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di tsukuyomi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** añoranza ***
Capitolo 2: *** Dal profondo del mio cuore... ***
Capitolo 3: *** Ancora ***
Capitolo 4: *** Seguirti ***



Capitolo 1
*** añoranza ***


Note Autrice: Ritorno ancora una volta nel fandom però, in questo caso, attenendomi soltanto ai fatti delle novel e ai caratteri che hanno i personaggi lì (e sì, se ve lo stata chiedendo sì, cambiano. Per farvi un misero esempio, Cattleya all'interno delle novel è più infantile, meno seria, adulta e perfetta di quanto l'abbiano "fatta" all'interno dell'anime - ma per questo ne parlerò più avanti nella prossima flash, dove sarà lei la protagonista indiscussa). 
Per quanto riguarda Violet, beh... in questa flash la dovete immaginare in una sua versione matura e soprattutto adulta (considerate la sua età intorno ai 25/30 anni), dove nel corso della sua vita ha sposato Gilbert, creando una famiglia con lui. A un punto indefinito di questa sua vita, in quel lasso di tempo, perde l'uomo che ama e resta sola, malinconica e col cuore spezzato dovuto alla perdita, trovando successivamente un porto sicuro tra le braccia di Dietfried, che le ricorda la persona che ha perso e, nonostante non provi per lui niente, continua a cercarlo ogni volta che per lei diventa troppo difficile sopportare il peso del dolore.
Dietfried... beh, lui sa che lei non prova nulla per lui e che lo cerca solo per disperazione, ma nonostante ciò non la rifiuta (la loro situazione, comunque, nel corso del tempo è notevolmente migliorata. Lui non la odia e l'ha accettata come parte della sua famiglia. Inoltre!, durante la storia la sua età si dovrebbe aggirare tra i 45/50 anni, ma questa è una mera curiosità) passando le notti con lei, affievolendo il dolore di lei e il suo. 
Vorrei azzardare all'interno della ff un misero accenno di qualcosa da parte sua, oltre a una notevole nota di fastidio per essere chiamato in quei momenti col nome del fratello, per essere un sostituto.
Quanda arriverete alla parte "degli occhi indiscreti della villa" dovete sapere che è una cosa ovviamente ricollegata alla novel, dove Gilbert e Dietfried, quando erano piccoli, evitavano di conversare liberamente su ogni possibile tema, in quanto quel luogo li osservava, pronto a ferirli al momento opportuno.
Prima che me ne scordi, il titolo, in latino, significa "Con te".
Il prompt scelto per la ff è la zinnia, un fiore che simboleggia la nostalgia. 
Buona lettura! ^^ 




 
Añoranza

 
Socchiuse gli occhi, lei, nel frattempo che il mero e fugace profumo della nostalgia le invadeva come un'onda in piena i sensi e i polmoni, trasportando la sua mente tramite un fugace soffio del vento lontana da quel letto morbido e da quel tempo malevolo, lontana da quell'ampia stanza aristocratica e da quelle stoffe pregiate che sfioravano la sua pelle infreddolita con fare accattivante, lontana dal calore di quel corpo nudo attaccato al suo e da quel suo bel aspetto che tanto la rincuorava e feriva a ogni sguardo che gli rivolgeva, lontana dagli occhi indiscreti e curiosi delle mura di quella grande villa, lontana da tutti ma mai da lui

Era la nostalgia ciò che la spingeva ad andare a cercarlo ogni volta in cui il peso della sua solitudine e del suo dolore diventavano troppo opprimenti, era la nostalgia ciò che la spingeva a cercare quelle due iridi di smeraldo — così simili a quelle di lui — attraverso le tenebre, per placare la sua infinita sofferenza e quei ricordi che le laceravano l'anima come mille sciabole, era la nostalgia ciò che imprimeva forza alla sua mano protesica per andare a perdersi dentro a quei lunghi e setosi capelli corvini e poi attraverso il suo corpo statuario, era la nostalgia a spingerla a chiamare il suo nome in un sussurro — permettendo alla sua flebile voce di perdersi all'interno degli sguardi gelidi che il suo amante le puntava ogni volta addosso. 

