Fitness love

di loverrrr
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il primo incontro non si scorda mai ***
Capitolo 2: *** Gelosia ***
Capitolo 3: *** Uno strano presentimento ***
Capitolo 4: *** Di nuovo ***
Capitolo 5: *** Mi fido di te, Edward ***
Capitolo 6: *** Non sei sola Bella ***
Capitolo 7: *** Mi fai stare bene ***
Capitolo 8: *** Ora basta! ***
Capitolo 9: *** Sei mesi prima... ***
Capitolo 10: *** Un'altra volta... ***
Capitolo 11: *** Relax e tanta paura ***
Capitolo 12: *** Finalmente libera ***
Capitolo 13: *** Noi, solamente noi ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** il primo incontro non si scorda mai ***


Mi lancio in questa nuova avventura con un pizzico di paura perché è la mia prima storia scritta in terza persona, dunque mi scuso se ci sono errori o ripetizioni, ma come ho detto è la prima volta che scrivo in terza persona, spero che la storia vi piaccia. PS: i capitoli sono 14, alcuni sono lunghi, altri corti. Fatemi sapere con un commento cosa ne pensate.



 
Era la prima volta da quando Edward lavorava alla Volturi Fitness, che si imbatteva in una ragazza di una tale bellezza e sensualità. Seduto su una panca, la schiena curva e un braccio avvicinato al petto con in mano un peso da 10 kg, osservava quella bellissima ragazza con gli occhi incantati e una leggera tensione. Il cuore iniziò ad accelerare i battiti. 

Ciò che lo frenava dall’avvicinarsi per scambiare due chiacchiere, era il suo lavoro. Un personal trainer dovrebbe pensare ad allenare le persone, non provarci con le ragazze. Certo, poteva chiederle se avesse bisogno di una mano e altre domande che solitamente si fanno ai clienti, ma non sarebbe stato professionale.

Rubacuori per eccellenza, Edward Cullen (29 anni), detto Eddy dagli amici, con un fisico super palestrato, alto 1.90 e bello come il sole, lavorava da tre anni come personal trainer alla Volturi Fitness. “Dio mio, che bellezza!” pensò, affascinato. Quella ragazza lo aveva letteralmente stregato, ipnotizzato; non la smetteva di fissarla da quando era salita sul tapis roulant.

La ragazza in questione (1, 63) aveva una carnagione molto chiara, capelli lisci color castano scuro e occhi marrone cioccolato; il suo viso era a forma di cuore, quel cuore che Edward sentiva battere sempre più velocemente. Si chiamava Isabella Swan, anche se lei preferiva Bella (23 anni) e gestiva una tolettatura per cani, ma alle volte si occupava anche di gatti. Bella amava anche leggere, scrivere pensieri su un diario e andare in palestra: veniva quattro volte alla settimana (solitamente dopo l’orario di lavoro). 

Quel giorno indossava una tuta della Nike nera molto aderente sui fianchi e un paio di scarpe sempre della Nike color bianco. Edward, invece, indossava una tuta nera dell’Adidas corta, che metteva in risalto i suoi muscoli, mentre ai piedi aveva delle scarpe della Nike bianche.

All’improvviso, Bella sì sentì avvampare di calore sul viso, alzò lo sguardo e i suoi occhi si incrociarono con quelli di Edward, un bellissimo ragazzo: muscoloso, alto… I due andarono letteralmente in tilt: lei iniziò a correre più velocemente sfasando il contatore dei battiti dell’Apple Watch e lui non riuscì più a tirare su il peso. Edward era talmente catturato da lei, che non si accorse di essere mangiato con gli occhi da un’altra ragazza.

Quest’ultima era sul tapis roulant vicino a Bella, si chiamava Tanya (23 anni) e proprio come Bella, veniva spesso ad allenarsi alla Volturi Fitness. Tanya spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e accennò un sorriso malizioso, certa di aver fatto colpo su quel bellissimo ragazzo che fino a pochi minuti fa svolgeva esercizi con i pesi. Scese dal tapis roulant e gli andò in contro. Egli però, non ricambiò le sue attenzioni e andò verso l’altra ragazza. Bella si sentì nuovamente avvampare di calore sul viso, era imbarazzata e nervosa allo stesso tempo. Come mai? Il ragazzo palestrato, che fino a qualche minuto fa la guardava, era sotto il suo tapis roulant.

«Ciao, serve una mano?» 

Bella smise di correre e riprese fiato. «Gr-azie, ho quasi finito» farfugliò. 

«Comunque se hai bisogno chiedi pure, io sono Edward e lavoro qui, per cui… per qualsiasi cosa non esitare a chiedere» disse, incapace di staccarle gli occhi da dosso.

Bella ebbe la sensazione che egli ci stesse provando, ma scacciò all'istante quel pensiero. 

«Grazie, sei molto gentile» continuò «io sono Bella.»

«Figurati Bella e se hai bisogno, davvero non esistere a chiedere» ribadì Edward accennando un sorriso.

«Certo, grazie mille.»

Appena Edward si allontanò, gli occhi della ragazza caddero sul suo bellissimo fondoschiena. “Si vede che questo fa il personal trainer, guarda che fisico! Mhmm cavoli, sicuro se gli chiedo una mano me la da pure, però… non lo so…” pensò Bella, persa in quel fondoschiena che l’aveva fatta andare su un altro pianeta. Chi invece aveva i nervi a fior di pelle era Tanya. Nessun ragazzo l’aveva mai rifiutata.

«Scusa è libero?» chiese una ragazza avvicinandosi a Bella.

Quest’ultima scosse il capo scese dal tapis roulant e andò verso lo spogliatoio.

«Allora ciao Bella» disse Edward appena la vide uscire dalla palestra.

Bella si girò e gli sorrise. «Ciao Edward» disse uscendo.

«Edward sbrigati, tra poco inizia la lezione di box!» lo chiamò a voce alta James, un collega e amico. Edward sbuffò osservando Bella andare via e controvoglia, raggiunse James.

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Capitolo 2
*** Gelosia ***


Bella non sapeva come convincere la sua migliore amica (Victoria detta Viky) ad accompagnarla in palestra. Era l’unico modo per farle vedere Edward.
 
«Per una volta che ti chiedo un favore» bofonchiò Bella.
 
«Assolutamente no!»
 
Bella sbuffò e l’amica sospirò.
 
«E va bene vengo, ma non metterti in testa strane idee okay?» 
 
«Siiiiiiii!!!!» esultò Bella saltellando dall’euforia.
 
Seppure fosse passato soltanto un giorno da quando aveva conosciuto Edward e di lui non sapeva quasi nulla – a parte il suo lavoro – Bella continuava a pensarlo e voleva assolutamente rivederlo. Edward si trovava nella sua stessa situazione e continuava a sperare di rivederla presto.
 
«Stai ancora pensando alla ragazza che hai incontrato ieri, vero?» domandò James a Edward correndo sul tapis roulant.
 
«Sì» ammise Edward correndo.
 
James gli fece cenno di guardare in avanti. «Hai visto quella bionda come ti fissa? Sbaglio o non è la prima volta che viene qui e ti guarda in quel modo?»
 
Edward rivolse all'amico un'occhiataccia. 
 
«Ok, ok sto zitto!» James alzò le braccia.
 
«Piuttosto, vorrei chiederti un favore. So che è illegale farlo, m...»
 
L'amico smise di correre all'istante. «Non ci pensare proprio!»
 
«Ma non ho detto nulla?!»
 
«Ti conosco Edward e so cosa vuoi fare.»
 
Smise di correre anche Edward.
 
«E dai James, voglio solo vedere il suo nome e cognome» lo supplicò Edward. 
 
«Mi dispiace, ma non ti lascerò fare una cosa simile e ne lo farò io. Lo sai che se Aro ci becca...»
 
«Non ci beccherà, ti prego James. Basta solo che accediamo all'elenco dei clienti che si sono iscritti ed è fatta.» 
 
«Edward ne va del nostro lavoro, vedrai che quella ragazza tornerà quando meno te l'aspetti.» 
 
Edward però, non voleva sentire ragioni e avrebbe fatto di tutto pur di ritrovarla, con o senza l'aiuto del suo amico.
 
All'improvviso si sentì le ginocchia tremolare e il cuore accelerare i battiti. Mise una mano sul braccio di James e lo agitò. «È lì, Bella è lì!» esclamò, incredulo, facendogli cenno di guardare verso il front office.
 
«Che ti avevo detto?!»
 
«Bella è tornata James, è tornata!» 
 
Scese dal tapis roulant e si avvicinò al front office.
 
«Bella, giusto?» 
 
Bella si girò assieme all'amica. "Accidenti, è davvero uno schianto!" pensò Bella avvertendo il viso andarle in fiamme e il cuore accelerare i battiti. 
 
«Sì e tu Edward, se non sbaglio» farfugliò.
 
«Sei venuta ad allenarti?» chiese lui curioso.
 
In quel momento, James passò con alcuni ragazzi attirando l'attenzione di Victoria, che smise di seguire la conversazione dell'amica e seguì ogni movimento di James chiedendosi se fosse una visione. All'improvviso le arrivò una leggera gomitata che la fece sobbalzare e girare verso Bella.
 
«Viky lui è il personal trainer di cui ti accennavo ieri» disse Bella.
 
Edward non riuscì a trattenere un sorriso, fu compiaciuto che ella avesse parlato di lui alla sua amica.
 
«Piacere, Victoria» farfugliò l'amica ancora presa da quel bellissimo ragazzo.
 
«Oh, molto piacere» rispose Edward. Prese un modulo con una matita e lo porse a Bella. «Ecco a voi, compilatelo e poi lasciatelo pure qui» disse.
 
«Ti ringrazio Edward, sei gentilissimo» disse Bella a Edward.
 
«Figurati Bella! Be' io ora devo andare» farfugliò Edward.
 
«Non ti preoccupare e grazie ancora» disse Bella.
 
«Certo che sei eh!» la rimproverò Victoria appena Edward si allontanò.
 
«Viky ma che ti è preso?»
 
«Perché non mi hai detto che era un figo da urlo? No dico, hai visto che fisico?»
 
Bella iniziò a innervosirsi. «Come prego?!»
 
«Chissà come dev'essere stare tra le sue braccia...accoccolati sul divano. Non sai cosa darei per...»
 
«Per cosa Viky? Sbaglio oppure ti avevo detto che quel ragazzo mi piaceva?» le ricordò Bella piuttosto alterata.
 
«Ma no Bella, che hai capito?!»
 
«Cos'hai capito tu invece!»
 
L'amica scosse il capo ridacchiando, ma ciò fece innervosire ancora di più Bella. «E smettila di ridere!» bofonchiò Bella.
 
«Guarda che io non sto parlando di Edward, so che lui piace a te. Io mi riferisco a un altro ragazzo, è passato mentre tu e lui stavate parlando. Ha un tatuaggio sulla spalla sinistra» disse l'amica.
 
«Oddio Viky scusami, io ho pensato che...scusami, davvero» disse Bella mortificata.
 
«Ti pare che vado a rubare il ragazzo della mia migliore amica?!»
 
«Scusami davvero tanto, è che quando hai detto dei muscoli io non c'ho visto più e ho pensato che...» 
 
«Che mi piacesse Edward.»
 
Scoppiarono entrambe a ridere, compilarono il modulo e incominciarono ad allenarsi, mentre Edward discuteva in spogliatoio con James… proprio per lo stesso motivo. Casualità?
 
«Io cosa James? Mi avevi detto che Bella non ti interessava» disse Edward alterato.
 
«Infatti è così, io n...»
 
«Senti James, a me piace Bella e visto che a quanto pare non sono l'unico, be' sappi che da oggi è guerra aperta» lo minacciò in tono serio.
 
«Edward, mi fai parlare per favore?»
 
«Ma solo una volta e se fai un apprezzamento su di lei, giur...»
 
«Guarda che io non parlavo di Bella, ma della sua amica e se tu mi avessi lasciato spiegare sin dall'inizio, lo avresti capito.»
 
«Ah» rispose Edward, imbarazzato. 
 
«Per cui stai sereno perché a me piace la sua amica» lo rassicurò James.
 
«Oddio scusami, scusami davvero James» Edward era letteralmente mortificato, oltre che imbarazzato e andò avanti per un bel pezzo a scusarsi con l'amico.
 
«Edward basta, dai. Così mi fai sentire in imbarazzo e come ti ho ripetuto almeno cento volte, stai tranquillo» continuò curioso «piuttosto, tu sai come si chiama la sua amica?»
 
«Parli di Victoria?»
 
«Si chiama così?» domandò James.
 
«Si e da quello che so, Bella l'ha iscritta qui.»
 
Gli occhi di James diventarono a forma di cuoricino. «Oddio, ma dici sul serio?»
 
«Sì, le ho dato personalmente il modulo d'iscrizione.»
 
«Ma è fantastico!» esultò James ma poco dopo sospirò rattristato. «Chissà se avrò mai il coraggio di invitarla a cena fuori.» 
 
«Perché mai non dovresti?»
 
«Mi conosci Eddy, lo sai quanto sono timido.»
 
«Facciamo così: io lo chiedo a Bella e tu all'amica, ci stai?» propose Edward.
 
«E chi ce l'ha il coraggio di avvicinarsi a Victoria?»
 
«Non avrai mica paura di una donna?» Edward ridacchiò.
 
«Paura no, però tu mi conosci Edward, sai quanto sono timido» confessò.
 
«Andiamo James, provaci e basta» lo incitò Edward, mentre Bella continuava a ridere dell'amica, poiché quest'ultima non la smetteva di lamentarsi.
 
«Dai, andiamo a fare qualche esercizio a corpo libero» disse Bella cercando di placare la risata.
 
«Era ora!» esclamò l'amica premendo stop sul tapis roulant. 
 
Scesero dal tapis roulant e s'imbatterono in un ragazzo dall'aria un po' spaccona. 
 
«Ciao ragazze!» le salutò quest'ultimo squadrando Bella dalla testa ai piedi.
 
