Once a freak

di Nightmare28
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** cap.1 ***
Capitolo 3: *** cap.2 ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Era una bella serata quella, fresca ma non da mettere i brividi , le strade erano affollate ma non tanto da non lasciare spazio per camminare tranquillamente , era buio, la luna era già sorta da un bel pezzo e io mi mimetizzavo perfettamente in mezzo alla folla, avevo sempre amato quel tipo di serate ma in quel momento volevo solo tornare a casa, in quanto dhampir il buio non mi creava alcun tipo di problema ma in quel mondo, così diverso da quello in cui ero nata e cresciuta, mi metteva ansia, in più  sentivo una terribile morsa allo stomaco, avevo un pessimo presentimento e sarei tornata a casa il prima possibile.
Arrivai davanti al portone  della magnifica casa d' epoca in cui vivevo con mia nonna e quella terribile sensazione non faceva altro che peggiorare; sembrava tutto a posto : la serratura non era stata scassinata, il sistema di sorveglianda all'avanguardia era attivo e non sembrava essere stato manomesso, era tutto esattamente come lo avevo lasciato prima di uscire per andare in città eppure sapevo che qualcosa non andava.
Entrai il più silenziosamente possibile cercando di captare ogni minimo dettaglio e rumore che potesse aiutarmi a capire cosa stesse accadendo e ancora una volta era tutto al suo posto, l'unica cosa che attirò la mia attenzione furono le voci nella sala da thè al primo piano, una di esse era quella di mia nonna,poi altre due voci che non sentivo altrettanto chiaramente ;mi avvicinai alla porta e capii quasi immediatamente cosa stava succedendo, erano tutti e tre seduti tranquillamente sulle portrone a parlare, non usavano toni intimidatori nè minacciosi ma percepivo che mia nonna non fosse tranquilla.
Mi avevano trovata , mia nonna sapeva che ormai non sarebbe servito a niente negare l'evidenza e li aveva fatti entrare, aveva  fatto bene, avrebbero usato le maniere cattive altrimenti e le avevo fatto promettere di non, in alcun modo, in nessuna situazione, mettersi in pericolo per salvare me.
Dopo quasi due anni ,mi avevano trovata.

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Capitolo 2
*** cap.1 ***


Dopo quasi due anni , mi avevano trovata. In quel momento sarei potuta scappare, ma sarebbe stato inutile, sapevano che ero li e non ci avrebbero messo molto a trovarmi nuovamente , così entrai ,vidi immediatamente lo sguardo di disappunto di mia nonna che si aspettava e sperava scappassi, ma non lo avrei fatto, almeno non in quel momento e non senza un piano. Seduti sulle due poltrone si trovavano un uomo e una donna dall'aspetto duro, vestiti quasi interamente di nero, evidentemente due dhampir , mi scrutarono e prima che mi potessero dire qualsiasi cosa " Posso almeno prendere le mie medicine? Sono in camera mia." domandai ricevendo un cenno dal guardiano donna , probabilmente mia nonna li aveva aggiornati sulle mie condizioni di salute. La donna mi seguì senza mai distoglere lo sguardo da me, presi da sotto il letto uno piccolo zaino con dentro il minimo indispensabile che tenevo sempre pronto in caso di evenienza " Sei davvero in una pessima situazione Cassandra, te ne rendi conto vero? " mi domandò la donna mentre cercavo le mie medicine " Se non me ne rendessi conto mi avreste trovata molto prima" risposi con una vena di ironia guardandola per qualche istante negli occhi, non era contenta di avermi trovata, sapeva perfettamente quello che mi avrebbero fatto, quello che si fa a chi è accusato di alto tradimento. " Dobbiamo andare" mi incitò lei dopo qualche minuto " Non trovo le mie medicine " risposi mentendo " Ti aiuto a cercarle , come sono fatte ?" " Cerca una scatola di cartone bianca con un lato blu, si chiama Xanax" la donna annuì e iniziò a cercare insieme  a me , colsi quell'attimo di distrazione e saltai giù dalla finestra usando i tubi attaccati al muro per una discesa più dolce , tecnica che avevo già collaudato più volte . Appena misi i piedi a terra iniziai a correre più forte che potevo consapevole che il guardiano si era già accorta della mia assenza e