My Fair Ryo

di moredream84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Decisione Di Kaori ***
Capitolo 2: *** Dietro Front ***
Capitolo 3: *** Cuore Di Uno Sweeper ***
Capitolo 4: *** La Tristezza Del Tempo ***
Capitolo 5: *** Rinunciare o Agire ***
Capitolo 6: *** Il Segreto Della Colt Anaconda ***
Capitolo 7: *** Non Poi Così Diversi ***
Capitolo 8: *** Le Emozioni Del Cuore ***
Capitolo 9: *** Un Cuore In Due ***
Capitolo 10: *** Mi Dispiace.. Grazie.. Addio ***



Capitolo 1
*** La Decisione Di Kaori ***


                                                                               
 
 

NOTE INTRODUTTIVE: Salve a tutti care lettrici/lettori. Ci tenevo a spendere due parole prima di lasciarvi alla lettura di questa storia perché è la primissima che faccio nella sezione manga/anime, diciamo che è per così dire un "debutto" in questa sezione e sono davvero emozionata. L'ho voluta scrivere perché recentemente ho riletto il manga di City Hunter -che è stato il mio primo manga quando ero ragazzina- per l'ennesima volta dopo anni e l'ho riapprezzato ancora una volta dopo anni. Come si dice "il primo amore non si scorda mai" -e neanche Ryo Saeba-. XDD

Questa storia nasce da un sogno che ho fatto -breve aihmè- e ho deciso di metterla per iscritto aggiungendo moooolta fantasia perché mi aveva intrigata. Ci sono anche dei piccoli stralci di alcune cose che vengono riportate nel manga. Spero ve li ricorderete e li apprezzerete per come ho deciso di inserirli nel testo. 

 

Colgo l'occasione per ringraziare chi ha deciso di dargli un'opportunità ed è arrivato fino a qui a leggere. :D

Buona lettura... ^w^

 

 

 

                                                                                   

…”Resta seduto allora… E guardami mentre mi spoglio”…

 

Kaori Makimura non era mai stata un tipo così intraprendente…

Nelle relazioni “amorose” era piuttosto impacciata e alquanto goffa. E giacche non era mai stata così sicura di se -come invece voleva far credere agli altri- non era neanche mai riuscita a dire “mi piaci” alla persona a cui teneva. Il problema di base che la bloccava dalla testa ai piedi era un forte timidezza e la paura di essere respinta. Perché con che faccia avrebbe potuto guardare il collega sapendo che era a conoscenza dei suoi sentimenti?

…”Inaccettabile!”…

Un tuffo al cuore la fece arrossire tremendamente, pensando alla vergogna che avrebbe provato nel dichiararsi.

Se ci pensava bene non era per nulla difficile andare un pò indietro nel tempo con la mente, a qualche anno prima, esattamente a quando erano iniziate le sue disgrazie…Esattamente nel momento in cui aveva scoperto -per caso- che nella vita di suo fratello -e quindi di conseguenza anche nella sua- si era insinuato un killer professionista con lo pseudonimo di City Hunter…”Se solo avessi saputo”… Già… Se lo avesse saputo non ci si sarebbe buttata a capo fitto per pedinare quell’uomo.

Tutto sarebbe stato estremamente più facile… Decisamente meno complicato...

Avrebbe continuato a rimanere nella sua beata ingenuità di single libera da sentimenti e senza troppe paranoie… E invece no… I fatti l’avevano spinta a ficcare il naso dove non avrebbe dovuto e a conoscerlo. Tutto perché questo tipo -quest’uomo- era tutt’altro che raccomandabile, ed era ben noto nel mondo della mala come fosse l’imperatore supremo della Yakuza. E visto che essere un assassino non era qualcosa di cui vantarsi -e visto che Hideyuki lo affiancava nel lavoro- come poteva abbandonarlo a se stesso?

C’era sicuramente qualcosa che non tornava.

Pensò che fosse tutta opera di City Hunter. Hideyuki era troppo buono per intrufolarsi in quel mondo, era un poliziotto e amava la giustizia! Di sicuro veniva minacciato dall’altro, che lo obbligava ad accompagnarlo nei suoi incarichi omicidi. Così Kaori -in preda a una crisi esistenziale appurato che il fratello se ne andava in giro ad ammazzare la gente insieme a quello- si era messa in testa di sistemare le cose e incastrare il famigerato City Hunter.

Quella era stata la mossa che aveva segnato per sempre la sua vita. Perché City Hunter -o meglio- Ryo Saeba, non era un uomo come tanti…

A colpo d’occhio dava l'impressione di essere un gigione scansa fatiche -in preda a uno scompiglio ormonale perenne-, in realtà nascondeva una personalità ben diversa. Dietro quell’apparenza si celava un uomo gentile e pieno di buoni sentimenti…

                                                                                                                     -…Bel ragazzo…Prendi, questa è

                                                                                                                          la ricompensa che ti avevo promesso…-

In quell’occasione -dove lei per caso era rimasta insieme a Ryo sotto le mentite spoglie di un “ragazzino fuggito di casa”- aveva avuto modo di osservarlo e capire perché il fratello ci tenesse così tanto a fare coppia con quello strambo tipo. La bimba aveva allungato la manina offrendogli come ricompensa per quell’incarico una monetina di poco valore, e gli occhi nocciola scuro del giovane si erano addolciti, osservando con tenerezza l’innocente sincerità di quel gesto. Un uomo… Un Killer… Che di freddo e spietato non le aveva trasmesso proprio niente, aveva scaldato il gelido cuore di Kaori, travolgendola con quell’immensità di sentimenti che lui esprimeva solamente con un semplice sguardo. Chi era davvero quell’uomo? Perché aveva un’espressione tanto gentile e malinconica dipinta sul volto? E come mai gliene fregava così tanto da voler sapere di più su di lui?

Queste domande che si era fatta dopo averlo conosciuto iniziarono a frullarle nella testa così tanto, al punto di diventarne ossessionata, vedendo solo lui come unico protagonista.

Ma il peggio doveva ancora arrivare…

Dopo la morte di suo fratello Hideyuki, Kaori aveva deciso di affiancarlo come socia e lì -standoci a stretto contatto ogni giorno- le domande avevano continuato ad aumentare sempre di più, con più frequenza, fino ad arrivare a quella fatidica che le fece capire di esserne innamorata: Io cosa sono per Ryo?
Questa domanda iniziò a diventare quella principale fra tutte, causandole molte insicurezze. Perché Ryo non prestava mai attenzione a dettagli che la riguardavano -anche se era una donna- e la trattava sempre in modo un po’ distaccato.

Tutto ciò la faceva stare tremendamente male…

Il cuore di Ryo era così selvaggio e libero che -a meno che lui non lo decidesse- nessuno lo avrebbe potuto catturare…”Ahimè”… Ed era qui che arrivava la decisione di Kaori di volerla fare finita con quei sentimenti. Non poteva -e non voleva- rimanere attaccata a una persona che non provava niente -o quasi- per lei.

Perché lui scherzava, correva dietro ogni gonnella che gli svolazzava davanti e poi… Le mostrava affetto… Sì… Quell’affetto strano che non sapeva se interpretare come amore fraterno o amore romantico. Ed era proprio a quel punto che scattava il dilemma: Quale tipo di amore lo legava a lei? L’amore per la donna di cui era innamorato o l’amore per la sorellina adottiva?…”Lo odio!”… Il loro rapporto non si era minimamente evoluto, neanche dopo tutti quegli anni, neanche dopo tutte le difficoltà che avevano affrontato insieme. E se ci fossero stati sentimenti anche da parte di lui le cose in qualche modo sarebbero dovute cambiare… E invece niente… Entrare nelle attenzioni speciali di Ryo era presso che impossibile e per questa motivazione aveva deciso che era arrivato il momento di mettere un punto ai suoi sentimenti per lui. Perché i continui cambi di marcia del giovane la stavano facendo impazzire…

Era anche per questo che Kaori -a insaputa del partner- aveva alzato la cornetta e aveva accettato quell’incarico che lui si era rifiutato di prendere solo perché a mettere l’ingaggio era stato un uomo…”Che ridicolaggine”…Questa volta avrebbe portato a termine l’incarico e lo avrebbe fatto da sola! Per allontanarsi da lui aveva anche bisogno di prendere indipendenza sul lavoro.

D’altronde era un lavoretto semplice e ben pagato, quindi perché non farlo?

 

Kaori osservò la sua immagine riflessa nello specchio…”Ce la farò… Farò tutto da sola!”…Pensò, cercando di incoraggiare se stessa. In fondo non doveva far altro che starsene in quella stanza e aspettare la mattina. L’incarico prevedeva di fingere di essere una donna -di cui non le erano stati specificati i dettagli perché catalogati come “segreti"- e rimanersene buona buona lì senza fare niente..."Niente di più facile"...L’uomo che l’aveva ingaggiata -e che l’aveva fatta travestire di tutto punto con un abito lussuoso e una parrucca bionda- gli aveva detto così, e -dopo averla prelevata con un’imponente limousine nera- l’aveva accompagnata nell’hotel in cui si trovava ora, precisandole di non muoversi per nulla al mondo dalla suite. E a lei non dispiaceva affatto! Era lì immersa nel comfort di una sfarzosa camera di Hotel, con un bagno completo di idromassaggio e sauna, e un servizio in camera disponibile solo per lei h24.
Che mai sarebbe mai potuto accadere?

Kaori fissò ancora una volta la sua immagine, lisciando il corpetto del bellissimo vestito in cui era avvolta.

Chissà se Ryo l’avrebbe trovata un pò bella vestita in quel modo…

Immediatamente scosse la testa colta di sorpresa da quel pensiero…”Basta, basta! Devo smetterla di pensare a lui!”…E inspirò cercando di calmarsi e dare un contegno ai pensieri sfuggiti al suo controllo per un’istante.

Guardò ancora nello specchio -questa volta fissando i capelli biondi che le scendevano sopra le spalle-…”Sono davvero belli”…Pensò accarezzandoli leggermente…”E se li facessi allungare?”… Prendendo in considerazione di porre fine al taglio a maschiaccio che sempre aveva portato. Ma una vocina nelle sue orecchie le sussurrò che qualcosa in quella parrucca bionda non si addiceva a lei…

 

                                                                                                     -…I capelli lunghi non sono pratici per
                                                                                                          persone che fanno il nostro lavoro… In una situazione
                                                                                                          di pericolo potrebbero afferrarli e tu potresti rischiare
                                                                                                          di morire.
                                                                                                          Sei una dilettante... Non fanno per te...

                                                                                                          E poi… Vuoi forse sembrare un travestito?…-

 

Le mani di Kaori si misero sopra le orecchie -tappandole-, mimando il gesto di non voler ascoltare…”Ancora lui! Basta!”…Non sapeva come, ma la personalità di Ryo aveva condizionato così tanto la sua vita al punto da farle sapere in anticipo in quale modo lui avrebbe risposto se lei gli avesse fatto una domanda del genere. Per colpa dei sentimenti che provava per lui era perennemente in bilico tra il margine e il burrone. Anche se avrebbe desiderato tantissimo un complimento da parte sua, sapeva per certo che non sarebbe mai arrivato… E si intristì…”Stupido Ryo”… Distolse definitivamente lo sguardo dallo specchio -e dalla sua immagine riflessa- e chiuse per un istante gli occhi…”E’ inutile starci a pensare. Ormai si è tardi. Mi farò un bagno caldo per allentare la tensione e rilassarmi”… Chissà… Magari -forse- sarebbe anche riuscita a dormire. Perché tra un pensiero e l’altro -che purtroppo avevano visto sempre Ryo al centro- Kaori si era resa conto che la sua autostima era scesa ancora di livello, sentendosi estremamente avvilita e demoralizzata. Basta, erano già le due passate, ed era ora di finirla di pensare a lui. Così decise di smettere di perdersi in quelle turbe che non portavano a niente di buono. Domani sarebbe stato un altro giorno e avrebbe elaborato -a mente lucida- un nuovo piano per riscattare la sua indipendenza da quei sentimenti che la distruggevano clamorosamente.

Dunque portò le mani dietro la schiena, tirando giù la zip del vestito…

 

<< Hai deciso di dare scandalo?…>> Kaori trasalì per un breve istante, impaurita da quella voce che si era fatta largo nel silenzio -e solitudine- di quella stanza. Le sembrò di avere ancora una volta un’orribile allucinazione <<…Se volevi fare uno spogliarello avresti potuto farlo anche a casa…>> Eppure no, non si trattava di un’allucinazione! Riflesso nello specchio -alle sue spalle- c’era Ryo seduto sull’immenso divano di raso color cremisi a gambe accavallate. Non si era minimamente accorta della sua presenza! Come aveva fatto a sedersi lì così silenziosamente e apparire così all'improvviso se un attimo prima non c'era?
Kaori si voltò bruscamente verso di lui, ricordandosi un pò troppo tardi -quando era già scivolato un pò- che il vestito non era allacciato <<…Non si fa così…>> Disse lui scuotendo il dito in un ravvivato segno di rimprovero <<…Devi toglierlo lentamente, altrimenti non c’è aspettativa >> Kaori arrossì violentemente, reggendo a stento il vestito all’altezza del petto. In un secondo -quello che ci aveva impiegato lei per girarsi- era sceso, lasciandole completamente le spalle e la schiena scoperte.

Rimase immobile dove si trovava. Ancora un respiro e sarebbe rimasta nuda di fronte ai suoi occhi << E-E tu che diavolo ci fai qui? Come hai fatto a entrare? >> Domandò arrossendo per il disagio.

<< Dettagli… >> Rispose lui ovvio, alzando la mano con tono placido, sistemando un braccio sulla spalliera del divano <<…Piuttosto, tu che ci fai qui >> Domandò poi con tono deciso.

Kaori rimase per un’istante a guardarlo negli occhi, intimorita dallo sguardo serio con cui Ryo la stava fissando. Se credeva di intimorirla solo perché non aveva chiesto il suo parere, si sbagliava << Sto lavorando, è evidente…>> Si fece coraggio e cercò di apparire forte e determinata. Lo sguardo di Ryo -quello di un professionista nettamente superiore a lei- le incuteva un certo timore.
Ma si era decisa a non voler soccombere. Perché per lei avrebbe anche significato "perdere" la sua lotta contro i suoi stessi sentimenti <<…Perché sei venuto? Non avevi detto che questo incarico non ti interessava? >> Disse lei tutta d’un fiato prendendo quanta più aria poteva. Pareva una mitraglia senza sicura! Il nervoso le stava giocando dei brutti scherzi, e oltre che a sentirsi completamente in difficoltà per il vestito -che reggeva su a forza-, non capiva come mai la presenza di Ryo -a cui era abituata- la stava agitando in quel modo… Esattamente come fosse un completo estraneo…

<< Infatti non mi interessa… >> Asserì lui con nonchalance, minimizzando la motivazione che l'aveva portato a gironzolare da quelle parti <<…Il fatto è che mi trovavo qui per caso e così sono venuto a dare un’occhiata >> Non lo aveva detto, eppure Kaori sapeva per certo che Ryo non si trovava lì solo perché aveva fatto una passeggiata per prendere una boccata d’aria… Lui aveva sicuramente avuto un appuntamento con qualcuna… Ed era sicura che se l’erano spassata alla grande.

Quella consapevolezza l’aveva non solo fatta ingelosire, ma l’aveva nuovamente ferita nel profondo.
E si sentì estremamente esausta << Va tutto bene…>> Disse con un filo di voce <<…Puoi anche andare ora >> E distolse lo sguardo.

Un immenso silenzio li divise per qualche secondo. Sul serio aveva esaurito tutte le forze per dire altro. Aveva subito l'ennesima sconfitta. Desiderava solamente che lui andasse via e la lasciasse in pace << Prima…>> Disse lui rompendo la quiete <<…Volevo vedere come continuava… >> Kaori alzò lo sguardo -crucciando le sopracciglia-.

Vide solamente lo sguardo di Ryo incastonarsi al centro della scollatura del vestito -all’altezza del seno- fissandolo intensamente…E allora capì… << Non c’è niente da vedere!…>> L’affermazione di Ryo oltre che metterla a disagio, pronunciata dalle sue labbra -quelle labbra su cui non avrebbe mai sfiorato nemmeno un bacio- stonava di brutto. Sì, era vero che lui approfittava per osservare i vellutati corpi femminili ogni volta che ce n’era la possibilità, ma questo non accadeva mai quando la cosa riguardava lei. Lei era l’unica che non gli interessava vedere nemmeno in pantaloncini…Figurarsi in mutande e reggiseno!
Per cui qual era lo scopo di “voler vedere?”…

                                                                                                      -…Santo cielo Kaori! Vuoi farmi diventare
                                                                                                            cieco?! Copriti subito!!…
-

Era sicura che avrebbe detto così. Non c'era altra spiegazione nel volerla provocare con quelle parole. Lui desiderava solo prenderla in giro facendole credere di voler vedere, solo per poi tirarsi indietro e sfotterla. Perché un’oscenità del genere -lui- non l’avrebbe mai voluta vedere sul serio <<…Ryo smetti di sfottere e levati dai piedi…>> Pronunciò acidamente <<…E’ tardi e mi voglio cambiare…>> Qualche attimo di pausa -giusto pochi secondi per concedergli il tempo di elaborare i fatti- e lo fissò dritto negli occhi, come a volergli mettere fretta. Ormai i piani per un bagno caldo erano sfumati, si era troppo innervosita. Con la sua presenza le era passata la voglia. Adesso -che le era entrato anche un forte mal di testa- voleva solamente andare a riposare.

Ciò che la bloccò -facendole capire che ci fosse qualcosa di estremamente strano in tutta quella situazione- fu lo sguardo di Ryo…Uno sguardo fermo -dritto nei suoi occhi- esattamente come se stesse aspettando qualcosa <<…Non hai capito?...>> Ripetè ancora <<...Mi devo cambiare >> Quasi scocciata.

Vide Ryo sistemarsi più comodo sul divano, mentre continuava a tenere saldo lo sguardo su di lei << Sì, ho capito >> Rispose lui placidamente con tono indifferente.

E ancora silenzio…

<< E dunque? >> Domandò Kaori crucciando le sopracciglia.

<< E dunque cosa? >> Rispose Ryo fingendo di non capire il "perché" di quella domanda.

<< Non te ne vai? >> Chiese lei perplessa.

<< Mmmh…No…Perché? >> Domandò lisciando il ginocchio della gamba accavallata -con fare estremamente tranquillo-.

<< Perché mi devo cambiare >> Spiegò lei ancora una volta, suggerendogli il fatto che si sarebbe dovuta spogliare.
Non sapeva perché in un contesto del genere lui -che teoricamente era la persona di troppo e avrebbe dovuto sentirsi in imbarazzo per l'inopportunità- era dannatamente a suo agio, e lei che invece si sarebbe dovuta sentire "calma" -perché sicura del fatto che era nel giusto- si sentiva inopportuna.

<< E allora? >>

<< E allora… M-mi devo…S-spogliare >> Kaori iniziò a balbettare nervosamente sotto un'espressione quieta del giovane.

Il solo pensiero di spogliarsi davanti lo sguardo attento di Ryo -la persona di cui era innamorata- le fece imporporare le gote di un rosso acceso. I battiti del suo cuore iniziarono a tamburellare così veloci da farle perdere quasi il fiato. Che cosa sarebbe successo una volta che lei si sarebbe spogliata?

Inghiottì a vuoto, sentendo la salivazione azzerarsi...

<< Credi che non sappia com’è fatto il corpo di una donna? >> E poi le arrivò tra capo e collo l'ennesima coltellata.

..."Già... Dimenticavo"...Era vero... Ryo era abituato a situazioni del genere. Per lui non era niente di nuovo. Ecco perché si sentiva così a suo agio. Lo sapeva, eppure sentirglielo pronunciare faceva un male insopportabile. Quella frase, quel “non sei niente di speciale” gelò il sangue di Kaori, facendole provare una forte stretta al petto.
Vestita o in intimo per lui non faceva la differenza, tanto aveva già visto -e avuto- di meglio.

E si sentì davvero insignificante, privata di ogni dignità, così banale e stupida che l’orgoglio -quel poco che le era rimasto- aveva iniziato a parlare per lei << Fa come vuoi… Resta seduto allora...E guardami mentre mi spoglio >> Perché a quel punto neanche a lei interessava se lui l'avesse vista svestita. Si sarebbe cambiata ugualmente e se ne sarebbe andata a letto. E dunque -senza pensarci oltre- fece scivolare il lungo vestito per terra, rimanendo solamente in slip e reggiseno…

Questa era la prima -e unica- volta che Kaori Makimura si spogliava di fronte a un uomo. L’aveva fatto per orgoglio, l’aveva fatto perché si era sentita piccola e sciocca… L’aveva fatto perché il suo cuore e la sua anima erano stati feriti profondamente…Nei sentimenti… Perché l’unico uomo che amava era anche l’unico che non la ricambiava…Ne era certa! Lui non avrebbe mai provato desiderio di fare l’amore con lei, nemmeno trovandosela in piedi -come lo era in quel momento- completamente spogliata…
…”Che tu sia dannato Ryo… Che tu sia dannato”…

E un groppo le si fermò in gola, facendole sentire solamente la voglia di piangere…

 

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Capitolo 2
*** Dietro Front ***




 

                                          



”Santo cielo che ho fatto!”

 

Il cuore di Kaori batteva all’impazzata immersa nel silenzio della stanza. Lo sentiva martellare così forte nelle orecchie, che credeva lo potesse sentire anche lui. Aveva realizzato -esattamente in quel preciso istante- che cosa stava facendo -ma soprattutto davanti a chi- e se ne era vergognata tremendamente, cercando in qualche modo di rimediare…”Oddio!”… Quello che l’aveva mandata in tilt -facendola sprofondare nel panico più totale- era stata la lineare calma con cui Ryo si era alzato e lentamente si era diretto verso di lei…”E adesso?”… Si sarebbe aspettata di tutto, la solita burla, il consueto coglionare di Ryo con le parole a sproposito…Tutto! Ma non questo…Lei non era preparata a una reazione del genere.

Immediatamente si accovacciò per recuperare il vestito che stupidamente aveva lasciato cadere credendo di “vincere” quel game…”Stupida, stupida, stupida Kaori!”… Come al solito si era lasciata trasportare dagli eventi e dall’impeto del suo dannato carattere, e si era messa in testa che quella era senz’altro la lezione più giusta da dare a Ryo -convintissima di far scappare il ragazzo a gambe levate-. 

Lezione che però le era ritornata indietro come un boomerang…Perché di fatto era lei che adesso si trovava mezza nuda -e in preda a una vergogna atroce- in cerca disperata di un nascondiglio che la riparasse dallo sguardo scrutatore di Ryo. 

Così afferrò frettolosamente l’abito e si tirò su in piedi…

 

A un passo da lei c’era già Ryo…

 

<< Non sai che è pericoloso provocare un uomo in questo modo? >> Con una serietà che quasi stentava a riconoscerlo, il giovane le si era avvicinato come a volerla intimidire, mettendola in guardia in maniera silenziosa che cose del genere nel mondo maschile avevano un solo significato e che -se messi difronte a una provocazione del genere- qualsiasi uomo sarebbe stato chiamato a rispondere.…”Ooops”… Troppo tardi. Effettivamente non è che avesse fatto una mossa propriamente “intelligente”. Lei si era basata solo sulle stupide affermazioni che Ryo da sempre le rivolgeva -ovvero di avere zero attrazione per lei- e per questo era sicura che lui avrebbe girato i tacchi e se ne sarebbe andato. Ma nulla di quello che aveva pensato era accaduto…

Ancora una volta i pensieri e le azioni di Ryo si erano riconfermati imprevedibili…

 

<< Quale uomo…>> Così di getto Kaori rispose la prima cosa che le passava per la testa, nel tentativo di minimizzare la situazione <<…Io vedo solo un animale qui >> Le labbra si erano mosse da sole in cerca di tirarsi fuori da quell’imbarazzo, provocando invece l’effetto opposto. Perché anziché allentarsi, l’atmosfera si era fatta ancora più tesa e il disagio più forte… Ma non certo per di Ryo!

 

Kaori l’aveva visto grattarsi la punta del naso, nascondendo lievemente quel mezzo sorriso compiaciuto che era apparso sulle sue labbra, come se lei gli avesse appena servito un match davvero imperdibile << Credevo lo sapessi già che vado per istinto come gli animali…>> E fece un attimo di pausa, dove lo vide fissare lo sguardo verso i suoi capelli <<…Quindi… Non vuoi giocare un pò con me? >> E riprese a guardarla, spostando con un dito una piccola ciocca sfuggita alla frangetta, sfiorandola quasi in maniera impercettibile.

Kaori arrossì vistosamente, sentendo una forte stretta allo stomaco. Cos’è che ci trovava di così affascinante in quell’affermazione? Avrebbe dovuto mollargli una sberla e mandarlo a quel paese per le allusioni pervertite che implicitamente le stava propinando. E invece continuava a starsene lì come un’ebete a osservare quante cose di Ryo le piacessero. Tutto di lui sapeva di un buono tremendo! I capelli scuri dall’aria selvaggia, gli occhi profondi e intensi…E il profumo… Quell'effluvio così intenso da strapparle via anche l'anima. Ryo non aveva mai messo colonie particolari o inebrianti. Il suo odore era sempre stato quello del lubrificante per bossoli e quello della polvere da sparo, eppure per lei era il più buono e attraente che ci fosse.

Rimase in silenzio contemplando quanto seducente fosse averlo così vicino a pochi centimetri da lei…”Chissà che sapore ha un suo bacio”…Gli occhi di Kaori si sbarrarono per la sorpresa. Che cavolo le veniva in mente?! Non andava! Doveva correre ai ripari o Ryo -abile lettore del pensiero- l'avrebbe scoperta.

 

<< I-io…>> Disse balbettando nervosamente, mentre faceva un passo indietro per prendere un pò di distanza <<…T-tu…>> Cercando di riprendere un controllo che palesemente le era sfuggito di mano <<…N-noi…>> Tentando di rimettere quella linea di confine che teoricamente avrebbe dovuto aiutarla a risalire. Loro non avevano quel tipo di rapporto da “giocare” insieme. Era tanto difficile dirlo? Perché sentiva la necessità di precisarlo? Ma soprattutto, perché continuava a pensare a quel bacio che avrebbe voluto? 

 

Lo vide dischiudere le labbra prendendo un brevissimo respiro << Noi… Cosa?…>> E gli rivolse quella domanda con una voce talmente calda -quasi fosse sospirata- da farle mancare il respiro. Sì, Kaori stava annegando nell’imbarazzo totale che provava. 

Il teatrino messo su da Ryo sembrava quasi mirato a volerla per forza mettere in difficoltà. Tutto quello che diceva Kaori per riportare le cose su un piano più controllato la facevano sprofondare sempre di più, e lui -che a quanto pare aveva tutto sotto controllo- si godeva la scena beato. 

Non ne era così sicura, ma sembrava quasi come provasse piacere nel vederla a disagio. Una cosa però era certa…

Ryo non stava facendo sul serio…

 

                                                                                                                                         -…Vuoi fare l’amore con me?

                                                                                                                                              Così diventerai la mia donna, no?…-

 

Le era tornata alla mente una frase del passato detta in un’occasione particolare -quando Silver Fox aveva minacciato di ucciderla a causa del fatto che credeva fosse la sua fidanzata-. In quell'occasione le aveva rifilato la frase più compromettente che avesse potuto dire, lasciandola inizialmente senza parole. Il cuore le era arrivato in gola in un attimo e aveva palpitato talmente forte da sentirne persino il rumore. 

Solo che la sua illusione di essere finalmente ricambiata era andata rapidamente in frantumi a causa di una smentita decisamente poco delicata del ragazzo...

 

                                                                                                                            -...Lo sai, no? Che sei l'unica donna che non me lo fa 

                                                                                                                                diventare duro...

                                                                                                                                Perciò non potremmo mai fare del sesso...-

                                                                                                               

Non c’erano più dubbi ormai! Ryo si stava prendendo gioco di lei! L’aveva fatto in passato e lo stava facendo ancora. 

Kaori si infastidì notevolmente << Non so cosa tu stia cercando di fare, ma sappi che non sei divertente >> E lo guardò dritto negli occhi, rimproverandolo severamente per quella burla davvero poco gentile. Questa volta non ci sarebbe cascata e non gliel'avrebbe fatta passare liscia...

 

Vide Ryo sospirare amorevole << Piccola Kaori... Non sai cosa sono i preliminari? >> Domandò mentre la fissava con sguardo comprensivo.

 

Per lui ogni cosa era ovvia, chiara ed esposta alla luce del sole, per Kaori invece tutto continuava a confondersi sempre di più. Era chiaro che viaggiassero su due lunghezze d'onda completamente diverse! Sì, perché Ryo capiva tutto al volo. Uno sguardo, un sospiro un pò diverso, quel particolare appena percettibile, e lui capiva. Mentre lei era dannatamente ottusa. Anche se la verità gliel'avessero sbattuta davanti la faccia non l'avrebbe vista comunque. E dunque, anche se lui usava una parola come "preliminari" -che a quanto pare avrebbe dovuto dirle "qualcosa"-, lei continuava a rimanere nell'ignoranza, perché non sapeva nemmeno che cosa fossero.

E per questo si sentiva una bambina piccola e sciocca << Che vuoi dire? >> Domandò crucciando le sopracciglia. Nei film qualche volta aveva sentito usare quella parola, ma non c’aveva prestato più di tanta attenzione. 

 

Ryo si schiarì la voce con fare molto controllato, come se stesse per insegnarle ancora una volta qualcosa di importante << E’ una premessa di qualcosa… >> Rispose spiegando <<…Diciamo che è una sorta di meccanismo di carburazione che serve per…>> 

 

                                                                                                                                                                  -…Toc…Toc…-

 

La frase di Ryo venne interrotta dal bussare alla porta.

Qualcuno si era presentato lì all’improvviso facendo arrestare di colpo la loro conversazione…”Meccanismo di che cosa?”… Solo che Kaori era stata talmente turbata dalla frase poco chiara di Ryo, che non era per niente interessata a sapere come mai qualcuno stava bussando alla porta a quell’ora. Voleva sapere! Le era parso come se lui le avesse voluto regalare benevolmente quella perla di saggezza che raramente si degnava di offrire, ed era per questo che l’interesse della giovane era totalmente rivolto a quello che lui stava dicendo…”Che significa? Di cosa stava parlando?”…Kaori afferrò la manica del giacchetto del ragazzo stringendola forte, intenzionata a richiamarne l’attenzione -che nel frattempo lui aveva deviato rivolgendola alla porta-…”Andato”… Le bastò guardarlo negli occhi -proprio mentre si voltava di nuovo verso di lei- per capire che il momento le era appena scivolato via dalle dita e che lui non lo avrebbe mai più ripreso…”Esattamente come le altre volte”…Non era mai facile strappare dalle labbra di Ryo un concetto che esprimesse i suoi pensieri. Lui era così… Sfuggente… Non si lasciava mai troppo andare alle emozioni -nemmeno quando si trattava di pericolo-. Lui ragionava sempre in modo freddo e calcolato, con la mente lucida e scevra da qualsiasi cosa la potesse annebbiare. Il suo modo di gestire le situazioni dimostrava il pieno controllo che lui ne aveva. 

