Mad

di I_love_villains
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'approccio ***
Capitolo 2: *** Stupide domande ***
Capitolo 3: *** Quirk e chiarimenti ***
Capitolo 4: *** Il passato di Himiko ***
Capitolo 5: *** Sogni e obiettivi ***
Capitolo 6: *** Ricordi ***
Capitolo 7: *** Ciò che conta ***
Capitolo 8: *** Provocazioni e consigli ***
Capitolo 9: *** Cordialità ***
Capitolo 10: *** Arrivederci ***
Capitolo 11: *** Rapporto a distanza ***
Capitolo 12: *** Rapita (Himiko) ***
Capitolo 13: *** La cavalleria, eh? (Katsuki) ***
Capitolo 14: *** La pugnalata (Himiko) ***
Capitolo 15: *** L'incubo (Katsuki) ***
Capitolo 16: *** A caccia del maniaco pervertito ***
Capitolo 17: *** Esperimento riuscito ***
Capitolo 18: *** Sogni d'oro (Himiko) ***
Capitolo 19: *** Dichiarazione notturna (Katsuki) ***
Capitolo 20: *** Fidanzati atipici ***
Capitolo 21: *** Deika (Katsuki) ***
Capitolo 22: *** Ancora in ospedale (Himiko) ***
Capitolo 23: *** Riabilitazione (Himiko) ***
Capitolo 24: *** Relazione pubblica (Katsuki) ***
Capitolo 25: *** Costruiamoci il futuro ***



Capitolo 1
*** L'approccio ***


Himiko's POV

Bakugou Katsuki, il ragazzo che Tomura ci ha chiesto di rapire, è segregato nel magazzino del bar, legato a una sedia; le mani sono rinchiuse in un dispositivo che gli impedisce di creare esplosioni e Dabi gli ha rimesso la benda per tappargli la bocca. Sono entrata così silenziosamente che non se n’è accorto. Chissà a che pensa mentre fissa le manette speciali… Però, è molto carino con quell’espressione assorta!
Tomura è arrabbiato perché non è riuscito a convincerlo a passare dalla nostra. E non me l’ha fatto sgozzare subito, uffa! Dice che vuole riprovare e, se non l’ascolta nemmeno stavolta, lo torturerà per conoscere tutto ciò che sa su eroi e Yuei e poi l’ammazzerà. Non siamo tutti d’accordo su questo punto. Va beh, intanto io non spreco questa opportunità e mi diverto con lui! Accetterà sicuramente di giocare con me!
Appena mi avvicino, Katsuki alza lo sguardo e mi fissa malissimo. È un vero peperino, fufu! Gli mostro la ciotola e il bicchiere che ho tra le mani per calmarlo e gli sorrido.
“Ciao! Sarai assetato, vero? E ti ho portato da mangiare del ramen. Aspetta che ti levo la benda.”
Poggio su un tavolino bicchiere e ciotola. Katsuki mi lascia fare, anche se non mi sembra contento.
“Slegami o ti ammazzo!”
Appunto! È tanto buffo quando urla che non posso fare a meno di ridacchiare. Che nome si era sentito telepaticamente? Ah sì…
“Non posso Kacchan, ma…”
“Non chiamarmi così!”
“Ma il tuo amico l’ha fatto ed è un soprannome carino.”
“Poi lo sistemo quel nerd di merda!”
“Mmmh, allora ti chiamerò Tsuki, è ancora più carino! Vero?”
“Se non vuoi essermi utile vattene, puttana.”
Sbaglio o ha ringhiato? È davvero molto interessante questo ragazzo!
“Oh giusto, non mi sono presentata. Mi chiamo Toga Himiko. Ecco l’acqua.”
Beve senza ulteriori minacce. Poverino, ma è naturale che dopo tante urla sia assetato. Quando ha finito, prendo il ramen con le bacchette e mi accingo a imboccarlo. Stranamente lui si rifiuta di aprire la bocca se non per urlarmi: “Mangio con le mie cazzo di mani!”
“Non puoi, Tsuki. Se non fai il bravo bambino rimani senza cena.”
Sentendo l’odore del cibo che ho amorevolmente cucinato, il suo stomaco ha brontolato. Io ho riso, lui invece è arrossito e ha ringhiato. Quant’è carino!
“Quando Jin ti ha portato in bagno…”
“Non un’altra parola! Fammi mangiare…”
Yay, si è arreso! Nonostante qualche resistenza, Tsuki divora tutta la porzione e mi chiede di bere ancora. Ovviamente io l’accontento. Porto anche dei mochi, serviranno per fare merenda più tardi.
“Voglio fare un esperimento con te, Tsuki!” Il mio annuncio sembra metterlo in guardia. “Tranquillo, devi solo rispondere a delle domande.”
“Ho già detto a quel coglione con le mani che…”
“Non è un interrogatorio” lo interrompo ridendo. “Più o meno. Anche io risponderò a queste domande. Guarda…” Carico una pagina sul mio cellulare e gliela mostro. “Visto? Due sconosciuti rispondono al questionario in quarantacinque minuti e si innamorano!”
“È una stronzata.”
“Forse. Ma questa è l’occasione ideale per provarlo. E ti darò una ragione per farlo” aggiungo prima che lui possa rifiutare in tronco. “Se rispondi onestamente, senza imbrogliare, ti libero!”

Katsuki's POV

Fisso la bionda squilibrata per qualche secondo. Non mente, ma questo non significa che i suoi compari le permetteranno di liberarmi solo perché accetto di fare uno stupido test. Glielo dico e inaspettatamente lei ride. Ma che cazzo ha da ridere sempre?!
“Tsuki, io ti slegherò e ti toglierò le manette. Quindi, non è che ti lascio proprio scappare, dietro quella porta ci sono gli altri. Ma se ti rifiuti, resterai legato finché Tomura verrà e non sarà gentile come prima.”
Dover sottostare alle condizioni della psicopatica mi fa innervosire. Tuttavia è la mia migliore occasione di avere finalmente le mani libere. Darò una lezione a tutti i bastardi che hanno osato rapirmi, dal primo al’ultimo! Come cazzo hanno osato credere che mi sarei unito a questa banda di disadattati?!
Odio come mi guarda la bionda… Sembra volermi mangiare. E non ha smesso di sorridere per un secondo.
Sarà completamente pazza, ma almeno non mi ha obbligato a giocare in cambio di acqua e cibo. A proposito, il ramen era sicuramente fatto in casa, non la schifezza istantanea che mangio quando ho fretta. Ma può trattarsi di una trappola. Magari vogliono farmi abbassare la guardia o qualcosa del genere. Io però userò questa situazione a mio vantaggio e mi libererò.
Annuisco bruscamente. Sarà un giochetto batterla una volta libero, soprattutto se durante il gioco mi dice che quirk possiede. La bionda strilla contenta e batte le mani, entusiasta della mia partecipazione. Crede seriamente che potrei innamorarmi di lei? Nemmeno tra un milione di anni! La pazza sposta una cassa per sedersi più vicino a me, tutta pimpante, riprende il cellulare e comincia a leggere la prima domanda.



***Angolo Autrice***

Se seguite Big Bang Theory conoscerete l'esperimento: lo hanno provato Sheldon e Penny.
Spero di mantenere i personaggi il più canon possibile, mentre alcuni avvenimenti del manga/anime saranno differenti, altrimenti non è vero che ci sono ripercussioni.
In alcuni punti, la mia cara amica AnnyWolf99 mi ha aiutato a gestire Katsuki, che è un ragazzo complicato e non so quanto riesca ad essere onesto con se stesso su certi aspetti.
A sabato prossimo con il nuovo capitolo! Bye!
P.S. per chi non è ferrato con l'inglese: 'Mad' può essere tradotto sia come 'arrabbiato' sia come 'folle' XD

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Capitolo 2
*** Stupide domande ***


Katsuki’s POV

“Chi vorresti avere come ospite a cena, se potessi scegliere tra tutte le persone al mondo?”
“Tsk, che idiozia... All Might” rispondo seccato. Lo è davvero, un’idiozia. La pagherà per tutto il tempo che mi sta facendo perdere.
“Io Stainy!” risponde esaltata la bionda. Aspetta, intende lo Stermina-eroi?
“Ma anche quei ragazzi che ho conosciuto ieri sono carini... Izuku e Ochaco. Sono amici tuoi, giusto Tsuki?”
“No. Ti piace Deku? Che gusti di merda.”
“Era tutto pesto e sanguinante! Tanto carino! Dici che Ochaco è più carina? Ho preso il suo sangue, sai?”
Me lo dice come se fosse la cosa più normale del mondo. Mi fa quasi venire i brividi... quasi, eh! Ne approfitto per informarmi subito sul suo quirk, in quanto deve averglielo preso per forza con uno scopo: “E che te ne fai del sangue di Faccia Tonda, psicopatica?”
Ovviamente ho ragione: “Oh, serve ad attivare il mio quirk. Se lo bevo divento come lei!”
La bionda arrossisce e ridacchia, fissandomi. Che cazzo vuole, un applauso?
“Beh, quanto cazzo devi aspettare per leggere la prossima domanda?”

Himiko’s POV

“Ti piacerebbe essere famoso? Per che cosa?” leggo divertita. Katsuki si appassionerà al gioco, chiacchierare delle proprie passioni piace a tutti!
“Per essere l’eroe numero uno.”
Peccato sia fissato con All Might e l’essere un eroe. Comunque, tocca a me rispondere: “Mh, non ho mai pensato di diventare famosa. Maaa forse voglio diventare una youtuber. I video di Stainy hanno tante visualizzazioni, no? Le farei anche io stalkerando gente carina, prelevando sangue e trasformandomi, e magari nei commenti mi danno consigli per dissanguare altra gente carina!”
Lui si irrigidisce e mi urla contro:“Tu sei un’assassina... una pazza, sanguinaria assassina fottuta nella testa!”
Non capisco, prima era quasi rilassato, perché si è arrabbiato adesso? Le cose che mi ha detto non sono per niente gentili, ma io devo dimostrargli che non me la sono presa. In fondo è solo stressato per il rapimento, se sono cortese tornerà a calmarsi.
“A cosa devo tutti questi complimenti, Tsuki? Sì, mi sarà capitato di uccidere qualcuno, ma che ci posso fare io se il sangue è tanto buono e abbellisce le persone?”
“Tu mi vuoi sgozzare come dicevi prima! Non...”
Questa accusa è davvero ingiusta! Smetto di sorridere e lo guardo seria. Lo interrompo freddamente: “Un pochino lo voglio, sì, ma abbiamo fatto un patto, Tsuki, e di certo non sarò io a romperlo. Vuoi continuare con le domande o lo annulliamo?”
Katsuki si è accorto del mio cambio d’umore. Spero non rovini tutto, abbiamo appena cominciato! Per fortuna risponde, dopo qualche secondo di riflessione: “… Prosegui, troia.”
“Perfetto!” esulto, tornando allegra. A quanto pare non può fare a meno di essere maleducato, però se si sente più a suo agio a dire parolacce non posso farci niente. Leggo: “Ti capita mai di provare quello che devi dire prima di fare una telefonata? Perché?”
“No, mai.”
“Non esattamente, ma spesso immagino come andrà una conversazione. Ad esempio prima di venire da te l’ho fatto!” E indovina un po’? Le cose vanno come avevo immaginato! Più o meno...
“Zitta e leggi!”

Katsuki’s POV

“Com’è un giorno perfetto, secondo te?”
Dopo aver letto la domanda, la pazza scoppia a ridere. Mi farà venire mal di testa di questo passo! Probabilmente si è resa conto che oggi deve essere tutto l’opposto di una mia giornata tipo.
“Cazzo ridi?! Smettila! Uno in cui nessuno mi rompe le palle!”
“E?”
“E niente, dimostro che sono il migliore, il più forte.”
“Per me chiacchierare con gli amici a scuola, tornare a casa da una famiglia amorevole, uscire la sera con un fidanzato...”
Guarda il cellulare come se ci vedesse attraverso le cose elencate. Pare malinconica... Deve tornare alla realtà: “Notizia flash: se non ti davi al crimine sarebbe stata una giornata tipo, idiota.”
Lei alza di scatto la testa e mi fissa delusa, come se avessi sbagliato un semplice ragionamento. Chi si crede di essere?!
“Credi che sia una cosa che ho deciso? È semplicemente successo, Tsuki. Ma sono contenta” prosegue, riprendendo vivacità, “adesso ho dei veri amici e insieme creeremo un mondo più semplice e divertente!”
“Risparmiami i tuoi pensieri psicotici e continua” ordino, prima che faccia propaganda alla sua causa come aveva fatto il suo capo.
Lei obbedisce di buon grado: “Quand’è stata l’ultima volta che hai cantato tra te e te? E davanti a qualcun altro?”
“Mai fatto.”
“Impossibile!” obietta la pazza, incredula.
“Ma che ne vuoi sapere tu?!” sbotto. Figuriamoci se io mi metto a cantare! Al massimo però, quando ero più giovane... “Allora ascoltando l’mp3, ok?!”
“Ok. Io a volte quando saltello mi metto a canticchiare, dipende da quanto mi sento felice. Ho cantato Tanti auguri a te a Sakura circa quattro mesi fa.”
Che seccatura! Le domande sono una più stupida dell’altra!

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Capitolo 3
*** Quirk e chiarimenti ***


Himiko’s POV

“Se tu avessi la possibilità di vivere fino a novant’anni mantenendo la mente o il corpo di un trentenne per gli ultimi sessant’anni della tua vita, quale sceglieresti tra i due?”
“La mente, per il corpo mi basta allenarmi ogni giorno.”
Arrossisco e mi copro la bocca, dondolando le gambe. Le mie scarpe producono tonfi ovattati sul legno.
“E caspita se si vede, Tsuki!” esclamo euforica. Katsuki è un bel ragazzo muscoloso! Mi viene voglia di scendere e andargli a toccare un braccio o il petto o...
“Smettila di fissarmi, stronza! E non ti avvicinare!”
Ma guarda, ero quasi in piedi! Ridacchio imbarazzata e mi riaggiusto sulla cassa. Peccato, forse più avanti sarà più disposto a farsi toccare. Altrimenti lo farò senza permesso!
“Io scelgo il corpo, mi piace essere carina.” Curiosa e un po’ civettuola, gli domando: “Tu mi trovi carina, Tsuki?”
“Ti trovo irritante e fastidiosa, ti avrei già fatto esplodere da un pezzo!”
“Sei molto divertente!” replico, perché lui è arrossito. Oh, è un fantastico compagno di giochi! Dopo l’esperimento sarà qualcosa di più, mi auguro. Gli starò simpatica come lo trovo simpatico io!

Katsuki’s POV

“Hai un presentimento segreto sul modo in cui morirai?”
La ascolto a malapena, sconcertato per la precedente provocazione. Quanto mi fa arrabbiare! È una stronza odiosa! Ma d’aspetto... è più che carina. Naturalmente non lo ammetterò mai ad alta voce, non lo merita.
“Che cazzata. Immagino dopo un combattimento epico, a novant’anni.”
“Vedi che sei spiritoso?” dice tra un risolino e l’altro. “Io credo che mi ucciderà un falso eroe. Ieri me la sono battuta in tempo!”
L’affermazione della pazza mi sorprende. Sul serio pensava che Deku o una delle altre comparse l’avrebbe uccisa?? Urge una chiarificazione: “Ah? Ma quanto sei suonata?! Gli eroi non uccidono! Figuriamoci le comparse!”
“Ne sei sicuro sicuro?” mi chiede dubbiosa.
“Beh, fare un’eccezione per te sarebbe facile. Però dico seriamente, soltanto un altro svitato come Stain ti ammazzerebbe.”
“Chissà che penserebbe Stainy di te” pondera giocherellando con un coltello. Da dove cazzo è spuntato fuori?! “Tu ti consideri un vero eroe, no Tsuki? Quindi anche se urli e mi minacci sempre non mi faresti male.”
“C’è differenza tra fare male e ammazzare, stramboide... E non me ne frega un cazzo di cosa pensa quel killer di me!”
Deve capire che sono pericoloso, posso diventare il suo peggiore incubo, tuttavia non sono un assassino, tantomeno mi interessa diventarlo – anche se a volte certe comparse sembrano supplicarmi di farle fuori.
“Deku gli piace, lo ha detto anche Spinner!”
“Ti ripeto che il suo giudizio non conta un cazzo!!”
Possibile che tutti devono sempre mettere in mezzo quello sfigato?! Io sono diecimila volte meglio sotto ogni punto di vista! Se un villain non se ne rende conto tanto peggio per lui: significa che non è alla mia altezza.

Himiko’s POV

“Elenca tre cose che tu e il tuo partner sembra abbiate in comune.”
“Addirittura tre? Vediamo...”
Dato che Katsuki sembra in difficoltà, decido di rispondere per prima: “La biondezza! O biondore! O bionditudine! Insomma, entrambi siamo biondi!”
Lui mi fissa allibito per alcuni secondi, prima di commentare: “Col passare del tempo mi rendo conto che i tuoi problemi sono sempre più gravi.”
“Siamo anche tutti e due carini!”
“Non sono carino!” protesta Tsuki, arrossendo, non so se per la rabbia o l’imbarazzo. Scherziamo? È adorabile! Però rettifico: “Belli allora. E giovani! Vai, tocca a te.”
Lui sbuffa, poi, visibilmente scocciato al pensiero di dire cose positive che ci accumunano, elenca: “Siamo orgogliosi del nostro quirk... Abbiamo convinzioni basate su, beh, le tue penso siano campate per aria, ma sei ostinata a rispettarle, come me... E abbiamo conoscenti in comune.”
Gli faccio un breve applauso per l’analisi svolta. Lui volta la testa; forse non ha capito che l’ho sinceramente apprezzata.

Katsuki’s POV

“Per quali cose della tua vita ti senti più fortunato/grato?”
“Per il mio quirk.”
“Davvero? Dipende tutto da quello?”
Quanto mi sta sulle palle quando contesta una mia risposta! Il mio quirk è magnifico, come fa a non rendersene conto?! Cerco di farle entrare un pizzico di logica in quella zucca vuota che si ritrova come testa: “Certo che sì! Ti pare che potevo diventare un eroe senza quello?!”
Lei tenta di far prevalere il proprio punto di vista: “Ma con le esplosioni si distruggono le cose, potevi decidere di fare il cattivo ed essere lo stesso il più forte di tutti.”
“Sono gli eroi che vincono sempre, pazza.”
“Non è vero! Ti abbiamo rapito e saresti già potuto morire, quindi gli eroi avrebbero perso!”
“Invece sono solo legato e costretto a fare un test del cazzo da una troia psicopatica! E vi troveranno, io posso cavarmela da solo.”
Finalmente, questo fa breccia. La biondina mi guarda dubbiosa, forse perché sa che ho ragione ma non vuole ammetterlo.
“Sei così sicuro di te, Tsuki... Mh, io mi sento fortunata per aver trovato la Lega. Sono tutti fantastici!” Fa una pausa, ma io non intendo replicare, servirebbe solo a perdere tempo. Tanto dovrebbe già averlo capito che per me loro sono peggio delle comparse. Legge la decima domanda: “Se tu potessi cambiare qualcosa del modo in cui sei cresciuto, quale sarebbe?”
“Un cazzo, sono perfetto.”
La pazza ridacchia, anche se ha di nuovo l’aria malinconica.
“Io i miei genitori, o il loro carattere. Voglio genitori che mi vogliono bene.”
Mi sembra la cosa più sensata che ha detto finora. Tuttavia, sapendo che è un’assassina psicopatica, ho un brutto presentimento su che fine abbia fatto fare ai suoi. E, diciamocelo, se mai avessi un figlio e lui diventasse un villain, sarei piuttosto deluso anche io. Anzi, il termine più appropriato è che sarei incazzato a morte e non finirei più di prenderlo a sberle in faccia.
Le domando: “I tuoi vecchi sono morti?”
La biondina scuote la testa e risponde: “No, si stanno occupando del mio fratellino e della mia sorellina.”
Ah, quindi è ancora abbastanza sana da avere riguardi per la sua famiglia. È qualcosa di positivo, immagino...



Angolo Autrice

Di Himiko sappiamo che è una sorella maggiore, ma ancora nulla su quanti fratelli abbia, se siano maschi e/o femmine, dunque Anny e io le abbiamo dato un fratellino e una sorellina.
Nel prossimo capitolo i loro nomi!

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Capitolo 4
*** Il passato di Himiko ***


Himiko’s POV

“Prenditi quattro minuti e racconta al tuo partner la storia della tua vita il più possibile in dettaglio.”
“Che?!” esclama Katsuki, parecchio contrariato. Fufu, è divertente quando salta innervosito!
“Suvvia Tsuki, ci devono essere episodi importanti” gli dico. Sono davvero curiosa! Cosa deciderà di raccontarmi?
“Comincia tu.”
“Ehm, va bene” rispondo, un po’ spiazzata. Questa è una domanda più impegnativa delle altre: devo scegliere gli episodi più importanti della mia vita per far capire a Katsuki chi sono. Impiego qualche secondo per riordinare le idee. Mi spiace solo che non credo avrà molto da apprezzare. Forse è un bene che racconto per prima, così mi godrò meglio la sua storia dopo.
“Sono nata il sette agosto di diciassette anni fa. A quattro anni ho scoperto il mio quirk... Avevo trovato un uccellino sanguinante in giardino, lo trovavo bellissimo, allora l’ho mostrato a mamma e papà e poi l’ho morso... A quell’età non lo sapevo che sarebbe morto, mi era solo venuto normale farlo... ma i miei si arrabbiarono molto e fu la prima volta che mi chiamarono anormale e svitata. Mi portarono da un dottore e scoprimmo tutti e tre di trasformazione, solo che secondo loro dovevo nascondere il mio quirk, magari dire proprio che non ce l’avevo.”
Assaporare il sangue dell’uccellino era stata una gioia, me lo ricordo benissimo anche se ero piccola. Avevo preso fra le mie manine quel batuffolo di piume e i miei all’inizio non avevano detto nulla. La sostanza rossa che imbrattava l’uccellino mi affascinava più dell’uccellino stesso. Questo loro lo capirono poco dopo, quando, tutta emozionata, provai per la prima volta il gusto del sangue di un altro essere vivente. Mi piacque molto! A loro però non piacque per niente ciò che videro e passai in lacrime il resto del giorno. Anche nei giorni seguenti fui triste e arrabbiata: tutti i bambini attendono con trepidazione il giorno in cui il quirk si manifesterà, ed io dovevo fare finta di non averlo! Era terribilmente ingiusto! Mica l’avevo scelto io, trasformazione! In un certo senso era a causa loro che ce l’avevo, giusto? Per una qualche combinazione del loro DNA. Ovviamente questo lo pensai anni dopo, durante una lezione di scienze.
Ancora oggi il pensiero mi rattrista, perché ero solo una bambina che ancora non sapeva nulla o comunque pochissimo del mondo che la circonda, eppure mamma e papà mi trattarono come... beh, una criminale.
“Non mi ricordo prima, ma sicuramente da allora iniziarono a non volermi più bene. Mi riprendevano ogni volta che facevo qualcosa di non normale. Nascondere il quirk non era sufficiente: dovevo trovare disgustoso il sangue, non eccitarmi durante i film horror, rispettare sempre le regole, andare bene a scuola e un sacco di altre cose. La scuola mi è sempre piaciuta, avevo un sacco di amici!”
Oh sì! A me la scuola piaceva parecchio! A casa non potevo fare altro che studiare praticamente, o aiutare nelle faccende di casa, quindi è normale che poi avessi voti alti. Ma la cosa più bella era essere benvoluta da un sacco di persone! Fino a un certo punto, dato che conoscevano soltanto una parte di me. In più di un’occasione, alle amiche con cui entravo più in confidenza, avevo provato a parlare del mio quirk... e loro rispondevano ‘che schifo, sangue! Ora capisco perché non lo usi mai!’, o cose del genere. Ciò mi demoralizzava... E non avevo altra scelta che annuire e tornare a sfoggiare il mio sorriso da va tutto bene e sono la ragazza più serena e normale del mondo.
“Però ogni giorno mi sentivo sempre più... mh, come se dovessi esplodere. Mi dava sollievo maneggiare coltelli e... ho colpito alcuni animali randagi per stare meglio. Mi dispiaceva per loro, ma non potevo farci niente...”
Mi capitava spesso di non riuscire a prendere sonno, la notte, allora mi esercitavo a usare i coltelli, in segreto. Il pomeriggio facevo di tutto pur di tornare a casa il più tardi possibile. Lì la situazione stava diventando insopportabile. Era proprio strano ciò che provavo in quel periodo: volevo compiacere i miei, perché volevo loro bene, ma ero anche arrabbiata con loro; ero soddisfatta della scuola, ma mi rendevo conto che compagni e insegnanti ammiravano una ragazza che corrispondeva solo in parte a ciò che ero davvero; come terapia per lo stress accumulato, uccidevo poveri randagi, pentendomene e dando la colpa agli altri.
Inaspettatamente, Katsuki mi fa una domanda: “Quei bastardi ti picchiavano?”
Sembra sinceramente partecipe... mi chiedo che espressione io abbia in questo momento; non credo di stare sorridendo, mi sento parecchio giù di corda. Oh beh, meglio concludere in fretta, l’intenzione è di divertirci!
“Eh? No, no, al massimo una botta sulla mano o una sculacciata. Soprattutto mi davano punizioni come saltare la cena, non uscire, niente cellulare, stare chiusa in camera per una settimana. Crescendo il rapporto peggiorava, nel senso che gli importava sempre meno di me e pensavano solo ai miei fratellini... A loro non mi lasciavano nemmeno avvicinare, credevano che li avrei colpiti o qualcosa del genere.”
Per questo li odiavo! Non avrei mai fatto del male a Hideki e Kyoko! Mai! Li adoro il mio fratellino e la mia sorellina! Ho passato poco tempo con loro, soprattutto di nascosto, e ora non so se potrò mai rivederli... Onestamente, se non ci fossero stati, credo proprio che avrei ucciso i cari mamma e papà!
“Poi un giorno, a scuola, vidi Saito sanguinare dopo un combattimento. Fu amore a prima vista, o così credevo. Avevo intenzione di dichiararmi, ma... agii d’istinto e l’attimo dopo bevevo sangue da lui. Mi sentivo finalmente libera, felice di essere me e non una bambola perfetta, eppure tutti mi guardavano schifati, impauriti e mi odiavano... Allora fuggii, non sapevo che altro fare, avevo paura... nessuno mi chiese come stavo! Come mi sentivo! Volevano solo sapere come avevo potuto, che razza di mostro ero e perché, perché, perché! A- allora buttai il cellulare e- e... A n- nessuno è mai importato di Himiko, né ai miei né agli psicologi né a nessun altro, v- volevano tutti una ragazza normale!”
E scoppio a piangere. Perché fu quando ero per strada, smarrita, ancora sconvolta dall’accaduto, che mi resi conto di essere sola. I miei genitori si erano già rassegnati da tempo con me, nonostante mi mandassero da dottori e specialisti di quirk. Era solo per fare la figura dei genitori premurosi. Tutta la mia vita era stata una recita, a ben pensarci, almeno fino a quel giorno. Aspettai di ricevere delusione dopo delusione, prima di gettare via il mio vecchio cellulare. Nemmeno una persona era preoccupata per me! Da essere un’alunna modello, era diventata un mostro agli occhi di tutti! Forse solo i miei fratellini mi volevano ancora bene, ma figuriamoci se mamma e papà non stavano già raccontando loro un mucchio di storie contro la sorellona...
Quel giorno però non piansi: ero troppo triste e depressa per farlo. Camminai a lungo per la città, fino a sfinirmi. Finalmente però realizzai: non ero io sbagliata! La società lo è! Mi hanno reso loro difficile la vita, con tante di quelle regole e imposizioni e convenzioni! Io ero normalissima, desiderando essere me stessa. E avevo il coraggio di essere fedele al mio vero io? Sì!
Quindi fu un giorno brutto, ma ne ricavai qualcosa di buono. Tuttavia, ora, piango le lacrime per ciò che ho abbandonato e per ciò che mi è stato sempre stato negato. Non che mi penta della mia decisione, eh! La accetto pienamente, specialmente ora che sono nella Lega! Non sono più sola e non sarò mai più una maschera, è meraviglioso! Solo, mi rendo conto di quanto infelice fossi prima, per colpa degli altri. Sfogarmi in singhiozzi adesso è quasi liberatorio, come se mi lasciassi definitivamente alle spalle la mia vecchia, finta, apprezzata me, che più di ogni altra cosa desiderava essere capita e abbracciata.

Katsuki’s POV

Avverto una sorta di spiacevole rimescolio interno... cazzo, sono dispiaciuto per la pazza! Le concedo che ha avuto dei genitori di merda, però non ho la minima intenzione di giustificarla. Prima mi ha chiesto se dipenda tutto dal quirk... beh, non del tutto. Insomma, esplosione è stupendo, ma non tutti lo saprebbero gestire bene come faccio io: so sfruttare alla perfezione le sue potenzialità. Sono convinto che questo distingua un eroe da una qualsiasi comparsa. Quindi, la biondina non è diventata un’assassina a causa del suo quirk. Sarebbe potuto toccare a Deku, per esempio, e lui non avrebbe ucciso nessuno. Purtroppo lo conosco abbastanza bene da sapere che da nerd di merda qual è, avrebbe analizzato trasformazione e lo avrebbe adattato per essere un eroe. E poi lei stessa ha detto di essere stata da vari psicologi; qualunque sia stato il motivo per cui i genitori l’hanno mandata dagli strizzacervelli, l’hanno fatto, e lei non è migliorata.
Si è abbracciata le gambe e ha seppellito il viso sulle ginocchia. Distolgo lo sguardo... non si rende conto che così posso vedere fin troppo le sue gambe, dannazione?! Ma non dico nulla e aspetto la fine dello sfogo.
Poco alla volta i singhiozzi si fanno sempre più lievi. Intanto ho deciso di risparmiarle gli insulti tipo psicopatica, pazza e sinonimi: li ha sentiti fin da bambina, non sono più originali. La biondina estrae un fazzoletto rosa e inizia a darsi una sistemata.
È giunto il momento di cominciare il mio racconto: “Io ho sedici anni. Esplosione arrivò all’asilo. Le maestre e gli altri bambini capirono subito che ero speciale e che sarei diventato un eroe. Sin da bambino andavo alla ricerca di avversari da battere e di avventure; ero il capo di un gruppetto di ragazzini e ammiravo moltissimo All Might. Il tuo Deku mi veniva sempre dietro, forse credeva di poter essere come me, ma lui era uno sfigato senza quirk. Fino alle medie fu tutto tranquillo credo, non successe niente di rilevante... fino all’attacco di quel merdoso villain... Saprai di lui, no?”
Glielo chiedo per essere sicuro che non stia parlando a vanvera. La villain si rimette seduta come prima. Ha gli occhi rossi e il viso gonfio per il recente pianto, però sorride con naturalezza.
“Sì” mi risponde, guardando nella mia direzione. Beve qualche sorso d’acqua e torna ad agitare le gambe, anche se con pigrizia. Perfetto, si è ripresa. Abbiamo perso già abbastanza tempo.
“Mh. Dopo quello credevo di aver finalmente chiuso con Deku, invece me lo ritrovai non so come in classe. Già da un pezzo ero intenzionato a superare All Might e nulla indicava che avrei fallito... non che sia cambiato qualcosa, posso farlo e lo farò, ma dopo i miei primi giorni alla Yuei capii che dovevo cambiare prospettiva. Dovevo imparare nuove tattiche e migliorare il mio quirk prima di riuscire nella mia impresa. E dare una lezione a Deku nel frattempo!”
“Che ha un quirk.”
“Dice che l’ha sviluppato in ritardo.” È una stronzata, ma ancora non ho trovato una spiegazione migliore.
“E dei tuoi non mi dici niente? Hai amici nella classe? Meglio ancora una cotta?!”
Sì, si è decisamente ripresa. Ricominciando a tartassarmi!
“Tsk, i miei vecchi sono a posto credo. Non mi dispiace Capelli di Merda. E non ho tempo per certe stupidaggini.”
Sono alla Yuei per imparare ad essere un eroe, non per farmi amici o la ragazza.

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Capitolo 5
*** Sogni e obiettivi ***


Himiko’s POV

Katsuki è stato un vero tesoro: non ha fatto commenti sulle mie lacrime, ha atteso che mi calmassi e ha raccontato in un tono che mi è parso ingentilito rispetto a prima. Sarà solamente un’impressione, ma mi fa piacere pensarlo.
Certo che siamo proprio agli antipodi, abbiamo una vita diversissima! Mi domando da cosa sia dipeso... destino? Caso? Nostre scelte? In fondo non mi importa: sono sicura che andrà tutto bene! Basta pensare a questo momento: nonostante le nostre diversità, stasera siamo qui, insieme, a conversare come veri amici.
Lui ha da sempre vissuto la vita al massimo, cosa che io ho cominciato a fare solo da pochi mesi, e ha un obiettivo da raggiungere, cosa che adesso ho anch’io grazie a Tomura! Wow, da lui posso imparare un sacco!
“Se potessi svegliarti domani avendo acquisito una qualità o un’abilità, quale sarebbe?”
“Mi basta esplosione, non mi serve un altro quirk.”
“Ma non si parla di quirk! Puoi essere un cuoco provetto, ad esempio. Fufu, staresti bene con un grembiule.”
Rido a immaginarmi Tsuki ai fornelli, con indosso un grembiule rosa con su scritto kiss the cook. Arrossisco: magari sta cucinando per me e io lo ringrazio con un bacio. Sarebbe magnifico!
“Diciamo sopportare le comparse allora” risponde seccato lui.
“Io vorrei essere una vampira! Potrei succhiare sangue in pace.”
I vampiri sono considerati romantici ultimamente, giusto? Quindi le persone sarebbero disposte a farsi succhiare il sangue da me. Immagino che i canini intimoriscano meno di un coltello. Peccato non avere il quirk vampiro!

Katsuki’s POV

“Se potessi vedere in una sfera di cristallo la verità su te stesso, la tua vita, il futuro o qualsiasi altra cosa, che vorresti sapere?”
Odio questo test in generale, ma soprattutto le domande teoriche! Sono cose impossibili, chi cazzo se ne frega?! Forse però è meglio irritarmi piuttosto che parlare di cose personali. Rispondo con ciò che credo risponderebbe la maggior parte della gente: “Che numeri verranno estratti alla lotteria domani.”
“Oh, fuuurbo! Io se siamo soli nell’universo.”
“Perché...? No, niente, preferisco non commentare.”
Merda, stavo quasi per allungare spontaneamente questa tortura! Ricorda Katsuki: falle domande soltanto per incastrare lei e compari! Di ciò che pensa la biondina non deve fregarti una mazza! E poi perché credi vorrebbe conoscere un alieno? Per assaggiare un nuovo tipo di sangue.
“C’è qualcosa che sogni di fare da tanto tempo? Perché non l’hai fatto?”
“Diventare un eroe e lo sto facendo.”
“Diventare come Stainy, ma lui ora è in prigione e non posso prendergli il sangue” fa sconsolata lei.
“Costituisciti, magari vi danno una cella matrimoniale” le suggerisco, sarcastico.
“Oddio, esistono?! Però no, meglio restare libera. Aspetterò che evada o qualcosa del genere.”
Conto fino a dieci... non ha senso arrabbiarsi per una cazzata del genere. Anzi, meglio per me se la villain non coglie il sarcasmo, potrebbe essere più facile ingannarla.
“Qual è il traguardo più importante che hai raggiunto nella tua vita, o il tuo più grande risultato?”
Ho avuto un sacco di soddisfazioni, ma se dovessi scegliere la più importante: “Sono arrivato primo al festival sportivo, anche se il bastardo a metà mi ha privato di una vittoria suprema!”
“Oh, per questo eri arrabbiato durante la premiazione?”
“Sì, non era quello il momento di farsi complessi mentali: doveva combattere!”
A proposito, ecco un’altra persona che ha avuto genitori di merda! Ok, solo uno. Il punto è che il bastardo a metà non è diventato un criminale. Nemmeno i suoi fratelli. Loro sono civili, ora che ci penso. Non possono usare i quirk. Questo mi induce a pensare che nella Lega ci sono dei deboli che non sono stati capaci di affrontare alcune difficoltà, hanno incolpato gli altri delle proprie debolezze e ora si credono chissà che grandiosi rivoluzionari. Nessuno li ha costretti a usare il quirk e se volevano usarlo così tanto bastava diventare eroi o lavorare in altri posti dove è concesso usarlo, cazzo ne so. Eppure... no, niente se e ma, hanno sbagliato! Pagheranno le conseguenze delle loro azioni!
“Capisco. Per me stare qui a chiacchierare con te è un grande risultato.”
“Tsk!”
Ecco, per lei è un grande risultato aver rapito con successo me! Come potrei giustificarla?!
“È la verità. È piacevole.”
Mi fa un sorriso a trentadue denti e mi guarda trasognata. È fottutamente inquietante...

Himiko’s POV

“Quali sono le cose che per te contano di più in un rapporto di amicizia?” Appena finisco di leggere la domanda mi alzo in piedi, esclamo: “Gli abbracci!” e mi precipito ad abbracciare Katsuki. Lui si dimena come un pesce, cercando di spingermi via, con una testata magari.
Urla: “Staccati puttana!! Non siamo amici!”
Le sue esternazioni d’ira mi divertono piuttosto che spaventarmi. Lo lascio andare, ridacchiando, ma non torno a sedermi sulla cassa: mi siedo vicino alle sue gambe. Sbaglio o se non ci fossero state le cinghie mi avrebbe tirato un calcio? È tutto rosso per lo sforzo e digrigna i denti. Chissà se mi farà assaggiare spontaneamente il suo sangue. Sarà certamente delizioso! Che idea: potrei addomesticarlo! Gli sarà utile.
Finalmente Tsuki se ne sta fermo, fa dei respiri profondi e risponde: “Contano il rispetto e la fiducia.”
“Sì, e stare bene insieme. È importante parlare con qualcuno che ti ascolta davvero e non ti giudica o fa finta di capirti, ma vuole aiutarti e ti fa sorridere anche nei momenti difficili. Dai film ho imparato questo. Infatti, il mio unicorno immaginario era super comprensivo, disponibile e buffo!”
“Wow, stavo per prenderti sul serio, biondina.”
Non capisco cosa vuole dire: è la verità! Avevo il peluche di un unicorno ed era il mio compagno di giochi preferito. A Katsuki piace un sacco criticare: un altro vizio da togliergli. Cioè, va benissimo esprimere la propria opinione, con tatto però, in modo da non ferire nessuno. Altrimenti come fa a farsi tanti amici?

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Capitolo 6
*** Ricordi ***


Katsuki’s POV

“Qual è il tuo ricordo più caro?”
“Quando ho scoperto il quirk.”
Temo la risposta della Svampita. La chiamerò così d’ora in poi. Passa da una risposta seria a una demenziale o frivola in pochissimo tempo. E mi ha abbracciato, cazzo! Quante punizioni sta accumulando...
“Non so davvero... Nessuno è come un peluche morbido e coccoloso da tenere stretto, ma cucendoli insieme posso fabbricarne uno... Non un peluche: un patchwork di ricordi! Ci sono la chiacchierata con te, lo scambio di pettegolezzi con Magne, di confidenze con Jin, di pareri su Stain con Dabi e Spinner; gli splatter visti con Moonfish e i commenti fatti durante la registrazione del festival sportivo che abbiamo visto tutti insieme! Una coperta che mi abbraccia.”
La Svampita si abbraccia entusiasta e dondola come un pendolo impazzito mentre dice l’ultima frase, finendo col poggiarsi a una mia gamba. Alza il capo e mi fissa allegra. Io non posso crederci che la sua vita sia effettivamente migliorata da quando è scappata di casa. Lei ha una visione distorta della realtà: pensa di essere mia amica, più sbagliato di così si muore!
Riesco a credere solo al fatto che fosse sola. È comprensibile che una persona normale non... No, sto facendo lo stesso errore di quei coglioni dei suoi. La biondina non aveva ancora trovato una persona con cui confidarsi e pensava che tutti l’avrebbero giudicata male. Questa costatazione è stranamente spiacevole... perché mi viene in mente il fottuto Deku?!? Non c’entra un cazzo lui ora! Perché sono due sfigati? Sì, probabilmente... sono deboli e sfigati. Io non sbagliavo nulla: lui si maltrattava da solo continuando a venirmi dietro!
“A che stai pensando, Tsuki? Ti andrebbe un altro abbraccio? A me sì!”
“Peggio per te se ti avvicini.”
Il fatto che sia già fin troppo vicina mi fa incazzare, ma le farò ripagare tutto con gli interessi appena sarò libero.

Himiko’s POV

“Qual è il tuo ricordo peggiore? Non questa serata, spero” aggiungo subito.
Katsuki è arrabbiato, non con me però. È un ragazzo difficile da capire. Ovviamente è questo a renderlo tanto interessante e spassoso, oltre al fatto che da imbronciato è carinissimo! Nonostante ciò muoio dal desiderio di vederlo sorridere. Sono sicura che sarebbe ancora più bello!
“Sarà certamente nella top ten... Il villain melmoso.”
Sarai anche complicato, Esplosino, ma ti ho osservato rispondere finora e lo capisco quando menti. Lo rimprovero, dandogli un colpetto affettuoso al ginocchio: “Non sei sincero, Tsuki. Almeno di’ che non vuoi rispondere, lo posso accettare.”
Lui mi fissa stupito. Io gli sorrido, confusa. Che c’è di strano? Non si aspettava che lo scoprissi? O forse credeva che l’avrei punito per la bugia? Sembra non volermi rispondere... capisco con chi è arrabbiato: con se stesso! Deve essere qualcosa di proprio brutto se è tanto reticente!
“… Consigliai a un ragazzo di suicidarsi, contenta?!”
Wow, mi ha sorpresa. Non mi sarei mai aspettata una risposta del genere. Deve esserci una spiegazione, pertanto gli chiedo: “Come mai?”
C’è infatti: “Perché continuava a comportarsi da idiota! Voleva essere un eroe anche se non aveva possibilità! Non avrebbe mai potuto essere alla pari con me, eppure insisteva... ”
Aw, Tsuki è così buono che nemmeno se ne rende conto! Comprensiva e intenerita, commento: “Ah, è un bizzarro modo per proteggerlo.”
Mi sa che sin da piccolo si è tutto concentrato sull’apparire duro fuori – e con gli addominali che si ritrova posso solo approvare – che si è dimenticato di essere morbido dentro. Essere gentile serve a un eroe quanto l’essere forte, giusto? Magari lo aiuto a migliorare! E lui aiuta me! Yay!

