L'ultimo della compagnia (traduzione)

di Flame
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitoli 1-8 ***
Capitolo 2: *** Capitoli 9-16 ***
Capitolo 3: *** Capitoli 17-20 ***
Capitolo 4: *** Capitoli 21-23 ***



Capitolo 1
*** Capitoli 1-8 ***


L'ultima della compagnia

Autore: Flame
Titolo originale: The Last of the Fellowship
Tradotto dall'inglese per Erika's Fanfiction Page da Sage

NOTE DELLA TRADUTTRICE (Sage)

Solo due piccole comunicazioni di servizio :
- Se volete mettervi in contatto con l'autore di questa fic, siete pregati di farlo in inglese, perché lui conosce solo questa lingua ! Se comunque avete delle comunicazioni da fargli, potete scriverle nelle recensioni, ci penserò poi io a tradurle e mandargliele.
- Scusate se la traduzione non è proprio il massimo...il fatto è che tra capire il senso di una frase e tradurla alla lettera c'è una differenza abissale ! Per cui, vi prego, siate clementi...
Buona lettura !
Ruby Chubb-Baggins

1. Vita senza felicità

Sotto la luce delle stelle che filtrava attraverso gli alberi di Bosco Atro, il bell'elfo Legolas Greenleaf era immerso nella sua meditazione elfica. Gli Elfi non avevano bisogno di dormire, potevano invece rimanere a fissare attraverso un abisso oscuro per un periodo di tempo deciso precedentemente. Lui sognava di avere quella cosa che per quasi tremila anni non l'aveva nemmeno sfiorato, il vero amore.
Erano trascorsi molti anni dopo che la Compagnia dell'Anello non era più stata necessaria, e tutti i quattro Hobbit erano passati dall'altra parte, lasciando il lutto dietro di loro.
Legolas era salpato per le Terre Imperiture con Gimli, rendendolo il primo Nano a posare il piede su quel suolo. Ma Gimli aveva presto perso la volontà di vivere, ed era scivolato via dalla vita che gli era stata donata. Dopo allora Legolas era tornato ad Est, verso la sua casa a Bosco Atro.
Aragorn era morto di malattia subito dopo la Guerra, ma per sua volontà aveva concesso ad un Uomo sconosciuto il potere di governare il suo regno. Gandalf era stato assassinato da un Orco. L'aveva morso al collo, forandogli le vene e lasciandolo sanguinare sulla strada fino alla morte.
Ciò aveva reso Legolas l'ultimo della Compagnia dell'Anello. Lui aveva spesso desiderato di avvicinarsi alla morte per questo, ma si era sempre tirato indietro all'ultimo minuto, sapendo che, se fosse morto, si sarebbe semplicemente reincarnato nella Sala di Mandos. Così non avrebbe mai potuto sfuggire alla vita in questo Mondo.
Si sentiva come se la sua vita non avesse un significato. Desiderava trovare delle ragioni per svegliarsi felice ogni mattina, ma questo non sembrava mai passargli per la mente nemmeno per un secondo. Uscì dalla sua meditazione e si incamminò verso il suo regno. Camminò attraverso il palazzo fino alla sua Camera. Si sedette su un trono situato sul suo balcone e osservò l'attiva città sotto di lui.
La gente era pacifica e molti avevano trovato ciò che volevano fare per il resto delle loro vite immortali, e le persone con cui volevano farlo. Legolas naturalmente non l'aveva trovato. Era sempre depresso, e la cosa preoccupava suo padre.
Suo padre l'aveva mandato a lussuosi banchetti in altri Castelli e Palazzi, e gli aveva comprato ogni oggetto d'intrattenimento che poteva trovare. Ma nemmeno un sogghigno gli aveva attraversato il viso. Era rimasto senza emozioni per tre anni...

2. Destino

Il terzo anno della sua solitudine, aveva meditato e fatto un sogno. Sognò che il male si spandeva sulla Terra di Mezzo, e portava via gli elementi della vita. All'inizio aveva calmato i venti finchè cessarono di esistere, poi aveva prosciugato la purezza dell'acqua che dimorava nel mondo fin dall'inizio. In seguito, come tocco finale, aveva esaurito il dono del fuoco e la natura, rendendo la Terra di Mezzo una putrida palla di nulla.
Si svegliò con la fronte ricoperta di sudore e una dolorosa paura dentro al suo corpo. Corse da suo padre, svegliandolo con difficoltà nel suo letto di lino viola. Suo padre si svegliò spaventato.
"Padre !" urlò con voce alta e stridula. Gli spiegò tutti gli avvenimenti del suo sogno, e pianse le calde lacrime che aveva costruito nel suo corpo per tre anni.
Non stava piangendo per il suo sogno, ma sembrava che tutte le lacrime, che non l'avevano mai fatto, irrompessero fuori dai suoi occhi come un'onda di marea che aveva finalmente raggiunto la rive di una spiaggia solitaria.
Suo padre prese tra le mani le sue guance rigate di lacrime. Alla fine aveva creduto che suo figlio fosse stato portato alla pazzia. Fissò suo figlio con occhi vuoti, poi si alzò dal letto e si incamminò con lui nel Giardino Reale. Rose bianche e rosse mischiate tra loro e legate insieme crescevano nei giardini così accuratamente potate da non raggiungere il viale. Il Re si sedette su una panchina di pietra scolpita con suo figlio, e lo guardò negli occhi azzurri che aveva ricevuto da sua Madre. Erano privi di emozioni, ad eccezione delle lacrime, e avevano dato al Re un insopportabile impulso di piangere con lui.
Ma il Re si trattenne e parlò a suo figlio.
"Guardami negli occhi e dimmi che stai parlando nel nome della verità" disse con voce rotta.
Legolas lo fissò, rifiutandosi di credere che suo padre lo considerasse un bugiardo. "Sì, Padre. Ho visto tutto nella mia mente. E' passato molto tempo da quando avevo sognato l'ultima volta, sono sicuro che si tratti di una profezia !"
Il Re cedette a questo e accettò di continuare a parlarne.
Il Re e Legolas ragionarono e discussero sul sogno e cercarono di uscirne con una soluzione. Andarono alla Grande Biblioteca di Bosco Atro per avere una risposta. Chiesero agli Scolari riguardo a questo, ma non sapevano nient'altro che alcuni semplici fatti. Tutti ruotavano intorno agli Elementi e alle specie che li rappresentavano. Il Fuoco apparteneva ai Draconici, umani che avevano il dono della Magia del Fuoco e i potere di addomesticare i Draghi con un solo simbolo. L'Acqua apparteneva ai Tritoni, che erano in grado di camminare e respirare sulla terra come nell'acqua. Potevano anche chiamare a loro i poteri dell'acqua in aiuto o come guida, ed addestrarli. Le Ninfe rappresentavano l'Aria; erano donne che potevano convocare le bestie del vento e volare nel cielo. La Terra era ironicamente rappresentata dagli Elfi, la razza simile a quella umana, ma che non poteva soccombere a malattie o infezioni e che era tanto leggera sui piedi come se camminasse sulla neve.
Ma tutte queste informazioni avevano solo una cosa in comune, l'immortalità. L'unica soluzione che il Re di Bosco Atro poteva dare a suo figlio era di recarsi nel Regno dei Boschi di Lorien e chiedere a Dama Galadriel, che era ritornata dal suo viaggio all'Ovest, di guardare nel suo Specchio Magico. Quando veniva riempita con acqua di fiume, la vasca mostrava luoghi e tempi lontani. Forse avrebbe potuto dirgli cosa significava il suo sogno.
Legolas preparò le sue cose, il suo arco migliore e la faretra piena di frecce di legno con punte sottili e acuminate. Disse addio e se ne andò dal suo palazzo senza voltarsi indietro. Raggiunse il cancello di piante rampicanti che era l'entrata e l'uscita della sua dimora. Si disse che un giorno sarebbe tornato in quel luogo, che non si sarebbe lasciato uccidere.
Mentre avanzava nella zona più fitta della foresta, qualcuno gli sbattè contro, facendolo cadere a terra.
"Guarda dove vai, ragazzina !" esclamò Legolas, ma poi guardò su e vide con chi stava parlando. Era Myian. Era una mezzelfa, ma nessuno l'avrebbe mai detto. Aveva 1500 anni, un bel viso e capelli ricci e biondi. I suoi occhi verdi erano sempre allegri e brillanti. Nessuno l'aveva mai vista infelice o insignificante come si sentivano molti elfi a quell'età. Era l'unica cosa che accennasse alla sua origine mezzelfa. Indossava una veste a foggia, ma con l'aspetto più di una camicia, per renderla più femminile. E, cosa peggiore di tutte soprattutto per Legolas, le piaceva sempre farsi gli affari degli altri.
"Chi hai chiamato ragazzina, razza di larva depressa ? !" gli urlò. La maggior parte delle persone sarebbe caduta in ginocchio e avrebbe implorato perdono, ma lei non sembrava mai volersi abbassare a quel livello, anzi, lo trattava come una persona qualsiasi.
Dopo una lunga pausa, cominciò ad indagare. "Dove vai ? E' pericoloso ? Posso venire anch'io ? PER FAVORE !" disse alla velocità della luce. Lui le parlò del suo viaggio ma le disse che non poteva venire.
"COSA ? !" urlò lei. "Puoi sempre contare su di me come una scusa per chiamarmi ragazzina ! TI PREGO !" Lui sapeva che sarebbe stato via per una settimana al massimo, e sapeva anche che lei non l'avrebbe MAI piantata di piagnucolare e supplicarlo di andare con lui nel suo viaggio alla ricerca di risposte.
Sinceramente, lui avrebbe preferito andare da solo, dal momento che sapeva benissimo che lei era una seccatura, ma alla fine accettò. Naturalmente lei l'avrebbe aiutato in qualsiasi battaglia, poiché aveva la grande abilità dei ladri nell'uso dei pugnali. Se n'era andata dal mondo di Bosco Atro ed era tornata esperta combattente con i coltelli. Ne portava molti con sé, negli stivali, due nella cintura e uno piccolo nello scollo della veste.
Mentre Myian correva a casa a prendere ciò di cui aveva bisogno, Legolas cercò di svignarsela senza di lei, ma fu subito riacciuffato. Lei rimase incredibilmente silenziosa per circa dieci minuti, canticchiando una canzone tra sé e sé. Lui si mostrava scocciato, ma dentro di sé era felice di avere compagnia. Uscendo dalla foresta vide molti altri elfi che guardarono i due viaggiatori sogghignando o ridendo. Naturalmente sapeva che pensavano che il principe Elfo stesse corteggiando la mezzelfa , ma sapeva anche che una mezzelfa avrebbe portato solo disonore alla sua famiglia reale, e non provava nulla che lo spingesse ad iniziare una storia con lei.

Nota : ho usato il termine "Draconici" (con tante scuse alla saga di Dragonlance) perché non sapevo come tradurre "Dragon Spawn"...se qualcuno lo sa o ha un'idea migliore, per favore, me lo faccia sapere !
RCB


3. Viaggi pericolosi

Tutto ciò che Legolas doveva fare era dirigersi verso Ovest fino a raggiungere il fiume Anduin. Là c'era un ponte su cui lui e Myian potevano passare. Poi sarebbero arrivati a Lorien. Impiegarono un giorno per giungere al fiume indisturbati. Quando ebbero attraversato il ponte, Legolas si fermò sui suoi passi. Myian vide ciò che aveva fatto e si mise nella stessa posizione.
Lentamente, Legolas estrasse una freccia dalla faretra e la posizionò sulla corda dell'arco. Poi tirò velocemente indietro la corda e spedì la freccia in aria, facendola volare attraverso il cranio di un Orco. L'Orco cadde dall'albero su cui si trovava, sanguinante e con pezzi di osso e cervello che uscivano dal retro della sua testa calva.
Poi molti Orchi apparvero dal nulla. Legolas saltò sul ramo di un albero, tirando agli Orchi molte frecce una di seguito all'altra. Myian estrasse i due coltelli dalla cintura e iniziò ad attaccare gli Orchi che li circondavano. Volò nell'aria e, scendendo, descrisse un piccolo cerchio, decapitando un Orco e pugnalandone un altro nella sua verde gola dalla pelle spessa. Estrasse poi il pugnale e ricominciò ad attaccare.
Quando fu rimasto solo un paio di Orchi, questi si ritirarono temendo per le loro vite. Myian lavò il sangue che colava dai suoi pugnali e li rimise nei loro foderi, di nuovo pronti per l'uso.
Legolas le diede un'occhiata che significava "Tutto bene ?". Lei annuì e andò da lui. Continuarono a camminare verso il bosco finchè lo raggiunsero. Myian esitò, avendo sentito molte cose riguardo a quella foresta. Tutto le apparve in un attimo e lei si sentì venire meno nella testa. Aveva sentito che gli Elfi in quel bosco non accettavano mezzelfi, e che avrebbero ucciso coloro che infrangevano tale divieto. Naturalmente ciò la rese nervosa e irritabile, pensando a come avrebbero potuto ucciderla. Ma lei proseguì.
Quando raggiunsero il territorio acquoso della foresta di Lorien, furono salutati dagli Elfi che vi risiedevano. Molti di loro guardarono incuriositi come Myian era vestita. Un Elfo gli fece un cenno, e loro lo seguirono. Li portò in un specie di sala d'attesa e disse loro che Galadriel li avrebbe incontrati presto. Lei li aspettava.
Legolas si sedette sulle radici di un vecchio albero, perso nei suoi pensieri. Myian lo squadrò, guardando nel profondo oceano dei suoi occhi. I suoi capelli d'oro erano tirati dietro le orecchie. Due ciocche di capelli intrecciati uscivano da ogni lato della sua testa, rendendo i suoi capelli di seta più belli di qualsiasi cosa che lei avesse mai visto prima. Il suo viso aveva sempre lo stesso color crema, e mostrava quanto fosse rimasto senza emozioni, privo di felicità. Le sue braccia erano incrociate sul petto e, con le gambe pure incrociate di fronte a lui, sembrava che stesse meditando. La sua bellezza si riflettè negli occhi di Myian. Splendeva come la luce delle stelle, una delle cose che Myian non aveva mai ereditato dalla sua parte elfica. Ripeteva di continuo nella sua mente quanto era splendido, ma anche quanto sembrava triste e depresso, facendo crescere in lei gli stessi sentimenti.
Poi Legolas uscì dalla sua trance e le diede uno sguardo. Aveva visto spesso delle fanciulle guardarlo in quel modo, come se fossero sotto un incantesimo che avrebbe potuto durare tutta l'eternità. Le fece un sorriso sforzato, e lo ritirò immediatamente. Lei smise di fissarlo.
Un Elfo arrivò e ordinò loro di seguirlo nella Camera di Dama Galadriel. Quando la raggiunsero, la trovarono vicino ad un colonna con una vasca sulla cima. Lei teneva in mano una brocca piena d'acqua, e riempì lentamente la vasca.
"Avvicinati con coraggio, Principe Elfo, e prova a vedere quello che cerchi." disse con la cupa voce degli antichi.
Legolas fece un passo avanti e scrutò sulla superficie della vasca magica, ma vi vide solo il suo riflesso. Mezzo minuto dopo l'acqua si trasfigurò lentamente in parole. Sembravano le scritte di un libro antico, ma sembrava che solo lui fosse in grado di leggerle.

"Il Fuoco, l'Acqua e il Vento che cerchi verranno da te solo se troverai i tre che hanno raggiunto il tuo stesso potere. Ognuno di loro percorrerà la tua strada e ti aiuterà a sconfiggere il male che cerca di abbattersi sulla Terra di Mezzo. Uno dei Draconici, una delle Ninfe e, ultimo, uno dei Tritoni. Se li troverai tutti, potrete raggiungere la luce che distruggerà tutto ciò che si oppone alla vita di questo mondo."

Il riflesso di Legolas riapparve, e lui sapeva ciò che doveva fare. Doveva cercare le tre specie che potevano aiutarlo a fermare il male. Fece un cenno con la testa, si inchinò a Dama Galadriel e iniziò ad andarsene.
"La giovane Dama vuole provare a guardare ?" disse Galadriel in lingua elfica. Myian si avvicinò alla vasca e vi guardò dentro. Vide ciò che non avrebbe mai voluto rivedere, la sua prima uccisione. Gridò e gettò una mano nell'acqua.
"NO !" urlò Galadriel, quando vide ciò che stava succedendo. Myian sembrò folgorata al contatto con l'acqua, e cadde sul pavimento lastricato...senza vita...

