Beneath the moon

di Stilesinskii
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lykosdale ***
Capitolo 2: *** Ospite per la notte ***
Capitolo 3: *** Vecchie conoscenze ***



Capitolo 1
*** Lykosdale ***


Il sole caldo di Agosto baciava tutta Lykosdale, una cittadina di appena seimila abitanti situata a nord della California. Era un posto tranquillo, senza troppi guai, in città si conoscevano praticamente tutti, le voci giravano più in fretta delle ruote di un treno, il panorama era mozzafiato, da una parte il mare si estendeva per migliaia di metri e dall'altro c'era un fitto bosco con alberi forse più vecchi di Lykosdale stessa. 《Buonasera gentili telespettatori, oggi parleremo della grande crescita nelle scomparse negli ultimi mesi, pare infatti che da Giugno la tranquillità in città si sia spezzata, dal quindicesimo giorno di quel mese sono scomparse almeno tre persone a settimana e non si erano mai registrati numeri del genere qui a Lykosdale!》Il giornalista si schiarì la voce con un colpo di tosse e poi continuò 《C'è già chi parla di alieni, ufo che vengono durante la notte per prelevare i nostri concittadini e farme chissà che cosa... Bagianate a parer di molti, non ci sono piste per ora, ma le persone che hanno visto per l'ultima volta queste vittime hanno sempre parlato del bosco! Cosa si nasconde tra quegli alberi? Vi terremo aggiornati. Ora la linea passa al meteo! Dicci Fred, questo caldo ci acc-》 il televisore si spense evidenziando quanto le strade della cittadina fossero silenziose ormai da un po' di tempo, era un posto totalmente trasformato da ormai diversi mesi, tanti si erano trasferiti, altri preferivano barricarsi nella propria abitazione, altri ancora si rifiutavano persino di mandare i propri figli a scuola, ma per tante altre persone era solo un'esagerazione. La famiglia di Khalil pensava che la questione fosse preoccupante, ma che stando lontani dal bosco e non girando da soli non si sarebbe corso alcun rischio ed il ragazzo condivideva l'idea, ma tutta quella situazione non poteva che far riaffiorare qualcosa di terribile di quando aveva appena sette anni, era tanto che non ci pensava, aveva cercato di cancellare quei ricordi dalla sua mente eppure in quel momento riemerse tutto. Era da poco iniziata l'estate e la sua famiglia e quella del suo migliore amico erano andati nel bosco di Lykosdale nei pressi del fiume per fare una scampagnata, lo facevano spesso, i loro genitori si conoscevano dal liceo ed era una loro usanza da almeno trent'anni. Ricordava perfettamente l'odore del bosco, l'odore di erba umida, il rumore del fiume, il cinguettio degli uccelli e le risate allegre di tutte quelle persone. Tutta la giornata era stata perfetta, nessun intoppo almeno fino a quando, calata la sera, non iniziò a diluviare, pioveva talmente forte che le due famiglie decisero di andarsene senza recuperare la proprie cose, ma qualcosa andò storto. Mancava qualcuno. Elijah era sparito nel nulla, non si vedeva, tutti gridarono il suo nome per svariato tempo, ma nulla. Quando si era allontanato? Si guardavano intorno, ma non c'era traccia del bambino. Nei mesi successivi la polizia locale cercò notte e giorno quel bambino, ma senza alcun successo, l'unica cosa che riuscirono a trovare fu il suo orsacchiotto che lo accompagnava in ogni posto da quando era nato. Da quel giorno Khalil cambiò totalmente, era stato sempre un bambino solare, ma in quel bosco fu come se gli fosse stata strappata via una parte di sé. Per quel motivo lui e la sua famiglia si erano trasferiti altrove per diverso tempo, ma nulla cambiò veramente, non riuscirono mai a far uscire il figlio da quella bolla tenebrosa. Il padre lo vide sotto pensiero, stava praticamente fissando il vuoto da dieci minuti, "terra chiama Khalil" scherzò dando una pacca sulla spalla del figlio che scosse la testa e guardò con aria interrogativa l'uomo "Tutto ok? Non preoccuparti per queste cose, vedrai che qualunque cosa sia la risolveranno", il ragazzo storse il muso e si alzò senza dire nulla, raggiunse la sua camera al piano superiore e si sedette sul proprio letto lanciando una pallina da baseball contro il muro facendola rimbalzare e tornare a sé, lo faceva sempre quando si rinchiudeva nella sua bolla, non era un bell'ambiente a dirla tutta. "Come poteva un bambino sparire così nel nulla? Almeno un corpo, delle ossa, perché non era stato rinvenuto nulla se non quel pupazzo? Ed ora com'è possibile che tutte quelle persone sono sparite senza lasciar traccia? E se ci fosse dietro una persona? Magari la stessa di nove anni fa? E che senso ha far sparire quella gente? Dove la mette?" La sua testa era bombardata da domande eppure il suo volto era... Calmo? No, non