La Rosa spinosa e le Tenebre oscure

di MissARose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Una Settimana ***
Capitolo 2: *** 2.Esplorazione ***
Capitolo 3: *** 3.Verità ***
Capitolo 4: *** 4. Baci incompresi ***
Capitolo 5: *** 5. Confusione ***
Capitolo 6: *** 6. Supera i tuoi limiti, qui ed ora ***
Capitolo 7: *** 7. Luna ***
Capitolo 8: *** 8. Realtà ***



Capitolo 1
*** 1. Una Settimana ***


UNA SETTIMANA
 
L’imperatore Magico Julius, con pochissimo preavviso, aveva organizzato degli allenamenti tra le varie compagnie in maniera da avere la possibilità di misurare le proprie capacità combattive anche con gli altri cavalieri del regno di Clover e non solo della propria squadra. Sarebbero durati una settimana e in una regione ipermagica scelta in base alle capacità dei membri delle varie compagnie.
Charlotte Roselei lesse in fretta e furia la lista proiettata da Marcus a tutte le compagnie mentre reggeva con mano tremolante la tazza di tè. Sperava e non sperava di avere un allenamento di una settimana intera con la compagna del Toro Nero, capitanata da quel rozzo e improponibile straniero di cui era follemente innamorata. Boccheggiò sconvolta appena vide che accanto al nome della sua compagnia, vi era scritto con inchiostro nero il nome della compagnia di Yami Sukehiro.
Oh cielo… Non può essere. Una settimana? Forse dovremmo mandare solo i nostri sottoposti… in una regione ipermagica? Ma che dico?  
Pensò mentre ascoltava con attenzione le parole di Marcus che spiegava lo svolgimento degli allentamenti. Non sarebbero partite tutte le compagnie, ne sarebbe andata della sicurezza del regno. Sarebbero andate a coppie per turno. La comandante della Rosa Blu tirò un sospiro di sollievo. Almeno avrebbe avuto il tempo per prepararsi mentalmente ad una delle settimane più dure della sua vita da quando si era presa una grande sbandata per Yami.
Il consigliere Marcus si schiarì la voce “è giusto che ognuno di voi possa fare esperienza in vista di ciò che potrebbe avvenire in futuro. L’imperatore Magico pensa che sia l’occasione perfetta approfittando del periodo di pace che stiamo attraversando… Ad avviare gli allenamenti saranno…” Charlotte ascoltava con tranquillità, insomma… Non potevano essere addirittura i primi “Le compagnie di Yami Sukehiro e Charlotte Roselei, domani mattina”
Charlotte sobbalzò sulla sedia e tirò un grido di panico arrossendo drasticamente. Sua sorella Sol spalancò la porta sentendola. “Che succede sorella?” domandò impetuosamente avvicinandosi a grandi falcate nell’ufficio della Comandante. Charlotte cercò in tutti modi di raccattare la sua freddezza ma l’avvenimento l’aveva sconvolta e non poco. Si schiarì la voce cercando di mettersi composta sulla sedia.
“Niente, avvisa la Compagnia che avremo un allenamento intensivo in una regione ipermagica con il… il Toro Nero. E chiamami comandante, Sol” disse sospirando e mise le mani sulle guance bollenti.
Non aveva motivo di nascondere la sua ansia, Sol e il resto della Rosa Blu erano a conoscenza del suo amore per il rozzo Sukehiro, lo aveva urlato lei a gran voce trovando una piccola luce di coraggio.
Sol guardò la sorella e aggrottò la fronte “Perché? Noi non abbiamo bisogno degli uomini per essere forti!” protestò e incrociò le braccia sotto il petto scollato. “E poi perché con quello lì, sorella?” borbotta. Traboccava di ammirazione nei confronti della sorella e aveva a stento accettato i sentimenti della sorella scelta poiché più di ogni altra cosa voleva vederla felice.
“è stato tutto deciso dal nobile Julius, ci servirà per diventare più forti e saper proteggere il regno. Chiamami comandante, Sol… Ora vai ad avvisare gli altri di prepararsi e preparare lo stretto necessario per la settimana che andremo ad affrontare.” Dice decisa anche se dentro il cuore scalpitava.
Chissà come lui ha reagito alla notizia…
Appena Sol uscì, Charlotte si affacciò alla finestra che dava sul vasto regno di Clover e sospirò posando la tazza ancora calda sulla guancia. Chiuse gli occhi e si lasciò andare immaginando di avere la grande e calda mano di Yami a riscaldarla.
 
 
La compagnia della Rosa Blu attendeva composta e puntuale quella del Toro Nero in ritardo. Sol sbuffò e chiese a Cob Portaport di aprire il portale che le avrebbe fatte arrivare direttamente alla regione ipermagica di destinazione. Non fu l’unica a sbuffare, tutte le ragazze si stavano annoiando ad aspettare. Cob rifiutò dicendo che doveva trasportare tutti insieme. Charlotte stava prendendo lenti respiri ancora confusa sul volerlo vedere oppure no. L’aveva sognato più del solito e pensato così fortemente che temeva che Yami se ne accorgesse. Buttò i capelli sciolti dietro le spalle e si incamminò verso la sua squadra cercando di placare gli animi.
Sul punto di aprir bocca, apparve un portale dal quale uscirono Magna e Luck intenti a spintonarsi, Gauche, un’imbarazzata Grey, Noelle, Asta, Gordon, Vanessa e Charmy.
Charlotte osservò con occhi spalancati il portale in attesa di veder spuntare l’uomo muscoloso che però non apparve e il portare si richiuse. Asta si avvicinò alla donna con la mano alla nuca e l’espressione dispiaciuta.
“Ecco… Mi scusi Capitano Roselei ma il Comandante è… è occupato con una cosa urgente” Gesticolò impacciato “Arriverà tra poco” disse insicuro sulla veridicità delle sue stesse parole.
Sol raggiunse il gruppo del Toro Nero “Ah?! Non vi basta averci fatto attendere per tutto questo tempo? Siete vergognosi!” Puntò il dito soprattutto contro Magna di fronte a lei e iniziarono a bisticciare come ormai accadeva di consuetudine tra i due Cavalieri.
Charlotte tirò un sospiro di sollievo ma si massaggiò il ponte del naso non sapendo come affrontare la situazione.
Temo di sapere la natura dell’urgenza di Yami… Proprio di lui mi dovevo innamorare? La mia maledizione poteva funzionare in maniera differente…
Si avvicinò ai due gruppi che stavano iniziando a discutere e non poté fare a meno di buttare un’occhiata a Vanessa Enoteca. La invidiava, più volte l’aveva vista fare la gatta morta con Sukehiro con una nonchalanche che Charlotte non possedeva. Lei riusciva solo a trattarlo con freddezza o ad evitarlo scappando dalle situazioni più imbarazzanti. Vanessa era decisamente l’opposto di lei, così intraprendente con Yami, così poco vestita e molto più libera con i suoi sentimenti, ma soprattutto vivevano nella stessa base e facevano grosse bevute insieme.
Ci saranno stati dei trascorsi tra i due? Non ci voglio pensare… lui è così grande grosso, ha 28 anni… perché non dovrebbe essere attratto da una strega abile e libera come lei? Io sono così rigida e fredda… Non mi sono mai permessa di toccarlo o parlare con lui di altro.
La Comandante della Rosa Blu quasi entrò in uno stato di depressione cronica ma si ridestò dai suoi pensieri e si schiariscò la voce aspettando distrattamente che si calmassero gli animi bollenti dei sottoposti. Dopo qualche minuto, il suo cuore quasi cedette appena un improvviso mana potente appartenente a Yami la fece rabbrividire. Il cuore le scoppiò nel petto. Il possente petto di Yami fece capolino e questo bastò per farle venire le farfalle nello stomaco, non lo vedeva da più di una settimana. Yami uscì imprecando seguito da Finral, colui che possedeva la magia dello spazio nel Toro Nero.
“Non si può nemmeno cagare in pace… Avevo una bestia nello stomaco” borbottò con una mano sulla pancia e la sigaretta tra le labbra. Si guardò attorno spaesato “Non ho ben capito cosa dobbiamo fare, i miei idioti sono carichi da ieri” puntò con lo sguardo caldo ma indifferente Charlotte “Hey Regina di Spine… Che cosa dobbiamo fare?” domandò con tono annoiato.
La comandante della Rosa Blu ruotò gli occhi al cielo usando il suo essere apatico con lui “Tsk… Mi chiedo ancora come tu sia riuscito a diventare Cavaliere Magico” disse annoiata “Abbiamo un allenamento insieme in una regione ipermagica… abbiamo una settimana” spiegò velocemente guardandolo solo alla fine.
Oh cielo quanto è bello… Vorrei essere stretta da quello grosse braccia e- ma che dico? Calma, respira, calma…
Sukehiro annuì distratto e si tolse la sigaretta dalle labbra sembrando realizzare le cose lentamente. “Una settimana? Cazzo ma è tantissimo” sbuffò e si girò verso i suoi sottoposti notando che erano tutti muniti di zainetto. “Porca tr- Oh mi scusi sua maestà” disse ironico alla Roselei e si volse verso la sua squadra “Imbecilli perché non mi avete avvisato? Razza di buoni a nulla!” li fulminò tutti con lo sguardo minacciandoli a morte nonostante loro glielo avessero detto più volte.
Charlotte sospirò cercando di calmarsi e, approfittando del fatto che era di spalle, guardò con aria sognate l’ampia schiena di Yami. Si irrigidì appena colse lo sguardo inquietante di uno strano sottoposto di Gordon e si girò del tutto col terrore di essere scoperta.
Finalmente, Cob aprì il portale per trasportare tutti loro e quindi ogni chiacchera o discussione si interruppe. La prima ad entrare fu la compagnia della Rosa Blu in ordine, seguita dalla disordinata compagnia del Toro Nero.
Dopo qualche minuto, erano già tutti radunati e presenti pronti ad ascoltare i propri comandanti. Yami si portò la mano alla nuca di fronte a quelle facce in attesa “Rimanete qui, io e la comandante della Rosa Blu ci organizziamo dato che stiamo stati avvisati in poco. Non vi muovete o vi taglio in due” Disse minaccioso facendo ammutolire tutti. Si incamminò entrando nella regione ipermagica e fu scosso dal forte mana presente seguito da una timida Charlotte. Non riusciva a ragionare decentemente, soprattutto quando il capo del Toro Nero svoltò attorno ad un grandissimo albero come a garantire loro un po’ di privacy.
Io e lui da soli… appartati… io e lui. Da soli. Non credo di sentirmi bene. È sicuro che vada bene così? Chissà cosa gli passa per la testa… siamo troppo soli… troppo vicini… troppo intimi.
Prese dei respiri profondi parendo scossa dal forte mana presente. “Stai bene?” domandò Yami fermandosi e si girò trovandola dietro di lui.
“Eh? Sto benissimo.” Si riscosse e tornò composta, iniziando a parlare per non sembrare una babbea. “Non abbiamo avuto modo di parlare per confrontarci” Iniziò a dire senza guardarlo negli occhi. “Penso che dovremmo iniziare dalla tipologia di percorso da affrontare, a come e dove alloggiare, all’alimentazione… Come ben sai tutto ciò fa parte dell’allentamento” Gesticolò per poi cercare di guardarlo negli occhi, ma le pupille celesti si ritrovarono a vagare sul corpo muscoloso, attraente e grande dell’uomo di fronte a lei distraendosi.
“Oppure dovremmo iniziare con te che mi guardi negli occhi, Charlotte” disse con tono caldo Yami avvicinandosi a lei di qualche passo.
I brividi percorsero la schiena coperta della bionda che arretrò di qualche passo entrando in confusione a causa della vicinanza dell’uomo.
Mi ha chiamata per nome… il mio nome sulle sue labbra, con quel tono di voce così caldo e po- un attimo! Cosa vado a pensare? Mi ha beccata mentre me lo mangiavo con gli occhi… che figuraccia dannazione
Charlotte, rossa come i pomodori più maturi, cercò di darsi un po' di contegno, ma non ci riuscì dato che Yami aveva di nuovo fatto un altro maledetto passo.
“Stavo…Umh Stavo” si schiarì la voce portando un pugno di fronte alle proprie labbra. Inarcò il sopracciglio destro “Stavo notando quanto fossi sporco… dovremmo pensare anche all’igiene in caso non trovassimo acque tranquille nella dimensione ipermagica” Si inventò a caso guardando a terra.
“Continui a non guardarmi negli occhi, Charlotte” Yami si avvicinò alla ragazza costringendola ad arretrare fino a toccare con le spalle, l’albero dietro al quale si erano appartati.
“Y-Yami!” squittì la comandante della Rosa Blu paonazza. “S-smettila… non… non ti avvicinare” disse con voce tremante sul punto di premere le mani sul suo petto per spingerlo via, ma sarebbe stato troppo. Quel contatto l’avrebbe completamente stravolta.
Yami ridacchiò e si allontanò. “Suppongo di farti talmente tanto ribrezzo, che la mia vicinanza ti turba” disse con tono strano ma tornò subito alla sua indifferente espressione. Mise le mani in tasca e mosse la sigaretta tra le labbra.
“N-no!” esclamò Charlotte incontrollatamente ma poi si riscosse “esattamente… non avrei saputo dirlo in maniera migliore” annuì freneticamente ancora scossa dalla vicinanza precedente di Yami.
“Già… in ogni caso direi di parlare di cose più importanti” disse girandosi verso la ragazza intenta a mordersi il labbro carnoso con lo sguardo fisso per terra. Sukehiro non potè far a meno di concedersi qualche secondo per ammirare la ventisettenne bionda. Gli occhi marroni guardarono con intensità le labbra della Roselei e scivolarono sui seni prosperosi, il ventre piatto e le gambe lunghe. Fece cadere la sigaretta dalle labbra inconsciamente e si riscosse dai suoi pensieri probabilmente poco casti. “Per il percorso, propongo l’attraversamento della regione ipermagica a gruppi combinati tra le due compagnie. I ragazzi devono avere un maggiore controllo del proprio mana e l’abilità di combattere con le bestie della regione senza via di scampo. Se non è un problema per te, noi potremmo farlo insieme per testare il luogo ed fare una mappatura veloce in maniera da evitare pericoli troppo elevati” Propose attirando su di se gli occhi cristallini di Charlotte.
Un problema? È un problemone… non riesco a stare sola con lui, è troppo per me.
Charlotte si portò una ciocca bionda dietro l’orecchio e annuì con un turbine di emozioni dentro “Certamente, mancano igiene, nutrizione e alloggio”
Nobile Julius, cosa le è passato per la testa? Come dovremmo fare? Maledizione.
Yami annuì pensieroso “Charmy penserà al cibo, è perfetta in questo.” Disse portando una nuova sigaretta alle labbra. “vi è sicuramente una sorgente termale nelle vicinanze e per gli alloggi basterà dormire all’aperto, ma in un luogo sicuro”
“S-S-Sorgente termale? Dormire all’aperto? In che senso?” balbettò terrorizzata tornando di nuovo rossa.
Bagno nudi? All’aperto? Dormire all’aperto? Questo è un incubo…
“è un problema?” domandò notando la sua reazione poi fece un sorrisetto di scherno “oh certo tu sei una nobile… Ah! Sia mai! Beh nelle situazione più critiche anche voi nobili vi dovete abbassare allo stesso livello di noi plebei” disse con espressione indifferente dandole le spalle “ora torniamo di là altrimenti penseranno che stiamo facendo tutto tranne che organizzarci” mormorò.
Charlotte si imbarazzò e non poco “Y-Yami, non ti permettere di dire una cosa del genere” mormorò rossa seguendolo. Con lo sguardo fissò a terra raggiunsero gli altri e si organizzarono al meglio. Charlotte aveva partecipato quasi per niente alla lunga conversazione tenutasi tra le due compagnie, intenta ad immaginarsi il bel maschione addormentato di fianco a lei.
Sol la guardò leggermente preoccupata ma non commentò a differenza di Selena e Galgaria che avevano già fatto una lista delle cose sconce che avrebbero potuto fare i due comandanti dietro quell’albero se solo lei non fosse troppo frigida e riservata e lui troppo ottuso e idiota.
Nelle ore successive aveva evitato in qualsiasi modo Yami e i membri della sua squadra. Si era rifugiata tra la sua compagnia che la confortava e le dava suggerimenti, forse anche esagerati dal momento in cui lei non riusciva nemmeno a guardarlo tanto a lungo negli occhi, figuriamoci toccarlo o sfiorarlo. La comandante sospirò esasperata, iniziava a odiare questa sua timidezza e si rifugiava dietro la fredda e insensibile maschera che si era costruita con gli uomini.
Una volta costruite le piccole abitazioni a coppie per i sottoposti e singole per i comandanti attraverso una combinazione di poteri, venne sera e tutti si riunirono per cenare abbondantemente grazie a Charmy. Charlotte comparve senza armatura insieme a Sol dopo una breve esplorazione e vide che più o meno tutti erano stanchi e malconci. Nonostante non fossero dentro di essa, il forte mana della regione ipermagica faceva pressione su di loro.
I combattimenti hanno dato loro modo di sfogarsi e scaldarsi, domani inizia il vero addestramento, ho notato che è particolarmente pericoloso ma non è un male.
Si sedette accanto a Puli che le ammiccò per poi indicare con un cenno Yami intento a imprecare poiché non è riuscito a liberarsi in pace. Charlotte sospirò e portò una mano alla fronte leggermente disperata. Possibile che parlava sempre e solo di cacca?
Le pecore cuoche di Charmy portarono a tutti abbondanti piatti con i quali era possibile rigenerare il proprio mana e Roselei ne aveva proprio bisogno dato che di lì a poco sarebbe andata ad esplorare e mappare la regione ipermagica insieme a Sukehiro. Si era preparata mentalmente in quelle ore. Non gli avrebbe rivolto la parola se non strettamente necessario e almeno un metro e mezzo di distanza. Aveva optato liberamente di non indossare l’armatura che essendo leggermente pesante non l’avrebbe aiutata a spostarsi tanto velocemente. Era apparentemente indifferente ma la piccola gita con Yami l’agitava. Dopo anni passati a nascondere il suo folle amore, l’amore di una nobile irraggiungibile per un uomo straniero e plebeo, ora che l’aveva detto alle sue sottoposte, si sentiva più incitata e avrebbe voluto confessarsi. Ma aprire il suo cuore a Sukehiro è risultato quasi impossibile dal momento in cui si era fatta prendere dal panico e l’imbarazzo ogni volta, scappando a gambe levate con tanto di figuraccia.
 
