30 shades of NaLu.

di Funlove96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Voice. ***
Capitolo 2: *** Passato e futuro - Parte 1 - Fine. ***
Capitolo 3: *** Passion fire - Parte 1 - Jealousy. ***
Capitolo 4: *** Passato e futuro - Parte 2 - Inizio. ***
Capitolo 5: *** Passato e futuro - Parte 3 - Presente. ***
Capitolo 6: *** Passion fire - Parte 2 - Strange. ***
Capitolo 7: *** Passato e futuro - Parte 4 - Istinto. ***
Capitolo 8: *** Passato e futuro - Parte 5 - A casa ***
Capitolo 9: *** Passion fire - Parte 3 - Not even a prince ***
Capitolo 10: *** Bed ***
Capitolo 11: *** The best gift ***
Capitolo 12: *** Five more minutes ***
Capitolo 13: *** So different ***



Capitolo 1
*** Voice. ***


1. Voice.



"Natsu..." Il cuore in gola, per l'ennesima volta, ma non per un pericolo imminente, non stavolta....
Qui, in questa calda Domenica sera, nessun nemico attenta alla tua vita Luce. Siamo solo io, te, e questa voglia assurda d'amore. Assurda, perché non mi credevo capace di tanto, assurda perché non mi vedevo così desideroso di averne sempre di più.
Assurda perché non pensavo di non poterne più fare a meno....
Questa volta non è la fiducia, che mai mi hai fatto mancare in battaglia, a chiamarmi, ma il brivido intenso che scende lungo la schiena mentre, in un'ultima spinta, si dirige laddove i nostri corpi sono, anche stanotte, un tutt'uno, fino a crollare stanchi tra queste lenzuola sfatte. Questa notte è il piacere che ti impregna la voce Lu, e il mio drago interiore non può che sentirsi appagato nel sentire quel soffio dritto nel mio orecchio, che in breve raggiunge ogni fibra del mio corpo mentre, esausto dalla nostra notte d'amore, mi separo da te.
Un brivido di freddo si impossessa di me, e mi sento così maledettamente incompleto...
Poso la testa sul tuo petto, beandomi di quei battiti e godendo della vista di quei segni, i miei segni d'amore -domani dovrai coprirli Lu, a meno che tu non voglia subire un'ennesimo terzo grado da una per nulla sobria Cana- riuscendo a malapena ad alzare il lenzuolo, quello sul pavimento, accanto ai vestiti, per coprirci almeno dalla leggera brezza che filtra dalla finestra. Anche questa notte Luce, tu sei mia ed io sono tuo, come da sempre è stato, dal primo istante in cui i nostri occhi si sono incrociati, quel giorno ad Hargeon. È questo il pensiero che, sbiadendo pian piano, mi porta a sonnecchiare tra le tue braccia -che si freghi quel.... com'era? Morfeo... le tue sono assai meglio- coccolato dalle tue dita, incastrate fra le ciocche rosa, mentre il mondo intorno a me si fa sempre più ovattato. Domani staremo ancora così Lu, nudi e abbracciati, e lo so, ricominceremo ad amarci, prima di doverci preparare per una nuova missione. E so che non mancheranno i pericoli, così come la tua fiducia nel fatto che chiunque osi sfiorarti conoscerà la mia furia, che verrò a prenderti, seguendo la tua voce sussurrare il mio nome. Sarò lì Lu, tu lo sai, e io non ho intenzione di mancare questa tacita promessa d'amore, perché questo è ciò che è, e ringrazio Igneel, ovunque sia, per avermi insegnato questo sentimento, e anche, forse, per averti messo sulla mia strada. Sento il tuo respiro farsi più lento e regolare, le dita a fare movimenti sempre più lenti e leggeri sul mio capo, nell'ultimo sprazzo di lucidità mi alzo quanto basta per ribaltare le posizioni, portando te distesa sul mio petto, mugugni appena mentre sistemo il lenzuolo, e sento il sorriso che ti increspa le labbra sulla mia pelle. Buonanotte amore, domani sarà un altro giorno, e io ti amerò ancora, come ieri, come stanotte, come sempre.



[495 parole]



Angolo autrice.
Ok, partiamo veramente al limite qui, ci manca poco al rating rosso😳
Spero non sia troppo volgare la scena😅 coooomunque, iniziamo questa nuova raccolta che, come avrete capito conterrà 30 NaLu moments e si, il gatto l'ho rapito così non rompe😏😈
Penso di non dover dire più nulla.... ah si, buon NaLu Day!🎉
Ci sentiamo alla prossima (molto probabilmente sempre con i nostri NaLu😏)
Grazie per aver letto.
❤️Ciao❤️

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Capitolo 2
*** Passato e futuro - Parte 1 - Fine. ***


Piccolo annuncio: Innanzitutto, questo è solo il primo capitolo di una storia che collegherà più prompt (e forse non sarà solo questa) per cui tra un capitolo e l'altro ce ne saranno di collegati tra loro. E poi, siccome alcuni temo non rispetteranno il limite di 500 parole, questa passa da raccolta di Flashfic a raccolta di Flashfic/One-Shot.
Chiedo scusa per l'inconveniente, e buona lettura.


Spoiler per chi non ha finito l'arco dei Grandi Giochi di Magia.




Prompt 2. Tattoo/Tatuaggio.

Passato e futuro - Parte 1 - Fine.




"Dove lo vuoi il tatuaggio Lucy?" queste erano le ultime parole che sentì risuonare nella propria mente la bionda, mentre il mondo attorno a lei scompariva pian piano. Stava morendo Lucy Heartphilia, e nonostante stesse lasciando il mondo terreno non poté che sorridere.
Era circondata dal caos di Eclipse, eppure era felice. I suoi compagni, quelli della Fairy Tail del futuro, erano già morti e lei li avrebbe raggiunti molto presto, ma era felice. L'attuale Fairy Tail avrebbe salvato il mondo magico ancora una volta, di questo ne era certa, e sapeva che la se stessa di quel tempo, che ora le piangeva accanto, avrebbe vissuto ancora tante e tante avventure, e si, era davvero felice.
Chiuse definitivamente gli occhi, ignara di ciò che l'aspettava dall'altra parte, e si lasciò cullare da quella strana forza che, seppure con quella nota di dolore al fianco, la stava tirando via dal suo corpo, in un modo così inaspettatamente dolce, che non le sembrava nemmeno di star dicendo addio alla vita.

"Dove lo vuoi il tatuaggio Lucy?" ripeteva la dolce voce di Mira nei suoi ricordi mentre, in un ultimo respiro, lasciava definitivamente andare la sua vita, dicendo addio a quello che era stata, Lucy Heartphilia, maga degli Spiriti Stellari, membro della Gilda di Fairy Tail...

Sentiva la disperazione del Nakama dai capelli Sakura e sapeva, anche se non poteva vederlo, che stava piangendo.... ma no, quello non era il suo Natsu, quello era andato via insieme agli altri, e presto lo avrebbe rivisto, forse...

Sperava solo non l'avesse sentita, nonostante il suo eccezinale udito, mentre gli svelava cosa il suo cuore di maga celava, nei suoi ultimi momenti. Si era sfilato poi la preziosa scarpa, posandola sulle sue spalle, e dicendole a fatica di andare, che aveva una missione da compiere, e poi, chissà, l'idea di mostrarsi debole, mentre esalava l'ultimo, non gli aggradava. Non voleva lo vedesse morire...

E ora era immersa nel buio, non sentiva nulla, solo il pianto dei suoi amici, che svanì anch'esso poco a poco, lasciandola nel silenzio, oltre che nell'oscurità. Era quello ciò in cui avrebbe vissuto l'eternità ultraterrena?

No, si disse quando una luce la inondò, facendole chiudere d'istinto gli occhi per quanto fosse forte, e fu quando li riaprì, poco dopo, che li spalancò. Era distesa su un bellissimo prato dorato, con una sensazione di pace mai provata prima, e si rialzò guardandosi intorno.
"Lu!" si voltò richiamata da quella voce calda e familiare, e gli occhi si riempirono subito di lacrime. Era lui, era lì...

Continua....





[423 parole]



Angolo autrice.
Beh ma salve!
Ok, un po' triste a sto giro🥺 Comunque, ciò che dovevo dire credo di averlo già detto su, e non mi resta che aggiungere che spero questa prima parte sia stata di vostro gradimento☺️
Davvero grazie per le recensioni dello scorso capitolo, vi adoro *^* Ovviamente grazie anche a chi passa solo a dare un'occhiatina, grazie, grazie, grazie a tutti❤️
Ci si legge al più presto!
Ciao❤️

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Capitolo 3
*** Passion fire - Parte 1 - Jealousy. ***


Prompt 3. Flirt.

Passion fire - Parte 1 - Jealousy.




Si può sapere che ho fatto adesso? Cammina a passo svelto accanto al fiumiciattolo che costeggia dei palazzi, e se non lo facessi anch'io l'avrei persa di vista già da molto tempo. È uscita stizzita dal ristorante, e il motivo, grazie alla sua fantastica idea di non rivolgermi la parola da ben venti dannati minuti, mi è ancora sconosciuto.
"Lu, dai fermati... per favore...." finalmente, alla mia ennesima preghiera, si ferma per poi voltarsi appena ed io, frenando anche il mio di passo, riesco a guardarla negli occhi. Era felice come una Pasqua quando siamo usciti, e adesso.... uffa!

"Si può sapere che hai? Cos'è, il ciclo ti è venuto prima questo mese?" scherzo sapendo che almeno sbufferà, gonfiando le guance in quel modo che adoro così tanto, portandosi le braccia conserte sotto al petto, e donandomi una di quelle viste che.... cavoli, se non fossimo per strada non so che farei... calma Natsu, calma!

Però.... non passa nessuno... magari... No, calma!

Ma non lo fa, non sbuffa, non porta le braccia sotto al petto, non arrossisce nemmeno... non ne posso più, che accidenti succede?
"Credi di essere spiritoso? Torna da quella lì, magari riderà alle tue battute... A meno che non sia occupata a mangiarti con gli occhi, come ha fatto tutto il tempo che avete flirtato!" dice tornando a voltarsi e riprendendo a camminare.

Allora è questo il problema... penso mentre la seguo, aumentando appena il passo, quanto basta per raggiungerla e afferrarle il polso. Lei sussulta mentre la spingo prima in un vicolo, e poi contro il muro di un palazzo -credo un condominio- e la guardo, facendomi scappare un sorriso al suo solito attacco di gelosia.
"Lu, era la cameriera e stava prendendo le nostre ordinazioni. E, a meno che "Vorrei il pollo con le patate" non sia diventata una frase da rimorchio, non stavo flirtando con lei." le dico mentre, ora si, sbuffa, e le guance prendono quel meraviglioso colore roseo, e lei distoglie lo sguardo.
"E poi, ho visto come ti guardava il tipo al tavolo accanto, dovrei essere io quello geloso..." le soffio abbassandomi e cercando di guardarla negli occhi, in modo che possa vedere bene la malizia, per nulla celata, all'interno dei miei smeraldi, ".... volevi farmi impazzire? Perché ci stavi, e ci stai, riuscendo benissimo..." finisco poi, sfiorandole le labbra, e l'aria calda del suo sospiro si infrange sulle mie, penetrando nella gola e, lo sento, anche nell'anima, mandandomi quasi in black out il cervello...
Quanto ho faticato per non farla mia su quel tavolo, davanti a tutti... o prima, sul marciapiede, all'ombra della Luna e qualche lampione... o ancora adesso, che chiunque potrebbe affacciarsi e vederci... cielo quanto è bella! Il rosso è illegale addosso a lei.... calmati Natsu! Cal-ma-ti!

Fisso lo sguardo in quelle pozze color cioccolato, dove sembra che tutte le stelle siano scese dal cielo per incastrarcisi, e accidenti se è dura calmarsi...
"Credi di essere nella posizione di farmi la predica?" domando cercando di non risultare troppo duro nel tono, anche se solo il pensiero delle idee che saranno passate per la testa a quel tipo, non certo più caste delle mie, mi rende difficile trattenere l'istinto omicida. Ma gli occhi della mia Lu si spalancano e, avvertendo il leggero tremito del suo splendido corpo, capisco di aver fallito, probabilmente l'ho anche spaventata, accidenti a me!

Le porto le mani dai polsi alle spalle, facendole salire lungo le braccia, per poi iniziare una lenta discesa, finché non arrivo ai fianchi, arpionandoli. E mentre lei sussulta ancora guardandomi, la sinistra scende fino al fondoschiena -non lo stringo, anche se l'istinto picchietta furioso sul mio già poco autocontrollo, ma so che in questi momenti non è il drago che deve farle capire quanto la desidero, mi basta carezzarla... e si, Happy ha ragione, ha messo su peso ultimamente.... ma non lo dirò nemmeno sotto tortura, non voglio mica morire!- mentre la destra sale fino a carezzarle la guancia e lei, per la prima volta da quando quella ragazza si è avvicinata al tavolo -credo fosse rossa di capelli, e forse si, mi guardava in modo ambiguo, ma chi ci ha fatto caso? Nessuna è come lei, la mia biondina- mi sorride.

Inutile dire che il mio cervello è fuso, e la bacio cercando subito accesso alla lingua. E mentre le nostre lingue danzano per conquistarsi un dominio che non ci sarà mai realmente, le porto anche l'altra mano sul sedere, issandomela addosso, sentendo le sue gambe affusolate circondarmi la vita, seguite dalle braccia, che vanno ad aggrapparsi al collo, lasciando tuffare le dita tra le ciocche Sakura. La spingo contro il muro, non ce la faccio ad aspettare fino a casa, e quasi non lo facciamo lì, quasi....

Una secchiata d'acqua gelida ci arriva sulla testa, facendoci rabbrividire. "Depravati! Qui c'è gente per bene che vuole dormire, trovatevi una stanza!" ci grida una donna anziana, credo sulla sessantina, con ancora il secchio tra le mani, per poi chiudere la finestra sbattendola.

Ci ritroviamo a guardarci stupiti, e trema lei non appena una leggera folata di vento ci sfiora, mentre aumento la temperatura del mio corpo per proteggerla dal freddo. Non bado al vestito, ormai divenuto semplice stoffa appiccicata al suo corpo, che mi lascierebbe vedere tutto, se solo non fossi incatenato ai suoi occhi.
Che cosa è in grado di provocarmi questa ragazzina incontrata per caso ad Hargeon?
Ma no, è una donna, ricordo. Lo so perché l'ho resa io tale, quella magnifica sera...
Un sorriso si fa spazio sulle mie labbra a quel ricordo -possobile che mi vengano ancora i brividi ogni volta che ci ripenso? Perché lo so che non è il fatto di essere fradicio che mi fa tremare le ossa- e lo vedo apparire anche sulle sue, adornato dalle guance tornate rosse, dopo essersi probabilmente resa conto di ciò che stavamo per fare. Scoppieremmo a ridere se non rischiassimo di farci annaffiare come fiori.
Le faccio posare i piedi a terra, pensando a quanto essi sappiano essere sexy anche senza tacchi. È la prima volta che la vedo con le scarpe basse, trovandomi leggermente sorpreso da questo suo cambiamento. Ma riprendiamo a camminare non appena si risistema il vestito, e usciamo dal vicolo, per ritrovarci di nuovo sulla riva del fiume, siamo ancora un po' bagnati, ma in gran parte asciutti grazie ai miei poteri. Sento la sua mano stringere la mia e non resisto a far intrecciare le nostre dita, e cielo, anche solo questo rischia di farmi impazzire...

Ho bisogno del suo corpo, nudo e bellissimo, premuto contro il mio.... ne ho un bisogno impellente...

Mi fermo di scatto, mi volto a guardarla e...



Continua...





[1112 parole... WHAT?]



