Inuyasha 2

di Kagome 95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima: Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Parte Seconda: capitolo 1 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 12: *** Parte terza: capitolo 1 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 18: *** Parte quarta capitolo 1 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 21: *** Parte quinta: capitolo 1 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 27: *** Parte sesta: capitolo 1 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 33: *** Parte settima: capitolo 1 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 36: *** Parte ottava : capitolo 1 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 42: *** Parte nona: capitolo 1 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 48: *** parte decima: capitolo 1 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 55: *** Parte undicesima: Capitolo 1 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Parte Prima: Capitolo 1 ***


Story Notes:
Allora ecco a voi la legenda : 

-le frasi con "  "  sono discorso diretto.
-le frasi con '   ' sono pensieri.
-la frasi completamente scritte in corsivo sono ricordi e/o sogni
 
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Capitolo 1: il primo incontro.

 

‘ Kagome ‘ sussurrai scavando dentro la mia memoria.
Il giorno in cui la vidi per la prima volta era poco più di una bambina eppure, già allora,  possedeva una forza fuori dal comune.
Lei fu il primo essere umano che riuscì a sopravvivere dopo aver subito un attacco tutt’altro che pacifico. Il suo corpo sarebbe dovuto sciogliersi insieme alle vecchie ossa che giacevano dentro il corpo di mio padre ma invece...ciò non avvenne. Da lì in poi, dal momento in cui quella stupida femmina umana, dagli strani vestiti, si rialzò sulle sue gambe illesa; fu d’allora che le mie certezze iniziarono a vacillare. Quella donna catturò la mia assoluta attenzione.
Mi sono chiesto dopo tutto questo tempo se, in realtà, non furono proprio quei suoi maledetti occhi color nocciola a scatenare dentro me stesso una serie di sensazioni mai provate fino ad allora.

Compassione.


Fu proprio questo il primo sentimento umano che nutrii verso una bambina umana così simile a quella donna chiamata... Kagome.
Nella tomba di mio padre, però, l’odio prevalse.
Inuyasha non sarebbe stato mai degno di possedere Tessaiga, la spada con la quale il Grande Generale cane sconfisse milioni di demoni con un solo fendente. Un misero mezzo-demone non sarebbe mai riuscito a controllarla.
Purtroppo la mia impudenza mi condusse a commettere un'imprudenza fatale. I demoni, se guidati dalle proprie pulsioni, sono vulnerabili. Fu questo il motivo per cui il potente Sesshomaru fu severamente punito. Preda del mia della mia sete di vendetta fui colto alla sprovvista e mi fu tolto un braccio. Distrutto nell’orgoglio e menomato di un arto, tornai nel mondo degli umani.
La rabbia, la rabbia che provai per non essere stato in grado di eliminare Inuyasha e quella sua nuova e stupida femmina umana mi fece perdere il senno! La cosa che più fra tutte mi fece impazzire fu che mio fratello minore riuscì a brandire la zanna di mio padre senza alcun problema.
Mio padre… Si, Il Grande, Immenso, Maestoso Demone Maggiore! Il Grande Generale Cane che tutti venerarono come un Dio. Lui che mi diede la vita... ebbe i suoi riguardi solo Su Di Un Unico Figlio. Applicare un sigillo ad una spada non fu certo un gesto da poco. Il suo volere fu chiaro e schiacciante. A Suo Figlio fu Donata la sua spada della distruzione mentre a me fu rifilato in eredità un inutile pezzo di ferraglia. Una katana che avrebbe dovuto insegnarmi il valore e il rispetto per la vita stessa… si rivelò non più che uno misero scarto che avesse l’unico scopo di perfezionare un potere che non sarebbe mai stato mio.
Durante lo scontro contro Inuyasha mi fu reciso il braccio sinistro, il braccio con cui ero solito combattere. Dopo la battaglia fui separato dal mio servitore, Jacken. Quando mi svegliai dal mio sonno mi ritrovai in un bosco e fu lì che Rin apparve nella mia vita. Era una piccola ed insignificante umana, so per certo che se fossi stato in grado l’avrei uccisa ma non potevo. Quella stupida bambina cercò a suo modo di aiutarmi. Lo scricciolo non sembrava comprendere i miei rifiuti ma continuò imperterrita a portarmi qualcosa. Non accettai né il suo cibo né la sua acqua e  la somiglianza con quella femmina che stava accanto ad Inuyasha mi faceva rivoltare lo stomaco.
Quando finalmente riuscii a riprendere le forze decisi di andar via di lì. Durante il tragitto vidi la bambina. Il suo piccolo corpo freddo e senza vita sembrava essere divorato da lupi. Mi accorsi che la causa del perchè fosse lì. Stava portando come suo solito quei viveri e così... Decisi di utilizzare Tenseiga, non soltanto per provare il suo potere, ma per cercare di alleviare quella sensazione sgradevole che iniziai a provare per quella morte insensata.
Era molto piccola ed era stata vittima di una fatalità. Decretai che lei fosse meritevole di avere una seconda Chance ma solo il tempo avrebbe deciso se quella mia decisione sarebbe stata giusta o sbagliata.
Gli esseri umani sono.... non sono altro che feccia.

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Author's Chapter Notes:
Grazie a tutti per i commenti e il supporto in questi anni



By Eriet ( Kagome 95)
 
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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2: Rin

 

Contro ogni mia previsione quella bambina silenziosa decise di seguirmi per cercare in tutti i modi di pagare il suo debito nei miei confronti. Era decisa a fare quel che diceva tanto che, nonostante il mio rifiuto, lei insistentemente decise di continuare a starmi vicino. Ovviamente non fui d'accordo ma troppo testarda per cambiare idea. Mi convinsi che osservandola avrei potuto capire cosa gli esseri umani possedessero di così speciale e che alla fine si sarebbe stancata così sarebbe tornata dai suoi simili in fretta.
Tessaiga al tempo era divenuta la mia ossessione così spinto dal desiderio di vendetta d’Inuyasha diedi il via da una nuova follia. Mi feci coinvolgere dagli eventi. Divenni l’alleato di un mezzo-sangue che si spacciava per un demone. Il suo nome era Naraku. Un essere cupo il cui unico obiettivo era possedere la sfera dei quattro spiriti per diventare un essere completo. Quello sciocco tentò pure di controllarmi. Per l’affronto subito decisi che l’avrei eliminato dalla faccia della terra per sempre. Non mi importava che rapporto avesse con Inuyasha, si era preso gioco di me e non l’avrei lasciato in vita.
Con il passare del tempo, però, diviso tra le vicende di quel presente e del mio passato iniziai a comprendere quello che stava succedendo intorno a me. Una fra tutte Rin. La bambina non parlava. Pensai all’inizio che fosse dovuto a un qualche problema fisico ma non era così. La bambina era sana e non aveva scelto di seguire per puro caso. La piccola aveva paura dei suoi stessi simili. Piangeva e spesso urlava la notte durante il sonno. Con il tempo fui messo al corrente della sua orrenda storia.
La piccola umana aveva perso la sua intera famiglia davanti ai suoi occhi poco tempo prima. Dopo quell’evento Rin smise completamente di parlare. A causa del suo problema fu ben presto scacciata dalla sua gente pensando che fosse solo un peso. Fu trattata come schiava e coloro prima di morire si presero , diciamo, cura di lei gli avevano fatto del male forse più degli altri. Fu per questo motivo che Rin  preferì seguire un demone piuttosto a vivere tra gli uomini.“ gli esseri umani sono cattivi…” Pensava questo della sua stessa gente. Aveva paura che se fosse stata un'altra volta da sola le avessero nuovamente fatto del male. “ gli esseri umani sono sporchi…” Provai compassione nei confronti di un essere che non aveva deciso di vivere in quel modo.
Qualche tempo dopo, però, quel piccolo essere umano così impaurito dalla sua gente riuscire a star vicino ad una donna umana. Non era irrequieta né spaventata. Rin era molto calma alla sua presenza e mostrava persino una certa devozione verso i suoi confronti. La femmina che viaggiava con mio fratello era quella donna così cara a Rin.  
Fu l’unico umana a cui Rin dimostrasse un particolare attaccamento. Gli piaceva la sua compagnia e, posso dire con estrema certezza, che Kagome di contro non aveva idea in cosa sarebbe andata incontro seguendo quello stupido inetto di mio fratello.
Potrei adesso affermare, dopo anni di distanza, che Rin non fosse altro che la figlia che non avevo mai avuto e desiderato.
Non avevo mai visto un essere così irrequieto, odiavo i bambini ma “ padron Sesshomaru, guardi!” non esitava mai a farmi partecipe delle sue scoperte. “ non è carina?” con sorriso in volto.
“ Rin, lascia stare padrone Sesshomaru!” Jacken ovviamente non perdeva mai il tempo di rimproverarla ma credo che lui si fosse affezionato a lei. Io ero sempre lì ad osservare da lontano la bambina giocare con quel rospo ma allo stesso tempo devo stare ben attento che Rin non fosse coinvolta nello scontro tra me e Naraku. Dovevo ucciderlo, sfera o meno, dovevo salvare il mio orgoglio.
Durante quel lungo e tortuoso percorso, in più di un'occasione, salvai la miko dagli strani vestiti dal suo destino. Quella stupida non si rendeva conto che più sarebbe stata accanto a Inuyasha e più lei avrebbe potuto rischiare di essere uccisa da lui stesso. I mezzi-demoni sono odiati e cacciati per questo motivo: sono esseri che non dovrebbero mai essere generati; bestie in cui convivono forze che non sono capaci di coesistere; sono belve che generano una maledizione dal proprio sangue; essi sono mostri instabili che causano morte e distruzione; Loro non tengono conto di razza o di genere o potere , loro vogliono solo poter bere altro sangue. La loro nascita causa forti fratture nel mondo poiché ne sconvolgono i confini già precari.
Durante un allenamente con mio padre, quando ero solo un ragazzino, ebbi l’occasione di vedere il mio primo mezzo-demone. Gli occhi di quel mostro erano vuoti e rossi come il sangue. Quell'animale informe voleva solo uccidere. Non possedeva alcun tipo di intelletto. Era un corpo vuoto che si agitava nel delirio di ingurgitare altro sangue. Fu mio padre a spiegarmi tutto questo una volta che lo uccise.
“Sesshomaru, i mezzi-demoni possiedono un potere sconosciuto a noi demoni” mosse la sua spada “ ma proprio per via dei loro deliri sono ingestibili, molto pericolosi e allo stesso tempo potenti “  Narrò riponendo Tetsusaiga. “ non hanno paura di morire perché non possiedono pensiero una volta arrivati a quello stadio” osservai bene il volto di quel mostro “molti demoni non si rendono conto di quello che fanno...” ricordo perfettamente la sua rabbia quando voltando le spalle si allontanò disgustato. “ e dimmi tu hai paura di loro, Sesshomaru?” chiese camminando per la foresta.
“ no padre” fissai bene a mente quella immagini e proseguii.
“ Molto bene, allora andiamo “ mi ordinò tornando alle sue vere sembianze.
“ si padre..” annuendo lo seguii cavalcando il cielo insieme a lui.
Molto tempo dopo compresi il perché di quella reazione. Tutti coloro che si erano resi padri o madri di mezzo-demoni erano solo dei degenerati  che avevano avuto la malsana idea in passato di accoppiarsi con umani solo per “divertimento”. Mio padre odiava quel genere di bestie...eppure quello stesso demone, che provava orrore nei confronti di quei mostri, si rese lui stesse partecipe di aver ingravidato una femmina umana. Izaioi.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3:  i mezzo-demoni



 

Umani. Non ho mai abbandonato l’odio verso quella razza immonda.
Nonostante questo, non solo salvai quella miko dal suo mezzo-demone ma cercai di farle capire che l’avrebbe fatta solo soffrire. Potrei dire che cercai a mio modo di aiutare quella donna. Avevo una qualche forma di debito nei suoi confronti.
Kagome e Rin era simili perchè nessuna delle due era responsabile di quello che stava accadendo e ,allo stesso tempo, era state trascinate in un qualcosa che era molto più grande di loro. La miko avrebbe dato la vita per quel mezzo-demone che di canto suo avrebbe dato tutto per la sua femmina morta 50 anni prima.
Prima che me ne rendessi conto arrivammo al momento della resa dei conti. Nel corpo di quel maledetto di Naraku, quando vidi Kagome cadere nel vuoto, mi resi conto di quanto fosse beffardo il destino. Quella ferita sul suo corpo diceva molto più di cento parole. Essendo la reincarnazione vivente di quella morta  gli sarebbe toccato di spirare proprio come quella Kikyo. So bene che avrei potuto lasciarla precipitare e fare in modo che lei incontrasse la morte per sempre ma... non lo feci. Agii senza riflettere.
Riuscii a fermare la sua caduta. Presi tra le mie braccia lei e il suo arco. Osservando quella spalla capii chi l’avesse ferita. Quell’odore era inconfondibile. Era stato proprio Inuyasha a farle del male e non un fantoccio. Fortunatamente per lei non sembrò essere molto profonda.  Doveva essere successo qualcosa a quell’idiota di un mezzo-demone.
Discesi verso una delle piattaforme di tessuti.
Toccando terra adagiai la femmina al suolo. Non era colpa sua se si era ritrovata in quel luogo maledetto. Fu il suo affetto per quel mezzo-sangue ad aveva condotta lì dentro. Il suo volerlo aiutare a tutti i costi le stava costando la vita.
La donna umana dormì con accanto a sé l’arco della miko morta.
Mi alzai e pensai che gli amici di Inuyasha da lì a breve sarebbero venuti a prenderla. Di colpo sentii la presenza di alcuni demoni proprio dietro le mie spalle. Erano venuti per divorare la donna.
“ Sesshomaru che cosa pensi di fare?” chiese uno di loro abbastanza incuriosito.
“ sparite.”  distrussi quei demoni con i miei artigli con facilità. Erano solo degli scarti  che stavano svolgendo il lavoro di spazzini. Tra un mostro e l’altro la femmina si destò dal suo sonno.
“ S-Sesshomaru?” Disse titubante alzandosi sulle sue braccia.  Mi voltai appena il viso per vedere cosa avesse da dirmi. Persi la concentrazione per un paio di istanti. Altri scarti si fecero avanti e con un colpo ben assestato li rimisi al loro posto. “  Hai scacciato per me, i demoni, per tutto questo tempo? “ Domandò l’umana piena di paura.
“ quelle ferite, “ uccisi gli ultimi demoni “ è stato Inuyasha a procurartele?” domandai e come mi aspettai la donna non seppe che rispodermi “ visto la sua natura di mezzo-demone “ proseguii “ immagino che sia stato inghiottito dall’oscurità di Naraku “ non ricevendo alcuna risposta decisi di proseguire il mio cammino.
“ T-Ti sbagli…” disse a stento“ non è così “ cercò di giustificarlo inutilmente. Sapevo per esperienza quanto fosse debole quell’idiota. “ ehi aspetta !” urlò seguendomi senza esitazione. Feci strada, data la situazione gli permisi di seguirmi. Lei era un obiettivo quindi un elemento indispensabile per la morte di Naraku. Non so e non ricordo  per quanto tempo camminammo in quella oscurità. “ Sesshomaru..” disse d’un tratto “il tuo fiuto è sviluppato come quello di Inuyasha, vero?” Mi chiese quella sciocca stringendo il suo arco a sé. “ potresti capire dove si trova Rin?” la sua devozione verso quella bambina era encomiabile ma la sua domanda fu davvero ridicola. Fu questo il motivo per il quale la ignorai. Se avessi avuto una qualche traccia di Rin sarei intervenuto immediatamente.
Passo dopo passo notai che visto dall’interno il corpo di  Naraku era molto più grande di quello che apparisse da fuori, infatti rese la mia ricerca più ardua di quello che avessi pensato.
“ Guarda, Rin è laggiù!” esclamò indicando una brutta copia fatta male.
“ Quella è solo un'illusione. ”  fu davvero patetico. Naraku credeva di prendersi gioco di me come nulla fosse ma il mio obbiettivo era uno solo: usare Bakusaiga nel momento giusto. Gli avrei fatto assaggiare il vero potere di un demone maggiore.
“ Ti chiedo scusa” cercò di raggiungermi “ ah!” sbatté contro uno dei tessuti.
“ guarda dove metti i piedi, donna” la rimproverai, non potevamo perdere tempo.
“ S-Si..” cercò di orientarsi e afferrando la mia coda si fece guidare. L'odore del suo sangue mi irritava ancora di più sapendo che fosse stato il suo amato a avergli fatto questo. Era solo un idiota e basta.
Non avevo mai permesso a nessuna femmina benché meno umana di stringere a sé la mia “coda” ma solo per quella volta feci buon viso a cattivo gioco. Tremava come una bambina, forse aveva timore di rivedere Inuyasha ma se l’avessi lasciata lì non sarebbe sopravvissuta comunque.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4: la morte di Naraku

 

Uscendo da uno di quei tunnel finalmente percepii qualcosa. Avevo sentito l’odore di Rin e quello di Inuyasha.
“ Dobbiamo saltare” la avvertii. Stringendosi alla mia coda, mi seguii ancora una volta. Senza esitare ci dirigemmo verso di loro. Inuyasha era nella sua forma demoniaca e questo non preannunciava nulla di buono. Naraku voleva forse far uccidere Rin da Inuyasha? Se solo l'avesse fatto non lo avrei risparmiato neanche se la stessa miko avrebbe dato in cambia la sua vita.
Com’era prevedibile Inuyasha era controllato ma con mio stupore quell’essere non era Naraku ma Magatsui.
Lottai contro mio fratello. La sua donna dietro di me tremava per il suo uomo ma non mi sarei trattenuto. Inuyasha era solo un idiota, era solo questa la verità. La stessa che era stata quasi uccisa da lui mi stava supplicando di risparmiarlo. Non tolleravo la stupidità e per me si sarebbe meritato la morte per quello che aveva fatto.
Alla fine dello scontro però, contro ogni aspettativa, Inuyasha riprese un centro controllo. Fu tutto grazie a quella donna umana se riuscì a tornare in sé. Così riuscii a distruggere Magatsui un momento prima che quella bestia infame potesse impossessarsi della miko.
Nell’istante in cui lo feci fuori lei cadde giù. Vidi mio fratello salvarla e in quell’istante sentii una strana stretta al petto. L’aspetto di Inuyasha tornò quello di sempre. Non ebbi il tempo di soffermarmi su quella strana sensazione mai provata prima. Dovevo salvare Rin che era ancora dispersa in quel mare di liquami.
Riuscii a salvare la bambina dalla furia di una donna che lottava per salvare il suo compagno e radunandoci tutti in un punto del corpo del ragno , con un colpo di Bakusaiga lo disintegrai insieme a quegli umani. La donna era stretta al suo mezzo demone e sembrava che tutto fosse finito per sempre ma Naraku era un nemico tenace. Di fatti ebbe altro in mente.
Tutto ad un tratto dietro alla miko si creò una meido. Essa fu risucchiata al suo interno. Non capii come fosse possibile e perchè fosse successo. Dopo che Inuyasha si lasciò andare dall’ira decise di aprire un varco cercando di trovare la ragazza tra i “mondi”. Come se lui sarebbe stato davvero un grado di salvarla. Era impossibile.
“ padrone dove andate?” chiese Jacken vedendomi voltare le spalle.
“ no! “ esclamò Rin prendendo una gamba del mio pantalone “ dobbiamo salvare la signorina Kagome e il signor Inuyasha!” disse in preda alle lacrime.
“ Si, signor Sesshomaru, non può fare nulla per loro?” Chiese Kohaku stando dietro Rin.
“ e cosa dovrei fare?” chiesi a quei due sciocchi.
“Salvateli…sigh” disse in lacrime.
 La femmina umana e il mezzo demone avevano trovato di certo la morte nel confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
“ anche volendo non posso fare nulla per loro” conclusi proseguendo per la mia strada. Alla fine il destino sembrava aver riprese il suo corso...Almeno così pensai all’inizio.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5: Dopo la morte di Naraku


Dopo la morte di Naraku, Rin volle aspettare il ritorno della sua “ signorina Kagome” insieme a quegli umani. Visto la sua ostinazione decisi che sarebbe stato il momento giusto per far si che lei fosse affidata a quegli umani.
“ non preoccupatevi ci prenderemo noi cura di lei” disse quella vecchia senza un occhio.
“ lo credo bene perché verremo a controllare come sta!” rispose Jacken molto adirato.” non che mi importi” puntualizzò il mio servitore.
“ Non rimanete?” d’un tratto fece capolino Rin dietro la capanna.
“ Rin!” Sobbalzò quello sciocco “devi capire che adesso che Naraku è morto il padrone ha molte cose da fare...”  cercò di spiegare avvicinandosi alla bambina.
“ C-Capisco...”  chinò il capo Rin.
“ tornerò “ mi voltai per proseguire il mio cammino verso il palazzo di mia madre.
“ si e spero che ci sia anche la signorina Kagome qui con noi “ soffio mentre la vecchia poggiò una mano sopra la spalla della piccola umana.
“ Tks..” soffia quasi divertito da quelle sue parole.
Quei due erano morti ma Rin credette quel giorno che si potessero ancora salvare. Sapevo che non c’era modo che avvenisse una cosa del genere a meno che non avessero usato il potere della sfera maledetta. Conoscendo quell'oggetto però sapevo che avrebbe chiesto in cambio un grande prezzo da pagare.
Lasciai Rin in quel villaggio di umani. La speranza che albergava in lei però ben presto fu spazzata dagli eventi che vi susseguirono in seguito. Passarono alcuni giorni quando ritornai al villaggio. Durante quel periodo di tempo ero tornato al palazzo per riprendere il cammino che avevo lasciato. Niente era più come prima ma mi illusi del contrario. Guardandomi allo specchio mi resi conto di essere cresciuto da quando ero solo un ragazzino pieno d’odio e rancore. Ero riuscito a ottenere un potere davvero eccezionale ma allo stesso tempo sentii di aver perso qualcosa, un pezzo di me stesso.
“ Padrone la aspettano” annunciò Jacken aprendo la porta della mia camera.
“ Si “ riposi bakusaiga al suo posto ed uscii per incontrare le 4 cariche più importanti del regno.
“ sta attento “ mi avvertì mia madre sull’uscio del salone della guerra.
“ Tks, torna sul tuo trono” dissi superandola.
“ Sesshomaru, non dovresti trattare tua madre in questo modo “ quella sciocca mi rimproverò come se mi sarebbe importato.
“ Finalmente ci incontriamo dunque” il padrone del est disse abbastanza divertito “ Sesshomaru, il figlio del generale, vero?” disse quel vecchio demone. “ come sta il tuo caro fratellino?” mi guardò dritto negli occhi.
“ è morto pochi giorni fa” Soffiai accennando un sorriso.
“ si ho sentito, quindi sei stato tu ad uccidere quel mezzo-demone di nome Naraku “ unì le mani di fronte a se.
“ siete ben informato “  mi avvicinai al tavolo.
“ e bene perché ci hai convocato?” andò al dunque il regnante del nord-est.
“ sono qui perchè voglio concludere l’opera che aveva dato inizio mio padre  “ annunciai ai 4.
“ Sesshomaru” intervenne il vecchio “ sei sicuro di quello che stai dicendo?” domandò appoggiandosi alla sedia “ saresti davvero in grado di sottomettere un intero paese sotto il tuo comando?”
“  anche se sei cresciuto tu non sei ancora in grado di poter dirigere un esercito” puntualizzò il più giovane.
“ come vi permettete!” urlò Jacken
“ Concordo con quello che dic-” scontrandosi con i miei occhi vidi il loro volto impallidire.
“ P-Padrone…” quel rospo tremò.
“ non sono qui per avere degli ordini da vecchi inutili come voi “ girai intorno al tavolo. “ sono qui per annunciarvi che il figlio del vostro padrone sta per realizzare il desiderio di suo padre “ mi sedetti sul trono che un tempo fu di quell’ultimo  “ e chiunque non mi seguirà “ dissi “ troverá la morte “ soressi il mio mento con la mano. “ sono stato chiaro?” domandai guardandoli uno per uno.
“ S-Si…” balbettavano quegli idioti tremando.
“ bene allora andate e annunciate che” mi appoggiai allo schienale “ il principe dei demoni reclama il suo trono “
“ Si P-Padron Sesshomaru “ si chinarono immediatamente e uscirono di corsa.
“ Padrone siete stato eccezionale! “ si prostrò ai miei piedi quella rana dalla bocca larga. “ sono così felice” il suo volo fu inondato dalle lacrime.
“ è così quindi? vuoi davvero riprendere il controllo del regno?” entrò mia madre.
“ ve ne stupite, madre?” domandai a quella donna.
“ affatto, sono solo felice che tu sia tornato in te stesso figlio mio ”  si voltò “ avevo timore che quella bambina ti avesse cambiato orribilmente “ disse priva di espressione. “ sono contenta che non sia stato così” fece per uscire. “ Rin, era il nome di quella bambina, giusto?” chiese conferma. La guardai in malo modo. Alla fine non ricevendo risposta varcò la soglia della porta  e se ne andò via.
“ va tutto bene padrone?” Jacken domandò avvicinandosi a me.
“ Jacken” chiusi i miei occhi.
“ ditemi sua maestà!” si mise sull’attenti.
Non so per quale ragione ma la mia mente andò alle ultime parole di Rin. “ portami da bere” dissi sfinito.
“ si immediatamente!!” iniziò a correre come un forsennato.
‘ chissà se stavolta ti arrenderai al destino caro fratellino’ guardai fuori dalla finestra annoiato.
“ ecco qui!” mi porse il bicchiere. Lo bevetti e quando riportai lo sguardo verso il cielo le nuvole divennero nere come se esse mi avvero dato conferma alla mia ipotesi.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6: addio Kagome.


Credo che passarono uno o due giorni quando tornai al villaggio. Per far si che lei fosse sollevata, su consiglio di mia madre portai alla bambina un vestito.
Arrivato a pochi passi da quella capanna. “ Padrone!!” pianse la piccola stringendo una delle mie gambe.
“ Rin che succede?” Chiese Jacken non capendo. Sperai per il bene di quegli umani che non l’avessero maltrattata.
“ Non tornerà più!!!” disse tra i singhiozzi. “ non è giusto!!” urlò piena di rabbia. “ la signorina Kagome non tornerà mai più!!” gridò fuori di sè. Aspettai con pazienza che la smettesse. “ è colpa vostra!” scappò in fine verso la foresta
“ Rin aspetta!” Jacken cercò di fermarla ma.
“ Jacken lasciala andare” gli ordinai.
“ ma….” cercò di dire “ si “  capì infine che la cose migliore per lei sarebbe stata rimanere da sola.
“Demone, cosa ci fate qui? “ entrai in quella capanna.
“ cosa è successo, vecchia?” cercai di capire a cosa si riferisse Rin con esattezza.
“ be..”  sentii l’odore di Inuyasha  portato dal vento.
'ed io che pensavo che fosse morto finalmente...' pensai in quell’istante irritato.
“ Inuyasha è tornato ma al suo ritorno…” cercò di spiegare ma decisi che sarebbe stato meglio chiedere al diretto interessato.
“ padrone dove andate?!” Jacken ovviamente cercò di impedirmi di andare ma lo ignorai.
Correndo per la foresta finalmente lo trovai. Era disteso su un ramo di un albero spoglio e prossimo alla morte.“ Fratello..” Inuyasha si accorse della mia presenza pochi istanti dopo.
“quindi sei riuscito a tornare “ presi la parola “ ed io che pensavo che finalmente fossi morto” commentai molto seccato.
“ già” soffiò con stanchezza. Mi diede l’impressione che neanche riuscisse a reggersi in piedi.
“ Naraku era lì, vero?” chiesi senza troppi giri di parola.
“ si…” guardò il vuoto. Come avevo ipotizzato quel pazzo aveva un piano.
“ ti disperi così tanto per una misera  donna umana?” Domandai cercando di capire cosa fosse accaduto alla miko.
“ Tks, quella femmina umana, come la chiami tu “ mi rispose sedendosi “ ha sconvolto la vita di tutti noi! “ continuò con rabbia “ persino la tua, demone!”  mi urlò contro. I suoi occhi mi ricordarono incredibilmente quelli di mio padre quando difese la sua femmina umana a tutti i costi. Alla fine, quello sciocco, finì in lacrime. Dalle parole di Rin e dalla sua reazione compresi che Kagome avesse perso la vita pur di salvarlo. “ una stupida idiota che mi ha fatto capire cosa davvero provavo “ singhiozzò.
“ sentimenti umani…” soffiai io con disprezzo.
“ e adesso che la sfera non c’è più… non potrò mai più vederla “ cercò di ricomporsi.
“ almeno è viva, no  ?” Gli diedi le spalle.  
“ si ma…” cercò di spiegarsi” a che costo?” ma ero stanco di sentirlo piangere come un bambino viziato. Contro ogni mio previsione era viva. Era finita senza neanche una vittima e lui si lamentava come un lattante.
“ non risolverai nulla continuando a frignare come un bambino” gli rammentai.
“ Kikyo..” lo sentii dire mentre io disgustato tornai al palazzo. “ che devo fare?”
‘ Kikyo?’ pensai ‘ possibile che tu ancora non abbia abbandonato l’idea pensare a quella morta?’

 

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Capitolo 7
*** Parte Seconda: capitolo 1 ***


Capitolo 1: Akuryō

 


Passarono i mesi e gli anni. La mia salita al trono avvenne senza intoppi.  Il mio obiettivo era diventare l'imperatore del mondo. Volevo sottomettere tutti al mio cospetto, come sempre mi era stato insegnato fin da quando ero in fasce.
Vi starete chiedendo il perchè mi chiamano L’Akuryō, non è vero? Fu molto tempo prima che Kagome tornasse dal suo mondo.
Ricordo vagamente che al tempo avevo appena completato una campagna nelle terre del nord.  Riuscii a sottomettere al mio cospetto le varie razze che abitavano nel territorio. Nessuno sembrava poter contrastare il mio esercito né tanto meno il suo Generale.
“Gli unici demoni che rimangono sono: ” spiegò uno dei 4 comandanti ai soldati della guarnigione principale. “ quelli dell’est, le bestie marine del mare orientale e infine quella più temibile” fece un pausa “ quella dei i Draghi del Sud” cadde il silenzio tra la folla.
“ Quei maledetti si sentono Dei scesi sulla terra! “ qualcuno urlando il suo malessere.
“ si, è giunta l’ora di chiudere un vecchio conto in sospeso !” incitò gli uomini uno di quei vecchi inutili.
“ in fondo è stato proprio Ryokotsusei a ferire quasi mortalmente vostro padre” raccontò il vecchio facendomi rivivere quel maledetto giorno “ se non fosse stato per lui, il gran Generale ,  sarebbe stato ancora vivo” lo sapevo perfettamente.
“quindi è nostro dovere vendicare il gran Generale!  “ annunciò il più giovane dei 4 generali pieno di sé.
“Il signore dell’attuale oriente, discendente di Ryokotsusei, è…” il vecchio cercò di narrare ciò che aveva scoperto sul mio nuovo nemico mortale.
“ Presto ! Aiuto! “ un povero soldato corse verso la folla interrompendo l’eloquio di uno dei comandanti. “Il signore dell’attuale nord-est!! “ gridò , subito lo fecero passare.
“ Che succede” il ragazzo si chinò cercando di riprendere fiato
“ perdonate l'intrusione mio signore” ansimò sfinito “ ma Ryaghi, in signore del nord-est, sta attaccando le nostre truppe!” ci spiegò incredibilmente.
“ Che cosa!? “ Jacken esclamò
“ Vigliacco “ gli diedi le spalle e mi diressi verso la mia stanza. Solo una essere senza dignità poteva attaccare in quel modo.  Se voleva sfidarmi avrebbe fatto bene a chiederlo e non attuare un colpo così basso.
“cosa intende fare mio signore?” chiese il rospo vedendomi prendere la mia spada.
“ Tks, fate ritirare l’esercito “ ordinai a quei 5.
“ ma.. Padrone sono a centinaia” cercò di controbattere il soldato che aveva dato l'allarme.
“ ci vuole una pena esemplare per chi come lui ha osato attaccare come vile. ” spiegai senza troppi giri di parole. “ Ah-Houn” chiamai il mio drago a 2 teste. “ andiamo” gli ordinai.
Arrivati sul posto notai che il fuoco avesse invaso mezza vallata. Vi era il caos. Scendendo lo vidi finalmente. Quel maledetto si crogiolava nel suo operato.
“ é arrivato il padrone!” sentì qualcuno esultare.
“ si!” le truppe esclamarono vedendomi uccidere parte di quelle bestie.
“ ahahah Sesshomaru” vidi quella belva dagli occhi verdi e i capelli biondi. “ finalmente ci incontriamo, bastardo” rise di gusto. Fischiando ,i suoi uomini , si misero dietro di lui.
“ Tutto qui?” domandai a quello che potrei definire un patetico avversario.
“ mi avevano detto della tua freddezza” fece un passo avanti molto incuriosito.
“ Padrone siete qui!” uno di quegli soldati feriti mi afferrò il braccio. Li aveva decimati.
“ state tutti indietro” gli ordinai e facendo un cenno con il capo si fece portare via di lì.
“ ne siete sicuro?” domandò quello spocchioso ragazzino “ non credo tu possa fare molto da solo . “ Ben presto mi accorsi che i suoi arcieri mi avevano circondato.  Non risposi nemmeno alla sua provocazione. “ ahahahah, non dici nulla?” insistette quell'idiota. Se voleva fare la sua mossa doveva farla in fretta per non essere ucciso immediatamente.
“ padrone siamo qui!” Jacken arrivò con gli altri.
“ occupatevi dei feriti “ ordinai unicamente.
“ Ma…” chiese il soldato abbastanza sorpreso. Toccai l’elsa della mia spada.
“ a... quella deve essere la tua temibile spada, Bakusaiga” fece un orrendo sorriso.  “ bene, vediamo se sarai più veloce tu o una freccia “ in una manciata di secondi estrassi bakusaiga e con unico colpo sterminati mezzo esercito.  “ maledetto, non ho paura di te!” si parò dal colpo con uno dei suoi uomini “ ti sconfiggerò ad ogni costo!” annunciò andandomi incontro.
“ per un essere vile come te” conficcai Bakusaiga nel terreno “ utilizzerò un solo braccio per distruggere quello che tu chiami esercito!” gli diedi un pugno in pieno viso facendolo schiantare per terra.
“ pazzo!” si rialzò velocemente e con un movimento della mano ordinò ai suoi uomini di attaccare. Erano soldati di 4° classe, armati di poveri stracci. Uno ad uno li ammazzai. Fino a quando capirono che il loro fosse un suicidio.
“ Vi concedo di andare visto che l’unico di cui voglio la testa è il vostro Capo “ gli diedi una Chance per risparmiarsi la vita. Com'era prevedibile  abbandonarono il campo di battaglia lasciando solo il loro capo.
“ va bene allora sarà uno contro uno!” mi andò incontro per l’ennesima volta. Dovevo ammettere che fosse davvero veloce ma non poteva di certo battermi.
“ e bene?” lo ferii allo sterno “ dov’è la forza di cui mi parlavi?” poi lo presi per il viso.
“ ah!!” urlo soffocato dalla mia stretta.“ tu… cosa…” cercò di liberarsi “ n-no..”  non ebbi pietà. Gli spappolai la testa. Nello scoppio mi si macchiarono i vestiti già uniti del sangue di quei poveri sciocchi. Il suo corpo esanime cade per terra. Non provai nulla.  Stanco presi Bakusaiga e la riposi al suo posto. Forse per la paura, o forse per il sangue, il soldato che aveva lanciato l’allarme mi chiamò con l’appellativo “l’Akuryō” da quel giorno quello divenne il mio nuovo nome. Akuyo che letteralmente significa Spirito maligno.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2: Sorpresa inaspettata.



 

Passò il tempo, continuai a combattere senza fermarmi un attimo. Quel giorno mi alzai particolarmenti di malumore. Non volevo avere nessuno in mezzo ai piedi, quelle rare volte che dormivo era sempre così.
“ padrone siete davvero eccezionale “ Jacken come suo solito mi adulò appena entrato in camera mia.
“ Esci” gli ordinai tirandogli una bacinella piena d’acqua.
“ ah!!” si scansò giusto in tempo. L’affare si ruppe in mille pezzi. “ mi perdoni, l’ho svegliata?” chiese sbiancando.
“ No e adesso sparisci prima che ti ammazzi” lo avvertii mentre mi toccai la testa desiderando solo il silenzio.
“ f-forse sarebbe meglio se facessimo una pausa, no? “abbassò la sua inutile voce “ è da molto tempo che non andiamo a fare visita a Rin, non vi sembra?” si avvicinò a me quatto quatto. “ se andassimo da lei?” chiese rischiando la sua vita.
“ credo che tu abbia ragione” mi alzai dal mio letto sorreggendomi il capo con una mano.
“ Si” chinò il capo il rospo..
“ prepara un dono “ uscii dalla stanza senza prestargli troppa attenzione.  “ e adesso lasciami in pace “ chiusi la porta con forza. Non ricordo di aver sognato nulla in particolare, forse avevo solo dormito male. Solitamente i demoni non dormo per anni o anche decenni per poter sopravvivere, altri invece compiono lunghi sonni e stanno svegli pochi giorni all’anno. Mi diressi verso un fiume per potermi lavare il viso.  Osservai il mio riflesso. ‘ quanto tempo è passato?’ pensai chiudendo gli occhi ‘ forse 3 anni ‘ mi sedetti sulla sponda.
“ vi chiedo scusa per quello che ho detto” mi chiese scusa la bambina un anno dopo “ è solo che vorrei tanto che signorina Kagome torni e viva qui con noi “ strinse le sue piccole manine sporche di terra.
“ questo non è il suo mondo “ gli rammentai.
“ non è vero” si appose “questo è anche il suo di mondo…” chinò il capo. Poggiai una mano sul suo capo. “ lo so che posso essere sciocca ma… manca a tutti la signorina” gli cadde una lacrima.
“ lo so “ lasciai il suo capo e me andai via.
Quel ricordo mi balzò alla mente e mi chiesi se finalmente quegli sciocchi avessero accettato la sua dipartita. Dopo che mi rimisi a dosso gli abiti per gli eventi informali partimmo alla volta del villaggio di Rin. Jacken era a cavallo di Ah-Houn Arrivati sul posto degli stupidi e rivoltati umani scapparono nelle loro case. Non ero lì per togliere la vita a nessuno ma chi avrebbe detto nulla. Infondo la cosa mi faceva piacere. Arrivammo alla sua capanna Rin uscì e fu contenta della mia visita.
“ Padrone siete qui!! Jacken!!” esclamò stringendo il rospo.
“ piano che mi ammazzi!” cercò di scappare dalla sua presa. Ebbi l’impressione che fosse molto più euforica del solito ma non feci alcuna domanda.
“ Dagli il suo dono” ordinai al rospo.
“ si! tieni Rin” subito gli diede il pacchetto.
“ Wow un altro meraviglioso Kimono!!!” disse febbricitante.
“ ormai sei più grande e quello di certo non ti viene più “ commentò il mio servitore.
“ Sei così caro Jacken!!” Per poco non gli fece saltare la testa.
“ e smettila!!!!” urlò a gran voce. Non nego che la cosa calmò il mio malessere di quella mattina.
“ Demone “ Disse la vecchia rientrando.
“ Andiamo” mi voltai, si stava integrando molto bene tra gli uomini.
“ ma come non restate?” domandò stranita.
“ be… il padrone per ora ha molte cose da fare Rin” disse ridendo nervosamente.
“ Capisco…” chinò il capo la bambina.  “ allora ciao” disse in fine mentre io presi il volo. Non sembrava essere cambiato molto alla fine. Rin stava crescendo con i suoi simili e la cosa non mi dispiaceva  affatto. Di colpo sentii l’odore di Inuyasha e quello di qualcuno che non doveva essere lì.
“ oh! avete visto padron-Sesshomaru?” disse Jacken guardando di sotto. “ Kagome è tornata” commentò lo stupido rospo come se non me ne fossi accorto prima.
“ ehilà cognatino!!” urlò quella stupida umana attirando l’attenzione su di sé. Cognatino? che cosa stava a significare un appellativo del genere? la vidi accanto a quell'inetto di mio fratello Ammetto che non riuscii a trattenere lo sdegno per quell’affermazione.
“ ma che cos’è tutta questa confidenza ?” intervenne Jacken. “ dobbiamo andare a dirgliene quattro!” urlò.
“ Jacken sta zitto altrimenti ti ammazzo.“ lo ammonii severamente. ‘Ciò stava a significare che alla fine il desiderio di Rin sia avverato?’ pensai tra me e me. Quella femmina era tornato in questo mondo questo significava che lei avrebbe adesso vissuto la sua vita con Inuyasha, Rin e gli altri suoi amichetti. ‘che cosa stupida sciocca ’ pensai camminando per la foresta. ‘ so perfettamente che la sfera chieda qualcosa in cambio e allora com’è possibile che quella femmina sia qui come nulla fosse accaduto ?’ riflettei e pensai che forse il malessere di quella mattina era riferito a quell’evento.
Camminai per la foresta senza una meta, senza un perché fin quando Jacken disse: “ padrone vedete che è quasi il tramonto, non dovremmo tornare?” domandò e alzando il viso al cielo mi accorsi che avesse ragione.
‘ p-perchè…’ pensai stupito ‘ perchè non mi sono accorto che il tempo sia passato così velocemente’ mi fermai perplesso in mezzo al nulla.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3: La miko Kagome


Stanco tornai nella mia stanza. Mi distesi sul mio letto e  ' quindi lei è tornata ' pensai distrattamente ' chissà come avrà fatto a sfuggire alla morte?' guardai il soffitto. Espirai stanco mi stavo ponendo fin troppe domande su quella femmina. Guardai la luna che era fuori la mia finestra. La mente ritornò alla foresta.
Jacken mi si avvicinò abbastanza preoccupato non era da me comportarmi in quel modo. “ Jacken” feci il suo nome. “ Cosa significa esattamente cognatino?” domandai al mio servitore chinandomi su di lui.
“ be…” balbettò indietreggiando “ per quello che mi ha insegnato Rin l’appellativo ‘ Cognato ’ “ si grattò la testa deglutendo preoccupato “ lo si da al fratello di cui una donna umana si sposa dopo il matrimonio, solitamente “ mi spiegò incrociando le braccia “ la cosa che non mi è piaciuta di fatti è quel -ino finale che sta da diminutivo!!” si agitò parecchio. “ mica lei ha tutta sta confidenza con voi!!”
“ ho capito “ presi il volo ignorando quell’ultima parte.
“ aspettate!” si aggrappò alla mia coda e tornammo al campo di battaglia.
Non riuscii a pensare  più a nulla. Fui in una situazione di stallo e chiudendo gli occhi aspettai con pazienza che la notte passasse. Dopo allora passò qualche tempo.  Avanzando con il mio esercito, conquistai terre e villaggi demoniaci.
Una mattina uscii senza avvertire né Jacken né i miei uomini uscii. Mi diressi verso quel maledetto villaggio. Volevo avere delle risposte alle mie domande. Ad un certo punto del mio cammino fui costretto a fui costretto a perdere quota. Visto che nessuno doveva sapere dove fossi presi la decisione di camminare per quei alberi. I raggi del sole facevano a volte capolino tra le fronde. D’un tratto abbagliato dalla luce vidi qualcuno.  Vidi una donna seduta in un prato che stava raccogliendo un fiore rosso come il sangue. Stava ridendo mentre i suoi capelli neri ondeggiavano nel vento. La sua veste era bianca e la parte inferiore era rossa. Sembrò un essere immortale.
Ad un certo punto la vidi alzarsi. Dalla sua mano scivolò il fiore. Uno strano odore di acqua salmastra percepii dal suo volto.
“ che stupida” si rimproverò asciugandosi col dorso della mano il volto. Pochi istanti dopo si voltò verso la sua destra. “ la devo smettere di essere così !” disse infine dirigendosi chissà dove.  Dal suo volto compresi quale fosse la sua identità. Quella era la femmina di mio fratello. Le sue parole mi trafissero la mente. Ovviamente non capii immediatamente cosa ci facesse lì in luogo così lontano ed isolato. Non ebbi neanche il tempo di riflettere poiché tutto fu bruscamente interrotto. Sentii la miko urlare a squarciagola.
Mi diressi in quella direzione controvoglia, non era mia compito proteggerla ma quello del suo ‘uomo’.   Feci le veci di Inuyasha un'altra volta. Correndo tra gli alberi cadde silenzio. Tutto sembrò tacere tutto ad un tratto. Mi guardai attorno ma nulla. Poi udii il rumore del cuore di quella donna risuonare sempre più forte. Feci qualche passo ma non riuscii a capire in che direzione provenisse quel frastuono. Mi sentii stranamente disorientato. Senti persino il mio respiro rallentare così come tutto ciò che mi stava attorno. ‘ che cosa stai facendo Sesshomaru?’ mi chiesi non riuscendo a capire il perchè di quella confusione.  
“ Aiuto!!” ripresi il controllo della mia persona. “ vi prego aiutatemi! “ tutto fu più chiaro. Riuscii ad individuarla in pochi secondi e percepii pure altre presenza intorno a lei. Arrivai dalla miko.  La vidi essere presa da un uomo che cinse prepotentemente la vita. Quella bestia la costrinsi a sé mentre lei cercò solo di liberarsi.
Divertiti lui e i suoi amichetti risero a gran voce. Quel brigante umano gli puntò l’arma alla gola. Compresi le loro orrende intenzioni. Non riflettei, aggi senza poter evitare. Balzai su di loro e con un sol colpo di artigli uccisi quelle due bestie che non compresero neanche ciò che stava succedendo. Sentii loro carne lacerarsi e il loro sangue macchiare oltre che la mia veste bianca anche il terreno sottostante. Con mio sommo piacere posi fine alle loro esistenze. Rimase solo un umano. Guardai l'essere immondo che costringeva ancora quella miko a sè. Vidi la paura e l'orrore in quei suoi putridi occhi. Quelli erano gli occhi di chi era prossimo alla morte per la mia mano.
La donna con il suo viso pieno di lacrime chiese solo di essere salvata. L’umano la gettò a terra come se avesse voluto sacrificare lei al suo posto. Ciò che non comprese era che volevo vedere la terra macchiata da sul inutile sangue disgustoso.
Tentò di sfuggire forse per aver compreso che io volevo  la sua vita. Ero diventato il suo carnefice e lui se ne accorse molto presto.
" no, un demone!" urlò cercando di trovare una via di fuga. Nessuno avrebbe potuto sottrarsi dal mio giudizio né tanto meno alla mia collera. Con un solo fendente di artigli spappolai le ossa e la carne di quella bestia infame. Ricaddi sulle mie ginocchia ed osservare la mia mano unta del suo ignobile sangue. Senti un immensa soddisfazione per aver compiuto quel gesto. Fui fiero di aver punito un essere inutile come lui.
" m-ma...c-chi...?" chiese una voce tremante.  Compresi subito di chi si trattasse. Mi voltai appena, tanto bastava per vedere il suo volto. Lei era lì, in terra, con accanto quelle pozze di sangue.  Si sorresse in certa sulle sue stesse braccia. Tremava. Sul suo volto le gocce delle sue lacrime sostavano nei suoi occhi pronte a solcare nuovamente quel suo viso ancor umido." Se-Sesshomaru..?" chiese con voce spezzata dal pianto. Mi alzai ' sta.. bene..' Queste parole pronuncia nella mia mente in quell'istante. Chiusi gli occhi e mi diressi verso la sua destra. Era intervenuto in tempo, il mio compito era terminato ormai. " Donna, non vorrete morire una seconda volta " la rimproverai per il suo gesto tanto sconsiderato. Non doveva allontanarsi da sola in un posto così lontano dal suo villaggio.
" io.. no...." Mi rispose chinando il capo" ti ringrazio, Sesshomaru.." mi disse poco prima che riprendessi il mio cammino. Probabilmente, anzi, sicuramente se  quel giorno non fossi intervenuto nessuno avrebbe mai potuto udire le sue urla e salvarla.          


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Capitolo 10
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4:  Tempesta

 

Quando sorse la luna in cielo non tornai al castello. Continuai a vagare per la foresta. Non so nemmeno perchè lo feci, avevo solo il bisogno di continuare a camminare non mi importava dove sarei andato bastava che le mie gambe non smettessero di camminare. Ad un certo punto nel mio vagabondare mi ritrovai davanti al mare. Tutto era calmo e si era fatta ormai sera. L’indaco dell’acqua si confondeva con il blu scuro del cielo. Osservai l’orizzonte per paio di istanti e poi mi sedetti su di uno degli scogli. ‘ cosa ci faccio qui?’ Cercai invano di capire cosa ci facessi lì ma non vi trovai alcuna risposta. Il contrasto tra quei colori mi ricordò vagamente i capelli di quella miko . ‘ già, chissà perchè lei era lì?’ pensai come uno sciocco. Effettivamente lei non si stava dirigendo verso il suo villaggio ma dalla parte opposta. Una strana smania di curiosità mi avvolse. ‘ devo capire ‘ conclusi e senza chiedermi il perchè di quel mio strano desiderio incontrollabile mi diressi proprio verso il suo villaggio. Le mie erano solo supposizioni. Rin in qualsiasi caso mi avrebbe dato le risposte che stavo cercando. Volai e quando arrivai alla dimora degli umani era già mattina.
Quando mi vide Rin mi strinse  una gamba affettuosamente.

“ Padron-Sesshomaru!!” esclamò salutandomi con il viso sereno “ che bello, che ci fate qui?” chiese ma non seppi davvero che risponderle. Mi guardai attorno per cercare una qualche presenza di quella donna.  Come avevo previsto lei non era tornata in quel villaggio ma non ne compresi il motivo né dove vi fosse diretta. Mi chiesi se non fosse scappata da quel luogo. Ma la domanda restava , per quale ragione lei si era allontanata così tanto da lì? “ P-padone?” Strattonò la gamba del mio pantalone non capendo che avessi.
“ Sesshomaru quindi sei tu” Inuyasha apparve alla mia sinistra “ pensavo di essermi sbagliato ma invece no “ si rialzò sulle sue gambe il ripugnante mezzo-sangue. “ come mai da queste parti?” non gli prestai attenzione. Mi concentrai sui dintorni per avere una qualche traccia ma nulla, non c’era neanche lontanamente il ricordo di quella donna. Fu la prova inequivocabile che Kagome non vivesse più lì da molto tempo.

