne che tradiscono non sarebbero tanto felici di vedere il loro fidanzato, portando questi a pensare di sospetti molto reali.
Ma lei era così… tranquilla. Aveva tutto sotto controllo.
In un primo momento pensavo che era tutto frutto della mia immaginazione.
Ma dopo quel momento di sesso e quelle dannate parole, capii che non avevo sognato.
Aspettai quel venerdì con tanta attesa, mentre  dissi al mio titolare che dovevo assolutamente uscire prima per fare una visita molto importante dal dottore.
Lui mi disse che non c’erano problemi, così che io potei mandare avanti il mio piano.
Mi posizionai con la mia auto non molto lontano dal suo studio, attendendo con impazienza quando sarebbe uscita.
Mi ero travestito di tutto punto con giacca, cravatta e un cappello che avrebbe nascosto il mio viso.
Era primavera e per il periodo mensile in cui eravamo, faceva molto caldo per mettermi un soprabito.
L’attesa si stava facendo davvero snervante e pensare che la mia donna mi avrebbe continuato a tradire alle mie spalle, mi faceva davvero stare male.
“Sono le 13:14. A quest’ora dovrebbe essere già uscita. Che sia già andata via?”
Mentre i pensieri più sparati mi stavano assalendo, ecco che la vidi chiudere l’ufficio.
Era sempre l’ultima ad andare via oltre che la prima ad arrivare.
Amava molto il suo lavoro. peccato che non si poteva dire lo stesso di me.
Vedendola allontanare, scesi di macchina per cominciare a pedinarla.
Lei non sospettava minimamente che la stavo seguendo e la distanza di sicurezza tra me e lei sembrava molto più lunga di quanto pensassi.
Camminai per quasi mezz’ora fino a quando vidi un individuo con gli occhiali da sole avvicinarsi a lei.
Fissando il vigore e la felicità in cui i due si salutarono, capii che quell’uomo era Roberto.
“Finalmente riesco a vedere la tua faccia.”
Non riuscivo a sentire cosa si dicevano e non potevo avvicinarmi troppo per paura che mi potessero scoprire.
Fu così che decisi di non guardarli dritti negli occhi per paura che le mie emozioni più profondi potessero prendere il sopravvento.
Dopo che rimasero a parlare alcuni minuti alla luce del sole, vidi che andarono in un locale lì vicino per mangiare qualcosa e scambiarsi effusioni d’amore.
Anche se nel diario Vittoria aveva scritto che erano semplici amici e che c’era la possibilità che potesse trasformarsi in qualcosa di più, la possibilità adesso era reale.
Non si erano ancora baciati, non al momento.
Rimanendo fuori dal locale per non perdere nemmeno un istante della loro chiacchierata, dopo che ebbero finito il loro pranzo, l’uomo fece montare la mia fidanzata nella sua auto.
“Merda. Questa non ci voleva.”
Non potevo farmeli sfuggire adesso, non ora che ero così vicino alla verità.
Ma con grande fortuna, riuscii a fermare un taxi che si aggirava nelle vicinanze.
< Segua quella macchina, per favore. >
Proseguimmo per un paio di chilometri, fino a giungere in una piccola abitazione appena fuori città.
Ringraziando il tassista per il percorso e per la sua tempestività, la mia concentrazione tornò a focalizzarsi sui giovani amanti.
Non potevo entrare nella casa o aggirarmi nelle vicinanze perché mi avrebbero sicuramente scoperto.
Ma fu prima che entrarono nell’abitazione che alla fine vidi quello che non volevo che succedesse.
Roberto, fissando con occhi pieni d’amore la mia fidanzata, la baciò proprio davanti casa sua mentre il mio cuore mancò un battito.
Vittoria, per quanto potesse rimanere immobile e ferma, non fece niente per sottrarsi ai suoi tocchi e ai suoi abbracci.
Adesso avevo la consapevolezza che erano diventati amanti a tutti gli effetti e che la mia fidanzata mi avrebbe continuato a mentire per chissà quanto tempo.

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Capitolo 3
*** Prossimi piani ***


Erano le cinque e mezzo e dovevo rientrare al lavoro al più presto, ma soprattutto dovevo trovarmi un altro mezzo di trasporto per riuscire ad arrivare a destinazione.
Avevo lasciato la mia auto vicino all’ufficio della mia fidanzata e non avevo pensato come ci sarei ritornato.
La rabbia nelle mie vene continuava a ribollire all’impazzata e non riuscivo a pensare ad altro.
La vita mi stava giocando un brutto scherzo, mettendomi alla prova dinanzi a quello che pensavo fosse il mio più grande amore.
Ma le ultimi vicissitudini avevano cambiato tutto in peggio e in quei momenti mi sentivo più solo che mai.
Vittoria mi stava rovinando la mia vita dietro le mie spalle e non potevo sopportare il suo continuo sbeffeggiarsi di me.
Dovevo trovare un modo per riuscire a parlarci a quattr’occhi facendogli tirare fuori quella dannata situazione.
Ma non volendo gettare quegli otto anni di fidanzamento nel cesso solo per una grande litigata, avevo pensato che doveva essere lei a soffrire.
Ma in che modo potevo farlo? come potevo farmi amare tutto il tempon che volevo da quella donna?
La situazione sarebbe cambiata repentinamente ogni qualvolta che un imprevisto avrebbe colto me e lei, stravolgendo per sempre le nostre vite.
Ed è per questo che dovevo pensare a come misurare le mie parole e mantenere il mio sangue freddo ogni volta che avevo la possibilità di rivederla.
Dovevo guardare quegli occhi d’amore e pieni di piacere, mascherati soltanto dall’ombra del tradimento.
Ma per concentrarmi sulla mia vita reale, dovevo alla svelta andare al lavoro in qualche modo.
Fortuna voleva ancora che un mio amico passasse vicino all’abitazione di quel bastardo di Roberto, e quando il mio amico mi vide mi fece un segno con il clacson.
< Ehi Giuseppe, che cosa ci fai qui? >
< Ciao, Andrea. Sono venuto a trovare un amico, ma purtroppo ci sono venuto in pullman perché la mia auto aveva qualche problema. >
< Accidenti, un’altra volta? Quando ti deciderai a cambiarla? >
< Quando avrò abbastanza soldi da parte da potermi permettere un mezzo di trasporto decente. Il mio stipendio fa abbastanza schifo e sai che tengo i miei pochi risparmi per riuscire a trovare un appartamento in affitto con Vittoria.
“Almeno fino a quando non ho scoperto che mi aveva messo le corna.”
< Allora dopo molti anni sei pronto al grande passo. >
< Ormai ho quasi ventisei anni ed è giunto il momento che faccia il salto mortale della vita. >
< Detto così sembrerebbe che stai per andare al macello. >
< Non dire sciocchezze > rispose con sorriso finto < Allora, mi potresti accompagnare al lavoro? >
< Beh, non lo so… Se non ricordo male, prima dovrei giungere in un altro posto a prendere una mia amica. >
< Avanti Andrea, tu non hai amiche. Solo ragazze che usi per una notte piacevole di sesso. >
< Ehi! Guarda che anch’io sono un sentimentale. E non uso le donne solo per farci sesso. >
< Ah, davvero? Allora perché non lo spieghi a Daniela? >
< Quella rompipalle rimane attaccata a me solo per il piacere dei miei soldi. Tutto qui. >
< E come biasimarla? Tu sei ricco sfondato, no? >
< Forse. Ma tu non sei mio amico solo per i miei soldi… Oppure mi sbaglio? >
< Certo che no, Andrea. Nel corso della vita i siamo tirati fuori l’uno con l’altro da situazioni che credevamo impossibili. Ricordi quella volta che siamo rimasti bloccati nella foresta fuori città e ci siamo messi ad urlare per tutta la notte? >
< E come scordarselo? In quel momento ci siamo fatti coraggio l’un l’altro. Ed è andato tutto bene. >
< Sì, esatto… Allora, mi accompagni? O ti devo ancora pregare? >
< Sì, tesoro. Fati desiderare > rispose il mio amico sarcastico.
< Smettila. Sono anche in ritardo. >
< Ok, scusa. Salta su. >
 