Angolo autrice.
Beh, si. Non è il continuo del capitolo precedente, è un'altra "storia nella storia(?)" e si, è venuta fuori lingua, molto lunga😳
E niente, spero che sia venuta abbastanza bene, ma questo non sta certo a me decretarlo, quindi incrociamo le dita🤞
Vabbè, credo di aver finito, per adesso, quindi grazie mille per aver letto.
Ciao❤️

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Capitolo 4
*** Passato e futuro - Parte 2 - Inizio. ***


Prompt 4. Regret/Rimpianto.

Passato e futuro - Parte 2 - Inizio.




Era lei, era lì...



Era lì, dove doveva essere, dov'era sempre stata, con lui. Natsu non riusciva quasi a credere ai suoi occhi, e un senso di colpa si impadronì di lui -abilmente nascosto dal solito sorriso, quello con cui per anni aveva celato i suoi reali sentimenti- nel sentirsi felice che fosse lì, con lui, morta...

Quanto faceva male quella parola, ma quanto facevano bene quegli occhi, seppur colmi di lacrime, mentre lo guardavano e lui, nel suo solito gesto, che le porgeva la mano. L'aveva afferrata sentendogli pronunciare la promessa di una nuova avventura, e si beò di quel tocco, guardando il simbolo della Gilda, appena ricomparso sull'arto di lei. Nulla era cambiato, tranne forse la consapevolezza di essere ricambiato, oltre a quella di essere un perfetto idiota.
Quante avventure avrebbero potuto vivere insieme, davvero insieme, come mille volte aveva immaginato, se solo non fosse stato così stupido...
Ora però, anche se in altra forma, anche senza la vita a scorrere nei loro corpi, poteva rimediare, per quanto possibile.

Il suono di quelle dolci parole, udite poco prima di lasciare definitivamente il mondo dei vivi, riecheggiava nella sua mente, e il rimpianto della sua stessa codardia, perpetrata per anni, si impadroniva del suo cuore. Stavolta però nulla lo avrebbe fermato, e decise di mettere le cose in chiaro fin da subito. Tirò a se la compagna, stampando delicatamente le labbra su quelle rosee di lei -sapevano di tante cose.... risate, lacrime, amore... e lui che si era sempre chiesto se sapessero di fragola, e si, erano assai meglio delle fragole...- e, dopo un attimo di stordimento, lei ricambiò, lasciando le lacrime continuare a bagnare le guance di entrambi. "Vieni Lu, abbiamo ancora tante avventure da vivere..." le soffiò sulle labbra, curvate all'insù per la felicità, allontanandovisi a malincuore, mentre risistemava la sciarpa a quadri sulle spalle di lei -era l'unica che aveva il diritto di possederla oltre a lui, lo aveva deciso forse quel giorno ad Hargeon, quando il cioccolato e lo smeraldo si erano incastrati tra loro per la prima volta- per poi iniziare a correre trascinandola con se, e un Happy molto euforico svolazzava accanto a loro, gridando a gran voce quanto i suoi compagni si piacessero, confermando lui stesso agli altri Nakama la tanto attesa coppia. Erano dovuti morire per capire quanto tempo avessero sprecato, ma adesso una nuova avventura iniziava, e non avrebbero ripetuto l'errore in quella vita eterna.

Era quello ciò che li aspettava dall'altra parte, ed era qualcosa di meraviglioso...

Continua....





[419 parole]



Angolo autrice.
Rieccomi qui con la seconda parte, e beh, che dire, la NaLu del futuro sembra aver chiarito. Speriamo lo faccia anche quella del presente, ma questo lo vedremo solo nei prossimi capitoli.
Vi ringrazio infinitamente per tutte le recensioni e le belle parole che mi avete scritto, vi adoro❤️
Ci si legge alla prossima, grazie a tutti voi che leggerete queste parole.
Ciao❤️

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Capitolo 5
*** Passato e futuro - Parte 3 - Presente. ***


Prompt 5. Body Language/Linguaggio del corpo.

Passato e futuro - Parte 3 - Presente.




Intanto, nel presente, i draghi erano stati sconfitti, e il Rogue del futuro non avrebbe più preoccupato i nostri eroi. Era davvero finita, sebbene una perdita enorme aveva svuotato i loro cuori. Il rosato non poté non ripensare al corpo inerme della Nakama, gli occhi chiusi, serrati dalla morte, che ormai aveva preso possesso del suo corpo, il sorriso fiducioso ad adornare quei lineamenti che lui aveva sempre amato... e si, la preziosa scarpa che si intravedeva dal nero mantello.
Un leggero sorriso gli increspò le labbra. In fondo, se c'era una persona a cui avrebbe affidato il suo bene più prezioso, era proprio la sua biondina.

Non gli restava che fare tesoro della fiducia riposta in lui e nei loro compagni, rendendole giustizia -e lo avevano fatto- nonostante un enorme vuoto pesava sui loro cuori, sapevano di dover andare avanti e creare un nuovo futuro.

In un ultimo gesto, prima di correre ad affrontare Rogue e i draghi nella battaglia decisiva, le aveva piegato il braccio sinistro sul ventre, quasi a farla stare più comoda anche nel suo ultimo viaggio. Passato, presente, futuro, anche di un altro mondo, Lucy era Lucy, come aveva detto Happy. Era sempre la sua Lu...

Quando se l'era ritrovata addosso, nuda -merito e colpa di quel drago pervertito!- non poté non sorridere internamente nel vedere che, almeno lei, stava bene... e forse si era permesso di bearsi un po' troppo di quelle sue mani sui seni, ma il bisogno di contatto era ancora troppo forte, e lei si era staccata dal suo corpo -tornato ad urlare il bisogno di lei nel solo linguaggio che conosceva, con quel rigonfiamento nei, per fortuna larghi, pantaloni- troppo in fretta. Ora, contemplando quello che era stato il campo di battaglia, rimuginava sullo scontro appena terminato...
Se fosse morta, di nuovo, avrebbe perso la sua stessa ragione di vita, quella che lo spingeva a dare il massimo, quella per cui voleva essere abbastanza forte, in modo da proteggerla dal mondo, quella dei cui sorrisi e gli occhi castani non avrebbe mai smesso di nutrirsi. Quella che, nel suo istinto di drago, sognava tutte le notti di far sua, nel suo stesso letto, tenendo però le mani dolorosamente a posto pur di non approfittare della sua incoscienza per farle solo Igneel sapeva cosa...

Quella che adesso lo stringeva, abbracciandolo da dietro, e risvegliandolo dai suoi pensieri -non aveva nemmeno sentito il suo odore, eppure era sempre ciò su cui si sintonizzava il suo naso per godere di ciò che i limiti dell'amicizia concedevano, benevoli e spietati- e facendogli balzare il cuore. Strinse appena i pugni per non girarsi e circondarla con le braccia, esaminando il suo corpo in cerca di ferite, nel tentativo di accertarsi che era lì, in salute. Viva.
Voleva la certezza che fosse con lui, al sicuro, tra le sue braccia, laddove nessuno l'avrebbe mai sfiorata, se non lui con il suo celato amore.

"Qualcosa non va Lucy?" non si girò -gli istinti erano tornati prepotenti, facendolo vergognare di come si eccitasse anche in quei momenti, costringendosi a nascondere l'evidente e doloroso problema, tornato a farsi sentire, e tanto, nei pantaloni- godendosi le braccia attorno al corpo, e le manine delicate posate sul petto, a bearlo di quella stretta, dannandolo per quanto si stava trattenendo dal prenderla di peso e riportarla di corsa a Magnolia, in quella casa, per impregnare le pareti dei loro gemiti.

Che razza di porco era? Quale amico sogna di fare queste cose? Si faceva ribrezzo da solo! Per quanto provasse ad ordinare al suo corpo di smetterla di mandargli quegli impulsi, quello si divertiva a fare l'esatto opposto, mandando chiari messaggi al cervello, coi quali bruciava, peggio di come avrebbero potuto fare le sue fiamme, ogni pensiero che non fosse quello di marchiare come sua la compagna.

"Niente... solo... grazie..." rispose continuando a piangere... un momento! Da quanto stava piangendo? E da quando gli sfuggiva anche l'odore delle sue lacrime?

Quello fu troppo da sopportare, non vi resistette, voltandosi verso la bionda.... e quella fu la fine di tutto...

Continua...



[678 parole]



Angolo autrice.
Ma salve! Pare che il drago stia prendendo il sopravvento, e chissà come finirà👀
Ma queste note sono molto importanti, e lo sono per un motivo, una notizia un po' brutta in verità. Questa storia subirà dei rallentamenti nella pubblicazione dei capitoli. Si, più lento di adesso...
Il motivo è che ho intenzione di aprire un'altra piccola raccolta NaLu, in occasione di un evento "piccantino" dedicato proprio ai nostri bimbi. Intanto ve lo linko comunque qui, perché i prompt sono una cosa meravigliosa, e mi hanno già scatenato i peggio scleri già solo ad immaginarmi le scene. Così, nel caso foste interessati anche solo a dare un'occhiata.
Per cui, causa la pubblicazione quotidiana dal 22 al 30 Settembre, devo mettermi sotto a scrivere i capitoli. Perciò un po' tutte le storie, quindi anche Strega per amore -il cui capitolo, tra parentesi, dovrei riuscire a farlo uscire *finalmente* entro la fine della settimana prossima- rallenteranno un po'.
Dunque... l'avviso l'ho messo.... il SinfullyNaLu l'ho linkato... che altro? Ah si, saluti e ringraziamenti! Che sciocca!
Sul serio, non so come potervi esprimere la mia gratitudine per tutte le visite, le recensioni, e i preferiti, seguiti e ricordati che ha guadagnato questa raccolta. Non vi ringrazierò mai abbastanza🥺🤧 Vi adoro tutti❤️
Credo proprio di aver finito, per adesso, quindi vi do appuntamento al prossimo capitolo, e anche alla nuova futura raccolta, che vi annuncio sarà anche a rating rosso, il che significa, dati i miei precedenti, che potreste rovinarvi l'idea rating rosso che vi hanno dato molte bellissime storie presenti su questo sito. Sul serio, non so se riuscirò a scrivere bene su questo rating, ma intanto ci provo.
Sono quasi più lunghe le note che la fanfic oggi! Forse dovrei togliere il quasi...
Vabbè, non vi trattengo oltre, grazie ancora per aver letto.
Ciao❤️

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Capitolo 6
*** Passion fire - Parte 2 - Strange. ***


Prompt 5. Mask/Maschera.

Passion fire - Parte 2 - Strange.




La prendo in braccio, come mille altre volte ho fatto, ma con la fretta di riportarla a casa per passare le ore più belle solo noi due, e non quella di scappare dall'ennesima minaccia alla mia biondina. Inizio a correre più veloce che posso, riempiendomi le orecchie degli urletti e le risatine della mia donna -perché Lucy è la mia donna, e io il suo uomo, lo siamo diventati insieme, quella magnifica sera in cui ci siamo spogliati della fastidiosa utopia dei migliori amici- fregandomene di qualche passante incrociato lungo la strada che mi guarda storto.
Corro con la voglia di riprendere da dove siamo stati interrotti, e finalmente raggiungo quella collinetta. Mi fermo solo intravedendo la casetta di legno a due passi dal bosco, quella dove svetta il cartello che riporta i nomi dei tre inquilini a chiare lettere. Sto per metterla giù, ma noto che ha chiuso gli occhi e si è accoccolata sul mio petto, finendo col ronfare appena. Ridacchio un po' pensando che ultimamente è più strana del solito, e va bene che è sera, ma non è così tardi -saranno appena le otto- e non è davvero da lei addormentarsi così.

Resto fermo a guardarla, quasi ipnotizzato, come tutte quelle sere in cui, ancora coperto da quella dannatissima maschera da amico, mi fermavo a osservare le smorfie che faceva nel sonno. Le scrutavo, imprimendole nella memoria, ridacchiando alle guance buffe e gonfie e scaldandomi il cuore di quei sorrisi, portati da chissà quali sogni, prima di stendermi accanto a lei per scaldarla, e anche per assopire qualcuno dei miei bollenti spiriti. E quando il volto le si contraeva in un'espressione di spavento per via di qualche incubo, la stringevo più forte, attento a non svegliarla. Nemmeno nei sogni doveva temere, io ci sarei sempre stato, avevo deciso così, forse nello stesso momento in cui i nostri occhi si incrociarono per la prima volta ad Hargeon, solo che all'epoca non me ne ero ancora accorto.

Mentre contemplo il suo volto, noto due lacrime affacciarsi agli angoli degli occhi, e la sento stringersi a me. "Na-tsu-u...." dice in un singhiozzo, e una stretta si impossessa del mio cuore. È spaventata, lo sento, ma quello che mi fa male è che sembra lo sia da me...
Mentre penso a quanto mi faccia male e si, mi prende un po' il panico, forse ha ricordato quella battaglia... Una morsa ancora più forte mi attanaglia cuore e stomaco.

La battaglia contro Zeref, quella che, per l'ennesima volta, quasi mi ha ucciso. Quella in cui ho rischiato di non vivere più la Gilda, la mia famiglia, la mia Lu...
È proprio grazie a lei che sono qui oggi, questa ragazzina che si crede tanto debole, che ha avuto il coraggio di riscrivere un libro demoniaco, e che ha rischiato così tante volte la sua vita.
Devo ammetterlo, non ringrazierò mai abbastanza Mutanda-Man per averla aiutata, e per una volta sono felice che un altro essere di sesso maschile sia stato così vicino alla mia Luce. Sento che anche la mia gelosia si trova in accordo con me.

Senza di lui.... No!
Non ci voglio pensare, lei sarebbe vissuta comunque, non l'avrei persa, non un'altra volta... anche se ciò avesse significato morire e non vederla più, mi sarebbe andato bene purché lei fosse viva.

Mi giro appoggiando la schiena alla porta di legno, lasciandomi scivolare lentamente a terra con lei in braccio, mentre un sospiro esce dalle mie labbra.
Siamo qui, a terra, con l'erba a solleticare le gambe e il vento a carezzare i capelli. La stringo forte, cerco di farle sentire il mio calore, come nelle sere in cui mi fingevo amico, più per me che per lei, devo ammettere a me stesso egoisticamente. Sprigiono un po' di calore, e noto i tremiti attenuarsi, così come quelle goccine salate, che si fermano lì, aspettando che io alzi la mano e le scacci via.

Apre appena gli occhi la mia Lu, sentendo forse i pollici sfiorarle le gote -non riesco ad essere per nulla delicato stasera- e mi guarda, con quello sguardo che, ancora dubbioso su cosa sia successo, mi chiede tacitamente spiegazioni. "Ti sei addormentata Lu... stasera sei più strana del solito." No, non l'ho detto.... non l'ho detto per davvero...

Ciao divano, staremo insieme per tante nottate io e te.

Penso, sapendo già che, se stavo per vivere l'ennesima notte d'amore, ora questo non accadrà per chissà quanto tempo. Mi dispiace amico, dico mentalmente al mio compagno di merende, che già so non mi lascerà in pace finché non starà nell'unico luogo che la natura ha creato per lui.
Luce però mi sorprende ancora stasera, e invece di arrabbiarsi si stringe di più a me. Ma è ciò che dice a farmi aggrottare le sopracciglia. "Forse un pochino..." ridacchia "Natsu.... ti da fastidio se lo sono ancora per un po'?" ok, non sono un asso a capire al volo le cose -tranne quando ho voglia, mi sussurra una vicina nella testa, e non che abbia torto. Sto iniziando a pensare di essere un pervertito- ma Luce non mi sta aiutando molto in questo momento.
Nemmeno il tempo di chiederle cosa intenda che incastra i suoi occhi coi miei. "Natsu, ti devo dire una cosa..." ora si che mi agito, ha il volto serio, e non mi sfugge una punta di paura nel suo sguardo.
Cosa vuole dirmi?
Non vorrai lasciarmi Lu?

"Natsu... ecco vedi... io..."



Continua...





