Gli Ultimi Jedi

di LadySweet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 ***
Capitolo 6: *** Cap. 6 ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 ***
Capitolo 8: *** Cap. 8 ***
Capitolo 9: *** Cap. 9 ***
Capitolo 10: *** Cap. 10 ***
Capitolo 11: *** Cap. 11 ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 ***
Capitolo 13: *** Cap. 13 ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 ***
Capitolo 15: *** Cap. 15 ***
Capitolo 16: *** Cap. 16 - parte 1 ***
Capitolo 17: *** Cap. 16 - parte 2 ***
Capitolo 18: *** Cap. 17 ***
Capitolo 19: *** Cap. 18 ***
Capitolo 20: *** Cap. 19 ***
Capitolo 21: *** Cap. 20 ***
Capitolo 22: *** Cap. 21 ***
Capitolo 23: *** Cap. 22 ***
Capitolo 24: *** Cap. 23 ***
Capitolo 25: *** Cap. 24 ***
Capitolo 26: *** Cap. 25 ***
Capitolo 27: *** Cap. 26 ***
Capitolo 28: *** Cap. 27 ***
Capitolo 29: *** Cap. 28 ***
Capitolo 30: *** Cap.29 ***
Capitolo 31: *** Cap.30 ***
Capitolo 32: *** Cap. 31 ***
Capitolo 33: *** Cap. 32 ***
Capitolo 34: *** Cap. 33 ***
Capitolo 35: *** Cap. 34 ***
Capitolo 36: *** Cap. 35 ***
Capitolo 37: *** Cap. 36 ***
Capitolo 38: *** Cap. 37 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


Strano.
Decisamente strano.
Strano e bellissimo... ma pur sempre strano.
Questa erano le uniche parole con cui Kylo Ren avrebbe mai potuto descrivere quanto era appena successo. Ma strano ormai era tutto quello che riguardava le ultime settimane.
Da quando il suo cammino si era incrociato con quello di una ragazzina di Jakku, nulla era più stato lo stesso. E di cose in poco tempo ne erano successe anche troppe... da dove iniziare?
Prima lo scoprire che lei possedeva la Forza e ne era dotata almeno quanto lui, poi lo scontro in cui lei aveva avuto la meglio lasciandogli quel bel ricordino sulla faccia, e infine quegli strani contatti senza che riuscissero a comandarli, come se la Forza volesse metterli in contatto per chissà quale (per l'appunto) strana ragione .
La prima volta che era successo, trovarsela li davanti agli occhi apparsa dal nulla era stato quasi uno shock, e avevano passato i primi 10 secondi a fissarsi, probabilmente tentando di capire cosa diavolo stesse succedendo, e poi lei gli aveva sparato a bruciapelo senza farsi troppi problemi, cosa che non lo sorprese più di tanto.
La vera sorpresa era stata scoprire in quello stesso istante che lui non sarebbe mai riuscito a fare lo stesso... l'unica cosa che aveva provato a fare era stato usare un trucchetto mentale per farsi dire dove fossero lei o suo zio, cosa che ovviamente (come lo sparo) non aveva funzionato.
La seconda volta lo aveva chiamato serpente assassino, gli aveva dato del mostro e da una parte aveva ragione, lo era diventato veramente un mostro, e quello gli aveva dato la forza di sopravvivere in quel mondo spietato. Ma una piccola parte di lui ci era rimasto male, quelle parole dette con tanto astio da parte di quella ragazzina lo avevano ferito... aveva quello sguardo negli occhi, quello della foresta: rabbia e determinazione bruciavano ardenti. Disse di sapere tutto su di lui, che non gli serviva sapere altro... ma la verità era che lei non sapeva un bel niente né di lui, né della sua storia, o di quel maestro che tanto adorava.
La terza volta era stato imbarazzante, almeno per lei, perché la connessione si era aperta in un momento in cui lui si stava cambiando. E dalla sua reazione si vedeva chiaramente che lei era a disagio con il suo petto nudo, ed era anche per questo che alla sua richiesta di coprirsi lui non aveva fatto nulla, era stata una sorta di piccola vendetta. Ma in quell'occasione era venuta fuori finalmente la vera motivazione di quell'odio che lei aveva nei suoi confronti: era arrabbiata a morte con lui perché aveva ucciso suo padre.
Lei che una famiglia non l'aveva da troppo tempo e non ricordava nulla di quel poco che aveva vissuto, non riusciva a capacitarsi di come avesse potuto agire in quel modo. Aveva finalmente mostrato la sua vera debolezza: il bisogno di figure genitoriali, le ricercava in chiunque. Prima in Han Solo e lui glielo aveva portato via, adesso ci stava provando con Skywalker, ma conoscendo lo zio, Kylo era sicuro che Luke non fosse proprio una figura affettuosa.
Povera ragazzina ingenua... cosa pensava, che fare quello che aveva fatto non gli fosse costato nulla? Pensava davvero che uccidere il suo stesso padre fosse stato facile? Gli era costato tutto invece, quel gesto lo aveva annientato dentro come niente aveva fatto fino a quel momento, lo aveva completamente devastato.
Ma questo ovviamente lei non lo vedeva, e come avrebbe mai potuto?
E allora decise di raccontarle la vera versione del rapporto fra lui e Luke, sperando che lei iniziasse a capire il suo punto di vista, anche se non gli era ancora chiaro perché avesse bisogno che lei capisse.
Come c'era da aspettarsi lei non gli credette... o meglio non volle credergli, perché quel “bugiardo” uscito dalla sua voce spezzata dalle lacrime, non gli era sembrato molto convinto.
Ecco perché era sicuro che un piccolo dubbio si fosse insidiato in lei, mentre la connessione svaniva nuovamente.
E adesso, in quest'ultima connessione tutto era improvvisamente cambiato fra loro, e Kylo non sapeva più come definire tutta la situazione se non... strana!

Se all'inizio di tutta la faccenda con Ren l'unica cosa che sentiva era l'enorme confusione (che tentava di mascherare con la rabbia), dopo quell'ultimo incontro, Rey aveva paradossalmente le idee un po'più chiare. Certo sulle prime i suoi racconti l'avevano destabilizzata e non poco.
Come poteva essere che un uomo ligio al dovere, una leggenda come Luke, avesse potuto perpetrare un atto del genere nei confronti di suo nipote? Certo gli addominali scolpiti del ragazzo l'avevano distratta per qualche momento, che razza di momenti per le connessioni, ma era abbastanza sicura di aver sentito tutte le sue parole. Quel viscido serpente doveva averle mentito, si era inventato tutto per farle pena, doveva essere così!
Aveva anche detto che non odiava suo padre, ma per lei solo chi odiava la propria famiglia avrebbe avuto la freddezza per ucciderne i membri come aveva fatto lui.
Eppure, a discapito di tutta la rabbia e il rancore che provava nei suoi confronti, qualcosa le diceva che Kylo non stesse mentendo, e questa era la cosa che le dava più fastidio. Vedere la scena prendere vita davanti ai suoi occhi mentre Kylo raccontava le fece veramente provare una sorta di compassione per quel giovane ragazzo. Eppure la compassione lui aveva dimostrato di non sapere nemmeno cosa fosse, perché mai avrebbe dovuto provarne lei per lui?
Ma nel suo discorso ci fu anche qualcos'altro che la fece riflettere.
“Dimentica il passato, uccidilo se devi. È l'unico modo per diventare chi sei” aveva detto.
Quindi era per questo che aveva ucciso suo padre? Per chiudere definitivamente con la sua famiglia e diventare il nuovo Darth Vader che tanto aspirava ad essere? Rey proprio non capiva.
Quali grandi obiettivi lo avevano spinto a fare tutto quello che aveva fatto? Che cosa mai poteva avergli promesso Snoke che i suoi genitori non potevano dargli?
Però su una cosa aveva ragione e doveva dargliene atto: doveva dimenticare il suo passato.
E la vita su Jakku in attesa della sua famiglia non era certo così difficile da dimenticare, aveva accettato ormai da tempo il fatto che i suoi non sarebbero più tornati. Sentiva di non appartenere più a quella vita, ed era pronta a chiudere quel capitolo triste della sua esistenza per buttarsi a capofitto nella lotta per la galassia, in quella ribellione che era diventata a tutti gli effetti la sua nuova famiglia.
Ma prima di lasciarsi tutto indietro voleva delle risposte. Cosi con coraggio si era recata alla scogliera che aveva visto durante la prima lezione con Luke, e si era spinta oltre il bordo per vedere finalmente cosa ci fosse al di là, quando uno strano richiamo la distrasse, facendole perdere l'equilibrio.
Cadde di sotto, atterrando nella profonda pozza d'acqua che si era creata davanti alla riva rocciosa. Lei che non aveva mai messo piede nell'acqua in vita sua non era certo in grado di nuotare, e appena riemersa con la testa fuori un momento di panico la invase. Poi notò che la riva non sembrava lontana, così cercò di arrivarvi arrancando come poteva.
Una volta arrivata sulla terra ferma, fradicia e grondante si guardò intorno e l'unica cosa che vide fu una lastra riflettente incastonata nella pietra... sembrava una specie di porta. La ragazza si avvicinò e la osservò, poi istintivamente tese la mano per toccarla. Guardare dall'altra parte era stato come perdere se stessi e ritrovarsi in mille combinazioni differenti, in un limbo senza fine. Ma lei era un tipo ostinato, e sapeva che prima o poi doveva esserci un punto di arrivo. Così impose a tutte le se stessa davanti a lei di portare avanti la sua volontà, e questa si spanse come un'onda, di proiezione in proiezione fino a quando la figura davanti allo specchio non aprì gli occhi.
La ragazza in cima alla fila allora fece un passo avanti e ponendo la sua domanda allo specchio, vi poggiò sopra una mano.
La cosa che voleva di più al mondo era conoscere la sua famiglia, rivedere il volto dei suoi genitori e sapere perché l'avessero abbandonata laggiù, così da farsene definitivamente una ragione e andare avanti con la sua vita.
Dall'altra parte della lastra un'ombra si mosse, avvicinandosi sempre di più. Ma quando questa allungò una mano e toccò la lastra dal suo lato, l'unica immagine che venne riflessa dall'altro fu quella di Rey, esattamente così com'era in quel momento.
Un senso di delusione e solitudine la invasero, andando ad alimentare quella voragine già presente nel suo cuore da una vita intera.

NdA:
Ciao a tutti! Si, sono tornata! :)
Lo so, lo so, avevo detto che sarei stata via solo un mesetto
e invece ne sono passati di più. Questo perché portare a termine il mio 
corso di studi ha richiesto più tempo del previsto ma ce l'ho fatta,  
mi sono laureata e ora sono finalmente libera!!
Riprendiamo quindi in grande stile con una nuova avventura per i nostri due jedi! 
Spero che la storia vi piaccia! :)

P.S: Se vi piacciono le storie popolari e le leggende, e vi va di sentire qualcosa
scritto da me e narrato dal mio compagno, venite a trovarmi su 
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UC5Wm3DEj7t9nfDoc2d8NGgw
Grazie a tutti! :)

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Se nemmeno quel luogo impregnato dalla Forza era riuscito a darle delle risposte significava che era veramente sola nella galassia, che a nessuno importava davvero di lei.
Aveva solo sprecato il suo tempo.
< Pensavo di trovare delle risposte qui... Non mi sono mai sentita così sola > disse la ragazza a Kylo la quarta volta che la loro connessione si era aperta poco dopo il suo ritorno alla capanna.
Stavano entrambi seduti, uno davanti all'altro. Rey era ancora bagnata fradicia con una coperta sottile ad avvolgerla e un misero fuocherello a tentare di scaldarla.
In quel momento, Kylo poté leggere quel senso di abbandono che per tutta la vita aveva custodito nel suo cuore, mascherato dietro un sorriso e uno sguardo spavaldo. Ma adesso... adesso era solo una ragazza sola nella galassia, con un potere a lei sconosciuto che cercava un posto in tutto quello che stava accadendo. Sensazioni che lui conosceva fin troppo bene.
E qualcosa scattò: dentro quella capanna, davanti a quel fuoco non c'erano più l'apprendista Sith del Primo Ordine e la Jedi speranza della Ribellione, ma due giovani che condividevano i due risvolti della stessa medaglia, accomunati dalla medesima solitudine.
< Non sei sola > le disse lui di getto.
A quell'affermazione una piccolissima luce di speranza si accese negli occhi di Rey, che alzò lo sguardo puntandolo dritto in quello di Kylo che si sentì come penetrato fino ai recessi della sua anima nera.
< Neanche tu... non è troppo tardi > rispose lei, tendendo la sua mano verso di lui.
Uno gesto che il giovane non si era decisamente aspettato, ma che non lo spaventò, anzi. Era in qualche modo attratto dalla prospettiva di un contatto con lei. Così dopo averla guardata per un momento, notando un accenno di sorriso da parte sua, sfilò piano la mano dal guanto e la tese verso la ragazza. Lentamente, avvicinarono le dita le une verso le altre.
All'inizio fu un semplice sfiorarsi, percepire il calore delle mani, poi la curiosità aumentò fino a far aderire le dita completamente. Com'era ovvio le grandi mani di Kylo sovrastavano quelle piccole e sottili di Rey, ma questo non sembrò mettere a disagio nessuno dei due. Anzi uno sconosciuto senso di protezione e appartenenza fece capolino nei loro cuori, come se tutto quello che era successo era servito a portarli li, in quel preciso momento. E man a mano che le loro mani si incrociavano, e le dita prendevano confidenza con la pelle dell'altro, e gli sguardi imparavano ogni sfaccettatura degli occhi dell'altro, una consapevolezza tutta nuova si impadronì dei due
giovani.
L'istinto di sporgersi in avanti e coprire la distanza che li separava era sempre più forte, tanto da non riuscire più a combatterlo. Dopotutto erano stanchi di combattere, combattevano da tutta la vita, ognuno per i suoi motivi, adesso volevano solamente un momento di tranquillità in cui lasciarsi andare.
Kylo si alzò e, senza lasciare la mano della ragazza, fece alzare anche lei conducendola al di là del fuocherello, portandosela vicino. Non c'era bisogno di parole in quel momento, erano perfettamente in grado di capirsi solo guardandosi, fino all'ultimo momento, quando i loro occhi si chiusero, mentre i loro nasi si sfioravano, e le loro labbra si cercavano, trovandosi per la prima volta. Un contatto leggero ma prolungato per abituarsi a quella sensazione, per poi lasciare che le bocche si schiudessero e le labbra si intrecciassero fra loro, aumentando la pressione di quel bacio. Le braccia lungo i fianchi e le mani intrecciate fra loro impedivano ai due giovani di perdere l'equilibrio, in quel momento che era solo loro... o così credevano.
La magia fu interrotta da un trafelato Luke Skywalker, che bagnato fradicio dalla pioggia che cadeva battente, irruppe nella capanna gridando ai due di fermarsi.
Ma quando vide quello che stava effettivamente succedendo, usò i suoi poteri per distruggere la capanna e interrompere quella connessione fra i due.
Rey sentì un brivido lungo la schiena quando Ben sparì dalla sua presa, perdendo leggermente l'equilibrio. Poi rivolse lo sguardo verso il suo maestro, era furiosa. Ma nella rabbia del momento ebbe una rivelazione, che mise al suo posto ogni tassello della storia che da giorni stava faticosamente cercando di ricostruire.
< È vero? Hai cercato di ucciderlo? > chiese la ragazza di getto, mentre la pioggia aveva ripreso ad inzupparla, spegnendo le deboli fiammelle.
< Lascia quest'isola, subito! > le intimò il vecchio maestro che non voleva aprire nuovamente la questione, girando i tacchi e tornando indietro.
E quando si rifiutò di fermarsi, un colpo alla testa lo obbligò a voltarsi: Rey lo aveva appena colpito con il suo bastone, e se non avesse avuto la prontezza di richiamare a se un qualcosa per difendersi, lo avrebbe colpito ancora. Maestro e allieva si scontrarono fino a quando Luke riuscì a disarmare la ragazza, ma questa richiamò a se la spada laser e minacciò il Jedi che perse l'equilibrio e cadde a terra. Rey ovviamente non lo avrebbe mai colpito con quella, voleva solo che si fermasse a rispondere alle sue domande.
< Hai creato tu Kylo Ren? Dimmi la verità > disse all'uomo spegnendo l'arma.
< Percepivo l'oscurità... la sentivo crescere in lui. Poi una notte ho guardato dentro, e ho visto quanto dolore e sofferenza e morte avrebbe portato, e in un istante di follia pensai di poterlo fermare... passò come un lampo e a me rimase la vergogna del mio gesto, e l'ultima cosa che ricordo fu lo sguardo di un ragazzo impaurito, tradito dal suo maestro... > ricordò con dolore l'uomo che non si era mai perdonato quello che aveva fatto.
< Hai agito pensando che la decisione fosse presa, ma non era così! C'è ancora conflitto in lui! > disse determinata la ragazza
< Rey... non farlo... > tentò di dissuaderla Luke
< Poco fa, toccando la sua mano ho visto il suo futuro. Era solo un'ombra, ma nitida e chiara come vedo te adesso. Se andrò io da lui Ben Solo si convertirà > non era mai stata più sicura di qualcosa in vita sua.
< Non rischiare tutto per un paio di begli occhi Rey! Sei accecata dalle tue emozioni, da questa infatuazione che provi per lui, non sei lucida! > ripeté il maestro, ma la giovane apprendista non lo ascoltava più.
< Ti sbagli! Non sono mai stata più lucida di adesso! Ora finalmente riesco a vedere chiaramente come stanno le cose e quello che devo fare. Non è solo una questione di quello che provo per lui, Ben è davvero tormentato dentro al suo cuore, non trova pace. Quello non è e non è mai stato il suo posto, e visto che nessuno di voi ha il coraggio di andarlo a salvare, andrò io. Voi lo avete tradito e deluso, io non lo farò! >
< Rey... > la implorò Luke, ma la ragazza non replicò, limitandosi a porgergli nuovamente la sua spada laser, come aveva fatto il giorno che era arrivata sull'isola. Lui ancora una volta si era rifiutato di brandirla, rifiutando al tempo stesso la possibilità di essere lui a sistemare le cose e porre fine alla guerra, non si sentiva all'altezza e il senso di paura e rimorso erano ancora troppo forti.
disse semplicemente Rey accettando il suo rifiuto.
Poi voltò le spalle all'uomo ancora a terra, andò dritta al Falcon e lei e Chewbecca ripartirono.
< Chewbe, dobbiamo rintracciare la nave di Kylo Ren >
Il Wooky emise qualche latrato di disappunto, per poi portare alla sua attenzione le ultime notizie che arrivavano dalla ribellione.
< Cosa, e da quanto?! Sei sicuro? Allora è li che troveremo Ren. Imposta la rotta con questo, io ho bisogno di abiti asciutti! > disse la ragazza al suo copilota dandogli il tracciatore che portava al polso, collegato con quello di Leia.
Poi lasciò la cabina di pilotaggio e si diresse verso il bagno, in cui tentò di darsi una sistemata e indossò il cambio d'abito che si era portata

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Durante tutto il viaggio Rey non fece che ripensare a quello che era successo in quella capanna. Il calore delle mani di Kylo, la morbidezza delle sue labbra, i brividi che l'avevano invasa in quel momento, la strana tranquillità che provava in sua presenza... era stato il suo primo bacio, ed era stato con quello che avrebbe dovuto essere il suo nemico.
Si chiese se anche per lui fosse stato altrettanto bello, se anche a lui era sembrato così... giusto.
Di sicuro lei non era un'esperta in queste cose, ma niente l'aveva fatta sentire al suo posto come essere fra le sue braccia persi in quel bacio. Eppure era sicura che se lo avesse detto a qualcuno, chiunque perfino Leia, nessuno avrebbe visto la cosa di buon occhio. Motivo per cui quando avrebbe rivisto gli altri, avrebbe omesso questo dettaglio. Sarebbe stato il suo piccolo segreto.
Le sue fantasie vennero interrotte dal suo copilota, annunciando che erano giunti a destinazione. Una enorme nave con ali appuntite viaggiava alle calcagna dell'incrociatore ammaccato della ribellione... avvertiva tramite la Forza il debole segnale di Leia, segno che doveva esserle successo qualcosa. In quel momento il suo cuore iniziò a battere veloce per la paura di essere arrivata troppo tardi, ma avvertì anche un senso diffuso di tensione e agitazione, c'era decisamente qualcosa che non tornava.
Ma per quanto volesse correre dai suoi amici, aveva una missione da compiere, una missione che se avesse avuto successo, li avrebbe portati in vantaggio e messi nella posizione di poter vincere la guerra. Così dopo gli ultimi istanti passati ad osservare quella situazione drammatica, si fece ridare il tracciatore da Chewbe e si infilò nel guscio.
< Appena il guscio sarà sganciato portati a distanza di sicurezza... meglio che non si accorgano della tua presenza... e se vedi Leia dille che >
La creatura la interruppe finendo la frase per lei
< Cosa? NO! Dille che le sto riportando suo figlio! > e senza attendere risposta chiuse il portello e si lasciò lanciare nello spazio.
La piccola capsula atterrò nell'hangar della grande nave, dove un gruppo di stormtrooper era accorso, allertato dalle torri di controllo. Insieme a loro c'era anche un sorpreso e preoccupato Kylo che tutto si sarebbe aspettato dopo quello che era accaduto poche ore prima, tranne di sentire la presenza di Rey avvicinarsi sempre di più, e così incuriosito era apparso anche lui nell'hangar.
Da quando la connessione si era interrotta non aveva fatto altro che pensare a quel bacio, a cosa poteva significare fra loro, e cosa aveva significato per lui, per ciò che era e quello che voleva davvero da quella vita per fino a quel momento gli aveva dato solo dolore e sofferenza.
Quando il guscio atterrò, dall'oblò posizionato sul coperchio vide il volto di Rey e i suoi occhi che lo scrutavano. Naturalmente in quel frangente, con tutte quelle persone e il generale Hux dalla torretta che osservava il tutto, doveva mantenere le apparenze celando la sua preoccupazione: avere Rey li non avrebbe portato nulla di buono, per quanto un angolino del suo cuore era felice di poterla rivedere, in carne ed ossa questa volta.
Con il suo solito tono inespressivo ordinò di tirarla fuori da li, di consegnargli la sua arma e metterle le manette. I suoi sottoposti eseguirono le direttive e tenevano la prigioniera per le braccia in attesa di nuove istruzioni.
< Il Leader Supremo vuole vederla... da qui in poi me ne occupo io > disse solamente prendendo malamente Rey per un braccio, avviandosi verso l'uscita dell'hangar, dritti all'ascensore che li avrebbe portati alla sala del trono, sotto l'occhio supervisore di Hux, pronto a prendere nota di ogni eventuale passo falso del suo collega.
Appena le porte dell'ascensore si furono richiuse alle loro spalle, lontani da occhi indiscreti, Kylo e Rey fecero un passo verso l'altro, e dopo uno sguardo, il ragazzo prese d'istinto il viso di lei fra le mani e posò un delicato bacio sulle sue labbra, provocando l'arrossamento istantaneo delle sue guance e l'apparizione di un lieve sorriso.
< Che ci fai qui? > le chiese visibilmente preoccupato
< Sono venuta per salvarti! > ammise lei convinta
< Salvarmi? Rey... > iniziò il ragazzo, che stava per dirle che nessuno avrebbe potuto salvarlo ma lei non gli diede il tempo di finire la frase, interrompendolo
< Non è troppo tardi, ricordi? > e dopo un lungo sguardo la ragazza continuò < Luke mi ha raccontato tutto di quella notte... credeva che l'oscurità ti avesse reclamato completamente, ma io so che non è così. Avverto il conflitto che c'è ancora in te... ti sta dilaniando, e sta dilaniando anche me. Luke potrà aver rinunciato, ma io no! Io non mi arrenderò mai, e ti riporterò a casa! >
< Rey, non è così che funziona! E se anche volessi ribellarmi, nessuno può fregare Snoke... >
< Quando ci siamo presi per mano ho avuto una visione, come una rapida ombra, ma il suo messaggio era chiaro: se c'è qualcuno che può mettere fine a tutto questo e sconfiggere Snoke una volta per tutte sei tu! >
< Non lo so Rey, è complicato > disse il ragazzo allontanandosi dalla ragazza. Non era sicuro di avere la forza necessaria per ribellarsi al suo maestro che leggeva nella sua mente come un libro aperto. Temeva per la sua vita, ma soprattutto per quella di lei, che era troppo debole per poter solo provare a resistere ai modi di Snoke. Sarebbe finita in tragedia, già lo sapeva.
< Ben, guardami... > il giovane tornò a puntare i suoi occhi neri verso quelli di lei < Io so che puoi farcela, e poi non sarai solo, io sono qui per te, con te. Non avere
paura! >
< Tu non ne hai? > chiese lui
< No, sono con te, non c'è motivo di avere paura se ti avrò al mio fianco >
In quel momento l'ascensore decellerò fino a fermarsi e le porte di aprirono.
Kylo mise una mano più delicatamente questa volta sulla schiena di Rey e la condusse lungo l'enorme stanza specchiata, con in fondo, un grande trono di pietra.
Seduto sopra c'era una figura imponente e inquietante allo stesso tempo: un essere umanoide, massiccio, dalla pelle viola e rugosa, il volto sfigurato.
< Giovane Rey... benvenuta. > annunciò Snoke con la sua voce profonda e greve, mente con i suoi grandi poteri liberava la ragazza dalle pesanti manette e attirava a se la sua spada laser, che fino a quel momento era stata attaccata alla cintura di Kylo assieme alla propria.
Il Leader Supremo la osservò per qualche istante, intuendone subito il suo proprietario e riconoscendone la pericolosità se fosse stata brandita da un vero Jedi.
< L'oscurità cresce, e la luce con essa. Skywalker io pensavo, sbagliando. Ma non avevo idea che una ragazzina come te potesse racchiudere un potenziale come quello del mio apprendista > disse il Leader Supremo, con un ghigno inquietante sul volto deformato. < potenziale sprecato al servizio dei Jedi, ma donato al lato oscuro potrebbe rivelarsi molto utile >
< Scordatelo > disse diretta la ragazza a quella proposta.
Il Leader Supremo fece una smorfia alla scarsa lungimiranza della giovane, poi con il suo potere attirò la ragazza a se, per poterla guardare dritta negli occhi < Peccato, sarà peggio per te. Ora mi dirai dove si nasconde quel Jedi, e poi ti ucciderò, lentamente... e finalmente l'ordine dei Jedi sparirà per sempre! >
< Non ti dirò niente! > disse lei fieramente.
Ripensando ai pochi giorni passati sull'isola, aveva avuto modo di constatare che Luke, al contrario delle sue aspettative, si era dimostrato intrattabile e un poco raccomandabile maestro. Non solo per i suoi modi burberi e scorbutici, ma anche per il fatto che si fosse rifiutato di addestrarla, credendo di poter decidere della fine dei Jedi. Ma questo non era comunque un motivo valido per rivelare la sua posizione al nemico. La scelta di combattere o meno spettava solo a lui, ma nessuno poteva
sentenziare se dovesse vivere o morire, e sicuramente sapeva quanto Leia ancora teneva a suo fratello, perciò la priorità era mantenere segreta la sua ubicazione.
Quello che Rey non aveva messo in conto però erano i modi poco ortodossi e decisamente brutali di Snoke. Questo la scaraventò in aria, lasciandola sospesa al centro della sala e usando più Forza del necessario per penetrare la sua mente. Per quanto la ragazza avesse tentato di resistergli, il crudele Sith era molto più forte di lei e a nulla valsero i suoi sforzi.
La mente di Rey venne invasa da Snoke, e fu come se mille coltelli dalle lame ardenti la stessero infilzando. Non aveva mai sentito un dolore di quella portata. E come se non bastava, quella creatura orribile stava scoprendo tutto: dove stava Luke, il suo legame con Kylo, quello che era successo fra loro, quello che si erano appena detti in ascensore, il suo passato... ogni cosa. E se fosse successo qualcosa alla resistenza, o a Luke, o a Ben sarebbe stata solo colpa sua.
Intanto Kylo se ne stava sul fondo della sala, con i pugni stretti a cercare di resistere alle urla della ragazza. Sapeva fin troppo bene quello che stava provando, mille volte ci era passato prima di lei, ma mai avrebbe pensato che potesse fare male anche il solo guardare.
Il suo cuore batteva all'impazzata, la pelle del guanto era l'unica cosa che impediva alle sue unghie di ficcarsi nella carne per quanto stesse stringendo i pungi, ma non sapeva che fare.
O meglio, lo sapeva ma era ancora titubante nel farlo.

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


I suoi pensieri vennero interrotti da un tonfo: Snoke aveva mollato la presa su Rey, facendola cadere a terra. Kylo osservò il corpo della ragazza scosso dai fremiti e dal fiatone.
Poi Snoke ne riprese il controllo e la portò in ginocchio davanti a Kylo che non si aspettava una mossa del genere.
< Povera ragazzina ingenua. Pensi davvero di poterlo convertire... sciocca! Io ho legato le vostre menti. Sapevo che il mio apprendista non sarebbe stato abbastanza forte da resistere, e tu non saresti stata abbastanza saggia da non abboccare. Ma sono io a controllarlo, lui è mio! Io posso leggere ogni suo pensiero, ogni sua intenzione. Non posso essere tradito! > annunciò con fierezza il Leader Supremo.
Per anni aveva tessuto la fitta ragnatela di bugie e inganni per portare quel giovane ragazzo pieno di potenziale, con una linea di sangue così nobile dalla sua parte, e non avrebbe permesso ad una stupida ragazzina che giocava a fare la Jedi di mandare a monte anni e anni di duro lavoro.
< Ora mio discepolo, discendente diretto di Darth Vader, completerai il tuo addestramento e prenderai il posto di comando che ti aspetta di diritto! Uccidi la ragazza e compi il tuo destino! >
Kylo e Rey si guardarono per qualche istante, mentre Snoke snocciolava il suo monologo affermando ancora una volta il suo controllo su Kylo.
Non poteva essere stato lui ad unirli, non era possibile che fosse tutto un suo piano, una sua trappola. La giovane Jedi in erba si rifiutava di credere ad ogni singola parola che aveva udito, sentiva il tipo di legame che aveva con Kylo e nulla di quello che c'era stato fra loro avrebbe mai potuto essere veicolato in qualche modo.
Anche Kylo che sulle prime era rimasto interdetto e deluso, ma decise di dare ascolto a quella piccola parte del suo cuore che era sempre rimasta nella Luce che gli stava dicendo chi era il suo vero nemico, e che il suo legame con Rey andava ben oltre i subdoli piani del suo malvagio maestro. Lesse nello sguardo di Rey tutta la fiducia che lei aveva nei suoi confronti, gli stava dicendo che lei credeva in lui e che non aveva paura. E in quello sguardo carico di speranza Kylo aveva trovato la pace e il coraggio che fino a quel momento avevano vacillato.
Così incanalò tutte le sue energie nei suoi gesti, prendendo la sua spada dalla cintura, attivando la lama rossa, e alzando il braccio al cielo, pronto a colpire, attirando tutta l'attenzione di Snoke, che accecato dal desiderio di distruzione e vendetta non si era accorto che l'elsa della spada posata sul bracciolo del suo trono stava lentamente ruotando.
E quando Snoke annunciò che era il momento di colpire, Kylo al posto di far calare la sua spada su Rey, accese quella di Luke, trafiggendo il suo maestro da parte a parte. L'espressione di sorpresa nei suoi ultimi istanti furono la rivalsa del povero ragazzo, finalmente libero. Nel momento in cui la vita si spense in Snoke, Rey cadde a terra libera dal suo potere.
Kylo allora richiamò la spada verso di se, tranciando il corpo del Leader Supremo in due, e la spada venne intercettata da Rey, che alzandosi la prese al volo.
Poi si voltò verso di lui con un enorme sorriso < Sapevo che ce l'avesti fatta! > disse contenta.
Ma non ebbero il tempo di dire altro perché le guardie pretoriane erano già partite verso di loro, pronti a vendicare il loro padrone. Fu allora che i due ragazzi, si scambiarono uno sguardo di intesa, e schiena contro schiena si prepararono allo scontro.
Le guardie cromate di rosso potevano anche essere in vantaggio numerico, ma i due giovani che combattevano insieme erano di gran lunga superiori a livello di potenza e non ci fu storia.
Non solo si spalleggiavano nel combattimento, aiutandosi a vicenda, ma bastava una semplice smorfia di dolore da parte di uno, per attirare la preoccupazione dell'altro che subito correva in suo aiuto. Ma nel mezzo dello scontro però accadde qualcosa: una violenta scossa di terremoto fece tremare il pavimento, le fiamme iniziarono a propagarsi in ogni direzione, mentre pezzi della nave cominciavano ad incrinarsi e cadere. Sia Ben che Rey persero l'equilibrio, cadendo a terra, seguiti dalle guardie instabili. Ma la pausa durò poco perché appena il tremore cessò lo scontro riprese immediatamente. Quando finalmente l'ultima guardia fu sconfitta, i due corsero l'uno verso l'altra per assicurarsi delle loro condizioni: graffi a parte stavano bene.
< Che cos'è stato? > chiese Rey
< Non lo so, ma è come se qualcosa si fosse schiantato contro la nave... Dobbiamo andare via da qui il prima possibile, o la nave che crolla sarà l'ultimo dei nostri
pensieri > rispose pensieroso il giovane. Ma la sua attenzione venne richiamata dalla ragazza davanti a lui
< Sei stato magnifico! > disse Rey prendendogli la mano e sorridendogli, nonostante il volto sporco
< Scusami se ci ho messo tanto... non volevo farti subire tutto quella tortura >
< Sta tranquillo, sto bene. Sapevo che mi avresti salvata. > e i due si scambiarono un altro sorriso sincero.
< Rey, non so come tu abbia fatto, ma hai compiuto un miracolo oggi... >
< Che vuoi dire? >
< Nel momento in cui Snoke è morto ho realizzato che secondo la linea di comando del Primo Ordine spetterebbe a me diventare Leader Supremo, ma io non voglio farlo perché adesso sono libero finalmente! Niente comandi, niente ordini, niente voci nella testa ad annebbiarmi i pensieri. Ora l'unica cosa che sento è il mio legame con te >
< Non ci hai creduto nemmeno tu allora... >
< No. Snoke era potente, ma non a tal punto. Un legame come il nostro è qualcosa di raro e credo che dipenda molto più dal lato chiaro che da quello oscuro. > un pezzo di lamiera che staccandosi cadde a terra facendo un frastuono clamoroso interruppe quella conversazione.
< Dobbiamo andare > ma Rey lo bloccò per un braccio
< Ben, aspetta... sicuro di non voler prendere il comando? Avresti la possibilità di cambiare le cose dall'interno, di porre fine alla guerra... >
< Credi che me lo lascerebbero fare? Hux e un gruppo di ufficiali stanno complottando contro di me da anni ormai, aspettando solo un mio errore per mettermi alla pubblica gogna. E questo > disse indicando il corpo diviso in due poco lontano < è un grosso errore! Se anche dessi la colpa a te nessuno si fiderebbe di me in ogni caso. Non posso restare qui, il mio posto adesso è con te. >
La ragazza lo ascoltò comprendendo sempre di più quale fosse il punto del giovane, e per quanto avesse sperato in una conclusione rapida della guerra, dovette concordare con lui.
Ma non era triste o delusa, ammirava il suo coraggio e la forza che aveva mostrato in quel momento, fu felice delle sue parole perché confermavano l'effettiva riuscita della sua missione!
Si sorrisero per qualche istante, ma l'ennesimo crollo nella sala li riportò alla realtà, dove i problemi erano tutt'altro che finiti, anzi erano solo all'inizio.
Dalla lente di osservazione di Snoke, che nessuno aveva calcolato fino a quel momento, videro che l'incrociatore della resistenza era sparito mentre una trentina di trasporti circa erano diretti verso il pianta più vicino. Poi all'improvviso ne esplose uno, e poi un altro, e un terzo, e un quarto... la resistenza stava venendo decimata sotto
i loro occhi.
< Ben, dobbiamo fare qualcosa, o li uccideranno tutti >
< Lo so, fammi pensare... > disse il ragazzo. Poi ebbe l'idea. < Non li tratterrà a lungo, ma vale la pena tentare > disse più a se stesso che a Rey. Poi premette una piccola combinazione sulla tastiera e parlò < Generale Hux, cessate il fuoco. >
< Ren, ma che sta dicendo? La resistenza è li! >
< Ho detto cessato il fuoco... ordini del Leader Supremo! >
< Ma è stato proprio Snoke a dirmi di... >
< Gli ordini sono cambiati. Il Leader Supremo ha ottenuto quello che voleva. Ora cessate il fuoco e attendete istruzioni! >
< Non finisce qui! > rispose stizzito Hux.
Quando la comunicazione si chiuse, Kylo prese Rey per mano e la condusse dietro al trono, dove una porta nascosta portava ad un piccolo hangar, in cui c'era parcheggiata una sola nave.
< Che stiamo facendo? >
< Hux verrà sicuramente qui a lamentarsi con Snoke, e lo troverà morto. A chi credi che daranno la colpa? >
< A me? > chiese Rey come se fosse una domanda scontata visto il discorso appena fatto
< A noi vorrai dire. Hux sa che eravamo qui insieme e non avendo prove di chi sia stato la darà ad entrambi, è l'occasione che aspettava e ci uccideranno entrambi, per questo dobbiamo scappare in fretta > disse lui aprendo il portellone della nave e invitandola a salire
< Di chi è questa nave? Tua? > chiese Rey guardandosi intorno
< No, è di Snoke. La sua nave privata... non rintracciabile una volta spento questo > disse Ben premendo un pulsante sulla consolle della cabina di pilotaggio, mentre prendeva il posto del pilota e indicando a Rey quello accanto. < Ora segui le mie istruzioni e saremo fuori di qui in pochi secondi. >
< Va bene, dimmi che devo fare > rispose lei entusiasta.

P.S.
Ciao ragazzi! 
Se vi piacciono i vampiri potrebbe interessarvi questo podcast
che ho scritto, e narrato dal mio compagno! :)
https://www.youtube.com/channel/UC5Wm3DEj7t9nfDoc2d8NGgw

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Capitolo 5
*** Cap. 5 ***


Ben le diede tutte le istruzioni per mettere in funzione quella navetta e uscire dall'hangar senza farsi notare.
Una volta in volo nello spazio, Rey prese il tracciatore che aveva al polso e lo attivò. Vide che le coordinate apparse erano le stesse del pianeta davanti a loro.
< Che pianeta è quello? >
< Fammi controllare... si chiama Crait. Questo nome mi dice qualcosa... ma certo! Era una delle vecchie basi della ribellione ai tempi della guerra contro l'impero. Mia madre e i suoi l'avevano usata per un po'. >
< Quindi sono al sicuro li? >
Ben diede un'altra controllata alla mappa del pianeta.
< Non credo... la base è ricavata in una miniera con una sola via d'entrata e d'uscita... se restano li sono in trappola! > disse lui allarmato
< Dobbiamo fare qualcosa.... >
< Ma cosa? >
< Fammi vedere la miniera. Zoomma qui, in questo punto. Qui dovrebbe esserci un'altra uscita secondo le vecchie mappe, perché non c'è? >
< E se fosse ostruita? >

< Ma come facciamo? >
< Ho un'idea! >
La ragazza attivò il segnale radio e cercò il Falcon per vedere se era raggiungibile. Dopo qualche tentativo Chwube finalmente rispose.
< Sono Rey, stai tranquillo... Si sto bene. Ascoltami, devi atterrare con il Falcon alle coordinate che ora ti mando. Appena ci vediamo ti dico il resto del piano. Cosa? Si Ben è con me! > disse lei rivolgendogli un sorriso.
Chiusero la comunicazione, inviarono le coordinate e si apprestarono ad atterrare anche loro poco lontano. Come avevano previsto, l'uscita era stata bloccata da un crollo di massi.
Il Wooaky arrivò subito dopo.
Quando scese dalla storica nave di famiglia la tensione fra la creatura e Ben era tesa, si scambiarono una lunga occhiata. Poi il vecchio amico di suo padre prese a correre verso di lui con la sua balestra in mano, pronto a fare nuovamente fuoco contro il suo figlioccio. E ci sarebbe anche riuscito se Rey non si fosse frapposta fra loro. Non fu facile fermare la furia di quell'armadio tutto pelo.
< Chwube! Chwube ti prego fermo! Lo so che sei arrabbiato, lo capisco benissimo. Ma questo non è il momento. Leia e gli altri sono in pericolo e solo noi possiamo salvarli prima che sia troppo tardi! > disse la ragazza con le mani poggiate sulle braccia dell'amico, per tentare di fargli abbassare l'arma. Il wooaky la guardò dritta negli occhi, capendo che era seriamente preoccupata, e per il bene suo e di tutti gli altri suoi amici ripose la balestra. < Ora ascolta bene: io e Ben apriremo un passaggio tra questi massi. Tu entra, percorri la galleria fino alla sala principale della miniera. Digli che il Primo Ordine sta arrivando e che ci sono io qui che li aspetto e falli uscire il più velocemente possibile. Noi terremo aperta l'uscita. Ora va! >
In quel momento sentirono dei rumori pesanti dall'altra parte della miniera e Ben non ci mise molto a capire che Hux aveva preso il comando del Primo Ordine e aveva sguinzagliato l'artiglieria pesante per distruggere la resistenza.
< Fa presto, loro sono qui! > disse solamente il ragazzo al suo zio acquisito
I due ragazzi allora si guardarono, poi rivolsero le braccia verso la montagna di massi e concentrandosi iniziarono a farli levitare uno per uno. Appena ci fu spazio sufficiente il Wooaky entrò nella caverna sparendone poco dopo.
< Ottimo piano Rey >
< Grazie. Sei nervoso? > chiese la ragazza sapendo che l'incontro fra madre e figlio sarebbe stato imminente.
< A dire la verità si. Non vedo mia madre da 15 anni, e dopo tutto quello che è successo... >
la tensione nella voce del ragazzo era palese, e Rey poteva capirlo benissimo. Sarebbe stata nervosissima lei nel rivedere la sua famiglia (semmai questo sarebbe stato possibile), figurarsi lui. E poi loro avevano l'aggravante della questione di Han, anche se la giovane era sicura che Leia aveva perdonato suo figlio, consapevole del fatto che le sue azioni erano guidate da Snoke.
< Stai tranquillo, vedrai che Leia ti ha già perdonato >
< Come fai a dirlo? >
< L'ho sentito, ogni volta che parlava di te. Non c'era odio o rabbia, ma solo tanta tristezza e desiderio di riaverti a casa. Se tutto ciò che resta della sua famiglia Ben, dopo che Luke ha deciso di sparire, ed è tua madre: ti amerà per sempre! > disse lei dolcemente, mentre ripensava a quelle poche volte che il generale della resistenza si era lasciata andare a qualche racconto sul passato.
Ben la guardò con una nuova speranza che aveva pian piano preso possesso di metà del suo cuore, lasciando solo l'altra metà alla paura che invece un perdono non sarebbe mai arrivato.
< Rey, dobbiamo pensare ad un piano > disse Ben cambiando argomento
< Per cosa? >
< Sanno che siamo stati noi ad uccidere Snoke e ci daranno la caccia... >
< Hai ragione >
Intanto il grosso omone peloso aveva attraversato la galleria come gli aveva detto Rey, trovandosi alla fine in un enorme spiazzo dove quel che rimaneva della resistenza si era già organizzato per mettere in funzione la strumentazione. Avevano rilevato i nemici in arrivo e tentavano di mandare un segnale di soccorso sperando che qualcuno rispondesse.
< Chwube! > esclamò il generale quando lo vide
La creatura iniziò a latrare furiosamente spiegando a tutti il piano, annunciando che Rey stava tenendo aperta l'uscita.
< Avete sentito? Muoversi! > ordinò la donna a tutto il personale, che spense e rismontò tutto quanto.
< No generale, non sono d'accordo, possiamo batterli! > esclamò Poe
< Con cosa? Quattro vecchi speeder malandati e una attrezzatura provvisoria contro l'artiglieria del Primo Ordine? No, non questa volta Poe. >
< Quindi ci ritiriamo e scappiamo come codardi? >
< Codardi? Guardati intorno: queste poche persone rimaste non sono sufficienti per tenere testa a tutto quello che c'è dietro quella porta! Abbiamo perso troppe vite oggi... dobbiamo riorganizzarci da soli, visto che nessuno verrà ad aiutarci. >
Le parole di Leia convinsero Poe, sempre combattivo in cerca di uno scontro in cui farsi valere. Ma comprese che questa non era l'occasione giusta, quindi diede una mano ai compagni. Quando finalmente furono pronti si avviarono per la galleria con Chwube in testa, dritti verso l'uscita.
Finalmente le prime persone apparirono verso l'entrata della grotta: Finn e Poe, seguiti da Leia, Rose, Connix e tutti gli altri.
< Rey! > disse Finn sorridendo felice vedendo l'amica davanti alla grotta con le braccia alzate, ma poi vide chi c'era con lei < Che ci fa lui qui? Chwube, non ci avevi detto che c'era anche questo mostro qui! > ma il ragazzo venne interrotto dall'amico con una gomitata, indicando la donna alle loro spalle, il cui viso era radioso e pieno di gioia.
< Che c'è? > chiese sottovoce palesemente piccato.
< Genio, quello è suo figlio! > rispose il pilota
Finn, che aveva dimenticato quel piccolo particolare accecato dall'odio che provava per il suo ex superiore, si sentì in imbarazzo e chiuse la bocca per non rovinare ulteriormente quel momento.
E così mentre tutti si dirigevano verso Rey e il Falcon, Leia andò dritta verso suo figlio.
< Sbrigatevi voi la infondo! Non li tratterremo ancora a lungo! > aggiunse Rey sentendo le braccia intorpidirsi.
Quando furono sicuri che tutti erano usciti dalla miniera, Ben e Rey depositarono i massi a terra tentando di non fare troppa polvere, e poi madre e figlio si allontanarono dal resto del gruppo.
I loro occhi non avevano smesso di guardarsi, e Leia decise che non avrebbe più represso le sue lacrime, abbracciando forte suo figlio!
L'ultima volta che lo aveva stretto fra le braccia era un ragazzino di appena 12 anni, e adesso era un uomo, un bellissimo uomo, e somigliava così tanto a suo padre.