 
Per gran parte del viaggio, rimasi in silenzio a contemplare la mia personale vendetta contro quei due dannati amanti.
Ma ci pensava il mio amico Andrea a farmi parlare.
< Allora Giuseppe, hai già visto qualche appartamento per queste zone? >
< Ancora no. La mia è solo un’idea.- >
< Vuoi che ti aiuti a cercare un appartamento poco costoso? Ho molte conoscenze in questo campo. >
< Tu hai conoscenze ovunque, Andrea. Per questo sei molto fortunato. >
< Non è colpa mia se i miei genitori e tutti gli altri miei parenti sono ricchi. >

“E se intrappolassi quella stronza forzandola a vivere insieme a me? Non sarebbe poi così difficile tenerla sotto controllo. La inchioderei per sempre e riuscirei a smascherarla una volta per tutte. Certo, mi consterebbe un paio di centinaia di euro e i primi mesi obbligatori di affitto. Ma credo che ne varrà la pena…”
< Anzi, sai cosa ti dico Andrea? Aiutami nella mia ricerca. E mi raccomando: che sia il più economico della città. >
< Anche se sarà una catapecchia? >
< Sì. L’importante è che io e Vittoria stiamo insieme. >
< Che giovani innamorati. Lo sai, quasi quasi sono geloso di te. >
“Se solo tu sapessi, Andrea…”
< Allora cosa aspetti nel trovarti una donna per la vita? >
< A differenza tua, io non sono ancora pronto. >
< Allora se vuoi andare a vivere con una donna, ti consiglio di esserlo. >
< Ci penserò. Ma prima voglio divertirmi ancora un po’. >
Una volta giunti dinanzi al locale in cui lavoravo, Andrea mi domandò come avrei fatto per la mia auto.
< Chiamerò i miei genitori per riportarmi a casa. La macchina la sistemerò domani pomeriggio quando uscirò dal turno del pranzo. >
< Ok. Io e te quando ci rivedremo? >
< Magari un pomeriggio di questi. lo sai che il lunedì sono tutto il giorno con Vittoria. >
< Vorresti dire con sua madre fino a quando non esce dal lavoro. >
< E va bene, mettila come ti pare. Ma lunedì non posso mai. >
< Allora ci risentiamo per andare a prendere qualcosa insieme, ok? E forse ti farò conoscere la mia “dolce metà”. >
< Ahahah credo che sarà impossibile. >
< Mai dire mai, amico mio. A presto. >
< Ciao Andrea e grazie di tutto. >
 
 
Dopo che ero riuscito a riprendere la mia auto, con grande stupidità mi feci vedere dalla mia ragazza che si era affacciata dal suo ufficio.
< Giuseppe > fece sorpresa la mia fidanzata baciandomi subito dopo < Che cosa ci fai qui? >
< Ecco, volevo farti una sorpresa ma… mi hai scoperto. >
< Lo sai che sto lavorando. Perché sei venuto qui? >
< Volevo vederti. Anche solo per pochi minuti. >
< Sei molto carino a pensare questo. Ma purtroppo non posso farmi trovare dalle altre a non fare niente. Mi hanno detto se gli potevo prendere qualcosa da mangiare e io ho accettato subito per uscire anche solo per qualche minuto da quelle quattro mura. Questo lavoro, s’eppur ricco dio soddisfazioni, è davvero sfiancante. >
< Secondo me non ti dovresti far trattare così dalle altre. Non sei la loro serva. >
< Non definirmi così. Dì piuttosto una persona che gli fa molti favori. >
< E credi che un giorno ti ripagheranno? >
< Non lo so. Ma sinceramente non voglio pensarci… Mi dispiace Giuseppe, ma devo proprio andare. Altrimenti mi domanderanno perché ci ho messo tanto a tornare. >
< Che palle quelle donne. Le vorrei tanto conoscere. >
< Non ti perdi niente > rispose Vittoria divertita < Te tutto bene al lavoro? >
< Sì. Non posso lamentarmi… A parte che vorrei vederti più spesso. >
< Anch’io, amore mio. >
Vendendo cinto da un suo abbraccio ricco di passione, non potevo non pensare della sua infedeltà con quel misterioso uomo.
“Ricordati cosa ti sta facendo, Giuseppe. Occhi bene aperti.”
< Adesso vai. Non voglio che ti puniscano per colpa mia. >
< Al massimo mi prenderò qualche sgridata. >
< Sarebbe davvero spiacevole e mi dispiacerebbe molto. >
< Lo so… Grazie ancora per essere passato. >
< Grazie a te, tesoro mio. Ti amo tanto > risposi con finzione e con sguardo tirato.
< Anch’io, amore. Tanto tanto. >
Mi amava, mi aveva detto che mi amava.
Ma tanto sapevo che era una grossa bugia.
Prima che svoltasse l’angolo, si girò verso di me per un’ultima volta squadrandomi con sorriso sincero.
Io ricambiai salutandola con la mano, mostrando il mio vivo interesse.
Era davvero molto brava a fingere questo non potevo non riconoscerlo.
Il suo sguardo tranquillo e il suo amore disarmante mi stavano facendo ricredere ogni secondo che passavo con lei.
Provavo ancora qualcosa per quella donna e come avevo pensato solo a ieri, una grave litigata non può distruggere otto anni di fidanzamento.
Dovendo essere cauto con le mie scuse e le mie bigie, attendevo con impazienza quel venerdì che si sarebbe vista ancora con lui.
Lo avrebbe scritto nel suo diario, ne ero estremamente certo: sia di quel giorno e del loro primo bacio sotto proprio i miei occhi nascosti.
Prima o poi la ruota sarebbe girata a mio favore e molto presto l’avrebbero finita di prendersi gioco di me.
Era solo questione di tempo e la mia vendetta sarebbe stata completa.
Un passo alla volta fino a distruggere la loro relazione.
Dovevo stare solamente calmo senza fare mosse affrettate, mentre il loro amore stava per essere come una sorta di rinascita.
Che Vittoria si sia stancata di me dopo tutto questo tempo insieme? Anch’io in passato avevo avuto il pensiero di tradirla, ma non mi sono mai azzardato a farlo.
Ho un profondo rispetto per la mia ragazza, soprattutto quando avevo pensato che finalmente avevo trovato quella giusta.
Ma il tempo passato insieme mi ha fatto capire che purtroppo non avevo ragione e che i ruschi risvegli erano soltanto all’inizio.

