High school

di riccimmargheritaa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** New Friend ***
Capitolo 2: *** New Directions ***
Capitolo 3: *** First Kiss ***
Capitolo 4: *** Masturbation ***
Capitolo 5: *** Party Night ***
Capitolo 6: *** Suspects ***
Capitolo 7: *** Sex ***
Capitolo 8: *** Jealousy ***
Capitolo 9: *** New Relationship ***
Capitolo 10: *** Wedding Day ***



Capitolo 1
*** New Friend ***


(EP)

"Odio le persone."

Con questo pensiero mi incammino lungo il corridoio del liceo McKinley, la mia nuova scuola superiore. 

Al Carmel mi trovavo malissimo, ho dovuto cambiare scuola perché sennò avrebbero dovuto espellere circa metà degli studenti per bullismo. Però almeno là avevo la mia migliore amica. Qui non conosco nessuno e sono davvero bravissima a diventare la sfigata numero 1 in poche ore. A trovare un amico invece ci metto decenni.

Io e Kelly ci siamo trovate per purissimo caso, lei è così diversa da me, se al Carmel non mi lavavano la faccia nel water era solo perché sapevano che io sono la sua migliore amica.

Cammino verso il mio armadietto cercando di farmi notare il meno possibile, lo raggiungo e lo apro nervosamente, mettendoci dentro i miei libri.

Mi giro e a testa bassa percorro il corridoio, diretta verso l'aula della mia prima lezione, psicologia, ma sbatto contro un ragazzo, che mi spinge violentemente contro gli armadietti.

Sento un fortissimo dolore alla spalla e al braccio, ma trattengo le lacrime.

-M-mi dispiace.- balbetto, senza alzare gli occhi da terra.

-Guarda avanti quando cammini, sfigata.- mi dice il ragazzo, avvicinandosi.

Io gli fisso i piedi, sto tremando tutta di paura, non è il modo in cui speravo di iniziare questo nuovo anno scolastico.

-Guardami quando ti parlo, rossa.- aggiunge lui.

Io alzo lentamente la testa, ho gli occhi lucidi e le mie labbra non smettono di tremare.

Lo guardo, ha i capelli e gli occhi nerissimi.

-Oh ragazzi, guardate chi abbiamo a scuola! C'è Bambi!- dice poi, rivolto ai ragazzi che sono con lui, guardandomi in faccia. -Ehi Bambi, dove hai messo la mammina? Vai a piangere da lei?-

Un altro ragazzo, arrivando da dietro, lo interrompe. -Sei ubriaco, vattene Liam.- 

Guardo anche lui, ha i capelli biondi ricci e due piccoli occhi azzurri.

-Spostati Schuester, o ti ammazzo la famiglia.- lo minaccia il ragazzo, che ormai mi sta tenendo attaccata agli armadietti con entrambe le braccia. Il dolore alla spalla mi sta uccidendo.

-Fatti inculare Ford.- ribatte il biondo, spingendolo via.

Mi prende per mano e mi porta lontano da quel gruppo, mentre urla:-Sei ubriaco il primo giorno di scuola, vergognati!-

-Come ti senti?- mi chiede poi, sorridendomi gentilmente.

Io sono incapace di parlare, tremo ancora dalla testa ai piedi e il dolore alla spalla è ormai diventato insopportabile.

-Mi capisci?- domanda lui, non avendo nessuna risposta.

Io annuisco lentamente.

-Vieni con me.- mi mette un braccio attorno alla schiena e mi porta in quello che scopro essere il bagno delle ragazze.

-Tranquilla, calmati, non succederà più credimi, appena finisco con te corro dal preside e questa volta lo faccio espellere una volta per tutte.- prova a rassicurarmi. -Ti va di farmi vedere come sta la tua spalla? Togliti la felpa.- 

-H-ho solo la c-canottiera s-sotto.- balbetto io sussurrando.

I miei occhi sono ancora fissi per terra, non oso alzarli e sostenere il suo sguardo.

-Non mi scandalizzo, ne ho viste di donne nude e comunque non devi snudarti, semplicemente toglierti questa felpa.- 

Io sono un po' riluttante, ma ho troppo male per pensare lucidamente, perciò mi sfilo lentamente la felpa, rimanendo solo con la canottiera.

"In canottiera davanti ad un estraneo il primo giorno di scuola." penso, maledicendomi mentalmente per essere nata rossa, mingherlina, pallida e con gli occhi da cerbiatto.

-Stavolta lo ammazzo con le mie mani.- commenta lui fissando la mia spalla.

Giro leggermente la testa per guardarla, vedo un taglio non molto profondo, ma abbastanza lungo che percorre quasi metà dell'avambraccio. Il sangue sta ancora uscendo, probabilmente non ha sporcato tutta la manica della felpa, anche se non si vede perché è nera.

Lui prende delle salviette, le bagna e comincia a tamponarmi la ferita.

-Come fai ad indossare questi felponi in questa stagione? Siamo ancora in estate.- inizia a conversare.

Io guardo il suo abbigliamento, ha una maglia a maniche corte e dei jeans corti.

Non mi apro mai con gli sconosciuti, a malapena ci parlo, però lui è stato così gentile con una ragazza che nemmeno conosce. -Mi piacciono. Passo inosservata e nascondono gran parte del mio corpo. E sono molto freddolosa, sudo pochissimo, quindi per me non è un problema portare le felpe.- mentre parlo fisso la lunga felpa, ora appoggiata su un lavandino, che mi arriva fino alle ginocchia.

-Ehi, perché non alzi gli occhi? Guardami.- mi dice lui e mi mette una mano sotto il mento e me lo alza delicatamente. I miei occhi si fissano nei suoi e per un attimo si perdono.

-Hai degli occhi stupendi, sai?- mi dice. -Non tenerli sempre bassi, non privare il mondo di queste bellezze.- 

Nel frattempo la ferita sanguina decisamente meno. 

Sorrido debolmente, spero che nei miei occhi riesca a vedere tutta la riconoscenza che ho per lui in questo momento.

-Ti va di venire con me dal preside e raccontargli tutto? La sbornia ci mette un po' a passare, stavolta lo espellono. Che ne dici di collaborare?- mi domanda gentilmente.

Io annuisco lentamente, ho smesso quasi del tutto di tremare.

-Bene.- si slaccia e si sfila la cintura e la usa per tenere fermo sulla mia ferita alcuni pezzi di carta. -Puoi rimettere la felpa, sarà necessario solo tirare su la manica per mostrare la ferita al preside.-

Mi offre la mano, io la prendo un po' riluttante e lui mi conduce in presidenza. Bussa alla porta, sentiamo una voce dall'interno che ci dà il permesso di entrare, perciò lui apre la porta e io lo seguo dentro.

-Buongiorno preside. Liam Ford ne ha fatta un'altra, questa volta da espulsione: è venuto ubriaco, può controllare lei stesso se vuole, è mezz'ora fa ha spinto questa ragazza contro gli armadietti, provocandole un taglio non insignificante lungo l'avambraccio.- spiega. -Non credo ci sia bisogno di niente di più di un lungo cerotto, ma un po' di sangue l'ha perso e comunque deve aver fatto un male cane. Vero?- chiede rivolto verso di me.

Io mi affretto ad annuire. Il dolore non è tanto quanto lo era prima, ma si sente ancora. 

-Lei è la signorina?- domanda il preside.

-Emma Pillsbury.- rispondo io.

-Ah, è la ragazza nuova che viene dal liceo Carmel. Mi dispiace tantissimo della cattiva prima impressione che ha avuto di questa scuola, adesso faccio subito chiamare il signor Ford e, dato che ha già diversi richiami e sospensioni, se risulta effettivamente ubriaco, verrà espulso, senza nemmeno una consulenza con i genitori.- promette il preside. -Grazie Will, come sempre sei fondamentale per il mantenimento della sicurezza in questa scuola.- 

-Faccio solo il mio dovere preside. Ma ringrazi soprattutto la signorina Pillsbury, è lei la testimone chiave e ha avuto il coraggio di andare a parlarne col preside.- ribatte il ragazzo, Will.

-Grazie davvero signorina Pillsbury.- mi ringrazia il preside. Io sorrido in risposta.

-Ora potete andare, se lei ha bisogno di andare in infermeria accompagnala tu, altrimenti potete andare in classe.- conclude il preside.

Usciamo dalla stanza e ci fermiamo difianco alla porta. 

-Andiamo a farti vedere quel taglio?- domanda lui.

-No, sto bene. Davvero. Grazie di tutto, ma è meglio se andiamo in classe.- rispondo. Non voglio fargli perdere altro tempo e il dolore è diventato sopportabile.

-D'accordo. Io ho biologia, tu cos'hai?- 

-Psicologia.-

-D'accordo, allora le nostre strade si dividono. È stato un piacere Emma Pillsbury.- dice lui, porgendomi la mano.

-Anche per me Will Schuester.- rispondo, stringendogliela.

-Ci vediamo.- si gira e se ne va.

Lo guardo camminare allegramente, fino a che non sparisce dietro ad una porta.

Io mi sento indolenzita è tremendamente sporca, ho toccato così tante cose piene di germi e batteri nell'ultima ora, ma lo shock dell'evento avvenuto deve avermi tenuto questi pensieri fuori dalla mente. Ma ora mi stanno bombardando il cervello.

"Non vedo l'ora di farmi una doccia." mi dico mentalmente, mentre mi avvio verso la mia classe. È il modo migliore per non pensarci adesso. 

Però intanto ho conosciuto un ragazzo gentile, simpatico e davvero carino.



Spazio autrice

Ma buongiorno mondo! Ebbene sono di nuovo qui, dopo qualche giorno, con una nuova short story. L'ho scritta la scorsa estate, quindi non mi ricordavo molte cose, quando le ho rilette. Non l'ho pubblicata perché ancora non pubblicavo nulla, ma eccola, dato che ce l'ho, perché non regalare anche questa? Comunque ora vado a fare matematica, quindi vi saluto. Proverò a pubblicare una volta al giorno, se mi ricordo. Comunque è una short story.
Se gli Wemma si fossero ai tempi del liceo? Questo è quello che mi immagino io.

xoxo

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Capitolo 2
*** New Directions ***


(WS)

La scuola è ricominciata da otto giorni, lunedì prossimo c'è la prima lezione del Glee e non vedo l'ora. Quest'anno me lo sento, vinciamo le nazionali. 

Mi guardo intorno, alla ricerca di una testa rossa, finché non la trovo, immersa nel suo armadietto. Vado dietro di lei e le prendo i fianchi con le mani, dicendole:-Ciao!- 

Lei si spaventa e si gira di scatto. -Will! Che infarti che mi fai prendere!- 

Io sorrido raggiante e fisso i suoi grandi occhi color nocciola.

In una sola settimana Emma Pillsbury è riuscita a scalare la classifica delle mie amicizie, adesso la considero ufficialmente la mia migliore amica. Non so cosa sia, forse i suoi occhioni da Bambi, i suoi sempre pettinati capelli rossi, quello spruzzo di lentiggini che ha sul viso o quelle sue adorabili manie per la pulizia, ma ormai non riesco più a fare a meno di parlare con lei. Mi diverto come non mi divertivo da tempo, scherziamo, la prendo un po' in giro e lei mi fa così ridere perché non se ne accorge. 

-Un buongiorno anche a te, anche se continui a spaventarmi e a ridere di me.- mi dice lei, stringendo al petto qualche libro.

Adesso finalmente mi guarda negli occhi quando mi parla e non trema più, ci è voluta una settimana ma ce l'ha fatta.

-Non rido di te, rido con te.- ribatto io, rubandole un libro di nascosto dall'armadietto, senza che lei se ne accorga.

-Ti sembra che io stia ridendo?- dice lei, indicandosi il viso.

-Will!- la nostra conversazione viene interrotta dalla voce stridula della mia ragazza, che mi chiama da dietro di me. -Eccoti! Vieni, dobbiamo parlare.- 

-Ciao Terri.- la saluto io.

Non faccio in tempo a ridare il libro ad Emma, che Terri mi porta via, trascinandomi per un braccio. Io saluto con la mano la rossa, che ricambia il gesto. Vedo la scintilla di gioia spegnersi un pochino nei suoi occhi e il cuore mi sprofonda nel petto.

-Chi è quella?- mi chiede Terri, non appena siamo lontani dall'armadietto di Emma.

-Emma Pillsbury, secondo anno.- rispondo io, guardando la mia ragazza. Come ogni giorno indossa l'uniforme dei Cheerios, la squadra di cheerleader del McKinley, e ha i biondi capelli legati in un'alta coda, che le arriva fino al collo. 

