il Duca Nero e la leggenda di Zeinda (IN STESURA)

di pokas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove tutto è finito ***
Capitolo 2: *** The legend of Zeinda ***
Capitolo 3: *** Un ragno a sei zampe? ***
Capitolo 4: *** Origamio ***
Capitolo 5: *** Alleato inaspettato ***
Capitolo 6: *** La paura è per tutti ***



Capitolo 1
*** Dove tutto è finito ***


POV Kap
 
Il vento soffiava forte sull'alta torre ad est del castello.  Il sangue si gelò nelle vene mentre le mie ginocchia crollarono davanti al Duca Nero,  con sadico sorriso ordinò al suo soldato di uccidermi ed io chiusi gli occhi accettando il mio destino.  Solo in quel momento capí tutto e iniziai a ripensare a come l'avventura era cominciata. 
La tiepida luce del tramonto non entrava dalle alte finestre del castello e l'ultimo ricordo che avevo era la sua voce. - d...  Dove sono? -  si chiese la ragazza,  aprì gli occhi e vidi per la prima volta i suoi capelli rossicci e una striscia di sangue colare da una ferita. Sono di certo una persona altruista, troppo dicono in molti,  ma non riesco a trattenermi.  -Tutto bene? - chiesi apprestandomi ad aiutarla ma ahimè ricevetti un cazzotto in pieno volto. -Tu chi sei?!- chiese mettendosi sulla difensiva
-tranquilla, io mi chiamo Kap. Tutto bene?-  insistetti io.  La pelle bruciava e la testa mi girava come dopo un giro sulle montagne russe, ma il mio unico pensiero era il prossimo.  Come il più sicuro degli esploratori si alzo e con la saliva si pulì la ferita. I miei occhi non potevano che osservare la ragazza e lo strano posto in cui ci trovavamo.  -Bhe...  Come ti chiami?-  chiesi per instaurare un rapporto di collaborazione
-sono più prudente di te e non te lo dico, ora se vuoi scusarmi io me ne vado a cercare l'uscita- concluse diffidente girando i tacchi per andar via. -Aspetta... Cerchiamo di collaborare, almeno ti ricordi qualcosa prima di ritrovarti qui?- chiesi, lei si fermò e senza girare le dritte e fiere spalle mi rispose ancor più diffidente -no,  ma anche se ricordassi,  non mi fiderei di dire a te i fatti miei-.  Il castello non era uno dei luoghi migliori per andare in esplorazione da soli -Hey aspettami, potrebbe essere pericoloso...-  dissi avvicinandomi a lei. La sentì ridacchiare - va bene, potrebbe tornarmi utile uno scudo umano- disse avviandosi. 
 
-Almeno ora mi dici come ti chiami?- chiesi ormai stanco di tanta diffidenza
-no, chiamami Doppia R al massimo- rispose acida
-nome bizzarro ma suppongo sia inutile chiederti il suo significato- borbottai rassegnato.  Il mio occhio cadde sulle pareti,  erano illuminate da fiaccole -certo che è stata un scelta strana quella dei rapitori,  siamo nel nuovo millennio e ci buttano in un posto medievale e mal ridotto come questo- dissi cercando di trovare un argomento di cui parlare
-pareti alte, finestre non troppo larghe stile gotico oserei dire- osservò Doppia R. Mi guardai in giro cercando di intravedere nell'ombra probabili uscite -vedi che dovrebbe essere lì dietro- mi disse Doppia R - così facile? Ci hanno buttati in un posto simile e mettono l'uscita a due passi?-  borbottai sospettoso
-apri e basta- disse lei in tono scocciato
-come vuoi...-  dissi spalancando il portone.  La tiepida luce del tramonto mi investi e due occhi rossi mi pietrificarono. L'odore solfureo invase i miei polmoni e la paura mi sbiancò.  Un forte colpo mi buttò a terra e la sua voce mi distrasse da ogni timore -vedi una bestia simile e te ne stai lì a guardarla?!-  mi richiamò Doppia R mentre teneva chiusa la porta. Una fiammata viola entrò da sotto la porta e poi scomparve. -c... Che cos'era?-  chiesi alzandomi da terra
-un drago direi- rispose Doppia R pulendo le scarpe dalla polvere. -d.. Drago?!  Ma è impossibile!- pensai confuso
-comunque sia non è una via sicura, deve esserci un'altra strada usata dai reali per fuggire in caso di pericolo- disse Doppia R allontanandosi
-ma questo posto è enorme,  come facciamo?- chiesi avvicinandomi
-si esplora- rispose con sguardo fiero
-va bene ma non dividiamoci,  andiamo insieme verso la sala del trono ti va bene?- proposi convinto che potevamo collaborare
-no,  forse non hai capito che qui ciascuno gioca per se,  quindi ciao ciao-.
 
Quelle parole mi sorpresero -come no? Bhe… Non puoi impedirmi di seguiti- cercai di convincerla.  Con mia sorpresa reagì in modo molto più violenta, dalla tasca cacciò un coltello, rifiniture eleganti e un rombo rosso nella lama, l'acciaio brillava come il più prezioso dei tesori e la tensione si fece più concreta.  -vedi di non seguirmi- mi avvisò
-invece lo faccio- risposi con convinzione
-preferirei il drago a te- rispose seccata
-la porta è lì, va pure- la invitai io. 
 
