I segreti non riposano in pace

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fred Andrews e Hermione Lodge – un riavvicinamento improvviso ***
Capitolo 2: *** Archie Andrews e Betty Cooper – un amore nascosto ***
Capitolo 3: *** Cheryl Blossome Toni Topaz – l’omosessualità alla luce del sole ***
Capitolo 4: *** Sierra McCoy e Tom Keller – Al servizio della legge… Oppure no? ***
Capitolo 5: *** Veronica Lodge, Nick St Clair e Reggie Mantle – un triangolo amoroso molto pericoloso ***
Capitolo 6: *** Alice Cooper e F.P. Jones – I sovrani Serpents ***
Capitolo 7: *** Conseguenza segnate ***
Capitolo 8: *** Passaggio di segreti ***
Capitolo 9: *** Una cena all'insegna del litigio ***
Capitolo 10: *** Uno scandalo dopo l'altro ***
Capitolo 11: *** Impalata sulla croce ***
Capitolo 12: *** Il giorno prima ***
Capitolo 13: *** Rompere il silenzio ***
Capitolo 14: *** Lascia che i buoni seppelliscano i cattivi ***



Capitolo 1
*** Fred Andrews e Hermione Lodge – un riavvicinamento improvviso ***


Fred Andrews era un tranquillo uomo di campagna che si occupava di ricostruire o restaurare vecchi edifici della città ormai in decadenza.
La sua mole di lavoro e tutte le passioni che lo contraddistinguevano lo rendevano un uomo solidale e rispettato da tutti.
Ma anche l’uomo più bravo e buono di tutta Riverdale ha i suoi segreti più oscuri.
< Hermione, che bella sorpresa > fece Fred appena vide la donna entrare senza il suo esplicito permesso < Che cosa posso fare per te? >
< Il sindaco McCoy mi ha incaricato di darti questi fascicoli. >
Una volta in mano a quella moltitudine di fogli, Fred non poteva credere a quello che c’era scritto.
< Il sindaco McCoy mi ordina di ristrutturare la chiesa di Riverdale in una sola settimana? >
< Purtroppo questo progetto non è stato stanziato prima per mancanza di fondi… E poi mancano poche settimane a Pasqua. La nostra città deve avere una chiesa per accogliere i fedeli, no? Altrimenti dovremmo tutti trasferirci a Greendale. >
< E’ opera tua tutto questo, non è vero? Una donna religiosa come te non si farebbe mai sfuggire una simile occasione. >
< Voglio solo riportare Riverdale ad avere una casa che tutti rispettano. >
< Ah sì? La tua devozione non maschererà mai i tuoi veri propositi. >
< Qui è tutto pulito, Fred. Non occorre che tu pensi male di me. >
< Ah no? Peccato che mi ci stai portando… Non riuscirò mai in tale impresa. I miei uomini sono occupati altrove. >
< Beh, provaci lo stesso. Sono convinta che un uomo dalle mille sorprese come te riuscirà in tale missione. Soprattutto se puoi contare con l’aiuto di alcuni miei uomini. >
< Avresti qualcuno che potrebbe aiutarmi? >
< Aiutarci, Fred. Ti vorrei ricordare che sono ancora una tua socia. E insieme riporteremo la religione e il rispetto a Riverdale. >
< Ho visto anche i costi di produzione. Non riusciremo mai a coprire tali somme. >
< Fred, davvero non mi conosci abbastanza? Eppure dovresti sapere che i Lodge non sono mai scoperti quando si tratta di mettere sul piatto molti soldi. Abbiamo sempre le finanze coperte. >
< Quale è il tuo affare sporco? >
< Voglio solo fare un regalo alla città. Tutto qui. >
< Hermione, non m’incanti sai? >
< Perché devi essere sempre così pessimista e burbero? Lasciati andare. >
Improvvisamente, Hermione si mise sulle ginocchia di Fred per soffiargli sul collo e baciarlo subito dopo.
< Hermione, non dovresti farlo. sei sposata e hai un marito che ti ama. >
< Mentre tu alla fine hai divorziato. E poi non devi preoccuparti di mio marito. In questo momento non può farci niente. >
< E se qualcuno ci vedesse? Lo sai che questa città ha occhi dove noi non penseremo mai di avere >
< Di questo non ti devi preoccupare. >
Dopo aver chiuso la porta della stanza e aver chiuso le persiane, Fred non si sentiva lo stesso a suo agio.
< Hermione, che vuoi fare? >
< Adesso rilassati, Fred Andrews. Nessuno ci potrà mai disturbare nel tuo studio. >
Dopo averlo spogliato del tutto, anche Hermione fece la stessa cosa.
< Un giorno di questi mi farai impazzire. >
< Credo di averlo già fatto, Fred. Dovevo fare questa cosa dopo che ci eravamo tutti diplomati. Ma la mia sete di soldi mi ha spinto verso Hiram Lodge. Mi dispiace per tutto questo, Fred. >
< Abbiamo scelto strade differenti. Non devi recriminarti. Anch’io ho la mia dose di sbagli. >
< Però adesso possiamo cancellare tutto. Insieme. >
Una volta posate le sue labbra nelle sue, Hermione passò più di venti minuti in quel covo d’amore senza che nessuno potesse mai interromperli, lasciando il resto della sua vita fuori da quella stanza.

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Capitolo 2
*** Archie Andrews e Betty Cooper – un amore nascosto ***


Archie si divertiva a passare le sue giornate a giocare a football con gli amici
La sua vicinanza allo sport e al mondo della musica in generale, l’avevano spinto lontano dalla sua amata Veronica.
< Ehi, Archie. Facciamo un’altra partita? >
< Non oggi, Reggie. Credo di aver dato abbastanza. >
< Ma come? Sei appena arrivato. >
< Lo so. Ma devo studiare per la verifica di domani. E lo dovresti fare anche tu. >
< Magari più tardi. Il football è la mia vita. Non sprecherò la mia vita sempre stando sui libri. >
< Pensala come vuoi, ma io vado. >
Una volta lasciati i suoi abbigliamenti da gioco nel suo armadietto, Archie era pronto per tornare a casa a piedi.
Ma appena vide seduta la sua amica Betty Cooper sugli spalti, si domandò il perché non gli toglieva gli occhi di dosso.
< Betty, che cosa ci fai qui? >
< Ciao, Archie. Avevo bisogno di rimanere un po’ da sola. Per questo sono venuta qui a guardare i tuoi allenamenti. Devo dire che sei bravo e ti muovi molto bene in tutti gli sport. >
< Grazie. Forse perché mi impegno nelle discipline che mi piacciono. >
< Anche nelle materie scolastiche sei molto bravo. Come fai a trovare tempo per tutto? Per non parlare della tua relazione con Veronica. >
< Già… Veronica… >
< Scusami Archie, ho forse detto qualcosa di sbagliato? >
< No, non ti preoccupare. È solo che io e Veronica non stiamo passando un bel momento. Siamo in pausa di riflessione e non credo che ci metteremo di nuovo insieme. >
< Anch’io con Jughead non sto attraversando un bel periodo. Lui è molto distratto dai Serpents mentre guardo la mia famiglia disfarsi incredibilmente senza che io possa fare qualcosa. >
< Tuo padre e tua madre non fanno altro che litigare? >
< sì, e per la maggio parte per cose stupide. Mio padre è geloso marcio perché crede mia madre lo stia tradendo. Ancora non capisco perché si comporta così. >
< Magari tuo padre è stressato dal lavoro e vorrebbe avere più tempo per la sua famiglia. Senza contare il fatto che tua sorella Polly se n’è andata di casa dopo l’ennesimo litigio, vero? Me l’hai raccontato ieri. >
< Sì. Loro due insieme stanno distruggendo la nostra famiglia. E io non posso fare niente per fermarli… E come se non bastasse, non riesco mai a parlarne con Jughead. La mia vita è un vero schifo. >
< No Betty, non dire così. Puoi sempre contare sul mio conto. >
< Grazie mille, Archie. Per fortuna posso contare sempre su di te. >
< Se non vuoi tornare dalla tua famiglia, che ne dici se questa sera ti fermi da me a dormire? Così ti potrai rilassare senza pensare a tutti i tuoi problemi. >
< Non so. Non vorrei darti troppo disturbo. >
< Ma quale disturbo? Tu non disturbi mai. Avanti, non accetto un no come risposta. >
< Potremmo andare a cenare da Pop’s e poi andare da te. è da un sacco di tempo che non torno in quel posto. >
< Va bene, affare fatto. >
 
 
Nel mentre Archie e Betty stavano consumando la loro ordinazione, la ragazza si bloccò all’istante quando vide entrare Jughead con i suoi amici Serpents.
< Ciao, ragazzi. Che fate di bello? > domandò Jughead come se non fosse mai successo niente.
< Stavamo parlando del più e del meno > rispose Archie mentre Betty non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi.
< Interessante… Come stai, Betty? >
< Bene, grazie. >
Nel mentre Jughead si preparò per dargli un bacio, Betty si scansò all’ultimo momento abbassando il viso verso il tavolino.
< Va tutto bene? >
< Sì. Sono solo un po’ stanca. Colpa della mia famiglia. >
< Betty, appena avrò risolto la questione sulla banda rivale dei Serprents, ti prometto che sarò tutto per te, d’accordo? >
< Certo. Nessun problema. >
< Adesso devo andare. I Goonies sono con le spalle al muro. È giunto il momento di agire. Ma prima prendiamo qualcosa da mangiare da Pop’s e via! >
< Stai attento a non cacciarti nei guai > si raccomandò Archie.
< Non ti preoccupare, Archie. Ho tutta la situazione sotto controllo. >
Una volta che i Serpents e Jughead lasciarono Pop’s, Betty si sentiva più afflitta di prima.
< Mi dice sempre le solite cose da più di un mese ormai. Troverà più tempo per me quando avrà risolto le ultime questioni con la sua banda… Ma per quanto tempo potrà andare avanti questa storia? >
< Betty, posso capire che ti puoi sentire frustata, ma Jughead ha con sé un’eredità molto importante da tirare avanti. Suo padre non ne vuole più sapere dei Serpents e tutte le responsabilità sono andate a Jughead. >
< Archie, credi che io non l’abbia messo in conto? Ma chi può pensare a me in un momento come questo? >
< Adesso però calmati, Betty. Non peggioriamo la situazione. >
< Sapevo che venire qui sarebbe stata una cattiva idea. Almeno non avrei incontrato Jughead e la sua banda di teppisti. >
Archie non ce la faceva a vedere la povera Betty piangere dalla disperazione.
< Avanti Betty, andrà tutto bene. >
< Archie… Ho bisogno di qualcuno che mi stai accanto in momento come questi. Non ce la faccio a rimanere da sola. >
< Ed io non ti abbandonerei mai in nessuna occasione. Te lo prometto. >
 
 
Una volta arrivati a casa di Archie, Betty si sentiva rilassata come non gli capitava da tempo.
< Papà, sono a casa. Ci sei? >
Ma nessuno rispose.
< Strano che mio padre non sia ancora tornato. >
< Magari sarà rimasto in cantiere per ultimare gli ultimi lavori. Devo dire che sta facendo un grande lavoro sul ripristino degli edifici di Riverdale. Mia madre è molto felice di questo. >
Ma appena Betty parlava dei suoi genitori, improvvisamente si rabbuiava.
< Betty, adesso smettiamola di parlare dei tuoi genitori. Non vedi che ti stanno destabilizzando. >
< Scusami. Non succederà più. >
< Ok… Vieni. Ti preparo la tua stanza. >
Appena arrivati in camera di Archie, il ragazzo si sistemò il sacco a pelo per terra e risistemò il suo letto cambiando le lenzuola e la federa al cuscino.
< Archie, non ce n’è bisogno. >
< Non ti preoccupare. L’avrei dovuto fare stamattina. >
< Ok. Ma se vuoi posso dormire io nel sacco a pelo. >
< Non ci pensare nemmeno. Ci dormo io. >
< Va bene, non voglio contraddirti. >
< Brava… Allora, che cos’hai intenzione di fare? Vuoi vedere un film o ci mettiamo subito a dormire? Oppure possiamo leggere qualcosa insieme come facevamo alle elementari prima di addormentarci. >
< Archie… Non voglio fare niente di tutto questo. >
Nel mentre non distoglieva lo sguardo da Archie, Betty si tolse il maglione, le scarpe e si sciolse i capelli, rimanendo solo con il suo costume da prostituta.
< E quello quando te lo sei messo? >
< Quando tu eri in bagno, Archie. >
Spingendo il giovane Andrews sul suo letto, Betty lo mise completamente nudo mentre non stava facendo niente per impedirglielo.
< Betty, stiamo sbagliando tutto. Che cosa penseranno Jughead e Veronica di tutto questo? >
< Non devono pensare niente… Perché non lo verranno mai a sapere. >
< Betty, Riverdale è una città molto piccola. Ci cacceremo nei guai. >
< Non se mantieni la bocca chiusa. >
Mentre Betty gli infilò la lingua dentro la sua, Archie tacque all’istante per assaporare ogni singolo tocco e ogni singolo movimento del tuo corpo.
< Archie bello, so che lo vuoi anche tu… Il mio lato oscuro lo sente. >
< Betty… non mi lasci altra scelta. >
Divorato dal senso d’erotismo, Archie mise sotto di sé Betty per spogliarla della sua divisa da prostituta, mentre i suoi tocchi e i suoi baci si facevano sentire sempre più forti.
< Archie ti prego… non fermarti… >
< Non mi fermerò per nessuna cosa al mondo, Betty ormai sei mia. >
Archie non riusciva più a controllare le sue emozioni, lasciandosi andare in un momento che avrebbe per sempre cambiato la sua vita.
< Archie… io ti… >
Ma nel mentre Betty stava parlando, sentirono qualcuno che aprì la porta di casa.
Affacciandosi in cima alle scale, Archie e Betty videro Fred ed Hermione baciarsi nel soggiorno.
< Mio padre… con Hermione Lodge? >
< Oh cavolo, non me lo sarei mai aspettata. >
< Nemmeno io… Meglio tornare in camera nostra facendo finta che non sia successo niente. >
< Ottima idea, Archie > disse infine Betty con tono sensuale accogliendo la sua richiesta.
< Archie starà tutta la notte fuori, non preoccuparti. >
< Così siamo soli io e te? >
< Certo. Per questa notte la mia casa sarà il nostro covo d’amore. >
< E non ci sarà nessuno che potrà disturbarci > rispose Hermione all’apice della felicità.
< Però vedi di non farti sentire dal vicinato. Alice Cooper ha le orecchie bene attente e sa fiutare il pericolo.
< Sarò muta come una tomba… Però vedi di non farmi eccitare troppo, rampollo Fred. >

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Capitolo 3
*** Cheryl Blossome Toni Topaz – l’omosessualità alla luce del sole ***


Cheryl non si sentiva al sicuro nella sua nuova dimora.
L’influenza dei suoi genitori dopo la morte di suo fratello era forte quanto asfissiante.
Aveva bisogno di una figura che poteva stargli vicino in tutti le occasioni e i pericoli che gli si presentavano dinanzi.
Ma chi sarebbe stato disposto ad aiutarla?
< Cheryl, dove vai così presto? >
< A scuola, mamma. Stamattina ho una verifica molto importante. >
< Ma sono solo le sette del mattino. Non puoi aspettare un po’? magari possiamo far colazione insieme a tuo padre. >
“E se non ne avessi voglia?”
< Ho paura di fare tardi. Mi vedo a scuola con una mia cara amica per ripassare insieme. Non posso farla attendere. Sarebbe sgarbato da parte mia. >
< Mi dispiace Cheryl, ma dovrà aspettare. >
Prendendola con forza per il braccio sinistro, Cheryl fu condotta in sala da pranzo dove ad attenderla c’era suo padre.
< Cheryl, te ne vai via così presto? >
< Perché rovinate sempre tutto?! Che cosa vi ho fatto?! >
< Sai Cheryl, credo che tu stia impazzendo dopo la morte di tuo fratello… Ci stai spingendo a prendere dei seri provvedimenti nei tuoi confronti, giusto Clifford? >
< Esatto, Penelope… Cheryl, c’è qualcosa che possiamo fare per aiutarti? Magari potremmo parlare con una persona di nostra conoscenza… >
< Non ho bisogno del vostro aiuto. Sto bene. >
< Davvero? Allora perché fuggi dalla tua famiglia come una volgare ladra? >
< Perché qui dentro mi sento incarcerata e oppressa. Almeno a scuola posso essere una persona molto diversa. >
< Capiamo le tue paure Cheryl, ma comportarti male con noi non risolverà la tua situazione… Io e tuo padre c’abbiamo pensato a fondo e sarebbe meglio che tu cambi città. >
< Che cosa?! non se ne parla nemmeno! >
< Allora vedi di tornare la Cheryl Blossom che io e tua madre conosciamo, altrimenti la tua vita cambierà così radicalmente che non ti riconoscerai più. E cosa ancora più importante, t’impediremo di tornare a Riverdale per il resto della tua vita. >
< Ma cosa vi ho fatto di male? > domandò Cheryl con le lacrime agli occhi.
< Vedi di essere forte e di comportarti come una Blossom. E non come una donnetta qualunque > replicò Penelope sprezzante < Adesso mangia qualcosa. Devi essere in forza per la verifica di oggi. >
Anche se a Cheryl era passata la fame, alla fine mangiò lo stesso qualcosa per compiacere i suoi genitori.
< Brava, è così che ti vogliamo. >
< Invece di prendere l’autobus, che ne dici se ti accompagno? Stamattina ho la mattinata libera. >
< Lascia stare, papà. Vado da sola. Così posso riflettere in santa pace. >
< Molto bene. È questo lo spirito giusto. >
 