“ Padrone, state forse chiedendo dove sia la signorina Kagome?” domandò tutto ad un tratto la bambina. “ per ora a signorina non è qui, è andata a studiare in un tempio poco lontano da qui “ osservai la bambina “ sapete adesso sta studiando per diventare un'ottima sacerdotessa.” chiuse i suoi occhi sorridendo “ il maestro che la se segue è una persona molto importante” disse con entusiasmo.
' quindi…’ pensai ‘ la miko era così lontano da casa per questa ragione ? ' Mi chiesi non prestando attenzione a quello che disse Rin. ‘ dopo tutto questo tempo in cui è stata lontano dal suo uomo decide di distaccarsene una seconda volta?’ Guardai mio fratello che si avvicinò a noi insospettito. ‘ perchè glielo ha permesso?’
" Rin, cosa gli può importare di dove sia la mia Kagome?" La rimproverò trovandosi a pochi passi difronte a me. Mi guardò con sfida ma contrariamente di quello che pensava non ero interessato alla sua donna ma più che altro dalle cause del suo allontanamento.
" in fondo sono sicura che anche il padrone gli vuole molto bene" disse lei prendendo la mia mano “ quindi perchè non dovrei dirglielo?!” esclamò litigando con quell’idiota.
' volere del ... bene?' Ripetei quelle parole ma non compresi il loro significato.
“ meno sa, meglio è” rispose irritato il mezzo-sangue.
“ gneee” gli uscì la lingua.
“ bambina impertinente! “ ringhiò mentre la piccola si nascose dietro di me. Avevo ottenuto le mie risposte e quindi non trovai un'altra motivazione che mi spingesse a rimanere tra gli umani.” allora, si può sapere che vuoi Sesshomaru?” chiese il mio fratellastro perplesso. Dandogli le spalle tornai da dove fosse venuto.
“ Padron Sesshomaru!” sentii la bambina pronunciare il mio nome. “ ve ne andate di già?” cercò una spiegazione.
“ Chissà cosa diavolo voleva? “ commentò Inuyasha quando presi il volo per tornare a quella che potevo considerare la mia casa. Non prestai attenzione a nulla, mi ritirai solamente dentro la mia stanza. ' perchè sono andato in quel villaggio?’ chiesi a me stesso ‘quindi è per questo < volere bene > di cui parla Rin, che volevo sapere cosa ci facesse lì?’ domandai guardando il soffitto di legno . Disteso nel mio letto osservai le tavole in legno. ‘tks, sentimenti umani' pensai ridendo di me stesso.  Quando mi rialzai decidi di dirigermi verso la sala delle strategie.Stetti sveglio tutta la notte per studiare un efficace strategia di attacco per l’imminente prossima offensiva che avrei dovuto sferrare a quei mostri che chiamavano draghi .

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5 : Sensazioni inspiegabili.

 

Tornato alle mie solite mansioni, i giorni e le settimane trascorsero fin troppo velocemente. Io e i miei  generali decidemmo di delineando la strategia definitiva. Osservando la mappa stesa sul tavolo di acero, uno dei demoni iniziò a litigare con un soldato per chissà quale ragione.  Annoiato la mia mente iniziò a vagare. Mi tornarono alla mente le parole della bambina.
‘ Io volere del bene?’ pensai poggianto il mio mento sulla mano. ‘ che assurdità!’ soffiai gettando per terra la mia coppa piena d’ acqua. Tutti si zittirono di colpo. Preoccupati dal mio gesto le bestie indietreggiarono.
“ mio S-Signore..” Jacken mi chiamò preoccupato a morte.
“ avete finito?” domandai schiudendo i miei occhi d’oro.
“ Vi chiediamo perdono” i demoni non seppero che fare. Si prostrarono ai miei piedi come vermi. Esaurii la mia pazienza quel giorno molto in fretta. Non ebbi la voglia di sentire le loro giustificazioni prive di senso.
“ Va benissimo così” mi alzai semplicemente. “ potete andare” li congedai senza troppi giri di parole. Uscii e andai nelle mie stanze. Durante il tragitto, i miei occhi si posarono sulla flora circostante che circondava il palazzo che da qualche tempo a quella parte era diventata la mia casa. Quel tranquillità, la quiete calmò il mio essere. ' mi chiedo’ pensai infine osservando il laghetto strabordante di loti ‘cosa significhi esattamente quel che ha detto Rin..' chiesi  al vento che si alzò in quell’istante. ' eppure, quelle che loro chiamano lacrime..’ rammentai ancora una volta quella miko ‘ perchè le ha versate poco prima di essere presa dai suoi simili? ' ripensai a quell’episodio impresso nella mia memoria.
" P-padron- Sesshomaru ,  vi s-sentite bene?" chiese il mio fido servitore con timore dietro una delle colonne mentre mi osservava in silenzio.
' se mi sento bene..?' chiesi a me stesso" si " accennai un sorriso.  Subito dopo però compresi quello che feci . Quella parola uscì dalla mia bocca da sola. Perplesso da quella mia stessa risposta spalancai i miei occhi. ' io... mi sento bene...?' mi chiesi incredulo toccando le mie labbra.
“ padrone…?” quella stupida pulce verdognola cercò di avvicinarsi a me.
' che sia stato il potere di quella miko?' pensai con orrore ' Che cosa mi sta succedendo?' non capii cosa avessi. Indietreggiai e poggiai  le mie spalle contro la parete di legno. Il mio petto iniziò a produrre una strana sensazione. Un pizzicore insopportabilmente fastidioso, irritante invase la mia cassa toracica. Sentii come delle spire di serpe stringermi il petto, i muscoli fino a fermare il mio respiro per qualche istante. L’immagine, il viso di quella donna, il suo intero corpo, la vidi proprio in quel giardino dei miei ricordi sorridermi nel silenzio sotto la luce del sole che fece risplendere le sue iridi nocciola. Scorri il capo tenendo il mio volto tra due dita.
“ mio signore!” gridò jacken che prontamente scagliai a terra .
“ la lontano!” gli urlai contro ansimante “ sto uscendo” dissi furente “ non aspettarmi “ uscii fuori dalla finestra senza pensare.
“ ma come !” Gridò dietro di me il rospo “ e che dovrei dire agli altri?” chiese pieno di preoccupazione ma non potevo stare lì ancora.
Corsi come il vento. ‘ sei stata tu’ pensai pieno d’ira “maledetta!!!” ruppi con un pugno una roccia che intralciò la mia maratona ‘ come mi hai fatto? ‘ ringhiai furente dentro la mia mente. Tornando alle mie vere sembianze, mi diressi verso quella lurida donna umana.   Pronto a capire cosa mi avesse fatto quella donna una volta e per tutte.

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Capitolo 12
*** Parte terza: capitolo 1 ***


Capitolo 1: Morte.

 

Dopo quello che successe non andai più al villaggio di Rin per un po’ molto tempo.
La situazione al tempo fu instabile. Non compresi esattamente cosa mi successe ma capii che fu colpa di quella femmina umana. A mente fredda ipotizzai che a causa dei suoi studi il suo potere fosse aumentato. Pensai che fosse lei la causa di quel malessere. So solo che dopo quell’evento la mia smania omicida aumentò e molti caddero per mano mia. Iniziai ad essere visto come una minaccia. Alcuni Clan superiori iniziarono a coalizzarsi per porre fine alla mia avanzata.  Predissi una mossa del genere, infatti il nemico che sarebbe stato a capo dell’opposizione fu uno dei figli di Ryokotsusei. Non vedevo l’ora di scovare gli eredi di quell’infame e così dare sfogo alla mia vendetta. Meditai per giorni interi.
“ stai ancora pensando a come ucciderli?” Mia madre entrò nella stanza.
“ Torna nella tua stanza “ cercai di cacciarla via.
“ è da molto che non vai a vedere la bambina umana”disse quella donna dietro il mio servitore“ che c’è, ti sei stancato di lei?” chiese  come divertita.
“ Pensavo che la odiassi “ commentai infastidito.
“ quindi come mai?” insistette ignorando le mie parole“ è successo qualcosa con quegli umani?” toccò con attenzione la statuetta che ornava la stanza della guerra.
“ non hai altro da fare?” chiesi portando la mia attenzione su di lei.
“ mia signora “ Jacken corse da mia madre.
“ quel rospo pensa che sia meglio che tu vada a vedere la bambina “ lo prese e lo alzò.
“ non è vero!” cercò di sfuggirle.
“ e perchè mai?” non compresi che volesse dire.
“ be…” lo fece cadere giù “ come sapete gli umani sono fragili e non vorrei che l’avessero maltrattata  quindi…” cercò di dire il vero .
“ sei preoccupato per lei?”  mia madre si chinò su di lui.
“ affatto! e che non mi fido di quegli sciocchi “ gli urlò contro in preda al panico.
“ va bene” conclusi io evitando un'inutile discussione.
“ mmnnn, non c’è voluto molto” soffiò mia madre sedendosi sul mio trono.
“ forza, andiamo Jacken “ chiamai il mio servitore.
“ Si!” il rospo saltò sull’attenti.
“ e se vedi quel mezzo-demone mandagli i miei peggiori auguri “  disse infine portando il suo sguardo fuori dalla finestra.
“ Certo “ chiusi la porta e mi diressi in camera mia. Cambiai i miei vestiti.  ‘Sarà un'ottima occasione per togliere la vita di quella maledetta femmina umana una volta per tutte’ pensai Poco mi importò di quello che avrebbe detto o fatto Rin. Quella maledetta doveva pagare per il suo affronto.

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Capitolo 13
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2: attentato

 


Dopo alcune ore estenuanti di viaggio arrivammo. Camminammo per il villaggio per arrivare alla capanna di quella donna.  Ebbi le redini di Ah-Hun nella mano sinistra quando la gente di quel posto, al nostro passaggio si allontanava ma non sembrava essere così sorpresa dalla mia presenza. Probabilmente avevano capito che non eravamo lì per loro.
“ ahahaha non mi prendete “ un piccolo umano corse “ ahhh..” un bambino sbattè contro una delle mie gambe. “ ahh…” notò chi fossi o meglio cosa fossi  “ vi prego non mi fate del male. “ l’avrei voluto uccidere con un solo gesto.
“ Piccolo scemo fa attenzione!” lo rimproverò Jacken.
“ aiuto “ si mise a fare baccano con quella sua vocina stridula.
“ Fa silenzio” gli ordinai a quello sciocco.
“ Ah… eccoti “ Rin disse sfinita a qualche passo da noi. “ finalmente…” il piccolo corse da lei.
“ Signorina Rin!!” il piccolo pianse abbracciando le sue gambe.
“ Padrone…” Subito gli si illuminò il viso “ che bello !!” mi prese subito la mano “ Padrone siete qui!!!” saltellò “ Ah-Hun, Jacken!!” strinse quei due.  
“ piano che mi soffochi!” la rimproverò Jacken.
“ scusa “ chinò il capo la piccola. “ e scusate, questo bambino ma non sa quando deve fermarsi” gli accarezzò la testolina.
“ Cosa stavi facendo?” Il rospo si avvicinò al bambino.
“ stavo badando a questi bambini mentre i genitori sono nei campi ma è scappato via” gli tirò l’orecchio.
“ chiedo scusa signorina Rin!” disse con le lacrime agli occhi.
“ andiamo forza la signorina Kagome ci aspetta” lo lasciò sfinita. “ son sicura che a Kagome faccia piacere rivederla padrone” ci fece strada mentre il piccolo prese la sua mano. Durante il tragitto Ah-Houn mise sulla sua groppo i due bambini.
‘ Kagome’ pensai  rivedendo il suo viso dopo tanto tempo.
“ ahahaah piano su” rise con dei bambini accanto a sé “ ok un’ultima volta e basta “ li avvertì.
“ si “ dissero i piccoli umani.
Kagome, Kagome “ ripeterono il suo nome girando intorno a lei. La donna tenendo gli occhi chiusi li fece fare “ L'uccellino è nella sua gabbia già.” risero i piccoli umani “ Quando, oh quando verrà fuor ?” cambiarono il giro  “ La guardia dell’alba è già lì.” mi chiesi che cosa significasse e mi avvicinai a loro. “ La gru, la tartaruga, fa scivolar ” andarono sempre più lentamente. “ Chi è davanti alla tua schiena ora? ” domandarono concludendo quella canzoncina. Lasciando le loro mani bambini si accorsero della mia figura e indietreggiarono.
“ Vediamo” disse la ragazza divertita. Rin fece cenno di fare silenzio ai piccoli. “ ecco… “ disse abbastanza sorpresa. Sentivo i suoi occhi su di me nonostante fosse di spalle.“ Sesshomaru” disse per poi voltarsi verso di noi.
“ ahahah, davvero brava” commentò la bambina.
“ Non che ci volesse molto “  disse Jacken ma non mi aveva riconosciuto per il mio potere demoniaco.
“ Scusami “ si alzò “ come state quindi?” forse era il sole ma il suo viso aveva qualcosa di diverso.
“ lo conoscete Kagome?” i piccoli domandarono curiosi.
“ chi è?” il più piccolo non sembrava molto felice della mia presenza.
“ Lui è il fratello maggiore di Inuyasha e il suo nome è Sesshomaru “ mi sorrise come le la cosa non le dispiacesse più di tanto.
“ dov’è?” domandai non sentendo il suo odore nei dintorni.
“ per ora il signor Inuyasha non è qui “ spiegò Rin chinando il capo.
“ è andato via per una missione “ concluse velocemente. “ venite so che non è molto ma permettetemi di offrirvi qualcosa “ fece strada. I bambini salirono sulla groppa del drago. Alla miko la cosa fece piacere ma molto meno a Jacken che cercava di farli scendere timoroso “ infondo ti devo la vita, no?” soffiò camminando di fianco a me. Non seppi che rispondere ma notai che vi fosse qualcosa che stesse celando dietro quegli occhi castani.
“ ohh Kagome, sei con Sesshomaru , prego entrate” la vecchia fece entrare tutti. La femmina umana fece un tè.
“ piano “ disse ai bambini irrequieti. Mi sedetti proprio davanti alla miko. Con cura preparò le foglie per la bevanda. poco prima che finisse due donne entrarono a prendersi i loro bambini. Nelle capanna cadde il silenzio. Rin raccontò quello che aveva fatto in quel tempo, le avventure con i suoi due amici Shippo e Kohaku; aveva imparato a scrivere grazie alla miko e aveva deciso che un giorno avrebbe seguito le orme di quella femmina umana.
“ è tutto grazie alla Signorina Kagome” la abbracciò felice.
“ Bene, il padrone ti ha portato questo pensiero per i tuoi sforzi.” Disse il rospo.
“ che bello un altro stupendo kimono!” disse entusiasta, a dire il vero fu un'iniziativa del mio servitore. “ grazie davvero “ saltellò in festa. Accettai, mio malgrado la bevanda, notai con mio piacere che non fossero così disgustoso. Tra una discussione e un'altra Rin insistette nell'accompagnare Kagome verso il fiume.

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Capitolo 14
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 : tormento

 

Non so perchè ma guardandomi si mise a ride.
“ guarda che cielo, non è bellissimo?” ad un certo punto chiese la femmina umana guardando l’orizzonte.
“ Tks “ soffiai seccato. Non Fu nulla di eccezionale se non che ancora una volta ebbi l’illusione che lei risplendesse di luce propria. Quando i miei occhi si scontrarono con i suoi sentii un rumore dentro di me. Qualcosa che non abbia mai sentito prima di allora.
“ Sesshomaru..?” chiese quella donna incuriosita vedendomi fermare tutto ad un tratto. A quelle parole mi svegliai.
Sudato ripresi fiato. ‘ che cos’è quello che sento’ mi chiesi stendendo nuovamente sul mio letto. Quella domanda mi tormentò ogni notte.
Mi sciacquai la faccia e mi resi conto che quella miko mi avesse sconvolto un’altra volta. Mi guardai allo specchio. Ebbi i capelli sparsi ovunque con indosso solo i miei pantaloni bianchi.
“ Padrone, tutto bene?” Jacken fece capolino da dietro la porta.
“ si, esci “ gli ordinai  gelido. ‘ non sarò così sciocco come te padre’ mi guardai dritto negli occhi ‘ non cadrò anche io nella trappola di quegli sporchi e disgustosi umani.’ Mi rivestii.

Quel giorno durante uno dei presidi del mio governo venne a farci visita un emissario di quegli sporchi draghi.
“ buongiorno “ rise quel pazzo. Nessuno ebbe idea di come fosse entrato. I soldati gli puntarono le armi alla gola ma io ordinai con un solo movimento della mano di liberarlo. Fui curioso di sapere cosa volesse. “ che trattamento “ I soldati lo costrinsero a prostrarsi come un povero schiavo.
“ parla maledetto che cosa vuoi dal padrone!” uno dei generali gli urlò contro.
“ sono qui solo per dargli un messaggio dal figlio di Ryukotsusei” narrò quel povero inetto.
“ parla “ dissi avvicinandomi a lui.
“ il mio padrone vuole che voi sappiate che non vi permetterà di prendere il paese e che presto verrai schiacciato come tuo padre” Rise quella marionetta senza vita.
“ Porta rispetto!” uno dei miei uomini fece sbattere la fronte dell’emissario contro il pavimento. Dalla sua fronte colò il sangue ma la cosa non lo fece smettere di ridere.
“ Reyko giusto?” domandai incuriosito “ è questo il nome del tuo padrone “ all’improvviso si zittì.
“ lascia queste terre oppure il tuo nome verrà cancellato per sempre” i suoi occhi mi diedero la conferma che fosse posseduto da quel mostro.
“ vigliacco “ gli diedi un pugno stordendo quella marionetta. “ rinchiudetelo e tenetelo vivio“ ordinai dandogli le spalle “ sono sicuro che ci sarà utile “ detto questo aspettai che lo portassero nella sua cella.
“ Non sarebbe meglio ucciderlo ?”Il rospo intervenne.
“ non è ancora il momento “ soffiai sedendo nuovamente sul mio trono. ‘ vediamo cosa vuoi fare maledetto ‘ pensai riprendendo la seduta del consiglio.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4: Ira.

 

Giugno fu alle porte. Mi sfogai con una femmina senza alcun ritegno. Non mi importò se provasse piacere o meno, il mio obiettivo fu distrarmi da tutto e da tutti. Nulla, nonostante sembrò che a lei la cosa piacesse, io non provai nulla. Noia, un tedio continuo senza possibilità di appagamento.
“ mio signore “ si mosse contro di me. Infastidito la spinsi via.
“ togliti “ La cacciai dal mio letto come fosse feccia. Lei fu visibilmente scossa dalla mia reazione ma ancora una volta non fu soddisfatto. Non riuscii a capire per quale ragione non mi appagasse nessuna donna che giacque sul mio letto. Furono gli stessi genitori o padroni delle femmine a portarle da me come “dono” . La cosa non mi dispiacque a quel tempo, credetti che fosse giusto comportarsi in quel modo. Le femmine esistevano per una ragione dare un erede e piacere. Infatti i genitori che offrirono le proprie figlie, come nulla fosse, puntavano alla prima delle ragioni elencate. Un discendente sarebbe stato utile ai fini di una battaglia ma la cosa che non mi trattene fu l’idea della madre che l’avrebbe portato in grembo il figlio. Non volevo assolutamente che al nome di mio figlio si accompagnasse ad  un branco di bestie.
Nel sangue di mio figlio non avrei mai permesso vi fosse il sangue di una prostituta. Desiderai che nelle vene del mio erede scorresse lo stesso di una femmina che possedesse: intelletto e rispetto per se stessa. Quelle sgualdrine avrebbero fatto carte false pur di partorire un erede e ottenere uno status più alto.
La cosa mi disgustò profondamente.
Più passò il tempo e più mi immersi in un vortice di insoddisfazione e inappagamento . Il vuoto tornò a riempire il mio petto. Il bisogno di uccidere aumentò così anche la mia brama di sangue. Pensai che la cosa mi avrebbe dato qualcosa ma niente. Nulla, anche se mi pregai per avere salva la vita io non provai nemmeno pietà. In quel villaggio furono tutti sterminati. Per festeggiare l’impresa uno dei generali diede una festa contro mio ordine ma Jacken mi convinse che sarebbe stato un bene per rinforzare il morale delle truppe. Così durante il banchetto, su ordine di quello stesso pezzente, furono invitate le demonesse considerate più belle della regione. Tozzi di carne avvolti con pochi stracci costosi che coprirono appena le loro forme. Non mi suscitarono interesse, tutt’altro. Tutte avessero lo stesso comportamento adulatorio, non gli importò essere osservate da chi li avesse messe al mondo. Mi versarono il sakè e il mio generale si complimentò che tutte e tre non perdessero tempo per servirmi.
“ certo che tu hai un ascendente spaventoso sulle femmine “ rise abbastanza divertito. “ sarà per tuo bel faccino “ disse quell’idiota completamente ubriaco. Ignorai quella affermazione di un ebbro . Che mi considerassero di bell’aspetto o meno a loro non importava, la loro fu brama di potere e basta.
“ mio signore cosa volete?” una di loro mi strinse per il braccio.
“ chi volete che vi accompagni in camera vostra?” un’altra si toccò il colletto così da indurmi a guardare la scollatura. Ognuno di loro fece la sua mossa indecente. Stanco mi alzai.
“ pa-padrone dove andate?” persino Jacken cadde tra le grinfie di alcune di loro. Quella fu ipocrisia bella e buona.
“ ne ho abbastanza, quando avete finito fate sparire tutto “ ordinai chiudendo dietro di me la porta. Camminai per il corridoio che dava all’esterno. Vidi soldati cantare, altri invece intendi a portare qualche femmina nelle loro tende. Fu il caos più assoluto ma poterono fare quello che volevano. Non volli che mi coinvolgessero in quella follia. Non furono rare queste feste tra i demoni ma quel malessere mi rese insensibile agli stimoli esterni.  Mi chiesi perché e il mio pensiero andò a quella miko maledetta.
“ Padron -Sesshomaru aspettate !” mi corse dietro quell'ubriaco spezzando i miei pensieri “ lo abbiamo fatto per voi “ disse vedendomi andare in camera mia. Non risposi nemmeno. “ ok va bene…” continuò sfinito. “visto che quelle graziose fanciulle non ti soddisfano “ schioccò le dita. “ che ne dici di questa?” dietro di lui apparse due soldati e una … bambina. “ è ancora illibata “ mi mise un braccio intorno al collo sorridendo. La ragazzina che potè avere qualche decade o poco più, indossò i vestiti di una prostituta.Fu completamente impazzito. “ su va” Dandole una pacca sul sedere la spinse ad entrare.
“ eccomi mio signore “ chinò il capo arrivando a pochi passi da me. Ebbe l’età di Rin.
“ Forza “ la incitò, quella piccola demonessa salì sul mio letto. Gattonando si sedette tra le gambe e mi buttò le braccia al collo. Tremò mentre io non capii fin dove si sarebbe spinta.
“ Mio signore… F-Fatemi vostra” cercò di avvicinarsi alle mie labbra. Prontamente la presi per il collo e la allontanai da me. La bambina pianse ed io la gettai per terra.
“eh?” non capì quell’idiota “ ma che fai?” ne ebbe abbastanza. Prese il mio generale e gli diedi un pugno in pieno viso. “ P-Padrone” i soldati scapparono.
“ se vuoi prenditi tutto quella schiava ma non coinvolgermi nei tuoi loschi affari.” sibilia pieno d’ira. Lo gettai fuori dal corridoi.
“ Sei libera , puoi anche dormire qui stanotte “ le spiegai andando via.
“ S-Si…” la demonessa pianse, fu costretta. Comunque sia  uscii, ebbi bisogno di una boccata d’aria. Fui sopra il tetto del palazzo. Osservai il cielo e le sue stelle un po’ come  solo un ragazzino che sognava di essere come suo padre. La neve cadde giù che avvolsero il cielo. Il gelo e suoi fiocchi avvolsero tutta la vallata. Mi toccai il petto ricordandomi di quelle sensazioni che avessero infiammato il mio essere. Quella femmina umana si ripresentò alla mente. Scuotendo il capo mi decisi e andai da lei. Desiderai avere conferma, mi bastò soltanto vedere la sua figura o sentire il suo odore per smentire la mia tesi. Giusi lì dove l’avesse colto quei fiori rossi. Fu sopra gli alberi. I fiocchi non smisero di cadere. La vidi lì seduta sopra quel manto bianco. Indossò il suo vestito da sacerdotessa. Mi chiesi per quale ragione indossasse un capo estivo. Gli umani erano sensibili al freddo ma nonostante questo la miko fu lì immobile. Decisi di scendere. Tra i suoi capelli vi erano incastonati i fiocchi di neve.   Non sembrò essere umana. Mi avvicinai a lei come se qualcosa mi avesse spinto a lei.
Arrivai a qualche centimetro da lei. Vidi la neve sotto di lei tingersi di un rosso intenso. ‘ che cosa..?’ non capii non avesse sentito odore di sangue prima di allora. La donna cadde per terra mi affrettai. Mi sedetti e la presi tra le mie braccia “ miko” dissi,chiamai la femmina ma nulla. Il suo corpo fu freddo come il ghiaccio e il suo viso pallido. Notai sulla sua spalla sinistra una ferita profonda. Mi sentii mancare il respiro. ‘ perchè ti hanno ferita?’ aprii la sua casacca a sufficienza per vedere meglio la ferita. Furono  i segni di artigli. Non potei credere che fosse stato Inuyasha ma allo stesso tempo mi chiesi cosa stessi facendo. Io desiderai che lei morisse eppure vedendola lì sull’orlo del baratro mi chiesi se sarebbe stato giusto lasciarla. Sentii il battito del suo cuore andare sempre più lentamente.
è già morta” una voce disse mai sentita prima.
Di colpo mi svegliai sudato, stanco e disorientato.  Non ricordai di essermi addormentato sul tetto. Fu solo un incubo.
“ padrone, eccovi” vidi Jacken la sotto che urlava il mio nome.
‘ che cosa significa?’ non capii cosa mi stesse succedendo.

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Capitolo 16
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5: Incubi

Mi chiesi che cosa volesse dire quel sogno. Forse fu una visione o solo uno scherzo del destino. Sfinito mi decisi di trovare risposta. Andai da lei. Sorvolai le terre che mi appartennero. Durante il mio viaggio notai che vicino al villaggio degli umani vi fosse un gruppo di demoni ma li ignorai. Arrivato scesi proprio davanti all’entrata della capanna. Fu ancora l’alba. Scostai con decisione la stuoia senza pensare alle conseguenze delle mie azioni. Proprio in quell’istante qualcuno sbattè contro il mio petto.
“ ah!”  una donna cadde all’indietro. Prontamente la presi per il fianco impedendole di cadere. “ ah..” riaprii i suoi occhi castani spaventata. “ S-Sesshomaru?” sorpreso notai che fosse la miko del mio sogno. Il mio intero corpo ebbe un battito incomprensibile. Di colpo mi sentii più tranquillo, calmo e privo di rabbia.
“ miko  “ la lasciai lentamente.
“ Come mai sei qui?” domandò abbastanza confusa allontanando le sue mani dalla mia armatura da dominatore del mondo.  “ S-Scusami se ti sono andata addosso “ chinò il capo mortificata mentre il suo viso si fece inspiegabilmente più rosso.
“ non dovete “  la ignorai lasciando che la stuoia ricadesse dietro la sua persona.
“ sei qui per Rin?” rialzò il suo viso verso di me. Solo in quel momento capii che mi fossi avventurato così lontano non per sapere se Rin stesse bene o meno ma solo per lei “ la piccola” proseguì la miko dai capelli corvini “ sta ancora dormendo …” guardò alla sua sinistra toccando la sua spalla destra. Non sentii l’odore di Inuyasha nei dintorni per mia fortuna. Sembrò essere tutto al suo posto quando mi incuriosì il suo gesto.  Il suo volto cambiò . La sua piccola mano trattenne il suo candido youkata bianco con troppo forza.
‘ donna..’ un leggero odore di sangue. Fu un fulmine a ciel sereno. ‘ il mio sogno non può essere stato reale!’ .  Presi il polso di Kagome. Senza nemmeno riflettere la avvicinai a me con forza.
“ Sesshomaru cosa stai fa-..!!” gli scostai la casacca per vedere quello che stesse nascondendo “ ah…!” gemette spaventata chiudendo gli occhi. Non vi potei credere. Nella sua pelle vidi gli stessi  segni di artigli del mio sogno. Qualcosa ribollì dentro di me.
“ chi vi ha fatto questo? “ soffiai disgustato.
La ragazza cercò di sfuggirmi“ .. n-non importa.. “  cercò di chiudersi la casacca. La lasciai andare. Kagome cadde per terra e si coprì subito la spalla impaurita. Con  viso fatto più roseo cercò di rialzarsi. Nel suo petto qualcosa battè all’impazzata.
“ è stato Inuyasha?” chiesi scostante.  Nel vano tentativo di trattenere lo sdegno strinsi un pugno.
“ eh?” non capì incredula“ N-No “ scosse il capo tornando sulle sue gambe “ Tu-tuo fratello non era nemmeno qui..” guardò il manto bianco sotto di sé “ non lo sa nemmeno …”  tremò. Ebbi l’impressione che lei stesse nascondendo altro. D’un lampo compresi. Il gruppo di demoni vicino al villaggio. Furono loro ad attaccarla. Il tremore della donna e quel comportamento impaurito mi fece pensare. D’un tratto il volto dell’umana fu solcato da quelle che Rin mi spiegò si chiamassero lacrime.
‘ cosa ti hanno fatto?’ domandai assistendo a quello scempio  ‘che loro abbiano…’ il tempo si fermò per un istante. Mi sentii mancare le forze. ‘Possibile che quell’idiota di mio fratello abbia permesso che la sua donna fosse stata costretta a essere la schiava di qualche demone?’ quella domanda mi fece gelare il corpo.  Strinsi un pugno con violenza. La donna mi guardò con paura mentre ringhiai. Gli diedi le spalle poco prima che potesse vedere le mie zanne.
“ Sesshomaru?” mi chiamò tra i suoi lamenti d’infima donna umana.
‘ bestie immonde’ pensai  mentre nel mio petto una bruciante sensazione di rabbia mi riscaldò le viscere. Mi incamminai verso il luogo dove il mio fiuto sentì le loro presenze.
“dove stai andando !?” Kagome mi prese la manica del mio kimono nel vano tentativo di fermarmi.
“ torna dentro” le ordinai categorico.
“ S-Sesshomaru, non... ” anche se con molta titubanza lasciò la presa.
“ torna da Rin” Furono le mie ultime parole poco prima che con un balzo prendessi il volo. Non ci misi molto.
Nessuno all’interno del mio impero avrebbe mai potuto avere la concessione di restare in vita dopo una tale atrocità. Infransero la legge ed io li avrei puniti a dovere.
Trovai facilmente quei demoni. Riuniti davanti al fuoco li vidi cibarsi di qualche povera bestia. Capelli nero, pelle squamosa di colore rosso, occhi neri e vestiti di poveri stracci. Viscidi come i serpenti risero non curanti del loro destino.
“ vostra maestà, di nuovo da queste parti? “ chiese quello che intuii essere il capo della brigata. “ cosa possiamo fare per voi?” continuò chinandosi in segno di rispetto. Sentii l’odore di quella femmina aleggiare tra di loro. “ se posso chiedere, come mai siete in questo luogo?” concluse incuriosito. Individuai chi tra loro avesse su di sé la traccia dolciastra.  “ qualcosa non va?” feci un passo verso di lui. Non ressi oltre, lo presi per la gola e lo scaraventai contro un albero.
“ Tu essere insignificante “ gli puntai le mie artigli alla gola. “ sei stato tu a toccarla “ gli ringhiai contro.
“ S-Sua maestà!” urlò sbiancando. “ aiutatemi “ invocò l’intervento dei suoi compagni. Scaraventai quello scarto contro uno dei suoi compagni.
“ parla “ tuonai uscendo le mie zanne “ siete stati voi a toccare quella donna ”  misi in atto la trasformazione. Scatenai la mia collera. Con un solo movimento del mio braccio uccisi la maggior parte dei demoni.
“ D-donna?” quei pochi che rimasero non capirono.
“ Bakusaiga!” scaraventai il colpo più potente della mia spada distruggendo  parte di quel bosco. Il manto bianco si tinse di rosso così come la mia spada. Mi avvicinai  all’unico superstite. Lo presi lo sgorbio per la testa e gli feci colpire una roccia più e più volte.
“ Lasciate vi prego..” chiese quel bastardo “ pietà!”.
“ E tu credi che basti chiedere scusa?” sibilla ridendo “ come tu non hai avuto pietà di lei, adesso…. non ne avrò per te, scarto di demone. “  mutilati il suo corpo con i miei artigli. Recisi inizialmente le dita. Passai al braccio sinistro, glielo strappai dal corpo. In seguito dopo avergli rotto tutte le ossa gettai vita il suo braccio destro. Come un verme cercò di strisciar via.  Con i miei artigli gli recisi le gambe all’altezza delle ginocchia. Mentre punii quel maledetto pensai all’abuso carnale che subì quella donna. Le urla strazianti e il suo viso pieno di morte non poterono nemmeno essere paragonate a quella che la miko subì.  La rabbia invece di scemare aumentò a dismisura. Presi la testa demone e la strinsi con forza. Sentii le ossa incrinarsi. “ Come hai osato portar via la sua innocenza. “ il cranio iniziò cedere.
“ non l’ho toccata in quel modo!! Ve lo giuro !!!” cercò di giustificarsi . “ credetemi!” dai suoi occhi colò il sangue. A quelle parole mi fermai, mi resi conto di non avere alcuna prova e che avessi agito con l’istinto. Lo lasciai e riprendendo fiato mi chiesi cosa mi fosse preso. Non fu un comportamento consono alla mia persone. Compresi d’essere uscito di senno. Sesshomaru, il grande Re dei demoni si comportò come un stolto accecato dalla rabbia. Il solo pensiero che l’innocenza della miko potesse essere stata violata  contro la sua volontà mi condusse a tutto ciò. “ non avevo idea che quella miko appartenesse a voi …” ansimò con stanchezza. “ pensavo che l’Akuyo odiasse gli esseri umani “ cercò di dire.Stanco, recisi la testa di quel disgraziato. Non volli ascoltare oltre.
‘ maledetto demone ‘ pensai riponendo bakusaiga nella sua fodera. ‘ solo il fatto di aver avvicinato una donna umana e averle fatto del male per me è abbastanza. ‘ pensai andando via di lì.

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Capitolo 17
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6: Devozione

Camminai  per la foresta come un fantasma. Seguii l’odore di quella donna contro la mia stessa volontà. Si fece sera molto velocemente. Percepii un forte odore d’acqua vicino a lei. Arrivai al suo cospetto. China sulla sue ginocchia Kagome lavò le stoviglie intonando chissà quale canzone mai sentita.
“ Sesshomaru, sei tu!?” sussultò sentendo la mia presenza. Voltandosi tirò un respiro di sollievo  “ mi hai fatto davvero paura “ rise scioccamente alzandosi. Compresi, solo nel momento in cui fui davanti a sua persona, che non avesse senso esser  lì. “Come mai sei qui?” domandò stupita “ c’è forse qualcosa che volevi c-Chiedermi?” chiese facendo un passo verso la mia direzione. Sembrò essere incuriosite e poi notò sul mio volto il sangue di quelle bestie. “ sei ferito?”  ma non lo fui. Immediatamente prese un panno bianco, lo bagno nella fonte e me lo porse.” tieni”mi disse ma non accettai la sua carità. Non avrebbe dovuto farlo. “ Sesshomaru, cosa è successo ? “ Mi chiese passando quel pezzo di stoffa sulla mia guancia. Presi il suo polso e la fermai. Nel mio petto sentii quella strana sensazione nuovamente. Un Calore innaturale e malsano. Lentamente abbassai la mano femmina. Non fu lì per ricevere la sue attenzioni di femmina umana. Il suo respiro si fece sempre più sottile.  Aspettò con pazienza che io dicessi qualcosa. Non ebbi nulla da dire nonostante i suoi occhi tremanti si fossero posati inesorabilmente sui miei “ q-quello non è il tuo sangue , vero?” mi resi conto d’essere ad appena un passo di distanza da Kagome. Lasciai il suo polso con riluttanza. In risposta Kagome strinse il colletto del suo youkata per poi riportare i suoi occhi ai miei. “ non avresti dovuto farlo “ soffiò facendo risplendere i suoi occhi di una nuova luce. Non fu colpa sua se fu vittima di aggressione, fu colpa di mio fratello, fu solo colpa del suo uomo che non fu lì a fare il suo dovere.
Ignorando il suo comportamento mi voltai così da dargli le spalle“ il sole è già tramontato“  le feci strada.
“ Si “ annuì. Aspettai con pazienza che prendesse le sue cose. Mi seguii nell’oscurità della notte.  Alle porte del villaggio “ ti ringrazio “ mi disse con un filo di voce a pochi metri dalla casa della vecchia Kaede. Fui ad un passo dalla femmina per l’ennesima volta. Ebbi la sensazione che lei avrebbe voluto dirmi qualcosa ma la voce di Rin fece spaventare la giovane donna. Si voltò verso la voce e capii che fosse il momento giusto per andarmene così che nessuno potesse accorgersi della mia presenza.
“ Kagome, sei già qui?” domandò la piccola cercando la miko nella notte.
“ Si “ disse annuendo. “ a-aspetta” mi disse facendo un passo verso di me. Purtroppo per lei fui già in volo verso casa.
“ che guardi Kagome?”la raggiunse Rin osservando il cielo con lei.
“ nulla “ entrò dentro portando la bambina con sé mentre nella mia testa milioni di domande iniziarono ad affollarsi milioni di domande.

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Capitolo 18
*** Parte quarta capitolo 1 ***


Capitolo 1: perplessità.

Quella donna mi provocò dentro una rabbia tale da non riuscire più a controllare la mia sete di vendetta. Bramai il sangue di quelle bestie solo per un vano sospetto. Unicamente perchè pensai che il suo corpo fosse stato violato ingiustamente da qualcuno.
Tornai a palazzo. Mi distesi sul mio letto e osservando il soffitto di legno. Pensai ancora a Kagome. ‘ smettila’ portai una mano alla fronte. ‘ che t’importa?’ mi chiesi chiudendo gli occhi. ‘ e poi lei è la donna di tuo fratel…’ a quel pensiero mi sedetti di scatto. ‘ -lo…’ conclusi quella frase. Ricordai le parole di Jacken quando mi spiegò cosa fosse l’appellativo cognatino.
lo si da al fratello di cui una donna umana si sposa dopo il matrimonio, solitamente “ mi spiegò incrociando le braccia . Non importò degli usi e dei costumi umani fino a quel momento.  Il matrimonio, un rituale umano molto importante. Non fui a conoscenza dei dettagli ma compresi che fosse qualcosa di decisamente barbaro. Eppure quella stessa parola la sentii proprio da mio padre poco prima di morire.
Nascosto tra le fronde origliai come un topo. “  matrimonio?” Chiese mio padre a quella donna di nome Izaioi. Non mi fidai nemmeno una volta di quella femmina.
“  si…” disse quella donna seduta nel suo giardino maledetto “ Amore mio” il grande generale dei demoni prese l’esile polso dell’umana. Nella sua mano destra stringeva un nastro rosso.
“ non lo permetterò! “ ruggì pieno di rabbia.
“ cosa?” la fece alzare.
“ non permetterò che tu e quell’uomo ” la prese tra le sue braccia. “ che tu possa farti toccare da lui e avere dei figli!” cadde dalle sue mani il nastro. La voce fu così forte che mi fece uscire da quel ricordo di colpo.
‘Il matrimonio deve essere un rito in cui due umani si accoppiano o qualcosa si simile.’  Poggiai le mani contro le lenzuola bianche sentendomi per un momento vuoto. ‘ se Jacken avesse ragione allora…’ pensai guardando la porta con perplessità. Mi fu impossibile immaginare una cosa tanto disgustosa. Scossi il capo scacciando via tutte quelle domande per un istante. ‘ ma che sto dicendo!?’ urlai mentalmente stringendo nel mio pugno le lenzuola. ‘ lui non l’ha fatto ‘ sciolsi nelle mie mani quella stoffa e mi alzai.  ‘ se fosse così non me ne sarei dovuto accorgere?’ pensai uscendo dalla stanza. Ebbi sete.
“ p-padrone?” chiese Jacken vedendomi vagare nel palazzo alla ricerca d’acqua.
‘ no… ‘ mi diedi una risposta ‘ non l’ha fatto. ‘ uscii in giardino ‘ non ho mai sentito l’odore di Inuyasha sul suo corpo ‘ camminai per la foresta. ‘ se fossero amanti l’avrei intuito di certo ‘ commentai con decisione ‘ ma perchè allora quell’appellativo?’ mi chiesi fermandomi di colpo.
“ AHI!!” quel rospo sbatté contro la mia gamba. “ che male” cadde per terra.
“ Jacken “ finalmente sembrò essermi utile.
“ ahh!!!” cercò di sfuggirmi ma la mia mano lo prese per il colletto. “ LA PREGO NON MI UCCIDAAA!!” pianse dalla paura.
“ sei sicuro di quello che mi hai detto?” chiesi a quello sciocco.
“ DI COSA PARLATE?” Lo stupido non capì.
“ Cognatino, significa quello che mi hai detto?” gli spiegai a quel rospo saputello.
“ si…” svenne a causa del soffocamento. Lo lasciai andare per terra così che potesse respirare
“ dimmi un'altra cosa, visto che sai tutto” mi chinai su di lui “ per caso mio fratello e quella donna sono sposati?” cercai una risposta.
“ sposati?” chiese sedendosi. “ non lo so….penso di si” tossì “ ma perchè vi interessa?” disse molto incuriosito
“ SONO IO CHE STO FACENDO LE DOMANDE”  gli schiacciai la testa brutalmente “ e adesso parla!” gli urlai contro.
“ ahh!!!” gridò dal dolore.
“ spiegami allora perché quella donna ha utilizzato un appellativo del genere nei miei confronti!?!” avessi messo più forza sarebbe morto.
“ AHHHH!! PENSO L’ABBIA FATTO PER PRENDERVI IN GIRO!!” cercò di spiegarmi.
“ in giro?” chiesi non capendo
“ sii!!! BASTAAA!!” lo lasciai dopo che svenne definitivamente.
“ inutile” lo calciai via di lì.
Abbandonando il mio palazzo mi dirsi verso il mare. ‘ perchè mai Inuyasha non ha mai toccato quella donna?’ pensai abbastanza infastidito. ‘ e dire che lei rispecchia i suoi gusti visto che ‘ osservai il mio riflesso in prossimità della riva ‘ è identica a Kikyo’ chiusi i miei occhi ‘ la posso davvero considerare dunque la sua donna?’ mi domandai osservando le stelle nel silenzio della notte ‘ perchè mi importa così tanto..?’ il vento soffiò mentre i miei dubbi ripresero il sopravvento.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 2 ***


 

Capitolo 2: ossessione

 

La mattina dopo decisi d’andare da quella donna per chiarire i miei dubbi. La incontrai nei meandri della foresta. Spinto da chissà cosa non la fermai ma la seguii. Non andò in  direzione del villaggio ma in un altra. Sembrò felice ma non ne capii il perchè. Pensai che stesse per vedere con qualcuno. La femmina umana arrivò davanti ad una lunga scalinata. In cima ad essa vidi un tempio umano. Jacken non mi disse nulla del genere però la cosa mi insospettì parecchio.
Divenne la mia ossessione. Ogni mattina mi ritrovai davanti agli scalini di quel tempio come se sapessi che sarebbe accaduto qualcosa. Il terzo giorno quando fu sera tornai al mio palazzo. Desiderai scoprire quale fosse il segreto che la legasse a quel luogo. Se mi fossi avvicinato troppo però la miko avrebbe di certo sentito la mia presenza.  Frustato ordinai ad un commando di miei uomini di attaccami. Quale miglior modo per alleviare le proprie sofferenze se non allenandosi con i propri soldati. Cercai per anni di ottenere un nuovo potere e nonostante fossi diventato tanto forte sentii che qualcosa mancasse ancora. Nonostante con un solo colpo di artigli atterrai tutti la mia inquietudine non si attenuó. Passarono altri giorni ed io fui ancora lì ad aspettare dietro ad un albero che scendesse. La neve si sciolse sotto i miei occhi . Stanco di questi miei matti pensieri mi sedetti su di una landa poco lontano da lì.
‘ quella femmina umana…’  pensai guardando l’orizzonte. Le nuvole nel cielo in quel momento si  diradarono. Si vide a malapena il cielo azzurro. Si alzò il vento e percepii un odore dolce ma conoscente. Assaporai quella brezza. Mi voltai per trovarne la fonte e poi vidi qualcuno osservarmi da dietro un albero. Vidi quella donna arrossire di colpo appena i suoi occhi si scontrarono con i miei. Accennò un sorriso e poi abbassò lo sguardo.
“ Sc-Scusami!” disse a capo chino “ non volevo di certo disturbarti Sesshomaru “ concluse per poi rialzare il suo viso. Riportai lo sguardo all’orizzonte.  “ Se posso chiedere…” si avvicinò a me “cosa ci fai qui?” domandò con preoccupazione.
“ il cielo “ le risposi semplicemente.
“ il cielo..?” ripeté guardando verso la mia direzione. “ si, è davvero stupendo” quando fu proprio di fianco a me con quella sua veste da sacerdotessa. “ vedere questo cielo azzurro dopo giorni di nuvole “ la guardai con la coda dell’occhio. La vidi sorridere mentre i suoi occhi non distolsero lo sguardo dall’alto del mondo. Fu la prima volta che mi sentii sollevato dopo mesi di dubbi e inquietudini. “ Sesshomaru “ mi alzai mentre lei portò nuovamente lo sguardo al mio. “ ti volevo ringraziare “ non potei stare oltre. “ per tutto quello che hai fatto per me”  disse facendo un inchino tutto ad un tratto “ non so davvero come ripagarti...” soffiò con un filo di voce. Io me ne stupii. Non mi sarei mai aspettato nulla del genere da quella donna.
“ non dovete” dissi solamente cercando di non prestarle troppa attenzione.
“ qualsiasi cosa mi chiederete, Sesshomaru” mi toccò il braccio “ io la farò senza esitare...” disse in quel momento mentre il vento fece ondeggiare i suoi lunghi e mossi  capelli neri .

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Capitolo 20
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 : Cosa sono i sentimenti?