Era la nostalgia ciò che la spingeva a continuare a condividere il letto con lui, nonostante lui avesse detto aspramente più e più volte di non essere Gilbert e di non poterle dare l'affetto e l'amore che desiderava e cercava, come di non poterle restituire o tantomeno imitare il pilastro della sua esistenza oramai irrimediabilmente spezzato, era la nostalgia ciò che la spingeva a voler ricevere ancora quei tocchi sensuali e accattivanti che non sarebbero mai effettivamente tornati da lei — come si ritrovava a constatare ogni volta che le ruvide mani di lui scivolavano sul suo corpo, gesti che compiuti da Dietfried risultavano sempre amari, rudi. Era la nostalgia ciò che la spingeva ad attaccarsi a quelle labbra così diverse — meno invitanti, meno carnose, meno fresche e calde — credendo sempre di ritrovarvi quelle di lui

Era la nostalgia ciò che, seguita a ruota dalla disperazione, la spingevano sempre a cercare quelle braccia, quelle attenzioni, quei sguardi sperando ogni volta di ritrovare dinanzi ai suoi occhi velati dalle lacrime lui, Gilbert, e non Dietfried. 
«Violet,» la sua voce mentre pronunciava il nome di lei era roca, la voce di qualcuno che si era appena ridestato dal sonno «pronuncia il mio nome, almeno una volta, e non il suo».
Le sue parole risuonavano cristalline, mentre i suoi polpastrelli vagavano sul viso della bella donna. 
Gilbert. 
Lei gli rivolse un lieve sorriso, stanco, mentre scandiva le lettere del suo nome. «Ancora una volta.» L'invito era stato chiaro, risuonando ancora per la stanza. 
Gilbert.
«Dietfried» sussurrò, socchiudendo gli occhi.
 
 
 

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Capitolo 2
*** Dal profondo del mio cuore... ***


Note autrice: Dopo una lunghissima pausa, complice anche la mia misera voglia di mettermi al pc e trascrivere il capitolo, sono tornata per la seconda coppia. 
Beh, direi di iniziare a darvi una misera idea su di loro e sui loro modi di fare all'interno dell'opera, intesa (e presa in considerazione) unicamente tramite le light novel. Inizierei a descrivervi Benedict, in quanto il suo cambiamento a livello comportamentale e caratteriale tra light e anime e quasi nullo (se non si considera il suo modo di approcciarsi a Hodgins, ma questo è un altro paio di maniche, che vi descriverò nel prossimo capitolo). Le uniche cose che cambiano sono la sua storia: con un passato simile a quello di Violet, anche lui non ricorda nulla della sua infanzia, rimembra solo da quando è stato ritrovato - in un continente differente - da una zingara, che gli ha insegnato tutta la loro cultura, a parlare, danzare e anche scrivere, ricorderà il periodo e lei come un qualcosa che lo ha salvato; successivamente diventerà un mercenario - le sue abilità in combattimento e con le armi sono ottime (non come quelle di Violet, ma sa comunque il fatto suo) conosciuto in un altro continente per le sue abilità. L'unica cosa che ricorda della sua prima infanzia è di aver avuto una sorella, però, non ricorda di lei né l'aspetto né il nome, eppure continuerà sempre a cercarla, convinto che la riconoscerebbe soltanto guardandola in quanto ciò che li lega è l'amore. 
Considera Violet come una sorella (Gilbert in una delle poche occasioni in cui la vede dopo il dirottamento del treno si "preoccuperà", in quanto lui le da varie attenzioni, e penserà che il suo intento sia quello di provarci con lei, ma Violet lo rassicurerà dicendogli che lui la vede e la considera come parte della sua sorellina, aggiungendo che lui ha già una donna che ama e una relazione, anche se tenuta nascosta - con Cattleya, appunto) e, secondo me, lo sono davvero, anche se nulla è stato confermato nell'opera.
Cattleya... che dire, sicuramente lei ha la differenza maggiore per quanto riguarda il carattere tra le light e l'anime: nell'anime è sicura di sé, per le altre bambole è quasi una figura "materna", una guida, visti i suoi modi di fare. Il suo stesso aspetto è più maturo, mentre nella light risulta molto più giovanile, da ragazzina - nonostante sia comunque più grande di Violet. 
Nelle light invece lei è, in primo luogo, una ex pugile che non ha un buon rapporto con i genitori, da cui è scappata, finendo per incontrare Hodgins che l'ha accolta. Nelle braccia, nonostante non si direbbe, ha una forza assurda. Lei è estremamente femminile e si lascia trasportare anche in maniera eccessiva dalle proprie emozioni,  è gentile, allegra ed estremamente sfacciata. Ha un lato mooolto grande (immenso, direi) di infantilità e ingenuità, però sa essere matura quando la situazione lo richiede.
Ok, penso di aver scritto fin troppo... prima di lasciarvi alla storia, comunque, vorrei aggiungere una ultimissima questione: la ff tratta su un momento accaduto nelle light, dove Benedict si prende una pausa da lavoro e parte per girare il mondo in cerca di sua sorella, salutando Hodgins e Violet, ma non Cattleya, in quanto via per lavoro (la cosa l'ha resa estremamente triste, anche se non lo avrebbe ammesso ad anima viva. Anche nelle light, comunque, battibeccano un giorno sì e l'altro pure). Durante il suo periodo di assenza lei si sente molto sola e, dopo aver accettato una proposta di uscita con un borghese del luogo - sotto consiglio di Lux (segretaria di Hodgins e prima amica di Violet) si rende conto di essere innamorata del biondo e decide di partire a sua volta, per cercarlo; lo stesso giorno lo incontrerà per strada e lui sentirà la sua dichiarazione (infatti, per strada, provava varie frasi, vari modi per dichiararsi e lui lo sentirà così a caso xD).
Ma bando alle ciance, buona lettura! 






