Guardiani della Terra

di Sarandom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Le quattro strane nuove creature si trovavano alla fine del fienile, tutte in abiti neri e con maschere grigie e bianche. Sam e Dean li studiarono, non avevano armi e se ne stavano fermi in piedi ad aspettare che qualcosa accadesse o qualcuno arrivasse. "Che facciamo?" chiese Sam.

Dean scrollò le spalle ed il vento gli ghiacciò la schiena, si girarono verso la porta alle loro spalle ed una quinta figura fece il suo ingresso.

Il nuovo arrivato fece qualche passo in avanti, "Ciao, Dean."

Dean si immobilizzò, Sam era confuso e guardò di nuovo verso le strane figure, non si erano mosse.

"Cas? Sei tu?" chiese Sam

"Sono--quello non è- Non uso più quel nome. Sono Wayward adesso."

"Un po’ scadente, di chi è stata la scelta?" disse Dean.

Wayward si tolse la maschera, Dean si prese un attimo per ricordarlo. Sembrava lo stesso e allo stesso tempo diverso. Aveva una piccola cicatrice sulla guancia sinistra, i suoi capelli più scuri, i suoi occhi così blu. "Lavoro per l’Empty, adesso."

"Per?" chiese Sam accigliato.

"Già." Gli passò accanto per mettersi al centro del fienile. Dei lampi gialli donano luce al posto insieme alla luna piena visibile da un foro sul tetto.

Wayward era illuminato dalla sua aura personale.

"Il Vuoto era molto incazzato ma aveva bisogno di sistemarsi quindi- sapeva che mantengo la mia parola, mi ha lasciato sveglio dopo che-" si fermò, "non è importante. Dopo aver consegnato Morte, Empty voleva ristabilire l’ordine, la mia missione è riportare le anime che sono scappate a dormire...questo è un altro motivo per cui non avete molto lavoro da fare."

"Quindi lo sai." Dean non stava seguendo, no, non voleva capire. "Sei tornato da…"

"Da quando Jack ha ucciso Chuck. O meglio, lo ha reso mortale."

"Sei qui da tutto questo tempo?" un altro sentimento era ormai nato in Dean dalla sparizione di Jack ed Amara, dopo tutta la rabbia della sua intera vita adesso sentiva delusione e tristezza sentendo quelle parole. 

"Sono stato occupato."

"Già." Dean sorrise con dolore, non riusciva neanche a guardarlo negli occhi, quegli occhi, l’ultima cosa che aveva visto dopo che...e lui- "beh, grazie," si girò leggermente, "Cas- Wayward. Andiamo Sam."

"Dean aspetta, abbiamo appena-"

"No." disse Wayward. "Dovete andare, noi abbiamo del lavoro da fare."

Parole che ebbero il potere di smontarlo, di nuovo.
 

Sarandom's corner
Ieri dopo aver pubblicato i primi due capitoli, l'html è andato nel caos ecco perché era tutto molto confuso (almeno spero per quello lol) e dopo aver pubblicato la storia altre volte senza successo ho capito il problema dei dialoghi...si vede che non pubblico da un po'. 

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Capitolo 2
*** 2 ***


"Sembra tu abbia visto un fantasma, Caro W." disse Empty!Meg felice di vederlo, il trono apparse accanto a lui.

"Ne abbiamo prese due."

"Le ho sentite." Lo fissò poi rise, "C’è’ qualcuno per te." ammiccò. Wayward si accigliò e sentì qualcuno dietro di sé.

"Ciao, Castiel."

Wayward lo guardò con un grande sorriso. "Jack!" si abbracciarono, felici di vedersi di nuovo.

"Come stai?"

"Continui a chiedermelo?" disse Jack sorridendo.

"Sempre."

"Sto bene. Stiamo bene." disse accennando ad Amara, "Tu?"

"Sto- stranamente bene. Sto facendo quello che devo." Jack poteva notare i suoi occhi senza ombra di dubbi, non stava mentendo.

"Sono felice di sentirlo. Come sta la Terra?" Jack iniziò a camminare e Cas lo seguì. "Alla grande, grazie a te. Deciderai mai di tornare?"

"Non lo so. Ho così tanto ancora da imparare."

"Hai...creato qualcosa?"

Jack lo guardò sorridente, "Ci sto lavorando," si ombrò un po’, "Amara vuole dirti che...le dispiace."

Un’ombra passò sul viso di Cas poi tornò di nuovo in sé, "Alcune cose non sono destinate a compiersi." rise, "Gabriel vuoi salutarti."

"Dov’è?"

"Ragazzo!" Gabriel apparse proprio davanti a loro nel suo completo nero e la maschera dietro la testa. "Non sono mai stato così orgoglioso di qualcuno- scusa, Cas." fece l’occhiolino a suo fratello. "Com’è essere il Grande Capo?"

"Che non sono il Capo."

Gabriel lo abbracciò, " Lo adoro."

"Come dovresti." affermò Castiel.

Gabriel prese Jack per un braccio, "E lo farei se non fossi morto…" provò.

"Vi voglio bene anche io, ragazzi...ma questo porterebbe a cattive sorprese, e lo sapete."

"Già, già, non fa niente. Non è poi così male, qui, in realtà."

"Ragazzi, volete del te con i biscotti? Abbiamo del lavoro da fare e mi sto annoiando."

"Crowley, tu sei quello noioso, qui." disse Balthazar. I due vestiti con gli stessi abiti scuri, si unirono al gruppetto.

"E’ un piacere conoscervi, finalmente." disse Jack.

"Piacere mio." Crowley gli strinse la mano mentre Balth lo abbracciò stretto.

"E’ così piccoletto ma così affascinante- perché somiglia tanto a te, Cassy?" l’angelo biondo guardò stranamente Castiel.

"Coincidenza?"

"Sono cose che non esistono, caro." rispose Gabriel.

L’ho scelto come padre...forse l’ho scelto anche per la mia identità."

Quell’affermazione era nuova per Castiel che sentì il suo cuore muto sanguinare.

"Hey, niente per la regina qui?"

Tutti fissarono Ruby, vestita come loro, "Ciao, ragazzo. Cas parla di te infinitamente." fece l’occhiolino all’angelo.

"Ciao, Ruby...grazie per la pietra."

"E’ stata la mia unica buona scelta fatta fino ad ora."

"Non è vero." disse Castiel e Ruby gli restituì lo sguardo, "Jack, puoi spiegarmi come fa questo tizio a vedere sempre il buono nelle persone e nei mostri?"

"Le buone anime accadono, ogni tanto." Cas e Jack condivisero uno sguardo poi l’angelo sorrise. "Allora, noi dobbiamo andare."

" Non ha un’anima." bisbigliò Balthazar a Gabriel il quale gli diede una piccola spinta, "Hey, fratello." Indosso’  la sua maschera. 

"Pronto, Cap." disse Balth.

"Dolce Cas." Ruby fu pronta al suo fianco. Balth, Gabe e Ruby fissarono Crowley, il quale non disse nulla. Il demone li guardò da dietro la sua maschera. "Non lo dirò."

" Oh, eddai, abbiamo fatto le prove!" disse Gabriel.

"Ragazzi, non ne abbiamo il tempo." Cas roteò gli occhi. 

