La risposta è sempre Fred

di Rora Yoru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mrs Purr ***
Capitolo 2: *** Biblioteca ***
Capitolo 3: *** Freddo ***
Capitolo 4: *** Infermeria ***
Capitolo 5: *** E.S. ***
Capitolo 6: *** Tiri Vispi Weasley ***
Capitolo 7: *** Quercia ***
Capitolo 8: *** Battaglia ***
Capitolo 9: *** 2 giugno ***
Capitolo 10: *** Casa ***



Capitolo 1
*** Mrs Purr ***


Capitolo 1

È il tuo primo anno ad Hogwarts.
La scuola ti piace tantissimo e adori anche imparare tutte quelle cose nuove su quel mondo prima del tutto sconosciuto. Ma non ti trovi bene con i tuoi compagni: loro ti trovano insopportabile, una maestrina perfettina che non fa altro che correggerli. E dire che tu volevi solo aiutarli e fargli vedere come si fanno bene le cose!
Ti ripeti che non ti importa cosa pensa quel Ron Weasley di te, ma nel profondo sai che tutto ciò che ti manca sono dei veri amici. Mentre fai questi pensieri, stai camminando in uno dei corridoi della scuola e noti in un angolo due ragazzi identici, dagli stessi sbarazzini capelli rossi e i volti pieni di lentiggini. Ti ricordano Ron, ma loro due sono molto più carini. Avvicinandoti, ti accorgi che quei due stanno tentando di colorare con la magia il pelo di Mrs Purr, il gatto di Gazza, guardiano della scuola.
«Che state facendo?»  chiedi allora con un tono per metà severo e per metà curioso.
«Accidenti! Questa robaccia mi è finita su una mano!» impreca uno dei ragazzi, che si era distratto guardandoti, nel momento stesso in cui la mano prende a diventargli di un colore verdastro. Poi corre verso un bagno.
L’altro rosso continua a fissarti ed improvvisamente lascia spazio sul suo volto ad un sorriso, esclamando: «Tu sei la Granger!»
Tu annuisci sorpresa, aspettandoti però una presa in giro.
«Ti faccio i miei complimenti» continua ancora lo sconosciuto, lasciandoti ancora più stupita «Sei la seconda ragazza che ha umiliato Ronnie davanti ad un gruppo di più di dieci persone! La prima è stata mia sorella, ma credo che tu ci sia andata molto vicina!»
Arrossisci di colpo ed annuisci, infine lui decide di fare una degna presentazione: «Noi siamo Fred e George Weasley, ci vediamo in giro!»
Lo vedi sorridere e voltarsi verso la direzione presa dal fratello, ma ti sorge un’improvvisa curiosità, così chiedi: «E tu sei?»
«Fred» risponde lui, senza voltarsi nemmeno a guardarti.
Tu sorridi e gli gridi dietro: «Io mi chiamo Hermione!»
E lo vedi farti un ultimo cenno con la mano, prima di scomparire dietro un angolo.
Improvvisamente ti viene in mente che sei in ritardo per una lezione e non ti importa neanche più di Mrs Purr, perché adesso sai di avere un amico.



NdA: Spero che questo capitoletto vi sia piaciuto! Saranno tutti molto brevi, a parte gli ultimi che si allungheranno un po', ma sempre rimanendo piccini. La narrazione sarà alternata tra i punti di vista dei due protagonisti, quindi nel prossimo vedremo le vicende accadere attraverso gli occhi di Fred.

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Capitolo 2
*** Biblioteca ***


Capitolo 2

È il tuo quarto anno ad Hogwarts.
Tua sorella si comporta in modo strano, ma pensi sia solo perché è il suo primo anno. Inoltre, per ora un’altra ragazza occupa i tuoi pensieri: Hermione Granger.
Non sai di preciso come sia potuto accadere che Miss So-Tutto-Io-Granger abbia fatto così breccia nel tuo cuore, ma eccoti qua, a sbirciarla mentre legge, da dietro uno scaffale della libreria. Forse è proprio sapere che non potrai mai averla, che non ti rivolgerà mai più attenzioni di quelle che si rivolgono ad uno dei fratelli del proprio migliore amico. Puoi avere tutte le ragazze che vuoi, Fred Weasley, ma l’unica che desideri veramente è anche l’unica che non sarà mai tua. George lo sa che hai un debole per lei. Non glielo hai mai detto, ma lui può vederlo benissimo. Così quando lui va a lavorarsi Angelina Johnson, tu puoi sgattaiolare in biblioteca ad osservare Hermione.
Oggi, dopo aver preso un bel respiro, decidi di avvicinarti e sederti di fronte a lei, facendole così alzare il viso dal libro che stava leggendo. Ha degli occhi stupendi, non li avevi mai ammirati da così vicino.
«Come va lo studio?» le chiedi allora, sorridendole per farle capire che non vuoi prenderla in giro.
Ti sembra titubante, infine la vedi socchiudere gli occhi e rispondere: «Veramente sto facendo delle ricerche per capire cosa sta succedendo a scuola. Non è Harry che pietrifica gli studenti.»
Tu ridacchi appena e annuisci, è proprio da lei fare l’eroina della situazione solamente studiando.
Improvvisamente però un pensiero ti appare in mente e dici la prima cosa che riesci a formulare: «Tu sei una nata babbana.»
Lei ti osserva dapprima perplessa, poi accigliata.
 «E con questo?»
Ti accorgi di esserti esposto troppo, che converrebbe uscirsene con una delle tue solite battute, ma - per Merlino! - sei pur sempre Fred Weasley!
Esiti qualche secondo ancora, ti prendi il tempo necessario ad assumere un’aria seria e a far sì che lei penda dalle tue labbra, infine pronunci solo un avvertimento: «Fai attenzione.»
Vedi la sua espressione mutare in un misto di stupore e forse gratitudine, così ti alzi e fai per andartene, ma sei costretto a voltarti un’ultima volta, quando ti arriva la fatidica domanda: «Tu sei?»
Scuoti appena la testa con un sorriso sconsolato e rispondi: «Fred.»