 
Una volta arrivata a scuola, Cheryl prese le sue cose dall’armadietto per accomodarsi in classe e ripassare per la verifica.
Non si era mai sentita così sola e spenta prima d’ora, e l’oppressione dei suoi genitori non faceva che rendere la sua vita alquanto impossibile.
< Buongiorno, Cheryl > gli fece Toni Topaz avvicinandosi.
< Ciao, Toni. >
< Accidenti, sei distrutta… Che cosa ti è successo? >
< Niente. Va tutto bene. >
Ma Toni non riusciva a credere alle parole di Cheryln, intravedendo nei suoi occhi tutto il suo dispiacere.
< Cheryl, perché non me ne parli? Sfogati con me. >
< Non saprei da che parte iniziare… I miei genitori mi stanno con il fiato sul collo perché credono che stia impazzendo, ma sono loro i pazzi in questa storia. Ho bisogno di tranquillità, Toni. Ho bisogno di stare lontano da loro. >
< Puoi venire a stare da me, se vuoi. >
< Non mi daranno il permesso. Mi vogliono sotto il loro stesso tetto per controllarmi a vista. È già tanto se mi fanno venire a scuola. >
< D’accordo, allora vuol dire che troveremo un compromesso… Magari potresti invitarmi a casa tua per distendere una situazione alquanto difficile. >
< I miei genitori non sarebbero mai d’accordo. >
< E perché? Non mi conoscono neppure. Fammi fare un tentativo, no? >
Nel ripensare alle parole piene d’amore e d’aiuto di Toni, alla fine Cheryl accettò.
< Grande! Allora facciamo per domani sera, no? >
< Perché aspettare? Puoi venire questa sera. >
< Ok, come vuoi tu. >
E nel mentre Cheryl e Toni si guardavano con occhi pieni d’amore, la ragazza rossa appoggiò le sue labbra sulle sue scambiandosi un bacio prima dell’arrivo dei loro compagni di classe.
< Cheryl, non avrei pensato… >
< Nemmeno io. Ma tu sei l’unica che può realmente capirmi > rispose Cheryl prima di congedare la sua nuova amata con un sorriso.
 
 
Cheryl non attendeva altro che l’arrivo di Toni.
La sua vicinanza e il suo carisma era quello che lei aveva più bisogno in assoluto.
< Sono davvero curiosa di conoscere la tua nuova amica > fece Penelope ridestandola dai suoi pensieri < Deve essere una persona speciale se ti ha ridato il sorriso. >
“Di sicuro non è grazie a te se sono tornata ad essere felice.”
< Infatti, mamma. Vedrai, sono sicura che ti piacerà. >
“No, sono convinta che non le piacerà per niente.”
Sentendo il suono del campanello, Cheryl si alzò di scatto per andare subito ad aprire.
< Ciao, Cheryl. Questo è per te > gli fece Toni consegnandogli un regalo.
< Grazie, Toni. Non ti dovevi disturbare. >
< E’ un piccolo astuccio dove puoi mettere tutti i tuoi trucchi. Una ragazza come te non dovrebbe mai stare senza. >
< Grazie ancora. >
Dopo averla fatta entrare, gli occhi di Toni incrociarono quelle dei suoi genitori che stavano finendo di sistemare il salotto e quello che videro non gli piacque affatto.
< Mamma papà, vi presento Toni Topaz > disse fiera di sé Cheryl.
< La sua nuova ragazza > disse invece Toni con tono maligno.
< Che cosa? puoi ripetere, per favore? >
< Avete capito bene: io e Cheryl stiamo insieme. >
Cheryl non poteva dimenticarsi degli sguardi assatanati e pieni di rabbia dei suoi genitori.
La loro collera fu talmente grande da buttare fuori di casa malamente la povera Toni.
< Ma cosa vi viene in mente?! Lei è mia amica! >
< Certo, una tua amica… Ha appena detto di essere la tua ragazza! >
< Stava scherzando, mamma. Non è vero. >
< Cheryl, quanti segreti ci stai ancora nascondendo? Diccelo! >
< Io non vi nascondo proprio niente. Vi giuro! >
< Adesso basta, ne abbiamo abbastanza dei tuoi colpi di testa. Da domani non metterai mai più piede in quella scuola. Fosse l’ultima cosa che faccio. >
< Ah sì? Allora io non metterò mai più piede in questa casa. Me ne vado per sempre! >
< E dove te ne andrai, piccola mocciosa che non sei altro? Come pensi di vivere senza che siamo noi a mantenerti? >
< Saprò arrangiarmi. >
< Con l’aiuto della tua amichetta? Voglio proprio vedere. >
< Almeno lei mi ama per quello che sono! >
< Sei solo una puttanella fornicatrice. >
Quelle parole furono la goccia che fecero traboccare il vaso.
Con le lacrime agli occhi per la disperazione, Cheryl Blossom se ne andò di casa raggiungendo Toni che stava camminando a piedi.
< Cheryl, che succede? >
< Non voglio mai più tornare in quella casa! Mai più! Portami con te, Topaz. Ti prego. >
< D’accordo. Da questo momento sei sotto la mia protezione.

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Capitolo 4
*** Sierra McCoy e Tom Keller – Al servizio della legge… Oppure no? ***


Mentre lo sceriffo della città di Riverdale, Tom Keller non aveva nessun caso tra le mani, decise di farsi sostituire alcuni giorni per fare una sorpresa speciale ad una donna a cui teneva moltissimo.
< Ti disturbo, Sierra? >
< Ciao, Tom. Non ti aspettavo. >
< La mia è stata una visita improvvisa, ma non fugace > replicò l’uomo baciando la sua amata.
< Che cosa posso fare per te? >
< Visto che ho molti giorni di ferie arretrati, che ne dici di accompagnarmi in un giretto in montagna? Così potremmo rimanere lontano dall’opinione pubblica e dalla città. Basta avventure tra i motel fuori Greendale. Adesso abbiamo bisogno dei nostri spazi. >
Sierra avrebbe accettato volentieri la proposta di Tom, ma sapeva bene che non poteva mettere la faccia in un argomento delicato quanto il loro coinvolgimento sentimentale.
< Tom, mi piacerebbe molto venire con te, ma devo sistemare alcune pratiche burocratiche che richiedono molto tempo e che non posso più rimandare. Mi spiace. >
Tom aveva capito benissimo che la scusa di Sierra era solo un modo per non cadere nella sua trappola d’amore.
< Sierra, posso farti una domanda? >
< Certo che puoi, Tom. >
< Ti vergogni forse di me? >
< Ma cosa ti viene in mente? Sei pazzo, forse? >
< No, sono solo realista… Perché non accetti la mia proposta? Riverdale non è mai stata pulita dai criminali come in questo periodo. Dobbiamo cogliere questo attimo. >
< Forse, ma non dobbiamo nemmeno abbassare la guardia. Ho apura che qualche malintenzionato criminale possa tornare in azione proprio nel momento più tranquillo di questa città. >
< Andiamo Sierra, non puoi rimanere rinchiusa in questo ufficio per tutto il resto della tua vita. Cerca di svagarti un po’. >
< Tom, non so se sono i tuoi ormoni a parlare per te, ma di sicuro non posso sottrarmi ai miei doveri. Se ho scelto la carica di sindaco è perché sapevo benissimo a cosa andavo incontro. >
< Scusami, Sierra. Non volevo essere così duro. >
< Ma lo sei stato… Adesso se non hai altro da dirmi, ti pregherei di lasciarmi in pace, altrimenti non riuscirò mai a finire di riordinare questi fogli. >
< Certo. Me ne vado subito. >
Uscendo dall’ufficio del sindaco, Tom capì subito di avere detto molte parole fuori posto che la sua amata Sierra non si meritava.
“Devo cercare di riparare alla svelta e l’unico modo è fargli una sorpresa.”
 
 
Attendendo la fine della giornata, Tom controllò l’ora dal suo orologio e incredibilmente vide che si era fatto molto tardi.
“Le nove di sera. Perché Sierra ci mette così tanto.”
Preoccupata non vedendola uscire dal suo ufficio, Tom decise di andargli incontro.
Aprendo la porta della sua stanza. Vide che la povera Sierra si era addormentata in mezzo alle pratiche.
“E’ sfinita. Non posso vederla così.”
< Sierra, svegliati > fece Tom accarezzandogli lievemente la testa.
< Che cosa? ma dove sono?... Tom, che cosa ci fai qui? >
< Sei nel tuo ufficio, Sierra. T’eri addormentata. >
< Oh mio Dio. Non finirò mai di riordinare tutto questo monte di roba. >
< Forse te lo dovevo chiedere molto prima ma, posso darti una mano? >
Ascoltando la richiesta di Tom, sul viso della donna si dipinse un sorriso che sembrava scomparso da tempo.
< Sicuramente non ti dirò di no. >
Dopo una buona ora passata a sistemare tutto l’ufficio, alla fine Sierra e Tom riuscirono nell’impresa di finire.
< Non credevo che ce l’avremmo fatta > fece Sierra tirando un sospiro di sollievo.
< Eh sì, l’unione fa la forza. >
< Grazie ancora per il tuo contributo, Tom. Non ce l’avrei mai fatta senza di te. >
< Oh figurati, l’ho fatto con piacere… Oh che maleducato. Questi fiori sul tuo banco sono per te. >
< Grazie, Tom. Un pensiero davvero carino. >
< Sierra, so che sei molto stanca dopo una dura giornata di lavoro, ma oggi festeggiamo un anno dopo che ci siamo baciati da quella volta al liceo. >
< Sì, mi ricordo bene. E anche quella volta stavo sistemando il mio ufficio. Se tu non mi conoscessi mi diresti che sono una donna imprecisa e casinista. >
< Imprecisa o no, è di questa donna che mi sono innamorato e che non la cambierei per nessuna persona al mondo. >
< Oh Tom, sono molto felice di sentirtelo dire. >
Mentre i due si stavano scambiando baci appassionati, non si resero conto che la loro porta non era chiusa come dovrebbe essere, mettendo a repentaglio il loro fragile segreto che non poteva rimanere seppellito per sempre.
Infatti Kevin e Josie, arrivati nell’ufficio di Sierra per chiedergli un favore, rimasero allibiti dinanzi a quella visione.
< Ma cosa stanno facendo? >
< Si stanno baciando, Josie > rispose Kevin con tono serio.
< Tu sapevi di questa relazione? >
< Ovvio che no… Una vera e propria relazione clandestina in piena regola. Non posso crederci. >
< Deve finire alla svelta. Per il bene di tutti. >
< E come faremo a convincerli? >
< Magari mettendo in scena uno scandalo. >
< Ma sei impazzita, Josie?! Che ti viene in mente?! >
< Allora quale sarebbe la tua buona idea? >
< Parliamoci amichevolmente d’accordo? Devono finirla alla svelta prima che qualcuno possa usare tutto questo a suo favore. >
< Ti stai riferendo alle famiglie più potenti di Riverdale? >
< Ogni fatto a persone o cose è puramente casuale… Sì, mi piacerebbe davvero. >
< Va bene. Tu parla con tuo padre, mentre io penso a mia madre. Dovranno ascoltare le nostre richieste, altrimenti… >
< Altrimenti ci minaccerete? >
Essendo stati scoperti, Kevin e Josie entrarono subito all’attacco.
< Ragazzi, possiamo capire che siate scossi per questo avvenimento, ma io e Tom ci amiamo dai primi anni del liceo. >
< Due individui importanti per la legge pubblica come quella di Riverdale non dovrebbero immischiarsi in relazioni clandestine. Ne va del loro futuro! >
< Pensi che non l’abbiamo presa in considerazione questa faccenda, Josie? Basterà che voi due vi tappiate la bocca e non rivelate niente a nessuno. Lo promettete? > fece Sierra.
< Kevin, è molto importante per noi. Davvero. >
Dopo aver strinto i denti come segno di rabbia, i due ragazzi promisero che non avrebbero detto niente a nessuno.
Ma dietro l’ombra della spia c’era un individuo molto subdolo assetato di potere e di scandali che non poteva nascondersi all’infinito.
“La vostra relazione clandestina finisce questa sera, Tom Keller e Sierra McCoy.”

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Capitolo 5
*** Veronica Lodge, Nick St Clair e Reggie Mantle – un triangolo amoroso molto pericoloso ***


< Non posso credere che mio padre ed Hermione Lodge… Tutto questo è surreale > fece Archie mentre stava preparando la colazione insieme a Betty.
< Archie, perché lo giudichi un grande problema? >
< Perché i Lodge non portano a niente di buono. Ed io ne sono la prova vivente. >
< Anche se tu e Veronica non avete legato come avreste voluto, questo non significa che tuo padre ed Hermione non possano avere un futuro insieme. >
< Ti scordi di Hiram. Che cosa dirà quando scoprirà tutta questa storia? >
< Tuo padre ed Hermione manterranno il segreto. Ne va della loro incolumità. >
< Sarà, ma io non mi fido. >
< Ehi ragazzi, buongiorno > fece Fred piombando in cucina felice come non mai < Betty, non credevo di trovarti qui. Hai dormito con Archie stanotte? >
< Ecco, in verità… >
< Sì, ha dormito con me, papà. Ti causa qualche problema? > lo interruppe Archie fissando suo padre con sguardo accusatorio.
< No, ovvio che no. Perché mi rispondi così? >
< Ieri sera ti ho sentito ritornare a casa molto tardi. >
< Ero con quelli del cantiere. Dobbiamo finire un lavoro molto lungo e i tempi stringono. >
< Ah davvero? Peccato che questa notte non eri solo. >
< Archie, smettila. >
< Che cosa mi dici del tuo flirt con Hermione Lodge? Pensavi davvero di mantenere il segreto? >
< Figliolo, quello che tra me ed Hermione sta succedendo, non sortirà nessun problema tra le persone vicino a noi. >
< Pensi davvero che sia così? Voglio vedere cosa ne pensa Hiram. >
< Non vorrai mica… >
< Ovvio che no, papà. Ma sono molto preoccupato per te. >
< Beh, non devi esserlo. Io e Hermione ci amiamo e cercherà di risolvere questa situazione. Ma tu vedi di non immischiarti, ok? >
Una volta fatto arrabbiare suo padre, Archie non riusciva a trovare le risposte necessarie.
< Archie, devi cercare di fidarti di tuo padre. Lui vuole solo il meglio per te. >
< Il meglio per me, o per lui? >
 
 
La giornata di Hiram Lodge iniziò molto presto quella mattina di primavera.
A colloquio con sua figlia Veronica, dovevano attendere un nuovo investire di cui ignoravano il nome.
< Papà, sai dov’è finita mia madre? >
< No, e la cosa mi sta irritando molto > rispose l’uomo mentre sorseggiava il suo rum < Ma questo non è un grande problema. Stiamo attendendo uno dei figli delle famiglie più importanti di New York. >
< Sei riuscito a scoprire chi era? >
< No. Ma i suoi soldi ci serviranno per costruire un circolo privato dove nascondere i nostri affari poco leciti. >
< Papà, ho deciso di aiutarti, ma non voglio gettarmi in affari illegali. Non voglio sporcare il mio buo0n nome. >
< E non succederà, Mia. Te lo prometto. >
A mezzogiorno in punto, il nuovo investitore si presentò a casa Lodge con una borsa piena di milioni di dollari.
< Buongiorno. Puntuale come uno svizzero > fece Hiram < Posso vedere la valigia? >
< Certo, faccia pure. >
Controllando accuratamente e contando tutti i soldi, Hiram vide che c’era qualcosa che non quadrava.
< Non è la cifra che abbiamo pattuito. >
< Lo so bene. >
< Prego? >
Togliendosi il cappello e gli occhiali da sole che gli coprivano il viso, Nick St Clair fissò i due investitori con sguardo compiaciuto.
< Nick? > fece Veronica sorpresa.
< Visto che i miei genitori erano molto impegnati con altri investimenti, ho deciso io di accettare la vostra richiesta. E questi sono i soldi che ho racimolato. >
< Ma non sono quelli che abbiamo concordato > fece Hiram stringendo i denti dalla rabbia.
< Signor Lodge, posso parlare con sua figlia in privato? >
Facendo un segno al padre, Veronica e Nick rimasero da soli.
< Nick, che cos’hai in mente? >
< Ho sentito che hai rotto con il tuo fidanzato Archie Andrews… Sono qui per consegnarti la parte dei soldi ma ad una condizione? >
< Che cosa vuoi? >
< Vorrei passare una notte con te al Five Season per finire in bellezza un rapporto fatto di alti e bassi. >
< Molto più bassi visto il modo in cui ci siamo lasciati… E comunque mio padre non sarebbe mai d’accordo al riguardo. Non mi baratterebbe mai per una scelta così disgustosa come la tua. >
< Ma tuo padre non deve sapere niente… Avanti Veronica, è solo per una notte. >
Fissando i suoi occhi pieni di piacere, Veronica si ricordò del modo in cui lei e Archie avevano rotto.
“Tutta per colpa di tuo padre” mi aveva sempre detto “Ma è stato lui a fare tutto da solo. Archie non mi ha mai amato davvero. E devo fargliela pagare.”
< D’accordo. Prenota una stanza per questa notte… sarò tutta per te. >
< Grandioso. Ti aspetterò con ansia e ti consegnerò il denaro mancante > rispose Nick uscendo da Pembrook senza guardare in viso Hiram Lodge.
< Allora? Che cosa ti ha detto? >
< Tutto a posto, papà. Mi darà i soldi questa sera. >
< Non poteva darteli ora? >
< Vuole che passi una notte con lui… E come miglior metodo per vendicarmi di Archie? >
< Mia, lo sai che farei di tutto per dar contro ad Archie Andrews, ma Nick il viscido non mi piace per niente. Stai attenta, ok? >
< Tranquillo. Ho tutto sotto controllo. >
Nel mentre padre e figlia si stavano abbracciando come non succedeva da tempo, l’arrivo di Hermione scosse gli animi tornati tesi.
< Hermione, ma dove diavolo eri finita? >
< Hiram, ho bisogno di parlarti. >
< Anch’io. Vieni nel mio ufficio. >
 