"NO, prima lo deve dire!" Balth era nel gioco con Gabriel.

Jack stava ridendo, dentro e fuori, alla scena. Crowley sospirò senza guardarli, "Sì, mio angelo."

"LO HA FATTO!" Gabriel e Balth ne furono molto contenti e scomparvero insieme tra le risa.

Cas si coprì gli occhi, in imbarazzo per la scena, strofinandosi gli occhi per la scena, "Ciao, Jack. Spero di rivederti un giorno."

"Accadrà, ciao Cas." e l’angelo se ne andò.

 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Non si era mai veramente fermato a pensare a chi fosse stato, nel periodo Chuck, questa nuova vita con Jack al comando la sentiva come un fresco riavvio e lui al posto giusto. Aveva i suoi amici, anche Crowley e Ruby.

Tutti avevano perso qualcosa e trovato un legame in quel gruppo di cui era al comando e che aveva formato.

Quando Empty!Meg gli offrì la condizione non ne fu subito sicuro, pensò lo stesse solo prendendo in giro ma entrambi erano di nuovo padroni di loro stessi e lasciati soli, in questo modo avevano la possibilità di prendere qualcosa dalle guerre di altri.

“Ti offrirò un nuovo patto.”

“...Perché?” Cas era appena arrivato, il liquido nero aveva rovinato i suoi vestiti, la cravatta era l’unica cosa rimasta non completamente danneggiata.

“Perché me lo devi.”

“Questo non è vero.”

“Ho lasciato Jack portarti via.”

“No, mi ha solo risvegliato. Ti ho portato Morte.”

Empty!Meg prese un lungo sorso di vino. “Ho ascoltato ogni parola di quello che hai detto. Congratulazioni, lo hai veramente fatto.”

Cas strinse la mascella.

“No, non siamo qui per parlare di te. Ho- bisogno di te.”

“Per cosa?”

“Tuo figlio ha svegliato e liberato un sacco di entità, ho bisogno di loro qui. Non voglio essere riconosciuta come una forza incompetente - cosa che non sono. Neanche davanti al nuovo Dio.”

Cas ci pensò. “Cosa ricevo in cambio?”

“Pace?” disse lei scrollando le spalle. “Non mi interessa. Non ti toccherò.”

Cas sospirò. “Ci sto.”

“Vuoi veramente bene a tuo figlio, eh?”

“Sì.”

Lei bevve di nuovo, “Ma avrai bisogno di un cambio di outfit, caro.” sventolò una mano alla sua figura. “dovresti andare più...sul nero? Adoro il nero.” lo sguardo annoiato di Castiel la fece ridere. “Credo ti serva una nuova identità, mi capisci? Penso si chiami ‘terapia dello shopping’ sulla Terra.”

“Io non posso farlo...quindi.”

“Felice di poter servire.” Empty!Meg schioccò le dita e delle lingue nere apparvero ai suoi piedi di nuovo ma questa volta le sentì gommose sul corpo. Un momento dopo indossava pantaloni neri, camicia e giacca sotto un nuovo impermeabile tutto in nero, senza cravatta e con pesanti stivali dello stesso colore.

“Ora va meglio.” disse divertita. “Adesso, puoi scegliere quattro persone per questa missione.”

“Qualcuno...qui?”

“Unisci i puntini.” scherzò lei senza umorismo. “Pensavo fossi intelligente.”

Cas alzò un sopracciglio, “...Ero un...soldato.”

“Vuoi la tua vecchia gang?”

“No, solo...solo Balthazar.”

Lei schioccò le dita e l’angelo biondo apparse.

“Whoohoo, cosa sta accadendo qui. Cas? Sei tu?...Cosa-” continuò ad osservarlo, “Cosa ti è successo?!”

“Me.” rispose lei.

“Ph beh, non male, Cassy.”

“Chi è il prossimo?”

“Cosa faremo?” disse Balth sfregandosi le mani, “Non che l’ultima volta sia andata bene.” rise e Cas lo guardò storto. “Quanti altri?” chiese all’Empty.

“Tre.”

 

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Capitolo 4
*** 4 ***


"Ci stai seguendo?" chiese restando dietro la panchina, mani nelle tasche del trenchcoat.

"Siete le uniche cose che si muovono."

"Scusaci per aver preso il vostro lavoro?" Castiel mise le mani sulla ringhiera di ferro color legno della panchina. "Hai bisogno di qualcosa?"

Dean finalmente lo guardò, e restò senza parole, continuò a farlo fino a che non resse più spostandosi ad osservare i bambini giocare nel prato.

"Non ho bisogno-" sospirò, passandosi le mani sul naso e il mento. "Perché non mi hai cercato?"

"Avrei dovuto?"

Dean tornò su di lui, "Sei serio?"

"Pensi io non lo sia?"

"Che ti è successo?"

Cas sorrise poi guardò nella sua stessa direzione di prima e prese posto, non accanto a lui.

"Ho trovato me stesso. Potrei dire ‘la vita’ ma non sono vivo." si voltò con un mezzo sorriso rivolto a lui. "Mi trovo qui solo per rendere migliori le cose, come sempre."

"Per colpa mia?" domandò ciò che non aveva la forza di affrontare...ma questo ormai era tanto tempo fa.

"Potrei dire di no, molte cose mi hanno portato qui, a questo punto...ma sei una delle ragioni."

"Mi disp-"

"Non c’entrano le scuse, Dean. Va tutto bene."

"Ma tu non stai bene."

"Tu si?" chiese sincero.

Le labbra di Dean si separarono, ci pensò fissandolo.

"La vita è più facile, puoi dire che ti senti meglio." Castiel aveva sempre avuto una colpa, la fase del fissarsi, dove Dean restava a guardarlo così intensamente, dalle labbra e tornava agli occhi.

"Credo di esserlo."

"Questo è ciò che conta."

"Mi manchi."

La testa di Castiel dondolò, "Anche a me. Ma sono qui, possiamo lavorare insieme."

"Vuoi fare questo con me?"

Questa volta fu Castiel a guardarlo così profondamente in quegli occhi verdi, "Certamente."

--

"Cosa ha detto?" chiese Balth.

"Shh. Non riesco a sentire." disse Ruby.

"Cas sta giocando forte." rispose Gabriel.

Tutti loro si stavano nascondendo dietro dei cespugli con Crowley seduto su una panchina a dargli le spalle. Erano dei bambini in corpi di adulti.

"Aspetta, lo ha appena invitato nel nostro team?" disse Balthazar.

"Potrei rivedere Sam di nuovo." Ruby sorrise malvagiamente.

"Hey, mani lontane dal gigante." disse Gabriel.

"Perché?" lei non ne era al corrente, giusto, bene, pensò Gabriel.

"La smettete?" la voce di Crowley fece silenzio. Fissò il cielo, "Come potete origliare e scherzare su una cosa del genere?"

"Mh il demone si è svegliato col piede sbagliato." scherzò Gabe.

"Già, continua a scherzare, Arcangelo." Lo schernì.

Crowley si girò verso di loro senza lasciare la panchina. "Tu e Balthazar dovreste capirne di più. L’ho vissuto io stesso e non sto ridendo. Sono morto anch'io per questo."