 

Lì, in quel momento, ogni cosa iniziò a rallentare. Non so per quale motivo ma ebbi l’impressione che tutto si congelasse per qualche istante. I suoi occhi castani tremarono, fui privo di parole e non seppi che fare.
In quel momento avrei potuto chiederle di tutto: dal suo corpo, alla sua innocenza , di essere per sempre la mia schiava o peggio obbligare a uccidere se stessa e il suo uomo. Ma non lo feci, non feci nulla del genere. Presi il suo polso. Guardando i suoi occhi così grandi tolsi la sua mano dal mio braccio. Il suo organo vitale si fermò per un paio di istanti.
“ fatemi comprendere cosa siano i sentimenti “ dissi per poi lasciarle il polso.
Vidi lo stupore invaderle il viso. Poi mi sorrise e con tono squillante. “ come vuole sua maestà “ fece un inchino.
“ Chiamatemi con il mio nome, donna” disse voltandomi verso la direzione opposta.  Non sopportai che lei mi chiamasse in quel modo.
“ Come vuoi, Sesshomaru…” sussurrò infine poco prima che io andassi via.
Dopo molto tempo non mi applicai con riluttanza alle questioni belliche ma con entusiasmo. Desiderai più che mai quello che seppi essere il mio unico destino. Presi nella mia mano la mia Bakusaiga e chiusi gli occhi una volta tornato nella mia stanza.  Finalmente i miei quesiti sugli esseri umani avrebbero avuto risposta. Mi sedetti. Fui diviso a metà. Sarebbe stato giusto usare quella donna per appagare la mia stupida curiosità.
Una parte di me non desiderò altro, finalmente avrei scoperto perché fossero speciali gli esseri umani. L’altra parte di me però comprendette che questo sarebbe stato pericoloso e che nell’incontrare Kagome avrei varcato una soglia che non avrei dovuto varcare.
“ Figlio mio” mia madre entrò nella stanza. “ perché sei qui? chiedono di te lì fuori” mi si avvicinò incuriosita.
“ sono occupato” le risposi rimettendomi in piedi.
“ ultimamente ti svegli molto presto” osservò mia madre con quel suo tono così stridente. “ mi chiedo dove tu vada “ la guardai dritto negli occhi. Impassibile aspettò che le rispondessi. Detestai essere trattato come un bambino.
“  Se credi debba dare una spiegazione , ti sbagli “ mi passò accanto e poi cercò di colpirmi con i suoi artigli. La bloccai puntando Tenseiga alla gola.
“ bada a come parli” mi rimproverò e la respinsi senza troppa fatica. “ non sono l’unica che ha notato le tue uscite “ confessò mia madre cadendo per terra. “ l’esercito è in subbuglio, ti sei preso del tempo ma non è ora di agire? “ riposi la mia lama. Fu un discorso inutile il suo. Fui obbligato ad aspettare. Di Reyko e Rayko, i figli di Ryokotzusei non vi fu alcuna traccia. Solo pazientare ci avrebbe dato la vittoria.
“ Madre, non sei tu che deve prendere questa decisione ” uscii senza ulteriori indugi.
“ Sei ogni giorno più simile a tuo padre!” Alzandosi mi urlò sul ciglio della porta.
“ Io non sono come lui!” ringhiai sbattendo la porta dietro di me.
Vissi tutta una vita con il paragone di mio padre. Tutta la mia esistenza fu volta a questo ad essere degno di un padre. Mi fu insegnato ad essere esattamente come lui. Mi fu imposto d’essere il migliore. Mi chiesi se davvero mi importasse di tutto quello, se davvero valesse la pena di perseguire degli ideali che fossero stati insegnati da piccolo.  Io, da figlio, in quel tempo lontano in cui fui al fianco di mio padre, desideravo solo il suo rispetto. Non volli essere la sua copia. Desiderai, fin da quando lo incontrai, d’essere più grande di lui. Volli essere più potente di lui e dimostrargli il mio valore. Se ci fossi riuscito, il gran generale cane, sarebbe stato fiero di me. Per i demoni non esistono legami. Tra i demoni vige solo il rispetto reciproco. Camminando per il giardino i ricordi mi assaliranno.
Quando ero molto piccolo, lui, il gran generale non era mai stato presente.
La prima volta che lo vidi in tutta la sua magnificenza
“ guarda Sesshomaru c’è tuo padre”  sentii la voce di mia madre.
A quel tempo tempo mio padre era sempre stato in guerra. Non era stato presente nemmeno alla mia nascita. I suoi uomini volevano ribellarsi a lui. Li aveva spazzati via come niente ed era riuscito a far ragionare due fazioni dei demoni ovvero le volpi e i gatti che quasi 1000 anni avevano litigavano tra loro. La sua fama crebbe. Era solo questione di tempo ed altri clan lo avrebbero preso di mira.
Ricordo perfettamente quando i miei occhi si posarono su di lui. “ padre!” ero solo un cucciolo. Era estate. Gli andai incontro, vidi un uomo alto parlare  con alcuni demoni del palazzo in cui alloggiavamo io e mia madre. Lui era un grande guerriero. Aveva con una corazza scintillante, era possente e privo di tatto.
“ Che significa non sai cosa significhi !” Mentre stava rimproverando i suoi uomini mi notò. Mi guardò dall’alto in basso infastidito come fossi feccia.Lanciò uno dei suoi uomini per terra. Con passo lento e minaccioso si diresse verso di me“ E tu chi sei?” mi disse guardandomi dritto negli occhi. Si chinò su di me.
Il suo potere mi mise in soggezione. “ io..” mi sentivo strano. Tremavo. Pensavo ingenuamente che mio padre avesse saputo chi fossi ma non andò così.
“ quindi dov’è questo mio figlio, donna?” si era alzato. Guardava intorno a sè molto infastidito.
“ è quello lì tuo figlio ”  mia madre annoiata mi indicava. “ possibile che non lo riconosca ?” concluse avvicinandosi a me.
“ tu saresti mio figlio?” richinandosi aveva uscito le sue zanne affilate. Il suo viso era spaventoso. Ricordo che tremavo ma non avevo ceduto alla soggezione. Fermo davanti al suo cospetto aspettavo che mi lasciasse andare. Avevo davvero paura che mi facesse del male.
“ si “ chiudevo gli occhi stringendo i pugni. Se era mio padre non avrebbe avuto motivo di farmi del male ma tra i demoni non vi è alcun obbligo di galanteria. Quello stupido mi annusava per capire se mia madre avesse detto il vero oppure no.
“ mmmm..” mi squadrava dall’alto in basso. Si toccava il mento riflettendo per un po’. Ero confuso non capivo. Come poteva non riconoscere suo figlio?
Aveva  le mani a terra e rideva  schernendomi “hai ragione” ghignava divertito guardando il mio viso da molto vicino “ è cresciuto molto rispetto all’ultima volta che l’ho visto“  aveva preso le guance con forza. Le aveva tirate da una parte e all’altra come avesse davanti a sé un pupazzo.
“ non era nemmeno nato” rispondeva mia madre  con voce monotono e fredda.
“ hai ragione” Aveva deciso si prendermi di peso “ speravo, onestamente, che fosse più robusto di così”  mi aveva messo sottosopra afferrandomi per un piede. La rabbia cresceva.
“ eh?” Non capivo cosa cercasse di fare. Mi aveva trattato come un pezzo di carne. Mi Aveva agitato così forte che pensi i senti per paio di secondi. Mi ero davvero stufato. La sua ispezione era solo all’inizio. Mi aveva preso per il braccio per rimettermi in una posizione normale. Mi muoveva le gambe e il corpo come uno stupido burattino senza vita.  
“ è proprio gracilino “ commentava svilendo la mia persona “ ma va bene lo stesso” mi aveva alzato sopra la sua testa. Ero stravolto, offeso e voglioso di vomitare.  “ non pesa molto... “ aveva iniziato a scuotermi di nuovo come un salvadanaio pieno di monete mentre io volevo solo che mi lasciasse andare. “ ma sei sicura che sia mio figlio?” in quel momento mi chiedevo anche io la stessa cosa..
“ ha appena mangiato...” lo aveva avvertito mia madre toccandosi la fronte. Ero pieno di collera. Ringhiavo sempre più forte.
“ perchè mi fissi in quel modo?” chiedeva il gran generale cane ridendo come un ebete “ ho qualcosa sul viso?” domandava toccandosi la guancia. Mia madre non aveva fatto in tempo di avvertirlo. Avevo affondato i miei artigli sulla sua inutile guancia.
“ graaa!!”  lo avevo preso alla sprovvista. Mi aveva lasciato andare come speravo. “ brutto marmocchio…” si toccava la ferita. Ringhiavo contro di lui come non mai. A quattro zampe giuravo a me stesso che se si fosse avvicinato ancora lo avrei azzannato senza remore.
“ padrone!”  i servi preoccupati andavano da lui.
“ lasciateli fare” mia madre era intervenuta facendo un gesto con la sua mano“ si stanno solo conoscendo.”  rideva lei divertita.
“ ohh… che gran potere” mio padre si  leccava il sangue che colava dalla ferita “ interessante “ ghignava divertito. “ fammi vedere che sai fare “ estraeva i suoi artigli.  
“ padrona volete che lo fermiamo noi? “  gli schiavi dietro di lui chiedevano. Feceva un gesto con la mano il loro padrone.
“ vieni da tuo padre, Sesshomaru” mi era andato contro. Ero riuscito a schivare i suoi artigli. Avevo cercato di morderlo ma lui prontamente mi aveva spinto via. “ che c’è, hai paura di me?” iniziava pian piano ad assumere le sue vere sembianze.
“ grrr!!” mi ero trasformato anche io. Volevo solo punirlo per essere stato così sfrontato. Mi aveva battuto vomitando su di me la sua energia. Mi aveva spedito contro il terreno esausto e dolorante.
“ che ne dici? “ mia madre si era avvicinata a lui a braccia conserte.
“ è debole” furono le sue parole. Avevo aspettato tanto prima di incontrarlo  ma non ero stato all’altezza. Stanco e pieno di collera mi ero rialzato. Lo avrei battuto lo giurai a me stesso. Nessuno poteva ridicolizzare Sesshomaru in quel modo.
“ forse hai ragione” mia madre chinava il capo.
“ no!” Griva con tutto il fiato che avevo in gola “ non sono debole!” urlavo pieno d’ira. Ero piccolo ma con tanta voglia di dimostrare al mondo chi fossi.
Ero balzato davanti al generale. Dovevo ferirlo nuovamente.  Il tempo rallentava man mano che la mia mano guadagnava centimetri. Era stato velocissimo.  Mi aveva prese per la casacca bloccandomi in volo. Pensavo che la mia vita sarebbe finita lì. Tra i demoni, se i genitori non sono soddisfatti possono anche divorare i loro figli o peggio farli diventare loro schiavi.
“ allora dimostramelo, Sesshomaru “ mi lasciò andare per terra. Tremai, la sua volontà era terrificante, non dimostrava né paura né pietà. Mi passò accanto e trattenendo la mia ira mi morsi le labbra. Mi aveva lasciato lì senza degnarmi di uno sguardo.
ll giorno dopo io ero con uno dei miei maestri. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, fin dalla mia nascita ero stato sottoposto a prove per la sopravvivenza. Ero pure riuscito ad uccidere alcuni maestri che non soddisfavano le mie richieste.  Quel giorno in particolare ero fuori in giardino. Mio padre si ero messo davanti a me. Nella sua mano vi erano delle bacche demoniache. Le stava mangiando senza troppe remore.
“ sono buone da mangiare” ne mangiò alcune.  Avevo scostato il capo“ nonostante la tua piccola età hai già ucciso parecchi demoni “si sedette accanto a me. Non volevo nulla da lui.
“ cosa vuoi?” avevo domandato molto infastidito.
“ ahahaahah, dritto al sodo“ rideva di gusto il grande demone. “ ti piacerebbe partire con tuo padre?” mi aveva chiesto ghignando.
“ per andare dove?” non capivo se stesse dicendo sul serio o meno.
“ sul campo di battaglia, che domande” era diventato improvvisamente gelido. “ oppure hai paura, ragazzino?” ghignava schernendomi.
“ affatto!” gli avevo urlato contro. “ ed ho un nome !” avevo cercato di fargli capire..
“  questo è lo spirito giusto” si ero alzato. Poi…. allungando le sue grandi mani e aveva preso per la vita. Mi aveva messo sopra le sue grandi spalle.
“ che stai facendo?” non capivo cosa volesse farmi.
“ ti sto portando a casa, no?” dovetti tenermi ai suoi capelli. Era così alto per un cucciolo come me. “ come si sta lassù?” mi chiese intravedendo la casa della mamma.
“  bene, credo…” non capivo perché si comportasse in quel modo. Lui non era come tutti gli altri, non era come mia madre , era diverso. Anche se possedeva un potere eccezionale lui voleva solo la pace tra la sua gente.
“ soddisfatto?” domandava mia madre.
“ abbastanza, è molto intelligente ” mi osservava mentre io gli avrei volentieri staccato la testa. Non lo sopportavo.
“ molto visto che già non si fida di te” aveva risposto mia madre.
“ hai ragione ” mio padre mi aveva preso per la canotta. “ forza, andiamo che ho fame” caricando su di una spalla mi portò via con sé.
“ graaa!!” volevo che mi lasciasse. “ lasciami!” ordinavo senza successo
“ ti piacerà, vedrai” ricordo  mi disse.
Fu così che iniziai a conoscere il grande generale cane.

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Capitolo 21
*** Parte quinta: capitolo 1 ***


Capitolo 1: Felicità...

 

Quel pomeriggio fui seduto su quel prato in cui incontrai la miko di mio fratello. Passarono un paio i giorni dal nostro ultimo incontro. Sentii nella brezza il suo profumo e poi la vidi comparire dietro le mie spalle.
“ Non credevo davvero di trovarti qui” disse lei avvicinandosi a me con in mano una cesta. “ ma sono felice che tu sia venuto “  si sedette accanto ad un paio di passi da me.
“ felice?” chiese io incuriosito dalla sua espressione.
“ si, insomma” mi guardò stranita “ sono contenta di trovarti qui” mi disse sorridendo “ provo ... “ si toccò il petto “ gioia” mi guardò negli occhi.
“ gioia? “ ripetei incuriosito.
“ si questo è quello che sente la piccola Rin quanto ti vide “ cercò di farmi capire.” oppure Jacken “ pensò ma non mi sembrò molto convinta a dire il vero. “ almeno credo..” soffiò chiudendo gli occhi assumendo una strana espressione.
“ spiegatevi meglio “ Mi indespetti parecchio. Io, contrariamente a quello che potesse pensare quella femmina non comprendo poichè io non appartenevo alla sua razza.
“ la gioia è un sentimento indefinibile “ cercò di spiegarmi “ un po’ come quasi tutti del resto “ soffiò scoraggiata “ però esistono vari gradi di gioia e modi per provarla “ batté una mano su di un palmo. “  ad esempio si puoi provare gioia per chi si ha vicino, per un familiare, per un conoscente o anche solo per qualcosa per che si è fatto…” cercò di spiegarsi anche se fu davvero poco chiara. “ si può provare un'immensa gioia  per sfuggire alla morte ad esempio …” rifletté ma sembrò abbastanza confusa “ è un po’ complicato a dire il vero…” soffiò chinando il capo “ sta di fatto che mi ha fatto piacere vederti” accennò un sorriso. Fu un sorriso diverso, un sorriso che di cui non ne conoscevo il significato.
Così chiesi “ provate gioia nel vedermi?”  Il suo volto cambiò di scatto.
“ beh.. s-si, diciamo” chinò il capo “ e in parte anche stupore “ rise nervosamente toccandosi la nuca. Mi chiesi il perché di quella strana reazione fuori luogo. “ quindi tu…” rialzò il suo viso “non hai mai provato nulla del genere?” mi guardò nuovamente negli occhi.
“ I demoni non provano i sentimenti, donna” le spiegai gelidamente guardando l’orizzonte.
“ eppure sono convinta che tu provi sensazioni positive nei confronti di Rin “ si sporse  incuriosita dal mio viso. “ so che l’hai salvata più di una volta e…” cercò di dirmi ma la interruppi sapendo già cosa volesse per dirmi.
“ quello è dovere nulla di più, donna “ la fulminai con lo sguardo.
“ dovere?” spalancò i suoi occhi colta alla sprovvista.
“ Rin” decisi di spiegare la mia decisione “ non ha mai fatto nulla per cui Sesshomaru avrebbe dovuto ucciderla “ le feci capire il perchè mi fossi comportato in quel modo nei confronti di quella bambina umana. “ si è solo mostrata meritevole.“ conclusi chiudendo gli occhi.
“ tu sai del suo passato, vero, Sesshomaru?” mi chiese con voce più bassa e spenta. Non risposi. Mi face disgusto immaginare quelle bestie prendersela con quella una bambina.  “ Ti ringrazio per averla salvata a nome dei suoi genitori che non ci sono più “ si alzò e si chinò al mio cospetto.
“ Non mi interessa la riconoscenza degli esseri umani. “ Mi alzai seccato da suo comportamento.
“ Dove stai andando ?” non capì.
“ Il nostro tempo è scaduto “ le dissi.“ cercate di sforzarvi per farvi comprendere altrimenti sarò costretto a chiedervi dell’altro “ soffia infastidito andando via.
“ si ma “ fece un passo e poi  “a-aspetta! quando tornerai? “ domandò seguendomi per paio di metri.
“ avete 2 giorni di tempo “ furono le mie ultime parole. Balzai in aria e andai via. Dovevo tornare dai miei soldati prima che si accorgessero della mia assenza.

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Capitolo 22
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2?: ... e Gioia, sono la stessa cosa?


Puntualmente, due giorni dopo, ritornai in quel prato. Trovai la femmina umana già lì seduta. Kagome strinse tra le sue mani un filo d’erba.
“ Chissà dov’è?” sussurrò mettendola in bocca. Quando sentì la mia presenza “Ahhh, Sesshomaru..” si voltò sorpresa. “ ti stavo aspettando!” agitò la sua mano “ siediti” disse grattandosi il capo.
Non mi sedetti. La guardai dall’alto della mia altezza. “ E bene” presi io le redini del discorso “ cos’è la Gioia?” la mia domanda fu diretta e semplice.
Il suo volto divenne sempre più bianco. “ Si..” chiuse gli occhi e prese un bel respiro. Se non mi avesse dato una risposta l’avrei uccisa seduta stante. Si Sedette sulle propria ginocchia in modo composto, fece un altro bel respiro e iniziò a spiegare.“ Credo sia meglio fare una premessa su cosa siano in generale i sentimenti umani” quel giorno sembrò essere consapevole di quello che stesse dicendo.  “ Gli esseri umani” narrò con fermezza “ provano una vasta gamma di emozioni e sentimenti” mi guardò dritto negli occhi “ ovvero una moltitudine di risposte emotive e psicologiche a quello che avviene dentro “ si toccò il petto “e fuori da loro. “ la giovane donna mi fece incuriosire mostrandomi con la sua mano il panorama. “ nel mio tempo le emozioni sono state categorizzate in due fasce” le sua mano destra si alzò e si posizionò alla altezza della testa come se tenesse in mano qualcosa. “ vi sono 7 emozioni universali che tutti gli esseri viventi provano indistintamente “   guardò la sua mano e poi con la mano sinistra fece il medesimo gesto “ dall’altra vi sono 12 propriamente Umane” guardò alla sua sinistra “ anche se in verità ce ne sono molte di più “ sorrise e poi rimise dolcemente le mani sopra le sue gambe. “ le 7 emozioni universali sono” ritornò seria “ Gioia, Sorpresa, Rabbia, Disgusto, Tristezza, Paura” le pronunciò in modo impeccabile. “ mentre le emozioni Umane di base in linea di massima sono: allegria, invidia, vergogna, ansia, rassegnazione, gelosia, speranza, perdono , offesa, nostalgia, rimorso, delusione” soffiò tutto d’un fiato “ ce ne sono molte altre “ recitò poi distrattamente “ in totale tutte le emozioni che prova l’uomo solo…. 172 , comprese quelle universali ovviamente “ chinò il capo imbarazzata.
“ comprendo “ ebbe la mia completa attenzione
“ ora andiamo ai sentimenti “ batte le mani sorridendo. Prese dietro di sè un libro con una copertina lucente. “ In psicologia con il termine sentimento deriva dal latino che significa sentire, percepire con i sensi “lo aprì e lesse con attenzione “ si intende uno stato d'animo ovvero una condizione cognitivo-affettiva che dura più a lungo delle emozioni” posò lo sguardo su di me “ presenta una minore incisività rispetto alle passioni.” ripose l’oggetto nuovamente dietro la sua persona. “ Per sentimento si intende genericamente ogni forma di affetto:” tirò un respiro profondo “ sia quella soggettiva,” si toccò nuovamente lo sterno all’altezza del suo organo vitale che palpitava  “ cioè riguardante l'interiorità della propria individuale affettività;” posò uno sguardo differente su di me. “ sia quella rivolta al mondo esterno.” soffiò infine ridendo appena. Mi chiesi perché stesse ridendo ma poi chinò il capo. “ non sono brava a spiegare, lo so “ strinse con forza i suoi pantaloni rossi e macchiati di terra. “ ti chiedo scusa Sesshomaru” guardò alla sua sinistra tesa come una corda di liuto. “ sono inutile “ i suoi occhi divennero improvvisamente lucidi. “ maledizione “ caddero dai suoi occhi le prime lacrime.
‘ questa deve essere…’  pensai tra me e me. “ perché provi tristezza?” le chiesi mentre lei nascose il suo volto dietro le sue mani.
“ io… non lo so..” pensai immediatamente che fosse molto stupido. “ ma aspetta, tu come…” Mi irritai parecchio.
“ Rin” commentai infastidito “ ma non credo che piangere sia una soluzione adeguata “ dissi gelidamente “ è interessante che gli esseri umani nel tuo mondo abbiamo cercato di definire la loro stranezza” le spiegai osservando quel libro. “ quindi.. cos’è la gioia?”
“ gioia” annuì rasserenando il suo organo vitale “ è un è un sentimento umano che è identificabile con una percezione piacevole di un qualcosa. E’ un sentimento che è pieno di vita, originato dalla soddisfazione dell’animo.” guardò alla sua sinistra “ spesso questo sentimento è provocato da una persona cara,  o da un fatto , o da una cosa che causa piacere, per l’appunto. “ guardò l’orizzonte “ Questo qualcosa deve essere la fonte della soddisfazione o di una consolazione “ rivolse poi lo sguardo su di me. “ ad esempio Rin” osservai i suoi occhi castani e così lucenti “ Perchè gli regali sempre dei bellissimi vestiti?” si rivolse alla mia persona. “ Tu “ mi indicò “ tu desideri il bene per quella bambina ” chiese con insistenza.
“ do quei vestiti” ribattei in risposta alla sue sciocche congetture “ perché ne ha bisogno, cresce molto fretta “ la sua bocca fece una strana smorfia mai vista prima.
“ sta di fatto” mi rispose immediatamente “ che la piccola apprezzi davvero i tuoi regali “ incrociò le braccia.
“ non ne dubitavo” risposi dalla suo commento. “ quindi è questa la gioia?” domandai cambiando discorso. “ soddisfazione, piacere” commentai osservando il cielo.
“ si” annuì “se hai domande da pormi fa pure” chiese cercando il mio sguardo.
“ perchè mio padre vi considerava così speciali?” soffiai senza nemmeno riflettere.
“ non lo so questo…” mi rispose “ ma io credo che noi non siamo tanto diversi da voi demoni “ guardò con me l’orizzonte.
“ demoni e umani sono diversi “ affermai con freddezza.
“ allora in cosa siete diversi?” la donna mi pose una giusta domanda.
“ in tutto.” mi alzai e me ne andai senza degnarla di uno sguardo.

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Capitolo 23
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 :Tempesta.

Passarono diversi mesi, la femmina umana mi spiegò molto sulla sua gente.I giorni passarono  e intuii che vi fosse qualcosa sotto quei suoi sorrisi. Giunse agosto.
“Sai” mi disse la donna “ sono stata al villaggio ieri e Rin..” rise e iniziò a raccontare seduta su di una roccia.  Kagome parlò davvero molto eppure la cosa non mi importò granchè. Iniziai ad apprezzare la sua voce. “ ahahaha sono proprio sciocchi “ rise di gusto.
“ perchè vi siete allontanata da loro?” chiesi spezzando quella atmosfera stupidamente serena.
“ be…. per Studiare “ mi disse senza pensare. I suoi occhi nocciola si posarono su di me e poi . “ ma non ha alcuna importanza! “ cambiò discorso velocemente alzandosi.
“ è per Inuyasha?” domandai facendo un passo nella sua direzione. Fui stanco, Stanco di non sapere la verità che la relegasse in quel tempio abbandonato dal mondo.
“ in parte…” soffiò stringendo un pugno.
“ capisco” mi chiesi cosa fosse successo per portare quella donna ad un gesto così estremo. Non capii cosa potesse pensare Inuyasha di lei ma fu evidente che lei provasse qualcosa per il mezzo-demone. Pensai che il motivo per cui Kagome si fosse allontanata dagli umani fu per un litigio avvenuto molto tempo fa o un tradimento.
“ Dolore” pronunciò poi la femmina umana sedendosi  “ sai fa parte dei sentimenti negativi “ guardò il cielo ed io decisi di sedermi accanto a lei in silenzio “ Sesshomaru….” il vento si alzò mentre la sua mano strinse i fili d’erba “ tu hai mai pianto nella tua vita?” disse quando la pioggia iniziò a cadere su di noi. Seduti l’una accanto all’altra su quel prato verde . Nessuno oltre noi e il mondo.
“ i demoni non piangono” Risposi quasi divertito da quella domanda così sciocca.
“ neanche per la morte di tuo padre hai pianto?” chiese ed improvvisamente  nella mia mente di manifestarono quei maledetti ricordi. L’ira, le fiamme e le urla di quel bambino.
“ no, mai “ soffiai con amarezza bloccando quelle reminiscenze “ morto un demone se ne fa un’altro” conclusi uscendo da quel turbinio di pensieri.
“ Capisco “ un tuono d’un tratto devastò il cielo sopra le nostre teste “ invece io ho pianto molto quando mio padre è morto davanti ai miei occhi……. “ chinò il capo. Me ne stupii molto. Che anche lei avesse assistito alla morte del proprio padre? Mi chiesi se anche lei fosse stata impotente;  se anche lei avesse visto morire chi un tempo giudicò essere il suo mentore, davanti a sé.
“ donna, dovreste rientrare al tempio “ interruppi la conversione alzandomi sulle mie gambe.
“ chiamami con il mio nome, ti prego” uno strano vento gelido mi investì. Vidi tra le nuvole saettare un fulmine.  “ a volte vorrei non essere mai tornata qui “ mi voltai verso di lei sapendo che quella frase non potesse appartenere a quella femmina.
“ Kagome...” la chiamai con il suo nome. Ma non ebbi il tempo di fare nulla.
“ Attento !!! “ Urlò e prendo il mio braccio mi spinse a terra.  Un tuono ruggì nel cielo non tanto quanto il mio corpo a quel contatto. Se non fosse stato per lei sarei morto. Fu più forte di quello che mi  aspettai.
D’un tratto il mio petto fu investito dal calore. Riaprii i miei occhi. Kagome fu sotto di me, le sue piccole mani mi avvolgere in una morsa piena di disperazione. Tremò, tremò come una foglia. Mi sentii mancare il respiro.  Il mio corpo si paralizzò. “ Sesshomaru…” Sentii dire il mio nome ma la mia mente mi fece andare a molti anni prima quando incontrai per la prima volta Izaioi.
Quel giorno ero stato incaricato di andare ad avvertire mio padre. Izaioi era solo una ragazzina.
“ Sesshomaru” mi annunciarono.Io Non ero come mio padre, io non andavo a idolatrare quelle misere bestie. Disgustose e fetide bestie.
“ mio signore perdonatemi”avevo gettato a terra quella stupida guardia.
“ ah! il principe!” aveva detto quella arpia con la sua sciatta e inutile voce.“Piacere di conoscerti, tu devi essere Sesshomaru? “ Izaioi era seduta accanto a se mio padre “ Touga, mi ha tanto parlato di te” aveva sorriso quella bestia.
“ Perché perdi tempo con questi umani? “ avevo domandato quel giorno a mio padre.
“ Sesshomaru, porta rispetto.”aveva detto  quell’idiota pieno di rabbia.
“ l’esercito vuole il suo generale”avevo spiegato molto seccato. “ c’è stata una rivolta” guardavo la bambina nascondersi dietro di lui.
“ ah… capisco…” quella maledetta. “ quindi devi già andare via, mio signore?” chiedeva a mio padre lasciando la sua schiena.
“ si “ annuiva alzandosi.“ perdonami Izaioi” la bambina piangeva.
“ no, non andare!” urlava correndogli dietro. “ mi avevi promesso che saresti rimasto qui con me!” prendeva la sua gamba da dietro.
“ principessa!!” delle donne la rimproveravano nell’alto palazzo della plebe
“ quanto sono fastidiosi gli umani” commentavo disgustato.
“ Izaioi “ ma mia madre “ tornerò presto, te lo prometto” si era chinato  e aveva accarezzato la fronte di quella sciocca.
“ si…”prendeva le sue mani. “ ti aspetterò”  quella maledetta umana le portò al suo viso.
“ si “ si  era alzato ed era andato via tramutandosi in cane.
Mio padre aveva varcato il cielo.“ perchè non vai con lui?” la bambina domandava gelidamente.
“ cosa pensa di ottenere una ragazzina come te da mio padre?”  molto infastidito avevo preso la parola “ vuoi forse ringraziartelo così che tuo padre possa possedere altre terre?”  avvicinandomi a lei la rabbia iniziava a crescere.
“ ah, come osi rivolgerti a me in quel modo” era capricciosa“ inchinati dinanzi alla tua padrona, demone“ era  scalba e stupida.
“ inchinarmi?” l’avevo presa per la gola “ ahahaah con chi credi di parlare “ le guardie accorrevano puntandomi le armi alla gola. “una volta morto mio padre tu e la tua maledetta famiglia finirete di spadroneggiare su queste terre”  stringevo più forte. “ vi divorerò uno ad uno fino a che non ne rimarrà di voi nemmeno il ricordo “ le avevo spiegato senza remore..
“ Ah!” urlava piena di paura.
“  dovrei solo uccidervi” ero stufo. Avevo lasciato cadere  la bambina per terra.
“ Signor Sesshomaru” tossiva la maledetto dovevo ucciderla. “ i suoi occhi…”  alle mie spalle tremava e piangeva di paura.
Mi alzai sulle braccia senza fiato. Fui confuso e disorientato. Qualcosa mi invase il petto. Non capii cosa c'entrassero quei ricordi così lontani. Pensai di star per perdere la testa e quella fu solo l'inizio della mia malattia.
“  Sesshomaru” Sentii la voce di una donna  “ Sesshomaru, ti senti bene ?” sentii una mano sfiorarmi la guancia. Tornai al presente. Un’altro lampo illuminò tutto. Il suo volto fu rosso e sentii qualcosa nel suo petto battere forte.
“ Si “  Soffiai incredulo. Fui così vicino alla sua persona che potei sentire il suo respiro sulle mie labbra.  Ripresi lentamente la calma. Il mio corpo reagì al calore del suo tocco. Tutto dentro di me ebbe un battito. Ne fui sorpreso. Gli attimi divennero minuti e i minuti ore. I miei occhi furono catturati dai suoi occhi castani e così pieni di luce. Vidi la pioggia cadere sempre più lentamente. Il suo respiro esattamente come il mio divenne affannato. I suoi capelli neri furono un tutt’uno con la terra.  Solo io e lei, non vi fu più nessuno. Kagome, lei fu bella, bella da morire. Nemmeno nei miei sogni piú perversi la potei immaginare sotto quelle spoglie. La pioggia battè fragorosamente intorno a noi. Spinto forse dalla sua mano stessa mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra. Il respiro di lei si spezzò. A quel tempo la compagnia di una femmina mi fu estraneo. Forse fu per questo che osai così tanto quel giorno. Sentii le sue dita morbide accarezzarmi le labbra ma il suo respiro prese un nuovo ritmo. Fummo a pochi centimetri  l’uno dall’altra. Ebbi l’immenso desiderio di spingermi oltre: scostare il suo polso, bloccarlo contro il terreno, baciare il collo di quella donna, toccare il suo corpo e poi unire le mie labbra con le sue come se non ci fosse un domani. Ma il demone che fui non potè accettare un tale desiderio così disgustoso. Sesshomaru detestava gli esseri umani. Kagome era la donna d’ Inuyasha.
Compresi il mio errore. Compresi con orrore cosa avessi immaginato. Non fu sano ma pura follia. Il potente Sesshomaru potè davvero ambire a fare una cosa tanto disgustosa? Chiusi gli occhi e trattenendo il vomito mi alzai. Mi si strinsero le viscere con violenza come se qualcosa stesse cercando di uscire dalla mia gola.
Kagome “ C-ci è mancato davvero poco ….“ sedendosi si sistemò il kimono mentre il suo viso divenne completamente rosso. La pioggia torrenziale fece diventare quella veste bianca quasi del tutto trasparente. Dandogli le spalle portai una mano alla bocca. Tentai davvero di andare oltre con quella donna. Tutto mi fu incomprensibile. Decisi di andare via di lì. “ma dove vai !?” mi disse la femmina umana “ Non vorrai andare via ? Morirai di certo con quella armatura addosso! “ la tempesta divenne sempre più aggressiva ma avrei dato di tutto per poter stare lontano da lei in quel momento. “ ascoltami, al tempio non c’è nessuno e non dovrei nemmeno esserci io…. “ spiegò mentre il vento soffiò impetuoso “ Potremmo aspettare lì fino a che la tempesta finisca...” continuò con voce tremante “ cosa ne di-dici Sesshomaru?” sentii i suoi occhi su di me. Non so perchè ma uno strano senso di morte mi piombò addosso. Non dovetti essere lì con lei e non dovetti nemmeno aiutarla. Purtroppo ebbe ragione, la tempesta sarebbe stata troppo anche per me. Non avrei potuto permettermi di rischiare la vita. Un tuono rumoroso seguito da dei fulmini prese per me la decisione finale. Non sarebbe stato giusto accettare ma non ebbi altra scelta. Mi avvicinai a lei. Avrei potuto ucciderla e ripararmi ugualmente in quel tempio ma non lo feci. Infondo mi salvò la vita, divenni debitore senza accorgermene. Fu così che porsi una mano a quella donna umana. Lei mi sorrise. Allungando la sua mano verso la mia l’afferrò con forza. “Grazie” si rimise sulle sue gambe. Un fulmine cadde molto vicino a noi. Atterrita si strinse al mio braccio. Di nuovo sentii quel calore diffondersi nel corpo come un veleno. “ Forza , prima che sia troppo tardi” mi condusse al tempio senza lasciare la mia mano.  Lei non sembrò essersi accorta di nulla. “ lo so che non ti piacciono i templi ma un riparo è pur sempre un riparo” disse senza smettere di correre. La testa si svuotò di tutto. La tempesta alle nostre spalle fu in tumulto. Quella donna mi trascinò via. Fu più forte della natura stessa e forse fu per questo che mi feci travolgere dal suo volere. “ siamo arrivati !” capii di non potermi più tirare indietro. Arrivati agli scalini la presi per la vita e con un solo balzo arrivammo in cima. “ Forza vieni “ spalancò una delle porte e mi fece cenno di entrare. Guardai tutto intorno. Fu deserto, non vi fu anima viva “ avanti” insistette e con riluttanza ubidii. Kagome chiuse la porta“ C'è l'abbiamo fatta “ commentò sfinita poggiando le spalle contro di essa. Fu buio. La donna rise divertita e poi vi fu il silenzio. Fummo in uno dei plessi della struttura. Vi fu un grande corridoio davanti a noi che sembrò dislocarsi tra una camera e l’altra. Feci un paio di passi verso il centro di quello che sembrò essere un ingresso. Nel silenzio sentii il respiro di quella donna diventare sempre più sottile. Tra le ombre osservai quel viso grondante di sudore e pioggia essere rivolto verso di me. I suoi occhi brillanti mi guardarono con insistenza nell’oscurità. Ancora una volta le sue guance furono rosse ma di un colorito diverso, più vivo e più penetrante. Tra un lampo e l’altro vidi perfettamente quanto fosse esile e femminile il suo corpo. Fummo solo io e lei, lontani dal mondo, lontani da tutti. Nessuno avrebbe potuto sapere dove fossimo. D’un tratto la donna accennò un sorriso, un sorriso mai visto prima. Poco dopo la vidi muovere con lentezza alcuni passi verso la mia direzione. Mi si strinsero ancora una volta le viscere, il senso di vomito si ripresentò violentemente. L’odore della femmina umana fece sì che iniziò a farmi girare la testa.  In pochi secondi fummo ad un solo passo di distanza. Ebbi la malsana idea che lei potesse prendesse nuovamente il mio viso o che utilizzasse i suoi poteri per uccidermi. Fui pronto ad ucciderla se solo si fosse avvicinata ancora una volta alla mia persona senza permesso. Ma lei, lei non fece nulla di tutto questo, mi passò semplicemente accanto e camminando per il corridoio mi accorsi di aver trattenuto il fiato fino a che non fu a 2 metri dietro di me. “chissà dove sono le candele” la sentii chinarsi e cercare in un mobile posto nel corridoio. Sconvolto mi toccai il petto. Non capii il perchè di tutte quelle sensazioni sgradevoli e violente. “ saranno sicuramente di là..” sussurrò quella miko. “allora, Sesshomaru, non vieni?”chiese la sua voce accorgendosi di me.“ non fare complimenti ” proseguì nel corridoio a tentoni. “ non si vede nulla…” sussurrò con preoccupazione guardandosi le mani. Voltandomi vidi quel goffo essere umano farsi strada con incertezza. Mi avvicinai alla sua persona pieno di una incommensurabile ira. Sarebbe stato facile ucciderla, prenderle quella testa così piccola e spaccarla in mille pezzi oppure afferrare quella gola sottile e bloccare per sempre il respiro. “ p-piano…!” la sua voce spezzò la mia rabbia. Il suo piede scivolò sul legno. Fu quasi caduta per terra quando istintivamente mi avvicinai per evitare che cadesse. “ ah…. mannaggia…” ansimò spaventata reggendosi alla parete tremando. “ sono davvero un impiastro..” soffiò rimettendosi sulle sue gambe piene di incertezza. “ forza Kagome” proseguì per il cammino. Lei non fu come gli altri ed fu per questo che fu così simile a Rin. Quella donna fu la tenacia, ebbe la forza di proseguire, di insistere, di non arrendersi scadendo anche nella follia. Forse fu questa la differenza tra i demoni e gli esseri umani? no, fu ben altro. “ echiù!!”starnutì attirando la mia attenzione. Piano piano, la femmina umana arrivò in fondo al corridoio. “ arrivata” aprì la porta sfinita ma felice.

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Capitolo 24
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4 : al tempio


Con riluttanza la seguii. “ mettiti comodo “ Mi sentii stupido nel mentre la donna cercò in un vecchio baule dei vestiti. Mi tolsi annoiato l’armatura e mi sedetti vicino al fuoco che accese poco prima. Lei non sembrò essersi accorta di nulla.
“ Qui ci sono dei vestiti asciutti “ venne da me e lì poggio alla mia sinistra.
“ Non ne ho bisogno “ chiusi gli occhi con stanchezza.
“ Capisco “ si rimise in piedi “I demoni non sentono freddo ?” domandò prendendo un’altro vestito da quel baule.
“ I demoni non si ammalano per così poco, donna” chiarii senza indugiare.
“ Hai ragione “ aprì una porta dietro di me. Incuriosito voltai appena lo sguardo e notai che quella stupida vi fosse chiusa dentro. A mala pena vidi che si stesse cambiando. “ i demoni sono davvero indistruttibili” riportai lo sguardo al fuoco immediatamente. Pensai che si stesse prendo gioco di me un’altra volta. Fu solo una stupida, mi toccai la fronte stanco. Quando riapparve con una tunica tutta bianca .“ Grazie per tutto quello che hai fatto comunque “ disse passandomi al fianco portando con sè quelli bagnati. Sbatté i pantaloni rossi e li posizionò su di un’asse di legno vicino al fuoco.
“ Non devi ringraziarmi per ogni cosa “ soffiai con dissenso mentre fece lo stesso procedimento con l’ultimo capo rimasto.
“ Si, hai ragione “ si sedette proprio di fronte a me. Calò il silenzio. Voltai il mio viso alla mia destra mentre lei cercò di ravvivare il fuoco con un rametto. Mi chiesi il perché di quelle sensazioni e sospettai che fosse tutto un piano di quella donna. Pensai che Kagome fosse peggio di un demone e più subdola di Izaioi. “ ahi!” si lamentò tra uno scoppiettio e l’altro. Per poco non si bruciò un dito quella povera sciocca. Dovetti ritrattare le mie supposizioni. Una essere così ingenuo come quello non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Kagome non avrebbe avuto motivo di uccidermi. Anzi mi salvò rischiando di morire insieme a me.
Un tuono cadde. Seccato ricordai di non aver risposto alla sua domanda precedente.
“ Mio padre “ dissi spezzando il silenzio “ era un demone molto potente che presiedeva il dominio su queste terre  “ raccontai guardando il soffitto “ nonostante questo lui fu come un re per la sua gente “ chiusi gli occhi. “ la lealtà, era una cosa che voleva dai suoi demoni“ rammentai “ non odiava gli esseri umani e questo .. “ la rabbia iniziò a invadermi il corpo.
“ Izaioi , non è vero “ chiese la donna .
“ Lo condusse alla morte” dissi la verità.  “ quella notte era già gravemente ferito e pur di salvare quella donna e suo figlio che diede la vita” osservai le fiamme di quel fuoco e in esso rivivetti quella notte.
“  Sesshomaru “ pronunciò il mio nome con amarezza.
“ fu schiacciato dalle fiamme “ le spiegai.
“ Eri lì anche tu?” mi chiese Kagome sorpresa.
“ Si” chiusi i miei occhi.
“ Perché non sei intervenuto ?” non capì la ragazza.
“ aveva preso la sua decisione, non potevo interferire “ mi alzai seccato.
“ Non devi sentirti in colpa “ disse Kagome sporgendosi verso di me.
“ Non so cosa tu voglia dire “ aprii la porta, divenne stretta quella stanza.
“ non devi tormentarti per quello che è successo!” si alzò urlando. “  io so che tu volevi molto bene a tuo padre” chinò il capo.“ lo si vede nei tuoi occhi “ si avvicinò a me cercando di prendere la mia mano.
“ i demoni non provano sentimenti, donna “  la spinsi a terra in uno scatto d’ira.“ il mio unico desiderio era  batterlo almeno una volta! “ gli urlai contro. “ avrei voluto avere l’onore di ucciderlo con le mie mani “ la rabbia uscì senza freno. Non avrei dovuto spingerla.
“nonostante questo” si alzò “adesso Inuyasha dipende da un potere che è di tuo p-padre “ si toccò la spalla “ mentre tu” mi guardò nuovamente “ hai ottenuto un potere tutto tuo senza precedenti “abbassò poi capo tremando. “ non sei felice di questo? “ mi chiese con un filo di voce.
‘ no, non lo ero... ‘ guardai alla mia sinistra sentendomi così strano.
“ ecchù!” starnutì spezzando il discorso “ comunque sia, sono sicura che tu l’avresti battuto prima o poi “ si poggiò con stanchezza le spalle contro la parete. Chiusi la porta e mi avvicinai a lei. Presi il braccio e lo mossi. “ C-che fai ?”Non sembrò avere niente di rotto. “ Sto bene tranquillo “ricevette una botta. “ sono stata inopportuna, scusami” Lasciai il suo braccio e la osservai per un po’ . Gli esseri umani sono molto fragili. Mio padre lo sapeva molto ben.  Furono proprio i gesti gentili d’Izaioi a corrompere mio padre. “ sai.. “ mi disse poi “I tuoi occhi sono così freddi Sesshomaru… “ soffiò dicendo le stesse parole di mio padre.

Potei chiederlo a lei il significato di quelle parole ma...si era addormentata contro la parete. Iniziai a capire perché a Rin piacesse. Non nego che fui incuriosito dal suo volto. Mi avvicinai ad esso. Non mi era mai capitato di vederne uno così da vicino.  Constatai che non avesse nulla di speciale. Nemmeno il suo corpo da donna fu particolarmente femminile. Kagome era solo una comune donna umana con una forte aura positiva. Forse fu per questa ragione che ebbi quelle strane sensazioni entrando in contatto con lei. Kagome dormì senza il timore che io le facessi del male. Fu fin troppo caritatevole nei miei confronti.  Ebbi la tentazione di poggiare una mano sul suo viso per vedere meglio quelle labbra però mi fermai. Il suo respiro regolare spezzava il silenzio. Sotto di lei notai l’ombra dell’ animale famelico che fui. Avrei potuto ucciderla ma non avrei avuto un vero motivo per farlo. Lei si spostò e dal sua fronte cadde una ciocca di capelli che le coprì il viso. Fu completamente indifesa. Istintivamente volli sistemarle i capelli ma con orrore pensai ad Inuyasha. Lei fu sua e non avrei mai potuto toccarla in alcun modo. Per quanto odiassi mio fratello non lo avrei mai fatto. Con questa ragione mi allontanai da Kagome ma poco dopo il suo corpo iniziò a scivolare colpendo la mano che poggiai contro la parete. Le sue labbra furono contro il mio polso. Quella matassa di capelli le ricadde sul viso. Non seppi che fare, volli tirarmi indietro ma così facendo l’avrei svegliata.  Così girando il polso decisi di accompagnarla al suolo.
“ mmnn..” gemmette assonnata mentre io feci con cautela. Riuscii nel mio intento, beatamente dormii ed io tirai un respiro di sollievo. Quando cercai di togliere la mano dai capelli si voltò ed aprì per pochi istanti i suoi occhi color nocciola. Si assopì nuovamente senza dire o fare nulla. Tolsi molto lentamente la mia mano anche se finalmente potei osservare meglio le sue labbra. Non sembrarono avere nulla di eccezionale ma a contatto con mia pelle mi sembrarono leggere come una nuvola. “ Inuyasha…” sussurrò nel silenzio.

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5: La quiete






Stetti tutta la notte ad osservare quella donna. La mia mente viaggiò a poco tempo, nel momento in cui la rividi in quel villaggio con Rin.
‘ cosa sto davvero aspettando?’ pensai guardando il soffitto di quella struttura in legno. ‘Cosa sto facendo?’ domandai a me stesso nel silenzio della notte mentre quella donna dormì beata. I miei pensieri all’epoca però furono rivolti a lei anziché alla mia missione.
I bastardi del nord.  Nel mio piano di conquista furono il mio ostacolo ma invece di meditare un piano  con i miei generali quella notte fui lì con quella femmina umana. Seccato e disgustato di me stesso decisi di alzarmi. Odiare gli essere umani, questa fu un tempo la mia certezza ma quella donna fece in modo che essa si distruggesse pezzo per pezzo.Il Sesshomaru di un tempo avrebbe divorato il suo cadavere solo per essere una donna come Izaioi. Mille pensieri mi attraversarono la mente. Questo cambiamento ebbe inizio da lei sola. La consapevolezza che mio fratello la usasse come rimpiazzo per quella sua donna di nome Kikyo, la sua forza e la sua sincerità non fecero mai in modo che lei potesse essere solo paragonata ad Izaioi.
Kagome era diversa. Lei non provò paura quel giorno. Lei non ebbe paura di guardarmi negli occhi e sfidarmi. Lei non ebbe mai paura di imporsi. Lei fu consapevole di custodire il potere che se solo avesse voluto mi avrebbe distrutto in un solo istante ma non lo fece.
“ La signorina Kagome è davvero buona “ la voce di Rin irruppe nella mia testa mentre mi avvicinai alla scalinate “ lei non ha mai odiato i demoni “ ricordai vagamente  “ la ammiro molto per questo “ L’alba sorse portando alla mia mente quando mi ritrovai contro ogni logica sopra     quella donna poco tempo prima. Qualcosa si mosse nel mio petto e non capii così fosse.
“ Sesshomaru!” la voce di Kagome spezzò il silenzio “ Sesshomaru!” pensai che fosse la mia immaginazione ma sentendo la disperazione in quelle semplici parole andai nella sua direzione  senza pensare. “ Sei qui !“ ansimò. Mi corse incontro piangendo “ Sei qui!! “ mi strinse forte. Pensai fosse successo qualcosa di molto pericoloso come se ci fosse un nemico o le avessero fatto del male ma...“ sei vivo” nascose il viso sul mio petto privo di armatura.
“ perché stai piangendo?” chiesi non sapendo cosa fare.
“ perchè sei andato via?” mi disse dritto negli occhi facendomi vedere quel suo viso umido e stanco “ Non lo fare mai più! “ mi urlò contro mentre sentii il suo organo vitale battere e impazzire. “ mi sono preoccupata così tanto… “ il suo viso arrossì tra i singhiozzi. Copiose lacrime caddero dai suoi occhi castani e innocenti.
‘ Preoccupata ?’ non capii il perché di quella reazione così esagerata. “ basta” soffiai poggiando una mano sopra la sua testa.
“ pensavo che fosse successo qualcosa di grave, insomma “ cercò di asciugarsi le lacrime con la manica del suo kimono  “ un attacco , un incendio “ ansimò scioccamente.
“ Non è successo nulla di tutto questo “ le spiegai pacatamente muovendo appena la mia mano su quella chioma corvina e ondulata.
“ si” qualche momento si scostò da me. Mi tornò alla mente quella spinta che le diedi. Gli toccai la spalla. Non sembrò fargli più del male“ c-che fai ?” Non capì mentre le sue guance si tinsero di rosso.
“ Seguimi “ le ordinai prendendole il polso con forza.
“ dove andiamo ?” non capì spaventata a morte.
“ Non molto lontano da qui “ le spiegai scendo gli scalini di fretta.
“ Si “ stanco e rassegnato decisi di prenderla per i fianchi “ ah!” gemette sorpresa. Prendendola tra le mia braccia feci un balzo e decisi di portarla in quel luogo. “ a-aspetta!!” avvolse le sue braccia intorno al mia collo con furia per evitare di cadere. Ci volle un po’ di tempo prima che lei si abituasse. “ d-dove siamo?” mi chiese “ dove vu-vuoi po-portarmi Sesshomaru?” insistette tremando come una foglia mentre cercò i miei occhi. “ Sesshomaru…” non la degnai nemmeno di uno sguardo. Dopo un po’ di tempo arrivammo. La feci scendere e afferrandole il polso la trascinai in quel campo arido e spoglio. Lei non oppose la minima resistenza.
“ mio padre, è qui dove è morto “ dissi tutto d’un fiato senza lasciare il suo piccolo e gracile polso.
Quella notte piena di neve“ Izaioi “ vidi quella donna scappare con in braccio qualcosa.
“ Sesshomaru! “ piangendo venne verso di me.“ Tienilo” mi porse quel bastardo “Devo andare da lui “ mi spiegò “ Sesshomaru!” gemette ma non accettai.. Non avrei mai aiutato quella maledetta bastarda. “TOUGA!!!!”  mi gettò il piccolo tra le braccia e corse verso la casa. Presi quel bastardo tra le braccia.
” Fermati !!” le ordinai prendendo la sua spalla con forza mentre il fuoco divorò tutto davanti ai nostri occhi.
“ lasciami ti prego…” cercò di liberarsi. “ Touga…” il pianto del bimbo divenne sempre più insopportabile. “ amore mio…” pianse cadendo senza forze sulla neve. “ portami con te… ti prego…” soffiò.
“Sesshomaru?” quei maledetti ricordi riaffiorarono senza il mio permesso. Tornai grazie a lei alla realtà. “ mi dispiace davvero tanto “ poggiò una mano sulla mia.
“ doveva stare lontano da quella donna “ guardai i suoi occhi. “ perchè non lo ha fatto?” feci un passo verso di lei accorciando la distanza tra i nostri due corpi. “ perché vi considerava così speciali?” spinsi il suo polso verso di me con forza. “ perché noi demoni dovremmo avere paura di bestie come voi?” anche se con riluttanza lei schiuse i suoi occhi incontrando i miei. “ perchè..?” lasciai la sua mano comprendendo il mio errore. ‘ Sesshomaru ma cosa stai facendo?‘ pensai incredulo ‘ pensi davvero che lei possa darti una risposta?’ guardai il suo viso pacato ma… ‘ perchè mi stai guardando in questo modo?’ ebbi l’estremo bisogno di scappare ma lei non fece altro che avvolgere le sue braccia intorno alla mia vita e dire…
“ non è colpa tua…” semplicemente. “ per quanto possiamo cercare una risposta…. non è stata colpa tua…” mi strinse più forte. “ lui ha solo fatto la sua scelta e noi non possiamo cambiare il passato….” pianse per me. “ noi… non possiamo modificare il passato..” singhiozzò contro il mio petto.
‘Questa donna….’

