GOLDEN

di darcyanthos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PARTE 1 ***
Capitolo 2: *** PARTE 2 ***
Capitolo 3: *** PARTE 3 ***



Capitolo 1
*** PARTE 1 ***


''Golden, Golden, Golden as I open my eyes. Hold it, focus, hoping, take me back to the light.''

(Golden - Harry Styles)


 

'' Tu sei un mago, Harry ''

'' Ma io sono ... solo Harry, solo Harry ''.

Da quel momento la vita di Harry Potter era destinata a cambiare per sempre.

 

Harry guardava il mondo con occhi diversi ora e tutto brillava sotto una nuova e affascinante luce. Non aveva avuto molto tempo per le favole, piuttosto ne aveva avuto per occuparsi delle faccende domestiche che i suoi zii gli imponevano, ma tutto questo sembrava davvero come uno di quei racconti che Zia Petunia leggeva a Dudley quando era più piccolo e di cui Harry aveva solo qualche piccolo frammento origliato, ma prezioso per lavorare con la sua immaginazione quando tornava a fissare il ''soffitto'' in quel sottoscala polveroso in cui era confinato a restare.

E adesso scoprire di essere un mago era... Wow.

Anche i suoi genitori erano dei maghi ... e non erano morti in un incidente d'auto come invece gli zii gli avevano sempre raccontato approfittandone per denigrarli ancora più amaramente. A volte si chiedeva come era possibile odiare i membri della propria famiglia, nel caso di zia Petunia, ma poi ... rispondeva da solo a quella domanda non appena osservava i Dursley.

Ovviamente Harry si sentiva in colpa anche solo pensandolo, dopo tutto era la sola forma di famiglia che conosceva e che in un certo senso, possedeva, e doveva essere riconoscente del fatto che non lo cacciato via perché lo ritenevano un mostro.

Venire a sapere di tutto questo, della magia ... era come se non fosse più solo e strano, era come non essere più un mostro.
Si stava quasi convincendo di esserlo a furia di sentirsi dire solamente questo.
Si sentiva bene in qualche modo a sapere che lui e i suoi genitori erano collegati da qualcosa come la magia. Sembrava un po 'come avere una storia. Sembrava un po 'come casa.

Il sorriso non abbandonò mai il suo viso da quella rivelazione e fu lo stesso quando Hagrid - così si chiama quell'uomo cosi alto e grosso ma dal cuore buono e del quale Harry si era subito fidato - si offrì di accompagnarlo per mostrargli per la prima volta una di quelle che era una parte molto importante del mondo magico e della vita quotidiana dei maghi: Diagon Alley.

Harry non era mai stato fuori casa prima d'ora e non aveva visto molto altro oltre al suo spazio ristretto e angusto e al vialetto fuori casa in cui sua zia Petunia, lo faceva lavorare per curare le sue piantine e tenere l'erba del prato sempre corta e ben ordinata.
E adesso era arrivato a Londra! Londra!! Era tutto bellissimo e gli occhi gli luccicarono, arrivarono in un posto chiamato il Paiolo Magico, parlarono con un professore di Hogwarts, il professor Raptor, un tipo abbastanza strano, poi uscirono finché dopo Harry non vide Hagrid fermarsi davanti ad un muro fatto di mattoni che stava ad indicare una strada chiusa e senza uscita e con aria abbastanza confusa stava per chiedere cosa significasse, quando quell'ombrello del mezzo gigante - che successivamente Harry aveva capito fosse una bacchetta magica - toccò i mattoni del muro con mosse studiate che Harry non riuscì a guardare bene e poi si ritrovò a bocca aperta perché il muro si spostò e una strada apparve dietro di esso.

'' Benvenuto a Diagon Alley, Harry. '' Disse Hagrid con un sorriso.

Harry era estasiato, il suo sorriso crebbe a dismisura, non riusciva a credere a ciò che vedeva, continuava a guardarsi intorno e girarsi ovunque come per non perdersi nulla di ciò che accadeva davanti a lui. C'erano tante persone che riempivano il posto ed erano vestite con cappelli a punta e lunghi mantelli, Hagrid gli mostrava tutti i negozi ed Harry lo ascoltava parlare del posto sempre più rapito, in particolare quando vide un negozio che aveva una scopa in vetrina ne rimase folgorato.

Camminarono ancora finché non arrivarono a quella che Hagrid gli disse essere la Banca dei Maghi: Gringott, situata al centro di Diagon Alley.
Quando entrarono tutto sembrava immenso, c'erano molte porte ed il pavimento era totalmente in marmo, e c'erano degli esserini alti quanto lui o poco meno a gestire tutto ed Hagrid dovette capire la sua confusione e disse: ''Questi sono Goblins e sono loro a gestire tutto qui dentro''.
Inoltre, il mezzogigante lo accompagnò a quella che era la camera blindata di Harry Potter, dove era contenuto ciò che i suoi genitori, James e Lily, avevano lasciato per lui.
Harry scoprì di essere davvero ricco e non sapeva bene cosa dire. Non vedeva l'ora di poter comprare le cose che gli servivano per andare in questa scuola di magia di cui Hagrid aveva parlato. Non avrebbe dovuto essere un peso per nessuno e questo lo fece sentire realmente più leggero.
Hagrid si fermò a recuperare una cosa da un'altra camera blindata e disse ad Harry di non farne parola con nessuno, Harry annuì velocemente, non sapendo neppure a chi potesse dire tutte queste cose e non sapendo nemmeno, sinceramente, come spiegarle.

Una volta usciti dalla Banca Gringott, si avviarono verso i negozi più indicati per prendere le cose presenti nella lista inviatagli insieme alla lettera di ammissione ad Hogwarts.

Come prima cosa andarono a prendere tutti i libri di testo richiesti per poter seguire le lezioni del primo anno, Harry non sapeva cosa fossero e come si studiassero le materie che c'erano scritte lì sopra ed era un po' spaventato dato che non aveva mai studiato prima in vita sua, la sua istruzione era stata molto trascurata e gli aveva garantito a stento il minimo indispensabile, figurarsi poi studiare cose riguardanti la magia di cui aveva appreso l'esistenza da troppo, troppo poco tempo, ma scommise che avrebbe scoperto presto come fare.
Ogni cosa a suo tempo.

Controllò la lista e adesso era il momento di prendere una bacchetta magica. Hagrid gli indicò un negozio che si chiamava ''Ollivanders'' e gli disse di avviarsi da solo perché doveva andare a comprare delle cose e che il Signor Ollivander stesso lo avrebbe aiutato a scegliere la sua bacchetta.
Harry fece come detto ed entrò:
''C'è nessuno?'' chiese silenziosamente e poi ripeté con un po' più di sicurezza: ''C'è nessuno?''

Un uomo su una scala attaccata a degli scaffali apparve all'improvviso, lo guardò e un sorriso comparve sul suo viso:
"Mi domandavo quand'è che l'avrei conosciuta Signor Potter!'' e scese dalla scala cominciando a guardarsi intorno per cercare la bacchetta che meglio si adattasse alla magia di Harry.

Continuava: ''Sembra che sia stato ieri che sua madre e suo padre sono venuti a comprare la loro prima bacchetta magica.'' Prese una scatola contenente una bacchetta e la porse ad Harry che la prese in mano non sapendo cosa fare.

''Via, la agiti!'' gli disse Ollivander. Ed Harry così fece seppur con un po' di ansia non sapendo bene cosa aspettarsi, ma all'improvviso tutto uno scaffale di scatole venne spinto fuori, Harry sgranò gli occhi ed il vecchio mago disse: ''A quanto pare no.'' e andò a prendere un'altra bacchetta e gliela porse. Harry riprovò ad agitarla, ma un vaso scoppiò e si ruppe in mille pezzi ''No, no assolutamente no. Non importa'' disse ancora il Signor Ollivander, ma poi prese un'altra bacchetta e mormorò qualcosa che Harry non udì, finché si avvicinò e gli porse ancora una nuova bacchetta e non appena Harry la prese tutto attorno a lui sembrò come risvegliarsi ed Harry si sentì davvero vivo, come se si fosse appena completato, come se si fosse finalmente riunito con qualcosa che gli era stato portato via da molto tempo.
Era davvero una sensazione bellissima.

Il vecchio mago era sbalordito, ma non propriamente sconvolto mormorando qualcosa ed Harry gli chiese cosa ci fosse di curioso in tutto questo e il mago più anziano rispose: ''Io ricordo ogni bacchetta che ho venduto Signor Potter e si da il caso che la Fenice, la cui piuma risiede nella sua bacchetta, abbia dato un'altra piuma, soltanto una e basta ed è curioso che lei sia destinato a questa bacchetta quando la sua gemella le ha inferto quella cicatrice.''

Harry chiese subito: ''E chi possedeva quella bacchetta?'' ed Ollivander disse: '' Noi non pronunciamo il suo nome. E' la bacchetta a scegliere il mago, Signor Potter...non è sempre chiaro il perché ma credo che sia chiaro che noi possiamo aspettarci grandi cose da lei dopotutto Colui Che Non Deve Essere Nominato ha fatto grandi cose, terribili certo, ma grandi!''