Ruby lascia gli altri due per raggiungere Crowley per sedersi accanto a lui, "Qual è la verità?"

"E’ troppo danneggiato per tutti. Cas è solo caduto molto in basso e si è rotto."

"Come puoi dire non ci sia speranza?" Gabriel chiese andando da loro.

"Cas è nel Vuoto. Dean è da solo qui...e guarda come sono messi."

"Non è andato a cercarlo." realizzò Ruby.

"Potrà aver accettato il suo passato e il suo futuro ma non se stesso. Castiel ha trovato la felicità nell'accettare, Dean no. Non possono lavorare insieme e non lo farò accadere."

"Se non vuoi accada...come farà Dean a realizzare?" chiese Gabe.

"Non è il mio lavoro. Mi piace Cas, abbiamo lavorato bene insieme, non voglio vederlo di nuovo a pezzi."

"Non sei stanco di fare il cattivo? Di nuovo?" Balthazar si unì al gruppo di disadattati, "Credo questo sia il momento dove aiutiamo."

Crowley lo guardò e rise, "Sei il benvenuto a farlo, da solo."

"Lo farò. Ma non ci saboterai."

"Non mi interessa."

"Sei geloso." affermò Gabriel.

Crowley sorrise e scomparve.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Miracle se ne stava con il muso sul petto di Dean mentre lui gli faceva le coccole perso nei suoi tanti pensieri, così tanti che non si focalizzava su uno in particolare e non sentì neanche Sam.

"Cosa?" tornò tra loro.

"Abbiamo portato la cena." il più piccolo mostrò le buste del take away. 

"Oh, ciao Eileen."

"Ciao, hey Miracle." si avvicinò per salutare il cane che le leccò la mascella, sia lei che Dean risero.

Sam notava quanto il sorriso di Dean fosse spensierato quando si trattava del cane.

"Doppio bacon e formaggio, tutto tuo."

"Non provi più a farmi seguire la dieta?"

"Un altro giorno, uh?" scrollò le spalle poi mostrò il suo. 

"Che roba é?" fece Dean con una smorfia.

"Insalata al posto del pane."

"Non è più un panino."

"No, è qualcosa di più buono."

"Continua a crederci." diede un morso al suo e subito fu in estasi. "Mh, questo è -- mh." non riuscì neanche a spiegarlo.

"E' un posto dove andavo spesso." disse Eileen.

Dean la guardò stupefatto, poi Sam e la indicò continuando a mostrare le labbra ad Eileen per farsi capire, "Ho già detto che la adoro?"

Sam rise e gli tirò due patatine che Miracle intercetto’.

Parlarono delle ultime cacce ed escursioni di Sam, Eileen e Jody e le ragazze, Dean non usciva molto dopo tutta la storia di Chuck si stava prendendo una pausa dal mondo, oltre...si perse di nuovo ma questa volta si accorse dello sbadiglio di Eileen.

"Scusate, oggi è stato veramente stancante."

"Vuoi andare in camera? Ci penso io qui poi arrivo."

"Andate, ci penso io." si fece avanti Dean. 

"...O-okay." Sam finì la sua birra e prese Eileen per mano.

"Buona notte." gli disse lei.

"'Notte." rispose Dean iniziando a sparecchiare. 

Buttò contenitori e bottiglie vuote nella spazzatura in cucina, salvando altre due patatine, si sedette su uno sgabello e Miracle gli appoggiò le zampe anteriori sulle ginocchia per prenderle. Dean sorrise di nuovo e gli coccolò il viso e le orecchie, il cane si fece spazio tra le sue gambe e con il muso gli spinse su le mani segno volesse continuasse.

Lui lo abbracciò e si guardò intorno, quel posto ormai era troppo silenzioso, quel vuoto nel petto non accennava a riempirsi.

Un alone di tristezza lo avvolse, sapeva  di dover dormire quindi andarono in camera e Miracle saltò sul letto e gli si accoccolo’ accanto.

La pace durò poco, come ogni notte, rivisse quel momento come fosse appena accaduto, "you're the most selfless, loving human being I will ever know," occhi blu pieni di lacrime, "You changed me

"I love you".

Tirò su col naso e cercò di respirare, sentì le lacrime scendere ai lati del viso, si tirò a sedere. Lo stomaco era pesante e sentiva di non aver digerito, scostò la coperta e andò in cucina, si versò dell'acqua e prese una bustina.

"Dean?"

Dean si voltò di soppiatto ma cercò di non mostrarsi troppo, era consapevole del suo aspetto.

"Sono le tre di notte."

"Non ho digerito, mi sa che hai ragione, non ho più vent'anni." disse prendendo l'ultimo sorso.

"Vuoi qualcos'altro?" chiese Sam facendosi strada ma Dean lo bloccò, "No, tranquillo, faccio due passi per il corridoio e passa. Torna a dormire."

"Va bene, svegliami se serve."

"Certo."

 

Le parole vorticavano nella sua testa, invidiava il modo in cui l'angelo era riuscito ad esprimersi senza filtri... forse per via dell'urgenza del momento. Forse se si fosse trovato in pericolo qualcosa di compiuto sarebbe uscito dalle sue di labbra, l'adrenalina e la paura rendevano più forti, lo sarebbe stato anche lui?

 

Si chiuse nella sua stanza, con Miracle ai suoi piedi sotto la scrivania, davanti a lui un foglio bianco, accanto il folder che le risorse umane gli aveva dato da compilare per inserirlo nella raccolta dati: aveva promesso di vivere e lo avrebbe fatto.

Si rigirava la penna tra le dita grattandosi il collo per il nervosismo, da cosa cominciare? Da quando? Cosa voleva dire...a cosa voleva rispondere?

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Capitolo 6
*** 6 ***


Dean non aveva mai visto così tanti licantropi e, più importante, con un demone a capo, non fosse stato per Cas - di nuovo - sarebbe morto.

"Sei serio, Dean? In un nido da solo?"

"Non ho mai avuto problemi prima" rispose, accettando la mano che Cas gli stava offrendo per alzarsi.

"Ce la fari a provare a restare vivo almeno?" ritrasse subito la mano furioso. Il sorrisetto di Dean sparì dal suo viso e i suoi occhi incontrarono il pavimento, "Sam è occupato e sapevo tu- vuoi, sareste intervenuti" cercò di alleggerire la tensione.

Cas non ne aveva la voglia. "Non lo faremo la prossima volta. Non si trattava neanche di un nostro caso."

"beh, tecnicamente-"

"Dean." Questa volta nei suoi occhi vide una supplica. Dean sapeva esattamente cosa stesse cercando di dire, cosa volesse fargli capire. Sono morto per niente? Puoi restare come ti ho lasciato? Vivo?

Fece per dire qualcosa, poi sospirò, "Mi dispiace."

"Prego" rispose con fermezza per poi fare qualche passo indietro.

"Ca- Wayward...possiamo parlare? Da soli?" chiese, Cas si fermò, schiena rigida. Il team non si mosse, si guardarono tra di loro. "Dobbiamo andare, la prossima volta."

"Hai detto che non ci sarà una prossima volta." Dean fece un passo verso di lui e Cas chiuse gli occhi.

