Blind leading the blind

di swanqueen_clexa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In which the stage is set ***
Capitolo 2: *** In which our cast expands and there's a non-date ***
Capitolo 3: *** In which we meet the villain of the piece ***
Capitolo 4: *** In which Emma fixes her mistake ***
Capitolo 5: *** In which things get warmer ***
Capitolo 6: *** In which Ruby gets an updade ***
Capitolo 7: *** In which there is a second date ***
Capitolo 8: *** In which there is a U-Haul ***
Capitolo 9: *** In which plans are made ***
Capitolo 10: *** In which there is a third date ***
Capitolo 11: *** In which there is lunch ***
Capitolo 12: *** In which Emma goes out for a drink ***
Capitolo 13: *** In which there is very little plot, but quite a lot of... ***



Capitolo 1
*** In which the stage is set ***


Emma Swan, cacciatrice di taglie ventottenne, stava aspettando che il semaforo pedonale cambiasse. Estraendo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans, fece scorrere il pollice attraverso i vari messaggi accumulati dall’ultima volta che ha controllato, non più di un’ora fa.

"Oh ma dai, sul serio? C’è gente che ancora ci casca?" Si chiese sottovoce, eliminando l'ennesimo messaggio di un servizio che prometteva di aiutarla a incontrare la donna dei suoi sogni.

Essendosi già alzata in ritardo, e avendo affrontato più spam di quelle che avrebbe dovuto affrontare prima del suo caffè mattutino; era saggio dire che Emma non era del migliore degli umori quando un naso freddo e umido premette contro il palmo della sua mano libera.

"Che schifo! Amico, controlla il tuo cagnaccio" Scostò la mano e guardò il ragazzo accanto a lei, solo per rendersi conto che stava ancora aspettando da sola.

Con un'espressione perplessa, abbassò lo sguardo e vide che il cane era un adorabile Labrador color cioccolato e indossava una pettorina ad alta visibilità dai colori vivaci. Era seduto sulle sue zampe e le sta mostrando la classica espressione confusa con la testa inclinata, comune alla maggior parte dei cani quando gli umani si comportano in modo strano.

"Uh… ciao?" Emma ripose il cellulare e tese la mano verso il cane, le dita raccolte in un pugno morbido. Il cane si sporse in avanti e le annusò le dita, prima di decidere che era un'umana gentile e di strofinarle la mano con il muso.

"Si… ma che brava ragazza… ehm… ragazzo… cane?" Incoraggiata dal non essere stata morsa ed avere ancora le dita intatte, Emma accarezzò il muso del cane e sorrise.

"Oh hai una targhetta, vediamo chi è il tuo padrone." Girando la targhetta sul collare, lesse ad alta voce. "Henry." Il cane, Henry, abbaiò udendo il proprio nome. "Se da solo, per favore trovate il mio umano!" Era stato inciso anche un numero di telefono.

Guardandosi intorno, Emma non vide nessuno in evidente difficoltà o che stava cercando di trovare un cane scomparso.

"Ti serve aiuto, Henry? O serve alla tua mamma?" Henry abbaiò, si allontanò di qualche passo e si fermò per controllare che Emma lo stesse seguendo.

Alzando le spalle, Emma lo seguì. "Ok, Lassie, andiamo a cercare Tommy che è rimasto bloccato nel pozzo."


~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

Regina Mills non stava avendo una buona giornata.

Ad essere onesti, non è stata neanche una buona settimana. Lunedì, era quasi arrivata in ritardo al lavoro. Martedì, era in orario (a malapena) ma era riuscita a dimenticarsi il cellulare a casa. Mercoledì c’è stato un miglioramento; nessuno l’aveva insultata (in faccia) ed era riuscita a non far arrabbiare nessuno in cambio, anche se gli stagisti avevano ancora paura di lei.

Sfortunatamente, questo l'ha portata ad oggi. Aveva perso il suo solito treno, era stata urtata da diverse persone ed era riuscita a perdersi. Non è un problema, se riesci a trovare uno del posto che ti indichi la direzione giusta. O se riesci a vedere chiaramente ciò che ti circonda.

Diversi mesi fa, Regina si era svegliata con la vista più sfuocata del solito. Un salto dal suo optometrista di fiducia si trasformò rapidamente in un consulto con uno specialista. Il dottor Williamson ("mi chiami George, la prego"), un uomo sulla cinquantina, calmo e dai capelli bianchi, le diede la notizia nel suo studio con vista su una parte particolarmente bella di Boston.

La sua vista stava cedendo, aveva detto, probabilmente qualcosa di genetico. C'erano delle cure, ma la prognosi non era delle migliori, e probabilmente avrebbe solo peggiorato le cose invece di migliorarle. Voleva chiamare qualcuno per lei? Amici, famiglia?

Scuotendo la testa, Regina lo ringraziò educatamente e si alzò. "No, non serve che chiami… non c’è nessuno…" George, da parte sua, non aveva mai visto nessuno così composto prima d'ora e non riusciva a credere a quanto calma sembrasse la sua paziente mentre la accompagnava fuori.

Lei era Regina Mills; un Mills non piangeva mai, o così ti facevano credere. Quella determinazione durò fino a quando tornò a casa e chiuse la porta d'ingresso. Scivolando con la schiena contro la porta, portò le ginocchia al petto e pianse.

Dopo essersi compatita abbastanza, Regina si alzò, si asciugò le lacrime e pianificò. I Mills erano sempre stati bravi a pianificare, come testimoniavano il numero di aziende che ha acquisito o che aveva visto andare in rovina.

Giovedì ebbe un inizio promettente. La sveglia funzionò, riuscì a non rovesciarsi il caffè addosso, o nella cucina, e riuscì ad arrivare in stazione in tempo con l’aiuto del suo nuovo cane guida, Henry. Dopodiché si perse. Una semplice chiamata al cellulare avrebbe risolto il problema… se solo lo avesse ricaricato durante la notte.

Da lì gli eventi precipitarono rapidamente. Con la vista annebbiata, provò a prendere diverse svolte e sperò di riuscire a trovare il nome di una strada familiare. La signora fortuna non era dalla sua parte in questo caso. Tutti i pendolari locali sapevano dove stavano andando e non dicevano molto, troppo presi dai loro cellulari.

Qualche impiegato senza cervello riuscì a far allentare il guinzaglio del suo cane guida e si separarono nella marea di gente che attraversava la stazione. Nonostante lo avesse chiamato, Henry non tornò immediatamente come era stato addestrato a fare.

Trovando una panchina, Regina si sedette e contemplò le sue opzioni. Incapace di muoversi, con Henry ormai scomparso, sempre più angosciata, sentì il peso della sua situazione chiudersi su di lei abbastanza a lungo da infrangere la sua determinazione. Per la prima volta da quando aveva sette anni, Regina Mills pianse in pubblico.

Un forte abbaiare la fece trasalire. "Henry?" Chiese incerta. La sua sagoma sfocata apparve di fronte a lei e lo abbracciò forte. "Pensavo di averti perso..."

"Ciao", il timido saluto di una donna fu improvvisamente molto vicino.
 
Frugando nella sua borsa, Regina tirò fuori la sua bomboletta di Mace e la puntò contro la bionda. "Chi diavolo sei!? Stai indietro, ti avverto!". Ammonì.
"Uh... quella è una bomboletta di lacca per capelli, signora" La voce della donna sembrava divertita.

"Lo... lo è?" Regina guardò la bomboletta il più attentamente possibile, prima di crollare sulla panchina quando si rese conto che non era il Mace che si aspettava.

Con una ricca risatina, Emma cercò di nascondere il suo sorriso prima di rendersi conto che la brunetta di fronte a lei avrebbe potuto non vederlo.

"Scusa, posso fingere di essere intimidita e nervosa se ti può aiutare?"

Regina sospirò e si accasciò, scuotendo la testa. "No grazie, ma apprezzo l'offerta".

"Non c'è di che. Immagino che questo sia il tuo umano, vero Hen?" Emma chiese, guardando il cane.

"L'hai trovato -tu-?" Regina cercò di non sembrare incredula.

"Più che altro lui ha trovato me, e io volevo assicurarmi che la sua mamma stesse bene." Emma si sedette accanto a Regina sulla panchina, giocherellando con la zip della sua giacca di pelle per tenere le mani occupate. Osservando lo stato di Regina, chiese. "Brutta giornata?"

Regina aveva tentato di asciugarsi le lacrime e sistemarsi il trucco, ma apparentemente non aveva avuto molto successo. "Cosa mi ha tradito?"

"Oh sono sicura che tutti stanno avendo una grande giornata quando crollano in pubblico, il loro cane guida scappa e trova qualcuno da riportare alla loro mamma sexy..." Emma cercò subito di rimediare alla gaffe. "Ehm... voglio dire..."

Da quando è iniziata tutta questa disfatta del giovedì, Regina sorrise e interruppe il suo divagare. "Sono una mamma sexy?" Il silenzio fu eloquente e lei continuò. "Hai un debole per le mamme sexy, cara?"

"Sì! Cioè, no! Questo è..." Emma vacillò sulle sue parole, arrossendo furiosamente.

Con qualche difficoltà, Emma cercò di concentrarsi su qualcosa, -qualsiasi cosa-, che non fosse la bellissima donna seduta accanto a lei. "Caffè! Sì, mi piacerebbe che tu... Voglio dire, vorresti farmi un caffè..."

A questo punto, Regina scoppiò a ridere a crepapelle.

"Sto rovinando tutto, vero?" Chiese Emma sconsolata, guardando Regina.

"Forse un po'." Rispose.

"Pensi che potremmo ricominciare?" Emma quasi implorò.

Regina ridacchiò e tese la mano nella direzione della bionda. "Ciao, sono Regina."

"Emma, piacere di conoscerti." Le sue mani erano calde e asciutte.

"Altrettanto, Em-ma." Biascicò Regina.

Emma arrossì più intensamente. "Ok, non è per niente giusto."

"Cosa non è giusto, Em-ma?" Regina prolungò il nome di Emma deliberatamente, cercando di adottare un'espressione innocente. Forse non era in grado di vederla chiaramente, ma poteva affermare che la sua voce stava avendo un certo effetto.

"Quella! Quella... quella voce da sesso. Tu... tu..." Emma alzò le mani per la frustrazione.

Provando pietà per la bionda, Regina accarezzò il muso di Henry e cedette. "Scusa, è solo che sei così facile da provocare. Che ne dici di andare a prendere quel caffè? Avrei dovuto essere in ufficio da tempo, ma credo che sopravvivranno senza di me per qualche ora."

"Il capo non ti licenzierà?" Chiese Emma, con aria preoccupata.

"Io -sono- il capo, cara" ridacchiò Regina, alzandosi e sistemandosi il vestito.






Spazio dell'autrice:

Hi, pargoli.
Eccomi qui con una traduzione di una fanfiction che ho lettto in questi giorni.
Tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.
Vi allego il link del capitolo in lingua originale.

https://archiveofourown.org/works/29865381/chapters/73490487
Spero vi piaccia.
Bacini stellari,
Vaniglia.

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Capitolo 2
*** In which our cast expands and there's a non-date ***


"T-tu possiedi una compagnia?" Con il cervello un po' in cortocircuito, Emma lottò per un momento mentre si alzava dalla panchina, cercando di comprendere la nozione di un Amministratore Delegato bellissima, di successo (se i suoi vestiti erano qualcosa da cui prendere spunto) e -cieca-. Forse giudicare un libro dalla copertina era il modo sbagliato di procedere, dopo tutto.

"Sorpresa?" Chiese Regina, con un sorriso compiaciuto ben saldo.

"Ma sei cieca." Emma guadagnò punti per l'osservazione, ma fece prontamente un'altra gaffe.

"E?" fu la controreplica divertita. "Questo mi rende improvvisamente meno intelligente? Inoltre, questo è un nuovo... sviluppo nella mia vita." Regina perse un po' del suo sorriso quando le venne ricordata la sua vista debole.

Da parte sua, Emma sembrò un po' dispiaciuta di aver tirato fuori un tema spiacevole e cercò di cambiarlo.

"E' decisamente il momento per quel caffè, e per dei bear claws! (non credo questo dolce esista in Italia, quindi lo lascio con il nome originale. n.d.a.) Conosco il posto giusto, mai sentito parlare di Granny's?" Entusiasmo, il tuo nome è Emma. Sebbene, se continuasse la sua dieta a base di caffeina e pasticcini, avrebbe dovuto iniziare ad allenarsi o a perdere le taglie.

Avvicinandosi a Regina, le offrì il braccio da reggere. "Sarebbe troppo sfacciato da parte mia offrire una mano?" Emma si affrettò ad aggiungere. "Non che pensi tu ne abbia bisogno o altro!"

"Che cavalleresco da parte tua, cara, la maggior parte della gente mi afferra e poi si chiede perché li umilio. Vada per Granny's". Fu la risposta, accompagnata da un caldo sorriso.

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~


"Salve! Benvenuti da Granny's. Accomodatevi dove volete." La cameriera mora dalle gambe lunghe gesticolò verso la tavola calda, per lo più vuota. Evidentemente hanno evitato la calca mattutina, ma non era ancora l'ora della folla del pranzo.

Il "Piacere di rivederti, Em" fu accompagnato da un occhiolino e da un grande sorriso.

"Oh uh, ehi, Ruby." Emma sembrava leggermente nervosa per l'atteggiamento amichevole di Ruby, ma si infilò in un divanetto vuoto. Non è che fossero ad un appuntamento, giusto?

"Vi lascio un minuto da sole per sistemarvi." Si allontanò, con i tacchi che ticchettavano rumorosamente contro il pavimento di linoleum.

Emma fece davvero del suo meglio per non guardarla allontanarsi "Grazie, Rubes".

Da parte sua, Regina sembrava divertita dal percepibile disagio di "Em" e si appoggiò allo schienale con tutta la grazia di una regina sul suo trono, non un divanetto di finta pelle consumata. Si abbassò e slacciò l'imbracatura intorno a Henry, dandogli il segnale che era fuori servizio e libero di riposare. Con un soffice sbuffo, si accoccolò accanto a Regina e appoggiò il muso sulle zampe.

"Una tua amica?" La sua domanda per Emma risultò un po' impassibile, e forse con solo un piccolissimo accenno al mostro dagli occhi verdi.

Concentrandosi su Regina, Emma si rilassò nel posto con il tavolo tra di loro e annuì. "Ruby? Ci conosciamo da molto tempo, siamo amiche da un po'." Rendendosi conto di ciò che potrebbe aver suscitato la domanda, Emma cercò di chiarire. "Solo amiche però! Non qualcosa di più, sarebbe semplicemente sbagliato... è carina ma siamo più come cugine... ehm sorelle!"

Mi sembra che la signora protesti troppo; Regina fece un'ipotesi ponderata e diede a Emma un po' di corda con cui giocare. "Se lo dici tu, cara. E' abbastanza attraente?"

Emma tentò l'impossibile e cercò di non fare l'ennesima gaffe del giorno, rispondendo senza pensare e annuendo. "Sì, lo è..."

Mentre il viso di Emma diventò di una bella tonalità di scarlatto alla realizzazione di ciò che aveva appena detto, Regina si lasciò sfuggire quello che potrebbe essere descritto solo come uno -schiamazzo-.

"Oh Dio, metti fine alle mie sofferenze e uccidimi ora..." Emma fece del suo meglio per fondersi con il cuscino del divanetto nella vana speranza che possa salvarle l'imbarazzo, nascondendo il viso tra le mani. Alzò con riluttanza lo sguardo verso Regina. "Qualcuno ti ha mai detto che sei cattiva?"

"Non in faccia, no, ma sono sicura che mi chiamano così alle mie spalle." Regina si sentì stranamente orgogliosa di poter essere chiamata così e di non voler sventrare il suo interlocutore all'istante.

"Aspetta, la gente ti definisce cattiva? E non in modo divertente?" Emma sembrò sorpresa dal cenno che ricevette in risposta.

"Non sono esattamente una persona gentile, cara. Più di una persona ha avuto la sua felicità, e di solito la sua carriera, distrutta a causa mia. Conosco bene il soprannome che i miei dipendenti hanno per me, anche se sono convinti di averlo tenuto segreto." Regina fece un grugnito inelegante per la loro stupidità.

"Posso chiedere qual è?"

"Certo che -puoi-, ma immagino che tu volessi dire 'potrei chiedere' invece di 'posso chiedere'." Il sorrisetto di Regina riapparì, insieme a una sana dose di insolenza.

"Ugh... bene! Potrei chiederle come la chiamano i suoi dipendenti, sua altezza grammaticale?" La petulanza vinse contro la cavalleria, questa volta.

"Ci sei andata vicina cara; mi chiamano" Raddrizzare la spina dorsale, spalle indietro e una piccola pausa d'effetto. Dopo tutto, il fraseggio è tutto e le prime impressioni contano. "La Regina Cattiva".

"Davvero?" L'espressione di Emma era dubbiosa. "Perché mai dovrebbero chiamarti così?"

Ruby scelse questo momento per interrompere e tornò al loro tavolo, blocco e penna in mano. "Cosa posso portarvi, ragazze?"

"Il mio solito, per favore, Ruby." Le papille gustative di Emma sovrascrissero il suo buon senso, parte della sua autoconservazione e votarono per formare un sindacato contro i cibi sani.

"Formaggio alla griglia, anelli di cipolla e un frullato al cioccolato. Capito. E per te?" Ruby si rivolse a Regina.

"Insalata Caesar di pollo? O qualcosa di simile? E un caffè nero, per favore." L'espressione di Regina era speranzosa, ma internamente si stava preparando per essere costretta a prendere un hamburger.

"Certo, possiamo farlo. Nient'altro? Ok, fatemi un fischio se avete bisogno di qualcosa." Si allontanò verso la cucina per consegnare il loro ordine.

Ruby tornò poco dopo con le loro bevande. "Il cibo arriverà tra qualche minuto."

"Fico, grazie Rubes."

"Sì, grazie Ruby."

"Non c'è di che ragazze, ci vediamo tra poco." Ruby tornò di nuovo dietro il bancone e cominciò a leggere qualcosa sul suo cellulare.

Raggiungendo la macchia bianca che si sperava fosse il suo caffè e non lo zucchero, Regina avvolse le dita attorno a quella che si rivelò essere la tazza. Bevendo un sorso, mormorò in segno di approvazione.

"Ok, la parte 'cattiva' la posso capire, ma da dove viene la parte 'regina'? Sei tipo super snob o qualcosa del genere?" La curiosità bruciante di Emma l'aveva cacciata in più di un guaio e non era minimamente diminuita.

Regina aspettò che Emma bevesse un sorso del suo frullato prima di rispondere in modo del tutto indifferente. "Viene dal termine 'queening', la mia posizione sessuale preferita."

Come si aspettava, Emma finì per indossare la maggior parte del suo drink e iniziò a tossire pesantemente.

"Oops?" L'espressione di Regina sarebbe risultata angelica, se l'angelo in questione fosse stato radiato per comportamento scorretto.

"Q-questo... *colpo di tosse* non era divertente!" riuscì a balbettare Emma, cercando inefficacemente di pulirsi con un tovagliolo le macchie di frullato che ora le decoravano il top.

Il suo intervento risultò piuttosto secco e fin troppo divertito. "Che sconsiderata che sono, chiedo scusa".

"Come vera risposta alla tua domanda, è probabilmente un gioco di parole; il mio nome significa 'regina'. Insieme al mio contegno generale e al mio aspetto, sono molto severa ed esigo il meglio dal mio personale. Non è esattamente un grande sforzo mentale collegare le due cose".

"Quindi la tua gente non è molto abile nei soprannomi?"

"In una parola, no." Regina alzò le spalle. "E cos'è che fai, cara? Oltre a salvare le 'mamme sexy'".

Emma mugugnò e appoggiò la testa sulle braccia piegate sul tavolo. "Non hai intenzione di lasciar perdere tanto presto, vero?"

Lo schiamazzo tornò, anche se non così forte. "Mm non ancora, no. Finora mi ha reso la giornata migliore".

"Sei davvero... cattiva. Non è un segreto quello che faccio; la cacciatrice di taglie."

Continuarono a chiacchierare finché non arrivarono i loro piatti, l'odore di cibo fritto che permeava l'aria.

Emma diede un grosso morso al suo formaggio grigliato, facendo sorridere Regina. "Come fai a mangiare così e ad avere una linea così perfetta? Visto che questo è il tuo 'solito'."

"L'hai notato, eh? Faccio esercizio, e rincorrere le taglie implica un lavoro di gambe, letteralmente."

Da parte sua, Regina arrossì un po' ma continuò come se stesse parlando di qualcosa di banale. Tenere l'avambraccio di Emma durante la passeggiata verso la tavola calda aveva lasciato un'impressione di snellezza sulla bionda. "Non sono -completamente- cieca cara e i miei altri sensi funzionano perfettamente. Inoltre, parte del mio lavoro consiste nell'essere un’osservatrice."

"Osservatrice, eh? E cos'altro hai 'osservato' di me?"

Arrossendo un po' di più, Regina giocherellò con il manico della sua tazza e continuò. "Beh, evidentemente sei una persona gentile; hai riportato Henry da me invece di abbandonarlo."

"È un cane, non potevo abbandonarlo... avrebbe potuto farsi male." Emma rispose con un'alzata di spalle, finendo il suo formaggio grigliato e sgranocchiando i suoi anelli di cipolla.

"Saresti sorpresa di quante persone farebbero esattamente questo, e senza pensarci due volte." Un'espressione accigliata attraversò il viso di Regina prima che lei potesse nasconderla. Si chinò e accarezzò affettuosamente la testa di Henry, strofinandogli dietro le orecchie.

"Inoltre, era ovvio che qualcuno gli volesse molto bene."

Regina guardò Emma con sorpresa. "Come fai a dirlo?"

La bionda alzò le spalle. "Le sue condizioni; il pelo è sano, le unghie sono state tagliate e i suoi occhi sono luminosi e chiari. I randagi non avrebbero questo aspetto."

"Ora chi è l'osservatrice?" Regina sorrise, mentre punzecchiò la sua insalata.

"E' un po' anche il mio lavoro. I piccoli dettagli sono ciò che di solito mi aiuta a catturare le taglie. Anche se la maggior parte sono un po'..." Emma fece una pausa per trovare la parola più appropriata.

"Intensi?" offrì Regina.

"Sì. Volevo dire idioti, ma non sarebbe giusto... verso gli idioti. Saresti sorpresa di sapere quanti ne prendo con la scusa della bionda stupida." Emma sorseggiò il suo frullato, mescolandolo con la cannuccia.

"Come mai, cara? Non vorrai dirmi che rimorchi i fuggitivi nei bar?".

La smorfia di Emma e la pausa di riflessione furono sufficienti per confermare che faceva esattamente questo. "Ok, allora non te lo dico."

"Stai scherzando? Queste persone sono fuori su cauzione, decidono di saltare e il loro primo pensiero è quello di bere qualcosa e -sistemarsi-?" L'espressione di Regina era incredula e corrispondeva al suo tono.

"Sì. Almeno, i ragazzi di solito lo fanno; pensano con la loro 'testa'. Le ragazze, non tanto, ma a loro piace bere, e possono essere stronze se hanno bevuto abbastanza." Emma fece un'altra smorfia al ricordo di alcune donne con cui aveva fatto a botte. Il barista del 'The Rabbit Hole' la guardava ancora male per quello.

"Suppongo che questo significhi che devi avvicinarti e diventare personale con i tuoi... obiettivi? Di tanto in tanto."

"Taglie, e sì, a volte. Dipende da quanto sono cooperativi. Vuoi vedere le mie manette?" Emma sorride.

"Certo che no! Non c'è bisogno di essere rozzi; ero solo... curiosa." Il rossore di Regina tornò in forze.

"Oh, pensavo che ti sarebbe potuto interessare, visto che hai detto che ti piace stare sopra e tutto il resto..." Il diavolo seduto sulle spalle di Emma aveva immobilizzato con successo l'angelo per tre secondi e ne sta approfittando.

Regina contorse un po' i fianchi e sbuffò, finendo il suo caffè ormai freddo. "Non vedo come questo si possa applicare." Non vorrebbe assolutamente sentire cosa potrebbe fare Emma, no, per niente.

Emma ridacchiò e cedette, l'angelo riuscì a convincere l'arbitro che il conteggio non valeva e che voleva una rivincita. "Se lo dici tu, 'Gina."

"Re-gi-na; tre sillabe cara. Non 'Gina. Hai assunto troppo zucchero e hai già dimenticato il mio nome completo?". Sfacciataggine al suo posto, arrossendo al minimo.

"Ma 'Gina è più carino!" Emma era desiderosa di dimostrare il suo punto di vista.

"Mh hm. E cosa di me suggerisce che sono 'carina'?" Il veleno che Regina cercò di mettere nella parola fu in qualche modo rovinato quando Henry si prese la briga di portare la sua testa sul grembo di Regina, facendole ammorbidire l'espressione mentre lei lo accarezzava pigramente.

"Per quanto sia stato divertente, dovrei davvero andare in ufficio. Sebbene mi fidi del fatto che il mio personale sia competente, ho ancora bisogno di presentarmi e fare il mio lavoro."

Il broncio infantile di Emma rimase per lo più inosservato e lei incrociò le braccia davanti a sé. "È un peccato, ma anch'io ho bisogno di sbrigare alcune cose." I pensieri del suo appartamento in disordine e il bisogno di fare la spesa affiorano. "Ti piacerebbe farlo di nuovo? Voglio dire, senza la parte del perdere Henry prima?"

Concentrandosi sulla leggera incertezza nella voce di Emma, Regina le rivolse un sorriso accogliente e annuì. "Mi piacerebbe." Estrasse fuori il suo telefono dalla borsa e lo sbloccò con l'impronta del pollice, offrendolo a Emma per aggiungersi come contatto.

"Ti fidi di me con il tuo telefono, così? Potrei spifferare tutti i tuoi sporchi segreti."

Regina ridacchiò e annuì. "Non c'è niente di incriminante o imbarazzante, cara. E se ci fosse, dovresti incolpare solo te stessa per averlo trovato."

Aggiungendo sé stessa come contatto, Emma sorrise e inserì il suo numero di cellulare, restituendolo a Regina.

"Ehi Siri, chiama Emma."

Il suo cellulare si rifiutò. "Mi dispiace, non so chi sia."

Regina si accigliò e tentò di nuovo, ottenendo la stessa risposta. "Ti sei aggiunta come contatto, vero?"

"Sì" Emma accentuò la 'ì'.

Con un sopracciglio alzato, Regina provò una terza volta e venne nuovamente rifiutata. A questo punto, sentì sentire Emma ridacchiare in sottofondo e una lampadina si accende nella sua mente.

"Emma cara, -come- ti sei aggiunta?"

Non riuscendo più a controllarsi, Emma iniziò a ridacchiare come una pazza, ma riuscì a pronunciare "la mia salvatrice."

Sospirando e scuotendo la testa, Regina ci provò per la quarta volta. "Sei proprio una bambina. Ehi Siri, chiama la mia salvatrice."

Dopo un attimo di ritardo, il cellulare di Emma iniziò ad emettere una classica melodia rock. Rifiutò la chiamata e memorizzò il nuovo numero nella sua lista di contatti.

"Voglio sapere con quale nome -mi- hai salvato?" Regina si chinò per riallacciare l'imbracatura intorno a Henry e rimette il cellulare nella borsa, cercando il suo portafoglio.

"Uhm... no?"

Regina fece una pausa nella sua ricerca e sospirò di nuovo. "È 'Regina Cattiva', vero?"

"Come puoi avere così poca stima di me?" Emma sbuffò e emulò un tono indignato. Regina si limitò a sorridere. "Questo lo rende meno vero, cara?"

Riponendo il proprio cellulare, il broncio di Emma fece nuovamente capolino, ma annuì. "Ok, sì, l'ho fatto."

"Bambina. Anche se, detto da te, è piuttosto accattivante, suppongo." Regina sorrise calorosamente e si alzò, sussurrando a Henry di guidarla verso Ruby.

"Oh no, pago io. Questa è stata una mia idea, dopo tutto." Emma contestò Regina che cercava di pagare per entrambe.

"Se insisti, 'mia salvatrice'. Anche se ritengo di dover pagare io, visto che sono riuscita a sporcare il tuo top," Le macchie di frullato spiccavano sulla semplice canotta grigia di Emma.

Emma fa un movimento ondeggiante della mano. "Eh. Non preoccuparti. Si è visto di peggio, credimi."

Dopo qualche altro minuto di bonaria discussione sul conto, Emma prevalse con l'argomentazione che le regine non dovevano pagare quando era disponibile un cavaliere onorevole.

Naturalmente, Regina ne approfittò per far notare che i cavalieri non sarebbero stati adornati in pelle rossa e avrebbero dovuto montare su un cavallo bianco.

Dopo un abbraccio leggermente imbarazzante, si separano a malincuore.

Seduta in un taxi sulla strada per l'ufficio, Regina guardò Henry. "Beh, sembra che ci siamo fatti una nuova amica."

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell'autrice:

 

Hi pargoli.

Ecco a voi il secondo capitolo.

Cercherò di pubblicare ogni giorno, anche se sarà difficile.