 

4. Il rimedio

Legolas corse nel punto in cui Myian era caduta. La raccolse nelle sue braccia delicate e le toccò il collo per sentirle il polso. Ci provò a lungo e non sentì il minimo movimento. All'improvviso era diventata fredda e la sua pelle azzurro chiaro.
Galadriel avanzò con calma verso di lui e ascoltò le sue parole. "E'...morta..." disse, spingendosi fuori dal suo mondo oscuro.
"E' vivissima, invece ! E' semplicemente congelata nel tempo." gli disse Galadriel. "Tutto ciò di cui ha bisogno è la fiamma di un Drago Blu. Il suo fuoco blu può sciogliere un blocco di ghiaccio con una sola scintilla."
"Ma quella specie di drago è stata cacciata e si è estinta !" gridò Legolas "Come posso trovare qualcosa che non esiste nella Terra di Mezzo ? "
"Qualcosa mi dice che i fatti che stanno accadendo sono più che accidentali. Sì, so che il Drago Blu non vaga più in questo mondo, ma c'è un'altra specie vivente che può salvarla con il suo fuoco blu."
"Quale specie ? !" domandò Legolas confuso.
Galadriel lo guardò con un ghigno sul suo meraviglioso viso. Le parole uscirono dalla sua bocca come una lieve brezza nella salata aria dell'oceano. "Draconici..." disse con la sua voce antica, ma dolce e consolatoria.
"Draconici ?" disse Legolas confuso. "Ma dove posso trovare una specie del genere ?" Ma poi ricordò ciò dove aveva appreso prima quel nome. "Draconici..." si ripetè. "Stavo dimenticando che questi fatti non sono mai accaduti prima e avevano fatto sfuggire il sogno dai miei ricordi. Ma le trame del destino si sono assicurate che lo farò. Io sono stato quello che l'ha lasciata venire con me in questo viaggio. Aver cura di lei è di mia responsabilità."
Galadriel annuì. "Devi cercare la riva in cui il fiume Ision incontra l'Oceano, più ad ovest. Là vedrai una pozza d'acqua. E' dove dovrai andare per trovare l'unico villaggio di Draconici rimasto."
Poi gli disse cos'erano i Draconici, come se lo stesse leggendo direttamente da un libro.

"I Draconici e i draghi sono connessi tra loro. Quando nasce un Draconico, un drago nato nello stesso momento sarà il suo eterno compagno. Ma quando uno dei due muore, l'altro se ne va nel medesimo istante. Ecco perché i Draconici sono difficili da trovare. Poiché gli uomini uccidevano i draghi per divertimento, ciò significava la morte anche per i Draconici. Ma il Draconico che cerchi resisterà." Sembrava aver finito con la sua descrizione, ma gli spiegò altro.
"I Draconici hanno normalmente capelli rossi o blu e occhi verdi. Se non vedrai ciò in nessuno, allora saprai di essere nel posto sbagliato." Poi si piegò e raccolse Myian dalle braccia di Legolas, e se ne andò lasciandolo sul pavimento, sepolto nei suoi pensieri.
Legolas si alzò e lasciò la foresta in cerca dei Draconici, ma fu fermato da una Guardia di Lorien. Portava con sé un carico di frecce e una lettera. Riempì la faretra di Legolas e gli diede la lettera, che si rivelò una mappa della Terra di Mezzo.
Legolas fece un ceno con il capo e lo congedò, e si avventurò nella luce fuori dal bosco.

5. La ricerca del fuoco

Legolas viaggiò verso sud attraverso il bosco di Fangorn, dove vivevano gli Onodrim, detti Ent dagli uomini. Essi erano una razza di giganti che assomigliavano agli alberi. Furono creati per proteggere le foreste della Terra di Mezzo, ma il loro numero diminuì quando la Grande Foresta aveva cominciato a deperire. Legolas vide solo un piccolo Onodrim, il cui nome in lingua elfica significava "Barbalbero", ma questo fuggì da lui prima che potesse parlargli. (nota della traduttrice : in realtà Legolas conosce bene Barbalbero...ma questa è un'altra storia...)
Viaggiò giorno e notte senza sosta, mangiando solo quando vedeva alberi da frutto, e attraversò il fianco di una montagna dove vide le rovine di Isengard. Questa città era stata costruita dagli uomini di Gondor come fortezza, e fu poi presa da Curunir, "Uomo astuto", o, nel suo nome Umano, "Saruman il Bianco", finchè questi non fu ricacciato a Mordor. Più tardi fu distrutta dagli Onodrim durante la Guerra dell'Anello. Là vide la torre di Orthanc, fatta di pietra indistruttibile, l'ultima cosa rimasta in piedi.
Legolas non voleva sprecare frecce contro gli Orchi che potevano vivere là, così si voltò e costeggiò le Montagne Nebbiose attraverso la breccia di Rohan, infine si riposò vicino alla strada che un tempo univa Gondor ad Arnor, poco utilizzata a causa delle sue cattive condizioni. Notò anche che il ponte del guado dell'Isen era distrutto, così, nei suoi sogni, meditò su come attraversare il fiume.
Si lasciò portare alla deriva dalla sua meditazione solitaria e pensò alla sua vita passata, fino a quando aveva raggiunto l'età in cui la sua figura non sarebbe più cambiata. Pensò a sua Madre e a suo Padre. Sua madre se n'era andata molto tempo prima, colpita da una freccia che le aveva trapassato il cuore mentre stava correndo attraverso i campi fuori da Bosco Atro. Stava correndo a riferire a suo marito la buona notizia del bambino che aveva in grembo. Ma il bambino fu naturalmente perso con lei. Ci vollero molte settimane perché Legolas accettasse la sua morte inattesa. Suo padre non aveva mai versato una lacrima, ma era stato molto protettivo con Legolas, da allora il suo unico figlio.
Poi pensò al suo addestramento come arciere. Era sempre stato superiore a ciò che ci si aspettava da lui. Era uno dei migliori arcieri di Bosco Atro. Ma naturalmente non aveva praticato più di tanto a causa della sua noia della vita.
Guardò il fiume accanto a lui. Tutto ciò che doveva fare era seguirlo finchè avesse incontrato l'oceano. Naturalmente avrebbe dovuto nuotare attraverso il fiume, ma aveva un po' di tempo prima di farlo.
Al mattino si svegliò, e cominciò a cantare parole di dolore e rimpianto. Questo era il genere di canzoni che Legolas conosceva in abbondanza. Raramente cantava canzoni d'amore e di felicità. Mentre lo faceva, il mondo sembrò fermarsi per ascoltare la bellissima voce che scivolava dolcemente fuori dalle sue labbra. Era come se la luce del sole prorompesse fuori dalla sua bocca e riscaldasse ogni cosa.
Quando giunse all'intersezione dei fiumi Isen e Adorn, decise come avrebbe attraversato. Aveva bisogno di raggiungere l'altra sponda del fiume, poiché era più sicura di quella in cui si trovava. Questo perché un'antica stirpe d'Uomini creduta estinta viveva lì in piccoli villaggi, prevalentemente sul lato orientale del fiume, e non voleva trovarsi in mezzo ad un conflitto. Si tolse la faretra e prese due dei molti lacci di pelle che portava su di essa. Legò insieme le frecce con un laccio e le lanciò attraverso il grande fiume. Poi gettò la faretra e, non lontano da essa, il suo arco. Poi si sedette sull'erba e iniziò a togliersi gli stivali, la maglia e la tunica, fino a restare solo con i pantaloni.
Ficcò i vestiti negli stivali e li lanciò attraverso il fiume. Poi si diresse verso la riva e si tuffò. Nuotò attraverso il fiume con scarsa difficoltà, e si issò sull'altra sponda.
Lì vicino trovò un albero da frutto e vi si arrampicò. Si sdraiò su un ramo in grado di sorreggere il suo peso e si lasciò asciugare dalla luce del sole. I suoi capelli erano ingarbugliati intorno alla sua testa, e le trecce erano terribilmente attorcigliate. Mangiò un paio di frutti e usò le dita per sistemarsi il disordine che aveva nei lunghi capelli.
Quando si fu asciugato, ed ebbe sistemato come meglio poteva i suoi capelli dorati, si vestì, si armò e proseguì il suo viaggio.
Dopo un giorno e una notte, raggiunse la foce del fiume Isen. Guardò la vegetazione circostante, cercando la pozza d'acqua di cui Galadriel gli aveva parlato. Ma un'ombra dall'alto catturò la sua attenzione.
Un drago dalle scaglie verdi volò verso di lui con le sue narici fiammeggianti e le sue ali dai bordi taglienti. Legolas si gettò di lato, scansandolo, ma colpì con la testa una roccia e perse i sensi...

6. La dimora dei Draconici

Legolas si svegliò su un lenzuolo sistemato per terra. La testa gli pulsava per il dolore quando si alzò. Con la mano si toccò la ferita e la sentì ricoperta di pus vischioso.
Si trovava in una specie di grotta, con gemme e torce su tutte le pareti, in modo da fare luce. Vide un'ombra entrare ed estrasse il lungo pugnale bianco che teneva alla cintura.
Entrò una ragazza di media altezza con rossi capelli ondulati e occhi verdi. Si fermò sui suoi passi guardando il pugnale che Legolas aveva come arma. Poi gli parlò. "Non...non voglio farti del male, saggio Elfo" disse facendo una riverenza con il lungo vestito bianco che indossava.
Legolas rinfoderò il pugnale e si alzò da terra. La ragazza sembrava sbalordita mentre lo guardava in faccia. Sembrava quasi che l'avesse riconosciuto, o che si fosse immediatamente innamorata di lui.
"E' questa la dimora dei Draconici ?" le chiese, tenendola d'occhio per assicurarsi che non tentasse qualche scherzo.
I suoi occhi si inumidirono un po' e brillarono per la tristezza mentre parlava. "Lo...lo era...una volta... Ma gli Uomini la trovarono e distrussero tutti i draghi. Mia madre mi nascose da loro. Ma lei morì subito dopo, quando Sislse, il suo drago, venne ucciso."
"Ma che ne è del tuo drago ? E qual è il tuo nome ?" domandò Legolas, confuso.
"Oh !" disse lei imbarazzata. "Il mio nome è Rouge. Sono nata senza drago. Io sono la veggente dei Draconici. So perché sei qui. Ho la 'vista' e ho visto il tuo viaggio fino in questa terra. Sono quella che ti ha salvato dal Drago Spettro.
"Drago Spettro ?" disse Legolas stupito.
"Lo spirito di un drago che fu ucciso dai suoi pari, da quello nato alla sua stessa ora."
Rouge spiegò a Legolas come gli abitanti del villaggio vivevano la loro vita, come furono tutti addestrati alla magia e come vennero tutti uccisi. Poi accettò di seguirlo nel suo viaggio. Lo prese per mano e lo condusse fuori dalla grotta, in un paradiso di cascate e frutti della natura. Molti cervi e conigli saltavano per i pascoli e si vedevano grossi banchi di pesci nuotare nel letto dei fiumi. 'Dev'essere duro lasciarsi alle spalle una terra così ricca...' si disse Legolas. Rouge tornò con una ciotola, diverse erbe e l'equipaggiamento da arciere di Legolas. Gli chiese di sedersi mentre mescolava le erbe e le metteva sulla sua fronte ferita.
"E' un peccato che un viso così bello debba portare uno sfregio come questo." gli disse mettendo da parte la ciotola.
"Sono un Elfo" disse Legolas. "Tutti i suoi segni svaniranno in meno di una settimana."
Lei annuì e lasciò la sua vista. Tornò con una borsa piena di erbe curative e cibo non deperibile per i due e un robusto bastone da passeggio.
"Stanotte ci accamperemo qui" gli disse facendo un cenno con il capo.
Lui approvò e la aiutò a cercare dei ramoscelli per accendere il fuoco. Quando ebbero preparato un bel mucchio di legna, la ragazza vi si mise di fronte e tirò il suo bastone da passeggio al centro di esso. Poi si alzò in aria e una scintilla uscì dal bastone e dai ramoscelli. Dopodichè le fiamme divamparono, dando il fuoco più caldo che Legolas avesse mai sentito. Lui spinse una parte di albero caduto verso il fuoco e vi si appoggiò contro. Fissò l'oscurità mentre Rouge si sdraiò contro un albero coperta con un lenzuolo pesante.
Più tardi, nella notte, Legolas uscì dalla sua meditazione e sentì Rouge piangere nel sonno. Talvolta strillava dicendo "Madre ! Non lasciarmi !" e "Non voglio restare sola !". Legolas si chinò su di lei e mise la testa sulla sua spalla. Le accarezzò i capelli e le disse che non era più sola. Lui aveva già provato tutto questo. La paura di trascorrere la vita da solo, e non avere vicino nessuna delle persone che aveva amato di più.
Iniziò a cantare una canzone che parlava dell'amore spezzato tra un uomo e un'elfa. Questo calmò gli incubi della ragazza e la fece sprofondare in un sonno pacifico.

7. Rouge

Rouge si svegliò dal suo pacifico sonno, ma non nelle braccia di Legolas. Era seduto in riva al fiume, vicino ad una delle più piccole cascate. Cantava una canzone con grande abilità, ma la canzone stessa non era bella per le parole, che trattavano un argomento piuttosto deprimente, ma per il modo in cui la cantava, che fece fremere la pelle della ragazza e riscaldare il suo cuore.
Rouge era una Draconica, come ben sapete. La sua razza era nemica degli elfi. La ragione principale era che non erano stati gli uomini a spazzare via i draghi, obbligandoli a vivere in villaggi sotterranei in una pozza d'acqua, ma gli elfi. Molta gente credeva che fosse stato l'Uomo, avido e crudele a portare la rovina tra i Draconici, invece l'avevano fatto gli Elfi, timorosi del potere che detenevano.
Ma Rouge si era lasciata tutto questo alle spalle, conoscendo il suo destino e ciò che ne sarebbe stato.
Legolas girò la testa verso di lei e la guardò bene per la prima volta. Aveva capelli rossi e ondulati che le arrivavano alla vita, ma li aveva legati in una crocchia sulla testa. Indossava un semplice vestito bianco, più simile ad una camicia da notte o ad una sottoveste. I suoi occhi verdi sembravano fiammeggiare intorno alle sue pupille, e ai piedi portava degli stivali marroni che sembravano un po' troppo grandi per lei.
Gli restituì lo sguardo ed entrò in una grotta vicina, di forma differente da quella in cui aveva tenuto Legolas nel suo stato di incoscienza.
Ritornò con un mantello nero, con il cappuccio tirato sul suo viso.
"Non ho nessuna possibilità di scampo. La mia vita avrà valore fino al termine del nostro viaggio. Poi forse andrò a raggiungere la mia razza nel mondo dell'attesa."
Legolas si alzò e la seguì per sentieri tortuosi finchè non raggiunsero la fine del percorso. Rouge indicò in alto e lui vide dell'acqua stagnante. Doveva essere la pozza con cui l'aveva trovata. La ragazza spiccò un goffo salto e l'acqua sembrò tirarla su e posarla sulla terra di sopra senza averla minimamente bagnata.
Legolas ripetè lo stesso gesto e si levò verso la superficie, e fu spinto di schiena sulla terra. Ingoiò il dolore e annuì a Rouge. Lei sorrise e si incamminarono verso Nord, lungo il fiume Isen. Quando ebbero raggiunto il punto in cui Legolas era passato dall'altra parte, lei gli sorrise in modo malizioso, dato che lui stava iniziando a togliersi l'equipaggiamento per gettarlo sull'altra sponda.
Prima che lui potesse mettere i lacci intorno all'equipaggiamento, lei alzò il robusto bastone nell'aria. Fuoco blu scese dal cielo e finì sull'acqua, facendone gelare una parte in modo da formare un ponte.
Lei vi picchiò un piede, per testare la sua durezza, e lo attraversò con cautela ma in fretta. Una volta di là, Legolas imitò lo stesso gesto e raggiunse l'altro lato, e subito dopo il ghiaccio fu trascinato via dalla corrente. Poi i due continuarono il loro viaggio. Si fermarono alla strada che portava da Nord a Sud in modo che Rouge potesse riposare per la notte.
"Dormi, Legolas. Mi addolora vederti sveglio mentre hai bisogno di più forze di quante ne servano a me per completare questo viaggio. Tu sei quello che usa la forza fisica come arma, hai bisogno di rinvigorirti." Rouge cercò di convincerlo, ma Legolas rifiutò ostinatamente.
"Non ho usato un'oncia della mia forza per questo viaggio. Gli Elfi non necessitano di riposo come altre specie della Terra di Mezzo, starò bene lo stesso."
Rouge stava per ribattergli, ma poi lo lasciò perdere, ed entrò nei suoi sogni di nuovo pieni di incubi.
Legolas la sentì di nuovo piangere di dolore nel sonno, ma non la calmò come aveva fatto la notte precedente. Stavolta cantò solo canzoni di desideri proibiti ed amori spezzati...