Per questo motivo quando i momenti di “confessioni” -se così li voleva chiamare- venivano fuori, Kaori doveva coglierli al volo immediatamente -anche se fossero stati monosillabici- perché una volta passati, erano passati per sempre…

 

Lo sguardo limpido di Ryo rimase fisso nei suoi occhi per un brevissimo istante, prima di mutare e diventare serio e scuro. 

La sua espressione -quella guardinga che preannunciava un’imminente minaccia- gli era apparsa sul viso, facendole intuire che qualcosa stava per accadere. Non fece a tempo a domandargli niente che immediatamente lui le appoggiò una mano sulla bocca, facendole segno di rimanere in silenzio…

 

                                                                                                                                                   << Signorina Makimura?…>> 

 

La voce dietro la porta era quella dell’uomo che l’aveva ingaggiata per l’incarico. Non c’era nessun pericolo, nessuna imminente minaccia, quello era il cliente. Se anche avesse risposto non sarebbe accaduto nulla…”Nulla?”… Eppure rimase ferma e immobile sotto la delicata presa che il ragazzo aveva usato per farla stare zitta. Conosceva bene Ryo, e sapeva che lui non faceva mai niente senza una reale motivazione.

C’era senz’altro qualcosa che non andava…

 

                                                                                                                                                 <<…Svelta apra la porta! >>

 

La voce allarmata dell’uomo nel corridoio le intimò di aprire, esattamente come se si trattasse di vita o di morte. Fu proprio in quell’istante che Ryo l’afferrò per il polso << Svelta, dobbiamo andare >> Sotto voce lui pronunciò quella frase che di rassicurante aveva ben poco e la tirò dietro a se. Dove dovevano andare? Ma soprattutto, perché Ryo aveva quell’espressione diffidente? 

 

Si diressero velocemente verso la porta a vetri che dava sull’immenso balcone, e uscirono fuori. 

Di fronte a loro si trovava un’impalcatura scorrevole, quella che veniva usata solitamente per pulire le vetrate di palazzi altissimi…”Ma che cosa?”…. Vide Ryo scavalcare senza esitazione il balcone, saltando sopra la piccola struttura.

Adesso capiva come lui era riuscito a entrare in camera senza dare nell’occhio…

 

<< Forza vieni >> Disse allungando una mano verso di lei.

 

Kaori inghiottì a vuoto, spaventata da quei pochi centimetri che dividevano il balcone dal carrello sospeso nel vuoto << A-aspetta Ryo… Non vorrai che…>> Kaori temporeggiò per qualche istante. Le cose che la turbavano -oltre al fatto di dover fuggire da un’ipotetico “pericolo”- erano: 1) Che soffriva terribilmente di vertigini; 2) Si trovava ancora in slip e reggiseno…

E lo guardò angosciata. Come poteva anche solo pensare di andare a giro in quel modo? 

 

<< Non c’è tempo! Vieni!…>> Ryo allungò una mano e la prese, trascinandola sul ponteggio -quasi come avesse intuito le sue paure e avesse voluto abbatterle senza nessun altro indugio-. Era sicura che di lì a poco sarebbero precipitati…”Oddio!”… La mano di Ryo -quella dietro la schiena- la teneva con fermezza, come a volerle trasmettere sicurezza, e Kaori immediatamente si aggrappò con tutte le forze che aveva al cavo di acciaio che li sosteneva nel vuoto sopra il trabiccolo pericolante…”Che razza di situazione”… Nel frattempo dall’interno della camera provenivano dei forti colpi, come se la persona dall’altro lato avesse smesso di bussare e avesse iniziato a cercare di sfondare la porta per fare irruzione.

 

Ryo premette il pulsante verde senza esitazione e iniziarono la discesa…

 

Dio se aveva paura! Sentiva la forza del vento a quell’altezza far oscillare paurosamente l’impalcatura, facendole provare la brutta sensazione di perdere l’equilibrio e cadere giù. Le nocche delle dita erano ormai diventate pallide a causa della stretta serrata con cui lei si teneva forte al bordo in ferro del ponteggio, e nella sua testa aleggiava il niente più assoluto. Era arrivata la sua ora?… Non riusciva a pensare a nient’altro. La pelle delle braccia e delle gambe si incresparono per i brividi di freddo…”Accidenti a te Ryo!”… E mentalmente lo maledisse. In quel momento lo stava odiando mortalmente per averla trascinata a quell’altezza a morire -o di freddo o di caduta- << Che sta succedendo Ryo? Cos’è tutta questa storia? >> Domandò lei battendo forte i denti. Ormai il freddo aveva penetrato il suo corpo fino al midollo, facendola rannicchiare ancora di più su se stessa. 

 

Lo sguardo del ragazzo -che fino a quel momento era stato concentrato a tenere d’occhio il balcone da dove erano fuggiti- si posò su di lei guardandola interamente, come se si fosse ricordato proprio in quell'istante di aver tralasciato un particolare rilevante << Scusami >> Semplicemente si scusò non aggiungendo altro. Solo si tolse il giacchetto che aveva addosso e glielo mise sulle spalle, facendo morire in gola le parole di Kaori. Sul serio non se lo aspettava… E il cuore riprese a palpitare più forte di prima…”Stupida Kaori”… Imprecò contro se stessa per essere così debole di fronte a lui e non riuscire a controllare i suoi sentimenti come avrebbe voluto. In questa cosa assomigliare a Ryo -che era sempre impassibile e distaccato- sarebbe stato decisamente vantaggioso. Perché per lei era davvero molto difficile non fare caso a certi dettagli -come ad esempio la stramaledetta mano che lui continuava a tenere appoggiata, insieme al giacchetto, sulla sua schiena-.

Più voleva ignorarla e più quell’impronta si evidenziava sulla sua pelle quasi come iniziasse a diventare sempre più calda e delineata. Anche attraverso l’indumento poteva percepire quanto accogliente e premurosa fosse.

Kaori alzò gli occhi al cielo in cerca di qualcosa che potesse salvarla da quel tormento. Perché più Ryo le stava vicino e si dimostrava premuroso e più sentiva rafforzarsi quello che provava per lui…”Maledizione no!”… Un lieve groppo alla gola le fece pizzicare il naso.

Quella consapevolezza di una nuova sconfitta l’aveva fatta sentire delusa di se stessa. Dopo tutto l’impegno che ci aveva messo per prendere le distanze da lui era ritornata al punto di partenza. Un “dietro front” clamoroso con i sentimenti che le era costato l’indipendenza che tanto aveva cercato.  Sarebbe mai riuscita a liberarsi di quello che provava o ne sarebbe rimasta prigioniera per sempre?…”Ryo ti prego, aiutami a disfarmi di questi sentimenti”…E chiuse forte gli occhi, come a voler concentrare tutte le sue forze per scacciarlo via dal suo cuore. 

 

Proprio in quell'istante -quando forse una lacrima aveva deciso di fare capolino dai suoi occhi lucidi- il ponteggio toccò terra e lei sospirò sollevata per quell'aiuto arrivato in modo così provvidenziale << Coraggio, andiamo >> Ryo tolse la mano che era appoggiata sulla sua schiena e balzò giù dal ponteggio -e lei ringraziò il cielo per averle risparmiato la vergognosa situazione di piangere a dirotto di fronte a lui senza poter dare la benché minima spiegazione-. 

 

Lo vide allungare una mano verso di lei, come a proporsi di volerla aiutare a scendere da lì << Stai scherzando spero! >> E la scacciò via. Kaori non aveva bisogno di tutta quella gentilezza. Tutte quelle attenzioni la facevano solamente stare peggio. Doveva in qualche modo reagire se non voleva soccombere! E l’unico modo che le venne in mente per non essere assuefatta -soprattutto dal momento che quella sera si sentiva così fragile- era di dimostrarsi ostile nei suoi confronti. Più lo avrebbe odiato e meno lo avrebbe amato…

 

Così scavalcò da sola la transenna del ponteggio e scese.

 

Senza perdere troppo tempo Ryo le fece cenno di seguirlo e si infilarono in un vicolo poco distante da dove si trovavano. Lì parcheggiata a due passi da loro c’era la mini rossa dell’uomo. Era ovvio… Ryo non era apparso lì nella stanza solo per caso, lui aveva progettato quella fuga nei minimi dettagli. Ma perché?

 

Rapidamente salirono in macchina e lui -ingranando la prima- partì velocemente. I lampioni color arancio sfrecciavano fuori dal finestrino veloci e sfumati, e lei -immersa nel silenzio che aleggiava nell'abitacolo- si soffermò a osservare i lineamenti attraenti del ragazzo.

In tutto quel trambusto il cuore di Kaori non aveva smesso per un istante di battere e -in preda ai propri sentimenti- gli occhi le si posarono sulla mano che Ryo teneva appoggiata alla leva del cambio, pensando a quanto in realtà la desiderasse prendere per sentire ancora una volta il suo calore sulla pelle …”Ryo…Come faccio a estirparti dal mio cuore se siamo sempre insieme?”… Kaori strinse forte le mani appoggiandole sopra le ginocchia, pensando che forse sparire da qualche parte lontano non sarebbe stata una cattiva idea. Forse la lontananza l'avrebbe aiutata. Ma come faceva? Era davvero troppo difficile allontanarsi da lui… Dannatamente doloroso… E forse neanche ne avrebbe avuto il coraggio…

 

<< Tieniti forte Kaori, abbiamo compagnia…>> Improvvisamente l’affermazione a voce alta di Ryo la fece trasalire riportandola alla realtà.

E in men che non si dica sentì la macchina accelerare. Chi erano? Perché li stavano inseguendo? Ma soprattutto che cosa volevano? 

Con una deviazione brusca Ryo prese lo svincolo sulla destra, dirigendosi verso i moli abbandonati <<…Portiamoli fuori città altrimenti combineranno un casino >> Kaori si voltò a guardare verso gli inseguitori, notando che alle costole avevano tre Jeep blindate di colore scuro.

Non poteva dirlo con sicurezza, ma sembravano essere dei professionisti…

 

<< Ryo ma che sta succedendo?! >> Per l’ennesima volta gli rivolse quella domanda con il respiro spezzato dall’inquietudine. 

Il ragazzo continuava a tacere riguardo a tutta quella situazione, facendo aumentare sempre di più la preoccupazione della giovane.

 

<< Piccolo equivoco Kaori…>> Rispose sintetico lui. Con una sterzata decisa al volante Ryo fece girare la macchina su se stessa in un abile testa coda, ritrovandosi faccia a faccia con gli inseguitori. Puntò la magnum in direzione di quest’ultimi e fece fuoco senza esitazione. Tre colpi netti di pistola -precisi e puliti- e vide le Jeep volare fuori strada… Poi senza perdere neanche un secondo vide Ryo schiacciare il pedale dell’acceleratore e ripartire, allontanandosi in un battibaleno dalla scena dell’incidente. Sulla strada che costeggiava il molo iniziarono a sentire delle sirene di polizia  in lontananza <<…L’incarico che hai accettato… C’era qualcosa di losco dietro…>> Poi riprese a parlare <<… Quelli che ti hanno ingaggiata facevano parte di un'organizzazione criminale Russa e stavano proteggendo una donna Asiatica di nome Kim, una leader di un'importante clan mafioso. C’era un grosso affare di mezzo e avevano bisogno di una copertura per far sparire le tracce di quella donna così che potessero nascondere i loro sporchi affari. E qui sei arrivata tu… Ti hanno fatta travestire in modo che potessi sembrare la donna in questione, così da attirare l’attenzione delle società mafiose rivali e fare da esca. Il che ha funzionato, visto i signori che ci inseguivano...>> Disse lui facendo un mezzo sorriso mentre dava ancora un'occhiata  allo specchietto retrovisore <<... Tutto era calcolato. Tu eri solo una pedina sacrificabile >> Ryo concluse la spiegazione aprendo il finestrino. Mise una sigaretta in bocca e l'accese.

 

Kaori deglutì a vuoto mentre sentiva il sudore ghiacciarle il pallido viso << E-e tu come facevi a sapere tutto questo? >> 

 

Lo vide tirare su una boccata di fumo << Saeko…>> Disse poi buttandolo fuori in un sospiro <<…Sa sempre un sacco di cose quella >> E lo vide sorridere, come se fosse soddisfatto dell'affidabilità del suo informatore.

 

<< E tu? Come facevi a sapere che avevo accettato quell’incarico? >> In tanto Kaori sentiva lo stomaco contorcersi per il fastidio. Ryo sapeva sempre tutto! E ancora una volta il nome di Saeko era uscito dalla sua bocca -a dimostrazione del fatto che quei due continuavano a incontrarsi segretamente per scambiarsi informazioni-. Le dava fastidio! Le dava un immenso fastidio.

 

<< Piccola Kaori, non sai che sono City Hunter?... >> Domandò Ryo sorridendo appena <<... So sempre tutto e ho tutto sotto controllo…>> E appoggiò una mano sulla sua testa <<…Non ci pensare più. Saeko sistemerà il resto >> Kaori arrossì sotto la carezza affettuosa che lui le stava facendo -come fosse una bambina- ma non per la vergogna, bensì per il fastidio..."Saeko, Saeko e ancora Saeko"... Era stata ancora una volta ingenua. Ryo si fidava ciecamente della giovane poliziotta più che di lei! Loro erano due professionisti e sapevano collaborare bene tra loro.

Kaori invece era l'eterna dilettante che non ne combinava mai una giusta -compreso lo scegliere e accettare un ingaggio da un cliente-.

Forse era per questo che Ryo si era rifiutato di accettarlo? Aveva intuito da subito che qualcosa non tornava? Era ovvio... A confronto con Saeko lei non valeva niente. In tutto quel trambusto -dove lei ignara aveva rischiato ancora una volta la sua vita e anche quella di Ryo- si domandava se era una degna compagna per lui o una palla al piede? 

 

Guardò Ryo che sereno continuava a guidare fumandosi la sua amata sigaretta. Sempre più volte Kaori commetteva errori che mettevano a repentaglio le loro vite. Prima o poi il tempo della fortuna sarebbe finito e presto o tardi si sarebbero dovuti scontrare con la triste realtà, ovvero che Ryo non era invincibile. La sua inesperienza avrebbe portato al capolinea la vita di uno dei due -se non quella di entrambi-.

Era arrivato il momento che Kaori si decidesse e prendesse quel coraggio che non aveva mai avuto nella sua vita.

Quel coraggio che l'avrebbe resa meno egoista...

 

                                                                                                                                               -…Se vuoi puoi venire a vivere da me…

                                                                                                                                                    Vieni quando vuoi…

 

                                                                                                                                                    Vieni in America da me sorellina…-

 

 

 

 

 

NOTE CONCLUSIVE: Rieccomi fra voi mie care lettrici! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. ^w^

Questa volta c'ho messo dentro un pò di azione mischiata ai sentimenti di Kaori per far sì che la storia non diventi troppo smielata. Spero che la lettura sia stata scorrevole e comprensibile. Ci ho messo davvero tutto il mio impegno per poter descrivere al meglio l'ambiente circostante visto attraverso gli occhi della nostra amata beniamina. Insomma, spero di non essere stata troppo banale e di avervi regalato momenti di suspense e batticuore. Anche in questo capitolo ho voluto aggiungere qualche riferimento alla storia originale per agevolarmi nella spiegazione di "come mai" Kaori non riesca a capire che Ryo faccia sul serio. 

Altra cosa che ci tenevo a precisare... Ryo è Ryo, gli piace Kaori, gli piace stuzzicarla e provocarla. Gli piace giocare con lei lanciandogli frasi ambigue... Tutto per il gusto di avere dei preliminari stimolanti (e non si parla solo di massaggi e coccole)... Magari in un altro capitolo potrei approfondire questa cosa, ma ancora non so, perché per adesso la storia sta prendendo vita da sola...Chissà. Comunque vedremo... 

 

Un'ultima cosa (ma non meno importante)... Vorrei ringraziare tutte le carinissime lettrici che mi hanno dedicato cinque minuti del loro tempo e mi hanno lasciato una recensione. Tutte sono state molto gradite e incoraggianti e per questo dedico uno speciale ringraziamento a: Bettxyz812, Stekao, Tinettichan, Alice21MaryFangirlSfenoideMaryanne1990Kalandra e Valeria78 ... Grazie, grazie, grazie di cuore!

Grazie anche a tutte coloro che sono passate anche solo a leggere, a chi aggiunto la storia tra le "preferite" e "seguite". ^w^

 

A presto...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Cuore Di Uno Sweeper ***


                                                 




                                                                                                    -…”Vediamoci al cat’s eye tra un’ora. 
                                                                                                           Ho delle informazioni importanti per te”…-

 


Quella era una mattina come tante altre per Ryo Saeba. Lui che non aveva dormito un granché la notte, la chiamata di Saeko, e il ritrovarsi per strada a camminare svogliatamente mentre un enorme sbadiglio gli riempiva la bocca. Tutto sommato niente di diverso. Eppure Ryo si era accorto che qualcosa di strano svolazzava silente nell’aria. Non sapeva bene come spiegarlo, se lo sentiva e basta…


                                                                                                                         -…Il pranzo è nel frigo. Non mi
                                                                                                                          aspettare…-

 

Anche la stranezza di Kaori lo convinceva poco.

Lei come al solito lo era andato a svegliare, gli aveva preparato la colazione, ed era uscita per le abituali commissioni giornaliere.

Solo che in tutto ciò lo aveva degnato appena di uno sguardo -o due al massimo-, gli aveva detto di non aspettarla per pranzo -cosa che in genere era lui a fare- e non si era arrabbiata come ogni mattina per la sua pigra voglia di alzarsi. Non lo aveva fatto nemmeno quando a telefonare era stata la bella poliziotta…”Chissà che diavolo le prende”… Insomma, l’aveva vista più pensierosa del solito, come se ci fosse qualcosa a turbarla.

Ryo si perse ancora in un immenso sbadiglio che questa volta gli fece lacrimare gli occhi…”Possibile che..”…Poi si grattò svogliatamente la nuca, immensamente confuso da quel modo di fare così sospetto…”Che sia per le cose che ho detto ieri sera?”… Un atroce sospetto iniziò a serpeggiare nella mente dello Sweeper.

Sì, forse non si era comportato poi tanto bene. Aveva straparlato tutto il tempo di cose -ehm- un po’ discutibili, e l’aveva fatto con una naturalezza davvero perfida. Che poi non è che lo aveva fatto apposta a metterla in imbarazzo -intendiamoci-, gli era venuto così e basta, forse causato principalmente dal fatto di non saper esprimere in modo adeguato i propri sentimenti. Perché dirle “Hey Kaori, lo sai che un po’ ti amo?” “Lo sai che vorrei anche fare l’amore con te?”, non è che fossero il massimo del romanticismo. Sicuramente quelle frasi le sarebbero piombate addosso come una picconata in testa, e tra l’altro, neanche era sicuro che fosse giusto dirgliele. C’erano tante di quelle cose nel mezzo -troppe a dire la verità- che lo bloccavano eternamente sulla giostra dell’indecisione. Quindi come poteva anche solo lontanamente pensare di dirle quello che provava così a cuor leggero?…”Impensabile!”…La risposta era ovvia. Ryo ci avrebbe pensato bene prima di incastrarla in una relazione così complicata.

Ovviamente era più facile a dirsi che a farsi…

Perché il suo problema nasceva quando capitavano “imprevisti” -come quello della sera precedente- che non si aspettava, e che gli avevano fatto andare la ragione a quel paese. Proprio così! Lui si era ritrovato a fronteggiare qualcosa per cui non era preparato, qualcosa che lo aveva mandato in tilt. Lui, che aveva tutto -sempre- sotto controllo, aveva scazzato di brutto…

”Maledizione”… Di solito non si faceva prendere la mano da certi dettagli femminili -o quasi-, solo che di fronte si era ritrovato una versione di Kaori piuttosto diversa dal solito -una che andava fuori dalla sua immaginazione- e si era mosso quasi senza pensare, spinto dall’unico e pressante desiderio di voler rispondere a quella provocazione implicita che lei gli aveva lanciato -e che l’aveva portato al limite della sopportazione-.

Per troppi anni aveva tenuto soffocato i suoi sentimenti e in quell’occasione erano venuti fuori prepotentemente…

                                                                                                          -…Fa come vuoi… Resta seduto allora…
                                                                                                               E guardami mentre mi spoglio…-

 

Santo cielo! Se solo ci ripensava impazziva!

Kaori non lo sapeva, non si era resa conto di quello che gli aveva fatto! Era andato lì con la preoccupazione di tirarla fuori da quel guaio il più presto possibile, e se l’era ritrovata mezza nuda davanti agli occhi facendogli incollare il posteriore sul divano.

Un mix di emozioni devastanti che per il suo piccolo cuoricino di Sweeper erano state letali…”I miei complimenti Kaori”… Doveva proprio farlo! Doveva congratularsi con lei per quella mossa che gli era costata sia la concentrazione che la ragione, facendogli scordare che prelevarla da quel posto doveva essere una cosa rapida…”Si, rapido una seppia!”… Certo! Veloce lo era stato! Ma ad alzarsi dalla poltrona per scivolare verso di lei! 

Con che fantasticheria poi? Ah sì, con l’immagine della sua sinuosa figura spalmata sul letto e sotto di lui…”Bravo Ryo! Proprio bravo!”… Alla fine dei conti il pensiero andava sempre lì. E non è che lo avrebbe fatto per davvero, intendiamoci. Era ovvio che Ryo non se la sarebbe portata a letto per davvero -e soprattutto in quelle circostanze di “emergenza”-. No, lui si voleva egoisticamente regalare un piccolo preludio di preliminari, un flirt provocatorio, un “giocare” che gli avrebbe causato quella piacevole sensazione di formicolio interiore -e lo avrebbe fatto stare dannatamente bene-. Perché giocare era la sola ricompensa per quel “guardare ma non toccare” che ormai era diventato l’unico e frustrante motto della sua relazione con lei.

Poi l’immaginazione lo avrebbe aiutato…

Ma questa volta aveva davvero esagerato e Kaori ne era rimasta evidentemente più turbata del solito. E dire che di situazioni simili ne avevano affrontate un bel pò! Ma era chiaro che a quel punto lei aveva raggiunto il limite massimo di sopportazione -esattamente come lui-…

                                                                                                                 -…Sai bene che prima o poi dovrai
                                                                                                                      Prendere una decisione definitiva…

                                                                                                                      Non potete rimanere in questo
                                                                                                                      Circolo vizioso per sempre…-


Ryo si scompigliò ferocemente i capelli in preda a uno sconvolgimento ormonale interiore, ricordando le parole di Mick. L’amico aveva ragione, lui e Kaori non sarebbero potuti rimanere in quella situazione ambigua per l’eternità. Ma che poteva fare? Non era proprio capace di decidere quale fosse la linea giusta su cui procedere. Perché se da una parte c’era il sentimento che lo spingeva continuamente a farsi avanti, dall’altra c’era la ragione a frenarlo, che gli ricordava di stare attento alle conseguenze. Perché nel mondo in cui viveva lui avere una famiglia era dannatamente pericoloso.

E allora che fare? A chi dare retta? Non era forse lui un esperto tiratore in grado di affrontare chiunque? Perché doveva avere paura di non essere in grado di proteggerla? Non era anche adesso in pericolo costante essendo sua socia?
Mille domande iniziarono a frullare nella sua testa confondendolo ancora di più...

<< A che stai pensando con quella faccia da idiota? >> Improvvisamente Ryo trasalì, ritornando alla realtà.
Era arrivato al Cat’s eye in un attimo -in balia dei proprio pensieri-, e si era messo lì impalato come uno stoccafisso a fissare il nulla, completamente assorto dalle sue turbe. Come aveva fatto a non rendersene conto?
Alzò lo sguardo e di fronte a lui -con i classici occhiali da sole nero e la pelata lucida come uno specchio- si trovava Umibozu che lo fissava con aria stranita -e un pizzico di curiosità-.

Ryo si ricompose prontamente, riprendendo la sua solita espressione da buontempone << Dunque stavi mentendo >> Asserì  con un pizzico di malizia.

Vide l’espressione di Umi crucciarsi, non capendo esattamente perché gli stesse rivolgendo quelle parole << Che vuoi dire? >> Domandò quello candidamente, con una punta di diffidenza…”E’ fatta!”… L'ego di Ryo trillò gioioso, arcuando un sopracciglio mentre osservava maligno lo spiraglio di ingenuità dell’omone.

Dunque sorrise malvagiamente dentro di se, preparandosi mentalmente a una nuova lotta di nervi che avrebbe portato allo sfinimento il grande mercenario << Voglio dire che… >> E prese un profondo respiro a pieni polmoni << Tutta la storia che non ci vedi è palesemente una finzione! Anche se ero in silenzio hai capito che ero io. E’ chiaro! Ti stai coprendo dietro la scusa della cecità per arrivare ai tuoi loschi scopi!…>> Disse tutto d’un fiato puntandogli il dito contro <<…Miki deve sapere la verità! Deve sapere che razza di uomo ha vicino! Io Ryo Saeba la salverò dalle tue sporche spire e le concederò una notte di vero amore con il sottoscritto!…>> E corse a perdifiato vero l’entrata del locale, fermandosi qualche passo prima di entrare. Si girò nuovamente verso il gigante e chiamò a squarcia gola il nome della donna mettendo le mani ai lati della bocca in funzione di “megafono” <<…Mikiiiiiiii!!!! >>  E fece un attimo di pausa in cui continuò a studiare l’uomo -che nel frattempo era rimasto fermo immobile, quasi come fosse congelato…”Tre… Due… Uno”

<< CO-COSA?!…>> E lo vide esplodere dalla rabbia <<… Vieni qua dannato mandrillo che ti sistemo io! >> Umibozu allungò la manona verso di lui per acciuffarlo, ma Ryo con uno scatto fulmineo schivò velocemente l'agguato.

<< Non mi prendi! Non mi prendi! Sei lento come un polipo!…>> E rise a squarciagola, schernendo il più grande -che reputò essere sull’orlo di una crisi esistenziale- <<<…Sono il numero uno della velocità! >> Esclamò divertito alzando il naso verso il cielo mentre elogiava i suoi stessi pregi.

In men che non si dica e alla velocità della luce il panetto azzurro -quello con cui Umibozu stava facendo i vetri- gli si schiantò sul viso con una forza disumana zittendolo in modo feroce << Prima o poi ti farò fuori Ryo, te lo prometto! >> E sbuffante lo superò -recuperando lo straccio caduto per terra- entrando nel negozio prima di lui.

”Bene così”…Ryo sorrise amorevolmente. Ancora una volta ce l’aveva fatta e aveva creato il diversivo giusto per distrarre l’attenzione concentrata su di lui. Ormai quella era una tattica vincente e ben collaudata che lo aiutava a venire fuori da qualsiasi conversazione scomoda che poteva mettere a nudo le sue debolezze. Lui non riusciva così facilmente ad aprirsi, si sentiva a disagio nel farlo, e per questo doveva necessariamente trovare una via di fuga. E cosa usare se non l’ironia mischiata al buon vecchio e sano sarcasmo? Insieme funzionavano sempre!

Ryo scosse i vestiti dalla polvere e -visto lo scampato pericolo- infilò le mani nelle tasche del giacchetto, varcando anche lui la soglia del caffè. Un sorriso sornione gli si stampò sulle labbra vedendo il grosso pelato voltarsi dall’altro lato offeso. Forse -ma solo forse- gli sembrò che prendere in giro quel gigante -e in quel modo- fosse dannatamente divertente.

Sorrise dannatamente divertito di fronte a quella visione così appagante, poi spostò lo sguardo e vide Miki -che asciugava alcune stoviglie- lanciare uno sguardo incuriosita a entrambi << Per cosa avete litigato stavolta? >> Disse rivolgendo lo sguardo prima a Umibozu e poi a lui.

<< Ah solita storia Miki…>> Rispose Ryo alzando una mano minimizzando l'importanza del fatto, mettendosi poi successivamente a sedere su uno degli sgabelli <<… E’ sempre troppo permaloso. Non capisce mai quando scherzo >> Aggiunse, dedicando un’occhiata furba verso l’amico -o quasi-, che con nonchalance aveva iniziato ad armeggiare con le tazzine lì vicino al lavello…”Meraviglioso!”… Ryo trattenne una risata a pieni polmoni, osservando il colosso trattenersi ancora una volta per la rabbia -mentre un innocente piattino si frantumava tra le sue mani-. Quando si trattava di Miki non c’era “ma” che teneva.
Umi voleva sempre passare bene di fronte agli occhi della sua bella, anche se le accuse erano prive di fondamento e anche se sapeva che Miki non ci avrebbe mai creduto.

Tutto il contrario di quello che invece faceva Ryo, che -ostinatamente- riconfermava di fronte agli occhi di Kaori la sua brutta condotta da immorale…”Andiamo bene”

 

<< Saeba ma dov’è Kaori? Non è con te stamani? >> Miki gli porse una tazza di caffè, facendo venire un tuffo al cuore di Ryo.
I suoi pensieri immediatamente ritornarono al problema centrale che quella mattina puntava sempre sullo stesso tasto dolente.

Inghiottì a vuoto, cercando di fare finta di niente << Doveva fare alcuni suoi giri…>> Rispose sintetico con tono menefreghista <<…Non so di preciso cosa doveva fare >> E diede un sorso al caffè, chiudendo l’argomento…”Bugia”…Ryo in realtà sapeva sempre dove era Kaori e perché. Solo che sapeva benissimo che la mancata presenza della giovane dava nell’occhio e destava qualche sospetto. Perché se non era lì insieme a lui significava che c’era stato un problema fra loro…

Vide Miki lanciargli uno sguardo malizioso mentre lo studiava attentamente, contemplando il malfido silenzio in cui lui si era rintanato. E gli si avvicinò curiosa << Per caso… Avete litigato di nuovo? >> Domandò con occhi malandrini, come se quei battibecchi continui fossero una prova tangibile della profonda relazione che li legava.

Ryo sentì la gola seccarsi in una brevissima frazione di secondo…”E adesso?”…E buttò giù sentendola raschiare.
Un colpo di tosse, uno schiarimento di voce, ed eccolo lì, nuovamente coinvolto in una conversazione scomoda.
Ma come poteva tirarsene fuori adesso? Se faceva lo scemo con Miki era sicuro che Umi lo avrebbe disintegrato! Quindi che fare?Non poteva certo raccontare dell’assurdo comportamento con cui aveva deciso di relazionarsi con Kaori! Roba troppo privata e intima da poter essere rivelata così liberamente -e poi si vergognava anche-, inoltre la questione era ancora in sospeso. Una parola di troppo avrebbe potuto far degenerare ulteriormente la situazione.

