Un Medico In Famiglia - alcuni anni dopo

di marikaborghini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciao Famiglia! ***
Capitolo 2: *** Tra esami e ritorni. ***
Capitolo 3: *** L'inizio ***
Capitolo 4: *** Disagi e amore. ***
Capitolo 5: *** Ultimo primo giorno di scuola! ***



Capitolo 1
*** Ciao Famiglia! ***


Era Settembre, per chiunque una giornata come gli altri, ma non per i Martini. Finalmente quel giorno sarebbero tornati Lele, Bianca e Carletto a Poggiofiorito.

Maria, Marco, Palù, Jonathan e i due gemelli erano già tornati da due mesetti, andando ad abitare nella villetta accanto a quella dei Martini, la villetta dove abitavano Cettina e Augusto. Maria continuava a lavorare nella clinica di Villa Aurora, amando follemente il suo lavoro come fosse il primo giorno, e Marco continuava a fare il giornalista a Roma, e mai più in zone di guerra. Palù e Jonathan ormai erano grandi, facevano la seconda elementare. Avevano imparato a leggere e scrivere, a non bisticciare più e ancora più bene di prima; a volte, addirittura, si occupavano dei loro fratellini più piccoli.

Ave era tornata Torino per un po', ma stava per tornare anche lei, soprattutto per dare una mano ai poveri Marco e Maria!

Anna vive ancora nel garage, sistemato molto meglio: infatti da un posto per una persona, è diventato per due: Emiliano si era trasferito con lei. E non era questa l'unica novità: Anna, dopo aver capito che non aveva futuro nella carriera da scrittrice musicale, si iscrisse all'università di Scienze della Comunicazione, con l'obiettivo di diventare una giornalista.

Ciccio era ancora in Spagna con Tresy, i cavalli e i loro figli, anche se sentiva molto la mancanza della loro famiglia.

Nonno Libero e nonna Enrica erano sempre al capo della famiglia, cercando di tenere a bada i casini di Elena, Bobò e Tommy, con l'aiuto anche di Sara e Lorenzo che sono rimasti a casa Martini, rinunciando alla villetta, ed anche con l'aiuto di Melina, che era tornata senza Dante, come ragazza alla pari.
 

In effetti Elena, Bobò e Tommy non erano cambiati di una virgola. Erano cresciuti, sì; ormai  Elena e Bobò stavano per fare la quinta superiore, sperando che Elena superi l'esame di recupero di latino e matematica, e Tommy era stato di nuovo bocciato, causando l'ira di Lorenzo ma Tommy ce l'ha messa tutta per ingraziarsi nuovamente la fiducia del padre, lavorando tutta l'estate per poi pagare una scuola privata per fare 2 anni in 1, e sostenere anche lui l'esame della maturità.

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Era mattina e Melina era già in cucina a preparare la colazione per i Martini. Aveva risparmiato loro i suoi dolci che non piacevano a nessuno, ma stava riscaldando il latte, il thè per nonna Enrica e facendo il caffè per tutti.
Nonno Libero e nonna Enrica scesero insieme, bisticciando su dove poter mettere Lele, Bianca e Carletto, sull'ora nella quale andare in aeroporto e su come dirlo agli altri, perché nessuno dei "piccoli" lo sapeva. Solo nonno Libero, nonna Enrica, Melina, Sara e Lorenzo lo sapevano.

Nonna Enrica: Dovremmo andarli a prendere il più presto possibile.
Nonno Libero: Sì, e cosa facciamo? Li aspettiamo per tre ore? Quelli alle 12 arrivano, sono solo le 7. Calmati Enrica.
Melina: Buongiorno signor Libero, buongiorno signora Enrica. State parlando del grande ritorno di Lele, vero?
Nonno Libero: Sì. Più che parlare, litigare, come faccio sempre con lei.
Melina rise a quella frase e iniziò a versare un po' di thè nella tazza ad Enrica e il caffè a Libero.
Nonna Enrica: Che poi dove li mettiamo? In quale stanza? Libero, dobbiamo pensarci, arrivano oggi.
Nello stesso momento si aprì la porta finestra ed entrarono Maria, Marco, Palù, Jonathan con i due gemellini, che in quel periodo stavano iniziando a parlare e camminavano già come fossero pronti per una maratona.
Maria, con aria confusa, chiese: Chi arriva oggi?
Nonno Libero alzò gli occhi al cielo, pronunciando un lamento guardando nonna Enrica, e si girò verso Maria: Niente bella di nonno, è che nonna si è modernizzata e con Elena hanno fatto un sacco di ordini di vestiti e non sappiamo dove metterli.
Maria annuì, anche se non ci credette molto, diede un bacio ai nonni e si sedette insieme a Marco, che intanto aveva posato i cornetti sul tavolo per la gioia di tutti.
Palù e Jonathan salutarono i nonni in coro, dando loro un bacio, e si sedettero anche loro davanti ad una tazza di latte fumante.

Maria: Ma gli altri? Tutti a dormire?
Melina: No, figurati! Lorenzo è uscito quando io sono entrata per andare a lavoro, e subito dopo anche Sara per correre.
Marco: Speriamo che ci vada piano..
Maria: Amore, lo sai che ora è tutto a posto. Finiscila di fare il fratellone premuroso.
Disse accennando una risata per poi dare un bacio a Marco, provocando un suono di disgusto da parte di Palù e Jonathan.

Anna entrò in cucina, dando un bacio veloce ai suoi nipotini, e prese al volo un cornetto.
Anna: Io devo scappare all'università. Alle 10 ho l'esame di linguistica e voglio arrivare in tempo per ripassare e calmarmi un pochino.
Nonno Libero: Va bene amore, ma torni per pranzo?
Anna: Sì, per quell'ora avrò finito. Scappo.
Si avvicinò alla porta per poi girarsi.
Anna: Ah, di là Emiliano ancora dorme ma tra poco si sveglia, perché tanto deve andare a lavorare.
Nonno Libero: Va bene bella di nonno, tranquilla.
Anna se ne andò accompagnata da un sonoro ''in bocca al lupo'' da parte di tutti.

Maria: Perché eri così preoccupato se tornasse a casa per pranzo nonno?
Intervenne subito Melina, coprendo il nonno.
Melina: Serviva a me. Perché oggi faccio i cannelloni, e devo sapere quanti farne.
Maria: Ah! Allora per me 2!
Marco: Anche per me 3, ci sono!
Nonno Libero e nonna Enrica sorrisero.
Maria si alzò dal tavolo e prese la borsa: Allora io vado al lavoro, siete sicuri di poter badare a queste quattro pesti?
Nonno Libero: ne ho cresciuti 5, figuriamoci. E poi questi so' angeli.
Marco rise e si alzò anche lui: Grazie mille Libero, davvero.
Maria diede un bacio al nonno e alla nonna ed uscì insieme a Marco per andare a lavorare.

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Nel frattempo, al piano di sopra, Bobò e Tommy si erano appena svegliati. O meglio, Tommy si era svegliato a causa dei rumori che faceva Bobò.

Tommy, mugolando, sussurrò: Bobò, smettila, mi stai svegliando all'alba e stiamo in vacanza.
Bobò, intruppando di nuovo contro l'armadio, facendo rumore, disse: Scusami Tommy. Comunque svegliarti presto ogni tanto non ti farebbe male. So che hai lavorato tutta l'estate ed ora ti stai riposando, ma puoi riposarti anche essendo sveglio.
Tommy alzò gli occhi al cielo e si alzò dal letto, infilandosi una maglietta.
Tommy: Sì, puoi anche smetterla ora. Sono sveglio, in piedi, e soprattutto ti sto battendo per il bagno.
Iniziò a ridere e corse verso il bagno, occupandolo prima di Bobò. Si fece una doccia e come suo solito occupò il bagno per un'infinità di tempo.

Elena si alzò dal letto, maledicendosi per non essersi svegliata prima. Mancavano solo due giorni all'esame e doveva sfruttare tutto il tempo che aveva a disposizione per ripassare le due materie.
Corse verso il bagno ma trovò solo la porta chiusa e Bobò che stava aspettando.
Elena: Tommy, vero?
Bobò annuì: E' già dentro da 45 minuti.
Elena bussò rumorosamente ed urlò: Tommy, ti prego, non ho tempo muoviti.

Tommy aprì la porta mezzo nudo, con solo un asciugamano legato in vita ed ancora tutto gocciolante. Elena rimase a fissarlo a bocca aperta, concentrandosi sugli addominali. E' vero, la cotta gli era passata -o forse cercava solo di autoconvincersi-, ma gli faceva sempre effetto nonostante fosse suo cugino.
Elena si riprese, scrollando la testa e spostò Bobò di peso: devo assolutamente andare a studiare, quindi ho la precedenza.
Bobò sbuffò, e come al solito fu l'ultimo ad andare in bagno.

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Elena, Tommy e Bobò scesero a fare colazione, trovando solo nonno Libero, Emiliano che era appena arrivato e Melina. Ognuno diede un bacio al nonno e si sedettero.
Elena: Nonno, ma nonna dov'è?
Nonno Libero: Ha portato Palù, Jonathan e i due gemellini al parco. Maria oggi ha ripreso a lavorare, e Marco lavora troppo.
Elena annuì e iniziò a sorseggiare il latte che aveva davanti.
Bobò, che nel frattempo era al secondo cornetto: Piani per oggi?
Tommy: Non lo so. Il mio piano era dormire, ma qualcuno me lo ha rovinato, penso che resterò a casa.
Elena: Studiare come una pazza e restare a casa.
Nonno Libero: Restate a casa? Perfetto. Perché io e la nonna dobbiamo uscire e non sappiamo a chi lasciare i bambini.. Melina non è molto affidabile.
Melina: Eeh, Signor Libero. Io sto sempre qua eh, vi ascolto.
Bobò: Io devo uscire con Alice stamattina, ma torno per pranzo.
Elena: Ce ne occupiamo io e Tommy, tranquillo nonno.
Melina: E pure io.

