Five stars

di Danielle Petite
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Comincia il full time ***
Capitolo 2: *** Scherzi Pericolosi ***
Capitolo 3: *** Lo skate park ***
Capitolo 4: *** Felpa a 5 stelle ***
Capitolo 5: *** Amici? ***
Capitolo 6: *** La festa ***



Capitolo 1
*** Comincia il full time ***


Capitolo 1- Comincia il Full Time! 


Hane era una ragazza coreana e poteva benissimo essere scambiata per qualcun'altra mentre era nella sua divisa scolastica. Capelli castani lunghi e raccolti in una coda bassa come da regolamento scolastico, nessuna traccia di makeup sul suo viso, camicia bianca con gilet giallo ocra abbinato alla gonna marrone e calzettoni bianchi fino al ginocchio. 

Eh si, la divisa della scuola faceva davvero schifo.

Lei ha sempre odiato qualunque tipo di divisa o qualunque cosa che la omologasse agli altri, voleva essere diversa, speciale, quella che va sempre contro corrente e finalmente quel giorno era arrivato. 

Ovvero il giorno del suo "dannato diploma". 

Tutti i compagni del suo anno avevano indossato la famosa tunica nera sopra la divisa e finalmente il tutto era terminato. Finalmente Hane era libera.

La scuola in corea era davvero pesante e non aveva la minima intenzione di laurearsi perchè a lei studiare non piaceva proprio. 

Salutò i compagni e corse in Istituto a cambiarsi. Hane non aveva i genitori, venne affidata in orfanotrofio da neonata e durante gli anni delle superiori aveva vissuto in una guest house in condivisione.

Si cambiò di corsa, prese i suoi pattini dal chiodo dietro la porta e se li buttò al collo accennando un "vado a lavoro!" alle coinquiline.

Da quel giorno in poi avrebbe cambiato il suo contratto di lavoro da part-time a full-time. Hane lavorava in un hotel in centro che si chiamava Lotte Hotel Seoul, era la cameriera ai piani. Si occupava della pulizia delle camere e di servire il cibo in camera qualora il cliente lo avesse richiesto.

Aveva sempre lavorato in qualche modo, sin da piccola. Cominciò buttando la spazzatura ai vicini per qualche moneta o sistemando gli il giardino, oppure facendo altri servizi come dogsitter o la spesa per le signore anziane, insomma era una che si era sempre data da fare. Ora che la scuola era finita e che aveva raggiunto la maggiore età poteva lavorare e vivere la sua vita come tutti gli altri. Non che prima non lo avesse potuto fare, ma ora le istitutrici non potevano più decidere per lei.

Una volta per strada si infilò i pattini, posò le scarpe nello zaino che si mise prontamente sulle spalle per sfrecciare verso la metro. Mentre lanciava i piedi uno dopo l'altro con maestria, con una mano sciolse i capelli e li lasciò muoversi al vento.

Inspirò profondamente assaporando la libertà. Non c'era nessun altro al mondo più felice di lei in quel momento.

Prese la metro e scese quattro fermate dopo trovandosi così proprio di fronte l'hotel. Fece di nuovo il cambio scarpe ed entrò.

«Buon pomeriggio May!» salutò la ragazza alla reception.

«Ciao Hane! Cos' è quell'aria felice?» le chiese sorridendo preparandole il plan. 

May era poco più grande di lei, indossava sempre un tajer come divisa e portava i capelli acconciati sempre nello stesso e perfetto modo, caschetto con frangia. Era ossessionata dal suo aspetto, talmente tanto che nascondeva sotto il bancone una borsetta con makeup e accessori vari, tra cui una forbicina per regolare le punte dei capelli. Nonostante il suo aspetto era una persona eccentrica e per di più parlava fluentemente quattro lingue. 

«Sai, oggi è il mio ultimo giorno da part-time da domani parto con il full» annunciò vittoriosa.

«Vero! Oggi ti sei diplomata! Congratulazioni!» fece il giro intorno al bancone per congratularsi con lei.

«Grazie May, sei troppo gentile!»

«Tu lo sei! Copri sempre i turni dei tuoi colleghi senza mai chiedere nulla in cambio...»

«Lo sai, per me non è un problema...» prese il plan che aveva in mano e buttò un occhio alle stanze che doveva da pulire quel giorno «Solo queste?» erano segnate solo 3 o 4 stanze e solitamente ne erano più di 10.

«Come stanze standard si, però hai la Suite Imperial da sistemare, quella ci metterai un pò» le fece notare May sul retro del foglio.

«Ah vero! La suite non la prendono quasi mai...chi l'ha presa? Un politico?» chiese scherzosamente.

«Oh! Non puoi mai immaginare!» disse tutta entusiasta lisciandosi i capelli con le mani, come se non fossero già perfettamente lisci «L'ha presa...» si dovette interrompere immediatamente perchè arrivò il direttore a passo svelto. Era un giovane uomo, forse sulla trentina vestito di tutto punto con la sua cravatta scarlatta immancabile. Si avvicinò a loro con aria seria.

«Buona sera direttore» Hane lo salutò come se fosse un soldato portandosi la mano alla tempia e facendo toccare i talloni di scatto.

«Hane...» le fece un cenno con la testa in maniera composta, erano abituati ai suoi modi divertenti «Sei un pò in anticipo...» disse guardando l'orologio.

«Si, lo so...è che volevo chiederle se per il contratto è tutto a posto...il full lo comincio domani, giusto?»

«Si, da domani cominci con il full time, vieni per il turno di mattina e poi stabiliremo il resto dei turni»

«Ok! Allora adesso vado a prepararmi...ho la suite da preparare!» disse tutta contenta-

«Ah aspetta un'attimo, proprio di questo volevo parlarvi» disse rivolto ad entrambe «Il cliente non vuole che si sappia che è qui, è un artista famoso e non vuole fan o giornalisti in giro. Voglio il massimo riservo sulla cosa e lo dico soprattutto a voi ragazze...» fece uno sguardo eloquente verso May.

«Ok...io posso sapere chi è?» chiese incuriosita Hane.

«Meglio che non lo sai» buttò lì il direttore «Ora fila via»

«Oooook» li lasciò alla reception e lei andò a cambiarsi negli spogliatoi dello staff. Aveva indossato un'altra divisa. Cuffietta bianca, camicia e gonna nera, calze color carne e scarpe tipo ballerine da lavoro. Prese il suo carrello e leggendo sul plan andò a pulire prima le standard che erano ai piani più bassi. Dopo un paio di ore circa andò all'ultimo piano, alla Suite Imperiale. Da quando lavorava lì, ovvero un anno, era solo la 3 volta che ci entrava. Bussò alla porta nonostante sul plan ci fosse scritto che era libero in quel momento, per sicurezza, e dopodichè sfilò il suo passpartou dalla cintura per entrare.

Era un appartamento completo. L'arredamento era disposto diversamente dall'ultima volta ma suppose che li spostassero in base alla scelta dei clienti. Questo qui per la precisione aveva fatto installare un pianoforte a coda in mezzo alla stanza.

Non ne fu stupita più di tanto, perchè una volta vide un trespolo a forma di albero su cui "vissero" 6 pappagallini.

La suite era composta da un salone completo che dava sul terrazzo all'esterno, la cucina, due camere da letto e due bagni tutto in stile luxury.

L'artista che aveva fittato quell'appartamento doveva essere un vero disordinato. C'erano bottiglie e bicchieri vuoti ovunque, giornali, vestiti, sigarette. Hane sospirò e per prima cosa decise di accendere l'aspiratore, poi si mise a raccogliere tutta la spazzatura dal salone e dalla cucina e dopo ancora a sistemare le cose al proprio posto. Si accorse che una delle due camere da letto veniva usata come cabina armadio e portò lì tutti gli abiti che aveva trovato in giro, cose molto particolari. In un primo momento aveva creduto che fosse una donna perchè aveva trovato un maglioncino peloso rosa, però nella cabina armadio vide solo scarpe da uomo.

«Bha! Che tipo è?...» disse tra se e se.

Durante il suo lavoro giocava spesso a indovinare che tipo di persona fosse il proprietario della stanza, e quasi sempre indovinava.

Questo qui doveva essere un musicista, visto il pianoforte, e doveva essere un tipo molto eccentrico visti gli abiti. Probabilmente era pure infelice e solo visto che aveva deciso di abitare nella suite di un hotel a organizzare festini alcolici (il che era pure vietato in hotel).

Sistemò alla meglio la stanza/cabina armadio perchè tecnicamente non poteva toccare gli oggetti personali dei clienti ma in quel caso era obbligata in quanto erano sparsi dappertutto, e passò alla cucina. Non era stata usata ma in frigo vide che c'erano delle confezioni di cibo da asporto. Quindi era il classico uomo ricco che non sa cucinare. La maggior parte dei bicchieri erano sporchi di rossetto, quindi suppose che il festino fosse stato in suo onore.

Pulì anche i bagni ed infine le rimase la camera da letto, l'ultima fatica della giornata. Cambiò le lenzuola, passò l'aspirapolvere e tolse la polvere dai comodini, ma si soffermò su un quaderno ed una penna che stavano sulla scrivania. Era un quaderno con la copertina completamente nera ma la cosa che attrasse la sua attenzione fu un segnalibro che spuntava dal lato su cui c'era scritto TOP SECRET.

Le venne da ridere perchè capì che il tipo doveva essere davvero stupido. Mettendo quel segnalibro non l' aveva per niente intimorita.

Aprì la pagina dove appunto c'era il segnalibro e si mise a ridere di nuovo.

C'era una scritta a mano "Cara/o donna/uomo delle pulizie, so che leggerai queste parole perchè non hai saputo resistere al fascino del mio quaderno, sappi che mi sono preso gioco di te. Con affetto G.D."

Ma è un ragazzino? pensò. 

Prese la penna e decise di rispondere. " Caro G.D. , so che leggerai queste parole, volevo solo ricordarti che i festini sono vietati in hotel. xoxo H."

Il ragazzino rischiava di essere cacciato via se non rispettava il regolamento. 

Chiuse il quaderno e terminò il lavoro.

La mattina seguente tornò a lavoro, stavolta con il plan pieno, e quando toccò alla suite ritrovò lo stesso macello del giorno precedente.

«Ma è serio?» di nuovo bottiglie e bicchieri ovunque. Andò al carrello che si portava dietro in ogni stanza e prese un walkie tolkie «May,mi ricevi?» urlò quasi Hane.

«Hane ti ricevo, dimmi» rispose dopo qualche secondo

«Segnala al direttore che il tipo della Suite fa festini con alcolici tutte le notti...» e che rottura ripulire di nuovo tutto.

«Lo segnalo...ma non credo che il direttore gli possa dire nulla...» rispose May nel walkie tolkie

«Come? Perchè dici così?» chiese stupita.

«Bhe, è G-Dragon! » 

«G-che?» ripetè Hane

«Sono arrivati dei clienti, a dopo, passo e chiudo!»