Quello sguardo non piacque per niente a Bella. Lo fissò malamente, ma egli non se ne andò come lei aveva sperato. Il ragazzo, Jacob Black, veniva abitualmente in palestra, ma non di certo per allenarsi: il suo unico obiettivo era quello di rimorchiare e quando i suoi occhi avevano incrociato quella bellissima ragazza dai capelli castano scuro, che ora gli stava davanti, non aveva saputo resisterle. Solitamente usava la tecnica del "finto personal trainer”, convinto di fare colpo e alcune ragazze ci stavano, ma non Bella! Lei era una ragazza per bene.
 
«Posso esservi d'aiuto?» chiese in tono malizioso.
 
«Grazie m...» Bella fu interrotta da Edward.
 
«C'è qualche problema?» domandò al ragazzo in tono autoritario.
 
Edward non si faceva mai sfuggire niente sul posto di lavoro, ma in quel caso aveva tutte le buone ragioni per intromettersi. Non era la prima volta che lo vedeva lì e nemmeno la prima volta che lo riprendeva, ma era l’ultima volta che lo avrebbe rivisto. Edward era pronto a sbatterlo fuori.
 
«No, perché dovrebbe?» rispose il ragazzo in tono nervoso, girandosi. «Stavamo pensando di fare solo qualche esercizio a corpo libero, vero ragazze?»
 
«Veramente i...» Edward interruppe di nuovo Bella.
 
«A me non sembra che Bella e la sua amica vogliano fare esercizi a corpo libero, per di più con uno che non lavora nemmeno qui» puntualizzò al ragazzo.
 
«E tu chi saresti scusa? Il proprietario?» esclamò il ragazzo con aria saccente.
 
«Sei fortunato perché ci lavoro e basta, se fossi il proprietario ti avrei sbattuto fuori a calci» rispose Edward senza tanti peli sulla lingua. 
 
Jacob se ne andò borbottando qualche insulto.
 
«Edward grazie di essere intervenuto. Non voleva lasciarci in pace» raccontò Bella sollevata.
 
«Figurati Bella. Comunque non è la prima che quello viene qui a fare il casca morto con le ragazze» disse Edward a Bella.
 
«Edward puoi venire un attimo? Il computer si è inceppato» lo chiamò Paul da lontano a voce alta. 
 
«Scusate ragazze, devo andare.»
 
«Non preoccuparti e grazie ancora» rispose Bella e osservandolo andar via ripensò a come l'aveva difesa e si chiese come avrebbe reagito se fosse stata la sua ragazza. 
 
«Io dico che gli piaci» disse l'amica.
 
«Che dici Viky?!» esclamò imbarazzata.
 
«Hai visto come ti ha difesa?»
 
«Lo avrebbe fatto anche con un'altra» replicò Bella arrossendo.
 
«Io dico di no. Fidati Bella, tu gli piaci e anche molto.»
 
«Magari Viky, non sai cosa darei per uscirci insieme» ammise Bella.
 
«E chi ti dice che ciò non avvenga?»
 
«Ti pare che un figo del genere esca con un cesso come la sottoscritta, ma per favore.»
 
«Secondo me ti sottovaluti un po' troppo» disse l'amica.
 
«Invece ti dico che non succederà mai!!»
 
Bella ne era così sicura, che cercò in tutti i modi di convincere sé stessa a lasciarlo perdere, ma non ci riuscì; il desiderio di rivederlo era talmente forte che ci tornò anche il giorno dopo.

Uscita dallo spogliatoio, lo sguardo venne catturato da una ragazza alta, capelli biondi raccolti in una lunga coda di cavallo e assai carina che faceva la scema proprio con Edward. Quando la sentì ridacchiare, la gelosia salì alle stelle e fu sul punto di andare via, ma il dolce sorriso di Edward le fece cambiare subito idea. Egli si scusò con la bionda e raggiunse Bella.
 
«Ciao Bella» la salutò lui.
 
«Edward ciao!»
 
«Sei qui per allenarti?»
 
«Eh sì, anche oggi voglio darci dentro, o almeno è ciò che spero» rispose Bella, mentre pensava a come fargli quella domanda. "Accidenti a Viky e quando le ho detto di sì" pensò nervosa.
 
«Se hai bisogno di una mano non esitare a chiedere.»
 
«Grazie sei gentile.»
 
«Figurati!»
 
«Ed-ward io, senti...vorrei...» balbettò Bella abbassando gli occhi. 
 
Edward s'incuriosì. «Dimmi pure.»
 
«Ec-co io» balbettò quest'ultima alzando gli occhi. Lo sguardo curioso di Edward le diede il coraggio di proseguire il discorso. «Non ricordo come si chiama, però lavora qui. Ieri era sempre vicino a te e ha un tatuaggio sulla spalla sinistra» farfugliò.
 
Edward, che fino a quel momento si era illuso pensando che ella volesse farsi avanti con lui, incominciò a sentire un forte dolore al petto e diventò improvvisamente freddo. 
 
«Parli di James per caso?»
 
«Non so come si chiama, però ti stava sempre vicino quando io e la mia amica siamo entrate» spiegò Bella imbarazzata. 
 
«Allora sì, è lui» rispose Edward cercando di trattenere la rabbia. 

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Capitolo 3
*** Uno strano presentimento ***


Bella si sentiva sempre più in imbarazzo e temeva che Edward avesse frainteso tutto, mentre lui non credeva a ciò che aveva appena sentito ed era sul punto di spaccare tutto dalla gelosia e dalla rabbia. Bella schiarì la voce.
 
«Mi prenderai per matta, ti prego Edward non farti strane idea, ma ecco... io... mi domandavo... si insomma, mi chiedevo se James fosse si-in-gl-e.» Balbettò l'ultima parola e si pentì di aver dato retta all’amica.
 
Edward si sentì crollare il mondo addosso e il cuore frantumarsi in mille piccoli pezzi. La rabbia e la gelosia iniziarono ad aumentare. 
 
«No, James è single» disse, secco. «Ora scusami, ma ho una di box.»  Si girò e andò nella sala dove si svolgevano gli esercizi a corpo libero e iniziò a prendersela con il sacco da box, imprecando.
 
«Così lo spacchi, ehi!» gli disse James entrando.
 
Edward però, non si fermò. Era furioso, geloso marcio e finì – senza volere – per dare un pugno all'amico. 
 
«Oddio James, scusami» disse fermandosi di colpo. L'amico si era messo davanti al sacco da box per fermarlo e Edward gli aveva dato un pugno sul viso, più precisamente sul naso.
 
«Certo che meni eh!» 
 
«Aspetta, prendo un fazzoletto» uscì dalla stanza e rientrò poco dopo.
 
«Grazie» disse James.
 
Edward sospirò e raccontò all'amico della conversazione avvenuta con Bella. 
 
«Capisci? Non è interessata a me, non sono io che le piaccio.» 
 
«Edward lo sai, a me non interessa» disse l'amico.
 
«Lo so James, ma allora perché illudermi con tutti quegli sguardi e poi venire a chiedermi di te?» domandò confuso. «Cazzo, sto malissimo!» ammise.
 
«Forse vuole vedere se sei un tipo geloso.»
 
«Quando mi ha chiesto se eri single o fidanzato volevo spaccare tutto.» 
 
«Comunque con me puoi stare tranquillo, non mi piace e non sono il tipo che va a rubare le ragazze degli amici.»
 
«Scusami, sono paranoico e...» Edward sospirò.
 
«Avrei fatto lo stesso, ti capisco Edward.»
 
Se James non era affatto interessato a Bella, perché tutte quelle domande sul suo amico? Cosa si aspettava? Una reazione di gelosia, oppure... 
Quelle domande martellarono il cervello di Edward per tutto il resto della giornata e anche il giorno dopo, difatti entrò in palestra pensieroso.
 
«Ciao scusa, avresti due minuti di tempo?» domandò una voce femminile a lui familiare.
 
Si girò. Riconobbe subito quella ragazza: era la bionda di ieri che correva sul tapis roulant vicino a Bella. Sì, Tanya, proprio lei. Edward si scusò e se andò in spogliatoio. Era troppo nervoso, troppi pensieri per la testa e uno in particolare non riusciva a dargli pace: Bella. Lo stesso malessere tormentava anche lei. Portò la tazza di caffè alla bocca, soffiò un paio di volte e ne bevve un po'.
 
«Stai ancora penso a Edward, vero?» le chiese l'amica.
 
Bella annuì.
 
«Sì e no. A dire il vero c'è un'altra cosa che mi turba» confessò a voce bassa e improvvisamente avvertì qualcuno alle sue spalle osservarla intensamente. Un brivido la colse lungo tutto il corpo facendole accelerare i battiti del cuore, si girò, ma proprio come ieri sera, non vide nessuno.
 
«Bella tutto bene?»
 
Bella poggiò la tazza sul tavolo tenendola tra le mani e rivolgendo lo sguardo verso Viky, le raccontò ogni cosa.
 
«Ne sei sicura?» chiese l'amica.
 
Bella annuì atterrita. 
 
«Credo. Non lo so Viky» disse confusa. 
 
Levo le mani dalla tazza e si buttò indietro i capelli sospirando.
 
«Ti è successo solo ieri sera?» domandò l'amica in tono indagatore.
 
«Oggi, mentre stavo pranzo al bar vicino la tolettatura ho avuta la stessa sensazione e anche ora» raccontò spaventata.
 
«Ora? Io però non vedo nessuno» disse l'amica guardandosi intorno.
 
«È assurdo Viky lo so.» 
 
«Per caso al negozio hai visto entrare persone strane?»
 
Bella ci pensò sopra un paio di minuti.
 
«A parte le due solite signore no e dubito che possano essere loro. Sono sempre così gentili con me» disse.
 
«Ne sei sicura?»
 
«Ma sì, certo Viky.»
 
«Hai detto di aver avuto quella sensazione anche poco fa, giusto? Però io non ho notato nulla di strano» disse l'amica guardandosi ancora intorno.
 
Se Victoria avesse guardato con più attenzione e Bella si fosse girata più rapidamente, senza tutta quell'ansia addosso... 
 
«Le signore gradiscono una rosa?» domandò un ragazzo avvicinandosi al loro tavolo.
 
«Oh, no grazie» rispose Bella.
 
Il ragazzo le sorrise e andò a chiedere ad un altro tavolo. 
 
«Ci manca pure la rosa e abbiamo fatto 13» disse l'amica.
 
«Sì guarda.»
 
«Comunque se oggi non te la santi di andare in palestra, per me non ci sono problemi» la rassicurò Viky.
 
«Oddio! Mi sono dimenticata che tra meno di venti minuti inizia la lezione di Pilates, dobbiamo sbrigarci!»
 
Pagò al volo le ordinazioni e corsero in palestra. L'ora di Pilates rilassò molto Bella, ma non abbastanza da toglierle dalla testa quella maledetta sensazione avvertita ieri sera, quel giorno in pausa pranzo e alla caffetteria con l'amica. «Oh!» esclamò Bella assieme a Edward.
 
«Scusa, ero sovrappensiero» disse lui.
 
Sentire la sua voce rassicurò subito Bella.
 
«Tranquillo, capita anche a me.»
 
«Lezione di Pilates?» chiese Edward in tono dolce.
 
Egli non avrebbe mai potuto essere freddo o distaccato con lei, pur sapendo che lei era interessata a James.
 
«In realtà io e la mia amica abbiamo appena finito la lezione di Pilates» rispose.
 
«Oddio scusami, ho scordato che la lezione è appena finita. Con tutto quello che ho per la testa ultimamente» disse Edward.
 
«Non dirlo a me» confessò Bella e un sospiro le uscì lento dal petto. 
 
Stava per raccontargli tutto, quando un collega chiamò Edward a voce alta. 
 
«Perdonami, devo andare» disse lui.
 
«Non ti preoccupare» rispose lei. "Forse non è destino che io gli racconti di ciò che mi sta succedendo da ieri" pensò, mentre Edward pregò che fosse una questione veloce da risolvere, lo sguardo di Bella, in particolare quel sospiro, non gli era piaciuto affatto, tutt'altro; gli era parso che lei fosse molto preoccupata per qualcosa, se non addirittura spaventata, ma scacciò via all'istante quella parola.
 
«Edward scusami se ti ho disturbato, ma c'è una ragazza che dice di volersi allenare solo con te» disse Paul.
 
Edward riconobbe subito la bionda e sospirò nervosamente. «Ancora lei?!»
 
«La conosci?»
 
«Sì purtroppo. Non è la prima volta che ci prova con me, scusami Paul» raccontò Edward.
 
«Io le ho detto che avrei potuto allenarla, ma continua chiedere di te. Non so più che fare.»
 
«Lascia, ci penso io» e s'avvicinò alla ragazza. «Dimmi pure.»
 
«Finalmente un personal trainer!» esclamò Tanya appena lo vide. 
 
«Come prego?!»
 
«Ho visto come alleni, sei davvero bravo e mi chiedevo se fossi disponibile a darmi delle lezioni private» disse maliziosamente.
 
«Mi dispiace, ma non alleno privatamente. Posso dare un'occhiata, ma privatamente non lo faccio» disse Edward.
 
«Sono disposta anche a pagare, dimmi tu quanto» disse Tanya.
 
«Come ti ho detto non alleno privatamente» ribadì Edward. «Il mio collega,» si girò indicò Paul e continuò «lui è disponibile.»
 
Tanya però, non volle mollare; tirò fuori dal pezzo sopra della tuta un bigliettino e glielo mise in mano. «È un vero peccato sai?! Comunque, nel caso tu ci ripensassi» gli fece l'occhiolino «questo è il mio numero.»
 
Edward non fu affatto colpito dal suo gesto, visto che già altre volte ci aveva provato. «Dubito che ci ripenserò, ma lo terrò a mente.»
 
«Quando vuoi» gli lanciò un sorriso malizioso e andò via sculettando convinta che egli si girasse a guardarle il fondoschiena. Edward ridacchiò e andò al front office.
 
«Certo che quella proprio non molla eh?!» esclamò James ridendo.
 
«Lascia stare guarda...» bofonchiò gettando il bigliettino nel cestino. «Piuttosto, hai visto Bella?»
 
«È andata via poco fa con la sua amica» disse James.
 
Edward sospirò. «Accidenti!»
 
«Che succede?»
 
«Prima abbiamo parlato e mi è parsa preoccupata, in realtà credo sia spaventata, ma non voglio pensare che sia così» ammise Edward.
 