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Intanto si erano fatte le 11 e nonno Libero e nonna Enrica scapparono di casa in fretta e furia, sotto gli occhi confusi di Elena e Tommy.
Elena: amori della zia, ora perfavore vi mettete qui a giocare con i fratellini? Io devo studiare, non posso fare mille cose.
Palù: Va bene zia, tranquilla.
Diede un bacio ad Elena ed uno a Tommy e iniziarono a giocare con i fratellini.
Elena abbassò lo sguardo verso il libro di latino e iniziò a ripetere sotto lo sguardo fisso di Tommy. Appena si accorse che la stava fissando, alzò lo sguardò.
Elena: Se invece di guardare mi aiutassi sarebbe meglio, sai?
Tommy rise e prese il libro che aveva tra le mani Elena.
Tommy: Okay, ora ti aiuto. Fai finta che sono il tuo insegnante e ripeti tutto quello che ti ricordi.
Elena si sentì un po' a disagio, gli occhi di Tommaso la mettevano in soggezione, ma comunque iniziò a ripetere.

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Nonno Libero intanto riuscì ad arrivare con 10 minuti di anticipo in aeroporto, grazie alla guida spericolata della moglie.
Libero: Ma c'era bisogno di correre così tanto? Per poco non ci schiantavamo.
Enrica: Quanto la fai lunga Libero, per due curve tagliate. E poi non è colpa mia se siamo usciti tardi da casa.
Libero: Eh sì, ora è colpa mia. Pensiamo a cercare Lele.

Enrica e Libero andarono velocemente agli arrivi e cercarono con lo sguardo Lele e Bianca.
Enrica: Ma tu li vedi Libero?
Libero: No, sennò non starei qui no? Che domande sono Enrica..
D'un tratto sentirono una voce e si girarono subito.
Carletto: Nonniiiii
Libero sorrise, commuovendosi, e lo prese in braccio.
Libero: Amore di nonno, finalmente sei arrivato. E mamma e papà?
Lele: Eccoci, siamo qui papà.
Bianca: Finalmente a casa!
Enrica abbracciò Bianca e Libero abbracciò Lele, commuovendosi ancora di più.

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Intanto era ora di pranzo, e a casa tornarono tutti. Sara si mise a tavola, dopo aver fatto una lunga doccia. Entrò anche Marco, che venne assalito dai figli con un abbraccio enorme. Bobò rientrò con Alice.
Rientrarono anche Maria e Lorenzo, grazie alla pausa pranzo, che si misero subito a tavola
Erano tutti a tavola, quando dalla porta finestra entrò anche Anna mano per la mano con Emiliano.
Anna iniziò a saltellare per casa ed urlò: Ho preso 30 e lode!
Maria si alzò abbracciandola e le diede un bacio sulla guancia: Ma che brava la mia sorellina secchiona!
Anna rise e si sedette accanto ad Emiliano.
Elena: Ma il nonno e la nonna? Ancora non sono rientrati?
Sara: Eh no!
Lorenzo: Ma tra poco saranno qui, li ho sentiti prima.
Intanto Melina sfornò le teglie dei cannelloni con la ricetta della cugina, sembrava avesse cucinato per un esercito.
La porta si aprì ed entrarono Libero, Enrica insieme a Lele, Bianca e Carletto.
Chiusero piano la porta per non farsi sentire ed entrarono tutti in cucina, sotto lo sguardo sorpreso e sbalordito di tutti quanti.
Lele: Ciao Famiglia!

 

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Capitolo 2
*** Tra esami e ritorni. ***


Lele: Ciao Famiglia!
Rimasero tutti sbalorditi e sorpresi per cinque secondi, non riuscendo a pronunciare una parola. Erano a bocca aperta, che lo guardavano, increduli anche loro.
Le prime che si gettarono su di lui furono Maria ed Anna, riempendolo di abbracci e baci. Furono seguiti dai nipotini Palù e Jonathan, che lo strinsero fortissimo.
Andò ad abbracciarlo anche Bobò, chiedendogli subito quanto tempo rimanesse a Roma.
Si staccarono tutti dall'abbraccio e salutarono anche Bianca e il loro fratellino più piccolo.

Nonno Libero: Allora, piaciuta questa sorpresa?
Maria: Nonno, io non ci posso credere. Papà, quanto mi sei mancato.
Maria lo abbracciò nuovamente stringendolo a sé.
Lele: Elena, amore, tu non vieni a salutare papà?
Elena si alzò titubante dal tavolo e gli diede un bacio sulla guancia, e fece la stessa cosa con Bianca.
Elena si sedette a tavola e disse con tono ironico: Quanto ti fermi questa volta papà? Toccata e fuga? 1 settimana?
Lele guardò prima Bianca e poi suo padre un po' sconsolato. Sapeva che quella che aveva più bisogno di lui quando era a Parigi era proprio Elena. Aveva fatto lo stesso errore che fece con Anna quando era più piccola.

Nonna Enrica: Sedetevi tutti, dai.
Intanto Lele salutò Tommy, Sara, accertandosi che stesse bene, Lorenzo, Emiliano, Marco e Melina.
Si sederono tutti a tavola mentre Melina serviva i cannelloni che aveva preparato per tutta la famiglia.
Elena: Per me pochi, devo sbrigarmi a mangiare che dopo devo uscire.
Tommy: Non avevi detto che dovevi stu-
Non fece in tempo di finire la frase che venne colpito da un calcio sotto al tavolo dalla cugina.
Elena: Devo uscire.
Lele: Amore, ma io sono appena tornato.
Elena: Eh vabbè, hai altri cinque figli da coccolare.

Iniziarono tutti a mangiare sotto le domande di Maria ed Anna verso Lele e Bianca. Tommy aveva lo sguardo fisso su Elena, sembrava stesse per scoppiare a piangere, o forse ad urlare; era comunque preoccupato per lei.

Anna: Papà, ma lo sai che oggi ho preso 30 e lode all'esame di linguistica?
Lele: 30 e lode? Ma abbiamo un'altra secchiona in famiglia! Bravissima amore!
Maria: Quanto vi fermate?
Bianca: Eeeeh, segreto! Tra poco ve lo diremo.
Maria annuì nonostante rimase col dubbio.

Elena finì a stento i due cannelloni che aveva nel piatto e si alzò dal tavolo.
Elena: Io vado.
Lele: Aspetta Elena, devo dire una cosa.
Elena: Papà devo andare.
Nonno Libero: Amore di nonno, siediti un attimo. Magari è una cosa importante.
Elena si sedette sbuffando guardando il padre.

Lele si alzò dalla tavola e chiese a Melina di prendere lo spumante che c'era in frigo. Lo prese e si mise davanti a tutti la famiglia.
Lele: Amore, vieni qua insieme a me.
Bianca si alzò sorridente e si mise accanto a lui.
Lele: Allora. Questi anni a Parigi sono stati davvero difficili; belli perché avevo Bianca, avevo Carletto, ma non avevo voi. Non avevo Roma. Non avevo il mio lavoro. E' stato davvero difficile.
Bianca annuiva aiutando il marito a togliere la carta che avvolgeva il tappo dello spumante.
Lele: Insomma, quello che volevo dirvi è che io non sono tornato per una vacanza, noi non siamo tornati per una vacanza. Siamo tornati per restare. Per sempre.
Maria: Oddio, papà ma che dici?
Bobò: Ma davvero papà?
Lele annuì felice mentre stappò lo spumante e venne accolto da un abbraccio caloroso da parte di tutti, tutti tranne Elena.

Si sedettero tutti mentre Melina versava lo spumante nel bicchiere di ognuno, tranne ovviamente per i bambini.
Lele: Elena, sei felice?
Elena annuì senza accennare un minimo sorriso: Io ora devo andare. A dopo.
Si alzò dalla tavola ed uscì velocemente, senza che nemmeno avessero avuto il tempo di dire qualcosa per fermarla.
Lorenzo vide il cugino che ci era rimasto male e gli diede una pacca sulla spalla.
Lorenzo: Lele, tranquillo. Capirà.
Lele annuì accennando un sorriso e brindarono tutti.

Tommy nel frattempo non faceva altro che pensare alla cugina, a dove poteva essere andata. In un qualche modo voleva proteggerla e voleva vederla felice.
Tommy: Ragazzi scusate, ma esco anche io. Devo vedermi con Luca, mi ero dimenticato di dirvelo.
Lorenzo: Va bene, ma conosci i patti. Sei in libertà vigilata, alle 20 a casa.
Tommy annuì ed afferrò il casco.
Tommy: Zio, sono davvero felice che sei tornato. Ciao a tutti.
Uscì velocemente anche lui, con l'unico obiettivo di trovare Elena.

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Tommy girava per Roma col motorino cercando Elena. Non aveva idea di dove poteva essere, ed aveva paura per la cugina.
Ad un certo punto gli venne il dubbio che potesse essere al mare, dove erano "usciti" la prima volta; e quindi accelerò verso il mare.
Scese dal motorino una volta arrivato e cercò la ragazza, ed eccola lì: era seduta a riva, con le ginocchia portate al petto e il viso rivolto al sole.
Il ragazzo si avvicinò a lei e si sedette vicino a lei. Elena sobbalzò di paura ma quando riconobbe la figura del cugino si tranquillizzò.
Elena: Che ci fai tu qui? E come hai fatto a trovarmi?
Tommy: Sesto senso.
Elena: Non hai risposto alla prima domanda.
Tommy: Ero preoccupato per te, non volevo che stessi sola. Ti ho visto strana, non è da te venire qua quando stamattina eri tutto studio e niente distrazioni.
Elena rise alla fine di questa frase e si sdraiò sulla sabbia.
Tommy si sdraiò affianco a lei ed iniziò d'istinto a fare i grattini sul braccio della ragazza, ed Elena quando sentì il tocco delicato del ragazzo chiuse gli occhi e sospirò.
Tommy: Non hai preso bene il grande ritorno di tuo padre, eh?
Elena: Decisamente no.
Tommy voleva chiederle il perché, ma sembrava come se invadesse il suo spazio personale, quindi prese la decisione di aspettare la ragazza e continuare con i grattini.
Elena: Non mi sta bene Tommy. Io in questi anni di assenza avevo bisogno di lui, e lui dov'era? A pensare a Carletto. E quando tornava cosa faceva? Prima la clinica, poi il nonno, e poi Maria con i gemellini, poi i problemi di Anna, poi Sara. Ed io? Io non avevo un posto nella sua vita.
Sospirò la ragazza mentre scese una lacrima involontariamente.
Elena: Avevo problemi con la scuola e se n'è fregato, avevo problemi col cibo e se n'è fregato, avevo avuto la mia prima cotta e lui nemmeno lo sapeva e lo sai perché? Perché se n'è fr-
Tommy la bloccò e d'istinto l'abbracciò: Se n'è fregato, lo so.
Elena in quell'abbraccio trovò tutto quello di cui aveva bisogno. Lo strinse a se e continuò a piangere silenziosamente.
Rimasero così per un bel po' di tempo, ma quando Tommy si rese conto che Elena stava piangendo, si staccò e posò le mani sul suo viso, asciugandole le lacrime.
Tommy: Elena, non piangere ti prego.
Elena annuì e tirò su con il naso, cercando di non piangere.
Tommy si sdraiò ed Elena anche, poggiando la testa sul suo petto.
Tommy prese ad accarezzarle i capelli ed iniziò a parlare: Lo sai che anche io ho avuto gli stessi problemi con mio padre, quindi forse sono quello che più può parlare. Elena, è tornato. E non è tornato solo per il suo lavoro, per i tuoi fratelli o per i tuoi nipoti. E' tornato anche per te, per starti vicino. Non respingerlo, perché un giorno te ne potresti pentire. Fidati che se fai questo fai male a lui, ma soprattutto lo fai a te stessa perché perdi del tempo prezioso che potresti passare con lui.
Elena sospirò ed iniziò ad accarezzare il petto del ragazzo, disegnando forme immaginarie, mentre Tommy continuava a toccare i capelli della ragazza in un profondo silenzio che però non creava imbarazzo a nessuno dei due.