Hane si rassegnò, dovette ripulire tutto da cima a fondo come il giorno prima facendo lo straordinario.

Mentre passava l'aspirapolvere in salotto le venne in mente l'aspetto che aveva questo G-Dragon, era su tutte le copertine dei giornali ed anche in tv. Un montato del cavolo. 

Una volta finito il salotto andò verso la porta della camera da letto che era leggermente aperta, fece per spingerla e.....

SPLASH!!!!!!

Un secchio d'acqua fredda le cadde sulla testa «CHE CAZZ.....»

Gelata. Era gelata e tremava da capo a piedi «Oh questa me la pagherai stronzetto del cazzo»

Quasi come se lo sapesse andò verso la scrivania con il quaderno nero e vide di nuovo il segnalibro con su scritto TOP SECRET. Lo aprì di nuovo e ci trovò un'altra frase scritta a penna.

"Buon divertimento. Non scaldarti troppo. xoxo GD"

«Oh oh oh....tu me la paghi. Dammi solo il tempo di pensare a qualche cosa...» disse più a se stessa che al diario.

Cosa poteva inventarsi? Si guardò intorno...qualcosa nel letto? No, troppo banale. Doveva essere qualcosa che lo facesse rimanere di stucco, doveva dargli una lezione. Andò in bagno e nel frattempo usò il phon per asciugarsi alla meglio. Si scottò la testa ed ebbe un'illuminazione. Finì di pulire tutta la casa e prima di andarsene si fermò vicino al termostato dell'appartamento. Smanettò qualche minuto e rise tra se e se.

«Oh quasi dimenticavo!» corse di nuovo in camera da letto e scrisse sul diario "Conosco solo io il codice per sbloccarlo, buona fortuna. H."

Hane corse via per la fine del suo turno.

 


Note Autrice:
Solitamente non amo creare questo spazio al di sotto di ogni capitolo ma a quanto pare nessuno lascia recensioni se non lo si ricorda sempre. Quindi cominciamo...
Grazie per aver letto questo primo capitolo! Come avete potuto notare ho usato lo stesso nome anche per questo nuovo personaggio perchè purtroppo mi sono troppo affezionata, ma non è la stessa Hane, lo capirete presto. Fatemi sapere che ve ne pare, ogni tipo di recensione è accettata volentieri, ne ho bisogno per capire cosa piace o meno per proseguire con la storia
Ps: se sei qui dopo aver letto "Oh! My Baby" preparati ad altri drammi e colpi di scena! Soprattutto nella seconda parte...

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Capitolo 2
*** Scherzi Pericolosi ***


Capitolo 2 - Scherzi pericolosi

Finalmente GD tornò in hotel, non ne poteva più di girare le pubblicità. Erano circa le 6 di pomeriggio quando si gettò sul divano del suo appartamento in cima all'hotel «Uff....» appoggiò i piedi sul tavolino e notò che ci cadde sopra del terreno. Sorrise pensando che non doveva essere lui a pulire. Gli venne in mente dello scherzetto del secchio e buttò un occhio alla porta della sua camera da letto che era chiusa. Sicuramente la persona addetta alle pulizie si era fatta una bella doccia fredda.
Non lo faceva per qualche motivo in particolare, ma solo per divertimento. Lasciava quel diario in quasi tutti gli hotel in cui andava e questa era la prima volta che qualcuno aveva avuto il coraggio di rispondere. Era curioso di vedere se aveva letto di nuovo il diario e magari risposto ma quando fece per aprirlo gli squillò il telefono «Ehi! Ciao...» rispose sapendo già chi fosse l’interlocutore.
«Ciao JiYong, ti ho chiamato per sapere se per stasera è confermato....»
«Si, ovvio...sai dove trovarmi vero?»
«Certo» rispose la voce femminile in maniera sensuale.
«Ti aspetto al solito orario...» e attaccò la chiamata. Neanche un attimo dopo bussarono alla porta e si accomodarono i suoi amici.....

Di nuovo si ubricarono e ballarono fino a notte tarda ma è quando si fecero le 3 di mattina che qualcosa andò storto.
«Jiyong fa troppo caldo, noi andiamo via»
«Si, mi cola il trucco, io vado, ciao!»
Uno dopo l'altro se ne andarono tutti mentre lui cercava di spegnere il riscaldamento. Chiamò anche la reception ma non riuscirono a risolvere il problema. «Mi spiace Signore, non sappiamo perchè ma è bloccato, se vuole le prepariamo una delle stanze libere..»
Buttò giù il telefono arrabbiato «Incapaci!» aprì tutte le finestre della casa. Andò in camera da letto grondante di sudore e aprì anche la finestra di quella stanza. Entrò un folata di vento che gli fece dare una boccata d'aria ma che fece volare via anche tutto ciò che c'era sulla scrivania, compreso il diario. Lo raccolse e lesse "Conosco solo io il codice per sbloccarlo, fai il bravo. H."
«Hahahahahah bene.....a quanto pare ho trovato pane per i miei denti» 
Bussarono alla porta e già sapendo chi fosse aprì senza chiedere nulla «Scusa, ho da fare adesso, facciamo un'altra volta eh?» e richiuse la porta in faccia ad una giovane, bella e incredula ragazza.
«Cosa posso farti domani H.?» disse guardando la calligrafia dell'ultima frase.

 
______


Hane tornò al lavoro e come tutte le mattine fece prima le stanze standard e poi passò alla suite. Ma questa volta ci andò molto cauta. Non sapeva spiegarsi la sensazione che provava ma sapeva che qualche scherzo era dietro l'angolo per lei. E forse era più di un secchio d'acqua fredda. Bussò prima come sempre e poi entrò. 
«Oh bene!» esclamò quasi sorpresa «Nessun festino ieri sera». Non era immacolato come aveva lasciato lei il giorno precedente ma almeno non c'erano bottiglie e sigarette ovunque. Il giorno prima aveva impostato il termostato al massimo per qualche ora di notte, giusto per fargli capire che non era una stupida, che non aveva paura di qualche scherzo di un ragazzino.
Voleva vedere se aveva risposto sul diario e quindi andò per prima cosa in camera da letto ma non c'era più nessun diario. 
Si era arreso? Dovette ammettere che rimase delusa.
Fece per tornare in salotto quando «Cerchi questo per caso?» 
Sobbalzò voltandosi verso la voce e lei cacciò un urlo. Era nudo. Bagnato e nudo. Teneva tra le mani il diario all'altezza del pube come se nulla fosse.
«Allora?» incalzò lui. Aveva i capelli scuri che gli gocciolavano sul viso e mentre si avvicinava a lei lasciava dietro di se una scia d'acqua. Non era come nei manifesti nei treni, sembrava uno come tanti. Magro ma in forma, con qualche tatuaggio.  
«Sei impazzito?» cercò di fissare lo sguardo sulla sua faccia e non sul resto «Indossa qualcosa per favore!». Da regolamento avrebbe dovuto dargli del lei, ma visto il soggetto decise che non lo meritava un trattamento di classe.
Ecco lo scherzo che le aveva riservato quella mattina. 
«Ok, ok...mica sei arrossita per me?» ma chi si credeva di essere quel demente?
«Ho bussato alla porta, perchè non hai risposto?» cambiò argomento lei.
«Ero sotto la doccia non vedi?» aprì di nuovo l'accappatoio che stava indossando.
Ignorò di nuovo le parti basse «Ma alla reception risulta che sei uscito!»
«Scherzetto!»
«Insomma! Tu non stai bene! Me ne vado» se ne andò sbattendosi la porta alle spalle ma lui la raggiunse in salotto.
«Dai aspetta, parliamo» voleva parlare con lei? Di cosa?
«Siamo pari» allungò la mano verso di lei sorridente «E' stato ingegnoso lo scherzo del termostato»
«Non siamo pari» colpì leggermente la sua mano per scansarla. Si sentiva ancora rossa come un pomodoro. Era la prima volta che aveva visto un uomo nudo. E il suo fisico era niente male.
«Hahaha in realtà questa è stata un'idea dell'ultimo minuto...ci ho pensato tutta la notte ma non ho trovato nessuna idea come la tua» di nuovo le porse la mano «JiYong, piacere di conoscerti»
Stavolta dovette stringergli la mano «Hane»
«Quindi l'H. stava per Hane? Io ho immaginato fosse una lettera a caso» disse lui sembrando sorpreso.
«Perchè avrei dovuto mettere una lettera a caso?»
«Bo non so...per paura di essere licenziata? Avrei potuto farti licenziare consegnando questo diario al direttore» notò un luccichio nei suoi occhi marroni. Lei non ci aveva pensato. Ora si stava rendendo conto che da quando aveva deciso di rispondere a quel diario aveva firmato il suo licenziamento.
«Allora...credo che hai vinto tu a questo punto» disse a denti stretti. JiYong aveva circa la sua stessa età a guardarlo così e non poteva credere di essersi fatta mettere i piedi in testa da quel tipo.
«Non ho intenzione di farti licenziare, non sono così stronzo» le passò il diario «Leggi»
Aprì alla solita pagina e vide che era sparita. Al suo posto c'era una sorta di tabella divisa in due, su una colonna c'era scritto GD e sull'altra c'era una H.
«Mi diverto con te, facciamo un gioco. Per ogni scherzo dell'altro assegnamo delle stelline. Una stellina sta per mediocre, 5 per geniale. Ci stai?»
Hane rimase scioccata dalla proposta «Ehm...sei serio?»
«Si...mi sono sempre annoiato a stare solo in questi hotel...»
«Per questo fai tutte le notte dei festini? Oh! A proposito, ieri sera com'è andata?» chiese trattenendo una risata.
«Sono scappati tutti» disse ridendo «A proposito di ciò, se gentilmente potresti sbloccarmi il termostato te ne sarei grato...» fece un inchino e le indicò l'ingresso dove c’era appunto il termostato.
«Così stasera puoi dare un'altra festa?»
«Dai ma che ti importa...»
«Se pulisci tu la spazzatura della festa non mi importa, hai ragione» incrociò le braccia e lo fissò.
«D'accordo, non ti farò trovare le bottiglie in giro»
«...ed i mozzoni di sigarette »
«Ok, e le sigarette»
lo guardò per un pò e poi decise di sbloccarlo «Tanto lo so che non farai nulla di quello che hai detto» disse rassegnata inserendo il codice.
«Ed hai ragione»
Hane sospirò. «Comunque io ora devo lavorare...vai via tu o ripasso più tardi?»
«Non puoi pulire mentre ci sono io?»
«Di regola no...»
«Ok, tu pulisci qui. Vado ad asciugarmi i capelli di la» Si voltò e se ne andò nell'altra stanza.
«Bè effettivamente così non è contro il regolamento...» disse afferrando l'aspirapolverea.