Balth tossì e raggiunse Cas gli disse qualcosa all'orecchio e con gli altri sparì.

"Cosa volevi dirmi?" Cas si girò verso di lui.

"L'ho fatto apposta."

"Cosa?"

"Questo. Tutto questo." con nu gesto distratto indicò la stanza in cui si trovavano.

"Perché?"

Dean lo guardò e restò a fissarlo. Gli era veramente mancata quella parte, quegli occhi erano così familiari nonostante sembrassero lontani continuò a sentirli come casa. Notò quando Cas realizzò cosa stesse accadendo e l'ex- angelo si mosse verso di lui. "Ricordi cosa dissi?"

"Ogni singola parola."

"Quindi capirai che...sono guardandomi non riuscirai a liberarti. Ti ho sempre fermato dal dire qualcosa per paura, ora non la provo più. L'ho accettato."

"Non capisco cosa tu creda di aver accettato."

Cas strinse la mascella e deglutì, "Che non poteva esserci qualcosa per noi, che qualcuno la ostacolasse o che tu non....reciprocassi, ma andava bene così, nulla avrebbe fatto in modo che io non tenessi a te. Volevo solo farti capire questo."

"Quindi continui a credere sia così? Che io non tenga a te come fai tu?" Dean fu disturbato da quel pensiero e fece un altro passo. "Stai- solo assumendo io pensi questo?" Sentì il tremolio nella sua stessa voce. "Come diavolo pensi di poter capire cosa penso?"

"L'ho sentito."

"Cosa volevo sentissi? O hai spiato la mia mente?"

"Non l'ho mai fatto." l'accusa fece cadere la sua guardia.

Dean mosse un dito e fece un sorriso senza guardarlo, "Non proprio vero, ricordo la volta di Michael ma- lì dovevate e te l'ho lasciato fare. Quindi hai trovato delle cose superficiali su cui basarti- quando neanche io stavo capendo?"

"Non ti seguo."
"Io-" fece una smorfia, poi tornò finalmente su di lui. "So quando sei caduto, e quanto hai perso...per colpa mia."

"Dean-"

"No, adesso mi fai parlare." abbassò il viso passandosi un dito sulla guancia, sorrise e tornò serio. "Davi ordini, sei stato creato per questo e per me è stato assurdo vedere come hai deciso di passare al nostro fianco. Ti ho sempre visto come una- una stella lontanissima? Una galassia lontanissima anche con il tuo tramite, e sì, hai iniziato a tenerci dopo la scoperta del piano di Lucifer...ma hai iniziato a tornare sempre indietro." Dean cambiò espressione, da arrabbiata a colpevole, il tono più gentile, "E la tua voce cambiava quando c'ero io. I tuoi occhi erano diversi. Il tuo modo di guarirmi lo era. Il tuo modo di combattere con me...e ho provato con le mie stupide cose di farti arrivare a me."

Cas si accigliò e mosse la testa di lato, la cosa più da lui che gli provocò...erano farfalle quelle? Era così che ci si sentiva?

"L-la cassetta? Le canzoni sono una cosa importante per me, lo sai. Guardare film? Che a te potevano non piacere ma non hai mai detto nulla in contrario quindi assumevo e continuavo - Sam è sempre stato molto contrario e non se lo faceva ripetere, gusti opposti. Lo chiama westerne-kink, lo odia." rise. "Tutte le mie vecchie storie?...sono sempre state un modo per...scappare da tutto, da questo. Con te, mi sono trovato sempre connesso, ho condiviso questa vita con qualcuno che non mi hai incolpato per quello che facevo. Anche se sapevo- solo per un limitato periodo di tempo."

"Dodici anni." Era visibile Castiel si stesse trattenendo dal fare o dire altro, questa volta era lui a dover ascoltare, però quella frase lo aveva scosso in qualche modo.

"Lo so ma nelle vite che conduciamo? Sono molto pochi...e per te? Non sono nulla. NOn eri umano. Ne ero solo un pezzo."

"Pensavi ti avrei dimenticato?" Cas restò senza parole, stupore da capo a piedi.

"Ero solo un umano, Cas." scrollò le spalle. "Non poi così importante nella vita di un angelo."

Il suddetto angelo si avvicinò, ormai li separavano una manciata di metri e vide lacrime pronte a scendere.

"Poi però, mi hai salvato di nuovo, e non da Billie." per tutto il tempo delle sue parole aveva cercato di non farsi sorprendere da se stesso, stava arrivando alla fine e sentiva il respiro farsi più rarefatto e il cuore martellare. Sentì il calore di due lacrime scendergli ai lati degli occhi. Cas si era sporto ancora di più, dopo aver deglutito ed esitato un secondo, una mano si posò gentilmente sulla sua guancia sinistra e la asciugò, stesso fece con l'altra.

Ritrovò aria per continuare e cercare di finire ciò che si era prefissato di dire. "Mi hai salvato perché- non mi sono più visto come un mostro." sorrise, e il sorriso era genuino, Cas lo vide arrivare ai suoi occhi ed illuminarli. "Mi sono sentito un altro e per la prima volta era reale e mi piaceva. Ho potuto vedere qualcos'altro per me, grazie a te." tirò su col naso e respirò a pieni polmoni distogliendo lo sguardo e asciugandosi gli occhi, "Poi te ne sei andato, mi hai salvato e ti sei sacrificato così mi sono sentito annegare di nuovo. Un pezzo di me è rimasto lì in quella stanza e anche l'ultimo neurone pensante dopo che anche Jack ha deciso di andarsene senza- farti tornare indietro." lo guardò di nuovo, "E tu torni sempre." l'ultima frase uscì come un sussurro, la gola non voleva più rispondere.

Cas chiuse gli occhi e gli lasciò un bacio sulla guancia, restò così abbastanza a lungo, abbastanza da fargli capire di poter sentirsi così, di aver compreso e per sentire la sua pelle, la sua vicinanza ed il suo calore. Anche Dean chiuse gli occhi e si beò della sensazione così nuova e così sperata che sussultò nel sentire il suo singhiozzo seguito dalle braccia di Castiel che lo avvolsero in un abbraccio. "Dimmi che questa non è la mia ultima possibilità per dirtelo."

Cas chiuse ancora più stretti gli occhi, stava lottando quel momento ma il suo egoismo lo portò a voler sentire altro, Dean non aspettò. "Sono stanco di tenere tutto dentro....anche io, Cas. Io- ti amo anche io."


Sarandom's corner:
Well, YES. Ho aggiunto LA frase di Ten dopo il momento identico che abbiamo avuto nella 15.20.

Ho modificato qualche piccolo dettaglio del discorso di Dean dopo aver visto i sottotitoli francesi, ma quanto sono sposati eh?

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Capitolo 7
*** 7 ***


Ruby e Gabriel schiene contro le mura fuori dalla stanza, Balth teneva sotto controllo Crowley non fargli rovinare il momento. "Sei felice adesso? Quale era il fine?" chiese il demone.

"La verità." disse Gabriel.

"Sì, ma... sono ancora in diversi parti dell'universo." Ruby si sentì di concordare con Crowley. Balth sorrise.

--

"So che questo non è ciò che ti aspetteresti di sentire adesso..."