[907 parole]



Angolo autrice.
Salve!
Beh, sembra che le cose si stiano facendo... "strane" come ha appena definito Natsu la propria ragazza. Si tesoro, il divano ti aspetta, ma solo dopo aver saputo cosa ci sarà di così importante che Lucy ha da dirti👀
Vabbè, credo di dovervi lasciare così, con un Natsu che, se non fosse già seduto, cadrebbe a terra. Povero🥺
No ok, chi voglio prendere in giro? Mi diverto troppo con lui😂
Grazie per aver letto.
Ciao❤️

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Capitolo 7
*** Passato e futuro - Parte 4 - Istinto. ***


7. Wild/Selvaggio.

Passato e futuro - Parte 4 - Istinto.




Si era voltato, e benché quei pochi neuroni rimasti sani -o forse erano già impazziti?- gli dicessero di resistere, non cedere, di non mandare all'aria la farsa dell'amico, lui decise beatamente di ignorarli, dando totale carta bianca al suo istinto.

Prese Lucy per le spalle, scendendo in picchiata verso il suo viso, e fu certo di aver sentito un leggero gemito dalle sue labbra rosee, gemito che gli mandò totalmente in pappa il cervello, bruciando anche quegli ultimi stupidi impulsi che gli dicevano di allontanarsi e fare una battutina idiota per giustificare il tutto. Ma non arrivò a quelle labbra piene, poiché mentre si abbassava sfiorò con una guancia quella di lei, bagnata dalle lacrime, e deviò, spinto dalla voglia di farle sparire, verso l'alto, dove quelle due pozze cioccolato si erano intanto chiuse.

Leccò via quelle maledette gocce salate in una fretta che nemmeno sapeva di poter possedere e, forse era impazzito lui, ma era così buona la sua pelle con quella nota salina...

Era sempre stata di una bellezza quasi eterea Lucy, solo uno sciocco non se ne sarebbe accorto, e si, lui lo era stato sciocco, per tanto, troppo tempo. Mai però come quella volta la vedeva meravigliosa. Forse l'averla stretta tra le braccia senza vita, aver visto il suoi occhi spegnersi e sentito il respiro sempre più rado aveva fatto scattare qualcosa in lui.

No!

Era stato sentire il battito del suo cuore rallentare fino a fermarsi che lo aveva svegliato. Aveva avuto la dolorosa dimostrazione che la vita era un dono tanto bello quanto fragile, così come che bastava poco per finire all'inferno anche senza perderla.

Combattere per quelle vite -quella vita- con la morte nel cuore era una sensazione che mai avrebbe pensato di provare. L'impotenza di non riuscire a essere abbastanza veloce per salvarla era pesante e il senso di colpa, come un macigno, se ne stava adagiato sul cuore, senza troppe intenzioni di spostarsi da lì.

E intanto scendeva sul collo, dove non vi erano cadute lacrime, ma bensì il bisogno di sentirla. Viva.

Erano lì, e lei non lo allontanava. Che voleva dire? Che non fosse l'unico a volere le sue labbra su di lei?

"Na-Natsu..." nulla più di un sussurro, ma lui lo sentì benissimo e l'ultimo barlume di lucidità volò via insieme a quel sospiro uscito dalle labbra rosee di lei. Si aggrappò a lui, tuffando le mani nei capelli color sakura in fiore, quasi timorosa che si staccasse.

Faceva ben sperare quel gesto e il rosato la strinse di più a se, continuando a leccare e mordicchiare il collo. Andò più giù, sulle spalle, arrivando poi al seno...

Di quante volte vi aveva affondato il viso aveva perso il conto anche lui, ma ricordava benissimo le sensazioni che lo invadevano ogni singola volta...

Erano lì, su quell'ennesimo campo di battaglia, ma era come trovarsi in quell'appartamentino di Magnolia che tante volte li aveva visti nelle situazioni più disparate. Dal ritorno da una lunga e difficile missione, ai risvegli mattutini, dopo le feste passate alla Gilda, come sempre tutti insieme.

Tante volte si erano ritrovati nello stesso letto, spesso con solo degli indumenti striminziti, quasi inesistenti, a dividerli, ma stavolta era differente. Sembrava che nulla potesse fermarli dall'andare avanti e perdere la ragione, ma...

"Ragazzi!" la voce di Elsa li raggiunse, così come proprio la scarlatta insieme ai compagni stava facendo, costringendoli a sciogliere quell'abbraccio che chissà come si sarebbe poi evoluto.

Accidenti!

Continua...





[575 parole]



Angolo autrice.
Rieccomi!
Ma li interrompono sempre sul più bello!😭 (😈)
Wow, beh, come finirà? Spoiler, non come spera Natsu😁
Sembra che le acque si siano mosse, Lucy sembra apprezzare, almeno prima che io interrompessi interrompessero questo momento. Cosa accadrà?
Ma ho un piccolo annuncio, da domani aspettatevi la pubblicazione di una nuova piccola raccolta, ovviamente targata NaLu!
Ma non spoilero nulla😶
Vabbè, ora vi lascio, grazie per aver letto.
Ciao❤️

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Capitolo 8
*** Passato e futuro - Parte 5 - A casa ***


8. Smile.

Passato e futuro - Parte 5 - A casa.




Erano tornati finalmente a Magnolia, dopo aver sconfitto i draghi e vinto i Grandi Giochi, e ora la bionda si ritrovava a infilarsi il pigiama per la prima notte che passava a casa dopo tanto tempo...

Si sarebbe subito messa sotto le coperte Lucy, ma era ancora troppo scossa per farlo. La morte della sua controparte del futuro, i draghi, e Natsu. Soprattutto Natsu...
E adesso tante domande le attanagliavano la mente, e tutte riguardavano il nakama dai capelli color sakura in fiore.
Natsu si era comportato in quel modo così strano quella volta, che lei non aveva idea di cosa pensare. Ma soprattutto, si stava lasciando andare e la cosa l'aveva sorpresa. Lei, che aveva da tempo deciso di trattenere quel suo sentimento, anche a costo di rasentare la follia...

Purtroppo -o per fortuna- li avevano interrotti, o chissà dove si sarebbero spinti, dato che il ragazzo non sembrava più ragionare. E nemmeno lei. Magari era solo ciò che era accaduto che lo aveva scosso, forse la morte di Mirai Lucy aveva sconvolto lui più di quanto avesse potuto fare con lei: Non era stato abbastanza veloce, e nemmeno la bionda lo era stata per scansarsi in tempo, impedendo così che la sé stessa del futuro dovesse frapporsi tra lei e il loro nemico, perdendo la vita.
Era morta Mirai Lucy, e nessuno poteva fare nulla per cambiare le cose. Aveva tentato, venuta da un tempo in cui tutto era stato distrutto, riuscendo a salvare i propri compagni e il mondo, ma a un prezzo troppo alto per tutti...

Si risistemò meglio la maglia rosa del suo pigiama nuovo, guardandosi allo specchio del bagno, che la ritraeva a mezzo busto. Lo aveva acquistato poco prima di lasciare Crocus, quando aveva poi dovuto rincorrere Natsu per le stradine in cui si stagliavano le varie bancarelle del mercato, dopo che il Dragon Slayer aveva rovesciato delle casse colme di arance, e la signora al banco della frutta si era lanciata all'inseguimento del farabutto dai capelli rosa, insieme alla bionda che cercava di fermarlo per convincerlo a chiedere scusa e rimettere tutto a posto. Sempre il solito...

Rise amaramente, osservando gli orsetti sparsi qua e là sulla stoffa rosa, ridendo di sé stessa per aver pensato anche solo per un momento che una come lei potesse interessare al nakama.
Semmai Natsu si fosse svegliato su quel fronte, non sarebbe certo corso da lei, che con quel pigiamone di almeno due taglie più grande non poteva far gola a nessuno, figurarsi un drago di fuoco, come quello che le aveva marchiato la pelle poco prima dell'arrivo di Elsa e degli altri.

Passò le dita della diafana mano sui segni arrossati presenti sul décolleté, laddove, nemmeno due giorni prima -non si era più intrufolato da lei durante le recenti notti, ulteriore segno che lui stesso considerasse l'accaduto un errore...- le labbra di fuoco del rosato si erano posate, spietate, lasciando segni quasi indelebili del loro passaggio, facendola fremere, desiderando di più. Chi sapeva cosa sarebbe potuto succedere se solo non li avessero interrotti...

Si risvegliò da quei pensieri e finì di sistemarsi, non poteva di certo starsene tutta la notte a pensare a lei e il suo compagno mentre... no!
Una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere, non avrebbe mai avuto più di una forte amicizia dal ragazzo, e prima si fosse rassegnata all'idea che cose come quella non sarebbero mai accadute, prima avrebbe smesso di soffrire. Faceva male, tremendamente e maledettamente male a quel muscolo in mezzo al petto che si era fatto piccolo piccolo, ma forte era stato il rumore di esso che si infrangeva, disperdendo i pezzi qua e là, esattamente come facevano le goccine salate che, copiose, s'incontravano col lavandino, candido e gelido come la neve che ricopriva Magnolia d'inverno. Si asciugò in fretta le lacrime con le maniche della maglia e si diresse finalmente in camera, optando per innaffiare il cuscino nella speranza di addormentarsi presto.

Era solo una sciocca se pensava che il ragazzo, che ora se ne stava seduto sul letto a testa bassa, potesse interessarsi a lei, o anche solo minimamente considerarla più di una compagna di team e... lui se ne stava seduto sul letto...

Natsu era lì, era entrato di nuovo senza permesso e nel momento meno indicato, dato che di certo avrebbe sentito l'odore delle sue lacrime, magari addirittura il rumore del suo cuore, paradossalmente tornato battere nel momento in cui lo aveva visto, finalmente lì, solo per infrangersi ancora una volta nel momento in cui ricordò che lui non vedeva in lei più che una compagna di team che aveva a casa un letto comodo su cui dormire...

"Natsu... che ci fai qui?" quanto tempo fa aveva smesso di domandarselo? Eppure doveva dire qualcosa, qualsiasi cosa che coprisse il rumore del suo cuore ancora infranto...

Lo sguardo color smeraldo si alzò lentamente, scrutandola attento e inscurito da chissà quali pensieri che la bionda forse non avrebbe mai conosciuto, inconsapevole di esserne la protagonista indiscussa.

Com'era l'inferno? Come ardevano le sue fiamme? Erano più o meno incandescenti di quelle dell'indomabile drago dalla capigliatura color ciliegio? Più volte si era fatto domande di quel tipo, nascosto sotto la facciata dell'idiota sempre allegro e con una voglia d'avventura che superava forse la grandezza del continente, senza mai trovar loro risposta.
Almeno, fino a quel momento...

Lo aveva scoperto amaramente cosa fosse l'inferno e come fosse l'essere dannati, senza fare molto poi -nemmeno salvare una vita...- passando per tutti i gironi, prendendosi quel meritato dolore, naturale conseguenza della propria incapacità. E lui che credeva che l'inferno si limitasse a frenare le mani con lei mezza nuda sotto le coperte che, ormai sempre, condividevano, o al dover controllate le proprie reazioni -soprattutto quelle sotto la cintura- tutte le volte che il corpo poco vestito, e a volte addirittura senza niente, della bionda si era adagiato al suo. Ma l'inferno era ben altro, e lui erano due dannatissimi giorni che vi giaceva, schiacciato dal senso di colpa verso entrambe le sue Lucy...

"Natsu per favore vattene..." un sussurro e niente di più, ma il magone nella gola lo sentiva benissimo il rosato, e non per il suo udito sensibile. Aveva pianto Lucy, probabilmente per la morte della sua controparte del futuro, e lui non poteva certo accontentare la sua richiesta, non lo aveva fatto tutte le volte che si intrufolava nel suo letto, venendo poi cacciato in malo modo dall'infallibile calcio della compagna, e non lo avrebbe di certo fatto adesso. Non ora che lei aveva bisogno di un sostegno, e forse anche lui ne necessitava.

Se non si facevano forza a vicenda, se non si consolavano l'un l'altra, se non si leccavano le ferite insieme, chi altri avrebbe potuto farlo?

Nessuno. Era l'unica risposta giusta, e lo sapevano entrambi...

Uno slancio degno di un leopardo, poco più di un battito di ciglia, e la bionda si ritrovò stretta al compagno. "Scusa..." la voce ovattata per via del volto infossato nell'incavo del collo, inspirava profondamente il profumo di pesca della maga, un po' per calmarsi, un po' per sentirla viva, e un po' perché, forse, dopo quello che era accaduto qualche giorno prima, non aveva più bisogno di nascondersi. Il suo alter ego del futuro lo aveva capito e lui non poteva -né voleva- aspettare oltre. Una sciarpa in dono, per quanto fosse preziosa, non bastava. "Scusami..." e subito una scia umida le si posò sul collo, facendole comprendere abbastanza bene a cosa fosse dovuta. La lingua del ragazzo aveva iniziato -di nuovo- a reclamare il sapore dolce della nakama, rendendole ancora una volta le gambe molli.

"N-Natsu cosa..." perché si ostinava a farla illudere così? Perché le stava facendo quello?

"Scusami Lucy... scusami... io..." i denti si unirono a quella dolce tortura, mentre la traeva a sé, sedendosi sul letto e facendola adagiare a cavalcioni sulle sue gambe, che non nascondevano, in un punto ben preciso, l'effetto che la ragazza gli faceva. Lo aveva sempre fatto... Quando lo guardava contrariata al suo risveglio, coperta solo di una camicia da notte, o un pigiamone come quello che aveva adesso, che però nulla riuscivano a nascondere di quel corpo. Lo aveva fatto col broncio, quelle volte che le rovinava un qualche appuntamento, quando si faceva carina -così diceva lei, come se non lo fosse già, e per chi poi? Non per lui, a cui sarebbe bastato anche solo vederla, in qualsiasi stato, perché fosse bella. Semplicemente perfetta...- per poi ritornare con le lacrime a bagnarle il volto, perché si era ritrovata di fronte l'ennesimo idiota. E lo faceva ogni volta che si ritrovava nell'infermeria della gilda, priva di sensi e con le fasciature ad adornarle il corpo...

Era stato sempre così, ma aveva dovuto vederla morire perché la propria stupidità si facesse da parte. Ma ora il ragazzo non aveva più intenzione di aspettare e, a giudicare da come si era lasciata andare giorni prima, neanche lei.

E risalì la mascella, andando a saggiare la pelle, piano, senza fretta, godendosi quel lembo di pelle così dolce e invitante, mentre le manine candide della maga celeste andavano ad insinuarsi tra le ciocche rosa, strattonandole appena...

Era giusto ciò che stava facendo? Poteva permettersi di lasciarsi andare a quel tremito nel ventre? Era certa di poter ricostruire il suo cuore quando lui le avrebbe detto che era un errore, o peggio, quando l'avrebbe trattata come una semplice amica dopo? Sarebbe riuscita a risistemare il suo cuore, rinchiudendovi di nuovo a chiave i sentimenti, una volta che quel momento fosse passato?

Non sapeva, o forse sì, ma non voleva rispondere a quelle domande Lucy. Non ora, che il suo compagno era finalmente arrivato a sfiorarle le labbra con le proprie...

Non andavano oltre le carezze quelle labbra -leggermente screpolate e dal leggero sapore di... zolfo? Bruciava quel ragazzo, e lei voleva, doveva, bruciare con lui- gioia e tortura per quel pochissimo autocontrollo che poteva esserle rimasto. Aspettava lui, le mani ferme sui fianchi morbidi, dolorosamente in attesa. Gli occhi smeraldo si incastrarono con quelli color cioccolato, i quali si erano aperti piano, timorosi, con la speranza che la paura che aveva assalito la maga non fosse portatrice di una cocente e dolorosa delusione.
"Lu..." era sempre stata così profonda la sua voce? "Voglio stare con te... ho bisogno di te... dell'unica idea che ho di casa..." palpebre sbarrate, iridi dilatate, un po' per la semi-scurità -squarciata dalla lampada sul comodino- quelle di entrambi, un po' per lo stupore quelle di lei, incatenate le une alle altre, bisognose di sfiorarsi anche l'anima... "Ho bisogno dell'unica sensazione che conosco come quella di essere a casa... dimmi Lu... dimmelo..." era disperazione quella che aveva accompagnato la sua voce? "Tu lo vuoi?"

