Vegeta-Sej

di LadyHeather83
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Polunga ***
Capitolo 2: *** I saiyan ***
Capitolo 3: *** Il rapimento ***
Capitolo 4: *** Amare Sorprese ***
Capitolo 5: *** Sayla ***
Capitolo 6: *** Si parte ***
Capitolo 7: *** Saiyan, una nuova minaccia? ***
Capitolo 8: *** Gemme rosa ***
Capitolo 9: *** Dentro l'arena ***
Capitolo 10: *** Padri e figli ***
Capitolo 11: *** Nuovi impieghi ***
Capitolo 12: *** Non aprite quella porta ***
Capitolo 13: *** Fuori uno ***
Capitolo 14: *** Con le spalle al muro ***
Capitolo 15: *** Piano B ***
Capitolo 16: *** Prigionieri ***
Capitolo 17: *** Il cambiamento ***
Capitolo 18: *** La verità ***
Capitolo 19: *** Il piano di Vegeta ***
Capitolo 20: *** Nella tana del lupo ***
Capitolo 21: *** Notte di luna blu ***
Capitolo 22: *** Liberate i prigionieri!! ***
Capitolo 23: *** A volte ritornano ***
Capitolo 24: *** Il risveglio ***
Capitolo 25: *** Fine di un'era? ***
Capitolo 26: *** Fuochi d'artificio ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Polunga ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 1 – Polunga

*

C’è stato un tempo in cui il popolo saiyan, era libero.

Libero di conquistare pianeti e schiavizzare chi dei loro abitanti osava ribellarsi.

C’è stato un tempo in cui il popolo saiyan, era temuto.

La loro fama, era nota in ogni angolo dell’universo, bastava solo nominarli, che il panico si propagava a macchia d’olio.

C’è stato un tempo in cui, il popolo saiyan non aveva nemici.

Nemici in grado di tenergli testa o superarli in forza, fino a quando, un tiranno di nome Freezer, s’impose su di loro e per la paura che un giorno potessero diventare più forti di lui, trasformandosi nel leggendario Super Saiyan, prese la barbara decisione di far saltare in aria il loro pianeta d’origine: Vegeta-Sej.

C’è stato un tempo in cui, dopo l’ascesa di Freezer, il principe Vegeta, Radish e Napa, risparmiati da morte certa, vennero reclutati nel suo esercito, servendolo come si confà ad un sovrano che si rispetti, sottomettendosi al suo volere.

Anche prima lo facevano, ma la situazione era cambiata notevolmente da quando il re e i suoi sudditi erano passati a miglior vita, non avevano più un posto dove tornare di loro proprietà, ma erano diventati parte integrante del suo esercito.

Nessuno di loro tre erano felici di ciò, e la sola cosa che speravano un giorno, era quella di ribellarsi, una volta che il principe Vegeta fosse riuscito a diventare un super saiyan, ovviamente, era lui il predestinato.

C’è stato un tempo in cui, il desiderio del principe venne esaudito, ma la morte di Freezer, non avvenne per mano sua, ma di una terza classe, un saiyan dal cuore puro chiamato dai terrestri Goku.

Ma Goku, era troppo buono, e gli risparmiò la vita, come fece per il principe Vegeta qualche mese prima, e chi finì il lavoro iniziato da quel saiyan, chiamato nel suo pianeta d’origine Kakaroth, fu niente meno che il figlio del principe, Trunks, venuto dal futuro, mettendo fine ad un’era.

I saiyan sopravvissuti erano due: Goku e Vegeta, ma con loro non sarebbe morta definitivamente la loro stirpe come voleva Freezer, ma avrebbe continuato a vivere con i loro figli.

Gohan, Goten, Trunks e l’ultima arrivata, la figlia di Gohan e Videl: Pan.

*

La vecchia signora avanzava lentamente per quel corridoio buio e cavernoso, dove dalle pareti scendeva lentamente dell’acqua, probabilmente dell’umidità accumulatasi negli anni.

L’odore di chiuso e muffa faceva da padrona, ma a nessuno dei due sembrava dar particolarmente fastidio, troppo concentrati nel loro obiettivo finale, che qualsiasi altra cosa sarebbe passata in secondo piano, come il sorcio viola con la coda lunga e grigia che gli passò velocemente accanto, con in bocca un altro suo simile morto e mezzo divorato.

Non era raro vedere del cannibalismo tra animali, e loro non erano di certo persone che si facevano facilmente impressionare.

La mano rugosa e rachitica, stringeva una torcia infuocata, e anche l’alieno davanti a lei faceva lo stesso.

Con l’altra mano, teneva su la gonna nera del vestito, odiava infangarla, e sulla testa, teneva il cappuccio del mantello verde scuro, da cui sbucavano capelli lunghi e bianchi, assieme al naso bitorzoluto.

Era bassa.

Non si sa di preciso quanti anni avesse, quel suo aspetto avrebbe potuto ingannare, però l’alieno che la stava accompagnando in quel labirinto interrato, la conosceva benissimo e aveva una vaga idea di quanti secoli potesse avere.

“Ne sei sicura, vecchia?” Chiese.

“Si” Asserì alzando il volto rugoso, da cui sbucavano due intensi occhi azzurri.

“Lo sai che non si torna più indietro” L’alieno verde, non si era preso nemmeno la briga di rivolgersi a lei, con il dovuto rispetto.

“Non farmi altre domande idiote, esegui l’ordine per cui ti pago.”

“Non lo hai ancora fatto.” Constatò fermandosi davanti a lei dopo essersi girato di scatto, e spostato la torcia in modo da non bruciarla, era più alto di lei, di almeno mezzo metro.

L’altezza, era una caratteristica del popolo namecciano, era raro incontrare alieni di quella specie bassi, a meno che non siano bambini o vecchi, che con l’avanzare dell’età, tendevano ad accorciarsi.

La vecchia sogghignò “A tempo debito, tu pensa ad evocare il Drago Polunga, e il resto verrà da se”.

Il namecciano arricciò le labbra, non essendo convinto delle sue parole, ma la condusse lo stesso verso il cuore della caverna, dov’erano custodite le sette sfere del drago di Neo Namecc.

Dopo essersi trasferiti sul nuovo pianeta, i sette saggi, avevano deciso all’unanime di non custodire più le sfere del drago individualmente, ma di nasconderle in un luogo sicuro.

Appesero le due torce alla parete della stanza, già illuminata da quelle palle che pulsavano e pronte per essere usate.

Il namecciano sposò la coperta, rivelando il suo tesoro, e alla vecchia, si illuminarono gli occhi dopo aver spalancato la bocca per lo stupore.

Era la prima volta che vedeva uno spettacolo simile, il suo sapere si limitava a grossi tomi che aveva letto e a racconti di pochi viandanti.

“Ci siamo!” Si sfregò le mani attenta a non graffiarsi con le unghie lattescenti a stiletto.

“Pronuncia la formula” Gli ordinò con un ghigno soddisfatto, da cui fuoriusciva un incisivo inferiore giallo.

“La mia ricompensa, prima.” Gli allungò la mano attendendo gli venisse posato quanto chiesto.

Riluttante, prese da una tasca interna del mantello una manciata di monete d’oro e qualche gioiello, che gli tirò addosso subito dopo.

“La formula.” Insistette.

Il namecciano la guardò torvo mentre si apprestava a raccogliere gli ultimi oggetti del suo premio dal pavimento dal terreno umido e fangoso.

Anche se in un primo momento era restio, pronunciò delle parole nella sua lingua e le sfere magiche, pulsarono di più e quando ebbe finito, apparve il dio drago, che s’innalzò in tutta la sua maestosità, distruggendo la caverna, facendo ricadere addosso a loro delle rocce molto piccole, che sembravano quasi sabbia.

Si coprirono con i mantelli.

La terra tremò, e i cielo di fece scuro.

Gli alieni che aravano i campi, si spaventarono e i vecchi saggi dei sette villaggi, custodi delle sfere, si riunirono poco distanti, chiedendosi chi stesse invocando Polunga e il motivo.

*

“Ricorda, i saggi hanno potenziato il drago, quindi il tuo desiderio può essere avverato, però perché la cosa funzioni, li dovrai sottoporre a periodici trattamenti con le Gemme Rosa, del pianeta Zuul”

“Me lo hai già detto questo, ora sbrigati ad esaudire il mio desiderio”.

“Chi mi ha invocato?” Chiese con voce grossa e spaventosa l’enorme drago.

Il namecciano deglutì, l’ultima volta che lo aveva visto era solo un bambino, e ricordava bene che in quel periodo, il suo pianeta d’origine stava per essere distrutto a causa di uno scontro tra Freezer e un saiyan di nome Goku.

Quella volta, il drago era la cosa più spaventosa che avesse mai visto in tutta la sua breve vita e gli ci volle un bel po’ perché non apparisse più nei suoi incubi peggiori.

“S-sono stato io, Akim” Balbettò.

“Dimmi, che cosa desideri?” Il suo muso verde e squamoso si palesò davanti a lui.

“Avanti, chiedi di ripristinare il pianeta Vegeta-Sej”.

Akim sospirò e pronunciò la formula in lingua namecciana.

“Niente di più facile” Gli enormi occhi s’illuminarono di un rosso acceso “Il pianeta Vegeta-Sej, è stato ripristinato. Qual è il secondo desiderio?” Domandò impaziente.

“Resuscitare i suoi abitanti”

Il namecciano non era molto convinto di ciò, aveva sentito storie di quel popolo, formato da barbari, che torturavano e uccidevano solo per conquistare pianeti, e chi risparmiavano, veniva ridotto in schiavitù.

Si ricordò di Goku però, e se la sua mente non gli stava giocando un brutto scherzo, anche lui era un saiyan, cresciuto sulla Terra si, e non aveva mai conosciuto una persona più valorosa di lui.

Assecondò la vecchia un’altra volta e il dio drago, l’accontentò, non prima di averlo messo in guardia sulle possibili conseguenze che avrebbe portato quel desiderio.

“La prego, Polunga. Faccia come ho chiesto.” Lo disse in lingua namecciana, inginocchiandosi al suo cospetto per ricoprirlo di rispetto.

“Vi resta un solo desiderio.” Sembrava alquanto spazientito, ma questo non spaventò le due persone che gli stavano davanti.

Nel frattempo arrivarono anche i saggi di tutti i villaggi.

Ansimavano ed avevano il fiatone, oltre che agli occhi sbarrati.

“Akim! Che stai facendo?” Gli sbraitò uno dei saggi.

E prima che potesse raggiungerlo per ordinare a Polunga di andarsene, la vecchia megera, lo anticipò, facendo chiedere al namecciano di teletrasportarla sul pianeta Vegeta-Sej.

Così fece, e mentre i saggi si stavano avvicinando, videro sparire quell’individuo e le sfere del drago.

“Che cosa hai fatto?”

*

Sul pianeta di Lord Beerus, gli allenamenti di Goku e Vegeta proseguivano ad un ritmo sfrenato.

I due saiyan, stavano affrontando in un combattimento corpo a corpo il loro maestro Whis, mentre Lord Beerus si stava gustando un invitante frappè alla fragola in una coppa di cristallo, gentilmente offerto da Bulma, che glielo aveva appena fatto recapitare direttamente dallo scettro dell’angelo.

Tirò su con la cannuccia bianca, causando il tipico rumore di risucchio quando si termina una bevanda.

“E’ proprio necessario?” Chiese il maestro al dio della distruzione, odiava quel rumore stridulo.

Si spostò appena in tempo, prima che i due saiyan lo centrassero, e al posto del suo, colpirono i rispettivi volti.

“Sta attento, Kakaroth.” Sbraitò Vegeta, il suo avversario c’era andato giù pesante, ma cercò di non darglielo a vedere.

“Dai Vegeta, non dirmi che ti ho fatto male” Sogghignò Goku.

“Ti faccio vedere io che cosa significa fare male”. Stava per scagliargli un destro, quando vide l’espressione alquanto preoccupata di Whis.

“Va tutto bene?”

“In realtà no, dobbiamo tornare subito sulla Terra!”

“Che cos’è successo?” Domandò curioso Goku.

Whis scosse la testa “Non c’è tempo per spiegare, stanno arrivando”

“Chi?” Entrambi i saiyan chiesero strabuzzando gli occhi.

“I saiyan!” Rispose lapidario richiamando il cubo di trasporto.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Ma ciaoooo! Come vedete, non faccio a tempo a finire una storia, che ne inizio subito un’altra XD

E spero vi abbia incuriosito un po’ la trama e questo primo capitolo, dove non è successo ancora praticamente niente, mi sono solamente limitata a descrivere un po’ la situazione iniziale.

Come avrete capito, rivedremo i saiyan e spero di caratterizzarli al meglio, ma metto la nota OOC, perché non si sa mai; voi fatemi sapere nel corso della storia come li troverete.

Intanto ringrazio chi vorrà seguirla, chi mi vorrà lasciare due righe (anche critiche), e anche chi leggerà soltanto.

Non è mia intenzione fare un rating rosso, ma non escludo nei prossimi capitoli di poter fare cambio colore.

Che altro dire…speriamo vi piaccia e vi aspetto nel prossimo capitolo dal titolo: I saiyan.

Baci, Erika

*

P.S. penso aggiornerò settimanalmente, e sempre di domenica, almeno per il momento.

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Capitolo 2
*** I saiyan ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 2 – I saiyan

*

Re Vegeta inspirò profondamente dalle narici, e si inebriò di quella piacevole sensazione che gli era stata strappata anni prima inaspettatamente e prematuramente.

Aveva ancora tutta la vita davanti, e ancora molti pianeti da conquistare.

Si era risvegliato nel suo letto, dove ricordava di aver perso la vita.

Ucciso barbaramente e vigliaccamente.

Il suo aguzzino, aveva aspettato un momento di distrazione da parte del sovrano, prima di poterlo attaccare, eppure sapeva benissimo Freezer, che Re Vegeta non era più forte di lui, e lo avrebbe potuto battere senza nessuna fatica.

Ma forse, temeva una rivolta da parte di tutto il popolo, che avrebbe difeso il suo re con le unghie e con i denti.

Cosa che accadde poco dopo, quando la notizia della sua morte, si era sparsa a macchia d’olio su tutto il pianeta.

Aveva appoggiato i palmi delle mani sulla balaustra di marmo ed osservava il panorama che aveva davanti.

Le case dei suoi sudditi, la tundra violacea e ad alcuni tratti bluastra, la fitta foresta ed infine le montagne che segnavano il confine tra il territorio saiyan e quello degli Tsufuru.

Un sole rosato alto alla sua destra gli stava indicando che probabilmente erano si e no le due del pomeriggio.

Nulla era cambiato e tutto sembrava essere rimasto così come lo aveva lasciato, si stava chiedendo anche se il popolo Tsufuru fosse ancora vivo.

Sospirò per l’ennesima volta ed abbassò la testa scuotendola un paio di volte, si stava scervellando inutilmente senza ottenere risposte sensate.

Il sovrano alzò la testa appena sentì il vociare della folla che stava arrivando a palazzo, probabilmente anche loro con le stesse intenzioni.

Si prodigò per scendere direttamente con un balzò dal terrazzo, atterrando sull’atrio giusto in tempo per accogliere i primi sudditi arrivati.

*

Era stata teletrasportata nel pianeta Vegeta-Sej grazie all’ultimo desiderio richiesto al drago Polunga, ma per la fretta, non aveva indicato la giusta posizione.

Si ritrovò all’interno di una fitta foresta, da cui filtrava pochissima luce, ma non le fu difficile orientarsi, di quel pianeta conosceva benissimo ogni centimetro quadrato, aveva servito e riverito i suoi sovrani nei secoli precedenti, e compiuto missioni per conto loro e suo, all’interno di quell’area, alla ricerca di erba medica e qualche altra pianta utile, per completare i suoi intrugli magici.

Tutto era come lo aveva lasciato, prima che quella stella scoppiasse in aria e al posto suo rimanesse solo un ammassi di piccolo asteroidi e pulviscolo stellare.

Oltre alla poca luce, dovette fare i conti anche con una coltre di nebbia fitta che si era appena alzata, e che le impediva di procedere a passo spedito verso la sua meta, ed ogni tanto le faceva sbattere quel naso bitorzoluto addosso al tronco di un albero.

“Maledetti namecciani!” Imprecò cercando di tirarsi su da una pozza d’acqua melmosa “…ritenetevi fortunati che il vostro pianeta non vale una cicca, altrimenti sarebbe stato il primo che avremo venduto al miglio offerente”. La vecchia si strizzò dell’acqua nauseabonda in eccesso dalla gonna e riprese il suo cammino.

Da quanto puzzava, doveva essere la latrina di qualche animale selvatico che abitava nei dintorni.

Ma non aveva tempo per pensare al suo aspetto, doveva sbrigarsi, prima che i saiyan, senza una guida, potessero commettere qualche imprudenza, ed in più, avevano bisogno di qualcuno che gli dicesse che cosa stava succedendo e del perché erano vivi e vegeti.

Seppur con qualche difetto.

Akim, il namecciano, era stato chiaro.

Il drago Polunga, aveva si, subito un potenziamento da parte dei sette saggi, ed era in grado di resuscitare più di un essere vivente alla volta, ma questo avrebbe comportato in loro una deficienza, ovvero l’aver bisogno di continui trattamenti con una gemma speciale per continuare a restare in vita.

Erano come delle batterie, ogni tanto andavano ricaricarti, e non sarebbe ci certo bastato del buon cibo sulla tavola, com’erano abituati, per rimettersi in forze.

Oltrepassò un rovo, e si ritrovò in una pianura rocciosa e violacea, come del resto le montagne che si era lasciata alle spalle, oltre alla foresta, il cuore del pianeta.

Il cielo, era azzurro e per buona parte coperto da nuvole, un timido sole cercava di farsi strada tra esse.

Si schermò gli occhi azzurri con la mano rugosa, prima che questi potessero venire colpiti dalla luce abbagliante e accecarla per qualche secondo.

In lontananza, si intravedevano i profili dei palazzi bianchi e arrotondati, e sopra il promontorio, in una lingua di terra, l’imponente palazzo reale, si ergeva in tutto il suo splendore.

“Casa.” Sussurrò in un sibilo sorridendo.

Perché quella era la sua dimora, dove mangiava, dormiva e consigliava il re.

*

Le sue dita affusolate compivano movimenti circolatori attorno alla sfera di cristallo.

Aveva la faccia contratta dalla concentrazione, che veniva puntualmente a meno, quando Re Vegeta iniziava a camminare nervosamente su e giù per la stanza, disturbandola anche con il solo respiro pesante.

“Se continui a muoverti, non riesco a vedere niente”

“Scusami. Sono ancora sconvolto per quello che mi hai detto l’ultima volta”.

Sayla scosse la testa “Mi spiace, io dico quello che vedo”.

Gli aveva predetto la morte per mano di Freezer e la fine del popolo saiyan.

Sapeva che quell’alieno prima o poi si sarebbe rivelato un vile traditore.

Aveva l’abitudine di imporsi su di loro e trattarli come dei pezzenti, solo per usarli per il suo unico scopo, diventare il signore della Galassia, e ci sarebbe riuscito se fosse stato in grado di piegare sotto la sua volontà ogni singolo pianeta.

E per farlo, doveva prima obbligare il popolo saiyan a giurargli fedeltà, anche perché voleva vedere se la leggenda che si vociferava alla sua base, fosse fondata: erano in grado di raggiungere una forza tale, da annientare quel tiranno, trasformandosi nel leggendario super saiyan.

Vegeta, il figlio del re, fin da bambino, si prestava a faticosi allenamenti per raggiungere tale forza, era sicuro che un giorno, sarebbe toccato a lui tingersi di oro, e vendicare il suo popolo dalle umiliazioni che subiva ogni giorno

Lui era il predestinato, e su questo non aveva nessun dubbio.

*

Il palazzo, era in fermento e i sudditi erano accorsi a chiedere spiegazioni al loro sovrano: Re Vegeta.

La vecchia, zigzagò tra i presenti, a volte chiedendo permesso, a volte soltanto spingendoli per passare avanti, evitando al sovrano un linciaggio.

Si prostrò ai suoi piedi, e dietro di lei potè sentire la disapprovazione dei saiyan.

Re Vegeta inarcò un sopracciglio meravigliato, avrebbe riconosciuto quel mantello ovunque, non che avesse qualcosa di speciale.

Sayla. Sei tu?” Chiese quasi intimidito.

Tolse il cappuccio dalla testa con entrambe le mani, rivelando al sovrano la sua identità.

“Si, mio signore.”

L’uomo rimase ammutolito per qualche secondo, non riusciva a trovare le parole più adatte.

“Sei viva!” Esclamò.

“Ci conviene entrare a palazzo, vi spiegherò tutto”. Sayla fece strada, mentre il monarca cercava di contenere la folla.

“Amici! Tornate a casa, presto vi convocherò per darvi spiegazioni.” Girò i tacchi e seguì la consigliera.

“Vogliamo sapere ora!”

“Perché ci nascondete le cose!”

“Che cosa è successo?”

“Perché siamo ancora vivi?”

Queste erano le domande per le quali il popolo esigevano risposte.

*

Aveva viso il suo signore e padrone perire sotto un attacco di quel viscido lucertolone.

Si era nascosta dietro lo stipite della porta e con fare guardingo, osservava la scena, impotente davanti a tanta barbarie.

Che cosa avesse fatto o detto il re, per scatenare la sua ira, era ancora un mistero.

Com’era un mistero il motivo per il quale lo aveva assassinato nel sonno.

La voce della sua morte, l’aveva messa in giro lei, correndo a perdifiato tra i corridoi del palazzo e tra le vie della città, fomentando il panico tra i guerrieri, i quali, si erano subito prodigati per cercare in qualche modo di abbattere quel mostro, come meglio potevano.

Gli unici saiyan lontani da qual massacro, erano il principe, Nappa e Radish, in missione per quel lucertolone.

Sayla aveva raggiunto una monoposto e senza impostare o vedere dov’era diretta, schiacciò il pulsante per l’accensione, giusto in tempo per vedere il pianeta brillare sotto la risata sadica di Freezer e dei suo scagnozzi.

Era rimasta nell’ombra, sola e senza una meta, in un pianeta sconosciuto e verde, disabitato, fino a quando un giorno, senza alcun apparente motivo, in quel pianeta, arrivarono da un giorno all’altro, una strana popolazione verdastra, non possedevano una grande forza fisica, anzi, chi l’aveva si poteva contare sulle dita di una mano, ma nascondevano un segreto, anzi sette, e la vecchia Sayla, doveva vederci chiaro.

*

“Dov’è mio figlio?” Fu la prima cosa che aveva chiesto versandosi del vino sul suo calice, che teneva sempre sul tavolino vicino al trono.

Lo sorseggiò, e in quel momento gli sembrò la cosa più buona del mondo.

Sayla rimase ai piedi dei tre scalini che la separavano dal trono e spiegò che suo figlio dimora in pianta stabile sul pianeta Terra.

“Terra, hai detto?” Fece di rimando sorseggiando dell’altro nettare “Ma non è dove avevamo mandato il figlio di Bardack, Kakaroth?”

“Si mio signore, è dove avete spedito mio figlio” Bardack si unì a quella conversazione comparendo da dietro una colonna bianca dalle venature grigie.

“Comandante! Sono felice che ci sei anche tu” Abbassò leggermente la testa in segno di saluto e rispetto.

“Vuoi spiegarmi che cos’è successo? L’ultima cosa che ricordo è Freezer che ha fatto saltare in aria il nostro pianeta”.

“Ed è così” Intervenne la sibilla.

“Mi stava giusto illustrando del perché sembra tutto tornato alla normalità. Vino?” Chiese poi riprendendo la bottiglia di vetro verde e prendendo un altro calice per il suo comandante.

Bardack alzò la mano e negò con il capo, quello che gli premeva in quel momento era capire quale strana dinamica o maleficio gli avesse riportati in vita, per la sbronza ci sarebbe stato senz’altro del tempo.

“Ricordi bene, Capitano!” Asserì con il capo “Freezer, è stato la causa della vostra estinzione.” Fece poi una breve pausa.

“Non vedo Nappa o Radish.” Constatò Bardack guardandosi attorno, che oltre alle solite guardie appostate alla porta e dietro alcune colonne, non notò nessun altro, eppure quei due insieme al principe, erano sempre da quelle parti.

“Sono periti sul pianeta Terra, con altra probabilità si trovano lì” Spiegò la vecchia.

“Quindi, Sayla, chi si salvò dalla carneficina?” Re Vegeta si portò un pugno sulla guancia e poggiò il gomito sulla poltrona.

“Il principe Vegeta, Nappa, Radish e Kakaroth. Inizialmente.” Rispose.

“Che intendi con inizialmente?” Domandò il capitano.

Radish fu ucciso da Kakaroth quando approdò sul pianeta Terra, e Nappa da Vegeta, perché ormai d’intralcio.”

“Ecco perché pensi che entrambi siano sulla Terra.”

“Esatto, a meno che…Sayla si portò due dita sul mento per pensare. “…no, il mio desiderio era chiaro.”

La sibilla spiegò poi che grazie alle sfere magiche del pianeta di Neo Namecc, era riuscita a ripristinare e a resuscitare il popolo saiyan, mettendoli in guardia da quella piccola accortezza.

Re Vegeta, si prodigò subito per inviare una squadra sul pianeta Zuul ed estrarre quelle Gemme Rosa dal suo sottosuolo, non prima di aver schiavizzato i suoi abitanti.

Del resto, era questo che facevano loro: uccidevano, conquistavano e saccheggiavano.

Non sapeva la sibilla quando e come avrebbero avuto bisogno di quella ricarica, ma dovevano fare presto.

“E per quanto riguarda i nostri figli?” Chiese Bardack avvicinandosi al suo sovrano, il quale aveva appena tenuto un discorso sul terrazzo del palazzo.

Re Vegeta increspò un labbro in un ghigno sadico “E’ ora di fare una visitina al pianeta Terra”.

*

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Ciao a tutti! E anche il secondo capitolo l’ho aggiornato di sabato, lo so, vi avevo detto che lo avrei fatto di domenica, ma domani sarò un po’ incasinata, quindi onde ritardare, ho anticipato.

Anche in questo capitolo non è successo nulla di che, ma spero si sia delineata un po’ la situazione generale.

Per chi me lo sta chiedendo, anche se vi ho già risposto: Bra sarà presente nella storia anche se non l’ho nominata nel primo capitolo per esigenze di collocazione temporale; vedremo un po’ tutti i saiyan della vecchia guardia, chi non ho inserito, sono le madri di Goku e Vegeta.

Questa storia è ambientata dopo Majin Bu e prima della saga di Golden Freezer.

*

Vi aspetto nel prossimo capitolo dal titolo: Il rapimento.

Baci, Erika

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Capitolo 3
*** Il rapimento ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 3 – Il rapimento

*

Mai aveva volto lo sguardo all’orologio digitale appeso sulla parete bianca del laboratorio.

Erano le unici e trenta.

Ma non era stanca e non aveva sonno.

Chi invece aveva sbadigliato, era proprio Bulma, che si era massaggiata poi gli occhi delicatamente con le dita delle mani, sporcandosi inavvertitamente le palpebre di olio nero.

Mai rise.

“Che c’è?” Aveva chiesto l’azzurra a quella che credeva essere una bambina.

“Niente, è che sembri avere l’ombretto nero”

Bulma vide il suo riflesso sullo specchietto di quel macchinario che stava sistemando ormai da giorni, e rise a sua volta.

“Forse è il momento di andare a letto” Sospirò, a cui seguì il secondo sbadiglio.

Era da qualche giorno che si sentiva stanca e spossata, probabilmente per il ciclo che le doveva arrivare a breve.

“Ma io non ho sonno” Protestò Mai.

“E’ tardi Mai, e i bambini dovrebbero già essere a letto da un pezzo.” Volse lo sguardo a Pilaf e Shu che dormivano beatamente adagiati sul pavimento.

La corvina prese una chiave inglese che usò come bacchetta per sbatterla contro un coperchio di metallo, che emise un suono simile a quello di un gong, solo più metallico e fastidioso.

I due furfanti scattarono in piedi sull’attenti.

“Non stavamo dormendo” Si giustificarono, ma la bava ai lati della bocca, tradiva le loro parole.

“Forza, a letto!” Gli ordinò Bulma, e loro da bravi soldatini, ubbidirono.

“Ti aiuto a mettere in ordine.” Si prodigò Mai, che di lasciare solo la donna, non ne aveva voglia.

“Lasciamo così. Domani dovremo riprendere tutto di nuovo.”

*

Mai aveva augurato la buonanotte a Bulma, che nel frattempo si era recata in cucina, aveva l’assoluto bisogno di mangiare qualcosa, visto che in tutta la giornata aveva messo sotto i denti si e no un paio di crackers e i crampi allo stomaco si stavano facendo sentire.

La stanza di Trunks era aperta e si era soffermata sul suo uscio qualche minuto.

Gli sorrise, chiuse poi la porta e si diresse verso la sua camera, proprio a fianco a quella del lilla.

Stava per indossare il pigiama camouflage, quando sentì dei rumori provenire dalla cucina e Bulma che parlava con qualcuno, in un tono che non sembrava affatto amorevole.

Non poteva essere Vegeta, non era solito rincasare dal pianeta di Lord Beerus così tardi, di solito arrivava alla mattina o al pomeriggio, ma mai di sera o a notte inoltrata.

Per sicurezza prese la pistola che teneva sotto il cuscino, la caricò e con circospezione, cercando di non fare rumore, attraversò il corridoio, fino ad arrivare alle scale.

Da quella postazione avrebbe avuto una visione più nitida della situazione.

Trunks comparve alle sue spalle, ancora assonnato e sbadigliando.

“E’ arrivato mio padre per caso?” Chiese parlando quasi ad alta voce.

Mai gli chiuse le bocca con le sue mani e lo trasse a se, intimandolo di fare silenzio.

“Zitto, vuoi farci scoprire?”

Trunks si concentrò un po’ di più, e le auree che avvertiva erano due, e non ne conosceva nemmeno una.

L’unica cosa che era certa è che quei due, erano saiyan, ma chi fossero, rimase un mistero, fino a quando, notando l’ombra di sua madre cadere, senza pensarci, si precipitò in suo aiuto.

“Dove vai? Aspetta!” Ma Mai non riuscì a fermarlo.

Davanti a lui si palesarono due energumeni.

Uno era pelato e l’altro invece aveva i capelli neri che gli arrivavano fino al sedere.

Erano vestiti in un modo che non aveva mai visto, e in vita, entrambi, tenevano la coda come fosse una cintura, sull’occhio uno strano macchinario, che ad un occhio inesperto, poteva sembrare l’equivalente di un monocolo.

“Te lo chiedo ancora, puttana. Dov’è il principe Vegeta?” Fu il pelato a parlare in quel modo volgare e irrispettoso davanti a dei bambini.

Trunks scattò come una molla e si scagliò contrò quei due atterrandoli in un sol colpo, facendogli esplodere lo scouter.

Il capellone si era alzato e dopo essersi liberato dai detriti che il crollo della parete della cucina aveva causato, si pulì con il dorso della mano un rivolo di sangue che stava scendendo da un lato della bocca.

“Non parlare a mia madre in questo modo.”

Mai si precipitò a soccorrere la donna mentre Trunks li affrontava entrambi.

“Chi sono quelli?” Chiese la bambina.

“Non lo so, ma sembrano saiyan”

“Non è che sembriamo: lo siamo! E pretendiamo di sapere dov’è il principe Vegeta” Anche il pelato si era ripreso dal colpo di Trunks.

“Non è qui” Rispose Mai.

“Lo vedo ragazzina, ed è per questo che voglio sapere dove si trova”

Trunks raccolse gran parte della sua energia, pronta per essere scagliata con un altro colpo “Mio padre non si trova sul pianeta Terra”.

“Quindi, tu sei suo figlio.” Nappa sorrise sadico “Lo immaginavo che avrebbe sparso il suo seme da qualche parte nella galassia”.

“E tu” Si rivolse a Bulma “…devi essere la sua puttana.”

Il glicine stava per attaccare di nuovo, quando qualcuno lo colpì sulla facendogli perdere i sensi e si palesò davanti alla turchina con Mai svenuta tra le braccia.

*

Videl osservava la pendola scandire i secondi, e sorrise ad un ipotetico ricordo di sua madre che faceva lo stesso mentre la stava allattando.

Dopo il matrimonio con Gohan e la notizia della gravidanza, giunta alle orecchie di Mr. Satan, quest’ultimo, ha voluto omaggiare la figlia, con quel cimelio che apparteneva alla famiglia della moglie da generazioni, ed era giusto che lo avesse lei.

Un colpetto di tosse della bimbetta di tre mesi attaccata alla mammella della mamma, la fece destare da quel pensiero.

Prese una salviettina umidificata che teneva sempre a portata di mano in un tavolino vicino la sedia a dondolo di vimini, dove era solita nutrire sua figlia.

Pulì il rivolo di latte rigurgitato ai lati della bocca a forma di cuore.

Sorrise pensando con quanta voracità, Pan, era solita a succhiare il latte, sembrava un pozzo senza fondo, e a lei pareva di non averne abbastanza, ma era restia ad usare intrugli delle farmacie per farne aumentare la produzione, la bimba cresceva sana e forte, anche se di giorno mangiava ogni due o tre ore al massimo, mentre la notte, riusciva a darle l’ultima poppata verso le undici e trenta circa, e poi via fino a mattina, se non doveva svegliarsi improvvisamente perchè il seno era dolorante e duro dalla creazione di latte, e per trovare sollievo e perché non schizzasse quando toglieva il reggiseno, doveva assolutamente tirarlo ed essere conservato in congelatore.

Sarebbe stato utile quando la piccola veniva affidata o a nonno Satan o a nonna Chichi per qualche ora.

Stava per mettere a letto la piccola che si era addormentata tra le sue braccia, dopo averla cambiata e cullata per qualche minuto, quando sentì un rumore sordo provenire da sotto.

Pensò fosse un tomo caduto a Gohan, non si preoccupò più di tanto.

Rimboccò la copertina rosa fatta rigorosamente a mano e Pan ancora tra le braccia di Morfeo, si girò di lato.

Videl uscì poi dalla stanza attenta a non fare rumore e pregava tutti gli dei che conosceva perché il casino che stava facendo giù suo marito, non la svegliasse.

Anzi, era strano.

Di solito era abbastanza accorto quando era tardi e sapeva che Pan stava dormendo.

Diede uno sguardo all’orologio da polso digitale, mezzanotte era passata da qualche minuto, forse era il caso di scendere e con la scusa di bere un bicchiere d’acqua, avrebbe convito suo marito a salire, quelle correzioni, avrebbero atteso fino all’indomani.

*

Luce accesa.

Barattolo delle penne sparse sul pavimento.

I fogli di alcune verifiche sgualcite e macchiate da quello ad un primo impatto sembrava sangue.

Il terrore nei suoi occhi quando vide un braccio di Gohan sbucare da sotto la scrivania di mogano.

“Gohan!” Uscì flebile e tremolante.

Si avvicinò per vederci chiaro, quando venne bloccata da un braccio forte e senza gentilezza.

“Sta bene, non preoccuparti!” Grugnì lo scimmione capellone dietro di lei.

“C-chi siete?” Chiese balbettando, e il suo primo pensiero andò alla piccola Pan che dormiva al piano superiore.

“Dov’è Kakaroth?” Non si curò di quella domanda che gli era stata rivolta qualche attimo prima.

“K-K-Kakaroth?” Al momento non aveva capito che cercavano suo suocero, Gohan gli aveva rivelato qualche tempo fa che il vero nome di suo padre, ovvero il nome saiyan di Goku, era Kakaroth.

“Sei sorda forse?” Radish alzò la voce e lo sguardo con un ghigno sadico quando sentì il vagito di Pan.

Si era svegliata, e i motivi potevano essere due: o aveva avvertito la minaccia, oppure le urla e i rumori molesti l’avevano disturbata.

“Nappa, fai tacere quel moccioso” Aveva ordinato Radish dando per scontato che l’erede di quella casa, fosse un maschio.

Il pelato obbedì e seguito dalle urla disperate della donna che veniva trattenuta dal cappellone, salì le scale, alla ricerca di quello che doveva essere un ulteriore erede di quel traditore di Kakaroth.

Quando Nappa aprì la porta, Pan smise di piangere, ma riprese nell’istante in cui vide che la persona che era entrata, non era nessuno di conosciuto.

Nappa la sollevò per la testa e la portò giù, era un peccato eliminare quella creatura dal sangue saiyan, lo scouter nuovo, segnava un’energia elevata.

“Che fai?” Gli aveva chiesto Radish “…dovevi ucciderla! Le sue urla mi danno alla testa.” Fece una smorfia disgustata prima di cambiare espressione in una di più serena “…oppure ti sei intenerito?”

“Ha una forza strepitosa per essere una poppante, potremo sempre addestrarla per farla diventare una di noi.”

“Nooo! Non ve lo permetterò farabutti!”

Videl ricevette dal capellone un sonoro ceffone, che gli provocò un livido rosso sulla guancia.

“Avete finito di fare baccano?” Aveva esordito Re Vegeta andando a controllare la situazione.

Sia Nappa che Radish rimasero in silenzio e si levarono subito dalla faccia quell’aria spocchiosa e saccente che li aveva contraddistinti fino a pochi attimi fa.

I due saiyan, presero Gohan di peso, Videl che li seguì senza opporre ulteriore resistenza e la piccola Pan ancora in lacrime.

*

Il silenzio dei Monti Paoz, venne squarciato dal rumore dell’astronave che atterrò poco distante da casa di Goku, facendola tremare.

Chichi si era svegliata di soprassalto, credendo ci fosse un terremoto o che qualche vulcano nelle isole vicine, stesse eruttando.

Goten, invece, dormiva beatamente nel suo letto.

La corvina guardò fuori dalla finestra, dopo aver scostato le tende e il ciuffo di capelli neri ribelli dietro l’orecchio e si chiuse un po’ di più dentro la vestaglia nera che aveva infilato appena si era alzata.

Tutto sembrava tranquillo.

“Sarà stato un sogno!” Sospirò.

Ultimamente le capitava di soffrire d’insonnia e prendeva delle pillole prima di coricarsi, ma queste, spesse volte le sortivano l’effetto contrario.

Si voltò, e nel buio della stanza, andò a colpire con la testa qualcosa.

Sbatté le palpebre più volte per assicurarsi di non star sognando, quella tipica acconciatura a palma, quel volto nella penombra: Goku era davanti a lei.

“Goku!” Lo abbracciò non facendo caso ai suoi abiti e alla corazza dura che portava, dove aveva appoggiato la guancia.

“Ehm…non proprio!” Biascicò l’uomo con voce più dura, e Chichi si ritrasse subito.

Era chiaro che non era suo marito quello davanti a lei.

“C-chi diavolo sei?” Balbettò indietreggiando fino alla finestra chiusa.

L’uomo avanzò e si rivelò a lei quando i raggi lunari lo colpirono, illuminando viso e corpo.

Sull’occhio aveva un marchingegno verde, non portava la sua solita tuta arancione, ma un’armatura e in vita una coda marrone pelosa.

“Bardack” Rispose in un grugnito.

Eppure quel nome non gli era affatto nuovo, ma non poteva trattarsi del padre di Goku.

“Ma tu non eri morto?” Osò chiedere spavalda.

Chichi pensò si trattasse di un sogno o di un’allucinazione, non era possibile che quel saiyan fosse vivo e vegeto proprio davanti a lei.

Bardack increspò un labbro “ Umh…se devo essere sincero, lo pensavo anch’io, ma…eccomi qua!” Aprì le braccia.

“Tu sei solo un’allucinazione” Continuava a ripetersi la donna ad occhi chiusi, tenendo le mani chiuse come se stesse pregando, davanti al suo petto.

“Ahahahah!” Quella risata sadica echeggiò per tutto il corridoio, andando a svegliare anche Goten che sbarrò gli occhi. “…questa sì che è bella!”

Bardack le diede uno strattone giusto per farle capire che lui era proprio davanti a lei.

*

Goten, avvertito il pericolo, si era precipitato nella camera della madre e rimase impietrito quando vide quella figura uguale a suo padre rivolgergli la schiena.

“P-papà?” Ma non ne era poi così convinto, quella che percepiva non era di certo l’aura pura di suo padre.

“Scappa, Goten!” Gli aveva urlato sua madre.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Eccomi! Ciao a tutti e buona domenica.

Eccoci giunti con il terzo capitolo e con i saiyan che approdano sul pianeta Terra, e non sembrano avere buone intenzioni, anzi…cercano Goku (o Kakaroth) e Vegeta, ma per quale motivo?

Attendo come sempre le vostre impressioni, e ringrazio chi ha commentato fino ad ora e chi ha già inserito questa storia tra le PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE.

Vi aspetto nel quarto capitolo dal titolo: Amare sorprese.

Baci, Erika

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Capitolo 4
*** Amare Sorprese ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 4 – Amare sorprese

*

A volte basta una semplice parola o frase per far fermare il mondo attorno a te, per mandare il tuo cuore in frantumi come fosse fatto di cristallo.

Oppure una semplice pioggia per far sciogliere un castello di sabbia appena costruito con tanta fatica.

Era così che si sentiva Vegeta quando Whis aveva annunciato l’arrivo sulla Terra del popolo saiyan.

Ma che intendeva?

Lo aveva chiesto ingenuamente Goku, precedendolo, perché alla sua bocca non arrivava l’impulso di muoversi.

“Non è che si sta sbagliando? Magari quell’arnese è andato in tilt” Aveva aggiunto confuso riferendosi allo scettro che brandiva l’angelo.

Sapeva che il suo popolo, o meglio, quello di Vegeta, era estinto ormai da anni, era stato lo stesso Freezer a mettere la parola fine all’era saiyan.

“Non sono previsioni. Ma io vedo solo certezze, e quello che so è che i saiyan sono vivi e vegeti.”

“Ma questo come è possibile?” Grugnì Vegeta stringendo i pugni.

Whis interrogò la sfera di cristallo e proiettò un ologramma verso il nulla, quello che videro, gli fecero spalancare la bocca.

Qualcuno aveva evocato il drago Polunga ed iniziato quella follia.

“Dobbiamo andare sul pianeta Neo-Namecc, inizieremo da lì” Aveva sentenziato il Principe dei saiyan salendo sul cubo.

“Non è meglio se prima andiamo sulla Terra? Se sono diretti lì, Chichi, Bulma e gli altri saranno in pericolo” Goku si grattò la testa a forma di palma.

Vegeta incrociò le braccia al petto e indurì lo sguardo, Goku capì che non sarebbero stati ammessi cambi di programma.

“Dimentichi che sulla Terra ci sono Trunks, Gohan e Goten. Ci penseranno loro.”

“E se non fossero alla loro altezza?”

Al principe partì un embolo, quell’idiota stava solo ritardando la loro partenza con quelle inutili chiacchiere.

“Sono super saiyan, deficiente! Li metteranno al tappeto in un batter d’occhio.”

Ma Goku non ne era del tutto convinto e forse nemmeno Vegeta, ma prima di agire, prima di precipitarsi sulla Terra, dovevano indagare su quanto successo prima.

E soprattutto chi aveva avuto la folle idea di far resuscitare quei barbari, e se per disgrazia fosse successo loro qualcosa, in qualche modo avrebbero sistemato le cose.

*

Vegeta, al contrario di Goku, non era precipitoso e istintivo.

Lui studiava la situazione, coglieva ogni dettaglio, per poi colpirti quando meno te lo aspetti.

Aveva ordinato agli dei di portalo sul pianeta Neo Namecc, sapeva che la cosa più sensata da fare era quella di parlare con i namecciani, scoprendo per prima cosa, chi ci fosse dietro a tutta questa storia.

Che fossero stati proprio loro?

Vegeta scosse il capo togliendosi subito quel pensiero.

Quel popolo non aveva ragione per compiere un simile gesto, un motivo valido per riportare in vita proprio i saiyan.