Dopo un po' di minuti di silenzio, Elena decise di parlare: Quindi dovrei accoglierlo come se niente fosse?
Tommy: Semplicemente dovresti perdonarlo e goderti il fatto che è tornato per voi, per amore della sua famiglia.
Elena annuì e alzò lo sguardo verso Tommy e gli sorrise. Era davvero bello, la ragazza si perse negli occhi del cugino.
Tommy: Elena? Ci sei?
Elena: Sì, scusa. Grazie Tommy.
La ragazza sorrise e diede un bacio sulla guancia del ragazzo.
Tommy sorrise e si alzò mettendosi seduto: Che facciamo, ci prendiamo un gelato e torniamo a casa? Anche perché qui qualcuno deve studiare ed io sono l'insegnante privato di questo qualcuno.
Elena rise: Non credo che un'insegnante che ha perso tre anni sia una cosa buona, ma comunque sì, andiamo a prendere un gelato.
Tommy: Che fai, sfotti nanerottola?
Ed iniziò a fare il solletico sulla pancia della ragazza, provocando una risata dalla parte di Elena.
Elena: Ok, ok.. basta ti prego. Ho capito. Andiamo a prendere un gelato.

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Intanto a casa Martini Maria, Lorenzo, Marco ed Emiliano erano tornati al proprio lavoro.

Anna: Papà, mi sei mancato davvero tanto. Speravo che tornassi per sempre ma non ci avrei mai scommesso.
Lele: Amore mio. Mi sei mancata anche tu, mi siete mancati tutti.
Diede un bacio alla figlia, abbracciandola forte.
Intanto sentirono il pianto di Carletto e Bianca si alzò estenuata.
Anna: No Bianca, tranquilla. Vado io, fammi godere un po' il mio fratellino.
Bianca rise e annuì sedendosi vicino a Lele, che era un po' triste.
Bianca: Amore, che c'è?
Lele: Eh, l'hai vista Elena?
Bianca annuì abbassando lo sguardo.
Lele: Tanti anni fa, quando tornai dall'Australia, anche Anna reagì così, forse peggio. Non imparo mai dai miei errori.
Bianca: Amore, non hai sbagliato in niente. Elena capirà, devi solo darle tempo. Fidati che andrà tutto bene.
Lele: Me lo prometti?
Bianca si avvicinò a lui: Te lo giuro.
La donna sorrise per poi baciarlo.

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Dopo aver passato tutto il pomeriggio al mare, Elena e Tommy decisero di ritornare a casa. Tommy le aveva dato sicurezza e l'aveva fatta ragionare. Ma soprattutto doveva studiare, perché per nessuna ragione al mondo voleva perdere l'ultimo anno delle superiori.
I ragazzi aprirono la porta di casa e trovarono Lele e Bianca sul divano.
Bianca: Ciao ragazzi. Eravate insieme quindi?
Tommy: Sì, diciamo che ci siamo beccati e l'ho portata a casa.
Elena si avvicinò al padre e lo abbracciò forte.
Elena: Scusa se prima ho reagito così. Ti voglio bene, sono felice che siate tornati.
Lele la strinse forte a sé sorridendo e poi le diede un bacio in fronte.
Lele: Non ti preoccupare amore mio.
Elena abbracciò forte anche Bianca, dandole un bacio sulla guancia. Era felicissima che era tornata anche lei.
Elena: Io ora devo andare a studiare. Dopodomani ho due esami..
Lele annuì, dandole un altro bacio ed Elena e Tommy salirono su nella stanza di Elena, a studiare.

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Passarono quei due giorni e finalmente era arrivato il giorno dell'esame di Elena, Lele tornava alla clinica di Villa Aurora e Bianca in cioccolateria. Era mattina presto e a fare colazione c'erano già Maria e Marco insieme a Elena, Lele, Lorenzo nonno Libero e nonna Enrica.

Lele: Sei pronta amore?
Elena: Diciamo. Ho paura.
Nonno Libero: Ma se hai studiato tutta l'estate amore! Ce la farai.
Elena alzò le spallucce: Speriamo.
Lele: Comunque ti accompagno a scuola se vuoi.
Elena: Magari papà, sono già in ritardo.

Nello stesso momento scese Tommy, che era già vestito e pronto.

Lorenzo: E tu che ci fai in piedi alle 7 di mattina?
Tommy: Accompagno Elena agli esami, ovviamente.
Elena: Mi accompagneresti davvero?
Tommy annuì: E aspetto anche che finisci. Ti ho aiutata a studiare, ora voglio starti accanto anche moralmente.
Lorenzo: Ah però.
Lele: Quindi vai con lui?
Elena annuì sorridendo e si alzò dalla tavola. Afferrò lo zaino e sospirò.
Lele: Buona fortuna amore, ce la puoi fare.
Elena: Grazie papà. Buona fortuna anche a te, visto che torni in clinica. Ci vediamo dopo.

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Elena e Tommy erano in giardino e entrambi afferrarono i caschi.

Elena: Non pensavo che ti saresti svegliato o che mi avresti accompagnata.
Tommy: Hai visto che so sorprenderti?
Elena rise e si allacciò il casco: Metti in moto, scemo.
Salirono sul motorino e andarono davanti scuola.
Elena scese dal motorino ed anche Tommy, entrambi si levarono il casco e lo misero nel cruscotto.

Elena: Allora io vado.
Tommy la afferrò per un braccio e la avvicinò a sé, con la fronte attacca a quella di Elena e a 2 cm di distanza dalla ragazza. In quel momento avrebbe voluto baciarla, e non sapeva nemmeno lui il motivo. Provava una cosa che non aveva mai provato per la ragazza, ma si trattenne.
Tommy: Aspetta Elena.
Elena rimase immobile, cercando di evitare i sentimenti e le emozioni che stava provando in quel momento. Aveva il cuore in gola, e le farfalle nello stomaco.
Elena: Dimmi.
Tommy: Niente, scusa. Volevo solo dirti in bocca al lupo.
Elena: Viva il lupo Tommy.
La ragazza sorrise e Tommy le diede un bacio sulla guancia, lasciando andare la ragazza.

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Dopo alcune ore, Tommy era ancora seduto su quella panchina fuori la scuola che aspettava la cugina e pensava a quello che aveva provato prima. Perché voleva baciarla? Perché aveva il cuore che batteva più del normale?
Nel frattempo Elena, finalmente, uscì dalla scuola con un sorriso stampato sul viso e Tommy la accolse subito.

Tommy: Allora?
Elena gli saltò addosso, legando le braccia e le gambe al ragazzo: Superati entrambi! Matematica all'inizio ero partita male, ma ho recuperato e la professoressa mi ha addirittura fatto i complimenti.
Tommy la strinse a sé sorridendo come un ebete: Te lo avevo detto! Sei stata bravissima, e dobbiamo festeggiare.
Elena: Sì, ora che andiamo a casa festeggiamo con tutti!
Tommy: Io intendevo da soli, io e te.
Elena rimase spiazzata, ma non lo fece vedere. Semplicemente sorrise e annuì: Va bene, quando vuoi.
Tommy: Stasera andiamo da qualche parte.
Elena: Ma tu non eri in libertà vigilata?
Tommy: Convincerò mio padre in qualche modo.
Elena annuì e tornarono a casa insieme.

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Il pranzo passò in fretta, tra un festeggiamento per gli esami di Elena e il ritorno in clinica di Lele.

Lorenzo era in camera con Sara, si stava preparando per tornare a lavoro, o almeno cercava di prepararsi, perché la moglie continuava a baciarlo.
Tommy entrò in camera: Scusate scusate scusate, torno dopo.
Sara: Ma no scemo, vieni.
Tommy: Scusate, è che volevo chiedere una cosa a papà.
Lorenzo: Dimmi Tommy.
Tommy: Volevo chiederti se questa sera potevo uscire, con Elena. Sai, volevamo festeggiare il fatto che avesse superato gli esami ed io l'ho aiutata tanto.
Lorenzo: Ma non se ne parla nemmeno lontanamente. Puoi uscire di giorno, ma lo sai che dalle 20 a casa.
Tommy: Papà, ti prego. Un solo giorno. Mi sono impegnato tutta l'estate per pagarmi gli studi, perfavore.
Sara: Dai Lorenzo, sta con Elena non con qualcuno che non conosci.
Lorenzo sbuffò e cedette: Va bene. Ma alle 00:00, massimo 00:30 a casa. E se sgarri anche solo di un minuto, ti scordi le uscite anche di giorno.
Tommy sorrise a Sara, riconoscendo che il merito era soprattutto suo, e abbracciò entrambi: Grazie, non te ne pentirai.

Tommy uscì dalla stanza ed inviò un messaggio ad Elena: <>
Elena sorrise a quel messaggio, era stra felice ma rispose semplicemente con un ''Okay''.

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Capitolo 3
*** L'inizio ***


Quella sera Tommy ed Elena non erano gli unici ad avere dei piani, infatti anche Anna ed Emiliano avevano in serbo qualcosa.

Emiliano entrò in garage, nella loro "casetta" privata, stremato dalla giornata di lavoro che aveva appena avuto, ma felice di vedere Anna.

