Ally

di parveth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo lavoro ***
Capitolo 2: *** L'indagine ***
Capitolo 3: *** Adolescenze ***
Capitolo 4: *** Incontri ***
Capitolo 5: *** Buon Natale Imma ***
Capitolo 6: *** Il gruppo ***
Capitolo 7: *** Un pessimo incontro ***
Capitolo 8: *** Online ***
Capitolo 9: *** il racket ***
Capitolo 10: *** There is power in a union ***
Capitolo 11: *** Arrogante ***



Capitolo 1
*** Un nuovo lavoro ***


 
 

Ormai erano quattro mesi che Monica lavorava come segretaria del procuratore capo Vitali e dire che quando aveva risposto all'annuncio del Comune non era neanche
troppo convinta.

Aveva trent'anni e si era laureata in interpretariato, sapeva quattro lingue ma non aveva mai trovato lavoro fisso, nemmeno al nord dove era nata e cresciuta: alla morte dei nonni materni erano  tornati a Matera, era impensabile mettere quella casa in affitto e non solo per il valore affettivo ma perche' sarebbe stata da risistemare completamente e serviva troppo denaro per farlo, cosi' ci erano andati ad abitare e lei si era messa di nuovo alla ricerca di un lavoro.

Come sempre il piu' delle volte non si degnavano nemmeno di risponderti, in questo nord e sud si equivalevano: non che lei si reputasse un genio ma insomma almeno
una chiamata…Quando finalmente era stata chiamata per lavorare li' quasi salto' di gioia: ottocento euro al mese erano meglio di niente e sperava le rinnovassero il contratto, aveva gia' lavorato in passato come segretaria per brevi periodi e le sembrava di essersela cavata bene, l'importante era che non la mettessero a tenere la contabilita' visto che con la matematica era una mezza sega ma non era questo il caso: di solito il suo lavoro consisteva nel registrare i nomi degli imputati e relativi processi nel computer, stampare documenti e cose di questo tipo inoltre iniziava alle 9 e staccava alle 18 per cui aveva tutto il tempo di rilassarsi.

Vitali era forse un po' pomposo ma con lei era gentile almeno finche' non ci si metteva Lei di mezzo.

“Lei” era Immacolata Tataranni, detta Imma, una dei procuratori e con fama da Attila: a detta di Vitali dove passava lei non cresceva piu' un filo d'erba, testarda e dedita al lavoro, compariva in Procura in abiti dai colori sgargianti e dagli abbinamenti improbabili con l'immancabile tacco 12 , anziche' stare ore sugli atti dei processi come i suoi colleghi se ne andava in giro ad indagare assieme alla polizia , di solito con l'appuntato Calogiuri a farle da assistente, spesso discuteva con Vitali riguardo le indagini che al contrario suo preferiva affrontare di petto.

Il suo capo dopo ogni scontro verbale oltre a rimettere a posto la sua adorata statuina di Pulcinella che la Tataranni inevitabilmente rovesciava, diventava cupo e o non parlava o rimaneva aggressivo per alcune ore. “Questa dev'essere un'emerita stronza” aveva pensato Monica la prima volta che l'aveva vista, col passare del tempo aveva dovuto in parte ricredersi anche se a parte i convenevolidi rito non avevano mai avuto una vera e propria conversazione: sicuramente era una donna tosta ma non le sembrava cattiva anzi. E in parte ammirava il suo coraggio nell'indossare quegli abiti: non che a lei non piacessero i colori ma sul lavoro si limitava a gonna o pantaloni neri con camicie e maglioni di vari colori ma quasi sempre tinta unita, in famiglia l'avevano convinta che era necessario vestirsi formale in quel contesto lavorativo.

Non erano neanche le dieci quando vide la Tataranni precipitarsi fuori dal suo ufficio, essendo quello di Monica situato tra il suo e quello di Vitali poteva vedere e sentire tutto quello che accadeva in entrambi se lasciava aperta la porta.

“Ma che succede?” chiese alzando gli occhi dal computer piu' a se stessa che ad altri.

“Hanno trovato il corpo di una ragazzina, quattordici anni poveretta” disse Diana, l'assistente di Imma facendo capolino dalla porta: Monica ci aveva preso il caffe' qualche
volta ma non erano in confidenza.

Verso le quattordici la Tataranni era di ritorno e dal viso sembrava apprestarsi a risolvere quello chesembrava un caso lungo e complicato: l'adolescente era stata trovata in una stradina secondaria riversa sul cemento dopo una caduta di almeno sei metri, restava da capire se si trattava di suicidio o omicidio.

L'autopsia sarebbe stata pronta solo di li' a poche ore e mentre Monica prendeva il caffe' la senti' dire a Diana “aveva quasi l'eta' di mia figlia ti rendi conto??” lei cercava di calmarla con poco successo, Monica fini' il caffe' e getto' il bicchierino nel cestino prima di tornare nel suo ufficio: detestava origliare anche senza farlo apposta.

Quando prese la sua borsa alle diciotto Vitali come sempre si stava lamentando della sua sottoposta:  Monica stava perdendo la pazienza e dovette mordersi la lingua per
evitare di  rispondergli male, capiva che sul lavoro non si poteva andare sempre d'accordo ci mancherebbe mala Tataranni pur con tutti i suoi difetti non le sembrava qualcuno su cui riversare cosi' tante lamentele: in fondo non si tirava certo indietro quando si parlava di lavoro e quello era l'importante no? Cos'altro contava?

“Beh” disse cercando di assumere un tono noncurante “forse e' un po' brusca ma mi sembra molto signorile” disse mentre passavano viciono all'ufficio di Imma.“Seh seh” commento' Vitali.

Distrattamente Monica diede un'occhiata nell'ufficio di lei attraverso la porta aperta: il procuratore in equilibrio sui tacchi era in piedi su una scala e reggeva con una mani
il ritratto di Mattarella e nell'altra un martello.

“ DIANA!! PORTAMI I CHIODI PER FAVORE CHE LI HO FINITI!!!” urlo' con voce stentorea mentre a Vitali si rizzavano in testa quei due peli che aveva e Monica dovette correre in bagno per evitare di scoppiare a ridere.

“Ma che cazzo ha quello da lamentarsi proprio non lo so” penso' uscendo.

 

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Capitolo 2
*** L'indagine ***


La mattina seguente  il dottor Taccardi comunico' il responso dell'autopsia: si trattava senza dubbio di suicidio: non vi erano tracce di aggressione fisica ne' di armi di alcun genere, tantomeno si poteva desumere che la caduta fosse stata provocata da altri.

No, quella ragazzina aveva deciso, chissa' per quale motivo di porre fine alla sua ancora giovane vita.


L'incontro coi genitori di Simona, questo era il nome della ragazza fu straziante: persino Monica che pure era rimasta nel suo studio a svolgere i soliti incarichi percepiva il loro dolore oltre la porta chiusa,  l'urlo della madre quando vide il cadavere della figlia sul tavolo autoptico  venne udito non solo due piani sopra dove si trovavano gli uffici ma anche all'esterno.

"Signori  Telesca, io comprendo perfettamente il vostro dolore: mia figlia ha sedici anni e non so cosa farei al posto vostro: il responso e' suicidio ma dobbiamo capire cosa abbia spinto Simona a compierlo"  disse Imma ai due coniugi.

"Ieri ho lavorato fino alle otto di sera: faccio le pulizie in una ditta di trasporti, mio marito fa l'imbianchino e spesso al pomeriggio Simona e'...era sola quando tornava a casa: e' sempre stata una ragazza serena"  disse la madre prima di scoppiare in lacrime.

"E che mi dice della scuola?"  continuo' il procuratore con la solita aria iperscrutabile.

"Era brava, certo con qualche lacuna come tutti ma si impegnava"  rispose il padre.

"Indagheremo a riguardo, non faro' archiviare le indagini ve lo prometto" disse la Tataranni congendandoli.


"Quindi abbiamo una ragazzina di 14 anni che si lancia da un balcone, presumibilmente quello sopra alla strada dove abbiamo rinvenuto il
cadavere  senza un motivo apparente"  disse rivolgendosi a Diana e Calogiuri.

"Stiamo facendo esaminare pc e cellulare, magari qualcosa salta fuori"  disse il carabiniere.

"Ottimo,  senti Calogiuri, tu e Matarrazzo fatevi un giro alla scuola della figlia, parlate con professori e compagni e sappiatemi dire" ordino' Imma.


"Quella donna vuole farmi impazzire di proposito lo so!"  sentenzio' Vitali dopo che la Tataranni gli ebbe comunicato la sua decisione di proseguire le indagini.  "Sono convinto che mi porti sfortuna, Barbagianni!"  esclamo'.

"Ma no dottor Vitali, anche se fosse lei e' al sicuro con tutti i suoi portafortuna"  commento' Monica cercando di non far trasparire troppo il sarcasmo e pensando che se Imma l'avesse sentito il prossimo caso su cui indagare sarebbe stata la morte del suo capo.

"Sempre che riescano a rinvenire il tuo cadavere razza di vecchio gufo"  penso' Monica  senza voler chiaramente, offendere i suddetti rapaci.

Il giro di esplorazione di Matarrazzo e Calogiuri non porto' grossi risultati: a detta loro tutti parevano sinceramente dispiaciuti per la morte di Simona e poi si sa: gli adolescenti sono restii a mostrare i propri sentimenti..

"Eppure c'era qualcosa che non mi tornava non so dire cosa pero'"  disse Calogiuri.

"Allora dobbiamo continuare"  affermo' Imma.

Quel giorno vennero a prenderla Pietro e Valentina: Monica era in pausa e li fece entrare .

"Piacere Pietro, sono il marito di Imma"  disse stringendole la mano  

"Oh piacere, io sono Monica la segretaria del dottor Vitali"   disse ricambiando la stretta e salutando anche Valentina.

"Beh fate proprio una bella coppia"  penso'.

"Mamma, ho sentito di quella ragazza..." commento' Valentina

"La conoscevi? " chiese Imma prendendo un caffe'.