 
________


Passarono due settimane  e quel quaderno ormai aveva pagine piene di commenti, parolacce,insulti, complimenti e stelline. Ormai per Hane la Suite era diventato un quasi piacevole campo da battaglia da affrontare tutte le mattine. 
Mentre lei gli lasciava creme decoloranti al posto dello shampoo lui le faceva trovare cavallette in giro per l'appartamento e cose del genere.
Poi ad un certo punto di avanzamento nel gioco riuscirono anche a prevedersi gli scherzi.
"Inchiostro sotto il cuscino? Banale" scrisse GD sul diario.
"E tu che hai provato a farmi inciampare con il filo del telefono? Dilettante"
GD quel giorno era riuscito a procurarsi un serpentello senza veleno da un negozio di animali, il venditore gli aveva assicurato che era innocuo e che non aveva i denti. Lo portò in hotel di nascosto in una scatola e pensò a dove metterlo per farlo trovare ad Hane. Nell'ultimo periodo avevano provato di tutto e le idee per giocare erano finite. Aveva visto quel serpente in una vetrina e gli era venuto il lampo di genio. Era molto piccolo e non faceva tanta paura ma immaginò di trovarselo davanti all'improvviso e comunque il suo effetto lo faceva.
La mattina, prima di andare via, lo sistemò nella cabina armadio libero e chiuse la porta così non poteva uscire.
Scrisse sul diario "Spero non ti sia spaventata troppo" e se ne andò.

Hane entrò un'ora dopo sospettosa come sempre e guardò in ogni angolo per capire dove e cosa fosse lo scherzo di quella mattina ma non trovò nulla. «Che si sia scordato?» sussurrò a se stessa. Andò al diario e lesse la frase per lei. Ok, quindi qualcosa c'era per lei.
Riguardò in tutte le camere che ormai conosceva a memoria ma non vide nulla di spaventoso. Si trovava nella cabina armadio e quindi pensò di cominciare a sistemare gli abiti li dentro. La luce era impostata su soffusa e quando fece per raccogliere una manciata di abiti da terra sentì un pizzico sulla mano che ritrasse quasi subito. Forse si era punta con uno spillo. Riprese gli abiti da terra e sentì di nuovo pizzicare la mano ma in un altro punto, poi il braccio, lasciò cadere i vestiti a terra e vide che intorno al suo braccio si era avvinghiato qualcosa. Lo strappò via e lo lanciò lontano spaventata. Aumentò l'intensità della luce per vedere che fosse e cacciò un urlo. Ma non per il serpentello minuscolo che la guardava dal fondo della stanza dove lo aveva lanciato, ma per la sua mano che si stava gonfiando a dismisura.
Un serpente velenoso? Ma GD era impazzito? 
Chiuse la porta per non farlo uscire e corse via, doveva andare in ospedale. Mentre era in ascensore però, perse i sensi.




Note autrice: Capitolo corto, lo so. Ho deciso di essere più breve e veloce rispetto a "Oh! My Baby" (presente nel mio profilo la versione revisionata e completa) fatemi sapere se vi piace! Grazie
xoxo Danielle
 

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Capitolo 3
*** Lo skate park ***


Capitolo 3 - Lo Skate Park

 

GD tornò in hotel in serata ma lo bloccarono alla reception «Ci sono problemi?» chiese lui.

«Scusi per il disagio, ma dobbiamo chiederle di dormire in una stanza normale per stanotte signor Kwon»

«Come mai? E' successo qualcosa?» vide la ragazza della reception con gli occhi rossi.

Lei continuò come un robot «Per caso ha introdotto qualche animale da compagnia...esotico...nel suo appartamento Signor Kwon?»

Avevano trovato il serpente? Forse era uscito dal suo appartamento?

«Certo che no...posso sapere che è successo per cortesia?» mentì lui.

La ragazza tremava di rabbia «Una persona del nostro staff si è ferita gravemente nella sua stanza, ora è in ospedale...»

Che stava dicendo…

«Ferita? Come?» la ragazza sobbalzò alla domanda e le vide gli occhi riempirsi di lacrime. 

«Un morso….di un serpente….» Non poteva essere.

«In che ospedale si trova!» le urlò in faccia, ormai sempre più convinto che fosse lei.

Signozzando rispose «Asan Medical Center»

Il suo cuore mancò dei battiti. Le parole "gravemente ferita" gli risuonavano nelle orecchie.

GD si voltò e corse di nuovo fuori, bloccò un taxi al volo e si fece portare all'ospedale. Non poteva credere che stesse succedendo davvero. Non se lo sarebbe mai perdonato se fosse successo qualcosa a quella ragazza a causa sua.

Arrivò all'ospedale e corse dentro. Individuò la reception e disse «Sono qui per vedere Hane, come sta?»

«Questo non è l'orario delle visite signore» rispose la signora.

«Per favore, ho saputo che è stata gravemente ferita!» dirlo ad alta voce gli fece mancare il fiato. Lo guardò in faccia e forse le fece pena perchè lei disse «Hane come? Qual'è il cognome?»

«Ehm...non lo so. Siamo amici so solo il suo nome» si rese conto che in tutto questo tempo non le aveva mai chiesto il suo cognome.

La donna si alzò «Aspettami qui»

La vide allontanarsi e sparire in una stanza, poi dopo qualche minuto uscì seguita da un'infermiera.

«Visto il caso speciale della signorina ti facciamo entrare»

«Grazie mille, grazie! grazie!» si inchinò più volte.

«Seguimi» disse l'infermiera e lui eseguì. Entrarono in un ascensore e la vide premere il tasto 7.

«Come sta? Cosa è successo?» chiese mentre l'ascensore saliva.

«E' stata attaccata da un serpente velenoso»

«Velenoso? A me hanno detto che non lo era! Che non aveva nemmeno i denti!» gli scappò.

«Ah lo hanno trovato? Mi fa piacere» le porte si aprirono «Sai, sono contenta che qualcuno sia venuto a trovarla»

Ed i suoi genitori?

«Sono il primo che ha chiesto di lei?» gli chiese mentre continuava a seguirla

«Si, credo sia orfana...non ha parlato molto da quando è qui» gli indicò la porta ed entrò.

Hane era distesa nel letto con una mascherina sul volto. Vedeva molti fili che gli uscivano dal braccio ed i macchinari che bippavano intorno a lei. Il suo braccio destro era completamente tumefatto.

Rimase per un bel pò immobile sull’uscio, sconvolto. Sentiva che gli occhi si riempivano di lacrime per rigargli il viso. 

L’infermiera, capendo la situazione li lasciò soli.

«Hane!» quasi urlò lui stringendole la mano sinistra «Mi dispiace, mi dispiace, non sapevo fosse velenoso, per favore perdonami» disse con le lacrime che continuavano a scendere copiosamente. Si sentiva malissimo. 

«Hane scusami ti prego» 

Lei si girò lentamente verso di lui «Brucia da morire» gli disse in un sussurro.

«Oh mio dio, doveva capitare a me, mi dispiace» pianse guardando quel povero braccio viola «Ti porterò in un ospedale specializzato, vedrai, ti farò tornare come prima, te lo prometto» 

Lei chiuse di nuovo gli occhi.

 

Dal giorno dopo Hane fu trasferita in un altro ospedale e GD disdì tutti gli impegni per starle vicino. Pagò per lei una camera privata e chiamò vari specialisti per farla visitare.

«GD lascia stare, non devi spendere tutti questi soldi per me, ormai hanno detto che rimarrà così!» 

«Lascia fare a me, tu pensa a guarire»

Lui continuava a chiamare dottori uno dopo l'altro ma tutti dicevano che non c'era nulla da fare, ormai la pelle ed i muscoli erano come bruciati.

Dopo una settimana «Senti, fermati un momento! Posa quel telefono e siediti qui» disse indicando il divanetto che c'era nella stanza.

«Uff...che c'è?» chiese lui sedendosi a peso morto.

Lei gli mollò uno schiaffo con la mano sinistra «zitto e ascolta!»

«Non voglio che ti senti più in colpa, ormai sto bene. Non serve che stia qui, posso tornare a casa mia.»

«Hai ancora il braccio fasciato, non puoi tornare a casa....e a proposito di questo» disse lui serioso «Ho chiesto al direttore dell'hotel...tu vivi in un istituto»

Hane sospirò «Si...e allora?» la fissò intristito «Ma non è brutto come pensi, è come vivere in un college. Ho la mia stanza e poi il resto della casa è in condivisione con le altre persone...»

«Perchè vivi li?» le chiese.

«Perchè sono orfana» rispose semplicemente.

«Siamo amici perchè non me l'hai mai detto?»

«Siamo amici?» chiese lei stupita. Non perchè non lo ritenesse un amico, però sentirglielo dire le fece un certo effetto.

«Certo....»

«Non abbiamo mai aperto l'argomento e quindi ho dimenticato di dirtelo. E comunque nemmeno io so molto di te se non che sei un cantante»

GD sgranò gli occhi «Allora sai chi sono! »

«Ehm...certo...perchè quella faccia?»

«Credevo pensassi fossi solo uno che viveva lì...di solito le persone mi trattano in maniera diversa quando sanno chi sono»

Si sedette sul bordo del letto di fronte a lui «In che senso in modo diverso?»

«Bhè sai...cercano sempre di accontentarmi, o di essere per forza miei amici. Soprattutto le ragazze» disse quest'ultima frase guardandola negli occhi.

Capiva perfettamente quello che stava dicendo «Puoi anche non considerarmi una ragazza e non mi interessa che fai di mestiere, sono fatti tuoi.» 

Lui sorrise leggermente.

«A posto allora, amici» gli porse il pugno.

Lui sorrise di più e lo colpì col suo «A posto»

«Bene, ora andiamo via di qui. Si torna a casa» si alzò di nuovo e fece per preparare la sua borsa.

«Non posso farti andare via così» disse guardandole il braccio.

Si era sgonfiato e ormai le faceva male poco o niente, il veleno era stato neutralizzato ma le rimasero delle enormi cicatrici rosse dove la pelle ed il tessuto sottostante era morto. Non era uno bello spettacolo.

Però lei non riusciva a prendersela con lui, perchè di fatto non era stata colpa sua. Poteva essere morso lui stesso e per fortuna non è accaduto. Lei era una semplice donna delle pulizie e poteva lavorare anche con un braccio così, mentre se fosse capitato a lui probabilmente avrebbe perso il lavoro.

«Fattene una ragione, non puoi fare niente» lo vide abbassare lo sguardo ed ormai lo conosceva abbastanza da intuire che aveva voglia di piangere «...e poi a me piace così....fa figo!» aggiunse alzando il braccio «Ci farò un tatuaggio sopra….Allo skate park saranno tutti invidiosi!» disse sorridendo. 

Alzò di nuovo lo sguardo «Vai in skate?»

«No, più che altro preferisco usare i rollerblade, sono forte sai?»

«Non sono mai stato in uno skate park»

Hane ci pensò su per un momento, poi disse «Andiamoci adesso allora!»

«Cosa? Ma non puoi fare sforzi...»