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Capitolo 3
*** Freddo ***


Capitolo 3

È il tuo terzo anno ad Hogwarts.
Sei seduta nella sala comune di Grifondoro con Harry e Ron che giocano agli scacchi magici. Sei piuttosto tranquilla, sai che almeno qui nessun pazzo omicida tenterà di uccidervi, né tanto meno un Dissennatore proverà a darvi un tenero bacetto sulle labbra. D’improvviso scuoti la testa, perché ti sei accorta di aver pronunciato l’ultima frase nella tua testa con lo stesso tono con cui i gemelli l’avevano pronunciata quella mattina in Sala Grande.
È così che ti accorgi che non li vedi da allora e che probabilmente sono rimasti fuori ben oltre il coprifuoco. Mentre inizi già ad agitarti, uno dei due entra dal ritratto nella parete con il suo amico Lee Jordan, parlando di qualcosa riguardo al Quidditch.
«Dov’è tuo fratello?» chiede Ron, dando voce a quelli che sono anche i tuoi pensieri, ma in un tono così simile alla signora Weasley da far rabbrividire tutti i presenti.
Perfino il gemello appena entrato deglutisce e risponde sarcastico: «A fare una passeggiata, mammina.»
Passano cinque minuti da quella risposta, ma tu non riesci più a leggere una sola parola del tuo libro, così ti alzi e dici a Ron ed Harry di aver dimenticato una cosa in biblioteca, correndo subito via. È assurdo preoccuparsi tanto per quel gemello x, ma ormai sei così abituata ad averli intorno che l’idea di non sentire più i loro scherzi ti fa rabbrividire.
Mentre percorri i corridoi della scuola ti rendi conto che è Fred che stai cercando, e non perché hai riconosciuto George in sala comune, ma più che altro perché speri sia Fred ad accorgersi di te, a sapere che tu ci tieni a lui, ad avvicinarsi a te solo un po’ di più.
Ti fermi quando arrivi fuori e ti chiedi da quando Fred Weasley ti faccia quell’effetto, da quando tu voglia essere sua amica a tutti i costi.
Il freddo è pungente, così ti stringi di più nel tuo maglione e ti scuoti appena. Sussulti quando qualcosa di caldo ti viene adagiato sulle spalle: è un cappotto decisamente troppo grande per te e subito ti salta all’occhio una piccola F rossa, ricamata all’interno.
Ora sai chi è il ragazzo che ti sorride allegro e soddisfatto, ma, mentre tornate al castello, glielo chiedi lo stesso, come una sorta di rituale: «Tu sei?»
Lo vedi mordersi il labbro inferiore e scuotere la testa.
 «Fred.»

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Capitolo 4
*** Infermeria ***


Capitolo 4

È il tuo sesto anno ad Hogwarts.
Sei seduto sul tuo letto di infermeria a leggere un libro di pozioni, tentando di capire dove avete sbagliato. George si è lagnato un po’, ma ora dorme tranquillo come un angioletto. 
La porta dell’infermeria si apre, lasciando entrare Hermione Granger in tutta la sua aria più soddisfatta.
«Non dire “te l’avevo detto”!» la avverti, mentre si siede tranquilla sul bordo del tuo letto e replica: «Ma io te l’avevo detto!»
Tu sbuffi, ma trovi il modo di riprenderti: «Comunque devi ammettere che la barba bianca mi rende attraente ed affascinante.»
Lei assume un’espressione di sfida che non le avevi mai visto e ti risponde: «Irresistibile»
«E allora baciami.»
Rimanete per un attimo a fissarvi. Lei è rossa come un pomodoro, tu fai presto a nasconderti dietro il tuo solito ghigno. Quelle parole sono come uscite dalla tua bocca da sole, come se il collegamento cervello-corde vocali si fosse irrimediabilmente rotto.
Dopo un po’ la vedi distogliere lo sguardo ed esclamare con voce fin troppo acuta: «Ma se non so neanche chi sei?»
«Fred» rispondi senza esitare, ma sentendoti anche un po’ deluso. Forse speravi che adesso riuscisse a distinguerti, o che magari ti desse comunque un bacio.
La vedi sorridere e guardarti nuovamente negli occhi, il rossore che pian piano svanisce dalle sue gote. Infine si china leggermente verso di te e ti posa un piccolo bacio sulla fronte.
Quando si allontana ha un sorriso soddisfatto e tu, Fred Weasley, sempre con la risposta pronta, tuo malgrado, sei arrostito.
Lei si alza ancora contenta e raggiunge la porta.
«Hermione!» la chiami, ma, non appena si gira, sorridendoti, senti che non sarebbe giusto per lei o per Ron, così metti nuovamente da parte la tua dignità e sussurri: «Non dire a nessuno di oggi, soprattutto non dirlo a George…»
Invitarla al ballo del ceppo sarebbe un’idea meravigliosa, ma non la migliore che ti sia mai venuta in mente. Non vuoi perderla, eppure senti di doverla lasciar andare.