E se l’essere che aveva pensato di farli tornare in vita, avesse sterminato i namecciani?

Dovevano indagare.

“A cosa stai pensando, Vegeta?” Gli domandò Goku vedendolo preoccupato.

“Ho una terribile sensazione” Rispose aprendo un occhio.

“Beh! Hai detto tu che ci sono Trunks e gli altri a proteggere la Terra, non succederà nulla di grave a nessuno!” Era incredibile quanta positività avesse quel saiyan cresciuto sulla Terra.

Goku era si un saiyan, ma più un terrestre per certi aspetti, non era uno di loro, non li conosceva e non sapeva di cosa potevano essere capaci.

Erano subdoli, meschini, dei barbari agli occhi delle popolazioni che hanno avuto la sfortuna di imbattersi in loro.

Persino Freezer li temeva.

Temeva che un giorno si sarebbero potuti trasformare nel leggendario super saiyan, ponendo fine alla sua tirannia.

Per questo, quell’alieno venuto da lontano, aveva preferito prima sottometterli e poi sterminarli senza pietà, cercando di eliminare la fonte delle sue notti insonni.

*

Si era versato del vino rosso nel calice d’oro.

Aveva portato alla bocca il bicchiere assaporando quel liquido rubino.

Zarbon e Dodoria erano rimasti impietriti dietro di lui, dopo che gli aveva preannunciato il suo folle piano.

“Ne è sicuro, signore?” Osò chiedere Zarbon inchinandosi.

Freezer bevve d’un sorso, e Dodoria pensò bene di liberarlo di quell’ostacolo, prendendo il bicchiere tra le sue mani.

Poi sospirò dalle narici guardando la galassia fuori dall’oblò della navicella.

“Non possiamo rischiare.”

“I saiyan sono ai nostro ordini, non hanno mai disobbedito…”

Freezer alzò una mano, imponendogli di fare silenzio, Zarbon chiuse la bocca senza replicare.

“Il Principe Vegeta, Nappa e Radish sono in missione su altri pianeti, vuole che li richiami?” Chiese tremolante Dodoria.

“No.” Rispose lapidario “…per loro ho in mente altro. Non hanno ancora finito con me.”

*

Quindici minuti.

Era il tempo che ci avevano messo a raggiungere il pianeta di Neo Namecc.

Vegeta, Goku, Lord Beerus e Whis, scesero dal cubo e con passo spedito, raggiunsero il cuore del pianeta, dove prosperavano i namecciani.

Attorniati da una fitta foresta di arbusti sempre verdi, sorgevano i sette villaggi del popolo color smeraldo, collegati tra loro.

Al centro, si trovava la casa bianca dell’anziano saggio Moori.

“Chi siete voi?” Aveva chiesto con fare minaccioso un namecciano guerriero, simile nell’aspetto al loro amico Junior, che si era palesato davanti a loro.

Un fruscio di foglie lo aveva annunciato, come se si fosse mimetizzato dietro di esse per tutto il tempo, seguendo quei forestieri dal momento in cui avevano messo piede sul suo pianeta.

Nessuna aura proveniva da lui, ma non sembrava un cyborg, piuttosto, era abile ad azzerarla.

“Ciao! Io sono Goku!” Gli porse la mano amichevolmente “E tu come ti chiami?”.

Il namecciano non accettò quel gesto e rimase impassibile di fronte quell’usanza.

Si trovavano al confine di uno dei villaggi, ancora pochi passi e si sarebbero lasciati alle spalle quella fitta vegetazione.

“Che cosa volete?”

“Vedere il vecchio saggio Moori, abbiamo delle cose da chiedere”

Il guerriero fu sorpreso di quella richiesta e che conoscesse il suo nome.

“Aspettatemi qui!” Detto questo, li lasciò li ad attendere il suo ritorno, chissà per quanto tempo.

*

“Potete venire” Le foglie si erano mosse e richiuse dietro di se.

Goku pensò che quell’individuo così duro e autoritario, doveva essere il successore di Nail.

Gli assomigliava sia nell’aspetto, che nel portamento.

Sfacciatamente glielo chiese durante il tragitto, con la solita innocenza e semplicità che lo caratterizzava.

“Nail? No, però l’ho conosciuto quando ero un bambino, è stato un esempio per me, e quando ho saputo che si è unito ad un altro namecciano, o meglio che era stato assorbito, ho voluto seguire le sue orme. Ed eccomi qui” Allargò le braccia “…il fidato consigliere e guardia dell’anziano saggio”.

“Vogliamo smettere di parlare inutilmente?”

Il guerriero e Goku si guardarono interrogativamente, poi quest’ultimo sussurrò qualcosa all’orecchio del namecciano, che venne però captato dal principe.

“Non sono irascibile perché non ho pranzato”

“Mi ha sentito” Sospirò Goku.

“Piantatela!” Intervenne Lord Beerus, che si stava chiedendo l’assurdo motivo del perché anche lui e Whis dovevano prendere parte a quel viaggio.

Si zittirono tutti, non era il caso di irritare ancora di più il dio della distruzione, se faceva scoppiare pianeti solo perché non gli servivano un pasto decente, figuriamoci cosa avrebbe potuto fare ora che si trovava lontano da casa, con la pancia che brontolava, in un luogo dove si nutrivano solo di erba e radici insapori.

Il namecciano scostò la tenda rossa posta all’ingresso della dimora del saggio, e invitò ad entrare i suoi ospiti, quando l’ultimo entrò, si congedò con un inchino.

“Grazie, Ismail” Tuonò Moori dall’alto del suo trono.

Nessuno dei presenti lo salutò con riverenza, tranne Whis, che accennò un chino con il capo.

“Goku! Quanto tempo” Si era alzato e raggiunto il quartetto, abbracciando il saiyan con la tuta arancio.

“Eh si, sono passati un bel po' di anni!”

“Che cosa vi porta qui?”

“Sappiamo che è stato evocato il drago Polunga, e che il popolo saiyan è stato portato in vita, perché?”

Moori guardò dietro Goku, quella figura non molto alta e con lo sguardo truce che aveva appena parlato.

Riconobbe in lui, quel sicario che aveva trucidato molti dei suoi amici, in cambio delle sfere del drago, poi se la memoria non lo stava ingannando, la signorina gentile che li aveva ospitati a casa sua quando una casa loro non avevano, ospitò anche lui.

Deglutì rumorosamente ricordando ancora la sua figura sanguinaria.

L’anziano saggio fu restio a rispondere, cosa che non avvenne, quando Goku gli chiese gentilmente di dare una spiegazione.

“Uno dei nostri ci ha tradito” Moori abbassò lo sguardo dalla vergogna, in tanti secoli, nessuno aveva osato tanto, ma la smania di potere e le promesse di una vecchia sibilla, si erano insinuate nella testa di Akim come un cancro, consumandolo lentamente “…c’era una donna che abitava questo pianeta prima del nostro arrivo. Ci ha aiutati con la sua magia a costruire i villaggi, in cambio di vitto e alloggio, non chiedeva altro. Poi ha soggiogato uno dei nostri, senza che ce ne accorgessimo.”

“Sa chi era?” Lo chiese il principe.

“Sappiamo solo che si chiamava Sayla” Rispose l’anziano.

“Sayla?” Vegeta era rimasto impietrito.

Goku guardò l’amico con aria interrogativa “La conosci forse?”

“Era la sibilla di palazzo” Spiegò “…pensavo fosse morta nello scoppio del pianeta” Aggiunse poi “…quella stronza dev’essere riuscita a scappare in qualche modo, non è possibile che sia stata alle dipendenze di Freezer” Parlò poi tra sé e sé a voce alta.

“Sayla ci aveva spiegato che era riuscita a mettersi in salvo grazie ad una monoposto di fortuna, dopo che il Re fu assassinato. Aveva vissuto molti anni su questo pianeta da sola, molto prima che arrivassimo noi”

“Tsk! Non c’è da stupirsi, è sempre stata molto intelligente e scaltra. Mi chiedo solo quali siano i suoi piani ora.”

“Mi spiace non poter soddisfare la tua curiosità, Vegeta. Ma chi l’ha aiutata nella sua impresa, è stato addormentato.”

Goku inarcò un sopracciglio “Cioè? Non lo puoi svegliare?”

Moori scosse il capo e spiegò che chi viene addormentato, non può più venire risvegliato, ma lo farà spontaneamente appena avrà capito di aver sbagliato, e si sarà pentito dell’azione compiuta.

Nessuno sa quanto tempo ci vorrà, e soprattutto cosa accade mentre uno è quella specie di purgatorio.

“E’ un peccato” Biascicò in tono deluso Goku, al contrario di Vegeta, che sembrava capirci un po' più di lui in quel momento.

“Andiamocene! Abbiamo già perso abbastanza tempo” Il principe senza troppi ringraziamenti, girò i tacchi ed uscì da quella stanza, sciogliendo quella posa rigida che aveva tenuto tutto il tempo.

“Eh? Cosa? Ma sei stato tu a voler venire qua” Poi lo stomaco del saiyan dai capelli a palma iniziò a brontolare “…prima di andarcene possiamo fare merenda?”

“Sei sempre il solito!” Grugnì Vegeta.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Ciao a tutti e buon sabato pomeriggio, dovevo pubblicare domani, ma temo che tra una cosa e un’altra, di non riuscire, così ho anticipato.

Contenti?

Se la risposa è affermativa allora fatemi sapere cosa ne pensate, e vi ringrazio come sempre per seguire questa storia, siete in tantissimi J

E come sempre  vi do appuntamento alla prossima settimana con il capitolo 5 dal titolo: Sayla.

Baci, Erika

*

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Capitolo 5
*** Sayla ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 5 – Sayla

*

Vegeta era solo un bambino.

Era solo un bambino quando Freezer si era presentato un giorno qualsiasi a palazzo, e aveva imposto al suo re di inchinarsi a lui, al suo volere.

Ricordava quel giorno come fosse ieri, impresso nella sua mente come il tratto di un marchio indelebile.

Era giunto nel bel mezzo dei festeggiamenti per la conquista dell’ennesimo pianeta, che aveva portato a Vegeta-Sej ancora più fama e prestigio nell’universo.

La sua gente, ridotta in schiavitù, era costretta a lavorare per loro, o nelle botteghe in città, oppure restando sul loro pianeta ad estrarre oro e gemme preziose.

Zuul, era una stella di piccole dimensioni, composta da rocce e vulcani per lo più, un ambiente ostile alla vita, ma nonostante questo, alcuni individui erano riusciti ad adattarsi, trovando di tanto in tanto un’oasi dove potersi rifugiare.

Quel pianeta, non era nemmeno nelle mappe stellari, situato nel più remoto angolo dell’universo sette, i saiyan che approdarono lì, lo fecero per puro caso, a causa di un’avaria di una delle monoposto.

Avrebbero dovuto controllare di cosa di trattava, altrimenti a casa non ci sarebbero mai arrivati, o meglio, non ci sarebbe arrivato chi aveva il problema.

*

Il piccolo alieno rosa applaudì quattro volte, complimentandosi con il suo re, per la buona novella.

La musica che echeggiava fino all’alto soffitto a volta, si fermò di colpo e le danzatrici coperte da un leggero vestito di velo dai colori più vari, smisero di ballare a ritmo.

Tutti si allontanarono al suo avanzare fiero e dall’aria minacciosa.

“Congratulazioni per la conquista, Re Vegeta” Disse in tono mellifluo rimanendo ai piedi del trono.

“Chi ti credi di essere per irrompere in questa giornata di festa?” Il sovrano si alzò di scatto e guardò dall’alto in basso quel nano, con aria di superiorità.

L’alieno sorrise sadico “Umpf…Freezer”. Tuonò lasciando impietriti tutti i saiyan presenti.

Nessuno lo aveva mai visto, ma la sua fama era conosciuta in ogni angolo della galassia.

Tutti sapevano della sua forza e della sua crudeltà.

Non faceva nessuna distinzione tra giovani, vecchi, bambini o guerrieri, se qualcuno osava mettersi tra lui e il suo obiettivo, questi eliminava tutti senza pietà.

Re Vegeta deglutì rumorosamente, sapeva che contro di lui non aveva nessuna speranza di vittoria, in caso di duello.

La sua espressione mutò di colpo, e da fiera e altezzosa, divenne più arrendevole.

“La tua fama di precede! Vuoi un calice di vino?” Chiamò con uno schiocco di dita una delle schiave vestite in maniera succinta e quella stoffa trasparente lasciava poco spazio all’immaginazione.

La ragazza dalla nivea pelle e capelli biondi ondulati, si precipitò con quanto richiesto da suo re, e versò il liquido rubino in un calice d’oro tempestato di pietre dello stesso colore.

Freezer accettò di buon grado e sorseggiò la bevanda, che sputò immediatamente dopo.

“E questo sarebbe il tuo vino migliore? Che schifo!”

“Proviene da un pianeta chiam…

Alzò una mano per zittirlo, non voleva sentire altre inutili spiegazioni.

“Pensavo che alla tua reggia si bevesse qualcosa di meglio.” Freezer si portò le mani dietro la schiena ed iniziò a camminare “…invece mi ritrovo con questo sapore orrendo in bocca.” Una smorfia di disgusto si dipinse sul suo volto.

Tutti i presenti rimanevano fermi ed immobili, nessuno osava proferire parola o compiere qualche azione di cui si sarebbe pentito subito dopo.

Quel raggio rosso luminoso partito dal suo indice destro, andò a colpire dritta al cuore la povera schiava che aveva osato servirgli un tale scempio, e stramazzò al suolo inerme, inondando con il suo sangue il pavimento bianco lucido.

Nessuno azzardò ad avvicinarsi a quel corpo, in quanto l’alieno, con andamento lento, si stava apprestando a raggiungerlo.

Si mise a carponi, e leccò il sangue direttamente dalla ferita, osservando i suoi occhi sbarrati e privi di vita.

“Questo si che è buono” Si leccò le labbra, lasciando attoniti i presenti.

Re Vegeta deglutì il nulla davanti a tanta barbarie.

C-che cosa vuoi?” Balbettò il sovrano.

“Un’alleanza!” Rispose guardandolo cinico.

“Alleanza?” Fece di rimando.

Si sarebbe aspettato di tutto, ma non di certo stringere un patto con lui, che alla pari, sarebbe stato come stingerlo con il diavolo in persona, perché era così che era conosciuto nella galassia.

“Ti darò tempo fino al tramonto per decidere” Il tiranno girò i tacchi e sempre con le braccia incrociate dietro la schiena, si incamminò verso l’uscita, camminando sul lungo tappeto rosso.

Poi si fermò di colpo “…e per dimostrarti cosa ti aspetta se non dovessi accettare”. Iniziò a trucidare alcuni presenti senza un ordine preciso.

*

Mentre i saiyan rimasti, avevano iniziato a portare via i corpi per bruciarli tutti insieme, Re Vegeta non si era mosso dal suo trono.

Era rimasto seduto, con la testa abbassata e una mano sul volto.

“Padre” Lo richiamò Vegeta. “…io combatterò”.

Il sovrano gli volse lo sguardo. “Non è un nemico che puoi affrontare.” Si alzò per posargli una mano sulla piccola spalla che sorreggeva il mantello rosso.

“Nessuno può” Aggiunse rassegnato.

“Sire” Sibilò la vecchia megera che era rimasta fino a quel momento nascosta dietro una colonna ad ascoltare i discorsi, ma alle orecchie di Vegeta, sembrò la voce di un serpente velenoso.

Il bambino la guardò in maniera riluttante e se solo suo padre glielo avesse chiesto, l’avrebbe eliminata senza tanti complimenti.

“Un’alleanza con quell’alieno potrebbe rivelarsi la cosa più sensata da fare”.

“Mai! Morire in battaglia è la fine degna di un saiyan. Un saiyan non si fa mai sottomettere. Diglielo tu padre!” Lo guardò con aria di supplica.

E’ questo quello che fin da quando era in fasce, era stato impartito al principe, e sempre cresciuto con quell’ideale.

“Taci, Vegeta!” Lo zittì il sovrano. “Devo fare quello che è più giusto per il mio popolo.”

“Il tuo popolo ti seguirebbe in battaglia. Combattiamolo!” Cercò di farlo ragionare, di risvegliare il suo cuore di saiyan.

“Il Re non vuole portare il suo popolo a un massacro” Fu la sibilla a parlare per il suo sovrano, molto provato su quell’assurda situazione.

“Ho forse chiesto un tuo parere?” Tuonò il principe dei saiyan.

“Smettila, Vegeta. E vattene” Gli ordinò “…sei solo un bambino, non puoi decidere tu le sorti di tutti noi.”

Nella sala c’erano solo loro tre.

Gli altri, dopo che avevano portato via i corpi dei loro compagni, e bruciati, erano rimasti all’esterno del palazzo, fino a che il re, non avesse deciso cosa fare.

Morire o sottomettersi.

“Ma padre…” Cercò di dire, ma venne zittito all’istante e senza diritto di replica.

Era solo un bambino, cosa ne poteva sapere lui di come si governa un popolo.

Era solo un bambino.

Ma aveva più coraggio lui di suo padre.

Uscì da palazzo non con aria abbattuta di chi si era ormai arreso, perché la parola arrendersi, non esiste nel suo vocabolario, e a volte faceva finta di non sapere il suo significato.

Aveva percorso anche lui il tappeto rosso, lo stesso che aveva calpestato Freezer qualche attimo prima.

Era sparito, o meglio sembrava esserlo.

Si schermò gli occhi portandosi una mano guantata di bianco sulla fronte.

All’orizzonte, appena sotto il sole che stava tramontando, vide la sua navicella.

*

“Allora, sire. Che cosa ha deciso di fare?” Gli aveva chiesto Sayla.

“Non ho altra scelta.”

Re Vegeta si incamminò sul balcone dove era solito tenere i suoi comizi, seguito a ruota dalla sua consigliera fidata.

“Fratelli. Sorelle. Amici.” Appoggiò le mani sulla balaustra di marmo bianca mentre cercava lo sguardo del suo popolo.

“Questo è un giorno importante per noi. Il popolo saiyan, è sempre stato un popolo libero…” Fece una breve pausa sospirando “…ma oggi, ho dovuto prendere una vitale decisione…forse la più importante.” Un altro sospiro mentre cercava le parole più adatte, ma non ce n’erano, ed era inutile girarci tanto intorno.

Intanto la folla rimase sempre in silenzio e attenta alle parole del loro sovrano.

“Oggi, sarà il giorno che sancirò la mia alleanza con Freezer!” Lo disse in tono non proprio convinto, d’un fiato, sembrava come che la cosa gli fosse stata imposta e non ci fosse altra via d’uscita, e sia il re, che il popolo poterono udire l’eco di un tuono squarciare il silenzio che c’era stato fino ad ora.

Nessuno parlò, oppure osò ribellarsi a quelle parole.

“Questo garantirà la nostra sopravvivenza!” Aveva aggiunto Sayla.

“E chi ci dice che se non combatteremo ci ucciderà comunque?” Chiese un suddito.

“Abbiamo la sua parola!” Rispose il re.

“E se non la manterrà?” Ribadì un altro saiyan situato un po’ più distante, fomentando il malumore tra tutti i presenti.

“Mi credete un bugiardo?”

Freezer irruppe quella conversazione, trascinando con sé il principe Vegeta svenuto e tumefatto.

Lo lanciò in alto perché il re lo prendesse.

Aveva il viso rigonfio e sanguinante, un occhio nero, mantello e vestiti quasi inesistenti.

“Tuo figlio ha più coraggio di te!” Disse in tono di sfida abbozzando un ghigno soddisfatto.

“Non gli ho dato io l’ordine di attaccarti” Si era giustificato consegnando il corpo del figlio alle sue guardie, per le dovute cure mediche.

Un paio d’ore nella vasca di rianimazione e sarebbe divenuto come nuovo.

Semmai un paio d’ore le avesse il popolo saiyan.

Il sovrano sperava che quella bravata di suo figlio, non costasse loro la vita.

“Si, lo so.” Disse in tono mellifluo “…ma il bambino, ha più palle di te. E stando al discorso che hai appena tenuto, ora ne ho le prove.” Freezer si alzò in volo ed atterrò sul balcone di fronte a lui, e nonostante la differenza di altezza, Re Vegeta era abbastanza intimorito.

“Quali prove?” Indietreggiò.

“Le prove che sei un codardo. Tuo figlio morirebbe piuttosto che sottomettersi.” Iniziò a girargli intorno e a guardarlo con circospezione.

“Non m’importa quello che farebbe mio figlio. Io e il mio popolo eseguiremo i tuoi ordini.” Deglutì sperando di convincerlo.

“E’ la cosa giusta e sensata da fare” Gli porse la mano per una stretta amichevole.

Dopo un po’ di esitazione, il sovrano del pianeta Vegeta, allungò la sua e la strinse a quella del tiranno, sancendo l’alleanza tra il popolo saiyan e il suo esercito di guerrieri.

*

Vegeta aveva aperto gli occhi.

Non si era nemmeno accorto di essersi addormentato in un angolo del cubo trasparente.

La prima cosa che vide, fu la faccia da idiota del suo amico, che continuava a chiedergli se stava bene o se fosse sveglio.

“E levati” Gli aveva ordinato spostandolo con poca grazia, da davanti la sua faccia.

“Siamo arrivati, Vegeta” Disse Whis portando il mezzo di trasporto nel mezzo del prato della Capsule Corporation, dove al principe si chiuse in una morsa lo stomaco iniziando a sudare freddo.

Gli bastò uno sguardo alla staccionata divelta di legno bianco che delimitava il confine con la strada, un paio di arbusti bruciacchiati e la parete distrutta dove si trova la cucina, a fargli salire ancora di più la preoccupazione.

“Siamo arrivati tardi!” Aveva sussurrato a mezze labbra.

*

Continua

*

Angolo dell’Autrice:

Ciao a tutti! Spero si sia capito che è stato un sogno, o meglio un ricordo che Vegeta aveva impresso nella sua testa, e spero anche si sia capito il motivo per cui il nostro amato principe non vede di buon occhio la sibilla Sayla.

Alla fine siamo giunti sul pianeta Terra, e le cose non sembrano presentarsi delle migliori, cosa faranno i nostri eroi adesso?

Come sempre vi lascio con il titolo del prossimo capitolo: Si parte.

E aspetto le vostre impressioni in merito.

Baci, Erika

 

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Capitolo 6
*** Si parte ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 6 – Si parte

*

“Trunks!!”

“Bulma!!”

Aveva urlato i loro nomi Vegeta, senza ottenere alcuna risposta, setacciando ogni angolo della casa.

Chiuse gli occhi appena entrò nel salotto di casa, per riaprili subito dopo aver fatto un bel respiro profondo: la signora e il Dr. Brief, genitori di Bulma, erano riversi sul pavimento.

Temendo il peggio, si avvicinò quatto quatto, poi si abbassò sulla donna tastandole la carotide: c’era battito, e anche il Dr. Brief era nella medesima situazione.

“Stanno bene!” Si era detto nella mente tirando un sospiro di sollievo.

Un po’ più distante, Pilaf e Shu, fecero sbucare la testa da dietro il bancone della cucina, lentamente, come se lo stesse facendo una tartaruga impaurita che vuole tastare il terreno, per essere sicura di non venire divorata o sopraffatta da un predatore.

Tremavano.

“S-sei tu, Vegeta?”

Il principe si voltò di scatto seguendo quella voce balbettante.

“Chi dovrei essere?” Chiese digrignando i denti.

“Scusaci, ma dopo quello che abbiamo visto, dovevamo essere sicuri che fossi Vegeta e non quell’altro” Spiegò Pilaf ancora terrorizzato.

Non che non lo fosse quando si trovava al cospetto del principe in persona, magari se lo incontrava da solo per i corridoi della Capsule Corp, ma più di tutti, chi riusciva a fargli paura era Goku, temevano che da un momento all’altro si trasformasse in uno scimmione, distruggendo tutto ciò che lo circondava.

Quell’episodio, era ben impresso nella mente dei tre membri della gang, e difficilmente se ne sarebbe andato via.

Un trauma che aveva lasciato in loro una paura tale che, se allo zoo gli capitava di imbattersi nella gabbia delle scimmie, scappavano a gambe levate.

“Quell’altro?” Fece di rimando.

“Uno uguale a te, ma più alto” Mimò il gesto con la mano. “Aveva un mantello rosso, una collana d’oro massiccio e uno strano simbolo sulla corazza.”

“Un tridente.” Aggiunse Shu.

“Si, mi sembrava quello. E poi c’erano altri due energumeni, uno pelato e uno con i capelli fino al sedere.”

“Radicchio e Napal, mi sembra si chiamassero” Il cane si portò due dita sul mento pensando se quelli che avevano appena pronunciati, fossero i nomi giusti.

“Radish e Nappa. Razza di idioti” Inveì contro di loro spaventandoli con quel tono minaccioso, che li costrinse ad abbracciarsi, per trovare un rifugio amorevole.

Goku osservava quel macello a casa di Vegeta con un espressione alquanto preoccupata.

Aveva camminato sopra le pietre, riducendole in polvere ad ogni suo passo.

“Strano che Trunks non sia riuscito a difendere la casa.” La terza classe si grattò il capo. “Radish e Nappa non erano poi così forti, almeno quando ho avuto modo di battermi io. Non ero ancora in grado di trasformarmi in super saiyan, ma nemmeno loro lo erano…Trunks è più di una spanna sopra a loro.”

“Certo che Trunks è forte, è mio figlio”

“Erano forti. E il piccolo stato atterrato con un colpo solo. E poi lui, Bulma e Mai sono stati portati sulla loro navicella e se ne sono andati.” Spiegò Pilaf in un racconto confuso e veloce.

Troppe cose aveva da comunicargli, e si dimenticò la parte più importante, per fortuna Shu colmò quella mancanza.

“Cercavano te, Vegeta.”

“Me?” Fece di rimando con sguardo interrogativo.

Era chiaro, se i saiyan erano stati  resuscitati, soprattutto Nappa e Radish, si staranno di certo chiedendo che fine avesse fatto il loro principe, e cercarlo nell’ultimo posto in cui era stato visto, era la cosa più sensata da fare in quel momento.

“Che intenzioni avevano?” Chiese il principe prima di venire interrotta dalla madre di Bulma.

“Oh Vegeta! Meno male che sei qui” Si tenne la testa ancora indolenzita “…c’erano delle persone cattive, cattive. Si sono portati via Bulma, Trunks e Mai. Riportali qui. Ti prego.”

Il principe dei saiyan annuì mentre la sorreggeva.

*

Se Vegeta era un fascio di nervi, Goku in quel momento sembrava abbastanza tranquillo, ma quando provò a localizzare i suoi figli, sbiancò.

“Credo non ci siano nemmeno Goten e Gohan” Si morse il labbro inferiore. “Sapete se hanno preso anche loro?” Si rivolse ai quattro superstiti.

“Non lo sappiamo!” Scosse il capo il dr. Brief che si accese l’immancabile sigaretta.

“Gokuuuuu” Urlò Mr. Satan portato al trotto dal fido Bu, che correva a perdifiato per la Città dell’Ovest.

Non amava particolarmente volare sulla sua schiena, un’esperienza già provata e andata a finire quasi male

Bu, quella volta si era addormentato in volo e Mr. Satan, mentre cercava disperatamente di svegliarlo, aveva perso l’equilibrio e stava per cadere nel vuoto.

Per fortuna c’era Videl con loro e la tragedia si era evitata per un soffio.

“Buongiorno, Mr. Satan” Lo salutò con la mano alzata e con aria spensierata, come se la notizia appena appresa non lo sfiorasse nemmeno.

“Goku, Vegeta” Ansimò poi tenendosi la pancia, come se la corsa l’avesse appena fatta lui.

“Videl, Pan e Gohan” Continuò prendendo fiato “Spariti”.

“Spariti?” Fece di rimando Goku con aria interrogativa.

“Non ci sono più. A casa c’è un disastro, tutta roba buttata di qua e di la. Non è da loro partire senza avvertire e lasciare tutto in disordine. E in giardino sembra sia scoppiata una bomba, ci sono segni di bruciatura ovunque.”

“Chichi e Goten?” Chiese buttando giù il nulla.

“L’ho chiamata, ma a casa non risponde nessuno. Allora sono andato a vedere cosa stava succedendo, ma non c’erano ne Chichi e ne Goten. Puff…spariti anche loro”

Goku si portò due dita sul mento e la preoccupazione di Vegeta iniziò a salire sempre di più.

Non solo erano scomparsi Bulma, Trunks e Mai, ma ora alla lista si erano aggiunti anche Chichi, Goten, Gohan, Videl e la piccola Pan.

“Ho chiamato Crilin per avere notizie, ma anche loro non sanno niente”

“Ha fatto bene, Satan”.

Non finirono di parlare che alla Capsule Corporation erano arrivati il gruppo di amici, allarmati dalle parole del suocero di Gohan.

“Che succede, Goku?” Esordì Yamcha notando poi le condizioni di casa di Bulma.

Il saiyan dai capelli a palma scosse la testa “Non lo sappiamo per certo, ma sembra ci sia di mezzo lo zampino dei saiyan”.

“Saiyan?” Chiesero tutti i nuovi arrivati.

“Ma siete voi, i saiyan, oppure c’erano altri sopravvissuti?” Domandò Crilin pensieroso grattandosi con il dito indice una tempia.

Fu Whis a prendere la parole e a spiegare cose aveva visto dalla sua sfera magica.

“Il popolo saiyan è stato resuscitato e sembra che vogliono con se anche Goku e Vegeta.”

I presenti rimasero stupiti di quella rivelazione e si voltarono a guardare entrambi, aspettando che qualcuno dei due dicesse o facesse qualcosa.

“Andremo sul pianeta Vegeta-sej.” Sentenziò Vegeta, l’unica soluzione possibile al momento.

Su Neo-Namec ci avevano già messo piede, e non si era rivelato un buco nell’acqua, avevano scoperto, con grande stupore del principe di tutti i saiyan, che la vecchia sibilla del palazzo reale, Sayla, era riuscita a scampare al massacro di qualche anno prima.

Non pensava avessero lasciato la Terra, facendo prigionieri per giunta, sperando a questo punto rimanessero tali.

Ma Vegeta, ancora non si stava capacitando del fatto che, ne suo figlio, ne Goten e ne Gohan, siano riusciti in qualche modo a fermarli.

Scartò anche l’ipotesi di un attacco a sorpresa.

“Vado a fare le valigie.” Mr. Satan partì in direzione di casa sua con il fidato Bu, ignorando il fatto che lui non fosse incluso tra la lista dei passeggeri.

*

Mr. Satan ritornò poco dopo alla Capsule Corporation con due enormi bagagli in mano.

“Aspettatemi” Avanzò claudicante verso di loro, quelle sacche dovevano contenere davvero tanta roba.

“Non è necessario che venga con noi. Io e Vegeta bastiamo.”

Il terrestre prese Goku per la maglietta. “E’ di mia figlia e mia nipote che stiamo parlando, le salverò a costo della vita!” Implorò il consuocero di portarlo con lui.

“Saresti solo d’intralcio!” Ci pensò Vegeta con la sua solita aria altezzosa a cercare di farlo ragionare.

“Verremo anche noi!” Dissero all’unisono Crilin, C18, Tensing e Yamcha.

“Sono anche amici nostri, vi aiuteremo a riportarli a casa” Spiegò Crilin sistemandosi la cintura blu attorno la vita, e per l’ennesima volta, aveva svestito i panni di agente di polizia,  per vestire quelli del guerriero fiero e valoroso.

“Non faresti molto zucca pelata!”

Il piccoletto lo guardò Vegeta storto e gli fece notare, che da qualche anno a questa parte, si era rifatto crescere i capelli.

“Quello che vuole dire Vegeta, Crilin, è che sarete più utili qui, in caso ritornassero” Ci pensò Goku a calmare gli animi.

“No, Bulma è in pericolo, veniamo anche noi” Insistette Yamcha, che nemmeno si rese conto dell’occhiataccia lanciatagli da Vegeta.

Se ne avesse avuto il potere, avrebbe lanciato dei raggi laser direttamente con gli occhi e fulminato all’istante.

“E’ una cosa tra me, Vegeta e il nostro popolo. Ma vi ringrazio per il vostro sostegno. Anche Lord Beerus e Whis ne resteranno fuori, ma se ce ne sarà bisogno vi chiameremo, e vi porteranno sul pianeta Vegeta-Sej”.

“Basta con queste inutili chiacchiere. Andiamo!” Il principe dei saiyan si prestò a salire sul cubo di trasporto, seguito dal suo amico più fidato.

“Torneremo presto, amici” Li salutò Goku con la mano.

*

Il Dr. Brief si era avvicinato al quintetto rimasto a terra con aria spensierata “Ho una navicella pronta, se li volete seguire”.

*

La navicella dei saiyan, era partita prima dell’alba, qualche attimo prima che il cubo di trasporto degli esseri superiori, atterrasse sulla Terra.

Li avevano mancati per un soffio.

“Un paio d’ore e atterreremo, sire.” Aveva annunciato il comandane della  navicella al sovrano, quando si era presentato in plancia per controllare la situazione.

“Grazie” Biascicò avvicinandosi ai lastroni di vetro temperato e infrangibile, seguito dalla fidata Sayla.

“L’estrazione sta continuando sire, il terzo carico arriverà domani.”

“Gli scienziati sono all’opera?”

“Stanno ultimando la ricarica, se così la vogliamo chiamare, degli ultimi saiyan, poi dovremo essere apposto.

“Bene”. Sogghignò “…i prigionieri si sono svegliati?”

Sayla controllò velocemente il monitor con le funzioni vitali.

“I due ragazzini” Rispose.

Il sovrano, non ci pensò due volte e chiamò al rapporto il suo comandate più fidato: Bardack.

“Ai suoi ordini.” Fece una riverenza che venne vista di riflesso sul vetro.

“Vai a controllare che i due mocciosi non distruggano la navicella nel tentativo di scappare”

Bardack inarcò un sopracciglio “Io? Perché io?”

“Perché ho deciso così, e poi uno dei due è tuo nipote, no?”

Stava per dire che il ragazzo dai capelli lilla, era invece il suo, ma preferì starsene zitto e ingoiare quel rospo.

“Si, signore”. Un’altra riverenza, e la porta scorrevole, si richiuse dietro di lui.

Bardack udì anche un pianto che echeggiò nel corridoio, e il metallo che lo componeva, aumentava sempre di più quel suono fastidioso.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice:

Buon sabato a tutti!!! Ed eccoci giunti al sesto capitolo, anche qui non è successo nulla di che, solo spiegazioni di cosa hanno trovato i nostri due saiyan sul pianeta Terra.

Tutti i loro familiari sono stati rapiti e portati sul pianeta Vegeta-Sej, o almeno così hanno dedotto.

E così partono scortati da Lord Beerus e Whis…e a metterci del suo, arriva il dr. Brief XD secondo voi cosa decideranno? Partiranno, oppure resteranno sulla Terra con le mani in mano?

Per scoprirlo continuate a seguire la storia, aspettando il settimo capitolo dal titolo: Saiyan: una nuova minaccia?.

Baci, Erika

*

P.s. colgo l’occasione per farvi gli auguri di una serena Pasqua!!!

*

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Capitolo 7
*** Saiyan, una nuova minaccia? ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 7 – Saiyan: una nuova minaccia?

*

A Goten vorticava la testa e  l’ultima cosa che ricordava era sua madre che gli urlava nella penombra di scappare.

Di scappare da suo padre?

Che Goku fosse diventato cattivo e che nel pianeta di Lord Beerus gli fosse ricresciuta la coda?

Aprì lentamente gli occhi e gli ci volle un po' perché la vista ritornasse ad essere normale e non più offuscata.

“Goten? Goten mi senti?” Anche se ovattata, poteva distinguere la voce di Trunks che lo chiamava.

Si guardò attorno, quella non era nè casa sua e ne la sua camera da letto.

Pensò di essere dentro la Gravity Room a casa di Trunks, di essersi svegliato dopo che un colpo ben assestato di Vegeta gli avesse fatto perdere i sensi, non era raro che il principe dei saiyan, si intrattenesse con quei due ragazzini al pomeriggio, quando il figlio di Kakaroth bazzicava per i corridoi con suo figlio.

Quei due nanerottoli erano un buon passatempo per allenare i riflessi, e in contemporanea, poteva insegnargli qualcosa di nuovo.

Ma Vegeta non c’era, si stava allenando assieme a suo padre da Lord Beerus.

Pavimento lucido, pareti metalliche saldate con bulloni sporgenti e arrotondati, grossi tubi argentati che attraversavano il soffitto e una luce accecante, erano queste le cose che vedevano i suoi occhi, una stanza fredda e asettica, senza panchine, tavoli, e soprattutto finestre, per fortuna con lui c’era Trunks.

“D-dove sono?” Chiese passandosi una mano sulla faccia per poi stropicciarsi gli occhi.

La nuca gli doleva, così la massaggiò lentamente, in modo che il fastidio sparisse.

“Non lo so, mi sono risvegliato anch’io qua”.

Quello che udirono sembrava il rombo di un motore acceso, poi la stanza traballò facendogli perdere l’equilibrio.

“L’ultima cosa che ricordo è papà” Spiego Goten guardandosi attorno.

“Papà? Goku è tornato sulla Terra?” Fece il lilla di rimando.

“A questo punto dubito fosse lui.” Disse abbassando lo sguardo.

“Invece io ricordo solo due figure in cucina, una pelata e uno con capelli lunghissimi, però ce ne deve essere stata una terza, perché non ricordo più nulla” Fece una breve pausa per cercare di raccogliere gli ultimi avvenimenti “Mamma! Mai!” Urlò poi ricordandosi che in cucina c’erano anche loro.

Si avviò verso la porta metallica e cercò di scardinarla con tutta la forza che aveva in corpo.

Era fatta di un metallo pesantissimo e indistruttibile.

Un materiale che non aveva mai avuto il piacere di vedere e toccare.

Goten stava per lanciare una kamehameha, ma venne interrotto dall’amico che gli abbasso entrambe le braccia.

“Vuoi farci saltare in aria?”

Non ottenne risposta, perché la porta si aprì, sparendo nella parete, e davanti a loro si era materializzato un uomo.

“P-papà?” Balbettò trovandosi di fronte una figura molto simile al padre, solo lo sguardo minaccioso e truce gli fece accendere dentro la sua testa un campanello d’allarme.

“No, moccioso. Se fossimo sulla Terra, mi chiameresti…nonno

“Dove sono gli altri?” Chiese Trunks mettendosi in mezzo a quella conversazione con aria di superiorità.

“Oh! Tu devi essere il figlio di Vegeta”

“Precisamente!” Annuì il lilla digrignando i denti.

“Senti, nonno, mi puoi dire dove sono la mamma, Bulma e Mai?” Giocò la carta della gentilezza e dell’ingenuità, ma con il capitano Bardack, questo non funzionò.

“Non lo so” Fece spallucce “…io sono stato incaricato di tenervi d’occhio”. Che colpo basso per il capitano e comandante dei guerrieri più forti dell’universo, cambiare pannolini a dei poppanti non era contemplato nel suo contratto verbale, ma forse quella era la sua punizione per non essere riuscito a difendere il pianeta Vegeta-sej dalla sua distruzione iniziale. “Per me gli altri sei possono essere tutti morti!”

“Sei?” Fece di rimando Goten.

“Si, tua madre, tuo fratello, la sua schiava, sua figlia” Alzò le dita ad ogni nome “…poi tua madre e tua sorella” Si rivolse infine a Trunks.

“Ma io non ho sorelle” Scosse il capo.

“La morettina non è forse tua sorella?”

“Mmm…no, è Mai, vive da noi”

“E’ la sua fidanzata, una volta gli ha anche tenuto la mano” S’intromise Goten con la sua ingenuità.

“Non è la mia fidanzata” Arrossì e diede un sonoro ceffone sulla testa del moro.

“Ahia, mi hai fatto male, Trunks”. Goten si tenne la testa e cercò di non piangere, anche se delle goccioline salate si erano appena formate ai lati dei suoi occhi neri.

“La volete smettere?” Bardack li aveva preso per la testa  e sbattute insieme come fossero due noci di cocco e il rumore che rilasciarono fu molto simile.

Dovettero trattenersi per non frignare.

“Hai la testa dura, Goten!”

“Anche la tua non scherza”

Entrambi i bambini si massaggiarono la fronte visibilmente rossa e gonfia.

Poi una voce fece rizzare le orecchie al saiyan, qualcuno stava chiedendo aiuto, e sembrava provenisse dalla cella, dov’erano rilegate le tre donne.

“E’ mamma!” Aveva urlato Goten, pronto a oltrepassare Bardack per lanciarsi verso quella voce disperata.

Di tutta risposta si beccò un pugno dritto in faccia.

“Ma che problema hai?” Chiese Trunks soccorrendo l’amico.

“State qui, e non muovetevi, altrimenti…”

“Oppure cosa? Ringrazia chi ti ha creato che mio padre non è qui! Altrimenti ci penserebbe lui a tutti voi.” Il lilla digrignò i denti, e di tutta risposta, Bardack, gli rise in faccia.

“E’ quello che vogliamo…che il nostro amato principino ritorni a casa!” La porta metallica ed invalicabile si chiuse e accanto ad essa comparve sul display la luce rossa.

*

“Fateci uscire da qui!!!” Stava urlando Chichi in preda ad una crisi isterica.

Bulma e Videl dovettero coprirsi le orecchie per evitare che non le perforasse i timpani con quella voce da oca starnazzante.

Chichi si dimenava e batteva forte i pugni contro la porta, non si sarebbe arresa finchè qualcuno non fosse arrivato a dare spiegazioni.

“E’ tutto inutile” Biascicò Videl non muovendosi dal suo angolo visibilmente preoccupata per sua figlia.

Non sapeva dov’era e dove l’avevano portata, l’ultima volta l’aveva vista in mano, trattenuta come fosse una bambola di pezza, da quello con i capelli lunghi.

“Non ti preoccupare, Pan è una bambina forte!” Bulma le mise una mano sulla spalla.

Videl annuì, ma non per questo era meno turbata.

“Ehiiiii!!! Mi sentite!!!!???” La mora non si arrese e continuò ad urlare.

Qualcuno doveva dare delle spiegazioni, soprattutto su dove fossero i suoi figli e sua nipote.

“Sei sicura di aver visto il padre di Goku?” Chiese Bulma cercando di calmarla e fare luce su quell’assurda situazione.

“Era lui” Aveva risposto in tono pacato e con le lacrime che le scendevano dagli occhi rigandole il volto pallido e provato.

Bulma stava per dirle qualcosa, ma un conato di vomito le uscì dalla bocca, si era voltata appena in tempo per rimettere un po’ di bile.

Era dal giorno prima che non metteva qualcosa nello stomaco.

“Stai bene?” Le aveva chiesto Videl.

“E’ solo fame e stanchezza” Rispose in modo naturale pulendosi la bocca con un fazzoletto trovato nella tasca dei pantaloni.

Fece un respiro profondo perché la nausea stava ancora avendo la meglio su di lei.

Questo bastò.

Chiuse gli occhi e appoggio la schiena alla parete metallica fredda, inspirando ed espirando ad intervalli regolari.

“Siediti, Bulma” Chichi l’aiutò quando si accorse che le forze le stavano venendo meno e che sarebbe stramazzata al suolo svenuta, da un momento all’altro “…ma tu scotti!” Aveva constatato tastandole la testa, notando le sue guance rosse e la fronte che iniziava a stillare di sudore.

Videl non perse tempo e bussò insistentemente alla porta.

Porca miseria, quella era una navicella, possibile che nessuno si degnasse di andare a vedere cosa stava succedendo o si degnasse di dare una spiegazione.

Cazzo! Ne avevano il diritto.

Sua figlia e suo marito non sapeva dove fossero.

Goten, Trunks e Mai: idem.

Chi erano quelli? Che cosa volevano da loro?

Tutto ciò che sapeva era che volevano Goku e Vegeta, ma perché?