che probabilmente aveva già iniziato a seguirmi insieme al  suo compagno, iniziai a percorrere le strade più piccole e buie, loro erano più veloci e forti di me ma non conoscevano quella zona tanto quanto facevo io e lo avrei usato a mio vantaggio. Li sentivo dietro di me, sentivo ogni loro passo ,ogni loro respiro e mio malgrado si avvicinavano sempre di più, mi avrebbero raggiunta prima del più vicino vicolo percorribile che non mi portasse in un posto sconosciuto della città ,così cambiai i piani in quell'istante , fu un  errore. Svoltai nel primo vicolo disponibile, corsi per qualche decina di metri per poi ritrovarmi di fronte ad un muro che mi sbarravo la strada, pensai il più velocemente possibile , il muro non era troppo alto ,erano poco meno di quattro metri e con una bella rincorsa ce l'avrei dovuta fare; daltronde era la mia unica possibilità. Così lanciai lo zaino dall'altra parte del muro e andai a qualche metro di distanza , inziai a correre cercando di raccogliere quanta più potenza possibile nelle mie gambe, saltai , non fu un bel salto, ero fuori allenamento, ma fu abbastanza da farmi aggrappare alla parte superiore del muretto con le mani in modo che potessi spingermi su , con i piedi feci presa sul muro , stavo quasi per scavalcare il muro quando mi sentii trascinare a terra. Davanti ai mei occhi l'altro guardiano mi guardava sdraiata a terra ,quasi divertito da quel mio tentativo di fuga, ma evidentemente disturbato dal fatto che per l'ennesima volta li avessi messi in difficoltà. Mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi ,gliela presi e alzandomi lo scaraventai a terra, non avrei ceduto così facilmente. Mi diressi nuovamente verso il muro ma ancora una volta l'uomo mi afferrò, mi divincolai riuscendo a tirarmi fuori dalla sua presa, iniziammo a combattere, evidentemente non eravamo ad armi pari ma non si aspettava che una dhampir così giovane e senza esperienza potesse tenergli testa. Purtroppo per me non durò a lungo e mi trovai nuovamente a terra, quella volta senza la forza necessaria per cominciare un nuovo scontro o un nuovo tentativo di fuga. Gli tesi la mano, aspettando che mi aiutasse ad alzarmi ,come risposta lui mi prese per i fianchi e mi caricò in spalla come fossi un sacco di farina, poi mi scaraventò nella macchina e senza dire una parola messe in moto.

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Capitolo 3
*** cap.2 ***


La macchina frenò bruscamente risvegliandomi dallo stato di trans nel quale mi ero trascinata per fuggire alla malinconia. La portiera siaprì e ,senza lascirmi neanche il temp di pensare di uscire il guardiano mi scaraventò fuori dall'auto tenendomi per i polsi e mettendomi delle manette " Sembri più un poliziotto che un guardiano ,sicuro di essere nell'ambiente giusto?" non mi interessava particolarmente sapere cosa mi avrebbe detto, era una frase stupida lo avevo interpellato con il solo scopo di sentire la sua voce, era alto, davvero alto, con spalle possenti,zigomi pronunciati e i capelli castano scuro lunghi fino a coprirgli quasi tutto il collo, aveva un'aria familiare, come se lo avessi già visto "Ti conviene stare zitta" la sua voce era esattamente come me l'aspettavo: profonda,statica, ma misorprese scoprire che parlava un perfetto inglese con accento americano mentre mi aspettavo di sentire una leggera cadenza russa dato il suo aspetto così sovietico. Fui strattonata fino all'ufficio della preside "Buongiorno preside Baker,che piacere vederla, non è cambiata di una virgola" dissi una volta entrata nella stanza; spaventai me stessa nel sentire come quelle parole fossero uscite dalla mia bocca modellata in un sorrisetto perverso. La signora baker era la preside dell'accademia anche quando la frequentavo ed era sempre stata relativamente accondiscendente nei miei confronti, ne avevo combinate tante e lei me l'aveva sempre fatta passare liscia; oltretutto eral'unica che riusciva a tenermi testa nei mei peggiori scatti d'ira ,ma in qual momento anche lei era assoggettata dalla mia passeggera espressione di malvagità. Vidi il mio volto riflesso sulla finestra dietro alla signora Baker e la visione