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Capitolo 6
*** Cap. 6 ***


Nel frattempo Finn, Rey e Poe stavano facendo le presentazioni.
< Non ci hanno presentati: sono Poe, Poe Deameron. >
< È un piacere conoscerti Poe, la prima volta che ho sentito parlare di te pensavo fossi morto, ma è bello vedere che invece stai bene! Io sono Rey >
< Si, lo so. Finn non ha fatto che parlare di te tutto il tempo... > disse fintamente scocciato, ma non troppo.
< Rey, stai bene vero? >
< Si, Finn sto bene! >
< Sicura? >
< Finn, che problema hai? >
< Che cos'è questa storia? > chiese l'ex assaltatore serio indicando con un cenno del capo le due persone alle loro spalle.
< Che storia? >
< Kylo Ren qui? Sul serio? >
< Ah quello, volete tutta la storia? >
< Esiste una versione breve? > chiese Poe che non amava i lunghi discorsi
< Molto bene: sull'isola io e Ben abbiamo iniziato ad avere delle connessioni nella Forza. Lui appariva a me ed io a lui in momenti casuali, senza che potessimo controllarlo. All'inizio l'aria era tesa fra noi, ma pian piano, con l'evolversi degli eventi abbiamo scoperto di poter sentire ciò che l'altro provava, e questo ci ha dato un terreno comune per parlare in maniera normale. E siamo anche riusciti ad avere un contatto una volta: non pensavamo fosse possibile toccarsi, invece le nostre mani si sono sfiorate e li ho una visione: lui sarebbe tornato a casa, e si sarebbe ribellato a Snoke. Per questo sono andata a cercarlo fino alla sua nave, e la visione si è avverata. Ben ha ucciso Snoke! >
< Aspetta, Snoke è morto? Sul serio? > chiese Finn che non riusciva a crederci
< Si, io c'ero! Snoke mi stava torturando per ottenere informazioni su Luke, ma lui ha usato la mia spada per ucciderlo senza che se ne accorgesse e mi ha salvata! >
< Ok, è tutto molto romantico, ma se Snoke è andato e con “lui” fuori dai giochi, chi è che manda avanti tutta la baracca? > chiese Poe indicando con un pollice prima le sue spalle e poi l'altro lato della miniera, ricordando a tutti che c'era un mezzo esercito pronto ad attaccare.
< Il generale Hux, contornato da un folto consiglio di alti ufficiali che non vedevano l'ora di sbarazzarsi di me > disse la voce di Ben, che si era unito alla conversazione < Senza Snoke a limitarli e con me fuori dai piedi hanno campo libero >
< Che facciamo allora? > chiese Leia accanto a lui. < Non abbiamo la potenza di fuoco necessaria per contrattaccare >
< Ne per difenderci > aggiunse Poe
< Non ce ne sarà bisogno, Ben ed io abbiamo un piano > annunciò Rey, rivolgendo lo sguardo a lui per dargli la parola
< Mamma tu e la resistenza salirete sul Falcon e troverete un luogo dove nascondervi, il più isolato possibile, mantenete un profilo basso e fate perdere le vostre traccie per un po' >
< E tu? > chiese Poe direttamente a Ben
< Noi > lo corresse Rey < Andremo via con la nave di Snoke e attueremo un depistaggio >
< Voi? > chiese Finn poco convinto
< Si Finn, noi >
< No! Non posso permettere che tu vada via con lui! > disse il ragazzo di scatto prendendo Rey per un polso, suscitando la sorpresa generale nei presenti. Specialmente
di Ben che aveva già fatto un passo avanti verso il suo ex sottoposto, fermato solo dalla mano della madre sul suo braccio.
< Che vuol dire che tu non lo permetti?? Io sono libera di fare quello che mi pare e non sarai di certo tu ad impedirmelo! Devi smetterla con questa storia Finn! > rispose piccata la ragazza che ancora non riusciva a credere all'attaccamento morboso dell'amico.
< Sanno che uno di loro ha ucciso Snoke e gli daranno la caccia. Se lei rimanesse con noi ci esporrebbe ad un enorme pericolo. > intervenne Leia vista la situazione
< Se devono inseguire qualcuno preferiamo che inseguano noi, essendo solo in due possiamo cavarcela facilmente. In questo modo voi avrete la possibilità di rimettervi in piedi per il prossimo scontro. Cercheremo di darvi quanto più tempo possibile > concluse Ben
< Hanno ragione loro Finn. Per quanto anche a me non piaccia molto l'idea di doverci separare di nuovo, se quel pazzo di Hux ha preso il comando del Primo Ordine puoi star sicuro che setaccerà la galassia pianeta per pianeta pur di trovare loro due. > concordò Poe
< Conoscevo suo padre. > riprese il generale della resistenza, ripensando alle sue battaglie in gioventù < A quanto ho avuto modo di capire, la mela non è caduta molto lontana dall'albero. Entrambi fuori di testa, convinti che la guerra sia l'unico modo di risolvere le cose, ossessionati dall'ordine e dal rispetto della gerarchia. Se Hux senior aveva comunque mio padre a tenerlo a bada, ore che Armitrage non ha più Ben o Snoke a mettergli il guinzaglio, non oso immaginare di cosa può essere capace, con tutto l'arsenale del Primo Ordine ai suoi comandi.> spiegò riflessiva temendo il peggio. Poi si ridestò dai suoi pensieri < Avete già un piano d'azione suppongo... > chiese ai due ragazzi
< Si, ho una idea. > rispose il figlio < Li condurremo più lontano possibile e poi faremo perdere le nostre traccie andando a nasconderci anche noi >
< Molto bene allora, meglio sbrigarsi > disse Poe battendo le mani < Ben, Rey grazie di tutto e buona fortuna > e tese la mano verso il giovane e poi verso la ragazza
< Buona fortuna anche a voi Deameron. Prenditi cura di loro fino al nostro ritorno > rispose Ben stringendo la mano di Poe
< Contaci > e i due si scambiarono una sincera occhiata di gratitudine reciproca.
< E siate prudenti, mi raccomando! > incalzò lei
< State tranquilli! Abbiate cura di voi! >
< Rey, sei sicura di volerlo fare? > chiese Finn all'amica mentre Poe si allontanava per dare disposizioni
< Si, per l'ennesima volta, si! >
< Sta attenta ti prego! Non mi fido di lui > e abbracciò la ragazza, stringendola forte a se.
< Ma io si, e so quel che faccio! > rispose lei staccandosi
A quell'immagine Ben provò nuovamente quello strano senso di rabbia e voglia di tirare un pugno sui denti a quell'ometto che aveva già provato prima quando le aveva preso il polso, ma ancora una volta, la mano di sua madre poggiato sul suo braccio lo distrasse.
< Stai tranquillo, non credo che lei sia interessata a Finn > disse con uno strano sorrisino sul viso
< Che vuoi dire? >
< Lo capirai. A presto figlio mio! > e lo abbracciò forte un'altra volta, dispiaciuta nel doverlo lasciare andare nuovamente, dopo che si erano appena ritrovati. Ma questa volta era sicura che si sarebbero rivisti molto presto.
< Mi raccomando madre, prenditi cura di te e state attenti! Io tornerò presto, te lo prometto >
Anche Rey andò a salutare Leia e questa le sussurrò qualcosa all'orecchio che Ben non riuscì a sentire, scoprendosi curioso.
Le due navi, ognuna con il suo carico partirono sperando di non incontrare difficoltà, ma come c'era da aspettarsi alcuni dei caccia da ricognizione li avevano scoperti.
Le navicelle nemiche si erano lanciate all'inseguimento del Falcon, ma Ben e Rey si portarono alle loro spalle, eliminando i nemici e permettendo alla resistenza di fuggire.
I due ragazzi con Ben alla guida e Rey alle armi persero ancora un po' di tempo tentando di sfoltire qualche riga nemica per dare il tempo agli altri di effettuare il salto nell'iperspazio, e poi effettuarono la stessa manovra con qualche difficoltà in più.

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Capitolo 7
*** Cap. 7 ***


Quando furono al sicuro Rey spense il suo tracciatore, sicura che anche Leia aveva fatto lo stesso con il proprio, facendo in questo modo perdere ogni loro traccia.
< Avevi ragione sai? > disse Ben, quando ella ebbe finito
< Su che cosa? > chiese Rey curiosa
< Su mia madre... mi ha perdonato. Ha detto che mandarmi da zio Luke era stato lo sbaglio più grande che avesse mai fatto, e che non aveva mai perso le speranze che un giorno sarei tornato >
< Te lo avevo detto > disse lei sorridendogli < Allora, dove andiamo? > chiese poi per cambiare argomento.
< Se veramente vogliamo sparire per un po' ci sono alcune cose che dobbiamo fare >
< Ad esempio? > 
< Ad esempio cambiare nave, vestiti, identità... >
< E come pensi di fare? > 
< Che io sappia ci sono pochissimi posti che ti permettono di fare tutto questo senza che qualcuno faccia domande, uno di questi è Tatooine >
< Non lo conosco >
< Assomiglia a Jakku per certi versi, ma c'è molta più gente >
< E come mai stiamo andando proprio li? > 
< Beh è un porto di schiavi per la maggior parte, li nessuno fa troppe domande su di te, per il giusto prezzo naturalmente, e poi mio nonno è nato su Tatooine... >
< Tuo nonno? Darth Vader? >
< Si. Sai non è sempre stato un sith... >
< Ti va di raccontarmi questa storia? >
< E' una storia molto lunga... non so se... >
< Abbiamo tutto il tempo! > 
E così Ben prese un bel respiro, e iniziò a raccontare a Rey la storia della sua famosissima famiglia, di come Anakin era diventato un apprendista Jedi, del suo matrimonio segreto con Padmé, della sua discesa al lato oscuro per via di terribili visioni sulla morte di lei durante il parto (cosa che alla fine successe davvero), di come i gemelli vennero divisi alla nascita per la loro sicurezza, di tutta la guerra contro l'impero, della sua vita con la sua famiglia, fino alla notte in cui aveva raso al suolo il tempio Jedi di suo zio, e si era unito a Snoke. 
Rey aveva ascoltato con interesse tutta la storia, interrompendo Ben solamente quando non era più in grado di trattenere un commento o una domanda, e lui aveva risposto a tutto.
La ragazza aveva sentito, tramite quello strano legame che li univa, per tutto il tempo quanto alcune parti del racconto erano state complicate per lui da esprimere, invaso da sentimenti intensi di rimorso, vergogna, sofferenza. Ma questo ai suoi occhi lo aveva reso più umano che mai e oltremodo interessante, perché finalmente iniziava ad emergere la persona da sotto quella maschera che per anni lo aveva tenuto celato alla galassia.
< Però, nonostante tutto la tua famiglia ha un passato davvero interessante! Tutti conoscono il vostro nome e sia nel bene che nel male avete scritto la Storia dell'intera galassia!! > disse piena di entusiasmo alla fine del racconto. Poi qualcosa tornò prepotente nella sua tesa.
< Si, è per questo che non ho più usato il mio nome... troppo riconoscibile. Hei, che c'è? >
< In che senso? > chiese lei riprendendosi dai suoi pensieri in cui si era estraniata 
< Ti sei rabbuiata tutto d'un colpo... qualcosa non va? >
< No... è solo che sentirti parlare della tua famiglia e del vostro passato mi ha fatto pensare che io non conosco niente della mia famiglia, della loro storia. >
< Mi spiace Rey, ma ricordati che non sei più sola! Hai una famiglia nella resistenza... e se vuoi hai anche me adesso. >
< Lo so Ben, e non mi sono mai sentita tanto accettata da quanto mi sono unita a loro. Però sento che mi manca qualcosa. È come se avessi un vuoto dentro di me. > disse lei portandosi una mano al petto, all'altezza del cuore. 
Il ragazzo d'istinto poggiò una mano sul ginocchio della sua compagna di viaggio, e in quel momento poté sentire davvero quella sensazione dentro di se: un'enorme senso di vuoto come un buco profondo chilometri che mette a repentaglio il tuo equilibrio. 
Anche lui aveva provato quella solitudine in passato, e tutt'ora stava cercando un modo per disfarsene completamente, ma non era mai stata così pesante come quella che avvertiva in lei. Rey era completamente attanagliata da quella sofferenza di non sapere nulla del suo passato, sentirsi come se fosse una singola foglia portata alla deriva dal vento. Così prese una decisione.
< Rey, prometto che una volta finita la guerra, cercheremo la tua famiglia, le tue origini! >
< Dici davvero?? > 
< Tutti dovrebbero conoscere la propria famiglia e da dove provengono, e tu ne hai diritto più degli altri visto quello che hai passato! Perciò è deciso: quando tutto questo sarà finito, andremo alla ricerca della tua storia! >
< Andremo? > chiese lei sinceramente contenta di questa sua affermazione
< Si beh... sempre se vorrai. Ma se preferirai andare con i tuoi amici è giusto, insomma... > poche volte nella vita il ragazzo si era sentito a disagio, e ognuna di queste era stata in sua presenza. Con lei non riusciva proprio a non trovarsi in una qualche situazione imbarazzante... conscio anche del fatto che non era ancora in grado di gestire tutti quei sentimenti nuovi che stava provando.
< Ben, la tua compagnia sarà perfetta > rispose lei sorridendogli, poggiando la sua mano su quella di lui ancora sul suo ginocchio, i loro occhi fissi gli uni negli altri.
Il momento venne interrotto dall'allarme del Falcon che segnalava l'arrivo nell'atmosfera di Tatooine. I due giovani allora ripresero i comandi della nave, e cercarono un punto in cui atterrare. 
Optarono per uno spiazzo fra le dune del deserto, non molto lontano dalla piazza del mercato.
Una volta atterrati, si apprestarono a scendere. 
< Rey, ho bisogno che tu resti qui... > iniziò il ragazzo titubante
< Come sarebbe scusa? >
< Questa nave è l'unica merce di scambio che abbiamo: se andiamo via tutti e due e la lasciamo incustodita, al nostro ritorno non troveremmo più nemmeno la sabbia su cui è poggiata. Questi sono schiavi Rey, gente disposta a tutto con niente da perdere... tu più di chiunque dovresti sapere che significa vivere in questo modo. > disse lui facendo leva sulla sua vecchia vita.
< Cosa vuoi che faccia? > chiese la ragazza sospirando
< Proteggi la nave ad ogni costo. Io tornerò presto con il nostro acquirente. >
< E dove pensi di trovarlo? >
< Laggiù > indicò Ben alle sue spalle < La piazza del mercato. Li troveremo tutto quello che ci occorre. Ma per prima cosa dobbiamo sbarazzarci di questa > disse parlando della nave di Snoke. 
< Va bene, puoi contare su di me > rispose lei con un sorriso.
Ben le sorrise a sua volta e poi si incamminò nel torrido deserto, dritto verso la cittadella.
Rey lo osservò finché la sua immagine non scomparve dietro una duna, e poi si guardò intorno: la sabbia di Tatooine era decisamente più gialla e fine rispetto a quella granulosa e aranciata di Jakku, ma soprattutto quel deserto era molto più... come dire, pulito, rispetto a quello a cui era stata abituata. Non c'erano relitti di navi e macchine da guerra abbandonate, mezze seppellite nella sabbia, e non si vedevano persone arrivare da nessuna direzione. Era tutto fin troppo tranquillo, e lei aveva imparato che tranquillo non era sinonimo di pacifico, ma anzi, spesso era preludio di qualcosa di non buono. 
Decise quindi che se ne sarebbe stata seduta sulla rampa, con i sensi in allarme, per controllare che nessuno la prendesse di sorpresa, sperando che Ben sarebbe tornato presto. Era strano stare nuovamente in un ambiente come quello, dopo tutto ciò che era successo dal giorno in cui un piccolo droide era arrivato a sconvolgere la sua vita. 
Non che le fosse mai piaciuto più di tanto il deserto, ma era sempre stata li e non conoscendo altro nella vita, uno si abitua, si adatta e inizia a dare le cose per scontate. Ma dopo aver visto solo una piccola parte di tutte le meraviglie che la galassia aveva da offrire, trovarsi nuovamente in un ambiente desertico la faceva sentire strana e decisamente troppo a disagio.

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Capitolo 8
*** Cap. 8 ***


Persa nei suoi pensieri non si era accorta di quanto tempo fosse passato, finché non vide Ben rispuntare dalla stessa duna dietro cui era sparito, ma questa volta non era solo. Una creatura svolazzante con una specie di proboscide e due orecchie a punta lo stava seguendo.
< Rey, ci sono stati problemi? > chiese il ragazzo
< No, tutto tranquillo >
< Molto Bene. Ecco la tua nave, puoi esaminarla tu stesso se vuoi. >
E la creatura non se lo fece ripetere due volte, svolazzando a bordo seguito dai due giovani che rimanevano in disparte.
< Chi è lui? > chiese Rey sottovoce sporgendosi verso Ben
< Il nostro compratore... è un mercante di ferraglie e pezzi di ricambio, ma fra tutti era quello più fornito. >
< Quindi? >
< In cambio di questa nave, lui ce ne darà un'altra meno appariscente, che passi inosservata e una scorta di pezzi di ricambio. Ho dovuto trattare un po', ma alla fine ha ceduto. >
< Bene, bene... tu diceva il vero! Questa nave è perfetta. Tu avrà quello che io ha promesso. > disse la creatura rivolta a Ben.
Poi scesero tutti dalla nave, la creatura poggiò una serie di piccoli dispositivi lungo tutta la struttura e alla fine premette un pulsante da un telecomando che teneva nella piccola sacca a tracolla.
La nave allora si rimpicciolì nella sua interezza, diventando non più grande di un giocattolo per bambini. Poi la creatura prese la miniatura e la ripose nella sacca insieme al telecomando.
< Bello è! Mia invenzione personale questa è... non vendibile. Venite! >
I tre si incamminarono nuovamente verso la bottega del mercante, dove Ben riscosse i pezzi di ricambio promessi e un pad con le indicazioni su dove trovare la nave.
< Bene, andiamo a vedere che rottame ci ha rifilato > disse Rey una volta fuori, che non aveva alcuna fiducia nella creatura
< Aspetta, dobbiamo fare ancora un paio di cose prima >
< Cioè? >
< Primo: così siamo troppo riconoscibili... ci servono nuovi abiti e dei mantelli. Vieni. >
Le passò un braccio attorno alle spalle e la condusse verso un piccolo negozietto in una delle vie interne, che vendeva abbigliamento. Erano indumenti semplici e poveri, ma sarebbero stati perfetti per mimetizzarsi nella popolazione locale.
< Scegli almeno due completi di ricambio, qualcosa di comodo e pratico, un cambio per la notte e della biancheria > le indicò Ben.
Rey si guardò intorno e dopo aver osservato le poche scelte a disposizione, optò per due completi: il primo prevedeva un leggins grigio al ginocchio con una gonna svasata sopra dello stesso colore, abbinato ad una maglietta sottile color carne con manica al gomito ed una casacca a mezza manica nera sopra, legata in vita da un cinturone alto. Il secondo completo era composto da una gonna lunga nera fino alla caviglia, e una tunica nera sopra che Rey decise di tenere infilata leggermente nella gonna, per dare l'impressione che fosse un capo unico (su consiglio della donna che gestiva il negozio). Abbinò sotto entrambi due paia di stivaletti bassi.
Scelse di tenere il primo completo indosso.
Ben invece aveva optato per due completi pantalone e maglietta con giacca di pelle e stivali uno nero e bianco, l'altro marrone e bianco. Completarono il tutto con due lunghi mantelli dai cappucci abbondanti e due borse capienti e Ben saldò il conto con una cifra di crediti sufficiente alla donna a pagarsi la libertà dalla schiavitù.
Ma prima di uscire dal vicolo Ben prese Rey per un braccio e la fermò, portandola ancora più all'interno del vicolo.
< Cosa c'è? > chiese lei allarmata
< Niente, stai benissimo > disse sorridendole < Ma manca ancora un piccolo dettaglio > e così facendo passò le mani dietro la sua testa e iniziò a scioglierle i capelli, lasciando che questi le ricadessero morbidi sulle spalle, e utilizzò il suo fermaglio per legare i propri in un codino dietro la nuca. < Così va meglio > disse infine
< Ora si che siamo irriconoscibili > rispose lei di rimando, notando come sembrasse diverso il suo compagno con un cambiamento così semplice. Poi tirarono su i cappucci, presero le borse che avevano riempito con i gli abiti e i ricambi per la nave e andarono a fare rifornimento di provviste per il viaggio e finalmente arrivarono alla nave che avevano comprato.
Era una nave da carico bianca, dalla forma di un scatola rettangolare. Due enormi propulsori erano posizionati sul retro, mentre il portellone di accesso era sulla fiancata sinistra.
I due si scambiarono una occhiata poco convinta: non era nuovo, c'erano un paio di ammaccature qui e la, ed era bruttina a vedersi, ma concordarono che era il mezzo ideale per non dare nell'occhio.
Così salirono a bordo con le due borse cariche del necessario, controllarono che a bordo fosse tutto in ordine e funzionante e infine decollarono.
L'aria era diventata tesa non appena il portellone si era chiuso alle loro spalle, e avevano iniziato le procedure di decollo rapidamente, senza parlare più del necessario. Entrambi stavano tenendo d'occhio la situazione, sperando che non comparisse qualcuno ad ostacolarli.
Quando furono in orbita Rey notò che Ben stava impostando delle coordinate nel computer di bordo.
< Dove andiamo? > chiese chiaramente tesa
< In un luogo sicuro > disse solamente lui e iniziarono le manovre per il salto nell'iperspazio.
Finalmente dopo qualche minuto, i due si rilassarono
< Ora me lo dici dove stiamo andando? > chiese nuovamente la ragazza
< Si chiama Deghoba, è un piccolo pianeta paludoso... non ci abita nessuno >
< E tu come fai a conoscerlo? >
< Ricordi quando ti ho raccontato che mio zio fu addestrato dall'ultimo maestro Jedi rimasto, il maestro Yoda? >
< Si, quella specie di esserino verde con le orecchie a punta > disse lei imitandone la forma con le mani sopra la testa
< Esatto... il pianeta doveva si trovavano era proprio quello dove stiamo andando >
< Sei sicuro Ben? Non è uno dei posti in cui potrebbero cercarti? >
< Nessuno a parte Luke e i miei sapevano dove si fosse addestrato. E Yoda è rimasto nascosto lì per vent'anni prima dell'arrivo di mio zio >
< Ok, sembra abbastanza sicuro >
Il viaggio sarebbe stato lungo, così decisero di impostare il pilota automatico e andare a sistemare le proprie cose nelle loro stanze... o meglio nella stanza. Perché il mercantile su cui erano a bordo era dotato di una sola camera da letto, con un letto matrimoniale.
Un velo di imbarazzo cadde istantaneamente sui due giovani, all'idea di dover condividere il letto. Ma Ben da bravo cavaliere disse che avrebbe lasciato a lei la stanza e si sarebbe posizionato sui divanetti della saletta adiacente la cabina di pilotaggio.
< Non sembrano poi così scomodi > disse avviandosi.
< Aspetta > lo chiamò prendendolo per mano < Credo che sia abbastanza grande per entrambi. Se ci posizioniamo ai due lati, possiamo dormire comodi tutt'e due... > propose la ragazza con le guance che si stavano tingendo di rosso
< Sei sicura Rey? Non sei obbligata a... >
< Lo voglio! > lo interruppe di getto a voce alta suscitando lo sguardo sorpreso e stranito del compagno. E rendendosi conto di aver esagerato, corresse il tiro < Voglio dire, lo so che non sono obbligata a dividere il letto con te, ma lo voglio fare. > spiegò con un tono di voce più basso.
< Va bene allora, portiamo dentro queste cose? >
Posarono una delle borse sul letto e sistemarono nell'unica cassettiera i loro abiti, dividendosi tre cassetti per ciascuno. Poi Ben prese i ricambi e li portò nell'ala motori, mentre Rey sistemava le provviste nei pochi mobiletti dell'angolo cucina.
Si ritrovarono un'ora più tardi sul divanetto, spalla a spalla stanchi e assonnati.
Tra il combattimento, la fuga e tutto il resto non ricordavano quando fosse stata l'ultima volta che avevano dormito. Rey chiuse gli occhi e la sua testa si poggiò sulla spalla di Ben, che sorrise e poggiò la propria testa su quella di lei.
Rimasero così a sonnecchiare per qualche minuto buono, e solo dopo il quarto sbadiglio trovarono la forza di parlare, senza riuscire ad aprire gli occhi
< Forse dovremmo dormire un po'... > iniziò lei con voce bassa
< Si, forse dovremmo > concordò lui in un mezzo sussurro
< Quanto manca all'arrivo? >
< Ancora un bel po'. L'allarme ci avviserà >
< Bene >
Ma ci volle ancora qualche attimo per realizzare che non si erano mossi dalla posizione in cui erano. Così Ben prese coraggio, aprì gli occhi e guardò Rey addormentata sulla sua spalla. Un sorriso nacque spontaneo sul suo viso, poi prese fra le braccia l'esile corpo della sua compagna di viaggio, e lentamente cercando di non svegliarla, la portò nella cabina, la adagiò sul letto e poi andò a stendersi accanto a lei. Augurandole buona notte si rilassò lasciando che il sonno si impossessasse di lui, e per una volta riuscì a concedersi qualche ora di sonno senza incubi.

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Capitolo 9
*** Cap. 9 ***


Il suono fastidioso e insistente dell'allarme del loro nuovo mezzo di trasporto li ridestò dal sonno parecchie ore più tardi, avvertendoli che erano arrivati nell'orbita del pianeta Deghoba.
I due ragazzi si alzarono dal letto ancora un pelo assonnati, cercando di riprendere coscienza di quello che stava accadendo attorno a loro, e si avviarono alla cabina di comando.
Con l'aiuto della mappa del pianeta avviarono molto attentamente le manovre di atterraggio, date le condizioni quasi inospitali della flora locale.
Il pianeta infatti era interamente ricoperto di pozze d'acqua paludosa, inframezzate da alberi molto alti e dalle grandi radici sporgenti. Ma c'erano alcune piccole zone di pietra emersa e terriccio che permisero loro di atterrare.
Una volta scesi dalla nave, lo spettacolo davanti ai loro occhi era alquanto inaspettato: Ben aveva sentito spesso da ragazzo i racconti dello zio sul suo addestramento, di tutti i sacrifici che aveva fatto, e le condizioni avverse in cui aveva vissuto per tutte quelle settimane, ma il giovane aveva sempre pensato che esagerasse nei suoi racconti per impartire una qualche sorta di morale.
Ma quello che aveva davanti confermava in pieno la versione di Luke, e iniziava a pensare che forse non era stata una grande idea venire qui.
Rey d'altra parte guardava curiosa e affascinata la vegetazione attorno a loro, e sentiva l'umidità che a contrasto con il calore, le facevano rizzare i peli sulle braccia.
< Ben qui è perfetto! Nessuno ci troverà! >
< Me lo auguro, perché non si torna indietro... >
< Vedrai ce la caveremo alla grande > disse Rey entusiasta. Poi notò un cambiamento nello sguardo di Ben, e non ci fu bisogno del legame che avevano nella Forza per capire che stesse pensando a sua madre, sperando che stesse bene e che fosse al sicuro. < Non ti preoccupare, sono sicura che stanno tutti bene. Leia saprà cosa fare, è una tipa in gamba! > cercò di rassicurarlo prendendogli la mano e stringendola in entrambe le sue.
Ben strinse una delle due piccole mani di Rey e ricambiò il suo sorriso, dicendole silenziosamente un grazie per il suo supporto e il suo sostegno.
< Allora... che facciamo? >
< In che senso? >
< Beh, visto che dobbiamo restare qui per un po'... cosa si fa da queste parti? >
< Rey, ti sei guardata intorno? Cosa pensi che si possa fare in un posto come questo? >
< Non saprei... esplorare? Cercare eventuali minacce e pericoli? >
< Potrebbe essere un'idea. Anche perché, ora che ci penso c'è un luogo in cui vorrei tornare, ammesso che ci sia ancora. >
< Ah si? E qual'è? >
< Si tratta di una caverna molto particolare. Vedi questo luogo è uno dei più puri della galassia, la Forza qui ha una concentrazione molto più alta del normale, e questa caverna ha la capacità tramite essa di leggere la mente delle persone e scovarne paure e desideri... >
< Una caverna?! >
< Perché ti stupisci? Luke non ti ha insegnato che la Forza scorre in ogni cosa, vivente o inanimata che sia? >
< Più o meno... > ammise lei con un filo d'imbarazzo ripesando allo scarsissimo addestramento ricevuto dal vecchio maestro. < Hai detto ritornare... ci sei già stato? > chiese poi riportando l'attenzione su di lui.
< Si. Mi ci portò Snoke durante il mio addestramento con lui. In quella caverna ognuno di noi affronta le proprie paure: se riesce a sconfiggerle significa che sei pronto... >
< E a te com'è andata? >
< Ho fallito... e in uno scatto di rabbia ho distrutto la caverna. Ma Snoke lo prese lo stesso come un successo vedendo il mio potenziale distruttivo in azione... >
< Ma se l'hai distrutta la caverna non c'è più, giusto? >
< Non ne sono sicuro, questo luogo riserva sempre qualche sorpresa... per questo voglio tornarci e questa volta non fallirò! Affronterò le mie nuove paure e le sconfiggerò! >
Rey intuì immediatamente una sensazione oscura tramite il legame, mentre Ben raccontava e dei brividi le corsero lungo la schiena.
< Sei sicuro di volerlo fare? >
< Che vuoi dire? >
< Non devi provare più niente a nessuno Ben. Hai sconfitto Snoke da solo, sei libero adesso. Perché vuoi tornare la dentro? >
< C'è ancora un conto in sospeso che devo chiudere... >
< Non lo so Ben, sembra una cosa molto oscura, non mi fido... >
< Non ti fidi di me?! > chiese lui con disappunto
< Certo che mi fido di te... ho solo paura che quello che c'è li dentro possa farti del male > ammise la giovane, mentre un principio di lacrime appariva sul bordo dei suoi occhi, tanto da spingerla a voltarsi di spalle. Ben a quelle parole aveva sentito qualcosa di nuovo nel suo cuore, e qualcosa di inaspettato nella sua mente.
In qualche modo il loro legame si era aperto anche se erano fisicamente insieme, ma questo gli aveva permesso di poter sentire quello che passava per la testa di quella ragazza.Sorrise Ben sentendo quanto lei avesse paura, paura che potesse succedergli qualcosa, paura di perderlo, segno che lei aveva sviluppato un attaccamento nei suoi confronti che mai avrebbe ritenuto possibile in un'altra persona.
Ma sorrise anche nel provare quel timido affetto che aveva imparato a riconoscere dentro di se ogni volta che era lei a sorridergli, o quando gli prendeva la mano.
Così poggiò le sue mani sulle spalle di Rey e la fece voltare. Il suo viso abbronzato era rigato dalle poche lacrime che si era lasciata scappare, i suoi occhi erano leggermente arrossati e le ciglia bagnate, un'immagine che lo intenerì. Poi asciugò quelle scie umide dalle sue guance, e tenendo le sue mani li poggiate portò quelle labbra verso le sue, posandogli un candido bacio.
< Non devi avere paura > disse in un sussurro a pochi millimetri dalla sua bocca < Ora che ti ho trovata, non ti lascerò mai più > e richiuse la distanza fra loro, questa volta con un bacio più deciso, lasciando che le loro labbra si schiudessero per intrecciarsi come la prima volta.
Le braccia di Ben allora avvolsero il corpo di lei in un abbraccio, vagando per la sua schiena calda, fino alla base del collo, fra i suoi capelli, sentendola fremere ad ogni tocco. E fu allora che il ragazzo sentì qualcos'altro dentro di se, qualcosa che non sentiva dai tempi della sua adolescenza: un fuoco partire dal basso che si propagava per tutto il corpo, culminando in un ingrossamento nella zona del cavallo dei pantaloni.
Anche Rey si era lasciata andare a quel turbinio di emozioni che stava provando da quando Ben l'aveva baciata.
Sentiva le mani di lui sul suo corpo e un mare di brividi la invasero facendola tremare leggermente per l'eccitazione che sentiva nascere nel suo ventre e più in basso.
Poi qualcosa attirò la sua attenzione: qualcosa di gonfio poggiava sulla sua zona intima e in quel momento realizzò. Lui era un uomo, un bellissimo uomo fatto e finito che probabilmente aveva avuto centinaia di donne, mentre lei era una ragazzina mingherlina e senza forme che non aveva mai visto un uomo nella sua interezza.
E sicuramente lui era pieno di aspettative, mentre lei era completamente inesperta, e si sarebbe messa in ridicolo davanti a lui, che non l'avrebbe mai più trovata interessante.... stava andando in paranoia la povera Rey.
Decise di interrompere quella situazione staccandosi da lui, forse troppo bruscamente di quello che avrebbe voluto.
< Cosa c'è? >
< Niente... è solo che... ecco mi mancava l'aria tutto qui. > inventò per giustificarsi
< Scusami, mi sono lasciato trasportare >
< No, va tutto bene. Torniamo dentro? Inizia a fare fresco... > disse per cambiare discorso quando una leggera brezza fresca la fece rabbrividire.
< Si, entriamo. La notte qui le temperature calano un po' > convenne il ragazzo notando che il cielo stava facendosi scuro.
E in silenzio risalirono a brodo e richiusero il portellone per sicurezza.
< Ti spiace se uso il bagno? Vorrei farmi una doccia... > disse poi lei davanti alla loro cabina
< Fa pure > rispose lui, attendendo che lei entrasse e che si richiudesse la porta alle spalle, prima di crollare sul divanetto e sistemarsi i capelli con una mano.
C'era qualcosa che non gli tornava: per qualche momento gli era sembrato che lei fosse coinvolta quanto lui in quella situazione intima che si era creata, ma poi si era distaccata all'improvviso, come se si fosse spaventata.
Ci pensò su qualche istante, ripercorrendo con il pensiero che tipo di vita avesse fatto fino a poco tempo prima e non era sicuro che su Jakku lei avesse mai avuto il modo o la possibilità di una relazione... quindi quello doveva essere stato il suo primo approccio con un uomo, e lui aveva corso troppo; poi guardò in basso notando ancora il rigonfiamento nei pantaloni, e pensò che forse era stato quello a spaventarla. Se veramente non era mai stata con un uomo non aveva idea di come funzionassero le cose, mentre lui le dava per scontate anche se era da parecchio tempo che non si relazionava con una donna.
Si diede dell'idiota per non aver considerato prima la questione, certo di aver rovinato tutto.

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Capitolo 10
*** Cap. 10 ***


Intanto Rey si era messa sotto il getto dell'acqua calda sperando che lavasse via la sua vergogna, insieme al sudore, all'umidità dalla sua pelle e i suoi umori fra le sue gambe.
Quello che aveva provato con Ben la fuori era stato meraviglioso, talmente intenso da non riuscire a controllarsi e il suo corpo aveva reagito di conseguenza. Sentire le sue mani stringerle i fianchi, il collo, passare per i capelli le avevano dato più piacere di quando aveva provato a provvedersi da sola (cosa che aveva smesso di fare quasi subito non trovandoci un gran divertimento).
Iniziò a chiedersi come sarebbe stato se le sue mani avessero continuato ad esplorare il suo corpo, se fossero arrivate sul suo seno, o peggio, nella sua zona più intima, che cosa avrebbe provato nel sentire le sue dita immergersi nel suo calore.
Una ondata di fiamme tornarono ad avvampare i suoi lombi e altri umori uscirono e dovette raffreddare l'acqua della doccia per darsi una calmata.
Se lei era in questo stato solo per un bacio, per portare lui a questo livello chissà cosa ci sarebbe voluto, dopotutto per lui questi non erano che gesti scontati che si fanno per iniziare. Poi però pensò al rigonfiamento che aveva sentito, e si chiese se non fosse stata lei a causarlo... o forse no. Sicuramente una donna più esperta avrebbe saputo cosa fare. Sconsolata da questo pensiero, finì velocemente la sua doccia e poi si avvolse in uno degli asciugamani che avevano comprato insieme agli abiti. Davanti allo specchio Rey si guardò con attenzione.
Non aveva un seno pronunciato, non aveva un sedere tondo e sodo, non aveva fianchi, il suo viso era anonimo, senza nessun segno particolare, le sua labbra decisamente poco carnose... insomma l'opposto di quello che potrebbe definirsi una donna attraente. Eppure aveva avvertito in Ben una certa attrazione verso di lei, che cosa voleva dire?
Chiederlo a lui era impensabile, a partire dall'imbarazzo nel chiedere una cosa del genere, ma soprattutto perché la risposta avrebbe potuto deluderla fortemente, e poi nessuna donna attraente farebbe mai una domanda come quella, non ne avrebbe bisogno perché saprebbe già da se la risposta.
Ma lei non era una donna attraente, giusto?
Quindi avrebbe avuto tutte le ragioni per fare quella domanda, giusto?
Troppe domande e un mal di testa al primo stadio la distolsero dai suoi pensieri.
Infilò la camicia da notte nuova e con ancora i capelli bagnati uscì dalla cabina.
Ben sentì la porta aprirsi e richiudersi, capendo che Rey finalmente era uscita. Si alzò velocemente per andarle incontro, vedendola apparire alla fine del corridoio che portava alla sala comune. Era davvero bellissima con quella tunica bianca fino al ginocchio e senza maniche.
< Tutto bene? > chiese lui sentendo il viso arrossarsi leggermente
< Si, scusami se ci ho messo tanto >
< Tranquilla, ne avevi bisogno. Hai fame? >
< In effetti si > rispose lei realizzando che erano parecchie ore che non mangiavano
< Lo avevo immaginato, perciò mi sono permesso di preparare qualcosa per la cena > disse Ben, indicando il tavolino apparecchiato.
< Accidenti! Grazie Ben, è stato gentile da parte tua >
< Figurati, è un piacere > e così dicendo si sedettero a tavola e consumarono il pasto.
Ogni tanto si scambiavano qualche occhiata fugace e un sorriso, ma era chiaro che la tensione era ancora alta fra di loro: Ben avrebbe voluto aprire l'argomento quanto meno per scusarsi, ma non sapeva come affrontare la questione, mentre Rey stava pregando con tutta se stessa che non lo facesse. Così finirono di mangiare in silenzio.
< Credo che ora andrò io a farmi una doccia, se non ti dispiace >
< Certo che no, va pure, finisco io qui > disse lei indicando i piatti e la tavola da sparecchiare.
< Molto bene > asserì Ben alzandosi e lasciando la ragazza da sola.
Magari sotto l'acqua gli sarebbe venuto in mente il modo giusto per affrontare l'argomento con Rey. Anche perché a conti fatti fra loro c'erano stati tre baci, una battaglia e una fuga... tutte occasioni che non avevano dato modo loro di definire la loro situazione.
Certo tramite il loro legame aveva potuto sentire in Rey lo stesso affetto e la stessa sensazione di appartenenza reciproca che sentiva dentro di se, ma questo cosa ne faceva di loro in pratica?
Erano amici? Compagni? Anime gemelle? Amanti?
No, ecco forse quell'ultimo punto non era decisamente la definizione giusta, considerato quello che era successo poche ore prima. Quindi, come definire quello che stavano vivendo? Una relazione sentimentale, come quella dei suoi genitori?
Ben ci pensò qualche momento, con la schiena poggiata alla parete della doccia, mentre il getto dell'acqua calda continuava a scorrergli dalla testa lungo tutto il corpo, eliminando quegli ultimi residui di sapone.
Chissà se anche loro un giorno avrebbero avuto quella complicità e quell'armonia che avevano avuto Han e Leia (quando non litigavano)... ma la vera domanda era: loro erano destinati a questo? Oppure erano solo compagni di avventure, legati dalla Forza e niente più di questo?
Troppe domande, nessuna risposta e una tensione tagliabile con la spada laser non avrebbero affatto conciliato il suo sonno, già lo sapeva, preparandosi mentalmente ad una nottata in bianco.
Uscì poco convinto dalla doccia, si asciugò corpo e capelli con l'asciugamano e infilò la canottiera e il pantaloncino che aveva acquistato per la notte.
Ma uscito dal bagno, notò che Rey era seduta sul letto, di spalle, la testa china e le mani giunte in mezzo alle gambe. Non sapendo bene cosa fare decise di far finta di niente.
< Stanca? > chiese per sondare il terreno
< Non proprio... solo un po' di mal di testa >
< Dev'essere il clima umido, non ci sei abituata >
< In effetti è diverso dal deserto. Su Jakku il caldo era secco e costante. Qui sembra di respirare acqua... a tratti è quasi soffocante >
< Lo so, ma datti tempo. Esci poco alla volta per abituarti al clima e vedrai che nel giro di una settimana non ne risentirai più > le disse lui tranquillamente
< Grazie del consiglio >
< Ora perché non provi a riposare un po'? Così magari ti calma il mal di testa >
< E tu che farai? >
< Penso che mi riposerò anche io, almeno ci provo > e così dicendo spense la luce ed entrambi si coricarono, ognuno dal suo lato supini.
< Allora buonanotte Ben >
< Buonanotte Rey >
Per i primi lunghissimi minuti ci fu il totale silenzio, solo alcuni rumori provenienti dall'esterno e i loro sospiri rompevano quella tranquillità.
Poi Ben sentì che il respiro di Rey si stava pian piano regolarizzando, segno che si era addormentata, ma non per questo lui si sentiva meno a disagio.
Si voltò su un fianco per osservarla meglio nonostante la pochissima luce che filtrava dalla finestrella.
Non somigliava a nessuna delle ragazze con cui aveva avuto a che fare nella sua vita. Le altre avevano tratti del viso dolci, pelle chiara, capelli lunghi e ben curati, mani lisce e delicate, corpi sinuosi con le curve al posto giusto, un seno pronunciato, labbra carnose. Lei non era nulla di tutto questo, e probabilmente era proprio quello che la rendeva bellissima e affascinante ai suoi occhi.
Rey era una ragazza che aveva sempre vissuto da sola in un luogo inospitale, il suo corpo era magro e asciutto per via della vita che faceva e dalla scarsa nutrizione, la sua pelle era ambrata, baciata dal sole per anni interi, il suo viso più spigoloso, dai tratti più duri, le labbra sottili.
Era abile nel combattimento e con uno spirito d'avventura che non aveva mai visto in nessun'altra.
I suoi capelli erano scuri e corti: dovevano essere pratici da gestire e di poco ingombro, portati sempre in quei suoi tre codini.
Ben era sicuro che dietro quella buffa acconciatura c'era sicuramente un legame sentimentale... forse sua madre li portava così o era lei che glieli legava in quel modo da piccola.
Più la guardava e più sentiva una irresistibile curiosità di passare la sua mano su quella pelle liscia e abbronzata, che nonostante fosse stata lavata con del sapone, profumava ugualmente di sole e sabbia.
Avrebbe voluto poggiare le sue labbra sulle sue guance, fino a ricoprirle il viso, e poi finalmente tornare su quelle di lei. Lasciare le che sue mani vagassero fra quei capelli lisci e profumati.
Esplorare ogni centimetro del suo corpo e contare ogni cicatrice, chiedere da dove provenisse solo per scoprire quali fantastiche avventure poteva aver vissuto all'interno di quegli enormi relitti nel deserto. Ma con la paura al tempo stesso di venire a sapere quali crudeltà poteva aver subito dai soggetti poco raccomandabili che abitavano quella fogna di pianeta. Questo a conferma del perché sapesse difendersi così bene, era sicuramente stata una necessità.
Perdendosi in questi pensieri realizzò di aver passato in contemplazione quasi tre ore, e per evitare di farsi trovare in una situazione spiacevole si voltò dall'altra parte e tentò di chiudere gli occhi per cercare di dormire.
Quando Rey aprì gli occhi doveva essere mattino molto presto a giudicare dal fatto che il cielo era ancora scuro. Mise a fuoco cercando di ricordarsi dove fosse, e tutto quello che era successo le scorse nella mente come un film. Poi voltò la testa e vide che accanto a lei Ben dormiva a pancia in su, con un braccio a coprirgli gli occhi. Peccato, pensò la ragazza.
Gli piacevano i suoi occhi, anche quando erano chiusi, avevano la stessa forma di quelli di Leia.
Ma la verità era che ogni parte di quel ragazzo le piaceva, pensiero che le fece arrossare violentemente le guance, e per fortuna che era buio e nessuno l'avrebbe vista. Però era vero.
Ben era un bellissimo uomo, con il fascino di suo padre e la dolcezza di sua madre... si chiese anche se avesse ereditato qualcosa da suo nonno. Quel nonno che tanto aveva idolatrato.
La ragazza vagò con lo sguardo su quel corpo perfetto più tempo di quello che era pronta ad ammettere, perdendosi con la memoria in quell'unica occasione in cui era stata stretta da quelle braccia, e di quanto si fosse sentita a suo agio.
Com'era possibile sentire un tale senso di sicurezza nelle braccia di qualcuno che fino a due giorni fa era pronto ad ucciderti? Che poi, poteva davvero dire che Kylo Ren avesse mai provato ad ucciderla? Ripercorse i loro incontri nella Forza, analizzandoli al meglio che la sua memoria le concesse.
Nel primo incontro lei gli aveva sparato a bruciapelo e lui no.
Nel secondo incontro lei lo aveva insultato e lui no.
Nel terzo incontro lei aveva messo in dubbio le sue parole e lui no.
Era stato solo nel quarto incontro che avevano trovato un terreno comune, o meglio lei gli aveva finalmente teso la mano e lui l'aveva presa senza esitare.
E fu in quel momento che arrivò l'illuminazione: lui non aveva mai avuto intenzione di ucciderla!
Nemmeno sulla starkiller, mentre combattevano, lui le aveva offerto la possibilità di unirsi a lui già allora, e lasciare che la addestrasse nella Forza.
E lei era stata talmente accecata dal suo dolore per aver perso qualcuno da non accorgersene. Lo aveva trattato malissimo, furente dalla rabbia per il fatto che lui l'avesse privata della prima figura paterna che aveva avuto dopo anni, da non fermarsi a chiedersi che cosa avesse significato per lui quel gesto. Durante i loro incontri sembrava sempre così spavaldo, sicuro di se e delle sue azioni. Ma, ormai ne era sicura, dentro al suo cuore stava celando un dolore incommensurabile.
E una parte di quel dolore lo aveva sentito anche lei, quando si erano toccati per la prima volta, un dolore che alla fine non era poi così diverso dal suo.
Desiderava tanto scusarsi per tutte le volte che era stata sgarbata con lui, per ogni volta che lo aveva offeso, e per quanto la tentazione di infilare la mano sotto la canottiera e accarezzare il suo petto fosse forte, optò invece per alzarsi e preparare qualcosa per la colazione.