La porta del locale si aprì nuovamente, smorzando -grazie al cielo- l’insistente curiosità  di Miki. Di fatti il tintinnio del campanello all’entrata -che avvertiva dell’ingresso di qualcuno lì dentro- aveva distratto la sua persecutrice << Buongiorno a tutti! >> Salutò Saeko entrando. Con passo felpato e al suono delle scarpe con il tacco rosso, vide la donna avvicinarsi sinuosamente a lui.

Ottimo escamotage! Ryo non se lo fece ripetere due volte e colse l'occasione che gli si era presentata per cambiare velocemente argomento, e si girò verso la poliziotta << Lo scherzetto di ieri sera ti costerà caro questa volta, mia cara Saeko >> Disse lui allestendo un intrigante sorrisetto sotto i baffi.

<< Non ti ho ingaggiato io, hai fatto tutto da solo… E comunque non abbiamo tempo >> E la vide lanciare un inserto giallo -contente dei documenti- sul bancone, prima di prendere posto sullo sgabello accanto a lui.

Ryo fissò la busta dubbioso << Che succede? >> Domandò curioso. Il caso della sera prima si era già concluso, in ballo non aveva altre "risse" con nessuno, quindi che cosa bolliva in pentola questa volta?

<< Niente di buono purtroppo…>> Rispose lei scostando una ciocca di capelli cadutagli davanti agli occhi <<…La soffiata di ieri sera era solo la punta dell’iceberg….>> E iniziò ad aprire i documenti accuratamente sigillati <<…C’è stata una fuga di notizie all’interno della cosca mafiosa e siamo riusciti a risalire a una foto della donna misteriosa che viene protetta con cura. Ricordi Ryo no? >> Domandò guardandolo seriamente.

Se lo ricordava eccome! In mezzo c'era entrata persino Kaori con quello stupido incarico << Ovvio direi >> Rispose sintetico. E si avvicinò un pò di più a Saeko, sistemandosi un po' più comodo sulla sedia, cercando di sbirciare in mezzo ai fogli.

<< Beh, quella donna è un pezzo davvero grosso…>> Asserì risoluta Saeko<<…Lei gestisce personalmente tutti i traffici illeciti qui in Giappone e fa affari con gli esponenti più importanti. Tutti si rivolgono a lei per avere un pò di droga. E’ per così dire intoccabile… Solo che di recente si è rifiutata di fare affari con lui…>> E tirò fuori dalla busta gialla una foto che ritraeva un uomo dai lunghi capelli scuri -raccolti in un codino- in giacca e cravatta nero <<…Lui è Shinji Sato, è l’Oyabun della Yakuza…>>

<< Il capo in assoluto >> Intervenne Umibozu.

<< Già…>> Asserì Saeko <<…Questo signore ha cercato di fare affari con la nostra donna in questione, ma lei si è rifiutata per qualche oscura ragione. Un nostro informatore ci ha detto che Sato è fuori di se per questo affronto, e adesso le sta alle calcagna perché vuole farla fuori >>

Ryo fissò l’immagine con indifferenza, tamburellando un dito sulla faccia del mafioso << Tutto molto interessante Saeko…>> Disse svogliatamente con il viso appoggiato su una mano <<…Ma perché dovrebbe interessarmi? >> Domandò impassibile. Era sicuro che Saeko volesse incastrarlo ancora con un incarico fastidioso. Quelli dalla Yakuza erano solo palle al piede, una perdita di tempo per cui non c’avrebbe voluto avere a che fare tanto volentieri, e lì si parlava non di uno, ma due cosche mafiose.

Se poteva evitarlo, lo avrebbe fatto.

<< Adesso arriva la parte più preoccupante di tutta questa faccenda…>> E tirò fuori -ancora- una foto <<…Questa è la donna a cui Sato vuol fare la pelle >> E la girò verso di lui, facendogliela vedere.

Un velo di gelido silenzio calò per un brevissimo istante su tutti i presenti, lasciandoli senza parole...
<< Ma quella è…>> Esclamò Miki. E Ryo -che fino a quel momento si era mantenuto freddo e distaccato- iniziò a provare un forte senso di oppressione, sentendo scivolare via il sangue dalle vene.

<< E' identica non è vero? >> Domandò Saeko.

<< E’ impressionante!…>> Asserì Miki incredula <<…Somiglia in modo spaventoso a… Kaori >> E la vide poggiare una mano sulla fronte, come a voler contenere la preoccupazione relativo a quel fatto sconcertante. Quante probabilità potevano esserci che una donna così importante -e così invischiata in affari pericolosi- potesse essere identica a Kaori? La risposta era: una percentuale davvero bassa…”Maledizione!”…Eppure era toccato a loro.

Saeko riprese in mano la foto, fissando gli occhi sull'immagine della donna << C’è una possibilità davvero molto alta che loro siano già a conoscenza di questa somiglianza con Kaori, altrimenti non avrebbero provato a contattare City Hunter >> Il che era vero. Nessuno della Yakuza -o della mala in generale lì in Giappone- provava a dar fastidio a City Hunter -o alla sua partner-. 
Tutti erano consapevoli che avere a che fare con lui -Ryo Saeba- significava rischiare grosso. Non si scherzava. E dunque gli stavano alla larga. Solo i più coraggiosi, i più stupidi -o anche chi non lo conosceva affatto- cercavano di avvicinarsi per fargli la pelle. 
Il fatto che quella gente fosse a conoscenza della somiglianza di Kaori con il loro Boss, di chi era lui, e avessero comunque lasciato un messaggio “xyz” alla lavagna, dava da pensare.

Ryo fece mente locale su alcuni fatti accaduti prima che la socia decidesse di mettersi “in proprio”…

                                                                                                                          -…Andiamo Ryo! Non puoi essere
                                                                                                                               così inflessibile solo perché
                                                                                                                               l’ingaggio è da parte di un uomo...

                                                                                                                               Il compenso è davvero buono!

                                                                                                                               Solo uno sciocco se lo farebbe
                                                                                                                               scappare!
                                                                                                                               L’offerta è di…-

 

Ma Ryo non aveva voluto ascoltare oltre. La decisione era già stata presa e non c’erano soldi che tenevano di fronte alla sua decisione. Lui quell’incarico non l’avrebbe preso. Ma era proprio a quel punto che aveva sottovalutato un pò troppo la determinazione di Kaori. Certo non se lo sarebbe mai immaginato che prendesse un’iniziativa del genere…

                                                                                                         -…Dove te ne stai andando a quest’ora?!…-

 

                                                                                                        -…Ah, ehm… Vado a bere con una mia amica
                                                                                                             delle medie. Ci siamo incontrate per caso
                                                                                                             e così abbiamo pensato che sarebbe
                                                                                                             stato bello passare una serata insieme
                                                                                                             all’insegna dei vecchi tempi…-


Chiaro che Ryo non se l’era bevuta. Tutto il corpo di Kaori gli suggeriva che stava mentendo. Era per questo che si era insospettito e l’aveva seguita di nascosto arrivando persino nella grandissima hall di quell’hotel…

                                                                                                                 -…Sa-Saeko! E tu che ci fai qui?!…-

                                                                                                                 -…Io che ci faccio qui? Tu piuttosto!…-


Ed era così che aveva incontrato anche Saeko. Tutti e due si erano ritrovati per caso -dietro la solita colonna- a fissare di nascosto verso la stessa direzione, ovvero verso una donna vestita elegantemente che stava salendo verso l’attico insieme alle sue guardie del corpo. Solo che lei stava seguendo una pista mafiosa, lui invece stava seguendo Kaori -in ghingheri- scortata chissà dove da degli uomini. Appurato che si trattava di qualcosa di pericoloso, Ryo si era subito adoperato per creare la via di fuga e portare via Kaori.

Certo però che non si sarebbe aspettato una somiglianza gemellare tra il capo criminale e la sua socia. Quei delinquenti avevano pianificato tutto nel minimo dettaglio e si erano organizzati al meglio che potevano << Ryo dobbiamo andare a fondo di questa storia. Senz’altro hanno uno scopo nell’aver fatto fingere a Kaori di essere quella donna. Non si tratta più solo di un diversivo per distrarre i concorrenti rivali. Stai attento Ryo e non lasciare mai da sola Kaori >>…

                                                                                                            -…Ryo vado alla stazione di Shinjuku a vedere
                                                                                                                se ci sono nuovi messaggi alla lavagna...

                                                                                                             ...E poi… Ehm… Farò un pò tardi.

                                                                                                                Quindi non mi aspettare per pranzo…-

Ryo sentì un brivido corrergli lungo la schiena, ricordandosi solo in quell’esatto istante delle parole che la partner gli aveva rivolto prima di uscire…”Accidenti”…Chiuse gli occhi per un brevissimo istante, cercando di raccogliere quanta più concentrazione poteva. E sospirò, riaprendoli qualche istante dopo << Grazie Saeko, sei sempre molto utile…>> Disse rivolgendole uno sguardo gentile <<…Stai tranquilla, terrò gli occhi aperti…>> E le appoggiò una mano sulla spalla come a volerla rassicurare.
Ryo conosceva bene i sentimenti che legavano Saeko a Kaori e la capiva. La poliziotta era un pò come lui, incapace di dimostrare i suoi reali sentimenti -vuoi un pò per la vergogna, vuoi un pò per quella freddezza che gli era stata inculcata così profondamente da essere difficile da estirpare-. Sapeva che Saeko ci teneva a lei proprio perché era la preziosa sorella di Makimura, e questo a Ryo bastava <<…Ci vediamo in giro >> Concluse alzandosi dallo sgabello. E si diresse verso la porta d’ingresso…

<< Hey Ryo… >> La voce di Umibozu lo richiamò all’attenzione, facendolo fermare poco prima di uscire dal locale <<…Non fare l’eroe. Se hai bisogno di aiuto chiamami >> Nessun aggiunse nessun altra parola e -dopo aver salutato con la mano senza neanche voltarsi- Ryo se ne andò.

Anche Umibozu era simile a lui. Non dimostrava tanto volentieri i sentimenti affettivi che lo legavano a qualcuno, ma quando la situazione si faceva seria era sempre pronto a guardargli le spalle. Sì, forse la vita di Ryo non era iniziata nel migliore dei modi ed era stata sempre un gran casino, e forse aveva affrontato situazioni tanto terribili da pensare che la morte poteva essere il più bel regalo da ricevere. Ma adesso -sì, proprio adesso- che aveva qualcosa di veramente prezioso da proteggere -come “amore” e “amicizia”- lo avrebbe difeso con ogni mezzo a sua disposizione…

Anche a costo della vita…”Kaori”…Adesso la priorità era trovarla e portarla in un posto sicuro. Perché quei malviventi non si sarebbero arresi tanto facilmente, non prima di avere raggiunto il loro obbiettivo...








NOTE CONCLUSIVE: Salve a tutte care lettrici! Eccomi qua ancora una volta! Ci tenevo a dire che questo capitolo (narrato dal punto di vista di Ryo) l'ho voluto scrivere e dedicare a coloro che nei primi due capitoli lo hanno un po' odiato. Mi faceva piacere farvi entrare nella testa del nostro protagonista e farvi dare una sbirciatina tra i suoi pensieri. Spero di essere riuscita a farvelo amare almeno un pochino. :D
Che altro dire... Beh, "sorpresa"! No, per chi avesse pensato che Kaori avesse deciso di abbandonare la nave e correre dalla sorella Sayuri, no, non ho minimamente pensato di farla andare così lontana nemmeno per una volta. Diciamo che mi piacciono un pò i colpi di scena. E dite la verità... Ve lo sareste mai aspettato che Kaori avesse una sosia dentro la mafia? Beh, neanche io me lo sarei aspettata. XD L'idea è spuntata per caso mentre ero a lavoro, e beh, spero vi sia piaciuta.
Un'altra cosa... Vorrei ringraziare una lettrice in particolare che mi ha dato un'idea davvero gagliarda da inserire nella storia... Esprimendo un opinione mentre recensiva uno dei due capitoli mi ha suggerito il fatto che Ryo potesse aver visto Kaori in ghingheri e l'avesse seguita fino all'hotel (una cosa del genere insomma), giuro che a un opzione così non c'avevo pensato, ma grazie a lei l'ho potuta inserire. :D

Che altro dire... Spero che questo capitolo transitorio vi sia piaciuto, non vi abbia annoiato e vi abbia creato suspance. 
Fatemi sapere che cosa ne pensate, ci tengo davvero a leggere una vostra opinione.

In fine (ma non per importanza) vorrei ringraziare tutte coloro che sono passate a dare un'occhiata alla storia, e coloro che mi hanno dedicato un pò del loro tempo e hanno recensito: 
Valeria78, Kyoko_09, Marzia86, Kalandra, sfenoide, Bettxyz812, Kaori06081987, maryanne1990, MaryFangirl, Stekao, tinettichan... Grazie a tutte voi. I vostri commenti sono stati apprezzatissimi. Siete state carinissime!   >.<

A presto!


 

 

 

                               

 

 

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Capitolo 4
*** La Tristezza Del Tempo ***


 

                                                       

 

                                                                                                   -…”Ti concedo ventiquattro ore di tempo, non un
                                                                                                          
secondo di più”…-

 

Kaori Makimura era rincasata da qualche ora, e se ne stava affacciata alla balconata in soggiorno in attesa di vedere Ryo ritornare.
Il chiarore della luna sfiorava la sua pelle rendendola ancora più pallida, e lei -in apprensione- continuava a pensare a come avrebbe potuto fuggire da quel destino tanto crudele
”Davvero ingiusto”… Un immenso groppo alla gola le fece provare una gran voglia di piangere. Avrebbe voluto sfruttare il tempo che le restava al meglio, in compagnia di quell’uomo che un po’ aveva odiato negli ultimi giorni. Il problema però era che il suo socio non si decideva a rientrare, e le lancette continuavano a scorrere insensibili contro di lei…”Ryo ma dove ti sei cacciato”… Pensò ansiosamente. Ventiquattro ore -a dirla tutta- potevano sembrare tante, ma a conti fatti erano veramente troppo poche. Quindi che fare?
Kaori fissò l’orologio al suo polso, notando che la notte era bella che inoltrata…”Già l’una”… Sospirò rassegnata.
Troppo poco tempo, e troppe -tante- cose che avrebbe voluto dirgli. L’ultima occasione che aveva per passare un po’ di tempo con lui le stava scivolando tristemente via dalle dita.

                                                                                                              -…Ti sto concedendo fiducia Miss Makimura.
                                                                                                                   Fanne tesoro…-

 

E avrebbe voluto davvero farne tesoro! Ma se Ryo non c’era come poteva sfruttare al meglio quell’occasione? Se solo ci aveva pensato un po' prima, avrebbe elemosinato più tempo…”Dannazione!”…E pensare che quella mattina Kaori era uscita di casa contrariata, perfino infastidita dalla presenza di Ryo! Assurdo come la situazione si era ribaltata in maniera davvero imprevedibile! 

Già… Kaori si era alzata di buon ora pensando di aver raggiunto una decisione definitiva e sapere con certezza che cosa fare.

Molte volte si era domandata se continuare a stare al fianco di Ryo fosse la scelta più saggia, e ogni volta la risposta si era materializzata con le sue azioni, che l’avevano vista rimanere a fianco di quel donnaiolo incallito nonostante tutte le difficoltà che continuava a incontrare. Le motivazioni che la tenevano incatenata a lui erano sempre state moltissime, una tra le tante era l’amore e l’affetto che ormai provava per quel lavoro -che sentiva di non poter lasciare per niente al mondo-, ma soprattutto per lui.

Solo si era detta che era ora di farla finita, che una motivazione del genere iniziava a diventare un pò troppo scontata e stantia -soprattuto per i suoi sentimenti amareggiati-. Così aveva considerato l'opzione di andare da Sayuri per qualche tempo -forse per sempre- così che potesse prendere la giusta distanza e farsi da parte. Ma il destino aveva ascoltato i suoi pensieri e aveva già deciso che tipo di “sorpresa” riservarle, e le aveva servito una soluzione imposta contro voglia…
 
                                                                                                                    -…E’ davvero un piacere averti qui…

                                                                                                                        Kaori Makimura…-

Kaori non riusciva a capacitarsi come fossero potute accadere tutte quelle cose insieme, così tante -e per giunta dall’assurdità clamorosa- che l’avevano confusa brutalmente. Il dilemma era iniziato alla stazione di Shinjuku, dove lei -che era rimasta lì a vagabondare senza meta- aveva continuato a menarsi l’anima su come fare per non rientrare a casa e scontrarsi con la faccia di Ryo. Lo aveva fatto per un paio di ore abbondanti, dove nel frattempo aveva notato accadere delle cose strane.

Una signorina, una specie di promoter, girellava -anche lei- per tutta la stazione abbordando le persone con la scusa di far sentire una delle fragranze innovative di una nuova marca di profumi in espansione. Non c’aveva dato più di tanta importanza, eppure le era parso fin da subito che la tizia in questione le ronzasse un po’ troppo attorno. Era ovvio che l'aveva puntata per essere la prossima persona da fermare. Sensazione che alla fine si era materializzata nel momento in cui l’aveva avvicinata per davvero…

                                                                                                                     -…Signorina vuole provare anche lei?…-

Ben intenzionata a mandarla via per non avere altre seccature, Kaori si era girata a guardarla munita del suo solito sguardo allontana gente. Era con quell’occhiataccia che solitamente eliminava gli scocciatori ambulanti senza parlare, solo che quella in un brevissimo secondo le aveva spruzzato il profumo in faccia, fingendo di aver sbagliato a prendere la mira. Kaori si era resa subito conto che la sostanza gettatale addosso non era profumo. L'essenza era cloroformio. Lo aveva riconosciuto subito dall’odore dolciastro inconfondibile. Solo che quella piccola spruzzata non era stata sufficiente per farle perdere i sensi, l’aveva solamente stordita, ma quando aveva provato a chiedere “aiuto” le parole erano uscite dalla sua bocca un po’ troppo impastate per essere comprese da qualcuno, e così era rimasta -purtroppo- vittima degli eventi che poi si erano susseguiti…

                                                                                                               -…Signorina non si sente bene?
                                                                                                                   Qualcuno mi aiuti a portarla in ospedale!…-

Qualcosa di estremamente losco aveva iniziato a prendere vita sotto i suoi occhi impotenti. La ragazza che le aveva gettato addosso la soluzione chimica aveva iniziato a chiedere aiuto -fingendo di volerla soccorrere- attirando l’attenzione di alcuni passanti lì vicino.

Due uomini -che in apparenza sembravano semplici cittadini- si erano avvicinati per sollevarla da terra, ma -come aveva ben intuito- erano solamente dei complici. Kaori si era ritrovata quindi inerme in balia di quelle persone che l’avevano sollevata a trascinata via sotto gli occhi di tutti. Una scena apparentemente innocua che però nascondeva un vero e proprio sequestro di persona. Nessuno aveva sospettato niente e l’avevano portata via senza troppi problemi. Arrivati al furgone -parcheggiato non troppo distante- si erano assicurati di farla andare completamente, e avevano appoggiato un panno con molta più soluzione di cloroformio facendole perdere totalmente i sensi. Al suo risveglio si era trovata in una piccola cella -completamente nuda- coperta solamente da un leggero plaid…

                                                                                                                                   -…Chi siete! Cosa volete da me!
                                                                                                                                        E dove s
ono i miei vestiti!…-

Kaori si era ribellata sin da subito e non aveva avuto paura neanche per un attimo. Erano capitate spesso situazioni del genere e trattare con i criminali non era qualcosa per cui si spaventava. Conosceva il modo in cui erano soliti agire per ottenere qualcosa, e se si erano presi la briga di prendere un ostaggio significava per certo che non era morta che la volevano -altrimenti non si sarebbero neanche presi il disturbo di narcotizzarla e portarla lì-. E poi c’era Ryo… Lui era sempre pronto a intervenire per aiutarla. Era sicura che da un momento all’altro sarebbe comparso dal niente e l’avrebbe salvata…

                                                                                                                -…I tuoi vestiti? Li abbiamo bruciati…
                                                                                                                     Erano pieni zeppi di localizzatori…
                                                                                                                     Persino i
l reggiseno ne aveva!…-

Ma era stato proprio in quel momento che aveva iniziato a realizzare il fatto che Ryo non si sarebbe fatto per niente vedere.
Sapeva di avere addosso dei ricevitori, ma quelle persone le avevano eliminate tutte assicurandosi di non ricevere visite sgradite all’improvviso. Quindi anche se lui avesse voluto trovarla e tirarla fuori dai guai, non avrebbe potuto perché la sua posizione era sconosciuta. Allora Kaori iniziò a pensare che “collaborare” con i suoi rapitori le sarebbe tornato utile per poter scappare in seguito…


                                                                                                                                    -…Vieni… Il capo vuole parlarti…-

Così gli uomini che avevano fatto irruzione nella sua cella l’avevano scortata attraverso un lungo corridoio, conducendola a una stanza dalla porta rossa. Era a quel punto -quando si era trovata di fronte a lei- che Kaori aveva iniziato a vacillare paurosamente accantonando completamente l’idea di fuga…

                                                                                                                   
-…Devo dire che fa quasi impressione stare
                                                                                                                         nello stesso posto insieme...-

Era con quella frase disgustata che aveva fatto la conoscenza di una persona completamente identica a lei e che le aveva suscitato una brutta sensazione sin da subito. La donna che le somigliava aveva l’aria di chi era abituato a uccidere senza esitazione.
I suoi occhi erano vitrei e senza scrupolo, e anche se non poteva capire i suoi pensieri, dalla sua aurea si percepiva solo distruzione e morte...
                
                                                                                                     -...Rilassati. Non mi servi da morta... Mi servi viva...

                                                                                                         
So che lavori con lo Sweeper di nome
                                                                                                          City Hunter... So che tieni molto a lui...

                                                                                                         
Ho un piccolo accordo da proporti
                                                                                                          Se tu inizi a lavorare per me e mi aiuti,
                                                                                                          
io prometto di non far fuori quell'uomo…-
 

Al che -Kaori- si era fatta una mega risata interiore. Non era così facile eliminare Ryo. Il suo talento nel combattere era più che una dote naturale, era unico! Lui era capace di affrontare un intero plotone senza sbagliare un colpo! Intuiva il pericolo da distanze sorprendenti, sapeva risolvere problemi improvvisi elaborando in breve tempo soluzioni ingegnose e percepiva l’aura bellica anche se le persone sapevano fingere bene. Per loro era quasi impossibile affrontarlo e vincere…

                                                                                           
-…Non sono così sciocca da indurre uno scontro
                                                                                               diretto con City Hunter. So che è un esperto tiratore
                                                                                               e che è pericoloso affrontarlo...
Ma non è invincibile…

                                                                                               E’ comunque un uomo fatto di carne...-

Kaori inizialmente non aveva cambiato idea riguardo al fatto che non avrebbero potuto sostenere un conflitto a fuoco contro Ryo.
Era stata chiamata a rivalutarla -l'idea- nel momento in cui la donna le aveva spiegato in che modo sarebbe riuscita a farlo soccombere senza troppa fatica. Le aveva detto che era in possesso di una droga davvero potente, che nel soggetto a cui veniva somministrata provocava sensazioni d'invulnerabilità, potenza senza limiti e onnipotenza. Gli effetti erano devastanti e creava nella persona un’estrema violenza verso i propri simili -oltre che verso se stesso-. Con la PCP lei avrebbe creato un esercito indistruttibile che avrebbe scagliato contro di lui. Di fronte a una minaccia del genere Kaori iniziò a tremare. 
Forse quella donna aveva ragione.
Per quanto Ryo fosse un abile Sweeper, non sarebbe riuscito a sopravvivere di fronte a un plotone fatto di PCP.
Sì, era in gamba, ma era
umano… Lui stesso era stato capace di eliminare un’intera squadra di mercenari sotto l’effetto di quella droga. Ed era uno soltanto…

                                                                                                -…City Hunter non ci interessa, non è uno
                                                                                                     dei nostri obbiettivi… Ma se non collabori
                                                                                                     sarò costretta a eliminarlo…-

La giovane inghiottì a vuoto pensando alla conversazione avvenuta con quella spietata aguzzina.
Trovatasi in una situazione improvvisa che non le aveva dato scelta, Kaori si era torturata mentalmente per il rimpianto di non essere riuscita a fare molte delle cose che avrebbe voluto. Era ovvio che avrebbe cooperato con loro, lo aveva deciso senza battere ciglio, era della vita di Ryo che si parlava! Solo avrebbe tremendamente voluto tornare un po' indietro nel tempo ed essere gentile con lui e salutarlo adeguatamente per un'ultima -triste- volta. Tutte cose che quella mattina non aveva fatto...

                                                                                                         -…E' proprio vero che tieni molto a lui...
                                                                                                              Non credevo accettassi subito l'accordo. 
                                                                                                              Tanto meglio...

                                                                                                              Ho bisogno che tu faccia anche qualcos'altro...
                                                              
                                                                                                              City Hunter è in possesso di una Colt Anaconda
                                                                                                              44 Magnum. 
Ti concedo ventiquattro ore di tempo
                                                                                                              per andare a casa, prenderla e tornare qui.

                                                                                                              
Non provare a fare furbate, o l’accordo lo
                                                                                                              considererò nullo…-

Kaori non sapeva che cosa avesse a che fare quella donna con la pistola di Shin Kaibara -e in realtà neanche gliene importava-, sapeva però che il destino l’aveva ascoltata e le aveva concesso la sua agognata ultima occasione. Poteva rimediare a quel comportamento freddo e distaccato con cui l'aveva lasciato e mostrargli la gentilezza che raramente accennava. Perché troppe erano state le incomprensioni tra loro, troppi i litigi… Troppe le gelosie perché lei potesse mostrargli un briciolo di amabilità.
Essere gentile era il modo più appropriato per dirgli addio. Come avrebbe fatto a prendere la pistola, ci avrebbe pensato poi.

Kaori fece un lungo sospiro appoggiando il mento sul dorso delle mani…”Ryo… Ho perso troppo tempo. Avrei dovuto farlo prima”…Un piccolo e sincero rimpianto le apparve nella mente, e la vista di Kaori in un lampo divenne appannata dalla lacrime.
Se sapeva che sarebbe andata a finire così gli avrebbe mostrato affetto un po' più spesso. Per troppo tempo si era trattenuta dal farlo per paura di essere fraintesa. Avrebbe dovuto fregarsene e mettere da parte l'orgoglio...

Un errore che adesso pagava a caro prezzo…

<< Dunque eri qui? >> Kaori trasalì improvvisamente, sorpresa dalla voce di Ryo alle sue spalle. Non lo aveva minimamente sentito entrare in casa. Era troppo immersa nei suoi pensieri per farlo, e lui era riuscito a sorprenderla nel momento in cui era più vulnerabile. Immediatamente Kaori asciugò gli occhi umidi e si voltò come nulla fosse…

O almeno ci provò 
<< Ciao. Ben tornato…>> Una voce strozzata, velata di una leggera malinconia -che Kaori non era riuscita a cacciare via così velocemente- le uscì fuori, lasciando trapelare un briciolo di emotività. Ryo la fissava senza dire nulla, come se stesse facendo una silenziosa considerazione riguardo a lei e -probabilmente- a quegli occhi arrossati. Lei lo sapeva, lo conosceva troppo bene per non capirlo. Quel leggero guizzo brillante che avevano i suoi occhi rivelavano che lui si era accorto di qualcosa.

Così cercò di distrarlo e depistarlo su altro <<…Santo cielo, questa allergia mi sta uccidendo…>> Disse improvvisamente strofinando il naso -simulando un prurito che non aveva- <<…Per caso mi stavi cercando? >> Domandò poi, virando su tutt'altra argomentazione.

Vide qualche attimo di perplessità da parte del partner, prima che riprendesse la sua solita espressione apatica << Ma certo che ti cercavo. Ho fame!…>> Disse avvicinandosi -e sedendosi- sui gradini in parquet che dividevano l’immenso salotto dal balcone 
<<…Accidenti, hai deciso di abbandonarmi all'improvviso e lasciarmi morire di stenti >> E lo vide mettere una sigaretta in bocca -come a voler sfogare la sua frustrazione- e accenderla. Che finalmente poteva filassarsi e scaricare la tenzione fumando un po' di tabacco-.

Anche se non sembrava quell'espressione risultata apparentemente acida lasciava trapelare un pizzico di preoccupazione.
Sì, Kaori era sparita per tutta la giornata, non si era fatta vedere neanche dopo pranzo -quando teoricamente sarebbe dovuta tornare- e non aveva nemmeno avvisato. Ryo si era preoccupato? Forse..."No"... Di sicuro! Ma non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura
”Già”… Kaori lo fissò languidamente, prima di provare nuovamente quella voglia di pianto che a quanto pare non l’aveva abbandonata << Ti preparo subito qualcosa…>> E a grandi passi lo superò lasciandoselo alle spalle, diretta in cucina…”L’ultima volta”… Pensò. E fatti pochi passi si fermò, focalizzandosi su quell’unico pensiero. Mancavano solo poche ore alla fine del tempo che le era stato concesso e lei quei minuti li avrebbe dovuti sprecare in cucina da sola? No, lei desiderava restare insieme a lui quanto più tempo era possibile, e no, non se ne voleva andare. Ci sarebbe stata pur un'altra via d'uscita!

Si voltò verso di lui decisa a confidargli quanta pena stava provando nel cuore per quell'addio che le era stato imposto. In fin dei conti quello era Ryo, l'imbattibile Ryo! Come poteva pensare che qualcuno potesse minacciarlo di morte e ucciderlo? Era successo molte altre volte e nessuno era stato all'altezza di batterlo. Se solo avesse osato rivelargli che cosa le era capitato, lui si sarebbe adoperato per trovare una soluzione e aiutarla. Non si sarebbe tirato indietro, si sarebbe battuto e avrebbe vinto..."E se invece"... Le parole che stavano per uscire dalla bocca di Kaori si fermarono immediatamente. Ryo se ne stava seduto beatamente -sereno e tranquillo- con la sua sigaretta preferita. Niente pensieri, niente preoccupazioni per il domani, Kaori era a casa sana e salva, non correva pericolo e questo era l’importante. Conosceva il cuore generoso del suo partner ed era sicura che lui si sarebbe fatto ammazzare pur di proteggere la sorellina affidatagli da Hideyuki. Non poteva fregarsene. Questa volta era lei che aveva l'obbligo di salvargli la vita.

Il magone riprese a farsi sentire, riempiendole nuovamente gli occhi di lacrime…

Non poteva certo fargliene una colpa, lui non sapeva niente. Eppure Kaori era dannatamente triste, e il sentimento di disperazione che provava nel suo cuore si fece largo in maniera prepotente. Così tornò sui suoi passi e si riavvicinò a lui mettendoglisi di fronte -stando in piedi in posizione perfettamente eretta-.

