Capitolo 3 - Lo Skate Park
GD tornò in hotel in serata ma lo bloccarono alla reception «Ci sono problemi?» chiese lui.
«Scusi per il disagio, ma dobbiamo chiederle di dormire in una stanza normale per stanotte signor Kwon»
«Come mai? E' successo qualcosa?» vide la ragazza della reception con gli occhi rossi.
Lei continuò come un robot «Per caso ha introdotto qualche animale da compagnia...esotico...nel suo appartamento Signor Kwon?»
Avevano trovato il serpente? Forse era uscito dal suo appartamento?
«Certo che no...posso sapere che è successo per cortesia?» mentì lui.
La ragazza tremava di rabbia «Una persona del nostro staff si è ferita gravemente nella sua stanza, ora è in ospedale...»
Che stava dicendo…
«Ferita? Come?» la ragazza sobbalzò alla domanda e le vide gli occhi riempirsi di lacrime.
«Un morso….di un serpente….» Non poteva essere.
«In che ospedale si trova!» le urlò in faccia, ormai sempre più convinto che fosse lei.
Signozzando rispose «Asan Medical Center»
Il suo cuore mancò dei battiti. Le parole "gravemente ferita" gli risuonavano nelle orecchie.
GD si voltò e corse di nuovo fuori, bloccò un taxi al volo e si fece portare all'ospedale. Non poteva credere che stesse succedendo davvero. Non se lo sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa a quella ragazza a causa sua.
Arrivò all'ospedale e corse dentro. Individuò la reception e disse «Sono qui per vedere Hane, come sta?»
«Questo non è l'orario delle visite signore» rispose la signora.
«Per favore, ho saputo che è stata gravemente ferita!» dirlo ad alta voce gli fece mancare il fiato. Lo guardò in faccia e forse le fece pena perchè lei disse «Hane come? Qual'è il cognome?»
«Ehm...non lo so. Siamo amici so solo il suo nome» si rese conto che in tutto questo tempo non le aveva mai chiesto il suo cognome.
La donna si alzò «Aspettami qui»
La vide allontanarsi e sparire in una stanza, poi dopo qualche minuto uscì seguita da un'infermiera.
«Visto il caso speciale della signorina ti facciamo entrare»
«Grazie mille, grazie! grazie!» si inchinò più volte.
«Seguimi» disse l'infermiera e lui eseguì. Entrarono in un ascensore e la vide premere il tasto 7.
«Come sta? Cosa è successo?» chiese mentre l'ascensore saliva.
«E' stata attaccata da un serpente velenoso»
«Velenoso? A me hanno detto che non lo era! Che non aveva nemmeno i denti!» gli scappò.
«Ah lo hanno trovato? Mi fa piacere» le porte si aprirono «Sai, sono contenta che qualcuno sia venuto a trovarla»
Ed i suoi genitori?
«Sono il primo che ha chiesto di lei?» gli chiese mentre continuava a seguirla
«Si, credo sia orfana...non ha parlato molto da quando è qui» gli indicò la porta ed entrò.
Hane era distesa nel letto con una mascherina sul volto. Vedeva molti fili che gli uscivano dal braccio ed i macchinari che bippavano intorno a lei. Il suo braccio destro era completamente tumefatto.
Rimase per un bel pò immobile sull’uscio, sconvolto. Sentiva che gli occhi si riempivano di lacrime per rigargli il viso.
L’infermiera, capendo la situazione li lasciò soli.
«Hane!» quasi urlò lui stringendole la mano sinistra «Mi dispiace, mi dispiace, non sapevo fosse velenoso, per favore perdonami» disse con le lacrime che continuavano a scendere copiosamente. Si sentiva malissimo.
«Hane scusami ti prego»
Lei si girò lentamente verso di lui «Brucia da morire» gli disse in un sussurro.
«Oh mio dio, doveva capitare a me, mi dispiace» pianse guardando quel povero braccio viola «Ti porterò in un ospedale specializzato, vedrai, ti farò tornare come prima, te lo prometto»
Lei chiuse di nuovo gli occhi.
Dal giorno dopo Hane fu trasferita in un altro ospedale e GD disdì tutti gli impegni per starle vicino. Pagò per lei una camera privata e chiamò vari specialisti per farla visitare.