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Capitolo 11
*** Cap. 11 ***


Mentre stava finendo di sistemare la piccola cesta con i frutti sul tavolo, una voce alle sue spalle la fece sobbalzare.
< Buongiorno! Scusami, non volevo spaventarti >
< Buongiorno a te. Non ti avevo sentito arrivare... >
< Nessuno mi sente arrivare se io non voglio >
< E come mai non volevi che io ti sentissi? >
< Eri così presa da quello che stavi facendo che mi dispiaceva disturbarti. E poi... > e in quel momento il suo viso si tinse leggermente di rosso < … eri molto carina >
Anche Rey a quel complimento si tinse di rosso, ma molto più acceso rispetto a lui, e per un momento si dimenticò come respirare. Rimase semplicemente li a fissarlo negli occhi mentre nella sua testa un turbinio di pensieri cominciavano ad affollarsi.
Ma dopo qualche attimo si ricordò che doveva dire qualcosa in risposta, così tratto un lungo respiro lo ringraziò sorridendo, e gli fece cenno di accomodarsi, mentre versava nelle tazze la bevanda che aveva preparato.
< Dormito bene? > le chiese quando ebbe preso posto al tavolino
< Credo di essermi addormentata senza nemmeno accorgermene > disse lei con un filo di imbarazzo, sperando di non aver fatto qualche gaffe
< Me ne sono accorto > rispose lui con un sorriso
< Ah si? E da cosa? >
< Dal tuo respiro... si è fatto sempre più lento e regolare >
Com'è che quel ragazzo riusciva sempre a metterla in imbarazzo e farla arrossire? E da quando lei era diventata così debole ai complimenti? Forse perché nessuno glieli aveva mai fatti, a parte Finn. Ma i complimenti di Finn non erano minimamente paragonabili a quelli che le faceva Ben, in tutta la loro dolcezza e semplicità. E in quel momento partì un'immagine nella sua testa, di lei che dormiva, e lui adorante che la osservava steso accanto a lei, mentre le accarezzava il viso ed i capelli. Poi si ricordò del loro legame, e nel terrore che lui potesse vedere la stessa cosa cambiò argomento.
< E tu? Tu come hai dormito? >
< Diciamo solo che quando finalmente ho preso sonno, ho riposato abbastanza bene. Sicuramente meglio del mio solito comunque. >
< Come mai non dormivi bene? >
< Pensieri, incubi, cose da fare... >
< Si, posso immaginare. Non che io dormissi meglio quando ero su Jakku... >
< Dormire bene è importante sai? >
< Già, fa bene >
< Già >
E un velo di silenzio imbarazzante scese su di loro facendo morire quel minimo di conversazione che avevano intavolato. Rey tamburellava nervosamente le dita sul tavolo, mentre si teneva la testa con l'altra mano. Ben aveva preso ad osservare distrattamente il disegno sulla sua tazza.
Se erano in queste condizioni dopo solo un giorno, e considerando che avrebbero dovuto passare insieme su quel pianeta settimane intere... c'era la necessità di trovare qualcosa da fare per impegnare le giornate. Così prendendo coraggio, la ragazza ruppe il silenzio.
< Allora... cosa facciamo oggi? > chiese lei
< Questa è una bella domanda. A te cosa andrebbe di fare? > le chiese di rimando
< Potremmo uscire ad esplorare la zona... magari non è tutto così paludoso >
< Beh, è un pianeta piccolo, non credo che troveremo qualcos'altro... ma vale la pena tentare >
< Ottimo! Allora vado a cambiarmi > rispose Rey piena di un ritrovato entusiasmo e prima di alzarsi svuotò la tazza in un sorso e poco più.
Ben la vide schizzare via per il corridoio come un razzo, e non poté fare a meno di sorridere per quanta euforia potesse nascere in lei alla sola idea di scoprire qualcosa di nuovo. Ma infondo si disse che la cosa era più che giustificata, considerando che aveva trascorso 18 anni nel deserto ignara del resto della galassia, mentre lui viaggiava da quando aveva mosso i primi passi.
La vide tornare dopo appena 10 minuti pronta e preparata nel completo del giorno prima, ma notò che al posto dei soliti tre codini aveva raccolto i capelli in una coda di cavallo alta sulla testa. Stava davvero bene!
< Il bagno è tutto tuo. Io preparo qualche provvista per la giornata > disse senza smettere di sorridere, così al ragazzo non rimase altro che avviarsi in cabina e prepararsi nel minor tempo possibile.

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Capitolo 12
*** Cap. 12 ***


Quando furono pronti, spade alla cintura e sacca in spalla iniziarono il loro viaggio esplorativo.
Camminarono per parecchio tempo destreggiandosi fra rampicanti, radici giganti, massi emersi ed acque dal colore poco invitante. Incontrarono ogni tanto strani tipi di insetti e rettili locali, apparentemente innocui, purché lasciati in pace ovviamente.
La cosa che li spaventò di più erano delle strane piante che all'apparenza sembravano rami secchi con poche foglie, ma che avevano il sospetto fossero velenose, o peggio carnivore o cose simili: decisero che era meglio tenersene alla larga. Quando dopo ore di cammino e arrampicata iniziarono a sentire i morsi della fame, erano in una zona piena di enormi pozze d'acqua, così trovarono la pietra emersa più larga che trovarono e si fermarono a consumare il pranzo.
Per tutto il tempo avevano chiacchierato tranquillamente conoscendo lati dell'altro che non erano mai venuti fuori... non che ne avessero mai avuto l'occasione. Ben le raccontava delle sue avventure con suo padre, dei viaggi diplomatici che aveva fatto con sua madre al senato su Coruscant, della villa di sua nonna a Naboo, delle infinite volte che si era nascosto sul Falcon da bambino quando i suoi litigavano e lui era impaurito dalle grida, oppure quando si rifugiava fra le braccia di zio Chwube per scampare alle sgridate di mamma Leia per questa o quella marachella.
E Rey ogni volta rimaneva affascinata dalla vita quotidiana di una famiglia, e immaginava come sarebbe stato vivere quelle situazioni, mentre l'immagine di lei piccolina prendeva forma nella sua mente, mentre camminava per mano con entrambi i suoi genitori che avevano il volto un po' sfocato, segno che il suo ricordo di loro stava lentamente svanendo. Ma man a mano che la visione andava avanti i volti dei suoi genitori prendevano un'altra fisionomia, trasformandosi lentamente nel suo e quello di Ben, che tenevano per mano una bambina dai lunghi capelli corvini.
La voce di Ben la distrasse da quella visione riportandola alla realtà confusa e spaesata.
< Stai bene? >
< Si... si sto bene >
< Sembra tu abbia visto un fantasma >
< È solo che... non ricordo più bene il volto dei miei genitori. Ho vissuto una vita intera aggrappata a quell'unico ricordo che avevo, ma da quando ho lasciato Jakku quel ricordo sta svanendo. E ho paura che quando svanirà del tutto perderò per sempre l'unica cosa che ho di loro. >
< Hei, non dire così. È normale che i ricordi svaniscano nella nostra memoria. Ma quello che importa davvero è ciò che significano per noi. Se anche non ricorderai il loro volto, nel tuo cuore conserverai sempre l'amore che provavano per te >
< Da quando sei diventato così saggio e comprensivo? > chiese lei piacevolmente sorpresa dalle parole del ragazzo
< Da quando ci sei tu nella mia vita > rispose tranquillamente lui facendola arrossire per l'ennesima volta in pochi giorni. Poi Ben alzò lo sguardo al cielo, notando che delle nubi nere si stavano addensando. < Conviene rientrare, tra poco pioverà > annunciò
< Come fai a dirlo? >
< Vedi quelle nuvole nere lassù? Sono cariche di pioggia e non ci vorrà molto prima che la scarichino su di noi >
E detto questo raccolsero velocemente le loro cose e si rimisero in cammino verso la nave, sperando di fare in tempo... cosa che non gli riuscì, perché uno scroscio d'acqua li colse a metà del percorso. Quando le prime gocce iniziarono a scendere, aumentando sempre più velocemente la rapidità con cui scendevano, i due fermarono la loro corsa per guardarsi intorno alla ricerca di un riparo dove attendere che spiovesse.
Ma quando i loro sguardi si incontrarono mentre le pesanti gocce di pioggia bagnavano i loro volti, i capelli, i vestiti... tutto era diventato stranamente surreale. Senza nemmeno accorgersene, si erano avvicinati. I loro occhi piantati fissi gli uni dentro gli altri, mentre i loro nasi si avvicinavano, e l'umido della pelle bagnata era percepibile solamente respirando... era come nella capanna, così vicini.
Poi la pioggia aumentò ancora di intensità all'improvviso, facendosi sempre più scrosciante interrompendo quel momento e i due realizzarono che era meglio mettersi a correre cercando di raggiungere la loro nave il prima possibile.
Quando aprirono il portellone erano completamente fradici d'acqua. Salita la rampa si appoggiarono a riprendere fiato per la corsa ad ostacoli affrontata sulla via del ritorno. Poi dopo qualche istante passato a scambiarsi occhiate e risatine, Rey si avviò verso la stanza ma Ben la bloccò
< Senti, non fraintendere, ma credo che dovremmo sbarazzarci di questi vestiti bagnati qui >
< Perché? > chiese lei
< La nave all'interno è più fredda rispetto a fuori, il che significa che con i vestiti bagnati addosso prenderai freddo più velocemente. In più la loro pesantezza dovuta alla quantità d'acqua assorbita ti rallenterà nei movimenti. Spogliandoti sarà più facile correre in camera e farsi una doccia calda. Semplice sopravvivenza di base > le spiegò come se fosse ovvio. Poi però notò il viso della ragazza farsi ancora più rosso di quanto già non lo fosse e i suoi occhi sgranarsi. < Ma non c'è bisogno di togliere tutto tutto, giusto il primo strato. Non ti preoccupare, mi volterò e ti lascerò andare per prima. > aggiunse e questo sembrò tranquillizzarla.
< Prometti che non guarderai? >
< Lo prometto > promise serio.
Si voltò di spalle e chiuse gli occhi per non essere tentato. Sentì il rumore dei vestiti di lei che cadevano e terra e la sua mente corse libera su quel corpo. Quando fu pronta annunciò che stava lasciando la stanza e lui la lasciò andare. Solo quando sentì i suoi passi farsi lontani aprì gli occhi e si voltò: l'unica cosa rimasta di lei erano i suoi indumenti bagnati accatastati in un angolo. Nel mentre aveva udito la porta della cabina aprirsi e chiudersi, segno che era arrivata.
Decise quindi che era il momento buono per togliersi anche lui i suoi abiti e andare in stanza, sperando che lei fosse già sotto l'acqua. Tese l'orecchio dietro la porta per qualche secondo, e non udendo nulla aprì. Era vuota fortunatamente, e considerando che non aveva niente addosso prese il pantaloncino del suo pigiama e lo indossò. All'inizio aveva pensato di indossare anche una maglietta e di attendere nel salottino... invece si sedette sul letto e attese.
Non sapeva neanche lui perché rimase li al posto di uscire, ma sentiva il bisogno di rivederla.
Per rispetto alla sua timidezza non aveva osato voltarsi mentre si spogliavano, potendo avvertire il suo disagio pienamente, e forse una parte di quell'imbarazzo lo aveva provato in prima persona. Ma adesso, adesso era diverso: seduto sul bordo del letto, con il rumore dell'acqua che veniva dall'altra stanza, ripensava a quel momento in mezzo alla foresta, soli sotto la pioggia, a come si erano guardati a quanto si erano avvicinati e quanto ci fosse andato vicino. Non desiderava altro che poterla baciare ancora, poterla abbracciare e sentirla fra le sue braccia, ma ogni volta che c'era quasi riuscito qualcosa rompeva la magia e lei sembrava sempre più fredda con lui, come se si sentisse a disagio in sua presenza.
Se solo avesse avuto in quei momenti un briciolo del suo solito coraggio l'avrebbe presa per un braccio e attirata a se nella foresta, al diavolo la pioggia; adesso sarebbe entrato in quel bagno, avrebbe preso il suo viso fra le mani e l'avrebbe baciata nuovamente fino a toglierle il fiato. Avrebbe lasciato vagare le sue mani su ogni centimetro della sua pelle, sentito il suo calore, fatto in modo che i suoi gesti dolci e delicati le facessero capire quanto lui la desiderasse.
Ma la verità era che il coraggio non centrava, sapeva fin troppo bene che se avesse aperto quella porta l'avrebbe non solo messa a disagio, ma l'avrebbe sicuramente spaventata e avrebbe rotto quel fragile equilibrio che si era lentamente creato fra loro. Così decise solamente di aspettare che uscisse per chiederle se stesse bene, lasciandole tutto il tempo da sola di cui necessitava.

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Capitolo 13
*** Cap. 13 ***


Quando finalmente la vide uscire con i capelli bagnati ricaderle sulle spalle, e quel semplice asciugamano avvolgerle il corpo, fu come una visione. Ed ecco che il desiderio di impossessarsi di quelle labbra tornò prepotente nella sua mente, ma strinse i denti e lo ricacciò.
< Stai bene? >
< Credo di si... sicuramente l'acqua calda fa miracoli >
< Si, è vero. Scusami se ti ho messa a disagio prima... >
< No tranquillo. Hai fatto quello che credevi fosse meglio, e in effetti senza roba bagnata e pesante addosso sono riuscita ad arrivare prima e mettermi subito in doccia senza perdere tempo o prendere freddo perciò... grazie. Ora puoi andare tu >
< Va bene > e costringendosi a passarle oltre, entrò nel bagno e si chiuse la porta alle spalle.
Da quando era diventato così timido e impacciato? Aveva fatto le peggio cose in tanti anni senza battere ciglio, e adesso davanti ad una ragazza crollava come un castello di carte.
Certo non era facile mantenere calma e contegno quando davanti a te hai la donna più bella che tu abbia mai visto, che condivide con te non solo la stessa quantità di potere, ma anche un rarissimo legame nella Forza che permette ad entrambi di vivere nella testa e nel cuore dell'altra persona.
L'acqua calda era decisamente un toccasana in quelle occasioni, aiutava a mettere meglio a fuoco alcuni pensieri, ad esempio come fare ad avvicinarsi di più a Rey senza spaventarla o metterla in imbarazzo. Cercava un approccio tranquillo, che la mettesse a suo agio con lui, e mentre il vapore dell'acqua calda inondava il piccolo bagno, un'idea saltò in mente al ragazzo: Rey non aveva mai avuto un vero addestramento nella Forza. Suo zio restio com'era doveva averle insegnato poco o nulla. L'avrebbe fatto lui!
Dopotutto quel luogo era stato l'arena di addestramento del potente Luke Skywalker: se c'era riuscito lui a diventare ciò che era in quelle pozze di palude, sicuramente anche lui sarebbe riuscito a fare di Rey una potente guerriera. E poi l'allenamento era il modo migliore per approcciarsi a lei senza secondi fini e senza metterla a disagio.
Uscì dalla cabina con nuovamente indosso il pantaloncino del pigiama, ma stranamente lei non c'era. Si era illuso di trovarla li ad attenderlo come aveva fatto lui, e invece no.
Si finì di vestire rapidamente un po' deluso e andò verso la piccola cucina, da cui proveniva un profumino niente male. La trovò alle prese con un pentolino sul fornelletto, intenta a tagliare delle radici. Bussò alla parete per annunciare la sua presenza e lei si voltò a guardarlo con un sorriso.
< Va meglio? > chiese lei
< Si molto. Che prepari? >
< Una ricetta che mi ha insegnato Leia, diceva sempre che ti piaceva tanto da bambino >
< Ma davvero? > chiese lui un pelo scettico, non sapendo bene cosa e quanto sua madre avesse raccontato di lui. Poi curioso si avvicinò al pentolino che sfrigolava sul
fuoco e ne riconobbe il contenuto: quanto adorava quella zuppa!
Sua madre gliela faceva sempre quando era triste, specie quando lei e suo padre avevano litigato. Diceva che una zuppa calda riscalda il cuore e l'anima sciogliendo il gelo della tristezza. Perso in quei ricordi sentì improvvisamente la mancanza di suo padre, e la preoccupazione per le sorti ignote della madre.
< Sta tranquillo... sono certa che stanno bene. Me lo sento! > disse Rey tranquillamente mentre continuava a preparare il resto della cena
< Come hai fatto a..? >
< Abbiamo un legame, ricordi? Posso percepire con facilità i tuoi pensieri, specie quando ci sei così perso dentro da non schermare la tua mente >
 < Giusto... e poi non vedo perché dovrei schermare la mia mente con te >
< Spero sia venuta bene. Non sono un granchè come cuoca, ma ho fatto del mio meglio > disse la ragazza cambiando argomento, temendo le possibili pieghe che quello precedete avrebbe potuto prendere, mentre serviva le ciotole fumanti a tavola.
< Come mai hai voluto prepararla? > chiese il ragazzo curioso
< Beh, ho pensato che una cosa calda dopo tutta l'acqua che abbiamo preso poteva essere una buona idea, e quella era l'unica ricetta che conosco > ammise lei
< Ottima idea > rispose lui tranquillamente.
Poi avvicinò il naso alla ciotola e sentendone il profumo una ondata di ricordi lo invase, poi ne assaggiò una cucchiaiata e rimase piacevolmente colpito da quanto assomigliasse alla ricetta originale di Leia.
< Non è affatto male sai? >
< Dici davvero? > chiese lei sinceramente felice di essere riuscita nell'impresa
< Si... mi fa tornare in mente un sacco di ricordi della mia infanzia >
< Ti va di raccontarmene qualcuno? >
E così mentre consumavano il pasto Ben le raccontò alcune delle sue avventure, tutte che terminavano con una bella porzione di zuppa a rallegrare gli animi.
E per tutto il tempo l'aria fra loro era tornata tranquilla e spensierata, così approfittando di quella calma il giovane ne approfittò.
< Stavo pensando che tu non hai avuto un vero e proprio addestramento... > buttò li lui a fine cena
< Quindi? > chiese lei curiosa
< E se ti addestrassi io? > propose < Potremmo approfittare di questo periodo di calma per un addestramento come si deve, in modo da essere pronti a qualsiasi cosa Hux stia macchinando, e quale luogo migliore di questo per entrare in contatto con la Forza? >
< Trovo che sia un'idea fantastica Ben! > rispose lei piena di entusiasmo < Tu sei stato addestrato sia dai Jedi che dai Sith, sai tutto sulla Forza e ogni sua sfumatura! >
< Beh adesso, proprio tutto no... ma posso insegnarti le parti migliori di una parte e dell'altra e fornirti di un'ottima preparazione >
< Cominciamo domani mattina? >
< Perché no! Sono felice che ti piaccia l'idea > le disse sorridendole, poggiando una mano su quella di Rey che era adagiata sul tavolo.
Le guance della ragazza si tinsero di rosso, mentre un sorriso faceva capolino sul suo volto. Durò pochi istanti prima che lei ritrasse la mano per l'imbarazzo.
< Comincio ad essere stanca, la giornata è stata lunga e impegnativa... ti spiace se comincio ad andare a letto? > chiese sviando nuovamente l'argomento
< No, fai pure. Io resterò qui ancora per un po'. > rispose lui alquanto deluso dalla reazione di lei
< Allora buonanotte >
< Notte >
E la guardò uscire dalla saletta, verso il corridoio, sparendo dietro l'angolo.
Quando la porta della cabina si fu richiusa Ben sbuffò pesantemente, accasciandosi sulla sedia e passandosi una mano fra i capelli. Perché faceva così? Fino a due giorni prima si era gettata fra le sue braccia e aveva lasciato che la baciasse, perfino quando aveva le mani ammanettate... e adesso sembrava avere paura di ogni piccolo contatto. Proprio non capiva cosa stava succedendo nella testa di quella ragazza, e non era più questione di legame nella Forza, no. Questo era pura e semplice (si fa per dire) psicologia femminile, e nessun trucchetto Jedi o Sith lo avrebbe potuto aiutare.
Se conquistare la sua fiducia sarebbe stato molto più complicato del previsto, iniziava ad essere scettico sulla riuscita di una eventuale confessione dei suoi sentimenti e tutto quello che avrebbe dovuto conseguirne.
Nell'altra stanza intanto Rey continuava a darsi della stupida per non essere riuscita a controllarsi nemmeno questa volta. Da quando Ben l'aveva stratta in quel modo il primo giorno il suo corpo aveva iniziato a reagire ad ogni minimo tocco, e questa cosa la metteva tremendamente in imbarazzo, tanto da non riuscire a trattenersi dall'arrossire e l'unica cosa che poteva fare era cercare di mantenere le distanze.
Se si fosse lasciata andare Ben avrebbe scoperto che lei non sapeva niente di uomini e con le sue figuracce l'avrebbe allontanato. Ma non poteva continuare ad ignorare
quel fuoco che cresceva nel suo ventre e più in basso ogni volta che lui le prendeva la mano, o che i loro sguardi si intrecciavano. Come quella mattina sotto la pioggia, quanto avrebbe volto che lui la baciasse ancora come era successo le altre volte... nella capanna su Ach-To.
Nel turboascensore della Supremacy.
Appena arrivati su Deghoba.
Quante volte si erano già baciati in tre giorni?!
Avrebbe voluto ritrovare quella sicurezza e fiondarsi nuovamente su quelle labbra bellissime, ma adesso che aveva trovato certe consapevolezze non riusciva più a vedere le cose allo stesso modo. Decise che era meglio smettere di arrovellarsi il cervello e cercare di riposare un po', così spense la piccola lucina accanto al letto, si sdraiò e chiuse gli occhi nella speranza di prendere sonno. Ma appena le sua palpebre portarono il buio, un'immagine di loro due stretti sotto la pioggia intenti nel più passionale dei baci prese forma nella sua mente, e la ragazza capì subito che sarebbe stata un'altra notte di sonno molto rovente.
Quando Ben decise che era ora di andare a dormire non seppe nemmeno lui quanto tempo aveva passato su quel divanetto, dopo esserci collassato ore prima.
Aveva passato tutto il tempo da solo alla ricerca di un modo per alleggerire quella tensione fra loro e riuscire a far sciogliere Rey. Tutti quegli anni da solo e non aveva mai sentito il bisogno di una relazione sentimentale con una donna, si era sempre accontentato di quei pochi momenti di svago che si concedeva di tanto in tanto tra una missione e l'altra.
Ma da quando aveva messo gli occhi su quella cercarottami in quella foresta su Takodana, la sua vita era cambiata: non solo per tutte le rogne che quella ragazzina gli aveva procurato, per non parlare della bella cicatrice che gli tagliava il viso per lungo. No, il cambiamento più importante lo aveva portato nel suo cuore, e ogni incontro nella Forza che avevano avuto non aveva fatto altro che rafforzare il legame che sentiva crescere verso di lei, il bisogno di averla vicino di persona e non solo una proiezione. E adesso che sarebbero stati a contatto per settimane nel luogo più isolato della galassia, mentre lui tentava di fare un passo avanti, lei ne faceva due
indietro.
Si era scervellato per ore senza capire cosa avesse potuto far scattare quel sistema di difesa in lei: qualcosa che aveva detto? Che aveva fatto? Possibile che un semplice abbraccio più approfondito l'avesse sconvolta a tal punto? Oppure le aveva fatto capire che magari... magari lui non le piaceva quanto a lui piacesse lei? Non era il massimo pensare una cosa del genere, ma era una possibilità che andava presa in considerazione, per quanto male potesse fare.
Eppure quelle volte che si erano baciati tutta questa repulsione non l'aveva sentita, anzi. Ma le cose potevano benissimo essere cambiate, una volta passata l'adrenalina della fuga e tutto il resto.
Andò a coricarsi con il mal di testa, cercando di non disturbare la ragazza che era già dormiente sul letto. Si voltò con il viso rivolto verso di lei, e più la guardava più un'idea prese forma.
Sapeva che sarebbe stato scorretto nei suoi confronti, e che se l'avesse scoperto l'avrebbe odiato a vita... era come violare la sua privacy, ma non ne poteva più, stava per impazzire.
Così allungò la mano davanti a se, accanto alla tempia libera di Rey, chiuse gli occhi e cercò di essere il più delicato possibile mentre entrava nei suoi pensieri. La sorpresa non tardò ad arrivare, mentre osservava il sogno della ragazza. La scena della pioggia di quella mattina, ma con un finale diverso rispetto a com'erano andate le cose, lo stesso finale che aveva sperato lui. Poi la scena cambiava, erano tornati al giorno prima, appena scesi dal portellone della nave, e si stavano baciando, ma al contrario di quello che era successo, questa volta Rey gli stava lasciando esplorare il suo corpo, mentre lei faceva lo stesso sul suo.
Uscì pian piano come era entrato, non voleva forzare la mano e rischiare che lei se ne accorgesse.
Girò sulla schiena e puntò lo sguardo al soffitto, anche se in realtà non stava guardando niente in particolare. I suoi pensieri erano troppo agitati: lei lo voleva! Rey lo desiderava!
Ma allora perché ogni volta che si avvicinava questa si ritraeva? Maledizione, le donne!
Ma almeno adesso aveva una speranza, e poteva escludere l'idea che lei lo trovasse brutto. Con un sorriso finalmente si addormentò
 

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Capitolo 14
*** Cap. 14 ***


L'indomani mattina iniziarono il vero addestramento di Rey.
Ben si dimostrò un maestro esigente e a tratti severo, ma non si era mai arrabbiato con lei ne aveva alzato la voce.
Le sue spiegazioni erano dettagliate passo per passo, precise e di facile comprensione e nel giro di un paio di giorni, le abilità di Rey nell'uso della Forza erano nettamente migliorate, grazie anche al luogo in cui si trovavano. Poi però venne anche il momento di migliorare il combattimento con la spada partendo dalle basi: postura, impugnatura, parata e affondo.
Ma questo voleva dire avere dei contatti, poiché per correggerle i movimenti aveva dovuto prenderle le mani o le braccia e sistemarle lui stesso. Queste situazioni ovviamente avevano creato il solito imbarazzo da parte di lei e la solita delusione da parte di lui, che sperava sempre in un briciolo di confidenza in più, e puntualmente si trovava con un nulla di fatto.
Ma non si sarebbe dato per vinto.
Dopo una settimana di allenamento intenso la giovane ragazza era migliorata molto, e l'addestramento stava dando i primi risultati, quando in uno dei loro soliti duelli, lei riuscì a disarmare il suo avversario: era la prima volta che ci riusciva dopo giorni di tentativi, e quando la spada laser cadde dalle mani di Ben, i due si scambiarono un'occhiata reciproca di sorpresa, per poi esplodere nell'esultanza. Dall'euforia di quel primo successo i due ragazzi si erano abbracciati, e per i primi secondi era così bello che non ci fecero nemmeno caso. Ma quando le risate si calmarono e Rey realizzò dove si trovasse sciolse subito l'abbraccio, con le guance che stavano andando a fuoco, il cuore a mille, e una sensazione umida nel suo intimo.
< Complimenti Rey, sono fiero di te! In pochi giorni hai raggiunto una padronanza niente male. In poco tempo potrai definirti un cavaliere Jedi a tutti gli effetti. >
< Grazie Ben, ma è merito tuo se ho imparato così tanto, senza la tua guida non ci sarei mai riuscita. E poi non so se voglio diventare un Jedi... da quello che mi hai detto sembrano avere una vita piena di rinunce, e io ho dovuto rinunciare a troppe cose per troppo tempo. Adesso voglio godermi la vita e tutte le sue gioie una volta vinta la guerra. >
< Mi sembrano ottime motivazioni. Nemmeno io sono mai stato molto d'accordo con lo stile di vita dei Jedi >
< Per via delle rinunce? >
< Per via degli obblighi. Non voglio vivere una vita che mi obbliga a privarmi delle mie emozioni e dei miei sentimenti. Ma soprattutto... non voglio vivere una vita che mi obbliga a non amare e non avere legami. L'amore e la passione sono le emozioni più forti che ci siano e sono loro che ci danno la forza di affrontare ogni cosa, anche l'impossibile. Se non vivi per amore, se non fai le cose con passione, vivi una vita vuota > le aveva detto facendosi serio tutto ad un tratto, mentre ripensava al giorno in cui gli avevano detto che avrebbe dovuto fare voto di celibato.
< Hai ragione, ognuno nella vita merita di amare ed essere amato a sua volta... > rispose lei fissandolo intensamente negli occhi, per poi avviarsi alla nave senza più una parola.
Discorsi complicati per lei che d'amore non aveva mai saputo niente, gli unici legami forti che aveva avuto in vita sua erano stati d'affetto nei confronti di poche persone e un piccolo droide. Quello che sentiva per Ben era decisamente diverso, più profondo che ti scava nell'anima, ma spaventoso e complicato allo stesso tempo. E finché non fosse riuscita a capire come gestire questi sentimenti non poteva permettersi di cedere al suo desiderio, per quanto lo volesse con tutta se stessa.
Avvertiva la delusione e la frustrazione del suo compagno ogni giorno di più, e questo la feriva. Ma tutti questi suoi approcci non facevano altro che confermare il fatto che lui si aspettasse delle risposte precise a quei gesti, e ogni volta che lei arrossiva come una ragazzina e lui rimaneva deluso dalla sua inesperienza chissà che idea si stava facendo di lei.
< Rey, stai bene? > chiese il ragazzo alle sue spalle appena salito il portellone
< Si, perché? > gli rispose lei voltandosi cercando di sembrare normale
< Hai lasciato questa... > rispose lui porgendole la spada che non aveva raccolto
< Oh si, hai ragione... grazie >
< Hei, lo sento che c'è qualcosa che ti spaventa, che ti tormenta... lo sai che con me puoi parlare >
< Non è niente tranquillo. Ora scusami, vorrei farmi una doccia > disse distrattamente entrando in cabina.
Ben era sempre più convinto che qualcosa che non andava doveva esserci perforza, o non si sarebbe mai potuto spiegare quei comportamenti. Che avesse avuto delle visioni che l'avevano spaventata? Che fosse preoccupata e non voleva che lui se ne accorgesse? Aveva ancora gli incubi che non la lasciavano riposare? Eppure ogni volta che la raggiungeva a letto lei dormiva apparentemente tranquilla... Non capiva. E la cosa iniziava a stancarlo.
Avrebbe dovuto attingere a tutto il coraggio che aveva e affrontare di petto la questione o sarebbero impazziti entrambi.
Ma mentre aspettava che lei uscisse dalla cabina, perso nei suoi pensieri, non si era accorto di quanto tempo fosse effettivamente passato.
Non sentendo alcun rumore provenire dalla stanza entrò, trovando Rey distesa al suo posto, con ancora i capelli bagnati e l'asciugamano avvolto attorno al corpo. Doveva essere proprio stanca per addormentarsi così senza rendersene conto.
Lasciò che il suo sguardo indugiasse su di lei più del dovuto, dovendo accontentarsi di quei fugaci momenti. E in tutto quel tempo era l'unica cosa che aveva ottenuto da lei: doverla spiare nel sonno come un maniaco. Come diavolo si era ridotto?
I sentimenti che provava per lei avevano preso il sopravvento su di lui, riducendolo ad un pappamolle. Vero che aveva lasciato il Primo Ordine per lei, ma era pur sempre un uomo con la sua dignità e la sua parte di ragione, e non avrebbe più permesso a nessuno di manipolarlo in quel modo, nemmeno a lei.
Così decise che invece di affrontare la questione, avrebbe smesso di provarci e di approcciarsi a Rey e avrebbe riposto i suoi sentimenti in un angolo del suo cuore fino a quando lei non avesse fatto pace con se stessa. Dopotutto era lui quello che ci stava soffrendo di più.
Così si sedette sul bordo del letto, e poggiò delicato una mano sulla sua spalla.
La ragazza al contatto aprì subito gli occhi di scatto.
< Che succede? > chiese agitata mettendosi a sedere
< Tranquilla, ti eri solo addormentata... >
< Quanto ho dormito? >
< Non molto, credo una mezz'ora. È meglio che tu metta qualcosa addosso, fuori ha iniziato a piovere e le temperature stanno calando. > disse e senza aspettare la sua risposta uscì dalla stanza.
La ragazza rimase immobile per qualche secondo: era la sua impressione o Ben era stato più distaccato del solito? Il suo tono di voce, la sua espressione seria, il fatto
che se n'era andato prima che lei potesse rispondere.
O era successo qualcosa mentre lei dormiva o i suoi costanti rifiuti dovevano averlo stancato e aveva deciso che lei non valeva più i suoi sforzi.
Si vestì in fretta e lo raggiunse nel salottino, trovandolo in piedi davanti ad una delle finestrelle. Non si voltò subito, nonostante sapesse che lei era li, intento a guardare la pioggia che instancabile si abbatteva sul pianeta.
< Ben va tutto bene? >
< Perché lo chiedi? >
< Mi sembri strano... >
< Definisci strano >
< Non so... più serio, freddo... è successo qualcosa? >
Ben all'inizio aveva pensato di glissare l'argomento e lasciarla cuocere nel suo brodo di incertezza, ma il fatto che lei avesse notato quel piccolo cambiamento lo mise in allarme: prima rifiuta ogni suo approccio e contatto, ma appena lui smette se ne accorge e non le sta bene?
Il pensiero lo fece scattare.
< Dimmelo tu! > esplose battendo un pugno sul tavolino
< Ma che ti prende? > chiese lei stranita
< A me? Cosa prende a te!! Sei strana, prima ti avvicini a me, mi baci illudendomi che provi qualcosa per me, poi d'un tratto diventi distante, rifiuti il contatto, ti imbarazzi, addirittura mi eviti... non so più cosa pensare ormai! > le disse urlandole contro tutta la sua frustrazione < Sono stato paziente con te dato che non hai mai avuto rapporti personali con nessuno, ho cercato di approcciarmi a piccoli passi per non metterti a disagio, ma tutto quello che faccio sembra inutile. Sai perfettamente che provo qualcosa per te, ma questo non significa che sia disposto a farmi trattare in questo modo! Se sei confusa o incerta basta dirlo, ma rifiutandomi ogni volta mi hai ferito Rey! D'ora in poi terrò le distanze da te finché non sarai certa di quello che vuoi! >
E nuovamente senza lasciarle la possibilità di replicare lasciò la stanza, uscendo fuori dalla nave e, cominciando a correre senza meta per la foresta, se ne andò incurante della pioggia battente.
Rey aveva ascoltato il suo sfogo senza riuscire ad emettere un singolo fiato, corrosa dal senso di colpa e dalla paura di aver rovinato tutto fra loro. Quando poi la sorpassò diretto verso il corridoio, lei lo seguì sperando che nel frattempo le venisse in mente qualcosa da dire, ma poi lo vide tirare dritto verso il portellone, e la paura crebbe ancora di più.
< Dove stai andando? Non vedi che tempo c'è? > ma lui non le rispose, aprì il portellone, e appena ci fu spazio sufficiente per scendere, saltò giù dalla rampa senza
aspettare che questa toccasse terra, e sparì nella nebbia. A nulla valse urlare il suo nome nella speranza di riportalo indietro.
Dopo qualche minuto passato abbracciata ad uno dei massicci cavi della rampa, sperando di vederlo ricomparire, la ragazza perse la speranza.
Evidentemente gli serviva tempo per sbollire la rabbia.
Questa volta l'aveva fatta davvero grossa, e se in passato lui le aveva perdonato qualsiasi sciocchezza lei avesse commesso, adesso no. Lo aveva ferito al cuore, nei suoi sentimenti e lui che con fatica si era aperto per lei, non l'avrebbe mai perdonata.
Lasciò il portellone aperto per lui, nonostante il maltempo... forse sperava che questo gli avrebbe fatto capire che lo avrebbe aspettato.
Andò in camera da letto, si coricò sotto la coperta e per i primi lunghi minuti non fece altro che rigirarsi nel letto, con le orecchie tese a carpire qualsiasi rumore provenisse dalla nave.
Ma man a mano che il tempo passava e il silenzio si faceva più pesante, i suoi occhi si inumidivano. E nella solitudine di quella stanza la ragazza pianse tutte le sue lacrime, dandosi della stupida per aver ceduto alla paura e al dubbio, per aver ferito il ragazzo di cui si era innamorata.
Pianse fino a stremarsi per poi addormentarsi stanca e con gli occhi bagnati.
Non fu certo un sonno ristoratore quello, ma pesante e senza sogni.