Fece per mangiare ma l’agitazione per ciò che sarebbe avvenuto tra un po’ le chiuse lo stomaco, quindi passò la sua porzione a Sol mentendole nel dire che già aveva mangiato.
Il capo del Toro Nero si alzò e stiracchiandosi volse lo sguardo su Charlotte che sembrava quasi brillare talmente era bella. “Hey Regina di Spine” la richiamo portando l’ennesima sigaretta alle labbra. Fece un tiro mentre la ragazza sobbalzò come di consuetudine “Sei pronta? Voi non fate casini, altrimenti vi ammazzo” li minacciò con sguardo inquietante facendo ammutolire la sua squadra che annuì obbediente, mentre l’altra compagnia ne rimase intimorita.
La Rosa Blu si alzò elegante e annuì decisa seppur rossa sulle gote “Andiamo. Andate a riposare presto, domani mattina partirete in piccoli gruppi da tre, vi conviene raccogliere le energie dato che sarà una specie di competizione” Come le sue parole abbandonarono la bocca, le espressioni mutarono. Sapeva perfettamente che la storia della competizione li avrebbe resi più determinati e decisi, quindi avrebbero evitato di fare cavolate. La sana competizione non faceva mai male a nessuno.
Charlotte si allontanò dal gruppo e Yami la seguì a ruota verso l’ingresso della regione ipermagica, ovvero un’immensa foresta.
“Sei pronta Regina di Spine?” domandò Yami vedendola fermarsi di fronte alla grande foresta.
No, per niente… non con te, voglio morire.
“Si” disse con una falsa sicurezza iniziando ad avanzare.

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SPAZIO AUTRICE 

Ho sempre letto ma mai scritto qui, non ci sono molte storie su una delle mie coppie preferite, quindi ne sto scrivendo una io. 
Spero vi piaccia :))

 

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Capitolo 2
*** 2.Esplorazione ***


2. Esplorazione
 
Charlotte avanzò in quella foresta estremamente silenziosa, non riuscì a stare a suo agio nel camminare di fronte al Toro Nero e quindi si fermò per farsi superare da un Sukehiro che non arrivò. Si voltò stranita non sentendo alcun passo e incontrò lo sguardo rovente del moro sul suo corpo, talmente tanto rovente che a Charlotte parse di avere i vestiti a fuoco e di essere messa a nudo.

Quell’uomo sta pensando a qualcosa di poco casto, sai? … che sia tu?

Le suggerì una vocina nella testa, ma non ci fece molto caso portando le mani di fronte al petto come a proteggersi dagli occhi del ragazzone. “C-c-che ti prende?” domandò imbarazzata. Mille pensieri le passarono per la testa e da brava insicura, la Roselei si passò le mani sul volto pensando di essere sporca o di avere un insetto addosso.

“Nah nulla” Rispose Yami con un’alzata di spalle “Mi sono incantato… ho dormito poco ieri sera” sbadigliò rumorosamente senza mettere la mano di fronte alla bocca e la superò.

Ha dormito poco? Perché? Che cosa ha fatto? Era con… la strega? Oh cielo, ho voglia di sapere… glielo potrei chieder- ma che mi salta in mente? Non ho nemmeno il coraggio di scambiare due chiacchiere normali rimanendo me stessa…

Raggiunse lo stesso passo del ragazzone che si stava addentrando, ma tenne le distanze che si era promessa.
Yami la guardò alzando un sopracciglio ma si limitò a scuotere la testa “Il mana è tutto sballato… l’unico che non avrà difficoltà da questo punto di vista è il ragazzino” ragionò a voce alta. “Regina di Spine andiamo da questa parte” disse indicando alla sua sinistra.

Charlotte strizzò gli occhi in quella direzione non capendo la decisione del comandante, aveva la vista leggermente appannata e un mal di testa che si faceva man mano sempre più importante. Il mana presente nella regione aveva un effetto differente su di lei essendo molto vicino al suo. La comandante della Rosa Blu utilizzava la magia delle radici, in particolare quella degli arbusti spinosi, delle rose selvatiche e quindi non era proprio un vantaggio in una zona zeppa di un potere simile al suo. Oltre a questo, la bionda non aveva nemmeno mangiato il cibo rigenera mana di Charmy del Toro Nero.

“Va… Va bene” annuì la ragazza seguendo il ragazzone. Dopo circa mezz’ora di silenzio, passi attenti e parole non dette, i rumori della foresta gigante iniziarono. Versi di bestie, tonfi, lamenti e fruscii, sembrò che il luogo prendesse vita solamente una volta addentrati.

La Rosa Blu sobbalzò nel sentire un verso animale piuttosto vicino a loro e si mise sull’attenti seguita da Yami che si guardò pigramente attorno.
Il ragazzone estrasse lentamente la katana dalla lama affilata e si preparò a far fuori qualsiasi cosa li stesse per attaccare. Se fosse stata una piccola minaccia, non si sarebbero nemmeno disturbati, lasciandola ai ragazzi ma il mana dell’essere era piuttosto forte ed oscuro.
Charlotte si mise accanto a lui con il grimorio estratto pronta ad attaccare.

Iniziarono a combattere e altre piccole bestie spuntarono. I due comandanti si difesero impeccabilmente e una volta finito, si fermarono per riprendere fiato.