<< Qualcosa non va?…>> Kaori crucciò la fronte dopo che Ryo gli aveva rivolto quella semplice domanda, e lo guardava dritto negli occhi. Non capiva perché le avesse chiesto una cosa simile, sapeva solamente che il suo sguardo imperturbabile le faceva dannatamente male. Il solito sguardo di tutti i giorni, dove chi aveva di fronte lo avrebbe visto sempre <<…Sembra che la tua allergia stia peggiorando...>> D’istinto Kaori si portò una mano sulla guancia, infastidita da qualcosa. Fu allora che capì…”Oh no”… Non si era accorta che le lacrime erano scese da sole e che Ryo aveva fatto quell’affermazione sulla base di quelle gocce di pianto. Che c’era qualcosa che non andava era più che evidente e lui glielo stava facendo notare <<...Se vuoi ne possiamo parlare >> Concluse con tono premuroso.

Kaori strinse una mano al petto. 
Provava un dolore così folle che avrebbe voluto smettere di respirare pur di farlo finire. Ogni respiro le causava sofferenza, era come se qualcosa continuasse a pungerle nel petto torturandola. Desiderava conforto… Voleva essere consolata e provare sollievo, quel sollievo che poteva donarle solamente lui. Ma come poteva dirglielo ed essere così egoista?

<< Ti prego Ryo…>> Con un flebile ed esausto filo di voce Kaori pronunciò quelle poche parole implorandolo <<…Facciamo un accordo…>> Disse allungando una mano verso di lui <<…Resta con me solo per questa notte e poi te lo prometto…>> Aggiunse fermandosi, facendo una pausa insolitamente lunga che le toglieva il respiro <<…Ti prometto che smetterò di amarti >> E una lacrima gli scese -ancora- sul candido viso leggermente arrossato dal trattenere il pianto. Non sapeva come era riuscita a tirar fuori delle parole così difficili, tanto facilmente. Eppure -contro ogni suo proponimento- erano uscite dalla sua bocca.
Aveva deciso che la gentilezza era l'unico modo per racchiudere i suoi sentimenti senza aggiungere altro, eppure era lì -di fronte a Ryo- a dichiarargli il suo amore, a chiedergli di stare con lei quella notte.
Ormai Kaori non poteva più tornare indietro. Quello che provava era diventato così dannatamente forte da non riuscire più a trattenerlo. 
Anche se si vergognava tremendamente… Anche se il cuore le scoppiava nel petto per la forte emozione. Ma arrivata a quel punto non le importava più di nulla. Le bastava solamente stare con lui. Non le fregava se Ryo si sarebbe fatto una brutta opinione di lei, quello a cui teneva era non avere rimpianti dopo. Non lo avrebbe più rivisto e dunque il rammarico di non aver fatto -o detto- quello che sentiva l’avrebbe uccisa.

Vide Ryo abbassare lo sguardo mentre prendeva un tiro dalla sigaretta. La calma con cui si appropriava del diritto di non rispondere -godendosi quel sorso di fumo- le faceva pensare che forse lui non aveva capito. Ma era possibile un'eventualità del genere? Con lui, che capiva sempre -e tutto- al volo?

Lo vide sollevare lo sguardo, prima verso la sua mano -che era ancora protesa verso di lui-, poi verso i suoi occhi. E la fissò profondamente << Questo vuol dire che vuoi fare l’amore con me? >> Domandò poi a brucia pelo.

Nella testa di Kaori iniziò a vagare il niente più assoluto.

Ryo aveva capito eccome! Solo che la schiettezza con cui si era proposto non se l'aspettava. O meglio, se la sarebbe dovuta aspettare -visto e considerato che lui era sempre abbastanza genuino-, solo che l'aveva colta impreparata. Soprattutto per la sua reazione...
Il fatto di vederlo quieto di fronte alla sua dichiarazione le suggeriva che i suoi sentimenti non erano una cosa nuova per lui.
Già.. Ryo sapeva esattamente che cosa lei provava…

Il cuore di Kaori iniziò a battere fortissimo. Adesso le parole che aveva pronunciato a cuor leggero avevano assunto una certa concretezza e avevano reso tutto un po’ più serio. Adesso non si giocava più con il "hai frainteso tu non mi piaci", adesso era ufficiale. E lei doveva prendersi la responsabilità di quello che aveva detto -e soprattutto chiesto-.
Ma alla fine di tutto, Kaori doveva avere paura di una cosa del genere? 


Gli occhi della giovane donna non riuscirono a staccarsi da quelli di lui, come se fosse stata inghittita dallo sguardo scuro e profondo con cui la stava osservando in attesa di una risposta, e in men che non si dica le rosee labbra di Kaori si aprirono ancora una volta senza pensare -come se tutte le sue paure si fossero dissipate improvvisamente- << Sì >> Affermò con una piccola e sintetica parola. Quello che contava di più per lei era rimanere insieme a lui.

La giovane seguiva con attenzione ogni movimento dell'uomo, trovandolo persino attraente mentre toglieva un briciolo di tabacco dalla punta della lingua, perso in qualche riflessione silenziosa << Sei strana oggi…>> Esordì pacatamente lui, mentre scrollava un pizzico di cenere dalla cicca <<… E’ da stamattina che lo sei. Che ti è successo? >> Domandò dedicandole una breve occhiata.
Kaori arrossì sentendosi completamente messa a nudo. Nonostante tutto Ryo non si era lasciato distrarre e aveva deciso di continuare a spingere su quel tasto dolente. Come tante altre volte non aveva dato peso alle parole pronunciate poco prima da lei, come se il conflitto interiore che la stava distruggendo l’avesse fatta straparlare senza rendersene conto-.
In qualche modo stava cercando di tirarle fuori la causa che la faceva soffrire, rassicurandola del fatto che non avrebbe tenuto in considerazione le parole che aveva detto.

Solo che Kaori voleva che lui le considerasse
 << Ti sembra così strano solo perché sono io a chiedertelo?...>> Domandò serrando i denti <<...Se fosse stata un’altra non avresti detto subito di sì? >> Strinse forte i pugni ingoiando a vuoto. Forse era arrivata alla conclusione che da sempre aveva desiderato raggiungere, ovvero sapere perché Ryo lasciava entrare tutte sotto le sue coperte, fuorché lei.

Una verità che le aveva fatto solo un gran male.

Ancora una volta lo vide dare un tiro alla sigaretta, non trapelando nessuna emozione -oltre che parola-.
La reazione placida con cui lui -lentamente- aveva preso il posacenere lì vicino e aveva spento la sigaretta, le suggerì che presto una risposta ovvia sarebbe uscita dalla bocca del bel Ryo…

<< Tu…>> Iniziò lui facendo qualche altro attimo di pausa -tenendola brutalmente sulle spine- <<…Sei consapevole che il sesso in un rapporto come il nostro potrebbe complicare le cose, vero?…>> E la guardò dritto negli occhi con sguardo risoluto, come a volerle incutere una certa paura <<…Potrebbe diventare difficile poi vedersi tutti i giorni >> Il silenzio calò improvvisamente su loro due, che nel frattempo erano rimasti fermi a guardarsi -prendendo atto del fatto che un cambiamento radicale sarebbe entrato in atto in un modo o nell'altro-. Perché già il fatto di starne a parlare in qualche modo aveva intaccato il loro rapporto.

Ma Kaori era decisa a non arrendersi, a non lasciare perdere ancora -come già aveva fatto abbondantemente in passato-
<< Non ha fatto la differenza per le altre… Perché per me dovrebbe essere diverso >> Asserì lei, mettendo implicitamente davanti agli occhi dello Sweeper il fatto che molte avevano goduto delle sue attenzioni amorose senza subire mutamenti nel rapporto lavorativo. Per Saeko era stato così, Mary lo stesso… Perché per Kaori no? E comunque, se anche quella singola notte avesse fatto la differenza e avesse fatto calare il gelo più assoluto tra loro, Kaori non sarebbe rimasta a lungo per vederlo…”Accidenti Kaori, sei proprio una stupida”…Oppure quello era un modo gentile con cui Ryo le stava mettendo davanti tutta la marea di obbiezioni, solo per respingerla. Possibile?..."Certo"...E si sentì ridicola per non averlo capito prima.

Così in preda al nervosismo -e a un disagio dilagante- iniziò a torturarsi le mani, vagliando l’idea di voltare i tacchi e sparire in camera propria a vergognarsi di tutta quell’audacia con cui si era coraggiosamente vestita.

Ma improvvisamente la mano di Ryo prese la sua trattenendola -impedendole di fuggire via- << D’accordo…>> Disse risoluto <<...Solo per questa notte >> E sigillò un tacito accordo con quella stretta di mano. La presa calda e rassicurante della mano di Ryo -che non lasciava andare la sua- le fece avvampare il viso pensando a quante volte aveva desiderato sentirla. La frase incolore che l’uomo aveva pronunciato con una rovente intensità -tale da farla emozionare-, le mozzò il fiato. E nel momento in cui lo vide tirarsi su in piedi -ignara di quale sarebbe stata la sua prossima mossa- il suo cuore perse un battito. Se solo ci pensava -Kaori- si sentiva morire.

Ryo l’affiancò per un breve istante e la tirò piano per la mano, indicandole con un solo gesto delle dita di seguirlo. Anche se lui non aveva detto niente e la sua espressione era rimasta calma e controllata, Kaori percepiva nel suo modo di fare una delicata premura. Qualcosa di estremamente caldo e accogliente che si distanziava completamente dalla glaciale freddezza con cui lui si era sempre approcciato nei suoi confronti. Un qualcosa che glielo fece piacere ancora di più…

E al suono dei loro passi immersi nel silenzio più assoluto, del ticchettio dell’orologio che segnava l'una e quaranta -e del suo cuore che aveva preso a battere ancora più forte-, arrivarono lentamente di fronte alla scalinata in legno che conduceva alla camera di Ryo. 
La mano dell'uomo strinse ancora più forte la sua mentre iniziarono a salirla, e Kaori -palpitante di emozioni- sentì che niente sarebbe 
stato più come prima…

Sì, le cose senza Ryo sarebbero state estremamente -e dolorosamente- diverse da prima...






NOTE CONCLUSIVE: Ok, ok... Abbiate pietà di me, ma questo capitolo mi ha creato un sacco di problemi.
1) Perché non sapevo cosa scrivere; 2) Perché era difficile scriverlo; 3) Perché non mi piaceva cosa c'era scritto.
Pensate che ho messo giù più di metà testo e l'ho cancellato completamente una settimana dopo salvando solo qualche frase qua e là.
Non so se è perché c'erano troppe cose da dire, assemblare insieme e spiegare. Forse troppi sentimenti diversi tra loro (come ad esempio la paura di Kaori mista ai sentimenti per Ryo)... Boh.... Anche Ryo ad esempio... E' stato difficilissimo farlo restare nel personaggio senza troppi sbalzi di carattere. Voglio dire, sicuramente una proposta di quel tipo da parte di Kaori lo avrà senz'altro fatto emozionare, ma il Ryo che conosciamo si sarebbe interessato più del "problema" che l'ha portata a dire una simile cosa, invece che "oh mioddio ce l'ho fatta finalmente"... Insomma, tutto in
 generale mi ha fatta tribolare. 
Soprattutto nel rileggere e correggere sono impazzita! Non so quante volte l'ho riletto, aggiunto cose e ricominciato da capo a leggere per vedere se esisteva un filo logico. Insomma, alla fine per disperazione mi son detta "Basta! Adesso lo pubblico così com'è"... Per cui mie care se vi farà schifo... Sono immensamente d'accordo con voi! Perché non piace neanche a me. 


Per altro, ringrazio tutte le gentilissime lettrici che sono passate e le altre che hanno lasciato una recensione. Sappiate che siete il mio momento di gioia, la caramellina che addolcisce il mio animo amaro. Grazie per davvero. Come sempre siete speciali e carinissime.

A presto! Spero...

                                  

 

 

 

 

 

 

 

   

                                 

           

 

 

 

                                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Rinunciare o Agire ***





                                                       

                                                                                                   

                                                                                                      -…”Ascolta il tuo cuore e va dove ti porta”…-


Non ci credeva, non c’aveva mai creduto a quella stupida diceria. Kaori non era quel tipo di persona che si lasciava influenzare da frasi fatte come quella. Il cuore poteva battere per mille motivi -e tutti diversi-, e spingere le persone verso strade non propriamente giuste. Per cui la cosa di “seguire il cuore” non era esattamente il motto della sua vita. Eppure quella sera si stava ritrovando a fare proprio cosa quel piccolo organo pulsante le suggeriva…”La camera di Ryo”… La stanza personale di Ryo era avvolta da una piacevole penombra illuminata leggermente dal chiaro di luna, e lei -travolta da una marea e più di emozioni- se ne rimaneva in silenzio a fissare l’immenso letto rifatto ordinatamente -trovandolo immensamente affascinante-.
Aveva visto infinite volte quella camera -troppe a dire il vero-, ciò nonostante gli appariva tutto diverso, come se fosse la prima volta che ci metteva piede…
”E’ così strano”… Pensò inquieta. Ma non era perché stavolta era entrata in quella stanza in veste di amante, piuttosto perché sentiva che qualcosa dentro di lei non andava…”Che diamine”… Il cuore e la mente avevano preso a litigare esibendo pareri discordanti tra loro, facendola sentire in colpa come se quello che stava facendo fosse qualcosa di estremamente sbagliato. Sì, perché il cuore le diceva che era giusto passare la notte con Ryo -l’uomo che aveva sempre amato-, la testa invece le suggeriva che tutta quella situazione era da “poco di buono” e che -ultima notte o no- svendersi in quel modo non era affatto corretto. Oltre a tutto ciò, c’era anche un esagerato nervosismo che le chiudeva lo stomaco, impensierita da quell’inesperienza che le metteva non poca apprensione. Ryo sapeva già cosa fare -e come farlo-, lei invece no. E forse era anche per quel motivo che si sentiva estremamente confusa. Troppi pensieri, troppe preoccupazioni… Troppi i dubbi…

Kaori sobbalzo appena, scossa -e distratta- da un improvviso tocco di Ryo. Persa com’era nei meandri insicuri della sua mente, per un brevissimo istante si era dimenticata che c’era anche lui lì. Avevano appena varcato la soglia di camera e lei -che era entrata per prima- se lo era lasciato dietro di qualche passo. 
I
nghiottì a vuoto, chiudendo gli occhi per qualche istante, sentendo le dita del partner sfiorarle delicatamente il collo da dietro.
Un gesto involontario -o forse no- che lui aveva compiuto nell’intento di toglierle il giacchetto di jeans che ancora aveva indosso da quando era rientrata a casa. Quell'azione -mista al respiro dell’uomo che le si infrangeva sulla pelle- fecero apparire dei leggeri brividi.

E fu allora che u
dì Ryo soffiare un breve sorriso quasi accennato << Hai freddo?…>> Quella domanda -che aveva lo scopo di portare all’attenzione qualcosa- venne accompagnata da un gesto che di brividi ne fecero comparire ancora di più. Di fatti lui aveva lisciato la pelle granellosa evidenziandola, compiaciuto -a quanto pare- dalla reazione che aveva sortito un suo semplice e “ingenuo” tocco.
Era cosciente che lei avesse un interesse nei suoi confronti, e vederne gli effetti era qualcosa che a lui piaceva…
”Sul serio?”… E le tornò alla mente un piccolo particolare che le fece apparire le azioni del bel socio davvero insolite. Se andava a ritroso con i pensieri Kaori non trovò nemmeno un singolo ricordo in cui Ryo se l’era spassata con donne innamorate di lui. Ogni volta faceva lo stupido, gli faceva la corte nel modo più spietato, ma nel momento che si facevano avanti -coinvolte nei sentimenti- lui si tirava indietro.

Ma non per paura, ma perché c’erano in gioco dei sentimenti. Lui non si approfittava -ne giocava- con ciò che provavano quelle ragazze, perché le loro emozioni erano autentiche -sincere- e Ryo, anche se qualche sveltina a cuor leggero se la faceva, si assicurava sempre di non farla con coloro che erano coinvolte amorosamente per lui. Per Reika era stato così, per Kasumi anche… Quindi Kaori che ci faceva lì nella sua stanza? Vero che glielo aveva chiesto lei di rimanere insieme per tutta la notte, ma non avevano fatto altrettanto le altre senza essere accontentate?…”Strano”

Il giubbotto che scivolava di fianco a lei per terra -vicino ai suoi piedi- la riportò alla realtà, accompagnato dal sospiro di Ryo che percepì farsi più serio <<… Non trovi sia dannatamente triste? >> E tirò fuori una delle sue solite ed enigmatiche frasi a effetto che la fecero turbare.

Kaori crucciò la fronte non capendo minimamente perché un espressione del genere gli era sfuggita dalle labbra -ma soprattutto dove voleva andare a finire- << A cosa ti riferisci >> E come solitamente accadeva, lei si lasciò coinvolgere in una di quelle conversazioni che -invece- avrebbe fatto bene a non ascoltare. Solo -e soltanto- per quella curiosità che non era riuscita a trattenere ancora una volta. Perché in bene o in male tutto di Ryo le interessava.

Lo sentì fare un attimo di pausa, mentre una delicata carezza della mano -che la lisciava teneramente dalla nuca fino alla clavicola- lo accompagnò portandolo di fronte a lei, dove rimase fermo a guardarla dritto negli occhi -come a voler raggiungere il climax dell’aspettativa e farla agonizzare per bene-.

Un batticuore davvero forte le fece arrossire le gote già un po' colorate di rosa << Mi riferivo al doversi accontentare >> E le sfiorò il viso con il dorso delle dita, accarezzandola gentilmente proprio sull'imporporatura -come fosse doveroso confortarla per qualcosa-.
Sì, ma per che cosa?
Insieme all'estrema dolcezza con cui lui la stava lusingando -facendola innamorare ancora una volta- 
Kaori aveva percepito una stonatura che mandava in conflitto parole e azioni. Così non andava... Lui stava delicatamente introducendo nella discussione quel "ma" che avrebbe sicuramente tracciato una decisa incrinatura all'atmosfera -per non dire che l'avrebbe rovinata del tutto-…”Delicatamente? Ma quando mai”… 

Kaori si tirò indietro mettendosi sulla difensiva << Che vuoi dire? >> Scansandosi dalla sua mano. Lei -che già aveva capito la partenza- si stava preparando mentalmente ad accusare il colpo… Perché ne era certa… La botta finale stava per arrivare.

Vide Ryo osservare la mano da cui lei si era allontanata e chiuderla garbatamente in un pugno…”Fa niente”…Il gesto che aveva compiuto le aveva trasmesso quel pensiero. Ok, lei si era ritratta dal sul tocco? Non importava, lui avrebbe vissuto bene lo stesso.

Non lo aveva detto, ma lei lo aveva sentito forte e chiaro. Di certo lui non se la sarebbe presa per un suo rifiuto.

E lo vide infilare la mano in tasca come se niente fosse, tornando ad assumere la sua solita espressione artica << Voglio dire, ti accontenteresti sul serio di passare la notte con qualcuno che non ti ricambia? >> E la bastonata arrivò inesorabile. Alla domanda di Ryo, Kaori si ammutolì, rimanendo ferma e immobile a fissarlo -un pò per il colpo che non aveva accusato poi così bene come aveva sperato, un po’ per il nervoso che iniziava a farsi sentire-. Che mai avrebbe potuto rispondere a una domanda del genere? Ovvio che non le andava bene! Lei desiderava con tutta se stessa di essere ricambiata da lui, ma il tempo era poco e sapeva benissimo che il cuore di Ryo non sarebbe cambiato così facilmente, e lui -quel dannato uomo- continuava a darle poche cose misurate con il contagocce.

Poca gentilezza… Poco calore… Poco affetto…
Poche parole gentili..."Dannato!"... 
Quindi la risposta era sì, le andava bene anche così. Se lui poteva offrirle quel pizzico di “amore” solo attraverso del semplice sesso, lei se lo sarebbe fatto bastare…

Anche se era dannatamente triste…

Anche se era dannatamente mortificante…

Ma alla fine -adesso- che cosa importava della risposta che avrebbe dato? Non era con quell'atteggiamento che Ryo le aveva fatto capire che non se ne sarebbe fatto di niente? Quindi perché starne a parlare? 

<< Ha forse importanza? >> E la malinconia iniziò a prendere spazio nel suo povero cuore innamorato -mentre si torturava le mani per il nervoso-. Perché Kaori in fondo in fondo ci aveva sperato, aveva desiderato essere abbracciata, accarezzata e confortata da lui. Voleva sperimentare anche solo per una volta cosa si provava essere il centro delle attenzioni di colui che amava. Anche se per ottenerlo avrebbe dovuto usare una cosa così ignobile. Non le importava granché della propria dignità, voleva semplicemente sentirlo...Con ogni parte del suo corpo... Con tutti i sensi che aveva a disposizione...
Con i cuori sovrapposti fremere all'unisono... Voleva sentire il cuore di Ryo battere per amore, anche se questo non era l'amore che intendeva lei. Questo era ciò che più contava! Ma come poteva esibire una così vergognosa quantità di spiegazioni? Mica poteva rivelargli tutti i pensieri che gli passavano per la testa in quel momento!

Sarebbe stato dannatamente umiliante, e poi Ryo probabilmente non avrebbe capito. Quindi perché complicarsi la vita con una conversazione che l’avrebbe portata solo a rivelare la motivazione che la faceva agire in maniera tanto insensata?

<< Sì, ha importanza >>

Solo che lui aveva deciso di non renderle le cose affatto facili, e si era messo di punta a insistere con il solo scopo di farla crollare e farle tirare fuori tutta la verità.


Kaori sbuffò infastidita << Perché è così importante?! >> Domandò spazientita.

<< Perché la Kaori che sto vedendo adesso non mi piace affatto >> Il cuore della giovane donna fece un ultimo e assordante battito prima di fermarsi definitivamente -come fosse morta dentro-. Se c’era una frase che poteva ferirla sul serio, era proprio quella che aveva appena udito. Sentirsi dire -anche se lo sapeva- di non piacergli, aveva spaccato a metà il centro dei suoi sentimenti.
Eppure -nonostante tutto- sapeva che Ryo aveva ragione. Quella che gli stava mostrando era una versione forzata di se stessa, quella che doveva obbligarsi a fare certe cose. La vera Kaori non si sarebbe dichiarata in un modo tanto blando -quasi a svendersi- e di sicuro non gli si sarebbe buttata tra le braccia -quasi a supplicarlo-. Se c'era una persona che doveva spasimare per amore quello era proprio Ryo. Lui avrebbe dovuto pregarla per avere il suo amore. Dopo tutti quegli anni ad agognare, era il minimo che potesse fare!
Solo allora lei si sarebbe lasciata un pizzico andare concedendogli un amorevole abbraccio. Ma non era andata così...
D'altra parte le cose non accadevano nel modo desiderato solo perché le aveva programmate prima.
Tutto era andato a rotoli -come d'altronde il suo amore per Ryo-.

E per questo provava una terribile afflizione, si sentiva sbagliata, e -cosa più importante- nuovamente presa in giro…”Perché”… Perché se a lui non era piaciuta, perché allora l’aveva presa per mano, l’aveva accarezzata con dolcezza e l’aveva fatta sentire quasi desiderata? Che razza di illusione aveva visto Kaori?

<< Perché ti sei comportato così allora? Perché mi hai fatto tutto questo? >> Riferendosi alle dolci carezze che le aveva dedicato. Perché ormai i freni delle parole erano andati e lei aveva un dannato bisogno di risposte. Perché un briciolo di chiarezza -quella che lui non le aveva mai concesso- l’avrebbe immensamente gradita.

<< Pensavo che forse spaventarti sarebbe servito >> Ancora un'insensata risposta le piombò addosso tra capo e collo -ferendola a morte-. Lui voleva solo spaventarla?

<< Per cosa?! >> E la rabbia in Kaori iniziò a farsi sempre più spazio dentro, sentendosi piano piano logorare.

<< Per farti tornare la ragione...>> Il cinismo di Ryo si rifece vivo mentre iniziava a spiegare quale macchinoso piano la sua testa aveva partorito per "aiutarla" <<...Speravo che messa di fronte a una concretizzazione di quello che avevi chiesto, capissi quanto seria fosse la situazione e ti tirassi indietro...>> Illustrò lui pacatamente <<...Donarsi a qualcuno in quel senso, va fatto nella piena consapevolezza delle proprie azioni. E tu al momento non sei lucida >> Non poteva credere alle sue orecchie! Aveva organizzato quella farsa solo per farle capire la morale?..."E' incredibile!"...Era passata per un'insensata! Per quella che prendeva le decisioni in modo avventato, coinvolta da emozioni che influenzavano il suo umore..."Pazzesco!"...E malgrado tutto...
Ryo aveva ancora una volta ragione...
Le faceva una gran rabbia che lui continuava a volerla far ragionare sulle sue azioni. Non era suo fratello, e nemmeno suo padre! 
Perché seguitava a fargli la paternale, quando lui di morale non ne sapeva nulla?


Il silenzio calato per tutta la stanza provocò un vuoto assoluto nella testa di Kaori -che pensò bene di iniziare a discutere per far valere le proprie ragioni- << Pensi che io non sia abbastanza adulta da poter decidere cosa fare del mio corpo? >> E allora -anziché mettere la coda tra le gambe e andarsene da qualche altra parte a piangere in silenzio- si fece avanti, determinata a fronteggiare quella guerra di nervi dove Ryo non era nessuno per dirle che cosa poteva -o non- fare. Anche qualora avesse deciso di ubriacarsi e andare con il primo passante, lui non ci doveva mettere bocca...

<< Puoi fare tutto ciò che vuoi...>> Rispose lui con disinvoltura, contrariandola profondamente <<...Ma la Kaori che conosco io non mi avrebbe mai chiesto una cosa simile >> Lo sguardo che le lanciò dopo aver concluso quella frase, la divise in due. Sempre più verità uscivano da quella stramaledetta bocca parlante, e sempre più nervoso irrigidiva ogni muscolo del suo corpo. Ryo in qualche maniera si era messo in testa di metterla costantemente di fronte alla verità delle sue azioni e di fronte al fatto che comunque un'anomalia di base teneva in piedi tutta quella situazione assurda. Poi lei poteva inventare qual si voglia scusa per giustificare il suo comportamento anomalo, ma stava di fatto che la vecchia Kaori -quella che lo prendeva a martellate per gelosia, ma che non avrebbe mai ammesso di essere innamorata- non gli avrebbe mai rivolto una simile richiesta.

Ma il tempo dei ripensamenti era finito già da un pezzo e lei -costretta dagli eventi- non era più quella di prima 
<< Già, quella che conoscevi era così...>> Rispose lei abbozzando un sorriso guastato <<...Ma quella di adesso è un'altra >> Ma alla fine Ryo non poteva semplicemente accettare le cose senza starle ad analizzare una per uno? Perché doveva mettere sempre -e per forza- le persone in condizione di dovergli dare una spiegazione logica? Non era il mondo un posto insensato? Allora perché si aspettava sempre una razionale linea di condotta? 
Kaori lo fissò severamente, sostenendo quel suo insensibile sguardo. Non si aspettava di essere capita -certo che no-, ma nemmeno di essere trattata in quel modo.


<< Allora di alla Kaori del passato di tornare indietro...>> Esordì lui freddamente <<...Lei mi piaceva molto di più >> E dette quelle parole con un pizzico di durezza, distolse lo sguardo e la sorpassò con indifferenza.

L’ultima occasione -la sola che le era rimasta- si era conclusa nuovamente con un litigio. E lei quel saluto se lo sarebbe ricordato per sempre, mentre gli voltava le spalle e se ne andava lasciandola sola.

Delle calde -e amare- lacrime scesero dagli occhi sofferenti di Kaori. Non le era rimasto che prendere la Colt Anaconda dall’armeria e andarsene…

Prima che una nuova alba illuminasse un triste nuovo giorno”Addio Ryo… Addio”

 

 

                                                                                            (******)

 

”Merda…Merda...Merda…”

Quella parola continuava a frullare a ripetizione nella testa di Ryo, mentre a passo svelto continuava a fare su e giù per l’enorme terrazza…”Merda!”…Con quest’ultima imprecazione calcò un passo deciso, fermandosi definitivamente. Frugò nelle tasche dei jeans attillati e tirò fuori il pacchetto di sigarette. Era estremamente nervoso. Che diavolo aveva nella testa quella squinternata di Kaori? Voleva forse attentare alla sua “giovane” vita?

Ryo tirò fuori una sigaretta dal pacchetto, la mise in bocca e se l’accese tirando su un bel respiro.

Un pelo, c’era mancato davvero un pelo e se la sarebbe portata sotto le lenzuola! 
Quando aveva deciso -insensatamente- di attuare quello stupido piano per farla arretrare, Ryo non aveva pensato che forse -e solo forse- avrebbe creato uno dei suoi soliti casini.
No, lui si era convinto che niente lo avrebbe distratto dall'obbiettivo di riuscire a capire perché lei lo stesse facendo, eppure si era ritrovato con la mente annebbiata e piena di smania
”Merda!”Il fatto poi di averla condotta in camera era solamente servito ad alimentare il suo desiderio di toccarla. Anche a lui, che diavolo gli aveva suggerito il cervello per fare una mossa simile?
Non era necessario andare proprio nella stanza da letto! Eppure lo aveva fatto… L’aveva presa per mano e c’era andato per davvero…
”Dannato Ryo!”…Il “metodo” che aveva scelto per capire che cosa non andasse in Kaori gli si era ritorto contro e lo aveva fatto in modo silente, catturando e deviando la sua attenzione -che poco alla volta si era diretta totalmente verso l'ammaliante socia-. Inizialmente Ryo si era convinto di poter gestire la questione in modo controllato. Era sicuro che Kaori -conoscendola- non avrebbe nemmeno calcato il primo gradino della scalinata, spaventata dalla determinazione che lui aveva mostrato nel volerla assecondare. Era certo che lei -anche se era stata la prima a chiederglielo- si sarebbe intimidita di fronte a quella cosa nuova, avrebbe riacquistato il senno perso e si sarebbe sfogata vuotando il sacco in preda a una crisi di pianto..."Certo, come no"...Solo che in tutto ciò gli ormoni di Ryo  avevano fatto da padroni alla grande e alla fine quello era stato un modo come un altro per avere una scusa per poterla sfiorare liberamente…Dio che pelle morbida che aveva”…Sapeva che dietro a quel comportamento si nascondeva qualcosa di losco, ma non aveva potuto fare a meno di perdersi nel contemplare quanto dannatamente affascinante fosse vederla disperatamente cercare le sue attenzioni…

<< Accidenti Ryo, sei proprio un animale! >>

Si tirò un pugno sulla testa, punendo se stesso per non essere stato in grado di auto controllarsi in un momento tanto delicato.
In gioco c'era una questione molto più importante di quello che aveva inizialmente pensato e aveva immensamente sbagliato a non stare attento a non farsi coinvolgere da quell'atmosfera così languida. Troppa sicurezza di se poteva fregare la concentrazione...
Di fronte aveva avuto Kaori... Come poteva pensare di rimanere indifferente?

Si ricompose immediatamente facendosi serio. Forse non tutti i mali erano arrivati per nuocergli, e se da una parte andare in camera era stata la decisione più stupida -e alquanto devastante- per le sue povere membra, dall'altra si era rivelata piuttosto utile. 