8. Ritorno a Lorien

Quando Rouge si svegliò, fece una rapida colazione a base di frutta e si preparò per il viaggio. Attraversarono la breccia di Rohan e girarono intorno all'Hithaeglir. Quando raggiunsero il bosco di Fangorn, si accamparono al suo limite.
Rouge era terribilmente stanca e debole per il viaggio, così si addormentò subito dopo aver acceso il fuoco. Legolas non obiettò assolutamente a questo, considerando che lei non poteva farcela solo con i suoi piedi. Ad un certo punto avrebbe dovuto portarla lui per tutto il resto della strada, ma non gli importava di questo. Mise da parte la preoccupazione fino a quando ciò non sarebbe successo. Cantò le sue solite canzoni tra sé e sé, il suo modo di rilassarsi. Ma per la prima volta da quando aveva iniziato il suo viaggio, tornò al suo modo elfico di dormire e sognò sua madre...

**************************

Quando si svegliò dal suo sogno, si sentì in un certo senso rinvigorito, ma manteneva ancora i suoi tratti privi di emozioni, e i suoi occhi erano rimasti vuoti. Vide che Rouge si era svegliata e guardava il cielo.
"Sei sempre così triste..." disse lei con stupore. "Mi sono sempre chiesta perché. Nei miei duecento anni di vita, non mi sono mai sentita come ti senti tu. Anche dopo la morte...la perdita della mia gente, continuo ad andare avanti con un sorriso. Cos'hai affrontato che ha fatto diventare la tua vita triste e confusa ?" Lo guardò tentando di leggergli il viso, o cercando una traccia dei suoi pensieri, ma lui era rimasto calmo e silenzioso. Lei sapeva che si era svegliato dal suo sonno, perché aveva perso quell'aria assente dagli occhi.
Ma la verità dietro tutto questo era che stava pensando ai suoi amici morti. Pensava a tutte le persone che aveva perso nei suoi quasi tremila ani di vita. Ma non rivelò niente di questo a Rouge, e le chiese solamente se aveva abbastanza energie per viaggiare per un altro giorno. Lei annuì e seguì i suoi passi nell'erba coperta di rugiada.
Più tardi iniziò a piovere, rendendo il suolo fangoso sotto i loro piedi e creando a Rouge qualche difficoltà ad avanzare. Pregò Legolas di fermarsi, ma lui la incoraggiò a proseguire visto che erano ormai molto vicini a Lorien. Alla fine Rouge si appoggiò ad un albero con il mantello fradicio e i capelli che cadevano dalla crocchia in cui erano raccolti. Legolas andò verso di lei e le chiese se voleva tentare una cosa.
"Sali sulla mia schiena e ti porterò io per il resto del viaggio." le disse. Lei fece come le era stato detto e si issò sulla sua schiena. Non era molto pesante, ma nemmeno leggera, però Legolas se la cavò.
Quando raggiunsero il bosco di Lorien, Myian aveva la febbre. Legolas la portò immediatamente nella sala d'attesa, dove Myian aveva aspettato, e la posò a terra. La pioggia gocciolava ancora attraverso gli alberi, ma non era affatto pesante.
Galadriel li raggiunse subito e posò una mano sulla fronte della ragazza. Si stupì nello scoprire che i Draconici erano davvero immortali, ma potevano ammalarsi. Ma si domandò anche se questo significava che potevano anche morire di malattia.
Chiese ad un elfo che possedeva la magia della guarigione di aiutarli. Era molto serio nel suo lavoro e agì subito contro la febbre che divorava Rouge. Mise molte erbe in una ciotola e le tritò insieme formando una poltiglia chiara. Ne mise una parte sulla sua fronte e le versò il resto in gola. Tossendo, Rouge ne ingoiò quanta poteva.
L'elfo assicurò a Legolas che la ragazza sarebbe sopravvissuta, ma che le serviva tempo per riprendersi. Galadriel ordinò che venisse lavata e messa in una delle sua stanze per gli ospiti. Anche a Legolas fu offerta una stanza, e lui la accettò. Gli assicurò anche un bagno caldo e dei vestiti asciutti. Lui seguì una guardia che lo portò nella sua stanza, gli chiuse la porta e rimase fuori vicino ad essa. Una fanciulla entrò nella stanza e gli portò dei vestiti quasi identici ai suoi, ma di un verde più scuro. Poi si congedò e Legolas passò in un'altra stanza collegata alla prima.
Essa aveva un buco nel pavimento, bordato di pietre che avevano il profumo dell'oceano. Quell'odore gli piaceva e il suo cuore ne fu un pochino felice. Dentro al buco c'era una sorgente d'acqua calda in cui Legolas poteva lavarsi. Si tolse i vestiti, buttandoli tutti in una catasta disordinata in un angolo, mise gli stivali vicino al fuoco nella stanza principale e scivolò nell'acqua che emanava vapore.
Si sedette nell'acqua tiepida a pensare. Pensava ai bei ricordi che aveva dei suoi amici. Ricordava il legame che divideva con l'amico Nano. Ma aveva perso quell'amicizia con grande dolore, così come il resto della Compagnia. Ricordava la prima volta che li aveva visti al Consiglio di Elrond. Ricordava il dispiacere che aveva mostrato Elrond quando sua figlia aveva scelto di rinunciare all'immortalità per un re che si vergognava della sua eredità.
Ma lui morì prima che Arwen giungesse in quel periodo della vita in cui un mezzelfo poteva accettare o rifiutare la sua immortalità. Naturalmente lei aveva rifiutato l'offerta ed era rimasta nella sua stanza a pensare al suo perduto amore. Ovviamente Legolas aveva fatto lo stesso. Non aveva mai sentito nessun legame con quella mezzelfa, ma essi condividevano gli stessi sentimenti d'amore e amicizia.
Immerse la testa nell'acqua e poi ne uscì. Mentre pensava a queste cose molte frecce trafiggevano il suo cuore solitario. Afferrò una vestaglia da un gancio fatto di vite attaccato al muro e la indossò.
Vide una specchiera con un pettine e molti altri cosmetici da donna, ma aveva bisogno solo del pettine. Scivolò nei suoi nuovi vestiti e si sedette davanti allo specchio.
E vide ciò che odiava...il dolore sul suo viso. Si accorse anche dei segni rimasti sulla sua fronte, che un tempo portava un livido gonfio. Aveva già fatto progressi nella guarigione. Afferrò il pettine, districò i suoi capelli dai nodi e aspettò che si asciugassero.
Rifece le due trecce da ogni lato della testa che si erano disfatte a causa della pioggia. Quando ebbe finito, crollò sul letto e si fece trasportare dai suoi pensieri.
Sentì bussare alla porta, e Galadriel scivolò nella stanza. Sembrava brillare alla luce del focolare e lo guardò con l'attenzione che non gli aveva dato quando stava esaminando le condizioni di Rouge.
"Cos'è successo al tuo viso ?" disse senza mostrare segni di preoccupazione. Poi annuì come se avesse letto i suoi pensieri. Si avvicinò ad una delle finestre che circondavano la stanza e diede uno sguardo fuori dal vetro.
"Sei sempre triste, caro Legolas. Hai sofferto per molti anni pensando ai tuoi amici che sono stati portati via da questo mondo. Ma è tempo che tu ti liberi da questo peso. Devi dimenticare questi fatti di tua spontanea volontà. Temo che un giorno ripenserai alla tua vita passata e non sarai capace di manipolarla. E' una cosa molto triste quando un elfo muore di crepacuore."
"Io...non posso" le disse. "Ci ho provato ogni giorno, ma mi sembra di aver perso tutto il senso della vita in questo mondo. Sento che...che non troverò mai l'amore nel cuore di qualcun altro. A volte penso che la morte sia l'unica via d'uscita dalla mia tristezza."
"Ma hai così tanta bellezza dentro e fuori di te...sento che ti piangerei amaramente se dovessi scegliere questo destino. Ho visto molte persone in condizioni simili alle tue. Ma...nessuna aveva mai colpito così il mio cuore. Sono sicura che non si tratta di desiderio...ma io ti vedo come un bambino...il mio bambino." Questo catturò l'attenzione di Legolas.
"Forse non lo ricorderai, ma io e tua madre eravamo parenti e molto affezionate l'una all'altra. Le facevo visita ogni settimana. Quando tu sei nato, io non avevo mai visto un bambino che portasse tanta bellezza quanto te. Non la bellezza degli occhi...ma la bellezza dell'anima. Ma...quando tua madre fu brutalmente assassinata, temevo che il solo guardarti mi avrebbe spezzato il cuore. Ma ora hai perso l'anima che avevi una volta e l'hai sostituita con una piena di rimpianto."
Voltò le spalle alla finestra e lo fronteggiò. Tutto ciò che fece fu guardarlo negli occhi.
"E i tuoi occhi un tempo erano pieni della curiosità di un felino, ma erano sempre così pieni. Ora hai gli occhi più vuoti che io abbia mai visto. Devo dire...che mi sembrava strano che tu non avessi ancora desiderato la morte." Con una lacrima che le solcava il viso, Galadriel iniziò ad uscire dalla stanza.
Prima di uscire del tutto, si voltò e lo guardò. "Ricordati. I tuoi vecchi compagni preferirebbero che tu vivessi felice. Tu piangi per loro, ma la tua morte li farebbe solo soffrire per te. Vivi, Legolas ! Trova la volontà che avevi una volta !"
Con le sue ultime parole uscì dalla stanza. Legolas, sepolto nei suoi pensieri, fece qualcosa che aveva costruito dentro di lui. Pianse lacrime piene di dolore. Poi si sdraiò sul letto e fece una cosa che molti elfi non avevano mai fatto. Chiuse gli occhi e dormì come un mortale...

CONTINUA

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Capitolo 2
*** Capitoli 9-16 ***


L'ultima della compagnia

Autore: Flame
Titolo originale: The Last of the Fellowship
Tradotto dall'inglese per Erika's Fanfiction Page da Sage

NOTE DELLA TRADUTTRICE (Sage)

Solo due piccole comunicazioni di servizio :
- Se volete mettervi in contatto con l'autore di questa fic, siete pregati di farlo in inglese, perché lui conosce solo questa lingua ! Se comunque avete delle comunicazioni da fargli, potete scriverle nelle recensioni, ci penserò poi io a tradurle e mandargliele.
- Scusate se la traduzione non è proprio il massimo...il fatto è che tra capire il senso di una frase e tradurla alla lettera c'è una differenza abissale ! Per cui, vi prego, siate clementi...
Buona lettura !
Ruby Chubb-Baggins

9. Myian

Legolas si svegliò dal suo sonno da mortale, sorpreso da come si era svegliato. In tutta la sua vita non aveva mai pensato di dormire come un mortale ! Nella sua mente era davvero indefinibile quello che provava al riguardo. Credeva che il suo cuore fosse tanto pieno di dolore da farlo iniziare a fare strane cose.
Si alzò e si sedette contro la sponda del letto. Aveva pensato di nuovo ai suoi amici. Il coraggioso Aragorn, Frodo, il portatore dell'anello, e le sue nuove amicizie. Anche Galadriel gli era venuta in mente. Il modo in cui gli aveva parlato era stata l'unica volta in cui l'aveva sentita parlare con voce emozionata. E la lacrima che le aveva rigato la guancia prima che uscisse significava molto per lui. Sentì un peso ancora maggiore sul petto e posò la testa contro il soffice cuscino di piume in una triste agonia.
Pensò a suo padre. Al modo in cui aveva conservato la sua immagine dal giorno in cui aveva compiuto 25 anni. Ma la sua età restava sconosciuta a molti, e lui sapeva che suo padre aveva almeno 4000 anni.
Ricordava il modo in cui gli Hobbit erano invecchiati e se n'erano andati. Le rughe che avevano, come eterne pieghe di saggezza. Ma, come aveva pensato prima, l'avevano tutti lasciato indietro, il solo a rimanere bello. Naturalmente, aveva mantenuto la sua età e non era mai sembrato di un giorno più vecchio.
La cicatrice sulla fronte era sparita, e la sua depressione continuò a crescere. Si compatì per la tortura a cui aveva dovuto sottoporre la sua anima.
Si diresse verso una delle finestre, tirò il chiavistello e spinse il vetro da parte. Passò oltre con le gambe e si sedette sul davanzale. Guardò il suolo lontano, sotto di lui. Pensò al peso che si sarebbe sollevato dalla sua anima se solo fosse caduto e avesse lasciato questo mondo. Allentò la presa delle dita e cominciò a spingere il suo corpo sempre più vicino al bordo.
Poi ci ripensò e restò vicino alla finestra a guardare in basso. Era almeno sei piani più in alto. Poi si voltò e ritornò alla protezione del robusto pavimento.
Uscì dalla stanza, andò in infermeria, si sedette vicino a Rouge e la guardò dormire. Poi si domandò il motivo per cui aveva intrapreso quel viaggio per cercare un Draconico. Si alzò e andò verso il trono di Galadriel. Vedendo che lei non era lì, si diresse verso le sue stanze.
Quando raggiunse la sua porta, una guardia lo fermò, dicendo che lei non voleva essere disturbata. Legolas gli chiese se sapeva dove fosse la ragazza ferita. La guardia gli spiegò che era stata portata in una stanza da qualche parte in quel grande palazzo e che sarebbe stata tenuta là finchè lui fosse tornato.
Non sapeva nient'altro, ma disse che poteva essere nell'ala orientale. Legolas seguì la sua indicazione e andò a cercare la stanza, ma non trovò nulla.
Ritornò nella sua stanza per trovarvi ciò che meno si aspettava...Myian. Quando lui entrò, gli strizzò l'occhio. "Ehilà, bellissimo !" disse con il suo solito ottimismo. Picchiò una mano sul letto dicendogli di sedersi vicino a lei. Lui scosse la testa dicendo che preferiva stare in piedi.
Myian non volle litigare con lui, dal momento che l'aveva salvata da una morte indesiderata.
Gli spiegò che si era sentita congelare, e che poteva sentire ciò che accadeva intorno a lei, ma che non poteva muoversi né respirare, e nemmeno aprire gli occhi. Gli disse dei suoi sogni infestati dagli incubi.
Accorgendosi che Legolas non le stava prestando molta attenzione, si alzò e gli fece un cenno con una faccia arrabbiata. Poi si congedò, e, sorprendentemente, per lui non fece molta differenza. A lui importava solo delle condizioni della ragazza. Lui era ancora risentito per il fatto che lei l'avesse seguito fin lì. Naturalmente aveva accettato e apprezzato l'aiuto in battaglia. Ma lei avrebbe dovuto mostrare più rispetto per il principe della sua foresta natale.
Poi sentì un'altra emozione prendere il suo corpo, aggiungendosi al peso del suo dolore e della sua depressione. La rabbia lo invase e la sua mano si strinse in un forte pugno. Le sue unghie scavarono dei buchi nella sua pelle chiara, facendo gocciolare il sangue, poi si sedette di nuovo sul davanzale. Vide il tavolo dove aveva messo il suo equipaggiamento da arciere, e, cosa che colpì principalmente il suo sguardo, il coltello bianco.
Si prese la testa tra le mani, sporcandosi le guance di sangue, e la strinse finchè si sentì esplodere il cranio. Odiava il modo in cui vedeva il suicidio come la soluzione a tutti i suoi problemi. Poi ringhiò nel suo insopportabile dolore e scivolò dal davanzale. Si afferrò al bordo, in preda al panico mentre guardava in basso. Le sue mani sporche di sangue iniziarono a scivolare. Non era in grado di stringere la presa, e ciò gli fece perdere l'appiglio...precipitando al suolo...