Ti prego, dimmi che lo vuoi. Questo ciò che nascondevano le parole del drago di fuoco. Questo ciò che era arrivato al suo cuore, già in procinto di scoppiare. Questo ciò di cui aveva bisogno anche lei stessa...

Le labbra si unirono ancora una volta, quelle rosee e piene, dal leggero sapore dello yogurt alla pesca che tanto amava mangiare, andarono a posarsi su quelle calde e appena ruvide, facendo sospirare il ragazzo, le cui mani tornarono a cibarsi della sua pelle morbida. E sorrise Lucy, sorrise tutto il tempo. Sorrise tra le lacrime, sorrise tra il bruciore, tra i baci, le spinte, i respiri affannati a infrangersi nelle labbra dell'altro, sorrise all'esplosione di colori che le appannò la vista in una maniera così piacevole da non sembrare reale...

Quel sorriso che faceva bene al cuore di Natsu, quello che solo lui era stato in grado di farle fare, e che solo lui poteva vedere. Nessun'altro avrebbe dovuto bearsi del volto arrossato e sorridente che Lucy faceva mentre lui, nell'ultima spinta, le riempiva il ventre del proprio amore. E nessun'altra avrebbe mai carezzato così voglioso e passionale. Era semplicemente impensabile!

Non potevano cambiare ciò che era accaduto a Mirai Lucy -il cielo soltanto sapeva quanto tutti avrebbero voluto eguagliare il suo stesso, coraggioso, gesto per poterla salvare come aveva fatto lei- e cambiare il passato, ma potevano modificare il futuro rendendolo più roseo e sorridente.

Lo avrebbero fatto quella sera, lo avrebbero fatto l'indomani, e lo avrebbero fatto negli anni a venire...

Fine.





[2041 parole]



Angolo autrice.
Ed eccoci alla fine di questa ministoria, yeeee!
Ci ho messo un po' tanto ad aggiornare questa raccolta (e il finale qui fa un po' pena) ma meglio tardi che mai giusto?😃
Coooomunque, quanto è bella la nostra Lucy che sorride? *^*❤️ Se poi a farla sorridere è un certo drago allora...😏
Vabbè, abbiamo sistemato sia la NaLu del futuro che quella del presente, credo siamo apposto, quindi vi lascio. Grazie per aver letto.
Ciao❤️

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Capitolo 9
*** Passion fire - Parte 3 - Not even a prince ***


9. Sensation.

Passion fire - Parte 3 - Not even a prince.



Apro gli occhi lentamente, sorridendo felice a quel piccolo raggio di sole che entra dalla finestra, andando a illuminare appena, attraverso lo svolazzare delle tende color crema, mosse dalla leggera brezza mattutina, la nostra stanza.

Mi accoccolo nel caldo abbraccio del mio compagno, ripensando a come la nostra vita sia cambiata negli ultimi tempi, e a come sia destinata a farlo ancora in futuro...

Guardo le tende che lasciano entrare quell'unico raggio di sole in quella che probabilmente sarà una giornata piuttosto fredda, nonostante siamo in estate. Quanto tempo è passato da quella sera? Quatto o cinque mesi circa...
Eppure eccoci qui, non posso credere che abbia pensato che volessi lasciarlo, che sciocco...

~~~~

"Lu non mi vorrai lasciare?" ha detto davvero questo?
Come può pensare a una cosa del genere quando fino a dieci minuti fa stavamo per farlo in un vicolo? In un vicolo, in mezzo alla strada!
Stavo per strappargli il completo gessato come lui di solito fa coi miei di vestiti, rischiando di essere arrestati entrambi per atti osceni in luogo pubblico. Uno scatto repentino e riesco a mettermi a cavalcioni su di lui, non senza sentire un certo effetto, e per la posizione, e per la sensazione di qualcosa che decisamente non è un lacryma, ma qualcosa di molto meglio, che mi costringe a trattenere un gemito. Devo essere lucida mentre glielo dico.
Resisti ancora un po' Lucy!
Cerco di concentrarmi su altro, eppure, inevitabilmente, finisco per pensare solo a noi due, a poco fa...

Mai con nessuno ho provato questo genere di cose, tanto da lasciarmi andare così, dove chiunque potesse vederci in qualsiasi momento. E beh, è anche vero che non ho avuto chissà quante storie prima, l'unico con cui abbia potuto vantare un rapporto come questo -anche se nessuno sarà mai come il mio Natsu- era quel signorotto di buona famiglia con cui mio padre decise di farmi fidanzare a sedici anni, poco prima che scappassi da quella casa, e anche lì una sensazione di disagio e disorientamento mi aveva tenuto compagnia, da quando mi chiese la mano mentre camminavamo, fin quando andammo a mangiare un dolce al tavolino di una costosa pasticceria in centro, passando per i vari tentativi di lui, tutti falliti, di darmi un bacio. Sulla guancia ovviamente, ma era comunque fastidioso e quelle due volte che glielo permisi mi dovetti trattenere dal pulirmi la guancia subito dopo, approfittandone poi alla sua prima distrazione.
Mi sentii così fino a che tornai a casa e, chiudendomi in camera mia, mi tolsi finalmente quel dannatissino vestitino rosa che ero stata costretta ad indossare. Dovevo apparire presentabile ed educata e lo feci, ma una cosa la misi in chiaro con mio padre: Non avrei mai sposato quel ragazzo!
Credo mi avesse detto di sì solo perché così sarei uscita prima dal suo studio, ma non aveva realmente intenzione di cambiare idea. Probabilmente quel moretto snob aveva voluto annullare tutto dopo che la mia fuga, qualche mese dopo, era divenuta di dominio pubblico, e così mio padre aveva pensato subito a cercare un altro partito, ovviamente a patto che io tornassi a casa e facessi la brava figlioletta, obbedendo a lui e, dopo, anche a quello che sarebbe stato il mio amato marito...
Ma alla fine neanche smuovere un'intera gilda come Phantom Lord era servito...
Una lacrima scende solitaria sulla guancia sinistra nel ripensare a quel rapporto mai davvero aggiustato tra noi due. Certo, ora so che mi ha sempre pensato, soprattutto durante quei dannati sette anni, e che mi ha sempre voluto bene, ma il non essere riuscita a chiarirmi con lui credo che me lo porterò sempre con me. Uno dei più grandi rimpianti della mia vita, sebbene sono certa che, insieme alla mamma, ora mi guarda da lassù...
Il mio compagno mi asciuga la guancia col pollice, dolce, come lo è stato poco prima che mi svegliassi da quel brutto incubo: Prima mia madre, poi mio padre, in seguito i membri della gilda uno ad uno, e poi Natsu...
Tutti che si allontanavano mente io, correndo, cercavo di raggiungerli, senza mai riuscirci. E quando era toccato al mio compagno allontanarsi ho corso a perdifiato, chiamando il suo nome come penso di aver fatto nella realtà, svegliandomi solo al dolce contatto con le sue dita. Ho pianto credo, e quelle dita calde mi hanno trascinata via da quell'incubo, facendomi capire che mai lui potrebbe andare via. Lo aveva fatto quell'anno, eppure era tornato comunque da me...
"Tutto bene Lu? Ho fatto qualcosa che non va?" domanda agitato, le sue mani parcheggiate dolcemente eppure saldamente sui miei fianchi, non osando andare oltre. Faccio cenno di no con la testa. Ultimamente sono molto più stanca ed emotiva, ma credo sia normale data la situazione. Anche da questi piccoli gesti mi accorgo di quanto sono fortunata, non credo che un qualsiasi principe, per quante ricchezze avesse potuto avere, avrebbe potuto darmi tutto questo. Forse non mi avrebbe dato nemmeno un briciolo di questo amore, sarebbe stato al mio fianco solo per convenienza, volendo in cambio solo una mogliettina ben vestita e abbastanza presentabile da poter mostrare come un trofeo durante le cene di gala.

Con Natsu no... con lui è diverso, anzi, è sempre stato uguale... anni fa come oggi...

Lui mi ha visto piangere e ridere, mi ha visto in abiti eleganti così come senza nulla addosso...
Arrossisco appena a questo ricordo, e lui si acciglia ancora preoccupato. Non riesce a capirlo cosa mi prenda e nemmeno io in verità -d'altra parte è la prima volta che mi succede...- e credo che sia davvero nervoso a giudicare dal respiro leggermente affannato. Devo dirglielo, che poi, cosa c'è di male in questo?
Mia mamma me lo diceva sempre che, quando avrei trovato la mia anima gemella, non avrei più dovuto temere nulla, e con lui è esattamente così. Il mio drago mi ha visto piena di energia, pronta a iniziare una nuova avventura, così come malata e senza forze. Mi ha visto con babydoll sexy e pigiamoni, eppure la passione che ogni volta mi regala non cambia a seconda di un reggiseno rosso fuoco o di una maglia tre taglie più grande di me a pois, ma resta uguale. E forse è anche più intensa quando finiamo ad amarci senza pensarci troppo, senza prepararci affatto con qualche vestitino sexy, poiché anche un pigiamone finisce in pochi secondi a terra, e noi finiamo a condividere l'ennesima delle tante notti in questa piccola casetta riparata dai rumori della città.
Ora posso dirlo che mia madre aveva proprio ragione.
Credo che anche lei e mio padre abbiano vissuto tutto questo, e saperli di nuovo insieme, nonostante ancora stia male, perché gli anni e l'abitudine hanno a malapena reso il dolore un po' più sopportabile, mi dà un senso di pace. E allora sì, glielo dico!
"Natsu io-" "Ascolta Lu..." mi interrompe lui. Lo sguardo smeraldino, che riesco a vedere abbastanza chiaramente nonostante l'oscurità, colmo di serietà, come poche volte l'ho visto. "Senti io... lo so che non sono l'uomo perfetto..." la stretta sui miei fianchi si intensifica un po', quasi tema di vedermi scomparire. Proprio come successe tanto tempo fa con l'altra me...
Ma io non sono Mirai Lucy, non sparirò tra le tue braccia amore mio. Me lo ha permesso lei di essere qui e di vivere tutto questo. In un certo senso glielo devo...
Gli carezzo dolcemente una guancia, vedendo, all'ombra della luna, il suo volto contratto rilassarsi un po'. Ha bisogno di parlare e io di sentire ciò che ha da dire. Non so a cosa servirà, so solo che ne abbiamo bisogno...
"Non sono un nobile e non conosco il bon ton. Non sono ricco e tutto quello che posso darti è una casa accanto a un piccolo bosco..." ok, ora voglio fermarlo. Devo fermare questo mare di sciocchezze. Sto per farlo ma lui mi spiazza ancora... "Ma ti amo Lu!" quasi lo ha urlato. Non è la prima volta che me lo dice, o che lo dice così forte -quando si è dichiarato penso lo abbia sentito tutta Magnolia. O che lo ricordi, dal momento che ha quasi dato fuoco alla piazzetta della città- ma il tono disperato che ha usato credo di averlo sentito pochissime volte, quasi temesse di vedermi andare via. Quasi temesse che mi stanchi di lui.
Ma come potrei mai farlo? Sono strana forse, ma mica scema. Ne morirei e no, io devo vivere anche per i miei amici e chi non c'è più.

"Sono incinta!" dico a un tratto, spiazzandolo io stavolta.
Mi guarda immobile, e il timore che potrebbe non esserne felice mi fa tremare ancora. Lui deve essersene accorto che non è perché siamo ancora un po' fradici che sto tremando adesso, e mi stringe ancora più forte a sé. Non dice nulla e questo non mi aiuta con la mia paura che potrebbe essere troppo presto, che avremmo dovuto stare più attenti, che non sia ancora il momento per questo genere di responsabilità...
"Grazie Lu!" mi dice poco prima di posare una mano dietro la mia nuca e avvicinare i nostri volti, facendo poi combaciare le nostre labbra in un tenero bacio, che non ci mette molto ad approfondirsi, mentre le nostre lingue si incontrano e si uniscono in una passionale danza. Una sensazione nuova e sempre uguale...

~~~~

Mi giro e guardo il volto addormentato del mio compagno, beandomi del suo respiro regolare, gli poso una mano sulla guancia, notandolo arricciare il naso per poi tornare a sonnecchiare e mi stringo a lui volendo guadagnare ancora un po' di sonno. "C'è qualche problema Lucy?" mi chiede e alzando la testa lo vedo con un occhio aperto. Lo sento stringere le braccia attorno al mio corpo, mentre con una mano scendo a carezzarmi il ventre gonfio. "Nulla... solo... grazie Natsu..." una sua mano raggiunge la mia e insieme carezzano il gonfiore coperto dal pigiama rosa. È una delle più belle sensazioni che avessi mai potuto provare. Sì, ne ho ancora la conferma.
Nemmeno un principe, per quanto azzurro possa essere, potrà mai darmi di ciò che mi dà Natsu...
Il sonno mi prende ancora, e faccio in tempo a sentire un bacio sulla fronte e un ti amo appena sussurrato, tornando nel mondo dei sogni...

Fine.





[1710 parole]



Angolo autrice.
Ed eccoci alla fine anche di questa ministoria! Ci ho messo mesi, un altro po' e Lucy partoriva a forza aspettare😳
Beh, che dire? Grazie per aver letto e alla prossima!
Ciao❤️

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Capitolo 10
*** Bed ***


10. Bedtime/L'ora di andare a dormire.



Le palpebre pesanti, il sonno sempre più presente...
Pochi passi a separarlo dall'amaca, il rosato guardava per bene la sua casa, totalmente incasinata e con un enorme bisogno di essere pulita da cima a fondo. Non ci aveva mai fatto caso a quanto quel posto potesse essere così poco ospitale, ma come poteva essere altrimenti se era quasi sempre in missione? Lo testimoniava anche la giornata appena passata che, come tante, era stata abbastanza movimentata: Aveva seguito l'ennesima falsa speranza, non riuscendo a trovare suo padre nemmeno stavolta, aveva dato una bella lezione a uno che si fingeva Salamander -che idiota, come osava ingannare le persone sfruttando il suo nome e quello della sua gilda? E come poteva poi rapire delle ragazze innocenti e pretendere di venderle per la semplice sete di denaro?- e ora aveva una nuova compagna di gilda...

In fondo era stata una giornata di quelle che piacevano a lui, con la giusta quantità di avventura, togliendo la parte dove avevano dovuto prendere il treno ovviamente, e la sua famiglia si era allargata un po' di più. Non poteva lamentarsi proprio di tutto alla fine.

Era simpatica Luigi no... Lucy!

Così si chiamava, se non ricordava male, la biondina con cui avevano stretto amicizia lei ed Happy quel pomeriggio, tanto da farla entrare nella loro squadra senza neanche pensarci.

Da quel che ricordava non aveva mai avuto una compagna di team, l'unica che si era avvicinata tanto a lui da poter vantare un tipo di legame come quello, un più profondo rispetto a quello con gli altri, era stata Lisanna anni prima...

Lucy si era ambientata quasi subito in quel luogo che, a prima vista almeno, poteva apparire rissoso e confusionario, benché anche lei non era stata immune allo stupore iniziale che causava la quotidianità della gilda. Ora avevano formato un vero e proprio team, e tutto senza neanche parlarne.
"È solo per avere una bionda in squadra... avresti scelto chiunque se fosse stata come me!" gli aveva detto quel pomeriggio la ragazza e lui le aveva risposto, per uno sconosciuto istinto, chiarendo un punto che, tutt'ora, sapeva essere fondamentale. "Non una come te Luigi, te e basta!" vedendo il rossore invadere il volto della ragazza -salvo poi beccarsi, in seguito, un calcio per averla chiamata ancora a quel modo- e tornare alle proprie faccende, le quali comprendevano in primis una bella rissa col mago del ghiaccio, tra gli sbuffi infastiditi della bionda, che si lamentava del non riuscire a trovare un posto dove stare con la barista dai capelli albini -questo almeno era ciò che aveva sentito mentre le dava al ghiacciolo- la quale le diede l'indirizzo di un posto dove, a detta sua, era disponibile un appartamento.