Mai avrei creduto che sarebbe andata incontro a quel bestione,  armata solo di un coltello.  Lei  spalancò la porta e poi la richiuse alle sue spalle scomparendo nella polvere.
 
POV Doppia R
 
Il buio, ricordo solo quello prima di vedere lo sguardo spaventato di Kap, ero stufa di svegliarmi sempre lì, in quell'atrio sporco e oscuro, e soprattutto non mi aspettavo di trovare qualcuno, dopo tanto tempo dall'ultima volta. Conoscevo quel posto, o più che altro avevo avuto abbastanza tempo per visitarlo, anche se effettivamente molte cose mi erano sconosciute, strani messaggi sulle pareti, rumori molesti e tanti, tantissimi corpi scheletrici al di fuori delle porte del castello. Ero arrivata lì molto tempo prima di Kap, avevo imparato a sopravvivere e mi infastidiva che lui si preoccupasse per me, sapevo cavarmela da sola e forse in fin dei conti non avrei mai creduto che lui potesse essere utile.
 
Quando entrambi ci riprendemmo mi misi in cammino verso l'uscita più vicina, o più che altro la meno rischiosa. Sapevo bene cosa c'era lì fuori, un enorme drago con possenti zampe coperte da scaglie nere e occhi furiosi e brillanti da cui esce spesso una nebbia viola. Odiavo quella nebbia, era come una malattia che mi debilitava ogni volta che mi colpiva, e forse mandai Kap fuori per questa ragione, per vedere se riusciva a cavarsela, ma un brivido di freddo mi percorse la schiena ed istintivamente lo salvai.
 
Odiavo quella parte di me, sapevo che salvare lui sarebbe significato morte per me, sapevo bene che da quel castello poteva uscire una sola persona, eppure mi sono gettata in suo soccorso, e non avrei mai accettato una simile umiliazione. Sono orgogliosa, sempre stata così, e pur di non affrontare l'idea di essere stata debole, di essermi messa in gioco per uno sconosciuto, decisi di uscire ed affrontare il drago.
 
Le sue possenti ali coprivano il rossastro del cielo di sera, sembrava andare in fiamme mentre dalle fauci mi scagliò una sfera viola infuocata, la schivai correndo per poi nascondermi dietro ad una rientranza delle mura che circondavano il castello. -un Gore Magala come te sa solo usare questi trucchetti miseri?- chiesi schivando un'altra sfera, ma il drago rimase immobile a ringhiare mentre mi fissava. Mi fermai anche io e nei suoi occhi riuscì ad intravedere una parte di quel mostro che in fin dei conti mi assomigliava, era diffidente, furioso, solo.
 
Lasciando l'arma a terra mi avvicinai lentamente -hey… non avere paura- dissi avvicinandomi di più, lui iniziò ad agitarsi -stai calmo…- dissi mettendomi una mano dietro la schiena per tenermi pronta ad un eventuale attacco. Indossavo sempre un mantello che nascondeva una possente arma che tenevo sulla schiena, un falcione insetto, o così credo, è tutto ciò che ho trovato su dei vecchi libracci della biblioteca, anche se effettivamente era un'arma incompleta senza il così detto kinsetto di supporto. Mi ci ero trovata bene, potevo saltare, ferire, marchiare e persino cacciare gli uccelli che volavano sul castello, bastava mirare e sparare come avrei fatto con un fucile, gli uccelli cadevano e morivano per il colpo della caduta. Io accendevo di solito il fuoco con i mobili di legno lavorato dell'atrio o con dei vecchi e inutili libri della biblioteca.
 
Il Gore continuò ad agitarsi e non appena io mi avvicinai invece che sparare una sfera infuocata mi prese alla sprovvista e mi colpì con la coda. Volai via indolenzita e finì per sfondare il grande portone di ingresso. Vidi Kap fissarmi sorpreso e prendere al volo il mio braccio per trascinarmi dietro le porte, il drago era troppo grande per entrare e pur potendo sfondare il castello, il Duca Nero non glielo avrebbe mai permesso, infatti lo richiamò a se. Ero stata colpita da quella nebbiolina sottile e simile a polvere, sentivo il dolore alla schiena per il colpo e sentivo persino i polmoni saturi di quella polvere, ma non dissi nulla, sapevo che bastava restare sdraiati e sarebbe passata, come sempre.
 
Da dietro la porta intravidi il drago spiccare il volo e l'unica parola che mi usci fu -diado- mentre nemmeno calcolai il povero Kap che bianco in volto si era messo davanti a me per proteggermi.

 

 

 

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Capitolo 2
*** The legend of Zeinda ***


POV Kap
 

Che diamine di giornata mi era capitata. Ero uscito da lavoro per tornare a casa e badare ai miei nipoti, mi rendevano lo zio più felice del mondo, ma erano dei tornado incontrollabili.

Si erano messi in testa di voler partecipare ad un mercatino delle pulci perché erano affascinati dall'idea di trovare qualche videogioco maledetto come spesso parlano le creepypasta, nonostante passassi molto tempo a dire loro che queste cose non sono possibili, mi ci trascinarono a suon di suppliche.

 

Arrivati al mercato li lasciai liberi come cani al parco, erano abbastanza grandi da badare a se e poi era un piccolo mercato di quartiere e ci si conosceva tutti.

Mi guardai in giro e subito vidi diversi stand familiari, ma il più bello era un grosso stand che permetteva di assaggiare della squisita fonduta.