calmo, era vuoto, non si riusciva a leggere nulla, zero. Erano passate ormai ore e Khalil si era addormentato per tutta la durata del pomeriggio fino ad ora di cena, venne svegliato da sua madre, ma lui borbottò che non aveva fame ed uscì in giardino, era sul retro della casa ed era circondato da una staccionata in legno per impedire ad animali selvatici di entrare e far casino, d'altra parte quella casa era situata all'entrata del bosco, non ideale per quel periodo. Il cielo era sereno ed esibiva ogni stella presente in esso, la luna era alta nel cielo al pieno delle sue potenzialità. Il giovane aveva sempre trovato conforto nel guardare quell'infinito e misterioso telo che sovrastava il mondo, in qualche modo prendeva ogni sua preoccupazione e la faceva a brandelli, almeno per quel lasso di tempo in cui veniva rapito. La sera l'unico rumore che si sentiva era quello dei grilli, se lo ascoltavi per troppo tempo ti sembrava di uscire di testa, ma quella volta gli animali sembravano agitati, stormi di uccelli avevano iniziato a partire dai numerosi alberi del bosco, si udivano passi di chissà quale bestia a destra ed a sinistra, sembrava come se dovesse arrivare un terremoto. Khalil si guardava intorno confuso, era come se di punto in bianco qualcosa lo avesse strattonato sulla terra. C'erano mille rumori diversi eppure uno risuonò più forte di tutti, si fece largo tra gli alberi, gli animali ed ogni casa di Lykosdale arrivando alle orecchie di ogni cittadino. Uno, due, tre, otto colpi di fucile echeggiarono ovunque e poi piombò il silenzio assoluto. Tutti i cittadini si riversarono sulle strade pieni di paura domandandosi chi stesse sparando a quell'ora della notte, ma soprattutto a chi, il più grande timore di tutti era che si trattasse delle persone scomparse nei mesi passati, era qualcosa più che plausibile secondo loro. La polizia locale fece rientrare tutti nelle proprie case mandarono delle pattuglie nel bosco, dovevamo capire cosa stava succedendo, dovevano scoprire quale mistero si nascondeva dietro a quei colpi di fucile che avevano svegliato tutta Lykosdale. Passò una buona mezz'ora prima che le pattuglie riuscissero a trovare qualcosa e quello che trovarono era tremendo: decine di lupi morti, stesi a terra, coperti di sangue. Non era di certo quello che i poliziotti si aspettavano di trovare e non capivano quale potesse essere il movente di tanta ferocia. Intanto a casa Hummel si erano riaddormentati tutti, tranne Khalil, la sua testa continuava a ripetere in loop il suono di quegli spari, i suoi occhi erano rimasti fissi sul soffitto della camera mentre un silenzio tombale avvolgeva il quartiere. Il ragazzo si alzò dal letto, si fermò in mezzo alla stanza per qualche secondo, non sapeva quello che stava facendo, era come se fosse sconnesso,  ma un rumore proveniente dal giardino attirò la sua attenzione e di fretta si affacciò dalla finestra che aveva lasciato spalancata per via del caldo. La staccionata era stata sfondata, Khalil era quasi certo che fosse stata qualche bestia ancora in fuga dal trambusto di prima, ma la cosa che non gli piacque erano le impronte che partivano dalla staccionata stessa ed entravano in giardino. Prese la mazza da baseball che aveva sotto il letto  e si diresse in giardino cercando di non svegliare i genitori. La casa era abbastanza vecchia e le scale scricchiolavano ad ogni passo che il giovane muoveva, ma con tutta l'adrenalina che aveva in quel momento neanche ci stava facendo caso. Uscì lentamente dalla porta sul retro, diede un'occhiata veloce alla parte rotta della staccionata e poi osservò le impronte sul terreno umido, a mezzanotte erano partiti gli irrigatori automatici ed avevano reso il prato fangoso. Seguì con lo sguardo la scia che la bestia che era entrata aveva lasciato dietro di sé, l'aria era pesante, e le mani di Khalil tremavano come foglie, ma la presa sulla mazza da baseball era salda. Le impronte portavano alla baracca dove suo padre teneva la maggior parte degli attrezzi per riparare l'auto, probabilmente a quell'animale sembrava un posto sicuro per ripararsi, non aveva tutti i torti. Il ragazzo fece passi silenziosi, ma rapidi e senza pensarci troppo spalancò la porta della baracca, inzialmente non notò nulla, poi vide qualcosa brillare in fondo, sotto ad un tavolo di legno tutto rigato, erano due occhi gialli e luminosi che lo guardavano senza distogliersi dalla figura mingherlina di Khalil. Lui subito accese la luce, quella singola lampadina che se ne stava a penzoloni nel bel mezzo di quella stanzetta illuminò appena la figura nascosta sotto al tavolo e rivelò l'identità di un lupo dagli occhi che parevano due stelle lontane e luminose di un intenso colore giallo.