«Credevo che dopo ieri non vi sareste più parlati» disse James.
 
«Lo credevo anch'io» disse. «Poco fa ci siamo scontrati e il suo sguardo non è per niente piaciuto, soprattutto quella frase» ammise.
 
«Quale frase?»
 
«Mi ha detto di avere molti pensieri per la testa e non ti nascondo che se non l'avesse chiamato un collega, gli avrei raccontato tutto» continuò Bella, addentando il toast. «So che lo conosco da poco, però quando mi è vicino la paura scompare e io mi sento così protetta» confessò.
 
«Ti piace davvero tanto eh?!»
 
Bella annuì arrossendo in viso. «Sì, ma con il casino che ho combinato...» sospirò. «Sicuramente avrà frainteso tutto.»
 
«È stata tutta colpa mia, non avrei mai dovuto insistere» disse l'amica mortificata.
 
«Ma no Viky, che dici?! Avrei dovuto dirgli che non ero io l'interessata, ma quando ho iniziato a parlare, ero così imbarazzata che... e ho combinato un casino» disse Bella.
 
«È tutto un casino James» disse Edward.
 
James finì di bere la birra e sospirò. «Non dirlo a me. Se solo trovasse il coraggio di dichiararmi all'amica di Bella.»
 
«Non farmici nemmeno pensare» disse Edward sospirando. «Ma perché non le piaccio? Sono così brutto?»
 
«A giudicare da come ti guardava quella bionda, direi proprio di no.»
 
«Non mi parlare di quella! Se ci prova di nuovo, giuro che la mando via a calci» bofonchiò Edward.
 
«Ora non esagerare, nel caso ci penso io.»
 
«Mi faresti un grosso favore.»
 
«Comunque, da quello che ho letto nel planning, le ragazze tornano anche domani pomeriggio» disse James.
 
Edward lo guardò sorpreso. «Ma non eri quello che non voleva fare certe cose?!»
 
«Ho cambiato idea» confessò James.
 
«Comunque non dirlo a nessuno, ma prima di uscire dalla palestra l'ho fatto anch'io. Vengono alle cinque se non mi sbaglio» ammise Edward. 
 
«Edward!!!!! Sei incorreggibile, accidenti!» lo riprese l'amico.
 
«Che ci vuoi fare? Sono innamorato e al cuor non si comanda, si dice così no?!»
 
James annuì. «Questa volta devo darti ragione» ammise ridacchiando.
 

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Capitolo 4
*** Di nuovo ***


Seduta al solito bar vicino alla tolettatura con in mano una tazza fumante di caffè, Bella fissava il tavolo davanti con sguardo pensieroso, a tratti spaventato. 

Sospirò e sorseggiò un po’ di caffè. 

«Signorina, vuole una rosa?» domandò un ragazzo avvicinandosi al suo tavolo.

Bella sussultò. «Oh no, grazie» rispose.

Il ragazzo le sorrise e andò al tavolo dietro di lei. Non era la prima volta che Eric si fingeva un venditore di fiori né tanto meno la prima volta che lo chiedeva a Bella, ma quest’ultima non ci fece caso. 

Finì il caffè, pagò e tornò al negozio. Poco dopo la porta si aprì facendola sobbalzare.

«Ehilà Bella!» esclamò Viky euforica.

«Che spavento!»

Victoria le fece l’occhiolino e ridacchiò. «Di la verità, stavi pensando a quel figo di Edward eh?» 

«È successo di nuovo» raccontò Bella spaventata.

«Cosa?»

Un sospiro uscì dalle sue labbra e lo sguardo si rannuvolò. «Stavo andando al solito bar, hai presente no? E ho come avuto l’impressione che qualcuno mi stesse seguendo.»

«Hai notato qualcosa di strano? Che ne so, clienti particolari o gente che magari è passata lungo il marciapiede e ha buttato l’occhio nel negozio.»

Bella ci pensò sopra per qualche istante, ma non le parve.

«Non che io sappia. Oggi sono stata tutto il giorno impegnata a sistemare dietro, magari è passato qualcuno quando ero di là» disse Bella confusa, mentre si buttò indietro i capelli e un lungo sospiro le uscì dal petto. 

«Bella se preferisci restare a casa, non ti preoccupare. Possiamo anche andare un’altra volta in palestra. Anzi, perché non vieni da me? Ci rilassiamo un po’, ordiniamo una pizza e ti fermi a dormire» propose l’amica.

«In realtà io volevo parlare di questa cosa anche con Edward» confessò Bella. «Ieri quando ci siamo salutati mi sono sentita al sicuro. So che è strano dato che lo conosco da poco tempo e forse sto correndo troppo…» l’amica la interruppe.

«Non stai affatto correndo Bella. Lui ti piace e se ti senti di parlargliene, allora fallo.»

«Sì, io voglio farlo. Sono sicura che insieme a te, mi aiuterà a venire fuori da questa situazione.»

«Presto ne verrai a capo, sta tranquilla.»

Bella sospirò. «Grazie Viky.»

Non era la sola ad essere preoccupata, Edward continuava a pensare a Bella, a quel sospiro e quella frase che lo avevano tanto preoccupato.

«Ed, ci sei?» lo richiamò James.

Era da dieci minuti che Edward continuava a fissare lo schermo del computer. 

«Sono preoccupato» confessò Edward.

«Riguarda Bella, vero?»

«Sì. Ricordi quando ieri ti avevo detto che mi era parsa preoccupata? Temo che Bella sia turbata a causa di qualcosa. Lei ieri non mi ha detto nulla, o meglio, non esplicitamente, ma quel sospiro e quella frase…» rivolse lo sguardo verso l’amico. «Non voglio pensare che sia spaventata, però aveva uno sguardo… avresti dovuto vederla.»

«Dai lascia, qui ci penso io» disse James.

«Grazie» rispose, lasciandogli il posto.

«Comunque quando viene con l’amica puoi provare a parlarle.»

«Non lo so, cioè sì, forse dovrei, o forse…» Edward sospirò lentamente. «Sappiamo tutti e due che non le interesso.»

«Non vorrai mica… Edward non ci pensare nemmeno.»

Edward fece una smorfia. «Pff, non ci penso proprio! Pensavo che magari potresti, non so… darle un’occhiata, ecco.»

L’amico lo rimproverò.

«Lo so che tu sei interessato alla sua amica e credimi, fosse per me le avrei già chiesto cos’è che la turba così tanto, ma come faccio?»

«Semplice: appena entra, ti avvicini e le parli.»

«Così, dal nulla? Dai Viky, non posso dirgli tutto appena entro. Devo trovare un momento in cui è libero» disse Bella scendendo dalla macchina.

«Allora chiedigli se può allenarti.»

«Sai che non ci avevo pensato?!»

«E magari… io potrei chiederlo al suo amico,sempre che abbia il coraggio.»

Improvvisamente Bella si fermò il cuore accelerò i battiti.

«Lo sento Viky» disse Bella con voce atterrita.

«Cosa?» 

«Qualcuno. C’è qualcuno alle mie spalle Viky» disse con voce atterrita.

L’amica si guardò intorno, ma tranne alcune auto parcheggiate non vi era nessuno, o meglio… se Viky avesse guardato con più attenzione, avrebbe notato un finestrino semi abbassato e degli occhiali scuri che fissavano lei e l’amica con sguardo indagatore. 

«Ti prego entriamo» disse Bella in tono supplichevole.

L’amica annuì ed entrarono di corsa.

«Mi sa che Edward oggi non c'è» disse Bella con voce e sguardo triste.

«Speriamo che l'amico ci sia. Com'è che si chiama?»

«James» rispose Bella sospirando.

L’amica aprì lo spogliatoio nel momento in cui Edward uscì da quello maschile.

«Oh, ciao Bella!»

«Ehi Edward!»

Bella fu sollevata nel vederlo.

«Bella io intanto entro e mi cambio» disse Viky.

«Scusa, non ti ho nemmeno salutata» disse Edward.

«Tranquillo. Bella ti aspetto dentro» ripose l'amica entrando in spogliatoio.

«Arrivo Viky!» continuò rivolgendosi a Edward «è stato un piacere vederti Edward, vado dalla mia amica prima che inizi a brontolare» ed entrò in spogliatoio senza dargli tempo di rispondere. 

Avrebbe voluto parlargli della situazione, ma le mancò il coraggio. Si allenò con la mente piena di pensieri e uscì dalla palestra insoddisfatta. Tornò a casa molto turbata, oltre che delusa da sé stessa. Il giorno dopo si svegliò con due occhiaie da paura, ma fortunatamente esisteva il make-up. Uscita dalla tolettatura, andò in palestra; voleva recuperare l’allenamento di ieri e parlare con Edward.

Scese dalla macchina e prese il borsone. Qualcuno tossì all’improvviso facendola sussultare e poco dopo, delle forti risa attirarono la sua attenzione. Si girò di scatto verso l’ingresso della palestra e sospirò sollevata, dicendosi che forse, anzi, molto probabilmente, era stato uno di loro a tossire. Ma se invece non fosse così? Se nel parcheggio ci fosse qualcuno?

Bella avrebbe dovuto essere più attenta, ma era talmente spaventata da non aver notato una macchina con il finestrino semi abbassato e un paio di occhiali scuri osservarla con sguardo indagatore. Entrò in palestra, ma nemmeno quando Edward la andò a salutare ebbe il coraggio di parlargli. 

«Hai dimenticato questo» disse Edward.

«Oh, grazie» rispose Bella girandosi.

Fu allora che i sospetti di Edward iniziarono ad aumentare, quello sguardo era tutto tranne che sereno. 

Avrebbe voluto chiederle cosa avesse, avrebbe voluto stringerla e rassicurarla, ma non poteva; Bella non era interessata a lui. Anch’essa avrebbe voluto raccontargli tutto buttandosi tra le sue braccia, ma ancora una volta, le mancò il coraggio. 

Prese l’asciugamano bianco e rosa che egli teneva in mano e lo mise nel borsone. 

«Grazie ancora Edward» disse.

«Figurati Bella» continuò, tirando fuori un bigliettino da visita «volevo lasciarti il mio bigliettino da visita, magari tu o la tua amica volete lezioni. Ultimamente stiamo inserendo nuovi corsi, tra cui alcuni tenuti da me e niente, se siete interessate, basta un sms e vi aggiungo alla lista.»

Bella lo prese in mano sorridendogli e lesse il bigliettino: 
“Edward Cullen, personal trainer,
Volturi Fitness. 
- +86 637 3636 098.”

«Grazie Edward» disse Bella.

«Di nulla e sei hai bisogno o anche la tua amica ha bisogno, non esitare a mandarmi un sms, d'accordo?» 

Bella lo ringraziò ancora alzando lo sguardo, mise il bigliettino dentro la cover del telefono così da non perderlo e tornò a casa.

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Capitolo 5
*** Mi fido di te, Edward ***


Il giorno seguente, Bella andò in palestra da sola poiché l’amica aveva una questione di lavoro da risolvere: un cliente si era presentato all’ultimo momento. Bella arrivò puntuale. Prese il borsone e improvvisamente si sentì osservata. Di nuovo. Si sbrigò ad entrare, con l’ansia non voleva darle un minuto di tregua. Entrata in spogliatoio, bevve subito un sorso d'acqua per cercare di calmarsi e fece dei lunghi respiri; si cambiò al volo e iniziò l’allenamento concentrandosi solo su di esso.
 
«Dovresti tenere la schiena un po’ più dritta, per il resto sei molto brava» si complimentò Edward.
 
Appoggiato alla porta con le mani al petto e un sorriso stampato sul viso, Edward la osservava da un po'. L’espressione sul volto di bella diventò subito imbarazzata. «Gr-az-ie» balbettò.
 
«Se vuoi posso darti una mano» propose Edward.
 
Bella annuì. «Grazie sei gentile, però non vorrei rubarti del tempo, magari devi allenare altre persone.»
 
«No tranquilla, oltretutto allenare è il mio lavoro» la rassicurò lui.
 
«Allora, va bene Edward.»
 
«Ok» e terminarono insieme l’allenamento.
 
Edward seguiva ogni suo movimento con attenzione, correggendola dove serviva e alle volte, si lasciava sfuggire qualche sorriso.
 
«... e ricordati, si comincia sempre con i pesi più piccoli, perché l'importante è la tecnica» disse Edward.
 
Bella annuì interessata, mentre si asciugò la fronte. Era molto soddisfatta dell'allenamento fatto quel pomeriggio e altresì felice per essersi allentata con il ragazzo che le piaceva.
 
«Grazie ancora Edward» disse raccogliendo le sue cose.
 
«Figurati Bella, quando vuoi sono qui.»
 
Entrata in spogliatoio, fu attirata da una conversazione che si stava svolgendo tra due ragazze, entrambe bionde. Bella non era solita ascoltare le conversazioni altrui, la infastidiva, ma le due parlavano di Edward.
 
«Hai visto che figo quel tipo Irina?» domandò Tanya alla sua amica.
 
«Di chi parli?» rispose l'amica, Irina.
 
«Ma si dai, quello che poco fa era nella sala degli esercizi a corpo libero... è di un bello... però mi sa che è impegnato. Edward mi pare si chiami.»
 
«Tu dici, Tanya?» 
 
«Ho provato a fare un po' la gatta morta in questi giorni con lui, ma niente, non mi ha nemmeno guardata e quando gli ho lasciato il numero di telefono, lui cosa mi ha risposto?»
 
«No, cosa Tanya?» 
 
Bella fu talmente infastidita da quella conversazione, che uscì dallo spogliatoio sbattendo la porta e andò via senza nemmeno salutare Edward; non era arrabbiata con lui, era soltanto infastidita da quelle due ochette.
 
Aprì lo sportello dell’auto, infilò il borsone e si fermò in quella posizione. Qualcuno era alle sue spalle, ne era certa. Bella non sbagliava: quegli occhiali da sole scuri erano ancora lì, dentro quell'auto, con il finestrino semi abbassato e lo sguardo fisso su di lei. D'improvviso, quello sguardo così attento, divenne seccato. Sbuffò e rispose al telefono.
 
Edward aveva appena finito di allenare un ragazzo, alzò lo sguardo e notò che Bella era immobile, con la testa dentro l’auto. La raggiunse senza nemmeno pensarci.
 