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Capitolo 5
*** E.S. ***


Capitolo 5

È il tuo quinto anno ad Hogwarts.
L’incontro con l’E.S. è appena finito e tutti sono scesi per una meritata cenetta, ma non tu, che preferisci rimandare a dopo tutti i contatti con quel rospo della Umbridge. È uno dei periodi più oscuri che Hogwarts abbia mai visto e purtroppo è tutto rosa-shocking. 
«Non vai a cena?» ti chiede qualcuno dal fondo della sala. Qualcuno che ormai sai perfettamente riconoscere.
Dopo l’estate a Grimmauld Place hai notato che non era importante quante volte chiedessi chi avevi di fronte, o chi ti stava parlando, l’importante era che la risposta fosse sempre Fred. E in quel nome hai trovato anche tante altre risposte a molte altre domande. Ti volti sorridendogli, come a volergli dire di andare insieme a mangiare, ma muovi solo qualche passo verso di lui.
Lui abbassa lo sguardo a terra e sussurra: «Sono…», ma non lo lasci finire, non stavolta.
«Fred» completi, annuendo «Lo so.»
Lo vedi sorridere e avvicinarsi a sua volta, poi ti chiede: «In fondo lo hai sempre saputo, no?»
Distogli lo sguardo imbarazzata, ma volgi qualche altro passo.
 «Non all’inizio, ma il gioco è diventato subito chiaro: tu mi parlavi, io chiedevo e tu ti presentavi ogni volta, senza mai stancarti. E non c’è stata una volta in cui mi hai detto di essere George.»
Ormai vi separano solo pochi metri, senti solo il vostro fiato nella stanza, sai che potresti eliminare quella distanza, ma anche l’attesa ti fa apprezzare ogni particolare di lui che magari non avevi mai notato.
«Ma non avrei potuto» replica lui, lasciandoti dubbiosa «Pensa se io ti avessi sempre risposto di essere George…non avrei avuto speranze con una come te»
«Una come me?» chiedi con curiosità, mentre con il polpastrello dell’indice sinistro gli sfiori un braccio.
Lui ti cinge i fianchi delicatamente, in seguito riprende a sussurrare, c’è ancora un piccolo spazio tra voi.
 «Sai, ad Angelina non importava di uscire con me, o con George, ai suoi occhi eravamo identici. Tu invece sai che io sono io. E se fosse stato George a parlarti dal primo giorno, tu adesso sapresti solo che io sono Fred e probabilmente saresti giù a mangiare con lui.»
I vostri corpi quasi combaciano adesso, mentre tu ti sollevi in punta di piedi e continui quel discorso che avrà una sola fine: «Anche se fosse stato George a parlarmi per primo, io avrei sempre cercato te, Fred. Perché tu sei più dolce con me, sei più sincero con me e sei anche più carino, sai?»
Lo vedi ridacchiare sotto i baffi, prima di chiedergli: «Ma in questo momento, Fred Weasley, io sono io, o io sono come Angelina?»
Fred ti dà un primo bacio appena approfondito e puoi sentire il tuo cuore esplodere, il tuo respiro esitare a riprendere e il tuo stomaco fare un salto, ma non puoi ancora ricambiare. Non prima che lui ti abbia dato una risposta.
«Ammetto che Angelina è stata la mia prima cotta e lo è rimasta anche per un po’ di tempo. Ma io con lei mi divertivo soltanto, mi scambiavo spesso con George quando non avevo voglia di vederla, o di parlarle. Io con te non voglio divertirmi e basta, io voglio farti sentire importante, voglio renderti felice, voglio poterti guardare tutte le volte che mi va quando leggi i tuoi libri in biblioteca, o di fronte il camino se ti addormenti in sala comune, o ancora quando ridi a colazione a causa di Ron, o leggi preoccupata il giornale…e allora vorrei solo poterti dire che andrà tutto bene, perché qui ci sono io e ti proteggerò sempre. Io mi sono innamorato follemente di te, Hermione Granger.»
Lo hai ascoltato attentamente per tutto il tempo ed i tuoi occhi ora sono lucidi per le lacrime e finalmente lo baci. Non vorresti staccarti mai, ma ad un certo punto è lui ad allontanarsi.
«Per Merlino!» esclama «Ho fatto uno dei discorsi più seri ed intensi della mia vita e sono ancora a stomaco vuoto!»
Tu scoppi a ridere, dandogli un buffetto su un braccio, lamentandoti scherzosamente: «E quello a cui hai appena messo fine era uno dei baci più belli della mia vita!»
Lo vedi sorridere soddisfatto, poi ti prende per mano e sussurra: «Ho un’idea. Andiamo in cucina solo noi due e ci facciamo dare qualcosa dagli elfi domestici, ma, ti prego, non lagnarti troppo per loro!»
«Ehi!» lo riprendi, ma non riesci ad essere arrabbiata con lui, quindi mormori appena: «Anch’io sono follemente innamorata di te, Weasley…»
«Cosa?» chiede lui ridendo «Non ho sentito bene»
«Sono follemente innamorata di te!» urli allora, prima di uscire dalla stanza. Dovreste stare attenti a non farvi beccare, ma lui ti dà un altro bacio e ti dimentichi di tutti i problemi. Perché da oggi hai Fred e lui non ti abbandonerà mai.

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Capitolo 6
*** Tiri Vispi Weasley ***


Capitolo 6

Ormai non vai più a scuola.
Sei andato via con George durante il tuo settimo anno e ricordi ancora il volto di Hermione in lacrime quando le hai detto che saresti partito. Ricordi le sue urla, lei che ti diceva di stare solo scappando. Ricordi la lettera che ti ha mandato qualche giorno dopo, scusandosi e ammettendo che era stato un gran colpo da parte vostra contro la Umbridge, ma che lei non poteva sopportare di starti lontana quando tu stesso le avevi promesso che le saresti rimasto sempre vicino.
Oggi sta per venirti a trovare al negozio la tua famiglia e sai che ovviamente ci saranno anche Harry ed Hermione. Quando, infatti, entra una folla di teste rosse in negozio, non puoi fare a meno di notare anche una chioma indomabile di capelli ricci. Saluti tua madre per tutta la famiglia, ma fai attenzione a non volgere lo sguardo verso Hermione neanche per sbaglio.
La guardi solo quando lei si volta ad osservare qualche oggetto esposto sugli scaffali e ti accorgi che ha ancora il cappotto che le avevi regalato una volta, quando stavate insieme, lo stesso cappotto che le avevi prestato fuori da scuola per proteggerla dal freddo dei Dissennatori.
Per un solo secondo le si volta verso la cassa ed incrocia il tuo sguardo, allora le sorridi istintivamente, perché non puoi tenere il muso ad una così rara bellezza. Ti avvicini piano a lei e le dici: «Questa adesso è la mia vita, se proprio non ti piace non ti costringerò a stare con me, ma, ti prego, almeno pensaci.»
Lei si volta di nuovo verso lo scaffale, ma capisci subito che non sta guardando nulla in particolare: i suoi occhi sono persi in un luogo ed un tempo lontani, che difficilmente torneranno.
«Una guerra sta iniziando» sussurra infine «E mentre tu sarai qui, io sarò lontana da te.»
Guardi il soffitto, sospirando.
 «Ma io ti sarò vicino anche se non passerò tutto il tempo con te!»
«Non voglio perderti» replica ancora lei, con gli occhi che le si riempiono di lacrime. Le prendi la mano e ti smaterializzi con lei al piano sopra il negozio, dove non c’è nessuno.
«È una guerra, come hai detto tu» le dici in faccia con un tono che non ti appartiene «Tante persone moriranno, persone a te care. Io stesso potrei morire per cui, ti prego, non perdermi adesso.»
La vedi sorridere appena e mormorare: «Vedi di non morire, stupido, o sarò costretta ad uccidere per vendetta in modi che nessuno si sarebbe mai aspettato»
Ridacchi appena, tornando alla tua maschera di superficialità, scherzando: «Tranquilla, scemotta, nessuno potrà mai sconfiggere Fred Weasley.»
Hermione si stringe a te in un abbraccio senza preavviso e finalmente torni ad essere davvero felice, avvolgendola anche tu tra le braccia e respirando il profumo dei suoi capelli.
Le dai un piccolo bacio sulle labbra e la porti giù in negozio, chiedendole: «E se dicessi a mia madre che ci siamo fidanzati?»
Lei scuote la testa, mentre siete ancora per le scale.
«Lo verrebbe a sapere anche Ron.»
Tu sbuffi sonoramente, poi ammetti: «Ma io vorrei poter far questo davanti a tutti» e le baci il collo, facendole il solletico «O questo» e le baci la punta del naso «O questo» e le mordicchi un orecchio «O questo.»
Il bacio che segue è approfondito ed appassionato e niente lo accomuna con quelli di prima. Passa qualche secondo prima che veniate fermati da una voce alquanto divertita: «Quando lo dite a mamma e papà? Io e Angelina pensavamo di farlo stasera stesso.»
George ti guarda dal fondo delle scale, sorridendo beffardo, mentre tiene a braccetto un’imbarazzata Angelina. Puoi notare Hermione assumere una smorfia nauseata e poi rispondere con tono di sfida: «Stavamo andando a dirglielo proprio adesso»
«Diciamoglielo insieme allora!» propone Angelina, accettando la sfida e assumendo anche lei un’aria di sfrontata rivalità.
Tu e George rimanete fermi sulle scale, abbastanza stupiti dalle vostre ragazze, che sono scappate via in direzione di vostra madre.
«Un bacetto?» ti chiede George, osservando le pareti della scala.
Tu ridacchi e rispondi: «No, fratello. Se me lo avessi chiesto ieri avrei volentieri accettato, ma oggi ho una ragazza, sai?»
«Accidenti anch’io!»
«Fred!» ti chiama Hermione dal piano di sotto. Scendendo dalle scale dai una pacca a George, segno che tra di voi non cambierà niente.