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Capitolo 4
*** Nuove pagine segrete ***


Mi fermai dinanzi al suo ufficio alle sette in punto.
Attendevo il suo arrivo impazientemente, mentre  la voglia di scoprire la verità si stava facendo largo tra i miei pensieri.
Il fatidico venerdì era passato e la mia fidanzata aveva visto quell’uomo.
Ora la domanda che mi sorgeva spontanea: che cosa mai avrebbero potuto fare?
Baciarsi, conoscersi meglio e… magari avevano fatto sesso?
Vittoria non era la tipica ragazza che la dava al primo uomo che incontrava.
Ho dovuto attendere sei mesi per riuscire a conquistare il suo organo femminile e averlo tutto per me.
Ricordo ancora quel momento: paradisiaco.
Anche se era la prima volta, eravamo tutti e due goffi. Ma era stato eccezionale e il nostro legame era diventato indissolubile.
Come per esempio il momento in cui le avevo detto che l’amavo.
Erano passati tre mesi e una litigata brutale stava per rovinare tutto.
Ma il mio amore per lei diventò sempre più forte, confessando che l’amavo tanto e sarebbe potuta diventare la donna della mia vita.
Magari era troppo presto per confessarlo, ma sapevo bene che era la decisione adatta da prendere.
Non mi ero mai sentito così innamorato prima d’ora.
Ma quel momento stava per essere cancellato per sempre a causa sua e del suo altro amore.
Sentivo che il suo cuore non mi apparteneva più e lei faceva di tutto per buttarmi fuori dalla sua vita.
Una situazione intrigata e troppo delicata.
Appena vidi aprire lo sportello del passeggero, mi ridestai subito dai miei pensieri troppo belli per essere interrotti.
< Ciao > disse lei semplicemente baciandomi subito dopo < Allora, dove andiamo stasera? >
< Visto che i tuoi genitori non sono in casa, ho pensato di passare una serata romantica a casa tua. >
< Ma mi avevi detto che saremmo andati a cena fuori. >
< Lo so. Ma visto che è un momento più unico che raro che i tuoi genitori non siano in casa, ho pensato di cogliere l’attimo fuggente. >
S’eppure si sentiva contrariata, alla fine accettò lo stesso.
< A patto che sarai tu a cucinare mentre io mi faccio la doccia. >
< Affare fatto. Tanto è quasi tutto pronto. >
< Davvero? Ha cucinato mia madre per noi? >
< Assolutamente no. >
< Mi risulta molto difficile crederti visto che mia madre è molto gelosa della sua cucina. >
< Lo so… Ma dopo più di otto anni che la conosco, sono riuscito ad essere molto convincente. >
< Lo ripeto: non ci crederò mai. >
< Pensa pure quello che vuoi. Ma è così. >
 
Una volta arrivati a casa sua, Vittoria non perse tempo nel preparare i suoi vestiti puliti dopo essersi rilassata.
Prima di scoprire che mi stava tradendo avrei fatto di tutto per andare nella sua doccia e passare minuti di pura sensualità ed erotismo.
Ma tutto era tremendamente cambiato e avevo un solo scopo nella vita.
< Farò il più in fretta possibile > fece lei con tono felice.
< Fai pure con comodo. La cena tanto è pronta. >
< Ho una gran fame che mangerei anche te. >
< Ma dopo come faresti? >
< Ahahah non lo so. >
Già, dopo come farebbe?
Sarebbe in pace con sé stessa? Oppure i sensi di colpa l’attanaglierebbero?
Domande che avrebbero bisogno di risposte sincere ed esaustive.
Ma non avevo il tempo per elaborare il tutto: dovevo scoprire ancora troppo di lei.
Andai in camera sua e presi immediatamente il suo diario.
Controllai le pagine finali e come pensavo, lo aveva aggiornato.
“Finalmente scoprirò cos’è successo nel giorno del primo bacio tra loro due e di quel venerdì in cui si sono rivisti.”
 
 
Caro diario
Dopo essere riuscita ad uscire prima dal mio lavoro e a pranzare in completa tranquillità, incontro Roberto che mi aspettava davanti all’ufficio.
Certo, magari era troppo rischioso vederci alla luce del sole, ma cosa sarebbe successo se qu8egli incontri clandestini potessero essere la bella realtà?
certo, c’era sempre il problema di Giuseppe che dovevo risolvere.
Roberto, al contrario di quello che potevo pensare, mi disse di non avere fretta se dovevo lasciarlo e di pensare molto bene al nostro rapporto.
Lui era estremamente gentile e paziente con me e questo non potevo dimenticarlo.
Comunque, non è questo il momento di pensare a Giuseppe.
Anche se era l’uomo della mia vita, non riuscivo a provare gli stessi sentimenti di un tempo.
Era un uomo monotono e ancora non maturo per la sua età, ma soprattutto stavo soffrendo la sua lontananza.
Non riuscivo ad avere abbastanza momenti da scambiare con lui.
I momenti di dolore, i momenti di gioia e i momenti in cui piangere: lui non c’era quasi mai.
Ma quando ho incontrato Roberto, tutto ciò è diventato molto più chiaro e limpido: era lui l’uomo con cui volevo passare il resto della mia vita.
L’ho capito soprattutto quando mi ha baciato la prima volta davanti alla porta d’ingresso del suo palazzo prima che mi potesse far vedere i suoi lavori di scrittore.
Era molto bravo e aveva una fervida immaginazione.
Lo adoravo, lo adoravo davvero.
Pendevo letteralmente dalla sue labbra e forse presto… Non posso affrettare i tempi. Non era giusto nei confronti di Giuseppe.
Anche se dovevo molto presto dimenticarlo, non era quello il momento.
Ho passato davvero un bellissimo pomeriggio con lui, condito ancora da diversi baci pieni di passione e di amore.
Un amore vero che stava sbocciando piano piano.
Ora dovevo aspettare venerdì, per rivederci ancora insieme.
Ed io non vedevo l’ora.

