La Guaritrice di Dhearg

di azufedechan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L’addestramento ***
Capitolo 2: *** Il buono ***
Capitolo 3: *** Cioccolata ***



Capitolo 1
*** L’addestramento ***


L'addestramento
Sono una guaritrice o così almeno credo. Sono nata in un villaggio poco lontano dalla capitale chiamato Gealach un posto spartano ma vivibile dove il profumo della pioggia dura tutto l'anno e il sole fatica a sorgere. L'ho dovuto lasciare quando la guerra ha invaso la nostra nazione, Dhearg; nell'anno 786. Non si sa molto del nemico, ma una cosa è certa il loro disprezzo per la nostra gente è tale da compiere dei massacri. Mi sono arruolata da qualche mese per questo, per fortuna, non ho ancora visto con i miei occhi l'atrocità degli scontri, ma dalle voci che circolano sembra che il nostro esercito non se la passi per niente bene. 

 

A questo mondo esistono i Guaritori e i Normali, nel primo caso, in cui rientro anch'io, sono umani con dei poteri capaci di guarire tutti i tipi di ferite, solo in rari casi riescono a curare anche dalle malattie, ma negli ultimi anni sembra che nessuno ne sia più in grado. I Normali invece sono persone comuni, che in questo caso, imbracciano le armi per combattere. 

 

L'accampamento dove mi trovo si chiama Gort, è a molti chilometri di distanza dal campo di battaglia. Nonostante le brande scomode, le tende consumate dal mal tempo, le alzatacce, estenuanti, sforzi fisici e i continui rimproveri non riesco ancora a rendermi conto che nei prossimi mesi finirò a medicare i feriti in prima linea e vedrò per la prima volta la morte. I nostri allenamenti servono per rafforzare il corpo ad usare più energia curativa possibile e, se le circostanze lo richiedessero, a difendersi.

 

Da poco sveglia mi stavo preparando per la giornata che si preannunciava già faticosa, i miei capelli castani non ne volevano sapere di stare raccolti ma non mi interessa, non devo di certo attirare l'attenzione a differenza di Aria la mia compagna di tenda sempre perfetta con un visino molto dolce che anche se fosse in disordine attirerebbe l'attenzione con quei capelli color miele e gli occhi verde oliva. Il suo bel viso trae in inganno dietro la sua faccia d'angelo si cela un carattere duro che non permette a nessuno di avvicinarsi. Non so se è perchè sono la sua compagna di stanza o perchè le faccio pietà, ma mi ha preso sotto la sua ala protettrice, mi sgrida spesso quando sbaglio, ma altrettanto mi difende o mi aiuta nel momento del bisogno.  

 

"Eris!" mi chiama Aria con voce seccata, mi stava aspettando per fare colazione, mi giro e la guardo sorridendo, con i miei occhioni castani, mostrandole la spazzola, sbuffando pesantemente la prende e in qualche minuto mi acconcia i capelli. "Ma come devo fare con te?" "Grazie Aria" la prendo di sprovvista e la abbraccio, e subito il suo sguardo si addolcisce. Ci dirigiamo alla mensa, mensa si fa per dire ogni giorno ci viene servita una zuppa densa, a loro dire ricca di proteine, in una tenda mezza cadente bucata così che possa entrare la pioggia, e se arrivi in ritardo rischi di beccarti un posto a sedere dove mentre mangi ti fai una bella doccia sporca. La pioggia qui è sporca non so da cosa sia dovuto, ma seguo la teoria che sia dovuta al fatto che neanche il cielo voglia una guerra, e la pioggia sporca è il suo modo per comunicarcelo.