Katsuki’s POV

“Proteggerlo...?” ripeto scombussolato.
Avevo accantonato quell’evento. Stasera mi è tornato in mente e l’ho raccontato alla Svampita. Già questo ha dell’incredibile, è soprannaturale, non l’avrei mai immaginato... né avrei immaginato la sua reazione... Niente accuse, giudizi, insulti. In fondo lei ha ucciso delle persone, non dovrei stupirmi se ha canoni morali più bassi della media. Tuttavia, le sue parole, il tono con cui le pronuncia, lo sguardo che è rimasto bonario, mi fanno quasi scordare con che genere di ragazza sto parlando. Mi fa sentire inspiegabilmente meglio, come se mi fossi tolto un peso.
“Ma sì, non volevi che si facesse male o peggio, giusto? L’hai ferito a fin di bene.”
Lo dichiara con sicurezza, non sembra avere il minimo dubbio.
È la prima volta che faccio una vera conversazione, parlo cioè con un interlocutore onesto, partecipe ma disinteressato, che esprime le sue opinioni senza timore e mi invita a fare lo stesso. Per me non è mai stato facile aprirmi né mi sono soffermato molto sulle mie emozioni: è roba da femminucce. Quindi non riesco a capire perché dialogare con la Svampita stia diventando piacevole. Ha detto una cosa ovvia in fondo: naturale che non volevo che Deku facesse una brutta fine...
“Rispondi” le intimo. Non voglio che si metta a psicoanalizzarmi! Non provo sensi di colpa! Sono inutili!
La biondina assume un’espressione mesta. La sua voce trema un po’, ma non piange. Forse anche per lei non è proprio semplice trattare certi argomenti.
“Siamo lì... Pochi giorni dopo essere scappata di casa ascoltai un’intervista fatta ai miei: dicevano che avevano fatto il possibile per correggermi, ma ero una causa persa, un demone... e pensavo di farla finita... perché forse era vero che ero nata mal- ridi?”
Mi guarda con occhi sgranati mentre sì, rido, perché è troppo assurdo. Questa qui un demone? È una stronza insopportabile, assolutamente, ma cazzo! Non ha fatto altro che parlare di amicizia e amore. Anche se è attratta dal sangue è una cosa umana. Da quel che ho capito desidera molto ottenerlo e in qualche caso ci è scappato il morto, non vuole ammazzare nessuno. È insensibile in una maniera quasi ingenua, perché è matta, ma un demone...
“Un demone! Tu! Che scusa assurda per pararsi il culo! Ma tu hai connesso il cervello in tempo, mh?”
“Sì. Ho pensato che non mi importava più dei giudizi della gente. Volevo essere me stessa e amare liberamente.”
Stavano praticamente spingendo la figlia al suicidio perché non era venuta bene, secondo loro... Sono dei bastardi! Contro la mia volontà, non riesco a fare a meno di ricollegarmi a Merdeku. Mi rendo conto che mi sono comportato come quei bastardi, giudicando qualcuno venuto male poiché non corrispondente ai miei canoni...
La Svampita poggia la mano sul congegno che intrappola le mie, di mani. Se ne rende conto e ridacchia imbarazzata. Voleva un conforto da me, forse? Oppure... intendeva consolare me? Cazzo, questa tipa è troppo strana e mi fa perdere di vista i miei obiettivi!

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Capitolo 7
*** Ciò che conta ***


Himiko’s POV

“Se tu sapessi che entro un anno improvvisamente morirai, cambieresti qualcosa del modo in cui stai vivendo? Perché?”
Credo sia meglio proseguire. Katsuki deve ancora imparare ad essere spontaneo in quello che fa o dice: ha bisogno di esercizio, quindi di altre domandine! E io ho bisogno di divertirmi con lui per scacciare definitivamente i ricordi dolorosi. Questo esperimento è un’arma a doppio taglio... ma vale la pena concluderlo.
“No, anzi, darei ancora di più il massimo.”
Per Tsuki primeggiare è davvero importante, sarà per questo che non si rilassa mai.
“Io approfondirei di più il rapporto con la Lega, creando bei ricordi con tutti!”
A loro non ho ancora parlato del mio passato. Ho sì accennato qualcosa a Jin e alla sorellona Magne, e loro hanno raccontato qualcosina a me, ma siamo rimasti superficiali. Non vedo l’ora di conoscerli meglio!
“Che cosa significa l’amicizia per te? Beh, come prima, essere consolati e coccolati e divertirsi insieme.”
“Mh, contare su qualcuno senza rimpianti.”
Fufu, sta sicuramente pensando a un amico in particolare. Forse a chi ha fatto squadra con lui durante il festival sportivo. Non glielo domando perché mi risponderebbe rudemente di farmi i fatti miei. Ormai lo conosco molto bene!
“Che ruolo hanno nella tua vita l’amore e l’affetto?”
“Nessuno” risponde Esplosino, seccato.
“Ma dai! Sono importantissimi!” replico immediatamente, cercando di capire se lo crede sul serio.
“Non aiutano a diventare un eroe.”
“Ma non puoi rimanere da solo! Tsuki, tu non ti sei unito alla Lega proprio perché hai una famiglia e degli amici!”
“Non mi sono unito perché...”
Katsuki si interrompe da solo. Ne approfitto per esporre una cosa che ho capito e che mi rattrista profondamente: “Tu hai una vita perfetta, unirti a noi non la migliorerebbe, mentre noi siamo stati soli e abbiamo sperimentato che questa società fa pena. Io assecondo sempre amore e affetto!”
Già, Tsuki non ha nessunissima ragione per unirsi a noi, non ci guadagnerebbe nulla. Anzi, forse perderebbe persino qualcosa. Ha già degli amici alla Yuei, sebbene non vuole ammetterlo, e ha una buona famiglia, anche se magari non la considera perfetta. Dal mio punto di vista però ha tutto ciò che si possa desiderare. Sono contenta per lui; mi spiace che non starà con noi, ma forse può almeno restarmi amico... non sarebbe tanto improbabile, giusto? Sorrido fiduciosa. Ma sì! Non serve far parte di un team per essere amici!

Katsuki’s POV

“… Diciamo che sono al secondo posto” mormoro.
Forse, e dico forse, stavolta ha ragione lei. I miei vecchi mi hanno sempre appoggiato in tutto, nonostante spesso rompano, e le comparse... sono diventate sempre più sopportabili. Tranne Deku. E il pervertito in forma ridotta. Non riesco a mettermi nei panni di questa Lega di coglioni, io che sono stato ammirato sin da bambino. Mi è sempre parso naturale che gli altri venissero in secondo piano rispetto al mio sogno, compresi la vecchia befana e il vecchio rammollito. Naturalmente ci tengo a loro, solo che non ho mai riflettuto sui rapporti che ho coi miei o con chiunque altro. Per quanto non abbia nemmeno provato a farmi degli amici, ce li ho, e per alcuni devo ammettere che mi fa piacere...
Sono davvero questi legami ad ancorarmi alla vita di tutti giorni? Senza di essi, la mia volontà sarebbe insufficiente per continuare a percorrere la strada che mi porterà a diventare il numero uno? Non posso escludere che hanno contribuito ad essere ciò che sono oggi, ma il pensiero che siano stati addirittura fondamentali... Insomma, è una cosa su cui nessuno ha il controllo. Nessuno sceglie che genitori avere o chi incontrare; al massimo si decide come comportarsi con gli altri. E mi fa incazzare di brutto che la Svampita non mi critichi in alcun modo eppure mi senta accusato e colpevole! Che nervi cazzo!
“Elencate alternandovi cinque caratteristiche positive dell’altro.”
Tsk, mai che si possa insultare in questo fottuto esperimento. Ovviamente non le farò complimenti, le mie saranno constatazioni completamente obiettive, dei semplici dati di fatto.
“Sei carina.”
La Svampita arrossisce e nasconde il costante sorriso dietro una mano.
“Sei onesto” trilla allegra.
“Sai maneggiare bene quel coltello.” Fin troppo bene.
“Mantieni la parola data.”
“Cosa che devi fare anche tu” le ricordo aggressivo. “Sai cucinare.”
“Oh, grazie. Sei un eroe molto forte e capace, sorpasserai All Might.”
La biondina mi sorride incoraggiante. La sua parola non vale niente, ma è la prima volta che qualcuno ci crede quanto me. Tutti hanno sempre riconosciuto il mio valore, sì, però nessuno mi ha mai augurato con tanto candore di superare l’attuale, imbattibile numero uno. O ha sinceramente dichiarato di pensare che ce l’avrei fatta. Devo ricordarmi che questa non ha tutte le rotelle al posto giusto... Non deve farmi piacere!!!
“Sei gentile” dico controvoglia.
“Mi piace conoscerti meglio e starti vicino.”
“Non credo c’entri, ma facciamo che conta. Ispiri...” Simpatia, amicizia, fiducia, tenerezza, buonumore, calore... Merda, non posso dirle una cosa del genere, si monterebbe la testa! E il calore non è nemmeno un fottuto sentimento! “Qualcosa di positivo” concludo genericamente.
Sembra gradire abbastanza da dondolarsi sul posto, ridacchiando compiaciuta.
“Sei buono!” esclama levando le braccia in alto.
“Infatti non sono io il villain che ha rapito qualcuno e lo sta costringendo a fare uno stupidissimo test!!” le sbraito contro.
Lei non fa una piega e continua a sorridere amichevolmente. Non c’è nulla di spavaldo, burlesco o provocatorio nel suo atteggiamento. La Svampita agisce come un bambino troppo socievole: crede innocentemente che le persone che ha giudicato buone non le faranno male per quanto urlino o la minaccino, come se fosse un gioco. È un genere di follia innocuo, che qualcuno potrebbe addirittura gradire...

Himiko’s POV

Yay, cerca di apparire imperturbabile, ma sono riuscita a imbarazzarlo! Non è abituato ai complimenti come crede. A farli ancora meno, eppure se l’è cavata egregiamente e io sono ancora rossa di piacere. Il pensiero che Tsuki mi apprezzi mi riempie di gioia! Non vedo l’ora di assaggiare il suo sangue!
Tento di calmarmi: non voglio saltargli addosso e rovinare tutto ora che siamo a un passo dal diventare amici per la pelle! La domanda che leggo è sufficiente per moderarmi: “Hai un rapporto stretto con la tua famiglia? Hai avuto un’infanzia più felice della media? Beh, no, lo sai.”
“Il rapporto direi che è nella media e sono stato abbastanza felice” risponde Katsuki, alzando gli occhi al cielo.
“Dovresti sorridere più spesso però” non posso fare a meno di commentare. È vero che prima ha riso, ma non l’ha fatto con allegria. Mmh, magari dovrei provare col solletico...
“Sorrido quanto cazzo mi pare, baldracca!”
Mi sfida con lo sguardo a criticare ulteriormente la sua frequenza di sorrisi. Non lo faccio perché altrimenti si intestardirebbe e rischierei di non vederlo sorridere nemmeno una volta stasera. Quando meno se lo aspetterà, colpirò! Fufufu!
“Che rapporto hai con tua madre?” Stavolta alzo io gli occhi al cielo. Perché tante domande sulla famiglia? Ne basta una; voglio quelle divertenti! Sospiro: “No comment.”
“È una vecchia befana, ma a posto... Anche se non sembra andiamo d’accordo.”
“Anche se non sembra?” ripeto mentre cerco sui social qualche foto della mamma di Tsuki. Wow, ma sono spiccicati!
“Interpretalo come ti pare, stronza.”
“Ehi, non mi avevi detto che i tuoi sono nella moda! Mi sceglierebbero come modella? Vorrei sfilare almeno una volta!”

Katsuki’s POV

Prima che possa troncare sul nascere le sue speranze, la Svampita agita per aria il coltello con aria sognante. Probabilmente sta immaginando di prendere il sangue di quelle che sarebbero colleghe. Trattengo una risata al pensiero di come si comporterebbe la villain durante una sfilata, soprattutto confrontando il suo atteggiamento con quello delle donne che fanno le modelle. La sento trattenere bruscamente il fiato. La biondina mi guarda con occhi sfavillanti, un sorriso ampissimo e il rossore che non sembra mai sparire dalle sue gote si accentua.
“Stavi ridendo!” esulta giuliva. “E non ho fatto nulla!”
Per un attimo non so come reagire: ciò che dice la Svampita mi lascia sempre di stucco. Ed io detesto essere colto di sorpresa!
“Ma sta’ zitta, bastarda! Tu finirai in galera, altro che sfilate! Sei troppo tappa per farle e nessuno è tanto coglione da assumerti!” Sull’ultima parte ho volutamente mentito, in quanto ne esistono di emeriti idioti sulla faccia della Terra.
“Sei cattivo, Tsuki” si lamenta la biondina, imbronciata.
“Spicciati a leggere! Sicuramente sono passati più di quarantacinque minuti!”

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Capitolo 8
*** Provocazioni e consigli ***


Himiko’s POV

“Ognuno dica tre frasi con il noi. Per esempio: siamo entrambi in questa stanza e ci sentiamo.”
“Siamo entrambi in questa stanza e ci sentiamo” ripete Katsuki, annoiato.
Provo a rallegrarlo facendo un sunto di ciò che è venuto fuori dalle risposte precedenti: “Siamo giovani, biondi, belli, simpatici, intelligenti e invincibili!”
“Siamo entrambi in questa stanza e ci vediamo” dice lui, entusiasta quanto prima.
Mugugno insoddisfatta finché non mi viene un’idea per fargliela pagare, allora sorrido maliziosa.
“Uhm, siamo entrambi in questa stanza e ci sniffiamo!” esclamo, per poi alzarmi, mettermi dietro la sua sedia e abbracciarlo. Oh sì, sono un genio! Per quanto si dimena non può scacciarmi, fufufu! Ci si sta mettendo proprio d’impegno, anche con le imprecazioni. Lo ignoro e lo tengo stretto ancora un poco. Mormoro: “Mmh, mi piace il tuo odore, Tsuki.”
Sui cataloghi di profumi avevo letto di odori legnosi e muschiosi, ma non li avevo mai annusati prima. Credo proprio che l’odore di Esplosino sia di questo genere... sarà che l’abbiamo rapito in un bosco, chissà! Mi viene ancora più voglia di assaggiare il suo sangue! Sarà buonissimo, lo so!
“LEVATI DI DOSSO, MANIACA!!!” strilla Tsuki a pieni polmoni.
Lo accontento, in fondo me la sono goduta abbastanza; non voglio esasperarlo troppo, poverino. Mi siedo di fronte a lui, nascondendo a stento dietro le mani la mia ilarità.
“Siamo quasi alla fine di questo cazzo di esperimento!” urla lui senza perdere altro tempo. È profondamente irritato.
Uffa, perché non impara a rilassarsi? Che altro dovrei fare per metterlo a proprio agio? Provo a divertirlo urlando: “Siamo innamorati!”
“Col cazzo! Non ho il minimo interesse per te, racchia!”
“Nooo! Prima hai detto che sono carina!”
“Mentivo!”
“Bugiardo!”
“Che cazzo ne sai tu?! Sei la prima a dire stronzate!”
“Per scherzare, stupidino. Certo che non siamo ancora innamorati. Però non c’è scritto di dire frasi vere con il noi” spiego ghignante.
Lui mi guarda come se desiderasse farmi esplodere con lo sguardo. Non è colpa mia se si arrabbia tanto facilmente, rendendo irresistibile stuzzicarlo!

Katsuki’s POV

Credevo che Deku fosse la persona più irritante del pianeta, ma mi sbagliavo. Non so quante imprecazioni, verbali e non, ho lanciato contro la Svampita. Se avessi le mani libere col cazzo che sorriderebbe ancora! Ma ride bene chi ride ultimo... Le piace così tanto provocarmi? Vedremo se gradirà la mia reazione la prossima volta che mi si stringe addosso, facendomi percepire quanto è morbida e calda la sua pelle; quanto è dolce il suo profumo di vaniglia, con un che di fruttato che invita ad assaggiare e baciare e mettersi a proprio agio per... Aaaah! Mi sta entrando in testa!
“Completa questa frase: vorrei avere qualcuno con cui poter condividere... i miei pensieri! Tu vai benissimo, Tsuki.”
Per fortuna è andata avanti senza che la spronassi. Sta condividendo fin troppo i suoi pensieri col sottoscritto; sono sicuramente essi che causano nella mia mente distrazioni fastidiosissime e incomprensibili, per niente utili, che mi impediscono di concentrarmi e anzi mi fanno prolungare questa tortura volutamente.
La Svampita mi fissa in attesa della risposta. Merda, non so che dire! Se penso a un’occasione in cui è tollerabile la presenza di qualcuno però: “Mah, gli allenamenti.”
“Spiega al tuo partner le cose di te che sarebbe importante che sapesse, se diventaste molto amici.”
“Frena, non farti strane idee! Non saremo mai molto amici!” esclamo immediatamente, poiché non mi piace per niente il modo in cui la biondina sta sorridendo.
“Ceeerto! Avanti Tsuki, che cosa devo sapere?” domanda impaziente. Si fa più attenta del solito, in attesa che le riveli chissà quale segreto. A quest’ora dovrebbe averlo capito che detesto fare confidenze, peccato che i suoi processi mentali non funzionino come si deve.
“Odio essere seccato dagli extra; per essere sicura di non farmi incazzare, devi starmi lontano.” Le lancio un’occhiata ammonitrice, per farle capire che deve farlo a partire da subito... ma la Svampita, essendo tale, non recepisce il messaggio e continua a sorridere imperturbabile come sempre.
“E quando stiamo insieme? Hai un piatto preferito? Hobby?”
“Mmh... Mi piace il cibo piccante. Come hobby, mi piace scalare montagne.”
Lei aspetta ancora un po’, si convince che non intendo aggiungere altro ed elenca: “Va bene. Io adoro gli abbracci e dico sempre ciò che penso. Porto sempre con me un coltello, anche solo per giocherellarci. Non so se preferisco il rosa o il rosso. Amo tutte le cose carine, specialmente le persone. Sogno di allevare un unicorno. Mi piacciono i melograni: i semi sembrano gocce di sangue! E in generale sono socievole, estroversa e allegra, una persona piacevole da avere intorno, no?”
“No, sei una rompipalle di prima categoria.”

Himiko’s POV

La strada per addomesticare Tsuki è ancora molto lunga, però ci sono stati dei progressi: ha risposto alla mia curiosità su cibo e hobby, mentre a inizio serata non l’avrebbe fatto, ne sono certa! Non preoccuparti, Esplosino, ci pensa la sorellona Himiko a far emergere il tuo lato più amichevole!
Mi chiedo cosa pensi davvero riguardo le mie confidenze. Si rende conto che è l’unico a sapere tanto su di me? Gli dovrà pure importare qualcosa, no? Per me significa tanto. Mmh, forse non glielo dimostro abbastanza, o in un modo a lui comprensibile. Eh già, non siamo ancora sulla stessa lunghezza d’onda. Devo sforzarmi di più per capirlo e per farmi capire. La ventottesima domanda fa proprio al caso mio: “Di’ al tuo partner che cosa ti piace di lui/lei. Sii molto onesto/a e di’ cose che in genere non diresti a una persona che hai appena conosciuto.”
“Fammi leggere, dice davvero così?”
“Certo, non me la sono inventata.”
Placo la diffidenza di Tsuki mostrandogli il testo sul cellulare. Intanto penso alle cose che mi piacciono di lui. Sono parecchie! Cerco di concentrarmi su ciò che non mi pare di avergli detto: “Inizio io! A parte che sei bello, hai una personalità interessante. Mi diverti, Tsuki. Reagisci sempre con rabbia, però non sei un impulsivo. Sei molto forte e intelligente, penso che ce la farai a diventare il numero uno. Solo che devi imparare a rilassarti, non vali di meno solo perché mostri agli altri ciò che provi. Specialmente se sei felice, che male c’è se ti vedono contento e tranquillo? Saresti ancora più carino! Avrai ragazze a palate quando diventerai un eroe, se non prima! Eee infine, nonostante urla e minacce, con te mi sento al sicuro.”
Naturalmente sono arrossita nel rivelargli tutto questo. Katsuki mi guarda meno imbronciato del solito. Aw, è troppo carino quando trattiene l’imbarazzo! Spero vivamente che seguirà il mio consiglio. Almeno con gli amici deve essere se stesso, è molto importante! Ed io sono sua amica! Altrimenti perché mi sentirei tanto bene accanto a lui e ci parlerei con tanta naturalezza? Mi ispira la stessa simpatia di Jin e gli altri, dunque è abbastanza scontato che andremo d’accordo nonostante qualche piccola, divertente baruffa. Sì, è per forza un grande senso di amicizia che avverto, non sono attratta da lui come da Stain, Izuku, Ochaco o dalle altre cotte che li hanno preceduti.

Katsuki’s POV

Che razza di adulatrice esagerata... Riesce a mettermi terribilmente a disagio; sarà che è una ragazza, che è pazza, che è fin troppo sincera e cordiale o tutte queste cose assieme. Non riesco più a impedirmi di apprezzare ciò che dice... Che cazzo, ora devo per forza ricambiare con le caratteristiche positive! Come direbbe Capelli di Merda, è un’azione virile da vero uomo.
“Uff,che può piacere di te? L’ho già detto che sei carina; onesta, energica e gentile in una maniera psicotica. Saper cucinare e combattere sono cose positive. Hai un sorriso caloroso, ti illumina gli occhi e non è male. Credo che, sorvolando sulla pazzia, non sei poi tanto cattiva...”
Che stronzate ho detto?!?! La Svampita lancia urletti spaccatimpani, gongola ed è tutta rossa. Anche io mi sento le guance in fiamme, per la rabbia però! Odio come mi fa sentire questo esperimento! Mi fa agire troppo diversamente dal consueto, penso cose strane e le dico pure!!
“Basta così! Leggi!”
Lei non mi ascolta. Inizia a ringraziarmi, ma la interrompo e le ordino con maggiore autorevolezza di leggere. Finalmente si decide a proseguire: “Racconta un episodio imbarazzante della tua vita.”
Sarebbe troppo umiliante farle sapere che questa serata è imbarazzante oltre ogni dire. Comunque, pensando ad episodi imbarazzanti, ce n’è uno che mi brucia ancora. È anche l’unico, io non commetto gaffe.
“Alla prima lezione con All Might... sono stato sconfitto da Merdeku.”
La Svampita accoglie la rivelazione con moderazione. Forse non la considera un’esperienza umiliante. Non è stata abbastanza attenta allora!
“Oh... Io ogni tanto mi scopro più del necessario senza rendermene conto. Quando poi me ne accorgo è imbarazzante. Per caso è capitato, Tsuki?”
“Che cazzo ne so?!” urlo, distogliendo lo sguardo da lei.

Himiko’s POV

Oh, mi sa proprio che è capitato, ma Tsuki è troppo signore per dirmelo.

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Capitolo 9
*** Cordialità ***


Himiko’s POV

“Quando è stata l’ultima volta che hai pianto di fronte ad un’altra persona? E da solo?”
“Io non piango da quando ero un moccioso, al massimo mi lacrimano gli occhi! Ed è capitato il pomeriggio della lezione con All Might. Non chiedere altro.”
A quanto pare Izuku è in grado di influire abbastanza sulla vita di Katsuki, sarà che si conoscono da molto tempo. Vediamo, Deku era uno sfigato senza quirk che seguiva Tsuki da bambino – saranno stati tenerissimi! – poi, immagino sia successo dopo l’attacco del villain melmoso, ha manifestato con estremo ritardo un quirk di forza che gli ha permesso di entrare alla Yuei e ha addirittura battuto Tsuki davanti All Might. Mi chiedo come, al festival si è ridotto male contro Shouto. Oh, beh, e ovviamente Tsuki doveva aver consigliato a lui di suicidarsi...
Cavolo, avrei un mucchio di domande da fargli! Hanno un rapporto davvero strano! Ma mi tratterrò, ci saranno altre occasioni per approfondire. Non mi piace quando Tsuki è così teso, con me deve potersi rilassare. Non vedo l’ora che la nostra amicizia raggiunga un livello tale che lui mi racconterà spontaneamente qualsiasi cosa! Io lo sto già facendo e mi sento parecchio meglio.
Decido di dirgli una cosa buffa per calmarlo e fargli intendere che rispetto la sua volontà di non parlarne: “Perché Shouto non ha i capelli rosa?”
“Ma sei scema?! Che cazzo ne so!”
Ha funzionato! Per poco non si è messo a ridere liberamente, mi fa piacere. Lo guarderei per ore, mi fa sentire talmente bene, così rilassata nonostante sia tutto l’opposto di un ragazzo tranquillo... ma se non rispondo poi lui mi comanda di proseguire.
“Ehm, io ho pianto poco fa, davanti a te. Da sola, mh, quando ero ancora a casa, credo.”

Katsuki’s POV

“Di’ al tuo partner qualcosa che ti piace di lui/lei.”
“Di nuovo?!” sbraito. Non voglio aggiungere altre cose positive! Quelle che le ho già detto bastano e avanzano per anni!
Per fortuna, la Svampita concorda e decide di fare la pausa mochi invece di rispondere. Significa che deve di nuovo imboccarmi... da un lato ciò mi infastidisce, dall’altro non mi dispiace, ma al 1000% mi fa ribollire il sangue nelle vene! Devo essere tremendamente stressato se non sono più in grado di mantenere la mia compostezza in sua presenza. Cazzo, non riesco nemmeno a capire cosa sto provando, a parte una fortissima irritazione. Ma non rabbia, suppongo. Come cazzo si fa a non sapere se si è arrabbiati o felici o altro?!
La biondina mi esorta ad aprire la boccuccia. Sono abbastanza sicuro che riuscirei a morderle le dita piuttosto che il dolcetto, però finirei col sentire di nuovo il suo buon odore, addirittura il suo fottuto sapore, e non mi piace per niente come il mio corpo reagisce a certe eventualità. Mastico il mochi in fretta e decido di parlare, per smetterla di confrontarmi con i pensieri assurdi che per colpa della Svampita si sono impossessati della mia mente.
“Li hai fatti tu?”
“No, Magne.”
“E chi sarebbe?”
“L’unica altra donna della Lega.”
“Ah? Altra donna?” Quando il capo di questi pagliacci mi ha parlato non c’erano altre donne. Forse.
“Sì, l’hai vista. Magne ha i capelli rossi, gli occhiali da sole, le labbra carnose...”
“Ma è un uomo quello! E perché cazzo porta gli occhiali da sole di notte?!”
“Tsuki” sospira lei, scuotendo la testa. Mi guarda con un misto di compassione e rimprovero. Almeno adesso so cosa provo: rabbia. È una di quelle occasioni in cui voglio spaccarle la faccia!
“Se qualcuno si sente donna, è donna. Può anche sentirsi uomo, o asessuale. E ci sono tantissime altre varianti!”
“Sì, non mi interessa un cazzo dei diritti dei trans, me ne frego e non giudico! Intendevo che fisicamente è un uomo e non puoi aspettarti che qualcuno lo veda come donna se non lo conosce.”
Lei piega la testa, pensierosa. Il gesto dissipa la mia rabbia. Mi fa piacere che si soffermi a pensare su quello che dico, non è la prima volta che ci riflette sopra. Questo allunga il tempo dell’esperimento, però mi sembra una cosa buona... Ed è capitato anche a me, alcune cose che ha detto mi hanno fatto vedere la mia vita da una prospettiva diversa. Vorrei tanto che ci fossimo conosciuti in un’altra occasione...
“Hai ragione, Tsuki. Per quelli che si sentono bene col proprio corpo si tratta più di una cosa che riguarda l’interiorità. E poi si può essere attratti da tante persone diverse! Ad esempio io sono e mi sento femmina, però mi piacciono ragazze, ragazzi, ecc! Sarà per trasformazione, ma ogni persona carina mi interessa, non importa il sesso.”
“Beh, io sono un uomo e sono... Merda, continua a leggere, racchia!”
Ne ho abbastanza dei suoi giochetti mentali! Per una semplice domanda sui mochi siamo finiti a chiacchierare tranquillamente di sessualità! Chiamarla ‘racchia’ l’ha fatta imbronciare. Sono felice di aver trovato una leva per controllarla, seppur minimamente, un piccolo punto debole: quell’appellativo serve a farle capire che ne ho abbastanza e le conviene andare avanti, se non vuole sentire altre ingiurie rivolte al suo aspetto.

Himiko’s POV

“Qual è, se esiste, l’argomento su cui non si può scherzare, per te? Gli abusi! E la pedofilia! E la depressione! E probabilmente altre cose che sono troppe da elencare.”
“Con me è meglio non scherzare in generale.”
Ma no! Stavolta non ho fatto niente per metterlo sulla difensiva, perché si è di nuovo chiuso a riccio? Aw, un tenero ricetto biondo ed esplosivo. Per quanto mi affascini il suo carattere, ci resto male, perché manca pochissimo per completare l’esperimento. Significa che Tsuki presto tenterà di scappare... e chissà come andrà a finire.
Mi sono detta spesso durante il corso della serata che ci sarebbero state altre occasioni per conoscere meglio Katsuki e diventare sua amica, ma ovviamente non posso esserne sicura al cento per cento. Tomura potrebbe ucciderlo per sbaglio, ad esempio. Mi dispiacerebbe moltissimo... sotto sotto mi auguro che Tsuki torni sano e salvo dai suoi genitori. Lo scenario opposto, quello più bello e irrealizzabile, è che Tsuki decida di unirsi a noi. Probabilmente la realtà sta nel mezzo. Beh, finché lui non muore e noi della Lega siamo liberi va benissimo! Lo contatterei sui social!
Il disagio che sentivo al pensiero di dovermi separare da Tsuki sparisce: la consapevolezza di poterlo tartassare di messaggi in futuro mi rasserena. In fondo mica gli sto antipatica, no? Mi risponderebbe!
“Svampita!! Leggi la fottuta domanda! Dopo che mi liberi puoi estraniarti quanto cazzo ti pare!”
Ops, da quant’è che sbraita?
“Scusa, Tsuki. Oh, pesantuccia... se tu stasera morissi senza poter più comunicare con nessuno, qual è la cosa che rimpiangeresti di non aver detto a qualcuno? Perché non gliel’hai ancora detta? Vuoi che risponda prima io?”
“Come ti pare.”
“Ecco... mi dispiacerebbe non poter dire ai miei fratellini che gli voglio bene. Non che non glielo abbia mai detto, però sai che ci tenevano separati e dopo quello che è successo... forse pensano che non li amo più. Invece sarò per sempre la loro sorellona. Tsuki... se per caso li incontri, glielo puoi dire da parte mia?”
Lui apre la bocca, poi però la richiude e annuisce bruscamente, sostenendo il mio sguardo. Gli sorrido grata. Adoro quando ha quell’espressione... non saprei come descriverla, ma senza rabbia il suo viso è molto più dolce e i suoi occhi sembrano dirmi tranquilla, ora ci sono io. Il cuore accelera i battiti, le gote si imporporano e il sorriso esprime qualcosa di più della gratitudine di poco prima.

Katsuki’s POV

Distolgo lo sguardo dalla Svampita e fisso il pavimento, impacciato. Non mi sento affatto a mio agio a parlare di certe cose, ma la devozione e l’affetto che prova per i suoi fratellini mi hanno intenerito. Spero di non incontrarli mai e che lei, dopo un’efficace terapia, possa riabbracciarli.
Faccio un respiro e dico: “Giusto per ricambiare... nel remotissimo caso che io muoia e tu no, dovresti dire a mia madre che la apprezzo e le voglio bene. Lei già lo sa, ma a voce non gliel’ho mai detto, non sono mica una femminuccia... Dillo anche a mio padre.”
“Aw!” esclama la Svampita, commossa. “Te lo prometto! Posso abbracciarti?”
“Avvicinati e sei morta!”
La biondina ridacchia divertita, come se avessi fatto una battuta di spirito. È stupefacente come riesce a cambiare stato d’animo da un momento all’altro e in un certo senso riesce a cambiare anche il mio, facendomi incazzare o calmare in un lampo. Avrò un sacco da riflettere appena sarò lontano da questo bar di merda...
“La tua casa prende fuoco, con dentro tutto quello che possiedi. Dopo aver salvato le persone che ami e gli animali, hai il tempo per fare un’ultima corsa dentro e portare via un solo oggetto. Quale sarebbe? Perché?”
“Non me ne frega un cazzo degli oggetti, è da stupidi attribuire un significato speciale a una cosa.”
“Io salverei il mio coltello: è il mio portafortuna!”
Appunto. Me l’aspettavo una risposta del genere, per questo sorrido. È inquietante che io riesca a prevedere le parole della Svampita e le sue mosse, ma almeno è utile.
“Qual è il membro della tua famiglia la cui morte ti colpirebbe di più? Perché? Hanno scelto di intristire con le ultime domande; forse si aspettano che uno scoppia in lacrime e il partner l’abbraccia.”
La biondina pare riflettere più sulla logica – assolutamente assente, secondo me – delle domande di tutto l’esperimento piuttosto che sulla risposta.
“Sarebbe difficile affrontare la morte sia di mia madre che di mio padre... sentirei la mancanza di entrambi. Il sopravvissuto poi avrebbe difficoltà ad andare avanti e io non saprei come aiutarlo...”
Più ci penso e più mi riesce difficile immaginare come reagirei in una situazione del genere. Onestamente, dubito che riuscirei a confortare il vecchio o la vecchia... e non perché si tratterebbe di una tragedia personale, io non sono capace di confortare nessuno, in nessun caso.
Realizzo d’un tratto che sono un eroe incompleto: la mia presenza non è sufficiente a rassicurare le persone, come quella di All Might. Come lui, sarei in grado di battere il villain di turno e di salvare delle vite, però non possiedo il suo carisma o come cazzo si chiama. Detesto ammetterlo, ma ci sono dei campi in cui non sono forte, tutt’altro, campi che ho sempre ignorato, reputandoli secondari se non addirittura inutili. Probabilmente era questo che tentava di insegnarmi Best Jeanist. Oh merda, l’ho capito grazie a una pazza sanguinaria piuttosto che dal numero quattro!
Certo, Best Jeanist ha provato sin da subito ad ammorbidirmi, sapeva già che qualità mi mancavano per essere un eroe completo, tuttavia ha decisamente sbagliato approccio con me. Parlare di calma, eleganza, immagine pubblica, tutte stronzate! Che me ne fregava di come mi percepivano i civili?! Era ovvio che pensassi mi volesse abbassare al livello di una comparsa! Colpa sua se non è stato chiaro! Non mi ha fatto capire che sono qualità necessarie per rassicurare qualcuno in una situazione d’emergenza o per convincere una persona spaventata a collaborare... o per raggiungere una bambina incompresa e infelice.
La Svampita ha anche usato le parole giuste, in precedenza: non valgo meno se mi mostro tranquillo. Credo che per un eroe sia svantaggioso mostrare chiaramente ciò che prova, ed io comunque non ci riuscirei mai, tuttavia, per diventare il numero uno, conta molto anche l’apparenza. Forza, abilità, tecnica ed intelligenza già le possiedo e le sto affinando; per essere davvero il migliore, mi tocca lavorare duramente sul modo con cui mi confronto con gli altri, così la gente saprà di poter contare su di me per qualsiasi cosa e si lascerà salvare prima che sia troppo tardi.
“Gli abbracci aiutano un sacco e poi sei più tenero di ciò che pensi” dichiara dolcemente la biondina. Prosegue prima che io abbia il tempo di formulare una risposta: “Io sarei molto turbata dalla morte di Hideki o Kyoko, tengo tantissimo a loro... ammazzerei chiunque osasse ferirli. Però sarei tristissima anche se capitasse qualcosa di brutto ai miei amici. E tu sei mio amico, Tsuki. Difenderei anche te.”
“Sono un eroe, baldracca! Non ho bisogno della protezione di nessuno! E non sono tenero!”
Mi pare superfluo precisare che il modo in cui tratto questa o qualunque villain rimarrà immutato, desiderio di volerli salvare o meno!

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Capitolo 10
*** Arrivederci ***


Himiko’s POV

“Parla di un tuo problema personale e chiedi al partner un consiglio su come lui o lei affronterebbe questo problema. Chiedigli anche di descriverti come gli sembra che tu ti senta rispetto al problema di cui hai scelto di parlare.” Dopo una rapida riflessione, rispondo subito: “Non mi pare di averne ormai.”
“Piuttosto ne hai tanti, e gravi, solo che li ignori” replica pungente Tsuki, scuotendo la testa. Chissà se è preoccupato per me.
“Tsuki, ormai mi conosci abbastanza. Avevo un problema con la mia famiglia, ma è tardi per risolverlo. Cos’altro credi si possa aggiustare?”
Giocherello con il mio fidato coltello mentre aspetto il suo responso, leggermente ansiosa. A me non viene in mente nulla che lui possa aiutarmi a risolvere o che io voglia risolvere. L’unica cosa magari sarebbe riallacciare i rapporti con i miei fratellini, ma quello lo farò dopo che Tomura avrà fondato una nuova società. Che Tsuki conosca un modo per anticipare l’incontro?
Scopro che no, ha pensato a tutt’altro: “Gli omicidi. Tu hai paura che gli eroi ti ammazzino, anche se dovresti sapere benissimo che non lo fanno quasi mai. Secondo me sono sensi di colpa, perché puoi prendere il sangue a qualcuno senza ucciderlo.”
Lo fisso incredula per qualche secondo. Sensi di colpa? Nah... è vero che il mio obiettivo non è mai uccidere la donna o l’uomo a cui prendo il sangue, voglio solo somigliare alla mia cotta e renderla ancora più bella, ma dopo che mi sono divertita me ne disinteresso: perché dovrebbe importarmi se vive o muore quando a nessuno è importato di me?
“Tsuki, lo pensi veramente? Secondo me lo dici solo perché non vuoi che muoia qualcun altro.”
“Tu vuoi che muoia qualcun altro?”
Mi guarda, pronto ad arrabbiarsi se rispondo di sì. Può stare tranquillo: “Non mi interessa.”
“E allora non uccidere! Sei abbastanza esperta da non colpire punti vitali, giusto?!”
“Può darsi...”
“Facciamo un patto” propone Tsuki, serio. Il suo essere super carino mi deconcentra, però annuisco e cerco di non distrarmi. “Non so se riesco a sbattervi in galera oggi stesso, se qualche eroe lo farà al mio posto, ma se non succede, puoi giurarci che noi prima o poi ci rincontreremo. Fino ad allora, non ammazzare nessuno.”
“E dopo?”
“Sarai in una cella imbottita di qualche manicomio.”
“C’è qualcosa che non va nel patto, Tsuki. Io non ci ricavo nulla.”
“E cosa ci ricavi dall’uccidere coglioni a caso? Una brutta fine, se credi che poi un eroe ti ammazzerà, no? Sarai tonta, ma non completamente cretina: non ci arrivi che puoi peggiorare o migliorare la tua situazione stando più attenta? Sei pazza, quindi dirti di non aggredire più una testa di cazzo sarebbe inutile, ma lasciarla in vita mi pare il minimo che tu possa fare. Accetti, stronza?”
Ho gli occhi lucidi per la commozione: Tsuki sta cercando di proteggere anche me! E vuole occuparsi personalmente di me! Vuole rivedermi! Non mi abbandonerà dopo questa notte! Sono talmente contenta che ho il batticuore!
Poggio le mie mani sul congegno in cui si trovano le sue, tutta rossa ed emozionata, ed esclamo: “Va bene, Tsuki! Ci sto! Starò attenta a non uccidere, promesso!!”
“Non c’è bisogno di spaccarmi i timpani, idiota!”
“Se stanotte ci separiamo, sappi che sarò impaziente di rivederti!”
“Anch’io, farò il culo a tutti voi bastardi.”
“Ma adesso pensa al tuo problema personale, Esplosino.”

