But this is for life

di chemist
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il compleanno di Phoebe ***
Capitolo 2: *** I consigli degli amici ***
Capitolo 3: *** Solo un bacio ***
Capitolo 4: *** Doppio appuntamento ***
Capitolo 5: *** Tutto come prima? ***



Capitolo 1
*** Il compleanno di Phoebe ***


Capitolo 1 - Il compleanno di Phoebe
“Sorpresa!”.
La luce si accese all’improvviso, illuminando istantaneamente il salotto di Monica e Rachel e rivelando così tutte le persone, una dozzina in totale, che erano accorse per festeggiare il compleanno di Phoebe.
“Oh mio Dio! Una festa a sorpresa!” esclamò la festeggiata, raggiante e sinceramente colpita da quell’inaspettata ma bellissima trovata. “Grazie mille, ragazzi, è così carino da parte vostra!”.
“Abbiamo invitato tutti coloro a cui tieni di più!” disse Rachel, battendo allegramente le mani.
“E ti abbiamo preso dei regali!” aggiunsero Ross e Chandler in coro, indicandole un gruppetto di pacchi posti ai piedi del tavolino.
“E io ti ho preparato una torta!” concluse Monica, mostrando fiera la sua ultima creazione culinaria.
“È fantastico, vi adoro, siete davvero i migliori…dov’è Joey?”.
A quella domanda, la baldoria che incedeva nella stanza si ammutolì di colpo e gli amici divennero più seri del dovuto.
Phoebe si guardò intorno un’ultima volta, solo per avere conferma di ciò che aveva già notato: Joey, semplicemente, non c’era.
Deglutì impercettibilmente con una smorfia rassegnata: “capisco, non è venuto. Infondo oggi è anche il compleanno di Ursula, no?”.
Già, Ursula. La sua gemella. La detestava. Per i dispetti che le faceva da bambina, per non l’essersi mai comportata come una vera sorella, per il suo tipico atteggiamento da cinica menefreghista e adesso anche per averle portato via il suo più caro amico, in quello che doveva essere il suo giorno.
Già, Joey. Avrebbe voluto spaccare qualcosa per la rabbia. Voleva bene a Ross, sempre a parlare di dinosauri e altra roba che non importava a nessuno e così facile da mandare nel pallone, e voleva bene anche a Chandler, stravagante e sempre con la battuta pronta; ma con Joey era diverso. Lui la capiva, accettava senza battere ciglio ogni sua stranezza e la faceva divertire come nessun’altro.
“Beh, che vi prende? Su con la vita! Continuate a chiacchierare, a mangiare, a ballare!” esortò Phoebe, cercando di apparire il più distaccata possibile, ma con la voce che tradiva la sua evidente delusione. “Io credo che andrò sul balcone, a prendere un po' d’aria”.
Così fece, infatti, e una volta fuori si lasciò trasportare dai pensieri; gli occhi le si stavano appesantendo per un paio di piccole lacrime, che mandò via immediatamente quando si rese conto che l’aveva raggiunta Monica.
“Tesoro, va tutto bene?”.
“Certo!” annuì Phoebe con tono tremolante. “Perché me lo chiedi?”.
“A me non sembra proprio…”.
La bionda roteò una mano come per scacciare ogni preoccupazione ma Monica, come al solito, aveva già intuito tutto.
“È per Joey, vero?”.
Soltanto allora Phoebe ricordò d’aver rivelato all’amica, qualche anno prima, di essersi presa una specie di cotta per Joey; forse lei credeva che ce l’avesse ancora, ma era passato tanto tempo…
“Sai quanto ci tengo a voi, Monica. Siete la mia famiglia. Sono solo…stupita che lui abbia deciso di trascorrere il giorno del mio compleanno con…con Ursula!” disse, rimarcando con disprezzo il nome di sua sorella.
“Lo sai com’è fatto Joey, presto si stancherà di lei e tornerà fra di noi…e poi mi pare che sia stata proprio tu a dargli il permesso di uscire con Ursula…”.
“Si, si, però…”.
“Phoebe…” la interruppe Monica, e fu una fortuna perché non sapeva più cosa inventarsi per giustificare la sua reazione. “Sei sicura che non ci sia dell’altro?”.
La guardò senza rispondere, e tanto bastò a Monica per comprendere che si, forse c’era veramente dell’altro.
“Parla con lui: se non altro, vi servirà per chiarire” suggerì, per poi rientrare in casa e lasciarla nuovamente da sola, a rimuginare sul da farsi.

Quando varcò l’entrata del Central Perk, travolta dall’inconfondibile odore di caffè, la sua attenzione si posò subito sul ragazzo seduto sul divano, intento a strappare uno alla volta i petali di una margherita.
Rimase per qualche secondo impalata a fissarlo e a sorridere beatamente: a volte Joey sembrava proprio un bambino, impegnato (si fa per dire) in giochi che lo avrebbero intrattenuto solo per qualche minuto e incurante di quello che gli altri pensassero di lui. Avrebbe tanto voluto avere la sua attitudine, specialmente ora che doveva dirgli che Ursula aveva deciso di rompere con lui.
Gli si avvicinò lentamente, sperando che ogni passo la aiutasse ad elaborare un discorso appropriato.
“Ursula!” chiamò infine lui, accorgendosi del suo arrivo. “Che ci fai qui? Ho provato a chiamarti ma non rispondeva nessuno”.
“Già, ho buttato via il mio telefono!” ironizzò lei per alleggerire la tensione. “Comunque, sono qui perché…perché dovremmo parlare”.
“Oh no” si disperò Joey, scuotendo la testa. “Ho già capito tutto e non mi piace per nulla…”.
“Mi dispiace, ma non può funzionare…”.
“E tutte quelle cose che mi hai detto sul ponte?”.
“Già, il ponte…io ero…ero ubriaca” improvvisò Phoebe, incrociando le dita e pregando di non aver detto nulla che smascherasse la sua recita.
“Ubriaca? Ma se non bevi!” insinuò infatti Joey, ma lei riuscì a salvarsi in calcio d’angolo.
“No, hai ragione, io non bevo mai, ma il punto è che…ero ubriaca di te”.
Joey se la bevette: infondo, non c’era bisogno di tanti artifizi per depistarlo.
“Oh Ursula” sospirò il ragazzo, chinandosi pericolosamente a cercare un bacio.
Phoebe avvertì un forte pizzicore alle labbra, ma riuscì a ricomporsi e a sottrarsi al suo invito implicito: “te l’ho detto Joey. Non può funzionare”.
“È per Phoebe, vero?” chiese sconsolato lui. Un’occasione per esaminare la sua fedeltà, troppo ghiotta per non essere colta.
“Se fosse per lei smetteresti di frequentarla?”.
A Joey bastarono pochissimi istanti per rispondere: “no! No, questo non potrei mai farlo”.
“In tal caso, è proprio per Phoebe. Prenditela con lei!” affermò, entrando forse un po' troppo nella parte.
“Capisco” asserì nel frattempo Joey, ancora ignaro dello ‘scherzo’ di cui era caduto ‘vittima’. “Beh, allora non importa. Meglio chiuderla adesso” concordò, accasciandosi adagio sul divano.
Phoebe dovette fare uno sforzo notevole per reprimere un sorriso compiaciuto che voleva nascerle sul volto. Non aveva avuto la minima esitazione nell’anteporre il loro rapporto alla possibilità di una seconda chance con Ursula, nonostante fosse molto attratto da quest’ultima.
“Sai…” esordì di nuovo la ragazza, sedendosi accanto a lui, “…sarà difficile per me dimenticarti”.
“Lo sarà anche per me” assentì Joey con uno sguardo penetrante. “Inoltre, non so se è perché ci stiamo lasciando o chissà per quale altro motivo ma…non sei mai stata più bella di oggi”.
Lo vide squadrarla dalla testa ai piedi in totale ammirazione. Si conoscevano da anni ormai, eppure avvertì dentro di sé una fiamma ignota, una forza magnetica simile a quella che fa attrarre due calamite.
Avrebbe voluto esprimere a parole quelle sensazioni che la stavano stordendo dall’interno, ma prima ancora che riuscisse ad aprir bocca le dita di Joey le stavano già accarezzando lievemente una guancia. Stavolta tuttavia, quando lui si sporse in avanti per baciarla, non lo respinse.
Non avrebbe potuto neanche volendolo: le sue labbra erano lisce e accoglienti, sicché chiuse gli occhi e si abbandonò completamente alla sua iniziativa. Pensava sarebbe durato poco, un rapido test per vedere che sapore avesse, invece tardava a staccarsi da lei, e lei decisamente non voleva staccarsi da lui.
Dopo quel lungo momento, uno schiocco la avvisò della fine del contatto e le restituì la visione di un Joey radioso e soddisfatto: “direi che come bacio d’addio non è stato niente male”.
“No, infatti” sussurrò Phoebe, arrossendo.
Poi lui s’alzò e fece per andarsene, cosa che le fece finalmente realizzare l’accaduto.
Diamine, ho baciato Joey!, pensò.
Proprio mentre ci rifletteva su, l’amico tornò sui suoi passi, osservandola a fondo come aveva fatto poc’anzi, ma con espressione guardinga.
“Phoebe?”.
“Si?”.
“Sei davvero tu?”.
Beccata.
“No! Cioè si, ma non…” balbettò, inebetita e visibilmente imbarazzata.
Il ghigno appagato di Joey la mise ancor più a disagio, quindi, senza aggiungere altro, uscì dal bar più in fretta che poteva.