"No, non di persona, era in prima e quindi era appena arrivata.  Sembrava timida e sai come funziona"

"No non lo so: come funziona?" chiese  Imma con un tono un po' troppo inquisitorio

"Beh, a qualcuno non piace...quel tipo di atteggiamento."  rispose Valentina alzando le spalle.

"Piace,  non piace: pensa te cosa mi tocca sentire! Anche io non piaccio il piu' delle volte ma me ne frego, in questa vita bisogna fregarsebe Valentina"

"Si ma tu non hai quattordici anni"  osservo' Pietro  "A quell'eta' si e'.... piu' sensibili, non si puo' pensare che ci passino sopra come facciamo noi"

"Si lo so.  E' per questo che voglio capire cos'e' successo".

Monica che nel frattempo si era ritirata a bere il caffe' nel suo ufficio per lasciare alla famiglia Tataranni un po' di privacy  non aveva potuto fare a meno di ascoltare la conversazione dei tre e a riflettere su quel caso anche se la sua opinione non era certo richiesta.

E piu' ci rifletteva piu' si convinceva che doveva essere successo qualcosa di davvero brutto, addirittura terribile: nonostante il pensiero comune, i ragazzini non si suicidavano per motivi futili, anzi.

"Perche' qualcosa E' successo me lo sento " commento' Imma passando vicino all'ufficio di Monica  "Oh buonasera" disse vedendola

"Beh oggi e' quasi sobria" penso' Monica vedendola con un maglioncino "peloso"  color azzurro polvere e gonna nera con cappotto di panno blu.

Nonostante il look  non esattamente austero in quel momento la invidio': si sentiva insignificante se non brutta con i suoi jeans neri, gli stivaletti alla caviglia senza lacci  ed un maglione di lana morbida color ocra,  i capelli raccolti in una coda alta erano tinti di rosso ma piu' acceso di quello dei ricci ribelli del procuratore,  portava orecchini pendenti intonati al maglione e il viso magro era evidenziato da fondotinta e fard rosato: gli occhi azzurri sottolineati da mascara e un velo di ombretto dorato, sulle labbra vi era ancora una traccia di lucidalabbra trasparente.  E poi a diffenrenza di Imma non poteva certo dirsi alta visto che raggiungeva a malapena il metro e sessanta.

"Il prossimo che passa mi scambia per la figlia di Vitali, anzi la nipote"  penso'.

"Buonasera dottoressa."  disse cercando di sorridere ma  al contempo di mantenere un tono formale.

"Senta..."  disse prima di riuscire a trattenersi.

"Si?"  chiese Imma guardandola.

"Ecco, perdoni l'impudenza...non voglio certo dirle come fare il suo lavoro ma io penso..."

"Si?"  

"Penso che abbia ragione: dev'essere successo qualcosa di brutto a quella ragazzina"

"Meno male che siamo in due"  bofonchio' Imma uscendo  "buona serata signorina"

"Buona serata anche a lei dottoressa Tataranni"

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Capitolo 3
*** Adolescenze ***


Anche se iniziava alle nove Monica cercava sempre di essere in ufficio per le 8.30:  le piaceva arrivare e sistemarsi con calma 

quando la procura era ancora calma e silenziosa cosi da godersi un po' di tranquillita' magari ascoltando un po' di musica.

Cosi' dopo essersi tolta il cappotto e aver poggiato la borsa accese il computer, ando' su youtube e  scelse "let it go", la
canzone di "Frozen".


Quella di ascoltare canzoni disney in inglese era un'abitudine che aveva preso ai tempi dell'universita':  non avendo ovviamente 

occasione di parlare la lingua se non a lezione , aveva iniziato ad ascoltare le canzoni di quando era piccola in modo da 

non perderla mai e contemporaneamente divertirsi.

"The snow glows white on the mountain tonight, not a footprint to be seen"


Inizio' a sistemare la scrivania impilando i fogli rimasti sparsi nel contenitore , quei minuti di solitudine erano preziosi per lei.

"A kingdom of isolation and it looks like i'm the queen"

Una bella canzone era quello che ci voleva per darsi la carica e soprattuto per sopportare quella lagna del suo capo, l'alternativa 
 

era l'alcol.

"The wind is howling like this swirling storm inside"


Apri' la finestra per far cambiare l'aria: in effetti quella mattina c'era vento e pure piu' freddo del solito.

"Couldn't keep in it.  Heavens knows i've tried"

"Devo restare calma"  si disse,  col tempo aveva imparato a tenersi dentro pensieri ed opinioni quando lavorava esattamente  

 come le avevano sempre raccomandato i genitori proprio perche' nella vita non si era mai fatta problemi a polemizzare su tutto e
 

tutti.

"Don't  let them in, don't let them see, be the good girl you always have to be"

Ci mancava pure che la licenziassero perche' si metteva a criticare il capo, per carita'!

"Conceal, don't feel don't let them know.  Well, now they know!"

Pero'...se avesse esagerato si sarebbe fatta sentire, questo era poco ma sicuro.

"Let it go! Let it go! Can't hold it back anymore! let it go, let it go! Turn away and slam the door!  I don't care, what they're 
 

going to say...let the storm rage on.

The cold never bother me anyway!"

Come sempre accadeva era finita per mettersi a cantare e ballare,  beh piu' che ballare si muoveva correndo e camminando tra uffici e corridoio, tanto che gliene fregava, era sola.

"My power flurries to the air into the ground.  My soul is spiraling in Frozen fractals all around.  And one thought crystalizing like an icy blast"

E poteva sfogarsi finalmente, senza che nessuno la vedesse e sopprattutto la giudicasse.  Amava la solitudine.

"I'm never going back... the past is in the past! Let it go let it go and i'll rise like the break of dawn. Let it go let it go, that perfect  

girl is gone.

Si sentiva cosi debole a lavoro, cosi'...servile.  Costretta a tacere.  Si detestava per questo.

Avrebbe voluto essere piu' forte.

"Here i'll stay in the light of day.  Let the storm rage on! The cold never bother me anyway!"


"Guarda, ho capito meno della meta' di tutta la canzone anzi non ci ho capito niente pero' adesso e' meglio che ti metti al lavoro  
 

se non vuoi che Vitali si metta a sbraitare anche con te"  disse freddamente una voce femminile dalla soglia.

Monica sussulto'.


"Dottoressa Tataranni."

"Eh dottoressa dottoressa....fa' la brava almeno tu che se Vitali si esaspera succede un macello. Anzi gia che ci sei mi metteresti  
 

questo elenco in un file?"  disse porgendole un fascicolo.

"Subito Dottoressa"  disse avvampando  mentre il procuratore tornava nel suo ufficio.

"Che figura di merda!" penso'


A meta' mattinata arrivo' Matarrazzo con delle notizie interessanti:  mentre si recava in caserma era stata avvicinata dalla 
 

professoressa di latino di Simona, una giovane donna che aveva gia' visto quando era andata al liceo assieme a Calogiuri ma con  

cui non avevano parlato.
 
L'insegnante le  aveva confidato li' per strada, che in realta' a scuola le cose non andavano cosi' bene come aveva assicurato la 

 

 preside ma non poteva dirle di piu' poiche' il suo contratto era precario e avrebbe rischiato il posto.

"Non credo che testimoniera' dottoressa"   concluse.

"Va bene ma tutto questo indica che la' dentro succedeva qualcosa che ha probabilmente a che fare con la morte di Simona, il  

 

punto e' trovare il modo di proseguire le indagini"  commento' Imma.

 "Senta dottoressa l'autopsia parla chiaro: si tratta di suicidio come confermato dal dottor Taccardi, rispetto la sua voglia di  

 

giustizia ma qui non c'e' piu' niente da scoprire"  disse Vitali vigilando come sempre sulla sua statuina.

Monica in quel momento stava copiando alcuni nominativi dai fascicoli al computer ma non si perdeva una parola.

"Vi prego, qualcuno mi dia dei popcorn!"  penso'.

"Dottor Vitali, e' morta una ragazzina di  quattordici anni, non crede che la famiglia debba sapere perche'?" rispose la Tataranni  
 

col tono di voce sempre piu' alto.

"Ma certo certo, pero' capisce anche lei che se non si trova qualche indizio o prova..." disse il suo superiore titubante.

"Le prove non cascano dal cielo, quella povera ragazza invece e' caduta da un balcone ed io voglio capire perche'!"  esclamo'  

 

Imma andandosene e sbattendo la porta con tanta forza che la statuina tremo' e cadde sulla scrivania.

Vitali si fece il segno della croce mentre Monica avrebbe voluto alzarsi ed applaudire.


Nel corso della giornata vide Imma entrare e uscire molte volte dall'ufficio sempre piu' agitata: era evidente che Calogiuri e  

Matarrazzo avevano scoperto qualcosa che pero' o non serviva o non era abbastanza da poter servire.


A meta' pomeriggio quando si reco' alla macchinetta del caffe' ci trovo' Diana.


Salve” le disse.


Oh ciao...dammi pure del tu, in fondo facciamo piu' o meno lo stesso lavoro”


Gia'...giornata pesante eh?”


Abbastanza ma non posso dirti niente sai com'e'...”


Oh certo lo immagino” rispose Monica con una punta di sarcasmo.



Sai, io e Imma andavamo a scuola assieme. Eravamo nella stessa classe” le disse Diana prendendo il caffe' dalla macchinetta.


Davvero?” chiese Monica un po sorpresa: non certo perche' pensasse che la Tataranni non fosse andata a scuola ma le pareva  

strano che lavorasse con una sua compagna di classe.


Non pensare male: non sono qui grazie a lei” si affretto' a dire Diana.


Onestamente non ci ho proprio pensato: non mi sembra il tipo” rispose Monica mescolando lo zucchero.


Per niente e poi...e' impulsiva, testarda e si comporta da menefreghista verso tutto ma non e' cattiva te lo posso garantire”


Guarda, non ci ho mai creduto ma mi pare evidente che per fare il suo lavoro bisogna avere...”