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Capitolo 2
*** Ospite per la notte ***


Gli occhi di quel lupo brillavano in modo innaturale, Khalil non aveva mai visto nulla del genere in vita sua. Senza pensarci due volte pose la mazza da baseball davanti a sé senza distogliere lo sguardo dall'animale che però non sembrava essere minaccioso, rimaneva fermo, non muoveva un muscolo. Il ragazzo lo osservò per diversi istanti prima di notare il sangue di cui era imbevuto il suo manto grigiastro. "Ti hanno sparato?" bofonchiò Khalil abbassando l'arma facendole toccare le tavole di legno che formavano un pavimento poco stabile, il lupo abbassò il capo posandolo sulle proprie zampe anteriori. Khalil lasciò cadere la mazza a terra, sospirò profondamente e fece un passo in avanti "ok, sta fermo, va bene? Voglio aiutarti" bisbigliò avvicinandosi con tanta lentezza, intanto l'animale si era alzato in piedi, non sembrava essere sulla difensiva, ma era debole e le zampe gli tremavano. Il giovane si avvicinò ancora, il pavimento scricchiolava ed il lupo lo guardava senza reagire al suo avanzare. Si inginocchiò davanti al lupo con lentezza "guarda cosa ti hanno fatto" commentò guardando il foro che il proiettile aveva lasciato tra le costole della povera bestia che ora stava muovendo passi lenti verso Khalil, "ti prego non sbranarmi" disse trascinando le parole, il cuore andava a tremila e le sue mani sudate tremavano come foglie, il lupo diede una leggera testata ad un braccio del ragazzo che inizialmente sussultò, ma poi vedendo che l'altro non aveva cattive intenzioni sospirò liberando i polmoni da tutta l'aria. Era un comportamento strano per un animale selvatico, nessuno, almeno da quello che Khalil sapeva, aveva mai provato ad addomesticare un lupo a Lykosdale, quindi escludeva a priori che potesse avere un padrone, ma non riusciva comunque a darsi una spiegazione. Il lupo girò intorno a Khalil uscendo dalla baracca e con lentezza, zoppicando, iniziò a dirigersi verso la porta di casa, il ragazzo lo osservò ancora stupito da quel comportamento insolito, lo vide entrare e salire sul divano, "assurdo" pensò dirigendosi anche lui in casa. Il ragazzo si fermò davanti al divano guardando la bestia per qualche istante per poi andare nel sottoscala dove tenevano una cassetta di primo soccorso ed alcune cianfrusaglie dalla dubbia utilità, fece cadere erroneamente una scatoletta piena di chiodini ed ogni gioco da tavolo presente sulla mensola superiore, i chiodi si sparsero tutti sul pavimento, insomma fu impossibile non svegliare i suoi genitori. In pochi istanti entrambi gli adulti si precipitarono al piano di sotto con un manico di scopa a testa, Khalil rimase qualche secondo a fissarli mentre cercava di nascondere la cassetta dietro di sé, ma ormai l'avevano notata. La madre sospirò e si diresse verso il figlio per poi prendere quello che teneva tra le mani "ti sei fatto male?" Chiese alzando un sopracciglio con aria interrogativa. Khalil non rispose per diversi attimi, poi rivolse il suo sguardo verso il divano ed i genitori notarono l'animale ferito ed all'unisono esordirono "è un lupo quello?" Il ragazzo fece cenno di sì con il capo e poi aggiunse "È tranquillissimo, è entrato da solo e-" I due lo guardarono per poi riposare gli occhi sulla bestia ferita "Gli hanno sparato?" Domandò il padre avvicinandosi lentamente e notando quanto sangue avesse addosso il poveretto. Khalil annuì, "Sì, penso abbia a che fare con gli spari che abbiamo sentito questa sera!" L'uomo fece cenno alla moglie di portare la cassetta che aveva in mano, "Vediamo cosa posso fare" Borbottò. James, così si chiamava l'uomo, prese una pinza e fece un respiro profondo, "Speriamo bene" Pensò osservando il proiettile che spuntava leggermente dal busto del lupo. Dopo aver sterilizzato l'attrezzatura chiese a