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Capitolo 7
*** Quercia ***


Capitolo 7

La guerra è iniziata.
Stanotte andrete a prendere Harry a Privet Drive, missione molto pericolosa e delicata. Malocchio non ha fatto altro che ripetere i vari modi in cui potreste morire, infondendo ben poco coraggio, cosa che Fred ha ovviamente evidenziato in maniera sarcastica e molto poco carina. Eppure ha fatto sorridere un po’ tutti. Fred e George fanno faville in questo periodo, l’atmosfera così cupa li fa sentire responsabili di alleggerire la tensione e ci danno dentro con battute di qualunque genere, facendo effettivamente ritrovare un briciolo di normalità in questa terribile circostanza.
Sono poche le cose che sono rimaste uguali dall’inizio della guerra: le battute di Fred e George, l’energia da generale di Molly e l’amore. Quello ci sarebbe sempre stato.
Sei chiusa in camera con Ginny, lei sembra essere ancora arrabbiata per il fatto di non poter partecipare stanotte, ma tu pensi che almeno non dovrai preoccuparti per un’altra persona a cui vuoi bene che rischierà la vita.
«È ingiusto» continua a borbottare lei «Io voglio aiutare Harry.»
Sai come si sente, conosci quella voglia di poter fare qualcosa e la frustrazione quando si scopre di non poterci neanche provare, ma le sorridi e le dici: «Lo aiuterò io anche per te.»
Lei ti si avvicina e ti stringe in un abbraccio.
 «Oh, Hermione!»
Sai che Ginny piangerebbe volentieri, ma non lo fa perché deve sempre dimostrare di essere forte.
Dei colpetti alla porta vi fanno sciogliere dalla stretta. Nonostante sia la camera di Ginny, vai ad aprire tu e sorridi a Fred, che ti accarezza appena un braccio.
«Stai bene?» ti chiede, mentre tu ti chiudi la porta alle spalle e annuisci.
Non puoi nascondere a lui i tuoi sentimenti, ma puoi comunque provarci. Ti prende una mano e ti porta fuori in giardino. Il cielo ha il colore tipico che lascia il tramonto: quell’azzurro cupo, ma non ancora scuro, e le nuvole rosse che passano di tanto in tanto. L’aria sembra immobile, tutto è silenzioso.
«Il mondo si prepara per il grande spettacolo di stasera» commenti, respirando a fondo.
Lui alza appena le spalle, poi ti cinge le tue e ti indica una grande quercia in lontananza.
«Guarda!» esclama con così tanta meraviglia da farti aguzzare la vista e sperare in qualcosa di bello «Quell’albero sta mangiando le patatine e bevendo burrobirra!»
Tu ti stacchi da lui, sbuffando e rimproverandolo: «Come fai a non prendere tutto questo sul serio?! Come fai a ridere su tutto?!»
Lui rimane ancora ad osservare la vecchia quercia lontana, poi chiede: «Costruiremo lì casa nostra?»
«Cosa?» domandi sinceramente stupita «Non cambiare discorso e rispondi!»
Lui annuisce ed inizia a parlare, senza guardarti neanche: «Una grande casa come la Tana, però non voglio così tanti figli. Avremo due gemelli, una bambina e adotteremo un elfo domestico a cui regaleremo tutti i vestiti che vuole. Prenderemo un gatto e un gufo che potrà invecchiare come il buon vecchio Erroll.»
Tu non capisci proprio dove vuole arrivare, così scuoti appena le braccia con impazienza.
«Quello che voglio dire» spiega finalmente Fred «È che la guerra non finirà se ci deprimiamo, non finirà se penseremo ogni secondo di poter morire. La guerra si vince soprattutto con la speranza! Quindi adesso posso dirti che finita questa maledetta guerra la nostra casa sarà lì, vicino la grande quercia, così che i nostri figli possano stare alla Tana quando io sarò al negozio e tu a lavoro.»
Tu sorridi, guardando bene la grande quercia, infine ti stringi a Fred e annuisci, ammettendo: «I bambini dovranno stare qui perché io lavorerò al ministero.»
Fred ridacchia, prendendoti in giro: «Certo, Ministro!»
«Hai già pensato a dei nomi?» chiedi allora al tuo ragazzo, presa da una nuova allegria «E al matrimonio?»
Vedi il rosso impallidire ed esclamare: «Frena, frena! Il mio era solo un discorso ipotetico…»
«Ma potremmo morire stanotte…» lo stuzzichi, senza però credere più a nessuna parola che hai pronunciato.
«Ok, allora…nessuno sarà obbligato a venire in smoking al matrimonio!»
[…]
È quasi ora di andare. Alla Tana si è venuto a creare uno strano clima di attesa e trepidazione. Molly parla con voce sommessa ad Arthur, come se volesse rimproverarlo, Ginny guarda fuori dalla finestra, Bill accarezza la mano di Fleur, Fred e George bisbigliano in un angolo e Ron ti lancia sguardi incerti di tanto in tanto. Credi non abbia ancora digerito del tutto la storia tra te e suo fratello.
Ti alzi, posando il tuo libro su un tavolo e ti avvicini a Fred, chiedendogli di andare di sopra. Malocchio, Tonks, Lupin e Kingsley sono già fuori, ma tu gli ultimi minuti di tranquillità che ti restano vuoi passarli tra le braccia di Fred, senza dire una parola.
[…]
Sei seduta in cucina nonostante sia piena notte. È stata una giornata pesante per tutti, ma tu l’hai vissuta particolarmente male. Quando hai visto George ferito hai temuto fosse Fred, poi Fred non arrivava e temevi fosse morto, infine l’hai visto sbiancare come mai aveva fatto alla vista del suo gemello senza un orecchio.
Dei passi sulle scale ti fanno voltare e ti distraggono dai tuoi pensieri.
«Non riesci a dormire?» ti chiede il tuo ragazzo.
Scuoti la testa, così lui ti raggiunge e continua: «George si è addormentato.»
«Tu come stai?» gli domandi preoccupata.
«Avrebbe fatto meno male se l’orecchio fosse saltato a me» risponde, massaggiandosi le tempie.
Gli prendi la mano e lo porti su un divano, dove ti sdrai con lui, iniziando ad accarezzargli i capelli.
«George è forte» tenti di rassicurarlo «Se la caverà benissimo. E poi ha te vicino, no?»
Annuisce appena, gli occhi già chiusi. Con un colpo di bacchetta spegni le luci e sussurri: «Buona notte, amore.»
«Notte, zuccherino» e anche al buio puoi vedere il suo ghigno divertito.