“Complimenti! Sai stare al mio passo Regina di Spine” annuì Yami sembrando quasi masticare la punta della sigaretta. Asciugava la lama sul pelo di una di quelle mostruose belve, mentre osservava la ragazza leggermente affannata.

Charlotte dette un veloce “Hm” di risposta intenta a riprendere fiato con una mano sul petto e le gambe leggermente tremolanti.

Mi sento stanchissima… Non ce la faccio. È opprimente e soffocante…

Deglutì e cercò di rimettersi dritta ma l’unico risultato fu quello di impallidire vistosamente ed avvertire le vertigini.

“Che ti prende? Sei pallidissima” disse il Toro Nero aggrottando la fronte. Si avvicinò di qualche passo ma non si azzardò a toccarla, bloccandosi prima. La pelle olivastra, la statura e le origini gli sembravano così volgari accostati ad una creatura del genere simile al più bello degli angeli.

Charlotte si appoggiò ad un albero “Sto benissimo” Tagliò corto sul punto di rimettere nonostante lo stomaco vuoto. Prese respiri profondi come il profondo fastidio che gli stava dando quel mana selvaggio. Si sentiva schiacciata.

“Oh lo vedo bene” sbuffò il ragazzo e decise di avvicinarsi. “Vieni qui, ti proteggo con il mio mana” propose guardandola indifferente. “Andiamo, non hai nemmeno mangiato” allungò il muscoloso braccio verso di lei.

Se n’è accorto? Mi stava guardando? Vuole abbracciarmi? Non sto capendo nulla.

La Roselei arrossì “Come ti permetti! Non ho bisogno di essere protetta, tanto meno da un uomo come te… tsk” ruotò gli occhi al cielo mostrando una falsa arroganza.
Desiderava buttarsi tra le braccia di quel ragazzo da anni ed essere stretta al suo petto, perché in realtà debole o forte, il senso di protezione da parte del suo amato non poteva che farle piacere.

“Charlotte, stai per sven-” le parole di Sukehiro furono interrotte proprio dal corpo cadente della bionda privo di sensi. “Come non detto… sei una testa dura” mormorò mentre l’accoglieva tra le sue braccia per poi tenerla in braccio e attivare il Mana zone per darle un po' di pace. La testa di Charlotte cadde sul petto del ragazzo e sembrò farsi piccola tra le sue braccia da svenuta.

Yami quasi perse un battito nel vedere la Regina di Spine così innocente tra le sue braccia. La osservò e buttò via la sigaretta dedicando tutta l’attenzione alla biondina.

Infondo dopo non potrò guardarla come ora, la metterei in imbarazzo… Pensò sedendosi delicatamente, per quel che poteva, ai piedi di un albero. Il corpo della Rosa Blu scivolò sulle sue gambe mentre la teneva con un braccio. L’espressione di Yami parve addolcirsi e si aprì in un piccolo sorriso mentre con la mano libera le spostava delicatamente una ciocca bionda dal volto sereno.
Dopo poco sembrò ridestarsi da quel sogno ad occhi aperti e quasi rabbrividì al pensiero di essere scoperto. Che scusa si sarebbe inventato? Meglio prevenire che curare.
 
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“Alla buon’ora” Borbottò Yami in piedi appena Charlotte riaprì lentamente gli occhi portando una mano alla testa.

“C-che è successo?” domandò la ragazza ritrovandosi semi sdraiata ai piedi di un albero.

Devo aver perso i sensi… perché sento il profumo di Yami addosso? Ha creato un mana zone, è per questo che ho il suo buonissimo profumo?

Il ragazzone fece un tiro e la guardò negli occhi “Succede che non hai mangiato e sei svenuta a causa del forte mana naturale, è un errore da principianti Regina di Spine. Mi sorprende che tu abbia sbagliato una cosa del genere” disse con tono leggermente duro e di rimprovero.

La ragazza si rialzò sentendosi molto meglio e con le energie rigenerate “avevo lo stomaco serrato… continuiamo l’esplorazione, mancano ore all’alba e vorrei ritornare prima dalle mie sottoposte invece di stare qui con un volgare come te” rispose altezzosa. “Non ho tempo da perdere con un uomo patetico” aggiunse senza guardarlo.  

“in realtà il tempo l’abbiamo perso proprio a causa tua” Disse Yami con espressione confusa facendo imbarazzare Charlotte di spalle.

“Beh non importa, ora ci sono” disse prendendo un respiro profondo. “Continuiamo a nord, sto avvertendo movimenti strani” aggiunse seria sentendo qualcosa che non la convinceva affatto.

“Che tipo di movimenti?” domandò Sukehiro guardando verso nord.

Entrambi erano seri e avevano ripreso ad indossare i panni dei Comandanti di due delle compagnie dei Cavalieri del Regno di Clover.

Charlotte invocò un incantesimo e il grimorio si illuminò. Delle radici penetrarono la terra dando una risposta precisa. “Dungeon” sentenziò sicura attirando lo sguardo di Sukehiro.

“Dungeon?” Yami si aprì in un sorrisetto “i nostri ragazzi avranno un bel da fare in questa settimana. Propongo di esplorarlo prima noi senza includerlo nel percorso di domani”

I nostri ragazzi… come se fossero i nostri ragazzi… i nostri figli… i nostri, miei e di Yami insieme… ahhh… Non basta, basta. Non devo essere sospettosa. Se continuo così se ne potrebbe accorgere.

La ragazza annuì “Concordo. Non abbiamo alcun permesso per conquistarlo, non dobbiamo esagerare” disse ritirando le piante.

“Sia mai Regina di Spine” rispose drammatico il ragazzo alzando le mani. “Dovresti rilassarti ogni tanto” aggiunse guardandola di sottecchi.

Charlotte rispose dopo poco “Sono rilassatissima”. Fece un salto e si avvolse di mana skin partendo immediatamente in volo verso la loro meta, Yami la seguì facendo lo stesso.
Non sei per niente rilassata… Charlotte. Pensò il ragazzo osservando la sua figura, subito dopo decise che non sarebbe andato oltre.
Aveva anche fatto troppo e non era nemmeno passato un giorno.





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Spazio autrice
Ciao a tutti i lettori 
Vorrei scusarmi perchè il capitolo non è molto lungo ma ho in mente di pubblicarne un altro che sarà una specie di seconda parte di questo. spero che vi piaccia, fatemi sapere <3

 

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Capitolo 3
*** 3.Verità ***


3. Verità 


Una volta raggiunto il Dungeon, scoprirono che esso si trovava in un punto piuttosto scomodo, ma non si arresero e si addentrarono nel luogo inesplorato.
Charlotte si portò una mano di fronte alle labbra e tossì a causa della polvere presente. Era molto buio e mal messo ma probabilmente, grazie a questa sua particolarità, era ricco di tesori e premi. Yami avanzò cauto a pari passo con la Roselei visto il pavimento pieno di buche.

“Dividiamoci. Faremo prima, non voglio stare per molto qui dentro” borbottò la Rosa Blu dato che la polvere la stava disturbando insieme al freddo presente in quel labirinto deserto.
Il toro la guardò interdetto per qualche istante, ma fu scosso dal brusco “Che c’è?” da parte della ragazza che si era sentita troppo osservata.

“Niente, fai attenzione Regina di Spine… se ci dividiamo, potrei non salvarti nuovamente la vita” disse guardandosi attorno.

“Tsk… continui a rinfacciarmi il fatto che tu mi abbia salvato, fai ribrezzo” fece una smorfia e si incamminò verso il sentiero più largo.

Yami la guardò da dietro e si morse il labbro. Scosse la testa e caricò la spada sulla spalla addentrandosi nell’altra via disponibile. Calciò volontariamente una piccola pietra che fece scattare feroci trappole a vuoto. Fece un ghigno e continuò il suo cammino, curioso di scovare qualcosa l’avrebbe aiutato a superare i suoi limiti o almeno quelli dei suoi sottoposti.

 Grazie ad un incantesimo presente nel suo grimorio, Charlotte era riuscita ad esplorare gran parte del suo sentiero.

Trappole mediocri e visibili, vie strette e scomode, bestie di basso livello… potrebbero comunque imparare qualcosa.

Stava per svoltare quando notò una fioca luce provenire da un vicolo cieco. Ne venne immediatamente attratta e si avvicinò inconsciamente. Scoprì che la luce emanata proveniva da un piccolo ornamento simile ad un bracciale, circondato da una mana scuro. Allungò le dita sfiorandolo e prese una scossa risvegliandosi dallo stato di trans in cui era caduta.
Scosse la testa e si guardò intorno.
Meglio tornare indietro, qui non c’è niente e non voglio che lui venga a cercarmi perché pensa che sono in pericolo… farei una figuraccia. Lui… il mio lui, così muscoloso, attraente, caldo… che mi prende? Lucida Roselei, rimani lucida

Si incamminò a passo svelto e raggiunse lo stesso punto di prima trovando Sukehiro seduto a terra, con lo sguardo incatenato sulle proprie mani e la solita sigaretta tra le labbra. Come sentì i passi, sollevò lo sguardo sulla bionda.

Sono felice che non si sia fatto nulla… Pensò, sollevata nel vederlo tranquillo e privo di ferite.

“Sono felice che tu non ti sia fatto niente” disse con naturalezza.

“Eh?” domandò Yami alzandosi. “Che hai detto?” la guardò confuso pensando di aver sentito male.

“Eh?” ripeté Charlotte per poi spalancare gli occhi sconvolta.

L’ho detto ad alta voce? Che figuraccia!

La bionda arrossì e si coprì il volto “L’ho detto ad alta voce? Che brutta figura che ho fatto, davanti a te poi!” fece una risata nervosa e impallidì non riuscendo dare freno alla lingua “In realtà lo penso spesso, ma non lo dico mai perché mi vergogno. Mi rende felice sapere che stai bene” gesticolò. Charlotte arrossì come un pomodoro e guardò ad occhi spalancati Yami che aveva fatto cadere la sigaretta dalle labbra stupito.

“Stai bene?” domandò il ragazzone facendo qualche passo verso di lei. “Hai preso una brutta botta mi sa” mormorò osservandola.

“Non ti avvicinare Signor Muscoli Attraenti” mise la mano tesa di fronte al ragazzo, ma poi si accorse delle parole dette e si coprì la bocca sentendo le labbra bruciare subito dopo.

Ma che mi prende? Non riesco a smettere! Devo rimediare, sto dicendo cose troppo… troppo esplicite! E mi brucia la bocca se provo a stare zitta o a coprirmela.

“Sicura di essere Charlotte Roselei?” domandò leggermente divertito Yami, anche se stava veramente prendendo in considerazione il fatto che la biondina avesse sbattuto la testa.

No! Non sto bene! Sto dicendo cose che mai avrei voluto dirti… e poi non voglio essere Charlotte Roselei, ma Charlotte Sukehiro-… Cosa sto pensando? Sono ufficialmente impazzita!

Charlotte lo guardò terrorizzata “No! Non sto bene!” Zitta, stai zitta! “Sto…Sto dicendo cose che…” la ragazza si voltò e cercò di chiudersi la bocca in tutti i modi respirando in maniera affannata per lo sforzo“Sto dicendo cose che mai…”

Yami ascoltava attentamente la ragazza non capendo il suo comportamento e le sue parole. Fu distratto da un rumore sinistro proveniente dal punto più alto del dungeon e decise di raggiungerlo con un balzo. “Rimani qui, torno subito” disse in volo lanciando un’occhiata alla ragazza di spalle che continuava a balbettare.

La Rosa Blu non si accorse della sparizione di Yami, occupata a serrare le proprie labbra. “Stodicendocosechemaiavreivolutodirti!” disse tutto d’un fiato non riuscendo a resistere. “E voglio diventare Charlotte Sukehiro!” sbottò con le labbra in fiamme.
Disperata, si coprì il volto con le mani in attesa di sentire la grassa risata del ragazzone, ma nulla di tutto ciò avvenne. Aggrottò le sopracciglia e si girò completamente non trovando il Toro Nero.
È andato via? Dovrei andare a cercarlo? Forse mi ha sentita… ed è scappato? gli ho praticamente detto che voglio sposarlo... Stai calma, mantieni la calma…

Dopo qualche minuto, la Rosa Blu si dette una calmata e cercò fare il resoconto della situazione. In qualche modo era forzata a dire la verità e aveva detto non poche cose, doveva al più presto trovare una scusa alle parole pronunciate precedentemente al ragazzone. Sbuffò posando la schiena al muro e incrociò le braccia al petto, non capendo come tutto ciò si era venuto a creare e dove fosse finito il moro.