Note dell’autore: scrivere una fanfiction su Friends nel 2020 è una scelta sicuramente coraggiosa, soprattutto se su una coppia che di fatti non è mai nata, ma avevo veramente voglia di rimodellare e raccontare il legame speciale e indissolubile tra i miei due personaggi preferiti (insieme al caro vecchio Chandler) di una serie che spesso ha rallegrato i miei pomeriggi nella recente quarantena. Chiudo ricordandovi che, se vi va, le recensioni sono sempre ben accette 😀

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Capitolo 2
*** I consigli degli amici ***


Capitolo 2 - I consigli degli amici

Uscendo dal bar, Phoebe respirò a pieni polmoni la fresca brezza di quella serata newyorchese ma non bastò a raffreddare il vulcano di emozioni che le stava eruttando dentro. Sbatté ripetutamente le palpebre, cercò di farsi aria con le mani e, quando voltandosi indietro vide che Joey la stava ancora fissando dall’interno, scappò via.
Arrivò a casa, si precipitò sul divano e soltanto allora, dopo una corsa cieca e sfrenata, ebbe modo di riflettere sull’accaduto.
Aveva baciato Joey! No, anzi…era stato Joey a baciarla, e lei non aveva fatto nulla per impedirlo!
Il ricordo del contatto fra le loro labbra non solo inviò scosse elettriche lungo tutto il suo corpo, ma la fece anche fantasticare su un ipotetico futuro in cui ripetevano assiduamente il gesto, in cui facevano tanto sesso ed erano una coppia a tutti gli effetti. Una visione idilliaca che dopo una frazione di secondo (tale era la velocità a cui viaggiava in quel momento la sua mente) si tramutava in un disastro nel quale litigavano, si separavano e non si rivedevano mai più.
La testa le martellava atrocemente, così fece l’unica cosa al mondo che avrebbe potuto calmarla: telefonare a Monica.
“Pronto?”.
“Monica, s-sono io!” salutò Phoebe, la cui voce tradiva però una certa agitazione.
“Ehi, stai bene? Ti sento un po'…strana” chiese infatti Monica con apprensione.
“No! Cioè…si, certo, va tutto bene, è solo che…che…io e Joey ci siamo baciati”.
“Cosa?!” esclamò Monica, colpita a bruciapelo da quella novità. “E com’è successo?”.
“Ottima domanda…ricordi quando mi hai consigliato di parlare con lui? Per quella storia di Ursula e del compleanno”.
“Si che me lo ricordo, ma forse diamo due significati diversi al verbo ‘parlare’…”.
“Lasciami finire” supplicò Phoebe, ancor più imbarazzata dopo il finto rimprovero. “Ho parlato prima con Ursula, che mi ha detto di non essere più interessata a Joey e mi ha dato il vestito che le aveva regalato; così, sapendo di trovarlo al Central Perk, l’ho indossato e sono andata da lui…”.
Phoebe poi raccontò anche il resto dell’episodio all’amica, che spezzava il proprio silenzio soltanto per qualche sporadica affermazione d’assenso.
“Ma tu, insomma…come ti senti riguardo al bacio?”, domandò Monica al termine.
“Non lo so: è per questo che ti ho chiamata”.
“E cosa ti aspetti? Che decida io per te?”.
“Beh? Non è forse ciò che più ti piace fare?”.
“Touché” sussurrò Monica, riconoscendosi infondo nella descrizione. “Comunque è normale che adesso tu ti senta confusa ma…almeno ti è piaciuto?”.
“Da morire” confessò timidamente Phoebe, mordendosi il labbro.
“Allora, tesoro, credo proprio che tu ti sia presa una grossa cotta”.
“No! No! No!” si difese la bionda, sentendosi come il ladro colto con le mani nel sacco. “Voglio dire, ammetto che con lui ho un rapporto più stretto rispetto a Ross e Chandler, che in passato ho pensato a lui in modi un pochino più…intimi (ma non permetterti di rinfacciarmelo, perché ci sei passata anche tu!) e che è davvero un bel ragazzo, ma…”, sospirò, “…è Joey, mi capisci? Tengo troppo a lui e qualsiasi idea possa rovinare la nostra speciale amicizia deve sparire subito dalla mia mente. Non riuscirei a sopportarlo”.
“Si, lo capisco, ma devi parlare con lui se vuoi che…”.
“Oh ma che diamine, Monica! ‘Parla con lui, parla con lui’…non sai consigliarmi altro?”, le fece il verso Phoebe che tuttavia, dentro di sé, era conscia che quella fosse l’unica soluzione.
“Smetterei di dirtelo se per una volta tu mi ascoltassi!” ribatté infatti la mora.
“Okay, okay…lo farò. Stavolta sul serio”, si arrese. “Ma ho paura…paura delle conseguenze”.
“Io credo piuttosto che tu abbia paura della sua risposta; ma in ogni caso, come hai detto tu stessa…è Joey! Anche se le cose non dovessero andare come vorresti, ti vuole troppo bene per gettar via 3 anni d’amicizia per un semplice bacio!” concluse Monica, e a Phoebe non rimase che sperare che (come al solito) avesse ragione lei.