Si avvicinò al parapetto del balcone, lasciò la sigaretta in bocca e aprì il pugno della mano, osservando l’oggetto che si trovava al centro del suo palmo -quello che aveva strappato di nascosto dal colletto del giacchetto di jeans di Kaori-.

Lo esaminò con molta attenzione…”Proprio come immaginavo”…Il micro localizzatore di posizione -attaccato all’indumento della ragazza- gli suggeriva il fatto che qualcuno la teneva sotto stretta sorveglianza. Era probabile che lei non se ne fosse accorta, ma a lui erano bastati pochi istanti per vederlo, e l’aveva fatto in particolar modo quando lei -in camera- gli aveva dato le spalle mentre lo aspettava. Davvero curioso come quella coincidenza glielo aveva fatto notare riconducendolo al raziocinio. 

Così non si era trattato più di assecondarla per capire che cosa la spingesse a comportarsi in quel modo, adesso doveva scoprire che cosa stava succedendo.

Si schiarì la voce, concentrando l’attenzione su quello che probabilmente iniziava a diventare un problema abbastanza serio.
Forse era anche per quella ragione che Kaori le era sembrata piuttosto disperata…Che qualcuno l’avesse minacciata? E se le avessero chiesto di fare qualcosa contro la sua volontà? 
No, sicuramente c’era dell’altro. L’angoscia della socia era troppa. Lei non avrebbe mai osato chiedergli di passare una notte insieme così a cuor leggero. Era troppo timida per farlo. Lei…Che arrossiva quasi per niente quando stava vicino a lui, che l’argomento “amore” la imbarazzava terribilmente se anche solo provava ad accennarlo… Che distoglieva lo sguardo se lui si azzardava a osservarla un po’ più profondamente…”Non va”… Qualcosa proprio non tornava.
Lei doveva aver avuto una motivazione davvero forte per farla spingere a tanto. Ma che cos'era?


Ryo prese ancora una volta la microspia osservandola con ancora più sospetto. Se ci pensava con attenzione diversi tasselli si incastonavano perfettamente nel puzzle…”Già, proprio vero”…Tra le tante cose che aveva notato, c'era che Kaori non aveva nel suo  guardaroba tutti quegli indumenti costosi. No, in realtà Ryo non li aveva mai visti. 

Quindi… Chi l’aveva fatta vestire in quel modo? Perché? Ma soprattutto per quale ragione Kaori era così intimorita da non volergliene parlare? Con quale spaventosa menzogna l’avevano costretta al silenzio?
Troppe cose non tornavano...
Anche il fatto di essere lì a casa in apparente tranquillità era qualcosa che non quadrava. Se lei aveva incontrato questa gente nell'arco della giornata -che l'aveva probabilmente minacciata, fatta vestire con degli abiti costosi e messo addosso un trasmettitore di posizione per tenerla sotto controllo- perché l'avevano fatta tornare a casa? Questa gente sapeva per certo che lui era City Hunter -e che Kaori era la sua partner-, quindi perché rischiare tanto? Non avevano paura che lei glielo raccontasse?
Mille domande affollavano la testa di Ryo, e più ci pensava e più le cose sembravano farsi sempre più sospette e senza senso...

Tirò un'ultima boccata alla sigaretta, prima di lanciare il mozzicone ormai finito giù dal balcone. Lo seguì con lo sguardo mentre cadeva nel vuoto e i suoi occhi si fissarono verso il ciglio della strada, dove una figura di sua conoscenza -in penombra- se ne stava ferma ad aspettare…”Ma che”… Kaori era lì, rannicchiata su se stessa, vicino al bordo della carreggiata con in mano qualcosa avvolto in un panno bianco…Ma dove diavolo sta andando?!”Non ci pensò due volte e si lanciò nell’androne delle scale, scendendo le rampe con una velocità che neanche lui sapeva da dove gli veniva fuori. Dove stava andando a quell’ora? Ma soprattutto “perché”?

Un atroce sospetto fece battere ansiosamente il cuore di Ryo, che corse ancora più veloce.

Arrivò in un battibaleno all'ingresso di casa, aprì la porta e uscì…”Dannazione!”…Non fece neanche in tempo a pronunciare il suo nome, che il taxi su cui era salita partì lentamente. Aveva un brutto presentimento. Tutta quella storia puzzava troppo di brutti ceffi, e se non avesse colto ora l’occasione per seguirla, non era sicuro sarebbe riuscito a ritrovarla così facilmente in seguito.
E poi… L'avrebbero lasciata tornare a casa ancora una volta? O le avrebbero fatto del male?


Ryo corse in garage, prese la Mini Cooper e si lanciò all’inseguimento. Non pensò ad altro che raggiungere quel dannato taxi.
Ci volle pochissimo tempo per recuperare i metri che lo avevano distanziato, e adesso si trovava lì, inchiodato alle costole del veicolo con all'interno Kaori -concentrato sul modo che poteva utilizzare per farlo accostare-.
Non aveva paura, era pronto a tutto. Nella fondina sotto il suo braccio c'era la sua Magnum. Qualsiasi ostacolo gli si sarebbe parato davanti, lui non avrebbe esitato, avrebbe fatto di tutto per portarla in salvo.


..."Che diamine sta succedendo?!"... Ryo continuava a pensare, vagliando ogni possibile opzione che aveva portato la sua preziosa socia in quell'auto davanti a lui. Ogni supposizione poteva essere plausibile e ogni indizio valido. Solo che lui non riusciva a farsi un’idea precisa. Ogni concetto era sfuocato e astratto, molto vago per poter delineare un profilo. Potevano essere nemici qualsiasi, venuti da chissà dove e con qualsiasi scopo. I motivi sul perché andavano a toccare la sua assistente potevano essere molti, e ogni cosa riconduceva a un ipotetico odio contro City Hunter. Ma la domanda che lo tormentava era sempre la stessa: Perché Kaori non glielo aveva detto?

Ryo appoggiò il gomito al finestrino, continuando a guidare solo con una mano...

Forse era colpa sua se Kaori non si era sentita libera di raccontargli niente. Probabilmente non avrebbe dovuto continuare a tenere su quell’ostinato muro con cui desiderava a tutti i costi allontanarla, forse non avrebbe dovuto trattarla con tanta indifferenza…”Sei proprio un buono annulla”… Ryo pensò che forse Makimura -quando gliel’aveva affidata- non è che avesse fatto proprio la migliore delle scelte. Lui era la persona meno indicata a vegliare su qualcuno. Non sapeva bene come comportarsi, ne come dimostrare affetto, sapeva solamente come fare del male. E che questa era la pura verità, si rispecchiava dal suo non riuscire a dimostrare amore all’unica donna che avesse mai amato.

Ryo strinse forte il volante…

Se solo fosse stato più coraggioso -quando Kaori qualche minuto prima gli aveva detto che avrebbe smesso di amarlo- forse le avrebbe detto che anche lui provava i suoi stessi sentimenti, che anche lui l’amava, e che non le avrebbe mai permesso di smettere di amarlo. Se solo avesse osato dirglielo, forse adesso sarebbero stati insieme e forse lei si sarebbe sentita libera di confidarsi…”Forse”

                                                                                                                 -…Makimura… Cosa vuoi che faccia
                                                                                                                      
con la tua cara sorellina?
                                                                                                                      La dovrei tenere per sempre al mio fianco,

                                                                                                                      o la dovrei semplicemente lasciare
                                                                                                                      
andare?…-

La paura più grande che da sempre lo aveva bloccato era che -rivelando il suo affetto per la donna- non sarebbe stato in grado di proteggerla dai nemici -i quali venendo a conoscenza del suo sentimento, avrebbero potuto mettere la vita della ragazza in serio pericolo-…

                                                                                                           -…Ma non è forse vero che ogni volta che
                                                                                                                vogliono colpire te, prendono in
                                                                                                                ostaggio lei?…-


Quella era la sacro santa verità che Saeko gli aveva sbattuto in faccia quando -per un’assurda discussione su Makimura e sua sorella- mezzi ubriachi si erano litigati. Lei capiva il cuore innamorato di una donna e sosteneva che Kaori stesse soffrendo a causa della sua non chiarezza. Ryo -da parte sua- non aveva voluto accettare quella verità e aveva continuato a fare di testa sua, trascinando -Kaori- per anni dentro quella spirale di continuo tentennamento. Ma doveva iniziare ad ammettere che tutta quell’indecisione aveva logorato poco alla volta il loro rapporto e li aveva progressivamente allontanati l'uno dall'altra, facendoli stare male entrambi.
E nonostante tutto 
Kaori c'aveva comunque provato a stargli vicino, a riallacciare il loro legame, aveva già fatto abbondantemente la sua parte per cambiare le cose tra loro. Ma il punto era: lui voleva che cambiassero?

Un'improvvisa folata di vento -entrata dal finestrino abbassato- scompigliò i capelli di Ryo, mettendo in mostra quella cicatrice che aveva all'attaccatura del cuoio capelluto. 

No. Anche se la scelta era sempre stata sua -dato che Kaori aveva dimostrato ampiamente di essere disponibile- lui non voleva che le cose tra loro cambiassero. Non riusciva ad abbandonare quell'atteggiamento ostico con cui la respingeva. A tutti i costi aveva provato a tenerla lontana dal suo cuore, perché così facendo si sarebbero fatte male meno persone e tutti avrebbero goduto di una vita "tranquilla". Ma a conti fatti, c'era riuscito? No. Tutto quello che aveva fatto l'aveva portato sempre di più vicino a lei, attaccato a quel sentimento che aveva scioccamente pensato di poter estirpare con facilità..."Illuso"...Sì, si era illuso! Ryo non riusciva ad allontanarla. Lui non voleva che Kaori se ne andasse via così dalla sua vita, voleva che gli rimanesse vicino.
Desiderava che lei restasse... Se lo voleva anche per sempre...

Arrivati a quel punto era chiamato a prendere una decisione senza rimandi... 
Una decisione che implicava una presa di posizione..."Rinunciare o agire"... Che lo impegnava -forse per la prima volta- a fare la sua parte...





NOTE CONCLUSIVE: Salve tutte mie care lettrici! Come state? Devo dire che non ho moltissimo da aggiungere a questo capitolo (visto che si spiega abbastanza da solo). Spero solamente vi sia piaciuto. ^w^

Quello che più mi preme è esprimervi la mia immensa gratitudine per l'affetto che state dimostrando per questa storia. Sul serio quando ho iniziato a buttarla giù non credevo potesse piacere (visto che le idee sono alquanto bislacche). Penso sempre che le mie idee non possano piacere e che possano risultare banali. Vedere che invece è il contrario mi rende davvero felice.

Grazie per davvero a tutte coloro che continuano a seguire questa storia con vivo interesse e che mi fanno sapere i loro pensieri. Per me è davvero importante sapere i vostri pareri. Grazie anche a coloro che si sono aggiunte di recente alla lettura di questa storia. 
Sul serio non sapete che bene mi fate. Riuscite sempre a strapparmi un sorriso.

Che altro dire... Grazie di cuore e a presto!






 

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Capitolo 6
*** Il Segreto Della Colt Anaconda ***


        

                                                

                                                                                                       
                                                                                                        -…"Trova qualcosa da amare…
                                                                                                              Perché nel nostro mondo non sopravvivi senza"…-

 

Che cos’era l’amore? Come si dimostrava? Ma soprattutto perché gli esseri umani ne avevano bisogno?

La risposta a tutte quelle domande non era mai interessata a Ryo Saeba. Lui -quando aveva potuto- aveva sempre scansato le questioni di tipo amoroso per il semplice fatto che le considerava una gran rottura di scatole. Primo perché lui era uno spirito libero e legarsi a qualcuno significava doversene prendere totalmente cura nel bene e nel male, secondo perché quel sentimento non lo capiva.
No, nella sua testa confusa non accettava il affatto di essere condizionato a tal punto da non poter decidere autonomamente senza tenere conto di quello che -teoricamente- il suo cuore gli suggeriva.

Forse questa avversione verso l’amore dipendeva dal fatto di non averlo ricevuto nella sua triste infanzia -e di conseguenza mai neanche imparato a dimostrarlo-. D’altra parte gli uomini che lo avevano cresciuto -soldati di guerra addestrati a essere spietati e cinici per non diventare troppo indulgenti con il nemico- gli avevano insegnato solo come sparare bene, difendersi in una battaglia ed essere letali. L’amore era un sentimento futile che indeboliva e rendeva vulnerabili e per questo gli era sempre stato alla larga.

Eppure suo padre -Shin Kaibara- gli aveva detto molte volte di prestare attenzione a questo sentimento, perché un uomo -specialmente uno come loro- ne aveva davvero bisogno per sopravvivere. Inizialmente non aveva capito che cosa volesse dire con quella frase, ma con il tempo -dopo aver visto passare davanti ai suoi occhi i massacri della guerra- aveva iniziato a prestarci più attenzione e aveva capito che l’amore era quel sentimento che li avvicinava all’essere più umani e meno bestie. Senza l’amore persone come loro -e con il loro passato- non sarebbero stati in grado di continuare a vivere. I sentimenti di autodistruzione li avrebbero fatti desiderare la morte ogni giorno, fino a volerla incontrare per davvero.
Nel loro animo avevano bisogno di uno spiraglio di tenerezza per lenire il cuore ridotto a brandelli dalle ferite.

L’unico problema per Ryo era che non permetteva a nessuno di avvicinarsi così tanto da poterlo coinvolgere. Lui in bene o in male aveva deciso di fare affidamento solo su se stesso, convinto che tanto le persone nascevano sole e morivano sole.

Nessuno stava con un altro mosso da sentimenti sinceri. Di base l’uomo era egoista e se non c’era un profitto da cui potevano trarre vantaggio non restavano vicino a qualcun altro. Per lo meno la vita gli aveva sempre dimostrato che le cose stavano in quel modo, e ben presto aveva imparato la diffidenza -arma con cui si difendeva egregiamente bene dai potenziali sfruttatori-.

Nessuno era in diritto di avvicinarsi a lui e prendergli il cuore per il solo gusto di sgretolarlo in mille pezzetti. Non lo avrebbe permesso. Aveva già sofferto abbastanza e questo gli bastava…

                                                                                        -…Non posso andare. Tu hai bisogno di un nuovo aiutante…-

Ma si era dovuto ricredere e l’aveva fatto senza neanche rendersene conto. Perché sì, era con quella frase che una ventata di amorevolezza aveva iniziato a soffiare nella sua triste vita di Sweeper solitario. Sì, Kaori Makimura -la sera della morte di suo fratello- era entrata prepotentemente nella sua vita, dimostrandosi una persona sincera e senza secondi fini.

Lei voleva rimanere perché era lì che c’era bisogno di stare.

Non si era turbata troppo per se stessa e per la grave perdita subita, o per il fatto che la sua vita fosse in pericolo -visto che un’intera organizzazione mafiosa li voleva morti entrambi-, no, lei si era preoccupata per il povero Sweeper solitario, per cosa avrebbe fatto tutto solo. Anche se non si conoscevano poi così bene lei voleva restare, perché si era angustiata per lui…”Da non credere”…Non sapeva per quale ragione Ryo era rimasto così profondamente colpito da questo suo gesto, sapeva solamente che le aveva permesso -a una persona inesperta come lei- di rimanere al suo fianco.

Così lo aveva fatto, aveva concesso a qualcuno di avvicinarsi ed entrare nella sua vita, e anche se inizialmente non se ne era accorto, le sue attenzioni si erano riversate su di lei incondizionatamente…”Incredibile”

Perso nei suoi mille pensieri e intento nel pedinamento a distanza, Ryo assottigliò lo sguardo, notando in lontananza il porto di Yokohama.

Sì, già da subito il suo interesse per Kaori era stato evidente, ma solo quando il sentimento era andato un po’ più in là del semplice “mi piace”, aveva riflettuto su come l’amore fosse qualcosa di molto potente da essere in grado di causare un cambiamento radicale in qualcuno…

                                                                                                    -…Anni fa negli Stati Uniti eri più distruttivo…
                                                                                                         Emanavi un desiderio di morte…
                                                                                                         Sembrava cercassi un’occasione per morire.

                        

                                                                                                         Adesso non sei più cosi…Stai provando a vivere.
                                                                                                         Chi sarà stato a cambiarti così?…-

”Kaori”… Anche se non l’aveva ammesso subito, Ryo sapeva bene che a operare un cambiamento del genere era stata lei.
Il suo desiderio di morire si era trasformato e adesso voleva vivere a ogni costo. Sì, lo voleva fare per la persona che amava.

Ma non solo… Desiderava anche proteggerla…

Quel mondo mal sano dove Ryo aveva sempre vissuto sin dall’infanzia non concedeva errori. Era per questo che si era fiondato al suo inseguimento senza pensarci troppo, perché ancora una volta era stato chiamato a proteggere ciò che più era prezioso per lui…

”C’era da aspettarselo”…Lo sguardo di Ryo si posò sulle molte barche ormeggiate -e abbandonate- lì in quella zona vicino al porto dove quasi nessuno andava.

Vide il taxi fermarsi poco più in là -rispetto a dov’era- e di rimando anche lui si fermò, spense i fari per non dare troppo nell’occhio e rimase immobile a osservare…

Quella zona la conosceva anche troppo bene. Era lì che solitamente si riunivano i malavitosi per i loro loschi “scambi di merce”, ed era anche lì che erano finiti lui e la socia -per caso- qualche giorno prima, inseguiti dalle jeep blindate di quei malviventi capeggiati dalla donna che somigliava a Kaori…”Non sarà che”…Improvvisamente una scintilla illuminò lo sguardo di Ryo. Uno spaventoso sospetto iniziò a inquinare l’animo dello Sweeper.

Aveva un buon sesto senso, ed era bravo anche a mettere insieme i tasselli mancanti di un puzzle, ma questa volta sperava con tutto se stesso di sbagliarsi. La domanda che lo inquietava era: E se Kaori avesse già avuto contatti con la capo clan malavitosa?

Inghiottì a vuoto, spaventato da quella possibilità che forse poteva essere -tra tutte- la più probabile…

                                                                                                              -…Stai attento Ryo e tieni gli occhi aperti…-

E subito si ricordò delle parole di Saeko. Lui -a differenza di quello che le aveva suggerito la poliziotta- aveva sottovalutato un po’ troppo la situazione, sicuro del fatto che quelli non si sarebbero fatti vivi così presto senza avere un altro piano specifico per poterla approcciare. Ma se per un qualche motivo Kaori aveva avuto a che fare davvero con quella donna, adesso si trovava in grave pericolo. Quell’organizzazione non si sarebbe fermata pur di salvare il loro leader, e avrebbe senza dubbio sacrificato la vita di Kaori per sostituire quella del loro Capo. Se gli acquirenti rivali avessero saputo che il Boss era morto, non avrebbero più avuto nessuno motivo per dargli la caccia, e questo non solo gli avrebbe risparmiato un sacco di grattacapi, ma gli avrebbe spianato la strada per continuare gli affari senza essere disturbati.

La situazione iniziava a farsi decisamente preoccupante, ma ciò che lo impensieriva di più era il fatto che la partner non si era resa conto del pericolo che stava correndo…”Dannazione!”

Vide Kaori scendere in tutta fretta dall’auto e dirigersi verso l’enorme imbarcazione di fronte a lei. Dall’esterno poteva apparire una semplice petroliera, ma Ryo sapeva bene che quella era solamente una copertura per i traffici interni. La osservò mentre saliva la scalinata di ferro che la conduceva a bordo. Ormai dire che Ryo continuava a tormentarsi sul perché lei lo avesse tenuto allo scuro di tutto ciò, era diventato scontato.

In ogni caso doveva portarla via da lì e doveva farlo al più presto…

Così scese anche lui di macchina e si diresse verso la nave. Percorse velocemente la scala e salì con estrema scaltrezza -e rapidità- a bordo. Con passo deciso si diresse verso il portellone che lo conduceva dentro e si intrufolò silenziosamente.
Aveva buttato l’occhio -nel frattempo- verso gli uomini armati che se ne stavano di sentinella ovunque, sparsi così bene per il ponte che nemmeno uno spillo sarebbe potuto entrare senza essere visto -ovviamente a parte lui-.

Da come erano vestiti e dalle armi che imbracciavano poteva ben capire che non si trattava solamente di scarsi mafiosi. Quelli erano uomini addestrati, probabilmente mercenari di guerra…”Devo trovare Kaori alla svelta”…E senza soffermarsi troppo a riflettere perché ci fossero uomini come loro su una nave come quella -che teoricamente avrebbe dovuto trasportare solo prodotti oleosi- iniziò la perlustrazione, cercando un indizio che potesse condurlo dalla socia.
Gli parve davvero strano… Per gli stretti corridoi -e anche in lontananza- non percepiva la presenza di nessuna persona.
Il silenzio regnava sovrano…

Si guardò a destra -e anche a sinistra- setacciando con estrema meticolosità ogni angolo che incontrava. Sembrava sul serio che su quella nave non ci fosse nessuno, sembrava una nave abbandonata. Eppure sapeva bene che non era così.
Kaori era sicuramente lì dentro e dal quantitativo di uomini che aveva visto sul ponte poteva intuire che ce n’erano altrettanti -se non di più- anche all’interno…”Molto strano”…Girò l’angolo e la sua attenzione fu attirata verso una cabina situata alla sua destra.

La porta era semi aperta e la luce accesa filtrava dallo spiraglio riversandosi sul pavimento del corridoio. Ciò stava a indicare che qualcuno al suo interno era presente -o per lo meno doveva tornare-.

Rallentò il passo e si avvicinò lentamente aguzzando l’udito…

                                                                         << Sei forse impazzita! Hai idea di quello che abbiamo rischiato
                                                                               se ci scoprivano?!
 >>

Una voce -una maschile- proveniente da dentro era esplosa improvvisamente, irrompendo nella quiete che fino a quel momento aveva regnato sovrana per i corridoi…

                                                                        << Stai calmo. La donna non sospetta niente ed è tornata
                                                                               di sua spontanea volontà >>

Un’altra voce -questa volta di una donna- si era aggiunta al coro e aveva risposto con estremo autocontrollo, riferendosi a quella che probabilmente era Kaori…

                                                                         << E se ne avesse parlato al Socio? Che ne sai che non è una trappola
                                                                               escogitata da entrambi per farci catturare?
                                                                               Il localizzatore che aveva addosso ha smesso di funzionare molto
                                                                               prima che lei tornasse. Non sai che City Hunter è un abile
                                                                               stratega? >>

Ryo rimase ad ascoltare, profondamente incuriosito da quella conversazione. Contrariamente alle sue aspettative loro non erano interessati a lui, anzi, avevano cercato di lasciarlo fuori con ogni mezzo a disposizione. Sapevano bene chi era e in che modo agiva e non volevano averci a che fare.

Tese l’orecchio prestando completa attenzione alla conversazione tra i due Soci, cercando di scoprire qualcosa in più…

                                                                       << Rilassati. City Hunter non verrà mai qui. Non immaginerà nemmeno
                                                                              perché la sua partner ha deciso di abbandonarlo così all’improvviso >>

…”Sbagliato”…In realtà -per volere del karma- lui aveva scoperto tutto ed era lì a loro insaputa pronto a intervenire. Anche se quei due -che a quanto pare erano i leader quell’organizzazione- pensavano di aver lavorato di strategia riducendo Kaori al silenzio, non avevano calcolato l’imprevisto -cioè lui-…”Idioti”… Ma non solo…
Gli stavano rivelando in maniera dettagliata tutti i loro segretissimi piani…”Tanto meglio”…Per Ryo sarebbe stato più facile muoversi e prevedere con largo anticipo le loro mosse.

Soltanto una cosa…

Voleva vedere bene in faccia con chi aveva a che fare per ricordarseli bene. Perché a tempo e debito gliel’avrebbe fatta pagare…

Così si sporse leggermente dallo spiraglio aperto per focalizzare i loro visi…Per un brevissimo istante gli mancò il respiro.
Tutto ciò che aveva pensato era vero. Non sapeva quale accordo avesse fatto Kaori con quella donna, sapeva solamente che lei -il capo clan- stava sfruttando la genuinità della partner solo per tenerla in pugno.

E ci stava riuscendo davvero bene...

                                                                             << Come puoi essere totalmente sicura che non verrà? >>

A quanto pare l’uomo era estremamente in ansia al solo pensiero di ritrovarselo di fronte. Questo era un vantaggio per Ryo, perché un avversario in preda al panico poteva essere facile da vincere…

                                                                            << Perché la sua partner non l’avrà sicuramente informato.
                                                                                  L’ho minacciata di lanciare contro City Hunter
                                                                                  un esercito fatto di PCP >>

Il cuore di Ryo fremette, udendo il nome di quella droga spaventosa…”Ancora la polvere degli angeli”

                                                                           << Sei forse fuori di testa! Non sappiamo che effetti può avere
                                                                                 la nuova versione che hai creato della PCP!
                                                                                 I soldati potrebbero rivoltarsi anche contro di noi!
                                                                                 E’ una follia mettere in atto un simile piano! >>

Ryo pensò che fosse decisamente strano sentire parlare ancora una volta della polvere degli angeli. Teoricamente era stata seppellita insieme all’Union Teope nel momento in cui il loro leader Kaibara era morto. Quindi loro come facevano a esserne in possesso?
Il problema fondamentalmente però era uno, ed era anche parecchio serio. Ovvero, se affrontare un uomo sotto l’effetto della polvere degli angeli era pericoloso, come sarebbe stato affrontarne un esercito intero? Probabilmente non ne sarebbe uscito vivo.
Inoltre se quella gente si era presa la briga di modificare una droga già molto forte -potenziandone a quanto pare l’effetto- con cosa avrebbe dovuto scontrarsi?

                                                                         << Stai tranquillo. Non ci sarà bisogno di usarla. La donna non ha obbedito
                                                                               subito senza esitare per paura di veder morire il partner. 
                                                                               Fidati. City Hunter non ci metterà i bastoni tra le ruote >>

 Oops! E invece lo avrebbe fatto eccome! E grazie al loro straparlare sapeva tutto quello di cui aveva bisogno per eliminare una potenziale minaccia…

                                                                       << Spero per te che sia così. Piuttosto…Come hai in mente
                                                                             di proseguire il piano >>

Ma in serbo avevano altre chicche da rivelargli…

                                                                      << Per prima cosa dobbiamo addestrare la donna. Se tratta con i nostri
                                                                             clienti così per com’è 
si accorgeranno subito che non sono io >>

Dunque Ryo c'aveva visto giusto. I piani di quella donna erano far passare Kaori per lei, in modo che venisse sacrificata al posto suo...
                                                                      
<< Hai ragione. Dobbiamo iniziare subito. Dove si trova adesso? >>

                                                                      
<< L'ho fatta portare nella sua cabina >>

                                                                       
<< E l’hai lasciata da sola?! >>

                                                                       
<< Certo. Dove vuoi che se ne vada? Adesso fa parte del nostro equipaggio >>

Ryo strinse forte i pugni. Non lo avrebbe permesso...Mai! Kaori non sarebbe diventata parte di quell'ammasso di spazzatura.

L’avrebbe trovata e l’avrebbe portata via. Solo che lui non poteva fronteggiare apertamente quella marmaglia. Troppi rischi da correre e non sarebbe riuscito ad agire liberamente se c'era lei da proteggere. Di gente da affrontare ce n’era anche troppa -senza contare che ancora non sapeva in quale delle migliaia cabine Kaori si trova-. Era già un ostaggio nelle loro mani e non avrebbero esitato a usarla per poterlo fermare. No, avrebbe gestito la situazione in maniera stealth e dopo aver individuato dove si trovava la socia, avrebbe cercato un sistema per distruggere anche le loro “scorte”. Perché era sicuro che da qualche parte -magari nella stiva- si trovava un laboratorio clandestino dove veniva prodotta la PCP.

Così -come era arrivato- Ryo scivolò via silenziosamente, rasentando il muro. Era giunto il momento di entrare in azione e rovinare i piani di quella feccia…

 

                                                                                               (******)

 

                                                                                               -…”Sei stata obbediente. Sei tornata senza creare
                                                                                                       
problemi e mi hai portato anche la pistola di
                                                                                                       Shin Kaibara. 
Come promesso non toccheremo

                                                                                                       City Hunter. Benvenuta a bordo!”-


Con una stretta di mano “amichevole” il leader dei delinquenti l’aveva accolta come se fosse il membro più leale e coraggioso del gruppo, apprezzata come se avesse compiuto l’impresa più lodevole di tutti.

Ma in realtà lei era tutt’altro che leale e di certo non era tornata lì perché desiderava farlo. No, Kaori era stata costretta dalla situazione a mostrare una fedeltà che non sentiva affatto -e che in altre circostanze non avrebbe mai mostrato- e a dare prova di un'obbedienza e remissività che conferiva a quei delinquenti un totale controllo sulle sue azioni. Era vincolata da quell’ignobile minaccia che non le consentiva di muovere nemmeno un solo passo di propria iniziativa.

La morsa stretta attorno al suo collo le faceva provare una brutta sensazione di soffocamento. Se avesse potuto urlare lo avrebbe fatto a pieni polmoni. Lei era lì solamente per salvare Ryo. Non gli importava di nient'altro.

O forse era così che all'inizio l'aveva pensata...

                                                                                                -…Perché mi interessava la Colt Anaconda di Kaibara?
                                                                                                     Beh… Ormai sei dei nostri, è 
inutile continuare a
                                                                                                     tenertelo nascosto…

                                                                                                      Kaibara era mio padre...
                                                                                                      Il mio vero padre…-

Con quella confessione -rivelata forse in maniera un po' troppo diretta- il cuore di Kaori aveva tremato per uno spaventoso istante. Shin Kaibara si era scontrato in duello con Ryo, ed era morto per mano sua. Se la donna era veramente chi diceva di essere, c'era una buona percentuale che volesse vendicarsi di lui... E Kaori ne era terribilmente impaurita…

                                                                                         -…Tranquilla, City Hunter ha fatto bene a eliminarlo.
                                                                                               Kaibara era un bastardo…-

Ma contrariamente alle sue paure, alla donna non importava assolutamente niente ne di Ryo, ne di Kaibara. Ma allora perché aveva chiesto della pistola?

                                                                                                           -…C’è un segreto al suo interno…
                                                                                                                 Su ogni pezzo c’è una dicitura scritta a caratteri
                                                                                                                 macroscopici, 
che rivela la formula per creare
                                                                                                                 qualcosa 
contro cui persino i governi
                                                                                                                 saranno costretti 
a inginocchiarsi…

                              

                                                                                                                 Mio padre era una bastardo, ma non uno stupido…-

Per cui adesso la situazione era leggermente cambiata e la missione “proteggere Ryo” si era trasformata in “proteggere il mondo”.
Ma se la pistola era già nelle loro mani la guerra era persa in partenza…

                                                                                                          -…Proprio perché mio padre non era uno stupido 
                                                                                                               
abbiamo dei problemi…

                                                                                                               Solo mettendo i pezzi smontati nella giusta sequenza
                                                                                                               possiamo ottenere la 
formula nascosta al suo
                                                                                                                interno. E al momento non sappiamo

                                                                                                                quale sia. Solo un uomo la conosce…
                                                                                                                Lo stiamo cercando...-


Che cosa poteva creare di tanto spaventoso quella formula? E perché glielo stava dicendo anche a lei che -teoricamente- era una nemica? Non lo sapeva... Stava di fatto che quella condizione la faceva sentire estremamente in dovere di fare qualcosa. Era stata lei a portare quella pistola lì e di certo -per come era Kaori- non se ne sarebbe rimasta con le mani in mano ad aspettare che una simile tragedia si verificasse…”C’è rimasto poco tempo”…Oltre alle tante cose che la donna le aveva rivelato c’era il fatto che avevano già una pista da seguire per trovare l’uomo che cercavano. In breve tempo si sarebbero impossessati di ciò che volevano.