Si stese sull'amaca, mai come quella volta così scomoda, provando a prendere sonno in vista della giornata che gli si sarebbe prospettata poche ore dopo. Ma appena pochi minuti e dovette rialzarsi per evitare di capitolare a causa del continuo muoversi nel cercare una posizione comoda, portandosi le mani ai fianchi e osservando silenziosamente l'oggetto, nel tentativo di venire a capo di quel mistero...

"Aye! Strano che tu non dorma, di solito crolli nelle posizioni più improbabili... devo sbrogliarti ogni mattina da quella cosa." mugugnò il gatto blu, impossibilitato a sua volta a dormire a causa dei continui sbuffi dell'amico. "Eppure mi pareva avessimo un letto... qui da qualche parte... in mezzo a... questo..." finì, indicando con le zampine allargate il luogo che era casa loro, ammassata di cianfrusaglie varie e non tutte bene identificate. "Credo proprio che non potrò invitare Lushy qui, mi vergogno troppo a causa della tua svogliatezza!" mugugnò facendo arrossire il ragazzo. "Ti ho già detto quanto sono scomodi quei così! E poi, perché dovresti invitarla qui?" domandò ingenuo, facendo spalmare una zampa sulla fronte del povero micio, che probabilmente non avrebbe mai smesso di stupirsi per l'eccessiva ingenuità -per non dire stupidità in certi casi- del ragazzo. "Perché, ora che siamo una squadra, dovremmo conoscerci meglio, e iniziare a far visita gli uni agli altri, essendo diventati amici. Possibile che tu non ci abbia pensato?" lo rimproverò con un tono rassegnato l'altro, per poi sentirsi afferrare la coda e trascinare fuori da casa loro.
"Che stai facendo?" riuscì a chiedere tra lo stupore. "Andiamo a casa di Luigi!" rispose sorridendo e recandosi a passo svelto verso la sua meta. "Ti dimostrerò quanto sono scomodi quei dannati aggeggi! Scommetto che nemmeno lei riesce a dormirci sopra!" sicuro di sé, e senza aspettare una risposta dal gatto, si mise a correre verso l'indirizzo che aveva sentito dire alla maga del take over -Strawberry Street, uno di quei quartieri in centro se non ricordava male- e si fermò solo quando giunse alla sua meta. Il palazzo era signorile e il ragazzo si sentì un po' a disagio nello stare lì davanti, senza avere il coraggio di entrare. Che poi, non aveva neanche le chiavi del portone...

"E ora come pensi di entrare?" lo stuzzicò il micio, sbadigliando per la stanchezza. Voleva andare a dormire, ma con Natsu che non si faceva passare anche questo scrupolo sarebbe stata molto dura. "Portamici tu!" esclamò dopo qualche elucubrazione, fissando intensamente una delle finestre sulla facciata, quella da cui proveniva l'odore della bionda -ormai inconfondibile, anche se gli sfuggiva il perché si sentiva come se gli fosse rimasto addosso per tutto quel tempo, lasciando che l'olfatto si sintonizzasse da solo su quell'aroma fruttato- la quale era ancora aperta e, dalla luce accesa, poteva dire che non fosse ancora andata a letto a quell'ora tarda. Erano passate le due del mattino in fondo, sarebbe già dovuta andare a dormire. È ancora sveglia! Vuol dire che neanche lei riesce a dormire su quei cosi!
Esultò mentalmente nel vedersi dare ragione, per poi accigliarsi quando, una volta che il micio lo ebbe portato sul davanzale, vide la ragazza accasciata sulla scrivania, con ancora la lampada accesa e la penna tra le mani, profondamente addormentata chissà da quanto tempo. Si avvicinò piano, facendo attenzione a non svegliarla, e quando il micio gli fece cenno di andare egli lo liquidò con un gesto della mano senza togliere gli occhi dalla figura addormentata. "Le verrà il mal di schiena così..." sussurrò e l'amico blu dovette, stavolta, convenire. Ma che potevano farci? "Se la svegliamo si arrabbierà però..." rispose nell'ennesimo sbadiglio, stupendo il ragazzo, che lo guardò con un sopracciglio alzato. "Perché dovrebbe? Hai detto che gli amici vanno a farsi visita a vicenda, quindi perché dovrebbe prendersela se veniamo a trovarla?" il micio avrebbe preferito stare una settimana senza mangiare pesce anziché far fronte a quella conversazione notturna.
Possibile che fosse così stupido?
"Non funziona proprio così... non è che si entra senza permesso o di notte. E nemmeno si entra dalla finestra Natsu. In genere deve esserci un invito." e avrebbe dovuto fare le veci di suo padre...
Un mugugno della maga frenò Natsu dal domandargli la differenza, e il rosato sbuffò cercando la soluzione al dilemma su come fare a farla stare più comoda. In quella stanza, oltre alla scrivania e la sedia occupate da lei, c'erano l'armadio, il comodino, un paio di porte che non sapeva dove conducessero e... quello!
Il letto, che col piumone rosa e il bianco cuscino sembrava comodo e caldo, ma lui sapeva benissimo quanto potesse ingannare quel coso. Lo aveva imparato bene con quello che gli avevano dato per ricompensa dopo una missione, e che ora giaceva da qualche parte a casa sua. Quelle dannate molle erano talmente dure che lo avevano letteralmente torturato ogni singolo istante che vi aveva passato sopra. Ancora gli faceva male il didietro se ci ripensava...

Dovette rassegnarsi all'idea di posarla lì, e il fatto che comunque sarebbe stato più comodo di quella scrivania era già un punto a favore del coso. Dopo esservisi avvicinato, notando il gatto addormentato proprio sul piumone rosa, ai piedi del letto, e rassegnandosi così al fatto di dover fare tutto da solo, lo scoprì e tornò dalla bionda, prendedola in braccio e, attento a non svegliarla, la sollevò conducendola sul letto, coprendola poco dopo. Pensò di rimanere un po' per assicurarsi che quel dannato non provasse a farle qualcosa, ma quando notò un piccolo brivido che si smosse sul corpo della ragazza, facendole accapponare leggermente la pelle, iniziò a pensare a una soluzione per quel nuovo problema.

Stava decisamente pensando troppo quella notte!

Di coperte nemmeno l'ombra -non sapeva dove cercarle in realtà, e non ebbe fortuna quando rovistò in uno dei cassetti del comodino, trovandovi solo l'intimo, davvero particolare, presumibilmente della bionda- e decise di usare i suoi poteri. Passò una mano lungo il piumone sprigionando calore, ma la ragazza, il cui pigiama formato da un completo di maglia e pantaloni lunghi rosa con gli orsetti non aiutava, non smetteva di tremare, causa anche la finestra ancora semi-aperta. Vi si avvicinò per chiuderla ma, dopo qualche istante passato ad osservarne le reazioni, notò che la ragazza era ancora scossa dai brividi.
Senza più alternative, e col sonno che gli premeva le palpebre verso il basso, facendolo quasi addormentare in piedi, si stese nel letto -all'erta per evitare gli scherzetti di quel coso- accanto alla bionda, sperando che il calore emanato dal suo corpo aiutasse la maga.

Non seppe se fu per il sonno, che lo aveva fatto crollare quasi subito, o per le braccia della ragazza, avvoltesi al suo busto durante la notte, ma quella fu una delle volte in cui riuscì a riposare tranquillo. Forse il perché del calcio della nakama, che lo svegliò il mattino successivo, lo sapeva, e sebbene fosse stato così doloroso, non lo aveva persuaso dal tornare da lei la sera successiva, né quella dopo, e negli anni che seguirono. Prima per assicurarsi che non dormisse sulla scrivania, e poi per ben altro, non ben conosciuto, istinto...

"Natsu!" l'ennesimo richiamo della compagna lo risvegliò, facendolo concentrare sull'immagine di Lucy, mezza seduta, in quella piccola casetta a ridosso della foresta, sul letto dalle coperte rosso fuoco -non quello vecchio e sgangherato che aveva in mezzo alle cianfrusaglie, quello era finito nella pattumiera assieme alle sue dannate molle. E nemmeno quello di Strawberry Street, comodo sì, ma insufficientemente grande per una coppia sposata. Ne avevano preso uno nuovo, matrimoniale, e lo avevano messo al posto della vecchia amaca, spostata nel ripostiglio per essere tirata fuori solo quando il rosato faceva arrabbiare sua moglie- vestita della vestaglia azzurra, e con in braccio la piccola creaturina dai capelli rosa, intenta a godersi il calore materno dopo la poppata.
"Per la settima volta, puoi passarmi l'asciugamano che è lì sul tavolino per favore?" gli disse la maga indicandogli il piccolo asciugamano bianco che si trovava sul tavolino accanto a lui che, in piedi, si era fermato a perdersi nei propri ricordi, come gli era capitato spesso, soprattutto nell'ultimo periodo...
Erano diversi i momenti in cui ripensava alla stramba idea che gli era venuta, quella sera di ormai diversi anni fa, di mostrare ad Happy quanto i letti in realtà fossero scomodi, ringraziando quel primo passo che, inconsapevolmente, lo aveva condotto verso quell'allora sconosciuta parola dai molteplici significati: Amore.
Quella che suo padre aveva provato a spiegargli più volte, ma che lui aveva capito solo nel momento in cui, quel giorno ad Hargeon, aveva incrociato gli occhi cioccolato dalle sfumature color miele e quella chioma bionda, splendente come il sole a mezzogiorno nelle afose giornate d'Agosto.
Amore, quello che ha mille volti e mille nomi...
Più volte si era chiesto cosa significasse davvero. Se si sentisse qualcosa di differente o meno.
Cosa si provasse quando si era innamorati, o coosa cambiasse nella propria vita quando si trovava la cosiddetta persona giusta. E soprattutto, cosa c'entravano le farfalle nello stomaco di cui tutti parlavano?
Quello era ciò che non aveva, e non avrebbe, mai capito...

Ma alla fine un nome e un volto a quella parola lo aveva dato -e senza rendersene conto. Non c'erano state nemmeno le farfalle- solo nel momento in cui aveva trovato la compagna sulla propria strada, lo stesso giorno che aveva vissuto l'ennesima delusione nel non trovare suo padre.
Lo stesso giorno in cui la sua vita era cambiata senza che se ne fosse minimamente accorto...
"Natsu!" afferrò l'asciugamano e corse verso di lei, attraversando la stanza dai colori crema delle pareti, con quelli più scuri dei mobili in legno a fare da contrasto insieme alle coperte e le tende, porgendoglielo e godendosi uno spettacolo che, da qualche settimana a quella parte, era uno dei suoi preferiti in assoluto: Lucy impegnata ad asciugarsi la piccola quantità di rigurgito latteo della piccola sul seno ancora scoperto.

Un tremolìo al basso ventre lo scosse, e pensieri poco casti cominciarono ad abitargli la mente, costringendolo a malincuore a scostarsi per evitarsi dei pantaloni troppo stretti. Doveva frenare quella passione conosciuta solo con lei, poiché ormai avevano una bambina a cui pensare.
Ancora ricordava quando glielo aveva detto...

Era qualche giorno che sua moglie stava poco bene, che si alzava da tavola -e spesso anche nel cuore della notte- in preda a una nausea incontrollata, e che si fermava spesso per strada presa da strani capogiri. Aveva provato a chiedere aiuto a Porlyusica, ma lei gli aveva dato solo quel bastoncino strano, dicendogli di darlo a Lucy -e di sparire dalla sua vista all'istante- come lui fece subito, appena la vide rincasare da un pomeriggio passato alla sede del Weekly Sorcerer di Magnolia, dove spesso dava una mano agli stagisti sotto richiesta di Jason. "Si è addormentata, ci pensi tu?" e il rosato obbedì, prendendo la piccola e portandola verso la culla di legno, posandola sul morbido materassino e coprendola con la copertina rosa. Il tempo di depositare un leggero bacio sulla fronte della figlia, e ricoprì i pochi passi che lo separavano dalla bionda.
Non attese oltre -quello sguardo inscurito era una prova più che sufficiente che non era solo lui a sentire quel brontolìo all'altezza del ventre- e raggiunse sua moglie sotto le coperte, cedendo all'eros, sebbene cercassero di non fare troppo rumore...

Le sapienti mani di suo marito l'avevano sempre mandata in estasi, e mai lui aveva dato segno di non desiderarla come il primo giorno. Mai era capitato che a letto non la stringesse a sé come un tesoro che rischiava di scomparire da un momento all'altro. Mai si era dimostrato un amante meno appassionato delle volte precedenti. Anche in quel periodo, dopo aver dato alla luce la loro piccola, quando spesso si guardava allo specchio sperando di vedere quei rotolini sui fianchi sparire o anche solo attenuarsi, e che quei piccoli esercizi fisici che aveva preso a fare -con calma, la cicatrice sotto l'ombelico, molto vicina all'inguine, faceva ancora un po' male- per perdere quei chili l'aiutassero. Natsu non si era mai mostrato meno preso nemmeno dopo che aveva iniziato ad abituarsi al profumo mandorlato della crema per smagliature che lei usava ormai regolarmente.
E non si stava dimostrato diverso il suo amore, ora, nello stringerla come se fosse il tesoro più prezioso del mondo mentre entrambi raggiungevano, ancora una volta, l'apice di quella passione, riversatasi fino all'ultima goccia in quello stesso ventre che era stato, per mesi, la calda e sicura culla della loro piccola Nashi. Quel ventre di cui la sua Luce si vergognava tanto, ma che lui adorava sempre di più, soprattutto quando si fermava a pensare a cosa aveva creato: Quel piccolo grande miracolo che sonnecchiava tranquillo a pochi passi da loro...

Le palpebre pesanti, il sonno sempre più presente...
Il petto marmoreo cullava la sua piccola Luce, premurosamente coperta perché non prendesse freddo, mentre ella si addentrava nel mondo dei sogni, il mago del fuoco se ne stava lì, ad osservare il soffitto della stanza, illuminato appena dalla luce fioca della sera, che filtrava dalla finestra, ritornando con la mente a quell'idiota dai capelli rosa che, in una notte come tante, se ne era uscito con una delle sue strambe idee, stravolgendosi la vita senza neanche rendersene conto, rendendola più piena di quanto mai avesse potuto anche solo immaginare.
Completamente rilassato, col respiro caldo della maga celeste a sfiorargli il petto, chiuse finalmente gli occhi, lasciandosi andare anch'egli a Morfeo, ringraziando ancora una volta quel moccioso sputafuoco di tanti fa per quello che gli aveva regalato...



"La prossima volta aspettate almeno che esca però..." pensò il micio blu, disteso sul piccolo e caldo giaciglio posto a terra ai piedi del letto, cercando di prendere sonno anche lui, cercando di dimenticare i rumori appena sentiti... di nuovo...



[2749 parole]



Angolo autrice.
Ed eccomi con un nuovo capitolo! Stavolta incentrato su quello che è uno dei segni distintivi dei nostri NaLu: Il letto.
Dai che stavolta dobbiamo ringraziare un po' Happy (e la stupidità ingenuità di Natsu) che poverino, se prima non riusciva a prendere sonno per colpa di Natsu, ora non riesce a prenderlo per colpa di Natsu e Lucy XD
Beh, credo di aver detto tutto, al resto ci hanno pensato i nostri cuccioli mi pare. Grazie per aver letto e alla prossima!
Ciao❤️

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Capitolo 11
*** The best gift ***


11: Natsu's birthday.