Forse è l’aria presente in questo luogo… ma ciò avrebbe influenzato anche Yami. Avrò toccato qualcosa… Dov’è andato? Tra poco inizio a cercarlo, non vorrei svoltare e intento a svuotarsi come al solito… anche se l’espressione che fa ogni volta è estremamente bella-

I suoi pensieri furono interrotti da un tonfo. Yami era saltato dall’alto ed atterrato a qualche metro da lei. Charlotte lo guardò muta, con il timore di dire altro. Aveva deciso che non avrebbe iniziato a parlare per nessun motivo.

“Regina di Spine, guarda cosa ho trovato…” sollevo il braccio mostrandole un braccialetto che teneva in mano. Lo stesso oggetto che aveva trovato lei prima “Stavo inseguendo un mostriciattolo del cazzo ma ho trovato solo questo… emana una strana aura” Disse osservando il bracciale mentre rinfoderava la katana scura. Yami spostò lo sguardo su di lei “se tieni le braccia incrociate sotto al petto, impazzisco.” Borbottò il ragazzone osservandole il seno. Spalancò gli occhi quando capì di averlo detto a voce alta.

Charlotte lo guardò confusa, ma non parlò dato che avrebbe rischiato di fare un’intera confessione d’amore. Sciolse le braccia e gli dette le spalle.

Che intende? Non gli piace? Si incamminò verso la strada per l'uscita prendendo le distanze dal ragazzone. Voleva uscire subito da quel dungeon che rischiava di farle confessare un amore nascosto per anni.

Yami portò la mano alla nuca. “Aspetta, non volevo dir-… mi fa piacere, è una cosa più che positiva, le tue grandi tett-” serrò le labbra irrigidendosi. Le sentì bruciare ma non osò fiatare, mentre la figura di Charlotte si faceva sempre più lontana. È disgustata dalle mie parole. Non sarebbe la prima volta…ma perché ho detto quella cosa ad alta voce.

Il moro osservò in maniera distratta il bracciale e comprese immediatamente. “Ha un incantesimo addosso... il mostriciattolo di prima... appartiene a lui...Mh l’effetto non dovrebbe durare per più di due ore” mormorò tra sé e sé.
Devo starle lontano o potrei fare altri danni.

Charlotte avanzava a passo veloce con il cuore a mille e il desiderio di non essere raggiunta dal ragazzo. Se avesse scoperto tutto, non sarebbe andata bene e avrebbe passato immediatamente il titolo di Comandante alla sua sottoposta migliore pur di non vedere più Yami, dopo la figura che avrebbe fatto.

Sarebbe terribile, l’unica cosa che mi è possibile, verrebbe eliminata… Non voglio! Devo solo stare attenta.

Si mordicchiò il labbro inferiore e calpestò il pavimento decisa. Peccato che la distrazione avuta, fece crollare il terreno sotto i piedi, creando un buco nel territorio fragile. Charlotte creò in tempo una base curva di radici spinose nella quale cadde, evitandole una caduta maggiore nel vuoto. 

Yami sentì il rumore e corse in suo aiuto buttandosi nel buco formatosi nel pavimento senza pensarci due volte.
A distanza di pochi metri Charlotte era intenta a risalire grazie al suo incantesimo e si ritrovò il corpo di Yami addosso. A primo impatto non capì, poi realizzò la vicinanza e la posizione dei due e non potè che arrossire drasticamente e distogliere lo sguardo dal volto di Yami distante solo qualche centimetro.

Charlotte era praticamente distesa sulla culla di radici, creata da lei in precedenza, ai lati della testa aveva le mani del moro con le quali si reggeva, impedendo al ragazzone di sovrastarla completamente con quel corpo così grande e muscoloso. Il Toro Nero fece un sospiro evitando di muoversi da quella posizione con una gamba tra quelle di Charlotte e l’altra piegata lungo la gamba della bionda.

“Pensavo di doverti nuovamente salvare” mormorò Yami con il tono di voce caldo. “Non che mi dispiaccia, sia chiaro” si lasciò sfuggire probabilmente a causa di quell'incantesimo maledetto.

“Y-Yami… spostati” balbettò la ragazza paonazza completamente stravolta da quella vicinanza e da quel contatto “è troppo...” sussurrò con le guance rosse tornando a guardare il ragazzo.

Yami fece scivolare lo sguardo rovente sul corpo sotto di lui, accarezzando con gli occhi la scollatura della ragazza, ma si ridestò dai suoi pensieri “Come faccio? È piccolo, non posso spostarmi” disse non volendosi spostare “e siamo bloccati in aria, ha smesso di muoversi questo coso… Non che mi dispiaccia stare così sopra di te” mormorò in aggiunta piantando gli occhi nei suoi “Hai dei bellissimi occhi Charlotte” sussurrò tanto preso dalle due gemme della ragazza.

La Rosa Blu non smise di essere imbarazzata e fece un profondo sospiro senza far caso alle parole del ragazzo, troppo occupata a pensare ai punti dove erano in contatto. Sembravano bruciare.

Ho il cervello scollegato… non riesco a ragionare o a continuare l’incantesimo… Non ho il controllo del mana e potremmo cadere da un moment- Che labbra… sembrano morbidissime… No, Charlotte Roselei, rimani concentrata… calma, stai calma.

Deglutì rumorosamente e portò gli occhi su quelli del ragazzo, trovandolo intento a guardarla. Le parve di perdersi completamente in quello sguardo intenso “Yami” mormorò il suo nome assaporandolo tutto come mai aveva fatto di fronte a lui. Il moro sembrò avere un fremito nel sentire il suo nome pronunciato in quel modo. 

Voleva urlagli di spostarsi, che un rozzo straniero come lui non aveva nemmeno il diritto di respirare la sua stessa aria o almeno la maschera che si era costruita negli anni avrebbe voluto urlarlo. A lei, alla Charlotte sensibile, timida e innamorata, sarebbe bastato sfiorare con le dita la guancia del suo amato e azzardarsi a sfiorare con le labbra la sua pelle. Prese un respiro, ricordandosi di farlo e fu investita dal suo profumo selvatico e attraente, sapeva di terra e tabacco.

“Charlotte” mormorò Yami guardandole le labbra. E come una falena attratta dalla luce, piegò leggermente la testa avvicinandosi di più alla ragazza. Si bagnò il labbro inferiore con la lingua man mano che si avvicinava a quelle labbra carnose e rosee.

Charlotte parve non comprendere le intenzioni del ragazzo “che stai… c-che stai facendo? che fai?” domandò la bionda muovendo le mani per allontanarlo, ma furono prontamente bloccate dalla salda presa di Yami che gliele portò sulla testa e si avvicinò di nuovo sfiorandole le labbra con le proprie.

“Voglio baciarti” sussurrò il ragazzone.



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Salve a chi è arrivato qui e ha letto!
Scusate l'assenza, sto avendo un brutto periodo, ma per fortuna la voglia di scrivere non mi è mancata quindi eccomi qui con un nuovo capitolo.
Spero vivamente che vi piaccia! Fatemi sapere se volete, le recensioni mi incoraggiano tantissimo. 
voglio dare al 100% ad una delle mie coppie preferite, che se non si sviluppa, potrei impazzire. 
Yami vuole baciare Charlotte! E Charlotte? Vorrà baciarlo? Avrà il coraggio? Lo scopriremo nel prossimo capitolo ihihih. 

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Capitolo 4
*** 4. Baci incompresi ***


4. Baci incompresi 

“Charlotte” mormorò Yami guardandole le labbra. E come una falena attratta dalla luce, piegò leggermente la testa avvicinandosi di più alla ragazza. Si bagnò il labbro inferiore con la lingua man mano che si avvicinava a quelle labbra carnose e rosee.

Charlotte parve non comprendere le intenzioni del ragazzo “che stai… c-che stai facendo? che fai?” domandò la bionda muovendo le mani per allontanarlo, ma furono prontamente bloccate dalla salda presa di Yami che gliele portò sulla testa e si avvicinò di nuovo sfiorandole le labbra con le proprie.

“Voglio baciarti” sussurrò il ragazzone.

Lei boccheggiò in preda ad una tempesta di sentimenti. Si stava comportando in maniera strana, sarà stato il bracciale anche per lui?

Ti desidero così intensamente…

Pensò vedendo l’uomo che desiderava sovrastarla. Si immobilizzò mentre il tocco caldo di Yami la stava mandando a fuoco.

“Posso? Charlotte?” chiese mostrando incertezza nel compiere il suo gesto per una possibile brutta reazione da parte della nobile. La voleva e basta, non sapeva perchè, come e quando, ma voleva baciarla e subito, senza tanti giri. “Sto faticando a trattenermi” ammise non riuscendo a contenere le parole nella mente.

Gli occhi cristallini della ragazza si chiusero lentamente cedendo al momento.

“Puoi” mormorò senza incertezze o esitazioni inutili. Forse fu anche grazie al potere dell’incantesimo scattato dopo aver toccato il bracciale.

Yami l’ammirò con stupore vedendola così sicura di ciò . Tutto si sarebbe aspettato tranne il consenso. Era pronto a perderci la faccia pur di provare ad assaggiare quelle rosee e invitanti labbra.

Charlotte non capì se il cuore stava pompando ad una velocità impressionante oppure si era fermato, ma nel momento in cui le loro labbra entrarono in contatto, tutto sparì nel nulla. Tutte le preoccupazioni, le insicurezze e le paranoie inutili.

La mano calda e grande di Yami lasciò la presa sui polsi sottili della ragazza e la portò sulla sua guancia, sfiorandola con timore di rovinare così tanta meraviglia con il suo essere.

Charlotte sembrò varcare una soglia di emozione che ancora non era riuscita a conoscere. Yami era caldo, intenso e profondo. Il contatto delle loro labbra mandò i corpi di entrambi in visibilio. Posò le mani sulle sue braccia muscolose e lo tirò a sé, a comunicare di volerlo di più e di non allontanarsi.

Da dove viene tutta questa intraprendenza? Cosa stiamo facendo? Si chiesero entrambi mentre il bacio si approfondiva lento e cauto. Le lingue si intrecciarono per la prima volta in un bacio un po’ impacciato, ma bastò a far capire ad entrambi che non ne avrebbero più fatto a meno.

Yami premette la mano a fianco della testa della bionda e si staccò di pochi millimetri dalle sue labbra per far riprendere il fiato ad entrambi. Charlotte, rossa in volto, osservava tutto fuorché Sukehiro mentre la mente rapida cercava di capire cosa era appena successo.

Si guardò le mani a contatto con il corpo del moro e arrossì ancora di più. Iniziò a balbettare pronta a scusarsi per chissà cosa.

Lui le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e riprese nuovamente a baciarla impedendole di parlare. Fumo, tabacco e casa. Questi erano i profumi che la circondavano, nonostante non sapesse bene che profumo avesse casa, ma percepiva sicurezza ed era convinta che, se fosse stato possibile, sarebbe rimasta tra le sue braccia per sempre a ricevere i suoi baci.

Un rumore non bastò a distrarli dalle loro effusioni ma poi le radici dell’incantesimo di Charlotte iniziarono a tendersi a causa della sua perdita di controllo e Dio solo sa come abbia fatto a mantenerlo attivo dopo quello che era appena accaduto.

Yami fu il primo ad accorgersene e avvolse con le braccia la vita della ragazza tirandola al proprio petto. Fluttuò in aria e si diresse verso l’uscita del dungeon con una Charlotte frastornata e le mani sul volto paonazzo.