 

All'ordine del giorno c'è una corsetta, dopo un intenso stretching, per riattivare i muscoli. Spesso ci alleniamo con i Normali per carenza di addestratori, oggi è uno di quei giorni. "Lo sai hanno richiamato il generale a casa per questioni famigliari" " Chi ci allenerà allora oggi?" " Ah spero tanto che ci diano una giornata di riposo, sono settimane che non ne abbiamo una" " Purtroppo no ho saputo che arriverà un nuovo generale, si dice sia giovane ma molto severo". Io e la mia amica ci guardiamo dopo aver origliato quella conversazione da un gruppetto di ragazzi. "Eris non fare quella faccia, vedrai che te la caverai" " La fai facile tu, non sei la più scarsa del nostro gruppo" "Ma non lo sei nemmeno tu, c'è chi è peggio, pensa a Thomas che l'ultima volta inciampando ha centrato in pieno l'istruttore" finimmo per ridere entrambe non accorgendoci della figura che ci si parava davanti. "Si può sapere di cosa stavate parlado signorine?" ci giriamo di scatto e restiamo incredule davanti a un ragazzo della nostra età con capelli scuri e occhi neri con delle pagliuzze viola incastonate nell'iride, non avevo mai visto un colore così. Ci balzano subito agli occhi le medaglie che ha al petto, capiamo che, per nostra sfortuna, abbiamo davanti il nuovo generale; con uno scatto fulmineo ci mettiamo in riga con gli altri. "Stavamo parlando di quanto ci piace correre" rispondo io maledicendomi subito per la cavolata detta. "Ah è così? Allora perchè non vi fermate a fare una ventina di giri del campo al posto dei soli dieci come i vostri compagni? Su iniziate tutti a correre!" "Ma io.." cerco di ribattere ma si allontana con sguardo torvo. "Grazie Eris ricordami di restituirti il favore" si lamenta Aria "Come se non fossi nella tua stessa barca, magari oggi siamo fortunate e non si mette a piovere" ma subito iniziamo a sentire delle goccioline, Aria mi guarda male ma subito scoppiamo a ridere prendendoci altri rimproveri da un assistente.

 

Sfinite e fradice dalla pioggia ci aggreghiamo agli altri per il pranzo, "Come mai oggi pranziamo così presto?" chiedo a una ragazza davanti a me "Non abbiamo finito neanche il solito allenamento mattutino" "Credo che il nuovo generale voglia presentarsi prima di continuare ad addestrarci". E infatti subito dopo aver preso la nostra razione di zuppa il nostro nuovo istruttore inizia il suo annuncio "Sono il generale Apollon Ion, sono qui per farvi diventare dei soldati, non terrò conto di poteri speciali o cose simili, andrete tutti in guerra e io vi insegnerò a vincere per Dhearg. Gli allenamenti saranno duri e inizieremo delle simulazioni di combattimento e di perlustrazione delle aree circostanti, non ci saranno favoritismi ne aiuti. Spero vi sia stato tutto chiaro!". "Spero vi sia tutto chiaro, non ci saranno favoritismi" lo imita Aria a bassa voce facendomi andare di traverso la sbobba, "C'è qualche problema, sono stato chiaro?" pronuncia queste parole verso di me " Chiaro come l'acqua, magari non come quella di queste parti, che è molto melmosa e putrida, sa per le piogge continue", anche adesso stava piovendo anzi non aveva proprio smesso. La mia amica cerca di trattenere una grossa risata, mentre il mio superiore inizia a guardarmi con disprezzo "Lei ha voglia di scherzare signorina..?" "Sràid" "Bene signorina Sràid, veda di contenersi". Lanciandomi ultima occhiata di disgusto torna al suo discorso "Non riesco a crederci che questo bel ragazzo sia così scorbutico, ed avrà la nostra età, che ne pensi Eris?" "Credo che sia un pallone gonfiato, e non farti strane idee lo sai che le relazioni non sono ben viste qui" rispondo sussurrando ad Aria senza neanche muovere la bocca per non rischiare un'altra sfuriata. "Questo è vero, ma non per forza si deve sapere in giro" mi fa l'occhiolino e mi rendo conto che no non lo sta facendo a me, è rivolto a Ion, che in risposta non la guarda di striscio. "Ma sei matta?" alzo un po' troppo la voce, per fortuna il monologo è finito e tutti chiacchierano tra loro. "Mmh non è che ti piace?" mi sussurra con un tono malizioso " Mi dovrebbe piacere un gradasso del genere? Mai!" "Dai dai non te la prendere sai che scherzo". La conversazione si conclude così lasciandomi spiazzata e con la sensazione di essere osservata. Guardandomi intorno vedo tutti concentrati sul loro piatto, in fondo alla tenda noto il tavolo degli istruttori a cui è seduto il pallone gonfiato, è proprio lui che mi fissa, ma perchè? Ha uno sguardo indecifrabile fisso su di me, Mi giro imbarazzata e decido che il mio pranzo termina qui, mi alzo e aspetto fuori che anche Aria finisca.



