Don't Trust

di Queen FalseHearth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo Capitolo ***


Don't Trust: Primo Capitolo

Era stanca di aspettare. L’orologio segnava le sette e un quarto e lui non si era ancora presentato. Ogni giorno si sedeva sul bordo della fontana con un libro diverso prima delle lezioni; lui leggeva in continuazione, in cerca di nuove storie travolgenti.
Ieri aveva portato con sé “Il fantasma dell’opera”, era così preso dalla lettura che non si era accorto della sua presenza. Ma lo aveva perdonato, l’avrebbe perdonato un milione di volte.
Perché diavolo non c’era.
Avvolta dalla sua preoccupazione, non fece caso a una persona che le se avvicinò con un sorriso stampato sulle labbra.
-Buongiorno Osana~chan, ti va di venire con me e le mie amiche in piscina più tardi?-
-No…- rispose cercando di sfruttare la poca calma che le era rimasta. -E dai mi serve una guardia del corpo! Ho la sensazione di avere uno sto….-
-Non ora Munsume- affermò per poi allontanarsi, era accecata dalla paura. Non dava importanza a nient’altro che al suo migliore amico…un momento bastava chiamarlo! Fece un sospiro di sollievo, si era fatta prendere dal panico come una sprovveduta.
Digitò il suo numero, il primo della rubrica, e attese.
Non rispondeva.

Lui era nella scuola. Se lo sentiva: fin da piccola era convita che il legame che univa lei e Taro le avesse dato dei poteri di geolocalizzazione, diceva sempre che uno sapesse dove si trovasse l’altro. Si sentì sciocca affidandosi alle sue credenze infantili, ma era l’unico modo per proteggere la speranza di ritrovarlo al più presto.
Corse nei corridoi, fregandosene di quel pirata con la divisa del consiglio studentesco. Doveva solo correre, non tralasciare neanche un punto della Akademi High School.
Controllò in tutte le aule del primo, secondo e terzo piano. Nei bagni. Sul tetto. Sul fondale della piscina non c’era nessun corpo. Niente in libreria. Si fermò nella palestra.
-Ma quanti posti ci sono in sta scuola?!- esclamò sul palco utilizzato dal club di Drama, si era concessa una pausa per colmare il fiatone. Non c’era nessuno in palestra.
Erano passati solo venti minuti dalla sua disperata ricerca, solo in quel momento di accorse che non l’avrebbe mai trovato da sola.
Perché? Perché aveva iniziato a correre?
Aveva perso solo del tempo, tempo prezioso.
-Dovevo per forza fare la persona stupida innamorata?- si chiese, non pensava che i sentimenti che provava potessero condizionarla in quel modo.
E se si sbagliasse? Se Taro fosse malato e semplicemente non l’avesse avvisata? Se fosse stato intrattenuto da qualche suo amico?
No.
Una strana sensazione la costrinse a temere il peggio.
Quando stava per richiamare l’amico scomparso, notò una figura che si aggirava in palestra. Uno studente che si era perso fu il suo primo pensiero. Era entrato nello sgabuzzino in fondo, Osana non l’aveva controllato. Scese in fretta dal palco e si diresse in quel luogo; non riuscendo a correre per la fatica di prima e ci impiegò un’eternità a raggiungere quella porta, la persona di prima l’aveva lasciata semiaperta.
Una volta entrata in quello che doveva essere lo sgabuzzino, si trattenne dall’urlare.
Trovò il suo Taro sul freddo pavimento, legato con una corda. Ayano Aishi era accanto a lui con un coltello in mano.