«I rollerblade si mettono ai piedi sai?» afferrò il suo borsone e ci infilò dentro la sua roba «Dai muoviti, metti questi» gli lanciò una sua felpa oversize ed un cappellino di lana «Non puoi farti riconoscere, sei troppo sgargiante come al solito»

GD quel giorno aveva un giubbino rosso fuoco borchiato. Sembrava tentato ma qualcosa lo fermava «Che c'è? Non hai voglia?» gli chiese.

«Come ci andremo? Dove si trova?»

«In metro ovviamente. Ma prima passeremo per casa mia a prendere i pattini...e questa non mi serve più» tolse il laccio che le teneva il braccio appeso al collo.

«Non mi sembra per niente una buona idea...» disse GD mentre infilava la sua felpa. Era una semplice felpa nera con cinque stelle bianche sul petto, nessuna marca.

«Dentro o fuori, deciditi» uscì a passo svelto tenendo il suo borsone sulle spalle e dopo un pò lo sentì arrivare dietro di lui. 

Il viaggio in metro fu uno spasso perchè GD sembrava un pesce fuor d'acqua.

«Ti prego, non mi dire che questa è la prima volta che prendi la metro» disse Hane sconvolta.

«Non è la prima volta, ma sono anni che non la prendo» si era attaccato al suo braccio sinistro e pareva avesse paura di perdersi in mezzo a tutte quelle persone.

«Ti senti bene? Mi stai stritolando»

«Oh scusa.» la lasciò e si guardò intorno impaurito.

Hane notò un paio di ragazze che guardavano nella loro direzione mentre aspettavano il treno. Forse il suo travestimento non era stato dei migliori.

Posò il borsone a terra e frugò all'interno «Eccola!» trovò una mascherina nera «Metti questa» disse passandola a GD.

«Bella idea, forse è meglio» la indossò e lo sentì fare un sospiro.

«Non essere così ansioso, la gente lo nota» gli sussurrò.

Lui annuì proprio mentre arrivava il treno. Entrarono e come al solito era affollato. Perse GD di vista per un attimo e le venne un colpo, poi fortunatamente lo vide che rimasto bloccato vicino alle porte. Alzò la mano e si fece vedere da lui che la fissò spaventato. «Alla prossima scendiamo!» gli urlò quasi per farsi sentire. Lui annuì e furono sballottati per circa 10 minuti fino alla fermata successiva.

«Uff...come fanno tutte quelle persone a stare così stretti...» disse GD una volta fuori.

«Benvenuto nel mezzo di trasporto dei poveri» disse lei scherzando «Immagino tu sia abituato ai taxi»

«Già...comunque dove abiti?» le chiese incuriosito guardandosi intorno. La zona dove abitava non era nulla di che, palazzi ovunque e minimarket. 

«Qui dietro, ah!» si bloccò di colpo «Senti...come vuoi che ti presento?»

«In che senso?»

«Con me vivono due donne, devo dir loro che sei Gdragon o Jiyong?»

«Non so, fai tu»

«Ok, andiamo» si diresse verso un cancelletto verde e lo aprì con le chiavi. Seguita da GD salì per due rampe di scale ed arrivò davanti ad una porta di legno bianca.

«Sono tornata!» disse aprendo la porta.

«Ciao Hane» rispose una donna seduta sul divano a guardare la tv. 

 

GD notò che non si era nemmeno girata verso di loro. Il posto era piccolo, appena entrati si trovavano nel salotto/cucina e vide che c'erano 4 porte in totale. La donna sembrava avere una quarantina di anni ed era esteticamente trascurata.

«Ho portato un amico, prendo i pattini e andiamo» le disse Hane»

«Ok» rispose la donna. Forse non era del tutto in salute.

Improvvisamente si aprì una delle altre porte e ne uscì un'altra donna «Hane!»

Quest'altra signora sembrava più attiva dell'altra, tanto che lo notò subito «E lui chi è? Il tuo ragazzo?» le chiese maliziosamente.

«No, è solo un amico. Prendo i pattini e andiamo allo skate park»

«Ok...ciao, piacere io sono Suji, una delle sue coinquiline» gli porse la mano.

«Piacere, io sono Jiyong, un suo amico...»

«Dai vieni» Hane lo prese per mano e lo trascinò nella sua stanza.

«E' inutile che parli con lei, tra dieci minuti non si ricorderà più di te» gli disse.

«Cosa?» si sentiva troppo confuso.

«Malattia di Alzheimer. E quella sul divano invece è Shino, lei sta bene, è solo un pò depressa»

«Ah...» si guardò intorno. Era una stanza 3 metri per 3 circa con un letto, un armadio a due ante ed una scrivania.

«Scusa il disordine, ma manco da un pò » disse facendo l'occhiolino. Non riusciva a credere che si potesse vivere in quello spazio minuscolo. Con quelle persone.

Da dietro la porta appesi ad un chiodo prese un paio di pattini ed un caschetto e poi lo guardò «Mmm...vorresti provare anche tu?»

«Anche no»

Hane rise e si sdraiò per terra per passare sotto al letto. Estrasse uno scatolone «Dovrei avere dei pattini a quattro ruote estensibili» 

«Io non so pattinare, è inutile»

«Ti insegno io...oh eccoli!» erano formati solo da una piastra sotto cui c'erano quattro ruote due a due.

«Mi sembra di capire che ti sei perso un sacco di cose fighe a causa del tuo lavoro» 

«A quanto pare...ma ti piace vivere qui?» aprì le braccia e quasi toccavano le due pareti parallele della stanza

«Certo che no, secondo te perchè lavoro in hotel? Appena avrò abbastanza soldi mi trasferirò altrove, andiamo adesso»

Uscirono dalla sua camera e Suji esclamò  «Hane! Sei tornata?»

«Si, vado allo skate park, a stasera!» rispose di nuovo.

Dopo un altro viaggio in metro arrivarono allo skate park. 

GD rimase di stucco. La zona era tutta recintata in modo che nessuno potesse finire in mezzo ai ragazzi che volavano sugli skate ed i roller, c'erano graffiti ovunque e percorsi da fare con varie rampe a diversa altezza. Vide un ragazzo lanciarsi in una sorta di vasca o qualunque cosa fosse, per poi risalire dall'altro lato e fare un evoluzione in aria.

«WOW» rimase senza parole.

«Ti piace?» gli chiese Hane.

«E' fantastico! Vorrei saperlo fare anche io!» disse indicando un ragazzo che aveva fatto una capriola in aria senza che lo skate si staccasse dai piedi.

«Non è difficile, basta allenarsi» si voltò verso di lei e vide che si stava sistemando i pattini «Vieni, ti presento ai miei amici»

Si avvicinarono a due ragazzi che erano nel lato opposto al loro e quando la videro esclamarono «Chi si rivede!» «Ma che fine avevi fatto?»

«Ciao raga, ho avuto qualche problema con un serpente, sono stata in ospedale per una settimana» si salutarono con il pugno.

«Cosa? Scherzi?» disse uno di loro con le braccia ricoperte di tatuaggi. GD prese spunto dal suo look.

«No...guardate» si alzò la manica della felpa e li vide rabbrividire.

«Cazzo! Ma come è successo...» disse quello tatuato.

«E' una lunga storia...vi presento Jiyong, un mio amico» lui porse la mano.

«Ciao! Io sono Naok» si presentò il ragazzo con le braccia tatuate.

«Io sono Jaesang, piacere Jiyong» rispose l'altro.

«Piacere mio ragazzi» disse tutto eccitato.

«Tu fai skate?» gli chiese Naok.

«No, purtroppo no. Sono qui solo per guardarvi» rispose lui un pò imbarazzato.

«Tu aspettami qui, mi riscaldo un pò» disse Hane indossando il caschetto.

«Ok...»

Si allontanò scivolando fluida sui suoi pattini e poi la vide lanciarsi nella vasca come la chiamava lui. Inizialmente andò solo su e giù seguendo le forme delle curve, poi improvvisamente cominciò a volare anche lei. Saltava, volteggiava, roteava, era bellissimo vederla in quella nuova veste. 

Mentre non riusciva a staccarle gli occhi di dosso Naok gli toccò una spalla.

Si voltò verso di lui e notò che aveva sguardo strano, come se volesse intimorirlo «Sai cose le è successo al braccio?»

Non sapeva bene cosa dire e quindi rispose con un «No»

«Dove vi siete conosciuti? Tu chi sei?» ma che voleva questo da lui.

«Non credo siano affari tuoi...» rispose GD sostenendo il suo sguardo.

Lo vide fare un passo avanti verso di lui ma Jesang, l’altro ragazzo, lo tirò per un braccio «Dai, andiamo anche noi» se lo tirò in pista ma Naok non gli staccò gli occhi di dosso nemmeno quando Hane gli mise i pattini ai piedi e cominciò insegnargli a pattinare.

«Ehi, sei bravo! Per essere la prima volta non sei per niente male!» si misero in una zona piana e Hane pattinava all'indietro tenedogli le mani «Destra, sinistra, destra, sinistra, vai così»

Dopo un'oretta circa si sedettero sfiniti.

«E' stato divertente!» disse GD «Grazie per avermi portato qui»

«Di niente, figurati. Mi sono divertita anche io»

«Ehi...Hane...vieni qui» Naok li interruppe. GD gli lanciò un'occhiataccia che lui ricambiò.

«Che c'è? Che mi devi dire» si allontanarono da lui e non riuscì a capire cosa si stessero dicendo. Però riusciva a vedere Hane che si stava incazzando. Prima incrociò le braccia e poi gesticolò come per allontanarlo da lei.

GD fece per alzarsi e raggiungerla per difenderla ma lei gli venne incontro «Andiamocene»

«Che è successo?» chiese lui stupito afferrando al volo i pattini e seguendola fuori.

«Nulla, andiamo, ti riaccompagno in hotel.»

«Mi fa strano che lo dica tu, dovrei dirlo io che ti accompagno a casa»

Hane rise «Non sai prendere la metro»

GD rimase un attimo interdetto, non ci aveva pensato «Potrei prendere un taxi fuori casa tua e...»

«Dalle mie parti non ci sono taxi, vieni, stammi vicino» si alzò il cappuccio della felpa e lui la imitò. Si era fatto buio nonostante fossero solo le 7 di sera e GD si sentiva osservato.

«Hane...forse qualcuno ci sta seguendo» le sussurrò all'orecchio.

«Si, me ne sono accorta. Sarà Naok. Ignoralo, siamo quasi arrivati alla metro»

Scesero i gradini di corsa e poi improvvisamente Hane lo spinse in un bagno e gli tappò la bocca «Sccch»

Sentirono altri passi di corsa ma li superarono «Si, sono loro, vogliono vedere dove abiti»

«Ma che vuole quello da me... gliene do due» mostrò i pugni.

Hane gli sussurrò «voleva che ti cacciassi via e allora me ne sono andata anche io»

Capì al volo, al tipo piaceva Hane ed era geloso di lui.