Emiliano: Ciao Amore.
Si avvicinò a lei e la baciò per diversi secondi, afferrandola per i fianchi.
Emiliano: Mi sei mancata.
Anna: Anche tu mi sei mancato. Com'è andata a lavoro?
Emiliano: Da quando ho ricomprato il negozio devo fare il doppio del lavoro che facevo prima per non andare in rosso, quindi sono davvero stremato.
Anna rise e con un tono sarcastico disse: Povero il mio amore. Quindi immagino che non vuoi fare niente stasera.
Emiliano: E qui ti sbagli. Preparati, ti porto fuori a cena. Dobbiamo festeggiare il tuo 30 e lode, e soprattutto voglio stare solo con te.
Anna sorrise e gli diede un bacio.
Anna: Allora scappo a prepararmi. Dove mi porti? Come devo vestirmi?
Emiliano: Sii te stessa, io sono follemente innamorato di questa Anna.

Anna continuò a sorridere per quelle parole, era davvero felice di sentirlo innamorato proprio come il primo giorno, perché per lei era la stessa identica cosa. Era follemente innamorata di Emiliano per ogni sua sfaccettatura, e sentiva che era l'uomo della sua vita.
Decise di andare in bagno a farsi la doccia e si lavò anche i capelli. Li lasciò lisci, senza legarli, e si mise un filo di trucco. Non le piaceva apparire, non voleva truccarsi troppo. Si mise solo un po' di mascara, si aggiustò le sopracciglia con una matita e si mise un po' di terra per darsi un po' di colore e poi tornò nel garage per vestirsi. Si mise semplicemente un vestito nero, nemmeno troppo stretto ma che comunque metteva in risalto le sue forme e continuò a pettinarsi i capelli.

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Intanto anche Elena era nel pieno panico, non sapeva come vestirsi, come comportarsi e decise di chiamare Alice.

Elena: Ehi Ali,  ti disturbo?
Alice: No amore, dimmi tutto.
Elena: Ok, stasera esco finalmente con Tommy. Io e lui. Da soli.
Alice: Ma che cosa mi stai dicendo? Oh mio dio, e come ti senti?
Elena: Agitata. Non so cosa fare, cosa mettermi, come gestire i capelli, come comportarmi con lui, com-
Alice: Okay okay, fermati. Rilassati. Siediti e respira un attimo.
Elena: Sono seduta, ma non sono rilassata.
Alice: Dove ti porta?
Elena: Non lo so, non me lo ha detto.
Alice: Fai quello che ti senti Ele, segui il tuo istinto. Non sbaglierai mai. Andrà tutto bene, ed io sono con te.
Elena: Ti voglio bene amore.
Alice: Anche io Ele, voglio sapere tutto poi, mi raccomando i dettagli.
Elena rise a quella frase: Va bene, va bene. Ora vado a prepararmi, ciao tesoro.
Alice: Ciao Ele.

Elena staccò il telefono e si diresse in bagno, nel farsi una doccia calda. Si sistemò i capelli con la piastra, facendoli un po' mossi, e poi andò in camera.
Rimase a fissare l'armadio per lunghi minuti, le sembrava tutto inadatto, e quello che le piaceva le sembrava troppo. Poi si ricordò le parole della sua amica, "segui il tuo istinto". Quindi optò per un crop top bordeaux un po' corto e una gonna nera e si truccò come sempre. Elena amava truccarsi, aveva iniziato quando era piccola ed ormai per lei era routine. Il suo talento era proprio truccarsi, mettendo di tutto in faccia, ma sembrare comunque naturale.
Si mise il fondotinta, la terra per fissare, e si fece il contouring. Poi si mise l'eyeliner, un po' di matita nera sotto gli occhi, l'illuminante e decise che il rossetto se lo sarebbe messo dopo aver cenato.

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Era ora di cena e c'erano tutti giù, o quasi.

Anna ed Emiliano entrarono in cucina mano per la mano.
Anna: Noi non ci siamo a cena, Emiliano mi porta fuori.
Emiliano: Se lo merita.
Le diede un bacio in fronte.
Lele: Va bene, state attenti e divertitevi.
Anna annuì: Ciao famiglia!

E con quella frase uscirono.
All'appello mancavano anche Maria, Marco e i loro quattro figli. Quella sera avrebbero mangiato a casa loro.

Nonno Libero: Stasera non c'è nessuno praticamente.
Bobò: Io ci sono nonno, ed ho anche fame.
Lele rise e disse: Non avevamo dubbi su di te Bobò.

Tommy ed Elena si scontrarono scendendo le scale. Tommy iniziò a fissare la ragazza a bocca aperta, non riuscendo a dire una parola.
Elena: Tommy?
Tommy: Eh?
Elena: Ci sei Tommy? Tutto bene?
Tommy si riprese e distolse lo sguardo. Annuì e disse: Sì, scusa. E' che sei be-, cioè stai bene.
Elena arrossì leggermente e abbassò lo sguardo per non farlo notare: Grazie.

Scesero insieme e si sedettero a tavola.
Lele: E tu dove vai così conciata?
Elena: Ah, non lo so. Chiedi a Tommy. E' lui che mi porta fuori stasera, non so dove.
Tommy ridacchiò: Poi vedrai dove ti porto.
Lorenzo: Ricordati Tommy, 00:00, massimo 00:30 a casa. Se rientrate anche solo alle 00:31 hai chiuso.
Sara: Amore, dai. Quanto sei rigido. Si è guadagnato la tua fiducia, lascialo respirare un po'.
Lorenzo accennò un sorriso e esasperato disse: Ma perché tu stai sempre dalla sua parte?
Sara: Perché sono sempre dalla parte dei più deboli!
Lorenzo ridacchiò e le diede un bacio.

Melina poggiò sul tavolo una ciotola con l'insalata, e un'altra ciotola piena di pasta con il ragù ed iniziò a servire con la pasta.
Elena: Melina io la pasta no, grazie.
Lele: Ancora Elena?
Elena: No papà, tranquillo. Semplicemente.. non la voglio. Mangio un po' di insalata.
Lele: Non mi convinci, ma va bene. Vorrei parlare con te un po'.
Bianca: Amore, va tutto bene. Lasciala stare.

Elena prese un po' di insalata e iniziò a mangiare in silenzio, mentre gli altri parlavano del più e del meno. Lei forse era troppo in ansia. E forse lo era anche Tommy, visto che non pronunciò una parola e di solito era un chiacchierone.
Finirono di mangiare e Elena sì alzo.

Elena: Vado a pettinarmi e a mettermi il rossetto e andiamo?
Tommy: Va bene, muoviti però che abbiamo le ore contate, letteralmente.
Elena rise ed annuì. Corse in camera e si aggiustò un po' i capelli e si mise un rossetto nude. Non voleva esagerare, ma voleva comunque essere bella sia per se stessa che per lui.
Elena scese le scale e disse: Okay, ci sono. Possiamo andare.

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Intanto Anna ed Emiliano erano in un ristorante, e non un ristorante qualsiasi, ma quello che Anna bramava da mesi, ed Emiliano lo sapeva.

Anna: Davvero mi hai portato qui solo perché mi piaceva?
Emiliano: Assolutamente sì.
Anna sorrise e gli prese la mano: Mi sorprendi ogni giorno, sempre di più.
Emiliano: Tu mi sorprendi ogni giorno Anna. Con te ogni giorno è un'avventura, anche se facciamo le cose più banali e monotone della vita. Con te risulta più bello, migliori ogni cosa. Ti amo, scricciolo.
Anna sorrise a quelle parole, era quasi rimasta senza parole: Ti amo tanto, non hai nemmeno idea.

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Elena e Tommy uscirono e si avvicinarono al motorino del ragazzo.

Tommy: Ma non hai freddo?
Elena scosse la testa e ricalcò le parole dell'amica: No, semplicemente ho seguito il mio istinto.
Tommy la guardava negli occhi e d'istinto le accarezzò la guancia: Sei veramente bella Elena. Cioè, sei vestita molto bene.
Elena rise imbarazzata e afferrò il casco, infilandoselo: Allora, dove mi porti?
Tommy: Lo scoprirai.
Salirono sul motorino e Elena si aggrappò a Tommy, e partirono.

Dopo qualche minuto Tommy parcheggiò e scesero dal motorino.
Tommy: Ora devi chiudere gli occhi e fidarti di me.
Elena: Mh, non so se posso fidarmi di te.
Tommy: Dai scema, chiudi gli occhi. Non ti faccio niente.
Elena sorrise e chiuse gli occhi.
Tommy afferrò la mano di Elena e la condusse verso il misterioso posto: una terrazza dove si poteva vedere tutta Roma.

Elena: Manca molto?
Tommy: No, manca davvero poco.
Le afferrò i fianchi per farla girare verso il panorama per poi staccare le mani.
Tommy: Okay, puoi aprire gli occhi.
Elena rimase senza parole davanti al panorama che aveva davanti. Poteva vedere tutta Roma dall'alto, ed anche se era buio era tutto meraviglioso.

Elena: Ma che posto è questo? E' meraviglioso Tommy.
Tommy: Questo è il mio posto. Quando sono triste, quando sto male, vengo qui, mi siedo, e guardo il panorama.
Elena sorrise: Grazie Tommy.
D'istinto lo abbracciò, mettendosi sulle punte per la differenza di altezza. Tommy la strinse forte e chiuse gli occhi per sentire il suo odore, era meraviglioso.

Tommy: Dai, vieni. Andiamo a bere qualcosa e poi ci sediamo qui.
Elena annuì ed andarono ad un bar che era lì vicino. Entrambi presero una birra per poi sedersi e godersi quel meraviglioso panorama.

Tommy: Allora è così? E' come dice zio?
Elena: In che senso?
Tommy: Il cibo, Elena.
Elena scosse la testa: Ti prego, non parliamone ora. Voglio godermi la serata, e voglio godermi te.
Tommy annuì ed iniziarono a bere, finendo ognuno la propria birra, con la piccola differenza che Tommy era abituato a bere, e quindi era completamente sobrio, mentre Elena era praticamente a stomaco vuoto e non beveva mai, quindi era brilla.