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Capitolo 15
*** Cap. 15 ***


Quando si svegliò l'indomani, la prima cosa che fece per istinto fu portare una mano dall'altra parte del letto e voltare lo sguardo, trovandolo vuoto e ancora a posto com'era quando si era messa a letto. 
Sconsolata si mise a sedere, cercando di riprendere coscienza di se, mentre quello che era successo la sera prima le tornava in mente come un brutto film, mentre i suoi occhi tornavano ad inumidirsi.
Ma questa volta non permise alle lacrime di scendere, così si alzò e mentre usciva dalla stanza il suo sguardo si posò sulla sua giacca di pelle posata sulla cassettiera. Rey la prese in mano e se la portò al naso: aveva ancora il suo odore. Solo adesso si rese conto di essere in grado di distinguerlo, e soprattutto di quanto le piacesse. Indossò la giacca avvolgendocisi dentro dato che le andava grande e si avviò verso il cucinotto. Lungo il corridoio una piccola speranza di trovarlo li nacque in lei, ma quando arrivò la stanza era vuota, nulla fuori posto che potesse darle un segno della sua presenza. 
Delusa si preparò qualcosa da mangiare, dato che la sera prima non aveva cenato. Fece tutto con una lentezza che non le apparteneva, ma non riusciva a fare altrimenti. 
Più passava il tempo più sentiva montare la preoccupazione per lui, mista alla paura di non sapere.
Non sapere dove fosse, cosa stesse facendo, se stava bene... 
Portò la ciotola e la tazza della colazione al portellone ancora aperto, la rampa bagnata da tutta la pioggia della sera prima. Si sedette a terra proprio sull'apertura, poggiò la ciotola e portò la tazza fumante alle labbra, bevendo un sorso, lo sguardo fisso davanti a se. 
La nebbia si era alleggerita un bel po' rispetto a ieri, il livello dell'acqua delle pozze era decisamente salito, le pietre emerse erano state rese lucide e scivolose dall'acqua, le fronde e le grandi radici si erano scurite per via della lunga annaffiata ricevuta. 
La ragazza scrutava l'orizzonte, facendo passare lo sguardo da un angolo all'altro, credendo di vederlo comparire da un momento all'altro. 
Con il passare dei minuti la tazza si era svuotata così come la ciotola, le sue mani si erano raffreddate, i suoi capelli increspati ma di lui ancora nessuna traccia. Sulle prime non si mosse, nonostante il freddo e l'umido la stavano facendo tremare. Ma dopo l'ennesimo brivido di freddo si alzò, chiuse meglio la giacca sul petto e tornò all'interno, andando a sedersi sul divanetto, incerta sul dafarsi. 
Uscire a cercarlo o restare qui ad aspettarlo? 
Di quanto tempo ancora aveva bisogno per sfogare la sua frustrazione? 
Possibile che lo avesse ferito a tal punto? 
Che fosse stata tanto crudele da non accorgersene? 
Ma se invece gli fosse successo qualcosa? 
Se fosse ferito da qualche parte in attesa di lei?
E se addirittura mentre lei fosse uscita a cercarlo da una parte, lui fosse tornato dall'altra e non si fossero incrociati?
Ma fra tutte queste domande e il mal di testa che faceva capolino, un'idea si illuminò: il legame!
Certo, avrebbe usato quello per cercare di capire dove fosse... e magari tentare di ricucire i rapporti, o quanto meno provare a scusarsi. Per tutte quelle volte che si era aperto contro la loro volontà, questa volta poteva anche aprirsi a comando, o almeno era quello che sperava dato che la natura di questo legame era sempre rimasta sconosciuta. 
Così si mise a gambe incrociate sul divanetto, chiuse gli occhi e si concentrò come le aveva insegnato Ben. La Forza scorreva davvero potente su quel piccolo pianeta abbandonato, talmente tanto da inondarla completamente con una moltitudine di sensazioni. Fra tutte Rey cercò quello che più di tutto le interessava, e nel momento in cui entrò in contatto con l'essenza di Ben, un'immagine sfocata di lui le apparve. 
La giovane Jedi aprì gli occhi e vide che Ben si muoveva in modo strano, ma la visione era sfocata, poco chiara, non capiva. Fino a quando una mossa particolare le fece capire che Ben stava combattendo! Contro chi non riuscì a capirlo, e nemmeno in quale punto preciso fosse. 
Ma se lui aveva dovuto ricorrere alla spada per difendersi significava che c'era qualcun altro oltre loro sul pianeta?
Che li avessero trovati? Maledizione!
Andò a preparasi velocemente, prese la sacca, la spada e il comando della nave e lasciando che la Forza la guidasse in quella giungla, si inoltrò nella foresta. 
Attraversando quella coltre di radici e nebbia il cuore le batteva forte per l'ansia di non arrivare in tempo per aiutarlo, di perderlo... e immersa in questi pensieri non fece bene caso a dove stesse andando quando, all'improvviso mise un piede in fallo inciampando in una radice e rischiò di cadere. Fu solo appoggiandosi ad una ruvida parete di roccia ricoperta di tralicci che si accorse di essere sull'uscio di una strana caverna.
Che razza di posto era quello? C'era sempre stato? Decisamente anomalo rispetto al contesto.
Una strana aura oscura arrivò dall'interno come una gelida brezza che le diede i brividi e le scompigliò i capelli. 
Quel luogo la inquietava e non poco, ma nonostante la paura e il disagio, dentro di se sentiva che era il posto giusto. E fu allora che ricordò le parole di Ben: la caverna del suo addestramento, aveva detto che voleva tornarci per chiudere una questione. Ecco perché lo aveva visto combattere! 
Ma se davvero stavano così le cose, che fare? Entrare o aspettarlo qui? 
E anche ammesso che fosse entrata avrebbe potuto dargli una mano o lo avrebbe trovato a combattere contro il nulla?
Avrebbe potuto anche lei vedere quello che vedeva lui?
Persa nei suoi pensieri si ricordò che Ben aveva fallito il primo scontro... e se avesse fallito anche adesso e il suo intervento potesse essere decisivo?
Dargli una mano a vincere lo scontro magari poteva essere un punto a suo favore per scusarsi e ricucire i rapporti con lui... o così sperava.
Così con coraggio e passi incerti si avviò dentro la grotta, accendendo la spada per farsi luce. Le pareti erano di roccia, inframezzate da rami secchi e foglie marroni pronte a cadere. Se fuori la vegetazione era verde e rigogliosa, li dentro tutto sembrava morto e privo di vita. 
Man mano che si addentrava si faceva sempre più buio e freddo, ma Rey continuò lentamente ad avanzare, nonostante la sensazione di oppressione e paura che sentiva si facevano più persistenti. Dopo qualche altro minuto di cammino arrivò in uno spiazzo: non c'erano porte o aperture che indicassero un altro sentiero, vi era solo un buco sul soffitto dal quale filtrava un unico raggio di luce che illuminava una zona al centro dello spiazzo. Si era aspettata di vedere Ben in azione, ma per tutto il tragitto in effetti non aveva sentito nessun rumore, mentre una persona che combatte strilla, si sentono i rumori delle armi. Li invece silenzio totale. 
Che ci fosse quindi un passaggio segreto che si apre solo se superi la prova? Questo voleva dire che Ben aveva vinto, dato che non c'era. 
Così un poco rincuorata fece per tornare indietro, ma prima che potesse muovere il primo passo, qualcosa attirò la sua attenzione. 
Rivolse nuovamente lo sguardo allo spiazzo: sembrava ancora vuoto, poi però pian piano, dall'ombra uscirono due figure, un uomo e una donna. 
Lui aveva corti capelli biondo scuro, tratti decisi e uno sguardo dolce rovinato da un ghigno di delusione. Lei invece aveva i capelli castani raccolti in tre codini come quelli che portava sempre lei, viso tondo e lo sguardo arrabbiato. Rey li osservò attentamente per qualche istante e notando le somiglianze con lei capì subito che doveva trattarsi dei suoi genitori!
Corse subito verso di loro per abbracciarli, ma questi prima che potesse toccarli incrociarono le braccia al petto bloccandola sul posto.
La ragazza non capiva, perché la stavano respingendo ancora una volta?
< Che cos'hai fatto Rey? > chiese la donna
< Ti rendi conto di che danno hai provocato? > rincarò l'uomo
< Non capisco... voi siete i miei genitori? >
< Lo siamo, ma per fortuna ci siamo sbarazzati di te prima che potessi fare danni > rispose stizzita la donna
< Cosa? Mamma che stai dicendo? >
< Sta dicendo che non sei mai stata utile a nulla. Una palla al piede eri, un impiccio nei nostri piani! Ecco perché ci siamo liberati di te! > replicò l'uomo
< Non può essere... io credevo che mi amaste... > disse la ragazza che sentiva le lacrime scenderle lungo le guance. Che stava succedendo? Perché i suoi la odiavano in quel modo?
< Amarti? Non sei stata altro che una spina nel fianco da quando sei nata! > affermò l'uomo
< Una calamita per i guai, questo eri! > confermò la donna < E adesso che avevi trovato l'unica anima dell'universo disposto ad amarti e sopportarti, tu lo respingi! Ha fatto bene ad andarsene! >
< Non sei degna di essere amata... non ne vali la pena! >
Rey a quelle parole crollò su se stessa cadendo in ginocchio, portandosi le mani al viso mentre disperata piangeva quello che ancora le restava in corpo, il cuore spezzato in mille pezzi.
Quando rialzò lo sguardo, al posto delle due figure ne era comparsa una terza, che conosceva molto bene. Un'altra donna, più anziana con un lungo abito blu e una acconciatura elaborata la guardava con le mani sui fianchi.
< Rey... come hai potuto? > le chiese Leia con tono deluso
< Leia, non capisco, che sta succedendo? >
< Avevi un solo compito: proteggere mio figlio! Ma solo ora mi rendo conto che l'unica persona da cui andava protetto eri tu! Sapevo che non dovevo fidarmi di te! >
< Cosa? No! Io amo Ben, non gli farei mai del male! > tentò di difendersi
< Eppure lo hai fatto... gli hai spezzato il cuore quando lui te ne aveva fatto dono. Non avrei mai dovuto lasciarvi insieme. Avrei dovuto portarlo con me. Mi hai deluso Rey... sarà meglio per te non farti più vedere alla Resistenza! > 
< No! No! Leia aspetta!! > disse la ragazza spaventata. Ma la figura di Leia era tornata nell'ombra, la stessa da cui uscì la quarta figura. Un giovane ragazzo robusto con gli occhi scuri e i capelli neri la guardava con disprezzo. 
< Avrei dovuto saperlo che mi avresti deluso... > iniziò Ben < Come tutti nella mia vita >
< No Ben, mi dispiace, avevo solo paura! > tentò di scusarsi lei mentre si rimetteva in piedi
< Paura? E di che cosa: di una carezza o un bacio? Sei patetica! >
< Ben ascoltami, non volevo farti soffrire! È solo che... >
< … che cosa Rey? Non ti piaccio abbastanza? Non mi ami? O sono solo un amico per te? > gridò Ben a pochi centimetri dalla sua faccia < Oppure sono un nemico? > chiese poi a denti stretti
< Non dire così, sai benissimo cosa provo per te > disse lei quasi sussurrando mentre le lacrime tornavano a scendere copiose dai suoi occhi.
< No non lo so Rey, e a questo punto non lo voglio sapere. Io ho rinunciato a tutto per te, e tu mi hai respinto! L'unico modo per mettere fine a tutto questo è ucciderti! > e così dicendo Ben prese la sua spada dalla cintura e fece per attaccare la ragazza, che prontamente riuscì a parare il colpo.
Tutto si sarebbe aspettata tranne un risvolto del genere. 
Ma mentre combatteva con lui le riecheggiarono in testa non solo le sue parole, ma anche quelle dei suoi genitori e di Leia. Se veramente era solo un peso per le persone, incapace di ricevere amore, una delusione per tutti, forse la morte era davvero l'unica alternativa che le era rimasta. 
Senza di lei l'intera galassia avrebbe sofferto meno. 
Così lasciò andare la sua spada a terra, si inginocchio, abbassò il capo e attese che Ben le inferisse il colpo finale. Era pronta a morire per mano dell'uomo che amava e che non era stata capace di amare. Ma il colpo che stava aspettando, che mettesse velocemente fine alla sua misera esistenza non arrivò. Sentì invece un tonfo a terra e vide la spada di Ben atterrare poco lontano dalla sua.
Poi il ragazzo si inginocchiò davanti a lei e portando le sue mani intorno al suo collo iniziò a stringere. 
< La spada sarebbe troppo veloce per te... non meriti tanta clemenza. Voglio che soffri Rey, come ho sofferto io per te. Voglio vedere la vita spegnersi nei tuoi occhi > disse crudele mentre la morsa attorno al suo collo aumentava, sentendo il respiro venirle sempre meno, fino a quando fece tanto male da non riuscire più a sopportarlo.
E dopo qualche respiro strozzato sentì le palpebre pesanti e infine tutto divenne buio.

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Capitolo 16
*** Cap. 16 - parte 1 ***


Quando riaprì gli occhi di scatto il panico la invase da capo a piedi per i primi secondi. Vedeva tutto sfocato, sentiva un gran bisogno d'aria nei polmoni, ma ogni respiro faceva male e non era mai profondo abbastanza da soddisfarla. Sentiva le mani e le gambe tremare talmente tanto da non riuscire a muoversi. Fu una mano calda e gentile poggiata sulla sua spalla a farla smettere di tremare infondendole calma e tranquillità, permettendole di mettere realmente a fuoco la vista.
Solo in quel momento realizzò che era di Ben quella mano amica, e che era nuovamente all'interno della loro nave.
< Rey tranquilla, va tutto bene. Sei al sicuro. > le disse calmo
Lei tentò di replicare qualcosa, ma la sua bocca era impastata e la gola secca. Così si portò una mano al collo e Ben capì al volo porgendole un bicchiere d'acqua.
< Bevi piano, a piccoli sorsi... potrebbe farti male deglutire > la avvertì lui. E in effetti ingoiare le provocò delle piccole fitte, e il liquidò bruciò un poco mentre idratava le pareti secche.
< Grazie > disse con voce roca dopo i primi sorsi < Cos'è successo? > riuscì finalmente a chiedere
< Ti ho trovata a terra nella caverna. Eri priva di sensi, piena di graffi e con dei rampicanti attorno al collo. Fortunatamente non erano tanto stretti o saresti morta. > le disse lui serio
Al menzionare della caverna i ricordi di Rey si misero in moto, riportandole alla mente quello che era successo.
< Quanto sono stata... >
< Incosciente? Ore, se conti che è notte fonda ormai. Ma non ho idea di quanto tempo tu abbia passato la dentro prima che ti trovassi. Che ti è saltato in mentre di entrare in quella caverna da sola, senza preparazione?! >
< Ho avuto una visione di te che combattevi e pensavo fossi in pericolo... volevo aiutarti >
< Io non stavo combattendo... >
< Cosa?! Ma che razza di posto è quello? >
< Te lo avevo detto, quella caverna scava dentro di te e porta a galla le tue paure, i tuoi dubbi, le tue ansie... >
< Quindi, quello che ho visto... >
< Non so cosa o chi tu abbia visto, ma qualunque cosa fosse non era reale. È soltanto la proiezione delle tue paure più profonde che prendono vita, tutto qui. Mere illusioni. >
< Come hai fatto a trovarmi? > chiese lei ancora, mentre svuotava il bicchiere d'acqua.
< Quando nel primo pomeriggio sono tornato alla nave non c'eri più. Ti ho cercata in giro qui intorno, ma non riuscivo a trovarti da nessuna parte e mi sono preoccupato. Non avevo idea di dove venire a cercarti o cosa ti fosse capitato, poi il legame si è aperto e ti ho sentita soffocare ed era tutto buio attorno a te... allora ho capito subito che eri nella caverna. >
< Grazie di avermi salvata >
< Pensavi davvero che ti avrei lasciata morire? >
< Dopo quello che è successo in quella caverna ero convinta che fossi stato tu ad uccidermi >
< Ucciderti? Per la Forza Rey, cos'hai visto la dentro? > chiese sconvolto dalle sue parole
< All'inizio sono apparsi i miei genitori, dicevano che ero sempre stata solo un peso per loro e che erano stati felici di liberarsi di me. Poi è comparsa Leia, era delusa da me e dal fatto che ti avevo fatto del male. E infine sei apparso tu... ti sentivi respinto e ferito, e l'unico modo che avevamo per porre fine a tutta questa sofferenza era la mia morte, così... >
< Così? Continua... >
< Abbiamo combattuto per un poco, poi ho pensato che se per le persone che amo ero solo un peso, tanto valeva morire. Così mi hai messo le mani al collo, hai detto che volevi vedermi soffrire... vedere la vita spegnersi nei miei occhi > concluse mentre le lacrime tornavano a cadere lungo il suo viso.
Ben era rimasto incredulo dal racconto: la sua più grande paura era quella di non trovare nessuno che la accettasse e che l'amasse. Aveva un disperato bisogno di appartenenza.
Rey si era rannicchiata su se stessa portandosi le ginocchia al petto abbracciandole con le braccia, mentre nascondeva il suo viso sopra di esse, piangendo. Quella vista intenerì il cuore di Ben che mandò a farsi benedire tutti i piani e i propositi elaborati per mantenere le distanze da lei, e la avvolse fra le braccia cullandola per farla smettere di piangere.
Rimasero così, stretti l'uno all'altro per lunghi minuti mentre entrambi speravano che non finissero mai. Poi, quando il pianto della ragazza si calmò si separarono, lei alzò il capo e il suo sguardo venne rapito da quello di lui. Non c'erano rabbia e disprezzo come aveva visto nella caverna, ma solo dolcezza e amore.
A quel punto erano talmente persi l'uno nell'altra che chiudere la distanza con un bacio diventò inevitabile. Le labbra calde di lui premettero contro quelle fredde e secche di lei, che lo lasciò entrare nella sua bocca rispondendo con lo stesso ardore. Questa volta non sarebbe fuggita, non si sarebbe tirata indietro, ma avrebbe vissuto quella sensazione ovunque l'avesse condotta.
Stretta fra le sue braccia, intenta ad assaporare la sua bocca, Rey sentì soltanto tutta la passione e la devozione che quel ragazzo provava per lei, e in un piccolo angolo della sua mente si maledì per l'ennesima volta per aver rifiutato tutto questo, pensando a quanto si era preclusa e che se si fosse lasciata andare prima, le ultime 24 ore se le sarebbero certamente risparmiate.
Ma ormai quel che era fatto non poteva essere cambiato, ora doveva soltanto godersi il momento che stava vivendo e lasciarsi guidare da lui.
Si staccarono il tempo necessario per riprendere aria, e un bellissimo sorriso illuminò il viso di Ben. Le ore passate sotto la pioggia battente gli erano servite per schiarirsi le idee, per svegliarsi da quella specie di torpore emotivo nel quale era finito e riprendere un poco di lucidità. All'inizio si era sentito ferito e parecchio frustrato dai segnali contrastanti che aveva ricevuto da quella ragazza in quei giorni. Sapeva per certo che anche lei aveva gli stessi suoi desideri su di lui, ma allora perché si limitava a sognare un contatto intimo, rifiutandolo nella realtà?
Imbarazzo? Inesperienza? Paura? Tutte motivazioni che Ben aveva compreso e giustificato i primi tempi. Ma il loro legame gli permetteva di spingersi oltre, di condividere tutto anche senza parlare e se lei avesse voluto lui avrebbe capito cercando di sciogliere i suoi dubbi e dissipare le sue paure. Invece lei si era chiusa a riccio, chiudendosi non solo al legame ma anche ai loro contatti. Da quella mattina in cui erano atterrati su Deghoba, che si erano scambiati quel bacio, tutto era cambiato.
I suoi tentativi di approcciarsi a lei e farla aprire erano stati inutili e questo non aveva fatto altro che alimentare la sua delusione e la sua rabbia... lui che non era per nulla abituato a sentirsi dire di no, ne tanto meno ad essere rifiutato.
Arrampicato sotto le fitte fronde di un grosso albero nel fitto della foresta, aveva giurato a se stesso che avrebbe tenuto a freno qualsiasi premura, affetto o altro che provava per lei, mantenendo dei rapporti neutri e distaccati, esattamente come lei stava facendo da una settimana. Magari sentirsi ripagata con la stessa moneta le sarebbe servito a svegliarsi un po', oppure le avrebbe dato il tempo necessario per capire cosa volesse davvero una volta per tutte.
Ma dopo la sensazione di panico che aveva provato non trovandola ne nella nave ne li vicino e non sapendo nulla sulle sue condizioni, e dopo aver quasi avuto un infarto nel trovarla in quelle condizioni nella caverna, averla li fra le braccia e sentirla rispondere con lo stesso ardore al loro bacio... niente aveva più importanza.

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Capitolo 17
*** Cap. 16 - parte 2 ***


Lei sorrideva ed era più bella che mai, il suo corpo si stava scaldando e le sue guance tinte di rosso erano a dir poco adorabili. Non resistette all'impulso di accarezzarle il viso, toccare quella pelle morbida e calda. Poi fece lentamente scivolare la sua mano lungo il collo mentre lei lasciava cadere all'indietro il capo per lasciargli la piena visuale. Lasciò vagare le sue dita sul suo petto fino all'attaccatura della blusa che aveva indosso e si bloccò, cercando il suo sguardo, incerto su cosa fare, non voleva che fuggisse ancora. 
A quel punto Rey fece una cosa che non si sarebbe mai aspettato: prese la sua mano e la portò sotto la sua maglia, mettendolo il contatto con una parte del suo corpo così intima. Chiuse gli occhi allora, lasciando che fosse il tuo tatto a guidarlo.
Sotto le dita riuscì a sentire la stoffa della fascia che portava e la leggera rotondità del suo piccolo seno.
Seguì la stoffa da un seno all'altro, percependo i brividi che si spandevano per tutto il suo corpo, mentre il suo petto si irrigidiva. Le sue orecchie vennero invase dai sospiri di lei, che si stava godendo il suo tocco, e decise che quel modo di scoprirsi gli piaceva. Così portò una mano sulla schiena, trovò il piccolo gancetto e lo slacciò togliendole strato dopo strato la fascia e lasciando libero il seno. Pelle a pelle era ancora più bello giocare con quelle dolci collinette mentre i sospiri diventavano più pesanti e si trasformavano in piccoli gemiti. Dopo aver indugiato ancora qualche istante poggiò la sua mano appena sotto il seno e rimase in attesa. 
< E ora? Dove vuoi portarmi? > le chiese mantenendo gli occhi chiusi nonostante la curiosità lo stesse divorando. 
< Abbi pazienza un momento, e non sbirciare > rispose lei sottovoce, come se non volesse rompere quella magia che si era creata fra loro. Prese la fascia che gli era appena stata tolta e la usò per bendare il ragazzo, a cui sfuggì una leggera risata, divertito dalla piega che stavano prendendo le cose. Poi lentamente, cercando di non fare troppo rumore e arrossendo violentemente, si tolse tutti gli abiti, rimanendo completamente nuda.
Si sdraiò a pancia in giù e prese la mano di Ben e la poggiò sulla sua schiena. Il suo viso voltato verso di lui, curiosa di carpire la sua reazione nel momento in cui avrebbe capito che era svestita. 
Ben tornò a contatto con la pelle di lei che era quasi bollente, avvertì i brividi dati dallo scorrere delle sue unghie... ma più esplorava quella zona più si rese conto che sentiva solo pelle, niente stoffa ne sotto ne sopra (come prima con la maglia). Stava per cedere alla curiosità e togliersi la benda, ma tenne duro, continuando la sua esplorazione. Le sue dita corsero lungo la sua spina dorsale, scendendo nell'avvallatura della schiena, per poi andare in salita arrivato ai glutei. E solo in cima a quella salita Ben realizzò dove fossero le sue mani e questa volta la curiosità vinse. Si tolse la benda in un solo rapido gesto, impaziente di vedere cosa aveva toccato. Quando tornò a vedere, vide Rey stesa a pancia in giù, completamente nuda, i capelli sciolti e il viso rosso che gli sorrideva. La bellezza disarmante di quella visione lasciò Ben incredulo per qualche istante, ma riprese velocemente coscienza di se e tornò a dedicarsi alla fanciulla che attendeva solo lui. 
Percorse nuovamente quel percorso dal collo ai glutei segnando ogni passo con un bacio delicato, godendosi le reazioni di lei, e quando tornò alle natiche non poté fare a meno di poggiarvi entrambe le mani belle aperte per scoprire quanto fossero sode. Cosa che fece aumentare la sua eccitazione a tal punto da non riuscire più a trattenersi.
Con un solo movimento la riportò a pancia in su, esponendo il suo piccolo seno alla sua vista e beandosi della visione, e poi si sdraiò su di lei, fiondandosi sulle sue labbra, passando le sue mani su ogni centimetro della sua pelle che riusciva a raggiungere, mentre sentiva le mani di lei avvinghiate ai suoi capelli.
Quando si separarono da quel bacio appassionato lui la guardò dritta negli occhi
< Non immagini nemmeno quanto ti voglio in questo momento... >
< Credo di saperlo invece, non mi sono mai sentita così prima d'ora, ma... >
< Lo so, fidati di me ok? >
< Mi fido di te > rispose lei calma
Il ragazzo non aspettò altro e con pochi rapidi movimenti si liberò degli abiti che aveva indosso e tornò su di lei. Le baciò il viso, le labbra, il collo, lasciò il suo naso scorrere dietro le sue orecchie mentre lei ad occhi chiusi era invasa dai brividi. E mentre cercava di metterla a suo agio, andava con una mano a posizionarsi davanti all'entrata della sua femminilità. Voleva che lei si abituasse a lui pian piano, con i suoi tempi, facendo si che si spingesse da sola quando sarebbe stata pronta, nonostante lui fosse quasi impaziente. 
Ma non voleva rovinare quel momento, voleva che fosse perfetto. 
Rey sentiva qualcosa poggiato su di lei, che ogni tanto premeva contro la sua parte più intima. Il momento stava per arrivare e lei voleva godersi ogni istante prima del grande passo. Si concentrò sulle mani di Ben che continuavano imperterrite e curiose ad esplorare il suo corpo, soffermandosi nei punti in cui i suoi sospiri si erano fatti più pesanti. Gli piaceva baciarlo, sentire le sue labbra bramose imporsi sulla sua bocca e guidarla dolcemente in quella lotta di sensi. 
E quando finalmente dopo qualche minuto la ragazza si rese conto di essere pronta allargò leggermente di più le gambe, facendo scivolare Ben in avanti, cosa che portò i due corpi ad unirsi completamente. La sensazione fu strana, decisamente non come se l'era immaginato, ma molto più bello. Non sentiva tanto male come aveva sentito dire, al contrario, si sentiva piena e completa,  e quando Ben cominciò a muoversi lentamente dentro di lei, l'unica cosa che riusciva a provare era l'estremo piacere che quei gesti le provocavano. Le membra dei due giovani erano come due fiammelle ardenti che unite avevano appiccato un incendio, il fuoco della passione che li stava bruciando vivi, portandoli al culmine in una esplosione. 
Ansimanti e accaldati si strinsero l'uno all'altra, in un groviglio di corpi e lenzuola. Lei con la testa poggiata sul suo petto, lui che la stringeva a se con un braccio, dandole qualche bacio sulla fronte.
Rimasero così per lunghi minuti beandosi della sensazione di appagamento che sentivano, senza bisogno che ci fossero parole. 
< È stata la cosa più bella che abbia mai fatto in vita mia... > iniziò lei rompendo il silenzio, alzando il viso verso di lui
< Davvero? >
< Oh si. Non sapevo cosa aspettarmi, ma certo non immaginavo che sarebbe stato così... >
< Come? > chiese lui curioso
< Così intenso, intimo e tu sei stato meraviglioso! > ammise lei in un sospiro
< Addirittura? > 
< Si! Vuoi dirmi che nessuna delle tua precedenti donne ti ha mai detto una cosa del genere? >
< Beh, diciamo solo che con le donne con cui sono stato non c'era il rapporto che abbiamo noi >
< Ah no? E che rapporti avevi con loro? >
< Rey, nel Primo Ordine non è permesso avere delle relazioni sentimentali. Al massimo ci è consentito avere rapporti occasionali a pagamento... >
< A pagamento? >
< Si, ci sono donne che come mestiere nella vita si concedono a chiunque le paghi il giusto prezzo >
< Ma è una cosa orrenda! > 
< A volte non hanno scelta, vengono costrette o dalla famiglia perché sono poveri, o perché finiscono in brutte situazioni... >
< E tu hai contribuito alla loro schiavitù? >
< Quelle poche volte che è successo io mi rivolgevo a posti specializzati dove le ragazze erano li per scelta e non imposizione, e venivano profumatamente pagate. Alcune facevano una vita migliore della mia. >
< La ritengo una cosa orribile lo stesso... > 
Il pensiero che nella galassia accadessero cose del genere e che nessuno facesse nulla per liberare quelle povere ragazze la rattristò alquanto, cosa che non sfuggì a Ben.
< Hei che ti prende adesso? Non te la sarai presa per quella storia delle prostitute vero? >
< Lo trovo così ingiusto... > rispose lei con la voce spezzata dalle prime lacrime
< Oh ti prego Rey non piangere. É una cosa che esiste dall'inizio della galassia e che non smetterà mai, come tante altre cose. Non possiamo farci nulla purtroppo al momento, ma ti prometto che appena la guerra sarà finita e la nuova repubblica nascerà, scriveremo un provvedimento che regoli la questione per dare diritti e tutele a quelle ragazze, va bene? >
< Lo faresti davvero Ben? >
< Se questo ti farà felice, si! >
< Grazie! > gridò la ragazza abbracciandolo forte 
< Ora me lo fai un sorriso per favore? > le chiese lui venendo accontentato < Sei molto più bella quando sorridi lo sai? > e detto questo le prese il viso con una mano e lo avvicinò al suo baciandola dolcemente. Lei rispose al suo bacio mentre la passione tornava ad impossessarsi di entrambi. E fu allora che i baci e le carezze si trasformarono in qualcosa di più vorace, e nel giro di pochi minuti Ben era nuovamente dentro di lei a possedere il suo corpo, riempiendo la nave dei loro gemiti.

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Capitolo 18
*** Cap. 17 ***


Le due settimane seguenti furono un'esplosione di amore: non riuscivano a stare staccati per più di due minuti o tre, e facevano qualsiasi cosa insieme, perfino la doccia. E insieme a tutto quell'amore procedevano anche gli allenamenti di Rey che stava nettamente migliorando sotto la guida di Ben che aveva messo a punto per lei un piano specifico di esercizi per farla diventare una guerriera forte e potente. 
Un giorno però accadde qualcosa: Rey stava sognando un pianeta oscuro, buio, dal cui cielo pieno di nubi scarlatte spuntavano mille fulmini, per poi cambiare scena, entrando dentro una insenatura nella pietra, al cui interno in un enorme spiazzo vi era un trono in pietra, e poco distante una figura incappucciata. Ad un tratto un assordante boato scosse la grotta e un paio di occhi rossi le apparvero per un solo istante, sufficiente a farla svegliare di soprassalto.
Aprì gli occhi e si alzò di scatto dal letto con il respiro affannato e la fronte imperlata di sudore. Un altro boato la scosse, e così pensando che qualcuno li avesse trovati uscì dalla stanza e andò verso le finestrelle del salottino credendo di vedere le truppe dirigersi verso di loro. Invece vide solamente una violenta pioggia che scendeva. All'improvviso una luce accecante illuminò il cielo, e subito dopo un fasciò colpì la terra accompagnato dall'ennesimo enorme boato. 
La ragazza balzò all'indietro spaventata, ma si trovò avvolta da due braccia forti e possenti che la strinsero forte. Ben l'aveva sentita alzarsi e l'aveva seguita curioso di capire se c'era qualcosa che non andava, e quando aveva visto il cielo illuminarsi aveva intuito quale razione poteva scatenare nella sua compagna, e si era portato alle sue spalle.
< Ben, che ci fai qui? >
< Ti ho sentita alzarti... >
< Ho sentito un boato e non capivo che succedeva > disse lei sperando di glissare la parte dell'incubo
< Si chiamano temporali. Correnti opposte che si scontrano nel cielo caricandolo di elettricità. I fulmini che vedi e i tuoni che senti non sono altro che correnti elettriche di carica opposta che collidono, scaricando la loro elettricità sulla terra. Nulla di cui temere se si è al chiuso. >
< Non avevo mai visto nulla del genere. Su Ach-to aveva piovuto e anche forte, ma una cose simile mai >
< Capita quando il tempo è molto umido e caldo > 
Rey tornò a guardare fuori dalla finestra e nel buio della notte, appena un fulmine illuminò nuovamente il cielo, nella foresta le parve di vedere un paio di occhi rossi in un flash, come quelli del suo sogno che la fecero spaventare lanciando un grido.
< Che succede? > chiese il ragazzo allarmato.
< Mi era sembrato di aver visto... >
< Cosa? >
< Niente, forse era solo la luce >
< Rey, cos'hai visto? > insistette lui
< Un paio di occhi rossi in lontananza >
< Occhi rossi? Com'è possibile? >
< Te l'ho detto, è probabile che io mi sia sbagliata. >
Ben non le rispose, si limitò ad abbracciarla e lasciar cadere la questione, ma la cosa non lo tranquillizzava per nulla. Osservò fuori dalla finestra per qualche altro secondo ma non vide nulla, cosa che non gli fece abbassare ugualmente la guardia. 
Poi tornò a concentrarsi su Rey che era già abbastanza scossa, così la prese in braccio e la riportò a letto, su cui si accoccolarono e lentamente ripresero sonno. 
Il giorno seguente nessuno menzionò l'argomento, concentrandosi sugli allenamenti e sulle loro arrampicate sugli alberi, e i loro momenti intimi fra le lenzuola. Ma da quel giorno i sogni della giovane Rey erano cambiati, la facevano agitare a tal punto che si svegliava più volte durante la notte. Ben ovviamente si era accorto da subito che qualcosa disturbava il suo sonno, e cercava di tenerla sempre accanto a se per tranquillizzarla, ma dopo una settimana che le cose andavano avanti in quella maniera, quando la sentì tremare come una foglia contro il suo petto, decise di dare un'occhiata ai suoi pensieri per capire che stava succedendo. 
Come l'ultima volta tese una mano verso di lei e entrò delicato nei suoi pensieri, quello che vide lo sconvolse. Rey stava sognando lo stesso pianeta oscuro e buio, lo stesso enorme spiazzo e lo stesso trono in pietra, poco distante la stessa figura incappucciata con gli occhi rossi di tutta la settimana.
Uscì di colpo dal sogno della ragazza un secondo prima che questa si svegliasse di soprassalto. 
Era agitata, tremava e la sua fronte era madida di sudore.
< Rey, Rey, va tutto bene, sono qui! > la tranquillizzò lui. Lei lo guardò con sguardo impaurito e spaesato per i primi secondi, per poi calmarsi quello successivo. 
Si passò una mano sulla fronte e sentendosi sudata si alzò e andò verso il bagno senza dire nulla. 
Ben che non poteva fare a meno di preoccuparsi per quella situazione, andò nella cucina a prenderle dell'acqua e attese che uscisse dal bagno.
Rey nel mentre si era poggiata con le mani sul lavabo e continuava a fissare la sua immagine nello specchio: colorito pallido e occhiaie pronunciate la rendevano orripilante anche per se stessa. 
Erano giorni che non dormiva bene, che non riusciva a chiudere gli occhi senza essere invasa dagli incubi. Sognava tutte le notti quel dannato pianeta e la sua maledetta ombra nera... qualcosa di malvagio e oscuro si annidava li, e quel che era peggio era che quel qualcosa la stava chiamando. Per quanto tentasse di opporsi, di non pensarci, non poteva fare a meno di ascoltare quel richiamo e trovarsi stranamente incuriosita. 
Tre tocchi alla porta la distrassero, così si lavò velocemente il viso e uscì, trovando Ben li davanti. Il ragazzo le porse dell'acqua che lei accetto volentieri, poi si misero a sedere sul bordo del letto e lui le passò un braccio attorno mentre lei poggiava la testa sulla sua spalla.
< Piccola mi dici che succede? Sono notti che dormi male in preda agli incubi... >
< Te ne sei accorto... >
< Come faccio a non accorgermene? >
< Scusami, non volevo disturbarti >
< Rey, tesoro parliamone. Raccontami tutto, ti prego >
< Va bene. Quella notte del temporale stavo facendo un sogno su un pianeta, nero, oscuro, e una figura maligna che mi chiama. Ed è lo stesso tutte le notti da una settimana... ogni volta che mi addormento quella figura è li ad attendermi. Io cerco di non pensarci, di convincermi che sia solo un sogno, ma non riesco a togliermi dalla testa che siano delle visioni >
< Cosa pensi che significhino? >
< Non lo so... ma è un richiamo che ha qualcosa di familiare. Mi sento come se conoscessi quella persona che mi chiama. Ma com'è possibile? >
< Potrebbe essere la Forza che ti sta mandando degli indizi confusi... >
< Beh, sono spaventosi. >
< Sai, è da qualche giorno che ci sto pensando... >
< A cosa? >
< Al fatto che forse dovremmo andare via da qui. >
< Perché? >
< Perché fra la caverna, la concentrazione della Forza, la paura costante per la guerra... tutto questo ci stia facendo impazzire. >
< A proposito della caverna... >
< Cosa? >
< Quando mi hai salvata, tu hai visto niente? >
< Vuoi parlarne proprio adesso? >
< Si >
Ben all'inizio pensava che volesse solo cambiare argomento, ma alla fine si convinse che era giusto che lei sapesse cos'era successo e com'era riuscito a salvarla. Così le raccontò tutto.
< Quando sono entrato nella caverna la prima immagine che mi si è parata davanti erano i miei genitori, mi accusavano di averli traditi e delusi. Che se non fosse stato per le mie scelte sbagliate mio padre sarebbe ancora vivo e mia madre non sarebbe così distrutta dal dolore. Poi la visione è cambiata e mi sono trovato davanti prima Snoke, poi mio nonno Vader: loro mi accusavano di aver disonorato il nome che porto e il sangue che mi scorre nelle vene scegliendo te e lasciando l'Ordine, e che questa scelta mi avrebbe portato alla rovina. È stato allora che ti ho vista a terra con i rampicanti che ti stavano strozzando. Ho sopportato il senso di colpa per anni e avrei potuto farlo ancora, ma non avrei mai potuto sopportare di vederti morire, e quello ha fatto in modo che sconfiggessi le mie paure, uccidendo Snoke e Vader e liberandoti. >
< Quindi adesso hai superato la prova? >
< Si, almeno credo. Questa volta avevo un valido motivo per non fallire >
I due si scambiarono prima un sorriso e poi un bacio... che fu interrotto da Rey all'improvviso.

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Capitolo 19
*** Cap. 18 ***


La ragazza corse in bagno in preda ai conati di vomito che durarono un bel po', tanto da far preoccupare il ragazzo dall'altra parte, incerto su cosa fare.
< Piccola stai bene? > le chiese bussando alla porta
< Si, si sto bene, esco subito > rispose la voce roca di lei
Per i due minuti successivi sentì solo lo scarico, e l'acqua che scorreva dal rubinetto. Poi finalmente la porta si aprì.
< Sicura di stare bene? > le chiese nuovamente, apprensivo
< Ora si. È stato un brutto attacco di nausea. Forse qualcosa che ho mangiato... >
< Eppure sono settimane che mangiamo le stesse cose, non avevi mai avuto episodi del genere >
< Non saprei che altra spiegazione darmi... >
Ma a Ben si accese una lampadina in testa. Alla parola settimane gli tornò in mente lo scorrere del tempo e tutto quello che avevano fatto, e in tutto quel tempo la sua ragazza non aveva mai fatto cenno al suo ciclo mestruale, e non avevano certo usato protezioni durante i loro rapporti. E mentre l'idea prendeva forma nella sua mente, si sentì sudare freddo e il battito accelerare.
< Ben? >
< Cosa? >
< Ti sei ammutolito tutto ad un tratto e sei sbiancato... va tutto bene? >
< Ehm, piccola, devo farti una domanda un po' imbarazzante > annunciò il giovane grattandosi la nuca, prima di farla sedere sul letto
< Ok > disse lei poco convinta
< Da quanto tempo non hai... Ehm... le tue, le tue >
< Le mie cosa? Parla Ben avanti! >
< Ok... dunque, quando è stata l'ultima volta che hai avuto perdite di sangue li sotto? > chiese il ragazzo tutto d'un fiato, imbarazzato e rosso in volto. Non gli era mai piaciuto affrontare certe questioni, nonostante sia a scuola che da sua madre avesse appreso il funzionamento del corpo femminile.
< Oh! > rispose lei che tutto si aspettava tranne che una domanda del genere < Beh, ecco, diciamo che non hanno un ritmo costante, si presentano ogni tanto >
< Ogni quanto? Ogni 28-30 rotazioni circa? >
< No, mooolto più raramente >
< Oh per la Forza... > disse il ragazzo lasciandosi cadere sul letto.
< Che ti prende? Che c'entra questo con la mia nausea? >
Ben si prese qualche secondo per metabolizzare la conferma al suo dubbio, poi si mise a sedere, e poggiò una mano sul ventre della ragazza, chiuse gli occhi e si concentrò.
< Ben, che stai facendo? > ma l'unica risposta che ottenne fu di stare zitta.
Sulle prime non avvertì nulla, e per un singolo fugace secondo pensò di essersi sbagliato, ma poi lo sentì. Un lieve ma vivido segno di vita gli era arrivato tramite la Forza, perciò era vero: Rey era davvero incinta!
< Mi dici una volta per tutte che succede?? >
< Dammi la mano > rispose lui senza veramente risponderle. Poi prese la mano di lei, e la poggiò al posto della sua < Ora concentrati, diventa un tutt'uno con la Forza >
la istruì.
Rey ancora dubbiosa fece quanto le venne detto e dopo un paio di secondi Ben vide il suo viso distendersi per la sorpresa, e i suoi occhi spalancarsi.
< Cos'è stato? > chiese lei incredula
< Non è chiaro? Una nuova vita sta crescendo dentro di te! >
< Una nuova vita? Aspetto un bambino? >
< Si tesoro! >
La ragazza non riuscì più a parlare dalle lacrime e i singhiozzi che improvvisi e violenti si erano impossessati di lei! E anche Ben stava scoppiando talmente di gioia da lasciar cadere un paio di lacrime, mentre si stringevano forte l'uno all'altro. Poi però l'euforia finì di colpo e Ben sciolse l'abbraccio.
< Che succede? >
< Rey, mai nella vita avrei pensato che avrei mai trovato l'amore, ne tanto meno che sarei diventato padre. Ma da quando ci sei tu nella mia vita non ho fatto altro che desiderare una famiglia tutta nostra, però... >
< Però? > chiese lei timorosa della risposta
< Temo che questo sia il momento meno adatto per mettere al mondo un figlio. Siamo ricercati in tutta la galassia, nel mezzo di una guerra, sempre in fuga, sempre in pericolo. Che razza di vita possiamo offrigli? >
< Ben, tesoro, nemmeno io avrei mai creduto di diventare madre, e so bene in che tempi viviamo, ma aspettare che la guerra finisca... potrebbero volerci anni interi. E se poi fosse troppo tardi? >
Il ragazzo la guardò senza dire una parola, poco convinto, così lei tentò un'altra via.
< Senti, se c'è una cosa che i tuoi genitori, e in parte anche i miei, mi hanno insegnato è che un genitore non smetterà mai di proteggere i suoi figli e lottare per dare loro la vita migliore possibile. È vero questi sono momenti pericolosi e instabili per noi e per la galassia, ma sappiamo entrambi che nel momento in cui questo bambino verrà al mondo sia tu che io faremo l'impossibile per tenerlo al sicuro. Sarà la nostra ragione definitiva per mettere fine a questa guerra il prima possibile. >
Questo discorso convinse di più Ben, che le diede ragione accarezzandole il viso e regalandole un sorriso.
< A questo punto credo sia assolutamente necessario andarsene da qui > dichiarò alla fine
< Ma questo è un luogo sicuro, se ci spostiamo ci troveranno... > si oppose lei.
< Deghoba non è l'unico pianeta sperduto della galassia, ci sono altri luoghi altrettanto sicuri ma meglio attrezzati. D'ora in poi avrai bisogno di un luogo più confortevole per affrontare la gravidanza, per non parlare dei pasti e degli abiti... >
< Hai già in mente qualcosa, vero? >
< In effetti si, sono giorni che ci penso e credo di aver trovato la soluzione perfetta >
< E sarebbe? >
< Quando i miei erano giovani e combattevano contro l'impero, per un certo periodo stazionarono in una base sotterranea sul pianeta Hoth >
< Mai sentito >
< È un pianeta ricoperto di ghiaccio e neve, ma la base al suo interno è ben nascosta e rinforzata. Possiamo chiamare mia madre e trovarci tutti lì. Con i giusti rifornimenti e le attrezzature presenti alla base io e mio madre potremo occuparci di te e della guerra contemporaneamente! >
< Sembra un buon piano, ho fiducia in te Ben! > e la ragazza non gli lasciò tempo sufficiente per rispondere perché si era già fiondata sulle sue labbra.
Ci vollero un paio di giorni per organizzare la partenza, l'itinerario di viaggio, dove scendere per fare rifornimento e prendere delle provviste, e contattare Leia.
Ma alla fine il piano era stato avviato: partiti da Deghoba avrebbero fatto scalo su Lothal, atterrando nella zona del canyon fuori dalla città. Ben sotto travestimento sarebbe andato in città giusto il tempo necessario degli acquisti, mentre Rey sarebbe rimasta a difesa della nave, e poi sarebbero ripartiti alla volta di Hoth, luogo d'incontro con Leia.
Quando il giorno successivo alla partenza la loro navicella entrò nello spazio di Hoth Rey vide una palla bianca volteggiare nello spazio, e subito storse il naso poco convinta.
Ma quando scesero nella sua atmosfera, e le lunghe distese bianche si aprirono davanti ai suoi occhi, mentre lo strato di ghiaccio scintillava sotto il pallido sole, quel luogo acquistò tutto un'altro fascino per la ragazza che non aveva mai visto nulla del genere, suscitando nel suo compagno continui sorrisi e risatine.
Non riusciva proprio ad abituarsi alla continua aria stupita della sua ragazza ogni volta che scopriva qualcosa di nuovo. Finalmente atterrarono alla base, trovando già la resistenza.

