Writember

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Luna ***
Capitolo 2: *** Padre ***
Capitolo 3: *** Devi dimenticare ***
Capitolo 4: *** Come due sconosciuti ***
Capitolo 5: *** Per protegegrti ***
Capitolo 6: *** Maledizione ***
Capitolo 7: *** Mai dimenticato ***
Capitolo 8: *** Ritratto ***
Capitolo 9: *** Divino ***
Capitolo 10: *** Faccio io ***
Capitolo 11: *** Tutto finito ***
Capitolo 12: *** Tutto da rifare ***
Capitolo 13: *** Tanto tempo fa ***
Capitolo 14: *** Crudele ***
Capitolo 15: *** Ti va una partita a scacchi? ***
Capitolo 16: *** Ghiaccio ***
Capitolo 17: *** Non parlare ***
Capitolo 18: *** Abito color tiffany ***
Capitolo 19: *** Sangue ovunque ***
Capitolo 20: *** Chiesa sconsacrata ***
Capitolo 21: *** Cattura ***
Capitolo 22: *** Non lasciarmi ***
Capitolo 23: *** Possedere ***



Capitolo 1
*** Luna ***


Titolo: Luna
Personaggi: Peter Hale
Storia: Pleine Lune

Un giovane dalla chioma mogano esce da quella che è la sua casa, in cui con i suoi fratelli è cresciuto ed in cui, quella notte, qualcosa è cambiato irrimediabilmente.

Tutto è cominciato dall’arrivo dei suoi genitori nel salone in cui, poco prima, lui ed il fratello Isaak stavano parlando. Il più piccolo sembrava incuriosito dal fatto che, quella notte, la luna fosse particolarmente brillante eppure, nonostante la loro natura, né lui né il fratello maggiore sentissero i suoi effetti se non pochissimo: com’è possibile? Il maggiore lo ha guardato un momento per poi fare per rispondergli: i poteri dei licantropi puri, coloro che hanno il dono sin dalla nascita, vengono parzialmente sigillati fino all’età adulta in cui il loro ruolo viene ben definito e da Omega passano ad Alpha oppure a Beta. Tuttavia la conversazione è stata bruscamente interrotta dall’arrivo dei coniugi Hale: la coppia Alpha. Genevieve Hale osservava silenziosa i due figli, un riflesso rosso balenava nei suoi occhi normalmente azzurro mare. Il padre, Antoine Hale, osservava i due figli anch’egli in silenzio. Ad un solo gesto tuttavia, solamente tendendo la mano verso di loro, i due si avvicinarono a lui che finalmente prese parola. “ Questa è una notte molto importante per noi tutti, figli miei. Questa è la notte in cui un nuovo Alpha nascerà, ereditando gradualmente tutto il mio immenso potere “. Sentenziò mentre i suoi occhi di ghiaccio cercavano di scrutare entrambi i figli per scorgere la loro reazione, anche se la poteva fiutare. si erano spaventati, non capivano.

“ Ma padre, non è troppo presto? Voi vivrete ancora per molte, moltissime lune! Non è necessario che nasca un nuovo Alpha “. Si lamentò a quel punto il piccolo Isaak. Antoine lo guardò qualche momento, fino a quando l’ombra di un sorriso non comparve sul suo volto precedentemente inespressivo.

“ Mio piccolo Isaak, quando arriverà il tuo momento capirai: capirai anche tu, figlio mio “. Sussurrò accarezzandogli la chioma corvina, ereditata da lui. Isaak obbedì mentre suo fratello Peter finalmente capì: era il suo turno. Era lui a dover risvegliare il proprio potere, era lui a dover diventare il prossimo Alpha della famiglia Hale. O per lo meno, uno di essi.


Il rito si è svolto senza alcun tipo di problema: la luna piena è sorta più maestosa che mai, unica testimone di ciò che è successo a Villa Hale. Il morso di Antoine Hale ha risvegliato nel figlio maggiore un potere immenso: un potere che gli è stato trasmesso dal padre tramite il morso, un potere forse già in parte insito in lui ma sigillato fino a quel momento. Tuttavia, in quella notte di luna piena tutto è cambiato: Peter Hale, figlio maggiore di Genevieve ed Antoine Hale, ha acquisito un potere immenso ma allo stesso tempo incontrollabile. Un potere dirompente che, se in un attimo di lucidità non fosse scappato fuori dalla Villa, lo avrebbe portato a sterminare la sua stessa famiglia. La trasformazione è in atto ed è dolorosissima, un dolore che il giovane licantropo non crede di aver mai provato: le zanne hanno fatto la loro dolorosa comparsa così come gli artigli, gli occhi si sono tinti d’un intenso rosso scarlatto dando così il via alla “ nascita “ di un nuovo e potente Alpha: non ancora abbastanza forte da prendere il controllo della famiglia Hale e del branco di Antoine, questo no. Ma certamente non da sottovalutare: sarebbe un errore madornale. Come a voler essere di conforto al proprio “ figlio “, la luna piena risplende maggiormente in quel cielo ora sgombro quasi totalmente dalle nuvole, andando in fine ad illuminare con la sua luce dirompente, quasi pari sed non superiore a quella del sole talvolta, un luogo preciso: quello dove il giovane neo Alpha sta lottando contro i suoi stessi istinti: ha desiderio di uccidere, la sete di sangue pare oramai essere implacabile ed il corpo fa male, come avesse dentro di sé delle lame incandescenti. Infuriato artiglia un tronco di un albero lì vicino, disintegrandolo. Il suo ruggito si estende in tutta la foresta mentre, in quello stesso istante, la luce lunare lo illumina seppur per un breve istante. Tempo tuttavia sufficiente a far voltare l’Alpha verso di essa: verso la Madre Luna, madre dei lupi e loro protettrice. Il giovane licantropo pare aver perso la sua lucidità a causa della trasformazione, ora completa: la sua prima luna piena da Alpha lo rende semplicemente più forte e temibile e gli fa solamente desiderare una cosa: andare a caccia di prede da dilaniare, per soddisfare la sua sete di sangue.

Purtroppo, né Antoine né Genevieve Hale potevano immaginare di aver dato vita a colui che, in futuro, sarebbe diventato il più spietato, temuto e pericoloso Alpha mai apparso negli ultimi anni.


La prima storia del Writember parte da Peter Hale: nemico nella mia fanfiction Pleine Lune, in questa breve One Shot verranno spiegate le sue origini ed il momento in cui divenne l'Alpha più potente e pericoloso mai apparso negli ultimi anni.

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Capitolo 2
*** Padre ***


Titolo: Padre
Personaggi: Kairi e Battler Ushiromiya
Storia: La Principessa baciata dalel Tenebre

 
Per un momento il tempo sembra quasi fermarsi: Kairi Williams rimane immobile, di fronte a lei colui che, se riflette qualche istante, potrebbe definirsi il suo riflesso, la sua controparte maschile: suo padre. Dall’altro lato, lui: Battler Ushiromiya, signore degli stregoni e padre di Len e di Kairi, quella stessa Kairi che, a sua volta, potrebbe definire il suo riflesso al femminile: gli stessi capelli rossi, gli stessi occhi azzurri che quasi sembrano voler leggere l’anima di chi sta davanti ad essi, la stessa determinazione nello sguardo che li rende praticamente due gocce d’acqua. “ Cosa vuoi? “. Chiede semplicemente lui di lì a poco, interrompendo il filo dei pensieri della ragazza. “ Perché hai voluto vedermi? Mi pare che tu sia stata abbastanza chiara al riguardo: non vuoi avere a che fare con il mondo della magia e men che meno con me. O tuo fratello Len: hai egoisticamente preso la tua decisione senza curarti del resto, quindi ora dimmi, che cosa vuoi da me? “. Chiede il signore degli Stregoni in un tono che fa gelare all’istante il sangue nelle vene della fanciulla.

“ Sono qui per parlarti “. Sentenzia risoluta la rossa, provocando tuttavia solo una risata mal celata da parte di colui che, volente o nolente, è suo padre.

“ E se io non volessi ascoltarti? “.Chiede con sguardo tagliente lui, per poi proseguire la frase. “ Ho cercato di parlarti e tu mi hai respinto, ti ho spiegato che senza di te il mondo magico, il mio regno, sarebbe stato finito. Ma mi hai respinto pur sapendo questo. Hai rinnegato di essere mia figlia, ed ora? Cosa ti fa pensare che io voglia ascoltare le tue patetiche giustificazioni o le tue menzogne? “. Chiede senza la minima pietà di una ragazza confusa e smarrita, una ragazza di cui è padre nonostante per anni non siano potuti restare vicini.

“ Perché te lo sto chiedendo per favore “. Stringe i pugni la rossa, abbassando le sguardo. “ Puoi ascoltarmi per un’ultima volta? Se non ti piacerà ciò che ho da dirti, allora potrai andartene e non ti disturberò mai più. Però ti prego, adesso… “. Non finisce la frase, mentre Ada guarda prima la figlia poi colui che a conti fatti è ancora suo marito. Alfreda fa lo stesso, posando poi una mano sulla spalla di lui.

“ Signore, la piccola Lady ha molto sofferto per la vostra lontananza, in tutti questi anni. So che non si è comportata bene, ma voi siete suo padre: potreste darle una possibilità, no? “. Chiede. Lui sbuffa pesantemente per poi far cenno alla rossa di iniziare a parlare.

“ Va bene, sentiamo cos’hai da dire “. fa non troppo convinto e pensando già, nella sua mente, che se ne pentirà. Kairi esita un istante: ha voluto lei questo confronto eppure ora ne è terrorizzata. No, pensa: no. Len è stato coraggioso ed ha affrontato loro madre, il loro rapporto ne è uscito rinsaldato e più forte. Ora tocca a lei affrontare suo padre.

“ Ti ho amato ed odiato così tanto… “. Inizia il discorso lei, lui dall’altro lato rimane freddo ed impassibile e si limita a guardarla. “ Prima che ritornassi nella mia vita, ogni giorno, in ogni momento speravo che tornassi da me e dalla mamma. Poi lo hai fatto, ma in veste di nemico. Hai mandato lei a tormentarmi per sottrarre il mio potere, potere che solo dopo ho scoperto potrebbe servire a salvare il tuo regno: il regno degli Stregoni. Ma proteggerlo, da che cosa? Cos’è quella minaccia in grado di spaventare persino te? Per l’amor del cielo, papà! Non puoi chiedermi di proteggere un regno e di accettarlo di buon grado, senza riserve e… “. Si tappa improvvisamente la bocca: solo ora se ne rende conto ma non ha detto “ Battler “, bensì “ papà “. Lui sospira pesantemente mentre Ada fa un cenno affermativo con il capo.

“ Credo che Kairi stia cercando di dirti che ha bisogno di te, Battler. Ascolta: non importa ciò che c’è stato tra di noi, non importa più nulla. I nostri figli hanno bisogno di entrambi, adesso più che mai “. Sussurra semplicemente la Duchessa, ma da prima le sue parole non sembrano fare effetto: sembra che suo marito non sia intenzionato a perdonare la figlia, sembra che non riesca a perdonare il suo rifiuto e le sue parole così dure di soli pochi giorni prima.

“ Non posso… “. Mormora solamente, ma stavolta la figlia prende maggior coraggio ed alza lo sguardo verso di lui, incapace di trattenere le lacrime.

“ Ti prego: sei mio padre, non possiamo continuare così. Io mi pento delle mie parole, mi pento i non essermi fidata, ma cerca di capire che… “. Si blocca: finalmente anche lui la guarda seppur ancora con sguardo freddo.

“ Hai ragione: sono tuo padre “. Sentenzia finalmente. “ Ed abbiamo un regno da salvare. Ed è vero che non possiamo cooperare se c’è risentimento tra noi “. Prosegue mentre la rossa ricambia il suo sguardo con il proprio, ancora allagato di lacrime. “ Non ti ho ancora perdonata. Ma posso provare ad accantonare quanto è accaduto per il bene del regno. E forse, con il tempo riusciremo a sistemare tutto “. mormora semplicemente. Fa per andarsene dopo averle dato le spalle, ma Kairi è più rapida: lo abbraccia da dietro, stringendo la presa così forte da sorprendere persino lui: è come se sua figlia non lo volesse lasciare più andare via, per timore che la abbandoni un’altra volta.

“ Resta, ti prego: resta qui, con noi “. Chiede la ragazza con tono tremante. “ Ti prego… papà “. Stavolta tutti sentono chiaro e forte quella parola, anche lui: e per la prima volta in vita sua, Battler Ushiromiya non sa cosa rispondere o come comportarsi. Si limita a fare un cenno affermativo con il capo, riflettendo: a quella semplice parola è come se qualcosa in lui si fosse spezzato. E forse pensa, il perdono arriverà prima di quanto immagina.


Il confronto tra Battler e sua figlia Kairi porterà ad un esito inaspettato.

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Capitolo 3
*** Devi dimenticare ***


Titolo: devi dimenticare 
Personaggi: Allen ed Edward
Storia: Bloody Sunset 

 

Il giovane dalla chioma ametista si desta di soprassalto: la fronte totalmente madida di sudore, il respiro irregolare. Porta una mano al petto proprio accanto al petto dal quale il cuore pare voler uscire fuori. “ Di nuovo... “. Sibila solamente il giovane, ed improvvisamente i suoi occhi si tingono di un intenso ametista. “ Di nuovo, maledizione! “. In preda all’Iran da un pugno a qualcosa che va subito in frantumi. Il giovane non si accorge di una persona che, dopo quel gesto, incrocia le braccia per poi prendere parola rimanendo sempre appoggiato allo stipite della porta.

“ E menomale che ira sono io, eh capo? “. Chiede per poi guardare improvvisamente a terra. Il suo sguardo si fa serio all’istante mentre, senza pensarci due volte, il corvino irrompe nella stanza. “ Oh no, Allen! Ma tu stai sanguinando! “. Allen Glassred, capo delle Incarnazioni demoniache e figlio maggiore di Lucifero osserva i vetri dello specchio in frantumi, macchiati del suo stesso sangue. Alcuni si sono piantati nella sua mano ma è come se non sentisse dolore.

“ Sto bene, sto bene... “. Mormora solamente scostandosi dal tocco di Edward, suo vice ed Incarnazione di Ira. Gli da le spalle qualche istante eppure percepisce chiaramente lo sguardo di ghiaccio del compagno di battaglia puntato su di sé.