-Ho visto che dall'inizio dell'anno le hai girato un po' troppo attorno. Devo forse ricordarti che sono io la tua ragazza?- 

-No Terri, certo che no. Emma è una mia amica, è nuova e quindi l'ho aiutata ad ambientarsi, passiamo tempo insieme perché è simpaticissima, ma niente di più. Però non aspettarti che io la ignori d'ora in poi, non puoi controllarmi la vita, lo sai dal momento in cui ci siamo messi insieme.- 

-Se vengo a scoprire che con quella Emma Pillsbury fai qualcosa di più che due chiacchiere, ti lascio immaginare che cosa ti faccio.- mi minaccia.

-Devo andare in classe, ciao.- la lascio, mentre mi dirigo verso l'armadietto per prendere i libri. Ho in mano ancora quello di Emma, lo apro e le mie narici vengono invase dal suo profumo, delicatissimo, proprio come lei. 

Lo metto nell'armadietto, glielo ridarò con calma a pranzo.



Mi dirigo in mensa, i miei occhi sono alla ricerca sempre di quella chioma rossa, appartenente alla mia ormai migliore amica.

La vedo seduta da sola ad un tavolo, ha già indossato i suoi adorabili guanti di plastica e sta per aprire la scatolina del pranzo.

-EmmaEmmaEmmaEmmaEmmaEmma!- mi precipito verso di lei, urlando più volte il suo nome.

-Si?- dice lei tranquillamente, aprendo la stagnola e tirando fuori il suo panino.

-Due cose: stamattina ti ho preso il libro di psicologia e non sono riuscito a ridartelo, vieni al mio armadietto subito dopo pranzo, così te lo do.- mi siedo accanto a lei, appoggiando il vassoio sul tavolo e comincio a mangiare. -La seconda è che stamattina mi sono scordatissimo che oggi ci sono le audizioni per il Glee, sei pronta? Io ti vengo a vedere eh.- 

-Non so se sono pronta, sono giorni che provo ininterrottamente, ma sono abbastanza terrorizzata. Tu pensi che ce la farò?- risponde lei. È nervosissima, mangia in fretta e non si preoccupa troppo di pulirsi la bocca dopo ogni boccone.

Le guardo meglio il viso e noto che si è messa un filo di trucco, sorrido perché sono felicissimo che si sia voluta mettere un po' in tiro, si vede che ci tiene. Al posto delle sue solite felpone ha una maglietta larga, le maniche le arrivano al gomito, infilata in un paio di jeans a vita alta.

-Come ti sei tirata oggi.- commento io, sorridendo malizioso.

-Non guardarmi che mi metti in imbarazzo, non credo che riuscirò ad indossare questi vestiti ancora per molto, per fortuna ho portato il cambio.- 

-Alt, prova a cambiarti e non rivedrai mai più il tuo libro di psicologia.- la avverto io.

-No, psico no, è la mia materia preferita, prendi qualcos'altro, ma non psicologia.- mi supplica lei.

-Fai l'audizione così e oggi pomeriggio riavrai il tuo libro.- 

So di averla convinta perché sbuffa, ormai sconfitta, poi chiude la sua scatolina del pranzo e si toglie i guanti. -Mi è anche passata la fame, non so come farò a sostenere l'audizione.- mette via tutto frettolosamente, poi si alza e cammina velocemente fuori dalla mensa.

Io guardo con desiderio il mio pranzo, che però abbandono tristemente per seguire la mia amica in corridoio.

-Ehi Emma, calmati. Guardami.- le prendo le spalle e la faccio fermare, la guardo fissa negli occhi. -Andrà tutto bene, anche se, non succederà, ma anche se dovesse succedere che non ti prendano, non verrà giù il mondo, ci riproverai il prossimo anno e io e te canteremo insieme tutte le volte che vorrai. Ok?- provo a rassicurarla.

Lei annuisce, mentre i suoi grandissimi occhi fissano i miei.

-Adesso fai le altre lezioni con calma e poi andiamo insieme in auditorium.-

-Grazie Will.- dice semplicemente lei.



Sono le tre e cinquanta, hanno appena chiamato Emma a salire sul palco per cantare la canzone per la sua audizione.

-Ciao, sono Emma Pillsbury e canto "I could have danced all night" da My Fair Lady.- si presenta.

La musica comincia e lei inizia a cantare.

La sua voce è incredibilmente dolce e delicata e purissima, rispecchia perfettamente quello che è lei come persona. Riesce ad arrivare a qualsiasi nota senza sforzo e ci mette anche l'interpretazione necessaria a rendere l'esibizione ancora più speciale.

Rimango incantato a guardarla per tutta la durata della canzone, alla fine non riesco a trattenere un fortissimo applauso e mi alzo anche in piedi, seguito dalla professoressa Fitzgerald, direttrice delle Nuove Direzioni, e da tutti i miei compagni del coro.

-Ottimo, davvero stupendo. Grazie mille.- commenta la Fitzgerald. 

Credo che Emma abbia fatto una buonissima impressione su tutti e sono fierissimo di lei per questo.

Lei torna dietro le quinte e io mi fiondo fuori dall'auditorium per raggiungerla e farle i miei complimenti.

-Sei stata magnifica, meravigliosa, stupenda, perfettamente fantastica!- esclamo, prendendola per la vita e facendola girare un paio di volte. Poi la stringo forte a me, lei mi circonda il collo con le braccia e ricambia l'abbraccio.

-Spero davvero che sia come dici tu.- dice solo, continuando ad abbracciarmi.



Entro a scuola in fretta, probabilmente avranno già appeso i risultati delle audizioni. L'altro ieri c'è stato il provino di Emma e oggi si scopre se è entrata nelle Nuove Direzioni.

Spero davvero di sì perché avere lei nel Glee club renderebbe tutto ancora più bello di quanto già non lo sia.

Vedo che la mia amica è già difianco alla bacheca, è immobile, gli occhi persi nel vuoto.

Mi avvicino a lei. -Che succede? Non sei entrata?- chiedo premurosamente.

-N-non ho il coraggio d-di g-guardare.- balbetta lei.

Le sue mani tremano lungo i fianchi, così decido di prenderle per rassicurarla.

-Ci guardiamo insieme.-

Le tengo strette le mani nelle mie e mi avvicino al foglio con scritto "Membri delle Nuove Direzioni".

Scorro la lista dei nomi, trovo il mio, quelli dei miei compagni e poi qualche nome che non conosco e infine, nell'ultima riga lo vedo, scritto in stampatello "Emma Pillsbury".

-Ce l'hai fatta Em.- le dico io.

Lei spalanca gli occhi, che diventano ancora più grandi di quanto già non siano. -C-cosa?- 

-Ci sei riuscita! Sei nelle Nuove Direzioni!- 

-Sono nelle Nuove Direzioni.- ripete lei, mentre io le stampo un bacio sulla guancia e la abbraccio.
 



Spazio autrice

Secondo capitolo 4 u, questi sono più o meno tutti più corti di quelli della Zikki, ma mi sono venuti così, quindi amen. Ho appena finito il TOLC I e non so se ho più un cervello, perciò vi lascio questo e poi me ne vado a letto a cercare di recuperare le forze. Non vi dico ancora quanti capitoli sono in totale, magari più avanti oppure no, chissà. Spero che vi stia interessando e nada, ci vediamo al prossimo.

xoxo

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Capitolo 3
*** First Kiss ***


(EP)

-Raccontami il tuo primo bacio.- 

Sono a casa di Will, i suoi viaggiano molto per lavoro, questa settimana sono in Paraguay, quindi lui è a casa da solo.

Il compito per il Glee è un duetto a tema "Addio", Will mi ha chiesto di farlo con lui, io ho accettato, perciò in questi giorni ci vediamo a casa sua per provare. 

Adesso stiamo facendo una piccola pausa, ci siamo seduti sul divano e io sto bevendo un po' di acqua, mentre lui si è preso una birra.

La sua domanda mi fa sussultare, mi sale il sangue alle guance.

"Perché questa domanda?" penso disperandomi.

-Ehm, beh, ancora non-non l'ho dato...- sussurro, guardandomi le mani che hanno cominciato a rigirarsi frettolosamente tra di loro.

-Oh...-

-La mia migliore amica ha provato a baciarmi una volta, lei è lesbica e dice sempre che in pigiama sono molto eccitante, ma io gliel'ho impedito, voglio che il mio primo bacio sia speciale...- provo a spiegare. -Che vergogna.- mi prendo la testa fra le mani, imbarazzata come non mai.

-Ehi Em, non c'è da vergognarsi! Abbiamo quindici anni, è normalissimo!- cerca di rassicurarmi lui, rialzandomi il viso.

-Chi mai mi vorrebbe baciare? Guardami! Sono una piccola e ossuta creatura, pallida come la morte, con due enormi e orribili occhi da cerbiatto e i capelli rossi sono il tocco di miseria. Chi mai mi guarderebbe, anche solo, senza provare ribrezzo?- le lacrime cominciano a premermi negli occhi.

-Ehi, ehi Emma.- mi fa voltare verso di lui, mi sta guardando con un'espressione gentile e premurosa.

Ad un certo punto si avvicina e preme gentilmente le labbra contro le mie, in un bacio che presto diventa più intenso.

Lui mi tiene il viso con le mani, mentre le mie sono sulle sue braccia. Poi nel nostro bacio intervengono anche le lingue, i nostri corpi sono uniti, le mie mani sono fra i suoi ricci e le sue braccia circondano la mia schiena.

Tutti i miei organi interni esplodono, il cuore non fa solo le capriole, ma ruote e salti tripli, nel mio stomaco miliardi di farfalle si muovono freneticamente, lottando tra di loro.

Dopo un tempo che pare infinito, ci stacchiamo, i nostri visi si allontanano lentamente e io non riesco a sostenere il suo sguardo, quindi abbasso gli occhi.

-Perché l'hai fatto?- domando io, dopo un po' di silenzio.

-Volevo che il tuo primo bacio fosse speciale. Perché tu sei una persona speciale e meriti di fare esperienze speciali. Smettila di definirti uno schifo umano, sei una persona meravigliosa e sei molto figa, lo dico sinceramente, sai che non ho peli sulla lingua. Nascondi tutta te stessa in quelle felpe e quei maglioni giganti, non solo il tuo corpo ma anche il tuo carattere. Sei una delle ragazze più simpatiche che conosca, in tre giorni sei diventata la mia migliore amica, adesso sei la persona con cui preferisco passare il tempo più di ogni altra.- mentre mi dice tutto ciò mi accarezza le guance con le mani.

Io sono commossa, sentire tutte queste cose da lui mi fa sentire così voluta bene, così importante almeno per qualcuno.

-Beh. È stato super speciale. Davvero bellissimo.- dico io.

-Anche per me.- 

-Ma tu non sei fidanzato con quella capo cheerleader, Terri Delmonico?- domando io, dopo un po' di silenzio, quando tutte le conseguenze di questi momenti cominciano a venirmi in mente.

-Credi che non sappia con quanti ragazzi se la fa lei di nascosto? Ma sinceramente non mi interessa molto perché qualsiasi cosa succeda, torna sempre da me alla fine. In questo preciso momento non stiamo neanche insieme, quindi posso baciare tutte le ragazze che voglio. E oggi volevo baciare te. E non me ne pento per niente.- spiega lui.

Io rido.

-Dai, vieni che continuiamo con le prove.- mi tira per una mano e mi fa alzare in piedi.

Mentre cantiamo danziamo, la mia mano sinistra è intrecciata alla sua destra, con la sua sinistra mi tiene la vita unita alla sua e la mia destra è attorno al suo collo.

È ufficiale, sono follemente innamorata di Will Schuester.



Spazio autrice

Ieri non ho postato opssss. Capitolo cortissimo, lo so, ma vabbè, intanto la storia sta continuando. In questo weekend sto cercando di riposarmi dopo due settimane intere piene di scadenze e cose da fare, poi oggi abbiamo la Formula Uno e le frecce tricolore e gli elicotteri e la gente e quindi immaginate quanto casino ci sia nella mia città, le mie povere orecchie non ce la fanno davvero più. Comunque anche se non aggiorno tutti i giorni, prima o poi mi ricordo, che sia alle due di notte oppure alle sette di sera, riuscirò a postare tutti i capitoli per concludere anche questa short story. E vi anticipo già che ne ho già scritte e pensate altre, più corte, ma comunque (a parer mio ovviamente) interessanti. Continuerò all'infinito a ripetere che non so scrivere, però ho delle idee che mi paiono molto carine e quindi le butto giù come meglio mi riesce, più per me stessa che per gli altri. Questo era il terzo capitolo, see you soon.

xoxo

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Capitolo 4
*** Masturbation ***


(WS)

"Che cazzo mi sta succedendo."