“Aiutateci per l’amor del cielo! Una donna sta male!!!!” Le mani le dolevano, erano arrossate e l’insistente picchiettare sul metallo le stava provocando ferite, dapprima superficiali, poi il dolore iniziò a propagarsi per il polso fino a raggiungere la spalla.

Senza contare il seno gonfio e duro.

Aveva bisogno di allattare la sua piccola Pan prima di provocarsi una mastite.

L’ultimo pugno lo assestò alla corazza.

Videl aprì gli occhi quando si accorse di aver colpito qualcosa di più morbido rispetto al metallo.

“Dov’è mia figlia, grandissimo figlio di pu….”

“Oh, oh, oh! Calma! Che linguaggio sconcio! Ma me lo sarei aspettato da una puttanella e schiava come te!” Bardack si era palesato davanti alle tre donne.

“A-acqua! Acqua” Balbettò Bulma, e con le ultime forze rimaste indicò la borraccia che teneva appesa alla cintura.

“Per favore, ha bisogno di cure. Credo abbia la febbre!” Chichi implorò quell’uomo che assomigliava così tanto a suo marito, di portarla da un medico.

Si avvicinò con fare incessante e mise la turchina sulla spalla come fosse un sacco di patate.

“La farò visitare!”

“Grazie! Biascicarono entrambe le donne.

“Non ringraziatemi. La faccio curare per immolarla poi davanti al principe Vegeta, non ha senso che perda la vita ora!”

“Dov’è mia figlia?” Chiese Videl con gli occhi lucidi.

“La mocciosa?” Inarcò un sopracciglio “…è nella nursery per essere testata. Se supera il test con buoni risultati non verrà gettata nello spazio.”

“Ho bisogno di nutrirla!”

Bardack la guardò torva e lo sguardo poi sulla maglietta alla’altezza del seno.

Aveva la maglietta bagnata e il latte ormai colato le delineava le sue forme tonde.

“Ci penseranno i nostri macchinari.” Rispose spicciolo prima di rinchiuderle ancora una volta dentro quella gabbia di metallo.

*

Quando il dottor Brief se ne era uscito con la storia della navicella a disposizione, i presenti urlarono di gioia e non esitarono un solo secondo a dirgli di prepararla, che sarebbero partiti immediatamente.

L’avrebbe governata Crilin, l’unico con un po’ di esperienza sul campo anche se l’ultima volta che aveva pilotato una navicella spaziale era durante il viaggio su Namecc, quando Bulma era intenta a riposare.

Ma il padre della turchina lo aveva rassicurato dicendo che sarebbero rimasti in contatto, e che lui avrebbe seguito il tragitto della navicella grazie alla sua apparecchiatura super tecnologica e di ultima generazione.

Sarebbe riuscito a sistemare e a correggere eventuali errori di sistema, se ce ne sarebbe stata la necessità.

Erano tutti pronti e con le valigie cariche di roba.

Non sapevano quanto sarebbero stati via o che tempo facesse, quindi era meglio premunirsi di vari abbigliamento.

Majin Bu sarebbe rimasto a vegliare sulla Terra.

La piccola Marron, era stata affidata alle cure di nonno Genio il quale si era dimostrato saperci fare con i marmocchi, e poi Crilin affiderebbe la sua via in mano a quella del maestro.

“Motore. Accensione” Il piccoletto aveva pigiato i pulsante rosso e preso in mano il timone.

Tutti allacciarono le cinture di sicurezza.

Il dito si mosse velocemente sulla tastiera impostando la rotta, gli bastò digitare PIANETA VEGETA-SEJ, che le coordinate comparvero in automatico sullo schermo verde.

I motori si avviarono facendo traballare il veicolo e i presenti.

Il dottor Brief, controllava che tutto fosse in regola dal suo laboratorio.

Impianto elettrico: ok. Una spunta.

Motori: ok. Una spunta.

Audio: ok. Una spunta.

Impianto idraulico. Stava per mettere una spunta, quando si accorse che i tubi per lo scarico dell’acqua non erano stati collegati.

Un po’ imbarazzato, parlò ai membri dell’equipaggio, dicendo che non sarebbero partiti nell’immediato.

**ggiarono

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Buon sabato a tutti fan di Dragon Ball.

Grazie infinite per essere arrivati fino a qui. Mi spiace che la storia stia andando a rilento e di non riuscire ad aggiornare come per l’altra storia due volte a settimana, però le giornate si stanno allungando e quindi cerco di passare più tempo fuori casa con il nano XD.

Passando al capitolo, spero vi sia piaciuto. Che dite, riuscirà il quartetto a partire per sostenere i nostri amici?Purtroppo nel prossimo non verrà svelato, ma faremo un piccolo salto temporale all’indietro per scoprire il segreto che si nasconde dietro le famose gemme rosa, e non a caso il prossimo capitolo sarà proprio: Gemme rosa.

Ringrazio chi mi sostiene apertamente, ma anche chi preferisce starsene in silenzio.

Baci, Erika

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Capitolo 8
*** Gemme rosa ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 8 – Gemme rosa

*

Pianeta Zuul, qualche tempo prima.

*

La caverna era buia e umida.

Solo una luce appesa su una roccia sporgente illuminava l’abitacolo e anche malamente, visto che quegli alieni inconsapevolmente proiettavano la loro ombra sulla nuda roccia.

Un picchiettio dopo l’altro.

Una goccia di sudore dopo l’altra.

Una difficoltà dopo l’altra, visto che la durezza di quella pietra non era uguale in ogni parte.

I piccoli abitanti del pianeta Zuul riuscirono ad estrarre quelle gemme così importanti per quella popolazione barbara.

I saiyan erano approdati qualche settimana fa, e rivendicarono il dominio su quel pianeta, facendo prigionieri e uccidendo brutalmente chi osava ribellarsi e chi non voleva lavorare per loro, tra questi anche il capo del villaggio.

Non fecero distinzione tra uomini, vecchi, bambini o donne.

I zuliani più arrendevoli, si inchinarono al Re e al suo volere.

“Cosa comanda, padrone?” Era il vice del capo del villaggio, un tipo piuttosto basso, dalle sembianze animalesche.

“Le gemme rosa” Tuonò “…tutte quelle che riuscite ad estrarre, o meglio, tutte quelle che ci sono su questo pianeta.” Quel tono, non ammetteva repliche.

“Ma, signore” Osò dire invece.

“Questi sono gli ordini del Re, feccia!” S’intromise Nappa calciando l’alieno, facendolo volare lontano.

“Nonno!” Un bambino si avvicinò per soccorrerlo.

“Sto bene” Biascicò alzandosi, cercando di mascherare il dolore alla schiena come meglio poteva.

Nappa si era avvicinato a loro mostrando i denti “Questo è niente! Obbedite e non vi sarà fatto alcun male”.

L’anziano, annuì con il capo.

Si sarebbe arreso per il bene del suo popolo, al momento, non poteva fare altro.

*

Quella radura rocciosa e dalla terra rossa, era disseminata di navicelle spaziali anche di grandi dimensioni per permettere di trasportare grandi quantitativi di quel tesoro così bramato dal popolo saiyan.

Di vitale importanza per loro.

Una lunga fila di carretti neri, alcuni logori e con qualche accenno di ruggine, erano stati accuratamente messi in fila su dei binari e attaccati tra loro, in modo che il loro trasporto risultasse meno pesante e più veloce.

Quegli alieni non possedevano una forza tale da spingere i carrelli pieni e pulsanti di rosa, già facevano fatica se erano vuoti.

Erano piccoli e rachitici, e quella particolarità, era nascosta da una veste pesante marrone con il cappuccio, la pelle era rugosa e violacea e sugli occhi tenevano degli enormi occhiali neri, che li proteggeva dalle tempeste di sabbia, molto frequenti in quel periodo.

Gli occhi erano piccolissimi, al pari delle talpe giganti che popolava quel pianeta e che venivano usati per il trasporto delle persone.

Sellati e caricati di cibo e acqua, avrebbero condotto quel popolo ovunque comandavano.

Erano solite a nascondersi nel sottosuolo per sfuggire alle eruzioni vulcaniche e ad altri fenomeni atmosferici che caratterizzavano quel pianeta.

Una di queste, era la tempesta acida, e dall’aria che si iniziava ad respirare, sembrava che ne stesse arrivando una.

I saiyan e gli zuliani, avevano poco tempo a loro disposizione.

Forse un paio di giorni al massimo.

Un zuliano alzò il volto al cielo quando iniziò a fiutare il cambiamento di clima.

Era ovvio che il tempo stesse cambiando, il cielo si era fatto di un giallo ocra, l’aria più rarefatta e tra meno di quarantotto ore sarebbe divenuta irrespirabile a causa degli acidi che componevano le nuvole.

Il vento che si era appena alzato, stava velocizzando il processo.

“Tra un po’ dovremo smettere e metterci tutti in salvo!” Aveva esordito lo zuliano incontro al saiyan che lo stava braccando e tenendo d’occhio.

Attendeva il suo turno per entrare nella miniera e procedere con l’estrazione delle gemme che si trovavano sempre più in profondità e per permettere l’accesso più rapido, erano stati scavati nel terreno dei pozzi con macchinari all’avanguardia portati dai saiyan. “…anche voi dovreste lasciare il pianeta, prima che la tempesta acida danneggi irreparabilmente i motori delle navicelle.”

“Che cos’è questa storia della tempesta acida?” Chiese riluttante, come se quell’abitane si stesse burlando di lui.

“Con il solstizio d’inverno, le due lune entrano nella stessa orbita, e il miscuglio di polveri causato dal loro passaggio cadono nell’atmosfera, provocando una vento forte che corrode tutto ciò che incontra. Meglio non trovarsi nel suo cammino. Provoca una morte lenta e dolorosa. Gli organi interni li senti bruciare e preghi gli dei che tutto finisca presto”.

Il saiyan inarcò un sopracciglio, non credeva ad una sola parola di quel piccoletto.

Gli diede una pacca sulla schiena intimandolo di andare avanti, era arrivato il suo turno per entrare nella caverna e di lavorare, picconare, finchè le mani non abrebbero iniziato a dolere e a sanguinare.

*

Re Vegeta si stava godendo un calice di vino nella plancia della sua navicella, quando uno scienziato dalla testa allungata bianca, che ricordava molto una trasformazione di Freezer, entrò dopo essersi fatto annunciare da una guardia.

In mano teneva delle carte arrotolate.

Non era molto alto e se il camice bianco che indossava non gli fosse stato cucito su misura, sicuramente sarebbe inciampato perché troppo lungo.

“Mio signore” Biascicò. Quell’uomo riusciva a mettergli timore solo con il suo sguardo truce.

“Che cosa c’è?” Sorseggiò il vino tenendone un po’ in bocca per gustarselo meglio.

Lo scienziato arrivò al tavolo vuoto posto al centro della stanza e vi srotolò la prima carta blu, con annotato dei dati in bianco.

Premette un pulsante sul suo computer posto sul polso, e proiettò i dati in un ologramma che si aprì un po’ più in alto.

Rappresentava il profilo di un guerriero saiyan e dei numeri scritti nella sua lingua.

“I dati definitivi dell’esperimento, signore.”

Re Vegeta osservava tutto in attesa di capirci di più.

Nelle sue competenze c’erano mappe stellari, coordinate, popoli alieni, ma non scienza, o peggio ancora qualcosa legato alla genetica.

“Dammi buone notizie”. Si limitò a dire, a lui interessavano solo quello, il resto per lui sarebbero state solo inutili chiacchiere.

“E’ solo in via sperimentale, ma i soggetti testati hanno risposto bene. Siamo riusciti ad allungare i tempi da una settimana a dieci giorni con una gemma”.

“Perfetto.” Sul volto del sovrano si era materializzato un ghigno soddisfatto e anche sollevato.

“Ma…” Fece poi smontando il suo entusiasmo, sapeva che quell’avverbio nascondeva qualcosa di preoccupante. “…i soggetti studiati manifestano scatti d’ira e irascibilità, finché questi non li portano alla morte, causando aneurismi. Questo però nei soggetti puri.”

Lo scienziato spense quella proiezione per passare ad un altro foglio.

Re Vegeta osservava ed ascoltava il tutto, con estrema attenzione, anche perché ne andava della sua incolumità.

Lui era stato sottoposto al trattamento settimanale, che consisteva in un infusione di cellule staminali potenziate con gemma rosa.

Il tutto poi completato da un ciclo di un paio d’ore nella vasca di rianimazione.

Il metodo più sicuro ed efficace al momento.

Ma si doveva trovare presto una soluzione più duratura, in quanto di gemme rosa, presto o tardi, non se ne sarebbero più potute estrarre o peggio ancora avrebbero sfruttato talmente tanto quel pianeta, che il sottosuolo ci avrebbe impiegato secoli per formarne altre.

E i saiyan da curare, erano troppi.

“Si ricorda che ci ha mandato un campione di alcuni terrestri?”

Il monarca annuì a quella domanda.

“I nostri laboratori hanno impiantato delle cellule terrestri nei soggetti puri, creando degli ibridi, metà saiyan e metà terrestri per l’appunto, e i risultati sono sorprendenti. E’ stato appurato che questi soggetti, non manifestano nessuno dei sintomi precedenti. E contemporaneamente possono fargli sprigionare una potenza tale come se fossero super saiyan.”

Re Vegeta spalancò gli occhi, non credeva alle sue orecchie.

Sarebbe diventato il leggendario super saiyan senza seguire un allenamento speciale, ma con solo una iniezione?

No…ci doveva essere per forza un cavillo, non poteva essere così facile.

Lo scienziato prese un altro grafico e continuò con quanto scoperto.

“…i geni terrestri sono perfetti per l’ultimo test che abbiamo eseguito. Sono stati impiantati in alcuni soggetti, filamenti di DNA e RNA.”

“Su, va avanti” Battè i pugni così forte sul tavolo da far interrompere il collegamento, facendo sobbalzare il povero malcapitato, che nervosamente raccolse tutti gli incartamenti caduti.

“I soggetti che abbiamo chiamato ibridi” Continuò sistemandosi gli occhiali sul lungo naso incurvato “…non hanno bisogno dell’infusione settimanale delle cellule staminali, però potrebbero rigettare il DNA, se il soggetto a cui lo si preleva, non è abbastanza forte.”

Re Vegeta si portò le mani dietro la schiena ed iniziò ad avanzare fino al monitor di comando, dove venivano evidenziate le condizioni meteorologiche.

Una strana chiazza gialla che roteava come fosse un uragano, stava prendendo sempre più forza dalla parte opposta dove si trovava la miniera utilizzata per l’estrazione delle gemme.

Quel zuliano non aveva mentito, mancava poco tempo.

E anche i saiyan non ne avevano molto.

“Mio figlio si trova sulla Terra giusto?” Appoggiò i palmi delle mani sulla tastiera.

“Si, sire. Gli ultimi dati evidenziano che si trova lì, e c’è anche Kakaroth.”

“Dobbiamo andare sulla Terra a prenderli. Convincerli ad allearsi con noi e selezionare i terrestri che potrebbero tenerci in vita.”

“Funzionerà? Voglio dire, voci di corridoio dicono che abbiano messo su famiglia e che siano diventati più…docili, maestà! Questo potrebbe essere un problema.”

“Li convinceremo!” Spiegò dandogli sempre le spalle e continuando ad osservare i carrelli pieni di gemme rosa che risalivano dall’oscurità della miniera.

“E come intende fare?”

“Li colpiremo dritti al cuore.” Prese il pugnale che teneva nascosto sotto il mantello e lo piantò sul tavolo con un movimento secco e deciso.

Sogghignò.

E la sua risata sadica echeggiò per tutti i corridoi della navicella.

“Ma prima…” Continuò attirando l’attenzione dello scienziato “…ci sottoporremo anche noi all’esperimento, non possiamo andare sulla Terra e farci trovare impreparati”.

*

Pianeta Vegeta-Sej, oggi.

*

Erano atterrati da qualche minuto sul loro pianeta natale ripristinato, grazie alla perseveranza di Sayla e soprattutto alle sfere del drago di Neo-Namecc.

Re Vegeta, fu il primo a scendere seguito dall’immancabile consigliera, che lo aveva avvisato che il terzo carico di gemme era in arrivo.

“Cosa ne facciamo dei prigionieri?” Domandò il capitano Bardack.

“Le schiave nelle celle sotterranee. I ragazzi tutti e quattro nel bunker, più tardi testeremo la loro forza con i saibaim.”

“La piccola?”

“Nella nursery, più tardi le assegneremo un pianeta da conquistare. Il computer non ha ancora terminato di scansionarla.” Fece una breve pausa “…tutto chiaro?”

Bardack annuì, ed assieme a Nappa e Radish, andarono a prendere i prigionieri.

*******

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Ciaooo! E buon sabato a tutti! Eccoci arrivati all’aggiornamento settimanale, spero abbiate gradito la spiegazione e che iniziate a capire un po’ di più sulla situazione e del perché hanno portato sul pianeta Vegeta-Sej le famiglie dei saiyan e anche di come abbiano fatto a sopraffare Trunks, Goten e Gohan.

Come sempre vi ringrazio per essere arrivati fino a qui, sapete che il mio ‘grazie’ va a tutti indipendentemente che lasciate o no un commento, ma se vorreste farlo, sappiate che ne sarei ancora più felice!!

Vi lascio come sempre, con il titolo del prossimo capitolo: Dentro l’arena.

Baci, Erika

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Capitolo 9
*** Dentro l'arena ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 9 – Dentro l’arena

*

Sayla entrò in infermeria dopo che le pesanti porte scorrevoli bianche si erano aperte.

Era stata incaricata dal re stesso di sincerarsi delle sue condizioni di salute, dopo che era stato informato dal capitano Bardack, che la moglie terrestre di Vegeta si era sentita male.

Aveva la febbre alta quando era stata visitata dal medico di bordo.

Un alieno dall’età indefinita, con una folta barba bianca e il muso di un pterodattilo verde spento, solcato da molte rughe stava controllando battito e pressione.

Tutto nella norma.

Toccava la donna con quelle le mani che ai suoi occhi sembravano zampe di uccello artigliate, fredde e apatiche, ma nonostante ciò, il suo tocco era fermo e delicato.

Doveva avere le allucinazioni, si era detta.

I suoi occhi si chiudevano involontariamente, la sua mente chiedeva riposo dopo tutto quello stress accumulato, ma lei voleva tenerli aperti per vedere cosa stava succedendo attorno a lei.

Era incuriosita dai macchinari all’avanguardia di quello che doveva essere un ambulatorio medico, e lo aveva capito dall’odore di alcool e medicinali.

Il dottore le mise una maschera d’ossigeno sul viso per aiutarla a respirare, l’ossimetria stava scendendo sempre di più, come il suo corpo che chiedeva solo un sonno rinvigorente.

Dai risultati dei primi esami del sangue, era emerso la mancanza di alcune vitamine e di acqua.

Pensò che quella donna doveva essere assetata e affamata.

“Una flebo di fluidi in vena” Aveva ordinato all’infermiera che lo assisteva.

Bulma faticava a tenere gli occhi aperti, sfinita, si lasciò andare ad un lungo sonno profondo.

*

“Come sta?” Aveva chiesto la vecchia sibilla rivolgendosi all’infermiera che annotava una serie di valori sulla cartella clinica.

Aspettò che il medico finisse la visita e lasciasse posto alla sua assistente, non sarebbe stato saggio disturbarlo.

“E’ stabile!” Disse senza togliere lo sguardo dal monitor “Ha avuto un calo di zuccheri. Succede, se si sta a digiuno!”

Sayla pensò ci fosse dell’altro, assottigliò gli occhi e la guardò dalla testa ai piedi, cercando un segno.

Tenne però per se quelle conclusioni.

“Appena si riprenderà, chiamate la guardia che la rinchiuda nella sua cella insieme alle altre schiave terrestri”.

“Come ordinate” Le fece un inchino e continuò a scrivere.

“Prendete anche un campione di sangue, sai, per la ricerca.”

“Già fatto, e già mandato in laboratorio” Disse saccente, cercando di sforzarsi a sorridere, non le servivano altri capi là dentro, aveva già il suo bel da fare con il dottore e con turni massacranti.

Purtroppo erano a corto di personale, visto che Re Vegeta era una persona abbastanza esigente e se qualcuno gli andava a riferire qualcosa che a lui non piaceva li eliminava senza pietà.

Quell’infermiera pensò che le era andata bene fino a quel momento.

Proveniva da un pianeta lontano, impossibile da pronunciare nella nostra lingua, la pelle era verde smeraldo, occhi neri, grandi e dalla forma allungata: indossava un vestitino bianco attillato, che le arrivava un po’ sopra le ginocchia, in testa, un copricapo bianco con incisa una croce rossa, che le lasciava scoperte le lunghe antenne.

Da quando stavano sperimentando quella nuova cura, non aveva un momento libero.

Sayla uscì da quella stanza e sospirò sollevata.

Quel bambino che stava aspettando la terrestre sarebbe potuto diventare un ulteriore esperimento, oppure un corpo da immolare per il bene della razza saiyan.

*

“I prigionieri sono stati tutti sedati e portati nelle loro celle, abbiamo liberato il gas”.

“Perfetto, capitano Bardack. I tre mocciosi portateli all’arena, ho voglia di un combattimento come ai vecchi tempi”.

“Faccio preparare i Saibaim?” Chiese.

“Si, mi sa che ce ne serviranno parecchi. Non dimentichiamo che in uno di quelli scorre il mio sangue”. Nel volto del monarca si dipinse uno dei suoi soliti sorrisi di soddisfazione.

“Certo, sire” Bardack si congedò e pensò che nonostante tutto, sarebbe stata una soddisfazione vedere i Saibaim trucidati senza pietà da quei tre bambini.

Per Gohan, c’era altro in programma.

I Saibaim erano riservati all’allenamento dei mocciosi.

*

La notizia dell’apertura dell’Arena dei combattimenti, era passata di saiyan in saiyan molto velocemente e i più curiosi, volevano assistere.

Si vociferava che il figlio del principe Vegeta e il nipote più piccolo di Bardack, avrebbero affrontato i temibili Saibaim.

In più, c’era anche una femmina terrestre che avrebbe partecipato al combattimento, ma nessuno conosceva la sua vera forza.

Alcuni spettegolavano sul fatto, che la mocciosa non se la sarebbe cavata, e quindi avrebbero assistito ad un uccisione in piena regola.

Poco importava, i saiyan sapevano che sopravvive solo il più forte.

Molti di loro non possedevano una potenza tale da sovrastare quegli esseri, i guerrieri che ci riuscivano, si contavano sulle dita di una mano.

Gli spettatori arrivarono come una sciame di mosche accalcandosi alle varie entrare, in attesa del loro turno.

Uno alla volta, presero posto tra gli spalti, solo a quelli di alto rango era permesso stare nel punto più alto, da cui si poteva godere di un ottima visuale.

Gli scalini erano in pietra, non proprio comodi.

Solo sulla tribuna regale erano stati posati dei cuscini rossi morbidi e confortevoli.

Il ring era un enorme cerchio di sabbia bianca e con varie entrate.

Non era coperto, e il sole picchiava alto nel cielo, ma nessuno dei saiyan presenti aveva pensato di coprire i propri occhi con cappelli o occhiali da sole, erano abituati alle temperature più impensabili, calde o fredde che esse siano.

Quando tutti furono accomodati, il Re entrò con al seguito la vecchia sibilla, e il Capitano Bardack.

Nappa e Radish avevano il compito di aprire le gabbie e far entrare gli sfidanti, quando il re avrebbe dato il suo consenso con un cenno del capo.

*

Il corridoio di pietra trasudava odore di chiuso e di umidità.

Ai lati non c’erano porte, ma ogni cinque o sei metri si potevano incontrare dei cancelli neri che chiudevano delle celle cieche, nessuna brandina per riposare al suo interno.

Trunks e Goten buttavano un occhio in ogni cella per vedere se riuscivano a scovare i propri cari.

Da quando erano atterrati, o meglio, da quando erano stati prelevati dal loro pianeta d’origine non avevano ancora visto nessuno, dovevano solo fidarsi di Nappa e Radish che li aveva informati che tutti stavano bene e non era stato torto loro un capello.

Ma potevano fidarsi di quei due?

Sopra ogni cella era inciso quello che sembrava un numero, e ai lati una piccola torcia infuocata, unico punto luce di quel corridoio buio tranne per un bagliore proveniente da quello che doveva essere la fine.

Ne a Trunks e ne a Goten erano stati dati degli abiti consoni, indossavano ancora il loro amato pigiama, e per fortuna che entrambi avevano il loro preferito.

Goten pestò una pozzanghera con il piede nudo.

“Che schifo!” Esclamò riluttante scuotendo l’arto cercando di pulirsi come meglio poteva.

Trunks rise “Per me qualcuno ci avrà pisciato là dentro.” Non ricordava di aver visto toilette in quel luogo, e nella sua cella, il water, era composto da un buco sul pavimento.

Goten imitò un conato di vomito.

“Tu hai capito dove andiamo?” Chiese un confuso Goten al suo amico in catene.

“Non ne sono sicuro, ho sentito che parlavano di un’arena e di Saibaim. Tu sai cosa sono?”

Goten volse lo sguardo in alto mentre camminava scortato dai due energumeni “Una volta Gohan mi ha detto che li ha affrontati”.

“Davvero?” Il lilla inarcò un sopracciglio “E com’era andata?”

“Ha detto che erano forti, ma è stato molto tempo fa.”

“Ho paura per Mai.” Sospirò.

Anche la bambina li avrebbe dovuti affrontare, sarebbe stato divertente misurare la sua forza nonostante lei continuasse a dirgli che era una semplice terrestre, non incline al combattimento corpo a corpo, ma con le armi era tutta un’altra storia.

Ma nonostante ciò, Re Vegeta fu irremovibile, anche lei li avrebbe dovuti affrontare e sconfiggerli.

I due bambini furono acclamati come fossero degli dei appena varcarono la soglia.

La folla era in delirio, e quelle urla, si potevano udire a kilometri di distanza.

Il palazzo reale, e la città, erano deserti.

I due energumeni, piantarono sul terreno un esercito di Saibaim, Trunks ne contò trenta.

“Io quelli a destra e tu quelli a sinistra” Trunks e Goten si misero fianco a fianco, avrebbero affrontato quella battaglia insieme e…in pigiama.

Crebbero davanti a loro e senza dargli il tempo di accumulare l’energia necessaria per affrontarli, si scagliarono contro di loro come un piccolo sciame d’api, pronti a colpirli con il loro pungiglione.

I due bambini, però, non ci misero molto a trucidarli con la sola forza dell’aura e senza toccarli.

Re Vegeta abbozzò un sorrisetto.

“Buuuu!!! Avevate detto che ci saremo divertiti” Urlò un saiyan insoddisfatto.

“Ci avete mentito”

“Siiii” Urlarono tutti in coro.

Il sovrano si alzò in piedi ed urlò che lo spettacolo promesso ci sarebbe stato a breve.

*

All’arena tutti erano in fermento per il combattimento di quella bambina contro un esercito di Saibaim.

Un paio saiyan, avevano appena piantato i semi nel terreno aspettando qualche secondo che crescessero.

A Mai era stata data una divisa tipica dei guerrieri di quel pianeta, che l’avvolgeva come una seconda pelle, rimpiangeva i suoi abiti militari, perché le sembrava di essere nuda con quei vestiti, e in più, le era stata tolta la sua arma, vedeva la sua fine molto vicina.

Non aveva i mezzi per combattere quelle cose che piano piano crescevano davanti i suoi occhi.

Non che non fosse coraggiosa, anzi.

Questa volta non avrebbe avuto scampo contro nemici di quel calibro.

Ma nonostante questo, quella che agli occhi di tutta quella tribù sembrava essere solo una bimba, non si perse d’animo e cercò di sopravvivere il più a lungo le fosse possibile, scappando e saltandoli, appena si avvicinarono, aspettando che la divina provvidenza le mancasse un segno.

E così fu.

Stava per essere sopraffatta da uno di quegli esseri piccoli e verdi, si era accucciata e rannicchiata su se stessa, sperando fosse indolore e che quel supplizio finisse subito.

Un’esplosione.

Poi un’altra, e un’altra ancora.

Aprì un occhio per vedere meglio, e quello che scorse, fu la testa mozzata di uno di loro davanti a lei.

Mai balzò all’indietro inorridita.

“Stai bene?” Le aveva chiesto una figura nera nascosta apparentemente dal sole dietro di lui.

“Sono morta?” Ancora non riusciva a mettere bene a fuoco quel profilo misterioso, anche se quel timbro di voce l’avrebbe riconosciuto tra mille, ma non poteva trattarsi di lui.

“No, su alzati” Le aveva ordinato, e lei obbedì quasi sollevata.

Se sarebbe bastata essere salvata anche da Trunks, ma avere Vegeta lì, era una garanzia ancora più grande.

“Grazie per avermi salvata.”

Vegeta non rispose, ma le fece un cenno con la testa, troppo preso ad osservare i presenti, e in particolare una postazione aveva attirato la sua attenzione.

Un baldacchino posto al centro, coperto da una tenda rossa di velluto.

Al centro, che si godeva lo spettacolo: suo padre, e ad accanto la serpe di Sayla.

“La festa è finita, padre!”.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Ciao a tutti e buona domenica!

Scusate se aggiorno di domenica, ma ieri è stata una giornata intensa e non avevo avuto il tempo di revisionare il capitolo.

Finalmente Goku e  Vegeta sono arrivati su Vegeta-Sej, da adesso in poi comincerà la storia, i primi capitoli erano stati introduttivi e servivano per spiegare un po’ il tutto.

Ringrazio come sempre chi continua a seguire e commentare, ma anche chi preferisce rimanere in silenzio aggiungendo il racconto tra le preferite, le ricordate e le seguite.

 Ci vediamo al prossimo capitolo: Padri e figli.

Baci, Erika

*

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Capitolo 10
*** Padri e figli ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 10 – Padri e figli

*

Vegeta arrivò come un fulmine a ciel sereno a salvare la vita di Mai, che sicuramente sarebbe stata la prima vittima di quella situazione surreale.

La bimba non lo ringraziò, sapeva che sarebbe stata una parola sprecata, ma si limitò ad abbozzare un sorriso che venne ricambiato con un cenno del capo.

“Si può sapere che cosa ti è preso?” Grugnì contro suo padre dopo aver abbattuto un Saibaim che si era finto morto e lo voleva assalire alle spalle.

“Tu dovresti prostrarti davanti a tuo padre” Sayla si era alzata ed aveva preso la parola per conto del re.

“Ho forse parlato con te?” Domandò infastidito “Cos’è? Mio padre ha perso la lingua? Sempre se di mio padre si tratta!”

Re Vegeta si alzò e con un balzo raggiunse il figlio ai piedi dell’arena lasciando sul terreno sabbioso le sue orme ad ogni passo.

Gli mise una mano sulla spalla.

“Non qui, figlio mio!” Gli mormorò all’orecchio.

Vegeta aveva capito che doveva seguirlo, spiccarono il volo in direzione del palazzo reale e nonostante fossero passati diversi decenni da quando non metteva piede a casa sua la strada non l’aveva di certo dimenticata, anche se ora tutto gli sembrava più piccolo.

Passarono per il piccolo terrazzino di marmo bianco, dove il re era solito tenere i suoi comizi soprattutto dopo aver conquistato un pianeta, oppure quando doveva dire qualcosa di importante al suo popolo.

Le tende rosse pesanti volteggiarono al loro passaggio.

Prima il Re, poi Vegeta con le braccia conserte.

“E’ come te lo ricordavi, figliolo?” Chiese mentre si dirigeva verso il trono sopra i scalini.

Venne accolto subito da una serva dalla nivea pelle, che indossava un abito lungo di raso rosso senza spalline, i lunghi capelli neri erano stati raccolti in una crocchia bassa, al collo e ai polsi, portava dei pesanti cerchi d’oro massiccio, segno tangibile delle schiave del re.

Un rossetto rosso fuoco lucidava le labbra carnose e i suoi occhi verdi vennero messi in risalto da un velo di matita nera.

Portò una bottiglia di rosso e due calici dorati.

Ne porse subito uno pieno al re e poi uno a Vegeta.

“Sembra tutto più piccolo” Rispose annusando quel liquido dall’odore fruttato, ma non lo sorseggiò, al contrario del padre che ne aveva già trangugiato quasi mezzo bicchiere.

“Solo perché sei cresciuto dall’ultima volta che sei stato qui” Fece una breve pausa rigirando più volte il vino nel calice “Quanto è passato?” Domandò curioso stravaccandosi ancora di più sul trono.

“Che importanza ha?”

“Più di trent’anni” Intervenne la sibilla Sayla comparendo da dietro il monarca.

“Hai messo su famiglia” Scandì bene quelle parole. “Sai anche che né la tua schiava e ne tuo figlio potranno salire sul trono, noi saiyan non possiamo mischiarci ad altre razze impure”.

“Tsk! Forse non hai capito che non voglio rimanere qui, dimmi dove li hai portati e togliamo il disturbo.” Gettò il calice addosso ad un muro pitturandolo di rosso.

La stessa schiava di prima di precipitò con uno straccio un mano a pulire come più poteva.

Re Vegeta si alzò ed iniziò a camminare su e giù con le braccia dietro la schiena.

“Mmm…non posso farlo. Ora appartengono al popolo saiyan…” Si fermò e lo guardò negli occhi “…al tuo popolo. Siediti qui, figlio mio” Gli indicò una poltrona di velluto verde circondata d’oro, molto più piccola della sua.”

Il principe dei saiyan inarcò un sopracciglio “No” Tuonò scuotendo il capo.

“Voglio vedere mia moglie, mio figlio e Mai.”

“Mai…Mai…” Si portò due dita sul mento.

“La ragazzina”

“Ah si! Quella che abbiamo portato qui credendo fosse tua figlia. Devo ammettere che ci avevamo cascati come imbecilli. Quei capelli e occhi neri, quel temperamento forte e deciso che caratterizza il nostro popolo, devo ammettere che ci ha ingannati, ma ormai era tardi quando ce n’eravamo accorti.” Si accomodò di nuovo pensando che quella conversazione sarebbe andata avanti parecchio. “Mi sa che ora Bardack l’ha portata nei sotterranei, verrà istruita dalle altre schiave per servirci e poi quando sarà abbastanza grande, la useremo come merce di scambio”.

Vegeta strinse i pugni così forti da lasciare sui palmi dei solchi, e se avesse affondato di più le unghie nella carne si sarebbe ferito seriamente.

“Non oserai.”

“Tuo figlio è quello scherzo della natura dai capelli lilla giusto?”

Vegeta digrignò i denti, come osava quell’incapace chiamare suo figlio scherzo della natura? Il nervoso gli stava salendo fino alla testa, un’altra parola in più e gli avrebbe fatto saltare le cervella, poco importava fosse suo padre, era vissuto fino ad ora senza la sua presenza, riaverlo ora nella sua vita non avrebbe cambiato un fico secco, anzi, sembrava diventare più un problema, un grosso problema che ostacolava i suoi allenamenti.

“Probabilmente lo invieremo su qualche pianeta, il popolo saiyan ha proprio bisogno di guerrieri del suo calibro. Per quanto riguarda la tua puttana…”

“Ti ammazzo se le avete osato torcerle un capello! E’ chiaro????” Vegeta accecato dalla rabbia sprigionò una piccola parte del suo potere, e il pianeta Vegeta-Sej tremò.

Le colonne di marmo grigie dalle venature nere poste ai lati della navata, iniziarono a sgretolarsi e se non si fosse fermato, probabilmente avrebbe distrutto il palazzo rendendolo una trappola mortale per chi si trovasse ai piani bassi, come schiavi e scienziati.

Perché sapeva che bastava scendere la scalinata di pietra nascosta dall’imponente dipinto dietro il trono del re  per arrivare ai laboratori di ultima generazione e alle celle.

“Sta tranquillo, sta bene…credo” Lo disse con tutta la calma del mondo e per niente impressionato da quella potenza appena sprigionata.

Sapeva che la tenacia di suo figlio lo aveva portato negli anni a diventare più forte, a dover superare sempre quello scalino per essere una spanna sopra gli altri, del resto, era il principe dei saiyan e un giorno sarebbe stato lui a guidare il suo popolo, anche se, al momento, non sembrava interessato a quell’offerta.

Che la sua mente sia stata soggiogata?

Che ne era stato di quel bambino che ricordava?

Quello che aveva davanti, non sembrava esserne nemmeno l’ombra.

Era più…docile, mansueto.

“Che cosa significa…credo?”

Ecco per l’appunto.

Si preoccupava per una schiava, per una che gli riscaldava solo il letto e aveva messo al mondo la sua prole.

“Durante il viaggio ha accusato un malore, ora la stanno monitorando.”

“Dovresti nutrirla, lo sai? I sacchi vuoti non stanno in piedi da soli!” S’intromise Sayla, e a Vegeta le sue parole arrivarono alle orecchie come un sibilo di serpente, rabbrividì.

Odiava quegli esseri viscidi e striscianti, e la vecchia sibilla glielo ricordava, in più era invecchiata, e sembrava che la sua pelle fosse diventata squamosa e che da un momento all’altra l’avrebbe cominciata a perdere.

“Se mia moglie mangia o no, non è affar mio, e nemmeno vostro.”

Re Vegeta fece spallucce “Abbiamo pensato noi a prenderci cura della tua schiava, se tu non sei in grado”.

Il principe dei saiyan accecato dalla rabbia si scagliò contro suo padre bloccandogli la gola con le mani e facendolo ribaltare all’indietro insieme al trono.

“Brutto bastardo! Voglio vedere mia moglie. Portami da lei!!!”.

Quella conversazione però, fu interrotta da due guardie che erano appena entrate sorreggendo il corpo di un loro compagno.

“Presto, presto!” Biascicarono non curandosi della scena.

“Che succede?” Domandò Vegeta perplesso.

*

Goku era rimasto all’arena come ordinatogli da Vegeta, o meglio, da come aveva intuito da suo sguardo che gli aveva lanciato prima di spiccare il volo.

Il capitano Bardack, dopo che il re assieme al sangue del suo sangue aveva lasciato quel luogo, si era precipitato all’interno dello stadio per recuperare la bambina e condurla nei sotterranei dove sarebbe stata rinchiusa in una cella con le altre schiave.

Forse avrebbe incontrato Videl, Chichi e Bulma.

Aveva appreso dai due amichetti che quei saiyan, non solo avevano portato via loro ma anche Chichi, Videl e Gohan per un motivo ancora ignoto.

“Va tutto bene, Mai?” Chi domandò Goku chinandosi per aiutarla ad alzarsi.

“S-si” Balbettò ancora scossa scrollandosi di dosso la polvere che quel terreno le aveva lasciato tra i vestiti e i capelli neri.

“Siete arrivati giusto in tempo” Gli sorrise.

“Ehi! Kakaroth!” Bardack attirò l’attenzione del figlio minore, che appena lo vide inarcò un sopracciglio.

Quell’uomo era identico a lui e sapeva persino il suo nome, si quello saiyan.

“Mi conosci?” Chiese puntandosi un dito sul viso.

“Secondo te non conosco mio figlio? Tsk! Sono passati anni da quando ti ho visto l’ultima volta…in realtà si eri un poppante, ma questo non mi dà il diritto di non riconoscerti.”

Goku squadrò quell’uomo dalla testa ai piedi, si era identico a lui.

Stessi capelli, stessa corporatura, quello che non era lo stesso, era il carattere.

“Dammi la bambina e nessuno si farà del male.” Allungò la mano per prenderla mentre cercava di nascondersi dietro il corpo del saiyan.

“No, no per favore. Non voglio andare con lui”.

“Vieni qui, pulce! Vuoi che il re ti ammazzi?” Bardack prese Mai per la corazza e la tenne stretta perché non scappasse, o gli venisse strappata dalle mani.

“Lasciala andare, non vedi che è solo una bambina?”

“Questa bambina ci servirà!”

“Che vuoi dire?”

“A te non deve interessare”.

Nel frattempo alcuni saiyan presenti nell’arena iniziarono a dirigersi verso le uscite, altri invece, spiccarono il volo in direzione delle proprie case.

Presto padre e figlio rimasero soli.

“Dove avete portato la mia famiglia?” Goku indurì lo sguardo, ed assomigliò in modo impressionante a suo padre.

“Stanno bene, non preoccuparti. Si trovano nei sotterranei del castello, nelle prigioni per essere più precisi.”

“Tu li hai visti, Mai?” Chiese alla bambina.

“No. Però ho incrociato Trunks e Goten, hanno combattuto prima di me”

Senza Vegeta lì con lui, Goku poteva fare poco, anzi, non avrebbe dovuto fare niente prima di consultarlo, non era sicuro che Bardack stesse dicendo la verità, per quanto ne potesse sapere la sua famiglia si poteva benissimo trovare su di un altro pianeta, e se avesse eliminato tutti i saiyan sarebbe stato difficile trovarli.

Meglio prendere tempo finchè il suo amico non sarebbe ritornato da palazzo.

“Dammi un solo motivo per non farti fuori all’istante”.

Bardack aprì le braccia tenendo sempre ben stretta Mai nella mano destra come fosse una busta della spesa “Perché sono tuo padre, e tu non elimineresti mai un membro della famiglia.”

Un fruscio dietro di lui, lo avvertì di una presenza, avrebbe riconosciuta quell’aura tra mille.

“Come se non lo avessi già fatto” Poi si voltò verso quell’individuo “…dico bene? Radish?”

“Ciao fratellino, è un piacere rivederti.” Fece un inchino burlandosi di lui “…tecnicamente era stato il muso verde a colpirmi mortalmente, e se non ricordo male ci aveva uccisi tutti e due.” Si portò al fianco di suo padre, giusto per fargli capire da che parte stava. “Ma sia chiaro! Nessun rancore, ok?” Alzò le braccia in segno di resa “…ti avrei ucciso anch’io!”

Goku si portò sulla difensiva, era pronto per combattere ancora contro suo fratello, e questa volta ci sarebbe andato già subito giù pesante.

“Ragazzi!” Disse mellifluo Bardack “…devo forse sculacciarvi? Su, fate pace. Non voglio vedere i miei due figli litigare come bambini.” Guardò prima uno e poi l’altro.

Radish incurvò un labbro ed incrociò le labbra in segno di offesa.

“Siamo riusciti ad unire la famiglia. Ora combatteremo per Re Vegeta e il nostro popolo.”

“Io ho già una famiglia.” Goku cercò di non abbassare la guardia, sapeva quanto subdoli i saiyan potevano essere.

I suoi sensi erano sempre allertati e attenti. “E voglio che mi portiate subito da loro”. Un ordine che non permetteva repliche.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Buona domenica a tutti ed eccoci qui con il consueto appuntamento domenicale.

Vegeta che parla con suo padre e Goku che fa la stessa cosa con la differenza che arriva anche Radish a dare man forte.

Sono decisi più che mai a riprendere le loro famiglie e ad andarsene di lì, ci riusciranno? Per scoprirlo vi basterà attendere la prossima settimana con il capitolo: Nuovi impieghi.

Baci, Erika

*

P.s. Se non lo avete ancora fatto, vi segnalo che tempo fa avevo pubblicato una one shot dal titolo “Un aiuto inaspettato”, una VegeBul, se avete piacere passate a leggerla e a lasciarmi una vostra impressione visto che saranno i protagonisti della prossima long nel medesimo periodo.

*

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Capitolo 11
*** Nuovi impieghi ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 11 – Nuovi impieghi

*

Bulma aprì lentamente gli occhi e ci mise un po’ prima che la vista non fosse più offuscata, complice anche la luce che filtrava dalla finestra posta in alto e sbarrata da delle grate d’acciaio verniciate di bianco.

Gettò uno sguardo fugace giusto per capire dove si trovasse esattamente, in qualche piano interrato questo era chiaro vista l’altezza della finestra a livello strada.

Sicuramente non era sulla Terra, e quelle non erano le sue montagne.

Una strana nuvola rosa incorniciava la cima di quella catena montuosa celandola al mondo esterno.