Katsuki’s POV

“Forse dovrei migliorare il mio rapporto con gli altri... per avere la fiducia delle comparse e di alcuni compagni... non sono tutti completamente inutili.”
Arrivati a questo punto della serata, credo che riuscirei ad ammettere di tutto. Naturalmente, controvoglia e se c’è soltanto la Svampita ad ascoltarmi. Pur avendo capito in cosa ho sbagliato finora, cambiare atteggiamento d’un tratto sarà molto complicato. Mi rendo conto che da solo non riuscirei a migliorare né potrei chiedere a una comparsa della mia classe, mi innervosirebbe troppo... tranne magari Capelli di Merda.
Credo di avere bisogno della biondina, però. Ha accettato il mio patto fin troppo calorosamente, significa che ce l’ho fatta a raggiungerla, almeno in parte. Anche se finirà dietro le sbarre, potrei andarla a trovare, e allenarmi in segreto ad ammorbidire il mio carattere. Sarà un’enorme rottura, ma la Svampita è necessaria: è la persona più socievole che abbia mai incontrato, non se la prende per gli insulti superficiali, con le cazzate che spara riesce a farmi sbollire... insomma, ha la personalità giusta per questa impresa, inutile divagare, o comincio a pensare troppo bene di lei. Rappresenterebbe anche la prima persona che ho salvato senza combattere, ecco perché ci tengo ed è diventata importante, non c’è nessun’altra merdosa ragione!!
“Vuoi diventare come me?”
“No, Svampita, devo essere leggermente più cordiale, non un mentecatto fissato con gli unicorni.”
Lei borbotta qualcosa in favore degli unicorni che non comprendo, poi dice: “D’accordo. Allora puoi cominciare smettendo di guardare male le persone e puoi immaginare di essere nei loro panni. A me viene facile imparare a conoscerle osservandole.”
“Perché sei una fottuta stalker” la interrompo.
“Sì. Poi questo genere di commenti io li trovo divertenti, ma qualcuno più sensibile potrebbe addirittura reagire piangendo. Cerca di alleggerire le tue espressioni. E cerca di assecondare le cose che ti vengono naturali e che invece nascondi per sembrare più forte, anche se in realtà non c’entrano niente con l’essere forti. Ecco, penso che puoi iniziare da queste cose. Poi, uhm, rispetto al problema tu ti senti come un pesce fuor d’acqua?”
Annuisco meravigliato. Ha dato dei buoni consigli e... come cazzo fa ad azzeccarci sempre riguardo le mie emozioni?! Cos’è, ha assorbito la conoscenza degli psicologi per osmosi?! O il suo quirk le consente di mostrare un’empatia superiore alla media? È probabile.
“Mh, hai detto cose sensate... abbiamo finito?”
Significa che presto potrò finalmente lottare per la mia libertà. Spero che la biondina non si metta in mezzo.
“Manca solo l’ultimo punto: guardarsi negli occhi per quattro minuti.”
Certo, figurarsi se non dovevamo finire con qualcosa di imbarazzante.
“Che palle. Metti il timer.”
“Sissignore!” La Svampita porta più vicino la cassa, vi poggia sopra i gomiti e al centro posiziona il cellulare. “Eee via!” esclama dopo aver impostato la sveglia.
Mi costringo a fissarla dritto negli occhi. Il suo sorriso mi sembra meno folle, probabilmente perché mi sono abituato a vederlo, o forse perché conosco la storia che c’è dietro quella che prima consideravo una pazza, sanguinaria assassina fottuta nella testa. Mi ero sbagliato sulla Svampita. Non troppo, ma ci sono state alcune cose che avevo dato per scontato e che invece durante il test ho dovuto considerare e inevitabilmente mi hanno spinto a rivalutarla.
Questa ragazza è simpatica, amichevole, invasiva, vivace, irritante come un bambino, allegra, emotiva, infantile, premurosa coi fratellini, molto carina, perspicace – anche se riesce a nascondere molto bene la sua intelligenza –, sincera, determinata ed è stata troppo sola e sfortunata.
Se avesse avuto genitori meno oppressivi – cazzo, vorrei farci una lunga chiacchierata con quei coglioni – se fosse stata curata da uno specialista competente, se avesse trovato un amico, oggi non farebbe parte di una organizzazione criminale. Anche se a questo punto mi chiedo se la biondina abbia ragione riguardo i suoi complici. Lei ha dimostrato di possedere un istinto abbastanza buono, quindi forse ha davvero trovato qualche amico qui, qualcuno con una storia simile alla sua. Non mi sorprenderebbe.
Come le ho promesso, intendo ritrovarla dopo essere scappato, o andarla a trovare in galera, se stanotte sarò particolarmente fortunato. Mi sento come obbligato a rimediare a un torto che le è stato fatto. Non capisco il motivo, sarà la mia natura da eroe... anche se ciò non spiega perché la biondina mi ispira una fiducia e un calore che non ho mai provato con nessun altro. Bah, sarà che è stata la prima a farmi intenerire, tutte le altre comparse al massimo mi hanno fatto pena. Forse è grazie a questa emozione se sono riuscito a connettermi con la Svampita, lei sembra guardarmi con la stessa fiducia, quasi con affetto.
La stronza mi ha fatto arrossire di nuovo, dannazione! Buon per lei che la cosa non è a senso unico! Va beh, lei arrossisce in continuazione. Ma ora che ci penso è vero anche che come io ho intenzione di migliorarla, lei aiuterà me, abbiamo già fatto dei progressi entrambi. Ulteriore ragione per non perdere di vista questa strana, dolce ragazza...

Himiko’s POV

Gli occhi di Tsuki hanno affascinanti riflessi rossi, sono irresistibili! Si tratta di tonalità di rosso diverse da quelle del sangue, eppure... mi paiono più belle. Lui è tanto bello! Mi piace un sacco sotto ogni punto di vista! Il suo aspetto fisico mi ha attirata e mi ha permesso di scoprire il suo adorabile carattere. In fondo chi non ama gli tsundere?
Tsuki è tanto ostico fuori quanto è buono dentro. Per fortuna Tomura ha deciso di rapirlo, altrimenti come avrei scoperto quanto è interessante? E ho ancora altre sfaccettature da scoprire. Sì, voglio vedere ogni espressione di Katsuki, voglio vederlo compiere un sacco di gesti, voglio sapere tutto sulla sua vita! Non ho mai desiderato studiare un’altra persona come voglio fare con lui, sebbene non lo consideri una cotta... che strano, però, che non provi l’irrefrenabile bramosia di sangue che mi assale quando vedo una persona carina. Cioè, mi piacerebbe assaggiarlo, ma solo se lui è d’accordo. Sarà che per me è un caro amico ormai, sento di aver legato parecchio con lui stasera, e gli amici vanno rispettati. Quando sarà pronto, non rifiuterà di darmi un assaggino.
Devo tenere presente che Tsuki non è abituato ad agire genuinamente: nonostante gli scoppi di rabbia, si controlla tantissimo. Lo fa anche con le parole: non dice direttamente ciò che pensa, lo rielabora in modo da farlo sembrare un insulto, una minaccia o una provocazione. Ma si percepisce che è in buona fece. Mi fa tanta tenerezza!
Ha detto che vuole imparare a essere più cordiale, mi fa piacere! Metterà in pratica i miei consigli, come io seguirò il suo di non uccidere. Posso capirlo, poverino: si sentirebbe in colpa se lo facessi, come se la responsabilità di quelle morti ricadesse su di lui perché non mi ha fermata. Quanto a me... provo un blando dispiacere per chi ho ucciso, ma non ne sono davvero pentita. Scusa Tsuki, secondo me lo meritavano, ma tranquillo, rispetterò il nostro patto, sono una persona d’onore. Magari è questo che ci unisce. Tsuki non sarà spontaneo, ma è onesto e rispetta sempre i suoi valori, proprio come me. È un vero peccato che non siano gli stessi, però.
Aw, è arrossito! Io credo di esserlo da un pezzo, fufufu. Incredibile quanto sia eccitante fissare qualcuno negli occhi! E intimo! Lo guarderei per sempre, invece a momenti la sveglia suonerà, quasi come se l’esperimento fosse stato un bellissimo sogno destinato a finire... Almeno ho la certezza che Tsuki non si dimenticherà di me. Mi cercherà. Io gli scriverò, come ho già deciso, e, se ne avrò l’opportunità, lo spierò. Creerò innumerevoli occasioni per sentirmi più vicina a questo competitivo, intelligente, arrogante, coscienzioso, aggressivo, generoso, testardo, responsabile, incredibilmente egoista ed altruista, meraviglioso futuro vero eroe!
Appena suona la sveglia del cellulare, io la spengo, prendo il coltello e taglio le cinghie della sedia – anche se avrei potuto slacciarle. Agisco meccanicamente, come se fossi programmata a farlo. Tsuki sta fermo e non dice nulla, ma mi guarda. Mi occupo anche del congegno che gli intrappola le mani. Cade con un rumore sordo. Mi sono mossa così vicina a lui, l’ho sfiorato parecchie volte, e adesso il mio viso è vicino al suo e lui è tanto imbarazzato. Ridacchio incontrollabilmente.
“Tsuki, non mi riterrai tanto cattiva da rubarti il primo bacio!”
Tsuki diventa rossissimo dopo che ha elaborato la mia frase.
“Ma chi ti dice che sarebbe il mio primo bacio, puttana!” urla, producendo microesplosioni tra le mani.
“Ah no? Chi hai baciato allora?” domando maliziosa.
“Ma muori!” grida ancora, mentre distoglie lo sguardo, super imbarazzato.
Rido e lo faccio alzare tirandogli i polsi, dopodiché lo abbraccio. Cavolo, mai provata una sensazione così piacevole! È molto meglio che stringerlo a sorpresa da dietro! Mi appoggio a lui e lo strizzo di più, sperando che ricambi l’abbraccio. Il petto di Tsuki è così accogliente, fosse per me resterei attaccata per ore a farmi coccolare dal suo buon odore e dal nostro scambio di calore e magari da lui stesso! Ma dopo qualche secondo Tsuki mi mette le mani sulle spalle e mi allontana con fermezza, senza essere troppo brusco però. Ha un’aria seria e decisa mentre mi fissa negli occhi, con ancora le mani sulle mie spalle. Perché è tanto pensieroso? Che abbia scelto di restare, alla fine?! O vuole baciarmi?!!
Non faccio in tempo ad eccitarmi adeguatamente all’idea, che Tsuki dice: “Come ti chiami...”
“Toga Himiko.”
“Quel che è, perché non vieni con me?”
È una proposta del tutto inattesa, che faccio fatica a registrare. Mi limito a guardarlo meravigliata. Andare con lui? Significa costituirmi, finire in prigione, rinunciare alla libertà che ho conquistato da pochi mesi, abbandonare amici che sto imparando a conoscere. Tsuki mi chiede troppo. Continua a guardarmi, a braccia conserte, in attesa della mia risposta. Scuoto la testa, dispiaciuta.
“Tsuki, non posso, non voglio... tu mi hai chiesto di non uccidere e quello posso farlo, adesso, perché ho trovato gente che mi capisce... ho trovato la mia normalità, mi sento davvero bene. Non voglio tornare a stare male perché gli altri mi odiano e non mi capiscono. Gli insulti di Tomura e Dabi somigliano ai tuoi, non sono cattivi. Mi capisci, Tsuki?”
Lui sospira e annuisce. “Capisco il ragionamento e so che non ho tempo per farti cambiare idea.”
Tsuki si dirige verso la porta che conduce al bar. Lo seguo. Se Tomura mi ordinerà di fermarlo, lo farò, altrimenti me ne starò in disparte, a vedere cos’ha in serbo il destino per Katsuki e per noi.

SKIP TIME


Tsuki è fuggito. I suoi amici sono venuti a salvarlo. Tanti eroi sono venuti a salvarlo, compreso All Might. Noi siamo fuggiti da tutti loro. Nel bosco avevamo perso Moonfish, Mustard e Muscular, ora manca anche il Sensei di Tomura, All for One.
Io mi sono spaventata quando ci hanno assalito nel bar, ma almeno c’era ancora Esplosino, ero sicura che lui non avrebbe permesso mi facessero del male. Poi il Sensei ci ha teletrasportato con quel quirk schifoso e tra un fendente e una schivata Tsuki non c’era più. L’ho salutato con la mano mentre volava via, ma lui non ha avuto il tempo per ricambiare. Sghignazzo immaginando che avrebbe alzato il dito medio in segno di saluto, lui è sempre tanto simpatico!
Beh, quando Tsuki si è allontanato non avevo tanta voglia di scherzare. L’ansia era salita alle stelle, soprattutto perché persino il Sensei ci consigliava di scappare ed io non vedevo l’ora di obbedire. Nessuno di quegli eroi mi ispirava un minimo di fiducia, sentivo che tutti mi odiavano e non avrebbero esitato a uccidermi. Per fortuna i ragazzi mi sono venuti addosso, un po’ troppo in fretta, ma finalmente eravamo in salvo.
Adesso siamo in un posto abbastanza squallido. Dalla radio del cellulare abbiamo ascoltato le ultime notizie: pare che All Might ha perso i suoi poteri. Nonostante la mezza vittoria, siamo tutti un po’ abbacchiati, specialmente il boss. Povero Tomura, lui sembra avere urgente bisogno di un abbraccio. Mi domando a che stanno pensando gli altri. A me di All Might non è importato mai nulla, ma loro perché non vedono il bicchiere mezzo pieno? A me già manca Tsuki, loro da cosa sono impensieriti?
Soltanto Twice continua a parlare da solo; cerca di coinvolgerci nel suo monologo, di tirarci su. Jin ha ragione! Il nostro è stato un pareggio, dobbiamo andare fieri dei nostri risultati! Quanto al riccetto esplosivo, non mi sarà difficile trovare il suo numero di cellulare, o pedinarlo una volta che si saranno calmate le acque.
“Boss, voglio un abbraccio!” esclamo ad alta voce, con tono allegro. Sprinto verso Tomura prima che possa impedirmi di avvicinarmi e gli salto addosso.
“Toga, hai deciso di morire?!”
Lui cerca di toccarmi. Me lo aspettavo. Mi scanso prontamente e ridacchio a distanza di sicurezza.
“Toga-chan, abbraccia me! Se mi tocchi ti squarto!”
Abbraccio Jin e poi Magne. Rinuncio con gli altri, già in posizione difensiva.
“Aw, Twice e Himiko hanno ragione, dovremmo festeggiare invece di avere questi musi lunghi” dice la sorellona.
“Festeggiare?” ripete Tomura, arrabbiato. “Abbiamo perso! Sensei è stato catturato! Che cazzo c’è da festeggiare?!”
“Shigaraki Tomura, la diffusione del nostro messaggio è appena cominciata. Inoltre, All Might non costituisce più una minaccia” spiega Kurogiri. Yay, anche lui si è ripreso!
“Fate come vi pare.”
Tomura si allontana. Forse ha bisogno di stare solo. Kurogiri si sente in dovere di darci qualche raccomandazione. Dice che è meglio se ci separiamo, ma dobbiamo tenerci in contatto ed evitare assolutamente di venire catturati. Quindi, dobbiamo tenere un profilo basso finché Tomura non avrà un nuovo piano.
Saluto gli altri calorosamente, felice che persino Dabi ricambi, anche se solo con un piccolo cenno, poi seguo la sorellona nel suo appartamento. Saremo coinquiline!



***Angolo Autrice***
Con la fine dell'esperimento, finisce anche la prima parte di questa fanfiction. Spero vi sia piaciuta ^^
Il prossimo capitolo sarà di transizione. Himiko e Katsuki rafforzeranno il loro legame durante o dopo quattro momenti canon:
- dopo che Katsuki ha sfidato Deku, nei dormitori, e ha scoperto il suo segreto;
- durante l'esame per la licenza provvisoria;
- dopo la morte di Magne;
- dopo il salvataggio di Eri.
Alla prossima!

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Capitolo 11
*** Rapporto a distanza ***


Katsuki’s POV

Sono seduto sul letto, a riflettere su quanto avvenuto oggi, quando il mio cellulare vibra. Sarà una qualche stupida notifica, penso, ma dopo pochi secondi vibra nuovamente, e poi ancora. Sono le due di notte, chi cazzo mi scrive a quest’ora?! Se è Merdeku lo ammazzo... no, è un numero sconosciuto, però non ci vuole un genio per capire di chi si tratta:

Ciao Tsuki, indovina chi sono~🤭 🙃😚🔪
Sei felice che ho trovato il tuo numero? 😁
Così possiamo continuare a parlare! 😊
Non so ancora il tuo colore preferito, per esempio🤔
Animale preferito, musica preferita, ecc...
Ti piace il cibo piccante, ma che piatto in particolare?
Scaliamo una montagna insieme?

Aspetta, non si può, giusto? Vi hanno messo nei dormitori. Come sono? Mi piacerebbe moltissimo convivere con tante persone carine! 😃😄😆
Avete compagni di stanza? Il tuo chi è? Ci sono regole?
Che cattivone sei, visualizzi senza rispondere!
😕
Ti credevo addormentato, sai? Non è che stai passando la notte con una ragazza?!😧🥺😏

“BASTAAA!!!”
È un miracolo se non ho rotto il cellulare mentre tenevo premuto il pulsante per registrare il messaggio vocale che ho mandato alla Svampita. Ci mancava solo lei questa notte! Evidentemente essere stato interrotto da All Might prima che potessi dare una lezione a Deku, aver pianto davanti a lui (di nuovo!), aver scoperto il segreto di quei due ed essere stato punito da Aizawa non era abbastanza! E i miei sensi di colpa non sono ancora spariti, porca puttana!
Il telefono vibra di nuovo, stavolta perché la Svampita mi sta chiamando. Esito prima di accettare la chiamata.
“Cosa c’è, Tsuki?” domanda con voce carezzevole.
Che abbia percepito la mia frustrazione ascoltando il vocale? Beh, anche la persona meno empatica del pianeta riuscirebbe a comprendere il mio attuale stato d’animo. Scusa tanto se non me ne stupisco, baldracca! Tutti gli avvenimenti che mi hanno amareggiato, deluso, ridicolizzato, ingelosito, fatto incazzare, si sono ripetuti in loop da quando All Might ha perso il suo quirk e ho capito che ha scelto Deku come successore. Sono ancora talmente agitato che il mio corpo si rifiuta di star fermo, trema in continuazione.
Tutto sommato, è un bene che la Svampita mi abbia telefonato, così posso sfogarmi a voce, sebbene desideri farlo a suon di esplosioni. Le rispondo con rancore: “E me lo chiedi, troia psicopatica?! Per colpa mia All Might non ha più un quirk! Tu e gli altri coglioni siete contenti, adesso?! Avete ottenuto ciò che volevate, no? Niente più simbolo della pace! Complimenti, il vostro merdoso piano ha avuto successo! Che altro vuoi sentirmi dire? Che il tuo adorato Deku è migliore di me?!”
Mi passo una mano sulla faccia, asciugando le lacrime di rabbia e gelosia che non sono riuscito a contenere. Riprendo fiato quasi singhiozzando. Perché mi sento inferiore a un fottuto nerd incapace?!
“Mi dispiace contraddirti, Tsuki, ma da quel che ho visto è stato il Sensei di Tomura a combattere contro All Might finché ha perso e il tuo eroe si è sgonfiato, tu non c’entri.”
La voce della Svampita è stranamente serena e confortevole. Urlarle contro i miei problemi, sapendo che lei mi avrebbe ascoltato, se non necessariamente capito, è stato sufficiente ad alleggerire il peso che mi gravava sullo stomaco. Credo che ascoltarla mi farà sentire ancora meglio, pertanto non la interrompo.
“Ne siamo rimasti sorpresi anche noi, mica ti avevamo rapito a quello scopo, figurati. Tomura ti voleva sinceramente reclutare. Poi ovvio, è felice che All Might non rappresenti più una minaccia, ma non ha avuto il tempo di gioirne perché gli dispiace che il suo Sensei sta in prigione. La loro lotta non era programmata, hai visto che al bar eravamo impreparati quando gli eroi hanno fatto irruzione, no?”
“Vale anche per mr. Patata lessa?”
“Ah boh, è stata la prima volta che l’ho visto. Lui al massimo parlava con Tomura e Kurogiri e ci lasciava fare. È stato gentile a incoraggiare Tomura, non trovi? Aspe’, che ti volevo dire? Ah sì, che abbiamo provato a capire perché All Might si è sgonfiato e credo che la spiegazione sia abbastanza semplice: la pensione.”
“Cosa? La pensione?” ripeto perplesso. Se stessi parlando con una persona normale penserei di aver capito male, ma trattandosi della Svampita, so di aver capito benissimo. Il suo tono si fa più allegro, senza diventare fastidiosamente squillante.
“Sì, certo, pensaci: quanti anni ha All Might? Secondo noi ha passato i cinquanta, quindi è normale che il suo quirk si stesse indebolendo. Forse gli sarebbe durato, mah, facciamo un altro anno, prima di scaricarsi, però sarebbe successo comunque. Tu l’altra volta dicevi di voler morire durante un combattimento epico, allora perché non sei felice di come All Might si è ritirato dopo un combattimento epico?”
Rimango in silenzio. Quello che dice ha senso... lei non può saperlo, ma è già tanto che All Might sia stato capace di resistere così a lungo dopo aver rinunciato mesi prima al One for All. Mi sono sentito responsabile perché mi hanno rapito, costringendo All Might a un’azione disperata, ma sapere che non era tutto calcolato, che è stato un caso, mi conforta.
“Tsuki, non è stata colpa tua né nostra, è solo successo. Ammetto che noi siamo sollevati, è una minaccia in meno, però dai, un colpo di fortuna ogni tanto ce lo meritiamo! Se ti fa piacere, lo odia solamente Tomura. All Might non è carino, in nessuna forma, quindi non mi ha mai interessata. E non l’ho mai considerato un simbolo della pace, a ben pensarci. Perché avrei dovuto? Io non ero in pace da bambina e dopo lui era diventato più che altro una fonte di preoccupazione.”
Non mi interessa sentir svalutare il mio eroe preferito, ma la lascio continuare, perché mi va di ascoltare il suono della sua voce. Non presto più attenzione a ciò che dice, però. Rifletto che se non mi fossi trovato in mezzo alla lotta tra All Might e la banda di coglioni, non mi sarei mai sentito responsabile. Ho scambiato una coincidenza per un rapporto di causa-effetto: All Might non ha perso i poteri perché mi hanno rapito, mentre succedeva ero lì. Punto. Il senso di colpa non c’è più... restano i sentimenti negativi che nutro per Deku. Quelli sono nati a causa mia, come ben so da quando la Svampita mi ha costretto a fare quel fottuto esperimento.
A proposito, adesso tace. Starà aspettando che io dica qualcosa. Non mi vergogno di essermi mostrato debole davanti alla biondina. In fondo, ho deciso che lei deve aiutarmi ad ammorbidirmi, non può farlo se le nascondo le cose. Tuttavia, ringraziarla mi imbarazza. Il silenzio si prolunga e la sento canticchiare un motivetto. Finalmente dico: “Potrei rintracciare il tuo cellulare. Lo sai?”

Himiko’s POV

Come mi dispiace non poter coccolare Tsuki in questo momento! Non posso nemmeno vederlo in faccia, avrei dovuto fare una videochiamata!
Povero riccetto esplosivo, non ha ancora imparato a confidarsi con i suoi amici... meno male che ci sono io, altrimenti si sarebbe tenuto tutto dentro. Ho fatto bene a contattarlo e che sorpresa è stata trovarlo così nervoso. Spero di avergli detto le cose giuste. È strano che dopo la prima sfuriata sia stato tanto silenzioso, ma forse è positivo. Non si può riflettere mentre si urla, giusto? Tsuki è un ragazzo intelligente, capirà di aver commesso un errore colpevolizzandosi. Ecco gli svantaggi dell’essere troppo buoni: ci si sente responsabili per tutto!
Gli spiego come All Might fosse un eroe sopravvalutato in base alla mia esperienza personale e a quella dei miei amici, finché resto a corto di idee. Beh, ho parlato abbastanza, non mi resta che capire se Tsuki si è tranquillizzato. Canticchio mentre aspetto, per niente a disagio: non si tratta di un silenzio imbarazzante, Esplosino deve solo riordinare le idee, se non l’ha ancora fatto.
“Potrei rintracciare il tuo cellulare. Lo sai?”
Yay, l’ho calmato! Mi distendo contenta e fiera del mio successo. Peccato scelga sempre argomenti di conversazione seri però.
“Sì, Tsuki, lo so. Mi hanno spiegato che non possono impedire un tracciamento, ma hanno installato un’app che permette di sapere se qualcuno prova a localizzarti. Quindi... fallo solo se non vuoi parlare con me.”
Ti prego ti prego, non dirmi niente di scortese! Ma soprattutto non tentare di rintracciarmi! Mi dispiacerebbe moltissimo non tenermi in contatto con te, o ancora peggio, scoprire che ti interessa solamente sbattermi in prigione...
“Mmmh, no, sarebbe svantaggioso: perderei un modo per controllarti e stupida come sei prima o poi ti tradirai, rivelandomi tu dove siete o che intenzioni avete.”
Ridacchio sollevata, e felice che nella voce di Tsuki siano tornati determinazione e orgoglio.
“Perfetto! Allora, siamo rimasti al tuo colore preferito! Spara! … Tsuki?”
Mi ha riattaccato il telefono in faccia! Scoppio in una risatina perché questo è proprio tipico di lui. Non ci annoia mai con Tsuki! Oh, mi ha inviato un messaggio: vai a dormire, Svampita. Sorrido affettuosamente. Gli rispondo buonanotte anche a te, Tsuki, gli mando una decina di cuori e ripongo il cellulare accanto a me, nel letto. Carezzo dolcemente lo schermo con un dito mentre penso a lui, lieta che faccia parte della mia vita e che mi voglia nella sua. È senza dubbio il ragazzo a cui mi sono affezionata di più. Insomma, voglio bene a tutti nella Lega, ma con Tsuki è diverso, provo qualcosa di speciale. Prima o poi capirò di che emozione si tratta...

***


Katsuki’s POV

Aspetto in un corridoio isolato, appoggiato al muro, che finiscano i preparativi per la seconda prova. La prima è stata una passeggiata, la licenza provvisoria è praticamente già in tasca mia.
“Ehi, Yuei!”
Mh? Si sta avvicinando una ragazza della Shiketsu con labbra carnose. Proprio qui doveva venire a rompere le palle...
“Che ragazzi carini ci sono da voi!” esclama gioiosa.
Non faccio in tempo a replicare che la stronza mi pizzica una guancia. Le schiaffeggio la mano, infastidito, e le lancio uno sguardo da levati dai coglioni, mentre cerco di capire che cazzo vuole questa. Lei si limita a ridacchiare.
“Non ti piaccio? Guarda che tette! I tuoi compagni mi mangiavano con lo sguardo!”
Non riesco a crederci che l’abbia detto veramente! Cos’è, un tentativo di corruzione? Vuole usare il suo quirk per danneggiarmi?
“E va da loro, labbra a canotto! Loro sarebbero tanto coglioni da cascarci!”
“Cascarci? Ma che ingiusto sei. Con questo caratteraccio farai scappare ogni ragazza interessata a te, Tsuki.”
Tsuki?! Un momento, solo una decerebrata al mondo mi chiama così! La fisso sbalordito, senza parole, e lei scoppia a ridere tutta allegra e batte le mani.
“Mi hai riconosciuta, eh?”
“Toga... Perché sei qui? Che hai fatto a questa ragazza?”
“L’ho appesa al soffitto, sgozzata e ballato sotto una pioggia di sangue.”
“COSA?!”
“Ma no, Esplosino! Sta bene, l’ho solo sedata e preso il sangue con una siringa, come una brava bambina. Le ho fatto anche superare la prima prova, pensa un po’. Ammettilo, Utsushimi Camie ha un corpo da urlo!”
La fisso sconcertato mentre si guarda il corpo e lo tasta. La Svampita ha superato la prima prova... tutto ciò non ha senso. Non capire mi fa incazzare. Le stringo un polso, scuotendole il braccio, cercando di impedirle di deconcentrarsi.
“Che cazzo ci fai qui?!”
Lei sorride, folle e radiosa: “Volevo conoscere meglio Izuku! Ho avuto poco tempo, ma sono riuscita a farci una chiacchieratina! Senti, ma lui e Ochaco si piacciono? Sembrava esserci un certo feeling tra loro...”
“Ma cosa cazzo vuoi che me ne freghi di loro due?! Che scopo ha il merdoso pieno di mani?”
“Eh? Tomura? E lui che c’entra? Né lui né gli altri sanno che sono qui. Ci siamo separati e dobbiamo tenere un basso profilo per non farci catturare. Speravo tanto di poterti salutare, Tsuki, e ce l’ho fatta! Ora però devo andare, non credo di avere abbastanza sangue per il resto.”
Un basso profilo sarebbe prendere il posto di un’aspirante eroina e andare in un luogo pieno di altri aspiranti eroi, nonché di eroi già affermati, per l’unica ragione di parlare con Deku?!? La sua imprudenza è senza limiti... sarà coraggiosa e sicura di sé, ma è soprattutto incredibilmente stupida.
Prenderei a craniate il muro per il fatto che provo ammirazione per questa pazza. Nonostante non gliene fregasse una mazza, ha superato una prova che ha messo in difficoltà più di un migliaio di ragazzi che si erano allenati apposta! D’accordo, si tratta di comparse, ma che cazzo! È divertente pensare che una villain ce l’ha fatta. Se non fosse andata dietro a Merdeku avrei potuto confrontarmi con lei. Sono invidioso del tempo che la Svampita ha dedicato a lui...
“Resta” esclamo risoluto.
“Eh?”
“Fai la seconda prova.”
Lei mi fissa imbronciata. Domanda: “Vuoi farmi scoprire?”
“No, idiota, ti sto sfidando. Voglio testare la tua forza.”
“Beh... se mi guardi così come faccio a dirti di no?” risponde arrossendo.
Sto per insultarla, quando arrivano Capelli di Merda e Scintilla, che vogliono accodarsi nuovamente a me, e suona la sirena d’inizio della seconda prova.

Himiko’s POV

Che bello! Altri ragazzi carini della 1^A! Tsuki grugnisce e inizia a incamminarsi. Io mi presento agli altri e loro, sebbene perplessi, fanno lo stesso e tutti e tre ci incamminiamo dietro Katsuki.
Denki mi guarda come se morisse dalla voglia di chiedermi qualcosa. Alla fine si decide: “Scusa, tu sei quella che si è appartata con Deku?
“Mh? Gli ho fatto solo un paio di domande, perché?”
“Ecco... Sero ha detto la verità? Eri nuda?”
Tsuki continua a camminare, ma si volta per lanciare uno sguardo assassino, non so se diretto a me o al biondo elettrico, che ha l’aria di immaginarsi chissà cosa.
“Amico, non si fanno certe domande a una ragazza” lo rimprovera Eijiro.
“Sì, ma non è normale che durante una prova del genere, insomma...”
Io ridacchio e spiego, rivolta a Tsuki: “Quando mi trasformo posso cambiare anche i vestiti. Se ne indosso altri però vengono sovrapposti, e si nota, quindi devo essere nuda. È imbarazzante, però per evitare di essere scoperta è l’unica soluzione.”
“Che fortunati i tuoi compagni di classe” commenta Denki, trasognato.
“Hai un gran bel quirk, Utsushimi!” si complimenta Eijiro.
“Grazie, anche i vostri sono fantastici. Siete suoi amici?” chiedo indicando Tsuki.
“Diciamo” fa Denki.
“Sono il suo migliore amico” dichiara Eijiro, sorridendo.
“E io sono la sua migliore amica!” annuncio fiera.
“Ma quando mai vi ho definiti così?!” urla Tsuki, senza nemmeno voltasi. “Silenzio adesso, concentratevi!”
“Calma, Bakubro, non ci sono ancora civili feriti in vista” lo blandisce Denki.
“Bakubro? Che bel soprannome!”
Continuo a chiacchierare con questi simpaticissimi ragazzi, facendo innervosire Tsuki. Sono tanto contenta di aver conosciuto due suoi amici! Ora so che a Denki piacciono i giochi di vario tipo, le cose alla moda e gli hamburger, mentre Eijiro preferisce tutto ciò che può essere definito virile. Sto imparando un sacco di cose anche sulla loro classe! Sono informazioni inutili per Tomura, ma molto interessanti per me. Ad esempio, ho scoperto che nei loro dormitori c’è un coniglietto! È di Koda, ma le ragazze lo possono coccolare. E Kyouka è capace di suonare strumenti rock!
Eijiro mi ha appena chiesto da quanto conosco Tsuki, quando sentiamo delle grida di aiuto. Seguendole, troviamo un uomo e una donna infortunati, naturalmente per finta. Una piccola scarpata ci separa da loro.
“Aiutateci! Il braccio fa molto male!”
“Ora gli eroi sono qui!” esclamo entusiasta.
A quanto pare ho preceduto Tsuki dall’urlare qualcosa. Probabilmente un comando. Certo, è lui il capo del nostro gruppetto... però perché mi ha fissato serio per un paio di secondi?
“Qualcun altro scenda con me” ordina, per poi saltare di sotto. “Vi scorteremo al sicuro” dice ai due.
Eijiro l’ha seguito e rassicura a sua volta i civili, dopodiché entrambi li fanno salire sulla schiena e scalano la roccia. Io allungo una mano per aiutare Tsuki a risalire. Lui la afferra, facendosi tirare su, ma non la lascia subito. Mi guarda intensamente negli occhi – sto sognando o ha accennato un sorriso?! – e mormora: “Grazie”. Ho l’impressione che mi stia ringraziando per più di un evento, forse per recuperare le volte in cui desiderava dirlo ma non l’ha fatto. Ciò mi emoziona: il mio Esplosino sta crescendo!
“Prego” gli rispondo con un ampio, tenero sorriso.
Mi volto e noto che Eijiro e Denki sono ammutoliti e ci stanno guardando come se avessero assistito a un miracolo.
“Bro, hai ringraziato!” quasi urla il rosso, stupito.
“In fondo anche il nostro Bakugou è un uomo” fa allusivo Denki.
“Zitti, idioti! Muovetevi!” comanda Tsuki, guardandoli malissimo.
Penso faccia solo finta di essere infuriato; scommetto che sotto sotto si sta divertendo come noi. Lo so che per loro è una prova importante, però che bisogno c’è di essere sempre seri? Stare allegri è più salutare!
“Ok! Andate avanti, bei fusti, io vi copro le spalle.”
“Ma no, prima le signore” mi invita Denki, occhieggiando il mio sedere – cioè, quello di Camie, ma penso guarderebbe pure il mio.
“Pikachu! Davanti a tutti! Ora!” gli ordina Tsuki emettendo microesplosioni.
Spaventato, il biondo elettrico obbedisce di corsa. Scambio uno sguardo con Eijiro ed entrambi sogghigniamo. Anche i civili stanno ghignando. Li scortiamo al campo medico che hanno improvvisato e mi trattengo abbastanza da sentirli apprezzare il nostro operato, soprattutto perché a quanto pare sono sposati e il nostro agire ha ricordato loro i tempi in cui si corteggiavano. Ehm, credo di essermi persa qualcosa, ma non importa.
Tsuki ci conduce in una direzione momentaneamente ignorata dagli altri aspiranti eroi. Credo lo faccia apposta a non stare nella mischia, però è anche vero che va esplorato tutto il campo e noi quattro dovremmo essere sufficienti per operare in varie situazioni. Siamo silenziosi da un po’ ed io non posso fare a meno di guardare Tsuki. Ha un’espressione concentrata e sta all’erta, ma non è teso né tantomeno irritato. Ammirarlo in certe occasioni è il massimo! È troppo carino!
Improvvisamente, udiamo uno scoppio e il terreno si frammenta: stanno simulando l’attacco di un gruppo di villains, capeggiati dall’eroe Gang Orca.
“Dobbiamo correre lì, bro?” domanda Eijiro.
“No, ho sentito delle urla vicine. Preleviamo i coglioni qui intorno e poi andiamo a fare il culo ai cattivi.”

Katsuki’s POV

Stiamo facendo un’attività di gruppo con una villain e questi idioti sono pure diventati suoi amici in un tempo irrisorio. Come reagirebbero sapendo la verità? Mah... probabilmente non tanto diversamente da me. Se l’ho accettata io, figuriamoci loro. A che serve tenerci in contatto se poi non mi scrive che aveva in mente una stronzata del genere?! No, la sera solo chiacchiere inutili o addirittura surreali, come quando mi racconta le storie sui ponycorni – ibridi nati da un unicorno e un pony – che ha inventato. Sono cazzate alla My Little Pony, solo con più sangue e battaglie, cosa che ai miei occhi le rende più interessanti della serie originale. Ma non mi piacciono! Le sopporto soltanto perché lei non è capace di parlare d’altro! Per me fanno parte del programma riabilitativo del mio carattere. Cazzo, se imparo ad accettare senza fiatare tutto ciò che dice la Svampita, svilupperò una pazienza senza pari.
Non devo esagerare però, o rischio di perdonarle anche cavolate come questa, dando per buona la scusa che era una sorpresa e quindi non mi ha detto niente. Che importa se si sta comportando bene ed è un’esperienza piacevole?! Doveva avvertire! Nonostante abbia intenzione di rimproverarla, non sono arrabbiato con lei. Le farò capire che non deve farlo mai più, ma al momento intendo godermi la sua presenza. Cioè... averla vicino mi ricorda come ho giurato di interagire con le persone che salvo: devo apparire calmo e rassicurante, in modo che si fidino di me e si lascino salvare in fretta.
Il mio inusuale atteggiamento rilassato ha stupito Capelli di Merda e Faccia d’Idiota, che hanno fatto qualche commento stupido. Anzi no, i commenti di Capelli di Merda sono stupidi e innocui, quelli del Pikachu dei poveri mi fanno girare le palle! Non bastano le frecciatine dirette a me, si mette pure a fare il pervertito davanti a Labbra a Canotto. La cosa mi infastidisce tremendamente! Naturalmente lui non sa che è Toga, ma stiamo svolgendo un esame e lui è sempre distratto; se fa così adesso come si comporterebbe sapendo che lei in realtà è una ragazza più bella? E la Svampita gli dà pure corda! Non dovrei stupirmi se fra idioti si intendono... è per colpa loro se poi la gente crede che i biondi sono tutti stupidi!
Finalmente la seconda prova finisce. Mi sarebbe piaciuto affrontare i finti nemici, ma almeno adesso posso prendermela con Scintilla e sfogare tutta l’aggressività che mi ha fatto accumulare. Mi volto minaccioso verso di lui e scandisco: “Preparati a correre, coglione. Ti do cinque secondi di vantaggio.”
“Perché, Bakubro? Andiamo...” balbetta l’idiota, supplicante.
“Uno!” comincio a contare con ferocia.
Lui scappa più veloce che può. Scommetto con me stesso in quanti secondi riuscirei a prenderlo, ma prima che possa arrivare al cinque Toga mi dà un bacio sulla guancia. Rimango paralizzato per la sorpresa, ogni ostilità svanisce e intanto sento che il viso mi va a fuoco. Mi ha disinnescato!
“Ora devo proprio andare, Tsuki. Mi sono divertita un sacco, spero di rivedere presto te e i tuoi amici! Ciao ciao!”
Scuoto la testa, ancora sbigottito. Incrocio lo sguardo di Kirishima,che si affretta a esclamare un fintissimo: “Non ho visto niente” e si dilegua. La Svampita nel frattempo finisce di parlare con un professore della Shiketsu; si allontana percorrendo un corridoio e io non posso fare a meno di non distogliere lo sguardo da lei.
Mi cambio sovrappensiero e seguo le comparse davanti a un’enorme bacheca, dove ognuno spera di vedervi affisso il proprio nome. Dei cento studenti ammessi alla seconda prova, in novantuno l’hanno superata. Tra cui io, ovviamente. E la Svampita. La licenza andrà materialmente a Labbra a Canotto, ma è stata una villain a ottenerla. Il pensiero mi fa sorridere. Siamo avversari, eppure oggi abbiamo lavorato come una vera squadra e ammetto che non mi è dispiaciuto vederla andare d’accordo con i miei amici. Toga significa qualcosa per me, ne sono certo. È una persona da salvare, una villain da catturare, un particolare strumento per migliorare e sono sicuro che c’è dell’altro, altrimenti non si spiega perché cambio sempre atteggiamento nei suoi confronti e desidero parlarci e averla vicina tutto il giorno...

***


Katsuki’s POV

Ti posso chiamare, Tsuki? Ho bisogno di sentire la tua voce 🥺🙏

Ok 😒


È la prima volta che la Svampita mi fa una richiesta del genere. Accetto la chiamata, aspettandomi che dica qualcosa di stupido, invece scopro che non è allegra come sempre: Toga sta piangendo. Cerco di scacciare la preoccupazione, perché se qualcosa non va bene per lei, è possibile che vada bene per me. Sta per essere catturata, magari... anche se ci credo poco.
“Immagino che questo non abbia niente a che fare con i cavalli cornuti in miniatura che duellano con i corni laser” dico, non avendo idea di come indurla a parlare senza apparire brusco. Preferisco mille volte sorbirmi una Svampita sovreccitata che una piangente.
Lei fa una piccola risatina e continua a singhiozzare. “No... Tsuki... Magne è morta.”
Chi? Ah sì, l’unica altra donna della Lega dei coglioni, che portava gli occhiali da sole anche di notte. Ora è più difficile controllare l’inquietudine: lei è ferita? È in pericolo?
“Cosa cazzo è successo?” le domando, vigile.
“Overhaul” sibila Toga con odio. “Lui è un mafioso... Jin l’aveva portato qui per reclutarlo... ora si sente tanto in colpa, poverino...”
“Quindi non è più da voi questo Overhaul?”
“No.”
Inizio a rilassarmi sapendo che il pericolo è passato. Mi solleva anche il fatto che la Svampita non abbia più bisogno di incentivi e cominci a raccontare, tra un singhiozzo e l’altro.
“Jin aveva visto che è forte, allora ha pensato di averlo come alleato... Mister mi ha spiegato che la Yakuza un tempo era più potente, ma i quirk hanno sconvolto le cose perché poi sono nati gli eroi e ora i mafiosi sono dei perdenti. Comunque, Overhaul è invidioso del nostro successo e ha seguito Jin solo perché voleva sfruttarci per un suo piano e diventare il nuovo Boss del crimine. Tomura gli ha giustamente detto di andarsene e- e Magne allora l’ha attaccato, spiegandogli che n- noi vogliamo una vita senza catene... e poi lui l’ha solo toccata e- e all’improvviso di lei c’erano solo le gambe e sangue tutto intorno! Non riuscivo a crederci! Mister è stato il primo a reagire e ci ha rimesso un braccio... il suo quirk non si era attivato... allora Tomura ha cercato di ammazzare quel bastardo ma uno scagnozzo si è fatto disintegrare al posto suo... li tratta come se fossero pedine! E credeva che lo fossimo anche noi! Ha addirittura detto che siamo pari con le morti e che ci deve un braccio, ma ti rendi conto?! Per lui è morto uno sconosciuto, invece noi abbiamo perso la sorellona! Io volevo tanto pugnalarlo, però Tomura mi ha fermata... sembra interessato al piano di Overhaul... gli altri non so cosa pensano, ma Jin si sente tanto responsabile e ho deciso di non piangere davanti a lui... e tu sei il mio miglior amico e avevo davvero tanto bisogno di sfogarmi e ascoltarti.”
Stare dietro alla Svampita è complicato, soprattutto quando è sconvolta, ma mi ci sto abituando. Ciò che ha raccontato non mi è piaciuto per niente. A quanto pare c’è in giro un nuovo coglione, per di più mafioso, che si è messo in testa di scalare la gerarchia criminale, e ha un quirk abbastanza potente per riuscirci. Però questo qui è spuntato fuori solo dopo che All Might ha perso i poteri. Mi sa tanto di bastardo codardo e opportunista. Devo riconoscere alla Lega che hanno sempre avuto le palle di sfidare il numero uno, perché contrasta l’idea di società perfetta che hanno nelle loro menti deviate; non si sono fatti avanti solo quando erano sicuri di vincere, vogliono lottare per i loro ideali a qualsiasi costo. In quanto a questo hanno il mio rispetto, anche se non approvo assolutamente come stanno portando avanti la campagna per ottenere ciò che vogliono: è terrorismo, fanno più male che bene, svalutano con le loro azioni qualsiasi pensiero positivo ci sia nel loro movimento... sempre che non lo usino come scusa per fare il cazzo che gli pare.
Comunque, Toga ha ragione su Overhaul: è un perdente. Non che possa fidarmi al cento per cento di ciò che racconta lei, perché spesso abbiamo opinioni diverse sulle cose – mi ha definito di nuovo il suo migliore amico, cazzo! –, ma stavolta ha validissimi motivi per odiare e voler uccidere una persona.
Il fatto che il coglione con le mani intenda assecondare questo tizio è preoccupante. Quali sono le vere intenzioni di Shigaraki? Spero voglia fottere Overhaul in qualche maniera, da come lo descrive la Svampita non mi pare il tipo che accetta di cedere il comando. Tuttavia, anche se forse Shigaraki è il male minore, è comunque un male, ha già fatto parecchie stronzate abbastanza gravi – deve ancora pagarla cara per il mio rapimento! –, dunque non ce la faccio proprio ad augurarmi che vinca lui piuttosto che l’altro bastardo.
Metto da parte le riflessioni sul nuovo villain e provo a rincuorare Toga a modo mio.

