A chi tanto e a chi niente

di CatherineC94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A chi tanto e a chi niente ***
Capitolo 2: *** Spifferi ***



Capitolo 1
*** A chi tanto e a chi niente ***


A chi tanto e a chi niente
 
Il cucchiaio lucido riflette la sua immagine impeccabile.
Gilderoy ammicca in direzione di una delle tante streghe avvenenti, con le gote arrossate e il fiato corto in fila per un suo autografo o cenno.
«Non lo perda, varrà cumoli di Galeoni fra qualche anno» le promette.
Poco dopo nota che a suo malgrado, una tozza vecchietta si avvicina  speranzosa con un grosso sacco.
Gilderoy attente con il solito sorriso di circostanza, provando a prendere le distanze da quella grottesca donna.
«Questi sono per lei, per averci liberato dal mostro verde con tre teste della palude» ciancia con voce rozza porgendogli quel sacco pieno di limoni.
Gilderoy  si sente a disagio e continua  fissare il suo riflesso sulla posata.
«Signora io non la conosco, prenda i limoni e torni  a casa» dice con voce stucchevole.
Lei grugnisce come un goblin alticcio e li butta sul tavolo, facendo crollare le pile di libri riposte.
Allock indietreggia spaventato, senza riuscire ad emettere un suono.
«Prenda i limoni, il mostro verde ci avrebbe divorati se non fosse arrivato. Non ricorda?» ribatte secca, emanando uno strano odore di stantio e muffa.
Lui storce il naso disgustato ributtando contro la donna uno ad uno gli agrumi ricevuti.
Lei emette un grido stridulo, afferrando uno di questi a sua volta ed iniziando a lanciarlo contro ogni parte del corpo lasciata allo scoperto dal mago.
In preda al terrore più losco Gilderoy non sa che fare se non nascondersi sotto il bancone e strillare con voce aspra ed impaurita:« SIGNORA I LIMONI! Li prenda e vada via!».
Nella sala il silenzio è tombale.
Con un rapido balzo Gilderoy si fa largo con posizione arcigna; le innumerevoli donne lo guardano basite, mentre la vecchia pazza si ritrae lenta.
«Sapete, gli agrumi non idratano abbastanza la mia pelle. Ecco, vedete? In Un anno con lo Yeti  lo specifico, a pagina quindici donzelle!» esclama querulo.
Uno scoppio di applausi ed urla eccitate.
«Gilderoy, non  sbagli una!» pensa con il petto pieno di orgoglio.
 
Finita la giornata  estenuante, Gilderoy con passo baldanzoso si dirige per le strade affollate di Diagon Alley. Mentre passa, non perde tempo e si rimira nelle grandi vetrine ricolme di ciarpame inutile; spesso si ferma anche a salutare qualche fan che in visibilio chiede qualche minimo segno di attenzione da parte sua.
Come non accontentarli?
Lui è un mago immenso, che deve purtroppo abbassarsi al loro livello. Sono persone noiose nella normalità che rappresentano; un essere così speciale può solo assecondarli per dovere verso il mondo.
Continua a procedere con passo svelto ed il mantello color azzurro polvere colmo di intarsi barocchi crea cerchi eterei nell’aria, fino a quando va a sbattere contro qualcosa di grande ed ingombrante.
Fa un passo indietro oltraggiato, urlando quando capisce che si tratta di uomo che blocca il passaggio.
«Mi scusi! Dovrebbe stare attento, sa chi si trova di fronte?» esclama superiore.
L’uomo si volta e Gilderoy forse, in una piccola parte della sua interiorità capisce che ha provocato la persona sbagliata.
«Che vuoi?» sibila.
«D-dovrebbe fare attenzione, stavo passando!» ribatte facendosi coraggio dalla folla raccolta intorno.
«Sai chi sono io?» dice.
Gildereoy sbruffa, facendo ruotare il manto come un pavone con la propria coda.
«Runcorn, Albert Runcorn» mormora funereo.
La folla si silenzia attonita.
«Dovrei avere paura di un nome? Vedete, questo egregio signore non conosce in realtà la mia smisurata personalità!» ciarla in direzione della folla.
«Ha ragione, signor Allock!» gracchia un vecchio mago.
«Si, signore! Gli dia una lezione!» aggiunge una bambina.
«Si! Lo stenda, come nel suo libro!» dice una strega dal naso enorme.
La faccia minacciosa di Runcorn si apre in un ghigno.
Allock inizia ad essere sommerso dal sudore e con un fazzoletto di trine si asciuga tremante.
«I-io lo vedo però pentito, signori!» tenta Gilderoy.
Runcorn ride sprezzante ed andando via esclama:« Un purosangue non fa a gare con un pony».
«Un nobile destriero, ricordi! Un nobile destriero!» urla e la folla lo segue festante.
«Sei immenso Gilderoy!» pensa ancor più estasiato.
Chi potrà mai essere migliore di lui?
 