Signorina! Venga qui un attimo per favore” la voce di Vitali risuono' nel corridoio.


...due coglioni cosi. Quelli che io mi sto rompendo” soffio' tra le labbra buttando il bicchierino, Diana sorrise.


Quando Vitali se ne ando', prima di lei come quasi sempre accadeva per fortuna, Monica si rilasso': la giornata era finalmente  

finita e dopo aver archiviato le ultime pratiche decise di vedersi ancora qualche video su youtube ma niente canzoni stavolta per  

carita', c'era ancora troppa gente in giro .


Mentre scorreva la sua home le cadde l'occhio su un video a lato dello schermo: il titolo era “come ci divertiamo a scuola”.


Sara' il solito video di bambocci cretini che prendono in giro il professore” penso'.


Tuttavia la giacca di una di loro le sembro' familiare.


Clicco' sul video e quello che mostrava non le piacque per niente.


Devo assolutamente mostrarlo alla dottoressa Tataranni e stavolta se Vitali non se ne tace giuro che gli strappo i baffi” penso'  

facendo pausa e alzandosi.


Usci' quasi di corsa nel corridoio.


Qualcosa non va?” chiese una voce.


Era Calogiuri.


Appuntato… credo ci sia qualcosa che lei e la dottoressa Tataranni dovreste vedere."

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Capitolo 4
*** Incontri ***


Per fortuna la Tataranni era ancora in ufficio quando Calogiuri assieme ad una Monica molto 

intimidita bussarono alla sua porta.


Avanti”


Dottoressa, la signorina Parisi vuole dirle qualcosa” disse il carabiniere.


Quando Imma alzo' gli occhi verso di lei Monica si senti' trafiggere dal suo sguardo.


Ecco io appena finito il lavoro mi sono messa su youtube e...ho trovato un video...”


Io non me ne intendo di tecnologia ma sono piuttosto sicura, signorina, che quel sito sia fatto

apposta percio' la cosa non mi stupisce affatto” disse il procuratore con un tono a meta' tra il duro e

il sarcastico che non sfuggi' alla segretaria del suo capo.


Ci mancava solo che facessi la figura della scema” penso' Monica.


Ma certo dottoressa, intendevo dire un video che forse puo' essere utile alle indagini”


Un lampo passo' negli occhi del magistrato.


Prego, me lo mostri” disse spostandosi per farle spazio al pc.


Con lieve impaccio Monica inizio' a digitare fino a trovare il video in questione.


Video che non durava neanche cinque minuti ma ne bastarono due scarsi per indurire ancora di piu'

se possibile, i lineamenti della Tataranni e far colorare di scuro gli occhi cerulei di Calogiuri.

A Monica sembro' persino che Imma stringesse il pugno.


Quei cinque minuti scarsi di riprese, sicuramente realizzati con uno smartphone mostravano un 

gruppo di ragazzi, piu' femmine che maschi in realta', prendersi gioco di Simona con risate e 

battutine varie mentre lei tentava di allontanarsi velocemente.


Calogiuri, domani dobbiamo mostrarlo a Vitali” sentenzio' la Tataranni alzandosi.


Uscirono tutti dandosi la buonanotte senza mezza parola di ringraziamento per Monica ma la cosa 

non la stupi' affatto: l'egocentrismo del pubblico ministero le era noto da tempo e tuttavia non 

poteva fare a meno di sentirsi stupida.


Come poteva pensare di ricevere un seppur striminzito “grazie”?


Nessuno l'avrebbe mai ringraziata neanche se si fosse messa a pulire tutti i pavimenti della procura 

con la lingua, doveva solo lavorare e stare zitta, gia' lo stipendio era un miracolo.


Che si arrangino tutti quanti!” disse ad alta voce incamminandosi verso casa.




Dottor Vitali, ho le prove per poter riaprire il caso di Simona Telesca” annuncio' Imma Tataranni 

aprendo la porta dell'ufficio del suo capo quasi senza bussare.


Di cosa sta parlando dottoressa?” chiese lui gia' toccando in tasca il fazzoletto che sicuramente 

avrebbe usato per asciugarsi il sudore dalla fronte.


Monica questa volta chiuse la porta del suo ufficio e si rimise a lavoro preparandosi ad ignorare le 

voci di entrambi che le giungevano seppure smorzate dalle pareti.


Dopo circa dieci minuti si sentirono dei passi ritmati da un “tic tic tic” sottile e si senti' bussare alla 

porta.


Avanti” disse Monica in tono neutro.


Sulla porta ormai aperta vi era la Tataranni quel giorno con un maglione arancione che faceva a 

pugni con i suoi capelli ma che comunque le donava dovette riconoscere la ragazza.


Signorina, potrebbe venire nello studio del dottor Vitali per cortesia?” le disse con lo stesso tono 

con cui di solito al telegiornale si annunciavano le catastrofi.


Monica si alzo' senza dire una parola e le rivolse uno sguardo ostile quando le passo' accanto che 

colse Imma di sorpresa e che ricambio' con un'occhiata perplessa.


Venga venga pure avanti signorina” disse Vitali improvvisamente gentile “si accomodi”.


Monica si sedette guardinga su una delle sedie davanti alla scrivania del suo capo mentre Imma 

rimase in piedi al suo fianco.


Come le dicevo dottor Vitali, bisogna assolutamente riaprire il caso di Simona Telesca: e' spuntato 

fuori un video online nel quale la ragazza era fatta oggetto di battute ed insulti anche piuttosto 

pesanti. Video che in qualche modo potrebbe essere collegato al suo suicidio, se e' stato un 

suicidio” enuncio' a macchinetta.


Video che non avremmo mai trovato se non fosse stato per la qui presente signorina Parisi” 

concluse guardandolo negli occhi mentre Monica sarebbe voluta sprofondare nel pavimento.

Molto bene. Allora come pensa di procedere?” chiese Vitali stranamente tranquillo.


Identificando e convocando quei ragazzi ed i loro genitori ovviamente” rispose Imma in tono 

risoluto.


Mi faccia sapere. Puo' andare, anche lei signorina, torni pure al suo lavoro”


Monica si alzo' e usci' dall'ufficio seguita poco dopo dalla Tataranni e non pote' fare a meno di 

abbassare gli occhi quando lei la guardo'.


Coraggio rimettiamoci al lavoro, abbiamo ancora molto da fare” disse Imma apprestandosi a fare 

varie telefonate agli esperti informatici che conosceva per poter rintracciare chi aveva messo quel 

video online mentre Monica rientrava nel suo ufficio.


Non sapeva perche' ma le era sembrato di cogliere l'ombra di un sorriso sul suo volto.



Venne fuori che il video era stato messo online dal cellulare di una certa Fabiola Sileo, compagna di 

classe di Simona e il procuratore decise di iniziare da lei.



Monica vide passare davanti al suo ufficio madre e figlia quest'ultima con l'aria di chi e' convinta 

che sua presenza al mondo sia un privilegio fatto agli altri ed entrarono nell'ufficio della Tataranni.


Ma signora….” senti' dire dall'altra parte del muro.


Qui qualcuno vuole morire giovane” penso' continuando a scrivere al pc.


Dottoressa prego” senti' replicare la Tataranni in un tono cosi' tagliente che Monica vide 

distintamente una decina di pugnali conficcarsi nelle pareti.


Si, dottoressa...la mia bambina non ha fatto niente di male, un video messo su internet, quale 

quattordicenne oggi non lo fa...”


Signora Sileo, allora forse non mi sono spiegata bene: in questo video sua figlia e i suoi compagni 

prendevano pesantemente di mira una coetanea che e' stata trovata morta” disse Imma in tono 

secco.


E la colpa e' di mia figlia? Era solo un gioco tra bambini...se quella ragazzina si e' davvero suicidata 

per questo forse era solo un po' troppo sensibile” rispose la donna.


Certo. Dicono tutti cosi'” penso' Monica premendo i tasti piu' forte del solito.


Non e' colpa mia se alcuni non sanno stare agli scherzi” disse la ragazzina in tono arrogante.


A giudicare dal video Simona non rideva affatto mentre tu e gli altri si. Potete andare. Vi chiedo 

pero' di rimanere a disposizione”.



Le due uscirono e dopo un po' arrivarono due genitori con un ragazzino in felpa e jeans.



Procuratore, mio figlio ha solo quattordici anni, era il caso di convocarlo qui come un criminale?” 

chiese il padre, evidentemente abituato a fare la voce grossa.

Signor Andrisani, nel video di cui stiamo parlando e' presente anche suo figlio percio' se permette e' 

il caso eccome” rispose la Tataranni.


Era solo uno scherzo, volevamo divertirci” disse Guglielmo con un sorrisetto.


Voi, non certo Simona” disse la pm.


Insomma dottoressa, queste sono cose da ragazzi...” inizio' sua madre.


Signora, anche io ho una figlia ma per quel che ne so io di solito le cose da ragazzi non finiscono 

con una quattordicenne morta” disse Imma.


Ma come si permette di accusare mio figlio??” inizio' a sbraitare il marito.


Calmati amico, o uscirai da li' pronto ad entrare come voce bianca nel coro della chiesa” penso' 

Monica.


Io non accuso proprio nessuno mi limito ad esporre i fatti, inoltre mi pare che qui ci stiamo 

scordando tutti che una coetanea di suo figlio e' morta quindi se permette tutto fa brodo come si 

dice.

Ho saputo che Guglielmo e' un campioncino di nuoto, nella categoria ragazzi se non vado errato” 

replico' calma la Tataranni.


Due volte campione” disse il ragazzo in tono arrogante.


Bene bene, lo sai come si dice no? Da un grande potere derivano grandi responsabilita'” rispose il 

procuratore.


Come?” chiese il ragazzo in tono confuso.


Di Battisti e Mogol, del Festivalbar: ma che ne sanno i duemila?” penso' Monica continuando a 

lavorare.