“ Allen “. Lo chiama solamente e facendo un singolo passo verso di lui. “ Tu non stai bene, non mentire a me “. Commenta solamente il gemello di Invidia. Tuttavia, non ottenendo nessuna risposta dal suo migliore amico riprende parola di lì a poco. “ Di nuovo lei, vero? “. Chiede, facendo sussultare Allen. “ Di nuovo quel sogno: tu e lei. Tu e Valentina, o meglio tu e Giustizia. Tu e lei insieme. Allen stringe i pugni qualche istante, infischiandomene se i vetri penetrano in profondità e lo feriscono profondamente. Tanto pensa, nessuna ferita fisica sarà paragonabile a quelle della sua anima. Nessun dolore sarà lontanamente paragonabile a ciò che sente lui dentro, ogni giorno, ogni minuto, ogni istante in cui la sua mente si rifiuta di fare ciò che è giusto. “ Santo Cielo, è così?! Non riesci a dimenticare la vostra infanzia, i giorni in cui siete stati insieme come amici... “. Edward si blocca di scatto per poi portarsi una mano sul viso, decisamente esasperato. “ La devi dimenticare! Tu devi dimenticare! Devi dimenticare quella donna, è una nostra nemica! “. A quella frase Allen si volta di scatto verso l’altro: ora sembra più un essere umano che il fiero figlio di Lucifero e capo del peccati capitali rinati sulla Terra.

“ Io a amo, Edward! “. Sbrocca improvvisamente. “ Tu meglio di tutti mi dovresti comprendere, tu meglio di tutti dovresti capire cosa provo! Come puoi... come puoi chiedermi di dimenticare? Di rinunciare alla sola cosa che mi rende... “. Si blocca: che lo rende umano, voleva dire. La sola cosa, il solo sentimento che ancora lo rende ancora umano. “ No, no! Io non posso... “. Si prende la testa tra le mani. “ Edward, cosa c’è in me di sbagliato? Hai ragione: io la dovrei dimenticare. Solo così il mio lato umano sarebbe definitivamente soppresso e non interferirebbe più. Ma io non ci riesco! Non ci riesco, la amo troppo! “. Edward gli si avvicina per poi prendergli le mani tra le proprie. Posa le labbra su quella ferita e, nel giro di un istante una lieve luce rossa fa cadere a terra tutti i vetri per poi rimarginare lentamente ogni ferita.

“ Tu non sei affatto sbagliato. È solo il tuo lato umano che entra in conflitto con Lust... “. Ma prima che Edward prosegua Allen fa un cenno di diniego scuotendo il capo.

“ No. No, è il contrario: il lato umano sente come sbagliato questo amore. Un’amore nato molto tempo fa, tra colei che è dentro di me e colei che è dentro Valentina. Il mio lato umano ama Valentina, ma non è questo che... non è questo che... “. Edward lo prende tra le braccia, stringendolo a se ed accarezzandogli i capelli.

“ Shhhh... va tutto bene, Allen. Va tutto bene... “. Sussurra solamente e capendo che quell’amore non potrà mai essere dimenticato. E non solo da parte di Allen: i suoi occhi diventano rosso scarlatto mentre, nella sua mente, l’immagine di una fanciulla dalla chioma bionda torna prepotentemente a turbare la sua quiete.

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Capitolo 4
*** Come due sconosciuti ***


Titolo: come sconosciuti
Personaggi: Simona Knight e Yoh Ajibana
Storia: Ankoku no namida

Per un secondo per entrambi i contendenti pare quasi che il tempo si sia fermato: la maschera che il giovane portava in precedenza è caduta a terra e così rivelato la vera identità di Black Knight. " Yoh... ". Sussurra solamente Simona sotto shock: Yoh, il suo migliore amico e compagno di mille avevnture, scomparve dopo la sua partenza assieme ad Owen per potersi dedicare agli allenamenti che l'avrebbero fatta diventare più forte, sotto la guida del suo maestro, allenamenti che l'hanno aiutata ad affinare le sue capacità fino a renderla una strega eccellente. Quando ilaria ed Alessio le hanno rivelato della scomparsa del suo migliore amico la giovane Knight ha subito iniziato le ricerche del ragazzo, accompagnata da Deacon ed Annika. Ma una cosa è certa: non si sarebbe mai immaginata un simile risvolto: trovarselo di fronte ed in veste di nemico. " Dì qualcosa, Yoh! ". Tuona la ragazza, tra l'arrabbiato e lo sconvolto. " Parla! Dimmi con che coraggio hai potuto tradirmi e passare dalla parte del nostro nemico?! ". Lui la osserva qualche lungo, interminabile momento come se, nella realtà dei fatti, non la stesse nemmeno realmente ascoltando. In seguito la sua espressione seria si muta in un ghigno sghembo: come se lei non lo avesse nememno mai conosciuto, come se di fronte a lei vi fosse un altro uomo e non colui che in tutti questi anni ha imparato ad apprezzare come... come amico si dice dopo un momento, chiedendosi il perchè di quella sua lieve esitazione.

" Le mie motivazioni non ti riguardano: io sono qui per sconfiggerti ed è esattamente ciò che farò ". Il suo tono non trasice la minima esitazione, è come se realmente fossero due sconosciuti che fino a quel momento hanno indossato una maschera che ora è caduta, rivelando le loro vere nature: la strega del fuoco e lo stregone delle tenebre destinati ad affrontarsi in un letale scontro.

" Non è possibile... ". Sussurra solamente la strega a dire poco sconvolta. " Non è possibile! Tu non puoi realmente essere Yoh! ". Tenta di convincere anzitutto sè stessa, ma questo suo tentativo non fa altro che provocare la risata dell'altro stregone.

" Invece si: sono io e credimi, non avrò esitazione alcuna a combattere contro di te e chiunque oserà pararsi di fronte al mio cammino o osi ostacolare la rinascita del mio signore. Come fossimo due sconosciuti e non ci fossimo mai incontratiin veste di amici o qualunque altra cosa ". Il suo sguardo tradisce le sue intenzioni: è serio, più che mai intenzionato ad affrontarla nelle vesti di nemico. La bionda pare quasi rassegnarsi: vuole bene a Yoh ma sa anche che, se vuole veramente venire a capo di questa faccenda dovrà suo malgrado affrontare Yoh. La donna lo guarda qualche istante.

" E va bene, Yoh ". Sentenzia mentre nel suo sguardo brilla la determinazione che le è propria. " Ti affronterò e ti farò tornare l'amico sincero di un tempo, al costo di prenderti a schiaffi con queste mie mani ". Ad un suo solo movimento una scintilla di fuoco distrugge un albero retrostante, la luce di quella fiamma riflessa nell'oceano ghiacciato che sono i suoi occhi. Dall'altro lato tutta Yoh non pare minimamente scomporsi.

" Bene! Non vedo l'ora di darti una bella lezione, streghetta ". Ghigna sadicamente mentre ad un solo gesto del suo braccio l'area circostante si ghiaccia completamente. Un ghiaccio viola come le Tenebre più profonde.

" Perfetto! Fatti sotto, allora! ". Lo provoca la bionda: entrambi sanno che ora sono realmente come due sconosciuti, che è come se la loro amicizia fosse stata definitivamente cancellata e non fosse mai esistita. Infatti, quasi nello stesso istante entrambi dirigono l'una verso l'altro i loro più letali attacchi.

In tutto questo, nel proprio palazzo l'anima di un giovane dalla chioma bionda osserva la scena con un ghigno compiaciuto stampato in faccia: ci è riuscito. Ora, Simona e Yoh sono esattamente come due sconosciuti e non esiteranno ad affrontarsi in quello scontro che, probabilmente, sarà letale per uno di loro. 

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Capitolo 5
*** Per protegegrti ***


Titolo: per proteggerti
Personaggi: Vanitas, Ivy e Vincent Hikari
Storia: La diciottesima Luna

Lo scontro tra Vanitas e Vincent prosegue ormai da un pò di tempo: se da un lato il minore pare essere in vantaggio, dall'altro anche il maggiore pare riuscire a tenergli saldamente testa. Dietro di lui, Ivy: la Principessa avrebbe voluto partecipare alla battaglia e rendersi utile ma il fratello gliel'ha proibito: non vuole che la vita della sua amata sia messa in pericolo, specie se a causa sua, non per metterla in pericolo mentre lui rimane inerme come un pupazzo. Non vuole metterla in epricolo ma Ivy stringe i pugni: si sente così... il filo dei suoi pensieri subisce un brusco arresto. " Vanitas, attento! ". Grida improvvisamente la giovane Principessa e, grazie al suo avevrtimento, il Re bambino riesce miracolosamente ad evitare un fendente diretto dritto alla sua gola. La spada di Vincent si pianta nel muro e, mentre la estrae il fratello riesce a colpirlo a sua volta al braccio, seppur solamente di striscio.

" Bastardo... ". Sibila solamente il biondo riuscendo per un soffio a non far cadere la propria arma.

" Non l'avrai vinta con me, Vincent ". Ribatte deciso il figlio maggiore di Luna e Kevin. A quelle parole tuttavia, il biondo perde definitivamente le staffe.

" Tu dici?! ". Si infuria e, con la forza della rabbia riesce ad assestare un forte colpo al fratello, buttandolo a terra. Vanitas viene preso totalmente di sorpresa e cade così contro il muro, con un braccio sanguinante.

" Dannazione... ". Mormora solamente il corvino: la spada gli è volata a qualche metro di distanza, proprio ai piedi della sorella che, a quella scena non può fare a meno di tremare. Nello stesso istante Vincent punta la propria spada al collo del fratello.

" Bene bene, fratello: dì pure le tue preghiere, se hai un Dio a cui affidare l'anima ". Ghigna sadicamente, deciso a porre fine al regno ed alla stessa vita dell'odiato fratello maggiore. Vanitas chiude gli occhi, come a non voler vedere ciò che ormai sa essere inevitabile. Poi una chiazza di sangue macchia il pavimento.

Vanitas riapre gli occhi di scatto: non prova dolore, come mai? Eppure Vincent deve averlo colpito! Il sangue è a terra ed è sangue Hikari, di certo: l'odore è inconfondibile. Un grido: un grido di dolore fa ridestare il corvino dal suo " sogno ad occhi aperti ". Vincent sanguina copiosamente alla schiena, Ivy estrae da essa la spada del fratello, imbrattata di sangue così come il suo abito. " Non ti permetterò mai di far del male a mio fratello! ". Fa con determinazione la corvina. Vanitas si rialza a fatica da terra, guardandola ancora sconcertato da quel gesto.

" Ivy, perchè... perchè tu...? ". Mormora, ma la sorella gli rivolge uno sguardo carico di determinazione.

" Per proteggerti! Farò tutto ciò che è in mio potere per protegegrti ed impedirgli di farti del male! ". Per un solo momento al Re bambino pare di rivedere lo sguardo della madre in quello della sorella, rendendosi conto di quanto, effettivamente, Ivy non sia solo simile a Kevin ma anche a Luna.

" Ivy, tu... ". Sussurra solamente, ma la risata di Vincent interrompe sul nascere ogni sua possibile protesta.

" Ohoh... guarda un pò chi c'è! Quasi mi dimenticavo che anche tu eri in questa stanza, mia cara Ivy: la mia futura regina ". Ghigna malefico il biondo. Ivy non pare lasciarsi intimorire, non questa volta.

" Avanti, Vincent: combatti contro di me se hai il coraggio. Contro colei che definisci la tua futura Regina. Vedremo se avrai davvero il coraggio di tentare di uccidere la sola donna che potrebbe renderti legittimo Re di Veritas ". La sua determinazione non è persa, tuttavia in quel momento il suo sguardo ricorda moltissimo quello del padre, Kevin Hikari. Vincent le punta la spada mentre una lieve scia di sangue va a sporcare il viso di lei, Ivy fa la stessa cosa ed ottiene il medesimo effetto. Ma ancora nessuno dei due, almeno per ora, fa una mossa.

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Capitolo 6
*** Maledizione ***


Titolo: Maledizione
Storia: La Diciottesima Luna
Personaggi: Vanitas Hikari e Vanitas Lunettes



 
  E’ una notte particolare a Veritas, regno incontrastato della famiglia Hikari.

Vanitas, il Re Bambino figlio maggiore di Kevin e luna Hikari, non pare essere troppo tranquillo: la luna blu sta sorgendo e lui inizia già a sentirne i primi effetti: le zanne si fanno sempre più affilate e, innervosito, artiglia il muro riducendone una parte in briciole. Sta per voltarsi ma una risata sadica glielo impedisce: una risata che, volente o nolente, ha imparato a conoscere. “ Ancora tu… “. Sibila mentre, di lì a poco, una mano era come le tenebre più profonde si posa improvvisamente sulla sua spalla.

“ Mio adorato erede, vedo che mi hai riconosciuto: me ne compiaccio “. Ghigna sadicamente colui del quale il giovane dalla chioma corvina sente le parole, colui il quale di lì a poco, porta il volto anch’esso nero come le Tenebre, accanto all’orecchio del più giovane.

“ Come potrei non riconoscere la voce della mia eterna maledizione? “. Chiede semplicemente il giovane Re, proseguendo di lì a poco la sua frase. “ Certo: so chi sei tu: Vanitas… “. Esita un momento, o meglio prende una sorta di lieve pausa come se dovesse trovare il coraggio per terminare la pronuncia di quel nome, il nome di quell’uomo del quale porta il nome: la sua eterna maledizione, colui che ha dato inizio a tutto questo, colui che ha distrutto tutte le generazioni a venire degli Hikari. “… Vanitas Lunettes: il Re pazzo “. Conclude finalmente la frase il più giovane mentre l’altro ride lievemente, mantenendo il proprio ed innato sadismo.

“ La tua eterna maledizione? Oh, mio adorato nipote: così mi ferisci “. Fa, palesemente ironico colui del qual si delinea lentamente la figura coperta da un mantello e totalmente nera: non ha il potere di manifestarsi totalmente, la sua anima originale è ancora rinchiusa nel Filatterio e solo la piccola parte custodita nel quadro può mostrarsi al mondo dei vivi. O meglio, ad una persona: colui al quale il suo nome e la sua maledizione sono passati in eredità, il figlio di sua figlia Luna e suo nipote. Il nipote che certo, non ha ereditato solo cose negative da lui. Ha ereditato anche… “ Il potere della Luna Blu “. Sussurra solamente l’anima, rimanendo dietro al corvino e continuando a sussurrare parole nel suo orecchio, impedendogli di voltarsi e di allontanarsi mantenendo una salda presa sulla sua spalla. “ Il potere del Clan della Luna Blu, lo hai ereditato da me. Solo per questo mi dovresti ringraziare e mostrarmi il rispetto che mi devi. Invece ti ritrovo ancora una volta qui, a cercare di combattere ciò che realmente sei e non solo: cerchi anche di distruggere il mio quadro. E’ questa la tua gratitudine, Re Bambino? “. Chiede crudelmente colui che si rivela essere suo nonno: Vanitas Lunettes, precedente sovrano di veritas prima che suo padre salisse al trono, dopo le nozze con sua madre e dopo aver ereditato il potere del Clan della Luna Blu. Suo padre, che senza esitare ordinò l’assassinio di sua madre.