Ripeto, i crediti a parte la traduzione vanno tutti ad alexeizenhart su ao3.

Vi lascio qui il link di questo capitolo in lingua originale.

https://archiveofourown.org/works/29865381/chapters/73640793#main

Spero vi piaccia.

Bacini stellari,

Vaniglia.

 

 

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Capitolo 3
*** In which we meet the villain of the piece ***


Per le settimane successive, continuano a mandarsi messaggi come se fossero amiche da anni e non da giorni.

La mia salvatrice: "6 impegnata?"

LaReginaCattiva: "sì, sono al lavoro. Non dovresti esserlo anche tu?"

Mentre Emma si dilettava nell'usare il txt speak, Regina lo aborriva e usava un inglese corretto. Anche se questo potrebbe avere più a che fare con il fatto che dettava i suoi messaggi al suo telefono e lasciava che facesse tutto il lavoro duro.

La mia salvatrice: "Lavorando marca. Aspetto che il tipo arrivi."

Seduta nel suo ufficio, Regina guardò accigliata il telefono che aveva finito di dettare ad alta voce l'ultimo messaggio di Emma. "Sta lavorando nel buio? È una specie di nuovo eufemismo?"

Non è la prima volta che Regina deve capire cosa intende Emma dopo che il suo telefono le sputa fuori lettere quasi casuali.

"È una cacciatrice di taglie, quindi sarà a caccia di fuggitivi. No, aspetta, li ha chiamati 'marche'. Si sta lavorando un bersaglio? Ah, sta -pedinando- un bersaglio." Pensò tra sé e sé.

Regina alzò gli occhi al cielo, pensando che sarebbe molto più facile se Emma usasse parole concrete.

Dettò un altro messaggio a Emma, chiedendosi pigramente se la bionda avesse scelto parole che sapeva che il suo telefono avrebbe confuso solo per infastidirla.

LaReginaCattiva: "Concentrati sul tuo lavoro, cara. O vuoi perdere un altro fuggitivo?"

Nonostante Emma fosse abbastanza brava a prendere le taglie, sembrava avere una quantità improbabile di sfortuna di tanto in tanto. Era una specie di punto dolente per lei, ma non sembrava preoccuparsi delle occasionali battute di Regina al riguardo.

"Mi scusi, Miss Mills? Il suo appuntamento delle undici è qui." Belle, la sua assistente, fece capolino dalla porta del suo ufficio.

"Di già? Grazie cara, per favore fai entrare il signor Jones." Cercando di sopprimere un gemito, si appiccicò un sorriso quasi naturale sul viso. Se era un po' plasticoso ai bordi, Killian Jones non sembrò notarlo mentre si fermava a stringerle la mano.

Anche se non così male come alcuni che lei aveva incontrato nei suoi anni di lavoro nell'editoria, era decisamente un donnaiolo, o almeno gli piaceva pensare di esserlo. La perdita della mano in un incidente motociclistico quasi un decennio prima gli aveva dato il soprannome di 'Uncino'.

"Buon pomeriggio, signor Jones." Ritirando la mano, gli fa cenno di sedersi. Henry, sdraiato a riposare sul suo cuscino gigante, alzò brevemente lo sguardo sull'intruso nell'ufficio di Regina. Non trovando nulla di interessante, si risistemò con uno sbuffo.

"Oh amore, sono Killian, come continuo a ricordarti. Ormai ci conosciamo abbastanza bene."

Nei pochi incontri di lavoro che avevano avuto nell'ultimo anno, Regina era stata invitata dall'uomo a diversi appuntamenti, rifiutando ogni volta. Si chiese oziosamente se una breve e brusca mossa, per esempio introducendo il fermacarte di vetro decorativo nella sua testa, gli avrebbe fatto capire che non era interessata a lui. O agli uomini in generale, se è per questo.

Come sempre lei gli diede la sua solita risposta. "Mi dispiace signor Jones, ma mi piace mantenere le cose professionali quando lavoro."

Il fermacarte aveva la forma di una mela ed era di un colore rosso intenso. Più di una volta Regina si era trovata a tenerlo in mano, passandoci sopra le dita mentre pensava a qualche problema complesso. Era certamente molto più prezioso dell'ammaccatura che avrebbe fatto nel cranio di Jones. Peccato.

Da parte sua, Killian si limitò a sorridere e ad annuire. "Come desideri, amore."

"Ora, da quanto mi è stato detto, molti dei nostri autori vogliono cambiare editore da noi a voi? E che alcuni dei vostri desiderano unirsi a noi?" Regina finse di consultare gli appunti sulla sua scrivania; un'ottima memoria è essenziale quando la tua visione non è tutto quello che potrebbe essere. Anche fingere ignoranza non fa mai male quando si contratta.

"Seh, voglio dire, sì. Mi sembra abbastanza amichevole. Noi guadagniamo un po', tu guadagni un po', nessuno di noi è in perdita nell'affare. Peccato che tu non sia d'accordo a una partnership tra di noi. I nostri studi, intendo."

Senza ombra di dubbio, Regina sapeva che non stava parlando delle loro aziende. Forse potrebbe gettargli addosso qualcosa di meno prezioso per fargli capire l'antifona, anche se questo potrebbe comportare delle cause legali. Certe cose non valgono la galera.

"La Mills Publishing è stata indipendente fin dalla sua creazione, signor Jones. Non ho intenzione di cambiarla ora. Comunque, l'accordo che lei propone sembra accettabile."

Anche se lei non poteva vederlo chiaramente, Killian sembrava contento. "Geniale, amore, sapevo che saresti stata d'accordo".

Il sorriso di Regina si trasformò in malvagio, anche se non divenne verde né guadagnò un musical di Broadway. "Peccato che non lo firmerò."

"Tu cosa?" Il sorriso di Jones cercò di sfuggire dal suo viso, non volendo essere parte del combattimento imminente e nervoso di essere ferito.

Cercando di non ridacchiare, Regina continuò. "Oh mi dispiace, non sono stata chiara? Per come stanno le cose, l'accordo è finito, morto."

"Ma, ma -perché-?" balbettò lui.

"Voi avreste guadagnato diversi autori di punta e noi avremmo avuto, come si chiamava..." Un'altra finta consultazione degli appunti. "Ah sì, la 'scoria e la feccia senza valore'." Nota per me stessa; dare a Belle un pesante aumento per aver trovato quella citazione e assicurarsi che le e-mail aziendali siano cancellate prima che finiscano fuori sede.

La mascella di Killian lavorò per un momento mentre lottava per contenere la sua furia. Si alzò e si mise davanti alla scrivania di Regina. Sfortunatamente, la scrivania era troppo larga perché la sua altezza gli permettesse di incombere efficacemente e ciò lo fece apparire come se avesse problemi a stare in piedi senza supporto. Un telaio non va avvicinato senza pratica e l'impostazione è la chiave per realizzare un buon telaio. (qui sono andata in crisi quindi non fateci caso n.d.a)

"Tu... tu... Brutta stronza! Non finisce qui!" La porta sbatté dietro la sua frettolosa uscita.

Dopo qualche istante, Belle fece di nuovo capolino. "La riunione è andata come previsto?"

"Proprio così, cara." Reclinandosi di nuovo sulla sua sedia, il sorriso di Regina si allargò appena. "Per favore, informa la sicurezza che il signor Jones o i suoi soci non sono più i benvenuti nei locali."

La risatina graziosa di Belle fuoriesce dalla porta. "L'ho fatto prima di entrare, capo. Lui uhm..." Si interruppe, borbottando qualcosa.

Regina si sporse in avanti con un'espressione accigliata. "Non ti ha fatto niente, vero?" Regina Cattiva o no, la misoginia non era tollerata nella sua azienda, dal personale o dai visitatori.

"No, no! Niente del genere, è solo che io *ahem* potrei aver dimenticato di convalidare il suo parcheggio?" Belle si impegnò in una gara di sguardi con il pavimento.

"Oh Belle... non avrai mica..." Regina chiuse gli occhi e scosse la testa, ridacchiando sommessamente. La tariffa per l'uso del loro lotto era a dir poco esorbitante. Ebbe un pensiero improvviso. "E sono sicura che non avresti nemmeno informato la sicurezza di un'auto sospetta parcheggiata nel nostro parcheggio..."

Belle diventò un po' rossa e giocherellò con le mani, il suo tono speranzoso. "Non che qualcuno al di fuori dell'azienda possa provarlo?"

"Davvero non ti paghiamo abbastanza, cara." Scuotendo la testa per le buffonate di Belle, la congedò per continuare il suo lavoro.

Dopo quasi un'ora, diverse e-mail e un caffè, il telefono di Regina annunciò una chiamata in arrivo da Emma.

Rispondendo, venne accolta con un allegro "Ciao Queeny!"

"Perché insisti a chiamarmi così? Regina brontolò bonariamente.

"Non ti piace?" Poteva sentire il broncio di Emma al telefono. "Se proprio devi, cara. Come è andata la tua giornata finora? Hai preso il bersaglio?"

Emma imprecò tranquillamente, non del tutto sottovoce, in risposta, facendo ridacchiare Regina. "Lo prendo come un no."

"Sì, il bastardo è scappato, ma so dove si è nascosto. Sento il bisogno di cibo di conforto, il mio ego è ferito e ha bisogno di qualche TLC. Vuoi unirti a me per il pranzo?"

Regina rise al telefono. "Pensi solo con lo stomaco?"

"Non -tutto- il tempo!" Emma si finse offesa.

"Sì, solo la maggior parte del tempo, cara. Va bene, andremo a pranzo. Che ne dici di qui, nel mio ufficio? Non potrò sgattaiolare fuori come al solito, ma possiamo ordinare da asporto." Le due si erano incontrate diverse volte a pranzo per dei non-appuntamenti, ma questa era la prima volta che Regina si offriva di ospitare Emma.

Ci fu una pausa distinta. "Emma?"

"Uh, ci sono" Improvvisamente incerta, Emma si sentì nervosa. "Possiamo fare qualcos'altro se preferisci?" Regina si offrì.

"N-no, il tuo ufficio va bene. Ho solo bisogno di... uh, fare un salto a casa prima. Non non sono in uno stato che si può definire presentabile." Emma trafficò con il telefono, appoggiandosi a un edificio vicino al marciapiede per evitare di essere investita dal traffico pedonale.

Regina cercò di rassicurarla. "Non stai venendo per un colloquio, cara, qualsiasi cosa tu stia indossando andrà bene."

"Hai immaginato quello che indosso?" Naturale che Emma se ne sarebbe accorta.

Con un leggero rossore, Regina si limitò a ridacchiare. "Forse, anche se la tua mente sembra essere rivolta al cibo e al sesso. Sei sicura di non essere maschio, cara?"
 
"Ehi, somiglio a quell'osservazione! No, aspetta... uh... voglio dire..." Ora Regina stava ridendo rumorosamente nel suo orecchio.

"Sei terribile." Emma brontolò al telefono, arrossendo lei stessa.

"Cattiva cara, cattiva. Ci vediamo presto?"

Con un tranquillo "Sì, a presto." Emma riattaccò e aprì la mappa sul suo telefono, aspettando che trovasse la sua posizione. Batté il piede mentre il telefono trovava il percorso più veloce tra lei e l'ufficio di Regina. Mezz'ora, forse di più, se era sfortunata, meraviglioso.

Dopo un rapido messaggio a Regina, si sporse in avanti e chiamò un taxi.

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~

 
"Miss Mills? C'è una Emma Swan che vuole vederla, ma non ha un appuntamento." Un bussare alla porta precedette Belle questa volta, evidentemente desiderosa di mettersi in mostra per il visitatore di Regina.

Sedendosi e stirando la schiena, Regina sorrise a Belle. "Va bene cara, si unisce a me per il pranzo. Falla entrare, per favore."

Il suono di tacchi alti che battono sul pavimento fece alzare lo sguardo a Regina. Strofinandosi gli occhi, non era sicura di credere a quello che stava vedendo. "Sei vestita... di rosa?" Strizzò gli
occhi a Emma, cercando di convincerli a mettere a fuoco.

Emma si sedette sulla sedia, cercando di tirare la gonna corta un po' più giù lungo le gambe e il top più in alto sul petto. "Forse?" Posò la sua pochette sulla scrivania di Regina.

"Posso ancora vedere le cose, cara, anche se sono sfocate."

Con uno sbuffo, Emma rispose un po' sulla difensiva. "Sì, ok, è rosa. Cosa c'è di male?" Uh oh. Non dire quanto sia carino, o quanto le stia bene. Pericolo Gina Robinson, pericolo!

"Oh niente cara, sembra molto... carino." La Regina Cattiva appollaiata sulla sua spalla alzò gli occhi al cielo, mentre la Regina sull'altra si aggiustò gli occhiali per vedere meglio.

"La tua segretaria mi ha guardato male, probabilmente ha pensato che fossi qui per qualcosa di più di un pranzo. Aiuta a promuovere la routine della 'bionda svampita' e a prendere le taglie." spiegò Emma, in qualche modo placata per non essere stata presa in giro.

Regina arrossì al pensiero di qualcosa di "più di un pranzo", ma si riprese superbamente e lo coprì con un sorrisetto. "Buttandoti addosso a loro?"

Superato l'ostacolo iniziale, Emma si sedette e lasciò che le sue spalle tese si rilassassero. "Sì, funziona un po' troppo bene, ma mi fa avvicinare abbastanza da ammanettarli."

Henry si era svegliato e aveva notato Emma. Si avvicinò e le mise la testa in grembo, sapendo che avrebbe ricevuto un po' di attenzioni e forse dei dolcetti. "Scusa Hen, niente dolcetti oggi."

Entrambe guardano divertite come lui se ne tornò a letto e vi si gettò sopra con uno sbuffo irritato.

"Immagino che tu non tenga le tue manette da qualche parte lì dentro." Disse Regina, strizzando di nuovo gli occhi al vestito di Emma. Non sembrava che la bionda avesse molto spazio a disposizione.

Emma ridacchiò e scosse la testa. "Ho provato a tenerle nel reggiseno, ma non erano esattamente facili da raggiungere, ed erano troppo fredde sul mio... Uhh sì, comunque, le tengo nella mia borsetta. Sembri molto interessata a loro; c'è qualcosa che vuoi dirmi?"

Regina fece del suo meglio per non agitarsi. Onestamente non ci aveva pensato molto, per niente. Nemmeno a tarda notte, sola (beh, a parte Henry) a casa con nient'altro che i suoi podcast e un'immaginazione fin troppo fervida. Non che fossero -così- interessanti.

La Regina Cattiva sulla sua spalla si prende la briga di dimostrare alla Buona Regina esattamente cosa ci fosse di così interessante nelle manette, e i loro usi in camera da letto...

"Ci stai pensando ora, vero?" Poteva appena sentire il sorrisetto nel tono di Emma. Le sagome sulla sua spalla sparirono bruscamente in una nuvola di fumo viola.

"N-o?" La voce di Regina si spezzò sulla singola parola e lei si schiarì la gola. " *ahem* Voglio dire, no! Non ci sto pensando ora."

Emma ridacchiò. "Va bene essere curiosi, sai. Molte persone lo sono." Prese la sua pochette e tirò fuori un paio di manette in acciaio anodizzato nero.

Sbattendo le palpebre, Regina sembrò sorpresa nel vedere il loro colore; si aspettava fossero lucide e brillanti, come il cromato. Le guardò di sbieco. "Sono nere, non d'argento?"

"Oh, sì. È meno probabile che attirino l'attenzione, sia delle taglie che del pubblico." Emma armeggiò con i cricchetti, facendoli scattare rumorosamente nell'ufficio relativamente tranquillo.

Dai loro precedenti incontri a pranzo, Emma sapeva che Regina è una persona intensamente riservata; convincerla ad aprirsi era l'ultima cosa che voleva fare. Aspettò pazientemente che fosse lei a fare la prima mossa.

Dopo qualche istante, come se non significasse assolutamente nulla, Regina allungò con nonchalance la mano. "Posso vederle, per favore?"

Emma si morse forte il labbro e le mise in mano a Regina. "Certo, ecco." Mantieni la calma, Em; non ridere di lei e non sembrare interessata. Vuole solo vederle. Per distrarsi, tirò fuori il suo telefono e iniziò a cercare tra le opzioni che avevano per il pranzo.

"Ohh, sono ghiacciate. Non mi stupisce che tu non voglia nasconderle da qualche parte su di te." Regina le maneggiò per testarne il peso e giocò con il cricchetto. Ridacchiando un po' mentre ruotava fino in fondo.

Regina guardò Emma, concentrandosi abbastanza da vedere che la bionda stava usando il suo telefono e non stava guardando cosa stesse facendo. Prendendo un respiro profondo, fece scattare una manetta intorno al suo polso, poi l'altra.

"Ooops, che sbadata che sono." Era un tono di voce normale, giusto? Non c'è niente da vedere qui, vai avanti...

Guardando oltre, Emma strinse con le mani il suo telefono, minacciando di romperlo. "Uh... Regina?" Dubitava che immobilizzare Regina alla sua scrivania avrebbe reso la mora molto felice.

Beh, forse sì, ma probabilmente non varrebbe la pena della rabbia che ne conseguirebbe. Tenendo per sé i suoi pensieri sempre più maliziosi, mormorò.

Regina tenne i polsi in alto, cercando delicatamente di tirare le manette. "Mi sembra di essere diventata un po' sbadata, mi aiuteresti, per favore?"

Ci fu una pausa molto rumorosa.

"Emma... puoi sbloccarle, vero?" Il sorriso di Regina vacillò.

"Sì, certo, posso. Con la chiave, che sono assolutamente sicura sia nella mia borsa." E non al sicuro sulla catena appesa accanto alla porta di casa sua, non disse ad alta voce.

Abbassando i polsi, fece del suo meglio per lanciare un'occhiataccia nella direzione di Emma. "Em-ma..." parlò lentamente.

Adottando un'espressione innocente, Emma sorrise. "Sì?"
"Liberami, subito!"

"Uhm..." Regina ringhiò e fece il giro della scrivania, fermandosi davanti alla bionda. Emma guardò nervosamente il fascio di rabbia in piedi di fronte a lei e chiese debolmente "Hai una graffetta?"






Spazio dell'autrice:

Hi pargoli. 
Vi presento il terzo capitolo. Sto cercando di tradurre più che posso, per pubblicare ogni giorno.
Ormai lo sapete, tutti i crediti a parte la traduzione vanno a alexeizenhart su ao3.

https://archiveofourown.org/works/29865381/chapters/73807698#workskin
Spero vi piaccia.
Baci stellari, Vaniglia.





 

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Capitolo 4
*** In which Emma fixes her mistake ***


Dopo una tesa conversazione con Belle riguardo al loro ordine per il pranzo, Emma si appollaiò sulla scrivania di Regina e si mise al lavoro con una graffetta piegata.

"Come hai fatto a dimenticare di portare la chiave con te?" Togliendo le mani da sotto la scrivania dove le aveva nascoste, Regina non era troppo contenta della bionda.

"Di solito non è un problema! I poliziotti le portano sempre con sé e di norma lascio le taglie alla stazione più vicina... Solo che non ci ho pensato, credo." Emma tenne una manetta in una mano mentre lavorava con la graffetta nell'altra, cercando di ignorare la brunetta irascibile.

Guardando il lato positivo, le mani di Regina erano ammanettate davanti a lei. Sfortunatamente, questo le dava anche un'ampia possibilità di strangolare Emma, se avesse voluto. Forse avrebbe potuto convincere Belle ad aiutarla a nascondere il corpo se le fosse stato offerto un aumento abbastanza cospicuo.

Parecchi colpi forti le spaventano entrambe, prima che la porta si aprisse e Belle entrasse portando diverse confezioni da asporto. "Il pranzo è qui, Miss Mills."

Regina scostò le mani da Emma e le appoggiò sulle ginocchia al riparo dalla vista, sperando che Belle non avesse notato cosa stesse succedendo, mentre si dirigeva verso il tavolino vicino alla finestra.

Posando le scatole, Belle notò che entrambe le donne sembravano un po' tese. "Tutto bene, capo?"

"S-si, grazie Belle. Sentiti libera di andare a pranzo e prenditi un po' più di tempo se vuoi. Te lo meriti, e anche di più, per aver gestito Jones così bene."

"Fico, grazie capo, lo farò. Solo perché lei lo sappia, se voi due volete fare giochi perversi in ufficio, si ricordi che le pareti non sono del tutto insonorizzate" Belle uscì, lasciando Emma e Regina a bocca aperta.

L'occhiataccia di Regina tornò e la indirizzò ad Emma. "Non ho intenzione di vivere così, non grazie a te."

"Non è colpa mia se eri curiosa." protestò Emma. "Inoltre, non c'è niente di male nel aggiungere un po' di pepe alla tua vita amorosa." Diede uno strattone alla catena, facendo tintinnare le due manette insieme.

Arrossendo violentemente, Regina si morse il labbro per trattenere un gemito. "N-no, è vero. Ora toglimi queste manette!"

"Sì, vostra Maestà." Il tono di Emma si fece beffardo, ma riuscì a liberare una manetta in breve tempo. "Almeno adesso puoi pranzare... o potrei incatenarti alla scrivania."

"Non. Osare. Farlo." sibilò Regina, trattenendo la manetta prima che Emma potesse afferrarla. Emma sbuffò sorridendo e borbottò qualcosa sul rovinare il suo divertimento.

Finalmente libera dalle manette, Regina le spinse di nuovo verso le mani di Emma. "Finalmente, ora metti via queste prima che le usi su di -te-."

"Aw, me lo prometti?" Emma sbatté le ciglia, anche se l'effetto si perse un po' come un'oscillazione sfocata agli occhi di Regina.

Regina si limitò a ringhiare contro la bionda che ora ridacchiava e si diresse verso il tavolino. Cercando a tentoni la confezione da asporto, la aprì per trovare il suo solito e sorrise. Emma la raggiunse sul divano e fece lo stesso. "Formaggio alla griglia, fantastico!"

Il gemito osceno che uscì dalla bocca della bionda fece arrossire Regina prima che potesse dare un morso alla sua insalata. "Sul serio, questo è meglio di quello di Granny's... ma non dire a Ruby che l'ho detto."

Sedendosi, Regina si limitò a ridacchiare alle buffonate di Emma. "Lo sai che il cibo fritto non è un gruppo alimentare, cara?"

Emma si finse offesa. "Lo è! Insieme ai cibi grassi e ai cibi zuccherati. Ora taci prima di ferire i sentimenti del mio pranzo."

Sgranando gli occhi, Regina scosse la testa. "L'ho già detto prima; bambina."

"Ma ti piaccio comunque."

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~

 
Riuscendo finalmente a far uscire Emma dal suo ufficio in modo da poter continuare il suo lavoro, Regina si sedette alla sua scrivania e strizzò gli occhi al suo portatile. Anche con la dimensione dei caratteri impostata molto più alta del normale, rimane un processo lento riuscire a fare qualcosa.

Belle tornò dal pranzo non molto tempo dopo la partenza di Emma e fece uno spettacolino annusando l'aria nell'ufficio di Regina, con sua grande costernazione. "Emma è solo un'amica."

"Certo capo, come vuoi tu." Il tono di Belle trasmise quanto ci credeva.

"Lo è! Lei è solo..." Regina cercò di pensare ad una parola adeguata a descrivere il complesso pacchetto che è Emma Swan.

Belle si lanciò a capofitto. "Sexy, attraente, divertente, un amante premurosa? Mi sto avvicinando, capo?"

"Belle! Noi non siamo... lei non è.." Regina si rese conto che Belle si stava prendendo gioco di lei, di nuovo. "Hai rovistato di nuovo nella pila dei romanzi d'amore scartati, vero?"

"No?" Regina vide il suo 'no' e sollevò 'un sopracciglio imperioso'.

Belle riuscì a resistere per pochi secondi prima di cedere. "Ok, forse uno o due... ma alcuni sono davvero buoni!"

Con uno sbuffo altezzoso, Regina rispose. "Se lo dici tu cara, ma sono stati scartati per un motivo. E stai fuori dalla mia vita sentimentale."

"Ma tu non ne hai una, capo; sono la tua assistente e lo saprei se ce l'avessi. Inoltre, è stata davvero brava con te." Regina fece una pausa per trovare qualcosa di morbido da scagliarle contro e guardò di nuovo verso Belle, con un'espressione curiosa.

Prendendolo come un invito a continuare, Belle spiegò. "Sembri... più felice, credo. Nessuno è stato licenziato ultimamente." Regina sbuffò. "Ok, nessuno è stato licenziato per, e cito, 'sprecare il tuo prezioso tempo respirando'. A proposito, stiamo ancora ricevendo lettere d'odio 'anonime' da quel tipo. Peccato che ci provasse anche con qualsiasi cosa indossasse una gonna, potrebbe ancora avere un lavoro se lo avesse tenuto nei pantaloni."

Il sorriso risalì sul volto di Regina, abbastanza felice di prendere parte ai lavori, dopo aver studiato per qualche tempo per diventare un buon sorriso. Anche se le dispiaceva dover licenziare le persone, c'erano alcune eccezioni e il ricordo di aver licenziato Robin Locksley le dava sempre una bella sensazione di calore.

Era più felice? È vero che non aveva staccato la testa a nessuno da un po'.

Con un gentile congedo "Grazie Belle, è tutto per ora." Belle lasciò Regina in uno stato d'animo pensieroso. Seduta alla sua scrivania fuori dall'ufficio di Regina, sperò davvero che Emma si trasformasse in qualcosa di più che 'solo amiche' per il suo capo.

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~

 
Dopo aver terminato il lavoro della giornata (uno a zero per Emma), si diresse verso il suo appartamento. Una serata a base di Netflix e cibo spazzatura sembrava così allettante.

Mentre stava catturando Jack Roberts, il suo bersaglio, l'idiota decise che una corsa a piedi attraverso un affollato mercato di strada fosse un ottimo piano di fuga.

Correre cercando di vedere chi ti inseguiva lo aveva portato a scontrarsi con il "piccolo" Bob Blaskowski, proprietario/gestore di una delle bancarelle di torte calde. Un uomo ben fatto, alto più di un metro e novanta e con un peso di trecento chili, era abbastanza amichevole a meno che non venisse provocato.

Prima che lo sfortunato corridore potesse cadere a terra, Bob lo aveva afferrato per la camicia, mentre Emma rallentava la sua corsa avvicinandosi. Bob fece una risatina profonda nel vederla.

"Avrei dovuto sapere che fosse uno dei tuoi, Em! Che cosa ha fatto?"

Essendosi già imbattuta, letteralmente, in Bob ("Nessun rancore, ragazza. Non ho sentito niente!"), lo aveva trovato un'anima gentile e più che felice di darle una mano.

Appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato, spiega. "Frode... e evasione... *ansima* fiscale." Se tutte le sue taglie avessero continuato a fare così, avrebbe dovuto seriamente ridurre i dolci.

"Non c'è niente di più sicuro della morte e delle tasse. Finché non picchia le donne." Ha un ringhio che farebbe innervosire la tribù di nativi che vive su un vulcano e che sta consultando la lista dei potenziali sacrifici. "o bambini."

Raddrizzandosi, ammanettò il malcapitato Roberts. "Nah, questo è un criminale dai colletti bianchi, Bob. Ti devo ancora un favore."

"Non è che si fermino tanto facilmente". La montagna d'uomo si limitò a ridacchiare. "E sai che il tuo credito non è buono qui."

Alzandosi in punta di piedi, la donna premette un bacio sulla guancia di Bob, facendo sorridere l'uomo. "Grazie Bob."

"Mi fai arrossire. Vai pure avanti e portalo dove deve stare."

Aveva trascinato Roberts alla stazione di polizia più vicina, reclamando la taglia e andandosene con un cospicuo assegno infilato al sicuro in tasca.

Salendo le scale, aprì la porta di casa e la chiuse saldamente dietro di sé, appoggiandosi ad essa per un momento.

Appeso il cappotto di pelle rossa, vide la chiave delle manette sulla sua catena, proprio dove l'aveva lasciata. Ridacchiò e si tolse gli stivali, sistemandosi sul divano con il telefono per inviare un messaggio veloce.

La mia salvatrice: "Finito x oggi."

LaReginaCattiva: "Congratulazioni per essere sopravvissuta ad un altro giorno."

Emma sbuffò divertita. Trovava che l'umorismo di Regina fosse ugualmente asciutto o cupo, a seconda del suo umore.

La mia salvatrice: "Trovata la chiave. Bob ha aiutato."

Posando il telefono sul bracciolo del divano, Emma si diresse in cucina per prepararsi una tazza di caffè mentre aspetta che Regina rispondesse.

Dopo qualche minuto, il suo telefono emise un *ping* per avvertirla di un nuovo messaggio.

LaReginaCattiva: "Sì, immagino che un bob sarebbe piuttosto utile dopo una lunga giornata."

Emma lesse il messaggio e lo osservò leggermente confusa, inclinando la testa. "Un bob?" Digitò un altro messaggio.

La mia salvatrice: "Che vuoi dire? Un bob?"

Sorseggiando il caffè, si rannicchiò sul divano e cercò il telecomando della tv. Sfogliando gli elenchi di Netflix, cercò di trovare qualcosa di leggero da guardare.