L’inconfondibile tema musicale di Baywatch diede il ‘bentornato’ a Joey quando varcò la porta del suo appartamento. Placidamente seduto su una sedia, Chandler lo accolse invece con un’espressione colpevole.
“Bell’amico! Non posso credere che tu lo stia guardando senza di me!” disse Joey in falso tono accusatorio.
“Scusa, scusa…” farfugliò Chandler mentre un suo movimento casuale rivelò la presenza, sul tavolino posto davanti alla televisione, di un pacco di fazzoletti, che palesò i suoi piani per la serata e gli costò un’altra occhiataccia di biasimo da parte del coinquilino. “…è che non mi aspettavo che saresti rientrato così presto…non dovevi vederti con Ursula?”.
Udendo il nome della ragazza, Joey sbuffò: l’aveva già dimenticata.
“In effetti ho provato più volte a chiamarla, l’ho persino aspettata per un po' al bar…ma niente”.
“Che peccato, mi dispiace…”.
“E perché? Non ho mica finito: alla fine si è presentata…”.
“Oh”.
“…solo che non era lei”.
“Che vuoi dire?” chiese Chandler, roteando gli occhi e temendo che l’amico stesse facendo l’ennesimo discorso senza senso.
“Voglio dire che non era Ursula: pensavo che fosse lei, aveva anche lo stesso vestito che le ho regalato per il compleanno…ma poi ho scoperto che era Phoebe, me ne sono accorto quando ci siamo baciati”.
“Qua-quando vi…vi siete…” balbettò Chandler, restando a bocca aperta.
“Si! Pensando che fosse Ursula l’ho baciata: diciamo un bacio d’addio, visto che mi aveva detto di non voler più uscire con me…ma dopo è saltato fuori che era Phoebe. Buffo, no? Le ho confuse proprio io che le ritenevo così diverse!” spiegò allegramente Joey mentre apriva una birra.
“E…e lei ha ricambiato il bacio?” investigò Chandler, ormai completamente preso dalla novità, precisando poi “intendo Phoebe”, per evitare che l’amico lo trascinasse in un’altra discussione cervellotica.
“Beh, mi conosci: sono stato io a prendere l’iniziativa”, rispose Joey con il suo classico ghigno da seduttore. “Però, ora che mi ci fai pensare, il bacio è durato un bel po', e lei sembrava gradire…anzi, sembrava quasi che lo stesse aspettando”.
Chandler si fece sospettoso: “tutto ciò è parecchio strano, lo sai? Non quello che è successo in sé, ma il comportamento di Phoebe…”.
“Perché mai? Infondo, è stato solo un bacetto…” minimizzò Joey, scrollando le spalle e continuando a sorseggiare la sua birra.
“Forse per te, ma non è detto che sia lo stesso anche per Phoebe…cosa ha detto dopo che l’hai riconosciuta?”.
“Niente, è scappata fuori! Sembrava frastornata”.
“E il fatto che indossasse il vestito di Ursula?”.
“Magari ne ha comprato uno uguale?” suggerì Joey con un’eloquente alzata di sopracciglia.
“Com’è che stasera sei così sveglio?” lo punzecchiò Chandler, beccandosi un amichevole pugno sulla spalla come replica.
“Bella battuta. Adesso, se il detective Bing ha finito di farmi il quarto grado…”, scherzò Joey incamminandosi verso il bagno, “…andrei a farmi una doccia, che ne ho veramente bisogno”.
Chandler non era ancora convinto, ma pochi minuti dopo qualcuno bussò alla porta; andò ad aprire e, giusto per infittire ulteriormente il mistero, era Phoebe.
“Hey”.
“Ciao, Phoebe!” la salutò, fingendo di non sapere nulla. “Vieni, entra pure. Ceni con noi?”.
“In realtà non mi tratterrò molto: volevo…”, si schiarì la voce, come se avesse un nodo alla gola, “…volevo solo scambiare qualche parola con Joey”.




Note dell’autore: lo so, è un capitolo abbastanza ‘futile’, i due paragrafi sono quasi identici…ma avevo voglia di scrivere un po' anche di Monica e Chandler, sperando di aver dato loro una caratterizzazione almeno accettabile. Ovviamente, siamo solo agli inizi 😉

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Capitolo 3
*** Solo un bacio ***


Capitolo 3 - Solo un bacio

Chandler non avrebbe mai immaginato che prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui si sarebbe sentito fuori posto in compagnia di Phoebe, eppure l’averla accolta dopo aver già saputo quello che era successo gli dava esattamente quelle sensazioni.
“Veramente Joey è appena andato a farsi una doccia, ma non dovrebbe metterci molto; nel frattempo se ti va possiamo guardare la televisione…” disse, ma si accorse solo in quell’istante che il canale era ancora fisso su Baywatch e sulle curve delle splendide bagnine, cosa che provocò l’espressione interdetta dell’amica.
“…o possiamo continuare la nostra conversazione fingendo di non aver visto nulla” aggiunse poi, afferrando il telecomando e spegnendo amaramente la TV.

Chiacchierarono della loro giornata, del più e del meno, ed effettivamente passò poco tempo prima che Joey uscisse dal bagno e li raggiungesse.
“Phoebe!”.
“Hey…”.
“Che ci fai qui adesso? Al Central Perk sei scappa…”.
Gli occhi spalancati di Chandler e il suo improvviso scuotere la testa gli fecero capire che non era il caso di spiattellare la storia ai quattro venti.
“Si, ehm…volevo parlare un po'. Ti prometto che sarò rapida”.
“Ma certo, vieni in camera” rispose cortesemente Joey per poi scambiare con Chandler uno sguardo spaesato che lasciò l’amico ancor più basito.