NdA:
Ciao a tutti!!
Pensavte che mi fossi persa...
e invece no! Ero solo in pausa estiva ;)
Come sono andate la vostre vacanze?
Spero tutto bene, che vi siate divertiti e 
soprattutto rilassati! 
Bene, ora che ci siamo ricaricati le batterie
siamo pronti a riprendere la nostra quotidianità,
e quindi eccomi qui tornata. 
Spero che il capitolo vi piaccia e scusate ancora per
avervi fatto aspettare così tanto! 
Alla prossima! 
-LadySweet-

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Capitolo 20
*** Cap. 19 ***


I due giovani furono piacevolmente sorpresi di trovare le loro fila decisamente rinfoltite e con nuove attrezzature.
Luke e Leia li aspettavano nella sala centrale, e appena li videro arrivare gli corsero in contro felici di rincontrarsi.
Madre e figlio si strinsero forte, dopo la lontananza, scambiandosi sorrisi e frasi affettuose.
Rey e Luke si guardarono per un momento poi l'uomo si lasciò andare ad un abbraccio con la sua discepola.
< Maestro, che ci fai qui? >
< Strane visioni mi sono apparse in questo periodo e ho capito che il mio posto era qui con voi a combattere questa nuova minaccia. Quando Leia mi ha detto il miracolo che hai compiuto ho realizzato quanto in errore fossi, e che tu non volevi che io affrontassi la guerra da solo, ma che vi guidassi e aiutassi. Sono qui per porre rimedio ai miei sbagli >
< Sono felice che tu sia qui maestro! >
Poi la ragazza si rivolse verso Leia che la abbracciò forte a se, ringraziandola nuovamente per averle restituito suo figlio. Intanto zio e nipote rimasero a fissarsi per qualche secondo.
< È un piacere riaverti con noi ragazzino, ben tornato. >
< Grazie zio. >
< Potrai mai perdonarmi Ben? Ho sbagliato tutto con te, e tu hai pagato il prezzo più alto >
< All'epoca non capivo, ma ora comprendo cosa ti ha spinto ad agire in quel modo e non do la colpa a te... >
< Hai ragione figlio mio, se c'è qualcuno da biasimare è Snoke! Ed ora che è morto e tu sei libero possiamo porre fine a questa guerra una volta per tutte! >
< Vorrei che fosse cosi Leia, ma una minaccia ben più oscura aleggia su tutti noi... > disse criptico il vecchio maestro
< Che stai dicendo? > chiese la sorella sospettosa
< Non lo so ancora con certezza, ma lo scoprirò presto > e detto questo guardò dritto verso Rey, poi girò i tacchi e se ne andò.
I tre rimasero a guardarlo allontanarsi interdetti per qualche istante, confusi dalle sue parole
< Tu ne sai qualcosa? > chiese Ben alla compagna dato il lungo sguardo che si erano scambiati.
< Non ne sono sicura... >
< Credi che anche lui abbia avuto le tue stesse visioni? >
< Sarebbe possibile? >
< La Forza opera in modi che non sempre comprendiamo cara. Ma se c'è qualcosa che ti turba, Luke può aiutarti. >
La pausa riflessiva venne interrotta dall'arrivo dei loro amici, accorsi ad accoglierli.
Ci fu un lungo scambio di abbracci e strette di mano fra tutti loro, mentre Ben veniva presentato a tutti coloro che ancora non conoscevano “il figliol prodigo” del generale Organa.
< Rey, sono così felice che tu sia qui! Stai bene? > disse Finn abbracciando troppo forte l'esile amica
< Finn, così mi stritoli! > protestò lei, attirando l'attenzione del compagno che subito intervenne
< Hei amico, vacci piano, le fai male > disse calmo ma serio, poggiando una mano sulla spalla di Finn per fargli lasciare la presa.
< Che problemi hai? > rispose Finn a brutto muso, nonostante Ben lo sovrastava sia in altezza che in massa muscolare.
Intuendo che le cose si stavano scaldando Rey e Poe intervennero per sedare gli animi.
< Buono Finn > disse Poe all'amico, mentre Rey tirava Ben per un braccio rassicurandolo.
< Cos'è adesso non posso più abbracciare la mia migliore amica? > chiese stizzito
< Non ho detto questo, ti ho solo chiesto di essere più delicato con lei, tutto qui > rispose calmo Ben cercando di spiegarsi.
< Guarda che Rey non è una debole, e non ha bisogno di te che la difendi sempre! >
Ben e Rey, che avevano deciso di aspettare a rivelare la gravidanza, si scambiarono un'occhiata, capendo che forse sarebbe stato meglio mettere in chiaro da subito la condizione di Rey.
< Finn, credo che tu abbia frainteso, lascia che ti chiarisca un paio di cose... >
< Non c'è bisogno, ho capito tutto > disse arrabbiato e deluso e se ne andò via a passo deciso.
Poe fece per andargli dietro, ma Leia lo fermò < Lasciagli qualche minuto per sbollire, tornerà. >
< Ehm, gente noi dobbiamo dirvi una cosa importante > disse Rey attirando l'attenzione di tutti i presenti.
< Di che si tratta? > chiese Rose
< Vuoi dirlo tu? > domandò Ben a Rey, sapendo quanto ci tenesse
< Ben e io avremo un bambino! > annunciò la ragazza alla piccola folla radunata intorno a loro. Dopo i primi istanti di sorpresa, tutti fecero le congratulazioni alla coppia.
La prima fu Leia, che era più che entusiasta alla notizia di diventare nonna, seguita da Poe e Connix, Rose e tutti gli altri.
Venne poi il momento di dare una sistemazione ai due nuovi arrivati, e Leia si premurò di trovare loro una stanza unica vicino alla sua. Non era enorme, ma sarebbe bastata per dargli un poco di privacy. Finn non si vide per tutto il resto della giornata, nemmeno durante le riunioni di aggiornamento della resistenza. Arrivata la sera Rey iniziava ad essere preoccupata, così lei e Ben andarono in sala centrale a parlarne con Leia, ma durante il tragitto sentirono dei singhiozzi.
Seguendo il rumore i due trovarono Rose accovacciata a terra che piangeva. Si scambiarono un'occhiata e poi Rey fece cenno a Ben di precederla, mentre lei si avviò verso la ragazza.
< Rose, va tutto bene? > le chiese dolcemente avvicinandosi
< Oh, Rey... si >
< Sicura? Una persona non piange per niente... Hai voglia di parlarne? >
< Non vorrei disturbarti... >
< Ma no, nessun disturbo, anzi mi fa piacere > disse lei, sedendosi a terra accanto a Rose
< Beh, sono preoccupata per Finn. È tutto il giorno che non si trova da nessuna parte. E se fosse uscito e gli fosse successo qualcosa? Ho già perso mia sorella nella guerra, non posso perdere anche lui... > raccontò la ragazza
< Tieni molto a lui, non è vero? >
< Si, fra di noi c'è qualcosa... credo... >
< Sai, sono preoccupata anche io per lui, è per questo che io e Ben stavamo andando a cercare Leia. >
< Davvero? >
< Ma certo, Finn è uno dei miei più cari amici, e nonostante alle volte sia troppo protettivo, gli voglio bene! Vuoi venire anche tu? > disse alzandosi e porgendo la mano all'amica.
Le due arrivarono in sala centrale dopo un paio di minuti trovando Ben, Leia, Luke, Poe e altri tre membri della squadra Oro attorno ad un tavolo olografico, su cui era proiettata la mappa della pianeta.
Stavano organizzando una spedizione di ricerca per Finn che era stato dato ufficialmente per scomparso.
< Ascoltate, su questo pianeta abita una creatura disgustosa che cattura e mangia praticamente qualsiasi cosa. Lo so bene perché anni fa anche io ne sono stato vittima, e se non fosse stato per Han, a quest'ora non sarei qui a raccontarvelo. > e i due fratelli si scambiarono un'occhiata ricordando sia l'avventura vissuta sia l'amico scomparso. Poi lo sguardo dei due cadde su Ben che aveva chinato il capo, sentendosi in colpa. Così Luke riprese il racconto < Se Finn è stato catturato lo troveremo nella sua tana appeso a testa in giù, almeno a me andò così... > e per la mezz'ora che seguì il maestro raccontò come il suo amico lo aveva salvato, e approfittando del fatto che loro erano almeno cinque persone, poterono studiare un piano migliore.
Approvato il piano si prepararono ad uscire, e nella loro stanza Rey non poteva fare a meno di guardarlo e preoccuparsi.
< Hei, che ti prende? > le chiese mentre lo aiutava ad allacciare il pesante giaccone
< Non voglio che tu vada Ben > rispose lei seria
< Stai tranquilla, ho affrontato di peggio e da solo. Un mostriciattolo delle nevi in cinque sarà una passeggiata! E poi se gli salvo le chiappe, il tuo amico smetterà di guardarmi male prima o poi. >
Rey sapeva che per Ben, Finn era insignificante e se stava uscendo a salvarlo lo faceva per lei, ma adesso che era incinta la sua paura di perderlo si era acuita. Ma rendendosi conto che potesse risultare paranoica, si limitò ad augurargli buona fortuna e gli fece promettere che sarebbero tornati tutti interi.
Mentre il portellone si apriva, i cinque speeder lasciavano la grotta per avventurarsi nelle lande ghiacciate. Avevano localizzato due possibili locazioni per la tana della creatura, ma essendo troppo pochi e non potendo dividersi, decisero che le avrebbero controllate entrambe partendo dalla più vicina alla base, sperando di avere fortuna al primo colpo.
La prima tana era decisamente troppo scoperta alla neve e alle intemperie, e come tutti temevano era vuota. Nessuna traccia ne di Finn ne delle pelose creature.
Così rimontarono in sella ai mezzi e accesi i localizzatori fecero rotta verso il secondo papabile luogo e questa volta il puzzo nauseante confermò loro che la creatura era li.
Constatato che la tana aveva una sola entrata, e di conseguenza una sola uscita, decisero di entrare in tre silenziosi e furtivi, mente gli altri due sarebbero rimasti fuori a preparare una trappola in caso di inseguimento.
Da dietro le grosse stalattiti che partivano dal terreno, Ben Poe e uno dei volontari videro tre grossi ominidi ricoperti da un folto pelo bianco, due corna arricciate ai lato della testa, intenti a spolpare delle ossa dal poco di carne che rimaneva attaccata. Poco lontano riconobbero il corpo penzolante di Finn che cercava di liberarsi senza riuscirci.
Poe cercò di attirare l'attenzione dell'amico per metterlo a conoscenza della loro presenza, senza distrarre però i giganti. Dopo qualche richiamo finalmente la mano guantata del pilota riuscì a farsi scorgere da Finn, che iniziò a dimenarsi.
Per quanto avevano cercato di comunicargli di stare fermo, il suo agitarsi aveva inevitabilmente attirato l'attenzione dei mostri, che iniziarono a ruggire, mentre uno usò l'osso che aveva in mano per menarlo in testa a Finn che per la botta perse i sensi.
Poe e Ben ancora nascosti ebbero appena il tempo di scambiarsi un'occhiata tra il rassegnato e l'incredulo, per poi partire tutti all'attacco, prima che le creature si fiondassero sulla carne fresca.
Partì uno scontro che all'apparenza si prospettava duro e faticoso, ma che alla fine fu molto più rapido: le creature erano si forti, ma lente e un poco goffe, e questo diede ai ragazzi la possibilità di sfruttare la loro agilità e mettere rapidamente fuori combattimento i nemici.
Approfittando del fatto che erano privi di senso, decisero di legarli insieme con una delle grosse funi che si erano portati, e poi Ben con l'uso della Forza liberò Finn e lo tenne in sospensione quel tanto che bastava per evitare che sbattesse ulteriormente la testa: il grosso livido sulla sua fronte era sufficiente. Lui e Poe lo portarono a spalla fuori dalla grotta e lo sistemarono sullo speeder insieme al pilota. Partirono in formazione con il ferito al centro e gli altri ai lati per essere pronti in caso qualche altro esemplare di fauna locale poco amichevole avesse attaccato.
Purtroppo per loro però nel mente era calata la notte, una fitta tormenta di neve stava iniziando a soffiare sopra di loro e le comunicazioni vennero interrotte.

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Capitolo 21
*** Cap. 20 ***


Intanto nella base Rey e Rose passeggiavano inquiete intorno all'olotavolo, mentre Luke e Leia le guardavano non sapendo bene come calmarle.
< Rey, tesoro dovresti sederti e calmarti... tutta questa agitazione non fa bene al bambino >
< Non ci riesco. È la prima volta che sento questa inquietudine dentro >
< Ci stanno mettendo troppo > disse Rose < Sono via da ore... e se fosse successo qualcosa? >
In quel momento arrivò uno dei sottoposti a peggiorare la situazione
< Generale, una forte tempesta di neve si sta alzando. Nessuna comunicazione dal Capitano Demeron. Dobbiamo chiudere le porte rinforzate. >
Leia guardò le due ragazze e poi diede l'assenso a chiudere tutto.
< Ma non potete chiudere! Loro sono la fuori! > protestò Rose
< La tempesta li avrà bloccati la fuori, sicuramente non riusciranno a proseguire. Avranno trovato un modo di passare la notte. > disse Luke, memore della sua avventura.
< Appena sorgerà il sole manderò tutte le pattuglie a cercarli, promesso > assicurò il generale.
Le due si scambiarono un'occhiata poco convinta, ma non c'era più nulla che potessero fare. Così Rey portò un braccio attorno alle spalle dell'amica e insieme si avviarono per uno dei corridoio che portava alle camerate. Si diedero la buonanotte, consapevoli che quella sarebbe stata una lunga, lunghissima notte.
Indossato qualcosa di confortevole e pesante per la notte, la giovane si distese su quel letto troppo grande per lei sola. Sarà stato per la pensate angoscia che sentiva dentro quando Ben non era al suo fianco, saranno stati gli ormoni della gravidanza, come diceva Leia, fatto sta che pensanti lacrime salate caddero dai suoi occhi senza che lei potesse controllarle.
Portò automaticamente una mano sul ventre e cercò di concentrarsi su quella piccola vita dentro di se.
Piano piano si addormentò, ma non fu certo il più riposante dei sonni.
Il rumore di passi metallici la destarono bruscamente all'improvviso.
D'istinto portò una mano sotto al cuscino estraendone la spada laser che accese prontamente.
Il povero C3-PO urlò di spavento, illuminato solamente dalla luce blu della lama.
< Oh Cielo! >
< Trepio, che ci fai qui? >
< Perdonatemi padroncina Rey, ma la principessa vuole vedervi >
< Si, vengo subito, grazie. >
E il droide barcollando uscì dalla stanza. La ragazza depose quindi l'arma e si stropicciò gli occhi. Si guardò intorno ricordandosi dov'era e perché era sola nella stanza. Così corse in sala riunioni dove c'erano Leia e Rose insieme ad un gruppo di ribelli, tutti attorno ad una trasmittente.
Rey andò ad affiancarsi a Leia che le diede il buongiorno e le fece segno di fare attenzione alla comunicazione che stava arrivando.
< Capo Nero mi ricevi? – Comandante Deameron riesce a sentirmi? – Comandante Solo siete in ascolto? > queste le domande che le varie pattuglie in esplorazione ponevano all'etere senza risposta. Poi finalmente qualcuno rispose.
< Qui Capo nero, potevate arrivare domani! > disse la voce di Poe, scatenando le risate e i sospiri di sollievo dell'intera base.
< Base, li ho trovati! > riportò una delle navette, mandando le coordinate agli altri affinché li recuperassero. Rey e Rose si abbracciarono forte, felici della buona notizia, mentre la sala esplodeva in esultanza.
Una mezz'ora abbondante più tardi le grandi porte corazzate vennero aperte, lasciando entrare le navette di ricognizione con i loro passeggeri. Folle acclamanti si radunarono attorno ai velivoli mentre piloti e passeggeri scendevano, e in tutto quel marasma Rey potè scorgere la massiccia figura di Ben spiccare fra gli altri.
Così, facendosi spazio fra la folla i due si riabbracciarono: le guance di Ben erano ancora fredde, le sue ciglia piene di goccioline di ghiaccio sciolto per il calore, le sue mani ghiacciate nonostante i guanti, ma tutto sommato stava bene, e poterlo riabbracciare fu il balsamo che le serviva.
< Grazie alla Forza stai bene! > disse lei guardandolo dritto negli occhi
< Ci vuole ben altro di questo > rispose lui baciandola ancora. Ma lo sguardo di Rey era attirato da qualcos'altro... o meglio da qualcun'altro.
< Scusami un momento > disse seria, sorpassandolo.
Ben confuso allora si voltò per capire cosa avesse in mente, e la vide dirigersi a passo marziale verso Finn, che vedendola arrivare aveva iniziato a sorridere.
Ci pensò la cinquina a mano aperta che Rey gli stampò sulla guancia a toglierli quel sorrisino, schiaffo che riecheggiò per tutta la caverna.
< Razza di idiota! > esordì la ragazza < Come ti è saltato in mente di uscire da solo? Usalo il cervello ogni tanto, brutto cretino! Sei un'irresponsabile e un egoista! Hai messo in pericolo la tua vita e quella di tutti quelli che sono usciti per salvarti il culo! E non solo: guarda li > gli disse puntando il dito verso Rose che era rimasta ancora in disparte < quella povera ragazza si è consumata dall'angoscia, ha pianto per ore pensandoti in pericolo, e a te non è fregato niente dei suoi sentimenti... Meritavi che ti mangiasse qualsiasi cosa ci sia la fuori. Mi hai delusa enormemente Finn. > e detto questo girò i tacchi, prese Ben per mano e lo trascinò via con se verso la loro stanza.
L'intera grotta era calata nel silenzio mentre Rey faceva la lavata di capo all'amico, silenzio che perdurò per svariati secondi dopo la loro uscita di scena.
Finn rosso in faccia con ancora una mano sulla guancia dolorante, che guardava Rose incapace di spiccicare parola; Luke e Leia che si scambiavano occhiate perplesse fra loro e con Poe che non sapeva come commentare l'accaduto.
Tutti i presenti erano ancora increduli dall'accaduto e per quanto volessero rompere il ghiaccio nessuno osava aprire bocca.
< Va bene signori, abbiamo tutti qualcosa da fare giusto? > disse Leia alla fine. E lentamente ognuno riprese le sue faccende quotidiane, continuando a commentare sottovoce quello che sarebbe stato fonte di gossip per le prossime settimane.
Approfittando della folla che si stava diradando, Rose si avvicinò a Finn. Lui tentò di aprire bocca per dirle qualcosa, ma lei non gli lasciò possibilità di esprimersi, imprimendo un secondo sonoro schiaffo sulla guancia libera del ragazzo.
Solo in quel momento Finn si rese conto che la ragazza aveva gli occhi gonfi di lacrime, e prima di scoppiare a piangere questa corse via.
< Amico, stavolta sei nei guai... > gli disse Poe con una pacca sulla spalla.
< Già... > si limitò a rispondere lui con un rassegnato sospiro, mentre si massaggiava entrambe le guance.

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Capitolo 22
*** Cap. 21 ***


Nel frattempo Rey e Ben erano arrivati nella loro camera. Per tutto il tragitto Ben non aveva avuto il coraggio di spiccicare parola: portava già un bel ricordino della rabbia di Rey sul viso, e di certo non ne gradiva un secondo.
Da quando la conosceva non l'aveva mai vista così adirata, sentiva dentro di lei una profonda delusione, collera incontrollata e un senso di angoscia.
Doveva essere stata una nottata molto lunga anche per lei, e se ne rendeva conto solo adesso.
Nemmeno lui si era preoccupato molto di come potesse stare Rey senza sue notizie, e si sentì tremendamente in colpa.
Una volta dentro la stanza e chiusa la porta la ragazza si buttò sul letto e si portò una mano sul ventre. Ben le corse accanto.
< Ti senti bene? >
< Sono infuriata! Dovevate lasciarlo li, se lo merita! >
< Non lo pensi sul serio > le disse lui premuroso cercando di calmarla
< No... però non ci si comporta così lo stesso, potevate rimetterci tutti! > rispose mente si alzava dal letto e riprendeva a macinare chilometri in giro per la stanza mentre esprimeva le sue remore
< Ma non è successo. Siamo qui e stiamo tutti bene. Pensa, quando si è ripreso dalla botta in testa mi ha persino ringraziato. >
< Era il minimo! In ogni caso dovrà lavorare parecchio per riconquistare la mia fiducia. In periodi di guerra voglio gente di cui potermi fidare ciecamente, non impulsivi irresponsabili che mettono in pericolo i loro compagni. >
< Va bene, vedrai che il messaggio gli è arrivato forte e chiaro, ma ora calmati, ti prego. > e così dicendo si alzò e la raggiunse abbracciandola. Sentiva il suo cuore martellare frenetico e sperava con la sua vicinanza di riuscire a tranquillizzarla. < Scusami se ti ho fatta stare in pensiero, non dev'essere stata una nottata semplice nemmeno per te, vero? >
< Già... avevo così tanta paura che ti succedesse qualcosa. >
< Hei, te lo avevo promesso che sarei tornato da te tutto intero giusto? E io mantengo sempre le mie promesse. Niente potrebbe impedirmi di tornare da voi, siete la cosa più preziosa della mia vita. > disse poggiando una mano sul suo ventre, e prendendo il suo viso con l'altra per baciarla di nuovo.
E mentre i baci si facevano più lunghi e intensi, la passione sbocciò fra loro ancora una volta, lasciandosi andare a qualche ora di intimità.
All'ora di pranzo raggiunsero gli altri in sala mensa.
< … sarà, ma per me c'è comunque qualcosa che non quadra > stava dicendo Poe, quando li raggiunsero al tavolo. >
< Che succede? > chiese Ben, mentre i due prendevano posto a tavola
< Stavamo discutendo del Primo Ordine... sono settimane che non fanno niente. > rispose Poe
< In effetti è dalla morte di Snoke che non si hanno più notizie > aggiunse Kaydel
< Ben, tu sei stato dentro l'Ordine per anni, secondo te che significa? > chiese Rose
< Credo che Hux stia radunando tutte le sue forze sparse per la galassia, per sferrare un unico e potente attacco appena capiranno dove siamo... >
< Ma questa base è sicura no? > chiese Rey in ansia
< È ben protetta e ben equipaggiata, ma non reggerebbe un lungo assedio. Se Hux si presenta qui con tutto l'arsenale e gli alleati del Primo Ordine non abbiamo speranze. >
< Quindi che suggerisci di fare? > riprese la parola Poe.
Ben ci pensò su per qualche attimo, attingendo a tutta la sua esperienza e le sue vaste conoscenze come stratega e poi si rivolse a Poe < Abbiamo un inventario completo dei nostri armamenti? >
< Forse completo no, ma possiamo aggiornarlo con facilità >
< Perfetto, una volta che avremo un'idea completa delle nostre risorse sapremo cosa ci manca. Mamma, serve una lista di possibili basi come questa, vecchie e non più in uso, credo che la cosa migliore sia spostarsi con frequenza per sviare le varie sonde che ci stanno cercando >
< Ma non possiamo stare sempre in movimento, le manovre di evacuazione sono parecchio lunghe, per non parlare del rischio di rompere o danneggiare qualcosa nella fretta di andare via... >
< Kaydel ha ragione caro... > disse Leia
< Perché allora non ci dividiamo? > chiese Rey dopo qualche secondo di silenzio.
< Dividere le nostre forze non ci renderebbe più deboli? > chiese Rose
< Forse, ma Rey potrebbe aver ragione... > intervenne Poe perso nei pensieri
< Si... se avessimo tante piccole basi d'appoggio, se anche Hux ne trovasse una le manovre di evacuazione sarebbero più rapide, e in caso qualcosa andasse storto, sarebbe solo una piccola parte, mentre tutto il resto dalla flotta sarebbe al sicuro altrove... > concordò Ben il cui cervello aveva iniziato a macchinare nel momento in cui la sua compagna aveva esposto l'idea.
E mentre tutti si convincevano del funzionamento dell'idea, qualcuno non era molto d'accordo.
< Parli facile tu, vero? Questa gente infondo non è niente per te, chissene frega se muoiono > sbottò Finn che fino a quel momento non aveva spiccicato parola.
< Finn, ricominciamo? > scattò Rey per fronteggiare l'amico < Nessuno sta parlando di mandare gente a morire. Queste persone sono ben addestrate e con il sangue freddo, non è la prima volta che subiscono un attacco, e sanno cavarsela benissimo! E comunque si parlava di veicoli e attrezzature! > ma prima che potesse alterarsi ulteriormente Ben la bloccò.
< Stammi a sentire: è vero che non conosco quasi nessuno in questa base, ma non siete bestie da macello, nessuno di noi lo è. Sono persone che hanno scelto di battersi per una giusta causa, che hanno dei valori, consapevoli dei rischi che una guerra comporta e li accettano e li affrontano con coraggio, sapendo che se moriranno lo faranno da eroi, contribuendo a costruire una galassia migliore. Ho ben inteso che idea tu abbia avuto di me per tanto tempo, ma non sono più quella persona... Kylo Ren era una creatura di Snoke, plagiata e manipolata per una vita intera, ma è morta insieme a lui. Prima te ne farai una ragione, meglio vivremo tutti quanti. > spiegò calmo il ragazzo.
Finn ascoltò in silenzio, con l'espressione arrabbiata di un bimbo sgridato che non vuole ammettere di avere torto.
< Se questa guerra è in atto la colpa è tua che l'hai alimentata e nei hai fatto parte per anni, distruggendo tutto quello che i tuoi genitori avevano costruito, quindi invece di nasconderti dietro Snoke, assumiti le tue responsabilità e sacrificati tu per la causa, se vuoi fare qualcosa di buono! >
< Salvarti il culo ben due volte non è servito a niente a quanto pare, e visto che le buone maniere non servono con te, sarò più chiaro > rispose stizzito Ben che si era alzato in piedi per fronteggiare Finn < Non lascerò mai ne Rey ne nostro figlio per dare soddisfazione alla tua gelosia malata! E chiaro adesso? Sono qui per aiutare a porre fine a questa dannata guerra, che per tua informazione è in atto da quando io non ero altro che un bambino e tu nemmeno eri al mondo ancora, affinché mio figlio possa avere una vita sicura! >
A quella notizia Finn sgranò gli occhi. Dopo quello che era successo nessuno aveva più accennato alla gravidanza di Rey e quindi il ragazzo ne era rimasto all'oscuro. Sentendo quelle parole l'episodio del loro arrivò tornò dalla sua memoria, e tutto il malinteso acquisì un senso.
Non lo voleva allontanare da Rey, stava solo cercando di proteggerla. Ma per quanto nobili fossero le sue intenzioni e quanto in errore fosse lui, mai e poi mai lo avrebbe riconosciuto a quello spilungone che gli aveva portato via la donna che amava.
< Cosa?! Figlio? > disse invece con tono sorpreso, guardando l'amica < Tu aspetti un figlio da questo mostro? Come hai potuto farci questo! >
< Finn, adesso stai esagerando amico! > disse Poe cercando di placarlo, ma a poco servì
< Scusami?! > chiese invece la ragazza seriamente alterata dall'atteggiamento dell'amico, al quale avrebbe volentieri tirato un cazzotto nei denti. < Io e Ben ci amiamo e se vogliamo mettere al mondo una nuova vita nessuno ce lo può impedire! >
< Siete due traditori della resistenza! >
< Traditori?! > gridò più forte la giovane
< Attento a quello che dici > le diede man forte il compagno
< Se no che fai? > lo sfidò a brutto muso Finn pronto a sferrare un colpo.
Ma prima che potesse peggiorare la situazione, una mano afferrò la sua < Vieni con me > disse solamente Rose, con tono serio ed espressione indecifrabile alzandosi dalla panca, e i due si diressero appena fuori dalla sala.
< Cosa c'è? > chiese Finn non capendo perché la ragazza lo avesse trascinato fuori nel mezzo di una discussione.
< Finn, adesso basta. Comportandoti così stai facendo male a tutti, compreso te stesso. Rassegnati al fatto che Ben è cambiato, è buono e lui e Rey sia amano profondamente. Avranno un bambino e saranno una splendida famiglia. Se non sei in grado di accettarlo continuerai ad agire in maniera avventata e metterai nuovamente in pericolo te e gli altri. >
< Tu veramente gli credi? Ma lo sai che cos'ha fatto in tutti questi anni? >
< Lo so benissimo, e non aprire questo argomento con me. > rispose lei stizzita, tirando fuori con prepotenza la collanina da sotto la tuta, ultimo ricordo della sorella scomparsa poche settimane prima < Ma anche tu eri uno di loro... >
< Ma io non ho mai ucciso nessuno >
< Ma questo la maggior parte di quelle persone in quella sala non lo sa! Per loro eri uno stormtrooper, un nemico. Ma hai dimostrato di essere in grado di capire che stavi sbagliando e di fare del bene! Perché tu meritavi una seconda occasione e lui no? Tu non sai tutta quella gente la fuori cosa faceva per vivere prima di unirsi alla resistenza... molti di loro erano criminali: rubavano, contrabbandavano, alcuni hanno anche ucciso.... vorresti giustiziare anche loro? >
< Io... no. >
< Come fai ad essere così egoista? >
< Io egoista?! >
< Si Finn! Lo sei! Sei arrivato fin qui a chiederci aiuto solo perché hai visto che rapivano Rey, se no eri pronto a scappare come un vigliacco. Ogni volta che c'è un pericolo la tua soluzione è scappare! Ogni volta che c'è Rey in giro non fai che starle intorno e darle lo sfinimento, scordandoti di tutti gli altri. Sei uscito per ore senza preoccuparti se qualcuno era in pensiero per te, ti sei fatto catturare obbligando gli altri ad uscire per salvarti il culo mettendo in pericolo anche loro. Fai quelle scenate di gelosia pensando solo al tuo cuore >
< Rose... non è vero! Non penso solo al mio cuore, e non mi dimentico degli altri >
< Ma di me si >
< Come faccio a dimenticarmi di te? >
< Rispondi ad una domanda: quando hai deciso di uscire l'altra sera a cosa stavi pensando? >
< Ero arrabbiato con quel bestione! >
< Perché? >
< Perché mi da sempre addosso e... >
< No, perché pensavi che ti stesse impedendo di abbracciarla. E quando avevi solo il sospetto che potevano stare insieme ti sei infuriato, e quando sono partiti da Crait non hai fatto che imprecare! Eri sempre irascibile, sempre intrattabile, e l'unica persona che cercava di calmarti ero io... senza riuscirci a quanto pare. Io sono innamorata di te Finn, ma così non può andare avanti. Sono stanca di venir sempre messa da parte. Voglio bene a Rey, è una cara amica e non sono disposta a perdere la sua amicizia per la tua pazzia. > disse la ragazza voltandosi per andarsene.
Ma lui la bloccò per un braccio.
< Rose, aspetta... perché non me lo hai mai detto? >
< Speravo che lo capissi da solo, ti ho mandato tanti di quei segnali talmente chiari, ma tu eri troppo cieco per vederli. E comunque se anche te lo avessi detto esplicitamente non avrebbe fatto nessuna differenza, tu non proverai mai per me quello che provi per lei > e così dicendo liberò il suo polso dalla stretta di Finn e corse via verso la sua stanza.

NdA:
Ciao a tutti! 
Perdonate l'assenza ma il nuovo lavoro
mi ha completamente assorbita.
In ogni caso gli aggiornamenti di questa storia riprenderanno,
magari non tutti i giorni, ma almeno tre volte la settimana. 
Spero di ritrovarvi tutti qui, e che il capitolo vi piaccia!
A presto!!
-LadySweet-

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Capitolo 23
*** Cap. 22 ***


Finn rimase a guardare l'immagine di Rose sparire dietro l'angolo, per poi voltarsi e scoprire che alle sue spalle un piccolo gruppo aveva assistito alla scena.
Rey fra le braccia di Ben, Leia, Kydel con le mani davanti alla bocca e Poe con un braccio attorno alle sue spalle erano attoniti
< Vi siete goduti lo spettacolo? > chiese sprezzante l'ex assaltatore
< Come hai potuto farle questo? > rispose il tenente con un'altra domanda < L'hai illusa per tutto questo tempo, ma è bastato il ritorno di Rey per mandarti in pappa il cervello! >
< Non l'ho illusa! Poe diglielo! >
< Scusa amico ma questa volta hanno ragione loro. Non ti sei comportato per niente bene ultimamente con Rose, o con Rey, o con Ben >
< Quindi adesso sei dalla loro parte? >
< Ma quale parte? Di che stai parlando? >
< Finn, siamo tutti dalla stessa parte > cercò di mitigare Ben, peggiorando la situazione
< Tu non ti immischiare, tutto questo è solo colpa tua! >
< Mia?! Come può essere colpa mia se tu non sai come trattare una donna? >
E in quel momento si venne a creare una discussione animata fra i presenti, dove ognuno giocava al rinfaccio con gli altri, mentre Rey e Leia erano rimaste in disparte incredule. Dopo parecchi minuti di caos totale in cui i toni delle voci si erano fatti assordanti, era chiaro che qualcosa per fermare quel delirio andava fatta.
Leia allora fece cenno a Rey e lei capì: con un passo avanti verso il marasma chiuse gli occhi e alzando entrambe la mani usò la Forza per dividerli, facendoli sbattere delicatamente contro le pareti.
< Grazie cara > disse Leia avvicinandosi al gruppo < Ora che ho la vostra attenzione, vi chiedo di smetterla di discutere e di ritirarvi ognuno nella vostra stanza. È inammissibile che si litighi per queste cose! Le questioni di cuore sono senz'altro importanti, ma al momento abbiamo priorità ben più pericolose che richiedono la nostra completa attenzione e collaborazione. Quindi d'ora in avanti non voglio più vedere ne sentire scenate del genere, sono stata chiara? >
< Si generale > risposero tutti in coro
< Molto bene, ora ritiratevi... Non tu Finn: vorrei scambiare qualche parola con te in privato. Con voi ci rivediamo alla riunione di questa sera > e così lui e il generale si avviarono verso le stanze di quest'ultima.
< Che dici avremo esagerato? > chiese Ben a Poe una volta rialzatisi da terra.
< No... domattina ci avrà già perdonati > rispose l'altro massaggiandosi un fianco
< Credo che dovremmo andare a vedere come sta Rose > disse Kaydel rivolta a Rey
< Sono d'accordo. Ci vediamo dopo > annunciò Rey a Ben.
E le due si diressero insieme verso la camera dell'amica.
< E noi che facciamo qui da soli? > chiese Poe al vento, perché le due erano già sparite < Whisky? > chiese poi a Ben
< Perché no >
Tornati nella sala mensa, fra i tavoli si era creato un quel certo chiacchiericcio, che stranamente finiva al loro passaggio. Ma ai due al momento non importava, se volevano spettegolare che lo facessero pure, le loro teste erano già piene di pensieri così.
Passarono dalla dispensa e presero una bottiglia di liquore e due bicchieri e scelsero un tavolino appartato. Poe aprì la bottiglia, verso il liquido ambrato e fecero un silenzioso brindisi.
< Mi spiace di aver creato tanto scompiglio > iniziò Ben dopo il secondo sorso
< Non è colpa tua. Finn è così da quando lo conosco. Immagino che sia normale, dopo una vita da soldato, innamorarsi della prima donna che incontri. Il problema è che
lui non ci sa proprio fare con le donne, è troppo impulsivo e pesate. >
< Tu invece non sembri avere problemi > buttò lì < tranne che con una certa tenente bionda... >
< È così evidente? >
< Solo ad un occhio attento > rispose Ben facendogli l'occhiolino
< Ho sempre avuto un certo successo con le donne, ma quando si tratta di lei tutto diventa complicato. Insomma non è una ragazza come tutte le altre, lei è simpatica, intelligente, seria, coraggiosa, bellissima.... ed io mi sento... >
< Come se non fossi degno di lei? > terminò Ben per lui
< Esatto. >
< Conosco la sensazione >
< Tu come hai fatto con Rey? >
< Quando le vostre anime sono connesse dal giorno in cui siete nati, e avete questo legame rarissimo nella Forza che vi permette di provare le emozioni dell'altro e apparirvi a vicenda anche a distanza di parecchi parsec... diciamo che ad un certo punto le cose vengono da se perché è come non avere più un muro dove nascondersi. Avere pieno e libero accesso alla mente dell'altro mette entrambi a nudo e allora giochi a carte scoperte. >
< Non so se mi piacerebbe avere un rapporto di questo genere >
< Si beh, potendo scegliere non mi sarebbe dispiaciuta un po' di privacy in più, ma una volta che ci sei dentro la cosa migliore è accettarlo e imparare a trarne il meglio > spiegò Ben, bevendo un sorso, dopo di che calò il silenzio per qualche secondo
< La ami davvero? > chiese Poe a bruciapelo
< Si. L'amo come non avevo mai pensato di amare una persona. Lei è tutto per me, è l'altra metà del mio cuore e della mia anima. Da quando questo legame fra di noi si è manifestato non siamo più riusciti a stare lontani, e mi trovavo la notte nei miei alloggi a sperare che si aprisse un'altra connessione solo per poterla rivedere... anche se le prime volte era più il tempo che passava ad insultarmi che altro. >
< Me lo immagino, ma da una parte la capisco. Anche io sono stato infuriato per anni per colpa di quello che è successo ai miei genitori. >
< Cosa gli è capitato? >
< Loro erano nella ribellione ai tempi dell'impero, e poi hanno servito per la repubblica. Mia madre era una pilota abilissima, ed è grazie a lei che ho preso la passione per il volo. Un giorno morì in circostanze poco chiare durante una missione. Mio padre ha sempre cercato di essere forte per entrambi ma il dolore lo ha consumato per tutta la vita. Quando poi la sede della repubblica è stata distrutta è stato come veder esplodere tutto il mio mondo. >
< Mi dispiace, dico davvero. Se può consolarti io non sono mai stato d'accordo con quel progetto >
< Ti ringrazio. So che tante cose che sono successe non sono dipese da te. Al contrario di Finn, io credo che ognuno meriti una seconda possibilità per fare la cosa giusta. >
< Grazie Deameron, lo apprezzo molto. > e detto questo tornarono a sorseggiare il loro liquore in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri.
Il resto del pomeriggio trascorse tranquillamente, le ragazze passarono tutto il tempo a consolare la povera Rose e il suo cuore spezzato, mandando maledizioni a Finn, che nel mentre era stato un'ora a beccarsi la sgridata di Leia per poi chiudersi in camera sua mortificato e con i nervi a fiori di pelle.
Alla riunione della sera vennero annunciate le prossime mosse vista la minaccia sempre costante di un attacco nemico. Erano state create quattro divisioni in cui ripartire sia i componenti della resistenza che tutti gli equipaggiamenti.
Ognuna delle divisioni sarebbe poi partita per una base sicura, continuando a lavorare coordinate per scovare i piani del Primo Ordine.
I giorni seguenti quindi vennero dedicati a fare l'inventario di tutte le risorse presenti nella base e dividerle in parti più o meno uguali per ogni squadra; cercare di dividere anche il personale in maniera equa in modo che ogni gruppo avesse tutte le figure necessarie; stilare una lista delle possibili sedi per una base e controllare in che condizioni fossero.
Presi quindi dalla frenesia dei preparativi non ci fu né il tempo né l'occasione di riaprire nessuno dei discorsi lasciati in sospeso fino a quando, una settimana dopo, venne indetta la riunione per annunciare i componenti delle varie divisioni.
< Amici miei, è arrivato il momento di dividerci nuovamente, ma questo non ci indebolirà anzi ci renderà solo più invisibili agli occhi del nostro nemico. Di certo non scalfirà la nostra forza ne la nostra volontà. Dividersi non significa che d'ora in poi ognuno se la dovrà cavare da solo: tutte le squadre saranno in costante contatto tramite delle nuove linee criptate che i nostri tecnici hanno ideato in questi giorni. In questo modo saremo in grado di comunicare fra di noi senza paura di essere intercettati. Ed ora ecco la composizione delle squadre... >
La prima divisione sarebbe rimasta su Hoth (base blu) sotto il comando di Leia e Luke.
La seconda divisione, capitanata da Ben e Rey sarebbe tornata su Ach-to, (base verde) partendo quella notte stessa.
La terza divisione avrebbe fatto tappa su Yavin 4 (base gialla) diretta da Poe e Kydel, partendo il giorno successivo.
La quarta divisione si sarebbe instaurata su Endor (base marrone) con a capo Finn e Rose lasciando il pianeta la sera successiva.
 

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Capitolo 24
*** Cap. 23 ***


Ci volle qualche settimana per sistemare i campi per tutti, rendere operativa tutta la strumentazione e le vie di comunicazione. ma alla fine tutto era funzionante e i piani di ricerca e spionaggio erano in azione.
Naturalmente così come loro mantenevano bassi profili per dare meno nell'occhio, anche il Primo Ordine aveva ridotto le sue scorribande di conquista per dedicarsi alla preparazione di un piano ben più complesso.
E così i primi mesi passarono senza troppi risultati, e missione dopo missione andate a vuoto il morale complessivo delle varie divisioni stava iniziando a calare.
Gli unici due che erano sempre in fermento erano Ben e Rey, la cui gravidanza avanzava senza problemi, con tutti gli alti e bassi che uno scombussolamento tale comporta... e sempre quegli strani e spaventosi incubi che ciclicamente tornavano a renderle impossibile dormire.
Una sera, durante uno dei soliti temporali di stagione dell'isola, Rey stava avendo uno dei suoi incubi, in cui vedeva sempre quel pianeta oscuro, sempre quella figura dagli occhi rossi e ogni volta che questa sussurrava il suo nome con la sua voce roca, i brividi le correvano lungo la schiena.
Ultimamente però quella figura aveva iniziato a chiamare un nome diverso dal suo, un nome che non riconosceva e che a tratti non riusciva proprio a comprendere.
Ma all'ennesimo tuono, mentre la risata inquietante di quel mostro strideva, Rey si svegliò di colpo.
Aprì gli occhi e vide che era nel suo letto, ma c'era qualcosa che non andava... aveva come una sensazione di bagnato fra le gambe e profonde fitte al pancione.
Ci mise qualche secondo per capire che era arrivato il momento del parto, così diede un paio di scossoni a Ben che dormiva accanto a lei, per metterlo al corrente della situazione.
< Ben... Ben svegliati >
< Che c'è? >
< Ci siamo! >
< Come ci siamo?! >
< Si sono rotte le acque... >
< Ma mancano ancora due settimane! >
< Che vuoi che ti dica??? Il bambino sta nascendo, adesso!! >
< Va bene, va bene, manteniamo la calma... cosa vuoi che faccia? >
< Chiama Maz, e allerta l'ala medica > disse mentre una doglia arrivava.
< Corro, tu non muoverti da qui > rispose il ragazzo sparendo in un secondo
< Come se potessi andare da qualche parte > si disse lei fra se e se
Ben intanto corse nell'ala medica per avvertirli che Rey era in travaglio, e mentre quelli si preparavano, lui andò velocemente nell'area delle comunicazioni per mettersi in contatto con Hoth.
< Qui base azzurra, identificazione >
< Comandante Solo dalla base verde, ho bisogno di parlare con Maz Kanata, è urgente! >
< Un attimo... > risposero dall'altra parte.
< Ben, che succede? >
< Maz, Rey è in travaglio... il bambino sta per arrivare >
< Ma è in anticipo di almeno due settimane! >
< Lo sappiamo ma le si sono rotte le acque! >
< Parto subito dolcezza, ma posso essere li fra un'ora. Se le cose dovessero accelerare i tempi chiamami sulla mia nave ok? >
< Va bene >
< Ben! > questa volta la voce era quella di sua madre
< Mamma, ci siamo >
< Ho sentito caro. Vorrei poter essere presente >
< Stai tranquilla, lo vedrai molto presto. >
< Ora vai caro, Rey ha bisogno di te >
< Ti avverto appena ci sono novità > e chiuse la comunicazione.
Tornò quindi correndo alla capanna trovando Rey seduta con una mano alla pancia e l'altra appoggiata al bordo del letto in preda ad una doglia.
< Rey, tesoro Maz sta per partendo adesso ma arriverà fra un'ora >
< Un'ora?! > esclamò la ragazza sospirando

< Va bene > e così il ragazzo la prese fra le braccia e la condusse nell'ala medica dove era tutto pronto per accoglierla.
La depositò sul lettino e subito i due droidi e il medico avviarono tutti i test per capire tra quanto sarebbe iniziato il parto vero e proprio e in che condizioni erano madre e figlio. Ben ovviamente rimase sempre al suo fianco, fino a che Maz non fece il suo ingresso nella stanza un'ora più tardi.
< Eccomi bambina sono qui! >
< Grazie di essere venuta così presto > la accolse Ben
< Figurati caro >
< Credo che ci siamo ormai >
< A che punto sono le doglie? > chiese al medico
< Ogni 3 minuti, il parto è imminente >
< Molto bene. Dolcezza d'ora in poi me ne occupo io, puoi accomodarti fuori >
< Cosa, no! Io voglio restarle accanto... >
< Fidati, appena inizierà a spingere non vorrai essere al suo fianco >
< Ben... stai tranquillo.... andrà tutto bene > disse Rey fra un sospiro e l'altro.
A malincuore Ben diede un bacio alla sua compagna e lasciò la stanza.
Non appena le porte si furono chiuse le grida di Rey iniziarono ad arrivare.
Ci volle molto più di quel che il ragazzo si aspettava, sembrava essere passata una eternità da quando aveva lasciato Rey in quella camera, e ad ogni grido della ragazza il suo cuore si stringeva così come i suoi pugni. Poi, dopo quello che gli era parso un secolo, un forte scossone nella Forza lo fece trasalire dai suoi pensieri. Doveva essere il piccolo, significava che era nato.
E infatti, dopo pochi minuti finalmente Maz uscì dalla stanza con un fagotto in braccio.
< Congratulazioni ragazzo, è un bel maschietto sano e forte. E la mamma è stata bravissima. > disse Maz consegnando il fagotto nelle braccia di Ben.
Appena il suo sguardo e quello del piccolo si incontrarono, il giovane padre sentì dentro di se emozioni fortissime come non ne aveva mai provate: amore incondizionato, senso di protezione, adorazione e felicità immensa.
Poi si fermò ad osservarlo con attenzione, notando il faccino tondo e rosa, i pochi ciuffetti neri sul capo come i suoi, gli occhi nocciola come quelli di Rey.
E a proposito di lei, sono in quel momento gli venne in mente che non era ancora entrato a vedere come stava, il piccolino aveva completamente catalizzato la sua attenzione. Così con una mano aprì la porta e vide che la sua Rey era attorniata dai droidi che stavano provvedendo a prestarle qualche trattamento post parto.
Quando ebbero finito si avvicinò: era pallida, visibilmente stanca e sudata, ma i suoi occhi non erano mai stati più brillanti e il suo sorriso, per quanto debole, più radioso.
< Ciao > disse quasi in un sospiro
< Come ti senti? > le chiese lui
< Stanca >
< Sei stata bravissima tesoro >
< Grazie, ora posso vedere mio figlio? > chiese lei impaziente
< Ma certo > Ben posò il fagotto fra le sue braccia, e in quel momento vide il suo volto illuminarsi ancora di più.
Era completamente estasiata e rapita da quella creatura così piccola che era diventato il centro del loro modo molto prima di nascere.
Rimase in contemplazione di quella scena tenerissima per qualche momento poi azzardò la fatidica domanda: < Quindi come lo chiamiamo? >
< Eravamo d'accordo per Han giusto? >
< Sei sicura? >
< Si >
< E sia > disse il ragazzo sedendosi accanto alla sua compagna < Han Solo II > mentre accarezzava la guancia paffuta del piccolo.