di quella scintilla di pazzianei miei occhi mi fece tornare in me e cercando di non dire niente di compromettente chiesi di poter prendere le mie medicine che in tutto quel tempo non avevo ancora ingerito. " Allora preside Baker, a quando il mio processo?" domandai in tono neutro " Cassandra,ti consiglio vivamente di evitare questo atteggiamento,la tua situazione,come tu ben sai,non è ottimale" disse la donna con una amarezza che mai le avevo sentito emanare,sporsi il petto in avanti così che potesse guardarmi negli occhi " Sono accusata,ingiustamente aggiungerei, di alto tradimento ,la cui pena è l'esilio o la morte, non posso peggiorare niente" " Ti sorprenderebbe sapere quante cose sono cambiate nell'ultimo anno e mezzo" disse il guardiano a pochi passi da me, io non dissi niente, aspettavo che qualcuno mi spiegasse. " La tua situazione è grave, ma non inrisolvibile.." iniziò a parlare la preside "...il pricipe Dakarov si è suicidato e di conseguenza non ci sono più testimoni nè prove contro di te, tuttavia sappiamo tutti che stavi indagando su di lui, in più sei scappata dall'accademia e hai opposto resistenza quando ti hanno trovata, sia io che la regina siamo molto deluse dal tuo comportamento; hai due possibilità : puoi sciegliere se rientrare in accademia e impegnarti duramente o spendere la tua pena altrove" era una proposta assolutamente senza senso, se non si fidavano di me perchè volermi in accademia dove sarei stata più vicina ai reali, era sconveniente a tutti " Non potrei semplicemente tornare a casa mia?" "Vogliamo averti sott'occhio" Accettai la proposta di tornare in accademia, tanto mi avrebbero espulsa da li a poco considerando la mia condotta ; il guardiano mi scortò fino alla camera che mi era stata assegnata che ovviamente era in una posizione strategica, era nell'ala dei damphir  ma era anche quella più vicina alle stanze dei guardiani " Preparati,fra un'ora hai la prima lezione di combattimento" mi disse l'uomo mentre si allontanava "Puoi almeno dirmi come ti chiami?" gli urlai leggermente stizzita "Puoi chiamarmi guardiano Belikov" rispose senza neanche girarsi; oltre all'aspetto anche il nome mi era familiare, ma non avevo proprio idea del perchè. Mi avvicinai al letto e trovai una busta sul cuscino " Cassandra Knight, sapevo avresti accettato,d'ora in poi sarò costretta a trattarti molto piùd uramente rispetto agli altri studenti ; sono consapevole che sei stata incastrata ma sono anche consapevole che qualcuno di molto vicino alla scuola ha a che fare con tutto ciò e non posso permettere che si sappia che ti supporto. Comportati bene e non dare nell'occhio, sei esclusa da tutte le attività extracurriculari, ma, visto che so che me lo chiederai , la palestra è sempre a tua disposizione " A quel punto molte cose mi furono chiare, anche lei avvertiva la mia stessa sensazione e mi voleva in accademia per essicurarsene e avermi sotto controllo sempre e comunque; avrei voluto concedermi più tempo per analizzare la lettera ma dovevo andare ad allenamento, sapevo che sarebbero iniziate  a girare voci sul mio conto, se possibile anche più di prima ,e dovevo mettere subito in chiaro che nessuno doveva osare mettermi i bastoni fra le ruote o darmi fastidio. Andai al campo di allenamento ignorando le occhiate delle persone che mi passavano di fianco : insegnanti,studenti, avevano tutti quell'espressione di paura mista  a curiosità che mi faceva sentire uno spettacolo da baraccone. Nonostante il mio recente arrivo in accademia arrivai con netto anticipo rispetto a molti altri " Guarda chi si vede,Cassandra psicopatica Night" mi girai per vedere chi aveva pronunciato quelle parole " Carmen!" mi avvicinai e lei tendendole la mano ricevendo un saldo abbraccio; Carmen Gonzales era l'unica altra ragazza damphir del mio corso, nonchè la più brava, era nata per fare il guardiano e me le aveva sempre date di santa ragione durante i combattimenti ; non eravamo mai state particolarmente amiche ma nutrivamo una profonda stima nei confronti l'una dell'altra, senza contare che mi aveva aiutata a scappare. "So che forse non te ne frega niente ma io non credo alle voci che stanno