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Capitolo 26
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6: Stelle



Una settimana dopo mi ritrovai nel solito giardinetto.
“ e con questo abbiamo finito un’altra lezione” soffiò con stanchezza “Sesshomaru a che pensi?” notò il mio sguardo assente. Non capii come potesse essere tanto calma nonostante quello che successe pochi giorni prima.
“ Sono sicura che tuo padre sia molto fiero di te” mi disse sorridendo e stringendo la mia mano. “ e che ti veda da lassù esattamente come il mio “
“ ha meritato la sua morte” gli presi il collo con rabbia. “ gli esseri umani sono inutili” dissi avvicinandola al mio viso.
“ nessuno è utile a questo mondo “ mi disse con straordinaria freddezza. “ nemmeno tu “
“Ehi “ mi si mise davanti alla faccia. “ Avanti vieni !“ mi disse Kagome facendo un cenno con la sua mano.
“ Non hai paura di quello che potrebbero dirti ? “ mi riferiti a tutto coloro che la conoscevano.
“ Non mi diranno nulla “  proseguí facendomi strada“ non avrai paura ?“ rise voltandosi un secondo verso di me.
“ Sei tu ad essere in compagnia di un demone “ le ricordai sentendo qualcosa solleticarmi lo stomaco.
“ Hai ragione “ mi ridiede nuovamente le spalle. “Eccoci qui!” spostò un ramo. “ Non è bello ?” fu sopra un’altura e a pochi passi vi fu un enorme strapiombo. “ qui la notte si vedono tutte le stelle “ si sedette su di una pietra.  “ e se… sta notte ci ritrovassimo qui?” mi chiese guardando alla sua sinistra.
“ e perchè mai?” non capii di cosa stesse parlando.
“ perchè da qui si vedono le stelle e poi potremmo fare una lezione extra” mi guardò con un tenue sorriso dipinto sul volto.
“ non credo sia una buona idea” le spiegai dandogli  le spalle.
“ quando la luna sarà alta nel cielo,  non prima non dopo” soffiò quella povera sciocca “ ti aspetto “ tra le sue risate andai via di lì. Dopo essermi occupato delle mie mansioni invece di dormire nel mio letto sgattaiolai via come un ladro. Arrivato la trovai lì seduta.
“ eccoti finalmente, pensavo non venissi” accanto a sè ebbe una lanterna “ quella è Cassiopea e quella “ guardò il cielo indicando una stella.
“ Andromeda “ dissi io annoiato
“ Le conosci anche tu ?”si stupì.
“ solo perchè sono un demone non posso conoscere le stelle?” le domandai quasi infastidito.
“no “ scosse il capo “ Quando ero piccola le vedevo con mio padre e lui mi ha insegnato tutto “ mi spiegò ridendo.
“ È stata mia madre “ dissi freddamente.
“ Davvero ?” domandò incuriosito.
“ Si “ chiusi gli occhi.
“ Tua madre è una persona molto severa, vero? “ chiese molto preoccupata “ ma sono sicura che ti voglia bene , nonostante tutto “ ri-osservò il cielo stellato. “ guarda, una stella cadente “ indicò il cielo.
“ Kagome “ la chiamai per nome.
“ Dimmi “ unì le mani in segno di preghiera.
“ Perché ti sei allontanata da Inuyasha ?” domandai ancora una volta.
“ A-ah… “ abbassò lo sguardo “ perché ti interessa ?” guardò alla sua sinistra.
“ perchè dovresti essere con lui adesso e non con me “ dissi la verità.
“ Forse o forse è giusto che io stia con te “ mi guardò negli occhi  “ Kikyo non ha mai lasciato il suo cuore...“proseguì chiando il capo “ e per quanto lo possa amare per lui non sarà mai abbastanza “ soffiò appena “ è per questo che sono scappata da lui e da tutto “ strinse le sue mani “ non posso tornare a vivere una vita non mia “ mi spiegò finalmente “ io non voglio…” trattenne le lacrime“ E tu… perché sei qui con me Sesshomaru?” domandò aspettando da me qualcosa.
“ per il nostro patto “ fu in parte vero ma la vidi chinare il capo.
“ S-si… “ pianse gli strinsi le spalle e la portai al mio petto. “ Che… “
“ Non è così che fate voi umani per placare una persona che piange ?”  gli chiesi non sapendo se avessi fatto la cosa giusta o meno.
“ S-si… “ disse appena. “ grazie Sesshomaru “ gli accarezzai i capelli.
‘ per favore non piangere più ‘ pensai
“ grazie “ mi strinse a sua volta
“ Fa silenzio “ avrei voluto solo stringerla ancora e ancora. Mentre lei pianse più forte qualcosa nel petto bruciava.
“ Perdonami, non dovevo sfogarmi in quel modo “ mi spinse via tutto ad un tratto.
‘ Già, ha ragione ‘ pensai nel silenzio della notte.
“ devo andare, perdonami Sesshomaru” si alzò fuggendo via da me.
‘ cosa sto facendo ?’

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Capitolo 27
*** Parte sesta: capitolo 1 ***


 

Capitolo 1: Amore.

 

Una settimana dopo mi ripresentai. Fu un pomeriggio molto tranquillo. Kagome era seduta accanto a me con dei fiori tra le mani.
“ non sono belli?” mi chiese sorridendo.
“ tks…” soffiai scettico. Lei rise divertita dalla mia reazione. Le cadde quel fiore di colore rossastro dalle mani. Nel modo di prenderlo però sfiorò la mia mano.
“ Ah! Sc-Scusa!” il suo viso si arrossì e il suo cuore iniziò a battere velocemente. Il suo volto lasciò trasparire la sua preoccupazione eppure stranamente non mi dispiacque per nulla.  Non le risposi nemmeno, non vi fu nulla da dire. Fu sciocco da parte sua scusarsi. ‘ ‘ Poco tempo prima sei stata tu a prendere la mia mano’ pensai osservando la sua figura. ‘ perchè adesso ti stai scusando?’ non capii cose le stesse prendendo tutto ad un tratto. ‘ il rossore’ pensai mentre quel che mi spiegò chiamarsi cuore batté sempre più rumorosamente. Quel suono  iniziò a piacermi sempre più. “ ieri “ scostai il mio sguardo “ avete nominato un sentimente chiamato amore” osservai l’orizzonte.
“ a-amore?” chiese abbastanza confusa. Riportai lo sguardo su di lei ma repentinamente lo portò alla sua destra. I suoi comportamente strani catturarono la mia attenzione.
“ non ricordi?” domandai cercando i suoi occhi.
“ ma certo che si!” con tono più alto e sgraziato riportò il suo viso verso di me. “ cof cof” tossì per poi “ amore…. be…” incrociò le braccia davanti a sé. “ possiamo dire che esistono diverse categorie di amore però “ guardò in alto. “ sicuramente l’amore è l’opposto dell’odio “ cercò di spiegarmi con i suoi soliti modi da maestrina. “ questo sentimento lo posso provare per i fiori, per gli animali, per la musica o anche per….” le sue guance si scaldarono “ per una persona “ chinò il capo. “ ad esempio “ rise fragorosamente “ io posso amare questi fiori “ me li porse. “ si intende il fatto che mi piaccia moltissimo , hai capito?“ domandò interdetta “ ad esempio tu ami “ mi indicò “ sentire il sangue dei tuoi nemici scorrere tra i tuoi artigli “ fu un ottimo esempio.
“ amore inteso come provare gioia? “ associai semplicemente.
“ esattamente “ mi sorrise piacevolmente sorpresa.
“ con ciò “ cercai di comprendere “ un essere umano prova una gioia per un’altro essere definendo questo come amore?” chiesi gelidamente.
“ non è solo questo “ si portò una mano nel petto “ è molto di più “ soffiò scuotendo il capo “ è vedere una persona e non vederne più altre “ chiese gli occhi semplicemente “ Non è solo gioia è qualcosa che ti scalda dentro “ li riaprì “ anche solo guardandola” i suoi maledetti occhi rifletterono i miei “ il tuo cuore “ strinse la sua casacca bianca “ esplode “ quel suo cuore prese un nuovo ritmo “ senti come se voglia uscirti dal petto “ mi persi nelle sue parole. “ l’amore di cui sto parlando Sesshomaru è L’amore con la A maiuscola quello che una volto che sboccia invade tutto te stesso “ la sua iniziò a tremare senza una vera ragione.  “ molti filosofi del continente lo associa alla schiavitù” non riuscii a pensare a nulla “ perché esso ti consuma e ti sottomette ad un altro “concluse debolmente.
“ questo non dovrebbe essere un male?” domandai non comprendendo cosa stesse insinuando.
“ si può essere malati di amore” mi sorrise pacatamente quando improvvisamente si alzò “ devo andare adesso, è tardi “ si aggiustò il vestito. “ ti auguro una buona giornata Sesshomaru “ si chinò e corse via per la foresta.

‘ A-M-O-R-E’ quella parola non mi aveva lasciato per tutto il giorno. “ amore “ soffia distrendendomi nel mio letto. ‘ perchè è arrossiata?’ ripensai a Kagome. ‘ perchè quel cuore batteva?’ alzai una mano verso il tetto ‘ perchè mi è piaciuto quel suono?’ strinsi il pugno ‘ sembra che stesse per esplodere ‘ ripensai a quei momenti. ‘ quel rumore, non lo sentii nel petto di Izaioi? ‘ mi sedetti ‘ quanto lo odiavo quel suono ‘ ripensai a quei momenti. ‘ perchè con lei è diverso?’
“ mio signore è ancora sveglio?” la porta si aprì e una figura verdognola entrò.
“ Jacken” lo riconobbi.
“ la sto avvertendo in merito alla spedizione di domani” non ascoltai le sue parole. “ mio signore, mi sta ascoltando?” si avvicinò a me pian piano.
“ Gli esseri umani sono così stupidi “


 

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Capitolo 28
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2: Amore platonico


Due giorni dopo Kagome fu seduta accanto a me “ allora” prese la parola “ stavamo parlando di amore, no?” chiese la donna mentre la sue guance presero colore. Annuii semplicemente. “ l’amore si può dividere in tre forme “ continuò la femmina umana “affinità intellettuale cioè  Amore platonico “ i suoi occhi si spostarono sui i miei.
“ affinità di pensiero “ ripetei scettico.
“ ad  esempio  io e te pensiamo che tu fratello sia un grandissimo idiota” disse cambiando completamente espressione.
“ Inuyasha?” domandai non comprendendo cosa centrasse.
“ lasciamo perdere “ soffiò chinando il capo, la sua supponenza mi fece davvero indispettire.
‘ con chi crede di parlare’ pensai contenendo il mio fastidio.“ Rin” dissi spezzando il silenzio.
“ Rin?” chiese la giovane donna incuriosita.
“ credo che ne converrete con me di desiderare solo il meglio per quella bambina” la guardai dritto negli occhi aspettando una sua qualche reazione sciocca e senza senso.
“ ma s-Si” avvampò “ c-certo!” si grattò la nuca nervosamente. “ che stupida “ non osò guardarmi negli occhi.
“ oppure “ proseguii giocando  con le sue reazioni “ che il diritto di vivere non debba essere concesso a chi non abbia onore” i suoi occhi si posarono su di me per qualche secondo incuriosita.
“ che intendi?” chiese per poi portare suoi occhi nocciola alle sue mani tremanti.
“ abusare del proprio potere per proprio egoismo “ rimembrai nella mia mente il ricordo di quei bastardi che tentarono di possedere il suo corpo. Altro disgusto mi salì alla gola.
“ Sesshomaru “ Kagome fu catturata dalla mia persona. “ oppure….” accenno un sorriso. “ l’aver perso entrambi un padre… “ sussurrò “ ci rende in qualche modo simili,  non credi?” domandò spezzando il mio disgusto. “ sai “ rialzò il capo e guardò il cielo “ è morto davanti ai miei occhi “ i suoi occhi divennero improvvisamente vitrei. “ non ho potuto fare nulla per lui “ caddero alcune lacrime dal suo volto. Qualcosa dentro petto fece male, malissimo.
“ non è stata colpa vostra, miko “ dissi senza pensare.
“ ma io “ cercò di dirmi ma.
“ NON LO è STATA” ribattei con forza.
“ Sesshomaru…” quel viso privo di ogni cosa mi fece agire istintivamente. Poggiai una mano sopra la sua fronte. Odiavo il suono dei suoi lamenti. Odiavo lei in tutto il suo essere. La mia mano scese ai suoi occhi ed asciugai le sue lacrime. Quando i suoi occhi privi di luce parlarono con i miei, un battito risuonò dentro il mio petto.  Mi alzai subito dopo. “ vai di già?”
“ si “ gli diedi le spalle.
“ capisco “ portò la sua mano al petto. “ grazie per quello che hai detto” concluse.
“ Ricordati del nostro patto, donna.”severamente me ne andai via di lì.
“ si…”

Quella sera a palazzo i miei generali decisero di dare una festa. Quei demoni parlavano la mia mente fu ben altrove quella notte.
‘Kagome’ pensai nel silenzio delle mie stanze. Da qualche tempo la sua presenza nella mente era diventata fissa. ‘ affinità di pensiero’ mi chiesi guardando il giardino mentre quelle belve danzavano ‘ davvero io e te la pensiamo allo stesso modo?’ chiesi tra me e me.
“ figlio va tutto bene?” chiese mia madre alzandosi al suo regale posto a sedere raggiungendomi vicino alla finestra.
“ non è nulla” scostante gli diedi le spalle.
“ anche tuo padre era sempre perso nei suoi pensieri “ mi trafisse con i suoi occhi dorati mia madre. “ chissà cosa pensava il grande generale cane “ mi guardò con immonda severità.
“ Io non sono mio padre” scoppiai accorciando la distanza tra noi due. Se non avessimo avuto alcun legame di sangue l’avrei uccisa.
“ i vedo nei tuoi occhi il tormento “ prese il mio viso con forza “ se prima era solo un sospetto adesso ne ho la certezza “ quella lurida vegera maledetta. “ credi che non conosca mio figlio?” chiese divertita. “ godi la festa “ mi sorrise acidamente. “ ahahahah forza altro cibo” esclamò quella fottuta bastarda. Che avesse davvero capito che c’entrasse un essere umano?
Mia madre non era stupida di certo. Cosa stava tramando? una vendetta?
“ mio signore?” chiese Jacken mettendosi al mio fianco.
“ preparami un bagno “ gli ordinai.
“ come desiderate” rispose senza dire altro.

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Capitolo 29
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3: Attrazione incontrollabile. 



Camminai in mezzo alla foresta. D’un tratto dall’alto del cielo iniziò a piovere. Proprio mentre i miei occhi furono catturati dalla sottile nebbia delle acque sentii l’odore di Kagome. Mi domandai cosa ci facesse da quelle parti. Mi diressi da lei pochi passi più tardi un odore metallico e dolce investì i miei sensi. Avrei riconosciuto quel sangue tra mille.
“ Kagome “ invocando il suo nome mi mossi più velocemente possibile, attraversando alberi, colline e macigni. Balzando da uno di essi finalmente la vidi. Vicino ad un lago piangere sotto quella pioggia divenuta torrenziale.  Indossando quel suo kimono da miko“ Kagome… “ non mi rispose. Qualcosa mi si gelò dentro. Sotto di sè un enorme macchia di sangue macchiò l’erba. Voltandosi con lentezza i suoi occhi si scontrarono contro i miei.
“ Sesshomaru” mi chiamò dalla sua bocca piena di sangue. Perse l’equilibrio ed io la presi al volo.
‘ chi ti ha fatto questo?’ pensai sentendo il petto bruciarmi come non mai. ‘ chi?’ non capii come fosse potuto accadere, chi la voleva morta? e perchè? Forse ma madre? forse i miei nemici? chi , chi poteva volerla morta? Qualcosa dentro il mio petto iniziò a esplodere, disgusto, sgomento, frustrazione, rabbia un solo attimo. La strinsi al mio petto come non mai. Il rumore della pioggia pian piano cessò.  Sorreggendosi a me cercò i miei occhi. I nostri visi furono vici così come i nostri corpi.
“ Perchè sei qui?” chiese tremando mentre vedevo fuggire dai suoi occhi la vita. “ dovresti essere altrove “ mi avvertì. Strinsi la sua mano nella mia senza pensare.
“ Sono dove dovrei essere invece “ il suo viso candido riprese colore.
“ cosa stai dicendo?” domandò non capendo. La presi con me e la portai altrove.  “ Dove mi stai portando?” chiese confusa.
“ non morirai “ mi diressi verso il primo villaggio di umani che trovai.  Fu disabitato.
“ Fermati..” soffiò stanca mentre la feci stendere per terra. Avevo assistito alle tante medicazione di Rin da poterne fare una io stesso. Così decisi di farlo strappai il mio Yukata e iniziai a sfilargli il suo . “ FERMO!” urlò lei avvampando come non mai. “ non puoi farlo” guardò alla suo destra nonostante la ferita sanguinasse ancora. Nonostante la sua riluttanza riuscii nel mio intento. Le sfilai la veste. Non osò fare nulla. Immobile e con il viso rosso come il fuoco mi fece fare. Fu lì che notai che la ferita le avesse squarciato irrimediabilmente il petto mostrandomi quel suo cuore pulsante sputare sangue ad ogni battito. “ non dovresti giocare con un cuore ferito, demone “ la sua voce divenne improvvisamente priva di ogni emozione. “ e adesso che lo hai visto, cosa ne farai?” rivolse i suoi occhi verso di me, calma come se tutto fosse cambiato. “ lo butterai via?” in quel momento mi sentii mancare.  Una mia mano si spostò alla sua guancia. Kagome non ebbe più paura di me.
“ mi credi così stupido?” la ammonii.  I suoi occhi divennero vitrei tutto ad un tratto.  Il suo cuore iniziò a pulsare sempre più forte. Distesa sotto di me decisi di  spingermi oltre. Avvicinai il mio viso al suo pericolosamente. “ Kagome…” forse fu il dolce profumo del suo sangue o forse il martellante suono del suo cuore a stordirmi completamente. Unii le mie labbra con le sue. Lei non oppose la minima resistenza.  Un bacio, due, tre non ricordo bene solo che poco tempo dopo fu nuda sotto di me. Solo i suoi capelli corvini coprivano le sue nudità. Un alone di paura e lussuria si dipinsero sul suo bel volto casto e puro. Bloccai i suoi polsi contro il pavimento. Stava aspettando una mia mossa. Una sola e sarebbe stata mia. Un nuovo fuoco arse dentro di me. Stordito e tremante mi spinsi oltre. Decisi di farlo senza nemmeno riflettere.  La presi la resi mia. Dopo che feci l’irreparabile mi svegliai nel mio letto. ‘ è stato solo un sogno?’ pensai non mi successe mai una cosa del genere. Disgustoso.
“ Buon Giorno Padrone” Jacken cercò di entrare.
“ ESCI IMMEDIATAMENTE!” gli urlai contro.
“ SI SIGNORE” chiuse la porta di botto.
‘ cosa cazzo mi sta succedendo?’ imprecai tra me e me. Da quella notte in poi non riuscii più a reprimere l’attrazione nei confronti di Kagome.

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4 Passione.


Mentre quella umana parlò di amore fui più guardingo. Fu evidente che mi avesse scagliato contro una sorta di maleficio. La mia mente e il mio corpo furono ossessionati da lei, fu evidente.
Seduti l’uno accanta all’altro separati ormai da solo un palmo di distanza.
“ Sai oggi è stato molto divertente” sghignazzò felicemente. “ il maestro..” iniziò a raccontare una assurda storia di come quel vecchio avesse dimenticato un oggetto cerimoniale. La cosa che mi colpì non fu tanto il fatto che lei volesse condividere quelle sue stupidi disavventure ma… che mi interessasse.
“ umani “ commentai senza darle troppo peso.
“ già “ rise sonoramente fin quando non notò dietro di me qualcosa.  “ guarda è rosso “ me lo porse per farmelo vedere. “ come la passione…” soffiò rivolgendomi i suoi occhi. “ non esiste amore senza passione “ concluse.
“ passione?” non capii che cosa intendesse.
“  La passione è un sentimento impetuoso, basato sui piaceri procurati dai sensi umani e che può impedire il controllo della ragione.” cercò di spiegarmi “ più concretamente è quella forte attrazione che una persona prova verso un’altra “ rivolse lo sguardo al fiore “ Vi è un desiderio ardente e con la complicità di una forza dentro di noi essa investe in modo violento e indiscriminato l’altro” le sue guance presero colore  “ la passione può essere anche interpretato come amore violento e sensuale.” tutto il suo viso divenne rosso tanto quanto quel fiore mentre io nella mia estrema ignoranza compresi di finalmente di cosa stesse trattando. Me ne stupii mai avrei pensato che una persona come Kagome si lasciasse andare parlando di cose del genere. Eppure decisi di giocare al suo gioco.
“ state alludendo all'essere posseduta carnalmente ?" misi il dito nella piaga.
" sto parlando di avere dei figli !" Mi urló controllo " be quando si ama una persona è naturale  volere dei figli da lei o lui " distolse lo sguardo immediatamente. Fu molto agitata.
" quindi vuoi essere umani basate la scelta di avere dei figli con un uomo tramite i sentimenti?" Ci mancó poco che scoppiassi a riderle in faccia. Che cosa stupida e senza senso.
" Be, si " mi rispose lei confusa " credo che sia più appagante per un essere umano " mi spiegò " anche se spesso non accade..' il suo viso cambió nuovamente mostrandomi altro.
" quindi per voi umani , accoppiarsi è qualcosa di sentimentale ? ." Chiesi incuriosito.
"non sempre " scosse il capo. “ avvolte anche politico “ concluse tristemente. “Come per te no? “ improvvisamente si raccomitolò sulle sue stesse gambe “ penso che un essere come te abbia già una donna predestinata ad essere la tua futura sposa " uno sguardo freddo e senza espressione mi trafisse.  
“ Affatto “ ribattei  istintivamente " per volere di mio padre, sarò io stesso a decidere la donna da destinare ad essere il mio compagno di vita se è questo che intendete per futura sposa " cercai una qualche reazione ma nulla.
" per voi demoni non esiste il matrimonio?" sembrò in un momento quasi un demone.
" noi demoni leghiamo il nostro essere con un altro “ le mostrai il mio polso sinistro “ quel marchio indelebile da a quell’unica femmina il diritto di portare i figli di quel demone " le spiegai "  scegliere un compagno debole equivale ad avere dei discendenti altrettanto deboli “ i suoi occhi castani mi scrutarono come se non mi credesse “ la scelta di un compagno è vitale per una casata demoniaca " Lei fece uno strano sorriso.
" Come per tutti gli animali  " disse lei alzando lo sguardo al cielo. " ho capito di cosa parli " guardò di fronte a sè. Un silenzio innaturale cadde tra noi due. “ il sangue…” soffiò infine.
“ ti legherai di certo con un tuo consanguineo per la purezza del sangue "  concluse tristemente.
“ non necessariamente “ dissi cercando avidamente i suoi occhi. ‘ che ti prende, miko?’ pensai impaziente di una sua risposta.
" sono più sicura che quella demonessa sarà più che fortunata ad avere uno come te accanto a lei" Kagome si alzò di colpo spezzando i miei pensieri. “ ahahaha, scusami ma si è fatto tardi “ Quel sorriso, non fu un vero sorriso.
“ Miko “ la richiamai all’ordine.
“ bene, ci vediamo Sesshomaru” se nè andò via lasciando cadere quel fiore per terra. Insospettito la vidi andare via. Mi chiesi cosa le fosse successo quando poi presi quel fiore ancora pregno del suo odore.
‘ Kagome…’ pensia cercando ci capire perchè fosse fuggita in quel modo. Un rumore alle mie spalle attirò la mia attenzione. Qualcuno ci aveva visto? ma chi? e perchè?

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Capitolo 31
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5 : Attrazione


In quei ultimo giorni di estate decisi di rimanere più tempo al castello di famiglia. Una settimana e sarei partito verso la conquista delle ultime terre. Il pensiero di quel ricordo di Kagome fuggire da me in quel mondo mi tormentò.  Fu notte quando uscii finito, dovevo vederla e capire.
“ Padrone dove andate?” Jacken mi chiese.
“ tornerò presto “ gli spiegai dandogli le spalle.
“ si…” chinò il capo preoccupato.  “ le ho preparato Ah-Houn per il suo viaggio “ mi disse quello stupido ranocchio. “ fate attenzione, vi prego “  mi chiese chinando il capo.
Andai in direzione del tempio senza perdere tempo.
“ Sta qui “ ordinai al drago che si sdraiò vicino ad un albero. Sentii il suo odore stranamente vicino una fonte d’acqua. La trovai finalmente ma con mia estrema sorpresa fu intenta a sguazzare nella fonte d’acqua. ‘ cosa sta facendo?’ non capii perchè a quell’ora della sera fare una cosa del genere. Uscendo dall’acqua si sedette su di un bordo mostrando le sue forme umane disgustose. Quelle onde indomabili le coprirono la schiena bianca. Mi chiesi se lei sapesse che fossi lì o meno. Come un ladro guardai cosa facesse.
“ pure l’acqua è calda, maledizione “ imprecò chinando il capo distrattamente. “ ma un bagno ci voleva con questa afa “ sussurrò per poi distendersi e guardare il cielo.  “ dove sarai andato …” chiese al cielo. Espirando chiuse gli occhi. “ Kagome smettila” si alzò tempo dopo repentinamente “ NON è UN PROBLEMA TUO!” urlò all’improvviso dandosi delle pacche sulle guance.  “ avrà avuto da fare, insomma “ scosse il capo per poi..” ma che sto dicendo “ disse priva di forze. Rientrò in acqua poi ne uscì definitivamente. In piedi vicino alla sponda la osservai ma non capii perchè certi esseri fossero attratti da quel corpo da essere umano. Quello sguardo malinconico però attirò la mia attenzione.
‘ a che stai pensando ?’ raccolse i suoi vestiti da sacerdotessa e si vestì. Legò i suoi capelli lunghi in una treccia. Come un assassino la seguii furtivo ma lei invece di dirigersi al tempo, andò al campo dove si tenevano le nostre lezioni. Avrei dovuto ucciderla. L’alba sorse.
“ da quando il re di queste terre si diverte a seguire uno stupido essere umano?” chiese dandomi la spalle. Se ne accorse cogliendomi di sorpresa. Il vento fece ondeggiare i suoi capelli corvini.
“ perchè vagate da sola la notte?” domandai a mia volta uscendo dal mio nascondiglio.
“ hai ragione “ mi sorrise divertita.  Si sedette e mi fece cenno di sedersi accanto a me. " su forza siediti, no?"  mi sedetti senza protestare. " non è bella alba?" chiese lei. " sono davvero felice che sei venuto oggi " disse lei arrossendo e guardando alla sua sinistra.
' perchè stai arrossendo così e il tuo cuore ha preso un nuovo ritmo? ' pensai incuriosito. La miko voltò il suo viso verso di me. Fui stanco, volli una risposta e non me ne sarai andato senza di essa. " per quale ragione le vostre guance adesso sono rosse come il fuoco?" chiesi sfiorando con il dorso della mia mano la sua guancia destra. Il suo cuore cominciò a  battere fortissimo.
" io... be..." le sue iridi tremarono " ... non è nulla..."  toccandosi il cuore abbassò appena il capo non tentativo di sfuggirmi.
‘ sta volta non mi sfuggirai ‘ pensai tra me e me. " il vostro cuore batte fortissimo adesso.." Sentii il petto scaldarsi improvvisamente quando presi il suo polso e avvicinai il mio viso verso suo.
Lei si voltò di scatto verso la sua destra.  " imbarazzo!” urlò “ mi-mi fai provare imbarazzo tutto qui..." chiuse gli occhi tremando come una foglia.
'imbarazzo...' pensai insospettito ' questo tuo maledetto odore’ non so cosa mi prese  ma il mio corpo reagì a lei ‘ mi...mi….’ sentii improvvisamente un caldo infernale. Lasciai il suo polso. Il mio cervello si spense per un attimo o forse più.
" Sesshomaru?" chiese tremante avvicinandosi a me a sua volta. “ il tuo viso….”  quei suoi maledetti occhi castani. La sua dita sfiorarono la mia guancia. La mia coda prese ad ondeggiare senza il mio volere.
‘ Kagome ‘ tutto mi sembrò in lei bellissimo. Il suo odore mi mancò in quei giorni maledettamente. Chiusi gli occhi per qualche istante assaporando quel contatto maledetto. Non fu il periodo degli amori ma iniziai a desiderare, senza un perché, che il suo corpo si avvolgesse a me.
“ io..” sussurrò incuriosita. “ dove sei stato?” domandò preoccupata. Quando riaprii i miei occhi
' non riesco più  a trattenermi ' pensai per poi posare  le mie labbra sulle sue repentinamente. Nel mio intero essere qualcosa esplose. Il mio desiderio di contatto represso finalmente trovò libero sfogo.  Nicchiò la femmina umana appoggiò le sue mani al mia armatura. I suoi occhi spaventati e pieni di orrore pian piano si chiusero insieme i miei. Il suo corpo inizialmente rigido come la pietra grezza iniziò a rilassarsi Si abbandonò a quelle sensazioni tanto quanto me. Mi staccai dalle sue labbra per poi riprendere con più fogo. Assaporare la sua lingua e lei la mia. L’umana mi buttòle braccia al collo strigendomi a sé nel silenzio di quella mattina appena iniziata. Giocammo con le nostre lingue senza nemmeno rendercene conto. Tutto si fermò non ci fu nulla oltre noi al mondo. Quel suo cuore donò il ritmo ai nostre baci pieni di lussuria e bisogno l’uno dell’altro. Ci allontanammo ansimanti e stanchi non so quanto tempo dopo. Lei mie mani caddero ai suoi fianchi. Le sue mani si poggiarono alla mia armatura nel vano tentativo di creare distanza tra noi due. Nei occhi vidi il mio riflesso disgustoso.  Finalmente compreso cosa avessi fatto. Mi alzai in preda all’orrore. ‘ è un essere umano’ quel pensiero mi trafisse la mente. ‘ tu non sei come tuo padre ‘ mi sentii morire dentro.
“ Sesshomaru..” chiese lei mentre la spinsi via da me. “ Sesshomaru!” Mi allontanai da lei pieno di disgusto e orrore.
“ STA LONTANA DA ME!” gli urlai contro pieno di rabbia. ‘ maledetta femmina umana…’ gridai nella mia mente scappando via da lei che iniziò a piangere disperatamente. Una profonda vergogna mi divorò dentro. ‘ come sei riuscito a cadere così in basso?’ arrivai da Ah-Houn. Tonai al castello.  ' quel suo odore mi ha fatto perdere la testa! ‘ toccai le mie labbra ‘che ho fatto?' mi chiesi dando un colpo al muro ' mi sono comportato come un bambino!’ mi rimproverai ‘ la devo smettere...' poggiai la mia fronte al muro ' anche se ciò che ho sentito è stata la cosa più appagante della mia vita..' chiusi gli occhi disgustato da me stesso.
“ padrone… la prego si calmi!” Jacken cercò di dirmi.
‘ cosa mi ha fatto? questo non sono io…’ gridai a me stesso ' che sia una malattia la mia?' mi chiesi ridendo di me stesso.
“ Padron Sesshomaru, cosa è successo la prego!” cercò di farmi parlare “ padrone ma state ridendo?” mi chiese inorridito.
‘ sono un idiota ‘ risi sonoramente ‘ è questo che hai provato per Izaioi? ‘ domani a me stesso. ‘ ma non farò il tuo stesso errore ‘ Ghignai piano di rabbia. “ Jacken, andiamo” gli ordinai “ chiamali tutti partiremo 2 giorni “
“ si signore !” piagnucolò il rospo.

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Capitolo 32
*** Capitolo 6 ***


Capitolob 6 : La guerra. 

 

Il mio tempo si concluse. Quello sarebbe stato l’ultimo giorno in cui sarei rimasto al castello, la mattina sarei partito e si sarebbe deciso il mio e il destino dei miei uomini.
Osservai l’alba in silenzio, ebbi solo per la testa quel bacio dato alla femmina di mio fratello. Fu bello ma allo stesso tempo segnò di una condanna. Mi spinsi troppo oltre. Chiesi a me stesso più e più volte se sarebbe stato giusto rivederla e darle una spiegazione per quel mio gesto. E dopo molti dubbi mi alzai dal mio letto.
Se sarei morto almeno non mi sarei portato alcun rimpianto. Rivivetti davanti durante il mio tragitto i mesi trascorsi insieme.: le sue risate, i suoi occhi, i suoi gesti e i suoi sorrisi pieni di calore. Quando arrivai fu il pomeriggio. A quell’ora non si sarebbe dovuta essere lì eppure.
“ Sesshomaru ”sentii la sua voce chiamarmi. Fu lì seduta in quel prato con le spalle volte verse di me. “ Sesshomaru!!!” corse e stringendomi a sé pianse a dirotto. Non capii che avesse né perché lo avesse fatto. Pensai che mi avrebbe odiato e invece no. Lentamente presi le sue braccia “ sei qui! “ singhiozzò portando il viso verso di me. Non capii davvero a cosa si riferisse. Pensai che le fosse successo qualcosa di grave al tempio. Poggiai una mano sul suo viso e la strinsi a me. Mi sentii strano, volli sapere chi o cosa l’avesse fatta piangere in un modo tanto disperato.  Vederla in quella stato mi distrugge dentro “ dimmi è vero quello che dicono? “ domandò prendendomi la veste sotto l’armatura “ è vero che partirai per una grande guerra?” proseguì tremando come una foglia. Sicuramente la voce si sparse in fretta.
“ Si “ chiusi gli occhi lasciandola andare. Fu io a farla piangere.
“ e perchè non me lo hai mai detto !?” esclamò piena di rabbia.
‘Perché avrei dovuto?’ pensai amaramente ‘ il nostro patto consisteva solo d’insegnarmi qualcosa, nulla di più di quello’ osservai il suo volto rigato dalle lacrime.
“ perchè non mi hai detto che domani partirai… e che potresti perdere la vita. “ chinando il capo si nascose il viso tra le mani. “ perchè Sesshomaru…?” si appoggiò al mio petto.
‘ a che scopo!’ urlai a me stesso. Volli stringerla a me, volli dirle quello che pensai, volli persino chiederle perdono. ‘ staccati da me e va via!’ esclamai sfinito stringendo i pugni.
“ perchè…? “ sussurrò priva di ogni forza. Tristezza, gli provocai solo tristezza. Non lo sopportai , non lo meritò , non meritò di soffrire in quel modo per colpa mia.
Mi trattenni fino al mio limite ma poi scoppiai. “ Miko” la strinsi così forte da farle mancare il respiro.
“ Sesshomaru…” le sue braccia mi avvolsero i fianchi tremando.
“ sapete quanto me chi avete davanti” soffiai severo tenendo stretta tra le mani la sua nuca.
“ e se morissi?” domandò lei “ non hai paura di morire?” disse d’un fiato “ e io che cosa farei se tu morissi!?” diede un pugno nella mia armatura sprigionando la sua forza spirituale.  “ ci hai mai pensato per un momento?!” la sua voce rimbombò per tutta la foresta quasi sforandomi i timpani.
‘ c-cosa?’pensai stupito come non mai ‘ che cosa vuoi dire?’ finalmente rividi il suo volto arrossato.
“ Sai quanto me c-che…” ansimò “ in questa battaglia loro mireranno a eliminarti con ogni mezzo. E per quanto tu sia forte, questa volta, potresti anche morire “ una lacrima cadde dai suoi occhi castani. “ ti prego “ mi supplicò “ ti prego non voglio vedere anche il tuo corpo avvolte dalle fiamme” mi accarezzò il volto. “ ho già visto mio padre bruciato da quelle fiamme maledette...Non voglio vedere anche te lì..” la sua mano scivolò via.
“ Kagome..” dissi il suo nome senza accorgermene.
“ Ti prego promettimi che non morirai “ fece un passo indietro “ promettimelo “  non osò guardarmi negli occhi. Lei sapeva che avrei mantenuto la promessa a qualsiasi costo. Il petto mi bruciò. Spinto dall’istinto mi avvicinai a lei e la baciai . Non so bene perchè lo feci ma la sua dolcezza mi  distrusse. Baciai le labbra della prima donna nella mia esistenza che pianse per me. Della mia eterna vita non mi importò mai molto. Sapevo però sarei morto per mano di un altro combattendo fino all’ultimo, tenendo alto il mio onore di demone. Avrei accettato di rendere la mia vita al vincitore con mia eterna gioia ma lei. Lei sarebbe stata davvero l’unica a piangere le sue lacrime per la mia morte? Prima volta, anche io, il potente Sesshomaru , ebbe paura di combattere una battaglia. Kagome mi chiese di non andare, di non dare la vita per il potere ma di vivere un altro giorno insieme alla sua compagnia. Mi supplicò di vedere ancora una volta un sorriso e di sentire nel mio petto vuoto il calore dei suoi sentimenti così asfissianti.

 

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Capitolo 33
*** Parte settima: capitolo 1 ***


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Author notes:

Attenzione nel seguente capitolo ci sono scene di sesso esplicite.

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Capitolo 1 : Promessa. 31 agosto

 

Quel bacio divenne sempre più profondo e appassionato. Dopo il misfatto cercai di rinsalire ma lei mi buttò le braccia al collo e mi baciò a sua volta Con foga. Persi la ragione.  La baciai sempre più avidamente. Assaggiai la sua lingua e lei la mia con gioia. Non volli staccarmi da lei, volli il suo corpo, la sua anima, tutto quello che ebbe da darmi volli fosse mio. Kagome non si ritrasse nemmeno per un istante, credo che impazzí tanto quanto me. Strinsi i suoi fianchi contro i miei. Persi la testa. Ansiamanti ci staccammo per riprendere fiato. Il suo kimono si allentò tanto che intravidi il suo petto. Le sue guance furono rosse come il fuoco che arse dentro di me. Nei suoi occhi vedi solo il mio riflesso.
‘ sei un essere celeste ‘ pensai in quegli istanti infiniti.
“ Sesshomaru…” ansimando disse il mio nome. “ perchè lo hai fatto?” distolse lo sguardo imbarazzata e mortificata.
“ vuoi che torni da te, giusto?” chiesi avvicinando il suo volto al mio. “ e cosa mi daresti in cambio?”  Le parole uscirono da sole.
“ c-che cosa v-vuoi?” domandò lei con il suo cuore impazzito.
“ voglio te” sussurrai al suo orecchio.  “ Anche fosse un'unica volta … “
“ Sesshomaru…” i suoi occhi si spalancarono in stato di Shock. Il suo viso divenne tutto rosso e il suo cuore si fermò. “ m-me?” sussurrò incredula. “ Cosa stai dicendo !?” Mi spinse via con le sue mani tremando come una foglia spinta dal vento. Forse fui troppo brutale, forse fui troppo diretto ma dissi il vero. “ io S-Sono la..” Volli lei a tutti i costi e non mi sarei fermato per così poco. “ io amo I-Inuyasha...” Mi avvicinai a lei. Furono solo delle scuse e lo sappe anche lei. “ f-f-fermati … “indietreggiò chiedendo con le sue lacrime pietà. Fu ben presto con le spalle contro un albero“ n-no..” il suo cuore batté sempre più forte. “ti p-prego…” chiuse gli occhi trattenendo il fiato. Aspettò che facessi la mia mossa.  La baciai nuovamente facendole impazzire il suo cuore come non mai. “ Sesshomaru…non lo fare“ disse il mio nome fino a che non accettò il volere di entrambi. Si lasciò trasportare da quelle sensazioni piacevoli. Senza fiato mi staccai dalle sue labbra e desiderai il suo corpo come non mai. I suoi occhi furono come il sole, lucenti e grandi. D’un tratto la donna avvicinò una sua mano al mio volto. “ Non dovremmo farlo ” poggiò le sue dita sulla mia guancia. “ questo è uno sbaglio” chiusi gli occhi assaporando il tepore delle sue piccole mani “ un grosso sbaglio …” anche se con lentezza mi portò alla sua bocca così dolce e morbida. Avvolsi le mie braccia tutto intorno al suo corpo. Seppi perfettamente quanto fosse sbagliato, folle e stupido ma dovevo farlo. Quella sarebbe potuta essere l’ultima volta in cui avrei sentito: il suo odore, la sua voce, le sue mani sul mio volto ed il suo cuore scalpitare in mia presenza.  Se fosse stato il nostro ultimo incontro allora volli ardentemente essere colui che l’avrebbe resa una donna così da restare per sempre nei suoi ricordi. Fui a conoscenza del suo dolore. Il suo corpo reclamò con impeto di non lasciarla andare per nessuna ragione al mondo mentre la sua anima supplicò asilo per via dell’amore che provò ancora per Inuyasha. Repulsione e attrazione nello stesso istante. Due forze contrapposte che lottarono dentro quel cuore così vivo e pulsante. Logica contro sentimento, amore contro istinto, desiderio contro moralità. Durante quel contatto così intenso le nostre due energie si respinsero obbligandoci a sciogliere quel bacio. Kagome si aggiustò la veste ansimante e impaurita. La mia e la sua natura furono eccessivamente contrastanti. La mia furia avrebbe potuto schiacciare il suo spirito e viceversa. Mi sentii sconfitto e mi allontanai da lei. Per quanto io avrei voluto essere una cosa sola con lei vi fu qualcosa di molto più grande di noi che ci disse di stare lontani. Rompere quel tabù avrebbe significato segnare la propria condanna per l’eternità. Avrebbe significato macchiarsi del peccato più atroce tra le nostre due razze. Eppure a me non sarebbe importato, non mi sarebbe di certo importato fare la fine di mio padre quel giorno. Di essere maledetto dal fato. Le sensazioni che la miko mi donò valsero molto più di un titolo e del suo potere. Nonostante ciò Kagome non avrebbe mai tradito l’amore che ancora l’avrebbe legata al suo adorato Inuyasha. Quella maledetta verità mi distrusse dentro.  Annientato dalla realtà dei fatti mi allontanai dalla sua persona. Lasciai le sue braccia con riluttanza. Dovetti andare via prima di commettere un’altra follia. Mi voltai e feci per andare via. Quei minuti sembrarono ore ma poi una mano prese la mia con forza. “ P-portami via con t-te..” sentii quel flebile sussurro. Incredulo tornai alla sua persona. Con gli occhi chiusi si gettò contro la mia armatura. I suoi lunghi capelli neri presero il volo mentre quel calore devastante invase anche il corpo. “ Sesshomaru” Accettò, accettò la mia proposta. Accarezzai la sua nuca come fosse un miraggio ma non lo fu. Senza perdere altro tempo la presi tra le mie braccia. Il suo cuore fu in tumulto. Il volto di Kagome, rosso come il fuoco, fu nascosto dalla frangetta. Le sue mani strinsero la mia armatura con forza. Ebbe paura, paura di me, paura di quello che feci. Decisi di portala nella grotta dove giurai di ucciderla. La feci scendere. Ferma immobile fu lì che osservò quella cavità buia e inospitale. Strinse le sue stesse dita con forza. Sarebbe potuta essere l’ultima volta in cui saremmo stati insieme. Sentii di nuovo quella stretta allo stomaco. Accontentò il desiderio di un condannato a morte. Con estrema lentezza lei si voltò. Mossi un passo verso di lei. Fummo vicini l’una all’altra. Presi le sue mani nelle mie. Pian piano lei alzò il suo viso. I suoi occhi furono così spaventati ma non avrei fatto nulla che lei non volesse. Presi una sua guancia e poi la strinsi forte tra le mie braccia teso come una corda di liuto. Non vi furono parole , non vi fu nulla da dire . Volli stare insieme a lei, volli che lei non avesse paura di me, volli che lei lo desiderasse tanto quando me.“ S-sesshomaru “ contraccambio e poi ci baciamo. Le nostre lingue danzarono l’una con l’altra. “ ah…” gemette mentre la obbligai a starmi sempre  più vicino. Mi tolsi l’armatura mentre lei non riuscì più a staccarsi dalla mia bocca. Sembrò essere felice di poter toccare il mio ampio petto. Tra una carezza e l’altra mi tolsi la parte superiore del mio vestito. “ Sesshomaru..” strinsi il suo polso. Il suo odore fu sempre più dolce e penetrante. La spinsi contro la parete di roccia mentre lei mi buttò in risposta le braccia al collo. “ Sesshomaru…!” gli leccai il collo ma poi il mio sguardo fu catturato dal suo petto. “ p-piano...” afferrai il seno con le mani prendendo un ritmo regolare“ N-No…” si morse le labbra arrendendosi al mio volere. Ripresi le sue labbra e lei mi fece fare sfinita. Le nostre lingue non smisero di duellare presi dal ritmo celato del suo cuore. Mi sfilai le spade e le buttai da qualche parte. I suoi occhi furono ardenti e pieni di desiderio. Tra le sue gambe trovai il luogo dove provenì quell’odore dolciastro. Volle, volle davvero quello che le feci. La mano affusolata di lei mi accarezzò il petto e risalì al mio volto.
“ Kagome” spinsi i suoi fianchi contro i miei. Le feci sentire istintivamente la mia eccitazione. La povera donna si fece scappare un lamento. Volli toccarla intimamente ma temetti che non volesse spingersi più in là. Tra un bacio e l’altro la spinsi per terra. Lei casta e pura, io un demone.  ‘ dovrei davvero farlo?’ la sentii tremare contro di me.’ dovrei davvero fare di te una donna?’ ci staccammo per riprendere fiato. La saliva unì ancora le nostre bocche piene di peccato. ‘ sei ancora in tempo per fermarti pazzo di un demone ‘il suo Yukata quasi del tutto sciolto. Tutto il suo corpo fu bollente. Chiese di essere posseduto da me, mi  supplicò e lo seppi. Mi sentii mancare il respiro quanto lei. Fu una visione stupenda.
“ Sesshomaru…” ansimando avvicinò una mano ai miei capelli e scostò una ciocca dal mio viso.  Mi chiesi perché lo avesse fatto ma poi la vidi fare un mezzo sorrisetto compiaciuto. “ adesso sei davvero tu…” le sue mani ricaddero accanto a sé senza forza. Fu un enigma, il mio enigma senza soluzione. Ripresi le sue labbra senza pensare. “ ah…” aprii il suo yukata. I suoi capelli neri sparsi ovunque, I suoi occhi furono solo per me.  La mia coda fu sullo sfondo ondeggiando di tanto in tanto. Volli ben fissare a mente quei momenti di totale follia. Pian piano la baciai e scesi giù sempre più giù. Arrivai lì in mezzo alle gambe. Sciolsi la fascia che resse i suoi pantaloni rossi. Gli strappai quell’ultimo pezzo di stoffa colore cremisi e poi vidi che avesse un pezzo di stoffa tra le sue gambe che nascondesse la sua femminilità.  Immediatamente lei mise una mano sopra quel pezzo di stoffa bianco. “ c-che fai?” mi chiese preoccupata. Del liquido colava dalle sue gambe. “ no, n-non farlo..” pian piano gli tolsi le mani e mi permise di leccare proprio quel punto. Provocandomi un immenso sorriso in volto continuai. “ Sesshomaru “ mi diede la conferma di quanto il suo corpo mi volesse per sé. Si trattenne ma la cosa le piacque molto.
' voglio che tu impazzisca per avermi ' pensai risalendo. Leccai il collo e poi la spalla. La spogliai lentamente del suo yukata. Tra quei sottili lamenti Kagome lottó strenuamente per non lasciarsi andare.  Passando le mie mani sotto il kiomono arrivai al suo seno. Vedendomi lei voltò il viso dalla parte opposta alla mia. Il suo viso arrossì sempre più. La sua mano fu stretta contro il terreno. Con la bocca scesi nuovamente verso il seno, lei fu immobile, il suo respiro si fece flebile. Ne presi uno e lo leccai.  Ci giocai con avidità e poi lo mordicchiai solo per il desiderio di sentila tremare dal piacere che le provocai. Feci per scendere una mano tra le sue gambe e sotto quel pezzo di stoffa. Proprio mentre succhiai avidamente entrai con due dita dentro di lei con lentezza trovandola: bagnata e bollente. Kagome gemette senza voce. Mi allontanai da lei, osservai il suo viso contratto dal piacere.  Con le lacrime agli occhi, saldamente chiusi, fu voltata ancora in quella direzione. Le unghie delle sue mani si conficcarono contro il terreno. Sorrisi divertito nel vederla così affabile. Osservai le mie dita con insistenza e godetti nel vedere quello che le faci. “ Ah “ Gemette la donna ignara mordendosi le labbra. Stanco decisi si stapparle di dosso quell'inutile pezzo di vestiario.