10. Unica soluzione : la morte ?

Mentre precipitava verso il suo destino, Legolas sentì un momento di pace nel suo cuore vuoto. Gli sembrò che i suoi occhi vacui vedessero più chiaramente, come se la pace stesse penetrando in tutti i posti vuoti del suo corpo. La sua testa si alleggerì mentre oltrepassava il quarto piano. Guardando in basso vide il suolo ricoperto di marmo farsi sempre più vicino.
Poi fece qualcosa che raramente si farebbe in quei momenti : sorrise...
Sorrise perché si sentiva completo, come tanto tempo prima. Sentiva riempirsi i buchi nella sua anima ed era felice. Poteva sentire l'integrità scorrere nelle sue vene e riempire il suo corpo.
Vide il terzo piano...il secondo...il primo...ma fu fermato prima che il suo corpo incontrasse il pavimento di marmo.
Sentì la sua completezza disintegrarsi nell'aria, troppo lontana perché la potesse raggiungere di nuovo.
Guardò al suo fianco e vide Galadriel tendere la mano verso di lui. Cominciò a muoverla piano piano verso il basso, facendo cadere Legolas dolcemente a terra. Il suo corpo incontrò il pavimento, freddo contro la sua guancia mentre atterrava.
"Perché ?" disse Galadriel, impassibile. "Perché hai voluto sacrificarti ? Cosa c'è di così forte nel tuo corpo che non puoi sopportare ? !" urlò.
Legolas si sedette e guardò nei suoi occhi, che torreggiavano sopra di lui, e le diede una semplice risposta : "Me stesso."
Lei indietreggiò per l'odio e il risentimento che c'erano nella sua voce. Lui si alzò e i suoi occhi entrarono in contatto diretto con la bellissima Incantatrice.
La squadrò con i suoi occhi vuoti, facendola provare a rivelare ciò che si trovava dietro di loro.
Senza successo, Galadriel alzò le mani verso il viso di Legolas e prese le sue guance di velluto, rosse dalla rabbia. Con il pollice pulì il sangue che si trovava sulla guancia dell'elfo e continuò a cercare risposte.
Lui prese le mani di Galadriel nelle sue e le guardò. Erano molto ben curate, poiché lei non aveva mai fatto molto per permettere all'età di segnarle. Poi le lasciò e spezzò la tensione che si era creata tra loro dirigendosi verso una vicina piazzetta. Lei sospirò contrariata, e lo seguì fino ad una fontana che portava al centro un antico albero. Lui si sedette sul bordo di pietra che la circondava e vi immerse le mani, su cui si trovava ancora del sangue secco. Esso si staccò dalle sue mani e scivolò via nell'acqua.
Galadriel si sedette accanto a lui e guardò nell'acqua. "Io voglio aiutarti, ma tu mi tieni lontana. Voglio solo leggere la tua mente, ma tu hai costruito uno schermo di protezione contro di me. E la tua irritazione contro di me ne è la causa..."
Lui le diede uno sguardo privo di emozioni e parlò. "Quando stavo precipitando al suolo, per una volta dopo tanto tempo...ho sorriso. Tutto il vuoto nella mia anima e nella mia mente si era riempito di felicità. Per pochi secondi mi sono sentito completo."
Lei annuì e rispose : "Se la morte è l'unica risposta al tuo dolore, allora ci deve essere un'altra soluzione. Io credo che se tu abbandonassi tutti i ricordi dei tuoi vecchi amici della Compagnia, ti risolleveresti lentamente dal risentimento e dai tormenti che hai portato con te per tutti questi anni."
Lui annuì ma non credette a nulla di ciò. Conosceva solo una cura...la morte.
"Ma io ti fermerò" disse Galadriel con severità, ma con quanta più cautela possibile. "Lancerò un incantesimo su di te, impedendoti di ucciderti intenzionalmente in qualsiasi modo. Ci sono delle eccezioni a questo, ma le conoscerai quando ci passerai."
"No !" gridò Legolas. "Io devo farlo ! Ho provato con viaggi, feste e tutti i tipi di divertimento della Terra di Mezzo, e non ho mai trovato una cura per la mia malattia. La morte ! Ecco di cosa ho bisogno per trovare la vera felicità ! Tieniti le tue stregonerie e lasciami in pace !"
Il suo viso diventò rosso. I suoi capelli erano mossi leggermente dal vento, e lasciavano nell'aria la scintillante essenza della caparbietà. Aveva parlato con una rabbia contagiosa, che sopraffece Galadriel.
"Tu mi ascolterai ! Non ti ho forse detto chiaramente che sono preoccupata per te come se tu fossi mio figlio ? Ti ho mai fatto del male ? Non ti lascerò morire, perché per una volta provo davvero dei sentimenti per qualcuno !" Legolas indietreggiò alle sue parole. Non avrebbe mai immaginato la pacifica Galadriel arrabbiata. Lo spaventò il pensiero delle cose che avrebbe detto, e perfino delle cose che avrebbe fatto.
Poi lei parlò di nuovo, non così forte ma ancora con rabbia. "Non ho più sentito il calore dell'amicizia da quando tua madre morì molti, molti anni fa. Poi sei arrivato tu e hai riempito una parte del vuoto che c'era nella mia anima ! Hai preso il posto di tua madre dentro di me, e non voglio perdere questo sentimento di interezza ! Non di nuovo ! Qualcuno ti ama in questo mondo, anche se tu lo neghi. Tu cerchi l'amore, ma quando l'amore trova un'occasione tu la fai fuggire. Tutto il tuo dolore non viene dalle tue perdite, ma dalle tue azioni !" Lei sembrò mescolarsi con l'oscurità dei boschi, facendo brillare i suoi occhi di rosso e i suoi vestiti ondeggiare furiosamente nell'aria, schioccando e lacerandosi.
Poi precipitò a terra, nel suo aspetto originale. Si rialzò, debole sulle ginocchia e in lacrime. Guardò Legolas negli occhi, che erano rimasti il pozzo senza fondo che erano sempre stati. Poi afferrò la sua mano e pianse su di essa. Le lacrime scorrevano sulla sua mano, sulle sue ferite, e cadendo a terra.
Lui strappò la mano dalla sua presa delicata e lei lo guardò incredula. Tirò indietro la mano e lo schiaffeggiò in pieno viso. Poi corse attraverso la piazza e tornò nel Palazzo.
Legolas si risedette sul bordo della fontana e guardò il suo riflesso sull'acqua che scorreva. Vide quattro graffi che attraversavano la sua guancia destra, sanguinando lentamente. Li toccò, indietreggiando dal dolore. La sua guancia bruciava, ma lui continuò a guardare se stesso.
Ovviamente vide ciò che odiava di più...il dolore sul suo viso.
Si alzò dalla fontana e tornò nella sua camera. Si buttò sul letto, ma non si addormentò. Invece fissò il soffitto, pensando al suo triste passato. Pensando all'unico modo in cui poteva alleviarlo. La morte era ciò di cui aveva bisogno. Ma sapeva che Galadriel avrebbe fato ciò che aveva in mente. Sapeva che l'avrebbe fermato. Così allentò la presa sulla sua mente e pensò a cose diverse.
La sua guancia pulsava, ma lui non sapeva cosa farci. Poi sentì qualcosa insinuarsi nel suo risentimento. Sentì paura.
Si raggomitolò nel suo letto e guardò intorno alla stanza, paranoico. Si accarezzò i capelli, sperando che ciò gli desse un po' di conforto. Si guardò le mani. Il sangue usciva ancora dalle ferite, lasciando strisce marroni nei suoi capelli mentre li accarezzava. Il sangue colò dalla sua guancia sopra le lenzuola. Stava provando le conseguenze del suo accidentale tentativo di suicidio.
Con la testa coperta di sangue, si coprì con un lenzuolo ed entrò in uno spaventoso sonno elfico...

11. Il viaggio continua

Legolas si svegliò da quella spaventosa nottata. Aveva sangue secco sulle mani, su metà del suo viso, sul collo e su tutto il letto su cui aveva dormito. Si svegliò sentendo pulsare le sue mani e il suo volto. I sottili tagli sulle mani erano scomparsi, ma i graffi sulle sue guance erano ancora leggermente aperti.
Legolas capì che Galadriel aveva usato più che la semplice forza fisica nel colpirlo, ma vi aveva aggiunto anche la magia nera.
Andò verso lo specchio per vedere con i suoi occhi come appariva il suo viso. La sua guancia destra era gonfia e coperta di croste. Pur avendola toccata leggermente fu scosso dal dolore. E mentre si stava guardando nello specchio, vide un'altra cosa interessante. Rouge e Myian poltrivano su due sedie a dondolo in un angolo, osservandolo.
"Hi avuto una notte insonne..." disse Myian, iniziando la conversazione. "Galadriel ci ha spiegato tutto ciò che è successo e si scusa per le sue azioni. Ha detto che saresti dovuto andare in infermeria, quando ti saresti svegliato."
Rouge si alzò dalla sedia e attraversò la stanza che conteneva la sorgente calda. Prese uno straccio e lo immerse nell'acqua. Andò da Legolas e aspettò che acconsentisse a farsi pulire il sangue dal viso. Lui annuì e lei procedette. Iniziò a tirargli via il sangue dal collo, con un'espressione di disgusto.
"Hai davvero sanguinato la notte scorsa, Principe Legolas" disse, cercando una reazione nei suoi occhi. "Potevi prenderti un attimo per dirmi che stavo viaggiando con un Reale. Non ti avrei mai causato così tanti problemi come ho fatto !" Iniziò un poco a tremare.
"Sono lontano dal mio regno, non sarò più un Principe finchè non sarò tornato vittorioso dal mio viaggio." Naturalmente questa era una bugia detta a denti stretti. Era abituato al fatto che la gente non gli desse il rispetto che gli era dovuto, principalmente perché durante gli ultimi anni aveva evitato ogni contatto sociale.
Myian si diresse dagli altri due con uno straccio e afferrò una delle mani di Legolas. Iniziò a lavare via il sangue da essa, mostrando una normale espressione poiché anche lei stessa aveva perso del sangue, e vi era abituata.
Quando Rouge finì il suo lavoro sul collo, cercò di pulire la guancia gonfia. La toccò a malapena, e Legolas alzò di scatto la mano, afferrando quella della ragazza per impedire che lo toccasse ulteriormente.
"E' questo che ti fa male, mio Principe ?" chiese Rouge. Lui annuì e lei tolse la mano dalla sua presa. Myian, essendo la dispettosa mezzelfa che era, indicò qualcosa dietro di lui. Lui si voltò e lei gli lasciò andare la mano e strofinò la sua guancia con forza. Legolas cadde a terra circondandosi la ferita e controllandola attentamente per assicurarsi di non averla toccata.
"Devi essere ripulito prima che possano farti qualsiasi cosa !" gli disse Myian, divertita vedendolo farsi piccolo dalla paura. "Galadriel ha messo della magia nera nella ferita che ti ha fatto. Ha indebolito la tua immunità, e ciò spiega perché il tuo viso è gonfio. Un guaritore deve rimuovere l'incantesimo, o potresti morire per l'infezione."
Quindi, alzandosi, lui rispose, trasalendo un poco per il dolore : "Allora lasciatemi morire."
Rouge lo guardò con occhi increduli. "Perché dovrebbe voler morire quando può cavarsela con un'operazione da cinque minuti ? E' così grande l'agonia che porta dentro di sé ?" si disse.
"NO !" urlò Myian. "Sai di chi sarebbe la colpa se tu dovessi morire ? Mia ! Tutti cercano sempre di dare la colpa a me, ma io non me la prenderò più ! Devi rialzarti ed essere l'elfo che tutti amavano. L'elfo che tuo padre vuole. Non quello che non mostra emozioni, che blocca coloro che lo circondano con una barriera di depressione !"
"Che ne sai di mio padre ? !" gridò Legolas. "Pensi che mi piaccia essere così ? Essere disgustato e ripugnato da me stesso ? No che non mi piace ! E ho trovato solo un modo per togliermi tutto questo dalla testa. La morte ! Ne ho bisogno come un bambino affamato ha bisogno di cibo. E' diventata una schiavitù !" Lanciò uno sguardo penetrante a Myian, e poi a Rouge, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo.
"Perdonami..." disse Rouge. Gli toccò la fronte e , lentamente, Legolas cadde in un sonno profondo...

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Nel suo sonno forzato, Legolas ebbe una visione.
Vide Bosco Atro. I bambini giocavano tra loro, e gli adulti li guardavano ricordando la loro infanzia. Ma il verde degli alberi iniziò a svanire, facendoli diventare di un rosso insalubre. I venti iniziarono a soffiare più piano...fino a non soffiare più. Il fiume che scorreva nella zona più alta di Bosco Atro si seccò e al suo posto si creò un vuoto pozzo fangoso. Poi tutto il calore se ne andò e Bosco Atro diventò una regione nevosa e senza vita.
Legolas si svegliò di soprassalto. Si guardò intorno e vide che era stato solo un sogno. In un angolo si trovava Galadriel con la sua solita figura impassibile.
"Sono lieta che ti sia svegliato" disse Galadriel facendo un passo avanti. "Penso che tu sappia che devi continuare il tuo viaggio. Credo che il più vicino sia ad Ered Mithrin. Cerca una cima che forma un mare di stelle sul suo terreno. Io ti darò i viveri e l'equipaggiamento per il tuo viaggio. So già che preferiresti non viaggiare con quelle altre due, così ti consiglio di sbrigarti prima che si sveglino.
Con le sue ultime parole si allontanò dalla stanza. Ancora stordito, Legolas se ne andò dall'infermeria e, con difficoltà, si diresse verso le sue stanze. Vide una borsa piena di cibo, un nuovo arco fatto di legno rosso e una faretra più grande piena di frecce.
Si allontanò dal palazzo, attraversò la città e si diresse con sicurezza verso Nord. Nessun rimpianto...

12. Un fardello indesiderato

Legolas ricominciò il suo viaggio, stavolta verso nord, ad Ered Mithrin. Aveva lasciato Lorien senza Rouge, ed anche senza Myian. Non voleva più viaggiare in compagnia, con persone che lo seccavano sempre per questioni che non le riguardavano.
Seguendo il fiume Anduin, si diede un solo pensiero, camminare. Raramente si era fatto domande o aveva rivolto il minimo pensiero a dove stava andando. Non era mai stato ad Ered Mithrin, ma non ne aveva la minima curiosità.
Dal momento che non aveva fretta, decise di riposare per la notte. Sapeva che i popoli della Terra di Mezzo facevano affidamento sulla conclusione del suo viaggio, ma non gli diede la minima importanza.
Accese un piccolo fuoco in modo da non dover sforzare gli occhi per vedere nel buio.
Si appoggiò ad un albero e fissò nelle fiamme danzanti e nei tizzoni ardenti. Iniziò a riflettere su come avrebbe potuto scalare la montagna se fosse stata ripida. Poi smise di pensare e iniziò a cantare. Di nuovo dalla sua bocca non uscirono parole di purezza, ma era un diverso tipo di canzone. Una canzone che aveva imparato dagli elfi più anziani.
Era in lingua elfica, ma era tradotta in una canzone che riguardava una madre e il suo bambino. Ma il bambino era cresciuto e l'aveva lasciata sola. Molti anni più tardi era tornato, ma sua madre era morta, e lui aveva pianto e scalato una montagna fino a raggiungerne la vetta. Poi si era seduto lì e vi era rimasto per tutta l'eternità a pensare alla sua perduta madre.
Poi entrò in un sonno elfico...

A Lorien, Rouge e Myian furono informate del fatto che Legolas se n'era andato senza di loro.
" Maledizione !" esclamò Myian. "Come ha potuto partire senza di noi ? ! Siamo la sua unica protezione, visto che lui è malato di mente !"
Myian si profuse in insulti. Rouge, essendo introversa, non parlò per un attimo, ma prese fiducia quando l'altra smise di parlare.
"Io...io...io posso farci andare da lui se accende un fuoco..." disse, sperando di non sembrare stupida come si sentiva.
"Come ?" disse Myian, scettica.
"Io...io ho la magia del fuoco. Tutto ciò di cui ho bisogno è un fuoco e posso connettere i due..."
Myian, senza dire una parola, prese la mano di Rouge e la trascinò verso il camino della sua camera temporanea.
Rouge tornò nella sua e prese tutti gli accessori che aveva portato e la sua bacchetta.
Quando tornò, si mise di fronte al camino. Guardò Myian, che annuì, e si concentrò sulle fiamme del fuoco. Esso iniziò a diventare viola, e assunse una forma sferica. Diventò un grande anello di fuoco, con un centro vuoto. Lampeggiò in diversi punti, mostrando persone o animali che avevano acceso un fuoco. Era come se loro fossero al centro del fuoco.
"Non riesco a trovarlo..." disse tristemente Rouge. Ma subito dopo aver detto ciò, vide un bell'elfo, che stava fissando un mondo che non c'era, appoggiato contro un albero.
"Eccolo !" disse Myian eccitata, saltando su e giù. Ma poi si fermò, con lo sguardo accigliato.
"Ma...come facciamo ad arrivarci ?"
Rouge si voltò verso di lei e sorrise. "Ci passiamo attraverso !" Afferrò rapidamente la mano di Myian e la trascinò attraverso il cerchio verso Legolas, Principe di Bosco Atro...