 
Hermione non riusciva a guardare suo marito con quegli occhi pieni di determinazione, soprattutto quando era arrabbiato.
< Lo sai cos’ho scoperto nel momento che tu eri via? Che lo sceriffo Keller e il sindaco McCoy hanno una storia. >
< Che cosa? >
< Questo loro legame sentimentale risale al liceo… Ma ho un’idea che potrebbe fare in modo di sbarazzarci di loro due. Alcuni miei scagnozzi li terranno sott’occhio e quando avremo le prove decisive, un nuovo vortice di bugie e segreti si scatenerà in questa città. >
Ma Hermione non sembrava stesse a sentire le parole di Hiram.
< Hermione. >
< Hiram, sì ho sentito. >
< Che cosa ti prende, mia amor? >
< Niente, sono solo stanca. La nottata passata al cantiere per la ristrutturazione della chiesa mi ha tolto molte ore di sonno. >
< Riposati, mia cara > rispose l’uomo baciandola sulla fronte.
Ma prima che Hermione potesse uscire dal suo ufficio, suo marito la richiamò all’attenzione.
< Hermione, c’era una cosa che dovevi dirmi. Di che cosa si tratta? >
Guardandolo dritto negli occhi, la donna capì che non era il momento adatto.
< Niente, volevo rassicurarti che i lavori stanno procedendo bene. >
< Sei molto persuasiva quando vuoi. >
< Il mio fascino può contagiare chiunque. >
< Però tu e nostra figlia dovete stare molto attente quando ronzate intorno agli uomini come quando le api fanno il loro miele. Potrebbe essere pericoloso. >
< Perché mi paragoni a nostra figlia? >
< Niente. Questa sera deve vedersi con Nick St Clair. Quel ragazzo non mi piace per niente. Soprattutto quando di mezzo c’è il loro passato. >
< Non ti devi preoccupare, tesoro. Nostra figlia sa quello che fa’. >
< Sì, hai ragione. >
 
 
Una volta raggiunto il Five Season, Veronica era pronta per entrare nella tana del lupo.
Ma non si sarebbe mai immaginata che un incontro improvviso gli avrebbe rovinato per sempre la serata.
< Sono forse in anticipo? > domandò la ragazza appena si trovò dinanzi a Nick.
< Al contrario. Tu non sei mai in ritardo > rispose Nick con tono sensuale cercando di baciarla.
< Non correre troppo, Nick. Voglio avere la certezza che l’altra parte dei soldi sono qui. >
< Lo troverai in quel borsello > rispose il ragazzo indicandoglielo.
Andando a controllare che Nick non potesse fregarla, adesso Veronica si sentiva più tranquilla.
In altre occasioni sarebbe volentieri scappata dal suo ex viscido, ma in quel momento voleva prendere la situazione com’era.
< Lo vedi? Io mantengo sempre le promesse. E presto il nostro circolo privato sarà l’attività più fiorente di Riverdale. >
< Attività in cui io non ci sarò. >
< Che cosa? >
< Ho parlato con mio padre e insieme abbiamo deciso che sarebbe meglio che mi facessi da parte. Non voglio sporcare il mio buon nome. >
< Nemmeno io. Ma chi potrebbe risalire a noi? >
< La polizia opera in maniera imperscrutabile. Dobbiamo stare con gli occhi bene aperti. >
< Sì, ma non stasera. Stasera sei tutta per me. >
Dopo aver brindato con una coppa di champagne, Nick non perse tempo a portare la sua amata nel letto matrimoniale.
Avrebbe voluto strappargli quei vestiti, comportarsi come un’animale e farla soffrire come aveva fatto lei, ma doveva essere un gentiluomo e farla sentire speciale.
< Oh Veronica, mi sei mancata moltissimo… >
< Anche tu, Nick. >
Ma quando Veronica si ritrovò sopra il suo acerrimo nemico, nella stanza irruppe Archie Andrews.
Il giovane ragazzo rosso li fissava con occhi pieni di odio, come se avesse scoperto un tradimento da parte di lei.
< Archie, che ci fai qui? >
< Veronica, come hai potuto abbassarti al tuo livello? >
< Non so di che diavolo stai parlando. Noi due non stiamo più insieme. >
Ma Archie non riusciva a sopprotare quella visione di lei semi – nuda.
< Hai sentito, Archie Andrews? Non sei gradito qui. >
Sentendo quelle parole da parte di lui privi di significato, Archie non i vide più dalla rabbia e gli mollò un destro che gli spaccò il naso.
< Maledetto bastardo! >
Scappando con la rabbia che gli ribolliva in corpo, Archie si mise a piangere come un bambino.
Ma Veronica riuscì a raggiungerlo e a chiedergli cosa davvero gli stava succedendo.
< Te ne vai a letto con il primo che trovi, eh Veronica? Nick St Clair! Colui che ti ha quasi stuprata! Ma non ti vergogni?! >
< E’ stato molto tempo fa, ma adesso è tutto diverso. >
< Il lupo perde il pelo e non il vizio. >
< Sono io che ho deciso a questa unione! E tu dovresti farti gli affari tuoi senza che tu possa entrare nella mia vita. Abbiamo rotto, Archie Andrews. Per sempre. >
< Non posso sopportare di vedervi insieme. Passavo di qui e… >
< Non è un problema mio > replicò sprezzante Veronica < Adesso tornatene a casa. Sono sicura che Betty Cooper ti stia aspettando. >
< Non osare parlare di lei, altrimenti… >
< Che cosa? vuoi darmi un pugno come hai fatto a Nick? Fallo! Non mi fai paura, Archie Andrews. E presto te ne accorgerai. >
Tornando nella stanza di Nick St Clair lasciando Archie in preda ai suoi pensieri, Veronica non aveva più voglia di rimanere un minuto di più insieme a Nick.
< Veronica, credo che sarebbe meglio che io vada in ospedale. Puoi chiamare tu il 911? >
< No, Nick. Io me ne vado con i soldi. Risolvitela tu la questione, ok? >
< Che cosa?! non vorrai lasciarmi così?! Torna indietro, Veronica Lodge! Io e te non abbiamo finito. >
Ma la ragazza riuscì a scappare dalle sue grida prima che i sensi di colpa potessero raggiungerla.
 
 
Subito dopo quel fatto, Veronica tornò subito da suo padre per consegnargli gli ultimi soldi.
< Brava, Mia. Hai fatto un buon lavoro come al solito. >
< Grazie, papà. >
Hiram Lodge vide immediatamente che sua figlia aveva prcedentemente pianto.
< Veronica, che è successo? Perché stai piangendo? Nick ti ha fatto qualcosa di orribile? >
< No, Nick non centra niente. È Archie. >
< Cosa vuole quel ragazzo ancora da te? >
< Non riesce a dimenticarmi. Per questo continua a farmi soffrire. >
< Vuoi che intervenga io? Posso fare in modo che non ti dia più fastidio. >
< No, lascia perdere. Ha capito la lezione e non mi darà più preoccupazioni. >
< Lo voglio sperare… Mia, se c’è qualcosa che ti preoccupa, non esitare a chiamarmi ok? >
< Certo. Grazie, papà. >
< Adesso riposati. Tu e la mamma avete avuto una giornata molto difficile. >
Ma Veronica non voleva dormire nel pensare a quello che era successo nel corso della giornata.
Aveva bisogno di qualcuno che potesse farla sentire speciale.
Una persona diversa.
< Pronto, Veronica? >
< Reggie, puoi raggiungermi a Pembrook? Ho bisogno di parlarti. >
< E’ successo qualcosa. >
< Sì. Sono molto confusa > rispose la ragazza con le lacrime agli occhi < Vieni qui, presto. >
< D’accordo. Arrivo subito. >
 
 
Reggie Mantle arrivò a Penbrook evitando di svegliare i genitori di Veronica evitando di suonare il campanello o fare altri rumori molesti.
< Eccomi qui, Veronica. Che succede? >
Ma improvvisamente, la ragazza stampò le sue labba sul giovane ragazzo stringendosi sempre di più a lui.
< Ho bisogno di te, Reggie. Di sentirmi protetta. >
< Al telefono mi hai detto che ti sentivi confusa… >
< Sì, gli ultimi avvenimenti mi hanno alquanto scosso. E io non so più cosa pensare. Ti prego Reggie, non abbandonarmi anche tu. >
< Non lo farei mai. >
Facendogli sentire la sua vicinanze, Reggie ricambiò il bacio di Veronica prima di ritrovarsi nel suo letto e passare una notte d’amore che i due ragazzi non avrebbero mai dimenticato.

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Capitolo 6
*** Alice Cooper e F.P. Jones – I sovrani Serpents ***


< Jughead, che cosa ti prende? > gli domandò suo padre FP mentre lo vedeva assorto nei suoi pensieri.
< Niente. È tutto apposto. >
< E’ da un paio di giorni che rimani segregato in casa. Non è da te. >
< Non voglio vedere nessuno che mi disturbi, papà. >
< Nemmeno Betty. Mi ha chiamato un sacco di volte sul mio cellulare dicendomi perché non vuoi vederla. Che problemi hai? >
< Io non ho nessun problema! > sbraitò il ragazzo < Sono gli altri ad avere un problema con me. >
< Jughead, se posso fare qualcosa per te… >
< Sì. Lasciarmi in pace. >
Capendo che non poteva fare molto per suo figlio, alla fine FP uscì di casa per recarsi al suo covo a prendere una birra.
< Sai Jighead, dovresti rischiararti la mente. Per il tuo bene. O preferisci impazzire? Gradirei che al mio ritorno tu non sia arrabbiato con il mondo. La rabbia non sistemerà mai i tuoi problemi. >
Ma Jughead non rimase solo per molto tempo.
Alzandosi dal divano dopo che qualcuno aveva bussato alla sua porta, rimase sorpreso quando dinanzi a sé si ritrovò Betty.
< Jughead… >
< Betty. Che cosa ci fai qui? >
< Ho bisogno di parlarti. È urgente. >
< Entra pure. >
Jughead non fece nemmeno gli onori di casa, ritornando sul suo divano senza guardare in viso Betty.
< Perché non mi rispondi alle chiamate? >
< Perché ho avuto molto da fare. >
< I Serpents ti hanno rubato così tanto tempo? >
< Esatto. Adesso ho bisogno di rimanere da solo per riordinare la mia mente. >
< Certo… >
< Allora, che sei venuta a fare qui? Lo sai che non voglio che tu mi veda in che razza di topaia vivo. >
< Jughead, ne abbiamo già parlato… >
< Tu non potrai mai essere una Seprents. Mettitelo bene in mente. >
< Credo di averlo già fatto… Se sono qui è perché non ne posso più di questa situazione. Non posso più vederti così furioso con tutti, soprattutto con me. >
< Betty, sai bene che tu non centri niente… >
< Mi dispiace, ma visto gli ultimi avvenimenti credo proprio che non sia così. Jughead Jones, io e te non potremmo mai avere un futuro insieme. >
Anche se prima o poi se lo sarebbe aspettato, quelle parole furono accolte come un macigno.
< Era nell’aria, e tu lo sai bene. >
< Certo. Il ragazzo diverso con la ragazza perfetta. Quanto poteva andare avanti? >
< Già. Ma adesso che ci siamo lasciati, io non ti abbandonerò. Sei sempre uno dei miei cari amici e… >
< Saprò cavarmela. Davvero. >
< Tutto da solo in mezzo ad un covo di serpenti che non ti rispettano? >
< E tu che cosa ne vuoi sapere?! >
< Lo vedi, Jughead? La situazione ti sta sfuggendo di mano. Vedi di rifletterci se è questo che vuoi… E comunque, se avrai bisogno di me io ci sarò sempre. Non scordarlo > disse infine Betty prima di uscire dalla roulotte e lasciare da solo Jughead in preda ai timori e alle paure più profonde.
 
 
Mentre FP stava consumando la sua birra insieme agli altri Serpents, con grande sorpresa vide Alice Cooper ordinare un gin tonic al bar.
< Fammelo liscio, d’accordo? >
< Certo, signora. >
< Alice > fece FP alquanto sorpreso < Che ci fai nel covo dei Serpents? >
< Questa una volta era la mia casa, FP. Non te lo ricordi? >
< Sì ma da quel momento sono passati molti anni. Perché stasera ti trovi qua? >
< Perché non ho più voglia di rimanere a casa a fare la mogliettina perfetta. Non mi si addice molto… Prendi qualcosa con me? >
< Un’altra birra, grazie. >
< Bene. Offro io. >
< Lascia stare, Alice. Pago io. >
< Non ci pensare nemmeno. Questa sera voglio essere totalmente dipendente. È chiaro? >
Quando Alice si metteva in testa una cosa, era impossibile fargli cambiare idea.
< Allora FP, cosa mi racconti? >
< Niente di ché. Ultimamente non vado d’accordo con mio figlio… Vuole vivere per sempre da solo. Senza che nessuno gli possa stare accanto. Io non voglio che muoia da solo. La solitudine è una brutta bestia e ciò non riesce a controllarla. >
< Anche mia figlia ce l’ha con me. È spazientita per i litigi che ho sempre con Al. È da un po’ di giorni che non la vedo rincasare. >
< E non sei preoccupata? >
< Betty sa badare benissimo a sé stessa. Al contrario di me che sono una frana come madre. >
< No Betty, non dire così. Da quando ti ho conosciuto sei cambiata tantissimo. Guarda me, invece. Sono il solito ubriacone nullafacente. Ci credo che anche mia moglie e mia figlia se ne siano andate. >
< Sembriamo soli a questo mondo, FP… Forse dovremmo farci coraggio in qualche modo. >
< Già… E forse io conosco il modo. >
Fissando lo sguardo sensuale di Alice, FP capì che volevano tutti e due la stessa cosa.
< Mi sei mancata moltissimo, Alice > fece FP mentre la stava spogliando in bagno.
< Anche tu… Ma vedi di fare in fretta. Non voglio che ci trovano qui. >
< Stai tranquilla. Sarà il nostro segreto innocente… E questa volta non ci saranno problemi di figli. >

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Capitolo 7
*** Conseguenza segnate ***