“ Sta zitto! “. Grida improvvisamente il Re Bambino, portando entrambe le mani alle orecchie seppur sappia dell’inutilità di tale gesto: suo nonno gli parla attraverso il loro potere, che cresce lentamente mentre la Luna Blu inizia a mostrarsi in cielo, rendendosi sovrana di esso nel giro di poco.

“ Sei proprio come tuo padre: un ingrato “. Sussurra ancora quella voce crudele, una voce della quale il corvino non riesce a liberarsi, la sua eterna maledizione.

“ Smettila! Io non sono come mio padre, non sono un mostro! “. Continua esasperato, cadendo in ginocchio e quasi graffiandosi con gli artigli, nel vano tentativo di chiudere fuori quella voce.

“ Allora dimostralo “. Fa ad un certo punto l’altro, soddisfatto di ciò che vede: non riuscì a piegare Kevin Hikari e cadde per mano sua, ma è riuscito a piegare suo figlio e la sua intera discendenza con la maledizione del re pazzo, la maledizione che, in fine, colpì anche Kevin stesso: la maledizione che fa impazzire ogni erede maschio della famiglia Hikari, ogni Re del regno di Veritas che, non essendo in grado di spezzare quella maledizione, sarà destinato ad uscire di senno ed a fare del male non solo al popolo, ma anche a chi tiene di più se non addirittura a sé stesso. “ Dimostrami che non sei come tuo padre, un rammollito indegno del trono che ha dovuto rubare il mio potere, per riuscire ad uccidermi e salire al trono come legittimo Re “. Commenta solamente mentre il nipote pare calmarsi: sa di non potersi opporre a quella maledizione, sa che è tutto inutile. Sa del suo legame con suo nonno, sa benissimo che… il filo dei suoi pensieri si blocca bruscamente e, lentamente, toglie le mani dalle proprie orecchie: non è rassegnato ma, allo stesso tempo, pare un’altra persona. Si alza da terra con uno sguardo che non promette nulla di buono, lo stesso sguardo che, in quel dipinto, è anche sul viso di suo nonno.

“ E come posso dimostrartelo? “. Chiede in tono gelido mentre, finalmente, l’altro allenta la presa sulla sua spalla e gli permette di voltarsi verso di lui.

“ La risposta la sai già, nipote “. Sibila malevolo l’altro, il suo tocco gelido come la morte sfiora il viso del nipote. “ Questa notte c’è la luna blu: il potere del nostro clan è al massimo. E tu sai molto bene che cosa devi fare, ora che la Principessa perduta e tua sorella minore è tornata a Veritas “. Lo incita mentre, di lì a poco, una vetrata va in frantumi e la luce della Luna Blu la fa da padrona in quel corridoio. L’anima nera è scomparsa, lasciando praticamente solo Vanitas. Il giovane Re di Veritas ghigna malefico, stesso ghigno sfoggiato poco prima dal suo omonimo. In seguito sale le scale che conducono ai piani superiori, riflettendo: non può opporsi alla maledizione, allora tanto vale accettarla. In oltre pensa, suo nonno ha ragione: se sua sorella non vuole accettare il proprio ruolo, è tempo che sia lui stesso a convincerla a farlo. Con le buone o con le cattive.

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Capitolo 7
*** Mai dimenticato ***


Titolo: Mai dimenticato
Storia: La leggenda del Re dei Vampiri
Personaggi: Strauss e Lukas


E' notte fonda a Costaluna, eppure più di una persona a palazzo non riesce proprio a dormire. Una di esse è proprio un eterno giovane dalla chioma turchina il quale sbuffa pesantemente, osservando fuori dalla finestra: sono successe così tante cose da quando Garsendiss, sua sorella Bridget e suo figlio Liuva lo hanno liberato dalla prigionia del sigillo imposto dai ribelli. Tea è tornata a Costaluna ma non è più sola: si è risposata con un cacciatore e da lui ha avuto un figlio. Già, Hendrik: se pensa a quel bambino trova a dir poco incredibile che possieda gli stessi, identici occhi dei Rosa Rossa. Per non parlare del temperamento ribelle del bambino, così simile al suo quando aveva la stessa età. Pii c'è la questione di suo zio Edoardo: dopo la sua scomparsa infatti, il fratello di suo padre gli ha usurpato il suo trono su cui ormai siede da tredici anni a questa parte. " Ti farò a pezzi, è una promessa ". Sibila solamente il figlio maggiore di Dracula. " Ti farò pagare di aver usurpato il mio trono, ti farò pagare di avermi fatto imprigionare in quel sigillo dai tuoi scagnozzi. Mi riprenderò il palazzo che è mio, insieme alla tanto agngnata vendetta ". Sussurra infuriato colui che si rivela essere Strauss. Concentrato com'è in quel monologo non si accorge che qualcun altro è entrato nella sala.

" Come? Hai già dimenticato quello di cui è capace tuo zio, succhiasangue? ". Non c'è scherno nelle sue parole. Da prima il Re dei Vampiri rimane in silenzio, poi sul suo viso si dipinge un lieve ghigno.

" Mai dimenticato: non potrò mai dimenticare la barbarie di mio zio, mi sorprende che proprio tu mi chieda una cosa simile ". Il suo ghigno non scompare, ma solo in quel momento si volta verso il biondo appena entrato. " Salve, Hunter. Non eri già andato a dormire da un pò? ". Chiede ironico, mentre colui che si rivela essere Lukas lo guarda un secondo, riprendendo parola.

" In effetti, ero andato a dormire. Ma sono tropp oinquieto per poter dormire e non volevo svegliare Hendrik, continuando a rigirarmi nel letto ". Fa, mentre senza troppi complimenti si versa da bere come fosse ormai a casa sua. " E tu? Cosa fai ancora sveglio? ". Chiede poi il giovane cacciatore. " Ah, lasciami indovinare: pensavi alla tua vendetta ". Fa semplicemente il biondo. Strauss lo fissa per qualche momento, riprendendo poi la domanda fatta dall'altro ma in chiave diversa.

" Come fai a stare così calmo? Hai dimenticato che sono suo marito? ". Chiede, mentre Lukas lo guarda come se avesse si capito di cosa parla, ma attendesse una conferma da parte di lui. " Di Tea: sono ancora suo marito ed abbiamo un figlio anche noi due, e sono tornato per riprendermela. Ma tu sei così calmo che sembri aver dimenticato tutto questo. Dico davvero, fai paura ". Constata semplicemente il figlio maggiore di Dracula ed Elizabeth. Sentendolo riprendere la propria precedente domanda anche Lukas decide di dare una risposta singolare.

" Mai dimenticato ". Fa solamente, facendo voltare di scatto Strauss verso di lui. " Solo che per un pò, preferirei non litigare con te: credo tu abbia bisogno di me, in verità ". Constata semplicemente il giovane Hunter mentre sorseggia il proprio drink, l'altro lo osserva accigliato ed incrociando le braccia.

" Io? Di te? E per cosa, sentiamo? ". Chiede con strafottenza. Lukas termina il proprio drink con disinvoltura, da prima non sembra nemmeno voler rispondere. Strauss sta per perdere la pazienza ma in quel momento il più giovane si volta a guardarlo.

" Ma per la tua vendetta, mi pare ovvio. Credi davvero che ti lascerei fare una simile pazzia da solo, rischiando di lasciare Liuva orfano di padre? Voglio troppo bene a quel ragazzo, per permettere che soffra nuovamente in questo modo ". Fa semplicemente mentre a sua volta osserva fuori dalla finestra, in direzione del palazzo reale e lasciando così intendere che sarà lui ad aiutare il suo rivale a recuperare il suo trono ed il suo palazzo.

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Capitolo 8
*** Ritratto ***


Titolo: Ritratto
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Edward e Phoebe Cross

 
Una bellissima donna dalla lunga chioma bruna entra nella grande sala dove, da un pò di tempo, un'altra persona stà osservando dritto davanti a sè: precisamente, qualcosa sulla parete. " Edward! Finalmente ti trovo! ". Fa la bella giovane dagli occhi verdi, così differenti da quelli del gemell oche, sentendosi chiamare si volta per un istante a vedere chi sia entrato.

" Phoebe, sei tu ". Fa il giovane corvino, per poi ritornare a guardare ciò che stà appeso alla grande parete di fronte a sè. " Credevo fossi andata a riposare ". Conclude il suo discorso l'incarnazione di Ira. A quella frase coleiche si rivela essere sua sorella gemella Phioebe, Incarnazione di invidia, fa qualche passo fino a giungere al suo fianco.

" Ancora ad osservare quel ritratto? ". Chiede la ragazza, notando dove il fratello stia guardando. Lui rimane in silenzio per qualche momento e, solo in seguito riprende finalmente parola.

" E' più forte di me, Phoebe. Non riesco a smettere di guardare quel dipinto, da quando l'ho realizzato ". Ammette semplicemente, mentre la donna sospira pesantemente a quelle parole.

" Non è il dipinto, ma la donna dipinta in esso. E' lei che non riesci a dimenticare, a toglierti dalla testa ". Precisa. Edward osserva nuovamente il soggetto del suo dipinto, il ritratto che lui stesso ha realizzato: una bellissima donna dalla lunga chioma bionda. Ha gli occhi chiusi e tra le mani tiene un arco dorato, indossa un meraviglioso abito verde chiaro e, solo guardandola attraverso quel ritratto apaprentemente inanimato, persino i gemelli Cross si sentono tranquilli ed in pace con sè stessi e con il mondo.
" E' vero e non è vero: non è vero che non è il ritratto in sè che non riesco a togliermi dalla testa, ma è vero che esso mi ossessiona a causa del suo soggetto ". Spiega brevemente il ragazzo. La sua gemella rimane in silenzio qualche istante, come stesse riflettendo sulle parole del più grande.

" Ma dimmi: chi è? Come mai ti sconvolge a tal punto? ". Chiede incuriosita la giovane incarnazione di Invidia.

" Non lo so, Phoebe. Non ne ho idea, so soltanto che compare nei miei sogni molto spesso ". Le racconta per la prima volta, mentre lei pare rimanere colpita dalle parole del gemello. " E' sempre splendida, avvolta in una luce strana: una luce che trasmette calore e pace. Mi guarda sempre, appoggiata ad un albero e tenendo in mano quel suo meraviglioso arco dorato. Io... ah, non so spiegare... ". Sussurra mentre lei gli pone gentilmente una mano sulla spalla.

" Prova, a parole tue ". Lo incita, ora sinceramente incuriosita dalle parole del fratello e, soprattutto, dal sogno singolare.

" E' come se in quel sogno fossi io e non lo fossi al tempo stesso. Guardo quella donna, lo potrei fare per ore, ma non le dico mai nulla. A quel punto è sempre lei a fare il primo passo: allarga le braccia come a volermi invitare ad abbracciarla, una brezza calda muove il suo lungo abito verde ed i suoi capelli biondi. Poi... ". Si ferma un istante, Phoebe lo osserva per qualche momento.

" Poi, che cosa? ". Chiede solamente. Lui rimane in silenzio qualche interminabile istante.

" Poi lei mi chiama. Mi chiama ma non dice altro. Solo il mio nome, ma ciò è abbastanza per farmi sentire in pace, anche senza che lei mi sfiori con un solo dito ". La ragazza non dice nulla ma, istintivamente, anche lei pone lo sguardo su quel meraviglioso dipinto. Ed in quel momento, una sorta di ventata calda investe entrambi. Entrambi, che ancora non possono immaginare che Edward ha realizzato il ritratto di Hope, figlia di Dio ed una delle sette Virtù. Il motivo per il quale compare nei sogni del suo opposto però, non è ancora dato saperlo. Per ora.

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Capitolo 9
*** Divino ***


Titolo: Divino
Storia: Bloody Sunset
Personaggi: Valentina, Gabrielle, Urièl e Raphael


 
 
Gabrielle, Valentina ed Urièl sono finalmente giunti ad un maestoso cancello dorato, un cancello di fronte al quale l’Incarnazione di Giustizia si sente turbata e tranquilla al tempo stesso. “ Questo è… “. Sussurra semplicemente la bruna, mentre l’Arcangelo dalla chioma corvina fa un cenno affermativo con il capo.

“ E’ così: questo sorella mia, è l’Heaven Gate. Oltre ad esso vive nostro Padre, il Creatore “. Spiega mentre, di lì a poco, Gabrielle pone una mano sulla spalla della reincarnazione terrena di Giustizia.

“ E’ vero, anche se ad oggi, egli giace ancora in un sonno profondo. Spetta a te, una delle ultime sopravvissute delle Sette Virtù e la sola ad essere arrivata fin quassù, risvegliarlo ed aiutarlo a riprendere il comando di questo luogo “. Spiega la ragazza dalla chioma azzurra e dalle maestose ali color bianco. “ Io ed Urièl ti presteremo il nostro potere e ti aiuteremo “. Conclude il discorso l’Arcangelo dell’acqua, seppur Valentina sia un pò perplessa: teme che, per risvegliare suo padre Dio dal suo sonno, la sola possibilità sia infatti avere il potere di tutti e quattro gliArcangeli degli Elementi, colui che il Padre delegò per far rinascere sulla Terra le Virtù, se mai ce ne fosse stato bisogno un giorno.

“ Ma una cosa non mi è ancora chiara “. Fa la giovane dalla chioma mogano, impugnando la lancia di Krad e voltandosi verso il fratello e la sorella. “ Dite che potrò risvegliare Dio utilizzando il vostro potere, ma gli Arcangeli degli Elementi non sono quattro? “. Chiede. Gabrielle fa per rispondere ma, improvvisamente, una voce la fa desistere da ogni suo proposito.

“ E’ vero, Giustizia: noi siamo in quattro e credimi, non avrai mai tutti i nostri poteri “. Sentenzia tale voce, una voce che riecheggia in ogni angolo del cielo come se fosse esso stesso a parlare. “ Non oserete violare il suolo dell’Etenamenki, il Palazzo Celeste, con i vostri immondi peccati. Una Virtù ormai corrotta e due potenti Arcangeli che si sono abbassati ad aiutarla a violare questo divino suolo, non meritano alcun perdono da parte mia “. Una potente ventata d’aria gelida investe i tre: naturalmente Urièl e Gabrielle rimangono impassibili seppur sul loro volto sia comparsa un’espressione sorpresa, Valentina invece sta per essere spazzata via da esso e, se non fosse per il fratello che la afferra poco prima, avrebbe finito per volare dritta contro il cancello Celeste e sbattere contro di esso, ferendosi probabilmente gravemente.

“ Ma chi diamine… “. Sussurra solamente l’Incarnazione di Giustizia. Alla sua domanda è Gabrielle a prendere parola.