Elena: Perché mi hai portato qui?
Tommy: Volevo condividere il mio posto con te.
Elena: Con me? E perché? 
Tommy: Perché sei importante per me Elena.
Elena rise, non sapeva nemmeno lei il motivo e si avvicinò a lui: Anche tu sei importante per me, davvero tanto.
Tommy: Stai bene?
Elena rise e disse in modo rallentato: Forse sono un po' brilla, ma sto bene.
Tommy: Vuoi andare a casa?
Elena: No, voglio restare qui con te.
Si avvicinò a lui e poggiò la testa sulla sua spalla, guardando Roma.
Entrambi erano in silenzio, ognuno pensava all'altra persona. Tommy stava per impazzire, aveva voglia di baciarla, si stringerla a sé, di renderla sua. Elena provava le stesse cose. Si sentiva fortemente attratta dal ragazzo. Forse non aveva mai smesso di amarlo.

Elena: Che ore sono?
Tommy: Abbiamo ancora mezz'ora a disposizione, tranquilla.
Elena annuì e posò una mano sul viso del ragazzo, iniziando ad accarezzare il suo viso, toccando la guancia, il naso, ed anche le labbra. Tommy socchiuse gli occhi e sospirò.
Elena: Sai che sei il ragazzo più bello che io conosca?
Tommy: Cosa?
Elena si girò verso di lui e lo guardò negli occhi: Sei il ragazzo più bello che io conosco.

Tommy sorrise e si mordicchiò il labbro, stava per cedere. La sua mente era suddivisa in due parti: la parte razionale che continuava a ripetere che, anche se lontani, erano cugini; la parte irrazionale invece gli diceva di prenderla e baciarla fino a perdere il fiato.
Ed il problema è che la parte irrazionale stava coprendo completamente quella razionale.

Elena: Avevi ragione comunque.
Tommy: Su cosa?
Elena: Ho freddo.
Tommy si avvicinò ancora di più alla ragazza e la abbracciò, strofinando un po' la mano con la sua pelle.
Tommy: Va meglio?
Elena: Un pochino. Potresti fare di più.
Accennò una risata e si lasciò riscaldare dal ragazzo.
Elena decise di lasciarsi andare, non ce la faceva più.

Si staccò da lui e lo guardò negli occhi.
Elena: Tommy, ti devo parlare.
Tommy improvvisamente divenne nervoso, ed anche un po' speranzoso. Sperava terribilmente che provasse un minimo di quello che provava lui quando era con lei: Dimmi.
Elena, anche grazie alla birra, iniziò a parlare a macchinetta: Non so perché, non so il motivo, ma io provo qualcosa per te. Qualcosa che non ho mai provato nella mia vita. Ed io lo so che è sbagliato e tutte le cose, ma io non ce la faccio a starti lontana. Ti vedo e vorrei solo.. vorrei che tu fossi mio. Ogni giorno che ti vedo mi sento morire dentro, ho il cuore che va a mille, ed ho sempre bisogno di un contatto fisico con te. Le tue mani su di me mi fanno impazzire, quando mi parli mi fai impazzire. La mia prima cotta eri tu, ed io credo che non mi sia mai passata. Ho provato a farmela passare, in ogni modo, con ogni ragazzo, ma nessuno è come te. Nessuno ha il tuo profumo, il tuo tocco, nessuno mi fa sentire come mi fai sentire tu, nes-

La ragazza venne interrotta da Tommy, che mise una mano sulla bocca di Elena per zittirla. Stava morendo dentro, non ci credeva nemmeno lui.
La afferrò per i fianchi e la avvicinò a sé ed iniziò a baciarla con passione. Non aveva mai provato quello che stava sentendo mentre baciava Elena, ma era così felice che voleva urlarlo a tutti.
Si staccò solo per prendere fiato e posò la fronte su quella della ragazza.

Tommy: Non hai idea di quanto volevo farlo.
Elena sorrise e riprese a baciarlo, sempre con più foga. Stava impazzendo, non poteva credere che anche lui ricambiava quello che provava lei.

Tommy: Elena, anche se vorrei stare qui per tutta la notte a baciarti e a stare soli, dobbiamo scappare a casa, altrimenti mio padre mi ammazza.
Elena, ancora con l'affanno per quanta passione e foga aveva messo nei baci, annuì e gli prese la mano e andarono verso il motorino.
Elena afferrò il casco e se lo mise.

Tommy: Elena?
Elena: Mh?
Tommy la afferrò per il braccio e le diede un ultimo bacio, stringendola a sé.
Tommy: Avevo bisogno solo di questo.
Elena sorrise mentre anche il ragazzo si stava mettendo il casco e andarono a casa.

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Anna ed Emiliano erano appena ritornati nel garage, un po' brilli. Infatti Anna barcollava, ma Emiliano cercava di tenerla in piedi.

Emiliano: Scricciolo, ci sei? Riesci a metterti il pigiama?
Anna: Non voglio mettermi il pigiama.
Emiliano accennò una risata e disse: Dormi con il vestito?
Anna: Non voglio dormire.
Si avvicinò al ragazzo ed iniziò a baciarlo, mettendo le mani tra i suoi capelli.
Emiliano di tutta risposta la prese in braccio e la portò sul letto e finirono per fare l'amore.

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Intanto, nel salotto di casa Martini, Lorenzo camminava avanti e indietro nervoso, sfogandosi con la moglie.

Lorenzo: Sono 00:25, se non entra in 5 minuti si brucia tutto. Non dovevo dargli fiducia.
Sara: Amore, fidati di me, rispetterà gli orari.
Lorenzo: Tu gli dai troppa fiducia.
Sara lo fermò e gli prese il viso e lo baciò.
Sara: Gli do fiducia perché se l'è conquistata, stai calmo. Pensa a me.
Lorenzo si morse il labbro, pensando alla moglie e ai suoi occhi celesti.

Improvvisamente la porta si aprì ed entrarono Elena e Tommy.
Lorenzo si girò e guardò l'orologio: 00:28. Sono sorpreso, bravo Tommy.
Tommy rise e cercò di distaccarsi un po' da Elena per non destare pensieri strani, Elena ci rimase un po' male ma passò oltre.
Tommy: Hai visto che puoi fidarti di me?
Lorenzo: Vi siete divertiti? Dove siete stati?
Elena: Tantissimo. Mi ha portato in una terrazza dove si vedeva tutta Roma, meraviglioso.
Tommy sorrise, non smetteva di sorridere. Era così felice che voleva dirlo a chiunque che aveva baciato la ragazza per cui impazziva.

Sara: Vabbè, amore, lo hai controllato, ora possiamo andare a dormire?
Lorenzo annuì e diede la buonanotte ai ragazzi e salirono in camera.

Sara si sdraiò sul letto, accanto a Lorenzo e si mise sotto le coperte: Sono proprio belli insieme.
Lorenzo: Chi?
Sara: Tommy ed Elena, chi sennò?
Lorenzo: Ma sono cugini. Amici.
Sara annuì, anche se aveva visto la complicità che c'era tra i due. Ignorò la cosa e si avvicinò al marito, iniziandolo a baciare.
Sara: Perché non pensiamo un po' a noi due?
Lorenzo sorrise e la avvicinò a sé: Io penso sempre a noi due.
Iniziò a baciarla con foga e si lasciò andare, finendo per fare l'amore.

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Elena e Tommy, rimasti soli nel salotto, si guardarono in torno a loro per controllare se ci fosse qualcuno.

Elena: Allora? Cosa vogliamo fare?
Tommy: Sh, non parliamone qui.

Prese la mano della ragazza e la portò in camera di Elena, visto che dormiva da sola. Chiuse la porta e si sedettero sul letto.

Tommy: Forse dobbiamo parlare.
Elena: Direi di sì. Cosa vogliamo fare? Come ci dobbiamo comportare con gli altri?

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Capitolo 4
*** Disagi e amore. ***


Tommy: Forse dobbiamo parlare.
Elena: Direi di sì. Cosa vogliamo fare? Come ci dobbiamo comportare con gli altri?

Tommy restò in silenzio per qualche minuto, minuti che ad Elena sembravano infiniti. Semplicemente stava pensando, era successo tutto molto velocemente, e la situazione era abbastanza complicata. Già si immaginava la faccia di suo padre all'annuncio del fidanzamento con sua cugina.

Elena: Tommy?
Tommy si svegliò dai suoi pensieri e tornò in quella camera. Si sedette sul letto vicino ad Elena e le prese la mano.
Tommy: Io non so cosa fare, non so come ci dobbiamo comportare davanti agli altri, non so come potrebbero reagire. Però io non voglio separarmi da te.
Elena sorrise e strinse la mano di Tommy.
Elena: Forse per il momento è meglio tenere la cosa per noi.
Tommy: Decisamente.

Elena sospirò. Era preoccupata anche lei. Quando disse a sua nonna che si era presa una cotta per Tommy, lei reagì malissimo. Figuriamoci il resto della famiglia. Eppure quello che provava era così forte che non riusciva a reprimerlo.

Tommy: Allora io vado in camera mia.
Tommy si stava per alzare ma Elena lo bloccò.
Elena: Non andare.
Tommy: E se ci beccano?
Elena: Dormi con me Tommy, ci mettiamo la sveglia e ritorni in camera domani mattina presto.
Tommy: E Bobò?
Elena: Con Bobò ci parlo io domani. Rimani qui, perfavore.
Tommy sorrise e si tolse la maglietta e i pantaloni. Era abituato a dormire così. Elena lo guardò attentamente, mordendosi il labbro. Era così bello.
Si alzò ed aprì l'armadio, prendendo un pigiama.
Elena: Girati.
Tommy scoppiò a ridere: Ma come girati
Elena: Sì, girati dai.
Tommy sbuffò e si girò mentre Elena si spogliava e si metteva il pigiama.

Si infilarono nel letto e Tommy abbracciava Elena completamente, accarezzandole il collo.
Dopo un po' Elena si girò ed iniziò a baciarlo, mettendo una mano dietro la sua nuca e Tommy sui fianchi, facendo scendere le mani sempre più giù, fino a toccare il sedere.
Ad Elena non dispiaceva, si sentiva completamente a suo agio, e da quel gesto capì che era pronta, e che lui era quello giusto.
Si mise sopra di lui a cavalcioni e continuò a baciarlo con foga per poi staccarsi.

Tommy: Elena, fidati, è meglio che ti allontani perché mi fai uscire di testa.
Elena rise: E se non mi allontanassi?
Tommy: Che fai, provochi?
Elena annuì, dandogli un bacio più lento e mordendogli il labbro.
Elena: Tommy.
Tommy: Dimmi.
Elena: Voglio fare l'amore con te. Ora.
Tommy: Sei sicura Elena?
Elena annuì. Non era mai stata così sicura nella sua vita.
Tommy sorrise e ripresero a baciarsi, fino a fare l'amore per tutta la notte.