Pian piano tutti i ragazzini del video vennero convocati assieme ai genitori ma piu' di quello non 

potevano fare, cosi' Imma usci' dall'ufficio non particolarmente soddisfatta.


In quel momento senti' la voce di Maria Moliterni dire a Monica


Salvami questi fascicoli su file prima di uscire”


Si dottoressa” rispose.


Ah Monica...ricordati di dare a Vitali l'elenco dei nomi dei ragazzi nel video che oggi tra una cosa e 

l'altra me ne sono scordata” le disse Imma fermandola nel corridoio.


Si Procuratrice” rispose chiudendosi nel suo studio mentre la Moliterni cambiava espressione ed 

Imma usciva dall'ufficio con la soddisfazione che le scorreva dentro come un fiume in piena.

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Capitolo 5
*** Buon Natale Imma ***


 

Dicembre aveva portato con se' un freddo gelido addirittura inconsueto per Matera.

 

“Beati voi che al sud avete un clima mite” pensava Monica riparandosi dal vento sferzante col 

 

cappuccio ricordando quando i compagni di scuola le facevano quel genere di discorsi.

 

“Tutte stronzate” disse ad alta voce entrando in ufficio.

 

La Tataranni era gia li' e parlava al telefono con qualcuno in tono furente: non volendo irritarla 

ulteriormente e scatenare ancora di piu' le lamentele di Vitali, Monica si ritiro' quieta nel suo 


ufficio e inizio' a lavorare.

 

Neanche venti minuti dopo se la ritrovo' vicino alla sua porta mentre borbottava “e adesso chi mi 

aiuta...”

 

“Qualcosa non va?” chiese ad alta voce.

 

“Eh? No niente...” rispose Imma agitando la mano.

 

“Oggi ha deciso di depauperare lo zoo” penso' Monica vedendo la Tataranni indossare una maglia 

leopardata con sopra una giacca pitonata completata  dall'immancabile gonna nera.

 

“Manca solo la borsa di coccodrillo e c'e' tutto”.

 

“No, davvero...se ha bisogno...” disse ad alta voce.

 

“Non riguarda il lavoro...devo decorare casa per Natale ma mio marito e mia figlia sono da mia 

suocera e quindi dovro' aspettare” sbuffo' Imma.

 

 

“Se non e' un problema posso darle una mano io procuratrice...” si offri' Monica ricordando 

i pomeriggi della sua infanzia in cui aiutava i genitori con albero e presepe.

 

“Ma no si figuri...” si schermi' lei senza lasciar trasparire lo stupore: perche' mai quella ragazza si 

offriva di aiutarla per qualcosa che non riguardava il lavoro?

 

“Di solito me la cavo in queste cose” insistette Monica stupendosi del suo stesso coraggio.

 

“Allora...allora va bene. Questa sera pero', quando avro' finito di lavorare. E quando avra' finito 

anche lei” le rispose nel solito tono sbrigativo dandole le spalle ed entrando nel suo ufficio.

 

Dopo i colloqui con i compagni di classe di Simona le indagini a riguardo si erano intensificate ma 

nulla di nuovo era venuto realmente fuori ed Imma non sapeva piu' come nascondere la propria 

disperazione: se non fosse spuntato fuori nulla di nuovo avrebbero dovuto chiudere le indagini e 

Simona non avrebbe mai avuto giustizia.

 

Aveva mandato di nuovo Calogiuri e Matarrazzo in esplorazione al liceo ma senza grandi risultati se

non fosse che a detta dei professori Fabiola Sileo e Guglielmo Andrisani, i primi con cui Imma 

aveva avuto il colloquio, fossero tutt'altro che studenti modello: pareva facessero a gara a chi 

collezionava piu' insufficienze ed era molto difficile inculcargli che dovevano impegnarsi.

 

“Tanto piu'” aveva detto l'insegnante di inglese “che i genitori di entrambi li spalleggiano 

rimproverando me e i colleghi di essere troppo severi, a detta loro i figli studiano dalla mattina alla 

sera ma sappiamo tutti benissimo che non e' cosi: piu' di una volta li abbiamo beccati a trascorrere 

il pomeriggio al parco o al bar e il guaio e' che non puoi bocciarli a meno che non superino un 

determinato numero di assenze”.

 

Erano praticamente punto e a capo.

 

 

“Allora: la corda l'abbiamo legata alla sbarra e quindi dovrebbe scendere...”

 

 

Imma era inginocchiata sul balcone e reggeva una cordicella cui era attaccato un Babbo Natale 

intento ad arrampicarsi su una scala che sarebbe dovuta scendere al di sotto del balcone mentre 

Monica legava le due estremita': la ragazza era rimasta piacevolmente colpita dalla semplicita' della 

casa della pm, si era aspettata un arredamento molto piu' chiassoso del divano bianco del salotto.

 

“Probabilmente avra' il tappeto e la tovaglia leopardati” pensava.

 

“O un leopardo legato in salotto”.

 

“Finito. Che faccio, lascio?”

 

“Vai”

 

Monica mollo' le estremita' ma il babbo natale anziche' scendere dritto poco sotto al balcone in 

modo tale da sembrare arrampicarsi sulla scaletta giro' su se stesso fino ad arrotolarsi mezzo legato 

dal collo in giu'.

 

“Ma che e'?” disse Imma in un tono talmente tra il brusco ed il sorpreso che Monica dovette 

trattenersi dallo scoppiare a riderle in faccia.

 

“Cara, va bene tutto, ma impiccare i babbi natale non ti sembra un po' troppo?” disse una voce 

maschile da un paio di piani di sotto.

 

Pietro e Valentina erano appena tornati e la ragazzina rideva di cuore a vedere il lavoro maldestro 

della madre.

 

“Veramente si e' impiccato da solo” rispose Imma.

 

“Colpa mia signor De Ruggieri: avrei dovuto controllare meglio la lunghezza della corda” ammise 

Monica.

 

“Ma si figuri signorina, non e' mica grave: ora lo metto a posto io” rispose Pietro chinandosi sulla 

cordicella.

 

“Grazie per l'aiuto comunque” disse Imma rivolgendole un piccolo sorriso che la stupi' ancora di piu'.

 

“Ah mamma, dovremo ricomprare la borsa dell'acqua calda: si era talmente rovinata che l'ho 

buttata” disse Valentina mentre Monica si metteva il cappotto.

 

“Certo certo” rispose Imma apprestandosi a rimettere lo scatolone delle decorazioni nello 

sgabuzzino.

 

 

Ovviamente nessuna delle due il giorno dopo si sogno' di menzionare in ufficio quel tempo 

extralavorativo trascorso assieme: Monica temeva addirittura che Vitali la licenziasse se l'avesse 

saputo.

 

“Sto diventando paranoica” disse a se stessa battendo sui tasti come al solito.

 

Mancavano due settimane a Natale ma per fortuna Monica aveva comprato tutti i regali da tempo, 

 

almeno non doveva affannarsi in quella bolgia umana che erano le strade.

 

“In realta' ne mancherebbe uno” penso'

 

E sapendo che se ne sarebbe pentita nel momento esatto in cui ci avrebbe cliccato sopra si 

appresto' ad esplorare amazon.

 

D'un tratto senti' la voce di Diana.

 

 

“E' arrivata la signorina Nole'”

 

“Falla entrare” rispose Imma.

 

 

Da li' in poi Monica non senti' piu' nulla.

 

 

L'ultimo giorno di lavoro aspetto' che Vitali se ne andasse e raccogliendo tutto il coraggio che

  

aveva busso' all'ufficio della Tataranni.

 

“Avanti” senti' dire la sua voce.

 

Monica spero' ardentemente che non ci fosse Diana ma purtroppo venne delusa.

 

“Beh meglio lei della Moliterni” penso'.

 

“Mi dica signorina Parisi, e' successo qualcosa?” chiese Imma mettendosi in guardia come sempre.

 

“No procuratrice”

 

“Allora mi dica cosa posso fare per lei” disse Imma sistemando i fogli sparsi sulla scrivania.

 

“Ecco...io...volevo darle questo” rispose sentendosi arrossire e poggiando un sacchettino dorato sul 

ripiano.

 

Uno sguardo di puro stupore compari' sul volto del magistrato e della sua assistente.

 

“Buon natale procuratrice. Mi perdoni ma mi sono permessa di prenderle un piccolo pensiero. Non 

deve ricambiare non importa” disse Monica il piu' in fretta possibile.

 

“Beh...grazie” rispose Imma prendendo il sacchetto.

 

“Di nulla” rispose la ragazza congedandosi.

 

“Strana ragazza” commento' Imma quando Monica si fu allontanata.

 

“Le sarai simpatica” disse Diana.

 

“Non capisco perche'” bofonchio' Imma.

 

“Forse perche' ha capito che sei migliore di quanto sembri” rispose l'altra.

 

 

La mattina di Natale la famiglia De Ruggieri stava scartando i regali di Natale quando ad Imma 

capito' in mano quell'ultimo sacchetto.

 

“E questo di chi e'? di Diana?” chiese Valentina.

 

“No, mi ha regalato il bracciale. Deve essere quello di Monica” rispose sua madre.

 

“Vitali non ti regala niente ma lo fa la sua segretaria. Strano” osservo' Pietro.

 

Imma apri' il sacchetto e ci infilo' la mano incuriosita.

 

“Non ci posso credere” commento' quasi scioccata mentre marito e figlia ridevano.

 

“Ma non credo che volesse prenderti in giro mamma, avra' pensato di farti un regalo utile e 

insomma ti vede tutti i giorni 

avra' capito i tuoi gusti...” disse 

Valentina.

 

Era una borsa dell'acqua calda. 

Leopardata.

 

 

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Capitolo 6
*** Il gruppo ***


Ha una tigre di ceramica in salotto”


Questo fu il primo pensiero di Monica varcata la soglia del suo ufficio come sempre in anticipo: le vacanze 

natalizie erano finite da due settimane e ormai aveva ripreso a pieno ritmo.


Naturalmente ne' Imma ne' lei si erano sognate di menzionare il regalo che Monica le aveva fatto.