Per cui doveva sbrigarsi, trovare la Colt Anaconda e farla sparire. Ancora non sapeva come, ma doveva trovare un modo…

                                                                                         << La stiva! Presto! Presto! Correte tutti qui! >>

Improvvisamente un gran baccano proveniente dal corridoio la fece trasalire spaventandola. Sentiva i soldati correre e urlare allarmati -come se ci fosse bisogno di aiuto-. Che stava succedendo?

Kaori aprì la porta della cabina affacciandosi e vide una coltre di fumo avanzare dalla scalinata proveniente dal piano di sotto…

                                                                         << Presto! La merce sta andando a fuoco! Tutti in sotto coperta! >>

Uno dei soldati -completamente in preda al panico- si era attaccato al walkie talkie, diramando un’allerta a tutti gli uomini lì dentro e anche fuori. Correvano a scaglioni come pazzi e tutti si dirigevano verso la scala da dove proveniva il fumo. Un trambusto micidiale che le fece venire in mente una malsana idea…”Coraggio!”… Kaori -anziché darsela a gambe- aveva deciso di approfittare della confusione e recarsi nell’ufficio del Capo per cercare l’arma di Kaibara. Era convinta che fosse ben custodita da quelle parti e di sicuro anche se avesse camminato in mezzo a quella trincea caotica nessuno ci avrebbe prestato troppa attenzione.

Sapeva che un’altra chance di quel tipo non le sarebbe capitata e così decise di agire.

Nel panico che continuava a regnare sovrano fece un passo fuori…

<< Dove stai andando! Non vedi che la nave va a fuoco! Presto vieni! >>
Ma un soldato -uno che avrebbe dovuto pensare alla propria vita, anziché alla sua- l’afferrò per la mano e la trascinò dal lato opposto a quello in cui andavano tutti.

<< Hey, lasciami andare! Devo solo…>>

<< Vuoi scherzare?! Rischiamo di morire soffocati! >> Il giovane aveva deciso di rovinarle i piani e ben presto l’idea di potersi divincolare da quella presa così salda si assottigliò sempre di più con l’avvicinarsi della porta di uscita. Non sapeva come quel giovane ragazzo riuscisse a tirarsi dietro una zavorra come lei, doveva riconoscere però che la forza con cui la trainava aveva dell'incredibile…”Ma chi diavolo è questo tipo! E perché non sta andando insieme a tutti gli altri?”… No, quello lì non gli trasmetteva niente di affidabile. Già il fatto che tutti stavano correndo a dare una mano -eccetto lui-, le fece pensare che forse lo stramboide aveva qualche losco piano in mente.

Kaori provò ancora a liberarsi dalla presa, ma fu tutto inutile. Lui aveva deciso di scappare e di portarsela dietro a ogni costo…

Erano ormai fuori. Una scia di fumo proveniente dal lato sinistro della nave le fece intuire che il danno all’interno era diventato molto serio e forse da una parte ne era contenta. Perché se l’incendio continuava a propagarsi all’interno, la fumea presto avrebbe attirato l’attenzione della gente, e questo significava che prima sarebbero intervenuti i vigili del fuoco, dopo la polizia. Può darsi che forse sarebbero riusciti ad acciuffare quei malviventi e liberarla dalla sua prigionia…”Ma a che scopo?”…Se anche qualora la situazione si fosse risolta e lei sarebbe potuta tornare a casa, con che faccia si sarebbe presentata di fronte a Ryo?

Distratta dai mille pensieri Kaori non badò troppo a dove stava mettendo i piedi, e inciampò andando a sbattere la faccia contro la schiena del tipo -che tra l’altro aveva anche accelerato il passo con una certa fretta-.

Accadde tutto in una frazione di secondo. Il giovane si voltò verso di lei e il cappellino verde militare che portava gli volò via spinto da una folata di vento.

Nello stesso istante udì il suono di uno sparo che si schiantò vicino ai loro piedi…

<< Non provate a fare un altro passo!…>> Kaori -ancora stretta dalla mano del soldato- si voltò, scontrandosi con l’espressione contrariata del Boss <<…Non ti permetterò di portarla via così >> Vide la canna della pistola puntare verso il ragazzo di fianco a lei e Kaori si girò a guardalo…”Ma che!”

<< Mi dispiace, ma è proprio quello che farò…>> Kaori rimase pietrificata a osservare l’uomo che le stava di fianco <<…Getta l’arma a terra se non vuoi pentirtene…>> Con tono autoritario e deciso, vide la figura slanciata e ben dritta di Ryo starle sorprendentemente a fianco, puntando a sua volta la 357 Magnum contro la donna che le somigliava.
Le parole le morirono in gola. Era stata così presa dai pensieri che non si era accorta nemmeno per un momento che quello che la  stava portando via era proprio Ryo. Come aveva fatto a non riconoscerlo? Anche se si era messo una tuta mimetica per confondersi tra gli altri, la sua voce la conosceva bene. Perché non c’aveva fatto caso? Ma poi, come aveva fatto a trovarla?

Osservò gli occhi del compagno rimanere fissi sulla donna che se ne stava sopra il tetto della prua <<…Dovresti andare a vedere cosa succede di sotto. Credo di aver esagerato un po’ troppo con la benzina >> Lo vide sorridere divertito.

<< Dunque sei stato tu a dare fuoco alla nostra preziosissima merce!…>> La donna tremò per la rabbia <<…La pagherai cara! >> La vide serrare la stretta sulla pistola con aria furibonda.

<< Fossi in te non me la prenderei così tanto. Era roba scadente…>> Disse lui con tono sarcastico. Poi lo vide farsi più serio
<<…Così non potrai più minacciare nessuno >> Lanciandogli un’occhiata austera, come se per davvero avrebbe voluto eliminarla in un istante.

<< Maledetto City Hunter! >> La donna -in preda all’odio- strinse ancora di più il calcio della pistola, pronta a fare fuoco.

<< Attenta…>> L'avvertì lui risoluto <<…Saprai sicuramente che sono un ottimo tiratore. Per cui sappi che nel momento in cui sparerai, due colpi partiranno dalla mia canna. Uno per la pallottola diretta a me e l’altra che colpirà te. Per cui decidi se sparare ti conviene oppure no >> Il cuore di Kaori iniziò a battere fortissimo. L’attenzione con cui Ryo teneva sotto tiro la donna -certo di essere lui il vincitore- la faceva sentire protetta e al sicuro. Le minacce che le erano state rivolte erano diventate nulle e lei -che sentiva un gran calore dentro il petto- strinse più forte la mano del partner.

Vide la donna abbassare lentamente l’arma, come a volersi malamente arrendere all’evidenza << Non importa se te ne vai ora…>> Disse sorridendo con aria malvagia <<…Ti stanerò ovunque ti nasconderai e te la farò pagare per tutto quello che hai fatto. Ho ancora un asso nella manica che ti farà inginocchiare di fronte a me >> E la vide serrare i pugni, accettando a forza quella sconfitta.

Immediatamente Kaori capì a cosa la mafiosa si riferisse…”La Colt Anaconda”…E provò a divincolare la mano da quella del Socio << Ryo devo tornare dentro >> E lo guardò dritto nei suoi occhi profondi -smarriti per quella richiesta-.

Ma non fece a tempo a dirlo che dei passi in lontananza -provenienti da dentro- li distrassero. I soldati stavano tornando e lo stavano facendo a frotte.

Udì la Boss mafiosa ridere di gusto e la mano del Socio -senza pensarci troppo- la strattonò ancora una volta tirandola via da quel posto. Con un salto Ryo la tirò giù in mare insieme a lui e Kaori che ancora -dopo tutto- non aveva smesso di pensare allo spaventoso segreto nascosto dietro quella pistola, annaspò in cerca di emergere più velocemente.

La mano di Ryo la tirò a se facendola affiorare verso il pelo dell’acqua, e tossì non appena uscì fuori…

<< Forza Kaori…>> La prese per un braccio aiutandola a raggiungere il bordo della banchina. Il tuffo che avevano fatto era stato considerevolmente pericoloso -oltre che alto-. Un centimetro un po’ più a sinistra e non sarebbero atterrati affatto in acqua.

Kaori continuò a tossire aggrappandosi al ciglio in cemento -mentre Ryo da dietro l’aveva aiutata a salire-.

Appoggiò le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato <<…Non siamo ancora al sicuro >> Con un agile mossa uscì anche lui dall’acqua, guardando poi in alto verso il ponte della nave. E l’afferrò di nuovo per il dorso della mano, trascinandola via.
Non sapeva perché, ma la preoccupazione di Ryo arrivava fin dentro i suoi pensieri.

Eppure lei non riusciva a far altro che a pensare all’arma in possesso di quella malvagia donna.

L’unica soluzione per evitare che una cosa peggiore minacciasse le loro vite -e anche il mondo intero-, era trovare colui che conosceva la sequenza giusta per i pezzi della pistola. Ma chi era? Di chi -Shin Kaibara- aveva avuto così fiducia da svelargli quel segreto tanto grande?

Kaori continuò a fissare la figura di Ryo da dietro e pensò che forse fare i conti con il presente non sarebbe stato poi tanto facile…




NOTE CONCLUSIVE: Salve a tutte mie care lettrici! Con tanta fatica sono riuscita a pubblicare anche questo capitolo. Premetto che ho avuto diverse cose da fare e per questo c'ho messo più giorni del solito per mettere un aggiornamento.
Che dire... Spero che questo capitolo ricco di azione vi sia piaciuto. A me personalmente mi ha avvinta moltissimo nel rileggerlo.
So che non c'è molto "love", ma la trama necessitava di una svolta, come anche necessitava di alcune spiegazioni.
Come ad esempio vorrei precisare che non sono un'esperta di armi e quindi non so neanche com'è assemblata una pistola, ma l'idea che l'arma di Kaibara (che possiede Ryo nella storia originale) nascondesse una specie di segreto, mi piaceva parecchio (anche perché altrimenti sarebbe stato troppo scontato che la sosia di Kaori la volesse solo perché è del padre biologico).
Non lo so, spero sia piaciuta anche a voi questa idea... Come anche spero che le parti narrate siano state di facile comprensione per tutte voi.

Che altro aggiungere... Beh, vi sono immensamente grata per le splendide recensioni che sempre mi lasciate. I vostri pensieri sono davvero importanti per me (ma ormai ve l'ho già ripetuto fino alla nausea). Sul serio siete troppo buone con me.
Vi ringrazio per davvero per tutto l'affetto che mostrate per questa storia.

A presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                             

                         

 

                        

                                 

 

                       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Non Poi Così Diversi ***


                                                            



                                                                                                                  -…”Se non sai cosa dire, limitati a
                                                                                                                         osservazioni riguardanti il tempo…”-

 

Kaori Makimura non aveva mai amato silenzi troppo lunghi. La mettevano estremamente a disagio e aveva sempre creduto che fossero l'inizio dei drammi più tragici per cui la gente poi -per esasperazione- straparlava, sparando a raffica la prima cosa che gli passava per la testa. Il che -sapeva bene- non era propriamente la cosa più intelligente da fare…

Nelle sue traumatiche esperienze vissute in prima persona, aveva sperimentato che “non sapere cosa dire” era la fonte primaria di ogni guaio. Perché ogni volta che vaneggiava una frase detta a caso solo per colmare il silenzio, i risultati erano sempre gli stessi:
1) O metteva in imbarazzo la persona che le stava di fronte; 2) O metteva in imbarazzo se stessa -evidenziando per errore qualche suo difettuccio privato-. E il tutto si concludeva in bellezza con un altro illimitato e definitivo silenzio -ancora più pesante del primo- che disturbava la già non poca disagevole quiete, congelando tutti i presenti -compresa lei-.

In entrambi i casi non era piacevole…

E allora arrivava il salvifico consiglio di suo fratello, che le suggeriva di limitarsi a fare osservazioni sul tempo onde evitare di dire qualcosa di sgradevole << Ma tu guarda che razza di tempo >> Così l'aveva fatto. Aveva rivolto le sue attenzioni al meteo -o meglio, al diluvio universale che si era scatenato fuori-, cercando di spezzare quella taciturna quiete che però iniziava ad assordare le sue povere orecchie.
Quella era stata l’unica e isolata frase che si era concessa di rivolgere a Ryo onde evitare di intavolare altri scomodi argomenti.

<< Già…>> E quella era l’unica risposta che lui si era premurato di rivolgerle, tanto per farle capire che l'aveva sentita..."Davvero squallido"...In tutto il tragitto in macchina -dove li vedeva sgommare via velocemente da quella petroliera in fiamme- non era volata un mosca. 
Entrambi erano rimasti rigorosamente in silenzio a osservare la strada che scorreva lentamente, quasi come avessero avuto un conflitto interiore e avessero avuto parecchie cose da dire a se stessi. Solo che lei non è che avesse parlato poi più di tanto al suo subconscio, no, aveva continuato a spiare Ryo -e ogni sua movenza- nel tentativo di carpire qualche piccolo indizio riguardante i suoi pensieri -che palesemente sembravano molti-.

Se avesse potuto l’avrebbe subissato di domande. Solo che nell’aria erano rimaste troppe questioni in sospeso -questioni per cui a Kaori non conveniva tanto aprire un dibattito- e dunque aveva concordato che rimanere in silenzio sarebbe stata la scelta più saggia.

Sì, perché in realtà chi teoricamente doveva dare delle spiegazioni era proprio lei, e allora le due uniche opzioni che aveva per restare al "sicuro" erano puntare o sul bollettino metereologico o sul silenzio...
<<…Per adesso siamo al sicuro…>> Ryo fece un sospiro di sollievo allontanandosi di qualche passo dalla finestra. 

Se ne era rimasto lì accanto per un bel po’, guardando di sottecchi fuori attraverso il vetro. Il suo sguardo era stato attento e preciso mentre osservava l’ambiente circostante con estremo sospetto -come se qualcuno potesse uscire dai cespugli da un momento all’altro-.

Kaori -da parte sua- aveva scrutato con cura lo sguardo concentrato del Socio, pensando al fatto che probabilmente nessuno avrebbe potuto trovarli lì in quel posto sperduto nel nulla…”Al centro del bosco”…Sì, quella piccola casetta immersa nel verde era stata testimone di poche -e sporadiche- visite da parte di Ryo.

Probabilmente -da quanto ne sapeva lei- quel posto fungeva come specie di nascondiglio secondario, anche se effettivamente non veniva usato mai. Sì, perché casa loro era stata sempre il posto più sicuro dove andare. Era attrezzata di molte trappole e tanti cunicoli segreti che gli consentivano di scappare via in ogni momento -o anche ricevere la visita di ospiti indesiderati-. Se poi non bastava, c'erano sempre i loro amici a cui rivolgersi per essere aiutati. 
Perché dunque andare lì?…”Che stupida”…Certo, le intenzioni di Ryo potevano essere abbastanza palesi.

Andare in quel posto gli permetteva in tutta calma e lucidità di riflettere ed elaborare una controffensiva. Oppure come già era capitato per il Re Nario, poteva creare lì il suo campo di battaglia per poi attirare il nemico ed eliminarlo…”Sul serio?”…O magari -da buon altruista quale era- quello era solamente un modo per non coinvolgere troppi dei suoi amici e metterli a rischio -visto e considerato che comunque la situazione non era delle più leggere-…”Sì, forse è così”…Se ci pensava bene probabilmente era la spiegazione più logica.

Come era suo solito fare, Ryo cercava di risolvere le cose da solo per non esporre gli altri a pericoli -compresa lei-, e forse era anche per questo che si trovavano lì da soli. Lui aveva ricercato un posto appartato che gli consentisse quella tregua necessaria per elaborare le opzioni -e i metodi- per poter affrontare una battaglia di quella portata. 
E questo turbava non poco i pensieri di Kaori. Ancora una volta lui era costretto ad affrontare un nemico a causa sua…Completamente da solo…

Osservò per un attimo il Socio -che le dava le spalle accovacciato verso il camino-, mentre si premurava di buttare qualche ciocco nel fuoco per non farlo spegnere.

E provò un enorme senso di colpa nei suoi confronti. Vederlo piombare lì su quella nave solo per salvarla, l'aveva fatta diventare ancora più egoista. Non aveva pensato che forse seguirlo avrebbe potuto mettere in pericolo la sua vita, no, lei era diventata talmente avida che si era scordata del perché si trovasse su quella nave senza avergli detto niente. Era stata accecata dal solo desiderio di stargli ancora una volta vicino -come se quell'ultima occasione fosse un miracolo inviato dal cielo-..."Che stupida"...Se solo non lo avesse fatto, adesso lui neanche sarebbe diventato l’oggetto principale d'odio da parte di quella Boss mafiosa. 

Dunque Kaori abbassò lo sguardo, puntandolo sulle mani chiuse in un pugno -appoggiate sulle cosce-. La sua idea di volerlo salvare non era cambiata. Ma per farlo doveva eliminare alla radice il problema che lo metteva a rischio… Ovvero lei...
<< Ryo… M-mi dispiace per tutto… >> E la frase di tutte le frasi -quella che non avrebbe dovuto pronunciare per niente al mondo, per non aprire argomenti compromettenti- era venuta fuori facilmente -forse anche troppo- <<…G-grazie per essere venuto… >> Gliele doveva… La riconoscenza per essere stato sempre pronto a salvarla e le scuse per averlo messo perennemente in pericolo, gliele doveva. 
Perché sì, quell’uomo ancora una volta le aveva salvato la vita mettendo a rischio la propria <<…Solo che…>> Perché alla fine -lui- avrebbe dovuto lasciarla andare, semplicemente ignorarla <<…Solo che io non volevo essere salvata >> Allora doveva tirarsi indietro e cercare di riportare la situazione all’origine -dove lei era il centro dell’interesse del capo clan-.

Vide Ryo voltarsi lentamente, mentre si alzava in piedi.

Si fissarono silenziosamente per un lungo periodo che davvero lei non seppe quantificare. Lo sguardo serio del Socio che la guardava dritto dentro le pupille le sembrò quasi come volesse scavare più a fondo dentro di lei e leggere il suo animo…

<< Cos’è che ti spaventa così tanto di quella donna?…>> E alla fine iniziò a parlare, rivolgendole la domanda chiave di tutta la situazione che la stava mettendo a dura prova <<…Il fatto che ti somigli così tanto... O che abbia minacciato di usare la polvere degli angeli? >> Senza troppi giri di parole era andato dritto al punto. A lui non serviva una sua risposta, perché quella ce l’aveva già.
Non sapeva come, ma era a conoscenza di ogni cosa -anche se lei aveva gelosamente tenuto la bocca chiusa-.

Kaori abbassò lo sguardo distogliendolo da quello penetrante del Partner. "Perché", "Chi te l'ha detto" e "Come fai a saperlo" erano domande che avrebbe voluto immensamente fare, ritrovandosi a dire però solo un'altra cosa << Tu non capisci…>> Esordì dicendo, non nascondendo affatto l’espressione contrariata <<…La situazione è diversa dal solito…C’è in gioco troppo >> E si morse il labbro, agitata sia per la situazione, che per l’argomento che tanto aveva evitato ma che adesso era costretta ad affrontare.

<< Allora spiegami…>> Rispose lui con tono pacato, appoggiandosi alla parete di fronte a lei a braccia conserte <<…Le scorte di Pcp di cui erano forniti sono state distrutte. Che altro c’è? >>

Al suono di quella domanda Kaori trattenne il respiro, provando un forte senso di colpa << Lei…>> E indugiò per un brevissimo istante, spaventata dal fatto che tutto il casino era stato creato per la sua stupida ingenuità <<…Lei ha…>> E inghiottì a vuoto, indugiante se rivelare oppure no una simile verità <<…La Colt Anaconda di Kaibara… Ce l’ha lei… Per colpa mia >> E si bloccò, serrando forte le mascelle. Questa volta la sua madornale disattenzione non solo aveva messo a repentaglio le loro vite, ma rischiava di coinvolgere molte più persone.

Il respiro le si era fatto così pesante, che quasi provava dolore…
Ma in tutta franchezza non sapeva se una simile affermazione Ryo l’avrebbe capita.

<< E dunque? >> La calma piatta con cui lui le aveva risposto, le fece provare un forte senso d'ansia.
Era ovvio che Ryo non si rendesse conto che quella non era una normale pistola. Lui la stava custodendo in memoria di quell’uomo che l’aveva allevato e l’aveva trattato come un figlio. Niente di più…

Fatto estremamente strano, che non avesse chiesto come la donna fosse venuta in possesso dell’arma -quasi come non gli interessasse-. Perché di per se, dire di essere stata lei la causa che aveva portato la pistola nelle loro mani, non spiegava minimamente come ci fosse arrivata. Eppure a Ryo questo fatto passava quasi inosservato...
O magari -semplicemente- c'era già arrivato senza bisogno di precisazioni...


<< Lascia perdere >> Kaori crucciò le sopracciglia preoccupata per la situazione, e continuò a tacere.
Nella sua testa si dividevano mille strade che convergevano in un unica grande direzione, ovvero su come avrebbero potuto recuperare quell’arma con l'aiuto del Socio.

<< Anche se hanno la Colt Anaconda non te ne devi preoccupare…>> Kaori fissò il Partner con occhi seri e crucciati. Aveva visto un guizzo attraversare i suoi occhi brillanti, esattamente come se lui fosse a conoscenza di ogni cosa riguardante quella pistola…”Come può saperlo!”… Ma effettivamente non era qualcosa di impossibile. D’altra parte quando erano andati ad affrontare Kaibara, alla fine solamente Ryo era rimasto da solo con lui, ed era da lì che il Socio era riuscito a sfuggire alla morte -ripescato dalle onde- portandosi dietro la pistola dell’uomo. Ma comunque c’era qualcosa che non tornava. Anche volendo, non avrebbero avuto il tempo materiale per poter parlare di una cosa tanto complessa.
Ma se per davvero il Socio conosceva la storia dietro la pistola, come aveva fatto a saperlo? Ma soprattutto: quando?
Kaori concentrò l’attenzione sul fare sicuro che Ryo aveva sempre vestito, come se ogni cosa -come sempre- fosse sotto controllo -anche se sapeva benissimo che non lo era-.
Lo vide abbassare lo sguardo verso il pavimento, mentre metteva le mani nelle tasche dei jeans con tranquillità <<…La pistola è comunque al sicuro…>> Affermò con risoluzione, appoggiato con le spalle al muro <<…L’uomo che conosce la formula è ormai morto da tempo in quella giungla…Insieme al senno di Kaibara…>> Kaori spalancò le pupille color ciliegio scuro, appurato che sì, lui era a conoscenza di tutta la storia. A quanto pare il suo sapere risaliva al tempo in cui faceva parte dei guerriglieri, quando ancora Kaibara era dominato dalla ragione umana. Quel lato oscuro della vita di Ryo lei ne sapeva poco e niente, proprio perché lui non ne parlava mai volentieri. E voleva saperne di più...
Ma prima che potesse rivolgergli qualsiasi domanda, uno sguardo
pungente le venne rivolto tempestivamente -bloccandola all'istante <<…Per cui… Smettila di farti venire strane idee sull’andare via per recuperare quell’arma e resta buona senza fare niente >> Kaori percepì quell’affermazione come l’ennesimo rimprovero. Glielo aveva detto velatamente e con modo garbato, ma l’occhiata che gli aveva lanciato le era arrivata in modo diretto. In parole povere il messaggio di Ryo era “stai ferma e non creare altri casini”.

Non voleva che lei facesse ancora di testa sua e ingarbugliasse ulteriormente la situazione. Perché alla fine lui -in ogni caso- correva ai ripari e salvava senza esitazione la sua già abbastanza fortunata pellaccia.

Kaori iniziò nervosamente a torturarsi le mani, non sapendo che altro aggiungere in risposta all’affermazione del Socio.

Perché era vero che lui aveva ragione, ma restarsene con le mani in mano -ad aspettare qualcosa- non era corretto per la gravità della situazione << E quindi cosa faremo? Continueremo a nasconderci qui per sempre? >> Kaori lo guardò con occhi sinceri e limpidi.
Quella gentaglia alle loro calcagna avrebbe fatto di tutto per eliminarli. Il fatto che Ryo avesse scelto quel posto come nascondiglio -anziché casa loro- era una prova schiacciante del fatto che forse affrontarli tutti insieme non sarebbe stato poi così tanto facile.

Lo vide rimanere impassibile mentre continuava a sostenere il suo sguardo.

Dopo un’infinità di secondi -e dopo averlo visto prendere un immenso respiro- aprì la bocca per parlare << Anche se fosse?…>> La risposta brusca che lui le aveva rivolto le fece crucciare leggermente le sopracciglia. Le era parso come se Ryo si fosse urtato per quel pizzico di sarcasmo che lei aveva usato per rispondergli. Lo vide spingersi in avanti, scostandosi leggermente dal muro <<…Non avevi detto di amarmi? Che saresti stata per sempre con me? Che differenza fa di dove ci troviamo? >> Gli occhi -e la bocca- di Kaori si spalancarono sconcertati. Nel frattempo la gola si prosciugò di ogni singola sillaba, accompagnata dal cuore che aveva iniziato una galoppata frenetica insieme al rossore del suo viso.

Ryo si era valso di quel vantaggio che aveva -conoscendo i suoi sentimenti- solo per metterla in difficoltà e farla desistere dal sollevare qualsiasi obiezione << Ti sbagli…>> Ma Kaori sapeva bene che quello era solo un altro dei suoi trucchetti per tenerla sedata e sotto controllo. Ryo era consapevole di quanto timida fosse in relazione a certi argomenti e dunque un’affermazione del genere era sicuro l'avrebbe fatta ammutolire completamente…”Neanche per idea”…Ma non questa volta!
Anche se le parole sarebbero venute fuori gracchiate e tremolanti, non gli avrebbe permesso di usare questa sua debolezza contro di lei. Ciò che era accaduto la sera prima -la dichiarazione e l’invito a trascorrere una notte d’amore insieme- appartenevano al passato. Lei avrebbe cancellato ogni traccia per sempre <<…Io ho già smesso >> E gli rivolse la più grande di tutte le bugie che finora gli aveva raccontato. Perché no, non aveva smesso affatto di amarlo, e sì, si sarebbe impegnata per farlo.

<< Quella tua determinazione…>> Ryo fissava con espressione indifferente la punta delle proprie scarpe, come se stesse nel frattempo rimuginando su qualcosa <<…Sul serio…>> Vide l’angolo della sua bocca incurvarsi leggermente all’in su -come se gli venisse da sorridere- <<…Non credevo ci riuscissi così velocemente >> E alzò lo sguardo puntandolo dritto su di lei, lanciandogli contro quella sfacciata insinuazione.

Il cuore di Kaori fece un tuffo in gola. Era consapevole che Ryo aveva iniziato a giocare con lei facendo finta di credere a quelle bugie che gli aveva propinato. In realtà anche lui sapeva benissimo che smettere di amare qualcuno così dall’oggi al domani, era presso che impossibile.

<< Niente è impossibile se lo si vuole davvero >> Non sapeva come, ma ci stava riuscendo. Sì, Kaori stava tenendo testa ai sottintesi con cui Ryo si divertiva a giocherellare girando attorno al punto. E lo stava facendo al suo stesso pari, mantenendo una certa dignità e un autocontrollo ammirevole. Dentro però aveva uno sconvolgimento disastroso…

Lo vide distogliere lo sguardo, mentre un battito di ciglia si chiudeva in maniera così lenta da permetterle di focalizzarlo quasi come fosse mandato a rallentatore. E tirò fuori le mani dalle tasche << Sai, non te l’ho detto…>> Cominciò a dire, mentre lento, con un passo dietro l’altro, si avvicinava verso di lei <<…Ma mentre guidavo anche io ho deciso qualcosa…>> E si fermò esattamente di fronte a lei restando in piedi a un passo di distanza, mentre facendo una pausa la scrutava attentamente <<…D’ora in poi voglio essere più sincero con me stesso…>> Kaori ascoltava restando in silenzio, sentendo il cuore battere all’impazzata. Percepiva gli occhi color petrolio dell’uomo entrare dentro la sua anima, sgretolando ogni più piccola determinazione di volergli resistere. E non fece altro che continuare a prestare attenzione a ciò che aveva da dire.
Anche se sapeva che probabilmente lui stava ancora una volta tessendo un’altra abile mossa per intrappolarla…

Lentamente lo vide accovacciarsi per mettersi alla sua stessa altezza, mentre lei, che se ne stava immobile -come impietrita- seduta su quella sedia di legno sgangherata, continuava a ripetere a se stessa di non dare segni di cedimento <<…Per troppo tempo ho negato l’evidenza >> E non aggiunse altro. Rimase fermo a guardarla.

Kaori pensò per davvero che Ryo volesse mandarla in trip mentale usando quelle frasi misteriose e sconclusionate.

Perché alla fine non aveva detto niente di che, e neanche spiegato che cosa. Aveva solo buttato due frasi a caso, che però avevano mandato in tilt il povero cuore di Kaori…”Maledetto”… Si fissarono ancora senza dire niente… Ancora un sospiro… Ancora un battito di ciglia che lentamente si chiudeva su se stesso… E poi lo vide sorridere…Semplicemente le prese la mano e la appoggiò sul proprio cuore, permettendole di sentirne i battiti…

Kaori si irrigidì, colta di sorpresa da quel contatto che di certo non si aspettava…

I battiti del cuore di Ryo e i suoi viaggiavano in perfetta sincronia. Entrambi avevano la stessa velocità. Solo che il motivo per cui il cuore di Kaori palpitava in quel modo aveva solamente una spiegazione. Dunque quale era la motivazione per Ryo? Che diamine stava succedendo? Possibile che anche lui provasse gli stessi sentimenti e stesse provando a dirglielo in quel modo così ambiguo?…”Dai Kaori, che accidenti aspetti ad alzarti e allontanarti! Ti sta prendendo in giro!”…Ma non ci riusciva. Anche se avrebbe per davvero voluto tirare via la mano da sotto la sua, il calore e la decisione con cui lui la stringeva, la imprigionava dolcemente -immensamente stregata anche dal suo strano batticuore-.