Una volta atterrati fuori, presero entrambi boccate d’aria.

L’incantesimo sarà svanito… era tutto dovuto a quel maledetto incantesimo. Non sarebbe mai successo… Meglio far finta di niente. Ma il mio cuore batte ancora così forte... Non posso ignorare quanto sia stato intenso quel bacio. Non posso far finta che non sia successo niente... Chissà cosa starà pensando di me in questo momento. Sto cercando di trattenermi e di non andare nel panico ma è impossibile. Ci siamo baciati, lui mi ha baciata… Ahhhhhhhh… Calma, Charlotte, calma.

“Oi… ti sta fumando la testa” brontolò il moro mentre guardava la bionda agitata che faceva avanti ed indietro immersa nei suoi pensieri “L’alba è vicina, torniamo alla base e poi chiedi a Charmy un pasto” prese una sigaretta e la mise tra le labbra.

Lo guardò sorpresa e poi guardò a terra.

Lo sapevo. Per lui non cambia niente, pura indifferenza… sarà abituato.

Charlotte si morse il labbro per non andare nel panico. Era necessaria una consulenza con Puli Angel o non ne sarebbe venuta a galla.

Davvero sta facendo finta di niente? è così normale scambiarsi b… b…b-baci? Mi sono appena baciata con Yami Sukehiro… Ci siamo baciati.

“Charlotte” Yami si era avvicinato e fermato davanti a lei “Se ti ha fatto così tanto ribrezzo, possiamo far finta che non sia accaduto” aggiunse quasi incerto. “Era solo un bacio e non ci ha visti nessuno. L’incantesimo ci ha influenzati ed eravamo in una situazione… ambigua”

La Rosa Blu sapeva bene che le parole avevano l’immenso potere di ferire ed è quello che accadde in quel preciso istante. Era così senza parole che il suo orgoglio ebbe la meglio.

Gli occhi blu lanciarono un’occhiata di rosso fuoco a Yami prima di sollevarsi in aria e avviarsi verso la base ad una velocità impressionante visto il poco mana a sua disposizione.

“Accidenti… perchè è tutto così complicato” borbottò lui grattandosi la nuca frustrato e tolse la sigaretta dalle labbra, avrebbe cancellato il profumo di lei anche se questo, la morbidezza della sua bocca e la sua delicatezza erano ben impresse nella sua mente.

Charlotte arrivò ai confini della base stremata sul punto di crollare a terra. Non aveva più mana e non aveva le forze per pensare. Sentiva che il cuore le si stava sgretolando. Si dette della stupida, tutte quelle fantasie e pensava che tutto sarebbe arrivato così magicamente. Serviva dialogo, comprensione… sincerità.

Posò il palmo della mano su un albero per reggersi. Appena si raddrizzò, un braccio l’avvolse per la vita prendendola alla sprovvista e si ritrovò nuovamente contro il petto di Yami e il suo profumo addosso. Lei mise le mani sul suo possente petto per tenersi e lo guardò impanicata. Nessun incantesimo questa volta.

“Giusto per evitare strane incomprensioni…” mormorò a pochi centimetri dalle sue labbra. Le accarezzò la guancia rosea e fece nuovamente incontrare le loro labbra delicatamente cercando di non essere rozzo. Con cautela, fece intrecciare le loro lingue con lenta intensità.

Non mi ha ancora colpito o cercato di uccidere, ma questa donna deve capire che io la voglio.

Si staccò sforzandosi di farlo e guardò la nobile negli occhi “…Io questo lo volevo” concluse la frase iniziata prima.

Le gambe di lei scelsero di tradirla cedendo, ma Yami la stava reggendo ben saldamente a sé come a non volerla far scappare nemmeno se volesse farlo.

“Y-Y-Yami…” balbettò lei in preda al caos di emozioni.

“Il fatto che mi chiami per nome è un buon segno” ridacchiò lui passando la mano sulla sua schiena dove vi era contatto.

“I-Io…I-Io…” balbettò nuovamente evitando i suoi occhi caldi, ma lui non la interruppe. Voleva sapere che cosa gli avrebbe detto? L’avrebbe offeso? Colpito? Oppure… Ah oppure l’avrebbe accettato?

La nobile inarrivabile Charlotte Roselei Comandante dei Cavalieri Magici della Rosa Blu avrebbe accettato e voluto uno come lui? Sukehiro sapeva di piacere alle donne, non ne capiva il motivo, non che gli importasse molto a dire il vero. Non era indifferente alle curve, al desiderio della carne, alle belle e forti donne. Charlotte non era solo questo, era molto altro. Tutto di lei lo attraeva e più si avvicinavano più faticava a trattenersi, a fare la faccia da impassibile. Non si sarebbe mai permesso di baciarla e toccarla nel Dungeon, ma già una volta si erano ritrovati in una situazione simile e l’unica cosa che gli aveva impedito di cedere a lei è stato il fatto che fosse posseduta da Charla e che non fosse la vera Charlotte.

Continuò ad osservarla nella sua goffaggine e vederla balbettare in difficoltà gli accese la voglia di baciarla di nuovo, ancora fino a farle cambiare idea su di lui.

Se la bacio più volte, forse smetto di farle ribrezzo… anche se non mi ha mai respinto fino ad ora. Anche la regina di spine cede ogni tanto…

Realizzò andando alla ricerca dei loro baci nella sua mente, desiderando di avere per sempre il ricordo dei loro momenti.

Roselei aprì la bocca per parlare con l’intenzione di dire qualcosa di sensato.

Le teste di entrambi scattarono verso la base sentendo qualcuno urlare, lei ancora tra le braccia di lui. Un Magna confuso li stava osservando con attenzione affiancato da una Sol decisamente sconvolta.

“Merda” mormorò Yami mentre Charlotte si allontanò di scatto da lui addossandosi all’albero per non cadere a terra a causa della scarsità di mana in suo controllo nella zona ipermagica.

“Stavamo venendo a cercarvi, stai bene, sorella?” Domandò Sol avvicinandosi a lei con espressione preoccupata e attenta.

“Si, Sol… Ho solo consumato tanto mana senza aver fatto attenzione a calibrarlo bene” rispose buttando un’occhiata in direzione di Yami che si stava grattando la nuca e borbottando qualcosa a Magna. “è il caso di uscire da qui…” si aiutò insieme a Sol per raggiungere la base.

Vide Yami sparire in direzione della stessa tenda in cui aveva visto Vanessa entrare a dormire ieri e sentì il cuore farle male.

Stupida… stupida Charlotte… Devo smettere di essere innamorata di lui, devo solo capire come fare.


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Ciao! Scusate il lieve ritardo ahaha. Ho deciso di riprendere in mano la storia nonostante io volessi spostarla su un'altra piattaforma non essendo tanto avvezza a questa. Spero di non aver fatto tanti errori. Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate <3

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Capitolo 5
*** 5. Confusione ***


5. Confusione
 
Un uccello che mangiucchiava le briciole accanto al falò di fronte ai suoi occhi aiutò molto Charlotte a non dare tanto peso all’amaro che le si era formato in bocca. Quella strega ubriacona… era assurdo dover invidiare quella ragazza così volgare, poco composta e affatto educata, ma di gelosia era marcia fino al midollo.
Immaginare quelle labbra, che tanto aveva desiderato e finalmente assaggiato, addosso ad un’altra le faceva male, troppo male, ma gli occhi andarono comunque sulla tenda a tenere d’occhio qualsiasi movimento o rumore che avrebbe ulteriormente distrutto il suo cuore.

Sol si era allontanata per prepararle un pasto che l’aiutasse a recuperare le energie, però Charlotte sapeva che non le sarebbe bastato a riprendersi da quel brutto colpo. Con due dita si sfiorò le labbra rosee e avvampò ricordandosi di quel grosso e caldo uomo che poco fa le era addosso con quegli occhi decisi e bramanti del suo corpo.   

“Roselei…” le parse di sentire la sua voce roca ed intensa chiamarla e sospirò. “Oi Charlotte” quel tono spesso assonnato non poté che spingerla ad immaginare quanto profondo e roco potesse essere la mattina presto appena svegliato. “Ti sei rotta?” un forte scossone la risvegliò da quei sogni ad occhi aperti ed eccolo lì il protagonista di questi.

“Y-Yami” squittì presa alla sprovvista “C-C-Che succede?” aveva tenuto d’occhio la tenda ma non si era accorta di niente.

“Tieni, mangia… Ho svegliato Charmy e te l’ho fatto preparare, è meglio di qualsiasi altra cosa per recuperare le forze ed il Mana” le porse una profumata e calda ciotola con all’interno dell’invitante zuppa, ma gli occhi di lui continuavano a studiarla, alla ricerca di risposte.

“Oh…” Charlotte guardò la ciotola sorpresa e la prese in mano. Dalla tenda alle spalle di Yami uscirono stiracchiandosi: Charmy, Vanessa e la giovane Silva.

Quindi… Che stupida Charlotte, non ci posso credere. Ho creduto che lui e lei avessero condiviso la tenda, però nulla toglie che ci possa essere qualcosa tra di loro.

“Ti ringrazio, non dovevi disturbarti, Sol mi stava già preparando qualcosa” mosse il cucchiaio in maniera circolare per raffreddare il pasto.

“Mangia e rilassati, non è successo niente, Regina di spine.” Il tono deciso e l’espressione seria non lasciarono via di scampo a Charlotte che non annuì nemmeno quando questo si raddrizzò e chiamò in radunata tutti i loro sottoposti.
 
Sol quasi si offese nel vedere il suo Comandante aver consumato di altri in sua assenza e aver recuperato le forze grazie a quello. Dopodiché, seri e professionali, entrambi i Comandanti, uno a fianco all’altro, esposero nei dettagli la tipologia di esercitazione da svolgere per ciascuno di loro e le squadre da formare. Le differenze tra i due erano così evidenti da spingere la Rosa Blu a chiedersi come fosse possibile che la biondina fosse completamente innamorata di quell’irascibile fumatore accanito, ma al cuore non si comanda e questo lo sapevano bene. L’esercitazione era abbastanza pericolosa, Charlotte lo sapeva bene, ma conosceva bene anche il metodo di insegnamento di Yami, quindi non obiettò.

Nel vedere le due squadre allontanarsi fino a sparire dietro gli alberi, la Roselei raggelò nel constatare che erano appena rimasti soli nell’intero accampamento e quasi si mise in testa di seguire la sua squadra… per controllare che facessero bene il loro lavoro, ovviamente. Strinse i pugni e calmò il respiro. Lo avrebbe affrontato a viso duro. Oh, sì. Lo avrebbe riempito di insulti e lo avrebbe denigrato, uno sporco e rozzo tipo come lui non avrebbe mai dovuto macchiare la candida e bianca pelle di lei. Quelle labbra… Oh, quelle labbra… Cosa avrebbe potuto dire di quelle labbra? Le avevano fatto toccare il cielo per lunghi ed intensi istanti. Come sarebbe riuscita a vivere senza?

Pensieri catastrofici e confusionari, voleva ferirlo ed allontanarlo, ma non voleva. In realtà, lo voleva di nuovo vicino e addosso. Ma perché la mente e l’orgoglio dovevano vincere per forza, cuore e sincerità sembravano le vie migliori seppur difficili…

“Maledizione” Calciò un sassolino e sbuffò incrociando le braccia al petto, sembrando una bambina capricciosa.

“Questo è stato inaspettato dalla sempre composta e precisa Charlotte Roselei” disse Yami alle sue spalle e la affiancò. “Spero che il motivo non sia stato quello che è successo prima...”

“Prima? Cosa intendi Sukehiro?” lo guardò scattando nella sua direzione. Il personaggio, Charlotte, ricorda il tuo personaggio “Cosa hai da dire? Eravamo sotto un incantesimo e ci siamo lasciati andare a quella volgarità” Maledetto orgoglio. “Queste cose non mi scalfiscono minimamente, le strade sono piene di quelli come te” Dannata mente.