 
 
Sconcertante.
Non ho altre parole per esprimere il mio disgusto e la mia disapprovazione.
Lei lo stava imparando a conoscere e ad amarlo e lui ci stava come un completo idiota.
“Maledetti. Tutti e due… Pensate di fottermi ma non sarà così semplice.”
Dopo aver letto quelle dure parole, vado direttamente al fatidico venerdì.
 
 
Caro diario
A causa del troppo lavoro esco tardi dal mio ufficio.
Pazientemente però, Roberto mi aspetta anche con oltre mezz’ora di ritardo.
Non era colpa mia ma quando si arriva nel fine settimana, c’è sempre tante cose da fare.
Dimenticando il mio mondo dell’ufficio, Roberto mi portò in un ristorante vicino al mio ufficio mentre gli parlavo dell’estenuante giornata avuta poco fa’.
Con mia grande ammirazione, Roberto aveva ascoltato tutto quello che gli avevo detto.
Al contrario di Giuseppe che si perdeva nei miei lunghi discorsi quando cercavo di raccontargli la mia vita.
Molte volte lui era assente, come se non gli potesse importare niente di me.
Certe volte ero molto frustata, ma cercavo di non badarci troppo.
Non avevo voglia di litigare nei pochi momenti in cui ci vedevamo.
Tornando al mio fantastico e per ora amico Roberto, mi dice che presto avrebbe finito il suo romanzo di cui si occupava da più di tre anni.
Non mi ha voluto mai spiegare di cosa si trattava per il semplice motivo della sua scaramanzia.
Voleva raccontarmelo quando il libro sarebbe stato pubblicato.
Dovevo aspettare ancora un bel po’ ma ero convinta che ne sarebbe valsa la pena.
Detto ciò, quando arrivammo nel suo appartamento, non pensò mai al suo romanzo.
I suoi occhi e i suoi pensieri erano tutti per me.
Mi sentivo molto desiderata come non mi accadeva da molti anni :
Mi stava cominciando a baciare sul collo e anche se eravamo ai primi appuntamenti, mi lasciai andare.
Non facemmo sesso, limitandomi a scoprire solo il seno.
Lui era molto abile nel destreggiarsi nei baci e le sue carezze erano disarmanti.
Non potevo che farmi guidare in quei bellissimi momenti.
Ma purtroppo ogni cosa ha un inizio e una fine.
Ricevendo una chiamata improvvisa da mia madre, mi disse se poteva andare a prendere alcuni ingredienti per la torta che stava preparando per la festa della mamma.
Non riuscendo a dire di no (anche se ancora non so perché gli ho dato una riposta positiva), gli risposi che sarei andata subito.
Ormai erano le cinque del pomeriggio e per non destare troppi sospetti, era meglio che me ne andassi.
Roberto, ancora focoso di piacere, mi domandò quando ci saremmo rivisti.
Prima però dovevo cominciare a pensare al mio ragazzo che ormai non vedevo da alcuni giorni.
Gli risposi che gli avrei fatto sapere, così da aumentare l’attesa.
Salutandomi ancora con un bacio, uscii dal suo appartamento felice come non mai.
Senza pensare più al mio passato e senza pensare al mio imminente presente.

 
 
Parole e sentimenti contrastanti che nel mio cuore non avrebbero mai trovato posto.
Sentendomi come un pesce fuor d’acqua, violare ancora la privacy della mia fidanzata non aveva più senso.
Ora mi bastava scoprire quando avrebbero fatto sesso, ma sinceramente non me ne fregava più di tanto.
Tra me e Vittoria era destinato a finire in malo modo.
Ma non meritavo di soffrire in questo modo dopo tutti gli anni passati insieme a lei.
Ricacciando le lacrime dentro i miei occhi, ritornai in cucina per riscaldare la cena, prima che la mia fidanzata mi domandò dove fossi finito.
< Stavo facendo una telefonata > mi limitai a dire.
Guardandomi dritto negli occhi, Vittoria capì subito che c’era qualcosa che non andava in me.
< No, va tutto bene. È solo che domani non ho voglia di andare al lavoro. Mi piacerebbe stare sempre con te. >
< Anche a me, tesoro > rispose lei con un bacio < Vuoi che ti dia una mano? >
< No. tu accomodati. Faccio io. >
Baci, baci e ancora baci.
Sembrava che per lei fosse la risposta a tutto.
Ma dietro quel suo sguardo gentile e quel suo sorriso flebile, c’era tutt’altro che la Vittoria di cui mi sono innamorato: l’amore infedele di una dannata donna che mi stava distruggendo.

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Capitolo 5
*** Prime discrepanze ***