Harry non sapeva bene come prendere queste parole, era tutto ancora troppo nuovo per lui e si chiese se si sarebbe mai abituato a tutto questo, e sentire anche quelle parole l'aveva lasciato ancora più confuso e curioso allo stesso tempo.

Harry ringraziò Ollivander, pagò la sua bacchetta con i galeoni appena ritirati alla Gringott ed uscì dal negozio e si ritrovò di nuovo catapultato nel caos confusionario delle strade di Diagon Alley, che probabilmente sembrava ancora più immensa di quello che era agli occhi di un bambino di 11 anni che tra le altre cose, aveva appena scoperto la magia.
Hagrid non si vedeva ancora ed Harry cominciò a camminare, senza nemmeno rendersene conto, verso le altre mete, dopotutto gli mancavano ancora una veste e un animale da portare con lui.

Nel tragitto non avvistò nessun negozio che potesse essergli utile a quello che stava cercando, e probabilmente troppo preso dalla ricerca, non si accorse che man mano che camminava si era allontanato dal centro di Diagon Alley e si era recato verso una strada meno popolata.

All'improvviso si fermò vedendo un negozio che attirava la sua attenzione, il cartello fuori diceva "Magie Sinister".

Si avvicinò e diede uno sguardo all'interno della vetrina e vide cose di cui non capiva esattamente l'utilizzo, finché uno scintillio dorato non catturò la sua attenzione.

Harry entrò ed il negozio sembrava essere vuoto, così silenziosamente si avvicinò verso la fonte dello scintillio dorato: era una pallina d'oro ed era tenuta in una scatola con l'interno fatto di velluto e c'era una piccola targhetta, evidentemente messa dal proprietario del negozio, che indicava cosa fosse il prodotto ''Golden Snitch'' Harry lesse e sentì quasi come l'esigenza di doverlo toccare.

Allungò una mano verso il boccino e lo fece con una tale attenzione e delicatezza come se stesse per toccare qualcosa dal valore inestimabile e che potesse rompersi da un momento all'altro.

Finché la sua mano toccò il boccino d'oro.
 

Accadde tutto davvero molto velocemente.
Quella che sembrava essere una pallina d'oro, reagendo al tocco di Harry, si trasformò e delle ali apparvero ad entrambi i suoi lati. Ma Harry non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa fosse successo perché nello stesso momento in cui questo accadde fu trascinato come in una visione e delle immagini che non riconosceva gli si presentarono davanti agli occhi, era come se le stesse guardando a ripetizione su un grande schermo, ma allo stesso tempo lui era lì dentro. Erano delle immagini così veloci, come dei flash e non riusciva nemmeno a visualizzarle correttamente, era tutto molto confusionario.

Una stazione. Binario 9 3/4. Molte teste rosse gli si avvicinano. ''Quel posto è occupato?'' [...] ''Sei davvero Harry Potter?'' Un mantello di velluto. Una pietra rossa. Un essere. Un unicorno. ''Paura Potter?''. Capelli biondissimi. ''Io posso aiutarti''.  Una pallina che si colora di rosso. Uno specchio. Mamma e papà. Un elfo che si colpisce. Un enorme serpente. Un grande uccello dal piumaggio rosso che piange. Dolore. Una scopa. Volare. Gioia. Libertà. Un lampo d'ali dorato che taglia il cielo. Un diario nero, un ragazzo. Un grande uccello bianco. Un cane nero che lo osserva ringhiando. ''Qui dentro''. Amore. Un topo che scappa. Un pullman molto alto che corre velocissimo. Ansia. Una coppa. ''Harry Potter''. Solitudine. ''Potter puzza''. Tristezza. Lampo verde. Figure incappucciate. Draghi. Morte. Qualcosa di oscuro. Freddo. Molto freddo. Una signora vestita di rosa. Risate. Un cervo. Un cane. Un lupo mannaro. Centauri. Troll. Una sfera. ''Solo uno sopravvive.'' Morte. Rabbia. ''L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte''. Amicizia. Amore. Un bagno. Sangue. Lampi di luce. Pianto. Morte. Cicatrici. Ancora capelli biondissimi. Sconforto. Ansia. Oppressione. Un calderone. Un libro. ''Hai gli occhi di tua madre''. Principe. ''Non ne sono sicuro.'' Tre doni. Fuoco. Bacchette. ''Sempre''. Biancospino e Crine di Unicorno. ''Fa male morire?'' La Foresta. ''Fino alla fine''. Un lampo verde. Buio. Morte. Bianco.  Lampo Verde e Lampo rosso.
''Mi apro alla chiusura''.

Harry fu come spinto fuori dalla visione di queste immagini che si mescolavano, davvero molto confuse, erano stati pochissimi secondi e alla fine non ricordava davvero niente di tutto quello che aveva visto, si trovava come in confusione quasi come se ricordasse cosa fosse successo, ma senza sapere davvero cosa avesse visto.
Le immagini e talvolta alcune parole solo ascoltate si alternavano in modo confusionario senza seguire davvero una trama e Harry alla fine ricordava solo dei colori sparsi qui e lì, più come lampi di luce che si alternavano dal verde al rosso, al bianco, dorato, capelli rossi, capelli neri, capelli così biondi da essere quasi bianchi apparivano frequentemente, sembrava fossero il ponte divisorio tra tutte le cose, come un bagliore dorato che cerca di guidarti verso qualcosa che ad Harry sembrava così giusto in quel momento.

Decise che non voleva sapere cosa fosse successo perché era come se provare a capirlo lo lasciasse ancora più confuso di quanto fosse e decise di non dirlo a nessun altro perché si sarebbe sentito stupido nel tentare di raccontare una cosa che non sapeva nemmeno come descrivere.
Si rese conto che alla fine, riflettendoci meglio, non c'era davvero nulla da descrivere erano solo dei colori che si ripetevano e quel confortevole bagliore dorato. Era...magia.
Così decise, mentre usciva molto velocemente dal negozio ripercorrendo il tragitto fatto per poter ritornare alle strade più popolate.

Hagrid non si vedeva ancora e nella sua quasi corsa, Harry si rese conto di essere arrivato proprio di fronte al negozio che vendeva le uniformi da mago per la scuola ''Madama Mc Clan: abiti per tutte le occasioni'' si leggeva sull'insegna, così entrò con un po' di nervosismo e la Signora dall'aspetto cordiale che lo accolse, appunto Madama Mc Clan, gli chiese subito se anche lui dovesse andare ad Hogwarts e senza nemmeno aspettare che rispondesse, gli disse ''Di là c'è un altro giovanotto che sta provando l'uniforme.''

Nel retro del negozio, un ragazzino dal viso pallido e appuntito stava su uno sgabello, mentre un'altra strega gli prendeva le misure. Madama Mc Clan fece salire Harry su un altro sgabello vicino ed infilò anche a lui una lunga veste e cominciò a prendere le sue misure.

Harry lo guardò e lo guardò ancora ed ebbe una strana sensazione di familiarità, notando ed essendo attratto da quei capelli così biondi tanto da sembrare quasi bianchi.

''Ciao, anche tu a Hogwarts?'' chiese il ragazzino biondissimo.

''Sì'' rispose Harry.

''Mio padre, nel negozio qui accanto, mi sta comperando i libri, e mia madre sta guardando le bacchette magiche, un po' più avanti'' disse il biondino.

"Dopo li trascinerò via per andare a vedere le scope da corsa. Non capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di personali. Penso che costringerò mio padre a comperarmene una e la porterò dentro di straforo, in un modo o nell'altro''. continuò sicuro di sé.

A Harry ricordò molto Dudley.
Ma nonostante questo Harry sapeva che con Dudley, seppure fossero cugini, non aveva comunque mai sentito nulla simile a questa sensazione di familiarità che sentiva con questo bambino di cui non conosceva nemmeno il nome. Tutto questo era un po' assurdo ed Harry dovette riconoscerlo, ma continuava comunque a guardarlo incuriosito anche se le domande che gli faceva il ragazzino biondo lo mettevano abbastanza in imbarazzo e lo facevano sentire a disagio perché lui non sapeva ancora nulla della magia e non voleva ammetterlo e farsi additare come strano dal primo mago suo coetaneo che aveva incontrato.

''E tu ce l'hai un manico di scopa tuo?'' proseguì il ragazzino.

"No" disse Harry.

"Sai giocare a Quidditch?" domandò ancora.

"No" rispose di nuovo Harry chiedendosi in cuor suo di che cosa mai stesse parlando.

''Io sì. Papà dice che sarebbe un delitto se non mi scegliessero per far parte della squadra del mio dormitorio, e devo dire che sono proprio d'accordo. Tu sai già in quale dormitorio andrai a stare?''

''No''  rispose Harry sentendosi sempre più stupido ogni minuto che passava.

''Be', nessuno lo sa veramente finché non si trova sul posto non è vero? Ma io so che starò a Serpeverde: tutta la nostra famiglia è stata lì. Pensa, ritrovarsi a Tassorosso! Io credo che me ne andrei, e tu?''