Il cielo era azzurro, ma di una tonalità che non aveva mai visto, quasi violacea, il sole aveva lo stesso colore di quello terrestre.

Il prato era quasi blu e le montagne di un magenta spento.

Scosse la testa perché l’odore di alcol e medicinali che si stava facendo strada tra le narici, le stava annebbiando la mente.

Provò ad alzarsi.

Inutile perché era praticamente legata al letto con delle cinghie di cuoio sia sui polsi che sulle caviglie, era incatenata talmente stretta che questa le impediva quasi la circolazione sanguigna.

“Ehi! Ehi! C’è nessuno?” Chiamò a gran voce, aveva urgente bisogno di espletare un bisogno fisiologico, e se non l’avesse fatto subito si sarebbe ritrovata con il letto bagnato.

Sarebbe stata una vergogna per una donna della sua età.

La porta della sua stanza si aprì, c’era solo lei, il suo letto, la piccola finestra, un comodino d’acciaio con sopra una lampada (spenta), un apparecchiatura che monitorava i battiti del suo cuore e una flebo conficcata in vena.

Entrò quella che ai suoi occhi sembrò essere un’infermiera, ma poteva essere benissimo anche un medico, una scienziata o qualsiasi altra cosa.

Alta, molto alta, con la sua enorme testa ovale poteva toccare quasi il soffitto.

Enormi occhi neri la scrutavano e continuavano ad annotare qualcosa sulla cartella clinica.

Le sue tre dita oblunghe e verde scuro continuavano a toccarla e tastarla lungo tutto il corpo.

Indossava un abitino bianco candido molto striminzito che le arrivava di almeno dieci centimetri sopra le ginocchia, sulla testa un cappellino dello stesso colore da cui spuntavano due antenne verdi corte.

“Lasciatemi andare subito” Bulma continuava a dimenarsi rendendo difficile la raccolta di informazioni da parte di quell’aliena.

“Calma, calma…quanta fretta!” Intervenne Saiyla palesandosi dietro di lei melliflua.

L’infermiera parlò in una lingua sconosciuta a Bulma, ma la sibilla sembrava aver compreso ogni singola parola, la congedò con una riverenza appena accennata.

Rimaste sole, l’azzurra chiese gentilmente di essere liberata, le braccia e le gambe le facevano male e sentiva il bisogno di alzarsi.

“Dopo, prima vediamo come stai.” Saiyla le tolse il lenzuolo bianco e le alzò il camice verde all’altezza del ventre, prese infine un apparecchio per le ecografie e dopo aver spruzzato del gel ghiacciato sulla pancia, iniziò a muore il sensore.

Sul monitor apparve una camera gestazionale con all’interno quello che sembrava un fagiolo.

“Congratulazioni…si dice così dalle tue parti, no?”

Bulma era sconvolta, aspettava un bambino.

Impossibile.

Cioè, era possibile, possibilissimo anzi, ma non se lo aspettava proprio, lei e Vegeta non avevano in programma altri marmocchi.

Si sentiva strana nei giorni precedenti, ma solo perché lavorava troppo, riposava e mangiava poco.

Almeno era quello che credeva.

Una lacrima le rigò inaspettatamente il volto quando udì il battito di quel piccolo cuoricino.

In quel momento non esisteva altro e il suo rapimento era passato in secondo piano.

Saiyla le stava parlando, ma la sua voce la recepiva ovattata, in quel momento c’erano solo lei, quel piccolo fagottino e il mondo magico dove la sua fantasia la stava portando.

Rinsavì solo quando spense il monitor e le coprì il ventre con il camice alzato in precedenza.

“Lasciami andare brutta strega” Berciò cercando di alzarsi e strappare le cinghie.

“Stai ferma se non vuoi farti male.”

“Vedrai quando arriverà mio marito, sarà la vostra fine”

La megera le rise in faccia “Il principe è già arrivato.”

L’espressione di Bulma si fece seria e attenta alle sue parole, la rassicurava il fatto che Vegeta fosse già arrivato, magari era insieme a Goku, e presto sarebbero stati tutti liberi e teletrasportati sul pianeta Terra ritornando alla vita di tutti i giorni.

“Questo significa che la vostra fine è vicina!”

“Ne sei proprio sicura?” Domandò una figura alta e che assomigliava a suo marito, la stessa che aveva fatto irruzione nella sua cucina atterrando Trunks, e successivamente condotti con la forza all’interno della navicella.

Bulma alzò la testa più che poteva per vedere meglio le figure che si erano palesate, accanto al re vide suo marito, e tirò un sospiro di sollievo.

Era vero che era arrivato, e ora sarebbe andato tutto per il meglio.

“Vegeta!” Disse a mezze labbra tirando un sospiro di sollievo e improvvisamente tutta la tensione che aveva accumulato, andò sempre più scemando facendola rilassare.

Il principe dei saiyan se ne stava accanto a suo padre con lo sguardo truce e le braccia incrociate al petto.

La guardò, ma non disse niente.

“Vegeta, ti prego dai un taglio a questa farsa e andiamocene di qui”

Non le rispose.

“Vegeta! Sto parlando con te!” Insistette lei alzando i toni.

“Non permetterai ad una schiava di parlarti in questo modo, vero figliolo?”

“Io non sono la sua schiava, sono sua moglie!” Bulma cercò di strattonare via le cinghie per l’ennesima volta inutilmente, si provocò solo delle ferite superficiali.

“Saiyla come sta? Può essere rinchiusa con le altre schiave?” Domanda d’obbligo visto il suo temperamento, le era bastato ricaricarsi mezza giornata per ritornare ad essere un fiore.

La sibilla stava dicendo qualcosa quando il principe Vegeta l’anticipò.

“E’ una scienziata, ci potrà tornare utile”

Fu quel ci che fece sbarrare gli occhi a Bulma, che fosse passato dalla loro parte?

Che quella megera gli avesse fatto una fattura come quella volta che il mago Babidi si era impossessato della sua mente?

Quella storia puzzava.

Sicuramente Vegeta stava architettando qualcosa, lo poteva vedere dal suo sguardo e dalle sue continue occhiate che le lanciava.

“Questa mi giunge nuova” Disse Saiyla.

“Guarda che sono piuttosto brava sai? Ho inventato tante cose.” Si pavoneggiò.

“Te ne intendi anche di genetica?” Chiese Re Vegeta.

Avrebbe voluto dire di no, che quello non era il suo campo anche se ne sapeva abbastanza riguardo al genere umano, in teoria, quello si, ma non in pratica, in quello scarseggiava.

Però qualcosa le diceva che doveva mentire.

“Si, conosco molto bene la genetica, ho lavorato per i più rinomati lab…”

“Bene! Saiyla portala ai laboratori”

“Mio signore, mi permetta di…”

“E’ un ordine, Sayla” Tuonò prima di sparire con Vegeta al seguito.

Grazie al cielo l’avrebbe slegata e sarebbe potuta andare in bagno, e oltre a svuotare la vescica, aveva urgente bisogno di vomitare.

Non per la nausea causata dalla creatura che portava in grembo, ma perché sembrava che Vegeta si fosse alleato con il suo popolo voltando le spalle a lei, alla sua famiglia.

Però era anche vero che non doveva fermarsi all’apparenza, forse suo marito aveva visto qualcosa a cui voleva andare a fondo, altrimenti per quale motivo segregarla in un laboratorio e non in una cella come le altre schiave? Chissà Videl e Chichi in quale tugurio erano finite, per non parlare di Trunks, Goten, Gohan e la piccola Pan.

Era da poco sul pianeta Vegeta-Sej, e diciamo che per la maggior parte del tempo era stata in uno stato di dormiveglia, non capendo del tutto cosa stava succedendo nelle varie sezioni, ricordava solo cose molto confuse: alcune urla, gente che correva e poi più niente.

*

Bardack, Goku, Radish e Mai, si trovavano ancora all’arena dei guerrieri.

Un alito di vento cercò di smorzare la tensione che si era creata con l’arrivo di Radish, fratello più grande di Goku.

“Voglio vedere la mia famiglia”

“Calma, c’è un tempo per ogni cosa. E poi non è detto che riuscirai a vederli, magari verranno venduti prima, chi lo sa” Fece spallucce Radish.

“Goten e Trunks stanno bene” Lo informò Mai che venne subito dopo strattonata perché restasse zitta.

“Ve lo ripeto, portatemi dalla mia famiglia” Goku si stava arrabbiando e alcuni pezzi di terreno avevano iniziato a fluttuare quando aumentò la sua aura, forse per spaventarli e per fargli capire che non stava scherzando.

“Siamo noi la tua famiglia adesso” Bardack si era avvicinato a lui e gli mise entrambe le mani sulle spalle “Abbiamo una seconda possibilità”

“Non voglio una seconda possibilità” Disse riluttante.

“Se vuoi sapere se stanno bene” Si allontanò da lui avvicinandosi al figlio capellone “…si stanno bene” Annuì allargando le braccia “…e ti porteremo da loro.”

Goku sospirò felice, aveva finalmente ottenuto quello che voleva e senza incorrere alla violenza, ma non bisognava abbassare mai la guardia, non li conosceva e potevano essere imprevedibili.

*

Bardack aveva condotto il figlio in una nursery, dopo aver affidato Mai alle cure di Radish, il quale contrariato aveva grugnito in lingua saiyan una frase che tradotta assomigliava a questa “Non sono tornato in vita per fare da balia a dei ragazzini”, aggiungendoci poi delle imprecazioni intraducibili.

Goku non era molto contento di separarsi da lei, anche perché non sapeva dove l’avrebbe portata, lui non era come Vegeta, non era cresciuto lì, e quel pianeta ad un primo impatto gli sembrava lugubre per una ragazzina come lei.

Anche per lui in realtà.

Varcò la soglia del castello e rimase impressionato da quanto sfarzo si trovasse in quell’atrio.

“Urca!” Esclamò guardandosi attorno.

Nonostante bazzicasse spesso a casa di Bulma, di Mr. Satan e Gohan, che le riteneva tra le case più lussuose in assoluto, quel castello le batteva tutte, ed aveva visto solo l’ingresso.

Bardack gli fece cenno di seguirlo, imboccò il lungo corridoio a sinistra.

“Dove stiamo andando?”

“Dalla mocciosa!” Rispose senza mezzi termini.

“Pan?” Domandò sentendo dei vagiti provenienti da una stanza non ben definita.

D’istinto Goku lo superò dandogli una spallata.

“Paaannn!!” Urlò il suo nome aprendo tutte le stanze che mano a mano vedeva, fino a raggiungere quella infondo che con un calcio frantumò.

I detriti colpirono uno scienziato dalle sembianze di dinosauro, basso e rugoso, che stava annottando dei valori.

In una culla dalla forma ovale, adagiata su un cuscino rosso fuoco, nuda come mamma l’aveva fatta, giaceva Pan in lacrime.

La prese tra le sue amorevoli braccia: era gelata e tremava.

“Razza di bastardi!” Si era rivolto a suo padre che lo guardò di traverso “…è solo una bambina, non potete tenerla nuda!”

“Questo è il trattamento riservato ai cuccioli di saiyan, se sopravvivi vieni spedito in un pianeta per conquistarlo.”

“E’ solo un quarto saiyan! Non sopravvivrebbe”

Pan smise di piangere quando si accorse di essere tra le braccia calde del nonno che aveva aumentato di proposito la propria aura per riscaldare quanto bastasse quel corpicino che stava riprendendo il suo colorito rosato, e non giallognolo.

“E allora? Un impiastro in meno!”

Goku gli lanciò un’occhiata omicida, se Pan era stata trattata così, non immaginava che cosa avevano potuto fare a Chichi e Videl.

Ma la cosa più importante era: perché Gohan e Goten non siano intervenuti?

***

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Eccomi! Sono riuscita ad aggiornare in tempo, avevo paura di slittare il tutto a lunedì.

E scusatemi se non vi saluto come dovrei, ma ho mille cose da fare. Perdonatemi, spero possiate capire. Grazie comunque per esserci sempre, vi adoro!!!

Come di consueto vi lascio con il titolo del prossimo capitolo: Non aprite quella porta.

Baci, Erika

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Capitolo 12
*** Non aprite quella porta ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 12 – Non aprite quella porta

*

Bulma da quel giorno non vide più suo marito, era trascorsa più o meno una settimana.

E nonostante fosse stata destinata ai laboratori, era convinta di non conoscere del tutto quello che accadeva nei sotterranei del castello.

Non era raro imbattersi in qualche dottore che trasportava in condizioni critiche qualche guerriero saiyan, facilmente intuibile dai monitor a cui erano attaccati quando di corsa attraversavano quei corridoi per condurli alla fine, dove due porte enorme di metallo si aprivano al loro passaggio, oppure quando passavano nel lettore il loro lascia passere.

Anche Bulma, incuriosita, ma con la scusa di rendersi utile, aveva provato ad accedervi, ma la spia rossa non accennava a lasciare il posto a quella verde quando strisciava il suo badge nella fessura apposita, o in alternativa quando chiedeva a qualche medico di poterlo seguire.

“Non hai accesso a quell’area” Le aveva detto Re Vegeta palesandosi dietro di lei.

“Sono una scienziata, e ho il diritto di sapere che cosa accade dietro quella porta”.

“Niente di che. I guerrieri vengono medicati nella vasca di rianimazione, è così che ci curiamo le ferite dopo una battaglia” Spiegò.

Ma Bulma non era il tipo di persona che si poteva incantare con quattro parole giusto per dargli il contentino.

“Non mi sembrava avesse ferite di guerra!” Constatò facendolo rimanere perplesso, quella donna aveva l’occhio lungo e sarebbe stato difficile convincerla.

“Non tutte si vedono. Vedi…” Si fermò perché non ricordava più il suo nome.

“Bulma, mi chiamo Bulma.”

“Bulma. Una squadra è stata sul pianeta Celith, lì i suoi abitanti usano un veleno paralizzante per difendersi, quel saiyan ne è stato vittima, tutto qua. Un paio d’ore nella vasca di rianimazione e ritornerà come nuovo.”

“Ma…” Tentò di dire.

“Torna al tuo lavoro. E’ tutto”.

Re Vegeta attese che la moglie di suo figlio recepisse il messaggio e tornasse nel suo laboratorio a riparare le navicelle, prima di aprire la porta ed addentrarsi a controllare la situazione.

“Voglio vedere mio marito e mio figlio” Gli ordinò facendolo fermare e poi voltarsi di scatto e Re Vegeta dovete trattenere per un angolo il lungo mantello rosso per evitare che gli coprisse la faccia.

“Non sei nelle condizioni di fare pretese. Sei ai nostro servizio, e questo equivale ad essere nostra schiava.”

“Ho una cosa importante da dirgli” Berciò innalzando un pugno che non spaventò per niente il monarca.

“Che sei incinta?” La spiazzò con quella domanda “…forse lo sa già…forse Saiyla glielo ha già comunicato. Se mio figlio non si è presentato significa che non gli importa della creatura che porti in grembo”.

Conosceva bene suo marito e quelle parole non la toccarono minimamente, sapeva che se Vegeta si comportava in quella maniera un motivo c’era.

Era anche vero che non lo vedeva da una settimana, anzi, forse è più corretto dire che non aveva più rivisto nessuno.

Sapeva altresì della presenza di Goku in quel pianeta, ma tranne l’aver ascoltato di nascosto un paio di conversazioni tra Radish e Nappa avvenute tra quei corridoi, non conosceva ulteriori dettagli.

Una settimana, era trascorsa già una settimana.

Eppure credeva che una volta arrivati Goku e Vegeta avrebbero sterminato il loro popolo e fatto ritorno sul pianeta Terra, quanto ci avrebbero messo?

Un giorno al massimo aveva calcolato, ed invece erano trascorsi sette giorni.

Sette lunghi giorni di nausee e crampi alla schiena e allo stomaco.

Sette giorni di ansia e preoccupazione per delle perdite esigue di sangue che aveva,le era successo anche con quando aspettava Trunks e il medico ginecologo le aveva detto essere normali “perdite da impianto” le aveva definite quel piccoletto pelato baffuto.

“Passeranno in pochi giorni, stia tranquilla” Le aveva detto all’epoca, ma ora non aveva nessuno su cui contare, nessuno specialista a cui  mandare un messaggio solo per essere rassicurata, e non c’erano nemmeno Chichi e Videl con le quali confrontarsi.

Era sola e doveva accettarlo.

Bulma fece un bel respiro profondo e scacciò via i brutti pensieri che le stavano attraversando la mente.

“Si guardi bene le spalle, Re Vegeta.”

“Da te?” Chiese incurvando il labbro inferiore “…cos’è una minaccia? Non mi sembri nelle condizioni di farne”.

L’azzurra fece spallucce “E’ solo un consiglio”.

*

Vegeta sentiva degli strani rumori provenire dai laboratori e ad ogni volta che provava a chiedere a suo padre di entrare per dare un’occhiata, veniva liquidato con un va tutto bene e di non preoccuparsi.

Aveva fiutato quella menzogna da kilometri di distanza e per fortuna aveva avuto la brillante idea di mandare sua moglie in avanscoperta, reclutandola tra gli scienziati.

Doveva assolutamente scoprire che intenzioni avevano e che cosa c’era sotto.

Perché Sayla li aveva resuscitati.

E per farlo, doveva fingersi uno di loro, o meglio, fingere di stare al loro gioco.

Per questo quando suo padre gli aveva proposto di unirsi a lui nel regnare come ai vecchi tempi non aveva esitato.

Il problema sarebbe stato Kakaroth.

Quale ruolo affidargli?

Visto che Bardack era il primo ufficiale del re, lui avrebbe avuto il figlio? Non avrebbe potuto chiedere di meglio se fosse stato così, ma sarebbe stato troppo bello per essere vero.

Muoversi liberamente tra i sotterranei del castello, tra i suoi laboratori e nelle prigioni prendendo i loro amici si sarebbe rivelato un gioco da ragazzi.

Ma il sovrano, aveva deciso per Nappa e Radish con grande disappunto di Vegeta.

A Kakaroth sarebbe stato affidato il compito di formare le guardie e i guerrieri, ben lontano da Vegeta.

“Dannazione!” Aveva imprecato mentalmente, se aveva tra i piedi Nappa e Radish non si sarebbe potuto muovere indisturbato nel castello e il suo piano ci avrebbe messo molto di più per realizzarsi.

Però essendo il principe, magari poteva far visita ai prigionieri.

Doveva sincerarsi delle condizioni di tutti.

L’unica cosa che non riusciva a capacitarsi, è come Gohan, Goten e Trunks non abbiano ancora tentato la fuga, non sarebbe stato difficile per loro liberarsi.

Dimenticava una cosa…Sayla era esperta di magia, non era da escludere che gli avesse fatto una fattura.

Sentiva ancora le loro auree, quindi non erano in pericolo e questa era una buona cosa.

Altra cosa a cui pensare prima che potessero essere vendute come schiave, o peggio ancora lasciate alla mercè di quei barbari, era controllare in che condizioni versavano Mai, Chichi, Videl e la mocciosa.

Il principe dei saiyan si mise addosso la divisa tipica del suo pianeta e indossò il suo miglior ghigno, il suo motto era far buon viso a cattivo gioco.

Il problema sarebbe stato dirlo a Kakaroth, visto che erano giorni con si vedevano.

Lasciò la sua stanza da letto dove aveva trascorso le ultime sette notti.

Era proprio come la ricordava da piccolo: due enormi finestre drappeggiate da due pesante tende cremisi, al centro un letto in legno a baldacchino imbottito da lenzuola si seta nere e un paio di armadi nella parete libera. Un lampadario a goccia di finissimo e pregiatissimo cristallo troneggiava il soffitto bianco.

Trovò Radish ad attenderlo ai piedi delle scale, sembrava alquanto nervoso e continuava a camminare su e giù mangiandosi le dita delle mani.

“Finalmente!”

“Finalmente cosa?” Chiese il principe interrogativo.

“Devo parlarti!”

*

Goku sospirò mentre strappava nervosamente dei fili d’erba seduto sul giardino del palazzo reale attendendo di essere chiamato per la missione.

Sarebbe andato con suo padre Bardack su un pianeta poco lontano a ritirare delle pelli e delle coperte, l’inverno sul pianeta Vegeta-Sej si stava avvicinando ed erano sprovvisti di ogni cosa, non potevano rischiare di morire assiderati anche se il loro fisico tollerava qualsiasi tipo di temperatura, e non sarebbe stato di certo un po’ di freddo ad ucciderli.

“La navicella è pronta, la tua amica dai capelli azzurri l’ha riparata!” Aveva annunciato Bardack raggiungendo il figlio e rimanendo in piedi vicino a lui.

“Voglio vedere la mia famiglia” Sembrava non aver sentito quello che gli aveva appena detto, e ogni volta che ne aveva l’occasione chiedeva di loro.

“Ti ho detto che…” Bardack svenne cadendo addosso al figlio prima di terminare la frase.

“Papà…papà stai bene?” Lo chiamò per la prima volta con quell’appellativo mentre lo schiaffeggiava cercando di fargli ritornare i sensi.

“Ka..k..ka..roth” Ansimò annaspando e sollevando un braccio.

“Che cosa ti prende?” Gli chiese urlando scuotendolo con forza perché restasse sveglio, ma ogni volta che provava a fare qualcosa sentiva il suo respiro farsi sempre più pesante e gli occhi dilatarsi sempre di più finché non li chiuse del tutto.

Goku non aveva tempo da perdere, doveva subito portarlo in infermeria dove sarebbe stato curato.

Lo caricò sulle spalle senza nessuna fatica e dopo qualche falcata raggiunse il palazzo e i sotterranei dove trovò Bulma intenta nella riparazione di una scheda di memoria.

Riversò il corpo di suo padre su una barella e questa di incrinò leggermente.

L’amica si tolse il casco protettivo e spense la fiamma ossidrica.

“Che succede?” Gli chiese prendendo uno stetoscopio per auscultare cuore e polmoni.

Bardack respirava a fatica e il battito del cuore era accelerato, se fosse successo ad un essere umano sarebbe sicuramente morto.

“Non lo so, stavamo parlando ed è svenuto, l’ho portato qua!” Spiegò allargando le braccia.

Bulma e Goku realizzarono che era la prima volta che si vedevano da quando erano lì, non dissero nulla, ma si limitarono a sorridere l’uno all’altro.

Loro due potevano capirsi con uno solo sguardo, non servivano parole per esternare la loro gioia nell’essersi trovati e nell’apprendere che stavano entrambi bene.

“Dobbiamo attaccarlo ad un monitor” Nella fretta di sposarsi, Bulma urtò con il ventre lo spigolo di un mobiletto d’acciaio, strizzò gli occhi dal dolore, poi guardò il camice bianco che iniziava ad imbrattarsi di sangue e il panico l’assalì di colpo.

“Oh mio dio!” Esclamò Goku sorreggendo l’amica.

“Sto bene, è solo un graffio per fortuna!”  Disse controllando meglio, lo spigolo del tavolino era appuntito e le bastò poco per ferirsi.

Più tardi si sarebbe fatta vedere, nel frattempo aveva tamponato il tutto con qualche metro di garza sterile.

“Pensiamo a tuo padre ora” Gli aveva detto indicando l’apparecchiatura posta dietro di lui che consisteva in un monitor con diversi cavi attaccati, forse un aggeggio che serviva a monitorare l’attività cardiaca e cerebrale.

Bulma non era un’esperta in medicina, ma qualcosa all’università e nella forbita biblioteca di casa, era riuscita ad imparare.

Un po’ di anatomia umana l’aveva studiata, quel poco che bastava per riuscire a rianimare una persona, insomma, le basi le sapeva, e sapeva anche usare un defibrillatore se ne avesse avuto occasione.

Avendo un saiyan in casa che si sottoponeva in passato ad allenamenti impossibili, era stata costretta a seguire corsi di rianimazione e primo soccorso, sarebbe stato più facile per lei aiutarlo in caso di bisogno, prima che riuscisse a costruire la vasca di rianimazione sotto suo suggerimento, ma ogni volta che tentava di collaudarla, falliva, lei e il dottor Brief, non erano riusciti a scoprire il segreto di quella macchina salvavita, ma ora che nell’altro laboratorio ce n’erano a disposizione sicuramente ne avrebbe rubato le funzionalità, e chissà che non fosse riuscita a trovare i progetti in qualche cassetto.

Goku stava per legarsi da solo con quel groviglio di fili mentre li passava all’amica.

“Sta fermo, altrimenti rischi di strozzarti” Lo schernì aiutandolo come meglio poteva cercando di non sbattere la pancia a destra e sinistra.

“Ho notato che stai molto attenta al tuo ventre, c’è qualcosa che mi devi dire?” Assottigliò gli occhi.

“Santo cielo Goku, ti sembra il momento per chiedermi una cosa del genere? E poi lo hai visto anche tu che mi sono ferita, sto solo facendo attenzione a non farmi più male.” Attaccò la spina alla presa e il sensori al petto e poi alle tempie.

Quando il monitor si accese iniziò a suonare all’impazzata richiamando i medici che si erano presi una piccola pausa.

Ne arrivarono tre, di etnie diverse.

Quello dal muso allungato simile ad un pterodattilo inveì contro Bulma dicendole che dovevano essere avvertiti o portare Bardack nella sala adatta.

“Non ho il pass, non me lo hanno ancora dato” Incrociò le braccia al petto in segno di offesa.

“Forza, dobbiamo portarlo di là, non c’è più molto tempo da perdere!” Disse uno sbloccando il meccanismo della barella per trascinarlo con più facilità.

Una corsa contro il tempo prima che per il capitano Bardack fosse la fine, aveva bisogno di un’infusine immediata di staminali, i tre aprirono la porta e passarono, anche Goku li seguì, Bulma invece si era accasciata a terra in silenzio ansimando.

Si tenne la pancia mentre il sangue continuava a fluire.

*

Goku continuò invece la sua corsa nel lungo corridoio inseguendo i tre medici, non si era accorto di aver perso la sua amica Bulma.

Spalancò gli occhi quando arrivarono a destinazione e il suo viso fu illuminato da una luce verdastra.

ro**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Buon sabato a tutti amanti del fandom.

Grazie per essere arrivati fino a qui, lo so, vi ho lasciato con più interrogativi che risposte, ma vi prometto che presto le avrete.

Abbiamo un Radish che deve parlare con Vegeta…di cosa?

Bardack si sente male e Goku che insegue i medici…che cosa avrà visto?

E non dimentichiamo Bulma!

Io come al solito vi do appuntamento al prossimo week end e con il titolo del prossimo capitolo: Fuori uno.

Accetto previsioni.

Buon fine settimana, Erika

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Capitolo 13
*** Fuori uno ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 13 – Fuori uno

*

Re Vegeta varcò la soglia del laboratorio.

Non era più preoccupato visto i buoni risultati ottenuti con gli ultimi esperimenti.

Il sangue puro terrestre era quello più adatto a loro, mentre quello dei quattro mezzo sangue dava ancora qualche problema, ma Saiyla che controllava tutta la sperimentazione non aveva accennato al sovrano quali fossero gli effetti collaterali.

Al momento nella vasca di rianimazione c’erano quattro appartenenti al popolo saiyan che aspettavano di terminare la rigenerazione.

Ancora dieci minuti e avrebbero finito la terapia.

“Stiamo andando nella giusta direzione, sire” Biascicò melliflua Saiyla, molto attenta ad ogni infusione che veniva fatta.

“Dobbiamo radunare i guerrieri più forti e andare sulla Terra.” Re Vegeta osservava i tre figli dei saiyan e le tre terresti immersi nella vasca di contenimento, ognuno nella sua capsula.

“Lo faccio subito, sire” S’inchinò pronta a ubbidire all’ordine.

“Però…”

Si fermò prima di uscire attendendo ulteriori istruzioni “Dobbiamo allontanare mio figlio e il figlio di Bardack. Non credo approverebbero il nostro piano e sarebbe molto pericoloso se lo venissero a sapere”.

“Se è così perché non li ha eliminati subito? Sono solo d’intralcio! E ora è diventato difficile tenere a bada anche la sua schiava. Fa sempre più domande e pretende di entrare qui. Sarebbe un disastro se lo facesse, spettegolerebbe tutto a suo figlio.”

“Anche se si verificasse questa possibilità, sono in due, noi siamo un centinaio”

Saiyla non ne era poi così convinta…

*

Interrogò la sfera magica quella notte.

Da tempo sentiva che c’era qualcosa che non andava, come se il suo piano dovesse fallire da un momento all’altro.

Eppure era stata attenta, aveva fatto tutto quello che le era stato suggerito sia dagli astri che da quei namecciani.

Aveva riportato in vita il popolo saiyan solo per dare a loro il giusto posto nell’universo, un posto privilegiato che gli era stato tolto molto tempo fa da Freezer.

Credeva che, se si fossero sottomessi al suo volere, prima o poi qualcuno sarebbe diventato il Super Saiyan leggendario, mettendo fine al suo regno di terrore e umiliazione.

Lo aveva visto.

Aveva visto la morte di quell’alieno per mano di un saiyan.

E così era accaduto.

Peccato che successe parecchi anni dopo, ma questo lei non avrebbe potuto prevedere.

Lei vede solo le cose accadere, non il quando.

Sistemò sul calderone che ribolliva la sfera magica, e con un bastone raggrinzito, iniziò a girare, a girare e girare quella palla, fino a quando la nuvola di fumo che si era formata al suo interno non iniziò a delinearsi e rendere più nitide quelle immagini.

Vide solo pochi frame.

Ma questi bastarono per farla sospirare e chiudere gli occhi.

“Non di nuovo!”

*

“Che sia il caso di attuare il piano B?”

Re Vegeta sospirò “Lo stavo per pensare anch’io…avere tra i nostri un guerriero di quel calibro non sarebbe una cattiva idea e la situazione qui sta degenerando, prima che sia troppo tardi è meglio premunirsi” Passeggiò avanti e indietro con le mani incrociate dietro la schiena mentre pensava e ripensava sul da farsi.

“Non sarà difficile trovare una scusante per portarlo qui” Continuò la megera.

Il sovrano non ne era convinto, o meglio il piano avrebbe funzionato se non ci fossero stati suo figlio e sua moglie tra i piedi a irrompere con le loro inutili domande.

Che cos’era la cosa che desiderava più di tutte?

“Eureka…” Sussurrò a mezze labbra dipingendo sul suo volto un ghigno sadico.

*

Vegeta, Nappa e Radish stavano passeggiando lungo un sentiero di ciottoli al di fuori del castello.

Il principe era in prima linea e i suoi sottoposti al seguito.

“La volete smettere di farmi da balia!” Grugnì Vegeta fulminandoli con lo sguardo.

Era pur sempre il sovrano di quel pianeta e aveva ogni diritto di stare da solo ogni tanto e non avere sempre delle sentinelle che controllassero ogni suo passo.

“Sai com’è…non abbiamo niente di meglio da fare” Fece spallucce Radish.

“Bene! Allora trovatelo!” Vegeta spiccò il volo, ma i suoi tirapiedi non avevano intenzione di mollarlo, per ordine del Re non dovevano perderlo di vista per nessun motivo, erano persino arrivati al punto di sedersi a turno in camera sua assicurandosi che dormisse.

Il principe dei saiyan era stufo.

Era stufo di quella situazione.

Era stufo non poter vedere Bulma, Trunks e Mai.

Era stufo perché gli avevano comunicato che sua moglie aspettava un altro figlio e non poteva nemmeno parlarle e capire come stava, si sentiva in colpa perché l’aveva costretta a ore e ore di lavoro mentre avrebbe dovuto riposare.

Era stufo di non potersi confrontare con Kakaroth.

Ed era stufo di avere sempre due piattole attaccate al culo.

Si fermò di colpo, senza nessun preavviso per i due saiyan che lo stavano inseguendo.

Colpì dritto al volto con il dorso del pugno prima Nappa a destra e poi Radish a sinistra, facendoli precipitare a terra.

“Idioti!” Farfugliò vedendoli sparire tra la fitta vegetazione della foresta.

Ma quando riprese il volo, Nappa e Radish erano ancora lì, dietro di lui.

“A chi hai dato degli idioti?” Domandò Nappa che gli si parò davanti.

“Ti ho già eliminato una volta, non avrò problemi a farlo di nuovo”

“Questa volta non accadrà, caro il mio principino” Disse sicuro di se e delle sue capacità.

“Tsk! Questa è bella! Sei una nullità Nappa, e resterai sempre una nullità”

“Lo credi davvero?” Senza pensarci, il saiyan pelato aumentò la sua aura a dismisura, sprigionando una forza immensa.

Il principe non si impressionò più di tanto, Nappa aveva aumentato notevolmente la sua forza fisica doveva ammetterlo, ma nonostante questo, Vegeta era sicuro delle sue possibilità.

Doveva sbarazzarsi di quei due in fretta, poi sarebbe arrivato il turno di tutti gli altri.

Sarebbe andato contro il suo stesso popolo se necessario.

Doveva vedere sua moglie e mettere fine a quella buffonata.

Perché era quello.

Si sentiva tradito dal suo stesso padre e ancora una volta per colpa di Sayla.

Questa volta si sarebbe assicurato di farla fuori lui stesso, ma prima doveva pensare a Nappa.

“Senti, io non ho tempo da perdere con voi due è chiaro. Ora vado a riprendere i terrestri e ce ne andremo da qui. E voi mi lascerete andare.”

Nappa lo guardò di traverso alzando un sopracciglio, non lo avrebbe lasciato andare per nulla al mondo, forse in passato gli sarebbe risultato difficile disobbedire a un suo preciso ordine, ma ora rispondeva solo ad un sovrano: il Re.

Il pelato sapeva benissimo quale trattamento gli sarebbe stato riservato se Vegeta fosse riuscito nel suo intento, non avrebbe più ricevuto le tante preziosi infusioni che lo tenevano in vita.

Sarebbe morto di nuovo, e questa volta solo per un difetto di resurrezione.

Non poteva permetterlo.

“Non ti lascerò andare, Vegeta”

Il principe si voltò nella sua direzione contrariato “Osi sfidare un tuo superiore?” Tuonò guardandolo di traverso.

“Non sto sfidando il Re” Sottolineò quell’ultima parola infierendo sul suo orgoglio e fu in quel frangente che Nappa venne colpito da un gancio destro di Vegeta e scaraventato di nuovo a terra.

“Come osi parlarmi in questo modo inutile feccia” Lo raggiunse a gran velocità senza dargli modo di alzarsi.

Vegeta continuò a colpirgli il volto con una serie di pugni finchè anche Nappa non reagì calciandolo e sposandolo.

Il pelato ansimava e si pulì un rivolo di sangue che gli fuoriuscì dalla bocca, il volto era tumefatto e un occhio violaceo gli si stava chiudendo.

“Però…sei migliorato di parecchio” Lo schernì riprendendo fiato.

“Questo è niente, ricordati che ti posso far fuori solo usando un dito”

Nappa tirò un labbro con grande sicurezza “Lo vedremo.” E in una frazione di secondo gli occhi divennero verdi acqua raggiungendo lo stadio di super saiyan.

“Dilettante” Esclamò Vegeta per niente impaurito da quella forza “…mio figlio raggiunse quello stadio a sette anni e senza allenamento speciale.”

Senza annunciarsi il neo super saiyan si scaraventò contro il suo principe con grande furia, lo voleva fare fuori ad ogni costo, il Re sarebbe stato fiero di lui e lo avrebbe promosso ad un grado superiore anche se non era quello che gli aveva ordinato, ma gli sarebbe bastato dire che Vegeta era diventato incontrollabile.

Il corpo di Vegeta volò oltre la foresta e sembrava essere senza vita, ma non appena il suo nemico si avvicinò quanto bastava, il principe di tutti i saiyan sfoggiò uno dei suoi ghigni sadici migliori e colpì mortalmente con un ki-blast Nappa.

“Idiota!” Berciò Vegeta quando la nuvola di fumo nero svanì, lasciando di quel pelato solo il ricordo.

Radish applaudì.

“Se non la smetti sarai tu il prossimo!”

Il capellone aprì le braccia in segno di resa “Volevo solo complimentarmi con il mio principe per il magnifico spettacolo, nemmeno negli inferi non ho assistito ad un incontro così emozionante”.

“Non abbiamo tempo da perdere con queste stupidaggini. Tuo padre non ci metterà molto a scoprire che cosa ho fatto e avvertire il mio.”

“Tutto come ai vecchi tempi, eh Vegeta? Tu ricordi come ci divertivamo da ragazzini a…”

Vegeta lo schiaffeggiò un paio di volte “Portami dagli altri imbecille, brinderemo ai vecchi tempi più tardi!”

 

Le porte blindate e scorrevoli si spalancarono di colpo e il rumore prodotto dalla corsa affannosa dei dottori fece voltare Re Vegeta in quella direzione, che in quel momento stava controllando con gli specialisti i risultati degli ultimi esperimenti.

“Eccellente” Aveva appena detto complimentandosi prima di essere interrotto.

Guardò  oltre a quello più basso giusto per vedere a chi era toccato sta volta.

Spalancò gli occhi quando si accorse che quello sopra la barella era il capitano Bardack, e non aveva di certo una bella cera.

La sua faccia tendeva al giallognolo e le iridi nere erano spalancate, sembrava che in lui non scorresse più la vita, ma il monitor dei suoi valori vitali segnava ben altro.

Era vivo, ma non per molto.

“Presto, una fiala di adrenalina, dobbiamo stabilizzarlo prima del trattamento” Ordinò all’infermiera che subito gli passò una siringa.

Il medico volse lo sguardo allo schermo quando il bip iniziava a calare e il battito cardiaco riprendeva la sua normale funzionalità.

“Che è successo?” Chiese il sovrano tenendosi a debita distanza, ma controllando con occhio vigile e attento che tutti i protocolli stabiliti venissero rispettati, non poteva perdere Bardack.

“Quella nuova e quello uguale a lui cercavano di stabilizzarlo, ma hanno fatto più danni che altro” Spiegò quello dalla forma di pterodattilo mentre armeggiava siringhe e flebo.

“Non doveva sentirsi male, non così presto. Ha avuto la sua dose solo una settimana fa…e gli ultimi test parlano di almeno due settimane in ottima salute.”

“C-che cosa significa?”

Goku era entrato nella stanza con grande sorpresa di tutti i presenti.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Buon sabato a tutti gente! E come al solito vi lascio con quel velo di mistero.

In questo capitolo scopriamo una piccola alleanza tra Vegeta e Radish, spero apprezzerete…ma ora che cosa avranno in serbo il Re Vegeta e Saiyla? E questo piano B di cui parlano?

Come sempre vi aspetto nel prossimo capitolo il prossimo fine settimana: Con le spalle al muro.

E come di consueto ringrazio tutti quelli che leggono e commentano, ma anche chi leggendo silenziosamente aggiunge la storia tra le PREFERITE, SEGUITE E RICORDATE.

Baci, Erika

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Capitolo 14
*** Con le spalle al muro ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 14 – Con le spalle al muro

*

La madre di Bulma arrivò in giardino con un enorme vassoio di pasticcini e con al seguito un paio di robot che trasportavano ogni tipo di bevanda.

Erano le quattro del pomeriggio e la signora svampita aveva ben pensato che i suoi ospiti potessero avere fame.

Per comodità, gli avventurieri dello spazio stavano stazionando alla Capsule Corporation in attesa che il dott. Brief completasse la navicella che li avrebbe condotti su Vegeta-Sej.

Tra i curiosi erano arrivati anche Whis e Lord Beerus che non mancavano mai se si trattava di provare nuove leccornie, e da quando mancava Bulma, sembrava che le pasticcerie in città nascessero come funghi.

C-18 batté i pugni sulla scrivania d’acciaio dividendola in due, non risparmiando le sue lamentele al Dr. Brief.

“La vuole piantare di trovare mille scuse per non farci partire?”

Di tutta risposta e per nulla impressionato da quel gesto, Vegeta faceva ben di peggio, si lucidò gli occhi con il panno adatto.

“Dovete aver pazienza se non volete esplodere appena usciti dall’orbita terrestre.” Spiegò alitando sulle lenti per poi indossarle una volta pulite e limpide.

Pochi attimi prima dell’olio nero era schizzato da una tubatura mentre la fissava con la fiamma ossidrica.

“Secondo me sta solo perdendo tempo!” Berciò acida la cyborg andando a sedersi vicino al marito che sostava e si godeva il sole di quella bellissima giornata primaverile sulla panchina bianca in giardino, accavallò le gambe e incrociò le braccia sotto il seno in segno di collera.

Non che fosse entusiasta di lasciare il pianeta Terra e di conseguenza sua figlia Marron al Genio delle Tartarughe di mare, ma la ricompensa offerta da Mr. Satan per riportare sua figlia e sua nipote a casa sane e salve, era molto allettante e il conto in banca scendeva sempre di più.

“Avanti tesoro.” Crilin deglutì un pezzo di bignè alla crema e ne addentò subito un altro sporcandosi la bocca come un bambino “…il dottore vuole solo che tutto sia apposto, lo sai che è molto meticoloso e preciso, per questo insieme a Bulma è uno degli scienziati più brillanti del pianeta Terra.” Buttò giù un altro boccone e si batté il petto per farlo scendere meglio, la sua ingordigia lo stava per strozzare.

“Sarà, ma a me sembra solo che voglia farci perdere tempo” C-18 diede una pacca sulla schiena al pelato per aiutarlo nel suo intento, ma, non avendo controllato la sua forza, Crilin rischiò di finire in orbita, fortunatamente grazie alle sua abilità, riuscì a fermarsi a mezz’aria prima di oltrepassare l’atmosfera.

“Tutto apposto?” Gli aveva chiesto senza scomporsi minimamente la bionda una volta che il marito era ritornato al suo posto.

“L’ho anche digerito!” Esclamò sospirando e prendendo un bicchiere d’aranciata lasciato sul tavolino bianco per inumidire la gola.

“Sei  un ingordo, Crilin. A volte sei peggio di Marron”.

Crilin inarcò un sopracciglio “Marron? Ma se non mangia niente…la linea” Sospirò guardando il cielo e gesticolando con le dita a formare delle virgolette.

“Fa bene, come potrebbe pretendere di trovare uno straccio d’uomo se fosse grassa e brufolosa?”

“E’ ancora giovane, e poi non darà il permesso a nessuno di toccarla finché sarò in vita.”

“Penso ancora per poco allora se continuerai ad ingozzarti così.”

“Diciamo che se ho te al mio fianco, non mi accadrà mai nulla di male” Crilin assottigliò gli occhi e guardò la moglie in modo malizioso.

“Scommettiamo?” C-18 alzò un pugno e Crilin pensò bene di smetterla con certe smancerie, aveva imparato in quegli anni a sapersi fermare quando oltrepassava il limite.

“Ho capito l’antifona!” Il piccoletto alzò le mani in segno di resa “…e comunque per quanto riguarda Marron, non scherzavo. Il suo fidanzato dovrà essere più forte di me”.

“Se è ricco non mi interessa…saprà proteggerla lo stesso.” Fece spallucce.

“Avere soldi non significa essere forte.”

“Lascia perdere, tanto non capiresti” Sospirò C-18 alzandosi e troncando quella conversazione.

“Scusa ma perché stiamo litigando?” Le chiese cercando di capire com’erano finiti a parlare della vita sentimentale della loro figlia.

“Non lo so, ma hai iniziato tu!” Si diresse a grandi falcate ancora verso il dottor Brief mentre tutti la guardavano con gli occhi sgranati, ogni minuto che passava vedeva sempre di più svanire quella sacca piena di monete d’oro.

Sarebbe stato un disastro se fossero tornati prima della loro partenza.

“Allora si decide o no a riparare questo catorcio?” La pazienza non era di certo una sua virtù.

“Sono desolato C-18, ma ci vuole più tempo del previsto” Si scusò con tutta la calma del mondo il povero scienziato “…se ci fosse stata Bulma l’avremo riparata in men che non si dica”.