Era un macchinario enorme al centro di un tavolo, era una fontana di formaggio fuso che poi veniva arricchito dalla cuoca di turno. Amavo mangiare lì, anche se gli occhi verdi e felini della cuoca che mi fissavano in cerca di un'opinione mi fecero sentire strano. -allora? Amicio? Hai qualcosa da dire?- disse la ragazza sistemandosi la ciocca di capelli biondi

-buono, grazie mille- risposi e stranamente mi sentivo come più forte, come se mangiare mi rinvigorisse. Quando la cuoca si allontanò al suo posto venne un enorme uomo panciuto che sorridendo preparò dell'altra fonduta per altri ragazzi.

 

La fiera che comprendeva il mercato era una cerimonia alla quale partecipavano tutti i ragazzi che diventavano maggiorenni per mostrare la loro virilità, non erano riti strani o sacrifici animali, era solo una cerimonia per spingere i giovani a diventare parte attiva della comunità.

Tutti in realtà miravano ad indossare il sommo sigillo, un medaglione che le generazioni si tramandano, è così antico che alcuni dicono sia una reliquia di drago, e che quel medaglione non fosse altro che una sua scaglia. Su quella scaglia c'erano così tante storie che in effetti nessuno più ci credeva, ma era comunque il nostro simbolo.

 

Tra gli stand del cibo vidi persino il signor Luigi con la moglie Margherita che vendevano i funghi della loro tenuta in campagna, erano molto diversi tra loro, lui un baffone con una salopette blu, maglia e cappello verdi, lei invece vestiva sempre in modo più sportivo, ma entrambi di solito avevano dei guanti bianchi per evitare di sporcarsi con i funghi. -buongiorno- dissi salutandoli

-ah Kap, è bello rivederti in giro, ultimamente il lavoro ti obbliga a stare a casa sfinito, quando verrai con noi a caccia di funghi? Te la cavavi bene, per non parlare del tuo buon occhio per i fossili ragazzo- disse Luigi facendo l'occhiolino

-infatti, dici sempre che c'è una piccola fessura che ricorda una stella quando c'è un fossile, ma forse non ho mai ben capito cosa intendi per piccola stella. A proposito, sei passato all'osservatorio la settimana scorsa? Rosalinda ha fatto una conferenza con Celeste sulle stelle che si vedono dalle nostre parti, l'evento dura fino alla settimana prossima, dovresti andarci- mi consigliò Margherita sorridendo.

Erano una coppia molto felice. Spesso con Luigi c'era il fratello Mario, che però spesso era fuori città per aiutare la moglie con la nuova casa che stavano costruendo.

 

La zona del cibo circondava un piccolo palcoscenico dove si esibirono diverse persone anche di città lontane.

Tra e più affascinanti in programma vi era l'esibizione di arti marziali di Ken, Ryu e Chun-Li, erano formidabili anche se effettivamente mi fece sorridere la presentazione del conduttore -un americano, un giapponese e una cinese salgono sul palco…- esordì, sembrava una barzelletta.

 

Dopo aver mangiato mi diressi con i miei nipoti a vedere diversi stand adibiti invece o alla vendita di oggetti usati o a simpatici giochi tipici delle fiere.

Vi era uno stand che faceva sparare alle anatre e se fallivi spuntava un cane che ti rideva in faccia, vi era poi un gioco che aveva come scopo riempire il più velocemente possibile due tazze con delle facce cartonesche, mi ricordavano i primi cartoni di Topolino. Le tazze si muovevano e per riempirle bisognava usare solo un cucchiai da tenere con la bocca.

Vi era anche uno stand dedicato completamente alla pubblicità del nuovo libro di avventure "Daring Do e la saccheggiatrice di tombe" un libro piuttosto avvincente secondo la critica.

 

Tra le diverse cose inutili che molti vendevano, il mio occhio cadde su un vecchia cartuccia per 3DS dal titolo strano e sconosciuto di "the legend of the Zeinda: a dark link between two worlds" e sotto vi era una piramide capovolta fatta con tre triangoli neri. -Hey amico ma questo è uno scempio, il gioco dovrebbe essere la leggenda di Zelda, non Zeinda, per non parlare del simbolo in se, va bhe che nel gioco la triforza così c'è, ma non posso credere che si vendano ancora copie tarocche di un gioco bello come "a link between two words", schede simili potrebbero danneggiare persino una console delicata come il 3DS, per non parlare della delusione di più piccoli- criticai io.

Conoscevo bene la serie di the legend of Zelda, e avevo trovato inaccettabile che si spacciasse quel giochetto tarocco per un grande classico. Il ragazzo dietro al bancone non disse molto, mi lasciò sfogare poi con un sorriso mi invitò a seguirlo

-mi rendo conto che tutto ciò può sembrare strano, ma ti assicuro di aver provato io steso il gioco e funziona a meraviglia, si dice in realtà che sia solo un gioco di parole il titolo e che questo sia il pezzo mancante della storia di the legend of Zelda, pensaci, nessuno sa realmente cosa sarebbe successo se Link avesse fallito e Hyrule fosse rimasta per sempre nell'oscurità. Provalo per cinque minuti, se non lo troverai appropriato lo tolgo dal bancone e poi andrò all'isola ecologica a gettarlo- disse facendomi entrare in una tenda che usavano molti come magazzino.