“ E’ lui: l’Arcangelo della Guarigione e preposto a difesa di Dio e di tutti i Cristalli d’Angelo. I Cristalli che hanno permesso la rinascita di voi Virtù “. Sussurra l’arcangelo dell’acqua, mentre quello della Terra le fa eco di lì a poco.

“ Raphael! “. Una nuova ventata d’aria gelida costringe anche i due potenti Arcangeli a coprirsi il volto mentre, dal cielo, compare un essere ammantato di bianche ali. Alla sua sola comparsa Valentina si sente quasi opprimere: ha una potenza pari se non superiore a quella di Urièl e Gabrielle. “ Fratello mio “. Sentenzia ad un certo punto il corvino mentre, di lì a poco ed in una ventata di piume bianche, fa la sua comparsa un affascinante giovane dalla chioma bionda. Il suo sguardo di ghiaccio non pare promettere aiuto o pietà verso il gruppo.

“ Urièl, Gabrielle: come avete potuto permettere che un essere macchiato di peccato giungesse alle porte dell’Etenamenki? “. Chiede mentre, inevitabilmente, il suo sguardo incrocia quello di Valentina. “ Sento che non ti sei ancora pentita per il tuo grande peccato, eppure osi mostrarti qui, alle porte del palazzo di nostro padre. Sei audace, Giustizia. Oppure, sei semplicemente molto stupida “. Constata colui che si rivela essere Raphael, Arcangelo dell’aria e della guarigione. Colui al quale Dio ha dato il compito di sorvegliare i sette cristalli d’Angelo dove riposavano le armi divine delle Virtù, i contenitori grazie ai quali i sette figli di Dio hanno potuto incarnarsi sulla Terra.

“ Raphael, per favore: nostra sorella nn ha commesso un peccato. L’amore è forse peccato? E’ peccato cercare di redimere qualcuno, anche se figlio di Lucifero? “. Chiede pacata come sempre Gabrielle, senza tuttavia riuscire a far ragionare l’altro.

“ Adesso basta parlare: o ve ne andate, o sarò costretto a cacciarvi io stesso “. Sentenzia risoluto uno dei figli maggiori di Dio mentre, a quelle parole, anche Urièl decide di intervenire.

“ Valentina ha aiutato Gabrielle a risvegliarsi da un sonno che qualcuno le aveva imposto, per impedire che ostacolasse la rinascita delle Virtù sulla Terra. Lei sapeva che nostro Padre giaceva in un profondo sonno e che, fino al suo risveglio, seppur fosse stato un suo diretto ordine le Virtù non potevano rinascere perché sarebbero state seguite dai figli di Lucifero, senza la divina protezione di nostro Padre che le avrebbe nascoste fino al momento propizio. Qualcuno ha fatto il modo che le Virtù si incarnassero molto tempo prima rispetto al previsto, e Lucifero ne ha approfittato ed ha fatto rinascere i suoi figli! Ma la Guerra Celeste è stata scatenata da qualcuno qui, in Paradiso. Devi credermi! “. Tenta di spiegare l’Arcangelo della terra, ma Raphael pare rimanere del tutto impassibile a quelle parole.

“ Ho sentito abbastanza “. Sentenzia, dopo aver sentito quel discorso che lui giudica a dir poco folle. “ Questo divino posto non verrà macchiato di immondo peccato perché io, Raphael, lo impedirò ad ogni costo. Anche se dovessi eliminare il corpo ospite di Giustizia: tutto pur di preservare la divina sacralità dell’Etenamenki “. Sentenzia colui che, inevitabilmente, alla donna ricorda Krad in un certo senso.

“ E va bene: non avremmo voluto, ma tu non ci lasci altra scelta “. Sentenzia ad un certo punto la bruna, in tono risoluto e facendo un passo avanti, sorprendendo un pò i fratelli. “ E visto che mi hai attaccata, usando per me il termine di immonda peccatrice, spetta a me soltanto dimostrare il contrario: il mio amore non era peccato. Io sono riuscita a redimere Allen, se non fosse stato per l’intervento di Lucifero lui sarebbe vivo come essere umano. Quindi, non mi pento di nulla: rifarei mille e mille volte ancora ciò che ho fatto, per il bene dell’umanità e delle persone a cui tengo “. Sentenzia Giustizia in tono risoluto, dispiegando le proprie ali e facendo comparire anche il proprio scudo. Per un solo istante lo sguardo dell’altro si posa sul bracciale della ragazza, poi ritorna ad essere a sua volta risoluto mentre, dal nulla ed in una ventata gelida, fa comparire la propria lancia. A sua volta dispiega le ali: è pronto alla battaglia e non solo, intende vincerla ad ogni costo.

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Capitolo 10
*** Faccio io ***


Titolo: Faccio io
Storia: La diciottesima Luna
Personaggi: Ivy Hikari, Sharon Veghner

 
Non sono trascorse neppure alcune ore da quando la Principessa Ivy ha subito la cosa più indicibile per una donna, la cosa alla quale malgrado abbia provato non è riuscita a sottrarsi e che, ora come ora, la fa solamente sentire un mostro orribile ed indegno. La donna è chiusa da un bel pò nel bagno di palazzo Veghner in cui è ospitata da Joe e Pierre Veghner, ormai suoceri di suo fratello Garry. Sì: anche se ormai sa la verità infatti, per la corvina Garry rimane e rimarrà per sempre il suo amorevole fratello, certamente migliore del suo fratello comunque, o meglio dire di uno di essi. Colui che le ha fatto l'indicibile, che è stato capace di attrarla in un tranello meschino usando tre poveri bambini indifesi ed innocenti, totalmente estranei a questa faida nella quale sono stati utilizzati come mere esche. Non si pente di essere ntervenuta: anche se sa che Sharon Veghner incolperà solo ed esclusivamente lei per il rapimento dei suoi figli, nonostante in fine sia andato tutto per il meglio e solo grazieal suo intervento, Ivy sa perfettamente che se avesse lasciato Mark, Ryan e Wyatt nelle mani di Vincent la sua coscienza non l'avrebbe più fatta dormire serenamente, facendole provare degli atroci rimorsi. Solo il cielo sa cosa quel mostro disuo fratello avrebbe potuto fare loro, che sono i figli di una cacciatrice. Soprattutto alla luce di quell oche ha fatto a lei: il legame di sangue non gli ha certamente impedito di prenderla con la forza e poter così avere la possibilità di essere lui a darle il primo figlio, salendo così al trono di Veritas anche senza uccidere necessariamente Vanitas. A quel solo pensiero la collera ed il disgusto si impadroniscono di lei: strappa malamente ciò che resta del suo abito, afferrando la spugna ed iniziando a sfregarla energicamente sulla propria pelle, usando tuttavia la parte ruvida come pensasse che l'altro lato non basterà mai a levarle di dosso tutto lo sporco che percepisce sul suo corpo, dentro e fuori. Gratta con sempre maggior enfasi, quasi infuriandosi. " Vattene, vattene! ". Fa, iniziando nuovamente a strofinare e graffiando la pelle senza minimamente accorgersi che qualcuno è entrato nel bagno: l'ha sentita piangere e non ha potuto fare a meno di entrare, anche alla luce di quanto accaduto, in buona parte a causa sua e della sua ostilità.

" Ivy ". La chiama la donna dalla chioma aranciata, avanzando di un passo dopo aver richiuso la porta dietro di sè per evitare che occhi ed orecchi indiscreti potessero disturbarle. " Ivy, se continuerai a sfregare in questo modo finirai per farti male sul serio ". Sussurra colei che, voltandosi, la sorella di Vanitas e Vincent riconosce essere Sharon Veghner.

" E a te che cosa importa, se mi faccio male o no? ". Fa la Principessa, per poi proseguire di lì a poco. " Se sei qui per incolparmi di qualcosa, allora... ". Non finisce la frase: l'altra le si è avvicinata e, dopo essersi inginocchiata per poter arrivare alla sua altezza le ha afferrato la mano le cui dita sono sporche di sangue, dopo aver strofinato quella spugna fino a farsi sanguinare la pelle.

" Perdonami: Joe mi ha raccontato che cosa ti è successo. So che nemmeno in tutto il tempo della mia vita potrò mai scusarmi abbastanza: se solo fossi venuta anche io con te, se solo fossi stata meno superba e caparbia, forse avrei potuto evitarti una cosa tanto orribile ". Sussurra con le laccrime agli occhi la donna: si sente in colpa. Pierre e eprsino suo marito Rolan le avevano chiesto di accompagnare Ivy, avvertendola della malvagità di Vincent. Ma il suo forte odio per i vampiri la spinse a rifiutare con veemenza di prestare il proprio aiuto, affermando che sarebbe andata da sola a salvare i piccoli. Ma solo ora comprende: Ivy sapeva perfettamente che lei non avrebbe avuto la minima speranza contro Vincent e, per risparmiarle una fine orribile ha deciso di andare da sola, a riprendere i bimbi. Da parte sua Ivy si limita ad annuire. Riflette: non è certamente colpa di Sharon ciò che le è accaduto. No: la sola responsabile è lei, con la sua incapacità e la sua debolezza. Senza dire nulla fa per prendere la spugna epr lavarsi ma, notando quei graffi sul petto della mora, l'altra pone una mano sulla sua. " Ti prego, lascia: faccio io ". Fa semplicemente. Il suo sguardo incontra quello di Ivy, nel quale la donna riesce a leggere tutta la sofferenza che in questo momento la corvina prova. Con alcune lacrime che scendono dai suoi occhi l'arancione inizia a passare la spugna sulle spalle della ragazza. " Faccio io, non temere: ti toglierò il suo tocco immondo di dosso ". E detto questo decide di sedersi dietro la ragazza, passando gentilmente la spugna su quei graffi lasciati probabilmente da Vincent e non riuscendo ancora a capacitarsi che, in parte, questo sia colpa sua.

" Sharon ". La chiama ad un certo punto la giovane Hikari, mentre l'altra la guarda pur rimanendo dietro di lei. " ... grazie ". Mormora solamente la corvina, facendo intendere che accetta le scuse dell'altra: già troppe atrocità sono accadute, pensa. Certamente non è più il caso di coltivare un rancore che, alla luce dei fatti, non ha più ragione di esistere e che anzi, ha solo portato dolore e sofferenza ad entrambe.

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Capitolo 11
*** Tutto finito ***


Titolo: Tutto finito
Storia: A tale between light and darkness
Personaggi: Dimitri Zykov, Vladislav Meekhiv

 
Il giovane dalla chioma bionda rimane inginocchiato a terra, sconvolto: non può crederci, è impossibile! Non solo il Corvo è fuggito, ma ha decretato la sua vittoria uccidendo Christine e con il suicidio di Viktor, che non avrebbe mai voluto vivere in un mondo senza la sua amata. La sua prima reazione è quella di totale shock, in seguito reagisce anche a quell'emozione tanto forte e devastante: nota Dimitri a sua volta ancora sotto shock e, cosa più grave non ha ancora preso l'anello dalla pietra blu come, invece, gli aveva ordinato il suo signore in punto di morte. Come se gli fosse stato ordinato, il figlio di Irina e Vladimir si avvicina al fedele braccio destro del fratello. " Prendilo. Prendi l'anello... ". Sussurra solamente. Dimitri rimane imbambolato per alcuni momenti, in seguito scuote con veemenza il capo.

" Non posso... ". Mormora. A quelle parole Vladislav Meekhiv si volta in sua direzione, guardandolo con un pizzico d'ira.

" Per l'amor del Cielo, vuoi forse che siano morti in vano?! ". Grida furioso, facendo scattare per la sorpresa il maggiordomo. " Prendi quel maledetto anello, prima che il Corvo ritorni e lo prenda lui stesso! ". Tuttavia, nonostante quella sfuriata Dimitri non pare riscuotersi dallo stato depressivo in cui la morte del suo signore l'ha gettato.

" E' tutto finito, non capite?! E' tutto finito! Lui ha vinto, noi abbiamo perso! ". A quelle parole il biondo lo guarda: da prima pare essere shoccato da tale scoramento da parte di colui che, anche di fronte alle avversità, non si è mai perduto d'animo. In seguito stringe con forza i pugni.

" Ma certo! Si, è tutto finito! Vero! Anzi, sai che cosa facciamo!? Consegnamo al Corvo il potere dei Meekhiv! Lasciamo pure che Viktor e Christine si siano sacrificati in vano, forza! Che aspettiamo?! ". Sbrocca il biondo mentre, istintivamente, Dimitri sgrana gli occhi per poi dargli una risposta.

" Come osate anche solo pensare una cosa del genere?! Il potere dei Meekhiv in mano al Corvo, siete forse uscito di senno?! ". Sbrocca a sua volta il bruno. A quello scatto il biondo alza a sua volta la voce.

" Sei tu ad aver perso il senno, Dimitri! Io ho solo dato voce a ciò che tu, in pratica hai proposto di fare: arrenderci, rimanere inermi come pupazzi e rendere il loro sacrificio vano! ". E volta nuovamente lo sguardo verso Viktor e Christine: sono rimasti insieme fino alla fine, pensa. Persino prima di morire il giovane erede dei Meekhiv ha trovato la forza di arrivare vicino alla sua amata e di afferrare la sua mano, morendo così accanto a lei. " No, Dimitri: no. Non è tutto finito, e tu lo sai. Mio fratello ti ha lasciato il suo immenso potere perchè credeva in te. E, cosa più importante ti ha affidato il compito di proteggere i suoi figli. A te, Dimitri: a te, l'unico di cui si fidava ciecamente! ". Le lacrime non possono più essere trattenute nemmeno da lui: anche se si fa vedere forte, dentro di sè sta soffrendo le pene più indicibili. Ed in fin dei conti, è normale: ha perso in un sol colpo sia il fratello che la sorella. Senza dire altro Dimitri si inginocchia accanto a Viktor: istintivamente gli accarezza il viso, scostandogli i capelli da esso come si volesse accertare che tutto ciò non è un maledetto incubo, che lui sia realmente morto.

" Signore... ". Sussurra solamente, poi si fa forza e, con la manica della giacca si asciuga le lacrime. " E'vero: malgrado la vostra morte, non è tutto finito. Io... io vi giuro che vi vendicherò, a qualsiasi prezzo. Mormora, prenmdendo tra le proprie la mano del suo signore. Esita un istante ma, in fine sfila l'anello dalla pietra blu dal suo dito per poi indossarlo lui stesso. Improvvisamente sente come se una forza dirompente si fosse impadronita del suo corpo: ora il potere dei Meekhiv gli apaprtiene, come ultimo dono da parte del suo signore. E lui lo sa benissimo: non lo dovrà sprecare. Ora tocca a lui e Vladislav trovare e fermare il Corvo, o meglio Lukas, una volta e per sempre.