Himiko’s POV

“Ok, ascoltami. Presto cominceranno i tirocini, potrò fare le ronde, magari lavorare a qualche caso...”
“Potremo vederci?” lo interrompo. Il pensiero mi restituisce un po’ di gioia.
“Forse. Voi non avete chiuso i conti con Overhaul, giusto?”
“Certo che no! Dobbiamo vendicare la sorellona!”
“Uccidendolo?”
“Sì” rispondo meno sicura. Mi sa tanto di domanda a trabocchetto...
“Svampita, l’ho capito che non hai fiducia nelle istituzioni e negli adulti sani di mente, però ti sei mai chiesta perché esistono le prigioni?”
“No, Tsuki, ma che c’entra? Servono a chiuderci dentro chi crea problemi, no?”
“Sarebbe riduttivo. Sono una punizione che dura in base alla gravità del reato commesso.”
“Vi insegnano queste cose alla Yuei?”
“Sì, ma ho un cervello e quindi rifletto su ciò che imparo.”
“Vuoi dire... che per te è giusto questo sistema?”
“Esatto. Vuoi sapere perché?”
Annuisco, poi mi ricordo che Tsuki non può vedermi e gli rispondo di sì. Non so perché mi stia spiegando queste cose, forse perché lui ci crede davvero e pensa che farmele conoscere mi aiuti ad alleviare il dolore per la morte di Magne. Non ne sono convinta, ma apprezzo moltissimo il suo intento.
“Perché se tutti si volessero vendicare per ogni torto subito si creerebbe un casino infinito. Tutti pretenderebbero di avere ragione e la giustizia sarebbe diversa per ogni testa di cazzo. Per evitare ciò sono nate le leggi, la polizia, i giudici, eccetera. C’è bisogno di gente imparziale che si occupa di punire chi danneggia la società e i suoi componenti. Nel tuo caso, può darsi che qualcuno tenga a quello stronzo e decida di perseguitare te e compagni se lo ammazzi. E ti è capitato di uccidere alcune persone... hai paura di parenti o amici che vogliono vendicarsi? Hanno ragione a volere vendetta, ma si deve attuare attraverso la giustizia, altrimenti sbagliano tutti, perché è impossibile non tollerare un reato, come l’omicidio, e punirlo commettendolo. Non ha senso, è ipocrita.”
“Tsuki... e le emozioni? I sentimenti?” È l’unica obiezione che riesco a muovere contro il suo ragionamento logico ma freddo.
“Qualche volta sono una scusa... oppure non fanno ragionare lucidamente per qualche attimo, come quando mi ritenevo responsabile del ritiro di All Might. La gente si convince che far soffrire chi ha causato loro sofferenza servirà a sentirsi meglio, ma è una cazzata. Il manuale dice che solo il tempo può aiutare a superare certi dolori. Svampita, se riesco a indagare su di lui, vendicherò la tua amica assicurandomi che quel bastardo non veda mai più la luce del sole. Capito? Ma tu non devi uccidere nessuno, nemmeno i tuoi compagni devono farlo...”
È passato alle chiacchiere da eroe. Però è dolce, vuole aiutarmi a vendicare la sorellona a modo suo. Spero tanto che Tomura decida di affrontare la Yakuza: sarebbe stupendo allearsi con Tsuki contro Overhaul!
Sono più serena rispetto a prima... riesco a pensare a Magne senza scoppiare in lacrime, anche se mi sento ancora molto triste per la sua perdita. Riflettendoci, Tsuki, o meglio il suo manuale della Yuei, non ha tutti i torti. Saranno cose dette centinaia di volte in film, libri, eccetera, ma forse è vero che assassinare brutalmente qualcuno, come pensavo di fare con Overhaul, non serve a niente. Uno desidera farlo perché è insopportabile il pensiero che chi ha ucciso una persona cara possa continuare a vivere bellamente, mentre il nostro caro è morto e non potrà più stare con noi e fare ciò che amava e noi ci disperiamo per questo e piangiamo.
Overhaul deve ancora pagarla, assolutamente, ma magari non con la morte. Sono sicura che ci inventeremo qualcosa per lui, in fondo Tomura è bravo a fare i piani. Però questo lo facciamo per noi credo... per sentirci meglio, ma la sorellona starebbe meglio? Un poco sì, immagino. Tuttavia, per farla davvero contenta credo che dovremmo continuare a combattere portando avanti anche i suoi ideali, e quindi creare una società dove ognuno può essere del sesso che gli pare senza essere giudicato. Dopo lo dico agli altri, magari questo pensiero li conforterà.
Senza Tsuki non l’avrei capito; sapevo che chiamarlo era la cosa giusta da fare. Mi piacerebbe tanto che adesso mi abbracciasse e consolasse con le coccole! Mi manca un casino poterlo toccare! Sono costretta ad accontentarmi delle sue parole e la prima cosa che mi ha detto è che potremmo rivederci ed è stato tenerissimo e buonissimo e...
“Svampita?”
E mi sono persa nei miei pensieri. Ridacchio. Mi è venuto in mente un unico modo per ringraziare il mio riccetto esplosivo e lo annuncio subito: “Ti sei meritato un ruolo tra i ponycorni! Ti chiamerai Esplosino e sarai un ponycorno biondo con un corno lanciagranate!”
Scoppio a ridere e sento che anche lui sta ridendo: è il suono più bello del mondo! Chissà se anche Tsuki è fiero quanto me dei progressi che ha fatto nell’essere un ottimo amico. Mi piacerebbe potergli dire quanto affetto provo quando penso a lui, però non riesco a trovare le parole adatte, allora mi limito a sorridere e dico: “Ti devo una storia.”
“Se proprio vuoi fare qualcosa per me costituisciti. E... mi spiace per la tua amica.”
“Grazie, Tsuki... Va meglio.”
Lo percepisco che gli fa piacere, anche se non lo dice. Mi va benissimo così: Tsuki voleva ammorbidirsi e lo sta facendo, ma non può cambiare radicalmente e diventare un ragazzo aperto, altrimenti non sarebbe più Tsuki e probabilmente io non mi sentirei più bene con lui. È giusto perfezionarsi, è sbagliato cercare di essere ciò che non si è; rende infelici, per colpa dei miei genitori l’ho sperimentato. Io e Tsuki abbiamo capito come siamo e abbiamo trovato dei compromessi per andare d’accordo. È una delle cose più belle che mi siano mai capitate!
“Beh... saremo entrambi molto impegnati, non ci risentiremo presto.”
Rido per il suo disagio nel chiudere la conversazione.
“Già, mi mancherai. Buonanotte, Esplosino.”
Un grugnito, poi riattacca. Stringo forte un peluche e penso a Magne e a Tsuki finché mi addormento.

***


Himiko’s POV

Comincia tu 😁


No stronza, tu!

No~ 🙃
Sai perché?
Perché vanno raccontate prima le cose tristi o noiose
E tu non hai affrontato Overhaul
Quindi qualsiasi cosa hai fatto è sicuramente più noiosa di ciò che ho fatto io
🤗🤭


Che ragionamento del cazzo 🙄
Va bene... 😒
Best Jeanist si è ritirato momentaneamente, per colpa di Patata lessa
Non scende sul campo e non si mostra in pubblico, ma dirige la sua agenzia da casa
E quando mi ha proposto di rifare il tirocinio con lui ho accettato
Per capire se sono davvero migliorato
O se tu sei una character coach inutile
🖕

Preferisco personal trainer
Personal = esclusivamente di Tsuki~
😘💖
Sei migliorato, vero? 😏😁



Ha detto che mi aveva trovato subito diverso, ha avuto conferma dopo avermi visto agire durante le ronde
Mi è capitato di aiutare dei coglioni dopo un incidente stradale
E di salvarne qualche altro da un incendio
Ho anche seguito gli spostamenti di un tipo sospetto, ma poi si è rivelato innocente
Tutto qui, per il resto ho solo camminato in giro per la città

E firmato qualche autografo? 😊


Qualche marmocchietto me l’ha chiesto

Ho visto un paio di foto 😂
Tu sai come sta Eri?


La ragazzina sta bene, Aizawa-sensei si occuperà di lei

Io e Jin abbiamo provato a prenderla, ma eravamo in svantaggio 😞


Capelli di Merda mi ha raccontato qualcosa, ho ascoltato anche Faccia Tonda e Merdeku che ne parlavano con gli altri
Ma con te capirò meglio cos’è successo
Almeno sarà chiaro che ci facevate voi lì

Oky~


Tsuki non può saperlo, ma non faccio che muovermi e cambiare posizione tra un messaggio e l’altro. Sono troppo eccitata!
In questi giorni ho provato a scrivere la storia di Esplosino, il ponycorno lanciagranate. È la nuova guardia del corpo di Stabby, la regina dei ponycorni – che sarei io. Ed era tutto normale: Esplosino scortava la regina per Ponyville, si recava con lei alle sedute del consiglio Corno Aureo e combatteva contro i nemici della città vicina, Uni Town. Però c’era qualcosa che non andava... Esplosino e Stabby stavano così tanto tempo insieme, era impossibile che non diventassero super amici e sarebbe stata una bella svolta farli innamorare. Mi è piaciuto molto scrivere quella parte, ne ero davvero entusiasta, però non capivo perché mi emozionasse tanto. Certo, le storie dei ponycorni mi coinvolgono sempre, ma quella mi affascinava particolarmente.
È stato grazie a mr. Compress* che ho capito perché la storia mi esaltava: io sono innamorata di Tsuki! A ripensarci è abbastanza ovvio, ma prima non l’avevo proprio capito! Eppure è da tempo che con Tsuki, e per Tsuki, provo sentimenti mai provati prima. Ho sperimentato tante emozioni, specialmente negli ultimi mesi, e ciò che sento per lui è unico.
Ma non glielo posso ancora dire: è così poco romantico rivelare una cosa tanto importante per telefono. No, no, glielo devo dire di persona, quando poi potrò abbracciarlo! Intanto mantenere questo segreto con lui mi elettrizza! Me lo fa sembrare più carino il fatto che lui mi scriva senza sospettare che io lo amo!
Ai ragazzi l’ho annunciato subito invece. Tomura ha detto di usarlo come spia inconsapevole e riprovare ad attirarlo dalla nostra parte, poi se n’è disinteressato. Anche gli altri erano poco interessati, a parte Jin. Lui è il mio migliore amico! Mi spiace che siano tutti single, o almeno che non abbiano un interesse amoroso. Sarebbero certamente più felici! Voglio che condividano la mia gioia! Magari riesco a trovar loro qualche ragazza – o ragazzo, non sono sicurissima sui loro gusti – su un sito di incontri online. Comincerò con Jin!

Katsuki’s POV

Allora, Tomura era interessato al composto antiquirk piuttosto che al piano di Overhaul
Che a proposito è un enorme ipocrita!
😕😤
Usa un casino il suo quirk ma dice che fanno male alla società!
Mah...
😐
Comunque, Tomura ha chiesto a me e Jin di far parte della Yakuza e sembrava in buona fede
La cosa ci è tornata utile, perché c’era un tizio capace di far rispondere sinceramente alle sue domande e naturalmente ci ha chiesto se Tomura intendeva tradirli e noi abbiamo risposto di no
In effetti abbiamo provato a dargli una chance, ma non ci sono piaciuti per niente
😠🔪👿
Hanno confermato la prima impressione, cioè che erano una semplice banda di criminali, solo più forte delle altre Non come noi della Lega

Quale sarebbe la differenza tra voi e loro?


Beh, noi non lasciamo indietro i nostri compagni e non li vogliamo morti
Siamo una famiglia di amici!
😃😄❤

Sarà... continua


Beh, durante l’attacco degli eroi io e Jin abbiamo fatto la nostra parte
Sai che ho pugnalato l’eroe nero e il tuo Sensei senza ucciderli?
😁🔪😊

Sì, ma avrei preferito se non li pugnalassi affatto!


Anch’io, non erano carini, ma dovevo aiutare la Yakuza
Dopo però ho aiutato gli eroi, perché Mimic ha rischiato di ferire Jin durante gli attacchi
Tomura aveva detto che si fidava di noi e noi abbiamo giudicato dei perdenti i mafiosi
💀☠😈
Ci stavamo impegnando tanto e loro continuavano a non rispettarci! 😤😠👿
Così abbiamo deconcentrato Mimic, facendolo scoprire dal tuo Sensei, e ce la siamo svignata 🤭
In superficie ho anche indicato a Ochaco dov’erano i nemici 😊
Poi abbiamo visto lo scontro fra Deku e Overhaul, è stato fantastico!😆
Ma non abbiamo avuto l’occasione di prendere Eri, così ho chiamato Mister, e lui e gli altri sono andati a punire Overhaul 😄🔪 😈
E questo è tutto 🤗

Potresti fare da contatto con la malavita


Contatto? Di che parli?
🤨

Hai presente quei film dove il protagonista poliziotto ha amici delinquenti che gli passano le informazioni?


Ah sì!
Se si tratta di incastrare persone come Overhaul non è un problema
😁

HAI SCRITTO CHE SIAMO AMICI
😆😆😆

No Svampita!!!
Ti stavo facendo un esempio!!!


Non sono la tua amica delinquente?
🥺

Vaffanculo 🖕



Cazzo, la considero la mia amica delinquente!
Beh, in fondo credo sia naturale valutare favorevolmente la persona che mi conosce meglio di chiunque altro, e che a mia volta conosco meglio di chiunque altro. Quando ci faccio mente locale è stranissimo, eppure mi appare sempre più normale... forse perché, nonostante dovremmo essere nemici, abbiamo un’influenza positiva l’uno sull’altra. È una cosa che mi dispiacerebbe molto perdere...
Scambiare chiacchiere con Toga la sera era diventata un’abitudine piacevole, mi è mancato farlo durante il tirocinio e adesso che abbiamo ripreso sono sollevato. È incomprensibile quanto mi faccia sentire bene raccontarle cosa accade nella mia vita e leggere i suoi scleri. Soprattutto leggere i suoi scleri, io solitamente le mando pochi messaggi, lei invece spamma di tutto: selfie, foto dei suoi amici, storie sui mini equini cornuti e diabetici, video di gattini, un sacco di chiacchiere insensate che mi intrattengono e che mi spingono a replicare divertito o innervosito, a seconda dei casi.
Oggi la Svampita mi sembra più euforica del solito. Sarà stata la vittoria contro Overhaul? Non vorrei si sia ubriacata per festeggiare. Ma no, un paio di quei coglioni della Lega sono responsabili, a quanto mi racconta, non glielo avrebbero permesso. Toga è quasi sempre vivace e di buonumore, a piccole dosi rallegra, come se fosse lei un alcolico – ad alte può risultare snervante. Peccato che tutta la sua energia e buona volontà siano indirizzate verso una cattiva strada...
Prima lo consideravo un dovere da eroe, catturarla e contemporaneamente salvarla, ma ora voglio farlo perché altrimenti sarei un amico del cazzo. Sì, ok, lo ammetto: io e la Svampita siamo amici! E lei si è sempre comportata di conseguenza: mi incoraggia e supporta qualsiasi sia il mio obiettivo, cerca di darmi buoni consigli, è comprensiva e disponibile... inoltre, agli occhi di Toga sono buono, un vero eroe. Beh, voglio meritarmi questo titolo, guadagnarmelo con azioni concrete, in modo che un giorno sarò davvero l’idea di eroe che si è fatta di me. Ciò mi sprona tantissimo a migliorare e a trovare un modo per aiutarla.
Certo, una volta l’ho confortata e grazie al cielo mi ha ascoltato sul non uccidere più nessuno, ma non è abbastanza. Continuerò a darle piccoli spunti sul pensiero di cambiare vita e abbandonare il crimine, o almeno usare le sue conoscenze a vantaggio degli eroi finché si trova in mezzo ai delinquenti. Devo far leva su ogni cosa pur di farle cambiare idea spontaneamente, così quando la sbatterò in prigione ne potrà uscire più rapidamente
Tra poco ci sarà il festival culturale. Non so ancora che faremo, però intendo mandare alla Svampita qualche video che le comparse sicuramente registreranno e le farò pesare che per colpa sua e dei suoi amici non sono ammessi visitatori, quindi lei non si è potuta intrufolare per guardare me o le sue patetiche cotte... e poi mi fa piacere mandarle io ogni tanto qualcosa di divertente...



***Angolo Autrice***
*È stato grazie a mr. Compress: si tratta di una scena di una storia che si è interrotta momentaneamente (Metamorfosi).
Spero abbiate apprezzato che il capitolo sia più lungo del previsto XD
La seconda parte è ambientata nel periodo in cui la League of Villains combatte contro Gigantomachia, ma la scena non segue per niente il canon, quindi niente spoiler per chi non segue il manga. Deriva da una role fatta con AnnyWolf99 circa un anno fa, quindi alcune idee che più avanti riguarderanno Katsuki sono sue.
Alla prossima!

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Capitolo 12
*** Rapita (Himiko) ***


Capisco che qualcosa non va ancor prima di aprire gli occhi. Ho sete, una leggera nausea e mal di testa, senza che ricordi la causa di questi sintomi. Desidero tornare a dormire, non mi sento abbastanza lucida per riuscire a venire a capo della situazione; tuttavia, quando cerco di girarmi per trovare una posizione più comoda nel letto, scopro che non posso... perché non sono a letto! Anche se il mio corpo lo aveva percepito da subito, mi rendo conto solo adesso che sono seduta su una qualche sedia. E non riesco a muovermi liberamente, braccia e gambe sembrano legate. Che stia sperimentando la mia prima sbronza? Non ricordo proprio...
Mi costringo ad aprire gli occhi dopo aver sbattuto le palpebre una decina di volte e alzo la testa con un po’ di fatica. Mi trovo di fronte a uno specchio da toeletta rotondo ben illuminato; sotto di esso c’è un tavolino su cui sono sparsi vari cosmetici, una spazzola, un paio di profumi e degli orecchini rossi. Non li ho mai visti prima, ne sono sicura. Poi guardo il mio riflesso. Lo stupore che provo spazza via parte della stanchezza: è truccato con maestria! Sono truccata con maestria! Nella Lega mi sono esercitata spesso coi trucchi, avendo un sacco di tempo libero da occupare, ma non avevo mai raggiunto un tale stato di perfezione che esalta al meglio la mia bellezza.
Sento le mie guance imporporarsi mentre pondero che sono decisamente pugnalabile, più di quanto avessi mai immaginato!
Il trucco mi ha distratta tanto che noto solo dopo qualche secondo che non indosso la solita uniforme scolastica, bensì un elegante vestito rosso smanicato, abbastanza corto e un po’ aderente. I capelli sono liberi dalle solite crocchie, ma sono spettinati.
Distolgo lo sguardo dal mio riflesso, ancora piacevolmente meravigliata, e mi guardo le gambe. Dalle cosce alle caviglie sono strette da uno spesso strato di nastro adesivo. Ai piedi calzo scarpe col tacco rosse. Mi volto per guardare dietro lo schienale della sedia e riesco a scorgere appena la corda che mi tiene uniti i polsi.
“Ragazzi?” chiamo, dubbiosa e molto confusa. “Che razza di scherzo sarebbe?”
“Ah, sei sveglia!” esclama soddisfatta una voce maschile.
Siccome l’uomo misterioso si trova dietro di me, lo osservo dallo specchio. Si tratta di un tizio sulla cinquantina che non ho mai visto prima, mi sarei ricordata lineamenti del viso così poco gradevoli. Lo sconosciuto ha capelli grigi pettinati all’indietro, occhi scuri, naso e bocca grandi, denti ingialliti dal fumo e un pizzetto sale e pepe. Indossa uno smoking. Non mi piace per niente! Il modo in cui mi sta fissando è disgustoso e odio il suo sorriso compiaciuto!
“Non toccarmi!” urlo appena lui osa posarmi una mano sulla spalla.
Ringhio al suono della sua risata, tremante di rabbia, avendo ormai compreso che con molta probabilità è stato questo tipo odioso a spogliarmi e truccarmi. Gli pianterei con gran piacere il coltello in un occhio e... un attimo, ora ricordo! Ero uscita a far compere con l’aspetto di una ragazza bionda e minuta come me, avevo acquistato un cappotto carinissimo per affrontare il freddo invernale e stavo tornando al covo, quando qualcuno mi ha premuto un fazzoletto contro il viso e contemporaneamente mi ha stretto la vita, trascinandomi in un vicolo deserto. Colta di sorpresa, non ho reagito in tempo e ho iniziato a ribellarmi quando ormai il narcotico cominciava a fare effetto.
La speranza che si tratti di uno scherzo ideato dai miei amici sparisce del tutto. È la prima volta che vengo rapita, ma non sono spaventata. Dopotutto sono un’abile accoltellatrice, devo solo cogliere l’occasione giusta per liberarmi e far soffrire il bastardo che mi ha sequestrata. Un ghigno malefico si dipinge sul mio volto al pensiero delle sofferenze che gli infliggerò.
Il rapitore non si lascia impressionare: “È la prima volta che una ragazza sorride spontaneamente. Direi che è arrivato il momento di presentarci. Io sono Oaka Hajime. Tu? E quanti anni hai?”
“Toga Himiko e ho diciassette anni. Perché mi trovo qui? Non sai che è reato rapire le ragazze?”
“Certo che lo so, Himiko. A proposito, bel nome. Il mio ti piace?”
“Per me ti chiami maniaco pervertito e mi fai schifo! Se mi liberi subito ti sgozzerò velocemente!”
Hajime ride divertito. Mi confessa di aver già rapito sette ragazze, in questi anni, ma io sono la prima che invece di piagnucolare, offrirgli soldi o farsi importante usando il nome di famiglia lo minaccia di morte.
“Lo trovi buffo, pedofilo che non sei altro?!” urlo furente, poiché nonostante i miei numerosi contorcimenti non riesco ad allentare la stretta di corde e nastro adesivo.
“Suvvia, rilassati. Trascorreremo una piacevole serata insieme. Fatti pettinare i capelli, avremo il dopocena per essere disordinati.”
Che cazzo significa?! Lui approfitta del mio raggelamento: afferrata la spazzola, mi pettina i capelli, facendomi la cortesia di non farmi male mentre districa i nodi. Intanto racconta: “Ho in mente un bellissimo programma per stanotte. Appena ti metto gli orecchini ti porto di là. Vedi la luce? Sono le candele a farla. Molto romantiche, no? E sarai deliziata dalla cenetta che sto preparando. Spero che tu non sia vegetariana, altrimenti ti perderesti una vera leccornia! Mangeremo a sazietà. Poi puoi scegliere cosa fare prima che ci spostiamo in camera da letto. Lì ci sono candele profumate e un sacco di petali. Fra poco metto anche musica romantica e si creerà un’atmosfera da sogno, garantito! Sono un perfezionista io, sia mai che scontenti una donna.”
Sospiro esasperata. La gente, Dabi in particolar modo, mi ripete spesso che sono pazza, ma questo tizio è molto più malato di me! Insomma, se ha tanti soldi da sprecare poteva ingaggiare una prostituta invece di tentare di far piacere a una ragazza rapita. È molto meno illegale! A meno che il maniaco pervertito non goda nell’infliggere dolore e/o uccida le donne con cui passa la notte. Io sarò anche sadica, psicopatica, eccetera, però non approvo assolutamente il comportamento del rapitore seriale. Ne sono indignata piuttosto! In parte perché ha rapito me, o meglio la ragazza che stavo malauguratamente impersonando nel pomeriggio, in parte perché il tizio non conosce il nome né altro di quella giovane. Che razza di stalker sarebbe?! L’idea di organizzare un appuntamento forzato con Katsuki mi entusiasma, perché lo amo! Non preleverei mica una persona a caso per qualcosa di tanto importante e romantico. Ecco cosa non accetto di Hajime: segue impulsi estranei all’amore e ha la faccia tosta di farsi passare per un perduto innamorato. Mi fa vomitare!
“Che ti prende Himiko? Perché ti sei fatta così silenziosa? Guarda come sei bella!”
Devo ammettere che il maniaco ci sa fare. Forse è un estetista o qualcosa del genere. Hajime mi mette gli orecchini e trascina la sedia nella stanza vicina, di fronte a un tavolo rotondo apparecchiato per due. Ha pure la sfrontatezza di carezzarmi la guancia con un dito mentre mi annuncia che si assenterà un attimo per controllare la cottura del pollo. Io rabbrividisco al pensiero di come ha potuto toccarmi mentre ero priva di sensi e decido di anticipare la sua punizione mordendogli con forza la mano. Lui lancia un urlo soddisfacente, ma poi mi colpisce alla tempia per farmi mollare la presa. Si esamina la mano destra, incattivito, e mi tira i capelli con la sinistra. Io continuo lo stesso a ridacchiare, senza però leccare il sangue che mi è rimasto sulle labbra. Non ho alcun desiderio di essere come lui, che schifo!
“Stupida troietta, guarda che hai fatto!! Io ci metto ore per preparare tutto e tu mi ringrazi così?!”
“Fufufu, è ancora niente, maniaco pervertito.”
“Ti sembra divertente la tua bravata, eh?! Sappi che a me non è piaciuta per niente! Tu stasera sei la mia bambola, capito?! Devi fare ciò che ti dico io!” urla Hajime, sottolineando ogni affermazione con una tirata di capelli.
Per la prima volta provo paura, non semplice e legittima preoccupazione. Non avevo previsto che il maniaco pervertito si infuriasse tanto all’improvviso, deve avere problemi mentali molto più seri di quanto avessi immaginato. Uhm, mi pare di aver già sentito questa frase riferita a me... ma Tsuki stava scherzando, con lui invece è la verità! Per rabbonirlo mi lascio sfuggire qualche gemito di dolore e lo guardo con la miglior espressione da cucciolo bastonato che riesco a fare.
“Sei pentita, Himiko?”
“Sì, maniaco, tanto. Non voglio che mi fai male.”
“Tu fa’ la brava e non ricapiterà. Certo che sei davvero bellissima... chiamami pure come ti pare, a patto che facciamo pace con un bacio...”
“Che? No!”
Hajime non mi presta ascolto e poggia la mano sinistra sulla mia spalla, per poi avvicinare la testa alla mia. Io mi faccio più indietro che posso, fissando con desiderio il coltello sulla tovaglia, purtroppo irraggiungibile. Chiudo gli occhi e serro le labbra, disgustata dal contatto che sta per sopraggiungere.
“Ehi tu, porco, levale le mani di dosso!!”

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Capitolo 13
*** La cavalleria, eh? (Katsuki) ***


Calcio una lattina, scocciato. Durante le ronde di queste giornate non ho avvistato nemmeno un criminale, ho solo aiutato un marmocchio incapace di recuperare un gatto salito su un albero, una befana che aveva perso il portafoglio, un imbecille che aveva parcheggiato in doppia fila, degli stranieri in cerca di informazioni. Insomma, sono frustrato per la mancanza di scontri!
Sto per scendere dalle scale antincendio dalle quali ho osservato alcuni vicoli purtroppo privi di teppisti o ladruncoli, quando vedo finalmente qualcosa di sospetto. Credo proprio non si tratti di un falso allarme: un uomo di mezza età sta trascinando una ragazzina bionda verso la sua auto. La biondina si affloscia tra le braccia del tizio, che la distende sui sedili posteriori con premura prima di salire al posto di guida.
Finalmente, cazzo! Non ci sarebbe gusto a intervenire immediatamente, però. Meglio seguire la comparsa, che magari ha dei complici e quindi degli avversari che sicuramente si riveleranno mezze calzette, ma almeno mi consentiranno di sfogarmi con qualche esplosione e mandarli in ospedale.
Per fortuna l’auto del rapitore si ferma dopo pochi isolati, quindi non fatico molto per non perderla di vista.
L’uomo smonta dall’auto, apre lo sportello posteriore e si blocca. Quando estrae la ragazza capisco il motivo: è la Svampita! Provo un certo senso di vendetta appagata vedendo che una mia rapitrice è stata rapita: non mi si era mai presentata l’occasione di vendicarmi di Toga per il mio rapimento, pertanto sono felice di essere presente al suo. Soprattutto, posso assicurarmi che quel tizio non le faccia niente... Toga è una mia responsabilità, deve pagarla ma deve uscirne incolume.
Aspetto qualche secondo prima di entrare nel palazzo abbandonato in cui si è introdotto il rapitore. Per quanto odii in genere le missioni stealth, non posso rischiare di farmi scappare i nemici urlando loro di farsi avanti, in quanto conosco poco il posto. Il primo piano risulta libero, come anche il secondo; comincio ad innervosirsi. Dal terzo giunge una flebile luce e si sente una voce maschile parlare sommessamente. Fa complimenti alla biondina, che si è tolta cappotto e uniforme e si sta infilando un vestito rosso, con gli occhi chiusi. Il quirk del tizio deve c’entrare con il sonnambulismo, penso arrossendo mentre distolgo lo sguardo dalla Svampita seminuda. Quanto mi fa incazzare che quella comparsa la fissa intensamente! Non ha alcun diritto di guardare!!
A questo punto escludo che si tratti di un rapimento con scopo di ricatto. È altrettanto ovvio che, a parte noi tre, il palazzo è vuoto. Li sento spostarsi, pertanto rialzo la testa, sollevato che la biondina sia coperta, anche se considerazioni scomode, tipo che in abito da sera è uno schianto, fanno lo stesso capolino tra i miei pensieri. Beh, sono etero e lei è bellissima, sarebbe strano diversamente, no? Cazzo, quella troia mi fa sempre sentire un imbecille!
Avanzo lentamente finché non riesco ad avere una chiara visione di cosa succede. L’uomo ha fatto sedere la Svampita a una sedia e si sta apprestando a immobilizzarla, senza smettere di monologare. Meglio per me, così sarà già impacchettata per il mio interrogatorio. Già, le chiederò dove sono il resto dei coglioni suoi amici e li consegnerò alla polizia: glielo avevo detto che la prossima volta che ci saremmo rivisti l’avrei sbattuta in prigione.
Il rapitore finisce di legarle i polsi e si concentra sul tavolino, valutando che trucchi usare. Mi accingo a colpire la comparsa appena si allontana da Toga, ma quando vedo il riflesso di lei allo specchio mi fermo: da addormentata, tra l’altro a causa di un narcotico, la biondina non appare allegra né serena come lo è sempre, ha un’espressione piuttosto inquieta sul viso. Di colpo non trovo più divertente che sia stata rapita e detesto il bastardo che l’ha privata, anche se temporaneamente, della sua spensieratezza.
Maledizione, ho perso l’occasione per colpire! Indietreggio per non farmi scorgere da nessuno dei due, profondamente irritato con me stesso. Che cazzo mi è preso?! Io devo sconfiggere e catturare ogni criminale al fine di diventare il numero uno, non hanno importanza il sesso, l’età, lo status sociale, l’etnia, il fatto che Toga è indifesa, parecchio attraente, confusa e adesso sta minacciando di morte il suo rapitore. Sorrido per il caratterino della biondina.
Attendo che mi si presenti un’altra opportunità. Intanto osservo il tizio pettinare la Svampita e lo sento esporre il programma della serata. È convinto che nulla andrà storto, il coglione. Ecco che porta la sedia nella stanza che funge da soggiorno e... come cazzo ha osato colpirla, quel bastardo?!?
Mi costringo ad aspettare solo un altro momento, il tizio sta per lasciarla sola, ma se sono riuscito a dominarmi finora, digrignando i denti e stringendo i pugni, non posso proprio trattenermi nell’osservare la biondina attendere schifata il bacio del maniaco. È una punizione eccessiva persino per lei, perciò sbotto senza pensarci due volte: “Ehi tu, porco, levale le mani di dosso!!”
Entrambi i villains sobbalzano e si voltano verso di me.
“Tsuki” mormora meravigliata Toga.
Lo stronzo sembra altrettanto sorpreso, ma è molto meno felice che sia arrivato un eroe a guastargli i piani. Prima che abbia il tempo di reagire, è sopraffatto da una piccola esplosione che lo scaglia contro il muro. L’esplosione fa cadere di lato la sedia a cui è legata la bionda, che lancia un urletto.
“Tra poco faremo i conti” le intimo.
Lei mi fissa imbronciata. La ignoro per ora. Strattono il bavero della giacca del maniaco, tirandolo in piedi, e lo inchiodo al muro. La mia presa gli immobilizza il braccio sinistro, il destro invece è parzialmente libero e il tizio lo solleva con uno sforzo disperato e mi tocca la testa, per poi darmi uno spintone.

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Capitolo 14
*** La pugnalata (Himiko) ***


Appena Tsuki smette di fissarmi per dedicarsi al rapitore seriale, io mi do da fare per liberarmi. Se riesco a strisciare magari posso disfarmi almeno della sedia, per poi avanzare fino al tavolo e raggiungere il coltello poggiato sopra. Purtroppo, questi stupidissimi tacchi rendono l’impresa impossibile! Continuano a scivolare sul bordo della sedia e non mi permettono l’appoggio necessario per la spinta liberatrice.
Impegnata con i tentativi di fuga, presto poca attenzione ai due maschietti, tuttavia noto lo spegnersi improvviso delle ingiurie rivolte da Tsuki al maniaco. Mi volto verso di loro e accolgo con sgomento la vista di Tsuki che crolla in ginocchio dopo una semplice spinta del pervertito. Come diamine ha fatto a sconfiggerlo in una manciata di secondi?! Raddoppio i miei sforzi per liberarmi, invano.
“Forse la serata non è ancora rovinata. Temo che prima di proseguire però tu dovrai fare qualcosa per me, Himiko cara. Lo farai un favore al tuo Hajime, vero?”
Il maniaco pervertito si è rivelato più pericoloso del previsto e mandarlo al diavolo non è più un’opzione, per quanto desideri farlo. Di norma adoro stuzzicare la gente, ma o si tratta di amici, quindi li conosco abbastanza da sapere fin quanto osare, o mi trovo io, letteralmente, col coltello dalla parte del manico, e dunque posso permettermi di comportarmi come mi pare.
“Cosa vuoi che faccia?”
Il rapitore dice che ha capito chi sono; non ci era arrivato prima perché il mio nome e la mia immagine non sono di dominio pubblico, in quanto sono una minorenne, però lui ha sentito parlare del quirk trasformazione, e mi ha collegata alla League of Villains! Sostiene che per uscire da questo pasticcio deve semplicemente liberarsi di un testimone maleducato...
Hajime mi tocca un braccio, attivando il proprio quirk per impedirmi di aggredirlo, mentre taglia con un coltello da cucina prima la corda e poi il nastro adesivo.
“C- che quirk hai?” balbetto, shockata dal non riuscire a muovere un muscolo. Avverto una sgradevolissima presenza estranea nella testa che intima al mio corpo di restare immobile.
“Oh, quando tocco qualcuno posso influenzare la sua mente. Ciò mi consente di obbligare le persone a fare ciò che voglio, anche se un ordine alla volta; posso anche imprigionare qualcuno in un sogno o in un incubo. Fantastico, vero? Ovviamente più la suggestione va contro la natura di una persona, più mi devo sforzare. E c’è un limite di tempo. Ho impiegato quasi tutte le mie energie per essere sicuro che il guastafeste se ne stesse buono, ma me ne restano abbastanza per ordinarti di ammazzarlo.”
Mi imprime questo comando stringendomi affettuosamente il mento. Aggiunge che non può fermarsi a osservare la scena: è consapevole che una volta terminato l’incarico lo attaccherei, pertanto è costretto a ritirarsi al quarto piano per preparare una contromisura.
Appena se ne va, divento come un’ospite del mio stesso corpo, un burattino con fili invisibili che si alza, afferra il coltello lasciatomi dal maniaco pervertito e si dirige verso il ragazzo inginocchiato. Naturalmente mi oppongo con tutta la mia volontà durante il breve tragitto. È vero, uccidere non va contro la mia natura, ma essere obbligata a farlo sì. Io amo la libertà forse ancora più del sangue! Nessuno mi dice chi uccidere, quando e come farlo. Decido tutto io e lo faccio per puro piacere. O almeno, lo facevo prima che promettessi a Tsuki di non uccidere più... Non faccio da sicaria per Tomura, figuriamoci se lo faccio per uno schifoso maniaco pervertito!
Grugnendo per lo sforzo, riesco a impormi sul braccio sinistro. Solo su quello però... e già mi sto inginocchiando per pugnalare Katsuki dritto al cuore. Non voglio! Amo Tsuki! Più di Ochaco e Stain e Deku e chiunque altro! Non lo ucciderei per nulla al mondo!
Nella stanza risuona un urlo di dolore. Il mio. A corto di tempo com’ero, ho agito di riflesso e mi sono pugnalata la mano sinistra, frapposta fra la lama e il petto del mio Tsuki. Urlo nuovamente nel ritrarre il coltello dalla mano. La stringo a me cullandola e mormorando parole dolci di incoraggiamento. Il maniaco me la pagherà cara!! La mia povera mano... e se ammazzavo Tsuki?!
Lecco il sangue dal mio palmo ferito e faccio lo stesso con il dorso della mano. Va un pochino meglio. Torno a stringere la mano, tentando di contenere le fitte di dolore che risalgono lungo il braccio e mi martellano la testa. Chiudo gli occhi per rilassarmi il più possibile, facendo nel mentre respiri profondi e regolari. Una flebile protesta spezza la mia concentrazione e mi ricorda a cosa, o meglio su chi, ho poggiato la fronte imperlata di sudore.
In tutto ciò Tsuki non si è mosso né ha reagito in alcun modo. Gli agito la mano sana davanti agli occhi, che sono aperti, lo scuoto anche per una spalla, ma non cambia nulla. Il maniaco l’ha intrappolato in quello che, a giudicare dall’espressione e da qualche parola che Tsuki bisbiglia, è un incubo. I suoi occhi spenti mi deconcentrano, sono inquietanti per come sembrano fissarmi senza vedermi realmente, quindi glieli chiudo calando dolcemente la mano sulle sue palpebre. Meglio! È un bell’addormentato!
Però, la fiaba può essermi d’aiuto. Lì serviva un bacio per spezzare l’incantesimo, quindi forse... arrossisco e ridacchio eccitata. Provare non costa nulla, anzi! Se non funziona, posso sempre pugnalarlo ad un braccio. Tsuki ne sarà molto meno felice, ma non mi sembra di avere altra scelta.
Mi metto in una posizione più eretta, sempre restando in ginocchio, poggio la mano destra dietro il collo di Tsuki e lo bacio ad occhi chiusi, mordicchiandogli delicatamente le labbra a tratti. Lo assaggio! Ed è davvero buono lui... dopo non saprei dire quanto, mi ritraggo e sono lieta di constatare che il mio piccolo esperimento ha avuto successo!



***Angolo Autrice***
Il prossimo capitolo lo pubblicherò il 27, dunque ne approfitto adesso per farvi gli auguri: Buon Natale a tutti!