“Se avete tutta questa fretta di partire vi possiamo portare noi” Whis tirò su con la cannuccia le ultime gocce di succo d’arancia producendo il tipico rumore di risucchio e ricevendo un’occhiataccia da Lord Beerus che di dare un passaggio a quegli esseri inutili non ne aveva nessuna voglia.

“Dimmi Whis, ti sei forse ammattito?” Gli domandò sputando tutto il succo che stava per ingurgitare, addosso a Yamcha che gli stava seduto vicino.

Il povero malcapitato non osò dire o fare niente che potesse infastidirlo, gli sarebbe bastato una parola detta nel modo sbagliato per fargli alzare il dito e spedire tutti all’altro mondo.

Stai calmo. Stai calmo. Non è successo niente. Prendi la salvietta lì vicino e pulisciti. Sorridi. E se ti guarda male, basta chiedere scusa, anzi chiedi scusa subito non vedi come ti guarda di traverso.

Continuava a ripetersi nella mente con un sorriso a trentadue denti dipinto sul volto.

“Perdoni la mia insolenza, Lord Beerus, non accadrà più!” Yamcha si alzò dopo aver fatto un inchino e andò a sedersi più vicino a Crilin.

Di tutta risposta ricevette un grugnito incomprensibile.

L’angelo guardò il suo adepto con aria svampita “Massì, gli daremo un passaggio noi. Così toglieremo il disturbo”

“D-disturbo?” Lord Beerus si alzò facendo spaventare tutti “Dovrebbero ringraziarci che gli abbiamo risparmiato la vita”.

“E poi dove avrebbe trovato queste leccornie da metter sotto i denti?” Addentò un dolcetto ricoperto di zucchero a velo “…gnoppo gnomi”.

“Non ti hanno insegnato a parlare a non parlare con la bocca piena?” Grugnì il dio della distruzione.

Whis deglutì rumorosamente il boccone e si coprì la bocca prima che gli fuoriuscisse un rutto, non sarebbe stato carino per uno del suo rango, e sapeva che sul pianeta Terra era maleducazione.

Quanto rimpiangeva il pianeta Slug, lì poteva liberarsi quando voleva e lo avrebbero anche premiato, ma quelle erano cose da Lord Beerus, più che sue, il quale cercava di tenere sempre un comportamento composto e rispettoso verso tutti.

“Mi scusi, è colpa di queste squisitezze.”

“Senta Whis!” Si avvicinò all’angelo in maniera guardinga Mr. Satan “E’ vero che ci potrebbe portare sul pianeta Vegeta-Sej?” Chiese timidamente inginocchiandosi al suo cospetto con le mani giunte in segno di preghiera.

Il capo era abbassato in modo che non potesse vedere i suoi occhi lucidi e pieni di lacrime.

Doveva accertarsi delle condizioni di sua figlia e di sua nipote, ormai era una settimana che Goku e Vegeta erano partiti, sarebbero dovuti essere già di ritorno da un bel pezzo.

Una strana sensazione gli attraversava le viscere e quel brutto presentimento non lo faceva dormire la notte costringendolo a ingerire una dose massiccia di tranquillanti per riuscire a chiudere occhio per almeno un paio d’ore.

*

“Vuoi essere il prossimo?” Vegeta ansimante lo chiese a Radish che si stava godendo lo spettacolo con la schiena appoggiato sul troco bello grosso di un albero.

Il capellone sbuffò dal naso “No, grazie! Non ho nessun conto in sospeso con te. E grazie per avermelo levato di torno”

“Non ti ho fatto nessun favore, ricordatelo! L’ho fatto solo perché era d’intralcio.”

Radish sorrise sghembo e alzò le mani in segno di resa “D’accordo, come vuoi.”

“Dai, sbrighiamoci, abbiamo già perso abbastanza tempo con quell’inutile sottoposto”.

I due saiyan si allontanarono, e qualcuno che aveva assistito alla scena poteva sentire ancora i loro battibecchi nonostante la lontananza.

“Sei arrugginito caro principino”

“Non chiamarmi mai più così” Sbraitò “…non ci metterò molto a farti saltare le cervella!”

Radish iniziò a ridere tenendosi la pancia “Ahahah! Proprio come Nappa? Ti prego se lo fai promettimi che riprenderai la scena, vorrei rivederla dopo” Imitò la testa che iniziava a gonfiarsi per poi scoppiare e riversare tutto il suo contenuto in aria.

“Visto che ci tieni tanto, ti accontento subito.” Vegeta si fermò di fronte a lui e gli alzò una mano davanti al volto.

La sua espressione era seria e non prometteva niente di buono, iniziò a contare partendo dal numero tre e tornando indietro molto, molto lentamente.

Radish gli diede una pacca sulla spalla quando gli vide abbassare il braccio “E io da scemo c’ero cascato!”

“Solo perché mi sono reso conto che mi servi vivo!” Gli rispose proseguendo per la loro meta, ancora due minuti scarsi di volo e sarebbero arrivati.

“Vegeta, devo confessarti una cosa!” Gli disse in tono serio.

“Sentiamo!” Sospirò credendo ad un’altra cretinata delle sue.

“Devo cambiarmi le mutande!”

Non si sbagliava.

*

Vegeta e Radish avanzarono lungo il corridoio in maniera sincronizzata, ma non appena Vegeta riconobbe la figura di sua moglie seduta a terra con la schiena appoggiata al muro e con una chiazza di sangue sul ventre, lo oltrepassò spintonandolo.

“Ehi!” Si lamentò infastidito.

“Bulma!” L’aveva chiamata scrollandole le spalle.

Era pallida e la fronte stillava di sudore, non era calda, quindi scartò l’ipotesi della febbre, ma ansimava ed era chiaro che qualcosa non andava.

La prese in braccio “Ora ti porto in infermeria”.

“Ma non dovevamo…” Vegeta gli lanciò un’occhiata omicida e se avesse solo osato dire qualcos’altro, Radish era sicuro che avrebbe sparato fuoco dai suoi occhi “…ok, ho capito, faccio strada”.

Aprì la prima porta a destra con un calcio e Vegeta adagiò Bulma sul lettino, le scoprì la pancia e tolse quelle bende che aveva sapientemente attorcigliato attorno la vita.

“Giusto per non farci scoprire eh?”

“Smettila di lamentarti! E aiutami!” Berciò Vegeta guardandolo storto mentre aiutava Bulma come poteva.

Era abituato a medicare e ricordava che quando era alle dipendenze di Freezer per graffi superficiali come quelli della moglie, li curava con un liquido speciale che proveniva direttamente dalla vasca di rianimazione.

Aprì ogni cassetto, ogni anta e ogni armadietto, ma di quella soluzione non vi era traccia, poi si ricordò che prima di partire, Balzar aveva dato a loro un sacchetto di Senzu.

Frugò nella tasca interna della tuta e ne prese uno.

“E’ una ferita superficiale, se la caverà!” Aveva detto il cappellone continuando a battere i piedi dal nervosismo.

“Si, lo so bene, ma lei è una terrestre, non ha il nostro organismo.”

Radish lo aveva visto prendere quel seme e metterglielo in bocca.

“Cos’è? Hai intenzione di farle crescere una pianta?”

Vegeta sbuffò dal naso “Per una buona volta basta battute idiote! Sulla Terra ci curiamo così”.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Buon week end ragazzuoli! E anche il quattordicesimo è stato pubblicato, un capitolo soft e che in realtà avevo intenzione di eliminare, poi mi sono detta che un po’ di quiete prima della tempesta ci vuole, e credetemi, perché dal prossimo si inizierà a ballare.

Spero abbiate apprezzato il piccolo ritorno sulla Terra e le battute che si sono scambiati Radish e Vegeta, tra un paio di capitoli verrà svelata l’alleanza tra i due attraverso un flash back.

Che altro dire…speriamo vi piaccia e vi aspetto nel prossimo capitolo dal titolo: …….….( sono ancora indecisa XD).

Baci, Erika

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Capitolo 15
*** Piano B ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 15 – Piano B

*

Goku aveva ancora negli occhi neri e dilatati e conseguentemente sul suo viso il riflesso verdastro della luce proiettato dalle capsule che si ergevano imponenti davanti a lui.

Un laboratorio di criogenia in piena regola, dove i protagonisti di quegli esperimenti erano niente di meno che le persone che stavano cercando.

Ne aveva contate sei con la mente mentre scorreva il viso lentamente e ad ogni volto noto apriva sempre di più la bocca dallo stupore, mentre dentro di lui cresceva sempre di più il nervosismo per aver aspettato così a lungo, quando gli bastava varcare una porta (o scardinarla a seconda di come si vuole vedere) per trovare quello che si stava cercando con tanto accanimento.

Se solo avessero agito prima, ora in quelle capsule sicuramente ci sarebbero state altre persone, sempre da salvare certo, ma almeno si sarebbe potuto pensare più lucidamente.

Ognuna di esse conteneva il corpo dei suoi amici e famigliari, in particolare Gohan, Goten, Chichi, Videl, Trunks e Mai, attaccate con degli enormi cavi che partivano dall’alto fino ad arrivare alla una fonte di energia, degli enormi panelli elettrici dietro di loro, in basso della capsula scorrevano i valori vitali scritti in una lingua incomprensibile per lui.

Il più basso erano i valori delle tre donne, e questo lo poteva capire dalle due tacche rosse impresse e pulsanti.

Ogni ospite, era immerso totalmente in una sostanza simile all’ acqua completamente nudi e a coprire il seno e l’intimità una fascia color carne, sul volto era stata posta una maschera nera per l’ossigeno altrimenti sarebbero sicuramente annegati e ai saiyan, quei terrestri servivano vivi, perché si sa, i morti non producono sangue.

Goku rabbrividì quando vide che in entrambe le braccia erano stati conficcati degli aghi molto grossi con delle cannule che avevano il compito di succhiare il loro sangue per poi finire in sacche trasparenti all’esterno che sarebbero state successivamente controllate e catalogate, per essere infine spedite al laboratorio di genetica dove gli scienziati avrebbero sintetizzato la proteina necessaria per essere poi iniettata a chi ne avesse bisogno.

Il saiyan dai capelli a palma si era precipitato ad abbracciare la capsula della moglie “Chichi…” Aveva sussurrato, poi si era spostato in quella di Goten e Gohan.

“RAZZA DI BASTARDI!” Urlò con gli occhi iniettati di sangue non scomponendo per nulla né Re Vegeta e né Saiyla.

“LIBERATELI SUBITO!” Insistette stringendo i pugni e digrignando i denti, Goku poteva sentire le loro forza vitale affievolirsi ogni volta che il sangue usciva dal loro corpo e finiva goccia dopo goccia in quella sacca, ne poteva sentire anche il rumore di ogni singola che si andava a confondere con le altre, aumentando sempre di più la tensione.

Goku avrebbe voluto spaccare tutto, prendere a pugni Re Vegeta, Saiyla e tutta la compagnia che stava cercando di rimettere in piedi suo padre, ma doveva pensare in modo razionare a quali danni avrebbe potuto causare se avesse anche solo pensato di trasformarsi in Super Saiyan, non sapeva nemmeno se bisognava aspettare qualche processo particolare prima di poter staccare quelle maledette macchine a cui erano attaccati per non arrecare qualche menomazione.

Quello lo sapeva Bulma.

Già Bulma.

D’improvviso s’accorse che la sua amica non era presente in quella stanza, diede uno sguardo veloce al suo interno e dietro di lui, ma della donna nessuna presenza.

Ricordava che si era ferita durante il tentativo di salvare la vita a Bardack, poi che fine avesse fatto rimaneva un mistero, che fosse stata catturata?

Improbabile.

“Stanno bene, non preoccuparti!” Biascicò il re facendo qualche passo in avanti dopo aver mormorato alcune disposizioni alla strega non facendosi sentire da Goku che non era stato lesto a leggere le labbra.

Saiyla si era congedata facendo un inchino con il capo.

“Non possono morire perché quelle che vedi è una vasca di rianimazione” Continuò il sovrano muovendosi su e giù “…è programmata per fermare il processo di aspirare sangue se i valori vitali arrivano sotto il minimo”

Goku lo seguiva con molta attenzione e non prestava più interesse verso suo padre a cui si stava sottoponendo all’infusione delle staminali.

La sacca a cui era stata attaccata la flebo era di un rosa accecante e non appena l’ago iniziò a fare il suo dovere, le vene del capitano Bardack iniziarono a diventare più nitide e ad illuminarsi a sua volta, segno che il liquido gli stava entrando in circolo e che presto avrebbe compiuto la sua magia.

Fu attaccato anche ad un respiratore, avevano annotato sulla sua cartella la postilla di crisi respiratoria, quindi meglio evitare che succedesse di nuovo perché l’ultima volta era stato salvato per il rotto della cuffia.

Uno scienziato aveva impostato il timer nel computer di ultima generazione, un’ora sarebbe stata sufficiente per il trattamento.

Successivamente avrebbe terminato un ciclo di un paio d’ore nella vasca di rianimazione ed infine sarebbe ritornato come nuovo.

Fino alla prossima volta.

Goku cercò di nascondere il disagio che provava a vedere tutti quegli aghi, ma finché non avrebbero fatto a lui la puntura, tutto sarebbe stato regolare.

Re Vegeta iniziò a girargli intorno con circospezione mentre Bardack veniva condotto in una stanza adiacente per completare il ciclo di medicazione.

“Liberali subito o te la dovrai vedere con me” Lo intimò Goku stringendo un pugno.

“Non possono essere liberati, sono in uno stato catatonico, e se vengono svegliati o staccati dalle macchine che li tengono in vita, morirebbero in un istante…” Fece una piccola pausa fermandosi davanti a lui, poi si avvicinò al suo orecchio “…quindi ci penserei bene prima di fare una simile sciocchezza” Gli sussurrò.

Goku si guardò il braccio quando sentì qualcosa conficcarsi nella vena, non ci fu il tempo di rendersi conto che un grosso ago gli aveva appena bucato la pelle, che stramazzò al suolo.

“Piano B” Mormorò Saiyla in un ghigno sadico e soddisfatto con ancora la siringa tra le dita.

“Piano B” Fece di rimando il Re con la stessa identica espressione.

*

Bulma aprì prima un occhio e poi un altro quando il dolore all’addome sparì.

Si mise in posizione seduta quando notò al suo capezzale Vegeta e quell’altro.

“C-che ci fa lui qui?” Farfugliò alzando il lenzuolo bianco fino a coprirsi metà volto.

Vegeta si girò appena e guardò Radish che se ne stava con la schiena attaccata al muro e con le braccia conserte.

“E’ apposto!” Le aveva risposto.

“APPOSTOO? Ma ti sei forse rincretinito Vegeta? Siamo prigionieri in questo pianeta che non dovrebbe nemmeno esistere, non sappiamo dove sono gli altri e che fine abbiano fatto. Io stavo per morire. E tutto quello che hai fatto in questa settimana è stringere amicizia con quell’energumeno?” Abbassò il lenzuolo perché d’un tratto di sentì ridicola.

“Tua moglie mi sta già sulle palle, Vegeta, sappilo.” Grugnì Radish offeso.

“Taci tu!” Lo zittì in un attimo “Piuttosto, hai scoperto qualcosa che ci può essere utile?” Si rivolse poi a Bulma.

“Ah! Piombi qui dopo un tempo immemore che non ci vediamo. E sei più interessato a sapere che cosa cavolo sta succedendo che non hai nemmeno la decenza di chiedermi come sto??”

“Senti! Non abbiamo tempo per queste stronzate, stai bene lo so, ora dimmi quello che voglio sapere!”

Bulma sospirò rassegnata non era il momento per dirgli certe cose e lo avrebbe ringraziato più tardi per averla curata, sempre se ce ne fosse stata l’occasione.

“Non ho scoperto molto di quello che accade qui…”

“Arrivi tardi bambolina, quello gliel’ho già spiegato io” S’intromise Radish gongolando.

“…qualcuno ti ha interpellato razza di scimmione? E non chiamarmi bambolina” Puntualizzò lei mettendo subito dei paletti.

“Certo che il fegato non ti manca!” Radish avanzò lentamente verso di lei con aria minacciosa, era abituata ad avere a che fare con le espressioni di Vegeta, che le sue non la scalfivano minimamente.

“Smettila cretino! Tanto non la spaventi” Incalzò Vegeta cercando di mettere fine a quel battibecco.

“Hai ragione, è abituata ad un brutto muso come te! Ora che si trova davanti il vero saiyan come me, non lo può fare.” Radish si baciò i bicipiti e gonfiò il petto battendoselo.

“Quanto sei idiota!” Berciò Vegeta.

Bulma si spazientì e saltò giù dal letto, prese un cambio pulito da una sua capsula e dopo aver tirato una tenda, si cambiò.

“Finchè voi scimmioni giocate a chi ha la banana più grossa, io ho altro da fare!”

“Senti, piuttosto, hai visto Kakaroth?” Domandò Vegeta, era sicuro di aver sentito la sua aura in quei sotterranei, ma d’un tratto si era affievolita fino quasi a sparire.

Bulma spalancò gli occhi, certo che lo aveva visto, era stato lui in persona a portare suo padre con un piede nella fossa da lei perché lo curasse.

“Io…io…” Esistò guardandosi attorno “…mi ha portato Bardack che si era sentito male, poi ho cercato di curarlo…” Indicò la stanza per poi dirigersi verso il corridoio “…ricordo che sono intervenuti gli specialisti e che lo stavano portando nel laboratorio in fondo” Lo indicò e videro che era chiuso “…una mezz’ora prima avevo visto il Re e Saiyla varcare quella soglia”. Disse in un racconto confuso e con voce tremolante, aveva un brutto presentimento, ma non sapeva per quale motivo.

Radish sobbalzò e smise di baciarsi i muscoli e pavoneggiarsi davanti allo specchio.

“Che cosa??” Il capellone la prese per le spalle e iniziò a scuoterla, piano, per quanto gli fosse possibile “Intendi che Re Vegeta, Saiyla e Kakaroth sono insieme nella stessa stanza?” La guardò dritta negli occhi con un velo di preoccupazione.

“Metti giù quelle zampacce” Bulma se le tolse senza fatica “…comunque si, è quello che ho visto” Affermò convinta.

“Siamo nei guai!” Deglutì Radish diventando bianco come un lenzuolo di quell’infermeria.

“Dici che attueranno il loro piano?” Chiese Vegeta rivolgendosi al suo compare.

“Ne sono sicuro, quale occasione migliore?”

“Chissà, magari non lo permetterà”

“La magia di Saiyla è potente, ho visto quello che può fare”

“Non posso credere che sarà così facile, sono sicuro che Kakaroth saprà cavarsela”

Radish e Vegeta iniziarono a parlare tra di loro come se in quella stanza non ci fosse Bulma, che li osservava con una vena pulsante sulla tempia, ancora qualche secondo e sarebbe esplosa, odiava quando le persone la escludevano così senza nessun motivo da una conversazione.

“Ehilà! Io sono qua!” Agitò una mano per far si che quei due ricordassero anche della sua presenza “…volete dirmi che sta succedendo?” Chiese quando ebbe la loro totale attenzione.

*

Mr. Satan rimase in silenzio per qualche secondo attendendo la risposta di Whis.

“Se è quello che desiderate, certo, vi accompagneremo sul Pianeta Vegeta-Sej, è di strada, poi noi torneremo nel nostro di pianeta, così Lord Beerus potrà riposarsi, è quasi giunto il momento del suo letargo”.

“L-letardo?” Farfugliò strabuzzando gli occhi.

“Si certo, il dio della distruzione deve osservare un lungo periodo di sonno e riposo per far fronte alle energie perse durante l’anno”

Quali energie perse? Pensò Crilin, ma non ebbe il coraggio di fargli quella domanda, magari non era al corrente di missioni speciali a cui aveva partecipato.

C-18 si alzò algida “Finalmente si parte!” Si avvicinò a Mr. Satan “Rimani qui tu, sarai solo d’intralcio.”

“Posso rendermi utile portando Marron e il Genio da me per un periodo, o per tutto il tempo che vorrai, ho fatto costruire un enorme parco giochi per Pan, ma è ancora piccola per giocarci”

“E la mia borsa, non dimenticartela”

“A lavoro finito!”

C-18 lo sollevò per la collottola della camicia “Se credi di prenderti gioco di me…”

Mr. Satan portò avanti le mani “No, no, non lo farò. Te lo assicuro.”

“Ti conviene che sia così.” Poi con fare lento iniziò ad avviarsi verso il cubo, seguita da Crilin, Yamcha e Tensing.

**

                                                         Continua                                  

te *

Angolo dell’Autrice: Ciao a tutti miei carissimi lettori. Come state, tutto bene?

Vi lascio con l’interrogativo di cosa sia successo a Goku fino al prossimo capitolo…e chi lo sa, acqua in bocca XD (si carissima sweetlove, se ti senti presa in causa hai ragione!!! perchè è grazie a te se ho proseguito con la mia idea).

Io come sempre ringrazio chi legge e commenta e anche chi rimane in silenzio, anche se mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate J

Io come al solito vi aspetto nel prossimo capitolo dal titolo: Prigionieri.

Baci, Erika

 

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Capitolo 16
*** Prigionieri ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 16 – Prigionieri

*

Radish si era intrattenuto nel letto caldo di una saiyan di secondo rango.

Insieme avevano consumato qualche bottiglia di vino rosso di troppo ed erano finiti a letto assieme.

Sul pavimento se ne potevano contare quattro, ma non si escludeva che qualcuna fosse finita rotta o sotto il talamo peccaminoso.

Il saiyan si svegliò con la bocca impastata e che sapeva di acido, andò in bagno per sciacquarla e per assaporare qualcosa di fresco e che non sapeva di niente.

Ci mise qualche secondo prima di aprire la porta, la testa girava e camminare dritto era risultato alquanto difficile, soprattutto perchè doveva anche evitare ostacoli sparsi sul pavimento lucido.

Prima di entrare volse lo sguardo al letto che si era lasciato alle spalle, forse se la notte prima avesse scopato qualcuno di rivoltante, sarebbe stato più facile vomitare e liberarsi di quel cerchio che gli opprimeva la testa.

E invece no.

La ragazza che giaceva su quel letto, con la pancia rivolta verso il materasso era bellissima, lunghi capelli neri e viso dai lineamenti dolci e regali, niente a che vedere con i ruderi che era abituati ad avere per le mani solo per il puro piacere.

Questo quando era in vita.

Gli sembrava fossero passati secoli dalla sua ultima volta invece ne erano trascorsi pochi di anni.

Non ricordava il nome di quella fanciulla e il motivo per il quale erano finiti a letto assieme.

Della sera precedente aveva un vago ricordo annebbiato.

Era al bar, un luogo lugubre dove i guerrieri erano abituati ad intrattenersi prima di rincasare dopo essere rientrati alla base a missione ultimata, ubriachi s’intende.

Odorava di alcool e tabacco e una leggera coltre di fumo ne riempiva l’enorme stanza rendendo difficile distinguere nitidamente la persone al suo interno.

Era aperto solo la sera.

Stava bevendo dello scotch di quinto ordine al bancone di legno appiccicaticcio, e per quanto il proprietario passasse lo straccio inumidito per pulirlo, era impossibile mantenerlo tale.

Complice le risse degli ubriaconi che spargevano il contenuto zuccherino dei bicchieri mischiate a gocce di sangue, e non era certamente escluso che qualche pezzo di vetro si era conficcato nel legno.

Staccò le possenti braccia dalla superficie per bere d’un sorso quando gli apparve questa ragazza, triste e sconsolata.

“Che schifo!” Mormorò pulendosi gli arti appiccicaticci guardando la ragazza sedersi accanto a lui.

“Il solito…doppio questa volta.”

Aveva ordinato anche lei un super alcolico alquanto costoso e Radish non poté non notarla, anche perché dagli abiti che indossava non dava l’impressione di appartenere ad una terza o quarta classe.

Il barista raccolse l’ordine e dopo aver lucidato un bicchiere di vetro con lo straccio pulito versò il liquido rosso al suo interno, la donna misteriosa gli allungò un paio di monete d’oro.

“Che ci fa una bella fanciulla come te tutta sola?”

La saiyan gli lanciò un’occhiata di torva “Niente che ti riguardi!”

“Questo è un bar per poco di buono…o cerchi guai o ti conviene bere il tuo drink e andartene, magari scortata all’uscita da me…” Le sussurrò all’orecchio.

“Mmm…sicuramente dopo il secondo giro ti troverò anche attraente! Un altro perfavore!” Ordinò un altro bicchiere facendo spallucce.

“In tal caso, attenderò al tuo fianco e ti proteggerò!”

“Cosa non si fa per una scopata, eh?”

Radish inarcò la schiena all’indietro e si stiracchiò le braccia “Mi conosci per caso?”

“Ti ho già inquadrato a dire la verità, mi basta poco.” Trangugiò il bicchiere d’un sorso “…ho del vino nel mio alloggio…potremo continuare la conversazione lì…che ne dici?” Gli alitò sul volto mettendogli una mano sulle parti intime cogliendolo impreparato.

“Se è quello che vuoi…il grande Radish non può tirarsi indietro” Le leccò una guancia e la prese per mano.

Insieme si diressero verso la base dove alloggiavano i guerrieri.

“Non penserai di andare in camera tua!” Berciò la ragazza misteriosa notando che la stava conducendo verso l’ala Est designata ai combattenti di terza classe.

Radish inarcò un sopracciglio “Si, l’intenzione era quella.”

“Ma il vino buono si trova nella mia”Gli disse con fare sensuale.

Radish fu ammaliato dai suoi modi gentili e rudi allo stesso tempo.

Lo baciò, o meglio gli infilò la lingua in gola per tutto il tragitto fino al suo alloggio.

Con un calcio dato all’indietro aprì la porta e lo trascinò al suo interno.

Da quel momento in poi, Radish, non ricordò più nulla, ma almeno sperava di aver fatto la sua porca figura.

Aprì la porta e del bagno e si sciacquò la bocca con dell’acqua corrente.

Poi si specchiò e si massaggiò la faccia.

Poggiò i gomiti sulla ceramica bianca del lavandino ovale e mentre lo faceva sentì le voci di Nappa e Re Vegeta che passavano per quel corridoio.

Non sapeva bene il motivo, ma doveva inseguirli e capire perché si trovavano assieme.

Si precipitò in camera a racimolare sul pavimento gli abiti sparsi qua e la e si vestì di fretta e furia, se non l’avesse fatto gli avrebbe persi di vista.

Pregò gli dei dell’universo sperando che nella fretta di non aver indossato abiti femminili, sai che figura!

Volse l’ultimo sguardo verso quella ragazza, dormiva ancora beatamente, sarebbe stata un peccato svegliarla.

*

Radish camminò di soppiatto lungo il corridoio cercando di non farsi notare dalle due figure che vedeva allontanarsi sempre di più.

E una volta arrivati nello spazio comune dove circa una ventina di guerrieri si stavano intrattenendo in conversazioni, uscirono dalla base.

Radish li raggiunse fuori dopo pochi secondi, li vide vicino ad una monoposto parlare animatamente.

Nappa agitava le mani in aria e Re Vegeta aveva un’espressione più accigliata del solito, ma il figlio maggiore di Bardack non riusciva a sentire che cosa stavano dicendo, così decise di avvicinarsi.

Nessuno dei due saiyan si era accorto della sua presenza proprio dietro l’astronave.

“…Saiyla ha messo a punto il marchingegno.” Sentì dire a Re Vegeta.

“Il problema sarà attirare Kakaroth nella trappola.” Fece di rimando Nappa.

Radish strabuzzò gli occhi, stavano mettendo a punto un piano senza di lui, senza consultarlo e per giunta avrebbero usato suo fratello, non che gli fosse simpatico, questo era certo, ma questa idea non gli piaceva affatto.

Rimase ancora ben nascosto per saperne di più.

“Dici che funzionerà?”

“Il bracciale inibirà la sua forza così da poterlo comandare a nostro piacimento!”

“E’ un saiyan, non credo si farà manipolare con facilità.”

“Ed è qui che interverrà la magia di Saiyla.”

“Come faremo a tenere lontano tuo figlio? Ha già fiutato a kilometri di distanza che c’è qualcosa non va.”

“Vegeta presto o tardi capirà che la cosa giusta da fare sarà quella di unirsi a noi.”

Radish strinse i pugni dalla rabbia, ma doveva controllarsi per non essere scoperto, Nappa teneva lo scouter sul suo occhio e alla minima vibrazione o rilevazione di forza glielo avrebbe comunicato.

“Come sempre, del resto!”

“I cinque sono già stati trasportati nel laboratorio?” Aveva chiesto poi il Re.

Nappa asserì con il capo “Come aveva comandato, mio signore. Gli scienziati li stanno già usando come nostra fonte di energia.”

“Bene, allora andrò a vedere come procede. Tu intanto fai in modo di tenere lontano mio figlio dal pianeta.”

“Certo, signore” Nappa fece una riverenza prima prendere il volo e lo stesso fece Re Vegeta poco dopo.

Radish doveva fare qualcosa, non poteva permettere che Kakaroth cadesse vittima loro.

Nonostante avesse sempre desiderato avere suo fratello al suo fianco, non doveva accadere così.

Soggiogato e manipolato.

Avvertire Vegeta era la cosa più saggia da fare, gli avrebbe spiegato tutto ed insieme studiato un piano di battaglia, d'altronde era lo stratega del gruppo, era grazie al principe in persona se si conquistavano pianeti ed intere galassie.

*

“Non capisco perché mi dici tutto questo, Radish. Perché dovrei crederti, eh?” Berciò acido Vegeta una volta venuto a conoscenza del piano diabolico architettato da Saiyla e da suo padre.

“Perché io sono quello che ti sono sempre stato fedele, e non ti volterei mai le spalle, come invece ha fatto Nappa. Ma tu hai sempre preferito di gran lunga lui a me.” Spiegò con una punta di amarezza.

“Era più forte! E al mio fianco dovevo avere persone in grado di mantenere il mio passo.”

Radish si sentì ferito da quelle parole e forse il fatto di essere andato a spifferargli quello che aveva appena scoperto non si era rivelata così una buona idea.

Non voleva entrare nelle sue grazie o che il principe si prostrasse a lui, questo non lo aveva mai voluto, ma almeno un po' di gratitudine, questo glielo doveva.

“Ma questo era il passato!” Continuò Vegeta cogliendolo di sorpresa.

“Significa che…” Mormorò a mezze labbra attendendo che Vegeta gli completasse la frase.

“…significa che dobbiamo fare qualcosa prima che quella vecchia strega porti tutto il popolo alla morte. Kakaroth è una bomba ad orologeria e quello che hanno intenzione di fargli non promette nulla di buono.”

“Ma tu sei forte, vero?” Gli chiese timidamente con un filo di voce.

Di tutta risposta ricevette un pugno in centro alla testa.

“Ahia! Che male! Vegeta ti sei ammattito? Avresti potuto spaccarmi la testa come un cocomero.”

“Giusto per farti capire che ho usato solo lo 0,01% della mia forza.”

Non dubitava di lui, questo era certo, ma Radish non sapeva che cosa stessero facendo realmente ai saiyan.”

*

Bardack spalancò gli occhi e si mise in posizione seduta di scatto.

Scostò le coperte bianche e cercò di scendere dalla lettiga, ma decina di aghi erano conficcati nelle sue braccia e gambe, senza contare gli elettrodi applicati sulle tempie, sul petto e sulle nude gambe.

Nessuna smorfia di dolore si palesò sul suo volto deformandogli i tratti duri e spigolosi.

Si limitò solo a staccare uno ad uno quegli ostacoli finché un dottore non decise di fare irruzione nella sua stanza per controllarne i valori vitali prima di fargli riprendere la sua normale attività.

“Capitano Bardack, non si agiti. Ci penso io!” Lo scienziato spense i monitor ed impedirono il fluire di ulteriore liquido nelle sue vene.

La porta a scomparsa di aprì con un fruscio ed entrò Re Vegeta per sincerarsi delle sue condizioni.

“Si è completamente ripreso, sire.” Disse togliendo l’ultimo elettrodo dal suo quadricipite.

Bardack saltò giù dal letto completamente nudo e cercò con la vista i suoi vestiti, qualcuno gli aveva portato una divisa pulita e adagiata su un tavolo libero lì vicino.

“Sto bene! Mi sento rinato.”

“Speriamo solo che questa volta duri di più. Ci hai quasi lasciato le penne, lo sai?” Gli spiegò il sovrano.

Bardack sbuffò dal naso “Ma sono qui.”

“Solo perché sei stato soccorso in tempo.”

“D-dov’èKakaroth? Stavo parlando con lui quando è successo.”

Sul volto di Re Vegeta si materializzò un ghigno sadico “Non ti devi preoccupare per lui, ora è dalla nostra parte.”

Bardack infilò per ultima la corazza della battle suite senza alcuna difficoltà, nonostante fosse stretta, il materiale con cui era stata costruita era molto elastica, aderiva al corpo perfettamente senza impedire i movimenti.

“Avete attuato il Piano B?”

Re Vegeta annuì con il capo “Esatto…stava cominciando a fare troppe domande e poi ha visto lor.o” Indicò la stanza annessa con i cinque corpi immersi nella capsula di criogenia.

“Ah!” Seguì una breve pausa “…e gli altri due?”

“Per prendere Vegeta avremo bisogno di Kakaroth, e invece per quanto riguarda quella che ha preso in sposa sul pianeta Terra, imprigioneremo anche lei.”

*

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Buongiorno e buon venerdì, oggi per me giornata di festa visto che è la ricorrenza dei Santi Patroni del paese, così ne ho approfittato per aggornare di mattina presto e fare un giro, non per le banchi degli ambulanti visto che hanno sospeso i festeggiamenti, ma per negozi.

Ok la smetto di annoiarvi e vi do appuntamento al prossimo: Il cambiamento.

*

P.s. come sempre ringrazio voi tutti che state seguendo questa storia e vi auguro un buon week end.

Baci, Erika

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Capitolo 17
*** Il cambiamento ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 17 – Il cambiamento

*

“Forse è meglio se ce ne andiamo di qui.” Esordì Radish dopo aver capito che per Kakaroth non c’era più nulla da fare.

Vegeta, Bulma e Radish sentirono dei rumori provenire dal laboratorio in fondo al corridoio e l’energia di Goku affievolirsi secondo dopo secondo.

“Che sta succedendo?” Aveva domandato Bulma guardando prima Vegeta e poi Radish in attesa di una risposta, lei non era in grado di percepire la forza e non era nemmeno dotata di uno scouter, anche se Re Vegeta si era prodigato di fargliene avere uno il prima possibile.

Kakaroth…” Mormorò Vegeta stringendo i pugni “…lo hanno preso! Dannati bastardi.”

Bulma iniziò a ridere istericamente “Divertente! Molto divertente!” Si asciugò una lacrimuccia che le era uscita dal lato di uno dei due occhi.

“Non c’è nulla da ridere, bambolina.”

Bulma cambiò espressione in una frazione di secondo, da divertita a iraconda “Ti ho detto di non chiamarmi più bambolina, scimmione.”

“E’ per colpa tua se sono riusciti a prendere mio fratello!”

“Come sarebbe a dire?”

“Se non ti avessimo trovato in corridoio morente, ora saremo riusciti a fare qualcosa, ma il qui presente principe si è subito precipitato a salvarti, mandando in fumo il nostro piano.” Le alitò in faccia facendola quasi cadere all’indietro, per fortuna Vegeta era riuscito a sostenerla.

“Ah sì? Beh! Scusate proprio, eh!” Poi si rivolse al marito “…anche tu la pensi così?”

“Si.”

Quell’affermazione lasciò di stucco la scienziata che non sapeva cosa dire in quel momento, il labbro inferiore le tremava dall’ira, stava accumulando talmente tanta rabbia che sarebbe potuto uscire del fumo dalla sua testa in un momento all’altro.

“Ehi, bambolina, vedi di darti una calmata, non ho intenzione di soccorrerti per l’ennesima volta, anzi, se fosse stato per me ti avrei lasciata lì.”

“Per quanto mi riguarda te ne puoi anche andare, e non capisco che cosa ci faccia mio marito con uno come te!”

Vegeta se ne stava zitto e tranquillo appoggiato con la schiena al muro attendendo che quei due la smettessero, avrebbe potuto nel frattempo sorseggiare un caffè e leggere un quotidiano, se mai lo avesse fatto almeno una volta in vita sua.

E non era quello il momento per iniziare.

“La volete smettere di litigare? Abbiamo cose più importanti a cui pensare”

“Scusami, saranno gli ormoni.” Bulma aveva dato per scontato che Vegeta sapesse della sua gravidanza, e così fu.

“Ah! Giusto…il bambino!” Esclamò senza esternare alcun tipo di sentimento.

“Oh! Congratulazioni bambBulma!” Si corresse Radish dopo aver ricevuto dall’azzurra uno sguardo omicida. “E congratulazioni anche a te vecchio volpone.” Gli diede uno schiaffo amichevole sulla spalla facendolo spostare di qualche centimetro in avanti.

“Si, sono incinta, Vegeta! E spero di non dover partorire su questo pianeta.”

Radish trasalì “Che ha questo pianeta che non va? Io sono nato qui e anche il qui presente principe.”

“Non mi va. Punto e basta!” E invece avrebbe voluto dire che ne era disgustata anche se in cuor suo sperava un giorno di vedere la terra che apparteneva all’uomo al suo fianco, ma non così.

Non strappata dal suo amato pianeta Terra e portata lì con la forza, imprigionata e mandata a servire un popolo che per rigor di logica avrebbe dovuto comandare.

Bulma era comunque convinta che la sorte che al momento le era stata destinata fosse migliore rispetto a quella degli altri suoi compagni.

Sapeva anche che mai avrebbe visto quella terra perché distrutta tanto tempo fa da Freezer, ma doveva anche immaginare che niente sia impossibile quando nell’universo esistono le sette sfere del drago.

Che siano quelle terrestri, namecciane o le super sfere, in mani sbagliate diventano pericolose, e l’illogico potrebbe diventare logico da un momento all’altro.

Dei rumori più forti iniziarono ad echeggiare lungo tutto il corridoio come le urla strazianti che emetteva Goku.

“Fate qualcosa, aiutatelo!” Li supplicò Bulma riconoscendo quei lamenti e quella voce.

“Non possiamo, ormai è tardi e il processo è già iniziato. La cosa più sensata da fare è nascondersi e attendere il momento opportuno per agire” Spiegò Radish.

“Ma che cazzo di piano è?” Berciò acida l’azzurra contro il capellone.

“Ha ragione lui” Intervenne Vegeta placando quel litigio sul nascere.

“Ma…ma Vegeta…” Balbetto Bulma non riconoscendo più suo marito, in altri casi sarebbe andato di là e avrebbe compiuto una strage, ma ora, ora sembrava li volesse lasciar fare “…non pensi a Trunks, a Mai, Goten...”

“E’ per questo che ti dico che dobbiamo nasconderci e pensare ad un piano efficace” La interruppe.

Bulma, non sappiamo che effetti possa avere un blocco del processo su tutti loro, anche su Kakaroth.” Intervenne Radish in maniera calma. “Potremmo causare danni irreparabili”

“Ci sono le sfere del drago!”

Tsk! Hai visto a cosa hanno portato le sfere su cui fai sempre affidamento?” La rimproverò Vegeta incrociando le braccia al petto.

Bulma abbassò lo sguardo, aveva dannatamente ragione e anche il Sommo Kaiohshin non è mai stato molto d’accordo sul loro utilizzo, era stato sempre chiaro su questo aspetto.

“E allora dovete trovare un altro modo per tirarci fuori di qui!”

Mmmsi…un altro modo ci sarebbe.”

Tutti e tre si voltarono in corrispondenza della provenienza di quella voce.

“Padre…”

“Vegeta…pensavo mi fossi fedele” Disse mellifluo avanzando nella stanza.

“Ho scoperto il tuo piano. Arrenditi!”

Una risata sadica si propagò in quelle quattro mura “Arrendermi? Non essere ridicolo figliolo.” Berciò quando una figura conosciuta fece capolino dietro di lui, ma solo a Bulma si riempì il cuore aspettando che Goku mettesse fine a quella farsa.

Gli altri due digrignarono i denti dalla rabbia.

Erano riusciti nel loro intento.

Goku era avvolto da un’aura nera e malvagia, accanto a lui c’era Bardack.

*

Whis osservava gli ultimi avvenimenti dalla sfera posta in cima al suo scettro di legno.

“Ohi, ohi!” Esclamò portandosi una mano sulla bocca “…questo sì che è un guaio!”

“Che intende?” Domandò C18 avvicinandosi con un paio di falcate e prendendogli dalle mani il bastone per guardare meglio.

Fino a poco fa se ne stava tranquilla e impaziente con le spalle ben salde al vetro del cubo di trasporto celeste.

La cyborg strabuzzò gli occhi “O mio dio!”

“Si? Che c’è?” Chiese Lord Beerus aprendo un occhio.

“Non credo si rivolgesse a lei” Incalzò sospirando Whis scrollando la testa, l’egocentrismo del suo protetto a volte era troppo grande per essere contenuto.

“Insolenti!” Mormorò ritornando a chiudere gli occhi per prepararsi al lungo letargo che lo stava aspettando, e che avrebbe atteso ancora perché dalle esclamazioni dei presenti sembrava che sul pianeta Vegeta-Sej la situazione non fosse tutta rose e fiori.

Eppure quei due saiyan avrebbero dovuto essere di ritorno già da un pezzo sulla Terra.

Che cosa poteva mai essere andata storto?

“Non mi dica che…” Balbettò C18 osservando la scena davanti a lei.

“Proprio così, mia cara!”

“Ma questo è un guaio!”

Anche Tensing, Yamcha e Crilin si avvicinarono lentamente per ottenere spiegazioni, e in fretta visto che in lontananza si poteva vedere il pianeta Vegeta-Sej in tutta la sua grandezza.

“Oh no! Goku” Soffiò Crilin in preda alla disperazione, non poteva essere che il suo migliore amico si fosse alleato con i saiyan.

“Che gli è successo?” Chiese Tensing rivolgendosi all’angelo.

“Questo lo dovete scoprire voi!”

“Quell’idiota si è fatto soggiogare!” Berciò il dio della distruzione non scomponendosi minimamente.

“No! E’ impossibile, Goku non starebbe mai dalla parte dei saiyanCrilin strinse i pugni ricordando la prima volta che erano arrivati sulla Terra con l’intento di portarselo via perché si unisse a loro.

“Già, è vero!” Continuò Tensing dando man forte al piccolo uomo pelato.

“E’ sicuro che quel coso funzioni bene?” Domandò ingenuamente Yamcha prendendo lo scettro tra le mani agitandolo poi per vedere se le immagini cambiavano.

A Lord Beerus stava per partire un embolo “Che insolenza e maleducazione. Usare la sfera divina in quella maniera. Potrei distruggervi lo sapete?”

Yamcha, Tensing e Crilin sussultarono a quella minaccia e divennero più bianchi di un lenzuolo appena lavato.

“Ci dispiace sua magnificenza!” Si scusò Crilin congiungendo le mani in segno di preghiera.

Tensing strappò lo scettro tra le mani del suo amico e lo consegnò al suo legittimo proprietario.

“Sono desolato, non volevo recare disturbo.” Yamcha abbassò lo sguardo sperando di venire risparmiato dal dio della distruzione “…è che non mi sembra vero che Goku sia diventato cattivo.”

“Sarà un clone! Non è la prima volta che ci troviamo difronte a una cosa simile” Ipotizzò Tensing portandosi due dita sul mento.

“Non lo trovo possibile!” Disse Whis.

“Perché no? Non potrebbero aver usato le sfere del drago e aver chiesto un clone di Goku?” Chiese la cyborg.

“Quella è senza dubbio l’aura di Goku, se permettete, la conosco bene.” Spiegò Whis.

Crilin si avvicinò di più al vetro e ci posò una mano sopra.

Sospirò e il suo fiato caldo opacizzò la lastra per alcuni secondi.

“Amico mio…che ti è successo?”