«Ok, allora non verrò più con te»

«Eh?»

«Me ne vado da solo a casa, non ho bisogno che mi accompagni» disse lui. Per quanto voleva dirgliene due a quel tipo non voleva intromettersi nella vita di Hane dopo ciò che le aveva fatto al braccio.

«Non puoi» disse lei irremovibile.

«Certo che posso» uscì dal bagno e si diresse verso la banchina da cui era sceso a passo svelto.

«Non lì, dall'altro lato...» Hane lo tirò per un braccio per dirigerlo dall'altro lato.

«Ma noi siamo scesi da li prima...» le fece notare.

«Appunto....devi andare nella direzione opposta adesso»

«Ho detto che puoi lasciarmi andare» si fermò prima della linea gialla e attese il treno.

«Ok, allora ti lascio qui. Sai a che fermata devi scendere?» disse scocciata.

Ci pensò bene ma non sapeva l'hotel vicino a quale metro stava «Chiederò a qualcuno!» 

Il treno si fece sentire in lontananza e si avvicinò velocemente. GD alzò lo sguardo e notò Naok ed il compagno che lo fissavano dalla banchina di fronte.

«Hane...ma a te interessa quel tipo?»

«In che senso?»

«Che ti piace»

«No!»

GD allora sorrise e mostrò loro un dito medio poco prima che il treno si interponesse tra loro.

«Presto entra! Lo hai fatto arrabbiare!» Attraverso i vetri lo videro correre per le scale per raggiungerli.

Loro due entrarono e sperarono che le porte si chiudessero prima che Naok li raggiungesse.

«Perchè lo hai fatto?» disse Hane ridendo. Finalmente le porte si chiusero e loro per un pelo non riuscirono ad entrare.

GD lo salutò con la mano sorridente «Dai finiscila!»

«Che coglione» disse lui sedendosi. A quell'ora non c'era molta gente nel treno e preferiva gran lunga che fosse così.

«Questo si...ma che gli frega con chi esco»

«Come perchè? Gli piaci! E' geloso di me»

«Eh? Dici?»

«Oh, ma sei tonta eh...si capisce lontano un miglio»

«Quello che mi preoccupa è che se viene a scoprire chi sei potrebbe farti qualcosa. E' meglio che non ti porto più in giro con me»

«Cosa? Ma io voglio uscire ancora con te!» 

Si sorprese di averlo detto e soprattutto a lei.

«Mi fa piacere che ti sei divertito...non so...magari la prossima volta ti porto in un posto meno pericoloso»

«Mi da fastidio che mi parli così»

«Così come?»

«Come se fossi uno debole»

«Non penso che sei debole, solo che...»

«Solo che...cosa?»

«Il mio mondo forse è troppo per te»

Si offese ma sapeva che non aveva tutti i torti. Lui non aveva mai vissuto “per strada”, era sempre stato sulle piste da ballo.

Scesero alla fermata di fronte l'hotel e si salutarono.

«Domani torni a lavoro?»

«Non lo so, dopo chiamo il direttore per dirgli che sono uscita dalla clinica.»

«Allora se ci sei mangiamo insieme?» Si sorprese di nuovo di se stesso.

«Dopo il turno dici?»

«Si, tanto sarai già qui, ti cambi e sali » 

Un’altra ragazza sarebbe arrossita e si sarebbe fatta prendere dall’eccitazione, invece lei era così...

«Ok, a domani allora» 

«Aspetta, dammi il tuo numero, sto più tranquillo se mi avvisi quando sei arrivata»

«Oh...ok...» si scambiarono il numero e si diedero la buona notte.

 

GD salì e andò nel suo appartamento, pulito e profumato. Si sedette sul divano ed accese la televisione. Guardava le immagini ma in realtà era perso nei suoi pensieri. Negli ultimi mesi, soprattutto da quando aveva incontrato Hane, si era riscoperto un ragazzo come gli altri. Da quando era entrato alla YG  si era rinchiuso in quel mondo senza mai uscirne e si era perso molte cose.

Come la scuola, gli amici, le cotte, le risse e le uscite. Aveva 19 anni e quello era stato un giorno fantastico. Aveva visto come si vive in istituto, come si prende la metro ed era stata la prima volta che era stato in un parco, quasi aveva innescato una rissa con un'altro ragazzo ed inoltre senza rendersene conto aveva invitato una ragazza ad una sorta di appuntamento. Ma forse nemmeno lei se n'era resa conto, tonta com'era.


Hane tornò a casa e cenò con le sue coinquiline come al solito. Nessuno delle due le chiese nulla riguardo la sua sparizione di una settimana ma non si aspettò nulla di diverso. Quando andò in camera sua le venne in mente di avvisare GD ma lui l'aveva chiamata già 3 volte.

«Oddio, scusa...stavo cenando e me ne sono dimenticata!»

«Ma come! Ero preoccupato! Pensavo che Naok ti avesse presa..»

«Non ti fare troppi film in testa GD!»

«Sei tu che non mi hai chiamato!» la rimproverò lui.

«Scusa hai ragione...è che non sono abituata ad avere qualcuno che si preoccupa per me» gli disse sinceramente.

Non sentì più nulla nel telefono «Pronto?» guardò lo schermo e vide che la chiamata era ancora attiva «Pronto GD?» disse di nuovo.

«Si, sono qui» rispose lui.

«Non ti sentivo più»

«Non ho parlato.»

«Ehm...sei ancora arrabbiato con me?»

«No. Però cerca di ricordartelo la prossima volta»

«Ok»

«Ora vado a dormire, buonanotte»

«'Notte GD»

Chiuse la chiamata e si sdraiò sul letto. Era stata una giornata piena. Il braccio era ancora un pò dolorante e soprattutto molto sensibile in alcuni punti. Ripensò alla giornata appena trascorsa e si stupì di quanto era stata bene. Andare in giro con GD era molto divertente, forse aveva trovato in lui il suo migliore amico? In realtà aveva creduto che fosse Naok il suo migliore amico fino a quel pomeriggio ma a quanto pare per lui il sentimento era diverso. 

Sembrava ieri che cercava di avvicinarlo per farsi insegnare a pattinare. Naok faceva parte del suo mondo, invece GD era....non sapeva definirlo. 

Dopo questi pensieri chiuse gli occhi e si addormentò.









Note Autrice:
Grazie per aver letto questo capitolo! Fammi sapere cosa ne pensi con una piccola recensione!
xoxo Danielle

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Capitolo 4
*** Felpa a 5 stelle ***


Capitolo 4 - Felpa a 5 stelle 

 

GD ordinò la cena per due stesso in hotel e lo fece portare in camera, solo che fu sorpreso che fosse proprio Hane a spingere il carrello.

«Ehi, ma...» indossava ancora la divisa e suppe spalle aveva un vecchio zaino dell’ invicta che, si vedeva, ne aveva passate tante.

«Si, ho finito il turno, pensavo di cambiarmi qui» disse lei.

«Oh si, certo, entra» spinse il carrello all'interno.

«Senti GD...ti devo chiedere una cosa» la vide un pò imbarazzata. 

Cosa voleva mai chiedergli? «Dimmi»

«So di essere strana io che non capisco le cose...»

GD la guardò accigliato.

La vide inspirare forte «Per caso...questo è un appuntamento romantico?» disse tutto d'un fiato.

Si sentì arrossire «Eh? Cosa?....»

«Ci ho pensato oggi, ti ho risposto subito di si quando me lo hai chiesto però....»

La interruppe, non voleva sentire altro «Tranquilla, siamo amici. E' solo una cena tra amici»

Lei sospirò rilassandosi «Ok...» la vide estrarre da una borsa un jeans ed una t-shirt.

«Oh, a proposito, ho la tua felpa ed i pattini di la, prendili quando vuoi»

«Puoi tenerli se vuoi, te li regalo» fece un pausa e poi aggiunse «So che della felpa non te ne fai nulla, l'ho detto solo così, nel caso la volessi tenere...»

«Grazie, la tengo allora» rispose.

Lei gli sorrise «Vado a cambiarmi di la allora, nella cabina armadio?»

«Va dove preferisci, io sistemo la tavola»

Mentre lei andò a cambiarsi lui si ritrovò a ridere come uno scemo. Non riusciva a capire se Hane gli piaceva come persona o come "potenziale ragazza". L'idea dell'appuntamento romantico non gli dispiaceva...però nemmeno quello di una cena informale in jeans e t-shirt.

«Eccomi» la t-shirt era a mezze maniche e purtroppo gli ricordò che era stato lui a rovinarle il braccio. 

Improvvisamente gli venne in mente una scena di lei in abito da sposa vicino al suo lui...tutto rovinato da quelle cicatrici. Si sentiva come se le avesse rovinato la vita. E se non fosse riuscita a trovare qualcuno che la ama a causa delle sue cicatrici?

Posò i calici che aveva in mano «Scusa Hane...io non ce la faccio»

Lei lo guardò accigliata «Non ce la fai a fare cosa? A mangiare?»

«No...» si sedette «Ogni volta che vedo quelle cicatrici mi sento in colpa»

«Quante volte devo dirti che non è stata colpa tua?»

«E' comunque mia la colpa»

«Ti sei fatto perdonare abbastanza pagandomi tutte le cure, anche quelle più del necessario, va bene così. Ora mangiamo»

«Ok...» si trovò costretto a dire.

Si sedettero e mangiarono tutto, non lasciarono nemmeno una briciola.

«Sono così piena che non riesco nemmeno ad alzarmi da questo divano» disse Hane che si era distesa sul divano.

GD guardò l'orologio «Vista l'ora dormi qui, non ti faccio prendere la metro a quest'ora»

«Sei sicuro? Non deve venire qualche signorina stasera?» disse Hane un pò brilla. Avevano bevuto entrambi una bottiglia di vino rosso ma a lui non aveva fatto niente.

«Signorina?» ripetè lui. Che intendesse...

«Si, quelle che paghi...» disse agitando la mano in aria come se stesse dando soldi a qualcuno.

«Che....ne sai tu...»

«Dai! avanti, sono io che ti pulisco casa, i numeri di telefono che ti lasciano in giro sui tovaglioli a cosa servono se no...»

Che figuraccia «Non le chiamo sempre...»  non sapeva che dire.

«Solo il lunedì ed il venerdì...»

Ma come faceva a sapere anche questo? «E lo hai capito come?»

«Preservativi nel cestino...a proposito, bravo che li usi» gli dedicò un battimani.

«Sai, sei come una stalker...quasi quasi mi fai paura»

Non aveva segreti per lei, era quasi come un libro aperto.

«Ti dispiace se dormo qui sul divano? E' comodissimo»

«Come ti pare» se ne andò in bagno nella sua camera leggermente infastidito. Non aveva mai detto a nessuno delle sue avventure notturne, infatti quando arrivavano le faceva passare per le uscite di emergenza in modo da non farle passare davanti alla reception perchè di base se ne vergognava. Però lei lo aveva sempre saputo. Cosa ne pensava di lui?