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Capitolo 12
*** Tutto da rifare ***


Titolo: Tutto da rifare
Personaggi: Strauss Rosa Rossa, Garsendiss
Storia: La Leggenda del Re dei Vampiri

 
Dopo tanti anni, il momento del confronto è finalmente giunto: il momento del confronto tra due persone dal trascorso burrascoso. Si sono odiati, feriti, distrutti ed in fine rialzati. Lei per lo meno, si è rifatta una vita con l'uomo che ha sempre amato, l'ha sposato ed ha generato una figlia: Lucia. Quella figlia che quell'uomo quasi uccise, quando ancora era nel grembo di sua madre. Lui, che a differenza sua non è ancora riuscito a rifarsi una vita, lui che non l'ha mai dimenticata malgrado gli anni trascorsi. Una terza persona sta osservando da dietro una colonna l'intera scena: il giovane dalla chioma arancione stringe con forza i pugni. " Ora basta, ha esagerato! ". Sta per uscire allo scoperto, ma qualcuno lo ferma tenendolo per la spalla.

" Non farlo... ". Sussurra colui che lo ha trattenuto, scuotendo il capo. " Lascia che sia tua moglie a risolvere la situazione: in fin dei conti, la cosa riguarda principalmente lei ". Fa il giovane dalla chioma azzurra, con determinazione. Una determinazione che mette quasi in soggezione l'altro.

" Ma, Strauss...! ". Lo chiama l'arancione, per poi riprendere parola con concitazione. " Hai visto come l'ha afferrata? ". Chiede. Tuttavia il suo signore non molla la presa sulla spalla di colui che si rivela essere Garsendiss, suo maggiordomo e cognato.

" Mia sorella non è una stupida, si sa difendere benissimo. Ma devi lasciare che abbia questo confronto da sola, anche se ti preoccupa come d'altronde, preoccupa anche me. Ricorda che sono suo fratello e che ho subito in prima persona la crudeltà di quell'uomo. Ma non abbiamo il diritto di intervenire, non adesso ". Gli spiega. Garsendiss lo guarda, poi il suo sguardo si sposta su coloro che si rivelano essere Bridget e Yuki. " Tra loro è letteralmente tutto da rifare: è vero, lui si è pentito sinceramente di quello che vi ha fatto, ma... ". Garsendiss continua ad osservare i due ex promessi sposi, il suo sguardo si fa tagliente.

" Non c'è niente da rifare, niente da ricreare o da ricostruire: vostro cugino ha fatto troppo male a me e alla mia famiglia, e ne ha fatto anche a voi! Come potete perdonarlo così?! ". Chiede un pò concitato, Strauss da prima non risponde. In seguito lascia la spalla di Garsendiss, appoggiandosi ad una colonna ed incrociando le braccia.

" Perchè credi che lo abbia perdonato, per ciò che ha fatto a me, Tea e Liuva? ". Chiede, spiazzando letteralmente il cognato con quella domanda. " Garsendiss, io non ho ancora perdonato Yuki, non fino in fondo, almeno. Ma voglio dargli una possibilità: secondo lui abbiamo sbagliato tutto in passato, ed ora è tutto da rifare. Voglio dargli un'occasione di redimersi, e credo che lo voglia anche Bridget. Ti fidi di lei? ". Chiede il Re dei Vampiri, mentre senza esitazione Garsendiss annuisce.

" Le affiderei la mia stessa vita, Strauss. Mi fido ciecamente di lei ". Fa con determinazione, facendo lievemente sorridere il suo signore.

" Allora, prova a fare come lei: dai la possibilità a Yuki di rifare bene le cose, dagli la possibilità di dimostrare anche a te il suo pentimento. Va bene? ". Chiede il giovane dalla chioma azzurra. Garsendiss esita un momento, per poi ridere lievemente.

" Beh, non posso certamente rifiutare una richiesta da parte del mio signore, nonchè cognato ". Sorride lievemente, per poi arrendersi. " E va bene: se è tutto da rifare, sia così. Ripartiremo da zero, tutti insieme ". Conclude, riflettendo un momento e realizzando che, ora ora che ha aperto questa possibilità a colui che un tempo fu suo mortale nemico, si sente più leggero e quasi più felice.

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Capitolo 13
*** Tanto tempo fa ***


Titolo: Tanto tempo fa
Personaggi: Kai e Macon Kuran, Seraphine Williams Kuran
Storia: Sono nel tuo sogno

 
E' un'epoca diversa dal 2012, in cui il giovane che ha appena toccato il tatuaggio sul proprio braccio vive. Un tatuaggio che ha da quando è nato ma che, per la prima volta in quel giorno inizia a provocargli strane visioni.

Un bellissimo giovane dalla chioma corvina cammina in un immenso e meraviglioso giardino, tenendo tra le mani un pesante libro dalla copertina nera. I suoi occhi sono incollati ad una pagina ben precisa, una pagina che da subito lo ha attratto. " Incantesimo del ritorno, eh? ". Sussurra, continuando a leggere con interesse quelle parole. " Non capisco perchè mai Corvus non volesse farmelo leggere. E' così interessante... ". Borbotta. Improvvisamente tuttavia, qualcuno gli copre gli occhi da dietro. Colto di sorpresa, il ragazzo fa quasi finire il libro a terra ma, nel riprendersi dallo stupore dopo alcuni istanti, riesce a stringere la presa prima di far fare un brutto volo al pesante ed antico volume. " Sei tu, vero? ". Chiede con mezzo sorriso. Chi gli copre gli occhi con le proprie, delicate mani lo accarezza, carezza che ben presto scende al viso perfetto del giovane mentre un delicato bacio si posa sul suo collo. Quel lieve contatto manda un leggero brivido in circolo del corpo del giovane, che prende parola di lì a poco. " Seraphine ". La chiama il giovane erede dei Kuran, mentre lei toglie finalmente le mani dagli occhi di lui e sorride dolcemente.

" Indovinato, Macon ". Lo chiama per nome Seraphine Williams. " So che avresti preferito mio fratello Klaus, ma sono solo io ". La risata innocente della ragazza lo fa agire istintivamente: con la mano libera la attira a sè, sorridendo lievemente per poi andare a posarle un bacio sul collo, al lato lasciato scoperto dai bellissimi e lunghi capelli biondi della ragazza.

" Sai che sei la sola dama del mio cuore, mia bella signora ". La giovane arrossisce violentemente a quel contatto ed a quelle parole, per poi guardarlo intensamente e posando una mano sul suo viso.

" La mia famiglia dice che non dovremmo stare insieme, che siamo diversi. Ma io ti amo troppo, non ti voglio perdere ". Ammette la fanciulla dall'ampio abito bianco.

" Ehi ". La chiama lui, facendo si che smeraldo e zaffiro si incontrino. " Sono stanco di ascoltare la tua famiglia, o la mia. Io ti amo, Seraphine Williams. Ti amo, e se qui non vogliono farci vivere in pace il nostro amore, allora lo vivremo lontani da questo posto ". La ragazza lo stringe forte a sè, lui ricambia quell'abbraccio con altrettanto trasporto. Una volta interrotto il contatto la ragazza posa lo sguardo sul libro nella mano libera del ragazzo.

" Cos'è? ". Chiede semplicemente, mentre Macon pare ricordarsi solo ora di avere ancora in mano il libro.

" Questo? Ah, non lo so esattamente: era in boblioteca, quella di palazzo. Mio fratello Corvus non voleva che lo leggessi, ma non capisco perchè: a me sembra così interessante, ci sono un sacco di cose di cui mai avevo letto prima d'ora ". Ammette, incuriosendo Seraphine sempre di più.

" Fa vedere... ". Sussurra. Sta per prendere quel libro tra le mani, ma improvvisamente qualcosa all'interno di esse sembra quasi respingerla. Poi, il focus della visione si posa sul tatuaggio sul braccio del giovane dalla chioma corvina.


Kai Kuran apre gli occhi di scatto: è letteralmente sotto shock. Ha riconosciuto perfettamente il tatuaggio di quel ragazzo, così simile se non uguale a lui: era il suo stesso tatuaggio, lo sa bene. E' stato come vedere il sè stesso di tanto, tanto tempo fa, un'epoca che lui potrebbe aver vissuto tanti secoli fa. In oltre, quel libro: era il libro delle ombre, non ha il minimo dubbio in merito. Gli pare di aver visto sè stesso ma molto tempo prima, era... " Macon Kuran, il mio antenato ". Sussurra solamente il ragazzo dagli occhi smeraldo. " Dark Beauty! ". Continua, posandosi una mano sul capo che inizia seriamente a fargli male. " Il primo Dark Beauty... ". Si corregge: forse ora lo sa. Sa bene le motivazioni i quanto accaduto e perchè ora lui sia il Dark Beauty del 2012: Macon Kuran rivive in lui. Ancora non lo sa, ma i grandi amori di tanto tempo fa si sono reincarnati a loro volta molto, molto vicini a lui.

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Capitolo 14
*** Crudele ***


Titolo: Crudele
Personaggi: Kannon e Faye Baskerville
Storia: Soledad

 
Sabrie, anno 2035. Futuro alternativo, in cui è il male a prevalere.

E' trascorso un pò di tempo, ma Faye Baskerville non riesce a riprendersi dal trauma subito. Si sente in colpa, sporca ed indegna: suo fratello ha superato tutti i limiti. Sapeva bene che assomigliava a loro padre, ma non avrebbe mai osato immaginare le avrebbe fatto una cosa tanto orribile, una cosa che una donna non dovrebbe mai subire, una cosa così... " Così crudele... ". Sussurra solamente la Principessa, fermandosi nelbelmezzo del corridoio, stringendosi le braccia con le mani ed affondando le unghie nelle spalle. " E' crudele! E' troppo crudele, fa male! ". Proprio come stesse rivivendo quei drammatici ed orribili momenti proprio in quell'istante, la bruna cade in ginocchio mentre le unghie iniziano a conficcarsi nelle braccia. " Sei stato crudele, fratello! ". Parla ovviamente da sola, dato che Kannon non è presente e, in ogni caso, in quel momento non avrebbe certo il coraggio di stare alla sua presenza, figurarsi di affrontarlo. Tuttavia la ragazza non si accorge di non essere più sola: qualcuno la sta osservando da dietro, appoggiato allo stipite della porta della propria stanza. Incrocia le braccia con un ghigno sadico e crudele stampato in faccia, un ghigno che lo fa assomigliare ancor più a colui che odia più di tutti: il giovane ha capito che la ragaza sta piangendo ed il motivo è ciò che le ha fatto lui. Si avvicina lentamente a lei senza nemmeno curarsi di nascondere la sua presenza e Faye, sentendolo dietro di lei, si immobilizza letteralmente sul posto per poi iniziare a tremare come una foglia, il respiro sembra quasi essersene andato ed il cuore batte all'impazzata, tanta è la paura che la fanciulla prova. " K... Kannon... ". Sussurra la secondogenita di Kazuma e Candela, le lacrime scendono dai suoi occhi malgrado il suo cervello seguiti ad impartire agli occhi l'ordine di smettere di farle scendere. E' come fosse una cosa involontaria, provocata dalla sola presenza di colui che è suo fratello maggiore e fonte della sua paura e della sua vergogna.

" Ma salve, Fi ". Ghigna crudelmente lui, osservando la ragazza che, istintivamente e sentendosi improvvisamente vulnerabile, fa per alzarsi da terra.

" Fra... fratello, io... ". Sta per dire qualcosa, si vorrebbe alzare ma il suo corpo è totalmente immobilizzato dalla paura.

" No, non disturbarti: rimani lì, a terra. E' quello il tuo posto, forse ora lo hai finalmente compreso, me ne compiaccio ". Ghigna, spingendola suovamente a terra mentre lei, terrorizzata dal solo fatto di essere sfiorata da lui, cade all'indietro ed inizia a tremare. " Dunque, io sarei crudele, eh? ". Chiede mantenendo quel ghigno sadico e crudele oltre ogni limite, dal suo sguardo di ghiaccio traspare solo crudeltà, la stessa crudeltà di loro padre, Kazuma.

" Io... ti prego, non arrabbiarti... non volevo... non volevo dire che... ". Lui la osserva da sotto gli occhiali, che gli conferiscono semplicemente un'aria ancor più seria e sadica allo stesso tempo.

" Oh, ma io non sono arrabbiato ". Fa il figlio maggiore di Kazuma e Candela mentre la sorella lo guarda: chissà perchè ma percepisce di non potersi rilassare, non può tirare un sospiro di sollievo e rassicurarsi, le parole di Kannon sembrano celare una crudele ironia mirata a darle una falsa speranza di potergli sfuggire. " Però ti ho sempre insegnato a non dire le bugie, mia cara sorellina ". Il giovane erede sembra essere divertito dal fatto di aver dato una lieve speranza alla sorella, per poi distruggerla ancora una volta con le sue parole.

" Kannon, ti prego, no...! ". Sussurra la Principessa, mentre il Principe di Sabrie la afferra per  i capelli facendola gridare di dolore.

" Quindi, se dici che sono crudele ne devi accettare le conseguenze, sorellina mia ". La ragazza non riesce ad opporre resistenza malgrado ci provi, mentre lui la trascina a forza con sè facendola entrare in camera sua e spingendola malamente sul letto. Chiude la porta dietro di sè fingendosi dispiaciuto. " Oh, ma tu guarda: il sangue ha macchiato le mie lenzuola ". Commenta, e Faye si accorge che è vero: le ferite sulle braccia hanno macchiato le lenzuola immacolate. " ragione in più per punirti: non si rovinano le cose degli altri, no? ". La ragazza fa per alzarsi, ma lui è più rapido e la immobilizza sotto di sè con una forza sorprendente, degna di un Baskerville senza ombra di dubbio. " Ah, adoro questa tua espressione terrorizzata: l'espressione che riservi solo a me ". La bruna inizia a tremare: sa già cosa succederà e la terrorizza, rendendola incapace di difendersi: dopo suo padre, suo fratello è la persona che teme di più al mondo.

" Perchè?! Perchè fai così?! Perchè mi odi a tal punto?! Sono tua sorella! ". Inizia a piangere, esasperata e cercando di lasciare andare la tensione e la paura. Lui sogghigna con un'innata crudeltà.

" Oh, ma io non ti odio: io ti amo. Per questo ti faccio questo: è il solo modo in cui vuoi darti a me, non riesci a capire il mio grande amore per te ". Sussurra solamente lui, mentre lei inizia nuovamente a piangere silenziosamente. Lui la osserva qualche momento per poi accarezzarle il viso, quasi a voler imprimere un marchio indelebile con le dita. " Io... io ti amo così tanto... ". Sussurra semplicemente Kannon, guardandola intensamente e stringendole forte i polsi con l'altra mano, quasi come volesse spezzarglieli. Quasi come volesse spezzare lei stessa. " Tu... tu sei mia ". Senza dare alla sorella il tempo di ribattere posa le labbra su quelle di lei, quasi togliendole il fiato. No: non la lascerà andare tanto presto, questo anche lei lo ha capito.