*

Bulma andò a nascondersi dietro il corpo del marito e Vegeta ebbe paura per la sua incolumità, non perché temeva che l’avrebbero portata via, l’avrebbe difesa fino alla morte, ma perché nel caso di uno scontro diretto sarebbe potuta rimanere ferita.

Doveva portarla il più lontano possibile, ma come?

“Q-quello è davvero Goku?” Balbettò indicandolo con un dito indice tremolante.

“Temo di si.” Rispose Vegeta.

“Ti confermo che è lui, in tutta la sua forza e vigore.”

Goku fece un passo in avanti e nel suo volto si materializzò un ghigno sadico.

“Chi devo uccidere per primo?” Chiese.

Re Vegeta gli abbassò il braccio che aveva appena alzato, non poteva permettere scontri nel castello, ne andava dell’incolumità delle cavie in laboratorio e quindi della loro sopravvivenza.

“Calmo, calmo. Non c’è bisogno di accendere i fuochi d’artificio, magari potremo parlare con loro e farli ragionare. Si sottometteranno al noi spontaneamente!”

Vegeta gli sputò sugli stivali “Io non sono come te! Preferisco combattere piuttosto che essere lo schiavo di qualcuno. Ti ricordo la volta in cui hai venduto la tua anima a Freezer e a questa qui.” Il principe non ci pensò due volte e senza nemmeno essere visto colpì a morte con un raggio giallo Sayla che cadde a terra esanime.

“Voi…” Re Vegeta iniziò a raccogliere le sue energie e ad ingrossare la voce “…non sapete che cosa avete fatto!”

“Ti abbiamo liberato dalla schiavitù, dovresti solo ringraziarci!” Intervenne Radish.

“E tu…inutile terza classe torna nel luogo in cui sei venuto” Re Vegeta lanciò verso Radish un ki-blast inaspettato.

*

Continua

*

Angolo autrice: e niente, vi lascio così fino al prossimo venerdì, dove scopriremo le sorti del nostro amato Radish. Teorie? Attendo come sempre le vostre considerazioni, e prima che possiate scriverlo: no, C18 non salverà Radish XD

Vi auguro come sempre un buon week end.

Erika

*

P.s. stavo per dimenticare il titolo del prossimo capitolo: La verità

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Capitolo 18
*** La verità ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 18 – La verità

*

Saiyla osservava la luna alta nel cielo di Vegeta-Sej.

Il riflesso bluastro si rifletteva nei suoi occhi rugosi e preoccupati.

Sospirò mentre si reggeva ben salda al suo bastone e interrogava gli altri sul futuro di quel pianeta risorto come l’araba fenice grazie a lei.

Re Vegeta bussò alla sua porta e con un movimento repentino chiuse i drappeggi bordeaux a coprire la porta finestra.

“Non sei a letto?” Gli chiese lanciandogli un’occhiataccia.

Quella mattina era stato diramato un avviso, un’allerta che invitava ogni abitante e guerriero a non uscire di casa per nessun motivo durante quella notte, a causa della luna piena.

Si sarebbe arrangiata lei a vegliare sul pianeta, assieme a qualche guardia non appartenente al popolo saiyan che aveva giurato fedeltà al suo re.

“Non riesco a chiudere occhio. Ti sento mormorare e la cosa mi dà alquanto fastidio!”

“Scusa tanto se sto lavorando per voi”

Tsk! Per noi? Sappiamo bene a cosa miri!”

“Se la cosa per te è una seccatura posso sempre rispedirvi tutti quanti dall’inferno da dove vi ho tirato fuori.” Berciò acida.

La luce fioca di un paio di candele poste sul tavolo di legno ormai impregnate di cera illuminava i loro profili immobili.

“Non è necessario, piuttosto, le stelle ti hanno detto qualcosa di interessante?” Domandò curioso.

Saiyla sbuffò dal naso, poi gli allungò una piccola pergamena con incise delle parole in lingua saiyan.

“Cos’è sta roba?” Chiese perplesso iniziando a leggere con la mente “…una formula magica?”

Saiyla incrociò le mani dietro la schiena mentre camminava ancora verso la finestra che lasciò chiusa, sparendo per qualche istante dentro l’angolo buio.

“E’ per ogni evenienza!” Rispose spicciola senza troppe spiegazioni.

Re Vegeta deglutì il nulla “E’ un rito sacrificale, se ho inteso bene le parole”

“Hai inteso bene.” Confermò annuendo anche con il capo. “…gli astri hanno predetto la mia morte, e l’unico modo per riportarmi in vita sarà compiere quel sacrificio”

“Ci sono ancora in giro le sfere del drago sia namecciane che terrestri…”

“Le avranno occultate o distrutte giunti a questo punto, non penso che la razza umana o quella namecciana siano così stupidi da tenerle in bella vista.”

“Capisco…ma secondo, nell’eventualità che questo accada, dove l’andiamo a scovare una saiyan ancora vergine, mi sembra un po' una presa in giro?”

Re Vegeta non fece a tempo a terminare quella frase che il vagito di una bambina si propagò per tutto il corridoio e sorrise sadico.

“Hai pensato proprio a tutto eh? Per questo avevi dato l’ordine di portare via tutti dalla Terra.”

Saiyla sogghignò “Finalmente hai capito perché, mi sono lasciata un’opportunità, chiamiamolo un lascia passare.”

“Se vuoi l’andiamo ad immolare anche subito” Propose senza troppi giri di parole.

“Non è necessario e poi il sangue dev’essere fresco e non rappreso, c’è scritto nelle note in fondo.”

Re Vegeta si portò la pergamena con la formula più vicino agli occhi, non aveva notato quella frase a causa della poca luce.

“Sai quando accadrà?”

“Il destino è imprevedibile, potrebbe essere adesso, domani o fra un anno…le mie visioni non hanno archi temporali precisi.”

*

Vegeta era riuscito a far scudo a Radish con il suo corpo.

Incanalare quel colpo era il solo modo per evitare di far crollare una parete del castello, se non del tutto, evitando così qualsiasi vibrazione letale per chi si trovava nella capsula di criogenia nel laboratorio.

“Ehi! Grazie fratello! Se non ci fossi stato tu sarei schiattato come quella lì” Indicò il corpo inerme di Saiyla che giaceva in una pozza di sangue.

“Non sono tuo fratello, idiota!” Inveì contro di lui non distogliendo lo sguardo da suo padre, da Goku e da Bardack.

Nessuno dei tre si era prodigato a controllare Saiyla o a far sparire il suo corpo.

Bulma vomitò sul pavimento quando si accorse che delle budella fuoriuscivano dal suo ventre.

Non era riuscita a trattenersi e la nausea dovuta alla gravidanza.

Si ripulì con il lenzuolo bianco della lettiga e poi lo gettò a terra dove c’era il contenuto del suo stomaco a coprirlo.

“Stai bene?” Si preoccupò suo marito.

“Nausea gravidica”

“Voi terrestri siete sempre state deboli.” Non lo pensava veramente questo era certo, ma doveva fingere di essere qualcun altro per tener fede alla sua reputazione.

Bulma questo lo aveva intuito e non infierì dicendogli che doveva vedere com’era stata la sua gravidanza quando aspettava Trunks visto che lui se l’era data a gambe quando gli aveva comunicato che era incinta.

“Sei sempre il solito scimmione egoista” Si limitò a dire prima che un’altra contrazione dello stomaco la facesse rimettere di nuovo.

Ma questa volta uscì solo un po' di bile, niente di più.

“Non mi sembri stare bene, bambolina”

“Tu chiudi il becco!”

“Come comandi, mia principessa” Le fece una riverenza e lei chiuse gli occhi rassegnata, ma anche divertita, forse infondo non tutti i saiyan erano antipatici a pelle, tra di loro esisteva qualcuno con il senso dell’humor.

“BASTA!!!” Urlò Re Vegeta stufo di quel teatrino inutile attirando l’attenzione dei presenti.

Bardack porta via quello schifo” Ordinò riferito al corpo martoriato di Saiyla.

“Come sua maestà comanda” Non se lo fece ripetere due volte, prese il cadavere per un polso e lo trascinò lungo il corridoio lasciando dietro di sé una scia di sangue nero e qualche pezzetto di budella.

Bulma volse lo sguardo da un’altra parte per evitare di vomitare di nuovo o peggio ancora di svenire, e non le sembrava consono.

“Bene, ora che quella strega è morta converrai con me di non averne più bisogno. Noi ora lasceremo questo pianeta per tornare sulla Terra e vivremo tutti quanti felici e contenti”

“Ti sei forse ammattito?”

Vegeta inarcò un sopracciglio meravigliato, anche se un po' si aspettava quella domanda da parte di suo padre.

“…oppure la permanenza sulla Terra ti ha annebbiato il cervello, figliolo? Che ne è stato del principe distruttore e sanguinario che ricordavo? Di mio figlio?”

Tsk, niente di tutto ciò, padre. Ogni mia scelta è stata detta da me e non perché mi facevo controllare da qualcuno.” Nemmeno quella volta che Babidi aveva preso il controllo della sua mente era riuscito a farsi soggiogare, ma aveva fatto credere a quel mago da strapazzo di avere la situazione in mano, avere un guerriero del calibro di Vegeta tra il suo mazzo di carte da giocare sarebbe stato grandioso, peccato che il principe dei saiyan avesse altri piani a riguardo.

“Sai…” Iniziò suo padre muovendosi con circospezione attorno il corpo di Goku “…anche lui aveva detto la stessa cosa, che non si faceva usare da nessuno, ed invece…eccolo qui, piegato al nostro volere, e avere un saiyan così forte tra la nostra schiera di fedeli è un vantaggio!”

“Pensi sia più forte di me?” Inveì avvicinandosi pericolosamente a lui, Re Vegeta non si mosse di un millimetro, sapeva che non gli avrebbe torto un capello, ma non perché si trovava difronte a suo padre, ma perché in fondo al corridoio aveva un asso nella manica “Puttanate! E questo lo capirai molto presto” Vegeta iniziò ad aumentare la sua aura fino a trasformarsi in super saiyan, aveva tutte le intenzioni di combattere e vincere per dimostrargli che aveva torto, come sempre.”

Goku si portò in posizione di attacco senza che il monarca potesse dargli l’ordine di attaccare.

Tsk! Allora non sei un automa” Ringhiò incontro al suo amico portandosi davanti a lui.

“Non vorrete combattere qui?” Incalzò Radish e senza rendersene conto vennero colpiti da una ventata molto forte e da un boato sordo dietro di loro, Goku e Vegeta avevano fatto crollare una parete di mattoni e scavato un lungo tunnel nel terreno con una semplice spinta.

“Cazzo!” Imprecò Radish tenendo ben salda Bulma per le spalle. “Andiamo!” Le disse sorpassando Re Vegeta e correndo lungo il corridoio.

Bulma faceva fatica a stargli dietro per via del suo stato interessante che le impediva anche i gesti più semplici, rendendola subito stanca e spossata.

Fece per accasciarsi, ma venne sorretta dalla mano forte e rozza di Radish.

“Andiamo, bambolina…se ti accadesse qualcosa, Vegeta non me lo perdonerebbe mai!”

Bulma lo guardò per qualche secondo stranita, non le sembrava possibile che uno come lui potesse aiutarla in una situazione del genere “G-grazie!” Balbettò.

“Solo perché sono un saiyan non vuol dire che non abbia un cuore anch’io”.

*

Bulma e Radish raggiunsero l’esterno del castello e solo dei boati in lontananza gli fece percepire dove si stava svolgendo il combattimento tra i due.

All’arena.

Volarono fino a lì e si sistemarono sugli spalti da bravi spettatori.

Anche Re Vegeta raggiunto poi da Bardack si accomodarono vicino a loro.

La tensione che divideva i due combattenti si poteva tagliare con un coltello.

Goku e Vegeta.

Occhi negli occhi.

Con la sola differenza che quelli di Goku erano spenti e vuoti, quelli di Vegeta pieni di rabbia e delusione.

“Come hai potuto Kakaroth cadere nella loro trappola? Idiota che non sei altro!” Berciò riluttante.

“Non so di che cosa parli, io sono sempre stato così. Sono nato su questo pianeta!”

“Certo che non sai di che cosa parlo! Ti hanno fatto il lavaggio del cervello, mentecatto!”

Vegeta partì all’attacco trasformandosi subito in Super Saiyan God Blu, inutile perdere tempo con trasformazioni inferiori, non aveva senso giunti a quel punto, conosceva bene la forza di Goku, l’unico interrogativo che restava era sapere se anche lui sapeva di essere forte quanto il principe.

Lo sapeva.

Goku aumentò la sua aura ottenendo la stessa trasformazione con la medesima forza.

Sarebbe stato uno scontro alla pari, bisognava solo vedere chi avrebbe ceduto per primo.

Il principe dei saiyan iniziò lo scontro scagliandosi contro di lui con tutta la forza che aveva in corpo, mentre Goku si portò subito in posizione di difesa indietreggiando ad ogni colpo inferto non risentendone minimamente.

“Ti farò tornare in te solo prendendoti a schiaffi!”

Goku non disse nulla, si limitava solo a parare i suoi pugni e ad ergere una barriera quando Vegeta gli lanciò delle potenti sfere di energia.

“Questo è molto meglio del combattimento dei saibaim” Disse Bardack.

Mmmsi” Poggiò un gomito sul ginocchio e la testa sulla mano aperta.

Controllava e ricontrollava ogni loro mossa pensando a quanto quei guerrieri nel corso degli anni abbiano raggiunto una potenza elevata, forse avrebbero potuto tenera testa a Broly.

Già Broly…chissà che fine avevano fatto lui e Paragras.

Poco importava.

Combattevano ormai da una mezz’ora buona testa a testa, senza che nessuno dei due riuscisse a colpire l’altro in maniera significativa.

Vegeta stava elaborando un piano nella sua mente perché intuì che prendersi a schiaffi non lo avrebbe condotto da nessuna parte.

Fu allora che prese una decisione.

Sofferta e…imbarazzante.

Tornò normale sciogliendo la trasformazione in Super Saiyan Blu.

“Mi arrendo”.

*

Continua

*

Angolo autrice: Ciao a tutti! Alla fine ha indovinato chi credeva che Vegeta avrebbe salvato Radish 😊 pensavate che fosse arrivata davvero la fine per il nostro saiyan cappellone? Ma anche no…invece per Saiyla le cose sembrano diverse.

Come sempre fatemi sapere che cosa ne pensate e intanto vi comunico che mancano più o meno una decina di capitoli per la fine, quindi vi terrò impegnati almeno fino ad agosto, e poi come vi ho già anticipato, mi prenderò una piccola pausa fino a settembre.

Un abbraccio, e buon week end.

Erika

*

Prossimo capitolo: Il piano di Vegeta

*

P.s.  pubblico oggi perché domani devo fare il vaccino, quindi non ero sicura di fare a tempo.

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Capitolo 19
*** Il piano di Vegeta ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 19 – Il piano di Vegeta

*

Vegeta, Bulma e Radish vennero imprigionati in una cella al di sotto del castello.

In uno spazio dimenticato che puzzava di vomito e di piscio dalle cui pareti filtrava acqua.

Bulma sperava si trattasse di semplice umidità, ma si ricordò che il castello era circondato da un fiumiciattolo e quella doveva essere acqua che penetrava nel terreno.

Anche se sperava con tutta sé stessa di sbagliarsi, s’immaginava che da un momento all’altro le pareti crollassero e di essere investita da un fiume in piena che l’avrebbe senz’altro uccisa.

“Grazie tante, eh!” Berciò contro il marito mentre si chiudeva in un abbraccio per scaldarsi le spalle, l’umidità le stava entrando fin dentro le ossa.

Addosso aveva ancora i vestiti sporchi di sangue del giorno prima e puzzava.

Santo cielo se aveva bisogno di un bagno caldo profumato e con tante bolle, vista la situazione si sarebbe anche solo accontentata di una doccia veloce, ma in quello spazio angusto, l’unica cosa che contenesse dell’acqua era un buco nel terreno nella parte più buia.

Nauseabondo e lurido.

E chiamarlo lurido era un complimento.

Lo osservò per un istante e non seppe nemmeno perché, e quando vide quella latrina ribollire un attimo, le prese un colpo, forse qualche strana creatura ci abitava là dentro.

“Non ti spaventare, bambolina. Forse è stato uno stronzo a prendere vita.”

“Sei solo uno schifoso, Radish! Ricordati che hai davanti una signora.” Incalzò lei.

Radish se ne stava sdraiato su quella specie di lettiga di legno attaccata con un paio di catene al muro di pietra, senza nessun materasso o cuscino, osservava il soffitto ammuffito e una goccia d’acqua gli cadde in un occhio accecandolo.

Vegeta invece era in piedi, immobile davanti le sbarre con gli occhi chiusi con le braccia incrociate sul petto.

Lanciò un ki-blast contro l’acciaio che tornò indietro, lo evitò con uno spostamento repentino del collo, e quella sfera di energia andò a provocare un buco nel muro.

“Ma che bella idea, caro principino. Lo sanno tutti che queste prigioni sono inespugnabili.”

“E’ stato solo perché sono stufo di sentirvi parlare. Devo concentrarmi e pensare ad un piano.”

“Ah! Quindi vuoi dire che non ne hai uno? O che quando hai detto che ti arrendevi non avevi pensato all’eventualità che ci portassero qui?” Inveì sua moglie agitando le braccia in aria “…forse voi scimmioni siete abituati ad un simile schifo, ma io no!”

“Oh! Giusto” Radish si alzò e le fece una riverenza “…principessa!”.

“Non prendermi in giro! Sono incinta e non ho proprio voglia di beccarmi una malattia per colpa di questo posto”. Incrociò le braccia in segno di offesa mettendo il broncio come una bambina.

Ma aveva ragione e Vegeta doveva tirarla fuori di lì subito per non mettere a rischio la salute del suo secondogenito, oltre che a quella della moglie s’intende.

*

Re Vegeta sorseggiava del buon vino rosso appena versato dentro il suo calice dorato da una schiava.

Alla sua destra si trovava Goku, in piedi con lo sguardo vuoto e perso.

Alla sua sinistra, Bardack aveva appena preso posto sul trono riservato a suo figlio Vegeta, il principe.

“Ti ho forse detto di sederti?” Chiese riluttante girando e rigirando quel liquido rubino all’interno del bicchiere.

Il re era più inacidito del solito perché aveva appreso della perdita di Nappa, il suo fidato, l’unico che poteva controllare suo figlio in maniera indisturbata.

“Dovevi vedere i fuochi d’artificio!” Si era burlato Radish mentre veniva condotto e rinchiuso nella sua cella, avrebbe preferito di gran lunga lui al posto del pelato, ma non era stato lesto a compiere lui quel gesto e non pensava che fosse ancora fedele a suo figlio dopo tutti questi anni di distanziamento.

Bardack si alzò per non incorrere a punizioni.

“Ti chiedo perdono, sire.” Gli era sempre stato altamente antipatico il suo re, per i suoi modi di fare da altezzoso e spocchioso.

Solo perché era a capo di un popolo non significava che fosse forte o che fosse amato dalla sua gente, anzi, sentendo il vociare nei corridoi della base era tutto il contrario.

In ogni caso, doveva ingoiare quel rospo e rimanere ai suoi ordini.

“Temo che Vegeta abbia in mente qualcosa, non è da lui gettare la spugna così facilmente.” Sorseggiò rumorosamente il vino.

Radish come sempre gli darà una mano.” Precisò il saiyan dai capelli a palma.

Mmm…tuo figlio gli è sempre stato fedele, per questo l’avevo tenuto fuori da certi nostri piani.”

“Mi dispiace, non so come scusarmi” Bardack si prostrò a lui.

Re Vegeta gli fece una smorfia prima di finire il contenuto del calice che continuava a tenere in mano “Non è colpa tua.”

Si pulì i baffi con il dorso della mano sporcando i guanti candidi, una schiava in modo repentino ne aveva portato subito un cambio pulito.

“Hai intenzione di seppellire Saiyla?” Gli chiese poi.

“No. La dobbiamo riportare in vita” Il sovrano appoggiò un gomito sul mancolo del trono.

Bardack deglutì, sperava che si fosse liberato di quella megera, ma si vedeva che quella maga aveva affondato bene in lui le sue radici e sarebbe stato impossibile estirparle.

“Ok, raduno una squadra e partiamo subito per il pianeta Terra”

“Non sarà necessario, Saiyla mi ha lasciato precise istruzioni in merito.”

Bardack inarcò un sopracciglio pensando che quella vecchia teneva molti conigli del suo cilindro.

“Dovremo sacrificare una vergine saiyan!”

Bardack iniziò a ridere istericamente, così forte che aveva dovuto tenersi la pancia perché cominciava a fare male.

Si asciugò una goccia salata che gli era appena uscita dall’occhio.

“Divertente! Molto divertente!”

“Quello che le avevo detto anch’io”

“Una vergine saiyan, ma come l’è saltata in mente” Rideva ancora.

Beh!...una c’è…piccola, ma c’è!”

Bardack si fece subito serio intuendo di chi si poteva trattare, non gli piaceva l’idea di sacrificare la vita di una bambina innocente, soprattutto se si trattava di un membro della sua famiglia.

Certo, Kakaroth era stato soggiogato e Radish segregato in una cella in condizioni pessime, ma erano vivi e vegeti, questa era l’unica cosa che gli stava a cuore.

Bardack dovette per forza di cose trattenersi dallo spaccargli la faccia e mandarlo al diavolo, prendere armi e bagagli come aveva fatto Paragras tantissimi anni fa ed iniziare una nuova vita in un pianeta sconosciuto e dimenticato dagli dei.

Ma una strana sensazione, una vocina interna, gli disse che non era il momento opportuno per farlo, che Re Vegeta non gli avesse messo al corrente di altre cose.

“Potremo vivere anche senza di lei, perché riportarla in vita?”

Re Vegeta si alzò di scatto pensando di non dover dare nessuna spiegazione ad un suo sottoposto.

*

L’atterraggio sul pianeta Vegeta da parte dei terrestri fu molto semplice e senza nemmeno troppi.

Crilin, C18, Tensing e Yamcha scesero dal cubo di trasporto del dio della distruzione ringraziandolo del passaggio.

“Capirete bene che noi non possiamo rimanere qui. Lord Beerus ha bisogno di riposo” Spiegò mellifluo Whis.

Yamcha guardò stranito il dio gatto che teneva gli occhi chiusi, stava per dire qualcosa del tipo ‘ma se non ha fatto altro tutto il tempo’, ma pensò bene di tenere quella bocca chiusa e ben cucita.

Gli ci volle una grande forza di volontà per evitare che la sua ingenuità lo portasse a morte certa.

“Dica a Lord Beerus di riposarsi, ne ha bisogno” Gli uscì poi.

“Noto del sarcasmo nel tuo tono”

Yamcha portò avanti le mani agitandole “No, no. Ma che sta dicendo? Io-io…non mi permetterei mai!” Balbettò ricevendo un pugno in quella sua testa da Crilin.

“Smettila, vuoi farci saltare in aria tutti?” Gli sussurrò.

“Bene, allora noi andiamo. Buona fortuna”

Il cubo era partito da qualche secondo quando Lord Beerus aprì gli occhi come colto da una scossa improvvisa.

“Non promette niente di buono!” Scosse il capo guardando giù.

Apparentemente non c’era nulla che non andasse, ma era l’aura sinistra e malvagia che aleggiava tutto intorno a destabilizzare il dio della distruzione.

“Mi sa che dovremo rimandare il suo letargo, giusto?”

“Già…”

*

Bulma toccò le sbarre della prigione nell’inutile tentativo si smuoverle, ma se non c’era riuscito suo marito con delle sfere di energia ad alto potenziale, come poteva pretendere lei di aprire la porta come se niente fosse?

Il viscidume nero ed oleoso che le lasciarono sulle mani era vomitatevele.

Si tolse il camice e cercò di pulirsi come meglio poteva.

Lo stomaco iniziò a brontolare, e non solo il suo.

Radish cavò dal muro quello che sembrava un verme di quelli grossi e pelosi.

Lo mangiò.

Bulma per poco non svenne, sia per come ha visto ingurgitare quel grosso insetto da Radish sia al sol pensiero di dover consumare anche lei un simile pasto per tenersi in forza.

“Vuoi favorire, bambolina?” Il fratello di Goku, notando il suo disagio, le aveva offerto un altro vermone viscido staccato dal muro.

“Preferisco morire di fame piuttosto!” Inveì.

Radish lo risucchiò come fosse uno spaghetto e a Vegeta stava quasi per partire un embolo, il rumore prodotto da quella bocca gli fece rizzare tutti i peli del suo corpo oltre ai vermi che continuavano e salire e scendere sulle mura.

“Devi pensare anche alla creatura che porti in grembo”

“Non darò mai da mangiare dei vermi al mio bambino!”

“Perché?” Chiese con naturalezza “…sono succosi, basta spremerli un po' per…”

“SMETTILAAAA!!!” Vegeta in una frazione di secondo li zittì entrambi liberando una fortissima energia, e la vibrazione prodotta fece crollare la spessa parete che li separava dalla prigione vicina.

“Sei stato grande Vegeta!” Si complimentò Radish raggiungendo quella che sembrava essere un’uscita.

Non si sbagliava.

“Ehi! Venite, da qui possiamo andare via, la porta è aperta”

Bulma non se lo fece ripetere due volte e nemmeno Vegeta che si sentì terribilmente in colpa per il terremoto appena provocato, sperava che le capsule contenenti i suoi famigliari non avessero subito alcun danno.

“Fermi!”

Radish inarcò un sopracciglio a quella richiesta “Che c’è? Non vuoi portare tua moglie fuori di qui?”

“Si, ma non abbiamo un piano, noi siamo in due. Uno e mezzo” Si corresse poi “…come faremo a contrastare un’intera popolazione? Io sono forte, e posso tener testa solo a Kakaroth.”

“Posso radunare dei miei fedeli…”

“Bah…sarebbero inutili, abbiamo bisogno di persone forti per avere un minimo di possib….ma queste auree!” Vegeta guardò in alto “…impossibile, ma come hanno fatto…”

“Vuoi dirmi che sta succedendo? Senza il mio scouter non posso rilevare nessuna forma di vita!”

“I terrestri…sono in tre…sempre meglio di niente. Dobbiamo andare da loro!”

Vegeta iniziò a correre lasciando indietro Bulma e Radish che continuavano a guardarsi in maniera interrogativa.

“Tu che sei sua moglie ci hai capito qualcosa?”

“No!”

*

Continua

*

Angolo autrice: Ciao a tutti! Devo confessarvi una cosa, mentre rileggevo questi capitoli, mi ero accorta di non aver più parlato di Nappa, per fortuna sono riuscita a rimediare XD.

Come sempre ringrazio chi segue la storia con grande entusiasmo, chi mi lascia sempre un commentino, e chi legge in silenzio.

Un abbraccio, e buon week end.

Erika

*

Prossimo capitolo: Nella tana del lupo

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Capitolo 20
*** Nella tana del lupo ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 20 – Nella tana del lupo

*

C18, Crilin, Yamcha e Tensing continuavano a guardarsi attorno per cercare di orientarsi un attimo.

Alle loro spalle c’erano montagne, irte e insidiose.

A destra e a sinistra il nulla, e davanti a loro, a circa un kilometro di distanza potevano intravedere una fitta foresta.

Non era la prima volta che Crilin che si trovava in un pianeta sconosciuto, e questo gli ricordò molto il viaggio su Namecc alla ricerca delle sfere del drago.

Rabbrividì pensando a quell’esperienza tutt’altro che positiva e sperava di non doverla ripetere anche lì.

Certo, era assieme a dei guerrieri forti, ma lo era stato anche quella volta e non avevano potuto fare niente per contrastare Freezer e impedire la sua morte.

“Che cosa c’è?” Gli aveva chiesto sua moglie vedendolo esitare.

Crilin si destò dal suo pensiero “Niente…forza, andiamo!” Sospirò.

“Si, ma dove?” Domandò Yamcha guardingo.

Quel pianeta non gli piaceva per niente, ma a dire il vero non gli piacevano i saiyan in generale, fatta eccezione di Goku anche se  lo poteva considerare un terrestre a tutti gli effetti.

“Sento delle presenze da quella parte, nessuno di conosciuto però. Tutte auree malvagie” Mormorò Crilin portandosi due dita sotto il mento.

“Siamo sicuri di essere sul pianeta giusto?” Domandò perplessa C18 “…o meglio, siamo sicuri che li abbiano portati qui?”

L’androide, come gli altri del resto, si sarebbe aspettata di vedere un pianeta devastato conoscendo Goku e Vegeta, più quest’ultimo, però qualcosa era andato storto e non sapeva bene di preciso cosa.

Goku era diventato malvagio, sempre se si trattasse di lui, ma dall’espressione di Whis sembrerebbe proprio così, di Vegeta se ne erano perse completamente le tracce, e il resto degli ostaggi parevano essersi dissolti come neve al sole.

“Laggiù!” Tensing indicò le tre figure che si stavano avvicinando a loro a grande velocità, per poi atterrare di fronte a loro.

“Ah! Bene, ci sei anche te!” Esclamò Vegeta contro C18, logico che non aveva avvertito la sua presenza, i cyborg non hanno aura, e quella era stata proprio una bella sorpresa, gradita.

Un alleato forte in più era quello che ci voleva, anche se non poteva di certo competere con Kakaroth.

Ma tutti rimasero colpiti dalla compagnia che aveva Vegeta: Radish.

Crilin, Tensing e Yamcha indietreggiarono spaventati.

“C-che ci-ci fa lui qui?” Balbettò Yamcha indicando il fratello maggiore di Goku.

“E’ innocuo!” Rispose spicciola Bulma.

“Innocuo?” Fece di rimando Radish “…senti bambolina, forse non hai capito con chi hai a che fare…”

“Non vorrete mica ricominciare? Ne ho abbastanza dei vostri battibecchi inutili, ci sono cose più importanti a cui dobbiamo pensare!”

“Basta che non lo porti a casa nostra quando questa storia sarà finita” Bulma incrociò le braccia al petto in segno di offesa.

“Non è un cucciolo abbandonato. Radish sarà libero di andare dove vorrà.” Sentenziò il principe dei saiyan.

“Eccovi qua, ma dov’eravate finiti?” Berciò acida la cyborg, sempre pronta a rimproverare il prossimo se le cose non andavano come diceva lei.

Stava facendo un breve giro di ricognizione quando sentì delle voci provenire nel luogo del loro atterraggio.

Radish la guardò imbambolato e attorno a lei si materializzarono una miriade di luci, la poté vedere chiaramente mentre si toccava in modo sensuale i capelli biondi e incrociava gli occhi azzurri desiderosi di lui.

“E questa dea, chi è?”

“Mia moglie, perché?” Gli rispose a tono Crilin cercando di farsi più alto.

“Ho capito bene? T-tua moglie?” A Radish ci volle una grande forza di volontà per non scoppiare a ridergli in faccia.

“S-si. E vedi di tenere le tue manacce da maniaco apposto d’ora in poi è chiaro?”

Radish tieni e freno i tuoi ormoni!” Intervenne Vegeta conoscendo la sua indole verso il sesso opposto, meglio ancora se portavano i capelli biondi.

“Ah! Non me ne va bene una…però potrei sempre farlo fuori…” L’ultima frase la disse in un sussurro non percettibile agli altri.

*

Lo scouter che Bardack teneva sull’occhio destro iniziò a bippare e in contemporanea sullo schermo apparvero tre puntini che si allontanavano sulla mappa.

“Stanno scappando!” E senza perdere tempo tentò di raggiungerli, ma fu fermato dal re in persona.

“Lasciali andare, facciamogli credere che non ce ne siamo accorti”.

“Potrebbero lasciare il pianeta!”

Re Vegeta rigirò il calice colmo di vino rosso tra le dita e poi ne bevve un sorso.

“Improbabile. Tutti i loro compagni sono qui, compreso tuo figlio, sono sicuro che non andranno da nessuna parte.”

Aveva ragione, doveva dargliene atto.

“Come intendi procedere?”

Il sovrano bevve per l’ennesima volta dal calice dorato.

“Dobbiamo compiere il sacrificio della vergine, stanotte.”

“Stanotte??” Bardack strabuzzò gli occhi, non perché fosse presto, ma perché quella notte ci sarebbe stata la luna piena e ricordava fin troppo bene cosa succedeva ai saiyan quando sorgeva una luna completa.

Ma non era quello il problema principale, il fatto era che Saiyla, in quelle determinate serate non dava a loro il permesso di mettere fuori il naso dai loro alloggi.

Non erano ancora pronti, troppo pericoloso per la loro salute.

“Hai capito bene.”

“Ma non possiamo…”

Bardack stava per continuare quella frase quando venne interrotto dal suo interlocutore.

“Credi forse non abbia pensato a questa cosa?”

*

Vegeta e Radish avevano appena terminato di raccontare quello che stava accadendo su quel pianeta e del perché i loro amici erano stati rapiti e portati sul pianeta Vegeta-Sej.

“Quindi mi state dicendo che una vecchia pazza vi ha fatto resuscitare grazie alle sfere del drago di Namecc, ma che siccome Polunga poteva riportare in vita una persona alla volta, è stato modificato per permettere che la resurrezione di massa potesse compiersi.

Però questo ha portato in voi dei difetti” Riassunse in parole povere Crilin giusto per essere sicuro di aver capito bene.

“E questi difetti si potevano correggere con delle infusioni di cellule staminali e le gemme che si trovano in un determinato pianeta, ma che siccome era stato ripulito tutto, avete trovato la soluzione con il DNA terrestre.” Continuò sempre più perplesso.

“Il succo è questo” Affermò Radish “…raccontato in maniera molto blanda, ma hai afferrato, nanerottolo!”.

Crilin a quell’appellativo fece una smorfia di dissenso.

“Quindi avete bisogno di noi terrestri per continuare a vivere, ed è per questo che i nostri amici sono tenuti prigionieri in delle capsule di criogenia nel sotterranei del castello”.

“Bravo, hai fatto il compitino!” Disse sarcastico Radish rivolgendosi a Crilin che cercava di capirci qualcosa in tutta quella faccenda.

“In poche parole siete venuti direttamente nella tana del lupo” Aggiunse Vegeta torvo.

“Si, ma quello che non riesco a capire, è il perché Goku sia diventato cattivo, non sarebbe stato più facile con Vegeta?” Ipotizzo Yamcha ricevendo da parte del principe un’occhiata omicida e che probabilmente se si fosse trovato faccia a faccia con quel mollusco non avrebbe esitato a farlo sparire in una nuvola di fumo, incenerendolo all’istante lasciando al suo posto una coltre di fumo denso e cenere, che il vento avrebbe sospinto lontano.

Nessuno avrebbe potuto trovarne il cadavere e il suo alibi sarebbe stato perfetto, a Vegeta sarebbe bastato negare fino alla morte di essere stato lui il responsabile della sua dipartita.

“Senti tu, ma con chi credi di aver a che fare? Anzi mi stavo giusto chiedendo perché i buoni a nulla che sono sulla Terra abbiano mandato uno come te a recuperare gli altri!” Gli rispose a tono e senza farsi mettere i piedi in testa, in realtà sarebbe bastata solo uno sguardo al principe per esprimere tutto il suo disappunto per la frase che gli era stata appena rivolta.

“Non volevo offendere. La mia era solo una costatazione perché sei tu quello che comanda qui, non vedo perché prendersela con Goku.” Cercò di salvarsi la faccia arrancando la prima scusa plausibile partorita dalla sua mente, era bravo in questo, bisognava dargliene atto.

Kakaroth è solo un’idiota! Si vede che lo hanno capito.” Vegeta incrociò le braccia sul petto com’era solito a fare.

“Se avete finito di battibeccare, abbiamo un altro problema da risolvere, e anche piuttosto grosso” Indicò il tramonto dalla parte opposta.

“Sta solo calando la sera, non vedo cosa ci sia di male. Oppure di notte compaiono mostri giganti che ti staccano la testa con solo un morso?” Chiese Crilin guardandosi attorno spaventato.

Mmm…sarebbe meglio accadesse questo!” Radish fece spallucce poi divenne serio “…stanotte ci sarà luna piena”.

Yamcha, Tensing e Crilin sbiancarono, sapevano anche fin troppo bene cosa accadeva ai saiyan in certe situazioni, e questa volta non avrebbero dovuto tenere a bada solo uno scimmione, ma centinaia.

“Tranquilli, nessun abitante sarà in giro. Saiyla era stata molto attenta a queste determinate situazioni.” Li rassicurò il capellone.

“Si, però tu e Vegeta…”

“Idiota, io non posso trasformarmi, non ho la coda” Berciò acido il principe “…e nemmeno Kakaroth.”

“Io si però!” Si vantò Radish ammiccando verso C18 che incurvò un labbro riluttante.

“Immagino che bello spettacolo saresti!”

Radish si avvicinò a lei di soppiatto “Se vuoi faccio fuori quel nanerottolo e ce ne andiamo in giro per la galassia io e te…ti intriga l’idea?”

“Se solo provi a toccare mio marito giuro che faremo si il giro per la galassia insieme, ma porterò solo la tua testa con me…appesa al collo!”

Radish deglutì e si arrese, non ci sarebbe stato modo per smovere il cuore dell’ algida cyborg, anche se l’idea di stare in mezzo a quel seno prosperoso non gli dispiaceva affatto.

Era arrivato tardi, pazienza.

Se ne sarebbe fatto una ragione.

*

Re Vegeta passò a Bardack dei bracciali fluorescenti di colore verde.

“E questi cosa sono?” Chiese riluttante.

“La nostra salvezza. Ci impediranno di trasformarci in scimmioni impazziti durante la cerimonia.”

Bardack era ancora riluttante a compiere quel sacrificio, ma Re Vegeta non avrebbe rinunciato al suo braccio destro per niente al mondo e non averla al suo fianco in quel momento lo stava destabilizzando.

Il suo sovrano aveva sempre avuto il vizio del bere, ma un bicchiere ogni tanto durante la giornata, invece oggi era alla seconda bottiglia di vino in nemmeno un’ora.

Eppure quella megera non aveva nulla di speciale o di così importante ed essenziale per la loro sopravvivenza in quel momento.

Forse ne era solo affezionato come accade con un cucciolo smarrito e presto il dolore se ne sarebbe andato a scemare sempre di più fino a fargliela dimenticare.

Ma non era quello il giorno.

“Dovrò presenziare anch’io?”

“Ci saremo tutti! Nessuno escluso. Saiyla ne ha fatti per tutti noi”

“Ha pensato davvero a tutto” Bardack aveva ponderato bene di servirsi da solo del vino, forse qualche bicchiere sottratto al suo sovrano sarebbe stato un bene per lui e avrebbe smesso di dire stronzate.

“Sai com’è fatta…vuole fare un ritorno in grande stile e stupire tutti.” Re Vegeta gli porse il suo calice per brindare, Bardack imitò il gesto prima di portarsi il bicchiere alla bocca.

Aveva una strana sensazione, come se avesse già vissuto quella situazione.

Tutti riuniti in un sol luogo…tutti dritti dritti nella tana del lupo.

*

Continua

*

Angolo autrice: Ciaooo! Pubblico l’aggiornamento un giorno in anticipo per far un regalo alla mia carissima amica sweetlove, spero tesoro che questo capitolo ti abbia strappato un sorriso e che andrai al lavoro un po' più serena 😊

Ma non potrei non citare il carissimo Teo5Astor, un capitolo dedicato a lui.

Grazie mille anche a Eevaa di seguire la storia con entusiasmo!

E un sentito grazie a tutti voi che leggete senza recensire, ma che avete inserito la storia tra le PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE.

Un abbraccio, e buon week end.

Erika

*

Prossimo capitolo: Notte di luna blu

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Capitolo 21
*** Notte di luna blu ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 21 – Notte di luna blu

*

Era risaputo nella galassia che i saiyan durante la luna piena si trasformassero in Ozaru, enormi, giganteschi scimmioni, forti e capaci di spazzare via la popolazione di un intero pianeta in poco tempo.

I Saiyan erano temuti nell’universo anche per questo motivo.

Re Vegeta aveva fatto preparare il feretro di Saiyla al centro dell’arena dei combattimenti, sopra l’altare ricoperto da un telo rosso di ciniglia spessa e pesante.

A tutto il popolo saiyan furono distribuiti i bracciali protettivi e intimato di presentarsi ad un orario prestabilito.

Mezzanotte, quando la luna blu sarebbe stata alta in cielo e la vergine sarebbe stata immolata per il bene del popolo.

“Che hai intenzione di fare con Vegeta?” Gli aveva chiesto Bardack mentre attraversavano il corridoio per dirigersi verso la nursery dove la vergine stava riposando ignara del suo destino.

“Terremo d’occhio la situazione e se servirà, Kakaroth lo fermerà”

“E gli altri che sono atterrati?”

Si, si erano accorti anche dei quattro ospiti non invitati alla festa.

“Non hanno un potenziale combattivo elevato, non fanno nessuna paura”. Disse mentre controllava la loro posizione sullo scouter “…e poi sono terrestri, non ci sarà niente da temere, anzi sarà un gioco da ragazzi prenderli e usare anche loro per la nostra fonte di energia.”

“Ci hanno facilitato il compito.” Sogghignò Bardack mentre continuavano ad avanzare.

“Si, ma non dimentichiamo che ce ne sono molti altri. Appena Saiyla verrà riportata tra noi partiremo per la Terra per prenderne ancora.” Lo informò il re.

Insieme entrarono nell’area dedicata alla nursery, e l’unico vagito che echeggiava nella stanza era quello di Pan.

Non c’erano state nascite di recenti e pareva che nessuna delle donne saiyan aspettassero figli, fatta eccezione della moglie di Vegeta, ma di lei se ne sarebbero occupati una volta risolti questa questione.

Bardack si avvicinò a lei e la coprì con la copertina rossa di pile che a causa del continuo sgambettare le era scivolata giù.

“E’ cresciuta” Notò il bisnonno.

Mmm…meglio ci sarà più sangue che scorre nelle sue vene” Re Vegeta si avvicinò ad uno scienziato con la cartellina in mano.

“Sire i valori della vergine sono stabili!”

Bardack digrignò i denti, come osava chiamare sua nipote con quell’appellativo? Il capitano non era un sentimentalista questo era certo, e nemmeno un puro di cuore, ma se c’era una cosa che nessuno doveva fare era toccare la sua famiglia.

“Perfetto, allora mi vado a preparare per la cerimonia.”

“Siamo sicuri che andrà tutto bene?” Chiese perplesso lo scienziato al sovrano.

Re Vegeta guardò fuori dalla finestra il sole rosso basso all’orizzonte che si apprestava a sparire dietro le montagne.

Nutriva anche lui qualche dubbio in merito, e non lo avrebbe mai confessato apertamente a nessuno, ma se quello era la volontà di Saiyla, era suo dovere rispettarla.

Nei suoi confronti era sempre stata leale e sincera, per questo doveva ricambiare il favore in qualche modo e come lei si era prodigata per farli tornare in vita, anche a lui avrebbe fatto lo stesso.

“Ho fiducia nella nostra consigliera. E poi ho distribuito i bracciali a tutti come mi era stato indicato. Questo ci impedirà di bloccare il processo per la trasformazione in Ozaru.”

“Ha fatto bene, sire. Vedo che è stato pensato a tutto, è molto fortunato ad avere Saiyla al suo fianco, ci vuole una persona meticolosa.”

*

“Che intendi fare, Vegeta?” Chiese Crilin perplesso, erano arrivati su quel pianeta da quasi un paio d’ore e tutto quello che avevano fatto fino a quel momento, era stato parlare e parlare senza concludere un bel niente.

“Liberare gli altri.” Rispose.

Radish iniziò a ridere istericamente e ad applaudire lentamente “Ma che bel piano principino, guarda se non ci fossi stato tu non ci sarei mai arrivato.”

Yamcha trattenne a stento una risata e dovette girarsi per non sghignazzargli in faccia e rischiare di morire seduta stante.