Chiusa la porta, Joey esortò: “allora? Di che mi volevi parlare?”.
“Okay, ecco…”; Phoebe provò a concentrarsi ma il fatto che lui fosse ancora in asciugamano non aiutava. “Non potresti vestirti prima?”.
“Ah, hai ragione! Farò in un attimo” si scusò il ragazzo che poi si apprestò a slegare l’asciugamano: ci mancò poco che non restasse completamente nudo.
“Fermo! Che fai?!” esclamò quindi Phoebe, sempre più imbarazzata. “Non vorrai farlo davanti a me?”.
“Che problema c’è? Sei mia amica”.
“E che c’entra?” farfugliò lei, alzandosi dal letto sul quale si era seduta e voltandosi dall’altro lato. “Dai, vestiti; quando sarai pronto avvisami”.
Raccattati una tuta e una maglietta, Joey si rese presentabile e ticchettò con le dita sulla spalla di Phoebe per farle sapere che aveva fatto.
“Bene…ti sarai già fatto un’idea del perché sono qui” esordì nuovamente la ragazza rimettendosi a sedere, seguita a ruota da Joey.
“A dire il vero no” confessò invece quest’ultimo con la solita faccia da ignaro felice.
Phoebe tirò istintivamente indietro la schiena, colta alla sprovvista: “tu non…non puoi dire sul serio…oppure si?” domandò indecisa, ricordandosi che, dopotutto, quello era pur sempre Joey.
“Oh! Ora ho capito” enfatizzò finalmente Joey in maniera sinceramente desolata, facendo tirare all’altra un sospiro di sollievo. “Se ti riferisci all’ultima fetta di pizza che ti ho rubato martedì sera, sappi che sono davvero dispiaciuto ma mettiti nei miei panni: avevo ancora fame e non avevo mai assaggiato la pizza vegetariana…comunque, ti chiedo scusa”.
Phoebe ascoltò in silenzio, sempre più allibita, ma alla fine sbottò: “no, no! Non sto parlando di quella stupida fetta di pizza…anche se a dirla tutta anche quello fu un colpo basso!” ci ripensò poi, puntandogli un dito accusatorio sul petto. “Ma non è questo il punto…non posso credere che tu ti ricorda della pizza di martedì sera e non del…del bacio che ci siamo dati oggi al bar”.
Sarebbe stato strano per qualunque altro essere umano del pianeta…ma non per Joey.
“Ah, quello!” rinsavì, fissandola in un modo indecifrabile che le fece venire brividi d’eccitazione e le diede forse anche qualche speranza…salvo poi rovinare il momento commentando allegramente: “devo dire che è stato bello! Ci sai fare…chissà chi sarà il prossimo fortunato, eh?!”.
La bionda tacque e rimuginò per qualche secondo; poi disse: “tutto qua?”.
“Che vuoi dire? Devo descriverti i dettagli del bacio?”.
“No, ma…ecco…”, deglutì, “…volevo sapere se significasse qualcosa…”.
“Te l’ho detto: ti avevo scambiata per Ursula e…”.
“Si, certo” lo interruppe lei, rigirandosi timidamente i tantissimi anelli che aveva sulle dita, “però anche dopo aver scoperto che ero io sembravi…non lo so…contento?”.
Joey perse il ghigno scherzoso che aveva avuto fino ad allora e si fece più serio: “Phoebe, non capisco…dove vuoi arrivare?”.
“Insomma Joey, ci siamo baciati! Di proposito!” affermò infine la ragazza, ormai a corto di argomenti.
“Era solo un bacio, Pheebs. Che c’è di male? Sei la mia migliore amica”.
Solo un bacio. Tre parole, tre colpi al cuore e al morale di Phoebe.
Non era stato nient’altro che un banale gioco tra amici. Nulla che potesse compromettere il loro normale rapporto. Proprio quello che si aspettava di sentire, e che sperava di sentire…giusto?
“Non pensavo che sarebbe diventato un affare di stato…”.
“Infatti non lo è” confermò Phoebe, abbassando lievemente la testa. “Hai ragione tu: era soltanto un bacio. Probabilmente ho anche sbagliato a venire fin qui a parlarne!” riconobbe con un sorriso smagliante ma con un tono poco convinto. “È solo che…volevo essere sicura che anche tu la pensassi allo stesso modo, come giusto che sia”.
“Ottimo! Lieto di averti schiarito le idee!” rispose Joey, facendole l’occhiolino e accarezzandole un braccio.
“Già, più o meno” sussurrò Phoebe rialzandosi. “Adesso devo andare, s’è fatto davvero tardi”.
“Okay! Ci vediamo domani!” la salutò l’altro, che intanto s’era steso sul letto e aveva cominciato a sfogliare uno di quei fumetti che adorava leggere.
Phoebe invece chiuse lentamente la porta della sua stanza, e anche quella dei suoi sentimenti nascosti.

Tornando di là, si imbatté in un Chandler intento a lavare i piatti nel lavandino, con tanto di guanti e detersivo: una visione che, stranamente, non suscitò alcuna ilarità in lei.
“Qualcuno deve pur farlo” si giustificò lui, sfilandosi i guanti e avvicinandosi all’amica. “Tutto bene?”.
“Si” mentì Phoebe, ma evidentemente gli occhi lucidi e la voce tremolante suggerivano il contrario.
“Ne sei sicura?” chiese infatti Chandler, cercando di non far trasparire il fatto di conoscere già la verità.
“Sicura” lo tranquillizzò lei. “Sono solo un po' stanca. È stata una giornata pesante”.
“Ma se prima mi hai detto di aver avuto soltanto due clienti oggi, e di aver trascorso il pomeriggio in giro per Manatthan!” scherzò Chandler, sperando di strapparle un sorriso: non ce la faceva a vederla così triste.
Sfortunatamente anche questo tentativo andò a vuoto: “beh, erano due clienti parecchio rompiscatole. Io allora vado…buonanotte, Chandler”.
“’notte, Pheebs”.
Uscì dall’appartamento, chiuse adagio la porta e si trascinò per le scale, consapevole che la notte sarebbe stata dura da affrontare, mentre le prime lacrime iniziavano a solcarle le guance.




Note dell’autore: ed ecco la prima batosta per Phoebe...riuscirà a riprendersi e a far pace con le sue reali emozioni?
Intanto ringrazio coloro che stanno leggendo, commentando e recensendo la storia, spronandomi a continuarla 🙂 Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Doppio appuntamento ***


Capitolo 4 - Doppio appuntamento

Era trascorsa quasi una settimana da quel famoso bacio. Chandler, Joey, Monica, Ross e Phoebe erano al Central Perk a chiacchierare, fare battute e sorseggiare caffè.
Poco dopo, ancora in tenuta, si aggiunse a loro anche una Rachel su di giri, alla quale Gunther aveva concesso un po' di pausa per stare con gli amici: “eccomi qui, ragazzi!”.
Tutti ricambiarono il saluto e lei si rivolse poi unicamente alle ragazze: “Phoebe, Monica posso parlarvi un attimino in privato?”.
Le amiche annuirono e la seguirono.