-Maledetta troia! Allontanati da lui!- urlò a pieni polmoni liberando tutto il suo coraggio, poi il corpo iniziò a tremare. Quella ragazza era armata ma stava minacciando la vita di Taro. L’avrebbe strangolata in qualche modo. Con le sue mani.
-O-Osana calmati- la calda voce di Tar riuscì a calmarla. -Lei mi sta aiutando- la corda venne tagliata subito dopo, la mora mise via il coltello.
La ragazza metabolizzò l’accaduto molto lentamente. Taro non era in pericolo.
Troppe domande si crearono nella sua mente: come aveva fatto Ayano a trovarlo prima di lei? Chi era in realtà la ragazza più solitaria della scuola?
Osana non riuscì a proferire parola. Ayano non sembrava infastidita dalle sue accuse di prima; si limitò a guardarla con sguardo ghiacciante.
-Per fortuna stai bene, mi hai fatto preoccupare per niente! No che m'importi di te, baka!- il suo carattere un po’ aggressivo si era attenuato: di solito s’incavolava come una bestia per questioni insignificanti, ora avrebbe dovuto scatenare un tornado.
No, era felice che stesse bene.
Taro, mentre si massaggiava la testa leggermente stordito, si rivolse a Ayano con un sorriso. Sembrava che ignorasse la presenza della Tsundere.
-Grazie per avermi salvato- anche Osana avrebbe dovuto ringraziarla, ma la preoccupazione provata prima non era svanita: non si sentiva al sicuro con quella ragazza nei dintorni.
-Che cosa è successo, senpai?- chiese Ayano, aveva una voce molto bassa.
-Ero vicino gli armadietti a cambiarmi le scarpe quando ho visto una ragazza dai capelli rossi e occhiali neri. Non l'avevo mai vista. Mi fissava. Stavo cercando di ignorarla ma mi parlò chiedendomi di seguirla. Sembrava così innocente e…non era la prima volta che ragazze che non conoscevo mi chiedevano attenzione.- Ayano e Osana alzarono un sopracciglio di disappunto per l’ultima affermazione.
-Poi mi ha stordito con uno strano profumo e mi sono ritrovato qui. La paura mi aveva tolto la voce. Per fortuna sono stato trovato, grazie- non smetteva di mostrare la sua riconoscenza nei confronti di Ayano con sorrisi e ringraziamenti che ella pareva gradire.
La campanella delle otto raggiunse lo sgabuzzino della palestra.
-Devo andare in classe…oggi tocca a me essere interrogato- dichiarò Taro come se avesse avuto soltanto un piccolo infortunio.
-No tu devi andare in infermeria e avvisare la preside!- urlò Osana, questa volta doveva ascoltarlo.
-Va tutto bene, credimi. Ho solo un leggero mal di testa e…non voglio parlare di questa storia- se fosse stato per Osana avrebbe utilizzato una corda per trascinarlo in infermeria, ma non voleva arrecargli ulteriori fastidi.
-Grazie ancora…scusa qual è il tuo nome?- chiese Taro rivolto alla mora, quest’ultima era così silenziosa che la Tsundere pensava che se ne fosse andata.
-A-Ayano Aishi- rispose timidamente.
-Spero di rincontrarti. A più tardi Osana~chan.-

Osana non sarebbe andata a lezione, non dopo quello che era successo. Indirizzò ogni accusa verso Ayano Aishi, non si fidava di lei.
La seguì, non l’avrebbe passata liscia, pensò. La solitaria si recò nell’ala nord del terzo piano della scuola e s'infilò in una stanza buia. Perché non era andata in classe? Sapeva che non c’era da fidarsi!
La ragazza dai capelli arancioni sbirciò attraverso le tende, che non si spiegò perché ci fossero.
-Ayano~chan non dovresti essere nascosta dietro a un cespuglio a quest’ora?-
C’era davvero qualcuno in quella stanza così buia? L’unica fonte di luce erano degli schermi di computer che mostravano una ragazza di spalle seduta su una sedia, proprietaria di quella voce affilata.
-Non ne avevo motivo- rispose Ayano avvicinandosi a quella ragazza. Che cosa aveva intenzione di fare?
-Come hai osato far del male a Taro Yamada?!-
-Mi annoiavo-
Osana spalancò gli occhi sbigottita, l’ennesima domanda a cui non avrà risposta era “chi è quella pazza?”. Scommise che era la rossa di cui parlava Taro.
Per un attimo Osana sperò che la mora tirasse fuori il coltello per spaventarla. O fare di peggio.
-Non dovevo fi… ora ti uccido, lo sai vero?-
Quella ragazza misteriosa non mostrava alcun segno di agitazione, non si era neanche mossa dal suo posto.
-Se non digito una password al computer ogni ora, si attiverà l'allarme e il sistema manderà le ultime registrazioni delle telecamere nascoste alla preside…-
-L’ammazzerò!-
-…sulla pagina Facebook della scuola, Youtube, Instagram, dappertutto. Non puoi fare niente- disse la rossa mostrando un ghigno soddisfatto ad Ayano.
-Me la pagherai-




👑💎 Angolo autrice 💎👑
QUESTA STORIA DOVEVA ESSERE PUBBLICATA A GENNAIO 2018, DIO FAMMI IL DONO DELLA PUNTUALITA’ PER FAVORE.
Il prossimo capitolo (l'ultimo) sarà pubblicato la prossima settimana o prima (non prometto nulla perchè ogni volta che lo faccio non aggiorno niente, forse in questo modo riuscirò a mantere la parola).