Legolas si svegliò dal suo sonno prima del previsto. Vide il fuoco diventare più grande, e attraverso esso passarono due ragazze. Una con capelli ondulati rosso fuoco ed occhi verdi, l'altra con ricci capelli biondi sempre con occhi verdi, ma più chiari della prima. Davanti a lui si trovavano Rouge e Myian.
Myian sorrise nella sua maniera irritante, e Rouge sembrava imbarazzata.
"Pensavi di poterti sbarazzare di noi, eh ?" disse Myian "Dovrai sopportarci per sempre, bel Principe !"
Rouge voltò la testa dagli occhi confusi di Legolas.
Doveva sopportare un fardello indesiderato...doveva sopportare Myian...

13. Acque pericolose

Legolas, accompagnato da Myian e Rouge, dormì per il resto di quella notte. Quando si svegliò, Myian e Rouge erano già pronte a mettersi in viaggio. Senza dire una parola, raccolse la borsa e il suo equipaggiamento da arciere e si incamminò verso Nord.
Mentre camminava, vide i confini orientali del Bosco Atro. Non desiderava tornare a casa, così non si fermò. Nemmeno Myian era ansiosa di tornare. Rouge sembrava mostrare interesse, ma tenne per sé tutte le domande. Non era mai stata in nessun altro posto che a casa sua. Le mancava il modo in cui si svegliava con il rombo delle cascate, e il profumo dei fiori di fuoco, ma ora doveva viaggiare, aveva uno scopo...
Ad una lunga distanza dal Bosco Atro, Legolas si voltò e vide Rouge che si sosteneva al massimo con il suo bastone da passeggio. Sapeva che era affaticata, così si fermò accanto al fiume e disse a Myian che era tempo di riposare.
Rouge fu estremamente grata per la decisione di Legolas, perché non desiderava essere di nuovo portata sulla sua schiena.
Si tolse i suoi stivali troppo grandi e immerse i piedi nell'acqua. Da dove era seduta poteva vedere Ered Mithrin. Era una piccola catena di monti, colorati di blu dal cielo e bianchi sulle cime. Poteva vedere anche una vetta dove la neve sembrava non essere caduta.
Legolas vide la cima che lei stava guardando e parlò.
"Quella è la nostra destinazione. Galadriel aveva detto che là avremmo trovato un nuovo membro del gruppo."
Poi lasciò cadere a terra la borsa e vi appoggiò sopra la testa, il viso rivolto al cielo. Myian si tolse gli stivali e raggiunse Rouge vicino al fiume.
"Così..." disse Myian a Rouge "Tu sei l'ultima dei Draconici ?" Rouge annuì.
"Mi...mi dispiace. So anch'io cosa significa essere soli. Gli Elfi mi trattano in modo diverso perché sono come loro solo per metà. Quando ero una bambina, allontanavano gli altri bambini da me. Mia madre sembrava disonorata per l' 'errore' che aveva commesso, e si era aggiunta a loro nello svergognarmi. Presto scappai via, sperando che fosse la soluzione al mio problema. Ma avevo affrontato il crudele mondo degli uomini, e presto mi diedi al furto per sopravvivere. Quando ne ebbi abbastanza, tornai al Bosco Atro. Vi costruii la mia casa con le mia stesse mani. La gente pensava che venissi da Rivendell, così la mia vita continuò tranquilla fino al giorno in cui mia madre mi vide. Allora disse la cosa più dolorosa che io abbia mai sentito nella mia vita." Myian si voltò verso Rouge che stava ascoltando con interesse.
"Mi disse 'Perché sei tornata ? Tu non appartieni a questo posto'. Tutti coloro che erano diventati miei amici, presto mi lasciarono sola. Ma incontrai qualcuno che non mi trattò allo stesso modo. Questa persona mi fece rialzare da terra e mi disse che non importava quello che gli altri pensavano di me 'finchè vivrai la tua vita nel modo che ritieni più adatto !', mi disse. Ma poco tempo dopo andò a Rivendell, lasciandomi sola. Ritornò anni più tardi, dopo che il mio cuore era diventato freddo per tutte le mie perdite, senza niente da dire a nessuno tranne 'Ho commesso i miei errori, non farò mai più amicizia.' Questa persona era Legolas. Cercai molte volte di fargli visita, ma le guardie me lo impedirono. Aspettai che lasciasse il palazzo,, ma era sempre nei Giardini Reali, o sul suo balcone a guardare le stelle. Ecco perché lo seguo. Io spero che ritorni l'elfo che era mio amico, l'elfo che diceva quello che pensava, che aiutava chi aveva bisogno, che...che amava la vita che gli era stata donata."
Legolas aveva sentito tutto di nascosto. Non aveva più ricordato questo fino ad allora. Non sapeva che la sua vecchia amica mezzelfa era proprio Myian. La piccola innocente ragazzina esperta nell'arte del furto adesso era la bellissima guerriera Myian. Non l'aveva riconosciuta perché non aveva mai saputo il suo nome.
Legolas meditò su quel fatto, ma non si sentì affatto male a sapere che aveva evitato la sua amica anni prima della compagnia dell'anello. Pensava che fosse stata uccisa o se ne fosse andata dal suo luogo di tortura. Invece era diventata una rispettabile mezzelfa di Bosco Atro. Il suo cuore era gentile verso le 'piccole creature' di Bosco Atro. Alcune persone erano diventate sue amiche, ma alcuni la evitavano ancora. Ricordò di averla osservata dal balcone mentre giocherellava con il suo orecchio appuntito che si era ferito mentre saltava da un albero, e di aver chiesto ad una fanciulla chi fosse.
Poi si voltò a guardare la sua amica per lungo tempo perduta. Lei gli restituì lo sguardo, ma un grosso tentacolo uscì dall'acqua e la afferrò per il collo sottile. La trascinò nell'acqua, cercando di annegarla. Rouge alzò immediatamente il suo bastone, bruciando due aculei con il fuoco verde che usciva da ciascuna estremità del bastone.
Legolas dimenticò il suo arco ed estrasse il pugnale. Lui e Rouge si gettarono sulla creatura che aveva afferrato Myian. Legolas non avrebbe perso la sua unica amica ancora viva...non ora...

14. Amicizia senza significato

Rouge fu la prima ad entrare in contatto con la creatura. Fece roteare il bastone verso il basso tagliando il lungo e magro tentacolo che stava soffocando Myian. Lei cadde in acqua, ma fu presa da un altro tentacolo. Quindi, senza che ci fosse tempo perché Rouge si mettesse in una buona posizione di difesa, altri venti tentacoli spuntarono dal fiume.
Rouge lasciò andare la bacchetta e iniziò a colpire la creatura con il fuoco magico. Legolas si avvicinò il più possibile alla riva del fiume e cercò il corpo. Vide una massa verde e capì che era quella che stava cercando. Fece per colpirlo, ma si accorse di essersi lasciato alle spalle l'arco. La sua unica possibilità fu di lanciare il pugnale, con l'estremità tagliente verso la massa. Entrò in contatto con la sua superficie, e la creatura lanciò uno strillo così forte che si sentì attraverso l'acqua. Lasciò cadere Myian nell'acqua priva di sensi, cianotica in viso.
La massa iniziò a sollevarsi dal fondo del fiume. I suoi tentacoli estrassero il pugnale dal corpo e lo rilanciarono verso Legolas. Lui si gettò da un lato e lo afferrò, ferendosi leggermente.
La massa si alzò dall'acqua e assunse una forma umana. Rouge era saltata nell'acqua per salvare Myian, ed entrambe ne uscirono fradice.
La forma umana si issò sull'altra sponda del fiume con un braccio sanguinante. Era un cambia-pelle. Guardò gli avversari con dolore e rabbia. Capelli maroni e bagnati gli coprivano quasi tutta la faccia, ad eccezione degli occhi.
"Non avete visto il resto di me. Questo mondo giungerà alla fine !" Quindi si trasformò in un orso e scomparì dalla loro vista.
"Che cos'era ? !" disse Myian, riprendendo i sensi e un colorito più naturale sul suo viso cianotico. Sembrava preoccupata perché aveva affrontato di nuovo la morte.
"Era un cambia-pelle..." le disse Rouge guardando nella direzione in cui la creatura era fuggita. Poi si voltò e guardò Legolas.
"Siamo stati seguiti. Io l'avevo sentito, ma si era tenuto a distanza e pensavo che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi. Ma posso solo immaginare che stesse lavorando per il nostro nemico in questo viaggio. Ma l'unico problema è che non abbiamo idea di chi sia questo nemico..." Poi si perse nei suoi pensieri, immaginando tutte le possibili persone che avrebbero potuto fare una cosa del genere. O, ad essere meno specifici, quali creature avrebbero potuto farlo.
Legolas fece del suo meglio per tranquillizzare Myian, che stava perdendo il fiato, e fece tutto ciò che gli era possibile. La presa del cambia-pelle aveva lasciato un segno rosso sul suo collo. La ragazza iniziò a piangere dal dolore. Quindi Legolas chiese aiuto a Rouge, dato che sembrava sapere qualcosa sull'arte della cura.
"Rouge !" gridò. Lei interruppe la sua meditazione e si voltò verso di lui. Vide Myian ed entrò immediatamente in azione. Legolas lasciò andare Myian e immerse la mano ferita nel fiume. Aveva già sviluppato una cicatrice marrone che sembrava fuori posto sulla sua mano chiara.
Si voltò e vide Rouge che metteva delle erbe nella sua solita ciotola e sbriciolarle con un cilindro di metallo, pronunciando parole nella lingua dei Draconici. Poi mise le erbe sul segno rosso, mescolandole con il sangue di Myian. La ragazza smise di piangere e lamentarsi dopo un paio di minuti ; l'impacco aveva diminuito il dolore.
Legolas si avvicinò alla borsa che giaceva abbandonata prima dell'attacco a sorpresa del cambia-pelle, e la portò a Myian, mettendola sotto la sua testa.
"Grazie...a tutti e due." Disse Myian in tono sonnolento. "Ma mi sentirei più sicura lontano da questo terribile fiume !" disse in maniera quasi scherzosa. Legolas la prese nelle sue braccia e la posò a breve distanza dal fiume, accanto ad un enorme masso.
Poi misero la borsa sotto la sua testa, e la spessa coperta di Rouge intorno a lei. Legolas tagliò dei rami da una quercia per accendere un fuoco che tenesse Myian al caldo. Spezzò i rami meglio che potè e li portò a Rouge. Lei annuì in approvazione e accese il fuoco.
Quando Rouge si addormentò, Myian chiamò Legolas. Domandandosi cosa facesse ancora sveglia, andò da lei.
"Mi sei mancato..." gli disse guardando nei suoi occhi vuoti. "Sono felice che ti sia finalmente ricordato della nostra amicizia iniziata molti anni fa..." Legolas annuì, non sentendo nulla di famigliare riguardo a Myian. La ragazza chiuse i suoi occhi sonnolenti e Legolas si piegò su di lei e le baciò la fronte, augurandole un buon sonno.
Si domandò perché non provasse nulla ora che sapeva chi era. Lei era diventata una persona completamente diversa. Non l'aveva riconosciuta in alcun modo, né conosceva la nuova lei. Poteva fingere di essere l'amico che lei ricordava finchè non si fosse sentita meglio, ma solo fino ad allora.
Sperò che si riprendesse presto...

15. Ered Mithrin

Myian si svegliò sulla spalla di Legolas. Era stupita e si sentì imbarazzata in quella posizione. Si domandò perché non stesse ancora giacendo sulla borsa che Legolas aveva sistemato per lei.
Lui la guardò con aria interrogativa. Lei capì che ciò significava "Sei pronta a continuare ?". Annuì dato che il dolore al collo era scomparso.
Rouge guardò i due, sorridendo. Myian si sentì comoda sulla sua spalla, aveva sempre sognato di stare in quel modo, ma Legolas, d'altra parte, si sentiva molto scomodo. Myian non gli piaceva così tanto, ma stava passando una notte insonne, lamentandosi e toccandosi il collo, così Rouge gli aveva suggerito di cantare per lei. L'aveva sollevata e messa sulla sua spalla, così non avrebbe dovuto cantare a voce tanto alta perché gli Orchi lo sentissero. Lei smise di lamentarsi e dormì in pace.
Poi si alzò, facendo sbattere la testa di Myian a terra.
"Ahi !" esclamò lei fulminandolo con gli occhi "Grazie per aver rovinato il momento !"
Rouge ridacchiò, sapendo che lei provava dei sentimenti per Legolas, ma sapeva che lui non ne provava alcuno. Aveva cercato di spiegarlo a Myian, ma lei aveva detto che avrebbe solo dovuto fare leva sulla sua avvenenza e lui sarebbe andato da lei strisciando. Ma questo doveva ancora accadere.
Si prepararono tutti a continuare, e mangiarono i frutti rosa che Rouge gli aveva offerto. Li chiamava "Frutti di Fuoco".
Mentre si avvicinavano a Ered Mithrin, la temperatura si abbassò lentamente. Rouge era l'unica con un mantello, ed era l'unica ad averne bisogno. Gli Elfi avevano un miglior controllo della temperatura, e potevano adattarsi in una certa misura.
Mentre si avvicinavano alle montagne, iniziò a scendere la neve. Si sciolse subito dopo aver raggiunto il terreno, e questa era una benedizione per Rouge, poiché non desiderava affatto camminare nella neve. Non l'aveva mai vista prima, aveva solo sentito delle storie dai suoi antenati, ma ne sapeva abbastanza per fonti secondarie.
Avvicinandosi sempre di più alle montagne, videro sentieri tortuosi che li portavano alla loro destinazione sulla vetta.
Senza sentire l'opinione delle ragazze, Legolas proseguì per il sentiero. Loro lo seguirono, facendo rabbrividire Rouge, dato che era sempre rimasta al caldo e non aveva mai sperimentato il freddo. Quando raggiunsero la neve spessa, Rouge si fermò. Osservò Legolas e Myian camminare sulla la neve, Myian che lasciava grosse impronte poiché era mezza umana, mentre Legolas non lasciava praticamente nulla dove camminava.
Myian, ricordandosi che Rouge era una Draconica, si voltò verso di lei e la guardò con comprensione.
"Oh ! Legolas, non credo che abbia abbastanza energie per proseguire, non può camminare sulla neve come noi."
Legolas si voltò e si diresse verso Rouge. La guardò mentre avanzava goffamente nella neve, ma vide qualcosa apparire intorno al suo corpo. Delle fiamme divamparono intorno a lei, sciogliendo la neve che le si trovava davanti. Si fermò sorpresa da quanto era accaduto. Continuò piano a camminare mentre la neve si scioglieva in pozzanghere, ma dopo che si fu allontanata di un passo, queste cominciarono a ghiacciare.
Legolas era sorpreso e ammutolito allo stesso tempo. Lei lo guardò e annuì, e proseguirono.
Al calare della notte, Legolas e le ragazze raggiunsero la vetta. Legolas guardò il cielo pieno di stelle. Le fanciulle si sedettero a guardare lui, entrambe attratte dalla sua bellezza. Myian lo vedeva perfetto, ma Rouge vedeva solo il suo dolore. Aveva distrutto la sua vita, ed era diventato eternamente triste. Ma Myian le spiegò che era compito loro sistemare Legolas, anche se lei avesse dovuto morire.
Mentre le stelle diventavano più luminose, la loro luce mostrava con chiarezza la vetta ricoperta di neve. Legolas si voltò e vide che la neve attorno a Myian e Rouge si era sciolta. Poi puntò il dito verso la cima della vetta, indicando un piccolo ponte trasparente ma leggermente iridescente davanti a lui. Entrambe le fanciulle erano stupite e si alzarono per vedere cosa avrebbero potuto fare.
Legolas mise un piede avanti, provando la stabilità del ponte. Era più duro del diamante ma più morbido della seta. Iniziò ad avanzare su di esso e le ragazze lo seguirono. Quando giunsero alla fine del ponte, non c'era nulla. Legolas prese un piccolo frutto dalla sua borsa e lo gettò nel vuoto.
Il frutto fu risucchiato nelle stelle scomparendo prima di arrivare ad un piede di distanza da loro. Legolas si voltò e guardò Rouge e Myian con occhi vuoti, cercando la loro approvazione.
"Vuoi che ci gettiamo dal ponte e speriamo che ci sia qualcosa pronto a prenderci, eh ?" disse Myian con disapprovazione. Lui annuì e lei sospirò profondamente. Rouge lasciò il fianco di Myian e si avvicinò a Legolas. Fece un passo in avanti e si lanciò nell'oscurità. Myian lanciò uno strillo sorpreso.
Poi Legolas attraversò il portale lasciando sola Myian.
Le nuvole cominciarono a coprire le stelle chiare, facendo brillare debolmente il ponte. Myian sapeva che ciò significava che esso sarebbe sparito sotto i suoi piedi se non avesse assorbito abbastanza luce stellare.
Corse e raggiunse la fine del ponte, lanciata verso il portale. Subito dopo aver saltato dal ponte, esso sparì, lasciandola a domandarsi dove il portale potesse condurre...