Si sciacquò il viso e si mise il pigiama. Poi tornò in salone per parlare con lei ma si era già addormentata. Aveva solo tolto il jeans ma la t-shirt le copriva tutto il necessario. Decise che le avrebbe parlato l'indomani mattina.

Tornò nella sua stanza e si addormentò quasi subito.

 

La mattina si svegliò dopo di lei e molto gentilmente gli fece trovare la colazione ma lei già era scesa per andare lavoro. Non si sentiva molto bene, come se avesse un peso sulla testa.

Gli aveva preparato un piattino con riso e vari condimenti e contorni ed inoltre trovò anche un bigliettino con su scritto "Grazie per la cena e l'ospitalità. H." 

GD sorrise leggermente, era da quando aveva lasciato casa sua che qualcuno non gli preparava la colazione, solitamente la ordinava da asporto quando era di fretta o gliela facevano trovare sul set. 

Si tenne la testa con le mani e si accorse che scottava, gli era venuta la febbre «Uffa, che palle!»

Mangiò qualcosa e poi prese il cellulare per avvisare il manager che non la prese molto bene «Ti avevo detto di stare lontano da quell'ospedale!»

«La mia amica è uscita ieri e comunque lei non aveva l'influenza...» cercò di giustificarsi.

«Si, si certo...Ti mando un medico comunque?» 

«Non mi serve un medico, è solo un pò di febbre. Pendo qualche medicina e mi riposo oggi...»

«D'accordo, aggiornami»

«Ok» chiuse la chiamata con lui e chiamò l'unica persona che poteva andargli a comprare le medicine in quel momento e che fosse a portata di mano «Hane ho la febbre, sto morendo, fai qualcosa»

«Sono a lavoro! Non mi puoi chiamare adesso!» disse sottovoce. Probabilmente aveva risposto al telefono di nascosto.

«Dai Hane, non so a chi altro chiamare...comprami qualche medicina»

«Aspetta fino alle 14 che inizio la pausa...»

«Cosa? Ma sono le 9 adesso!»

«Dormi nel frattempo, così il tempo passa più in fretta» e gli attaccò il telefono in faccia.

«Che stronza...» disse ghignando. Se avesse chiamato chiunque altra si sarebbe precipitata da lui per fargli le coccole. La tentazione gli venne per un istante.

Invece prese le coperte dal letto e ricoperto come un salame si mise sul divano a vedere la tv.

________

 

Hane bussò più volte ma lui non aprì. 

Pensando che stesse dormendo decise di usare il pass per entrare e lasciargli le medicine sul tavolo ma lo trovò a terra arrotolato nelle coperte tra il divano ed il tavolino di cristallo «GD!» urlò quasi appena lo vide. 

Si avvicinò a lui e cercò di capire se avesse sbattuto la testa ma era tutto intatto «Stai dormendo? GD!» lo scosse ma lui aprì solo leggermente gli occhi e mugugnò qualcosa di incomprensibile. Gli mise la mano sulla fronte e si accorse che scottava da matti «Ma stai delirando!» 

Provò a farlo alzare ma era un peso morto, lui non faceva il minimo sforzo. 

Spaventata lo trascinò per tutto il salotto fino al bagno per bagnarlo con l'acqua fredda. Si mise inginocchiata a terra nella doccia vicino a lui appoggiandogli la testa su una sua gamba in modo da non farlo affogare, e gli bagnò i capelli con l'acqua fresca per far scendere la sua temperatura. Non sapeva se era la cosa giusta da fare, ma in quel momento era l'unica cosa che le era venuta in mente per raffreddarlo «Dai GD, ora starai meglio» cercò di dirgli «Mi senti? Dimmi qualcosa!»

Lui non si muoveva, forse doveva chiamare il pronto soccorso? Non sapeva che fare, era terrorizzata.

Gli accarezzò i capelli continuando a bagnarli «Dai svegliati...mi fai paura così...» sembrava morto e cominciò a vedere sfocato a causa delle lacrime.

Lui si mosse per un attimo, ebbe un brivido «Jiyong!»

 

____

 

GD si ritrovò disteso a terra sulla mouquette della camera da letto avvolto solo da un lenzuolo. Cercò di alzarsi ma si sentiva debolissimo «Che ci faccio qua a terra...» disse al nulla, o almeno così credeva.

«Jiyong!» Hane spuntò all'improvviso nel suo campo visivo e gli si gettò al collo «Ti sei svegliato finalmente!» la vide con le lacrime agli occhi.

«Ma cosa è succ...» si tirò su con le braccia e si mise a sedere con enorme sforzo. 

«Che paura mi hai fatto fare! Stavo per chiamare l'ambulanza!» Hane era inginocchiata accanto a lui con i capelli umidi e la sua felpa nera con le stelle bianche «Ti è salita la febbre e sei svenuto, sembravi quasi morto»

La vide tremare. 

«Quindi hai abusato di me mentre non ero cosciente?» disse scherzando per sdrammatizzare.

«Ahahahah no...» si asciugò gli occhi con le maniche della felpa «Ti ho buttato sotto la doccia e quindi...»

«E quindi hai approfittato per vedermi tutto nudo...» spostò il lenzuolo mostrando le sue parti basse, di nuovo, per metterla in imbarazzo e funzionò.

«Eddai cretino! Copriti! Già non è stato divertente spogliarti mentre eri bagnato e mezzo morto...» si alzò guardando altrove «Ti preparo qualcosa di caldo adesso, rivestiti!» gli lanciò in faccia un pantalone asciutto e se ne andò verso la cucina. Hane alzandosi, e dalla posizione privilegiata in cui si trovava GD in quel momento, notò che indossava mutandine bianche e stavolta fu il suo turno di imbarazzarsi. 

Molto lentamente si rialzò e si vestì. Andò in bagno e si asciugò i capelli alla meglio fino a quando Hane lo chiamò per mangiare «Vieni è pronto!»

Curioso di vedere cosa avesse preparato andò in cucina e vide una scodella di ramen enorme in mezzo al tavolo «Ottimo, ci voleva»

«E' istantaneo, non aspettarti chissà cosa...prendi le medicine dopo» gli passò una scodella facendogli la porzione.

«Grazie» nello stesso momento in cui lo disse furono accecati da una luce proveniente da fuori e poi da un tuono, e si accorse che stava piovendo.

«Questo era forte» commentò Hane spettinata mangiando i suoi noodles.

GD provò un strana e piacevole sensazione, fuori pioveva e faceva freddo, loro due in casa con il ramen caldo e lei che si prendeva cura di lui. Molto piacevole.

«Grazie per avermi preparato da mangiare» le disse «E per le medicine» aggiunse.

«Prego. E dovresti anche scusarti con me per avermi fatto prendere un colpo!» disse puntandogli una bacchetta contro.

«Scusa» disse sorridendo.

«Scuse accettate! Ora mangia prima che si freddi»

GD la guardò. Era molto carina a prendersi cura di lui in quel modo. Quella mattina l'aveva contattata solo per le medicine, non si era aspettato null'altro. Invece ora era lì con i capelli arruffati ed in mutande per averlo aiutato.

«Dopo prendi quello che vuoi nel mio armadio ma ridammi quella felpa» disse indicandola.

«Ho messo questa perchè immaginavo fossi geloso delle tue cose» disse lei sorpresa.

«Hai ragione. A nessuno ho mai permesso di indossare qualcosa di mio.» affermò «Ritieniti speciale»

Di nuovo la vide arrossire «Perchè vuoi la mia felpa?» gli chiese a voce bassa e imbarazzata.

«Tu che pensi?» decise di stuzzicarla un pò.

«Perchè ti piace?»

Che ingenua «Si, mettiamola così allora. Mi piace....la tua felpa»




Note autrice: Ciao! Spero che questa fanfiction vi stia piacendo! Per favore, se vi va, lasciatemi una piccola recensione in modo che possa capire un pò "il livello di gradimento". Grazie mille!
Danielle

 

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Capitolo 5
*** Amici? ***


Capitolo 5 - Amici? 


Dopo qualche settimana non si videro più tutti i giorni perchè GD riprese a lavorare e a stare fuori casa anche per più giorni consecutivi. Hane dovette ammettere che un pò gli mancava. Aveva il suo numero ma si sentiva una scema a chiamarlo.

Se lo avesse disturbato a lavoro? No, non lo chiamo. 

Un pomeriggio si ritrovò ad uscire prima da lavoro e decise di andare a fare un pò di shopping in centro, le serviva una nuova tuta e qualche jeans per sostituire i suoi che erano consunti.

Entrò da Zara e cominciò a cercare la zona sport e fortunatamente per lei trovò subito una tuta che le piaceva. Era formato da tre pezzi, il pantalone con il cavallo basso, un top corto sportivo ed una giacca con la cerniera molto semplice «Aggiudicata!» esclamò in camerino. Andò alla cassa, pagò ed uscì ma cadde a terra subito aver messo un piede fuori perchè una ragazza di corsa la urtò da dietro «Ehi! Stai attenta!» 

«Oh mio dio! Scusami tanto!» l'aiutò ad alzarsi «Ti sei fatta male?»

«No, tutto bene» le raccolse la busta.

«Scusami ancora» lei raccolse la sua e si inchinò più volte fino a che non se ne andò via.

Un pò stordita Hane continuò il suo giro per trovare i jeans e verso le 8 di sera era già a casa. Cenò con le sue coinquiline tranquillamente ma si arrabbiò quando andò in camera sua per mettere la tuta nell'armadio. La tuta non c'era, al suo posto invece c'era un vestito nero con la schiena scoperta ed un paio di camicette.

«Cavolo no!» probabilmente con ragazza dello scontro si erano scambiate le buste per sbaglio. Guardò all'interno della busta se ci fosse lo scontrino, almeno li avrebbe potuti cambiare, ma invece no. D'altro canto anche lei non lo aveva lasciato nella busta, quindi probabilmente erano nelle stesse condizioni.

Quelle cose non erano esattamente il suo genere ma non poteva farci niente. Li mise nell'armadio dispiaciuta per quella bella tuta.

Il telefono squillò improvvisamente e lei sobbalzò. Nessuno la chiamava mai. Guardò lo schermo e sorrise «Pronto Jiyong!»

«Ciao Hane, come va la vita?» 

«Oh guarda...chiami nel momento giusto! Sono scazzata!» si distese sul letto.

«Che è successo?»

«Oggi sono andata da Zara in centro per comprare una tuta. L'ho trovata e l'ho presa, era bellissima, ma quando sono uscita una ragazza mi ha urtato e ci siamo scambiate le buste per sbaglio. Ora io ho le sue cose...»

«Cosa? Assurdo! Nemmeno nei film...e cosa ha comprato lei?»

«Un abito e delle camice...»