 

' così...' mi dissi sentendo la parte più profonda di me prendere il sopravvento.  Il mio naturale istinto di demone chiese il suo inestimabile compenso. Andai più veloce e in profondità. Lei gemette con gioia. ' grr... così miko..' sentii una voce dire dentro di me . Quello  squallido squittio aumentò.
" ahh, Sesshomaru!" Kagome evocò il mio nome. Sentii pian piano il mio controllo svanire. Più guardai la sua entrata e più quel che ne uscì aumentò. Fu affamato, volli assaggiare quel liquido dall’odore tanto invitante. Così uscii le mie dita, afferrai le sue gambe l’alzai tanto quanto bastò per potermene cibare.  Kagome si aggitò colta alla sprovvista. “ No, che fai !” Gemette con forza. “Ahh…. Ti prego… “ la sua voce tremolante mi supplicò di continuare. I suoi lamenti divennero sempre più acuti e regolari.
' Dammi tutto quello che hai ‘ pensò il mio Essere oramai  indiavolato.
Quando la miko cominciò a gridare che fosse arrivato il momento.
" ahh!! Oh Dio!" Furono le sue ultime parole prima che mi venisse in faccia. Quell'odore prennio di ormoni fu troppo per il mio sensibile olfatto. Mi sentii avvampare e come se fossi regredito alla mie vere sembianze leccai dolcemente la dove ci fosse quel nettare. La adagiai per terra mentre piccoli spasmi invasero il corpo della femmina umana. La baciai castamente. Kagome mi guardò dubbia  mentre iniziai a leccarle collo dolcemente. Preso dall’estasi non riuscii a capire più nulla nulla. Mordicchiai il lobo destro dell'orecchio. Ogni qual volta la mia eccitazione la sfiorasse la miko gemette. Mi allontanai da lei non smettendo di guardarla negli occhi. Fui al limite. Slacciai i miei pantaloni bianchi. Volli che lei lo vedesse. La femmina arrossí vistosamente e si nascose il viso dritto le mani. Gli presi il viso e lo portai al mio.
" Sesshomaru.." disse lei con voce tremante con quel viso completamente rosso.
" io vi voglio..."  accarezzai la sua entrata con me stesso . Kagome cercò di tenere gli occhi aperti." vi voglio ardentemente "  cominciai ad entrare dentro quella piccola cavitàm con me stesso. Le vennero le lacrime agli occhi in quel momento.." voglio la tua innocenza..." affermai afferrando i suoi fianchi scivolando lentamente dentro di lei. Pianse dal dolore in quel preciso istante.
“ Fa male !!” gridò dolorante “ Fa troppo male !!” cercò di togliere le mie mani dai suoi fianchi piangendo disperata.
“ K-Kagome“ quello fu il punto di non ritorno.
“ Fermo…” le sue mani risalirono per le braccia “ Fermati !”  sentii le sue unghia conficcarsi nella mia spalle. Il suo sangue uscì copioso così come le sue lacrime.  Sentii di star lacerando tutto e nonostante il suo sangue bruciasse il mio membro continuai. “ Mi Fai Male!” inarcò la sua schiena ” F-Fermo ti prego ...!!” travolta dalla disperazione mi supplicò di non andare oltre. Gememmo dal dolore insieme. Il suo potere spirituale mi avvolse. Il piacere che mi provocò non fu  paragonabile a nulla che avessi mai sentito. Dolore, piacere, voglia e bisogno nello stesso istante.
“K-Kagome ..” mi sentii mancare sentendo un violento dolore mai provato. Kagome pianse. Presi il suo viso rigato dalle lacrime. Soffrì per una mia decisione.
“Lasciami “ Nascose il viso dietro una mano nonostante non smettesse di piangere disperata.
Finalmente rinsalii “ Kagome… “ ansimai e stringendo il suo corpo così ardente mi feci consumare dal dolore insieme a lei ‘ che cosa ti ho fatto? ‘ fui così accecato dal bisogno che la feci soffrire.  Chiedere pietà non sarebbe diverto bastato a rimedire per quello che le feci. ‘ perdonami ‘ strinsi la sua nuca senza nemmeno riflettere. ‘ non dovevo farlo … ‘ mi resi conto della estrema follia che feci. Baciai la sua guancia e la strinsi a me nonostante il mio corpo bruciasse. ‘ non pi-piangere ‘ supplicai dentro di lei.
“ Sesshomaru… “ anche se non lentezza mi strinsi a se non trattenendosi più. Non avrei dovuto. Agii senza riflettere ma quando vidi i suoi occhi scontrarsi con i miei la baciai senza riflettere minimamente. Quel bacio fu ben voluto da entrambi e mentre strinse il mio volto quel dolore pian piano fu sostituito dal piacere. Presi una sua mano e stringendola della mia mi mossi. Assaggiai la sua lingua.
“ Kagome … “ asimai senza fiato quando staccammo le nostre labbra. Sorreggendomi sulle braccia Vidi la situazione. Vidi sotto di me la nostra unione incompleta. Mi si infiammò il petto al solo pensiero di averla fatta diventare la mia donna. Il suo volto si piegò dal dolore. Con molta lentezza mossi il bacino. Sembrò sentire il mio tentativo di continuare la mia unione con lei ma non sembrò soffrirne quanto prima. Chiuse gli occhi trattenendo le lacrime. Bruciò ma non mi sarei dato per vinto. Gemetti io stesso dal dolore mentre gli occhi di Kagome si aprirono osservandomi con stanchezza.
“ Perché lo stai facendo ? “ Chiese quella sciocca con il suo volto rosso e quel cuore che battè a mille. “ Se provi anche tu tanto dolore, perché lo stai facendo ?” Non capì.
“ fa silenzio, donna !“ ringhiai ma il dolore che provai si fece sempre più intenso. Niente di più devastante di quello. Guaii sfinito.
“ Fermati “ mi disse mentre rimbombò quel cuore maledetto ovunque.
“ No “ chinai il capo ma continuai a scivolare dentro di lei .
“ Sesshomaru…“ invocò il mio nome affinché mi fermassi.
‘ Tu sarai mia e di nessun'altro !’ Gridai pieno di rabbia entrando completamente dentro di lei. Vidi appena il suo viso stupido mentre io mi sentii mancare. La sua forza spirituale fu davvero imponente tanto che iniziai a soffrire mortalmente per la mia scelta. ‘ che dolore insopportabile!’ Mi accarezzò il viso ma iniziò a girarmi la testa violentemente. Fare sesso con una sacerdotessa fu davvero una pessima idea. Caddi sul suo corpo sfinito, non c'è la feci più. ‘ perché !?’
Il suo sguardo fu perso nel vuoto. Mi toccai la testa. Bruciò , bruciò da impazzire. Mi provocò un dolore mai provato prima fino ad allora. La voglia di essere una cosa sola con lei mi spinse a tanto. Volli fosse mia e non di Inuyasha lo ammisi a me stesso una volta per tutte.
“ Sesshomaru” soffiò lei sfinita. “ Fermati “ disse un’ultima volta.
“ No!” Urlai fuori di me alzandomi sulle braccia. Di nuovo il rumore del suo cuore risuonò per tutta la grotta. Fui lento ma dolce. Osservai il suo viso sotto di me, Kagome mi sorrise.  I suoi muscoli persero ogni forza. ‘ perché stai sorridendo? ‘ non capii che cosa avesse.
" promettimi che dopo tutto questo tu tornerai da me” i suoi occhi tremarono avvolti da una luce nuova.
' tornare da...te..?' ripetei dentro di me.
" promettimi..." ebbe paura " che non morirai e che tornerai da me dopo questa guerra"  caddero nuove lacrime ma furono di commozione e non di dolore.
" Kagome..." La strinsi con impeto.
" promettimelo Sesshomaru!" Strinse la mia schiena dolcemente.

già lì.. forse.. capii che sarebbe stata la donna della mia vita...

Gli portai la mano al mio petto e lì giurai. " ve lo prometto "  guardandola negli occhi. La miko mi sorrise e poi ci baciamo semplicemente. Stringendo la mano nella mia con estrema lentezza iniziai a muovermi contro di lei. Avanti e indietro. Avanti indietro. “ vi fa male? “ chiesi tenendo gli occhi saldamente tentando di trattenere il mio dolore.
“ N-no” mi mentì. “ continua “ si morse le labbra combattendo anche lei con il suo dolore. Prendendo un ritmo regolare conficcò le sue ughie nella mia schiena. Anche se con lentezza finalmente sentii i primi gemiti di piacere provenire dalla sua piccola bocca.
" Kagome.." La strinse più che potei cercando di farla distrarre dal dolore.  La miko aprii gli occhi guardo i miei d’oro." tornerei da voi... mia miko.." fui più deciso." anche se non me lo avreste chiesto..." Mi sentii strano qualcosa mi invase il petto. Lo sentii per certo, Kagome iniziò a provare piacere.
" Sesshomaru " la baciai spigendola contro di me. Entrai completamente dentro di lei e urlammo ma dal piacere infinito.Ci prendemmo gusto. Iniziai a fare ed esci senza senza ritegno.  Il sangue ne uscì copioso. Si sporcò il pavimento mentre la nostra danza finalmente volse dal termine. Venimmo insieme. Urlammo i nomi dell’altro. Venii dentro di lei sentendomi completo per la prima volta nella mia lunga esistenza. Fui felice, avrei potuto toccare le stelle in quel momento.
“ sesshomaru.. Sesshomaru..” sussurrò il mio nome più volte mentre altri sparsmi invasero il suo corpo. “ brucia…” il suo viso pieno lacrime si sfiorò il ventre confusa. Seppi che sarebbe potuto essere un fatale errore, mi sarei dovuto controllare ma...ma da mostro quale fui invece di fare ammenda dei miei errori continuammo a accoppiarci dentro quelle quattro mura di roccia.
" mia miko " Baciai le sue labbra e adotta nuove posizione.  “ Kagome ..” La femmina assecondò ogni mia richiesta assuefatta dal piacere. Ad un certo punto la feci voltare e piegare da brava.
“ Ah!” Gli leccai la schiena mentre le sue viscere si mossero a tempo.  “ Sesshomaru.. “mi supplicò “ Ah.. ah… Ah !!” strinsi la sua mano mentre la sentii tentare di spingere contro di me. Non capii perché Kagome mi eccitasse. “ ah!!” ogni suo urlo qualcosa dentro di me fremette.  Continuammo per non so quanto tempo, forse ore. Se fosse stata una volta sola sarebbe stato istinto invece dopo che facemmo irreparabile continuammo ad amarci più bramosi di prima.
Seduto la feci sedere sopra di me. “ ti voglio ancora” gli toccai in mezzo alle gambe.
“ ammnn…. si… anche io…”ammise stringendomi a se. Non pensai nemmeno per un momento ad Inuyasha o a chi che sia. Fummo solo io e lei. Il suo sangue macchiò il pavimento di roccia ma non preoccupò nessuno dei due.  “ che stiamo fancedo?” chiese Kagome nel silenzio . Entrai dentro di lei per l’ultima volta.
“ non lo so” ripresi le sue labbra. Le faci fare su e giù senza ritegno alcuno. Preso dalla foga
“ ahhmmnnn “ la rimise sotto di me. “ Sesshomaru!” Adorai sentire il mio nome dalla sua bocca piena di peccato.
“ Guardami” le ordinai facendole fare su e giù nuovamente. Solo la punta riuscì ad entrare in lei omai.
“ Ah.. “ mi prese il viso  portando i suoi occhi al cielo “ fermati …” soffiò con le lacrime agli occhi.“ fermati! “ poggiò la fronte sulla mia abbandonandosi nuovamente.
“ Non posso “ ammissi contro ogni previsione. Pochi colpi più tardi entrai completamente in lei e…
“ Ammnn..” mi baciò così impetuosamente da riuscire a  farmi distendere con le sopra. Mi fermai per un paio di istanti poi ripresi a muovermi gemendo. Gli bloccai i fianchi “ Perché lo stai facendo ?” Mi chiese confusa e in preda di un altro gemito. “ Perché mi piace così tanto ?” le feci fare su e giù più velocemente .
“ Kagome … “ Soffiai impazzito mentre portò il suo viso dal cielo rendendosi complice di Sesshomaru.
“ Sesshomaru… “ strinsi il suo sedere con forza. Gememmo entrambi a gran voce. Gli bloccai i fianchi “ ah… “ la baciai.  Di istinto la strinsi forte. “ sei un demonio “ mi sentii mancare le forze mentre il mio seme invase le sue viscere per la seconda volta . Tremò e sul suo corpo sfinito ricadde su di me.
“ Miko…“ ansimai senza fiato. Soddisfatto ma stanco.  
“ Sesshomaru… “  chiusi gli occhi poi guardò sotto disse rossa come il fuoco. “ perché c’è tutto quel sangue?” chiese scioccamente.
“ perché ti ho reso donna “ le spiegai semplicemente. “ La mia donna “
“ si “ ristese sopra di me confusa “ Stringimi “ lo feci e accarezzando il suo capo mi abbandonai all’oblio donatomi dalla stanchezza.

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Capitolo 34
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2 : Addio. 

Il giorno seguente mi svegliai indolenzito e intontito. Sedendomi mi toccai la fronte dolorante. Non ricordai nemmeno dove fossi. Rinvenii in una grotta. Vidi i flebili raggi di sole e capii che fosse l'alba. I miei vestiti furono sparsi ovunque. ‘che cosa è successo?’ pensai stordito e confuso.
“ mmmnn … ” sentii i lamenti di qualcuno alla mia destra. Con stupore notai che vi fosse qualcuno accanto a me. Una donna dai lunghi e mossi capelli neri stringeva la mia pelliccia bianca e sporca di sangue. Con orrore la riconobbi,  Kagome la donna di mio fratello.
Quell’illusione finalmente si spezzò. ‘ non è possibile. ‘ osservai il suo viso ignaro e disteso. ‘ quello non era un sogno quindi?’ mi sentii mancare vedendo il suo corpo nudo. Portandomi una mano sul viso ‘ no, ci deve essere una spiegazione!’ scossi la testa scettico ma poi tornarono a galla i ricordi della notte precedente e di come ci fossimo uniti tra quelle rocce silenti. ‘ che cosa ho fatto…? ’ uscii e vomitai tutto quello che ebbi in corpo. Fui come mio padre, fui un debole, un idiota, un pazzo! Vendere il mio onore per una squallida notte di sesso con un essere umano! come diavolo mi feci convincere?  Vomitai ancora una volta per il disgusto che provai verso me stesso. Io Sesshomaru, il prossimo signore dei demoni, colui che avrebbe regnato su quelle terre e ben presto sottomesso il mondo. La disprezzai, la odiai con tutto il mio essere per aver fatto cedere il mio volere. In ginocchio meditai la mia vendetta. Disgustato dovetti cancellare quell’errore una volta e per sempre. Nessuno avrebbe mai dovuto sapere. Nessuno avrebbe mai saputo che anche Sesshomaru andò contro la legge come quel padre degenerato e ormai quasi del tutto dimenticato. Barcollando rientrai dentro la grotta, presi nella mia mano Bakusaiga. La sfilai dal suo fodero. Se l’avessi colpita sia il suo corpo che il suo spirito sarebbero stati distrutti per sempre come se non fosse mai esistiti. Nessuna prova se non quel sangue che macchiò la mia pelliccia bianca. Ignara di tutto quella donna dormì beata. Un solo colpo e tutto sarebbe finito. Feci un passo nella sua direzione, poi rammentai i nostri giorni insieme. I mesi, i pomeriggio passati a parlare di cose futili e sciocche,  della immane gentilezza e i suoi occhi e alla nostra promessa. Kagome donò il suo corpo ad un demone sapendo quanto me quanto fosse sbagliato. Eppure io, demone stupido e disgustoso avrei preferito ucciderla che affrontare la realtà. Io….
Quella povera donna aprì gli occhi e mi vide davanti a sé impugnare la mia spada. “ se . . .  “sedendosi sentí un forte dolore al ventre. Istintivamente mi avvicinai abbandonando la mia spada.“ Ah… “ i suoi occhi si spalancarono pieni di sgomento. “ Perché i-io “ notò che fosse nuda. Gli misi il mio Yukata sopra le spalle “ quindi noi..  “ scoppiò in lacrime. “ è successo davvero “ disse nel terrore “ Kami, che ho fatto… ?“ chinò il capo. “ Che abbiamo fatto?! “ ebbe anche lei un conato di vomito e si trattenne tappandosi la bocca con la mano. “ Non ero in me... “ Volli dire qualcosa , darmi la colpa. Cercai di avvicinarmi a lei ma “ Non t-toccarmi “ mi spinse via ma poi il ventre gli rifece ancora più male.” Inuyasha cosa penserà di me?” La presi tra le mie braccia, non ebbe più forza. “ Oddio “ scoppiò in lacrime e poi mi strinse forte a sua volta.
“ Lo so Kagome “ avvolsi le mie braccia intorno a lei.
“ anche se lui non mi ama io non dovevo … “ pianse ancora di più.
“ tu sei libera di fare ciò che credi “ gli accarezzai la nuca.
“ è stato un errore.. “ mi strinse a sè.
“ per Sesshomaru non lo è stato “ dissi la verità. Per quanto odiassi ammetterlo fu la notte più appagante della mia vita.
“ Ah.. “ il suo cuore iniziò a battere in modo diverso.
“ lo hai fatto per una ragione “ le ricordai il nostro patto “volevi impedirmi di partire “ le spiegai “ ed io ti ringrazio di questo “ soffiai sfinito .
“ Sesshomaru “ ci guardami negli occhi ci avvicinamento in modo furtivo e titubante uno all’altra . Spinsi le mie labbra contro le sue e lei gemette con piacere.  Non fu un errore . “ Partirai allora ?” Ci staccammo poco dopo.
“  tornerò come ti ho promesso “ gli dissi con solennità.
“ Si..  “ ci baciammo ancora una volta. Accarezzai i suoi capelli. Lei fu rossa come il fuoco. Mi diede le spalle. “ Sesshomaru… “ quella fu una richiesta e la colsi al volo.
“ provi dolore ?” prendendola da dietro guardando tra le sue gambe  mentre ancora del sangue uscì
“ È normale che senta questo ?” chiese mentre le mie mani si fermarono al suo petto.
“ credo lo sia “ si morse le labbra avvampando.
“  che f-fai ?” non si ritrasse, cercò i miei occhi “ Sesshomaru “ il suo corpo vibrò facendomi venire voglia di farla nuovamente mia.  “ Ah “ gemette mentre la spinsi a terra. “ f-fermo “ disse sottomessa al mio volere mentre la messi come una cagna.
“ Kagome “ il controllo stava svanendo nuovamente. Mi iniziai a eccitare pericolosamente. Senza pensare entrai dentro di lei. “ Ahmmmnnn…” strinse il terreno nelle sue mani “  ti prego …. “ Chiuse i suoi occhi gemendo “ oddio “ nasco il suo viso tra le braccia “ Ahh…” fu tremenda e si fece divorare da quelle spinte sempre più veloci. “ Ahhh ” Uscii da lei fermandomi  tempo dopo. Mi resi conto cosa stava succedendo in tempo. Non riuscii a capire che mi fosse preso tutto ad un tratto “ Sesshomaru…?” volto il suo viso verso di me confusa.
“ Vestiti! “ mi alzai prendendo i miei vestiti. Uscii via.
“ A-Aspetta..!” cercò di dirmi. “ mmnn…” si zittì poco dopo. Uscì anche lei mortificata.
“ Andremo in una fonte qui vicina , non vorrai che Inuyasha capisca cosa sia successo qui dentro “ le ricordai del mio odiato fratello.
“ Si…” chinò il capo. Camminamo fianco a fianco. Il silenzio cadde tra di noi come un macigno. Che dire? che fare? non seppi rispondere a nessuna di quelle domande.
“ fa quello che devi.” le ordinai gelido più che mai.
“non entri c-Con me?” chiese confusa dandomi le spalle. Non le risposi. “ p-perchè ti sei fermato prima?”insistette quella donna.
' che cosa dovrei dirti? che cosa vorresti che dicessi..?' pensai in quel momento. “ Avresti voluto che continuassi ?” feci un passo nella sua direzione.
“ c-certo che no !” disse scostante quando la presi tra le mie braccia. “ Ah… lasciami “ sussurrò
“ Cosa provi ?” chiesi al suo orecchio.
“ N-non… “ balbettò mentre la mia mano scese tre le sue gambe. “ Fermo… “ tremò avvampando nuovamente “ Sesshomaru “ fermò la mia mano “ Spogliati e fa il bagno insieme a me “  ansimando strinse la mia mano con forza. “ Non vorrai che i tuoi demoni sappiano cosa hai fatto “ Senza dire altro la lasciai. Lei cadde colta alla sprovvista. Con le ginocchia per terra cercò di rialzarsi. Mi spogliai e lei tremò come una foglia.  “È fredda “ cercò di alzarsi ma invece “ ah !!!” Urlò spaventata. La presi tra le mie braccia e la portai allo specchio di acqua “ mmmnnn” rossa in viso mi sedetti con lei vicino alla sponda. “ potevo camminare “ mi diede le spalle incattivita.
Kagome fu seduta sopra una mia gamba , i suoi capelli si sciolsero con l’acqua. Il mio braccio fu fermo intorno alla sua vita. Scostai anch’io lo sguardo e guardai nella parte opposta. Tutta questa storia fu una follia. “ Sesshomaru…” prese la parola prendendo la mia mano sinistra nella sua. “ e-ecco “ stanco la spinsi contro il mio petto. Sarebbero stati i miei ultimi momenti tranquilli e non volli per nulla creare altro caos nella mia testa. “ che f-fai?” poggiai il mio mento sulla sua testa.
“ stai zitta “ chiusi i miei occhi.
“ pe-perchè prima ti sei fermato? “ domandò titubante mentre giocherellò con le sue mani. Stupito la lasciai. “ e-ecco…” chinò il capo.
“ avresti voluto continuare?” chiesi senza scompormi.
“ n-non ho detto questo..” soffiò appena quando senza una vera motivazione si voltò e si strinse al mio petto. “ mmmnn” ebbe le lacrime agli occhi. “ devi andare per forza?”
“ devo” chiusi i miei occhi. Presi il suo volto e lo avvicinai al mio. “ cosa c’è?”  tremando mi chiese. Forse non fu demone ma la mia attrazione nei suoi confronti fu evidente. Cautamente prese il mio volto tra le sue mani. “ c’è qualcosa che ti preoccupa?” squadrò i miei occhi. “ vincerai come sempre” accennò un sorriso. “ lo so per certo “ mi accarezzò la guancia sorridendo pacatamente.  

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Capitolo 35
*** Capitolo 3 ***


Extra.

 

Ripensai a pochi giorni prima. Sesshomaru mi accompagnò al villaggio.
“ quando tornerai ?” chiesi cercando di nascondere la mia preoccupazione.
“ non posso saperlo  “ non ebbe molto tempo purtroppo. Sentii in lontananza la voce di Rin.
“ A-addio Sesshomaru “ piansi infine sfinita.
“ Kagome… va tutto bene?” mi chiese la povera ragazza.
Scossi il capo “ Kagome!” una voce conoscente mi chiamò attirando la mia attenzione” cara va tutto bene?” mi chiese preoccupata.
“ S-si credo… “ non ebbi la forza di mentire “ scusa ma voglio stare da sola.” entrai nella capanne della vecchia così da evitare un confronto.
“Cos’è questo sangue ?” Chiese vedendo delle macchie di sangue accanto la mia persona.
“ Non è nulla !“ urlai piena di imbarazzo quando una fitta al ventre mi fece piegare in due dal dolore. “ che male “
“ Distenditi “ mi ordinò la vecchia cieca da un occhio.“ credo sia meglio che controlli “ mi cercò di convincere per via della sua preoccupazione.
“ No, non ne ho bisogno !” la spinsi via da me. Non potei farlo o.. avrebbe scoperto che..
“ Kagome” Si rialzò lentamente “ tu... ti sei concessa a…? “ mi trafisse con il suo unico occhio vitreo.
“ Per favore, fa silenzio “ mi tenni stretta piena di vergogna.
“ Ma è una cosa bellissima, cara” cercò di dirmi ma la ignorai.
“ È successo e basta! “ le risposi a tono.
“ c-capisco “ balbettò preoccupata.
“ C-Cosa dovrei fare per fermare tutto questo sangue ?”le domandai molto imbarazzata.
“ Bè nulla , si fermerà da se , avvolte può anche metterci dei giorni, dipenda da quello che è successo ovviamente “ disse quella vecchia stupida.
“ Ca-capisco” distolsi lo sguardo
“ E dimmi” si fece avanti un po’ imbarazzata “ ha fatto fuori o dentro ?” tossì.
“ Che intendi dire ?” non capii la sua domanda poco discreta.
“ Lui è stato sempre dentro di te oppure è uscito fuori durante l’atto ?” mosse le sue mani  “ insomma “ si avvicinò a me “ quella cosa bia-“Gli tappai la bocca immediatamente.
“Si può sapere che te ti importa?” sussurrai guardandomi intorno.
“ Perché questo potrebbe dirti se sei incinta o meno “ mi spiego la saggia Kaede.
“ i-incinta?“ morii dentro. ‘ io… i-i...I-INCINTA!??’ urlai dentro me stessa . ‘ NO NO NO NOOOOOO’ scossi il capo piena di preccupazione.
“ Kagome che hai..? “ mi chiese la vecchia dubbia.  “ ti vedo molto pallida “
“ Voglio stare da sola adesso “ Mi sarei messa in un bel guaio se Sesshomaru mi avesse incinta. Come avrei potuto dirlo ad Inuyasha? e tutti gli altri? Un bambino sarebbe stato un vero impegno. E se Sesshomaru sarebbe morto? io che fine avrei fatto?
“ Figliola “ cercò di farmi ragionare.
“ Esci e non osar di niente a nessuno” soffiai infine.
“ come vuoi, cara” se ne uscì.
Quei giorni furono terribili. Stetti isolata da tutti e da tutto. La preoccupazione di avere un bambino mi divorò dentro., finalmente non ebbi più dolore
“ Si può sapere che ha ?” chiese Inuyasha a pochi metri dietro di me.
“ Le Donne sono complicate “ disse la vecchia semplicemente “ e tu?” gli chiese  “Va tutto bene ?” domandò squadrando bene.
“ si, perché ?” non capì che avesse.
“ Era solo per chiedere “  se ne andò via.
“ non stará passando un po’ troppo tempo da sola ?”Shippo saltò sulla spalla di Inuyasha.
“ forse deve fare ordine con suoi pensieri “ disse Miroku. “ oh, ci sta osservando, naturali ragazzi!” urlò e tutti e tre mi diedero le spalle. Avrei voluto ucciderli.
Settimana dopo nel villaggio.
“ Ti vedo bene “ mi vide intenta a preparare la cena.
“ Kaede come capirei se fossi incinta ?” domandai avvicinandomi a lei.
“ Bè… se non uscirà più sangue per mesi allora sicuramente aspetterai  sicuramente un bambino “ affermò sedendosi “ Kagome ma tu piuttosto lo vorresti ?” la domanda che mi divorò la testa per giorni.
“ ahahah che stupida mi sono dimenticata di andare a prendere i panni!” scappai via “ scusami!” corsi via di lì.5 giorni. Inuyasha tentò di parlarmi ma.. “ Kagome, e dai, aspetta!” mi urlò afferrandomi la spalla.
“ LASCIAMI!” lo responsi con il mio potere.
“Ma Che ti prende ?” chiese preoccupato.
“ Non sono affari tuoi, lasciami in pace ” dissi gelidamente quando qualcosa si spezzò dentro di me.
“ Kagome ma stai piangendo ?” dal mio occhio destro cadde una lacrima
“ che?” non capii “ vattene tu!” gli urlai contro.
“ Ehi… “ disse arrabbiato “ SCUSA SE MI PREOCCUPO! “ mi urlò dietro.
“ Inuyasha !” Lo strinsi forte da dietro  “ sta zitto “ cercai conforto.
“ Come v-vuoi “ non si mosse.
“ Scusami “lo lasciai poi sfinita.
“ Si può sapere che cosa è successo ?” domandò confuso.
“ Nulla di importante e solo che …” gli risposi.
“ Ti manca casa tua, vero ?” fece un sorrisetto stupido  “ Bè, stupida che credevi che sarebbe stato facile .?!” mi disse scioccamante.
“ Hai ragione… “chinai il capo  “ ma io” strinsi un pugno “ i-io non sono tornata per te “ soffiai andando via.
“Che?” sbiancò “ Kagome aspetta, mi dispiace io .…” cercò di raggiungermi.
“ Inuyasha tu hai mai amato kikyo ?” domandai fermandomi  “ Avresti mai voluto dei figli da lei ?” conclusi.
“ Ma che stai dicendo !?” mi rimproverò “ che ti interessa, i-insomma “ si grattò la nuca arrossendo.
“ Rispondimi “ insistetti  “ vi siete mai amati ?” domandai “ hai mai cercato di avere un figlio da lei ?!” gridai  “ si onesto con me” mi toccai il cuore.
“ Kagome” chinò il capo  “ anche se fosse un si, lei non esiste più “ soffiò pieno di tristezza.
“ Hai ragione… “ feci chiarezza nella mia mente finalmente.
“ Dove vai? “ domandò spaventato.
“ Torno al tempio “ risposi guandolo per un’ultima volta.  “ perdonami “ mi toccai il ventre sperando con tutto il cuore di un aver commesso un bruttissimo errore. La risposta a quella domanda fu no. Non ero pronta ad avere un bambino nè tanto meno da un demone che non seppi se lo amassi o meno.
Al tempio ebbi molti problemi a svolgere i normali esercizi.
“ Che vi prende ?”mi chiese il vecchio bonzo.
“ Non lo so “ scossi il capo sedendomi di fronte a lui.
“ sembri malata “ mi toccò la fronte “ sei molto fredda, va e riposati, figliola “ mi disse infine.
“ si “ chinai il capo e mi diressi in camera mia. ‘ Sesshomaru chissà dove sei’ si mise a piangere senza una vera ragione  ‘ ti prego ritorna ‘ pregai ‘ ho così paura!’ singhiozzai. Un mese e mezzo dopo fortunatamente arrivarono puntuali come sempre. Quel giorno corsi verso casa di Kaede come un fulmine.  “ Kaede!!” urlai in fondo alla via.
“ cara! ben tornata” la abbracciai.
“ sono arrivate” sorrisi felice come non mai.“  non sono incinta vero ?!” la scossi forte.
“ Bè ancora è presto per dirlo” disse confusa “ ma non dovresti aspettare alcun bambino, figliola “ tossì sudando freddo.
“ Si “ inspirò sollevata .
“ Sarebbe stato così terribile averlo ?” chiese poi Kaede insospettita.
“ Sono ancora troppo giovane per queste cose “ risi nervosamente “ si, che bello!” saltai dalla gioia.
“ Capisco “ non mi credette  “ e Inuyasha...? “ domandò tutto ad un tratto.
“ Inuya…” non capii che centrasse ma fortunatamente mi fermai in tempo “Ti prego di non dire nulla ad Inuyasha” gli tappai la bocca “ giuramelo sulla tua vita che non ne farai parola ..“ sussurai al suo orecchio.
“ come vuoi cara … “ non capii anche se sembrò abbastanza preoccupata della cosa.
“Kagome!” Rin corse verso di me.
“ Rin , piccola come stai?” la strinsi a me.
“ bene, sembra che il padrone stia vincendo al fronte” mi porse una lettera.
“ ah…. “ la presi “ ne sono davvero felice “ le parole mi uscirono ‘ Sesshomaru…’ pensai infine entrai dentro la casa per poi tornare al tempio quel pomeriggio stesso.

 

 

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Capitolo 36
*** Parte ottava : capitolo 1 ***


Capitolo 1 : Lacrime


Volai senza sosta per tutta la notte. Quando giunsi al villaggio fu l’alba. Il villaggio fu silenzioso. Camminai tra le viuzze del villaggio cercandola ma non c’era. I fiocchi caddero lentamente la gente uscendo dalle proprie case, forse attirata dallo biascichio dei miei piedi mi osservò spaventata.
‘ dove sei?’ pensai arrivando pian piano alla casupola dove lei abitava con Rin. ‘ se non mi sbaglio dovresti essere qui ma allora perchè non ci sei?’ giusi alla prossimità della porta e mi fermai. Non sentii il suo odore. Non vi fu nessuno in casa e la cosa iniziò a farmi temere il peggio. Che Reiko o suoi uomini l’avessero trovata e uccisa? Non avrei potuto accettarlo, Non avrei potuto permetterlo.
“ ah… Se-Sesshomaru ?!” sentii mio fratello dire in credulo dietro le mie spalle. “ che.. Che ci fai ?” Scese dalle scale del tempo. “ tu do-dovresti …”
“ P-Padrone!?” urlò Rin allo stesso modo sorpreso e incredulo. Voltandomi la piccola mi abbracciò le gambe.  “ siete vivo!!!” urlò piano di gioia. Non capii ma gli accarezzai la testa ugualmente. “ eravamo così preoccupati per voi!!” disse tra i singhiozzi. Eppure io guardandomi intorno non riuscii a capire dove fosse Kagome.
“ PAdrone!!” ma un urlò sgraziato intervenne. “ finalmente ! ecco dove siete andato !” scese da Ah-Houn correndo il povero rospo.  Rin gli saltò addosso piangendo. “ LASCIAMI!” strepitò divincolandosi dalla morsa della ragazzina.
“ maledizione ed io che speravo fossi morto davvero stavolta ” commentò acido Inuyasha mettendo le braccia dietro la nuca.
“ così mi soffochi !!” cercò di liberarsi dalla bambina Jacken.
“ ma si può sapere che ci fai qui?” chiese Inuyasha molto sospettoso. E poco prima gli facessi presente che avesse dovuto rivolgersi a me in quel modo sentii un odore familiare. Mi voltai verso gli alberi e una la donna osservò con i suo occhi lucenti.
“ Inuyasha si può sapere che cos’è tutto questo Caos? “ chiese un’anziana umana dietro di me eppure i miei occhi furono solo per Kagome.
Il suo volto privo di espressione. I suoi occhi fissi ai miei. Nonostante il freddo indossò il suo solito kimono da sacerdotessa. Pianse, lo sentii con il mio olfatto.
‘ Kagome..’ mossi un passo verso di lei ma non potei. Tutta la gente ci avrebbe osservato e poi… forse mi avrebbe odiato.
Un vento gelido si alzò investendola. I suoi lunghi capelli furono colpiti nel vento  e lei cercò di coprirsi gli occhi. “ Kagome!!!” Rin urlò il suo nome spezzando il silenzio. Pian piano riaprì i suoi occhi. E mentre il vento ancora infastidì i presenti,  dagli occhi della miko ricaddero finalmente su di me. “ Sono tornati!!!” Rin corse verso la donna ormai paralizzata.
“ Sesshomaru…” sussurrò il mio nome. Rin prese immediatamente la sua mano. La trascinò via da me.
“ sono vivi!!!” disse entusiasta come non mai.
“ Mi sembra ovvio, Sesshomaru è molto più forte di quegli idioti !” commentò Jacken infastidito.
“ Certo come no “ ribattè Inuyasha seccato.
“ Tu sta zitto !” Iniziarono a urlarsi contro ma non mi importò.
“ Sesshomaru …” sussurrò appena tappandosi la bocca. I  suoi occhi tremarono . Distante pochi metri Kagome lasciò Rin e superandola scattò verso la mia persona.  Come se non potesse più fermarsi si scontrò violentemente contro il mio petto avvolto dalla nuova armatura che fece di me quello che fui. Imperatore del regno. Stupito incassati il colpo.
“Piano”  In quel momento avrei voluto dirle tutto quello che pensavo. Ma Inuyasha fu lì.  Anche Rin la seguì stringendomi forte.
“ scusami ma...“ si allontanò dal mio petto “ Rin, e-era così in p-pensiero per te! “ dai suoi occhi castani furono inondati. Fu una furia “ Ci avevano detto c-che tu fossi morto…!“ le lacrime strariparono mentre strinse con forza. La piccola si mise a piangere a dirotto.
“ Sicuramente sarà stato un errore “ disse Jacken dubbioso.
“ Rin “ presi la testa della bambina.
“ lo sapevo, lo sapevo che il padron Sesshomaru fosse vivo…” affermò la bambina a mala pena. Gli accarezzai la testa mentre cercò di sorridere. La lasciai.
“ si…” Kagome si staccò per poi fare il sorriso più bello della mia vita.
“ Rin adesso basta!” Jacken avvicinandosi a lei.“ non piangere...” La rimproverò.
“ Non ci riesco “  facendo un passo indietro. “ Sono così felice che state bene “ si asciugò più volte le lacrime la piccola umana.
“ forza, allora bisogna festeggiare, no!?” disse un umano prendendo sotto spalla Inuyasha.
“ fatti i fatti tuoi !” rispose mio fratello.
Kagome poi distolse lo sguardo da me poco dopo. Arrossendo chinò la testa.." sarete stanchi” soffiò “ volete che vi offri qualcosa?" chiese per poi guardami negli occhi con le sue guance leggermente arrossate.
" si!! “ Rin mi bloccò prendendo la mia mano “su forza padrone, non vi fate pregare !” Annuii. “avete tante cose da raccontarci!" mi trascinò dentro casa.
" Rin!" urlò Jacken spaventato.
" su vieni Jacken, ovviamente l’invito è anche per te" concluse Kagome seguendoci.


 

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Capitolo 37
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2: Dolore.

 

Fu così che mi sedetti accanto a Rin. Kagome fu davvero sorridente e la cosa mi fece stare più tranquillo.  Inuyasha mi guardò con sospetto mentre la sua donna distribuì la cena ai presenti. Inuyasha si mosse e si sedette molto vicino a lei come se mi stesse sfidando. Non potei dire nulla al riguardo.
“ cosa c’è?” chiese la femmina umana.
“ me ne dai un altro po’ ?“Inuyasha gli mise una mano sul suo fianco.
“no e accuccia.” lo spinse via arrossendo. “ idiota” soffiò con dissenso.
“ maledetta!” si lamentò mentre i piccoli mangiarono. Che durante tutto quel tempo le cose tra loro due fossero cambiate? La solo immagine di loro due insieme mi fece vomitare.
“ Sesshomaru,” la voce di Kagome spezzò i miei pensieri “ sei sicuro di non volere nulla?” mi chiese ad un tratto.
“ si “ chiusi gli occhi.
“ quindi “  quella nullità di Inuyasha disse mangiando. “ sei sopravvissuto” commentò molto seccato.
“ te ne stupisci, fratellino?” domandai a quell’idiota.
“ io speravo che fossi morto, figurati “ bevve la sua ciotola tutta d’un fiato  ma Kagome prontamente gli diede una padellata sulla nuca. La miko non mi sembrò un tipo violento ma la cosa non mi dispiacque affatto.
“ sei un cafone senza speranza!” gli urlò contro mentre il mezzo demone perse i sensi “ poniti con rispetto, stai parlando all’imperatore dei Demoni!!” mi indicò. Forse un uomo l’avrebbe vista di malocchio ma io invece pensai che fosse davvero molto carina. Non dubitai che lei avesse fegato ma sicuramente aver picchiato quello stupido mi fece piacere.
“ non cambia che sia sempre un ba-bastardo” cercò di toccarsi la testa piagnucolando. Gli diede un’altra padellata in testa.
“ ti ho dato il permesso di parlare!?” gli mise un piede sopra la schiena schiacciandolo come un pidocchio. Ebbi l'impressione che il suo intero corpo fosse in fiamme. Sembrò un demone assetato di sangue. Fu piú crudele di quanto avessi mai immaginato nei miei sogni più perversi. Nel suo corpo vi fu un tempo la sfera dei 4 spiriti, sicuramente qualcosa ella ereditò qualcos’altro oltre ai poteri spirituali. Ammisi a me stesso che mi intrigò vederla sotto certe spoglie.
" ecco" disse Rin facendo la linguaccia al carcerato. Per lo meno Inuyasha sarebbe stato zitto per un po’.
Risero tutti insieme. I suoi occhi si scontrarono con i miei. Avrei voluto parlare con lei, da soli, senza nessuno intorno ma seppi che non sarebbe stata un'impresa facile. Desiderai solo stringerla e seppi che dentro di lei la cosa fosse ricambiata. Pian piano Kagome si sedette accanto a me.
“ ti prego di scusarlo “ chinò il capo con le guance rosee.
“ forza mangiamo” disse la vecchia miko. Non so esattamente cosa dissero durante quella cena perchè mi poggiai alla parete. Rin credo che raccontò una delle sue storie. Mi sentii stanco, sempre più stanco, volli dormire e basta.  Chiusi i miei occhi.
“Sesshomaru ..? “ chiese nel buio una luce non riuscii capire chi fosse.  Aprii gli occhi e vidi Kagome in piedi accanto a Inuyasha. “ Ti senti male?” Chiese molto  preoccupata chinandosi su di me. Vidi il suo petto e la cosa mi fece sentire calore al petto.

"Sto bene, donna “ Scostai lo sguardo. Non fu un atteggiamento decoroso. Mi sentii mancare le forze.
“ Perché, il padrone sta male ?” Chiese Rin allarmata. Mi alzai. Con Jacken atterrito dietro la femmina umana.
“ Signorina Kagome ne voglio ancora “ Rin andò verso di lei anche lei non smise di guardarmi.
Sentii un violento macigno crollarmi sulle spalle. Si ruppe la ciotola che Kagome tenne in mano e fu tutto nero di colpo.  Gridò Kagome piangendo disperata. Avrei voluto calmarla ma potei farlo. “ Sesshomaru !” la sentii correre. Mi alzò il capo Sentii qualcosa rompersi nel mio corpo “ Sesshomaru RISPONDI !” irrimediabile.
“Maledizione!” Quello che ebbi nel petto ebbe un battito. La ferita inferta al mio corpo si fece sentire. Mi sentii morire. Sarei morto da lì a poco.
“ ahhh!! padrone!!” urlarono quegli idioti spaventi. Cercai di riprendere fiato ma non riuscii più a respirare
“ bastardo, che cosa sta succedendo!” persino nella voce di Inuyasha mi sembrò di udire la  paura. Il mio nemico, fu molto più bravo di quanto mi fossi immaginato. La ferita che ebbi nel petto, risultato del nostro scontro, non fu una semplice ferita. Quel bastardo mi fece qualcosa di più grave. Potei sentire il mio sangue nero abbandonare il mio corpo.

“ Maledetto bastardo!”Si crea una pozza di sangue sotto di me. Sentii qualcuno distendermi e sciogliermi l’armatura con furia.
“ Portatemi delle bende!” Kagome urlò piangendo. Sicuramente la presenza di quella miko aggravò le mie condizioni precarie. “ INUYASHA MUOVITI !” Sentii un profondo dolore e così gemetti. La sua presenza così limpida, il suo spiritò  mi  contaminò rendendomi difficile la guarigione. Uomini e demoni non possono vivere assieme specialmente se posseggono una forza spirituale così disarmante.
“ tieni! Disse la vecchia Miko guercia.
“ Dannazione “ la voce di Inuyasha ruppe quel velo di paura e terrore. “ Se era così malato perché lo hai accompagnato qui !?” Rimproverò Jaken. Kagome cercò di toccarmi la ferita ed urlai.
“ Non ne sapevo nulla, il padrone ha ucciso Tsukotaro il principe delle serpi tutto da solo e … “ Dolore solo Dolore. Istintivamente presi la sua mano e la spinsi via da me.  Mi trasformai privo di controllo alcuno. fui completamente preda del dolore. Il mio corpo si mosse da solo. Credo che uccisi e feci del male a molta gente.
“ Inuyasha!” Qualcuno recitò il suo nome. Fu tutto nero.
“Brutto bastardo smettila!” La via voce rimbombò dentro la mia testa confusa.
“ graaaa!!!” il dolore fu troppo forte e intenso. Fu la prima volta. Credo che Inuyasha cercò di fermarmi .  Volli solo che quel dolore finisse.

“ Muori!” sentii l’odore del vento ma lo colpii prima che lui potesse fare qualcosa.
“ Sesshomaru… “la voce calda di Kagome. Il suo odore maledetto.
“ Kagome fermati!” l’avrei riconosciuto tra milioni.  Mi sentii stranamente più consapevole.  Ripresi lentamente a vedere, prima la luce, poi colori e infine il suo volto. Il sangue di lei macchiò le bende che le nascondevano il petto per pudore. I suoi capelli neri e mossi furono macchiati del mio sangue nero e viscoso. Compresi in un barlume di lucidità compresi di aver assunto le mie reali spoglie domiache. Anche se con riluttanza guai fermando il mio corpo. Nel mio petto battè qualcosa che face male. Con sforzo mi chinai. “ Seduto Sesshomaru “ mi disse Kagome. Obbedii al suo volere e mi sedetti sulle mie sambe. Fu l'unica a cui avrei permesso di fare una cosa del genere. Avvicinai il muso alla sua persona.
“ grr” ringhiai ma non mi mossi.
“ Jacken”  Si lavò le mani con del sakè che il rospo versò.
“ Kagome” Inuyasha e gli altri cercarono di avvicinarsi.
“ Graaa” li cacciai via di lì con la mia coda. Kagome concentrò la sua forza spirituale sulle mani e mi contenne.
“ Fermo” mi ordinò. Guaii. Kagome avrebbe potuto uccidermi. Non osò mettere le mani nel mio petto subito.Ebbe paura, sarebbe bastato un movimento sbagliato e mi avrebbe ucciso.
“ Grr “ ringhiai colmo di rabbia.

“ Ti ucciderà idiota !” Inuyasha rimproverò la donna. 
‘ fallo’ pensai con tutto me stesso. Kagome prese il suo coraggio ed entrò nel mio petto ferito. Lì dentro vi fu la risposta del mio male.

“ Sesshomaru...” Ebbe paura. Poggiai le mie zampe sui suoi polsi. L’avrei guidata.
“ Che cos,a pa-Padrone” Jacken disse con paura.
“ grr ” gli occhi marroni di quelle femmina. Fu l’unica che potei fare. Anche se il dolore fu intenso seppi che solo lei avrebbe potuto salvarmi da quella agonia.
“ Sesshomaru “  pur di smettere di soffrire avrei voluto che ponesse fine lei alle mie sofferenze. Guidai le sue mani alla ricerca di quella cosa. “ È qui ?” il suo viso sorpreso.
“ grr… “ gemetti sentendomi morire. Mi morsi le labbra talmente forte da ferirmi.
“ Non guardare Rin! “ la vecchia coprí gli occhi della bambina.
“c’è qualcosa.. “ Prese qualcosa e li compresi cosa fosse.
Durante quel combattimento la lama di quel pazzo di Rayko si spezzò volutamente. La  piccola punta di quella spada si incastonò li dentro rilasciando quel suo potere infame e corrosivo. Se lei l’avesse affondato la lama sarei morte seduta stante. “ Bene “  prese la scheggia tra le mani. Era incastrata ad appena una zanna di distanza dall’organo che affermò la mia esistenza.“ Via “ lo prese. Si sforzò di estrarlo. Il dolore fu davvero intenso tanto che iniziai di nuovo guaire come un cane. La sentii lamentarsi mentre il mio sangue gli corrose la neve “ Grrrr ahh !!” Si tagliò le mani la miko estraendo il mio male. Mi  salvò la vita,  riuscì a prenderla. Caddì per terra sfinito riprendendo le mie forme umanoidi. “ Sesshomaru stai bene adesso ?” Non esitò un attimo a gettare la  lama e predermi con sè. Tutto fu sporco di sangue. Ne avevamo preso molto entrambi. Mi sentii padrone del mio corpo ma allo stesso tempo una strana inquietudine pervase il mio corpo.

“ Padrone r-rispondete”  Jacken cercò di farmi dire qualcosa ma nulla. Non riuscii a dire una parola. .
“ Devo chiudere la ferita, lasciami! “ nonostante le sue mani fossero ridotte in quelle condizioni lei volle lo stesso aiutarmi. Fu folle. “ portami la cassetta del pronto soccorso “ Respirai con fatica. Caddi sul mio stesso sangue.
“ Padrone” i due piansero per me.
“ Rin, Jacken” soffiai con stanchezza.

“ Va tutto bene, ormai è tutto finito Sesshomaru “ Kagome mi disse. Chiusi gli occhi e poi fu il nulla.

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Capitolo 38
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3: Il risveglio.

 

Riaprii i miei occhi non so quanto tempo dopo. Fu una  notte.
Nell’oscurità udii una voce “ Ti sei svegliato… “ di Kagome dire.
“ Sono morto?” chiesi non capendo nemmeno dove fossi.
“ ahaha, no “ rise. La vidi seduta accanto a me “ sei nel tempio della anziana Kaede“ fui disteso su di un futon.
“ Comprendo “ dissi mentre i miei occhi scrutarono la piccola stanza di legno spoglia.
“ Non avresti dovuto mentire “ continuò la femmina stritolando le sue mani fasciate.
“ mentire? “  domandai non riuscendo a capire a cosa si stesse riferendo.
“ per la ferita! “rispose con ira. “ perchè non lo hai detto subito” chinò il suo capo. “ah...Sono tanto felice che ti sia svegliato “ vidi nei suoi occhi pieni di una strana luce. Scostai lo sguardo, non fu affar suo.
“ Dov’è mio fratello ?” le chiesi incuriosito notando che non fosse lì con lei.
“ Inuyasha non è qui “ soffiò guardando alla sua sinistra “ è u-uscito pochi minuti fa ma ti ha vegliato tutte le notti “ mi spiegò cercando di celare al meglio quella che sembrò una stupida bugia.
“ Comprendo “ soffia infine. Sarebbe stato inutile ribattere.
“ Riposati, va bene ?” mi domandò alzandosi sulle sue gambe.
“ Quanto tempo è passato ?” chiusi i miei occhi abbandonandomi contro il materasso.
“ hai dormito 2 settimane “ soffiò Kagome intimorita.
“ Non avresti dovuto farlo “ aggiunsi cercando di mettermi seduto “ Ah!” sentii lancinante fitta al petto.
“ Sesshomaru!” si voltò di scatto e corse verso di me “ Sta fermo “ sedette sulle ginocchia con le lacrime agli occhi.
Mi mancò il fiato “ Sto bene, “  allontanai le sue mani dalla mia persona. “ Non sono un essere umano.” ringhia con ira stringendole i polsi.
“ i-io tengo a te e…” rispose tremando “ non voglio che tu muoia! “ Kagome riuscì a liberarsi i polsi. Le sue povere mani furono tutte fasciate e sporche di sangue. Con lentezza mi fece distendere nuovamente su quel letto. Kagome pianse copiosamente. Fece un bel respiro mentre cercò con le sua forza spirituale di fermare l’uscita del sangue. Proprio quando iniziai a sentirmi meglio percepii su di lei l’odore di Inuyasha. “così dovrebbe andare.” ansimò asciugandosi il viso.
Rabbia “ dovresti tornare dal tuo amato “ nuova collera invase il mio corpo “ Sicuramente gli mancherà la tua presenza nel suo letto questa notte” soffia con disprezzo. “ sento la sua maledetta puzza da qui…” ma lei inaspettatamente mi diede un sonoro ceffone in viso interrompendo il potente Sesshomaru.
“ Idiota!! “ urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Il suo potere fu eccezionale. Mi fece provare dolore. Pianse come non mai. Nessuno  osò mai trattarmi in quel modo, nemmeno mia madre. Mi sentii inerme , ebbi per la prima volta paura di lei. Compresi il mio errore. Lei ebbe in corpo il potere di uccidermi e non mi sarei potuto opporre ridotto in quelle condizioni. Infondo meritai quella punizione. Nemmeno seppi perché dissi quella parole. Poco dopo lei si sciolse. Percepii quel maledetto odore di acqua salmastra nuovamente. Se ne uscì di corsa piangendo non sapendo dove né da chi. Mi mentalmente.
‘ che sto facendo Sesshomaru?’ guardai il soffitto stupidamente.