Ah signorina “ disse Vitali rimanendo sulla soglia del suo ufficio, “la ringrazio per i cioccolatini che mi ha 

regalato a Natale, erano deliziosi”.


Imma che in quel momento stava lottando contro un raccoglitore ad anelli abbasso' lo sguardo per nascondere il 

lieve rossore che le pervase le guance.


Al suo capo dei cioccolatini e a lei la borsa dell'acqua calda leopardata…


Posso offrirle un caffe' signorina?” chiese ad alta voce, Diana che era li' di fianco a scrivere al pc sorrise tra se'.


Volentieri” disse Monica e meno male che Vitali non aveva sentito.


Una volta alzatasi si rese conto che i suoi pantaloni di velluto a vita alta erano della stessa tonalita' di blu del 

maglione di Imma: nel caso di Monica erano completati da un maglione argentato e da stivaletti con un tacco di 

circa sei centimetri mentre la procuratrice indossava una gonna tartan rossa con richiami blu e scarpe con i soliti 

dodici centimetri di tacco nere.


Mentre beveva il caffe' penso' che non ce la vedeva la Tataranni, pur con tutte le sue stravaganze, ad entrare in un 

negozio di antiquariato e comprarsi una tigre di ceramica alta un metro, tutt'al piu' un piccolo sopprammobile, 

evidentemente si trattava di un regalo.


...ah ma io gliel'ho detto a Valentina: alle due al massimo a casa! Ok che era Capodanno ma con tutto quello che 

succede...” stava raccontando Imma infervorata come sempre: Monica sorrise immaginandosela a ballare scatenata 

appena passata la mezzanotte.

Che stupidaggine: ci sono tanti modi di festeggiare e comunque non sono affari miei”.


Capisco la sua preoccupazione visto anche il caso su cui sta lavorando ma davvero non dovrebbe agitarsi molto: 

sua figlia mi pare una brava ragazza non di quelle che si mettono nei guai” commento' Monica.


Si, si ma gli adolescenti sono imprevedibili signori' ” rispose Imma buttando il bicchierino.


Monica si rimise al lavoro ma a meta' pomeriggio arrivo' Calogiuri talmente agitato che persino lei si preoccupo'.


In realta', come le disse Diana prima di uscire, aveva portato buone notizie.


Prima di Natale avevano convocato Ludovica Nole', un'altra compagna di scuola di Simona”.


Monica annui'.


Era venuto fuori, prosegui' Diana, che Elisa Ferri, la ragazza di Ludovica aveva ricevuto un invito per entrare in un 

gruppo whatsapp: non conosceva nessuno degli appartenenti ma capi' che erano della classe della fidanzata alla 

quale mostro' subito il cellulare.


E quello che vide non le piacque per niente.


Cosi' di comune accordo avevano deciso di recarsi assieme in procura chiedendo di parlare con Imma.


La conosco da anni ma credimi, poche, pochissime volte l'ho vista infuriarsi cosi'” disse Diana bevendo il caffe'.


Il gruppo si chiamava “Simosfiga” ed era composto da tutta la classe che lo utilizzava per insultare Simona con 

parolacce, epiteti vari e persino fotomontaggi.


Quella sfigata” “cessa” “ma perche' e' capitata proprio in classe con noi?” erano solo alcune delle frasi piu' gentili 

che le venivano rivolte.

Grazie per le prove che ci ha fornito signorina: e' disposta a ripetere quanto mi ha appena detto in tribunale?” 

chiese Imma ancora tremante di rabbia.


Si dottoressa. Mi auguro possiate fare qualcosa: non frequentavamo Simona al di fuori della scuola ma lei era tra i 

pochi che non ci prendeva in giro e rispettava la nostra relazione” rispose Elisa.


Probabilmente proprio perche' sapeva cosa si prova” osservo' Calogiuri mentre uscivano.


Calogiuri, convoca subito Fabiola Sileo e Guglielmo Andrisani: voglio proprio sentire cosa mi dicono i genitori 

questa volta” disse Imma rimettendo a posto i documenti con foga.


Gli amministratori del gruppo whatsapp in questione erano loro.



Alla fine vennero senza genitori “wow, quanto interessamento verso i figli” penso' Monica sentendoli entrare dalla 

Tataranni.



Voi eravate quelli che volevano divertirsi se non sbaglio: bel divertimento!” esclamo' Imma sbattendogli davanti le 

fotocopie dei messaggi.


Non c'e' scritto suicidati mi pare” commento' Guglielmo con tono arrogante.


Vabbe' che era talmente stupida...” ridacchio' Fabiola.


A quel punto Imma senti' il sangue alla testa ma si contenne: erano pur sempre minori.


Sara' stata stupida ma lei aveva voti migliori dei vostri a quanto mi risulta” commento'.


Come tutti quelli che non hanno una vita” disse Fabiola in tono saccente.


Eh sara' stata sicuramente piu' vivace la vostra, in giro ubriachi a meta' pomeriggio...” disse Imma in tono 

sarcastico.


Senta, se quella era una sfigata non e' certo colpa mia” disse Guglielmo alzandosi.


SEDUTO!!!” urlo' Imma cosi' forte che persino Monica fece un salto sulla sedia.


Il ragazzino obbedi' all'istante.


E la prossima volta che provi a rivolgerti in quel tono a me una bella denuncia non te la toglie nessuno! Li' fuori 

c'e' scritto “Procuratore” non “tua sorella” e' chiaro??”


Guglielmo annui'.


Poco dopo dovettero congedarli: il gruppo era qualcosa ma ancora non potevano collegarlo del tutto alla morte di 

Simona.


Mentre i due ragazzini uscivano sul corridoio, Monica stava ritornando dal bagno.


...un pomeriggio buttato via per colpa di quella cessa sfigata” stava commentando Fabiola.


Si, davvero. Pure da morta fa danni” disse Guglielmo.


In effetti sono sempre i migliori quelli che se ne vanno” non pote' trattenersi dal commentare Monica.


Pff le sarebbe piaciuto essere migliore di me o di qualcun altro” sbuffo' Fabiola.


A quel punto Monica non ci vide piu' e afferro' la ragazzina per i capelli costringendola ad abbassarsi e diede un 

calcio sulle caviglie al ragazzino per poi afferrarlo ai genitali.


Guglielmo gemette senza fiato.


Ascoltami bene razza di gallina senza cervello: tu non sei migliore di nessuno. ANZI.”


E tu” si rivolse a Guglielmo che era ormai color rubino “ per saper tracannare tre birre non ci vuole uno studio per

cui abbi almeno il buon gusto di tacere”.


Che succede?” commento' Imma da dietro le sue spalle.


Monica sarebbe voluta sprofondare ma ormai era fuori controllo.


Piccoli luridi bastardi chiudete quella cazzo di bocca!” disse scuotendoli.


Calogiuri a fatica riusci' ad allontanarla dai due ragazzi tanto che era sconvolta.


Va bene adesso si calmi pero' eh!” disse Imma prendendola per le spalle.


Si puo' sapere che le prende?”



Monica scoppio' in lacrime e si appoggio' alla sua spalla.


Imma scambio' uno sguardo stupefatto con Calogiuri.


Va bene...senta scendiamo al bar un attimo cosi' ne parliamo eh? Intanto che Vitali non c'e'”.



Per me una coca “ disse Calogiuri.


Per me un caffe'” disse Imma.


Io...prendo un punch al mandarino” disse Monica con gli occhi ancora rossi di pianto.


Calogiuri fece tanto d'occhi ma non si azzardo' a commentare.


Nel tentativo di tirarle su il morale Imma rievoco' quando, pochi mesi prima si trovava a Roma con Calogiuri che 

aveva partecipato al concorso da maresciallo, per svolgere un'indagine e mentre erano a cena assieme un venditore 

di rose li aveva presi per madre e figlio.


Ora, a parte che non vedo somiglianze fisiche ma cos'era, un modo velato di darmi della vecchia??”


Certo che no Procuratrice” disse Monica lottando per non scoppiare a ridere.


Quando si fu calmata provo' a spiegare cos'avesse provato poco prima.


Non avrei dovuto lo so. Ma non ci ho visto piu'...”


La ragazza racconto' che quella storia l'aveva particolarmente turbata perche' lei stessa aveva subito bullismo da 

ragazzina.



Forse ai tempi non essendoci i social era piu' semplice ma io capisco perfettamente cosa deve aver provato 

Simona: quando entri in classe e nessuno ti saluta, quando tutti ridacchiano appena apri bocca...” commentava 

furiosamente sorseggiando il punch.



Non ero in grado di difendermi, i professori a malapena intervenivano: solo molto piu' avanti ho iniziato ad alzare 

le mani e solo in quel momento mi lasciavano in pace”


Avrebbero dovuto aiutarla, non si dia la colpa” intervenne Calogiuri.


Ha ragione signorina: in questi casi se non cambiano le cose e' colpa degli adulti che non intervengono” disse Imma.


Stia tranquilla: Vitali non sapra' niente” commento' incoraggiante mentre tornavano in ufficio.



Quella sera Imma passo' a trovare sua madre e vi trovo' oltre che Valentina anche Ludovica ed Elisa.



Non sapevo vi conosceste!” disse meravigliata.


Oh si, oggi le ho aiutate a studiare” disse la figlia.


Senti tesoro” intervenne la nonna “ma le tue amiche sono fidanzate?”


Le due ragazzine si guardarono, fu Ludovica a prendere coraggio.


Si signora Tataranni: Elisa e' la mia ragazza”


Ah...ma ve l'ho fatta la merenda?” chiese l'anziana.


Si nonna ed era anche molto buona” rise Valentina mentre Imma rimetteva a posto la cucina.

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Capitolo 7
*** Un pessimo incontro ***


Le settimane passavano ma la situazione non si sbloccava: certo dopo la scoperta del gruppo 


whatsapp utilizzato per umiliare Simona era uscito tutto un sottobosco che nessun genitore si 

sarebbe mai aspettato a Matera.