16. Il Regno dell'Acqua

Rouge fu tirata nell'oscurità e atterrò su un grande pavimento di roccia circondato dall'acqua. Legolas non era molto lontano da lei, e fece un passo nel Regno in cui l'acqua era abbondante. Non c'era terra, ma vi erano molte colonne che si approfondivano nell'acqua e le loro sommità sbucavano a malapena dalla sua superficie.
"Dov'è Myian ?" chiese Rouge a Legolas. Poi sentì un urlo, seguito da una ragazza che piombava nell'acqua. Rouge e Legolas si avvicinarono al bordo della roccia e guardarono Myian. Lei li vide e si arrampicò rabbiosamente sulla roccia, gocciolante d'acqua.
"Perché queste cose capitano sempre a me ? !" gridò.
Rouge ridacchiò e Legolas fece un piccolo sorriso appena visibile. Ma i suoi occhi non cambiarono. Ancora vuoti come sempre, come se uscissero dal vero regno dell'acqua abbondante.
Rouge fece un incantesimo che diede un'esplosione di calore, asciugando quasi completamente Myian.
Poi Legolas sentì qualcosa venire dall'acqua. Anche Rouge sentì la stessa cosa e fece di nuovo uscire delle punte dal suo bastone di legno. Legolas vide ciò che aveva fatto e prese il suo pugnale, e anche Myian i suoi.
Videro una figura umana nuotare dalle acque profonde, e dopo che ebbero aspettato un poco, essa raggiunse la superficie. Era umano, ma con una differenza : aveva la coda come un pesce.
Notando le loro armi sguainate, esso parlò. "Salve...uhm...mi sentirei più tranquillo a parlare con voi se metteste a posto le vostre armi."
Le ragazze attesero la reazione di Legolas. Egli ripose il suo coltello, e le ragazze fecero lo stesso.
"Chi sei ?" gli domandò Rouge.
"Sono Ryken" rispose l'uomo con la coda. "Sono un Tritone, se non l'avete già notato."
Myian se n'era accorta, ma aveva anche notato che era nudo dal tronco in su. Le piacque guardare i suoi capelli bianchi e occhi azzurri. Il suo viso era molto bello, e il suo corpo molto ben tenuto in esercizio, con muscoli che lo dimostravano, ma nulla di eccessivo. Poi si issò goffamente sulla colonna su cui loro si trovavano, e la sua coda scomparve lasciandogli un paio di gambe coperte da pantaloni verdi. Si alzò in piedi all'altezza di Myian e la guardò negli occhi, e lei quasi si sentì svenire.
I suoi occhi curiosi indagarono il suo viso e le sue orecchie.
"E tu, mia signora, sei una mezzelfa."
Myian indurì la sua espressione, cercando di capire come lo sapeva. Aveva orecchie e figura elfica, doveva immaginarlo.
"Temo che siano state le tue orecchie a rivelarlo." Disse con un piccolo sogghigno. "Dicono molto di più su di te" disse rivolgendosi a Legolas e fissandolo negli occhi "Che degli altri tuoi amici qui..." disse cercando di capirlo. "I suoi occhi sono...vuoti, tengono tutto lontano da loro. Come puoi farlo ?" chiese a Legolas.
Legolas gli diede uno sguardo confuso, non avendo idea di cosa quella creatura stesse parlando.
"Molto bene" disse rivolgendosi a Rouge.
"Ah ! Un Draconico !" disse con volto felice. "Da molti anni il mio popolo non ne vede uno. Il villaggio fu disgraziatamente invaso. Noi Tritoni e i Draconici andavamo abbastanza d'accordo."
Rouge annuì, capendo ciò di cui stava parlando. Il suo villaggio era spesso visitato dai Tritoni. Erano innamorati delle cascate che la sua Casa possedeva. Inoltre distraevano i bambini abbastanza a lungo perché le loro madri li potessero lavare prima che si scocciassero.
"Qual è il tuo nome, mia signora ?" chiese a Myian. "E perché siete qui ?"
"Io...io...io..." disse Myian, ancora timorosa. "Io sono Myian !" disse infine. "Questi...questi...sono Legolas e Rouge."
Ryken rise e annuì. "So perché siete qui. I nostri anziani l'hanno visto nella 'Pozza della conoscenza'. Venite !" Poi saltò in acqua, riprendendo la sua coda verde di scaglie. Poi li guardò, ricordando che avevano bisogno dell'ari al di sopra dell'acqua.
"Oh..." disse. "Oh !" disse poi con maggiore entusiasmo. Indicò il muro. C'era un buco che non avevano visto.
"Scivolate in quel buco e raggiungerete la mia città. E' piena d'aria, è sotto l'acqua ma ne è anche fuori." Questo confuse i tre. "Vedrete !" disse tuffandosi sott'acqua e nuotando di nuovo verso il fondo.
"D'accordo...proviamoci." disse Myian, ansiosa di rivedere Ryken. Saltò sulle colonne finchè raggiunse il muro, e senza aspettare gli altri, vi scivolò dentro.
Legolas la seguì e Rouge saltò goffamente da colonna a colonna finchè entrambi raggiunsero il buco. Vi era uno scivolo ripido e stretto.
"Ho...ho paura" disse Rouge a Legolas. Lui la guardò incredulo e le propose di sedersi davanti a lui, e sarebbero andati insieme.
"Grazie !" esclamò lei, dal momento che aveva davvero paura ed era felice che qualcuno come Legolas fosse con lei in quel momento.
Poi si spinsero in avanti, lungo lo scivolo liscio e levigato, girando angoli taglienti e cadendo sempre più in basso. Rouge strillò per quasi tutto il tempo finchè volarono fuori dallo scivolo e atterrarono su una coperta di morbida erba.
Legolas fu il primo ad alzarsi. Vide una città di alberi, erba, fiori, ma anche piena d'acqua. Ovunque vi erano piccole pozze, circondate da alberi.
Ma la cosa che attirò il suo sguardo furono i tentativi di Myian di sedurre il bel Tritone...

CONTINUA

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Capitolo 3
*** Capitoli 17-20 ***


L'ultima della compagnia

Autore: Flame
Titolo originale: The Last of the Fellowship
Tradotto dall'inglese per Erika's Fanfiction Page da Sage

17. La Pozza della Conoscenza

Rouge rise quando ebbe superato la paura dello scivolo. Myian fece del suo meglio per apparire femminile, ma questo non funzionò, lasciando Ryken confuso.
Sentì ridere Rouge e si voltò a guardare Legolas al suo fianco.
Avanzò verso di loro, rossa in viso.
"Fate silenzio !" strillò. Era molto seccata dal fatto che Rouge la trovasse divertente.
Poi Ryken si aggiunse a loro, ma incontrò gli occhi di Legolas, cercando una risposta. Legolas gli restituì lo sguardo nei suoi occhi azzurri. Erano più chiari dei suoi, ma avevano qualcosa che a lui mancava...un senso.
Ryken smise di guardare Legolas e guidò la compagnia verso un grande edificio sferico. Incrociarono diverse persone lungo la strada, e tutte avevano un diverso colore di capelli e diverse tonalità di colori di occhi.
Raggiunsero una stanza in cui un uomo di mezza età sedeva su un sedile simile ad un trono. Sembrava avere poco più di trent'anni, ma Legolas capì che ne aveva centinaia.
"Benvenuti" disse l'uomo, la saggezza che usciva dalle sue labbra mentre parlava. "Io sono Geleatie. Ryken è uno dei Tritoni che cercate. Non avete tempo per oziare, dovete tutti guardare nella Pozza della Conoscenza e partire, come vi è richiesto."
Li guidò nella stanza accanto e gli disse di guardare individualmente nella piccola pozza che si trovava per terra.
Myian volle essere la prima, cercando di mostrare a Ryken il suo coraggio. Si piegò sulla pozza e guardò nella sua acqua. Non vide nulla e si voltò verso Geleatie. Lui le disse di farsi da parte e lasciare andare un altro dei tre.
Legolas fu il successivo. Quando i suoi occhi guardarono nell'acqua, vide la ragazza più bella che avesse mai visto. Dormiva su una gigantesca foglia viola in un oscuro bosco, capelli rosa sparsi sul suo corpo. La sua pelle era bianca come il latte, e il suo abbigliamento era costituito da una camicia da notte di pizzo leggermente rosata.
Ma un'ombra coprì il suo corpo...una creatura avanzò verso di lei. Il cambia-pelle l'aveva trovata ! Iniziò a trasformarsi in un orso, e quando ebbe finito sollevò i suoi artigli e li abbassò verso quel corpo elegante.
"NO !" esclamò Legolas, e l'immagine scomparve, lasciandogli immaginare il suo destino. Ryken corse da lui e lo trascinò via dalla pozza.
"Cos'hai visto ?" chiese, cercando di scrutare di nuovo negli occhi di Legolas.
Ignorando Ryken, Legolas spiegò agli altri ciò che aveva visto.
Nessuno potè spiegare che creatura fosse. Rouge avanzò verso la pozza e senza inchinarsi guardò in essa. Poi senza dire nulla tornò verso il piccolo gruppo.
"Per raggiungere l'ultimo membro della nostra compagnia, dobbiamo dirigerci verso Swanfleet." disse loro.
"E' parecchio lontano !" disse Ryken "Ma se possiamo passare per Rivendell, potrei provare a chiedere ad una gentile creatura dell'acqua di trasportarci per parte del percorso." disse poi rassicurandoli.
"Dovete partire, avete pochi giorni prima che l'oscurità inizi il suo compito !" esclamò Geleatie, lasciando la stanza, e si diresse fuori dall'edificio verso il centro della città subacquea.
Poi sollevò le mani nell'aria, facendo uscire tutta l'acqua.
"Andate ! Alla vostra destra troverete una scala, salitela più in fretta che potete, non potrò mantenerla a lungo." disse l'anziano, mentre gocce di sudore si formavano sulla sua fronte.
Ryken saltò nel pozzo vuoto, seguito dagli altri. Li guidò a destra, indicando le scale.
Dopo che si fu guardata intorno, Rouge gridò. L'acqua che prima era lì, non era completamente scomparsa, ma si era trasformata in un enorme vortice attorno a loro. Legolas la afferrò, trascinandola su per la scalinata. Corsero per le scale finchè ne ebbero raggiunto la cima.
"Dove andiamo ora ?" chiese Myian, sapendo che quando il vortice si sarebbe scatenato avrebbe provocato un'enorme eruzione dove i quattro lati si sarebbero riuniti, causando la fine delle loro vite.
Ryken indicò davanti a sé. C'era un piccolo buco sopra di loro, quasi confuso con il soffitto di pietra del regno.
Saltò e vi fu trascinato dentro. Legolas e Rouge lo seguirono, risucchiati nell'oscurità. Myian ci pensò ancora una volta. "Non ci sono ponti !" gridò, immaginando gli altri cadere nell'abisso. Ma poi il vortice iniziò a precipitare nel mezzo, non lasciandole altra scelta che saltare nel buco.
Vi passò attraverso, gridando, senza sapere se avrebbe potuto sopravvivere attraversando l'oscuro portale...

18. Sopravvissuti

Ryken fu naturalmente il primo ad essere preso nel portale. Era confuso quando giunse dall'altra parte senza aver visto alcun ponte. Ma si ricordò che il ponte appariva solo alla luce delle stelle, ed essa, naturalmente, non lo stava ancora raggiungendo.
Cadde verso la montagna, e la sua unica speranza era di afferrare la sporgenza sovrastante. E per un colpo di fortuna riuscì ad afferrarla stretta, anche se i suoi muscoli si tesero all'inverosimile.
Si tirò su, guardando in alto per vedere Legolas cadere verso di lui, sforzando le sue braccia dolenti per prendere il braccio di seta dell'elfo. Era così liscio che gli sarebbe scivolato via se Legolas non avesse ricambiato la presa.
Tirò Legolas verso di lui, stringendosi il braccio in un dolore terribile una volta che Legolas non ebbe più bisogno del suo aiuto.
Poi Legolas si voltò velocemente per cercare di afferrare Rouge, ma lei cadde all'improvviso e lui mancò la sua mano. Lei urlò forte, provocando una valanga sull'Ered Mithrin.
Mentre ricominciava ad inspirare, per continuare ad urlare, qualcosa di grande e bianco sfrecciò sotto di lei, prendendola sulla sua schiena. Lei smise di gridare quando vide la creatura che l'aveva presa a mezz'aria. Era un drago bianco...un drago di neve.
La riportò in alto, verso Legolas e Ryken, quindi lei balzò da Legolas, cercando la protezione delle braccia che lui le offriva ogni volta che ne aveva bisogno. Ma stavolta, Legolas non le diede la protezione che desiderava. Invece la spinse dietro di lui e ignorò tutte le sue suppliche e le urla a causa del drago.
Poi Myian cadde dal cielo urlando, dando a Legolas abbastanza tempo per afferrare il suo braccio, salvandola da una morte crudele.
Allora Rouge uscì da dietro le spalle di Legolas e avanzò verso il drago, dando agli altri il tempo di estrarre le loro armi. Myian portava l'arco che Legolas aveva lasciato sul pilastro nel Regno dell'Acqua. Glie lo lanciò e lui estrasse velocemente una freccia e la mise sull'arco.
Myian prese i suoi pugnali, e Ryken tenne le braccia incrociate davanti al suo viso. Due lunghe pinne taglienti apparvero su ciascun braccio. Myian lo guardò, pensando a come il suo desiderio quelle pinne nelle sue braccia.
Rouge guardò un attimo il drago e poi si voltò verso la compagnia.
"Lei viene in pace. Vuole solo aiutarci a lasciare sani e salvi Ered Mithrin. Non può lasciare l'area perché ha dei figli a cui badare, ma può portarci fin dove la neve è più sottile. Saliamo sulla sua schiena, e ci porterà via immediatamente."
Dopo aver terminato la frase, salì sul dorso della creatura. Ryken, risucchiando le pinne dentro le braccia, seguì i suoi ordini, poi Myian e infine Legolas.
Il drago, cercando di volare il più dolcemente possibile, si librò in aria. Ciò fece tremare Ryken più di quanto già facesse, poiché indossava solo dei pantaloni.
Myian prese un piccolo mantello dalla borsa che aveva al suo fianco e lo pose sulle sue spalle. Lui la guardò con cordialità e lei gli restituì lo sguardo. Ryken si strinse il mantello intorno al corpo, sentendo l'adrenalina scorrere mentre raggiungevano in aria nuove altezze che non avevano mai sperimentato.
Poi il drago si gettò in avanti verso il terreno dove si trovavano solo pochi mucchietti di neve.
Scesero dal drago e Rouge gli disse qualcosa in una lingua diversa, molto probabilmente quella usata dai Draconici per comunicare con i draghi.
Esso poi volò via nell'oscurità di Ered Mithrin. Rouge si voltò e fece un cenno con la testa, ed iniziarono a dirigersi a sud-ovest verso Rivendell.
Presero un sentiero battuto, che indicava che non erano le uniche persone che viaggiavano verso Rivendell. Lungo la strada, per un colpo di fortuna, incontrarono una carovana di mercanti trainata da giumente grigie.
Comprarono provviste e dei vestiti migliori per Ryken. Lui li accettò con gratitudine dopo che Legolas li aveva pagati, dato che aveva sperimentato la crudeltà del clima e della temperatura.
Dopo che Ryken si fu vestito ed ebbe restituito il mantello a Myian, che l'aveva rimesso nella borsa che aveva al fianco, si accamparono, dato che erano tutti stanchi per l'incidente capitato ad Ered Mithrin.
Dopo che Rouge ebbe acceso il fuoco, presero tutti posizioni separate intorno ad esso. Legolas era sdraiato sulla sua borsa imbottita, Ryken accucciato davanti al fuoco, Rouge seduta contro un albero e Myian seduta su uno dei rami dell'albero.
"Grazie per avermi salvato, Legolas" gli disse inaspettatamente Myian.
Legolas esitò un momento, poi rispose "Prego."
Ryken fece scorrere le dita attraverso i suoi capelli bianchi, cercando ancora di capire Legolas. Lo spaventava pensare a ciò che aveva protetto gli occhi di Legolas dalle spie come lui. Riusciva sempre a leggere negli occhi, , un'arte che aveva appreso da sua madre, per carpire informazioni generiche sul passato di una persona e comprendere la differenza tra una bugia e la predetta verità. Ma avrebbe potuto guardare Legolas negli occhi per l'eternità e non avrebbe mai capito con certezza di quale Legolas stesse parlando.
Legolas stava solo guardando le stelle, pensando al dolore che aveva provocato a Galadriel. In un certo senso, lei si identificava nella sua madre adottiva. Cercò di capire come si sentisse al riguardo, senza sapere quali sentimenti stesse provando. Poteva solo rispondere a se stesso dicendo che avrebbe fatto del suo meglio per accettare la sua implicita offerta di quell'amore materno che non aveva avuto da bambino.
Anche Myian stava guardando le stelle, ma non per cerare risposte di emozioni e azioni di altre persone, ma per cercare risposte sul loro futuro. La compagnia era piccola, e dovevano ancora trovare l'ultimo membro. Si domandò se la ragazza dai capelli rosa per cui Legolas aveva provato quei forti sentimenti fosse la prossima, o se stesse solo mostrando quanto potesse essere brutale il cambia-pelle.
Così tante domande senza risposta scorrevano nella mente di Myian, che lei cedette e cercò di dormire, sapendo che non avrebbe potuto trovare alcuna soluzione in quel momento.
Rouge stava meditando su drago. Si sentiva unita a lui, anche se l'aveva conosciuto per caso. Doveva ancora dire a Legolas che gli elfi erano stati la causa della distruzione del suo villaggio. Ma la verità era anche che gli abitanti non erano morti. Erano stati trasformati in statue e gettati in grandi pozze d'acqua all'interno del villaggio. Questo era stato provocato dalla magia elfica, e l'unico modo in cui poteva annullarla era la stessa magia elfica o una magia più potente che lei non possedeva. Sperò che, se avessero trovato l'ultimo membro della compagnia, lei potesse ottenere un potere più grande per riportare alla vita la sua gente, ma, soprattutto, sua madre...