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Capitolo 15
*** Ti va una partita a scacchi? ***


Titolo: " Ti va una partita a scacchi? "
Personaggi: Ada e Battler Ushiromiya
Storia: La Principessa Baciata dalle Tenebre

 
Sono trascorse solo poche ore dal misterioso incontro di Len e Kairi con lo " Stregone Nero ", cilui che nel regno della Stella Rossa è considerato il più crudele e spietato, colui che... non ci vuole pensare. Il giovane dalla chioma rossa pensa che non sia il momento più opportuno per pensare al passato. Si volta di scatto verso la moglie: Ada lo sta osservando da un pò, ma ancora non ha proferito parola. " Se hai qualcosa da dire, vedi di farlo e basta: odio essere fissato senza motivo ". Fa semplicemente il signore degli stregoni, scocciato dal fatto che Ada continui a riservargli quello sguardo inquisitore.

" E tu smettila di urlarmi addosso: ti ricordo che la metà di tuto questo è colpa tua ". Sentenzia la giovane Contessa. Le sue parole tutavia sembrano far infuriare suo marito: si volta di scatto verso di lei con sguardo furente, sbattendo una mano sul tavolo e facendo rovesciare alcune pedine poste su una scacchiera lì presente da chissà quanto tempo.

" Ah, sarebbe colpa mia?! ". Si altera il rosso. " Si, infatti osno stato io a nascondere per diciassette anni le sue vere origini a Kairi, eh?! ". Chiede. La donna alza lo sguardo, puntandolo in quello di lui senza il minimo timore.

" Tu hai tenuto Len lontano da me per altrettanto tempo, e nonostante ciò credi di avere il diritto di giudicarmi ed incolparmi?! ". Tuona la Contessa, recuperando la calma di lì a poco dato che, in quel caso per fortuna, lui non risponde alle sue parole. Battler sospira pesantemente, dandole le spalle e portandosi una mano tra i capelli.

" Ada, quell'uomo è pericoloso: nememno io so la sua vera identità, ma se ha preso di mira i nostri figli... ". Si ferma un momento, osservando con la coda dell'occhio la moglie: è pensierosa e sta rigirando tra le proprie mani la pedina della Regina. " Ma come diavolo fai? ". Chiede ad un certo punto il rosso, voltandosi verso la donna. Lei lo guarda, sinceramente confusa da quella domanda. " Come diavolo fai ad essere così calma? Io sto impazzendo, ma tu... ". La donna sospira pesantemente, osservando la scacchiera di fronte a lei.

" E' come una partita a scacchi: se non vogliamo ricevere scacco matto dal Re nero, dobbiamo rimanere calmi. E questa è una cosa che ho imparato proprio da te ". Per un momento i due sposi si guardano senza proferire parola, poi è Ada a riprendere il discorso. " Io sono molto in ansia per i nostri figli, cosa credi? Ma se perdessimo la calma, finiremmo per dare un enorme vantaggio al nostro nemico. Vuoi davvero questo? ". Chiede, mentre lui le da le spalle ancora una volta guardando al di là della finestra. La donna lo osserva per qualche istante, poi prende l'iniziativa. Afferra una delle pedine e si avvicina al marito, per poi metterla tra le sue mani con delicatezza. " Battler, in questo momento è come se tu fossi il Re della parte bianca della scacchiera: noi tutti abbiamo bisogno di te, cerca di ricordarlo ". Battler osserva la pedina tra le sue mani: il Re Bianco. Sorride quasi amaramente, chiudendo gli occhi qualche istante.

" Ma senza la Regina, anche il Re è totalmente indifeso ". Sussurra solamente. Lei pare quasi riflettere su quelle parole. In seguito si allontana, tornando a quel tavolo ed inizizndo a sistemare le pedine sulla scacchiera. Battler si volta a guardarla o meglio, guarda la sua schiena dato che la donna gli sta dando le spalle.

" Ti va una partita a scacchi, Re dei bianchi? ". Chiede la giovane, mentre lui la guarda sorpreso.

" Una partita a scacchi? Ora? ". Chiede, mentre sul viso di lei si forma un sorrisetto che lui, forse per fortuna, non può vedere.

" Si, ora. Non vorrai dire di no alla tua Regina? ". Chiede semplicemente la Contessa mentre lui, passata la sorpresa, sogghigna a sua volta ed altrettanto compiaciuto.

" Oh beh, vuoi forse dire che finalmente accetti il tuo ruolo? ". Chiede, andando a posare la pedina del Re sulla scacchiera.

" Gioca questa partita, così lo potrai sapere ". Fa lei con un tono provocatorio, al quale il signore degli Stregoni non può certo sottrarsi.

" E sia, Regina bianca: giochiamo questa partita ". Sentenzia a sua volta: la partita sta per avere inizio e lui sa già che ne uscirà vincitore, e non solo: ne uscirà quasi sicuramente affiancato dalla sua Regina.

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Capitolo 16
*** Ghiaccio ***


Titolo: Ghiaccio
Personaggi: Kazuma e Candela Baskerville
Storia: Soledad

 

Sabrie, anno 2035.

Un futuro immerso nelle Tenebre, nel caos, nel dolore e nella sofferenza. Un futuro in cui la luce non splende più da tanto, troppo tempo, futuro in cui le Tenebre regnano incontrastate sin dalla creazione del regno. Futuro in cui i tre Re, diretti discendenti dei tre Re fondatori, hanno ormai assoggettato il popolo intero ad una legge di oscurità, sofferenza e totale dittatura.

La Regina Candela entra nella sala del trono e, non appena mette piede nella sala il freddo ed il gelo si impadronisce letteralmente di lei: il potere di suo marito è attivo ed ha fatto ghiacciare non solo le finestre e le pareti, ma anche il pavimento stesso. “ Kazuma… “. Sussurra solamente la mora tenendo la mano sul suo ormai evidente pancione: il terzo erede nascerà tra poco, eppure la tragedia ha appena colpito la sua famiglia: infatti, solo pochi minuti prima ha avuto termine il funerale di Kannon Baskerville, loro primogenito. Quel figlio che, dopo essere andato di nascosto nel 2015 per cercare di cambiare il sé stesso passato ha finito, per una crudele ironia della sorte, per morire per mano del Kazuma del 2015, alter ego di suo padre. Quel padre che non gli ha mai dato affetto, quel padre che, malgrado la morte violenta del suo erede non mostra la benchè minima emozione: rimane freddo ed impassibile, come se quel ghiaccio di cui è signore e padrone, l’elemento che domina e che, lentamente, ha ricoperto anche il suo cuore. Se mai ne abbia avuto uno, pensa istintivamente la giovane donna. “ Credevo saresti rimasto un po' con me, dopo la cerimonia funebre “. Sussurra solamente la terza regina. Lui non si volta nemmeno verso di lei: le sue mani rimangono incrociate dietro la sua schiena, il suo sguardo fisso su quella finestra ricoperta da una spessa coltre di ghiaccio.

“ Ci sono molte cose da fare qui, non ho tempo da perdere con queste cose “. Sentenzia con un tono freddo e raggelante il bruno, mentre Candela fa un passo verso di lui.

“ Nostro figlio è morto! Davvero ritieni sia una cosa di poco conto?! “. Sbrocca, perdendo la calma per la prima volta. “ Guardami! “. Suona quasi come un ordine il suo, per la prima volta in vita sua sta iniziando ad alzare la voce con suo marito, non le importano le conseguenze: non può accettare che la morte di loro figlio, per lui sia una “ COSA “ da poco conto. Lui si volta lentamente verso di lei, mantenendo quello sguardo di ghiaccio. “ Kannon era nostro figlio, il sangue del nostro sangue! Come puoi… come puoi rimanere così, come un pezzo di ghiaccio, anche di fronte alla sua morte?! “. Sbrocca la regina. Suo marito la osserva: si sarebbe aspettata una reazione violenta, forse l’avrebbe preferita a quella freddezza. Invece nulla: è rimasto freddo e privo di emozioni, lo sguardo puntato in quello di lei senza alcuna remora e come volesse gelare anche la sua stessa anima.

“ E’ vero: Kannon era nostro figlio. E con questo? “. Chiede in tono gelido il figlio maggiore di Allen e Risa. “ Lui ed io non abbiamo mai avuto un buon rapporto: il suo scopo era uccidermi, o ti sei già dimenticata tutti i suoi attacchi e le sue parole? O l’origine della cicatrice sul mio viso? “. Chiede in tono di ghiaccio, così come il suo sguardo. “ No: non mi vedrai disperarmi per la sua morte, non mi vedrai piangere per la dipartita di colui che, se non lo avesse ucciso il mio alter ego, avrei ucciso io. E’ stato lui a cercare la morte, andando nel 2015 e coinvolgendo anche Faye in tutto questo. La sua debolezza, Candela: la sua debolezza lo ha condotto alla tomba, quindi ora non venire a chiedermi di mostrare ciò che non sento. Non mi importa assolutamente nulla se tuo figlio… “. Calca sulla parola tuo in un modo che gela letteralmente il sangue nelle vene della donna . “ … se tuo figlio è morto “. Detto ciò fa qualche passo e sorpassa la moglie, una leggera brezza gelida muove il suo mantello. Brezza che precede la coltre di ghiaccio che si posa sul pavimento su cui, in precedenza, era lui. La donna rimane agghiacciata: a quanto pare, suo marito è diventato ancor più duro e freddo del ghiaccio che domina.

Kazuma Baskerville entra nella stanza dove la salma del figlio riposa in una bara che, almeno per ora, rimane aperta. Il terzo Re fissa con freddezza il primogenito: ironico, pensa. Quasi sembra stia dormendo. L’erede di Allen e Risa rimane impassibile per qualche, interminabile istante che ha il sapore di un’eternità. Poi si avvicina di qualche passo alla bara, posando una mano sul viso del figlio: solo ora nota quanto effettivamente gli assomigliasse. Forse pensa, perché non lo ha mai guardato così da vicino, non lo ha mai accarezzato, nulla di nulla. “ Kannon… “. Sussurra semplicemente il giovane Re, mentre la rosa dell’ex terzo Principe si ghiaccia diventando così da bianca a cristallo di ghiaccio. Quali siano i reali sentimenti del terzo Re tuttavia, non è ancora dato saperlo.

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Capitolo 17
*** Non parlare ***


Titolo: Non parlare
Personaggi: Zwei, Eva e Glen Baskerville
Storia: Soledad

La giovane dalla chioma corvina trema, spaventata: per la prima volta in vita sua teme addirittura per la sua vita: teme di non uscire viva dalla punizione che colui che la guarda con puro odio sicuramente le infliggerà. Anzi, si corregge: quello non è odio. Ciò che sta nello sguardo di suo padre è solo pura pazzia e niente altro. Credeva sempre che i suoi fratelli e sua sorella esagerassero, credeva che, in fondo, loro padre non potesse essere così crudele come lo descrivevano. Ora sa che si sbagliava: ora che conosce il terrore che quello sguardo può incutere riesce perfettamente a capire che cosa intendessero Gilbert, Saya, Echo e Glen quando definivano loro padre “ il Principe dal cuore di ghiaccio “. “ Padre, io… “. Tenta la principessa che, tuttavia, viene interrotta dal giovane dalla chioma argento: colui che insieme ai suoi fratelli detiene il pieno dominio su Sabrie, in un 2035 in cui la luce non potrà mai più splendere.

“ Non parlare! Non osare, miserabile… “. Sibila alterato, tuttavia la figlia prova un’ultima difesa, sperando per una volta di essere ascoltata.

“ Vi prego, ascoltatemi! Io… “. Ma prima che possa terminare inizia a sentire l’aria mancare completamente.

“ Ho detto non parlare! “. Si infuria colui che si rivela essere Zwei Baskerville. La ragazza che si rivela essere Eva, sua figlia minore, tossisce in cerca di ossigeno.

“ P… padre, vi prego…! “. Tenta, ma per reazione lui stringe più forte la presa. Come se godesse nel fare l’esatto opposto di ciò che gli ha chiesto la figlia.

“ Così forse, capirai che nessun altro uomo deve osare anche solo sfiorare ciò che mi appartiene “. Sibila, mentre Eva Baskerville non riesce a trattenere una lacrima ricordando per l'ennesima volta perché si trovi in quella situazione: il suo unico “ torto “ è stato quello di fermarsi a chiacchierare con una guardia ed aver permesso a questi di sfiorarle il braccio. Suo padre ha reagito molto male alla cosa: non sa in che condizioni sia quel povero ragazzo, ma immagina non siano per nulla buone dopo essere passato tra le mani del secondo Re di Sabrie. La principessa sente l’aria venire sempre meno, si sente perduta.

“ P… padre… “. Sussurra, riflettendo: di questo passo suo padre finirà per ucciderla. Un momento: e se…? I suoi pensieri vengono interrotti tutto un tratto.

Improvvisamente Eva Baskerville riprende conoscenza: porta le mani alla gola mentre inizia a tossire non potendo fare a meno di chiedersi che cosa sia successo. Chi l’ha salvata, si chiede? “ Stai bene? “. Domanda una voce che lei ben conosce. Prende la mano del suo salvatore, che l’aiuta ad alzarsi da terra.

“ G… Glen! Fratello… “. Mormora solamente la Principessa, proseguendo di lì a poco. “ Cos’è successo? Nostro padre… “. Si guarda intorno la ragazza. Glen rimane in silenzio qualche istante per poi accarezzare il viso della sorella con dolcezza.

“ Non parlare… “. Sussurra solamente il Principe, baciandole la fronte come a rassicurarla ulteriormente.

“ Ma… “. Insiste lei, perplessa e senza capire. “ Glen, cosa… “. Sussurra poi, ma lui le mette un dito sulle labbra.

“ Non parlare, sorella: ti prometto che da oggi in poi quel bastardo non potrà più farci del male. Mai più “. Sussurra quasi impercettibilmente il moro, Eva sgrana gli occhi sconvolta: alle sue narici giunge un fortissimo odore di sangue puro e solo ora si rende conto che la falce del fratello ne è impregnata.

“ Glen… Glen, che cos’hai fatto?! “. Chiede la Principessa. L’erede di Zwei e Diva rimane in silenzio per qualche interminabile momento, in cui la principessa immagina i peggiori scenari. “ Glen, per l’amor del cielo! “. Grida poi la ragazza, mentre finalmente lui posa il suo sguardo su quello di lei.