Si addormentarono alle 4, stremati ma felici e follemente innamorati.
Alle 6 il suono della sveglia li svegliò improvvisamente ed Elena spense subito quel suono, cercando di non svegliare tutta la casa.
Elena: Tommy, svegliati.
Tommy: Mhh
Elena: Tommy, muoviti. Torna in camera tua.
Tommy realizzò la situazione e si alzò subito, raccolse i suoi vestiti e si avvicinò alla ragazza, dandole un bacio.
Tommy: Ci vediamo dopo, ciao piccola.
Elena sorrise a quel nomignolo e si riaddormentò, mentre Tommy andò velocemente nel suo letto e cercò di dormire, ma non ci riuscì. Pensava solamente ad Elena. Probabilmente si stava innamorando.

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La mattina venne presto, Elena aveva dormito pochissimo, Tommy per niente.

Tommy era già in piedi, cercando nell'armadio cosa mettersi.

Bobò: Tommy?
Tommy: Buongiorno Bobò, dormito bene?
Bobò: Ma che ci fai già sveglio? E poi a che ora sei tornato? Mi sono addormentato e tu non c'eri..
Tommy: Eh, mi sono messo a letto tardi.. ho dormito poco.
Bobò: E dov'eri?
Tommy, vedendo le domande pressanti del cugino, cercò di sfuggire: Vado in bagno, altrimenti dopo si crea la fila.

Tommy andò verso il bagno ma trovò già Elena in fila. Le sorrise, voleva baciarla ma sapeva il pericolo che correvano, quindi si limitò a darle un bacio sulla guancia.
Tommy: Buongiorno, sei riuscita a dormire?
Elena: Mh no, decisamente no. E tu?
Tommy: Non ho chiuso occhio.
Lele raggiunse i ragazzi: Buongiorno. Ma già c'è la fila? Abbiamo bisogno di un secondo bagno, non si può continuare così.
Elena: Decisamente. Ormai bisogna prendere il numero per entrare in bagno.
Tommy rise ed uscì dal bagno nonna Enrica.
Nonna Enrica: Buongiorno ragazzi. Scusate se ho occupato per tutto questo tempo il bagno ma sapete, ho bisogno di tempo.
Elena scosse la testa rassegnata ed entrò velocemente in bagno.

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I giorni passarono: Elena e Tommy continuavano ad uscire e a vedersi di nascosto, senza che nessuno li avessero scoperti. Lele lavorava costantemente in clinica, finalmente era tornato alla normalità. E tra poco anche i ragazzi sarebbero tornati alla normalità, perché il giorno seguente iniziava scuola.
Era l'orario di cena ed erano tutti giù, tutti tranne Elena.
Maria: Ma Elena? Non scende?
Tommy: Mh, prima mi ha detto che non aveva fame.
Bobò: Ma come fa a non avere fame.. io mangerei sempre.
Lele sospirò e sussurrò a Maria: Di nuovo?
Maria annuì.
Lele si alzò dalla tavola: Vado un secondo da Elena e torno, voi iniziate a mangiare.

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Elena nel frattempo era accucciata sul proprio letto, ascoltava la musica e piangeva silenziosamente. La fame la divorava, ma la sua mente continuava a dirle che era troppo grassa.
Sentì bussare la porta e sbuffò.

Elena: Tommy vattene, ho detto che non ho fame.
Lele aprì piano la porta: Non sono Tommy. Posso entrare?
Elena non rispose, alzò semplicemente le spalle e spense la musica.
Lele si sedette sul letto e guardò la figlia: aveva le guance rosse e gli occhi gonfi.

Lele: Perché hai pianto amore?
Elena: Papà, ti prego. Lasciami stare.
Lele: Non ti lascio stare, parliamo.
Elena: Non ho nulla da dire. 
Lele: Non hai nulla da dire, non hai fame. Non vuoi fare niente. Perché?
Elena guardò in alto, cercando di trattenere le lacrime, ma fallì perché scoppiò a piangere. D'istinto Lele la abbracciò forte e le diede un bacio sulla fronte: Va tutto bene, ci sono io.
Elena continuò a piangere tra le braccia del padre per lunghi minuti per poi staccarsi e asciugarsi le lacrime.
Elena: Sono bruttissima.
Lele: Ma che dici? Sei bellissima, mille ragazzi farebbero a gara per te.
Elena: Sono brutta, grassa, non adatta. Non sono all'altezza di niente, vedi anche a scuola: ho preso i debiti anche quest'anno. Sempre meno degli altri. Sono stanca papà.
Lele abbracciò di nuovo la figlia, accarezzandole i capelli: Non devi sentirti così Elena, perché tu vali tantissimo. Sei una ragazza splendida e non sei nulla di quello che hai detto. Sei perfetta così come sei e non devi cercare di cambiare il tuo carattere o il tuo fisico; le persone che ti amano, ti amano per come sei. E tu sei questa: una ragazza dolcissima, fragile ma allo stesso tempo con una forza immensa dentro.
Elena a quelle parole si calmò un po' e rimase abbracciata al padre, continuando a singhiozzare.

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Melina: Ma Lele? Gli si fredda la pasta, lo vado a chiamare.
Maria la bloccò subito, capendo la situazione: No no, vado io Melina. Tranquilla, tu hai già tanto da fare.

Maria salì le scale e tentennò se aprire o no la porta di Elena.

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Mentre Lele ed Elena erano ancora abbracciati, Maria bussò ed entrò. Vedendo la sorella in lacrime si avvicinò a lei, facendole una carezza sulla guancia: Elena, che succede?
Lele: Ma nulla, un po' di pensieri brutti.
Elena annuì e accennò una risata per sdrammatizzare: Ed anche tanta fame, che mi porta a questo.
Maria sorrise e si mise accanto alla sorella, abbracciandola: Papà, perché non vai giù? Melina dice che ti si fredda il piatto, parlo un secondo io con Elena.
Lele: Va bene, mi tolgo dalle scatole ho capito.
Lele uscì dalla stanza e rimasero solo Maria ed Elena nella stanza.
Maria: Ho fatto uscire papà perché lui non c'era quando successe la prima volta, forse posso aiutarti io.
Elena annuì, guardando la sorella.
Maria: Alla tua età mi sentivo sempre inadatta, ogni cosa che facevo mi sembrava sbagliata, ogni vestito che mi mettevo mi sembrava troppo, poi quando spuntarono i fianchi, il seno volevo morire. Poi sai cosa ho capito?
Elena: Cosa?
Maria: Che non esiste una cosa inadatta o adatta. Siamo noi a decidere se sentirci adatti ad una situazione, ad un vestito, ad una persona. Ed io, da persona esterna, posso dire benissimo che tu sei splendida così come sei Elena. Ti ho vista crescere, maturare, e ogni giorno farti sempre più bella. Non hai bisogno di tutto questo, non hai bisogno di torturare il tuo corpo e la tua mente. Goditi ciò che sei, amati. Lo fanno già in molti, manchi solo tu ad amarti. Tutti ti amano perché sei una persona altruista, dolce, gentile, hai sempre una buona parola per tutti, matura, responsabile, disponibile in tutto. Sei bella fuori e dentro.
Ad Elena scese una lacrima a quelle parole e abbracciò la sorella forte sorridendo.
Elena: Grazie Maria, davvero.
Maria: Non devi ringraziarmi, sai che sono la tua sorellona e che ci sono sempre.
Elena annuì e le diede un bacio sulla guancia.
Maria: Dai, vieni a tavola insieme a noi e mangia qualcosina con noi.
Maria le tese la mano ed Elena annuì, afferrandola, e scesero giù insieme.

Maria: Melina, abbiamo una persona in più, puoi apparecchiare?
Melina: E come no!
Elena sorrise: No Melina, tranquilla. Ci penso io, rilassati.
Prese un piatto e si mise un po' di pasta nel piatto, cercando di scacciare i brutti pensieri, e si sedette a tavola. L'unico posto libero era vicino a Tommy, e a lei non dispiaceva affatto.
Si sedette e si girò verso il ragazzo, sorridendogli. Il ragazzo di tutta risposta, prese la mano di Elena sotto al tavolo e intrecciò le dita alle sue, mentre Elena mangiava la pasta.

Lele si girò verso Maria: Pericolo scampato?
Maria: Per ora sì, ma la tengo sott'occhio perché non mi convince molto.
Lele: Grazie amore, per fortuna abbiamo una neuropsichiatra in famiglia.

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Intanto Maria, Marco e i loro 4 figli tornarono nella loro casa.

Maria: Sono stanchissima amore, ti giuro.
Marco diede un bacio sulla fronte a Maria: Vai a letto, penso io a farli addormentare i gemelli.
Maria scosse la testa: No, insieme. Ti ricordi la promessa?
Marco: Ogni giorno affronteremo qualsiasi cosa insieme, la ricordo benissimo.
Maria sorrise e iniziò a far addormentare i propri figli, mentre Marco si stava assicurando che Palù e Jonathan erano già a letto, visto che anche loro il giorno dopo avrebbero iniziato la scuola.

Marco: Crollati entrambi!
Maria: Anche loro! Possiamo andare a letto.
Marco sorrise ed entrarono nella loro camera, infilandosi nel letto.
Maria: Non vedo l'ora che torni Ave, almeno ci dà anche una mano con i bambini. Mi dispiace affidarli sempre a mio nonno. Poverino.
Marco: Tornerà presto, ce la faremo amore. Insieme.
Maria sorrise e si girò verso di lui, baciandolo con passione, per poi addormentarsi abbracciati stretti.

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Era calato il buio e Lele era seduto sul divano insieme a nonno Libero e Lorenzo a parlare.

Lorenzo: Io mi sa che vado a dormire, anche perché Sara sta su da secoli e mi odierà.
Nonno Libero: Va bene, dormi bene. Buonanotte Lorenzo.
Lele: Ci vediamo domani.