Dean rise, il suo respiro e battito tornati normali. "Devi andare, lo so,"

"Mi dispiace."

Si separarono, "Non preoccuparti. Sento che...avevi ragione. Era un peso sulla schiena...mi serviva."

Cas stava per andarsene quando cambiò idea e tornò da lui, controllò dietro di lui e poi, senza esitazione, controllò nella tasca della giacca di Dean per il suo telefono, scrisse qualcosa. "Ciao, Dean." sparì.

Il piccolo cambiamento nella frase creò una scintilla in Dean, lesse ciò che Cas aveva scritto su una nota: 'Come evocarmi se hai bisogno di me (versione in latino)' seguito dalle parole da pronunciare.

--

Il Vuoto nelle sembianze di Meg non era di buon umore nonostante la notizia delle trenta essenze riportate per il sonno eterno, continuò a bere il solito vino rosso e a guardarli dall'alto in basso. "Che c'è che non va?" chiese Castiel.

"Dovrei smantellare questo gruppo e rimettervi a dormire."

"Cos'è successo?"

Il Vuoto se ne andò con un ghigno per niente divertito.

"Meno cose di cui preoccuparsi, non pensi?" Gabriel gli passò un braccio dietro le spalle e lui annuì.

"Proprio quando Dean si è finalmente confessato." Osservò Blathazar.

"Non sono affari tuoi."

"Quindi, angelo, come suona la felicità?" Crowley si fece avanti, Cas sospirò andandosene.

--

"Balthazar:"

"Oh, Lordy."

Jack emanò una grande quantità di luce che si affievolì scomparendo su qualcosa che si trovava nella sua mano. Gli occhi di Jack non erano quelli di un bambino e fu così difficile per Balth vedere le storie di Cas su di lui.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Passo’ un'altra notte in bianco, Sam non aveva idea di cosa stesse passando, non gli aveva ancora detto nulla. Né del motivo per cui Cas era veramente morto né del fatto che continuavano a vedersi...se così poteva intenderla.

 

Decise di evocarlo dopo essere uscito con la scusa della spesa, trovò un posto accanto ad un lago, sembrava uguale al sogno di tanti anni prima; una palafitta di legno dove si sedette e pronunciò le parole leggendole dal telefono. Nonostante la dinamica, fu come nulla fosse cambiato. Rivedere la sua figura avvicinarsi a lui lo fece sorridere, lo invitò a sedersi accanto con i piedi a filo d'acqua. Restarono nel silenzio della loro compagnia, Castiel ogni tanto gli lanciava occhiate mentre Dean offriva il viso alla luce calda del sole.

“Posso chiederti...com'è successo?” Dean accennò alla cicatrice sulla guancia di Cas.  

Wayward si voltò e fece un mezzo sorriso,”Ho abbassato la guardia contro un demone, niente di che. Non posso guarire quindi me la tengo.”

Dean sollevò un angolo della bocca ed annuì, prese dei sassolini e li buttò nel lago. “Ti hanno fatto storie per venire qui?”

“Quando commetterò un passo falso…”

“E quando avrai finito?” Dean lo guardò e Cas fece lo stesso. 

“Cosa vuoi dire?”

“Che non può finire così. Non riesco a pensare ad altro. E se scomparirai davvero per sempre…”

“Così doveva andare.”

“Lascia stare quella merda! Dovevamo essere noi a scrivere la nostra storia, giusto? Lo stavamo facendo insieme, non tanto tempo dopo esserci conosciuti. Se per te vale ancora qualcosa, facciamolo.”

A Cas quell'ultima frase lo disorientò, alzò un sopracciglio e prese un respiro, “Ti ho detto queste cose per anni e adesso le usi contro di me?”

“Non- ...non è quello che intendo.”

“Non conosco un modo per uscirne.” Mentì Castiel, una menzogna per sé stesso? Una bugia per cercare di raccogliere i suoi pezzi, per una volta voleva che fossero gli altri a preoccuparsi...che fosse lui a farlo. Osservò l’acqua incresparsi sotto di loro, un modo c’era ma doveva fargli la domanda giusta,”Ciò che dovevo fare l'ho fatto, prima o poi tornerò a dormire e dovremo farcene una ragione. Adesso devo andare.”

“No, aspetta.” Wayward si era già alzato e sistemato il nuovo trench nero, tutta quell’aria oscura non gli si addice pensò Dean, Castiel, il suo Castiel era la persona che più di tutte rappresentava la luce, letteralmente. “Come-” prese un respiro e si alzò a sua volta, “come è possibile sia bastata una frase in latino per evocarti?” lo guardò aggrottando le sopracciglia.

Cas abbassò lo sguardo sorridendo di sbieco, poi tornò sui suoi occhi, non lo aveva deluso, “Quando ti ho lasciato l’impronta, anche se sulla giacca, qualcosa deve essersi riattivata.”

“Il...legame profondo?”

Castiel rise e le volte in cui ricordava quell’espressione poteva contarle sulle dita di una mano, poi Dean si fece serio alternò la vista dalle sue labbra ai suoi occhi blu, “Quindi c’è un modo.” sussurrò.

“Finchè il varco resta aperto, finché non avremo riconsegnato le essenze al Vuoto, ci sarà la possibilità.”

“Perché non me l'hai detto prima?” disse tra frustrazione e disappunto, mani a pugno lungo i fianchi. “Ricordi cosa mi hai sempre chiesto in passato, prima di un mio eventuale abbandono?” Dean si accigliò e vagò con lo sguardo, segno stesse riflettendo sulle parole scambiate negli anni, “Cosa avrei fatto, se fossi rimasto...comprendevo il tuo bisogno dell’avere un amico accanto ma non lo hai mai specificato. Poi è arrivata la tua preghiera in Purgatorio, stavo veramente aspettando anche una sola frase che ti avrebbe spinto a chiedermelo...ma, in quel frangente, mi avrebbe ucciso.”

“Tu lo sai che vorrei restassi nel Bunker più di ogni altra cosa.”

“No, non lo so. Non l’ho mai saputo.”

“Te lo sto chiedendo adesso.”

“Io lo sto facendo.”

Continuarono a fissarsi fino a quando Dean non chiuse le labbra e distolse lo sguardo un attimo dopo Castiel era sparito.

--

 

Dean non ne poteva più di litigare, discutere, di non ritrovare la loro armonia, di sentirsi quella colpa addosso. Dopo tutte le cose che Cas era riuscito a dirgli...lui continuava ad avere paura. Questa volta era molto più fondata dei passati previsti, Cas poteva tornare ma continuava ad esserci una scadenza quindi cos’era la mossa giusta da fare? Esporsi completamente con il risultato di un finale misero o di pensare positivamente al futuro, incognita nelle loro vite fino a quel momento? 

-

“Il tempo sta per scadere, cari” Il Vuoto appariva molto contento di giocare con loro.

-

La verità era finalmente esplosa tra le pareti del Bunker perché Dean era intenzionato nel riuscire a riportare Castiel, perché l’angelo se lo meritava quanto loro. L’aiuto di Sam ed Eileen fu cruciale grazie alla quantità di informazioni accumulate e la loro memoria affinata nel tempo. E l’ultimo pezzo del puzzle si rivelò una chiamata a Jody e le ragazze quindi andarono a trovarle per ricevere anche quell’ultima informazione da Kaia. La connessione alla Kaia dell’altra dimensione le aveva concesso la visione del suo arrivo, diversi portali erano stati aperti e uno proprio lì a Sioux Falls, il problema è che stavano per chiudersi e nelle poche ore che gli rimanevano quello era l’unico a loro disponibile.