Sukehiro poté quasi vedere con i suoi occhi quel muro di spine e rose gocciolanti di veleno circondare la ragazza di fronte ai suoi occhi. Lo sguardo dolce si era indurito, strinse la mascella in risposta. “Non mi hai fatto finire di parlare…”
 
“Parla e ascolta la tua stessa voce da solo, non ho niente da dire ad uno come te” gli occhi disgustati di lei lo toccarono, più del dovuto. “Alla prima occasione, non ti sei nemmeno fermato…” lei stessa faticò ad essere così cattiva, a trasformare in inferno ciò che per lei era stato paradiso.

“Non farlo Charlotte.” Sentenziò Yami prendendola per il polso. “Non ti credo, io lo so. Supera i tuoi limiti, qui ed ora. Io lo sto facendo, qui ed ora” il ragazzone si bagnò il labbro inferiore con la lingua e gli occhi non gli sembravano abbastanza per poter catturare tutto quel bel viso. Dagli occhi cristallini alla pelle porcellana. “Io… Devo ammetterlo… Io”

La fatica di comunicare di Yami fece sparire la corazza che si era costruita Charlotte farlo arrendere e non tirare fuori l’argomento.

Yami Sukehiro sta balbettando… Cosa vuole dirmi?

“Io” si fece coraggio lui e guardò per un’ultima volta le sue labbra prima di inchiodarla con gli occhi “Non lo so” ammise allontanandosi da lei e lasciandole il polso. “Io non lo so…”

“Cosa…” Di tutte le risposte possibili, di tutte le frasi, non si aspettava questo. Credeva di essergli un minimo piaciuta, lo aveva detto pure lui, no? O l’aveva immaginato? L’aveva stretta a sé e baciata… allora cos’è che non sa? Sì o no? “Cosa signific-”

“Ho sentito rumori strani, vado a controllare.” Sfoderò la katana e ci salì sopra scattando in volo senza darle tempo di rispondere.

Non c’era stato nessun rumore e Charlotte lo sapeva.
Yami accese una sigaretta e fumò celando il gusto di lei dalle labbra.

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I vostri commenti mi scaldano il cuore, grazie mille! Cercherò di non attardare ulteriormente i capitoli. Fatemi sapere che cosa ne pensate! 

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Capitolo 6
*** 6. Supera i tuoi limiti, qui ed ora ***


6. Supera i tuoi limiti, qui ed ora
Charlotte si prese del tempo per fare mente locale e provare a non abbattersi. Certo, si era fatta molte fantasie sul loro tempo insieme. Una piccola vocina nella sua testa le aveva suggerito che sarebbe stato fantastico passare il tempo a pomiciare con Yami… Pomiciare… Il pensiero di scambiarsi effusioni con il maschione le fece avvampare di nuovo le guance.
Si detestò, l’aveva appena rifiutata praticamente. Yami Sukehiro, il Toro Nero, aveva rifiutato il confronto con lei. Si tormentò per minuti interi su cosa ci fosse di sbagliato in lei e poi iniziò a sfogare quella frustrazione in esercizi con la sua arma preferita.
 
I primi a rientrare nel tardo pomeriggio furono Asta e Luck, stremati, affannati, ma con quella grinta e voglia di dare il massimo che lei ammirava molto nelle nuove reclute. Si asciugò il sudore dalla fronte, non si era fermata un secondo, e gli andò incontro.
“Siete i primi a ritornare, complimenti.” Disse composta e questi due si diedero il cinque contenti.

“è stata una cosa pazzesca, non ne dovrei risentire, ma ho avuto molta difficoltà anche io, ho appena scoperto una mossa pazzesca… Dov’è il Comandante Yami? Gliela devo mostrare immediatamente” rispose un emozionato Asta nonostante l’aspetto fosse stanco e affaticato.

Charlotte nascose un sorriso e tornò seria “Andate a darvi una pulita e riposate, faremo il resoconto dei vostri progressi a fine settimana.” Fece appena in tempo a finire che due braccia la strinsero e si ritrovò il volto di sua sorella a pochi cm dal suo.

“Ah sorella, mi sei infinitamente mancata, è stato orribile passare il tempo senza di te, ti adoro” Sol sfregò il volto contro la guancia di Charlotte e piagnucolò.

“Sii più composta Sol e non chiamarmi sorella, chiamami Comandante” rispose internamente sollevata nel vederla arrivare insieme ai primi.

“Va bene sorella” risposte questa facendo sospirare la bionda che si scostò da lei.

“L’acqua è poca, sono solo due botti per ora, cerca di usare lo stretto necessario per lasciarlo agli altr-” le sue parole si bloccarono appena vide Luck e Asta in mutande infilarsi ciascuno in una botte direttamente. A Charlotte caddero le spalle per la stupidità dei due che avevano appena sporcato tutta l’acqua pulita che avevano a disposizione. “Non posso crederci”

Sol diede in escandescenza senza pensarci due volte e andò dai due sbraitando quanto fossero stupidi e incuranti di quello che avevano appena fatto.

Lentamente il campo si riempì di entrambe le squadre tranne che per il Comandante Sukehiro. Mentre i sottoposti stavano consumando con foga i pasti preparati da Charmy, più o meno tutti si stavano lamentando di essere troppo sporchi e sudati. La Rosa Blu accusava i maschi del Toro Nero di essere troppo maleodoranti per avere il diritto di condividere lo stesso campo di appostamento e il Toro Nero accusava la Rosa Blu di essere tutte principessine con la puzza sotto il naso.

Charlotte tirò un profondo sospirò. “Voglio silenzio.” Ordinò e tutti si ammutolirono. “Odiate i vostri compagni per essere stati estremamente egoisti e poco intelligenti, non è un gioco questo. Siamo qui per migliorarci, diventare più forti, però non siamo venuti da soli. Adesso siamo un’unica squadra, un’unica cosa. Hanno sbagliato ma saremo tutti noi a pagarne le conseguenze. Domani mattina vi occuperete di trovare una fonte di acqua pulita per lavarvi e poter correttamente rilassarvi, oggi starete così… Però anche questo fa parte dell’addestramento, abituarsi alle scomodità che una brutta situazione può portare. Il sudore, la puzza e la sporcizia fanno parte dell’addestramento, chi è troppo abituato alla comodità, non può vincere. Ci sono guerre che durano giorni e non si ha il tempo per farsi un bagno ogni volta che ci si sporca. Vorrei che fosse chiaro.” Guardò tutti loro e poi puntò gli occhi su Charmy “Vorrei che tu diminuissi i pasti e di non fornirne ogni volta che ti viene chiesto, devono… dobbiamo tutti imparare a sopravvivere senza questi agi e lussi che sottovalutiamo. Pertanto… domani mattina andrete anche a caccia oltre ad andare a cercare l’acqua. Spero sia chiaro a tutti” Posò le mani sui fianchi in attesa di obbiezioni o domande ma ci fu solo silenzio per qualche secondo.

Ho passato la notte ad esplorare il Dungeon e la giornata ad allenarmi, sono stanca… avrò forse detto qualcosa di insensato? Accidenti, dov’è Yami? Non posso fare tutto da sola…

“Ha del tutto senso Comandante, non avevo valutato questo, siete fantastica” disse poco dopo Angel Puli.

“Siete sempre perfetta che non avevamo mai pensato che uno scenario simile sarebbe mai potuto accadere” aggiunse un’altra recluta della sua stessa squadra.

Altri ragionamenti vennero e il malcontento calò tra le due squadre. Continuarono a parlare ancora per poco perché la stanchezza travolse tutti e si ritirarono. Charlotte dovette minacciare Sol per impedirle di dormire insieme a lei e finalmente si coricò nella sua tenda da Comandante, da sola. Si era sciolta i capelli e messo addosso una leggera camicia da notte blu notte. Pensò molto a lui prima di crollare a dormire.

Qualcosa di caldo si posò sulla sua bocca e, quando spalancò gli occhi, anche il suo grimorio si spalancò pronto a lanciare un incantesimo di difesa. La vista si schiarì, ma l’agitazione non si placò quando comprese che quella sulla sua bocca era una mano e quello davanti ai suoi occhi era Yami Sukehiro.

“Se mi prometti che non urlerai e che non mi ficcherai le spine su per il culo, tolgo la mano” la sua voce calda le accarezzò le orecchie. Il pensiero di come sarebbe stato difficile tornare alla vita reale dopo averlo avuto così vicino le fece un po’ male. La sua mano si spostò e Charlotte si prese qualche secondo.

“Mi sembrano troppe richieste per una mano che potevo tranquillamente togliere da sola” mormorò osservandolo, ma non si accorse che la stessa cosa la stava facendo lui. Se la stava mangiando con gli occhi, occhi che non poterono fare a meno di divorare le curve femminili e la sua sensualità. Che cosa lo aveva bloccato? Eccolo il limite che non sarebbe mai riuscito a superare, né qui né ora.
“Dove sei stato? Comunque hai sbagliato tenda, questa è blu e la tua è nera” soffiò lei ancora un po’ stizzita per quella imbarazzante fuga.

“è buio, blu e nero sono uguali. Non si riesce a distinguerle queste tende, le nostre sono più grandi delle altre ma uguali” Borbottò in risposta, era un po’ ricurvo su di lei, a lato del suo giaciglio.

“Sono in due posizioni diverse” rispose di rimando issandosi sulle braccia e buttando i capelli di spalle. Non aveva le forze per chiedersi come mai ancora non era arrossita o aveva dato di matto. “Il Comandante di una compagnia di cavalieri magici non può permettersi questi errori” si stropicciò l’occhio con un pugno risultando molto tenera rispetto al suo tono scocciato e assonnato. “Cosa ci fai qui Yami?” tornò a dargli completa attenzione. “Se è per… per quello che è stato oggi, facciamo finta di niente e andiamo avanti, sono cose che succedono, credo… Tra incantesimo e fraintendimenti vari” mentre parlava gesticolava. Yami allungò le mani e fermò le sue, facendola zittire a causa del contatto.

“Frena la lingua, ho trovato un posto… Vieni con me” Disse tirandola leggermente verso di lei con gli occhi un po’ luminosi. Cosa aveva trovato?

“Ehm… Non so se te ne sei accorto, ma è notte, io non sono adeguatamente vestita e sei nella mia tenda. Tutto questo è estremamente… Insomma, potrebbero pensare cose strane…” balbettò avvampando.

Yami fece un sorrisetto malizioso che non aiutò il rossore della Roselei. “Cosa potrebbero pensare?” domandò con voce calda tirando piano la sua mano dal suo polso e posandola sul suo possente petto. “Cosa penserebbero se ti trovassero a palpare il petto del Comandante del Toro Nero? Sarebbe colpa mia o colpa tua? Chi ha fatto cosa? Il povero Yami è stato stregato dalla bella e femminile Charlotte che lo ha trascinato nella sua tenda e l’ha usato a suo piacere… oppure il rozzo e perverso Sukehiro si è addentrato nella tenda della nobile Roselei per approfittarne? Cosa ti sei immaginata in quella intricata mente, Regina di Spine?” concluse ritrovandosi a pochi centimetri dal suo volto.

Charlotte boccheggiò per diversi secondi prima di spingerlo e tirarsi indietro, lontana dal ragazzone. “Niente di tutto ciò, brutto pervertito” borbottò togliendosi la coperta di dosso, rimanendo a gambe nude fino a metà delle cosce dato che la veste era risalita.

"Così ferisci il mio povero cuore" Yami ridacchiò ma smise subito alla vista delle gambe, il suo istinto più animale si era risvegliato tutto insieme facendogli fare penseri molto impuri. “Che stai facendo?” domandò spiazzato distogliendo a fatica lo sguardo.

Charlotte sbuffò “Mi vesto ovviamente prima che qualcuno possa farsi idee strane sul perchè siamo insieme nella stessa tenda a quest’ora” disse una volta in piedi e aspettò che Yami si raddrizzasse a sua volta. Mosse la mano e dei rampicanti rapidi avvolsero le gambe e braccia di lui per poi trascinarlo fuori per farla cambiare in pace.