Lorenzo salì le scale ed aprì la porta della camera ma Sara non era a letto.
Lorenzo: Sara?
Iniziò a cercarla, per poi ricordare il suo posto. Salì sul tetto e trovò la moglie.
Lorenzo: Finalmente ti ho trovata.
Sara: Ero qui a fissare le stelle.
Lorenzo: Ma ti pare che io per cercare mia moglie debba rischiare la vita? E' pericoloso, ho paura. Scendiamo.
Sara rise: Ma che pericoloso! Vieni qui vicino a me, sdraiati.
Lorenzo raggiunse la ragazza camminando piano e si sdraiò vicino a Sara.
Sara: Guarda quanto è bello.
Lorenzo: Si vedono tantissime stelle, non pensavo.
Sara: Eh, tu non ti fidi di me!
Lorenzo rise e prese la mano della moglie, stringendola e fissando il cielo.
Ad un certo punto entrambi videro una stella cadente e dissero all'unisono: Oddio, l'hai vista? Esprimi un desiderio.
Ridacchiavano entrambi, poi Sara si fece seria e chiuse gli occhi, esprimendo il suo desiderio: un figlio.
Lorenzo fece lo stesso, esprimendo lo stesso desiderio di Sara, non sapendo che anche lei lo desiderava.

Passarono un'altra mezz'ora sul tetto, poi il freddo iniziò a farsi sentire.
Sara: Ho un po' di freddo, entriamo?
Lorenzo: Io entrerei volentieri, ma come facciamo? Ho paura.
Sara: Come sei uscito, rientri. E' facile amore.
Sara si alzò velocemente, Lorenzo un po' più lentamente e seguì la ragazza, rientrando in casa.

Sara: Mamma mia, che freddo.
Lorenzo la abbracciò per riscaldarla: Va meglio amore?
Sara: Mh, sì.
La ragazza si staccò leggermente e lo baciò.
Sara: Ti amo.
Lorenzo: Non sai quanto io ami te.
Ripresero a baciarsi, finendo per fare l'amore.

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Elena era nella sua camera, stava preparando lo zaino per il giorno seguente. Bobò già aveva fatto lo zaino, stava a letto a giocare con il telefono.

Tommy entrò in camera di Elena, assicurandosi che nessuno lo avesse visto e chiuse la porta alle sue spalle.

Tommy: Posso piccola?
Elena sorrise a quella voce e si avvicinò a lui: Secondo te?
Tommy sorrise e la baciò, accarezzandole il viso.
Tommy: Come stai?
Elena: Meglio. Maria mi ha parlato, ho capito un po' di cose.
Tommy tirò un sospiro di sollievo e sorrise: Sappi che per me sei la più bella, non c'è persona che sia come te.
Elena: Ma tu sei di parte!!
Tommy: Non mi credi?
Elena: Decisamente no.
Tommy la spinse sul letto e si mise sopra di lei, facendole il solletico.
Elena: No, ti prego Tommy.
Tommy continuò a farle il solletico per poi smettere ed avvicinarsi alle sue labbra e, proprio quando era vicinissimo alle sue labbra, la porta si aprì.

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Capitolo 5
*** Ultimo primo giorno di scuola! ***


Tommy la spinse sul letto e si mise sopra di lei, facendole il solletico.
Elena: No, ti prego Tommy.
Tommy continuò a farle il solletico per poi smettere ed avvicinarsi alle sue labbra e, proprio quando era vicinissimo alle sue labbra, la porta si aprì.

Bobò: Ma che cosa state facendo voi due?
Tommy si allontanò subito dalla ragazza, nel pieno panico.
Elena: Shh, che ci fai beccare. Chiudi sta porta Bobò.

Bobò chiuse la porta e si avvicinò ai ragazzi.
Bobò: Allora? Che state combinando?
Tommy: Ma.. niente. Stavamo scherzando.
Bobò urlò: E tu scherzi con mia sorella baciandola?
Elena: Che ti urli Bobò! Ti prego, parla piano.
Bobò: Voi parlate, ed io starò zitto.

Elena guardò Tommy, cercando di capire cosa volesse fare il ragazzo. Tommy fece un cenno con la testa per far capire alla ragazza che dovevano confessare.

Elena: Hai ragione Bobò, quello che hai visto è vero. Ma ti prego, stai zitto e non dirlo a nessuno.
Bobò sgranò gli occhi, incredulo: Cioè, voi due state insieme?
Elena fece le spallucce, non sapeva rispondere nemmeno lei a questa domanda. Non avevano mai messo in chiaro le cose, non sapeva se potevano definirsi una coppia di fatto, e quindi Tommy prese la situazione in mano.
Tommy: Sì, stiamo insieme Bobò. Ma da poco, ti prego devi essere nostro complice e non dirlo a nessuno o ci separeranno.
Bobò: Voi siete pazzi.. mamma mia. Perché non me lo avete detto prima?
Elena rise: Perché sapevamo come avresti reagito. Esattamente così.
Bobò fece una risata nervosa e iniziò a camminare per la stanza: Quindi mio cugino si è fidanzato con mia sorella. Assurdo.
Tommy rise e si avvicinò ad Elena: Vuoi la prova visiva?
Senza aspettare nemmeno una risposta, prese il viso di Elena e la baciò.

Bobò rise: Ok, ho capito. Ora non mi fate sentire il terzo incomodo perfavore. Sono felice per voi, davvero.
Elena si alzò ed andò ad abbracciare il fratello: Grazie fratello.

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Bobò uscì dalla stanza e Tommy ed Elena rimasero soli.

Elena: Bene, uno lo sa.
Tommy: E non l'ha presa nemmeno poi così tanto male, no?
Elena sorrise: Stranamente no. Ma non era lui quello di cui avevo paura.
Tommy le strinse la mano, cercando di infonderle del coraggio e le diede un bacio a stampo.

Tommy: Allora, pronta per domani?
Elena: Vorrei stare con te.
Tommy: Si tratta di una settimana, speriamo che la preside accetti che io faccia due anni in uno da voi, e staremo di nuovo in classe insieme.
Elena sorrise e si avvicinò a lui: Mh, in classe con il mio ragazzo.
Sottolineò l'ultima parola, essendo felicissima per aver ricevuto una conferma da parte del ragazzo e iniziarono a baciarsi.

Dopo qualche minuto Tommy si alzò dal letto.
Tommy: Mh, forse è meglio che vado in camera mia, altrimenti finisce male.
Elena rise: Va bene, vai.
Tommy le diede un ultimo bacio: Buonanotte piccola.
Elena: Buonanotte Tommy.

Tommy uscì dalla stanza, cercando di fare meno rumore possibile, e proprio quando chiuse la porta, sentì una figura dietro le sue spalle.
Si girò e vide nonno Libero.
Tommy, nel pieno panico, disse: Nonno, che ci fai ancora sveglio?
Nonno Libero: E tu che ci facevi in camera di Elena?
Tommy si prese qualche secondo per rispondere, non sapeva esattamente cosa dire. Era nel completo pallone. Poi gli venne l'idea.
Tommy: Sai nonno, prima a tavola l'ho vista male. Non voglio che ricada nelle cattive abitudini di mesi fa, e quindi ero da lei per cercare di capire come stesse.
Nonno Libero: Tommy, non mi convinci eh. Pensi di potermi fare fesso? Ricordati che quello che tu sei io ero, e quello che io sono tu sarai. Già ci sono passato. Vi state vedendo?
Tommy: Ma che dici nonno, no! Siamo solo tanto amici.
Lele uscì dalla stanza poiché sentì il padre discutere.
Lele: Ma che succede qui? E' tardi.
Nonno Libero: Nulla Lele, nulla, lasciamo stare.
Lele: No papà, dimmi. Tommy che succede?
Tommy: Ma niente zio, davvero. Ero in stanza da Elena per starle vicino, visto questa sera ma nonno non ci crede.
Nonno Libero: Eh no che non ci credo. Una parola è troppa e due sono poche, basta. Buonanotte.
Lele scosse la testa rassegnato e accennò una risata: Non ti preoccupare Tommy, vai a dormire che è tardi. Ci parlo io domani con Nonno.
Tommy accennò un sorriso, che più di gratitudine era causato dal nervoso, e diede un bacio sulla guancia a Lele: Grazie zio, buonanotte.

Andò velocemente al letto e afferrò il cellulare, scrivendo un messaggio ad Elena:
<>, cliccò sull'invio e aspettò la risposta della ragazza.
<>
Tommy iniziò a scrivere velocemente <>
<>
<>.
Elena tentennò nello scrivere quel messaggio, ma lo inviò comunque: <amore.>>

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Era mattina a casa Martini, ed Elena alle 6:30 era già sveglia. Non sapeva se per sistemarsi per il suo ultimo primo giorno di scuola o se per occupare l'ultimo banco, ma comunque era in bagno, a farsi una piega decente ai capelli. Tornò silenziosamente in camera per mettersi un filo di trucco e optò per un paio di jeans a vita alta stretti e un crop top nero.
Uscì dalla stanza e vide Bobò davanti al bagno.

Elena: Buongiorno Bobò.
Bobò: Sei già pronta a correre per l'ultimo banco?
Elena rise: Ovvio. Non mi chiamo mica Libero Martini che si mette al primo banco.
Bobò alzò gli occhi al cielo ed entrò subito in bagno, dopo che Bianca uscì.

Bianca: Buongiorno amore, dormito bene?
Elena: Sì, e tu?
Bianca: Sì dai. Sei pronta per il tuo ultimo primo giorno di scuola?
Elena: Ho paura. Ma non vedo l'ora! E tu hai deciso in quale asilo iscrivere Carletto?
Bianca annuì: Stamattina andiamo insieme a papà e da domani inizia, così leviamo un po' di responsabilità dal nonno.
Elena annuì ed insieme scesero a fare colazione, dove c'erano già Lorenzo, Sara, Lele e Nonno Libero.

Elena: Buongiorno a tutti.
Lele: Ciao amore, dormito bene?
Elena annuì mentre Melina le versava del latte e caffè.
Sara: Elena, devo dirti una cosa ma vorrei prima sapere il tuo parere.
Elena: Dimmi tutto.
Sara: Mh.. qualche giorno fa ho ricevuto una chiamata dalla preside. Mi hanno proposto il posto come professoressa di educazione fisica, visto che il tuo si è licenziato.
Elena: Ma è fantastico!
Bobò: Cosa è fantastico?
Elena: Sara sarà la nostra nuova professoressa di educazione fisica.
Bobò: Oh no. Io non voglio correre.
Sara si mise a ridere: Bobò, non iniziare. Quindi sareste d'accordo se accettassi questo lavoro?
Elena: Assolutamente sì!
Lorenzo sorrise e baciò dolcemente Sara.
Lorenzo: Te lo avevo detto amore! Sarai bravissima come insegnante.
Sara sorrise a trentadue denti e si alzò dalla tavola: Allora dopo la chiamo e accetto!