"Idiota!" ripeté la ragazza per l'ennesima volta durante quel tragitto che, se non fosse stato per lui e una delle sue solite bravate, sarebbe stato molto più tranquillo. "Sei solo un idiota Natsu!" se non lo prendeva a calci doveva solo ringraziare il fatto che fossero per strada e che già l'attenzione dei passanti era su di loro per via della poltiglia, bianca e leggermente rossastra in alcuni punti, che li ricopriva da capo a piedi, e di cui il mago di fuoco gustava una piccola quantità di tanto in tanto. Di certo non si sarebbe lasciato scappare l'opportunità di assaggiare ciò che rimaneva -quel miscuglio altro non era che la panna mista con la mousse alla fragola che erano state usate per decorazione- della torta che Lucy aveva preparato proprio per lui, e da cui Erza aveva evitato di farsi tentare, combattendo valorosamente contro sé stessa, per la rabbia più che giustificata della compagna. Rabbia che aveva preventivato, ma che era più che disposto ad affrontare...

"Eddai Luce, in fondo era per me no?" con le mani posate dietro la nuca e le gambe a macinare un percorso conosciuto, Natsu se ne stava apparentemente tranquillo -la mente era impegnata a ripassare il discorso che si era preparato-, mentre la ragazza, fasciata in quel vestitino blu dai richiami dorati lungo fino a poco sotto il ginocchio, in pendant con gli stivaletti neri a renderla una vera e propria dèa nonostante la poltiglia appiccicosa e un po' sciolta, a passo veloce si dirigeva verso il piccolo appartamento di Strawberry Street che da anni vedeva scene come quella, ormai all'ordine del giorno da quando si erano conosciuti...
La porta in legno massello quasi uscì dai propri cardini per quanto forte Lucy la sbatté dopo essere entrata come una furia per correre dritta in bagno, non notando minimamente la presenza del micio blu appollaiato sul suo piumone rosa, intento ad aspettarli, e che si godette la scena, troppo consueta ai suoi occhioni neri. "Aye! Vedo che il tuo piano ha funzionato..." fu l'unica cosa che Natsu riuscì a sentire tra le risate tenute a bada dalle zampine premute sul muso e le urla di Lucy, che dal bagno non la smetteva di inveire contro di lui e il suo poco autocontrollo.
"Abbassa la voce Happy o mi farai scoprire!" bofonchiò sedendosi sul letto, non curante del fatto che potesse sporcarlo, riflettendo su ciò che stava succedendo...

Aveva pensato a tutto, e anche se quella festa a sorpresa, organizzata da Lucy per il suo compleanno, era l'ultima cosa che avrebbe voluto rovinare, ormai non ce la faceva più ad aspettare, e aveva iniziato una delle sue solite risse col mago del ghiaccio per poter far sì che la ragazza fosse proprio lì dove la voleva. Solo pochi giorni prima era stato il compleanno di lei, e mentre la vedeva sorridere e festeggiare con la loro famiglia, aveva capito che voleva di più. Voleva che quel legame fosse di più, non solo agli occhi dei loro cari, ma a quelli di tutti...

Aveva passato giorni a pensare a cosa dirle perché voleva fare le cose per bene: Le avrebbe fatto un discorso di quelli romantici, quelli che piacevano tanto a lei e con cui riempiva tutti i suoi scritti, per poi tirare fuori l'anello che aveva acquistato -un piccolo anello d'argento con un'ametista a spiccare esattamente al centro- e farle la fatidica domanda. Ma una volta varcata la soglia il fiato era venuto meno, e l'aveva lasciata correre in bagno, rimanendo lì a fissare quell'appartamento divenuto anche suo, e da molto prima che la loro amicizia si trasformasse in amore...

La convivenza non era stata chissà quale cambiamento dato che praticamente lui e il gatto ci abitavano già in casa di Lucy, e l'unica differenza era che lei pagasse solo metà delle spese, mentre la vecchia casa ai confini di Magnolia, a ridosso della foresta, era in attesa di alcune ristrutturazioni. A Natsu sarebbe piaciuto che la compagna andasse a vivere da lui, ma casa sua non era adatta alle esigenze della maga e così aveva deciso di mettere da parte del denaro per poterla rendere più accogliente per lei.

Alla fine però era lì, seduto sul piumone rosa, ormai irrimediabilmente sporcato, a guardare la porta del bagno che si apriva per lasciar uscire Lucy, una vera dèa anche avvolta nel suo candido asciugamano e coi capelli umidi raccolti in uno scomposto chignon...
"Natsu!" gli fece ancora più furiosa di prima nel vedere cos'altro aveva combinato. "Ora bisognerà cambiare di nuovo le lenzuola prima di poter andare a dormire accidenti!" si voltò verso il grande armadio proprio dietro di lei e lo aprì per prendere il suo pigiama -una canotta bianca e un paio di pantaloncini rosa- per poi rientrare in bagno. "Torno tra poco, tu non fare altri danni!" gli disse prima di chiudersi ancora la porta alle spalle e fermarsi davanti allo specchio a guardare la sua immagine riflessa.

Cosa prendesse a Natsu nell'ultima settimana proprio non lo sapeva, eppure pochi giorni prima avevano festeggiato il suo di compleanno, e da quello che le avevano detto Natsu era stato quello che si era impegnato più di tutti, e non che lei avesse dubbi. E anche Lucy lo aveva fatto davvero col cuore ad organizzare tutto, trovando aiuto nella sua famiglia per non far sospettare nulla al proprio compagno, che invece, nel bel mezzo del festeggiamenti, se ne era uscito con una delle sue bravate, ingaggiando una rissa con Gray e coinvolgendo, come sempre, tutta la gilda...
Alla fine erano dovuti tornare a casa dopo aver ripulito l'intera sala, e ora il dragon slayer se ne stava tranquillo, quasi assente. Non capiva proprio che fine aveva fatto il Natsu che, dopo la missione dei cento anni, quando lei aveva trovato il coraggio di chiedergli cosa volesse dirle prima della partenza, l'aveva stupita confessandole quello che il suo cuore di drago celava e che quel viaggio alla ricerca dei draghi sacri, tra pericoli, risate e l'avventura che mai erano mancati, aveva solo lasciato esplodere con ancora più potenza. La stessa che le aveva investito il cuore alla sua confessione e a quel loro primo bacio...

Che quel sentimento da parte di Natsu si fosse assopito era un pensiero tanto doloroso quanto pressante, e la testa ormai era invasa d'immagini di lui che se ne andava dicendole che si era sbagliato, che in realtà quello che aveva creduto essere amore era solo una forte amicizia, non riuscendo a impedire a due piccole goccine salate di affacciarsi agli occhioni color cioccolato. Gli stessi occhi che inquadrarono il volto di Natsu infossato nel suo collo niveo quando sentì sui fianchi una presa ferrea e delicata al contempo, capace di farla risvegliare da quella trance.
"N-Natsu... mi sono appena fatta il bagno cosa fa-" "Perché piangi Lu?" se c'era una cosa che non sopprtava era vederla piangere...

Si era deciso a raggiungerla in bagno, salutando il neko che, capito di essere di troppo, era volato via mentre il tramonto lasciava spazio alla sera, e facendo meno rumore possibile -anche se era distratta e sarebbe potuto entrare buttando giù la porta senza che lei si accorgesse minimamente di nulla-, ma l'odore delle sue lacrime gli aveva pizzicato il naso, facendogli mandare al diavolo -ancora- l'idea di farle quella domanda che gli premeva troppo. Adesso era importante capire cosa non andava e fare in modo che la sua Luce smettesse di piangere.

"I-Io... niente è solo che è stata una giornata intensa... ti serve il bagno? Vado via subito..." non le permise di staccarsi dalla sua presa, tenendola dolcemente stretta e voltandola verso di sé. "Lucy che ti succede?" era davvero preoccupato e l'idea che lei non volesse parlargliene gli faceva male. Da quando avevano questi segreti? Da quando avevano dei segreti?

Poggiò la fronte su quella di lei, così bella pure quando faceva la testarda ma se non fosse stata così non avrebbe mai catturato il suo cuore di drago, chiudendolo nella morsa dell'amore che giorno dopo giorno sembrava crescere sempre di più. "Natsu perché non sei entrato prima?" finalmente quel silenzio si era spezzato, ma quella decisamente non era la risposta che si aspettava e nemmeno era sicuro di aver capito bene...
"Perché non sei entrato in bagno mentre c'ero io chiedendomi di farti spazio? Perché non ti sei messo a letto mezzo nudo per dormire? Perché sei così lontano adesso?" le labbra tremanti che continuava a mordersi nervosa e il respiro un po' affannato gli mostravano chiaramente quanto cercasse di non scoppiare a piangere e di conseguenza quanto potesse essere forte e orgogliosa la sua Luce. "Credevo ti infastudisse la storia del bagno... e riguardo al letto... credo di non avere sonno..." si era davvero perso così tanto nei propri pensieri che aveva finito per trascurarne la fonte?
"Lo so... so di essere insopportabile e anche incoerente perché nonostante mi dia fastidio sono felice di vederti entrare qui e stenderti nella vasca... sono felice di sentire le tue braccia che mi stringono quando mi abbracci da dietro e inizi a passarmi la spugna insaponata sulla pelle..." un piccolo sorriso increspò le loro labbra. Quanto piaceva a Natsu starsene lì, a carezzare il corpo della compagna sentendo le manine snelle e leggere fare lo stesso a lui. Una piccola coccola quotidiana che si trasferiva spesso tra le lenzuola. Spesso, non sempre, a volte rimanevano solo a coccolarsi, in genere quando le missioni erano state particolarmente stancanti e i muscoli dolevano troppo, e andava benissimo così a entrambi...

"So che dico che mi infastidisce quando vado a letto e trovo te già lì a sorridermi malizioso ma in fondo mi piace quando succede... e so che ti stancherò un giorno per questo, forse l'ho già fatto, però-" doveva fermarla. Era felice di sapere che quelle sue abitudini fossero così ben accolte dalla sua Luce -dalle reazioni tutt'altro che infastidite di lei, che condivideva quei momenti con molto piacere, lo avrebbe capito anche un idiota come lui- ma quel discorso stava vergendo in qualcosa che non gli piaceva. Stancarsi di lei? Quale eresia aveva appena pronunciato quella bellissima bocca in cui lui si era appena immerso in uno dei baci più belli che avesse mai dato? "Luce tu non mi stancherai mai! Non mi stancherò mai di vederti aprire gli occhi al mattino o di guardarti dormire dopo che abbiamo fatto l'amore. Non mi stancherò mai di farti i dispetti per vedere la tua espressione contrariata, quando gonfi le guance, tutta rossa per l'imbarazzo, e non mi stancherò mai di fare casini alla gilda costringendoci a tornare a casa con te arrabbiata ed io che penso a cosa dirti per chiederti di sposarmi... non mi stancherò mai di tutto questo perché è esattamente quello che mi dà la forza di vivere, e da molto più di un anno... non mi stancherò mai di te... scusami se ti ho lasciato pensare il contrario..." glielo disse guardandola negli occhi, mentre con le mani le scacciava via le lacrime e con le labbra, ancora rosse per quel bacio che lo aveva infiammato, che facevano uscire le parole tutte d'un fiato, d'istinto...
Perché era l'istinto che gli aveva spento il cervello nel momento esatto in cui aveva sentito Lucy dire quella frase che gli aveva fatto male al cuore. Quel cuore che aveva potuto distintamente sentire contorcersi dal dolore che quelle parole, abili lame invisibili e dolorose, gli avevano provocato...

"Sì..." la guardò stranito mentre la maga gli sorrideva. Si era perso qualcosa o... "Sì che ti voglio sposare Natsu Dragneel..." sorrise Lucy, sorrise in mezzo a nuove lacrime dal sapore assai differente stavolta, mentre un altrettanto allegro Natsu si impossessava di nuovo delle sue labbra, prendendola per i glutei poco dopo aver annaspato con una mano sull'interruttore per spegnere la luce, e portandola fuori, facendosi strada coi suoi sensi e la luce della sera che filtrava dall'esterno, fini a posarla dolcemente sul loro letto, lasciando che la stoffa spugnosa dell'asciugamano cadesse sul pavimento, seguita dal gilet nero e i bianchi pantaloni di Natsu, dove anche i boxer grigi si accasciarono lentamente, fino a creare una piccola montagnola sul pavimento...

Se solo ripensava alle idee che aveva avuto pochi minuti prima di fronte a quello specchio si dava della stupida Lucy. Come aveva potuto credere che il suo drago, quello che le aveva appena chiesto di unirsi a lui per la vita, ancora di più di quanto già non lo fossero prima, lo stesso che ora le sussurrava dolci parole all'orecchio, mentre si spingeva sempre di più in lei con dolce passione, potesse stancarsi di lei?
Che sciocca che era stata, questo, una piccola parte del suo cervello, continuava a rimproverarle mentre una patina candida le offuscava la vista e le labbra invocavano il nome del suo amato in un urlo ancora più acuto. Un urlo di piacere che fece scendere un bellissimo brivido sulla schiena di Natsu, il quale la seguì subito dopo nel più primordiale dei grugniti, invocando le quattro lettere di quel nome che gli si era scolpito nel cuore forse già nel loro primo incontro ad Hargeon, anni prima. Il nome di colei che quel cuore se lo era preso senza permesso -e non che lui avesse opposto chissà quale resistenza- e che aveva continuato a prenderselo ancora e ancora, finché non aveva scoperto di aver fatto lo stesso con lei giorno dopo giorno...

Aprì piano gli occhi, lasciando che la luce esterna trapassasse le tende e arrivasse ai suoi occhi, permettendogli di posare lo sguardo smeraldino sull'orologio appeso al muro, il quale diceva che mancavano ancora venti minuti alla mezzanotte che avrebbe segnato la fine di quel sette Luglio...
"Mh Natsu... che fai?" gli domandò una Lucy ancora assonnata nel vederlo seduto sul letto mentre rovistava nei propri pantaloni, tirando fuori qualcosa di molto piccolo, che però brillò a contatto con un sottile raggio di luce lunare che entrava dalla finestra e...
"Dimmelo di nuovo ti prego..." le disse soltanto, nello girarsi e incontrare la sua sagoma appena coperta dal lenzuolo, il quale ricalcava perfettamente i contorni di quel corpo bellissimo.
Quel corpo che si alzò e si inginocchiò sul materasso, lasciando senza vergogna alcuna -anche se era certo, Natsu, che Lucy avesse le guance in fiamme- che venisse scoperto nel movimento, palesandoglielo ancora. "Voglio sposarti Natsu Dragneel..." sussurrato con voce sicura, per lasciare poi che lui le prendesse la mano sinistra e, baciandogliela, le infilasse l'anello all'anulare, sancendo ancora una volta quella promessa d'amore eterno...



[2416 parole]



Angolo autrice.
Beh, sono un po' in ritardo per il compleanno di Natsu, ma dovevo scrivere questa cosa che avevo in mente, quindi eccovi un'altra bella NaLu fresca fresca (anche se io sto morendo di caldo🥵)
Grazie per aver letto, alla prossima!
Ciao❤️

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Capitolo 12
*** Five more minutes ***


12: Books.



"Uff! Argh..." la ragazzina dai capelli bluetti cercava, inutilmente, di afferrare il libro posto sulla mensola dell'antica biblioteca appartenente alla gilda.
Si alzava sulle punte, rischiando più volte di perdere l'equilibrio e cadere, magari trascinandosi qualcuno degli enormi tomi che risiedevano sugli scaffali più bassi dell'enorme libreria in legno di mogano, ma finiva sempre per fallire. La piccola dragon slayer dell'aria stava quasi per arrendersi quando, come una manna dal cielo, l'avambraccio abbronzato del nakama padrone del ghiaccio si fece spazio nella sua visuale, afferrando il libro che ella stessa stava cercando di prendere, Storia della magia curativa, e porgendoglielo poi sorridente.
"Sei ancora troppo piccola per certe cose!" la prese bonariamente in giro sia per la scenetta che aveva avuto luogo, sia perché credeva che, seppure la bluetta di quasi sedici anni fosse molto intelligente e forte, quelle letture fossero davvero troppo pesanti per lei. Intanto non si era accorto -forse perché ci era ormai abituato- della presenza alle sue spalle, dietro uno scaffale, della maga dell'acqua che, con aria contrariata, si guardava intorno, posando più volte lo sguardo su di lui, non dimenticando di scrutare gli altri due che, a poca distanza, battibeccavano -almeno, solo la bionda lo faceva- per via dell'abitudine del rosato, di addormentarsi dappertutto quando era annoiato. E anche stavolta non aveva fatto eccezione, finendo a sonnecchiare su una poltroncina bordeaux accanto a una scrivania su cui erano posate diverse pile di libri...