LaReginaCattiva: "Bob; Battery Operated Boyfriend. O qualunque sia l'eufemismo di questi tempi [melanzana]" (non ho trovato un corrispettivo italiano quindi l’ho lasciato così, chiedo venia)

Cercando di non rovesciarsi addosso il caffè (le battute di Regina le erano già costate una canottiera), Emma scoppiò a ridere. Non aveva mai visto Regina usare un'emoji nei loro messaggi prima
d'ora ed era stata una bella sorpresa vederne una, soprattutto - quella - adesso. Cercando di controllare le risate, Emma chiamò Regina.

"Hai chiamato?" Commenta Regina.

"Non intendevo un bob, ma Bob, il mio amico." Disse Emma, cercando ancora di non ridacchiare.

Il sospiro di Regina si poteva sentire attraverso il telefono. "Hai dato un nome al tuo giocattolo sessuale. Perché non sono sorpresa? Hai dato un nome anche alla tua auto?"

"Non è il mio giocattolo sessuale, è un uomo vero. E lascia Matilda fuori da tutto questo!" La risatina strozzata di Regina fu tutto ciò che sentì prima di rendersi conto di ciò che aveva detto.

Con un gemito e una smorfia, Emma provò a spiegare di nuovo. "Ok, va bene, ho dato un nome alla mia macchina. Comunque, parlando seriamente, c'è un tipo che si chiama Bob. Gestisce la
bancarella delle torte nel mercato vicino al mio palazzo ed è molto amichevole."

"Se lo dici tu, cara." Emma sentì il sorriso nella voce di Regina e si affrettò a cercare di chiarire. "Non in quel senso! Non è il mio tipo."

Seduta a casa propria, dall'altra parte della città, Regina era distesa sul divano con un bicchiere di vino. La giornata era stata lunga e sentiva di meritare un po' di relax. "No? Forse troppo alto? O troppo basso?"

"Troppo maschio." Anche se Regina era quasi certa dell'orientamento di Emma, le scaldò notevolmente il cuore sentirlo dire ad alta voce. I precedenti flirt con lei avevano dimostrato che Emma era interessata almeno in qualche misura.

"Con grande delusione di molti giovani spasimanti, immagino." La voce di Regina era scherzosa.

"Già." Emma sbuffò in segno di assenso prima di rendersi conto di una cosa. "Ehi, aspetta, hai appena insinuato che sono attraente?"

"Non con così tante parole, cara." Regina cercò di coprire l'errore con un po' di impertinenza.

"L'hai appena fatto!" Emma iniziò a ridacchiare al telefono.

Regina sbuffò e si aggiustò le gambe dopo che una minacciava di addormentarsi. "Credo che tu stia delirando, forse dovresti vedere qualcuno per questo?"

Cogliendo un'opportunità, Emma la afferrò con entrambe le mani; il suo tono era quasi innocente. "Oh, infermiera Mills, ho bisogno di un po' di terapia..." Quasi, nel senso che una camicia grigia è quasi bianca nelle giuste condizioni.

"Sarebbe Dottoressa Mills, grazie. Ho una laurea, dopotutto."

Ops.





Spazio dell'autrice:

Hi pargoli.
Sono estremamente dispiaciuta di non essre riuscita ad aggionare la storia prima, ma quest'ultimo anno la scuola non mi ha trattata benissimo.
Ecco a voi, finalmente, il quarto capitolo.  
Come sempre vi ricordo che tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.

Blind leading the blind - Chapter 4 - alexeizenhart - Once Upon a Time (TV) [Archive of Our Own]
Spero che vi piaccia.
Baci stellari, Vaniglia.

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Capitolo 5
*** In which things get warmer ***


Vestita di maglia e di una tunica verde, Emma la Coraggiosa guardò il sentiero biforcuto di fronte a lei. Un cartello di legno, eretto per indirizzare i viaggiatori smarriti, appariva malconcio ma ancora in piedi. Un braccio rivolto a sinistra recitava 'Fl1rt4 [cuore]', mentre l'altro puntava a destra e recitava 'L4scia 4nd4re [fiocco di neve]'.

Agganciato il baldacchino, Emma sguainò la spada. Con la luce del sole che scintillava sul Cigno inciso sullo scudo innalzato, si avviò decisa lungo il sentiero di sinistra. "Per Queeny!"

La scena scomparve in una nuvola di fumo bianco per rivelare il suo appartamento.

Emma sorrise, abbassando deliberatamente la voce in un registro più basso. "Perché 'Dottoressa' Mills, stai flirtando con me?"

"No?" Il tono di Regina la fece sembrare più una domanda.

Allungando le gambe per appoggiarle sul tavolino, Emma si mise più comoda. "Non mi sembri sicura. C'è qualcosa che vuoi dirmi?"

La risposta fu uno sbuffo irritato. "Aww, non ti arrabbiare. Anzi, no, aspetta, fai pure; sei carina quando sei arrabbiata."

Regina ringhiò attraverso il telefono. " Non. Sono. -Carina-!" Henry le fece la classica domanda con la testa inclinata, prima di rendersi conto che non c'era niente che non andasse e si accasciò di nuovo a terra.

"Se lo dici tu, ma non puoi farmi cambiare idea." Ricevendo un altro ringhio, un piccolissimo brivido percorse la spina dorsale di Emma, che si aggrappò al telefono che teneva in mano. Si appoggiò al divano, posando la testa sullo schienale e chiudendo gli occhi.

"Allora, Doc, cosa indossi in questa scenetta?"

"Non credo che questo sia un argomento di conversazione appropriato." Regina sbuffò, agitandosi un po' sul divano.

Emma sorrise e si concentrò sulla voce di Regina nel suo orecchio. "Hai paura di farmi arrabbiare? Sono sicura di poterlo sopportare."

"Non riusciresti a gestirmi nemmeno se venissi con le istruzioni, cara." Regina disse con dolcezza.

Riuscendo a non soffocare nell'aria, Emma balbettò prima di ridere sommessamente di lei. "Inoltre, non parleremmo di questo genere di cose almeno fino al secondo o terzo appuntamento."

Emma si alzò di scatto e spalancò gli occhi. "Questo significa che potremmo avere un primo appuntamento?" Il suo tentativo di nonchalance cadde un po' a vuoto.

"Mi stai chiedendo di uscire, Em-ma?" Emma si morse il labbro e ribatté: "Stai facendo di nuovo quella cosa con la voce."

La voce di Regina le ridacchiò profondamente nell'orecchio e si insinuò nella sua spina dorsale. "E cos'è che sto facendo, Em-ma?"

"Gah! Quello! È così distraente e totalmente ingiusto." Esclamò Emma.

Ridendo scherzosamente, Regina si tirò un po' indietro. Regina Cattiva 1, Emma la Coraggiosa 0. "Non mi hai ancora fatto la domanda, cara."

Fissando la vernice scrostata sul soffitto del suo appartamento, Emma prese un respiro profondo. "Vuoi uscire con me, Regina? Voglio dire, per un appuntamento."

"Oh Em-ma, pensavo che non me l'avresti mai chiesto."

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

Il loro primo appuntamento sarebbe stato quasi una settimana dopo... Cinque giorni, quattordici ore e diciannove minuti dopo, non che Emma ci stesse prestando molta attenzione. Per niente.

La guida di Emma per prepararsi a un appuntamento:

Primo passo: radere ciò che si può radere, fare la ceretta a ciò che si può depilare. Fase due: urlare di dolore e cercare di rimuovere la carta di supporto ormai stracciata dalle strisce di cera ancora saldamente attaccate alle gambe. Fase tre: fare la doccia e mettersi il sapone negli occhi. Fase quattro: vestirsi in modo appropriato per l'occasione, sostituendo tutto ciò su cui si è rovesciata il caffè prima dell'appuntamento. Fase cinque: applicare il trucco con parsimonia. Fase sei: uscire in orario, non dieci minuti dopo il previsto.

Sebbene fosse considerato un classico, il suo VW Maggiolino originale giallo brillante stava decisamente dimostrando la sua età mentre percorreva faticosamente il viale sotto il sole del pomeriggio. Con un urlo metallico e tormentato, Emma riuscì a chiudere la portiera della sua auto e arrivò appena in tempo a casa di Regina, poco prima dell'ora concordata delle due.

Appoggiandosi al muro, cercò di riprendere fiato mentre suonava il campanello. Aveva decisamente bisogno di più esercizio fisico.

Si udì un forte abbaio prima che la porta si aprisse per rivelare una dea in grigio. Gorgogliando, Emma si sentì improvvisamente svestita con i suoi jeans neri e la sua camicia blu aderente.

"Ce l'hai fatta, e per giunta in orario." L'abbigliamento di Regina, composto da un abito grigio aderente senza maniche, una cintura rosso sangue e alti tacchi a spillo neri, lasciò Emma senza parole.

Agitando una mano davanti alla sfocatura del volto di Emma, Regina cercò di attirare la sua attenzione. "Pronto? Terra chiama Emma? Se ti sta venendo un infarto, grugnisci, cara."

Sbattendo le palpebre e scuotendo la testa, Emma finalmente si riprese. "Ciao, stai benissimo."

Regina si fece da parte per far entrare la bionda. "Entra un attimo, devo assicurarmi che Henry abbia cibo e acqua a sufficienza prima di uscire."

"Non si unisce a noi oggi?" Emma osservò incuriosita mentre Regina si aggirava in cucina.

Regina sorrise calorosamente e la sua voce si diffuse nella sala. "Non oggi, cara, mi affido a te per guidarmi. Ma porterò il mio bastone". Odiava usare quel bastone, ma odiava di più i commenti sgradevoli che riceveva quando usciva con Henry.

"Mi sculaccerai con quello se mi comporterò male?" Regina si limitò a ridacchiare mentre i suoi tacchi tornavano nel corridoio. "Non quel tipo di bastone, cara. Anche se non mi sorprende che sia stato il tuo primo pensiero."

Con la punta delle dita, Regina si avvicinò al portaombrelli accanto alla porta d'ingresso e sfilò il bastone bianco e brillante. "Anche se non è particolarmente alla moda, dovrà bastare." Disse, porgendo il gomito a Emma perché lo prendesse.

La mano di Emma era morbida e calda sul suo braccio. "Ma tu spacchi di brutto con il look sexy da donna cieca." Il suo commento le valse uno schiaffo scherzoso. "Meno cieca, se non ti dispiace, i miei occhi non sono ancora così male". Prima che questo possa smorzare l'atmosfera, adottò una postura regale e continuò. "Ora conducetemi alla mia carrozza."

Il "Sì, Vostra Maestà" venne ricompensato con una risatina.

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

Assicurate ai loro sedili, Emma partì.

"Allora, dove stiamo andando, cara?"

Cercando di essere gentile e misteriosa, Emma sorrise e disse semplicemente: "È una sorpresa."

"Oh bene, odio le sorprese." Emma ridacchiò alla risposta sprezzante di Regina. "Non sarà così male, te lo prometto."

Inclinando la testa, Regina considerò i luoghi in cui probabilmente la bionda le avrebbe portate.

"Hm... per favore, dimmi che non è il cinema. Per quanto mi piacciano i dialoghi e gli effetti sonori di basso livello, fissare uno schermo sfocato per due ore non è molto divertente per me. È come guardare un'ameba che si accoppia."

"Bel tentativo, ma no". Emma allungò la 'o'.

Regina valutò qualche altra opzione. "Oh no... Non dirmi che è un karaoke?"

Emma rise. "Non sarei così crudele; nessuno dovrebbe ascoltare come canto."

Picchiettando leggermente le unghie sul manico del bastone, cercò di pensare a qualcos'altro che Emma aveva in mente. Dopo qualche minuto ancora, tentò la psicologia inversa. "Non devi dirmelo."

"Sì, hai ragione, non sono obbligata." Emma 1, Regina 0.

"È qualcosa che hai cercato su Google?" Un'imprecazione scherzosa di Emma la fece ridere di nuovo. Punteggio: uno a uno.

"Non sei... ehm... allergica a qualcosa, vero?" La sicurezza di Emma venne assalita da un improvviso attacco di nervosismo.

Regina sembrava divertita. "No, cara, solo alla stupidità. Poi scoppio con il sarcasmo. Perché?"

"Ehm, nessun motivo. Proprio nessuno... Beh, siamo arrivate."

Entrando nel parcheggio, Emma parcheggiò e si affrettò ad accompagnare Regina fuori dall'auto. Infilando delicatamente il braccio di Regina sul gomito, la guidò verso l'ingresso.

"Salve! Benvenute a..." Portando rapidamente un dito alle labbra e strizzando l'occhio all'impiegata per evitare che rivelasse subito dove si trovavano, Emma acquistò due biglietti. La commessa le
fa entrare con un bel sorriso e un pollice in su. "Buona visita, ragazze."

Da quello che i sensi di Regina le dicevano, si trovavano ancora all'aperto, ma intorno a lei c'era un'abbondanza di profumi e un'esplosione di sfocature di colori diversi.

Dopo alcuni lunghi minuti di adattamento a tutto, finalmente superarono l'ingresso. Stringendo le dita attorno al braccio di Emma mentre avanzano, chiese finalmente: "Dove siamo?"

"Il giardino botanico." La risposta di Emma fu silenziosa, incerta se avesse davvero sbagliato a portarla qui. La visione di Regina era ancora un argomento delicato per la bruna e si era fermata all'ingresso.

"Oh Emma... È... È meraviglioso!" Usando il suo bastone, Regina si mosse velocemente lungo il sentiero di cemento, seguendo il suo naso. Evidentemente i tacchi non erano un ostacolo, nonostante il terreno irregolare.

Raggiungendola, Emma sorrise mentre Regina sfrecciava tra le piante con un'allegria quasi infantile. "Oooh è meraviglioso, vieni qui, presto!... Devi sentire questo odore! Evita questo come la peste..." Probabilmente era un bene che Henry fosse al sicuro a casa, quel poveretto sarebbe stato trascinato da un pilastro all'altro.

Pur non potendo vederle nel dettaglio, Regina riuscì a distinguere i colori delle diverse piante e pregò Emma di scrivere alcune di quelle che amava di più. Non potendo rifiutare, Emma scattò una foto con il suo telefono e la corredò con il nome della pianta. Più volte riuscì a immortalare Regina nell'inquadratura, con un fiore sul naso e un sorriso smagliante.

Dopo quasi un'ora di vagabondaggio fecero una pausa su un'elegante panchina in ferro battuto. "Ok, allora devo fare una confessione." Esordì Emma. "Avevi assolutamente ragione quando hai
detto che avevo cercato su Google cosa fare per il nostro appuntamento."

Dal canto suo, Regina sembrava un po' accaldata, ma era felicissima e ridacchiava con Emma.

"Nessuno è perfetto, cara. Cercare di trovare cose da fare che non implichino di vedere davvero le cose è un po' complicato."

Si allungò per prendere la mano di Emma, stringendola teneramente, con un'espressione riflessiva. "Sai, credo che questa sia la prima volta che qualcuno si è preso la briga di pensare a cosa sia un appuntamento dal mio punto di vista. Questo significa molto per me."

Emma sorrise e ricambiò la stretta. "Ero così preoccupata di aver rovinato tutto."

"Non ancora cara, anche se il pomeriggio è ancora giovane." Emma sbuffò scherzosamente infastidita. "Oh cielo, un lupo cattivo ti ha sostituito? Devo preoccuparmi?" L'impertinenza del marchio Mills ha dimostrato di essere migliore del più diretto concorrente sul mercato.

Ridacchiando, entrambe si alzano e continuano a esplorare i giardini.

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

Mentre Regina faceva una piccola deviazione per incipriarsi il naso nella toilette, Emma si diresse verso il negozio del posto. Dopo una breve discussione sulle piante che erano piaciute di più a
Regina, come confermato dalle foto sul telefono di Emma, fece un acquisto da ritirare alla loro partenza.

Tornando alla panchina su cui si erano sedute prima, fu spiacevolmente sorpresa di scoprire che Regina non era sola. Un giovane ragazzo dai capelli scuri stava evidentemente cercando di esercitare il suo fascino su di lei, senza avere molta fortuna.

"Sono sicura che lei è un giovane uomo adorabile, ma semplicemente non sono interessata." La voce di Regina poteva variare dall’essere la cosa più dolce da sentire, all’essere tagliente come il
vetro. Al momento era relativamente uniforme, ma stava rapidamente perdendo terreno nel tiro alla fune verso l'irritazione.

"Ma perché non puoi." *bang* "... non puoi semplicemente." *bang* "... darmi un." *bang* "... ti dispiacerebbe non farlo, per favore?"

Regina teneva il bastone in piedi e lo faceva sbattere rumorosamente contro il pavimento ogni volta che lui parlava, interrompendo il suo discorso.

"Oh, scusate, ho interrotto la tua concentrazione?" La Regina Cattiva era evidentemente all'altezza del suo nome. "Inoltre, sto aspettando..." Si interruppe quando vide una macchia a forma di Emma. "Eccoti qui, cara."

"Ti presento Emma, la mia ragazza." Riuscendo a non inciampare nei propri piedi, Emma si accasciò quasi con grazia sulla panchina accanto a Regina. Per rendere più chiaro il suo messaggio,

Regina la avvicinò a sé e circondò con un braccio le costole di Emma.

Il cuore di Emma minacciò di uscire dal suo petto e il suo sorriso sembrò un po' plasticoso, mentre lei faceva lo stesso con il suo braccio.

"Oh... ehm... sì, scusate, non mi sono... ehm... reso conto... buona giornata!" Il ragazzo si allontanò quasi di corsa.

Nessuna delle due si mosse per alcuni istanti, non volendo essere la prima a rompere la piccola bolla in cui si erano ritrovate.

Prendendo la palla al balzo, Emma parlò con esitazione. "Allora, ragazza, eh?"

"Troppo presto?" Regina ridacchiò. "No! Sì... forse?" Emma era nervosa. "Anche se l'ho detto per liberarmi dell'idiota, speravo che un giorno saremmo state più che amiche. Dopotutto il nostro è un appuntamento."

"Io... anche a me piacerebbe." Rilassando la sua postura, Emma si appoggiò un po' di più a Regina, incoraggiata mentre lei faceva lo stesso.

Rimasero sedute lì fino a molto più tardi, quando la donna della reception emise un educato colpo di tosse. "Mi dispiace, tra poco è l'ora di chiusura ragazze, oggi dobbiamo chiudere presto. Per quanto ci piaccia che siate qui, per favore non diventate residenti fissi."

Mentre uscirono, ritirarono l'acquisto di Emma.

"Non ti ho preso nulla quando sono venuta a prenderti, perché sapevo che non c'era alcuna possibilità che un fioraio potesse reggere il confronto con il luogo in cui stavamo andando, quindi ti ho preso qualcosa adesso." Emma porse il sacchetto a Regina.

All'interno, un involucro di pluriball e cellofan è avvolto in un tubo intorno a un'orchidea in vaso: Oncidium Sharry Baby, detta anche Orchidea di cioccolato.

"Sembrava proprio che ti piacesse; profuma di cioccolato e non ho saputo resistere. Oh, ehi, cosa c'è che non va?" Emma sembrò allarmata nel vedere gli occhi di Regina riempirsi di lacrime non versate.

Riuscendo quasi a non far cadere l'orchidea sul pavimento, abbracciò forte Regina.

"Nessuno si è mai preso il tempo di notare i miei gusti prima d'ora, nemmeno le piccole cose come i fiori che preferisco. Non a tutti piace ricevere un mazzo di armi letali, scusa, volevo dire rose."

Mettendo in scena il peggior accento alla Humphrey Bogart possibile, Emma cercò di farla sorridere. "Fai la spiritosa con me, ragazzina, ti tratterò alla grande."

Tirando un po' su con il naso, ma sorridendo comunque, Regina le diede uno scherzoso buffetto sul braccio mentre partivano. "Sei una sciocca."

"Ti ha fatto sorridere, ne è valsa la pena."






Spazio dell'autrice:

Hi pargoli.
Questo capitolo era abbastaza cortino e sono riuscita a tradurlo in poco tempo. Cercherò di mettermi sotto con la traduzione e pubblicare più capitoli possibile.
Come ben sapete tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.

Blind leading the blind - Chapter 5 - alexeizenhart - Once Upon a Time (TV) [Archive of Our Own]
Spero vi piaccia.
Baci spellari, Vaniglia.

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Capitolo 6
*** In which Ruby gets an updade ***


Dopo essere riuscita a evitare le insidie di quel terribile labirinto che si chiamava 'Il primo appuntamento', Emma era felice oltre ogni aspettativa.

Nemmeno la sua VW che si era rotta ("Mi dispiace signora. Ci vorrà almeno una settimana per i pezzi di ricambio."), i graffi che si era procurata inseguendo un bersaglio tra le siepi del giardino ("Lasciami andare! Non ho fatto niente!") o il fatto di essere stata inzuppata da una vicina di casa troppo entusiasta di pulire i vetri e di rovesciarle addosso il secchio dell'acqua insaponata ("Scusa Em! Bella... ehm... camicia bagnata.").

*ping*

LaReginaCattiva: "Perché ho dei dipendenti?"

La mia salvatrice: "Non puoi fare tutto da sola?"

Regina alla fine aveva ceduto e aveva implorato, beh, non implorato, le Regine non implorano mai, "chiesto gentilmente" che Emma desistesse dall'usare quell'atroce sciocchezza del "txt spk". Se non l'avesse fatto, avrebbe minacciato la sua giacca di pelle preferita, la sua auto e Henry di sbavarle addosso.

Anche se la sua punteggiatura avrebbe bisogno di un po' di lavoro, almeno il telefono di Regina ora riusciva a leggere i messaggi di Emma senza bisogno di alcuna ginnastica mentale.

LaReginaCattiva: "Davvero, perché? Credo che la maggior parte di loro dovrebbe essere ancora a scuola; non possono essere lasciati senza sorveglianza."

La mia salvatrice: "Almeno tu hai Belle. È simpatica."

Non per la prima volta, Emma fu grata che Regina avesse un'assistente capace come Belle.

In cambio di non dire una parola sulla 'riunione di sesso perverso in ufficio', aveva accettato di essere corrotta con i dolci occasionali della sua pasticceria preferita.

Il fatto che Belle sapesse che non era andata proprio così e che Regina sapesse che Belle lo sapeva, non era stato detto a Emma.

Quando Belle sollevò la questione a Regina, quest'ultima si limitò a scrollare le spalle e a fare una risatina. "Consideralo un vantaggio per tutti, cara. Tu avrai i pasticcini, io avrò un'assistente felice in preda a un'ondata di zuccheri che potrà svolgere il suo lavoro ancora più velocemente."

LaReginaCattiva: "È vero. Proprio oggi è riuscita a evitare che quattro gravi errori venissero mandati in tipografia."

Appena docciata e vestita con abiti asciutti, Emma si sedette sul suo divano e ridacchiò. Non era la prima volta che Regina parlava di questi problemi, e si chiese che tipo di errori potessero essere stati introdotti. Parole sconce? Grafica leggermente indecente?

La mia salvatrice: "Qualcuno ha inserito delle parolacce?"

LaReginaCattiva: "Niente di così infantile, cara. L'ortografia errata nei nomi degli autori. Il genere di cose per cui verremmo denunciati."

Emma sorrise e scrisse un altro messaggio.

La mia salvatrice: " Awww, noioso. Io avrei inserito tutti i nomi con doppi sensi."

LaReginaCattiva: "Ed è per questo che non lavori per me."

La mia salvatrice: "Ma pensavo di piacerti [broncio]."

Il telefono di Emma squillò quasi subito, mostrando il nome di Regina e una delle foto che era riuscita a scattarle nel giardino botanico. Alcune erano leggermente sfocate, ma la maggior parte era venuta bene.

"Certo che mi piaci, cara. Non dubitarne mai." Emma poteva sentire il sorriso affettuoso nella sua voce. Regina sapeva che la bionda era leggermente insicura del loro rapporto nascente e non perdeva occasione per ricordarglielo.

"Avete finito per oggi?" Chiese Emma.

"Perché pensi che mi stia lamentando della mia collezione di idioti? Oh, scusami, volevo dire idioti e Belle." Regina ridacchiò un po'. "Inoltre cerco di mantenere un orario d'ufficio regolare, cara."

Guardando l'ora sul telefono, Emma fece una smorfia mentre il suo stomaco brontolava.

"Ah, la bestia è sveglia!" A quanto pare era abbastanza forte da farsi sentire da Regina.

Emma sbuffò e incrociò le braccia. "Ma le ho dato da mangiare a... ora di pranzo... aspetta, in realtà no, stavo inseguendo un bersaglio attraverso una siepe."

"Emma cara, so che mi pentirò di avertelo chiesto, ma lo farò: perché stavi inseguendo un bersaglio attraverso una siepe? Era una specie di giardiniere?"

Ispezionando i tagli appena fasciati sulle mani, Emma trasalì un po'. "Era un altro fuggitivo, il piccolo idiota pensava di poter scappare scavalcando una recinzione nel giardino di qualcuno. Alla fine l'ho preso, ma mi sono fatta qualche graffio."

"Aww, poverina." La voce di Regina era miele caldo nel suo orecchio. "Vuoi un bacio per guarirle?"

Emma si sollevò con attenzione sul divano. "D-davvero?" Questa era una novità.

"Oh sì, cara." La voce di Regina scese di un'ottava, diventando roca e indugiando sul sì. "Subito dopo che tu..." Emma ansimò nel telefono. "Prenderai un po' di..." Imprecando e arrossendo un po' per la piega che stava prendendo la cosa, Emma si morse il labbro e cercò di rimanere ferma. "Cibo da mangiare!"

Il "Awww, andiamo!" di Emma fece ridere Regina a squarciagola, anche se fu nuovamente interrotta dal lamento dello stomaco di Emma.

"Vai a nutrire la bestia cara, sembra che ne abbia bisogno dopo tutto l'esercizio di oggi. Io devo preparare la cena per me e dare da mangiare anche a Henry. Cerca di non bruciare l'acqua questa volta."

"Sapevo che non avrei dovuto dirtelo, e l'ho fatto solo una volta, una!" Emma brontolò mentre Regina le riagganciava il telefono.

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

Scoprendo che il suo stile di vita da nubile aveva portato alle inevitabili scelte alimentari di spaghetti liofilizzati, patate ammuffite e in qualche modo mezza cipolla, Emma decise di ridurre le perdite e di andare a mangiare fuori.

Quando si recò alla tavola di Granny, fu accolta da un'entusiasta Ruby. "Emma! Sei viva. Oh, per lo più viva." A quanto pare, usare cerotti ricoperti di coccinelle non era il massimo se voleva essere discreta.

Strofinandosi la nuca, Emma sorrise in modo peccaminoso mentre si sedeva al bancone. "Sì, le siepi sono pericolose, chi l'avrebbe mai detto?"

"Non ti vedo dall'ultima volta che sei stata qui con quella brunetta sexy." Ruby era seduta sul molo della Baia dei Cigni, a caccia di pettegolezzi.

Emma adottò la sua migliore espressione da cucciolo ferito. "Dai Rubes, almeno fammi mangiare prima. Sto morendo di fame!"

Piegando le braccia, Ruby si appoggiò con disinvoltura al bancone e si controllò le unghie. "Hm..."

Lo stomaco di Emma minacciava di ribellarsi e lei contrattò in fretta. "Rubes, il mio solito, per favore? Mi farò perdonare... Ehm... ti dirò dell'appuntamento."

"Appuntamento, quale appuntamento!? Emmmmmaaaa mi stai nascondendo qualcosa!" Ruby si riscosse all'istante e si precipitò a portare il suo ordine in cucina, prima di tornare indietro. A quanto pare la vita sentimentale di Ruby era di nuovo in crisi, se era così curiosa; aveva l'abitudine di vivere attraverso la bionda quando poteva.

Allungando la mano, Emma prese una forchetta e giocò con i denti. "Allora, la brunetta sexy si chiama Regina e siamo uscite insieme."

Lo strillo di Ruby avrebbe infastidito la maggior parte dei cani se si fossero trovati nella tavola calda. "Ti prego, dimmi che non hai combinato un pasticcio." La serie di appuntamenti di Emma fino a quel momento era stata... sfortunata.

Prima c'era stato Edd, un ragazzo abbastanza simpatico. Forse un po' giovane. Nessuna abitudine spiacevole; masticava con la bocca chiusa e conosceva i punti più fini dell'applicazione del deodorante. Dirigente di medio livello in una società specializzata in servizi informatici.

Purtroppo, aveva incontrato Adam Grant, un precedente bersaglio, che non aveva accettato di buon grado di essere trascinato in prigione e ora era più povero di decine di migliaia di dollari. Adam si era imbattuto nella coppia felice durante il loro appuntamento in un ristorante e aveva deciso di fare una scenata.

Era comprensibile che Edd se ne fosse andato in fretta, mentre Emma era inginocchiata sulla schiena di Adam in attesa dell'arrivo della polizia.

Poi c'era Carol.

Carol era una donna piacevole, dell'età di Emma, con i capelli biondi e le punte tinte di rosa. Lavorava al rifugio per animali locale ed era ben felice di raccontare le sue esperienze lì. A volte con dettagli forse strazianti.