''Mmmm...'' rispose Harry, rammaricandosi di non riuscire a dire niente di più interessante.

''Ehi! Guarda quello!'' disse d'un tratto il ragazzo indicando con un cenno del capo la vetrina principale. Hagrid era lì che sorrideva ad Harry sollevando due gelati per fargli capire che non poteva entrare con quelli.

''Quello è Hagrid'' disse Harry tutto contento di sapere qualcosa che il ragazzo ignorava. ''Lavora a Hogwarts''.

''Oh'' disse il ragazzo, ''l'ho sentito nominare. Una specie di inserviente, vero?''

''Il guardiacaccia!'' ribatté Harry. Ogni attimo che passava, quel ragazzino gli stava sempre meno simpatico, ma non poteva ignorare la sensazione di familiarità e poi, si convinse del fatto che non lo conosceva, non sapeva nemmeno come si chiamasse ancora quindi non poteva giudicarlo solo per una chiacchierata che faceva sentire Harry un po' stupido solo perché non conosceva le cose.
Scelse di non offendersi, pensando che magari avrebbe anche potuto sapere qualcosa in più sulla magia e i maghi se questo ragazzino biondo ne avesse continuato a parlare.

Il bambino dal viso appuntito interruppe il flusso di pensieri di Harry riprendendo la parola: ''Sì, proprio così, ho sentito dire che è una specie di selvaggio... vive in una capanna nel comprensorio della scuola. Ogni tanto si ubriaca, cerca di fare delle magie e finisce con l'appiccare il fuoco al suo letto''.

''Secondo me è geniale'' commentò Harry in tono gelido.

''Davvero?'' disse il ragazzo con un lieve sogghigno. ''Ma perché sei con lui? Dove sono i tuoi genitori''

''Sono morti'' tagliò corto Harry. Non si sentiva molto in vena di approfondire l'argomento con quel ragazzo.

''Oh, scusa'' disse l'altro, senza mostrare il minimo rincrescimento. ''Ma erano come noi?''

''Erano una strega e un mago, se è questo che intendi.'' rispose Harry, non capendo del tutto la domanda.

''Io non penso che dovrebbero permettere agli "altri" di frequentare, non trovi? Loro non sono come noi, non sono capaci di fare quello che facciamo noi. Pensa che alcuni, quando hanno ricevuto la lettera, non avevano mai neanche sentito parlare di Hogwarts. Secondo me, dovrebbero limitare la frequenza alle più antiche famiglie di stregoni. A proposito, tu come ti chiami di cognome?
Io non mi sono presentato, il mio nome è Draco Malfoy'' e così dicendo gli tese la mano pallida aspettandosi che fosse presa.
Nei suoi occhi c'era un luccichio di aspettativa che Harry lesse come speranza di fare un nuovo amico senza sapere bene come fare a diventare amico di qualcuno.

Non che Harry lo sapesse, non aveva mai avuto un amico e adesso questo ragazzino gli stava offrendo la sua amicizia.
Non sapeva che dire, si era sentito toccato nel vivo dalle parole di quel ragazzo come lui, che sembrava sapere molto di ogni cosa e sembrava avere un suo giudizio di tutto. Giudizio, tra l'altro non molto positivo riguardo alcune cose, ma Harry si disse che probabilmente lui lo percepiva così perché non sapeva ancora molto del Mondo Magico.
Lui, in ogni caso, non aveva mai sentito parlare di Hogwarts fino a...praticamente ora.

Inoltre, c'era sempre questa sensazione di familiarità che non poteva fare a meno di sentire, nonostante il carattere di quello che si era presentato come Draco fosse abbastanza scontroso e sicuro di sé. 
Non voleva andare contro le sue sensazioni, contro se stesso e poi fu chiaro come il giorno. Chiaro come un lampo di luce. Chiaro come quei capelli biondissimi.

Harry prese una decisione, una decisione che probabilmente non sapeva che avrebbe cambiato tutto e niente, allo stesso tempo, nella sua vita.
In quel momento stava effettuando una scelta.

Guardò la mano che gli veniva offerta e la prese, stringendola:

''Sono Harry.'' sorrise.

Il ragazzino era felice che il corvino avesse accettato la sua amicizia, per un attimo aveva dubitato di restare con la mano in aria ma poi qualcosa dentro di lui si mosse: occhi verdi, capelli corvini...non era possibile...guardò meglio, vedeva una parte di quella che sembrava cicatrice a forma di saetta spuntare dalla frangia corvina.

''Harry?'' disse il biondino ''come...Harry Potter?'' chiese mentre cercava di non fare nessuna espressione da ebete o da fan impazzito. Dopotutto, era un Malfoy e non avrebbe dovuto assolutamente rompere la maschera di compostezza che gli era stata insegnata ad indossare. Le sue guance si coloravano di rosa perché cavolo, quel bambino era Harry Potter e il cuore di Draco batteva forte nel petto, quante volte gli era stata raccontata la sua storia, quante volte un Draco molto più piccolo, aveva chiesto che gli venisse raccontata ancora e ancora e aveva sperato un giorno di poter incontrare Harry Potter.
Di essere amico di Harry Potter.

Harry, notando il rossore che colorava le guance di Draco, si sentì arrossire lui stesso e il senso di disagio man mano si allontanava.

Così annuì e vide gli occhi grigi di Draco brillare come stelle nella notte.

E sorrise.

 

Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti* , questa è la Prima Parte della storia, ne seguiranno altre due.
Spero che la troviate interessante! ❤️

N.B.: Alcuni discorsi sono gli stessi che avvengono nei libri, solo qualche cambiamento gli è stato apportato ai fini della trama della fanfiction :)

 

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Capitolo 2
*** PARTE 2 ***


settembre 2009
(18 anni dopo )
 

"Ted su sbrigati! Siamo già in ritardo! Perderai il treno! Harry ci sta aspettando da un pezzo." urlò Draco Malfoy abbastanza agitato.

"Non preoccuparti Draco, ce la faremo e poi io sono pronto." rispose Teddy Lupin mentre scendeva con dei saltelli veloci dalle scale di casa.
Era ansioso, ma molto sorridente per quello che era il suo primo giorno ad Hogwarts.
Viveva con il suo padrino Harry Potter - ormai conosciuto come il 'Salvatore del Mondo Magico' - e suo cugino Draco Malfoy, nonché compagno di Harry.

Ebbene si, quella scelta che Harry Potter fece anni e anni fa cambiò davvero la prospettiva delle cose ... o forse, chissà sarebbero andate comunque allo stesso modo. Nel corso del tempo, crescendo, Harry ci pensò più di una volta, ma senza soffermarvisi più di tanto perché aveva capito che a volte la vera soluzione è non cercare affatto una soluzione.

Si è lasciato semplicemente guidare dalla magia, da quel bagliore dorato e col senno di poi, l'avrebbe rifatto ancora ed ancora.
Quella sensazione di familiarità non lo ha mai lasciato e solamente dopo Harry ha capito cosa fosse.

Harry e Draco avevano rispettivamente 28 e 29 anni e la loro vita non era stata per niente facile a causa della guerra e tutto ciò che avevano dovuto passare. La loro relazione era nata come amicizia e poi, col passare del tempo, Harry aveva piano piano imparato a conoscere Draco che non era più il ragazzino viziato che aveva incontrato da Madama Mc Clan, ma era diventato un ragazzo coraggioso e leale, un uomo brillante e un compagno amorevole.

Probabilmente -Harry pensava - a volte le persone hanno solo bisogno di ricevere amore e avere la possibilità di amare per aprirsi completamente e mostrare agli altri ciò che hanno dentro se stessi, la versione reale di sé.

All'inizio della loro amicizia non erano particolarmente legati, erano finiti in case separate ad Hogwarts, dovevano pur mantenere un po 'di rivalità, non aiutava il fatto che ad entrambi non piacessero i loro amici e compagni della rispettiva casa, anche perché in particolare il migliore amico di Harry, Ron Weasley, non era del tutto entusiasta dell'amicizia col biondo Serpeverde. Nonostante non mancassero mai vari, stupidi battibecchi , litigi e a volte anche risse sul campo da Quidditch per questioni di squadre rivali, Harry e Draco erano riusciti comunque a mantenere la loro amicizia viva.

Sembrava quasi come se tutti i loro fronti avessero dovuto essere opposti. Si allontanarono e si avvicinarono, il filo che li teneva legati si assottigliò, ma non si spezzò mai.

Ma la cosa che, più di tutte le altre, non aiutava affatto era Lucius Malfoy, il padre di Draco, che aveva sempre troneggiato sul figlio come un'ombra scura, una presenza offensiva, silenziosa ma pesante che l'aveva tenuto sotto controllo e non gli aveva mai permesso di commettere un solo errore, un solo sbaglio. Ed Harry lo vedeva come Draco diventava rigido ed indossava la famosa maschera stampo Malfoy quando si trovava in prossimità dello sguardo critico del padre, che aveva complicato ulteriormente tutto quanto avendo costretto suo figlio ad unirsi ai Mangiamorte, questo aveva reso Draco schivo e chiuso nei confronti di tutti, ma soprattutto nei confronti di Harry, poiché sentiva di aver tradito la sua fiducia, la sua amicizia, anche se il tutto avveniva contro il suo volere.