"Sei sempre il solito! Natsu svegliati forza!" brontolava la bionda, che era a pochissimo dal tirargli un libro in testa, possibilmente uno di quei tomi grandi e pesanti. Magia del fuoco e i suoi usi nel tempo, che si trovava proprio tra le manine diafane in quel momento, sembrava il più indicato, anche se, probabilmente, il dragon slayer avrebbe finito per tentare di mangiarlo, credendo di acquisire più potere per il semplice fatto che parlasse del suo elemento e distruggendo uno dei tesori letterari di cui la biblioteca di Fairy Tail poteva vantare...
"Ancora cinque minuti Lucy..." ripeteva, sonnecchiando, il ragazzo mentre, con la testa pigramente posata sulle braccia incrociate e una leggera bava a circondargli la bocca, era ancora immerso nel mondo dei sogni, e la maga celeste sistemò su uno scaffale il grande libro, sbuffando rassegnata.
"Dolce Gray..." sussurrava come suo solito la signora delle acque, la piccola maga dell'aria leggeva il grande tomo con molto interesse, mentre il mago di ghiaccio fingeva indifferenza alle attenzioni della bella ragazza dai capelli azzurrini, senza riuscire ad evitare però che le guance si imporporassero appena. C'erano tante cose da dire, lui ne aveva, ma ancora una volta non era il momento adatto. Oppure il mago non voleva che lo fosse, semplicemente perché aveva timore. Di cosa poi, forse nemmeno lui lo sapeva...

Era a tutti gli effetti una giornata in pieno stile Fairy Tail, con la differenza che erano appena tornati dalla famosa missione dei cento anni, la quale gli aveva portato via ben un anno... un anno intero in giro per il continente Giltena, ed ora che erano tornati tanti erano stati i cambiamenti. Sembrava quasi come tre anni prima, quando si erano ritrovati a fare i conti con un mondo più avanti di sette anni, un mondo che avevano vissuto senza viverlo realmente...
Anni che mai più sarebbero tornati, anni che gli avevano portato via più di quanto avessero mai immaginato. Da Jude alla fama della gilda, nulla si era salvato, se non quella voglia di tornare in pista, di scalare la vetta e tornare a guardare tutti dall'alto dopo mille peripezie per tornare lassù...
E lo avevano fatto, ai Grandi Giochi avevano mostrato a tutti chi erano i maghi di Fairy Tail, tornando alla ribalta nel solo modo che conoscevano, facendo parlare di sé.
Eppure non era bastato...

Il destino era tornato a ricordargli il conto che aveva deciso di imporre loro. Avevano dovuto combattere ancora per la propria di vita e, sebbene avessero vinto, quel beffardo essere etereo aveva preso qualcosa a cui tenevano. Quella vita futura perduta per salvare tutti. Morta per lasciarli vivere...

"Grazie per aver protetto il nostro futuro..." bisbigliò il rosato, attirando l'attenzione su di lui. Il clima leggero che si respirava, in breve, divenne pesante, quasi insostenibile, avendo tutti ben compreso a cosa si riferisse il drago di fuoco nel sonno...

Quel vuoto che ancora tutti si portavano dentro...

"Natsu..." gli si era avvicinata Lucy posando leggera la mano col marchio della gilda sulla sua, non notando minimamente che gli altri li avessero lasciati soli, uscendo nel silenzio più assoluto. Gray aveva accompagnato la piccola Wendy fuori, portandosi anche Juvia, optando per andare a prendere qualcosa al bancone da Mira, capendo molto bene di essere decisamente di troppo in quella situazione. Non era il solo, Gray, ad avere qualcosa da dire, e se lui era ancora troppo codardo, poteva almeno sperare che il fiammifero spento non lo fosse...
"Lucy..." continuava a invocare il suo nome con ansia e dolore nella voce, procurandole un sordo crack all'altezza del petto, laddove batteva quel cuore che da tempo aveva imparato un ritmo tutto nuovo, ormai indissolubilmente legato a quel ragazzo dagli occhi del colore della pece con dentro quella leggera sfumatura di verde speranza. La stessa speranza che mai aveva fatto mancare ai suoi compagni nonostante, dentro di sé, lui stesso non ne nutrisse quasi più neanche la briciola più piccola...

"Lu..." due gocce d'acqua salata si affacciarono agli angoli dei suoi occhi, infliggendo un'altra stilettata al petto di Lucy, che si inginocchiò di fronte a lui posando la fronte sulla sua, mentre l'altra mano -la destra non voleva lasciare il suo posto, dove intanto le dita di entrambi, in un gesto inconscio, erano finite per intrecciarsi tra loro- dolcemente gli scacciava via le lacrime...

Dopo un poco che stavano così, nel silenzio più assoluto della biblioteca, il mago di fuoco mugugnò qualcosa nel sonno, qualcosa di incomprensibile, che però lei non recepì, perché il dormiveglia la prese come sua vittima, trasportandola nel mondo dei sogni...

La frangia dorata che i suoi occhi, ancora un po' appannati dal sonno e dalle lacrime, gli fecero vedere lo confuse sul fatto che stesse ancora dormendo -e di conseguenza sognando quella cascata dorata- o meno...
Si svegliò quasi completamente contemplando l'immagine di Lucy che giaceva addormentata con la fronte posata sulla sua e in una posizione che, pensò il giovane, non doveva essere molto comoda, e con le dita incastrate tra le sue, che si soffermò a scrutare come se anche solo guardarle troppo potesse sciogliere quel piacevole legame. Ma avrebbe rischiato un bel mal di schiena coi fiocchi così, e per questo Natsu, facendo attenzione a non svegliarla -anche se sembrava avere un sonno bello pesante-, delicatamente sciolse quel piccolo abbraccio tra le loro mani, facendo passare un braccio dietro la schiena e uno sotto le ginocchia, e se la issò addosso, facendole posare il viso sul proprio petto per poi godersi lo spettacolo di lei che riposava tranquilla. Bellissima come ogni singola volta che la vedeva così...
Immerse le dita tra i suoi biondi capelli, tuffandovi anche il naso per catturare una zaffata di quell'aroma di vaniglia sempre così benefico per i suoi sensi, stringendosela addosso, dolce e possessivo come era sempre stato, all'inizio senza capirne il vero motivo, che gli si palesò solo dopo quell'anno di lontananza...
Ogni notte lei tornava a fargli visita nei sogni, tanto bella quanto letale nel dolore che sapeva infliggergli al risveglio e la conseguente consapevolezza di non essere in quel caldo letto di Stawberry Street, dove pensava -erroneamente e se ne accorse in quell'anno- che l'inferno fosse il trattenersi dal toccarla oltre ciò che gli era consentito dall'amicizia che gli aveva bendato gli occhi, e che cadde nell'esatto momento in cui la rivide in quell'arena, ancora più bella di quando l'aveva lasciata...

Sì, l'aveva lasciata, aveva permesso che la sua sicurezza nel fatto che ci sarebbe stata la gilda con lei la facesse soffrire...
E lo aveva permesso ancora e ancora, con la sua codardìa nell'ammettere ciò che ai più nella gilda era già ovvio. Era stato codardo più e più volte: Quando aveva rischiato di perderla per mano di Dimaria o del libro di END, e lo era stato ancora, non solo prima di partire per la missione dei cento anni, ma anche dopo, dato che non aveva ancora il coraggio di dirle qualcosa di più dello staremo insieme per sempre con cui, prima della partenza per Giltena, si era frenato dal dirle cosa celasse realmente il suo cuore di drago. Quel cuore che aveva trovato in quella dèa dagli occhi colmi di stelle la chiave a quella misteriosa serratura. La chiave con la quale aveva aperto quella piccola ma enorme porta che racchiudeva il suo amore. Un tipo molto differente d'amore, da quello che credeva di conoscere...
Si era illuso ancora una volta che quella promessa bastasse, eppure la ricerca ai draghi sacri gliel'aveva quasi portata via. Prima Selene, che l'aveva trasformata in una sorta di divoratrice di uomini, mettendo a dura prova lo stesso autocontrollo che lui aveva allenato per anni, poi quel dannato di suo fratello Ignia, che le aveva messo i suoi occhi maliziosi addosso, ben capendo che usandola avrebbe potuto metterlo alle strette...

Alla fine però erano lì, in un abbraccio che ancora si illudeva di quell'amicizia che era assai di più e... "Mh Natsu..." aprì di poco gli occhi color cioccolato, riconoscendo la sensazione del petto caldo che le faceva da cuscino, mugugnandone il nome del proprietario, che ormai riconosceva fin troppo bene da ogni più piccola cosa, dall'odore di zolfo, che pure adesso le pizzicava il naso, fino al calore del petto ampio in cui si era sempre sentita al sicuro dal mondo, passando per le morbide ciocche color sakura in cui spesso, durante le notti nel piccolo appartamento di Strawberry Street, immergeva le mani entrando in un tunnel di estasi come solo la più antica e passionale danza amorosa al mondo poteva eguagliare, ma anche l'unica cosa che avrebbe mai avuto da lui nella vita...

"Ancora cinque minuti Lucy..." la strinse mentre Morfeo tornava a prenderli entrambi, facendoli riaddormentare in quella posizione forse un po' scomoda -lui addossato alla spalliera della poltrona, con lei seduta sulle gambe e il busto poggiato al suo petto-, e portandoli in un mondo dove gli incubi erano banditi. Un mondo dove il sogno di un amore ricambiato sembrava assai più realizzabile che nella realtà...

Sembrava ...

Gli occhioni color pece si aprirono appena, lasciando vagare per la stanza lo sguardo del neko blu, ancora comodamente acciambellato sull'enorme libro dalla copertina marrone e la scritta Guida alla pesca in acqua dolce dorata. Happy si era addormentato poco prima, quando Gray aiutava Wendy col suo libro e Lucy urlava contro un Natsu appisolato. Posò lo sguardo sulla chioma bionda, ora comodamente adagiata al petto del mago di fuoco, e sorrise sommessamente lasciando che un 'si piacciono!' uscisse ovattato dal muso coperto dalle piccole zampine.
Si stiracchiò graffiando un po' la copertina di quel libro che non gli interessava più -convinto ci fossero le immagini di tanti pesci, dato il titolo, era rimasto deluso nel vedere solo foto di canne da pesca, lenze ed esche varie- e saltò giù atterrando sul pavimento in legno scuro, per poi avvicinarsi ai due e zampettare scavalcando la scrivania e le varie pile di libri per posarsi in grembo alla maga celeste, accoccolarcisi, e aspettare che il sonno tornasse a prendere anche lui, in quella giornata che doveva star volgendo al termine a giudicare dalla luce soffusa che penetrava dalla piccola finestra posta proprio sulla parete dietro di loro, e da cui si vedeva la luce arancione del lampione in strada, appena accesa a causa dell'oscurità della sera appena sopraggiunta...

In fondo, potevano anche stare così ancora cinque minuti prima di tornare a casa...



[1971 parole]



Angolo autrice.
Ed eccomi con un'altra chicca NaLu, che spero tanto vi sia piaciuta!
I miei bambini sono così dolci che non potevo non scrivere di loro in un momento così leggero🥺
Grazie per aver letto e alla prossima!
Ciao❤️

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Capitolo 13
*** So different ***


Questa fanfiction è stata scritta per il NaLu Winter Wonderland, indetto dal NaLu Archive su Tumblr.
Il prompt usato è: Sidro.
Titolo: So different.




Si guardava intorno, un braccio poggiato al bancone e le labbra a bagnarsi nuovamente di sidro, bevanda che il locale offriva scontato per via delle festività natalizie ormai alle porte.
Quella roba aveva un sapore assai diverso dai drink a cui era abituato, ma gli piaceva moltissimo e, se ad essa si sommavano le belle donne che di solito affollavano il Blue Paegasus -motivo per cui lui andava spesso in quel locale in periodi come quello-, allora a Natsu si prospettava una serata interessante...
Per quanto quella sera non fosse delle più fortunate per il rosato, che era lì già da venti minuti e ancora non aveva adocchiato nessuna che gli interessasse al punto tale da invitarla al proprio tavolo. Se poi si aggiungeva il fatto che non fosse stato l'unico ad avere quell'idea, e che il locale fosse più pieno di uomini in cerca di avventure che di donne, allora la conquista era ancora meno facile...

Era pronto a tornare a sedersi col bicchiere, ormai già pieno a metà, tra le mani, sperando che la serata si rivelasse fruttuosa più avanti, quando...
"Un altro!" quella voce alterata dall'alcol si distinse in mezzo al vociare e la musica ad alto volume che riempivano il locale, e non perché gli facesse piacere sentirla. Si voltò verso sinistra per individuare, poco più in là, una chioma fin troppo conosciuta, che quasi non gli fece andare di traverso il liquido nel vedere coi suoi occhi che quella voce appartenesse proprio a... "Lucy!"
La stizza nel trovarsela lì fu sovrastata solo dallo stupore di vederla come mai aveva avuto l'occasione di farlo: Mezza ubriaca e molto diversa dalla solita bacchettona che lo guardava dall'alto in basso e gli rivolgeva la parola solo per fargli la ramanzina ogni volta che si vedevano...

La ragazza se ne stava quasi spalmata sul bancone, col tailleur gessato mezzo stropicciato, col viso arrossato che mostrava chiaramente che quello non era il suo primo drink, e a quanto pareva ella non era intenzionata a fermarsi lì dato che stava per portarsi nuovamente alle labbra il bicchiere che il barista le aveva appena porto.
Le si avvicinò, fulminando con lo sguardo un tizio che aveva pensato di fare lo stesso -sicuramente per approfittare del momentaneo stato della bionda-, togliendole il bicchiere dalle mani e afferrandola giusto in tempo prima che cadesse nello sporgersi all'indietro per vedere chi la disturbasse, impedendole così di finire a terra e farsi seriamente male.

"Che diavolo ci fai tu qui?" le domandò con forse un'ottava di troppo, e non sapeva se fosse più stupito perché lei era in quel locale oppure perché era così sbronza da sorridergli una volta accortasi della sua presenza, chiamandolo addirittura per nome, con un po' troppa enfasi in verità, quasi fosse contenta di vederlo. Era davvero ubriaca se gli sorrideva anziché guardarlo con sufficienza e non lo salutava col solito 'Dragneel' con cui si riferiva a lui. Ma in effetti neanche Natsu si era soffermato a pensarci sù prima di usare il suo nome, e lui lo aveva fatto solo una volta -storpiandolo in 'Luigi' giusto per darle fastidio-, ormai un anno prima, quando si conoscevano da poco più di una settimana, e lei era ancora arrabbiata con lui per come si erano incontrati.
"Dai vieni con me..." si passò un braccio di Lucy sulla spalla, reggendola per la vita, aiutandola ad alzarsi e incamminandosi dall'altra parte della sala, non prima di aver fatto segno al barista di portare le loro ordinazioni al proprio tavolo. Per come si agitava sullo sgabello ci sarebbe voluto un nulla perché cadesse, e lui, che già di stare a fare da babysitter a una Lucy ubriaca non andava, non voleva finire al pronto soccorso quella serata, anche se alla fine sarebbe stato un finale migliore di ciò che si stava rivelando, portando alta la fama di Venerdì diciassette...
La fece sedere, assicurandosi che stesse, per quanto possibile, ben ferma sulla sedia, prendendone un'altra dal tavolo lì vicino -momentaneamente vuoto dato che i suoi occupanti erano scesi in pista non appena il DJ aveva messo su la musica- e sedendosi accanto a lei, che intanto aveva posato la testa sopra il tavolo con fare sconsolato...