«GD lascia stare, non devi spendere tutti questi soldi per me, ormai hanno detto che rimarrà così!»
«Lascia fare a me, tu pensa a guarire»
Lui continuava a chiamare dottori uno dopo l'altro ma tutti dicevano che non c'era nulla da fare, ormai la pelle ed i muscoli erano come bruciati.
Dopo una settimana «Senti, fermati un momento! Posa quel telefono e siediti qui» disse indicando il divanetto che c'era nella stanza.
«Uff...che c'è?» chiese lui sedendosi a peso morto.
Lei gli mollò uno schiaffo con la mano sinistra «zitto e ascolta!»
«Non voglio che ti senti più in colpa, ormai sto bene. Non serve che stia qui, posso tornare a casa mia.»
«Hai ancora il braccio fasciato, non puoi tornare a casa....e a proposito di questo» disse lui serioso «Ho chiesto al direttore dell'hotel...tu vivi in un istituto»
Hane sospirò «Si...e allora?» la fissò intristito «Ma non è brutto come pensi, è come vivere in un college. Ho la mia stanza e poi il resto della casa è in condivisione con le altre persone...»
«Perchè vivi li?» le chiese.
«Perchè sono orfana» rispose semplicemente.
«Siamo amici perchè non me l'hai mai detto?»
«Siamo amici?» chiese lei stupita. Non perchè non lo ritenesse un amico, però sentirglielo dire le fece un certo effetto.
«Certo....»
«Non abbiamo mai aperto l'argomento e quindi ho dimenticato di dirtelo. E comunque nemmeno io so molto di te se non che sei un cantante»
GD sgranò gli occhi «Allora sai chi sono! »
«Ehm...certo...perchè quella faccia?»
«Credevo pensassi fossi solo uno che viveva lì...di solito le persone mi trattano in maniera diversa quando sanno chi sono»
Si sedette sul bordo del letto di fronte a lui «In che senso in modo diverso?»
«Bhè sai...cercano sempre di accontentarmi, o di essere per forza miei amici. Soprattutto le ragazze» disse quest'ultima frase guardandola negli occhi.
Capiva perfettamente quello che stava dicendo «Puoi anche non considerarmi una ragazza e non mi interessa che fai di mestiere, sono fatti tuoi.»
Lui sorrise leggermente.
«A posto allora, amici» gli porse il pugno.
Lui sorrise di più e lo colpì col suo «A posto»
«Bene, ora andiamo via di qui. Si torna a casa» si alzò di nuovo e fece per preparare la sua borsa.
«Non posso farti andare via così» disse guardandole il braccio.
Si era sgonfiato e ormai le faceva male poco o niente, il veleno era stato neutralizzato ma le rimasero delle enormi cicatrici rosse dove la pelle ed il tessuto sottostante era morto. Non era uno bello spettacolo.
Però lei non riusciva a prendersela con lui, perchè di fatto non era stata colpa sua. Poteva essere morso lui stesso e per fortuna non è accaduto. Lei era una semplice donna delle pulizie e poteva lavorare anche con un braccio così, mentre se fosse capitato a lui probabilmente avrebbe perso il lavoro.
«Fattene una ragione, non puoi fare niente» lo vide abbassare lo sguardo ed ormai lo conosceva abbastanza da intuire che aveva voglia di piangere «...e poi a me piace così....fa figo!» aggiunse alzando il braccio «Ci farò un tatuaggio sopra….Allo skate park saranno tutti invidiosi!» disse sorridendo.
Alzò di nuovo lo sguardo «Vai in skate?»
«No, più che altro preferisco usare i rollerblade, sono forte sai?»
«Non sono mai stato in uno skate park»
Hane ci pensò su per un momento, poi disse «Andiamoci adesso allora!»
«Cosa? Ma non puoi fare sforzi...»
«I rollerblade si mettono ai piedi sai?» afferrò il suo borsone e ci infilò dentro la sua roba «Dai muoviti, metti questi» gli lanciò una sua felpa oversize ed un cappellino di lana «Non puoi farti riconoscere, sei troppo sgargiante come al solito»
GD quel giorno aveva un giubbino rosso fuoco borchiato. Sembrava tentato ma qualcosa lo fermava «Che c'è? Non hai voglia?» gli chiese.
«Come ci andremo? Dove si trova?»