Ma il filo sottile che li univa, c'era ancora.

E poi ci fu. Il punto più basso di tutto il loro rapporto: il Sectumsempra.

Draco ne porta ormai le cicatrici che Harry non smette di baciare ogni volta che ne ha modo.
Harry ci ha messo molto tempo per cercare di perdonarsi per questo, ancora oggi sente il peso delle sue azioni, ma cerca di sopperire al suo sbaglio donando a Draco tutto l'amore che ha. Draco non ce l'ha mai avuta con Harry, e l'ha perdonato subito, istantaneamente. In uno strano modo contorto se proprio avesse dovuto essere segnato, avrebbe preferito dieci, cento, mille volte esserlo dalla magia di Potter più che da quella del Signore Oscuro.

Ha sempre ammirato e stimato Harry Potter.

Solo dopo ha realizzato che lo amava.

D'altro canto, Harry ha imparato ad apprezzare Draco piano piano, e ad assimilare tutte le sfaccettature del suo carattere spigoloso, ma morbido dopo aver saputo scavare in una superficie molto appuntita e ben costruita. 
Fu solo nel momento in cui lo vide sdraiato nel proprio sangue che ha capito di essersi innamorato di Draco Malfoy.

Ed è così che avvenne, nell'infermeria della scuola, il loro primo bacio che fu preceduto da nient'altro che uno scambio di sguardi che dicevano molto più di quanto le parole avessero mai potuto fare ed quando le loro labbra si toccarono l'intero universo non c'era più, esistevano solo loro, due cuori che battevano all'unisono, due respiri che si intrecciavano diventando uno solo, due luci che si incontravano a metà.

Ed Harry sentì il calore familiare alzarsi dal petto come un bagliore dorato, come un raggio di sole che illumina un sentiero costellato dall'ombra di alberi alti e folti, come il riverbero del sole sulle increspature delle onde del mare sulle quali sembra quasi di potersi specchiare.

Era innamorato e la conseguente realizzazione ha colpito Harry come un lampo seguito da un fragoroso tuono nel cielo in tempesta.
Da quel momento si prefissò di proteggere Draco ad ogni costo, da tutti, da lui e da se stesso.
Nessuno gli avrebbe fatto più male. Non Lucius, non Voldemort. Nessuno altro.

Quel filo seppur sottile, brillava luminoso e dorato.

E Draco accettò la protezione che Harry gli offriva, scegliendo di fare il doppio gioco dalla parte dei buoni per restare sicuro, nonostante la rinuncia di poter combattere apertamente l'uno accanto all'altro, proteggendosi a vicenda, ma entrambi sapevano che si avevano: l'uno apparteneva all'altro e viceversa, non sarebbero mai stati soli. Anche questo amarsi in silenzio era un modo di proteggersi l'un l'altro.

Fu un processo naturale, come se fosse sempre stato così, tra di loro le cose erano in un certo senso sempre state complicate, ma l'amore era qualcosa di semplice.

Amare Potter era semplice. Amare Malfoy era semplice.

Ed è stato così che la guerra fu vinta, grazie alla potenza dell'amore.

Entrambi concentrati l'uno sull'altro, entrambi avevano solo l'altro. Ed Harry continuava a sentire quella sensazione di familiarità che ormai era così solida, calda ed accogliente che faceva bene al cuore.

Draco era sicurezza, lealtà, amore, calore, conforto, casa, famiglia.

Subito dopo la battaglia tutti seppero di loro, anche perché fu Draco che urlò ''Potter!'' lanciandogli la bacchetta quando Harry si gettò dalle braccia di Hagrid. E fu sempre Draco a correre tra le braccia di Harry e a baciarlo davanti agli occhi di tutti i presenti senza più preoccuparsi di nascondere l'amore che provavano, una volta che Voldemort era stato sconfitto cadendo come un uomo qualsiasi, lasciando di sé solo un corpo privo di vita.

Godersi la vita al meglio che potevano, senza rinunce alcune, era il minimo dopo quello che avevano dovuto passare e di cui erano stati privati. Dopo la guerra fu tutto molto veloce, ci furono i processi ai Mangiamorte ed Harry dovette assistere ad ognuno per assicurarsi che pagassero per i loro crimini. Inoltre, Harry aveva testimoniato a favore di Draco e di Narcissa Malfoy, riuscendo a provarne l'innocenza e ottenendo la conseguente libertà di entrambi.

Dopotutto era stata Narcissa che, in parte, aveva reso possibile tutto questo mentendo al Signore Oscuro per amore del suo unico figlio.

La stessa sorte non ebbe, invece, Lucius Malfoy che pagò per i crimini che aveva commesso e soprattutto per aver costretto suo figlio, un ragazzo ancora minorenne, a prendere il Marchio Nero, rappresentativo degli adepti di Voldemort, utilizzandolo come una pedina in un gioco, molto più grande di lui, che a quanto pare era sfuggito anche al suo stesso controllo. Un gioco mortale.

Durante la guerra ci furono molte vittime, persone che Harry sognava ancora ogni notte come se la guerra fosse stata il giorno prima, ed ogni notte c'erano le braccia di Draco a tenerlo stretto come fossero un'ancora '' Shh, va tutto bene Harry, ti ho. Ti ho preso. Sei al sicuro." E così si addormentavano. Tutto il dolore silenziato da un calore dorato.

Andarono a vivere insieme subito dopo i processi. Harry gli propose di stare insieme a Grimmauld Place, ereditata dal suo padrino Sirius Black, e Draco ne fu entusiasta anche perché aveva occasione di stare con Teddy, suo cugino, orfano di guerra. Harry era stato nominato suo padrino per volere di Remus Lupin e Nynphadora Tonks ed era anche l'ultimo parente rimasto oltre a Draco e ad Andromeda Black in Tonks, la nonna del piccolo, che però aveva preferito lasciare che la custodia venisse affidata ad Harry, sicuramente più giovane ed adatto come figura genitoriale. La sorella di Narcissa Black era a conoscenza ormai della relazione tra i due ragazzi ed era entusiasta che il suo nipotino potesse crescere circondato dall'amore.

Andromeda, infatti, aveva capito sin da subito che Draco non era affatto come suo padre Lucius, ma piuttosto assomigliava a Narcissa, sia caratterialmente che fisicamente, ne aveva ereditato i tratti più belli e dolci, per non parlare degli occhi grigi che erano un tratto puramente distintivo della stirpe dei Black.
Grazie a tutto questo Andromeda riprese anche i rapporti, ormai interrotti da tempo, con sua sorella Narcissa e ciò che ne derivò fu una bella scoperta. Erano molti i pomeriggi trascorsi in famiglia, tra un thè e l'altro, un gelato e una partita di Quidditch per bambini e tanti, ma tanti sorrisi a cuore più leggero. L'amarezza e il dolore delle perdite subite c'era inevitabilmente, ma stare intorno a Teddy era come una potente pozione antidolorifica, con quelle guanciotte rosa, il sorriso sdentato qua e là e le piccole manine paffute che si aggrappavano a tutto quello che potevano. Alla fine era davvero l'amore il motore del loro mondo, li aveva salvati una volta e stava continuando ad aiutarli ad andare avanti e prendere il comando della propria vita.

E così fu che divennero una vera e propria famiglia, entrambi sia Harry che Draco si innamorarono immediatamente del piccolo Teddy che era un bimbo davvero facilmente amabile, soprattutto con quei capelli blu elettrico e luminosissimi e grandi occhi grigi, unico tratto che, stranamente, aveva ereditato dalla linea della famiglia Black.
 

 

Fortunatamente il gene del lupo mannaro di suo padre Remus non era stato ereditato

 

Fortunatamente il gene del lupo mannaro di suo padre Remus non era stato ereditato. Piuttosto aveva preso dalla madre, era un metamorfomagus, ma fino ai 6 anni i suoi capelli non cambiarono colore.
Non appena scoprì che poteva cambiare anche tutte le altre caratteristiche fisiche, Teddy iniziò a mostrarsi sempre di più come un mix perfetto di Draco ed Harry.
La prima volta che lo fece aveva 8 anni, si presentò davanti a loro che lo guardarono sbalorditi e disse con emozione e convinzione: ''Così sembro vostro figlio!'' Il piccolo Teddy si riferiva a loro come Harry e Draco, ma li aveva sempre considerati come dei veri e propri papà. Erano felici insieme.

Harry non riuscì a sopprimere un singhiozzo e scoppiò in lacrime mentre guardava con orgoglio il suo figlio(ccio), alternandosi a guardare anche Draco, che correva ad abbracciarli essendo sbalordito anche lui, non avrebbe mai pensato di poter provare un amore così grande, forte e così puro.
Era molto più di semplice magia.

''Vi amo'' sussurrò dopo averli raggiunti, stringendoli e baciando prima la testa di Teddy e poi la guancia di Harry, sepolta in una zazzera di capelli corvini e arruffati del tutto simili ai suoi.
Erano una vera famiglia. Una bella famiglia. Finalmente, una famiglia felice.