Spazio Autrice. Ciao a tutti è la prima storia che scrivo spero vi piaccia, se avete consigli sono ben accetti😍

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Capitolo 2
*** Il buono ***


Il buono
Il giorno delle lettere è il mio preferito, come quello di tutti credo. Riceviamo posta una volta ogni due settimane, e oltre alla posta dei nostri famigliari riceviamo dei buoni da usufruire al campo, come una doccia calda, una razione di cibo migliore; quanto desideravo entrambe le cose, ma mi capitava sempre un buono per del lucido da scarpe. Anche oggi non va diversamente, riscatterò il mio premio dopo aver letto la lettera che mi ha scritto mia madre. Non leggo niente di nuovo, le solite cose del villaggio, ma vedere la sua calligrafia e sapere che stanno tutti bene mi da il coraggio per andare avanti; allo stesso tempo mi chiedo se mai li rivedrò, se farò ritorno a casa. Da questi pensieri mi risveglia Aria che esulta per aver ottenuto il buono del cibo, "Finalmente!! Te l'avevo detto che la fortuna avrebbe girato Eris, tu che hai ricevuto?" "Ah il solito" le dico un po' amareggiata con un sorriso forzato. Non sono gelosa o invidiosa, anzi sono felice per lei, ma se ogni tanto avessi io un po' di fortuna non mi farebbe schifo.

 

Riguardo la mia lettera e penso alla mia sorellina Ket, compie otto anni tra una settimana, forse dovrei scrivergli già gli auguri, di sicuro non arriverà in tempo ma capirà la mia buona volontà. Peccato che qui non posso prenderle un regalo, di certo il lucido da scarpe me lo tirerebbe dietro, forse potrei scriverle una poesia o qualcosa del genere, ci rifletterò su.

 

Immersa nei miei pensieri metto a fuoco la figura dalla folta chioma rossa che si sta avvicinando ad Aria. È sicuramente Feny, ma cosa ci fa qui, non è del nostro gruppo di addestramento. A passo deciso si posiziona di fronte alla mia amica mentre io mi precipito accanto a lei. "Ho sentito che hai ottenuto un premio niente male" "Le voci corrono veloci" sussurro io ricevendo un'occhiataccia dalla pel di carota, "È così" le risponde con molta calma "Ovviamente c'è stato uno scambio, quel premio spetta a me quindi ora da brava restituiscimelo". La guardiamo allibite, e nel mentre si crea un cerchio di curiosi in torno a noi. Aria inizia a ridere attirando su di se la mano della ragazza che la sta per colpire ma riesco ad afferrarla prima che le tocchi la guancia, con una rapida mossa le giro il braccio dietro la schiena strappandole un urlo. "Cosa stai facendo sei impazzita!?" inizia a dimenarsi ma l'unica cosa che ottiene è cadere nel fango portando anche me con lei, nessuno sta intervenendo ne per aiutarci ne per separarci, poco mi importa, prima che riesca a rialzarsi mi butto sopra di lei bloccandola. "Chiedi scusa alla mia amica!" le urlo "Tu sei pazza, qualcuno mi tolga questa schizzata di dosso", quando Aria sta per intervenire sento una voce inconfondibile, "Qualcuno mi spieghi immediatamente cosa sta succedendo qui!". Non mi alzo e la rossa continua a dimenarsi, non riesco a muovermi, mi sono bloccata sentendo la voce del generale Ion. Come avrei spiegato questa situazione, sono stata troppo impulsiva, e pensare che di solito sono una schiappa nel combattimento corpo a corpo, forse lei è più scarsa di me. Sovrastata dai quei pensieri non sento Ion che continua a chiamarmi per farmi alzare " Signorina Sràid si vuole alzare o sta comoda così?". Anche l'ultimo richiamo risulta vano, mi riporta alla realtà afferrandomi per il braccio tirandomi su in piedi, mi libero immediatamente dalla presa sentendo un forte imbarazzo, di solito non mi succede ma mi sembra di essere una bambina in questo momento. Il suo sguardo mi immobilizza "Sràid mi segua nella mia tenda subito!", non so come ma i mie piedi uno dietro l'altro iniziano a seguirlo fino alla tenda. All'interno è molto più confortevole di quelle di noi reclute, è calda e c'è un buon odore da pulito, che invidia.