Non riuscivo a rimanere tranquillo e a mio agio in sua compagnia.
Eppure quando vedevo una donna nuda mi sentivo come l’uomo più fortunato del mondo, ma in quel momento mi sentivo estraneo e senza la minima voglia.
Vittoria cercava di baciarmi e accarezzare il mio membro, ma niente.
Il tutto era rimasto immobile.
Insomma, non avevo voglia di fare sesso con la mia ragazza e non mi si sarebbe più rialzato nemmeno se faceva tutti i giochetti erotici del mondo.
Ora sì che mantenere il segreto era molto difficile.
< Giuseppe, tutto bene? >
< Direi proprio di no. >
< Ma che ti è successo? È la prima volta che… insomma… >
< Che non mi si rizza? Lo so. Ma purtroppo non posso farci nulla. >
Guardandomi dritto negli occhi, Vittoria cercò di scrutarmi con attenzione mentre il mio nervosismo era palpabile.
< Giuseppe, ho capito che mi stai nascondendo qualcosa. È da un paio di volte che ci vediamo che ti comporti in maniera molto strana. Che cosa ti succede? >
< Niente. Sono solo stressato dal lavoro. tutto qui. >
< Oh, ti prego. Perché mi stai dicendo una bugia? Perché non parli chiaramente una volta per tutte? >
“Io che dico una bugia? Questa è buona. Senti da che pulpito!”
< Vittoria, ti pregherei di lasciarmi in pace. Per il nostro bene. >
Rivestendomi immediatamente e facendo di tutto per andarmene dalla sua abitazione, Vittoria al contrario voleva arrivare in fondo a questa storia.
< Che stai facendo? Vuoi andartene via come se niente fosse? >
< Certo. Perché non è successo niente di grave. E poi è molto tardi. >
< Oh, ma smettila! È una situazione molto delicata e dovremmo cercare di risolverla insieme. >
< Bene. Hai forse qualche idea al riguardo? >
< Beh, forse potrei iniziare con il leccartelo e magari… >
< Ti assicuro che non cambierebbe niente visto che ti fa schifo. In otto anni non ci hai mai provato come si deve. >
< Forse se tu avessi un igiene superiore da quella che hai adesso… >
< Sei tu che sei schizzinosa. Io faccio l’uomo mentre tu… >
< Smettila di dire cose senza senso! >
< E comunque basta parlare di queste cose. Io me ne vado. >
< Oh, ma bravo! Pensi di risolvere così la situazione? >
< Penso che sarebbe meglio non parlarne più. Quando torno a casa me lo stimolo un po’ e vedrai che andrà tutto bene e faremo finta che non sia successo niente. >
< Certo che sei incredibile, Giuseppe. Perché non vuoi… >
< Perché è colpa tua se mi sento così! > gridai con tutta la forza che avevo in corpo < Tu non mi fai sentire speciale come un tempo. E in pochi giorni sembra che il nostro castello d’amore si stia sgretolando. Non so bene cosa ci stia succedendo, ma credo che sarebbe meglio che noi due… >
Mentre intravidi negli occhi di Vittoria lacrime di dolore, mi sentii un minimo risollevato.
Vedevo che anche lei stava soffrendo e il tutto cercando di mantenere il suo segreto.
IN quel momento non avrebbe mai confessato, senza mettere in pericolo la sua infedeltà.
Credevo che prima o poi avesse ceduto, ma niente: era diventata paria d un sergente di ferro.
Quando un giorno di questi si sarà decisa di confessare il tutto, sarò molto felice di ascoltarla e di gettargli altra merda addosso come stava facendo lei.
< Vuoi lasciarmi, Giuseppe? >
< No. io ti amo ancora, Vittoria. Ma secondo me dovremmo riflettere sul nostro futuro e cercare di riscoprire il nostro amore. >
< Che cosa c’è da scoprire? Già ci vediamo molto poco e adesso vuoi rimanermi ancora più lontano? Mi dispiace Giuseppe, ma non posso sopportarlo. >
< Quindi sei tu che vuoi… >
< Ci devo pensare. Non possiamo rompere tutto solo con le prime e vere discrepanze. >
< Già… Adesso è meglio che me ne vada. >
Uscendo dal suo appartamento senza guardarla dritto negli occhi, salii in macchina per sfogare la mia rabbia e la mia irascibilità gridando a squarciagola.
IL mio mondo stava cadendo in pezzi e stavo passando una situazione davvero incredibilmente complicata.
Dovevo uscirne il prima possibile e chiarire il tutto.
Ma in quel momento dovevo rimanere solo: solo con me stesso.
 
 
Mi accasciai sul sedile cercando di calmarmi e di riprendere sonno.
Le lacrime erano sparite dal mio viso e dovevo tornare il prima possibile a casa prima che mia madre mi avesse fatto il terzo grado.
Ma quando cercai di accendere l’auto, vidi che Vittoria stava uscendo dalla sua abitazione dirigendosi verso la sua auto.
Guardando l’ora, vidi che era quasi mezzanotte.
“Dove se ne stava andando a quell’ora?”
Poi subito dopo capii: stava andando da lui.
La rabbia ricominciò a riprendere il sopravvento e il miglior modo per combattere la situazione era sputargli addosso  i miei pensieri.
Doveva finire male? Molto bene. Allora facciamola finire così.
Attendendo che partisse, mi misi dietro di lei a distanza di sicurezza per seguirla.
Dopo alcuni chilometri fatti, mi sentivo ancora più distrutto di prima.
Mancava poco alla resa dei conti e Vittoria l’avrebbe scoperto subito dopo.
Parcheggiando vicino al palazzo, intravidi ancora le sue lacrime sul suo viso.
Stava ancora soffrendo per colpa mia e i suoi timori erano soltanto all’inizio.
Molto presto avrebbe capito chi ero veramente: un uomo innamorato della sua donna che cercava giustizia in un mondo che si era rivoltato contro di lui.

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Capitolo 6
*** Carte in tavola ***