Draco, con la sua passione e la sua innata bravura per le pozioni, aveva scelto di studiare per diventare Guaritore e ci era riuscito.
Inoltre, stava lavorando ad un progetto importante per cercare di creare una Pozione Antilupo che fosse più efficace di quella già esistente e potesse contenere più sintomi, soprattutto cercando di ridurne al minimo i dolori atroci.
L'aveva fatto in memoria di Remus Lupin.
Quando Harry scoprì che era quella che teneva Draco sempre rinchiuso nel loro laboratorio di pozioni a Grimmauld Place, lo baciò con passione e gli disse: '' Sono fiero di te. Sei un uomo brillante ed eccezionale. Ti amo.'' Lo tirò a sé e lo tenne stretto guardandolo con gli occhi pregni d'amore, come fosse la cosa più preziosa che avesse ed effettivamente era così per Harry.
Draco ricambiò lo sguardo, fece un sorriso e sussurrò sulle labbra di Harry: ''Ti amo anch'io.'' E lo baciò.
Si baciarono per molto, molto tempo, ma solo dopo che Draco avesse gettato un incantesimo di stasi sul suo piano di lavoro.

Per quanto riguarda il lavoro di Harry, invece, il processo fu più complicato.
Tutti si aspettavano che facesse l'Auror dato il suo ruolo chiave e il suo sangue freddo nella guerra, ma Harry non la pensava allo stesso modo, e si era sentito solo una pedina in un gioco a cui non voleva più giocare, ne aveva abbastanza ormai dei combattimenti e dell'ansia costante e dell'odio.
Voleva concentrarsi su ciò che amava e che lo faceva stare bene. Fu sempre Draco a sostenerlo e ad aiutarlo a capire ciò di cui aveva bisogno.

Harry aveva iniziato l'allenamento per Auror insieme a Ron Weasely, ormai suo partner, ed erano entrambi soddisfatti del programma, ma Harry poteva vedere che lui non si sentiva carico allo stesso modo di Ron, che reagiva per pura adrenalina, mentre lui faceva quello che faceva per ansia, quasi come se fosse di nuovo per sopravvivenza. E lo capì solo dopo, con un episodio particolarmente brutto: era quasi giunta la fine del programma di allenamento e stavano iniziando a mandarli sul campo per iniziare a fargli capire quale fosse la vita di un Auror.
Provò a concentrarsi, ma all'improvviso bastò l'ansia della situazione e un lampo rosso di uno ''stupeficium'' che gli sfiorò per poco l'orecchio ed andò a schiantarsi sul muro dietro di lui in un tonfo sordo ed era proiettato di nuovo lì: sangue, macerie, morte.
Non riusciva più a respirare, si sentiva schiacciato, si sentiva oppresso, non riusciva più a vedere nient'altro che buio.
Aveva solo bisogno di vedere un lampo familiare di capelli biondi quasi bianchi. Dopotutto Harry era morto. Era morto ed era ritornato, aveva scelto di ritornare, per le persone che amava, per se stesso e soprattutto per rivedere Draco ed avere una possibilità concreta di poter essere finalmente felici e liberi insieme e vivere la vita che molte volte si erano trovati a pianificare insieme senza nemmeno accorgersene. Ma Harry ci aveva pensato a tutte quelle piccole cose che lo facevano sentire vivo nel momento in cui il fascio di luce verde dell'Avada Kedavra lo colpì in pieno petto.

E in quel momento, sul campo di combattimento, aveva bisogno della sua certezza, aveva bisogno di rivedere quel familiare bagliore dorato, caldo e confortevole.

Harry ebbe un attacco di panico in piena regola e senza riuscire nemmeno a pensare, a stento si smaterializzò sul posto senza spaccarsi. Arrivò a Grimmauld Place, che in quel momento era vuoto perché Teddy era da Andromeda e Draco era di turno al San Mungo.

Si strappò tutti i vestiti di dosso e si gettò sotto la doccia, non avendo per niente la forza di lanciare un incanto patronus o anche di mandare un gufo e fu ancora lì che Draco lo trovò, ore dopo, quando rientrò.
Lo raccolse subito, si prese cura di lui, lo avvolse in coperte calde e dopo aver ormai capito tutto finalmente disse: '' Harry, amore mio ... guardami'' e quelle parole dette in modo così dolce e premuroso furono come un balsamo lenitivo per le orecchie di Harry. Draco gli prese il viso tra le mani in modo da poterlo guardare bene in quegli occhi verdi che tanto amava, al momento velati solo da tristezza e dolore, gli si strinse il cuore a vederli così spenti, si fece forza e continuò : ''Devi fare ciò che ti fa stare bene, ciò che ti fa sentire bene con te stesso, con gli altri e con l'ambiente che ti circonda.
Qualcosa che ti faccia sentire libero. La guerra è finita da tempo, non devi più niente a nessuno se non a te stesso. Meriti di stare bene, meriti di essere felice, così come lo sono tutti quelli ai quali hai salvato la vita! Starai bene, staremo bene Harry, puoi farlo!''
Harry lo tirò più vicino e rimasero stretti per molto tempo ancora. Draco chiese ad Andromeda di tenere il piccolo Teddy a dormire da lei per la sera.

Quella notte fecero l'amore.
Il silenzio era riempito solo da respiri mescolati.
Curarono le loro ferite e accarezzarono vecchie cicatrici.
 

Harry lasciò l'allenamento Auror la mattina dopo, senza alcun rimorso. Per sempre grato di avere qualcuno come Draco al suo fianco che lo supportasse e lo amasse come nessuno aveva mai fatto prima.

E decise di dedicarsi all'unica cosa che lo aveva sempre fatto sentire libero. E' così che Harry Potter divenne una star del Quidditch.
La vita migliorò nettamente da quel momento.

Volare era la prima cosa che era riuscito a farlo sempre sentire leggero, anche quando i tempi erano buii. Ed inseguì questa libertà in sella ad una scopa.

E fu proprio il primo Settembre del 2009 il giorno più importante per lui: Teddy partiva per il suo primo anno ad Hogwarts e la stessa sera lui aveva un'importante partita contro una squadra francese che avrebbe segnato l'inizio della sua carriera come Cercatore Professionista nella squadra ufficiale di Quidditch dell'Inghilterra.

Harry stava aspettando Ted e Draco fuori dall'appartamento, accendendo il motore della vecchia moto di Sirius un po 'rinnovata, indossava il vecchio giubbino di pelle del suo padrino ogni volta che la guidava, arrivarono così, quella mattina del 1 settembre, alla stazione di King's Cross.

'' Finalmente ci siamo ... '' disse Teddy un po' ansioso e spaventato ed Harry ricordò subito il giorno in cui lui stesso partì per la prima volta, conoscendo solo un mezzogigante e un ragazzino biondissimo un po' viziato e sapendo ancora ben poco di come funzionasse la magia.

'' Andrà tutto bene Ted '' si avvicinò Draco cercando di trasmettergli sicurezza e serenità. '' Sono sicuro che farai subito amicizia, sei un bambino splendido e tutti ti vorranno bene.'' gli diede un sorriso rassicurante.

Harry annuì in accordo e disse: '' Siamo fieri di te tesoro, ti amiamo. Goditi ogni attimo Ted.''

Il treno fischiò. I tre dovettero salutarsi e si strinsero in un abbraccio con le promesse di scriversi il più spesso possible e Teddy allontanandosi urlò ''Vi voglio bene papà!'' rivolgendosi ai due che lo guardavano senza nascondere nessuna emozione per il loro ometto che era cresciuto e stava andando via. Poi Teddy salì a bordo, il treno partì e si allontanò e la stazione iniziò a svuotarsi piano piano. Fu un momento indimenticabile.

''Se la caverà. Ha qualcosa di speciale. '' Disse Draco prendendo la mano di Harry e stringendola.

"Ne sono sicuro" rispose Harry ricambiando la stretta di Draco. '' Dopo tutto, ha qualcosa di entrambi '' sorrise facendo riferimento al mix del loro aspetto che ormai era quello che Teddy amava di più.

 '' Dopo tutto, ha qualcosa di entrambi '' sorrise facendo riferimento al mix del loro aspetto che ormai era quello che Teddy amava di più


Le ore passavano e si avvicinava sempre di più quella che era una partita fondamentale per Harry.

Quella sera stessa Harry era sicuro di farcela. Era sicuro di poter prendere ancora una volta il boccino. Beh, doveva prendere il boccino.

Cercò comportarsi come sempre e di restare sereno.

Prima di andare insieme al campo, Harry e Draco ricevettero una lettera da Teddy che li informava che il Cappello Parlante lo aveva smistato a Tassorosso e che aveva fatto già alcuni amici che avevano trovato molto carino il suo animaletto da portare ad Hogwarts, un piccolo furetto bianco.

Harry aveva riso a dismisura quando Teddy aveva detto di volere proprio quell'animaletto. Draco, invece, non l'aveva trovato molto divertente, ma alla fine avevano comunque acconsentito a farglielo prendere, dopo tutto...era così carino.