19. Viaggi e meraviglie

Erano tutti addormentati, e il fuoco riscaldava il freddo che circondava i loro corpi. Ryken fu il primo a svegliarsi. Approfittò della sua possibilità di cercare i segreti aperti nel sonno di Legolas.
Ma perfino il sonno di Legolas non lasciava spazio ad occhi scrutatori per districarsi in esso. Ciò deluse Ryken. Desiderava conoscere ciò che Legolas nascondeva a lui e agli altri. Sapeva che quando qualcuno custodiva dei segreti, era il solo sentirsi vicino a quella persona a svelarglieli. Questa era l'unica cosa che Legolas non poteva evitare.
Poi si svegliò Myian. Ryken finse di stare solamente guardando il fuoco. Lei lo guardò, dall'albero su cui aveva dormito, e coprì il corpo del tritone con i suoi occhi. Lui sapeva che lei cercava sempre di sedurlo, e gli piaceva un po' troppo giocare con i sentimenti della ragazza. Myian impazziva quando lui la ignorava, rendendo lui la sua vittima e preda del suo bisogno predatorio.
Legolas fu il prossimo, sorpreso di vedere gli altri svegliarsi dal loro pacifico sonno. Aspettarono che Rouge si svegliasse, ma non lo fece.
Ryken le si avvicinò e cercò di scuoterla dolcemente. Quindi lei cominciò ad agitarsi, ancora addormentata. Stava di nuovo avendo un incubo, la "Vista" che possedeva le stava facendo visita.
Le stava offrendo un sogno sulla ragazza dai capelli rosa che Legolas aveva visto durane la sua visita alla Pozza del Regno dei Tritoni. Era ancora una visione del cambia-pelle, che si trasformava in orso e ghermiva la ragazza con i suoi lunghi artigli sporchi di sangue. Prima che colpisse la ragazza, Rouge si svegliò dal sogno che la teneva prigioniera. Gridò e si avventò contro la prima persona che vide, cioè Ryken. Myian si sentì offesa e balzò dall'albero, gridando dal dolore mentre cadeva a terra. La sua schiena era rigida e dolente a causa del modo in cui aveva dormito durante la notte.
Cadde a terra sul fianco sinistro. Legolas si alzò, ma Ryken si tolse dall'abbraccio di Rouge e andò dalla ragazza. Le disse di non muoversi e le massaggiò la schiena, controllando che non ci fossero ossa fuori posto.
Quando lui ebbe finito, lei si alzò con le spalle dolenti.
"Ahi ! Qualcosa mi aveva detto di non dormire sui rami degli alberi, ma io, testarda, ho rifiutato il consiglio. Questa è la punizione del mio gesto sventato."
Ryken si mosse dietro di lei e le massaggiò le spalle. Lei non sentì molto a causa della pesante imbottitura che aveva sotto la tunica. Si scoprì le spalle, dandogli un campo più vasto. Era sicura che la tunica non sarebbe caduta più giù, e le piaceva sentirsi sfregare le spalle da lui.
Legolas guardava ciò che stavano facendo, osservando gli approcci del Tritone verso la mezzelfa. Non sapeva quanto le piacesse sentire le forti dita del compagno di viaggio massaggiarle le spalle, sollevandola dal dolore che stava provando.
Poi le toccò i segni sul collo. Lei si strinse nel dolore e lo guardò da sopra la spalla bianca e ossuta. Si tirò su la tunica e si tolse dalla sua presa. Lui stava rimpiangendo la sua curiosità verso quei segni rossi ma finse di disinteressarsene. Invece fissò Legolas che lo stava guardando con i suoi occhi privi di emozione. Sentì un brivido salirgli per la schiena, mentre sentiva lo sguardo trapassarlo.
Myian andò da Rouge che era ancora impaurita a causa della visione che aveva avuto. Odiava il modo in cui le visioni spuntavano nei suoi sogni. L'ultima che aveva avuto era stata quella di Legolas che andava da lei. Era una visione di avvenimenti futuri e di quasi-felicità. Quella che aveva appena avuto era invece di paura e mistero, e non avrebbe mai saputo se la ragazza si sarebbe svegliata dal suo sonno prima che l'artiglio mortale lacerasse la sua pelle.
Myian le chiese se stava bene, e Rouge annuì. Legolas raccolse la sua orsa e il suo equipaggiamento da arciere. Gli altri riunirono le loro poche cose e continuarono il loro viaggio verso Rivendell.
Viaggiarono lungo una strada di erba e fango. Fu un percorso più facile di quanto avevano sperimentato in precedenza, ma Ryken non era abituato a lunghi viaggi e iniziò a perdere il passo con gli altri. Ma Legolas fu l'unico che se ne accorse e lo ignorò.
Continuarono fino al cadere della notte. Erano così vicini a Rivendell che Legolas stava per lanciare l'idea di viaggiare di notte. Ma sapeva che la decisione di accamparsi sarebbe stata unanime. Pensava fosse un peccato dormire di nuovo, non era stanco e decise che sarebbe rimasto a guardare le stelle e a pensare per tutta la notte.
Rouge e Ryken persero quasi tutta la loro vivacità e si addormentarono sul freddo terreno accanto al fuoco. Myian invece rimase a guardare le stelle accanto a Legolas, senza scocciarlo, lasciandolo in pace. Sapeva che a Legolas piaceva la tranquillità e lo rispettò. Desiderò di poter trattenere le sue emozioni mentre lo faceva, ma non potè.
Mentre guardarono nello splendido cielo blu, Legolas indicò una stella. Era una stella cadente che sfrecciava nella loro direzione, avvicinandosi sempre di più. Myian si alzò istintivamente, cercando di correre al riparo. Ma nulla poteva nasconderli da ciò che stava arrivando...

20. Amwy

Mentre la stella si avvicinava, non diventò più grande. Invece rimase delle dimensioni di Legolas. Si avvicinò sempre di più...sempre di più...finchè atterrò con uno schianto che svegliò Rouge e Ryken. Questi corsero vicino a Myian e Legolas, domandandosi cosa fosse la massa rosa atterrata davanti a loro.
Assomigliava ai portali che Legolas aveva attraversato per raggiungere Rouge e Ryken. Tutti guardarono Legolas per avere risposte, e tutto ciò che lui fece fu raccogliere un sasso. Lo gettò nella massa rosa ed esso ne fu risucchiato, come loro erano stati risucchiati nel portale ad Ered Mithrin.
Prese le sue cose e si rivolse agli altri. Sapeva che in qualche modo questo l'avrebbe portato al prossimo, l'ultimo della loro compagnia che avrebbe salvato la vita della Terra di Mezzo. Si avvicinò alla massa rosa, sperando di vivere per vedere l'altra parte.
Gli altri erano ammutoliti, mentre lo guardavano rischiare nuovamente la vita. L'unica cosa che poterono fare fu seguirlo nel portale. Così riunirono le loro cose, spensero il fuoco ed entrarono nella massa rosa.
Dall'altra parte, giunsero in un grande giardino. Era pieno di fiori esotici che non avevano mai visto prima. Videro Legolas inchinarsi accanto ad una pianta gigantesca, più grande di lui, che aveva enormi foglie viola.
"Allora..." disse Myian, confusa dalla fretta con cui avevano attraversato il portale. "Cosa facciamo ? So che voi credete che troveremo qui l'ultima persona che ci serve, ma qualcosa mi dice che c'è dell'altro..."
"Lo so" disse Legolas alzandosi. Si voltò verso gli altri facendogli cenno di seguirlo.
"E' sempre così ?" chiese Ryken a Rouge. "Temo di sì, Ryken" rispose.
"Piantatela. Dobbiamo adattarci al suo modo di fare se vogliamo finire questo viaggio tutti interi. Lui sa quello che fa." disse Myian, sentendo la loro breve conversazione.
Loro furono d'accordo e iniziarono a seguire i passi di Legolas. Era molto tranquillo. Sapeva che qualcosa si stava preparando in quel giardino, ma non riusciva ad immaginare cosa. Dopo 20 minuti di viaggio, giunsero in una piccola radura della foresta. Lui lo riconobbe, era il luogo in cui era accaduto qualcosa di importante. L'aveva scoperto in qualche posto...qualche posto che non riusciva a ricordare.
Guardò la foresta, cercando le risposte nella sua mente. Sapeva che doveva ricordare, ma...non poteva...
Rouge fece un passo tra gli alberi fissando il centro con stupore. Legolas la seguì, e gli altri due li imitarono. Quando ebbero raggiunto il centro, finalmente lo riconobbero.
Davanti a loro si trovava una ragazza dai capelli rosa, che dormiva su una gigantesca foglia viola, la ragazza che Legolas presumeva fosse l'ultimo membro della compagnia che avrebbe aiutato il mondo in via di distruzione. Ma con la ragazza dormiente apparve anche il cambia-pelle in forma d'orso. I suoi spaventosi denti formarono un piccolo ghigno, anormale per un orso. Dritto sulle zampe posteriori, iniziò ad abbassare i suoi artigli affilati sulla ragazza dai capelli rosa. Si fece sempre più vicino alla sua pelle. Legolas tentò di scagliare una freccia, ma perfino la sua abilità non era adatta a quel compito.
Gli artigli si avvicinarono, ma quando furono a pochi centimetri dalla ragazza, i suoi occhi si spalancarono e lei rotolò velocemente giù dalla foglia. Estrasse le sue lunghe armi da sotto i cespugli vicino a lei e cominciò ad attaccare.
Le sue armi erano a forma di forca, con tre punte, la centrale più lunga, lasciando il manico lungo tre pollici.
Lei si alzò nell'aria, come se stesse volando, calciando e brandendo le lame con una tecnica impareggiabile, costringendo il cambia-pelle ad un tentativo di fuga.
Esso emise un grido acuto che echeggiò nel cielo. Subito dopo molte altre creature selvagge apparvero all'attacco. Lupi, uccelli predatori, gatti selvatici e molte altre feroci creature apparvero, costringendo gli altri ad estrarre le loro armi da battaglia e unirsi alla ragazza.
Rouge estrasse delle lame dal suo bastone, mentre Myian prestò a Ryken un pugnale, in modo che non dovesse lacerare i suoi vestiti con le sue braccia affilate che usava in combattimento. Legolas mise goffamente l'arco nella faretra e prese il suo lungo pugnale bianco dalla cintura.
Colpirono i nemici, facendone morire alcuni, mentre la ragazza dai capelli rosa saltava da un albero all'altro schivando gli attacchi. Rouge aggiunse un po' della magia del fuoco al suo bastone, provocando gravi ustioni. Myian a causa del continuo movimento iniziò ad indebolirsi, e venne colpita più volte dai nemici che volavano nel cielo. Infine Ryken lasciò il pugnale e si arrampicò su un albero, cercando di fermare gli uccelli.
Quando la maggior parte dei nemici fu cacciata o uccisa, un lupo riuscì a mordere il braccio della ragazza dai capelli rosa. Lei guardò il sangue scorrere dalla sua ferita. Poi guardò il lupo con una tale rabbia negli occhi che Legolas non avrebbe mai immaginato.
Recitò alcune parole in una lingua straniera molto simile all'Elfico. Poi alzò le armi al petto, incrociandole all'altezza del collo. Al centro apparve una piccola palla di fuoco. Poi estese velocemente le braccia davanti a lei, e il fuoco formò un muro che si diresse contro i nemici. Essi si disintegrarono in cenere e lei crollò al suolo.
Tutti ebbero paura del potere della ragazza. Tutti tranne Legolas, che non aveva paura perché desiderava la morte come soluzione ai suoi problemi.
Si piegò sulla ragazza e le toccò il collo cercando il polso, e sentì che c'era. Allora costruirono un accampamento mentre aspettavano che lei si svegliasse.
Legolas si era arrampicato su un albero e si era messo a dormire comodamente su un grosso ramo. Rouge si era sdraiata accanto al fuoco usando la sua spessa coperta come cuscino. Ancora una volta fu visitata dalla Vista che possedeva e che la fece gemere dalla paura e dallo sconforto.
Ryken diede a Rouge il conforto delle sue braccia, ed entrambi piombarono in un sonno tranquillo. Myian si era addormentata sulla foglia gigante dove si trovava la ragazza quando l'avevano vista per la prima volta. Sembrava comoda e lo era. Tutti tranne Legolas raggiunsero un mondo tranquillo nelle loro menti.
Tutto ciò che lui potè fare fu programmare i loro piani futuri e sperare il meglio.

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Legolas scese dall'albero e controllò lo stato della ragazza dai capelli rosa. Mentre lo faceva, si svegliò anche il resto del gruppo. Lui spostò i capelli dal viso della ragazza, facendola svegliare dal suo sonno involontario. Lei guardò il gruppo di persone e sorrise.
"...Grazie..." disse la ragazza, alzandosi dalla sua posizione di dormiente.
"Vi devo la mia vita. Sono nelle vostre mani."
"Non c'è bisogno che tu ci offra il tuo servizio, mia signora" disse Ryken con la sua particolare pronuncia con cui cercava di darsi un po' di fascino "Ma posso chiederti il tuo nome, in modo da rivolgermi correttamente a te ?"
Lei sorrise, non esattamente ricambiando il suo tentativo di corteggiamento, ma nemmeno rifiutandolo.
"Il mio nome è Amwy. Sono la principessa del grande regno delle Ninfe chiamato Alexandria. Vorrei invitarmi a seguirmi al palazzo reale, sarete accolti a braccia aperte nella mia casa per l'aiuto che mi avete dato.
Poi annuì, guardando tutti gli altri.
"Posso contare su tutti voi ?" chiese Amwy legandosi i capelli in una coda di cavallo con un nastro verde. Tutti i presenti annuirono.
Lei guardò di nuovo tutti, poi fermò il suo sguardo su Legolas. Avanzò verso di lui, guardandolo con i suoi occhi azzurri. Legolas restituì lo sguardo che lo univa a lei. La guardò semplicemente, nulla di più. Ma Amwy l'aveva guardato negli occhi perché cercava qualcosa dietro di loro. Ma tutto ciò che riuscì a trovare fu un profondo abisso blu.
"Che cosa nascondi ?" chiese a Legolas, senza sapere cosa si trovasse dietro la tenda invisibile che copriva i suoi segreti. Di solito riusciva a scoprire tutto ciò che voleva negli occhi di una persona, ma come anche Ryken aveva avuto dei problemi, non ci riuscì.
"Proseguiremo per i campi di Alexandria" disse Amwy indicando le pianure coperte di fiori che si trovavano ad est.
"Alexandria è il più grande regno di questa dimensione. Là potrete trovare le risposte che cercate, e, per alcuni, le cose che non desiderate. Seguitemi nel mio regno e sarete ricompensati. Poi potrete dire a mio padre il motivo della vostra presenza in questa parte nascosta della Terra di Mezzo."
Tutti seguirono la ragazza dia capelli rosa, cercando di non seccarla in alcun modo, poiché temevano per le loro vite...