Il loro appuntamento allo zoo era iniziato abbastanza bene; nella mente di Emma, la donna amava gli animali e dove meglio dello zoo si potevano vedere animali esotici?

Sfortunatamente, lo zoo aveva una giornata di formazione e la maggior parte del personale era occupata quando alcuni animali colsero l'occasione per scappare. Dopo aver visto da vicino diverse specie esotiche, compresi serpenti che potevano o meno ("Probabilmente no, non sei morta... ehm... ancora?") essere velenosi, l'inizio promettente dell'appuntamento si concluse bruscamente con un viaggio al pronto soccorso.

L'ultima volta che l'aveva sentita, Carol aveva lasciato il lavoro, ora lavorava in una biblioteca e seguiva una terapia settimanale per gli incubi ricorrenti.

"Non sono poi così male, Rubes. Sono solo stata sfortunata." Emma le fece il broncio. Ruby la guardò con un sopracciglio alzato. "No, davvero, sono riuscita a concludere un appuntamento con un lieto fine."

La risata sguaiata di Ruby si diffuse nel locale, mentre Emma arrossì per quello che aveva inavvertitamente detto.

"Cioè, lei era felice, noi eravamo felici... Aspetta..." Ruby rise ancora di più, facendole un occhiolino scherzoso. "Certo Em, come vuoi tu."

Emma appoggiò le braccia sul piano del bancone ed emise un sospiro infastidito. "Sei terribile."

"Come puoi dire questo? Ti ho portato da mangiare." Ruby depositò un piatto di formaggio grigliato e anelli di cipolla davanti alla bionda, facendole alzare la testa per il delizioso profumo. "E ti parlo di tutti i tuoi piccoli problemi. Per esempio, sono riuscita o no a dissuaderti dal fare domanda per quel lavoro di spogliarellista?"

In un momento difficile della sua vita, Emma aveva un disperato bisogno di pagare le bollette e si trovava nella tavola calda per dare un'occhiata agli annunci di lavoro sul giornale. Con poco da mostrare per le sue qualifiche oltre al diploma di scuola superiore, le sue opzioni erano limitate.

Fortunatamente, Ruby aveva notato l'elenco dei potenziali lavori della bionda e l'aveva messa in guardia da alcuni, tra cui quello di ballerina di pole dance in uno degli strip club locali.

"Scusa Rubes, sai quanto lo apprezzo. L'appuntamento è andato bene, anzi benissimo. Siamo andate all'orto botanico, che le è piaciuto molto, e le ho comprato un'orchidea di cioccolato."

L'espressione di Emma era passata da infastidita a felice. "Fare caso alle piccole cose significa molto per lei."

Sorridendo, Ruby le diede una pacca sulla spalla. "Sembra una persona da tenere d'occhio, Em. Cerca di non rovinare tutto."

Ricevendo uno sbuffo scherzoso, Ruby la lasciò a mangiare.

 
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Mentre Emma si dirigeva a casa con il suo stomaco bestiale riempito con successo, Regina era dall'altra parte della città con i piedi in alto e un audiolibro che scorreva tranquillamente nelle sue cuffie.

"Oh Mary, il nostro amore è per sempre. Ti troverò sempre." Si tolse le cuffie con fastidio e fermò la riproduzione.

Il libro sembrava così allettante, ma stava rapidamente mettendo a dura prova la sua pazienza. Quella che era iniziata come una storia d'amore tra due donne sorprendentemente normali, era degenerata rapidamente dopo che una delle due aveva deciso 'improvvisamente' che il suo cuore giaceva con il simpatico giovanotto in cui si era imbattuta mentre ritirava i panni in lavanderia.

Regina aveva provato a resistere e a vedere se si trattava di un espediente temporaneo, ma quasi un'ora dopo era previsto un matrimonio. Sbuffò, peccato che non ci fosse un personaggio malvagio a interrompere la piccola scena idilliaca.

Non sarebbe stata una sorpresa se l'editore dell'autrice avesse suggerito un cambiamento di direzione dopo aver letto la prima stesura e avesse voluto che il libro si rivolgesse a un pubblico più ampio.

Sospirando, Regina si sentì leggermente tradita. Era davvero così difficile trovare un libro che non fosse così eteronormativo di questi tempi? Di questo passo, forse avrebbe dovuto chiedere a
Belle di tirare fuori tutti i romanzi d'amore non etero particolarmente interessanti che aveva trovato, giusto per variare.

Avvertendo che qualcosa non andava, Henry spinse la testa sulle sue ginocchia e sbuffò un po'. Strofinandogli la testa con affetto, Regina sorrise. "Vuoi solo dei croccantini."

Henry abbaiò e iniziò a scodinzolare, ben sapendo cosa significasse la parola con la 'c'. Si sistemò sulle cosce e sollevò la zampa nella tradizionale posizione della 'stretta di mano'.

Con una posa altezzosa, Regina lo guardò dall'alto in basso. "Io sono la Regina Cattiva! La tua felicità non mi riguarda." Sogghignò.

Sfidando la sorte, Henry emise un adorabile mugolio e puntò i suoi occhi luminosi su quelli di Regina.

Con finto fastidio, Regina cedette. "Va bene, solo per questa volta."

Il fatto che il 'solo per questa volta' sia stato detto tra loro due più volte di quanto Regina volesse ammettere, non è importante.





Spazio dell'autrice: 

Hi pargoli.
Ecco qui il sesto capitolo.
Come ben sapete tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.

Blind leading the blind - Chapter 6 - alexeizenhart - Once Upon a Time (TV) [Archive of Our Own]
Spero vi piaccia.
Baci stellari, Vaniglia.
 

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Capitolo 7
*** In which there is a second date ***


Seduta alla sua scrivania, Regina appoggiò il mento sulla mano e lottò per mantenere l'attenzione sul suo lavoro. C'era ancora molto da fare per l'ultimo ciclo di pubblicazioni, eppure i suoi pensieri continuavano a vagare.

Si sentì bussare alla porta prima che una familiare testa bionda facesse capolino. "Ciao Queeny!"

Roteando scherzosamente gli occhi, Regina le fece cenno di entrare. Il tentativo di lavorare oggi si stava rivelando infruttuoso, quindi tanto valeva avere una scusa per distrarsi.

Regina alzò appena il sopracciglio. "Perché ti ostini a chiamarmi con questo stupido soprannome?"

"Non ti piace?" Il broncio di Emma non si vedeva, ma si sentiva abbastanza bene nel suo tono.

"Solo da te, cara. Cosa posso fare per te?"

Il sorriso di Emma era decisamente perfido, mentre si muoveva intorno alla scrivania di Regina, appollaiandosi sul suo bordo. "È più un caso di cosa posso fare io per -te-..."

"Non ti seguo..." Regina sembrava un po' confusa.

Chinandosi, Emma premette le labbra sulla guancia di Regina, dandole dei leggeri baci sempre più vicini alle labbra. Le cullò il viso tra le mani. "Miss Mills?"

Perché Emma l'aveva improvvisamente chiamata 'Miss Mills'? Regina si avvicinò ad Emma per afferrarla per il davanti della camicia. Sicuramente qualcosa da esplorare un'altra volta.

"Miss Mills! Regina!"

Riprendendosi, la sua Emma scomparve in una nuvola di fumo viola. Regina scosse la testa. Oh, niente Emma. Inoltre, la sua mente voleva sapere da quando Emma era la 'sua Emma'?

"Oh, mi dispiace Belle. Devo aver sognato a occhi aperti."

Belle aveva guardato un po' preoccupata il suo capo, trovandola completamente assopita con un tenue sorriso sul volto. Dopo vari tentativi di chiamarla per nome e aver iniziato a innervosirsi quando non rispondeva, pensò brevemente se il suo capo l'avrebbe licenziata per averle dato uno schiaffo terapeutico sulla guancia.

"Nessun problema, capo. È andata in un posto carino?" Belle aveva notato un comportamento sempre più strano da parte di Regina. Era decisamente più felice, dopo Emma. Una cosa che Belle considerava un vantaggio se questo significava evitare di far piangere quotidianamente i membri del suo staff.

Regina emise un delicato colpo di tosse e scosse la testa. "Stavo solo pensando a Emma."

"Mh hmm... certo." Belle le rivolse un sorriso e finse di coprirsi le orecchie. "Lalalalala non sto ascoltando..."

"Devo ricordarti chi ti paga lo stipendio, cara?" Il sorriso di Regina era fin troppo dolce.

Belle rise: "Non è necessario; tecnicamente ne è responsabile la Contabilità. Ehi!" Anche se la sua precisione era un po' scarsa, Regina era comunque riuscita a colpire Belle con un pezzo di carta appallottolato. "Questo conta come aggressione, lo sa?"

"Per favore, parlane con le Risorse Umane, cara. Così avranno qualcosa da fare." Il numero di lamentele ricevute dal dipartimento era diminuito negli ultimi tempi, probabilmente perché Regina non scattava più contro le persone.

"Puoi dirmi dove sbattere la testa, capo, ma le cose tra voi due vanno bene?" Questa volta Belle non accennò a deridere.

Regina si limitò a ridacchiare. "Sì, cara, finora abbiamo avuto un appuntamento e la porterò fuori per un altro."

"Perché ne sento parlare ora? È una notizia enorme, capo!" Belle si mise a sedere sulla sedia di fronte alla scrivania di Regina, preparandosi mentalmente a sventolare i pon-pon di incoraggiamento.

"Non te l'ho detto prima?" Regina scosse la testa. "Oh, ops. Sì, siamo uscite insieme e, tanto per cambiare, con successo." Le cheerleader interne di Belle sono ora in stand-by.

Belle sembrò scioccata. "Lei, Regina Mills, amministratore delegato e la persona più pignola del mondo, si è goduta un appuntamento!"

Sedendosi sulla sedia del suo ufficio, Regina sorrise calorosamente. "Emma si è presa la briga di cercare cosa mi sarebbe piaciuto per il nostro appuntamento. E non ci sono state nemmeno le rose."

Fischiando, Belle sembrò impressionata. "Se le cose non dovessero funzionare, si assicuri che abbia il mio numero, capo."

"È mi... *ahem* Vai a fare... qualcosa che riguardi il lavoro." Dopo essere stata colpita da un'altra palla di carta, questa volta in modo più preciso, Belle capì l'antifona.

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

L'organizzazione del secondo appuntamento richiese a Regina più tempo di quanto avrebbe voluto. Emma aveva posto l'asticella in alto portandole in un posto così premuroso, anche se aveva barato e aveva cercato prima.

Doveva essere qualcosa che piacesse a entrambe (non il cinema o le arti figurative), che non comportasse molto alcol (la degustazione di vini era esclusa) e che non mettesse Emma troppo a disagio (niente lezioni di ballo).

Il fastidio di Regina per il calo della vista era decisamente aggravato dall'interferenza con una cosa quotidiana come l'organizzazione di un appuntamento.

Battendo le unghie sulla scrivania mentre strizzava l'occhio al portatile, cercò di pensare a ciò che poteva piacere a Emma. Evidentemente si teneva in forma, visto che per lavoro dava la caccia alle persone. Forse una gita in palestra?

Una giuria in miniatura spuntò da una nuvola di fumo viola e atterrò sulla sua scrivania. Dopo una breve discussione, i giudici assegnano un punteggio medio di 3/10 a questa idea, anche se il giudice italiano era troppo impegnato a flirtare con quello svedese per votare.

Accaldarsi e sudare insieme non era un buon materiale per un appuntamento, almeno, non quel tipo di appuntamento.

Ok, quindi non la palestra. Proseguendo per la tangente, che ne dite di una visita alle terme? Non comportava la visione di molto, anche se ci sarebbe stata la nudità. Oddio, una Emma nuda e così vicina...

Mentre Regina era distratta da come sarebbe potuta apparire Emma con solo un asciugamano, e con un'altra breve conferenza, i giudici assegnarono a questo episodio un 6/10. Il giudice francese assegnò un punto bonus per la nudità di buon gusto, mentre il giudice britannico si astenne.

Regina fece una smorfia, scuotendo la testa. È troppo presto per una cosa del genere. Vediamo se si può restringere il campo: cosa piace a Emma?

La sua auto, la sua giacca e il cibo.

Dato che evidentemente ci stava pensando troppo, la Regina Cattiva scese dalla spalla di Regina e atterrò accanto al tavolo dei giudici, seguita rapidamente dalla Regina Buona.

Forse una specie di gara o un evento di auto d'epoca? Certo, non vedrebbe molto, ma Emma si divertirebbe e lo sentirebbe di sicuro. I giudici assegnarono 4/10 a questa idea, anche se il giudice italiano aveva smesso di flirtare e stava facendo il rumore di un'auto da corsa, con grande disappunto del giudice svedese.

Alzando gli occhi, la Regina Cattiva si appropriò di uno dei cartelli di voto, scarabocchiandolo con un pennarello, mentre la Regina Buona cercava di placare il giudice tedesco, ormai sconvolto, con un bicchiere di sidro.

Reggendo il cartello perché Regina lo vedesse, si poteva leggere "Cibo!!!"; la Regina Cattiva si rese conto che lei non sarebbe stata in grado di leggerlo e sbatté le mani in faccia.

Dopo altri minuti di riflessione, Regina si rese conto che non era in grado di leggere il cartello e fece una smorfia. Aspetta, cibo! Emma faticava a cucinare da sola, forse potrebbero seguire una lezione di cucina insieme.

Quando Regina ebbe finalmente un'idea, la Regina Cattiva si limitò a scuotere la testa e a commiserare la Regina Buona. I giudici le assegnano 9/10, sottraendo un punto per il probabile pasticcio in cui andranno a cacciarsi, prima che tutti spariscano in una nuvola di fumo viola.

Avendo finalmente un'opzione valida, chiamò Belle nel suo ufficio. "Belle, cara? Ho bisogno che tu faccia qualcosa che non sia legato al lavoro."

Belle entrò nell'ufficio di Regina, comprensibilmente cauta. "È illegale? L'ultima volta che l'ha detto..." Si interruppe.

La risata di Regina non era incoraggiante. "Non questa volta, ho bisogno che mi trovi un corso di cucina locale adatto a partecipanti ipovedenti."

"Uhm... ok? Non pensavo che avesse bisogno di lezioni, capo; le torte di mele che ha preparato erano deliziose, e anche i biscotti. Ooohh e i brownies..." Il volto di Belle era un'immagine di beatitudine indotta dai dolci.

"Non è solo per me; Emma e io parteciperemo." Regina sorrise. "Credo sia ora che Emma impari a cucinare senza essere un pericolo per sé stessa."

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

La mattinata di Emma venne migliorata da un messaggio della sua brunetta preferita.

LaReginaCattiva: "Pronta per il nostro secondo appuntamento?"

La mia salvatrice: "E ciao anche a te! Quando e dove?"

LaReginaCattiva: "Sarebbe accettabile un pomeriggio di un giorno feriale?"

La mia salvatrice: "Stai evitando il lavoro per me? Sono lusingata."

LaReginaCattiva: "Lo prendo come un sì. Martedì alle 13.30? Passo a prenderti."

La mia salvatrice: "Per me va bene [bacio ammiccante]"

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

Nonostante i minacciosi tuoni in alto, quel pomeriggio il martedì era asciutto. Mentre un temporale minacciava di bagnare le nostre protagoniste con un acquazzone, aveva trascorso troppo tempo a fare da spalla ad altri bei temporali e aveva avuto un improvviso caso di paura da palcoscenico.

Arrivata davanti all'appartamento di Emma in taxi, aspettò che la bionda apparisse. Era di nuovo senza Henry; anche se le era stato detto che era il benvenuto in classe, pensò che fosse meglio non sfidare la sorte avendolo intorno a così tanto cibo.

"Ciao Queeny! Scusa se mi sono dilungata così tanto..." Emma si interruppe vedendo l'abbigliamento di Regina. "Indossi i jeans."

Regina ridacchiò, mentre Emma si fermò di botto salendo sul taxi. "Beh, sì, cara. Saranno pratici per il nostro appuntamento."

"Indossi i jeans." Sembrava che la mente di Emma fosse bloccata in un loop e non fosse in grado di comprendere Regina con qualcosa di così casual.

Tirando delicatamente il braccio di Emma, riuscì a farla entrare e a chiudere la porta. Il tassista a questo punto stava ridacchiando tra sé e sé, godendosi la reazione di Emma. "Sì, i jeans; quei pantaloni fatti di denim. Sono sicura che tu li conosca, visto che ne indossi un paio anche tu."

Questo sembrò far uscire Emma da qualsiasi stato di stordimento nel quale si trovasse e la fece arrossire abbondantemente. "Scusa, ma sembri così... non so... sempre in ordine, e non me l'aspettavo."

Regina sorrise e strinse la mano di Emma dopo che questa si fu allacciata la cintura. "Mi vesto in modo appropriato per l'occasione, Em-ma."

La mano di Emma si strinse leggermente mentre cercava di stare ferma, sussurrando "Non è giusto!" Si schiarì la gola e chiese con voce più normale "Allora, dove andiamo?"

"È una sorpresa, cara."

"Oh bene, odio le sorprese." Emma ridacchiò con lei.

"Touché." Regina rispose con uno sguardo divertito. "Diciamo che le cose potrebbero diventare un po'..." La voce di Regina si abbassò. "Bagnate..." Poi si abbassò ulteriormente fino a diventare un sussurro fumoso. "E disordinate."

"Re-gi-na!" Il volto di Emma era rosso fuoco e fissava Regina e il loro autista, che ora rideva fragorosamente per la situazione in cui si trovava la bionda. "Tu mi ucciderai, lo sai vero? E come mai lui lo sa?" Tentò di lanciare un'occhiataccia e di indicare il tassista.

Il tassista, ridacchiando, le spiegò. "Non dia la colpa a me, signora; la sua donna mi ha solo detto l'indirizzo. Quello che fate lì sono affari vostri." Lui sapeva esattamente cosa succedesse all'indirizzo che gli era stato dato, avendolo frequentato più volte con il suo ragazzo.

Emma, brontolando, mise un adorabile broncio e si sedette di nuovo al suo posto.

Regina cedette, usando le sue dita per guidarla verso Emma e baciandole la guancia. "Non arrabbiarti, cara, ti divertirai. Forse ci sarà anche la torta."

Come Belle, non ci voleva molto per convincere Emma con promesse di prodotti da forno.

"Cioccolato?" Il tono di Emma era così speranzoso.

"Forse, vedremo."

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~

 
Poco dopo, il taxi le lasciò davanti a quello che si rivelò essere uno degli edifici universitari locali.

"Stiamo andando a scuola? Avrei dovuto portare la mia uniforme?" Emma sembrava un po' confusa.

Regina vacillò e arrossì un po'. Non pensare a Emma vestita da scolaretta. Con una gonna indecentemente corta. -Non- farlo...

"N-no. Ho pensato che potremmo fare qualcosa di divertente." Regina prese la mano sinistra di Emma, tenendo il bastone nella destra. "Visto che lo scoprirai abbastanza presto, andremo a un corso di cucina."

"Ma io non so cucinare..."

"E io non ci vedo. Tu devi essere i miei occhi... guidare le mie mani..." Regina impedì loro di continuare a camminare e pose le sue mani sotto quelle di Emma, muovendole delicatamente entrambe allo stesso tempo.

Emma deglutì rumorosamente. "Oh."

"Non sembra divertente?" La voce di Regina era scesa allo stesso tono roco che aveva usato nel taxi e arrivava dritta alla pancia di Emma. Ridacchiò quando ottenne un cenno di assenso con la testa.

"Allora andiamo, non sarebbe bello se arrivassimo in ritardo. Cerchiamo l'edificio delle arti culinarie, stanza due."

 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~

 
Riuscendo a trovare l'edificio e la sala giusta, arrivarono con un po' di tempo a disposizione. Evidentemente si trattava di un corso per coppie, pensato perché le persone si godessero il tempo in classe tanto quanto imparassero effettivamente a cucinare qualcosa.

Indossati i grembiuli e i cappelli dotazione (con un'angolazione sbarazzina nel caso di Emma), ascoltarono educatamente la loro docente, la signora Lucas.

"Benvenuti a tutti! Poiché vedo alcune facce nuove, mi presento. Sono la signora Lucas, anche se la maggior parte delle persone mi chiama Granny. Oggi faremo una cosa semplice e prepareremo dei biscotti."

L'interruzione di Emma con un entusiastico "Sì!" fece ridere tutti e lei arrossì un po'.

"Almeno una fan, allora." Granny continuò. "Lavorerete a coppie, ogni postazione ha gli ingredienti e l'attrezzatura di cui avrete bisogno. Per prima cosa, la dimostrazione."

Granny pesò metodicamente il burro e lo zucchero in una ciotola e li unì a crema con una spatola. "Anche se potreste farlo con un mixer, non ci fidiamo di voi per quanto riguarda le dita." La classe rise. "E poi fa bruciare un po' di calorie. Una volta che il composto è diventato di colore chiaro, aggiungete la farina e il lievito con un setaccio."

Aggiunse la farina, mescolando lentamente. "Anche in questo caso potete usare un mixer, ma ricordatevi di iniziare a bassa velocità, a meno che non vogliate ricoprire voi, il pavimento, il soffitto e il cane."

Con un cucchiaio dosatore, Granny aggiunse qualche goccia di estratto di vaniglia, mescolando accuratamente. "A questo punto, potete separare il composto e cuocerlo. Se volete, potete aggiungere alcuni degli extra che vi sono stati forniti, come le gocce di cioccolato."

Emma esclamò un altro " Siiiiiiii!" tra il divertimento di Regina e il sussurro affettuoso di "Bambina".

Spolverando il piano di lavoro con la farina, Granny vi rovesciò l'impasto e lo stese. "Ora, se siete a casa, sentitevi liberi di usare le formine per biscotti della dimensione che preferite. Purtroppo, non siamo a casa, quindi niente forme volgari per favore." La classe rise di nuovo.

"Quando siete soddisfatti, stendeteli sulla teglia e infornateli. Non dovrei dirlo, ma le norme di sicurezza lo impongono per non essere citati in giudizio. *ahem* Non mettete le mani su nulla all'interno del forno, è caldo e vi brucerà." Granny canzona l'ultima parte.

"Infornate per dodici minuti, finché non saranno dorati o finché non vi sarete stufati di aspettare e avrete fame. Domande?" La classe scosse collettivamente la testa. "Fantastico, buona fortuna!"

Girando per la classe, Granny controllò che tutti avessero il necessario. Quando si avvicinò al banco di Emma e Regina, sorrise. "Avrei dovuto sapere che saresti stata così felice di fare i biscotti, Emma. E chi è questa bella signorina?"

Emma si strofinò timidamente la nuca. "Ciao Granny. Lei è Regina. Regina? Lei è Granny, la nonna di Ruby."

"Piacere di conoscerti, Granny." Regina offrì, ricevendo una salda stretta di mano.

"Anche per me." Granny sorrise. "Cerca di non rovinare tutto, Em". Sussurrò non abbastanza piano all'orecchio di Emma.

Emma si sistemò il suo cappello e arrossì, sapendo che Regina l'aveva sentita. "Se avete bisogno di qualcosa, fatemelo sapere." Granny le lasciò fare.

Regina si limitò a sorridere. "Tutte le donne Lucas si prendono cura di te, cara?"

"Sono amiche intime, quasi di famiglia, credo." Emma alzò le spalle. "Ora, prepariamo i biscotti!"

Con un po' di fortuna e con le mani calde di Emma che guidano quelle di Regina, riuscirono a mettere gli ingredienti nella ciotola senza troppo disordine, anche se i loro grembiuli sono ora coperti da un po' di tutto.

"Oh uhm... c'è un po' di farina..." Con una mano, Emma tolse delicatamente la farina dalla guancia di Regina, guadagnandosi un sorriso.

Dopo aver sistemato il pasticcio appiccicoso sul piano di lavoro, si trovano di fronte alla decisione più importante: quale stampino per biscotti usare?

Inclinando la testa, Regina sembrò pensierosa. "Ce n'è uno a forma di omino di pan di zenzero?"

"Ehm... sì?"

Regina sorrise innocentemente. "Possiamo usare quello, per favore, cara?"

Emma non era sicura di come interpretare quel sorriso. "Certo, credo. Perché?" È il tipo di sorriso che la preda vede per l'ultima volta prima della sua prematura scomparsa.

"Li uso per spaventare gli stagisti della mia azienda. Saresti sorpresa di vedere quanto può essere efficace la reazione di qualcuno quando la testa del biscotto viene staccata a morsi." Il sorriso di Regina diventò assolutamente perfido.

Ridendo, Emma si aggrappò al bancone per sostenersi. "Oh, che cosa -malvagia-."

"Grazie cara, ci provo."

Dopo aver steso con successo la pasta per i biscotti, Emma si posizionò dietro Regina e guidò le sue mani sulla formina per i biscotti. Restò alquanto sorpresa quando Regina si mise a ritagliare velocemente i biscotti. "Prima di perdere la vista, cucinavo spesso. È facile prendere il ritmo."

Sistemando gli omini biscotto sulla teglia, Emma sogghignò e aggiunse altre gocce di cioccolato come decorazione. "Se vuoi davvero farli preoccupare, ora puoi mordere il cioccolato dei fianchi."

La risata di Regina riempì l'aula e molte persone si voltano a guardare.

"Le grandi menti pensano allo stesso modo, cara. Ora credo che aspetteremo."


~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

La maggior parte della classe riuscì a produrre qualcosa di commestibile, anche se era chiaro che una coppia si divertiva di più nel processo che nel risultato.

Granny si rivolse alla classe. "Congratulazioni a tutti! Spero che vi siate divertiti. Ci sono copie stampate della ricetta a disposizione di chi le desidera, e scatole da asporto per chi vuole portare a casa le proprie creazioni."

Mentre Emma prendeva educatamente due copie della ricetta e un paio di scatole, Granny si mise a ridere vedendo quello che avevano fatto. "Oh voi due, sinceramente.

Dividendo equamente il bottino, salutarono Granny e unirono le braccia prima di uscire.

Sedute su una panchina in attesa di un taxi, assaggiarono i biscotti appena sfornati.

Mordicchiando il proprio biscotto, Emma si sorprese nel constatare che avevano effettivamente preparato qualcosa di commestibile e lo disse.

"Cucinare non è difficile, cara. Si tratta solo di fare pratica e di seguire le ricette." Regina le strinse la mano e le sorrise calorosamente. "Significa che oggi ti sei divertita?"

Emma ricambiò la stretta. "Ho ottenuto dei biscotti e ho potuto passare del tempo con te; certo che sì."

Anche se vedere Regina mordere giocosamente la testa di uno di loro con un guizzo di denti bianchi e affilati, non aiutava la pressione sanguigna di Emma. "Forse dovremmo chiamarti in un altro modo? A prescindere dalla Regina Cattiva, intendo."

Regina alzò un sopracciglio, deglutendo prima. "E quale sarebbe, cara?"

Emma si espresse in modo perfettamente impassibile. "Mantide religiosa."

Dal canto suo, Regina si limitò a schiamazzare rumorosamente. "Ohhh. Questo sì che è un nome che incuterebbe timore nelle loro inutili testoline. Forse dovrei chiedere a Belle di inviare un promemoria al riguardo, naturalmente in forma anonima."

Quando il taxi arrivò e finalmente tornarono all'appartamento di Emma, Regina le parlò attraverso il finestrino aperto. "Sono davvero felice che ti sia divertita oggi. Anche se non vuoi rifarlo, ti ringrazio per essere stata così aperta da provarci. Pensavo che ti saresti sentita offesa."

"No, davvero, mi è piaciuto. È stato un po' disordinato, ma non così bagnato." Emma strizzò l'occhio. "Su questo avevi ragione. Magari la prossima volta?"

Prendendo il viso di Emma tra le mani, Regina si chinò in avanti e la baciò sulle labbra. "Sì, la prossima volta potrebbe essere... bagnata."

Lasciando Emma con una scatola da asporto e un'espressione stupita, il taxi di Regina la riportò a casa.





Spazio dell'autrice: 

Hi pargoli.
Ecco qui il settimo capitolo.
Come ben sapete tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.

Blind leading the blind - Chapter 7 - alexeizenhart - Once Upon a Time (TV) [Archive of Our Own]
Spero vi piaccia.
Baci stellari, Vaniglia.

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Capitolo 8
*** In which there is a U-Haul ***


Il fine settimana successivo fu luminoso e soleggiato, il sole evidentemente si sentiva escluso e voleva dimostrare che avrebbe dovuto essere estate.
 
Viste le recenti nuvole, era inevitabile che Regina avesse trovato il parco più affollato di quanto volesse e avesse difficoltà a trovare un posto tranquillo dove sedersi con Henry.
 
Alla fine, trovando una panchina isolata e ben ombreggiata, si sedette e slacciò la pettorina di Henry, dandogli il via libera per accoccolarsi e rilassarsi dopo un lavoro ben fatto.
Accarezzandogli affettuosamente la testa e le orecchie, allungò le gambe e sorrise alla pittura a olio sfocata che la sua visione distorta presentava.
 