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Capitolo 15
*** L'incubo (Katsuki) ***


Mi guardo intorno, spaesato. Mi gratto la nuca mentre faccio mente locale: perché mi trovo in un cantiere abbandonato in pieno giorno? Perché stavo inseguendo una villain, giusto! Come ho potuto dimenticarlo? È stato All Might in persona a darmi direttive, sostenendo che io sono perfetto per questa missione, a differenza di Deku e di qualsiasi altro. Devo assolutamente mostrargli il mio valore, All Might ha riposto la sua fiducia nel ragazzo giusto!
“Ehi, Katsuki!”
Faccio appena in tempo a notare Toga che lei sparisce dietro una trave, ridacchiando. Evidentemente però non intende nascondersi, poiché continua a parlare ad alta voce, provocandomi: “Dovrei starti simpatica, non credi? Insomma, somiglio ad All Might! Sono bionda e sorrido sempre!”
“Brutta cogliona, rimangiatelo!” urlo, correndole dietro.
“Mi piace giocare a guardie e ladri! E sai qual è il bello? Possiamo giocarci per sempre! Riuscirò sempre a scappare ed evadere da qualunque posto!”
“Non da dove ti rinchiuderò io!”
Finalmente non ci sono più travi tra me e la Svampita. Stranamente, sta seguendo un percorso rettilineo per la fuga, cosa che mi permette di usare un AP Shot per sbalzarla contro un muro, urlando l’immancabile Muori!. Fin lì, tutto come previsto: l’esplosione non colpisce Toga direttamente e lo schianto è abbastanza forte da impedirle di rialzarsi in fretta. Lei ci sta comunque provando ed io sto per raggiungerla, quando il muro si piega e le crolla addosso. Mi copro gli occhi con un braccio per proteggermeli dalla polvere sollevata dalla caduta, però ho visto lo stesso gli occhi della biondina dilatarsi per il terrore. Non credo di averla sentita urlare, probabilmente lo schianto ha coperto il suo grido.
Resto paralizzato qualche secondo per la sorpresa, ma poi mi sbrigo a scavare tra i mattoni e i calcinacci. Spostandoli, sento dei gemiti soffocati e dei colpi di tosse. Quei lamenti mi sono di conforto: se ha la forza di piagnucolare non deve essere grave... Rimuovo ogni maceria che grava sul corpo di Toga finché rimane solo la polvere a ricoprirla. La villain sembra una bambola di porcellana così imbiancata. Si distingue solo un altro colore: quello del sangue che sgorga da varie ferite. Le sollevò il busto, sentendola tremare, e le passo un braccio attorno alle spalle. Con un guaito lei apre gli occhi, catturando immediatamente il mio sguardo. Scorgo rabbia e odio negli occhi dorati della Svampita. Io non riesco a fare a meno di fissarla e ascoltarla...
“Hai vinto, eroe” articola lei, caricando di amaro disprezzo l’ultima parola. Poi ridacchia, trattiene un mugolio di dolore e la sua espressione si fa triste, nostalgica, impaurita. A fatica, in un sussurro, dice ancora: “Adesso c- capisco... p- parlavi di una b- bara... da lì io... n- nessuno può... scappare...”
Himiko chiude gli occhi e si immobilizza con un sospiro.
“No no, parlavo di una prigione, stupida stronza! Non provare a morire, capito?!” urlo spaventato.
Perché ha detto quelle cose...? Lei non ha mai provato del risentimento verso di me, mi considera un suo fottuto amico! Mi accerto che la mia Svampita sia ancora viva premendole due dita sulla gola, dopodiché la sollevo passandole l’altro braccio sotto le gambe e mi dirigo di corsa verso l’uscita del cantiere. Solo che, per quanto veloce corra, il cancello risulta sempre distante. Impreco a denti stretti. Che cazzo sta succedendo?!
Non importa, c’è All Might! Mi reco da lui, rassicurato dalla sua presenza.
“All Might! Prendila tu, lei...”
“Giovane Bakugou, l’hai uccisa?! Dovevi solo catturarla, noi eroi non ci abbassiamo al loro livello!”
“N- non volevo... comunque non è morta! Devi portarla in ospedale...”
“Non ti aspetterai di poter diventare un eroe dopo una cosa simile.”
“Non era mia intenzione, lo vuoi capire?! Ma che importa ora! Salvala!”
Da stupita e accusatoria, la voce di All Might diventa tagliente: “Non respira più.”
Io sussulto e sposto lo sguardo sulla biondina, atterrito dall’idea di portare tra le braccia una ragazza uccisa da me... No, non è possibile, non può essere vero! Io e Himiko siamo... non le farei mai del male, io la...
La adagio per terra, con movimenti resi lenti e scoordinati dal panico. Mi rendo conto, disperato, che All Might ha ragione: Himiko non respira, ma sono sicuro di avvertire ancora un leggero battito in lei. Sollevo la testa per pregare nuovamente All Might di portarla in ospedale il più presto possibile, ma lui è sparito.
Avevo seguito con indifferenza il corso di primo soccorso, certo che non ne avrei mai avuto bisogno, eccetto che per rispondere correttamente alle domande dei test. Capito però che la vita di Himiko dipende interamente dalle tecniche che ho appreso, non esito un istante ad adoperarle. Posiziono la mano destra sotto il collo della biondina per tenerle sollevato il capo, con la sinistra le chiudo il naso e, dopo aver inspirato profondamente, le insufflo aria nella bocca.
“Cazzo, Svampita, svegliati!” sbotto la quinta volta, consapevole delle lacrime che mi scorrono lungo le guance. “Non è una vittoria se muori! Ti piace farmi sentire di merda, eh?! Va bene, ti lascerò scappare, ti darò il mio sangue, farò tutto ciò che cazzo vuoi se non muori! Ti prego, Himiko...”
Questa volta, quando le nostre labbra entrano in contatto, c’è qualcosa di diverso. L’odore acre della polvere è scomparso, sostituito da un dolce, familiare profumo di vaniglia; la labbra di Himiko hanno un sapore più reale adesso, ferrigno, e sono molto più morbide, tiepide e reattive, quasi come se mi stesse... baciando.
Spalanco gli occhi con un sussulto, ritrovandomi in ginocchio di fronte alla biondina. Himiko è vicinissima. Per istinto le do una spintarella e mi tiro indietro, finendo col sedermi per terra. La Svampita si appoggia al pavimento con la mano destra e così semi-distesa ride di gusto, per poi esclamare fiera: “Ha funzionato! Ha funzionato sul serio! Fufufu, sei sporco di rossetto, Tsuki! E... stai piangendo?”



***Angolo Autrice***
Felice 2021 a tutti!

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Capitolo 16
*** A caccia del maniaco pervertito ***


Katsuki’s POV

Registro distrattamente ciò che ha detto Himiko: sono troppo occupato a scansionarla con lo sguardo per assicurarmi che stia bene, che io non le abbia fatto del male mentre ero incosciente. Tornare alla realtà è stato facile e difficile al tempo stesso: riesco a distinguere con chiarezza ciò che è accaduto davvero da ciò che ho sognato, tuttavia c’era una concretezza tale nell’incubo che mi impedisce di accantonarlo definitivamente come qualcosa di falso e illusorio. Le sensazioni fisiche erano simulate, le emozioni provate erano autentiche...
“Tsuki? Vuoi un altro bacio?”
Non le rispondo. Il sollievo che lei sia davanti a me, viva e scherzosa come sempre, mi travolge. Non ci provo nemmeno a resistere. Abbraccio la Svampita di slancio, seppellendo il mio viso tra i suoi capelli. Non credo di essere mai stato tanto felice di vederla, di sentirmi avvolgere dal suo calore mentre lei ricambia stupita il mio abbraccio. Riconosco l’odore di vaniglia proprio di Himiko e la sua voce mi solletica teneramente l’orecchio. Credo che non potrei mai fare a meno di questa biondina pazza, perché è la mia biondina pazza.
Himiko mi carezza il collo e le spalle con la mano destra, mormora dolci parole consolatrici, come farebbe una mamma che conforta il suo bambino. Ha capito che sono sconvolto, altrimenti avrebbe detto qualche cretinata circa l’abbraccio. L’adoro... non ucciderei mai nessuno, figuriamoci lei.
L’incubo mi fa ancora tremare, come quando ero agitato per Deku e All Might e solo la mia cara Svampita è riuscita a calmarmi. Farei di tutto per non perderla e ora mi sembra così stupido aver sprecato tanto tempo a fingere che non mi piaceva... ci ho messo un’eternità a concederle la mia amicizia, anche se per lei provo qualcosa di molto più forte... sono stato un coglione.
Per fortuna non è troppo tardi. Non mi lascerò più condizionare o frenare da nulla, tantomeno dal mio caratteraccio. Ho imparato a domarlo, in questi mesi, grazie a Himiko, e voglio che lei sappia quanto sia preziosa per me. Ma chiacchiereremo dopo che avrò catturato quello schifoso porco bastardo. Mi ha fatto sperimentare un’esperienza terribile! Come se non bastasse, vorrebbe abusare della mia Himiko e ucciderla! Che è molto, molto peggio!
Ci stacchiamo dall’abbraccio e noto che Himiko non è illesa. Le afferro il polso sinistro, le esamino la ferita e le domando preoccupato: “Te l’ho fatta io?”
“Eh? Certo che no, è stato il maniaco pervertito. L’ho sentito al piano di sopra, non è ancora scappato. Andiamo a ucciderlo insieme? O restiamo ad abbracciarci, è anche meglio!”
Scuoto la testa. Alzarmi mi procura un senso di vertigine e nausea. La biondina si appresta a fare lo stesso, ma le intimo di restare seduta e non muoversi. Himiko sbuffa per esprimere il suo disaccordo e mi fissa imbronciata, ma obbedisce.
Mi sciacquo la faccia in cucina, recuperando padronanza di me stesso e cancellando i segni di lacrime, rossetto e qualche gocciolina di sangue. In una situazione normale avrei dovuto chiamare i rinforzi, a questo punto, ma è diventata una lotta troppo personale. E poi come spiegherei agli altri la presenza della Svampita? Ho sempre pensato che avrei raccontato tutto ad Aizawa o a un altro professore appena Himiko mi avesse dato informazioni importanti sugli spostamenti della Lega; sicuramente ciò avrebbe giustificato essermi tenuto in contatto con una villain senza avvertire nessuno. Però non so ancora un cazzo di utile. Conoscendola, la Svampita non tradirebbe mai i suoi amici, quindi catturarla adesso sarebbe controproducente. E dei risultati li ho già ottenuti come dimostrazione che parlarle sia efficace: non ha più ucciso nessuno.
Recupero del ghiaccio e dei tovaglioli e torno dalla Svampita. Intanto penso a come mettere fuori gioco lo stronzo maniaco.

Himiko’s POV

Continuo a carezzare Tsuki finché, a poco a poco, il suo corpo comincia a non essere più teso come fil di ferro. Gli mormorò qualche parolina dolce tra le carezze, per farlo rilassare ancora di più.
Tsuki prima stava tremando! E piangendo! Ed è ancora abbastanza sconvolto da tenere la testa premuta contro l’incavo del mio collo... sembra felice di avere il viso ricoperto dai miei capelli mentre mi stringe. Mi farebbe piacere in un’altra occasione, invece adesso sono furiosa! Quel maniaco ha fatto molto male al mio amore, me la pagherà carissima! Prima intendevo ucciderlo in fretta e tornarmene a casa, magari dopo aver scherzato un po’ con Tsuki come al solito, ma ora quel lurido bastardo soffrirà a lungo! Un conto è cercare di sedurre me con metodi poco convenzionali, li posso capire, ma fare del male a Tsuki? È imperdonabile!! Non ho mai odiato qualcuno come il maniaco pervertito!
Esplosino si stacca dall’abbraccio e se ne va dove il maniaco pervertito ha detto esserci la cucina. Sono contenta di averlo calmato, povero Tsuki. Ora andremo sicuramente di sopra a sistemare Hajime insieme! Stavolta Tsuki dovrà per forza lasciarmi uccidere qualcuno, insomma, come potrebbe non meritarselo?! Al diavolo le persone imparziali! Quello è un uomo che tutti desidererebbero ammazzare!
Tsuki torna, con un paio di tovaglioli, uno dei quali bagnato. Si inginocchia accanto a me e mi dice: “Porgi la mano e sta’ ferma.”
Io scoppio a ridere, ancor di più notando la sua espressione confusa. Cerco di contenermi e gli spiego: “La posa, Tsuki! È come se mi stai per fare la proposta!”
“Che prop- Ah?! Ma che cazzo vai a pensare?!”
Sento le guance in fiamme, devo essere decisamente arrossita, ma Tsuki è sicuramente più rosso di me, cosa che mi fa ghignare.
“Ti concedo la mia mano, contento?”
“Non dire stronzate!”
“Sssh!” lo rimprovero, posandogli un dito sulle labbra. Guardo il soffitto, impensierita. “Il maniaco pervertito non sa che sei vivo, Tsuki.”
“Non me ne frega un cazzo” sussurra, per poi concentrarsi sul medicamento della mia ferita.
Nel frattempo gli racconto a bassa voce come me la sono procurata. Sono rossa come un pomodoro alla fine: non gli ho detto chiaramente di amarlo, ma Tsuki avrà percepito qualcosa di ciò che provo per lui. Fissa la fasciatura per qualche secondo, poi incontra il mio sguardo e mi fa un sorrisetto amichevole. Il mio cuore batte più forte. È troppo carino così calmo e risoluto, voglio baciarlo ancora!
Ma lui ha altri piani: “Grazie, Svampita. Sei sicura che il pervertito sia ancora di sopra? Allora lo vado a prendere, tu resta qui.”
“Non andrai da solo” affermo subito, notando lo sguardo di Tsuki farsi più determinato.
“Sì, invece. Tu sei ferita.”
“Sì, ma mi hai bendata. Grazie, Tsuki, e grazie per essere qui a fare il cavaliere, ma questa donzella non è completamente indifesa, lo sai.”
“Toga” mi richiama, serio. “Tu non lo ucciderai, capito?”
“Invece sì, ne ho diritto!”
“Ti ho detto di no! Va arrestato!”
“Come puoi dirlo dopo quello che ci ha fatto?”
“Ricordi ciò che ti ho detto quando la tua amica è stata uccisa, vero? Vale per ogni testa di cazzo. Da me non otterrai mai il permesso di uccidere qualcuno.”
Apro la bocca per replicare ulteriormente, ma la richiudo subito e mi mordo il labbro inferiore. Infine scuoto la testa e ridacchio, addolcita. “Immagino di no... o non saresti il mio Esplosino. D’accordo Tsuki, prometto che non colpirò per uccidere. Magari non colpirò affatto, ma non vai da solo.”
“Va bene” si arrende lui. Ghigno notando che non pare tanto infastidito dall’avermi vicina. “Prometti di fare tutto ciò che ti dico?”
“Prometto! Ah, devo confessarti una cosa.”
“Mh?”
“Forse, e dico forse, ho ucciso una persona. O due. Ma facevano parte di una setta di razzisti che odiavano mutanti come Spinner e li volevano morti, e i miei amici li stavano facendo fuori perché...”
Tsuki mi tappa la bocca con una mano. Sembra un po’ deluso, ed io di riflesso mi sento in colpa.
“Cose del genere devi dirmele prima che accadano. Ora andiamo, abbiamo perso fin troppo tempo.”
Comincia a parlare da eroe, perché sta elaborando un piano da eroe mentre usciamo sul pianerottolo, il che è noioso. Brrr, qui l’aria è più fredda! Dove saranno i miei vestiti?
“Mi stai ascoltando?!” È incredibile come riesce a urlare in un bisbiglio.
“Sto cercando i miei vestiti. Almeno il cappottino devo metterlo.”
“Sono di qua, vieni” sbuffa.
“Come lo sai?”
Non mi risponde, il cattivone. Entriamo nella stanza con i miei indumenti e mi ricorda gentilmente che non ho tempo per cambiarmi interamente; mi aiuta a infilare il mio nuovo cappottino, dopodiché io recupero il cellulare dalla giacca, lo metto in tasca e prendo il mio coltello. Ora ne ho due! Credo che restituirò il doppione al pervertito: lo lascerò nel suo stomaco! Ops, no, ho promesso di non farlo. Che seccatura fare la brava ragazza!

Katsuki’s POV

“Scusa, Tsuki, puoi ripetermi il piano?”
Sospiro e riassumo: “Io vado avanti. Tu resta appostata sulle scale, nel remoto caso che io me lo lasci scappare. E non farti assolutamente toccare.”
“Non sarebbe meglio fare il contrario? E poi il maniaco ha detto che ha esaurito il quirk per stasera.”
“Poteva mentire. Non voglio che corri rischi, Svampita.”
“So badare a me stessa. Sì, ero in una situazione difficile, ma me la sarei cavata. Naturalmente non dico che non servivi...”
“Ok, ok, vai avanti tu, ma ricorda: attiralo verso le scale, io gli farò un’imboscata.”
“Va beeene! Dovremmo farlo più spesso!”
La Svampita sale da sola la rampa di scale che porta al quarto piano. Attendo un paio di secondi prima di seguirla. Avvicinandomi al pianerottolo, inizio ad avvertire uno strano odore. Himiko si allontana poco alla volta, spronando il maniaco a uscire dal suo nascondiglio per continuare la serata. Intanto la puzza si fa più penetrante... è gas! Merda, che intenzioni ha quel bastardo?!
“Non vuoi più giocare, maniaco pervertito? Abbiamo appena cominciato a divertirci! Vieni fuori, altrim- Ah!”
All’urletto di Himiko accorro senza esitazioni. Il fottuto pervertito ha preparato un’imboscata! Me lo sarei dovuto aspettare, con tutto il tempo che ci abbiamo messo per salire! Ci avrà sentiti, ha capito che nessuno dei due era morto o fuori gioco e ora… Impreco interiormente per sfogarmi, soprattutto quando vedo la donzella che sa badare a se stessa ammanettata a un tubo di metallo. Il coglione è lì vicino che se la ride compiaciuto. Quanto cazzo vorrei tirargli un pugno dritto sui denti!
Il merdoso guarda verso di me, ghigna e lancia in un’altra stanza quelle che dal rumore sembrano chiavi.
“Sei in stallo, eroe! La cucina è ormai impregnata di gas. Si è sparso ovunque! E io ho acceso una candela! Appena la concentrazione di gas sarà sufficiente, salterà tutto in aria. Preferisci inseguire me, o liberare Himiko?”
Il coglione corre giù per le scale sicuro di sé, ridendo odiosamente.
“Farò entrambe le cose, stronzo!”
“Tsuki, e se spegni la candela?”
“Sai dov’è?”
“Là, credo sia il bagno, è illuminato.”
Ci vado, solo per accorgermi che il maniaco ha mentito: ha acceso più di una candela. Non posso spegnerle tutte in fretta e la fiamma di alcune già oscilla pericolosamente.
“Tsuuukiii, sbrigati!”
“Lo so, dannazione!”

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Capitolo 17
*** Esperimento riuscito ***


Himiko’s POV

Cerco di trattenere i colpi di tosse mentre guardo Tsuki correre a prendere le chiavi. Quel cavolo di maniaco pervertito mi ha proprio colto di sorpresa! Mi è venuto addosso, si è impossessato della mano sana e me l’ha ammanettata in pochissimi secondi! A niente è servito tirare con tutte le mie forze oppure pugnalare tubo e manette, e ovviamente il maniaco era a distanza di sicurezza. Ho pensato di lanciare il coltello, ma Tsuki è arrivato prima che potessi farlo.
È colpa mia che ho ignorato la puzza di gas! Mi sarei dovuta insospettire, invece... però è un ottimo stratagemma per impedire a Tsuki di usare il quirk. È utile anche con chi, come Dabi, ha un quirk di fuoco. Almeno imparo un trucchetto da questa disavventura!
Anche Tsuki si sforza di non tossire. Alza un mazzo con sei piccole chiavi; probabilmente tutte aprono un paio di manette. Inizia a provarne una, io intanto mi volto verso il bagno, ansiosa. Mai il lume di una candela mi era parso tanto spaventoso!
L’aria si sta facendo sempre più irrespirabile, fra poco esploderà tutto! Rabbrividisco e sposto lo sguardo sulla mia mano poco prima che venga liberata. Non faccio in tempo a esporre a Tsuki i miei dubbi sul riuscire a scendere le scale in tempo, che lui mi prende in braccio e corre verso la finestra. Io mi aggiusto per consentirgli una presa migliore e guardo dietro di noi, dove la luce comincia a espandersi. Poggio la testa sulla spalla di Tsuki, troppo terrorizzata per guardare oltre. Sento un’esplosione, vicinissima; l’ha fatta Tsuki e ci ha permesso di infrangere il vetro della finestra. È seguita subito dopo da un’esplosione molto più enorme che mi assorda. La sua onda d’urto ci fa finire contro il muro della palazzina di fronte. Stringo più forte Tsuki senza aprire gli occhi, affidandomi completamente a lui per l’atterraggio.
Tsuki usa un’altra esplosione per farci atterrare più o meno incolumi, ma qualcosa deve essere andato storto, perché mi lascia cadere in malo modo – il mio fianco sinistro non ringrazia per questo trattamento – e lo sento pochi metri lontano da me. Deve aver urlato, altrimenti non mi spiego come ho fatto a sentirlo.
Riprendo fiato e apro gli occhi, preoccupata. Metto a fuoco la mia mano sulla strada; detriti di ferro, cemento, vetro, eccetera sparsi ovunque; il palazzo, che ora arde; e finalmente Tsuki. Dopo un paio di tentativi riesco ad alzarmi, ma incespico. Mi accorgo che un tacco si è rotto, allora mi tolgo la scarpa sana per evitare di inciampare e storcermi una caviglia, e finalmente mi precipito da Tsuki.
È mezzo disteso, sporco di fuliggine, polvere e sudore e non gli ho mai visto i capelli tanto... esplosivi. È terribilmente pallido e con un’espressione sofferente, ma sta tentando di contenersi controllando la respirazione. Non capisco immediatamente dove sia ferito, colpa del suo costume da eroe, poi però individuo una pozza di sangue che si sta formando sotto la sua gamba destra. In effetti è in una posizione strana. Mi dispiace moltissimo che se la sia rotta e stia soffrendo, ma non posso fare a meno di arrossire e guardare contenta lo scorrere del suo sangue, per fortuna poco copioso.
“Posso assaggiare, Tsuki?” chiedo ad alta voce, per farmi udire al di sopra del frastuono dell’incendio.
“Col cazzo! Aiutami a rialzarmi, piuttosto!”
“Non sono un’esperta, ma non credo dovresti muovere la gamba. Tanto tra poco arriveranno almeno i pompieri, no?”
“Ma il fottuto maniaco se la sarà svignata!”
“Non se io...”
“Non me la sono svignata.”
Sobbalzo e mi volto: Hajime è a una decina di metri da noi; impugna una pistola con entrambe le mani e ci tiene sotto tiro. È davvero ricco di sorprese, il maniaco pervertito...
“Lo sai, Himiko, no?, che sono un perfezionista. Non posso lasciare dei testimoni.”
Il mio caro riccetto lo apostrofa nel peggiore dei modi, dopodiché stende un braccio davanti a sé e urla: “Il tuo proiettile riuscirei a bloccarlo e a ficcartelo nel culo!”
Probabilmente ha ragione, però Tsuki è davvero molto provato e io non voglio rischiare. Mi frappongo tra lui e il maniaco pervertito, a mani alzate, e fisso Hajime dritto negli occhi. Devo catturare completamente la sua attenzione. Spero che Tsuki intuisca il mio piano, perché schivare un proiettile mi sembra una cosa abbastanza complicata e non mi sento pronta a testare i miei riflessi stasera.
“Spostati, Himiko, voglio che sia prima lui a morire.”
“Oh, certo, in fondo arresterebbe anche me. Ha rovinato la serata a entrambi.” Parlo con calma, sorridendo, come se lui fosse un amico, e mi avvicino molto lentamente. “Non mi piaci, ma era un gioco divertente, scoprire chi avrebbe ucciso prima l’altro!”
“Tu sei la mia bambolina, avresti fatto ciò che volevo” replica Hajime, convinto.
“Dici? Però mi sono liberata di un tuo comando. E so perché non me ne hai dati quando non c’era ancora l’eroe: trovavi più eccitante se ti obbedivo senza l’aiuto del quirk, vero?”
Hajime ridacchia imbarazzato, come un bambino colto in fallo. Amplio il sorriso, mostrandomi complice, sperando di nascondere quanto mi faccia schifo. Un uomo più che adulto che rapisce ragazzine per trattarle come bambole gonfiabili? Bleah! Ma devo sforzarmi di apparire gioiosa e sincera.
“Tra killer ci capiamo! Mi piacerebbe molto giocare ancora con te, maniaco pervertito, senza intrusioni.”
Mi sono spostata di lato, sono quasi di fianco a lui. Hajime sorride fiero di sé. Quando la distanza tra me e Tsuki è aumentata abbastanza da non poterci più tenere entrambi sotto tiro, ha impugnato la pistola con una mano in direzione di Tsuki, ma guardava me, diffidente. Ora sembra che si fidi.
“Ho fatto colpo, quindi.”
“Come avversario, certo. Io non posso andare a denunciarti alla polizia, e tu non ci andrai per denunciare me, giusto? Allora spara all’eroe, così possiamo scappare!”
“E ci rivedremo! Come un appuntamento!” conclude esaltato lui.
Impugna nuovamente la pistola con ambo le mani, spostando lo sguardo su Tsuki. È il momento che aspettavo!

Katsuki’s POV

Sarà il dolore alla fottuta gamba, ma non riesco a pensare a nulla a parte che a un’infinita serie di imprecazioni! Che merda di serata! E non è ancora finita!
Sono riuscito a salvare Himiko, ma ora?! Se parlo, la testa di cazzo mi spara, e forse poi spara a lei. Se non parlo, Himiko uccide la testa di cazzo. Mi ero illuso che smettesse di uccidere grazie alle mie parole, che idiota! Il fatto che ammazzi persone non innocenti è una ben magra consolazione. Le serve una terapia! Stare nella Lega non l’aiuta, anzi, sono andati ad assassinare tutti insieme altri svitati! Ma che begli amici del cazzo!
Il piano della Svampita sta funzionando, è l’unica cosa di cui posso rallegrarmi. Preferisco vederla uccidere piuttosto che morire, è ovvio, però... vedere le sue abilità sprecate in questo modo, mi fa davvero male. Ormai non ho altre alternative: dovrò arrestarla. Un conto è lasciarla in libertà perché mi dà retta, ma se va in giro a compiere crimini gravi... nessuna informazione vale tanto quanto una vita.
Il bastardo si prepara a spararmi, ed ecco che la Svampita ne approfitta. Sbaglio o non ha un coltello in mano? Come ha fatto a spostarsi davanti al maniaco senza che lui abbia avuto la minima reazione? I miei occhi e la bocca si spalancano sempre più: Himiko dà un calcio nelle palle al maniaco, spiazzandolo completamente per l’improvviso dolore, e contemporaneamente gli urta le braccia con la mano sinistra affinché, nel caso parta un colpo, non colpisca me; mentre lui è piegato, si impossessa della pistola e la usa per colpirlo in testa, non lesinando sulla forza. Il maniaco crolla a terra, privo di sensi. Himiko lo osserva attenta per qualche secondo, poi gli lancia addosso la pistola e inizia a godersi il trionfo senza riserve.
Io la fisso assolutamente attonito mentre lei fa piroette e saltelli per festeggiare la vittoria, urlando esclamazioni di gioia. È stato un finale del tutto inaspettato, e gradito, ma devo ancora riprendermi dalla sorpresa. Allora mi ascolta! Si sta impegnando anche lei... per me. Sorrido, ignorando il dolore alla gamba, più forte adesso che mi sto rilassando. In effetti, prima ha detto che forse aveva ucciso un paio di persone. Probabilmente intendeva che li aveva solo feriti e non sa se in seguito sono morti dissanguati, o magari un altro coglione della Lega ha dato loro il colpo di grazia, o che cazzo ne so, ma lei ha mantenuto la promessa, è questo che conta. Ora mi sento in colpa per aver pensato male di Himiko.
Intanto lei si avvicina, danzando e ridendo. Si inginocchia accanto a me e mi poggia la mano sulla spalla. Trema, per il freddo immagino, dato che è a piedi nudi. Scrolla la testa per portarsi indietro i capelli scompigliati – non credo sappia che pasticcio sia il viso truccato – e mi sorride, ma sembra agitata per qualcosa.
“Siamo grandi partner, Tsuki!”
“Ho creduto che l’avresti ucciso” ammetto, a disagio. “Apprezzo ciò che hai fatto.”
Il suo sorriso diventa più caloroso.
“Non ci siamo ancora incontrati come intendevi tu, giusto?”
“No, infatti...”
“Ecco...” mi interrompe, accantonando quel discorso. Evidentemente non è preoccupata per il fatto che io sono un eroe e lei è una villain, oppure non le importa. Qualcos’altro la turba al momento. Mi domanda, apprensiva e vulnerabile, ma guardandomi negli occhi: “Io ti ho mancato di rispetto quando ti abbiamo rapito?”
“Beh, non troppo, non quanto intendeva fare quello stronzo, ma...”
Sollevata dalla risposta, esclama: “Prometto che non ti rapirò mai più, Tsuki!”
Io non ho la minima idea di cosa risponderle. La Svampita mi lascia spesso senza parole. Per fortuna, udiamo delle sirene in lontananza che mi salvano, distraendola. Mi volto verso la direzione da cui proviene il suono per guadagnare un altro po’ di tempo utile a riordinarmi le idee. Credo che questa sia l’occasione giusta per fare la chiacchierata che mi ero ripromesso di fare appena uscito dall’incubo. Non faccio in tempo a parlare, però, che Himiko mi ruba un bacio. È durato solo un attimo, giusto il tempo di far toccare le nostre labbra, e lei si è ritirata con una risatina.
“Devo andare, Tsuki. Ti scriverò. Ciao!”
Non così in fretta, biondina, non mi freghi come dopo la seconda prova! Le afferro un braccio prima che si alzi, la attiro a me e la bacio io, adesso. Himiko sgrana gli occhi, meravigliata. Chiudo i miei e sento che subito dopo lei ricambia il bacio. Continuiamo a baciarci per quella che mi pare un’eternità in cui esistiamo soltanto noi due. In ogni bacio ci sono ardore, desiderio, affetto, dolcezza; irradia un benessere mai provato prima che aspira a durare per sempre.
Ci stacchiamo quando non abbiamo più fiato. Himiko si alza e indietreggia di un paio di passi. Respira affannosamente e il fiato le si addensa nella fredda aria di novembre; gli occhi scintillanti mi guardano come se fossi qualcosa di favoloso; le labbra sono piegate in un sorriso di beatitudine; le gote sono più rosse che mai. Non so se ho la stessa espressione adorante, ma non ho mai visto la Svampita così incantevole né provato emozioni tanto intense di pace, gioia, amore.
Le sirene ora sono vicinissime: i mezzi hanno parcheggiato dall’altro lato del palazzo. Presto i soccorsi arriveranno da noi. Himiko alza la testa all’improvviso, rendendosi conto della loro presenza. Dice sconnessamente: “Devo proprio andare... è stato meraviglioso... non posso restare... il nostro primo bacio... ma dobbiamo rivederci prestissimo... e baciarci!”
Annuisco, sicuro che lasciarla andare sia la cosa giusta. Si è guadagnata la mia fiducia. Lei indietreggia a malincuore, altrettanto riluttante a separarsi da me, ma sappiamo entrambi che non ha altra scelta. Himiko si gira di scatto e corre via, ridendo esultante.
I soccorsi mi hanno finalmente trovato. Una volta sull’ambulanza, faccio rapporto a Best Jeanist su quanto è accaduto, tralasciando che la ragazza bionda rapita dal maniaco fosse Himiko. Lui non prende bene il fatto che io non abbia chiamato i rinforzi, mettendo in pericolo la vita di una civile. Per punizione, dichiara che la gamba non verrà guarita da Recovery Girl, ma che passerò almeno una settimana in ospedale. Normalmente, gli avrei urlato contro, perché questa pausa mi fa perdere tempo prezioso, rischiando di restare indietro con gli allenamenti, ma so già che risponderebbe che me la sono cercata io. E ha ragione. E se per stare con Himiko devo sopportare un po’ di tempo in ospedale, ne vale decisamente la pena.

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Capitolo 18
*** Sogni d'oro (Himiko) ***


Tsuki, circa ventiquattro ore fa, mi ha scritto che l’hanno portato in ospedale, poi non si è più fatto sentire. Mi manca moltissimo! Non poter nemmeno chattare con lui mi fa disperare. Per rimediare, ho parlato di lui, di quanto lo amo e di come immagino evolverà la nostra storia ai ragazzi mentre provavamo un nuovo attacco contro Gigantomachia, e durante il pranzo, e dopo che Tomura si è fatto il suo paio d’ore di sonno quotidiano, e prima che ricominciassimo a combattere.
Forse ho esagerato un pochino, poiché Tomura ha sbottato di andare a rompere direttamente le palle a Esplosino invece di fracassare le sue e gli altri hanno approvato con un sollievo che ho trovato offensivo. Ma va beh, sto per rivedere Tsuki prima di quanto mi aspettassi! Non devo nemmeno stancarmi troppo, perché ieri Spinner ha rubato un’auto e ora mi sta accompagnando all’ospedale.
Già, ieri ero sfinita dopo lo scontro contro il maniaco pervertito, non ce l’avrei mai fatta a tornare a piedi dagli altri. Per fortuna Shuichi ha pensato di rubare un’auto piccola e datata parcheggiata vicino al luogo in cui mi ha aspettato per qualche ora. All’inizio era arrabbiato per il mio ritardo: dovevo solo comprare un cappotto, eppure tardavo e non rispondevo ai messaggi. Poi il fratellone lucertolone mi ha vista meglio e si è preoccupato. Sì, la mano mi faceva un male cane, ma ero ancora troppo presa dal bacio con Tsuki per badarci. Provavo solo un’estrema felicità e un grande bisogno di stendermi e dormire, cosa che ho fatto appena salita in macchia. Appena arrivati, però, Spinner mi ha svegliato per farmi bendare dal dottor Ujiko, che aveva contattato poco prima, allora ne ho approfittato per raccontare a lui e al dottore cosa mi era capitato e di come io e Tsuki siamo grandi partner. E non ho più smesso, fufu.
“Ehm, Toga, che ne pensi di Gigantomachia?” mi domanda Shuichi, per distrarmi.
“Non è per niente carino.”
“Sì, intendo, secondo te riusciremo a batterlo?”
“Credo di sì, anche se non so come. Ammetto che il mio coltello è inutile contro di lui.”
“Anche la mia katana, o il quirk degli altri se è per questo. Quel gigante è utile per allenarci, ma non capisco che dimostrazione di forza pretenda da Shigaraki per...”
“Proverò a chiederlo a Tsuki! Lui se ne intende di forza e roba del genere!”
“Se lo dici tu...”
Una volta arrivati, mi trasformo in una brunetta, esco dall’auto salutando Shuichi, entro nel policlinico e mi blocco: Tsuki mi ha scritto in che ospedale è stato ricoverato, ma non in che stanza. Non posso chiedere mica alla reception o a un’infermiera di passaggio, attirerei l’attenzione! Seguo le frecce per il reparto in cui credo abbiano portato Tsuki, rendendomi ‘invisibile’, cioè trattengo il respiro e fingo di non esistere per non farmi notare dal personale ospedaliero. Dopo qualche giro a vuoto, riesco finalmente a trovare la stanza di Tsuki.
Il mio riccetto esplosivo dorme, la gamba destra ingessata e appesa a un gancio. Sbircio la sua cartella clinica, scoprendo che gli hanno somministrato un antidolorifico e anche un sonnifero. Secondo me è perché voleva cominciare da subito la fisioterapia e non sapevano più come calmarlo!
Mi spiace non potergli parlare... scatto una decina di foto e di selfie col bell’addormentato, approfittando di un’occasione in cui è completamente rilassato. Intanto ho un’illuminazione. Mi siedo accanto a lui, gli carezzo la fronte e sussurro: “Ehi, Tsuki, ciao, sono Himiko. Volevo tanto rivederti. Non fa niente se non sei sveglio, mi accontento. Ho notato che i sogni sono più vividi, vale anche per te? Sarà un effetto secondario del quirk del maniaco pervertito... quindi meglio fare un bel sogno ed evitare gli incubi. Ti racconterò una storia... è la storia che ti avevo promesso. Sarà priva di sangue o scene violente, così magari la sogni e non c’è niente di spaventoso.”
Emozionata, cerco gli appunti che ho annotato sul cellulare, stringo la mano a Tsuki e comincio a raccontare.
“Allora, la regina Stabby era innamorata di Esplosino, la sua nuova guardia del corpo. Se ti ricordi, la regina ha un manto bianco; corno, criniera, zoccoli e occhi sono dorati. Esplosino invece è tutto biondo e ha gli occhi rossi.
Per quel giorno erano previste l’inaugurazione di una fabbrica di caramelle e una festa a sorpresa per il compleanno di Big Sis, un ponycorno rossicio e arancione con gli occhi neri. Ah, dirò sempre prima il colore principale e poi il secondario, se c’è, tanto si capisce che riguarda corno, zoccoli e criniera.
‘Mio caro suddito’, disse Stabby, ‘vai a cercare Teneroso e Arrostino, verranno anche loro alla cerimonia.’
‘Sì, mia regina. Ci ritroviamo all’ingresso?’
‘Riuscirei a trovarti ovunque!’
Esplosino fu imbarazzato dal commento di Stabby. Era una guardia molto forte e competente, e bellissima, però non riusciva a esprimere liberamente i propri sentimenti, cosa che la regina trovava adorabile.
Esplosino si congedò dalla regina con una riverenza e recuperò Teneroso, il giullare di corte, che era nero e grigio, e Arrostino, un cavaliere blu e nero, che in quel momento si stava esercitando a incornare assieme al suo fidanzato Fluffy Chick, un ponycorno biondo e rosso, l’unico con le ali. Quest’ultimo si unì al gruppetto, dopo aver chiesto il permesso alla regina, e tutti insieme si recarono alla fabbrica di caramelle.
Una ventina di ponycorni si trovavano già davanti all’ingresso, pronti a far festa. Acclamarono la loro regina e il suo seguito, perché Stabby era sempre molto buona con i suoi sudditi e li difendeva ferocemente dai ponycorni cattivoni di Uni Town. Cioè, non tutti a Uni Town erano cattivi. Infatti, Esplosino era originario di lì, poi si era trasferito a Ponyville per verificare se davvero i ponycorni di quella città fossero cattivi come si diceva da lui e aveva scoperto che era una bugia, allora era rimasto per imparare da loro e capire perché i ponycorni delle due città non riuscissero ad andare d’accordo.
Stabby fece un gioioso discorso di inaugurazione: ‘Cari sudditi, è un piacere vedervi qui! La dolcezza nel mondo non è mai abbastanza, per questo è sempre meraviglioso quando qualcuno ne porta dell’altra! Ma bando alle ciance, tutti aspettiamo gli assaggi gratuiti!’
Con un colpo deciso del corno, Stabby tagliò il nastro e i primi a entrare nella fabbrica furono i puledrini. Dall’alto, Fluffy Chick fece piovere centinaia di coriandoli variopinti, mentre Arrostino si occupò dei fuochi artificiali, poi i due fidanzati si appartarono per mangiare insieme le caramelle che riempivano i piatti del buffet.
‘Esplosino, hai mai sognato una storia d’amore come quella tra Arrostino e Fluffy?’ domandò la regina, arrossendo.
Anche Esplosino arrossì e balbettò: ‘P- perché, maestà?’
‘Perché riempie la vita!’
La regina stava per aggiungere altro, ma fu interrotta dal grido d’allarme di Teneroso: ‘Arrivano i Guastafeste! Alle armi! Al riparo!’
‘Ma non hanno niente di meglio da fare, perdindirindina!’ esclamò arrabbiato Esplosino, battendo uno zoccolo per terra.
I Guastafeste erano ponycorni che volevano rendere tutti quanti uguali usando regole, leggi, imposizioni, convenzioni e un sacco di altri trucchi che impedivano agli altri di essere liberi.
Ne erano arrivati tre: Force, il più forte, biondo, con gli occhi azzurri e il resto che sembrava una bandiera degli Stati Uniti; Angry Fire, rosso e arancione, che appunto lanciava fuoco; Sonnacchio, nero e bianco, molto bravo a maneggiare bende col corno. I ponycorni inesperti seguirono il consiglio di Teneroso e corsero al riparo nella fabbrica, chi sapeva lottare invece accolse l’invocazione di Teneroso e si preparò a combattere contro i tre nemici.
‘Cosa state facendo, puledrotti?’ domandò Force. ‘Ci sono troppi zuccheri qui, non va bene. E la festa è troppo rumorosa.’
‘Ho sonno, voi urlate sempre’ si lamentò Sonnacchio.
‘Noi siamo gioiosi, ci piace ridere e giocare!’ replicò Teneroso.
‘Non ci farai tacere, pigra creatura’ rincarò Arrostino.
‘Amici, scacciamoli tutti insieme’ li spronò la regina.
Lei e Teneroso affrontarono Sonnacchio, Arrostino e Fluffy Chick sfidarono Angry Fire, Esplosino invece se la vedeva valorosamente da solo contro Force. Mentre tenevano impegnati i nemici, arrivarono rinforzi dal palazzo, e i Guastafeste furono costretti a battere in ritirata. Scusa se la battaglia è breve, però ti ho promesso una storia tranquilla. Comunque, Esplosino era stremato dopo lo scontro, allora Stabby si stese accanto a lui e fece toccare il corno col suo. In un attimo, la guardia recuperò tutte le sue energie.
‘Grazie, regina, ma non dovevate.’
‘Questo e altro per te e i miei sudditi. Ma soprattutto per te.’
Stabby si alzò e gli sfregò teneramente la criniera col muso. Esplosino arrossì. Le attenzioni della regina gli facevano piacere, però avevano ancora un compito da portare a termine.
‘M- maestà, dovete comprare il regalo per Big Sis.’
‘Giusto. Trottiamo al centro commerciale!’
Dopo qualche giro, Stabby comprò per la sua sorellona un paio di occhiali da sole per fare il cosplay di Kamina di Gurenn Lagann.
‘Spero solo che i Guastafeste non ci disturbino anche stasera’ si preoccupò la regina.
‘Non credo, mia regina. Force ha bisogno di un sacco di tempo per ricaricarsi.’
‘Hai ragione, lui non ha nessuno di speciale che possa ricaricarlo.’
‘E anche se si presentassero gli altri, mostrerò loro quale caspiterina è il loro posto!’
‘Tutti insieme siamo imbattibili!’ concordò la regina, rasserenata.
Tornando al castello, Stabby cantò una canzone sull’amicizia e il lavoro di squadra. A Esplosino non piaceva cantare, così accompagnò la canzone tambureggiando con gli zoccoli.
Tutti gli amici di Big Sis erano riuniti nel giardino del palazzo e ultimavano i preparativi: Bossy, un ponycorno azzurrino con gli occhi rossi, stava impilando i regali per Big Sis su un tavolo; Pink Gecko, verde e rosa, gonfiava qualche altro palloncino; Dark Misty, nero e viola con gli occhi gialli, sistemava le pietanze da lui preparate su vari tavolini; Magic Marble infine, un ponycorno arancione e nero, si esercitava a fare magie, assistito da Teneroso. Arrostino e Fluffy Chick nel frattempo avevano portato in giro Big Sis con una scusa e dopo un po’ la condussero alla festa, dove tutti urlarono: ‘Sorpresa!’
‘Awww, siete tutti dolcissimi! Fatevi strofinare!’ si commosse lei.
Iniziò la festa e fra le altre cose Stabby invitò Esplosino a ballare, perché per lei era il ponycorno più speciale di tutti. Esplosino provava lo stesso, quindi accettò e poi la invitò a uscire insieme un altro giorno. Iniziarono così a corteggiarsi e prima o poi si sarebbero sposati e ovviamente avrebbero avuto dei puledrini.
Ti è piaciuta la storia, Tsuki? A me tanto. Magari la prossima volta ne racconti una tu, ok?”
Gli carezzo la mano per qualche altro minuto, poi mi decido a dargli un bacio sulla guancia per salutarlo, augurandomi che Tsuki sogni i ponycorni, specialmente la vita felice di Stabby ed Esplosino.
Io e lui invece non possiamo frequentarci liberamente... devo prima aiutare Tomura a cambiare la società. Tomura sarà un bravo re, magari non buono quanto Stabby, però comunque molto meglio di chi governa adesso. In futuro non ci saranno discriminazioni, quindi nessuno giudicherà Tsuki per uscire con una criminale. Potremo mostrarci insieme senza nulla da temere! Lui sarà un vero eroe, perché qualcuno che salvi la gente serve sempre, non credo Tomura li abolirà. Magari saranno di meno e, oh!, Stain potrà selezionare chi è davvero adatto! Sarebbe fantastico! Già, una delle prime cose da fare sarebbe liberare i nostri amici dalle prigioni. Ma, anche in questo caso, selezionando, perché c’è chi merita di stare là dentro perché è veramente cattivo, come Overhaul e il maniaco pervertito.
Mentre esco dall’ospedale immagino come potrebbe essere la nostra vita dopo qualche tempo dalla rivoluzione sociale: Tsuki sarebbe l’eroe numero uno, passerebbe le giornate a salvare la gente, ed io all’inizio potrei dargli una mano, oppure lavorerei con uno dei ragazzi, la mia famiglia... naturalmente andrei spesso a trovare Hideki e Kyoko, li vizierei! E ci sarebbero tanti momenti in cui vederci tutti insieme e fare cose divertenti! E prima o poi arriveranno bambini anche per noi! E nel giardino avremo un pony! Raggiungo la macchina sognando ad occhi aperti. È un futuro così bello, perché non diventa subito presente?
Mi accorgo che Spinner si è addormentato. Ridacchio e gli scatto una foto prima di scuoterlo gentilmente.
“Ehi” mi saluta in mezzo a uno sbadiglio.
“Guarda quanto sei carino! E questo è Tsuki! Inizio una collezione di ragazzi addormentati!”
“Cancellala. Non te l’ha detto anche lui?”
“No, e Tsuki era sedato, non ha potuto dirmi niente.”
“Cos- tutto questo tempo per vederlo dormire?!”
“Ma hai visto quant’è tenero? E non l’ho solo guardato, gli ho anche raccontato una storia per fare bei sogni.”
Lui scuote la testa e sospira: “A saperlo ti mollavo qua da un pezzo.”
“Mi capirai quando sarai innamorato anche tu!”
Shuichi mette in moto e presto l’ospedale non è più in vista. Contemplo le foto di Tsuki addormentato, pensando a cosa scrivere di buffo una volta che gliele spedisco, quando il fratellone lucertolone mormora: “Non capiterà mai.”
“Ma certo che sì!”
“Sii realista, Toga. Non...”
“Sono realista. Esiste una persona speciale per tutti. Troverai una brava ragazza un giorno. In una sala giochi magari.”
“Facciamo un patto” dice esitante Shuichi. “Non mi parli più del tuo ragazzo finché non l’ho trovata, d’accordo?”
“Ok, e ti aiuto a trovarla!”
“Però dopo che abbiamo vinto.”
“Credi che farebbero la fila per stare con un rivoluzionario?” lo stuzzico, ma non mi aspetto una risposta.
Distraggo il fratellone parlando di Stain, allora lui si entusiasma e non ha più l’aria timida che aveva poco fa. Aw, ma perché tutti i maschi che conosco non si rendono conto di quanto sono adorabili?