“Grandi notizie, mie care!” annunciò Rachel. “Hiram, quel mio amico che lavora in banca, finalmente mi ha invitata ad uscire!”.
“Scusa, ma non potevi dircelo davanti agli altri? Guarda che io ci tengo al mio posto sul divano” replicò immediatamente Phoebe.
“Oh, ma lo sai come fanno quei tre ogni volta che prendo un appuntamento con un ragazzo!”, spiegò Rachel con entusiasmo smorzato. “Diventano ipercritici…specialmente Ross”.
“Non è questo il punto” si intromise Monica. “Perché ce lo dici?”.
“Numero uno, perché siete le mie amiche, e vorrei che foste sempre aggiornate su quello che mi succede” rispose Rachel guardandola di traverso. “Numero due…Hiram è abbastanza timido e vorrebbe portare con sé un amico, così mi ha proposto di invitare una di voi per fare un’uscita a quattro! Non è magnifico?”.
Sotto sotto, Rachel non vedeva l’ora di godersi la sfida tra le sue due migliori amiche per accaparrarsi quell’opportunità, ma Monica si tirò subito fuori: “io passo, per questa volta…sto ancora uscendo con Bobby”.
“Bobby il buffo?” esclamarono Rachel e Phoebe all’unisono.
“Proprio lui” confermò divertita Monica. “Non so se sia una cosa seria o no, ma per adesso sto bene con lui e voglio vedere cosa succederà”.
“Fa’ come ti pare” la liquidò Rachel distrattamente. “Vorrà dire che ci andremo io e Phoebe! Ti va bene alle 21, tesoro?”.
L’altra farfugliò qualcosa di incomprensibile perché non sapeva quale nuova scusa inventarsi e perché in ogni caso le dispiaceva dover deludere l’amica: “veramente io…ehm…”.
“Veramente niente: non accetterò un altro rifiuto”.
“È che…non ne ho molta voglia”, mentì Phoebe (in realtà aveva una gran voglia di uscire e svagarsi; solo, voleva farlo con un altro ragazzo).
“Sei sicura di stare bene?” domandò sarcasticamente Rachel.
“Phoebe…” biascicò invece Monica con il tipico tono da ‘te l’avevo detto’; “…il fatto che tu stia così ha a che fare con Joey, non è vero?”.
Aprì la bocca per rispondere ma le parole le si fermarono in gola. Come faceva a indovinare sempre tutto quello che le passava per la testa?
“Cosa c’entra adesso Joey?” chiese Rachel, ancora all’oscuro dei fatti dei giorni precedenti, che toccò a Monica raccontare perché Phoebe era ancora parecchio imbarazzata.
“Ne hai parlato con Monica ma non con me?” si offese Rachel. “Sai che ti dico? Non venire stasera: sono io che non ti voglio!”.
“Non è per Joey…semplicemente sono in uno di quei periodi in cui ritengo che starsene chiusa in casa a bere qualcosa di caldo mentre provo a scrivere canzoni tristi con il rumore della pioggia in sottofondo, sia molto più allettante di uscire con un ragazzo” disse Phoebe tutto d’un fiato, non prima d’aver indirizzato a Monica uno sguardo da killer.
“Io invece credo che sia esattamente ciò di cui hai bisogno” suggerì Monica. “Joey non cambierà idea vedendoti infognata a scrivere canzoni tristi; tanto vale cercare nuove avventure!”.
“Sono d’accordo! E poi…” continuò Rachel grattandosi la nuca e sorridendo in maniera colpevole, “…io avrei già avvertito Hiram della presenza di una di voi”.
“Ti pareva” sbuffò Phoebe, tornando verso il divano. “Temo che dovrai telefonarlo e disdire tutto: come ho detto, non ho nessuna voglia di…”.
Si interruppe improvvisamente perché, girandosi, vide Joey fare la corte a una delle immancabili ragazze carine del bar.
“Allora ci vediamo stasera qui fuori” disse alla moretta di turno, che annuì lusingata e lo salutò ondeggiando le dita mentre Ross e Chandler ammiccavano in segno d’approvazione.
“Che…che succede stasera?” balbettò Phoebe con voce più acuta di quanto avesse voluto. Monica e Rachel trattennero il respiro.
“Nulla di speciale: andrò a cena con la tipa che è appena andata via e dopo…chi lo sa. Bel colpo, no?” sghignazzò Joey, poggiandole una mano sulla spalla e facendole l’occhiolino.
“Si, bel colpo” sussurrò Phoebe, palesemente delusa. “Ripensandoci…”, disse inoltre voltandosi verso Rachel, “…credo proprio che accetterò il tuo invito”.

Ross, Monica e Chandler tornarono anticipatamente ai rispettivi impegni e al Central Perk rimasero solo Phoebe, Joey e Rachel. Quest’ultima bisbigliò all’orecchio dell’amica un “giochiamo un po'”; quindi, rivolgendosi all’amico assorto nella lettura di un giornale vecchio di chissà quanti anni, esclamò: “ehi Joey, sapevi che anche io e Phoebe stasera abbiamo un appuntamento?”.
Phoebe la guardò confusa, mentre Joey sorrise sardonico: “uuh, ottima idea! Ho sempre pensato che tra voi due potesse nascere qualcosa di più di una semplice amicizia! Mi spiace solo di non poter essere presente a godermi lo spettacolo…”.
“Ma cosa hai capito?!” lo richiamò Rachel, indignata. “Intendo con due ragazzi!”.
Il frantumarsi di un piatto lasciato cadere a terra da Gunther richiamò la loro attenzione per pochi secondi; poi Joey rispose: “accidenti, due ragazzi! Siete insaziabili!”.
“Uno per lei e uno per me” chiarì Rachel, sempre più senza speranza.
“Oooh” comprese finalmente Joey, facendo ‘okay’ con le dita.
“E tanto per la cronaca…” s’intromise Phoebe, intuendo il gioco dell’amica, “…sono due ragazzi veri”.
“Interessante!”, affermò Joey. Rachel a stento riusciva a star loro dietro.
“Quindi, sai come vanno queste cose…” proseguì Phoebe, gesticolando con una mano. “Dopo mangiato, chi lo sa? Magari ci inviteranno a casa loro…”.
“Lo spero per voi!” disse entusiasta Joey, alzandosi dalla poltrona e sgranchendosi la schiena. “Adesso devo andare, o farò tardi proprio stasera che esco con Tina. Ci vediamo ragazze, vi auguro buona serata!”.
A Phoebe non restò che ingoiare il boccone amaro.
“Non avevi detto di non voler parlare dei tuoi appuntamenti davanti ai ragazzi?” domandò sarcasticamente a Rachel, in segno di rimprovero.
“Ma io…volevo solo aiutarti a vedere come avrebbe reagito!”.
“Beh, se davvero vuoi aiutarmi vieni a casa mia e dammi un consiglio sul vestito da mettere stasera: sono talmente arrabbiata che potrei decidere di venire in pigiama”.
Così anche loro, ultime della comitiva, uscirono dal bar.

Erano le 21:30 e, malgrado le premesse, stavano trascorrendo una bella serata. Il ristorante era molto carino, avevano appena ordinato e nell’attesa ne stavano approfittando per conoscersi tutti un po' meglio. Hiram e James (il suo amico) erano affascinanti e sembravano anche dei tipi a posto, tanto che Phoebe si stava seriamente ricredendo sulla buona riuscita di quella serata.
Tutto procedeva a meraviglia quando all’improvviso, prenotati per il tavolo adiacente al loro, entrarono nel locale anche Joey e Tina.
“Ehi! Che coincidenza! Anche voi qui, ragazze?” esordì Joey appena le vide.
“Già, proprio una magnifica coincidenza” concordò ironicamente Phoebe, roteando gli occhi. Rachel prevedeva già la brutta piega che avrebbe preso quella situazione.
Joey, raggiante, invitò la sua compagna a farsi avanti: “vorrei presentarvi Tina. Ci siamo conosciuti oggi al Central Perk. Tina, loro sono Phoebe e Rachel, le mie migliori amiche”.
“Piacere”, disse timidamente la ragazza.
“Piacere nostro, Tina” rispose Phoebe con un sorriso nervoso e stringendo minacciosamente l’impugnatura del coltello, cosa che mise tremendamente a disagio Rachel.
Dopo che anche i loro accompagnatori furono presentati, ognuno tornò al proprio appuntamento. Nel complesso andò tutto liscio, anche se di tanto in tanto Phoebe lanciava occhiate indagatrici all’altra coppia, sperando dentro sé di scorgere cenni di discordia.