 
Dal profondo del mio
           cuore...

 
Le era servito del tempo, tanto tempo, per accettare quei sentimenti che avevano preso presto possesso del suo animo e del suo cuore in maniera tanto ardente. 
Le era servito del tempo per ammettere a se stessa che con lui stava davvero bene nonostante le loro numerose e comiche liti, che con lui si sentiva sempre al sicuro e protetta, nonostante già di suo lei fosse uno spirito della natura indomabile e completamente in grado di badare a sé con le proprie forze. 
Le era servito del tempo, tanto tempo, per prendere coscienza di come la sua lontananza l'avesse effettivamente ferita, di come la sua lontananza le avesse spezzato il cuore impedendole di chiudere occhio per numerose notti in cui il suo ricordo diventava troppo opprimente, stringendole il cuore in una morsa ferrea. 
Le era servito del tempo per comprendere che il fatto che lui non l'avesse avvisata della sua folle decisione l'aveva inevitabilmente spinta a cadere in uno stato emotivo complicato, tale da mettere in dubbio ogni suo pensiero e ogni sua convinzione. 
Lui ci teneva un minimo a lei?
Lui, in quello stesso istante, disperso in
qualche posto su quella terra per 
realizzare il proprio sogno, provava i 
suoi stessi sentimenti?
Le era servito del tempo per raccogliere e dare un nome ai suoi sentimenti, le era servito del tempo per comprendere che non desiderava alcun uomo al di fuori di lui, spingendola prima ad abbracciare e poi a prendere una decisione così distante dalla sua persona. 
Ne sorrise appena, al pensarci.



«Stupida donna...» La voce di Benedict, mentre si rivolgeva a lei dopo così tanto tempo con un tono così differente dal suo solito, le fece venire i brividi. Le era mancato, dannazione se le era mancato.
Le era mancato quell'odore di legno, di terra, di erba e di sudore — così differente da quello del suo adorato presidente — che segnava ogni volta il suo arrivo. Le era mancato quel suo viso androgino, quei profondi occhi azzurri, quei capelli disordinati color sabbia, quel suo bizzarro modo di vestirsi e quei suoi tacchi alti. «Saresti davvero venuta a cercarmi?» Continuò lui, lasciando vagare la mano sui suoi lunghi capelli scuri, incapace di fermarsi. 
«Sì» ribatté Cattleya con un filo di voce, il cuore in gola e il viso stranamente caldo, a tratti bollente. 
Lui l'abbracciò, stringendo il suo corpo estremamente femminile tra le braccia. 
Lei si stupì, incapace di porre una distanza tra i loro due corpi, ricambiando, beandosi di quel momento e del suo calore che trapassava i suoi abiti. 
Ti amo, ti amo, ti amo.
Sorrise Cattleya, restando ancora immersa in quella stretta. Nonostante lui l'avesse già compreso, un giorno lei glielo avrebbe detto, a cuor leggero. 