***Angolo Autrice***
La volevate una storia con i ponycorni? A me ed Anny c'è voluto un po' per trovare i nomi adatti XD
E ci sono anche accenni di DabiHawks. Prima o poi dedicherò una storia anche a loro.
Con questo si conclude la seconda parte, nel prossimo capitolo inizia la terza e ultima. Cercherò sempre di evitare spoiler, mescolando eventi canon con la mia trama: quindi se avete letto il manga li riconoscete, altrimenti no.
Per chi lo legge, un paio di note: 1- Hawks non ha fatto nessuna chiacchierata con Best Jeanist; 2- ho spostato la battaglia di Deika a gennaio per esigenze di trama.
Bye!

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Capitolo 19
*** Dichiarazione notturna (Katsuki) ***


Sono nel dormiveglia, quando sento il mio cellulare vibrare. Allungo il braccio per recuperarlo dal comodino, pensando che essere un eroe comporta avere il sonno leggero per essere sempre pronto a rispondere in caso di emergenza. La luce dello schermo mi acceca per un attimo e, complice il sonno, ci metto un po’ a decifrare il messaggio che mi ha mandato Himiko. È insolitamente breve e privo di emoji, dice semplicemente che sta arrivando. Strano, ci eravamo accordati per vederci domani notte, perché il giorno successivo sarei stato finalmente dimesso. Almeno, lei ha insistito tanto per venirmi a salutare e allora le ho imposto una data e un orario per evitare che si presentasse inaspettatamente. Non voglio altre foto di me addormentato... trovo fottutamente inquietante chi fissa la gente che dorme, invece Himiko pensa che sia dolce. Beh, per mia fortuna non ho sognato nessun quadrupede cornuto quella notte, così mi sono risparmiato sue ulteriori incursioni notturne.
In questi sei giorni ho sentito poco Himiko, la sera. Dopo aver passato il giorno a dare il massimo per tornare in pista il prima possibile – cioè appena Best Jeanist è soddisfatto e la finisce con la stronzata di non chiamare Recovery Girl –, la sera sono troppo stanco per chattare a lungo. Però ho scoperto che Svampita e compari si stanno allenando in montagna. Fanno anche dei turni, ma non ho capito per che cosa. Al momento si tengono lontano dai guai, è un sollievo, tuttavia so che non durerà a lungo... cercherò di scoprire che stanno escogitando.
Mi tengo impegnato al cellulare per non addormentarmi finché arriva Himiko: ha i capelli sciolti e arruffati; sotto il cappotto che ha comprato di recente indossa un pigiama rosa con coniglietti bianchi e ai piedi porta le scarpe, almeno, mi aspettavo di vederla in pantofole. Sembra che si sia appena alzata dal letto e si sia precipitata da me, ma cosa può essere successo? Dopo che richiude la porta della mia stanza d’ospedale, mi si getta praticamente addosso dal lato della gamba sana e piagnucola come una bambina spaventata che... ha certamente fatto un incubo. L’effetto del quirk del bastardo manipolatore si sta affievolendo, i sogni stanno tornando meno vividi, ma per sfortuna Himiko ha avuto un incubo prima che tornassero del tutto normali. Io invece o non li ricordo o si tratta di spezzoni innocui. Solo uno mi ha dato da pensare...
Abbraccio Himiko e le carezzo la nuca e la schiena. Quando mi sembra più calma, le domando: “Hai fatto un incubo che mi riguardava, vero?”
Lei annuisce senza alzare il viso dalla mia spalla, poi prende un respiro e incontra il mio sguardo. Odio vederle gli occhi arrossati e le guance pallide, il viso contratto in un’espressione triste e turbata. Devo restituirle il sorriso, la vivacità, mi piace troppo la Svampita allegra e chiacchierona a cui mi sono abituato, anche se poi mi rompe le palle. Forse anche perché mi rompe le palle...
“Non è tanto quello... sono stati i pensieri dopo... non mi lasciano in pace... dovevo vederti per forza, perché avevo paura che ti fosse successo qualcosa... o sarebbero bastati i miei amici, Spinner è quasi sempre con me ultimamente, è stato tanto gentile ad accompagnarmi dopo che l’ho svegliato...”
Tipico di lei perdersi in chiacchiere. Non importa, ho notato che lo fa quando deve dire qualcosa a cui tiene molto. Infatti, una volta finito di raccontare quanto in fretta ha raggiunto l’ospedale, arriva al punto: “Tsuki, è reale? Intendo... ciò che c’è fra noi? Non l’ho immaginato, vero? Lo so, ci siamo baciati, però... ho davvero bisogno che me lo dici! Tu non sei una cotta come le altre, non è un’ossessione, e ricambi ciò che provo...”
Riprende a singhiozzare sommessamente, pregandomi che sia così. Torno a carezzarla come prima, dispiaciuto, ma forse questo genere di pensieri sono un miglioramento per lei. Stranamente, la sua agitazione mi rende calmo, nonostante debba parlare di sentimenti, che non sono proprio il mio forte. Sarà che è buio, siamo soli, sussurriamo, Himiko non mi sta nemmeno guardando e ha soltanto bisogno di una mia conferma per ritornare felice.
Dopo qualche attimo di riflessione, rispondo: “Sai, io non ho fatto incubi, ma c’è stato un sogno che mi ha impensierito. Non era brutto, forse mi sarebbe addirittura piaciuto un tempo. C’era un podio e la gente intorno a me voleva che salissi al primo posto, perché ero il numero uno. Io allora ci salivo, vedevo persone sorridenti che mi applaudivano, luci e coriandoli, poi però il podio si alzava, diventava una colonna che saliva, sempre più alta. Presto ne superava delle altre, dove c’erano altri eroi. Alla fine era come un grattacielo molto stretto, il più alto della città, da dove non riuscivo a vedere più nessuno, nemmeno attorno a me...
Io desidero ancora diventare il numero uno, ma non al costo di essere solo. Creavo delle barriere tra me e gli altri e credevo di esserlo, che soltanto con le mie forze potessi raggiungere il mio obiettivo, però dopo averti conosciuta ho capito di sbagliare. Non sono mai stato veramente solo, ho avuto genitori presenti, amici – o persone che hanno provato ad esserlo... invece voi della Lega avete sperimentato la vera solitudine e ora so che non mi farebbe bene diventare il numero uno a quel prezzo. Credo che... rischierei di dimenticare a che serve essere arrivato così in alto, non riuscirei più a essere l’eroe che mi consideri adesso, uno vero, come dici copiando Stain. Sarei un coglione a voler proseguire su quella strada, adesso che mi sono reso conto di quanto importante sono state le mie esperienze con gli altri, che da solo nessuno può arrivare a fare un cazzo di buono...”
Mi interrompo. Himiko mi sta ascoltando attenta e trepidante. Grazie al cielo ha smesso di piangere e da un po’ mi guarda, non nasconde più il viso. Meglio così, la cosa più importante, la risposta che lei desidera, sto per dargliela adesso. Mi sento inquieto e vulnerabile come appariva Himiko dopo lo scontro col maniaco, eppure non è una sensazione sgradevole, né mi importa ormai di arrossire davanti alla Svampita. Davanti a lei posso essere me stesso, altrimenti ciò che sto per dire perderebbe di significato.
Le carezzo affettuosamente una guancia e proseguo: “Soprattutto tu, Himiko, mi sei stata di grande aiuto e spero di essere in grado di restituirti il favore. Vorrei che fossi presente nel mio futuro... perché sto bene con te e... e sinceramente ci sarebbero troppe cose da elencare. Non posso avere nessuna certezza di come finirà, ma al momento separarmi da te mi sembra terribile e forse ci sarebbe stato un modo migliore di dirlo, però... ti amo, Toga Himiko.”
I suoi occhi si riempiono nuovamente di lacrime, ma sorride, quindi sono lacrime di gioia. Mi stringe commossa, anzi, mi stritola e con voce soffocata quasi urla: “Ti amo anch’io, Bakugo Katsuki! Tantissimo! E non ti lascerò mai da solo, per nulla al mondo!”
Ricambio l’abbraccio e vorrei ridere con lei, tuttavia uno dei due si deve ricordare che siamo in una camera di ospedale ed è notte fonda, quindi l’ammonisco a fare piano. Lei ridacchia e si zittisce, ma non si scosta. È perfetto così... averla stretta tra le mie braccia è giusto, naturale, come se non ci fosse altro posto dove potrebbe essere. Himiko è una parte di me a cui non voglio o posso rinunciare. E nemmeno dovrò farlo.
“La faremo funzionare, Himiko... anche se è complicato, anche se non capiamo e non abbiamo certezze... Himiko?”
Si e addormentata, usandomi come cuscino-peluche. Sorrido e le scosto una ciocca di capelli dal viso. Non aveva tutti i torti: guardare una persona addormentata è dolce.
Vengo svegliato dal tocco di mani gentili che scorrono dal mio viso al mio petto. Devo essermi addormentato subito dopo Himiko ieri. Apro gli occhi di scatto: non che mi dispiaccia averla ancora con me, ma che ore sono?
La Svampita ridacchia e sembra leggermi nel pensiero: “Tranquillo, Tsuki. Ho disattivato la sveglia, sono le sei e cinque.”
Da essere distesa accanto a me con la testa appoggiata sulla mano, Himiko torna ad usarmi come cuscino, cingendomi la vita. Stanotte non me ne sono accorto, ma fa veramente caldo in questa camera...
“Ah, ok, però alle sette viene l’infermiera. Mi spiace, ma dovresti...”
“È carina?”
“Chi?”
“L’infermiera.”
“Può darsi” rispondo con un ghigno.
Lei fa il broncio per un momento, poi ride. Commenta: “Beh, se ci porta la colazione a letto la perdono.”
Con lei è difficile capire cosa intenda esattamente, perciò domando: “Non le vuoi prendere il sangue, vero?”
“Può darsi” risponde La Svampita, imitandomi.
Le sorrido, sollevato che stesse scherzando.
“Sarebbe bello, ma è meglio se non trova nessuno in camera.”
“Lo so... Spinner avrà dormito in macchina a causa mia, dovrei subito andare a fare qualcosa di carino per lui, però chissà fra quanto ci rivedremo, Tsuki...”
“Ci sono sempre i messaggi, Svampita” provo a consolarla, benché sapere di non poterla vedere e toccare per lungo tempo rammarica anche me. “Prima o poi finirà questo stallo, una delle nostre fazioni, molto probabilmente la mia, risulterà vincitrice, e-”
Himiko si mette seduta, esclama: “Noioso!” e tenta di farmi il solletico. Purtroppo per lei, non lo soffro. Le concedo qualche altro secondo per farle capire che è inutile e appena si lamenta di questa ingiustizia, le sfioro un fianco con un dito, e lei si ritrae immediatamente con una risatina.
“Oh no, Tsuki, non pensarci nemmeno!”
Troppo tardi: non fa in tempo a frapporre un cuscino fra di noi che la sto già solleticando. Himiko tenta ancora di sfuggirmi fra le risate. Butto a terra il cuscino, riesco a farla sdraiare a bordo del letto e continuo a farla ridere finché ha le lacrime agli occhi. Immagino che mi stia supplicando di smetterla sia che mi stia insultando tra una risata e l’altra.
“Colpa tua, Svampita. Mai basare un attacco su un tuo punto debole.”
Mi interrompo bruscamente. Himiko ne approfitta per sfuggirmi, ma deve essersi scordata di trovarsi a bordo del letto, poiché rotola di lato e finisce a terra. L’avrei presa in giro, se non mi fossi fermato perché qualcuno ha aperto la porta e sta entrando.

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Capitolo 20
*** Fidanzati atipici ***


Himiko’s POV

Per fortuna il cuscino ha attutito la mia caduta, Tsuki ha fatto bene a farlo cadere prima che cadessi io! Sto scherzando con il mio ragazzo! Non ci posso credere! Ci impiego qualche secondo a riprendere fiato, ma non sono l’unica che deve riprendersi da qualcosa. Mi accorgo infatti che non siamo più soli: la signora Bakugou è ferma sull’uscio della porta, con una mano sulla maniglia e l’altra che regge un contenitore e ci fissa con occhi e bocca spalancati. Non avevo mai visto qualcuno talmente sorpreso, ma non riesco a capire se è piacevolmente colpita da questa scoperta o se disapprova.
Io sono felice di conoscere la mia futura suocera, però poteva succedere in un momento migliore. Arrossisco di colpo pensando a come sono conciata. L’imbarazzo mi impedisce di salutarla come si deve.
“Non si bussa più, befana?!” urla Tsuki.
Questo ci smuove: Mitsuki entra completamente nella stanza, chiudendo la porta, e io mi rialzo, spazzolandomi il cappottino. Tsuki è tutto sua mamma, dato che anche lei inizia a urlare: “Sei in un ospedale, non a casa, imbecille!” Poi, con un tono più gentile, si rivolge a me: “Chi sei, cara? Non credo di conoscerti.”
Meno male, non conosce il mio aspetto, però il mio nome lo saprà sicuramente! Mi guardo per un attimo in giro, esitante, prima di rispondere: “E- ecco, io sono … T- Tsukino Himiko. Piacere signora. Mi chiami pure Himiko!”
Scorgo con la coda dell’occhio Tsuki fare un facepalm mentre mi inchino. Beh, che cosa pretende? È il meglio che sono riuscita a inventarmi sotto pressione! Ed è credibile!
“Piacere, io sono Bakugou Mitsuki, la madre di questo deficiente. Non mi sembri un’infermiera, sei per caso una paziente?"
“Oh, no. Sono venuta a trovare Katsuki, sono la sua ragazza” le rivelo gioiosa.
Mitsuki poggia il contenitore sul comodino e sposta lo sguardo incredula da me a Tsuki.
“Non ci posso credere... perché non ci hai detto niente, screanzato?!”
“Sono cazzi miei, vecchia!”
“Ehm, vado un attimo in bagno.”
Mi defilo nel piccolo bagno annesso alla camera di Tsuki, ridacchiando nel sentire come si urlano contro e per come si apostrofano. Sono molto divertenti! Mi guardo allo specchio, stupendomi per quanto appaia disordinata, ma radiosa di felicità. Gli occhi sono un po’ arrossati a causa delle lacrime di prima. Mi fanno tornare in mente quelle che ho versato ieri. Sono stata proprio una sciocca a farmi sconvolgere tanto da un incubo... però mi era venuta una paura tale di poter perdere Tsuki che ho dovuto assolutamente vederlo. Ed è meraviglioso sentirsi una sciocca adesso, ciò che è accaduto stanotte lo ricorderò tutta la vita!
Mi sciacquo il viso, abbottono il cappottino, anche se ormai Mitsuki ha già visto che sono in pigiama, e faccio del mio meglio per pettinarmi i capelli con le dita. Chissà cosa pensa di me. Per lei sono solo una biondina che sta col figlio, al momento, ma quando saprà che sono Toga Himiko? Beh, se le piaccio adesso le piacerò anche quando saprà il mio vero nome! Se apprezza me stessa, non cambierà niente... o quasi. Mi decido ad uscire dal bagno per capire se Mitsuki mi trova simpatica.
“Eh certo, noi ti facciamo sfigurare! Ti vergogni di noi!”
“Non mettermi in bocca parole non mie!”
“Ma sta zitto e mangia!”
Mitsuki infila a tradimento una grossa porzione di riso in bocca a Tsuki. Io scoppio a ridere ed esclamo: “Sembri un criceto! Sei troppo carino!”
“No’ dife stossate!” tenta di urlare lui a bocca piena, fulminandomi con lo sguardo.
Mi siedo accanto e gli poso un bacio sulla guancia.
“Un cricetino adorabile” replico convinta.
“Riesci a sopportare questo testone?” mi domanda Mitsuki, divertita.
“Oh sì, è facilissimo. È più lui che sopporta me, ma anche lui se la cava bene.”
“Mi fa piacere che vi sappiate trattare. Sai, credevo che sarebbe rimasto single a vita.”
Abbraccio un braccio di Tsuki ridacchiando. “Katsuki è molto buono sotto le urla e le minacce. Mi sono accorta del suo lato tenero e ora non lo mollo più.”
“Non avrei mai creduto di sentire simili parole rivolte al mio figlio degenere” commenta Mitsuki scuotendo bonariamente la testa. “Beh, è un sollievo.”
“La smettete di parlare di me come se non ci fossi?!” urla Tsuki, imbarazzato.
“Vedi di portare presto la tua dolcissima ragazza a cena, idiota! Sarà un piacere ospitarti, cara, facci solo sapere quando sei libera che ci organizziamo.”
Prima di rispondere guardo Tsuki, che annuisce imbronciato, quindi esclamo raggiante: “Molto volentieri! In effetti sono presa da un progetto ultimamente, appena mi libero avviso subito Katsuki.”
“Perfetto! Non vedo l’ora di sapere come vi siete conosciuti!” Tsuki rabbrividisce di fronte alla voglia di conoscenza di sua madre. “Allora, tu stai bene e sei anche in ottima compagnia, posso andare. Mangia tutta la colazione, mi raccomando. Ah, più tardi passa a trovarti tuo padre, ok?”
“Sì, ma’. Ciao.”
“Arrivederci, signora.”
“Ma no, chiamami Mitsuki. Arrivederci.”
Ci salutiamo sorridenti. Appena chiude la porta, esprimo la mia gioia stritolando Tsuki e urlando: “Sto simpatica a tua madre! È magnifico! E stanotte ci siamo dichiarati! Finirà benissimo!”
“Perché devi sempre esagerare con l’entusiasmo, Svampita?! Sono felice anch’io, ma contieniti! Devo ancora realizzare che ti dovrò presentare ai miei...”
“Aw, adoro quando fai lo tsundere!” replico mentre sottraggo alla sua colazione del salmone al vapore.
“Non lo sono! Adesso dovresti davvero andare, Himiko.”
“Fammi almeno assaggiare la colazione di tua madre.”
“Himiko” mi rimprovera dolcemente.
Sospiro e annuisco. Non può biasimarmi per il voler rimandare il più a lungo possibile la nostra ennesima separazione.
“Ci sono le vacanze di Natale fra qualche settimana, puoi passare a casa un giorno di quelli” mi consola Tsuki mentre già mi sta abbracciando per salutarmi.
“Sì, oppure collaboro con te durante le tue ronde.”
“No, non è finita molto bene...”
“Miglioreremo!”
Me lo sbaciucchio un po’, finché, purtroppo, devo andarmene per non incontrare qualcuno che possa dare l’allarme.

Katsuki’s POV

In queste settimane mi sono sentito spessissimo con Himiko, usando più i messaggi che le telefonate perché lei a volte si trova zone in cui il cellulare non prende bene o non c’è proprio campo. Mi piacerebbe averla vicino, ma non sono ansioso come quando chattavamo prima del maniaco pervertito, come lo chiama lei. Adesso c’è un senso di serenità dovuto al fatto che abbiamo definito il nostro rapporto: stiamo ufficialmente insieme. Il resto è rimasto uguale, la nostra è sempre una strana, precaria situazione che si svilupperà non appena ci sarà un nuovo scontro con la Lega, però per il momento di godiamo appieno questa fase di stasi. Almeno, di stasi fra le due fazioni, perché io mi sto dando un sacco da fare alla Yuei, presto inizierò addirittura un tirocinio con Endeavor, e anche la Svampita si sta allenando molto.
Sfortunatamente, per Himiko non è stato possibile raggiungermi oggi o durante un altro giorno di vacanza, qualcosa non dà tregua a lei e compari, però mi ha mandato un regalo: una tazza a forma di granata. Inutile dire che sia orrenda... figuriamoci se me la porto nei dormitori!

Hai ricevuto il mio regalo, Tsuki? 🥰😘😊
Sì, l’ho già fatto esplodere

Cattivo, non si dicono certe cose
😣😟🥺
È ridicolo bere da una bomba 😒

Ma tu sei Esplosino, tu puoi! 🙃😂
Ah, fai gli auguri di Natale ai tuoi da parte mia 💓
E stringili forte! 💓💓💓
La befana continua a rompere per sapere di te, ma se non sei presente anche tu non racconto nulla
Le ho detto che sei in viaggio per trovare dei parenti
Ti fanno gli auguri anche loro

Awww
😄💓
Non è proprio una bugia, in fondo sono con la mia famiglia, in giro 🤭
Siccome è Natale, il dottore ha convinto G. a lasciare Tomura in pace
Poverino, è esausto, sta durando troppo
🥺😕
Vuoi essere chiara per una volta?

No, mi spiace
🤐
Cosa stavi dicendo ieri sui tirocini?
Che stavolta non lo faccio con Best Jeanist ma con Endeavor
Himiko, ci sei?

Mi piace di più Best Jeanist
Non posso lavorare solo con gente che rispetta i tuoi canoni di bellezza

😂😂
Intanto non ti dispiace se a te do punteggio pieno, eh? 😏😁
Ma stavolta c’entra anche il carattere
Non sono superficiale
Non sempre
Tsuki, a te piace Endeavor?
È un eroe molto capace

Aspetta
Non mi riferisco a quella roba
Intendo come persona
Non l’ho mai conosciuto
Che problema c’è?

Niente, Dabi lo odia
Moltissimo
😬
Cazzi suoi

Solo, pensa che Best Jeanist è un mentore migliore
O uno qualunque dei tuoi insegnanti
Hai mai fatto un pensierino su Midnight?
😏
Io sì 😏😏😏
Non riesco mai a capire quando sei seria e quando vuoi solo sparare cazzate

😝😙
Ho scritto solo cose vere Esplosino 😌
Non è colpa mia se alla Yuei ci sono tante persone carine 😍
Quando mi annoio guardo le loro foto 🤗
Ti piace tradirmi col pensiero

Nah, voglio solo assaggiarle e diventare loro
🔪😋
Gelosone 🤭😏
🙄
Dunque hai terminato l’argomento Endeavor?


Fra i tuoi insegnanti Midnight è la mia preferita
Ma anche Present Mic non è male
O Aizawa
😁
Potresti approfittarne per imparare da loro

Imparare?
Sì, Svampita, imparare...
Sono insegnanti
Non ti farebbe male

Non stai parlando delle loro mosse, vero?
Già
Potrei spiegarti alcune cose che ho imparato io
A proposito, come sei messa a studi?

Durante le vacanze vuoi parlare di questo?
🙄🥱
Stacca la spina!! 😆
Divertiti! 😆
Mi sto divertendo!
Volevo solo sapere quanto sei ignorante
O nella vostra futura società è motivo di vanto non avere un’istruzione?

Andiamo, ciò che sto facendo è più importante di passare le giornate seduta davanti un libro
Si impara molto di più col mio stile di vita, non pensi?
Anche col tuo, perché c’è tanta pratica
Ma a che serve a una liceale saper fare le equazioni? O sapere poesie, citazioni, date, cose su Paesi che mai visiterà, a memoria? Può farlo per hobby, se le interessa, altrimenti che cosa mi sto perdendo veramente?
Himiko, è più complicato di così

No
😣
Stoppati
La vita è molto semplice, non complicarla
Non discutiamo di questo, ti preeego!
🥺🥺🥺
E va bene, ma solo perché è Natale
Continueremo questo discorso, capito?

Sìììì!
😀🥰💓💓💓
C’è una cosa che ancora non ti ho detto perché aspettavo prima che tu dicessi qualcosa al riguardo 🤭
A riguardo di cosa?

Beh, i tuoi genitori sanno che hai una ragazza e ne sono felici, i tuoi amici?
😏 Lo sanno? 😁 Come hanno reagito? 🙃
Non ho detto niente a nessuno
Scintilla e Capelli di Merda hanno spettegolato un po’ su Labbra di Canotto, ma dato che non reagivo hanno lasciato perdere Per ora sei solo un’ipotetica spiegazione del mio cambio di atteggiamento

Mi percepiscono!
😂😂
Ti fa piacere? 😊
Preferisco che resti un segreto

Perché sono una villain?
😶
No, perché non sono cazzi loro
Mi sto aprendo, ma so che romperebbero molto con questa storia
Però, se tu non fossi una villain, ti saresti già presentata, no?

Eccome!
😄🤭
Ho un debole per i bravi ragazzi, mi conosci 😇🙃
Peccato che non li frequenti

Tomura e gli altri sono bravi!
Soprattutto Jin!
E lo è anche Stain!
Io capisco le persone, ricordalo
😉😌
Ci sentiamo, mi hai dato un sacco da elaborare

Non vuoi sapere che pensano i miei amici di te?
😟🥺
Mi sono già fatto un’idea

Va bene, non vedo l’ora di confermarla
😃
Buonanotte Tsuki! 😚
💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓💓
Buonanotte, Svampita sdolcinata


Metto via il cellulare e mi passo una mano tra i capelli, pensieroso. Parlando di insegnanti e amici Himiko si è comportata come al solito, esprimendo le sue opinioni, che sono interessanti, se non altro. Posso non approvarle, ma le capisco, come capisco che non ne vuole parlare perché anche lei ha una testaccia dura e non intende cambiare idea. Non importa, ci proverò lo stesso. Se poi non ce la faccio, almeno avremo fatto una discussione seria una volta tanto, magari anche piacevole, e ci conosceremo ancora meglio.
Invece, non riesco a spiegarmi come ha reagito riguardo Endeavor. D’accordo, il suo amico bruciacchiato lo odia, ma allora? Himiko non detesta All Might solo perché lo fa Shigaraki, lo ritiene un eroe sopravalutato e basta. Mi ha detto pure che nessun altro nella Lega lo odia... Non può essere che Endeavor ha ustionato il suo amico, in passato, altrimenti avremmo l’identità di Dabi: chiunque si ricorderebbe di simili ferite. Magari durante il tirocinio riuscirò a capirne di più.

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Capitolo 21
*** Deika (Katsuki) ***


Mi vibra il cellulare mentre sono in classe. La cosa strana è che si tratta di una chiamata. Vedo che è Himiko, ma non rispondo, perché lei sa benissimo che ho lezione adesso. Ricevo un breve messaggio: Tsuki per favore, e mi richiama. Se è solo per dirmi che finalmente è libera e non poteva aspettare fino a stasera la mando a fanculo!
Chiedo il permesso di andare in bagno, mi assicuro che non ci sia nessuno e rispondo.
“Tsuki!”
“Svampita, spicciati, ho lezione.”
“Lo so, ma... volevo avvisarti che dei tizi ci hanno sfidati e sembra una cosa piuttosto seria...”
“Quali tizi? È come con la Yakuza?”
“Sì, cioè no, nel senso che Overhaul voleva allearsi, questi ci hanno minacciato di farci arrestare se non li affrontiamo. Com’è che hanno detto di chiamarsi?”
Riesco a sentire la risposta della fotocopiatrice umana, che probabilmente sta camminando accanto a Himiko.
Meta Liberation Army. Li hai mai sentiti?”
“No, ma che vogliono da voi?”
“Dicono che intralciamo i loro piani. Hanno praticamente hackerato il cellulare di Jin e dicono di essere più di centomila! Stiamo andando a Deika City, dove...”
Shigaraki la interrombe bruscamente, rimproverandola per le informazioni che mi sta dando.
“Himiko, no, non ascoltarlo! Hai fatto bene a chiamarmi.”
“Sì, però tu non intendi mandarci contro degli eroi, vero?”
“Non... Himiko, non potete combattere in una città, non pensi a-”
“Ci hanno obbligati! Sì, sì, Jin dice che dobbiamo anche salvare il nostro broker. Guarda il notiziario, Tsuki: le dita e i vestiti sono quelli di Giran!”
“Non potete ritirarvi e finiscono quei bastardi al fresco?”
“Un attimo... No, perché quelli sono più una specie di setta, non una banda criminale e se si presenta un eroe faranno la parte di chi ci ha rintracciati e vuole consegnarci. Ma tranquillo, Tsuki, Tomura ha un piano! Loro hanno un esercito, noi abbiamo Gi-”
Silenzio. Immagino che qualcuno della Lega le abbia tolto il cellulare di mano e abbia riattaccato. Metto in tasca il mio, incerto su cosa fare. La faccenda sa tanto di trappola, ma un combattimento attira sempre l’attenzione, gli eroi arriveranno in ogni caso, come fanno a non rendersene conto? La cosa più sensata che posso fare è avvertire subito la polizia o un eroe... non sarebbe un tradimento verso Himiko, al contrario, l’unico modo che ho per salvarla è arrestarla, dato che ancora non vuole costituirsi. Alla fine però decido di non avvertire nessuno: c’è qualcosa di molto strano in villains che vengono sfidati da gente che appare fin troppo preparata. Forse dare l’allarme senza sapere nulla di specifico non è una buona idea. Opto invece per andare sul posto; se mi sbrigo posso arrivare in tempo, tenere d’occhio Himiko e valutare come muovermi successivamente.
Mentre cerco le coordinate per Deika City, mi dirigo da Aizawa-sensei. Gli racconto una scusa circa importanti problemi familiari affinché mi dia il permesso di uscire. Sembra sorpreso, ma non fa domande, forse perché sa che io non salterei mai ore di lezione senza una valida ragione.
Scopro con disappunto che per raggiungere Deika mi ci vorrà più di un’ora, ma ormai ho preso la mia decisione, non ha senso rimpiangerla. Raggiungo la stazione in un baleno, compro un biglietto e dopo pochi minuti sono in treno. Mando un paio di messaggi a Himiko, senza ottenere risposta. Che stia già combattendo? Sui notiziari ancora nulla, per il momento. Magari la Svampita ha esagerato, quei coglioni volevano solo attirare l’attenzione della Lega, impressionarli... lo spero, ma non ci credo.
Scendo dal treno senza ancora nessuna risposta e prendo l’autobus che mi porterà a destinazione, se non che, poco prima di entrare nei confini di Deika City, c’è un blocco stradale. Controllo il cellulare, ma non ci sono notizie su eventuali scontri in quella città. Allora perché cazzo fermano il traffico? Non può essere una coincidenza! Un’intuizione mi colpisce: in centomila alleati, ci sarà qualche poliziotto, qualche eroe... ma no, devono aver mentito... posso accettare il fatto che qualcuno molto potente abbia così tanti seguaci, ma che abbia agito talmente in segreto da non sollevare nessun sospetto, nemmeno una diceria...
Ah, non ha importanza! Devo raggiungere la città, poi pensare! Scendo dal bus, quando nessuno mi guarda scavalco il guardrail, corro e, appena sono abbastanza lontano dal posto di blocco, uso le esplosioni per avvicinarmi più velocemente a Deika.
Presto avverto i suoni di una battaglia su vasta scala. Mi fermo un attimo per chiamare Himiko. Sto per riagganciare, quando finalmente risponde: “Bakugou?”
Non è Himiko... la mia preoccupazione per lei cresce.
“Sì, e tu chi cazzo sei?”
“Bubaigawara! Twice! Toga-”
“Dimmi solo dov’è Himiko!”
“Con me, è svenuta, ma-”
“Dove siete?!”
“Aspetta, significa che sei qui?”
“Sono quasi entrato in città. Rispondi!”
“Meno male! Resta dove sei, veniamo noi! Toga-chan ha bisogno di cure, io ho fatto quello che potevo, ma deve lo stesso andare in ospedale. È davvero un sollievo sapere che sei qui, Bakugou...”
Lo stronzo continua a ripetersi senza darmi altre notizie di Himiko. Lo interrompo per dirgli dove mi trovo esattamente e gli ordino di arrivare in fretta, poi riattacco. Mentre li aspetto cerco di non stare troppo in ansia per Himiko: la Svampita riesce sempre a cacciarsi nei guai, per fortuna ha degli amici che possono aiutarla... e ha me, naturalmente.
Mi domando perché mai un’organizzazione del genere, che possiede notevoli risorse, se la sia presa con la Lega. Sono circa tre mesi che se ne stanno appartati tra le montagne a non commettere crimini. Anche ripensando a ciò che hanno fatto in precedenza, da quando Shigaraki ha attaccato per la prima volta la Yuei, non mi viene in mente nulla di rilevante.
Sento qualcuno avvicinarsi, più di una persona. Mi preparo ad attaccare, se necessario. Sorpreso, mi accorgo che si tratta di tre Twice: uno precede gli altri portando in spalla un altro Twice ancora, che ha le braccia rotte, gli altri due portano Himiko. Non faccio più caso a loro e la raggiungo in un attimo, spaventato per com’è ridotta. Il suo viso è tutto insanguinato e battuto, soprattutto il lato destro... e sembra avere ovunque innumerevoli ferite. Le carezzo la guancia sinistra, preoccupato oltre ogni misura.
“Lo so” dice triste il Twice con le braccia spezzate. Guarda me e lei con compassione. Nonostante ciò – e il dolore che deve provare per le ossa rotte, ci sono passato anch’io – si sforza di sorridere. “Ero molto scosso anch’io quando l’ho trovata così... il suo bel faccino... ma sono arrivato in tempo, conta questo, giusto?”
Annuisco. I due Twice che portano Himiko me la consegnano fra le braccia. Uno di loro dice: “Però sarebbe stato ironico se proprio Toga-chan fosse morta per dissanguamento.”
Non gli do retta. Non riesco a fare a meno di guardare Himiko, così pallida e insanguinata, come lo era nell’incubo in cui mi aveva intrappolato il maniaco... stavolta però è la realtà. Uno dei cloni mi poggia una mano sulla spalla.
“La affidiamo a te, eroe!”
“Non farcene pentire!”
“Arrivederci, Bakugou. Prenditi cura di Toga-chan, sono sicuro che lei farà lo stesso con te.”
“S- sì, grazie.”
Senza perdere altro tempo, corro nella direzione da cui sono venuto. Nella realtà sono padrone di me stesso, nessuno controlla le mie azioni e se trovo degli ostacoli, li abbatto, con le dovute precauzioni. Mi prenderò cura di Himiko il meglio che posso, non permetterò che le venga fatto ancora del male. La mia responsabilità consiste non solo nel portarla in ospedale, ma anche nel chiamare la polizia... per quanto riguarda il suo arresto almeno. Invece, per ciò che sta accadendo a Deika, preferisco confidarmi con qualcuno di fidato. Credo di capire un po’ meglio Stain adesso: prenderei volentieri a mazzate qualche falso eroe del cazzo!
Mi sono allontanato a sufficienza da quella maledetta città. Mi avvicino ai bordi della strada e fortunatamente non ci vuole molto prima che qualcuno mi dia un passaggio, facendomi un sacco di domande. Il tipo però si arrende dopo che io rispondo a monosillabi e, inaspettatamente, parte sgommando come un pilota d’auto da corsa. Gli sono grato per questo... Carezzo Himiko e me la tengo stretta, pensando a tutte le frasi che si dicono per rassicurare una persona in certi frangenti, ma non ce la faccio a dirgliele davanti a uno sconosciuto. Basta il gesto.
Dopo non più di mezz’ora che ho lasciato Deika, sono seduto nella sala d’aspetto dell’ospedale più vicino, in attesa. Aspetto che mi informino sulle condizioni di Himiko; che arrivino Aizawa-sensei, Best Jeanist e la polizia, mi auguro in quest’ordine. Sì, li ho chiamati uno per volta, raccontando dove mi trovo e che ci ho portato Toga Himiko, non ho aggiunto molto altro, anche loro hanno capito che occorreva parlare di persona.
Pochi minuti dopo, mentre un paio di agenti si assicurano che Himiko sia veramente priva di sensi e in gravi condizioni, il detective sopraggiunto con loro mi invita a seguirlo in centrale per lasciare una deposizione. Io rifiuto di andar via finché lei non starà meglio, ma sono disposto a fami interrogare quanto vuole qui e subito. Contrariato – non me ne frega un cazzo, deve averlo capito che non ho alcuna intenzione di lasciarmi convincere – chiede a un’infermiera di usare una stanza per parlare in privato. A me va benissimo, ma gli chiedo di aspettare che arrivino i miei sensei; tanto Himiko non può andare da nessuna parte ed io non voglio ripetere la storia troppe volte. Beh, dovrò ripeterla per i miei...
Ben presto arriva il momento in cui devo raccontare tutto: aggiungo alcuni dettagli che avevo tralasciato circa il mio rapimento, parlo degli scambi telefonici avuti con Himiko, delle varie volte in cui l’ho rivista. Mi premuro di spiegare che genere di persona è lei, il motivo per cui ho deciso di non arrestarla alla prima occasione. Non m’importa se magari mi prendono per un coglione innamorato, basta che non pensino che sono un traditore o che Himiko mi abbia raggirato. No, devo render chiaro che lei ha bisogno di cure psichiatriche. Questo, unito alle sfortune che le sono capitate, l’ha fatta diventare un’assassina, ma io mi sono impegnato per salvarla, per annullare l’impulso di uccidere e ferire, e in qualcosa sono riuscito.
Mi rendo perfettamente conto che non è abbastanza, ha bisogno di una terapia adeguata, ma ho aspettato a consegnarla alla polizia nella speranza che rivelasse qualcosa di utile sui piani della Lega e nel frattempo ho cercato di arginare i danni il più possibile.
Quando finisco di raccontare e rispondere alle domande del detective, lui mi chiede chi ha ridotto così Himiko. Sollevato, poiché mi consente di dare una risposta onesta, gli dico che non lo so. Aggiungo, modificando un po’ la realtà, che Twice mi ha chiamato usando il cellulare di Himiko ed io sono accorso appena ho saputo che rischiava la vita. Il detective mi sembra soddisfatto. Dice che mi crede, ma che comunque aspetterà che Himiko si svegli e confermi le mie parole prima di essere sicuro al cento per cento che non ho mentito. Annuisco bruscamente, per nulla preoccupato: Himiko gli confermerà ogni parola, perché può aiutare moltissimo me senza mettere in pericolo i suoi amici. A proposito, mi chiedo se la battaglia sia finita, chi abbia vinto... spero siano ancora vivi.
Una volta che il detective è andato via, racconto in che circostanze esatte ho recuperato Himiko ferita. Aizawa-sensei e Best Jeanist si scambiano uno sguardo preoccupato.
“Da qualche minuto le notizie provenienti da quella città sono allarmanti, a dir poco” dice Best Jeanist dopo un rapido controllo al cellulare. “Sembra più una ex città ormai... Bakugou, hai visto qualche eroe sospetto?”
“Soltanto uno, al blocco stradale. Aveva un costume viola, mantello verde, mascherina nera e faccia da babbeo.”
“È un inizio. Credo sia ora che io vada, in fondo sono ancora in congedo, no? Però mi ha fatto piacere constatare quanto sei cresciuto, Bakugou. Se fosse per me, non ti toglierei nessuna responsabilità riguardo al caso di Toga. Un eroe più... adulto, si sarebbe fatto coinvolgere di meno, probabilmente, ma qualche volta essere poco professionali può essere un vantaggio.”
“Grazie” mormoro, colto di sorpresa. Non mi aspettavo una lode, da nessuno di loro. In realtà, mi pare di aver fatto molto poco, come eroe, e di essermi messo nei guai come studente della Yuei. Il mio sguardo si sposta automaticamente su Aizawa-sensei.
“Di solito non vengono affidate missioni a chi è coinvolto personalmente, ma esistono sempre le eccezioni” pondera lui, sovrappensiero. “Dovrò riportare al consiglio la tua condotta, poi valuterà Nezu cosa fare.”
“Non m’importa di ricevere una punizione... o di essere espulso. Credo di aver fatto la cosa giusta, anche se era un errore, io...”
“Hai mentito e omesso la verità, per non far arrestare una villain. D’altro canto, hai salvato chi quella villain avrebbe potuto uccidere proprio diventandole amico, allo stesso modo sei venuto a conoscenza di informazioni importanti e hai salvato anche la villain. Se manca qualcosa, la voglio nel rapporto completo che mi dovrai consegnare domani mattina.”
“Sì, sensei...” rispondo confuso. È vero che ho fatto tutto ciò, ma da quando Himiko è diventata la mia ragazza quelle cose sono passate in secondo piano, per me. A proposito di Himiko: “Sensei, comunque vada, vorrei stare con Toga quando si sveglia. Immagino che sarà molto confusa e potrebbe agitarsi... lei ha paura che gli eroi le facciano del male.”
Per non parlare del fatto che chiunque sarebbe disorientato e impaurito nel ritrovarsi in un ospedale, in mezzo a sconosciuti o gente considerata nemica, dopo essere sopravvissuti a uno scontro mortale. Nessuno dei suoi amici può venirla a trovare – credo. Sta a me rassicurarla, senza contare che se ci sono io lei collaborerà molto più facilmente. Non occorre che spieghi questo, se ne rende ben conto anche il sensei.
“Capisco. Da quanto mi ha detto un medico, la terranno addormentata almeno per un paio di giorni, quindi puoi andare a casa a preparare quel rapporto, Bakugou. Quanto al verdetto, dovrai attendere.”
Sa anche che devo parlarne con i miei genitori, il bastardo...
“Immagino che ci aggiorneremo dopo aver ascoltato la testimonianza di Toga” riflette Best Jeanist. “In bocca al lupo, Bakugou.”