Quando Alice Cooper tornò a casa, ad attenderla c’era suo marito Al alquanto furibondo.
< Alice, dove sei stata? Ti ho cercato dappertutto. >
< Ero a prendere una birra con un’amica di vecchia data. >
< Ah sì? Sei stata via per più di quattro ore! Si può sapere che hai combinato? >
< Niente di quello che possa riguardarti, Al. E adesso lasciami in pace. >
< Mi lasci da solo in casa senza dirmi dove vai e senza lasciarmi un biglietto? >
< Certo. Perché io da questo momento sono una donna libera. E non devo tener conto a nessuno. Soprattutto a te, Al. >
Al non riusciva a capire che cosa stava succedendo a sua moglie.
Era talmente scosso dalle sue parole che non riusciva a riconoscerla.
< Chi è la persona con cui ti sei vista? >
< Perché vuoi saperlo? >
< Perché sono molto preoccupato per la tua salute mentale. Non so più chi sei da qualche tempo a questa parte. >
< Non ti preoccupare, Al. Non sono mai stata così felice e libera prima d’ora. E di questo non è te che devo ringraziare. >
< C’è forse un uomo dietro tutto questo? Mi stai tradendo? >
< Mmmh, può darsi… Di sicuro prende la vita a pieno petto come dovrebbe essere e non è un misero fannullone come te. >
< Come hai detto, scusa? nel corso di questi anni ho costruito una famiglia di sani principi! Come puoi rinfacciarmi questo? >
< Ah, davvero? Le nostre due figlie non vivono più qui per una serie di motivi e tu mi dici di aver costruito una famiglia? Oh, che bel modo di vivere! >
Al non poteva sopportare quelle parole.
< Sei ubriaca, Alice. Ma domani mattina ragionerai più lucidamente di adesso. >
< No, Al. Domani mattina non mi troverai più qui. Perché io me ne vado. >
< Che cosa? stai scherxando, spero. >
< Quando sarai al lavoro verrò a casa e farò le valigie. Avverti il tuo avvocato. Prepariamo le pratiche per il divorzio. >
< Alice, tu non hai la minima idea di quello che stai dicendo. Davvero… Torna a casa e facciamo finta che non sia successo nulla. >
< Mi dispiace Al, ma non posso proprio farlo > disse infine Alice prima di sbattere la porta passando dinanzi a sua figlia Betty.
< Mamma, ma dove te ne vai? >
< Via da questa prigione > rispose la donna con le lacrime agli occhi < Mi dispiace Betty, ma devo inseguire la mia vita. E non posso farlo in questa casa con tuo padre che non mi ama più. >
< Ma cosa stai dicendo, mamma? Papà ti ama sin dal primo giorno. >
< No, non è così. Forse sono io quella che non va, ma sicuramente non riuscirò a scoprirlo rimanendo qui. >
Con le lacrime agli occhi, Alice se n’andò improvvisamente lasciando la sua famiglia alquanto allibita.
< Papà, ma cosa… >
< Tua madre è da ricoverare. Non ho parole per descrivere quello che mi ha detto… Se si comporta così è forse perché mi sta tradendo con un altro uomo. E devo assolutamente scoprire chi è. >
< Papa, non fare mosse azzardate. >
< Mi dispiace Betty ma se vogliamo che la situazione torni alla normalità, io non posso rimanere qui con le mani in mano. Come padre di famiglia devo risolvere la questione. Al più presto. >
 
 
Vedendo rincasare suo padre, Jughead era pronto per dargli il cambio.
< Esci a quest’ora, Jugh? >
< Sì. Mi vedo con gli altri Serpents. Non mi aspettare alzato, ok? >
< D’accordo.. Ah, Jughead? >
< Cosa c’è, papà? >
< Da stanotte avremmo un nuovo ospite in casa nostra: si tratta di Alice Cooper. >
< Cosa? sei forse impazzito? >
< Mai stato più sobrio di adesso. Alice verrà ad abitare da noi e lascerà per sempre quella casa piena di oppressioni. E mi raccomando Jughead, vedi di comportarti da persona decente e non parlargli mai di sua figlia. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Risolveremo questa situazione al mio ritorno, ma sta di fatto che Alice non verrà mai a stare da noi. >
< Allora puoi cercarti un nuovo posto dove vivere perché qui non sei il benvenuto. >
< Mi cacci di casa per far spazio ad una donna? Colei che ti ha voltato le spalle in tutti questi anni. >
< Gli unici che mi hanno voltato le spalle sono tua madre e tua sorella. Solo perché non ero in grado di guidare questa famiglia… Allora sai che c’è? Meglio che continui la mia vita. Da solo. >
< E vuoi fare fuori anche me, papà? >
< Più tardi chiamerò tua madre dicendoti se può ospitarti finché non avrai messo la testa apposto. >
< Lascia stare. Non ho bisogno del tuo aiuto. >
Prendendo le sue poche cose ma necessarie, Jughead si sentiva solo e senza nessuno al mondo.
Ma c’era qualcuno che poteva aiutarlo in ogni frangente.
< Ehi Jughead, che cosa ci fai qui? > gli domandò Archie appena aprì la porta di casa.
< Scusa se ti disturbo Archie, ma mio padre mi ha cacciato di casa. Lui e Alice Cooper non hanno più la testa per ragionare e si comportano come due perfetti stupidi adolescenti. >
< Oh, mi dispiace… C’è qualcosa che posso fare per te? >
< Mi chiedevo se potessi ospitarmi da te per alcuni giorni in attesa di trovarmi un posto stabile dove stare. >
< Vedi Jughad, non so se è una buina idea… >
< Ehi Archie, perché ci metti tanto? >
Vedendo arrivare la sua ex amata Betty in un completino intimo, Jughead capì subito di aver interrotto qualcosa.
< Jughead, non credevo… >
< No… Scusatemi voi. Devo aver interrotto qualcosa d’interessante. >
< No Jughead, non è come pensi. >
< Allora dimmi come stanno le cose, Archie. E magari puoi spiegarmi da quanto tempo va avanti la vostra storia. >
Ma né Archie né Betty risposero, troppo imbarazzati per dire qualcosa.
< Lo sapevo… Meglio che me ne vada. >
< No Jughead, aspetta! >
< Lasciami stare, Archie! Preferisci stare con la mia Betty piuttosto che darmi una mano. Li ho capite le tue intenzioni. A questo mondo se nasci solo devi morire solo. Non ci sono attenuanti. >
< Tu e Betty vi siete lasciati. O sbaglio? >
< E tu cadi immediatamente nella rete del consolatore perfetto? Archie, mi sarei aspettato questo colpo basso da tutti, ma non da te… Addio, amico mio. È stato bello finché è durato > disse infine Jughead prima di sparire nell’ombra.
 
 
Al risveglio, Hiram non trovò sua moglie accanto a lui nel suo letto, preoccupandosi improvvisamente.
Quando il magnate americano si diresse verso il salotto, vide sua moglie Hermione sorseggiare un thé.
< Mi vida, che cosa ti succede? >
< Niente. Non riuscivo a dormire. >
< Hai la faccia sciupata. Sicura che vada tutto bene? >
< Certo… E comunque è meglio così se mi sono alzata presto. Io e Frd dobbiamo ultimare i lavori sulla costruzione della chiesa e ormai il tempo stringe. >
< Capisco… Hermione, se non ti conoscessi di rei che passi molto del tuo tempo in sua compagnia. Non ho forse ragione? >
< Sono affari, Hiram. Tu non ti sottrai mai a quelli. >
< Mi lasci sempre a casa a fare le faccende e a controllare i nostri investimenti quando dovremmo farlo insieme. >
< Sono sicura che tu sei molto migliore di me in queste cose. >
< Durante la mia prigione hai svolto tutto alla perfezione. Ed è per questo che te ne sono grato > rispose l’uomo baciandola a sua volta.
< Dovremmo essere sempre uniti, altrimenti il nostro castello che ci siamo costruiti verrebbe distrutto dai nostri nemici. >
< Ti riferisci a qualcuno in particolare? >
< Magari alla famiglia Sinclair. >
< I Sinclair non saranno mai più un problema adesso che ho i loro soldi. Ho liquidato Nick e tranquilli che non si azzarderà mai più a tornare dopo che Archie gli ha rotto il naso > fece Veronica piombando improvvisamente in cucina.
< Che cos’ha fatto Archie? >
< Bene, questa non ci voleva > mormorò Hiram < Quel ragazzo ci sta causando un sacco di problemi. >
< Non ti preoccupare papà. Anche con lui sono stata categorica: deve lasciarmi vivere la mia vita proprio come Nick. >
< Adesso Nick sarà in ospedale e non ci metterà molto a far piombare la sua famiglia nel nostro attico. >
< Che ci provi pure. Ormai i suoi soldi sono destinati nel tuo investimento, papà. I soldi che ci servivano per ultimare i lavori sono già stati spediti ai diretti interessati e il tuo circolo privato sta per essere inaugurato. >
< Grandioso, Veronica. Nemmeno io avrei saputo fare di meglio > replicò Hiram fiero della figlia.
< Mamma, a che punto sono i lavori per la chiesa di Riverdale? >
< A buon punto. Infatti stavo andando al cantiere proprio adesso. Ci vediamo questa sera tutti assieme, ok? Così potremmo cenare come una vera famiglia. È da molti giorni che non ci capita più. >
< Parole sante, mia vida. Vado anch’io. Devo vedermi con gli operai sulla costruzione del circolo privato. A stasera. >
Ma prima che tutti potessero lasciare il loro appartamento, Reggie entrò in cucina in mutande come se niente fosse.
< Oh, scusate. Credevo che io e Veronica fossimo soli. >
Vedendo gli sguardi attoniti dei due genitori, Veronica non poté altro che iniziare con le presentazioni.
< E’ il tuo nuovo ragazzo, V? >
< Sì, papà. Io e Reggie ci frequentiamo da poco tempo, ma siamo molto affiatati quando si tratta di stare insieme. >
< Non voglio sapere i particolari > rispose Hiram smorzando un sorriso < Felice di conoscerti, Reggie. >
< Il piacere è tutto mio, Signore. Signora Lodge. >
< Mia vida, che ne dici di invitare il ragazzo alla cena di famiglia questa sera? So che doveva riguardare solo noi, ma sono molto curioso di conoscere Reggie e quello che fa nella vita. >
< Sicuro. Oranizzeremo una bell cenetta > rispose Hermione < Sempre che il nostro ospite accetti. >
< Ne sarei onorato. >
< Perfetto. Ti aspettiamo questa sera alle otto. Non tardare, ok? >
< Non mancherò. Grazie ancora e buona giornata a tutti e due. >
Una volta rimasti soli, Veronica avvertì Reggie di tenersi ben lontano da suo padre e da sua madre a causa dei loro secondi fini.
< Non ti preoccupare. Non ho niente da nascondere > rispose Reggie prima di baciare la sua amata.
 
 
Erano le otto in punto quando Fred arrivò al cantiere per la costruzione della nuova chiesa.
< Hermione… Sei già qui? >
< Non potevo più aspettare. Sono molto impaziente di dare una nuova creatura sacra a questa città… Ma non vedo gli operai lavorare. >
< Tra poco saranno qui. >
< Molto bene. >
< Hermione, riguardo a quello che è successo tra me e te qualche giorno fa’… >
< E’ tutto apposto. Posso capire che tu non accetti di vedermi. >
< Hermione, non è proprio così… >
< Allora perché non fai altro che scansarmi come se avessi la peste? Pensi che io sia una stupida? >
< Hermione, adesso che tuo marito è libero ci dovremmo andare molto cauti. Non possiamo frequentarci alla luce del sole. Li sai le dovute conseguenze che spingerebbero a questo? >
< Ovvio che sì. Ma non è colpa mia se io e te… >
Ma la donna non riusciva a trovare le parole adatte, troppo imbarazzata per farsi vedere debole.
< Hermione, hai parlato con tuo marito? >
< No. Ho paura che la prenda molto male. >
< E sarà così, purtroppo. In questo caso se vuoi che la nostra relazione clandestina continui ad andare avanti, sarà meglio farlo nel privato. Non voglio scatenare una bomba in pieno giorno. E spero che tu sia d’accordo con me. >
< Non potevi dire parole più sensate. >
Senza accorgersene, Hermione si era già spogliata di un completo sexy ed era pronta per piombare addosso al suo amante.
< Abbiamo poco tempo prima che arrivino gli altri lavoratori. Credi di essere abbastanza veloce nel farmi eccitare e nel farmi passare dei bei dieci minuti? >
< Farò tutto il possibile > rispose Fred spogliandosi a sua volta e senza vedere che qualcuno li aveva addocchiati dalla finestra del suo ufficio.
“Oh mio Dio… mamma.”

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Capitolo 8
*** Passaggio di segreti ***


Nel mentre Hiram stava supervisionando i lavori del nuovo circolo privato, Tom Keller passò in rassegna il territorio per controllare che non ci fosse niente di sospetto.
< Buongiorno, Hiram. >
< Sceriffo, che bella sorpresa. Sa, dopo il mio supervisionamento del circolo privato sarei passato da lei in ufficio. >
< Qualche problema? >
< Assolutamente no. Va tutto a meraviglia. Almeno per me… >
< Non la seguo, Signor Lodge. Che cosa vuole dirmi? >
Improvvisamente, lo sguardo di Hiram Lodge divenne più cupo ed oscuro.
< Sicuro che non sta nascondendo niente? Magari un ritorno di fiamme che non farebbe sicuramente bene agli elettori di Sierra McCoy. >
< Come, scusi? >
< Non faccia il finto tonto con me, sceriffo. Vi ho visti quando vi baciavate l’altre sera nell’ufficio del sindaco. E grazie a queste foto, io ho le prove > replicò l’uomo consegnandogliele al diretto interessato.
< Mi sta forse ricattando, signor Lodge? >
< Molti non vorrebbero la vostra unione qui a Riverdale, ben sapendo che lei è ancora un uomo sposato. Mica vorrà barattare il suo rispetto e l’uomo buono che tutti conoscono per questo colpo di testa? Sarebbe davvero imperdonabile. >
< Quello che faccio della mia vita non è affar suo, Signor Lodge. >
< Allora sarà un vero peccato quando sul giornale ci sarà la sua faccia e quello del sindaco. Che cosa penserà la buona gente di Riverdale? >
< Che siamo due persone innamorate. >
< Ahahah questo non è il mondo delle favole, sceriffo… Ci rifletta bene. Ha ancora un giorno > disse infine Hiram prima di vedere lo sceriffo allontanarsi con la faccia sconsolata.
“E’ giunto il momento di distruggere due delle piùimportanti cariche della città in un colpo solo.”
Mettendo mano al suo cellulare, Hiram compose il numero di un ottimo scrittore che avrebbe fatto uscire il pezzo desiderato sul giornale della città.
< Jughead Jones, ho un lavoro per lei. >
 
 
Dopo aver fatto ancora l’amore con Fred, Hermione si apprestava a rivestirsi.
< Passo un attimo da Pop’s a comprare qualcosa da mangiare. Vuoi che ti porti qualcosa? >
< No, grazie. Adesso sono apposto così > rispose Fred alludendo alla sua amata.
< Scemo. >
< Torna presto, mi raccomando. Ho bisogno di un valido architetto per questo lavoro. >
< Tranquillo. Farò in un lampo. >
Ma appena Hermione giunse da Pop’s non poteva immaginarsi di scontrarsi con sua figlia.
< Mamma. >
La voce dirompente di Veronica non mise inizialmente in allarme la donna.
< Ciao, tesoro. Perché non sei a scuola. >
< Perché questa mattina mi è successo qualcosa che non avrei mai creduto di vedere. >
Capendo a cosa stava alludendo, Hermione trascinò sua figlia in un punto tranquillo della tavola calda dove nessuno poteva ascoltare la loro conversazione.
< Credevi che il tuo segreto potesse rimanere all’oscuro per sempre? Beh, non so se è stato il caso nel vedere te baciare Fred Andrews ma devi smetterla finché sei in tempo, mamma. >
< Sapevo che prima o poi sarebbe successo… >
< Da quanto tempo va avanti questa storia? >
< Da alcune settimane. >
< Che cosa?! e papà lo sa? >
< Abbassa la voce. Vuoi che qualcuno ci senta? >
< Mamma, tronca immediatamente la tua relazione. >
< Non ci pensare nemmeno, Veronica. Io lo amo. >
< Ancora non capisco perche gli Andrews ci facciano cadere nelle loro braccia così fdacilmente… Ma per esperienza, non è una buona idea metterci con quella famiglia. >
< Solo perché tu non sei stata felice con Archie, questo non vuol dire che accadrà la stessa cosa a me. >
< C’è un piccolo problema dalla tua parte, mamma: sei sposata. >
< Lo so. Però sto cercando tutto il coraggio necessario per dirlo a tuo padre… Ma conoscendo il soggetto, ho paura che possa toglierlo di mezzo. >
< Ed è per questo che questa follia deve finire. Per il bene comune. >
< Non lo so Veronica… Con lui ho ritrovato la mia giovinezza. Non mi sentivo così felice dal giorno che ti ho messo al mondo. >
< Non ami più papà? >
< Certo che lo amo… Ma non più come prima. >
< Mamma, npon puoi amare due persone contemporaneamente… E se davvero vuoi legarti a Fred Andrews, ti consiglio di cambiare identità e nazione perché tuo marito ti cercherebbe anche in capo al mondo. >
< Ascoltami bene, Veronica: non una parola con tuo padre in tutto questo, va bene? Risolverò la questione quando si saranno calmate le acque. >
< D’accordo, manterrò il tuo segreto. Ma dovrai risolvere questa questione nel minor tempo possibile. >
< Che vuoi dire? >
< Ti do una settimana di tempo a aprtire da ora, poi se mio padre non saprà niente dovrò raccontargli tutto. >
< No Veronica, non mi puoi fare questo! >
< Ho deciso… Mi dispiace mamma, ma per me i valori della famiglia sono più importanti di qualsiasi altra cosa > disse infine Veronica prima di prendere il suo cellulare.
< Veronica! Che cosa posso fare per te? >
< Kevin, ho bisogno di un grande favore. Ci possiamo incontrare questo pomeriggio. >
 