 

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo ***


Don't Trust: Secondo Capitolo

Dalla fessura delle tende vide Ayano dirigersi verso la porta. Osana indietreggiò e puntò gli occhi a sinistra dove la mora comparì sbattendo dietro di sé la porta. Si aspettò un’esplosione di rabbia da parte di Ayano, invece appariva stranamente tranquilla.
-Scusa…n-non volevo origliare- sussurrò la ragazza dai capelli arancioni, intimorita dalle minacce che la sua coetanea aveva pronunciato prima; quest’ultima la ignorò e iniziò a camminare verso le scale del secondo piano.
-Ayano~san!- la mora si fermò senza voltarsi, attese che Osana la raggiungesse.
-È stata la ragazza di quella stanza a far del male a Taro questa mattina?- chiese infuriata.
-Si- rispose Ayano con serietà che assomigliava a indifferenza.
-Ma chi è!?-
-Una scocciatura. Ho un piano per fargliela pagare- ringhiò con lo stesso gelido sguardo, Osana si chiese se quella ragazza provasse emozioni.
-Anch’io voglio vendicarmi, sono la migliore amica di Taro! Chi gli fa del male non la passerà liscia- disse dimostrando il suo enorme affetto nei confronti del ragazzo.
-Tu…tu non sei solo una semplice amica vero?- chiese Ayano. La ragazza con i codini si sentì in trappola: come sempre aveva parlato troppo. Non aveva scelta che confessare la verità, non c’era tempo per inventarsi una scusa plausibile.
-Io…lo amo ma non lo dire a nessuno- arrossì imbarazzata, non aveva rivelato il suo segreto nemmeno alle sue amiche.
-Però…anche tu provi dei sentimenti per lui giusto?- Osana sapeva riconoscere una ragazza innamorata, anche se questa si comportava come un robot.
Ayano annuì.
-Lo sapevo, nessuno avrebbe minacciato di morte qualcuno per un estraneo- si era creata una situazione davvero insolita e Osana non sapeva come comportarsi.
-Non ho intenzione di fare a gara per il cuore di Taro- dichiarò Ayano sorprendendo la giovane tsundere.
-Non mi sono mai innamorata prima, non so come comportarmi quando qualcun’altra desidera lo stesso ragazzo. Perciò… per ora concentriamoci su come vendicarci, ci stai?- le porse la mano, in segno di amicizia. Stava persino sorridendo. Era quasi inquietate.
Osana aveva sempre pensato che se le si fosse presentata una rivale in amore, il suo primo pensiero sarebbe stato di odiarla a vita. Invece, in quel momento, non riusciva a provare ostilità nei confronti di Ayano. Non più.
-S-Si! Che hai intenzione di fare con quella maledetta?-
-Te lo ripeto, ho un piano-
 