«Bella tutto bene?»
 
La ragazza uscì e sobbalzò.
 
«Edward che spavento!» esclamò girandosi di colpo.
 
«Scusami non volevo spaventarti»
 
«Ero soprappensiero» disse Bella. 
 
Edward intuì dallo sguardo e dal tono della voce che aveva mentito.  
 
«Bella sicura che vada tutto bene?» domandò sempre più sicuro che lei cercasse aiuto.
 
«In realtà…»
 
«Ehi Bella» sussurrò in tono rassicurante.
 
Pur sapendo che a lei interessava l’amico, voleva farle sentire che c’era e che non l’avrebbe lasciata sola. Quel sussurro fece sospirare la ragazza e le diede il coraggio di parlare.
 
«Ho così tanta paura Edward.» 
 
Si gettò tra le sue braccia e scoppiò a piangere.
 
«No ehi, Bella non devi. Sta tranquilla» la rassicurò in un dolce sussurro, mentre la strinse.
 
«Stammi vicino Edward, non posso pensare che qualcuno voglia farmi del male» disse in lacrime stringendo forte con le mani la felpa grigia di Edward.
 
«Sono qui Bella, tranquilla e non c’è nessuno a parte noi. Tranquilla» sussurrò accarezzandole i capelli.
 
“Piccola, fragile, indifesa” pensò Edward, mentre le lasciò un bacio sulla tempia. Stava male nel vederla così spaventata, sentirla piangere. “Scoprirò chi c’è dietro tutto questo e dovrà vedersela con me” pensò.
 
«Non la-sci-ar-mi sol-a Ed-ward» disse Bella tra i singhiozzi con la testa affondata sulla sua felpa all’altezza del cuore e le mani che la stringevano forte.
 
«Sono qui e ti aiuterò a venirne fuori, di me puoi fidarti Bella» sussurrò Edward.
 
La ragazza annuì. «O-h Ed-ward» singhiozzò.
 
«Insieme ne usciremo Bella» sussurrò, accarezzandole i capelli.
 
Bella tirò su con il naso e alzò il viso coperto di lacrime, desiderosa di dargli un bacio. Il cuore le batteva a mille e non era la sola; Edward desiderava di baciarla dalla prima volta che l’aveva vista sul tapis roulant, anch’egli con il cuore che batteva fortissimo. 
 
«EDWARD PUOI VENIRE UN ATTIMO?» lo chiamò Paul.
 
“Cazzo, proprio adesso!” pensò Edward, mentre lei s’allontanò lentamente abbassando lo sguardo.
 
«Bella perdonami» disse mortificato e si girò verso il collega. «ARRIVO!» urlò.
 
Bella tirò nuovamente su col naso. «Io scusami Edward, è che sto passando un periodo così stressante e saperti vicino mi fa sentire meno sol…»
 
Venne interrotta dal collega di Edward, il quale chiamò nuovamente quest’ultimo.
 
Edward sbuffò dal nervoso. «Lo detesto quando fa così.»
 
«Non ti preoccupare e scusami ancora se…»
 
«Bella non pensarlo nemmeno. D’ora in avanti controllerò sempre la zona, l’importante è che tu sia tranquilla» la rassicurò.
 
Bella annuì. «Grazie» disse.
 
«Di me puoi fidarti Bella, stai tranquilla e chiama sei hai bisogno» disse Edward in tono rassicurante. 
 
Bella annuì e tornò a casa.
 
«Cos’è successo stavolta?» domandò Edward in tono scocciato a Paul.
 
«Ho cliccato lì» raccontò Paul, indicando il pulsante della tastiera dove aveva toccato. «E poi si è impallato.»
 
Edward sospirò. «Lascia, ci penso io» disse.
 
«Grazie» rispose Paul.
 
«Scusalo» disse James. «Io gliel’avevo detto di non disturbarti, ma lo sai com’è Paul, no?!»
 
«Piuttosto, dovrei parlarti di una cosa» disse Edward. «Riguarda Bella.»
 
«Lei ti ha ancora chiesto di me?»
 
«No, anche se non riesco ancora a metabolizzare la cosa. Lo so, dovrei metterci una pietra sopra, però lei mi piace e…» sospirò nuovamente. «Comunque non è di questo che voglio parlarti. Prima mi ha confessato di essere spaventata.»
 
«Spaventata?»
 
Edward smise di sistemare il pc e raccontò tutto all’amico.
 
«Era così spaventata James» disse Edward.
 
«Comunque devi stare tranquillo, da oggi darò anche io un occhio alla palestra e al parcheggio.»
 
«Grazie, sei un amico.»
 
«Ma vedrai che non le succederà niente» lo rassicurò James.

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Capitolo 6
*** Non sei sola Bella ***


Edward fissava il parcheggio con sguardo pensieroso. Sospirò e si passò una mano tra i capelli.
«Se solo avessi il suo numero» disse.
«Parli di Bella?» domandò James.
«Ieri era così spaventata. Dio James, non voglio pensare che qualcuno voglia farle del male, ma quando mi ha detto cosa le sta succedendo… come posso non pensarlo cazzo!»
«Comunque ho controllato anche cinque minuti fa e non ho visto nulla di strano» disse James.
«Grazie, sei un amico» disse Edward.
James gli diede una pacca sulla spalla e ripresero a lavorare: Edward doveva allenare un ragazzo, mentre James aveva alcune cose da sistemare al pc. Nel frattempo, Bella e Victoria erano uscite a prendere un caffè.
«Qualcuno qui fa progressi!» esclamò Victoria in tono malizioso.
Bella si sentì arrossire in viso. «Non dire fesserie, e comunque l’abbraccio di ieri pomeriggio è stato soltanto un crollo emotivo» precisò Bella sorseggiando un po’ di caffè. «Sai bene che non sto passando un buon momento.»
«Perdonami Bella, a volte non so quello che dico.»
«Tranquilla, piuttosto, come va con James?» chiese Bella curiosa.
«Siamo al punto di partenza: non ho ancora avuto il coraggio di farmi avanti e dubito che lo avrò.»
«Scusa, ma perché oggi non vai in palestra e gli chiedi se può allenarti?» le propose Bella.
L’amica scosse il capo. «Non ci penso proprio Bella! Se tu non ci vai, non ci vado nemmeno io» disse.
«Lo so scusami, sarei dovuta andare ma il frigo piange» continuò alzandosi di fretta «tra l’altro mi devo muovere prima che chiuda il supermercato.»
Si alzò anche l’amica. «Vado anch’io, devo finire alcune cose di lavoro che mi sono portata a casa. Lascia, offro io.»
«Grazie, allora la prossima volta tocca a me» disse Bella.
Le due si scambiarono un bacio sulla guancia e Bella andò al supermercato. 
Sospirò prima di scendere dalla macchina, preoccupata dal fatto che avrebbe potuto esserci qualcuno pronto a farle del male e per un’istante fu tentata di tornare a casa, ma non lo fece; entrò al supermercato dicendosi che la paura non poteva prendere il sopravvento sulla sua vita e che doveva essere serena poiché l’amica e Edward non l’avrebbero lasciata da sola.
Si avviò al banco dei surgelati e prese un pacco di gelato alla crema, poi alzò lo sguardo per cercare le patatine e le parve di vedere riflesso nel vetro, il volto di un ragazzo con indosso un paio di occhiali da sole scuri fissarla intensamente.
Si girò di scattò, ma non vide nessuno. Incominciò a tremare, il respiro si affannò e il cuore accelerò i battiti. Lasciò il cestino con la spesa e tornò a casa.
«E-ra lì Ed-ward, te lo giuro» singhiozzò.
Edward, dall’altra parte del telefono, strinse le mani a pugno dalla rabbia. 
“Bella, calma ehi” sussurrò “lo sai che ti credo, sta tranquilla.”
«H-o avu-ta cos-ì tant-a paur-a» confessò Bella singhiozzando.
“Vengo da te, dimmi dove abiti. Due minuti e sono lì” le disse.
«N-on vog-lio distur-barti e p-oi sta arri-vando la mi-a amic-a» singhiozzò Bella.
“Bella non pensarlo nemmeno. Puoi chiamarmi quando vuoi, anche di notte, di giorno, a qualsiasi ora. Io ci sono” sussurrò.
«O-h Ed-ward» disse tra i singhiozzi.
“Shhh Bella tranquilla, ci sono io” sussurrò e continuò a rassicurarla fino a quando non giunse la sua amica.
Gettò il telefono sul letto. Edward era talmente preoccupato che non riuscì a chiudere occhio. 
Si svegliò assonnato. Prese il telefono, andò nelle telefonate di ieri sera e mandò un messaggio a Bella: “Buongiorno, come stai?” La risposta non tardò ad arrivare: “Oggi sto meglio. Edward grazie per ieri sera e scusami se ti ho chiamato all’improvviso.” 
“Non devi nemmeno dirlo Bella, puoi chiamarmi quando vuoi. Di me puoi fidarti. Non sei sola” Edward inviò quel messaggio sperando che ella si rassicurasse leggendolo. 
Bella fu sorpresa della risposta di Edward, non se l’aspettava. Si alzò sorridendo e andò a fare colazione. L’amica aveva già preparato tutto. Viky aveva preferito restare a dormire lì.
«Mi fa piacere vedere che stai meglio» disse l’amica porgendole la tazza.
«Grazie per ieri Viky» disse Bella. 
Si sedette e iniziò a fare colazione.
«Anche tu avresti fatto lo stesso, sta tranquilla.» 
«È merito di Edward» disse Bella e le fece leggere i messaggi.
«Dunque fate progressi» disse l’amica.
«È stato solamente gentile, ieri dopotutto l’ho disturbato e avrà voluto accertarsi che stessi bene.»
Victoria si sbrigò a mangiare il toast e bevve tutto d’un sorso il caffè. «Uhm, devo andare prima che il capo mi uccida!» esclamò, alzandosi di fretta.
«Cavoli anch’io devo andare, mi aspettano due clienti e un fornitore» disse Bella.
«A dopo e non preoccuparti» disse l’amica in tono rassicurante poco prima di uscire.
Bella sospirò, finì rapidamente di fare colazione e corse alla tolettatura. Andava talmente di fretta che non notò una macchina parcheggiata proprio davanti al negozio.
Eric Yorkie, un ragazzo dai lineamenti asiatici, capelli neri e corti con indosso un paio di occhiali scuri per non farsi notare, era da giorni che seguiva Bella osservando ogni suo movimento. 
All’improvviso gli squillò il telefono ed egli dovette alzare il finestrino.
«Quante volte ti ho detto di non telefonarmi Ben!» lo redarguì seccato.
"Piuttosto, vedi di fare il tuo lavoro" bofonchiò l'amico in tono altrettanto seccato.
«Cosa vuoi?» domandò, seccato.
Eric odiava quando qualcuno lo disturbava nell’orario di lavoro.
“A che punto sei? E comunque ricorda che io ti pago.”
«Non mi pare di aver mai fatto storie e tu ricorda che sono un investigatore privato, ho bisogno di tempo» disse con lo sguardo sempre fisso verso la tolettatura.
"Tempo, tempo. Sempre tempo, cazzo!"
«Comunque non mi hai ancora spiegato perché sei così interessato a quella ragazza» puntualizzò Eric.
"Affari miei. Tu pensa solo a svolgere il tuo lavoro d'accordo?"
«Sì d'accordo» bofonchiò e chiuse la telefonata.
Bella intanto, ignara di essere osservata, continuava a lavorare con il pensiero rivolto a Edward; era stato davvero carino a inviarle quei messaggi, ma non si volle illudere che tra loro sarebbe potuto nascere qualcosa, lui era troppo carino e lei non aveva nulla a che vedere con la bionda e quelle oche delle sue amiche. Smise di pensarci e si dedicò al lavoro.
Le cinque arrivarono in un baleno, chiuse la tolettatura, passò da casa a prendere il borsone e si diresse in palestra, pronta ad allenarsi con Edward. Arrivò puntuale, ma non ebbe il coraggio di scendere dalla macchina e dall’ansia chiamò l'unica persona che sapeva l’avrebbe fatta sentire al sicuro: Edward.
"Ehi Bella..." sussurrò Edward.
La ragazza scoppiò immediatamente a piangere.
"Bella dove sei? Cosa succede?" sussurrò Edward.
«So-no da-vanti alla pa-lestra» singhiozzò.
Era terrorizzata e tutto per colpa di quella stramaledetta sensazione di essere osservata da qualcuno. Non sbagliava, Eric era di nuovo lì, così come quando Bella era appena arrivata alla tolettatura. Aveva la macchina parcheggiata due auto dietro quella di Bella, il finestrino semi abbassato e osservava quella ragazza chiedendosi cosa c’entrasse con il suo amico.
Più di una volta aveva interrogato l’amico, ma nulla, egli non parlava. Alzò all’improvviso il finestrino, qualcuno stava correndo fuori dalla palestra e sembrava che si stesse dirigendo verso l’auto della ragazza.
«Sono io Bella, aprimi» disse Edward.
La ragazza aprì immediatamente la porta e si gettò tra le sue braccia senza riuscire a placare i singhiozzi. «M-i se-nto c-osì...» confessò in lacrime.
«Ci sono io, ehi» sussurrò Edward guardandosi intorno.
«N-on lasci-armi so-la» singhiozzò, stringendo forte la felpa di Edward.
«Non ti lascio, sta tranquilla» mormorò lasciandole un lieve bacio tra i capelli. «Ora è tutto finito Bella, ci sono io sta tranquilla» sussurrò.
Bella si tranquillizzò, ma non abbastanza da placare i singhiozzi e, continuando a piangere, gli chiese di andare via. Presero l’auto di Bella, guidò Edward e andarono in un bar lì vicino.
Con Edward al suo fianco si sentiva al sicuro, certa che nessuno si sarebbe avvicinato per farle del male. Una mano afferrò la sua, la strinse forte facendole cadere lo sguardo lì.
«Andrà tutto bene Bella,» sussurrò Edward «non sei sola.»
Quelle parole rassicurarono molto Bella. «Grazie» disse.
«Ma ora basta cattivi pensieri, dimmi te, di cosa ti occupi?» chiese Edward curioso, mentre smise con fatica di stringerle la mano.
Bella schiarì la voce, ammorbidì le labbra, prese la tazza di camomilla e la portò alla bocca. «Gestisco una tolettatura per cani, alle volte anche gatti» raccontò, sorseggiando un po’ di camomilla.
«Io invece, alleno e mi alleno. Ho una grande passione per lo sport sin dal liceo.»
«Scommetto che eri il capo della squadra di football» disse Bella in tono scherzoso.
«Più o meno» rispose lui imbarazzato.
«E James? Dove vi siete conosciuti?» chiese Bella curiosa.
«Al liceo, eravamo entrambi nella squadra di football» raccontò sorseggiando un po’ di caffè.
Poggiò la tazza sul tavolo e il telefono di Bella incominciò a squillare.
«Dev’essere Victoria» disse alzandosi con la borsa. «Rispondo e torno.»
«Ti aspetto qui» rispose Edward in tono garbato. Aspettò che uscì, prese il telefono e chiamò James.
“Stavo iniziando a preoccuparmi” disse l’amico.
«Avrei dovuto avvisarti, scusami. Sono con Bella, al bar.»
“Tutto bene?”
«No» rispose, sospirando. «Mi ha chiesto ancora di te.»
“E tu che le hai detto?”
Edward si passò una mano tra i capelli. «Voleva sapere come ci siamo conosciuti, nient’altro, però» spostò lo sguardo fuori e l’osservò parlare al telefono notando il modo con cui gesticolava.
«La mia migliore amica in palestra?! E da quando?» Bella era stupita.
“Mi sono detta che dovevo buttarmi ed eccomi qui.”
«Io invece salto.»
“Come mai?”
«Sono al bar con Edward, poi ti spiego a voce» raccontò Bella. «Ora vado, buon allenamento.»
“Grazie e mi raccomando eh, poi voglio sapere tutto e guai a te se tralasci anche un solo dettaglio!”
«Non ti preoccupare Viky» chiuse la telefona e rientrò al bar.
«Tutto okay?» domandò Edward.
«Si era Viky, mi ha detto che è in palestra» rispose Bella.
«Se vuoi posso chiedere a James di allenarla.»
«Grazie sei gentile, ma non vorrei darti disturbo.»
«Nessun disturbo, davvero» disse Edward alzandosi.
«Dove vai?» chiese Bella con voce tremula.
In quel preciso istante si sentì osservata intensamente da qualcuno.
«Bella tutto bene?»
«C’è qualcuno» disse Bella, con voce tremula. «Qualcuno mi sta osservando.»
Edward si guardò attorno, ma non vide nessuno con lo sguardo rivolto verso il loro tavolo: alcuni ridevano, altri parlavano al telefono, altri bevevano o mangiavano, ma nessuno sembrava avere l’aria sospetta.
«Bell…»
La ragazza si gettò tra le sue braccia. Tremava e il cuore le batteva a mille. «Te lo giuro Edward, qualcuno mi sta osservando» disse Bella con voce atterrita, stringendo forte la sua felpa.
«Ehi» sussurrò Edward accarezzandole i capelli e la schiena.
Si guardò ancora attorno, ma ancora una volta non gli parve di vedere nessuno con aria sospetta.
«Perché a me? Io non ho mai fatto del male a nessuno, perché?» esclamò Bella con voce scossa.
Era sul punto di piangere.
«Te lo prometto Bella, ne usciremo insieme» sussurrò Edward, in tono rassicurante tra una carezza e l’altra ai capelli.
«Stammi vicino Edward. Sapere che qualcuno voglia farmi del mal…»
«Shhh Bella» sussurrò lasciandole un’altra carezza «nessuno ti farà del male.»
La ragazza annuì e a poco a poco smise di tremare, cullata dalle dolci carezze di Edward. Alzò lo sguardo. «Portami via, ti prego.»
Edward pagò le consumazioni lasciando il resto come mancia, uscirono dal bar e un ragazzo con un mazzo di rose rosse in mano gli andò vicino. Un ragazzo con un mazzo di rose rosse in mano? Sbaglio, oppure glielo aveva chiesto sere fa?
«Gradisce una rosa per la sua fidanzata?»
«Oh, no grazie» rispose Edward.
Il ragazzo sorrise ed entrò al bar.
«Vieni, ti accompagno a casa» disse Edward.
Scesero dalla macchina e Bella gli fece strada verso l’ingresso di casa.
«Forse sono pazza, non so più cosa pensare Edward» disse in tono confuso guardandolo negli occhi. «Sono pazza vero?» esclamò passandosi una mano tra i capelli.
«Bella no, ehi. Tu non sei affatto pazza e il fatto che io non abbia notato nulla di strano non significa che tu sia pazza.»
«Ma allora perché un momento mi sento osservata e l’altro no?» disse con voce tremula gettandosi tra le sue braccia, e un bacio si posò tra i suoi capelli.
«S-e n-on ci fo-ssi tu Ed-ward» confessò balbettando.
«Con me puoi stare tranquilla Bella e puoi fidarti» la rassicurò.
Bella alzò lo sguardo e le paure scomparvero all’istante. «Vorrei dirti una cosa, a dire il vero è da un po’ che vorrei farlo» farfugliò, fissandolo negli occhi.
«Cosa Bella?»
«Non so neanche da dove cominciare. Il fatto è che, si insomma, io…» smise di parlare dall’imbarazzo.
«Tu cosa? Bella cosa c’è?» chiese preoccupato.