Non erano sorpresi della notizia dello smistamento di Ted a Tassorosso, dopo tutto già sapevano che sarebbe stato così, per quanto gli avessero trasmesso un po' di loro stessi, quasi riaccendendo le animosità tra Grifondoro e Serpeverde, il bambino aveva i suoi modi di fare e di reagire ed era davvero molto dolce, quindi non era davvero una gran sorpresa.
Erano molto fieri di Teddy e del bambino che era diventato. Potevano dire anche di aver fatto un bel lavoro con lui. Erano un po' fieri anche l'uno dell'altro.

Scrivere poi una risposta a Teddy per trasmettergli la loro felicità fu un motivo di distrazione per Harry che iniziava ad essere di nuovo teso per la partita.
Finché non arrivò il momento tanto atteso e per certi aspetti, temuto.
Draco non riusciva totalmente a capire quest'ansia che aveva Harry, dopotutto giocare (ed anche soffiargli il boccino da sotto al naso ad Hogwarts) gli era sempre venuto cosí naturale che sembrava l'incarnazione della magia vera e propria. Ma decise che probabilmente era perché collegato ad un cambio di prospettiva e quindi, di vita.

Effettivamente davvero qualcosa stava per cambiare nella loro vita.

"Ed ancora una volta Harry Potter, il più giovane cercatore professionista di sempre, prende il boccino terminando la partita e portando una casa una vittoria schiacciante." annunciava lo speaker della partita.

La folla scoppiò in un boato, acclamandolo, tra cui c'erano anche Ron ed Hermione a sostenerlo, per essere lì avevano annullato tutti i loro piani, Harry gli rivolse subito uno sguardo felice, salutandoli da lontano e dopo i suoi occhi verdi brillanti rivolsero tutta la loro attenzione soltanto ad una persona dai capelli molto biondi, che stava in piedi, battendo le mani a più non posso e stava ricambiando il suo sguardo con passione.
Harry sentì il cuore battere forte.

Tenne stretto tra le dita il boccino che aveva catturato. C'era qualcosa in quel boccino che Harry stesso aveva messo prima della partita. Aveva controllato, non era in nessun modo un imbroglio per vincere, era tutto uguale, solo che il boccino, in questo caso, conteneva qualcosa:

Un anello.

Harry aveva una proposta da fare. E cavolo, il rumore del cuore che batteva gli rombava nel petto più di quanto avesse mai fatto prima.

Con gli occhi di tutti su di lui, ancora sulla sua scopa, volò verso gli spalti e si appoggiò proprio di fronte a dove si trovava Draco che sorrideva come non mai.
Lanciò un potente "Sonorus" non verbale su se stesso e subito dopo la sua voce rimbombava nello Stadio, richiese attenzione questo bastò a far si che tutta la platea puntasse gli occhi su di lui e tacesse subito per ascoltare cosa avesse da dire Harry Potter:
"Ho un annuncio da fare ad una persona speciale!" esordí poi avvicinandosi di più agli spalti, si rivolse al suo compagno:

"Draco, tu sei ormai una parte fondamentale della mia vita, da quando ero solo un bambino ci sei sempre stato.
Non riesco ancora credere di averti al mio fianco, non riesco ancora a credere che sei qui, che mi ami, ogni giorno. ..che mi apprezzi, mi aiuti, mi sostieni.
Non sono solito dire queste cose così, ma sento che per te posso fare un'eccezione perché tra noi è sempre stato diverso, noi non funzioniamo come gli altri, siamo noi stessi un ' eccezione e io, stasera, voglio aprirti il ​​mio cuore.

Credo che cercare di descrivere tutto quello che sei per me, tutto quello che provo, che sento, che mi fai vivere, non sia abbastanza ... non bastano parole per dire tutto questo.
Sei il miglior dono che la vita poteva farmi.
Sei il mio compagno, sei la mia anima gemella, sei la mia felicità, sei la mia luce ... mi piace immaginare la mia vita come un mondo immerso nel buio e te come luce. Una luce che mi ha sempre illuminato dai momenti più bui, una luce familiare.
Abbiamo combattuto a lungo per arrivare qui, abbiamo litigato, e ancora litighiamo, ma non c'è giorno in cui il mio amore per te si affievolisca.
Sei l'unico che ha smosso sempre qualcosa in me. Mi fai sentire vivo.
Senza di te al mio fianco mi sentirei incompleto. Tu mi hai preso e mi hai rimesso insieme mostrandomi cosa sia l'amore ... non l'ho mai provato per nessuno che ho provato con te e spero che io riesca a farti sentire il mio amore, come io sento il tuo.

Ho sofferto molto nella vita, ma se tutta questa sofferenza è servita a portarmi a te ... sopporterei tutto altre mille volte.
Tu ne vali la pena, mi fai venire voglia di vivere semplicemente sorridendomi con quel sorriso che illumina tutto e che vorrei poter vedere sempre e quegli occhi meravigliosi in cui mi ci perdo.

Sono pronto a darti ogni giorno l'amore che meriti, l'amore di cui hai bisogno. Voglio darti tutto.
Tutto me stesso, tutto quello che posso e che non posso, voglio abbattere tutti i miei limiti per te, voglio essere forte per te, voglio prendermi cura di te, voglio essere il tuo posto sicuro dove puoi sempre rifugiarti, dove puoi permetterti di essere te stesso, dove puoi permetterti di lasciarti andare, di crollare, di piangere, di romperti a pezzi ed essere fragile ... perché ci sarò sempre io a raccoglierti e ad amarti. Sempre. Così come tu hai raccolto me.

Draco, io sono totalmente, profondamente, inevitabilmente innamorato di te,
e voglio passare il resto della mia vita con te. "

Harry mostrò il boccino d'oro e lo aprí per rivelare l'anello della proposta:

"Draco Lucius Malfoy, vuoi sposarmi?"

Draco era con le lacrime agli occhi e il cuore che gli martellava nel petto. "Sì! Certo che si Harry!" Rispose entusiasta Draco sbilanciandosi per tirare a sé Harry e baciarlo e dire "Ti amo" sussurrati tra un bacio e l'altro.

La platea dello stadio era rimasta a bocca aperta da quella dichiarazione d'amore in piena regola e col fiato sospeso, tra cui Ron che era rosso come un peperone e borbottava qualcosa, ma sorrideva ed Hermione che aveva le lacrime agli occhi, alla risposta di Draco scoppiò in un boato di fischi, applausi ed urla, dopo di che la banda musicale suonò per la vittoria.
Harry sentiva di aver vinto molto di più che una semplice partita.

Draco ed Harry interruppero il bacio per un momento e si guardarono intensamente.

Gli occhi verdi di Harry erano brillanti e pieni di vita.

Gli occhi grigi di Draco brillavano come stelle nella notte.

E sorrisero.

 

Angolo dell 'Autrice:

Parte 2 di 3. Spero l'abbiate apprezzata.❤️ Lasciate un commento se vi va!  
N.B.: Le fanart utilizzate all'interno di questa parte sono di @aeshsar e di @dragontamerdame su instagram/tumblr. 

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Capitolo 3
*** PARTE 3 ***


Angolo dell'Autrice:
Ecco a voi la Terza ed ultima parte.
Si può dire che questa storia è il mio primo vero tentativo di scrittura, ovviamente è qualcosa senza pretese.
In un momento di chiusura come questo, in cui tutto sembra più cupo, sentivo il bisogno di leggerezza e scrivere questa storia è stato il mio angolo felice.
Spero che possa trasmettere anche a voi un po' di serenità.

~Buona lettura!❤️ (ci vediamo alla fine).

_____☾ *:・゚✧_____

''Lovin' is the antidote'' (Golden - Harry Styles)

 

Erano passati mesi da quella che su tutti i giornali del Mondo Magico era stata definita una proposta da sogno.

Mesi che sembrarono volare perché furono tutti impiegati nell'organizzazione dell'evento.

Entrambi volevano che le nozze fossero celebrate entro l'inizio dell'estate ed avevano un desiderio nel profondo del cuore: sposarsi ad Hogwarts, laddove tutto era iniziato.

Ovviamente non era una cosa usuale quella di sposarsi alla Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del Mondo Magico, ma si trattava di Harry Potter, ex studente della stessa e Salvatore di tutti i maghi del mondo, e la richiesta era stata accettata con gioia dall'attuale preside Minerva Mc Grannit che era rimasta anch'essa rapita dalla proposta che Potter aveva fatto a Draco Malfoy. Inoltre era un modo per collegare Hogwarts a ricordi che celebrassero l'amore e quale modo migliore se non il matrimonio di due giovani ragazzi che avevano vissuto la guerra, vincendola.

Fortunatamente il periodo che per loro era ideale, combaciava con la fine dell'anno scolastico e quindi si erano accordati per allestire il tutto entro la fine delle lezioni e celebrare il matrimonio subito dopo gli esami a cui erano sottoposti gli studenti dell'ultimo anno.