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Provò a richiamarlo attraverso la formula ma Castiel non apparse, provò a pregare ma quando per due pomeriggi consecutivi non funzionò capì non si trattasse più di un modo reperibile; non era più un angelo. 

Arrivarono alle ultime due ore, tutti insieme si raggrupparono vicino un fienile, per fortuna di un contadino che Jody conosceva quindi non fu difficile chiedere il permesso di appostarsi con l’auto dello sceriffo per un’indagine in corso. Il velo negativo del piano non era solo l’assenza di visione per Kaia ma soprattutto l’assenza di visioni per Patience, toccando i vestiti di Dean o anche le sue mani e la sua fronte non riusciva a vedere niente...il buio totale. La previsione che si era sempre aspettato da una vita passata a cacciare mostri senza speranza di poter costruire qualcosa al di fuori, convinto quella possibilità potesse diventare concreta solo per Sam che aveva sempre provato a fuggire ma adesso era riuscito a far convivere entrambi i lati di quell’essere al mondo. Suo contrario, Dean non era riuscito mai a farlo ed ora aveva la prova concreta di quanto non si sbagliasse.

I minuti passarono e nulla funzionava, Kaia percepì la chiusura del portale e Patience confermò vedendo la collocazione delle ultime creature rilasciate dal mondo oscuro ed annotando le loro future cacce. “Lo avranno sicuramente trattenuto, dobbiamo trovare il modo per aggirare il problema.” Sam prese subito il suo libro fitto di appunti, “Eileen, che dici se-”

“Non vuole tornare indietro.” esordì Dean, buttando a terra la spada angelica, si fermarono tutti a guardarlo non sapendo come interpretare quanto avesse detto, Sam chiuse il libro e si avvicinò.”E’ impossibile, ricordi quanto fosse felice di essersi svegliato l’ultima volta? Quel posto è orrendo, non come il Paradiso.”

“E’ in...pace con l’idea di non dover più combattere. Non-...è colpa mia.” tirò su col naso e tornò sul fratello, le lacrime agli occhi, “Gli ho detto tutto e continuo a non dargli niente in cambio. Mi sono aperto ma l’ho comunque lasciato andare.”

“So che hai paura,”disse Claire, e tutti si voltarono verso di lei, “ma l’angoscia deve smettere di farti tirare indietro. Puoi avere tutto quello che vuoi adesso, è finita.”

“E se invece non è così? Se lo riportiamo indietro e tutto dovesse ricominciare da capo e morissimo? A cosa sarà servito?” La mano di Sam si piantò nella sua spalla, “Dean, potrai comunque dire di aver vissuto. E’ ciò che tutti noi stiamo facendo, anche tu puoi vivere.”

Dean allontanò la sua mano, “E comunque non sta funzionando.”

“TI stai arrendendo?” Chiese Jody.

--

Il Vuoto e Meg avevano raggiunto una simbiosi difficile da separare e questo comprendeva la continua presa su Castiel, anzi Wayward, nome creato anche per insultarlo lievemente - spiegazione che all’ex angelo era stata celata. La scelta si riferiva al suo volere e dovere di prendersi cura degli altri continuando a vagare senza avere una fissa dimora, fisica e mentale. Attraverso i suoi ricordi e quelle emozioni che era riuscito pian piano a captare e sentire in un modo del tutto diverso dagli umani e, teoricamente, impossibile per creature angeliche create e controllate per non provarne; il Vuoto era riuscito finalmente a poter bloccare ogni eventuale forma di protesta. L’esporsi di Cas, aveva incatenato Castiel nel buio e Wayward ne era uscito, non indenne perché la sofferenza era universale, quella versione era puro risentimento e un bravissimo cacciatore di grazie ed anime perse. Quella nuova versione di Meg lo teneva all’oscuro quando voleva, continuare a fargli sentire Dean e quella sottile connessione alla Terra che amava tanto, era solo un gioco sadico messo a punto dal primo momento che Castiel era tornato lì dentro. L’angelo aveva questo bisogno di sentirsi utile, di voler qualcosa per gli altri che neanche di fronte a quell’oscurità si era tirato indietro al pensiero di come potesse ripagare i suoi sbagli.

La chiamata della sua famiglia era finita direttamente alla segreteria, per così dire. Non avrebbe mai ricevuto risposta, il destinatario non avrebbe mai saputo del lavoro di squadra e di quanto Dean ci tenesse ad averlo con sé.

 

In un angolo angusto del suo regno, però, un vecchio angelo continuava a tramare alle sue spalle e un ghigno gli si formò sul viso prima di scomparire in una luce dorata.

 

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Capitolo 9
*** 9 ***


Al suo ritorno nel Vuoto, Castiel trovò Balth seduto scomposto su delle scale attaccate al niente, un gomito su un ghirigoro della ringhiera. “Dove sono gli altri?”

“A dormire.”

“Di già? E tu?”

“Ti... stavo aspettando.”

Cas fece un passo indietro e si guardò intorno, “Che succede?”

“Non ti è sembrato tutto troppo silenzioso, ultimamente?”
Castiel alzò un sopracciglio e piegò la testa di lato.

Fece finta di togliersi dei pelucchi dalla maglia e continuò, “Dopo tutte le belle parole che vi siete detti, tu e Dean, il fatto che non ti abbia più richiamato è un po’...” sollevò le spalle, “sospetto, non trovi?”

L’idea, sbagliata, gli balenò subito negli occhi, “E’ in pericolo?”

Balth sorrise scuotendo la testa, “Oh, Cas, nonostante i tuoi secoli continui ad essere così ingenuo. Meg ti ha manipolato e controlla ogni tua mossa e quella dei tuoi amichetti. Dean si sta disperando per riportarti indietro e...ora sa di non avere più nessuna speranza. I portarli si stanno chiudendo.”

Castiel restò in silenzio, sconfitto nel non aver avuto la possibilità di spiegare il suo silenzio e per non aver percepito la sua urgenza; in fin dei conti avrebbe dovuto prevederlo.

Balth prese qualcosa dalla tasca dei suoi pantaloni e lo mostrò a suo fratello, “Te lo ricordi?”

Cas tornò alla loro conversazione e alla vista dell’oggetto, sbattè le palpebre, “L’Occoltum. Jack lo ha già usato.”

“Ne ha fatto un altro.” L’angelo che tanto tempo prima aveva tradito adesso gli prendeva la mano per dargli quella potente piccola pietra, chiudendone il palmo. 

“Che stai facendo?” chiese, con sul volto il chiaro segno di aver capito misto al solito senso di colpa.

“E’ un regalo, da Jack e Amara.”

“Perché?”

“Il piccoletto è impegnato e ti voglio bene, fratellino. Te lo meriti. Noi tutti pensiamo che sei il più meritevole.”