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Capitolo 3
*** Ancora ***


Note autrice: E pian piano siamo arrivati alla terza coppia e metà del nostro cammino è giunto al termine, ora manca solo l'altra metà (vi dirò, il prossimo capitolo, come questo, mi darà filo da torcere) xD. 
In questa storiella non ci sarà un senso profondo d'amore percepibile nel testo come nel capitolo precedente (Cattleya/Benedict) o un senso d'unione carnale come nel primo (Violet/Dietfried) in quanto tutto proseguirà su di un cammino poco comprensibile, da ambedue le parti. Non considero questi due in questa ff innamorati, in quanto uno è legato all'altro per un senso di riconoscenza e affetto e l'altro per un senso paterno e d'affetto verso un qualcuno bisognoso d'aiuto, ma neanche completamente estranei al forte sentimento che li lega; ma tutto va all'interpretazione singolare che ognuno ha, quindi lascio a voi la chiave di lettura che più preferite: un probabile amore sul nascere, uno scherzare malizioso, un legame "genitoriale" o un senso d'affetto poco chiaro, che non sa manco lui che direzione prendere. 
Anche in questa storia, ho preso vari elementi dalle light come nel capitolo precedente, che vi spiegherò prendendoli per punti: 
→ Il primo incontro tra i due avviene quando Hodgins, andato per affari in un altro continente, salva il biondo svenuto da una strada desolata, dove è stato sommerso da uno strato di sabbia per impedirgli di scappare. Il fatto che l'abbia trovato è stata una mera fortuna per Benedict, in quanto altrimenti sarebbe morto in quel luogo, considerando il fatto che il giovane non fosse legato ad anima viva, e che nessuno sarebbe mai andato a cercarlo. 
Benedict poi si ritrova in una locanda con Hodgins, dove l'uomo gli chiederà il motivo per cui si trovasse il quello stato, e varie altre cose della sua vita, chiedendogli poi di unirsi a lui e iniziare a lavorare per lui, se non aveva un altro posto dove andare o una casa a cui tornare. 
→ Anche se non l'ho scritto, sarà Hodgins a dargli un nome, visto che lui non ne aveva uno e si faceva semplicemente chiamare tramite il colore dei suoi occhi (che poi lo userà come cognome. Da considerare il dualismo tra Hodgins e Benedict e Gilbert e Violet: entrambi sono stati "salvati" dai due adulti, ricevendo un nome da loro). 
→ Il rapimento di Hodgins (e Lux, che non ho inserito) da una società postale nemica (che non ho inserito) e il suo salvataggio da parte di Benedict (nella light anche da Violet e Cattleya, che ovviamente non ho inserito xD, dove sarà Cattleya, per prima, a riferirsi a Hodgins come una "principessa prigioniera", frase che poi riprenderà lui in modo ironico per riferirsi al presidente).
→ La parte finale è strettamente legata al punto precedente, in quanto dopo aver distrutto insieme (Violet, Hodgins, Cattleya, Benedict e qualche altro dipendente) la società nemica che gli aveva causato problemi, tutti andranno a festeggiare in una locanda, dove prenderà luogo quel divertente siparietto tra loro (nella light, in quel giorno, Violet aveva un appuntamento con Gilbert - non si sono potuti vedere prima di sera visti i vari avvenimenti e imprevisti della giornata, dove Benedict farà una mezza scenata di gelosia da fratello maggiore, incapace di lasciarla nelle mani di un "vecchio" che era stato per tanto tempo lontano da lei per poi ritornare di punto in bianco in un determinato momento. 
Piccolo sfasamento di 35 parole.
Tutte le scene, ovviamente, sono state rivisionate.
(Piccola curiosità aggiuntiva: Gilbert, nel tragitto per portare Violet a casa in quella stessa sera - vista la preoccupazione che aveva colto la famiglia Evergarden per gli eventi che avevano richiesto l'attenzione della figlia adottiva, sentirà un'importante rivelazione della ragazza dopo che lui, in modo accattivante, le aveva baciato il dorso della mano dopo averle detto di amarla ancora di più - lei però si metterà a piangere ( per via di una "bella" esplosione di emozioni che le faranno comprendere di aver sempre ricevuto attenzioni e amore da parte sua, anche se ai tempi non lo comprendeva ) e dopo aver causato un mezzo infarto al povero colonnello che non comprendeva la natura di quelle lacrime (che si riteneva colpevole di aver esagerato, in quanto le aveva promesso che avrebbe aspettato, e che si era ripromesso di esser il migliore dei cavalieri per lei) si avvicinò a lui che si era allontanato, prendendogli la mano e aprendo per la prima volta il suo cuore a lui, dicendogli di ricambiare i suoi sentimenti e di amarlo.) 