«In metro ovviamente. Ma prima passeremo per casa mia a prendere i pattini...e questa non mi serve più» tolse il laccio che le teneva il braccio appeso al collo.
«Non mi sembra per niente una buona idea...» disse GD mentre infilava la sua felpa. Era una semplice felpa nera con cinque stelle bianche sul petto, nessuna marca.
«Dentro o fuori, deciditi» uscì a passo svelto tenendo il suo borsone sulle spalle e dopo un pò lo sentì arrivare dietro di lui.
Il viaggio in metro fu uno spasso perchè GD sembrava un pesce fuor d'acqua.
«Ti prego, non mi dire che questa è la prima volta che prendi la metro» disse Hane sconvolta.
«Non è la prima volta, ma sono anni che non la prendo» si era attaccato al suo braccio sinistro e pareva avesse paura di perdersi in mezzo a tutte quelle persone.
«Ti senti bene? Mi stai stritolando»
«Oh scusa.» la lasciò e si guardò intorno impaurito.
Hane notò un paio di ragazze che guardavano nella loro direzione mentre aspettavano il treno. Forse il suo travestimento non era stato dei migliori.
Posò il borsone a terra e frugò all'interno «Eccola!» trovò una mascherina nera «Metti questa» disse passandola a GD.
«Bella idea, forse è meglio» la indossò e lo sentì fare un sospiro.
«Non essere così ansioso, la gente lo nota» gli sussurrò.
Lui annuì proprio mentre arrivava il treno. Entrarono e come al solito era affollato. Perse GD di vista per un attimo e le venne un colpo, poi fortunatamente lo vide che rimasto bloccato vicino alle porte. Alzò la mano e si fece vedere da lui che la fissò spaventato. «Alla prossima scendiamo!» gli urlò quasi per farsi sentire. Lui annuì e furono sballottati per circa 10 minuti fino alla fermata successiva.
«Uff...come fanno tutte quelle persone a stare così stretti...» disse GD una volta fuori.
«Benvenuto nel mezzo di trasporto dei poveri» disse lei scherzando «Immagino tu sia abituato ai taxi»
«Già...comunque dove abiti?» le chiese incuriosito guardandosi intorno. La zona dove abitava non era nulla di che, palazzi ovunque e minimarket.
«Qui dietro, ah!» si bloccò di colpo «Senti...come vuoi che ti presento?»
«In che senso?»
«Con me vivono due donne, devo dir loro che sei Gdragon o Jiyong?»
«Non so, fai tu»
«Ok, andiamo» si diresse verso un cancelletto verde e lo aprì con le chiavi. Seguita da GD salì per due rampe di scale ed arrivò davanti ad una porta di legno bianca.
«Sono tornata!» disse aprendo la porta.
«Ciao Hane» rispose una donna seduta sul divano a guardare la tv.
GD notò che non si era nemmeno girata verso di loro. Il posto era piccolo, appena entrati si trovavano nel salotto/cucina e vide che c'erano 4 porte in totale. La donna sembrava avere una quarantina di anni ed era esteticamente trascurata.
«Ho portato un amico, prendo i pattini e andiamo» le disse Hane»
«Ok» rispose la donna. Forse non era del tutto in salute.
Improvvisamente si aprì una delle altre porte e ne uscì un'altra donna «Hane!»
Quest'altra signora sembrava più attiva dell'altra, tanto che lo notò subito «E lui chi è? Il tuo ragazzo?» le chiese maliziosamente.
«No, è solo un amico. Prendo i pattini e andiamo allo skate park»
«Ok...ciao, piacere io sono Suji, una delle sue coinquiline» gli porse la mano.
«Piacere, io sono Jiyong, un suo amico...»
«Dai vieni» Hane lo prese per mano e lo trascinò nella sua stanza.
«E' inutile che parli con lei, tra dieci minuti non si ricorderà più di te» gli disse.
«Cosa?» si sentiva troppo confuso.
«Malattia di Alzheimer. E quella sul divano invece è Shino, lei sta bene, è solo un pò depressa»
«Ah...» si guardò intorno. Era una stanza 3 metri per 3 circa con un letto, un armadio a due ante ed una scrivania.
«Scusa il disordine, ma manco da un pò » disse facendo l'occhiolino. Non riusciva a credere che si potesse vivere in quello spazio minuscolo. Con quelle persone.