Camille, sua moglie, ed a Khalil di tenere fermo l'animale, ma appena lo toccarono lui si agitò allontanandosi dal divano e mostrando i denti con fare minaccioso. "Non mi sembra così tranquillo!" Commentò la donna indietreggiando e dando uno sguardo colmo di scarcasmo al figlio che fece spallucce e buttò uno sguardo veloce sulla bestia: le sue gambe tremavano come foglie, era evidentemente indebolito dalla perdita di sangue, ma non sembrava intenzionato a farsi aiutare. James fece qualche passo verso il lupo, non si capiva chi fosse più spaventato dei due, uno si muoveva alla medesima velocità di una tartaruga mentre l'altro stava sul posto con la coda tra le gambe, "Coraggio bestiolina, non voglio farti nulla..." La sua voce si percepiva appena, lo scricchiolare del pavimento si sentiva decisamente più di essa. Mentre James si avvicinava l'animale lo squadrò dalla testa fino ai piedi ed ad un tratto lo scintillio che aveva negli occhi svanì, non sembrava più spaventato, l'uomo si fermò per un istante a guardarlo, aveva completamente cambiato espressione. Uno, due, tre passi mosse il lupo verso l'uomo, fece altri lenti passi tremolanti fino a raggiungere la mano del bipede dandogli una testata delicata, James sorrise facendo un lungo sospiro "Beh sembra essersi calmato!" Esclamò dando un paio di pacche amichevoli sul capo della creatura. Era un comportamento singolare per un animale selvatico, ma d'altronde non era il primo che aveva avuto durante quella strana notte. Passò un'ora abbondante prima che James riuscisse a rimuovere il proiettile e medicare in modo più o meno decente la vittima di quei cacciatori, ora stava dormendo beato sul divano, come se fosse un cane domestico. James e Camille decisero di tornare a dormire, entrambi il giorno dopo dovevano andare a lavorare ed era già parecchio tardi, mentre Khalil rimase ancora un po' con il loro insolito ospite. " Sei un tipetto particolare..." Borbottò mentre ripuliva il pavimento dal sangue che era colato dalla ferita del lupo e si sbarazzava del cotone che il padre aveva usato per disinfettarlo. Gli capitò tra le mani il proiettile, non vedeva dal vivo qualcosa anche di vagamente correlato ad un'arma da fuoco da quando era andato al Museo delle armi da fuoco di Cody nel Wyoming sette anni prima. Qualcosa però catturò la sua attenzione: su di esso vi era un disegno, sembrava quasi un fiore, Khalil ridacchiò ironicamente, cosa ci faveva una cosa delicata come un fiore su qualcosa di aggressivo come un proiettile? Decise di non buttarlo, lo infilò nella tasca del pigiama e finì di pulire per poi andare a mettersi a dormire, d'altra parte anche lui aveva da fare: mancava solo una settimana all'inizio della scuola e lui doveva ancora comprare tutto il necessario. Erano le dieci del mattino ed il sole era alto nel cielo ormai da ore, in casa c'era un silenzio tombale, l'unico rumore che si sentiva da fuori era quello degli uccellini che cinguettavano allegramente, una coppia di Serinus serinus aveva deposto le uova in quel periodo sul cipresso che sorgeva davanti al vialetto della casa degli Hummel. Alcuni raggi di sole entrarono tra le sbarre della serranda fino ad arrivare a posarsi sul volto di Khalil che indispettito tirò su il lenzuolo fino a coprirsi gli occhi, rimase così per diversi minuti cercando la voglia di alzarsi dal letto. Aprì gli occhi e scostando il lenzuolo dalla sua faccia sospirò e fissò per alcuni istanti il soffitto bianco della sua cameretta, in quel momento ricordò quello che era successo la notte passata e senza pensarci balzò in piedi, si infilò le pantofole gialle che aveva di fianco al letto e corse al piano di sotto attraversando il corridoio e scendendo la scalinata, ma una volta arrivato in sala rimase perplesso: sul divano non c'era assolutamente nessuno, solo il segno che qualcuno fosse rimasto