 

Sono ricoperta di fango che inizia a gocciolare su un tappeto, che a vederlo sembra parecchio costoso, mi passa un fazzoletto lo fisso negli occhi, non ha più uno sguardo severo, sembra quasi preoccupato, mi starò sbagliando. "Stai bene?" questo tono dolce mi provoca del rossore sul viso che spero si confonda nel marrone del fango, "Si" sussurro imbarazzata " Sono qui da due giorni e ne hai già combinate parecchie Eris" alzo di scatto lo sguardo, nessun superiore mi aveva mai chiamato per nome, ma lui non ci fa caso. "Non voglio sapere il perchè di questa scaramuccia, ma non deve accadere più una cosa del genere tra compagni, adesso vai a darti una ripulita" nel dirlo mi porge una tessera, è per una doccia calda. Lo guardo tra il commossa e l'agitata "Qualcosa non va?" "No no, solo che" esito un attimo a continuare "Nessuno ha mai fatto una cosa del genere per me, ed è da quando sono arrivata qui che non faccio una doccia calda" per poco non inizio a piangere, solo ora percepisco quanto sia stata dura qui al campo, non avevo mai avuto la mancanza dei conforto di casa mia, o forse solo non ci avevo pensato prima. Il suo sguardo è diventato dolce, gli farò pena, non mi importa, credo, che vergogna "La ringrazio, di sicuro non ricapiterà nulla del genere" tengo la testa bassa sperando di scomparire all'istante, lui in tutta risposta posiziona le sue dita sotto il mio mento e lo alza. Ho i suoi occhi nei miei, non riesco nemmeno a sbattere le palpebre, "Lo spero bene, tieni la testa alta Sràid" annuisco e la sua mano che poco prima era sotto il mio viso, si posiziona su un lembo della tenda per consentirmi l'uscita.

 

Sotto l'acqua calda insieme al fango lavo via anche il mio imbarazzo; tornata alla mia tenda Aria mi abbraccia all'improvviso rischiando di imitare la scena di stamattina con quella racchia. "Cosa ti hanno fatto, ero così preoccupata, stavo per venirti a cercare" "Non mi ha fatto niente, è stato gentile" sento le mie guance prendere colore "Oh mio Giove, racconta tutto e non tralasciare nulla" "Non c'è nulla da raccontare, mi ha solo detto di non combinare più casini,.. e mi ha dato un buono per lavarmi" forse non dovevo dirglielo "Non ci credo, tu gli piaci e lui piace a te!" " Ma ti è partito il cervello, non mi piace e di sicuro io non piaccio a lui, gli devo aver fatto pena, ero così imbarazzata.." a ripensarci ancora mi sento davvero una schiocca. "Sono più sicura della mia ipotesi" inizia a punzecchiarmi, ma non mi convincerà, sono più che convinta di quello che ho detto, io non potrei mai piacergli, lui non mi può piacere; ma allora perchè ora che cerco di prendere sonno vedo solo il suo viso"



Spazio autrice Questo è il secondo capitolo. Spero vi piaccia fatemelo sapere❤️

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Capitolo 3
*** Cioccolata ***


Cioccolata
A colazione gli istruttori ci annunciano che oggi alcuni di noi andranno in perlustrazione con il generale Ion, a quella notizia il mio cuore fa un piccolo balzo. Quando sento anche il mio nome tra quelli dei partecipanti mi volto verso Ion che abbozza un piccolo sorriso, forse è stato lui a dare il mio nominativo, ma scaccio subito il pensiero quando mi rendo conto che Aria non sarà con me.