Sono in bagno, davanti a me ho il computer aperto e sto scorrendo delle foto di Terri in pose sexy, ma nessuna di queste sta riuscendo a farmi godere.

Continuo invano a muovere la mano su e giù, ma niente di niente. Con la sinistra scorro le foto, ad un certo punto appare una foto che io ed Emma ci siamo fatti scattare quando siamo andati col Glee club a Columbus. Sento uno stimolo, perciò ricomincio il movimento con la mano destra e sento che sto iniziando ad eccitarmi.

Con la sinistra vado avanti con le foto, ce ne sono altre di tutto il Glee, poi di alcuni uomini, alcune donne, mi soffermo su tutte quelle in cui appare Emma, sento che mi sta diventando sempre più duro, fino a che non vengo, gemendo il suo nome.

Mentre mi rivesto cerco di non pensare troppo a quello che è appena successo, ma è inevitabile: fino a ieri riuscivo benissimo a masturbarmi sulle foto di Terri, ma oggi ci sono riuscito solo su foto normalissime di Emma.

"Non dovrebbe andare così." mi rimprovero mentalmente. "Magari è solo perché ho ancora impresso in mente il ricordo di ieri, fra poco passerà." cerco di auto-rassicurarmi.



Il giorno precedente

Oggi ho accompagnato Emma a prendere il vestito per il matrimonio della Fitzgerald, tra una settimana si sposa e ha invitato anche noi del Glee. Emma ha chiesto a me e alla sua migliore amica, Kelly Johnson, di accompagnarla a fare shopping, perciò è un'ora che stiamo girando per negozi, in cerca dell'abito perfetto. A dire la verità non abbiamo girato molti negozi, l'operazione in cui Emma, subito dopo essersi provata un vestito, si passa l'amuchina su qualsiasi parte del corpo sia entrata a contatto con il capo impiega la maggior parte del tempo.

Almeno c'è Kelly, che è fantastica, prendere per il culo Emma senza che lei se ne accorga sta diventando uno dei nostri passatempi preferiti, ci facciamo tante di quelle risate. È super femminile, anche se è super lesbica, ma la cosa più divertente è parlare con lei delle ragazze che passano per strada, dando dei giudizi tipo "Bel culo" o "Che figa!"

-Emma, è quasi mezzanotte, ti sbrighi che ho fame!- urlo io alla rossa che si sta cambiando dentro al camerino.

-Si Em, mia madre avrà già preparato la cena sicuramente e staranno aspettando solo me!- aggiunge Kelly.

Ci guardiamo ridendo.

-Non è come provare un paio di calzini, il vestito deve essere perfetto, sennò sapete che impazzisco.- urla lei in risposta.

Dopo due minuti esce, io e Kelly stiamo fissando il culo di una commessa che è appena passata a prendere degli abiti, ci scambiamo uno sguardo d'intesa.

-Scusatemi, potrete ammirare i fondoschiena delle tipe non appena avrete finito di ammirare il mio di fondoschiena.- dice, poi, accorgendosi di ciò che ha appena detto, si corregge subito. -Non in quel senso, intendo dire che dovete dirmi come mi sta questo abito.-

Io rido e poi mi volto a guardarla. Rimango pietrificato, la bocca mi si allarga leggermente e sento il sangue scendere verso il basso. 

Cerco di ripigliarmi. "Che cazzo fai, ti ecciti in un negozio guardando la tua migliore amica che si prova un abito?"

-Sei stupenda Emma. Lo sai che io amo il tuo fondoschiena. E in quell'abito sei uno splendore.- commenta Kelly, guardandola dalla testa ai piedi.

-Si, credo sia quello perfetto.- concordo io, cercando di non concentrarmi troppo su ciò che potrebbe compromettermi in questo momento, tipo pensare a quello che si trova sotto a quell'abito. Così mi concentro sul vestito: è nero, lungo fino alle ginocchia, stretto in vita e con le maniche lunghe.

Emma si guarda allo specchio, io e Kelly ci alziamo e ci posizioniamo dietro di lei.

-Mi piace molto, ma non so, mi sento troppo scoperta. Davvero dite che mi sta bene?- dice incerta la rossa.

-Si.- dico subito io.

-Si.- concorda la sua amica.



"Passerà, è normale anche farsi delle fantasie sulla propria migliore amica se è sexy come Emma." mi convinco mentalmente, dopo aver finito di ripensare all'episodio successo ieri.

Esco dal bagno, in fondo non convinto del tutto, ma cercando di non pensarci.



"Passerà un cazzo." 

Sono passate due settimane da quel giorno, il giorno in cui per la prima volta sono riuscito ad eccitarmi solo guardando foto della mia migliore amica e non della mia ragazza e ancora sono qui, in bagno, col computer aperto sul quale ci sono le foto che io e Kelly abbiamo scattato ad Emma quando l'abbiamo accompagnata a comprare un vestito per il matrimonio della Fitzgerald. Su queste foto e su altre di Emma io mi ci sto masturbando da due settimane intere, ho provato di nuovo con foto di Terri, gliene ho fatta anche qualcuna di nascosto mentre era nuda, ma non succede niente.

Non so cosa mi stia succedendo, ma di sicuro non posso pensare ad Emma come qualcosa di più di un'amica, non me lo immaginerei mai. Poi io sono un disgraziato, lei ha bisogno di un uomo che sia fedele al cento per cento e tutti sanno che io seguo molto i miei istinti, senza badare alle conseguenze delle mie azioni. 

No, non posso lasciare che questo accada, da oggi niente più foto di Emma, anche al punto di non riuscire più a masturbarmi, ci proverò solo su foto di Terri. Così vediamo se questa spiacevole situazione passa.

Non posso neanche dire a nessuno di tutto ciò, la mia migliore amica è la diretta interessata, i miei amici uomini mi prenderebbero per il culo a vita, Terri si incazzerebbe come una bestia e gli amici del Glee non riuscirebbero a tenere la bocca chiusa.

"A dire il vero una persona ci sarebbe, non so se è una buona idea, ma credo sia l'unica possibile." penso, mentre mi maledico mentalmente per essermi cacciato in una situazione del genere.



-Ti capisco un casino.- dice la bionda.

L'unica persona che mi è venuta in mente è stata Kelly Johnson, la migliore amica di Emma. Si conoscono da un anno e mezzo, perciò lei la conosce come le sue tasche ed è l'unica che sono sicuro che non mi avrebbe giudicato. Così le ho spiegato tutta la storia del mio riuscire ad eccitarmi solo guardando foto di Emma.

-In che senso?- chiedo io.

-Anche io mi masturbo sulle foto di Emma. Lei è convinta di essere un cesso ambulante, ma ha un fisico che invidio, una faccia stupenda, è così sexy, sai quanti ditalini mi farei fare da lei?- spiega.

-Ma non posso andare avanti così.-

-Perché no? Io esco con altre ragazze, ma nel mio intimo mi eccito con foto di lei. Con la tua ragazza, Terri, quando fate sesso vieni?- domanda lei.

-Si, quello si, ma non se guardo foto sue. O di qualcun'altra.- rispondo.

-E allora che problema c'è? Non devi mica farlo sapere a nessuno come ti masturbi, è la cosa più intima che una persona possa fare nella sua vita. Dopo la cacca.- dice semplicemente lei.

-Hai ragione. Vabbè, magari è davvero solo un periodo. Grazie Kelly.- la ringrazio sinceramente.

Lei mi sorride.



Spazio autrice

Reeeeegaaaa questo capitolo è cringe. Decisamente più lungo del precedente, maaaa cringe. Comunque non vi scandalizzate perché arriverà anche di peggio ahaha. Spero che vi stia anche solo interessando, la storia è arancione, quindi se avete deciso di leggerla vuol dire che siete un pochino sporcaccioni anche voi... OK, smetto di essere cringe e vi saluto.

xoxo

 

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Capitolo 5
*** Party Night ***


(EP)

-Pronto.- rispondo al telefono mentre mi sto preparando la colazione.

È sabato e i miei nonni sono a fare la solita passeggiata mattutina, perciò sono sola in casa.

-Buongiorno Em. Senti stasera Carl dà una festa a casa sua, ci vieni con me?- mi domanda Will dall'altro capo del telefono.

-Stasera? Ma non ci vai con Terri?- chiedo io.

-Terri ha una cena con i suoi genitori e comunque non stiamo più insieme. Voglio portare la mia migliore amica per aprirla un po' alla mia compagnia di amici. Dimmi di sì ti pregooo.- 

-D'accordo vengo.- annuisco io, sorridendo al sentire la sua voce supplichevole.

-Grande! Ti passo a prendere alle otto, dress code da ballare, non elegante ma da discoteca ecco.- conclude lui, poi mi saluta e butta giù.

-Aiuto.- esclamo io non appena ho appoggiato il telefono. -Che cosa mi metto? Come faccio a prepararmi in tempo? Non ce la farò mai.- continuo, mentre decido che stamattina non mangerò niente.

Riprendo il telefono e chiamo la mia migliore amica. -Kiki, pronto, scusa, ciao, lo so che ti ho svegliato, perdonami, stasera Will mi ha invitata ad andare con lui ad una festa, ma io non ho niente da mettermi, ha detto dress code da discoteca, ma cosa vuol dire? Io non mi so vestire da discoteca Kiki!- dico frettolosamente, subito dopo aver sentito un gemito di risposta da parte della mia amica all'altro capo del telefono.

-Em. Fatti la doccia e vieni qui. Ci vediamo tra un'ora.- dice semplicemente lei, poi butta giù. 

"Probabilmente è tornata a dormire." penso, mentre corro in bagno. Mi faccio la doccia in soli trenta minuti, un record mai battuto prima, ma la fretta mi sta facendo fare tutto velocemente. 

Mi vesto, prendo solo il telefono e il portafoglio, avrà tutto Kelly a casa sua, so che riuscirà a trasformarmi per stasera. Almeno lo spero.



-Sei in anticipo.- mi dice, aprendomi la porta di casa, mentre io mi precipito in camera sua.

-Buongiorno. Lo so che sono in anticipo, ma sono convinta di non riuscire a fare tutto per stasera.- dico io.

-Per fortuna la tua migliore amica può farti da estetista, costumista e parrucchiera nello stesso momento.- 

-Infatti è per questo che ti ho chiamata subito. So che farai miracoli.-

-Iniziamo con i peli. Togliti i pantaloni e la maglia, io preparo la ceretta.-

-Le ascelle e l'inguine li ho fatti in doccia!- le urlo, mentre lei va in bagno a preparare il tutto.

-Inguine? Cosa vuoi fare stasera?- commenta lei, sbucando da dietro la porta.

-Lo sai che non voglio fare niente, è solo perché così faccio tutto in una volta. Prepara dai.-

Mentre lei accende la ceretta, io mi svesto e rimango in intimo. Poi vado in bagno e comincia a depilarmi le gambe.

-Lo sai che con queste mutande e questo reggiseno non vai da nessuna parte vero? Ti presto un mio intimo, lavato e profumato, tranquilla. E credo di avere anche già in mente il vestito.- 

Dalle gambe passa alle braccia. Poi mi passa l'olio per togliere i residui di cera e io mi lavo le gambe e le braccia per sciacquare via il tutto.

Nel frattempo lei sbircia nel suo armadio e riesce con in mano un paio di mutande ed un reggiseno.

-Ma quanto sarà costato? Kiki, sai che non posso accettare! Mi riempi di regali e io non mi merito tutto questo.- 

-Emma, prendilo, mettitelo e non fare storie. Intanto ti prendo il vestito e le scarpe.- mi dice lei, lanciandomi i due capi.

Io sbuffo, poi la ringrazio e mi chiudo in bagno.

Esco fuori col nuovo intimo addosso e mi guardo allo specchio un po' a disagio.

-Cazzo se sei sexy.- commenta lei, guardandomi da dietro.

-Il vestito?- chiedo io, allungando una mano.

Lei me lo porge, lo prendo e lo guardo mettendolo davanti a me.

-Scusami, ma questo coso quanti centimetri di pelle mi copre? Due?- dico fissandolo. È un vestitino color argento, vedendolo così sembra decisamente corto.

-Provalo. Fammi vedere come ti sta.- 

Io lo indosso e mi guardo allo specchio. Arriva a coprirmi giusto il sedere e qualche centimetro di coscia, davanti ha una grande scollatura a V che lascia scoperto fin troppo per i miei gusti.