 
Jughead non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi un giorno nella tana di Hiram Lodge.
< Jughead, che cosa stai facendo? >
< papà, che cosa ci fai qui? >
< Passavo qui per caso quando ti ho visto che stavi entrando… che cosa vai a fare da Hiram? >
< Ha un lavoro per me. Un lavoro alquanto scottante. >
< Jughead, qualunque cosa ti abbia detto Hiram, ti prego di non farla. Finiresti in un mucchio di guai. >
< Sente senti, almeno lui non mi ha sbattuto di casa senza un preavviso. Dormi bene con la tua nuova amante Alice? >
< A proposito, adesso dov’è che dormi? >
< Ti interessa, forse? Alloggio da Sweet Pea. Almeno lui è l’unico che non mi ha voltato le spalle. >
< Perché non sei andato da Archie? Avete litigato? >
< Questi non sono affari tuoi, papà > disse infine il ragazzo prima di ritrovarsi subito dopo nell’appartamento dei Lodge.
< Jughead Jones, bene arrivato > fece l’uomo stringendogli la mano < Sinceramente non avrei ami creduto davvero che tu ti fossi presentato. >
< Perché non avrei dovuto? Mi nasconde forse qualcosa di oscuro che potrebbe compromettermi? >
< Perché non ci sediamo nel mio ufficio? >
Dopo essersi accomodato, Jughead non era abituato a vedere tanto lusso di fronte a lui.
< Un po’ di rum, Jughead? >
< No, grazie. Non bevo quella roba. >
< Ok. Se ti ho fatto chiamare qui non è per comprometterti personalmente, ma dobbiamo far sapere all’opinione pubblica che lo sceriffo Keller e il sindaco McCoy non svolgono il loro lavoro al massimo delle energie. >
< Con quale prova vorrebbe infamarli così? >
< Mediante queste foto > rispose Hiram facendogli vedere mentre si baciavano < Un vero shock, non ti pare? Due genitori di famiglia che fornicano alle loro spalle. Non ti pare terribile? >
< Sicuramente è sorprendente… Ed io dovrei scrivere sul loro conto? >
< Esatto. Dobbiamo far sapere a tutti il loro piccolo segreto, così che possano lasciare i loro rispettivi posti e fare in modo che subentrano altre persone che collaborino al servizio di Riverdale. >
Sicuramente Jughead non avrebbe mai infamato così due delle persone a cui teneva veramente, ma per lui scrivere sul giornale della città era un’opportunità a cui non poteva mancare.
< Va bene. Vedrò cosa posso fare. >
< Molto bene. Ho fiducia in lei, Jughead. >
 
 
Attendendo il suo arrivo da Pop’s, Veronica non riusciva a togliersi dalla testa sua madre che baciava il padre di Archie.
“Questa storia deve finire. Al più presto… Oh mio Dio, l’ho detto davvero? L’ho fatto solo per proteggere mia madre. Non si merita una fine indegna e abominevole.”
Vedendo entrare Kevin Keller alla tavola calda, il suo animo si rasserenò parzialmente.
< Ciao, Kevin. Scusa se ti ho fatto chiamare con così poco preavviso ma ho bisogno che tu mi faccia un grande favore. >
< Figurati. Come posso esserti d’aiuto? >
< Dovresti tenere d’occhio due persone: mia madre Hermione Lodge e il padre di Archie Fred Andrews. >
< Per quale motivo se posso chiedere? >
< Ascoltami bene Kevin perché questa situazione non deve essere di dominio pubblico: loro due si frequentano. >
Veronica non sapeva come, ma Kevin non era così sospreso come poteva pensare.
< Non so che diavolo stia succedendo a questa città, ma non sono i primi che si vedono all’insaputa di tutti. >
< Che vuoi dire? >
< Niente, lascia perdere… Ti aiuterò senza ombra di dubbio. >
< Davvero? Grande. Questa è un piccolo acconto per il tuo favore > fece Veronica porgendogli una busta piena di soldi < Appena avrai notizie di loro, tu fotografa il tutto e fammi sapere. Gli ho obbligato a non rivedersi per il loro bene, ma non so se mi daranno retta. >
< Lo scopriremo molto presto. >
< Infatti… Adesso devo proprio andare. Ho una cena importante con i miei genitori a cui non posso mancare. Ordina qualcosa da Pop’s. offro io. >
< Grazie, Veronica. Sei molto gentile. >
Una volta uscita dal locale, Veronica si sentiva più tranquilla nelle mani di Kevin.
Ma non riusciva a togliersi dalla mente il momento in cui il ragazzo si stava chiedendo che cosa stava succedendo a Riverdale.
“La situazione potrebbe degenerare da un momento all’altro. Meglio che anch’io non perda la calma.”

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Capitolo 9
*** Una cena all'insegna del litigio ***


Veronica arrivò giusto in tempo appena potesse arrivare l’ospite d’onore.
< Brava, Mia. Giusto in tempo. >
< Nick non è ancora arrivato? >
< No. Ma non è in ritardo. Stiamo sistemando la tavola. >
Da quando Veronica era arrivata, non aveva perso di vista suo padre.
Era davvero profondamente arrabbiata con lei, ma in fondo doveva proteggerla a qualsiasi costo.
< Tesoro, mi da una mano con l’insalata? >
< Certo. Andiamo in cucina. Ti devo parlare. >
Appena le due donne rimasero da sole, Veronica volle sapere subito a che punto era il suo rapporto con Fred.
< Mamma, devi mollarlo all’istante. >
< Ti ho già detto di no Veronica. Anche se ne pagherò le conseguenze. >
< Ma non capisci che papà… >
< Saprò difendermi come ho sempre fatto. Tuo padre non mi farebbe mai del male. >
< Questo non puoi saperlo. >
< Si può sapere che cosa state confabulando voi due? > fece l’uomo interrompendoli.
< Niente. Mia madre mi stava dicendo cosa mangeremo stasera. >
< Ah, certo. >
Ma appena la loro conversazione fu terminata, Reggie bussò alla porta.
Intenta ad aprire, Veronica vide come si era tirato a lucido.
< Stai benissimo. Non sembri quasi tu. >
< Ti ringrazio. >
< Buonasera, Reggie. Felice di rivederti. >
< Buonasera anche a lei, Signor Lodge. Signora Lodge. >
< Ciao Reggie. >
< Ho pensato di portare un piccolo regale. Per tutti voi > rispose Reggie porgendo ad Hiram una bottiglia di vino.
< Non dovevi disturbarti Reggie, ma hai avuto un’idea splendida. La berremo stasera tutti insieme. >
< Perfetto. >
< La cena è quasi pronta. Vuoi tanto accomodarti? >
< Perché no? >
Dopo che Reggie si sedette al centro tra Veronica e Hiram, il ragazzo non poté sfuggire alle sue domande.
< Allora Reggie, come vanno i tuoi voti a scuola? >
< Non mi posso lamentare. Quest’anno voglio impegnarmi molto di più adesso che mi sono trasferito alla Riverdale High. >
< Già… Mia figlia non mi aveva accennato che eri un Serpents, sai? >
Le domande puntigliose e a trabocchetto di Hiram erano già entrate nel vivo della conversazione.
< Spero che per lei non sia un problema, Signor Lodge. >
< Assolutamente no… Anche se per mia figlia avevo pensato ad un futuro diverso. Ma visto che siamo finiti tutti a Riversale a causa di una moltitudine di circostanze, per me l’importante è che vi vogliate bene. >
< Non credi davvero di aver detto quelle parole, papà. >
< Ma sono sincere, Mia. Davvero… E comunque Reggie, hai già pensato a quale college vorresti andare? Mica vorrai rimanere a Riverdale per tutto il resto della tua vita, spero. Essendo una cittadina molto piccola, ad un certo punto può starti anche stretta. >
< Sinceramente non c’ho ancora pensato. Voglio finire gli sutdi qui, poi vedrò. >
< Ti dispiacerà lasciare i Serpents? Insomma, ho sentito dire da alcuni che sono come una famiglia. >
< E lo sono anche per me… Ma d’altronde mi sono allontanato da loro per stare più vicina a Veronica nella nostra relazione e come aiutante alla Bonne Nuit. >
< Già… Una vera miniera d’oro quel posto, vero Veronica? >
< Certo. Ma non ti dirò mai tutti i miei incassi. In questa nuova avventura voglio cavarmela da sola. >
< E ci stai riusciendo benessimo, sto vedendo. >
< Perché adesso non mi parla un po’ di lei, Signor Lodge? >
< Come? >
< Perché lei e la sua famiglia avete scelto di trasferirvi qui a tempo indeterminato? >
Hiram Lodge non amava sentirsi chiedere della sua vita privata essendo un tipo molto riservato.
< Le circostanze ci hanno portato nella nostra vecchia città natale. Se mi avessero fatto questa domanda qualche anno fa’, nemmeno io avrei creduto di tornare qui. >
< Ed è felice della sua vita? > gli domandò ancora Reggie.
Gli sguardi enigmatici tra Hirma e Reggie non passarono inosservati a Veronica, che deovav fare alla svelta per spegnere l’incendio.
< Reggie, mi vieni ad aiutare in cucina? >
< Veronica, posso pensarci io. >
< No mamma, ci pensiamo noi. >
< Certo che sono felice della mia vita… Ho una moglie e una figlia che mi rispettano e i miei investimenti non potrebbero andare meglio. Per non parlare che sono un uomo libero. >
< Capisco… >
< Reggie, andiamo? >
< Sì, Veronica. >
Appena i due ragazzi si ritrovarono da soli, Reggie non poté immaginare di aver scatenato la sua furia.
< Come puoi pensare di fare queste domande a mio padre? >
< Perché? Cos’ho fatto di male? >
< Stai facendo esattamente il suo gioco. Mio padre non fa altro che destabilizzarti, e tu ci caschi come un cretino! >
< Veronica, non capisco quale sia il problema. >
< Parla il meno possibile con mio padre e asseconda le sue frecciatine. Solo così potrai uscirne vivo. >
Reggie non voleva noie quella sera, ma in effetti si doveva ricredere dalle domande curiose e sotto sotto puntigliose fatte ad Hiram.
< Va bene. Vedrò di comportarmi bene. >
< Lo spero. >
Ma prima che Veronica e Reggie potessero tornare al tavolo, la giovane ragazza vide sua madre piangere mentre stava parlando proprio con suo marito.
< Veronica, che succede? >
< Aspetta un attimo qui, Reggie. I miei genitori stanno discutendo. >
< Mi vida, mi devi dire qualcosa. Lo vedo dai tuoi occhi. >
< Hiram, da alcuni giorni a questa parte mi sento molto diversa. Come se il lavoro mi risucchiasse tutte le energie. >
< Ti senti molto affaticata? Allora domani non andare al lavoro. Fai fare tutto a Fred. Per un giorno non succederà niente di male… A meno che non sia Fred il nostro problema. >
< Che cosa vuoi dire? >
< Hermione, non vorrei che tu mi nascondessi qualcosa su voi due. Ti pregherei di dirmelo adesso, così da risolvere un problema subito alla nascita. >
< Io e Fred… >
< Papà, che cosa parlavate durante la nostra assenza? > domandò la ragazza interrompendoli.
< Tua madre non si sente molto bene. Credo che sia affaticata. >
< Davvero. Forse rimanere in compagnia di Fred l’ha stancata molto… Non vorrei che Amdrews ti abbia messo a spaccare le pietre insieme agli altri operai. >
< No, certo che no. Da sola devo mettere a posto molte pratiche sulla sua azienda e questo mi prosciuga le energie mentali. Non posso abbandonare adesso Fred. Soprattutto adesso che la chiesa di Riverdale è ancora in costruzione. >
< Se c’è qualcosa che io e papà possiamo fare per te mamma, non esitare a chiedercelo. >
< Non vi preoccupate. So che siete molto impegnati e… >
< Di questo non devi preoccuparti. Posso trovare del tempo per te… Per domattina ti aiuterò io nelle pratiche. Spero che non sia un problema, papà. Mi avevi invitata a supervisionare i lavori al casinò. >
< No, vai pure con tua madre. I lavori al circolo privato stanno procedendo molto bene. >
< Che cosa? Aprirete un nuovo casinò? Davvero molto interessante. >
< Sì, ma questo non intaccherà gli incassi del Pop’s e del Bonne Nuit. Papà me l’ha promesso. >
< Certo che no, mi vida. Ci daremo un aiuto a vicenda. Come è nel nostro DNA. >
< Adesso però basta parlare di lavoro. Finalmente siamo giunti al dessert. Ho fatto una torta di frutta che sono sicura piacerà a tutti. >
< Signora Lodge, non doveva disturbarsi così tanto. >
< Reggie ha ragione. Forse è per questo che sei così stressata. >
< Va tutto bene. Davvero… Veronica, mi dai una mano? >
< Vengo subito, mamma. >
Lasciando da soli i due uomini, Reggie chiese ad Hiram un favore alquanto inaspettato.
< Signor Lodge, adesso che mi sono allontanato dai Serpents per seguire gli affari di sua figlia standogli anche vicino per la nostra relazione, sarei davvero felice di aiutarla se avesse bisogno di un capò che possa aiutarla nei suoi… affari. >
< Reggie, sono molto contento per il tuo pensiero, ma preferisco scegliere i miei uomini personalmente. Per adesso la tua richiesta è accantonata. Spero che tu non la prende male. >
< Assolutamente no > rispose Reggie smorzando un sorriso.
Nel mentre i due uomini stavano brindando da soli, Veronica continuò a squadrare malamente sua madre.
< Quando io e Reggie siamo venuti in cucina abbiamo visto te che stavi piangendo… Stavi per rivelare a papà il tuo più grande segreto. >
< Glielo devo, Veronica. In segno di rispetto. >
< Certo, se vuoi essere uccisa… Perché papà non si fermerebbe dinanzi a niente se sapesse che tu lo tradisci. Per questo domani ti terrò d’occhio. Devi smetterla di fare passi falsi. >
< E chi ti dice che sto sbagliando? >
< Il mio buon senso. O tronchi questa relazione, o toccherà a me farti smettere. >
< Non osare Veronica, altrimenti… >
< I nostri due uomini ci stanno aspettando. Sarebbe meglio andare. >
Una volta tornati in tavola, fu Hiram il più colpito di tutti appena vide la torta.
< La mia preferita, Hermione. Ti ringrazio tanto. >
< Servirà per coronare questa serata speciale. >
< Ben detto. Soprattutto adesso che considero Reggie come uno della nostra famiglia. E per ciò, il brindisi è tutto per te. >
< Grazie, Signor Lodge. Significa molto per me. >
Fissando l’ora però, Veronica si rese conto che avrebbe dovuto aprire il Bonne Nuit.
< Dobbiamo proprio andare, papà. Non posso mancare ai miei doveri. >
< Te ne vai di già? >
< Sì. È quasi l’ora. >
< Va bene, non te ne faccio una colpa. Buona serata a tutti e due. >
< Altrettanto, papà. Vieni Reggie? >
< Sì… Grazie ancora per avermi invitato, signori Lodge. >
< Grazie a te per esserti presentato > rispose Hiram con sorriso sincero.
Dopo aver salutato i genitori di Veronica, Reggie non riuscì a trattenere il segreto della richiesta che aveva fatto a suo padre.
< Reggie, ti avevo avvertito di rimanere lontano da lui. I suoi affari non sono così leciti come si può sembrare. Non voglio che il tuo nome venga sporcato. >
< Veronica, devo entrare nelle sue grazie… >
< E lo farai in un altro modo. Ma rimanendo lontano dai suoi affari. Non chiedergli più un favore del genere, mi hai capito? >
< Va bene. Farò come dici tu. >
< Ameno che mio padre non abbia già accettato… >
< No, non l’ha fatto. >
< Bene. Allora vuol dire che sei ancora libero > rispose Veronica stringendosi al suo fidanzato.
 