“Balthazar…”

“Shhh, vieni qui.” il più grande lo abbracciò e, nonostante non lo avrebbe mai ammesso, si stava commuovendo.

“Grazie” disse Castiel sull’orlo delle lacrime. 

“Dovrei ringraziarti anche io, nonostante la ragione per cui mi ritrovo qui, mi hai fatto conoscere tipi interessanti. Mi piace quel Crowley.” gli fece l’occhiolino.

Cas rise poi osservò la pietra nella sua mano, “Dovresti mangiarla o resterai qui per sempre. Non mi dispiacerebbe...ma c’è qualcuno che ti sta aspettando, fratello.”

“Lo sta facendo?” domandò assente, rapito da tutta quella situazione.

“Sta letteralmente morendo dalla voglia di vederti sai...la mortalità.”

Castiel la mandò giù e ricordò ogni cosa dalla prima volta che la vide in azione, lampi di luce bianca uscirono dal suo corpo facendogli provare un grande dolore e sparì da quel posto.

 

--

 

Dean stava accompagnando Claire e Kaia alla biblioteca della città, dopo aver preso alcuni testi il cacciatore uscì mentre loro restarono a scegliere dei dvd. Lui ne approfittò per iniziare a leggerli e trovò una nota su un margine, notò una frase identica ad una che sapeva ormai a memoria per quante volte l’avesse letta. Prese il suo cellulare e la confrontò, era parte della stessa formula, cambiò schermata per cercare il numero di Claire quando un una folata di vento gli fece distogliere l’attenzione; sul tergicristalli finì un volantino, e nonostante la scritta al di sopra, riconobbe subito gli stivali, ‘Dr. Sexy, big finish tonight.’. Ricordò la vecchia trovata pubblicitaria di svendita dei famosi stivali da cowboy per l’ultima puntata della soap opera, poi il volantino volò via e qualcos’altro catturò la sua attenzione. Il respiro gli si fermò nella gola.

--

 

Cas aveva passato l'intera giornata a camminare per raggiungere Sioux Falls, non aveva un dollaro in tasca e stava sudando, la giacca sulla spalla e la camicia sbottonata con la cravatta sfatta. Non aveva intenzione di fare l’autostop, alcuni dei loro casi aveva largamente avuto a che fare con quell’esperienza, si sentiva distrutto e voleva solo arrivare a destinazione. Si bloccò sul ciglio del marciapiede all'improvviso, qualcuno gli finì addosso e si scusò. Lo vide mentre guardava, stranamente un volantino sul parabrezza, quando volò via si soffermò su di lui, labbra schiuse. Cas sorrise e guardò in basso, stropicciò la giacca tra le mani.

 

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Dean fu di nuovo preso alla sprovvista, quell'angelo avrebbe procurato un infarto prima o poi. Era lui? Era qualcos'altro? Una di quelle visioni ad occhi aperte molto comuni nella sua storia? Quando si ritroverà tra tutte quelle persone Cas svanirà ancora e si ritroverà da solo in mezzo alla strada? Non gli interessava, si allontanò velocemente da Baby finendo sulle strisce pedonali.

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Cas lo vide avanzare velocemente verso di lui, restò fermo sul marciapiede ad aspettarlo. Nessuno fece caso ai due formando un sottofondo frenetico nella loro bolla. 

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Dean non sentì e non vide nessuno tranne Castiel, qualcuno gli passò accanto urtandogli il braccio ma non ci fece caso veramente, i suoi occhi puntati sullo strano portamento di Cas e i vestiti, la fronte imperlata di...sudore? Gli sorrise imbarazzato ma lo guardò felice. Dean coprì gli ultimi due metri, salì sul marciapiede e lo abbracciò.

 

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“Sei tu?”

Cas ridacchiò, rispondendo alla stretta, “Torno sempre,  no?”

Nel sentire l’altro ridere e tirare su col naso, li divise per guardarlo negli occhi e passargli una mano tra i capelli fermandosi sulla guancia. “Come?”

Castiel vide la tristezza di non essere riuscito nel suo intento, quindi gli strinse la presa sulla spalla sinistra, “ Balth, Jack e Amara mi hanno aiutato ad andarmene di lì. Sono al corrente di cosa hai cercato di fare...scusami se non ti ho risposto, Il Vuoto me lo impediva.”

Dean sentì finalmente alleviare il gran peso che portava sullo stomaco, Castiel non lo aveva ignorato, entrambi erano stati divisi ancora e ancora.  Il sorriso dopo aver compreso il guaio sparì dal suo viso ed una strana espressione si fece strada in lui, “Un trio pericoloso.”

Cas rise, “Concordiamo su questo. Ma non saranno un problema.” Dean sorrise di nuovo, di colpo e una lacrima scese sulla sua guancia, “Quindi sei qui per restare, per restare con me?” 

“Sì.”

Da lontano Claire e Kaia condivisero un’occhiata che la sapeva lunga e si abbracciarono per poi entrare in auto, la bionda rise e si allungò sui sedili anteriori per suonare il clacson. Dean si girò immediatamente per controllare la sua auto, “Non ti azzardare a toccarla!” e, non distrattamente, prese la giacca che Castiel aveva con se lo portò dietro tirandolo per un braccio. 

 

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Capitolo 10
*** 10 ***


Cas lo raggiunse nel garage mentre Dean era intento a sistemare la sua auto e controllando di sfuggita il suo cellulare ogni tanto, per la nota che lui gli aveva lasciato.

“Hey, Dean.” il biondo si sorprese, “Cas.” ma fu felice di vederlo, “Vuoi unirti? Potrei aver bisogno d’aiuto.” si sedette per poi sdraiarsi sulla pedana con le rotelle per controllare sotto l’Impala.
Cas lo osservò lavorare da sopra il cofano, attraverso il motore, restarono in silenzio ad ascoltare i suoni metallici degli utensili quando Dean parlò, “Ho detto a Sam e alle ragazze la verità sulla tua morte e ciò che è successo dopo.”

Castiel sorrise, “Mi fa piacere sentirlo.” cercò i suoi occhi e anche Dean lo guardò, scivolò indietro e si pulì le mani. Gliene mostrò una, Cas si accigliò, poi lo aiutò ad alzarsi ma data la vicinanza, lo slancio provocò una perdita di equilibrio da parte di Dean che finì per cadere all’indietro sul un lato del cofano. Con una mano di Castiel dietro la schiena e l’altra ad afferrargli un fianco, il biondo gli guardò le labbra e sorrise, “Bella presa.”

“Stai invecchiando, Winchester.” gli rispose a tono, sorridendo.

 

--

 

Nonostante ricordasse la libidine di Dean molto prima di quella nuova realtà, il cacciatore era passato per un’altra fase, una specie di digiuno in campo. Inizialmente tutti avevano pensato fosse troppo concentrato nel non far estinguere il mondo ed occuparsi dei casini del mestiere. Più pensava ai loro recenti risvolti più un’altra idea si faceva strada nella mente sia di Castiel che di Sam.
Il fratello minore non lo aveva mai visto così bisognoso di affetto e di contatto giornaliero ma anche dei segni di quanto non venissero soddisfatte e non perché si trattasse di un rapporto diverso per lui o da Castiel. Dato che lo vedeva felice e non fintamente, era veramente cambiato, spensierato. Preferiva non aprire l’argomento e lasciare che il tempo facesse il suo corso.
Una sera si accorse proprio di quel passo avanti dopo averli lasciati da soli sul dondolo nel giardino accanto la veranda, dal modo in cui si stavano vicini, dal modo in cui si guardavano e da come nascondeva il volto nell’incavo del collo dell’ex angelo.