Quando uscì, non lo trovò subito ma dopo qualche minuto, distante dal campo. La luce della luna illuminava la pelle olivastra e le braccia muscolose mentre Sukehiro era in piedi di spalle ad ammirare il cielo. Le fu un po’ difficile disturbarlo in quel momento vedendolo così assorto ad ammirare il cielo, ma se l’avesse scoperta a guardarlo in silenzio sarebbe stato ancora più difficile spiegare il perché.

“Ehm…Ehm” si schiarì la voce sollevando il sopracciglio destro annunciando la sua presenza. “Allora? Che posto hai trovato?” domandò affiancandolo.

“Vieni con me” Il moro allungò una mano senza voltarsi verso di lei e la prese per mano. Il tocco, per l’ennesima volta in quella giornata confusionaria, le fece battere il cuore all’impazzata e quasi inciampò tra i propri passi nel cercare di stare dietro al passo affrettato del ragazzone.  

La Roselei fremette dalla voglia di lamentarsi, di mantenere il personaggio algido e distaccato, ma non ci riuscì, Yami sembrava così voglioso di coinvolgerla in qualcosa che ancora non sapeva e non voleva rovinare il suo entusiasmo.

La sua mano stretta dalla mano più grande di Yami le diede la sensazione di protezione e caldo, era sicura che l’uomo che la stava trascinando sarebbe stato capace di amare intensamente e proteggere con cura una sua possibile compagna… Forse Vanessa un giorno vivrà quello che io sogno… Non si fece turbare dal pensiero e ammirò il loro intimo contatto seguendolo in silenzio.
Dopo poco, si ritrovarono in una radura, la luna era più luminosa rispetto a prima, ma perché la sua splendida luce risplendeva sull’acqua cristallina poco più sotto, creando un panorama mozzafiato e indescrivibile, il luogo perfetto per far nascere sentimenti puri come l’amore.

“Questo posto è magnifico… È questo quello che hai cercato quando te ne sei andato?” chiese notando che lo scorrere del fiume era lento e silenzioso, come se non volesse disturbare l’atmosfera. “I ragazzi saranno contentissimi di lavarsi domani” si voltò verso Yami e lo sorprese a fissarla. “C-C-Che c’è?” borbottò passando la mano sulla faccia nel caso in cui fosse sporca di qualcosa.

“No, l’ho trovato per caso in realtà, prima me ne sono andato perché non ho avuto il coraggio di affrontare il discorso… Ho anche io i miei limiti, lo ammetto” portò la mano alla nuca e se la grattò quasi in difficoltà. “Comunque, non importa se i ragazzi rimarranno in modo per l’intera settimana, posso anche non dirglielo. L’ho mostrato a te per farmi perdonare per il mio comportamento da rozzo straniero” non la guardò negli occhi mentre parlava.

Charlotte lo osservò attentamente e annuì lenta assorbendo le sue parole “Non dovevi, ma ti ringrazio… Devo proprio puzzare tanto” disse ironica, non sapeva cosa si aspettasse, ma questo era strano.

“No… non è questo, vedi… dannazione, merda, è sempre più difficile parlare di queste cose soprattutto con te” sospirò e la guardò “C’è una spiegazione a tutto Charlotte, ma credo che la tua possibile reazione e risposta possano far male più del dovuto e mi costa ammetterlo, insomma ho una reputazione da mantenere… e poi, ho il dubbio che spesso, colei che mi parla si celi, in realtà, dietro una maschera, una facciata” allungò una mano sfiorandole la guancia. “La più grande delle sfide sarà far cadere questa maschera e parlare con la vera te.”

La bionda non si arrese e indurì lo sguardo seppur presa alla sprovvista nell’essere stata scoperta “Io sono questa-”

“No, non lo sei… Avanti, regina di spine, fammi parlare con colei che voglio” le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio accorciando le distanze. “Non posso giudicarti, non lo farei mai… Non sono forse un rozzo, sporco, volgare, plebeo straniero?” fece un sorrisetto citando parole che spesso rivolgeva a lui durante i loro bisticci.

Charlotte faticò a cedere, mettersi a nudo avrebbe distrutto quella maschera che la proteggeva da tutti, ma soprattutto da quello che era lui e quello di cui si era follemente, perdutamente ed intensamente innamorata. Deglutì e sviò lo sguardo.
Calma, Charlotte, stai calma… Sta giocando? Sembra serio… Come siamo arrivati a questo? Ed è solo la seconda notte di un’intera settimana… È di nuovo così vicino, cosa… cosa devo fare? Il panico le inondò la mente e rimase a boccheggiare per secondi interi se non minuti sembrando un pesce fuori dall’acqua.
Yami non trattenne a lungo la serietà e scoppiò a ridere divertito, però si ricompose subito per timore di rovinare ciò che aveva appena detto.

“Direi che non è facile… allora inizio io… Pensandoci, anche io effettivamente ho nascosto qualche lato di me” tolse la mano dalla sua guancia e bagnò con la lingua il labbro inferiore “Prima ammetto di aver levato le tende perché non volevo affrontare la verità. E la verità è che… Mi sono dovuto allontanare perché altrimenti… Beh perché altrimenti ti avrei baciata per tutto il tempo, merda se lo avrei fatto… è passato poco tempo da quando ti ho baciata, ma non riesco di smettere di pensare a quello che è successo e prima volevo farlo di nuovo. Mi sono imposto di allontanarmi per non farlo. Volevo trascinarti da qualche parte e stringerti a me, baciarti e toccarti.” Ammise con coraggio fissandola negli occhi. “Giudicami, linciami e distruggimi, Regina di Spine, ma questa è la pura verità.”


 

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Capitolo 7
*** 7. Luna ***


7. Luna 

Charlotte boccheggiò, si sentiva stupida perché nonostante la sua età, non era ancora matura abbastanza da saper gestire certe situazioni, soprattutto certe situazioni con Yami Sukehiro.
Era facile pensare che stesse prendendo in giro, lo faceva spesso per stuzzicarla, però Yami era troppo serio in quel momento. Gli occhi fissi nei suoi in attesa della risposta alla confessione appena fatta.

La bionda mosse la bocca e non capì nemmeno lei stessa cosa stesse dicendo.

“Se balbetti, non capisco niente, biondina… per questa volta vorrei chiederti chiarezza. Cosa ne pensi?” domandò un po’ impaziente posando la mano calda sulla vita di lei per avvicinarla al proprio corpo. Era così piccola e bella.

“P-Perché… p-perché ne dobbiamo per forza parlare?” riuscì a dire dopo un po’.

“Beh perché ci sono ancora diversi giorni e sarà difficile evitare l’argomento dato che saremo spesso insieme…Sarebbe un po’ imbarazzante, credo…” si grattò la nuca incerto. “Vorrei solo sapere se sei attratta da me come lo sono io da te, non crederò ad un no dato che non mi hai respinto”

Charlotte cercò aria, ma il profumo forte di Yami la invase inebriandole il cervello. Da anni desiderava sprofondare in quelle tenebre scure e terribilmente accoglienti, ma la timidezza, l’imbarazzo, la faccenda del ceto sociale, i pregiudizi… Vi erano tanti limiti che le impedivano di farsi coraggio, di permettersi di osare con Yami. “Yami… io…” sospirò e si allontanò all’indietro facendo qualche passo “Sono… beh ecco…” arrossì e si torturò le mani “sono molto, molto, molto… attrattadate” disse l’ultima parte con una velocità impressionante abbassando lo sguardo per la vergogna. “Ti ho… ti ho sempre offeso per le tue origini, ma niente di quello che ti ho sempre detto era vero” si abbracciò pronta a dire molte altre cose, ma l’entrata delle scarpe di Yami nella sua visuale a terra la bloccarono dal continuare a parlare.

“Ah bene, è fatta allora, biondina.” Le diede due pacche alle spalle sollevato, non era il modo migliore di comportarsi, lo sapeva ma non voleva pressarla ulteriormente.

“C-C-C-cosa è fatta?” chiese lei confusa sbattendo le palpebre e tornando a guardarlo. “Non abbiamo ancora affrontato il discorso”
“Che c’è da affrontare? Siamo attratti l’uno dall’altro, quindi è successo quello che è successo” sollevò le spalle come se niente fosse. “Non ti sei sentita in obbligo di ricambiare… Ero in pensiero per niente” ridacchiò.

Charlotte non nascose la profonda confusione. “Cioè, tu hai fatto tutta quella scena di prima… per… per questo?” gesticolò indicando lo spazio tra loro due.

Yami la osservò e annuì infilando le mani in tasca “Puoi farti un rilassante bagno, faccio un giro intanto che finisci” fece un cenno con la testa verso l’acqua illuminata dalla luna. “Giuro che non sbircerò ahahah” rise rilassato come se il peso che lo aveva accompagnato per un po’ si fosse dissolto.

I pensieri che lo avevano invaso erano così complicati e contrastanti. Le loro labbra si erano incontrate solo perché non voleva umiliarlo? Magari lo aveva visto come un povero sporco e voleva dargli il lusso di baciare la Regina di spine per evitare complicazioni a causa della collaborazione durante quella settimana? Però non ci voleva credere nonostante lo pensasse il più delle volte vedendo quanto era splendida lei, troppo per lui. Al contempo il pensiero di come lei lo aveva stretto a sé e ricambiato i baci lo spingeva a diventare talmente tanto egoista da desiderarla solo per sé stesso. Glielo aveva pure detto una volta che avrebbe voluto sposarla nel caso in cui entrambi fossero rimasti soli raggiunta una certa età… Sì, scherzava, prima di accorgersi di quanto la desiderasse.
Se solo non avesse quel carattere da stronza… Ma doveva ammettere che anche quello lo intrigava spesso. E anche lei era attratta da lui… Cosa trovava di attraente in lui? Sapeva di piacere, ma non sapeva perché, non si sforzava nemmeno. Si passò la mano tra i capelli immerso nel suo flusso di pensieri. Lui era attratto da lei per svariati motivi. Non sapeva da dove iniziare. Charlotte era femminile, sensuale, bella, sexy… Aveva sentito svariate volte reclute, soldati e sentinelle fare commenti di estremo apprezzamento su di lei, ma solo quando non era presente, se li avesse sentiti, se ne sarebbero pentiti a vita.
Una vocina lo invitò a voltarsi, percorrere qualche metro e sbirciare quella meraviglia di donna, ma aveva solo la reputazione da sporco straniero, l’onore e il rispetto gli impedivano di comportarsi da tale. 

Si accese l’ennesima sigaretta e osservò la luna per distrarsi, ma i pensieri corsero nuovamente a lei. Non era mai stato attratto così da qualcuna, il solo pensiero di averla così vicina e così poco vestita, gli faceva salire il sangue al cervello.
Imprecò e si mise a sedere per calmarsi, respiri profondi, occhi chiusi. Incrociò le gambe e rilassò le spalle. Inspirò di nuovo captando gli odori della natura, espirò buttando tutto fuori. Respirò di nuovo e scosse la testa, sentiva il suo dolce e delicato profumo sedurre le sue narici. Corse dietro il profumo, a catturare la sensazione. Il profumo di lei lo invase del tutto, quasi gli sembrò di sentire le sue piccole e fredde mani posarsi sul suo volto, sfiorando quel poco di barba che aveva. “Charlotte…” sospirò piano il suo nome, gli occhi ancora chiusi, aprirli significherebbe cancellare quella intensa illusione.

Morbide e carnose labbra si posarono sulle sue e il suo cuore galoppò. Aprì gli occhi trovandosi la protagonista dei suoi pensieri in ginocchio di fronte a lui, i capelli sciolti e bagnati, infreddolita ma rossa in viso. “Non dire una parola, non so con che coraggio io-” non la lasciò finire di parlare che le mise la mano sulla nuca e la tirò a sé approfondendo il bacio.
Lei rilassò i muscoli tesi e spostò le mani sul suo petto mentre Yami allargò le gambe per permetterle di starci in mezzo. Si permisero uno scambio di sguardi mentre riprendevano fiato e poi tornarono a baciarsi con intensità, come se i baci fossero la soluzione migliore alle parole non dette.  