***Angolo Autrice***

Potrebbe saltare la pubblicazione per una settimana o due perché sto avendo qualche difficoltà a scrivere i capitoli finali. Sorry...

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Capitolo 22
*** Ancora in ospedale (Himiko) ***


“Tsuki, va davvero tutto bene?”
È la prima cosa che gli chiedo appena sono abbastanza in forze da parlare e muovermi un poco nel letto. Tsuki ha ripetuto spesso quella frase nei periodi in cui mi svegliavo per poco tempo, ripeteva anche che sono al sicuro e non devo preoccuparmi di nulla, che lui si sta occupando di me. Non potrei mai dubitare di ciò, però tante cose non dipendono dal mio amore...
Tsuki mi carezza la mano e risponde: “Sì, davvero. Ricordi perché sei finita in ospedale?”
“Sì, certo... cioè, mi ricordo Curious, poi sono svenuta e... Tsuki, i ragazzi stanno bene? Sono ricoverati qui anche loro?” gli chiedo cercando di stare tranquilla. Un’infermiera carina e gentile mi ha ammonito di non agitarmi ogni volta che, beh, mi agitavo. Penso sia poco lontano dalla mia stanza, pronta a intervenire nel caso il macchinario a cui sono collegata bippi troppo. Mi sta simpatica, magari diventiamo amiche.
“Non li hanno trovati a Deika, sono di nuovo in fuga. In quella città è successo un disastro, lo sai?”
“No, Esplosino, non so niente da quando credevo di morire...”
Mi si inumidiscono gli occhi, ma me li asciugo in fretta. Ormai sono in salvo, Curious è morta, forse l’intero esercito di cui faceva parte ora non esiste più, e al futuro ci sta pensando Tsuki. Di cosa mai dovrei avere paura? Di nie- ah no, una cosa ci sarebbe!
Stringo la mano a Tsuki, che ricambia la stretta, e gli domando: “Sono ancora carina? Il mio occhio destro funziona ancora? Sento solo le bende... sembro una mummia?”
Lui sorride, sollevato che io stia bene. “Sembrerai per un po’ un pirata, Svampita, nulla di grave. Le ferite più gravi erano interne... cosa cazzo è successo? No, aspetta, risponderai quando ci sarà anche la polizia.”
“Devo proprio parlare con loro?” mi lamento, imbronciata.
“Sì, assolutamente. Devi raccontare ogni cosa, non solo ciò che è successo a Deika, ma anche come conosci me, quante volte mi hai contattato e visto di persona e tutto ciò che sai sui piani di Shigaraki e la Lega in generale. Non fa niente se alcune cose non vuoi dirle, però di’ sempre la verità, ok? Cerca di raccontare il più che puoi.”
“Anche dei ponycorni?”
“Non sono fondamentali quelli...”
Ridacchio, ma con poca allegria. Non mi va per niente di raccontare tante cose su di me e i miei amici a persone che probabilmente mi odiano, però Tsuki sa cos’è meglio per me. Ci rifletto un po’ su.
“Se lo faccio, non mi mandano in prigione? O al manicomio?”
“Mi spiace, Himiko, non lo so. Se collabori la tua pena sarà scontata, ma non so che provvedimenti prenderanno. So invece che mi aiuterai molto parlando a loro della nostra relazione ed è importante anche ciò che riguarda Deika, è morta un sacco di gente...”
“E tu sei nei guai, Tsuki?”
“Non credo... il preside non mi ha ancora espulso almeno, forse sta aspettando di sentire anche la tua versione. Io ho spiegato tutto, su di noi. Ah, ho cambiato solo una cosa: che le ultime chiamate che ho ricevuto dal tuo cellulare sono state del tuo amico fotocopiatrice, ok? Io non sapevo che stavate per combattere contro quella setta, lui mi ha chiamato per recuperarti.”
“Va bene. A proposito, mi dici cos’è successo da quando sono qui?”
Non voglio assolutamente che Tsuki vada via, resterei da sola e mi annoierei a morte, perché anche se mi sento stanca non ho sonno. Ascolto incantata e commossa cos’ha fatto Tsuki per salvarmi: ha rischiato, sta rischiando la sua carriera da eroe, il suo sogno di essere il numero uno, per me. È dolcissimo! Lo riempirei di baci! Ho un ragazzo d’oro! Ho proprio buon gusto, fufu!
Il minimo che posso fare per lui è parlare al più presto con la polizia e chiunque altro voglia ascoltarmi, stando attenta a non tralasciare nulla. Volendo posso parlare per ore e riuscire lo stesso ad evitare gli ‘argomenti intrattabili’, cioè quelli che sono segreti fra me e la mia famiglia. Non tradirò la loro fiducia, non potrei mai, voglio tanto bene a tutti i ragazzi, e grazie al cielo per Tsuki non è indispensabile che lo faccia. Svelerò invece tutte le complicità condivise con il mio Esplosino, mi farà piacere rivivere quei momenti, tutto sommato, specialmente se ci sarà qualcuno che mi capisce ad ascoltare, tipo l’infermiera carina.
“Secondo me quel rapporto devono ridartelo e va incorniciato: attesta il nostro amore!”
“Mettiti il cuore in pace che non accadrà.”
“Chiedere non costa nulla. Beh, che hanno detto i tuoi? E Deku e gli altri tuoi amici lo sanno?”
“No, per i miei compagni sto seguendo una missione. Per loro tu sei stata trovata a Deika, è questa la versione rilasciata alla stampa, quindi come tutti gli altri sanno solo che sei stata catturata, nient’altro.”
“Capisco...”
“Sto aspettando che venga deciso dove verrai trasferita appena guarita e cosa capiterà a me prima di confessare alla classe che stiamo insieme.”
“Davvero? Oh, Tsuki, vuoi rendere pubblica la nostra relazione?” gli chiedo emozionata e felice.
“Non è granché come pubblico, Svampita” mi conferma lui sorridendo.
Questo è troppo! Gli tiro il braccio, con scarsi risultati, ma Tsuki capisce e mi si avvicina, permettendomi di riempirlo di baci. Purtroppo però veniamo interrotti dal bippare del macchinario, che fa accorrere l’infermiera.
“Himiko, sai che non devi agitarti. Se ti sforzi troppo non guarirai mai.”
“Scusa, non lo farò più... Iris” riesco a leggere sulla targhetta che porta al petto.
“Bakugou-san, credo sia ora che lei vada...”
“No, no, questo mi farà agitare molto! Per favore, finisce di raccontare prima!” Le faccio gli occhi da cucciolo e lei ride.
“Non più di dieci minuti, piccioncini” ci ammonisce prima di uscire.
“Grazie! Allora, i tuoi l’hanno presa bene?”
“Credo di sì. Insomma, io avevo cominciato dicendo che eri in ospedale per un grave incidente e che c’era una cosa importante da sapere su di te, e la prima cosa che viene in mente a mio padre è che sei incinta.”
Rido, lieta che Tsuki abbia intenzione di farmi divertire. Mi sta inconsciamente caricando per quando dovrò affrontare i poliziotti!
“A quell’uscita mi sono incazzato perché pensavano male di me.”
“Di noi, i bimbi si fanno in due.”
“Sì, ma loro avrebbero rimproverato solo me. Comunque, ho chiarito subito che sei una villain e ho spiegato che lo sei diventata a causa del tuo quirk e dei genitori di merda che ti sono capitati. Ho ricordato a mia madre che ti ha trovata dolcissima l’altra volta, perché lo sei veramente, per il resto potevano leggere il rapporto. E loro l’hanno fatto, più di una volta penso.”
“Non erano arrabbiati, vero?”
Sono un po’ ansiosa, ma capisco che è la mia reazione alla parola genitori. Tsuki mentre ricorda questo dialogo è contento e sembra ancora piacevolmente stupito, ha un tono affettuoso... deve essere bello avere bravi genitori. Mi rallegro pensando che in un certo senso adesso i Bakugou mi hanno adottata ed io ce la metterò tutta per essere una buona figlia! Cominciando da quei maledetti poliziotti, desidero levarmeli di torno per capire cosa ne sarà di me e Tsuki.
“No, alla fine hanno detto che gli sembrava di scoprire un altro figlio. Hanno solo voluto sapere se sarei stato punito. Ho risposto che non lo sapevo e non mi importava, avrei accettato qualunque conseguenza, perché sono convinto di aver fatto la cosa giusta, nonostante abbia commesso qualche errore.”
“Ti hanno abbracciato” indovino. Il pensiero mi fa sorridere teneramente.
Tsuki annuisce imbarazzato. “Sono dei vecchi smielati. Ora però resta a riposo, d’accordo Svampita?”
“Ok, provo a dormire. Ci sarai durante l’interrogatorio?”
“Cercherò di esserci.”

* * *


La polizia mi ha interrogato per ore, sono sembrati sei giorni consecutivi. Sono stati troppo ripetitivi, insistenti, a volte anche poco gentili. Alcuni mi odiavano, eccome! O avevano paura. O entrambi. Per fortuna il loro capo era abbastanza a posto: anche se mi ha fatto un sacco di domande difficili, è stato paziente e cortese, specialmente quando ho dovuto raccontare di Curious. In quel caso Tsuki era presente e gli ho tenuto la mano per tutto il tempo, però è stata l’unica volta che ha avuto il permesso di assistere.
Ora credo che gli interrogatori siano finiti. Gli ho raccontato di tutto: perché sono fuggita di casa, chi ho aggredito o ucciso da vagabonda, perché mi sono unita alla Lega, cosa ho fatto lì, eccetera. Ho tralasciato gli argomenti privati, ovviamente, non mi sono aperta come ho fatto con Tsuki; al posto di quelli ho raccontato cose di cui agli agenti non fregava un tubo, ma servivano a rilassarmi tra un fatto serio e l’altro.
A parte che con la polizia, ho parlato anche con un avvocato, che però era venuto solo a informarmi che i miei genitori non vogliono avere mai più niente a che fare con me... se credono che mi arrenderò così facilmente dal rivedere i miei fratellini si sbagliano! L’ho cacciato subito quel tipo... ho anche provato a ferirlo, ma Iris è corsa subito ad abbracciarmi e l’ha mandato via, poi ha continuato a consolarmi. Siamo diventate amiche, ne sono contenta, è proprio una brava ragazza! Ha capelli e occhi blu, quindi per scherzare ha detto che di solito fa da Fata Turchina per i giovani problematici come me e che quindi posso chiamarla per qualsiasi cosa. Che tenera!
Ho conosciuto un’altra persona che mi sembra amichevole: la mia nuova psichiatra. È una donna anziana che mi ha preso in terapia – e forse anche in simpatia – e con cui ho fatto soltanto una seduta, per il momento. Spero che sia affidabile, non come quelli che da piccola mi volevano cambiare.
Finisco di raccontare della mia settimana a Katsuki, che, poverino, non sa ancora cos’hanno deciso per lui, ma ha ripreso a seguire le lezioni, quindi non lo espelleranno.
“Sei stata molto brava, per questo ti ho preparato due sorprese” annuncia, seduto accanto al mio letto.
Mi si illuminano gli occhi. “Addirittura due? Mi vizi, Tsuki. Cosa sono?”
“Una me la sono prelevata poco fa, tieni.”
Tsuki mi passa una provetta contenente del sangue. La fisso rapita per qualche secondo, assolutamente incredula.
“Tsuki... è- è tuo?”
“Naturalmente” risponde lui con un sorrisetto furbetto.
“Ti bacio prima di berlo, vieni qui. Lo sai quanto sei fantastico?” gli chiedo mentre gli passo le braccia attorno al collo, estasiata dalla vista dei suoi magnifici occhi rossi innamorati.
“Hai contribuito, Himiko.”
Mi attira a sé e mi bacia. Ricambio al settimo cielo, poi mi appoggio a lui, incapace di esprimere a parole quanto gli sono grata per averlo conosciuto. Tsuki ha ragione: ci siamo plasmati a vicenda e ancora non abbiamo finito di farlo. Immagino che non smetteremo mai finché ci ameremo, quindi ci aiuteremo per sempre fino a quando moriremo perfetti.
Apro la provetta, l’annuso, assaporando il dolce aroma del sangue del mio amato, e bevo lentamente per godermi ogni singola goccia. È la prima volta che assaggio Tsuki e, come previsto, è buonissimo! Dovrò aspettare a trasformarmi in lui, però. E a dirgli che forse posso usare il quirk degli altri... non ho capito molto bene come ho fatto con Ochaco, quindi ho preferito tacere per evitare che mi stessero ancora più addosso.
“Ti è piaciuto?” mi domanda Tsuki, con un misto di soddisfazione e disgusto.
“Moltissimo! Qual è l’altra sorpresa? Mi aiuti a fuggire? Vengo a stare da te?”
Il pensiero dell’ultima prospettiva mi fa agitare i pugni per sfogare la gioia di poter vivere assieme a Tsuki tutto il giorno, tutti i giorni!
“Calma, no e purtroppo no. Ho provato ad andare avanti con i puledri cornuti, ma la storia ha bisogno del tuo tocco.”
“Tu che mi racconti una storia dei ponycorni dopo avermi fatto bere il tuo sangue? Sto sognando...”
“No, credo sia arrivato il momento che ti capitino solo cose buone, soprattutto se sceglierai sempre di fare la cosa giusta.”
Gli sorrido dolcemente mentre gli faccio una carezza. Il rossore sulle sue guance si accentua, facendomi ridacchiare. Voglio fare tante cose belle per Tsuki... compreso rinunciare alla mia vita da villain. Sarebbe davvero sciocco da parte mia fuggire dall’ospedale, per quanto mi manchino i ragazzi. Spero di trovare il modo per comunicare con loro, ma non a costo di tradire la vita che mi sta donando Tsuki. Credo che per qualche tempo mi limiterò a osservare prima di prendere altre decisioni importanti.
“Allora” comincia lui con un colpo di tosse, imbarazzato, “si dovevano sposare, giusto?”
“Hai pensato alle nostre nozze!!”
“Non siamo noi, sono gli equini diabetici!”
“Ok, ok, racconta” replico permissiva. Tsuki resta il mio dolce tsundere: sa perfettamente che i ponycorni siamo noi in un universo parallelo. Mi metto comoda, pronta a godermi il racconto.
“Mh. Esplosino aveva deciso di chiedere lo zoccolo alla regina, perciò era agitatissimo e si chiedeva come fare.
‘Come cazzo faccio? Qui gli anelli fanno tutti ca-’”
“Frena, frena! I ponycorni non conoscono quelle parole” lo interrompo divertita.
“Dovrebbero. E va bene... mentre era lì a pensare nervoso, andò a trovarlo Dumb Sparky, il ponycorno elettrico.
‘Qualcosa non va, amico?’
‘Non posso dirtelo, altrimenti dovrei farti esplodere.’
‘Puoi confidarti, sarò più muto di un pesce.’
‘Voglio chiedere alla regina Stabby di sposarmi.’
‘Ma è stupendo!’ gridò Sparky come una ragazzina pettegola.
‘Sssh! Il problema è che deve essere perfetto. Non ho trovato da nessuna parte un bell’anello.’
‘Puoi provare a... nella nostra città natale.’”
“Uni Town” gli ricordo.
“Sì, quella.‘Non è una cattiva idea.’
‘Quando posso dare uno zoccolo, lo faccio.’
‘Grazie. Intanto raccogli qualche fiore al marshmallow, Stabby li adora.’
Dopo aver dato l’ordine al suo amico, Esplosino corse...’”
“Galoppò” lo correggo sorridendo.
“Galoppò fino a Uni Town, dove mancava da tempo. Appena arrivò incontrò un ponycorno che somigliava moltissimo a un cespuglio di broccoli. Come si chiama qua il nerd?”
“Zuzu.”
“Sei seria?!” esclama Tsuki, tutto rosso. Ma di che si vergogna? “Nemmeno all’asilo qualcuno lo chiamava così!”
“È un nome tanto carino, che problema c’è?” gli chiedo confusa.
“Dirlo se hai più di tre anni è umiliante. Allora... Zuzu” dice Tsuki facendo una smorfia di disgusto, “accolse contento il vecchio amico. Esplosino ne approfittò per chiedergli quale fosse la migliore gioielleria della città.
‘Ecco, io non ne so molto, ma possiamo domandare alle ragazze. Posso sapere perché vuoi andarci?’
‘Non sarebbero cavoletti di Bruxelles tuoi, però te lo dico: voglio sposare la regina di Ponyville.’
‘Cooosa?! Quindi non vuoi tornare qui...’
‘No, ma verrò ogni tanto. Non posso scegliere tra le due città, nemmeno dovrei essere costretto. Sono entrambe bellissime e con brave persone...’”
“Ponycorni” rettifico senza pensarci.
“Giusto. ‘Non sono pericolosi lì?’
‘No, sono solo diversi, vanno capiti. Loro non capiscono noi.’
‘Veramente? Eppure siamo così felici, sereni e rispettosi delle regole.’
‘Vi considerano tutti uguali, pensano che ci sono troppe regole, anche ingiuste. Non sbagliano su tutto, però è molto difficile decidere quando hanno ragione.’
‘Beh, forse dovresti dire queste cose ai regnanti, così trovano un modo per fare pace.’
‘Sarebbe bello, ma ora pensiamo all’anello.’
‘Ah, sì. E congratulazioni, Esplosino, se sei felice sono contentissimo per voi!’
Come si chiamano Faccia Tonda e gli altri?”
“Coco, Red Shark e Pinky e Froppy sono già tanto carini così!”
“Dunque... Esplosino e Zuzu raggiunsero una ponycorna rosa e marrone fluttuante, una rosa che pareva un’aliena, una verde rana e un ponycorno rosso con denti da squalo e capelli di me- che sembravano piccoli corni. Tutta la comitiva si congratulò con Esplosino, poi lo accompagnarono nella gioielleria. Dopo vari consigli, Esplosino comprò un anello rosa e rosso, perché erano i colori preferiti di Stabby. Decise di trattenersi con gli amici e prendersi un gelato, ma quando arrivò il momento di salutarli, fu scoperto da Force, che stava facendo una ronda. Force gli si avvicinò per parlargli, perché anche se alcuni a Uni Town consideravano Esplosino un nemico, lui sapeva che non era così, come lo sapevano anche... com’era? C’entrava col sonno...”
“Ah, Sonnacchio. E se vuoi anche Best Jeanist, può essere Fashion Jeans.” Rido immaginando un ponycorno tutto di jeans. Ehi, non male come idea! Può essere una bambola a grandezza naturale che ha preso vita!
“D’accordo. ‘Esplosino, sei ancora un bravo puledro, vero?’
‘Certo, Force. Mi spiace se ci siamo scontrati, ma dovevo proteggere i miei amici.’
‘È ciò che voglio anch’io, desidero che tutti siano al sicuro e in pace.’
‘La regina Stabby desidera lo stesso, ma desidera anche divertirsi. A Ponyville sono più liberi per non essere malgiudicati, hanno leggi solo per impedire che venga fatto del male a qualcuno.’
‘Forse hai ragione, Esplosino, qui critichiamo un po’ troppe cose. Magari riusciamo a trovare un compromesso. Ne parlerò con gli altri.’
‘Grazie, Force, sono sicuro che ci sarà chi capirà, come i miei amici. Gli altri possono andarsene a fa- a pascolare finché non gli va giù che Uni Town e Ponyville insieme sarebbero meravigliose.’
Salutato Force, Esplosino tornò esultante al castello, dove Dumb Sparky aveva addobbato una stanza di fiori e altre carinerie. Lo ringraziò, poi si recò da Stabby, che aveva fatto da arbitro a una partita ai videogiochi.
‘Mia regina, sei libera?’
‘Sì, per te sempre.’
‘Ho una sorpresa per te.’
‘Adoro le sorprese!’
Esplosino condusse Stabby nella stanza addobbata.
‘Wow, è strabellissima!’
‘Merito di Sparky, che ha seguito i miei consigli. Ma c’è dell’altro... regina Stabby, mi faresti l’onore di concedermi il tuo zoccolo?’ domandò Esplosino emozionato.
‘Aw, sììììì!’ urlò Stabby commossa e felicissima, così Esplosino le mise l’anello sul corno e trottarono in giro per annunciare le loro nozze, a cui sarebbero stati invitati tutti quanti.”
“È stata una storia bellissimissima” quasi singhiozzo, commossa quanto Stabby.
“Poi ti occupi tu del matrimonio, eh” dice Tsuki, color peperone.
“Potremmo anche farlo insieme” suggerisco. Gli faccio segno di stendersi vicino a me, lo fa e io mi accoccolo a lui, poggiando la testa sulla sua spalla e guardando le nostre dita intrecciate. “Magari divento una fumettista per bambini e tu mi aiuti con le trame.”
Tsuki ride e mi lascia un bacio sulla frangia.
“Risolviamo una cosa per volta, Svampita. A piccoli passi arriveremo lontano.”

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Capitolo 23
*** Riabilitazione (Himiko) ***


“Se non hai capito qualcosa o hai dei dubbi, chiedi pure.”
Trasalgo dalla contemplazione del braccialetto per detenuti che ho in mano. È un modello parecchio brutto, grigio, vecchio, pesante, inguardabile insomma e mi trasmette sensazioni negative. La mia psichiatra, Maki, ha detto di stare lontana da simili oggetti e, quando possibile, da persone che mi mettono a disagio, almeno finché non riesco a controllare gli impulsi che mi spingerebbero a ferirle. Non ho fatto che pensare a ciò da quando il tizio in giacca e cravatta che lavora per la commissione eroi me l’ha mostrato, così mi sono persa la maggior parte della spiegazione sul programma di riabilitazione. Va beh, tanto appena farò qualcosa di sbagliato me lo faranno notare e in generale non hanno un’alta opinione di me. So la cosa essenziale: sarò assegnata a un pro hero, che controllerà i miei effettivi progressi nella redenzione e dopo qualche mese deciderà se sono ancora un pericolo per la società o se posso reinserirmi. A me sembra una gran cavolata, ma è sempre meglio del carcere o di un istituto psichiatrico e lo devo agli sforzi di Tsuki, quindi non ho da lamentarmi. Potrebbe anche capitarmi un eroe simpatico e carino. Del bracciale elettronico però mi lamento!
“Ok. Questo coso è orrendo, non ne avete uno più carino?”
Il tizio, Takeda-san mi pare, sembra impreparato a una tale richiesta. Ridacchio mentre scambia un’occhiata con il collega più anziano, che dopo le presentazioni è stato in silenzio.
“Toga-chan, devi portare il braccialetto, è una condizione per-”
“Sì, va bene, ma deve essere proprio questo qua? Non ce l’avete un vero braccialetto, magari rosa?”
“Ehm, se è la tua unica preoccupazione, possiamo controllare se abbiamo a disposizione un modello più giovanile.”
“Grazie. Per caso avete voi il mio cellulare?”
Mi manca uno dei pochi collegamenti che avevo con la Lega. Avevo fatto tante foto poi...
“Mi spiace, non l’avevi quando ti hanno ricoverata.”
“Capisco. E il coltello?”
“Sì, ma non lo puoi riavere” mi spiega come se fossi una bambina di cinque anni che fa i capricci.
Non è giusto! È il mio coltello portafortuna, ce l’ho da una vita! Forse se supplico Maki di riaverlo perché è importante per me li convincerà a restituirmelo. Tanto loro che se ne fanno? Non è nemmeno troppo complicato procurarsi un nuovo coltello, non uso modelli speciali.
“Oh, mi avvisano che Endeavor è arrivato. Se hai altre domande puoi farle a lui, Toga-chan.”
Ho capito male o ha detto Endeavor?! Non è possibile! Perché uno come lui mi vorrebbe in custodia?! Takeda-san si accorge del mio panico e tenta di rassicurarmi: “Siamo rimasti tutti sorpresi dalla sua candidatura, ma è senz’altro la scelta migliore che poteva capitarti. Cerca di non rifiutarlo, Toga-chan, dal numero uno non puoi che imparare moltissime cose.”
Se è tanto entusiasta può andarci lui ad abitare con Endeavor! Il fatto che ho la possibilità di rifiutarlo mi rasserena, ma... non credo lo farò. Mi torna in mente tutto ciò che Dabi mi ha raccontato su di lui. Forse è un segno del karma aver incrociato le nostre strade.
Endeavor entra nella mia camera e faccio caso a quanto sia enorme. Alzo la testa e mi ritrovo a incrociare il suo sguardo. Non mi sembra infastidito, piuttosto mi sta valutando per decidere come comportarsi con me. Ricambio imbronciata finché non è lui a distogliere lo sguardo. Ghigno: uno a zero per me!
“Non credo siano necessarie presentazioni” interviene il burocrate più anziano. “Noi siamo qui per pura formalità, fate finta che non siamo presenti.”
“Salve, Endeavor. Come mai da queste parti?”
Se vogliono una conversazione, l’avranno. Non ci credo che sono qui senza motivo, vogliono verificare qualcosa, non so che cosa. Forse se posso già lasciare l’ospedale, o se Endeavor è veramente adatto. A proposito, sembra un po’ sorpreso dai miei modi accomodanti. Per forza, non credo si aspetti che ho già deciso di stabilirmi da lui!
“Buongiorno, Toga. Immagino ti abbiano informata dei provvedimenti che saranno presi durante il programma.”
“Sì” rispondo anche se, a parte indossare sempre il braccialetto, non ricordo che altro devo fare. “Tu perché ti sei offerto? Non sei impegnato a fare il numero uno?”
“Ho deciso che tu puoi rientrare tra quegli impegni. Ci sono le circostanze giuste...” Sembra perdere il filo del discorso per un attimo. “La mia priorità da qualche mese è scovare la League of Villains. Può darsi che ti tornerà in mente qualche dettaglio importante che mi aiuterà a tenere al sicuro la popol-”
“È già al sicuro, per chi ci hai preso?” lo interrompo. Non voglio che pensi a me e ai miei amici come a dei mostri oppure trofei o altre cose altrettanto avvilenti.
“Toga, hai aggredito e ucciso delle persone innocenti” replica freddamente Endeavor. “Shigaraki ha attaccato ripetutamente dei ragazzini, Dabi ha carbonizzato...”
“Beh, sì, ma prima. Ora ci controlliamo di più, e poi non abbiamo fatto quelle cose per cattiveria... Tomura ha ragione a voler cambiare la società, non dovrebbe abbandonare i bambini o far avere a una persona validi motivi per commettere crimini...”
Tsuki mi ha convinta che i metodi da noi adottati fossero effettivamente sbagliati, ma il pensiero di fondo è giusto, tanto che ora anche Tsuki crede che occorrano dei miglioramenti. Solo che con la via scelta da Tsuki, quella della legalità, chissà quanto ci vorrà per raggiungere una società più inclusiva. Secondo me sarà comunque Tomura che porterà dei cambiamenti, però sembrando meno un villain.
“Non viviamo in un mondo perfetto, ma questa non è una giustificazione per darsi al terrorismo. In questo modo non fate altro che peggiorare il problema. Comunque, non sono qui per discutere di certi argomenti. Volevo parlarti di alcuni aspetti del programma che devono essere definiti, che tu scelga me o un altro pro hero.”
“Oh, per me è lo stesso. Non sono simpatica nemmeno agli altri candidati, giusto?”
“La presa in custodia non riguarda la simpatia o l’antipatia. Avremo opinioni oggettive su-”
“A me sembra che ti sto antipatica” lo interrompo per una terza volta, incrociando le braccia.
Lui sospira. “Ti assicuro che non è così. Credo che tu debba prenderti la responsabilità per ciò che hai fatto, imparare dalla punizione... che sarà leggera, tutto sommato, hai delle attenuanti.”
“Mh, su questo siamo d’accordo” mormoro, ricordando ciò che Tsuki aveva detto sulla prigione.
Voglio tornare libera, per me stessa e per rendere fieri Tsuki, i suoi genitori, anche Iris e Maki, perché no. Mi stanno aiutando a migliorare, credono in me, perciò voglio dimostrare che la loro fiducia è ben riposta e i loro sforzi saranno ripagati. Posso sopportare qualche eroe antipatico per loro.
“Bene. Allora, tu non hai nessun oggetto personale, giusto?”
“Ci sarebbe il coltello, ma me l’hanno sequestrato. E il cellulare l’ho perso.”
“La prima cosa da fare prima che lasci l’ospedale è comprarti il minimo necessario...”
“Shopping!” esclamo euforica, alzando un pugno in aria.
“Tu non sei ancora pronta per uscire, se ne occuperà un agente” aggiunge Endeavor, che sta cominciando a irritarsi.
“Oh.” Abbasso il braccio, delusa. “Se non posso farlo io, può farlo Iris? Non voglio vestiti brutti e lei conosce i miei gusti. Aspetta, chi paga per queste cose? Io non ho niente.”
“Al momento non devi preoccuparti del denaro. Chi è Iris?”
“La mia infermiera! Siamo diventate amiche! Se accetta può pensarci lei, no?”
“Sarebbe possibile.”
“Yay!”
“Passiamo alle visite che riceverai. La dottoressa Shinozaki è già al corrente del futuro trasferimento e ha accettato di seguirti a domicilio, sempre con due sedute alla settimana. Ogni venerdì passerà un fisioterapista, finché non ti sarai ristabilita fisicamente. Inoltre, un ispettore sarà sempre informato sui tuoi progressi e potrebbe farti qualche visita a sorpresa. Infine, ci saranno orari di visita per chi vorrà trovarti, non sei una reclusa.”
“Verrà Tsuki, magari porterà i suoi amici!”
“Per quanto riguarda lo studio, stanno ancora valutando come procedere. Ti ho dato le informazioni generali, i restanti dettagli andranno discussi una volta che sarà chiaro con chi...”
“Ma quanto siete formali! Che differenza c’è tra te e un altro eroe? Tanto dovete essere oggettivi, quindi il programma posso superarlo stando da chiunque. Visto che ti sei presentato per primo, vengo da te, non c’è bisogno di parlare con gli altri.”
Se ne va pensieroso assieme ai due tipi della commissione, dopo avermi salutata. Sto per andare ad abitare da Endeavor, chi l’avrebbe mai immaginato? Vorrei chiamare subito Tsuki per discuterne con lui, ma è presto, lui sta ancora a lezione, non voglio disturbarlo ora che mancano poche settimane all’esame finale. Sono sicura che Tsuki passerà al secondo anno senza problemi, è così bravo, forte, intelligente... sospiro: caspita quanto vorrei tenermelo stretto in questo momento!
Mi distrarrò preparando una lista di cose da fare una volta a casa Todoroki: visitare ogni singola stanza; fare conoscenza di ogni singolo abitante... a tal proposito, Fuyumi e Natsuo abitano ancora col padre? Ne dubito, ma spero di sì. E Shouto tornerà per un poco a casa alla fine della scuola? Quanto durano i dormitori della Yuei? Dai, almeno una volta incontrerò uno dei figli! E avrà per forza qualche domestico, se non sbaglio Tsuki mi ha parlato di un autista, quindi o è un maggiordomo tuttofare, o conoscerò anche qualcuno che pulisce e cucina. Bene, queste sono le cose piacevoli.
Tra una seduta e l’altra voglio cercare indizi sul passato di Dabi. A parte che se trovo cose di quando era bimbo, specialmente foto, le conservo per mostrargliele appena potrò rivederlo, ma devo anche concentrarmi sui punti deboli di Endevor. Dabi ha ragione: va punito. Nel suo caso la giustizia non è mai intervenuta, perché la famiglia ha deciso di non denunciarlo. Io intendo rispettare la loro decisione di tenere segreta la faccenda, ma non è giusto che un eroe che picchiava moglie e figli la passi liscia.
Stain lo avrebbe ucciso... io non posso più farlo... e non approvo il piano scelto da Dabi per farlo soffrire, perciò devo trovare un altro modo per fargliela pagare. Ci penserò con calma.

***


Sono arrivata a casa Todoroki cinque giorni fa con un paio di buste di abiti nuovi, un braccialetto per detenuti rosa, il vecchio modello del cellulare che avevo e il mio coltello, anche se chiuso in una custodia che non posso aprire. Appena dentro, sono corsa nella mia nuova camera per lasciare la roba, poi sono praticamente schizzata da tutte le parti perché la casa di Endeavor è grandissima e volevo vedere tutto subito. Alcune stanze sono chiuse a chiave, ma scommetto che prima o poi troverò il modo di aprirle e le esplorerò come ho fatto con il resto della casa.
A Endeavor non è andato giù il fatto che abbia messo mano su ogni cosa, però non mi ha rimproverata e si è rassegnato alla mia curiosità. Ammetto che mi diverto a infastidirlo, nonostante a volte non lo faccia nemmeno apposta, ma non perché mi sta antipatico: mi piace in generale irritare chi è facilmente irritabile. Lui sta poco tempo a casa, mi ha addirittura detto che solo perché ci sono io si concede qualche minuto extra di riposo. Dabi mi aveva anticipato che pensa solo al lavoro, in effetti non ho ancora scoperto nessun hobby, tuttavia... non mi sembra completamente distaccato. Insomma, sta facendo qualche sforzo per occuparsi di me: se mi rimprovera non scorgo nessun desiderio di farmi del male, non mi ignora, quando mi ha avvertito di non esagerare con la palestra – ne ha una ben attrezzata in casa – lo ha detto come lo direbbe Kurogiri... o mr. Compress… mi mancano i ragazzi.
Un modo per farmeli sentire vicini è disegnare i ponycorni. Tsuki mi ha regalato un quadernetto e dei pastelli dopo una brevissima visita, così ogni pomeriggio mi metto a disegnare qualche personaggio, poi passerò alle storie. È da una mezz’oretta che mi sto dedicando a Teneroso. Ogni tanto mi interrompo per ripensare a Jin e per cambiare il canale di una radiolina che mi fa compagnia durante le mie sessioni di disegno. Endeavor è sul divano a leggere il giornale, qualche volta alzo lo sguardo su di lui perché non voglio che sbirci il mio capolavoro. Sto per riprendere a colorare, ma mi blocco: conosco questa canzone, era la preferita di mia madre... Spengo rapidamente la radio.
“Toga, qualcosa non va?”
“Stavo pensando a una cosa da un po’ di tempo” dico quando sono certa che la voce non mi tremerà. Intanto mi passo il pastello nero tra le mani, contenta che sia appuntito, perché le cose affilate mi hanno sempre dato un senso di sicurezza. “Non voglio più chiamarmi Toga. Mi hanno abbandonata, no? Non faccio più parte della famiglia Toga, quindi non voglio più quel cognome. Chiamami Himiko.”
Endeavor mette via il giornale per guardarmi, lo sento dal rumore, ma non lo vedo poiché ho la testa abbassata sul disegno, che non vedo comunque a causa di stupide lacrime. Non voglio piangere per mia madre!
“Posso chiamarti Himiko, questo non è un problema, ma non puoi restare senza cognome. Quando sarai maggiorenne potrai cambiarlo.”
“Allora chiederò a chiunque di chiamarmi soltanto Himiko, o di darmi un soprannome. Devo aspettare di essere maggiorenne anche per rivedere i miei fratellini?”
“Non saprei... se superi il programma hai tutto il diritto di recarti a casa tua...”
“Quella non è mai stata casa mia” lo interrompo bruscamente. Mi asciugo velocemente gli occhi e spiego con voce lacrimevole: “M- mi odiano...”
Per qualche secondo sembra che Endeavor non abbia intenzione di parlare. Magari tornerà a leggere il giornale per superare il momento di disagio e lascerà che sia Maki a occuparsi di ciò che provo.
“Forse odiano ancora di più loro stessi per ciò che ti è capitato” suggerisce dispiaciuto. “Purtroppo... anche i genitori commettono degli errori, gravi errori...”
“L- lo diresti anche se lo avessi t- tu un figlio villain?”
“Sì” risponde, e mi sembra sincero. “Nessuno nasce solo malvagio o solo buono, giusto? Non eri cattiva da bambina, almeno non perché ti piaceva il sangue...”
“Non sono un mostro” sussurro stringendo il pastello.
“Certo che no...”
E nemmeno tu lo sei” sto per aggiungere, ma mi trattengo in tempo. Dico invece: “Glielo dimostrerò.”
Dabi non ha certo mentito sulla sua infanzia, ma in dieci anni si può benissimo cambiare. Anch’io sono cambiata parecchio dall’estate scorsa, grazie a Tsuki, e prima ancora ero cambiata grazie a Stainy. Ha senso vendicarsi di qualcuno che non esiste più? Per Tsuki è sempre sbagliato vendicarsi, in contesti seri…
“Brava. Concentrati sul programma, sui tuoi disegni o su qualsiasi cosa ti renda felice.”
“Tsuki!” esclamo subito. Cancello i segni del pianto col mio nuovo fazzoletto azzurro, che mi ricorda Iris, e proseguo: “Appena sarà maggiorenne mi sposerà e così avrò il suo cognome! È arrivata l’ora della palestra.”
Sto per correre lì quando suona il campanello, allora mi precipito ad aprire la porta gridando: “Vado io!”
Una ragazza con i capelli bianchi, tranne per qualche ciocca rossa, e gli occhiali indietreggia alla mia vista, spiazzata. Tra le mani regge un pacco piuttosto grande. So chi è: Todoroki Fuyumi!
“Ciao, entra pure! Io sono Himiko, piacere!”
Le faccio spazio per entrare, cosa che lei fa ringraziandomi e presentandosi a sua volta. Poggia il pacco sul tavolo mentre si guarda in giro.
“Ciao, papà. Non so perché mi aspettavo di vedere la casa cambiata, invece è tutto come prima.”
“Ciao, Fuyumi. Grazie per essere passata.”
“Sei via da molto tempo?” le chiedo curiosa.
“Non molto, tre settimane, ma non mi ero mai allontanata tanto a lungo.”
“Non a causa mia, spero.”
“No, no, è una decisione presa prima...” mi rassicura lei, a disagio.
“Per un litigio?” domando ancora.
Lei guarda Endeavor, allora mi volto anch’io, però lui non sembra voler intervenire nella conversazione. Forse non sa cosa dire, o vuole conoscere la risposta di Fuyumi.
“No, direi... per delle scuse. È un po’ difficile da spiegare.”
“Ah, allora va tutto bene. Devi prendere altra roba o lasciarla?”
“Aspetta, che intendi dire?” mi chiede Endeavor. Allora gli interessa il nostro discorso.
“Maki mi sta facendo scrivere delle lettere di scuse per le persone che ho ferito e per i famigliari di chi ho ucciso. Non provo veri e propri rimorsi, ma sono dispiaciuta... adesso non lo rifarei, e nemmeno allora volevo fare del male, volevo solo il sangue. Quindi, sto facendo la mia parte: ho capito l’errore, l’ho ammesso, mi sono pentita, intendo non ripeterlo e sto scontando una punizione. Più di così non posso fare, giusto? Mica posso tornare indietro nel tempo o riportare in vita i morti. Così ora spetta a loro accettare le mie scuse, mi farebbe piacere, o rifiutarle, e in questo caso non posso farci niente, che altro possono pretendere da me per farmi perdonare? Capito? Sono affari loro, io sono a posto.”
Sposto lo sguardo dall’uno all’altra, sentendomi in imbarazzo, dato che restano in silenzio, pensierosi. Non mi sono spiegata bene?
“Ehm, siete d’accordo?”
“Oh, sì, sì, Himiko-chan. Stai facendo del tuo meglio per cambiare, per te questa cosa conta molto, eh?”
“Sì!” esclamo, felice che Fuyumi mi abbia capito.
Endeavor si alza e va in un’altra stanza senza dire nulla. Spero di non averlo contrariato, comunque se mi sta lasciando sola con sua figlia si fida almeno un poco di me.
“Scusa mio padre, ha un carattere scontroso...”
Interrompo subito le scuse di Fuyumi: “Tranquilla, sono abituata fra Tomura e Tsuki. Hai conosciuto Bakugou Katsuki, vero? È il mio ragazzo!”
“Sì, me lo ricordo, non avrei immaginato che steste insieme...”
“Se vuoi ti racconto tutto, o sei impegnata?”
“A dir la verità sono venuta per te.” Lei sorride del mio stupore e prosegue: “Papà ci ha avvertito del programma di redenzione, così ho pensato di darti un piccolo regalo di benvenuto, per farti sentire meglio e... magari meno sola, so che papà non è molto di compagnia.”
La abbraccio di slancio, gli occhi lucidi di commozione. Fuyumi si irrigidisce per un momento, ma poi fa una risatina imbarazzata e mi dà qualche colpetto sulle spalle.
“Su, su, non hai ancora visto cos’è, magari non ti piace.”
“Non importa. Il fatto che tu abbia pensato di farlo, e non hai paura di me e non... ha tanto valore questo” dichiaro, toccata dalla gentilezza di questa ragazza.
“Beh, confesso che all’inizio non sapevo cosa aspettarmi, ma adesso... non sembri molto una villain, Himiko-chan.”
“Grazie, Fuyu-nee. Posso chiamarti Fuyu-nee?”
Stavolta ride più liberamente. “Se ti fa piacere. Alcuni bambini mi chiamano così.”
“Bambini?”
“Sì, insegno alle elementari.”
“Ma è fantastico! Vieni, vieni, voglio mostrarti una cosa!”
Emozionata, mi siedo al tavolino sul quale disegno tutti i pomeriggi i ponycorni. Fuyumi si siede di fronte a me, perplessa. Spingo il quadernetto verso di lei, incitandola a sfogliarlo.
Mentre osserva i disegni, le spiego: “Quelli sono i ponycorni! Stabby sono io e gli altri ponycorni corrispondono a qualcuno che conosco, c’è pure tuo padre. Potrei disegnare anche te: saresti la maestra dei puledrini! Ti piacciono? Possono piacere ai bambini? Voglio disegnare storie per loro!”
“Se non me l’avessero detto non avrei mai capito che sei stata una villain... Sono molto carini, Himiko-chan. Quando completi una storia posso portare il fumetto in classe e poi ti faccio sapere.”
Gattono attorno al tavolo per abbracciarla nuovamente, ripetendo: “Grazie!”
Dabi vuole far soffrire anche lei? Fuyumi non lo merita... lo ammetto, anche io da più piccola ce l’avevo con Hideki e Kyoko perché venivano trattati diversamente e non mi difendevano, ma poi ho capito che erano troppo piccoli per fare qualcosa. Se ci sono arrivata io, che sarei pazza, perché Dabi no? Non può incolpare i suoi fratellini per non aver fatto niente, erano solo bambini! E non può aspettarsi che dopo dieci anni non sia cambiato nulla! Devo assolutamente avvisarlo, è stato troppo tempo lontano da casa. Dovrebbe prima parlare con la sua famiglia e poi decidere cosa fare. Spero che Hawks lo faccia desistere dal suo piano di vendetta: lui può essere per Dabi ciò che è stato Tsuki per me.
“Avanti, Himiko-chan, apri il regalo.”
Oh, giusto. Mi rialzo, seguita da Fuyumi, e apro il pacco, che contiene un gattino di peluche abbastanza grande, un paio di libri, qualche manga e accessori per ragazze di vario genere. Mi trattengo dal ringraziare ancora Fuyumi e la invito invece a vedere la mia camera. È ancora piuttosto spoglia, ma pian piano la riempirò tutta.
“In camera mia è rimasto ancora qualche peluche, rivista... posso prestarteli se vuoi.”
“Aw. Qual è camera tua? Una di quelle chiuse a chiave, vero?”
“Immagino di sì.”
“Fuyu-nee, resti per cena, vero? E mi dai il tuo numero?”
“Mmmh, resto a cena solo se cuciniamo insieme, o mi sentirei troppo a disagio a fare l’ospite di casa mia. E per il numero non ci sono problemi, credo.”
“Perfetto!”