Da dietro la porta appesi ad un chiodo prese un paio di pattini ed un caschetto e poi lo guardò «Mmm...vorresti provare anche tu?»
«Anche no»
Hane rise e si sdraiò per terra per passare sotto al letto. Estrasse uno scatolone «Dovrei avere dei pattini a quattro ruote estensibili»
«Io non so pattinare, è inutile»
«Ti insegno io...oh eccoli!» erano formati solo da una piastra sotto cui c'erano quattro ruote due a due.
«Mi sembra di capire che ti sei perso un sacco di cose fighe a causa del tuo lavoro»
«A quanto pare...ma ti piace vivere qui?» aprì le braccia e quasi toccavano le due pareti parallele della stanza
«Certo che no, secondo te perchè lavoro in hotel? Appena avrò abbastanza soldi mi trasferirò altrove, andiamo adesso»
Uscirono dalla sua camera e Suji esclamò «Hane! Sei tornata?»
«Si, vado allo skate park, a stasera!» rispose di nuovo.
Dopo un altro viaggio in metro arrivarono allo skate park.
GD rimase di stucco. La zona era tutta recintata in modo che nessuno potesse finire in mezzo ai ragazzi che volavano sugli skate ed i roller, c'erano graffiti ovunque e percorsi da fare con varie rampe a diversa altezza. Vide un ragazzo lanciarsi in una sorta di vasca o qualunque cosa fosse, per poi risalire dall'altro lato e fare un evoluzione in aria.
«WOW» rimase senza parole.
«Ti piace?» gli chiese Hane.
«E' fantastico! Vorrei saperlo fare anche io!» disse indicando un ragazzo che aveva fatto una capriola in aria senza che lo skate si staccasse dai piedi.
«Non è difficile, basta allenarsi» si voltò verso di lei e vide che si stava sistemando i pattini «Vieni, ti presento ai miei amici»
Si avvicinarono a due ragazzi che erano nel lato opposto al loro e quando la videro esclamarono «Chi si rivede!» «Ma che fine avevi fatto?»
«Ciao raga, ho avuto qualche problema con un serpente, sono stata in ospedale per una settimana» si salutarono con il pugno.
«Cosa? Scherzi?» disse uno di loro con le braccia ricoperte di tatuaggi. GD prese spunto dal suo look.
«No...guardate» si alzò la manica della felpa e li vide rabbrividire.
«Cazzo! Ma come è successo...» disse quello tatuato.
«E' una lunga storia...vi presento Jiyong, un mio amico» lui porse la mano.
«Ciao! Io sono Naok» si presentò il ragazzo con le braccia tatuate.
«Io sono Jaesang, piacere Jiyong» rispose l'altro.
«Piacere mio ragazzi» disse tutto eccitato.
«Tu fai skate?» gli chiese Naok.
«No, purtroppo no. Sono qui solo per guardarvi» rispose lui un pò imbarazzato.
«Tu aspettami qui, mi riscaldo un pò» disse Hane indossando il caschetto.
«Ok...»
Si allontanò scivolando fluida sui suoi pattini e poi la vide lanciarsi nella vasca come la chiamava lui. Inizialmente andò solo su e giù seguendo le forme delle curve, poi improvvisamente cominciò a volare anche lei. Saltava, volteggiava, roteava, era bellissimo vederla in quella nuova veste.
Mentre non riusciva a staccarle gli occhi di dosso Naok gli toccò una spalla.
Si voltò verso di lui e notò che aveva sguardo strano, come se volesse intimorirlo «Sai cose le è successo al braccio?»
Non sapeva bene cosa dire e quindi rispose con un «No»
«Dove vi siete conosciuti? Tu chi sei?» ma che voleva questo da lui.
«Non credo siano affari tuoi...» rispose GD sostenendo il suo sguardo.
Lo vide fare un passo avanti verso di lui ma Jesang, l’altro ragazzo, lo tirò per un braccio «Dai, andiamo anche noi» se lo tirò in pista ma Naok non gli staccò gli occhi di dosso nemmeno quando Hane gli mise i pattini ai piedi e cominciò insegnargli a pattinare.