Draco era a dir poco elettrizzato e aveva deciso di occuparsi di tutto quello che potevano essere decorazioni, invitati, abiti, anelli. Harry lo assecondava in tutto dato che non era mai stato portato per questo genere di cose e Draco ci scherzava su prendendolo in giro: ''Almeno non rischierai di rovinare tutto, Potter!'' e gli sorrideva. Non avevano perso l'abitudine di chiamarsi ogni tanto con i loro cognomi, era qualcosa che li caratterizzava e quel modo apparteneva solo a loro.

Un giorno, dopo la ormai famosa proposta, Draco richiamò per l'ennesima volta Harry col suo cognome ed Harry guardandolo con un cipiglio divertito disse: ''Sei consapevole che stai per diventare il Signor Potter, vero? Così stai richiamando anche te stesso.'' Draco si fermò sul posto non sapendo bene cosa dire '' Potter...Draco Potter? Mmm...non lo so. Potresti essere anche tu il Signor Malfoy.'' e lo guardò per provocarlo. Harry sapeva che Draco faceva così quando era emozionato per qualcosa e non sapeva bene cosa rispondere per evitare di mettersi a piangere come un bambino. Così,Harry gli si avvicinò e abbracciandolo da dietro gli sussurrò all'orecchio: ''Sarei più che felice di essere il Signor Potter-Malfoy'' il solletico causato dal suo respiro caldo sul collo ebbe la reazione desiderata da Harry e spedì una scarica di brividi per tutto il corpo di Draco. Harry posò un bacio a labbra aperte su quel collo così lungo e pallido e il corpo del suo futuro marito reagì altrettanto bene perché lo sentì deglutire e solo quando Draco si rigirò nell'abbraccio, Harry riuscì a vedere i suoi occhi grigi smaltati di desiderio e passione, questo gli fece sentire un calore diffondersi dal petto al resto del suo corpo e un'ondata di desiderio irrefrenabile lo coglieva. L'argomento fu accantonato in un momento in cui il corpo di Harry non era troppo impegnato a cedere agli impulsi e alla passione e a venerare ed amare con ogni tocco, ogni centimetro del corpo del suo compagno.

Fu così che decisero di prendere entrambi i cognomi. Sarebbero stati i Signori ''Potter-Malfoy''.

Quando Teddy seppe di tutto questo era al massimo della felicità perché era come il chiudersi di un cerchio, quelli che ormai considerava i suoi genitori si sposavano e lui sapeva che questo significava solo una cosa: ancora più amore.

Nonostante tutti i preparativi fossero stati curati nei minimi dettagli, la cerimonia era piuttosto semplice. Il tutto era stato pensato per svolgersi al di là delle sponde del Lago Nero così che Hogwarts facesse da sfondo ad un quadro poco più che perfetto.

L'evento non era certamente aperto a tutti, gli invitati erano familiari e pochi amici intimi. Né ad Harry né a Draco erano mai piaciuti i giornalisti, ma siccome tutto il Mondo Magico definiva questo l'evento dell'anno, decisero di far avere l'esclusiva a Luna Lovegood, loro amica, che aveva preso la direzione della rivista che prima amministrava suo padre Xenophilius Lovegood: Il Cavillo.

Era l'unico giornale ad essere sempre stato oggettivo e a non essersi venduto durante il regime di Voldemort e l'unico a non essersi mai perso dietro frivolezze, tra l'altro prive di fondamento, riguardo la vita del ''Salvatore del Mondo Magico''. Proprio per questo il giornale non aveva mai avuto una grande risonanza a livello mediatico, ma con l'esclusiva su questo evento, avrebbe spopolato. Ed Harry e Draco erano più che felici di farle questo favore e scendere a questo compromesso a patto che le loro nozze venissero descritte in modo più possibile veritiero.

E così fu. Il grande giorno era ormai arrivato, il giorno del matrimonio.

I pochi invitati erano seduti su delle sedie bianche con accanto delle composizioni di fiori, per nulla casuali: narcisi e gigli. I posti erano stati messi in modo che di fronte si trovassero le sponde del Lago Nero, ma tutti, piuttosto ammirare la bellezza dello sfondo, si giravano in continuazione aspettando che i futuri sposi arrivassero.

Il primo ad arrivare fu Harry. Restarono tutti a bocca aperta dalla sua bellezza, aveva un abbinamento total black, colore che raramente indossava, di un tessuto leggero adatto per la stagione estiva, composto da pantaloni neri che gli fasciavano le gambe alla perfezione mettendone in evidenza i muscoli, una camicia nera avvolta elegantemente ai gomiti, lasciando gli avambracci scoperti. E sopra questo completo Harry aveva scelto di indossare un gilet in pregiata pelle di drago marrone scuro con delle piccole borchie e cerniere che non spezzavano comunque l'eleganza del completo, ma che contribuivano, anzi, a mettere in evidenza il suo petto muscoloso, le spalle ampie e le braccia ben definite dai lunghi e costanti allenamenti di Quidditch. I capelli erano stati domati per l'occasione, pettinati e portati indietro con un po' di gel, ma lasciando comunque delle ciocche corvine libere. Era stata Hermione ad aiutarlo a fare tutte queste scelte giuste. Da solo sarebbe stato un disastro e di certo non poteva permettere a Draco di far scegliere il suo abito, inoltre Hermione diceva che era uno schianto vestito così e avrebbe dovuto indossare molte più cose di pelle.

Ted l'aveva visto, lui a dire il vero era l'unico che aveva avuto la fortuna di vedere sia il suo abito che quello di Draco e aveva detto che erano entrambi mozzafiato e avrebbero lasciato l'un l'altro senza parole. Anche il bambino si era tirato a lucido per l'occasione, dopotutto aveva un compito fondamentale: portava gli anelli. Per la celebrazione aveva scelto di non modificare le sue caratteristiche lasciando i suoi capelli del loro colore naturale blu e occhi grigi luminosi.

Harry percorse il sentiero indicato da fiori candidi, al fianco del suo migliore amico Ron, il quale fortunatamente non aveva fatto niente di imbarazzante come svenire o indossare abiti riciclati spediti da sua madre. Arrivò poi a posizionarsi sotto un'arcata rivestita di foglie verdi e fiori bianchi dalla quale pendevano a tenda delle decorazioni simili a gru di carta bianche, in onore delle gru di carta volanti con cui Draco gli spediva i bigliettini. Dal centro dell'arcata si poteva ammirare la bellezza del castello preceduto dalle acque del Lago al tramonto. Harry era emozionatissimo e pensò che niente poteva essere più meraviglioso, soltanto finché non vide Draco fare il suo ingresso.

Era da mozzare il fiato, sembrava uscito da un sogno. Harry non aveva mai visto qualcosa di più bello del suo -a breve- futuro marito, al fianco di sua madre Narcissa vestita con un abito lungo semplice con scollo a barca di colore royal blu che le donava un'aria ancora più austera e regale. E a seguito c'era il piccolo Teddy, con i capelli ben pettinati e un completo color crema e portava fieramente un cuscino con sopra le fedi nunziali.

Draco indossava un abito di un colore cangiante che andava dal grigio ghiaccio all'azzurro tenue. Le luci tutto intorno a loro, come se fossero state tante piccole lucciole, contribuivano a rendere il colore dell'abito ancora più particolare facendo sembrare Draco come una creatura ultraterrena. Era bellissimo. Se Harry non avesse saputo che era un purosangue avrebbe tranquillamente creduto che avesse sangue Veela in lui. Gli occhi di tutti erano su di lui, era come una calamita per lo sguardo. Ciò che attirava lo sguardo di tutti non era tanto il pezzo di sotto che aveva scelto, ma era il sopra a lasciare tutti - e in particolare Harry - con il resprito bloccato in gola:

Indossava una camicia semi trasparente con i polsini in seta cangiante,  aveva dei ricami di costellazioni disegnate con un pregiato filo dorato che contribuivano a mostrare e non mostrare il suo petto liscio e bianco come porcellana, ma fu solo quando si avvicinava che Harry notò che Draco non aveva scelto di nascondere le cicatrici del Sectumsempra, anzi, le aveva ricoperte d'oro, ed Harry - a bocca aperta e improvvisamente asciutta- per la prima volta vedendole sotto questa luce non si era sentito maledettamente in colpa come tutte le altre volte perché il messaggio che Draco aveva voluto mandargli in questo giorno speciale per loro era davvero forte e chiaro, aveva voluto dirgli ''io sono fiero di appartenere a te e a nessun altro'' ed Harry non poteva far altro che amare il suo - a breve- marito per l'uomo stupendo che era dentro e fuori.

Draco aveva lasciato crescere i capelli e negli ultimi mesi erano arrivati a sfiorargli le spalle, ma Harry guardandolo adesso poteva giurare che avesse utilizzato qualche particolare incantesimo per renderli più lunghi, sembravano dei preziosi fili d'argento, lasciati liberi da gel o quant'altro, erano leggermente ondulati e volerli accarezzare passandoci le dita era diventata improvvisamente un'esigenza di vitale importanza. Harry lo segnò mentalmente per dopo, quando avrebbero avuto tutto il tempo del mondo per stare soli.