 

Il ragazzo sembrava innocuo, lo era in realtà, ma era il gioco ad essere pericoloso, non appena lo accesi mi ritrovai a combattere contro il demone Ganon, un bestione che dei miei tre cuori di partenza si fece un boccone e il tutto si concluse con la scritta game over -che diammine? E io come dovrei giocare?- pensai ma un suono elettrico proveniente dalla console mi fece sobbalzare, la figura pixellosa di Ganon si fece più nitida, fino a sembrare una vera e propria fotografia, poi comparirono delle parole -benvenuto a Zeinda- dopo di ciò mi ricordo solo di essere caduto dalla sedia e di aver battuto la testa.

 

POV Doppia R

 

Odiavo quel posto, lo odiavo troppo, era una prigione ed io ero l'unica originaria di quel luogo, ma non ero mai sola. Ogni anno arrivava un ragazzo, ogni volta veniva gettato dalla cima delle mura e ogni volta toccava a me vedere che orribile fine faceva perché non sapeva difendersi. Si dice sempre che quado compare uno straniero in un mondo strano come il mio significa che è il segno che è giunto l'eroe, un cavaliere puro che avrebbe liberato Zeinda dal Duca Nero riportando la pace nel regno, ma a quanto pare non è mai così, ogni persona esterna a Zeinda finisce male e dopo un po' mi stancai di credere che qualcuno potesse salvare il regno, eravamo tutti finiti da quando la famiglia reale era stata sottomessa dal Duca.

 

Ci passai così tanto tempo in quel luogo che alla fine mi arresi e mi misi ad esplorare i piani inferiori, niente di particolare, se non la biblioteca, un postaccio, anche se in fin dei conti mi sentivo bene lì, una specie di piccola lucetta mi seguiva aiutandomi a leggere mentre faceva buio, mi teneva compagnia anche se non sembrava.

 

Tra i tanti libri mi imbattei in tutte le leggende inutili del grande cavaliere -stupidaggini! Solo stupidaggini!- urlavo ogni volta che leggevo la solita frase che concludeva la leggenda -e così vissero tutti felici e contenti… col cazzo che accadrà, questo posto è maledetto! Maledetto da sempre, da quando questa stupida famiglia decise di piazzare la tenda nelle Terre Selvagge!- borbottai prendendo l'ennesimo libro per poi bruciarlo e cuocere qualche topo che avevo catturato, gli uccelli non sempre si facevano vivi nelle Terre del Nord, una pianura desolata tra alti monti, una terra perfetta per dei mostri, non per degli abitanti. Ma i draghi andarono via quando il re decise di insediarsi, si dice che siano stati i Draghi Anziani a donare al nostro regno le quattro gemme del potere, le uniche a portare la pace nel regno, ma dopo l'attacco del Duca Nero, anche l'ultima luce di speranza cessò di brillare, i mostri tornarono, ma il Duca con il potere nelle sue mani mise in schiavitù i draghi, tutti cessarono di combattere.

 

Ero così stanca di leggende che mi spostai su altri libri, alcuni parlavano di ricette speciali con ingredienti tipici di Zeinda, altri invece parlavano di speciali pozioni o armi dagli effetti unici, poi vi erano canzoni dai poteri magici e soprattutto la leggenda migliore di tutte, il rito dei Rider, persone dal cuore puro e capaci di stringere un legame con i mostri delle Terre Selvagge, e il re fu il primo Rider motivo per cui i mostri vissero con noi in pace.

 

Ero davvero interessata a tutto ciò che aveva qualcosa di diverso dalla classica storia sulla principessa in pericolo e l'eroe che la salva, soprattutto ai libri sui Rider che insegnavano la base della comunicazione con i mostri, più facile del previsto. Mi appassionai ai libri di diverso tipo, ma preferivo i libri sulle armi, avevo bisogno di creare armi per difendermi e difendere il probabile eroe, così l'avrei potuto accompagnare dal Duca e tutto avrebbe avuto finalmente fine.

 

Prima dell'arrivo di Kap percorsi spesso le mura in cerca di materiale da fondere e farne armi e ci riuscì, riuscì a fondere abbastanza minerali e armature vecchie da creare due spade corte affilate e meravigliosamente decorate, amavo l'attenzione per i dettagli.

Stavo cotando le lame quando dal lato delle mura accanto a me mi ritrovai addosso un ragazzo, Kap.

Lo trascinai dentro e poi mi misi a terra accanto a lui, non mi andava di spiegare a qualcuno che era in un mondo strano da solo, se mi fossi finta del suo mondo non sarei sembrata un nemico, ma le mie capacità di fare amicizia non erano tra le migliori.

Lo vedevo diverso dagli altri ragazzi, lui sembrava avere un'aura particolarmente familiare, e questo fu l'unico motivo per cui non feci di lui cibo per draghi.

 

Ripresa dal veleno del Gore Magala sapevo che sarei rimasta debole per molto tempo e forse lo aveva notato anche Kap che non appena cercai di alzarmi mi teneva stretta a se -che diamine ti è saltato in mente? Uscire per scontrarti con un drago, che persona irresponsabile che sei- mi sgridò Kap

-hey vedi di darti una calmata, non sei mio padre- risposi alzandomi anche se a fatica. In un angolo del castello avevo preparato una zona per dormire con i tendaggi e i tappeti di pelliccia -accompagnami lì che mi vado a riposare- gli dissi mentre lui mi alzò di peso e mi portò nell'angolo. Mi sentì strana ad essere sollevata con così tanta facilità, ma non avrei mai potuto ammetterlo -riposati, io penserò a te- disse lui sedendosi accanto a me

-non sei obbligato, lo sai- risposi

-si lo so, ma non posso di certo lasciarti qui da sola a soffrire, piuttosto, posso aiutarti?- chiese sorridendo

-se vai a cucinare sarebbe davvero utile, prendi alcuni di quei libri che ho messo sul tavolo e bruciali con qualche altra cosa, nel caso trovi qualche bel topo grasso, prendi questa e fallo alla fiamma, se ne trovi di più sarebbe stupendo- dissi dandogli una delle lame che avevo forgiato in più.