CONTINUA ..

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Capitolo 4
*** Capitoli 21-23 ***


21. I campi di Alexandria


Amwy camminò nei campi fioriti che li avrebbero portati verso la loro destinazione. Forse avrebbero preferito terminare presto quel viaggio e tornare infine alle loro vite passate.

Ryken non vedeva l’ora di tornare nel suo regno acquatico, per essere lodato e ricordato anche molti anni dopo. Era poco conosciuto in quel periodo, ed era considerato un combinaguai.

Rouge voleva tornare nei giardini del suo regno nascosto nella profondità del suolo della Terra di Mezzo. Là avrebbe fatto visita alla statua di sua madre e le avrebbe parlato. Gli Elfi avevano trasformato in pietra il suo villaggio, e per lei era come la morte. Nessuno avrebbe più potuto tornare alla vita, e lei lo sapeva bene.

Myian adorava l’idea di tornare a Bosco Atro. Tutti l’avrebbero trattata in modo diverso perché sarebbe stata qualcuno di speciale. Nn sarebbe più stata l’evitata mezzelfa che alcuni disprezzavano, ma sarebbe stata vista come la mezzelfa che aveva salvato il mondo. E forse Legolas avrebbe voluto rivederla anziché rinchiudersi nelle sue stanze ad odiare la vita.

A Legolas, naturalmente, non importava di tornare a casa o partire per le Terre Imperiture. Gli interessava solo cercare la pace. Sapeva che non l’avrebbe trovata a Bosco Atro, e che il dolore se ne sarebbe andato solo con la morte. L’aveva provata, ed era stata la sensazione più bella della sua vita.

Viaggiarono a lungo, gettando fugaci sguardi ai pascoli e alle praterie nella distanza. Alla fine Amwy si fermò e si mise di fronte agli altri.

“Come vi sentite ? Credo che un po’ di riposo sarebbe opportuno !” Poi si sedette in mezzo ad un mucchio di fiori, raccogliendoli e sistemandoli in una splendida combinazione nei suoi capelli.

Anche Rouge si sedette accanto ai fiori, e, felice, contemplò la loro bellezza. Myian guardò Ryken per tutto il tempo. Si domandò come poteva essere un bambino mezzelfo, mezzuomo e mezzotritone. Non era mai stata così attratta da qualcuno.

Ryken camminò con impazienza per il campo, dando brevi sguardi alle diverse erbe. Infine si calmò e si sedette sul ceppo di un albero dalla forma comoda. Poi guardò la splendida Amwy.

Riccioli rosa caddero sul suo viso mentre il vento soffiava. Lui pensava che i suoi capelli fossero più belli di quelli degli altri, ma l’unica e bellissima capigliatura di Amwy gli faceva sentire il bisogno di toccare il suo viso. Con uno sforzo, resistette, ma non potè smettere di fissarla.

Lei si sistemò fiori viola e blu dietro le orecchie, aggiungendoli alla sua magnificenza. Alzò lentamente lo sguardo, dando un sorriso imbarazzato e continuando il suo lavoro con i fiori.

Poi guardò Legolas, che era seduto in un’area piana con corta erba. Si domandò perché evitasse l’attrazione dei fiori. Era nella volontà della sua gente amare la natura che la circondava perché non avrebbero mai saputo quando glie l’avrebbero strappata via.

Infine Ryken non potè resistere al suo bisogno di parlarle.

“Di che razza sei, se posso chiedertelo, mia Signora ?”

“Io sono una Ninfa ; una principessa, come già sai.” rispose lei, tenendo il suo sguardo sui fiori.

“Perché sei così lontana da casa ?” domandò Rouge, cercando di aggiungersi alla conversazione appena iniziata.

“Oh...sono scappata !” Questo attirò l’attenzione di Legolas. Tutti pensarono al disastro che sarebbe successo se fossero entrati nel regno di Alexandria con una principessa in fuga.

“Ma questo non metterà in pericolo le nostre vite, Amwy ?” chiese Myian con preoccupazione e un po’ di curiosità.

“Sistemerò tutto ciò che andrà storto e ogni sospetto di essere stata rapita da voi.”

Legolas parlò per la prima volta dopo molto tempo. “Non ho mai conosciuto una principessa che conoscesse l’arte della battaglia, come fai ad esserne in possesso ?”

“E’ un dono che ho ereditato !” disse Amwy, apprezzando l’attenzione. “Quando una Ninfa di sangue reale muore, tutte le sue attitudini naturali sono lasciate in una camera sotto il palazzo. Qualsiasi spirito pensi che ne valga la pena, vi darà i suoi doni naturali. Io ho ricevuto i doni di Alexander, il fondatore di Alexandria. Era il più potente mago e un gran maestro d’armi. Avendo il suo dono, io posso usare una versione più potente della sua magia, e tutto ciò che tocco può essere usato come arma nelle mie mani.”

Ryken fu sorpreso che una bellezza come lei potesse essere una combattente così seduttrice. Anche se agli altri poteva sembrare strano, credeva che questo l’avesse resa ancora più attraente di prima.

Myian vide lo sguardo sul volto di Ryken, e si ingelosì. Avrebbe voluto alzarsi e gridare ad Amwy “L’ho visto prima io !” Ma Myian conosceva il potere di Amwy.

La Ninfa suggerì di rimettersi in cammino, e fu ciò che fecero. Quando arrivarono a mezzo miglio di distanza da Alexandria, tutto il gruppo si fermò ad ammirare la bellezza della città. Ma Amwy non si era fermata per guardare la sua casa, si era fermata perché aveva sentito avvicinarsi dei nemici.

Prese le sue armi nascoste sotto il vestito bianco e si mise in posizione di combattimento. Continuò a guardarsi intorno, mentre il suo acuto istinto battagliero si faceva sentire nella sua mente. Un cambia-pelle in orma di orso sbucò all’improvviso dall’erba alta, pronto ad uccidere.

Amwy balzò verso di lui, piantandogli un pugnale nel petto. Il mostro cadde a terra, e Amwy atterrò sulla sua schiena. Era morto, ma qualcosa sembrava più vivo di prima.

Una palla di nebbia nera uscì dal corpo del cambia-pelle e scivolò nella bocca di Myian, che cadde a terra all’improvviso. Legolas e Ryken le si inginocchiarono accanto.

Legolas le controllò il polso, e scoprì che questa volta era davvero morta...

 

 

 

 

 

22. Finchè morte non ci separi

 

Legolas rimase in piedi davanti a quel corpo senza vita. Controllò di nuovo il polso, ma il suo cuore non dava il minimo segno di movimento. Poi si voltò verso Amwy, che era ancora appollaiata sulla schiena del cambia-pelle. Notò che esso stava lentamente tornando ad assumere una forma umana.

Amwy andò da Legolas, tenendo la testa bassa mentre parlava. “Mi dispiace. E’ stata una trappola imprevedibile. Non possiamo fare nient’altro che darle una degna sepoltura nel mio regno...”

Ryken abbassò il capo. Il dolore riempiva in parte il suo cuore. Gli dispiaceva come si era girato Myian tra le dita, solo per divertimento. Sperò che lei l’avesse perdonato.

Rouge aveva calde lacrime che le scendevano dagli occhi. Sentiva che i suoi occhi erano come la cascata che si trovava nella sua terra. Non riusciva a fermarle. La sua seconda amica in quel viaggio se n’era andata. Con i suoi sensi, avvertì lo spirito che si trovava nel corpo di Myian venire portato via dal vento. Rouge poteva confermare la morte, ma sapeva che nel profondo del loro cuore, tutti ne erano a conoscenza.

Amwy si sentì triste per la sua sbadataggine. Avrebbe dovuto capire che era una trappola. Convinse se stessa e tutti gli altri che era imprevedibile, ma in realtà non lo era...sperò che Myian la perdonasse...

Legolas era senza parole. Non aveva provato nulla per Myian in passato. Ma si sentiva in colpa perché era morta al posto suo. Sapeva che probabilmente sarebbe stata più felice nella sua forma reincarnata, forse stavolta sarebbe stata una ragazza elfa con una famiglia e una vita normali, ma avrebbe dimenticato Legolas e gli altri.

Legolas accettò solamente l’offerta di Amwy, mentre continuavano il loro viaggio, Myian nelle sue braccia...

 

Presto giunsero ad Alexandria, la Città della Bellezza sarebbe stato un nome più appropriato. Aveva alte mura di pietra bianca e torri di marmo. Ogni cosa splendeva alla luce del sole, ad eccezione del piccolo gruppo che stava oltrepassando le porte.

Tutti si voltarono verso di loro mentre Amwy li conduceva lungo le strade verso un palazzo.

La gente si inchinava, riconoscendo la loro principessa, e gli altri che non l’avevano fatto continuarono a vivere la loro vita di ogni giorno.

La gente non si inchinava mai né trattava Legolas con un simile rispetto a Bosco Atro, infatti non gli avevano mai fatto un completo inchino prima di allora. Avrebbe potuto essere in qualche modo invidioso o risentito, ma in quel momento portava un’amica morta nelle sue braccia, e non si diede quel grande pensiero.

Quando ebbero raggiunto la porta del palazzo, Amwy parlò in una lingua diversa, in modo che le guardie si facessero da parte e li lasciassero entrare.

Li condusse verso un trono, dove sedeva un piccolo re. Era alto solo 5 piedi, ma era molto orgoglioso e pieno di dignità. Un’enorme corona gli copriva i capelli, e portava un gigantesco vestito coperto di gemme e pietre brillanti.

“Benvenuti. Le guardie mi hanno informato dei fatti e perché siete qui. Provvederemo immediatamente alla preparazione per la sepoltura.”

Un sacerdote dai capelli neri e la veste bianca prese Myian dalle braccia di Legolas, e uscì velocemente con lei.

Trascorsero il resto della giornata a spiegare al Re di Alexandria e ad Amwy del loro viaggio, e come stessero cercando una Ninfa perché li aiutasse a completarlo.

C’erano delle possibilità che quella che stavano cercando fosse Amwy, ma c’erano anche delle possibilità che non lo fosse. Il re portò tutti i suoi discepoli nella Sala del Trono per vedere se potevano capirlo. Mentre stavano meditando e conversando silenziosamente (sic...ma è possibile ? NdT), fece preparare una camera per tutti i membri vivi del gruppo.

Rouge andò nella sua stanza, dove guardò dalla finestra incorniciata d’oro, pensando a Myian. Ryken fece lo stesso, ma si sedette sul bordo della finestra. Il cielo sembrava ricordare Myian ad entrambi. I suoi modi di fare vivaci...probabilmente era l’unica che portava un po’ d’allegria nel loro gruppo. E ora se n’era andata...

Legolas aveva un modo diverso di affrontare tutto questo. Si gettò sul letto ed entrò nel suo sonno elfico. Ma in esso, sognò. Sognò la vita che avrebbe potuto vivere con l’amicizia di Myian. Come avrebbe potuto trasformarla in qualcosa di più esplicito. Ma ora era impossibile. Adesso era davvero morta...

Passò i due giorni successivi a piangerla nel suo modo silenzioso. Nessuna lacrima sparsa, nessuna parola detta, nessuna emozione sul suo viso. Solo pensieri...

 

Legolas fu svegliato nelle prime ore della seconda notte da un visitatore inatteso. Galadriel era seduta sul bordo del suo letto, guardando il suo corpo addormentato.

“Cosa vuoi ?” Legolas si alzò dalla sua posizione e la guardò negli occhi.

“Il tuo perdono...” disse Galadriel, distogliendo il delicato sorriso dal suo viso.

Legolas si alzò dal letto e andò verso la finestra. Guardando la luna, i pensieri di Legolas tornarono a Myian.

“Lei è morta..” gli disse Galadriel “Era tempo che lasciasse la Terra di Mezzo. Non c’era nulla che tu potessi fare per impedirlo ! Smettila ! Stai di nuovo rovinando tutto ! Se tieni tutte le tue emozioni dentro di te, farai sentire alla gente il freddo dell’odio ! Smettila !”

Tutta la luce delle candele e del fuoco che era presente nella stanza svanì in nubi di fumo.

“Dimmi come ti senti ! Dovresti bruciare per tutte le cose che tieni dentro di te. Ti prego...dimmi solo come ti senti...”

“Non sento nulla” rispose Legolas alle sue suppliche “Non sento nulla, quindi non posso dirti nulla...”

“Lo sento dentro di te, Legolas ! So che hai dei sentimenti che scorrono nelle tue vene...ma dimmelo !”

“Io...io non posso...”

Qualcuno da chiamare madre

Galadriel si avvicinò a Legolas e scrutò il suo viso vuoto. Odiava la rabbia che aveva fatto crescere in lui, ma la sentiva necessaria.

Andò da lui e mise la mano sulla sua spalla. Era ossuta e curva, segno che non aveva mangiato nulla per qualche tempo. Chiuse la mano libera e la riaprì, mostrando una lucida mela rossa.

“Ecco, Legolas, mangia questa...ti farà recuperare le forze.”

Legolas le voltò le spalle e tornò verso il letto, sedendosi sul bordo. Galadriel lasciò cadere la mela mentre prendeva il posto di Legolas per guardare la luna fuori dalla finestra.

“Sai molto ben quanto ti voglio bene, Legolas. Te ne voglio quanto tua madre non può volertene. Perché non puoi accettarlo ? Perché devo farti irritare, fissando una porta eternamente sbarrata ? Ti prego, aprila per me.”

Legolas non rispose, sedeva semplicemente sul bordo del letto, ignorando la fame nel suo stomaco. Pensava solo alle sue perdite. Pensò a Myian. Perché qualcuno tanto innocente fosse condannato ad una morte così rapida e dolorosa confondeva Legolas.

Perché non avevano preso lui ? Lui voleva essere preso, voleva che la sua vita finisse. Ma non avrebbe mai ottenuto questo...mai.

Galadriel si avvicinò a Legolas, raggiungendolo sul bordo del letto.

Pose le braccia attorno alle spalle di Legolas. Lo abbracciò stretto, gli occhi umidi mentre supplicava che Legolas si aprisse a lei, ma lui non lo fece.

“Lasciami stare” fu tutto ciò che Legolas potè dirle.

“Non lo farò ! La tua vita non potrebbe essere più agonizzante di adesso, se solo tu mi parlassi !”

Il viso di Legolas divenne rosso dalla rabbia, facendolo alzare dal letto e andare verso il fuoco che era dalla parte opposta della stanza.

Guardò la legna bruciare, come bruciavano anche i suoi occhi.

Galadriel andò da lui e lo prese per una spalla, costringendolo a guardarla. Ma non solo lo fece voltare, ma lo spinse all’indietro nel fuoco...

 

“LEGOLAS !” gridò, mentre lui cadeva goffamente nelle fiamme dietro di lui.

Uno sguardo di terrore e confusione coprì il suo viso mentre il fuoco gli bruciava la pelle.

Galadriel lanciò un incantesimo che lo tirò fuori dal fuoco e spense le fiamme che stavano bruciando i suoi vestiti.

Lo portò verso il letto e iniziò a lanciare una serie di incantesimi che avrebbero ridotto il dolore delle scottature.

Rouge entrò nella stanza, avendo udito le urla, e si aggiunse subito a Galadriel nel suo processo di guarigione.

Tutto ciò che Legolas potè fare fu passare lentamente oltre il dolore...

 

Legolas si svegliò dal suo sonno. Cercò di alzare un braccio, ma lo lasciò subito cadere per il bruciante dolore che copriva il suo corpo.

Gridò di dolore mentre sentiva un’ondata di calore tutto intorno a sé.

Sentì una mano fermare dolcemente tutti i suoi movimenti, e cedette ad essa. Guardò e vide Galadriel, il viso coperto di lacrime. Lei iniziò ad accarezzare dolcemente i suoi lunghi capelli biondi con le sue mani di seta. I capelli di Legolas erano usciti intatti dal fuoco. Galadriel continuò ad accarezzargli i capelli, cercando di dargli quanto più conforto fosse possibile., cercando di guadagnarsi il suo perdono.

Si chinò e baciò la sua morbida fronte, una delle altre poche cose sopravvissuto all’impietoso incidente del fuoco. Lei aveva pianto per tutta la notte a causa della sua stoltezza. Sentiva che avrebbe fatto di tutto per ottenere la sua fiducia.

Notando che Legolas era quasi cosciente, sentì la sua ultima parola prima che si abbandonasse nuovamente al sonno.

“Madre...”

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