Qualsiasi pensiero coerente si fermò non appena Narcissa Malfoy portò Draco accanto ad Harry che ormai aveva gli occhi lucidi e Draco non era da meno.

Si scambiarono uno sguardo carico di promesse, come al solito le parole non bastavano tra loro e a volte, non servivano affatto.

Tutti i presenti andarono a prendere posto e proprio la Preside Minerva che, avendo ottenuto il consenso e la delega ufficiale dal Ministero della Magia per celebrare le nozze, prese parola cominciando così il rito del legame matrimoniale.

Avevano scelto di celebrare un matrimonio semplice, ma che avesse aspetti di entrambi i mondi: babbano, attraverso semplici fedi d'oro bianco; e magico, attraverso il tradizionale rito di legame matrimoniale, che consisteva nell'interazione ed unione del proprio nucleo magico, che sarebbe diventato uno solo,
avrebbero attinto la loro forza magica da lì. La loro magia si sarebbe letteralmente
unita. Ed erano quello che desideravano più di ogni cosa.

''Siamo qui per celebrare il legame matrimoniale tra Harry James Potter e Draco Lucius Malfoy, come evento di rinascita, gioia ed inno all'amore. Avete scelto di essere sposati in entrambi i modi ed è per questo che inizieremo prima dal rito babbano procedendo allo scambio delle promesse e delle fedi. Prego.'' fece segno a Teddy di venire avanti portando il cuscino dove erano legate le fedi.

Harry iniziò con emozione: ''Io, Harry James Potter prendo te Draco Lucius Malfoy, per amarti fedelmente ed onorarti sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, e di sostenerti ogni giorno della nostra vita insieme.'' mise l'anello all'anulare sinistro di Draco al quale tremavano le mani, così Harry gli accarezzò delicatamente col pollice il dorso della mano e poi la sollevò portandola alle labbra e baciandola.

Poi toccò a Draco parlare: ''Io, Draco Lucius Malfoy prendo te Harry James Potter,per amarti fedelmente ed onorarti sempre, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, e di sostenerti ogni giorno della nostra vita insieme.'' mise l'anello all'anulare sinistro di Harry ricambiando la carezza ricevuta poco prima. Si guardarono negli occhi intensamente e Minerva continuò ''Ed è con i poteri conferitomi che vi dichiaro ufficialmente sposi secondo la tradizione babbana e pronti a sostenere il tradizionale rito del legame matrimoniale magico. Prego le vostre bacchette.'' E così dicendo mostrò le rispettive bacchette che Harry e Draco avevano dovuto consegnare poco prima della celebrazione.

Harry prese la bacchetta di Draco, ormai familiare e Draco prese la bacchetta di Harry.

La Preside prese di nuovo parola illustrando i passaggi del rito magico: ''Adesso vi prego di incrociare le vostre bacchette facendole sovrapporre con la mano destra e di tenere ben aderito il palmo della vostra mano sinistra insieme. Concentratevi su nient'altro che sul contatto della vostra pelle e fondetelo alla sensazione della magia proveniente dalla bacchetta del vostro compagno che avete nell'altra mano. Sentite voi stessi e la vostra magia che diventa una sola.''

Chiusero gli occhi e fecero come detto. Quando all'improvviso si trovarono avvolti da una sensazione di calore e conforto. Un sottile filo dorato e luminoso si dipanò dalle loro bacchette e avvolse insieme i polsi delle loro mani giunte.

''Vincolum Matrimonii'' annunciò Minerva toccando con la sua bacchetta laddove il filo avvolto. Queste parole furono seguite da altre frasi in latino e un ultimo, immenso, bagliore dorato si liberò dal filo che si illuminò intensamente prima di scomparire.

Harry e Draco ancora con gli occhi chiusi si sentivano come mai prima d'ora, era come sentire il doppio ed era come avere accesso a tutte le emozioni dell'altro. Era bellissimo perché finalmente potevano dire di appartenersi nel corpo e nell'anima.

''Il rito è compiuto e ciò che l'amore e la magia hanno unito, nessuno osi separare.
Vi dichiaro ufficialmente sposi. Potete baciarvi.'' annunciò sorridendo l'anziana professoressa di Trasfigurazione, ormai Preside della scuola.

I due novelli sposi, aprirono gli occhi. Le mani ancora strette l'una nell'altra. Si guardarono come se fosse la prima volta di anni fa, quando Harry aveva accettato la mano di Draco e all'improvviso tutto sembrò quadrare alla perfezione:

Quel bagliore dorato, quel calore confortante, il senso di familiarità...era sempre stato lui. Era sempre stato Draco e probabilmente Harry l'aveva capito, inconsciamente, fin dall'inizio.

Sullo sfondo da favola offerto dalla luce rossastra del tramonto di fine giugno, che copriva il cielo su Hogwarts e si specchiava sulle calme acque del Lago Nero, le loro labbra si toccarono e fu come tornare a baciarsi senza averlo fatto per un lungo periodo e al contempo come baciarsi per la prima volta in assoluto, ma in un modo del tutto diverso. Era come se entrambi potessero assaggiare il sapore dell'altro elevato all'ennesima potenza, sentendo a pieno la magia del loro compagno di vita proprio come se gli fosse sempre appartenuta.

Perché era così, si erano sempre appartenuti. E si appartenevano, ora più che mai.

Tutti i presenti erano emozionati ed applaudivano felici. Teddy era probabilmente il più entusiasta di tutti, compresi gli stessi sposi. Aveva di nuovo assunto le caratteristiche mixate di entrambi, come se fosse loro figlio.

Harry e Draco si separarono dal bacio e le loro labbra si curvarono automaticamente in un sorriso. E fu in quel momento che entrambi videro lo specchio dell'espressione che entrambi avevano la prima volta che i loro occhi si incrociavano in una forma di accordo silenzioso.

Gli occhi di Harry erano stati poche volte così luminosi come adesso. Gli occhi di Draco brillavano come stelle nella notte.

Gli stessi occhi grigi che lo avevano osservato per tutta la vita costantemente, talvolta salvandolo, altre scrutandolo, altre ancora ammirandolo, proteggendolo, infine amandolo.

Quelle stelle luminose avrebbero sempre illuminato il suo — il loro cammino insieme.

Ed Harry sorrise.

Perché, infondo, l'aveva sempre saputo che niente poteva separare ciò che la magia aveva unito.
 

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Il destino mescola le carte , ma siamo noi a giocare la partita " ( Wally Lamb ).

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Fine


 

Angolo dell'Autrice:
Ed eccoci alla Fine della storia, è stato bello poter mettere nero su bianco il risultato di un sogno, interpretarne il significato e romanzarlo. Mi sono detta ''devi assolutamente rendere reale questa cosa'' ed eccola qui. In qualche modo ha preso finalmente vita!

Inoltre, cercando una possibile copertina della storia, mi sono imbattuta in una fanart (di Ben Chen) assolutamente perfetta, che mi sono resa conto rispecchiasse perfettamente il significato che volevo dare al tutto. Ed ecco perché l'ho scelta.
Continuo a credere che non sia un caso che io mi ci sia imbattuta.
La fanart è ispirata al famoso dipinto di Magritte '' Il figlio dell'uomo ''.
In questo caso al posto dell'uomo, vi è Harry Potter da bambino e al posto della mela verde dell'originale, vi è il boccino d'oro.

Non sono un'intenditrice di arte, ma posso dire sicuramente che mi affascina molto e vedere questo dipinto mi ha smosso qualcosa e mi ha spinto ad andare a cercarne il significato.
Magritte stesso afferma: ''qui abbiamo qualcosa di apparentemente visibile poiché la mela nasconde ciò che è nascosto e visibile allo stesso tempo, ovvero il volto della persona. Questo processo avviene infinitamente. Ogni cosa che noi vediamo ne nasconde un'altra; noi vogliamo sempre vedere quello che è nascosto da ciò che vediamo. Proviamo interesse in quello che è nascosto e in ciò che il visibile non ci mostra (...) un tipo di disputa fra ciò che è nascosto e visibile e l'apparentemente visibile.''

Il soggetto è li di fronte a noi e quindi esiste, ma nessuno può conoscere veramente chi sia. Tutto il mondo dentro di sè non potrà mai essere visto e la sua vera identità sarà sempre inafferrabile.
E' una sorta di contrapposizione tra il ''visibile che è nascosto'' e il ''visibile che è presente''

In questo caso tutto riguarda il volto di Harry e il boccino d'oro: tutti si fermano a vedere quello che l'immagine stessa di 'Harry Potter' mostra, ma questo è solamente il '' visibile che è presente '', perchè in realtà il '' visibile che è nascosto '' non può essere visto da tutti, ma solo da chi lo cerca.
In questo caso, nella mia storia, il boccino d'oro ha un ruolo chiave in tutta la vicenda, perchè è solo attraverso di esso che vediamo Harry e non l'immagine del famoso 'Harry Potter'.
Questo fa davvero riflettere.

Spero davvero che abbiate apprezzato la mia storia (e perchè no, anche la mia interpretazione.)
Se così fosse lasciate un commento per condividere il vostro pensiero. 💖
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darcyanthos

 

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