Quando gran parte della cena fu andata, Joey si ritrovò per un momento da solo alla cassa, dove si era recato probabilmente per chiedere informazioni sul conto. Phoebe se ne accorse e lo raggiunse, facendola sembrare una cosa casuale.
“Ehi”.
“Ehi! Che fai qui? Non dirmi che quei due bellimbusti vogliono far pagare voi!”.
“Oh no, tranquillo, volevo solo farmi un giro per…digerire meglio la mia insalata” improvvisò lei, conscia che nessuno se la sarebbe bevuta tranne Joey. “Comunque…Tina sembra simpatica”.
“Lo è! E penso proprio che ci stia, se capisci cosa intendo”.
“Te la porterai a letto. Certo che capisco cosa intendi” rispose piccata Phoebe. “E poi?”.
“E poi cosa?”.
“Dopo che avrai passato la notte con lei, cosa farai? La porterai a casa nostra per farcela conoscere? Inizierà a uscire con noi? Avrete altri appuntamenti?”.
Joey sbatté gli occhi, disorientato. “Non capisco dove vuoi andare a parare”.
“Dico solo che, come amica, credo che dovresti smetterla di fare sesso con ogni ragazza che incontri e provare a concentrarti su una sola”.
“E perché mai?”.
“Perché quello che fai è pessimo! Non ti sale neanche uno scrupolo nel portare a cena una come Tina sapendo che non vorrai più rivederla?”.
“Phoebe, ne abbiamo parlato un mucchio di volte e…”.
“Cielo, sei proprio incorreggibile. Incorreggibile e immorale”.
Mentre discutevano, si stavano pericolosamente avvicinando ai tavoli.
“Vuoi dirmi che tu non hai mai fatto la stessa cosa? Non sei mai uscita con un ragazzo solo perché volevi spassartela per una notte?”.
James e Hiram si fissarono interdetti. Rachel iniziò a sudare fredda.
“Sicuro che mi è capitato, ma non l’ho mai fatta diventare un’abitudine come te”.
“Come puoi dire una cosa del genere davanti a Tina?!”.
“La sto mettendo in guardia!” sbottò; poi, rivolgendosi direttamente a Tina, continuò: “hai sentito bene: sei solo una delle tante che Joey vuole portarsi a letto per poi sparire il giorno dopo! Oh, e se proprio vuoi saperlo, Joey non dividerà neanche un pezzetto del suo dolce con te!”.
Tina si alzò dal suo posto indignata, piantando in asso Joey; e nonostante i tentativi di Rachel di mettere una pezza all’inconveniente, anche Hiram e James si congedarono senza troppi complimenti.
Joey, incredulo, andò faccia a faccia con l’amica: “sarai soddisfatta, spero! Per colpa tua, andremo in bianco tutti e tre!”.
E detto ciò, si avviò furibondo verso l'uscita.

Sulla via del ritorno, con l'ausilio di Rachel, Phoebe rinsavì, rendendosi conto che l'aveva combinata davvero grossa. Avrebbe tanto voluto cancellare totalmente quella serata ed ogni errore che l'aveva fatta andare storta.
"Mi dispiace di aver rovinato il tuo appuntamento con Hiram", disse tristemente.
"Non importa. Dai, vieni dentro", le propose Rachel quando furono sul pianerottolo.
"A fare cosa?".
"Beh, se devo fare un buco nell'acqua anche stasera, preferisco almeno dividere una bottiglia di vino con un'amica!".
"Grazie, ma credo che tornerò a casa. Ho bisogno di dormire".
Rachel non insistette oltre; le diede la buonanotte e chiuse la porta.
Phoebe si stava effettivamente dirigendo verso le scale ma indugiò per qualche istante sull'altra porta, quella di Joey e Chandler.
Rifletté. Tornò sui suoi passi. Si fece coraggio.
Bussò.

Il Joey che le aprì aveva ancora l'aria incollerita.
"Che altro vuoi ora?".
Fortunatamente Chandler era già andato a dormire.
"Solamente parlare".
Lui la fece entrare e accomodare in cucina.
"Posso prepararti qualcosa?".
"Hai ancora fame a quest'ora?".
"Per colpa tua, ho saltato il dessert".
"A tal proposito...", replicò abbassando lo sguardo, "...volevo scusarmi con te per aver detto quelle cose...poco gentili su di te davanti a Tina. Sembrava una brava ragazza e sono desolata se per colpa mia non vi vedeste più".
"No, Pheebs, adesso sarai tu ad ascoltare me", la sorprese Joey. "Quello che hai detto è vero: non avevo nessuna intenzione di richiamare Tina o prendere altri appuntamenti con lei, per cui non m'importa poi molto di averla persa; la persona per cui ho temuto, quella che non voglio perdere, a nessun costo...sei tu. È da diversi giorni ormai che ti comporti in modo strano con me: se ho fatto qualcosa di sbagliato, se ho ferito i tuoi sentimenti...per favore dimmelo, perchè sei la migliore amica che ho e non ti farei mai niente di male".

Nel silenzio che seguì, Phoebe lo guardò intensamente, come non faceva da tempo con nessun'altro, e non poté resistere all'impulso di baciarlo.
Un contatto rapido, poi si separarono. Solo per raccogliere la forza di unire le loro labbra con passione maggiore.
Un minuto dopo, si stavano già spogliando a vicenda.




Note dell’autore: mi scuso per il gigantesco ritardo con cui posto questo capitolo...spero di aver rimediato con la maggiore lunghezza del testo e con il 'cliffhanger' finale 😁

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Capitolo 5
*** Tutto come prima? ***


Capitolo 5 - Tutto come prima?
 