 
Sparecchiando la tavolae sistemando la cucina come una famiglia normale, Hiram non aveva dimenticato i timori di sua moglie.
< Hermione, sei sicura che non devi dirmi altro? Va tutto bene al cantiere? >
< Non potrebbe andare meglio. >
< Lo spero… Perché se scoprirò qualcosa di veramente oscuro che possa intaccare il buon nome della famiglia, non mi tratterrò di risolvere il problema con qualsiasi mezzo. E tu sai a cosa mi posso riferire. >
< Certo, Hiram. Puoi stare tranquillo. >
< Vedrò di ascoltarti. >

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Capitolo 10
*** Uno scandalo dopo l'altro ***


Ogni volta che risiedeva nella sua dimora ancestrale, Cheryl si sentiva sempre più oppressa e incarcerata come se fosse in una gabbia d’oro.
< Vado a scuola, cari genitori. Ci vediamo questa sera. >
< Perché? Hai intenzione di tornare tardi? >
< Io e i miei compagni di scuola stiamo preparando un musical. >
< Di quale musical si tratta? >
< Non abbiamo ancora deciso il nome, però il copione e la storia in sé per sé sembra interessante. >
< Allora non vediamo l’ora di venirti a vedere. >
< Così che voi mi possiate vedere insieme a Toni? Non credo che sia una buona idea. >
< Cheryl, so che puoi sentirti confusa dopo la morte di tuo fratello, infatti crediamo che il tuo sia solo un passaggio sentimentale che non ha alcuna importanza. >
< Mamma, se stai cercando di spaventarmi con i tuoi giri di parole, sappi che non serviranno a niente. Io e Toni siamo fatti per stare assieme. E non ci sarà niente che ci farà cambiare idea al riguardo. >
< Questo è tutto da vedere > disse invece Clifford smettendo di leggere il giornale come segno di stizza.
< Sapevo che non mi sarei dovuta fermare qui a parlare con voi. Finisce sempre nel litigare. Me ne vado a scuola. >
< Sì, vai pure dalla tua Toni. Ma molto presto ti accorgerai che la tua vita è fatta solo di fornicazioni e di peccati. >
< Almeno sarò felice. >
< Voglio proprio vedere quanto può farti felice quella ragazza. >
< Molto più di tutti voi messi insieme. >
< Ah, davvero? Infatti è lei che non ti ha mai fatto mancare niente e ha fatto in modo che tu avessi una vita agiata rispetto a lei a ad altri tuoi compagni di classe. >
< I soldi non sono tutto, papà. Ma tu non riuscirai mai a capirlo. >
Non avendo più voglia di discutere con i suoi genitori, Cheryl uscì di casa con le lacrime agli occhi mentre Toni la stava aspettando fuori dal cancello.
< Cheryl, che succede? Perché piangi? >
< Colpa dei miei genitori > rispose Cheryl asciugandosi gli occhi < Ma non m’importa. Le loro parole non possono ferirmi fino all’infinito… Meglio se ce ne andiamo. Non voglio rimanere dinanzi alla mia casa più del dovuto. >
< Sì, andiamo. >
 
 
Tom Keller non riusciva a trattenere la sua contentezza e la sua felicità solo per lui.
Appena in ogni occasione incontrava il sindaco McCoy, non smetteva mai di fargli segni d’attenzione che potevano compromettere la loro relazione segreta.
< Tom, perché mi hai fatto chiamare? >
< Perché volevo vederti > rispose l’uomo baciandola a sua volta.
< Sciocco che non sei altro. Ho molto da fare > disse invece Sierra felice come Tom.
< Anch’io. Ma che vuoi che siano alcuni minuti passati assieme? >
< Potrebbero essere fatali. E tu lo sai bene. >
< Va bene. Ma un bacio non ha mai ucciso nessuno. >
< No, però è sempre un azione compromettente. Soprattutto per noi. >
< Ok, mi comporterò bene. >
Ma nel mentre Sierra e Tom stavano conversando amichevolmente, l’arrivo di Hiram Lodge sconvolse gli animi dei presenti.
< Ho forse interrotto qualcosa, signori? >
< Signor Lodge, possiamo fare qualcosa per lei? >
< A dire il vero sì, sceriffo Keller. Guardi queste foto. >
Appena Tom vide di che cosa si trattasse, divenne immediatamente pallido in viso.
< Tom, che succede? > domandò invece Sierra.
< Come ha fatto ad averle? >
< Diciamo che ho i miei informatori fotografi. Anche se il fatto l’ho scoperto personalmente… Che cosa volevate dimostrare? Che la vostra unione combatterà il male di questa città? Ebbene, non è così che si risolvono i casi in cui questa città sta sprofondando. Sicuramente non sarà una chiesa per noi fedeli a ridare alla città di Riversale quella tranquillità agognata per cui era famosa… Secondo voi che cosa può servire qui in questo posto? >
Ma Né Tom né Sierra poterono rispondere alla domanda di Hiram, guardandosi a vicenda come se fossero straniti.
< Per tornare ad avere il rispetto e l’ordine ci vuole il potere. Il pugno di ferro. Ed è quello che farò dopo che voi due vi sarete tolti di mezzo una volta per tutte. >
< Vuole che rassegniamo le dimissioni, Signor Lodge? >
< Esattamente. >
< E ha già in mente con chi ci sostituirà? >
< Ne ho una vaga idea… Ma in questo momento voglio tenere il segreto per me. Dovrete dire in diretta tv che le due cariche maggiori della città hanno abbandonato il loro compito per scarso impegno… E in effetti, non è del tutto una bugia. >
< Ci vuole forse rovinare? > domandò Tom adirato.
< Ormai vi siete rovinati con le vostre stesse mani… Vi auguro una buona giornata, miei signori > disse infine Hiram prima di lasciare l’ufficio dello sceriffo con il suo sorrisetto compiaciuto.
 
 
Appena Veronica giunse al cantiere di Fred Andrews, non poté non notare come sua madre continuava a fissare l’uomo.
< Mamma, stai controllando le pratiche come ci hai detto? >
< Sì, ho avuto il tempo di farlo in questi giorni. È tutto apposto. >
< Sul serio? Ma non hai detto che… >
< Volevo venire qui solo per il semplice fatto che insieme a Fred mi sento una persona migliore. Tutto qui. La nostra residenza mi sta molto stretta adesso che c’è tuo padre. >
< D’accordo. Hai perso la testa del tutto, cara mammina. E se non cerchi di rimetterti in riga, la faccenda si metterà molto male per tutti. >
< Se credi che io abbia paura di tuo padre, allora ti sbagli di grosso. Me la sono cavata benissimo anche senza la sua protezione. >
< Certo, finché non eravate ufficialmente sposati. Ma adesso è tutto diverso. >
< Robbie, è inutile che tu rimanga qui. Ormai ho preso la mia decisione. Io amo Fred e non ho intenzione… >
Ma appena madre e figlia erano nel bel mezzo della conversazione, Fred entrò nel suo ufficio capendo di aver interrotto qualcosa d’importante.
< Scusatemi. Se volete posso ripassare dopo… >
< No, Fred. Mia figlia Veronica se ne stava andando. >
< Mamma, io… >
< Devi andare a scuola, altrimenti farai tardi. >
Non avendo nessuna possibilità di far cambiare idea a sua madre, Veronica decise di tirarsi fuori da quella storia che la stava facendo soffrire.
< Veronica, va tutto bene? > gli domandò Kevin appena si incontrarono non poco lontano dal cantiere di Fred Andrews < Stavo inseguendo tua madre. Credo che la troverò inflagrante con Fred. >
< Sai una cosa, Kevin? Lasciamo stare il tutto. Ho provato a parlare con mia madre e a fargli cambiare idea ma non c’è stato verso. Si sta scavando la fossa da sola e io l’ho avvertita. >
< Quindi non vuoi che gli scatti delle foto? >
< La verità la so già… e se continuerà di questo passo, saranno guai seri per tutti loro. Meglio andare a scuola e occuparci della nostra vita da adolescenti finché ci resta il tempo. >
< Sì, credo che sia una buona idea. >
 
 
Ma gli animi quieti non durarono per molto tempo.
Dopo che Tom Keller e Sierra McCoy avevano dato le loro dimissioni rispettivamente da sceriffo e da sindaco, la città non si sentiva protetta come un tempo.
Nuovi disordini si manifestarono a Riverdale e la criminalità era raddoppiata in maniera esponenziale.
E come se non bastasse, i brutti giri di droga e del gioco d’azzardo rendevano il nuovo padrone della città Hiram Lodge il più pericoloso e il più potente uomo della zona.
Nessuno poteva fermare tutta quella follia e i poveri adolescenti nonché protagonisti di questa storia dovevano unirsi per riuscire a fermare tutto questo.
Ma la situazione degenerò ufficialmente quando un fotografo misterioso consegnò delle foto scottanti proprio al signore della città.
< Allora? Avevo ragione io? >
< Sì, signor Lodge. Sua moglie la sta tradendo. >
Sentendo quella rivelazione che per lui sembrava una conferma, Hiram Lodge si limitò a guardare le foto scattate.
< Fred Andrews… Dovevo immaginarlo. >
< Mi dispiace per quello che sta passando, signor Lodge. >
< Non devi dispiacerti, Chic. Hai fatto un buon lavoro. ecco quello che ti ho promesso. >
Contando i soldi di fronte al Signor Lodge, Chic vide che erano più di quello che avevano pattuito.
< Ma Signor Lodge, ne è sicuro? >
< Devi rifarti una buona vita, no? Sicuramente non sarà in questa città disgraziata. Ti consiglio di andare ad abitare altrove e con questi soldi i nuovi spunti sono più svariati. >
< Signor Lodge, non so come ringraziarla > fece Chic al settimo cielo.
< Adesso vai, Chic. Non voglio che qualche mio nemico ti possa trovare qui. >
< Certo. Grazie ancora > disse infine il ragazzo prima di sparire per sempre.
Ma il Signor Lodge non rimase da solo per molto.
< Reggie, arrivi giusto in tempo… Ho un lavoro per te. >

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Capitolo 11
*** Impalata sulla croce ***


Hermione continuava a non preoccuparsi dei timori e delle paure che sua figlia Veronica gli aveva inculcato nella mente.
Aveva il diritto di scegliere la sua vita, insieme a Fred Andrews.
Ma cosa sarebbe successo se l’uomo in questione avesse cambiato idea repentinamente sulla loro relazione?
< Ciao, Fred. Come stanno andando i lavori alla chiesa? > gli domandò Hermione.
< Dire molto bene, Hermione. Ma se ora sono qui e ho lasciato i ragazzi è perché avevo un assoluto bisogno di parlarti. >
Hermione fissava gli occhi tristi e impauriti di Fred, come se la notizia fosse un grave problema sulla sua esistenza.
< Fred, che succede? >
< In questi giorni ho pensato molto a noi due. Di come siamo fatti per stare insieme, di come ci amiamo e affrontiamo ogni problema e di come potrebbe essere la nostra vita se rimaniamo attaccati l’un l’altro… Ma poi ho pensato a tuo marito e sono arrivato alla conclusione che non può continuare così. >
< Perché? Cosa centra mio marito? Ti ha forse minacciato? >
< No, almeno non ancora… Ma non voglio figurarmi di quello che potrebbe succedere se scoprisse di essere stato tradito da sua moglie. Sono convinto che perderebbe la testa e la sua vendetta si riverserà su di noi. >
< Quindi mi stai facendo capire che hai paura di lui? >
< Per il nostro bene, sarà meglio concluderla qui. E poi non ho nemmeno chiesto il divorzio a mia moglie credo proprio che non lo farò… Mi dispiace, Hermione. Spero che tu possa accogliere la mia richiesta. >
ma purtroppo Hermione non era dello stesso avviso dell’uomo, accusandolo di essere un codardo senza cuore.
< Settimane passate a credere in un futuro migliore insieme a te > rispose Hermione con le lacrime agli occhi < Come puoi essere così insensibile? Hai davvero paura di Hiram? >
< Ho paura per noi due, Hermione. Non può funzionare in questo modo. La nostra relazione clandestina sta diventando un grosso problema. >
< Qual è il problema se noi ci amiamo? Non stiamo peccando!>
< Invece è qui che ti sbagli, Hermione. Finiamo tutto prima che sia troppo tardi. >
Hermione, distrutta dal dolore, decise di fuggire dinanzi a lui per cercare un rifugio lontano dai suoi pensieri e dai suoi problemi.
Ma quale posto sicuro adesso che non poteva gettarsi tra le braccia di Fred?
< Signor Andrews? > fece Veronica ridestandolo dai suoi pensieri.
< Veronica, se stai cercando tua madre è andata via poco fa’. >
< No. Volevo parlare con lei. >
Fissando gli occhi della figlia, Fred capì subito che Veronica era a conoscenza di tutto.
< L’ho molata. Per il nostro bene. >
< Sì, non poteva prendere decisione migliore, Signor Lodge. >
< Però mi dispiace davvero vedere tua madre soffrire in questo modo. Lei mi amava davvero e io l’ho fatta soffrire ancora di più. >
< Mia madre capirà. Ci parlerò io. >
< Va bene. Confido in te. >
< Ci vediamo, Signor Andrews. >
Appena Fred Andrews si ritrovò da solo a rimuginare con i suoi pensieri, fissò l’ora sul suo polso rinvenendosi che stava facendo troppo tardi al lavoro.
Ma appena vide chi era entrato nel suo ufficio, non poteva immaginare che i suoi timori erano solo all’inizio.
< Reggie, posso fare qualcosa per te? >
Senza che il ragazzo potesse dire qualcosa, si avventò contro Fred senza dargli il tempo di difendersi dai suoi pugni devastanti che lo colpirono in tutte le parti del corpo facendolo crollare a terra.
< Un piccolo messaggio dal Signor Lodge, Signor Andrews. Lasci immediatamente sua moglie in pace o ne pagherà le conseguenze > disse infine il ragazzo prima di scappare senza paura lasciando il pover Fred riversato a terra con alcune costole rotte.
 
 
Subito dopo quel fatto, fu FP Jones a soccorrere immediatamente Fred Andrews in ospedale e avvertire Archie e tutta la sua famiglia.
< Come sta mio padre? > domandò subito Archie a FP.
< Adesso bene. Si sta riposando. >
< Ma che diavolo è successo? > gli domandò Betty.
< Non lo so. L’ho trovato riversato a terra con una moltitudine di ferite in tutto il corpo. Deve essere stato colpito varie volte e il pover’uomo non è riuscito a difendersi… Archie, sai chi potrebbe avercela con tuo padre? >
< Purtroppo no. >
< Io forse posso avere un’idea. >
< Tom, sei arrivato giusto in tempo > gli fece FP.
< Archie, credo che il problema sia uno solo: Hiram Lodge. >
< Per quale motivo Hiram ce l’avrebbe con mio padre? >
< Questo non lo so, ma è mio compito scoprirlo… Almeno prima delle mie dimissioni. >
< Che cosa? vuole lasciare il lavoro? perché? >
< Questa città non fa più parte di me e di Sierra… E se vogliamo essere felici insieme, sarà meglio farlo altrove. >
< Chi c’è dietro a tutto questo ricatto? > gli domandò Archie.
< Archie, è meglio che tu mantenga la calma in questo frangente… >
< Mi dica chi è! >
In quel momento Tom non sapeva se si sarebbe pentito della sua confessione oppure no.
< E’ sempre lui: Hiram Lodge. >
< Allora credo che sarà meglio parlare con quel bastardo prima che possa fare altri danni. >
< FP, ti prego. Non è il momento. >
< Ah no? E quando sarà per te il momento? Quando Hiram controllerà questa città come un dittatore? Mi dispiace, ma non succederà mai. Archie, vieni con me? >
< Sì… Betty, non preoccuparti per me. Andrà tutto bene > disse infine il ragazzo prima di uscire dall’ospedale insieme a FP.
< Quei due non mi piacciono. Meglio che li tenga d’occhio. >
< Sceriffo, mi dispiace davvero per quello che sta passando. >
< Adesso è meglio pensare a FP e ad Archie. Non voglio che cadano nella trappola di quell’uomo. >
< Forse posso aiutarli io. >
 