 
Ancora


Il vento smosse rapido i suoi dorati capelli, pungendo rallegrato il suo viso, mentre lui apriva pian piano le palpebre, liberando due profondi e languidi zaffiri dalla loro crudele prigionia. I suoi ricordi erano annebbiati, la sua testa estremamente pesante. 
Tre giorni fa uccidevo... due giorni fa, anche.
Ieri ballavo con le donne e bevevo. 
Ora...
Urlò prima di perdere nuovamente conoscenza, complice il pessimo stato in cui era stato ridotto, rendendosi conto che sarebbe sicuramente morto lì, sommerso dalla sabbia, e che nessuno sarebbe mai giunto a salvarlo, in quanto non legato ad alcuna anima viva. 

Poco più tardi quando il ragazzo senza nome riaprì gli occhi, si ritrovò seduto sulla sedia di una terrazza di un ristorante, con abiti troppo larghi per lui a coprirgli il corpo, in compagnia del suo stravagante e allegro salvatore dei folti capelli cremisi. 
«Perché mi hai salvato, vecchio?» brontolò, mentre la sua voce riecheggiava. «Mi stai offrendo anche del cibo. Non ho soldi, cosa cerchi? Vuoi il mio corpo?». 
L'uomo che l'aveva salvato si ritrovò a ridacchiare «Hai davvero tanta fiducia in te».

Dopo una lunga conversazione, il suo salvatore gli disse: «Se non hai un posto dove andare, perché non ti unisci a me? Lavora per me».

 
*
 
In seguito, quel giovane uomo salvato da un perfido destino, ricevette anche un proprio nome: Benedict Blue
Ha guadagnato un luogo a cui appartenere, un luogo dove stare e dove poter sempre tornare, come una nuova professione.
Ha ottenuto dei nuovi compagni, una famiglia. 
Si è stranamente legato a un uomo, la sua ancora di salvezza, un stravagante individuo a lui tanto caro, una persona che avrebbe sempre seguito: Claudia Hodgins

 
*
 
Benedict lo squadrò dalla testa ai piedi, colpendo il suo corpo in vari punti per accertarsi che stesse bene. Era stato rapito, eppure non sembrava minimamente scosso, nonostante una sua guancia fosse rossa e gonfia.
«Un nuovo modo per esprimere amore questo?» biascicò Hodgins, senza però fermarlo. 
«Stai bene, principessa prigioniera?»
«Eri preoccupato, tesoro?» Hodgins rispose in maniera frivola e lasciva alla domanda posta dal postino. 

Benedict si morse appena il labbro, guardando altrove per un breve istante, in modo tale che la preoccupazione che aveva governato il suo corpo e l'offuscamento che aveva per un attimo velato i suoi occhi scivolassero via, lontano da lui. 

«Sì, lo ero» ammise «non farmi più preoccupare in questo modo». 

 
* *
 
Hodgins osservò attento da lontano il loro battibeccare, avvicinandosi a loro attraversando a grandi falcate la sala di quel locale in cui si erano rintanati per festeggiare la fine di quella lunga e stancante giornata. Agguantò rapido i due, prendendo da un lato Benedict e dall'altro Gilbert, sorridendo estasiato a entrambi. «Onestamente,» esordì con fare ilare, guardandoli «non dovete combattere per me!».
«Zitto, vecchio!» rispose acido il primo.
«Hodgins, puzzi d'alcol. Stai lontano». 