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Capitolo 25
*** Cap. 24 ***


La notizia della nascita del bambino si era rapidamente diffusa in tutte le quattro divisioni, e a piccoli gruppi amici e parenti stavano andando a trovare il nuovo arrivato in famiglia.
Leia e Luke furono i primi ad arrivare il giorno dopo, e la nonna si era impossessata del nipotino per tutta la giornata.
Anche i due gemelli avevano avvertito il movimento nella Forza nel momento in cui il piccolo era nato, segno che il figlio della diade sarebbe stato l'essere dotato della Forza più potente della galassia forse anche più di suo padre, parola di maestro Luke.
Dopo un paio di giorni si presentarono Poe e Kydel con un pensierino per il piccolo. Rey era sicura che in tutti quei mesi passati a stretto contatto, qualcosa fra quei due era successo: li vedeva più in confidenza, senza più tutto quell'imbarazzo dei primi tempi, anche più complici e di questo non poteva che esserne felicissima!
Il giorno seguente arrivarono anche Rose emozionatissima e un restio Finn.
Quando i due entrarono nella stanzetta, gli altri amici non erano ancora arrivati, e trovarono solo Rey intenta ad allattare il figlioletto.
< Possiamo? > chiese la ragazza sbucando dalla porta
< Rose! Ma certo che potete entrare! > rispose la neo mamma
Così la piccola meccanica prese per un braccio il ragazzo alle sue spalle spingendolo dentro la stanza di prepotenza. Si avvicinò poi all'amica che nel frattempo aveva finito di nutrire il suo piccolo, in tempo per essere depositato fra le braccia della zia Rose, che non appena lo prese iniziò a spupazzarlo di coccole e riempire Rey di complimenti.
Ma Rey per quanto fosse felicissima di avere la sua amica li con lei, aveva una questione in sospeso da mesi con Finn. Intuendo l'aria che tirava, con la scusa di andare a vedere se gli altri stavano arrivando, Rose uscì dalla stanza con il bimbo, dando ai due la possibilità di chiarirsi.
< Non ti farò le congratulazioni, se è questo che ti aspetti >
< Sinceramente non mi aspettavo nemmeno di vederti... >
< Rose mi ha caricato di peso sulla nave >
< Come vanno le cose fra voi? >
< Si limita a parlarmi solo quando ci sono le riunioni, o le decisioni da prendere. Per il resto lei se ne sta in officina a riparare le navi e qualsiasi cosa arrivi danneggiato,
mentre io penso al resto. >
< Non ti ha ancora perdonato quindi. Hai cercato di chiederle scusa, di riallacciare i rapporti? >
< È con te che volevo sistemare le cose prima! >
< E cosa te lo impedisce?! >
< Prima c'era solo un membro della più pericolosa organizzazione galattica fra noi due... ora c'è anche suo figlio >
< Primo: Ben non fa più parte del Primo Ordine, e se non fosse per tutte le preziosissime informazioni che ci ha dato a quest'ora non ce la saremmo cavata. Secondo: il mio compagno e nostro figlio sono la ragione per cui devo perdere un caro amico? >
< Rey, io ti amo, ti ho sempre amata... >
< Questa è la parte ovvia >
< … ma tu non provi lo stesso per me... >
< Ti prego dimmi qualcosa che non so! >
< Preferisco cancellare la nostra amicizia ed essere estranei, piuttosto che sorridere fuori ma morire dentro ogni volta che ti vedo giocare alla famigliola felice con lui >
< Non te l'ho chiesto io di innamorarti di me! Finn, sei stato il primissimo amico che abbia mai avuto, sei come un fratello per me. Ma l'amore è un'altra cosa! Perché non riesci ad accettare Ben come hanno fatto tutti? Perfino Poe è diventato suo amico, sono andati in missione insieme un sacco di volte in questi mesi e si sono sempre guardati le spalle a vicenda. È stata sua l'idea di uscire a cercati quando ti sei perso su Hoth... cos'altro deve fare per farti capire che puoi fidarti? >
< Non è così semplice... io l'ho visto in azione, so di cosa è capace >
< Seriamente Finn? E così che vuoi giocartela? Io l'ho combattuto e l'ho sconfitto. Quella cicatrice che ha in faccia gliel'ho fatta io sulla Starkiller! E il legame che abbiamo nella Forza ci permette di vedere e sentire qualsiasi cosa ci sia nelle nostre teste, abbiamo avuto tutto il tempo di essere completamente onesti fra di noi. Quindi non venire a raccontare a me di cosa sia capace o meno o di cosa abbia fatto in passato perché lo so meglio di chiunque altro! >
< E come fai ad accettarlo? >
< Perché ho imparato a conoscere la persona dietro la maschera. Lui non è Kylo Ren! Kylo Ren era il frutto della manipolazione di Snoke sulla sua mente da quando era un bambino: riesci lontanamente a immaginare cosa significa avere qualcuno nella testa che ti racconta un sacco di menzogne per metterti contro la tua famiglia? Ma Ben Solo è una persona totalmente diversa, con un cuore, dei sentimenti e un cervello che ragiona per conto suo che fa la cosa giusta! >
< Non lo so Rey... non credo che riuscirò mai a vederlo in maniera diversa. Quella notte su Jakku, quando non ho sparato ai civili, lui se n'è accorto e mi ha guardato in un modo... come se mi avesse scavato dentro l'anima. Aveva già capito le mie intenzioni. >
< Eppure non mi pare che quando hai aiutato Poe a scappare, lui vi abbia fermati in qualche modo.
Se non ricordo male, dai vostri racconti c'erano le truppe e... Hux. >
< Questo non centra. Anche se accettassi che ora è buono non potrei mai passare sopra al fatto che ti ha portata via da me >
< Finn, io non sono mai stata interessata a te in quel modo, quante volte devo ripetertelo!! Perciò Ben non ha fatto niente di quello per cui lo accusi. E se in questi mesi ti fossi dedicato di più a riconquistare il cuore di Rose, a quest'ora saresti felice anche tu, comprendendo in pieno cosa significa amare veramente qualcuno, e tutta questa conversazione non sarebbe stata necessaria.
Io non rinuncerò mai né a Ben né a nostro figlio, e se vuoi andartene lo accetterò, ma sappi che ci sarà sempre un posto speciale per te nel mio cuore. >
< Addio Rey > disse il ragazzo sulla porta
< Addio Finn > rispose lei guardandolo uscire dalle ante di vetro mentre una lacrima rigava il suo volto. Sentiva una sensazione di perdita dentro il cuore, come se gliene avessero sottratto un pezzo. Ma per quanto gli sarebbe mancato non lo avrebbe mai obbligato a restare, infondo stava soffrendo anche lui.
Dopo un paio di minuti Rey sentì in lontananza il vociare del gruppo della sua famiglia che stava arrivando, così si asciugò le lacrime, sfoderò un sorriso e si preparò ad accoglierli.
Quando entrarono Rey notò subito che suo figlio era tornato alle cure della nonna, mentre Ben la guardò per qualche secondo, intuendo subito che c'era qualcosa che non andava, confermato dal fatto che mancava qualcuno.
< Dov'è Finn? > chiese Rose
< Lui... se n'è andato > ammise la ragazza
< Come andato? E dove? >
< Non l'ha detto... >
< Vado a cercarlo! > disse lei correndo fuori dalla stanza.
< Cos'è successo? > chiese premuroso Ben
< Lui non riesce ad accettare il fatto che io abbia scelto te, e preferisce tagliare tutti i rapporti con noi... dice che così è più facile > rispose lei riassumendo al conversazione
< Ma perché deve fare così? > sbottò Poe non capendo il ragionamento dell'amico
< L'amore è la forza più potente della galassia... in grado di donare gioia o dolore, ma impossibile da prevedere ne da domare > esordì il vecchio maestro Jedi, lasciando
mezza sala perplessa.
< Io non lo obbligo a restare se lui non vuole. Gli ho detto che se un giorno vorrà tornare io lo accoglierò come l'amico di sempre. >
In quel momento rientrò Rose con il fiatone.
< Non c'è da nessuna parte, ma la nostra navetta è ancora qui. >
< Magari è semplicemente a fare un giro per sbollire... >
< Lo spero >
< Bene, visto che ci siamo tutti, Rey ed io vogliamo fare un annuncio > disse Ben cambiando argomento.
< Viviamo in tempi duri, e questo bambino è la cosa più preziosa che abbiamo, ed è per questo che abbiamo preso una decisione > iniziò Rey
< Poe, vorresti essere il padrino di Han? > chiese Ben
Il giovane pilota rimase con gli occhi sgranati per i primi secondi, incredulo della proposta appena ricevuto. Accanto a lui Kydel gioiva, poggiando entrambe le sue mani sul braccio del ragazzo, in attesa della sua risposta.
< Ragazzi, io non so che dire... >
< Di solo di si! > disse Rey
< Siete proprio sicuri di volere me? Non sarebbe meglio tua madre o tuo zio? >
< Loro sono già i parenti più prossimi, se ne occuperebbero in ogni caso, ma siamo convinti che saresti un'ottima figura paterna per nostro figlio. Se dovesse mai succederci qualcosa, almeno sappiamo che il piccolo sarà in buone mani! > confermò Ben
< Beh, se la mettete così allora... va bene, accetto! > rispose Poe con il sorriso, mentre Leia gli consegnava il suo figlioccio.
Poe non era decisamente pratico con i bambini, ma per fortuna Kydel gli diede una mano a capire come tenerlo al meglio e poi gli si strinse accanto, mentre entrambi facevano dei versetti al piccolo.
Rey e Rose a quella scena si scambiarono un'occhiata d'intesa, concordando sul fatto che un giorno quei due sarebbero stati dei grandi genitori, oltre che una meravigliosa coppia.

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Capitolo 26
*** Cap. 25 ***


Approfittando della presenza di tutti il gruppo ne approfittò per una riunione di aggiornamento.
Con le informazioni che Ben aveva fornito, la resistenza era stata in grado di smantellare alcune delle basi di costruzione armi del Primo Ordine, oltre che liberare due campi di addestramento di giovanissime reclute che avrebbero potuto fare ritorno alle loro famiglie.
Tutti ottimi risultati, ma la loro missione principale, ovvero scoprire quali fossero i piani dell'Ordine, era ancora in alto mare.
Fu in quell'occasione che Luke aveva notato qualcosa di strano in Rey, ma per non allarmare gli altri non aveva detto nulla. Approfittò per parlare con lei in un momento in cui era da sola.
< Rey, posso entrare? >
< Ma certo maestro >
< C'è qualcosa che ti turba vero? Lo sento... >
< Sono solo preoccupata per tutta la situazione > cercò di giustificarsi lei
< Rey, non hai bisogno di mentire con me. Dimmi cosa c'è >
< Sono mesi che faccio un incubo, sempre lo stesso >
< Cosa vedi? >
< Un pianeta scuro, buio. Una specie di trono di pietra con delle punte. Una figura incappucciata di cui riesco a vedere solo gli occhi rossi, che continua a chiamare il mio nome, anche se da qualche tempo chiama un altro nome >
< Quale? >
< Questo è il problema, non riesco a capirlo! Lo sussurra talmente piano che non lo sento, riesco solo a capire che non è più il mio >
< Da quando è cambiato? >
< Vediamo... diciamo gli ultimi tre o quattro mesi. Cosa può essere maestro? >
< Ancora non lo so, ma farò delle ricerche >
< Credi che siano delle visioni del futuro? >
< La Forza non da delle premonizioni esatte del futuro, può mostrarci solo quello che potrebbe accadere. Ma ricorda sempre che il futuro cambia in base alle scelte che facciamo e che nulla è definito fino a quando non accade. Ora cerca di non pensarci troppo, tuo figlio è già in grado di avvertire come ti senti. >
< Grazie maestro >
Uscito dalla camera Luke andò a cercare sua sorella che era nella capanna con Ben mentre sistemavano la culla di Han. Bussò un paio di volte e poi entrò.
< Zio Luke > lo accolse Ben
< Per fortuna ci siete entrambi, devo dirvi una cosa >
< È successo qualcosa Rey o al bambino? >
< Non proprio. Ben sei al corrente degli incubi di Rey? >
< Se parli di quelli con la figura nera che la chiama, si ne sono al corrente. Sono iniziati quando eravamo su Degobah. >
< Cosa pensi che siano? > chiese Leia preoccupata.
< Non ne sono certo, ma potrebbero essere collegati a delle strane visioni che ho avuto ultimamente, alcuni degli elementi coincidono. >
< Tipo? >
< Il trono di pietra, il pianeta scuro, l'individuo con il cappuccio... sono tutte cose che ho visto anche io. Anche se non tutte insieme, ma in visioni separate. >
< Che significa? >
< Significa che qualcosa di pericoloso sta per abbattersi su tutti noi. Dobbiamo essere pronti a tutto e sopratutto tenere Rey e il bambino al sicuro >
< A questo penso io. Nessuno si avvicinerà alla mia famiglia! >
< Non dirle nulla però, cerca di tenere questa cosa per te... se dovesse avere anche solo il sentore di una minaccia per Han potrebbe fare qualcosa di avventato >
< Naturalmente >
E mentre continuavano a discutere della questione sentirono delle voci provenire dall'esterno.
Così Ben decise di uscire per capire che stava succedendo. Dal piazzale fra le capanne riconobbe la voce di Poe che proveniva dal livello superiore del villaggio, mentre Kydel stava scendendo verso la spiaggetta, tutti e due chiamando Finn.
< Ragazzi che succede? >
< Finn è sparito > rispose Poe dall'alto.
< Come sarebbe dire sparito? Questa è un'isola, dev'essere per forza da qualche parte! >
Ma proprio in quel momento videro arrivare una affannata Rose, che si fermò davanti a Ben per riprendere fiato. Intanto Poe aveva richiamato la sua ragazza per raggiungere i due e sentire le novità.
< Rose che succede? >
< Finn... è scappato. Ha preso la nave con cui siamo arrivati ed è fuggito non so per dove. >
< Il localizzatore di bordo? > chiese Kydel
< Spento. Così come il comlink >
< Non potrebbe essere semplicemente tornato alla vostra base, vista la sua decisione? >
< No. > rispose la voce di Rey alle loro spalle con il piccolo Han fra le braccia.
Ben ovviamente corse al suo fianco, stupito di vederla in piedi.
< Rey che ci fai in piedi? Dovresti essere a letto a riposare... >
< Ho avuto una visione alcuni minuti fa: Finn, nello stesso luogo insieme al tipo incappucciato. Ed ho subito capito che c'era qualcosa che non andava >
< Perché ho la sensazione che sta per fare qualcosa di tremendamente stupido? > chiese esasperato Poe?
< Il punto è che non sappiamo cosa, ne quando > convenne Leia.
< Dovete tornare ognuno alla vostra base e tenervi pronti per un possibile attacco! > ordinò Ben.
E così in un paio d'ore erano tutti pronti a partire con l'angoscia nel cuore.
Fatti i saluti e le dovute raccomandazioni, avevano istituito uno stato di allarme e un codice apposito per segnalare l'eventuale presenza di Finn da qualche parte.
Nessuno era più tranquillo dato che Finn era in possesso di tutte le informazioni sulla resistenza, una ghiotta preda per l'Ordine, per i cacciatori di taglie e chiunque avesse fiutato l'affare. Quindi la priorità era trovare quel ragazzo e riportarlo in salvo fra le loro fila prima che lo facesse qualcun'altro.
I giorni passavano, ma nonostante le continue e incessanti ricerche, di Finn ancora nessuna traccia, e questo non faceva che aumentare l'ansia di ogni singolo membro della resistenza.
Poi dopo due lunghe settimane alle varie basi arrivò una notizia poco rassicurante: una navetta di ricognizione della base gialla (Yavin 4) era stata abbattuta dal Primo Ordine.
La domanda allora sorse spontanea: posto sbagliato al momento sbagliato per la squadra di ricognizione, o lo star destroyer sapeva dove trovare quella navetta? Un solo attacco non dimostrava nulla, certo, ma se si fosse rivelata vera la seconda ipotesi... come avevano fatto a capire qual'era la loro posizione?
Li avevano intercettati?
O qualcuno aveva fatto la spia?
Non per pensare male, ma l'unica persona che in quel momento avrebbe potuto rivelare delle informazioni di quel genere così precise era...
< Non nominarlo nemmeno! > sbottò Rose durante una delle video conferenze dei capi delle basi.
Da quando era sparito da Ach-To l'intera base di Endor era sulle spalle della povera capo meccanico. Leia allora le aveva mandato l'assistenza di Maz finché le cose non si sarebbero sistemate.
< Sappiamo quanto sei arrabbiata con lui, ma la nostra priorità adesso è capire dove sia e riportarlo alla base... > cercò di calmarla Kydel
< Bene, portatemelo qui così posso ammazzarlo con le mie mani >
< Qualche indizio sui suoi spostamenti? > chiese Ben
< Beh, è questo il punto... non si trova da nessuna parte. E come se fosse sparito. Nessuna delle nostre spie l'ha visto o ha avuto notizie. > spiegò Poe condividendo il nulla totale che era risultato dalle operazioni di ricerca
< Come può essere, nessuno sparisce senza lasciare traccie... a meno che non sia morto ovviamente > disse Luke
< Morto?! > chiese Rose
< Tranquilla Rose, Finn non è morto, magari si sta solo... nascondendo. > abbozzò Rey tentando di calmare la sua amica già in preda all'ansia < Infondo sa bene che sia noi, ma soprattutto loro, siamo tutti sulle sue tracce, e se è arrabbiato con noi e non vuole che lo troviamo avrà deciso di nascondersi per un po'.... >
< Rey ha ragione cara, Finn conosce bene la situazione e sa che se avesse bisogno di un luogo sicuro per schiarirsi le idee, sono sicura che sta bene > la rassicurò Leia
< Si, dev'essere così > disse Rose tirando un lungo sospiro di sollievo
< Questo non cambia il fatto che non abbiamo la più pallida idea di dove sia > fece notare Poe
< Al momento attuale tutto quello che possiamo fare e continuare a tenere le orecchie aperte e sperare che prima o poi dia un segno... nel frattempo dobbiamo andare avanti con le missioni. Un solo attacco è troppo rado per fare delle ipotesi ma a me la cosa puzza lo stesso. Non possiamo abbassare la guardia > ordinò Leia e il resto della riunione proseguì tranquilla.

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Capitolo 27
*** Cap. 26 ***


Quando finalmente terminarono Rey era piuttosto turbata.
In realtà lo era da giorni anche se cercava di non darlo troppo a vedere.
< Cosa c'è? > le chiese Ben abbracciandola
< Non lo so, sono molto preoccupata... sento come se qualcosa di terribile sta per succedere >
< Confesso di avere questo senso di inquietudine anche io... >
< Che facciamo? > chiese lei
< Dobbiamo solo cercare di non pensarci e concentrarci su quello che è importante in questo momento > rispose lui.
Bastò quindi un solo sguardo per capire che l'unica cosa che volevano era tenere il loro piccolo fra le braccia, così uscirono di fretta dalla sala riunioni e corsero nella loro capanna dove Han giocava con la tata. I due ringraziarono la donna e le diedero il resto della giornata libera.
Ma le strane sensazioni dei due neo genitori non erano del tutto infondate, e quella notte ne ebbero la prova.
Il buio era calato sull'isola da un bel pezzo e Rey e Ben erano nel loro letto intenti a recuperare qualche ora di sonno finché il loro bambino avesse dormito anche lui tranquillo. Ma nel mezzo di quella quiete qualcosa stava accadendo.
Una figura nera come la notte che lo avvolgeva era arrivato indisturbato sull'isola, aveva lasciato la nave su una piccola spiaggia e poi aveva intrapreso la salita verso il piccolo villaggio a metà della scogliera. Non ci volle molto a capire dov'era situato il suo obbiettivo, così si diresse verso la piccola finestrella aperta.
Poggiò delicatamente le sue mani sul minuscolo davanzale, e guardò dentro: appena sotto di se c'era quello per cui era venuto, così cercò qualcosa di sufficientemente alto per potersi sporgere silenziosamente dentro la finestrella, allungare le braccia e prendere quello che gli serviva e fuggire. Tornò rapido alla sua navicella e prese il cielo il prima possibile.
Nel momento in cui quella lasciò l'atmosfera del pianeta Rey si svegliò di scatto, come se avesse sentito qualcosa.
< Stai bene? > chiese Ben intontito dal sonno, avendola sentita scattare
< Non lo so... > disse la ragazza, e istintivamente scese dal letto per andare a controllare la culla di Han, e per poco non le si fermò il cuore nel trovarla vuota. Tutto quello che le uscì fu un urlo che fece balzare il povero Ben dal letto.
Raggiunta la compagna vide lo stesso triste spettacolo e il cuore gli morì in petto, e fu solo per la sua prontezza di riflessi che prese Rey fra le braccia prima che crollasse. Tremava come una foglia, incapace di realizzare quello che stava accadendo tanto era lo shock.
< Dov'è? > chiese con voce tremante < Ben, dov'è Han? Dov'è il mio bambino? > chiedeva seria, ma Ben non riusciva a risponderle. Si limitava a stringerla a se senza sapere bene cosa fare.
< DOV'E MIO FIGLIO?!? > chiese urlando la ragazza
< NON LO SO!!! > rispose lui urlando allo stesso modo. Ma poi si rese conto di averla spaventata, così abbassò il tono < Non so dove sia Rey. Ma so una cosa: chiunque sia il responsabile lo ammazzerò con le mie mani! Ti prometto che lo troverò e lo riporterò sano e salvo a casa! > disse Ben mentre la ragazza scoppiava in lacrime sul suo petto.
Nelle ore successive venne dato l'allarme della scomparsa del piccolo a tutte le basi e tutte le spie della ribellione in giro per la galassia.
Naturalmente la notizia sconvolse tutti quanti, ma mentre Ben era un uomo del fare che non aveva ne tempo ne voglia di stare fermo a pensare, il pensiero comune era rivolto alla povera Rey che aveva preso fin troppo male l'accaduto.
Quel piccolo era diventato il centro del suo intero mondo e il fatto che glielo avessero portato via l'aveva completamente mandata allo sbaraglio. Per giorni non riuscì a mangiare ne a dormire. Il suo aspetto diventava sempre più emaciato e malaticcio.
Nessuno riusciva a consolarla, né Leia o Luke, nè Poe o le sue care amiche, né Maz... nemmeno Ben.
La ragazza sembrava aver perso ogni voglia di vivere e non reagiva a niente, e per esperienza tutti sapevano che questo tipo di atteggiamento non avrebbe portato a nulla di buono.
Quello che era sicuro in tutta quella situazione era che dietro il rapimento c'era il Primo Ordine e che l'unica persona a conoscenza della posizione del piccolo (e soprattutto della sua nascita) era Finn, e se due più due fa sempre quattro, questo significava che Finn era tornato dall'altra parte e si stava vendicando di loro fornendo ai nemici tutte le informazioni cruciali.
La domanda però sorgeva spontanea: pur ammettendo che Finn fosse tornato da poco tempo al Primo Ordine, perché Hux non aveva ancora sguinzagliato tutta l'artiglieria sapendo dove fossero le loro basi? Perché allora limitarsi a rapire Han? Per vendetta personale contro Ben e Rey? Per usarlo come esca e tendere una trappola a tutti loro? Per depistarli dal loro vero piano?
Troppe domande e nessuna risposta era diventata una costante che non piaceva a nessuno.
Ma in tutto quel caos di gente che entrava ed usciva, dando sempre la medesima risposta, nella mente distrutta di Rey un pensiero si faceva sempre più strada. Passava le giornate chiusa nella sua capanna, a guardare quella culla vuota, a cercare di sentire ancora il profumo del suo bambino fra le tutine e le coperte, si aggrappava con le unghie al ricordo del suo faccino, per l'irrazionale paura di dimenticarlo... ma la parte peggiore era la notte.
Ormai i suoi incubi non le lasciavano un attimo di pace. Quel pianeta oscuro e quello strano trono erano come la sua seconda casa, aveva imparato ogni singola sfaccettatura di quel posto... l'unica cosa che fino a quel momento non aveva pienamente compreso erano i due nomi che la losca figura continuava a chiamare.
Una cosa era certa, il suo non c'era più. Ma allora perché continuare ad avere queste visioni se i destinatari erano altri? Che fossero persone che conosce?
Ma le uniche persone dotate della Forza erano lei, Ben Leia e Luke, e nessuno di questi nomi si avvicinava ai bisbigli che sentiva, di questo ne era sicura.
Allora si convinse che quel posto fosse raggiungibile da chiunque, che non fosse una cosa legata alla Forza, ma questa consapevolezza aumentava parecchio la rosa dei possibili candidati.
Come fare dunque a districare quella intensa matassa che sembrava non avere una fine?
Secondo gli altri erano solo incubi dovuti alla sua mente inquieta per via di tutto quello che era accaduto, per lei era diverso, per lei quel posto era la chiave di tutto!
E dato che nessuno voleva darle retta avrebbe fatto da sola, come sempre del resto.
Da quando il piccolo Han era stato rapito, i rapporti fra lei e Ben si erano un poco raffreddati: lui era sempre fuori, impegnato nelle operazioni di ricerca, mentre lei si rifiutava di fare qualsiasi cosa.
Una sera, tornato dall'ennesimo giro andato a vuoto, Ben tornò nella capanna convinto di trovare la compagna dove l'aveva lasciata, e invece non c'era.
Provò a chiamarla appena fuori dalla porta, pensando che finalmente si fosse decisa ad uscire a prendere dell'aria fresca, ma non ottenne nessuna risposta.
Iniziando ad essere preoccupato cominciò a setacciare l'intera isola, e finalmente la trovò.
Era seduta sul masso nel punto più alto dell'isola, dove Luke le aveva impartito una lezione o due su come essere un Jedi. Guardava la luna che illuminava il vasto mare sotto di loro, osservava le stelle in cerca di una risposta che ancora non arrivava.
< Ti ho trovata finalmente > le disse tranquillo, mantenendosi a distanza
< Non sapevo mi stessi cercando > rispose lei sorpresa < Avevi bisogno di qualcosa? >
< Si, sapere dove fossi, visto che quando sono tornato non c'eri > ma non ottenne nessuna riposta dalla ragazza che continuava a dargli le spalle < Cosa fai qui su? >
< Cerco un segno, una risposta, qualsiasi cosa possa dirmi dove sia mio figlio >
< E credi che saranno loro a dirtelo? > chiese lui indicando il cielo
< Non so più a chi chiedere ormai... > rispose lei alludendo al fatto che le ricerche di Ben non erano state fruttuose nemmeno questa volta.
< Non hai bisogno di chiedere alle stelle. Credo che tu sappia già dov'è nostro figlio > buttò li Ben attirando la completa attenzione della ragazza, che alle sue parole si voltò a guardarlo.

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Capitolo 28
*** Cap. 27 ***


I suoi occhi erano rossi e gonfi per il pianto, l'incarnato aveva ormai perso il suo colorito abbronzato, rivelando il suo naturale pallore, i capelli lasciai sciolti avevano superato le spalle.
E dopo due settimane di quasi indifferenza fra loro, per Ben era come vederla per la prima volta: Rey in quel momento non era una guerriera depressa o riluttante all'azione come aveva pensato.
Era una madre distrutta dal dolore per la perdita del figlio, cosa che lui non si era dato il tempo di essere per paura di sentire il suo cuore spezzarsi nuovamente.
< Hai ragione, ormai credo di sapere da tempo dove abbiano portato Han... >
< E allora perché non agisci? >
< Perché ho bisogno di te!! > sbottò lei scendendo dalla pietra < Non lo capisci? Da quella notte non ci sei mai! Sempre in giro, sempre fuori, giorno dopo giorno alla frenetica ricerca di qualcosa che possa darti una ragione per non pensare! Ed è proprio questo il punto: non hai pensato nemmeno a me!! Mi hai abbandonata al mio dolore, lasciandomi sola con la mia disperazione, quando avremmo dovuto condividerla... invece tu l'hai scaricata tutta su di me, ed io non ce la faccio più a sopportare questo peso da sola. Mi avevi promesso che saresti stato per sempre al mio fianco e che insieme avremmo affrontato tutto... > ma non riuscì a proseguire per via del pianto.
Aveva ragione, Ben dovette ammetterlo.
Rifiutandosi di elaborare il dolore per quanto accaduto, aveva estraniato il suo cuore e dato spazio solamente alla sua mente, dimenticandosi che entrambi sono direttamente collegati a quelli di Rey, e che lei aveva sofferto per entrambi.
Un fardello troppo grande per lei.
In quel momento, mentre le lacrime continuavano a rigare il volto della ragazza, Ben le si avvicinò, la afferrò per un braccio e l'attirò a se, cullandola contro il suo petto, scusandosi sottovoce per non essere stato presente. E fu allora che permise al dolore di invaderlo e di sfogarsi, lasciando che calde lacrime scendessero sul suo viso, inumidendo la barba incolta.
Stretti in quell'abbraccio rimasero per infiniti minuti, fino a quando i singhiozzi di entrambi non si furono calmati. Solo allora si scambiarono un lungo e umido bacio, come non facevano da giorni.
E quel bacio scatenò qualcosa dentro di loro che da settimane era rimasto sopito. Ben prese la sua dolce compagna in braccio, e senza distogliere troppo lo sguardo da lei, la ricondusse giù per la scalinata fino alla loro capanna, in cui fecero riaffiorare il loro amore per tutta la notte. E proprio la loro passione li rimise al mondo come nient'altro avrebbe mai potuto fare.
Il giorno seguente, arrivarono insieme nella sala riunioni con una novità.
< Buongiorno a tutti, ci sono notizie dalle altre basi? >
< Non ancora signore, ma siamo in attesa dei rapporti dei meeting che dovrebbero arrivare da un momento all'altro >
< Molto bene. Rey vuoi dare tu gli aggiornamenti? >
< Si. Dopo attente valutazioni abbiamo il sospetto che mio figlio e Finn siano entrambi da qualche parte nelle regioni oscure > annunciò la ragazza mentre la piccola folla allibiva < Siete tutti a conoscenza che anni fa a capo dell'impero c'erano due signori dei Sith, esseri estremamente potenti che hanno attinto alle forze oscure, e tutt'oggi non sappiamo fino a dove si siano spinti con le sperimentazioni... e questo non fa altro che avvalorare la mia teoria che in quelle zone ci sia un'alta concentrazione di Forza oscura. Quello che sospettiamo è che qualcuno abbia trovato un modo per usare quella Forza e trasformarla, o quantomeno incanalarla, in una sorta di arma. >
< Quello che non sappiamo è chi abbia potuto compiere una cosa del genere, e l'effettiva portata di quest'arma. Potrebbe essere un unico distruttivo dispositivo, come i cannoni dell'ex base starkiller, ma potrebbe anche essere un'intera artiglieria. > concluse Ben
< Cosa possiamo fare? > chiese uno dei sottoposti
< Al momento la nostra priorità è cercare di scoprire quanto più possibile su quelle località remote per avere un quadro più chiaro di quello che ci aspetta. È quindi fondamentale coordinarci con le altri basi e organizzare delle squadre di ricognizione. >
< Perdoni la domanda comandante... ma cos'ha a che fare questa fanotmatica arma con la scomparsa di suo figlio? > chiese qualcuno a Ben
< Credo che Rey sia la persona più adatta a rispondere >
< Io ritengo che loro siano in qualche modo impossibilitati, o comunque molto scomodi, a lasciare quel posto, quindi hanno bisogno che noi andiamo da loro. All'inizio hanno rapito Finn non solo per farsi dare tutte le informazioni di cui hanno bisogno, ma sapendo che saremmo corsi a cercarlo pensavano che lo avremmo trovato presto. Quando questo non è avvenuto hanno alzato la posta. Sfruttando il legame nella forza fra me e mio figlio si sono assicurati che capissi dove fossero. >
< Quindi stiamo andando dritti nella loro trappola? >
< Più o meno si, ma temo non ci sia altro modo. Sentite, sappiamo che sarà senz'altro pericoloso, che la nostra artiglieria non sarà mai al pari della loro e che non possiamo darvi nessuna certezza che tutti tornerete a casa sani e salvi, e non pretendiamo che mettiate a repentaglio la vostra vita, perciò prima di proporre la cosa agli altri comandanti, vorremmo essere sicuri che ognuno di voi sia consapevole dei rischi che correrà... > disse Rey
< Con tutto il rispetto Rey, combattiamo questa guerra da molto prima che ti unissi a noi, sappiamo perfettamente quello che facciamo, e se questo può porre la fine a tutto siamo più che pronti a correre ogni rischio necessario! > disse fieramente uno dei piloti della flotta, supportato da tutto il resto dei presenti.
< Molto bene > rispose Ben porgendo la mano all'uomo che prontamente la strinse in una tacita promessa di alleanza.
La riunione venne allora sciolta, e i due giovani si collegarono per il consiglio dei comandanti pronti a proporre il loro piano.... peccato che qualcun'altro aveva avuto la stessa idea.
< Crediamo di sapere dove possono aver portato Han e Finn > disse Rey entusiasta
< Sono su Exegol > esordì Luke smorzando il suo entusiasmo
< Come lo sai? > chiese Ben
< Continuavo a riflettere sulle mie visioni e sui sogni di Rey... più ci pensavo e più la mia mente mi spingeva su una direzione precisa. Così sono andato a recuperare dei vecchi appunti e li ho trovato la conferma a quello che credevo: le regioni oscure. Prima di ritirarmi su Ach- To ero sulle traccie di un puntatore Sith, un particolare manufatto che mi avrebbe condotto sul pianeta dei Sith. Ma dopo tanti sforzi non sono mai riuscito a trovarne uno... >
< Uno? Perché quanti ce ne sono? >
< Due ne crearono, nascosti negli angoli più remoti della galassia per evitare che chiunque potesse ancora attingere a quell'oscuro potere e portare nuova distruzione. >
< Ma hai scoperto dove sono? >
< Non esattamente, ma so dove trovare un indizio per uno di essi. È li che la mia ricerca si è interrotta. Ma conosco qualcuno che potrebbe darci una mano a trovarlo. Datemi qualche ora e saprò dirvi di più > e ciò detto l'ologramma dell'anziano maestro sparì.
< Ehm, qualcuno ha capito qualcosa di quello che ha detto? Perché io temo di essermi perso... > disse Poe, suscitando l'ilarità dei presenti.
< Le regioni oscure sono ignote per una ragione: non sono per nulla semplici da raggiungere. Tempeste magnetiche, campi di steroidi, concentrazione della Forza... senza un GPS che ti guidi è impossibile arrivarci > spiegò Ben per i presenti
< Quindi senza questi puntatori siamo bloccati? > chiese Rose
< Non vederla in questo modo, adesso abbiamo uno scopo: trovare i puntatori. La prossima mossa è metterci in moto per prenderli e questo non ci blocca, anzi ci permette di muoverci con una direzione precisa. Per la prima volte dopo giorni abbiamo il primo vero indizio > disse Leia cercando di mostrare la nuova prospettiva
< L'unico problema è intercettare zio Luke è convincerlo a farsi aiutare nelle ricerche > annunciò Ben, che conoscendo lo zio sapeva che non sarebbe stata cosa facile.
< A quello penso io, lascia fare a me, so come prenderlo > disse fiduciosa il generale.
E fatti i dovuti saluti Poe e Rose si scollegarono, ma Leia che rimaneva sempre collegata fino a quando tutti non si fossero disconnessi, notò che il figlio e la compagna erano rimasti.
< C'è qualcosa che non va? >
< Mamma, io e Rey stavamo riflettendo.... >
< Su cosa? >
< Crediamo che su Exegol ci sia qualcuno molto potente nella Forza > disse Rey
< Cosa ve lo fa pensare? >
< Io credo che non abbiano rapito Han a caso. Grazie a Finn sapevano dove trovarlo, ma per farmi arrivare a capire dove sono, qualcuno doveva pur sapere come funziona la forza e le sue visioni. >
< Si, dubito che Hax potesse ideare un piano del genere senza la consulenza di qualcuno che conosce la forza così bene. Quello che mi lascia perplesso è a chi può essersi rivolto, dato che con me o Snoke ha sempre dato segno di non sopportare queste cose. > concluse Ben
< E se fosse stato questo qualcuno a contattare lui offrendogli un patto vantaggioso? > domandò Leia conoscendo il tipo di persona.
< Ecco, questo mi sembra molto più da lui >
< La domanda rimane la stessa però... CHI? > disse Rey
< Parlerò anche di questo con Luke e vi terrò aggiornati. > concluse Leia scollegandosi.

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Capitolo 29
*** Cap. 28 ***


Per i successivi due giorni i due scandagliarono tutto quello che era rimasto dei sith negli archivi trovando poco o nulla, e il loro umore tornò a risentirne.
Non avevano praticamente nulla in mano: non sapevano chi fosse il vero artefice di quello che stavano passando, non sapevano perché e con qualche scopo avesse ideato il suo piano e non sapevano come raggiungere quel luogo. Sapere che il loro piccolino era in quel luogo così oscuro fra le grinfie di chissà quale oscuro maestro Sith, e non sapere come arrivarci faceva forse più male del non sapere.
Ma finalmente una navetta giunse sull'isola il pomeriggio del terzo giorno.
Ne uscì Luke in compagnia dell'ultima persona che si sarebbero mai aspettati di vedere.
< Zio Lando?! > chiese Ben incredulo
< Ciao Ben, ne è passato di tempo... > rispose l'uomo
Ben ricordava bene quante volte il vecchio amico dei suoi genitori era passato a trovarlo quando lui era piccolo, portando sempre qualche fichissimo regalo. Non lo vedeva da quando era stato spedito in accademia Jedi.
< È bello rivederti > gli disse dandogli un abbraccio. < Zio Lando, vorrei presentarti la mia compagna Rey >
< Comandate Carlissian, non sa che onore sia per me conoscerla > disse la ragazza stringendo la mano ad una leggenda della ribellione.
< Ti prego, chiamami Lando. Ho sentito parecchie cose su di te ragazza, Luke non ha parlato d'altro per tutto il viaggio > disse il vecchio amico ridacchiando mettendo in imbarazzo il primo, e facendo arrossire la seconda.
< Cosa vi porta qui? > chiese Ben curioso dalla visita
< Lando ed io eravamo alla ricerca del puntatore anni fa, insieme possiamo decifrare tutti gli indizi e abbiamo pensato di... > iniziò Luke
< … radunare tutta la squadra per una nuova avventura > finì per lui Lando, facendo segno con la mano a qualcuno all'interno della nave.
Così dalle loro spalle fecero capolino Poe, Kydel e Rose, seguiti dal fidato C3-PO, che corsero a riabbracciare i loro amici. Nuovamente riuniti, dopo una bella cena, si misero a discutere di tutto quello che avevano in mano, rivelando alcune informazioni che per via olografica non potevano condividere.
Dopo alcune ore di riunione, giunsero ad una meta: il deserto di Pasaana.
Secondo le ricerche di Luke e Lando, persa fra le due di quel deserto c'era la nave di un certo Ochi of Bestoon, un membro dell'organizzazione dell'alba scarlatta e devoto servitore dei Sith, era noto ai tempi della guerra dei cloni come uno sterminatore di Jedi.
All'epoca delle ricerche Ochi era in possesso di un pugnale molto particolare, vecchia reliquia dei Sith, che sempre secondo i due amici aveva le coordinate di uno dei due puntatori.
< Non per mancare di rispetto a nessuno, ma è passato del tempo da queste informazioni. Come facciamo a sapere che questo Ochi sia ancora li, e che abbia ancora il pugnale? >
< Le mie fonti su Pasaana mi hanno informato che la sua nave è ancora li. É pur sempre un punto da cui iniziare le ricerche > disse Lando
< È l'unica pista che abbiamo e non possiamo lasciare niente al caso > convenne Rey riscontrando il consenso di tutti i presenti.
Così decisero che sarebbero ripartiti il giorno successivo, iniziando a preparare il necessario per la partenza e andando a dormire relativamente presto.
Erano mesi che Rey non metteva piede su una navicella, pronta a prendere lo spazio profondo. L'ultimo viaggio che aveva fatto era stato da Hoth ad Ach-to, quando la sua gravidanza era appena agli inizi. Inevitabilmente la sua mano finì sul suo ventre che pian piano stava tornando alla sua forma normale, come tutto il corpo dopo il parto. Era passato così poco da quando il suo piccolino era venuto al mondo, e una parte di se desiderava averlo ancora al sicuro nel suo grembo.
Se solo fosse nato due settimane più tardi... se solo avesse usato parole diverse con Finn... se solo avesse approfondito i suoi incubi... non sarebbe cambiato niente, convenne con se stessa, in preda alla rassegnazione. Le cose erano andate in quel modo perché nel grande disegno della Forza era scritto che questo era l'unico modo in cui potevano andare. Ma nemmeno questo servì ad aiutarla a farsi una ragione che, nella galassia, esisteva qualcuno talmente malvagio da approfittare di una creatura pura e innocente come un neonato per i suoi tremendi scopi di potere e conquista. E più ci pensava più la rabbia montava in lei, più la voglia di uccidere qualcuno si faceva sempre più urgente, mentre un solo nome prendeva forma nella sua mente: Finn!
Tutto questo era solamente colpa sua, e gliel'avrebbe fatta pagare, al diavolo la loro amicizia, al diavolo quello che aveva fatto per la resistenza, al diavolo tutto! Una volta messo al sicuro suo figlio, avrebbe preso quell'idiota e lo avrebbe ammazzato a mani nude a suon di pugni in faccia e calci in culo!! Se non fosse stato per la sua testardaggine e i suoi stupidi sentimenti verso di lei, a quest'ora sarebbe nella sua capanna con il suo bambino fra le braccia. Sperò con tutto il suo cuore che stesse patendo l'inferno almeno la metà del suo, e si disse che meritava ogni attimo di agonia!
< Rey, cerca di calmarti... mi servi lucida > le parole di Ben, che aveva poggiato le sue mani sulle spalle di lei, interruppero quel fiume in piena che erano i pensieri della sua compagna. Pensieri che sia lui che i due gemelli avevano potuto leggere fin troppo facilmente.
< Rey, la rabbia non è tua alleata ne tua amica. La rabbia ti consuma e acceca. Libera la mente e concentra la tua energia sull'obiettivo > le disse il suo maestro.
< Scusate, è che non riesco a non pensare al fatto che tutto questo sia colpa di... > ma si interruppe prima di pronunciare il suo nome
< Lo conosci Rey, lui è impulsivo e purtroppo non è la prima volta che fa una cosa stupida... > cercò di sdrammatizzare Poe
< Questa volta ha superato il limite! Il prezzo della sua stupidità lo sta pagando mio figlio! > sbottò la ragazza nuovamente arrabbiata
< Lo sappiamo Rey, e non pensare che non siamo preoccupati anche noi. E siamo tutti d'accordo sulla colpevolezza di Finn, ma passare il tempo a farti rodere il fegato non lo riporterà indietro. Perciò ora calmati e pensiamo a come agire una volta che atterreremo > disse risoluto Poe, e questa volta la ragazza non rispose, andando a rifugiarsi fra le braccia di Ben che tentò di calmarla. Anche lui era furioso con quella testa calda del suo ex sottoposto, già non lo sopportava per via del suo attaccamento a Rey, e il pensiero che quell'essere fosse la causa della sofferenza della sua famiglia lo portò ad odiarlo.
Ma doveva restare lucido e concentrato non solo per se stesso, ma soprattutto per Rey, che mai come in questo periodo era tremendamente fragile.
Quando finalmente la nave entrò nell'atmosfera di Pasaana, trovarono un punto strategico dove atterrare e scesero.
Il caldo subito avvolse la pelle di Rey che aveva quasi dimenticato la sensazione del sole addosso. Dopo tutti quei mesi passati fra pioggia, neve e umido fu quasi un toccasana per lei, lasciare che i raggi del sole penetrassero la sua pelle infondendole quel calore a cui non era più abituata.
< Benvenuti alla festa degli antenati! > annunciò il droide protocollare < è una vera fortuna per noi assistere a questo evento che si tiene una volta ogni 42 anni >
< Pensa che fortuna > disse sarcastico Poe, sarcasmo che ovviamente il droide non colse.
Decisero di separarsi in piccoli gruppi e chiedere in giro se qualcuno conoscesse Ochi e dove potevano trovarlo. Rey, Rose e Kydel si aggiravano per le bancarelle e qui e la scorgevano gruppi di bambini che guardano degli spettacolini con i pupazzetti e alla giovane madre si strinse il cuore. Le due amiche non poterono fare a meno di notare quanto lei soffrisse, e si strinsero a lei in un abbraccio, promettendole che avrebbero riportato il piccolo a casa sano e salvo.
Dopo un'ora nessuno aveva avuto indizi sulla possibile posizione di Ochi, così decisero di andare a controllare le coordinate della sua nave, ma per farlo dovettero incamminarsi nel deserto.
Chiesero così in prestito alcuni vecchi speeder per muoversi più velocemente: alla richiesta fatta da Poe e Ben gli abitanti non sembravano molto convinti, ma qualcosa nello sguardo di Rey e Rose li convinse a cambiare idea, così i proprietari dei mezzi accettarono dicendo che lo avrebbero fatto per quelle due ragazze dal cuore spezzato, con la speranza che questo viaggio potesse lenire le loro ferite. Doveva essere una razza molto sensibile per riuscire a capire da un solo sguardo i sentimenti di qualcuno che non avevano mai incontrato.
Le due ragazze ringraziarono sentitamente e il gruppo partì con Luke e Lando in testa al convoglio, dritti verso le loro ultime coordinate.