«Wow che coincidenza! Domani sera ti volevo invitare ad una festa di un amico, ti spiego tutto domani mattina, sei di turno?»

«Si, tu sei tornato a casa quindi?»

«Si, proprio adesso»

«Sono contenta, mi stavo annoiando troppo in questi giorni...»

«Dovresti farti altri amici oltre me...»

«Sto bene così, grazie»

«No, davvero dovresti. Tra un pò partirò per il tour con i ragazzi e quindi lascerò l'hotel»

Hane ci rimase di stucco. Si alzò a sedere di scatto «Quindi...non ci vedremo più?»

«Non essere melodrammatica...»

Non sapeva che dire. Aveva da poco trovato un nuovo amico ed ora gli doveva già dire addio. Se lasciava l'hotel sapeva che non si sarebbero mai più rivedere, lui non era il tipo a cui si poteva dare un appuntamento al cinema o al parco.

«Ci sei ancora?»

Ed ora che ci rifletteva...era stata stupida. Lui era pieno di amici appartenenti al suo mondo, non aveva bisogno di lei.

 

Lei era solo la sua donna delle pulizie.

 

«Scusa Jiyong, devo andare. Suji mi chiama, a domani!»

«Oh, ok. A domani, buonanotte!»

«Buonanotte»

Lasciò cadere il cellulare sul letto e si accorse di stare piangendo. Con quelle poche parole si era resa conto di non essere nessuno per lui, probabilmente era solo un'amica di passaggio o qualcosa del genere. Che le succedeva?

 

______


GD aveva appena finito di prepararsi quando Hane bussò alla porta «Buongiorno!»

«'giorno» rispose lei mogia spingendo il carrello.

«Che hai? Non hai fatto colazione?» le chiese chiudendo la porta dietro di lei.

«Tutto bene. Di cosa volevi parlarmi?»

«Ah si! Ti volevo invitare ad una festa che si terrà stasera» disse lui entusiasta.

«Che tipo di festa?» disse prendendo le cose dal carrello e dandogli le spalle.

«Una festa è una festa. Si balla, si beve e ci si diverte»

«Di compleanno?»

«No...» si portò una mano sulla fronte «Alcune persone fanno feste senza motivo, solo per divertimento»

«Ah...capisco» la vide abbassare lo sguardo.

«Se non vuoi non sei costretta....» ma che aveva?

«No, ok, vengo. Dimmi a che ora»

«Ti passo a prendere io con la mia auto. Per le 22 e 30 va bene?»

«Ok...come mi dovrei vestire?»

«Hai detto che hai un nuovo abito adesso. Metti quello»

«Mmm...non so se è adatto ad una festa...»

«Andrà bene. Sono curioso di vederti vestita da femmina» disse indicando la sua orrenda divisa.

«Vestita da femmina dici? In effetti è una cosa alquanto rara...ok farò del mio meglio per rendermi presentabile» continuava ad avere quel tono triste.

«Mi dici che hai per favore?» la vide di nuovo abbassare lo sguardo e allora le prese il mento e lo alzò per guardarla negli occhi. Non ci aveva mai fatto caso, ma nei suoi occhi marroni c'erano delle sfumature dorate. 

«Ti ho detto che sto bene» fece un passo indietro «non insistere»

«Ok, quando deciderai a parlamene sai dove trovarmi»

«Certo..» si voltò di nuovo verso il suo carrello e cominciò a lavorare.

Lui si sedette sul divano. Quella mattina non aveva nulla da fare quindi accese la tv e si rilassò. Per una buona oretta non vide e non sentì Hane, quasi si dimenticò che fosse in casa fino a che lei non gli chiese «Ehi GD, ma quando parti per il tour?»

«Fra un paio di settimane, ora stiamo facendo le prove degli spettacoli» si girò verso di lei che era alle sue spalle che puliva gli infissi «...Poi lascerò l'hotel, è inutile pagare l'affitto se non ci sarò»

«Si, giusto...» notò che insisteva su una parte in particolare del vetro. Che fosse dispiaciuta che se ne sarebbe andato?

«Non sei felice? Così non devi più perdere due ore al giorno qua dentro....»

Lei si bloccò di colpo e si girò verso di lui tirò sul col naso e si diresse verso il carrello «Ho finito, ci vediamo stasera. Ciao»

Aprì la porta e se ne andò.

«Bha!»

 

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Capitolo 6
*** La festa ***


Capitolo 6 - La festa

 

Quella sera Hane era alle prese con i suoi capelli. Non era adatta a quelle cose, non sapeva usare piastre e arricciacapelli e nemmeno truccarsi. Chiese aiuto alle coinquiline che per fortuna una di loro le prestò dei sandali da abbinare al vestito. 

Il vestito si appoggiava solo sulle spalle leggiadro come se non avesse nulla addosso e di fatto era quasi vero. Le due spalline che reggevano l'abito si incrociavano sulla schiena nuda fino a sopra al sedere, quindi non doveva indossare il reggiseno o si sarebbe visto. Fu contenta in quell'occasione di non essere prosperosa e di avere un fisico un minimo atletico, ringraziò mentalmente i suoi adorati pattini.

«Allora come li facciamo, lisci o ricci?» chiese Suji.

«Fai tu, è uguale»

«Tiriamoli su così e poi lasciamo il ciuffo davanti...»

«Ok...io nel frattempo cerco di truccarmi» mise un tutorial su youtube e cercò di copiare la tipa che spiegava come riprodurre quel makeup. Non aveva tutti i prodotti che diceva, quindi alla fine mise solo della bb-cream, la matita nera un pò sfumata sopra e l'unico rossetto che aveva di un rosso abbastanza naturale.

Alla fine, nonostante non riuscì a replicare il trucco del tutorial, non sembrava più lei. Si guardò allo specchio e quasi non si riconobbe. Sicuramente GD non avrebbe avuto da ridire sulla questione "vestirsi da femmina", al massimo le avrebbe detto di nuovo che gli dispiaceva per il braccio visto che era totalmente scoperto.

Alle dieci e mezza puntuale GD la chiamò e le disse che era giù al palazzo.

«Ok, io vado» salutò le coinquiline. Mentre scendeva le scale con quei sandali scomodi cominciò ad agitarsi. E se non era adatta a quella festa? Se l'avrebbero derisa? O peggio, se era GD a deriderla?

Purtroppo non aveva altra scelta e quindi si fece coraggio ed aprì il cancello.

GD era proprio lì, appoggiato alla sua auto in uno dei suoi abiti stravaganti. Indossava un pantalone largo di un tessuto elegante e sopra aveva una maglietta bianca aderente con la giacca dello stesso tessuto del pantalone, poi aveva svariate collane, bracciali, orecchini e anelli. I capelli castani erano tutti tirati su e probabilmente si era truccato gli occhi anche lui perché erano più intensi. Quando la vide disse «Hane...sei davvero tu?»

«Si, ti prego....già mi sento abbastanza in imbarazzo...non mi guardare» si avvicinò a lui con lo sguardo a terra, si sentiva tremendamente in imbarazzo.

«E come faccio a non guardarti...»

«Come sto? Non posso cambiarmi, non ho altro...» cominciò ad impanicarsi, lo sapeva, aveva sbagliato tutto.

«Fatti vedere, fai un giro»

«Ok...» fece un giro veloce e lui le dedicò un fischio «Dai smettila!»

«Non hai un soprabito vero?» disse lui ridendo «Farà freddo quando torneremo»

«Già è tanto che ho rimediato questo...» disse indicando il vestito «...e non lo avrei mai scelto»

«Sali in macchina, stai una bomba»

La macchina era una Mercedes classe A nera opaca. L'interno era tutta in pelle e profumava di nuovo. 

Si sedettero ma GD non partì subito. Sembrava vagamente impacciato.

«Sai guidarla vero?»

«Certo che so guidarla...»

«E allora perchè non parti?»

«E' che....non me l'aspettavo...»

«Cosa?»

«Niente...andiamo»

 

__________

 

GD si sentiva totalmente sotto shock. I suoi ormoni maschili stavano avendo il predominio su di lui e la cosa non era un cosa buona perché lei era Hane. Non aveva senso tutto ciò, la conosceva bene, proprio la stessa mattina si erano visti e quindi perchè adesso si sentiva così strano ad averla vicino? Cos'era tutta quella agitazione?

Stava guidando quando Hane gli chiese «Tutto bene? Non hai detto una parola da quando siamo partiti»

«Si, scusami. Ero sovrappensiero.» si voltò un attimo verso di lei per poi rimettere gli occhi sulla strada «Sei carina truccata così»

«Oh...grazie. Quindi sono abbastanza femminile adesso?»

«Si, anche troppo» disse sottovoce rivolto dal lato opposto.

«Come?»

«Non ho detto nulla...»

«Sei strano stasera...»

«E tu lo sei stata stamattina...»

Silenzio.

«Fra quanto arriviamo?» chiese lei cambiando ovviamente discorso.

«Ci siamo...» mise la freccia e girò in una strada dove c'erano solo villette. Individuò quella del suo amico e bussò il clacson per farsi aprire il cancello.

«Wow che villona!» esclamò Hane «Chi è il proprietario?»

«Uno dei miei produttori...»

Parcheggiò nel vialetto insieme alle altre macchine e si avviarono all'ingresso. 

«Odio i tacchi» disse Hane alle prese con le nuove scarpe. Per istinto le poggiò una mano dietro la schiena come per sorreggerla, il tocco con la sua pelle fu come una scossa. Aveva dimenticato che aveva la schiena nuda e quindi gli scappò un «Scusa»

«Non sono di porcellana» rispose lei ridendo. 

Non potè fare a meno di notare di nuovo i riflessi dorati nei suoi occhi «Sei bellissima» disse tutto d’un fiato.

Lei sorrise leggermente e poi si accigliò «Ci stai provando con me per caso?»

«Può essere...» le disse prima di rivolgersi al tipo all'ingresso «lei è con me»

«Prego» rispose l'uomo.

Hane lo seguì ancora accigliata, forse l'aveva confusa con quell'ultima affermazione.

«Ciao Teddy!» Salutò il suo amico produttore «Ti presento Hane, una mia amica...»

 

pov Hane

Era ancora sorpresa per quello che aveva appena detto GD, quindi quando gli presentò l'amico non afferrò il suo nome «Piacere di conoscerti» rispose soltanto.

«Vieni, ti presento gli altri..» lo seguì in mezzo alla marmaglia di persone e raggiunse dei ragazzi che lei conosceva di vista «Loro sono Taeyang, Daesung, Seungri e TOP...»

«Certo, so chi sono! Piacere di conoscervi, io sono Hane» aveva davanti a se i BigBang al completo.

«Non è la mia ragazza..» anticipò GD «E' l'amica di cui vi ho parlato»

Aveva parlato di lei ai suoi amici? Quindi non la considerava solo una domestica?

«Tu sei la pattinatrice acrobatica? Wow!» esclamò Daesung guardandola da capo a piedi.