“Idiota! Sai bene cosa intendo! E che non sarà facile se tutti sono nel castello. Ma dovremo entrare di soppiatto, liberare tutti e portarli via”

“Saranno sicuramente deboli e non riusciranno a svegliarsi, dovremo metterli nella vasca di rianimazione se li vogliamo portare fuori con le loro gambe.”

Crilin si passò una mano dentro la tasca tirando fuori un sacchetto marrone.

“Io ho questi, sono passato da Balzar prima di partire, ho pensato ci fossero utili”

E bravo zucca pelata!”

“Bene, ora che abbiamo il piano, un mezzo piano per la precisione, come entreremo nel castello senza farci scoprire?” Chiese perplesso Tensing.

“Sicuramente vi staranno dando la caccia” Precisò C18 frenando l’entusiasmo di tutti, ma aveva ragione, sicuramente dopo il trambusto provocato da Vegeta, il re sarà sicuramente nelle sue tracce e non ci metteranno molto a catturarli di nuovo, ma, c’è un ma…Vegeta si stava chiedendo perché le guardie reali non si stavano muovendo dal castello.

“Che hai, Vegeta?” Gli chiese Radish.

“Strano…siamo qui ormai da qualche ora, ma sembra che nessuno ci stia cercando, il pianeta non è immenso e non noto nessun movimento sospetto.”

“Qualcuno dovrebbe andare a controllare cosa sta succedendo.” Suggerì Crilin, e tutti inevitabilmente guardarono il cappellone.

“I-Io?” Balbettò sentendosi preso in causa.

“Esatto, ci andrai tu!” Vegeta gli diede una spinta sulla schiena facendolo avanzare di qualche passo.

“E perché?”

“Se ti conosco avrai sicuramente qualche amicizia…sai cosa intendo…” Gli disse in tono malizioso “…vedi di scoprire più che puoi! Questa situazione non mi è chiara.”

Radish si portò una mano dritta sulla tempia da bravo soldato “Agli ordini, capo!”

“Vedi di fare meno lo stupido, e datti una mossa. Noi ti aspetteremo qui vicino alla foresta, sarà più sicuro.”

Il saiyan non se lo fece ripetere due volte e dopo aver azzerato completamente l’aura partì in una corsa sfrenata verso il castello, doveva evitare di venire scoperto.

*

Quando il saiyan fu lontano, Vegeta domandò ai terrestri che cosa erano venuti a fare su Vegeta-Sej.

“Abbiamo saputo dai genitori di Bulma che erano stati catturati, volevamo solo aiutare.”  Rispose Crilin.

“E hanno mandato voi?” Chiese con riluttanza il principe.

Majin-Bu e Junior sono rimasti sulla Terra nel caso avesse bisogno di essere protetta!” Continuò Tensing “…ci hanno portati Lord Beerus e Whis.”

“E perché non sono rimasti?” Sbraitò Bulma pensando che una mano in più, soprattutto di quel calibro, avrebbe fatto certamente la differenza.

“Lord Beerus doveva andare in letargo” Rispose Yamcha con indifferenza e sollievo, probabilmente non li avrebbero visti per un bel po', si sentiva sempre a disagio con loro nelle vicinanze.

Bulma pestò i piedi nel terreno “Che razza di superficiali. Non sa che in certi casi non bisogna dormire???” Avrebbe voluto continuare ad insultarli, ma una fitta al basso ventre la fece piegare dal dolore.

Yamcha si apprestò a soccorrerla, seguito da Crilin.

Bulma! Bulma! Stai bene?” Le domandò l’ex fidanzato.

“Che ti prende, Bulma?” Continuò Crilin.

“Sta bene!” Rispose Vegeta per lei in maniera riluttante e con un tono irritato.

Yamcha prese coraggio oltre che le difese dell’azzurra “Ma che cos’hai? Sei cieco? Si sta piegando in due dal dolore”

Bulma continuava a soffrire e il dolore non accennava a calare.

“Levatevi di torno razza di babbei che non siete altro!” S’intromise C18 spostando i due uomini rivolgendosi poi all’amica “…dimmi cosa ti senti?”

“Oltre che ho una fame da lupo?” Chiese ironica aprendo un occhio e ansimando.

“Fai dei respiri profondi.”

Bulma fece come ordinato.

“Meglio?” La bionda la notò più serena e con il viso più rilassato rispetto a qualche secondo fa.

“Sta passando!”

“Vi ho detto che non c’era niente di cui preoccuparsi!” Intervenne Vegeta sempre con la solita espressione austera e indifferente.

Lo stomaco di Bulma iniziò a brontolare, come quello del principe e degli altri terrestri.

Per fortuna loro, ma per sfortuna di quella povera creatura, un cervo incrociò il loro cammino.

Vegeta lo incenerì all’istante.

“La cena è servita!”

*

Radish fu di ritorno dopo circa un’ora e rimase basito nel vedere il banchetto improvvisato appena consumato.

Di quella povera bestiola erano rimasti solo ossa bianche e ben spolpate, nemmeno nei documentari si potevano vedere certe cose da parte del braco, ma solo quando arrivavano le carogne a ripulire tutto.

“Che razza di bastardi!” Esclamò notando che non gli era stata lasciata nemmeno un brandello di pelle.

“Smettila, se vuoi ti abbiamo lasciato dei…vermi” Vegeta rabbrividì solo a pronunciare quel nome “Piuttosto hai scoperto qualcosa?”

Radish digrignò i denti dalla rabbia ripensando a tutte le volte che Vegeta e Nappa banchettavano a sua insaputa lasciandolo spesso e volentieri con un pugno di mosche in mano.

“Tieni!” Crilin gli lanciò una coscia che aveva tenuto da parte, non si sa bene per chi.

Il fratello di Goku la divorò con voracità e in pochi secondi, ricordando molto i modi del congiunto.

Tirò fuori dalla bocca l’osso perfettamente spolpato ed elogiò la cena improvvisata con un bel rutto finale.

“Maiale!” Lo insultò C18.

Radish non fece molto caso a quell’affermazione mentre si toglieva con un’unghia un pezzo di carne che gli era stato incastrato tra gli incisivi.

“Che schifo!!!” Sbottò la cyborg alzandosi dal tronco che fino a qualche secondo fa lo aveva usato come sedia.

“Oh! Abbiamo una principessa tra noi” Scimmiottò in tono scherzoso che mandò in bestia la bionda.

“Senti scimmione, non sono una principessa, è solo che mi fanno schifo certi atteggiamenti. O la pianti, oppure ti insegno io un po' di buone maniere a suon di ceffoni!” Inveì contro di lui lasciandolo di stucco, era abituato ad aver a che fare con donne forti, ma con quel temperamento era tutta un’altra storia.

Radish rimase basito per qualche secondo “Ok dolcezza, come vuoi. Me ne sto zitto solo perché non voglio che si scateni il caos anche qui!”

Quelle parole non sfuggirono al principe dei saiyan “Che intendi?”

“Ho avuto una soffiata”

“Da chi?”

“Da…ma che importanza ha?” Chiese con estremo imbarazzo.

Vegeta incrociò le braccia al petto “Ho capito, è una che ti scopi” Disse malizioso.

“Anche se fosse?”

“Ma la volete piantare e darci delle spiegazioni?” Inveì Bulma.

“Mi scusi, mia regina!” Radish le fece una riverenza “…comunque dicevo…che stanno radunando tutti i saiyan all’arena perché stanotte sorgerà una luna piena blu, perfetta per compiere il sacrificio e riportare in vita Saiyla.” Spiegò spicciolo.

Vegeta strabuzzò gli occhi “La vogliono riportare in vita? E perché? Come faranno?”

“Chi è che vogliono sacrificare, Radish?” Chiese Crilin.

“Una vergine saiyan” Rispose.

Vegeta sollevò l’amico per la tuta di combattimento “Vuoi prendermi in giro? Non esist…” Lo mise giù e la sua mente iniziò a vagare su chi fosse in quel momento la ragazza di cui si poteva trattare.

“P-pan?” Balbettò poi.

Radish annuì.

E tutti i presenti rimasero basisti, soprattutto C18 che vedeva sfumare la sua lauta ricompensa se fosse successo qualcosa alla piccolina.

“Dobbiamo andare!” Disse prendendo il volo, ma Crilin la fermò trattenendola per un polso.

“Cosa credi di fare? Dobbiamo escogitare un piano!”

“Pan è in pericolo!”

“Tutti lo siamo a questo punto!” Intervenne Tensing.

Vegeta continuava a rimuginare sul da farsi.

“Trovato!” Esclamò poi guardando in cielo mentre anche l’ultimo raggio solare stava lasciando posto alla buia notte.

*

Continua

*

Angolo autrice: Buongiorno a tutti ed eccomi qui con l’immancabile aggiornamento del venerdì, ormai siamo arrivati quasi agli sgoccioli della storia e poi arriverà la mia meritata vacanza dal mondo della scrittura…ma fino a settembre però XD

Perché la nuova long è in stesura, c’è al momento solo il primo capitolo.

*

Ringrazio come di consueto chi mi segue sempre con molto interessa la storia, ed invito i lettori silenziosi a farsi sentire, se ovviamente ne hanno voglia, fa sempre piacere ricevere dei commentini, anche critiche costruttive, perché no?

Un abbraccio, e buon week end.

Erika

*

Capitolo 22: Liberate i prigionieri!!

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Capitolo 22
*** Liberate i prigionieri!! ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 22 – Liberate i prigionieri!!

*

Vegeta era sempre stato un guerriero molto brillante e astuto.

Molte battaglie e molti pianeti erano stati conquistati grazie al suo grande intuito e la sua perspicacia, oltre che per la sua forza che, nel corso degli anni, era sempre riuscito ad aumentare grazie a costanza e dedizione sacrificando a volte momenti con le persone che amava, ma lo faceva soprattutto per loro, per proteggerli in caso di minaccia.

“Se stanno radunando tutti all’arena, questo significa che nel castello non ci sarà nessuno?” Chiese Bulma curiosa.

“La mia fonte mi ha detto così, ogni singolo saiyan è stato chiamato a rapporto!”

“Ma che senso ha? Voglio dire…se hanno in mente di compiere questo sacrificio, non è necessaria la presenza di tutti.”

“E io che ne so…forse Saiyla ha manie di grandezze e vuole dimostrare che alla pari di un dio.” Radish fece spallucce non riuscendo a dare una spiegazione logica a tutto.

“Questo non ha importanza. Anzi ci dà qualche vantaggio.”

“Che intendi?” Chiese Crilin.

“Nel castello non ci sarà nessuno e potremo liberare gli altri che si trovano in una capsula di criogenia…”

“Si, Bulma ci ha già spiegato questa cosa…va avanti.” Lo invitò Tensing spazientito.

“Li porteremo via da lì, questa è la nostra priorità!”

“E a Pan? A Goku? Non ci pensi?” Intervenne Yamcha.

“Vuoi startene un po' zitto e farmi finire di parlare? Oppure preferisci che ti faccia io tacere inutile insetto?” Grugnì lanciandogli un’occhiata torva, e non si esclude che i suoi occhi abbiano anche emesso qualche fulmine o saetta.

“Ti conviene fare come dice, è un consiglio.” Ammiccò Radish verso il terrestre.

“Spacconi!” Sibilò senza farsi sentire.

“Dicevo prima che l’idiota mi interrompesse che, la nostra priorità è liberare i prigionieri, e una volta in salvo andremo all’arena a riprenderci Pan e Kakaroth.”

“Come intendi poi andartene da qui?” Domandò C18.

“Alla base ci sono delle navicelle, ci penserà Bulma a scegliere quella più adatta a trasportarci tutti via.”

Radish applaudì “Bravo! Bravo! Un super piano principino. Sei sicuro che funzionerà? Voglio dire, mio fratello è forte, molto forte…”

“Vuoi forse dire che non sono in grado di affrontarlo? Lo farò rinsavire a suon di calci nel culo se sarà necessario.”

“E gli altri saiyan?” Fu Bulma a parlare “…non dimentichiamoci che non siamo soli, anzi, lo siamo contro una popolazione intera”

“Non sono molto forti, ce la faremo.” Affermò con estrema certezza.

“Hai pensato ad una eventuale soluzione drastica?” Ipotizzò Radish buttando giù un po' di saliva, era chiaro che quello scenario non gli sarebbe piaciuto, del resto si stava parlando sempre del pianeta dove era nato e cresciuto.

Vegeta abbassò lo sguardo, in realtà era quello che aveva in mente.

L’ultima spiaggia se si sarebbero trovati in difficoltà.

L’idea di quel piano B non gli piaceva, ma se si fossero ribellati non avrebbe avuto altra scelta.

Il suo intento era quello di prendere la sua famiglia, i suoi amici e ritornarsene presto sulla Terra, poco importava se i saiyan fossero rimasti su quel pianeta e per quanto la prospettiva di restare sul Vegeta-Sej non l’aveva scartata del tutto, ora era impossibile attuarla. Non dopo quel colpo di stato.

Avrebbe anche tollerato la loro presenza nell’universo, l’importante è che non venissero a dare fastidio sulla Terra.

“Vegeta…ricordati che ci sono anche tuo padre e il padre di Radish e Goku da affrontare”. Intervenne Bulma ricordandogli quel piccolo particolare.

“Guarda che lo so…” E li avrebbe eliminati senza pietà se solo avessero provato ad ostacolarli, cosa che immaginava sarebbe avvenuta molto presto.

*

Lord Beerus si stava portando alla bocca una tazza di camomilla fumante comodamente seduto sul suo letto.

Si era preparato per il lungo letargo che lo attendeva, ma il pensiero di quello che stava accadendo sul pianeta Vegeta-Sej, gli stava ritardando il suo meritato riposo.

“E’ la cinquantesima che beve, è sicuro di riuscire a prendere sonno?” Gli chiese titubante Whis mentre gliela porgeva garbatamente.

Il dio della distruzione le bevve d’un sorso scottandosi la gola.

Ahhhhh!! Brucia Brucia!!!” Urlò lanciando la porcellana in aria e recuperata repentinamente dall’angelo prima che potesse infrangersi a terra.

“Se solo non foste così ingordo…” Sospirò mentre poneva l’oggetto che aveva salvato sul vassoio d’argento lucido come uno specchio notando che i biscotti di cui ne andava ghiotto erano ancora lì, doveva essere preoccupato per qualcosa, altrimenti quella sua momentanea inappetenza non si spiegava.

Lord Beerus lo incenerì’ con il solo sguardo “Non riesco a dormire!” Esclamò portandosi le mani dietro la testa.

“E’ preoccupato per i saiyan?” Chiese alzando un sopracciglio.

“MA CHE DICI! Sono in pensiero perché se Goku e Vegeta falliscono, quegli scimmioni invaderanno la Terra e tanti cari saluti a degli ottimi piatti.” Sbraitò irritato.

“Uhm…quindi è più preoccupato del suo stomaco che per la sorte dei terrestri!” Replicò mellifluo.

“Esatto!” Lord Beerus incrociò le braccia sul petto in segno di offesa, era incredibile come solo Whis potesse pensare che gli stava a cuore di più la vita dei terrestri che la sua.

“Allora se è così, la lascio dormire in pace. Dorma sogni sereni Lord Beerus, troveremo un altro pianeta che sostituirà la Terra” Whis prese il vassoio e si diresse verso l’uscita, spense la luce e chiuse dietro di sé la porta violacea.

Non fece a tempo a raggiungere la cucina che il dio della distruzione apparve dietro di lui raggiungendolo con un paio di ampie falcate.

“E va bene! Andiamo” Pestò i piedi.

“Niente riposino?”

“Niente riposino!” Ripeté a denti stretti.

*

Si avviarono di corsa verso il castello e per ovvie ragioni Vegeta aveva preso in braccio Bulma, data la sua condizione non sarebbe stata in grado di tenere testa ai guerrieri, ma anche se non fosse trovata in stato interessante sarebbe riuscita a correre il loro passo.

La lasciarono alla base dov’erano perfettamente allineate delle monoposto e delle navicelle un po' più grandi in grado di trasportare anche trenta persone, quella doveva essere senz’altro quella riservata all’esercito reale e in particolare quella con cui erano arrivati su Vegeta-Sej settimane addietro.

L’azzurra ebbe una fitta al ventre e C18 quando se ne accorse le andò subito incontro.

“Stai davvero male vero?”

“Non è niente!” Rispose spicciola non ammettendo il suo problema.

“Di quanto sei?”

Bulma strabuzzò gli occhi, non immaginava che la cyborg lo avesse capito.

“Cosa? Sei incinta?” Intervenne Yamcha fulminando con lo sguardo Vegeta.

Sua moglie aspettava un bambino e lui la scarrozzava da un posto all’altro come fosse un mobile usato pronto per essere lasciato accanto al primo bidone che avrebbe trovato.

“Ecco…adesso tutti lo sanno.” Sospirò.

“Congratulazioni” Si complimentarono all’unisono sia Crilin che Tensing.

Radish sbottò “Tutto questo è molto carino, ma se non vi dispiace abbiamo una missione da compiere.”

Vegeta annuì.

“Io non ti lascio sola!” L’avvertì Yamcha, che nonostante gli anni ancora provava dei sentimenti forti verso di lei, amicizia s’intende.

“Grazie, Yamcha!”

L’idea di lasciarla sola con quel babbeo gli dava il voltastomaco, ma al momento non aveva altra soluzione e con riluttanza, Vegeta acconsentì.

“Se la tocchi ti ammazzo!” Lo avvertì.

“Se mi tocca, lo ammazzo prima io!” Precisò Bulma ammiccando.

*

I cinque guerrieri arrivarono senza problemi ai laboratori del castello, a volte aggirando, a volte mettendo fuori gioco le guardie che erano rimaste a sorvegliare la fortezza.

Radish buttò giù la porta con un calcio e con una riverenza fece entrare C18 “Prima le signore!”

L’ algida cyborg non lo degnò di uno sguardo.

“Non ho speranze con lei” Sospirò affranto abbassando il volto.

“Direi di no!” Precisò torvo Crilin.

Percorsero poi un altro corridoio che li avrebbe portati alla stanza dov’erano detenuti i loro amici e con il cuore in gola, Vegeta mise fuori gioco il pannello di controllo sperando che la porta si aprisse.

Era stata Bulma a suggerirgli quella soluzione, aveva studiati i progetti e aveva notato una falla nel sistema.

Aveva ragione, le porte scorrevoli si aprirono rivelando uno spettacolo agghiacciante per i terrestri.

“Stacchiamo le macchine e tiriamoli fuori da lì.” Propose Vegeta iniziando da Trunks.

Gli altri osservarono con premura ogni suo movimento.

Vegeta tolse prima la spina dal pannello principale e poi ruppe il vetro della capsula, quando tutta l’acqua fuoriuscì riversandosi sul pavimento, il corpo del lilla gli cadde tra le braccia, in velocità gli tolse tutti i cavi ed elettrodi a cui era attaccato e gli mise in bocca un fagiolo magico.

Con le poche forze rimaste lo masticò ed ingoiò.

Trunks aprì lentamente gli occhi mettendo a fuoco la figura di suo padre.

Gli ci volle un enorme forza di volontà per non abbracciarlo e dirgli che era contento di vederlo.

“Eh! Dove-dove sono?” Biascicò guardandosi attorno.

“Ora stai bene, forza, aiutaci a liberare gli altri.” Gli ordinò suo padre lasciando andare senza essere troppo gentile.

Trunks si precipitò subito a liberare Mai e a curarla come gli aveva detto di dare suo padre e vedendo cosa stavano facendo gli altri.

“Trunks…” Sospirò la corvina aprendo lentamente gli occhi e agitandosi appena non riconobbe il luogo di dove si trovava.

“Sta calma, Mai. Sei al sicuro ora, ci sono io con te.” Soffiò accarezzandole il volto.

Mai abbozzò un sorriso e si alzò, poi si coprì velocemente notando che non indossava alcun vestito se non dei brandelli di stoffa a nascondere le parti intime.

Trunks le allungò un lenzuolo in velocità arrossendo vistosamente.

“G-grazie!” Biascicò lei vergognandosi a sua volta.

*

Tutti in poco tempo ripresero conoscenza, e Vegeta assieme a Radish rassicurarono i presenti e li informarono sugli ultimi avvenimenti.

Consegnarono a loro anche del vestiario, ma purtroppo non avevano trovato molto in quel laboratorio se non delle tute da combattimento che si modellarono sulla loro pelle.

“Ehi guardami Trunks, sono un saiyan anch’io!” Esclamò entusiasta Goten contro il suo migliore amico.

“Ma tu sei un saiyan!” Precisò inarcando un sopracciglio frenando il suo entusiasmo sul nascere.

Chichi e Videl ebbero un mancamento alla rivelazione che Goku era diventato cattivo e che da lì a poco sua figlia avrebbe perso la vita per mano sua.

“No, non è vero. Io non ci credo!” Ansimò Chichi in preda alla disperazione “…il mio Goku non può essere malvagio, non torcerebbe un capello alla sua nipotina.”

“Calmati, Chichi, vedrai che Vegeta avrà sicuramente qualcosa in mente”

Ed infatti, ora che i prigionieri erano liberati e in salvo, potevano in tutta tranquillità annientare quel popolo e far tornare alla normalità Kakaroth, ma l’unica in grado di farlo sarebbe stata Saiyla spezzando l’incantesimo.

Ma questa sua idea se l’era tenuta per sé, l’unico che conosceva il piano nei dettagli era Radish.

*

“Sei sicuro?” Gli domandò Radish strappando dei fili d’erba.

Erano rimasti soli, Bulma e gli altri si erano allontanati di qualche metro per espletare dei bisogni fisiologici e non potevano di certo sentire quello che stavano dicendo.

“Si” Affermò con convinzione il principe dei saiyan.

“Così facendo, Saiyla verrà riportata in vita”

Vegeta sbuffò dal naso “Lo so, non serve che me lo ricordi, ma è l’unico modo per salvare Kakaroth e farlo ritornare quello di prima.”

“E cosa ti dice che obbedirà ad un tuo ordine? Anche tuo padre la segue come un cagnolino, di certo non farà quello che le chiederai.”

“Potrebbe essere costretta a farlo.”

Radish inarcò un sopracciglio e lo guardò per ascoltare meglio “Cioè?”

“La minaccerò…farò saltare in aria il pianeta con lei compresa.”

“E la mocciosa? Non pensi a lei?”

“Perché? Tu si? Da quando ti sei intenerito?” Gli domandò sarcastico.

“Ne ho uccisi tanti di bambini nella mia vita passata, non sarà di certo una terrestre a farmi cambiare idea. Sai che mi danno il voltastomaco.”

“Meglio così…”

*

Continua

*

Angolo autrice: Buon venerdì popolazione terrestre! Come state? Oggi capitolo soft…ma credetemi, ancora un po' di pazienza e scoppierà una bomba!

Mi viene da piangere perché ieri, come qualcuno sa, (si sweetlove ce l’ho con te, è inutile che ti guardi intorno XD) ho messo la parola fine a questa storia.

Ringrazio tutte le persone che continuano ad essere presenti sia con commenti che inserendo la storia tra le PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE, ne sono davvero felice, grazie davvero di cuore.

Vi mando come sempre un grosso abbraccio e ci si sente la prossima settimana.

Erika

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Prossimo capitolo: A volte ritornano

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Capitolo 23
*** A volte ritornano ***


Vegeta-Sej

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Capitolo 23 – A volte ritornano

*

Una schiava ondeggiava verso il suo sovrano con un cuscino di velluto tra le mani con sopra una corona d’oro dalle forme di foglia.

Re Vegeta poggiò sulla testa una tiara, simbolo del suo potere e di quello che rappresentava su quel pianeta.

Un sovrano.

E come un sovrano doveva guidare il suo popolo, ma per farlo, aveva bisogno di un alleato e di una persona fidata al suo fianco, e quella persona rispondeva al nome di Saiyla.

Non suo figlio Vegeta, che aveva osato tradirlo e insediarsi sul pianeta Terra mescolando il suo regale seme con quella plebaglia e gente di infimo livello.

Indossò anche il mantello rosso e si avviò verso l’arena.

Anche Bardack si vestì in modo più consono per presenziare ad una cerimonia al fianco del re, aveva tolto i polsini rossi che lo caratterizzavano e indossato anch’esso un mantello nero, sulla sua armatura venne inciso il simbolo della casata reale.

“E’ tutto pronto, mio signore” Bardack gli fece una riverenza spostando il drappo rosso pesante e rivelando un’arena stracolma di gente, molta dei quali, quella arrivata in ritardo, dovettero rimanere in piedi.

C’era confusione, schiamazzi e urla che cessarono appena il sovrano varcò la soglia dell’ingresso per prendere posto sul suo balcone.

Silenzio.

Re Vegeta si schiarì la voce.

“Amici!” Iniziò il suo discorso “…questa sera riporteremo tra di noi una nostra amica. Fate entrare la vergine!”

Indicò il posto da dove sarebbe entrata acclamata dalla folla.

Al centro dell’arena era stato allestito un altare sacrificale.

Ai piedi era stato posizionato il corpo di Saiyla coperto da un lenzuolo di lino bianco che ondeggiava a causa di una leggera brezza.

Goku entrò nell’arena con in braccio la piccola Pan alzata sopra la sua testa, e nonostante la posizione dormiva beatamente ignara del funesto destino che la stava attendendo.

Avanzò fino ad arrivare all’altare e posizionare il corpicino seminudo accanto a quello di Saiyla ed infine Goku prese il pugnale argentato che era stato precedentemente adagiato su un cuscino di velluto nero.

*

Vegeta illustrò il piano a tutti i presenti, e come volevasi dimostrare, c’era chi non era affatto d’accordo e che voleva portare via la piccola Pan da quella stanza seduta stante e affrontare Re Vegeta e il suo esercito saiyan, anche Goku se fosse stato necessario.

Pan non doveva fare le spese per tutta quella situazione assurda.

“La mia nipotina non farà da cavia e non verrà sacrificata da nessuno!” Sbraitò Chichi la quale non aveva nessuna intenzione di attenersi al piano, non se ne sarebbe stata con le mani in mano sapendo che sua nipote fosse in pericolo.

Gohan dì qualcosa tu!” Continuò tirando la corazza del figlio cercando approvazione da parte sua, del resto era sempre suo padre.

“L’idea non mi piace, ma se Vegeta dice di fare così, allora noi ci atterremo al piano.”

“E se le cose dovessero andare male?” Incalzò Videl “…io non voglio vedere mia figlia che…” Non riuscì a continuare perché le lacrime iniziarono a rigarle il volto e anche perché l’idea di vedere sua figlia perire senza che lei o Gohan, oppure altri potessero muovere un dito non poteva accettarlo.

“Non morirà…la salveremo prima. La prenderò io se le cose si dovessero mettere male” Abbracciò sua moglie e le baciò la fronte mentre annuiva a Vegeta non molto convinto.

A Gohan iniziò a battere forte il cuore, sperava che il piano del principe dei saiyan non si rivelasse un buco enorme nell’acqua.

“C’è solo un problema, e grosso direi!” Intervenne Radish.

Tutti si girarono verso di lui attendendo che parlasse.

“Io non posso venire e di conseguenza partecipare all’operazione.” Sembrò quasi rammaricato.

“Perché?” Chiese Gohan inarcando un sopracciglio.

Radish indicò la coda “Ci sarà luna piena stanotte e….ahio!!! Che male!!!” Urlò di dolore voltandosi verso Vegeta che brandiva la coda di scimmia appena strappata e che si muoveva ancora.

“Problema risolto! Ora andiamo!” Ordinò spicciolo “…e ricordatevi: nessuno muova un muscolo, dovete aspettare un mio preciso ordine e potremo attaccare!”

Tutti lasciarono la stanza tranne Radish si stava ancora massaggiando la parte lesa.

Vegeta gli urlò dal corridoio di sbrigarsi o lo avrebbe fatto fuori all’istante.

“Stronzo!” Grugnì a denti stretti mentre si tamponava con un lenzuolo il vuoto lasciato dalla coda imbrattandolo di sangue, e quando vide che non ne sgorgava più mise un piede davanti.

Radish barcollò un po' e appoggiò le mani alla parete per non cadere, la perdita della coda lo aveva destabilizzato.

“Ma sei ancora lì?” Gli domandò tornando indietro. “Muoviti, non abbiamo tutta la notte!”

“Che cazzo Vegeta! Avresti potuto avvertirmi!”

“Non me lo avresti permesso…e comunque non ti devo spiegazioni”

“Non ti devo spiegazioni” Scimmiottò mentre era voltato.

“Hai detto qualcosa?” Vegeta si girò di scatto.

Radish mise le mani avanti agitandole “No no, niente. Te lo sarai immaginato.”

Il principe non ne era molto convinto però e gli lanciò un’occhiata torva.

*

Bulma e Yamcha stavano cercando la navicella perfetta per il viaggio di ritorno.

Il terrestre le stava davanti per proteggerla da eventuali guardie che tenevano d’occhio l’area.

Si mossero furtivi da una monoposto all’altra cercando di non farsi vedere.

Yamcha fermò l’amica che si stava lanciando di corsa verso una navicella più grande, appena sentì delle voci.

La zittì mettendole un dito sulle labbra prima che potesse protestare.

Shhh…”

E non appena le due guardie che ciarlavano sulle ultime conquiste in fatto di donne si dileguarono, i due furfanti presero l’occasione per nascondersi dietro l’ennesima navetta.

Bulma schiacciò il pulsante verde che simboleggiava una freccia rivolta verso l’alto aprendo il portellone principale.

Entrarono sempre in modo furtivo evitando di accendere le luci per non farsi scoprire, ci avrebbe pensato la luna ad illuminare il loro cammino al suo interno.

“E così aspetti un altro bambino” Iniziò Yamcha con una punta di rammarico.

“Si, l’ho scoperto qui” Confermò “…e forse è stato per la mia condizione che non mi hanno fatto fare la fine di Trunks e gli altri.” Bulma premette un pulsante giusto per capire da quale parte della navicella si stavano trovando, e dal rumore che proveniva all’interno della stanza sembravano fossero i motori.

Naa…acqua. Dobbiamo andare dalla parte opposta” Disse voltandosi sbattendo contro l’ex fidanzato. “Ti puoi spostare per favore?” Chiese irritata cercando di passare, ma trovandosi davanti ad un muro che non accennava a cadere.

Yamcha la prese per i polsi.

“Lasciami” Gli ordinò.

“No, finchè non risponderai ad una mia domanda.”

“Q-quale domanda?” Biascicò nervosa.

“Perché hai scelto lui al posto mio?”

Bulma strabuzzò gli occhi, era incredibile come non avesse ancora del tutto superato la loro rottura nonostante gli anni passati.

Deglutì il nulla anche perché di questo argomento ne avevano parlato abbondantemente a suo tempo e sembrava che Yamcha avesse accetto la cosa, con riluttanza ovviamente, ma evidentemente non era così, e il fatto che Bulma lo avesse lasciato per Vegeta, un mercenario, un assassino, lo mandava ancora fuori di testa e senza nessuna consolazione.

“Non sono cose che ti riguardano.” Gli rispose seccata in quanto quell’argomento era già stato oggetto di discussione

Ma il terrestre non era ancora riuscito a chiudere definitivamente il capitolo con lei, nonostante comunque nel corso di quegli anni era riuscito ad intrattenersi con altre donne, ma erano storielle di poco conto in confronto a Bulma, l’unica donna che era riuscito ad amare e anche l’unica che era riuscito a deludere più di tutte.

“Mi riguardano eccome” Continuò convinto.

Bulma doveva rispondergli altrimenti non se lo sarebbe tolto dai piedi intralciandola nell’unico compito assegnatale dal marito, e se avesse fallito poi Vegeta se la sarebbe presa con lei e disintegrato lui, doveva assolutamente impedirgli di farlo arrabbiare.

“Senti Yamcha…non credere che tutto quello che c’è stato tra di noi fosse una farsa o che non gli abbia dato importanza, ma è finita, si vede che doveva andare così.” Fece spallucce.

Ma al terrestre non bastava quella spiegazione, non le aveva confessato niente di quello che sapeva già.

“No, non posso accettarlo. Dimmi la verità…te lo sbattevi quando io non c’ero?”

Bulma strabuzzò gli occhi e la mano aperta contro la sua guancia partì in automatico.

“Non ti azzardare a darmi della poco di buono” Gli puntò un dito nel petto e Yamcha potè vedere del fuoco nei suoi occhi e sarebbe stata pronta da un momento all’altro ad incenerirlo.

“N-non era mia intenzione. Sai che non lo farei mai.” Si portò sulla difensiva pentendosi di averle posto quella domanda così stupida.

“E allora per favore non tirare più fuori questo argomento, per me è morto e sepolto, ho voltato pagina. E non voglio più pensare al passato e piangermi addosso. Con i ma e con i se non si va da nessuna parte Yamcha. Facciamo scelte. E ad ogni scelta comporta una conseguenza. Ci possono piacere o meno, ma se le abbiamo prese significava che in quel momento andava bene così.”

Ancora una volta Bulma aveva dimostrato di essere più matura di lui, e a Yamcha non restò altro che lasciarla andare.

Nuovamente.

“Scusami.” Le disse abbassando lo sguardo.

“Meglio che ci sbrighiamo a trovare la cabina di pilotaggio e rifornire questa navicella.” Bulma cambiò discorso e si avviò verso l’uscita con un groppo in gola, del resto ricordare il passato non era stato molto piacevole, soprattutto dopo aver rivissuto per una frazione di secondo la delusione provata dopo la negazione ad una proposta di matrimonio partita da lei.

*

Non era stato difficile per nessuno arrivare all’arena, anche se avevano dovuto correre e per chi non riusciva a tenere il passo dei saiyan era stato aiutato da chi poteva.

Si muovevano furtivamente tra la boscaglia per non essere visti e dopo essere arrivati a destinazione si guardarono attorno con circospezione.

Stranamente non c’era nessuna guardia ai cancelli, come se si fossero dimenticati che Vegeta, Radish e Bulma non si trovavano più nelle segrete del castello, ma che erano a piede libero e scorrazzavano liberi nel pianeta.

Bardack aveva chiesto a Re Vegeta che cosa intendesse fare con i loro figli dopo quel tradimento, ma lui sembrava fare orecchie da mercante e non essere più in grado di pensare lucidamente dopo che Saiyla era morta in quel modo stupido.

“Ci penserà Goku a tutti e due” Aveva risposto in maniera molto blanda e non convincendo affatto il capitano.

I traditori si arrampicarono sulla parete scoscesa dello stadio.

Mai si era aggrappata a Trunks invece Chichi era stata portata da Gohan, doveva assolutamente vedere con i suoi occhi suo marito, non le importava del piano di Vegeta, sarebbe andata personalmente dove si trovava in quel preciso momento e preso a sberle come meritava.

Ma non si sarebbe, mai e poi mai, di vederlo al centro dell’arena mentre posa il corpicino avvolto da un telo bianco su un cuscino sull’altare.

Lo avrebbe fatto lui.

Lui e solo lui sarebbe stato il carnefice della sua nipotina.

*

La luna alta nel cielo, uno spettacolo unico e raro.

Un vagito.

Un altro ancora più forte.

Il battito del cuore che accelera sempre di più.

Una lama che affonda decisa nel petto.

*

Continua

*

Angolo autrice: Ciaoooo!!! Allora che ne dite di questo capitolo? Spero abbiate apprezzato il momento Bulma e Yamcha anche se non sono la mia coppia preferita…e comunque ho voluto fare un piccolo spoiler sulla mia prossima long.

Non credo che Yamcha abbia mai tradito Bulma, anche se è la scusa più gettonata per quanto riguarda questo fandom, io penso invece che sia stato proprio perché Yamcha non era pronto a qualcosa di più serio, infatti Mirai Trunks dice a Goku che il terrestre era immaturo e che era per questo che sua madre lo ha lasciato, ed è stato in quel momento che si è interessato a suo padre.

*

Con l’occasione vi annuncio che dalla prossima settimana aggiornerò due volte, il martedì e venerdì. Ed ho aggiornato oggi invece di domani perché non credo riuscirò a mettermi al pc. Un abbraccio forte forte.

*

Erika

*

Prossimo capitolo: Il risveglio

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Capitolo 24
*** Il risveglio ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 24 – Il risveglio

*

I terrestri osservavano i movimenti di Goku attoniti.

Videl aveva affondato la testa dentro il petto del marito per soffocare i singhiozzi, non poteva vedere sua figlia morire, non in quel modo e non per mano di suo suocero.

Chichi aveva avuto un mancamento appena Goku aveva issato il pugnale al cielo ed era stata sorretta da un Goten furibondo, ma incapace anche lui di muoversi.

Sembrava che gli occhi di Vegeta emanassero una sorta di potere speciale che aveva letteralmente paralizzato i presenti e anche chi effettivamente poteva fare qualcosa, perché di sicuro non gli sarebbe stato difficoltoso fronteggiare quelle nullità in loro confronto, dovettero assistere inermi.

I denti stridevano e le lacrime avevano iniziato a rigargli il volto.

“Perché papà?”

Non poteva credere che suo padre fosse capace di questo, nemmeno sotto incantesimo.

Amava la sua famiglia.

Amava Pan.

Ma Vegeta era stato chiaro, nessuno si doveva muovere per nessun motivo finché non lo avesse deciso lui.

Tutti i terrestri si schermarono gli occhi, non avrebbero potuto essere testimoni di tanta barbarie nei confronti di una bambina innocente.

Vegeta alzò il labbro superiore in un ghigno soddisfatto non appena la lama del pugnale andò a conficcarsi nel petto duro di Saiyla e non in quello di Pan.

Aveva visto anche gli occhi di Goku animarsi non appena l’ultima nata in casa di Kakaroth aveva emesso il suo pianto, destando il nonno dal suo incantesimo, come se quel vagito aveva il potere di scaturire il risveglio da sogni o incantesimi potenti.

Vegeta aveva appena vinto.

Saiyla perso.

Non sarebbe più tornata a dar fastidio e ad annebbiare la mente di suo padre, fin troppo corrotta dal suo comportamento megalomane.

Questa era una certezza bella e buona, ora con Kakaroth dalla sua parte, la sua famiglia e amici più cari liberi, non c’era più niente che lo intrattenesse su quel pianeta che gli aveva dato i natali.

Avrebbe anche potuto combattere contro il suo stesso popolo e danneggiare quella stella che non gli apparteneva più, da tempo.

La Terra era diventata la sua casa.

Il principe dei saiyan fece la sua entrata in scena incenerendo con un ki-blast il corpo della megera lasciandolo bruciare tra le fiamme infernali, immaginandosela ora che si contorceva dal dolore.

“NOOOOOO!” Fu l’urlo disperato del Re che si alzò alto nel cielo facendolo echeggiare in tutta la valle.

Poi guardò in direzione del colpo.

Suo figlio.

Braccia conserte e portamento fiero.

E non era solo, era riuscito a liberare tutti i terrestri dalla loro trappola e rimetterli in sesto in men che non si dica.

Come aveva fatto?

Questa era la domanda che lo stava tormentando in quel preciso momento.

*

“Arrenditi, padre. Hai perso!”

“No, non è arrivato il momento…” Mormorò Re Vegeta volgendo uno sguardo al figlio, aveva ancora un asso nella manica e non si sarebbe fatto problemi ad utilizzarlo anche contro la sua stessa prole.

Ma se il figlio in questione andava contro i suoi stessi principi tutto era lecito.

Ora che Re Vegeta era in vita e i nemici sconfitti, era determinato più che mai a riportare il popolo saiyan in auge come ai vecchi tempi prima dell’arrivo di Freezer.

E se questo significava farlo senza suo figlio allora che così sia.

“Noi ora ce ne andremo di qui e guai se sentirò ancora parlare di voi.” Stava rinnegando il suo stesso popolo, le sue origini e questo a Re Vegeta proprio non andava giù.

Che ne era stato del principe sanguinario?

Di quello temuto in ogni angolo della galassia?

“E secondo te vi lascio andare così? Avete una cosa che noi vogliamo…quindi non ve ne andrete di qui finché noi non l’otterremo.”

Vegeta digrignò i denti “Se è la guerra che vuoi, allora guerra sia.”

Si scagliò contro suo padre senza dargli l’occasione di controbattere le sue parole.

Re Vegeta incrociò le braccia al petto nel tentativo di difendersi da colui che aveva messo al mondo da calci e pugni scagliati con una violenza tale da far quasi fatica a tenere il passo.

Indietreggiava sempre di più mentre Vegeta avanzava e più lo faceva e più aumentava l’intensità dei colpi.

La luna blu schermata dalle nuvole d’un tratto apparì alta nel cielo illuminando i volti dei presenti che iniziarono ad ammirarla avvertendo un senso di nausea e una forte cefalea che li costrinse a tenersi la testa tra le mani mentre lunghi lamenti si propagavano per tutta la valle.

Anche Bardack aveva avvertito la stessa cosa e Radish quando se ne accorse si avvicinò a lui.

“Padre! Che ti succede?” Chiese apprensivo senza ottenere risposta.

Bardack era riuscito ad aprire un occhio e ansimando notò che al figlio maggiore mancava la coda e che la parte delle gambe che era rimasta scoperta era ricoperta di sangue rappreso.

Qualcuno doveva avergliela strappata, non c’era altra spiegazione.

“La…la tua coda!” Alzò una mano a fatica.

“E’ stato Vegeta, voleva evitare che mi trasformassi.”

Ba-bastardo!” Biascicò.

Radish negò con il capo “Lo ha fatto per il mio bene, perché non diventassi uno scimmione senza alcun controllo, non avevo i vostri bracciali protettivi…ma…ma da quel che vedo non è che vi proteggono tanto, sai?” Incurvò il labbro superiore in segno di disprezzo.

Ma fu quando iniziò ad intravedere della peluria marrone che andava e veniva come una luce ad intermittenza, che Radish prese la barbara decisone di privare suo padre della coda.

Un gesto secco che provocò molto dolore a Bardack.

“Dimmi ti sei forse ammattito?” Non era d’accordo con quella presa di posizione.

“L’ho fatto per il tuo bene!”

“Da quando sei diventato un sentimentalista? Forse la vicinanza a Vegeta ti ha fatto uscire di senno?”

“No. Sto solo cercando di salvare il mio popolo.”

“Strappandoci il simbolo che ci contraddistingue?”

Radish sospirò, suo padre non aveva ancora capito niente.

“Svegliati! Re Vegeta vi sta portando ad un suicidio di massa…”

Bardack strabuzzò gli occhi “Che cazzo stai dicendo?”

“Questi bracciali impediscono la trasformazione in Oozaru, ma non hanno calcolato che si può anche impedire lo sviluppo del corpo, ma non del cervello…non del cervello.” Sottolineò quell’ultima frase scandendola in maniera chiara e parola per parola perché suo padre capisse bene il loro significato.

“In pratica il cervello s’ingrandisce ma la testa no. Questo significa che…”

Radish annuì con il capo “Esatto…le teste dei presenti scoppieranno come palloncini ad una festa rilasciando nell’aria i coriandoli” Imitò successivamente il gesto aggiungendo anche il rumore di uno scoppio.

Bardack storse il naso davanti alla scena macabra che gli si sarebbe presentata davanti.

“Dobbiamo fare togliere i bracciali a tutti.”

*

La prima cosa da fare era allontanare i terrestri dal campo di battaglia, soprattutto quelli più deboli e portare via di là anche la piccola Pan che ora dormiva beatamente tra le braccia del nonno, il quale si stava chiedendo che cosa ci facesse vestito in quel modo strano e alquanto orrendo invece della sua solita tuta arancio comoda e che sa di casa, sopra un altare con sua nipote dormiente in braccio e il corpo di Saiyla lì vicino.

Macabro, molto macabro.

Guardò in alto in direzione del combattimento tra Re Vegeta e il principe, poi si voltò quando sentì le urla dei suoi figli chiamarlo a gran voce.

Si alzò in volo per riportare Pan dai suoi genitori e cercare di capire dagli altri che cosa stava succedendo.

“Goku…sei veramente tu?” Chiese Chichi con un filo di voce dopo essere rinvenuta.

“Si, tesoro, sono io.”