Lei era andata da lui dopo la nostra litigata.
che cosa pensava di ottenere? Il giusto conforto con lui?
“Che maledetta puttana” pensai indignato battendo i pugni sul mio volante “Come diavolo può dimenticare la nostra cena romantica insieme e quel momento… imbarazzante.”
Non dovevo perdere assolutamente il controllo e la voglia di rivalsa si faceva sempre più forte.
Fissandola uscire dalla sua auto, capii che era il momento di agire.
Coglierli inflagranti e sputargli tutto il veleno in faccia.
Sì, non avevo più tempo da perdere.
Riuscendo ad entrare nel palazzo per aver suonato ad un altro che abitava nel solito edifico, mi ritrovai dinanzi casa di Roberto con all’interno la mia ragazza.
Feci un respiro profondo prima di assumere un’espressione tranquilla e fuorviante, prima che la collera mi potesse cogliere preparato.
Bussai ripetutamente alla porta dell’appartamento e l’adrenalina stava per circolare nel mio corpo.
In quel momento mi sentivo come un dizionario di emozioni e troppo scosso per controllarne anche solo uno.
La situazione poteva degenerare da un momento all’altro, ma cercavo lo stesso di non avere paura.
Dopo che alla fine Roberto venne ad aprire alla sua porta, la sorpresa e l’imbarazzo si dipinsero subito nei suoi occhi.
< Tu… tu devi essere… >
< In persona. Posso entrare? > domandai cordialmente.
< Non credo che sia una buona idea. Vedi, io stavo… >
< C’è la mia fidanzata qua dentro, non è vero? >
< Come hai fatto… >
< Pedinare te e la mia fidanzata non è stato difficile. Insomma, la prossima volta dovreste controllare di non essere seguiti. Si potrebbero evitare casi davvero spiacevoli. >
Le mie ultime parole che sapevano di minaccia, Roberto fece ancora di tutto per cacciarmi.
Ma quando Vittoria mi vide sull’uscio della porta, la sua espressione ferita si trasformò in rabbia.
< Che cosa ci fai tu qui? >
< Sono venuto a vedere dove trascorrevi i tuoi momenti romantici con il tuo amante. >
Facendomi largo dandogli un sonoro spintone, entrai in quell’abitazione così perfetta che mi sembrava di non essere in una vera e propria abitazione.
< Maniaco dell’ordine. Davvero niente male. >
< Giuseppe, vattene via. Subito. >
< Perché? Pensavi davvero che io non riuscissi a scoprire i tuoi oscuri segreti. >
< Bravo, ti devo fare i miei complimenti: ti presento il mio nuovo amico, se vuoi. così potrete ricominciare da capo. >
Replicando con un sorriso strozzato, gli sputai in faccia che doveva smetterla di prendermi in giro.
< So che siete amanti, Vittoria > replicai con tono lieve < Credevi davvero che non me ne sarei mai accorto? >
< Te ne avrei parlato. Davvero. >
< E cioè quando? Magari nel momento in cui tra qualche anno ti avrei chiesto di sposarmi… Perché sai, è da molto tempo che ci stavo riflettendo. >
< Giuseppe, ti prego. Come possiamo stare insieme se a malapena ci vediamo? >
< Fino a qualche tempo fa’ non la pensavi così. Vedersi troppe volte poteva essere un problema… Ma adesso cos’è successo? Hai bisogno di nuovi stimoli? Di infilarti nel letto con un nuovo uomo? Ebbene, magari accetterò che tu mi molli. Ma il tradimento no. quello è troppo anche per te… Soprattutto dopo quello che hai scritto sul tuo diario. >
< Cosa?! hai letto il mio diario? >
< Accidenti > fece Roberto non riuscendo a credere a quelle parole.
< Già. Tu sapessi la sorpresa che si è dipinta sul mio volto quando l’ho letto… Sai, la prossima volta dovresti tenere molto lontano i tuoi segreti da me. E non metterli nel cassetto dove poco tempo prima avevamo sesso. E se non ricordo male ti era anche piaciuto… Ora puoi anche capire perché quando ti sei messa nuda non mi sono minimamente eccitato. >
La sorpresa e l’imbarazzo erano dipinti sugli occhi dei due amanti mentre il mio divertimento era irrefrenabile.
< Vuoi che confessi al tuo uomo altri segreti piccanti del tuo diario? Magari quando ti ho fatto mugolare le prime volte che abbiamo fatto sesso… Oh mio Dio, è stato troppo bello. >
< Smettila, Giuseppe! Adesso stai esagerando. >
< Perché tu? niente è paragonabile al tuo tradimento. Lo sai, vero? >
< Adesso per quanto tempo me lo vorresti rinfacciare? >
< Per tutto il momento necessario. Ti crea forse qualche problema, Vittoria? >
< Sì. La tua presenza mi disgusta > rispose la donna indignata < E adesso se non te ne vai immediatamente… >
< Questa non è casa tua, Vittoria. Dovrà essere Roberto a cacciarmi. >
Vedendolo visibilmente provato, decisi che infierire era ancora l’unico modo per rendere la mia vendetta davvero folgorante.
< Molto bene. Se non te ne vai tu, lo farò io. >
< Allora vai. Torna a casa a piangere nel tuo letto… Sempre che ci sia qualcosa per cui versare una lacrima. Hai scritto che io non ero mai vicino a te.
Ma i messaggi, le mie chiamate la mia vicinanza in tutti i modi possibili anche se non ero presente… Questo per te non ha nessun valore? >
< Non è la stessa cosa! >
< Ma per me lo era! > gridai di rimando < Tu mi hai ferito! E ora ne devi pagare le conseguenze. >
< Ma non lo farete qui, voi due > s’intromise Roberto < Se volete avere un momento per vedervi da soli, lo dovrete fare quando sarete più calmi e rilassati. Adesso non farete altro che scannarvi vicenda. >
< Non ce ne sarà bisogno > risposi senza mezzi termini < Non parlerò mai più con questa puttana. >
< Giuseppe, ti prego… >
Furiosa delle mie parole, Vittoria mi mollò un sonoro ceffone che mi fece sanguinare anche il labbro.
< Adesso ti senti bene? Sei in pace con te stessa, Vittoria? >
< Sei un bastardo, Giuseppe. Ti odio. >
< Notizia flash: La cosa è reciproca. >
< Mi hai rovinato gli ultimi anni della mia vita. Non stupirti se ti ho tradito con un uomo che sa davvero capirmi. >
< Dici così solo perché sei furiosa con me… Perché questo odio non l’hai mai scritto sul tuo diario. >
< Lasciami in pace, Giuseppe. La mia vita adesso non ti riguarda più. >
< Certo… Non ho più motivo per rimanere qui. Quello che dovevo dirti l’ho fatto… Scusa per questo brutto spettacolo, Roberto. Cerca di farla più felice di me. Sono sicuro che riuscirai nel tuo intento. >
< Giuseppe > fece quell’uomo richiamando la mia attenzione.
< Cosa vuoi? >
< Mi dispiace. Davvero. >
< Ti dispiace? Ti dispiace avermi fottuto la ragazza? >
< No… non doveva finire così. >
< Già. Ma tutti noi abbiamo un po’ di colpa in questa situazione, non ti pare? Ma è meglio lasciar perdere. Ho inseguito la mia vendetta per troppo tempo. Adesso devo voltare pagina, prima che i ripensamenti mi possano assalire. Addio… a tutti e due > dissi infine ripromettendomi che era davvero finita. Per sempre.
 