***Angolo Autrice***
Ritardo nella pubblicazione dovuto alla fic che ho scritto per San Valentino, in cui è presente solo Himiko: Cerchiamo un unicorno insieme!
E Verso un futuro migliore potrebbe essere considerata il continuo di questo capitolo. Entrambe si trovano in Raccolta, dove pubblico le storie scritte per i concorsi su Wattpad. Passate a darci un'occhiata se vi va ^^
Alla prossima!

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Capitolo 24
*** Relazione pubblica (Katsuki) ***


“Toga Himiko è la mia fidanzata.”
Ho colto un momento in cui quasi tutti sono nel salotto comune per fare questo annuncio. I ragazzi si interrompono dallo studiare, chiacchierare o qualsiasi altra cosa stiano facendo per guardarmi, meravigliati. Evito i loro sguardi, cercando di restare calmo e soprattutto di non arrossire.
“Ecco, Bakugou sta delirando per il troppo studio” commenta Sparky, demoralizzato. Allontana da sé il libro di testo che stava comunque ignorando fino a poco tempo fa.
“Voglio immaginare anch’io di essermi fatto una villain!” esclama il pervertito in miniatura, a cui scocco un’occhiataccia. Quell’essere deve tenere anche i pensieri lontani dalla mia Svampita!
“Bakubro, hai la febbre?” mi domanda Denti da Squalo, preoccupato, e si sta già avvicinando per toccarmi la fronte.
“Sto benissimo, idioti!” non posso fare a meno di urlare, imbarazzato. Era ovvio che sarebbero stati increduli di fronte a una tale notizia, ma stanno reagendo come se fossi matto! È troppo!
“Sicuro di stare bene, Kacchan?” chiede Deku, esitante come al solito.
Sospiro. “Sì, sto bene. Volevo solo farvelo sapere.”
“Hai scelto un pessimo modo” commenta Orecchie Strane.
“Non sapevo come entrare in argomento” spiego mentre mi siedo su una poltrona.
“Questo è da te.”
Gli altri si avvicinano per ascoltare meglio, mi ritrovo quasi circondato.
“Però... Toga è una villain, no? E voi siete completamente diversi” pondera Faccia Tonda, dubbiosa.
“A dir poco, kero” le fa eco Lingua Lunga.
Già, loro due e Himiko non si sono conosciute nel migliore dei modi...
“Che siamo diversi sotto molti aspetti è vero, ma ci sono alcune cose su cui dovrei aggiornarvi.”
“Per caso è successo qualcosa che non ci hai detto durante il tuo rapimento? Potrebbero controllarti in qualche maniera!” interviene Quattrocchi, ansioso.
“Sarebbe meglio parlarne con Aizawa-sensei” suggerisce Coda di Cavallo.
“Lui lo sa già! Anche il preside, Best Jeanis ed Endeavor!” Sospiro di nuovo. “Avete presente quando mi assentavo in questi giorni? Era per lei. La missione consisteva nel tenerla calma e collaborativa.”
“Ti hanno fatto rimorchiare Toga come missione?!”
Con un’esplosione spedisco il nano dall’altra parte della stanza.
“No! Durante il rapimento abbiamo parlato, poi lei si è voluta tenere in contatto, così abbiamo continuato a chattare, qualche volta ci siamo visti di persona... e non l’ho denunciata per cercare di prendere la Lega. Intanto però ci siamo innamorati...” Ignoro qualsiasi loro manifestazione di stupore, deciso a concludere il discorso senza ulteriori interruzioni. “Adesso sta seguendo un programma di riabilitazione e sono convinto che lo supererà, quindi è altamente probabile che ci vedrete insieme fuori dai dormitori. A Toga farebbe piacere scusarsi di persona con alcuni di voi... anche diventare vostra amica, perché... beh, è molto socievole ed espansiva, una vera rottura di palle, non prendetevela con me se poi vi irrita.”
Il primo a parlare è Halfy – merda, mi è rimasto impresso il suo nome da equino cornuto! –: “Della riabilitazione di Toga si sta occupando mio padre. Immagino gli stia procurando qualche seccatura.”
“Oh, puoi scommetterci.”
È matematico che la Svampita lo stia stressando, conoscendo i loro caratteri. Halfy sembra quasi soddisfatto della cosa, ma non fa in tempo ad aggiungere altro che Pinky, la Ragazza Invisibile, Sparky e Scotch si fanno fin troppo vicini, tanto che mi impediscono di scendere dalla poltrona.
“Raccontaci qualche dettaglio in più, Bakugou!”
“Vi siete baciati?”
“Com’è scoccata la scintilla?”
“Trovi Toga-chan più carina delle nostre compagne?”
“Come la metti con Utsushimi-chan?”
“Sei stato romantico con lei?”
“Che si prova a frequentare una villain in segreto?”
“Che tipo di ragazza è Toga-chan?”
“Ha deciso di redimersi perché ti ama?”
“Toga che taglia porta?”
Do un pugno al pervertito, che si è intrufolato nel gruppetto di rompicoglioni, e sbotto: “Ma perché non lo domandate direttamente a lei? Vi lascio il suo numero!”
Loro si chetano, interdetti, forse anche un po’ preoccupati. Ho parlato senza pensare, ma non è una cattiva idea, affatto. Himiko con molta probabilità chiederà un paio di volte se può assaggiare il loro sangue, farà commenti scomodi e si comporterà da bimbetta curiosa, ma per il resto è allegra ed energica proprio come Pinky e l’Invisibile, loro tre potrebbero andare molto d’accordo.
“Perché no, Bakugou-kun... sarà meno strano vederla di persona se la conosciamo già in chat” decide Pinky, tornando a sorridere. Si volta verso Capel- Denti da Squalo, che annuisce.
“Certo, se Toga-chan è importante per te dobbiamo provare ad essere suoi amici” dice lui.
“Se credi che sia cambiata, mi fiderò del tuo giudizio, e mi impegnerò per aiutarla nel programma” esclama Faccia Tonda. Ha ancora qualche dubbio, le si legge in faccia, ma non avrà problemi a mostrarsi gentile con Himiko e a capirla non appena entreranno più in confidenza.
“Sì, giusto, possiamo darle una seconda possibilità” afferma Deku.
“È nostro dovere aiutare a migliorare chi lo desidera” dichiara Quattrocchi.
“In effetti Bakugou-kun è cambiato da qualche mese, può essere molto diversa anche Toga-chan” riflette Lingua Lunga. “Stranamente sembrano calmarsi a vicenda, kero.”
“Vero, chi se l’immaginava che avesse veramente una ragazza” commenta Orecchie Strane.
Prendo il cellulare dalla tasca, cercando di non sorridere, e inizio a creare un gruppo in cui inserire Himiko e tutti quelli che stanno esprimendo il desiderio di fare amicizia con lei. Immaginare che un giorno potrò passeggiare liberamente con la Svampita e i miei amici mi pare surreale, ma questa possibilità si sta concretizzando sempre più. Per quanto potesse sembrare impossibile, diventerà realtà: un gruppetto di aspiranti eroi che mette da parte i pregiudizi e accetta una ragazza che può essere se stessa, un po’ toccata ma non cattiva.
“Beato lui a seguire una terapia di baci e coccole” sghignazza Scotch.
“Finitela di sparare cazzate, ho creato il gruppo!”
L’ho chiamato gli idioti e la Svampita. Mi rivolgo ad Halfy: “Tu vuoi farne parte?”
“Credo sia meglio. Fuyumi ha conosciuto Toga-san e vuole rivederla, lo sapevi?”
“Sì, tua sorella l’ha fatta contenta. In fondo la Svampita lega in fretta con tutti...”
“Nemmeno a lei hai dato un soprannome carino! Vergognati, Bakugou-kun!” mi rimprovera Invisibile.
“Sono cavoli miei come la chiamo!”
Improvvisamente mi ritrovo un cellulare davanti, sento un click e poi la risata di Pinky.
“Che tenero sei quando parli di Toga-chan! Abbiamo un’immagine per il nuovo gruppo!”
“Ah?! Cancellala subito!”
Allungo una mano, ma Pinky si è già voltata e sta scappando. La inseguo, pentendomi di aver messo in contatto lei e Himiko, perché mi rendo conto che andranno fin troppo d’accordo, riempiendo la mia vita di momenti imbarazzanti – come se non ce ne fossero già stati abbastanza. Nonostante ciò, non posso fare a meno di sorridere mentre evito Denti da Squalo e Quattrocchi, che vorrebbero interrompere l’inseguimento.
Ogni cosa sta andando per il verso giusto. Ormai per diventare un eroe non mi occorrono altro che un po’ di pratica ed esperienza in più, tutto il resto ce l’ho già e non ho alcuna intenzione di perderlo. E per quanto riguarda essere il numero uno, un giorno salirò su quel piedistallo, ma diversamente dal sogno mi godrò con calma la scalata e non lascerò nessuno indietro, senza alcun bisogno di una folla acclamante intorno.

***


“Oooh, ecco com’è nato il gruppo!”
Himiko è stata invitata a cena dai miei vecchi. Anzi, l’invito risale a quando la befana l’ha conosciuta in ospedale, ma prima d’ora non c’era mai stata l’occasione di portarla a casa mia. Adesso invece io ho qualche giorno libero prima che inizi il secondo anno alla Yuei e Himiko si è guadagnata questa uscita comportandosi bene a casa di Endeavor.
La befana voleva costringermi a indossare qualcosa di speciale per l’occasione e ha addirittura usato il pretesto che la Svampita avrebbe gradito il pensiero. Stronzate. Durante le nostre conversazioni Himiko si è dilungata qualche volta sui vestiti carini che ha o vorrebbe per lei, però non ha mai accennato niente sui miei in senso negativo. Indosso una maglia nera con teschio e dei jeans, il mio solito abbigliamento, che secondo me apprezza anche Himiko. E lei non si è messa in ghingheri: camicia rosa sotto un maglioncino fucsia bucherellato di una taglia più grande, gonna azzurra, calze bianche e i soliti mocassini. Le piace vestirsi come una ragazzina innocente e ammetto che è un look che le si addice, specialmente ora che ha messo la testa a posto.
“Dimmi un po’, Katsuki, non ti sei dato dell’idiota da solo chiamando il gruppo in quel modo?” mi domanda la befana.
“No, mi sono tolto dopo aver fatto amministratori gli altri. Se lo gestiscano come vogliono.”
“Il nome non è cambiato” ci informa Himiko, allegra. “Sappiamo che tu esprimi affetto con nomignoli offensivi, Tsuki. Sei un tesoro!”
Mi abbraccia velocemente e mi schiocca un bacio sulla guancia, facendomi arrossire, mentre i miei ridono di fronte a noi.
“Svampita, non fare certe scene in pubblico!”
“Il pubblico non si scandalizza” replica papà, divertito.
“Vero, siete adorabili. Flirtate senza problemi, noi penseremo ai vecchi tempi” aggiunge la befana.
“Non essere timido, Tsuki. Piaci a tutti! Hai fatto una buona impressione anche a Endeavor durante il tirocinio, per questo ti ha giudicato un affidabile sorvegliante.”
“Anche tu devi avergli fatto una buona impressione” osserva papà.
“Credo, però usa frasi da eroe. Del tipo che dovevo trovarmi in uno scenario normale controllato, quindi con civili ma non da sola.” Himiko fa un gesto con la mano, come se volesse allontanare da sé procedure senza importanza. “È tutto collegato al programma per lui.”
“Capisco. Sta procedendo bene, vero?”
“Benissimo! Non ho più bisogno del fisioterapista, anche se quella era un altro tipo di riabilitazione, ma anche le sedute con Maki si sono ridotte da due a una volta alla settimana. Lavoro tutti i pomeriggi ai ponycorni, così avrò una storia completa da presentare a Fuyumi per l’inizio dell’anno scolastico. E quando viene Reina, la domestica, aiuto a pulire e cucinare.”
“Siamo proprio felici che ti sei sistemata bene” dice mia madre, stringendole per un attimo la mano. Sia lei che papà si sono affezionati subito a Himiko, cosa che mi rende felice però mi fa anche sentire a disagio.
“Grazie, Mitsuki. Si è rivelato tutto più piacevole del previsto. L’unico aspetto negativo è che ho ricevuto pochissime visite, ma credo che presto mi rifarò.”
“Puoi scommetterci, gli imbranati vogliono andare al centro commerciale nel weekend.”
“Endeavor non potrà rifiutare con tanti quasi eroi intorno a me! Ah, a parte Fuyumi e chi veniva a casa Todoroki per lavoro è passato anche Hawks. Si è trattenuto poco, ma è riuscito a farmi sapere che tutti i ragazzi sono sani e salvi, ci sta pensando lui a tutelare entrambe le parti, diciamo.”
I miei si scambiano un’occhiata, non sapendo cosa replicare. Per fortuna Himiko non si aspetta una risposta: “Ah, ma poi qual era la punizione?”
“Tenermi sulle spine... fottuto roditore.”
Lei e i vecchi se la ridono. Certo, poteva andarmi molto peggio, è una punizione del cazzo, comunque essere preso per i fondelli non è mai gradevole. La serata procede lieta e spensierata, con altre chiacchiere riguardo al nostro futuro, che appare sempre meno incerto. In questi mesi abbiamo imparato che possono capitare imprevisti inimmaginabili, ma anche che siamo capaci di superarli e magari sfruttarli a nostro favore.
A cena conclusa, i vecchi si guardano con complicità, cosa che mi insospettisce, e annunciano che c’è una sorpresa per noi due. Mi auguro non sia nulla di strano.
“È un cucciolo?” tira a indovinare Himiko.
“No, cara. Abbiamo capito subito che fra voi c’è una forte intesa e abbiamo trovato un modo per darvi una mano. Forse non ci avete pensato, ma appena finisci il programma di riabilitazione, dove andrai a stare?”
La Svampita, alle parole di mia madre, reagisce proprio come se non ha minimamente pensato che la sistemazione in casa Todoroki è temporanea.
“Tranquilla. Data la situazione, è probabile che ti manderebbero in una casa famiglia...” Insulti ai signori Toga borbottati dalla befana interrompono mio padre. Intanto capisco dove stanno andando a parare. “Quindi ci stiamo informando su come diventare tuoi tutori legali.”
Himiko trattiene il fiato e le si inumidiscono gli occhi. Incapace di esprimere quanto sia grata e felice a parole, si alza per abbracciarli.
“Non diventerà mia sorella, vero?”
“No, dovrai sposarla per passarle il nostro cognome” risponde la vecchia, carezzando la nuca della Svampita.
“Sì! Aaah, è tutto bellissimo! Però vi chiamo già mamma e papà!”
Vero, anche più che bellissimo. Himiko torna vicino a me e mi abbraccia. Ricambio e le do un bacio sulla fronte, cercando di abituarmi a come ci guardano i miei.
“Grazie, ma’, pa’…”
“Aw, figurati, piccolo imbecille” fa la befana, commossa.
Arriva il momento di riaccompagnare Himiko a casa. Dopo innumerevoli saluti, finalmente si decide a prendermi la mano e avviarsi.
“Non aspettatelo svegli!”
“Ok, ma ancora niente nipotini.”
Alzo gli occhi al cielo a questo scambio di battute, sentendo le guance imporporarsi. La Svampita ridacchia contro il mio braccio, su cui ha appoggiato la mano libera. Mi piace sentirla così vicina e tutta per me, poiché la poca gente che passeggia per strada non fa caso a noi.
“È stata una bella serata, Tsuki! Adoro i tuoi! Facciamo un campeggio o scaliamo una montagna come quando eri piccolo?”
“Mi piacerebbe fare queste cose, però soltanto con te.”
“Va benissimo, significa che troverò altro per sentirmi più loro figlia.”
“Sei già a buon punto, Svampita. Quando la befana comincerà a urlarti contro saprai che è fatta.”
Ridiamo entrambi, continuando a camminare nella sera sempre più buia. Himiko non dice più nulla, soddisfatta, e anch’io mi ritrovo a corto di argomenti. Tutto è chiarito tra noi, il silenzio è l’ovvia conseguenza. Le lascio la mano per passarle il braccio attorno alle spalle e godermi per qualche altro minuto la sua presenza prima di arrivare a casa Todoroki. Lei accetta volentieri il cambiamento e mi allaccia un braccio attorno la vita. Non mi ero accorto che in una relazione segreta ci fossero gravi mancanze, tipo momenti del genere. È come avere una continua conferma di aver fatto la cosa giusta ed esserne contemporaneamente premiati.
“Il padrone di casa non c’è, entra qualche minuto. Non hai ancora visto camera mia, Tsuki” mi invita Himiko una volta giunti davanti la sua dimora temporanea.
“Sicura? Non ti metti nei guai? O, non so, Endeavor...”
“Tutela la sicurezza pubblica, mica la mia verginità!”
Avvampo di colpo per l’assoluta mancanza di pudore con cui dice certe cose. Esito un momento prima di seguirla. Ha intenzioni serie? Perché se non si tratta di provocazioni fatte per gioco, figuriamoci se io mi tiro indietro... scene del genere sono capitate spesso nei miei sogni, notturni o meno. Tutta la nostra storia è come un bel sogno che si realizza, dunque perché no anche questo?
Chiudo la porta, mi tolgo le scarpe e la raggiungo in camera sua, dove sta ridacchiando tutta contenta. Mi salta addosso alla sprovvista, facendomi cadere sul letto.
“Svampita, che cazzo fai?!”
“Voglio le coccole, Tsuki, come in ospedale. Baci e carezze infiniti!”
“Allora siediti che ti do la medicina...”
Le carezzo una guancia e mi chino a baciarla. Lei risponde con prontezza e fa scorrere le mani dietro la mia schiena. Confesso che mi era mancato avere il tempo e la privacy di godermi pienamente il suo odore, il suo sapore... avere un momento tutto per noi è sempre stato un lusso. Ogni effusione sembra dettata da un bisogno ancora lontano dall’essere raggiunto, ma che sappiamo può essere appagato.
Ogni bacio diventa più lungo e appassionato. Con le mani esploro il suo corpo, che freme al mio tocco come se premessi pulsanti invisibili. La temperatura sta salendo rapidamente e gli abiti appaiono misere, fastidiose barriere che vogliono dividerci. Le sfilo il maglioncino e mi soffermo sulle crocchie per disfarle i capelli.
“Te l’ho mai detto che sei bellissima con i capelli sciolti?” mormoro con voce arrochita.
“No, Esplosino, e tu sei bellissimo con i capelli arruffati.”
Tra un bacio e l’altro Himiko mi passa ripetutamente le mani fra i capelli, per poi mordicchiarmi teneramente l’orecchio e, mentre sono distratto da tale manovra, afferra la mia maglietta e io l’aiuto volentieri a togliermela. Intreccia le mani dietro al mio collo e con naturalezza mi stendo sopra di lei. Le bacio la gola e lei, in completa sintonia, prosegue con le carezze; inizio a sbottonarle la camicetta, baciandole ogni tratto di pelle che acquista libertà. Himiko geme compiaciuta, motivandomi dolcemente. Dopo qualche attimo passato a coccolarci in questa posizione, si sfila la gonna e sta armeggiando con la zip dei miei pantaloni quando io mi rialzo forse un po’ troppo bruscamente, perché ci è voluta tutta la mia forza di volontà per interromperci in tempo.
“Tsuki, che fai?” domanda quasi sconvolta, rizzandosi su un braccio.
“Se stasera vuoi arrivare fino in fondo, manca una cosetta: sarebbe troppo presto avere bambini, allora sì che sarebbero guai.”
Himiko comprende, ride e mi rimprovera scherzosamente: “Si, sarebbe prestissimo. Oh, Tsuki, perché non ce l’hai già un preservativo?”
“Perché non ce l’hai tu?!”
“Beh, non sono a casa mia, non mi occupo nemmeno della spesa. Fufufu, ma se vuoi li scrivo sulla lista.”
“Torno presto” la rassicuro.
Mi rimetto la maglietta, esco dalla camera con Himiko che mi raccomanda di sbrigarmi e una volta fuori casa cerco il distributore che fa al caso mio. L’aria fresca della notte non ha dissipato l’atmosfera onirica che si è creata in camera, mi ricorda però che è meglio informare i miei sul non aspettarmi affatto questa notte. Invio un messaggio a papà, ignorando cosa i vecchi potrebbero pensare di noi. È un problema per il me futuro, stanotte conta solo Himiko, anzi, l’amore che ci unisce. Metto in tasca il preservativo e mi affretto a tornare a casa Todoroki.
Himiko è affacciata alla finestra, i capelli sciolti, la camicetta sbottonata, gli occhioni adoranti... corro da lei, trovandola più desiderabile che mai, e... non vi descriverò la nostra prima volta, pervertiti!



***Angolo Autrice***
Non sarebbe epico se nel canon Himiko e Katsuki facessero l'amore a casa di Endeavor? 🤣😍🥰
Questa fic è una commedia romantica, dovevate aspettarvelo l'happy ending. Ci sentiamo fra una settimana o due per l'epilogo!
P. S.: Tsuki rompe la quarta parete perché lui può 😂

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Capitolo 25
*** Costruiamoci il futuro ***


Himiko’s POV

È magnifico stare sdraiati accanto a chi si ama e guardarlo ronfare! Tsuki è così bello che non gli leverei mai gli occhi di dosso! Ma non riesco a stare ferma a lungo, già mi sta venendo voglia di baciarlo, però non ho intenzione di interrompere il suo sonno tanto pacifico. Idea: gli porto la colazione a letto!
Trattengo qualche risatina, recupero al buio dei vestiti e mi preparo velocemente in bagno. Oggi tutto mi appare diverso, più roseo e meraviglioso e tenero, come se amassi e mi sentissi amata da tutto il mondo. Canticchio a bassa voce e mi muovo quasi stessi danzando. La vita da fidanzata sta migliorando di giorno in giorno; pensare che prima o poi potrò dormire assieme a Tsuki tutte le notti, e di giorno se ci va, e la casa sarà tutta nostra e non saremo sempre costretti a usare protezioni... sono troppo felice per contenere la mia risata di gioia. Afferro energicamente l’occorrente per i pancakes e inizio a prepararli, assieme al caffè per Endeavor. Lui arriva in cucina poco dopo, sorpreso che mi sia svegliata presto stamattina. O forse sto interpretando male il motivo della sua sorpresa, perché arrossisce e si riempie una tazza di caffè dopo avermi rivolto un imbarazzato buongiorno.
“È un nuovo pegno d’amore?” dice infine, indicandomi.
Confusa, abbasso lo sguardo e mi accorgo soltanto adesso che indosso la maglia nera di Tsuki. Avvampo e mi copro la bocca per non ridere forte, divertita dalla mia sbadataggine.
“Sì, ehm, è esattamente come sembra. Ma tranquillo, abbiamo usato protezioni.”
“Non voglio sapere!” quasi urla lui, fiammeggiante.
“Shhh, non svegliarmelo prima che gli porti la colazione a letto.”
“Ho detto che non voglio sapere!” ripete a bassa voce, ma con uguale enfasi. Vuota in fretta il suo caffè, recupera ciò che gli serve per il lavoro e si ferma un momento vicino la porta della cucina, mentre io ridacchio perché si vede che è imbarazzato. “Himiko, so che sapete essere ragazzi prudenti, non fate stupidaggini almeno finché sei sotto la mia tutela.”
“Signorsì! Buona giornata! Le mie saranno ottime!”
“Sì, grazie. Ciao.”
Agito la mano in segno di saluto, poi finisco di preparare la colazione continuando a sorridere. Su un vassoio dispongo un piatto con un’enorme pila di pancakes – peccato che Endeavor non ne abbia assaggiato nemmeno uno –, dei vasetti con vari tipi di condimento, un paio di succhi e il caffè anche per Tsuki, a me non piace. Lentamente, raggiungo la mia camera col pesante carico. Tsuki è sveglio e appena mi vede entrare mi aiuta a poggiare il vassoio sul letto. Ci auguriamo il buongiorno con un bacio. Non resistendo più, lo abbraccio e gli do altri baci.
“Ehi, ehi, piano, altrimenti rovesci tutto. Svampita, devo sussurrare o posso parlare normalmente?”
“Endeavor è uscito, non preoccuparti” lo rassicuro poggiando la testa sulla sua spalla.
“Ah? Perché ti sei messa la mia maglietta?”
“Incidente. Beh, almeno ora posso confermarti che Endeavor approva il mio bel fidanzatino.”
“Mh... meglio così” commenta Tsuki. Mi fa una carezza, per poi attaccare a divorare la colazione, spazzolando la sua parte di pancakes in un tempo record.
“Tsuki, finiscili pure tutti. Non immaginavo che...” mi interrompo perché lui mi poggia un dito sulle labbra.
“Zitta, zitta, percepisco che vuoi dire una cazzata.” Aw, mi conosce così bene! “Devo tornare a casa adesso, oppure i vecchi mi romperanno le palle anche più del previsto.”
“Capisco” mormoro delusa. Gli afferro una mano. “Torna presto, Esplosino. Ti amo.”
“Ti amo anch’io, Himiko” ricambia lui con dolcezza.
“Ma la maglietta non te la restituisco, sarà il mio nuovo pigiama.”
Fa un’espressione irritata tanto tipica di lui che rido e Tsuki sorride, non riuscendo a tenermi il broncio a lungo, non più.
“Fortuna che avevo il giubbotto.”
“Esatto, ti avrei fatto girare per strada mezzo nudo.”
“Ah sì? Non sei gelosa?”
“Un pochetto” replico con un bacio. “E tu?”
“Direi un pochetto anch’io, sì.”
“Riesci a tornare prima di sabato? Per averti tutto per me prima di condividerti con gli altri.”
“Certo, posso passare ogni giorno.”
Si vede che è contento quanto me della cosa e prima che ricominci la Yuei vuole godersi tanti altri momenti da passare insieme. Gli permetto di prepararsi tranquillamente, intanto finisco la colazione e riporto il vassoio in cucina.
“C’è una serata che mi interessa in particolare” gli dico pensierosa appena lui è tutto pulito e vestito. “Sai, sono diventata molto amica di Mina, e visto che Eijiro è il tuo migliore amico... ceniamo noi quattro, qui?”
Mi guarda confuso, non capendo il mio desiderio. Scommetto che anche Eijiro sarà confuso, ma felice di partecipare. Tutti i futuri eroi sono così lenti quando si tratta di ragazze? Riusciranno a capire che si tratta di una serata fra coppiette senza che Mina o io glielo riveliamo?
“Per me non ci sarebbero problemi. Vuoi fare una prova prima di ritrovarti con tutta la classe?”
“No, non ci ho pensato minimamente. Loro sono quelli con cui abbiamo legato di più, sarà più divertente.”
E poi, a quanto mi ha raccontato Mina, ci sono solo abbozzi di coppie nella quasi 2^A, però nessuna è ufficiale. A lei piace Eijiro, è sicura che a lui piace lei, e così vuole vedere se dopo la cena con noi riusciranno a mettersi insieme. Io mi impegnerò per aiutarla. Magari serve anche a loro un maniaco pervertito che rapisca Mina per accelerare le tappe.
Non mi dispiacerebbe fare la consulente per coppie tra una storia di ponycorni e l’altra. Potrei usare la A come terreno di prova. Sghignazzo al pensiero. Vediamo, ci sarebbero da unire, secondo la mia diabolica informatrice: Kyouka e Denki, Tooru e Mashirao, poi a Ochaco piace Izuku, però non si sa se lui ricambi lei o gli interessi Shouto. Se mai Halfy verrà qui avremo un’interessantissima conversazione! Fufufu! Devo chiedere a Fuyumi di portarlo!
“Svampita, che cazzo hai in mente?”
“Nulla di che, stavo immaginando qualche lavoro per il futuro. Mi piacerebbe moltissimo dare una mano a te e agli altri a diventare veri eroi.”
“Non ti piacerebbe fare l’eroina? Magari ti accettano.”
Mi dispiace deluderlo, ma scuoto la testa. “Nah, non mi interessa affatto, sono molto selettiva con chi decido di aiutare o salvare. Però se posso agire da libera cittadina, tipo dando informazioni e consigli, ci sto!”
“Vedremo che si può fare. Ah, pensaci tu a invitare quei due.”
“Mh mh. A presto, Tsuki!”
Dopo qualche saluto meno loquace Tsuki se ne va. Mi siedo sul divano, pensierosa. Dovrei riflettere seriamente su cosa fare ad aprile, quando Tsuki tornerà alla Yuei assieme ai miei recenti amici. Endeavor insiste affinché riprenda gli studi, perché i fumetti sui ponycorni non sono un lavoro concreto, a suo dire, ma non mi interessa molto.
Invece, vorrei davvero seguire gli altri alla Yuei, non come studentessa, ma come, mmmh, consulente criminale, sì! Insegnerei a distinguere tra villains come Overhaul e villains come Tomura. Non siamo tutti uguali, Tsuki se n’è reso conto. Sarei utile anche nella pratica, durante gli allenamenti, però la teoria mi sembra più importante in questo caso perché magari i miei nuovi e vecchi amici potranno venirsi incontro. So che non potrò tornare a far parte della Lega, tuttavia questo non significa non incontrare mai più Jin, Spinner, Tomura, Dabi, Mr. Compress, Kurogiri, Giran... sono la mia famiglia, sarebbe troppo triste se finissero tutti in cella. Se faccio capire ai futuri eroi perché sono diventati criminali, non saranno duri con loro, forse non ci sarà nemmeno bisogno di combattere... nessuno si farà male. Credo sia la cosa migliore che possa decidere di fare per cambiare la società, esclusi i ponycorni.
Sospiro contenta, soddisfatta dalla mia decisione. Probabilmente ci sarà qualche idiota che non riesce o non vuole capire che la società per com’è ora non funziona, ma conto che siano una minoranza. E se le buone maniere non sono sufficienti... nah, devo liberarmi di certi pensieri. Mi concentro su Tsuki. Un passo alla volta, come ha detto lui. Una piccola vittoria dopo l’altra. E una vittoria gigantesca è stata ieri sera! Sicuramente mi sono sentita benissimo, euforica come una vincitrice! Mi sento ancora così, credo proprio che continuerò le fantasie di stamattina per tutta la giornata! È da brava persona, vero?, voler fare del bene e chiedere come ricompensa solo una vita felice da trascorrere con il proprio amore...

Katsuki’s POV

“Wow, Himi-chan, siete due gocce d’acqua!” esclama ammirato Denti da Squalo dopo che Himiko si è trasformata in me.
“E vedere Bakugou vestito da ragazza è uno spettacolo imperdibile!” aggiunge Pinky, pronta a scattare una foto.
Sono più veloce di lei e copro l’obiettivo con una mano, guardandola malissimo.
“Oh, ora ricordo. Quando eri Utsushimi-kun ci hai spiegato che per cambiare i vestiti devi essere...” l’idiota non conclude la frase, diventando improvvisamente rosso.
“Nuda, già. Tsuki è stato tanto dolce a regalarmi il suo sangue.” Mi era sembrata una buona idea per tirarla su di morale, ma adesso che sta bene me ne sto pentendo; la Svampita, per fortuna, torna presto se stessa. “Peccato che qui non posso allenarmi come si deve. Questa cosa l’ho rivelata a Endeavor per dimostrargli che sono affidabile, quindi tecnicamente lui è stato il primo, ma va beh... a voi lo dico perché mi fa piacere: se capisco come funziona il quirk degli altri, posso usarlo!”
Questa mi è nuova. Se non me l’ha detto è perché voleva farmi una sorpresa, ma non si è mai presentata la possibilità e non ha resistito più alla voglia di farmelo sapere. La conosco fin troppo bene, ormai. Il Rosso e la Rosa le fanno qualche cauto complimento.
“Mi piacerebbe molto vedere come usi Esplosione, Svampita.”
Ha ragione, la palestra dei Todoroki è inadatta per provare il mio quirk, invece i campi d’allenamento della Yuei sono perfetti. Potrei provare a chiedere il permesso di portarla, sono curioso di vedere quanto in fretta impara una simile abilità. Himiko è forte, ciò mi rende fiero della mia ragazza.
“Davvero? Yay! E secondo voi qualcun altro mi darebbe il suo sangue? Scommetto che tu, Eijiro, facevi disperare chi doveva usare una siringa su di te.”
“Ammetto che da piccolo ho fatto qualche scherzetto del genere, ma poi ho capito che non era virile.”
Lei e Pinky ridono, facendo commenti su quanto doveva essere carino da bambino. Denti da Squalo sorride e si rivolge a Himiko: “Però io ti lascerei prendere il mio sangue senza problemi. Anche adesso, se ti va.”
“Aww, grazie! Non ho siringhe, mi devo ancora attrezzare. Magari... se il vostro preside mi ascolta...”
“Hai detto che non vuoi diventare un’eroina” replico, confuso.
“Ed è la verità. Ho pensato che posso essere una specie di consulente, vi insegno tutto ciò che so sui villains: perché lo diventano, come ragionano, queste cose. E intanto voglio anche scoprire in quanti sono come voi e in quanti invece proprio non mi accettano, perché Stain diceva bene, esistono veri eroi e falsi eroi. E naturalmente vi aiuterei moltissimo anche nella pratica, ho il quirk giusto, specialmente se imparo a usare più quirk.”
“Spero che il preside Nezu accetti la tua proposta, Himi-chan” dichiara Pinky, sincera.
“Ho qualche dubbio, ma non è impossibile” le concedo.
Mentre loro tre discutono di questa prospettiva, io ci rifletto. È vero, Himiko sarebbe utile, intanto però diventerebbe molto forte anche lei. Io lo so che non è pericolosa... beh, non più di qualsiasi altro almeno, ma c’è chi potrebbe pensarlo e impedirle che attacchi studenti, anche se per finta, e stia a contatto con loro. Qualcuno al di fuori della Yuei, perché nessuno dei miei insegnanti è un coglione, loro capirebbero subito che Himiko non intende prenderli in giro ma è in buona fede. Proverò a sostenere il suo progetto più che posso; sapere che i miei compagni e insegnanti la pensano all’incirca come me li rende meritevoli di non beccarsi più i miei insulti... forse dovrei cominciare a chiamarli per nome. Contemporaneamente al mio pensiero, Himiko dice a Kirishima: “Dai, siamo tutti amici, chiamiamoci tutti per nome. Vi va bene?”
Si voltano a guardare me.
“Che cazzo volete? Fatelo.”
“Quindi sarai Tsuki anche per me” si rallegra Ashido.
“Fottiti...”
“A me piace troppo Bakubro.”
La Svampita si porta le mani al cuore, trattenendo rumorosamente il fiato. “Eijiro, ti dichiari così? In mia presenza? Che insensibile!”
Lei e la Rosa scoppiano a ridere mentre Kirishima, arrossito, balbetta che hanno interpretato male la sua affermazione.
“Possiamo iniziare a prepararci da mangiare?” domando, un po’ annoiato.
Queste due mica vorranno prenderci in gito tutto il tempo, no? Le vedo scambiarsi un’occhiata d’intesa e un ghigno... uno malefico. Che cazzo stavo pensando quando ho deciso di metterle in contatto?! Himiko mi prende una mano e annuncia divertita: “Per movimentare i preparativi facciamo una gara a squadre. Io e Tsuki cuciniamo dei piatti, voi due altri e poi vediamo quali sono più buoni! Prima gli ospiti. La cucina è là ed è ben rifornita.”
Ashido accetta con fin troppo entusiasmo l’idea e per qualche misteriosa ragione arrossisce, trascinando in cucina Kirishima, che, confuso, non oppone resistenza. Guardo sospettoso Himiko, che inserisce un CD con musica romantica. Nota la mia occhiata e ridacchia. Mi si avvicina con fare cospiratorio.
“Tsuki, Mina è innamorata di Eijiro, forse stasera si dichiara, o riesce a far dichiarare lui.”
“E noi due che c’entriamo?”
“Condividiamo la nostra esperienza con i nostri amici. Su, non vuoi spronare un pochino Eijiro?”
“Gioca pure con Ashido a fare la cupida, io non so che fare.”
“Ma sì che lo sai, lo sai perché siamo fidanzati.”
Mi sorride tanto dolcemente che mi sento scottare. Qualcosina da dire a quello scemo potrei averla... merda, non mi piace quando la Svampita mi manipola.
“D’accordo, ci penso...”
“Grazie, Tsuki, sapevo di poter contare su di te.”
Mi schiocca un bacio sulla guancia e ne approfitto per stringerla e sussurrarle: “Più avanti vuoi lasciarli ancora da soli, mh?”
Annuisce, rossa. Attende con occhi brillanti il resto di ciò che voglio dirle, perché anche lei mi conosce benissimo.
“Significa che saremo soli anche noi... e avrei qualche idea per trascorrere il tempo.”
“Dopo cena ci alziamo per prendere il dolce e non torniamo tanto presto” sussurra la Svampita, maliziosa.
La lascio andare e la aiuto ad apparecchiare la tavola. Cerco di trovare qualche parola per Kirishima. Non è mica facile, la mia love story è cominciata con un rapimento... mi domando se un giorno avremo davvero dei figli e Himiko racconterà orgogliosa che lei e gli zii avevano rapito papà e poi... no, non ci siamo innamorati a causa di un fottutissimo esperimento. Ci siamo avvicinati, ovvio, alcune domande erano molto personali; mi hanno permesso di farmi un’idea più precisa della Svampita, abbandonando convinzioni basate su ipotesi e pregiudizi.
La vera Himiko l’ho intravista durante il test, ma l’ho scoperta sul serio solo in seguito, durante gli scambi di messaggi, di telefonate consolatorie, di incontri più o meno casuali... ed è finita che non solo ho salvato la strana, dolce ragazza, mi sono innamorato di lei, e lei di me. Questo ha contribuito enormemente al salvataggio. Non so se sia l’unica ragione per cui la missione che mi ero autoassegnato ha avuto successo, ma in fin dei conti non mi importa.
Se Kirishima e Ashido riescono a essere più felici insieme di quando sono per conto proprio; se pensano spesso all’altro senza un motivo particolare; se riescono a parlarsi liberamente, condividendo tutto, mostrandosi sempre per ciò che sono, tanto che potranno quasi leggersi il pensiero... ma per scoprire un legame così speciale deve passare del tempo.
“Tsuki, sei raffreddato? Hai gli occhi lucidi.”
“Forse pulisci male e mi è entrata polvere negli occhi” replico, usando un braccio per strofinarmi il viso.
“Eh? Non è vero!” protesta la Svampita, imbronciandosi.
Per fortuna la chiamano dalla cucina per cercare non so che ingrediente. Cazzo, quando mai avrei pensato di fare il sentimentale e commuovermi per una catena di bei ricordi che va man mano allungandosi? Basta pensare a emozioni e stronzate da femminuccia: appena posso dico a Kirishima che un vero uomo non aspetta che eventi esterni potenzialmente traumatizzanti lo costringano a rendersi conto di quanto vale la donna che gli piace e a quanto sarebbe terribile perderla, deve dichiararsi appena capisce di amarla. Rimandare è solo una colossale cazzata per cui ci si priva scioccamente di momenti piacevoli. Via il dente, via il dolore, no? Funziona veramente. Dunque basta fare i codardi in amore, una bella chiacchierata ed è tutto risolto; che vada bene o male la preoccupazione si dissipa e non ci sono più dubbi.
Finisco di apparecchiare e mi preparo a prendere a calci in culo il mio migliore amico se fa il reticente con la nuova migliore amica della mia fidanzata.



***Angolo Autrice***
Finale molto aperto, ma dà suggerimenti circa cosa accadrà 😂
Speriamo che vi sia piaciuta questa fanfic!
Ringraziamo chiunque l'abbia letta, inserita tra le seguite, preferite, ricordate! E soprattutto chi l'ha recensita, perché è sempre interessante sapere cosa ne pensate, le recensioni incoraggiano a continuare e se contengono qualche critica costruttiva aiutano a migliorare. 😊
Un bacione a tutti e buona Pasqua! 💓💓💓

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