«Ehi, sei bravo! Per essere la prima volta non sei per niente male!» si misero in una zona piana e Hane pattinava all'indietro tenedogli le mani «Destra, sinistra, destra, sinistra, vai così»
Dopo un'oretta circa si sedettero sfiniti.
«E' stato divertente!» disse GD «Grazie per avermi portato qui»
«Di niente, figurati. Mi sono divertita anche io»
«Ehi...Hane...vieni qui» Naok li interruppe. GD gli lanciò un'occhiataccia che lui ricambiò.
«Che c'è? Che mi devi dire» si allontanarono da lui e non riuscì a capire cosa si stessero dicendo. Però riusciva a vedere Hane che si stava incazzando. Prima incrociò le braccia e poi gesticolò come per allontanarlo da lei.
GD fece per alzarsi e raggiungerla per difenderla ma lei gli venne incontro «Andiamocene»
«Che è successo?» chiese lui stupito afferrando al volo i pattini e seguendola fuori.
«Nulla, andiamo, ti riaccompagno in hotel.»
«Mi fa strano che lo dica tu, dovrei dirlo io che ti accompagno a casa»
Hane rise «Non sai prendere la metro»
GD rimase un attimo interdetto, non ci aveva pensato «Potrei prendere un taxi fuori casa tua e...»
«Dalle mie parti non ci sono taxi, vieni, stammi vicino» si alzò il cappuccio della felpa e lui la imitò. Si era fatto buio nonostante fossero solo le 7 di sera e GD si sentiva osservato.
«Hane...forse qualcuno ci sta seguendo» le sussurrò all'orecchio.
«Si, me ne sono accorta. Sarà Naok. Ignoralo, siamo quasi arrivati alla metro»
Scesero i gradini di corsa e poi improvvisamente Hane lo spinse in un bagno e gli tappò la bocca «Sccch»
Sentirono altri passi di corsa ma li superarono «Si, sono loro, vogliono vedere dove abiti»
«Ma che vuole quello da me... gliene do due» mostrò i pugni.
Hane gli sussurrò «voleva che ti cacciassi via e allora me ne sono andata anche io»
Capì al volo, al tipo piaceva Hane ed era geloso di lui.
«Ok, allora non verrò più con te»
«Eh?»
«Me ne vado da solo a casa, non ho bisogno che mi accompagni» disse lui. Per quanto voleva dirgliene due a quel tipo non voleva intromettersi nella vita di Hane dopo ciò che le aveva fatto al braccio.
«Non puoi» disse lei irremovibile.
«Certo che posso» uscì dal bagno e si diresse verso la banchina da cui era sceso a passo svelto.
«Non lì, dall'altro lato...» Hane lo tirò per un braccio per dirigerlo dall'altro lato.
«Ma noi siamo scesi da li prima...» le fece notare.
«Appunto....devi andare nella direzione opposta adesso»
«Ho detto che puoi lasciarmi andare» si fermò prima della linea gialla e attese il treno.
«Ok, allora ti lascio qui. Sai a che fermata devi scendere?» disse scocciata.
Ci pensò bene ma non sapeva l'hotel vicino a quale metro stava «Chiederò a qualcuno!»
Il treno si fece sentire in lontananza e si avvicinò velocemente. GD alzò lo sguardo e notò Naok ed il compagno che lo fissavano dalla banchina di fronte.
«Hane...ma a te interessa quel tipo?»
«In che senso?»
«Che ti piace»
«No!»
GD allora sorrise e mostrò loro un dito medio poco prima che il treno si interponesse tra loro.
«Presto entra! Lo hai fatto arrabbiare!» Attraverso i vetri lo videro correre per le scale per raggiungerli.
Loro due entrarono e sperarono che le porte si chiudessero prima che Naok li raggiungesse.
«Perchè lo hai fatto?» disse Hane ridendo. Finalmente le porte si chiusero e loro per un pelo non riuscirono ad entrare.
GD lo salutò con la mano sorridente «Dai finiscila!»
«Che coglione» disse lui sedendosi. A quell'ora non c'era molta gente nel treno e preferiva gran lunga che fosse così.
«Questo si...ma che gli frega con chi esco»
«Come perchè? Gli piaci! E' geloso di me»
«Eh? Dici?»