Lui si allontanò un po' confuso e schifato -non tutti i giorni gli capita di mangiare topo allo spiedo probabilmente- pensai ridendo.

 

Mi addormentai mentre lo aspettavo, ma poi una mano calda che mi toccava la fronte mi svegliò -che?- chiesi spaventata

-per fortuna non hai la febbre- disse Kap porgendomi un topo allo spiedo -è davvero necessario?- chiese poi schifato

-non abbiamo la minima idea di quanto staremo qui, tanto vale fare questo sacrificio- dissi aprendo in due l'animale, era ben cotto, l'ideale per riprendere le energie. Mentre io mi guastavo il topo lui si mise a leggere alcuni dei libri che erano nella pila degli scarti, i libri che parlavano del grande eroe in pratica.

 

-Wow, hai visto che belle storie? Davvero ci sono così tante storie su questo eroe?-

-già, tutte storie stupide, la vera storia non la racconta nessuno. Secondo una leggenda che invece era su dei vecchi appunti che avevo trovato, si diceva che chiunque avesse osato entrare nelle Terre Selvagge sarebbe stato maledetto prima o poi, un potente stregone avrebbe allungato le sue mani su tutti i territori delle quattro regioni, Nord, Sud, Est e Ovest sarebbero finiti sotto il dominio di un solo re oscuro. Ma nessuno credeva alla maledizione perché il re doveva essere invece un Rider, un custode delle creature di questo regno e che quindi le stesse bestie selvagge avrebbero difeso Zeinda da ogni attacco- dissi coprendo il ragazzo con una pelliccia.

Avevamo lasciato il portone aperto, così da poter ammirare le stelle e riuscire a catturare qualche rapace notturno per evitare di cibarci di topi, ma gli uccelli che giravano attorno al castello oramai presidiato dal Duca erano solo condor e corvi, troppo furbi per farsi prendere dai miei colpi.

 

Nonostante la mia triste considerazione sulla leggenda, Kap non si lasciò abbattere -non è detto che tutto sia finito, per ogni dittatura vi è una fazione ribelle, basta trovarli e insieme potremmo combattere- disse lui con la speranza negli occhi, lo invidiavo, io quella speranza l'avevo persa molto tempo prima.

Lo presi per mano e lo feci uscire con me -vedi tutti questi corpi?- dissi indicando i diversi scheletri coperti solo da pezzi di armatura

-si- disse lui

-loro sono tutto ciò che rimane della ribellione e della resistenza- dissi dispiaciuta, sapevo bene come erano quei corpi prima di perdere ogni lembo di carne. Sulle loro ossa vi erano ancora i segni dei denti del Gore che ogni tanto veniva a mangiare ed io restavo lì, in attesa che lui lasciasse qualche pezzo anche per me, ero davvero affamata, ma ero anche abbastanza forte da gestire il tutto, o almeno speravo di esserlo.

 

Kap non si fece spaventare ne abbattere, si avvicinò ai corpi ed iniziò a staccare pezzi di armatura -bhe a loro non serviranno più, come sto?- chiese indossando un elmo di lega metallica

-troppo ottimista oserei dire- gli risposi abbassando la testa

-che cosa strana, non eri tu quella che era sicura di poter uscire da qui? Che fine ha fatto l'esploratrice che mi ha tirato un cazzotto in faccia?- chiese sorridendo mentre il naso era ancora un po' rosso.

 

Io ricambiai il sorriso e lo feci rientrare -andiamo a dormire allora, domani iniziamo ad esplorare con la luce che penetra dal portone vedremo meglio, va bene?- chiesi, lui si mise accanto al mio letto e cerco di addormentarsi -che ci fai lì?- chiesi guardandolo male

-cerco di dormire, non credo che a te piaccia dormire con gli sconosciuti- disse lui

-ma nemmeno voglio che muori dal freddo, vieni nel letto, tanto lo sai che se ne approfitti senza il mio consenso ti taglio ciò che hai lì sotto- dissi mettendomi vicino una spada corta, lui sorrise e si mise nel letto con me.
 

ANGOLO DELL'AUTORE

Buonsalve gente, qui è Pok che scrive e vi do il benvenuto a questo angolo dell'autore.
In questo capitolo ci sono citazioni a 10 videogiochi, riuscite a trovarli tutti?
buon divertimento e grazie per aver letto!

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Capitolo 3
*** Un ragno a sei zampe? ***


POV Kap
 
Nonostante le pellicce fossero comode, io avevo sempre avuto un problema: non abituarmi facilmente ai nuovi letti, non che effettivamente quello fosse un letto vero e proprio. Mi alzai senza svegliare Doppia R e mi avviai fuori, in fin dei conti avevo anche io dei bisogni fisiologici no?
 