Chichi dopo avergli accarezzato una gota svenne nuovamente, lo shock era stato troppo forte e doveva ancora smaltire la terribile immagine di lui con quel pugnale in mano.

“Non lo sappiamo con certezza…” Cercò di spiegare Gohan “…Vegeta si è scagliato contro suo padre, Radish è andato dal nonno…” Perché quella parola d’un tratto iniziò a suonare strano? “…e sembra stiano tutti impazzendo da quando è apparsa quella strana luna blu.” A Gohan era stata raccontata la storia dell’Ozaru, ovvero del saiyan che si trasformava in scimmia quando la luna piena appariva alta nel cielo, ma per sua fortuna non lo aveva mai visto avverarsi e per lui quella si poteva benissimo considerare una leggenda bella e buona, cosa che invece non potevano di certo dire Crilin e Tensing che stavano assistendo alla pseudo trasformazione rabbrividendo.

Immaginavano già un centinaio di scimmie impazzite distruggere tutto quello che gli capitava a tiro, dovevano assolutamente andarsene di lì.

“P-presto, recuperiamo Vegeta e andiamocene di qui” Balbettò il pelato sbiancando.

“Ehi! Un momento...Bulma dov’è?” Goku non si era nemmeno preso la briga di chiedere al gruppo di terrestre che cosa ci facessero lì sul pianeta Vegeta e sul come fossero riusciti ad arrivarci in così poco tempo.

L’ultima cosa che ricordava era la sua amica ricoperta di sangue in quel corridoio che gli diceva di andare avanti e che presto l’avrebbe raggiunto.

Poi da lì il buio più totale.

“Santo cielo! Sei così scemo che neanche ti sei accorto della nostra presenza.” Berciò acida l’algida cyborg facendo sfarfallare le ciglia a Goku che guardò ad uno ad uno le persone presenti.

Ahahah! Non ci ho fatto caso!” Esclamò sorpreso constatando che effettivamente non dovevano essere lì.

“Piantatela. Ci ha dato un passaggio Lord Beerus. Bulma e Yamcha sono alla base alla ricerca di una navicella che ci porterà via di qui.” Spiegò Tensing spicciolo.

“E ora dov’è Lord Beerus?”

“In letargo, o almeno così aveva detto Whis.” Disse Crilin.

“Urca! Beato lui, un pisolino ci vorrebbe anche a me!” Sbadigliò stiracchiandosi “…ma non è il momento, dobbiamo pensare ad altro. Forza…Goten, Trunks e Videl, portate va di qui Mai, Chichi e Pan…” Ordinò ai piccoli e alla nuora che protestarono.

“Ma perché sempre noi?”

“Obbedite!” Gli urlò come avrebbe fatto Vegeta e a loro non restò altro da fare che eseguire l’ordine anche se controvoglia.

*

“Sei un folle se pensi che vincerai. O mi lasci andare e nessuno si farà male o sarà peggio per te!” Ringhiò il principe mentre continuava ad infierire sul padre.

“O ti allei con me o te ne pentirai amaramente, Vegeta!” Replicò suo padre emettendo una forza tale da spodestarlo e farlo spostare di qualche metro.

Risplendeva d’oro.

Vegeta iniziò a ridere istericamente trattenendosi la pancia.

“Cos’è vuoi prendermi in giro? Basterebbe un mio schiocco di dita per farti saltare in aria insieme al tuo bel pianeta!”

“Allora perché non lo fai?” Lo sfidò conoscendone già il motivo, tutti i suoi amici e affetti più cari si trovavano ancora lì.

“Credi forse che non ne sarei capace?”

“La tua famiglia è ancora qui, e visto che sei diventato uno smidollato non avresti il coraggio fargli del male. L’aria che si respira sulla Terra ti ha annebbiato il cervello.”

“Parli proprio tu che sei stato soggiogato da una megera! E ti sei prostrato ai piedi di un tiranno senza scrupoli.” Quella storia lo divorava ancora dall’interno e non avrebbe dimenticato molto facilmente l’umiliazione subita.

“L’ho fatto solo per il nostro popolo!!” Re Vegeta gli tirò un pugno in pieno volto, non era un suo compito giudicare il suo operato.

Il principe si pulì il rivolo di sangue che gli fuoriusciva dal labbro con la lingua “E dimmi, padre. A che cosa è servito mettersi a novanta? Ha distrutto lo stesso il nostro popolo.”

“Si, ma ora abbiamo il modo di rimediare. Con te e Kakaroth riusciremo a portare in alto nuovamente il nome dei saiyan.”

“Mai!”

*

Vegetaaaa!!! Devono togliere i bracciali!” Gli urlò Radish mentre soccorreva il primo saiyan.

“Così ci ritroveremo degli scimmioni impazziti.”

“NOOO! Per una volta vuoi ascoltarmi?”

Vegeta notò che Bardack non aveva più la coda come il cappellone.

“Moriranno…i bracciali impediscono la trasformazione…gli scoppierà il cervello!”

*

Continua

*

Angolo autrice: Buongiorno a tutti e buon inizio settimana, come promesso questa settimana vi allieterò con la pubblicazione di ben due capitoli, ormai siamo agli sgoccioli e voglio andare in vacanza senza lasciare questa storia in sospeso.

Come sempre ringrazio chi arriva a leggere fino alla fine e chi mi lascia sempre un suo parere, ma ringrazio anche chi preferisce rimanere in silenzio.

Vi mando un forte abbraccio.

Erika

*

Prossimo capitolo: Fine di un’era?

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Capitolo 25
*** Fine di un'era? ***


N.B. presenza di immagini forti e a tratti linguaggio scurrile

*

Vegeta-Sej

*

Capitolo 25 – Fine di un’era?

*

Lord Beerus osservava le stelle susseguirsi una dopo l’altra, brevi filamenti bianchi e brillanti che apparivano e sparivano con la stessa intensità.

Presto sarebbero arrivati alla destinazione.

Il pianeta Vegeta-sej li attendeva e richiedeva l’aiuto del dio della distruzione.

“Ne è sicuro, signore?” Gli domandò Whis.

Lord Beerus sospirò, non gli piaceva come soluzione, ma prima di mettere in atto il suo piano avrebbe controllato la situazione, e se fosse stata grave, allora sarebbe intervenuto.

Il Pesce Oracolo glielo aveva mostrato e a pelle sapeva già che la risurrezione di quel popolo avrebbe portato solo che guai, e grossi.

“Lo sai che non torno indietro sui miei passi, a meno che non mi si dimostri il contrario.” Seguì una breve pausa dove l’angelo non ebbe il coraggio di replicare le sue parole “…allora? Quanto manca?” Chiese irritato come sempre.

“Poco, signore. Qualche minuto e saremo arrivati a destinazione.”

*

Sguardo sadico e di chi la sa lunga.

Re Vegeta stava riservando a suo figlio quell’espressione che non prometteva nulla di buono, anzi sembrava proprio la classica faccia di chi in realtà custodisse un grosso segreto dentro di sé.

Nel frattempo sotto di loro i primi saiyan iniziavano a morire sotto i loro occhi mentre i bracciali del sovrano si illuminavano di verde dopo ogni vittima mietuta.

“Che sta succedendo?” Domandò Vegeta sgranando gli occhi guardando sotto notando il sangue che dalla testa scoppiata come un pallone schizzava verso l’alto a gran velocità, per poi successivamente far cadere il corpo dei malcapitati inermi.

“E’ quello che ti sto cercando di dire…” Incalzò Radish “…quei bracciali li uccideranno.”

“Beh! Non m’importa!” Berciò Vegeta volgendo lo sguardo a suo padre, ora il suo obiettivo principale era lui e non quell’inutile massa di idioti sotto di loro.

“Ma a lui si!” Intervenne Bardack che conosceva il piano del re fin dall’inizio.

Tutti si voltarono a guardarlo attendendo che parlasse, tranne Re Vegeta che gli intimò di stare zitto e di chiudere quel buco dentato che si ritrovava.

A tradimento, gli scagliò un ki-blast mandato poi in orbita da un Vegeta che gli fece scudo con il proprio corpo.

“Che intendi, Bardack?” Continuò il principe dei saiyan non distogliendo la connessione oculare con suo padre, il quale non avrebbe perso occasione per mettere a tacere quell’infedele.

Bardack, gli era sempre stato devoto, come lo era stato per il suo popolo difendendolo con i pugni e con i denti, ma se si stava ribellando al suo sovrano, forse un motivo più che valido c’era.

Sapeva che c’era del marcio in suo padre, come sempre del resto, ma era proprio curioso di conoscere le sue reali intenzioni.

“TRADITORE!!!!!” Con rabbia repressa Re Vegeta iniziò un combattimento corpo a corpo con Bardack che stava avendo la peggio, Goku intervenne appena in tempo per evitare la tragedia.

“Che sta succedendo qui? Esigo delle spiegazioni!” Non ci mise molto il saiyan dai capelli a palma a cambiare espressione, da quella ebete che riservava nei momenti più tranquilli a quella seria e fiera che faceva fuoriuscire il saiyan puro dentro di lui.

“Cinque contro uno…patetico e vile da parte vostra!” Biascicò il sovrano pulendosi con la mano il sangue che gli stava fuoriuscendo dal naso e tirando su inspirando rumorosamente quello che stava tentando di andarsene dal suo corpo.

“Non cambiare discorso…ci devi delle spiegazioni. E subito!” Tuonò suo figlio, quello che si sentiva più tradito degli altri.

Crilin, Tensing e C18 rimasero in disparte dietro di loro a controllare la situazione, non avrebbero combattuto se non fosse stato strettamente necessario, solo Goku e Gohan si erano messi in prima linea assieme agli altri per fronteggiare il sovrano e il popolo sottostante.

Intanto lamenti sconnessi arrivavano dai saiyan malcapitati e facevano da sfondo a quella che doveva essere la spiegazione del sovrano che avrebbe finalmente cacciato fuori la verità.

La luna dal riflesso azzurrastro era ancora alta nel cielo e ogni tanto veniva coperta dalle nubi mettendo fine a quella nenia spettrale.

*

“Vuoi deciderti a parlare? Non abbiamo tempo da perdere!” Fu Vegeta a spezzare quel macabro silenzio, prima che le nuvole coprissero la luna altri saiyan perirono nella stessa maniera dei precedenti lasciando del tutto indifferente Re Vegeta.

“Vegeta…hai visto i suoi bracciali? Sono diversi da quelli degli altri!” Gli fece notare Goku avvicinatosi di più a lui dandogli quasi fastidio quel contatto.

“Si…e credo che presto scopriremo che a che cosa servono.”

“Sei con le spalle al muro, ti conviene dirgli la verità, oppure lo farò io!” Tuonò Bardack convinto e stufo di quella situazione.

Re Vegeta sogghignò sadico quando i bracciali si illuminarono per l’ennesima volta e il figlio sbiancò perché aveva intuito qualcosa, qualcosa di losco e subdolo.

“Sei un parassita!” Grugnì il principe. “…tu trai la tua forza da quei bracciali…e appena qualcuno ci lascia le penne ti trasferisce il suo potere.”

Re Vegeta alzò un sopracciglio e un labbro soddisfatto, sapeva bene che suo figlio era intelligente e che ci sarebbe arrivato da solo.

“I miei complimenti!” Aprì le braccia giusto per burlarsi un po' di lui.

“Ecco perché il tuo potere cresceva senza una spiegazione…”

“Urca! Non ci sarei mai arrivato, bravo Vegeta hai sempre l’intuito giusto” Mormorò Goku irritando il principe che cercava di ignorarlo per non innervosirsi sempre di più.

“Non è tutto…” Continuò Bardack convinto di vuotare il sacco lui visto che il sovrano non aveva nessuna intenzione di rivelare la verità “…è vero, ogni volta che qualcuno muore gli trasferisce la sua forza aumentando in modo esponenziale la sua, ma quello che paparino non ti ha detto Vegeta è che lui in realtà vuole mettere fine al popolo saiyan!”

Quelle parole vibrarono in tutta la valle e non era escluso che qualche tuono, dell’imminente temporale, si fosse propagato dopo aver pronunciato quella frase, lasciando i presenti attoniti.

“Stai scherzando vero?” Ringhiò Vegeta “…perché allora riportare tutti in vita? Perché Saiyla lo avrebbe fatto?”

Tsk! Perché…perché Saiyla aveva predetto la morte del re e la fine del popolo saiyan per mano di Freezer, ma non era tutto quello che la strega aveva visto…un giorno, qualche anno dopo, un giovane saiyan originario di questo pianeta lo avrebbe sconfitto, e quel giovane Kakaroth, eri tu.”

“Incredibile!” Esclamò sorpreso.

“…dopo la morte di Freezer, Saiyla avrebbe dovuto riportarci in vita, lo scopo poi sarebbe stato quello di recuperare Vegeta, te Kakaroth e di ritornare qui per continuare a portare alto il nome del nostro popolo…ma qualcosa andò storto, purtroppo passò più tempo del previsto e ormai la mente di Vegeta era stata avvelenata dalla presenza dei terrestri e voi ormai avevate raggiunto una potenza tale da non avere nemici nell’universo. Così, per mettervi fuori gioco la strega ha ideato questi bracciali assorbienergia. Arrivati sulla Terra però abbiamo avuto una brutta sorpresa, voi non c’eravate e quindi abbiamo dovuto attuare il piano B per attirarvi qui.”

“Quindi eri d’accordo anche te con questa pagliacciata?” Domandò acido Vegeta.

“Si” Annuì Bardack non troppo convinto “…ma le cose non vanno mai come te le immagini o programmi.”

“E i terrestri? A che cosa vi servivano allora?” Vegeta credeva che oltre a quello che aveva visto e rivelato in secondo luogo da Radish fosse un imbroglio, quindi chiedeva una conferma.

“…ci stavo arrivando…in pratica quello che ti ha detto Radish è vero, noi saiyan resuscitati abbiamo un difetto, dobbiamo sottoporci a cicli continui di infusioni di cellule staminali terrestri per continuare a vivere, questo è a causa del ritorno in vita di massa, il drago Polunga poteva resuscitare una persona alla volta e non un centinaio, così fu modificato dai namecciani, e questo ha provocato il difetto in noi.”

“Queste cose lo sappiamo già…ma perché i saiyan la sotto stanno tirando le cuoia?” Indicò con un dito la direzione da guardare.

“Purtroppo le cellule terrestri ci fanno si rimanere in vita più a lungo, ma ci impediscono di trasformarci in Oozaru con la luna piena.”

“Perché allora darvi quei bracciali se non servono a niente!”

“Non lo avete ancora capito?” Chiese Re Vegeta con aria di superiorità “…servono a me per incanalare più energia possibile, non me ne frega niente del mio popolo, io voglio il potere, POTERE!!!! AHAHAHAH”

“Una cosa non mi è chiara.” Intervenne Goku che venne guardato da tutti i presenti in maniera attonita, non pensavano fosse in grado di ragionare, a meno che non stesse per dire una fesseria. “…se come dici tu le cellule terrestri vi impediscono di trasformarvi e i bracciali che vi sono stati spacciati come inibitore e come protezione per le onde Bluz…perché lui non ne risente? Voglio dire…a te e a Radish abbiamo dovuto togliere la coda per darvi un po' di sollievo.”

Forse per la prima volta in vita sua Goku aveva posto una questione interessante ed intelligente.

Re Vegeta ghignò e sprigionò una risata spettrale lasciando i presenti attoniti.

“Perché io non sono mai morto! Nessuno mi ha riportato in vita!”

“Che cazzo stai dicendo? Ti ho visto io con i miei occhi essere ucciso per mano di Freezer!” Vegeta si sentiva preso in giro e da suo padre per giunta.

Ricordava bene il giorno in cui quella serpe rosa e viola gli aveva trafitto il petto lasciando il suo corpo a terra a marcire.

Quello stesso giorno, lui, Nappa e Radish erano stati spediti in missione su un altro pianeta, mentre lui metteva fine all’era saiyan.

*

“E’ così, Vegeta. Non sono mai morto. Saiyla ed io poi siamo partiti, eravamo approdati su quello che oggi si chiama Neo Namecc…lei era riuscita ad integrarsi con gli abitanti, mentre io ho preferito rimanere nell’ombra, nascosto, nessuno doveva sapere che ero ancora vivo…fino a qualche mese fa.”

“Fai solo schifo! Hai riportato in vita un’intera popolazione solo per diventare più forte! Non meriti nemmeno di essere il Re di questo pianeta!” Vegeta aprì una mano pronto per scagliare uno dei suoi colpi migliori per mettere fine a quella pagliacciata.

“Fermati figlio mio!” Re Vegeta preparò la sua contromossa in una frazione di secondo, aprì anche lui le mani e tenne ferma una sfera di energia bianca pronta per essere lanciata sotto di lui.

“Che vuoi fare?”

“Ucciderli tutti e prendere la loro energia così potrò prendere a calci voi. Sono già condannati ad una morte lenta e atroce, voglio solo mettere fine a quelle sofferenze!”

“Presto! Toglietevi quei bracciali!!” Urlarono all’unisono Crilin, Tensing e C18 mentre si dirigevano verso l’intera popolazione.

“NON OSATE!!!” Il re aumentò la potenza e scagliò giù quel colpo, Gohan con un calcio riuscì a mandarla in orbita senza alcun problema.

“Bravo figliolo!” Si complimentò Goku ammiccando, ricevendo un accenno del capo come approvazione.

Bardack ne approfittò della distrazione per scagliarsi contro il suo re, dopo essersi trasformato in super saiyan, ed infliggergli colpi micidiali che cercava di parare come meglio poteva.

E com’era prevedibile, quei pugni e quelle sfere di energia gli facevano solo che il solletico, perché mentre la gente lì sotto moriva ed imbrattava di sangue i due terrestri e la cyborg, Re Vegeta acquistava sempre più vigore rendendo inutili i tentativi di Bardack e Radish, che si era aggiunto allo scontro andando dare man forte al padre.

Vegeta li prese entrambi per la collottola della tuta da combattimento e li spinse via prendendo il loro posto.

Non sarebbero stati in grado di fronteggiare un super saiyan di terzo livello ormai.

“Aiutate quegli idioti laggiù a togliersi quei fottuti braccialetti. Qui ci penso io!” Era una questione ormai tra loro due.

Padre e figlio.

Nessuno si sarebbe dovuto intromettere.

*

Continua

*

Angolo autrice: Buon giorno e buon venerdì a tutti, ormai siamo agli sgoccioli e un po' mi dispiace.

Le sorprese comunque non sono finite qui, qualcuno vuole osare a fare qualche teoria su quello che succederà?

Con questo vi saluto e vi dò appuntamento a martedì per il penultimo capitolo.

Erika

*

Prossimo capitolo: Fuochi d’artificio

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Capitolo 26
*** Fuochi d'artificio ***


Vegeta-Sej

*

Capitolo 26 – Fuochi d’artificio

*

“E’ l’ultima possibilità per unirti a me, figliolo. Insieme potremo diventare i dominatori dell’universo!” Gli tese una mano in segno di resa.

“Non mi interessa governare un universo intero, mi preme farti fuori al più presto!” Grugnì sferrandogli un destro sulla mascella che gli fece piegare la testa all’indietro.

“E così hai scelto…MORTE!” Si scagliò contro suo figlio con una potenza alquanto inimmaginabile, Vegeta non aveva nemmeno il tempo di aprire gli occhi per vedere che cosa stava succedendo affidandosi solo agli altri sensi, soprattutto a quello della percezione, chiedendosi come fosse possibile che avesse accumulato talmente tanto potere da pochi esseri.

Forse sul pianeta di Neo Namecc era riuscito anche ad allenarsi dopotutto.

Chi poteva dirlo?

“Credi che dovremo aiutarlo?” Soffiò Gohan verso il padre che negò con il capo.

“Lo sai benissimo che Vegeta preferirebbe morire piuttosto di ricevere da noi un aiuto.”

“Quel testone…” Digrignò i denti il mezzo sangue.

“E poi sono sicuro che se la caverà…presto, aiutiamo queste persone a levarsi sti cosi” Goku e gli altri cercarono di aiutare più persone possibili, ma purtroppo era impossibile finchè la luna era alta nel cielo e i suoi raggi continuavano a fomentare in loro quel processo di auto distruzione.

*

Un boato echeggiò nella valle facendo alzare gli occhi al cielo increduli.

Qualcuno aveva appena distrutto la luna e i suoi detriti stavano precipitando sul pianeta Vegeta-sej ad una velocità incontrollata.

Alcuni piccoli meteoriti raggiunsero anche la base con le navicelle parcheggiate ed allineate in maniera millimetrica distruggendole quasi tutte.

Bulma strabuzzò gli occhi e per poco non svenne.

Come del resto gli altri terrestri che li avevano appena raggiunti.

“E ora come faremo a lasciare questo stupido pianeta?” Chiese Chichi mordendosi le labbra, se solo avesse avuto i suoi vecchi abiti invece di quella tuta da combattimento saiyan troppo stretta per lei, ora starebbe masticando la sua pashmina color arancio.

Già…era successo l’irreparabile.

L’unica navicella che li avrebbe condotti fuori di lì e riportati sulla Terra era stata danneggiata e Bulma insieme a Mai erano andate a controllare la situazione.

Quando uscirono di lì con i volti affranti i terresti capirono subito che avrebbero dovuto trovare qualche altra soluzione per lasciare per sempre quel pianeta senza farci mai più ritorno.

“Potremo sempre chiedere a Goku di tele trasportarci sul pianeta Terra.” Propose Yamcha.

“Il tele trasporto funziona solo se riesce a percepire l’aura di qualcuno.” Rispose Goten.

“Già è vero…come quella volta che aveva chiesto a me di aumentare la mia forza in modo da far arrivare prima lui e mio padre sulla Terra.” Continuò Trunks facendo ricordare ai presenti quel particolare.

“Potremo chiedere a MajinBu di fare la stessa cosa o a Junior” Ipotizzò il figlio più piccolo di Goku.

“E sentiamo piccoli geni…come li contattiamo?” Domandò una Bulma isterica.

“A quello potremo pensarci io.”

“WHIS!!!” Urlarono tutti all’unisono voltandosi verso l’angelo.

“Ma…ma che ci fate qui? Lord Beerus non doveva andare in letargo?” Chiese Yamcha sorpreso di vederlo lì.

“Lord Beerus ha preferito venire a controllare la situazione di persona, non riusciva a chiudere occhio.” Spiegò con il solito tono calmo e spensierato.

“Quindi significa che è qui?” Continuò Chichi.

“Esatto!” Affermò con assoluta fermezza.

Bulma si avvicinò a lui con due ampie falcate “Qualche idiota ha distrutto la luna” Indicò con l’indice l’enorme vuoto sul cielo “…e ha fatto precipitare i detriti quaggiù distruggendo il nostro unico mezzo di trasporto.”

Whis sorrise non dando peso alle sue parole “Oh! Oh! Oh! Ma è stato il dio della distruzione a farlo, per impedire a Re Vegeta di aumentare la propria potenza in maniera esponenziale.”

“Eh! Eh! Non volevo dare assolutamente dell’idiota, è una parola che mi è sfuggita…sono sicura che Lord Beerus avrà avuto delle ragioni più che plausibili…” Poi ripensò per un nano secondo a quanto appena ascoltato “…che intendi che Re Vegeta stava aumentando la sua potenza, per caso traeva forza dalla luna?”

Whis sospirò “Non proprio…in pratica i saiyan a causa delle vostre cellule iniettate nei loro corpi non riescono a trasformarsi facendogli letteralmente scoppiare la testa in aria. E Re Vegeta con degli speciali braccialetti riusciva ad incanalare la loro forza una volta morti.”

Bulma corse dietro una monoposto a vomitare la cena, la scena raccapricciante che Whis le aveva appena descritto non era tra le migliori e il suo relativo stato interessante non aiutava per niente.

*

I lamenti terminarono non appena la luna venne fatta brillare e le scie di luce lasciavano lentamente quel pianeta per dirigersi nello spazio aperto, ovviamente s’intende i meteoriti che non erano atterrati sul pianeta.

“NOOO!” Urlò Re Vegeta messo ormai in scacco.

Niente luna, niente saiyan morti.

Niente saiyan morti, niente più energia.

“Lord Beerus!” Esclamò Goku vedendolo volteggiare alto nel cielo per poi scendere accanto a loro.

“Lord Beerus!” Incalzò Re Vegeta deglutendo della saliva, non aveva di certo scordato il loro unico incontro.

“Io e te abbiamo ancora un conto in sospeso per quel cuscino…”

“Mi pareva ci fossimo già chiariti…”

“Si, è vero, ma sai…io sono una persona che porta rancore e che non dimentica facilmente le cose.”

“Cos’è? Vuoi farmi fuori solo per un inutile guanciale?”

“Io non farò proprio un bel niente…sono stanco e ho già il mio letto morbido che mi aspetta e sicuramente molto più confortevole di quello che mi avevi promesso tu.”

A Vegeta stava partendo un embolo pensando che quello era forse il momento meno opportuno per parlare di cose così frivole e soprattutto se passate da più di trent’anni.

Per fortuna la cosa passò prima che potesse iniziare a sbraitare e a prendere a schiaffi prima suo padre e dopo Lord Beerus.

“Lord Beerus, si sposti e mi faccia pareggiare i conti con mio padre.” Berciò il principe raggiungendo lo stadio di super saiyan god super saiyan, era stanco di rimanere ancora su quel pianeta.

Re Vegeta seppur potente, dannatamente potente per i suoi canoni, si ritrovò in una situazione più grande di lui, ormai resosi conto che non aveva scampo e che sarebbe perito in ogni caso direzionò un colpo al nucleo del pianeta, sterminando tutta la popolazione di sotto, sotto lo sguardo attonito di Goku, Gohan, Tensing, Crilin, Bardack e Radish.

Videro un lungo raggio dorato venir assorbito dal terreno prima di schizzare in alto allontanandosi il più velocemente possibile da quell’imminente esplosione.

L’onda d’urto generata aveva spazzato via le montagne, le foreste e un pezzo di palazzo reale, mentre nel resto del pianeta si crearono delle microfratture sul terreno facendolo ondeggiare come se fosse trasportato dai flutti del mare.

La risata malefica e sadica del sovrano del pianeta echeggiò lungo tutta la superficie e a volte veniva soffocata da delle piccole esplosioni e dall’eruzione dei vulcani affiorati rendendo quello scenario apocalittico.

“SEI FORSE USCITO DI SENNO?” Grugnì il principe dei saiyan prendendo a pugni suo padre ridotto ad un fantoccio, non gli importava più nulla, perché tanto sarebbe morto nell’esplosione di quel pianeta.

“Svegliati figlio mio! Erano condannati fin dall’inizio.” Sputò del sangue dalla bocca.

“Avremo trovato una soluzione, non serviva sterminare il nostro popolo!”

“Ah! Ora è il nostro popolo, fino a cinque minuti fa non t’importava di niente”

“Ed è ancora così. Ma non vedevo la necessità di ucciderli tutti”

“Ormai non mi servivano più…”

Bardack strabuzzò gli occhi “Che razza di bastardo!” Aveva intuito il suo scopo “…era il tuo piano fin dall’inizio!”. Il capitano si scagliò contro il suo re con l’intento di farlo fuori e fargliela pagare.

“Sei sempre stato quello più intelligente, perché credi che ti abbia promosso al grado di capitano? Solo che questo si è rivelato poi un’arma a doppio taglio…conoscendo il mio piano sei potuto arrivare alla soluzione senza alcun tipo di problema. Pazienza…errore mio…” Aprì le braccia per addossarsi tutta la colpa parlando in maniera non curante.

Goku che li guardava con fare perso chiese che gli venisse spiegata un po' quella situazione.

“In pratica al re non gli interessava nulla del popolo saiyan, ma pensava solo che grazie a loro poteva aumentare la sua forza in maniera esponenziale, ma non aveva fatto i conti che voi due eravate diventati più forti di qualsiasi essere nell’intero universo.” Spiegò Radish nella maniera più semplice possibile.

“Esatto! E ora anche voi perirete su questo pianeta…buaahahaha” Rideva sì, ma la sua faccia cambiò radicalmente espressione quando un braccio gli trapassò il torace.

Repentino, fulmineo.

Non ebbe il tempo di dire o fare qualcosa che velocemente sentì la vita scivolargli via di dosso.

“T-to-r-ne-ne-” Furono le sue ultime parole prima di precipitare senza vita lungo il baratro da lui stesso creato e che ora minacciava l’esplosione del pianeta.

Vegeta osservò il suo braccio grondante di sangue.

*

“Non riusciremo ad andarcene via di qui in tempo, dobbiamo guadagnare tempo cercando di rallentare il processo di esplosione.” Intervenne Whis per controllare come fosse la situazione sul campo di battaglia.

“Non è possibile questo!” Esclamò Vegeta.

“Grazie alla mia magia si, però…”

“Però cosa, avanti parli Whis!” Lo invitò il principe.

Whis sospirò, non gli piaceva per niente quello che stava per dire “Dovrò creare una sfera contenitiva, l’unico problema è che se io mi allontano e non l’alimento con una fonte di potere risulterà tutto inutile.”

“Beh! Basterà che lei rimanga qui, facciamo salire tutti sul cubo e poi prima di lasciare il pianeta la veniamo a prendere.” Ipotizzò Radish.

“No mi dispiace, non funziona così…una volta avviato il processo di rallentamento, se io togliessi la sfera troppo velocemente, questa esploderebbe all’istante. Immaginatevi cosa succede ad una bottiglia di una bevanda gasata quando l’agitate troppo e poi togliete d’improvviso il tappo.”

Goku imitò un’esplosione con le mani e con un suono uscito dalla bocca.

“Esattamente quello succederebbe, Goku!” Gli confermò l’angelo. “Dobbiamo trovare qualcuno che rimanga a tenere fermo questo tappo.”

“Lo farò io!” Si propose Vegeta senza pensarci “…la sua magia è potente Whis e io sono l’unico in grado di trattenerla, poi mi farete resuscitare con le sfere del drago.”

“E’ inaccettabile usare ancora le sfere del drago, i Kaioshin non daranno mai il permesso, quindi il tuo piano è escluso.”

“Lo faremo noi!” Dissero all’unisono Radish e Bardack.

“No, perché voi?” Chiese Goku affranto “…vi ho appena ritrovati…non è giusto.” Gohan gli mise una mano sulla spalla per confortarlo.

“Noi siamo già condannati…non vogliamo vivere dei parassiti per il resto della nostra vita.” Spiegò Bardack.

“Già…ti immagini se mentre sono lì con una bella donna…” Il suo sguardo catturò quello fulminante di C18 “…e svengo, che figura ci faccio!” Radish trovava sempre il modo per smorzare la tensione.

“Mi spiace sia andata così, Kakaroth! Ti auguro il meglio.”

“Anche io…” Lo abbracciò d’istinto, e Bardack gli posò la mano sulla schiena.

“Non è giusto!” Piagnucolò Gohan.

Poi venne il turno di Radish che riluttante gli disse che se lo avesse anche solo sfiorato lo avrebbe ucciso all’istante.

“Non vorrei interrompere il quadretto famigliare, ma qui esplode tutto” Berciò Vegeta.

Whis senza perdere ulteriore tempo creò la sfera dai riflessi viola facendola aderire all’enorme cratere.

Bardack e Radish con l’imposizione delle mani cercarono di tenerla più in basso possibile.

“Andiamocene!” Goku tele trasportò tutti alla base.

*

“PRESTO! SBRIGATEVI! SALITE TUTTI SUL CUBO!” Urlarono all’unisono i terrestri aiutando i compagni a montare sul cubo di trasporto celeste.

La terra tremava sotto di loro e i vulcani eruttavano lava e gas rendendo quasi irrespirabile l’aria.

Bulma che era rimasta ancora là fuori attendendo l’arrivo di Vegeta venne presa di peso da Yamcha e portata a forza sulla navetta.

“Lasciami andare subito!” Cercò di liberarsi dalla sua morsa che la stava trattenendo contro la sua volontà.

“Non pensi al bambino che porti in grembo? Se ti succedesse qualcosa Vegeta non ce lo perdonerebbe mai!” Le spiegò l’ex fidanzato rivolgendosi a lei in maniera autoritaria e ferma, forse per la prima volta in tutta la sua vita.

Aveva ragione e Bulma lo sapeva bene, ma pensare suo marito là fuori in quel caos infernale non la rassicurava per niente.

Unica nota positiva era che c’era Goku con lui, il quale aveva rispedito Gohan presso il punto d’incontro, nemmeno stessero facendo un’evacuazione antincendio da un edificio in fiamme…peggio! Si trovavano tutti su di un pianeta pronto ad esplodere, una situazione che alcuni di loro avevano già provato.

“Eccoli!” Urlarono Trunks e Goten incollati sul vetro attendendo il ritorno degli altri.

I restanti membri del gruppo erano comparsi dritti davanti a loro e non appena furono al sicuro, il cubo iniziò a salire per far ritorno sul pianeta Terra.

*

Lord Beerus, su richiesta di Vegeta, uscì da cubo di trasporto quando questi fu abbastanza lontano da non restare coinvolto nell’esplosione.

Il principe dei saiyan aveva chiesto al dio della distruzione di non far soffrire Bardack e Radish che si stavano sacrificando per loro, perché potessero tornare tutti alle loro vite normali.

Lord Beerus acconsentì senza obiettare, mise le mani in posizione avanti e creò una sfera di energia pronta a colpire il pianeta Vegeta-sej “Distruzione!” Pronunciò poi.

*

Continua

*

Angolo autrice: Buongiorno a tutti…chiedo scusa, ieri mi ero dimenticata di aggiornare, e contro ogni previsione credo che l’Epilogo lo pubblicherò lunedì…scusatemi, ma è una settimana impegnativa.

Vi mando un forte abbraccio e vi auguro un buon week end di Ferragosto.

Erika.

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


Ciao a tutti i miei cari lettori, questa volta vi metto i ringraziamenti all’inizio.

Sapete già che sono di poche parole, quindi partiamo subito con il nominare chi mi ha sempre fatto sapere che cosa ne pensava:

*

sweetlove - Teo5Astor - Eevaa: grazie davvero per esserci sempre stati, il vostro supporto, il vostro entusiasmo è stato fantastico  e grazie anche per aver seguito la storia con interesse non abbandonandola mai.

*

E come sempre un immenso GRAZIE a tutti voi che avete letto silenziosamente, a chi ha inserito la storia tra le PREFERITE, SEGUITE e RICORDATE.

Ora vi lascio al breve epilogo, e spero mi farete sapere se ne è valsa la pena scrivere questa storia.

*

Vegeta-Sej

*

Capitolo 27 – Epilogo

*

Tornare sul pianeta Terra non era mai stato così devastante.

Eppure era la loro casa.

Nessuno in quella mezz’ora aveva tentato di dire o fare qualcosa, ognuno dei presenti era rimasto immobile nel proprio posto.

Chi con gli occhi chiusi per non piangere.

Chi urlava internamente.

Chi si sentiva un emerito incapace per non essere riuscito a salvare Radish e Bardack che si erano sacrificati per loro per permettere di vivere quell’esistenza che ai due saiyan era stata negata così presto e per la seconda volta.

Certo, erano già condannati, però se fossero tornati sulla Terra assieme a loro, Bulma e suo padre avrebbero potuto trovare una soluzione alla loro condizione fisica.

Vegeta non escludeva comunque che una volta sistemati, avrebbero preso armi e bagagli per partire alla volta dello spazio in qualche angolo sperduto, oppure, si sarebbero trovati talmente bene sulla Terra da chiamarla casa.

Ma ormai erano inutili parole sussurrate al vento e trasportate lontano.

Bardack e Radish non c’erano più, periti in maniera eroica contro ogni aspettativa.

Un saiyan non muore mai per gli altri, muore per sé stesso, per evitare di essere catturato e ucciso dai nemici, ma mai per dare la possibilità a degli sconosciuti di salvarsi.

Ma loro due erano sempre stati diversi.

Bardack dentro di sé portava un animo nobile essendo sempre stato considerato una terza classe, e anche Radish che lo nascondeva sempre perfettamente grazie ai suoi modi riluttanti e vili.

“Qualcuno vuole dire qualcosa?” Chiese Crilin parlando molto lentamente spezzando quel silenzio che si era creato all’interno del cubo di trasporto.

E come volevasi dimostrare nessuno aveva avuto il coraggio di proferire parola.

Fu Pan a parlare per loro, o meglio a piangere, sembrava che il suo vagito fosse la trasmigrazione di tutte le lacrime che i presenti trattenevano a stento.

Videl cercò di cullarla e calmarla come poteva, ma fu quando la prese Gohan tra le sue possenti braccia che la piccola si addormentò beatamente.

*

Vegeta se ne stava in disparte, e la voglia di spaccare un lato del cubo di trasporto celeste e scappare lontano da tutto e da tutti era tanta, ma era inutile far collassare quella protezione uccidendo tutti i presenti compreso lui.

Tra pochi minuti sarebbero atterrati sul pianeta Terra e da lì sarebbe potuto andare dove cavolo voleva, anche rintanarsi nel più remoto angolo per giorni e giorni in assoluta tranquillità isolandosi dal resto del mondo.

In silenzio.

In preghiera.

No, Vegeta non pregava mai e non piangeva i morti.

I saiyan non avevano quella tradizione, si limitavano a bruciare i corpi o ad abbandonarli se morivano in battaglia su altri pianeti, ci avrebbero pensato gli abitanti a togliere la spazzatura.

Solo a chi apparteneva ad un alto rango veniva celebrata una funzione e il corpo inumato.

Bulma non osò avvicinarsi vedendolo ridotto in quello stato.

Da fuori sembrava starsene come sempre per conto suo con gli occhi chiusi, ma sapeva benissimo che dentro era in conflitto con sé stesso.

Finalmente arrivarono sulla Terra ed atterrarono nel giardino della Capsule Corporation, e anche se erano affamati, gli dei preferirono ritornarsene nel loro pianeta, Lord Beerus doveva fare il suo riposino ed era già in ritardo, colpa di quel piccolo inconveniente.

“Allora ci vediamo, grazie mille per il passaggio.” Mormorò Goku.

In quei casi sarebbe stato cortese ringraziare con una stretta di mano o un gesto simile, ma il saiyan dai capelli a palma non era solito nelle buone maniere.

“Di nulla.” Rispose Whis con riverenza.

“Andiamo, Whis. Sono stanco” Berciò il dio della distruzione salendo sul cubo.

I presenti lo videro alzarsi alto nel cielo per poi sparire poco.

*

Gli amici si erano tutti riuniti in giardino per i convenevoli finali, pronti a ritornare alle proprie dimore per riposarsi, e vani furono i tentativi di Bulma che aveva insistito perché i presenti restassero a cena da loro.

“Hai bisogno di riposare!” Aveva incalzato Chichi facendo riferimento al suo stato interessante.

“Avrò tempo per farlo.” Non era vero, fino alla fine della gravidanza si sarebbe buttata sul lavoro, per colpa di quell’inconveniente aveva lasciato indietro troppo progetti che sicuramente l’anziano padre non aveva portato avanti, se non per pochi passaggi e pochi collaudi.

In più mancava anche Mai, che di solito si occupava di provare le macchine, come facesse una bimba della sua età a fare quello che faceva era sempre stata un’incognita.

Poco importava comunque.

Meglio non fare troppe domande.

“Ci dispiace Bulma, ma dobbiamo andare da Marron.” Continuò Crilin a malincuore perché una serata spensierata in compagnia era quello che ci voleva in quel momento.

Anche Yamcha e Tensing si unirono al coro di disdette, anche se a Yamcha non gli sarebbe dispiaciuto restare un altro po', ma poi se la sarebbe dovuto vedere con Vegeta e quell’individuo non gli era mai andato a genio, per diverse ragioni.

“Faremo un’altra volta, Bulma!” Disse Goku portandosi due dita sulla tempia per sparire qualche secondo dopo assieme a tutta la sua famiglia.

All’azzurra non restò altro che entrare in casa percorrendo il vialetto illuminato scortata da Trunks e Mai, Vegeta era rimasto in giardino, immobile con il viso rivolto verso le stelle.

Bulma sospirò mentre gli lanciò un’ultima occhiata prima di chiudere la porta, chissà quando sarebbe ritornato.

Sapeva bene che suo marito era solito a sparire quando subiva un trauma di qualunque tipo, e quello lo era.

La prima volta che il suo pianeta natale era esploso per mano di Freezer lui non c’era, non lo aveva visto disgregarsi in tanti pezzettini che si sarebbero propagati nell’universo, alcuni cadendo nei pianeti vicini, altri vagando senza meta, forse vagano ancora.

Era stato un duro colpo vederlo esplodere e sgretolarsi, perché Bulma era convinta che fosse quella la causa del suo disagio.

“Vuoi che ti prepari un bel bagno caldo?” Propose Mai.

Bulma sospirò, non lo voleva fare, ma dio solo sapeva se aveva bisogno di abbandonarsi nell’acqua calda e profumata per qualche minuto rilassandosi e sgombrando la mente da mille preoccupazioni.

Alla fine cedette “Grazie, Mai.”

La corvina salì velocemente le scale seguita da Trunks “Ti porto gli asciugamani” Propose il lilla sorridendole.

*

Terminato il bagno, scese in cucina a mettere qualcosa di commestibile sotto i denti, la pancia brontolava e il bambino doveva cominciare a mangiare qualcosa di sano ed equilibrato, poi il giorno dopo avrebbe preso appuntamento con il medico che l’aveva seguita con la prima gravidanza per fare degli accertamenti ed ecografia.

Escludeva a priori che Vegeta sarebbe andata con lei, ma poco le importava. Bugiarda! Le importava eccome, ma in tutti quegli anni aveva imparato a conoscere suo marito e a capire che certe cose non erano per lui o da lui.

Ma quando aprì la porta della camera da letto ed accese la luce sussultò e per poco non cacciò fuori un urlo.

Sul letto, supino, c’era lui.

“Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?” Gli chiese rimanendo in piedi sulla sponda del letto.

Vegeta roteò la testa per guardarla meglio “No, non ho fame.”

Allora Bulma chiuse la porta e si coricò accanto a lui.

“Ti credevo in qualche luogo ostile alla vita.”

“A che pro, scusa?”

“Beh…il tuo pianeta…RadishBardack…”

“Non devi più preoccuparti di niente…non torneranno.”

“Non intendevo questo, ma…”

“Non pariamone più.” Tagliò corto dandole le spalle.

Bulma deglutì “Domani prenderò appuntamento per dei controlli.”

“Stai male?”

“No, ma è normale farlo quando si è in gravidanza.”

Era ovvio che Vegeta non lo sapesse, non c’era quando Bulma aspettava Trunks.

Mmm…” Mugugnò.

“Posso chiederti una cosa?”

Mmm…”

“Che avresti fatto se il tuo pianeta non fosse esploso e Radish e Bardack sarebbero stati ancora vivi?”

Vegeta si portò di nuovo supino ed osservò il soffitto illuminato di raggi lunari.

“Inutile pensare ai ma e se…bisogna guardare sempre avanti, mai indietro, e ora per i prossimi mesi ed anni ne avremo di cose di cui occuparcene.”

Vegeta le mise una mano sul ventre percependo un piccolo tepore, una speranza per il futuro.

*

FINE

*

Angolo autrice: Buongiorno e buon lunedì…chiedo umilmente perdono, dovevo pubblicare venerdì, ma tra una cosa e un’altra non ci sono riuscita…chiedo venia.

Siamo giunti alla fine di questa avventura e io spero vivamente vi sia piaciuta, ho cercato di far combaciare tutto alla perfezione e curare i minimi dettagli, ma devo confessarvi che sempre non è stato facile.

Ora comunque sto lavorando ad una nuova storia, scaletta e primo capitolo sono già stati buttati giù, il più sarà trovare il tempo per la stesura, in quanto la long su Miraculous (non ancora pubblicata) mi sta assorbendo molto tempo.

In ogni caso vi do appuntamento a settembre 😉

Vi mando un forte abbraccio, Erika

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