"Faccio così schifo?" "Come?" era passato qualche minuto, in cui una cameriera aveva anche portato le loro ordinazioni -ammiccando al rosato che però neanche se ne era accorto, impegnato com'era a sincerarsi di non dover correre in ospedale con una Lucy in coma etilico-, e subito si era fiondato sul liquido dorato, più per calmarsi dalla stizza che perché gli andasse. E ora la biondina, dopo essersi stiracchiata mettendo in mostra le curve per nulla nascoste dall'abito, che tutto era fuorché adatto per una serata in un locale come quello, se ne usciva con quella domanda...
"Faccio così schifo Natsu? Insomma, non c'è altra spiegazione..." finì posando la testa sulle braccia incrociate, asciugandosi le goccine salate che già si erano affacciate agli occhi, ora che aveva avuto il tempo di raccogliere le idee, un po' più appartato dal trambusto del locale, e lui la guardò stranito, spiazzato da quella frase.
Davvero, quella che aveva davanti non era per niente la ragazzina fastidiosa e petulante che ad ogni occasione gli faceva la morale su come dovesse trattare con le donne, del fatto che avessero una dignità che andava rispettata -non che lui non lo facesse, non era certo un dongiovanni senza cuore che prendeva in giro le ragazze con cui si intratteneva. Ma per Lucy rimaneva un uomo inaffidabile anche solo per una notte di sesso, e pure se la tipa di turno era dell'avviso 'una botta e via' proprio come lui- e tutti discorsi così, con cui si trovava pure d'accordo certe volte, anche se non l'avrebbe mai detto a quella bacchettona con la puzza sotto il naso...
Forse era l'alcol, e che la ragazza non lo reggesse non era un segreto per nessuno, ma era la prima volta che la sentiva dire una cosa così. In genere, si limitava al 'Natsu portami in bagno' oppure un 'fammi i grattini sotto il mento come fai sempre' sufficente a scatenare l'ilarità degli amici, che sebbene sapessero che quei due non andavano d'accordo, non si risparmiavano le battutine su di loro. Gli era capitato diverse volte di assistere a una sbronza firmata Lucy Heartfilia, ma per lo più era lei che, nonostante l'ubriachezza, riusciva ad essere abbastanza lucida da prenderlo in giro, così come ormai erano soliti fare per non passare le serate col musone e rovinarle agli amici...

Perché che Natsu Dragneel e Lucy Heartfilia fossero come il giorno e la notte e poco si sopportassero lo sapevano tutti, da suo fratello e la sua ormai cognata -il motivo principale per cui si sforzavano di sopportarsi quelle poche volte che uscivano col loro gruppo di amici, creatosi dopo che Zeref si era messo ufficialmente con la coinquilina di Lucy-, fino ad arrivare a tutta la loro combriccola, che non si risparmiava in fatto di sfottò ai loro danni...

Eppure Natsu, in poco più di un anno di conoscenza, poteva giurare di non averla mai vista in quello stato, decidendo che per una sera poteva anche seppellirla l'ascia di guerra. Tanto lei non l'avrebbe neanche ricordato la mattina dopo, quindi non doveva temere prese in giro da parte della bionda, che se parlava così era di certi perché aveva ormai perso la brocca per l'alcol. "Non so cosa sia successo per fartelo pensare, ma fidati, e ascoltami bene perché non lo ripeterò mai più, non fai schifo anzi... non so come ti sia venuto in mente o chi ti abbia detto questa baggianata, ma non c'è nulla di più lontano dalla realtà Lucy..." bevve un altro sorso, non sentendo quasi neanche il sapore della bevanda.
Ammettere quella verità gli costava non poca fatica data l'antipatia cronica che provavano l'uno per l'altra, ma era vero, Lucy era uno schianto, e lui stesso ci avrebbe provato con lei, se solo non fosse stata una rompiscatole di prima categoria che ogni volta che lo vedeva sembrava volesse ucciderlo...

Non era un mistero che Lucy lo considerasse un uomo di cui non potersi fidare...

Era invece un mistero, per Lucy, come mai stesse chiacchierando con così tanta calma proprio con la persona che meno sopportava al mondo.
Era entrata in quel bar senza neanche pensarci -aveva ancora addosso gli abiti con cui aveva assistito all'ennesima riunione in cui, sebbene avesse una certa posizione che aveva già dimostrato più volte di meritare, le sue parole avevano avuto meno importanza delle tazze di carta che contenevano il caffè caldo posato sul grande tavolo attorno a cui gli azionisti si erano riuniti, e aveva intenzione di tornare a casa a cambiarsi per poi passare dal suo, ormai ufficiale, fidanzato-, sperando di dimenticare l'ennesima delusione. Stava passando proprio davanti al Blue Paegasus quando Hibiki le aveva riferito per messaggio di dover partire per qualche mese a causa del lavoro, decidendo che era meglio troncare la storia nata poco più di qualche mese prima piuttosto che rischiare di rovinarla con la lontananza. Il rosso aranciato le aveva decantato più volte quanto per lei avrebbe fatto di tutto, eppure arrivato al momento di dimostrarlo si era tirato indietro, deludendola più di quanto lei stessa avrebbe mai pensato...

Nella sua vita aveva incontrato solo uomini che vedevano in lei una bambola con cui divertirsi. Anche a lavoro la situazione non era facile: Aveva preso in mano l'azienda di famiglia e subito la nomea di 'figlia di papà' le si era incollata addosso. In qualunque cosa facesse c'era sempre l'ombra dell'essere la figlia del vecchio presidente che aleggiava su di lei, e in pochi la prendevano sul serio, persino dopo che, grazie alle sue idee per mantenere la produzione a prezzo di costo, aveva impedito alla Heart Kreuz di ricorrere a un prestito in banca i cui interessi avrebbero affossato ancora di più l'azienda, non veniva vista di buon occhio dagli altri azionisti.
Nei suoi appena ventisette anni aveva già imparato che il mondo era per lo più degli uomini, e per quanto le facesse rabbia, le cose non sarebbero cambiare tanto presto. Con Hibiki aveva trovato un uomo che sapeva vedere in lei qualcosa di più di un bel corpo, e per una volta ci aveva creduto davvero al 'non tutti gli uomini sono uguali' che Mavis le ripeteva di continuo. Forse era stata anche l'esperienza dell'amica con Zeref a convincerla che fosse così. Per quanto ne sapeva, Zeref come suo fratello era un dongiovanni incallito, e solo quando aveva provato ad abbordare la bella Vermillion in un bar -prendendo un bel due di picche- aveva iniziato davvero a cambiare strada. Ne avevano passate tante, tra il timore di Mavis di dargli anche solo una possibilità e il passato da donnaiolo di Zeref, che più di una volta si era presentato ai due sottoforma di una tipa incontrata per caso al bar -al moro non era mai successo e forse il cosiddetto Karma esisteva davvero se gli metteva i bastoni tra le ruote quando voleva rigare dritto-, ma alla fine erano lì. Avevano intrapreso una relazione che ormai durava da quasi un anno e poche volte, dopo alcuni litigi, Lucy aveva temuto davvero che potessero rompere. Se Zeref si era dimostrato diverso, perché non poteva capitare anche a qualcun'altro?
E ora si ritrovava in un bar di cui neanche aveva mai sentito parlare a sbronzarsi perché solo una stupida come lei poteva farsi mollare con un 'è stato bello, ma non credo durerebbe una volta a Crocus' non ricevendo risposta se non in un misero è finita' alle mille domande che gli aveva fatto.
La verità era che per lei non c'era speranza, il sesso opposto avrebbe visto sempre e solo un bel paio di tette sopra un sedere da urlo, nulla di più e nulla di meno...

Quel ragazzo dai capelli rosei e lo sguardo nero sporco di smeraldo che aveva provato ad abbordarla al Fairy Tail, si disse appena un anno prima, non doveva essere differente, e sebbene ora fosse lì ad ascoltarla dopo essersi assicurato che non fosse così ubriaca da star troppo male -lo aveva sentito posare la mano sulla sua fronte e massaggiarle la schiena poco prima che la cameriera che aveva portato i drink lo interrompesse-, era certa che mentalmente gliene stesse dicendo ogni per come gli aveva rovinato la serata. Perché in fondo lei lo sapeva, Natsu era un donnaiolo sì, ma non un mascalzone tale da lasciare in difficoltà una persona per andare a divertirsi...
Per lo più Natsu non era diverso dagli uomini che avevano provato ad abbordarla in passato, e glielo aveva dimostrato subito quando, chiarito il malinteso -entrambi erano stati invitati lì da Zeref e Mavis, i quali avevano intenzione di fare le presentazioni come si doveva, avendo i due oltrepassato le prime e burrascose fasi della loro frequentazione-, lui aveva preso a fissare ogni singolo didietro femminile che gli capitava a tiro. Natsu Dragneel non era diverso da qualsiasi altro uomo sulla faccia della terra, e Lucy non aveva mai mancato di fargli notare quanto il suo comportamento da dongiovanni incallito lo inserisse in automatico nella lista di uomini a cui mai e poi mai avrebbe dato una chance...

Eppure la stessa Lucy adesso era lì, a tirarsi lentamente sù quanto bastava per non sbavarsi sul braccio, iniziando a raccontargli di Hibiki, di come lo credesse diverso dagli altri e di quanto si sentisse bene con lui, almeno all'inizio...

Natsu aveva sempre pensato che il tizio con cui si frequentava non fosse quello giusto per lei, perché nonostante l'antipatia riusciva a vedere quanto in realtà valesse quella tigre dallo sguardo color cioccolato fuso, che alla fine era una delle poche che sapeva tenergli testa, una di quelle poche su cui il sorriso illegale coi canini in bella mostra non sortiva effetto. Quel damerino, che lui in verità aveva visto solo due volte, non era adatto a lei, fuoco puro, sopito in attesa di divampare se acceso dalla persona giusta...

Perciò egli non si stupì più di tanto nel sentire che quel tizio aveva avuto paura di fare sul serio quando il destino gli aveva offerto la possibilità di farlo. Forse il ragazzo aveva avuto davvero paura, ma ciò non giustificava la mancanza di coraggio per parlarle faccia a faccia, e a Natsu faceva ribrezzo condividere con lui il fatto di essere uomo perché, una cosa era certa, lui stesso si era sempre assunto le proprie responsabilità anche per mollare qualcuna, prendendosi spesso anche gli insulti, ma di certo non si poteva dire che Natsu Dragneel fosse un vigliacco. E di questo non essere un codardo che si nasconde dietro uno schermo il rosato ne andava anche abbastanza fiero in verità...

Non passò molto prima che la ragazza si lasciasse andare completamente -nessuno dei due ne capiva il motivo, ma decisero, almeno per il momento, di non pensare a quanto si fosse rivelata strana quella serata-, iniziando a raccontargli di quanto gli uomini fossero solo una delusione, parlandogli quasi come egli fosse una sua cara amica, che aveva invitato a casa dopo scuola per raccontarle il rifiuto del ragazzo che le piaceva.
Natsu si stupì di vederla, man mano che andava avanti con quello sfogo che lui stesso non aveva avuto il coraggio di fermare -perché si era scopeto più vigliacco di quanto non credesse nello spiccicare mezza parola in quel fiume di parole che ormai era diventata Lucy-, con gli occhi velati di lacrime non dovute al troppo alcol ingerito. Era la prima volta, da quando la conosceva, che la vedeva piangere. Così come si stupì di finire la serata, poche ore dopo, esattamente come l'aveva progettata: A casa della tizia di turno...

Certo, c'erano delle differenze importanti tra ciò che aveva pensato poche ore prima e quello che poi era accaduto. A partire dal fatto di dover portare sulle spalle una Lucy ormai addormentata, ringraziando il cielo di conoscere il suo indirizzo. Aveva fatto mettere i drink che avevano bevuto sul suo conto -e per poco non era svenuto nel sapere il numero di bicchieri che la ragazza aveva fatto fuori-, ed era uscito aiutandola a tenersi in piedi, finendo però per decidere che era meglio issarsela sulle spalle, ormai dolorante per l'ennesima tacchettata che si era beccato dalle Louboutin nere tacco dieci, le quali lasciarono i piedini coperti dalle calze una volta che, entrato in casa dopo aver cercato nella borsa di Lucy le chiavi dell'appartamento di Strawberry Street, l'aveva adagiata sul letto.
Fortuna voleva che era stato un paio di volte lì e sapeva dove fosse il bagno, cosicché non fu difficile sapere dove trovare le salviette struccanti. Lucy aveva quasi un'avversione per il trucco, e poche volte lo usava -quasi esclusivamente solo per il lavoro e lui stesso ricordava di averla vista truccata sì e no due volte-, per questo non fu difficile pulirle il volto sporco di mascara e rossetto, rimasti incrostati sulla pelle insieme alle lacrime, seppure con qualche difficoltà dovuta ai movimenti che lei aveva preso a fare nel sonno.
Aveva finito, appallottolando le salviette e buttandole nel cestino lì vicino, quando due voci familiari gli arrivarono alle orecchie, insieme alla serratura che scattava e il conseguente rumore della porta che si apriva. Recuperò la giacca di similpelle nera che aveva poggiato sullo schienale della sedia accostata alla scrivania, uscendo poi dalla stanza di Lucy per trovarsi davanti Zeref e Mavis, appena rientrati dal loro appuntamento.
"Natsu?" domandò la padrona di casa, non riuscendo ad occultare il leggero sorriso che le nasceva spontaneo al pensiero che fosse successo qualcosa tra i due. In cuor suo la bionda aveva sempre sperato che accadesse, scontrandosi con lo scetticismo del fidanzato -che seppure era sorpreso, anche lui non riusciva a nascondere un leggero ghigno, presagio che Natsu non avrebbe avuto pace finché non gli avesse detto tutto-, che più volte le aveva ricordato che suo fratello sapeva essere un osso ben più duro di lui, seppure si era fatto contagiare dalle sostanze della ragazza. "Fammi un favore Mav, domani appena sveglia dalle una pillola per il mal di testa, ne avrà bisogno dopo la sbronza di stasera..." si defilò così, avviandosi velocemente verso la porta d'ingresso, sapendo benissimo che rimanere lì equivaleva a subire terzo grado da parte di fratello e cognata, e lui, alle tre del mattino, voleva solo mettersi a letto e farsi passare il fastidio di non aver concluso un bel niente...

Si stava richiudendo i bottoncini, sistemandosi poi la camicia bordeaux dentro i jeans scuri, iniziando a scendere le scale del condominio quando si sentì affiancato da qualcuno. "Allora, mi dici cosa avete combinato e da quando vai in giro a sbronzarti con la tua acerrima nemica?" aveva salutato Mavis dopo essersi sincerato delle condizioni di Lucy, raggiungendo suo fratello sulle scale per cercare di saperne di più, per poi andarlo a raccontare alla sua fidanzata quando si sarebbero rivisti, come ovviamente...
"È una lunga storia Zef, facciamo che mi accompagni a casa e te lo dico domani ok?" disse stanco, trovando il moro ad annuire d'accordo. "E comunque non vado a sbronzarti con la mia acerrima nemica!" finì uscendo dal portone del palazzo con lui, in quella notte finalmente giunta al termine, in cui però si era fatto un'immagine del tutto diversa di quella biondina bacchettona e rompiscatole, bella come il sole pure con la faccia impiastricciata di trucco, senza sapere che in verità anche lui aveva lasciato una traccia in lei, un modo differente di vedere quel donnaiolo incallito di Natsu Dragneel...



Angolo autrice.
Bene, eccomi qui! Questa è l'unica fanfiction sopravvissuta all'ecatombe fatta in quest'ultimo mese, ne avevo anche altre, ma nessuna di loro mi convinceva abbastanza da pubblicarla. Spero che questa valga la scelta fatta di pubblicarla, grazie per aver letto e, spero, ci si vede alla prossima!❤️

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