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Capitolo 30
*** Cap.29 ***


Quando arrivarono sul posto, la nave di Ochi era ferma su una formazione rocciosa rialzata rispetto alle dune.
Scesa dallo speeder Rey osservò attentamente la forma di quella nave, con la sensazione di averla già vista da qualche parte, ma subito non riusciva a ricordare dove.
< State attenti, non sappiamo chi possa esserci li dentro... > disse Luke mettendo in guardia il gruppo.
< Io l'ho già vista questa nave > esordì allora Rey richiamando l'attenzione di tutti
< Come sarebbe l'hai già vista? > le chiese Ben
< Ha qualcosa di estremamente familiare... come se ci fossi già stata. Ma ancora non riesco a ricordare dove o quando >
Gli sguardi perplessi dei suoi compagni rimasero su di lei per qualche altro momento mente, poi presero le loro armi e si avvicinarono pian piano alla nave, con i sensi in allerta, cercando di captare anche il minimo rumore.
Ma la nave si rivelò vuota, nessun vagabondo vi si era stabilito nonostante tutto il tempo trascorso ferma li.
Rey continuava a guardarsi intorno curiosa, mentre la sensazione nel suo stomaco si faceva sempre più intensa, quasi facendole male.
Tutto in quella nave le gridava che lei c'era già stata li sopra, anche se i ricordi nella sua mente erano ancora troppo sfocati per capire.
Girava fra quelle mura di metallo sforzandosi di associare qualcosa a qualche ricordo, ma sembrava tutto inutile.
Cominciava a pensare di essersi immaginata tutto quanto, quando un rumore li fece scattare tutti all'improvviso.
Nel silenzio che si era creato un cigolio proveniente da un angolo aveva attirato la loro attenzione, puntando spade e blaster verso un cumulo di vecchie casse impolverate, pensando che fosse qualche strana creatura del deserto, magari pericolosa. All'inizio rimasero tutti   allerta e orecchie tese, aspettandosi un altro cigolio, e quando non successe nulla Poe decise di dare un calcio ad una delle casse per smuovere qualunque cosa ci fosse la dietro.
Ma al posto di una creatura feroce o di un clandestino, c'era solo un povero robottino a forma di cono su una sola ruota, un po' ammaccato e cigolante che era rimasto tutto solo su quel mezzo abbandonato per tutti quegli anni.
Alla vista di quel droide qualcosa nella mente di Rey scattò, riportandole alla mente il ricordo dei suoi genitori che la portavano via da un rifugio, salivano tutti su quella nave, lei che giocava a rincorrere quel piccolo affarino per tutta la nave, l'arrivo su Jakku, l'addio ai suoi genitori, il vederli andare via mentre lei gridava loro di tornare indietro e di non lasciarla li da sola.
Il ricordo fu talmente violento che la ragazza perse l'equilibrio cadendo su quella stessa pila di casse da qui era spuntato il droide.
Ben arrivò per primo al fianco della compagna per tirarla su, mentre quella era scoppiata in un pianto disperato alternato ad urla strazianti. Il dolore di quello che aveva visto, misto a quello che lo stare in quella nave le faceva prova era decisamente troppo da sopportare, anche perché insieme ai dolorosi ricordi, una consapevolezza stava prendendo forma nella sua mente, che faceva altrettanto male e che apriva degli scenari spaventosi che lei non aveva mai considerato.
< Hei, hei... che succede? > le chiedeva ripetutamente Ben stringendola a se e accarezzandole i capelli sperando di riuscire a calmarla, mentre il resto dei loro compagni si radunava attorno a loro preoccupati per la reazione dell'amica.
Ci vollero cinque minuti buoni prima che il violento pianto si calmasse un poco e la ragazza riuscisse a parlare fra i singhiozzi
< Ora so perché questo posto mi era così familiare... > iniziò cercando di calmare la voce tremante. C'era troppo da raccontare affinché tutti capissero < Vedete, alcuni di voi non lo sanno, ma prima di unirmi alla resistenza facevo la cerca rottami su Jakku. I miei genitori mi lasciarono li quando avevo solo 4 o 5 anni, dicendomi che sarei stata al sicuro e che presto sarebbero tornati a prendermi. Ho atteso per 15 anni... non sono mai tornati. Fu su questa nave che mi portarono su Jakku, e fu sempre su questa nave che li vidi partire per non fare più ritorno. >
< Oh Rey, non lo sapevamo > disse Rose, mentre lei e Kydel si stringevano nuovamente all'amica rattristate da quanto avesse sofferto in tutta la sua vita.
< Pensi che Ochi possa avere a che fare con la morte dei tuoi genitori? > chiese Poe, che fino a quel momento aveva lottato per trattenere una lacrima (dopotutto era umano anche lui).
< Ochi era cacciatore di Jedi al servizio dei Sith, ma all'epoca dei fatti che hai raccontato i Jedi erano stati sterminati da tempo > osservò Lando
< Ma magari lui non era interessato ai tuoi genitori... forse lui stava cercando te > azzardò Luke
< Pensateci, è vero che i Jedi non c'erano più da tempo, ma io avevo la mia scuola in piena attività all'epoca, il che significa che di bambini dotati della forza nella galassia ne stavano nascendo in quel periodo. >
< Ma perché cercare proprio lei? > chiese Ben preoccupato
< Devo capire chi erano i miei genitori... solo così scopriremo cos'è successo > disse decisa Rey
< Ma non abbiamo tempo, dobbiamo trovare quel puntatore e salvare Han... > le ricordò Ben
< So benissimo che mio figlio è ancora in pericolo, ma sento che le cose sono collegate fra loro. I miei genitori, le regioni oscure, la scomparsa di Han e chi l'ha ordinato, sono tutti eventi legati da un unico filo tirato dalla stessa persona. >
Tutti gli sguardi erano posati su di lei, ognuno perso nei suoi ragionamenti per capire in che modo potessero essere veramente tutti elementi connessi fra loro, e dove li avrebbe condotti tutto questo. Fu Luke a prendere in mano la situazione
< Siamo qui per trovare quell'indizio per il puntatore giusto? Focalizziamoci su questo e facciamo un passo alla volta > suggerì il maestro Jedi, e tutti furono in accordo.
Scandagliarono tutta la nave in lungo e in largo cercando anche negli anfratti più stretti, ma nulla di quello che avevano trovato era l'indizio che stavano cercando.
Qualcosa però attirò la loro attenzione, un rumore di qualcosa di veloce che si avvicinava.
Scesero allora dalla nave per controllare cosa fosse, e videro avvicinarsi a gran velocità un gruppo di stormtrooper sugli speeder.
< Come hanno fatto a trovarci qui? > chiese Poe allarmato
< Qualche spia del Primo Ordine deve averci riconosciuto e dato l'allarme. Nemmeno immagini di qualche feccia si servano come informatori > rispose Ben.
Cosi sfoderarono le armi e scesero dalla roccia su cui era parcheggiata la nave di Ochi per prepararsi allo scontro.
Decisero che era meglio portare la battaglia lontana dal li per evitare che la nave si danneggiasse, e così Poe, Rose, Rey e Ben presero gli speeder con cui erano arrivati e si fecero inseguire per le dune di quel deserto, cercando di colpire più nemici possibile, ma alcuni dei soldati avevano in dotazione un jetpack con cui poterli attaccare dall'alto, e uno di loro fece esplodere un ordigno in mezzo ai due speeder, facendo catapultare tutti i passeggeri in avanti.
I quattro atterrarono apparentemente sul morbido, per poi realizzare che fossero sabbie mobili, e prima che potessero pensare a qualsiasi cosa vennero inghiottiti nel sottosuolo.
Appena toccato terra, Rey cercò di mettere a fuoco la vista nel buio che c'era, quando una mano la prese per un braccio aiutandola a tirarsi su.
< Tutto bene? > chiese Poe aiutando l'amica
< Si, per fortuna c'erano queste gallerie >
< Aspetta a gioirne, non sappiamo cosa si nasconde qua sotto... >
< Ben? Rose? > chiamò ad alta voce Rey
< Ragazzi ci siete? > rinforzò Poe non ricevendo risposta al primo richiamo.
Dopo una manciata di secondi videro i due spuntare da una delle gallerie, e subito Ben e Rey si corsero incontro
< Stai bene? > chiese lei
< Si, e tu? >
< Tutto a posto >
< Dove pensate che siamo? > chiese Rose
< Nella tana di qualcosa poco amichevole... > disse Ben che nel frattempo si era chinato a terra per osservare qualcosa alla luce della torcia, richiamando anche l'attenzione dei suoi compagni.
Quando anche gli altri si chinarono, videro un mucchio di ossa ed un teschio di una creatura: dalle immagini che avevano trovato di Ochi e dalla forma di quei resti il gruppo dedusse che il cercatore di Jedi aveva fatto una brutta fine, e la cosa che lo aveva ridotto così era sicuramente ancora da quelle parti.
Ma mentre gli altri erano intenti a studiare i resti, l'attenzione di Rey venne attirata da qualcosa che faceva rifletteva la luce della torcia, e incuriosita lo raccolse..
< Ben, passami la torcia... > disse la ragazza allungando una mano senza staccare gli occhi dall'oggetto che teneva in mano
< Cos'hai trovato? > le chiese lui passandole la torcia
Ma la compagna sembrava completamente immersa nei suoi pensieri, lo sguardo fisso sull'oggetto che teneva in mano.
< Di cose terribili è stato protagonista... > sussurrò infine rimettendosi in piedi e dando agli altri la possibilità di vedere cosa aveva trovato.
Era un pugnale dalla lama decisamente insolita, molto frastagliata da una sola parte, ed aveva delle strane incisioni sopra.
Se lo passarono di mano in mano a turno, e anche Ben ebbe un'oscura sensazione tenendolo in mano. Ma il ragazzo notò anche un'altra cosa
< Potrebbe essere l'indizio che cerchiamo... >
< Davvero? > chiesero Poe e Rose all'unisono
< Si, questa è l'antica lingua dei Sith, ne riconosco i simboli, impronunciabile per chi non sappia leggerla >
< E tu puoi farlo? > chiese Rose
< Purtroppo no >
< Ma C3-PO potrebbe. Lui è un droide protocollare, conosce 50 fantastiglioni di lingue, conoscerà anche questa > disse Poe trovando per la prima volta un'effettiva funzione utile al droide
< Possiamo tentare, ma dobbiamo prima uscire da qui > fece notare Rey.

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Capitolo 31
*** Cap.30 ***


Così i quattro si avviarono in una delle gallerie, sperando che fosse quella giusta, ma ovviamente si rivelò quella sbagliata e girando in tondo tornarono al punto di partenza.
Dopo qualche giro a vuoto finalmente imboccarono la galleria giusta, capendolo dall'apertura sul soffitto da cui filtrava un sottile raggio di sole.
< Bene, ed ora come facciamo? > chiese Poe notando il problema
Ma a Rey e Ben bastò un'occhiata reciproca per capire che potevano tranquillamente usare la Forza per aprire ulteriormente l'apertura e sollevare i loro amici fino alla cima.
< Va bene, io allargo l'apertura e tu li tiri su > disse Rey al compagno
< No, no aspetta, che significa tirare su? > chiese Poe preoccupato
< Stai tranquillo, e rilassati > gli rispose Ben, ma il pilota non sembrava voler stare tranquillo, così capita l'antifona, partì da Rose
< Rose perfavore non muoverti e rilassa i muscoli > la diresse Ben, mentre puntava una mano verso di lei. Pian piano la ragazza iniziò a sollevarsi da terra verticalmente fino a poggiarsi leggiadra sul bordo della buca. < Vedi? Niente di cui preoccuparsi. Ora rilassati > disse nuovamente all'amico che fece del suo meglio, senza troppi risultati. Ma Ben lo sollevò senza problemi e con la stessa delicatezza posò anche lui in superficie.
Poi i due si chinarono quel tanto che bastava per darsi la spinta e saltare fuori da quella grotta, e con una semplice capriola atterrarono poco lontano dagli altri due.
< Complimenti, voto pieno! > disse scherzosamente Poe all'uscita sincronizzata dei due amici, suscitando una leggera risata in tutti i presenti.
< Ora che abbiamo il pugnale dobbiamo tornare alla nave di Ochi e farlo vedere agli altri. >
< Senza gli speeder sarà una bella camminata > fece notare Rose
< Non è che potete lanciarci fino a li vero? > chiese Poe
< Volendo potremmo, ma non garantiamo sull'atterraggio > rispose Rey sorridendo
All'idea di lui in caduta libera verso il terreno, Poe battè le mani invitando gli altri a mettersi in marcia.
Ci volle un'oretta di cammino, ma alla fine tornarono dal resto del gruppo che nel frattempo aveva portato avanti le ricerche accedendo al computer di bordo della nave, con qualche difficoltà.
< Oh, finalmente! > esclamò Kydel correndo verso Poe a abbracciandolo forte appena il rumore del portellone attirò la sua attenzione < Ero così preoccupata >
< Pensi davvero che bastino quattro soldatini per liberarti di me? > chiese scherzando lui cercando di strappare una risata alla sua ragazza che aveva preso ad abbracciarlo più forte.
Per lasciare un momento da soli alla coppia, gli altri tre si erano avvicinati a Luke e Lando riferendo loro del ritrovamento dei resti di Ochi e mostrandogli il pugnale.
Luke lo esaminò e convenne con loro che era un oggetto molto oscuro e quasi sicuramente era quello l'indizio che stavano cercando. Così lo fecero vedere al droide.
< Questa è lingua antica dei Sith > esordì
< Cosa dice? > chiese Rey, ma il droide non rispose
< Non sai leggerla? > intimò Poe
< Oh no, sono perfettamente in grado di leggerla, ma il mio protocollo mi impedisce di esporla ad alta voce. Lingue come queste vennero proibite già ai tempi della prima repubblica, poiché considerate pericolose ed oscure. >
< Non puoi nemmeno esporci la traduzione in lingua corrente? > chiese Kydel
< Temo di no. Qualsiasi concetto contenuto in una delle lingue proibite non può essere esposto né nella lingua originale né tradotto in altre lingue > spiegò sapiente il droide
< Quindi come facciamo? > chiese Rose
< Dobbiamo baypassare il suo protocollo > disse Poe secco
< Ma la procedura potrebbe danneggiare permanentemente la sua memoria > disse Kaydel, preoccupata per le sorti del droide, sapendo quando Leia fosse affezionata a lui.
< Non possiamo fare un back-up? > propose Rose
< Potrebbe non funzionare lo stesso. I blocchi dati dai protocolli sono una vera rogna. Specialmente per quello che riguardava i Sith, venivano prese misure estreme > raccontò Lando.
< Qualcuno conosce chi sarebbe in grado di farlo? > chiese Ben
< Io conosco qualcuno... > disse Poe, anche se sembrava poco convinto
< E chi sarebbe? > chiese la sua ragazza curiosa
< Vecchi amici... anche se non siamo rimasti proprio in buoni rapporti... >
< E in che tipo di rapporti eravate prima? > chiese il tenente che stava iniziando a sentire puzza di imbroglio da parte del suo bel pilota.
< Beh, ecco... eravamo un gruppo. E nei gruppi capita che ci sia qualche... storiella > abbozzò il ragazzo peggiorando solo la situazione con la sua compagna, che a quelle parole alzò le mani e si diresse a passo svelto fuori dalla navetta.
< Beh, se con te non vogliono avere a che fare, andremo noi > disse Rey a Poe < Dove si trovano questi tuoi vecchi amici? >
< Kijimi > rispose lui, cercando di raggiungere Kydel per sistemare le cose
< Perfetto allora, torniamo al Falcon e dirigiamoci li > concluse Ben.
< Aspettate: non vorrete veramente applicare questa barbaria su un povero droide? > chiese il diretto interessato
< Trepio, non abbiamo scelta. Quell'indizio è l'unica pista che abbiamo per svelare la verità, salvare mio figlio e tutta la galassia. Possiamo porre fine alla guerra... Non è quello che hai sempre voluto anche tu? Vedere Leia finalmente felice? > disse Rey al droide
< Mi auguro che il mio sacrificio possa essere la carta vincente per vincere la guerra. > poi il droide posò un lungo sguardo sul gruppo
< Che stai facendo? > chiese Poe
< Do un'ultimo sguardo ai miei amici, padron Poe >
Gli occhi di Rey e Rose si inumidirono di lacrime, mentre Ben poggiava un braccio sulle spalle di entrambe per consolarle. Nemmeno lui era entusiasta all'idea di dover resettare la memoria del droide e perdere per sempre quell'amico un po' invadente e pungente, ma per salvare suo figlio era disposto a tutto.
Luke a Lando avevano copiato tutte le rotte e i dati del computer di bordo della nave di Ochi perché avevano trovato qualcosa di interessante, ma al momento non era il caso di rivelare niente a nessuno. Ogni cosa a tempo debito.
Tornati al Falcon Poe e Kydel non avevano ancora totalmente risolto la questione, che il pilota lasciò in sospeso per raggiungere Ben in sala di pilotaggio. I due impostarono al rotta per Kijimi e il gruppo partì. Durante il viaggio Rose e Rey cercarono di rassicurare l'amica sui reali sentimenti di Poe, e qualunque cosa fosse successa fra lui e chissachi ormai era finita e apparteneva al passato. Sperando che questo avrebbe messo fine alla loro discussione.
Quando arrivarono, il pianeta era coperto di neve, e altra ne stava cadendo dal cielo quella notte, perciò lasciarono il Falcon appena fuori dalle mura della città.
< Sentite so che vorreste venire tutti ma non possiamo, attireremmo troppo l'attenzione > disse Poe che conosceva bene quel posto e come funzionavano le cose.
< Io voglio venire con voi > esordì subito Rey
< No, andremo solamente io e Ben con Trepio > rispose il ragazzo < Conosco questo posto e so come ragionano le persone da queste parti. Tu e le ragazze rimarrete qui con Luke e il generale Carlissian, è più sicuro >
< Ma, non è giusto! > protestò la ragazza
< Tesoro, non possiamo correre rischi. Sarà una cosa veloce: andiamo, prendiamo l'informazione che ci serve e torniamo subito qui, promesso. > le spiegò Ben cercando di farla ragionare.
Rey non sembrava molto convinta, ma si arrese promettendo che sarebbe rimasta sulla nave con gli altri.
< Stammi bene a sentire: se farai un solo passo falso fra noi è finita! E chiaro comandante? > disse Kydel prendendo Poe per un braccio e portandoselo a due centimetri dalla faccia per poterlo guardare bene negli occhi.
< Non farei mai nulla che possa ferirti, lo sai. > rispose lui altrettanto serio senza staccare gli occhi da lei.
< Ben, perfavore controllalo tu >
< Tranquilla, non lo perderò di vista un momento > la rassicurò lui.
Così indossati pesanti e lunghi giacconi, compreso il droide, per non dare troppo nell'occhio, i tre uscirono dalla nave ed entrarono in città. Da quel momento non restava che attendere e sperare che tutto andasse per il verso giusto.
Per ingannare l'attesa Lando chiese a Rose e Kydel di aiutarlo a scaricare i dati presi dalla nave di Ochi per controllare le ultime rotte fatte dal cacciatore, lasciando a Luke campo libero per parlare con la sua ex apprendista.
< Rey, c'è una cosa di cui dovrei parlarti > esordì il maestro Jedi sedendosi accanto a lei
< Di che si tratta? >
< Io e Leia non siamo stati molto sinceri con te, fin dall'inizio >
< Che vuoi dire? >
< Noi sappiamo chi sei > l'uomo era titubante nel parlare, ma andava fatto.

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Capitolo 32
*** Cap. 31 ***


L'anziano maestro aveva inizialmente deciso di aspettare a rivelare alla ragazza quello che lui e Lando avevano scoperto quel pomeriggio, ma allo stesso tempo avvertiva in lei che il pensiero delle rivelazioni avute quel giorno la stavano tormentando, per quanto cercasse di non darlo a vedere. Sapeva che quello che stava per dirle avrebbe soltanto aumentato il carico di quel peso, ma avrebbe altresì portato un po' più di chiarezza nella sua mente confusa.
< Non capisco, di che stai parlando? > chiese lei
< Vedi, quando sei arrivata alla resistenza a Leia è stato riportato tutto quello che tu e Finn avete vissuto su Jakku, quello che era successo su Takodana con Han e Maz, e lo scontro che hai avuto con Ben sulla Starkillr. Così lei, che aveva percepito subito il tuo dono, ha fatto delle ricerche, e quando sei venuta da me su Ach-to ha affidato tutte le sue ricerche a R2-D2. Ed è proprio basandomi su quelle ricerche che non volevo allenarti, perché avevo paura del tuo potenziale, temevo che sarebbe finita come con mio nipote. Convenimmo che era meglio non dirti nulla per non turbarti, spaventati dall'effetto che questa rivelazione avrebbe avuto su di te. Ma adesso, con tutto quello che abbiamo scoperto oggi, è tempo che tu sappia la verità... >
< Sapevate chi ero e non mi avete detto niente? > sbottò la ragazza alzandosi in piedi
< Volevamo solo proteggerti. Mantenerti al sicuro da tutto questo. Non avremmo mai potuto prevedere che le cose si sarebbero evolute in questo modo > rispose il maestro per tentare di calmarla. Sentiva la sua rabbia e la sua delusione montare dentro di lei, e ne aveva tutto il diritto.
< Parla > disse soltanto lei, perentoria con le mani sui fianchi
< Va bene, ma quello che sto per dirti non ti piacerà >
< Non importa, dillo e basta > questa volta era tornata a sedersi, con le braccia incrociate.
< Leia ed io crediamo che dietro tutto quello che sta accadendo ci sia... Palpatine. >
< Come scusa?? > chiese la ragazza sorpresa
< L'imperatore galattico, il Sith più oscuro e potente che la galassia abbia mai conosciuto... il nostro acerrimo nemico. Credevamo che fosse morto ormai da molto tempo, ucciso da mio padre alla fine della guerra contro l'impero... ma tutti gli indizi che abbiamo raccolto portano in una sola direzione. >
< Ma cosa c'entra lui con me? >
< Vedi lui ha sempre tenuto mio padre in pugno facendone il suo braccio destro e designandolo come suo erede. Quello che nessuno sapeva era che in qualche modo è riuscito a riprodursi tramite clonazione probabilmente, e tu... sei sua nipote diretta > disse l'uomo.
< Stai scherzando? > chiese alzandosi in piedi per vedere meglio la sua espressione < È per caso uno scherzo? Perché io non lo trovo affatto divertente > disse lei sulle prime, non credendo a quello che aveva appena sentito. Ma lo sguardo serio e il silenzio da parte dell'anziano jedi le fecero intuire che quelle assurde parole che aveva udito erano la verità.
La ragazza allora iniziò a fare su e giù per la saletta, con una mano sul fianco e l'altra alla fronte, mentre richiamava tutto quello che Ben le aveva raccontato sull'epoca dell'impero e come la sua famiglia avesse combattuto quell'essere malvagio. E ora veniva fuori che lei era la nipote diretta del più potente e malvagio Sith della galassia e di tutti i tempi, artefice della distruzione dell'ordine dei Jedi, della morte del nonno di Ben, della distruzione di numerosi pianeti e innumerevoli vite.
Il suo sangue maligno scorreva nelle sue vene.
Era decisamente troppo da sopportare.
Il respiro cominciò a farsi affannato, la vista le si appannò tanto che dovette portarsi una mano dal fianco al petto per reggersi il cuore.
Ora però tutte quelle strane visioni finalmente acquistavano un senso: era lui quella figura incappucciata nei suoi sogni, era lui che la chiamava per tutto il tempo.
Stava tentando di richiamarla a se per sottrarle il suo potere?
Era lui che aveva rapito suo figlio perché nato da lei e Ben, i due più potenti esseri dotati della forza rimasti nella galassia?
In quel momento una domanda sorse spontanea nella sua mente.
< Chi erano i miei genitori? > chiese solo con un filo di voce appena riuscì a parlare
< Non lo sappiamo con certezza. La nostra teoria è che tuo padre fosse una specie di clone di Palpatine, sfuggito al suo controllo. Quello che sappiamo è che i tuoi genitori stessero cercando di nascondere te da lui, per evitare che avesse accesso al tuo potere, e che Palpatine abbia sguinzagliato Ochi al loro inseguimento per catturare te e portarti da lui. Per questo ti hanno lasciato su Jakku, nessuno ti avrebbe mai cercata in posto dimenticato come quello. E quando Ochi li ha catturati e loro si sono rifiutati di rivelargli dove fossi lui li ha uccisi. >
< Ma io ricordo che eravamo tutti e tre insieme sulla nave di Ochi prima che mi lasciassero su Jakku. Ricordo di aver giocato con quel robottino per tutto il viaggio... com'è possibile? >
< La memoria ci gioca brutti scherzi, specie quando i ricordi sono confusi e stanno sbiadendo. È possibile che tu abbia unito ricordi veri e fantasie create dalla tua mente quando eri piccola. Se foste stati tutti su quella nave a quest'ora non saremmo qui a parlarne. L'ipotesi più plausibile è che i tuoi avessero una nave simile, erano modelli molto comuni all'epoca, specie per chi desiderava passare inosservato. >
< E se Ochi ci avesse catturati già una volta e i miei erano riusciti a fuggire e nascondermi su Jakku prima che li ritrovasse? >
< Tutto è possibile Rey, dato che non è rimasto nessuno a cui chiedere come siano andate realmente le cose quel giorno, e tu eri troppo piccola per ricordare tutto. >
< Credo di aver sempre saputo che erano morti... ma non volevo accettarlo. Non capivo perché lasciarmi in quella discarica a condurre una vita come quella. E mi facevo forza ogni giorno, dicendomi che probabilmente quello sarebbe stato l'ultimo, di portare un po' di pazienza. Ma i giorni sono diventati settimane, mesi, anni interminabili e loro non sono mai tornati. Mi ero decisa che avrei accettato tutto quello che sarei riuscita a scoprire su di loro... ma questo. Questo è troppo, mi rifiuto di accettarlo! >
< Non hai scelta Rey. Prima accetterai le tue origini e prima capirai come conviverci >
< Ma non capisci? Il mio destino è segnato! E se stessi diventando come lui? E se non riuscissi a controllarmi e facessi del male a qualcuno di voi? E se avessi condannato mio figlio? > iniziò a dire a raffica la giovane che aveva ripreso a passeggiare avanti e indietro.
< Rey ragiona!! > le disse esasperato Luke, fermando il suo cammino prendendola per le spalle < Il nome che porti e il sangue nelle tue vene non determinano chi sei! Tu e solo tu decidi chi sei e chi vuoi essere! Guardati: sei una ragazza coraggiosa, altruista, sempre pronta a fare del bene ed aiutare chi è in difficoltà. Hai convinto Ben a lasciare il lato oscuro e tornare a casa! Ti sembrano cose paragonabili alla condotta di Palpatine? No. E sai perché? Perché tu hai deciso chi volevi essere, e sei rimasta sempre fedele a te stessa. Quindi perché cambiare adesso, solo perché sai il tuo cognome? >
La ragazza aveva ascoltato con attenzione le parole del suo maestro e ne trovò conforto. Aveva ragione, doveva solamente continuare ad essere se stessa e nulla sarebbe cambiato. Lei aveva i suoi amici accanto a se, il suo maestro Luke, la sua mentore Leia, il suo amato Ben, e presto avrebbe riavuto indietro anche suo figlio. Non aveva nessun motivo di cedere al lato oscuro solo perché suo nonno glielo avrebbe ordinato.
Che poi, chiamarlo nonno non era appropriato, dato che lei non lo aveva mai conosciuto.
Palpatine rimaneva un nemico ed un estraneo come lo era fino a qualche minuto prima.
< Ben lo sa? > chiese poi, con il dubbio che anche lui avesse dovuto mantenere il segreto
< No. Spetta a te dirglielo se e quando lo riterrai opportuno > rispose Luke facendo cenno al portellone che si stava aprendo.
Quando Ben salì la rampa si ritrovò le braccia di Rey al collo prima che potesse realizzare cosa fosse successo, ma rispose all'abbraccio con altrettanto trasporto.
< Hei, va tutto bene? > le chiese con una punta di preoccupazione
< Si, ora che sei qui >
Nel frattempo Luke e Lando avevano fatto decollare il Falcon e si stavano dirigendo in orbita prima che qualcuno si potesse accorgere della loro presenza e dare l'allarme.
< Allora? > chiese Rey curiosa, come tutto il resto dei presenti
< Abbiamo delle coordinate > annunciò Poe < E abbiamo un Trepio senza memoria > continuò afferrando il droide dorato per levargli il pesante cappotto, mentre guardava la sua bionda.
< Salve, mi chiamo C3-PO, droide protocollare cyborg, piacere di fare la vostra conoscenza >
< È uno scherzo? > chiese Rose
< No, purtroppo la procedura per bypassare i protocolli comporta la perdita permanente della memoria del droide >
< Povero Trepio... mi mancherà > rispose Rey ancora abbracciata a Ben
< A me no. Partiamo? > disse Poe andando in cabina di pilotaggio seguito da Ben.
Lando e Luke lasciarono il posto ai due giovani che inserirono le coordinate appena acquisite e partirono: destinazione Kef-Bir.
< Allora Ben, com'è andata la vostra gita in città? > chiese Kydel ignorando il pilota
< Simpatici gli amici di Poe, specie il piccoletto che ha fatto il lavoretto a Trepio. > rispose lui, facendo l'occhiolino all'amica per rassicurarla. E visto che erano nell'iperspazio, si alzò per farle posto, e raggiungere Rey.
La trovò rannicchiata su uno dei divanetti con lo sguardo perso nel vuoto, presa dai suoi pensieri.
< Disturbo? > le chiese sedendosi accanto a lei
< Hei, certo che no > rispose lei avvicinandosi a lui
< Sembravi così presa dai tuoi pensieri... ti va di parlarne? >
All'inizio era tentata di dirgli tutto quello che aveva appena saputo, ma non aveva ancora finito di elaborare lei stessa tutta la questione, e poi temeva la sua reazione sia nei confronti di suo zio che di sua madre, e non voleva rovinare tutto, così decise di glissare argomento.
< Credevo ne avessimo già parlato a sufficienza di tutta questa situazione. Stiamo saltando da un pianeta all'altro da quasi due giorni o ogni indizio che troviamo invece di avvicinarci alla soluzione, ci rimanda ad un enigma più complicato del precedente... >
< Si, è frustrante, lo capisco. Ma siamo sulla strada giusta per trovare Han e mettere fine a tutto questo. Dobbiamo solo rimanere concentrati ancora un po'. >
< Hai ragione, a volte mi lascio prendere troppo dallo sconforto... è solo che mi manca mio figlio >
< Manca a me, tanto e non vedo l'ora di poterlo riavere con noi. Ma non possiamo mollare adesso, lui conta su di noi > e detto questo le diede un bacio sulla fronte e iniziò a raccontarle nel dettaglio della loro piccola avventura dentro le mura della città per distrarla.

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Capitolo 33
*** Cap. 32 ***


Il pianeta su cui atterrarono era composto da vaste distese erbose e una grande quantità d'acqua, per cui non fu difficile atterrare.
Quando scesero un forte odore di acqua salmastra li accolse. Ma nemmeno il tempo di guardarsi intorno che un rumore di zoccoli al galoppo li mise in allerta, per poi vedere un gruppo di persone in sella ad alcune creature che li stavano circondando puntando loro contro delle armi.
< Non siamo nemici, non vogliamo attaccarvi, abbassate le armi > annunciò Poe con le mani alzate
< E che ci fate qui? > chiese quella che tutti identificarono come leader del gruppo.
< Siamo alla ricerca di qualcosa, e ci hanno dato queste coordinate. >
< Cos'è che cercate? >
< Non sappiamo come sia fatto, sappiamo solo che si trova qui > intervenne Luke che non si fidava a dare troppe informazioni in giro
< E sperate che vi creda? > chiese la ragazza giustamente confusa.
Allora Rey si divise dal gruppo e si avvicinò alla ragazza
< Come ti chiami? > le chiese tranquillamente
< Mi chiamo Jannah, e tu? >
< Io sono Ray. Jannah noi facciamo parte della resistenza, ne hai sentito parlare? >
< Quella resistenza? >
< Esatto. Siamo qui alla ricerca di qualcosa che potrebbe aiutarci a mettere finalmente fine a questa guerra >
Ma Jannah aveva spostato lo sguardo da lei a Ben. Continuava a fissarlo come se lo conoscesse.
< Tu > gli disse infine indicandolo < Ci siamo già visti da qualche parte? >
< Non saprei... tu da dove vieni? >
A quella domanda tutti i componenti del gruppo a cavallo si scambiarono delle occhiate reciproche e abbassarono le armi.
< Noi siamo dei fuggitivi. Appartenevamo ad una divisione delle truppe del Primo Ordine. Alla nostra prima missione sul campo ci ordinarono di sparare a dei civili indifesi... ci rifiutammo. Da allora siamo in fuga. >
A quel racconto la memoria di Ben si mise in moto: l'ammutinamento di un'intera divisione fece parecchio scalpore all'epoca dei fatti, tanto che Hux andò su tutte le furie. Li per li non ritenne conveniente rivelare chi fosse, ma prima che potesse proferire qualsiasi parola, Rey parlò per lui.
< Forse conosciamo uno dei vostri, FN-2187 >
< Spiacente, non faceva parte della nostra squadra... come lo conoscete? >
< Anche lui si è rifiutato di sparare a degli innocenti, ha liberato un prigioniero e si è unito a noi >
< Davvero? E adesso dov'è? >
< Crediamo che sia stato catturato durante una missione, dal Primo Ordine e che lo tengano in ostaggio da qualche parte, sperando di ottenere informazioni. Ecco perché dobbiamo trovare questo indizio il prima possibile >
< Sapete cosa sia? > chiese Jhanna scendendo dalla creatura per avvicinarsi a Rey
< Non precisamente... sappiamo solo a cosa serve > rispose Ben
Ma in quel momento, mentre ne parlavano qualcosa nella mente di Rey scatto, e di getto prese il pugnale dalla sacca che portava a tracolla, e lo osservò per qualche secondo, rigirandoselo fra le mani.
Poi, mentre le voci degli altri si facevano sempre più ovattate alle sue orecchie, stese il pugnale davanti agli occhi, e iniziò a scrutare l'orizzonte attorno a se. Nessuna forma dei rilievi attorno a loro combaciava con la parte seghettata della lama.
Così cominciò a voltarsi intorno fino al mare in tempesta alle loro spalle e si avvicinò a passo svelto allo strapiombo: mentre la nebbiolina si diradava, vide spuntare una sagoma all'orizzonte.
Il resto del gruppo si era perso in chiacchiere, e ci volle qualche minuto prima che qualcuno si accorgesse che lei non era più con loro e che si era allontanata. Il vociare allora si estinse, e iniziarono tutti a rincorrerla, tentando di capire cosa stesse facendo sul bordo.
Intanto Rey da quella distanza iniziò a distinguere qualcosa di enorme che spuntava dall'acqua.
Lo osservò per qualche secondo e poi fece lo stesso esperimento di prima con la lama del pugnale, e finalmente in un punto preciso la lama del pugnale e la sagoma di quel relitto combaciavano perfettamente.
< Li! > indicò la ragazza a tutti i presenti che le si erano radunati attorno, prima che potessero proferire parola
< Cosa c'è li? > chiese Ben guardando nel punto da lei indicato non notando nulla degno di nota
< Quello che stiamo cercando >
< E come hai fatto a capirlo? >
Lei gli passò il pugnale e gli indicò dove guardare e Ben vide i bordi combaciare
< Ha ragione: la seghettatura della lama e la sagoma combaciano. Dev'essere quello il punto. >
A turno il gruppo si passò di mano il pugnale e tutti videro la risoluzione dell'enigma.
< Il problema ora è un altro: come ci arriviamo li? > chiese Poe
< Giù alla spiaggia ci sono dei mezzi che potete usare, ma non è il momento adatto per attraversare il mare, è troppo pericoloso > disse Jannah
< Ma non possiamo aspettare! > esclamò Rey
< Mi spiace ma dovrete aspettare che passi la tempesta e il mare si calmi, o non avrete nessuna possibilità di arrivare dall'altra parte > e così dicendo si misero in cammino di ritorno al Falcon, lasciando Ben e Rey con lo sguardo fisso al mare, al bordo della scogliera.
I due rimasero ad osservare quel mare in tempesta mentre le sue onde si schiantavano contro quel relitto, e pensarono che ora che finalmente erano arrivati ad una svolta non potevano più attendere. Così Rey si voltò verso il suo compagno.
< Non abbiamo tempo di aspettare che si calmi Ben. Non ora che siamo così vicini. Più tempo passa più la vita di nostro figlio è in pericolo. >
< Sono d'accordo. Magari per loro è pericoloso attraversarlo, ma noi abbiamo una possibilità... facciamolo >
I due si scambiarono un'occhiata di intesa, poi si voltarono a guadare alle loro spalle, e approfittando del fatto che erano tutti intenti a chiacchierare con le nuove conoscenze, saltarono giù dalla scogliera atterrando sulla spiaggia poco sotto.
Videro che legati sulla riva c'erano due catamarani motorizzati.
Ne presero uno e si posizionarono una al posto di guida e l'altro in punta per poter fermare le onde con la Forza ed aprirsi un passaggio.
Misero in moto e partirono alla volta di quel mare in tempesta.
Il rumore del motore, amplificato dalle onde attirò l'attenzione del gruppo che notò solo in quel momento l'assenza dei due ragazzi.
D'istinto corsero tutti fino al bordo dello strapiombo, e dopo qualche secondo videro una macchia gialla risalire un'onda fino alla cima per poi saltare giù, aprire un varco in quella successiva per attraversarla e sparire dietro di essa poco dopo.
< Quei due vogliono farsi ammazzare per caso? > chiese uno dei fuggitivi
< Gli avevo detto di aspettare! > sbottò Jannah
< Odio quando fanno così! > concordò Poe
< Cercate di capirli: quell'oggetto è l'unica pista che hanno per ritrovare loro figlio. Potete biasimarli? > spiegò Kydel
< Figlio? > chiese Jannah confusa
< Si, hanno avuto un bambino un mese fa, ma è stato rapito giorni settimane fa e nessuno sa che fine ha fatto o chi sia stato. Il loro unico indizio è quel puntatore che sperano li porti da lui e da chi lo ha portato via. Hanno il cuore spezzato e sono preoccupati oltre ogni modo e faranno di tutto per portare il piccolo in salvo. > continuò Rose che comprendeva in pieno i suoi amici.
< Mi dispiace molto per loro, sembrano due bravi ragazzi >
< Lo sono, sono davvero speciali > convenne Luke.
< Beh, qui possiamo fare poco. Avete ancora quei ricambi? > chiese la capogruppo a Poe
< Si, torniamo alla nave, è meglio > e si incamminarono tutti per la seconda volta.