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Capitolo 7
*** Mi fai stare bene ***


«Io sono innamorata di te» confessò Bella con il cuore in gola. «So che ci conosciamo da poco e forse non è il momento, magari tu sei già impegnato o io non sono il tu…»
«Bella io non riesco a smettere di pensarti da quando sei entrata la prima volta in palestra e avrei voluto chiederti di uscire già quel giorno, solo che poi mi hai chiesto di James e io…»
«E tu hai pensato che a me piacesse lui, non è così?»
«Sì» ammise.
«Io non ho mai provato nulla per lui e se ti ho chiesto quelle cose, è stato per fare un favore a Viky. Lei è molto timida e…»
«Bella io ti devo delle scuse. A volte sono stato freddo perché ho creduto che ti piacesse James e ci stavo male» confessò Edward, mentre fece scivolare una lenta carezza sul viso di Bella; la ragazza si alzò in punta di piedi arrivando a sfiorargli il naso e le labbra.
«Nel mio cuore ci sei sempre stato tu, solamente tu Edward e quella che si deve scusare sono io. Ti ho fatto credere che fossi interessata a James, quando in realtà io volevo uscire con te» sussurrò Bella lasciandogli un’altra carezza sul viso.
«Bella» mormorò Edward «non sai da quanto tempo io abbia aspettato questo momento.»
«Anch’io Edward» sussurrò baciandolo.
Le mani di Bella s’intrufolarono con naturalezza tra i suoi capelli, così come quelle di Edward, che le circondarono subito la vita; sembrava che fossero fatte apposta per stringerle i fianchi. 
«Scusami se hai frainteso ogni cosa» disse Bella.
«No, scusa tu per essere stato così freddo» disse lui. «Bella non sai quanto desiderassi baciarti.»
«Anch’io Edward» disse baciandolo ancora.
Un bacio più passionale del precedente, lungo.
«Devi stare tranquilla, nessuno ti farà del male» Edward la guardò negli occhi, voleva che si sentisse al sicuro, protetta.
«Mi fai sentire così protetta quando lo dici» confessò lei in un sussurro.
«È ciò che voglio Bella, sta tranquilla.»
Si baciarono di nuovo e lei, per la prima volta, si sentì davvero al sicuro. Decisero di andare in un altro bar, invece che andare a casa.
«Mi dicevi che gestisci una tolettatura per cani» disse Edward.
«Sì» rispose lei.
«Mi piacerebbe molto vederti al lavoro» disse Edward.
«Un giorno vieni al negozio, anche domattina se vuoi.»
«Volentieri tesoro» disse Edward sorridendole. «Mentre io, alleno e mi alleno.» 
«Si vede che ti piace ciò che fai, che ci metti passione.»
«Grazie Bella» disse compiaciuto dalle sue parole, mentre la vide osservare l’Apple Watch.
«Accidenti che tardi!» esclamò preoccupata.
Tra poco i negozi chiudevano e il frigo era vuoto.
«Problemi tesoro?»
«Dovrei fare la spesa, non ho preso nulla» Bella sospirò abbassando lo sguardo e il pensiero andò a ciò che le era accaduto al supermercato.
«Ehi» sussurrò Edward.
«Scusa, ti sto dando solo preoccupazioni. Oggi hai anche perso una giornata di lavoro per colpa mia» disse mortificata e pochi istanti dopo si sentì stringere da due braccia forti, muscolose; un lieve bacio si posò tra i suoi capelli facendola sospirare.
«Ho perfino paura di andare a fare la spesa, ti rendi conto?!» continuò con voce scossa alzando lo sguardo «Edward perché a me? Io non ho mai fatto del male a nessuno.»
«Vorrei avere una risposta, ma ti prometto che ne usciremo insieme» la rassicurò.
Bella annuì. «Non ne posso davvero più e le uniche volte in cui mi sento tranquilla è quando sono con te. Se penso che ho perfino paura di andare a fare la spesa…»
Edward le prese il viso tra le mani.
«Amore ascolta, insieme andremo a capo della situazione e tutto questo sarà solo un brutto ricordo.»
Bella annuì rifugiandosi tra le sue braccia ed egli la rassicurò tra un bacio e l’altro sulla nuca. Rimasero così per qualche minuto.
«Mangiamo una pizza? Mhm, ti va amore?» propose Edward.
«Un personal trainer che mangia la pizza?»
«Ogni tanto anche noi sgarriamo» rispose lui ridacchiando.
«Conosco una pizzeria in centro che la fa buonissima» disse Bella.
«Allora che aspettiamo?»
«Però pago io, tu hai già pagato i caffè e la camomilla.»
«Assolutamente no! Non ti lascerei mai pagare, scherziamo?!»
«Edward…» lo rimproverò lei dolcemente.
«Bella non se ne parla neanche» la rimproverò lui con la stessa dolcezza.
«Amore per favore, prima hai pago tu e ora tocca a me» disse lei.
Edward sospirò. «D’accordo.»
«Ecco, ora sì che mi piaci!»
Alla fine però, pagò Edward; le disse che doveva andare un secondo al bagno e invece, andò a pagare il conto.
«Amore grazie ancora, ma la prossima volta pago io e non voglio alcun tipo di scuse!»
«Okay, prometto che la prossima volta pagherai tu.»
Bella non fu molto convinta delle sue parole, lo baciò a fior di labbra e si fece riaccompagnare a casa. «Ho lasciato le chiavi in macchina, aspetta vado a prenderle» disse Bella.
«Ti accompagno» rispose lui.
Improvvisamente una macchina sgommò a tutta velocità e poco dopo si sentì uno sparo provenire da un’altra macchina seguita dal rumore delle sirene della polizia. Edward strinse Bella.
«Se fo-s-se…» balbettò la ragazza stringendo forte la felpa del compagno.
«Amore no, ehi» sussurrò.
Bella alzò lo sguardo trovando subito rifugio negli occhi rassicuranti di Edward; egli non le disse nulla, salirono in auto e andarono da lui.
«Edward grazie, io, amore non ti ringrazierò mai abbastanza per essermi vicino in questo periodo così stressante e brutto della mia vita» Bella girò lo sguardo verso Edward.
«Shhh… Bella, amore. Andrà tutto bene, sta tranquilla» la rassicurò stringendola più possessivamente sotto le lenzuola.
«Senza di te, mi sento così protetta quando sono tra le tue braccia» disse Bella.
«È ciò che voglio tesoro.»
«Mi dispiace solo doverti dare tutti questi pensieri» confessò Bella.
«Non lo dire nemmeno. Comunque l’avevo capito da un po’ che qualcosa non andava, ecco perché mi sono permesso di lasciarti il mio bigliettino da visita. Non potevo lasciarti sola in questa situazione e quando mi hai raccontato tutto… ma ti prometto che ne usciremo insieme e voglio che ti fidi ciecamente di me perché la tua sicurezza è l’unica cosa che voglio Bella» disse Edward.
Bella si girò di nuovo. «Edward, amore» disse, sorpresa. Si avvicinò fino a sfiorargli le labbra e lo baciò. «Non sarei qui se non mi fidassi di te» sussurrò «ti amo.»
«Ti amo anch’io» mormorò tra un bacio, mentre infilò una mano sotto la felpa di Bella.
Lei non lo fermò, si scostò, sfilò la felpa e riprese il bacio. Fu una notte d’amore, di passione molto intensa.

«Buongiorno» la voce calma e vellutata di Edward le fece aprire lentamente gli occhi.
«Giorno a te» rispose con la stessa calma.
Girò lo sguardo incrociando i suoi bellissimi occhi e quel sorriso di cui si era tanto innamorata. Mise una mano dietro al suo collo e allungando il viso avvicinò il suo per dargli un bacio.
«Ieri sera è stato bellissimo Edward» sussurrò.
«Sì, ti amo» mormorò lui.
«Ti amo anch’io, tanto. Devi andare in palestra oggi?» domandò lei stringendosi a lui.
«Se non hai clienti pensavo di restare a casa. Si sta così bene qui» ammise Edward dolcemente.
«Ne avrei due, ma li posso spostare. Magari dopo facciamo un salto al negozio così lo vedi, che dici?»
«Ottimo, sì. Allora più tardi mando un messaggio a James così lo avviso.»
«Grazie tesoro e scusami se…»
«Non hai nulla di cui scusarti e stai tranquilla, ci sono io con te.»
Bella annuì e si lasciò coccolare. Quando finalmente decisero di alzarsi e di prendere il telefono in mano erano le dieci, Bella aveva un sacco di chiamate e messaggi da parte di Viky e Edward da parte di James. Li chiamarono durante la colazione.
«Stavo pensando, se ti va ovviamente» propose Edward, mettendosi comodo sul divano assieme a Bella.
«Cosa amore?» chiese lei curiosa lasciandosi stringere.
«Visto che a James piace la tua amica e da quel che ho capito alla tua amica piace James… che ne pensi se uscissimo a mangiare una pizza tutti insieme?»
«Ma lo sai che sei un genio tesoro?! Viky sarà contentissima» disse Bella entusiasta.
«Anche James e magari si sblocca, sai lui è molto timido.»
«Viky uguale, infatti ha mandato avanti me.»
«Se penso a quanto sono stato stupido» ammise Edward.
Bella girò alzando il viso verso di lui. 
«La colpa è stata mia amore. Mi vergognavo a dirti che provavo qualcosa per te perché avevo paura che tu non ricambiassi e al tempo stesso mi sentivo in imbarazzata a causa di Viky» disse.
«Non sei l’unica ad essere colpevole tesoro. Non ci crederai, ma anch’io sono timido e come te avevo paura che non ricambiassi e quando mi hai chiesto se Jame…»
«Edward io amo solo te, te e nessun altro» sussurrò Bella guardandolo intensamente negli occhi.
«Anch’io Bella» sussurrò «ti amo da morire» e la baciò trasmettendole tutto l’amore che sentiva per lei...