«Domani sarà terribile per te, vecchio. In fin dei conti hai quell'età, no?».
«Tesoro, sei preoccupato?» gli chiese divertito, liberando dalla presa il suo vecchio amico, avvicinandosi lentamente al giovane con un finto fare malizioso. 
«Ehi... non sono una donna!» affermò piccato, allontanandosi rapidamente da Hodgins, il quale era intento a voler dargli un bacio. «Fermo!», aggiunse, intanto che continuava ad allontanarsi da lui.

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Capitolo 4
*** Seguirti ***


 
NOTE AUTRICE: Dopo una lunghissima pausa, complice i mille impegni giornalieri, la testa tra le nuvole e il famoso blocco dello scrittore che torna sempre a cadenza regolare, sono finalmente ruscita a mettermi al pc e scrivere questa cosetta. Beh, che dire? Non è proprio una delle mie coppie o navi preferite (e si può ben vedere, visto il tempo infinito che ho fatto passare!) ma ho cercato di fare del mio meglio. 
Nelle Light Novel i membri fondatori della compagnia CH sono Hodgins - ovviamente - Benedict, Violet e Cattleya. Tolta Violet, non si sa bene l'ordine in cui Claudia li ha conosciuti, però. Quello che si sa è che nello stesso periodo in cui Hodgins si prendeva cura di Violet viaggiava anche in vari paesi, nazioni e continenti, dove ha avuto modo di incontrare Benedict e, presumibilmente, Cattleya. 
Come detto nel capitolo precedente, Hodgins ha salvato Benedict e l'ha portato con sè. Non si sa bene come abbia incontrato Cattleya ma, quello che è certo, è che lei è scappata di casa (non andava minimamente d'accordo con la famiglia) e che per un certo periodo ha vissuto da sola - molto probabilemente lavorando come pugile, ma questa è una mia ipotesi. Prima che venisse presa sotto ''l'ala protettiva'' dell'uomo, diventando una bambola dei ricordi automatici. 
Come già detto, la versione originale di Cattleya è molto più infantile della versione animata, ma ha anche una parte notevolmente più adulta di Violet. Dopotutto, ha qualche anno più di lei e una conoscenza maggiore dei sentimenti suoi e delle altre persone. Nutre un profondo debole per il presidente anche se è del tutto consapevole che non la guarderà mai nel modo in cui lei desidera. Infatti, come rivelato nelle Light, anche se Hodgins è un uomo estremamente civettuolo e con un grande amore per il flirt e le relazioni, oltre che per le donne (infatti esce spesso e volentieri, per poi venir sgridato dalla sua segretaria Lux), non andrà mai a causare problemi all'interno della sua azienda; inoltre, viene detto anche che sembra aspettare una donna predestinata a lui, che molto probabilmente non arriverà mai. 
La versione animata di Hodgins è piuttosto simile a quella originale, anche se meno interessante. 
Piccole curiosità:
→ All'interno delle light, Gilbert affiderà Violet a lui, facendogli promettere di nascondere il fatto che fosse vivo, spingendola quindi a credere nella sua morte - cosa che, per altro, non accadrà mai (Violet è piuttosto testarda). Per questo Claudia si sentirà incolpa, tanto da chiudere ogni rapporto con Gilbert sino a quando non si fosse deciso a ritornare nella sua vita, in quanto con le sue azioni - a fin di bene - la stava facendo soffrire, non considerando anche i suoi sentimenti nel prendere una simile decisione. Infatti, secondo Hodgins, probabilmente lei era più vivace nei campi di battaglia, perchè poteva stare insieme a lui. 
→ Hodgins insegnerà a Violet a scrivere durante il suo periodo passato in ospedale, in quanto lei voleva poter scrivere lettere al suo Maggiore. 
→ Violet, una volta dimessa e in grado di utilizzare le proprie protesi, verrà accompagnata da Hodgins dalla sua famiglia adottiva, gli Evergarden, i quali avevano perso il figlio in guerra. La famiglia è legata a quella di Gilbert. 
→ Qualche mese più tardi, Hodgins tornerà di corsa da un suo viaggio d'affari, andando a far visita alla famiglia. La madre adottiva di lei, la signora Tiffany, racconterà all'uomo le sue preoccupazioni sulla giovane, sostenendo di non poter sostituire Gilbert. Quella stessa sera lui le dirà della morte di Gilbert in guerra. Sarà la seconda volta che Violet verserà delle lacrime. 
Detto ciò, buona lettura!