 
Appena Hirma tornò a Pembrook per la sua pausa pranzo, trovò sua moglie riversata sul divano a piangere come una disperata.
< Perché adesso stai piangendo? >
< Hiram… non ti ho sentito rientrare. >
< Aspettavi forse qualcun altro? Magari il tuo segreto? >
< Che vuoi dire? >
< Mia cara, sono felice di dirti che il tuo amante Fred Andrews è stato spedito in ospedale  qualcuno l’ha davvero malmenato molto forte, sai? >
< Che cosa? com’è possibile… Sei stato tu, non è vero? >
< Assolutamente no. Mi credi capace di questo? >
< Di questo e di molto altro, Hiram Lodge. Come hai potuto… >
Ma nel mentre Hermione stava per mettere le mani addosso a suo marito, quest’ultimo la prese per i polsi stringendoli forte fino a farli diventare quasi viola.
< Lasciami! Mi fai male! >
< Credevi che non avrei mai scoperto il tuo tradimento? Ricordati quello che ci ha detto il Monsignore? Finche morte non ci separi… Allora sarà proprio la morte ad avere un brusco destino per te. >
< Che cosa vuoi farmi? Uccidere? >
< Ancora no… Ma la pagherai a caro prezzo. >
Ci volle l’arrivo di Archie Andrews e di FP Jones per salvare la povera Hermione dalle grinfie dell’uomo.
< Maledetto bastardo! Hai mandato mio padre in ospedale! >
< Su quali prove basi questa follia, Archie? Io e tuo padre non ci frequentiamo e non ci parliamo da molto tempo, ormai. >
< Meglio che tu dica la verità, altrimenti… >
< Che cosa vuoi farmi con il tuo scagnozzo? Riempirmi di botte? Allora avanti, accomodati pure. Non mi farò cogliere impreparato. So difendermi molto bene. >
< Attento a come parli, Hiram. Sei su una brutta strada. >
< Non sei nelle condizioni di minacciarmi, FP Jones. Non dopo che avrò preso il potere in tutta la città. È solo questione di tempo e tutti i criminali e le persone con i precedenti penali più svariati non saranno più un problema in questa città. >
< Non riuscirai nel tuo intento. Non ci caccerai tutti. >
< Ogni cosa a suo tempo. >
capendo che attaccare Hiram avrebbe solo peggiorato le cose, FP intimò ad Archie di andarcene immediatamente.
< FP, ha picchiato mio padre! >
< Non è stato lui! Il Signor Lodge non si sporcherebbe mai le mani per un crimine del genere. >
Guardando dritto negli occhi Hiram Lodge, Archie non perse tempo di minacciarlo ancora una volta.
< Questa volta non la passerà liscia, Signor Lodge. Prima o poi farà un passo falso e sarà sbattuto in carcere a vita. >
< Questo lo vedremo, Archie… Salutami tuo padre e auguragli una pronta guarigione. Sempre se riuscirà a farlo. >
Archie dovette dar sfogo a tutto il suo autocontrollo per non malmenarlo furiosamente.
< Signora Lodge… >
< Vai pure, Archie. È tutto apposto > gli fece la donna con tono rassicuratorio.
Ma appena a rientrare fu Veronica con insieme Reggie, le preoccupazioni erano solo all’inizio.
< Mamma, papà, che cos’è successo? >
< Niente, Veronica. Va tutto bene. >
< Papà ha scoperto… >
Facendo un cenno d’assenso con la testa, Veronica capì che sua madre era stata piacchiata.
< Come hai potuto fargli questo? Vigliacco! >
< E’ colpa tua se tua madre si trova in quello stato… Soprattutto adesso che ho capito che sapevi tutto. >
< Hai fatto picchiare Fred Andrews solo per vendicarti? Non potevi cascare più in basso di così, papà. >
< Ho fatto quello che era meglio per la nostra famiglia. Un giorno mi ringrazierai. >
< Ringraziarti? Falla finita, papà. Non voglio più starti a sentire… Appena troverò chi è stato il vero colpevole, dovrà risponderne a me. >

< Che cosa? Reggie ha fatto… >
< Sotto il mio desiderio. Un ottimo tirapiedi che può essere invidiato da chiunque. >
< Signor Lodge, cosa diavolo… >
< Ma adesso non mi serve più. È tutto per te, Veronica. >
Strattonandolo per il braccio per condurlo fuori da Pembrook, Veronica non poteva credere a quello che aveva detto suo padre.
< Ti avevo detto di non immischiarti nei suoi affari, Reggie! E tu cosa fai? Picchi il povero Fred Andrews per suo conto?! Mi dici cosa ti dice il cervello?! >
< Volevo un lavoro Veronica, e tuo padre mi ha offerto questo. >
< Volevi stupirlo ubbidendo ad ogni sua richiesta. Ma adesso che ti ha dato il ben servito, cosa pensi di fare? >
< Mi dispiace Ronnie, io… >
< Vattene immediatamente da qui. Non voglio più saperne di te > disse infine Veronica con le lacrime agli occhi liquidando per sempre colui che era stato solo un colpo di fiamma insignificante.
 
 
Con il passare dei giorni e con il concludersi dei lavori alla chiesa di Riverdale senza l’aiuto di Fred Andrews, la chiesa di Riverdale stava per essere inaugurata quella domenica di metà aprile.
Gli abitanti della città erano tutti in fermento e il sindaco si apprestava a concludere il suo mandato, tagliando il nastro e inaugurando un edificio che per Riverdale sarebbe stato importante.
Ma quel giorno non sarebbe stato un giorno di festa, ma di puro terrore.
Prima che tutti i fedeli potessero riunirsi in chiesa e ascoltare le parole del reverendo, un’ombra oscura ricoprì ancora una volta Riverdale scatenando una paura troppo forte per chiunque.
La gente del posto non poteva credere a quello che stava vedendo.
< Oh mio Dio… Mamma!!! >
Hermione Lodge era stata uccisa e appesa su una grossa croce con una moltitudine di ferite e tagli che facevano intravedere tutto il disprezzo e la furia del suo omicida.
Per evitare che donne e bambini potessero vedere quello spettacolo macabro, lo sceriffo Tom Keller fece allontanare tutti i fedeli prima di farsi aiutare a recuperare il corpo della povera donna.
Veronica, la più distrutta tra tutte, continuava a piangere dalla disperazione mentre Archie cercava di rassicurarla.
Ma come poteva aiutarla in quel frangente?
< Chi può aver fatto… E’ davvero orribile. >
< Papà, nessuno si è introdotto nella chiesa a parte il reverendo quest’oggi > fece Kevin dando subito una grande mano alle indagini.
< Qualcuno l’ha portata qui, finendo il suo macabro lavoro… Veronica, sai dove si trova tuo padre? >
< Io… non lo so… Non lo vedo da ieri pomeriggio. >
< Archie, sarebbe meglio che tu la porti a casa > gli consigliò FP.
< No, voglio rimanere qui > rispose la ragazza con determinazione < E non avrò pace finché mia madre non avrò avuto giustizia. >

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Capitolo 12
*** Il giorno prima ***


Prima che Hermione Lodge potesse morire in quella maniera brutale, gli animi a Riverdale erano molto agitati.
C’è chi aveva perso il suo amore per sempre, e c’è chi stava soffrendo un familiare in ospedale e c’è che non vedeva l’ora che arrivasse la domenica per annunciare la messa.
La più euforica di tutti non era altro che Alice Cooper.
< Stupendo! Non vedo l’ora che sia domani per vedere la chiesa > fece eccitata la donna a sua figlia Betty e al suo nuovo amante FP Jones < Finalmente Riverdale avrà una casa per i fedeli. >
< Già… A proposito di fedeli, hai parlato con papà per la questione FP? >
< Cosa? assolutamente no. Ero troppo impegnata per ornamentare la chiesa. Vedrai che spettacolo, figlia mia. >
< Adesso non è il problema principale. Devi parlare subito con papà. Non puoi presentarti domani insieme a FP Jones come se nulla fosse. >
< Certo che posso. >
< Betty ha ragione, Alice. Non possiamo scatenare una guerra proprio ora. Domani sarà un giorno importante e dovremmo essere tutti buoni per estirpare i nostri peccati. >
< Senti da che pulpito… Almeno io non ho mai avuto problemi di droga o di alcool. >
< Stai girando il coltello nella piaga, Alice. Non farlo. >
< Mamma, smettila di arrampicarti sugli specchi. O parlerai con papà, o lo farò io. >
Messa alle strette, alla fine Alice dovette arrendersi.
< Va bene. Non voglio finire come Hermione Lodge o peggio ancora come Fred Andrews. Parlerò con Hal questa sera stessa, ok? >
< Lo voglio sperare. >
Ma i malumori in casa Cooper e in casa Jones non erano i soli in tutta Riverdale.
I genitori di Cheryl non avrebbero mai sopportato che sua figlia potesse frequentare la Serpents Toni Topaz.
< Spero che quando arriverai in chiesa non lo farai insieme alla tua… fidanzata. >
< Certo che sì, mamma. Altrimenti perché metterei piedi in quel luogo sacro? >
< Appunto che è un luogo sacro, Dio non vorrebbe mai vedere un simile scempio da parte vostra. >
< Almeno noi ci amiamo, mamma. Ed è questo quello che conta per Dio. >
< Cheryl, ti ordino una volta per tutte… >
< Hai finito di darmi degli ordini, mamma. Se vuoi che non mi veda più con Toni, dovrai uccidermi. >
Quelle parole forti misero in allarme la signora Blossom.
< Cheryl, come puoi parlare in questo modo? >
< Mamma, lascia vivere la mia vita in pace insieme a Toni. Non chiedo altro. >
< Vedrai quando ne parlerò con tuo padre. Non pesanre che sia finita qui, ragazzina. >
< No. Non lo penso affatto. >
 
 
Mentre Archie rimaneva fisso in ospedale a vegliare su suo padre, quel giorno non si sarebbe mai immaginato che poteva presentarsi una sua vecchia fiamma che ha scosso gli ultimi suoi anni adolescenziali.
< Veronica… >
< Ciao, Archie. Sono venuta a vedere come sta tuo padre. >
< Sta dormendo. Per fortuna si riprenderà. >
< Hai scoperto chi è il colpevole di quel massacro? >
< Ancora no. La polizia sta ancora indagando… Quel criminale deve pregare di non trovarmi mai sulla sua strada, altrimenti sarò io che lo ucciderò con le sue mani. >
< Parlando di questo Archie, credo che… >
Ma a Veronica gli si rompevano le parole che volevano uscire con insistenza dalla sua bocca.
< Veronica, cosa vuoi dirmi? >
< C’è una cosa che devi sapere. >
Andando a richiamare Reggie, il ragazzo fu molto stranito nel vederlo.
< Che cosa centra Reggie in questa storia? >
< Archie, non so come dirtelo ma… Sono stato io a picchiare tuo padre. >
Quella frase fecero crollare definitivamente il mondo addosso al povero ragazzo.
Non poteva credere che uno dei suoi migliori amici si potesse abbassare a tanto.
< Reggie… Perché avresti fatto una simile crudeltà? Che cosa ti ha fatto mio padre? >
< Lui niente, Archie. Volevo solo compiacere Hirma Lodge. >
< Hiram Lodge? Vuol dire che lui… >
Non riuscendo più a trattenere la sua rabbia, Archie si avvinghiò a Reggie prendendolo a pugni prima di venire diviso dai medici e cacciato dall’ospedale.
< Sei un maledetto bastardo! Come hai potuto cadere così in basso? Il sicario di Hiram Lodge… Credi che questo t’abbia fatto sentire meglio? >
< No Archie, mi sento uno schifo. Ti prometto che non lavorerò mai più per quell’uomo. Promesso. >
< Non so cosa farmene delle tue sporche promesse! > rispose Archie a denti stretti < Anzi, sai cosa voglio di più adesso? Che tu esca per sempre dalla mia vita. Quando ci rivedremo o ci rincontreremo, non guardarmi negli occhi e non mi parlare, altrimenti non saprei proprio coma potrebbe succedere. >
< Archie, Reggie ha sbagliato ma è pronto a pagare. >
< In che modo?! Ha quasi ucciso mio padre, Veronica! Non c’è niente che lui possa fare. >
< Testimonierò contro di lui, così Hiram Lodge finirà per sempre in carcere una volta per tutte. Te lo prometto. >
Nel sentire quelle parole, Veronica non fece niente per controbattere, tranne che dare manforte alla volontà di Reggie.
< Parlerò con lo sceriffo e vedremo cosa posso fare. Anzi, c’andrò adesso. >
Ma purtroppo lo sceriffo era troppo impegnato a sistemare la sua situazione sentimentale per essere concentrato contro Hiram Lodge.
< Sierra, mi dispiace che tu debba perdere il posto per colpa mia. >
< Non ti preoccupare, Tom. Da qualche mese a questa parte questo lavoro non mi piaceva più, ormai. La corruzione e la criminalità sono cresciute talmente tanto in questa città che non sono stata in grado di controllarla. Ormai ho fallito, Tom. Ed è giunto il momento che mi faccia da parte e che qualcuno di più bravo e volenteroso prenda il mio posto. >
< Sierra, non c’è nessun sindaco più brava di te! prima che succedesse tutto questo, hai portato avanti Riverdale con la passione che ti contraddistingueva.  Eper colpa mia devi mollare tutto. >
< Adesso non ci pensare, Tom. L’inaugurazione alla chiesa sarà il mio ultimo compito… E poi penserò al futuro. >
< Sierra, non potrei sopportare di stare lintana da te… >
< Dovremmo parlare anche di questo, Tom > rispose la donna dando un lieve bacio sulla bocca allo sceriffo.
 
 
Le confessioni di Reggie e tutti i loschi affari nascosti mai venuti alla luce non potevano bastare per tenere Hiram Lodge al fresco per sempre.
Archie aveva bisogno di qualcos’altro.
Di una nuova testimonianza.
Nel vedere Nick St Clair fare i bagagli, Archie doveva cogliere l’opportunità al volo prima che potesse essere troppo tardi.
< Nick! Nick! >
Vedendolo avvicinarsi, Nick fece di tutto per non guardarlo.
< Nick, ho bisogno di parlarti. >
< Sto facendo i bagagli. Non lo vedi, Andrews? >
< Sarò molto rapido. Ho bisogno del tuo aiuto. >
< Ah davvero? Dopo che sei piombato nella mia camera mentre mi stavo scopando la tua ex ragazza? Deve essere veramente disperato se cerchi il mio aiuto. >
< Forse sì, ma ho bisogno di te se voglio che Hiram Lodge finisca dietro le sbarre una volta per tutte… So quanto tu e la tua famiglia ultimamente non vi sopportiate, e avrei bisogno della tua testimonianza sui suoi loschi affari che opera in queste zone. >
< Andrews, credi davvero che io possa dire simili parole mettendo anche in pericolo la mia famiglia? Se testimonio contro Hiram Lodge, tutto il traffico da lui architettato verrebbe smantellato per sempre. E con ciò, la mia famiglia e le altre famiglie più potenti di New York ne farebbero le spese. >
< Allora come posso fare per proteggere te e la tua famiglia? >
< Purtroppo niente, Andrews… Ma se vuoi testimoniare su questa cosa, avrai bisogno di prove. Prove che non posso procurarti. Mi dispiace. >
Ma prima che potesse dare il benservito ad Archie, Nick gli diede la buona fortuna per le condizioni di suo padre.
< Spero che guarisca presto. Davvero > fece Nick dandogli una pacca sulla spalla.
< Grazie mille, Nick. >
 
 
Non potendo contare sull’aiuto dei Sinclair, Hiram si sentiva più forte e più potente.
I suoi loschi affari stavano per aumentare in maniera spropositata, rendendolo l’uomo più potente di tutto lo stato e oltre.
Ma i suoi problemi sembravano non finire ora che aveva scoperto che sua moglie lo tradiva.
< Non vai a trovare Fred? >
< Perché dovrei farlo? >
< Perché ci tieni molto a lui… Stai tranquilla. In un letto d’ospedale è molto più al sicuro che fuori all’aria aperta. >
< Hai intenzione di ucciderlo? >
< Questo non lo so ancora, Mi vida… Ma sicuramente non lo verrò a dire a te. >
< Se ti ho tradito è per dimenticare gli ultimi anni oscuri insieme a te. tu non hai fatto che usarmi per i tuoi scopi e io ti ho sempre seguito mediante tutto quello che hai fatto. Ho anche rischiato di finire in prigione per te… >
< Ma ti ho sempre protetta! Questo non ti basta?! >
< Oltre ad essere protetta, avevo bisogno di un uomo che mi potesse amare. E tu non l’hai mai fatto, Hiram. >
< Mi dispiace sentirti parlare così > ripose l’uomo dopo avergli dato un ciaffone per sfogare la sua rabbia < Questo vuol dire che non mi hai mai rispettato. E il tuo colpo di testa ti costerà molto caro. >
Vedendo i suoi genitori litigare furiosamente, Veronica dovette intervenire all’istante per fare in modo che la situazione non degenerasse.
< Lascia stare mia madre! >
< Anche tu sei dalla sua parte? Oltre che avermi voltato le spalle, Mija. >
< Se non ti ho detto niente è perché volevo proteggerla. >
< E hai sbagliato tutto! > gridò l’uomo < Dopo l’inaugurazione della chiesa, dovremmo sistemare alcune cose in famiglia prima che la nostra divisione diventi ormai realtà > disse infine Hiram Lodge prima di lasciare da sole le due donne.
< Adesso smettila di piangere, mamma. >
< Avevi ragione tu, Veronica. Ho rovinato tutto… Ma io amo, Fred. E continuerò ad amarlo incondizionatamente. >
< Chiamerò gli avvocati per dare inizio alle pratiche di divorzio. Questa situazione insostenibile non può andare avanti. >
Ma Veronica non chiamò mai gli avvocati dei suoi genitori, perché il giorno dopo l’angelo del male avrebbe portato via colei che in tutti questi anni aveva visto come la sua figura principale nella vita.