Dopo aver respirato profondamente per diversi minuti, si rilassò e lasciò che il mondo passasse.
 
Anche se i profumi non erano affatto buoni come quelli dell'orto botanico, era comunque meglio che stare rinchiusa nel suo ufficio.
 
Quando sentì il telefono annunciare un messaggio di Emma, frugò nella borsetta e lo tirò fuori.
 
La mia salvatrice: "Vado da Granny. Vuoi venire anche tu e avere un non-appuntamento?"
 
Dettando il messaggio, Regina inviò una risposta veloce.
 
LaReginaCattiva: "Al parco con Henry. Ci vieni a prendere, per favore?"
 
La mia salvatrice: "Certo, ci vediamo tra 20 minuti."
 

~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
Accigliata dalla macchia che sembrava attaccata alla VW di Emma, Regina pose una domanda ovvia.
 
"Emma cara, sembra che tu stia trainando qualcosa. Il motore ha finalmente ceduto e sei stata costretta a portare con te gli attrezzi?"
 
È vero che la VW aveva un gran bisogno di una messa a punto; il motore aveva sviluppato una grave accensione irregolare nelle ultime settimane e stava anche emettendo una nuvola di fumo blu.
 
Strofinandosi la nuca, Emma spiegò, un po' imbarazzata. "No, è un U-Haul."
 
"-Conosci- lo stereotipo delle lesbiche e degli U-Haul, vero?" Regina aggrottò un sopracciglio e parve divertita. "Dovrei preoccuparmi che questo sia un indizio non tanto velato del fatto che vuoi venire a vivere con me?"
 
"Certo che no!" Emma si affrettò a rispondere, prima di rendersi conto del suo errore. "No, aspetta, voglio dire, io... Io non... Beh, questo non vuol dire che non potresti venire a vivere con me..."
 
Regina si sciolse in una risata mentre Emma cercava di fare marcia indietro, aggrappandosi a Emma per non cadere a terra. Alla fine, riuscì a calmarsi e a fare qualche respiro profondo. "Stai spostando qualcosa, però?"
 
Emma mise il broncio e incrociò le braccia con uno sbuffo infastidito. "Ruby e Granny hanno comprato dei mobili da un negozio dell'usato per il B&B accanto alla tavola calda, e dato che la macchina di Ruby è in officina, mi sono offerta di aiutare."
 
Notando il tono di Emma, Regina le si avvicinò e l'abbracciò. "Scusami, cara, sei così deliziosamente facile da prendere in giro. Sei stata gentile a offrirti volontaria."
 
Due cose saltano subito all'occhio di Emma: sta ricevendo un abbraccio (da Regina!) e non aveva mai sentito pronunciare la parola 'delizioso' in quel modo. Spostò le braccia per abbracciare Regina ed emise un sospiro soddisfatto, rilassandosi e avvolgendosi felicemente in un profumo che era solo suo.
 
Rimanendo lì per diversi minuti, Regina sorrise alle spalle di Emma e le parlò a bassa voce all'orecchio. "Ti rendi conto che dovremo lasciarci andare a vicenda? Se hai intenzione di portarci davvero da qualche parte, ovviamente?"
 
"Passerei per un maniaco se dicessi che non voglio farlo? Questo è... bello."
 
La vibrazione della risatina di Regina si poteva percepire nel suo petto prima ancora di sentirla, una cosa a cui sarebbe stata molto felice di abituarsi.
 
Regina ridacchiò di nuovo. "Sono sicura che lo saresti, ma le Lucas non ci stanno aspettando?"
 
Arrossendo vistosamente, Emma non si era resa conto di averlo detto ad alta voce. "Immagino che tu non possa dimenticare che l'ho detto." La sua voce sembrava speranzosa.
 
Stringendo la presa per un momento, Regina si limitò a sussurrarle all'orecchio in modo stuzzicante, prima di lasciare andare Emma completamente. "Neanche per sogno."
 
Brontolando bonariamente, Emma teneva aperta la portiera del passeggero della VW mentre Regina agganciava l'imbracatura di Henry al sedile posteriore prima di salire lei stessa. Emma la Coraggiosa prese brevemente in considerazione l'idea di tuffarsi sul cofano dell'auto per mettersi in mostra, ma Emma la Sensibile mise il veto all'idea perché probabilmente non sarebbe riuscita ad atterrare e guidare un cambio manuale con una caviglia malandata sarebbe stato un incubo.
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
Il motore della VW faticava già nel migliore dei casi, ma con l'aggiunta dello sforzo del rimorchio stava decisamente faticando quando si fermarono nel parcheggio accanto alla tavola calda.
 
"Ce l'abbiamo fatta!" Emma sfoggiò un sorriso mentre azionava il freno a mano della VW.
 
Regina ridacchiò sommessamente. "Sembri sorpresa, cara. Non te lo aspettavi?"
 
"Sì?" Emma sembrava un po' imbarazzata
 
Dando un buffetto alla mano di Emma, Regina annuì. "Certo che sì." A forza di aprire la portiera, scese e recuperò Henry dal sedile posteriore. Henry aspettò obbediente accanto a Regina finché non fossero stati pronti per entrare nella tavola calda. "Vado a cercare Granny o Ruby e dico loro che sei qui. Posso ordinarti qualcosa?".
 
La testa di Emma fece capolino da dietro la roulotte. "Chiedi a Ruby la mia solita cioccolata calda, per favore?"
 
"Oh, meraviglioso, Emma in preda a un'ondata di zuccheri; dovrebbe essere divertente." Regina sospirò, lasciando che Henry la conducesse all'ingresso della tavola calda. Il campanello sopra la porta la annunciò e Ruby si alzò da dietro il bancone, riponendo il cellulare.
 
"Ciao! Benvenuta da... oh, ciao Regina!" Ruby sorrise. "Se sei qui, significa che c'è anche il mio nuovo divano?"
 
Con aria divertita, Regina annuì e tese un braccio a Ruby, lasciandosi guidare da lei verso una cabina vuota vicino al fondo. "Emma è fuori con il divano in un U-Haul, il che è stata una specie di sorpresa."
 
"E conoscendo Em, ha fatto un bel casino a spiegare perché ce l'aveva?" Il sorriso di Ruby si sentiva fiero di sé. La risata di Regina fece da contraltare. "Esatto. Oh, ha anche chiesto una cioccolata calda, se non ti dispiace, per favore?
 
"Certo, cosa posso portarti?". Ruby si spostò dietro il bancone e iniziò a preparare una cioccolata calda per Emma, aggiungendo panna montata e una spolverata di cannella. "Per me solo un caffè nero, cara. Non ho bisogno dello zucchero perché non faccio il lavoro pesante." Sganciò l'imbracatura di Henry e gli diede un sacco di affetto per aver fatto un buon lavoro, lasciandolo accoccolare sotto il tavolo.
 
Tornando con le loro bevande, Ruby si sedette di fronte a Regina e decise di esplorare la penisola Swan-Mills. Indossato un elmetto, si mette in cammino. "Sì, Em ha dei bei muscoli."
"Non saprei, cara. Anche se è molto piacevole da abbracciare e ha una bella definizione delle braccia. Non che ci abbia fatto molto caso." Si udì il primo fruscio di foglie, ma Ruby continuò a insistere. "Em mi ha detto che siete uscite insieme."
 
Il sorriso tenero di Regina la diceva lunga quando annuì, poi si accigliò quando si rese conto che Emma aveva parlato di loro due con la castana più giovane. "Ti ha raccontato tutto quello che abbiamo fatto?"
 
Sentendo il rombo di quello che potrebbe essere il Monte Regina, Ruby regolò il suo percorso per evitare di essere sepolta e/o sacrificata per placarlo. "Oh no, Em è un gentiluomo... Ehm... gentildonna? Mi ha solo detto che siete state ai giardini."
 
Il vulcano si calmò, nessuna eruzione per il momento. "È stato molto premuroso da parte sua, anche se ha ammesso di aver usato Google per ispirarsi." Ruby si limitò a ridacchiare, lasciando un'offerta di pace per gli eventuali abitanti del luogo curiosi. "Almeno è andata meglio dei suoi ultimi appuntamenti."
 
Alzando un sopracciglio, Regina accettò l'offerta e sorseggiò il suo caffè. "Oh? Le cose non sono andate bene per lei?"
 
"La storia degli appuntamenti di Em è stata un po' un disastro." Ruby non sapeva quanto Emma avesse raccontato a Regina, ma non pensava che le sarebbe dispiaciuto sapere qualcosa. "Il suo ultimo appuntamento ha lasciato il lavoro e ha iniziato ad andare in terapia, quello precedente l'ha mollata al ristorante dopo che una delle precedenti taglie di Em li ha interrotti prima che avessero finito l'antipasto."
 
Da parte sua, Regina si limitò a una risatina. "Oh cielo, questo sembra qualcosa che farei a un accompagnatore per avermi fatto perdere tempo, ma non il secondo." Dopo aver negoziato con sicurezza con la gente del posto, Ruby continuò a esplorare. "Allora, che cosa avete in programma voi due? Granny mi ha accennato di avervi visto in una delle sue lezioni.
 
Regina sorrise, sorseggiando di nuovo il suo caffè. "È il turno di Emma di organizzare un appuntamento. Non era esattamente concordato, ma sembra che facciamo a turno."
 
Con una risata volgare che si riversa sul tavolo, Ruby sembrò fin troppo compiaciuta. "Sai cosa significa, vero? Essendo il terzo appuntamento e tutto il resto."
 
Gli indigeni si agitarono. "Allora?" Regina ribatté. "Abbiamo già infranto il solito stereotipo delle lesbiche: sono passate settimane e non siamo andate a vivere insieme. Anche se è stato comico sentirla contorcersi quando le ho chiesto il motivo dell'U-Haul." La sua risata era rumorosa.
 
Decidendo che la discrezione è la parte migliore del valore, e letteralmente salvata dal suono del campanello sopra la porta, Ruby si ritirò al sicuro.
 
Furono interrotte da una certa bionda. "Ciao Rubes! Il vostro amichevole servizio di consegna divani di quartiere ha... ehm... consegnato." Emma avrebbe dovuto lavorare un po' di più sulle sue battute; con un allenamento adeguato e una dieta sana, tendono a venire fuori meglio.
 
"Gentile da parte tua unirti a noi, cara. La tua cioccolata calda probabilmente è un po' fredda... oh, come non detto." Era chiaro che la temperatura non era importante per Emma; aveva preso la sua bevanda e ne aveva bevuta metà prima che Regina avesse finito il suo commento iniziale.
 
Emma si appoggiò allo schienale e scalciò le gambe da un lato. " Granny mi ha fatto entrare, e il tuo divano è nell'appartamento. Non l'ho ancora rimontato; ti serviranno degli attrezzi per farlo."
 
"Grazie Em! Cosa ti devo?" Il sorriso di Ruby era luminoso.
 
Rifiutando, Emma scosse la testa. "Non preoccuparti. Hai pagato tu il noleggio, io dovevo solo portarlo qui."
 
"Te l'ho detto che è una gentildonna, Regina. Se non uscissi con lei, potrei farlo io." Ruby diede una pacca sulla spalla di Emma. "Anche se Em è praticamente di famiglia."
 
Emma arrossì e spostò lo sguardo tra le due brune. "Aspettate... avete parlato di me?"
 
Regina ignorò la sua domanda e sorrise perfidamente mentre rispondeva a Ruby. "Beh, se non lo faccio, la mia assistente ha già detto che vorrebbe il numero di Emma."
 
"-Cosa-!?" Il grido di Emma apparve indignato, facendo ridere sia Ruby che Regina.
 
"Non preoccuparti, cara, non ho ancora intenzione di rinunciare a te." Regina si china in avanti per sussurrare all'orecchio di Emma. "Tu sei -mia-."
 
Mentre Emma diventò rossa come una barbabietola, Ruby si limitò a scuotere la testa divertita, mentre Regina si mise a ridere.





Spazio dell'autrice: 

Hi pargoli.
Ecco qui l'ottavo capitolo.
Come ben sapete tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.

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Spero vi piaccia.
Baci stellari, Vaniglia.
 

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Capitolo 9
*** In which plans are made ***


Dopo aver visto Regina e Henry allontanarsi in taxi, Emma, ancora rossa in viso, rientrò nella tavola calda per aiutare Ruby a sistemare il suo nuovo divano.
 
Ruby le sogghignò. "Bel rossetto, Em."
 
"Oh, andiamo Rubes; smettila, solo per ora, per favore?" Emma provò a supplicarla di interrompere le prese in giro. Afferrò un tovagliolo di carta e tentò di rimuovere il rossetto dalla guancia, un regalo d'addio di Regina.
 
Accucciata contro il bancone, Ruby si ammirava le unghie. "E io lo voglio fare, perché?"
 
"Sei mia amica? La mia migliore amica?" Emma si affrettò a rettificare.
 
Ruby tornò dietro il bancone e si chinò, parlando più forte per farsi sentire. "Beh, questo è un dato di fatto. E come tua migliore amica, credo di avere il diritto di prenderti un po' in giro." Si rialzò con in mano una borsa degli attrezzi. "Facciamo così: aiutami a montare il divano e la smetto. Per ora."
 
"Affare fatto!"
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
Un'ora circa, un paio di nocche sbucciate e un sacco di imprecazioni dopo, il divano era di nuovo tutto intero.
 
Sedute a un'estremità ciascuna, Emma e Ruby si rilassarono con una bibita fresca. Ruby si rivolse a Emma con un sorriso malizioso. "Allora, Regina mi ha detto che avete avuto due appuntamenti..."
 
Bevendo un sorso del suo drink, Emma annuì, chiedendosi dove Ruby volesse arrivare.
 
"Sai cosa significa, vero? Il prossimo sarà il Grande Appuntamento". Il tono di Ruby esprimeva chiaramente le lettere maiuscole. Vedendo l'espressione sconcertata di Emma, alzò gli occhi e precisò; "Il terzo appuntamento?"
 
"Oh." Emma rispose, comprendendo finalmente il significato di Ruby.
 
Appoggiandosi al divano, Ruby sogghignò di nuovo. "Allora... cos'hai in programma?"
 
"Chi ha detto che ho in mente qualcosa?" Emma cercò di depistare Ruby, sapendo che probabilmente sarebbe stato inutile, ma sentendo il bisogno almeno di provarci.
 
Ruby si limitò a sbuffare. "Ti conosco Em; ormai hai almeno una vaga idea. Sarà romantico? Insomma, creare l'atmosfera giusta?" Ondeggiò le sopracciglia in modo suggestivo.
 
Emma sembrò scandalizzata. "Ruby! Io... noi... questo non succederà ancora!"
 
" Non - ancora -. Ma tu vuoi che accada, vero?" Ruby sorseggiò il suo drink, con un'aria fin troppo soddisfatta di sé.
 
Armeggiando con la sua bottiglia d'acqua, Emma giocherellò con l'etichetta senza incrociare lo sguardo di Ruby. "Beh, sì, alla fine... Non voglio che questa sia solo un'avventura Rubes. Questa... questa potrebbe essere una cosa seria."
 
Il sorriso di Ruby svanì in un'espressione più seria e si avvicinò a Emma, prendendole la mano.
 
"L'ho già capito forte e chiaro, Em; non l'avresti riportata alla tavola calda né ci avresti presentate." Riferendosi a se stessa e a Granny. "A lei, se non fosse stato almeno un po' serio. Ti piace molto, vero?"
 
Emma sorrise e annuì, alzando finalmente lo sguardo. "Mi piace, Rubes. Ha un senso dell'umorismo malvagio, è intelligente. Beh, più intelligente di me."
 
Ruby la interruppe a metà del flusso. "Mi dispiace dirtelo, ma ho conosciuto cani più intelligenti di te."
 
"Vorresti che il tuo divano avesse un 'incidente' improvviso?" Emma replicò acidamente, ottenendo in risposta uno scuotimento di testa. "Come dicevo, ha successo e se ne frega di quello che pensa la gente."
 
Saggiamente, Emma non condivise con Ruby il soprannome che lo staff di Regina aveva per lei.
 
"Hai dimenticato qualcosa." Ruby riprese a sorridere.
 
Emma alzò un sopracciglio e sembrò leggermente confusa. "Davvero?"
 
"È assolutamente stupenda, scema!" Ruby resistette all'impulso di dare un ceffone a Emma, anche se la gara era molto combattuta e si dovette arrivare a un fotofinish. "Non dirmi che non l'hai notato."
 
"Non proprio?" Emma arrossì e si strofinò la nuca con fare nervoso, bevendo un altro sorso del suo drink.
 
"Certo Em, ricorda solo che la negazione non è solo un fiume in Egitto". (questo ha senso solo in inglese e sinceramente non avevo voglia di trovare un corrispondente in italiano n.d.a.)
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
A suo merito, Emma aveva dedicato molto tempo e impegno all'organizzazione dell'ormai famigerato terzo appuntamento. Aveva trascorso parecchie ore a fare ricerche online, cercando di trovare qualcosa che potesse piacere a entrambe e che, si sperava, non si risolvesse in un disastro.
 
I suoi processi di pensiero erano molto simili a quelli di Regina, anche se aveva anche il contributo... 'utile' di Ruby.
 
*ping*
 
RubyRubyRuby: "Le Lapin Blanc?"
 
Emma rifletté per un momento e aggrottò le sopracciglia sospettosamente al messaggio, inviandone uno a sua volta.
 
Em [Swan]: "non è uno strip club?"
 
Non passò molto tempo prima che ricevesse una risposta. Si erano inviate messaggi per quasi tutto il pomeriggio.
 
RubyRubyRuby: "fooooooorse ;)"
 
Sospirando, Emma scosse la testa, pensando (non per la prima volta) che la sua migliore amica fosse qualcosa di diverso. Inviò un altro messaggio.
 
Em [Swan]: "È inappropriato per un terzo appuntamento! E comunque non sarebbe in grado di vedere"
 
RubyRubyRuby: "Non sento un no, un appuntamento futuro allora? ;D"
 
Cercando di trattenersi dallo sbattere la testa contro il tavolo della cucina, Emma gemette.
 
Em [Swan]: "Non aiuta Rubes"
 
Il suo telefono squillò un minuto dopo; chiamata in arrivo da RubyRubyRuby.
 
"Non ti è piaciuta nessuna delle mie idee. Non sono poi così male." Ruby si lamentò.
 
Mettendola in vivavoce per poter continuare a usare il portatile, Emma posò il telefono sul tavolo accanto. "Rubes, finora hai proposto una visita guidata a un negozio di giocattoli sessuali, uno strip club e un massaggio di coppia con un 'lieto fine per tutte le parti coinvolte'. Per favore, spiega in che modo queste proposte siano adatte a un terzo appuntamento."
 
"Lo sono eccome!" Esclamò Ruby. "Voglio dire, per me hanno funzionato."
 
Emma sospirò di nuovo. "Rubes, sai che ti voglio bene come a una sorella, e come tale apprezzo il tuo contributo, ma non esiste che io porti una donna bella e sofisticata come Regina in uno strip club."
 
Ruby fece una pausa di riflessione.
 
"O al negozio di giocattoli sessuali." Emma continuò prima che Ruby potesse interromperla. "Potresti almeno provare a suggerire qualcosa che non implichi il sesso, o almeno la nudità?"
 
Pensando per un attimo, e raccogliendo magnificamente, Ruby propose. "Ballare."
 
Guardando di nuovo il telefono, Emma affrontò l'argomento con una sana dose di cautela e sospetto. "Ballare? Ti prego, dimmi che intendi il tipo di ballo che non si trova negli strip club?"
 
"No, lo giuro; ballare con i vestiti addosso." Ruby spiegò. "Non avevi parlato di lezioni di ballo qualche tempo fa?"
 
Era uno dei suggerimenti che Emma aveva trovato online quel pomeriggio, e molto più appropriato di qualsiasi altra cosa di cui avevano parlato finora. C'era solo un piccolo problema.
 
"Ma non so ballare, Rubes." Emma si lamentò. Sebbene fosse esperta nel ballo da discoteca, qualsiasi cosa più complicata tendeva a farla letteralmente inciampare.
 
"Non è questo il punto? Lei può e ti insegna, oppure nessuna delle due può e imparate insieme." Ruby sembrava piuttosto soddisfatta di sé.
 
Stringere Regina tra le braccia mentre ballano, vicine. Qualcosa di lento e aggraziato. Guancia a guancia. Con la mano sul suo...
 
Emma respinse bruscamente il sogno a occhi aperti e cercò di non maledire Ruby per averle fatto venire in mente l'idea. Dopotutto sarebbero state in pubblico, non avrebbero potuto fare molto. Probabilmente.
 
"Emmmmaaaaa... parlami, ti sento respirare. Un po' pesantemente, aggiungerei." Finalmente si sentì la voce di Ruby, che evidentemente cercava di attirare la sua attenzione da qualche minuto.
 
"Scusa Rubes... Devo... fare una doccia, sì! Una bella doccia -fredda-." Emma si fece aria con una cartellina di riserva, il viso arrossato.
 
"Mh hmm... certo Em. Sono abbastanza sicura di non sapere nemmeno io perché." L'altoparlante emise il verso sconcio di Ruby. "Ci sentiamo dopo!"
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
Dopo aver deciso cosa fare per l'appuntamento, e dopo essersi sufficientemente rinfrescata sotto la doccia, Emma mandò un messaggio a Regina.
 
La mia salvatrice: "Che ne dici di cena e ballo per un appuntamento?"
 
LaReginaCattiva: "Non sapevo che sapessi ballare. Un talento nascosto?"
 
La mia salvatrice: "Uhm. Che ne dici di nessun talento? [sorriso a goccia di sudore]"
 
Il telefono squillò per la seconda volta quel giorno, Emma sorrise e rispose. "Ciao Queeny!"
 
"Ti ostini ancora a farlo?" La lamentela di Regina era scherzosa. "E cosa intendevi con 'senza talento'?"
 
"In realtà non so, sai, ballare." La confessione di Emma fu piuttosto adorabile. "Doveva essere una lezione di danza, se per te va bene? Sai ballare?"
 
La risatina gentile di Regina le scaldò il cuore. "Sì, cara, so ballare. Mia madre ha insistito." La sua voce poi si abbassò in un tono scherzoso che Emma aveva già sentito prima. "Non mi dispiacerebbe ballare con te; sono sicura che potremmo imparare molto l'una sull'altra ballando insieme."
 
Emma ebbe l'improvvisa sensazione che, mentre avevano iniziato a parlare di ballo, ora erano passati a 'ballare'. Ridacchia nervosamente. "S-sembra bello, forse puoi curarmi dai miei due piedi sinistri."
 
"Oh, sono sicura di sì. A patto che tu mi lasci condurre, Em-ma. Intendi ballare? E non solo ballare sul posto al ritmo di un'orribile techno-trash, giusto?"
 
"Oh, certo, qualcosa di adatto a una sala da ballo, non a uno strip club." Accorgendosi dell'errore, Emma si affrettò a chiarire. "Non che ti ci porterei mai!"
 
L'istinto affinato dagli affari, Regina colse l'occasione e si mise all'opera. "Non vuoi portarmi in uno strip club? Che delusione." Il suo broncio si poteva sentire al telefono. "Tutti quei bei corpi in mostra... che peccato."
 
Emma si sforzò di capire, cercando qualcosa da dire. "C-cosa? Perché?...".
 
"Oh Em-ma. Perché dovrei voler vedere, o non vedere, come stanno le cose, degli sconosciuti parzialmente vestiti quando potrei essere a casa a godermi qualcosa di molto più... intimo?"
 
Il cervello di Emma si è bloccato, si prega di riavviare e di contattare il proprio fornitore per ulteriore assistenza.
 
Lo schiamazzo di Regina nell'orecchio è sufficiente a far desistere Emma. "Non è divertente."
 
"Mi dispiace, cara, ma è così facile prenderti in giro." Regina non sembrava affatto dispiaciuta. "Allora, lezione di ballo e cena? Mi piace l'idea: bruciare un po' di calorie e mangiare insieme."
 
"Come se ce ne fosse bisogno." Emma borbottò a bassa voce.
 
Regina la sentì perfettamente, ma non perse l'occasione di far contorcere Emma. "Prego? Non ti ho sentito bene."
 
"Uhh... sì, sarebbe bello farlo. Allora, quando sei disponibile?" Prevedibilmente, Emma diventò un po' rossa.
 





Spazio dell'autrice: 

Hi pargoli.
Ecco qui il nono capitolo.
Come ben sapete tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.

Blind leading the blind - Chapter 9 - alexeizenhart - Once Upon a Time (TV) [Archive of Our Own]
Spero vi piaccia.
Baci stellari, Vaniglia.


 

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Capitolo 10
*** In which there is a third date ***


L’appuntamento era fissato.
 
Emma l'aveva scritto in triplice copia; sulla sua app del calendario, sul suo vero calendario cartaceo sul frigorifero e su un post-it scritto a mano attaccato allo specchio del bagno. L'aveva detto a malincuore anche a Ruby, nel caso in cui il suo telefono fosse morto o l'appartamento avesse preso fuoco.
 
Purtroppo, questo significava che Ruby sapeva esattamente quando sarebbe successo. Il che significava che anche Granny lo sapeva e, tra le due, non ne sentì la fine per giorni.
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
Aspettando pazientemente nel suo salotto, Regina si assicurò che Henry ricevesse molte coccole e attenzioni prima di uscire. Sebbene le sue lezioni di ballo in gioventù fossero state piuttosto complete, non avevano incluso il 'foxtrot per due più il cane'.
 
Anche se era tentata di tirare fuori uno dei suoi abiti da sera più raffinati e far esplodere la mente di Emma, non erano molto pratici quando si insegnava a una partner inesperta.
 
Regina si lasciò sfuggire una piccola risata.
 
Questo non vuol dire che non potesse dare a Emma qualche lezione di ballo privata. A casa, solo loro due. Nella sua camera da letto. Sarebbe stato un vero peccato se i lacci del suo vestito si fossero misteriosamente slacciati...
 
Il forte suono del campanello interruppe bruscamente i suoi pensieri sempre più lascivi e la riportò alla realtà. Picchiettando velocemente verso la porta d'ingresso con l'aiuto di Henry, il fiato le si bloccò in gola di fronte a quella che le sembrò una macchia vestita in modo molto elegante.
 
Fedele alla parola data e con molte insistenze da parte di Ruby (e di Granny, che è stata molto insistente), Emma era vestita in modo impeccabile con un completo scuro, camicia bianca e cravatta.
 
"Beh, ciao Emma." La voce di Regina era pura seta.
 
Emma si stupì nel vedere Regina in un tubino di pizzo rosso intenso, molto diverso dal tailleur con gonna che le aveva visto indossare ogni giorno al lavoro. "C-ciao. Bel vestito e tacchi. Uh, te la caverai a ballare con quelli?"
 
"Ballare con i tacchi è facile, cara. È ballare all'indietro e lasciarsi guidare dal partner che è molto più difficile." Controllando che Henry fosse al sicuro, Regina prese la pochette e il bastone, chiudendo la porta. "Non in rosa questa volta?"
 
Anche se Regina non avrebbe potuto vederlo chiaramente, Emma fece una smorfia. "Non è proprio il mio colore."
 
"Ma l'hai già indossato in passato." Regina si lasciò guidare da Emma fino all'auto e si sistemò ordinatamente, appoggiando il bastone sul sedile posteriore.
 
Emma sbuffò bonariamente. "Non significa che mi piaccia il colore. È troppo da bionda stereotipata per me."
 
"Non sia mai che tu venga stereotipata, cara." La calda risata di Regina riempì l'auto mentre partivano.
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
La receptionist della Scuola di danza Charmings, una brunetta con un taglio corto, era molto felice di vederle e non perse tempo a dirlo mentre confermavano il loro appuntamento. "Oh, grazie a Dio siete qui. Stavamo per cancellare la lezione."
 
Con un'aria un po' preoccupata, Emma si informò ulteriormente. "Stavate?"
 
"Accidenti, sì. Abbiamo avuto così tante cancellazioni, che se ce ne fosse stata un'altra non ci sarebbe stata abbastanza gente per cui valesse la pena di organizzare il corso."
 
"Ma lo farete, vero?" Emma ora boccheggia, con il primo potenziale appuntamento disastroso tra le mani, era un po' nervosa.
 
La brunetta sorrise e annuì. "Lo faremo. Scusate, avrei dovuto presentarmi; sono Mary-Margaret Charming. Mio marito, David, e io siamo i proprietari della scuola e oggi siamo noi a tenere la lezione. I nostri istruttori abituali hanno dovuto disdire."
 
Una lampadina fioca si intravedeva brevemente dietro i suoi occhi. "Forse è stata quella cosa di Twitface?"
 
"Quale cosa?" Regina domandò curiosa, alzando un sopracciglio nella sua direzione.
 
Rendendosi conto di aver parlato ad alta voce, Mary-Margaret scosse la testa. "Oh, sono sicura che non è niente. Le accuse non potranno mai essere provate". Si tappò prontamente la bocca. "Probabilmente non avrei dovuto dirlo."
 
Sia Emma che Regina ridacchiarono sommessamente alla donna.
 