Lo sguardo di Kaori continuò ad alternarsi spostandosi dalla mano che aveva sul cuore di Ryo, ai suoi occhi << Io… Sul serio… Non capisco che significa tutto questo >> E immensamente imbarazzata da quel suo sguardo così penetrante, trovò il coraggio per sfilare finalmente via la mano -prendendo quel respiro che fino a quel momento aveva trattenuto-.
Se pensava di aiutarla a trarre delle conclusioni riguardo all’azione che aveva compiuto, si sbagliava di grosso.

Quello che aveva fatto era servito solamente a confonderla.

<< Stavo solo cercando di farti capire che tu ed io non siamo poi così diversi >> E invece non aveva capito proprio nulla, anzi, aveva ingarbugliato ancora di più i pensieri di Kaori. Mille domande, con mille risposte e altrettanti comportamenti diversi, continuavano a sfrecciarle davanti agli occhi.

Le spiegazioni a quel comportamento potevano essere multiple e arrivare alla reale verità non era così facile.

Ciò che invece la preoccupava di più, era quello di farsi un’idea sbagliata. Kaori non voleva illudersi ancora, pensare che forse -e solo forse- Ryo stesse facendo tutta quella sceneggiata solo per farle capire che provava dei sentimenti per lei…Ci sperava… Ma non si voleva dare false speranze…

<< Io non credo…>> Disse Kaori profondamente turbata <<…In cosa ci somigliamo noi due? >> Immensamente esausta e avvilita. Perché invece lei era convinta di non avere per niente una similarità con lui. Anzi…

Sentiva di viaggiare su un livello molto diverso rispetto al Socio. Lui viaggiava su un binario di alta classe, lei in uno economico.
La velocità era nettamente diversa, come anche la superiorità. Ma chi aveva il controllo assoluto era sempre lui…

                                                                                                                                    -…In amore vince chi fugge…-

E lui sapeva fuggire piuttosto bene. Sì, Ryo aveva sempre il potere di controllare ogni sua azione e ogni suo sentimento, solo perché era quello che tra i due non provava nulla.

Sentì un sospiro del Socio disperdersi nell’aria -come se lei avesse toccato un punto davvero interessante- e lo vide appoggiare un gomito sulle sue ginocchia, avvicinandosi un po’ di più a lei…
<< Sia tu, che io, abbiamo cercato di smettere…>> E una mano dell’uomo le si appoggiò sopra la guancia, sfiorandole con il pollice il colorito purpureo con aumentava sempre più di intensità <<…Ma non ci siamo riusciti >>

E senza aggiungere altro, si avvicinò solenne... Sfiorando le sue labbra con un delicato e sospirato bacio a fior di labbra…

Non sapeva quale fosse la motivazione che lo aveva spinto a farlo... Sapeva solamente che il dolce sapore delle labbra di Ryo -mischiate al suo respiro che un po' sapeva di tabacco- aveva sedotto il suo cuore, facendolo battere all'impazzata per l'emozione...
 




NOTE CONCLUSIVE:  Salve a tutte carissime lettrici! Rieccomi fra voi dopo un po' di tempo. Scusate davvero per l'immenso ritardo con cui posto, ma ho avuto non poche problematiche. Sono stata molte volte sul punto di mollare tutta la storia, ma poi facendo un po' di pausa sono riuscita a mettermi con calma e scrivere poco per volta questo nuovo capitolo.
Vorrei fare un piccolo appunto sull'ambientazione della descrizione. Per chi ha visto l'anime, c'è una puntata molto carina dove Ryo prende in custodia un bambino diventato Re troppo presto (il nome originale purtroppo non lo so perché il doppiaggio italiano ha riadattato i nomi Giappo a quelli italiani). Questo bimbo è molto viziato e il nostro protagonista lo porta in questa specie di casetta nel bosco per addestrarlo e dargli un educazione. Insomma, per intendersi la casa sarebbe quella. Chi ha visto la puntata sa di cosa parlo... Chi non l'ha vista può andarsela a recuperare nella serie 2 dell'anime, episodio 58 e 59. 

Comunque...Spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto. 
Vorrei farvi sapere che apprezzo e ringrazio immensamente tutte coloro che ogni volta passano da qui e leggono la mia storia.
Grazie anche a tutte coloro che mi lasciano così carinamente una recensione. Il mio cuoricino batte sempre per l'emozione.

Che dire... A presto!    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                   

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Capitolo 8
*** Le Emozioni Del Cuore ***


                                                                
                                                        


                                                                                                  -…”Sia tu, che io, abbiamo cercato di smettere…

                                                                                                           Ma non ci siamo riusciti”…-         

 

Immersi nel bel mezzo di un pomeriggio piovoso qualunque -dove il cielo era così grigio da far sembrare notte, e il rumore della pioggia battente così agitato da infrangersi contro la vetrata-, Kaori Makimura -che di rilassato non aveva proprio niente- si trovava alle prese con quello che era di fatto il suo primo bacio…”Dio santo”…E sì che il cuore batteva davvero forte -così forte- che le mancava il respiro. Ogni cosa era passata in secondo piano, tanto da farle sembrare che il tempo si fosse fermato a quell’attimo -quell’attimo fatto solamente di loro due-. Tutto scorreva lentissimo. Solo il suono costante della pioggia -che cadeva puntuale- le riempiva le orecchie, accompagnato dal respiro calmo di Ryo che si infrangeva dolcemente sulle sue labbra.

Un sospiro talmente pacato e profondo, che sentirlo così vicino a ei la travolgeva rendendola tremendamente nervosa per l’emozione.

Stava forse sognando come le altre volte?

Decisamente no…

                                                                                                                                 -…Il primo bacio solitamente è deludente
                                                                                                 
e non è niente di che…-

Le aveva detto una delle tante compagne -e pseudo amiche- di scuola. Eppure lei non la pensava affatto così.

Proprio no. Per lei quel piccolo bacio a fior di labbra -di un’innocenza infinita- era stata l’emozione più forte e inebriante che avesse mai provato. Ed era -soprattutto- esattamente come se l'era immaginato.

Le emozioni…Gli odori…E le sensazioni…Erano esattamente le stesse che aveva percepito nei suoi sogni. Tutto era dannatamente perfetto. Solo un’unica domanda a tormentarla…

… Perché la stava baciando?

Proprio lui… Che le aveva sempre fatto capire che mai -neanche se fosse stato costretto a vivere un'altra vita dopo quella- si sarebbe interessato a lei in senso amoroso?

Kaori sbarrò gli occhi allontanandosi immediatamente da quell’uomo che ormai le pareva essere un estraneo.

Si sentiva confusa e tremendamente turbata. Chi era la persona che le stava di fronte e si comportava in modo diametralmente opposto a quello che era il suo Socio? Ryo non si sarebbe mai sognato di baciarla, ne tanto meno di sparpagliare frasi a caso di quel genere -che alla fine poi facevano solo pensare male-.

No, il Ryo che conosceva lei era quello che stava con tutte, fuorché con lei…

A quel punto distolse lo sguardo da lui, divincolandosi dalla sua mano che ancora le cingeva il viso, e si alzò velocemente -allontanandosi- rifugiandosi vicino alla struttura in legno del letto a castello -posto lì in un angolo-.
Le ginocchia le tremavano ancora e il cuore non accennava a voler smettere di battere. Lanciò uno sguardo furtivo verso di lui, osservandolo mentre -con una calma implacabile e davvero snervante- si alzava scuotendosi la polvere dalle ginocchia…

Non c’erano dubbi! Quello era proprio Ryo!

L’equilibrio imperturbabile con cui lui affrontava qualsiasi situazione -anche quella più imbarazzante- lo distingueva completamente dallo standard maschile che spesso le girava attorno per i quartieri di Shinjuku, e quindi non poteva essere altri che lui…”E adesso?”…Già, che avrebbe dovuto fare ora che una così imbarazzante situazione l’aveva inghiottita? Affrontarla o scappare via?

<< Perché…>> Ma dove sarebbe mai potuta scappare visto che erano dispersi nel bel mezzo del niente? <<…Perché…>> E poi come avrebbe fatto a fare finta di niente proprio lei, che non ci riusciva mai? <<…Perché l’hai fatto? >> E dunque le labbra si aprirono da sole, balbettando quella domanda -in preda a un immenso batticuore- che avrebbe messo a confronto le due versioni -quello che lei credeva, contro quello che era realmente il pensiero di Ryo-.

Aveva bisogno di risposte chiare, perché la confusione dei dubbi la stavano consumando da dentro. Perché anche se la questione prioritaria doveva essere “come fare per recuperare la pistola di Kaibara”, la sua mente non pensava ad altro che risolvere il suo dilemma amoroso…”Che sciocca”…Perché lui non poteva -e neanche aveva il diritto- di confonderla in quel modo.

<< Pensavo che fosse piuttosto evidente la motivazione…>> Il Socio rispose con molta semplicità -come se la spiegazione fosse chiara ed esposta palesemente di fronte ai suoi occhi-, mentre continuava a fissarla da lontano. Il modo in cui la guardava -studiandola minuziosamente- sembrava come se stesse cercando di entrare dentro di lei e leggere i suoi sentimenti -che alla fine poi tanto nascosti non erano- <<…Ma forse è solo colpa mia >> Concluse poi.
Lo vide abbassare lo sguardo con aria flemmatica, mentre -infilando le mani in tasca- accennò un passo in avanti verso di lei.

L’intenzione di voler accorciare nuovamente le distanze tra loro era evidente.

Kaori -che fino a quel momento aveva provato a non mostrare segni di cedimento- portò le mani al petto stringendole forte, cercando di attutire quel sentimento che aveva fatto smuovere in modo strano il suo stomaco -e chiuderlo in un piccolo groviglio-.

Perché avvicinarsi ancora quando poteva benissimo spiegare tutto da quella distanza?

<< Non ti avvicinare! Resta lì dove sei! Se provi a toccarmi ancora giuro che…>> E si fermò, sentendo la voce sibilare via dalle sue corde vocali. Kaori non aveva paura di Ryo -ne tanto meno di quello che voleva dirle-, lei era spaventata dai sentimenti che provava.
Non era pronta per affrontare ancora una volta -e a distanza di così poco tempo- quello che sentiva per lui…”Basta”…Lo aveva già fatto la sera prima e non era stato un bel vedere. Quindi non voleva…Non voleva più soffrire…Non voleva più agonizzare per qualsiasi cosa che lui facesse…

Aveva solo bisogno di tempo… Tempo per riprendersi e mettere a posto la confusione che albergava dentro di lei.

Ma Ryo non ascoltava…

Lui aveva deciso di non darle tregua e di continuare a tormentarla senza esclusione di colpi…”Ti prego”…Di fatti aveva continuato la sua avanzata verso di lei portandosi esattamente di fronte, a un brevissimo passo di distanza << Perché non posso avvicinarmi a te?…>> Kaori strinse forte gli occhi -oltre che la propria maglietta- sentendo le orecchie andare in fiamme al suono di quella voce talmente calda e travolgente che riecheggiava nel silenzio di quella stanza <<…E perché non posso toccarti? >> Così dicendo accarezzò con il dorso delle dita la guancia imporporata, facendole provare una forte emozione. 

Kaori -ormai rannicchiata su se stessa per mantenere quel poco spazio che li distanziava- sospirò esasperata << Perché non mi piace averti così vicino…>> Sbottò mentendo, solo con l’intenzione di allontanarlo <<…E non mi piace essere toccata da te >> Perché in realtà voleva stare tremendamente vicino a Ryo e ancora di più desiderava essere toccata da lui, solo che l’imbarazzo che le creava la troppa intraprendenza del Socio era davvero immensa…

Così tanto da farle desiderare di scappare.

Un breve silenzio calò lentamente nell’aria, lasciando in sottofondo solamente i loro respiri << Guardami negli occhi mentre dici queste cose…>> Le dita di Ryo scivolarono sotto il suo mento, facendole alzare il viso -e anche lo sguardo- verso di lui <<…Altrimenti non sei credibile…>> I loro volti così vicini fecero tremare il cuore di Kaori ormai straripante di emozioni <<…Lo vedi? Non puoi mentire >> Vide negli occhi scuri del Socio scorrere una pagliuzza dorata -che li fece brillare-, mentre una mano si appoggiava vicino al bordo del letto a castello proprio accanto alla sua spalla.

Con quel gesto lui si era avvicinato ancora di più…

Kaori raggiunse -e varcò- il limite di sopportazione.
Con le gote rosse e un’espressione contrariata, tirò un debole schiaffo sul braccio del partner facendolo scivolare lontano da lei... 
<< Sei davvero ingiusto, lo sai Ryo?…>> Provava un immenso dolore al cuore per il modo di fare con cui lui si stava prendendo gioco di quello che lei sentiva 
<<…Come puoi prenderti gioco di me in questo modo? >> E un magone -uno davvero grande- le fece arricciare il naso per le lacrime. Perché Ryo non aveva avuto cura dei sentimenti che lei gli aveva elemosinato la sera precedente e li stava calpestando come inutile sterpaglia -facendola sentire immensamente ferita-. Non era giusto… Non lo era affatto!

Kaori lo fissava dritto negli occhi, e lui a sua volta contraccambiava il suo sguardo. Nella sua espressione però non trovava alcuna traccia di burla. Lui la stava guardando con infinita dolcezza e serietà, come se comprendesse totalmente quel sentimento di malinconia e struggimento che la faceva stare male.

E sentendosi immensamente in imbarazzo distolse lo sguardo in cerca di un punto qualsiasi da fissare che non fossero gli occhi color pece del Socio …”No…Perché mi sta guardando così?”…E si sentì oltretutto avvampare, quando percepì la mano del socio posarsi sopra i suoi capelli, perdendosi in un’amorevole carezza…
<< Perché dovrei prendermi gioco di te? >> Domandò lui con voce dolciastra.
Kaori si morse le labbra, pensando a quanto Ryo non si rendesse conto del male che riusciva a fare usando l’avvenente delicatezza di cui era naturalmente dotato. 
Le pareva come se ogni parola, ogni gesto e ogni movenza che lui usava nei suoi confronti, fosse stata accuratamente scelta solo per renderle le cose ancora più difficili.

Tutto quello che faceva continuava a sconvolgere e rivoluzionare i suoi sentimenti…Intrappolandola sempre di più…

<< Perché tu…>> Iniziò lei amareggiata <<…Perché tu…>> Ma non finì la frase. Quelle parole pesavano davvero troppo sulla lingua -e anche sul cuore- per essere dette. Non ce la faceva a pronunciarle. Facevano troppo male. Perché lui l’aveva rifiutata innumerevoli volte e ferita fino al profondo della sua anima con parole distaccate e prive di sentimento. L’aveva umiliata…
Come poteva pensare Kaori che lui -un uomo che non le aveva mai dimostrato interesse- che non stesse ancora una volta scherzando?

A conti fatti, era lui quello a non essere credibile…

<< Hai ragione, non mi sono comportato bene…>> E venne in suo aiuto. Tutto ciò che non era riuscita ad esprimere, lo aveva detto lui racchiudendo tante parole in un unico concetto. Quello che non si era comportato bene… Dando la colpa a se stesso...
Ryo riprese ad accarezzarle i capelli, come se cercasse di lenire la grave ferita che negli anni -a causa sua- si era allargata sempre di più <<…E’ da tanto tempo che ci penso…>> Disse con tono assorto e rammaricato <<…Dopo la morte di Makimura questo pensiero non mi ha mai lasciato...Era meglio farti rimanere con me, oppure darti la possibilità si vivere una vita normale come tutte le altre ragazze? Non sono mai riuscito a prendere una decisione definitiva…>> Sospirò inquieto, come se quel fardello avesse pesato moltissimo sul suo cuore <<…A volte pensavo di andare avanti così e ti facevo anche capire che tenevo molto a te…Poi però cambiavo subito idea, perché pensavo che se avessi voluto veramente la tua felicità avrei dovuto lasciarti andare… Mi sono ritrovato prigioniero di questo circolo vizioso, mentre il tempo passava irrimediabilmente…Per questo ti ho fatto soffrire così tanto…Mi dispiace…>> Il cuore di Kaori iniziò a battere più forte di prima, mentre guardava negli occhi profondi di Ryo <<…Non voglio più che ci siano malintesi tra noi…>> Disse poi lui, lasciandosi sfuggire un’altra carezza sul suo viso arrossato <<…Per questo voglio che tu sappia che i miei sentimenti per te sono sinceri…>> Disse portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio <<…Che sono innamorato di te…Solo di te…>> Le emozioni di Kaori -tutte quelle che aveva dentro- la fecero sussultare spaventosamente per quella dichiarazione che sul serio non si sarebbe mai aspettata.

Tutti i dubbi che per anni l’avevano tormentata facendola stare immensamente male, erano stati chiarificati così, semplicemente…”Come niente fosse”…Facendola boccheggiare senza riuscire a dire niente in risposta a quella dichiarazione tanto sospirata. Avrebbe voluto esprimere ciò che sentiva. Ma l’emozione che stava provando era così immensa che non trovava assolutamente niente di giusto con cui poter contraccambiare la sua confessione. Perché un “Anche io sono innamorata di te” o “Mi piaci molto anche tu” era sul serio troppo riduttivo e dannatamente squallido.

Ma quando un “Ho desiderato tanto sentirti pronunciare queste parole” le stava per sfuggire dalle labbra, la mano calda e accogliente di Ryo prese la sua…<< Vieni…A letto insieme a me >> E la condusse gentilmente dietro a se.
Mentre osservava da dietro le ampie spalle del Partner, Kaori sentì
 tutte le emozioni contenute nel suo piccolo cuore agitarsi in modo incontenibile dentro di lei...

Non era preparata…Non lo era affatto. Eppure non si sarebbe tirata indietro. Lo avrebbe seguito anche fino all'inferno…
Avrebbe seguito il suo cuore e continuato ad amare con tutta se stessa l’unica persona che le 
faceva provare quel sentimento disperato di profondo trasporto e attaccamento, che le toglieva il fiato nel modo più seducente possibile...

Nel suo cuore ci sarebbe rimasto lui…

Per sempre solo lui…








NOTE CONCLUSIVE: Salve a tutte carissime lettrici! Mi scuso immensamente per l'indecente ritardo con cui pubblico. Non è stato per niente facile mettere nero su bianco questo capitolo. L'ho scritto, cancellato e riscritto per almeno tre volte, fino a raggiungere il definitivo risultato che avete appena finito di leggere. Spero vi sia piaciuto. Mi sono voluta concentrare principalmente sui sentimenti dei due personaggi (anche se esce fuori solo il punto di vista di Kaori). Spero non lo abbiate trovato troppo smielato o prolisso. Nel caso comunque un po' di dolcezza se la meritavano, no?
Comunque volevo condividere con voi questa chicca (visto che non è frutto della mia fantasia)...Sul finale -quando Ryo spiega le sue motivazioni- ho ritrascritto pari pari la conversazione che avviene sul palazzo dove teoricamente avrebbe dovuto affrontare Mick (non so se vi rammentate). Ho rubato quella confessione perché era davvero perfetta per quel momento che volevo descrivere in questa ff (contando che mi erano venute in mente cose simili da fargli dire), poi ci ho aggiunto due o tre cose conclusive di mio (quelle del tipo che era innamorato e che non voleva ci fossero più malintesi tra loro).
Insomma, spero di non aver sciupato un pezzo che seconde me nel manga è davvero importante...

Ad ogni modo... Ringrazio sempre con infinita gratitudine tutte le gentilissime lettrici che aspettano con ansia l'uscita di ogni capitolo di questa storia e che con perseveranza mi esternano il loro apprezzamento con una recensione. Non è scontata, ma a me fa molto piacere e mi incoraggia a continuare a scrivere sempre meglio. 

Grazie di cuore e a presto!

 

                      

 

    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

            

                         

 

            

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                   

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Capitolo 9
*** Un Cuore In Due ***


                                                       



                                                                                                                       -…”Vieni…A letto insieme a me”…-


Kaori Makimura se ne restava lì, raggomitolata in un angolino del minuscolo letto -a una piazza a mala pena-, a pensare a quanto poco sapesse sull’amore e sugli uomini in generale. Forse era lei che non andava -o magari le parole a doppio senso di Ryo a confonderla- stava di fatto che le cose non si erano concluse come aveva pensato lei…”Che stupida”… E così si era ritrovata a pensare un po’ più come Ryo e meno come se stessa…Kaori sei la peggio”Ci aveva sperato. Sì, lo aveva dannatamente fatto! Perché un bacio, un abbraccio o anche un solo -misero- contatto fra di loro lei lo aveva immensamente desiderato -cosa che non aveva ricevuto-. E dunque, continuava ad imprecare mentalmente contro se stessa per quella punta di malizia che aveva aggiunto all’ingenuità -a quanto pare- con cui lui l’aveva invitata a fare una piacevole dormita…

                                                                                                             -…Riposiamoci un po’…Sarai stanchissima…-

Inutile dire che le paranoie di Kaori erano tornate a ronzarle nella testa. Che cos’era stato quello? Un atto di sincera premura per la notte insonne appena passata o un modo come un altro per tirarsi indietro da quel “sono innamorato di te” che gli era sfuggito accidentalmente dalle labbra?

Qualcosa non la convinceva per niente.

Ryo di donne ne aveva viste girare parecchie nel proprio letto e di certo non se ne lasciava scappare una -se l’occasione glielo concedeva-, ma sul serio era disposto a sdraiarsi di fianco a lei -la donna che aveva confessato di amare- solo per fare un blando sonnellino?…”Possibile?”…Era a quel punto che l’inesperienza di quelle situazioni tornava a farle visita. Lei non sapeva se era una cosa normale ritrovarsi fianco a fianco in quel modo senza avere la voglia di scambiarsi neanche solo un ingenuo abbraccio, sapeva solamente che invece dentro di lei i sentimenti che provava ardevano a fiamma viva…”Accidenti”…E non poteva dormire, no, non ci riusciva! Perché il soffio leggero del respiro di Ryo -che si infrangeva contro la sua nuca- la tormentava incessantemente, facendole desiderare immensamente di sfiorarlo e accarezzarlo.

Il suo cuore batteva a mille, e anche se non poteva vederlo in viso -dato che senza pensare si era sdraiata di fianco voltandogli le spalle- poteva percepire dalla pesantezza dei suoi sospiri che lui si era addormentato profondamente…”Come può!”…Kaori fissò per qualche altro secondo il muro lì di fronte a lei, continuando a navigare in mezzo a mille e altri pensieri…”Come riesce a dormire così serenamente”…E senza rifletterci troppo, si girò lentamente verso di lui. Osservò il viso rilassato del Socio -immersa nel riecheggiare scrosciante e incessante della pioggia fuori-.

Il cuore tamburellava davvero forte nel petto…

Aveva osservato la figura di Ryo sempre a una certa distanza, non era mai stato ne troppo lontano ne troppo vicino, e lo aveva trovato sempre molto attraente.

Ma poterlo osservare da così vicino… Beh… Era davvero molto più bello. Tutto di Ryo era desiderabile senza una motivazione precisa. Non sapeva se era per colpa dei capelli così scuri e un po’ lunghi davanti -che gli davano quell’aria un po’ selvaggia- o se era per colpa della pelle così liscia e candida, Kaori sapeva solamente che lui era molto più attraente di quanto pensasse. E in tutto ciò, continuava a pensare a un’unica cosa…”Come puoi farlo”…Sì, l’unica colpa che l’uomo aveva in quel momento -dopo averla corteggiata in un modo tanto spietato da lasciarla senza fiato- era quella di dormire sereno e beato.

Kaori allungò una mano verso Ryo e percorse con le dita la sagoma di tutto ciò che più la affascinava dell’uomo. Accarezzò con il pollice la forma delle scure sopracciglia -ricomponendo qualche piccolo ciuffetto ribelle sfuggito a quella linearità-, passando poi alle ciglia -contemplando quanto fossero lunghe e affascinanti-. Percorse il profilo del dritto naso, scendendo alla punta delle labbra.

Con l’indice disegnò la sagoma di quella bocca così perfetta e sensuale, e si fece quell’improvvisa domanda che le aggrovigliò lo stomaco in un piccolo gomitolo…”Non può durare a lungo”… Kaori sapeva che la pace e la felicità che stava provando non sarebbe potuta durare per troppo tempo. Dietro di loro c’era l’ombra di quell’organizzazione che gli stava alle calcagna e che non gli avrebbe permesso di vivere in pace il loro amore appena chiarificato. E allora la paura di perdere tutto la spaventò a morte, perché sapeva che anche se rimandavano -prima o poi- avrebbero dovuto fare i conti con la realtà. E allora se lo continuava a chiedere: Fino a quando avrebbero potuto godere l’uno dell’atro in quel modo?

<< Così mi fai il solletico…>> La voce rauca di Ryo si disperse improvvisamente nell’aria, interrompendo il vacuo silenzio che riempiva la stanza -facendola trasalire per un brevissimo istante-. Vide gli occhi dell’uomo aprirsi lentamente -mostrandole la scura lucentezza di cui erano colorati- <<…Che c’è, non riesci a dormire? >> Il cuore di Kaori sussultò immensamente, toccata dritta al punto dolente della situazione.

<< No >> C’erano troppe cose che le impedivano di prendere sonno, ma sul serio non si sentiva di condividerle anche con lui, vuoi un po’ per l’imbarazzo di quello che aveva pensato -riguardo a un loro eventuale approccio amoroso-, vuoi per la pesantezza di quell’argomento che li vedeva chiamati a fare i conti con la realtà -e contro quella setta mafiosa-.

La mano con cui aveva lievemente accarezzato il viso di Ryo pochi istanti prima, scivolò lentamente appoggiandosi sul cuscino -perdendo forza-.

<< Che cosa ti impensierisce? >> Vide gli occhi di Ryo scrutarla attentamente, languidamente, e si rese conto che lui già si era accorto di tutto. La premura con cui lui glielo aveva chiesto glielo aveva fatto capire.

E questa sua affettuosa preoccupazione le fece tremare il cuore ancora di più…

Abbassò lo sguardo, distogliendolo dal suo << Ho paura Ryo…>> E si sentì libera di esternare quello che la faceva angosciare <<…Ho paura di perdere tutto questo…>> E si avvicinò a lui, stringendo forte la sua maglietta -facendola aggrinzire fra le sue dita- <<…Ho paura che tutto possa finire da un momento all’altro >> E fece un immenso sospiro, pregno di tutta l’inquietudine che non riusciva più a trattenere…”E adesso? Che penserà di me? Che sono una sciocca?”

Una mano dell’uomo le si appoggiò sul viso in modo amorevole << Vedrai, andrà tutto bene…Te lo prometto >> Non aggiunse altro.

Solo si guardarono all’infinito, occhi negli occhi, e le dita del Socio le fecero una carezza sulla guancia -prima di vederlo accorciare ancora una volta le distanze fra loro-.

Le labbra di Ryo si appoggiarono con sentimento sulle sue, dandole quel bacio carico di intense emozioni. Non sapeva se quello era stato un gesto mirato a suggellare quella promessa anche con le azioni, Kaori sapeva solamente che dentro provava un immenso calore.

Il bacio che le stava dando era molto diverso dal primo.

Il modo in cui le labbra di Ryo si chiudevano sopra le sue avevano qualcosa di estremamente sensuale. Ma fu quando sentì la punta della lingua sfiorare la sua, che provò una forte emozione…”Cielo”…Non sapeva -o meglio- non aveva mai provato una sensazione simile.

Il cuore le batteva più velocemente e sentiva le guance farsi sempre più rosse e calde. Dentro -la passione e il desiderio- iniziavano a crescere sempre più, e la smania di volerlo continuare a toccare, baciare e sentirlo a contatto con la sua pelle aumentava.

Fu solo quando si lasciò andare -e fece scivolare le dita fra i capelli di Ryo- che quest’ultimo si allontanò da lei bruscamente, mettendosi a sedere sul letto…”Ma che succede?”…Lentamente si mise a sedere anche lei, osservando la figura di spalle del partner.

Le spalle curve in avanti, il braccio appoggiato su una gamba e una mano tra i capelli, le facevo intuire che qualcosa non andava. A vederlo da dietro le sembrava proprio come se Ryo stesse avendo un conflitto interiore per qualcosa…

<< Va tutto bene? >>

La mano della giovane sfiorò delicatamente la spalla dell’uomo in segno di conforto -che prontamente lui allontanò quasi come se volesse limitare ogni contatto fisico con lei-.

E fu proprio in quell’istante che Kaori pensò di aver sbagliato qualcosa…

 

                                                                                             (**********)

 

Ryo se ne stava di spalle cercando di evitare ogni contatto con la giovane dietro a lui. Anche solo uno sguardo sarebbe stato più che sufficiente per far bruciare l’ultimo pezzettino di coscienza che gli era rimasto.

Perché poi lo stava facendo?

Perché Kaori non era una delle tante. Lei era l’unica tra tante! E lui non poteva sporcare quella pura innocenza regalandole la sua prima volta in un posto squallido come quello…”Che diamine”…E allora doveva fare appello a tutte le poche forze che gli erano rimaste, per non permettere al desiderio di offuscargli completamente la ragione…

<< Scusami…>> Disse con un filo di voce <<…Sarà meglio che vada a prendere una boccata d’aria >> Sul serio non si aspettava che un bacio potesse mandargli in scompiglio l’anima in quel modo. Di lì c’era passato parecchie volte e non era mai stato così facile fargli perdere il controllo in così poco tempo.

Ma lì davanti non aveva una donna qualunque.

Lì c’era la sua Kaori. Tutti quegli anni che aveva passato a sognarla mentre la stringeva fra le braccia erano solamente serviti a far crescere il suo amore e il suo desiderio. Ma non poteva correre in quel modo, no, doveva pensare anche a lei, ai suoi sentimenti. Non poteva farle una cosa simile in un posto come quello.

Così appoggiò una mano sul letto per alzarsi…

<< Fuori sta piovendo forte…>> Una voce tremante -e due braccia che lo stringevano forte- lo trattennero dal fuggire <<…Ti bagnerai tutto se esci ora…>> E lo strinse talmente forte da fargli sentire il calore del suo corpo sulla schiena <<…Ti verrà una polmonite se vai >> L’ardore con cui Kaori lo stringeva gli faceva percepire quanto desiderasse che lui rimanesse lì con lei.

Ma come poteva restare e riuscire anche a controllarsi?

Sì, era stato uno sciocco. Aveva giocato con il fuoco, si era spinto così vicino credendosi invincibile -che un semplice stendersi fianco a fianco non lo avrebbe potuto danneggiare-, e adesso si trovava a combattere arduamente per cercare di spegnerlo.

<< Forse non è bene restare insieme nella stessa stanza…>> Disse sinceramente, sospirando esausto -mentre fissava le travi del letto sopra il loro-  <<…Non credo di poter fare affidamento sul mio autocontrollo >> E le rese ovvia la motivazione per cui se ne sarebbe dovuto andare.

Ma contrariamente alle sue aspettative -che avrebbero visto Kaori mollare la presa, spaventata da quell’esperienza nuova in cui si sarebbe dovuta confrontare così improvvisamente- le sue dita si strinsero più forte al suo giacchetto, facendole appoggiare anche la testa sulla sua spalla…<< Va bene… Se sei tu, va bene >>

Le parole che Kaori aveva pronunciato -scevre da qualsiasi paura- gli fecero battere forte il cuore, facendolo voltare verso di lei << Non è così che deve andare…Non qui >> Prese -quindi- deciso la sua mano e l’allontanò.