lì per diverse ore. "Dov'è andato?" Bofonchiò grattandosi la testa e togliendo i capelli neri come la pece dalla sua fronte. La porta scorrevole era leggermente aperta, forse i suoi genitori avevano deciso di rimetterlo in libertà, anche se a quel punto stava considerando l'ipotesi che fosse stato tutto un sogno... Khalil mise entrambe le mani nelle tasche del pigiama cercando il proiettile, lo aveva messo in una di esse, ma erano tutte e due vuote, "Magari è caduto nel letto!" Disse ad alta voce, quasi come se qualcuno gli avesse potuto dare una risposta. Corse al piano di sopra e si lanciò alla ricerca dell'oggetto lanciando le lenzuola a destra ed a sinistra, tolse la federa al cuscino, tolse il copri materasso, a quel punto sentì un suono metallico dietro di sé, si girò di scatto e vide sul pavimento della camera il proiettile che tanto bramava, lo prese senza pensarci due volte, controllò tutti i lati fino a trovare quello strano fiore, "Bene Khalil, non era un sogno." Pensò stringendo quello che aveva in mano. Ripose la pallottola nel primo cassetto del suo comodino e sbuffò rumorosamente, era una situazione strana e continuava a pensare a come gli occhi dell'animale si fossero illuminati e come mai i suoi genitori non erano rimasti neanche vagamente sorpresi dalla questione?

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Capitolo 3
*** Vecchie conoscenze ***


Il ragazzo scosse la testa per tornare sul pianeta Terra e si avvicinò all'armadio in legno d'abete vicino alla porta, prese dei vestiti puliti: una t-shirt oversize rosa pastello ed un paio di skinny jeans neri con alcuni strappi sulle ginocchia e poi andò in bagno per fare una doccia rinfrescante, perché nonostante tutti gli avvenimenti di quelle ultime ore lo avessero distratto da quello, il caldo era ancora tanto presente a Lykosdale. Appena uscì di casa venne travolto dal calore del sole ed i suoi occhi si chiusero per la troppa luce "Iniziamo bene" Pensò saltando in sella alla sua bicicletta nera. La famiglia Hummel era tornata a vivere in quella cittadina all'inizio dell'estate ed erano stati tanto indaffarati con la restrutturazione della casa ed il lavoro che avevano completamente dimenticato il materiale scolastico di Khalil, così si ritrovava a dover fare tutto all'ultimo momento. Prima di tutto doveva dirigersi in cartolibreria per prendere libri, penne e tutto il resto e poi nel pomeriggio sarebbe dovuto andare con i suoi genitori alla Lykos High, per iscriversi, sperando che non fosse troppo tardi. La cartolibreria che Camille, sua madre, gli aveva suggerito era quella in cui andava tanti anni prima quando ancora lui frequentava le elementari, era tra un bed and breakfast ed un'officina meccanica, davanti ad essa c'erano due grandi vasi colmi di calle bianche, sopra l'entrata c'era un'enorme insegna in legno con scritto "Weasley's spot" e la vetrina mostrava libri di ogni genere: c'erano quelli vecchi, usati ed ingialliti, quelli nuovi di zecca, quelli scolastici, quelli storici, quelli d'avventura, libri gialli, libri rosa, libri del terrore, di ricette, di botanica, quello che cercavi il signor Weasley lo aveva. Khalil parcheggiò la sua BMX vicino ad uno dei due vasi abbassando il cavalletto e legandola con il catenaccio ad un paletto lì accanto e poi entrò nel negozio. All'interno c'era odore di carta, il silenzio regnava sovrano, poteva quasi sembrare un posto abbandonato se non fosse stato per la pulizia e l'ordine assoluto in cui essa era avvolta. Khalil si schiarì la voce" "Signor Weasley" Chiamò guardandosi intorno, al ragazzo piaceva tanto leggere, era quello che faceva per evedare dal mondo reale e da quel vuoto che aveva da tanto tempo e che non riusciva a riempire, aveva letto Moby Dick di Herman Melville, Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust, Cecità di