Restarono tutta la mattinata abbracciati, mentre al pomeriggio fecero una passeggiata in centro.
«Certo che sei eh?!» lo rimproverò Bella fermandosi.
Edward aveva pagato di nuovo la cena.
«Per una cena?» esclamò stringendole i fianchi.
«Edward non è una cena, hai pagato anche ieri» gli ricordò lei cingendogli il collo con le braccia.
«E pagherò anche domani» puntualizzò, dolcemente.
«Vorrà dire che ti inviterò a cena da me» disse lei.
«Accetto più che volentieri tesoro. Dormi da me?»
«Però dovrei passare da casa a prendere qualche cambio, ti fermi tu da me?»
«Va bene» rispose lui.
Si scambiarono un bacio a stampo e andarono a casa di Bella, entrambi felici e innamorati. La mattina del giorno dopo fu difficile alzarsi, lasciare soprattutto che ognuno andasse a lavorare.
«Qualcuno mi deve delle spiegazioni» disse James impedendogli di uscire dallo spogliatoio.
Edward però aveva la mente altrove. Avrebbe preferito che la compagna restasse a casa, ma lei niente, era andata a lavorare.
«Edward» insistette James.
«Mhm, dicevi?»
«Com’è questa storia che tu e Bella vi frequentate?»
«Ho frainteso tutto. Lei non è innamorata di te, ma di me.»
«E allora perché ha voluto sapere di me? Non capisco.»
«In realtà… okay non dovrei dirtelo, ma tu mi prometti che non lo dirai a nessuno?»
«A chi vuoi che lo dica Eddy?!»
«È stata la sua amica» raccontò Edward.
«Come la sua amica?!» James non capiva.
«Sì. Vedi, Victoria è molto timida e così ha chiesto a Bella di chiedermi se tu eri single o meno. Ora hai capito?»
«Quindi io…»
«Esatto. Tu piaci a Victoria» disse Edward.
«Wow» James era sorpreso.
«James non immagini neanche quanto sia felice. Bella è una ragazza straordinaria e io l’amo così tanto» confessò Edward.
«A proposito, ieri è tornata ancora quella bionda.»
«E scommetto che ha chiesto di me» disse Edward.
«Uh guarda, non puoi capire il casino che ha combinato.»
«La prossima volta, giuro che la sbatto fuori a calci, non me la nominare proprio. Andiamo ad allenarci? Tra poco inizia la lezione di box» disse Edward. «A proposito, prima che mi dimentichi. Con Bella abbiamo pensato di organizzare una cena a quattro: io lei, tu e la sua amica, che dici?»
«Mi piacerebbe, però non lo so… Bella tu mi conosci, sai quanto sono timida» disse Victoria sorseggiando un po’ di caffè.
«Vedrai che ti scioglierai. È venuta a Edward l’idea e secondo me è fantastica!»
«Beata te…» confessò Victoria sospirando.
«Invece andrà benissimo. E poi anche tu piaci a James, per cui.»
«Lo so, però io non sono come te. Mi vergogno persino di salutarlo» ammise l’amica.
«Io invece dico che la serata andrà una favola. Lascia fare a me James» lo rassicurò Edward.
James sospirò.
«Se penso di piacerle… non l’avrei mai detto» disse James.
«E invece…» disse Edward.
«Oh, cavoli siamo in ritardo!» esclamò James uscendo rapidamente dallo spogliatoio.
Edward lo seguì, carico più che mai per iniziare la lezione di box.

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Capitolo 8
*** Ora basta! ***


Bella decise di fare una sorpresa al compagno, ma non era solo quello il motivo. Ieri sera, mentre cercava le chiavi di casa, aveva di nuovo avvertito quella stramaledetta sensazione di essere osservata e temeva che potesse succedere anche quella sera. Intanto, alla Volturi Fitness, Edward continuava a pensare a Bella, al fatto che fosse da sola alla tolettatura e più secondi passavano, più voleva lasciare tutto e correre da lei.
Mise giù il peso da 15KG e d’improvviso, si trovò davanti una ragazza dai biondi capelli raccolti in una lunga coda di cavallo. Edward la riconobbe subito.
«Ehi ciao, ti ricordi? Giorni fa ti ho lasciato un bigliettino con il mio numero… avrei interesse a prendere lezioni private» disse Tanya a Edward mangiandolo con gli occhi.
La ragazza, Tanya, era assolutamente certa che quel pomeriggio sarebbe riuscita nel suo intento, ovvero quello di conquistarlo.
«Mi dispiace ma non faccio lezioni private» rispose Edward in tono serio.
«Se è per i soldi…» fu interrotta subito.
«No, non è per i soldi».
«Sono disposta a pagarti quanto vuoi, anche cinquece…» ma non c’era denaro o altro che avrebbe fatto cambiare idea a Edward, lui amava solamente Bella ed era con lei, solo con lei che voleva allenarsi.
«Te lo ripeto, non sono interessato, nemmeno se mi dessi un milione» mentre parlò il suo sguardo venne catturato da Bella, che era appena entrata.
Lasciò la ragazza senza nemmeno ascoltare le sue parole e raggiunse Bella. 
La baciò stringendola.
«Ho pensato di farti una sorpresa» Bella si strinse ai suoi muscoli ed egli l'avvolse tra le braccia inebriando il suo profumo.
«Stavo venendo io da te, se non fossi arrivata mi sa che non ci saremmo beccati amore mio.»
«Mi mancavi.»
«Sì anche tu, non la smettevo di pensarti» ammise dolcemente.
Bella alzò lo sguardo con un sorriso stampato sul viso.
«Ci alleniamo?»
«Certo amore, aspetto che ti cambi e iniziamo.»
Si scambiarono un bacio a stampo, Bella andò in spogliatoio e non appena mise giù il borsone, si sentì due occhi feroci addosso.
«Senti un po’» disse Tanya con aria saccente e al tempo stesso seccata. 
Bella si girò verso la bionda.
«Ce l’hai con me?» 
«Sì. Vedi di fare poco la santarellina e stai alla larga da LUI» disse in tono minaccioso, mentre Bella iniziò a sistemare le sue cose non badandola.
Non ci mise molto per capire che quella ragazza stesse parlando di Edward, ma decise di ignorarla e si cambiò.
«Guarda che sto parlando con te» ribadì Tanya in tono seccato.
«Lui chi scusa?»
«Non fare la furba che hai capito benissimo» 
Bella chiuse il suo armadietto e si girò verso di lei.
«Quella che deve stargli lontana sei tu, non io. Se proprio ci tieni a saperlo, Edward è il mio ragazzo» puntualizzò.
«Solo perché ti ha dato un bacio pensi che sia interessato a te? Che sciocca che sei!» esclamò Tanya.
«Chiediglielo se proprio non ci credi.»
«Brutta stronza!» continuò sempre più furiosa «lo avevo visto prima io e non sopporto quando qualcuna mi ruba il ragazzo.»
«Io non ho rubato proprio nulla, sei tu che stai importunando il mio ragazzo.»
«Sen…» la porta si aprì di colpo.
Edward aveva incominciato a preoccuparsi, erano passati quasi cinque minuti.
«Ora importuni anche la mia ragazza? Ma come te lo devo dire che non sono interessato a te? La devi smettere e non provare mai più ad importunare la mia ragazza!» Edward era esausto delle sue continue insistenze. Sospirò e rivolse lo sguardo verso Bella, lei era l'unica in grado di calmarlo. «Andiamo ad allenarci?» chiese Bella ignorando la presenza di Tanya.
Edward annuì, si diedero un bacio a stampo e uscirono mano nella mano sotto gli occhi gelosi di Tanya.
«Credeva che io non fossi la tua ragazza, pff, assurdo!»
Edward l’attirò a sé e la baciò.
«Quello che non ci crede sono io Bella. Sapere di essere il tuo ragazzo mi rende l’uomo più felice del mondo» confessò dolcemente.
«Oh Edward… ti amo tanto.»
«Anche io ti amo tanto» disse baciandola ancora.
Finito l’allenamento, presero le loro cose e andarono a casa di Edward.
«Uhm, ti dispiace se chiamo un secondo Viky?»
«No fai pure amore, io intanto sistemo.»
Si scambiarono un bacio a stampo e Bella andò sul divano a chiamare l’amica.

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Capitolo 9
*** Sei mesi prima... ***


La porta del negozio si aprì e il campanello messo sopra di essa suonò. Smise di lavare Pinkie. «Arrivo!» continuò sorridendo alla piccola «due minuti e torno piccola. Tu fai la brava, d'accordo?» 
Le sorrise di nuovo e andò di là con le mani umide. Davanti alla porta c'era un ragazzo dall’outfit casual. Bella pensò che avesse bisogno di informazioni, poiché sembrava essere molto spaesato. 
«Posso esserle d'aiuto?» 
Il ragazzo non rispose. La osservava con il cuore colmo di dolore e il ricordo di Lilly sempre più vivo davanti ai suoi occhi. Bella cominciò ad agitarsi. “Se fosse lui il mio stalker? Se fosse qui per uccidermi?” pensò.
La porta del negozio si aprì all’improvviso.
«Sono qui per Pinkie» disse la signora Masen passando davanti al giovine. 
Quest’ultimo scappò dal negozio in lacrime, urtando pochi metri dopo, Edward, il quale si girò borbottandogli contro di fare più attenzione. 
«Amore sei qui» mormorò Bella buttandosi tra le sue braccia, appena lo vide entrare.
«Ehi...» sussurrò Edward.
«Sei qui» mormorò spaventata.
Si calmò a poco a poco e gli raccontò tutto. Decise poi di spostare gli ultimi due clienti e andarono a casa di Edward.
«Se non fossi arrivato tu amore. Ma come hai fatto a capire che avevo bisogno di te?»
«Non riuscivo ad allenarmi sapendoti da sola al negozio e sono venuto» disse Edward.
«Per un attimo ho pensato che fosse lui. Se mi avesse fatto del male...» Bella non ci volle nemmeno pensare e si strinse di più a Edward.
«Se è lui lo scopriremo amore.»
«Sì, io» alzò lo sguardo «mi fido di te e insieme ne usciremo.»
«Te lo prometto amore, ne usciremo insieme.»
Tra una carezza e un bacio, Edward si domandava perché qualcuno volesse fare del male a Bella. Bella, accoccolata sul divano, cercava di sgombrare la mente e di rilassarsi. Non era la sola a voler sgombrare la mente da cattivi pensieri. 
Ben continuava a piangere dal dolore. In quel negozio non c'era stata una sola cosa che non gli avesse ricordato della sua piccola Lilly e di quel dannato incidente che gliel'aveva portata via per sempre.
"E allora perché l'hai fatto Ben?"
«Perché volevo vederla Eric! È solo colpa sua se le cose sono andate così e io sto male, non ce la faccio a dimenticare» disse Ben, tra le lacrime.
Ed ecco che Eric incominciava a capire. Dunque, era per lei che il suo amico seguiva ogni giorno quella povera ragazza.

*Sei mesi prima*
Le storie hanno sempre un inizio e una fine e questa storia cominciò sei mesi fa. All'epoca, Bella non lavorava da sola. Si chiamava Angela Weber e da stagista era stata assunta. Le due andavamo molto d'accordo, Bella era davvero soddisfatta della ragazza ed era certa che insieme avrebbero fatto grandi cose. Mancavano dieci minuti alla chiusura del negozio, Angela era sola alla tolettatura e aspettava il padrone della piccola Lilly, un barboncino nano color marrone chiaro.
D'improvviso la porta si aprì, due uomini incappucciati con una pistola in mano ordinarono alla ragazza di stare ferma. Ella - come chiunque altro al suo posto - andò nel panico più totale e alzò le mani. 
«Dammi i soldi della cassa!» la minacciò uno dei due. 
La ragazza lo fece senza fare storie, mentre l'altro ragazzo iniziò guardarla in un certo modo. Angela indietreggiò e mise la mano dietro di lei premendo sul pulsante rosso posto in basso senza accorgersi che ai due non era sfuggito nulla, tranne un dettaglio: Lilly era scappata.
Un improvviso gridolino fece girare tutti e tre fuori dal negozio: era la piccola Lilly. I due non fecero in tempo a girarsi verso Angela che la polizia era lì. Una manciata di minuti dopo, Ben era lì, ma non era da solo. Bella, non appena saputo dell'incidente si era precipitata lì. Lei cercò di spiegare al ragazzo che non era presente al momento della rapina, ma egli non voleva darle retta e continuava ad inveire contro di lei dandole dell'assassina. 
*sei mesi prima*

Sembrava che le acque si fossero calmate, eppure Bella continuava a vedere l’immagine di quel tale davanti alla porta della tolettatura. Sospirò. Edward capì subito che qualcosa non andava e le disse che avrebbe rimandato la cena con James se non se la sentiva, ma Bella lo rassicurò; non poteva lasciare che la sua vita fosse rovinata da uno sconosciuto. 
«Victoria non sta più nella pelle.»
«Non dirlo a me tesoro. James non parla d'altro da ieri.»
La pizzeria era molto carina e la pizza da dieci e lode. Lasciarono la pizzeria verso le undici. Tutto sommato non andò male, anche se ci volle un po' prima che Victoria e James incominciassero a parlarsi.
«Andate tranquilli, la riaccompagno io Victoria» disse James.
«Allora noi andiamo» disse Bella.
«Noi ci si becca in palestra Eddy» disse James.
«Certo, e grazie ancora per la splendida serata» rispose Edward.
«Grazie a voi» disse James.
Arrivati a casa di Edward, si stesero subito sul divano; entrambi stanchi e desiderosi di coccolarsi un po'. Edward era veramente uno schianto! I suoi muscoli facevano impazzire Bella, specie quando li sentiva premere sul suo corpo e la stringevano si sentiva molto protetta.
«Chissà Victoria e James...» pensò Bella a voce alta.
«Magari si sono dati un bacio.»
«Lo spero tanto perché a Viky piace molto James.»
«Ed io che pensavo piacesse a te.»
«Non dirlo nemmeno! Amore io amo solamente te, scherziamo?!»
«Lo so Bella e io amo te!» le disse baciandola.