-Questo è niente rispetto a quello che si mettono certe ragazze, credimi. Sei proprio bona, vai così e li avrai tutti ai tuoi piedi.- mi assicura Kelly.

-Mi sembra davvero esagerato.- commento io, sempre più a disagio.

-Emma, lasciati andare. Fidati di me, ti divertirai tantissimo.- mi dice, guardandomi negli occhi, tenendomi le mani sulle spalle, coperte solo dal centimetro di spallina che tiene su il vestito.

-Sembrerò una sgualdrina.- dico, ma accetto, ancora un po' riluttante.

Nel frattempo si è fatta ora di pranzo, quindi mi tolgo il vestito, mi metto una lunga maglietta di quelle che lascio da lei per prevenzione e ordiniamo una pizza, che arriva mentre lei mi sta mettendo lo smalto.

-Nero, è provocante sai? Va molto ultimamente e poi si abbina con le scarpe.- spiega lei.

-Quali scarpe?- domando, mentre addento una fetta di pizza che lei mi sta porgendo, io non posso toccare niente o rovino lo smalto.

-Quelle scarpe.- mi indica un paio di scarpe nere, con un tacco vertiginoso.

-Ho capito che sono nana, ma quelli sono trampoli, cado ancora prima di alzarmi in piedi.- commento io.

-Ti fanno dei polpacci da urlo.- aggiunge lei, ignorando la mia protesta.

-So che finirà come vuoi tu, perciò mi arrendo.-

Dopo aver finito di mangiare ci guardiamo un film e poi rimaniamo a chiacchierare, fino a che, alle sei e mezza, comincia la vera e propria preparazione.

Mi fa i boccoli ai capelli, poi mi trucca, io indosso il vestito e le scarpe, metto il telefono e il portafoglio dentro ad una borsetta abbinata che mi ha prestato Kelly, mi ripassa i boccoli nei capelli e sono pronta alle sette e tre quarti.

-In perfetto orario.- commenta la mia migliore amica, sistemandomi un'ultima volta i capelli allo specchio.

Io mi guardo dalla testa ai piedi e vedo quasi un'altra persona. È riuscita a rendermi più che presentabile, sono davvero carina e sinceramente non sembro me.

Ho avvisato Will di venirmi a prendere da casa di Kelly, quindi aspetto che arrivi.

Alle sette e cinquantotto suona il citofono, Kelly va a rispondere e apre la porta.

-Emma sei bellissima, sei una figa, non lasciare che niente e nessuno ti faccia credere il contrario. Vai e goditi la festa, goditi il tuo Will.- mi dice.

-Magari fosse il mio Will... Comunque si, ci proverò, credo di farcela. Grazie di tutto Kiki, non ti ringrazierò mai abbastanza, lo sai vero?- rispondo io.

Le lascio un bacio sulla guancia ed esco dalla porta, salutandola.

Scendo le scale lentamente, non ho problemi particolari a camminare sui tacchi, ma questi sono davvero alti, devo prenderci la mano.

Arrivo alla porticina d'ingresso del palazzo e la apro.

Fuori c'è Will, indossa una camicia bianca e un paio di jeans neri, si vede che si è pettinato.

Appena mi vede i suoi occhi e la sua bocca si spalancano.

"Chissà cosa starà pensando." mi domando mentalmente. "Chi è quella zoccola? Non mi ero mai immaginato che potesse essere un minimo carina anche lei? Ma cosa si è messa addosso?" Le possibili opzioni mi tartassano la mente, cerco di scacciarle via.

Lui mi fissa dalla testa ai piedi, lentamente, come volendo notare ogni minimo dettaglio.

-Sei stupenda.- commenta infine.

Mi porge la mano, io la prendo, mi conduce alla macchina, mi apre lo sportello davanti a destra e io mi siedo.

-Non sapevo avessi la patente.- interrompo il silenzio che si è creato in macchina durante il tragitto.

-Ce l'ho da un mese, essendo nato a gennaio mi sono iscritto subito e l'ho presa poco dopo il mio compleanno.- 

Vedo che ogni tanto distoglie gli occhi dalla strada per gettare delle occhiate alle mie gambe o alla mia scollatura a V.

Mi sento un po' in imbarazzo, ma sono anche un po' contenta di fare quest'effetto sul ragazzo di cui sono innamorata, stasera sembra lui quello impacciato dei due, quando di solito è il contrario.

Nonostante questo non manca di galanteria sicuro, una volta arrivati mi apre lo sportello e mi prende per mano, conducendomi verso la casa dove si sta già tenendo la festa.

-Wow, che casa!- commento io, guardandomi intorno.

-Già, Carl è un riccone.- concorda lui.

Entriamo nella casa, la musica è forte e la gente sta bevendo, ballando e chiacchierando.

-Qui se non bevi un po' non entri nel mood.- mi dice Will all'orecchio. -Ti prendo qualcosa.-

Si allontana, lasciandomi da sola in un angolo.

Mi osservo attorno, ci sono molte coppie che stanno ballando, altri ragazzi sono in gruppo e qualcuno da solo. In generale non ci sono tantissime persone, una trentina circa al massimo.

Riconosco qualche ragazzo della mia scuola tra le facce che vedo, poi vedo Will che sta parlando con quello che riconosco come Carl, il proprietario della casa. Si avvicinano a me, Will ha in mano due bicchieri di plastica.

-Iniziamo con un Vodka Lemon, gli shottini mi sembrano esagerati in partenza.- mi porge un bicchiere. Io lo prendo.

-Lui è Carl, te ne ho parlato. Carl, ecco Emma.- ci presenta. Io stringo la mano a Carl, che mi squadra dalla testa ai piedi.

-Emma, perché non ti ho mai vista a scuola?- mi domanda, muovendosi a tempo di musica.

Io alzo le spalle. -Come fai ad avere tutto questo alcool?- chiedo.

-Me l'hanno preso i miei. È una festa, divertiti!- mi dice, accennando al mio drink, ancora nella mia mano.

-Dai Em, Carl è già brillo, la maggior parte della gente qui dentro è sbronza e sono solo le otto di sera, divertiamoci.- mi dice Will, poi mi prende una mano e comincia a ballare.

Io rido vedendolo e decido di lasciarmi un po' andare, dopotutto sono qui per questo. 

Ringrazio mentalmente l'inventore dei drink per aver incluso la cannuccia e comincio a bere il mio Vodka Lemon.

Non ho mai assaggiato alcool, se non qualche sorso di vino dai miei nonni. Devo dire che è parecchio buono. Non credo di reggerlo molto, mi girava già la testa a bere due dita di vino, sento già l'adrenalina scorrere nelle mie vene, così iniziò a muovermi a tempo di musica.

Finisco il mio drink, Will mi prende il bicchiere e lo appoggia sul tavolo, poi mi prende per le mani, mi porta in pista e cominciamo a ballare.

Qualcuno ci porta altri due drink e noi li beviamo, questa volta è diverso, ma molto buono anche questo.

-Facciamoci uno shottino.- mi dice dopo un po' che stiamo ballando in un orecchio e mi trascina via dalla pista per portarmi al bancone delle bevande.

-Due shottini di tequila.- dice a Carl, che ora è dietro al bancone e sta preparando ciò che gli viene chiesto. Prende una bottiglia, la stappa e versa il suo contenuto in due bicchierini, porgendoli a me e a Will.

-Fai quello che faccio io e buttalo giù tutto d'un sorso. È forte eh.- mi dice il biondo, prendendo il bicchierino.

Lo porta in alto e lo fa sbattere contro il mio, poi lo poggia sul tavolo e poi di nuovo in alto contro il mio, dopodiché se lo porta alle labbra e lo beve in un sorso.

Io lo imito e sento l'alcool andarmi giù della faringe. Ha ragione, è molto forte, ma mi sento subito più carica. 

Lo trascino di nuovo in pista e ricominciamo a ballare.

Ad un certo punto lui mi dice qualcosa, che io però non capisco a causa della troppa musica.

-Cosa?- chiedo.

-Vuoi limonare?- mi urla in un orecchio.

-Will!- esclamo io, guardandolo indignata.

-Era solo per dire!- dice lui.

Continuiamo a ballare, ad un certo punto, probabilmente a causa dell'effetto dell'alcool, io lo guardo e gli dico:-D'accordo.-

Lui sorride e subito si attacca alle mie labbra, mettendo subito anche la lingua. Restiamo attaccati così per un bel po, le mie braccia sono strette attorno al suo collo, le sue mani si muovono lungo la mia schiena, qualche volta si fermano a palparmi il sedere, ma non ci faccio neanche troppo caso, sono completamente presa da lui. Le nostre labbra e le nostre lingue si muovono dolcemente, la musica non la sento quasi neanche più, ci siamo solo io e lui in questo momento. 

Non riesco a ragionare a causa dell'alcool, ma il mio cuore è in totale estasi e le farfalle nel mio stomaco svolazzano freneticamente.

Rimango così, a godermi appieno il momento, senza pensare a niente, concentro tutta me stessa su ciò che sta succedendo e sono al massimo della felicità.



Spazio autrice

Questo capitolo è più lungo di tutti gli altri di questa short story, quindi ci sta dai ahaha. Oggi sono di buonumore perché eravamo in presenza e quindi ho interagito con esseri umani che non fanno parte della mia famiglia. Comunque non so, magari domani anziché postare il continuo di questa posto il primo capitolo di una nuova, sempre short story, non so, dipende da come mi gira, ne ho un paio pronte (molto corte) e ho anche una OS, quindi booohhh, vedrò domani. Anche perché giovedì la prof mi interroga in storia e devo studiareeee. Mi butto sui compiti e vi saluto.

xoxo

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Capitolo 6
*** Suspects ***


(WS)

-Ho visto che ti sei dato da fare sabato sera con la ragazza che hai portato alla festa, Emma.- mi dice Carl, mentre camminiamo nel corridoio. 

-Cosa? Ma se non è successo niente!- ribatto io.

-Beh, la maggior parte della serata l'avete passata a limonare, con lei attaccata al tuo collo e tu che le palpavi il culo. Non mi sembra esattamente niente.-

-Emma è la mia migliore amica, abbiamo limonato perché eravamo sbronzi e lei era incredibilmente sexy.- spiego io.

-William Schuester!- sento la voce di Terri che mi chiama, stridula, da dietro di me. -Vieni subito qui!- 

Esattamente l'ultima persona che volevo vedere. Non ho ancora visto Emma, è lei quella con cui voglio parlare in questo momento.

-Ciao Terri.- la saluto svogliato.

-Che cosa sarebbe questo?- mi mostra il suo cellulare, sul quale sta andando un video.

Lo guardo sbuffando, vedo me ed Emma, abbracciati, che stiamo limonando alla festa di Carl di sabato sera.

-Siamo io ed Emma alla festa di Carl.- dico distrattamente, mentre cerco lo sguardo di Carl che mi salvi.

-Vi state baciando.- dice lei.

-Oh no, si stavano letteralmente limonando.- precisa Carl.

Sia io che Terri gli lanciamo un'occhiata assassina e lui si zittisce subito.

-Ti ho detto che non avresti dovuto fare niente di più che qualche chiacchiera! E tu la porti alla festa e la slinguazzi per tutta la sera!- è proprio infuriata, la sua coda svolazza a destra e a sinistra.

Non ne posso più di lei, ho iniziato ad uscire con lei perché era la più figa, la più popolare e la capo cheerleader, ma adesso è diventata talmente irritante che non ho neanche più voglia di farci sesso.

-Sai cosa ti dico Terri? Basta! Non ne posso proprio più! Tu sei libera di fare quello che vuoi con chi vuoi, e io uguale. Finiamola adesso perché sta davvero diventando pesante, tu stai diventando pesante e irritante e ho sempre meno voglia di passare del tempo con te.- concludo io, poi me ne vado, senza guardarmi indietro.

Ero così felice perché avevo passato un weekend piacevolissimo, ma lei è riuscita a rovinarmi la giornata. Sto camminando in fretta, quando la vedo, è in corridoio, ferma davanti ad alcuni armadietti, sta chiacchierando con una compagna del Glee.

Mi incanto a guardarla: oggi è vestita diversamente, non ha una di quelle sue super felpe con i pantaloni della tuta. Indossa una camicetta bianca, abbottonata fino al penultimo bottone, che lascia scoperta una piccola area della parte superiore del suo petto. Questa è infilata in una gonna a vita alta nera, che le arriva fino alle ginocchia. Ai piedi ha delle scarpe con un piccolo tacco, che la alzano di qualche centimetro. Si è rifatta i boccoli ai capelli, che le ricadono, rossissimi, dolcemente sulle spalle e in faccia si è messa un filo di trucco, il mascara e l'ombretto fanno risaltare i suoi grandi e dolci occhi color nocciola.