Le due ragazze risultavano definitamente assenti sui loro registri di classe. Osana e Ayano, evitando sguardi indiscreti, s’infilarono nell’unica aula libera, ovvero il laboratorio d’informatica.  
-Riguardo a quella rossa…si fa chiamare Info-chan. Nessuno conosce il suo vero nome. Nessuno sa com'è la sua faccia. Alcune persone non credono nemmeno che lei esista davvero. Però…so che lei esce dal suo covo alle dieci per andare in bagno; insieme a mangiare, bere e dormire è il suo unico lato umano- Osana deglutì: non poteva credere che per tutto questo tempo nella scuola ci fosse una ragazza del genere e che le fosse stata concessa addirittura una stanza privata.
-Ci nasconderemo qui attendendo il suo arrivo, non avrà scampo-
-Così non potrà registrare niente! Sei un genio!-
La poca stima che stava nascendo nei suoi confronti svanì quando Ayano le porse il coltello affilato di prima. Osana se ne era dimenticata.
-Un momento…vuoi ucciderla? E vuoi far fare a me il lavoro sporco?-
-Sembravi così determinata prima, faresti qualsiasi cosa per lui non è vero?-
-Si ma no…commettere un omicidio…- si sentì ipocrita ricordando i suoi pensieri di prima: “per un attimo sperò che la mora tirasse fuori il coltello” “l’avrebbe strangolata con le sue mani”.
-Capisco, non ti preoccupare infondo il piano è mio. Non avrei mai permesso che ti accadesse qualcosa. Mi basta che tu resti qui come vedetta. Puoi farlo?-
-Si posso farlo! Conta su di me!-
L’attesa si rivelò più lunga del previsto. Nei corridoi c’erano solo studenti in cerca di una sigaretta. La campanella delle dieci tardava ad arrivare.
-Allora Ayano~san…cosa ti piace fare nel tempo libero? Così per fare due chiacchere- …e non pensare al ragazzo che piace a entrambe, pensò Osana.
-Non ho hobby particolari ma mi sono avvicinata al club d’informatica, è molto utile- rispose Ayano con quella voce che sembrava appartenere a una persona senz’anima.
-Capisco, io pensavo a teatro oppure al club di cucina- di nuovo silenzio.
-Il senpai ha altri amici fidati oltre te?- chiese all’improvviso Ayano con il suo solito atteggiamento apatico.
-No, solo io gli sono sempre rimasta accanto…- quando pensava al suo migliore amico non poteva fare a meno di sorridere.
-Scommetto che hai la camera piena di foto sue-
-Mi hai scoperto…eheh- la tsundere non voleva parlare di Taro, ma la mora continuò con le domande.
-Hai mai pensato ad interessarti ad un altro ragazzo?-
-Mai! Ho occhi solo per Taro, non riesco ad immaginare la mia vita senza di lui!-
Dopo che avrebbero risolto il problema “info-chan”, Ayano e Osana sarebbero tornate rivali in amore. La ragazza con i codini era certa che Taro non avrebbe mai ricambiato i sentimenti di una ragazza introversa che manco conosceva, ma non trasformò quei pensieri in parole.
-Capisco. Fai di tutto per farti notare dal senpai, non è vero?- continuò Ayano con quella voce calma quasi surreale.
-Beh…diciamo che il mio carattere m’impedisce di essere affettuosa e romantica con lui, un difetto che sto cercando di correggere…però… vado in palestra ogni giorno perché voglio che apprezzi il mio corpo-
-Allora provi anche attrazione sessuale per lui-
Quell’affermazione rese le guance rosse di Osana in pochi secondi. Era imbarazzante. Voleva essere in un altro posto.
-Ecco…io…- parlare di questi argomenti con una sconosciuta (che per altro possedeva un coltello) era l’ultima situazione nella quale si sarebbe immaginata di ritrovarsi.
-Se mi racconti dei tuoi sentimenti romantici e sessuali rinuncerò a lui. Voglio capire quanto il tuo amore e desiderio siano più forti dei miei- dichiarò la mora sempre con quello sguardo tranquillo e vuoto.
Osana sospirò: se c’era un modo pacifico per far cancellare il nome del senpai nel cuore di Ayano, doveva acconsentire. Non voleva conquistare Taro con la consapevolezza di ferire i sentimenti della ragazza che lo aveva salvato poco fa e che la stava aiutando a vendicarsi.
-Quando penso a Taro Yamada…provo un forte desiderio. Quando sono in camera sua non faccio a meno di pensare a…quanto sia vicina a lui. A volte vorrei legarlo a una sedia, togliergli i pantaloni piano piano…e…insomma…- ammise, per il tutto il tempo guardò il pavimento del laboratorio. Dire ad alta voce quelle parole era stato più facile del previsto, solo il suo diario segreto era a conoscenza di quei pensieri.
Osana si aspettò di nuovo silenzio, invece sentì un piccolo ghigno che diventò una sonora risata.
Stranamente aveva fatto ridere Ayano, era come vincere alla lotteria. La ragazza con i capelli arancioni non capì il motivo di quell’inaspettata allegria.
-Congratulazioni! Hai risposto a tutte le domande correttamente!- urlò la mora barcollando come un’ubriaca. La Tsundere, leggermente confusa, improvvisò un sorriso.
-Che cos’era… un quiz?- chiese pensando a quelli che aveva svolto su Internet nel tempo libero.
Ayano non rispose e prese dalla sua tasca il coltello. Osana sussultò: quel gesto significava che era arrivata la pazza dai capelli rossi. Tentò di avvicinarsi alla porta per controllare la situazione ma la coetanea glielo impedì. Le infilò un fazzoletto sulla bocca.
Le tirò violentemente uno dei suoi codini arancioni trascinandola in fondo al laboratorio, non prima di aver chiuso la porta. Osana, terrorizzata, tentò di urlare ma quel fazzoletto soffocò ogni suo tentativo.
Si dice che la vita ti passa davanti quando stai per morire, invece Osana era concentrata solo sul freddo coltello che le stava squarciando la gola.
Era successo tutto così in fretta.
-Finalmente! Che liberazione!- Ayano non era mai stata più felice come in quel momento. Si era liberata della sua più odiosa rivale.
Avrebbe voluto ucciderla molte volte, ma si rese conto che il suo senpai avrebbe sofferto parecchio la morte della sua migliore amica d’infanzia. Per questo aveva elaborato un piano geniale.
Info-chan si fece notare, era appoggiata alla porta aperta del laboratorio con le braccia conserte.
-Recitare è stato divertente, ma adesso voglio la ricompensa- disse la rossa con voce fredda. Ayano era ancora preda delle sue incontrollabili e vivaco emozioni, ma quando vide il volto dell’alleata un po’ si calmò. Gli Aishi mantengono sempre la parola data.
-Tieni le foto di Munsume nuda, fanne ciò che vuoi- disse porgendo delle foto che aveva preso dalla sua tasca; le aveva scattate ieri nel bagno e temeva che la ragazza abbronzata si fosse accorta di una presenza estranea, ma non importava.
-Un giorno mi dirai come riesci a fare queste foto e ad impossessarti dei diari segreti altrui. Beh i miei affari andranno a gonfie vele- commentò Info-chan divertita.
 