 
Alcuni giorni dopo decisi di tornare un’ultima volta a casa di Vittoria per salutare colei che mi aveva voluto bene come una madre.
Poteva essere la mia futura suocera, ma così non sarà mai.
Uscendo dal lavoro molto presto, mi assicurai che la mia ormai ex fidanzata era andata al lavoro, lasciando sua madre sola in casa.
Quando mi vide arrivare dinanzi al portone del palazzo, non nascose la grande sorpresa.
< Ciao, Nadia. Posso entrare? >
< Certo. Vieni su. >
Le parole da dargli erano molte, ma alla fine un semplice saluto d’addio sarebbe stata la cosa migliore.
Lei sapeva già tutto di me e di Vittoria, glielo si leggeva in faccia.
< Mi dispiace. Per come è finita tra me e mia figlia… Dopo tutti questi anni mi ero legata a te. ma non mi fraintendere. >
< Non lo farò. Stare qui era come essere in famiglia > risposi con tono nostalgico < Ma alla fine Vittoria ha fato le sue scelte. E per quanto possa essere ancora arrabbiato con lei, ho deciso di rispettare la sua decisione. >
< Ti fa’ onore, sai? >
< Dici davvero? >
< Sei un bravo ragazzo, Giuseppe. Riuscirai a trovare la ragazza dei tuoi sogni. >
< Già. Peccato che qui non siamo in una favola… La realtà è molto più dura del solito. Ma mi ci abituerò senza di lei. anche se non dimenticherò mai gli otto anni passati con lei. >
< Neanche lei lo farà. Ne sono sicura. >
< Credo che per lei sarà molto più facile. Infondo è colpa sua se… >
< Giuseppe, sai che non potrò mai essere dalla tua parte > tagliò corto la donna < Lei è mia figlia. >
< Lo capisco. Ma non ti preoccupare. Non te ne farò una colpa. >
< Bene… Che maleducata sono stata. Posso offrirti qualcosa? Un tè o un caffè? >
< Il caffè va benissimo, grazie. >
Ma appena vide che non l’aveva in cucina, mi disse che si sarebbe assentata qualche minuto per andarlo a prendere in magazzino.
< Mi assenterò per poco. Torno subito. >
< Vai pure. >
Rimanendo da solo per pochi istanti, era il momento di una verità ancora più sconcertanti di quelle di un passato troppo recenti.
Dovevo sapere se lei e quel tipo avevano…
Alzandomi di scatto dalla cucina, andai dritto in camera della mia ex fidanzata per sbirciare ancora la sua privacy per un’ultima volta.
E con grande sorpresa la pagina era dedicata ancora a loro, in modo molto intimo.
 
 
Caro diario
Finalmente dopo tante settimane sono riuscito a farlo: io e Roberto abbiamo fatto l’amore.
E’ stato davvero bellissimo e immergermi dentro di lei è stato davvero sensazionale.
Non scenderò troppo nei dettagli, ma devi capire che non mi ero sentito così felice prima d’ora.
Ora che Giuseppe era un lontano e un brutto ricordo, la mia relazione tra me e il mio nuovo uomo non poteva che cominciare.
Mi dava tutte le attenzioni necessarie: mi comprava vestiti nuovi, mi portava a cena fuori e mi faceva sentire amata. Tre cose che non riuscivo più a riassaporare da molto tempo.
Anche se con Giuseppe è stato bellissimo, non potrò mai dimenticare il mio primo amore.
Il suo sorriso contagioso e la voglia di farmi sentire dolce come una bambina.
Ma purtroppo con il corso degli anni dobbiamo crescere e con noi crescono anche le nostre responsabilità.
Prometto a te, diario, e a Giuseppe che il nostro passato non rimarrà invano.
Sarà incancellabile nella mia mente, anche se l’ultima volta in cui ci siamo visti è stato davvero terribile.
Ma in fondo cosa potevo aspettarmi? Lui ha assolutamente ragione ad avercela con me, ed io non lo biasimo.
Spero soltanto che lui non possa dimenticarmi.
Detto questo, inizia una nuova vita con me e spero che sia tanto ricco di soddisfazioni.
Al prossimo mio pensiero.

 
 
Avevo creduto che mi avrebbe disprezzato e si sarebbe vantata con il suo nuovo amore, ma così non è stato.
Alla fine provava ancora un amore per me, anche se non così passionale come un tempo.
Mi voleva bene come un amico, anche se amici non potremmo mai essere.
Non ci saremmo mai più rivisti e questo adesso mi stava cominciando a pesare.
Dovevo andarmene da quell’abitazione perché ogni cosa mi faceva pensare a lei.
Alzandomi di scatto dalla camera per riprendere la mia giacca, Nadia tornò dal magazzino con il suo caffè.
< Te ne devi andare, Giuseppe? >
< Mi dispiace Nadia, ma non ce la faccio. Comprendi il mio dolore nel rimanere qui, vero? >
< Certo. Nessun problema. >
< E’ stato bello conoscervi. Tutti quanti. Salutami anche il resto della famiglia. >
< Presenterò. Buona fortuna, Giuseppe. >
< Altrettanto anche a tutti voi > dissi infine smorzando un sorriso prima di cercare di dimenticare la mia vecchia vita.
 
 
C’era solo un ultimo punto che poteva ricordarmi ancora Vittoria.
Guardando il cellulare, vidi che Andre mi stava chiamando.
< Pronto? >
< Ciao Giuseppe, come te la passi? >
< Non tanto bene. >
< Che è successo? Vabbé, me lo dirai dopo: vuoi sapere la bella notizia? Ti ho trovato un appartamento poco fuori città. È davvero bellissimo e non costa nemmeno tanto. Dobbiamo prendere un appuntamento con l’agente immobiliare e così potrai vederla. Sono sicuro che anche a Vittoria piacerà. >
“Vittoria…”
< Andrea? >
< Dimmi, Giuseppe. >
< Mi dispiace non avertelo detto prima, ma avevo la mente occupata da troppi pensieri: io e Vittoria ci siamo lasciati. Un po’ di tempo fa’. >
< Cosa? da quanto tempo? >
< Da alcune settimane. Non so dirtelo di ‘preciso. >
Rimasto sconvolto dalla mia notizia, Andrea rimase indignato per non averglielo riferito prima.
< Te l’ho detto. Avevo troppi pensieri in mente. >
< E così hai pensato bene di non dire niente al tuo migliore amico? Sai Giuseppe, quando la smetterai di pensare a te stesso e di dare le dovute attenzioni anche alle persone che ti stanno accanto? >
< Andrea, io… >
< Sai una cosa? va bene così. Non me la sono presa… Ma gradirei che adesso che sei libero, potremmo uscire insieme. >
< D’accordo. Questa sera per te va bene? >
< Certo che va bene. Al solito bar? >
< Ok. Però paghi tu, Giuseppe. >
< D’accordo. Mi sembra il minimo > dissi con tono sorridente < A più tardi, allora. >
Una volta riagganciata la chiamata, mi dovevo rendere conto di quanto ero fortunato ad avere persone che pensavano a me.
La mia famiglia, i miei colleghi e i miei amici: tutti mi volevano bene.
Ed io non le avevo ripagate come credevano.
Dovevo farmi vedere felice e senza Vittoria sarebbe stato molto difficile.
Era giunta l’ora di ricominciare. E questa volta per davvero.