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Capitolo 8
*** Battaglia ***


Capitolo 8

La battaglia sta per iniziare.
Percorri il lungo cunicolo buio che porta alla stanza delle necessità. Per qualche assurdo motivo non ti importa se là fuori c’è Voldemort, qualche mangiamorte, o se là fuori ti aspetta la morte; tu rivedrai finalmente Hermione, la tua Hermione, che hai aspettato di poter riabbracciare per così tanto tempo. Sei quasi elettrizzato al pensiero, anche se ti senti ancora in colpa e ti maledici per non esserti accorto che sarebbe andata via, per non averla potuta proteggere come avresti voluto.
La stanza delle necessità è gremita di gente, quando esci esordisci: «Aberforth è un filino seccato.»
Improvvisamente incroci il suo sguardo e le parole che avresti voluto dire ti muoiono in gola. È anche per questo che ti piace Hermione: riesce sempre a far uscire allo scoperto parti di te stesso che neanche tu conosci. Ti sorride radiosa, nella stanza per te ormai c’è solo lei. Ti avvicini appena e lei ti salta tra le braccia correndo. Le fai fare una giravolta in aria, stringendola e ridendo.
«Mi sei mancata» le sussurri in un orecchio e lei ti guarda quasi scusandosi per essere andata via così.
«Ti ho sentito alla radio» ti dice ad un tratto con aria fiera, senza riuscire neanche lei a smettere di sorridere.
La guerra? Adesso è solo un dettaglio lontano che potrebbe addirittura scomparire.
Vi guardate ancora per un po’, poi la baci con tutta la passione che era rimasta sopita durante la sua assenza.
«Ehi, piccioncini!» vi riprende Ron con aria disgustata, ponendo fine a tutta la magia di quegli attimi «Miseriaccia, vi sembra il momento!? Hermione, io e te dobbiamo distruggere la coppa, Harry cercherà il diadema.»
Tu la guardi confuso, mentre lei si volta verso tuo fratello e chiede: «E come pensi che faremo?»
«Con le zanne di basilisco!»
«Ron, sei un genio!»
Hermione si volta nuovamente verso di te, sai già che vi state nuovamente separando e così la studi per memorizzare ogni suo più piccolo dettaglio, potrebbe essere l’ultima volta che la vedi. La baci dolcemente, assaporando le sue labbra, sai che potrebbe essere l’ultimo bacio.
Infine, le sorridi e sussurri: «Io combatterò per difendere il castello, tu va’ e salva il mondo.»
Potrebbe essere l’ultima frase che le rivolgi.
[…]
Stai combattendo al fianco di Percy contro due Mangiamorte, tra cui uno è il ministro della magia. Con la coda dell’occhio vedi arrivare Hermione, Harry e Ron nel corridoio. Lei osserva attenta tutti i tuoi movimenti per assicurarsi che tu non sbagli, non commetta passi falsi. E ora sai di non potertelo permettere, non di fronte ad Hermione.
«Ah, Ministro» esclama ad un tratto Percy, facendoti per un momento temere che faccia qualche follia delle sue «Le ho detto che do le dimissioni?»
«Hai fatto una battuta!» gli gridi, ridendo «Perce, hai veramente fatto una battuta! L’ultima che ti avevo sentito fare era…»
Un’esplosione copre tutti i suoni intorno a voi. In un secondo riesci a guardare Hermione. Chissà se anche lei si è accorta che sei troppo vicino al muro, chissà se anche lei ha paura, chissà se anche lei sta pensando alla casa sotto la grande quercia, ai due gemelli e la bambina, al matrimonio senza smoking, chissà se anche lei sta pensando a George o alla mamma che piangerà tanto, chissà se anche lei si è accorta che non ci sarà più niente, nessun bacio, nessun tocco, nessuno sguardo, nessuna parola.
Il suo urlo è così forte da sovrastare anche l’esplosione ed è la risposta a tutte le tue domande.