José Saramago, Harry Potter di J.K. Rowling, quasi ogni libro di Piccoli Brividi e tanti, tanti altri. Aveva chiamato il padrone del posto diverse volte, ma senza alcun risultato, mentre aspettava scorreva le dita sui libri leggendone ogni titolo, ne aveva letti tanti, ma ogni volta che entrava in una libreria ne trovava tanti altri che non aveva neanche sentito nominare ed il Weasley's spot sembrava pullulare di vecchi libri scritti a mano, magari scrittori locali che non avevano mai pubblicato o chissà quale altra storia che a lui non passava per la mente. Passarono almeno venti minuti quando un signore sui settanta spuntò dalla scalinata di legno nascosta dietro ad uno dei tanti scaffali, era  bassino, abbastanza gracile, dalla carnagione pallida e rosea, i pochi capelli che aveva erano bianchi come l'avorio e gli occhi di un celeste glaciale, indossava una camicia color vinaccia e dei pantaloni classici beige. Il signor Weasley sorrise gentilmente alla vista del ragazzo e disse con la voce impastata "Chiedo scusa giovanotto, il mio udito gioca brutti scherzi,  non sei qui da tanto vero?" Khalil scosse la testa, non aveva il cuore per dirgli che era già un po' che vagava per la libreria "No signore, sono arrivato da qualche minuto" disse con un tono basso, "Avrei bisogno di alcuni libri-" Prese una lista dalla tasca dei pantaloni "La settimana prossima dovrei iniziare a frequentare il secondo anno alla Lykos High, ho trovato questa lista online." L'anziano prese il foglietto e sistemò gli occhiali tondi sul naso aquilino "Capisco, capisco... Dovrei averli tutti su quello scaffale laggiù!" Esclamò sorridendo ed indicando uno scaffale vicino ad una grande finestra che dava su un grazioso giardino pieno di fiori e statue eleganti ricoperte d'edera. Mentre il signor Weasley cercava i libri che il ragazzo gli aveva chiesto iniziò a fare qualche domanda "Non ti ho mai visto da queste parti, ti se trasferito di recente? Non che la mia memoria sia ottima..." Khalil esitò un momento prima di rispondere "Vivevo qui tanti anni fa, io ed i miei genitori siamo tornati circa tre mesi fa a vivere qui- Mia madre mi ha detto che veniva qui da lei a comprare il materiale scolastico quando frequentavo le elementari", il signor Weasley  smise di cercare i libri, si girò verso il ragazzo e sistemò di nuovo gli occhiali sul naso, lo scrutò da capo a piedi per un minuto circa per poi esclamare "Hummel? Sei il figlio di Camille, dico bene?" Khalil fece cenno di sì con la testa "Mi chiamo Khalil signore" Aggiunse, l'anziano sorrise e riprese a cercare i libri ponendo su una mensola quelli che aveva già trovato, "Sei proprio cresciuto, l'ultima volta che ti ho visto eri solo un bambino, probabilmente tu non ti ricordi neanche", Il giovane annuì, non sapeva esattamente cosa dire, aveva anche parlato più del solito, "Ecco qui", Bofonchiò il signor Weasley "Questi sono i libri che ti servono per quest'anno, la Lykos High è un'ottima scuola, la stessa che frequentava tuo padre alla tua età!" Sorrise e porse i libri a Khalil "Hai bisogno di altro?" Aggiunse sempre con quel sorriso genuino stampato sul volto, il ragazzo sorrise leggermente "Ehm- Sì, alcuni quaderni, penne, matite... Un po' di tutto a dire il vero". Passò una buona mezz'ora prima che i due riuscissero a recuperare tutto, Khalil aveva anche preso qualche libro che lo aveva incuriosito, alcuni avevano simboli davvero insoliti. "Dunque... Sono 170$ in tutto! Uhm-  Facciamo 130, in onore dell'amicizia!" Disse ridendo gentilmente, il ragazzo scosse la testa "La ringrazio, veramente, ma non posso accettare!" L'uomo rise ancora "Ed io insisto! Non accetterò un centesimo di più, anche perché penso che ti vedrò spesso, sembri uno a cui piace leggere, dico bene?" Khalil sospirò e curvo la boccà in un leggero sorriso "Eh va bene... Allora la