O piu' probabilmente nessuno si sarebbe aspettato in generale: ragazzini considerati perbene che sin
 

dalle medie bullizzavano chi consideravano “debole” o “diverso”, alcol e droga piu' o meno leggera

che circolavano come biscotti gia' a quell'eta', violenze psicologiche reiterate e adulti impotenti o 

inconsapevoli di quanto accadeva vicino a loro.


Io non capisco: gente scalmanata a 15 anni c'era anche quando ero ragazzina io ma erano uno o 

due e sopprattutto i genitori tentavano in ogni modo di calmarli e di stargli dietro, questi pare che 

non conoscano i loro figli” diceva Diana a Monica mentre mescolava lo zucchero nel caffe'.


Si chiama menefreghismo” rispose lei in tono asciutto.


Lo trovo incredibile: come si fa a disinteressarsi cosi dei propri figli?”


E' molto semplice: basta metterli al mondo e non educarli al rispetto degli altri, lasciargli intendere 

che tutto gli e' dovuto e non dirgli mai no. Infine difenderli sempre e comunque dal mondo esterno 

che e' brutto e cattivo” disse Monica in un tono grave che neanche sembrava appartenerle.


Io comunque non capisco: questa gente non vive da sola sul cocuzzolo di una montagna, che 

giustificazione pensano di dare al comportamento dei figli?” chiese Diana gettando il bicchierino.


Nessuna: gente cosi' e' convinta di essere sempre e comunque nel giusto, vivono in una bolla dove 

gli altri sbagliano o non saranno mai alla loro altezza, dunque non hanno niente da giustificare: 

vorrei avere un briciolo della loro autostima” rispose Monica tornando in ufficio.


Imma Tataranni non era una che si sconvolgeva facilmente ma quando Calogiuri e Matarrazzo 

erano tornati dall'ennesimo soppralluogo al liceo e avevano raccontato le loro scoperte aveva 

faticato a trovare le parole: in pratica tutti erano a conoscenza di quanto avveniva dentro e fuori di 

li' ma nessuno parlava, probabilmente perche' temevano ritorsioni.


E poi per andare alla polizia servono le prove” sentenzio' appena rimase sola con Diana “non basta

dire: gira la droga e questi si ubriacano e vanno in giro a far casini”.



Dottoressa, nonostante tutto questi non hanno l'aria dei classici delinquentelli: non gli daresti due 

lire” commento' Calogiuri.


Quelli cosi' sono i peggiori maresciallo: proprio perche' non gli daresti due lire si sentono protetti e 

non temono neanche l'autorita' altrimenti non avrebbero creato quel gruppo ma si sarebbero 

limitati a prendere in giro Simona verbalmente” rispose Imma mettendo a posto i documenti.


O forse credono che Internet sia una terra di nessuno dove si possa dire o fare tutto quello che si 

vuole tanto non possono farti niente”

disse Monica che stava portando dei fascicoli in archivio passando da li'.

Imma la guardo'.


Mi scusi procuratrice non intendevo origliare...la porta era aperta...” rispose la ragazza che sarebbe

voluta sprofondare nel pavimento.

No no non c'e' problema: temo abbia ragione, altrimenti questi ragazzini non si comporterebbero 

cosi: dobbiamo chiedere alla polizia postale di scandagliargli tutti i social, non credo che si siano 

limitati a whatsapp con quei commenti” disse Imma appoggiandosi alla scrivania.


Se cosi' fosse perche' nessuno ha mai fatto o detto niente? Anche solo segnalarli ai social?” chiese 

Matarrazzo.


Paura, una sorta di rispetto e di timore reverenziale...questi adolescenti sono peggio dei mafiosi” 

rispose Imma.


Era quasi finita la giornata quando in ufficio da Vitali entro' Saverio Romaniello, un ricco 

imprenditore locale il quale era venuto, pareva, a perorare la causa del nipote Lorenzo il quale 

faceva parte di quel bel gruppetto di adorabili pargoli che assumevano droga come altri prendevano

il caffe' a colazione.


A Monica non piacque appena lo guardo' in faccia.


Insomma dottor Vitali questi sono ragazzi, conosco bene mio nipote e francamente non penso 

abbia assunto qualcosa di piu' forte di un'aspirina in vita sua” disse Romaniello.


Con uno cosi' pure io snifferei cocaina altrimenti come lo sopporto?” penso' Monica battendo al 

computer.


E anche la storia di quella povera ragazza, insomma quante esagerazioni: e' una tragedia 

naturalmente ma da qui ad insinuare siano stati i compagni...”


Mi sa che la mela non cade mai troppo lontana dall'albero” penso' la ragazza disgustata.



Scoccarono le diciotto e Monica scese le scale proprio mentre usciva Romaniello.


...perche' e' vero che i soldi non fanno la felicita' ma aiutano, eccome se aiutano, nessuno ha il 

coraggio di dirti di no, perche' senza soldi in questo Paese non sei nessuno” disse con un sorrisetto 

viscido guardando Imma.


Probabilmente lei ha ragione dottor Romaniello” disse Monica scendendo quei pochi scalini che la 

separavano da lui.


Ma c'e' una cosa che il denaro non potra' mai comprare: la dignita'” aggiunse guardandolo negli 

occhi ma sfiorando la mano della procuratrice mentre le passava accanto.

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Capitolo 8
*** Online ***


Le indagini condotte dalla polizia postale avevano scoperchiato un vaso di Pandora chesi sarebbe potuto sospettare, forse, se avesse riguardato un qualche “famoso” quartiere in cui la criminalita' era l'humus nel quale troppi ragazzi crescevano ma non certo nella tranquilla Matera.

Insulti di ogni tipo rivolti a ragazzi ambosessi non solo in eta' da scuola superiore maanche di scuola media e persino da scuola elementare chem giravano online non certo da due mesi, accerchiamenti in giro per la citta' volti ad intimorire le vittime, non si parlava di armi ma Imma non se ne sarebbe stupita se fosse uscito qualche coltello.

“E tu ti lamenti di me” la prese in giro Valentina quando Imma a cena espresse a Pietro il suo disappunto a riguardo.

 

“Non cominciare: avessi fatto un quarto di quello che ho appena raccontato ti avrei inseguito fino ad Aosta” commento' Imma  “quello che non capisco e' come abbiano fatto i genitori a non accorgersene, possibile che nessuno controlli i figli? Qui stiamo parlando di bambini di dieci anni anche”.

“Non sono mica tutti come te” disse la figlia.

 

“E si vede”

 

“Tranquilla mamma mi hai cresciuto meglio di cosi'”.

 

 

“Bene bene dottoressa Tataranni lo vede che il caso procede come si deve: ancora qualche settimana e potremo dar giustizia a quella povera ragazza e alla sua famiglia” commento' Vitali soddisfatto.

 

“Ma che cazzo dici che se era per te lo avresti archiviato subito come suicidio! Oddio e' felice! Domani piove!” penso' Monica che come sempre lavorava in silenzio al suo computer mentre Imma per una volta usciva dal suo ufficio lasciando la statuina di Pulcinella al suo posto.

 

 

“Mi duole dirlo ma mia figlia ha ragione: io con lei sono paranoica ma visto quello che c'e' in giro mi sa che ho fatto piu' che bene” commento' Imma mentre prendeva il caffe' con Diana e Monica alla macchinetta.

 

“Sua figlia e' una brava ragazza e lei e suo marito non ve ne fregate di lei, cosa che invece pare facciano questi che chiamare genitori mi pare esagerato” disse Monica senza guardarla in faccia.

Non era facile per lei accettare complimenti e ancor meno farli: temeva sempre di risultare “lecchina” e non sincera.

“La ringrazio signorina ma queste cose mi mandano veramente fuori dai gangheri: gia' gliadolescenti sono complicati, se ci si mettono anche gli adulti a non farsi rispettare ci  saranno ancora troppe Simona temo” rispose Imma buttando il bicchierino.

 

“E dire che infanzia e adolescenza dovrebbero essere i periodi migliori della vita” disse Diana e Monica non sapeva se ridere o piangere:personalmente dopo i diciotto stava  molto ma molto meglio.

 

Nessuno che ti giudicava, nessuno con cui eri obbligato ad interagire tot ore al giorno e no, il lavoro non era la stessa cosa, c'erano giorni in cui solo Vitali le rivolgeva la parola per cui alla fine poco cambiava: invisibile era e invisibile sarebbe rimasta.

“Meglio invisibile che insultata” pensava.

 

Le giornate in fondo scorrevano tranquille, non c'era mai confusione in procura a parte il lieve e per Monica piacevole, scompiglio portato dalla Tataranni e dalle sue interazioni con Vitali, quasi le dispiaceva che non discutessero piu' ultimamente.

 

“Se continuano cosi' mi si ammuffiscono i pop corn nel cassetto”

 

 

Mentre usciva dall'ufficio senti' uno scalpiccio di passi sulle scale, sporgendosi noto' Calogiuri correre su per le scale cosi' in fretta che per poco non ci finiva lungo disteso.

 

“Tutto bene maresciallo?”

 

“Buonasera signorina, no purtroppo: abbiamo un'altra vittima”

“Cos...e' morta un'altra ragazzina?” chiese Monica strabuzzando gli occhi.

 

“Oh no signorina, questa volta no per fortuna: e' viva ma in ospedale ora. Ed e' cosciente, i suoi genitori ci aspettano per parlarle”

“Andiamo Calogiuri” Imma era apparsa improvvisamente dietro di loro e con il solito piglio deciso li supero' seguita dal giovane maresciallo.

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Capitolo 9
*** il racket ***


La ragazza si chiamava Rita Lovaglio aveva quindici anni e frequentava il secondo anno, quando Imma e il maresciallo arrivarono la trovarono sveglia con
accanto medico 
genitori.

 

“Buonasera, sono il sostituto procuratore Imma Tataranni e lui e' il maresciallo Calogiuri, posso chiederle come sta la ragazza?” disse Imma rivolgendosi al dottore.