girando" mi importava,sapevo che lei era troppo intelligente per credere a tutto senza prove concrete,ma la mia curiosità ebbe la meglio su di me " E così, giusto per sapere,cosa si starebbe dicendo in giro su di me?" chiesi lievemente imbarazzata scatenando il lei una risatina "Una delle ipotesi più quotate è che tu abbia ucciso il principe per liberarti dell'unico testimone della tua accusa" "Liberarmi di un'accusa di alto tradimento compiendo alto tradimento? Geniale" dissi sarcasticamente "Già, troppo stupido da parte tua" mi fece piacere vedere che non era cambiata e che non avesse cambiato idea su di me, speravo solo che fosse lo stesso anche per Victoria. "Cazzo,è la fine" sussurrai non appena vidi chi era il nostro istruttore "Non ti preoccupare,Belikov è solo un po' severo ma è un ottimo istruttore, è arrivato poco dopo che te ne sei andata" Carmen cercò di rincuorarmi. " Quello è il bastardo che mi ha catturata ieri sera" "Non mi sosprende  che abbiano mandato lui a prenderti, è uno dei migliori guardiani della sua generazione" ero finita, il mio sicario era anche il mio insegnante di combattimento e sembrava avercela molto con me "Bene ,so che sono solito iniziare le lezioni senza troppe chiacchiere, ma oggi è un giorno speciale, abbiamo di nuovo tra noi la signorina Cassandra Knight che delizzierà la nostra vista combattendo con Kent, voglio che la guardiate attentamente e mi diciate con esattezza i suoi punti deboli così vi renderete conto di ciò che si perde in un anno e mezzo senza allenarsi" Non potevo credere che lo avesse fatto veramente,Kent era quasi due volte me ,molto più forte e capace di quanto io non sarei mai potuta essere e avrei fatto una figuraccia colossale dovendo definitivamente rinunciare a quel briciolo di onore che avrei potuto riconquistare. Mi avvicinai al ragazzo sistemandomi di fronte a lui sul tappetino "Ti faccio il culo Knight, non saresti dovuta tornare" Kent aveva sempre nutrito sentimenti negativi nei mei confronti da quando, dopo delle avances spinte che mi aveva fatto, lo avevo sputtanato davanti a tutta la scuola, il suo onore si era ricostituito nel giro di poco ,ma il mio non lo avrebbe fatto se non lo avessi battuto, e qusto lo sapevano bene si Kentche Belikov. Iniziammo a combattere e subito mi resi conto che non sarebbe stato facile ma che non era impossibile,Kent era stanco e fin troppo arrabbiato , riuscivo a percepire il dolore muscolare causato dall'acido lattico e le occhiaie mi lasciavano pensare che si stesse allenando fin troppo duramente nell'ultimo periodo; forse ce l'avrei fatta ,ma il regolamento riguardo ai combattimenti era molto preciso alla Saint Vladimir e le cattive abitudini dell'ultimo anno e mezzo non mi avrebbero aiutata non attaccare sopra il collo Cassandra,non farlo mi dissi, attaccare sopra il collo era vietato perchè troppo pericoloso ma proprio per questo motivo era perfetto per difendersi nei vicoli della città nella quale mi ero rifugiata. Era arrabbiato,voleva farmela pagare e senza che me ne rendessi conto mi afferò per il collo e mi sollevò da terra ,Belikov rimase immobile a guardarci mentre Kent stava evidentemente cercando di uccidermi. Aspettai solo qualche secondo sperando in una qualche reazione dei mei compagni o del guardiano, chiusi gli occhi e rallentai il battito cardiaco sospirando lievemente, in sostanza feci finta di morire più in fretta di quello che sarebbe stato "Lasciala" urlò Carmen "No, voglio vederle fare il suo ultimo respiro, è colpa sua se il principe è morto" rispose Kent digrignando i denti per la fatica; allentò la presa convinto che ormai fossi spacciata,a quel punto,divincolandomi,riuscii a calciarlo nello stomaco facendogli mollare il mio collo e permettendomi di allontanarmi,respirare e attaccarlo a raffica fino a farlo cadere a terra segnando la sua sconfitta ; fui festeggiata con un applauso dei mei compagni e lanciai un'occhiataccia al guardiano la cui espressione era ancora impassibile. Presi il mio borsone e me ne andai,l'allenamento sarebbe durato ancora a lungo ma non mi importava, non sarei rimasta li.

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