La luna fu l’unica testimone delle dolci effusioni tra i due Comandanti dei Cavalieri Magici del Regno di Clover. O forse no.

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Ciao! Spero che vi stia piacendo, i miei patatini si sono arresi all'attrazione, ma siamo sicuri che sia solo attrazione? Chi, oltre alla luna e a noi, sta spiando i due? 

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Capitolo 8
*** 8. Realtà ***


8. Realtà 

“Vuoi smetterla?” bisbigliò Charlotte imbarazzata ed infastidita dal costante gongolare di Yami che gonfiava il petto al loro ritorno verso l’accampamento.
“Perché dovrei smetterla? Di tutto il Regno di Clover la donna più fig-… ehm più tetton-…” gesticolò paonazzo disegnando in aria le sue curve.
La bionda sollevò il sopracciglio e gli mollò uno scappellotto alla nuca. “Idiota” sbuffò rossa in viso e si coprì il volto accaldato.
Era in tilt, non credeva di aver veramente ceduto a quello che cuore e testa le avevano suggerito di fare. Sospirò e guardò con la coda dell’occhio il moro che continuava a sghignazzare e gonfiare il petto tutto pompato.
“Sei un ragazzino… si può sapere che ti prende?” gonfiò le guance.
“Mi immagino la faccia di tutti quei fottuti damerini del regno che ti ronzano dietro, quando sapranno che…” allungò un braccio e la tirò per la vita facendola sbattere contro il suo petto possente “…che sei mia” le soffiò sull’orecchio e le morse il lobo.
Charlotte venne pervasa dai brividi e si irrigidì allontanandolo nonostante non le dispiacesse tutta quella vicinanza, ma avevano fatto anche troppo. Ripensando a poco fa, le gambe le diventavano di gelatina. Yami si staccò un po’ da lei e sorrise.
“So che ti imbarazzi, donna, possiamo anche non farlo sapere…” mormorò piano.
“Far sapere cosa Yami?” domandò lei con tutta la spontaneità possibile. Cosa dovevano far sapere? Che avevano scambiato effusioni pesanti sotto un albero?
Il ragazzone ci pensò un po’ e poi si passò la mano tra i capelli. “Uhm, hai ragione, aspettiamo un po’. Vediamo come va” disse vago.
Non ebbero modo di parlare di altro perché erano arrivati nei pressi dei loro sottoposti stranamente svegli, almeno in gran parte, non tutti.
La Roselei si allontanò dal ragazzone di qualche passo e si schiarì la voce.
“Che succede qui?” chiese con voce autoritaria stringendo gli occhi sui loro sottoposti per capire cosa stesse accadendo.
Le squadre sobbalzarono e si girarono tutti a guardarli.
“Ah eccovi” sospirò sollevata Noelle rilassando le spalle. “Sol si è infiltrata nella tenda del comandante e non vi ha trovata. Si è spaventata svegliando gran parte di noi, abbiamo cercato anche il comandante Yami con scarso successo. Pensavamo che vi fosse successa qualcosa” gesticolò la ragazza dai capelli d’argento.
Yami sbuffò e portò la mano alla nuca “Siamo due Comandanti potenti, cosa volete che ci accada? Smettetela di piagnucolare e andate a-… Uhm anzi, visto che non siete abbastanza stanchi e ogni scusa è buona per fare casino e bisticciare, direi che potete dividervi in quattro squadre e dividervi per cercare l’acqua pulita. Svegliate gli altri e partite immediatamente. È bene che vi abituiate a questi ritmi. Coraggio! Già che ci siete, approfittatene per cacciare qualcosa da metterci in pancia. Imparate a sopravvivere.”
Ci furono sbuffi, lamenti, ma poi le squadre si formarono e si avviarono alla ricerca di acqua pulita e cibo. Uno di fianco all’altro, Yami e Charlotte, osservarono i ragazzi allontanarsi. Una figura rimase immobile ad osservarli, silenziosa ed inquietante.
La bionda aggrottò la fronte e si voltò verso Yami “Plebe-… ehm… Y-yami che problemi ha il tuo sottoposto?”
“Eh?” il maschione osservò Gordon fermo di fronte a loro con una strana espressione. “Oi Gordon, muoviti prima che venga io a sistemarti”
Il ragazzo strano sorrise in maniera poco rassicurante e guardò Charlotte mimando qualcosa con le labbra. Lei aggrottò la fronte e si concentrò sul suo labiale ‘Io – vi – ho – visti’, poi questo si voltò e si incamminò in direzione del gruppo con un membro in meno dato che nessuno lo aveva scelto. La Comandante della Rosa Blu rabbrividì e saltò sul posto voltandosi verso Yami che non si trovata più al suo fianco.
“L-l-l’hai visto anche tu? Quel tipo strano della tua squadra ha detto di averci visti” balbettò andando verso il maschione che si stava accomodando davanti al camino.
Il ragazzo negò dicendo di non averlo sentito proferire parola e si mise una sigaretta tra le labbra poi alzò gli occhi su di lei. “Beh se vuoi venire qui, possiamo farci vedere anche dagli altri così Gordon non verrà preso per matto quando lo racconterà” Fece un sorrisino sghembo indicando il posto accanto a sé.
Charlotte incrociò le braccia al petto “Verrebbe comunque preso per matto e lo sappiamo bene entrambi” sospirò e tese le orecchie poi si massaggiò le tempie. La dimensione ipermagica si faceva sentire pesantemente.
In mente aveva solo due soluzioni dato che sicuramente non sarebbe riuscita a dormire sapendo di Yami a pochi passi da lei. Da soli. Di nuovo. Poteva cedere a questo o approfittarne per scaricare l’energia.
Si avviò verso la sua tenda per cambiarsi di vestiti e dopo poco uscì con la sua solita divisa.
“Yami, quando puoi, vieni” disse iniziando ad allontanarsi dalle tende senza guardarlo.
“Oh per te vengo ogni secondo che vuoi” fece un sorrisetto divertito e si issò alzandosi in piedi. “Donna, stavo scherzando, dove stiamo andando?” chiese raggiungendola e notò l’espressione che per prima attirò la sua curiosità. L’espressione da combattente, composta, rigida e volenterosa di far capire al mondo che nessuno poteva sottometterla. “Oh conosco quello sguardo, vuoi farlo sul serio? Non ti stanchi mai eh?” sghignazzò spegnendo la sigaretta.
“Non abbiamo altro da fare no?” soffiò lei entrando nell’essenza del Comandante.
“Nella mia mente, in questo momento, potremmo fare cose ben più piacevoli di questa… Ma anche questa sarà piacevole… suppongo” si fermò appena lei lo fece e si guardò intorno. Un campo abbastanza libero dalla vegetazione e illuminato dalla luna alta in cielo.
Il grimorio di Charlotte si aprì non appena lei fu abbastanza lontana da lui. Era fortemente luminoso, accadeva quando accumulava potere, purtroppo il mana era un’arma a doppio taglio, ti amava e ti odiava, carezza e schiaffo. Lei lo sapeva bene, lo sapevano entrambi. Come ben sapevano che in quella piccola radura ipermagica avrebbero fatto danni ma era necessario per far assopire quel tripudio di energia accumulata.
Non ci fu un segnale vero e proprio, il combattimento iniziò. Il ghigno, la forza e la voglia di sovrastare l’altro di entrambi farebbe dubitare chiunque del fatto che sotto la stessa luna, qualche tempo fa, si stavano scambiando baci e carezze.
 
Dovettero fermarsi la mattina, affaticati ma con delle espressioni di quella che potrebbe essere chiamata estasi. Attorno a loro, i ragazzi avevano osservato il combattimento con interesse e meraviglia, spronati a diventare potenti quando e più di loro ove possibile.
 
Una volta lavati e con la pancia abbastanza piena grazie alla collaborazione di tutti, arrivò il momento di dormire.
Il tempo parse volare, le giornate si fecero intense. La competizione tra i ragazzi divenne sana, vollero migliorarsi e crescere, sfruttarono a pieno i Comandanti a disposizione impendendo loro di avere un solo secondo libero, anche solo per pensare.
L’ultimo giorno, Charlotte realizzò tutto quando le tende iniziarono ad essere smontate. Il suo sguardo scivolò su Yami dall’altra parte del campo intento a guardare scocciato la lite tra Magna e Luck, l’ennesima lite. Sospirò e si portò dietro l’orecchio una ciocca di capelli, tutto sarebbe finito. Erano troppo distanti, troppo diversi.
All’improvviso, di fronte all’immagine di Yami si intromise la faccia di Gordon che mimò con le labbra la stessa frase.
‘Io vi ho visti’
La bionda distolse lo sguardo e rabbrividì leggermente. Aiutò Galgaria a sistemarsi i capelli per il rientro in città, impaziente di rivedere il suo fidanzato, e dopo un po’ arrivò Cob Portaport. Charlotte avanzò per prima guidando il suo gruppo e attraversò confusa, piena di dubbi e senza sapere come comportarsi dopo aver lasciato il padrone del suo cuore alle sue spalle.
La realtà del Regno di Clover, l’etichetta, le regole e l’apparenza la stavano aspettando e non poteva tirarsi indietro.
 
Una volta arrivati, il sorriso dell’Imperatore Magico Julius fu quasi una visione per i ragazzi. Quella tortura era finalmente terminata. Si osservarono e Asta mise in bella mostra i suoi muscoli decisamente più sviluppati rispetto a prima, Noelle boccheggiò e lo ammirò con interesse poco celato; infatti, se ne accorse e gli diede un ceffone.
“Smettila di darti arie” strillò facendo ridere il gruppo.
“Yami, Charlotte…” Julius richiamò a sé l’attenzione dei due Comandanti che si avvicinarono a lui. “Sono veramente fiero di voi, siete stati bravissimi, avverto il potenziamento dei ragazzi e non posso che essere orgoglioso del vostro lavoro. Noto che sembrano anche più uniti” fece un cenno verso i due gruppi che chiacchieravano tra di loro. Magna parlava quasi pacificamente con Sol mentre questa annuiva cercando di capire le sue parole. “Non dev’essere stato facile, ma questo li prepara per il futuro ed è un’esperienza che potrebbe salvare loro la vita. Bravi… bravissimi” posa le mani sulle loro spalle e li osserva quasi attentamente, come se volesse studiarli. Charlotte si tiene il braccio e distoglie lo sguardo mentre Yami soffia e si allontana.
“Calma, Julius, non l’ho fatto mica per avere i complimenti da te… è una cosa che andava fatta e ho provveduto” borbottò distogliendo lo sguardo da Julius. Guardò per un po’ Charlotte e poi si passò la mano tra i capelli. “Bene, se non c’è altro, noi andiamo”
“Certo, potete andare, non dimenticate l’incontro di domani per gli aggiornamenti su quanto accaduto in questa settimana che non ci siete stati”
La Roselei annuì e si allontanò a sua volta. Leggermente delusa, forse si aspettava altro? Però ripensando a quello che era successo, niente di tutto ciò sarebbe mai accaduto nelle sue fantasie più sfrenate. Doveva farselo bastare e andare avanti.
“Coraggio ragazze, torniamo alla base e diamoci una pulita degna di quello che siamo. L’eleganza e la cura fanno a loro volta parte dell’essere rispettati ed importanti Cavalieri Magici” si schiarì la voce.
 
I due gruppi si separarono andando in direzioni opposte guidati da due Comandanti dei Cavalieri Magici altrettanto opposti.
 
 
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Lo so, lo so che ogni tanto scompaio, ma eccomi qui 🥺 La storia è agli sgoccioli anche se vorrei continuarla a scrivere e scrivere, ho così tante idee e pensieri per loro due... fatemi sapere che ne pensate, apprezzerei immensamente un vostro pensiero, anche un emoji che descrive ciò che vi ha trasmesso. 🫶

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