 

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Capitolo 9
*** 2 giugno ***


Capitolo 9

Ti svegli molto prima del suono della sveglia.
Oggi è esattamente il due giugno ed è da esattamente un mese che sogni tutte le notti i suoi sorrisi, la sua risata e l’esplosione che se li porta via. Prendi il tuo libro dal comodino e inizi a leggere qualche pagina, prima di iniziare a prepararti; indosserai un abito nero a maniche corte e dei sandali dello stesso colore, con un accenno di tacco.
Alla fine della battaglia di Hogwarts la signora Weasley ti aveva chiesto di andare a vivere alla Tana con loro, ma sarebbe stato troppo doloroso e così hai preferito tornare a stare dai tuoi.
Il suono della sveglia ti riscuote dai tuoi pensieri e ti invoglia ad aprire le finestre e far entrare la luce in camera. Il tipico crack di una materializzazione ti fa sussultare e voltare verso il centro della stanza.
Per un momento le gambe ti tremano, i suoi capelli e quel viso sono così simili.
George Weasley ti osserva e ti rivolge un sorriso stanco e tirato solo per dimostrarti una qualche forma di cortesia.
«Dovresti dormire di più» ti dice, buttandosi sul tuo letto e chiudendo gli occhi.
«L’hai detto a me o a te stesso?» gli chiedi, sorridendo anche tu.
Lui si gira su un fianco, mostrandoti solo la sua schiena ed i capelli ormai più lunghi e poco curati «Vai a prepararti, io ti aspetto qui…e chi si muove?»
Sospiri, dirigendoti in bagno con il vestito sotto braccio. George somiglia sempre di più ad un poveraccio, solo al negozio tenta di darsi un contegno. Le poche volte che sei andata a trovarlo lì, l’hai visto spesso lanciare occhiate alla cassa vuota, sorridere ai clienti, ma senza mai ritrovare quella sua allegria.
Anche tu non sei più la stessa, nascondi la stanchezza con il trucco, esci poco e parli ancora meno. La tua esistenza è come vuota e non vedi l’ora che quest’incubo finisca.
Per nessuno la quotidianità è diventata abitudine.
George bussa alla tua porta, chiedendo: «Sei pronta, Granger? Lascia perdere quella massa informe che ti ritrovi al posto dei capelli o faremo tardi!»
Sorridi, constatando che alcune cose resteranno sempre le stesse.
Esci ed afferri il braccio di George, annuendo verso di lui per fargli capire che sei pronta.
Vi materializzate al cimitero subito dopo e quasi immediatamente individuate la folla di teste rosse che si stringono intorno ad una lapide. C’è anche Harry, che più in là guarda verso il cielo come a pretendere una risposta al perché di tutto quel dolore.
Ti pizzicano gli occhi, mentre continui a stringere il braccio di George, nonostante non ce ne sia più il bisogno. Lui capisce e ti lascia fare, con lo sguardo puntato su una lontana chiesetta colorata.
Man mano che ti avvicini riesci perfettamente a distinguere Ginny piangere e posare delicatamente dei fiori sulla pietra candida, Molly sostenersi con il braccio di Arthur e nascondere il viso in un fazzoletto, Ron leggere le altre iscrizioni e torturarsi le dita.
«E gli altri?» domandi a George con una punta di fastidio.
«Non te la prendere» ti rimprovera bonariamente il rosso «Bill deve badare alla nuova casa e a Fleur, Percy sta uscendo con quella ragazza carina, Audrey, e Charlie è tornato in Romania.»
Quando siete abbastanza vicini, Ginny ti corre incontro e ti abbraccia, la signora Weasley ti guarda compassionevole e allora le lacrime che avevi così arduamente trattenuto iniziano il loro corso sulle tue guance.
George dietro di te tira su col naso e si volta per non farsi vedere in viso. Gli hai promesso che sareste rimasti lì solo pochi minuti e manterrai la tua parola. Questo posto è così deprimente che non vedi l’ora di andartene.
Sospiri, Ginny ti fa un cenno di assenso con la testa come una sorta di permesso. Passi ancora una mano sulle parole incise sulla pietra e vai a riprendere il braccio di George.
Improvvisamente siete dinnanzi il grande edificio bianco che ormai conosci a memoria.
«È carino quello che hanno scritto sulla lapide» commenti mentre entrate, asciugandoti il trucco colato via.
George fa spallucce.
 «Ninfadora Tonks e Remus Lupin, vissuti e morti insieme, le loro anime veglieranno sempre su tutti coloro li hanno amati e sul frutto del loro amore. Una frase come tante altre.»
Sbuffi appena, ma finalmente raggiungete la stanza grigia e triste che frequentate ormai ogni giorno.
«È un ospedale, per Merlino! Colorarlo un po’ non fa male a nessuno» si lamenta George come ogni volta, ricordandoti la signora Weasley, che ogni anno ripeteva che alla stazione ci fossero sempre troppi babbani.
Fred non si è ancora svegliato, gli fai una piccola carezza sulla guancia mentre con la magia riempi d’acqua un vaso di fiori.
«Angelina?» chiedi a George senza distogliere lo sguardo da Fred.
«È andata anche lei al cimitero per la commemorazione. Ci incontriamo tra un’ora al negozio» ti risponde lui, guardando fuori dalla finestra.
E così dopo un’ora rimani sola. Ti manca la presenza di qualcuno di sveglio oltre te nella stanza, anche se tu e George non vi siete più scambiati una parola.
Un rumore ti fa voltare verso il corridoio e ti induce ad alzarti ed andare a controllare. Con sollievo ti accorgi che era solo un guaritore che aveva fatto cadere delle pozioni.
«Già te ne vai?»
Ti fermi, rimanendo in apnea. Sai che è la sua voce, ma qualcosa ti induce a non crederci, a non illuderti.
«George, sai che questi scherzi non…» ma le parole non ne vogliono più sapere di uscire. Ti sei voltata, Fred ha gli occhi socchiusi e già le sue labbra sono distese in un sorriso.
«Dottore!» gridi, mentre con lo sguardo continui a fissare il tuo amore, temendo di poterlo perdere ancora.
Fred emette qualche verso di lamento, poi mormora: «Fregatene dei guaritori…vieni qui.»
Un po’ titubante ti avvicini a lui, che si mette seduto, facendo qualche smorfia per i muscoli intorpiditi. Per prima cosa gli poggi una mano sulla guancia e ti accorgi di quanto quel momento sia reale.
L’hai sognato così tante volte che aspetti ancora prima di poterti illudere.
Trattieni il respiro, mentre fai scendere anche l’altra mano sulla seconda guancia. Lui alza gli occhi al cielo, poi ti prende anche lui il viso e ti bacia. La gioia ti esplode in petto e continui a ripeterti che è lì veramente, che questa volta lo senti sul serio.
«Che giorno è?» ti domanda una volta che vi siete staccati «Abbiamo vinto la guerra?»
Tu annuisci, mentre con gli occhi pieni di lacrime ti getti tra le sue braccia. Ci sarà tempo per rispondere a tutte le sue domande. Sì, da adesso ci sarà sempre il tempo.