 
Erano le 13:00. La giornata per Taro era iniziata in maniera brusca e misteriosa, ma alla fine era riuscito a svolgere il suo dovere da studente. Non aveva ricevuto notizie da Osana per tutta la giornata, di solito gli faceva visita durante il cambio dell’ora.
Era triste mangiare il bento da solo, senza la sua dolce rompiscatole.
Taro non sapeva che c’era qualcuno a spiarlo: dopo un po’ Ayano si decise ad andargli a parlare, non doveva più nascondersi.
-Ciao Ayano~chan*! No c-cioè…come stai Aishi~san?- domandò chiedendosi perché provasse simpatia per una ragazza che non conosceva, forse perché l’aveva salvato prima.
-Io sto bene ma…tu potresti non esserlo fra poco- Taro non capì che cosa intendesse. La mora gli si avvicinò timidamente con lo sguardo abbassato mostrando il suo telefono.
-Scusami per la bassa qualità, il telefono si trovava nello zaino-
Partì una registrazione. Non gli disse che era modificata.
-“Non lo dire a nessuno. Mi hai scoperta. Solo io gli sono rimasta sempre accanto. Io…io lo amo. Ho occhi solo per Taro, non riesco ad immaginare la mia vita senza di lui! A volte vorrei legarlo a una sedia, togliergli i pantaloni piano piano”-
Taro non riusciva a crederci: la voce che aveva detto quell'ultima frase perversa…apparteneva alla sua migliore amica.
-Credo sia stata Osana~san a rapirti questa mattina…- disse a bassa voce Ayano.
-Osana…che hai combinato…- disse Taro amareggiato, era profondamente deluso dalla persona a lui più cara.
-Ero certo di conoscerla, non pensavo che sarebbe arrivata a tanto per…non posso più essere suo amico- concluse in maniera fredda.
-Non ti preoccupare, le dirò io che non vuoi più avere legami con lei-
Taro aveva perso la sua migliore amica, ma in quella bellissima ragazza mora vide una nuova speranza.
-Grazie…grazie davvero. Penso che sia giunto il momento di frequentare nuove persone- Taro le sorrise come la prima volta in cui si era innamorata di lui, il cuore della yandere urlava di gioia.
 Era ritornata la primavera nell’animo di Ayano: non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse felice. Era una rarità per lei.
-Senti, prima ho bisogno di farti una domanda: posso fidarmi di te?-
-Certo-
 
 
*in Giappone chiamare una persona con il nome seguito da un “chan/kun” indica un’amicizia ed è molto informale.
 
 
❄👑 Angolo Autrice 👑❄
È incredibile: ho iniziato questa storia tantissimo tempo fa e il gioco di yandere simulator…è completamente cambiato! Innanzitutto in questi due anni è stata introdotta Raibaru, oddio questa storia è già roba vecchia XD
Grazie mille per chi ha letto, ciaoooooo
P.S: Quando Ayano parla di info-chan ho preso qualche frase dalla wiki di Yandere Simulator e ovviamente non esiste questo scenario descritto nella storia nel gioco.
P.S.n.2: per quello che ho detto nello scorso angolo autrice…CRISTO QUEEN SONO PASSATI DUE ANNI.
P.S.n.3: Ero indecisa tra due titoli all’inizio, ovvero “Mai fidarsi di una Yandere” e “L’alleanza della Yandere e della Tsundere” ma alla fine ho preferito uno più semplice e diretto che non dia importanti spoiler (infatti all’inizio si poteva pensare che sia Info-chan la persona di cui Ayano non si doveva fidare, ma forse molti avevano già intuito come sarebbe andata a finire con una Yandere)
 
 

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