Sembrava che Joey avesse totalmente dimenticato le ultime ruggini con Phoebe mentre, ancora avvinghiato a lei in un passionale bacio, cercava di aprirle il ferretto del reggiseno, dopo essersi già celermente sbarazzato dell’elegante abito blu che la ragazza aveva scelto per il precedente appuntamento; e Phoebe, d’altro canto, non aveva certo perso tempo nello sfilare il maglione a lui, tastando avidamente il suo petto.
Quando finalmente riuscì a rimuoverle pure l’ultimo indumento, Joey la afferrò per la parte bassa della schiena e la accompagnò di fretta nella sua stanza, reso ancora più smanioso dal ghigno compiaciuto assunto da lei mentre veniva trascinata.
Una volta trasferitisi, tuttavia, fu proprio Phoebe a prendere l’iniziativa facendolo stendere sul letto, saltandogli addosso e riprendendo subito a baciarlo mentre gli sbottonava i pantaloni.
Avrebbero voluto dirsi qualcosa, rivolgersi un esaltante ‘lo stiamo facendo davvero!’ o un timido ‘ti sta bene tutto questo?’, ma semplicemente non ci riuscirono: le loro bocche erano troppo desiderose l’una dell’altra per fermarsi a parlare.
Joey era ancora piuttosto frastornato da quel rapido e caotico flusso d’azioni, ma Phoebe sembrava solo impaziente e con le labbra scese giù, sempre più giù, fino alla meta più attesa.
La sua bocca era calda ed il contrasto con la fresca brezza notturna che soffiava sui loro corpi nudi lo fece tremare inavvertitamente, esattamente come il ritmico saliscendi della sua testa, il tocco morbido della sua lingua e i suoi lunghi capelli biondi sparsi disordinatamente sulle spalle e sui seni.
“Oh…Pheebs…” mormorò, annaspando a causa delle scosse elettriche che la presa delicata ma convinta della sua mano gli causava. Pensava che ci sarebbe stato dell’imbarazzo: erano migliori amici, condividevano tutto, ma la naturalezza con cui stava accadendo tutto ciò lo portò a chiedersi perché, invece, non avessero mai condiviso quello.
Il suo corpo non mentiva e quando ebbe raggiunto la massima eccitazione fece cenno a Phoebe di rialzarsi, perché voleva darle il cambio: la fece coricare al suo posto, le divaricò le gambe e vi affondò famelicamente. La sentì gemere e stringere i fianchi ogni volta che la assaggiava e il modo sensuale in cui gli arruffava e tirava leggermente i capelli quando arrivava al culmine del godimento lo mandavano in estasi.
Quando la morbida parte interna delle cosce di lei cominciò a pressare contro le sue guance, Joey capì che bisognava passare a qualcosa di più concreto; rimettendosi in piedi con vigore, si bloccò per qualche secondo a guardarla, leggermente sudata, arrossata in viso, ma con lo sguardo fieramente fisso nel suo. Era bellissima.
“Ehi…tutto ok?” domandò, sinceramente interessato. Non voleva commettere errori. Non con lei.
“Beh? Che stai aspettando?” fu la risposta breve ma chiarissima di Phoebe, quindi aprì un cassetto del comodino e ne tirò fuori un preservativo (che custodiva per le ‘evenienze’).
Dopo averlo infilato, fece aderire il petto con quello di lei, penetrandola e tormentandole vogliosamente il collo. La ragazza chiuse gli occhi e ansimò soddisfatta, gemendo sempre più forte quanto più a fondo si spingeva lui e pizzicandogli lievemente la schiena e la nuca con le unghie.
Joey pareva assuefatto da quelle sensazioni e proprio quando iniziò a perdere ritmo, avvicinandosi alla conclusione, Phoebe si sporse verso il suo orecchio e gli sussurrò un provocante “non ci provare nemmeno!”; poi, con uno slancio secco e improvviso, lo capovolse di lato, mettendosi a cavalcioni e scivolando sinuosamente su di lui.
“Si, Joey, continua, ti prego…non ti fermare” mugolava mentre lui arricchiva ogni affondo leccandole e mordicchiandole i capezzoli, in una veloce e travolgente ascesa verso l’apice del piacere di cui l’orgasmo fu la logica conseguenza: vennero praticamente insieme, si adagiarono sul letto e si rilassarono, comprensibilmente esausti dopo una tale giostra d’emozioni.
Dopo qualche minuto, Joey si sollevò su un gomito, si voltò verso Phoebe e la richiamò con un raggiante “ehi”, al quale lei rispose con un altro “ehi” e nascondendosi languidamente sotto le lenzuola, senza riuscire però a reprimere uno smagliante sorriso.
“Sai, ripensandoci credo che Rachel sia stata l’unica ad andare in bianco stanotte!” scherzò il ragazzo, in riferimento a ciò che aveva detto dopo il loro disastroso appuntamento. “Cavolo, è stato…”.
“Già!” annuì Phoebe, ridacchiando e sistemandosi alcune ciocche di capelli dietro le orecchie.
“Non ti è piaciuto?”, si preoccupò stranamente Joey. Non faceva mai quella domanda alle donne con cui faceva sesso, non ce n’era il bisogno, ma stavolta era diverso.
Stavolta, si trattava di Phoebe.
“Si, certo che si!” lo rassicurò lei, accarezzandogli un braccio. “È stato stupendo, Joey. Dico davvero”.
L’amico, rincuorato, si allungò a baciarle la fronte: un gesto affettuoso di cui lei si beò prima di chiedergli “posso farmi una doccia?”.
“Sicuro” la autorizzò Joey; al che, dopo essersi accertata con una fugace occhiata da dietro la porta che Chandler non fosse nei paraggi, corse in punta di piedi fino al bagno.
Dopo una lavata al volo la bionda fece di nuovo irruzione nella stanza, coperta solo da un asciugamano ma con in mano il vestito che aveva appena recuperato dal pavimento del salotto.
“Allora...adesso cosa ti va di fare?” domandò Joey, che nel frattempo si era già rivestito.
“Non lo so ma una cosa è certa: non posso indossare questo” rispose Phoebe gettando nervosamente l’abito sul letto. “È mattina, attirerei troppo l’attenzione…e se poi dovessi incrociare Monica o Rachel…”.
“Ma dai! Sono soltanto le 7, sono certo che stanno ancora dormendo” tentò di tranquillizzarla lui. “Posso prestarti io dei vestiti, se vuoi”.
Così, Phoebe non poté far altro che accontentarsi della larga t-shirt dei New York Knicks (la squadra di basket per cui i ragazzi facevano il tifo) e la comoda tuta che l’amico le passò.
“Okay, potresti girarti?”.
“Sul serio?” ribatté Joey, alzando un sopracciglio per puntualizzare l’assurdità di quella richiesta.
“Beh…tu girati lo stesso” insistette lei, arrossendo vistosamente.
Joey cercò dunque di sbirciare il meno possibile, e fu uno sforzo notevole considerando che lei era lì a pochi centimetri, completamente nuda e di spalle; e mentre Phoebe si vestiva, propose: “dato che è ancora presto, che ne dici di fare colazione insieme al Central Perk?”.
“Per te esistono solo il sesso e il cibo, vero?” lo punzecchiò divertita la ragazza che però accettò volentieri, supponendo che parlare un altro po' con lui in un ambiente confortante l’avrebbe aiutata a scacciare le ultime remore; quindi, dopo aver raccolto la propria roba, s’avviò discretamente fuori dall’appartamento, seguita a ruota da Joey.
 