Mi avvicino a lei, completamente estasiato.

-Wow. Cioè, ciao.- la saluto, un po' impacciato.

-Buongiorno Will.- mi dice, dandomi un bacio sulla guancia.

-Dove hai messo i tuoi maglioni e i tuoi pantaloni larghissimi?- domando, alludendo ai suoi vestiti.

-Dopo l'altra sera ho capito che più mi nascondo e più sembrerò una sfigata, perciò devo essere me stessa e il primo modo per farlo è cambiare il mio abbigliamento.- spiega.

Io mi soffermo a guardare la sua camicia.

-Credi che sia troppo sbottonata? Si, lo pensavo anche io, adesso la abbottono tutta.- dice, mentre alza le mani per abbottonare anche il bottone slacciato. 

Io la fermo. -Nono, anzi.- le slaccio anche il secondo bottone e le apro ancora un po' la camicetta. Comincia a vedersi il buco delle tette e questa cosa mi eccita alquanto.

Mi viene un'improvvisa voglia di baciarla, ma mi trattengo perché 1 siamo in pubblico, 2 non è la mia ragazza, 3 ho appena lasciato definitivamente Terri e non voglio sembrare una puttana.

-Sabato c'è la festa di Kelly, mi ha detto di invitarti, andiamo insieme?- mi dice Emma, mentre si incammina verso la classe della sua prima ora.

-Certo, ci sarà alcool?-

-Dato che sono i suoi sedici anni ha detto che ci prova, ma non promette niente. Non aspettarti bordello come alla festa di Carl, sarà una serata fra poche persone, si beve, si mangiano schifezze, si ascolta un po' di musica e si fanno gossip a volontà. Questo è quello che ha detto lei.- mi spiega.

-Oh bene. Sarò l'unico ragazzo?- domando.

-No, tranquillo, ha molti amici maschi, più che femmine. Di donne saremo io, lei e tre sue compagne di classe. Ho già sentito di Terri, mi dispiace Will, davvero.-

-Mavalà, ora mi sento così libero, non vedevo l'ora di farlo. Mi farai poi conoscere quelle tre compagne di scuola di Kel.- la tranquillizzo io.

-Va bene. Sai che se hai bisogno ci sono. Ora vado in classe, a dopo Will.- mi saluta con un bacio sulla guancia.

-A dopo Emma.- la saluto anche io, abbracciandola.

La guardo andare via, cammina con passi piccoli e veloci, sventolando le mani dietro.

Non so cosa stia succedendo dentro di me in questo momento, ma il mio desiderio di starle accanto, di stringerla a me, di baciarla, di vedere il suo sorriso, è forte come mai prima d'ora e sono tentatissimo di correrle dietro e dirle tutte queste cose. Ma mi trattengo, cerco di ripigliarmi e decido che la cosa migliore è andare in classe e distrarmi con le lezioni.

Ma le lezioni non mi aiutano per niente a non pensarci, arrivo alla fine della seconda ora che ho già immaginato di fare con Emma cose che non ho mai fatto con nessuna. Non ho ascoltato una parola di quello che hanno detto i prof, ma in compenso ho trovato ben nuove sedici posizioni in cui io e Emma possiamo fare sesso. E me le sono anche appuntate, senza farmi vedere da nessuno ovviamente, sul quaderno. Perciò adesso ci sono "I mitocondri", "L'attività cellulare", "La membrana fosfolipidica" e "16 nuove posizioni del kamasutra da fare con Emma".

Guardo con disperazione la pagina piena di disegnini imbarazzanti, per fortuna che siamo in banchi unici e sono in ultima fila, così nessuno sta vedendo quello che ci sto scrivendo e disegnando.

"Che cazzo mi succede." penso, prendendomi la testa fra le mani.



Spazio autrice

Buonaseraaa. Alla fine ho deciso di continuare con questa perché domani mi interroga in storia e sono giorni che studio ininterrottamente e quindi non trovo il tempo di scrivere. La lunghezza di questo capitolo non è minimamente confrontabile con quella dello scorso, però è lunghino anche questo dai, di lunghezza normale direi. Quindi nada, sul finale si fa un po' imbarazzante, ma aspettate che arrivi il prossimo ahaha. Oggi ho fatto la mia terza guida, non frega una sega a nessuno, ma io sono gasatissima. Ci vediamo al prossimo capitolo, preparatevi, sarà cringe.

xoxo

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Capitolo 7
*** Sex ***


(EP)

-WillWillWillWill!- esclamo, mentre cammino velocemente in direzione del mio migliore amico, il quale sta prendendo dei libri dal suo armadietto. -Ho bisogno di parlarti di una cosa importante, vieni.- gli prendo una mano e lo trascino fino a dentro il bagno delle ragazze.

Ripenso alla prima volta in cui siamo entrati qui, era il giorno in cui l'ho conosciuto e mi stava ripulendo una ferita. Sono passati mesi e così tante cose sono cambiate, da quando è entrato nella mia vita c'è stata una grande rivoluzione, che mi ha portato ad essere una persona migliore. E in tutto ciò mi sono anche innamorata di lui. Per la prima volta nella mia vita.

-Dimmi.-

-Sai no che tra due settimane c'è la festa di fine anno, no? Ecco, Mason White del secondo anno e Darren Cofler del terzo mi hanno chiesto di accompagnarli.- spiego.

-Davvero? E cos'hai risposto?- chiede eccitato.

-Ho detto che devo pensarci e gli avrei fatto sapere. Il fatto è che, mamma mia quanto mi vergogno, è che ecco, io non sono sicura di avere totalmente preso consapevolezza del mio corpo e nel caso la sera della festa dovesse succedere qualcosa, non vorrei fare figuracce. Darren mi sembra così carino ed ha un'igiene pazzesca.- continuo la mia spiegazione.

Lui mi guarda incuriosito.

-La mia migliore amica, come sai, è lesbica, quindi non se ne intende per niente di uomini, anche se ha tanti amici maschi, ma in ogni caso c'è un argomento in cui proprio lei non può dirmi niente ed eh, beh, ecco, è... il sesso.- dico le ultime due parole sussurrando.

-Perché sussurri, qui lo sanno tutti cos'è e non è illegale, puoi stare tranquilla.- risponde lui sussurrando.

-Lo sai che sono vergine e non mi masturbo nemmeno, non ho alcuna esperienza di queste cose. Non voglio che tu faccia sesso con me, voglio solo che tu mi istruisci ecco, mi dici un po' come muovermi, cosa fare, cosa non fare assolutamente, ecc. Capito? Solo se vuoi ovviamente, so che è imbarazzante, ma non ho nessun altro con cui parlarne.- dico, imbarazzatissima.

-Sai cosa penso Em?- mi domanda.

-Cosa?- lo incito io.

-Penso che il modo migliore per imparare sia la pratica.- dice semplicemente.

-V-vorresti fare sesso con me?- chiedo. Sinceramente non me lo aspettavo. Lui è troppo per me, non scenderebbe mai al mio livello. Anche se sarebbe un vero e proprio sogno.

-Cosa ne dici? Ti insegno mentre te lo mostro direttamente, così quando arriverà il momento tu avrai già fatto esperienza e non sarai totalmente impreparata. Ci stai?- 

Mentre parla il cuore ha cominciato a battermi fortissimo. L'amore della mia vita mi ha appena proposto di fare sesso con lui. Non ci credo.

-Si. Va bene.- dico io, guardandolo imbambolata.

-I miei sono a Berlino per due settimane, vieni stasera. Oggi pomeriggio io ti compro il necessario, penso a tutto io, tu porta solo te stessa e il tuo bellissimo corpo. Alle otto.- mi dice, poi mi dà un bacio sulla guancia ed esce dal bagno.

Io rimango incantata, gli occhi persi nel vuoto, ancora incredula di quello che è appena successo.

"Stasera perderò la verginità col ragazzo di cui sono innamorata." ripeto nella mia testa, per imprimermelo bene e realizzarlo.



Alle otto in punto suono il campanello di casa Schuester. Will viene subito ad aprirmi la porta, indossa una camicia a quadri e dei jeans con la cintura, non ha le scarpe.

-Buonasera. Entra pure.- mi invita ad entrare.

Mi lascia un bacio sulla guancia, poi prende una sporta e me la porge. -Mettiti questi, intanto io finisco di preparare la cena.- 

-Ma non dovevi comprarmi dei vestiti.- dico io.

-Se avrai un intimo sexy il tuo uomo sarà il doppio eccitato.- spiega lui.

Io lo ringrazio, poi vado in bagno e mi cambio. Ha comprato un intimo nero di pizzo, molto provocante e un vestito nero molto semplice, con le spalline sottili e che arriva a metà coscia circa. Li indosso sorridendo e mi guardo allo specchio. Poi respiro profondamente ed esco.

Lo raggiungo in cucina, ha preparato una gustosa cena da due portate, che mangiamo abbastanza in silenzio. Io non vedo l'ora che arrivi il momento successivo, anche se sono parecchio nervosa. Mi sono depilata e fatta bella oggi pomeriggio, con l'aiuto di Kelly, ma qualcosa può sempre andare storto.

Dopo la cena lui mi invita a sedermi sul divano e mi porge un bicchiere di vino.

-Come siamo sofisticati.- commento io.

-Un vino importante per una serata importante.- ribatte lui.

Dopo aver bevuto appoggiamo i bicchieri, lui si avvicina ancora a me, fino a che le nostre fronti non si toccano. Io chiudo gli occhi e sento le sue labbra che si uniscono alle mie.

Cominciamo a baciarci, ben presto entrano in gioco anche le lingue, lui mi stringe a se, circondandomi la schiena con le braccia, mentre le mie sono attorno al suo collo.

Continuiamo a coccolarci così per un po', tra un bacio e l'altro, fino a che lui non si interrompe. -Sei pronta Emma?- mi domanda.

-Si.- affermo io. Mi sento davvero pronta, è con lui che voglio farlo, so che per lui non significherà niente perché mi sta solo insegnando come si fa, ma per me significherà tutto.

-Tu e il tuo ragazzo siete appena tornati a casa da una festa, non siete ubriachi, ma avete tanta adrenalina e comunque un pochino di alcool in corpo, allora lui comincia a baciarti con passione.- comincia a raccontare e mentre parla fa ciò che sta dicendo. -Vi baciate per qualche minuto, fino a che lui non raggiunge la zip del tuo vestito.- e sento le sue mani che si sono fermate sulla zip nella mia schiena.

-Si stacca, ti guarda, tu acconsenti con un bacio, allora lui lentamente te la slaccia.- sento le sue mani percorrere la mia schiena, tirando giù la zip. -Poi ti bacia il collo e le spalle.- dice tra un bacio e l'altro, imitando quello che lui stesso sta raccontando. -Ti tira giù le spalline e lascia cadere il vestito.- Ecco che sono in intimo, davanti a lui, il vestito piegato ai miei piedi. 

-Poi continua a scendere con i baci, fino ad arrivare all'inizio del suo seno, ma tu lo ritiri su, è troppo presto e desideri ancora le sue labbra sulle tue.- faccio quello che ha descritto, unendo di nuovo le nostre labbra.

-Ecco che è arrivato il suo momento, gli slacci lentamente la camicia, baciando ogni lembo di pelle che si scopre dopo ogni bottone sbottonato.- continua, io gli sbottono la camicia, un bottone alla volta e gli lascio dei piccoli baci sul petto, seguendo le sue indicazioni. -A questo punto gli sfili la camicia e la lasci cadere.- Ed ecco che anche la sua camicia è in terra. -Ritorni su, lasciando una scia di baci su tutto il suo petto nel percorso, fino a tornare alle labbra.- Ora le nostre labbra sono di nuovo unite. -Poi lui si slaccia la cintura, senza staccarsi da te.- continua lui, parlando sulle mie labbra. -E si toglie i pantaloni.- Adesso siamo entrambi in intimo, e non smettiamo di baciarci e di toccarci.

-Ora lui ha capito che è arrivato il momento di portarti in camera, perciò con una mano ti solleva e tu ti lasci prendere in braccio.- Io allaccio le gambe attorno alla sua vita e lui mi conduce in camera sua. Appena entro sento subito odore di pulito e sorrido istintivamente sulle sue labbra perché lui si ricorda sempre delle mie manie per la pulizia e l'ordine.

Mi fa inginocchiare sul letto mentre mi bacia il collo.