Lele intanto continuava a far colazione, in maniera calma visto che, per fortuna, questa mattina non lavorava e nessuno gli correva dietro.
Nonno Libero: Ma Maria e i bambini non vengono a fare colazione?
Lele: Papà, ti sei dimenticato che ieri avevano detto che non sarebbero passati questa mattina? Marco accompagnava i gemellini all'asilo nido, Maria invece portava a scuola Palù e Jonathan e poi andavano entrambi a lavoro.
Nonno Libero: Poverini, stanno impazzendo.. speriamo che Ave torni presto.
Lele annuì: Eh già.. ma l'amore che unisce quei due è la loro forza.

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Intanto a casa di Maria e Marco succedeva il delirio. Sia Marco che Maria si erano svegliati presto per prepararsi, e fare colazione con la famiglia al completo ma dovevano combattere con Palù e Jonathan che non volevano tornare a scuola.

Jonathan: E' inutile Maria, noi oggi non andiamo a scuola.
Palù annuì decisa: Sì, non vogliamo tornarci.
Maria: Vi prego, niente storie. A scuola si impara molto, ma ci si diverte anche.
Jonathan: No, no, no, no. Non vogliamo.
Marco entrò in stanza sentendo le urla del figlio: Che succede qui?
Maria sbuffò: Non vogliono andare a scuola.
Si avvicinò a Marco e sussurrò: Pensaci un secondo tu, altrimenti io qui impazzisco.
Marco si avvicinò ai due bambini: Sapete che se andate a scuola, quando ritornerete avrete un premio enorme?
Jonathan: Davvero?
Marco annuì: Assolutamente! Il lavoro dei piccoli è andare a scuola, e qualche volta va premiato.
Palù: E quale sarebbe il premio?
Marco: Mh, voi cosa vorreste? Decidete voi.
Palù: Vogliamo un grosso gelato.
Marco: Amore, vieni qui!
Maria tornò nella stanza e si mise vicino ai ragazzi.
Maria: Allora, andiamo a scuola?
Palù annuì: Però poi andiamo a prenderci un grosso gelato?
Maria accennò una risata e li abbracciò: E che gelato sia!
Maria guardò Marco e gli sorrise, mimandogli un "grazie".

Mentre Marco era intento nel vestire i gemellini, Maria controllava che nello zaino di Palù e Jonathan c'era tutto.
Maria: Libro dei compiti delle vacanze, astuccio, diario, merenda.. va bene, c'è tutto. Voi siete pronti?
Palù e Jonathan annuirono.
Maria: Perfetto, intanto voi salite in macchina, vi raggiungo in cinque secondi.

Mentre Palù e Jonathan stavano salendo in macchina, Maria si avvicinò a Marco e ai gemellini.
Maria: Amore, grazie per prima.
Marco: Insieme, giusto?
Maria: Sempre.
Sorrise e lo baciò.
Maria: Ti amo amore.
Marco: Anche io, tanto.
Maria diede un bacio in fronte ai gemellini: Buona giornata amore, scrivimi quando hai lasciato i bambini all'asilo.

Maria salì in macchina e cercò di sdrammatizzare, non soffermandosi sulla scuola. Sapeva che era un punto critico, ed aveva paura che tornassero a fare storie.
Parcheggiò fuori dalla scuola e scese dalla macchina.
Maria: Eccoci arrivati a destinazione!
Maria aprì la portiera facendo scendere Palù e Jonathan e li accompagnò verso l'entrata della scuola, stringendo le mani di ognuno dei due bambini.
Quando arrivò sul ciglio dell'entrata si abbassò all'altezza di Palù e Jonathan e diede un bacio ad entrambi.
Maria: Allora, siamo d'accordo? Fate i bravi?
Palù: Sì mamma, facciamo i bravi.
Maria: Bravissima amore, e quando uscite ci andiamo a prendere un gelato grosso grosso grosso.
Jonathan sorrise entusiasta.
Maria: Dai, ora andate a scuola. Ricordatevi di fare i bravi. Ciao amori.
Jonathan e Palù diedero un bacio a Maria e entrarono a scuola, mentre Maria, tirando un sospiro di sollievo, andò direttamente al lavoro.
Anche questa volta ce l'aveva fatta.

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Intanto a casa Martini, Elena stava impazzendo.

Lele: Volete un passaggio ragazzi?
Elena disse urlando: Magari, visto che Bobò continua a strafogarsi ed io devo muovermi perché devo prendere l'ultimo banco. Bobò, ti vuoi muovere?
Bobò alzò gli occhi al cielo: Calmati. Non ci corre dietro nessuno.
Elena: A te non corre dietro nessuno, a me sì. Devo prendere quel maledetto banco.
Afferrò Bobò per il braccio e lo fece alzare di forza.
Elena: Papà, perfavore, andiamo?
Lele scosse la testa rassegnato: A volte penso che non possiate essere gemelli, siete completamente diversi.
Nonno Libero: Elena è completamente come Enrica, Bobò come me. Hanno il sangue dei Martini Lele.

Bianca e Lele si alzarono e Bianca prese in braccio Carletto per comodità.
Lele: Andiamo?
Elena: Eh, finalmente.
Elena afferrò velocemente lo zaino e corse verso la macchina, seguito da un Bobò svogliato.
Tutti e cinque partirono verso la scuola dei ragazzi, per poi andare ad iscrivere Carletto all'asilo.

Arrivarono a scuola e Lele non fece nemmeno in tempo di dire in bocca al lupo che Elena era già fuori dalla macchina, che correva verso la scuola.
Lele: Incredibile, ogni primo giorno di scuola di ogni anno è sempre così. Corre solo per questo.
Bianca rise: Amore, dai, ringraziamo che almeno è stata promossa e sono in quinta superiore.
Lele: Eh già.. quinta superiore. Ma come passa veloce il tempo? Mi sembra ieri che li tenevo in braccio ed avevo paura anche a toccarli per quanto erano minuscoli, ed ora.. mamma mia!
Bianca: Amore, il tempo passa per tutti. Anche per te, ultra cinquantenne.
Lele rise e sgranò gli occhi: Che hai detto ex barilotto?
Bianca: Ho detto ultra cinquantenne.
Lele: Ex barilotto.
Bianca rise e lo baciò.
Carletto: Mamma, papà, quanto tempo dobbiamo stare in macchina? Sono stanco.
Bianca: Hai ragione amore, scusa.
Carletto: Dove andiamo?
Bianca si morse le labbra nervosa. Non aveva ancora detto che domani avrebbe iniziato l'asilo, e non sapeva come l'avrebbe presa.
Si girò verso Lele, cercando disperatamente aiuto.
Lele: Amore, andiamo in un posto pieno di bimbi dove potrai divertirti e fare tantissimi giochi.
Carletto: Che bello!
Lele: Sì, però da domani! Oggi lo andiamo solo a vedere.

Bianca rimase compiaciuta dall'entusiasmo del figlio, non sapeva quanto sarebbe durato ma comunque pensava che lo prendesse peggio.
Lele andò verso l'asilo e parcheggiò. Scesero tutti e tre e andarono ad iscrivere Carletto all'asilo, stranamente con l'entusiasmo del figlio.

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Intanto a scuola Elena era riuscita a conquistarsi l'ultimo banco, insieme ad Alice. Bobò si era seduto al secondo banco, vicino Luca. Ed ora stavano subendo una lezione pesantissima di fisica, ma né Alice, né Elena avevano intenzione di ascoltarla, infatti si misero a parlare a bassa voce.

Alice: Allora? Non mi devi raccontare niente?
Elena: Scusami se sono sparita, ma sono successe tantissime cose.
Alice sorrise, euforica per la situazione: Cose tipo?
Elena: Ci siamo fidanzati.
Alice rimase a bocca aperta e aumentò il tono della voce: Vi siete fidanzati?
Professoressa: Ehi, voi due laggiù, già iniziamo?
Elena: No prof, ci scusi.
Si girò verso l'amica e la fulminò con lo sguardo.
Elena: Parla a bassa voce. Sì, ci siamo fidanzati. E abbiamo fatto l'amore qualche volta.
Alice: Qualche volta? Quante volte?
Elena: Parecchie. E' tutto così perfetto con lui.
Alice sorrise e abbracciò forte l'amica per poi darle un bacio sulla guancia.
Alice: Sono davvero felice Ele, te lo meriti.

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La giornata scolastica finì velocemente, per fortuna di Elena. Non vedeva l'ora di tornare a casa, o meglio di tornare da Tommy. Sentiva la sua mancanza terribilmente.

Con sorpresa dei gemelli, Lele era fuori la scuola, pronto a portarli a casa in macchina.
Bobò: Papà, che ci fai qui?
Lele: Vi porto a casa, senza che prendete i mezzi.
Elena corse in macchina, occupando il posto davanti.
Elena: Fregato Bobò. Grazie papà.
Gli diede un bacio sulla guancia mentre Bobò sbuffava poiché gli toccava sempre stare dietro.
In pochi minuti si ritrovarono a casa ed Elena scese di corsa, aprendo subito la porta di casa.

Elena: Siamo tornati!
Sara: Allora? Com'è andato il vostro primo giorno?
Elena: Ho preso l'ultimo banco, quindi da Dio.
Elena vide che Tommy era sulle scale a guardarla e a sorriderle. Arrossì di botto e abbassò lo sguardo.
Elena: Io vado su, così poso lo zaino e mi lavo le mani.
Salì di corsa le scale e prese la mano di Tommy, trascinandolo in camera.
Chiuse la porta alle sue spalle e iniziò a baciarlo con foga, fino a rimanere senza fiato.

Elena: Mi sei mancato da morire.
Tommy: Anche tu piccola, da morire.
Tommy riprese a baciarla e a stringerla a sé, coccolandosela un po'.

Elena: Dovremmo scendere giù altrimenti rischiamo.
Tommy annuì, dandole un ultimo bacio: Scendo prima io.
Elena annuì sorridendo e andò in bagno a lavarsi le mani.
Scese dopo qualche minuto ed incontrò lo sguardo di Bobò preoccupato. Sapeva che aveva capito che prima era con Tommy, perciò lo fulminò con lo sguardo, facendogli capire che doveva stare zitto.
Elena andò in cucina, dove erano quasi tutti seduti. Decise di sedersi lontano da Tommy, per non destare ulteriori pensieri strani da parte del nonno, e si mise vicino ad Anna ed il pranzo continuò tranquillamente, parlando del più e del meno.

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