<< Non mi importa di dove siamo…>> Disse lei afferrando la sua, guardandolo dritto negli occhi <<…Mi basta che ci sia tu >> E lo abbracciò forte. Conosceva il temperamento deciso di Kaori e adesso si ritrovava a sbatterci la faccia contro.

Il cuore di Ryo palpitò talmente forte che non riuscì più a ignorare quello che sentiva. I freni che ormai lo trattenevano si allentarono del tutto e in men che non si dica  ricambiò quell’abbraccio…

Ormai quello che provava, mixato al forte desiderio, annebbiarono la sua mente. Tutto ciò che bramava era sentire quella morbida pelle sotto le sue mani.

Non c’era fretta… Avrebbe assaporato ogni istante di quel momento così unico e si sarebbe preso il suo tempo.

Tempo per insegnarle che cos’era l’amore… Tempo per deliziarsi di ogni carezza, ogni dolcezza, ogni pezzetto del suo corpo che gli concedeva…Tempo per godersi di quell’amore che lei gli avrebbe regalato senza chiedere niente in cambio… Solo perché era lui…

E avrebbe raccolto tutti i suoi gemiti con mille baci…

Perché nessuno -nemmeno il silenzio- doveva ascoltare quella melodiosa voce di cui lui era così geloso…

E glielo avrebbe concesso… Le avrebbe concesso ogni premura, ogni delicatezza e ogni riguardo che alle altre non aveva mai concesso.

Si allontanò da lei appoggiando le mani sul letto, mettendosi in ginocchio di fronte a lei. E si tolse la maglietta senza esitazione, gettandola per terra, mentre la guardava con occhi decisi.

Perché lei era speciale… Lei era l’unica…



                                                                                       (**********)

 

Si guardarono per un tempo infinito. Occhi negli occhi.

Le mani di Kaori accarezzavano dolcemente la pelle nuda del ventre di Ryo, mentre quelle di lui accarezzavano teneramente quella del suo viso.

Entrambi se ne stavano fermi dove si trovavano -lui in ginocchio sopra di lei, e lei sdraiata sotto di lui- continuando a contemplarsi a vicenda immersi in quell’attimo di eterno romanticismo.

L’emozione e il batticuore che sentiva era qualcosa che non aveva mai provato prima. E unito a quel miscuglio di sentimenti, anche il suo corpo reagiva bruciando di passione. Così senza rendersene conto chiuse gli occhi e impresse un dolce bacio sulla mano con cui Ryo le stava accarezzando i capelli.

Tutto quello che accadde dopo fu il semplice epilogo degli eventi…

La mano con cui l’uomo la stava accarezzando scese verso i bottoni della sua camicetta -sbottonandoli uno per uno, con estrema lentezza-…”Oddio”…Il cuore di Kaori iniziò a battere ancora più veloce -sia per l’emozione che per la vergogna-. E strinse forte gli occhi…

Un bacio le si impresse sulla bocca facendola distrarre da quel nervosismo che provava. Ryo si era chinato verso di lei  e la stava baciando teneramente.

Kaori non potè fare altro che ricambiare quel bacio -mentre sentiva pian piano la sua camicia aprirsi-.

Non aveva mai baciato nessuno prima di Ryo, eppure era sicurissima che lui sapesse davvero bene come farlo.

Con una flemma quasi asfissiante, lui riusciva a farle sentire ogni singola parte della sua bocca. Kaori sentiva le sue morbide labbra aprirsi e chiudersi sopra le sue, mischiate al tocco delicato della sua lingua che dolcemente la accarezzava, facendole contorcere lo stomaco ogni volta.

Un sapore così dolce e acre allo stesso tempo, tanto da non farglielo mai venire a noia. Avrebbe voluto assaporarlo fino alla fine dei suoi giorni.

Sentì la mano di Ryo scivolare verso l’intimo, sfiorandole leggermente il seno…

 

                                                                                             (**********)

 

La sentì fremere sotto il suo tocco. Sapeva bene che doveva essere delicato. Per lei tutte quelle emozioni erano nuove e voleva introdurla in quell’universo -fatto di intense sensazioni- molto lentamente, concedendole il tempo di capirle e assaporarle una per una.

Certo non poteva negare che era qualcosa che estremamente lo eccitava…”Santo cielo”…Chiuse gli occhi baciandola con ancora più passione.

Nel frattempo le aveva sganciato il reggiseno, facendo scivolare le sue dita sotto l’indumento. Poteva sentire il suo corpo rispondere a ogni suo tocco, facendogli provare un’intensa smania di piacere. Sì, immensamente si compiaceva del fatto che a emozionarla fosse ogni suo singolo gesto e gli faceva battere il cuore sempre più veloce.

La smania di mostrarle quanto intenso fosse quello che provava era davvero incalcolabile.

Le diede un ultimo bacio sulle labbra prima di avvicinarsi al suo orecchio << Mi piaci sul serio >> E glielo sussurrò senza nessuna vergogna. Tutto quello che aveva taciuto -e per cui si era trattenuto- lo stava esternando privo di ogni segreto.

Lei gli piaceva… Ne era sul serio innamorato…

E desiderava farglielo sapere con ogni parte del suo corpo…

La baciò sul collo, sentendo sotto la sua mano i suoi seni accendersi. Una scia di brividi iniziò a comparire sul vellutato corpo della ragazza, e Ryo -che ormai era scivolato nella via dell’erotismo- iniziò a scendere piano piano, verso la parte che aveva sempre considerato essere la più seduttiva di una donna. Dunque le diede un bacio sopra il seno -sfiorando con la lingua i capezzoli- sentendola trattenere un piccolo gemito…Meravigliosa”…Le piaceva sempre di più.

Ryo sapeva che cos’era il sesso e gli piaceva molto, ma quello che stava sperimentando era una cosa nuova anche per lui.

Quel mondo fatto solo di loro due aveva un sapore dannatamente troppo diverso. E gli piaceva da impazzire.

Continuò a delineare un’impronta di baci sopra il suo ventre, percorrendo la pelle d’oca che le si era formata sul corpo, percorrendola con la lingua.

E arrivò ai jeans…

Tirò giù la zip sfilandoli lentamente, mentre prese a baciarle le cosce…Le gambe…Arrivando fino alla punta dei piedi che sfiorò con le labbra -solo dopo averli privati delle scarpe-. Perché tutto di lei era così dolce da dover essere assaggiato e prezioso da voler essere impresso nella memoria delle percezioni...Da meritare di essere ricordato in ogni dettaglio.

E Ryo si sentiva immensamente onorato, gratificato, emozionato, all’idea di essere il primo uomo a incidere quel corpo immacolato. Quel corpo che non avrebbe permesso a nessun altro di toccare. Perché doveva essere solamente suo, e di nessun altro.

                                                                                                                                             -…Resta seduto allora…E guardami
                                                                                                           
mentre mi spoglio…-

Si ricordava ancora bene di quella scena che era rimasta impressa dentro i suoi occhi, che era accaduta qualche sera prima -nella privacy della camera di Hotel dove Kaori lo aveva apertamente sfidato-, ma questa volta non sarebbe rimasto fermo a guardare e di certo non sarebbe stata lei da sola a spogliarsi.

Sarebbe stato lui a farlo…

La riprese dunque a baciare, distendendosi sopra di lei -mentre le mani iniziarono a toccarla gentilmente-.

Ascoltava nel silenzio più assordante il suo respiro emozionato infrangersi contro la sua pelle e il battito del suo cuore irregolare continuare a divenire sempre più veloce.

Si alzò per un brevissimo istante solo per togliere i pantaloni. Tolse per prima la cintura, e dopo sbottonò i bottoni -facendo scendere la zip-.

Rimase solamente in boxer a fissandola intensamente.

E proprio nel momento che i loro sguardi si incrociarono, vide quello di lei distoglierlo rapidamente, fissando da un'altra parte, mentre velocemente portava le mani davanti al seno e alle mutandine.

Una visione davvero stupenda che provocò in lui un'intensa scarica di adrenalina e di intenso desiderio di volerla toccare e baciare ancora ovunque.

Le sorrise amabile, chiudendo gli occhi per quella sensazione di profonda estasi e passione che provava, dandole un dolcissimo bacio sulla punta delle dita, desiderando farle capire quando in realtà lei fosse perfetta e quanto non avesse bisogno di vergognarsi.

Si sdraiò sopra di lei riprendendo a baciarla, mentre continuava a cercare e a godere della sua lingua.

Questa volta poteva sentire tutte le morbidissime forme del suo corpo a contatto con la pelle nuda, che stimolava ancora di più la sua intimità e lo faceva trasalire.

Il bacio divenne più intenso e lei -che ormai si era lasciata trasportare in quel circolo di libidine, mettendo da parte l’imbarazzo di poco prima- gli circondò il collo con le braccia, abbracciandolo forte, ancora avvolti in quel bacio che poteva solo togliergli il respiro.

Tutti e due i cuori della giovane battevano forte all’unisono a contatto con la sua pelle. Il cuore di sopra e il cuore di sotto. E mentre continuava a baciarla, fece scivolare una mano sul seno. Un tocco davvero eccitante che la fece sussultare, e rendere il suo respiro irregolare. E non si fermò… Scese più giù -fino al suo basso ventre- fino ad arrivare alle mutandine -facendo scivolare le dita sotto il tessuto- toccando la sua intimità, massaggiandola gentilmente.

E un piccolo -sensualissimo- suo gemito, si disperse piano nell’aria, facendogli capire che sì, forse stava iniziando a sentire qualcosa. Allora cercò di non perdere l’intensità di quello che lei stava provando, e continuò a stimolarla, non permettendo al suo corpo di fermarsi. E scese con le labbra sul suo seno, baciandolo intensamente, sfiorando in modo sensuale i suoi capezzoli con la lingua.

E ancora un altro suo gemito le uscì fuori dalle labbra involontario, ancora più intenso di prima. E fu allora che lui sorrise, capendo che era arrivato il momento perfetto.

Dunque si fermò.

Non le avrebbe permesso di godere di quel momento da sola. Le baciò il ventre, mentre lentamente le toglieva l’ultimo intimo rimasto a coprire la sua pelle.

Si mise ancora in ginocchio sul letto di fronte al lei -che ora era completamente nuda-. Contemplò la sua pelle candida come il chiarore della luna e inspirò profondamente, chiudendo gli occhi -beandosi di quel momento- prima di togliere i boxer e rimanere completamente nudo anche lui.

E finita la breve pausa che si era concesso per contemplare la perfezione di quel momento, li tolse per davvero.

Accarezzò tutto il suo corpo con una mano mentre rimaneva in ginocchio di fronte a lei, osservandola ancora per un’ultima volta prima di farla sua, facendo scorrere le dita dal collo fino al ventre. E assecondò quel movimento distendendosi nuovamente sopra di lei, baciandola dolcemente, mentre lentamente entrava dentro di lei.

La vide fare una piccola smorfia di dolore, e le accarezzò immediatamente il viso, cercando di addolcire quel dolore momentaneo che si interruppe presto, nel momento che oltrepassò la sua verginità << E’ passato piccola…>> Disse dandole un bacio sulla guancia <<…Adesso sarà tutto più piacevole >> E dette quelle parole con voce sensuale, iniziò a muoversi sopra di lei, delicatamente. Vedendo il suo viso imporporarsi violentemente per quell'atto così imbarazzante, che non credeva di poter condividere con nessuno. Imbarazzo che presto di mutò in un calore intenso scaturito dal piacere crescente che stava pian piano irradiando i loro corpi.

Il respiro all’unisono, i corpi uniti in un solo battito, e i movimenti in perfetta sincronia fra loro. Mescolati in un unico sangue, un unico desiderio, un unico ansimare.

Sentendo il suo centro interno stringersi sempre di più, facendogli capire che il piacere dell’orgasmo stava facendo vibrare il suo corpo. E i baci si sprecavano ovunque, bastava solamente che fossero deposti sul suo corpo, e viceversa. Un intenso sentimento espresso con le azioni, che gridavano, che urlavano quella passione fra loro. E Ryo non poteva fare a meno di ripetersi e sentirlo riecheggiare nelle orecchie…Che quel momento era perfetto…Lei era perfetta...Insieme erano perfetti…

Raggiungendo il culmine di quel piacere con un dolce gemito sfuggito dalle sue labbra. Quelle labbra che Ryo baciò travolto completamente dalla passione che provava per lei…

 

…E si disse che no, non l’avrebbe lasciata scappare da nessuna parte. Perché quella notte, lei, sarebbe stata sua…E avrebbe continuato a fare l’amore, fino a quando stremato, le forze non lo avrebbero abbandonato…

 

Anche se questo implicava lottare contro tutto e tutti…





NOTE CONCLUSIVE: Buonasera carissime lettrici... Mi scuso immensamente per il ritardo con cui pposto questo tanto sofferto capitolo, ma 1) Le idee non venivano neanche a pagarle; 2) Sono stata particolarmente impegnata con il lavoro. Inoltre ho avuto difficoltà nella pubblicazione perché non mi faceva aggiungere capitoli. Ho scoperto che -non so come- la storia era stata etichettata come "conclusa" e quindi era per quel motivo che non mi faceva inserire più capitoli. Beh, problema risolto sono riuscita a modificare e pubblicare.
Allora, beh che dire, innanzitutto volevo che sappiaste che mi sono un po' vergognata a scrivere questo capitolo. Non so, ma non credo che sia nelle mie corde scrivere su tematiche del genere, ma insomma, ci stava abbastanza, e così ho provato. Spero non sia risultato troppo volgare. Anche quando leggo ci sono dei dettagli o parole che non mi piace molto leggere quando vengono descritti certi momenti intimi. Dunque ho cercato di usare parole molto carine e abbastanza "soft" in modo da non essere troppo brusca. Spero di esserci riuscita...
Ho anche voluto suddividere il capitolo con il susseguirsi dei pensieri in prima persona di Ryo e Kaori alternandoli fra loro -anche se alla fine ha vinto Ryo-...
Perdonate inoltre gli errori di ortografia che ci saranno, ma per quanto riguardi il testo e mi finisca gli occhi, non riesco a individuarli tutti. Siate clementi come sempre siete state con me...

Insomma, fatemi sapere come avete percepito questo capitolo e se vi è piaciuto -oppure no-, perché mi ha messo abbastanza ansia.


Ringrazio infinitamente tutte coloro che mi hanno continuato a supportare con le loro recensioni. So di essere mortalmente indietro, ma ci tenevo a pubblicare per tutte coloro che hanno aspettato con tanta ansia l'uscita di questo capitolo. Adesso corro a rispondere a tutte. Un abbraccio forte e a presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Mi Dispiace.. Grazie.. Addio ***


                                                     

 

 

 

                                                                                                                              -…Andrà tutto bene…
                                                                                                                                 
Andrà bene Ryo…-

 

Con quella frase nella testa Ryo Saeba continuava a guidare immerso nell’oscurità della notte. Il viso serio, velato di una finta serenità che la diceva lunga sulle emozioni che stava cercando di tenere sotto controllo -esattamente come aveva fatto tutte le altre volte- con scarsi risultati.

Ci stava riuscendo proprio male, lo doveva ammettere.

Troppe cose gli erano sfuggite di mano -i suoi sentimenti in primis- e questo aveva posto l’accento su tutta una serie di fatti che erano accaduti e che invece non sarebbero dovuti nemmeno esistere. Se si riferiva alla notte trascorsa con Kaori, beh, era proprio così.

Per una vita intera si era imposto la triste tortura dell’allontanamento -giusto quanto bastava per non restare coinvolti entrambi- e per una volta -quella sbagliata tra l’altro- le cose erano andate diversamente.

Ryo aveva lasciato spazio a quello che realmente avrebbe voluto fare e lo aveva fatto senza crearsi troppi problemi, sicuramente sconvolto dal fatto che no, con tutto quello che era successo -e la numerosa schiera di malavitosi al loro seguito- non se la sarebbe cavata così a buon mercato. Non sapeva come, ma se lo sentiva, questa volta ci avrebbe lasciato senz’altro le penne! 
E dunque, quello che aveva compiuto era stato solo un riflesso del fatto che era l’ultima occasione che aveva per assaporare almeno un po' di normalità, quel pizzico di felicità che si era 
per troppo tempo negato. Puro e sano egoismo? Certo. 

”Accidenti a lei”…Ma forse -e solo forse- era stata anche colpa di Kaori se era successo tutto quanto. Anche lei aveva contribuito a farlo crollare psicologicamente. Se solo ci ripensava lo stomaco gli si chiudeva fino a fargli mancare il respiro. I suoi occhi -velati di una malinconica brillantezza- lo avevano ammaliato a tal punto da fargli abbandonare completamente qualsiasi barlume di raziocinio o di principio morale nei suoi confronti, e si era lasciato inghiottire da quel sentimento che per troppo aveva tenuto soffocato. E non poteva negarlo, era stato così tremendamente bello che ancora adesso -che non era più insieme a lei- lo sentiva ancora sotto le sue dita.

Ogni sensazione, profumo ed emozione erano ancora vivi sulla sua pelle e nella sua memoria, come se li stesse rivivendo all'infinito. Tutto aveva avuto un sapore dannatamente buono, che il dolciastro, gli era rimasto ancora sulla punta della lingua...”Ok, basta così Ryo”…Scosse la testa cercando di riprendersi. Se continuava ad aggrapparsi a quei dolci momenti, era sicuro che di lì a poco avrebbe sterzato e avrebbe fatto inversione per tornare da lei. Ma questo non poteva -e non doveva- succedere.
Non era il momento di lasciarsi cullare da quel malsano sentimentalismo, o ciò lo avrebbe portato a far vivere Kaori come fuggiasca insieme a lui in quella casa sperduta nel bosco. Doveva concentrarsi e guardare in faccia la realtà.

Quella realtà che non lo aveva mai abbandonato e che era fatta di incertezze, pericolo e morte. E fu a quel punto che un mezzo sorriso rassegnato gli comparve sulle carnose labbra…”E’ stato bello finché é durato”…Sì, lui era sempre stato cosciente -dal primo momento in cui aveva messo piede nella capanna, all’ultimo con cui l’aveva lasciata- che il lieto fine non era fatto per tipi come lui. Lui non era il “principe azzurro” che vinceva sempre contro i cattivi, lui era il cattivo. Era una parte di quella feccia che prima poi doveva essere spazzata via dalla faccia della terra.

E come tale avrebbe chiuso la partita questa volta in modo diverso dal solito.

Era per quel motivo che aveva lasciato la dolce Kaori -addormentata in un sereno sonno- e in punta di piedi se ne era andato. Da buon vecchio vigliacco quale era, lo aveva fatto ancora, l’aveva tenuta all’oscuro dell’obbiettivo che gli girava per la testa, con il solo fine di tenerla al sicuro -anche se era certo che lei non lo avrebbe capito e si sarebbe arrabbiata-…

”Kaori”…Riusciva ancora a vederla nuda fra le lenzuola girarsi smaniate a cercare il calore delle sue mani.

Avvolta nell’incoscienza del sonno lei aveva continuato a ricercare smaniosa la sua presenza, come se nel profondo del suo subconscio lo sapesse, avesse capito che Ryo sarebbe sparito da qualche parte a sua insaputa…”Niente di più vero”

Lo sguardo di Ryo si posò verso lo specchietto retrovisore, adocchiando quelli che erano dei fari dietro di lui. Assottigliò la vista e continuò a fissare l’andamento dell’auto alle sue spalle. Vide il veicolo mettere le freccia e sorpassare con disinvoltura…”Non era nulla”…E tirò un sospiro di sollievo. La tensione che lo avvolgeva era totale. Adesso si sarebbe concentrato unicamente su un solo obbiettivo.

Riprese dunque a fissare l’asfalto che si srotolava lento di fronte ai suoi occhi.

Ryo Saba -che di piano “B” ne aveva sempre uno- si ritrovava a dirigersi verso il centro di Shinjuku con il solo scopo di essere avvicinato dai malavitosi che lo cercavano…E niente più.

Una missione suicida -se così poteva chiamarla- che aveva l’unico obbiettivo di eliminare la minaccia alla radice.
No, non si sarebbe lanciato a "tu per tu" contro dei mercenari addestrati, sapeva che non 
avrebbe potuto mai affrontare un esercito intero da solo -era da stupidi illudersi del contrario-, no, lui avrebbe puntato al leader. Se fosse riuscito a colpirlo e ad eliminarlo, gli altri si sarebbero dileguati.

Senza un capo a dare ordini non avrebbero più potuto essere una minaccia. Quello -forse- era il piano…

Lo faceva per se stesso -perché alla fine era colpa sua-, e per Kaori -che come al solito era stata messa nel mezzo anche se non c’entrava niente-.

Non sapeva se il loro obbiettivo di usare Kaori era cambiato o meno, sapeva solamente che ce l’avevano con loro. E fintanto che la situazione non prendeva una piega diversa, lei sarebbe stata in pericolo. Doveva sistemare le cose e lo doveva fare non tanto per il senso del dovere verso il proprio paese -di cui alla fine non gli importava niente-, quanto per quella donna al suo fianco che non aveva vissuto una vita normale.

Lo faceva solamente per lei…

Una cabina telefonica posta sul ciglio della strada attirò la sua attenzione, così scalò lentamente le marce rallentando progressivamente. Accostò la Mini vicino al marciapiede e -dopo aver spento il motore ed essere sceso- entrò all’interno della cabina. Guardò per qualche istante la cornetta verde del telefono, prima di tirarla su. Inserì due monetine e compose quel numero che sapeva a memoria…

…Tuuuuuu…

…Tuuuuuu…

…Tuuuuuu…


<< Pronto? >> La comunicazione dall'altra parte si aprì, facendo riecheggiare la voce femminile più dolciastra che avesse mai conosciuto in vita sua.

<< Scusa se ti chiamo a quest’ora >> Ryo soffiò quelle parole come quasi fosse sollevato di sentire la sua voce.

Lei dall’altra parte della cornetta fece un attimo di silenzio << Ryo?…>> La sentì domandare titubante -con l'espressione impastata dal sonno- <<… Se ti sei di nuovo ubriacato sappi che non ti vengo a prendere >> E la sentì sbadigliare platealmente, facendo fare a lui un piccolo sorriso.

<< Per tua “sfortuna” non sono ubriaco…>> Cantilenò piano -come se fosse davvero dispiaciuto del fatto che il motivo per cui la stava chiamando non era quello-.

<< E allora perché chiami? Non sai che la gente dorme a quest’ora? >> Udì il suo tono delicato spazientirsi un po’.
Era certo che dal suo punto di vista lei lo vedeva come uno sconsiderato burlone che aveva chiamato solo con la scusa di darle fastidio. E forse -in altri contesti- non sarebbe stata poi tanto lontana dalla verità. Ma non quella sera…

<< Ho bisogno tu mi faccia un favore…>> La voce di Ryo -che fino a quel momento era apparentemente distesa- si fece seria, e un pesante velo di silenzio li divise entrambi <<…Ascoltami bene Saeko, non ho tempo di fornirti i dettagli, ma al sorgere del sole vai al rifugio >> Ancora un attimo di silenzio prima di udire da parte della donna provenire un pesante respiro.

<< Ryo dove sei ora?…Mi stai spaventando…Che succede? >>

Ryo appoggiò una mano sul vetro della cabina e si schiarì la voce << Ricorda… Tra qualche ora…Il rifugio… Và lì >> E riagganciò senza aggiungere altri dettagli. Sapeva che Saeko lo avrebbe fatto, sapeva che sarebbe stata affidabile e avrebbe portato in salvo Kaori sperduta nel niente. Lui nel frattempo avrebbe guadagnato abbastanza tempo per attirare l’attenzione di quelli che li cercavano.

Li avrebbe trovati… Li avrebbe affrontati… E li avrebbe eliminati…

Uscì dunque dalla cabina telefonica. Infilò le mani nelle tasche del vecchio spolverino -a frugare qualcosa all’interno che in realtà non c’era-, e rivolse lo sguardo al cielo notturno nella speranza di intravedere qualche luccichio incastonato nella distesa blu scuro…”Che peccato”…Quel cielo così limpido -che fino a qualche ora prima aveva ammirato immerso nella fitta boscaglia- era scomparso, coperto dalle luci frivole e artificiali di Shinjuku. Non riuscì a intravedere neanche una mezza stella. Quella città era sul serio troppo illuminata per poter scorgere anche solo un breve scintillio naturale, e forse un po’ gli dispiaceva.

Così -sospirando- mise una sigaretta in bocca -vecchia amica delle sue avventure solitarie- e si incamminò a passo lento verso la via principale.

Le mani rigorosamente nelle tasche, le spalle ricurve in avanti a vecchio detective, e la sigaretta in bocca.

Ryo Saeba si preparava a scrutare tutto l'ambiente circostante, in cerca di qualche indizio che potesse stonare in mezzo alla confusione notturna della folla di bagordi che lo circondava. Conosceva così bene quelle strade, che avrebbe potuto percorrerle anche a occhi chiusi e notare comunque qualcosa.

Ma quella sera -immerso tra gli schiamazzi delle compiette, i deliri degli ubriaconi senza meta e le risa delle ragazze squillo con i loro amanti- anziché cercare una tra le tante insegne colorate dei locali, che avrebbe potuto ospitarlo per una notte di divertimento sfrenato, Ryo cercava il segnale che avrebbe potuto condurlo verso coloro che sicuramente lo stavano aspettando.
E finalmente notò qualcosa che fece allertare il suo attentissimo sesto senso di Sweeper…”Uno… Due… Forse tre”…Con uno sguardo furtivo osservò velocemente nelle direzioni in cui aveva contato…”No…Sono molti di più”… Di fronte a lui, alla sua destra -e sinistra- e alle sue spalle, si trovavano degli uomini nascosti in penombra -con in mano fucili da cecchino- su quelli che erano i tetti di alcuni edifici. Era chiaro…Lo tenevano sotto tiro.

Erano sparpagliati così bene e uniformemente, da non lasciargli spazio di azione e non potersi muovere da nessuna parte.

<< Non so se il tuo sia coraggio o stupidità, in ogni caso mi fa piacere che tu ci abbia risparmiato la fatica di cercarti…>> Di fronte ai suoi occhi comparve improvvisamente la figura di quella donna identica a Kaori, la stessa donna che anche lui desiderava incontrare.
Entrambi si guardarono reciprocamente senza aggiungere nient’altro, come si stessero sfidando silenziosamente, e notò gli occhi di lei ardere di viva impazienza <<…Finalmente…>> Esclamò con tono soddisfatto <<…Il detentore della formula è qui davanti a me >> E la vide sorridere.

Ryo socchiuse lo sguardo mentre tirava su una boccata di fumo << Non so di cosa tu stia parlando >> Disse placidamente. E soffiò via un po' di fumo verso di lei -che le fece inasprire il viso-.

<< Non mentire! Lo so che Kaibara l’ha data a te!…>> Esclamò infastidita <<…Adesso cammina! >> E fece un cenno con la testa suggerendogli di incamminarsi verso la direzione in cui lo aveva intimato di andare.

A Ryo non gli ci volle poi tanto tempo prima di capire che una pistola -ben nascosta nelle tasche del giacchetto della donna- puntasse verso la folla a fianco a loro prendendoli da ostaggi << Non ce n’è bisogno >> Asserì lui con estrema calma. Fece qualche passo in avanti, incamminandosi -senza opporre resistenza-, verso quel camion sospetto parcheggiato lì vicino. 
A Ryo sul serio non interessava che cosa volessero realmente da lui, poco importava… Uscire dal centro abitato era ciò che voleva. Solo lì avrebbe potuto realmente agire come avrebbe voluto.

La donna lo affiancò velocemente << Fuori le mani dalle tasche…>> Disse con aria minacciosa <<…Non fare furbate. Ho diversi uomini sparsi nei paraggi. Un mio cenno e molte persone si faranno male...>> Ma questo Ryo già lo sapeva.
Bastava semplicemente guardarli negli occhi per capire il modo con cui erano abituati ad agire. O seguivi la loro via o te ne andavi fuori dai piedi. Per loro le persone erano un ammasso di carne facilmente sacrificabile per raggiungere i loro scopi.
E avrebbero fatto qualsiasi cosa per ottenere la formula nascosta nella pistola..."Già"...Giusto appunto, come avevano fatto a sapere che 
Kaibara aveva dato proprio a lui la soluzione per decifrare la formula?..."Non c'è da preoccuparsene"...Anche se lo avevano scoperto, non sarebbero mai riusciti a raggiungere il tassello mancante. Ne era certo!
<<...Sali…>> Il portellone nel retro del camion venne aperto da due tirapiedi della donna, e lei lo spinse appena per intimarlo a salire.

Ryo non fece domande. Salì silenzioso sul veicolo e dopo aver dato un’ultima occhiata fuori -verso tutte quelle persone che li guardavano di sottecchi, intimorite dal palese fare da gangster- si sedette in un angolo del rimorchio.

Le porte si chiusero e lui appoggiò la testa contro la lamiera -mentre sentiva il veicolo accendersi-…”E’ giusto così. E’ così che deve andare…E’ così che deve finire”…Non gli interessava né la direzione, né tanto meno la destinazione. Lui sapeva solamente che sarebbe finito tutto proprio quella notte. Una bellissima notte, con un bellissimo cielo limpido e stellato, di quelli che non ne aveva visti da troppo tempo, di quelli che riuscivano a spazzare via ogni brutto pensiero.

E pensò ancora una volta a Kaori…”Dannazione”…Pensò a quella promessa che adesso non era più così sicuro di poter continuare a mantenere. Anzi, a dire la verità era più che certo che non sarebbe riuscito a mantenerla.
Il cuore gli batté nel petto in modo strano, quasi doloroso. 
Molti pensieri si affollarono nell'oscurità della sua mente e nelle sue orecchie riecheggiò solamente il proprio respiro.

Improvvisamente nell'aria avvertì uno strano odore -fuoriuscito da alcuni bocchettoni posti alle sue spalle-, e gli occhi di Ryo lentamente si fecero pesanti. Ben presto il sonno prese il sopravvento su di lui, e si lasciò andare all'improvvisa stanchezza causata da quel probabile sonnifero che di proposito avevano buttato.


...”Kaori mi dispiace… Grazie… Addio”





NOTE CONCLUSIVE: Salve a tutte care lettrici! Come state? Spero tutto bene (visto i tempi che stiamo vivendo). Vorrei scusarmi per il madornale ritardo con cui pubblico questo capitolo, ma sul serio ho avuto molte difficoltà e non ho avuto per niente la testa di mettermi e scrivere. A ogni modo ci tengo a questa fiction e anche se con un pizzico di ritardo cercherò di ultimarla fino alla fine.

Vorrei ringraziare tutte coloro che hanno sostenuto il capitolo precedente (siete state veramente tantissime e il mio cuoricino è stato stracolmo di felicità) e continuano a sostenere e seguire anche ora.

Un abbraccio a tutte e alla prossima!

                          

                  

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