-A questo punto è arrivato il momento in cui siete davvero pronti, la tensione sessuale sta raggiungendo il massimo. Lui ti fa sdraiare lentamente sul letto e si posiziona a cavalcioni su di te.- Mi stende sul letto e mi viene a cavalcioni sopra, poi riprende a baciarmi, parlando tra un bacio e l'altro. -Sempre senza smettere di baciarti afferra la chiusura del tuo reggiseno e te lo sfila delicatamente.- Sento le sue mani che aprono il mio reggiseno dietro la mia schiena e me lo sfilano. -Poi lui ammira per qualche secondo la tua bellezza e poi comincia a stringerti e a baciarti le tette, passando la testa tra le due e baciando ogni singola cellula della tua pelle.- La sua testa è tra i miei seni, li stringe e li bacia, con passione ma gentilmente, provocandomi un piacere assurdo.

-Lui continua a scendere con i baci, fino a che non arriva all'elastico delle mutande e te le sfila con decisione, pronto a fare l'ultimo passo per renderti sua.- Ecco che in un secondo sono completamente nuda davanti a lui. Ogni singola parte di me desidera diventare sua, il mio respiro è già affannoso.

Sento che i suoi baci si fanno sempre più vicini alla zona inguinale, ma ad un tratto torna su, alle mie labbra.

-Dopo averti ammirato nella tua nudità, tocca a lui togliersi l'ultimo indumento.- e detto ciò, si sfila i boxer e li lancia da un lato. Ora anche lui è completamente nudo davanti a me, il suo corpo è bellissimo, lui è bellissimo, il desiderio di lui è ormai immenso.

-Lui prende il preservativo, se lo infila, è importante che ce l'abbia.- dicendo ciò si mette il profilattico. -Poi ti guarda, ti dà un dolce bacio sulle labbra.- mi bacia. -E poi entra dentro di te, non bruscamente, ma con decisione.- E lo sento, dentro di me, siamo uniti, i nostri corpi sono una cosa sola.

-Cominciate a gemere entrambi, mentre lui si muove avanti e indietro dentro di te.- comincia il movimento di bacino, seguito dai miei e suoi gemiti, che continua tutto il momento della nostra unione, le sue mani sono intrecciate alle mie, che tengo sopra alla testa. -Fino a quando non arriva il momento in cui venite tutti e due, insieme, esclamando il nome dell'altro.- dice tra un gemito e l'altro, continuando a spingere, fino a che non raggiungiamo insieme il punto di massimo piacere e veniamo, esclamando l'uno il nome dell'altra, proprio come raccontato da lui. -Poi lui esce, butta il preservativo.- fa ciò che ha descritto. -Ti prende fra le sue braccia, vi copre con i lenzuoli e rimanete a coccolarvi fino a che entrambi non vi addormentate.- Detto ciò si zittisce e rimaniamo così, io fra le sue braccia, entrambi nudi, sotto le lenzuola.

Sono al settimo cielo, desidero rimanere così per sempre, è tutto ciò di cui ho bisogno. Siamo solo io e lui, senza niente che ci divide, nemmeno i vestiti e io non potrei essere più felice.



La mattina dopo mi sveglio di nuovo tra le sue braccia, lui è già sveglio e mi sta guardando, accarezzandomi il viso con il pollice.

-Buongiorno dormigliona. Ho aspettato che ti alzassi per farti sapere che sono ancora qui. Adesso vado a correre, ma se vuoi possiamo passare la giornata assieme. Puoi farti la doccia, so che ne hai bisogno, e per quando sarò tornato e docciato anche io, sarà ora di pranzo, possiamo ordinare dal Bel Grissino, fanno le lasagne buonissime là, e oggi pomeriggio possiamo guardarci un film o fare un giro o fare qualsiasi cosa tu voglia.- mi dice.

Io gli sorrido raggiante, non sono mai stata bene in tutta la mia vita come in questo momento.

-Va bene. Grazie Will.- rispondo io.

Lui mi dà un lungo bacio e poi si alza, ancora nudo, per mettersi i vestiti da corsa. 

Esce di casa e io rimango sola, in quel letto, a pensare a tutto ciò che è successo nelle ultime ore. Ho appena perso la verginità con l'uomo di cui sono innamorata, abbiamo dormito insieme, completamente nudi e adesso lui ha intenzione di passare la giornata con me. E per di più sto per farmi la doccia a casa sua.

Non riesco ancora a realizzare tutto ciò, anche se è effettivamente appena successo. 

"Quante cose ho da raccontare a Kelly." penso, mentre mi alzo e mi dirigo in bagno.

Mi faccio una doccia con molta calma, lascio che l'acqua scorra sul mio corpo, mentre i pensieri mi frullano incessantemente in testa. Mi rimetto le mutande di ieri sera, sono ancora pulite dato che le ho tenute per qualche ora al massimo. Trovo una maglietta grande di Will nel suo armadio, pulita e profumata. La guardo, è del Glee club dell'anno scorso, quando ancora io non ne facevo parte. Quando la mia vita era una merda totale. Sorrido e la indosso, abbracciandola e assaporandone il profumo. Poi, data l'ospitalità del mio amico, decido di ricambiare un minimo, perciò piego tutti i vestiti puliti, glieli metto ordinati nell'armadio, rifaccio il letto e apparecchio per il pranzo. 

Will torna a casa dopo un po', ormai è quasi mezzogiorno, ci toccherà mangiare tardi, ma sinceramente non mi interessa, più tempo passo con lui, meglio mi sento.

-Vedo che ti sei alzata.- dice lui, entrando in casa e togliendosi le cuffiette.

Si avvicina a me e tenta di lasciarmi un bacio sulle labbra, ma io lo allontano.

-Sei tutto sudato.- 

-Dammi un bacio o mi asciugo su di te.- mi dice.

Decido di assecondarlo, non riuscirei a sopportare tutto quello sporco addosso, quindi lo bacio una, due, tre volte. -Ora fila in doccia che io ordino dal Bel Grissino.- gli ordino e lui esegue gli ordini senza protestare.

Sembriamo una giovane coppia sposata, ma non stiamo nemmeno insieme, non so cosa siamo, però tutto questo mi piace.

Dopo venti minuti esce dalla doccia si veste e torna in cucina. Il pranzo è già arrivato e io ho già impiattato come meglio mi è riuscito.

-Non credere che non abbia visto che hai addosso una mia maglietta, birbantella.- mi dice, avvicinandosi sempre di più a me. -Però ti perdono perché hai preparato tutta questa meraviglia, mi hai fatto il bucato e mi hai rifatto il letto. Grazie davvero.- mi abbraccia la vita, io allaccio le braccia attorno al suo collo.

Decido di esternare uno dei pensieri che mi hanno perseguitato per tutta la mattina. -Com'è stato ieri sera? Ti sono sembrata un minimo provocante? Ti è almeno piaciuto?- domando, preoccupata.

-È stato bellissimo Em. Davvero. Non sembrava che fosse la tua prima volta. Mi hai fatto eccitare tantissimo e so che sarà così anche per tutti gli altri uomini che lo faranno con te.- mi rassicura, poi mi bacia.

Il cuore mi sprofonda un po' nel petto, sinceramente non volevo venissero fuori altre persone in un momento che io reputo così speciale, ma in fin dei conti è vero, sono qui solo per imparare.

-Domani sera facciamo qualche preliminare e poi sabato vediamo come te la cavi a dominare.- mi dice e poi riprende a baciarmi, tenendomi stretta a sé. Io ricambio il bacio, non voglio rovinare il momento e so che ce ne saranno altri, quindi la felicità mi torna.



Spazio autrice

Capitolo ultra lunghissimo. E anche un po' cringe. Sono tutti cringe i miei capitoli ahahha, lo dico ogni volta. Non ho niente da dire, quindi vi saluto direttamente e vi avverto che ci stiamo pian piano avvicinando alla fine. Ah e questo weekend ho un po' di tempo per scrivere, quindi ne approfitto per completare altre short story che ho iniziato e poi postarle più avanti.

xoxo

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Capitolo 8
*** Jealousy ***


(WS)

-Buongiorno.- sento la voce di Emma che mi saluta.

Io sono seduto al tavolo della mensa insieme a Carl e agli altri ragazzi della squadra di football.

-Ciao Em.- la saluto, lei si abbassa e ci scambiamo un bacio sulla guancia.

-Non ti ho visto oggi prima delle lezioni e neanche nelle pause.- mi dice lei, senza sedersi.

-Sono entrato alla quarta, non mi è suonata la sveglia.- la informo. -John, spostati di là. Emma siediti qui accanto a me.- le dico, prendendo un tovagliolo, pronto a pulirle la sedia.

-Beh Will, in verità oggi mi hanno invitato a sedermi al tavolo dei Cheerios.- mi dice, guardando in basso.

-Ma tu non sei una cheerleader.- protesto io.

-Lo so, ma la nuova capo cheerleader, Josie, mi ha detto che sarei perfetta come Cheerios, mi ha vista ballare al Glee club ed è rimasta molto colpita. E io ti voglio un casino di bene, sei e rimarrai per sempre il mio migliore amico Will, ma ho anche bisogno di amiche femmine in questa scuola, ho un'opportunità e non voglio sprecarla.- 

-Ma Em- provo a ribattere, ma lei mi interrompe. -Parliamo dopo Will. Ciao.- 

E se ne va, senza neanche darmi il solito bacio sulla guancia.

Non so perché ci sia rimasto così male, in genere non dovrebbe interessarmi molto, ma il mio cuore è sprofondato nel petto e mi è anche passata la fame.

-Quanto è gnocca. Guarda quel culo Will, sei fortunato.- commenta Carl.

-Perché?- chiedo io, ritornando nel mondo reale.

-Anche se non è ufficiale, gira voce che stiate insieme davvero. Siete sempre attaccati, vi date continuamente baci e abbracci e tu sei sempre lì a palparla ovunque.

-Carl, te l'ho già detto, non stiamo insieme. Non staremo mai insieme. Siamo due migliori amici molto uniti, che si vogliono molto bene e che qualche volta, per placare gli ormoni adolescenziali, si danno qualche limone o si fanno qualche succhiotto, ma niente di più.- ripeto io, quasi meccanicamente.

Lui fissa Emma, che ormai si è seduta al tavolo dei Cheerios, poi mi dice:-Allora non ti farai nessun problema se ci provo io.- 

Dopo aver sentito queste sue parole, il cuore comincia a battermi fortissimo e mi si spalancano istintivamente gli occhi, ma mi ricompongo subito e guardo il mio amico. -Carl, lo sai che sono estremamente geloso delle mie cose. Ti ho lasciato Terri, vai con lei.- replico io, impugnando strettamente la forchetta.

-Terri si è trasferita e non ha quel culo lì.- dice alludendo al fondoschiena di Emma. -E poi hai detto che non state insieme, quindi non è una tua cosa.- 

-È la mia migliore amica. Tengo a lei più che a qualsiasi altra cosa al mondo. Fino a qualche mese fa non sapevi neanche che fosse in questa scuola, è grazie a me se ora quel culo lì puoi guardarlo. Fuori è figa, molto e da come si veste sembra aver acquisito sicurezza di sé e un po' è vero, ma dentro è ancora fragile come il cristallo, basta un piccolissimo colpo che si distrugge. E non voglio che tu distrugga tutto quello che io e lei abbiamo fatto insieme per farle crescere un po' l'autostima. Non voglio che sia una delle tue solite "Una botta e via".- 

-Will, con lei non voglio solo una botta e via, voglio godermi tutto quel ben di Dio e voglio comportarmi come si deve. Con le mie ultime due ragazze ho avuto una relazione di ben tre settimane una e due mesi l'altra . Capisci? Sto cambiando, sto diventando un ragazzo migliore. E con Emma voglio fare sul serio, non mi piace solo nel modo che pensi tu.- 

Ci rifletto un attimo, in fondo sembra sincero ed è vero che le sue ultime due relazioni non sono state solo sesso. Ultimamente è cambiato, va un po' meglio a scuola e non fa lo sbruffone con tutti, ha perfino cominciato a salutare tutte le persone che fino a qualche settimana fa lui considerava "sfigate". Non mi piace per niente l'idea che voglia proprio provarci con Emma, il cuore mi dice no, ma decido di dargli una possibilità.

-D'accordo. Ma alla prima mossa falsa, ti giuro che ti distruggo.- lo avverto.

-Grazie amico.- mi dà una pacca sulla spalla e, contentissimo, finisce di mangiare il suo pranzo.