Da quando Castiel era umano Dean si era lasciato, completamente, andare.

 

--

 

Castiel si risvegliò da solo nel letto, si rivestì e sistemò le lenzuola prima di andare in cucina, il dover mangiare non era così esasperante quanto il continuo svuotare la vescica; non c’era modo si abituasse dalla sua prima esperienza umana. Si versò del latte sui cereali nella ciotola e Patience arrivò per versarsi un bicchiere di aranciata. “Buongiorno, Castiel.”

“Patience. Hai visto Dean?” ogni volta che pronunciava quella frase sapeva dovesse ormai aspettarsi una risatina dall’interlocutore, una strana prassi di cui non ricordava l’usanza.

“No, in effetti anche Miracle lo sta aspettando. Non ha ancora mangiato.” accennò al cane seduto sul divano che li guardava. Castiel allungò una mano sulla maniglia del cassetto riservato alle scatoline di Miracle e versò una porzione di manzo nella ciotola; arrivò scodinzolando e abbaiando dedicandosi alla sua colazione.

Lavò la sua tazza e guardò oltre la finestra sul lavello, c’era bel tempo, Eileen stava portando i ragazzi del corso dei segni per una passeggiata fuori a toccare e guardare ogni cosa che li circondava e dandogli un senso che solo loro erano in grado di fare.

Per mano teneva la piccola Mary, tre anni, una piccola copia bionda della donna letterata che insieme a Sam aveva messo insieme un grande di recupero per bambini orfani e cacciatori rimasti con un bel trauma da mostri. Avevano tutta l’intenzione di non far dimenticare al mondo successi e insuccessi di quegli anni, raccogliendo le varie storie in racconti sia d’orrore che di importanza storica e scientifica. Vari volumi sotto il nome di Winchester’s Legacy.

Passò davanti l’alta e spaziosa biblioteca del loro nuovo casale dove trovò Sam e il loro primogenito, Rob Anthony, cinque anni indaffarato ad aiutare il padre a pulire dei cimeli che gli erano stati recapitati. Superò il corridoio raggiungendo la porta sul retro per ritrovarsi nelle scuderie, Jody stava lavando un cavallo mentre Donna era in sella alla sua preferita, “Hey, Castiel.” lo salutò Jody e, senza che lui chiedesse nulla, “Trovi Dean al fiume.”

C’era una spaccatura d’acqua gelata che divideva la loro abitazione dalla valle che scendeva di netto, un bel panorama ad ogni stagione dove dalla loro collina potevano ammirare la cittadina prospetticamente sotto i loro piedi e le montagne sullo sfondo.

“Grazie.”

Lo trovò seduto con le spalle ai piedi di un albero massiccio.

“Dean?” si sedette accanto a lui e vide i suoi occhi rossi, il biondo si asciugò una lacrima sulla guancia. “Stai bene?”

L’altro sospirò e rise senza nessun segno di divertimento, il suo viso si strinse, “No.”

“Non nasconderti da me.”

“E’ che-” prese un respiro tremolante. “Non mi sento nel giusto.”

“Se stai così perchè...mi dispiace, non voglio tu faccia qualcosa che non-”

“Smettila. Non è per noi-o- o te...sono io.” disse arrabbiato.

“...posso fare qualcosa?”

“Non credo qualcuno possa farlo, è così tardi.”

“Posso provare?”

“Tutti che vogliono farlo ma non posso essere aggiustato.” lo guardò con ancora rabbia nella voce e negli occhi, le mani a pugno. Guardandolo Dean si passò una mano sugli occhi. “Mi dispiace.”

“Dean, non ti meriti di sentirti così. Lascia che ti aiuti.”

“Voglio solo che questo...quello che sento...se ne vada.”

“Cosa senti?”

“Di essere in continuo ritardo? Di farlo in modo sbagliato? Ho lasciato passare tutti questi anni...per nulla?

“Ti senti perso?”

“Forse?”

“E’ comprensibile. E per la prima volta riesco a capirti, capirvi- veramente.”

Dean si bloccò di colpo e un altro senso di inadeguatezza lo colpì, “Visto? Sono così preso da me stesso che continuo ad ignorare te e- cazzo, sei umano e non ti fai i miei stessi problemi.”

“Solo perché ho imparato a comprenderli ed accettarli non vuol dire tu debba sentirti in colpa.”

Cas non perse mai i suoi occhi e Dean si era sempre sentito così vulnerabile, esposto e sotto la sua ‘ala’: veramente capito. “Non ho più i miei poteri,” continuò, “Non posso togliere con un semplice gesto le tue paure...anche se vorrei riuscire a farlo, posso solo starti accanto e condividerne il peso.”

Dean lo ascoltò, asciugandosi le lacrime a contornare i suoi occhi e strofinarsi il naso umido. “Vuoi che io le condivida con te?”

“Un po’?” 

Dean sorrise guardandosi le mani, nonostante le rughe sul viso, l’accenno di capelli bianchi e i suoi passati quarant’anni, c’erano quei momenti in cui poteva chiaramente vedere il bambino che era cresciuto troppo in fretta in un mondo che era riuscito a controllare ma che lo aveva ridotto ai margini. Quel bambino che aveva imparato ad assorbire traumi, sofferenze e poche gioie che aveva deciso e giurato di proteggere da ogni male per quanto gli fosse possibile. “Vieni qui.” gli disse facendosi avanti per abbracciarlo e Dean, subito, nascose il viso sotto il suo mento e Castiel lo strinse sul suo petto.

“La senti come casa?” domandò d’un tratto Castiel.

“Qui? Non proprio.”

“Ho un’idea.” rispose, continuando a cullarlo tra le sue braccia.

 

--

 

“Cosa vuoi dire?” Eileen usò il linguaggio dei segni.

Dean indossò la giacca, “Che state facendo un lavoro straordinario e il mondo è fortunato ad avervi. Mentre noi…” si rivolse a Castiel mentre salutava Claire e Jody sulla porta accanto a lui, “Cercheremo qualcosa di diverso.”

“Vi ritirate? Per davvero questa volta?” Sam sorrise.

“Sì.” confermò Dean.

“Prima dovremo comunque usare quello che sappiamo fare meglio…” continuò Cas, “...e nel mentre cercheremo il posto.” continuò Dean.

“Non metteteci troppo.” lo abbracciò Jody.

“Prima fermata?” Domandò Claire.

Cas e Dean condivisero un’occhiata, poi il biondo la guardò “Non ho mai visitato per bene la California.”



Angolo di Sarandom
grazie per chi è arrivato fin qui, inizialmente non finiva così...non aveva affatto un finale, ho solo unito un'altra parte di storia che tenevo nelle bozze. E per non fermare la loro storia, questo 'racconto' continua in un crossover con 9-1-1 - serie che vi consiglio - 'Matching Angeles'  solo in inglese al momento.

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