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Capitolo 7
*** Un nuovo inizio? ***


Alcuni mesi dopo


La tanto agognata rinascita sembrava aver preso piede nella mia vita.
Il lavoro non mi era mai andato così bene e tutte le persone accanto a me si sentivano felici del mio cambiamento.
Adesso non ero più il ragazzo egoista di un tempo, ma un giovane uomo solare che ha deciso, andando contro l’amore della donna che aveva sempre amato.
Certo, non mi ero ancora distaccato da quel brutto momento della mia vita, ma sapevo che anche questa nuova pagina sarebbe giunta da me.
Non avevo per niente fretta perché stavo bene così: scapolo e con tanti amici.
Dopo una dura giornata di lavoro, avevo solo il tempo di distendermi solo un’ora prima di tornare al lavoro per il servizio della sera.
Ormai l’estate era alle porte e la gente si era decisa di uscire dalle proprie case per passare giorni diversi.
Anche se ero tornato molto lentamente alla mia vita di un tempo, anch’io avevo bisogno di staccare la spina da tutto.
Era da tanto tempo che non mi prendevo una vacanza e l’ultima volta che era successo stavo ancora con Vittoria.
“Già, Vittoria… ormai il mio passato fa parte di lei…”
Scacciando subito il pensiero per concentrarmi sul mio riposo, qualcuno bussò alla mia porta.
Pensando che non stavo aspettando nessuno, non avrei mai creduto che oltre la porta ci fosse lei.
Aveva il suo solito sguardo innocente e la sua distruzione si intravedeva sul suo viso.
Non riuscendo a dire niente, mi limitai a dire solo il suo nome.
< Posso entrare? Ti disturbo? >
< No… Vieni pure. >
Facendo gli onori di casa, si accomodò sul divano in salotto.
< Mi dispiace per il disordine, ma io e i miei genitori non aspettavamo nessuno. >
< Siamo soli, vero? >
< Sì, certo… Ma tu non dovresti essere al lavoro? >
< Ho chiesto mezza giornata libera. Non mi sentivo molto bene… A dire il vero, è da quando te ne sei andato che non sono più la stessa. >
< Che cosa vuoi dire? >
Non riuscendo a dire niente, si limitò a piangere proprio davanti ai miei occhi.
< Vittoria, che succede? >
< Sono solo una stupida. Anzi, una puttana… Credevo di poter trovare la felicità con un uomo diverso dalla mia vita che avevo insieme a te… Ma solo dopo due settimane ho capito che era un grande sbaglio. >
Capivo dal suo viso che si stava davvero sforzando, ma la mia curiosità era davvero innegabile.
< Vuoi un bicchier d’acqua? Posso offrirti qualcosa? >
< No… Ho solo da dirti tutte le cose che mi sono successe in questi mesi. >
Vittoria cominciò con il dirmi che dopo aver fatto l’amore molte volte con il suo uomo, l’imprevisto colse per sempre la sua vita: era rimasta incinta.
Il panico si era impadronita di lei, sentendosi più sola che mai.
L’aveva subito detto a sua madre che di conseguenza gli promise che avrebbe fatto tutto per quel bambino che tra alcuni mesi sarebbe nato.
Quando diede la notizia al suo fidanzato Roberto, l’uomo tanto responsabile e assolutamente perfetto quale voleva far credere, gli disse che sarebbe per sempre sparito dalla sua vita e che il figlio era solo un suo problema.
Non riuscendo a convincerlo a desistere, i suoi pianti e la sua disperazioni furono così tali che le complicazioni furono all’ordine del giorno.
Dopo varie visite dal dottore, le brutte notizie sembravano non finire.
Vittoria aveva perso il bambino, e dopo quel fatto non ne avrebbe avuti altri.
Lei avrebbe tanto voluto tenerlo e amarlo come una vera benedizione.
Ma il destino aveva in serbo altro per lei, e Vittoria non l’avrebbe mai davvero digerito.
< Non potrò mai avere una famiglia… mai più… E tutto per colpa mia. >
< Vittoria, tu non centri niente in questa situazione > cercai di consolarla stringendogli la sua mano < Se hai perso il bambino… >
< Sentiva che stavo soffrendo… E il mio bambino non ha retto al disperazione ed è… morto. >
< Vittoria, non dire sciocchezze… >
< E’ la verità! > gridò ancora disperata < La bruttissima verità. Ho rovinato tutto… La mia vita adesso non ha più senso. >
Non avevo mai visto Vittoria così affranta e disperata.
Fino a qualche tempo fa’ l’avevo vista come una semplice donnetta qualunque che stava tradendo il suo amato.
Ma adesso la vedevo bisogno d’amore e bisognosa di… me.
Come ho già detto tante volte, non potrò mai dimenticato cosa mi aveva fatto quella donna.
< Adesso devo andare > disse frettolosamente la donna asciugandosi le lacrime < Vado a deprimermi a casa mia. Tutta da sola. >
Non potevo lasciarla andare in quel modo.
Anche se avevo la netta sensazione che l’avrei rivista, volevo rimanere insieme a lei. Lo volevo davvero.
< Vittoria > la richiamai subito prima che sparisse dalla mia vita.
MI fissava con quegli occhioni da cerbiatto e il suo sguardo magnetico, cosa a cui non potevo assolutamente sottrarmi.
< Dimmi, Giuseppe. Volevi dirmi qualcosa? >
Avvicinandomi a lei con fare circospetto e molto lentamente, sentii che anche il suo cuore stava battendo all’impazzata
Lei voleva riprovarci con me ed io, come una calamita, non mi sarei sottratto in nessun modo.
< Giuseppe, cosa stai… >
Con imprevisto fulminante, appoggiai le mie labbra su di lei e sentire il suo sapore che da troppo tempo non riuscivo più a ricordarmi.
Il nostro bacio durò svariati minuti e volevo tanto che quel momento non potesse mai finire.
Quando Vittoria riaprì gli occhi, si sentiva più confusa di prima.
Non avevamo fatto parola se riprovare a ricominciare una nuova storia insieme.
Ma mai come quel momento, un bacio sincero era come la migliore medicina.
< Giuseppe… non mi aspettavo… sono confusa. >
< So che tra di noi è successo l’impensabile, ma non voglio lasciarti andare un’altra volta. >
< Quindi possiamo rivederci presto? >
< Certo > risposi con ghigno divertito < Tieniti libera per lunedì sera. Ti porto a cena fuori. >
< Mmmh, ok… vedrò se il mio diario sarà d’accordo > mormorò lei maliziosa.
< Ok. Ma non farmi stare troppo sulla corda. Ho assoluto bisogno di una risposta. >
< Allora non facciamo tardare i tempi: ci sarò > disse infine lei mentre la nostra felicità sembrava rinata una volta per tutte dopo un tempo che credevo infinito.

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