Io mi alzo e mi dirigo fuori dalla mensa, c'è troppo casino e ho bisogno di un po' di pace, quindi vado nel cortile nel retro della scuola e mi appoggio al muretto, prendendo fuori una sigaretta.

Sento dei passi dietro di me, mi volto e vedo che Emma mi ha seguito.

-Will.- mi chiama, ma prima che possa dire qualsiasi cosa, io la prendo e la bacio, stringendola a me, per qualche minuto. 

Ne avevo un immenso bisogno e, non appena ci stacchiamo, mi sento molto meglio, il cuore mi si è alleggerito e la testa si è un po' svuotata. Amo l'effetto che mi fa questa ragazza.

-Riguardo al discorso di prima.- comincia lei, tenendomi sempre le braccia attorno al collo, mentre le mie sono intorno alla sua vita. -So a cosa stavi pensando. So che prima che io cominciassi a vestirmi così non ero nessuno, so che mi hanno notata solo per la mia apparenza, so che probabilmente se ne stanno approfittando, e che nel vero momento del bisogno non ci saranno per me, ma non tutte le amicizie devono essere vere e profonde quanto la nostra. Ci sono anche le amicizie semplici, quelle che hai per divertirti e fare due chiacchiere. Quelle che sono superficiali e non ci mettono niente a rompersi. E io ho bisogno anche di quelle amicizie perche quelle vere e profonde ce le ho già, sono stabili e sono la cosa più importante per me. Tu e Kelly siete le persone più importanti nella mia vita. E questo non cambierà. Ma adesso sono riuscita a scoprire me stessa e ad essere fiera di quello che sono, questo grazie a te. Il tuo compito l'hai fatto, adesso devi solo rimanermi vicino, smettila di proteggermi così tanto, io sto imparando a badare a me stessa. Prenditi cura di te Will, io ci sono per qualsiasi cosa. Ultimamente mi sei sembrato così infelice, anche mentre ridevi e scherzavi, la vedevo la scintilla di malinconia nei tuoi occhi.- 

"Oh Emma, se tu sapessi che sei tu la causa di quella scintilla e non è malinconia, ma è un immenso desiderio di te, sentimentale più che fisico." penso.

-Io non voglio che tu soffra. Ne morirei.- dico solo, fissandola in modo serio.

-Soffrirò sicuramente e tu dovrai essere pronto a consolarmi. Devi tenere pronta questa spalla perché io ci possa piangere sopra. E queste braccia per potermi stringere fortissimo a te e dirmi che andrà tutto bene e, qualsiasi cosa succeda, noi non ci separeremo mai. È questo il compito dei migliori amici.- 

Le lacrime stanno cominciando a premermi negli occhi, ma io le ricaccio indietro, non piango mai e non devo mostrarmi debole, non davanti ad Emma.

Le sposto una ciocca di capelli dal viso e appoggio la fronte alla sua.

-E smettila di fumare perché voglio che tu a sessant'anni abbia ancora dei polmoni capaci di reggere le scopate che faremo se non saremo sposati con qualcuno.- mi rimprovera, cercando di togliermi la sigaretta dalle dita.

Io gliela sposto, ridendo, poi prendo fuori l'accendino e mentre me la accendo le dico:-Facciamo un patto: se a trentacinque anni siamo ancora single, ci sposiamo tra di noi. E ci facciamo di quelle trombate colossali.- 

-Ci sto.- concorda lei. -È tardissimo, tra due minuti suona la campanella e devo andare a filosofia. Oggi dopo scuola andiamo a correre ok?- 

-Si, vieni subito da me e ti presto qualcosa.- le dico.

-Va bene. Ciao.- mi saluta, poi corre in classe.

Io finisco di fumarmi la sigaretta e poi vado anche io, nell'esatto momento in cui suona la campana.



-Will.- mi chiama Emma.

Siamo a casa mia e stiamo facendo un workout, da quando l'ho portata una volta a correre si è fissata con l'allenamento e ora lo facciamo continuamente.

-Dimmi.-

-Io, ecco, è un po' che mi domando, ecco, che-che cosa siamo?- mi chiede.

Io mi fermo e la guardo confuso. -In che senso?- 

-Cioè, è più di una settimana che facciamo sesso quasi tutti i giorni, tu mi stai insegnando tutto quello che sai, abbiamo anche sperimentato quelle nuove posizioni. A scuola ogni tanto quando ti gira mi baci, mi palpi e io non mi lamento assolutamente per questa cosa, anche io li ho gli ormoni. Ma quando ci sono altre persone mi abbracci o mi dai baci sulla guancia e continuiamo a dire a tutti che siamo migliori amici. È solo questo che siamo?- cerca di spiegarsi.

La domanda mi lascia spiazzato, è lo stesso che penso io da più di una settimana ormai è non ho idea di quale sia la risposta. 

Credo di starmi innamorando di lei, ma questo mi fa paura, non sono mai stato davvero innamorato e non so come gestire i miei sentimenti. Non posso mettermi con lei, ho troppa paura di rovinare la meravigliosa amicizia che abbiamo, so che da qualche tempo ormai nessuna ragazza che non sia lei riesce più ad eccitarmi e questa cosa mi va bene, finché faccio sesso gli ormoni sono a posto. Ma se in futuro dovesse cambiare? Se ad un tratto vedessi una tipa che mi eccita e ci andassi a letto senza pensare a nient'altro? Me ne pentirei a vita e rovinerei il rapporto con la persona a cui tengo più di ogni altra. 

Temevo che arrivasse il momento della resa dei conti, ma non mi ero preparato e non ho idea di come reagire.

-Beh, siamo... siamo migliori amici, si. E io ti ho insegnato quasi tutte le cose che so sul sesso, quindi ora sei preparata per andare con qualsiasi ragazzo tu voglia.- il mio cuore mi sta maledicendo per queste parole, ma la paura di perderla è talmente grande che sta vincendo su tutto il resto. Credo sia la prima volta che non reagisco d'istinto.

-Oh... beh... d'accordo... a-allora va bene...- conclude lei. La delusione nei suoi occhi è grandissima, so che prova anche lei quello che provo io e dentro sono così combattuto che mi verrebbe voglia di picchiarmi da solo. Ma non posso permettere che accada, non sono un bravo fidanzato e non so controllare i miei istinti.

-È meglio se vado.- dice lei, prendendo le sue cose e avviandosi verso la porta.

-Non ti fai la doccia?- chiedo io, correndo verso di lei.

-La faccio a casa, mi sono ricordata che dopo ho un impegno.- non è per niente brava a dire le bugie. Non lo è mai stata.

-Aspetta Emma- cerco di fermarla, ma lei è già uscita di casa. 

Rimango pietrificato davanti alla porta, la mente è vuota e il cuore duole come mai prima d'ora. Poi le sento, una ad una, che mi scendono lungo le guance, le mie prime lacrime versate per amore. Rimango così, a piangere come un bambino di quattro anni, incapace di muovermi, incapace di pensare, incapace di provare qualsiasi sentimento che non sia disperazione o dolore.



Spazio autrice

Halo. Non ho postato ieri, lo so, sono una merda.... Eccovi l'ottavo capitolo, manca poco ormai alla fine, non voglio dirvi quanto, ma comunque ci stiamo avvicinando. Buon 25 aprile a tutti voi, spero che passiate una piacevole domenica, qua non c'è una nuvola (per ora) e fuori fa caldo, quindi probabilmente più tardi uscirò. Ditemi cosa pensate della short story fino ad ora se vi va. See you next time.

xoxo

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Capitolo 9
*** New Relationship ***


(EP)

La scuola è finita da due mesi.

Quest'estate io e Will ci siamo visti parecchio, siamo usciti molte volte con i ragazzi del football e qualche volta si sono uniti anche i Cheerios. 

Ma non abbiamo parlato molto, solo qualche saluto o piccole e inutili chiacchiere.

Il nostro rapporto ha cominciato a raffreddarsi quando, due mesi fa, mi ha detto che eravamo migliori amici e niente di più. Sono corsa a casa piangendo e ho pianto tutte le sere per le successive due settimane. Il mio cuore non riusciva a reggere un tale rifiuto, non dopo tutte quelle illusioni che si era fatto a causa delle sue carezze, dei suoi abbracci, dei suoi baci, del sesso. Sembrava davvero ricambiare, ma mi sbagliavo di grosso.

Ma il peggio è arrivato quando gli ho annunciato della mia relazione con Carl. Erano giorni che mi invitava ad uscire, mi è stato molto vicino dopo la fine della scuola e ho deciso di provare a vedere se riuscivo a disinnamorarmi di Will. 

E credo di esserci riuscita. Carl mi piace tantissimo, mi rende felice, grazie a lui ho anche continuato a lavorare sul mio disturbo ossessivo-compulsivo e sono migliorata.

Non è stato facile dimenticare Will, all'inizio Carl era una distrazione principalmente, ma poi ho cominciato a provare qualcosa anche per lui e adesso credo di amarlo davvero. 

E sono felice. Perché il prossimo anno frequenterò il terzo anno al liceo McKinley, sarò nelle Nuove Direzioni, il Glee club, e farò anche l'audizione per i Cheerios, la squadra di cheerleader, convinta dalla mia nuova amica Josie. Il mio ragazzo sarà nella squadra di football e potrò dargli un bacio fra una lezione e l'altra, tenergli la mano durante il pranzo e scherzare con lui durante le ore di matematica e storia, quelle che abbiamo in comune.

Il pomeriggio mi aspetterà a casa sua la mia migliore amica, che mi racconterà delle sue nuove avventure con le ragazze con cui esce e io gli racconterò delle mie giornate. E mi aiuterà a prepararmi per le occasioni importanti, come le feste o le uscite speciali.

Mi mancherà solo una cosa, che però non credo di poter riavere mai più. 

Mi mancherà il mio migliore amico, quello con cui passavo tutti i pomeriggi ad allenarmi, quello con cui potevo parlare di qualsiasi cosa, quello che era sempre lì per me, in qualsiasi momento io lo cercassi, quello che mi teneva stretta a sé per paura di perdermi, quello che mi proteggeva da tutto e da tutti, quello che non si stancava mai di passare del tempo con me, quello con cui facevo del sesso sensazionale, quello che mi prendeva sempre in giro e mi faceva ridere fino alle lacrime, la persona senza cui adesso io non sarei qui, non avrei amici e non starei vivendo la mia vita, ma la starei subendo.

Ogni volta che penso alla persona che ho perso mi viene istintivamente da piangere, è per questo che cerco di pensarci il meno possibile. 

-Oh scusa.- sento la sua voce provenire da dietro di me, mi volto e lo vedo, è in piedi accanto alla porta dalla quale è appena uscito.

Siamo andati a casa di Carl per passare una serata insieme, ci sono tutti i giocatori di football e i Cheerios. Io sono uscita cinque minuti in terrazza per prendere un po' di aria, l'odore di alcool in casa è talmente forte che mi dà fastidio al cervello. 

Lo guardo, ha un pacchetto di sigarette in mano e una birra nell'altra.

-Carl non mi lascia fumare in casa, dice che la puzza di alcool se ne va, quella di fumo no. Bah, non capisco come ragioni lui.- mi dice. 

Non è ubriaco, ma comunque è un po' andato e in poco tempo sarà completamente sbronzo.

-Tranquillo, io stavo per rientrare.- dico io, incamminandomi i verso la porta.

-Emma.- mi ferma lui.

Mi volto e fisso gli occhi nei suoi. Dentro ci vedo quella tristezza che li accompagna ormai da un paio di mesi, non sono più allegri come una volta. Ho paura di esserne io la causa, ma non capisco il perché, dato che è stato lui a rifiutarmi.

-Mi manchi.- mi dice semplicemente, accendendosi la sigaretta.

Io mi avvicino a lui, appoggio i gomiti sul muretto della terrazza e guardo una Lima notturna dall'alto. Carl abita nell'attico di uno dei pochi grattacieli di questa città, di notte è uno spettacolo mozzafiato.

-Perché siamo finiti così Will?- gli chiedo io, sempre guardando avanti.

-Non lo so. Credo sia colpa mia.- risponde lui, soffiando fuori il fumo.

Mi passa la sua birra, io la prendo e bevo un sorso.

-Ti amavo. Così tanto. Ogni cellula del mio corpo ti amava. E credevo fosse ricambiato. Ma tu mi hai detto di no.- confesso io.

-Ero un coglione. Sono un coglione tuttora. Avevo troppa paura di perderti per dirti di sì.- prova a spiegarsi.

-Non mi avresti perso. Mai. Ero così innamorata che mai, mai ti avrei lasciato per qualsiasi altra persona. Mai.- ribatto io.