 

“Ha entrambe le gambe rotte e una costola incrinata: ne avra' per almeno un mese ma poteva andare peggio visto il salto che ha fatto” le rispose.

 

“Se la sente di parlare? O preferisce che torniamo domani mattina?” chiese Imma rivolgendosi alla ragazzina.

 

“Vuoi riposare tesoro? Vuoi che la dottoressa ed il maresciallo tornino domani?” le chiese la madre carezzandole il viso.

 

“No mamma, possono rimanere, voglio raccontare tutto” disse Rita cercando di mettersi seduta.

 

“Non si preoccupi, rimanga pure stesa se ha dolore” disse Imma.

 

La ragazza fece un sorriso tirato ed inizio' a raccontare.

 

E man mano che proseguiva il procuratore sentiva i ricci drizzarglisi in testa senza sapere se era per la rabbia o per il raccapriccio.

 

Quella storia, come d'altronde sapevano gia', andava avanti da anni ed anni.

 

“Inizia sempre tutto con qualche presa in giro abbastanza innocua, in quarta o quinta elementare”

 

Poi se gli artefici volevano la cosa proseguiva, allargandosi ai social: Whastapp, facebook, Instagram, non c'era modo di salvarsi.

 

“Mi scusi se la interrompo signorina ma da quello che so queste applicazioni permettono di segnalare e bloccare questa tipologia di utenti” disse Calogiuri.

 

“E' cosi: ma quelli che ci hanno provato hanno cominciato a subire richieste di soldi: prima poca roba, dieci o quindici euro e poi sempre di piu', fino a cinquecento o ottocento euro” rispose Rita.

 

“Cosa succede se non si hanno abbastanza soldi?” chiese Imma

 

“Vieni picchiato, anche da cinque o sei persone contemporaneamente a meno che non decidi di sottoporti ad una delle prove di coraggio che loro decidono per te”

 

“Come avete fatto tu e Simona?”

 

“Si… nel mio caso dovevo solo calarmi da un balcone all'altro mentre Simona doveva saltare da un tetto ad un altro”

 

“ E tu come lo sai?” disse Imma raddrizzandosi sulla sedia.

 

“Qualche giorno dopo mentre ero a scuola ho sentito due di loro parlarne mentre tornavo dal bagno”

 

“Ma tesoro, perche' non hai detto niente a nessuno?” le chiese il padre.

 

“Perche' non avevano nominato esplicitamente Simona, ci ho pensato solo piu' tardi. E poi a scuola ci vado io non voi” rispose Rita in tono grave.

 

“E temevi che si rivalessero su di te se avessi parlato. Te la senti di dire tutto questo in tribunale?”

 

“Si signor procuratore, credo sia ora che questa storia finisca: meta' dei ragazzi di Matera conosce, almeno per vie traverse questa storia ma nessuno ha il coraggio di fare niente per non avere altri problemi e i genitori di questi non vedono o non vogliono vedere”

 

“Lo credo anche io” disse Imma alzandosi.

 

 

La mattina dopo in procura Monica trovo' cosi' tanta coda che per un attimo temette di aver sbagliato e di essere finita in posta il giorno delle pensioni, riusci' a raggiungere il suo ufficio e a chiudercisi dentro poco prima di sentire Imma urlare come se fosse rimasta impigliata in una tagliola e penso' di andare a chiedere se avesse bisogno di qualcosa ma ci rinuncio' quando vide Diana che non si muoveva dalla sua scrivania, segno inequivocabile che la procuratrice aveva qualcuno nel suo ufficio.

 

Mentre iniziava a scrivere Monica si chiese chi potesse essere oggetto di tanta ira visto che Vitali ancora non si era visto.

 

Dopo circa un paio d'ore la coda pareva essersi esaurita e lei si era alzata per svuotare il cestino nel grande bidone nell'angolo dell'ufficio quando attraverso la porta socchiusa vide passare Romaniello che blaterava qualcosa riguardo il fatto che la Tataranni fosse pazza e che non doveva permettersi di convocare suo nipote in tribunale, tutti si erano fatti qualche canna da ragazzini e sicuramente non si era mai reso colpevole di atti di bullismo.

 

“Beh la mela non cade mai troppo lontano dall'albero” sentenzio' Monica nemmeno troppo ad alta voce.

“Mi scusi signorina, sa dirmi dov'e' il bagno?” chiese Romaniello entrando nel suo ufficio.

 

“Certo, in fondo a destra” rispose in tono sostenuto senza neanche guardarlo.

 

“Il suo capo non le ha insegnato a portare rispetto a chi sta piu' in alto di lei?” le chiese a bassa voce facendola voltare e palpandole il seno.

 

Monica resto' raggelata ma lo guardo' negli occhi.

 

“E a lei non hanno insegnato che prima si chiede immagino...ma sa com'e', nove volte puo' andarle bene ma alla decima...” e gli mollo' una ginocchiata ai genitali facendolo piegare in avanti.

 

 

“Che sta succedendo qui?” chiese una voce secca dalla porta.

 

Imma Tataranni aveva negli occhi lo sguardo piu' folle che Monica avesse mai visto in una persona.

 

“Mi ha molestata” rispose con una voce che sembrava non appartenerle.

 

“Maresciallo Calogiuri arresti immediatamente il dottor Romaniello per molestie sessuali” disse Imma in tono gelido.

 

“Sta scherzando? E lei crede a questa ragazzina? Dove sarebbero le prove? “ ghigno' Romaniello.

 

“Non si preoccupi che quelle le recuperiamo in fretta: bastera' visionare i video delle telecamere di sorveglianza qui poste. E mi spiace per lei ma non puo' neanche appellarsi alla privacy essendo questi cartelli sparsi per tutta la procura” rispose lei indicandone uno posto proprio sul muro sopra la scrivania di Monica.

 

“Signorina Parisi, intende sporgere denuncia?” chiese Imma.

 

“Certamente procuratrice” rispose Monica mettendosi al suo fianco.

 

“Lo porti via Calogiuri” disse Imma guardando Romaniello negli occhi.

 

“Sta bene?” chiese a Monica dopo che Calogiuri e Romaniello furono usciti.

 

“Si…non si preoccupi...non mi ha fatto niente” rispose respirando a fondo.

 

Imma si sporse verso di lei e la strinse in un abbraccio mentre Monica le piangeva disperatamente su una spalla.

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Capitolo 10
*** There is power in a union ***


La prima ad accorrere dopo che Calogiuri ebbe portato via Romaniello fu Diana che in lacrime 

offri' un caffe' ed un passaggio a casa a Monica continuando a scusarsi per non essersi accorta di 

niente.


Non dica cosi' non e' mica la mia babysitter”


Ma che c'entra signorina e poi a me quello non e' mai piaciuto!”


Diana, tu non hai colpa e neanche la signorina naturalmente: se permette vengo anche io con voi: 

credo che questa situazione presto ci travolgera' tutti, le garantisco fin da ora il mio appoggio piu' 

totale ed e' giusto che i suoi genitori lo sappiano” disse Imma.


A casa non fu facile, i genitori le chiesero se desiderasse andare in ospedale e sua madre la tenne a 

lungo abbracciata. Monica rifiuto' ma rispose che avrebbe interpellato una psicologa per 

riprendersi.


Il giorno dopo nonostante le preghiere di sua madre decise di recarsi al lavoro: era curiosa di 

vedere la reazione di Vitali all'accaduto perche' era certa che ormai lo sapesse anche lui.


Quando entro' scopri' che stava parlando con il sindaco ed il prefetto.


Ecco lo sapevo, ora mi licenzia! Stronzo leccaculo!” penso'.


Signorina, puo' venire un attimo?” la chiamo' affacciandosi alla porta.


Monica entro' e arrossi' sentendosi osservata dagli altri due.


Buongiorno signorina Parisi” la salutarono alzandosi e stringendole la mano.


I signori vorrebbero parlarle” disse Vitali e Monica gia' si mise in guardia: probabilmente le 

avrebbero dato della bugiarda, le avrebbero detto che se l'era cercata, Romaniello era una persona 

rispettabile e di certo non ci avrebbe provato con una come lei…


Innanzitutto siamo qui per dichiararle il nostro piu' completo appoggio” disse il sindaco facendola 

sussultare.


Sono cose che non dovrebbero mai accadere ad una donna specialmente sul posto di lavoro”


Lei e' intenzionata a procedere per vie legali?” le chiese il prefetto.


Si dottore”


Eccellente. Allora abbiamo bisogno di lei”.


Per cosa mi scusi?” chiese perplessa.


Abbiamo intenzione di organizzare una conferenza, assieme all'associazione contro la violenza 

sulle donne, per parlare di questi temi, saremmo felici se lei vorra' intervenire” rispose il Prefetto.


Si certo” rispose Monica d'impeto.


Benissimo! Sara' domenica prossima in municipio. Non sia mai detto che nella mia citta' accadano 

cose del genere senza che io faccia niente” disse il sindaco.


Una volta usciti, Monica ancora frastornata si mise a lavorare ma verso meta' mattina Calogiuri di 

ritorno dalla caserma spiffero' la verita': la sera prima Vitali si era precipitato appena saputa la 

notizia e aveva dato in escandescenze davanti a tutti.

Pareva posseduto dottoressa” disse ad Imma mentre erano tutti attorno alla macchinetta del caffe'.


Strano che non gli sia venuto un infarto per l'ansia” osservo' Monica e il maresciallo mostro' un 

video sul cellulare che ritraeva Vitali dire a Romaniello davanti ai suoi superiori “come si e' 

permesso” e “verme schifoso”.


Chi l'avrebbe mai detto” disse Diana.


Monica racconto' della conferenza e della sua voglia di contribuire.


Fa benissimo ed inoltre puo' essere d'aiuto per altre ragazze: ci scommetto la testa di mia figlia che 

non era la prima volta” disse Imma.



Quella domenica Monica arrivo' un'ora prima assieme alla psicologa ed alle ragazze 

dell'associazione: le dissero che lei sarebbe intervenuta solo a meta' e che avrebbe dovuto aspettare 

nella stanza accanto dove era stato allestito un buffet.