NdA: ok sono stata cattiva, ma mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo devo dire ahahah. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo di questa storia e spero possa piacervi, intanto grazie mille a tutti quelli che hanno letto fin qui!

 

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Capitolo 10
*** Casa ***


Capitolo 10

Sei al negozio. Vedi George guardarti di tanto in tanto e ridere. Sapeva fin da sempre che non saresti stato un buon padre, ma per lui è semplice dirlo. Lui ha Angelina a casa che bada ai bambini, Hermione invece è sempre impegnata al ministero e li lascia a te.
E se mamma Molly andava sempre dicendo quanto era stato difficile badare a due gemelli, tu la batti su tutti i fronti con tre pesti identiche.
Il primo ad essere sbucato fuori è stato il piccolo Lee Percival Weasley. Lui è nato gridando ad un volume inimmaginabile, così hai insistito con Hermione per il nome del cronista Grifondoro e ti sei preoccupato di fargli amare il Quidditch. Il risultato? Stai crescendo i tre cacciatori migliori che il mondo magico abbia mai visto.
Il secondo è Sherlock George Weasley. È stata Hermione a volerlo chiamare come il personaggio di una serie di romanzi babbani, o qualcosa del genere, e non essendo affatto un brutto nome, hai acconsentito. Ma come potevi non dare ad uno dei tuoi figli il nome del tuo gemellino adorato?
L’ultima, ma non meno importante, è Tonks Minerva Weasley, una Metamorfomagus. Hai lasciato che fosse Hermione a scegliere il primo nome di vostra figlia, ma di certo non pensavi che scegliesse un cognome. Guardandola ora, trovi comunque che una tipetta del genere non potrebbe avere nome più appropriato.
«Tonks, metti giù tuo fratello!» gridi alla tua bambina, mentre lei continua a saltellare con un nauseato Sherlock sulle spalle «Quando siamo a casa mi senti!»
«Non sei credibile» ti informa Lee, che sbircia da dietro il bancone delle casse la scena. Quelle pesti hanno solo quattro anni, ma sono già tremende e perspicaci.
«Ok, aspetta» gli dici, dandoti un colpetto alla gola con la bacchetta «TONKS! METTI SUBITO GIÙ TUO FRATELLO!»
Adesso nel locale riecheggia solo la risata di George, che si scusa con i clienti, accusandoti di essere sempre stato il gemello svitato. Ma nonostante tu ti sia messo in ridicolo dinnanzi tutti i tuoi clienti, sei soddisfatto di aver finalmente messo in riga tua figlia.
«Ecco, così si fa!» si complimenta Lee con una faccia da angioletto.
«Allora, cosa vuoi?» gli chiedi senza degnarlo di uno sguardo «O forse dovrei chiederti cosa hai combinato?»
«Un po’ entrambe le cose…»
Ti scusi con una signora alla cassa e ti volti verso tuo figlio «Lee Percival Weasley, puoi reputarti indegno di portare il nome di mio fratello, parla.»
Vedi il bambino torturarsi le dita.
«Possiamo prendere una puffola pigmea?  James e Albus ne hanno una…»
Gli sorridi pacato, domandando: «Quante ce ne sono in giro per casa?»
«Cinque…» ti risponde il piccolo, muovendo avanti e indietro il piede.
Sospiri, rivolgendoti nuovamente alla signora alla cassa.
«La mamma non ne deve sapere niente di questa storia.»
«Abbiamo chiesto a Dobby di occuparsene» ti avvisa come a risolvere il problema.
«E sono già due le cose che non deve sapere la mamma!» rifletti ironico.
Dobby è il vostro elfo domestico, a cui avete sin da subito regalato una magliettina azzurra, dei pantaloncini ed un cappottino rosso che toglie solamente quando Hermione lo costringe per lavarglieli, nonostante abbia anche molti altri vestiti. È molto contento di vivere a casa vostra, anche perché l’avete sottratto abilmente alla famiglia di Draco poco prima di sposarvi. Hermione si è giustificata dicendo che fosse un ottimo regalo di nozze ed un perfetto modo di chiedere scusa per tutti i problemi recati a lei e ad Harry. Il nome gliel’avete dato dopo e l’elfo ha accettato di buon grado.
Quando tu e George chiudete il negozio, tiri un sospiro di sollievo: quella giornata sta volgendo al termine.
«Che si mangia stasera?» ti chiede Sherlock, attirando anche l’attenzione di Tonks.
«Mamma avrà preparato qualcosa» rispondi vago, pur sapendo che Hermione non è una cuoca proprio eccezionale.
«Ma oggi mamma non è al ministero fino a tardi?» ti ricorda Tonks, soddisfatta di averti messo in difficoltà.
Ti maledici e ti volti verso George con aria supplichevole. Lui sorride e scuote la testa, dicendo: «Non ci pensare, fratellino. Io e Angelina abbiamo lasciato i bimbi dai nonni per una cenetta romantica.»
«Grazie, Georgie» concludi, prendendo i tuoi figli per una smaterializzazione congiunta.
Arrivate alla Tana in un batter d’occhio, facendo prendere uno spavento a mamma Molly, che sta preparando in cucina.
«Frederick Gideon Weasley!» ti sgrida, addolcendosi subito dopo nel vedere i nipoti. Tonks la saluta svelta e corre da Fred jr in salotto. Sherlock vorrebbe rimanere un po’ di più con lei, ma si congeda quando sente Roxane chiamarlo.
Lee, invece, chiede alla nonna cosa cucina e se può insegnargli la ricetta.  Diventerà un gran cuoco.