 

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Capitolo 39
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4: Malattia 

 

Provai a dormire quella notta ma non riuscii. La reazione di Kagome mi fece pensare che non mi avrebbe mai perdonato o che… Inuyasha alla fine avesse fatto il suo dovere nei suoi confronti. Quando il 4 giorno di convalescenza il sole sorse nel cielo, Jacken entrò nella mia stanza.
“ padrone come vi sentite?” mi chiese molto preoccupato sedendo alla mia sinistra.
“ Pensi che morirò?” gli chiesi divertito.
“ certo che no!” esclamò il rospo “ il potente Sesshomaru non potrebbe mai morire per mezzo di una misera ferituccia come quella!” esagerò come suo solito.
“ credo che tu abbia ragione” chiusi gli occhi cercando di controllare quell'immenso dolore che mi divorò le viscere.
“p-padrone…” Credo che persino Jacken si accorse che se mi fossi salvato per un miracolo. Il sole solcò il cielo e il mio servitore si mise a ronfava appoggiato alla parete. Sentii all’improvviso gente urlare e strepitare.  Non ne capii il perché.
“ Ma che succede ?” Non capì Jacken. “ Vuole che  e vado a controllare ?” Chiese impaurito.
“ Fa come vuoi  “non ebbi la voglia di dare ordini. Ad certo punto entrò Kagome con Rin.
La donna portò con sé una scodella. Sembrò avere in mano del cibo demoniaco.
“ Sesshomaru, ecco qui “ si sedettero alla mia destra.“ Spero ti piaccia “ me la porse.
“ è cibo demoniaco “disse la piccola Rin sorridente più che mai.
“ Ho chiesto a Totosai di aiutarmi a preparare qualcosa che potessi rimetterti in forze “ fui stupito dagli sforzi dalle due.  Scomodarono persino quale vecchio pazzo.
“ E già, si sono impegnate molto “ entro quel vecchio insieme bastardo insieme ad Inuyasha.
“ Incredibile  “ disse Jacken con occhi raggianti.
“ ohh, eccoti “ mi vide l'orbo e demente anziano “Sei messo davvero maluccio.” Si sedette alla mia sinistra grattandosi la testa. Fu un bene per lui che non riuscii a muovere un muscolo.” Si, davvero male “ mi toccò la guancia con il suo arnese ma con mia sola ira si piegò. “ Ahh !!” Si spaventò a morte. L’avrei ucciso ma il cretino si nascose dietro ad Inuyasha. “ Inuyasha difendimi !” piagnucolò.
“ abbiamo sgobbato come degli schiavi, quindi spero per te che lo mangi” disse il mio fratello infastidito a morte. Sicuramente fu Kagome a supplicare Totosai di venire fin qui.
“ Grazie a tutti “ pianse il rospo commosso.
“ Tieni “ fece un bel sorriso Kagome. Ma… quando volli muovermi bè… nulla. I miei arti non risposerò. Andai in panico.
‘ Non è possibile’ pensai dentro me stesso. ‘ sano arrivato questo punto?’
“ P-padrone ?” Chiese Rin preoccupata probabilmente per via dello sdegno dipinto sul mio volto.
“ vuoi che ti aiuti?” Chiese preoccupata Kagome avvicinandosi a me.
“ no “ risposi seccato ma le mie mani si mossero dal pavimento. Fui completamente paralizzato. Chiuso gli occhi stanco. La mia morte fu vicina.
“ Va bene “ annuì Kagome prendendomi la mano come per tranquillizzarmi. “ posso chiedervi a tutti di uscire?” chiese ai presenti.
“ perchè?” chiese quel rospo con dissenso.
“ dategli un po’ di spazio” Kagome lo guardò in malo modo. “ non ha avuto un attimo di tregua, riuscirò a convincerlo, non preoccuparti “ rassicurò i presenti.
“ e va bene!” gridò Inuyasha con dissenso. “ che faccia quello che vuole, mi ha seccato” se ne andò via. Una volta che uscirono tutti.
“ orgoglioso come non mai” soffiò sedendosi accanto a me nuovamente. Mi alzò e mi imboccò con premura la ragazza. “ mangia” mi ordinò e non rifiutai.“ da quanto non riesci più a muoverti ?” chiese preoccupata “ non mentirmi “ mi guardò in malo modo.
“ Non lo so, donna “ dissi dopo aver ingoiato un altro boccone. Mi diede da mangiare in silenzio osservandomi con dolcezza.  Mi sorpresi come lei si fosse impegnata per me. Mi sentii avvampare vedendola così vicina a me. Poi mi toccò la fronte sudata. “ Credo che tu abbia anche un po’ di febbre “ mi carezzò. “comunque non preoccuparti non lo saprà nessuno” disse sorridendomi. Fu così umana da farmi ribrezzo.“bene, vuoi che te ne porti ancora?” domandò incuriosita alzandomi la frangetta.
“ No “ risposi distogliendo lo sguardo dal suo. Ansiamando volli scappare dalle sue mani fasciate.
“ Okay “ rise di gusto facendomi distendere nuovamente. Un parte di me ammise che avrei voluto che continuasse. “ sono felice che ti sia piaciuto“ soffiò con i suoi occhi nocciola. Non dissi nulla.
“ Padrone, avete finito? “ Rin aprí la porta interrompendo il silenzio.
“ Si, sembra che si stia riprendendo “ disse Kagome rivolgendosi ad Inuyasha e alla volpe.
“ Meno male “ disse incuriosito da quella ciotola.
“ Bah… “ Inuyasha fu contrariato.
“ Piano che sta ancora male , Rin“ disse Kagome alla piccola.
“ Scusate “ si chinò più volte.
“ Gli dai troppo attenzione ...“ Inuyasha rimproverò la sua donna.
“  lui stava per morire, ti ricordo. “ disse con ira celata dietro un apparente sorriso.
“ padrone “ Rin mi strinse.
“ Sono felice “ pianse con Jacken .
“ Si !! “ esclamò la piccola. Non feci nulla mentre lei rise e il rospo la guardò contrariato.
Il giorno seguente il veleno però fu per tutto il mio corpo.
Stetti tutto il giorno disteso senza potermi muovere ancora una volta . Kagome fu lì con me e Jacken. Si prodigò invano per me. Quella notte dormì poggiata al muro aspettando con gli altri la mia morte inevitabile. Fu fin troppo premurosa e sarebbe stato questione di tempo prima che se accorgessero anche loro. Fui in debito con lei tutto qui.
Capitò che stettimo pochi minuti ma niente di più. Avrei voluto dire quello che penso ma Inuyasha fu sempre lì a spiarci.
“ Il veleno ormai è in ogni fibra del mio corpo “  le dissi mentre lei passò le sue mani sulle mie braccia per muoverle.
“ Guarirai “mi disse lei senza perdere la speranza.
Dopo 10 giorni dal mio risveglio la ferita non sembrò migliorare. Il mio corpo fu rigido come il marmo. Fui ridotto ad un vegetale. Pian piano anche gli altri se ne accorsero. Anche la mia mente fu offuscata dalle parole di quel maledetto drago di Rayko.
Così un giorno Rin disse a Kagome di voler  andare da un certo Jinenji
“ Si “ annuì la piccola , Kagome fu accanto a me come sempre.
“ Ma è troppo lontano per andarci da sola “ le spiegò contrariata.
“ Posso farcela !” Cercò di insistere.
“ Dove si trova questo luogo.?” Chiesi alle due incuriosito.
“ Ben altre le montagne “ mi rispose “e no Rin “ disse la miko molto decisa. “ è troppo pericoloso “ scosse il suo capo
“ Ma perché ?!” gridò piena d’ira.
“ sei ancora troppo piccola” le spiegò guardandomi con tristezza.  “ è poi è anche inverno” chiuse i suoi occhi.
“ Allora troverò chi mi accompagnerà !” Disse lei insistendo. “ Il padrone sta male e voglio aiutarlo “ proseguì con rabbia. “ Mi accompagneranno Inuyasha e Shippo !“ Esclamò infine.
“ Ma… “ Jacken cercò di intervenire.
“ guarirò  Rin, non sei obbligata a farlo. “  presi la parola. Fu una menzogna. Qualsiasi cosa avessero fatto sarebbe stato troppo tardi. Sarei morto nei giorni seguenti allo stesso modo.
“ No !” si gettò su di me. “Vi farò guarire !” pianse a dirotto. Avrei voluto accarezzare la testolina ma non potei farlo.
“ E va bene, basta che stai zitta “ disse Inuyasha infastidito.  “così non vedrò la tua brutta faccia per un po’ “ mi indicò pieno di sdegno come se avrei potuto controbattere, la morte sarebbe stata il mio destino.

 

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Capitolo 40
*** Capitolo 5 ***


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Author notes:

Attenzione nel seguente capitolo ci sono scene di sesso esplicite.

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Capitolo 5: Missione
 

Li accompagnarono tutti tranne Jacken.
“ Mancheremo per qualche ora “ disse mio fratello a braccia conserte.
“ Vi aspettiamo “ disse Kagome sorridendo mentre mi mise seduto per cambiare le bende.
“ Ciao padrone “ Rin mi abbracciò. 
“ non preoccuparti”  disse Kagome accarezzando la testa della bambina. “ ci penso io a lui” gli fece l’occhiolino. La cosa non mi fece affatto piacere.
“ Ciao, mamma “ diede un bacio sulla guancia alla donna.
“ andrà tutto bene” si abbracciarono.“ Ciao e tornate presto” disse ai presenti.
“ Cerca di non essere troppo servile “ la rimproverò Inuyasha.
“ Sta tranquillo “ rispose toccandomi le bende.
“ ah…! “ ebbi una fitta al petto e sputai sangue.
“ Sesshomaru..!” mi sorresse“ cosa c’è ?” non capì.“ Distenditi forza “ mi mise giù mentre respirai a fatica.
“ Sta davvero male “ disse kitsune preoccupato.
“ va tutto bene, “ strinse la mia mano. “ Forza uscite!” Gli ordinò sbattendo la porta con forza.
“ maledizione “ mi rimproverai . “ Non c'è bisogno “ scostai il mio sguardo da lei.
“ Fa silenzio stupido demone “ permette la ferita con un panno umido.  Con il suo potere spirituale asciugò il sangue infetto e sfinita si toccò la fronte. “ così dovrebbe andare meglio” respirò a fatica tenendosi stretta a sé. Anche lei iniziò risentire della mia presenza. 
“ riposati” le ordinai gelidamente.
“ non posso…” chiuse gli occhi toccandosi il petto. “ prendo dell’acqua” se ne uscì e poi scoppiò in fragoroso pianto. Durante la sua assenza ordinai a Jaken di stare nei dintorni. I demoni prima o poi mi avrebbero trovato. Ore dopo Kagome rientrò. Mi rimise seduto, un'altra crisi fu superata. Riuscii a muovere a mala pena le braccia dopo aver vomitato tutto quel sangue.
“ Si sta rimarginando troppo lentamente “ mi tolse le fasce per vedere. 
“ il problema è il veleno, Kagome.” poi vidi la sua scollatura e mi sentii investire da un innaturale calore.
“ C’è qualcosa che non va ?” chiese lavandomi il petto con cura. “ Sesshomaru?” domandò mentre io cercai di capire se ci fosse qualcuno in giro.
“ Vi ascolto “ dissi mentre i nostri visi furono vicinissimi.
“ No, nulla “ abbassò il capo. Desiderai il suo corpo da tempo. “ Fatto “ si voltò per lavare le bende. Jacken si allontanò dalla casa, lo percepii distintamente. Repentinamente, con la poca forza rimasta la presi per la vita e la spinsi a me. “ Ah !” Gemette spaventata facendo scontrare la sua schiena contro il mio petto. “ Se-Sesshomaru “ sussurrò impaurita. Il suo cuore battè forte . “ Cosa c’è?” Si fece stringere da dietro. “ Mmnnn “ lei si voltò incuriosita .  Volli baciarla , sarebbe stato l’unico modo per averla tutta per me. Ci guardammo negli occhi e poi gli baciai il collo. “ A-aspetta... “ seduta tra le mie gambe si morse le labbra. Scesi e mentre le mie mani non risposero più al suo padrone cercai goffamente di stringerla a me. “ no !” eccitato cercai le sue labbra. “ Piano “ disse mentre mi fece fare . “ Così ti si aprirà la ferita... “ cercò di farmi demordere.
“ Fa silenzio “ le ordinai baciandola ancora e ancora.
“ Ammnn… “ riuscii per miracolo a sciogliere i pantaloni rossi. “ Ah…!” Gemette senza voce mentre le mie dita entrarono dentro. “ Che fa.. “ cercó di dirmi ma “ Non devi fare sforzi …” ansimò sorreggendosi a me. Il suo volto divenne rossissimo nel silenzio della stanza.
“ fammi sentire il tuo corpo “ le ordinai vedendola tanto bisognosa.
“ Mmnn “ si morse le labbra “ non do-do-dovremmo! “ cercai i suoi occhi.
“ Sono tutti via.. “ le spiegai prendo le sue labbra con le mie.
“FERMO!” mi spinse via afferrandomi le spalle “ E non pensi a Jacken !?” mi rimproverò.
“ Lui è fuori per adesso.” le spiegai semplicemente.
“ C-Comunque sia, non puoi fare sforzi del genere!“ disse  facendomi stendere sul letto nuovamente.. Sistemando la veste cercò di nascondere il suo imbarazzo.
“ non sarebbe uno sforzo per me “  Si fermò. Sentii che il suo corpo lo avesse voluto quanto me.  
“ Mmnn” titubante di avvicinò al mio viso. “ siamo davvero soli ?” Chiese con il viso rosso come il fuoco.
“ Si “ mi abbandonai al cuscino sfinito chiudendo gli occhi.
“ Allora..” prese la parola mettendosi carponi su di me “ u-n u-unico b-b-b-bacio non ti farà male… “ balbettò. Tremando si chinò sulla mia persona “ ma non devi muoverti “ mi ordinò però tutto ad un tratto.
“ Non lo farò “ mi baciò le labbra castamente per poi iniziare a stringermi tra le sue braccia.
“ Mmnnn, Sesshomaru “ si fece prendere da quel contatto mentre le nostre lingue iniziarono a giocare l’una con l’altra. “ per fortuna stai bene !“ riprese a baciarmi con foga. Il suo respiro, il suo sapore, il mio nome pronunciato dalle sue morbide labbra non fecero che alimentare il mio desiderio.
“ Spogliati “ le ordinai stanco e eccitato. Cercai di mettermi seduto ma..
“ sta giù” mi spinse con forza sotto di sè. Mi fece male la ferita.  Lei si sorresse sopra di me.” Non puoi muoverti !” mi rimproverò severa.
“ zitta  “ le ordinai ” fammi fare” fui troppo voglioso di lei per abbandonare tutto.
“ Demone tentatore così morirai ” Si morse le labbra. Prese le mie mani e me le bloccò contro il pavimento. “ E non lo permetterò “ soffiò decisa più che mai. Piena di imbarazzo si decise e si tolse la sua veste. Mi guardò arrossendo coprendosi le sue nudità con le sue braccia. “ Ecco , sei contento ?” Neanche osò guardare i miei occhi. “ E adesso , cosa vuoi che faccia ?” sembrò in procinto di piangere. “ Sta giù !” Mi impedì di fare alcuno sforzo. “ ti ho detto non muoverti !”. fu davvero arrabbiata però in quel momento vidi tutto di lei.
“ Baciami “  Soffiai senza riflettere.
“ Eh ?” non capì arrossendo vistosamente. Con sforzo riuscii  a prendere un suo polso e la feci cadere su di me. “ Aspetta!” gridò spaventata.
“ Fallo “ cadde su di me.
“ Si... “ lei lo fece un po’ guardinga. Mi diede un bacio, poi un altro e poi un’altro ancora. Si sciolse come neve al sole. “ e adesso?”chiese riprendendo fiato.
“ sai giá cosa voglio “ le risposi altrettanto stanco.
“ S-Si “ si sedette nuovamente su di me. Sciolse il fiocco dei miei pantaloni con imbarazzo. Fu eretto. “ Ah… “ Fu la prima volta che lo vide con piena coscienza.  Ebbe paura, fu la prima volta che io non potei fare proprio nulla. “ Che cosa dovrei fare o-ora ?“ si coprí gli occhi come una bambina.
“ Salici su ” le spiegai freddamente.
“ i-ioo?” balbettò agitata  “ e c-come ?” divenne tutta rossa persino le sue mani. “ ma-ma che dici!!” gridò nel panico. “ È così imbarazzante... “ confessò con le lacrime agli occhi.
“ vergogna?”chiesi  non capendo perchè stesse ancora perdendo tempo.
“ si!” mi rispose a tono. “ sta fermo“ perse per poco l’equilibrio.
“ Perché dovresti vergognarti di me ?” domandò non capendo. “ Ho già visto il tuo corpo “ conclusi con serenità.
“ fa silenzio “mi rimproverò coprendosi il seno “ è tutto così strano.” guardò alla sua sinistra.
“ Kagome, voglio sentire il tuo corpo e basta “ le spiegai semplicemente. Incuriosita tornò al mio viso  “ non avere preoccupazioni adesso “ se solo avessi potuto prenderla e metterla sotto di me.
“ E se morissi ?” chiese con timore.
“ Non morirò, lo prometto “ gli promisi guardando i suoi stupendi occhi.
“ Sesshomaru.. “ Kagome sorreggendosi sulle braccia lo fece. Entrai in lei.“ ahh !!” gemette ad alta voce.“ non m-muoverti... “ si morse le labbra e poi si tappò la bocca per contenere la sua voce.
“ Si” soffiai sfinito“ ah… !“ gemetti sentendo la sua strettezza. “ Kagome... “ mi sentii pervaso dal suo calore.
“ Cosa c’è ?” chiese distendendosi su di me. Lei si avvicinò pericolosamente al mio viso. Accompagnai i suoi movimenti del suo corpo .
“ Sesshomaru “ quel vortice di sensazioni mi travolse.“ Ti piace ?”  domandò sopra di me preda del piacere.
“ Si “ assaporai ogni cosa come se fosse l’ultima.
“ Piace molto anche a me “ confessò ammettendo la sua colpa. “ mmnn “ affondò i suoi senti nel mio collo per evitare di gemere ancora.
“Kagome…! “ fu la prima volta che ebbe i il comando. Mentre i suoi denti si allontanarono dalla mia pelle. ” Muoviti “ le ordinai di andare più velocemente.
“ Si …” si sedette su di me. “ ahh.. ah… !“ si mosse su e giù. Fu una cosa indescrivibile, bella , appagante e al col tempo eccitante. Con gli occhi saldamente chiusi sbatte contro di me. Ondeggiando e spingendo guardando i miei occhi.  Ansimante il suo viso contratto dal piacere fu qualcosa di unico e irripetibile. “ Forse è meglio che ci fermiamo!” disse tutt’un tratto uscendo da me completamente, Confuso non capii cosa le fosse prese. Distesa accanto a me cercò di riprendere fiato. “ mi gira la testa..” soffiò a mala pena.
“ Fammi stare un’altro po' dentro di te... “ la mano destra riuscì a raggiungere il suo corpo.
“ No, è troppo pericoloso“ disse cercando di scappare un'altra volta via da me. 
“ non lo è “ mi lamentai come un ragazzino.
“fermo..” La baciai alimentando il fuoco che ebbi in corpo. Mi strinse come non mai  mentre i suoi fianchi si mossero verso di me seguendo il ritmo delle nostre bocche.. “ Sesshomaru … “ gemette il mio nome  “lo farò ma ad una condizione”  disse allontanandosi da me.
“ cioè ?” Non capii che altro volesse.
“ Non dovrai venire dentro di me “ affermò quella stupida.
Me ne sorpresi vivamente ' perchè una costrizione così ingiusta? '  pensai “ non puoi chiedermi questo. “ cercai nuovamente di convincerla. Fui pure un passo dalla morte, non capii perché mi negasse di sentire certe sensazioni. “ Perché non posso?” Lei si scostò da me senza ripensamenti. “Perché mi stai torturando in questo modo ?” Mi abbandonai al cuscino. Non capii che avesse in mente.
“ Non lo sto facendo “ si alzò sulle braccia “ ma se vuoi il mio corpo voglio che tu faccia ciò che ti chiedo. “ si coprí come meglio potevano fare con il lenzuolo. “ Perché il potente Sesshomaru non puó accontentare una mia richiesta ?”  chiese con voce terrificante“ perché vuole venire dentro di me? “ cercai di riprendere fiato ma il suo corpo perfetto. “ Vuoi forse che rimanga incinta ?!”urlò guardandomi dritto negli occhi. “Così se morirai sarò io a crescerlo!? “ gli scappò una lacrima.
Non pensai nulla del genere “  che stai dicendo Kagome?“ dissi confuso.
“  perché​ vuoi rischiare che accada ? “ il mio sguardo andò al suo seno coperto dal lenzuolo “ Quando sei andato via il timore che potesse succedere mi ha divorato dentro “ spiegò toccandosi il cuore  “ non voglio passare mesi e mesi nell'angoscia devastante di scoprire di essere madre o meno di un figlio...” ma si interruppe “ lascia stare “ si asciugò gli occhi,fece per alzarsi.
Risi per la sua stupidità. “ Demoni e umani non possono concepire figli cosí facilmente Kagome “ ma non sembrò contenta della risposta.
“ Non è una risposta , Sesshomaru !“  soffiò sbattendo le mani contro il mio petto. Mi mancò il fiato per un paio di secondi. “ perché vuoi fare sesso con me ?” Chiese con quella grinta che animale pieno d’ira prova verso il suo padrone. “ potresti avere qualsiasi donna, anzi  un demonessa ” Mi rimproverò mentre sputai sangue. “ allora io perché? “ si avvicinò al mio viso “ Perché mi baci ? Perchè mi fai provare quelle sensazioni ? “ ringhiò piena di rabbia distendendosi sul mio petto. “ perché vuoi il mio corpo ?” disse con occhi diversi è mai visti prima di allora.
“ perché mi stai facendo tutte queste domande, miko ?” mi scoppiò  la testa.
“ Rispondi… “ prese il mio viso tra le mani. “ Ti farò fare ciò che vuoi di me. “ disse rossa come il fuoco. “rispondimi” mi mancò il respiro nuovamente “ perché vuoi me Sesshomaru ?” fu a qualche centimetro dal mio viso.
Esiste un vero perché?  la risposta fu si. “ Odi così tanto quello che ho fatto ?” chiesi scostando il mio sguardo gelidamente. “ se ti ho fatta mia…  Non l’ho fatto per un fine “ Soffiai soltanto “ l’ho fatto e basta “ chiusi gli occhi comprendendo quanto fossi stupido.
“p-perchè ?” non capì portando il mio viso nuovamente al suo.
“ Non riesco a controllare questo mio corpo quando sono accanto a te “  confessai guardando i suoi occhi fremere.
“ ma è sbagliato !”  mi rimproverò nuovamente.
“ lo so bene ! “ dissi con rabbia. “ Lo so bene “ cercai di stare calmo “  senti anche tu questo calore, questa sensazione che avvolge il tuo corpo come una prigione “ le spiegai “ che ti soffoca “ raccontai “sai che è sbagliato ma lo vuoi comunque “ conclusi.
“ Io amo Inuyasha, Sesshomaru “ disse accarezzandomi il volto piangendo copiosamente.
“ l demoni non provano amore“ sussurai appena. Ci baciammo nuovamente consapevoli che fosse sbagliato. I nostri corpi vollero unirsi non sentendo alcuna ragione. “Kagome, sai quale sarebbe stato il mio unico desiderio un tempo?” la mia mente fu in panne “ farmi battere da Inuyasha per poter incontrare un’ultima volta mio padre. Ma adesso ho un desiderio ancora più grande che mi sta divorando piano piano …” forse fu il suo odore asfissiante.
“ Sesshomaru…” mi fece entrare dentro di lei nuovamente “ Ah… “ strinse le mie spalle.
“non riesco a trattenermi “ confessai. “ Non riesco a controllarmi...“ sentii le sue viscere stringermi con forza. “ Mi fai impazzire, donna! “ mi morsi le labbra . “ Solo tu mi fai questo effetto “riuscii ad afferrare i suoi fianchi. “ Lo so che sia sbagliato ma lo voglio lo stesso “
“ Sesshomaru … “ gemette forte .
“ Ahhh Kagome !” Non ebbi più fiato e molto di quel liquido uscì da me.
“ Ah…” lo sentii di certo “ ahh!!” si lamentò la povera donna “non c-così…” chiese in preda agli spasmi cercando di sfuggire invano
“ sta zitta!!” conficcai i miei artigli nei suoi lombi. Lo feci completamente ridendo di gusto“ si, finalmente …”  tremai dall’emozione portando la testa all’indietro. “ Quanto sei stretta “ mi morsi le labbra impazzito mentre godetti di quelle sensazioni. “ Muoviti, avanti “ gli ordinai alla femmina umana. La donna confusa iniziò a muoversi. Credo proprio che stesse godendo come me se non più di me.
“ Ahhh!!” Ogni qualvolta fece su e giù fu uno spettacolo. Dopo un po’ di tempo venii ancora una volta facendola fermare. “ Sei perfetta “ sussurrai.
“ si “ disse con un filo di voce guardando il soffitto. “ Sesshomaru!” gridò il mio nome nuovamente.
“ chiamami con il mio nome “ risi divertito e affamato della sua voce.
“ Sesshomaru, no !!” urlò piena di paura sentendomi spingere contro di lei.“ la ferita !” cercò di dire.
“ ahhh… ahhh !!” urlai impazzito “ Ho mantenuto la mia promessa” le rammentai. “ Adesso Fammi sentire il tuo calore “
“ Fermo !!!” gemette stringendo a sè. La baciai con passione e poi mi mancarono le forze. Lei prese le redini. “ sei un idiota!” disse rimproverandomi. 
“ zitta, zitta e continua!!” mi mancò persino il fiato. 
“ così?” chiese baciandomi con passione inaudita. “ Ahh… Sesshomaru… “ il suo viso prese fuoco
“ si, così, così Kagome!!!” anche il mio si contagiò.
“ Ahh!!” si mosse su e giù guardando il soffitto. “ Sei vivo !” Esclamò .Qualche altra spinta più tardi...“ Ahh !!” venne a gran voce.
“ Grrr “ gemetti anch’io.
“ ah...non lí “ si lamentò poi sentendo l’inevitabile esito di quella danza maledetta..
“ Ahh… “ ci baciamo appassionatamente sfiniti subito dopo. “ Sesshomaru… “ ansimò tramando. “ oh… Sesshomaru…” disse tra un bacio e l’altro. Mi strinse. “ Sei vivo, sei vivo “ mi baciò ancora “ sono felice di riaverti con me …”
“ Padrone!! va tutto bene ?!”  Jacken entrò senza bussare. Ci aveva visto in quella situazione inequivocabile. “ Ma che…” non vi poté credere. Vide Kagome sopra di me, uniti l’uno all’altra, sporchi di noi e con le nostre labbra unite in quel bacio tutt’altro che casto.
ci volle un po’ di tempo per  capire che lui fosse lì. Fummo troppo presi a dare libero sfogo ai nostri istinti. Kagome lo vide e prese un lenzuolo. “ Jacken? “
“ Che cosa ci fai qui ?” dissi senza fiato esausto. “ Maledizione... “ mi toccai la fronte sudata. 
“ V-Voi e quella umana … “  Lei uscì da me mortificata. “ Cosa stavate…? “ Kagome fu accanto a me pallida come un lenzuolo . “ M-ma… c-cosa “  fu sconvolto” p-padrone ! Ma che significa !!“ fu terrorizzato. “ Voi avete una relazione con questa umana!?!? “ Mi urlò contro.
“ Giuro che ti ammazzo Jacken” dissi esplodendo di rabbia. Finalmente dopo tutto quel tempo riuscii ad accoppiarmi con quella donna e quel maledetto mi avrebbe rovinare il momento!. “ ti avevo mandato a controllare i dintorni!” urlai con ira.
“ io veramente…” disse spaventato.
“ Sesshomaru, non ti agitare” Kagome disse spaventata. Scoppiai dalla rabbia.
“ lo so …” soffiai cercando di riprendere un contegno. “ che cosa ci fai qui?” cercai di tornare freddo e distaccato.
“ ho sentito delle urla provenire dalla casa e...” cercò di spiegarsi.
“ cancella quello che hai visto e sentito” gli ordinai mentre Kagome si rivestì in fretta.
“ ma “ cercò di dire.
“ ti Ho Detto Cancella quello che Hai Visto” lo interruppi violentemente.
“ …. padrone” fece un passo in avanti.
“ Mi ascolti quando parlo?” gli urlai contro “ cancella!” gli ordinai. 
“ …. si …” chinò la testa preoccupato.
“ Io vado” se ne uscì Kagome dalla stanza.
“ padrone...“ ripresi fiato.
“ Non una Sola Parola o giuro su Rin che ti strangolo con le mie mani!”  lo avvertii “ prendi dell’acqua prima che quell’idiota di fratello capisca quello che è successo qui dentro.” non ne andai fiero e nemmeno Kagome ma sarebbe stato l’unico modo per evitare che si sapesse.

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Capitolo 41
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6 : Guarigione




 

Quando tornò Rin, Kagome andò come fu prevedibile a lavarsi.
“ siamo tornati” disse il mezzo-demone entrando dalla porta con i suoi amici. “ come stai vecchio bastardo?”  divertito mi schernì “ Ancora paralizzato ?” chiese quell’idiota ridendo di me

‘ non direi visto che mi si sono sbattuto tua donna ‘ pensai fra me e me ghignando. Inuyasha visibilmente sorpreso indietreggiò sbiancando.
“ avanti non litigate” La vecchia umana con un occhio solo si sedette noncurante.
“ abbiamo preso le medicine” annunciò la piccola Rin distribuendo le cose a terra.
“aspettate dov’è Kagome?” si guardò intorno Inuyasha sempre più agitato.
‘l’ha notato finalmente ‘ chiusi i miei occhi soddisfatto  “ non è qui “ gli spiegai semplicemente.
“ padrone… “ Rin si avvicinò a me abbastanza incuriosita.
“ padrone, ho fatto quello che mi ha detto...” rientrò Jacken con stanchezza. S mise apposto le maniche del vestito. “ oddio ! Siete già tornati !?!?” urlò spaventato a morte.
“ si può sapere che hai fatto!?” il mio fratellastro prese per la canotta il demone.
“ ahh!! nulla, lasciami!!” gridò pieno di paura sbiancando.
“ dov’è Kagome!?” lo minacciò uscendo gli artigli “ Sapevo che non mi sarei dovuto fidare di voi due!” urlò a pieni polmoni “ MALEDETTO!” gridò puntandomi Tessaiga alla gola.
“ Inuyasha calmati “ La kitsune intervenne ma se mi avesse ucciso mi avrebbe fatto un favore..
“ sono qui“ entrò Kagome dalla porta con un asciugamano tra i capelli. “ si può sapere che sono queste urla?” domandò per poi spalancare gli occhi alla visione del suo amato attentare alla mia vita.
“ Dove sei andata ?” chiese il suo Inuyasha lasciando Tessaiga per prendere al suo posto le sue spalle.
“ A farmi un bagno, non si vede?“ gli disse sorpresa  
“ti hanno fatto del male?” Chiese guardandosi intorno con sospetto.
“ ma lasciami!” lo spinse via abbastanza infastidita..
‘ quanto avrei voluto vedere la tua faccia se ci avessi visto ‘ pensai tre e me assistendo a quel quadretto divertente.
“ Abbiamo portato le cose “ Rin annunciò al suo surrogato di madre.
“ Bravi “ gli accarezzò la testa subito dopo si sedette accanto a me “ con questo sono sicura che riusciremo a guarirti “ prese il mio polso. Kagome sorrise amabilmente tra quei capelli ancora umidi.
“ esattamente “ Rin si avvicinò a noi due.
“ ahahahah “ Kagome rise di gusto. “ mettiamoci a lavoro “ Kagome si alzò. “ che c’è?” chiese ad un Inuyasha abbastanza confuso. 
“ nulla..” sembrò abbastanza confuso.” mmmm” mugugnò quando fummo soli.  Mi fulminò con lo sguardo. “ non me la conti giusta, davvero non puoi muoverti?” domandò colpendomi con un piede il braccio.  Avrei voluto strappargli la gamba a morsi ma “ hai fatto qualcosa a Kagome, vero?” mi prese per lo yukata facendomi scontare i miei occhi con i suoi. Mi disgustai nel notare quanto fosse simile a mio padre. Gemetti per il dolore. “ saresti dovuto morire lì “ ringhiò sommessamente. “ se non fosse per lei , io…” cercò di trattenere il suo pugno.
“ Fallo se è quello che vuoi “ lo guardai dritto negli occhi senza paura. 
“ bastardo “ mi lasciò cadere nel letto. “ perchè sei venuto qui ? volevi che ti vedessi morire? “ domandò quello stupido.
“ dovevo “ gemetti sputando sangue. Con i suoi modi rudi non fece altro che peggiorare le mie condizioni già precarie. 
“ Sesshomaru “ mi chiamò preoccupato. Vomitai, mi girò su di un fianco per evitare mi soffocassi con esso stesso. “ MALEDIZIONE” si alzò e chiamò immediatamente Kagome. La donna accorse. 
“ CHE COSA GLI HAI FATTO?” gli urlò contro mettendomi seduto. 
“ NON HO FATTO NULLA” sentii che fosse arrivata la mia ora mentre sentii distintamente il cuore di Kagome battere all’impazzata. Urla incomprensibile aleggiarono per la stanza quando Kagome mi porse una tazza di un qualcosa. “ Bevi, su” mi supplicò e feci. “ non ti farò morire…” furono le ultime parole che sentii prima di cadere nell’oblio.
Quando mi risvegliai “ Buon giorno” Rin mi sorrise accanto al mio letto.
“ Rin?” domandai alzando la testa. “ cosa“ riuscii a muovere le braccia incredibilmente.
“ riuscite a muovervi! “ Jacken si mise a piangere dalla contentezza.
“ si..” guardai la mia mano muoversi come io ordinavo. Mi sedetti, la ferita non mi fece più male. Possibile che fossi guarito? Rin spezzò i miei pensieri.
“ Padrone ma che avete sul collo !?” mi indicò la piccola.
“ Sul collo dici ?” chiese la vecchaiccia maledetta in un angolo della stanza. Kagome alla sua destra sbiancò. “ sembra un morso “ disse Kaede incuriosita.
“ sarà una ferita. “ mi giustificò Kagome con un po’ di agitazione.
Inuyasha posto vicino alla porta fu davvero perplesso. Avvicinandosi “ non mi sembra “ commentò  “ Hai litigato con qualcuno di recente ?” Disse quell’idiota mettendosi a braccia conserte.
“  non è nulla “ nascosi la ferita.
“ sempre molto gentile “ soffiò Inuyasha irritato a morte. “ E tu che hai da fissare si può sapere ?” chiese a Kagome dietro di sè.
“ io ?” non capì la donna arrossendo.
“ Si, è da ieri che mi sembri un po’ strana “ si avvicinò a lei di scatto.
“ Sarà una tua impressione “ fece un passo indietro.“ la smetti di starmi così appiccicato !” gli ordinò irritata.
“ Mmnnn… “ non ne sembrò convinto. “ Sembri più rilassata “ notò lui semplicemente.
“ rilassata ?” Domandò la miko “ B-Bè certo!” gli urlò contro. “ c-con questa medicina tuo fratello sta meglio, no?!” Disse ma ovviamente non fu tutta la verità.
Due giorni dopo le mie condizioni furono quasi completamente ristabilite. 
“ riesci a muoverti “ entrò nella stanza vedendomi sulle mie gambe. “ forza, sei pronto?” Mi sedetti e mi tolse la parte di superiore del mio youkata. Avremmo fatto esercizio muscolare per verificare se fossi completamente guarito o meno “ Adesso Fermo “ le sue mani unte di olio sfiorarono le mie spalle con delicatezza. Adorai sentire le sue mani accarezzarmi la pelle. Poi si spostò e fece scivolare la sua mano destra lungo un mio braccio. “ Così “ la sua delicatezza nei movimenti, le sue dita furono roventi. All’improvviso si alzò e strisciando sulle ginocchia  si mise davanti a me. Al tempio gli insegnarono molte cose tra cui come prendersi cura dei malati. Prese la mia mano e mosse il mio braccio dal mio al suo petto. Ebbi la tentazione di afferrare la sua casacca ma non lo feci. “ Molto bene “ mi rivolse un sorriso “sembra che tu sia guarito completamente “ mi lasciò. “ Su, su “ alzandosi si lavò le mani in una tinozza. “ se continui così anche domani potresti andare via “ disse asciugandosi le mani su di un panno.“ Non sei contento?”domandò voltando appena il capo.
“ Perché non oggi ?” chiesi distendendomi nuovamente sul mio letto.
“ Bè… “ riportò lo sguardo alla bacinella. “ se preferisci andare, puoi farlo “  disse con un filo di voce. “ magari hai fame !” Disse all’improvviso muovendo qualche passo in direzione  della porta. Inuyasha non fu nelle vicinanza per questo “ Vuoi che ti porti qualcosa ?” poco prima che la miko afferrasse la porta, la presi da dietro.
“ No “ risposi stringendola a me.
“ Mmmnnn… “avvolsi il suo corpo come le mie braccia fosse le spire di un serpente.
“ Se vuoi che rimanga, dimmelo “ sussurrai all’orecchio della ragazza.
“ A Rin f-farebbe molto p-piacere “ tremò la sua voce.
“ Farò ciò che chiedi “la lasciai senza dire altro.
“ Grazie “ si toccò il petto con le sue mani fasciate. Fece un bel respiro ed aprì la porta. “ se mi cerchi sono di là “ se ne andò nel silenzio.
‘ Kagome, come posso fare’ pensai non sapendo più cosa fare.

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Capitolo 42
*** Parte nona: capitolo 1 ***


 



 

Capitolo 1: Ultima notte

 

Decisi che sarei rimasto solo un altro giorno. Jacken fu fuori dalla porta a sorvegliare la situazione. Il freddo fu pungente quel giorno. Disteso in quel letto mi chiesi cosa fare di quella situazione e cosa Kagome ne pensasse.
“ Sesshomaru, ecco la cena “ la miko entrò con Rin al suo fianco.
“ Padrone “ mi si gettò al collo la bambina. Non dissi nulla in proposito fu evidente che Rin fosse davvero sollevata. Riuscii a salvarmi per un casualità del destino. Avrei dovuto un grosso favore a quel Jinenji di cui parlarono.
“ piano Rin “ Kagome gli spiegò. Mi resi conto quanto Rin fosse legata a me. Una volta che gli stessi suoi simili uccisero la sua famiglia anche lei sarebbe dovuta morire ma io lo impedii perchè vidi in lei qualcosa, lei avrebbe meritato una seconda Chance.  
“ Posate il piatto e andate via !” Strepitò Jacken entrando dalla porta.
“ Si, scusami “ mortificata si alzò la donna dagli occhi castani.
“ No “ risposi  “ voglio che rimangano qui “ guardai Jacken molto infastidito.
“ Come desidera mio signore “ si prostrò l rospo sudando freddo.
“ Davvero ?” Chiese la piccola dubbia non capendo.
“ Va bene allora” mi sorrise Kagome “ che ne dite se porto qualcosa qualcosa da mangiare anche a te e Jacken?” chiese rivolgendosi a Rin.
La ragazzina annuì felice come non mai. Quando uscì la piccola iniziò a raccontare di tutto quello che fosse successo in mia assenza. Aspettai in silenzio che Kagome tornasse.
“ Sono qui “ entrò non so quanto tempo dopo. “ Spero vi piaccia “ disse sedendosi alla mia destra
“  stavo raccontando al padrone di ieri “ mi disse alla donna prendendo la sua ciotola.
“ si, è stata molto brava “ mi confermò la miko.
“ lo so “ accennai un sorriso. Jacken ebbe  la colina in bocca.
“ Jacken “ lo richiamai “ puoi mangiare  “ gli ordinai.
“ Grazie padrone “ si prostò più volte per poi addentare il cibo.
“ Che fame, ahahah “  notò l’appetito la sacerdotessa.
“ Kagome è un'ottima cuoca “ Commentò Rin addentando il uso riso.
“ Non è vero, sono proprio negata a dire il vero “ guardo alla sua sinistra arrossendo.
“ Sciocchezze” ingoiò la ragazzina  “ sei la prima persona che ha cucinato qualcosa che il padrone e che lui gradisca “ notò vendomi mangiare di busto.
“ ma che dici, è stata solo fortuna!” Arrossí vistosamente.
“ infatti “ aggiunse Jacken. “ il padrone ha gusti difficili “ commentò il rospo.
“ Non stavi mangiando ?” Gli chiesi innervosito.
“ Chiedo scusa !” Tornò con la testa nel piatto.
“ ahahah “ rise Kagome.  
“ Infondo ha ragione Jacken “ espirò masticando il suo riso . “ Jacken non sa cucinare” disse sottovoce alla donna.
“ Non è vero “ scosse il capo il demone.
“ Rin!” la rimproverò la donna senza parole
“ gneee” fece la linguaccia al mio servitore e iniziarono ad azzuffarsi. Mentre quei due iniziarono a gridare fra loro i miei occhi si posarono sulla figura di Kagome. Bella e preoccupata cercò di impedire che quei due si facessero del male.
“ finite di mangiare“ ordinai alla femmina umana così da evitare che si alzasse. 
“ si, Sesshomaru “ il suo unico compito fu essere mio ospite e condividere il suo cibo con me.
“ Voi” mi pronunciai freddamente “sedetevi “ ordinai ad entrambi.
“ Si padrone !” sbiancando obbedirono al mio volere. Finendo il loro cibo notai gli sguardi furtivi di Kagome. Dopo aver cenato le due donne parlarono di cose senza alcuna rilevanza. La miko punto raccontò una storia alla piccola Rin. Jacken si addormentò poggiato alla parete e Rin sulla spalla di Kagome.
“  che sono carini “ la misi accanto a Jacken. “ Come ti senti ?” mi chiese la donna . “ Credi di poter partire domani ?”domandò sedendosi nuovamente accanto a me.
“ Si “ le dissi semplicemente. “ Le tue mani..” presi la sua mano .
“ le ferite si stanno rimarginando “ chinò il capo evitando il mio sguardo.
“ se ti fanno male. “ le bende furono sporche di sangue come io sospettai  “ Perché ti sforzi tanto ?” la guardai dritto negli occhi.
“ te ne sei accorto “ portò il viso alla sua destra. “ Prima o poi guariranno.” Il suo cuore ebbe un nuovo ritmo. Non ebbe il coraggio di guardarmi il viso e cercò di sfuggirmi.
“ Non in questo modo” le dissi infastidito abbassando le sue mani. Sentii la presente di Inuyasha fuori dalla stanza. Kagome lentamente portò il suo sguardo ai miei occhi. “ Che vuoi fare ?” portò la mano destra vicino al suo cuore palpitante. Prese le bende che lasciò la miko poche ore prima. Porsi la mano verso di lei. Si fece curare da un demone. Quei solchi non sarebbero andati via.  
“ A-Ah !” Gemette dal dolore. “ Non devi farlo “ si coprì la bocca con l’altra mano.
“ Ci sono molte cose che non avrei dovuto fare e le ho fatte lo stesso “  continuai a medicarla.
“ s-si “ balbettò diventando viola. Una volta finito mi porse l’altra mano “ sei davvero bravo “ commentò la femmina umana “ grazie “ mi disse quando finii
“ non devi “ le risposi freddamente.  “ sto solo pagando il mio debito “ Inuyasha si allontanò dalla stanza a quelle parole.
“ Tu.. “ anche Kagome lo sentì “ mi hai salvato la vita più volte “ si chinò in segno di riconoscenza  “ non hai alcun debito nei miei confronti “ con le nocche mi toccò il viso.
‘ Kagome ‘ pensai mentre quella candela danzò per via del vento .  Presi il suo polso Fermando la sua mano piccola mano dolorante. Chiudendo gli occhi assaporai quel contatto.
“ Non avrei mai potuto lasciarti morire” sussurrò la donna quando la candela si spense. Con lentezza voltò la sua mano e con i polpastrelli accarezzò la mia guancia. Mi sentii strano. Il mio volto a quel contatto divenne più caldo. Non ebbi il coraggio di appoggiare una mano sulla sua per paura di farle  del male. La sua mano scese arrivando al mio petto. “ Sesshomaru “ presi i suoi fianchi e l’avvicinai a me senza nemmeno pensarci. Fummo solo noi due finalmente. Il suo viso fu a pochi centimetri dal mio. Guardai le sue labbra e lei le mie. “ Cosa c'è ?” Mi chiese sfiorandomi le labbra con quelle dita.
“ Nulla “ risposi anche se iniziai contro la mia volontà a baciarle il collo.
“ A-Ah“ tremò senza ribellarsi. Anche se con lentezza la donna affondò le mani nei miei  capelli argentati. “ Sesshomaru "sussurrò, la mia mano sinistra andò tra le sue gambe. Proprio in quell’istante Rin si mosse nel sonno. Ci fermammo entrambi e ricordai dove fossimo.  “ Credo sia meglio che vada “ Kagome mi spinse via. Ansimando cercando di tornare ad avere un contegno. In fondo Inuyasha avrebbe potuto capire una volta tornato. La lasciai ma poco prima che lei uscisse capii che non avrei voluto questo. Il mio corpo si mosse da solo.  La presi da dietro.
“ mi troverai davanti l’albero in cui Inuyasha fu imprigionato “ le sussurrai al suo orecchio. “ Fa in modo che lui” la mia mano andò nel suo sedere “ non ti segua “ lo strinsi possessivo.
“ e se non venissi ?” mi chiese con il cuore in gola. Leccai il suo collo mentre la mia eccezione crebbe.
“ Sono sicuro che verrai” gli feci sentire la mia erezione. Kagome si fece sfuggire un gemito. Quella notte sarebbe stata di nuovo mia.
Gli toccai il seno e la baciai con prepotenza.“ Sm… smettila… “ iniziò ad agitarsi e presa dalla cosa spinse i suoi fianchi contro di me. Succube del suo incantesimo li toccai tra le gambe sotto il pantalone“ A-ah… “ si tappò la bocca la donna presa alla sprovvista.  Il suo corpo rispose al mio. Morsi il suo orecchio mentre le mie dita giocarono con la parte più sensibile di lei. “ Verrò “ soffiò infine ormai in mio potere. La lasciai e lei cadde a terra senza forza. Uscii mentre la donna mi guardò nell’oscurità in silenzio.

 

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Capitolo 43
*** Capitolo 2 ***


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Author notes:

Attenzione nel seguente capitolo ci sono scene di sesso esplicite.

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Capitolo 2: Neve bianca.

 

Il silenzio della notte fu assordante e mentre osservai la foresta innevata delle immagini, rappresentanti i miei bisogni, mi trafissero la mente. Accoppiarsi proprio dove Inuyasha fu sigillato per 50 non fu il massimo eppure una parte di me desiderò che il mio caro fratellino  quella notte mi trovasse in compagnia della sua cara Kagome.
Quando Kagome su vicina sentii il suo odore e decisi di nascondermi e godermi il momento.
“ Sesshomaru, sei qui?” si guardò intorno. Quando da bravo predatore presi la mia preda. La spinsi contro l’albero dalle molte radici. Gli tappai la bocca per evitare che urlasse. Non sentii per mia fortuna la presenza di Inuyasha da nessuna parte. Sarebbe stato difficile spiegare perchè costrinsi la sua donna a venire lì quella notte.
Quando apprese che fossi io “ S-sei tu .…” presi le sue  labbra “ Sesshomaru “ gli aprii lo Yukata mentre la donna si abbandonò a me senza protestare.
“ Che gli hai detto ?” Gli chiesi affondando il viso nel suo seno.
“ Cosa avrei dovuto dirgli ?”  non capì. “ Sono qui, no?” gemette reggendosi a me.
La sollevai “ Kagome.. “ ripresi sue labbra tra i fiocchi di neve.
“ Cosa vuoi fare !?” mi chiese spaventata a morte.
“ sai già cosa voglio “ mi strusciai contro di lei.
“ Allora fa “ mi disse spezzando ogni pensiero. “ e poi lasciami tornare da Inuyasha “mi fece infuriare. La voltai con forza. La costrinsi contro l’albero.  Gli sciolsi pantaloni e entrai dentro di lei senza indugiare.
“Sta Zitta “ gli tappai la bocca. Ma quanto mi mossi dentro di lei quello che provai fece cambiare il mio pensiero. “ Ah.. ah.. “ Sentii contro la mia volontà quella donna nonostante i miei modi provare piacere ed io con lei di conseguenza. Forse fu il suo potere a rendere me il suo schiavo e non viceversa “ Ka-Kagome”  avvolsi il suo corpo caldo e pieno di vita al mio freddo e gelido.
“ Sesshomaru…” gemette con me nell’oscurità della notte.
“ Dimmi cosa vuoi ?” la voltai riprendendo le sue maledette labbra.
“ Andrai davvero via ?” mi chiese buttandomi le braccia al collo.
“ Devo “ mi strinse a sè come non mai.
“ Non voglio che tu lo faccia “ nei suoi occhi vidi solo il riflesso e nulla più.
“ che vuoi dire ?” non capii di che stesse parlando.
“ Rimani insieme a me “ mi prese il viso tra le mani “ Sesshomaru, resta con me” qualcosa dentro di me esplose.
“ sai già che non posso “ chiusi gli occhi abbandonandomi al suo calore travolgente.  “Tornerò da te molto presto “ avvolsi i suoi fianchi con un braccio.
“ Giuramelo “ mi guardò dritto negli occhi.
“ Te lo giuro miko “ fui schiavo. Diventai schiavo del suo prepotente calore.
Riprese le mie labbra con forza. Ricominciò la danza perversa del nostro accoppiamento. “ Mmnnn.. Sesshomaru!” poi mi morse un braccio per non urlare. “ Mmmmmnnn!!”
“ Stai già venendo ?” presi il suo sottile collo “ voglio sentire la tua voce “ le ordinai senza fermare la sua tortura.
“ Ma che dici ?” chiese sorpresa.
“ Non ci sentirà nessuno “ sussurai al suo orecchio  “ forza “ la incitai.
“ Ah…” gemette a gran voce “ Si!” si affidò a me.  “ mi sento strana…” cercò di dire tra i suoi melodiosi lamenti.
“ di già?” domandai divertito ma allo stesso tempo ipnotizzato dai suoi occhi vitrei.
“ Si” annuì “ se Inuyasha ci scoprisse !?” chiese spaventata a morte.
“ non è qui “ le spiegai “ lo sentirei altrimenti “ cercai di convincerla  “ il tuo uomo non lo saprà” mi mossi in modo più deciso.
“ è pur sempre tuo fratello “ disse chiudendo gli occhi.
“ Non è mai stato mio fratello “ le spiegai gelido.
“Sei un mostro “ portò il suo viso al cielo.
“ sono un demone, Kagome “  le ricordai divertito
“ A-Ah..” venne guardandomi negli occhi “ perdonami “ dai suoi occhi caddero delle lacrime.
“ Di cosa parli?” non capii. Portò i suoi occhi all’indietro.
“ stupido… “ soffiò in fine sfinita.
“ Dici ?” Ansimai impedendo che lei cadesse per terra. Uscii da lei subito dopo ma lei mi baciò con passione inaudita.
“ Stringimi “ mi supplicò  “ Scusami “ gli accarezzai i capelli.  Si accocolò sul mio petto. Fu totalmente nelle mie mani.
‘ Inuyasha ormai lei è mia ‘ gli accarezzai la nuca ridendo tra me e me.
“ Sei già stanco ?” Mi chiese guardandomi le labbra con malizia.
“ vuoi che continui ?” Cercai di baciarla .
“ i-io “ mi baciò “ t-tu vorresti ?” Domandò tra un bacio ed un altro. Non ci volle molto. La presi e prosegui ad un unirmi a lei.
“ Ahh !!! “ supplicò sorrengosi all’albero.  “ Non così !” si morse le labbra “ demone !!!” si tappò la bocca.
“ cosa c'è ? “ la presi per i capelli e alzai il suo viso.   “ Guardami negli occhi “ gli ordinai. “ Dimmi cosa provi “ le ordinai.
“ Cosa dovrei dirti ?” non capì la domanda.
“ Quello che senti “ insistetti mentre il mio corpo iniziò a prendere fuoco.
“ Piacere “ soffiò stanca e intontita  
“ Provi gioia ?” domandai leccandole il collo.
“ Si! “ annuì “ no... “ Scosse il capo  “ f-forse!” balbettò “ io non lo so più... “ dovette ammettere  “ sento così tante emozioni dentro di me “ disse toccandosi il cuore.  Iniziò a prendere anche lei il suo ritmo. “ Baciami “ mi ordinò all’improvviso..
“ Si “ lo feci.
“ Mi manca di nuovo il fiato “ mi spiegò mentre il suo viso riprese un colore rosso. “ Ahhh… “ mi guardò ancora “ i tuoi occhi sono così … vivi adesso “ fu persa nei miei.
“ Vivi ?” non capii.
“ Si, sono così pieni di calore “ accennò un sorriso.
“ Ka-Kagome “ la baciai appassionatamente mentre una sensazione piacevole mi avvolse.
“ Mi gira la testa “ perse le forze gradualmente.
‘ Anche a me …’ pensai.
“ Di nuovo quella sensazione” spiegò la donna urlando.
“ Ah-ah!” Venii in lei senza preavviso e poco dopo anche lei ricambiò. Caddi sulla sua schiena sfiancato.
“ Sesshomaru… “ gli baciai il collo e poi lei voltandosi strinse a me.
“ siamo due amanti quindi ?” mi chiese seduti nella neve.
“ Amanti ?” la coprii con la mia pelliccia.
“ due esseri che… in segreto hanno una reazione… ecco… “ subito mi venne in mente mio padre.
“ carnale ?” pensai stringendola a me.
“ S-si “ cercò di dire “ diciamo così ..  “ gli presi il viso. “ Cosa c'è ?” Mi chiese arrossendo vistosamente. La baciai e lei si zittì senza un vero motivo.“ Promettimi che mai e poi mai qualcuno dovrà scoprire il nostro segreto “ mi disse vestendosi. “ Giuramelo “
“ Lo giuro “ e lì segnai la mia condanna. La donna si addormentò contro il mio petto nella neve.