Giunti al bar si accomodarono sul solito divano, chiacchierando del più e del meno e sorseggiando dei cappuccini; non molto dopo, una figura familiare fece il suo ingresso nel locale.
“Buongiorno, gente!” li salutò allegramente Chandler. “Come mai già qui a quest’ora?”.
“Magari non siamo mai andati via da ieri sera” replicò Phoebe con sarcasmo ma anche con la voce vagamente tesa di chi ha qualcosa da nascondere.
“Non vivete mica qui dentro. Non siete Gunther” disse il nuovo arrivato, prendendosi gioco del barista che rispose con uno sbuffo e un’occhiataccia.
“Tu, piuttosto, perché sei qui?” disse Joey.
“Sono solo di passaggio visto che io, a differenza vostra a quanto pare, ho un lavoro; però, se proprio insistete…”, aggiunse, sedendosi proprio in mezzo ai due e facendoli deglutire, “…vi farò compagnia per la colazione. Soprattutto perché Joe deve dirmi un paio di cosette su stanotte”, con annesso pugno amichevole sul braccio.
“Che vuoi dire? Io non ho fatto niente di diverso dal solito stanotte”, brontolò l’altro.
“Hai fatto sesso stanotte. So che per non è niente di diverso dal solito…”, precisò Chandler contrariato e con pure un pizzico di malcelata invidia, “…ma speravo che potessi raccontarmi qualche dettaglio piccante”.
Ai due amici gelò il sangue nelle vene. “Vuoi…vuoi veramente parlarne in mia presenza?”, lo ammonì Phoebe.
“Perché no? Tanto Joey ti dice tutto…anzi, voglio sapere anche la tua opinione a riguardo!”.
“E pe-perché dovrei avere un’opinione a riguardo?!” si difese la bionda con tono stridulo, arrampicandosi disperatamente sugli specchi.
“Beh, perché ieri sera Rachel mi ha detto che tu e lei avete cenato praticamente allo stesso tavolo di Joey e Tina, e pensavo che aveste avuto modo di conoscerla un po' meglio…tutto qua”.
“Oh…oh, Tina! Certo!” esclamò Phoebe, tirando un pesante sospiro di sollievo e spalleggiando Joey per convincerlo a reggerle la copertura. “A-anche io stavo parlando di Tina, naturalmente!”.
Il ragazzo però rispose con un perplesso “chi è Tina?”, beccandosi l’espressione severamente contrita di Phoebe e quella sconsolata di Chandler.
“Ah! Volete dire Tina…’quella’ Tina!” riuscì infine a biascicare. “Sai, amico, seratina normale: abbiamo passeggiato, abbiamo mangiato e l’ho riaccompagnata a casa, fine della storia. Chi lo sa, forse la richiamerò!” sghignazzò, senza credere neanche lui stesso alle proprie parole.
“Andiamo! Non mentire, non a me” lo rimproverò Chandler spiritosamente.
“Perché dovrebbe? Io c’ero e posso confermare che è andata esattamente così” s’intromise Phoebe. “E poi Joey non è un bugiardo; a volte è un po' imbecille, ma non un bugiardo”.
“Giusto!” la appoggiò l’amico che, ovviamente, ignorò bellamente il fatto che lo avesse definito imbecille.
“Ah si? Allora come spieghereste i colpi, i gemiti e i gridolini che ho sentito dalla mia stanza?”.
Phoebe, ormai a corto di frottole, si affidò definitivamente alla fantasia di Joey; e lui, colto in flagrante, non ebbe scelta che ammettere: “e va bene, abbiamo fatto sesso! Contento?”.
“Lo sapevo!” gongolò Chandler in trionfo. “Parecchio rumorosa la tipa, non è vero?”.
“Ma come ti permetti?!” si incollerì Phoebe, spiazzando entrambi; poi, rendendosi conto dello sbaglio, dopo qualche istante si giustificò dicendo: “scusate, non volevo; è solo che…controllarsi, a letto, non è sempre facile, neanche per una donna sensuale e irresistibile come…beh, come Tina”.
“Non intendevo offenderla…né tantomeno immaginavo che ti fossi già affezionata tanto a lei! Sembrava quasi che l’avessi presa sul personale…”.
“Già, sul personale!” ripeté ironicamente Joey, come per dirle di darsi una calmata.
“Vorrà dire che la prossima volta, se Joey le farà la grazia di richiamarla…”, dovette specificare Chandler, “mi alzerò un po' prima per vedere che tipo è”.
“No! Per l’amor del cielo, non farlo!” supplicò Phoebe, calamitando di nuovo gli sguardi basiti dei ragazzi; “s-sai…Tina è abbastanza timida e rischieresti di metterla in s-soggezione…”.
“Sei sicura di stare bene, Pheebs?” domandò Chandler, sempre più scettico. “Sei un po' strana oggi…e poi, cambiando discorso, non è di Joey quella maglia?”.
In quel cataclisma di eventi, la ragazza s’era scordata che quel giorno, oltre che di carattere, era diversa anche d’abbigliamento.
“N-no…è mia”.
“Una t-shirt dei Knicks?”.
“Credi che solo voi maschi possiate seguire la pallacanestro? Che pochezza, non me l’aspettavo da te…”.
“Chi è il centro titolare dei Knicks?” la interrogò Chandler con fare indagatorio.
“È, uhm…è quello figo, alto e muscoloso”.
“Stiamo parlando di giocatori di basket, Pheebs: sono tutti fighi, alti e muscolosi!” la riprese Chandler, pentendosi immediatamente per l’ambiguità della frase. “Voglio nome e cognome”.
Joey, scalpitante e rammaricato per il divieto di intervenire in uno dei pochissimi argomenti di cui era colto, diede all’amica due leggere e incoraggianti pacche sulla schiena, e altre due quando si accorse che le prime non avevano dato frutti.
“Joey, questo non aiuterà le parole ad uscire” commentò Phoebe.
“Pat Ewing. Pat. Ewing” rispose arrendevole lui. “Ti stavo suggerendo, ma come al solito nessuno mi capisce!”.
La ragazza arricciò il naso, indecisa sul ritenere l’idea dell’amico squallida o geniale, per poi ribadire risentita: “comunque la t-shirt è mia!”.
 
Quella sera, Phoebe stava mangiando un’insalata sul proprio divano quando il campanello la fece letteralmente sussultare: aveva avuto una mattinata particolare e a dir poco movimentata, era ancora su di giri e avrebbe preferito restare un po' da sola.
Trovò ugualmente la forza per andare ad aprire, e dall’altra parte della porta c’era Joey.
“Ciao”.
“Ehi!”.
“Ti disturbo?”.
“Affatto! Entra”.
“Cavolo, non venivo a casa tua da secoli!” affermò, guardandosi intorno e constatando che quasi nulla era cambiato: persino quell’inquietante quadro col manichino in rilievo era ancora lì, appeso al muro.
“Stavo cenando. Ti unisci a me?”.
“Volentieri! Che c’è di buono?”.
“Insalata”.
Joey storse il naso: sapeva che l’amica era vegetariana, ma il suo stomaco reclamava ben altro. “Ah, ehm…ripensandoci, sono a posto così. Grazie lo stesso”.
“Come vuoi. Siediti, almeno!”.
“In realtà…”, continuò lui seguendo il consiglio di Pheebs, “…sono venuto perché volevo discutere di ciò che è successo ieri notte, e anche di ciò che è successo oggi”.
“Non serve. Ci ho già riflettuto abbastanza anch’io” lo frenò lei. “È stato un colpo di testa, una cosa che abbiamo fatto senza pensarci nella foga del momento. Un errore che non ripeteremo”.
“Ottimo, sono felice che anche tu la pensi alla stessa maniera. Ce la siamo vista brutta con Chandler, stamattina. C’è mancato poco che non ci scoprisse”.
“Già! Meglio metterci una bella pietra sopra”.
“Quindi…tutto come prima?”, propose Joey offrendole una buffa stretta di mano.
“Tutto come prima”, concordò Phoebe.
Il ragazzo, tuttavia, indugiò più del previsto sulla sua mano, lisciandone il palmo e percorrendone lentamente tutte le dita, soffici e affusolate; e quando rialzò gli occhi, Phoebe vide che non c’era rassegnazione in essi, ma resistenza…frustrazione addirittura.
“No…mi spiace, ma non ce la faccio”.
La tirò a sé e prima ancora che potesse controbattere la baciò con urgenza e impulso, costringendola sotto di lui mentre si distendeva sul divano; e lei ricambiò il bacio senza il minimo rimorso, abbandonando la scodella con la propria cena sul tavolino e lasciandosi trasportare da quella magia.


Note dell'autore: salve a tutti, mi scuso (tanto per cambiare) con coloro che stanno seguendo la storia per il tremendo ritardo con cui pubblico questo aggiornamento ma purtroppo gli ultimi mesi sono stati saturi di impegni e poveri di fantasia...inoltre la scena di sesso tra Joey e Phoebe mi ha dato parecchi grattacapi, volevo davvero descriverla nel modo giusto e spero di esserci riuscito (nel dubbio ho anche modificato il rating della fiction da verde a giallo). A parte quella, so che Chandler sembra troppo poco sveglio in questo capitolo ma spero che me lo perdonerete ai fini del racconto, così come spero che mi perdonerete quella piccola battuta sul giocatore di basket ('pat' è l'onomatopea utilizzata per le pacche sulla spalla), a me che sono un grande fan di questo sport 😂 Chiudo ricordandovi che ogni recensione/opinione è sempre ben accetta 😊 A presto (spero)!

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