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Capitolo 34
*** Cap. 33 ***


Intanto Ben e Rey si erano aperti la strada fra quelle onde alte come castelli ed erano arrivati su quel relitto immerso nel mare.
< Che posto è secondo te? > chiese lei una volta riusciti ad agganciare il mezzo ad uno spuntone di metallo.
< La morte nera > disse lui senza pensare. L'aveva riconosciuta appena atterrati
< Quella esplosa dopo la guerra di Endor? > chiese Rey ricordando nuovamente quello che Ben le aveva raccontato mesi prima durante il loro primo viaggio insieme.
< Esatto > rispose lui guardandosi intorno per capire come entrare.
Trovarono un'entrata poco lontano, che portava dritta in quel labirinto di corridoi pendenti da un lato, arrugginiti e potenzialmente pericolosi dati i cavi pendenti a contatto con l'acqua che mandavano scintille di continuo.
In alcuni casi dovettero perfino arrampicarsi per via della strana inclinazione del relitto, che smosso dalle enormi onde alle volte cambiava pendenza.
Mentre camminavano Ben non poté fare a meno di pensare che suo nonno aveva percorso quei corridoio come stava facendo lui adesso, e stava combattendo una guerra contro i suoi stessi figli senza nemmeno saperlo. Quanti ordini, quante decisioni cruciali per la storia della galassia erano state prese li dentro, e ora quel baluardo di potere non era altro che un ammasso di ferro lasciato a marcire dimenticato da chiunque.
Per tutta la sua vita aveva idolatrato il grande Darth Vader, prendendolo come modello da seguire, convinto che un giorno avrebbe governato la galassia come lui aveva fatto anni addietro. Ma da quando aveva incontrato Rey tutte le sue certezze si erano sgretolate davanti a lui, lasciando spazio ad una nuova verità: il vero modello da seguire era Anakin Skywalker.
Colui che aveva consacrato la sua vita alla donna che amava, andando contro l'intera galassia per poter stare con lei. E in quel momento si rese conto che lui aveva fatto la stessa identica cosa ma al contrario. Suo nonno aveva abbandonato la luce accecato dalla paura di perdere l'amore della sua vita, passando al lato oscuro; lui invece aveva lasciato l'oscurità per proteggere la donna che amava ed era tornato nella luce per lei.
Era come la chiusura di un cerchio per la sua famiglia, nell'eterna lotta fra luce ed oscurità.
Ma perso in tutti questi pensieri non si era accorto che Rey non era più accanto a lui.
Si guardò intorno e la chiamò per vedere se per caso fosse nelle vicinanze ma lei non rispose. Qualcun'altro però attirò la sua attenzione: era una possente figura completamente vestita di nero e brandiva la sua stessa spada laser, ma al contrario della propria questa non era instabile, ma perfettamente equilibrata.
< Hai commesso un grosso errore > disse la figura che Ben riconobbe come il se stesso in versione Kylo Ren
< Tu dici? > rispose Ben
< Avevi tutto: il potere, il rispetto di Snoke, la resistenza in pugno. Ma hai rinunciato a tutto per cosa? Per l'amore... sei un debole! > lo schernì Kylo
< Sei tu il debole, sottostando alla crudeltà di Snoke. Senza il coraggio di alzare la testa e farti valere. Io ho fatto quello che dovevo per me stesso! >
In quel momento Kylo attaccò Ben e i due si scontrarono senza risparmiarsi un colpo.
Anche Rey nel frattempo si era accorta di aver perso Ben per strada e quando provò a tornare indietro per cercarlo, qualcuno le sbarrò la strada.
Una ragazza vestita con un lungo abito nero e una mantella dello stesso colore apparve da dietro l'angolo. I suoi capelli erano come i suoi ma più scuri e in mano brandiva una spada laser rossa a doppia lama.
La ragazza la guardò per qualche secondo incredula di quello che aveva davanti: era come guardarsi allo specchio per certi versi.
< Non avere paura di chi sei > le disse la sua versione oscura con tono quasi dolce
< Per diventare come te? No grazie >
La dark Rey allora l'attaccò e le due iniziarono a combattere e sembrava che quella avesse la meglio. Era riuscita ad imprigionare la sua lama blu fra quelle due rosse e facendole perdere l'equilibrio Rey cadde a terra, in quella che sembrava una vecchia plancia di comando.
Le grandi finestre erano completamente rotte, cavi e caschi di soldati erano ovunque, una poltrona stava al centro dell'enorme stanza.
Ma proprio mentre stava a terra sentì un altro tonfo e girò lo sguardo.
Ben, con la propria spada in mano era atterrato a terra poco lontano da lei e guardava verso qualcosa che lei non vedeva.
I due si videro e si corsero incontro
< Stai bene? > chiesero in coro l'uno all'altra ma non ci fu tempo per rispondere perché una sensazione li portò a voltarsi immediatamente, portandosi schiena contro schiena mentre le loro versioni oscure puntavano dritte verso di loro.
< Dimmi che vedi quel che vedo io > disse Ben
< Dipende tu cosa vedi > ribattè Rey
< Un Kylo Ren incazzato che punta verso di me >
< Io vedo una Rey oscura con le stesse intenzioni >
< Mi piacerebbe vederla sai? > disse per sdrammatizzare
< Sicuramente piacerebbe alla tua controparte >
< Dici che dovremmo presentarli? > chiese lui mentre entrambi alzavano nuovamente le loro spade laser. Ma proprio mentre si stavano preparando per attaccare, le due figure svanirono nel nulla da cui erano apparse, lasciando i due confusi.
< Lui è sparito >
< Anche lei. Secondo te che significa? >
< L'imperatore Palpatine ha vissuto su questa nave per anni, e mio nonno assieme a lui. La concentrazione di forza oscura non si è ancora dissolta del tutto, nonostante tutti questi anni. >
< Questo posto non mi piace, troviamo quel puntatore e andiamocene > disse lei iniziando a guardarsi attorno
< Com'era? > chiese Ben
< Com'era cosa? >
< La tua versione oscura >
< Perché lo chiedi? >
< Curiosità. Se vuoi poi ti dico com'era la mia >
< Grazie ma credo di ricordarmi ancora come fosse fatto Kylo Ren >
< Quindi? Com'era lei? >
< Era identica a me... le uniche cose diverse erano il suo lungo abito nero, e la spada rossa >
Il giovane avrebbe volto approfondire ulteriormente quella visione, ma il modo in cui lei gli aveva risposto gli fece intuire che era meglio accantonare il discorso. Vedere quella versione oscura di se stessa doveva averla turbata.
Seguirono lunghi minuti in cui entrambi si focalizzarono sulla loro ricerca, casualmente una della porte automatiche su un lato della stanza si aprì quando Rey si avvicinò ad essa, sorprendendo entrambi del fatto che ancora funzionasse.
Così si presero per mano e si incamminarono in quel corridoio semi buio e dentro una rientranza trovarono un oggetto triangolare che emanava uno strano segnale.
Ben lo afferrò e capirono all'istante che quello era ciò per cui erano li. Con quello erano un passo più vicini a trovare il piccolo Han, a trovare Finn, e mettere fine a quella guerra.
Misero il manufatto nella sacca che Rey portava a tracolla, nonostante fossero zuppi d'acqua dalla testa ai piedi, e approfittando delle vetrate aperte, i due ragazzi si arrampicarono da li per uscire.
Dall'alto videro dove avevano lasciato il mezzo e scesero per raggiungerlo e tornare a riva.
Stranamente il viaggio di ritorno verso la costa sembrò loro più veloce rispetto a quello d'andata.
Non vedevano l'ora di mostrare a tutti quello che avevano trovato, ma sapevano anche che nessuno di loro approvava la loro decisione di andare da soli.
Quando raggiunsero il Falcon, Jannah li guardò con occhio indagatore
< Siete tutti interi > disse quasi sorpresa
< È una cosa brutta? > chiese Ben
< No, così posso ammazzarvi io! > rispose Poe furioso < Che cosa diavolo vi è saltato in mente? Buttarvi in una situazione come quella, da soli, senza dire niente a nessuno! >
< Poe, noi eravamo gli unici che potevano farcela, e come vedi siamo incolumi > tentò di rassicurarlo Rey
< Quello che vorrei che capiste è che siamo una squadra, e le squadre lavorano insieme! >
< Scusaci Poe, volevamo solo velocizzare un po' i tempi > il tono di Rey era sinceramente dispiaciuto e lui lo aveva capito. Così si passò una mano fra i capelli e fece un lungo respiro per calmare anche il suo di tono. Dopo tutto erano tornati sani e salvi con il puntatore.
< Lo capisco, ma almeno la prossima volta parliamone insieme va bene? >
< Agli Ordini Capitano! > disse Rey facendogli l'occhiolino e il saluto militare.
< Andate ad asciugarvi > rispose lui ridacchiando e la tensione si sciolse.
< Per un momento credevo che sarebbe partita la rissa > disse Jannah a Rose e Kydel
< Si, per un momento lo credevo anche io > rispose l'ultima.
Una volta messo qualcosa di asciutto indosso i due ragazzi mostrarono a tutti quello che avevano trovato. Si misero tutti seduti attorno al tavolino e osservarono l'oggetto.
< Un puntatore Sith: questo ci mostrerà esattamente dove andare > disse Luke < Ora, per quanto so che vorreste partire di corsa devo chiedervi di avere ancora un po' di pazienza. Non sappiamo cosa ci attenderà laggiù e avremo bisogno di tutto il supporto possibile. >
< Cosa proponi? > chiese Ben allo zio
< Torniamo alla base, raduniamo tutte le nostre truppe, organizziamo un piano d'attacco >
< Sono d'accordo con lui, dobbiamo prepararci bene questa volta. > concordò subito Poe.
Anche gli altri presenti mostrarono il loro accordo con la proposta, così i due ragazzi acconsentirono.
< Sentite, sappiamo che non ci conosciamo, ma lasciateci partecipare. Sono anni che cerchiamo il modo di riscattarci, e dare una mano a porre fine alla guerra potrebbe essere la nostra occasione di guadagnarci finalmente la nostra libertà > propose Jannah a nome di tutto il suo gruppo
< Come detto, avremo bisogno di tutto il supporto possibile. Siete i benvenuti fra le nostre fila! > annunciò Lando sorridendo alla ragazza.
< Ottimo! Quindi possiamo tenere conto di voi nei nostri piani! Appena avremo deciso un piano d'azione verremo qui a prendervi con una nave più grande > disse Poe rincuorato dalla cosa.
Dato che le tappe per riportare ognuno nella sua base non erano poche, il gruppo decise di ripartire subito, il tempo di fare rifornimento.

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Capitolo 35
*** Cap. 34 ***


Rientrati ognuno alla propria base di appartenenza, vennero indette delle riunioni per condividere con tutti le scoperte che avevano fatto, e per iniziare ad ideare un piano d'attacco. I più esperti in mappe stellari avevano cercato di tracciare una specie di rotta in base ai dati del puntatore, e analizzando il percorso e il punto d'arrivo avevano segnato un pianeta: Exegol.
Ci volle quasi una settimana intera per radunare tutte le squadre, le navi, le attrezzature e mettere tutti in condizioni di essere pronti a partire, ma finalmente erano pronti.
Circa un centinaio di navi erano partite dalle basi della resistenza e si stavano avviando, ma durante il tragitto Leia aveva la sensazione che non fossero sufficienti.
Le erano arrivate infatti diverse soffiate su un certo Ordine definitivo, che avrebbe contato all'attivo più di 1000 Star Destroyer, tutti dotati di un mini raggio in grado di disintegrare un pianeta. E nonostante avesse condiviso queste informazioni da subito, tutti attorno a lei erano sicuri che mettendo insieme tutto quello che avevano sarebbero stati abbastanza da tenere testa a tutto quello che li attendeva, ma il generale non era certa che questa volta avrebbero vinto, se non avessero trovato altri alleati.
La sua preoccupazione non passò inosservata a suo fratello, che subito le si avvicinò.
< Qualcosa ti turba sorella >
< Non siamo abbastanza Luke. Neanche lontanamente >
< Cosa te lo fa pensare? >
< Tutto, sento che questa volta la fortuna non sarà dalla nostra parte. Abbiamo già provato a chiedere aiuto in passato, ma nessuno rispose al nostro appello. E temo che se chiedessimo aiuto adesso riceveremmo la medesima risposta: silenzio e indifferenza > rispose lei più sconsolata e stanca che mai.
Ma una mano si poggiò sulla sua spalla.
< Forse non avete mandato il segnale giusto > le disse Lando con un sorriso di speranza. < Lascia andare me, conosco le persone giuste >
Venne deciso così di trasbordare tutti i passeggeri del Falcon su un'altra nave con un trasporto, lasciando il veivolo a Lando e Chwube, affinché compissero la loro missione.
Con un ultimo barlume di speranza nel cuore Leia vide la nave del suo defunto marito saltare ad ipervelocità e sparire nello spazio.
Intanto il resto del convoglio manteneva la rotta per Exegol, e il viaggio non fu facile, come era stato previsto. Grandi gruppi di asteroidi galleggiavano fitti attorno a tutti i pianetucoli, mentre campi elettromagnetici davano costanti problemi alle attrezzature, costringendo i piloti alle guida dei mezzi, ad una prova di destrezza, non potendo ricorrere troppo al pilota automatico.
Al loro arrivo sul pianeta delle regioni oscure, tutto era nero, tetro e scuro, con lampi e tuoni come se si stesse preparando una tempesta. Ma quello che li lasciò davvero a bocca aperta era l'effettiva quantità di navi nemiche che si stavano alzando in volo contemporaneamente. Facevano tutte capo ad un'unica nave ammiraglia, in collegamento diretto con la torre di controllo: messe fuori gioco quella nave e la torre, le altre sarebbero crollate di conseguenza, ma dovevano prima trovarla.
Cosa non facile dato che erano tutte perfettamente identiche, messe in file precise e ordinate. Non c'erano indizi su come fare ad identificarla, e non avevano ne il tempo ne i mezzi per distruggere ogni singolo destroyer. Tutti i piloti erano pronti nelle loro navette, attendevano l'ordine di attaccare, mentre una dose di nervoso e adrenalina iniziava a scorrere in corpo a tutti i combattenti.
< Ascoltate: lo so che sono molte più di noi, perciò puntate innanzitutto ai loro cannoni per limitare la loro potenza di fuoco, e poi cercate di abbatterne più che potete. Mettiamo fine a questa guerra una volta per tutte... e se dovessimo morire, lo faremo con onore! > disse Poe via radio a tutti i suoi compagni, dando ufficialmente il via allo scontro finale.
Intanto una delle navi più grandi aveva scaricato Ben e Rey a terra, mentre a piccoli gruppi gli e assaltatori guidati da Jannah cavalcavano su quelle che potevano essere le potenziali navi ammiraglie.
I due ragazzi arrivarono all'entrata di una caverna al cui interno azionarono un meccanismo che li portò verso il fondo.
Ad attenderli c'erano niente meno che i cavalieri di Ren.
< Seriamente ragazzi? Volete combattere con me? >
< Sei un traditore, e non avremo pietà per voi >
< Come volete >
A quelle parole entrambi presero le loro spade laser, ma con sorpresa di Rey il compagno sfoggiava una spada blu come la sua.
< E quella da dove viene? >
< Era di mia madre, nel periodo in cui zio Luke la allenava. Me l'ha data per la battaglia >
E detto questo partì lo scontro che dopo qualche piccola difficoltà vide vincitori i due.
Superato anche questo ostacolo Ben e Rey continuarono ad esplorare la grotta fino a quando arrivarono in un grande spiazzo, dove un vociare di sussurri inquietante riempiva il silenzio.
Un enorme trono in pietra, con spuntoni allo schienale dominava la stanza. Ma quello che attirò la loro attenzione fu una specie di culla di pietra al centro dello spiazzo. I due capirono subito che li c'era il loro bambino, e il fatto che non emettesse nemmeno un fiato li preoccupò.
Corsero subito al suo capezzale ma prima che potessero anche solo toccare la culla, un campo di energia li respinse.
< Maledizione! Come lo togliamo? > chiese la madre inquieta
< Ci dev'essere un interruttore, un meccanismo da qualche parte > rispose lui guardandosi intorno
Intanto si erano avvicinati lentamente fino a dove il campo di energia permetteva loro, riuscendo a sbirciare all'interno della culla, notando che il bimbo stava dormendo apparentemente tranquillo. Questo almeno li rincuorò. Vedere il suo piccolo petto alzarsi e abbassarsi ritmicamente li tranquillizzò.
Gli occhi si riempirono di lacrime nel rivedere il suo piccolino sano e salvo dopo tutte quelle settimane. Anche Ben sentì spuntare un sorriso sul suo volto potendo finalmente rivedere suo figlio. Ma durò poco, perché un rumore meccanico interruppe il momento e li portò a voltarsi.
< Benvenuti > disse una voce bassa e roca, a tratti biascicante.
Nella penombra di quel posto così scuro poche erano le fonti di luce che permisero ai due di capire chi avesse parlato, poi finalmente lo videro: attaccato ad un braccio meccanico c'era una figura molto vecchia e raggrinzita, avvolta in una lunga tunica nera con cappuccio.
< Nipote cara, bentornata > continuò il vecchio Palpatine < finalmente sei a casa >
< Nipote? Di che parla? > chiese confuso Ben all'orecchio della compagna che non riusciva a smettere di osservare la figura davanti a lei. < Rey! > tentò di smuoverla ancora richiamandola alla realtà
< A quanto pare sono nipote di Palpatine, figlia di un suo clone. > disse lei evitando il suo sguardo
< Cosa? Da quanto lo sai? >
< Da Kijimi > rispose lei quasi colpevole
< E non hai mai pensato di dirmelo?? > chiese lui di rimando arrabbiato costringendola a voltarsi per guardarlo
< Volevo farlo, ma con tutto quello che è successo in questi giorni non abbiamo mai avuto un attimo di tempo... io stessa ho faticato ad accettare la realtà, e forse ancora non mi sono arresa a questo legame... mi dispiace Ben! Avrei dovuto dirtelo subito >
< Si avresti dovuto! > disse lui cercando di mantenere sotto controllo la rabbia che sentiva montare dentro, insieme alla sensazione di tradimento: come aveva potuto nascondergli una cosa così importante? Ma poi il suo sguardo passò da lei a chi stava alle sue spalle e si rese conto che quello non era ne il momento ne il luogo per discuterne.

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Capitolo 36
*** Cap. 35 ***


La lasciò andare con uno sguardo che a Rey non piacque, ma che sapeva di meritare, ed entrambi si voltarono verso il vecchio, che aveva assistito in silenzio, e compiaciuto, alla discussione.
< Cosa vuoi? > chiese Ben rivolgendosi direttamente a Palpatine.
< Quello che vuole ogni nonno per sua nipote: una posizione di potere >
< Noi non vogliamo nessun potere, vogliamo solo nostro figlio indietro > rispose lei.
< Sciocca ragazzina, hai lo stesso temperamento di tua madre, e la stessa ignoranza! >
< Non osare parlare di mia madre, mostro! Tu non sai niente di loro! >
< Ti sbagli, so molte cose invece. Sei tu che non sai niente... >
< So abbastanza. Erano forti, e coraggiosi, disposti a tutto per salvarmi, e io sono fiera di essere loro figlia. Il loro sacrificio non sarà stato vano! >
< Ma lo è stato invece: quando ho saputo della tua nascita e del tuo potenziale avevo pensato di allevarti come la più forte delle guerriere per riconquistare la galassia, ma i tuoi genitori si sono messi in mezzo, loro non erano d'accordo, volevano che tu crescessi nella luce, così ti nascosero e persi le tue tracce. Fu allora che volsi il mio sguardo sull'erede di Darth Vader: anche tu ragazzo hai un potenziale enorme e sei stato un servo fedele per tanto tempo. È stato un peccato sapere che ci avevi traditi per una ragazzina. Ma quando ho scoperto chi era questa ragazzina, le cose sono cambiate, ed ora ho il figlio della diade in mio potere. >
< Il figlio di cosa? > chiese Rey a Ben
< Zio Luke dice noi due siamo una Diade, una cosa rara e potente fra due esseri potenti nella Forza. Ecco perché il nostro legame, le visioni e il resto... >
< E da quanto lo sai? >
< Da un po' >
< E perché non me lo hai detto? > ma lui non le rispose < E hai avuto anche il coraggio di arrabbiarti per prima? >
< Le due cose non sono propriamente dello stesso carico >
< Ma sono entrambe importanti per noi due! > stavano ricominciando a discutere, ma un piccolo vaggito richiamò la loro attenzione, e istintivamente si voltarono verso la
culla di pietra alle loro spalle. Han si era svegliato dal suo sonno e iniziava ad essere irrequieto.
< Ridammi mio figlio vecchio mostro! > esclamò Rey
< Come hai fatto a sapere di lui? > chiese invece Ben, curioso di capire
Palpatine allora fece un flebile cenno con la mano ad una delle sue guardie presenti, e questa portò al suo cospetto un prigioniero.
Finn era decisamente malconcio, con il volto tumefatto, sangue rappreso ovunque, tagli e ferite sul braccia e gambe, gli abiti strappati. Grosse catene erano legate a polsi e caviglie, tant'è che camminava a malapena.
La guardia lo spinse a terra, facendolo mettere in ginocchio davanti ai due ragazzi.
Rey e Ben lo osservarono a lungo, mentre un mix di emozioni invadevano il loro cuore.
< Tu, dovevo immaginarlo > disse Ben con un velo di disprezzo nella sua voce.
< Come hai potuto Finn? > chiese invece Rey delusa chinandosi per guardarlo meglio
< Mi spiace Rey > riuscì a dire Finn con la bocca gonfia, prima di svenire davanti a lei.
Lei continuava a guardarlo e un misto di delusione, pena e un pizzico di rabbia erano le uniche cose che riusciva a provare. Si rialzò e si scambiò uno sguardo con Ben. Poi entrambi tornarono a guardare l'imperatore, che aveva assistito alla scena in silenzio.
< Non ci hai ancora detto che cosa vuoi > incalzò Ben
< Ho già tutto quello che mi serve proprio qui > disse soltanto, prima di puntare le sue mani contro di loro e iniziare ad assorbire la loro energia.
All'inizio il dolore era troppo anche solo per pensare, ma poi la preoccupazione reciproca portò i due a sforzarsi di guardare verso l'altro.
Erano entrambi doloranti, ma il loro legame si era aperto e si dissero che era arrivato il momento di testare questo fantomatico potere.
Così con un enorme sforzo allungarono una mano l'uno verso l'altra e nel momento in cui riuscirono a congiungersi, una specie di piccolo campo di forza li avvolse, liberandoli dall'attacco del Sith.
Caddero a terra entrambi deboli e per qualche secondo svenendo per il dolore. Il primo a riprendere i sensi fu Ben, che trascinandosi verso Rey si assicurò che stesse bene.
La prese fra le braccia e questa si ridestò di colpo, abbracciando il compagno.
Nel frattempo quel “poco” di potere che Palpatine era riuscito ad assorbire, gli aveva dato le forze necessarie per mantenersi nuovamente in piedi da solo, rimpolpando alcune delle sue profonde rughe su tutto il corpo.
Reggendosi l'uno all'altra i due si rimisero in piedi.
< Un potere come la vita stessa > aveva ribadito l'imperatore osservando compiaciuto l'effetto che quella piccolissima parte di potere aveva avuto su se stesso. < Siete due sciocchi: avreste potuto unirvi a me, avere al vostro comando la flotta più grande mai vista nella galassia e dominare incontrastati. Ma ormai è finita, per voi e la vostra ridicola resistenza >
A quelle parole il soffitto della caverna si aprì e il Sith scagliò un fascio di energia talmente potente da mandare in tilt tutte le loro navi, che essendo fuori controllo diventarono facili bersagli.
Ben e Rey alzarono lo sguardo al cielo e videro la tragedia che si stava consumando. Stavano condannando tutti i loro amici a morte e loro erano impotenti. Ma proprio quando si erano rassegnati al peggio, una nave entrò nell'atmosfera, e poi un'altra e un'altra ancora. Decine, centinaia di navi capitanate dal Falcon si erano unite alla guerra, ridando speranza alla resistenza, e interrompendo l'interferenza, così da far riprendere ad ognuno il controllo delle proprie navi.
Lando era riuscito a convincere tutti a partecipare alla battaglia, aveva riportato la speranza nella galassia e nei loro soldati.
Così, approfittando del momento di distrazione di Palpatine, i due recuperarono le loro spade e si misero in posizione d'attacco.
< Non importa quante navi porterete a combattere, verrete abbattuti tutti! > disse il vecchio. Poi puntò le sue mani contro Ben < Così come io caddi un tempo, allo stesso modo cade l'ultimo Skywalker > e così dicendo lo sbalzò via.
< Ben, NO! > Rey si era voltata per vedere dove Ben sarebbe atterrato, pronta a correre da lui, ma Palpatine la attaccò alle spalle distraendola. Il colpo arrivò dritto alla sua schiena, portandola in ginocchio. Il tempo di rialzare lo sguardo che parecchie guardie le stavano andando incontro pronte ad attaccarla.
Il giovane Ben intanto era stato sbalzato parecchi metri più in la, e fu solo grazie ai suoi riflessi che riuscì ad aggrapparsi con una mano ad una delle sporgenze poco sotto il bordo del precipizio in cui stava per finire. A fatica si tirò su dal crepaccio e tornò più velocemente che poté da Rey. Ma l'operazione aveva richiesto più tempo di quanto sembrasse: la trovò infatti circondata da corpi senza vita sparsi qua e la, mentre stava aggrappata con entrambe le mani alla sua spada laser, intenta a respingere a fatica un attacco di Palpatine, talmente potente da metterla in ginocchio.
< Sciocca ragazzina, non puoi sconfiggermi, io sono tutti i Sith! > e mandò l'ennesima scarica contro la ragazza, che vacillò per un secondo. Ma prima che potesse crollare Ben fu al suo fianco per sorreggerla con un braccio, mentre con l'altro incrociò la sua spada con quella di lei. A quel contatto le menti dei due vennero invase dalle voci dei grandi Jedi del passato che gli intimavano di non mollare e di continuare a lottare, perché tutti loro adesso vivevano nella loro diade.
< E noi siamo tutti i Jedi! > risposero in coro con determinazione.
Insieme i due ragazzi erano più forti e riuscirono, un passo alla volta a rimandare l'attacco al mittente. I potenti raggi di energia colpirono il vecchio Palpatine che consumato dal suo stesso potere divenne polvere davanti ai loro occhi.

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Capitolo 37
*** Cap. 36 ***


In quel preciso momento il vociare ovattato che aveva riempito la stanza da quando erano entrati, si placò di colpo.
L'unico suono che riempiva il silenzio era il pianto del bambino che si era fatto più insistente. Il campo di forza attorno alla culla del piccolo si annullò e finalmente, fra le lacrime, i due genitori poterono riabbracciare il figlioletto. Rey lo prese in braccio e se lo portò al petto per calmarlo mentre Ben strinse entrambi a se, inginocchiandosi a terra. Rimasero abbracciati così per minuti interminabili.
Quel momento di gioia venne però interrotto da una scossa di terremoto molto violenta.
< Dobbiamo uscire da qui > disse Ben alzandosi e sorreggendo lei che teneva il piccolo stretto al petto.
< Hai ragione, ma dobbiamo portare anche lui con noi > rispose Rey rivolgendo lo sguardo a Finn, ancora steso a terra privo di sensi
< Sei seria? >
< Ha sbagliato ed ha sofferto, e da una parte sono contenta che abbia avuto quello che si merita, ma se lo abbandonassimo qui non saremmo migliori di loro. Risponderà delle sue azioni davanti ad un tribunale! > disse lei seria
Così, poco convinto Ben si caricò Finn su una spalla e tutti insieme fuggirono da quella caverna che stava crollando pezzo dopo pezzo.
Rey usò il suo comlink per mettersi in contatto con qualcuno affinché li venisse a prendere, e subito il Falcon rispose alla chiamata. La nave rimase a mezz'aria abbassando il portellone per far salire i due al volo e ripartire velocemente.
Lando diramò una comunicazione via radio a tutti quanti dicendo che aveva recuperato Ben e Rey con il piccolo Han, e anche Finn, e che si sarebbero ritrovati tutti al
punto di raccolta.
Ovviamente Rey prestò le primissime cure mediche a Finn, anche perché Ben si era rifiutato di avere a che fare con lui in qualsiasi modo. Il giovane si occupò invece del figlioletto appena ritrovato, mentre lo mostrava a Lando e Chwube che ancora non avevano avuto occasione di conoscerlo, stando con loro in cabina di pilotaggio.
Finn rimase privo di sensi per tutto il tempo e per Rey era un bene perché ancora non sapeva bene cosa dirgli e se era pronta a confrontarsi con lui: comprendeva perfettamente Ben e all'inizio lei stessa era un po' restia, ma si disse che se lasciarlo morire non era da lei e così lo curò al meglio delle sue possibilità con quello che c'era a disposizione sulla nave.
Finito di medicarlo lo lasciò a riposare su uno dei lettini e raggiunse gli altri, che erano già immersi nei racconti della battaglia.
Il punto di ritrovo era un pianeta chiamato Ajan-Kloss, con una folta vegetazione e molto spazio per potersi sistemare. Proprio li, tutti coloro che non avevano partecipato allo scontro, avevano attrezzato una nuova base, mettendo nuovamente insieme le parti provenienti dalle e quattro basi.
Una dopo l'altra le navi di tutti i combattenti atterrarono nell'enorme spiazzo e dove trovavano posto, e scesi dalle navi ognuno correva incontro ai propri amici per riabbracciarsi e festeggiare la vittoria, mentre i feriti venivano portati nell'ala medica per essere assistiti.
Anche Ben e Rey scesero dal Falcon e vennero investiti da Poe, Rose e Kydel che corsero incontro alla coppia grati che fossero tornati incolumi o quasi. Fu gioia generale poi quando notarono che fra le braccia di Ben era nascosto il piccolo Han, che passò di braccia in braccia fra tutti gli zii, felici di aver riportato a casa il loro nipotino. Ma ancora più grande fu la sorpresa sul volto di tutti quando dietro di loro comparve Chwube che portava in braccio Finn ancora privo di sensi.
Lo sguardo dei presenti ovviamente si rivolse a Rose per vedere la sua reazione, ma al contrario delle aspettative, rimase quasi impassibile.
< Lo avete trovato alla fine > disse atona
< Si, era prigioniero di Palpatine > rispose Rey cauta poggiandole una mano sulla spalla
< È ancora vivo? >
< Si, ma in pessime condizioni. Lo hanno conciato male... >
< Portiamolo da un medico > disse ferma la ragazza rivolta al Wookie e in silenzio si incamminarono.
Nessuno seppe come interpretare il comportamento della ragazza, preferendo rimanere in silenzio mentre si allontanavano, ma tutti sapevano che i due avevano parecchi conti in sospeso e presto o tardi avrebbero dovuto chiudere la questione: in ogni caso, qualsiasi sarebbe stato l'esito, loro lo avrebbero accettato in rispetto della loro amica.
Nella folla generale che esultava apparve Leia che appoggiata al suo bastone cercava di raggiungere suo figlio e suo nipote, e vedendola comparire i due ragazzi le andarono incontro e Leia li avvolse entrambi in un forte abbraccio liberatorio. Loro erano vivi entrambi ed erano tornati a casa sani e salvi. Poi le poggiarono Han fra le braccia e il cuore di Leia fu finalmente in pace. Ora che la guerra era definitivamente finita poteva tornare ad essere una madre per suo figlio e una nonna a tempo pieno per il suo nipotino.
I festeggiamenti per la vincita della guerra durarono una settimana intera, con balli, canti, grandi bevute ed abbuffate. Finalmente spensieratezza e tranquillità per tutti! Dopo quello che avevano passato se lo erano abbondantemente meritato. Nessuno potrà mai dire quante nuove vite furono concepite in quelle notti di goliardia, ma dopo
tanta morte e distruzione, non c'è modo migliore per ridare il via alla rinascita e la ricostruzione.
Ma dopo la festa e la spensierateza venne il tempo di riprendere in mano la situazione e capire cosa fare. Il Primo Ordine era stato sconfitto ma non del tutto debellato, e comunque un organo per il governo della galassia andava creato.
Imparando dagli errori commessi in passato i governatori più influenti della galassia, Leia compresa, decisero di riunirsi in un luogo simbolico dove avrebbero deciso il da farsi.
Intanto erano state organizzate delle squadre addette alla ricerca e smantellamento delle ultime basi del Primo Ordine, ma soprattutto alla ricerca di Hux e dei suoi fedelissimi, latitanti da prima che partisse lo sconto su Exegol.
La galassia doveva essere ricostruita sia politicamente che socialmente, quella lunga guerra aveva portato distruzione e caos ovunque per troppo tempo, stroncando troppe vite innocenti.
Ma con il passare dei mesi, mentre la voce che il grande Luke Skywalker era tornato, arrivarono sempre più messaggi da genitori preoccupati perché i loro figli mostravano abilità particolari e chiedevano all'anziano maestro di esaminarli.
All'inizio Luke si rifiutò di farlo per via di tutti gli errori commessi in passato, e delegò a Ben questo compito. Così questo partiva di tanto in tanto per andare ad esaminare i bambini, e uno dopo l'altro tutti mostravano i primi segni della Forza. Arrivati al decimo bambino, e con una lista che invece di accorciarsi si allungava, il giovane riuscì a convincere lo zio a tornare ad insegnare.
< Le cose sono diverse adesso, e solo tu puoi insegnare a quei bambini come usare il loro dono > gli disse una sera, al ritorno dall'ennesimo viaggio
< Hai visto anche tu a cosa ha portato la via dei Jedi >
< Ma io non ti sto chiedendo di aprire un'altra accademia Jedi e insegnarli i loro precetti come un tempo. Io ti chiedo solo di insegnarli a padroneggiare la Forza dentro di loro. Tu ed io abbiamo sempre concordato su una cosa: i Jedi ed i Sith dovevano morire. Allora lasciamo che muoia tutto e dettiamo noi le nuove regole. Nessuno ce lo impedisce, dato che siamo rimasti solo noi! >
< Un nuovo ordine di utilizzatori della Forza? >
< Si, ne fazioni ne schieramenti, solo unità e lavoro di squadra >
< Potrebbe funzionare, ma non posso farcela da solo >
< Non sarai solo, Rey ed io ti daremo una mano >
< E chi darà una mano a me con la politica? > chiese Leia entrando nella sala dove i due stavano discutendo
< Ci sono tantissime brave persone fra questa gente, pronte ad imparare la via della politica e della diplomazia dalla principessa Leia Organa > rispose Ben abbracciando la madre < Noi non siamo adatti a questo ruolo > le disse sinceramente. Lui non era ne un politico ne un leader.
Era stato un guerriero per tutta la sua vita, e passare dai campi di battaglia all'addestramento era l'unica via che riteneva adatta per se stesso.
In più adesso aveva un figlio da crescere e non si sarebbe mai allontanato da lui, come sua madre faceva quando lui era piccolo, per via di tutti gli impegni diplomatici.
Ma Leia questo già lo sapeva, sapeva perfettamente che ne suo figlio ne la sua compagna avrebbero intrapreso la via della politica, e di questo da una parte era felice, perché li avrebbe avuti sempre accanto a se.

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Capitolo 38
*** Cap. 37 ***


Intanto Finn si era ripreso dalle tante e gravi ferite che aveva riportato ed era stato trasferito in una delle celle della base, in cui stavano tutti i prigionieri provenienti dalle missioni di smantellamento del Primo Ordine.
Ad ognuno di loro sarebbe stato fatto un giusto ed equo processo, offrendo a coloro che si sarebbero pentiti, un periodo di riabilitazione e reinserimento nella società.
I più giovani accettarono subito questa opzione, infondo loro erano stati sottratti alle loro famiglie spesso contro la loro volontà o per sfuggire all'estrema povertà, senza sapere davvero per cosa il Primo Ordine stesse combattendo. Ma gli alti ufficiali rimasero ancorati alle loro idee e non accettarono nessuna offerta, dissero di preferire la morte che il tradimento.
Anche se in molti erano contrari, venne comunque emanata una sentenza di condanna a morte per coloro che non avevano mostrato alcun segno di pentimento e che
avevano rifiutato gli accordi, ritenuti una minaccia in quanto in grado di assoggettare le menti più deboli. Per tutti gli altri c'era il carcere a vita. Infine fu il turno di Finn, e la sera prima del suo processo, lasciato per ultimo in quanto membro della resistenza, finalmente Rose andò a fargli visita.
All'inizio aveva valutato di rimanere al di la delle sbarre, ma davanti a quella cella, chiese alla guardia di farla entrare. Il suo cuore era un mare in burrasca di emozioni, dato che non gli aveva rivolto la parola per tutta la sua permanenza in ala medica.
< Rose, che bello vederti come stai? > disse lui alzandosi dalla branda quando vide la ragazza entrare, sperando di poterla abbracciare, ma lei mise subito una mano avanti per stopparlo.
< Non sono qui per riallacciare i rapporti, ma per chiudere le questioni in sospeso >
< Va bene, ti ascolto > rispose lui sconsolato tornando a sedersi < Del resto non sei la prima >
< Si, ho saputo che sono passati tutti in questi giorni, ed è stata proprio Rey a convincermi a venire a parlarti >
< Gliel'ho chiesto io di farlo, anche se non ero certo che lo avrebbe fatto. Era furiosa con me, e più di lei c'era solo Ben. Ha dovuto trattenerlo per evitare che mi colpisse, e alla fine se n'è andato senza dire una parola. Non che ce ne fosse bisogno, so bene che mi sopportava solo per lei, e con tutto quello che ho fatto... > le parole gli morirono in gola
< Puoi biasimarli? > chiese lei come se fosse ovvio
< No. Non mi aspettavo nemmeno che sarebbero venuti... non lui quanto meno. Su Rey ero un po' più sicuro che sarebbe passata. E Poe... era talmente deluso che per i primi minuti non sapeva cosa dirmi. È rimasto a passeggiare avanti e indietro davanti alla porta della cella cercando di fare chiarezza, e alla fine è esploso nella peggior sfuriata che abbia mai visto. Era il mio migliore amico e l'ho tradito. Vederlo così furioso è stato peggio delle ferite. >
< Perché volevi vedermi Finn? >
< Per chiederti scusa, e chiedere il tuo perdono. Ti ho ferita e mi dispiace tantissimo >
< Temo che sia un po' tardi per le scuse. Sappi che se verrò chiamata a testimoniare lo farò e racconterò solamente la verità. Ma non prenderò parte alle altre udienze, ne tanto meno mi vedrai se... > la ragazza non riusciva a pronunciare quelle parole, faceva male nonostante tutto. Poi alleggerì un poco il tono < Sarei stata disposta a perdonarti se solo ti fossi aperto con me prima... invece hai preferito ignorarmi e farti consumare dal tuo risentimento >
< Rose, mi dispiace tanto, io ero accecato dalla gelosia e dalla rabbia... > disse lui interrompendola e alzandosi per prendere le sue mani nelle proprie. Ma a quel contatto durato pochi instanti, Rose si ritrasse, allontanandosi di qualche passo, dandogli le spalle. Cercò di ricomporre il suo tono serio
< Le tue azioni non solo hanno portato alla perdita di numerosi soldati delle nostre fila, ma hai messo in pericolo un bambino appena nato, dato il tormento ai suoi genitori e ferito tutti noi. Quello che hai fatto è imperdonabile, e credo che chiudere qui ogni rapporto sia la cosa migliore C'è una galassia da ricostruire, e io voglio esserci. > e per la prima volta sostenne il suo sguardo senza battere ciglio, seria e fiera come non era mai stata.
< Quindi questo è un addio? > chiese Finn consapevole della risposta
< Si Finn, è un addio. >
< Come tutti gli altri, mancava solo il tuo >
< Non vedo perché tu ti sorprenda: dopotutto sei tu il primo ad aver detto addio a tutti noi nel momento in cui hai preso quella navetta e sei scappato chissà dove! E nonostante il tuo tradimento la nostra priorità era comunque trovarti e riportarti in salvo fra di noi, dove avremmo potuto proteggerti, ignorando il fatto che sei andato a buttarti fra le braccia del nemico di tua spontanea volontà, mettendo in pericolo tutta la resistenza! > Finn non sapeva come ribattere messo per l'ennesima volta davanti all'evidenza delle sue azioni sconsiderate. Si limitò a guardarla con lo sguardo sconsolato, e lasciò che finisse < Ti ho amato davvero, ma solo ora capisco che non sei mai stato la persona giusta per me > concluse la ragazza.
< Se Rey non fosse mai esistita ti avrei amata con tutto il cuore > disse sinceramente, non era più il caso di mentire. Per lui sarebbe esistita solamente una donna. E sentirlo dire ad alta voce fu per Rose quel colpo di grazia che le fece capire che non avevano altro da dirsi.
< Ti auguro buona fortuna per tutto >
< Addio Rose, perdonami se puoi >
E detto questo la ragazza si voltò, uscì dalla cella, e senza voltarsi andò dritta nella sua camera. Era stato difficile per lei decidere di troncare ogni rapporto con lui, dato che era disposta ad aspettarlo per sempre e sopportare di vederlo in prigione per il resto della vita. Ma Rey e Kydel non erano così sicure che la sentenza avrebbe proteso verso quell'epilogo. Le due infatti erano quasi sicure che per la gravità del suo tradimento Finn sarebbe stato condannato a morte, e per questo convinsero l'amica che lasciarsi alle spalle tutta la questione e dedicarsi al futuro pieno di speranze e opportunità era la cosa migliore, e sopratutto che lei meritasse molto di meglio.
Buttatasi sul letto si concesse un'ultimo pianto per Finn, terminato il quale avrebbe chiuso tutto questo capitolo in un cassetto, e avrebbe iniziato una nuova fase della sua vita.
Il giorno seguente la sala riunioni (che per capienza era stata adibita a tribunale) era gremita di persone. Ogni membro della resistenza era presente, e chi non era riuscito ad entrare, era rimasto fuori dalle porte lasciate aperte per poter comunque assistere.
Era la prima volta che si teneva un vero e proprio processo ad uno di loro e tutti erano curiosi di vedere che piega avrebbero preso gli eventi, ma soprattutto come Leia avrebbe gestito la cosa.
Durante la prima udienza venne sentito Finn con la sua versione dei fatti e dato che nessuno si era fatto avanti per difenderlo, il ragazzo avrebbe dovuto difendersi da solo.
Nei giorni seguenti vennero chiamati a testimoniare tutti coloro coinvolti nella faccenda, a partire da Rose, che mantenne una compostezza notevole, passando da Poe e Kydel, finendo con Ben e Rey. Con tutte le prove e le testimonianze raccolte, e dopo quasi un mese di udienze, finalmente Leia, dopo essersi consultata con un consigli di membri storici della resistenza, decisero la sentenza: ergastolo senza possibilità di appello.
Naturalmente, affianco a quelli che gioirono per quella sentenza, c'erano quelli che dall'inizio avevano inneggiato alla pena di morte, e ritennero che la prigione non era sufficiente.
Ma tra gli applausi e le grida di protesta, una sola persona in fondo alla folla, contravvenendo alla sua stessa decisione di non esserci, si voltò e si incamminò nel corridoio, consapevole che da quel momento una nuova vita sarebbe iniziata.
Finn fu portato verso la sua nuova permanente dimora quel pomeriggio stesso affinché iniziasse subito a scontare la pena e da quel momento il capitolo era definitivamente chiuso e nessuno parlò più di lui e di quello che era successo.
Ci volle un intero anno per mettere le fondamenta di una nuova e corretta repubblica galattica, così come ci volle lo stesso tempo per costruire una nuova accademia per accogliere tutti i bambini che stavano arrivando, pronti per essere addestrati.
Ma a differenza della prima repubblica gli utilizzatori della forza non sarebbero andati ad infoltire le fila dell'esercito, ma sarebbero stati solamente dei consiglieri e insegnanti a loro volta quando avrebbero terminato il loro percorso.
L'accademia era stata costruita su Ach-to, luogo pregno della forza, dove sorgeva il primo tempio Jedi. Dopo tutto Luke aveva vissuto li per tantissimo tempo e conosceva perfettamente il luogo e come far entrare in contatto con essa i suoi allievi.
In quei mesi il piccolo Han era decisamente cresciuto, aveva compito un anno e mamma Rey e papà Ben organizzarono una grande Festa a cui tutti avevano partecipato tutti i componenti di quella grande famiglia allargata.
E proprio alla festa Poe e Kydel annunciarono ufficialmente che presto avrebbero dato alla luce una femminuccia, notizia che mandò in visibilio tutti i presenti che iniziarono a combinare il matrimonio fra Han e la nascitura. Rose fu scelta per essere la madrina della piccola, sicuri che sarebbe stata perfetta per il ruolo.
Finalmente la galassia era in pace e tutto tornava pian piano a prosperare.
Le prospettive sembravano rosee all'orizzonte, ma si sa le cose belle a volte sono destinate a durare poco. Ma non importava quale nuova minaccia si sarebbe presentata in futuro, loro erano pronti a combattere per la loro famiglia e per ciò che era giusto... sempre!

FINE!

NdA:
Ciao a tutti,
innanzitutto, volevo scusarmi con voi per 
avervi fatto aspettare tanto. Ma dopo la
lunga pausa eccovi la fine di questa storia.
Spero che l'attesa sia valsa la pena e che 
vi sia piaciuta questa avventura. 
Ringrazio tutti voi che ci siete sempre stati
e che siete tornati. 
Ci rivedremo presto per delle nuove avventure
su cui sto lavorando.
Stay Tuned!
-LadySweet-
 

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