-Io ti amo ancora Emma.-

-Will, ci ho messo quasi due mesi, ma sono riuscita a farmela passare. Devi farlo anche tu. Mi manchi anche tu, mi manca il mio migliore amico.- dico, bevendo un altro sorso di birra.

-Sono sempre stato un ragazzo incapace di domare i miei istinti. Andavo a letto con qualsiasi donna mi eccitasse un minimo. Quel giorno ti ho detto di no perché temevo che avrei fatto lo stesso nel momento in cui stavo con te.- continua a spiegare.

Non avevo pensato che il motivo potesse essere questo, ma in fondo è vero, si è fatto più ragazze lui che tutti gli altri della scuola.

-In questi due mesi ho saputo domare i miei istinti, non ho fatto sesso neanche una volta, neanche una. E ne ho viste di ragazze eccitanti in giro. Ma ripensavo sempre a te, al fatto che ti amo così tanto e questo riusciva a trattenermi. Ho capito che ce la posso fare. Posso essere il ragazzo di cui hai bisogno.- 

Qualcosa dentro di me si risveglia, mi viene un'improvvisa voglia di attaccarmi alle sue labbra, ma poi penso a Carl, a tutta la mia vita adesso e riesco a domare questo istinto.

Mi volto verso di lui e lo guardo fisso negli occhi. -Will. Io sono riuscita ad andare avanti. Se ce l'ho fatta io, so che ce la puoi fare anche tu. Ho bisogno del mio migliore amico. E tu hai bisogno di prenderti cura di te stesso.- 

Detto ciò finisco la birra, lascio la bottiglia vuota sul muretto e rientro, cercando di controllare la voglia di baciarlo. 

Mi attacco alle labbra di Carl e scaccio via tutti i pensieri che comprendono Will dalla mente.

"Io sto bene." mi convinco.



Spazio autrice

Buongiornissimo. È lunedì e, come tutti i lunedì, è una giornata abbastanza di merda. Comunque eccovi un altro capitolo, ci siamo avvicinati ancora di più alla fine di questa short story, ormai manca davvero poco. Ne ho già quasi pronta un'altra, che però posterò più avanti, quando avrò finito di scrivere l'ultimo capitolo. Intanto rileggetevi questa oppure l'altra, non so, ahaha. Comunque non vi anticipo nulla, scoprirete tutto a tempo debito. Vi lascio alle vostre cose, mi raccomando studiate, ma non troppo, uscite anche a passeggiare che vi fa bene.

xoxo

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Capitolo 10
*** Wedding Day ***


Otto anni dopo

(EP)

Oggi è il gran giorno. Il mio gran giorno.

Cinque mesi fa Carl mi ha fatto la grande proposta, eravamo in vacanza alle Hawaii, lui si è inginocchiato, ha preso fuori l'anello e mi ha chiesto se volevo sposarlo. E io ho detto si. È quello che voglio davvero. E oggi sta accadendo. Tra qualche minuto entrerò in quella chiesa, guardata da tutti, percorrerò l'altare e diventerò la moglie di Carl Howell. 

Mai e poi mai avrei immaginato di sposare un uomo del genere, ma succederà e l'emozione è al massimo.

L'organo inizia a suonare, segno che è il mio momento. Faccio un profondo respiro e, preceduta dalle damigelle, entro in chiesa.

Guardo verso l'altare, dove mi aspetta il mio uomo, che presto diventerà mio marito, sorridente con non mai.

Io percorro lentamente la navata, fino a raggiungerlo e posizionarmi difronte a lui.

Il prete comincia la cerimonia.

Improvvisamente mi torna in mente tutta la mia vita, a partire dal primo anno di liceo, quando ero una povera sfigata che nascondeva se stessa più che poteva e aveva una vita inutile. Poi ho cambiato scuola e ho conosciuto la persona che mi ha letteralmente cambiato la vita. Ho cominciato ad avere un po' di autostima, a volermi bene, a prendermi cura di me stessa. Ho passato un anno bellissimo, in cui sono cresciuta e diventata una persona migliore. E poi è arrivato Carl, col quale ho passato gli ultimi otto anni della mia vita e adesso sto per sposarlo. Tutto questo non sarebbe mai successo se non avessi incontrato colui grazie al quale ho deciso di vivere la vita invece che subirla. Improvvisamente sento il cuore accelerare il battito ed ecco che, uno ad uno, mi tornano in mente tutti i momenti passati con lui. Il mio primo giorno di scuola, quando mi ha difesa ed aiutata a ricompormi, il nostro primo bacio, le feste insieme, i pranzi, le uscite, la nostra prima volta, gli allenamenti, i suoi baci, i suoi abbracci, i suoi splendidi occhi azzurri, i suoi soffici ricci biondi, le sue dolci labbra, le sue forti braccia.

"Io amo ancora Will." mi dico mentalmente, mentre il mio cuore batte fortissimo al ricordo di tutti questi momenti.

Ho passato questi otto mesi cercando di non pensarci per niente e non mi era mai tornato in mente quanto bene mi facesse stare vicino a lui.

-Vuoi tu Emma prendere Carl come tuo legittimo sposo?- sento la voce del prete che mi riporta alla realtà.

Rimango immobile, incapace di fare o dire qualsiasi cosa.

-Scusami Carl.- sussurro dopo qualche istante.

-Cosa?- chiede lui, devo aver parlato troppo piano.

-Scusami davvero.- ripeto io, a voce un po' più alta. Poi mi tolgo le scarpe, alzo la gonna con le mani e corro via, sotto gli sguardi attoniti di tutti, senza mai voltarmi indietro.

Corro verso l'unico posto dove so che potrò essere davvero felice.

Suono il citofono insistentemente, ad aprirmi è Kevin, il coinquilino di Will. -Emma ciao, cosa ci fai qui, perché non sei al tuo matrimonio?-

-Dov'è Will?- domando io, entrando in casa frettolosamente.

-È andato al tuo matrimonio.- risponde lui, indicandomi il computer di Will, aperto sul tavolino. Sullo schermo si vede l'invito al matrimonio di Carl Howell e Emma Pillsbury.

-Non c'è al mio matrimonio. Secondo te sarebbe mai venuto?- chiedo arrabbiata.

-Neanche io lo credevo, ma lui ha insistito e mi ha assicurato che sarebbe andato, si è anche messo la cravatta.- insiste Kevin.

-Sai dove può essere?- Lui scuote la testa e io mi metto le mani nei capelli, disperata. Potrebbe essere ovunque, per quanto ne so è in un bar a sbronzarsi oppure ha preso un biglietto per le Maldive oppure si è trovato una tipa da farsi.

Il mio cellulare vibra, me lo sono messo nel reggiseno fuggendo via dalla Chiesa.

Lo accendo, vedo un messaggio vocale da Will.

Mi affretto ad ascoltarlo.

-Ciao Emma. Probabilmente sarai già diventata una Howell quando ascolterai questo messaggio, perciò congratulazioni. Sono felicissimo per te. Per me invece sono un po' meno felice. Sto andando a fare una cosa che volevo fare già da qualche tempo e finalmente mi sono deciso. Prima però volevo salutarti e dirti che ti amo davvero tanto, non ho mai smesso di farlo. Il mio compito è renderti felice, tu lo sei, ti sei sposata e vivrai la tua meravigliosa vita con Carl, che ti ama tantissimo. Perciò il mio compito è finito, sono riuscito a portarlo a compimento. Ciao Emma, ti amo tantissimo, sappi che non smetterò mai di farlo.- non è ubriaco, ma si sente dalla voce che ha bevuto un po'. Le lacrime mi salgono agli occhi e io le lascio scorrere, mentre mi precipito fuori dalla porta riascoltando di nuovo l'audio e concentrandomi sui rumori in sottofondo per capire dove si trova.

-Aspettami Emma, vengo con te! Non puoi cambiarti?- mi chiede Kevin, prendendo le chiavi della macchina.

-Will sta per uccidersi per colpa mia, ti sembra il caso che perda del tempo cambiandomi?!- gli urlo in faccia, piangendo violentemente.

Lui non risponde, ma si affretta a far partire la macchina. Nel tragitto io riascolto l'audio.

-C'è rumore di macchine, quindi è in strada. E questo sembra lo scrosciare di un fiume. Il ponte! Vai al ponte!- ordino, mentre lui accelera e si dirige nel luogo indicato da me.

Io continuo a piangere mentre aspetto che arriviamo, non appena la macchina si ferma, apro lo sportello e corro sul ponte, senza neanche richiuderlo. Rimango delusissima nel non vedere Will, comincio a piangere più forte e torno indietro.

"Cerca di pensare Emma." mi ordino mentalmente. "È pomeriggio, non potrà farlo in un ponte pieno di macchine alla luce del giorno, no?" mi sforzo, cerco di mettere in funzione ogni singolo neurone. "Ma certo! Il ponte pedonale! Di lì non passa mai nessuno!"

Corro verso la mia meta, non preoccupandomi minimamente di sporcare il vestito, nel frattempo ha cominciato a piovere, ma io non mi fermo neanche per prendere fiato. Lo vedo davanti a me, il ponte pedonale, al centro c'è una persona, un uomo, seduto con le gambe che penzolano nel vuoto.

Accelero la corsa e mi sbrigo a raggiungerlo.

-Will! Will, non farlo! Ti prego! Non farlo!- urlo, poi lo raggiungo e mi inginocchio accanto a lui. Lui sta guardando in basso, con lo sguardo perso. Gli prendo le mani e lui si volta a guardarmi. I suoi occhi sono rossi e le guance rigate di lacrime, segno che sta piangendo anche lui.

-Will ti prego, non farlo!- esclamo, stringendogli fortissimo le mani.

-Perché non dovrei?- domanda, la bottiglia di Vodka accanto a lui è piena solo per un quarto, mi stupisco che non abbia già vomitato tutto l'alcool che ha in corpo.

-Perché io ti amo Will.- gli dico sinceramente, senza girarci troppo attorno. -Anche io non ho mai smesso di amarti. Sono riuscita a dimenticarti per un po', ma tutto è ritornato fuori nel momento esatto in cui ho ripensato a te e a come mi hai fatta sentire. Ti amo Will Schuester e voglio passare il resto della mia vita con te.-

Lui mi guarda in silenzio per un po', poi sussurra:-Davvero?-

-Davvero.- e detto ciò lo bacio, finalmente dopo tutto questo tempo passato lontano da lui riunisco le mie labbra alle sue. Dentro di me scoppiano i fuochi d'artificio e non desidero altro nella vita che stare tra le sue braccia.



(WS)

-Davvero.- conferma lei.

Sono brillo, ma ancora abbastanza lucido da capire che è sincera, che davvero mi ama ancora.

Mi bacia e finalmente sento di nuovo le sue labbra sulle mie, mi mancava così tanto la sua vicinanza, mi mancava il suo corpo, mi mancava la sua voce, mi mancava ogni singola cosa di lei.

Dopo un po' si stacca e mi aiuta a rialzarmi.

-Credo che quella bottiglia puoi buttarla.- mi dice, indicando la bottiglia ancora per terra. 

Io le do un calcio e la lascio cadere nel fiume che scorre sotto di noi.

Poi prendo Emma per mano e ci incamminiamo giù dal ponte.

-Non era necessario che ti vestissi da sposa per dirmi che mi ami.- la prendo in giro io.

-Sei un'idiota.- ribatte lei ridendo.

-Si, lo sono.- concordo. -Ti amo anche io. Tantissimo.-

Lei sorride e ci baciamo di nuovo, abbracciati, sotto la pioggia, fregandocene del fatto che siamo entrambi fradici e zozzi perché siamo insieme e questa è l'unica cosa che importa ora.



Spazio autrice

The end!!! Finalmente! Che figata, mi ricordo che ci ho messo tipo tre giorni a scrivere sti dieci capitoli. Era estate e quindi avevo tempo, non come ora che non riesco nemmeno a respirare. Comunque anche questa mini avventura è conclusa, spero che abbiate apprezzato, io mi sono divertita a rileggere il frutto del lavoro della me stessa di qualche mese fa. Chiedo perdono di nuovo se non sono stata molto regolare nella pubblicazione dei capitoli, ma sono fatta così, ahaha. Annuncio già che ovviamente non sparirò, forse solo per qualche giorno, in modo che riesca a preparare altre short stories o one shots prima di pubblicare la prossima. Comunque ne arriveranno altre, ne ho alcune già pronte e soprattutto ho un miliardo di idee in testa e di neuroni che lavorano per produrre i viaggi mentali che servono alla nascita di queste idee. Vi auguro una buona giornata e ci si becca alla prossima.

xoxo

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