«Di solito non pattino vestita così comunque» disse imbarazzata e  cercando di essere simpatica. Quell’ Outfit la metteva non poco a disagio.

«Io ci sono andato una volta sui pattini. Quelli sul ghiaccio. Che male» disse Seungri toccandosi il sedere e facendo ridere tutti.

«Che ne dite, andiamo a ballare? Questa canzone è figa» propose Taeyang.

«Ok andiamo!» i ragazzi la trascinarono in pista ma vide che GD rimase indietro «Non vieni?» gli chiese.

«Prendo da bere e vi raggiungo...»

 

pov GD

Teddy gli aveva fatto cenno di volergli parlare e quindi non seguì il gruppo in pista. Già immaginava cosa voleva dirgli.

«La gente qui ha i cellulari….click click» disse passandogli un drink.

«Lo so...starò attento» bevve un sorso «Non mi farò fotografare con lei»

«Con questa entrata hai già attirato l’attenzione. Basta che qualcuno qui dentro si venda qualche foto e sei fregato» disse lui in maniera tranquilla.

«Basta che non mi farò vedere da solo vicino a lei e nessuno potrà scattare foto, no?» disse irritato.

«Provaci» Teddy si voltò e andò a salutare altre persone.

GD bevve il suo drink tutto in un sorso e ne prese un altro. Era davvero irritato. Guardò da lontano Hane che ballava con i ragazzi, sembrava che si stesse divertendo. Ma quanto cavolo era bella vestita in quel modo? Inoltre le ferite sul braccio passavano inosservate rispetto al resto, persino lui non le aveva notate subito.

Posò il calice su un tavolino e li raggiunse. Si sfrenarono per tutta la notte sia a ballare che a cantare fino a quando verso la fine misero una musica più lenta, quindi si riposarono bevendo qualche drink.

«GD, tu non bere! Devi guidare dopo!» esclamò Hane indicandolo.

«Si ha ragione, posa questo, ne hai bevuti già due» disse Taeyang togliendogli da mano il bicchiere.

«Anche voi dovete guidare dopo?» chiese Hane agli altri.

«No, io non ho ancora la patente» rispose Seungri «E nemmeno lui!» disse indicando Daesung.

«Io sono venuto con il mio manager» rispose invece Taeyang.

«Io non sto bevendo niente, sono venuto con la mia auto» affermò TOP fiero.

«Bravo, tu si che sei affidabile!» disse Hane

«Vuoi dire che io non lo sono?» disse GD fingendosi offeso.

«Non ho detto questo...» rise «Comunque io sto morendo di sonno, non reggo per niente l’alcol»

GD guardò il suo orologio «Tra un pò andiamo via»


Verso le 5 di mattina si salutarono tutti ed entrarono in macchina «Allora ora ti riporto a casa?» gli chiese GD.

«Dove vorresti portarmi altrimenti?» disse lei sbadigliando.

«Vuoi dormire da me?» disse senza malizia. 

Hane stavolta non rispose subito, sembrò rifletterci su «Senti....cosa sono per te?»

GD si accigliò «Che domanda è?»

«Niente, fa come se non avessi detto nulla» si girò verso il finestrino.

«C’entra con il tuo comportamento strano di stamattina? Facciamo così, parliamone a casa» mise in moto l'auto e partì.

Come tutto il viaggio di andata, anche questo fu silenzioso. 

Il percorso fu più veloce dell'andata visto che non c’erano altre auto in giro a quell’ora ed arrivarono subito all'hotel. Parcheggiò nel parcheggio interno e lasciò le chiavi inserite senza dire una parola e così fece pure lei.

Entrarono in ascensore senza guardarsi negli occhi e continuarono a stare zitti fino a quando GD si chiuse la porta della suite alle spalle.

Lei le dava le spalle mentre si toglieva le forcine dai capelli «Hane...»

«Che c’è?»

«Mi vuoi dire che ti è preso?»

Lei di nuovo fece una pausa «Sono tua amica?»

GD si sorprese di nuovo «Certo»

«Ok» lasciò cadere i capelli «Parliamone»

Parlare di cosa? «D'accordo» le fece cenno di sedersi sul divano «Mi stai facendo preoccupare, che ti succede?»

«Scusami...è che...» disse lei «Io...ho paura che....ho paura che quando te ne andrai di qui non ci vedremo mai più»

GD solo in quel momento associò che il suo comportamento era diventato strano dopo che le aveva detto del tour.

«Perchè dici così, non vado mica a morire...è solo un tour, ci rivedremo»

«Dici così ma so che non è vero!» si alzò di scatto nervosa «Non ci possiamo vedere in giro come gli altri ragazzi o uscire insieme. Fin ora è andata bene perchè io lavoro qui e abbiamo riso e scherzato in queste quattro mura. Fuori non sarà così»

«Capisco» si alzò anche lui «Non mi dimenticherò di te se è quello che pensi»

Hane si coprì il braccio ferito con l’altra mano «Se è per questo...»

«Cosa? Non solo per questo, tu sei una cara amica» disse quasi indignato.

Hane si sedette di nuovo sul divano «E’ che...ultimamente ho pensato che per te fossi solo un passatempo. Una cleaner simpatica, diciamo così»

«Scherzi? Che ti fai venire in mente! Non ti facevo una con problemi di autostima, sai?»

«Non è la mia autostima...sei tu la superstar qui dentro»

Ci fu una pausa dove si guardarono negli occhi.

«Senti...è ridicolo...» cominciò GD ma Hane lo interruppe

«Non prendiamoci in giro, succederà che tu te ne andrai e non saremo più amici. E fine. Devo solo accettare l'idea» fece per andarsene ma GD la bloccò per un braccio.

«Io non capisco perchè non accetti quello che dico»

Lei si esaurì «Probabilmente perchè sono una donna! Non riesco a pensare che non ti vedrò più per così tanto tempo!» 

Notò i suoi occhi lucidi e non riuscì a trattenersi «Se non ti conoscessi potrebbe sembrare una dichiarazione d'amore questa»

Ci fu una pausa dove lei, di nuovo, gli diede le spalle nude «Non lo so cos’è»

GD rimase un momento impietrito. Non era sicuro che avesse sentito bene. 

«Hane...sei innamorata di me?» lei non si mosse ma lui sorrise «Pensavo fossi diversa dalle altre»

Lei si voltò di scatto e fece per mollargli un ceffone ma riuscì a pararlo con una mano mentre con l'altra le bloccò l'altra «Non c'è bisogno di usare la violenza» disse divertito.

«IO TI AMMAZZO!» disse furiosa cercando di liberarsi dalla presa usando anche i calci.

«Mi stai costringendo tu eh...» la spinse sul divano e la bloccò con il suo corpo sopra di lei «Ora tocca a me» disse a due centimetri dalla sua faccia «Prima cosa: non ti libererai di me così facilmente come pensi. Non ho intenzione di dimenticarmi di te» attese per vedere la sua reazione e capì che aveva attirato tutta la sua attenzione perchè non cercava più di picchiarlo.

«Seconda cosa: dovresti aver capito da un pezzo che per me non sei come le altre.» la guardò negli occhi più intensamente e poi giocò tutte le sue carte «E terza cosa....stasera mi hai messo in difficoltà....perchè....con questo vestito sei maledettamente sexy»

Quasi poteva sentire i suoi battiti del cuore tanto che erano vicini «E siccome sei tonta, ora te lo dico chiaramente. Io ti amo»



 

pov Hane

Non era sicura di ciò che stava accadendo, o meglio, non riusciva a capire se tutto quello era reale o stava accadendo solo nella sua testa «Tu mi ami?» disse non credendo nemmeno alla sua voce.

«Si...e tu?» le chiese guardandola negli occhi.

«Io...non ho mai amato nessuno...non so cosa significa...» rispose troppo sinceramente in quell'occasione.

«Capisco...vediamo...ora senti che ti batte forte il cuore?» le chiese sempre mentre era sopra di lei.

«Si» rispose.

«Se ora mi alzassi e me ne andassi ti farebbe piacere?»

«No»

«E se ora ti baciassi saresti felice?»

Lo sarebbe? Probabilmente...«Si»

E lo fece. Avvicinò il suo viso e delicatamente la baciò. Il suo primo bacio. 

Era una strana sensazione baciare qualcuno per la prima volta, non sapeva cosa fare e quindi lasciò fare lui. Le sue labbra erano umide e morbide e per istinto gli diede un morsetto che lui sembrò apprezzare perché sorrise. Lui improvvisamente afferrò la sua coscia e gliela accarezzò, cosa che la fece eccitare.

«Andiamo...di là» disse GD tra un bacio e l'altro. Si alzarono e andarono in camera da letto ma prima di andare sul letto GD si fermò di fronte a lei «Non mi hai ancora detto che mi ami»

Si prese qualche secondo di tempo «Jiyong...sei il mio migliore ed unico amico...sei la persona che mi manca di più quando non c'è...e che mi fa battere il cuore così forte» gli prese la mano e la poggiò sul suo petto «Se questo è amore allora ti amo tanto» disse con tutta se stessa.

GD ritrasse la mano e si accorse che aveva gli occhi lucidi.

«E' la prima volta che qualcuno mi fa una vera dichiarazione d'amore» si era emozionato. Aveva abbassato lo sguardo per coprire gli occhi con i capelli.

Le venne in mente una cosa epica «Vuoi che faccia qualcosa per sdrammatizzare alla tua maniera?»

«Cioè?...Oh no....»

Spostò leggermente le bretelle del vestito che questo cadde subito a terra lasciandola solo in mutandine «Ora capisci che si prova quando qualcuno si spoglia all'improvviso» disse a GD che si era coperto gli occhi con le mani.

«Ma dai non ci credo! Non riesci a guardarmi in faccia?» lo prese in giro «La sfida alla fine credo di averla vinto io allora»

«Cosa? Ma neanche per sogno!» tolse le mani dalla faccia ma fissò il soffitto.

«Io sono qui eh» mise le mani sui fianchi e attese.

«Ok, ok...posso farcela...» lentamente abbassò lo sguardo e lo vide arrossire.

«Allora quante stelle per questo?» disse Hane.

«Oh, tutte le stelle che vuoi» si avvicinò e la baciò di nuovo stringendola tra le braccia.






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NOTE AUTRICE:
Ciao a tutti! Questa prima parte della storia è conclusa ma ho già quasi pronta la seconda parte che continuerà questa......5 anni più tardi (piccolo spoiler)
Chiedo per favore di lasciarmi una recensione se sei arrivato a leggere fino a qui. 
Rispetto alle mie ff precedenti ho deciso di procedere con questa in maniera molto più veloce, quindi troverete dei salti temporali importanti ma sempre spiegati con logica e coerenza soprattutto. Scrivo per piacere e divertimento e spero di trasmetterlo anche a voi lettori. 
Ci leggiamo con il prossimo aggiornamento con la seconda parte (continuerà questa dal capitolo 7 in poi)
Danielle

 

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