Quando tuo padre scende dal piano di sopra, senti i bambini chiedergli subito di andare a vedere gli oggetti babbani in garage. Sherlock ne è appassionato quindi adora anche andare dai genitori di Hermione.
Finita la cena noti che i gemelli sono stanchi, ma decidi comunque di raggiungere la casa a piedi. L’avete seriamente costruita sotto la grande quercia, quindi è molto vicina alla Tana.
Le luci sono già accese e più ti avvicini più senti i bambini trepidare di eccitazione per l’incontro con la madre.
Trovi Hermione nell’ingresso, pronta ad accogliere i suoi cuccioli. Loro si lanciano ad abbracciarla e per un momento hai paura la possano far cadere a terra, nonostante tu sappia quanto lei sia forte. Neanche finisci di formulare questo pensiero che, come a dimostrartelo, lei solleva sia Sherlock che Tonks contemporaneamente, riempendogli le faccine di baci e facendoli sghignazzare tra le proteste. Stesso trattamento viene riservato qualche istante dopo a Lee, che stava invano provando a svignarsela.
«E ora a letto, Dobby sta già dormendo da mezz’ora» ordina poi Hermione con fare da generale e i tuoi figli obbediscono come soldatini disciplinati. Ancora non sai quale sia il suo segreto.
 Avvicinandoti noti che il salotto è pieno di candele, così ti affretti a dare un bacio a tua moglie e mettere a letto i mostriciattoli.
«Papà» ti chiama Tonks, quando hai spento la luce «Mi dispiace per le puffole»
«Tranquilla, scricciolo» le dici, lasciandole un bacio sulla fronte e scompigliandole i capelli rossi.
«Non lo dici alla mamma?» chiede invece Sherlock, temendo l’idea di Hermione infuriata.
«Lo prometto» lo tranquillizzi, dando un bacio anche a lui.
Lee sta già dormendo, così ne approfitti per sistemargli le coperte che si è come sempre tolto.
«Ti vogliamo bene» ti dicono all’unisono Tonks e Sherlock e tu non puoi fare a meno di commuoverti appena un po’.
«Ma io ve ne voglio di più» sussurri, socchiudendo la porta.
Scendi le scale esausto, ma felice: sai che Hermione deve dirti qualcosa di importante, o vuole solo fare sesso. Speri la seconda.
«Ehi» ti dice, dandoti un bacio. Non ha un tono seducente, dispettoso, o accattivante, non è vestita solo di un completino sexy, non vuole fare sesso.
Le sorridi, sedendoti sul divano.
«Mi devi parlare? Perché il letto di sopra è molto invitante…»
«Fred…» ti riprende seccata, sedendosi anche lei.
La vedi aggiustarsi nervosa le pieghe della gonna, sospirare e guardare in alto.
«Tesoro» inizia con aria dolce, prendendoti una mano «Sai che ti amo tanto, vero?»
«Hai nascosto una puffola pigmea in casa?» le chiedi esasperato.
«Ci sono puffole pigmee in casa!?» esclama allarmata.
«No!» ti affretti a rispondere «Cosa dovevi dirmi?»
La vedi temporeggiare per qualche secondo ancora, infine sputa tutto d’un fiato: «Sono incinta…ma ti prego non uccidermi!»
Vedendo la tua faccia sconvolta, si appresta ad aggiungere: «È anche colpa tua!»
«Possiamo avere cinque puffole pigmee?» le domandi con aria dura, quasi severa.
La vedi impallidire e biascicare: «Certo, amore, tutto quello che vuoi…»
Ghigni soddisfatto, infine la sollevi tra le braccia e le fai fare una giravolta in aria «È fantastico, Hermione, ti amo da impazzire!»
E mentre lei ti implora di farla scendere e tira schiaffi sulla tua schiena, tu stai già fantasticando sul nome del pargoletto.
«Che te ne pare di Izzie, se è femmina? Oh, se è maschio potremmo chiamarlo Hugo, ma il secondo nome deve assolutamente essere Charlie! O potrebbe essere Hagrid, o Sirius, o Molly! Sai qual è un nome che mi piace sul serio? Oliver. Sì, Oliver Charlie Weasley sarà un gran cercatore!»
«Poi Hugo Sirius Weasley sarà il portiere…»
«Non abbiamo tutti questi figli…»
«In realtà sono incinta di due gemelli, Fred…»
«No, non hai detto così prima»
«Lo so, ma i bambini sono due»
«Di questo passo batterò mia madre con pochissime infornate!»
«Prego?»
Ridacchi e le permetti di tornare con i piedi sul pavimento, ma continui a stringerla tra le braccia. Vi guardate negli occhi lucidi e con i vostri sorrisi a qualche centimetro l’uno dall’altro. Nonostante sia passato tanto tempo non puoi ancora credere al fatto che Hermione si sia innamorata di te, lei che è così incredibilmente eccezionale.
«A che pensi?» ti chiede, anche lei tenendoti stretto.
«Al fatto che è incredibile che tu abbia scelto proprio me per condividere tutto questo…» sussurri, i vostri nasi che si sfiorano.
La vedi assumere una faccia perplessa e dispettosa, poi chiedere: «Aspetta, tu sei…?»
«Scema» mormori, allontanandoti divertito e scuotendo la testa.
Lei ti riprende il viso tra le mani e si alza sulla punta dei piedi, coinvolgendoci in un bacio dolce, che ti riempie d’amore e ti scalda il petto.
«Ti amo, idiota»
«Anch’io, zuccherino»


NdA: e così questa storia è giunta al termine :') 
Ringrazio tutti quelli che hanno letto fin qui ed in particolare voglio ringraziare Fred_Herm che ha recensito ogni capitolo, lasciando commenti sempre molto carini che non mi hanno fatta sentire sola nella pubblicazione <3
Spero che la storia vi sia piaciuta e di riuscire a tornare presto con qualcosa di nuovo.
Rora

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