ringrazio" Disse prendendo le banconote dal portafoglio che aveva nello zaino e porgendoli all'anziano, "E comunque puoi chiamarmi Michael!" Aggiunse gentilmente, Khalil annuì prendendo le buste "Va bene signor Michael- passerò senz'altro altre volte!" Rassicurò, poco prima di salutare l'uomo chiese al giovane di salutare i genitori da parte sua, Khalil disse che lo avrebbe fatto e salì sulla sua bicicletta con lo zaino in spalla dirigendosi verso casa. Si erano fatte le undici passate, la mente del ragazzo era tornata nuovamente alla bestia della sera prima, non riusciva per nulla a levarselo dalla testa, un chiodo fisso insomma. Era lì nel giardino di casa sua seduto su una sedia a dondolo con gli occhi fissi sulla staccionata sfondata, "Certo che di forza ne ha quel lupo", pensò. Quasi senza rendersene conto aveva attraversato le assi di legno che lo separavano dal bosco ed aveva camminato per diversi minuti, quando se ne accorse era ormai nel bel mezzo di una radura,  "Ma dove ho la testa?" Borbottò guardandosi intorno. L'aria era tanto più fresca rispetto a casa sua e la cosa non gli dispiaceva per nulla, gli alberi intorno a lui erano vecchi ed alti, c'era una grande pace. Lo sguardo di Khalil cadde però su qualcosa che avrebbe voluto tanto evitare: il terriccio su cui stava camminando era impregnato di qualcosa di rosso e subito un'immagine gli apparve nella mente: gli spari che aveva udito nel bosco la sera prima. I giornali non avevano detto nulla al riguardo, tanto meno la televisione, era come se avessero voluto mettere tutto a tacere, ma che cos'avevano da nascondere? Forse era per non creare panico, forse le persone scomparse erano veramente state giustiziate in quella calda notte d'Agosto, proprio sul terreno su cui Khalil posava i piedi in quel momento. Delle fitte indescrivibili iniziarono a colpire lo stomaco del giovane che si piegò in due dal dolore, l'idea di tutta quella storia gli aveva rivoltato lo stomaco sotto sopra fino a farlo rigurgitare. Khalil decise di spostarsi dalla radura ed iniziare a dirigersi verso casa facendo lunghi respiri profondi per cercare di calmarsi e di tornare in sé, le sue gambe si muovevano velocemente, era tanto agitato che non stava neanche prestando attenzione a dove mettesse i piedi: in pochi istanti il ragazzo si ritrovò a terra, con la fronte sanguinante ed una caviglia dolorante, "Fanculo" bofonchiò mentre cercava di mettersi seduto, osservò per un attimo una radice che spuntava dal terreno e sbuffò scuotendo la testa, "Di male in peggio!" Pensò. Il sangue che gli fuoriusciva dalla ferita che si era procurato finì per dividergli il volto in due, e la caviglia si era gonfiata in pochissimo tempo, sbuffò ancora mentre si rialzava e tentava di non mettere troppo peso sulla gamba malandata, "Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, credo di esser messo male..." Bisbigliò poco prima di alzare il capo e notare, a sei o sette metri da lui, la figura di un lupo. Il cuore di Khalil accellerò all'improvviso: l'animale si stava dirigendo verso di lui a passo svelto, ormai era ad un metro di distanza, si era fermato, lo stava guardando, non sembrava malintenzionato, aveva uno sguardo quasi amichevole. "Sei quello di ieri?" Domandò come se quell'animale potesse effettivamente comprenderlo, il giovane avrebbe giurato di aver visto il capo della bestia muoversi verso l'alto e poi verso il basso, come ad aver fatto cenno di sì, ma era impossibile, un lupo non poteva capire quello che gli si diceva, giusto? Khalil scrutò il quadrupede e si convinse che non poteva essere lo strano ospite della notte precedente, quello era ferito, mentre quello che stendeva davanti a lui non lo era. Cosa stava succedendo a Lykosdale? Perché tutti i lupi sembravano essere così poco selvatici?

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