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Capitolo 10
*** Un'altra volta... ***


Bella sospirò. Stretta fra le braccia del suo compagno pensava agli ultimi due giorni: erano stati troppo tranquilli...fin troppo e temeva che quella tranquillità sarebbe svanita da un momento all'altro. 
«Cosa c'è amore?» domandò Edward in tono carezzevole.
«Ho come la sensazione che sia soltanto un brutto sogno e so che è stupido da dire, ma ho paura di svegliarmi e rendermi conto che... Oh Edward, ma perché doveva succedere a me? Io non ho mai fatto del male a nessuno» disse Bella agitata affondando la testa sul suo petto.
«Lo so amore, lo so» Edward le lasciò un bacio tra i capelli. 
«Te lo giuro, sono sempre stata una pers...»
«Ehi, non lo devi nemmeno dire Bella e ucciderei chiunque lo pensasse. Non saresti capace di fare del male nemmeno a una mosca. Presto scopriremo tutto, te lo prometto.»
Bella annuì e si lasciò coccolare. Se si era sentita tranquilla, lo doveva a Eric…

*INIZIO FLASHBACK*
«Perché mi fai questo Eric?!» 
Ben non se lo sarebbe mai aspettato dall'amico, ma Eric era deciso e niente gli avrebbe fatto cambiare idea. Egli capiva perfettamente il dolore dell'amico, solo che non condivideva il fatto di voler riversarlo su una povera ragazza.
«Non è seguendola che guarirai il tuo dolore Ben, devi dimenticare e andare avanti.»
Ben si alzò di scatto dando un pugno al tavolo.
«Dimenticare? La mia Lilly è morta per colpa sua e io dovrei dimenticare?»
«So ch...» Ben lo interruppe bruscamente.
«No che non lo sai Eric! La perdita di Lilly per me è stata devastante e l'unica colpevole è lei. Come può non pagare per il male che mi ha fatto?»
«Ben ascoltami, non è così che guarirai dalla tua ferita» ribadì l'amico, in tono pacato.
*FINE FLASHBACK*

Dopo una tisana rilassante, andarono a letto. Come ogni mattina, svegliarsi fu una tortura, specie uscire dal letto. 
«Se solo non avessi due clienti resterei qui» confessò Bella.
«Anche io amore.»
«Però stasera ci vediamo! Voglio allenarmi e poi pensavo che potresti venire da me» disse lei.
«Stavo per chiedertelo anch'io amore.»
Si coccolarono per un altro paio di minuti, dopodiché via al lavoro.
«Comunque alla fine ci siamo baciati» confessò James.
Edward era incredulo, oltre che felice.
«Voi due cosa?»
«Dopo la cena l'ho riaccompagnata a casa e... ci siamo scambiati un bacio» raccontò. 
«Ah però! E com'è che lo vengo a sapere solo adesso?»
«Eri così preso dalla tua dolce Bella che se anche te lo avessi detto, non mi avresti ascoltato.»
Edward ridacchiò.
«Hai ragione e non sai quanto sono felice. È come se vivessi su un altro pianeta.» 
E non era l'unico. 
«Io e James ci siamo baciati» confessò l'amica.
«Voi due cosa?» 
«Sai quando siamo andati a cena tutti insieme?» raccontò l'amica scendendo dalla macchina.
«Victoria! Ma perché non me l'hai detto?»
«Sei così presa da Edward...»
«È vero» confessò. «Mi fa stare così bene e Dio quanto lo amo.»
«La amo tanto anche io. Bella è la mia vita e quando non stiamo insieme, io mi sento vuoto e delle volte vorrei lasciare la palestra per andare da lei» disse Edward ignaro che ella fosse dietro di lui.
«Edward amore... ti amo tanto anche io» mormorò commossa.
Edward si girò.
«Ti amo come non ho mai amato nessun'altra Bella e quando non ci sei vorrei mollare tutto e venire da te» sussurrò guardandola amorevolmente.
Bella, commossa, gli gettò le braccia al collo e lo baciò lasciandosi trasportare dai sentimenti che provava per lui. 
«Hai detto delle parole stupende, nessuno mi ha mai amata così» disse Bella con le labbra a pochi centimetri da quelle del compagno e con gli occhi lucidi.
«Per me è lo stesso amore. Mi fai sentire amato ogni giorno e non c'è un solo istante della mia vita che io non voglia passare al tuo fianco.»
«Edward... ti amo così tanto» disse stringendosi al suo petto. 
«Ti amo anche io» disse lui lasciandole un bacio tra i capelli.
Rimasero così per un paio di minuti. Intanto, James e Victoria si stavano scambiando teneri sguardi.
«Ah però!» fece notare Bella al compagno.
«Cosa amore?»
Con il dito indicò James e Victoria che ridacchiavano.
«Guarda un po'» disse Bella.
«Non dovrei dirtelo, ma James e la tua amica si sono baciati.»
Bella ridacchiò.
«Lo so. E pensare che erano due timidoni.»
«Quasi quasi potremmo aprire un'agenzia di incontri.» 
«Mica male come idea amore» rispose Bella. «Mi cambio e arrivo. Ti avverto che oggi sono super carica amore.»
«Non ti preoccupare.»
Si scambiarono un bacio a stampo e Bella andò in spogliatoio. Poco dopo entrò l'amica. Era euforica.
«Usciamo Bella! James mi ha chiesto di uscire!!!!!!»
«Ecco perché ridevate prima» disse Bella.
«È così carino, dolce, muscoloso... mi piace troppo» confessò l'amica, diventando tutta rossa in viso.
Bella ridacchiò. "Come se non lo sapessi." pensò felice.
«Sono felice per te Viky, te lo meriti.»
«Grazie Bella, anche io sono tanto felice e lo sono anche per te» disse abbracciandola.
«Stasera cosa fate?»
«Io nulla, non so James... se abbia già un impegno.»
«Nulla ci vieta di uscire di nuovo tutti e quattro insieme» disse Bella.
«Dici davvero Bella?»
«Sì certo. A noi fa più che piacere Viky.»
«Allora vado subito!» 
Viky lasciò giù la borsa e corse fuori dallo spogliatoio andando a sbattere contro James. Anche lui era stato invitato da Edward e voleva chiedere a Victoria se le andasse di anticipare l'appuntamento di sabato.
«Oh!» esclamarono entrambi imbarazzati.
Intanto, Bella uscì dallo spogliatoio e raggiunse Edward, che la strinse dandole un bacio.
«Amore se mi baci così mi fai pentire di aver detto a Viky di stare con noi stasera» confessò tra un bacio e l'altro.
«Mhmm, scusa amore» Edward lasciò con fatica le sue labbra ma non i suoi fianchi.
«Andiamo ad allenarci?»
«Che dici? Full body e un po' di cardio?» propose Edward.
«Andata amore!»
Che allenamento! Bella era stanchissima, altresì molto soddisfatta. Si docciò in palestra. L'amica si era allenata assieme a James quel pomeriggio e anche lei era molto soddisfatta. 
«Non vedo l'ora» disse Victoria con voce squillante.
«Anche io.»
«Andiamo ragazze?» le richiamò Edward avvicinandosi alla compagna. Bella annuì stringendogli una mano.
«Eccomi!» esclamò James.
Optarono per un ristorante giapponese, avevano voglia di cucina orientale.
«Amore vado un attimo in bagno» disse Bella a Edward.
Egli annuì, ma non le tolse lo sguardo da dosso neppure quando la vide entrare al ristorante.
"Non dire stupidaggini Ben e stai calmo" disse Eric.
Ben però, non aveva alcuna intenzione di calmarsi. Era andato a prendere del sushi da asporto quando d'improvviso si era imbattuto nel viso di Bella. 
«CALMO? IO DOVREI STARE CALMO ERIC? QUELLA DONNA MI HA PORTATO VIA LA COSA PIÙ IMPORTANTE DELLA MIA VITA, COME POSSO STARE CALMO ERIC?» urlò Ben dentro il bagno degli uomini...

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Capitolo 11
*** Relax e tanta paura ***


Quell’urlo improvviso fece sobbalzare Bella, oltre che spaventare. Se fosse proprio lei la persona a cui quel tale si stava riferendo? Si domandò Bella, in preda all’ansia. 
Un altro urlo (proveniente sempre dal bagno degli uomini) arrivò dritto nelle orecchie di Bella. Ben continuava ad urlare mentre Eric cercava di tranquillizzarlo. 
“Sto arrivando Ben, stai calmo” continuava a ripetere Eric.
La ragazza uscì dal bagno e si rifugiò tra le braccia del suo compagno.
«Perché devono succedere tutte a me?»
«Tesoro, ehi no, cosa dici?! Mi sono spaventato anch’io, ma non ce l’ha con te» sussurrò Edward in tono rassicurante.
Bella alzò lo sguardo. Aveva gli occhi terrorizzati.
«E se invece la donna che gli ha portato via la cosa più importante della sua vita fossi io?» 
Una lenta carezza le scivolò sul viso.
«Tu? Non saresti capace di fare del male nemmeno ad una mosca, tesoro stai tranquilla» sussurrò lasciandole un bacio tra i capelli.
«Scusami io… è che dopo quello che ho subito nei giorni scorsi…» confessò preoccupata, «Mi sembra di rivivere quei momenti e…»
Edward la strinse al suo petto.
«Andiamo a casa, dai. Ci riposiamo e domani mattina con calma partiamo.»
Bella si confuse.
«Partire?»
«Forks non sarà come New York, ma è una cittadina tranquilla e possiamo rimanerci quanto vogliamo.»
«Partire domani, all’improvviso? Non lo so Edward… forse mi farebbe bene o forse…» disse, titubante.
«Amore ti farà bene.»
«Non lo so Edward» sospirò preoccupata.
«Ha ragione lui Bella, fatevi due o tre giorni da qualche parte» intervenne l’amica.
«Per i turni posso sostituirti io, pertanto andate via tranquilli» disse James.
«Grazie ragazzi» disse Bella girandosi. «E scusatemi s…»
«Bella non dirlo nemmeno, andate e non pensate solo a rilassarvi» disse Victoria.
Bella le sorrise solamente, era molto scossa e provata da quegli urli improvvisi. Presero le loro cose e andarono a casa di lei.
«Stai facendo tanto per me, ora anche una vacanza. Io ti amo ma non voglio che tu perda giorni di lavoro per…» 
Edward la interruppe con una lenta e delicata carezza sul suo viso.
«Per stare con la donna che amo a renderla felice? Per innamorarmi ogni giorno di te? Per tenerti stretta al mio petto e sentirlo scoppiare d’amore? Per poterti guardare negli occhi e pensare a quanto sia fortuna…» Bella lo interruppe baciandolo.
«Sei meraviglioso» mormorò tra un bacio e l’altro mettendosi sopra di lui.
«Tu sei meravigliosa Bella e non pensare mai che per me sia un problema o un sacrificio. Ti amo e l’unica cosa che voglio è renderti felice.»
«Amami, amami e basta Edward» sussurrò.
Stare tra le sue braccia, i suoi baci, sentire i suoi muscoli stringerla ed essere amata come solo lui sapeva fare; era questo che lei voleva. Quella notte fu una notte d’amore, ma anche di passione. 
 
«Mi mancherà questo posto» ammise Bella chiudendo la valigia. «E avevi ragione tu, venire qui è stato un toccasana.»
«Che ti avevo detto amore? Comunque, qui ci possiamo tornare quando vogliamo.»
«Uff, domani devo riprendere col negozio… ho un sacco di clienti arretrate» bofonchiò.
«Non dimenticarti dell’allenamento eh… guarda che ti aspetto e poi non so, allenarmi con te mi fa amare ancora di più il mio lavoro.»
«Edward, amore…» sussurrò commossa mentre si avvicinò. Lo baciò stringendosi al suo petto.
  
Tornare alla routine non fu facile dopo quei tre giorni di totale relax.
«A stasera amore» disse Edward baciandola.
«Sì a stasera e grazie della sorpresa. I panini erano ottimi!»
Edward la salutò con fatica e rientrò in palestra con un vuoto enorme nel petto; era sempre così quando si allontanava da lei. Sospirò riprendendo servizio, mentre Bella riprese a sistemare alcuni conti al pc. Fu il suono del campanello a catturare la sua attenzione.
Alzò lo sguardo e rimase pietrificata. Lo stesso ragazzo che giorni era uscito dal suo negozio, era di nuovo lì. 
Nonostante fosse agitata e spaventata, prese coraggio e gli chiese balbettando cosa volesse da lei. Era decisa ad affrontarlo una volta per tutte.
Ben si accasciò a terra piangendo dalla disperazione. Sentire la voce di quella ragazza riportò alla memoria quel tragico incidente, mentre Bella era sempre più agitata e confusa. 
«VATTENE, VATTENE VIA! È TUTTA COLPA TUA SE ORA LEI È MORTA» urlò disperato.
«Ma i…»
Ben tirò fuori una pistola...