"Se qualcuno prova a fare qualcosa, ho una bionda grande e forte al mio fianco." Regina strinse l'avambraccio di Emma e ammiccò scherzosamente. Dal canto suo, Emma finse di flettere le braccia e di sembrare virile, anche se rovinò un po' l'effetto scuotendo i suoi lunghi capelli.
 
Mary-Margaret le condusse nello studio dove le aspettavano altre tre coppie e David.
 
Presentandosi, incontrarono una coppia di mezza età che fece subito capire di non essere abituata a incontrare coppie dello stesso sesso. "George, piacere di conoscervi. Mia moglie Priscilla. Io... ehm... non sapevo che le lesbiche potessero ballare il liscio. Chi di voi è l'uomo?"
 
Ricordando a sé stessa che probabilmente non valeva la pena di andare in prigione, Regina fece loro il suo più dolce sorriso invece di fulminarli con lo sguardo. Stranamente, questo li innervosì ancora di più.
 
"Ci sono tutti, tesoro?" chiese David, ricevendo in cambio un cenno di assenso. "Bene, allora. Benvenuti tutti nella sala da ballo dei principianti. Io sono David e lei. "Mary-Margaret salutò la classe. "È la mia splendida moglie. È bello vedere facce nuove questa settimana."
 
"Oh, no. È proprio come l'audiolibro che stavo ascoltando. Se iniziano a cantare, non sarò responsabile di quello che succederà. Quasi cieca o no, sono sicura di poterli colpire almeno una volta con il mio bastone..." Regina mormorò a Emma, che dovette rapidamente convertire il suo sbuffo divertito in un colpo di tosse per non attirare l'attenzione su di loro.
 
David proseguì. "Inizieremo con qualcosa di semplice; il valzer. Non c'è nulla di particolare, non ci sono passi difficili da memorizzare ed è piuttosto difficile sbagliare in modo evidente."
 
Dopo aver dato alla classe una rapida dimostrazione e aver appeso un diagramma alla lavagna, David avviò la riproduzione della musica attraverso gli altoparlanti dello studio. Muovendosi separatamente, entrambi girarono per la stanza, offrendo suggerimenti alle coppie in difficoltà.
 
Si dice che non si debbano invitare i problemi. Dopotutto, ogni personaggio di una soap opera che dice "non preoccuparti, andrà tutto bene" è solo a un breve viaggio in macchina dalla sua inevitabile fine. I membri dell'equipaggio di un'astronave in camicia rossa sono ben noti per trovare la situazione fatale più vicina e gettarsi a capofitto in essa senza alcun aiuto esterno.
 
Non è stato quindi sorprendente che una coppia sia riuscita a inciampare e a procurarsi delle ferite. Il fatto che si trattasse di George e Priscilla fece sorridere Regina più del dovuto (il commento sulle lesbiche l'aveva profondamente irritata), anche se, con sua grande costernazione, i due furono abbastanza fortunati da non avere ossa rotte.
 
Quanto a Emma e ai suoi due piedi sinistri? Con istruzioni silenziose ("Il mio sinistro, non il tuo"), qualche falsa partenza su dove mettere le mani ("No cara, un po' più in alto per favore. Siamo in pubblico, dopotutto"), lei... ballò il valzer. Non un dito del piede calpestato, una goffa caduta o una perdita di equilibrio.
 
Con la libido saldamente sotto controllo per essersi concentrata così tanto sul valzer e sul non sbagliare, Emma adorava essere così vicina a Regina. Stretta a lei e respirando con costanza, poteva sentire il suo profumo a ogni respiro. Poteva appoggiare il mento sulla sua spalla e lasciare che il mondo scorresse in una nebulosa sfocatura mentre ballavano. Poteva contare i singoli battiti del suo cuore. Poteva ignorare tutto il resto e concentrarsi sulla donna tra le sue braccia.
 
La musica finì e le coppie rimaste si fermarono.
 
Sollevando la testa, Emma guardò negli occhi di Regina e si chinò lentamente in avanti per baciarla teneramente sulle labbra. Per una volta, Emma era riuscita a farla rimanere senza parole. Regina staccò la mano da quella di Emma e la strinse a sé, passandole le dita tra i capelli.
 
Prima che le cose potessero andare oltre, un colpo di tosse struggente le interruppe e si separarono, arrossendo come adolescenti quando si resero conto di essere al centro dell'attenzione. Emma fu la prima a riprendersi. "Scusate! Noi ehm... sì?"
 
Tutti ridacchiarono, David fece loro l'occhiolino. "Non preoccupatevi, signore. Siate felici di non aver ballato il tango. Credo che sia il momento giusto per una pausa veloce. Facciamo dieci?" Guardò Mary-Margaret. "Sì, dieci minuti per tutti. Poi proveremo qualcosa di più avanzato." Rispose lei.
 
I feriti implorarono di non continuare. Se non erano riusciti a fare qualcosa di base senza problemi, non c'era modo di tentare qualcosa di più avanzato per il momento.
 
Non volendo lasciarsi andare completamente, Emma condusse Regina verso una delle sedie appoggiate alla parete dello studio. "Posso portarti qualcosa? Dell'acqua?"
 
Arrossita, Regina si limitò a scuotere la testa con un sorriso un po' sognante. "No, grazie, cara. Sto bene così."
 
Vedendo Regina, di solito composta, in questo stato, Emma sorrise tra sé e sé mentre si sedettero. "Siamo sopravvissute! Beh, tu hai fatto la maggior parte del lavoro."
 
Il sorriso malvagio di Regina era tornato. "Non sei una cattiva ballerina, hai solo bisogno di un po' di... insegnamento."
 
Annaspando un po', Emma cercò di mantenere la calma. Era riuscita a baciare Regina e aveva ancora la dignità (e gli arti) intatti. "Insegnamento, eh? Credo di aver bisogno di altre lezioni."
 
Tastando con la punta delle dita, Regina riuscì a cingere Emma con un braccio, appoggiando il mento sulla sua spalla come Emma aveva fatto con lei prima. Sussurrò piano all'orecchio della bionda. "Oh sì, credo che sarebbe molto divertente insegnarti, cara. Potrei insegnarti tante cose."
 
La Regina Cattiva sulla spalla di Regina fissò la segretaria nervosa che stava su quella di Emma, sfidandola a mettersi contro di lei.
 
"Che cosa mi insegneresti?" Spostando il proprio braccio intorno a Regina, Emma la abbracciò stretta mentre arrossiva e sussurrava a sua volta. Era decisa a provare a tenere testa a Regina, almeno una volta.
 
Dopo un rapido cambio di costume, la segretaria scomparve e al suo posto apparve Emma la Coraggiosa.
 
Con una voce del più scuro miele, la Regina Cattiva lanciò la sua mossa d'apertura. "Sei proprio sicura di volerlo sapere?"
 
Con lo scudo di cartapesta ben saldo in mano, Emma la Coraggiosa accettò la sfida. "Assolutamente sì." La risatina di risposta fu calda e le solleticò l'orecchio.
 
"Hmm... Credo che ti insegnerei a..." Regina si interruppe, fingendo di riflettere su ciò che stava per dire.
 
La Regina Cattiva sollevò il suo bastone e lo puntò verso Emma la Coraggiosa, con una magia viola brillante che crepitava intorno alla punta.
 
"A?" Chiese Emma, dopo aver bevuto un altro sorso. La Coraggiosa sulla sua spalla alzò la spada, pronta a tutto.
 
"Cucinare." Il sorriso malvagio di Regina si era esercitato e lavorava sodo per raggiungere i suoi obiettivi.
 
"-Cosa?!-" Emma rimase incredula.
 
La Regina Cattiva ridacchiò silenziosamente, stringendo il suo bastone come sostegno mentre si sdoppiava. Emma la Coraggiosa la fissò e incrociò le braccia sul petto, gesticolando con rabbia verso di lei. Non era affatto quello che si aspettava.
 
"È tutta una questione di preparazione, cara. Preparare tutto, misurare ciò di cui... hai bisogno. Quello che davvero... vuoi." La voce di Regina sarebbe stata la rovina di Emma, ne era certa. "Sembrava che ti piacesse preparare i biscotti, dopotutto."
 
Fortunatamente, o sfortunatamente, a seconda del punto di vista, le due vennero nuovamente interrotte dal ritorno dei Charming prima che potessero continuare.
 
Sospirando, Emma la Coraggiosa concedette la battaglia alla Regina Cattiva, ricevendo in cambio un cortese inchino mentre scomparivano.
 
"Avevamo pensato di insegnarvi qualcosa come il tango o la rumba, ma." Strizzò l'occhio a Regina ed Emma, facendole sorridere. "Vista la reazione al valzer, ci abbiamo ripensato. Quindi, al suo posto, sceglieremo il quickstep. Certo, sarà una versione rallentata, perché non credo che la nostra assicurazione sulla responsabilità civile coprirà altri incidenti."
 
Dopo un'altra breve dimostrazione da parte di David e Mary-Margaret, le coppie scesero in pista mentre partiva la musica.
 
Tenendo di nuovo Regina tra le braccia, Emma si lasciò guidare e prestò molta attenzione alle istruzioni che le venivano dette a bassa voce. Non era certo facile come il valzer, ma non aveva intenzione di deludere Regina.
 
Emma inciampò un po', ma non cadde del tutto e nessuna delle due si ferì, quindi la considerò una vittoria.
 
Sedute in alto, sulle travi dello studio, la Regina Cattiva ed Emma la Coraggiosa avevano assistito allo spettacolo, dividendosi una ciotola di popcorn. Ogni inciampo veniva ugualmente applaudito o fischiato dalle due, finché il ballo non si concluse.
 
Con uno sbuffo, la Regina Cattiva batté il suo bastone sulla trave, facendo apparire un piccolo sacchetto di monete d'oro. Lo mise nella mano di Emma la Coraggiosa, in attesa; evidentemente avevano scommesso sul fatto che Emma avrebbe ferito Regina.
 
Gettando il sacchetto sul pavimento sottostante, Emma la Coraggiosa scosse la testa e si toccò la guancia, rivolgendo alla Regina Cattiva un ghigno dispettoso. La Regina Cattiva esaudì la sua richiesta con un altro sbuffo, lasciandole un grosso bacio con il rossetto prima che entrambe sparissero.
 
Nello studio, Emma e Regina si abbandonarono sulle sedie e ripresero fiato. "Io... pensavo di essere in forma." Al lamento di Emma fece eco quello di Regina, mentre si appoggiavano l'una all'altra. "Anch'io. Da quando è arrivato Henry, ho camminato molto di più per fargli fare un po' di esercizio."
 
Sorseggiando con gratitudine le bottiglie d'acqua messe a disposizione, chiacchierano con le altre coppie mentre si riprendevano.
 
"Allora, da quanto tempo siete sposati?" Chiese Emma a Tina, l'allegra e rossa moglie di Craig. A settant'anni hanno deciso di uscire e provare cose nuove insieme, dopo aver praticato la maggior parte dei loro hobby separatamente. A differenza degli sfortunati George e Priscilla, erano molto più a loro agio nel parlare con Emma e Regina.
 
"Noi non siamo..." Emma tentò di spiegare, ma fu interrotta dalla risata di Regina.
 
Rossa come i suoi capelli, Tina si scusò. "Oh! Mi dispiace tanto; ho dato per scontato. Vi muovete molto bene insieme."
 
"Non fa niente cara, non mi sono offesa. Dopotutto usciamo insieme e la gente lo supporrà." Regina sembrava divertita.
 
Craig gli sorrise, sorseggiando la sua acqua. "Vi frequentate da molto?"
 
"Questo è il nostro terzo appuntamento ufficiale." Emma rispose con riluttanza, preparandosi automaticamente ai commenti previsti.
 
"Beh, non c'è bisogno che noi vecchietti vi diciamo cosa succede dopo." Craig ha una risata profonda e cordiale e i modi di uno zio preferito. "Siamo sposati da... oh diavolo! Cos'è adesso? Quarant'anni o più."
 
Si chinò in avanti e sussurrò a Emma. "Trattala come una principessa."
 
"Regina." fu il suggerimento di Regina.
 
Craig sorrise. "Chiedo scusa, trattala come la -Regina- che è."
 
Sorridendo debolmente, anche se sapeva che Regina non poteva vederlo chiaramente, Emma le strinse la mano e annuì. "Sì, signore, spero di sì. Almeno finché mi avrà con sé."
 
La sveglia del telefono di Emma suonò, ricordandole il tavolo che aveva prenotato al ristorante.
 
"Scusate ragazzi, è il nostro segnale. È stato un piacere conoscervi." Emma e Regina si alzarono e fecero gli auguri a Tina e Craig mentre se ne andavano.
 
Tina si voltò verso Craig e gli rivolse uno sguardo complice. "Quanto tempo gli dai?"
 
"Se non combinano un vero disastro e si rendono conto di quanto sono perfette insieme?" Il sorriso di Craig era per lo più innocente (dopo essere stato lasciato andare per mancanza di prove) mentre rispondeva. "Probabilmente meno di un anno prima che inizino a distribuire gli inviti al matrimonio."
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
Arrivate in sicurezza al piccolo bistrot italiano che aveva scelto, Emma comunicò il suo nome e furono condotte a un tavolo appartato per due.
 
Ordinando una bottiglia di vino rosso della casa, la cameriera versò un bicchiere a ciascuna e lasciò loro i menu. Vista la scarsa illuminazione e il carattere mutevole, Regina scelse l'opzione più semplice e chiese a Emma di leggerle alcuni piatti.
 
Considerando le opzioni, Regina prese una decisione. "Sai, visto l'esercizio fisico che abbiamo fatto oggi, per una volta sospenderò la dieta."
 
"Perché mai sei a dieta?" Emma non poté fare a meno di chiedere. "Voglio dire, di certo non sembra che tu ne abbia bisogno."
 
Regina le sorrise e si pavoneggiò a dovere. "Grazie, cara, evidentemente mi hai dato un'occhiata."
 
Emma era quasi riuscita a non indossare il suo bicchiere. "Forse?"
 
Rilassandosi sulla sedia, Regina ridacchiò. "Non posso proprio impedirti di guardare, cara, ma ti piace quello che vedi?"
 
La Corazzata Swan lanciò immediatamente un allarme rosso, informando l'equipaggio di una pericolosa trappola in arrivo.
 
"È una domanda trabocchetto." Protestò Emma. "Sei bellissima e intelligente, con un'arguzia affilata come un rasoio e ora starò zitta." Regina rideva e aumentava il volume mentre Emma si infilava in una buca ben precisa.
 
"Siete pronte per ordinare?" La cameriera le interruppe.
 
"Certo. Regina?" Emma lasciò che fosse lei a ordinare per prima.
 
"Prendo gli 'spaghetti alla puttanesca', per favore. Se togliesse le acciughe, le sarei molto grata." La cameriera annuì e prese nota sul suo blocchetto.
 
"Certo, possiamo farlo. E per lei?" Si voltò di nuovo verso Emma.
 
Emma sembrò pensierosa per un attimo prima di decidere. "La bistecca di pesce spada sembra interessante, prenderò quella, per favore."
 
"Capito, a cottura media va bene per te?" Dopo un assenso da parte di Emma, la cameriera continuò. "Qualche allergia? Siamo tipo, super attenti, ma chiedere non fa male."
 
Sia Regina che Emma scossero la testa in senso negativo. "Bene, faccio ordinare questi. Siamo un po' pieni stasera, ma non dovrebbe volerci molto."
 
Dopo che la cameriera se ne fu andata, Emma cercò di capire cosa avesse appena ordinato Regina. "Ok, la parte degli 'spaghetti' l'ho capita, ma cos'è la parte 'puttanska'?"
 
"È 'puttanesca', cara." La parola scivolò via dalla lingua di Regina senza sforzo. Sorrise, aspettando il momento giusto prima di spiegare meglio. "La parola significa 'prostituta' in italiano."
 
Emma aveva appena bevuto un sorso di vino e faceva del suo meglio per inalarlo, invece di berlo, quando Regina parlò. Tossì nel tovagliolo e lanciò un'occhiata a Regina, ben sapendo che lo aveva fatto di proposito.
 
"Oh cielo, ho detto qualcosa di sbagliato?" Il sorriso di Regina era fin troppo dolce.
 
Asciugandosi le labbra, Emma mise il broncio. "Non è giusto. Me ne pentirei se chiedessi perché si chiama così?"
 
Compatendo un po' Emma, Regina continuò a spiegarle. "Pare che fosse un piatto piuttosto popolare servito nei bordelli del sud Italia, in particolare a Napoli. Ci sono stata in vacanza qualche anno fa e ho provato molti piatti della cucina locale. Nonostante il nome infelice, è molto gustoso."
 
Continuano a chiacchierare finché non arriva il cibo.
 
Annusando con apprezzamento, Regina infilzò un'oliva con la forchetta e allungò la lingua per leccarne la salsa, ben consapevole che Emma la stava osservando da vicino. "Mmmmm!"
 
Dimenticando per il momento il suo cibo, Emma si agitò per i suoni che Regina emise. Deglutì mentre Regina teneva l'oliva tra le labbra per un momento, prima di morderla in due. L'immagine successiva di una lingua rosso vivo contro il verde intenso dell'oliva si impresse nella mente di Emma.
 
Notando la mancanza di movimento o di rumore di posate, Regina sogghignò. "Tutto bene, cara?"
 
Cercando di non piagnucolare, Emma bevve un grosso sorso di vino. "S-sì? Cioè, sì." Tagliò la bistecca di pesce spada e diede un morso, emettendo un gemito sommesso. "Oh, che buono!"
 
Volendo evitare di reagire, Regina stringe le gambe e rimane assolutamente immobile. Il suo piano di cercare di eccitare la bionda potrebbe essersi ritorto contro di lei dopo averla stuzzicata durante la lezione di ballo. "T-ti piace il tuo piatto?"
 
"Mh hmm!" Emma sorrise e masticò delicatamente, cercando di non parlare con la bocca piena. "Ho mangiato una bistecca di tonno prima, ma questa? È molto meglio."
 
Mentre la cameriera raccoglieva i loro piatti vuoti, si informò. "Posso portarvi qualcos'altro? Stasera abbiamo degli ottimi dessert sul tabellone delle specialità." La cameriera era abbastanza perspicace da riconoscere un appuntamento quando ne vedeva uno e strizzò l'occhio. "Sentitevi libere di condividerne uno, se volete."
 
Scorrendo la lista, Emma ebbe un sussulto e gli occhi le si illuminarono alla terza voce. "Una coppa di gelato!"
 
Ridacchiando, Regina rispose per entrambe. "Penso che prenderemo la coppa di gelato, allora. Anche due cucchiai, per favore?" La cameriera fece un grande sorriso e annuì. "Certo, torno subito."
 
"Chi ha detto che volevo dividere?" L'espressione e il broncio di Emma erano adorabili; aveva incrociato le braccia e si era accasciata sulla sedia come un'adolescente. "Ho già mangiato troppi carboidrati, cara, vorrei solo un assaggio." Regina sorrise.
 
Fedele alla parola data, la cameriera tornò pochi minuti dopo con una sana porzione di gelato, grondante di salsa.
 
Senza perdere tempo, Emma si gettò nel piatto, con gli occhi leggermente rovesciati all'indietro e un sospiro soddisfatto al primo boccone.
 
"Oh, scusa, tu e il gelato volete stare un po' da soli?" Ghignò Regina.
 
Arrossendo un po', Emma replicò. "Non lo mangio da anni ed è davvero buono. Assaggia, per favore?" Ne offrì un po' a Regina.
 
Supponendo che la macchia vicino al suo viso fosse un cucchiaio di gelato, Regina tirò fuori la lingua e leccò il cucchiaio, guardando dritto negli occhi di Emma. Con un sussulto, Emma continuò a offrire a Regina cucchiaiate di gelato, guardandolo scomparire tra le labbra rosse e profonde.
 
Sebbene fosse un po' avvilente per Regina essere letteralmente imboccata con il cucchiaio, valeva la pena di ascoltare ogni secondo le reazioni di Emma. Leccandosi lentamente le labbra, usò il polpastrello del pollice per pulire la goccia di salsa al caramello che le era sfuggita. Sfoderò un ghigno malvagio e lo porse a Emma.
 
Emma non pensò a nulla mentre si chinava in avanti e baciava via la salsa al caramello. Non si trattenne e entrambe fecero finta che Regina non avesse avuto un sussulto, o che entrambe fossero un po' arrossite per un gesto così piccolo.
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
Finito il gelato e negata a Regina la possibilità di pagare la cena ("devo mantenere la mia reputazione di gentildonna"), Emma pagò il conto e si diressero dal ristorante all'auto di Emma.
 
Il tragitto per tornare a casa di Regina fu breve, e ancora più breve fu il tragitto per arrivare alla porta di casa.
 
Per una volta, entrambe erano un po' timide e impacciate.
 
"Sono stata molto bene con te oggi." Emma aveva un'aria peccaminosa e armeggiava con le chiavi della macchina. "Anch'io. È stato molto divertente." Rispose Regina.
 
Appollaiate sull'architrave della porta d'ingresso, la Regina Cattiva ed Emma la Coraggiosa si guardarono negli occhi. Erano entrambe ricoperte di baci con il rossetto e di diversi succhiotti, essendo riuscite a risolvere il problema molto prima delle loro controparti reali. Sembrava di vedere due adolescenti al loro primo appuntamento serio, non due donne mature che ormai dovrebbero sapere cosa stavano facendo.
 
"Questo significa che possiamo farlo di nuovo?" La voce di Emma era titubante.
 
Emma la Coraggiosa sbatté le mani in faccia, mentre la Regina Cattiva le diede una pacca sulla spalla in segno di commiserazione. Le loro speranze aumentarono quando Regina appoggiò il bastone alla porta, voltandosi verso Emma senza il suo ingombro e con un'espressione determinata sul viso.
 
Si avvicinò, si avvicinò ancora, finché non fu abbastanza vicina da farle sfiorare il petto di Emma con il suo inspirando. Risalendo con le mani lungo le braccia di Emma, le diede tutte le possibilità di fermarsi o di indietreggiare.
 
Senza opporre resistenza, Regina cullò il viso di Emma tra le mani e la tirò giù per baciarla profondamente sulle labbra. Le braccia di Emma la strinsero, incrociandosi dietro la sua schiena e aggrappandosi a lei per tutta la vita, ricambiando il bacio con tutto il suo valore.
 
Il mondo si fermò, solo per un momento, solo per loro.
 
Dopo alcuni minuti, la mancanza di respiro diventò un problema e si separarono a malincuore.
 
"È questo..." Emma deglutì, arrossendo vistosamente. "Un sì?"
 
Gli occhi di Regina erano ampi e scuri, il viso arrossato. Accarezzò teneramente la guancia di Emma con il pollice, sorridendo ampiamente. "Questo, mia cara Emma, è un -diavolo sì-."




Spazio dell'autrice:

Hi pargoli.
Lo so, lo so. E' passata un eternità, ma ecco a voi il decimo capitolo.

Come ben sapete tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.
Blind leading the blind - Chapter 10 - alexeizenhart - Once Upon a Time (TV) [Archive of Our Own]
Spero vi piaccia e possiate perdonarmi.
Baci stellari, Vaniglia.

 

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Capitolo 11
*** In which there is lunch ***


"Oh, andiamo capo, mi dica qualcosa! Per favore?" L'adorabile espressione di Belle era un po' sfuggita al suo datore di lavoro ipovedente, ma lei ci provò lo stesso. Avendo saputo che Regina era uscita con Emma per un altro riuscito appuntamento, da allora non faceva che implorare dettagli.
 
"Mi dispiace, cara, ma io non do baci e racconti." Regina era seduta dietro la sua scrivania e si appoggiava alla sedia mentre Belle prendeva appunti sui compiti da portare a termine per la giornata.
 
Belle le sorrise. "Quindi l'ha baciata, lo sapevo!"
 
"Non credo di poterti convincere a lasciar perdere?" Regina sospirò, sapendo che era quasi certamente una speranza vana, ma doveva almeno provarci.
 
Belle si sporse in avanti con impazienza sulla sua sedia, il blocco degli appunti appoggiato alle ginocchia. "Non se ne parla. Devo vivere attraverso lei fino a quando il mio status di single non sarà revocato. Quindi avete ballato e cenato. E poi cosa è successo?"
 
A questo punto, Regina si stava pentendo di averne parlato con Belle.
 
"Ebbene, sì, ci siamo baciate. Ecco; siamo felici adesso?" Regina sbuffò bonariamente.
 
Lasciando che il suo capo si sfogasse per un momento, Belle aspettò prima di chiedere. "C'era la lingua?"
 
"Belle!!!" Regina le ringhiò contro.
 
Stringendo al petto il suo taccuino, Belle fuggì dall'ufficio di Regina, ridacchiando follemente per il viso rosso di Regina.
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
Regina avvolse la sottile cravatta nera intorno alle dita e la usò per guidare Emma nel salotto. Con una leggera spinta, fece sedere Emma sul divano e si mise a cavalcioni sulle sue ginocchia.
 
Il rantolo nervoso di Emma si sentì forte nella stanza. Anche se non aveva programmato di fare qualcosa del genere stasera, era abbastanza contenta che Regina desse il ritmo e si spingesse fino a dove voleva. Lasciò che le sue mani si posassero sui fianchi di Regina, stringendoli delicatamente.
 
Passando le dita tra i capelli di Emma, Regina li raccolse con una mano e li usò per tirarle lentamente la testa da un lato, esponendole il collo.
 
"Oh!" Emma sussultò e si aggrappò di più ai fianchi di Regina, tirandola più vicino a sé. Poteva sentire il battito del suo cuore mentre le calde labbra di Regina premevano contro le sue.
 
Avvicinando la testa all'orecchio di Emma, Regina parlò a bassa voce. "Dimmi Em-ma, ti piace quando qualcuno gioca sporco con te?" Mosse la mano libera per grattare leggermente il collo di Emma, arricciando le dita intorno ad esso e appoggiando il pollice contro il punto di pulsazione.
 
"Dio siiii!" Emma sibilò, sforzandosi di rimanere immobile. La presenza di Regina la circondava, la abbracciava e la inebriava.
 
La calda risatina di Regina le fece scorrere un brivido lungo la schiena. "Regina andrà benissimo, cara. Hai una pelle così morbida, soprattutto qui." Ritirò la mano e mordicchiò il collo di Emma, ottenendo un forte sussulto e uno scatto dei suoi fianchi.
 
A Regina quasi sfuggì il sussurro di Emma. "P-più forte, per favore?" Sorrise e morse più forte, lasciando un segno viola crescente nella sua visione offuscata. In risposta, Emma la fece quasi cadere dalle sue ginocchia e gemette forte nel suo orecchio.
 
Un tenero bacio sullo stesso punto fece rabbrividire Emma prima che Regina si alzasse con riluttanza e si sistemasse accanto a lei sul divano. Con un altro forte rantolo, Emma cercò di tenere sotto controllo il suo cuore che batteva all'impazzata.
 
"T-ti sei fermata?" Emma si sforzò di non piagnucolare, ma ci riuscì solo in parte. Regina ridacchiò di nuovo e l'abbracciò stretta, premendo Emma sul suo petto in modo che potesse sentire quanto velocemente il suo cuore stava battendo per lei. "Per quanto non voglia, credo che dovremmo farlo."
 
Emma questa volta non nascose il suo lamento. "P-perché?"
 
"Perché è ora di svegliarsi, cara."
 
Il salotto di Regina scomparve e la camera da letto spartana di Emma lo sostituì, con la sveglia che strillava odiosamente dal comodino. Emma si alzò con un improvviso sussulto, la sua biancheria intima era rovinata. Di nuovo.
 
Sbattendo una mano impaziente sull'orologio, Emma lo fissò e si strofinò il viso. Forse, se lo avesse fissato abbastanza, si sarebbe sciolto in una pozzanghera inutile. Quando non reagì, gettò via le coperte e si sedette sul bordo del letto con un sospiro infastidito.
 
Lo stesso sogno, per l'ennesima volta in questa settimana da quando erano uscite per la terza volta. Era iniziato come sempre con il ritorno a casa di Regina, poi la pomiciata sul suo divano, poi...
 
Dannazione.
 
Si -erano- fermate. Nessuna delle due voleva mettere fretta all'altra, o spingere le cose oltre il limite di sopportazione. Da parte sua, Emma sarebbe stata dannata se la loro prima volta fosse stata su un divano.
 
Probabilmente non avrebbero dovuto punzecchiarsi così tanto durante l'appuntamento. Rabbrividì quando le sue dita sfiorano il grosso succhiotto sul collo, che solo ora stava iniziando a svanire. Quel momento non l'aveva solo sognato e le suscitò un tenero sorriso.
 
Il sorriso si spense un po' quando si ricordò che avrebbe dovuto vedere Ruby più tardi. Non c'era modo di nasconderlo; il clima era troppo caldo per una sciarpa o qualcosa a collo alto.
 
Forse poteva dirle che era stata maldestra e si era colpita con un oggetto contundente? In fondo, Ruby era già convinta che la bionda fosse incline agli incidenti. Pensando a motivi sempre più stravaganti per giustificare la presenza di quello-che-non-era-assolutamente-un-succhiotto, Emma si diresse in bagno per fare una doccia.
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
"Ciao Em! Per una volta sei arrivata in orario e... che diavolo ti è successo al collo!?" Ruby cercò di spostare la mano di Emma che di riflesso aveva coperto il succhiotto incriminato.
 