«Oh, ma sei tonta eh...si capisce lontano un miglio»
«Quello che mi preoccupa è che se viene a scoprire chi sei potrebbe farti qualcosa. E' meglio che non ti porto più in giro con me»
«Cosa? Ma io voglio uscire ancora con te!»
Si sorprese di averlo detto e soprattutto a lei.
«Mi fa piacere che ti sei divertito...non so...magari la prossima volta ti porto in un posto meno pericoloso»
«Mi da fastidio che mi parli così»
«Così come?»
«Come se fossi uno debole»
«Non penso che sei debole, solo che...»
«Solo che...cosa?»
«Il mio mondo forse è troppo per te»
Si offese ma sapeva che non aveva tutti i torti. Lui non aveva mai vissuto “per strada”, era sempre stato sulle piste da ballo.
Scesero alla fermata di fronte l'hotel e si salutarono.
«Domani torni a lavoro?»
«Non lo so, dopo chiamo il direttore per dirgli che sono uscita dalla clinica.»
«Allora se ci sei mangiamo insieme?» Si sorprese di nuovo di se stesso.
«Dopo il turno dici?»
«Si, tanto sarai già qui, ti cambi e sali »
Un’altra ragazza sarebbe arrossita e si sarebbe fatta prendere dall’eccitazione, invece lei era così...
«Ok, a domani allora»
«Aspetta, dammi il tuo numero, sto più tranquillo se mi avvisi quando sei arrivata»
«Oh...ok...» si scambiarono il numero e si diedero la buona notte.
GD salì e andò nel suo appartamento, pulito e profumato. Si sedette sul divano ed accese la televisione. Guardava le immagini ma in realtà era perso nei suoi pensieri. Negli ultimi mesi, soprattutto da quando aveva incontrato Hane, si era riscoperto un ragazzo come gli altri. Da quando era entrato alla YG si era rinchiuso in quel mondo senza mai uscirne e si era perso molte cose.
Come la scuola, gli amici, le cotte, le risse e le uscite. Aveva 19 anni e quello era stato un giorno fantastico. Aveva visto come si vive in istituto, come si prende la metro ed era stata la prima volta che era stato in un parco, quasi aveva innescato una rissa con un'altro ragazzo ed inoltre senza rendersene conto aveva invitato una ragazza ad una sorta di appuntamento. Ma forse nemmeno lei se n'era resa conto, tonta com'era.
Hane tornò a casa e cenò con le sue coinquiline come al solito. Nessuno delle due le chiese nulla riguardo la sua sparizione di una settimana ma non si aspettò nulla di diverso. Quando andò in camera sua le venne in mente di avvisare GD ma lui l'aveva chiamata già 3 volte.
«Oddio, scusa...stavo cenando e me ne sono dimenticata!»
«Ma come! Ero preoccupato! Pensavo che Naok ti avesse presa..»
«Non ti fare troppi film in testa GD!»
«Sei tu che non mi hai chiamato!» la rimproverò lui.
«Scusa hai ragione...è che non sono abituata ad avere qualcuno che si preoccupa per me» gli disse sinceramente.
Non sentì più nulla nel telefono «Pronto?» guardò lo schermo e vide che la chiamata era ancora attiva «Pronto GD?» disse di nuovo.
«Si, sono qui» rispose lui.
«Non ti sentivo più»
«Non ho parlato.»
«Ehm...sei ancora arrabbiato con me?»
«No. Però cerca di ricordartelo la prossima volta»
«Ok»
«Ora vado a dormire, buonanotte»
«'Notte GD»
Chiuse la chiamata e si sdraiò sul letto. Era stata una giornata piena. Il braccio era ancora un pò dolorante e soprattutto molto sensibile in alcuni punti. Ripensò alla giornata appena trascorsa e si stupì di quanto era stata bene. Andare in giro con GD era molto divertente, forse aveva trovato in lui il suo migliore amico? In realtà aveva creduto che fosse Naok il suo migliore amico fino a quel pomeriggio ma a quanto pare per lui il sentimento era diverso.
Sembrava ieri che cercava di avvicinarlo per farsi insegnare a pattinare. Naok faceva parte del suo mondo, invece GD era....non sapeva definirlo.
Dopo questi pensieri chiuse gli occhi e si addormentò.
Note Autrice:
Grazie per aver letto questo capitolo! Fammi sapere cosa ne pensi con una piccola recensione!
xoxo Danielle
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