“ Per ora nulla: quel bastardo è ancora vivo, anche se ferito gravemente. Ma non durerà a lungo “. Eva lo guarda stravolta, mentre finalmente lui prosegue la frase. “ Ti giuro che non ti farà mai più del male “. Conclude, per poi finalmente posare le labbra su quelle di lei: la decisione è presa. Se si tratta di salvare la sua amata Eva, non esiterà a porre fine alla tirannia di suo padre con le sue stesse mani.

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Capitolo 18
*** Abito color tiffany ***


Titolo: Abito color tiffany
Personaggi: Tea Williams Kuran
Storia: Sono nel tuo sogno

 

E’ una notte particolare nel regno di Lauwent. Tea, neo regina del regno e giovane Eletta non riesce proprio a prendere sonno malgrado i vari tentativi. E’ circa l’una di notte ma, non riuscendo a dormire e per evitare di svegliare il marito la ragazza ha deciso di scendere in salone. Non può fare a meno di riflettere: non avrebbe mai voluto che suo marito partisse da solo alla ricerca del palazzo dei nemici, tuttavia Andrew si è intestardito e non ha voluto sentir ragioni. Non avrebbe mai messo in pericolo la vita di Tea e del loro bambino non ancora nato, lei sarebbe rimasta a palazzo anche al costo di legarla. Già, il bambino: chissà se… il filo dei pensieri della bruna viene interrotto bruscamente: una sensazione. Una strana sensazione la pervade improvvisamente, una sensazione della quale non sa definire l’esatta natura. È come se fosse entrata in contatto con qualcosa di oscuro, ma lei sa bene che nella stanza è totalmente sola. Certo, nella stanza. E se…? Si alza di scatto, quasi senza rendersene conto. “ Non è possibile! “. fa semplicemente la giovane Eletta, temendo il peggio: e se una creatura oscura si fosse introdotta a palazzo? No. No è inverosimile, pensa la bruna portandosi una mano accanto al cuore, per poi sedersi ancora un istante. Se qualche nemico si fosse introdotto a palazzo quasi sicuramente lei sarebbe stata aggredita o, per lo meno, avrebbe attaccato facendo un gran frastuono. Decisamente più tranquillizzata la moglie di Andrew decide di rientrare nelle proprie stanze: il suo corpo inizia a risentire della stanchezza accumulata durante la giornata e, anche se non dormirà nell’immediato, per lo meno riposerà distesa a letto. Arrivata nelle sue stanze tuttavia, qualcosa attira la sua attenzione: una cosa posata sul letto. Incuriosita la regina la prende tra le mani per poi guardarsi intorno: non c’è proprio nessuno in camera, ma è altrettanto certa che qualcuno deve aver lasciato il pacchetto, dato che prima non era presente. La bruna lo osserva qualche istante per poi sedersi sul letto. Una volta aperto non può fare a meno di stupirsi. “ Un abito? “. Chiede più a sé stessa, osservando il bellissimo abito color tiffany tra le sue mani. “ Ma è bellissimo… “. Sussurra, prima che un biglietto attiri la sua attenzione. Lo prende tra le mani senza sospettare minimamente che il mittente del regalo la sta ancora osservando, sogghignando compiaciuto e, grazie al favore delle tenebre, celandosi agli occhi della donna.

Qualche mese dopo il regno di Lauwent è in fermento: non solo la guerra contro le Tenebre è volta al termine, ma il Re e la Regina hanno avuto da poco il loro primo erede. La sovrana è raggiante e tiene tra le braccia il suo piccolo, coccolandolo con amore. Suo marito la osserva per qualche istante, per poi prendere parola. “ Sai tesoro, quell’abito ti sta d’incanto: ti rende ancora più bella “. Ammette il rosso, mentre lei sorride e lui continua ad osservare l’elegante vestito.

“ Grazie, ma è ovvio che per il battesimo di nostro figlio abbia scelto il meglio “. Sorride, orgogliosa di sfoggiare quello splendido abito color tiffany: sono passati mesi, ma lei ancora non ha scoperto chi gliel’abbia regalato. c’era solo scritto su un biglietto c he avrebbe dovuto indossarlo al battesimo dell’erede, che doveva considerare questo un modo del misterioso mittente di essere presente all’evento. Questo ha fatto nascere un sospetto in lei: conosce solo una persona capace di fare tutto questo. Una persona che, purtroppo, non è più nel mondo dei vivi ma che, in un modo o nell’altro rimarrà sempre indissolubilmente legato a lei ed al bambino. “ Bloody Moon… “. Sussurra quasi impercettibilmente l’Eletta. “… Ace… “. Conclude poi, osservando per un istante il suo bimbo. “ Il tiffany era il tuo colore preferito “. Conclude poi: crede di aver capito chi sia il mittente di quel regalo, così come crede di aver capito come mai le scrisse di indossarlo proprio al battesimo del piccolo Ace Jr.

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Capitolo 19
*** Sangue ovunque ***


Titolo: Sangue ovunque
Personaggi: Ivy e Garry Perry
Storia: La diciottesima Luna


 

“ Ivy! Ivy! “. La bimba, la ragazzina dalla chioma corvina non pare nemmeno sentire. “ Ivy! “. non lo sente, di nuovo continua a strisciare su quel pavimento bagnato di sangue, che ebn presto impregna anche l’abito della fanciulla. “ Ivy, no! “. Nemmeno stavolta la voce del fratello pare raggiungerla: Ivy Perry continua a strisciare sul pavimento troppo shoccata anche solo per alzarsi. La voce di suo fratello le pare ora solo un eco lontano e null’altro: vede solo sangue, sangue ovunque. Sangue a terra, sul suo abito, su di sé.

“ Sangue… c’è sangue ovunque “. Mormora la corvina arrivando a stringere la mano del padre, anch’egli come la madre riverso a terra. “ Padre! Padre, c’è sangue ovunque! Voi e la mamma mi potete aiutare a toglierlo? “. Chiede ma, come logicamente era prevedibile, quel corpo esanime non può risponderle. “ Padre… “. Sussurra la più giovane dei fratelli Perry, per poi sgranare gli occhi: è come se solo ora avesse ricordato tutto. Suo padre e sua madre sono morti, sono stati assassinati da Vanitas Hikari, meglio noto come il Re bambino a causa dei suoi comportamenti e sovrano di Veritas: ha deliberatamente ignorato il trattato di pace ed ha aggredito i Perry, uccidendo senza la minima pietà Haruka e Juliette ma lasciando in vita e sotto shock i figli della coppia. Garry lo sa: un giorno spetterà a lui vendicare la morte dei suoi amati genitori, ma al momento la sua priorità è occuparsi di sua sorella, è imperativo che lui le stia accanto e la aiuti a superare il trauma per quanto questo sia possibile. No, pensa il giovane dalla chioma argentea: no. Ivy non potrà mai dimenticare l’assassinio dei suoi genitori avvenuto sotto ai loro occhi e per mano di un vampiro cinico e senza scrupoli. Non potrà mai scordare quel sangue, presente ovunque in quella stanza come a voler fungere da indelebile promemoria. Non potrà mai scordare la paura provata in quei drammatici momenti in cui anche lei e lui stesso temerono di morire.

“ Sorella, ti prego: basta… “. Fa ad un certo punto il maggiore che, inchinandosi a terra finisce anch’egli per imbrattarsi gli indumenti di sangue. Ma in quel momento non gli importa, nulla ha importanza se non la sorella, che prende tra le braccia per poi stringerla forte a sé. “ Ti prego sorella, cerca di reagire: ho già perso mamma e papà, non voglio perdere anche te! Ti prego! “. Il tono disperato del maggiore fa da prima sussultare la ragazza, che in seguito non può fare a meno di posare lo sguardo vitreo in quello ancora sconvolto di lui.

“ Fratello, c’è sangue ovunque: non pensi che dovremmo pulire? “. Detto ciò la corvina, seppur a fatica si rimette in piedi. Da prima barcolla un po' e, come se le sue gambe si rifiutassero di sorreggerla deve appoggiarsi ad un mobile lì vicino per evitare di finire a terra. “ Su, dammi una mano, Garry: non restare lì impalato “. Fa la ragazza, facendo poi per prendere uno straccio dal tavolo ma suo fratello è più rapido.

“ Basta!! “. Suona come un ordine il suo, mentre si avvicina a grandi falcate. “ Basta Ivy, per favore! “. Mette una mano sulla sua, per farla smettere e farle posare lo straccio. “ Sfogati, urla! Fa ciò che vuoi, ma esci da questo torpore! Ti prometto che, insieme, vendicheremo mamma e papà! Ma ora ho bisogno di te! Sei tutto ciò che mi è rimasto a questo mondo, ti prego: non mi lasciare anche tu! “. Si esaspera e, le sue parole cariche di disperazione sembrano finalmente smuovere qualcosa nell’animo di Ivy.

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Capitolo 20
*** Chiesa sconsacrata ***


Titolo: Chiesa sconsacrata
Personaggi: Raphael e Valentina
Storia: Bloody Sunset
 

Valentina rimane in ginocchio, sconcertata: ha capito di trovarsi in una chiesa, ma la vera domanda è: chi l’ha portata sin lì? Per un solo istante la bruna ricorda quando, quasi un anno prima di iniziare la battaglia Krad la immobilizzò ad un crocefisso di una chiesa sconsacrata e tentò di farle espiare degli ipotetici peccati che, secondo lui, aveva commesso. Ora invece è consapevole che non può certamente essere stato Krad a portarla sin lì: sa infatti che il capo delle Incarnazioni Angeliche è morto, proprio per proteggere lei stessa. Allora…? Il filo dei suoi pensieri viene bruscamente interrotto: una piuma bianca cade nelle sue mani seguita da alcuni passi, un’andatura solenne e sicura. “ Vedo che ti sei svegliata, Valentina “. Una voce: l’ha già sentita e ne è certa, tuttavia non ricorda né dove e men che meno quando.

“ Chi sei tu per preoccupartene? “. Chiede la bruna, mentre il misterioso nuovo arrivato le porge la mano per aiutarla ad alzarsi. La giovane appoggia la propria su quella di lui, seppur ancora piuttosto confusa e smarrita date le circostanze.

“ Sono Raphael, Arcangelo dell’Aria e figlio di Dio “. Valentina sussulta: crede finalmente di ricordare. Ricorda di aver incontrato Raphael diverso tempo prima e ricorda anche le conseguenze di tale incontro.

“ F… fratello, tu… “. Sussurra semplicemente la ragazza: il suo volto sbianca di colpo, Giustizia pare essere più terrorizzata di quando incontrò Krad e, lo ricorda bene, in quella circostanza il terrore provato e la paura per la propria vita furono davvero a livelli altissimi.

“ Vedo che ti ricordi di me “. fa il giovane dalla chioma bionda e dallo sguardo di ghiaccio, puntandolo proprio alla fanciulla ancora terrorizzata dalla sua sola presenza. “ Allora, ti ricorderai anche cosa ti dissi quella volta “. Valentina scuote il capo: non ha dunque dimenticato. Suo fratello non ha scordato il proprio proposito di volerla portare con sé in Paradiso, ritenendo di essere il solo degno di lei ed in grado di proteggerla.

“ Ti prego! Non possiamo rimanere qui a discutere mentre là fuori la battaglia infuria! Sebastian e gli altri sono impegnati nello scontro con i sette Principi, ti prego… “. Lui le si avvicina, interrompendo bruscamente il suo discorso: non con le parole ma con i fatti, un gesto: in apparenza il più semplice del mondo. Sfiora il viso della donna con una mano, scostandole poi i capelli dietro l’orecchio. “ Raphael, siamo in una Chiesa: la casa di nostro Padre, cerca di ricordarlo “. Mormora la giovane incarnazione Angelica di Giustizia, indietreggiando fino a trovarsi spalle al muro.

“ Oh, credimi: non insudicerei mai la casa di mio Padre con certi atti “. Sussurra a sua volta lui, proprio all’orecchio della bruna. “ Questa è una Chiesa sconsacrata da anni ed anni “. La ragazza sgrana gli occhi sconcertata: le sembra di rivivere nuovamente una cosa già vissuta, la stessa cosa che accadde con Krad anche se, certo, stavolta non si trova legata ad un crocefisso. Ma le sensazioni, quelle sono quasi le stesse.

“ Non possiamo restare qui a discutere, lo sai anche tu: Sebastian e gli altri stanno affrontando soli le armate di Lucifero, hanno bisogno di noi! “. L’Arcangelo dell’aria la osserva qualche istante con quello sguardo bellissimo ma di ghiaccio, per poi afferrarle il mento tra due dita e costringerla a guardarlo.

“ Se ti dicessi nuovamente che ti amo, che ci penserò io a proteggerti e che tu non dovrai più combattere, cosa risponderesti? “. Chiede il biondo, mentre la ragazza esita un momento prima di rispondere.

“ Ti prego… “. Mormora, incapace di proferire altro verbo.

“ Se Forza non dovesse uscire vincitore da questo scontro, tu diventeresti mia? “. Fa improvvisamente lui, attirandola a sé e stringendola in un abbraccio così forte che, per un istante la fanciulla teme la voglia soffocare. “ Dimmelo: se Sebastian dovesse morire, se non dovesse più tornare da te, allora accetteresti finalmente di diventare mia? “. La ragazza rimane ammutolita: di certo non si aspettava una richiesta simile. Improvvisamente tuttavia, il vecchio crocefisso cade in un sonoro tonfo: a quanto pare il padre è venuto a conoscenza di quest’amore, che di puro ha ben poco.

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Capitolo 21
*** Cattura ***


Titolo: Cattura
Personaggi: Zeref, Len e Kairi Ushiromiya
Storia: La Principessa baciata dalle Tenebre

 

Len e Kairi Ushiromiya vengono malamente spinti a terra dopo che, senza che potessero fare nulla per opporsi due loschi figuri li hanno catturati: normalmente pensa il giovane dalla chioma bionda, si sarebbe difeso con l’utilizzo della magia. Tuttavia stavolta le cose sono totalmente differenti: quei due uomini hanno utilizzato un potente incantesimo, immobilizzando sia lui che Kairi ed impedendo loro di reagire e fuggire. “ Che… che succede? “. Chiede la rossa al fratello. Già, suo fratello gemello: se ci pensa le pare ancora così assurdo! Non solo sua madre le ha tenuto nascosta la verità sulle sue origini e su suo padre, non le ha nemmeno detto dell’esistenza di suo fratello e questo pensa, per lei è inaccettabile! Stesso fratello che, da anni la tormentava nel mondo onirico, cercando di sottrarle il potere. A quei pensieri il risentimento non può che aumentare: la ragazza stringe forte i pugni e pensa che, anche se ne avesse la volontà non potrebbe mai perdonare la madre per tutte le sue menzogne. Dei passi precedono un applauso e pongono fine al flusso dei pensieri della ragazza, dei passi che fanno sussultare i gemelli Ushiromiya. Kairi afferra istintivamente la mano di Len mentre, finalmente, di lì a poco qualcuno si decide a prendere parola.