Mi nascosi in un cespuglio e lasciai andare la mia vescica che era in tensione da ore, ma mentre tirai un bel sospiro di sollievo sentì un suono che mi fece rabbrividire, un tonfo davanti all'entrata del castello, qualcosa di grosso. Finito di svuotare mi affacciai spaventato verso l'entrata ma vidi solo una fiammata viola venirmi addosso -cazzo!- pensai schivando per poco, ero infreddolito e spaventato, avrei chiamato Doppia R, ma lei riposava, mi guardai in giro e vidi una finestra al primo piano dove arrivavano alcune piante rampicanti, mi avvicinai e le tirai un po' cercando di vedere se erano abbastanza salde da reggermi, iniziai ad arrampicarmi senza guardare in basso, era piuttosto impressionante vedere il nero vuoto sotto di me. Mi arrampicai fino alla finestra e riuscì ad aggrapparmi alla sporgenza in marmo, mi tirai su con le braccia e rotolai nella stanza. Era una stanza da letto, impolverata ed orribilmente ricoperta da ragnatele ovunque, vi era un letto bianco e azzurro, a due piazze e con alcuni pupazzi sui cuscini, vi era uno specchio ovale e uno sgabello decorato in cotone e pizzo, era una bella stanzetta adatta ad un bambino o una bambina. Facendomi spazio tra le ragnatele riuscì ad arrivare alla porta, la spalancai e con un sonoro cigolio mi comparvero davanti diversi occhi rossi da dietro un muro di ragnatela -oh caspio- pensai vedendo delle grosse tenaglie rossastre tagliare la ragnatela per poi rivolgersi verso di me, si allungarono facendomi allontanare spaventato, erano enormi ed affilate. Avrei voluto urlare, ma la mia aracnofobia mi zittì, non riuscivo più a respirare, ma sapevo di dovermene andare via. Guardai lo specchio, presi lo sgabello e lo usai per spaccare lo specchio, poi presi il pezzo più lungo e cercai di legarlo con pezzi di tessuto attorno ad una delle gambe dello sgabello, ero al sicuro in quella stanza, l'insetto enorme con le sue sei zampe disgustose rimase per un po' a fissarmi per poi allontanarsi stufo.
 
Preoccupato mi affacciai cercando un percorso verso Doppia R, usando l'arma improvvisata taglia la ragnatela che mi ostacolava il passaggio, era appiccicosa e resistente, più mi feci spazio verso le scale e più la ragnatela iniziò a diventare meno densa, come se il ragno volesse proteggere qualcosa -KAP!- mi sentì chiamare non molto distante, ma mentre cercavo uno sbocco del corridoio per scendere al paino inferiore vidi cadere a poco dalla mia faccia un gocciolone sul violaceo brillante, alzai la testa e lo vidi, un bestione simile ad un ragno con occhi brillanti, due paia di pinze colanti e sei zampe con spuntoni affilati, mi fissava mentre il suo corpo ricoperto da cristalli simili all'ametista brillava al buio, mi saltò addosso probabilmente affamato. Riuscì ad urlare.
 
Da quando avevo chiuso gli occhi per l'orrore ci furono solo pochi minuti di pace, ma sentivo la sua disgustosa ragnatela avvolgermi, calda ed appiccicosa -oh che schifo, che schifo!- penai sentendo la ragnatela arrivare verso il mio volto, sapevo da dove i ragni cacciavano la ragnatela e il solo pensiero mi fece rivoltare lo stomaco.
 
La bestiaccia mi afferrò per poi lasciarmi a penzoloni in un angolo del piano, mi guardai in giro e vidi tanti altri bozzoli da cui sbucavano vestiti o scheletri -aiuto, cazzo, qualcuno mi aiuti- iniziai a dimenarmi, non avrei mai dovuto farlo. L'insetto venne verso di me e vidi il suo grosso pungiglione -ma da quale inferno esce un simile aborto….- pensai vedendo il pungiglione arrivare verso di me, sentì una puntura al fianco e persi i sensi.
 
POV Doppia R
 
Lo sentì, senti Kap allontanarsi da me, sentì il suo calore abbandonarmi lentamente, mi mancava fin da subito. Non mi capitava di avere un contatto simile con qualcuno, non con qualcuno che in fin dei conti non era un mostro orribile e crudele. Mi alzai e lo segui con lo sguardo, poi mi affacciai e lo vidi, dei glutei chiari che sembravano ancora più pallidi al buio, sapevo che non era carino spiare, ma in fin dei conti saremmo potuti morire, tanto vale godere almeno con gli occhi. Sentì poi un battito di ali, possenti e forti, mi nascosi nel castello per non farmi vedere. Il Gore era tornato, ma non era furioso, no, sparò qualche fiammata e poi si posò sui resti del fuoco che avevamo fatto per cucinare -sente freddo…- pensai mettendo un piede fuori, mi avvicinai a lui lentamente, riposava mentre una nuvoletta viola gli usciva dalle narici -aww- sussurrai intenerita, non sembrava cattivo, anzi. Mi avvicinai ancora un pò schiacciando dei rami che avevo messo da parte per il fuoco, vidi gli occhi del mostro spalancarsi, mi immobilizzai, mi fisarono un attimo, ma rotolando il Gore si mise sull'altro fianco chiudendo le palpebre.
 