 

"Stai tranquilla te la caverai alla grande" cerca di rincuorarmi la mia amica "Sono sicura che combinerò qualche disastro, poi hai sentito? Restiamo una notte fuori e io non so nemmeno montare una tenda" dico sbuffando buttandomi di peso sulla branda, devo iniziare a preparare le mie cose. "È solo una perlustrazione cosa dovrebbe mai capitare?" nel frattempo che Aria continua a blaterare sulla facilità del viaggio inizio a vestirmi, a differenza degli indumenti da allenamento questi sono bianchi con dei ricami blu scuro, gli stivali marroni, alti fino al ginocchio, lasciano intravedere parte delle cosce, mentre la maglia aderente è di un materiale termico per resistere alle basse temperature, sotto una gonna pantalone, non troppo aderente, ma abbastanza per non farmi sentire a mio agio, la gonna è aperta dai lati, e scende fino alle caviglie,  lasciando coperte le cosce solo dai pantaloncini. Quando finisco di preparare lo zaino, e dopo le ultime raccomandazioni da parte della mia amica, mi dirigo al punto di ritrovo; saremo circa una ventina o poco più, non conosco quasi nessuno se non di vista, mi aspetta un viaggio in solitaria praticamente.

 

Dopo averci dato delle informazioni e delle nozioni di sopravvivenza di base, che ho già dimenticato, iniziamo a metterci in marcia nella foresta che circonda il campo. È da poco più di mezzora che siamo partiti e non sento più le gambe, ma devo resistere non rimarrò indietro, un'altra umiliazione sarebbe troppo. Nel momento esatto in cui i miei capelli si incastrano in un albero un ragazzo dai capelli ramati giunge in mio soccorso. È un normale,  inizia a districarmi i capelli ma per l'imbarazzo mi agito, "Resta ferma" cerca di calmarmi "Ook" balbetto. "Ecco fatto sei libera" mi annuncia con un bel sorriso, "Grazie" "Non c'è di che", stavo per andarmene quando "Comunque sono Math" presa alla sprovvista mi presento " Ah, io sono Eris" gli sorrido ma credo di aver fatto una smorfia poco dopo. "Ti conosco già, io sono il fratello di Feny", accorgendosi del cambiamento della mia espressione si mette a ridere " Tranquilla sono suo fratello ma non per questo approvo lei e i suoi modi, la conosco fin troppo bene" "Si beh diciamo che un pochino se l'è cercata" finiamo a ridere insieme. "Non vi assomigliate per niente sei sicuro che non vi abbiano scambiato alla nascita?" gli strappo un'altra risata che viene interrotta da Ion. "Non ci credo Sràid, come al solito crei confusione e rallenti gli altri, vuoi impegnarti o credi che sia una passeggiata andare al fronte, ma forse per te è più importante ridacchiare che salvare vite" spalanco gli occhi,  inizio a camminare verso un gruppo che era molto più avanti di me, senza dargli alcuna risposta lasciando lì lui e Math.

 

Non posso credere che abbia detto quelle cose, sono stata una stupida a pensare che fosse gentile, che non fosse come gli altri. Finalmente dopo un infinità di pensieri ci fanno accampare in una parte poco fitta della foresta così da poterci stare tutti. Riesco a montare la tenda con qualche piccola difficoltà, ma sono soddisfatta; mi passa affianco Math "Vieni a mangiare?" "No, non ho per nulla fame" "Non devi preoccuparti, sai che sono degli stronzi che urlano a loro piacimento" mi sorride, io contraccambio ma la mia risposta è la stessa di prima. Sta per dirmi qualcosa ma alla fine con un cenno della mano si allontana, avrà capito che non ho voglia di parlare. Tutti erano andati a cenare, così decido di avviarmi al fiume che avevo visto arrivando qua. I riflessi della luna a contatto con l’acqua danno l’impressione che il fondo sia ricoperto di diamanti, ma per quanto il posto fosse bello continuo a pensare a prima al fatto che ci sono rimasta male, e avevo detto che non volevo umiliarmi di nuovo oggi, missione fallita Eris complimenti, mi faccio gli applausi da sola. Però ha ragione sembra quasi che io sia qui in vacanza, mi viene da piangere sono stata troppo superficiale. Tra i singhiozzi non sento la persona che sta arrivando, qualcuno mi tocca la spalla non riesco a connettere in tempo e nel tentativo di girarmi scivolo cadendo nel fiume. Apro gli occhi non sono bagnata non sento male da nessuna parte se non una forte pressione che mi cinge la schiena, guardo meglio e mi accorgo che c’è un braccio che mi sorregge, alzo subito gli occhi per capire a chi appartiene, è Ion che mi tiene per non farmi finire in acqua.