"Ehm... niente?" Emma cercò di fare finta di niente, sperando che Ruby lasciasse perdere.
 
Purtroppo, trattandosi di Ruby, le sue speranze vennero rapidamente infrante. "Emma, qualunque sia il tuo secondo nome, Swan! Questo non sembra -niente-." Dopo un po' di tentativi, riuscì ad allontanare la mano di Emma dal suo collo abbastanza a lungo da poterla guardare bene, emettendo un lungo fischio. "Cavolo, ti sei coccolata con un vampiro ultimamente?"
 
Senza vergognarsi dell'accaduto, Emma si limitò a lanciarle un'occhiata e a punzecchiarle il petto con un dito. "Dai Rubes, eravamo d'accordo; niente infamia sulle perversioni dell'altro. O dovrei dire quanto ti piace vedere la luna mentre sei nuda." Quest'ultima frase venne detta a voce un po' più alta, attirando per un attimo l'attenzione dei pochi avventori della tavola calda. Non vedendo nulla, persero interesse.
 
"Bene." Ruby sbuffò, ma continuò con più affetto. "Vi siete divertite, però?"
 
Emma le sorrise e annuì, abbassando la voce. " Sì, ci siamo divertite. Anche se non... ehm... 'completamente', se mi capisci." Ruby ammicca e le sorride. "Sì, ti capisco. Speriamo che sia presto, però, giusto? Non voglio che alla mia b-f-f venga un caso di clitoride blu."
 
"Ruby! Sinceramente, non so perché siamo amiche." Un po' esasperata, Emma appoggiò la testa sul piano di lavoro e nascose il viso. Ruby le diede una pacca sulla spalla, mentre Emma brontolava in modo impercettibile. "Lo sai che mi vuoi bene davvero."
 
Sollevando la testa, Emma la fulminò con un altro sguardo. "A volte me lo chiedo." La sua espressione si addolcì e rise quando Ruby le mostrò la lingua. "Comunque, quali sono le tue novità? Non avevi un appuntamento con... Laura? Lydia?"
 
"Lauren. E non è andata molto bene." Il sospiro deluso di Ruby la diceva lunga.
 
Mettendosi comoda sullo sgabello del bancone, Emma raddrizzò la schiena. "Oh no, cos'è successo? Qualcosa che hai fatto tu o che ha fatto lei?"
 
"Cosa ti fa pensare che sia stato qualcosa che ho fatto io?" Ruby incrociò le braccia e la fulminò con lo sguardo.
 
"Rubes, la tua storia di appuntamenti non è molto migliore della mia. Era vegetariana?" Emma ottenne come risposta unno con la testa. Rifletté ancora un po' prima di continuare. "Era etero e tu avevi frainteso il suo interesse?"
 
Ruby scosse di nuovo la testa, con un'aria sconsolata. "No, niente di così grave questa volta. È solo che non siamo entrate in sintonia, non c'è stata nessuna scintilla."
 
"Almeno stavolta non hai appiccato un incendio." Emma sogghignò.
 
Uno dei precedenti appuntamenti di Ruby era finito in un disastro dopo che lei era andata in campeggio. Era riuscita a incendiare la sua tenda, insieme a molte altre e parte dei vestiti impacchettati del suo appuntamento. Naturalmente Ruby non aveva più avuto sue notizie da allora.
 
"Vero." Ruby fece una smorfia. "Di questo passo, potrei anche entrare in un convento."
 
Emma ridacchiò. "Non può essere così grave, forse non hai ancora incontrato la persona giusta."
 
"Certo Em, le possibilità che ciò accada sono scarse o nulle. È più probabile che esca con la prossima persona che entra nella tavola calda piuttosto che trovare qualcuno da sola." Ruby aveva un'aria triste.
 
In quel momento, il campanello sopra la porta annunciò l'arrivo di qualcuno, anzi di diverse persone; Henry condusse Regina all'interno, seguito da Belle.
 
"Non esco con il cane." Sussurrò Ruby a Emma, facendola ridacchiare ancora di più. "Ciao, ragazze. È un piacere rivedervi." Li condusse a un tavolo vuoto e prese un menu per Belle.
 
"Ciao di nuovo, cara. Stiamo facendo un pranzo di lavoro e la mia assistente voleva disperatamente raccogliere i dettagli del mio appuntamento con Emma". Regina rise, mentre Belle la fulminò con lo sguardo. "Non ho detto questo capo! Ero... curiosa."
 
"Sì, così curiosa che non hai smesso di chiedermelo ogni volta che potevi. Visto che di solito Emma è qui." Regina venne interrotta dal "Non è vero!" di Emma, prima di continuare. "Ho pensato di prendere due piccioni con una fava; io avrò un pasto decente e Belle potrà grigliare Emma al posto mio per un po'."
 
Belle era rimasta un po' in silenzio, distratta dalle gambe nude di Ruby. E dai minuscoli pantaloncini. E dal top aderente. E dal sorrisetto che aveva in faccia. Ed era così sconvolta quando si rese conto che Ruby aveva osservato la sua espressione per tutto il tempo in cui l'aveva guardata.
"Posso portarti qualcosa?" Ruby finse che Belle non le stesse quasi sbavando addosso.
 
"Il tuo numero?" Belle diventò un po' rossa a causa di ciò che aveva blaterato. "No, aspetta, volevo dire. Posso avere un hamburger completo e un contorno di patatine, per favore?"
 
Ruby strizzò l'occhio e prese nota. "Certo, per entrambe le cose. E tu Regina? Oh, e qualcosa per Henry? Se gli è permesso..." Si interruppe.
 
"Insalata di pollo per favore, Ruby, e una ciotola d'acqua per Henry. Sei stata gentile a chiederlo."
 
"Figurati. È un cliente tanto quanto voi, solo con delle zampe in più." Ruby sorrise e portò le loro ordinazioni in cucina, tornando con una ciotola d'acciaio per l'acqua di Henry. "Non ci vorrà molto, siete arrivate prima dell'ora di pranzo."
 
"Fantastico, grazie Ruby. Belle?" Regina non ottenne risposta e agitò una mano davanti a Belle per farsi ascoltare. "Pronto?"
 
Arrossendo vistosamente, Belle scosse la testa. "Scusi capo, ero lontana chilometri."
 
Regina e Ruby ridacchiarono. "Con qualcuno di carino, cara?" Belle arrossì ancora di più e finse di essere improvvisamente interessata agli appunti che aveva preso dalla borsa.
 
Rivolgendosi alla macchia bionda al bancone, Regina invitò Emma a unirsi a loro. "Puoi avvicinarti Emma. Prometto di non mordere." Regina sorrise dolcemente. "Questa volta."
 
Raggiungendole al tavolo, Emma si sedette accanto a Regina, ricevendo un casto bacio sulla guancia in segno di saluto.
 
"Cosa intende dire con questo ti... bleah, deve aver fatto male." Belle aveva alzato gli occhi dai suoi appunti per osservare il succhiotto sul collo di Emma.
 
Il sorriso di Regina si allargò. "Strano; non ho sentito nulla. Sembra che si sia abbassato un po'." Socchiuse gli occhi sulla macchia violacea. "Peccato."
 
Emma le rivolse un broncio scherzoso e fece la sua migliore voce da cattiva. "Tu aspetta fino alla prossima volta. Ti prenderò mia bella e anche il tuo cagnolino." A quanto pare la visione dei film Disney l'aveva contagiata durante la crescita, anche se lo sghignazzo doveva essere perfezionato.
 
Vagando mentalmente, Emma aveva pensato a come sarebbe stato assaggiare la pelle di Regina, molto spesso, dal loro ultimo appuntamento. A Regina sarebbe piaciuto quanto a lei? Sembrava decisamente troppo elegante per farsi vedere con dei succhiotti.
 
"Com'è andata la lezione di ballo?" Belle sembrava divertita.
 
Le orecchie di Emma elaborarono la domanda di Belle e spinsero la bocca a rispondere senza alcun input cosciente da parte del cervello, che era ancora occupato dai pensieri di una certa castana. "Regina ha minacciato di colpire gli istruttori se avessero iniziato a cantare."
 
Era già troppo tardi quando il suo cervello si rese conto che avrebbe dovuto partecipare alla conversazione, quando Belle iniziò a ridacchiare. Quel tipo di commento avrebbe dovuto essere archiviato alla voce 'mai dirlo davanti a Regina, mai'.
 
"Non preoccuparti, cara, sono sicura che penserò a qualcosa con cui potrai farti perdonare." Mentre Emma cercava di fondersi con la sedia per l'imbarazzo, Regina sorrise. "A dire il vero, sembrava che volessero lanciarsi in un numero musicale completo e io detesto i dilettanti."
 
Vennero gentilmente interrotte dall'arrivo di Ruby con il cibo e una sorpresa per Emma.
 
"Ma io non ho ordinato nulla, Rubes." Emma parve confusa all'apparizione di un formaggio grigliato che Ruby le pose davanti.
 
Ruby annuì. "Mh hmm, ed è ora di pranzo. Se non ti do da mangiare, è molto probabile che te ne dimentichi fino a più tardi." Facendo l'occhiolino, tornò a servire gli altri clienti.
 
Sotto il tavolo, Regina stringe discretamente la gamba di Emma. "Hai bisogno di mangiare, soprattutto se devi dare la caccia ai cattivi." Emma gorgogliò e cercò di concentrarsi sul cibo e non sulla mano calda attaccata alla sua coscia.
 
"I cattivi? Aspetta, Emma è un poliziotto? Non ne ha l'aspetto." Belle la guardò con curiosità. "Ehm, senza offesa."
 
Emma ridacchiò e diede un morso al suo panino prima di rispondere. "Non c'è problema. E no, non sono un poliziotto. Sono una cacciatrice di taglie; do la caccia agli idioti che non pagano la cauzione."
 
"Questo spiega le manette." Belle gli sorrise.
 
"Oh, ma dai!" Emma piagnucolò adorabilmente. "Eravamo d'accordo che non ne avremmo parlato! C'è stata corruzione... Uh... voglio dire, c'erano di mezzo dei 'regali' ben intenzionati e tutto il resto."
 
"Regali? Per Belle e non per me? Emma, come hai potuto..." Regina mise il broncio e si finse arrabbiata, incrociando le braccia. "Sono due le cose per cui dovrai farti perdonare ora, cara."
 
"Qualsiasi cosa!" Emma rispose rapidamente, non sapendo che Regina era già a conoscenza del suo piccolo accordo con Belle.
 
Sollevando un sopracciglio, Regina si voltò verso di lei e si avvicinò per sussurrarle all'orecchio. "Qualsiasi cosa? È una saggia proposta, Em-ma?" A Emma venne la pelle d'oca e tremò, ansimando rumorosamente.
 
Seduta di fronte alle due, Belle sorrise osservando la loro interazione e sgranocchiando una patatina. Non poteva sentire tutto ciò che veniva sussurrato tra loro, ma poteva fare un'ipotesi dal modo in cui le guance di Emma continuavano a diventare rosse per ciò che veniva detto.
 
Più tardi, a pasto finito, si separarono a malincuore. Se una certa cameriera strizzò l'occhio e infilò un bigliettino nella mano di Belle, nessuno disse altro.
 





Spazio dell'autrice: 
Hi pargoli.
Avevo tradotto questo capitolo e come una deficente non lo avevo pubblicato, ecco a voi quindi, l'undicesimo capitolo.
Come ben sapete tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.

Blind leading the blind - Chapter 11 - alexeizenhart - Once Upon a Time (TV) [Archive of Our Own] 
Spero vi piaccia e possiate perdonarmi per la mia immensa sbadataggine.
Baci stellari, Vaniglia.

 

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Capitolo 12
*** In which Emma goes out for a drink ***


In piedi sopra il canyon del deserto e guardando la strada che lo attraversa, Roo B. Coyote consultò di nuovo i progetti. Questi raffiguravano una catapulta di marca Acme che scagliava una caricatura di Ruby (etichettata come "Carnivorous Vulgaris") verso Belle ("Accelleratii Incredibus").
 
In quel momento, una piccola nuvola di polvere apparve all'orizzonte, muovendosi rapidamente lungo la strada. Girando rapidamente il binocolo verso di essa, Roo B. si leccò le labbra quando vide Belle correre a tutta velocità attraverso il canyon.
 
Si precipitò verso la catapulta, controllò che fosse sufficientemente riavvolta e saltò nel cesto. Prese nota della posizione relativa di Belle e aspettò... e aspettò... poi tirò la leva di rilascio, lanciandola in aria verso Belle.
 
Volando nell'aria a velocità sostenuta, si avvicinò sempre di più... per poi passare direttamente davanti a Belle, quando la superò. Dopo l'impatto con il suolo, Roo B. si alzò e sbuffò, schioccando le dita. Fece un segno al pubblico. "Accidenti. Sventata di nuovo."
 
Ruby e Belle stavano cercando di organizzare un appuntamento, una cena fuori, qualsiasi cosa, da quasi due settimane. Era un peccato che non ci fossero ancora riuscite, visto che continuavano a perdere i rispettivi messaggi, con grande divertimento di Emma e Regina.
 
"Forse dovresti prendere in considerazione un piccione viaggiatore, cara." Regina era seduta nel suo ufficio mentre Belle prendeva appunti, come al solito. "O darli a Emma? Ha una certa aria da golden retriever. Sono sicura che sarebbe felice di portare i messaggi a Ruby per te."
 
Belle borbottò. "Ci abbiamo provato, capo; continuiamo a ricevere i nostri stessi messaggi! Davvero, come fa a catturare i delinquenti?" Apparve pensierosa. "Emma... non l'avrà fatto di proposito, vero?"
 
Ridacchiando, Regina scosse la testa. "Ne dubito, cara. Anche se può essere un po' burlona, non è una cosa su cui scherzerebbe."
 
"Comunque, basta parlare di me e Ruby. Che mi dice di lei e di Emma; alla fine ha fatto pace con lei?" Belle si sedette in avanti, desiderosa di pettegolezzi e a quanto pare non aveva ancora dimenticato quel giorno alla tavola calda.
 
Regina le rivolse solo un lungo e lento sorriso. "Forse." Si sistemò in avanti sulla sua sedia e piegò il dito, facendo un cenno alla sagoma sfocata di Belle.
 
Alzandosi, Belle si avvicinò frettolosamente a Regina.
 
"Sai mantenere un segreto?" Regina le sussurrò, anche se nel suo ufficio c'erano solo loro due.
 
Belle annuì rapidamente, poi si ricordò che il suo capo avrebbe potuto non interpretarlo come un 'sì'. "Naturalmente." Sussurrò in cambio.
 
"Bene... Anch'io." Regina scoppiò a ridere per lo sbuffo deluso di Belle.
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
Seduta da sola al bar della zona più benestante della città, Emma si aggiustò la gonna corta del suo vestito di pelle senza maniche e avrebbe voluto aver accettato l'offerta di Regina di passare la serata con lei.
 
Purtroppo, non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di un colpo così grosso, con diverse fatture mensili in scadenza la settimana successiva o giù di lì.
 
Martin Walters aveva deciso che l'azienda per cui lavorava non lo pagava abbastanza per le sue capacità o per il lavoro che svolgeva, così aveva pensato bene di attingere al fondo cassa dell'azienda. Uno stagista ingrato che lavorava nella contabilità ha fatto la maggior parte del lavoro (non accreditato) quando hanno notato un sacco di discrepanze nei documenti finanziari del suo reparto e lo hanno riferito ai piani alti.
 
Dopo diversi mesi, un'indagine interna piuttosto lunga e molte discussioni tra i vari dipartimenti, la squadra antifrode dell'ufficio locale dell'FBI fu chiamata a controllare i libri contabili. Tutti i libri.
 
Come si è scoperto, questo si è rivelato un problema ancora più grande per la società; avevano trattato sottobanco e falsificato i numeri. Questo ha fatto sì che diversi membri del consiglio di amministrazione si siano resi irreperibili, prendendo voli improvvisi verso Paesi che non avevano accordi di estradizione con lo Zio Sam. Alcuni degli altri membri del consiglio di amministrazione si interessarono altrettanto improvvisamente alla salute e al benessere di un dipendente in particolare che aveva causato l'intero pasticcio.
 
A questo punto Walters decise che sarebbe stato meglio lasciare la città e l'intero Stato, pensando evidentemente di aumentare le sue possibilità di sopravvivenza.
 
Così si scoprì che questa sera più di un interessato era a caccia di Martin Walters.
 
Cercando di non apparire troppo annoiata, Emma fece roteare il contenuto del suo bicchiere e lanciò un'occhiata discreta agli altri avventori del bar. Se Walters non si fosse presentato subito, avrebbe concluso la serata; i drink non erano economici e respingere uomini d'affari ubriachi non era la sua idea di una bella serata.
 
Il lampo di un orologio da polso notato con la coda dell'occhio attirò la sua attenzione e si impose di non girare la testa per guardare. Prendendosi il tempo di sorseggiare il suo drink, Emma voltò finalmente la testa e cercò di non sorridere troppo. Martin Walters, in carne e ossa, era in piedi al bar alla sua destra.
 
Il sorriso si spense quando vide che aveva già compagnia. Una rossa con un vestito verde brillante e tacchi da spogliarellista pendeva dalle sue labbra.
 
Appollaiata sulla spalla di Emma, Emma la Cacciatrice imprecò e mandò all'aria il suo piano dettagliato etichettato come 'A'; era ora di pensare a un piano 'B'.
 
Separare i due poteva essere un brutto colpo; il bar non era molto frequentato questa sera e la sicurezza poteva facilmente fermarla se Walters si fosse schierato con la rossa. Cercare di unirsi a loro poteva essere ugualmente problematico; se la rossa era una prostituta, non c'era modo che lasciasse avvicinare Emma.
 
Mentre Emma vagliava le sue opzioni, anche due uomini in giacca e cravatta dall'espressione seria avevano notato Walters. Uno di loro fece silenziosamente una telefonata, senza mai distogliere lo sguardo dal suo obiettivo. Dopo aver riagganciato, parlarono brevemente ma non fecero altre mosse.
 
Avvertendo un'attenzione sgradevole, Emma si girò lentamente sulla sedia come per guardare meglio il proprio telefono. Quando le erano stati forniti i dettagli di questo ricercato, era stata avvertita del possibile coinvolgimento della mafia e sembrava che ora fosse una certezza.
 
Imprecando pesantemente sottovoce, le sue opzioni erano ora ancora più limitate. Per prendere Walters, avrebbe dovuto allontanarlo dalla rossa -e- da due mafiosi, che probabilmente erano armati, senza alcuna garanzia che anche la rossa non fosse coinvolta in una trappola. Meraviglioso.
 
Nella sua immaginazione, mise in scena diversi scenari.
 
Pronti Attenti Via; Super Emma rovescia 'accidentalmente' il suo drink sulla rossa, che se ne va in malo modo verso il bagno delle signore. Poi conduce Walters all'esterno verso la sua VW con promesse di sesso (rappresentate da grandi cuori a fumetti). I mafiosi la inseguono, ne nasce una sparatoria e si schiantano. 'Game Over, Ritentare?'.
 
Emma sorseggiò il suo drink e mise un altro quarto di dollaro nella macchina arcade della sua immaginazione.
 
Super Emma calpesta i due mafiosi, stordendoli (sopra le loro teste compaiono dei cuculi rotanti). Cerca di convincere Walters e la rossa ad andarsene per la loro sicurezza, ma questi chiamano la polizia per aggressione. Entrambi vengono arrestati e sbattuti in prigione, quindi niente bonus per la cauzione. Appare un altro 'Game Over'.
 
"Oh Marty!" I suoi pensieri furono interrotti dallo stridore dell'accento britannico della rossa e dovette resistere all'impulso di lanciare qualcosa nella sua direzione. "Sei così intelligente." Si chiese per un attimo se la rossa fosse in realtà una bionda con la tinta; di certo la sua sfacciataggine era un'arte.
 
'Marty' stava apparentemente impressionando la sua accompagnatrice tenendo in equilibrio una saliera su un mucchio di sale e non si accorgeva di nient'altro.
 
In quel momento, uno dei due mafiosi si alzò e si diresse verso il bagno degli uomini: ora o mai più.
 
Emma si alzò con grazia e si avvicinò al mafioso rimasto, esagerando i suoi movimenti quanto bastava per far pensare che fosse ubriaca. Si appollaiò sulle ginocchia del mafioso, con grande disappunto di questi.
 
"Ehi signora, levati!" Riuscì a non ringhiare, ma ci andò vicino.
 
Emma gli mise il broncio e biascicò. "Non ti piaccio, tesoro? A me piaci." Gli passa le mani sopra; sì, fondina a tracolla, lato destro. Se ha interpretato male e lui è un poliziotto, dovrebbe avere anche... No, niente manette. Sicuramente non è un poliziotto.
 
Scuotendo i suoi lunghi capelli biondi, Emma controllò che il suo partner non fosse ancora in vista e gli passò le dita sul collo.
 
Il ragazzo sospirò. "Sei davvero bella, ora sparisci. Io... mmmpphh!"
 
Avvicinandosi, lo baciò mentre premeva le dita contro la carotide e la vena giugulare, interrompendo l'afflusso di sangue.
 
Per chi lo guardava, stava diventando un po' entusiasta, non lottava per l'aria. Il suo braccio sbatte contro il tavolo, dove fortunatamente non c'era nessuna bevanda da rovesciare. Crollando a terra, svenne ed Emma lo piegò in avanti per fargli appoggiare la testa sulle braccia sul tavolo.
 
Emma fece rapidamente il punto della situazione. Un mafioso a terra, ancora nessuna traccia del socio. La rossa stava ancora ridacchiando e 'Marty' non si è accorto di nulla.
 
Alzandosi di nuovo in piedi, Emma si sistemò la gonna e controllò il trucco con lo specchio compatto che aveva in borsa. Finora tutto... merda. L'altro mafioso era uscito dal bagno degli uomini e ora si stava precipitando verso di lei.
 
"Che cosa hai fatto, signora!?". La sua mano sinistra era all'interno del lato destro della giacca, ma non aveva ancora estratto nulla, anche se il suo volume aveva attirato l'attenzione della rossa di Walters.
 
Sperando che il livello generale di intelligenza dei cattivi di basso livello fosse vero, Emma alzò le spalle e annusò con disappunto. "Io? Non è colpa mia se tutto il suo sangue è andato alla sua 'testa'." Fece le virgolette e diede il meglio di sé per comportarsi come la tipica bionda.
 
Questa volta tirò fuori un'automatica e la puntò contro Emma. "Sì, certo, signora. Sei un poliziotto?" Il clic del martelletto che viene ritirato fu il rumore più forte del bar.
 
Alzando lentamente le mani, Emma sospirò. Sarebbe stato meglio andare da Regina. "No, non sono un poliziotto."
 
"Perché cazzo sorridi?" Lui sembrò infastidito dato che Emma aveva iniziato a sorridergli.
 
A sua insaputa, la rossa aveva preso una bottiglia e si era avvicinata silenziosamente alle sue spalle, eliminando ogni traccia di sfacciataggine dalla sua espressione. Tirò il braccio all'indietro e gli portò la bottiglia con decisione sulla testa. Con un forte scricchiolio, la bottiglia si ruppe e il mafioso cadde a terra, svenuto.
 
Decidendo che era il momento giusto, Walters corse verso la porta e scomparve nella notte.
 
La rossa sospirò mentre lo guardava andare via. "Ben fatto, biondina; ecco la mia paga. E non c'è di che."
 
"Paga? Aspetta, non sei una prostituta?" Emma abbassò le mani.
 
"Zelena West, cacciatrice di taglie." Zelena si presentò, sostituendo l'irritante accento britannico con uno più colto. "Immagino che non sia qui per il paesaggio."
 
"Ehm... no. Sono Emma Swan. Sono un garante per le cauzioni, che cercava lo stesso tizio che hai trovato tu, a quanto pare. Mi dispiace che sia scappato, ma grazie per questo." Emma gesticolò verso il mafioso che gemeva e che Zelena aveva colpito.
 
Zelena le sorrise. "Non c'è di che, mia cara." Indicò il mafioso che aveva steso. "L'ho riconosciuto subito; è un duro del posto e un po' antipatico. Non è il tipo con cui vorresti avere a che fare in una notte buia, o in qualsiasi altra notte."
 
A questo punto arrivò la polizia e sembrò sorpresa che gli unici feriti fossero i due mafiosi.
 
Interrogata dalla polizia e cercando di non perdere la pazienza, Zelena spiegò (di nuovo) che no, non li aveva mai incontrati prima e che no, non era uscita questa sera solo per dimostrare la fisica applicata all'anatomia umana.
 
Emma sogghignò prima di ritrovarsi a subire le loro domande. Ma no Agente, non aveva idea di come fosse finito a faccia in giù sul tavolo. Oh, l'avevano vista baciarlo pochi minuti prima? Sicuramente era stato il suo improvviso calo di pressione a farlo, non la bella biondina sulle sue ginocchia?
 
Soddisfatti che nessuna delle due donne avesse un secondo fine (che potessero dimostrare), la polizia portò via i due mafiosi.
 
"Sembra un altro bel pasticcio. Walters ha segnato le nostre carte." Zelena sospirò.
 
Emma la guardò confusa. "In che senso?"
 
"Ha visto entrambi i nostri volti e non credo che cercare di usare un travestimento funzionerà." Zelena spiegò pazientemente. "Si spaventerà, quindi farà i bagagli e lascerà anche lui il suo piccolo nascondiglio."
 
"Oh... ehm... scusa?" Emma assunse un'aria imbarazzata.
 
"Non è colpa tua, tesoro. Beh, lo è, ma non lo è." Zelena sospirò di nuovo. "Se non ti avessero fermata, l'avrei fatto io e probabilmente non sarebbe andata così bene. Forse dovremmo considerare questo caso come uno di quelli che ci sono sfuggiti."
 
Zelena le porse la mano prima che si separassero. "Comunque, ci si vede e buona fortuna!"
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
Scalciando i tacchi mentre entrava nel suo appartamento, Emma controllò il telefono alla ricerca di nuovi messaggi e cercò di lasciarsi alle spalle l'intera serata. Non c'era nulla di nuovo su Walters, ma se si fosse dato alla macchia, non ci sarebbe stato (a meno che i suoi ex datori di lavoro non lo avessero raggiunto prima).
 
Si sdraiò sul divano e guardò accigliata la pila di fatture non pagate.
 
Sul tavolino, il suo telefono emise un *ping*, segnalando l'arrivo di un nuovo messaggio.
 
LaReginaCattiva: "Com'è andata la caccia?"
 
Regina aveva preso l'abitudine di mandarle un messaggio se sapeva che la bionda era in giro a cercare un obiettivo.
 
La mia salvatrice: "Il pesce grosso è scappato :("
 
LaReginaCattiva: "Peccato. Andrà meglio la prossima volta, cara. Sei ferita?"
 
Emma brontolò con un vago fastidio. Ti ferisci una sola volta inseguendo una taglia e la gente non ti lascia più in pace.
 
La mia salvatrice: "Mi bacerai la bua se dico di sì?"
 
LaReginaCattiva: "È troppo tardi per venire da me e scoprirlo?"
 
Deglutendo rumorosamente, il cuore di Emma batté più velocemente, mentre le sue dita volavano sulla tastiera del telefono.
 
La mia salvatrice: "Sarò lì tra 20 minuti."





Spazio dell'autrice: 
Hi pargoli.
Per farmi perdonare ho già tradotto il dodicesimo capitolo.
Come ben sapete tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.

Blind leading the blind - Chapter 12 - alexeizenhart - Once Upon a Time (TV) [Archive of Our Own] 
Spero vi piaccia.
Baci stellari, Vaniglia.

 

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Capitolo 13
*** In which there is very little plot, but quite a lot of... ***


Un signore di mezza età in abito di tweed, papillon e occhiali dalla montatura spessa appare sullo schermo di fronte a voi, seduto dietro una scrivania.
 
Con un colto accento britannico, parlò. "Buonasera. L'autore mi ha chiesto di informarvi che questo capitolo non è altro che oscenità." Alzò le sopracciglia guardando il teleschermo e fece una pausa per guardare qualcuno fuori campo, a cui parlò a bassa voce. "Davvero? Tutto quanto?" Si sentì parlottare in modo indistinto e gli vennero consegnati diversi fogli di carta stampata.
 
Prendendoli, lesse alcuni paragrafi e cominciò ad agitarsi a disagio.
 
"Oh, cielo." Si schiarì la gola e si aggiustò il papillon, cercando di pulire gli occhiali appannati. "Chiaramente questo non è il genere di cose che vi aspettate dalla BBC ed è per questo che non mostreremo... Cosa?" Venne interrotto da qualcuno fuori campo.
 
"Questo non andrà in onda sulla BBC?" Sembrò confuso e si sentirono altri discorsi indistinti in sottofondo. "Ah, oh, chi?"
 