Feci un immenso sospiro di sollievo, poi mi guardai in giro, solo in quel momento mi ricordai di Kap. Rientrai sperando di ritrovarlo nel letto, ma nulla, mi affacciai verso le altre stanze, ma niente, poi sentì un tonfo, dei colpi e poi qualcosa zampettare al paino superiore -non dirmi che si è messo ad esplorare già da ora, dannazione- pensai prendendo il mio falcione. Iniziai a chiamare Kap, lo intravidi al bordo delle scale e poi lo vidi, un Nerscylla lanciarsi addosso a lui. Presa dalla situazione mi arrampicai su alcune ragnatele e usando una spada corta tagliai un pezzo della ragnatela arrivando addosso all'insetto gigante. I cristalli che aveva sulla schiena erano gelidi, mi arrampicai per arrivare nella zona che vi era tra la testa e il corpo, ci piantai la spada corta e continua a colpire mentre il ragno avvolgeva Kap con la sua ragnatela. Quando smise lo appese in un angolo con altri bozzoli e mi scrollò di dosso. Caddi per terra mentre Kap urlava spaventato -dannata bestiaccia… farò di te il mio prossimo pasto- urlai vedendo il pungiglione che aveva colpito Kap. Gli saltai addosso accecata dalla rabbia -mai attaccare i mei amici!- urlai arrampicandomi su una zampa, il mostro iniziò a saltare fino a cadere al piano di sotto. Cercai di rimanere ben salda alla spada che avevo incastrato nella sua corazza, ma caddi, caddi bene per fortuna. Rotolai di lato e schivai una sua zampata -schivato- dissi ridendo, ma uno sputo di ragnatela mi arrivò a addosso immobilizzandomi. Era impossibile uscirne senza una lama, mi guardai i giro e vidi la seconda spada corta, la afferrai con le dita che erano ancora libere e iniziai a strusciare sopra la ragnatela.  Riuscì a liberarmi, anche se mi causai dei tagli, il ragno cercava di risalire al piano superiore, ma io lo colpì con un proiettile del mio falcione, il ragno si girò verso di me e senza muoversi vidi le sue zanne allungarsi, allungarsi sempre di più e raggiungermi, non ebbi nemmeno il tempo di rendermene conto che il ragno mi morse, ma stranamente non mi sentì più debole, anzi, l'adrenalina mi scorreva nelle vene tanto da farmi dimenticare il dolore. Gli saltai addosso col falcione ed iniziai a colpire gli occhi delle bestia. Il ragno si allontanò colpendo le scale per poi inciampare. Avrei voluto colpirlo, ma qualcosa dall'alto gli finì sul muso stordendolo.
 
Quado alzai gli occhi vidi Kap, ancora mezzo coperto da ragnatela che guardava verso di me -Kap! Come stai?- chiesi andando verso di lui, lui non disse nulla, si strinse a me e finì per singhiozzare -che razza di posto è questo?- mi chiese stringendomi
-Zeinda, un posto molto pericoloso- risposi ricambiando l'abbraccio.
 
POV Kap
 
Dopo un po' mi ripresi e vidi Doppia R scontrarsi con il ragno, iniziai a dimenarmi quando mi ricordai di avere ancora con me l'arma, iniziai a sfregare il vetro contro la ragnatela per liberarmi. Mi appesi ad un lembo di tela per poi scendere. Doppia R aveva costretto il mostro alla parete, allora ne approfittai e spinsi giù un mobile che fece svenire la bestia.
 
Tutto quello era stato un'esperienza più che dura, una cosa sconvolgente, spaventosa e quando vidi un viso amico come quello di Doppia R sprofondai sul suo petto. Era morbido ed accogliente e lei mi stringeva a se come se fossi un bambino, non mi capitava da molto tempo sentire qualcuno abbracciarmi. Quando finalmente mi ripresi lei mi sorrise asciugandomi il volto -stavi comodo?- chiese ridacchiando, io arrossì e mi limitai a fare si con la testa -bene, ora prima che il mostro si svegli, dobbiamo andare, sulla sinistra dall'entrata, se senti con le mani il muro dovresti sentire una specie di maniglia, apri la porta che io arrivo tra poco, devo prendere delle cose perché qui non potremo mai più tornare, qualunque cosa accada, tu non uscire da lì, ti prego- mi disse guardandomi negli occhi, era sicura di se e fiera, non mi permisi di obbiettare. A palmo nudo cercai la porta di cui parlava, la trovai e la aprì. La stanza sulla quale dava era una biblioteca, enorme -chissà perché e così nascosta- pensai entrandoci.
 
Era tutto bui, e con le mani cercavo di districarmi nel labirinto di librerie, poi da lontano vidi una luce intenza -hey! Tu!- urlai, la luce di mosse rapida e scomparve dietro l'angolo, la inseguì fino a giungere ad un vicolo cieco, la luce tremava in un angolo ed io mi fermai all'improvviso -hey, non avere paura di me, io sono Kap, sono qui con un'amica, una tipa strana dai capelli rossi e occhi simili, la conosci?- chiesi alla bestiola, la lucetta si fermò a tremare e mi si avvicinò -tu sei amico di quella ragazza?- rispose la luce, io sobbalzai spaventato
-t.. Tu parli?- chiesi, poi ripensai a quante cose strane fossero successe in una sola giornata e non mi stupì poi troppo
-certo che parlo, le fate parlano non lo sapevi?- chiese.
 