Poco dopo arrivo' Calogiuri mandato assieme ad altri colleghi per il servizio d'ordine e le fece 

compagnia.


Ho paura maresciallo” disse spiando dallo spiraglio tra la porta e l'intercapedine: la sala era piena.


Non deve signorina, lei non ha proprio niente di cui vergognarsi: e' Romaniello che deve farlo” 

commento' Calogiuri indignato.


Monica sorrise per il lei “No...non e' per quello: e' che c'e' tanta gente...”


Ahh lei soffre della cosiddetta ansia da palcoscenico”


Gia', ma forse possiamo fare qualcosa: mi passa quella bottiglia e un bicchiere per favore?”


Ma sono le tre del pomeriggio e' sicur...”


Mi serve la vodka maresciallo!”


Qualche minuto dopo aver trangugiato un bicchiere Monica venne chiamata e si sedette: l'alcol le 

dava un piacevole torpore che la tranquillizzava e meno male, in prima fila c'erano Vitali, la 

Tataranni col marito e la figlia, il sindaco e il prefetto.


Immagino tutti sappiate cosa mi e' successo” esordi'.


Io ho reagito ma non tutte siamo cosi', spesso molte non ce la fanno e cio' viene preso per consenso

ma non e' cosi: tutte abbiamo diritto di dire no quando e come ci va”.


Osservo' la platea.


Vedo molti uomini qui, ne sono felice, significa che qualcosa sta cambiando nella percezione della 

violenza e che vogliate stare vicini alle vostre madri, mogli, compagne, sorelle e amiche”.


Intervenne la psicologa parlando di traumi che rimangono a lungo e del senso di colpa insito in 

tutte, quel senso di colpa che le donne si portano dietro da tempi atavici, iniziato con una mela ma 

non solo.


Alla fine ci fu un lungo applauso e Monica scese dal palco raggiungendo la prima fila.


E' stata bravissima” le disse la Tataranni.

Scusate” disse un uomo di origine africana accompagnato da una ragazza.


Si?”


Ho sentito quello che ha detto prima signorina, io e mia moglie lavoravamo per Romaniello: non 

doveva mo...come si dice?”


Molestarla” rispose la ragazza al suo fianco, evidentemente l'interprete della onlus.


Molestarla, mi scusi per il mio italiano, nel mio paese accade a molte donne e non possono 

denunciare perche' spesso la polizia non crede loro, vengono chiamate puttane”.


Non molto diverso da qui insomma” sbuffo' la Tataranni.


Lei ha fatto bene a parlarne a tutti: non e' vergogna per la ragazza ma per chi lo fa” continuo' 

l'uomo.


E pensare che e' stato pensiero comune anche qui fino a non molti anni fa” disse il prefetto.


Monica annui': lo stupro in Italia e' reato contro la persona solo dal 1996 prima era solo reato 

contro la morale.


E mia sorella ne fece le spese: stava tornando a casa la sera dopo lavoro e venne violentata, le 

dissero persino che una brava ragazza non lavora la sera ma di giorno, perche' se giri per la strada di

notte magari in gonna come lei e' chiaro che agli uomini vengono certe idee, non ci fu nemmeno il 

processo: mia sorella si tolse la vita per la vergogna” rispose.


Tutti lo guardarono straniti, Valentina si strinse persino a sua madre.

Per fortuna qualcosa sta cambiando dottore” rispose Monica mentre andavano tutti verso il buffet.

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Capitolo 11
*** Arrogante ***


L'arresto di Romaniello e la conferenza agirono come da detonatori di una bomba per Matera: non passarono neanche due giorni che la questura si riempi' di donne che chiedevano di denunciare l'uomo per molestie sessuali.

 

“Come sempre avevi ragione” penso' Monica entrando in ufficio, nei suoi pensieri le dava sempre del tu, nella realta' di certo non voleva finire in qualche gravina.

Probabilmente piu' viva che morta.

 

Erano talmente tante che nemmeno Vitali sapeva piu' dove sbattere la testa “ma esiste una donna in questa citta' che Romaniello non ha insidiato?”

sbotto' ad una certa stupendo tutti.

 

“Probabilmente le minorenni dottore” insinuo' Diana.

 

“Io nemmeno su di loro metterei la mano sul fuoco” aggiunse Monica.

 

“E' gia' tanto che non abbia molestato anche gli uomini”.

 

“Suvvia mi pare evidente che Romaniello fosse attratto dall'altro sesso” disse Vitali.

 

“Alle riunioni dell'associazione contro la violenza alle donne ci hanno piu' volte spiegato che lo 

stupro non e' mai una questione di attrazione distorta ma di potere: molti uomini sposati e con figli 

hanno molestato altri uomini al solo scopo di umiliarli e mostrargli tutto il loro disprezzo” disse 

Monica “a volte anche donne”.

 

“Come? Donne?” chiese Vitali “donne che molestano uomini?”

 

“Sono poche ma e' capitato: chiaramente le vittime hanno molta piu' vergogna: quando la vittima e' 

donna a far da peso e' la moralita', se la vittima e' uomo la virilita'” spiego' la sua segretaria.

 

Cercava di fare il suo lavoro come sempre e gl'incontri con la psicologa e il gruppo 

dell'associazione contribuivano a renderla piu' serena: qualcuna in quel gruppo era stata molestata 

da Romaniello, altre dall'ex fidanzato o marito, qualcuna violentata dal padre o dal nonno. Solo una

da uno sconosciuto per strada.

 

Il che era tutto dire.

 

Inoltre la rincuoro' molto quando un giorno mentre usciva in pausa pranzo una ragazza circa della 

sua eta' la fermo' per ringraziarla: anche lei in passato aveva subito le attenzioni di Romaniello ma 

era troppo spaventata per parlare.

 

“Lei mi ha dato coraggio” le disse.

 

Quanto ad Imma filava come una locomotiva tra il processo degli aguzzini di Simona e quello di 

Romaniello senza quasi mangiare.

 

“Apprezzo la sua dedizione procuratrice ma non deve sentirsi male” le disse Monica un pomeriggio.

 

“Io sto benissimo signori'! Sa come si dice no? E' uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo: 

nessuno fino ad ora si era immerso nel fango” le rispose Imma scrivendo atti a piu' non posso.

 

“Si ma se ci affoga nel fango chi combatte?”

 

“Ho affrontato di peggio”.

 

Purtroppo le cose non iniziavano bene in quanto a Romaniello erano stati concessi i domiciliari in 

attesa di processo.

 

 

Nessuno aveva mai visto Monica cosi' furiosa: ci vollero Imma, Diana e Calogiuri assieme per 

trattenerla dal lanciare fuori meta' degli oggetti sulla sua scrivania.

 

 

“Non significa niente” cercava di consolarla Imma.

 

“Si ma quello se ne sta nella sua villa con piscina mentre noialtre dobbiamo subire questa pena!” 

Strepitava Monica.

 

Dopo circa due settimane il maresciallo saliva di corsa le scale della procura ed entrava nell'ufficio 

di Imma quasi senza bussare.

 

“Calogiuri! Che sta succedendo?” gli chiese in tono severo.

 

“Mi scusi dottoressa ma e' successa una cosa grave”

 

“Non mi dirai che c'e' stato un altro omicidio”

 

“No, non omicidio….Romaniello...”

 

“...si e' sparato?” chiese speranzosa Diana facendo capolino da dietro la porta.

 

Calogiuri scosse la testa ed inizio' a raccontare.

 

Come sempre avveniva in caso di domiciliari i suoi colleghi si avvicendavano nel fare i controlli: 

nel caso di Romaniello andavano alle 8.30 del mattino, alle 16 ed alle 21 circa. Al mattino tutto era 

tranquillo, l'avevano trovato a fare colazione e a guardare la tv ma al pomeriggio era stato trovato 

in bagno ferito.

“Ma ferito dove? Braccia, gambe...” chiese Imma.

 

Il giovane maresciallo fece una faccia strana.

 

“Hai detto che non e' grave eppure non e' morto”

 

“E' cosi' dottoressa”

 

“Calogiu' che stiamo giocando, ad indovina chi? Ora, capisco che magari non hai visto tanti 

cadaveri o feriti nella tua vita ma non capisco la tua esitazione sinceramente”

 

Romaniello, spiego' Calogiuri era stato ritrovato con i genitali amputati e gettati nel water.

 

Nella stanza scese un silenzio glaciale.

 

Dopo qualche minuto Imma si schiari' la voce.

 

“Ehm Calogiuri, per amputati intendi...”

 

“Tagliati, con al massimo un paio di colpi netti di lama affilata”.

 

Mentre aspettavano l'ambulanza Romaniello era cosciente e racconto' che mentre si stava recando 

nel locale lavanderia della casa era stato aggredito da una persona, non era in grado di dire se uomo

o donna, vestito di nero con passamontagna che lo aveva atterrato per poi togliergli i pantaloni e…

 

“Non so se e' stata una buona idea comunque: si potrebbe decidere di rifare tutto daccapo” disse 

Imma.

 

“Monica lo sa?” interloqui' Diana.

 

“Si, gliel'ho raccontato prima di venire qua”

Come se qualcuno glielo avesse ordinato uscirono tutti e tre dall'ufficio di Imma per andare in 

quello di Monica: come sempre la Molinterni e Vitali erano gia' usciti e dalla stanza proveniva della 

musica con la voce della ragazza che cantava:

 

“E sono un'arrogante.

 

E non m'importa se non sei piu' dalla mia parte.

 

Non e' importante.

 

E sono un'arrogante

 

Tutte le volte che eri qui e ti ho messo da parte

 

Non e' importante.”

 

 

 

“La signorina e' troppo gentile: io userei ben altre parole per definire Romaniello” sentenzio' Imma 

mentre si allontanavano dalla porta dell'ufficio.

 

“Non...sono sicura che si rivolgesse a Romaniello con quella canzone” disse Diana con un piccolo sorriso.

 

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