 

Lo guardo negli occhi, ho ancora le lacrime e inizio a diventare rossa in viso, non mi toglie gli occhi di dosso. Il tutto sembra così surreale che non riesco a credere che sia vero, devo avere delle prove per sapere che questo non è solo un sogno. Avvicino la mano e gli accarezzo una ciocca scura di capelli che gli cade sul volto, anche lui inizia a essere visibilmente imbarazzato ma non decide ancora di lasciare la presa. All'improvviso un fruscio tra le foglie ci allarma, lui si volta di scatto, e io finisco nell'acqua. Per lo meno ora so che non sto sognando, accertatosi che non ci fosse nessuno mi aiuta ad alzarmi, "Stai bene?" sono fradicia "Si, tu, tu stai bene?" Resta un po’ stranito dalla mia domanda “Si sto bene, beh dovresti cambiarti adesso o ti ammalerai” stava per andarsene quando “Vieni nella mia tenda lì ho una stufetta e delle coperte, ti asciugherai più velocemente” si incammina senza ricevere risposta come se mi avesse dato un ordine. Resto lì ancora un po’ per poi accorgermi che stavo tremando sintomo che era ora di muoversi. Tremavo ma non so se fosse per il freddo o per quello che stavo provando.

 

La tenda era calda più spartana di quella che possiede al campo ma sempre più confortevole della mia. “Tieni ti ho preso questa maglia non è un granché ma andrà bene finché i tuoi vestiti non saranno asciutti” “ Ti ringrazio ma non credo sia il caso, è meglio se torno nella mia tenda adesso” “Aspetta, è stata colpa mia se sei caduta in acqua lascia che ti aiuti” “Non è stata colpa tua non dovevo trovarmi lì” “Ma ti trovavi lì a causa mia” abbassa la testa in segno di scuse, che probabilmente non sentirò mai a voce. “Va bene, solo finché non sono asciutti i miei vestiti” afferro la maglia, lo fisso “Dovresti girarti” di scatto si volta dandomi la schiena e mi sfugge una risata. Metto i miei vestiti ad asciugare e nel frattempo Ion mi porge una tazza “Che cos’è?” “Bevi” risponde con un sorrisetto beffardo, il mio cuore fa mille capriole. “Ma questa è cioccolata, è da mesi ormai che non la bevo” mi guarda soddisfatto, sembro una bambina felice, non posso crederci cioccolata da quanto tempo. Ma subito mi incupisco “Che succede?” “No non è niente” sento gli occhi pungere, stavo per piangere. Si avvicina e mi prende il viso tra le mani a quel gesto spalanco gli occhi e qualche lacrima inizia a cadere, distolgo lo sguardo, “Parlami ti prego” gli ributto gli occhi addosso, come fa a dirmi certe cose, “Pensavo al fatto che potrebbe essere la mia ultima cioccolata calda, l’ultima di tante cose”. Mi osserva come se volesse leggere i miei pensieri, “Le cose che ho detto prima non le penso veramente, è stato solo un momento di rabbia, credo solo che tu abbia delle potenzialità e che queste non vadano sprecate”mi sbagliavo sulle sue scuse. Abbasso la testa, lui in risposta ci appoggia la sua fronte e mi abbraccia, restiamo fermi lasciandoci cullare dal silenzio dell’accampamento. Per quanto possa odiare la guerra, gli addestramenti, lo sporco e il resto, in questo momento non vorrei essere da nessun’altra parte, questo è l’unico posto giusto.

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