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Capitolo 13
*** Rompere il silenzio ***


Quella mattina delle ore dieci sembrava che il tempo si fosse fermato a Riverdale.
Veronica Lodge, moglie del magnate Hiram Lodge, giaceva appena sulla croce morente con evidenti tagli mortali in tutte le parti del corpo.
< Le ferite sono molto profonde > fece Tom < Ma dovranno pensarci i medici nel fare l’autopsia per essere più sicuri. >
Intanto Veronica, completamente distrutta, doveva allontanarsi per non dare un brutto spettacolo di sé stessa.
Archie gli aveva promesso che non si sarebbe mai diviso da lei, rimanendogli per sempre attaccato per paura che potesse fare qualche colpo di testa.
< Betty, nel mentre sono con Veronica ti pregherei insieme a Kevin e Jughead se riuscite a trovare qualcosa di inusuale. Sono convinto che il nostro assassino ha lasciato alcune tracce. >
< Sì. Non preoccuparti > fece Kevin.
< Cosa avete intenzione di fare tutti voi? >
< Papà, vogliamo aiutarti nelle indagini. >
< Anche se questo sarà il mio ultimo impegno prima delle mie dimissioni, non voglio che voi ci mettiate il vostro zampino. Questa volta la faccenda riguarda solo la polizia. >
< Ma papà… >
< Niente ma, Kevin. Non voglio che voi vi cacciate in guai seri. Saprò cavarmela. Davvero. >
< Quindi adesso che potremmo mai fare? >
< Consolate e state vicino a Veronica. Ha bisogno della vostra vicinanza. >
< Ok. Faremo il possibile > disse Kevin rispondendo per tutti i presenti.
< Perfetto. Adesso non possiamo nemmeno indagare. >
< Betty, ti prego. Mio padre sa quello che fa. >
< Non lo metto in dubbio, però sono convinto che avesse bisogno d’aiuto. >
< Io di sicuro non starò qui con l mani in mano, ragazzi. E il mio primo compito sarà parlare con Hiram Lodge, il principale indiziato. >
< Jughead, non puoi fare come vuoi > lo avvertì Betty.
< Ne sei sicura? Mi dispiace, ma non sono del tuto stesso avviso Betty. Ci vediamo più tardi. >
 
 
Jughead arrivò nella dimora di Hiram Lodge mentre l’uomo stava controllando alcuni fogli come se niente fosse successo.
< Signor Lodge. >
< Jughead. A cosa devo il piacere? >
< Ho bisogno di parlargli. >
< Prego, accomodati pure… E’ per il favore che ti avevo chiesto? >
< No, ormai quella è acqua passata… Ma sono qui per parlare di sua moglie. >
< E’ morta. Per me non ha alcun valore ricordarla da viva. Non dopo quello che mi ha fatto. >
< Ma come può essere così rude e senza cuore? >
< Mi dispiace Jughead, ma sono fatto così. Ora che anche Veronica mi ha voltato le spalle, sono solo a questo mondo. Io e gli affari… Finirò come Paperon de Paperoni ma questo non m’importa. Se è il mio destino, non farò niente per cambiare le carte in tavola. >
< Non vuole sapere com’è morta sua moglie? E dove si trova sua figlia? >
< Mia figlia e con Archie e mi ha pure detto come è morta sua madre. Io mi sono limitato ad ascoltare senza battere ciglio, e ho preso ancora la mia dose di offese. In fondo, come biasimarla? Ma mia figlia non può capire il mio dolore dentro. >
< La festa di Riverdale è stata rovinata da quel brutto fatto… Lei sa che è il maggior indiziato. Anche perché non era all’inaugurazione della chiesa. >
< Sì, capisco di essere il maggior indiziato. Ma con quali prove potete inchiodarmi? >
< Se lei non ha niente da nascondere, dovrebbe parlare subito con la polizia. >
< Io non devo dire niente. A parte che mia moglie era una sgualdrina senza ritegno. Se fossimo vissuti più di cento anni fa’, ci sarebbe stato il delitto d’onore. E io ne sarei uscito con le mani pulite. >
< Quindi confessa di aver ucciso sua moglie per vendetta, Signor Lodge. >
Sentendo quelle parole, Hiram non poté trattenersi dal ridere.
< Jughead Jones, tu pensi di essere molto furbo, ma non lo sei… Quindi, se non hai altro da obiettare, vorrei rimanere da solo. >
< Per piangere in completa solitudine? >
< Sono molti anni che ormai non piango più. >
< E questo la fa sentire migliore? >
< Mi fa sentire un uomo completo. Adesso che mia moglie non è più un problema, posso pensare al mio futuro. >
< Mi fa davvero pena nel sentire queste cose, Signor Lodge. Come fa a vivere in questa maniera? >
< Come vivo io non sono affari di nessuno. Nemmeno tuoi, Jughead. >
Ma prima che il ragazzo potesse togliere il disturbo, Hiram Lodge gli chiese come stesse il padre di Archie.
< Si riprenderà. Ma sicuramente non grazie a lei. >
< L’unica cosa che mi preme sapere è cosa penserà quando Fred saprà che Hermione non è più tra noi. vuoi farmelo sapere, Jugh? >
Nel sentire quelle parole piene di rabbia e di presa in giro, per poco Jughead non gli saltò addosso per prenderlo a pugni.
< Jughead! Cosa volevi fare? >
L’intervento tempestivo di Tom Keller evitò che tra loro due si potesse sfiorare la tragedia.
< Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro con voi ragazzi: statene fuori. >
< E’ stato lui ad uccidere Hermione Lodge, sceriffo Keller. Ne sono sicuro. >
< Le indagini della polizia dovranno riscontrare alcune prove per incriminarlo. >
< Ma quali prove ci vogliono per rinchiuderlo in carcere?! Era l’unico assente all’inaugurazione! Questo lo inchioda! >
< Jugead, adesso vattene. >
Non riuscendo a fargli cambiare idea allo sceriffo, Jughead decise che non si sarebbe fermato qui.
< E’ solo questione di tempo, Signor Lodge. Presto non riderà più come adesso e marcerà per smepre in carcere > disse infine il ragazzo prima di andarsene stizzito.
< Sceriffo, vuole infamarmi come il ragazzo? Oppure vogliamo parlare delle sue dimissioni? >
< Ogni cosa a suo tempo, Signor Lodge. Adesso dobbiamo fare una chiacchierata. >
< Bene. L’ascolto. >
< Dove si trovava questa mattina alle dieci? >
< Sono stato qui dalle otto del mattino dopo che ho fatto colazione. Ho visto mia moglie uscire alle nove e un quarto insieme a Veronica. >
< Non hanno detto niente sua figlia e sua moglie sul fatto che lei non si sarebbe presentato? >
< Mi dispiace sceriffo, ma da qualche tempo a questa parte ho perso la fiducia nell’altissimo. E poi ho un sacco di cosa da fare a cui non posso rimandare. >
< Com’era il rapporto con sua figlia? >
< Molto buono. Almeno finché non ho scoperto che mia moglie mi tradiva. >
< Che cosa centra Veronica in tutto questo? >
< Lei sapeva che mia moglie mi tradiva con Fred Andrews e faceva di tutto per tenermi all’oscuro, quando doveva assolutamente dirmelo. Dovevano prevedere che più tempo passava e la mia collera sarebbe aumentata sempre di più. >
 < Lei da quanto sa che sua moglie la tradiva? >
< Abbastanza da prendermi le dovute precauzioni. Stavo preparando le pratiche del divorzio a sua insaputa per poi confessarglielo al momento opportuno per poi lasciarla senza un soldo. >
< Però ucciderla avrebbe reso la questione alquanto… rapida. >
< Sceriffo, cosa vuole insinuare? Io non sono un assassino. >
< Questo lo vedremo, Signor Lodge. >
< Non cerchi di infamarmi sceriffo, altrimenti sarà molto difficile per lei e la sua dolce metà trovare un nuovo lavoro in questa città. E non pensi di andarsene perché la mia ombra la inseguirà ovunque. >
< Vuole minacciarmi, Signor Lodge? Le vorrei ricordare che sono ancora io l’autorità di giustizia principale in questa città e lei mi sta sfidando. >
Hiram Lodge e Tom Keller non si erano mai stati simpatici fin dall’inizio, scatenando tra di loro ire inconfutabili che avrebbero reso le indagini molto scoppiettanti.
< Lasciando stare questo, vuole domandarmi qualcos’altro su mia moglie? >
< No, per ora abbiamo finito. Ma non deve lasciare assolutamente la città. >
< Sceriffo, ho degli investimenti da concludere all’estero. Non posso rimanere rinchiuso a Riverdale come un carcerato. >
< Mi dispiace, ma dovrà posticipare i suoi impegni. Le indagini vengono prima di qualsiasi cosa. Non vorrà mica essere spedito in prigione prima del dovuto, spero. Ha ancora tempo per mettere a segno i suoi loschi affari. >
< Ma come osa parlarmi così? Lei non ha prove! >
< Le troverò. È solo questione di tempo. Arrivederci, Signor Lodge. >
 
 
Una volta che Veronica si era finalmente calmata, lei e Archie si fecero coraggio per confessare il tutto a Fred che era intento a guardare la tv.
< Ciao, ragazzi. Sono contento di vedervi > fece Fred spegnando la tv subito dopo.
< Ciao, papà. Tutto bene. >
< Ho avuto giorni migliori. Comunque mi sto riprendendo. >
Anche se Veronica si era calmata, non riusciva lo stesso a trattenere le lacrime.
< Veronica, cos’hai? Perché stai piangendo? >
< Veronica, hai bisogno… >
< Sto bene, Archie. Anche Fred deve sapere. >
< Sapere cosa? >
Fred non si sarebbe mai immaginato che la notizia da udire fosse così sconvolgente.
< Si tratta di Hermione. >
< Gli è capitato qualcosa? >
Leggendo gli sguardi distrutti dei due ragazzi, Fred capì subito che la sua Hermione non l’avrebbe mai più rivista.
< E’ stato Hiram a fargli questo, non è vero? Io l’ammazzo! >
< No papà, fermati. Non puoi alzarti nelle tue condizioni e poi non siamo sicuri che sia stato lui. >
< Archie, apri gli occhi: è l’unico che può avere um movente per averla tolta di mezzo. È stato per forza lui. >
< La polizia sta indagando, Signor Andrews. Anch’io, come tutti gli altri crediamo che sia stato lui. Ma dobbiamo avere le prove schiaccianti oltre al movente. Altrimenti non riusciremo mai a sbattere in prigione mio padre. >
< Se solo non fossi in questo letto d’ospedale… L’avrei sicuramente protetta. Invece è stata uccisa a sangue freddo ed io non ero lì con lei. >
Fred, con le lacrime agli occhi, non si perdonava della sua inutilità.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per Hermione, anche morire la suo posto.
Ma dopo la sua morte gli era rimasta solo una cosa da fare: vivere per la vendetta e dar sfogo alla sua rabbia rompendo un silenzio insopportabile che aveva gettato Riverdale nel baratro dell’indifferenza della gente.

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Capitolo 14
*** Lascia che i buoni seppelliscano i cattivi ***


Tutti in città odiavano Hiram Lodge.
In poco tempo, aveva distrutto gran parte di quella bontà che gli anni passati avevano contraddistinto Riverdale.
Nessuno poteva essere al sicuro a causa dei suoi traffici illeciti di droga e del gioco d’azzardo che stava per portare in città.
Molti di loro avevano perso il lavoro a causa della sua corruzione e due suoi ricatti.
Per non parlare che era imputato ad un omicidio in cui tutti credevano che avesse ucciso sua moglie per vendetta.
Sì, la storia tra Hermione e Fred si era sparsa come una grossa macchia d’olio che non può essere cancellata in nessun modo.
Ma questo non interessava all’uomo, per lui la cosa importante era di eliminare tutti i problemi che attanagliavano il suo modo di essere.
Era diventato un tipo solitario, senza una famiglia forte che potesse appoggiarlo in ogni istante.
Per lui la famiglia era sempre stato tutto,  e quel mancamento iniziale fu un vero colpo che riuscì a nascondere proprio bene.
“Devo tornarmene a New York il prima possibile. Il mio impero deve essere rifondato e non posso farlo da solo. Ho bisogno qualcuno che possa proteggermi all’istante. Ma non posso andarmene da questa città… Tutto per colpa di mia moglie.”
Mentre stava concludendo la sua cena, Hiram decise di recarsi dinanzi alla nuova chiesa di Riverdale dove fino a qualche giorno fa si era consumato uno dei delitti più atroci della sua storia.
Guardandosi intorno e avendo la consapevolezza di essere da solo, Hiram entrò in chiesa come se niente fosse per fare una preghiera per sua moglie.
Ma era davvero sincera?
< Signor Lodge… >
Venendo proprio richiamato da Archie, Hiram si girò fissandolo con sguardo attonito.
< Archie. Non avrei mai pensato di trovarti qui. >
< Potrei dire la stessa cosa di lei, signore. >
Accomodadosi vicino a lui senza chiedere il suo permesso, Archie decise di non distogliere lo sguardo verso Dio in croce per non sentirsi furioso con l’uomo che aveva accanto.
< Come sta Veronica? Si è ripresa? >
< Ha distrutto per sempre la sua vita, Signor Lodge. Come può sentirsi? >
< Molto presto capirà le intenzioni che mi hanno portato a questo. >
< Quindi lei confessa… >
< Hol altra scelta? Ho il fiato della poliza sul mio collo che mi attanaglia e ci metteranno molto poco a risalire a me nelle impronte che analizzaranno sulla scenda del crimine… Archie, non puoi capire come ci si possa sentire in questo frangente? >
< Perché ha fatto una cosa così abominevole? Uccidere sua moglie per un tradimento… >
< La famiglia è la cosa più importante che avevo. Per me era un credo avere una moglie e una figlia che mi potessero strare vicino in ogni frangente… Ma quando ho capito che tutto questo non era più possibile, inizialmente il mio mondo è crollato per sempre.
Mi sentivo rovinato e solo senza il loro appoggio e questo mi disturbava.
Non l’ho mai voluto confessare a nessuno per non farmi trovare debole e indifeso… Poi mi è arrivata la notizia che mia moglie mi stava tradendo.
inizialmente non volevo crederci, soprattutto quando sono venuto a scoprire che Veronica la stava proteggendo.
Mi avevano tradito tutti e due e io non potevo sopportarlo.
non potevo contare nemmeno con un tirapiedi che potesse fare il lavoro sporco al posto mio, quindi dovevo scendere in azione completamente da solo.
Seguendo mia moglie e mia figlia qui in chiesa, ho preso da parte Hermione facendomi dire le vere ragioni del suo tradimento.
Mi ha confessato che mi ha sempre usato per i miei soldi.
Deve tutto a me se Hermione la conoscevamo così com’era e lei amava un poveraccio indegno come tuo padre.
Per me è stato un colpo molto duro che si è sfogato tutto contro di lei.
Ho preso il pugnale della mia famiglia e l’ho conficcata di colpi come è successo proprio a Giluio Cesare.
Ma la mia furia implacabile non poteva fermarsi così.
Dovevo rendere la cosa il più macabra possibile, così che tutti potessero capire che Hermione Lodge era una peccatrice.
Fu in quel momento che prima dell’apertura del portone della chiesa sono riuscito a metterla in croce e a rendere visibili tutti i colpi infertagli dalla mia rabbia.
Pensavo di poter piangere senza di lei e nel vederla in quello stato, ma mi sentivo molto bene, come se fossi rinato.
Sapevo che era solo questione di tempo e presto chiunque sarebbe risalito a me.
Non potevo trattenere questo segreto ancora per molto e di conseguenza ho deciso di dirtlo prima a te, Archie. Perché tutto questo prima o poi doveva finire.
In un modo o nell’altro. >
< Hiram Lodge… Non ho parole nel dirgli che lei è una persona orribile. >
< Ne prendo atto e finirò la mia vita in un carcere di massima sicurezza dove avrò tempo per ricominciare una vita nel male… Ma non mi pentirò mai di uccidere mia moglie… Anche se è brutale da parte mia, la mia prossima vittima sarebbe stata Veronica… Ma il sangue del mio sangue non si macchia con altro sangue. Quidi ho deciso di fermare la mia furia omicida in tempo e gli anni che passerò in carcere mi serviranno come mezzo di riposo mentale.
Crederai che io sia pazzo, Archie Andrews.
Sì, forse lo so, ma non m’importa.
Non cambierei la mia vita per nessuna cosa al mondo. >
< Se tornasse indietro sposerebbe lo stesso Hermione? >
< Perché mi fai questa domanda? >
< Perché voglio sapere se ha mai pensato dopo la sua morte al momento in cui vi siete sposati. >
< Certo che ci ho pensato… E in verità l’avrei fatto un milione di volte. Avrei sposato in tutto e per tutto Hermione Gomez, andando contro a quello che sarebbe stato il mio futuro nefasto. >
Subito dopo quella confessione, Archie chiamò Tom Keller per dirgli che finalmente Hiram Lodge aveva confessato.
L’uomo fu condotto inizialmente alla prigione di Riverdale e poi trasferito in una prigione di massima sicurezza dovce avrebbe trascorso tutta la sua vita dopo il processo contro di lui.
Ogni singola persona che era molto vicino a quell’uomo, testimoniò contro di lui e contro tutte le brutalità e criminalità commesse nel corso della sua vita.
Da quel giorno Riverdale sarebbe stata una città molto diversa.
Gli abitanti e i giovani ragazzi della città a cui davanti a loro si prospettava un futuro molto diverso dal loro passato, erano pronti per cambiare vita.
Tutti assieme come una grande famiglia senza mai dimenticare che i segreti non riposeranno mai in pace.

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