 

Note.
Queste due flash partecipano alla  Challenge indetta da Gaia Bessie su Facebook, la trovate QUI, vi consiglio di iscrivervi numerosi perché è davvero bellissima. Questa sera ho scelto due prompts che appartengono ai Day2  e Day 3: “SIGNORA I LIMONI”, “UN PUROSANGUE NON FA A GARA CON UN PONY”. Spero sia di vostro gradimento, un abbraccio
.
 
 
 

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Capitolo 2
*** Spifferi ***


Spifferi
 
 
«Ha degli occhi così profondi, come se dentro ci fosse un mondo di tristezza.».
Gilderoy si ferma repentino, provandosi a nascondere dietro l’arcata sinistra del lungo corridoio.
Sente uno spiffero, qualche voce che lo fa fremere nel silenzio di quel pomeriggio di aprile. Non riesce a captare bene le parole che fuoriescono da quelle leggiadre bocche innocenti; ma avverte nell’aria una sorta di eccitazione.
Il suo corpo freme, ogni cellula quando sente qualche elogio o mera autoesaltazione si avvicina senza ritegno e con proverbiale senso di necessità.
«Hai sentito la storia che raccontava Minerva? Lei non lo vuole ammettere, ma lui ha saputo fermare un mostro del genere» dice un’altra voce.
«Mio Dio, ma stanno parlando di me!» pensa soave Allock.

 
Gilderoy sbatte gli occhi frivolo, un gettito di sangue probabilmente gli sta colorando il viso, ma poco importa; il suo incarnato sta alla perfezione con quel lieve rossore.
«È così giovane, ne sono sorpreso» dice la voce che sembra appartenere al piccolo Professore di Incantesimi.
La risata grassa della Professoressa di Erbologia crea un eco notevole mentre Gilderoy danza senza ritegno per la felicità; quindi le sue pozioni ringiovanenti funzionano davvero e lui si bea, anzi va in brodo di giuggiole.
«Ritengo che, e poi mi darai ragione Filius,  lui ci darà molte soddisfazioni. Percepisco la sua forza da adesso» aggiunge la donna bonaria.
Gilderoy decide che il tempo dell’ombra è finito; si aggiusta i polsini, muove il lungo mantello di broccato color azzurro polvere, ravviva le dolci onde color dell’oro dei suoi capelli.
Si avvicina baldanzoso verso i due, pronto a riscuotere quei complimenti dal vivo che giustamente merita.
«Harry Potter sarà un grande mago» esclama stridulo Vitious.
Allock si ferma di botto, gelato sul posto.
La Sprite annuisce convinta, spaventandosi quando si rende conto che Gilderoy è  dietro di loro.
«Gilderoy?» chiede lei sorpresa.
Allock si riprende dallo shock e con voce intrisa di paternalistico affetto esclama:« Volevo parlarvi, a proposito di Potter. Io credo che soffra di seri problemi».
I due lo guardano dubbiosi, mentre un senso di vittoria percuote il suo corpo; una cicatrice non potrà mai essere paragonata ai suoi stupendi occhi blu mare!
 
 

Note.
Ho riflettuto moltissimo e questo nono  giorno della challenge non riusciva in alcun modo ad essere associato ad Aberforth; poteva, ma alla fine lo sapevo che il Day 9 (Girone 2) era di Gilderoy: “ Mio Dio, ma stanno parlando di me?”. Spero che vi sia piaciuta, un abbraccio.

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