 

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Capitolo 44
*** Capitolo 3 ***


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Author notes:

Attenzione nel seguente capitolo ci sono scene di sesso esplicite.

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 Capitolo 3 : I primi tempi

 

Durante i primi tempi tutto fu complicato. Dopo quelle notti di intimità nessuno dei due realizzò in tempo che avessimo iniziato a percorrere una strada tortuosa e piena di insidie. La lontananza della guerra mi fece capire che Kagome fosse la mia unica ossessione. Non avrei rinunciato a lei molto facilmente. Eppure fui consapevole che Inuyasha fosse tra noi.  Odiai sapere che Kagome, nonostante tutto, lo amasse ancora. I demoni non posseggono sentimenti, ciò nonostante mi irritò e mi disgustò quella verità. Io e quella donna strinsimo un patto ma fin quanto sarebbe durato? Avrei pagato dando qualsiasi cosa solo per sentirmi avvolgere da quel tepore maledetto ancora una volta. Con quella miko non fu più il signore dei demoni ma fu solo Sesshomaru.
Come fu prevedibile, una volta che riuscimmo facilmente ad eludere la nostra fuga di quella notte, fu il tempo dei saluti. Kagome mi osservò con i suoi maledetti occhi castani e facendo un cenno con la sua mano fascia mi salutò. Seppe bene che sarebbe stato qualcosa di momentaneo. Un paio di giorni dopo, fu ai piedi delle scalinate del tempio presso cui studiò. Mi chiesi più volte cosa stessi facendo ma quando la femmina scese non pensai più a nulla. Fu pomeriggio e il freddo fu pungente tanto che la fece tremare.
“ eccoti  “ mi sorrise. “ pensavo non venissi più “ si guardò intorno come per controllare che non vi fosse nessun’altro. “ come stai? hai più avuto problemi?” mi chiese incuriosita.  Non le risposi “ mi fa piacere” chinò il capo arrossendo appena. “ ascolta Sesshomaru, io….” strinse nelle sue mani il pantalone rosso. “ quello che abbiamo fatto e stiamo facendo non è g-giusto “ la sua voce tremò. “ se qualcuno scoprisse quello che abbiamo fatto” si morse le labbra con forza come se volesse far impedire che quelle parole uscissero.
“ Jacken non parlerà “ le spiegai nuovamente.
“ non è Jacken il problema!” mi urlò contro mostrando la sua vera natura, selvaggia e prepotente alla stregua di un vero demone “ io…” guardò alla sua sinistra arrossendo probabilmente vergognandosi del suo gesto poco rispettoso.
“ Non lo saprà nessuno.” afferrai il suo mento e lo portai verso il mio volto. “ Nemmeno il tuo prezioso mezzo-demone “ soffiai freddo come il ghiaccio.
“ s-si “ si arrese. Cercai di unire le mie labbra con le sue  ma “ fermo!” mi spinse via inaspettatamente. “ Sei sicuro ?” domandò respirando a fatica. Avremmo dovuto smetterla quel giorno ma io ormai succube della sua magia feci tutt’altro. “ SESSHOMARU IO !” come un animale in gabbia cercò di liberarsi ma io la trascinai nella mia prigione maledetta.
“ Sono qui per una ragione “ le spiegai afferrandole il polso per impedire che fuggisse via. Il suo corpo si rilassò improvvisamente. Con le lacrime agli occhi si gettò contro la mia armatura avvolgendomi in insensato e lungo abbraccio pieno di calore.
“ portami via di qui” mi supplicò poco prima che la baciassi appassionatamente. Ci nascosimo in quella grotta. Come fu prevedibile ci accoppiammo senza riflettere.“ Sesshomaru! “ ansimando disse il mio nome.
“Miko “ soffiai esausto.
“ ah… “ gemette guardandomi negli occhi. “ stringimi a-ancora!“ soffió poggiando la sua fronte sulla mia poco prima di svenire stretti l'uno all'altra. 
Quando riaprii i miei occhi ebbi paura che lei non stesse bene. Un demone avrebbe anche potuto ucciderla. Fortunatamente non fu così. Kagome sembrò  essere completamente immune alla mia forza negativa. Accarezzai il suo viso disteso. 
“Donna.”  la chiamai ma nulla. Realizzai poco dopo che io e lei avessimo dormito per la seconda volta l’uno accanto all’altra in quello stesso luogo. Non riuscii a essere tranquillo. Da un lato ci fu la paura che qualcuno ci scoprisse, dall’altra l’angoscia per essermi permesso di avergli sporcato   l’anima per l’ennesima volta. Kagome dormì beatamente nella sua ignoranza. La strinsi a me. Chiusi gli occhi scacciando via ogni pensiero. Mi abbandonai al suo odore e poi fu il nulla.
“ Sesshomaru… “ non so quanto tempo dopo udii la sua voce. La luce dietro di se mi diede l’impressione che fosse uno dei miei stupidi sogni. Sembrò essere preoccupata ma non ne capii il motivo. “ scusami non volevo svegliarti .. “ accarezzai il suo viso e capii che non potesse essere solo una mia fantasia. Chiuse gli occhi arrossendo forse per la vergogna per avere solo il mio yukata che le coprisse il corpo. “ mmnnn “ scesi al suo collo. Non lo so il perché ma la tirai e la misi sotto di me. Gli baciai il collo mentre lei tremò. “ a-aspetta “ mi chiese ma quando le baciai più volte le labbra lei mi strinse forte a sè. Infine ci staccammo. Sicuramente quello non fu un sogno. “ buon giorno ..” disse stordita . Non seppi che rispondere. Mi sedetti accanto a lei. Lentamente Kagome si sedette coprendosi mortificata. Nel silenzio cercò di prendere la mia mano ma io mi alzai.
“ vestitevi , a quest’ora si staranno chiedendo dove siete “ indossai i miei pantaloni.
“A dire il vero  “ prese la mia mano quella sciocca umana “ ho detto a Rin che sarei tornata al tempio quindi “confessò “ non c’è fretta... “ pian piano lasciò. Calò il silenzio.
“ perché avete mentito?” Gli diedi le spalle.
“ be.. Per-perché credevo fosse giusto che io ti seguissi “arrossí vistosamente  “ come ti ho già detto ho avuto così paura che tu non tornassi più da … “ cercò di spiegarsi
“ non avete paura delle conseguenze ?” la interruppi guardandola negli occhi.
“ cosa intendi ?” mi guardò perplessa.
“ del tuo Inuyasha , cosa direbbe se ti trovasse qui a giacere con me ?” gli rammentai la crudele verità avvicinandomi al suo viso. Certamente non ne sarebbe stato contento .
“grr “ mi lanciò di sopra  il mio yukata. “non ho esistito un secondo a seguirti  !“ mi rimproverò ma la cosa che la fece arrabbiare fu che avessi ragione. Inuyasha avrebbe dovuto essere il suo uomo e non io “ ma credo di aver commesso un errore nel farlo! “ebbe le lacrime agli occhi, si vesti con furia
“Voi dite ?” Alzai il suo viso e  la obbligai a guardarmi negli occhi. Pianse e asciugai le sue lacrime con le dita. “ perché stai piangendo  ?” domandai non capendo che cosa pensasse.
“ so bene che tutto questo sia sbagliato” singhiozzò quella stupida “ che quello che abbiamo fatto sia sbagliato ! “ Cercò di liberarsi ma non la lasciai “ma … “  smise di lottare “ cosa dovrei fare ?” cercò nei miei occhi una risposta. La colpa fu di entrambi. Umani e demoni non avrebbero dovuto stare insieme. La strinsi semplicemente a me. Accarezzai i suoi lunghi capelli neri. Inspirai il suo odore. 
“ non voglio lasciarti sola per così tanto tempo” la verità uscì dalla mia bocca. Avrei dato tutto per stare accanto a lei.
“ s-si “ la strinsi più forte. Non so per quanto rimasimo così. “ per tutto quello che è successo… “ proseguí Kagome lasciandoci . Lei strinse le mie braccia. “ I-io … “ cercó di dire ma la interruppi bruscamente.
“ nessuno dovrà mai sapere  “ dissi freddamente.
"
 s-si “ sussurrò la miko con preoccupazione accettando il patto.
"
 vestitevi “ dissi allontanandomi da suo corpo.
"
 si , Sesshomaru “ annuì .
 Una volta che si vestì camminammo l’una di fianco all’altra. Con un po’ di imbarazzo la donna cercò di prendermi la mano. Chinò il capo arrossendo vedendo i miei occhi essere su di lei. “ Scusa io… “ si portò le mani al petto. Cercò di giustificarsi ed io di tutta risposta presi la sua mano. “ Ammnn “ Kagome si sorprese mentre la trascinati via di lì.
“andiamo “ le ordinai di seguirmi senza troppi giri di parole. “ li a nord” decisi di parlare “non potevo fare a meno di pensarti “  fummo fianco a fianco.
“ ah” abbassó il suo sguardo “a-anche io non ho smesso di pensare a te “ ammise fermandosi. “ sai avvolte.,.. “ accennò un sorriso  “il maestro mi ha rimproverato per avere la testa tra le nuvole “ si coprì la bocca “ ma adesso non succederà più “ mi sorrise guardandomi con occhi pieni di una strana luce.
“ il vostro maestro è tipo molto severo “ commentai infastidito proseguendo il nostro cammino.
“ avvolte ma deve esserlo , spero di poter passare l’esame “ sembrò davvero sollevata.
“ comprendo “ soffiai spostando un ramo così che lei potesse passasse.
“ quindi adesso... dovrei chiamarti imperatore ?” mi chiese guardandomi con occhi lucidi
“ tu hai l'obbligo di chiamarmi con il mio nome  “ le spiegai infastidito.
“ si “ rise di gusto passando. “Il suo cuore battè forte, lo sentii distintamente.  Arrivammo alle scalinate del tempio. “ grazie per avermi accompagnato “ felice come non mai.“ quando ti rivedrò ? " Poggiò una mano sulla mia armatura.
“ lo capirete da voi “ avvicinai il suo viso al mio. 
“ bene “ chiuse gli occhi “ a domani “ scappò via da me senza nemmeno darmi un ultimo dei suoi maledetti baci. La vidi salire le scale di fretta. Se fossimo stati cauti nessuno avrebbe mai sospettato qualcosa tra noi. Ma cosa fossimo esattamente nessuno dei due ne ebbe idea.

 

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Capitolo 45
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4: Amanti
 

La nostra fu una vera e propria storia di tradimento a tutti gli effetti. Mi  legai a Kagome nel nome del peccato. Ci accoppiammo nonostante fossimo ben consapevoli di fare tutto ciò alle spalle di Inuyasha. Amati carnali, un vero e proprio traguardo.
“ padrone finalmente !” sentii Jacken urlare vedendomi rientrare quella mattina al palazzo di mia madre.
“ Sesshomaru-sama ?“ disse uno dei soldati incuriosito.
“ bisogna preparare le nuove direttive “ andai nella mia camera.
“ il padrone si è ripreso egregiamente “ uno dei generali commentò soddisfatto.
“ Già “ annuì un soldato alla sua destra. “ e dire che tutti hanno pensato che sarebbe morto a causa dei figli di Ryukotsusei “ sussurrò all’altro dietro le porte ormai chiuse.
“ le stelle solo dalla nostra parte “ rise di gusto quel demone stupido e ingenuo andando via. L’unica che avrebbero dovuto ringraziare sarebbe stata Kagome. Se non fosse stato per lei sarei morti.
“ chiamate la signora madre, è tempo di fare il punto della situazione “ mi sedetti con stanchezza sul mio letto.
“ Sesshomaru, mi hai mandato a chiamare ?” domandò mia madre incuriosita. “ dimmi, figlio mio “ si chinò al mio cospetto.
“ parlami dei draghi “ le ordinai.
“ Raiko e reiko ?“domandò lei sorridendo. “ non ci sono tracce dei due figli di Ryukotsusei “ sorrise soddisfatta. “ ormai il regno è tuo” per la prima volta vidi negli occhi vera ammirazione. “ imperatore dei demoni “ soffiò infine. “ bentornato a casa. “ mi sorrise amabilmente.
‘ non merito il tuo rispetto..’ pensai tra me e me disgustato.
“ c’è qualcosa che ti turba?” mi guardò infastidita. “ sei imperatore, mostra almeno la tua soddisfazione “ disse innervosita “ ti ho fatto nascere per questo scopo, hai reso tua madre una demonessa potente, quasi quanto un Dio “ si avvicinò a me. “ ma non vedo quello che speravo “ sospirò accarezzandomi una guancia. “ Non è che ha a che fare con quella umana?” Sobbalzai alla sola idea che quel mostro potesse sapere di Kagome.  “ come hai detto che si chiamava…” mi guardò con sospetto. “ Rin mi pare “ non mostrai alcuna reazione nonostante mi pizzicò la guancia “ è stata lei a salvarti?” domandò annoiata.
“ sta lontana” mi alzai.
“ si…” mi diressi verso l’uscita.  “ vive con una sacerdotessa adesso…. “ riprese la parola. “ pensavo che quella donna fosse morta 50 anni fa” cercò una mia reazione.
“ Da quando t’interessa di quel mezzo-demone? “ la schernii.
“ importarmene?! “ mi gridò contro “ speravo solo che fosse morto, invece è ancora lì “ ringhiò ferocemente “ lo ammazzerò con le mie stesse mani “ strinse il pugno. “ poco importa quale fosse il volere di tuo padre, dovrà morire “ non cambiò per nulla.
Le parole di mia madre mi balenarono nella mente ma l’indomani avrei visto quella donna. Mi vestii. Fu l'alba, ordinai a Jacken di coprire le mie tracce. Nel silenzio andai da lei. 
Quando arrivai “ Sesshomaru eccoti “ fu seduta nel solito prato dove per lungo tempo facemmo lezione. Si alzò  “ ti piacciono ?” Sorrise porgendomi dei fiori rossi. Non risposi “ ahahahah “ rise di gusto. Mi accarezzò il viso poco dopo. “ buon giorno “ soffiò dolcemente. Silenziosamente gli baciai il dorso della mano mentre lei arrossì. La presi tra le mie braccia facendole cadere i fiori. “ Sesshomaru, che fai ?“ chiese un po’ confusa.“ v-va t-tutto bene?” volli solo stringerla e sentire quel calore che riempì il mio petto vuoto. “cosa c’è?” mi chiese stranita. Avrei impedito che quel mostro di mia madre mi rovinasse la vita, l’avrei protetto Kagome da ogni cosa. “ cosa ti turba?” si avvicinò alle mie labbra. “ andiamo via di qui “ si guardò intorno e poi prese la mia mano. “ mi racconterai ogni cosa una volta al sicuro” mi trascinò via con sé correndo. Tempo dopo fummo davanti alla grotta. “ eccoci “ ansimò sudata e stanca  lasciando la mia mano. “ qui nessuno potrà vederci “ espirò una grande quantità di fumo bianco. Il freddo fu pungente. Non aspettai, la prese e la spinsi contro il muro. “ SESSHOMARU “ catturai le sue labbra e per me fu il nulla. Quando riaprii gli occhi mi sentii stordito e nemmeno ricordai dove fossi. Mi ritrovai sul seno Kagome mentre mi accarezzò i capelli lentamente. Mi alzai sulle braccia confuso. “ é già il tramonto ..” mi spiegò sbadigliando.
“ dovete tornare ?”chiesi toccandomi la fronte dolorante.
“ voglio stare qui con te stanotte... “ mi accarezzò un braccio .
“ e se i tuoi compagni sospettassero qualcosa ?” domandai alla mia miko cercando di tornare lucido. La testa mi fece male e persino il corpo. Forse la sua tempra divina iniziò a procurare i primi danni. Fui stordito e non capii il perché.
“ voglio restare con te..” Chiuse gli occhi “ È così sbagliato ?” proseguì guardando i miei occhi. Sarei rimasto lì per ore a guardare il mio riflesso ma potei farlo.  Il suo desiderio fu folle.
“ Si. “ Lei si rannicchiò su di un fianco. Recuperai il mio Yukata in fretta.  “ dobbiamo andare, “ mi alzai e mi vestii " dormiremo insieme un'altra volta. “ infilai le maniche della casacca bianca.
“ come vuoi tu, Sesshomaru. “ disse con voce tremante.  Infreddolita cercò i suoi vestiti. Kagome notò che i miei occhi furono fissi su di lei e si coprì il corpo “ cosa c'è ?” chiese tutta rossa in viso.
“ Fai in fretta “ le ordinai semplicemente.
“ Si, ma non fissarmi, per favore! “ mi urlò contro ” Mi ve-vergogno “ confessò . Mi voltai e gli diedi le spalle. Avrei rispettato il suo volere . “ Cosa succederebbe  se lui ci scoprisse…? “ chiese d’un tratto Kagome nel silenzio.
“ Mi ucciderebbe “ riaprii i miei occhi stanchi.
“ sei sicuro di quello che stai facendo ? “ Femmina cocciuta e testarda. Una parte di me volle ucciderla per la sua insistenza. Sesshomaru fu ben consapevole delle sue azioni anche se dettate da sensazioni per lui nuove eppure, quella donna, alimentò i dubbi. Inuyasha non sarebbe mai stato un problema, l’avrei potuto uccidere in ogni momento.  “ sarai qui anche domani ?” finalmente si vestì. Entrambi avremmo dovuto rispondere della stessa colpa.
“ no “ risposi annoiato.
“ è con il regno ?“ prese la mia mano.
“ presto ci sarà un'altra battaglia“  fui onesto. La rivolta delle tribù appena conquistate fu evidente.
“ riuscirai a sconfiggerli come sempre “ soffiò con stanchezza  “ quando finirà questa guerra di potere ?” chiese avvolgendosi al mio braccio.
“ non dovete chiederlo a me “ ribattei irremovibile.
“ hai lasciato dietro di te morti e vittime , sei sicuro di sostenere questo peso ?” sussurrò
“ state parlando con demone non lo dimenticate “ la guardai dritto negli occhi irritato.
“ non l’ho dimentico affatto “ scosse il capo. “ vorrei solo che tutto finisse “ si morse il labbro inferiore lasciandomi andare. “ sono stanca di vederti andare via per giorni!” strinse i pugni con rabbia. “ e convivere con la paura che possano farti del male “si toccò lo sterno all’altezza del cuore.
“ è il prezzo che ho pagato “ spiegai le mie ragioni “ ho realizzato quello che mio padre non è mai riuscito ad ottenere “ le risposi a tono.
“ ASPETTA!” mi prese da dietro “ davvero tutto questo ti soddisfa?” le sue mani, come spire di un serpente, mi avvolsero. “ Sesshomaru, ti prego” mi sentii mancare il respiro. Disgustato ebbi la voglia di liberarmi ma il suono del suo cuore mi fece desistere. “ resta “ mi chiese semplicemente.
“ domani verrò “ le spiegai  arrendendomi.
“ si.. “ soffiò con stanchezza.

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Capitolo 46
*** Capitolo 5 ***


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Author notes:

Attenzione nel seguente capitolo ci sono scene di sesso esplicite.

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Capitolo 5: Legame

 

Passarono i giorni. La mia mente tornò a giorni prima.
Mi andò incontro quella mattina“ quindi andrai?”  poggiò le sue mani sopra la mia armatura. “ torna presto “ mi chiese con occhi lucidi. Le accarezzai solo la nuca. “ Sesshomaru “ mi strinse forte scoppiando in lacrime. Non capii cosa le fosse preso. “  non voglio che tu vada” singhiozzò “ è stato solo per un miracolo che tu ti sia salvato “ nascose il suo viso. “ Sesshomaru, non andare!” esclamò ancora una volta.
“ devo “ soffiai infine andando via.
La carica che ebbi fu inimmaginabile. Ordinai alle mie truppe di non annientare il nemico ma di farlo prigioniero. Fu davvero un successo. Subimmo poche perdite ma i rivoltosi si placarono.  Il mio premio tanto agognato finalmente sarebbe arrivato. Sparii subito dopo.
Arrivai al tempio la notte stessa e salii quegli scalini spinto dal desiderio di rivedere la quella femmina. Il tempio fu desolato. Seguii il suo odore dolciastro. Camminai per il corridoio in legno e giunsi alle porte della sua camera. Aprii la porta e la vidi . Kagome, con una candida veste bianca, dormì inconsapevole. Mi chinai su di lei. Indifesa, il suo volto disteso mi incuriosì molto. Accarezzai il suo volto. Una sensazione piacevole mi invase il petto. 
I suoi occhi si contrassero “ Sesshomaru “ schiuse le palpebre confusa. ” Sei qui … ?“ domandò. “ sei tornato da me?” Chiese accennando un sorriso sulle sue labbra rosa. Istintivamente mi avvicinai a lei e la baciai. Senza riflettere il mio corpo aggiò senza il mio controllo, succube di una forza che non mi appartenne assaggiai le sue labbra morbide. In un attimo, da un semplice bacio tutto si trasformò in un vero accoppiamento. Seduta sulle mie gambe  “ ahhh “ gemette la donna sorreggendosi a me. Privata di ogni indumento “ la testa “ sussurrò al mio orecchio muovendosi contro di me. Se ci avessero scoperto non so cosa sarebbe successo.
Sentii che le contrazioni dentro di lei aumentarono ad ogni spinta “ così “ dissi al suo orecchio sadico. I suoi baci famelici mi fecero impazzire. Stanco decisi di cambiare. La gettai contro il letto e la feci voltare. 
“ cosa stai fa-facendo? “ non capii confusa. 
“ alzati “ le ordinai. Mi lanciò uno sguardo un po’ sorpreso ma obbedì senza rimostranze.“ così” si mise a quattro zampe. Entrai dentro di lei. Per miracolo non riuscì ad urlare. “ cosa, f-fai?“ ansimò con le lacrime agli occhi. Afferrai la sua nuca e alzai il suo viso al cielo mentre spinsi contro di lei. 
“ Ti sto facendo mia” le spiegai stringendo la presa. Il suo viso iniziò pian piano a rilassarsi sempre di più. Iniziò ad abbandonarsi ed io con lei. Unii la mia bocca con la sua mentre pian piano mi sentii mancare.  Piacere e solo piacere. Sentii pure che lei piacesse e la cosa mi rese matto. “Kagome” ringhiai bloccandole i fianchi con forza.
“ non ce la faccio più” spiegò stremata. Prese una mia mano e la portò al suo ventre “ fallo dentro di me “ mi chiese baciando le mie labbra piene di peccato “ Sesshomaru” supplicò il mio nome agitandosi contro di me. 
“ grr  “ ringhiai assaggiando il sapore del suo collo con la lingua. “ lo vuoi?” domandai stringendo il suo fianco con forza. 
“ si, si, si” tutto il suo corpo tremò. “ il cuore “ quell’ organo vitale scalpitò. Tutto d’un tratto si bloccò e si irrigidì. Di tutta risposta il mio corpo decise di risponderle arbitrariamente. Venii come un fiume in piena. Tappammo le nostre bocche con un bacio. Mi si annerì la vista e poi il nulla. Quando mi risvegliai tutto fu confuso. Kagome rannicchiata alla mia sinistra. Controllai che stesse bene. La voltai. Nonostante i capelli tutti scombinati le coprissero appena il petto, tutto fu al suo posto. Espirai e prendendo un lenzuolo coprii i nostri corpi nudi. La osservai per un po’ chiedendomi perchè lo avessi fatto ancora. Un essere umano, uno stupido e sciocco essere umano. Stanco chiusi i miei occhi e decisi di dormire accanto a lei. Avrei dovuto aspettare l’alba prima di poter andare via. Quando sorse l’alba sentii un rumore provenire da dietro la porta. Fui molto confuso all’inizio. Riaprii gli occhi e sentii una presenza. Compresi subito di chi si trattasse. Il vecchio maestro di Kagome, non potei sbagliarmi. Avvicinai la mia bakusaiga e la  preparai. Se fosse entrato gli avrei tagliato la testa senza esitazione. Lo sorte volle che si fermò proprio sull’uscio della porta. Sentii di certo la mia presenza. Mi ritrovai in una situazione di stallo: o fare la prima mossa oppure aspettare. Ad un certo punto Kagome si mosse spezzando quella tensione.
“ Sesshomaru … “ girò verso di me “ dove sei ?”disse nel sonno poggiando il suo viso sul mio petto. Da lí in poi mantenni la calma. Kagome non avrebbe voluto che lo uccidessi e finchè lui non avesse aperto la porta le sue sarebbero state solo congetture. Sentii il mio spirito alleggerirsi. Kagome senza saperlo contenne la forza negativa. 
“ mi sarò sbagliato” sentii dire. Quella presenza scomparve e  posai Bakusaiga. Non nego che ne fui sollevato. Kagome dormì ignara. La punizione per le donne insidiate da un demone sarebbe stato l’esilio come fu per Izaioi. Avrei impedito a tutti i costi che le accadesse qualcosa. Fui io a spingerla a donarsi. Fui responsabile delle sue scelte. Mi chiesi se fossi stato davvero capace di rinunciare al calore e il piacere che solo lei mi donò. Disgraziatamente ammisi che non ci avrei rinunciato. Mi sarebbe costato tutto ma non vi avrei rinunciato per nulla al mondo. Con questa orrenda consapevolezza in petto uscii dalla sua camera. 
‘ cosa dovrei fare,  padre ?’ scrutai il cielo limpido ai piedi del tempio. 
Qualche tempo dopo Kagome corse giù dalle scale. Si guardò intorno. “ Sesshomaru, sei qui” mi voltai . “ stai bene? “ gettandosi tra le mie braccia“ sono così felice “ sorrise  “ vieni, andiamo “ mi prese per mano “che ne diresti di venire con me al villaggio ?” Chiese camminando per la foresta.
“ non posso accontentarvi “ chiusi gli occhi.
“ capisco“  finalmente si fermò.   “ascoltami presto ci sarà una festa , che ne diresti di venire anche tu ?” Domandò arrossendo vistosamente. 
“ festa ?” Non capii.
“ si , è una cosa piccola” si grattò la nuca “  hanno chiesto a me di fare i preparativi, eheheheh “   rise in modo molto strano “ si svolgerà in un villaggio vicino e be.. “  non seppe che dire. “ ci sarà anche Rin e poi…! “ cercò di convincermi e decisi di cedere.
“ ci sarò “ la interruppi.
“ si “ annuì felice come non mai  “ però…” guardò alla sua sinistra arrossendo vistosamente “  non avresti dovuto fare in quel modo ieri sera ” incrociò le sue braccia al petto “ i-io non e-ero in me ed ecco.. “ cercò di giustificarsi mortificata.
Divertito mi avvicinai“ non vi è piaciuto ?” Domandai al suo orecchio.
“ a-affatto!” mi spinse via “ è-è-è solo c-che “ divenne così rossa che fu un miracolo che non prendesse fuoco “Stupido! “ diede contro l’armatura.
“ vi dispiace così tanto ?” non capii il perchè della sua reazione.
“ mi dispiace si!” esclamò stringendo i pugni “ non avremmo dovuto farlo, tutto qui!” scosse il capo. 
“ se vuoi che non ti tocchi” le spiegai “ dovresti dirmelo “ conclusi osservandola.
“ ah!” chinò il capo. Mi avvicinai alla sua persona, il suo corpo tremò prepotentemente. Fummo a pochi centimetri di distanza. Allungai una mano verso di lei “ non lo fare” sussurrò con le lacrime agli occhi. Mi fermai. Rispettai il suo volere. “ Sesshomaru?” chiese con occhi lucidi. Poggiai una mano sopra la sua testa. Chiuse gli occhi e assaporò quel contatto.
‘ non piangere ‘ pensai solo una volta lasciata andare. 
“ devi andare?” chiese preoccupata.
“ si “ risposi.
“ la festa è stra due settimane”  mi spiegò “ mi troverai al villaggio” gli diedi le spalle. “ ti aspetto” mi urlò dietro poco prima che sparissi nella foresta.  



 

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Capitolo 47
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6:  si parte!

 

Fu così che due settimane dopo scesi al villaggio con Jacken e Ah-Houn al mio seguito. Portai un regalo per Rin.
“ Sesshomaru-sama “ la piccola mi chiamò.
“ buon giorno a voi , demone “ disse la vecchia sacerdotessa guercia da un occhio
“ questo ve lo dona il padrone, Rin “ il rospo porse il capo di vestiario
“ che gentile, grazie “ mi guardai intorno cercando Kagome.
“ Sesshomaru!” la sua voce attirò la mia attenzione.
“ guarda Kagome, un nuovo kimono! “ la bambina dal codino corse verso la donna.
“si” annuì “ ha avuto davvero un pensiero carino “ rise di gusto vendondo Rin felice come non mai.
“ ahahha, si “ volteggiò su se stessa stringendo quel semplice pezzo di stoffa.
“ siete venuti giusto in tempo, stavamo partendo per andare in un villaggio vicino “ la sterminatrice di demoni uscì dalla capanna seguita dal suo inseparabile Bonzo.
“ a quanto sembra la nostra Kagome sarà prossima ad essere una vera sacerdotessa “ l’uomo affermò firamente.
“ Kagome è la più brava di tutte!” la kitsune saltò sulla spalla del sacerdote.
“ ma che dici, Shippo “ avvampò Kagome. La cosa la mise a disagio ma non ne capii il motivo.
“ vi andrebbe di parteciparvi, padrone ?” Rin prese la manica del mio Youkata
“ che cosa ?” esclamò Jacken sbigottito“ il padrone non si abbasserà mai a fare una cosa del genere “ la rimproverò.
“ avanti non fatevi pregare “ Rin mi strinse il braccio con prepotenza
“ non sarà una cosa lunga “ intervenne la vecchia.
Guardai per un attimo Kagome che postò la sua mano al cuore mortificata.  
“ vi prego!! “ ripetè più volte Rin agitandosi. 
“ dove si trova il villaggio ?” Chiesi all’anziana donna.
“ poco lontano da qui , vi faremo noi strada “ concluse piacevolemente sorpresa.
“ ahahah, sì che bello “ Rin mi buttò le braccia al collo. 
“ ma padrone! “ Jacken mi rimproverò ma seppe già che sarebbe stato inutile controbattere.
“ Jacken, aiuta quella vecchia “ gli ordinai mettendo giù Rin.
“ ma p… “  cercò di dire ma si corresse subito dopo “ si “ pianse silenziosamente preparando Ah-Houn. Gli fece da scalino mentre il rospo morì sotto il suo peso.  
“ grazie “ Kagome si chinò al mio cospetto. “ sei molto gentile, Sesshomaru “ riportò i suoi occhi ai miei accennando un sorriso. Non ci pensai molto. “ Sesshomaru..?” soffiò appena. La presi per la vita e la caricai su di Ah-Houn. Avvampò vistosamente. “ sei molto gentile “ 
“ andiamo “ presi le redini di Ah-Houn e mi feci portare in quel posto.

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Capitolo 48
*** parte decima: capitolo 1 ***


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Author notes:

Attenzione nel seguente capitolo ci sono scene di sesso esplicite.

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Capitolo 1: Il Primo Capodanno

 

“ che persona davvero gentile, niente a che vedere con Inuyasha “ commentò l’anziana donna
“ è già “ soffió Kagome mentre i suoi occhi persero la sua solita luce. 
“ a proposito, ma dov’è Inuyasha ?” Chiese la sterminatrice incuriosita tenendo stretto un bambino piccolo.
“ lui non verrà , aveva altre cose da fare “ rispose scostante. Forse litigarono prima di partire.
“È quello il villaggio ?” domandò il demone volte dalla spalla della vecchia dall’occhio guercio.
 “ si” Rin affermò. Ai bambini piacque immediatamente quel clima di festa. Kagome rise e sembrò davvero felice. Anche se feci in modo che nessuno si accorgesse delle mie attenzioni su lei non potei smettere di osservarla. Ci fu una gran folla e nonostante tutto quasi nessuno fece caso alla mia presenza. Andammo nei pressi di una locanda. Fummo accolti senza remore.
“ wow! signore, ma lei è altissimo?” chiese un piccolo umano indicandomi.
“ questo perchè lui è un demone” rispose il bonzo facendolo spaventare. “ anche quello è un demone!” indicò Jacken che fu preso da quelle belve furiose. Non ci feci caso.
“ aiuto!”  Ah-Houn si distese e si riposò vicino all’entrata.
“ Sesshomaru, va tutto bene?” domandò dopo aver posato le sue cose in camera. “ ti hanno dato fastidio?” guardò il bonzo, Jacken e il bambino. “ sono sempre i soliti “ si morse le labbra nervosamente. Una delle teste del drago cercò la mano di Kagome “ cosa c’è?” gli accarezzò la testa che scodinzolò. “ bravo Ah-Houn” sorrise dolcemente.
“ forza! andiamo alla festa!” Rin corse verso di noi febbricitante. “ forza su!” ci prese per mano e ci trascinò via con se. Ci inoltrammo tra la folla con gli altri dietro di noi.
“ Rin aspetta “ Jacken cercò di seguirci la massa di umani fu troppo compatta, sarebbe stato impossibile raggiungere il centro della piazza. “ c’è il negozio takoyaki” Ci fermammo. 
“ ma qui si vede il tempio! “ si lamentò la piccola. “ aspettate, vado, voi tenete i posti “ Rin ci lasciò lì quando improvvisamente.  
“ Sesshomaru “Kagome mi prese la mano avvolti dalla folla. “ p-potresti aiutarmi per cortesia ?” i suoi occhi chiesero di stare con lei. Mi feci trascianare via di lì. Stringendo la sua mano mi guardai intorno ma nessuno si accorse noi. Non capii che aiuto volesse ma più il frastuono e quell’olezzo si allontò più sentii il suo cuore battere forte.
Lontani dal caos ci fermammo. Il viso di lei si chinò come se stesse cercando le parole per chiedermi qualcosa. Passammo vicino ad un capanno. Fu un luogo poco illuminato 
“ Perchè mi avete portato qui donna ?” domandai lasciando la sua mano.
“i-io… “ cercò di dire “ volevo dirti che “ si voltò poggiando le sue spalle contro la parete di legno. “sono davvero felice che tu sia venuto “ guardò alla sua sinistra.
“ dimentichi che io non sono Inuyasha “ chiusi i miei occhi infastidito.
“ a dire il vero .. “  sorrise riprendendo la mia mano “ per la prima volta sono davvero contenta che non ci sia “ arrossí vistosamente stringendola con entrambe. Mentre in sottofondo sentii quegli schiamazzi lentamente portai la mia mano al suo volto. Gli accarezzai la guancia e lei espirò tremando per l'emozione. “ Mi sei mancato molto “ confessò ed io lentamente mi avvicinai alle sue labbra. Dopo un attimo di tentennamento la baciai. Lei si abbandonò a me senza alcun timore. Fu un attimo.
La presi, la spinsi  dentro il fienile. La bacia mentre mi sciolsi i pantaloni e il resto. La voltai con forza e gli sciolsi il fiocco dei suoi pantaloni rossi. Scostai le mutandine e...  Lei gemette forte mentre entrai dentro di lei.
“ grrr “ gli strappai di dosso lo Yukata. Lei cercò di reggersi al muro ma una spinta dopo l'altra fu schiacciata contro la parete di legno.
“ Sesshomaru … Sesshomaru !!” gemette mentre agitavo i suoi fianchi contro di me. " oh… ah !! “ Allargò le sue gambe e pian piano cercò di aiutare il mio operato. “ Pian … Se-!! “ cercó di pronunciare il mio nome ma non ci riuscì perché era in preda di un orgasmo stupendo
“ fa silenzio.. “ Soffiai al suo collo sentendomi esplodere il petto. “ Ahh…” mi strinse più del solito.
“ oddio !! “ prese la mia nuca in mano e aiutandosi con l’altra poggiata ad una trave spinse contro di me.
“ così, così “ non so perché ma la cosa mi fece eccitare ancora di più. I suoi sforzi furono ammirevoli ma non potè eguagliarmi. “ ... prega il tuo dio per me! “ gli ordinai stringendo il suo seno.
“ ahhh ti prego !!!” accellerai per in paio di secondi.
“ ti voglio “ mi fermai uscendo da lei per assaporare la sua reazione.
 “ si… “ disse bisognosa da me.“ ti voglio anche io.. “ si morse le labbra aspettando che entrasse nuovamente ma non lo feci. Gli baciai il collo mentre lei si agitò. “ Perché ti sei fermato ?” Chiese mentre io  cercai di togliere quello stupido pezzo di biancheria.
“ Togliti tutto “ le presi di un lato. Lei prese la mia mano, uní le gambe e le fece scivolare giù. “ Odio quello stupido indumento “ confessai possedendola con le dita.  “ Non mi permette di fare quello che voglio “ con l'altra gli strinsi il sedere.
“ potevi anche strapparle via “ disse in preda ai suoi impulsi irrefrenabili. Si piegò poi a novanta e allargò le gambe pronta a ricevermi. “ Sesshomaru, entrami dentro “ mi ordinò reggendosi nuovamente alla trave. Non me lo feci ripetere due volte.
“ ahhh “ gemetti​mo all'unisolo.
“ Ahh sii !! “ Andando velocissimo “ per gli dei si !” Esclamò godendosi quel momento.
“ Kagome, Kagome !!” persi il controllo. Volli venirgli dentro , volli farla tremare, volli vedere la faccia di pure estasi stampata sul suo bel volto così pulito e puro. Miko casta e pura ? No, lei fu belva tanto quanto me. La piccola Kagome innamorata del suo mezzo-demone fu sono un illusione, una maschera. 
“ Ahh!!! “ Strinse la mia mano che gli strinse il fianco. “ Sto ve-… Sto Ve-… Sto vene-!!! “ Cercò di avvertirmi ma fu preda di un orgasmo ed io a sua volta.
“  vienimi miko!!” Poche spinte più tardi la bloccai contro la mia persona. Cercò di sfuggirmi ma la obbligati a subire la mia decisione. 
“ no è troppo … “ sussurrò guardando soffitto “ è troppo “ disse tra le urla spezzate in gola. Tremò forte. Sentii gli spasmi delle sue viscere cercare di spingermi fuori come se chiedessero anche loro pietà. “ Ahhhh !” gridò strisciando le sue unghia contro la parete. Spinsi nuovamente in fondo. Non volli dargli alcuna soddisfazione.  Pian piano accettò il mio seme penetrare dentro. Strinse fino al suo massimo delle sue capacità tanto che gli si bloccò pure il respiro. Battei più volte la mano contro la parete un po’ come fanno i pugili quando chiedono d’essere liberati dalla morsa del suo avversario. Mi uccise dal piacere, mi stetti per arrendere ma pochi secondi dopo “ Ah… “  non ebbe più un filo di forza. Si accasciò contro il pilastro. La presi per evitare che cadesse. Sputai fuori da me tutto quel poco che mi rimase. Uscii osservando con piacere quanto di quel liquido ne fosse uscito. Esanime mi abbandona al suo corpo che pian piano, sotto il mio peso , scivolò a terra. Kagome vinse la sua battaglia.
“ Mi… miko” le mie braccia la avvolsero stesi sulla paglia. 
“ sei diventato completamente matto? “ si voltò verso di me.
“ siete voi che mi fate questo effetto “ confessai facendo dei respiri profondi per calmarmi.
"Sei venuto moltissimo " portò una mano tra le gambe.
" E ve ne stupite ? " Domandai cercando il suo viso.
“Affatto " mi baciò dolcemente. Poi mi sorrise e assaporò quei pochi momenti di tranquillità.
Buttandomi le braccia al collo continuammo a baciarci sulla paglia. Rise lei ad un tratto. “ Hai tutta la paglia tra i capelli “ cercò di toglierla. “ Che demone distratto “ commentò prendedomi in giro. Non la capii affatto. Kagome fu  lì, nuda, che mi pulì i capelli dal fieno. “ Così va meglio “ di ridistese accanto a me. “ Cosa c'è?” domandò incuriosita dal mio sguardo.
“ Non vi comprendo affatto “ le spiegai accarezzandole il viso . 
“ Non è così difficile Sesshomaru “ i suoi occhi andarono alla sua sinistra mentre le sue guance arrossirono. “ Volevo stare con te “ si poggiò al mio petto. “ Tutto qui e.. ecco !” si nascose “ perché? non ti è pi-piaciuto?”  preoccupata si rialzò sulle braccia. Ritornarono a galla le sue preoccupazioni. 
“ Vi sembra che mi sia lamentato ?” Avvicinai il suo viso al mio con prepotenza.
“ Be n-no “ le nostre labbra furono lontane pochi centimetri. La baciai appassionatamente. “ Mi fai girare la testa “ si coprí gli occhi piena di vergogna una volta sciolto il bacio.
“ Lo so “ gli baciai il collo divertito.
“ s-smettila…” sussurrò cercando di sfuggirmi.
“ Cosa c’è ?” abbassò lo sguardo come se volesse dirmi qualcosa.
“ecco…” si prese di coraggio “ ti piace così tanto ?”  sussurrò stringendo la mia mano sinistra tra le sue.
“  che intendete,donna? “ Domandai incuriosito.
" I-io" balbettò “ sei sicuro che mio corpo ti so-soddisfi ?” Mi guardó dritto negli occhi. Il suo corpo non ebbe nulla di speciale rispetto a qualunque altra umana. Eppure non fu quello che mi fece accendere quella scintilla nel petto. Furono i suoi baci, il suo odore , il suo trasporto e anche quella sua timidezza. Cercai di spiegare ma….
“ kagome !!” La voce di Rin spezzò il nostro idillio.  Mi fermai di colpo.
“ Che succede ?” Non capì Kagome .
“ Signor Sesshomaru !! “ Sentii la voce della bambina nuovamente.
Fummo più che in uno stato equivoco. Avvinghiati e nudi in un capanno? la soluzione sarebbe stata ovvia. Se Rin avesse aperto quella porta saremmo stati scoperti e si sarebbe distrutto tutto.

 

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Capitolo 49
*** Capitolo 2 ***


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Author notes:

Attenzione nel seguente capitolo ci sono scene di sesso esplicite.

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Capitolo 2 :  Alla Festa

 

Fummo in una bruttissima situazione. Kagome sbiancò di colpo udendo le parole di Rin dietro la porta.
“ Maledizione “ la feci scendere da me.
“ Sesshomaru che … “ fu nel panico .
 Lei si coprì repentinamente con il mio yukata.
Mi allacciai i pantaloni in tutta fretta e uscii via di lì portando armatura e spade.
“  vesti. “ gli ordinai. Uscii da lì. 
“ padrone , eccovi “ la bambina mi vide uscire dalla capanna“ , avete visto Kagome ?” domandò preoccupata.
“ quella donna si sta cambiando “ le spiegai mantenendo la calma. 
“ ah davvero ?” cercò di sbirciare dentro.
Per impedire che vedesse, gli presi la testa e la riportai a me. 
“ Dove sono gli umani ? “ domandai gelidamente.
“ Credo che siano dietro di me “ trasalì. 
“ capisco “ la lasciai andare. Sperai che Kagome non ci mettesse molto.  Ci raggiunsero gli altri.
“ Kagome “ dissero una volta uscita di lì.
“ Ehi “ rispose a capo chino chiudendo la porta.
“ Che è successo ?” domandà la sterminatrice di demoni.
“ mi sono sporcata il vestito, eheheh “ rise nervosamente 
“ Capisco “ non ne fu molto convinta.
“ su forza a-andiamo “ fece strada verso il centro della piazza.
“ certo che il padrone è stato davvero gentile a fare una cosa del genere, eheheh “ Rin prese la mano di Kagome.
“ davvero molto “ avvampò la ragazza.
Lei si mise il mio yukata bianco con i ricami dei fiori rossi con la scusa che i suoi vestiti si fossero sporcati cosa che in fondo fu veritiera. 
Il suo corpo di donna fu macchiato dalla scelleratezza di entrambi. Dovette svolgere la cerimonia per cui fu invitata con quei ricordi impressi nella pelle. Percepì i miei occhi su di sè e lei divenne rossa. I suoi occhi inseguito furono solo per me ed io ammissi che sarei rimasto lì ore e persino giorni interi a guardarla. 
“ padrone non è brava ?” Rin mi prese il polso.
“ molto “ soffiai  senza riflettere.
“ si “ squittì Rin. 
Nonostante le parole di Kagome sul dovere e la fedeltà così cariche di convinzione la verità fu un’ altra. La gente pian piano fu intimorita dalla mia presenza ma la cosa non mi toccò. Dopo che Kagome finì ci sedemmo da qualche parte. Kagome fu alla mia destra e Rin alla mia sinistra. 