 
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Perché nessuno mi capisce?

Era un pensiero intrusivo il suo, che vagava per la sua testa da troppo tempo. Prima ancora della sua ultima furente lite con sua madre, prima ancora che decidesse di prendere le distanze dai suoi fratelli e da suo padre. Prima che tutto si sgretolasse sotto ai suoi stessi occhi.

Perché non mi capiscono?

Con quella frase a vagare per la testa come un disco rotto, sistemò in fretta alcuni abiti in una sacca, uscendo poco più tardi dalla casa in cui era cresciuta, con l'intenzione di non metterci mai più piede.
Mettendo un punto a ogni suo legame.
 

* * *

La giovane donna sbuffò, smorzando la tensione che aveva accumulato dinanzi a quell'uomo – incontrato qualche ora prima – che, al pari dei suoi genitori, non aveva la minima intenzione di darle il credito che meritava.
Si lasciò scivolare contro il muro alle sue spalle, attirando le gambe contro al petto, come per proteggersi da tutto quello che poteva causarle problemi o ferirla.
“Avrebbe potuto almeno darmi una possibilità...” borbottò, nascondendo metà del suo viso dietro alle cosce, tentando di non lasciarsi trasportare da quel groviglio di sentimenti che iniziavano a prendere vita dentro al suo petto, stringendole il cuore in una morsa.
Senza che se ne rendesse realmente conto una prima, rapida lacrima percorse la sua guancia arrossata, lasciandola senza parole. In un battito di ciglia molte altre la seguirono, implacabili, mentre la giovane si mordicchiava il labbro come a obbligarsi di smettere.

«Una simile bellezza non dovrebbe versare così tante lacrime».

Sentendo una voce straniera alzò il capo, puntando le sue gemme d'ametista su quell'uomo in piedi, a pochi passi da lei, che la osservava incuriosito e, a tratti, dispiaciuto. Sorprendendola, si avvicinò a lei, inginocchiandosi per essere alla medesima altezza, portando la mano al suo viso; le tolse delicatamente le lacrime con il dorso dell'indice e del medio, rivolgendole un caldo sorriso.
«Come ti chiami?»
«Cattleya» rispose lei, totalmente rapita da quell'uomo che le aveva riservato un gesto così fine. «Cattleya Baudelaire».
«Io sono Hodgins. È un piacere conoscerti».

 

* * *
 

Da quel loro primo incontro erano trascorsi alcuni giorni in cui, tra una conversazione e l'altra, avevano imparato a conoscersi. 
La giovane era rimasta totalmente ammaliata e rapita da quell'uomo, desiderando inconsciamente di passare quanto più tempo possibile in sua presenza e compagnia. 

Mi chiedo se questo sia amore, pensò lei, assaporando sognante la colazione che le aveva lasciato sul tavolino della stanza dell'hotel in cui l'aveva accolta dopo il loro primo incontro.
 

«Se non hai un luogo dove andare, puoi venire con me, Cattleya».
«Sto in un hotel poco lontano da qua. Puoi prendere la mia stanza e riscaldarti.
Domani potremmo parlare del resto... ho una proposta per te, spero davvero che ti possa interessare.»


 

L'indomani, poi, le aveva effettivamente raccontato dei suoi sogni e delle sue iniziative per il futuro, dell'azienda che stava cercando di aprire e dei futuri dipendenti che stava trovando e reclutando sparsi tra i continenti. 
«Unisciti a me», le aveva detto. 
Quando Cattleya aveva visto l'espressione che Hodgins le rivolgeva, i suoi occhi e la sua postura inclinata verso di lei, le era stato impossibile rifiutare. 
«Ti seguirò ovunque» aveva risposto, emozionata, prendendo la sua mano tra le sue, senza pensarci. Un gesto normale, famigliare. 
Una sensazione che non aveva mai provato prese presto possesso del suo cuore; una tranquillità e un senso di protezione che non era stata in grado di provare nemmeno con la sua famiglia. Era questa la sensazione che le concedeva di provare Claudia Hodgins. 
 

 

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