“ Quale ardore, quale rabbia. Davvero una degna Ushiromiya, non c’è che dire “. Kairi stringe forte la mano del fratello e, seppur intimorita in seguito si fa coraggio. Come se al solo contatto con Len le sue paure fossero svanite ed avessero solamente lasciato spazio ad un coraggio che non credeva nemmeno di possedere. La rossa prende parola con risolutezza.

“ Tu sembri conoscermi molto bene, ma io non ho mai avuto il piacere “. Fa la strega, decisa. Il giovane dalla chioma corvina e dallo sguardo praticamente identico a quello di suo padre, di conseguenza al suo ed a quello di Len, sfoggia un ghigno sadico mentre si avvicina ai due gemelli.

“ Non è esatto: tu sai chi sono. Len ti ha già messa in guardia su di me “. Kairi non può fare a meno di sussultare, rimembrando il dialogo avuto con il biondo poco prima della loro cattura. Entrambi indietreggiano come a voler mettere distanza tra loro e quell’individuo, preoccupati: sentono come se il sangue stesse bollendo, una sensazione orribile e forse mai provata prima d’ora.

“ Sei… sei tu! “. La ragazza sente quasi la gola in fiamme, di certo completamente asciutta e come se la sua saliva fosse stata improvvisamente prosciugata.

“ Oh, mia cara nipote: vedo che mi hai riconosciuto “. Alla ragazza passa un brivido di puro terrore lungo la schiena, mentre lui termina la frase mantenendo quel cinismo nel proprio ghigno. “ Sono stato il maestro di tuo padre e di tua madre, colui che chiamano lo stregone nero “. Sussurra, mentre la ragazza prova vanamente a muoversi ma ottenendo invece solamente di indebolirsi. Quando quell’uomo abbia scagliato un incantesimo su di lei pensa, non le è dato saperlo. Tutto ciò che sa è che sta facendo effetto e che le impedisce qualsiasi movimento.

“ Z… Zeref! “. Fa semplicemente la figlia minore di Ada e Battler. Lui non le risponde ma la costringe ad indietreggiare fino a farla trovare spalle al muro, come fosse lui ora a controllare il suo corpo ed i suoi movimenti. Arriva ad un millimetro da lei e, senza ancora proferire parola prende tra due dita una ciocca dei capelli rossi della ragazza.

“ I capelli di lui… “. Sibila quasi innervosito. “ I capelli di tuo padre “. Prosegue, mentre lei si sente letteralmente in trappola. “ Ma il profumo… “. Continua di lì a poco colui che, di fatto, è lo zio suo e di Len. “ Il profumo è quello di lei: quello di tua madre “. Commenta, avvicinandola a sé ed odorando la sua chioma rossa. A quella vista Len fa per reagire.

“ Lasciala stare! “. Fa innervosito ma, com’era prevedibile l’incantesimo di Zeref colpisce anche lui e lo costringe in ginocchio. “ Lascia stare mia sorella! “. Grida furioso il Principe degli Stregoni. “ Non la toccare! “. Continua, attirando l’attenzione di suo zio. O forse pensa, era già puntata su di lui da un po', sin da quando ha tentato di proteggere Kairi o forse da ancor prima.

“ Oh, quasi mi dimenticavo di te “. Fa, lasciando la nipote ed avvicinandosi di scatto al ragazzo. “ Len: la copia di tua madre “. Ghigna sicuro di sé il corvino, afferrandogli poi il mento tra due dita mentre il biondo lo guarda con astio.

“ Lasciami! “. Grida, vanamente.

“ Due gemelli completamente opposti. Davvero sorprendente... “. Non termina la frase il più potente tra gli stregoni: dietro ai due giovani compaiono dal nulla i due precedenti uomini, che afferrano malamente entrambi. “ Portateli nelle segrete: ho ancora molte cose da fare con loro, prima della rimpatriata familiare con mio fratello e mia cognata “. ordina il corvino mentre i due stregoni suoi seguaci eseguono l’ordine, trascinando con sé Lene Kairi: la cattura ha avuto decisamente pieno successo.

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Capitolo 22
*** Non lasciarmi ***


Titolo: Non lasciarmi
Personaggi: Leo Glassred, Sebastian e Theresa
Storia: Bloody Sunset

Questa storia è il seguito di " Solitario ", presente enlla raccolta " Sincronicity "

 

Sebastian entra in ospedale, la disperazione dipinta sul suo viso e, tra le sue braccia, un giovane dalla chioma bionda. Dietro di lui Theresa: ha voluto accompagnare il compagno di battaglia fin lì, temendo che nel suo stato emotivo e fisico avrebbe potuto sentirsi male. “ Aiuto!! Che qualcuno mi aiuti!! “. Grida disperato l’incarnazione di Forza mentre un infermiere, attirato probabilmente dalle sue urla si avvicina a lui.

“ Cos’è successo?! “. Chiede notando subito le condizioni del minore. Sebastian osserva l’uomo qualche istante, poi finalmente prende parola.

“ Si è buttato dal tetto di una villa! La prego, deve salvarlo! “. Il dottore appena sopraggiunto sta per porre altre domande ma, per evitare problemi Theresa usa il proprio potere per forviare la mente dell’uomo: punta il proprio sguardo color verde in quello di lui, per poi prendere parola.

“ La prego: lei sa già come sono andate le cose, quindi basta con domande che ci farebbero solo perdere tempo prezioso: questo ragazzo sta morendo! “. L’uomo pare quasi cader istantaneamente vittima di un incantesimo ed ammutolisce.

“ Darò subito istruzioni al personale, il ragazzo va operato quanto prima “. Sentenzia, correndo a dare istruzioni ad altri medici ed infermieri affinché tutto venga predisposto immediatamente.

“ Grazie, Theresa… “. Sussurra solamente il corvino. La bionda fa per rispondere, ma un improvviso gemito di dolore da parte di Leo fa sussultare entrambi. “ Leo! “. Lo chiama Sebastian. “ Leo, sono qui… “. Mormora, mentre Theresa prende istintivamente la mano del ragazzo nelle proprie, per infondergli speranza e fargli sentire la presenza di entrambi. “ Ti prego, non lasciarmi. Resta con me: ora sei redento, sei un essere umano “. Sussurra piano il corvino, mentre sentendo quelle parole il ragazzo vorrebbe dire qualcosa, ma sussulta per il dolore dato dalla rottura di buona parte delle ossa.

“ M… mamma… papà… “. Sussurra solamente, sanguinando dalla bocca. Sebastian e Theresa si guardano decisamente stupiti: Leo li ha evidentemente scambiati per Allen e Lucrezia, a causa della forte botta al capo che probabilmente gli impedisce di aprire gli occhi o comunque di distinguere bene volti e voci.

“ Sebastian… “. Fa per parlare Speranza, ma le parole di lui la stupiscono e, allo stesso tempo infiammano il suo cuore.

“ Sono qui, figlio mio. Non devi mollare, non lasciarmi: tuo padre ha bisogno di te “. Sussurra dolcemente mentre, capendo cos’abbia in mente il compagno d’armi Theresa accarezza con dolcezza il viso del ragazzo.

“ Anche tua madre è qui con te: sono qui, figlio mio. Tuo padre ed io non ti lasceremo solo nemmeno per un momento “. Fa, mentre dopo aver sorriso lievemente Leo sviene nuovamente. In quel mentre i dottori arrivano in gran fretta, trasportando in seguito il giovane in sala operatoria con grande urgenza ed esortando Sebastian e Theresa ad attendere fuori. Ora il destino del figlio di Allen e Lucrezia è totalmente nelle mani dei medici. E di Dio stesso.

 

Di lì a poco un’infermiera si presenta dalle due giovani Incarnazioni Angeliche. “ Voi siete parenti del ragazzo? “. Chiede, osservandoli per qualche momento.

“ Ecco, noi… “. Fa Theresa, ma Sebastian la anticipa e sorprende nuovamente.

“ Si: siamo i suoi genitori, Allen Glassred e Lucrezia Octo. Come sta nostro figlio? “. Chiede, mentre Theresa lo guarda stupefatta. Tuttavia decide di reggere il gioco: se Sebastian ha deciso di agire così avrà sicuramente i suoi buoni motivi.

“ L’operazione è ancora in corso, ma vi aggiorneremo non appena sarà terminata “. Fa la ragazza. I due annuiscono e, una volta rimasti soli Theresa non può fare a meno di osservare sorpresa l’uomo accanto a sé.

“ Perchè lo hai fatto? Dire che noi… “. Si ferma, mentre Sebastian riflette un momento. In seguito prende parola, decidendo così di dare una risposta a Speranza.

“ Vuoi davvero che la prima cosa che Leo saprà, una volta sveglio, sia che entrambi i suoi genitori sono morti? “. Chiede. La bionda fa ovviamente cenno di no con il capo.

“ Naturalmente no. Ma prima o poi, si domanderà perché ci siamo qui noi e non Allen e Lucrezia. A quel punto, che cosa faremo? “. Chiede. Sebastian posa il mento sulle mani giunte, guardando dritto davanti a sé.

“ Per allora ci penseremo. Ora prega, Theresa: preghiamo nostro Padre affinché salvi Leo e gli dia una nuova vita, lontano dalla battaglia “. Fa, mentre a quelle parole Speranza annuisce e, insieme a Forza rivolge un’accorata preghiera al Creatore loro Padre.

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Capitolo 23
*** Possedere ***


Titolo: Possedere
Personaggi: Lucifero e Valentina
Storia: Bloody Sunset

Questa storia è il seguito del capitolo due della raccolta " Sincronicity "

 

La battaglia tra Valentina e Moritz, o meglio dire Lucifero sta proseguendo da tempo ormai e proprio alle porte dell’Etenamenki, all’Heaven Gate. La donna pare sfinita: ce la sta davvero mettendo tutta, tuttavia continuare ad usare sia la sua arma che quella di Krad le sta procurando non pochi problemi. Con lo scudo di Justice, di fatto sono due armi divine che sta utilizzando e, volente o nolente lei non era ancora pronta a tutto questo, il suo fisico non era pronto a reggere un tale e dirompente potere. Di questo ovviamente anche Lucifero si è accorto e, com’era prevedibile decide di approfittarne. Con una mossa a sorpresa riesce a far volare Valentina contro il cancello Celeste: solo le sue ali attutiscono quella che, altrimenti, sarebbe stata davvero una brutta caduta. Ma la Spada di Dio vola a qualche metro di distanza e, quando la bruna riesce ad aprire nuovamente gli occhi si ritrova una lama nera come le tenebre puntata alla gola, mentre l'avversario la tiene immobilizzata sotto di sé. “ Tu! Razza di… “. La donna non riesce a terminare la frase: il tocco di lui sulle sue braccia la fa a dir poco tremare, mentre percepisce che anche Justice è turbata e spaventata allo stesso tempo.

“ Sai Valentina, mi piaci davvero “. Sussurra semplicemente il corvino, mentre lei sgrana gli occhi sorpresa. “ E non solo per il fatto che in te risiede Justice, mio antico amore. Chi mi ha risvegliato davvero, chi mi ha destato da quel sonno millenario che nostro Padre mi ha imposto, sei stata tu “. La donna inizia comprensibilmente ad agitarsi mentre, stanco di quel continuo dimenarsi il signore infernale le immobilizza i polsi in una ferrea e dolorosa presa.

“ Lasciami! “. Grida la figlia di Dio, preoccupata: senza lancia né scudo è totalmente indifesa, in balia del nemico.

“ Chissà cosa direbbe il Creatore, se violassi nuovamente la sua bella figlia e proprio qui, all’entrata del suo prezioso Palazzo Celeste? “. Quelle parole sussurrate praticamente sul suo collo fanno raggelare letteralmente il sangue a Valentina, mentre ricorda che, di fatto, grazie al suo tramite Lucifero l’ha già posseduta!

“ N… no! “. Protesta la Virtù: essere violata dal suo nemico giurato sarebbe persino peggio di quanto accadde con Krad. Tuttavia la sua paura sembra compiacere il signore Infernale.

“ No? Eppure, in quelle notti di passione non ti lamentavi affatto, quando ti possedevo ancora e ancora. Quello mia cara, quello era il tuo vero Paradiso: avanti, cerca di ricordarlo “. Sogghigna compiaciuto il padre delle sette Incarnazioni Demoniache. Da parte sua Valentina cerca di scuotere il capo, ma le parole di lui la mandano ancor più in confusione. “ Io ti posseggo anche in questo momento. Il tuo cuore è mio “. La donna scuote il capo, rifiutando anche solo di ascoltare tale blasfemia.

“ No! No, io non sono più tua! Non rivendicare il possesso su chi non ti appartiene e non ti apparterrà mai più! “. A quelle parole ed infuriato per il suo atteggiamento, lui stringe maggiormente la presa sui suoi polsi.

“ Ricordatelo bene: tu sei la mia donna! Anche se tu credevi di avermi lasciato, quel lontano giorno quando ancora ero nel corpo di Moritz, in realtà i nostri destini erano già indissolubilmente legati! Colei che risiede nel tuo corpo, Justice, lei aveva già capito chi ero.pensaci: perché non ha fatto nulla per avvertirti? “. La figlia di Dio non può fare a meno di tremare un po': il suo mortale nemico le sta dicendo che, ancora oggi la possiede e non solo, che il loro legame non è mai stato spezzato? Le sue labbra tremano: vorrebbe dire qualcosa, ma è come se la sua voce fosse scomparsa. A quel punto è lui a riprendere parola, sentendosi vittorioso nel vedere la donna in silenzio e piagata al suo volere, impossibilitata a fuggire. “ Hai una sola possibilità di salvare il Regno Celeste e Dio stesso: una sola, Valentina. Ed è nelle tue mani “. Quella frase fa sgranare gli occhi alla bruna, mentre si rende conto solo ora che i loro visi sono vicini e le labbra quasi si sfiorano. “ Diventa la mia sposa “. Quattro parole: quattro sole parole che quasi fermano il cuore della figlia di Doris ed Ettore. “ Se tu diventerai la mia sposa, io farò cessare la Guerra Celeste: non combatterò più contro mio padre, Dio, né contro i suoi Angeli miei fratelli. Ma solo se tu sarai nuovamente mia, come signora infernale “. Valentina sente quasi il cuore fermarsi a quelle parole: davvero l’esito della Guerra Celeste dipende dalla sua decisione? La risposta le arriva quasi scontata, così come le arriva chiara la voce di colei che risiede dentro di lei: per la prima volta Justice e Valentina non sono concordi, ma solo una delle due potrà in fine prevalere.

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