“ vi aspettiamo “ si allotanarono lasciadoci noi con Jacken.
“ Jacken accompagnali “ Misi la sua mano sopra quella della donna.
“ si padrone “ annui spaventato corse via.
“ stupido “ scostò la sua mano  “ non avresti dovuto farlo, è stato così imbarazzante “ si nascose il viso tra le mani. “ ho avuto così paura che Rin lo capisse”  tremò impaurita.
“ notasse che ti sei concessa a questo demone ?” Dissi al suo orecchio. “ eppure ” gli strinsi un fianco “ mi hai chiesto tu di farlo “ Divenne rossa come il fuoco. Mi sentii soddisfatto ma poi lei prese la mia mano e la strinse
“ certo che mi è pi-piaciuto ma …” i suoi occhi tremarono 
Presi il suo mento fra le dita “ allora non dovete preoccuparvi oltr- “dissi ma lei poggiò la sua mano sinistra sul mio ginocchio.
“ questa notte" sentii un brivido gelido percorrermi la schiena" dormirai con me, Sesshomaru ?” chiese con occhi pieni di desiderio.
Non seppi che rispondere. I suoi occhi chiesero di stare con lei. Liberai il suo mento. Poggiai la mia mano sulla sua e la strinsi. Dovettimo interromperci poichè arrivarono quegli inutili impedimenti.
" Ah eccovi " Kagome si alzò immediatamente al loro ritorno. " Com'è andata ?" Si chinò e nel modo di abbassarsi vidi che non indossasse le sue mutandine.
“ tutto bene ecco qui il cibo per voi "Rin gli porse una ciotola. Ebbi la voglia di prenderla per i fianchi e sbatterla lì come i kami avrebbero comandato ma..ovviamente tutto si tradusse in una malsana fantasia.
"Grazie " Kagome prese il cibo è si sedette accanto a me come nulla fosse.
" Padrone questo è per voi " Jacken porse il mio cibo. Lo presi con riluttanza.
" Mmnnn è davvero buono "Rin riprese il suo posto accanto a me e mangiammo tutti insieme. Tra una parola e l'altra  venne l'ora di dormire. Kagome si alzò ed io con lei. La miko  fu davvero premurosa con Rin. Arrivammo alla locanda.
"Padrone va tutto bene ?" Chiese il rospo notando il mio sguardo fisso sulla donna.
“ fa silenzio “ mi sedetti nella mia stanza.
Quella notte Kagome fece addormentare i bambini. La sentii camminare per il corridoio. Davanti a me Jacken dormì poggiato alla parete. Sentii Kagome entrare nella sua stanza quando.  “ Sesshomaru “ aprendo la porta si voltó sentendo la mia presenza. " Hai pensato a quello che ti ho detto ?"sussurrò guardo la stanza vuota. Mi avvicinai a lei, il suo cuore battè sempre più forte. Sentii gli odori di quelli intorno a noi. Sarebbe stato rischioso " Sesshomaru " prendendo il mio viso, Kagome si spinse contro di me e mi baciò con passione. Mi feci corrompere dal sapore delle sue labbra. La strinsi per i fianchi fino a che gli toccai il sedere." Resterai con me questa notte?" Mi chiese con un filo di voce.
La spinsi contro il muro e la baciai un'altra volta fino ad arrivare al suo collo.
 " E avete pure il coraggio di chiedermelo ?" Ribattei io toccandola intimamente.
" Mmnn " trattenere i suoi gemiti. " Scusami " feci entra ed esci con le mie dita. " Non qui " con le lacrime agli occhi sussurrò appena. Lei mi fece perdere il controllo.
Presi il suo polso e la gettai sopra quel furon. Chiusi la porta. Con il favore della luna vidi i suoi occhi tremare. Mi tolsi l'armatura, le spade e la parte superiore del mio yukata. Lei mi osservò ansimante e priva di ogni forza. Mi avvicinai e Kagome mi accolse senza dire una parola. Ci baciamo dolcemente e poi sempre più velocemente. Gli slacciai il mio kimono.
"Ti piace così tanto ?" Mi chiese mentre arrivai a baciarle il petto. Non le risposi continuai solo a leccare quello che trovai tra le mani. " Ah... " Sentì la mia eccitazione. 
La zittii " spogliati "
" Si " sedendosi si tolse lentamente il suo kouta e volutamente si avvicinò a me.  I suoi occhi chiesero solo una cosa e avremmo avuto tutta la notte per amarci. 
" Siete bellissima " ripresi le sue labbra portandola sotto di me. Accarezzai il suo corpo è slacciai il mio pantalone. Presi la sua mano e le feci accarezzare la parte più intima di me stesso. Tremò ma la accompagnai. Volli quella sera qualcosa di più. La misi poi sopra di me e... " Sali " gli ordinai.
" Si " entrò lentamente provocandogli un forte gemito. Dolorante iniziò a muoversi ma non c'è la fece . " Mi fa male ... " Ebbe le lacrime agli occhi. Fu tremendamente stretta. Vidi il suo viso e la bacia sedendomi. " Perché mi fa così male ?" Si lamentò stringendo tra le mani i miei capelli.
" Dovete solo abbandonarvi e basta " continuai a baciarla.
" Si ..." chiuse gli occhi
" Pensa solo a quello che ti sto facendo" scivolai in lei con lentezza
" Ah.. Sesshomaru ... " sentii il suo corpo prendere fuoco.
 "Così " gli leccai il collo.
" E se ci sentisse-eh " iniziai a muovermi più velocemente.
" Non sentiranno nulla "  la calmai
" Ahh " si strinse a me. " È così bello " gemette piantando le unghia nella mia schiena. " Ahhh non lì " porto la testa all'indietro. Ed io compresi e continuai proprio in quel punto. "C-cos'è .…? " Si bloccó  piangendo .
" Sono completamente dentro di te " le spiegai guardando sotto di me " e  tra poco tutto sarà solo mio " prendendole la obbligai a guardarmi negli occhi.
" A-Ah " tremò spaventata.
La mossi su e giù. Stringendo la mia mano poi seguì il mio ritmo. Le succhiai pure il seno. Si trattenne come non mai per non gridare. " Brava " sussurrai al suo orecchio
" Sei così in fondo " cercò di dirmi " ma che ..."Attraversai una soglia. " ahhh !!" Gemette per poi io tapparle la bocca con la mia. Le feci fare su e giù ancora per un po' fino a che non venii e lei perse ogni forza.
" Kagome ..." Quello che feci fu una follia, rischiò davvero di ritrovarsi incinta. 
" Ah... Sesshomaru " mi baciò appassionatamente facendomi dimenticare di tutto " stringimi " mi ordinò.
" Si"  distendendomi chiusi gli occhi stringendola a me. Riprendendo fiato guardai un'ultima volta il soffitto, ci coprimmo e poi fu il nulla.

 

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Capitolo 50
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3 :  Pericolo


Al mio risveglio la vidi dormire sul mio petto. Una vera e propria visione Angelica. Accarezzai la schiena e pensai a come mi fossi ritrovato a fare una cosa del genere. Per quanto la vedetta potesse essere una spiegazione la vera motivazione delle mie azioni fu una sola. Mi resi dipendente. Per quanto fosse inusuale per un demone confessai a me stesso che dormire con lei al fianco fu piacevole. Mi sentii in pace ma seppi che tutto ciò non sarebbe potuto durare per sempre. Una sacerdotessa e un demone, non vi fu un accoppiata peggiore. Macchiare la sua anima con un peccato del genere lo avrebbe pagato per il resto della sua vita. Sarebbe stato bene smetterla, per lei, per me e per il resto. Tutto sarebbe crollato, il sogno di mio padre per cui sudai per anni non avrebbe visto la luce. Gli diedi le spalle infine. ‘Perché la cosa non mi fa più così paura ?’ Kagome dormì inconsapevole. Mille pensieri mi trafissero la mente. ’perchè l’ho fatto di nuovo? perchè ho dormito con questa donna ? E perché non riesco a smettere di volerla vedere?’ mi tenne la fronte con la mia mano sinistra.
" Sesshomaru..." Si mosse nel sonno. “ sei qui?” chiese assonnata la miko.
" Ti ho svegliato ?" domandai senza sedendomi.
" No, " accarezzandomi la schiena " Buongiorno " mi baciò la spalla destra. Fu stranamente affettuosa e la cosa mi provocò una reazione all’altezza delle viscere.
" Tks " Disgusto puro e semplice.
" Sono felice che sei rimasto con me " mi si gettò le braccia al collo avvolgendomi il collo prima ancora potessi alzarmi.
‘ Anche io lo sono ‘ pensai ma scacciando quel pensiero tornai in me stesso. Scossi il capo.
" cosa c’è?”  scivolò alla mia sinistra così d’essere davanti ai miei occhi. “ ho fatto qualcosa che non va?” mi chiese non curante di aver qualcosa in dosso o meno.  “ Sesshomaru?” si avvicinò pericolosamente al mio viso. Lei. Fu lei a preoccuparmi, il nostro tempo e le nostre follie. Fui certo che prima o poi l’avrei messa incinta  se avessimo continuato in quel modo. Anche se fosse un evento raro prima o poi sarebbe successo e lo compresi. “ È molto tardi ?” Chiese accarezzandomi la guancia.
“ È sorto il sole da poco “ gli risposi scostando lo sguardo.
“ Capisco” accennò un sorriso “ G-Grazie per aver dormito accanto a me “  disse con occhi tremanti.
“ Non devi ringraziarmi “ Soffiai udendo quel suo maledetto cuore battere sempre più forte. Mi baciò. Interdetto su cosa fare o meno decisi di non stringerla a me anche se volli con tutto me stesso. Si alzò e si vestì. Feci anche io e uscii di lì prima che qualcuno potesse capire.
" Padrone eccovi" Jacken mi vide sul ciglio della porta della camera di Kagome.
" Aspetta, ti sei dimenticato questo" Kagome mi porse lo Yukata poggiando una mano sul mio petto. " Ti ringrazio davvero molto " mi sorrise.
" Si, il padrone è una persona gentile " commentò acidamente Jacken 
" ah!  ciao Jacken! " tolse la mano immediatamente.
" Si , ciao... " la guardò malamente.
" Va e sveglia i bambini " le ordinai.
" Ah, s-si " annuí guardando Jacken che andò verso la loro camera. Lo guardai dritto negli occhi e lui sbiancó. Mi avvicinai a lui.
" Aspetti " lo presi per la casacca.
 "Non mi piace il tono che hai usato " ringhiai furibondo.
" Ahh mi soffoca " cercò di liberarsi
" Cerca di trattarla con un po' più di rispetto." gli ordinai stanco del tuo comportamento.
" S-si..  " annuì quasi soffocato.
" e qualsiasi cosa tu abbia visto, dimenticala" gli ordinai lasciandolo cadere per terra.
" Come d-desidera." tossì il rospo maledetto.
" Padrone !!" la voce di Rin spezzò i miei pensieri.
" Rin " la chiamai.
" Ahahah " rise felicemente “ giorno padrone !” mi abbracciò le gambe
“ Piano Rin “ Kaede la chiamò dietro di sè. “ Bene visto che siamo tutti qui è tempo di andare no ?”parlò la vecchia.
“ Si “ annui Kagome.
Ci incamminammo per lasciare gli umani a casa. Fu davvero gratificante vedere Kagome spensierata . 
“ Mi piace qui “ disse la piccola umana
“ Si “Kagome camminò mano nella mano con Rin.
Vicini al villaggio però “ Eccovi finalmente “ Inuyasha fu lì ad attenderci . “ Sesshomaru ?” disse visibilmente sorpreso. “cosa diavolo ci fai tu qui?” estrasse la spada.
“ ho chiesto io al padrone di venire “ si mise tra di noi la bambina.
“ Kaede, ti aiuto io “ il bonzo fece scendere la vecchia. 
“ Grazie Miroku “ disse la vecchia.
“ ah, Inuyasha, non fare così, anzi è stato molto gentile “ commentò infine l’uomo.
“ Ci hanno pure dato le camere migliori “ ila sterminatrice disse mentre i suoi figli scorrazarono di qua e di là
“ Grazie per averci accompagnato “ la vecchia mi disse.
“ Si, grazie padrone “ Rin si chinò.
“ Vieni Jacken “ ordinai al rospo tirando le redini di Ah-Houn.
“ Aspettate, Kagome deve andare al tempio che è proprio da quella parte” Rin intervenne “ perché non la accompagnate ?” domandò la piccola.  “ per ora girano voci molto brutte riguardo la zona e…” disse preoccupata.
“ sono solo 4 briganti senza soldi “ intervenne Inuyasha “ se la saprebbe sbrigare da sola “Kagome rimase molto colpita da quel commento fuori luogo. E nemmeno a me la cosa piacque. Strinsi un pugno.
“ Inuyasha “ lo rimproverò il bonzo.
“  non ho molto tempo “ guardai di sfuggita Kagome “  andiamo “ andai avanti.
“ si “ annuì Kagome seguendomi un po’ impaurita
“ Aspettatemi Sesshomaru“ Jacken cercò di raggiungerci
“ Inuyasha non ti sembra di essere troppo duro ?” sentii da lontano il demone volpe dire ad Inuyasha.
“ Affatto, forza ho fame “ gli ordinò andando via.
‘ irrecuperabile’ pensai tra me e me.
“ grazie davvero per quello che stai facendo Sesshomaru “ disse Kagome
“ Non devi “ gli risposi.
“ S-si “ camminò accanto a me.
Sapevo che quel rospo ci stesse osservando.
“ Molto presto ci sarà un altro evento , perché non vieni anche tu ?” domandò una volta vicini al tempio
“ Quando? “ chiesi seccamente
“ Penso tra due mesi circa”  pensò “ Rin sicuramente ne sarebbe felice “ mi sorrise
“ capisco “ le risposi semplicemente.
“ Ahahahah “ rise di gusto, dopo un po' arrivammo “ ci penserai?” si fermò davanti a me
“ Non posso darvi un conferma adesso “ le dissi semplicemente.
 “ lo capisco “ rispose la miko “ Allora grazie di nuovo “chinò il capo. Poco prima che lei se ne andasse presi il suo polso.
“Jacken non lo hai sentito anche tu ?” chiesi al rospo.
“ Di che parlate?” disse il mio servitore preoccupato
“ Va e controlla che non ci sia nessuno “ afferrai la sua vita e la spinsi contro di me.
“ Si padrone !” corse via con Ah-Houn.
“ Ahi sentito qualcos-” la baciai repentinamente. “ Sesshomaru ..” soffiò appena il mio nome. “ cos…” ripresi le sue labbra nuovamente finchè non oppose più alcuna resistenza. 
“ Tornerò molto presto “ la lasciai andare.
“ Si “ si tenne il cuore come le stesse per scappare via dal petto.” addio “ corse su per le scale.
“ Padrone ma qui non c'è nulla “ sentii la voce di Jacken. 
“ Ne sei sicuro ?” chiesi superandolo.
“ Si “ mi rispose.
“  Andiamo .” gli ordinai semplicemente prendendo il volo.
Per mesi passarono i nostri incontri si fecere sempre più frequenti.  
“Ahahahhahaha non dovresti trattarlo in quel modo “ disse lei quel giorno distesa accanto a me.Seduto alla sua destra ignorai le sue parole. “ Starei qui per sempre “ disse poggiandosi al mio braccio. Strinsi la sua mano . 
Kagome fu molto affettuosa  e la cosa cominciò ad essere piacevole. 
“ Parlami ancora delle tue battaglie “ sarebbe stata ore intere a sentire le mie storie.
“ E voi al tempio ?” domandai  guardando i suoi occhi lucenti
“ Va tutto bene “ mi sorrise “piano “ la misi sulle mie gambe .
“ Vi state impegnando ?”chiesi
“ Si certo che si “ ne fu divertita “ però … “ guardò alla sua destra. La avvicinai a me per baciarla “che fai ?” Chiese mentre gli mancò il respiro. Sorrise e poi chiuse gli occhi per abbandonarsi a me.
“Kagome !!” Una voce spezzò il silenzio. Inuyasha. Fu la voce di Inuyasha. La spinsi e la misi sotto di me . “Dove diavolo si è cacciata …” come diavolo mi sfuggì una cosa del genere non lo compresi. Zitti Kagome.  Fummo vento quindi non ci avrebbe rintracciato facilmente.
“Sesshomaru… “ sussurrò Kagome quando la presi in braccio e la portai via di lì.
“Maledizione chi sei ?!” Lo sentii dire nonostante sapessi di non aver fatto alcun rumore.
La portai alla cascata. 
“ e adesso ?” domandò in lacrime.
“ non devi preoccuparti “ le spiegai.
“ Si “ ci baciamo appassionatamente.  sentendo la voce di Inuyasha Ci buttiamo in acqua . La feci risalire ed io proseguii in Aqua.
“ Kagome “ sentii dietro un ammasso di rocce dietro la cascata.
“Cavolo … Inuyasha che ci fai lì ?” disse lei sorpresa.
“ Che ci fai in acqua tutta vestita? “ non capì
“ Sono caduta tutto qui! “ disse tossendo
“ Bè , copriti! “ gli urlò contro “ Kaede sta male e chiedeva di te “ gli diede le spalle.
“ Si..” uscì la ragazza “ cof cof “  ebbi la tentazione di seguirla ma non Potei. “ Va tutto bene ?” chiese poi Kagome.
“ Nulla mi è sembrato che qualcuno ci stesse osservando “ ma fortunatamente Kagome lo portò via di lì. “ Sesshomaru è stato qui?” la guardò poi.
“ si “ annuì lei.
“ cosa voleva da te?” chiese
“ per Rin, voleva sapere che tipo di kimone avrebbe desiderato, tutto qui “ gli spiegò semplicemente.
“ andiamo “ l’afferrò per un braccio.
“ lasciami!” gridò lei. Feci passare un paio di ore.Tornato al palazzo
“ Padrone come mai è tutto bagnato “ Jacken chiese. 
“ Togliti dai piedi “ gli diedi un calcio in pieno viso.

 

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Capitolo 51
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4:  Inuyasha


Quel giorno andai ai piedi del tempio ma nulla. Dopo alcune ore capii che quel giorno il nostro appuntamento sarebbe saltato. Pensai che Kagome fosse rimasta bloccata al villaggio. Quell’inverno gelido fece ammalare la vecchio miko guercia. Sicuramente rimase lì per assistere la notte seguente. Spinto da una voglio irrefrenabile di vederla commisi un altro tra i miei errori. Mi ridussi da principe a volgare spia. Se qualcuno mi avesse visto sarebbe stata la fine ma io  volevo lei.
Da lontano finalmente la vidi. Era in compagnia di Inuyasha.  Ridevano schioccamente come se nulla fosse mai accaduto tra loro. 

“ dovevi vedere quel demente di Miroku” commentò quello sciocco.
“ Grazie per avermi fatto ridere “ soffiò chinando lo sguardo  “ Kaede sta così male ultimamente “ disse con voce tremante.
“ andrò tutto bene, quella vecchiaccia non morirò per un banale raffreddore” ribatté il mezzo demone seccato..
“ Devo preparare la cena “ fece per correre via da lì ma improvvisamente
  “ Kagome ascolta “Inuaysha gli prese la sua mano fermando la sua corsa “ Io “ cercò di dire. Il volto di lei arrossí appena abbastanza sorpresa per quel contatto.  “ Ecco io volevo parlare di noi d-due….. “ cercò di dire quell’idiota diventando il suo viso sempre più rosso. Lei serrò gli occhi in stato di shock. “ Ecco “ si avvicinò a lei. Mi scattò qualcosa dentro. Non ce la feci. Vollì allontanarlo da lei. 
“ Non mi toccare !” Lei si ritrasse e spinse via Inuyasha da sè facendolo cadere a terra.  Inuyasha cadde per terra terrorizzato perchè inaspettatamente lei usò i suoi poteri contro di lui. Divenne un uomo umano dai capelli neri e gli occhi castani.
“ Ma che succede? “ chiese Rin attirata dalle urla di Kagome. La miko ansimò spaventata toccandosi il petto. Guardò nella mia direzione e poi scappò via nella foresta.
“ Devo andare !” Kagome scappò via come una furia in preda alle lacrime.
“ Aspetta !” Disse il giovane Rin stupita.“ Inuyasha stai bene ?” chiese accorrendo da lui.
“ bè sì.. “ disse bianco come un lenzuolo “ Ma che cavolo … “ guardò le sue mani incredulo “ come cazzo è possibile che io adesso sia umano!?” urlò a gran voce svegliando gli abitanti del villaggio. 
Decisi di andare da Kagome. Fu facile trovarla. La vidi lavarsi le mani e la faccia.
“ Ah! Sesshomaru !” Disse spaventata. “ Sei tu… “ abbassò lo sguardo. “ Non è come pensi io non volevo che mi si avvicinasse !” Accorse da me. “ Non so perché ha fatto in quel modo “ cercò di giustificarsi poggiata nel mio petto. Poi scoppiò in lacrime e le accarezzai la testa. “ E tu come stai ?” chiese in lacrime.“ Cosa hai fatto tutto questo tempo ?” Ma non risposi . “ perdonami se non ero al tempio ma Kaede è molto malata “ supplicò.“ Sei arrabbiato con me ?” fui molto irritato ma non con lei. “ Sigh “ 
“ Perché piangi ?” Non capii la sua strana reazione umana.
“ Perché non voglio farti soffrire “ strinse il mio Yukata con forza. “ Anche se è vero che amo ancora Inuyasha io… “ cercò di spiegarmi. “ Non voglio che mi tocchi, non ce la faccio “soffiò colpevole “ quando mi si è avvicinato mi sei venuto in mente tu... “spiegò tra i singhiozzi “solo tu…”
“ Perché mi dici queste cose ?” chiesi confuso.
“ Perché … “ si prese di coraggio. “ tu sei importante per me e non ti tradirei mai “  mi giurò da quel giorno eterna fedeltà.  Tempo dopo Kagome tornò da Inuyasha. Essendo umano non si accorse nemmeno della mia presenza vicino al villaggio. .
“ Sei qui finalmente “ la rimproverò Inuyasha.
“ Si, scusami “ chinò il capo.
“ Per prima… Ecco” cercò di spiegarsi ma la donna lo bloccò.
“ Per favore non toccarmi “ fece un inchino “ ho fatto un giuramento a buddha e non voglio che nessuno uomo tocchi il mio corpo fino a che non diventi una  sacerdotessa a pieno titolo“ lo supplicò sperando che quella mezza bugia potesse fermarlo.
“ c-capisco “ ci credette “ cmq volevo dirti che mi dispiace di non esserci stato per te in tutto questo tempo e voglio rimediare “ disse lui molto dispiaciuto “ che ne diresti se domani pomeriggio andassimo da qualche parte ?”  gli fece un sorriso
“ Non posso ” lo guardò con occhi lucidi.
“ Capisco “ soffiò lui sconfitto “ sarà per una prossima volta allora…magari quando sarai più libera”

 

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Capitolo 52
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5 :  Strategie


 Inverno. Quella mattina mi diressi verso il villaggio per parlare con Kagome di qualcosa di molto importante. Sarei mancato per un paio di giorni nuovamente. Vidi un bambino per la strada che mi riconobbe.
“ umano “ lo chiamai.
“ Si signor demone” si mise sull’attenti.
“ devi fare una cosa per me” gli ordinai
“ si signore!” annuì. Gli dissi di fare silenzio e dare un messaggio a Kagome.
Qualche tempo dopo lei venne al posto pattuito correndo verso di me. Fui alla cascata.“ Sesshomaru sono arrivata il prima possibile “ disse baciandomi subito dopo. Mi strinse forte ed lo la strinsi a me. “ Perdonami se non ho potuto stare accanto a te ma Kaede non da segni di miglioramento “ mi disse con le lacrime agli occhi.
“ Non devi “ gli accarezzai il viso.
“ Avrei voluto stare con te ogni giorno “ chinò il capo “ ma… non mi hai chiamato qui per questo “ lo capì finalmente “ la guerra, vero ?”
“ hai finito con queste smancerie, umana?” una voce gracchiante disse la sua.
“ Jacken !” Kagome sobbalzò
“ esattamente e adesso togli la tue luride mani dal.padrone stupida !” gli urlò contro.
“ Zitto “ gli diedi un pugno in testa.
“ Ahi!!” cadde a terra confuso.
“ abbiamo una traccia“ le spiegai. “ Jacken è qui per  sorvegliare te e Rin “ “ho il sospetto che abbia assoldato degli demoni per seguirmi e non voglio che andiate di mezzo anche voi due.” Conclusi.
“ Capisco ma ci sarà anche Inuyasha quindi non dovremmo correre alcun pericolo “ spiegò. 
“ Lo so bene “ gli lascia la mano infastidito.
“ c'è altro che dovrei sapere ?” chiese molto incuriosita.
“ No “ gli diedi le spalle.
“ capisco “ mi strinse da dietro. 
“ tieni gli occhi aperti “ le ordinai.
“ Si… aspetta quando tornerai !?” cercò di dirmi.
“ Presto “ chiusi gli occhi.
“ va bene “ chinò il capo.
“ Jacken lasciaci soli “ ordinai al mio sciocco sottoposto
“ Ma “ cercò di controbbattere ma..
“ Va “ gli ordinai per l’ultima volta.
“ Sesshomaru...cosa c’è?” incontrai suoi occhi. Presi le spalle della donna e la spinsi verso di me. La baciai con passione “ sarò qui ad aspettarti “ disse dolcemente “ non devi preoccuparti per noi “ 
“ Jacken vi porterà in una dimora più grande e più comoda per voi tutti “ le comunicai la mia decisione irrevocabile. 
Reiko, ultimo figlio di drago, sarebbe stato un nemico temibile. La sua fama da stratega lo precedeva a differenza del fratello che ebbe la fama di distruttore. La miglior difesa deve essere l’attacco e quale miglior modo che sorprendere il nemico in una situazione inaspettata? Fortunatamente tutto andò secondo io  i miei piani conquistai facilmente altre regioni. Al mio ritorno le mie due donne furono lì ad aspettarmi.
“ Eccovi padrone “  Rin mi salutò felice come non mai.
“ Ah… alla buon ora prenditi le tue cose e sparisci. “ commentò Inuyasha molto irritato. “ ti sembra che siamo tuoi schiavi?” ringhiò molto infastidito. Stetti per uscire la spada quando un 
“ Accuccia!” lo spedì a terra.
“ forza non litigate “ disse la volpe scioccamente.
“  come è andata ?” Chiese Kagome , i suoi occhi furono solo per me.
“ bene “ dissi soltanto.
“ ne sono felice “ sorrise con dolcezza. 
“ Forza prepariamo qualcosa !” Disse Rin prendendomi per un braccio
“ Si, aspetta Rin !” disse Jacken.
“ Ahahahahahahahah “ rise a squarciagola.

 

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Capitolo 53
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6 :  Primi sospetti?


Inuyasha iniziò davvero a capire che Io e la sua bella Kagome avessimo una certa intesa. Anche gli stessi commensali quella sera lo comprendessero perfettamente. 
“ rimarrai qui  stanotte?” mi chiese Inuyasha molto infastidito.
“ potrei” soffiai. Ammisi a me stesso di essere irritato per il suo comportamento.
Jacken, quella stessa sera, nella stanza a me dedicata mi rimproverò per il mio comportamento ma il mio desiderio non fu certo battibeccare con il mezzo demone. Kagome fu il mio unico pensiero fisso. La mia ossessione. Gli umani sapevano del mio debito nei suoi confronti per avermi salvato da morte certa ma nessuno avrebbe mai dovuto scoprire la vera entità della nostra relazione. Il mio cambiamento fu evidente a tutti. Persino quella sciocca di mia madre lo ebbe percepito a suo tempo. 
“ Sesshomaru sei sveglio?” qualcuno bussò alla mia porta.
“ entra “ gli risposi.
“ so che è tardi ma...Ascolta Shippo deve andare ad una cerimonia per demoni volte e... “ abbassò lo sguardo. “ vorrei chiederti se domani rimarrai qui in caso Kaede si senta male“
“ si miko “ annuii.
“ grazie Sesshomaru” mi sorrise e andò via..
Il giorno dopo Rin, Inuyasha e Shippo furono pronti per la partenza. Sapi bene che al mezzo demone la cosa non gli piacesse ma la decisione fu presa oramai. Ci salutarono e andarono via con Ah-Houn. Io e Kagome mangiammo insieme. Parlammo di quello che sarebbe successo e aiutai a portare quello che necessitava per le cure della vecchia. Una volta finito chiusi la porta di camera sua.
“ speriamo funzioni” disse frustata e stanca. Stanco la presi e la strinsi da dietro. “ che fai?” chiese con il cuore in gola.
“ Me lo chiedi ?” soffiai al suo orecchio
“ e se…” non oppose resistenza nonostante le sue parole titubanti
“ fa silenzio“ le ordinai baciandola appassionatamente ci abbandonammo ai nostri istinti.
 Il sole iniziò a calare e qualcuno chiamò da dietro la porta preoccupato.
“ Padrone Sesshomaru siete qui ?” Jacken  “ Signor Sesshomaru rispondete “ battè contro la porta. Infastidito mi alzai. Aprii la porta e lo gettai dentro stanco.
“ che cosa vuoi ?” lo guardai bramando il suo sangue inutile.
“ cosa stavate facendo, Inuyasha tornerà a minuti” ci disse spaventato a morte.
“ Non è affar tuo “ ribattei  “ Dimmi cosa vuoi e vattene “
“ questa storia  “ tremò il rospo “ tutto questo non porterà nulla di buono!” mi avvertí. mi scappò un sorriso a causa della sua ingenuità.
“ È solo per questo che sei venuto qui? “ chiesi.
“ no ! Adire il vero…. Si… “ si inginocchiò ai miei piedi “ padrone la prego ragionate …” pianse “ tutto questo non ha senso !”
 “ Jacken lo sappiamo quanto tutto questo sia … sbagliato “ Kagome intervenne ” Se Inuyasha lo venisse a sapere ci ammazzerebbe entrambi “ soffiò stancamente.
 “ allora perché lo state facendo ?” domandò Jacken visibilmente confuso
“ Esci “ gli ordinai.
“Ma.. “ lui non seppe che dirmi. “ Perché state facendo questo ?” Domandò con insistenza “ padron Sesshomaru odia gli esseri umani!” urlò ” e pure i mezzo demoni “ Gridò  “ se lei aspettasse un bambino scoppierebbe la tragedia! “ chiusi gli occhi stringendo il suo bastone con rabbia . “ Esattamente come fu con vostro padre ! Possibile che non lo capiate “ 
 “ Ti ho detto Esci!” gridai sonoramente stringendo a me Kagome.
“ ridicolo, state davvero perdendo il lume della ragione per quella puttanella umana da 4 soldi ?” Chiese Jacken incredulo voltandosi. “ tornate in voi e finitela con questa storia “ma io fui irremovibile.
“ Ha ragione” Kagome disse con le lacrime agli occhi  “ non sono altro che una squallida puttana “ chinò il capo.
“ Non lo sei “ le risposi fermo e deciso più che mai.
“ Invece lo sono” pianse a dirotto.
“ tu non lo sei” la strinsi forte.  “ Sono stato io il primo ed Unico a fare di te una donna “ dissi al suo orecchio.
“ Eppure …” cercò i miei occhi.
“ Tu sei Kagome “ dissi con schiettezza tenendo il viso tra le mani.. “ La mia Kagome “
“ Sesshomaru “ mi gettò le braccia al collo“ stringimi forte “ disse stringendomi. La baciai e per poi uscire di lì.
Raggiunsi il rospo nel salo. Lo schiacciai come lo si fa con i vermi
“ Tu non puoi dirmi quello che devo fare …” dissi a Jacken schiacciandogli quella viscida testolina verde.
“ Sesshomaru, per favore fermatevi “ pianse “ io lo so! Tutto questo vi porterà alla tomba   esattamente come successe con vostro padre “ disse pieno di rabbia  “ possibile con lo capiate !?” Urlò nascondendo il suo viso dai miei colpi.   Ma la mia donna non fu certo come quella di mio padre. Inu no Taisho ebbe una relazione con una principessina viziata dalle voglio inutili. Kagome invece… Lei … era la donna di mio fratello ed una miko eccezionale. In fatto di gravità io avevo vinto. La mia colpa sarebbe stata molto più grave di mio padre ma allo stesso tempo se sarebbe successo qualcosa non sarei stato il solo a combattere.
“ Sta al tuo posto “ lo avvertii per l’ultima volta.
Mi andai a lavare. Rin e gli altri tornarono molto soddisfatti ad ora di Cena. mangiarono e poi in silenzio mi ritirai nella mia stanza. Disteso in quel letto ripensai a tutto quello che successe nel giro di tante notti. Dovrei mi sarei spinto per Kagome?
‘ davvero il mio è solo un capriccio?’ pensai tra me e me.




 

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Capitolo 54
*** Capitolo 7 ***


 

Capitolo 7 :  Voglio Lasciarti.


Alla fine  mi resi conto d’essere io l’amante di quella donna.
“ Come sta andando ?” chiese nel solito giardino Kagome.
“ Molto bene “ soffiai “ e voi con il vostro maestro ?” Mi chiesi che cosa significasse quello che mi bruciò dentro.
“ È molto fiero di me “ sorrise 
“ Molto bene “ chiusi gli occhi
“ Sei sicuro che non ti causi problemi stare qui con me ?” domandò preoccupata. Strinse la mia mano ed io strinsi la sua. Sbagliato o meno io volli stare con lei. “S-Sesshomaru “  fu un bacio casto il suo.“ Presto dovrò svolgere la mia  prima missione per conto del mio maestro, verresti con me ?” chiese la schiocca umana.
“ Dove dovete andare ?” non capii.
“ Al nord “ mi sorrise “ so che lì per ora stai combattendo e poi non ho voglio di andare da sola in quel posto.”
“ forse sarebbe meglio se fosse Inuyasha ad accompagnarvi” gli tolsi la mano dal mio viso. Ma infondo io e lei per il resto del mondo saremmo stati il  nulla.
“ Si i-io “ si bloccò “ che stupida credo che tu abbia ragione “ riportai il suo viso al mio. Le parole non mi uscirono dalla gola guardando i suoi occhi spenti.
“ E’ meglio andare “ mi tolse la mano e tra la neve se ne andò via..
Mi pentii di aver detto quelle parole. Persi la testa e lo capii solo la notte stessa tra gli incubi. Più sarebbe andata avanti e  più avremmo corso dei rischi.
Il cuore di Kagome apparteneva ad Inuyasha, come mi aveva sempre spiegato. ‘ ma allora’ mi chiesi ‘ io chi sono?’ mi guardai allo specchio. Fui io ad approfittare di un suo momento di fragilità. Fui io a perpetrate questa mio ossessione. ‘ Devi smetterla Sesshomaru prima che sia davvero troppo Tardi.’ Presi la mia decisione.
Passarono i giorni e più passava il tempo e più mi sentii vuoto. 
“ padrone ?” domandò Jacken.
“ esco “ decisi di fare una passeggiata lontano dal palazzo, lontano dal mondo, lontano dal resto. Non mi importò più nemmeno della guerra. Realizzai quanto quello mi fu insegnato mi portò a dichiarare guerra al mondo.  Camminai per un giorno intero fino a quando non arrivai ad una scogliera. L’unica cosa che in 200 anni alleviò le mie pene fu Kagome.  Quella mia ammissione fu più letale di sentire la mia testa essere recisa di netto da una spada.
“ ahhh !!!” Un urlo ruppe i miei pensieri. La riconobbi subito. 
“ Kagome … “ mi scappò dalle labbra. Corsi da lei immediatamente. Ritrovai la donna distesa per terra. 
“ Sesshomaru cosa ci fai tu qui ?”  domandò cercando di rialzarsi.
“ perché siete qui da sola?” feci un passo verso la sua persona.
“ lo sai già perché sono qui. “ Mettendosi sulle sue gambe la donna si tolse la terra dai vestiti “ Sono venuta solo per stare più vicina a te !” qualcosa nel mio petto bruciò “ Sarei potuta andare a est m-ma... “ la baciai “ lasciami!” urlò spingendomi via “ sei forse impazzito?!” gridò furiosamente con il viso tinto di rosso “ potrebbero vederci “ 
“Dillo un'altra volta.” le ordinai prendendole il viso.
“ Sono ve-venuta per te....” sentii il suo cuore martellare nel petto furiosamente. “ cosa vuoi fare?” tremò chiudendo gli occhi. Poggiai le sue labbra sulle mie. Sentii le sue mani opporre resistenza ma poi si abbandonò a me. L’avvolsi tra le braccia “ Sesshomaru…” soffiò intontita. “Ahhh “ gemette “fa male... “ evitai che cadesse a terra. “ la caviglia. “Senza dire altro la presi e la portai con me. 

 

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Capitolo 55
*** Parte undicesima: Capitolo 1 ***


Part of ricordi  Sesshomaru 11

 

Capitolo 1 : La missione al Nord

 “Non hai paura che ti cerchino ?” Chiese Kagome tra le mie braccia
“ no “ guardai davanti a me. “ è qui che si trova il villaggio?” chiesi sentendo quel tanfo orrendo.
“ non sei obbligato ad accompagnarmi” ribatté arrossendo. Pian piano mi avvicinai verso quel villaggio.
“ dopo quella caduta non andresti da nessuna parte” il suo piede si stava gonfiando.  
“ e se gli umani ti vedessero?” domandò un po’ spaventata. “ cosa penserà la gente?”
“ pensi che abbia paura del giudizio di un pugno di umani?” la guardai in malo modo. Si zittì e tra la nebbia e la neve ci dirigemmo alla capanna da lei assegnategli. Attraversata una di quelle casupole iniziai a sentire i brusii delle loro voci sgraziate.
“ sacerdotessa!” urlò un uomo correndo. 
“ un demone!! Aiuto!” una donna prese con sé i suoi bambini e si nascose in una della casupole.
“ cosa vuoi maledetto demone!” ringhiò uno brandendo una spada. Le sue mani tremavano e il sudore sgorgava dalla sua fronte. “ lasciala andare!” Mi intimò.
“ fermi non è un nemico” Kagome disse mentre altri uomini del villaggio ci circondarono.
“ è stata soggiogata da lui!” disse un ragazzo con rabbia furente.
“ sono ferita e lui mi sta aiutando” cercò di spiegare ma venne interrotta da quello che sembrò essere il loro capo. 
“ sei solo una sua vittima!” cercò di sferrare il primo colpo ma dopo quel passo, sentendo il mio potere vidi i suoi occhi la paura istintiva di una preda che sa di essere ad un passo dalla morte. Tutti gli uomini caddero per terra in preda al panico.
“Dov’è?” chiesi subito dopo.
“ quella capanna” Kagome indicò la casupola.
“ molto bene” proseguii il mio cammino.
“ no ! non puoi” urlò quell’uomo alle mie spalle.
“ portami della Neve “ gli ordinai.
“ subito!” subito demone! “ e corse via.  Scostai la stuoia ed entrammo dentro l’abitazione.
“ non avresti dovuto farlo” la misi sul suo futon. “ cosa hai fatto tutto questo tempo ?” Domandò mentre io gli presi la caviglia ” ti sono mancata almeno  un po’?”  Poggiò la mano sulla mia. 
“ Si “ guardai i suoi occhi. Sentii il suo cuore perdere un battito.
“ d-davvero?” il suo viso divenne rosso fuoco. 
“ ti ho pensato ogni notte” le dissi la verità.
“ Sesshomaru... “ toccai la caviglia e Kagome emise un gemito di dolore. “ ah!! non la toccare”
“ Non è  rotta” le comunica.
“ lo spero..” ansimò gettandosi contro il futon.
“ ecco qui la neve” entrò il capo villaggio.
“ adesso puoi andare” ordinai all’uomo un po’ titubante. 
“ si demone” scappò via. Presi la neve e la misi sopra la sua gamba.
“ come sapevi che il ghiaccio cura il gonfiore?” le domandai.
“ Izaioi” le spiegai. “ un giorno ordinò a mio padre di aiutarla” 
“ capisco…” soffiò. Calò il silenzio mentre la mia mente ricordava quell'evento così lontano nel mio passato. “ Sesshomaru..” Kagome disse il mio nome “ posso chiederti una cosa?” aspettai che continuasse a parlare. “ puoi rimanere qui con me questa notte?” chiese alzandosi sulle braccia.  Kagome si avvicinò al mio viso e mi accarezzò il volto con la sua mano destra. La lasciai fare nel silenzio di quella capanna così spoglia. “ non dovresti sforzarti “ le spiegai.

“ Sesshomaru…” chinò il capo per poi portarsi una mano al petto. “ io… io ti… io ti a…” soffiò con le lacrime agli occhi. “ non ci riesco…” caddero le prime lacrime da suo volto. “ perchè non riesco a dirtelo…” pianse a dirotto. " perdonami..."
“ Kagome” alzai il suo viso verso il mio “ non importa” la strinsi a me.

 

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Capitolo 56
*** Capitolo 2 ***


 Capitolo 2:Tempesta del nord

 

Rimasi con lei in quel villaggio nascosto dalla neve. Gli umani mi odiarono, sentii le loro parole piene di disprezzo oltre quelle mura fatte di legno e paglia. A Kagome sembrò non importare del giudizio della gente eppure sentii qualcosa darmi fastidio nel profondo. Cercai di nascondere il mio nervosissimo ma la mia mente fu trafitta dai  ricordi di Izaioi. Come gli umani la odiassero, le loro parole e il loro tentativo di uccidere lei ed Inuyasha. Infondo gli umani avevano le loro ragioni ma… Ebbi per la prima volta la preoccupazione che quelle bestie potessero fare le stesse cose a Kagome. Il solo pensiero che qualcuno o qualcosa potesse attentare alla sua vita fece ribollire dentro di me qualcosa annientando il mio spirito.
‘ Lei è solo Mia’ strinsi il pugno con rabbia.
“ che tempo terribile” la voce di Kagome mi fece tornare alla capanna. Una violenta bufera si scatenò all’improvviso. “ ahh!” bloccai la porta di ingresso con delle assi per impedire che potesse aprirsi di colpo. “ che FREDDO!” tremando come una foglia cercando di scaldarsi.
“ vieni  “ la presi con me e l’avvolsi con la mia coda bianca. La tenni più al caldo possibile sotto il mio yukata.
“se non ci fossi stato tu a quest’ora sarei morta di freddo” mi abbraccio più forte.
“ sono solo arrivato in tempo “ soffiai sentendo uno strano pizzicore allo stomaco. Una sensazione priva di senso ma piacevole.
“ ho un po’ fame” sussurrò Kagome. “ mi daresti una mano?” supplicò. “ prendi quella pentola e mettila sul fuoco” eseguii senza neanche pensare che fosse un comando dato da una umana. “ ti va di raccontare?" disse dopo che mi rimisi accanto a lei.
“ cosa dovrei dirvi?” non capii.
“ beh… raccontami chi sono questi tuoi nemici” mi fece un sorriso.
“ demoni assetati di potere”  risposi non capendo cosa stesse cercando.
“ nemmeno un nome?” domandò un po’ seccata.
“ i nomi non importano” gli risposi duro e distaccato.
“ sempre il solito Sesshomaru, eh?” soffiò un po’ infastidita. Preparò un tè ed io decisi di non risponderle, lo feci solo per evitare che lei ne fosse coinvolta. “ capisco che tu non me ne voglia parlare…ma cambiando argomento “ si alzò e tossì versando una tazza di tè “Cosa ti piacerebbe fare un giorno ? “ mi disse Kagome.
“ un giorno?“ domandai non capendo la sua richiesta.
“ intendo nel futuro” rispose lei bevendo il suo tè “ Non hai pensato cosa fare dopo aver preso il paese?” chiese incuriosita “ se davvero diventassi re dei demoni, cosa faresti? “
“ Prima devo riuscire ad esserlo “ chiusi gli occhi un po’ infastidito.
“ Già “ rise. “ E non hai mai pensato ad un dopo ?”
“ E voi, Kagome ? “ la guardai dritta negli occhi  “ Avete mai pensato a un dopo questa missione ?” vidi nei suoi occhi la paura. Poco dopo scostò lo sguardo e disse con fermezza.
“ prima di tutto tornerò da Kaede” poi fece una pausa “ poi li saluterò e tornerò dal mio maestro “ incrociò le braccia “ e infine diventerò una sacerdotessa “ mi sorrise.
“ e dopo ?” chiesi un po’ infastidito.
“ e poi… “ diventò sempre più rossa “ e poi non lo so…. “ chinò lo sguardo “ ma” la sua mano prese la mia “ non voglio c-che tu …” il suo cuore iniziò a battere sempre più freneticamente “ stia fuori dalla mia vita Sesshomaru “ strinse forte.
“ ed Inuyasha?” domandai gelido.
“ i-io…” mi mancò il respiro.
“ li hai sentiti gli umani lì fuori?” chiesi prendendo il suo viso “ gli esseri umani compagni di un demone non hanno vita facile”
“ non hanno vita facile neanche gli umani che vengono dal futuro” riuscì a liberarsi dalla mia presa.
“ e se lo sapesse Inuyasha?” domandai abbassando voce.
“ non lo saprà “ chinò il capo tristemente usando il mio stesso tono. “ e neanche i demoni non sapranno mai che sei stato qui… “ soffiò infine.  “ credi che un giorno tutto cambierá?”
“ Non lo so “ ammisi a lei e a me stesso.
“ Già… “  Misi un braccio intorno alle sue spalle e la strinsi forte.“Sesshomaru..” disse poi il mio nome abbracciandomi forte per poi mettersi a piangere “ S-S-Se m-m-ma-mai aspettassi un bambino… t-tu “ disse tra i singhiozzi. Nascose il suo viso tra le mani.
“ Non devi preoccuparti di questo “  la strinsi forte disprezzandola per quelle parole.
“ Sesshomaru... “ mi chiamò abbandonandosi a me. Il suo corpo era caldo. La baciai nel silenzio. Avrei dovuto fare un figlio da lei così da costringerla ad essere legata a me per sempre ma…. nonostante i miei tentativi dei mesi precedenti nulla era successo. Eppure una parte di me voleva che accadesse così da maledirla ad essere una parte di me per sempre, così da strapparla per sempre da quel maledetto mezzosangue “ promettimi che tornerai sempre da me”
“ lo prometto” disse senza nemmeno pensare. “ e adesso si mia ancora una volta” la baciai , lei si abbandonò a me e alla nostra passione. Ci aveva ormai preso gusto, lo stivo che il suo non era più lo stesso imbarazzo di un tempo. E così anche quel giorno ci unimmo nel peccato.
Quella stessa sera, stretto a Kagome qualcuno bussò alla porta.
“ Padrone !! “ sentii la voce di Jacken . Era riuscito a trovarmi. “ Padrone! “ gridò più forte. Mi vestii e lo feci entrare
“ Jacken, cosa vuoi ? “ lo feci entrare mentre la sacerdotessa dormiva beatamente.

“ Sapevo di trovarvi qui. “ tremò dal freddo.
“ Di quel che sai e vattene, sono occupato “ lo volli uccidere con tutto me stesso
“ a quanto pare sembra che stiano attaccando a est e chiedono il vostro aiuto !“
“ ho capito” quel maledetto bastardo aveva fatto la sua mossa finalmente. Mi chinai sul corpo di Kagome.
“ Sesshomaru, stai andando?” Kagome si svegliò confusa “ fa attenzione” mi accarezzò la guancia e mi diede un bacio “ ti aspetterò al villaggio, mio re” mi sussurrò all’orecchio. Presi tutto quello che avevo e andai via. Non c’era più tempo da perdere. Mi trasformai e mi diressi sul campo di battaglia

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Capitolo 57
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3: I draghi gemelli

 

Arrivai sul campo di battaglia. La neve fu alta e i soldati furono già schierati sul fronte. Solo il rumore del vento spezzò il silenzio. Jacken fu lì pronto con Ah-Houn al suo fianco. I generali furono disposti in perfetto ordine e i soldati si chinarono di fronte al nuovo re.
Pochi attimi dopo i generali portarono un pugno al petto e si prostrarono anche loro al sovrano di ogni terra. Jacken si chinò anche lui e consegnò al suo padrone il fido destriero. Ah-houn sembrò immensamente felice di vedermi.
“ sire” disse Jacken molto preoccupato “ Cosa pensa di fare?” chiese guardandomi negli occhi.
“ Lavare con il loro sangue “ guardai oltre la rupe vedendo finalmente i soldati nemici “ la mia spada e con essa l’onta che  Ryukotsusei ha donato alla mia famiglia  “ strinsi l’elsa della mia Tenseiga. Sentii su di me gli occhi di quelle bestie senz’anima. Nessuno osò emettere un fiato.  “ Jacken “ lo guardai con estrema freddezza. “ aspetta il mio segnale” Dissi camminando verso la rupe.
“MIO SIGNORE, NON VORRETE AFFRONTARLI DA SOLO!” Urlò il più anziano dei generali colmo di terrore.
" Vuole FARSI UCCIDERE? " Sentii una seconda voce dire tra lo sgomento generale.
“ COSA!?” un coro di soldati gridò incredulo.
“ PADRON SESSHOMARU, VI PREGO NON LO FATE!” Jacken cercó di fermarmi. Non mi sarei mai perso l’occasione di uccidere finalmente quei bastardi. Il giorno finalmente giunse. Il Cane e il Drago avrebbero nuovamente combattuto per la supremazia e per le terre, quelle stesse terre che si contendettero i loro padri e i loro padri prima di loro.
Ah-Houn si fermó poco prima dello strapiombo. I soldati dei nemici si zittirono. Finalmente i draghi si palesarono tra la nebbia. Dall'altra sponda della voragine, profonda miglia e miglia, vidi i figli di Ryukotsusei. I suoi nomi erano rispettivamente Reiko e Raiko. Due bestie perfettamente identiche e per questo doppiamente pericolose. Capelli d'oro, occhi scarlatti, armature di adamantio scintillanti. Tra le mani artigliate le spade gemelle del drago dei cieli, forgiante dalle corna della loro madre Ryukihonna. Essa era Drago divino, ultima della sua stirpe. La dragonessa fu data in sposa a Ryokotsusei, drago blu di basso rango. Non si conosce molto su di Ryukihonna ma si pensa che lei fosse discendente diretta degli dei del cielo.  La dragonessa, cagionevole di salute, depose le sue uova e morí alla schiusa di esse. Secondo la leggenda furono i suoi stessi figli a divorarla. Dagli occhi pieni di lacrime la draghessa vide nascere i suoi figli. I draghi gemelli si cibarono della madre tra le urla disperate di essa, chiedendo pietá. Tra atroci sofferenze Ryukihonna fu mangiata viva dai suoi stessi figli. Secondo le voci del popolo fu cosí che acquisirono il loro potere, un potere antico perso nelle memorie del tempo.
Assetati di potere fin dalla schiusa, cosí ne narrano le gesta.
Reiko e Raiko furono descritti come Bestie immonde e portatrici di sventura. Nominati dai demoni con il nome di dominatori. Mostri insaziabili e ingordi. Solo il sangue placa la loro fame di potere. Non hanno mai subito una sconfitta.
Reiko e Raiko, i draghi gemelli del cielo, successori di Ryokotsusei , prossimi imperatori della terra.
Quasi divertito, uno dei draghi mi rivolse la parola. " Quindi sei tu quello che chiamano Akuryo " spezzó il silenzio con la sua voce " parole grosse per uno stupido cane pulciosono. " Mi guardó dritto negli occhi. Gli stessi occhi del loro padre, desiderosi di morte e sofferenza.
" Il figlio di Inu no Taisho " disse il fratello estraendo la sua spada. " Divertente, “ non si scompose “ cerchi vendetta, forse?" Cadde il silenzio come un macigno. Reiko il sanguinario e Raiko il ragionevole, lo ying e lo yang.
" Sesshomaru”  Disse quello che ipotizzai fosse Reiko “ conosciamo bene il tuo nome " anche lui estrasse la spada. " il tuo nome si è sparso velocemente ed è arrivando al concilio delle tribù dei demoni" sorrise divertito
" Cosa vuoi veramente Sesshomaru? " aggiunse l’altro.
“ cosa voglio?” chiesi divertito dalla sua domanda “ voglio tingere queste terre con il rosso del vostro sangue” da quel momento in poi si scatenò la più grande e sanguinosa guerra che nella storia si narri.  

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