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Capitolo 12
*** Finalmente libera ***


«Ti capisco benissimo, James. Io mi sento così ogni volta che stringo Bella» neanche a farlo apposta, squillarono i loro telefoni.
“Oh James, meno male che hai risposto” la voce preoccupata della ragazza mise in allerta James.
«Ehi tesoro, cosa c’è?»
“Bella, lei… oh James, ti prego vieni subito alla tolettatura con Edward.”
Chiuse la telefonata e disse all’amico di non agitarsi. Edward lo supplicò di non girare intorno al discorso, preoccupato per la sua amata. Quando James gli disse di andare di corsa alla tolettatura, Edward schizzò fuori dalla palestra senza avvisare nessuno.
«Guido io» disse James.
«Non avrei dovuto lasciarla andare al lavoro» ripeteva Edward con i sensi di colpa che gli attorcigliavano lo stomaco.
«Eddy sta calmo.»
«Calmo un cazzo! Bella sarà spaventata… se penso che poteva succederle qualcosa…» sbuffò.
Arrivano circa dieci minuti dopo a causa del traffico. Bella smise di parlare con l’agente e si tuffò tra le braccia del compagno scoppiando a piangere.
«H-a pre-so un-a pisto-la e po-i…»
«Shhhh Bella…» sussurrò Edward.
«M-i s-on-o co-s-ì…» singhiozzò Bella.
«Tesoro… ora è tutto finito, ci sono io amore.»
Bella annuì e cercò di calmarsi mentre uno degli agenti di polizia si avvicinò per farle altre domande.
«Salve agente, Edward Cullen» si presentò mentre James raggiunse Victoria per capire cosa fosse successo.
«Oh James, meno male che sei venuto» sussurrò Viky.
Il ragazzo la strinse e le posò un bacio tra i capelli per rassicurarla.
«Cos’è successo tesoro?» chiese a Victoria.
La ragazza alzò il viso.
«Ero passata a trovare Bella, quando ho visto un ragazzo dare di matto. Lo sentivo urlare da fuori: “Hai ucciso la mia Lilly” e mi sono spaventata molto, così ho chiamato la polizia» raccontò Victoria ancora spaventata. 
«Ora è tutto finito, stai tranquilla» sussurrò James facendole posare la testa sul suo petto.
«Sì, per fortuna» Victoria sospirò tra le sue braccia. «Non sai che spavento ci siamo prese, soprattutto Bella.»
Edward nel frattempo stava parlando con Bella e l’agente di polizia. 
«Sarebbe meglio se venissimo domani agente. La mia ragazza è ancora molto scossa per quello che è successo» disse Edward.
«Preferirei andare ora Edward» disse Bella.
Edward si girò verso la compagna.
«Bella, tesoro ne sei sicura?»
La ragazza annuì.
«Sì amore.»
«D’accordo, come vuoi» continuò Edward rivolgendosi all’agente «la raggiungiamo alla centrale.»
«La ringrazio» rispose l’agente poco prima di andare via.
Bella alzò il viso e i suoi occhi trovarono rifugio in quelli del suo compagno. Si mise in punta di piedi e lo baciò portando le braccia intorno al collo intrufolando le mani tra i suoi morbidi capelli.
Quel bacio annientò ogni paura, facendola sentire al sicuro.
«Ti amo Edward» soffiò sulle sue labbra.
«Ti amo anch’io Bella. Tanto» Edward riprese il bacio rendendolo più passionale.
Smisero solamente quando sentirono di dover riprendere fiato.
«Edward io non so davvero come… se non ci fossi stato al mio fianco… mi hai fatta sentire così protetta» disse mentre una lenta carezza si posò sul suo viso.
«Amore mio, lo sai che per me la tua sicurezza viene prima di ogni altra cosa» disse lasciandole un bacio sulla fronte. «Sicura che te la senti di andare alla centrale?» 
«Sì amore. È da più di una settimana che vado avanti a sentirmi osservata e ora che finalmente ho trovato il colpevole, voglio mettere fine a questa storia» disse Bella.
«Se penso che quel tale vol…» Bella lo interruppe.
«Lo so amore, è stato orribile. È entrato nel negozio e ha iniziato a gridare che io avevo ucciso la sua Lilly, poi ha tirato fuori una pistola e mi sono spaventata molto, ma per fortuna è passata Victoria» raccontò Bella con voce provata.
«Meno male che è arrivata lei. Se ti fosse successo qualcosa non…»
«Shhh, amore io sto bene e finalmente è tutto finito. Pensa solamente a questo» sussurrò Bella baciandolo.
«Ragazzi noi andiamo alla centrale. Uno degli agenti ha chiesto a Victoria se può seguirlo e io l’accompagno» disse James avvicinandosi a Edward e Bella.
«Arriviamo anche noi» rispose Edward girandosi.
«Viky grazie. Se non fossi arrivata tu…» disse Bella all’amica.
«È stato un bene che sia venuta a trovarti e meno male che non è successo niente» replicò l’amica.
«Sì, meno male» disse Bella.
Alla centrale intanto, interrogavano Ben. Il ragazzo continuava a piangere dal dolore e dalla disperazione. L’amico gliel’aveva detto che si sarebbe cacciato in un grosso guaio, ma Ben era testardo e continuava a non voler sentire ragioni.
La porta dell’ufficio di uno degli agenti si aprì di colpo.
«Che cosa ti è saltato in mente Ben!» Eric era sconvolto e non aveva perso tempo: appena lo avevano chiamato, era accorso alla centrale lasciando in sospeso alcuni casi.
«Si calmi per favore» disse un poliziotto.
«Scu-sami E-ric» singhiozzò Ben.
Uno dei due agenti presenti in stanza gli fece cenno di alzarsi e lo portò in un’altra stanza per farlo calmare.
«Mi scusi, Eric Yorkie piacere» L’agente allungò il braccio e si scambiarono una stretta di mano veloce.
«Sono un investigatore privato» disse Eric.
L’agente lo scrutò dalla testa ai piedi.
«Dunque, lei è un investigatore privato?» domandò a Eric.
Il ragazzo spiegò il suo lavoro mostrandogli un bigliettino da visita che potesse attestare le sue parole.
L’agente scrutò molto a lungo il biglietto da visita e chiese al suo collega di fare delle ricerche online, voleva appurarsi che Eric non gli stesse raccontando delle sciocchezze e si convinse solo dopo aver ricevuto dal collega la conferma che Eric Yorkie era un investigatore privato, scusandosi poi con il ragazzo.
«Signor Yorkie…» e iniziò a riempirlo di domande, mentre Edward, Bella, James e Victoria arrivarono alla centrale.
«Noi vi aspettiamo fuori» disse James.
«D’accordo» rispose Edward.
Finalmente Bella poteva riprendere in mano la sua vita senza sentirsi osservata. Uscirono dalla centrale di polizia un paio di ore dopo. 
«Gli agenti hanno detto che ci faranno sapere loro» disse Bella.
«L’importante è che tu stia bene Bella» disse l’amica.
«Sì è vero Viky e lo devo a te, se non fossi mai arrivata…» Bella non ci volle nemmeno pensare.
Edward la strinse da dietro.
«Pensa che è tutto finito amore» sussurrò Edward.
«Sì amore, finalmente è tutto finito» rispose Bella a Edward, e un sospiro di sollievo le uscì lento dal petto.

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Capitolo 13
*** Noi, solamente noi ***


Aro era furioso. Chiamò Edward per avere delle spiegazioni, dato che era uscito assieme a James senza avvisare nessun collega. Edward gli spiegò la situazione scusandosi con lui e quest’ultimo si scusò per averlo rimproverato senza sapere cosa fosse successo.
“Non ti preoccupare, lo avrei fatto anche io al tuo posto.”
«Edward davvero, scusa ancora» ripeté Aro.
“Tranquillo, a domani” disse Edward riagganciando.
«Amore se devi andare in palestra vai pure, non ti preoccupare per me» sussurrò Bella.
Si stavano avviando mano nella mano alla macchina di Bella. Edward mise il telefono in tasca e la strinse.
«Aro voleva solamente sapere come mai io e James siamo andati via dalla palestra senza avvisare.»
«Spero non se la sia presa con te.»
Edward le posò un bacio tra i capelli.
«Non ti preoccupare amore. Abbiamo chiarito tutto. Andiamo a casa?»
Bella alzò lo sguardo.
«Dovrei passare al negozio, ho lasciato lì la borsa.»
«Te la senti tesoro?»
«Sì Edward.» 
Arrivati davanti al negozio, Bella scoppiò a piangere buttandosi tra le braccia di Edward. Fu un pianto dettato dallo stress accumulato e al tempo stesso liberatorio.
«È tutto finito amore, finalmente è tutto finito. Io lo sapevo che ne saremo usciti insieme» sussurrò lui.
«Oh Edwa-rd» singhiozzò lei.
«Shhh Bella… è tutto finito, sta tranquilla. Nessuno potrà più farti del male» sussurrò lui.
Quell’abbraccio, quelle parole, Edward. Bella si era fidata di lui dal primo istante che l’aveva abbracciata e non si era sbagliata. Finalmente si sentì libera di tornare a sorridere, libera di vivere la sua vita insieme al suo meraviglioso compagno e quelle lacrime si trasformarono in lacrime di gioia.
  
*Giorni dopo*
 
«Mi hai ucciso con questi esercizi amore, ma ne avevo bisogno» disse Bella riprendo fiato.
l’Apple Watch le segnava 450 calorie attive. Chiuse l’attività e poco dopo ricevette una notifica dall’Apple Watch che aveva appena completato l’anello movimento ed esercizio. Felice di ciò, lo mostrò a Edward, il quale si complimentò con lei stringendola da dietro.
«Sei stata bravissima!»
«Merito tuo, ceniamo qualcosa insieme?» propose.
«Mi piacerebbe amore, ma ho già un altro impegno» il ragazzo la prese in giro e lei ci cascò con tutte e due le scarpe.
«Peccato… be’ allora facciamo domani…» rispose un po’ dispiaciuta.
«In realtà volevo portare a cena una bellissima ragazza di nome Bella, tu per caso la conosci?» 
Si girò e stringendole i fianchi, la baciò.

«Amo sentire i tuoi muscoli che mi stringono Edward… sapere che sono solo miei…» ammise Bella in un sussurro, stringendosi nuda al suo petto, sotto le lenzuola.
Edward la strinse più possessivamente con le braccia.
«E io amo te. Non ho mai fatto l’amore in questo modo, è stato bellissimo» ammise dolcemente.
«Sì è vero, è stato bellissimo Edward… ti amo anch’io, tanto» rispose Bella baciandolo.

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


Ultimo capitolo di questa fanfiction. Ci tengo tantissimo a ringraziare tutti voi che l'avete letta, commentata e inserita nelle varie categorie, le visite ricevute. Davvero, grazie di cuore e mai avrei pensato che la storia avrebbe ottenuto così tanto. ^^ Mi scuso ancora per gli eventuali errori, ma è la mia prima storia in terza persona. Spero di migliorare.





*Un mese dopo*
 
Nessuno dei due avrebbe mai immaginato di trovare l’amore in palestra: Edward pensava ad allenarsi e allenare, Bella si allenava senza nemmeno pensare. I loro sguardi caddero sull’anello che Bella indossava all’anulare della mano sinistra e un sorriso spuntò sui loro volti. 
Bella girò lo sguardo verso Edward.
«Sei matto… se ripenso alla proposta di matrimonio che mi hai fatto.» 
E che proposta!
Victoria, una sera, aveva insistito per andare con Bella in un posto, quel posto era la palestra. Lì Edward le fece la proposta, davanti a Viky e James.
«Ti chiederei ogni giorno di sposarti. Vi amo…» Edward sussurrò le ultime parole, poi la baciò.
«Ti amiamo anche noi Edward…» mormorò Bella portando la mani sul ventre.
Edward la mise sopra la sua.
«Non ti ringrazio mai abbastanza per questo meraviglioso regalo… diventare padre…» mentre parlava, Edward aveva gli occhi lucidi.
«Oh amore…» sussurrò Bella.
Eh sì, aspettavano un bambino e indovinate? Convivevamo da un mese.
 
«Mhmm… amore io dovrei andare in palestra» mugolò Edward lasciando con fatica le sue labbra.
«Anch’io devo andare tra poco» rispose Bella.
«Amore… ne abbiamo già parlato e…»
«Stai tranquillo tesoro, voglio solo fare un giro, non apro il negozio oggi» lo rassicurò Bella.
«Va bene, però non ti stancare eh… ricordati cosa ti ha detto la ginecologa.»
«Lo so tesoro, devo stare a riposo e non devo fare sforzi» disse lei.
«Bravissima amore. Ora io però devo scappare, ti amo a stasera» la baciò al volo e corse in palestra.
«Non dovrei dirtelo, però non sto più nella pelle…» disse James a Edward.
«Cosa?»
«Io e Viky andiamo a vivere insieme!» 
«Sul serio? Ma è una splendida notizia amico.»
«Grazie Eddy, non sai quanto sia felice» rispose James. «Però ricorda eh, tu non ne sai nulla.»
«E chi ha mai parlato? Io non so proprio niente» Edward ridacchiò, era davvero contento per l’amico, se lo meritava.
Anche Victoria non stava più nella pelle. Si era presa un giorno di riposo dal lavoro per fare un giro in centro con Bella. 
«Tu non dovresti saperlo perché con James ci siamo messi d’accordo che stasera ve lo avremmo detto insieme, ma non posso non dirtelo Bella.» 
«Cosa Viky?»
«Io e James andiamo a convivere!»
«Ma è meraviglioso Viky!»
«Però tu non ne sai niente d’accordo?»
«Oh, no certo. Sarò muta come un pesce non ti preoccupare» rispose Bella.
«Quando me l’ha chiesto io… non ci volevo credere, mi sembrava di sognare» raccontò l’amica.
«Lo immagino, pensa che quando Edward lo ha chiesto a me è successa la stessa cosa. Siamo innamorate amica mia» disse Bella.
«Eh già. Siamo molto innamorate, ma se non fosse stato per te… e io che nemmeno ci volevo venire in palestra» ricordò l’amica.
«Invece io ti ho trascinata lì e ti sei innamorata di James.»
«La cosa migliore che mi sia mai capitata» disse Victoria.
«Sì ti capisco, Edward è tutta la mia vita.»
Le ragazze si sorrisero. Bella accarezzò lievemente la sua pancia, non vedeva l’ora di coccolare il bimbo insieme a Edward. Quanto a Ben… be’… avrebbe dovuto scontare una pena per tentata aggressione, inoltre gli avevano affidato uno psicologo.
Quanto a Eric, egli continuava a svolgere il suo lavoro e ogni tanto andava a trovare Ben. Eric sperava che l’amico riuscisse a guarire dal suo dolore.
 
fine. 
 

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