Giocherellando e schiarendosi di nuovo la gola, riportò lo sguardo su di voi. "Capisco. Beh, il capitolo seguente parla dell'amore che due donne provano l'una per l'altra. Un amore piuttosto... grafico. Se queste cose vi offendono, forse questo è il momento giusto per mettere a bollire la teiera e bere una lunga tazza di tè. Per tutti gli altri, sedetevi e godetevi la nostra presentazione."
 
 
 
~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 
 
 
Decidendo che il suo vestito di pelle e i suoi tacchi erano più che adatti, e rispettando per lo più i limiti imposti, Emma si diresse verso la casa di Regina.
 
Riprendendo fiato, Emma si raddrizzò le spalle e bussò alla porta. In risposta, sentì l'abbaiare eccitato di Henry; in teoria serviva ad avvertire Regina della presenza di intrusi, ma Henry era più propenso a sbavare su chiunque piuttosto che rappresentare una minaccia significativa.
 
Il silenzioso "Siediti!" di Regina le fece quasi piegare automaticamente le ginocchia prima di capire che non era diretto a lei.
 
La porta si aprì per rivelare Regina nel suo solito abbigliamento da lavoro, composto da tailleur e camicetta, anche se l'assenza delle scarpe la rendeva più bassa di parecchi centimetri rispetto a quanto Emma era abituata. Facendo finta di guardare un orologio che in realtà non era al suo polso, Regina sorrise. "Devo preoccuparmi che arrivi la polizia? Sembra che tu abbia battuto qualche record... o il limite di velocità."
 
"Forse ho guidato un po' più veloce del solito?" Emma si strofinò la nuca e sembrò un po' imbarazzata. "Almeno ce l'ho fatta tutta intera."
 
"Vero. Entra, cara." Facendo un passo indietro, Regina spalancò la porta e condusse Emma nel salone. "Posso offrirti qualcosa da bere?"
 
"No, sono a posto così. Stai bene? Mi sembra tu stia zoppicando." Emma aveva notato Regina zoppicare mentre entravano.
 
Regina si era sistemata sul divano ed Emma aveva visto dei leggeri segni rossi su entrambi i piedi quando li aveva infilati sotto di sé. "È il prezzo da pagare per la moda; ho comprato dei tacchi nuovi e non sono ancora consumati." Mosse le dita dei piedi dipinte con colori vivaci e fece una piccola smorfia.
 
Emma si sedette all'altro capo del divano. "Vuoi una mano? Sono molto brava con le mani."
 
"Sono sicura che è quello che dicono tutti, cara." Regina disse stuzzicandola. "Visto che ti offri, non andartene." Si alzò e zoppicò fino alla camera da letto, prendendo un contenitore di crema idratante e un piccolo asciugamano prima di tornare in salotto.
 
Si sdraia di nuovo sul divano e porse l'asciugamano e la crema idratante a Emma prima di allungare le gambe verso di lei. Cogliendo il suggerimento, Emma stese l'asciugamano sulle sue ginocchia e vi appoggiò i piedi di Regina.
 
"Non è un olio per massaggi, ma può andare bene in caso di necessità. Ora, se vuoi essere così gentile..."
 
"Qualsiasi cosa per Sua Maestà." Emma rispose cercando di non sorridere. Spremendo una buona quantità di crema idratante su un palmo, strofinò brevemente le mani tra loro prima di concentrarsi sul piede sinistro di Regina. Massaggiò con decisione dal tallone verso le dita, osservando l'espressione di Regina per capire se stava spingendo troppo o se stava facendo il solletico.
 
Appoggiandosi allo schienale, Regina sospirò felice quando il dolore si attenuò. "Sei sicura di essere solo un garante per le cauzioni, cara? Penso che potresti avere un'attività secondaria con questo."
 
"E privarti del mio talento?" Emma passò all'altro piede di Regina, cercando di non sorridere come una stupida.
 
Inclinando la testa, Regina sembrò pensierosa. "È una buona osservazione, ben formulata; dovrei tenerti per me. Dopotutto, come regina mi aspetto solo il meglio, e tu non dovresti essere sprecata per i paesani."
 
"Naturalmente. Come va? Ti senti meglio?" Lasciando i piedi di Regina sulle sue ginocchia, Emma applicò la crema idratante sulle gambe e le massaggiò le caviglie.
 
Dando a entrambi i piedi una leggera mossa di prova, Regina sorrise. "Molto, grazie."
 
Emma spremette altra crema idratante nelle mani e continuò a lavorarla sulla pelle morbida della parte inferiore delle gambe di Regina, godendosi le espressioni dolci che Regina faceva quando i nodi dei suoi muscoli si scioglievano.
 
Nessuna delle due donne parlava mentre Emma faceva risalire le mani sulle gambe di Regina, massaggiandole teneramente.
 
Fu Regina a rompere per prima il confortevole silenzio, con aria divertita. "Più in alto, cara, e mi scoppieranno le orecchie."
 
"Oh... Ooops?" Senza rendersene conto, le mani di Emma avevano raggiunto l'orlo della gonna a tubino di Regina e stavano iniziando a spingere le dita al di sotto. Tirandosi un po' indietro, lasciò che le sue mani si posassero sulle cosce della bruna, il cui calore penetrava nella pelle sottostante.
 
"Questo non significa che voglio che tu ti fermi." Spostando le proprie mani a coprire quelle di Emma, Regina sorrise perfidamente e avvicinò la bionda. "Credo sia giusto ricompensare il mio cavaliere dall'armatura... di pelle lucente per essere venuto a salvarmi."
 
Le pupille di Emma si spalancarono alla menzione di una ricompensa e fece un improvviso e profondo respiro. "Che tipo di ricompensa?" Ormai erano settimane che flirtavano e si stuzzicavano a vicenda, quindi aveva un'idea abbastanza precisa di ciò che la bruna aveva in mente.
 
Sporgendosi in avanti, tenendo la mano di Emma saldamente bloccata sulle sue gambe, le labbra di Regina si aprirono lentamente in un ampio sorriso.
 
Passando lo sguardo tra i profondi occhi marroni e le labbra rosso sangue di Regina, Emma sentì improvvisamente la bocca secca, mentre notava i denti bianchi e perfettamente dritti. Non riuscì a trattenersi dal fare una battuta. "Ma nonna, che denti grandi che hai!"
 
"Tanto meglio per... mangiarti, cara". Decidendo di non offendersi per il commento un po' attempato, la risatina di Regina fu generosa. Si piegò in avanti per catturare le labbra di Emma, sorridendole mentre sentiva la lingua della bionda premere timidamente per entrare nella sua bocca. Rispondendo con la propria, sentì Emma spostarsi sul divano e gemere in risposta.
 
Il bisogno d'aria diventò presto un problema e le due si separarono, respirando a fatica.
 
Lasciando finalmente che Emma spostasse le mani, Regina si alzò e si avvicinò. Passando le mani sul vestito di pelle stretto, baciò e mordicchiò il collo sottile della bionda. "Vogliamo andare in un posto più comodo?"
 
Cercando di non dare l'impressione che tutti i suoi desideri di Natale (e di compleanno) siano arrivati in una volta sola, Emma annuì e riuscì a far trapelare un tenue "Sì, per favore."
 
Alzandosi e prendendo la mano di Emma nella propria, Regina le condusse fino alla sua camera da letto. Chiuse con decisione la porta per assicurarsi che Henry non le disturbi. Spegnendo la luce del soffitto, accense la lampada del comodino, proiettando una calda luce nella stanza.
 
Spostandole sul letto, Regina si fece seria per un momento. "So che non abbiamo parlato molto di questo, ma se vuoi fermarti in qualsiasi momento, lo capirò. È passato... un po' di tempo per me." Per la prima volta quella sera sembrava leggermente nervosa e giocherellava con le loro mani unite.
 
Sollevando la mano di Regina alle sue labbra, Emma le stampò un caldo bacio sulle dita. "Questo vale anche per te. Se devo essere sincera, anche per me è passato un po' di tempo, piccola."
 
Il sorriso che illuminò il volto di Regina valse l'ammissione da parte di Emma e alleggerì l'umore collettivo nella stanza. La mora sbuffò e le rispose in modo scherzoso. "Piccola? Davvero?"
 
"Pasticcino?" Emma suggerì con innocenza. L'occhiata con cui rispose Regina parlava chiaro. "No? Dolcezza? Tesoro? Tesorino?" Quest'ultima si guadagnò ripetuti colpi con un cuscino che Regina aveva sottratto dal letto, facendola ridacchiare. "Ooof! Ok! Ok! Ho capito il suggerimento. Non c'è un nomignolo adorabile che possa usare? Che ne dici di 'Gina?"
 
Interrompendo il suo assalto con gli oggetti morbidi, Regina lo mise alla prova. "'Gina... Hm... 'Gina non è così male, ma trattengo il diritto di porre veto." Circondò il viso della bionda con le mani e la baciò profondamente.
 
Un po' stordita, Emma avrebbe acconsentito a qualsiasi cosa pur di far continuare Regina a baciarla e annuì con un sorriso un po' ebete.
 
Alzandosi, Regina si tolse la giacca e slacciò qualche altro bottone della camicetta. Sotto la camicia si notava un accenno di qualcosa di nero e di pizzo. "Sembra che io sia un po' troppo vestita; è un peccato che non stiamo giocando a strip poker."
 
Emma deglutì rumorosamente, cercando di distogliere lo sguardo dalla pelle appena esposta di Regina. Il suo stesso vestito di pelle era un pezzo unico e le avrebbe sicuramente dato uno svantaggio se ci stessero giocando. Il suo cervello si chiese subito perché Regina volesse giocare a strip poker e rimase occupato per qualche istante finché non si accorse che la camicetta della bruna era completamente sbottonata.
 
Con dita tremanti, allungò la mano verso Regina e la aiutò a sfilare la camicetta, ammirando la distesa di pelle olivastra. "Cliché, ma ti piace quello che vedi, cara?" La voce di Regina era pacata nel suo orecchio.
 
Stando così vicina, Emma poteva vedere ogni minima imperfezione della pelle liscia e le tracciava delicatamente con la punta delle dita. Annuì alla domanda e si chinò per posare dei leggeri baci sul petto scoperto di Regina. "Davvero. *bacio* Molto. *bacio* Sei bellissima."
 
"Ma non perfetta." I nervi di Regina sono un po' vicini alla superficie e colorano la sua risposta.
 
Trovando la cerniera della gonna di Regina, Emma sorrise e la baciò teneramente. "Nessuno è perfetto, 'Gina. Tutti abbiamo dei difetti." Abbassò la cerniera e fece scendere la gonna fino a quando Regina poté uscirne.
 
Osservando il delicato pizzo nero che incorniciava i seni di Regina e accentuava il suo sedere, Emma le sorrise. "Mi stupisce che tu riesca a camminare con una gonna del genere."
 
"Come per ogni cosa, cara; si tratta solo di fare pratica." Un sorriso divertito apparve sul volto di Regina. "Sembra che ora sia tu quella vestita in modo eccessivo."
 
Guidando Regina a sedersi sul bordo del letto, Emma si tolse i tacchi e li mise al sicuro da una parte. Sebbene facessero sembrare le sue gambe più lunghe e aiutassero la sua disinvoltura, erano un ostacolo per quello che voleva fare dopo.
 
Scostando i capelli da un lato, trovò la cerniera nascosta del suo vestito di pelle e la tirò giù. Mentre la cerniera si muoveva i denti emettevano dei forti scatti, rilasciando gradualmente la stretta presa che la pelle aveva sulla bionda.
 
L'abito cadde a terra con un morbido "whoomph", lasciando Emma in piedi con solo un sottile perizoma nero. Data l'aderenza e lo spessore del materiale, aveva rinunciato a indossare il reggiseno. Liberandosi, mosse un braccio per coprire il petto scoperto, sentendosi improvvisamente in imbarazzo.
 
"Sei un po' timida, tesoro?" La voce di Regina era dolce, mentre si allungava per slacciare il proprio reggiseno, facendolo scivolare dalle spalle prima di lasciarlo cadere a terra.
 
Facendo del suo meglio per ignorare la visione della dea bruna in topless di fronte a lei, e cercando di proiettare un po' più di sicurezza di quella che provava, Emma deglutì e si avvicinò con quella che sperava fosse una sexy ancheggiata.
 
"No? Cioè... non proprio? Come ho detto, tutti abbiamo dei difetti." Era ben consapevole che il suo lavoro di cacciatrice di taglie aveva lasciato sulla sua pelle chiara più di qualche cicatrice, oltre a diversi spiacevoli ricordi della sua infanzia in affidamento.
 
Tirando la bionda sulle sue ginocchia, Regina convinse Emma a metterle le braccia attorno e la accoccolò contro il suo petto. Tracciò leggermente le dita sulla schiena di Emma, percependo tutte le cicatrici, segni e imperfezioni che avevano caratterizzato la sua vita fino a quel momento.
 
Baciando il collo di Emma, sentì le mani della bionda stringersi forte sulla sua schiena, le unghie che graffiavano la sua pelle. "Così sensibile." Regina sorrise, dando dei piccoli morsi sperimentali mentre Emma si contorceva sulle sue ginocchia.
 
Emma si mosse sulle ginocchia di Regina, i suoi fianchi si mossero quasi costantemente per l'attenzione della donna. Si irrigidì e rastrellò le unghie lungo la schiena di Regina, facendo sobbalzare i fianchi a causa di un forte morso al collo. "Oh Dio..."
 
Leccandosi le labbra, Regina ridacchiò. "'Gina andrà benissimo, cara." Baciò di nuovo la bionda, spostandola dalle sue ginocchia e facendola sedere sul letto accanto a lei. Dopo che Emma si fu spostata, poté sentire una macchia umida sulle gambe, prova che stava facendo qualcosa di molto buono.
 
Respirando a fatica, Emma si aggrappò a Regina e cercò di tenere sotto controllo la sua eccitazione. Arrossì quando notò la macchia umida. "Mi dispiace... Di solito non sono... un'adolescente arrapata."
 
Passando le dita tra i capelli di Emma, Regina sorrise e scosse la testa. "È un bel complimento per me sapere di poter suscitare in te una reazione così meravigliosa." Strofinando le dita sulla macchia sulla sua gamba, le portò alle labbra e le succhiò per bene. Gemette con apprezzamento mentre Emma guardava con occhi spalancati. "Mmm... delizioso."
 
"Stai cercando di uccidermi?" Emma rantolò, arrossendo di un rosso acceso e stringendo forte tra di loro le cosce.
 
Il sorriso di Regina si fece perfido. "Forse una 'piccola morte', ma sono sicura che sopravviverai. Supponendo che tu voglia continuare?" Non aveva ancora finito di parlare che Emma la spinse all'indietro sul letto e si mise a cavalcioni sui suoi fianchi, baciandola profondamente. Prendendo fiato, Regina chiese: "Questo è un 'sì', cara?"
 
Con l'aria un po' risentita di aver dato per scontato che Regina fosse contenta di continuare, Emma annuì. "Sì... cioè, se vuoi..."
 
"Oh, molto volentieri, sì..." Spostando le mani sui fianchi di Emma, Regina strattonò delicatamente le mutandine che la bionda indossava ancora, facendola sussultare. "Anche se credo che faremmo meglio senza queste. Fai la brava e toglile, per favore?"
 
"Certo." Emma sorrise e si staccò dal corpo di Regina, facendo attenzione a non colpirla accidentalmente. Per quanto si stessero divertendo, non pensava che una ginocchiata alle tette sarebbe stata gradita. Si tirò giù le mutandine lungo le gambe e cercò di non fare una smorfia per il loro stato rovinato. Gettandole di lato, mugolò quando vide cosa stava facendo Regina.
 
Regina si era spostata più indietro sul letto e stava passando le mani sul proprio corpo, sempre più lentamente. "Ohh Emma... lo vedi cosa mi fai?" Scese con le mani fino alla parte superiore delle gambe, divaricandole lentamente per mostrare le mutandine inzuppate. "È meglio togliere anche queste, non credi?"
 
Emma apparve affascinata e si avvicinò lentamente al letto, gattonando tra le gambe di Regina. Fu confusa perché venne fermata prima che potesse arrivare a togliere gli indumenti incriminati. "Vuoi fermarti?" Regina si sporse in avanti per baciarle le labbra. "Oh no, cara, toglile pure. Usando i denti."
 
Chinandosi, Emma riuscì ad afferrare un lato delle mutandine con i denti e le fece scendere abbastanza da permette a Regina di scalciarle attraverso la stanza.
 
Entrambe fianco a fianco, Regina fu la prima ad allungare la mano e fa scorrere le dita sul corpo nudo della bionda accanto a lei. "Molto meglio." Emma sorrise ed annuì. Nonostante non potesse vederle chiaramente, Regina poteva percepire diverse cicatrici evidenti sulla pelle della bionda.
 
Spingendo lentamente Emma sulla schiena, Regina si sporse su di lei e premette dolcemente le labbra su ognuna di esse. "Magari un giorno mi parlerai di come te le sei procurate? Sono sicura di sia una storia dietro ad ognuna."
 
Emma cercò di rimanere ferma mentre la mora aleggiava sopra di lei, agitandosi un po’ perché non era sicura se Regina avrebbe gradito che le venisse afferrata la testa. "Alcune sono... legate al lavoro. Ma sì, forse un giorno." Sussultò e afferrò le spalle di Regina mentre le veniva posato un bacio sulla cicatrice vicino al capezzolo destro, sentendolo irrigidirsi.
 
Prendendo i polsi di Emma tra le mani, Regina li spinse lentamente via da sé, bloccandoli (e bloccando Emma) sul letto. "Uh-uh, non si tocca ancora, cara." Si avvicinò con dei baci al capezzolo indurito di Emma, dandogli dei piccoli baci fastidiosi mentre la bionda ridacchiava e cercava di allontanarsi.
 
"Non è giusto!" Emma ridacchiò ancora e si strattonò per le braccia intrappolate, scoprendo che l'altra donna era evidentemente più forte di quanto sembrasse.
 
Sedendosi un po', Regina sollevò un sopracciglio. "Cosa, cara, il divieto di toccare o di baciare?"
 
"Entrambi!" Emma sbuffò, dando un altro inutile strattone ai polsi.
 
Ridacchiando, Regina si chinò di nuovo e succhiò con forza il capezzolo di Emma prima di lasciarlo andare con uno schiocco umido. In risposta, i fianchi di Emma si sollevarono e lei gemette profondamente. "Quindi stai dicendo che vuoi più di qualche bacio?" Chiese Regina, quasi con tono di circostanza.
 
Ansimando forte, Emma annuì e boccheggiò con un "Siiiii!" Poteva sentire qualche goccia della sua eccitazione colare sul letto.
 
Baciando e mordicchiando il petto di Emma, Regina prestò molta attenzione a ciò che faceva esclamare più forte la bionda. Lasciò una serie di piccoli succhiotti che risaltavano sulla pelle chiara, anche ai suoi occhi annebbiati, facendo muovere la bionda sotto di lei.
 
Regina guardò il volto di Emma, gli occhi spalancati e scuri per le reazioni che stava ottenendo. "C'è qualcosa che vuoi, Em-ma?"
 
"Ti prego... smettila di stuzzicarmi..." Emma a questo punto non era più in grado di implorare, le sue dita si aggrappavano inutilmente alle lenzuola e stringeva forte le gambe. Cercava disperatamente di ottenere qualsiasi tipo di stimolazione sul suo centro.
 
Cercando di non ridere, Regina sogghignò. "Ma è così divertente..." Continuò a scendere lungo il corpo contorto della bionda, lasciando diverse macchie di rossetto che incorniciavano ancora di più i succhiotti, fino a raggiungere i suoi fianchi. Sollevandosi, liberò finalmente i polsi di Emma e si sistemò tra le sue gambe, divaricandole.
 
Emma sollevò la testa per guardare Regina, e sussultò di nuovo alla vista della mora annidata tra le sue gambe. "Regina..." Sussurrò, cercando di convincerla ad avvicinarsi e fu ricompensata con un bacio livido all'interno della coscia. "Reginaaahh..."
 
Con l'aria del gatto che si lecca i baffi, la donna in questione si limitò a sorriderle. Di nuovo. "Sì, cara?"
 
"Io... io... ho bisogno di te..." I fianchi di Emma si contraevano per le calde boccate d'aria che Regina le mandava dritte al suo centro.
 
Regina si avvicinò all’intimità della bionda, ma senza mai toccare il punto che Emma desiderava di più. "E?" L’occhiata di Emma avrebbe potuto rivaleggiare con una delle sue, se l'avesse vista chiaramente. Invece, l'impazienza della bionda ebbe la meglio e afferrò la testa di Regina, tirandola con la bocca su di sé.
 
Nonostante qualche risatina per essere stata maltrattata, Regina spinse la sua lingua in Emma, leccando felicemente e sfiorando il suo clitoride. Più leccava, più la presa sui suoi capelli diventava stretta, mentre l'eccitazione di Emma raggiungeva l'apice.
 
"Ti prego... Reginaaaah... ti prego... ancora un po'... sono così vicina..." Emma si contorse sul letto, cercando di non sbattere i fianchi contro il viso della mora. Si sbracciò per un momento e afferrò un cuscino abbandonato, urlando la sua gioia mentre il suo corpo si irrigidiva.
 
Lasciandosi cadere sul letto, Emma sperò di non aver ferito l'altra donna e ansimò in cerca di fiato, con i fianchi che ancora si contorcevano per il post-orgasmo. Un po' imbarazzata per essere venuta così in fretta, scostò timidamente il cuscino per vedere una delle cose più erotiche della sua vita: Regina seduta sui talloni, che si leccava lentamente le labbra umide e si succhiava un dito.
 
Prendendo un fazzoletto di carta dal comodino, Regina si pulì rapidamente la bocca e il mento prima di strisciare sulla forma prostrata della bionda. "Povera piccola, ti ho stancato?"
 
Cercando di formare una frase coerente, Emma dovette riflettere per diversi istanti prima di riuscire a rispondere. "Io... Tu... ehm..." Decidendo che la discrezione fosse la parte migliore del valore (anche se mentalmente il suo pensiero era più 'nasconditi, presto!' che qualcosa di più eloquente), Emma si coprì di nuovo il viso con il cuscino.
 
Con una risata pacata, Regina scostò delicatamente il cuscino fino a poter guardare nei nervosi occhi verdi. "Ciao." Sorrise, allontanando il cuscino dalla presa della bionda per poterla baciare sonoramente.
 
"Ciao." fu la timida risposta di Emma, ancora stordita dal bacio e dall'orgasmo.
 
Regina accarezzò affettuosamente i capelli biondi di Emma. "Spero di non essere stata troppo brusca con te." Strofinò i segni rossi che aveva accidentalmente lasciato sui polsi di Emma. Scuotendo la testa e respirando ancora un po' affannosamente, Emma arrossì. "N-no. È stato... divertente. Frustrante!... ma divertente."
 
"Possiamo fermarci se vuoi?" Regina non pensava che Emma avrebbe accettato, ma le diede comunque la possibilità di farlo.
 
Emma scosse la testa. "Noo! Non sarebbe giusto..." Gemette a bassa voce quando Regina si mise a cavalcioni sulle sue costole prima che finisse di parlare, sentendo il centro umido della mora premere contro il suo stomaco.
 
"Che gentildonna." Regina sorrise dalla sua nuova posizione in cima alla bionda, muovendo un po' i fianchi per mettersi comoda. "Sai, non scherzavo del tutto quando ti ho detto che la mia posizione preferita è, beh..." Il suo tono era scherzoso e un po' speranzoso, mentre posava le mani sui seni nudi di Emma, massaggiandoli delicatamente come incoraggiamento.
 
Con le mani sulle gambe di Regina, Emma la attirò delicatamente verso di sé con un sorriso. "Io ci sto, se ci stai anche tu."
 
"Meglio fare buon uso della tua lingua, allora, cara." Tentando di mantenere una faccia seria, Regina cercò di sembrare la donna più dominante che esistesse (anche se l'effetto fu rovinato dal fatto che ridacchiò per la metà del tempo, facendo sghignazzare Emma). Si mosse in avanti sulle ginocchia, lasciando una scia umida sul petto di Emma.
 
Bilanciandosi con attenzione, Regina si mise in posizione con calma, senza voler ferire la bionda, mentre abbassava il suo centro sulla bocca di Emma e prolungava il suo piacere.
 
"Sì... Oh sì, proprio lì..." Sibilò quando la lingua di Emma le colpì il clitoride e si abbassò per afferrarle i capelli.
 
Per evitare che le sue gambe schiacciassero la testa di Emma tra di loro, fece risalire le dita sul suo corpo, facendo scorrere leggermente le unghie sulla sua pelle. Sentiva la sua eccitazione crescere rapidamente e sapeva che non sarebbe durata a lungo; si stuzzicavano a vicenda da settimane ed era passato del tempo dall'ultima volta che aveva avuto una compagna così reattiva. Emma leccò ovunque potesse arrivare prima di avvolgere le labbra intorno al clitoride di Regina e iniziare a ronzare.
 
Cadendo in avanti, Regina si aggrappò alla testiera e bloccò Emma sul letto con i fianchi, mordendosi forte il labbro per non gridare. I suoi fianchi sussultarono ripetutamente mentre cavalcava l'orgasmo, ogni muscolo si irrigidì per qualche istante. Con le gambe tremanti, indietreggiò dalla testa di Emma fino a quando poté scendere in sicurezza.
 
Lasciandosi cadere quasi con grazia accanto a Emma, Regina cercò di riprendere fiato e mise un braccio intorno a Emma. "Forse... dovrò... riprendere a cavalcare; domani sentirò sicuramente il dolore alle gambe." Con la mano libera si sfregò le ginocchia doloranti. "Ma ne è valsa la pena."
 
"Ti vedrei bene con quei pantaloni così stretti." Accoccolandosi vicina, Emma sorrise e avvolse entrambe le braccia intorno a Regina. "Aspetta, hai detto di nuovo. Significa che li hai già presi?" Un'espressione speranzosa le adornò i lineamenti.
 
Accarezzando le mani su ciò che poteva raggiungere di Emma, Regina rise. "E quale deliziosa fantasia ti sta passando per la testa?" Nonostante le fatiche dell'ultima ora, Emma arrossì ancora sotto lo sguardo interrogativo di Regina. "Devo anche dire che ho ancora il mio frustino da abbinare alla mia tenuta da cavallerizza?"
 
"Forse?" Emma si agitò sul letto, mentre il ricco gorgheggio della mora le riverberava nell'orecchio, scendendo dritto lungo la spina dorsale. Aiutò Regina a tirare la coperta sopra di loro, mettendosi comoda nel letto.
 
"Sembra più di un forse, mia cara." Un rapido scatto di un interruttore e la stanza sprofondò nel buio, illuminata solo dai lampioni all'esterno.
 
Dopo qualche istante di silenzio, la voce di Emma si fece piccola nell'oscurità. "Regina?"
 
"Sì, cara?" Regina era altrettanto silenziosa e teneva Emma tra le braccia.
 
La voce di Emma era ancora tranquilla, ma determinata. "Voglio dirti una cosa... ma... potresti riaccendere la luce, per favore? Non voglio che tu pensi che io sia una codarda nascondendomi al buio."
 
"Dubito che tu sia una codarda, ma va bene". Un po' confusa, Regina cercò a tentoni l'interruttore prima di riuscire a riaccendere la lampada. Si voltò di nuovo verso Emma e si accoccolò nuovamente accanto a lei, accarezzandole la spina dorsale. "Cosa c'è?" Chiese dolcemente.
 
"Beh... lo sai che mi piaci?" Chiese Emma, ricevendo in cambio un cenno di assenso e un sorriso incoraggiante. "Credo che tu me lo abbia dimostrato spesso, cara, non solo stasera."
 
"Provo qualcosa di più..." Emma continuò.
 
Facendo un respiro profondo e guardando i caldi occhi marroni della donna di fronte a lei, Emma inghiottì l'improvviso groppo in gola. Poteva farlo. La gente lo dice ogni giorno, per motivi diversi, a volte senza motivo.
 
Disse quelle tre piccole parole che possono significare così tanto. "Ti amo, Regina."
 
"Emma..." Chiudendo gli occhi e aspettando con il fiato sospeso, Emma attese che il cielo cadesse, prendendosi già mentalmente a calci. Era finita, l'aveva detto troppo presto; Regina non la pensava così e questo era solo divertimento per lei. Una lacrima solitaria le colò sulla guancia.
 
Mentre il sorriso di Emma si spegneva, le mani morbide di Regina le afferrarono le guance e un paio di labbra piene si spinsero con forza contro le sue. Una lingua calda si avvicinò alle sue labbra, mentre quelle stesse mani scendevano lungo il suo corpo per tirarla vicino a sé, facendola uscire dalla spirale dei suoi pensieri.
 
"Emma, anch'io ti amo."





Spazio dell'autrice: 
Hi pargoli.
Lo so, lo so. E' passata un'eternità, ma sapete com'è la vita.
Ho finalmente finito di tradurre il tredicesimo capitolo.

Come ben sapete tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.
Blind leading the blind - Chapter 13 - alexeizenhart - Once Upon a Time (TV) [Archive of Our Own]
Spero vi piaccia.
Baci stellari, Vaniglia.


 

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