Avvicinandomi con lo sguardo potevo anche vedere i piccoli dettagli del suo corpicino mentre enormi ali celesti le permettevano di volare -e quale sarebbe il tuo nome?- chiesi sorridendo
-Navi, ma oramai nessuno mi chiama più per nome-
-come mai?-
-guardati in giro Kap, nessuno è più vivo qui, ci eravamo tutti rifugiati nei meandri di questo posto, ma molti sono morti. Valorosi cavalieri sono ai piedi delle mura o nei bozzoli del Nercscylla, fate come me sono state uccise per rubarci la magia, sono rimasta solo io, le ultime fate sono sfinite, seguimi ti mostro perché- disse Navi avviandosi in un corridoio.
 
Io la seguì spaventato, lei mi accompagnò davanti ad un tavolo dove diverse fatine che brillavano molto meno stavano usando il loro potere su un gigantesco libro -cosa stanno facendo?- chiesi sorpreso
-tengono in catene un potente demone, il Demone della Conoscenza inviato qui dal Duca Nero- rispose Navi.
 
Quando Navi finì di spiegarmi il tutto arrivò di corsa Doppia R col fiatone -fatto- disse prendendo fiato
-cosa dovevi fare?- chiesi
-ho costruito delle sacche per poter trasportare alcune cose, delle reti per pescare o fare trappole, e qualche altra cosa utile per il viaggio, ci sono anche libri che potrebbero aiutarci- concluse, poi guardò l'enorme libro sul tavolo -Navi, che diamine è?- chiese guardando la fata
-è il demone di cui ti parlavo, loro sono le mie studentesse- disse Navi presentando le altre fate, le ragazze si distrassero un secondo per salutare e persero la concentrazione.
 
Il libro si spalancò ed una nube oscura ne uscì fuori accompagnata da una forte risata -chi ha osato tenere imprigionata tanta saggezza?- tuonò la voce. La nube iniziò a prendere forma di vortice e tutti i libri che avevamo attorno furono attratti, le pagine si strapparono per creare un corpo saldo e forte, alcune pagine più doppie iniziarono a strapparsi sui lati diventando più taglienti e appuntite, mentre invece le copertine dei libri ricoprirono il gigante di carta come se fosse una corazza. Il golem di carta guardo le fate sfinite e con un risucchio trascinò a se le povere creature -Navi!- urlò Doppia R cercando di afferrarla al volo
-Red! Aiuto!- urlò la piccola fanciulla alata prima che il mostro chiudesse le sue bianche fauci. 

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Capitolo 4
*** Origamio ***


POV Doppia R

Quando ho lasciato andare Kap mi avviai verso altre stanze, di per sé non c'era molto in giro, ma ero interessata alla stanza al primo piano, quella dalla quale probabilmente era uscito Kap. Era una bellissima stanza, grande e ben curata, nonostante la polvere e lo sgabello rotto, era esattamente come me la ricordavo, i suoi giocattoli erano al loro posto, la sua piccola scrivania era ricoperta dalle ultime lettere che aveva ricevuto. Ne presi una, profumava di lillà nonostante fossero passati anni, l'avevo letta tante volte, ne conoscevo a memoria le parole -Amata mia, sono passati giorni dal nostro ultimo incontro, ma il tuo sorriso persiste nei miei più dolci sogni, sono felice che la futura regina di Zeinda abbia scelto un umile cavaliere come suo compagno, ti prometto che non ti deluderò, la mia forza, il mio amore e la mia lealtà sono riposti solo in te. Fuori dalle mie stanze la notte veglia sui cittadini, ma io non vedo in celo altro che la luna, pallida e brillante come te, ma anche forte abbastanza da spostare i mari. Tra una settimana esatta, guarderemo insieme la luna mentre brinderemo alle nostre felici nozze- dissi guardando la lettera, non vi era dentro né una parola in più né una in meno, al massimo c'era la decorazione dorata che incorniciavano le dolci parole di Francisco, un principe che proveniva da un regno al di là delle Terre Selvagge. 

La lettera come la stanza era di Azzurra, figlia della coppia di regnanti di Zeinda, una bellissima ragazza pallida e fragile, piccola e apparentemente debole, ma lei era speciale, aveva un doNo, lei vedeva il futuro. 

Zeinda si basava sul culto dei rider, persone capaci di creare un legame con i mostri che abitano le Terre Selvagge, ma per creare il legame servono delle pietre, e Zeinda ne aveva solo quattro, ciascuna che nascondeva un potere segreto. La pietra blu toccò ad Azzurra, la quale imparò ad usarla per incanalare il suo potere, divenne saggia e divenne la persona adatta per governare. Le altre pietre rimasero nascoste nel santuario, ma non erano al sicuro. 

Mi ripresi in fretta e iniziai a prendere ogni cosa che potesse servire tra cui tessuto, boccette, qualche pezzo di carta e poi trovai il diario di Azzurra. Il suo diario era considerato l'unico libro che contenesse tutte le sue profezie, ma non ebbi mai il coraggio di leggere tutto il contenuto. Era come essere al centro di una storia e avere a portata di mano il finale, sarà valsa la pena soffrire in questi anni sotto il dominio del Duca Nero? Mi chiedevo ogni volta. Non ero certa che potesse esiste un lieto fine alla sofferenza, al dolore, al pianto e all'oscurità che Ganondorf aveva portato con sé quando attaccò Zeinda.

Scesi lentamente le scale cercando di ricordare come erano senza le ragnatele, senza la muffa, ma erano passati davvero troppi anni. Mi avvicinai alla tela del ragno e ne strappati diversi pezzi cercando di intrecciata per farne una solida corda,  poi mi avvicinai al Nerscylla. -mi spiace così tanto... dochie sascu...- bisbigliai accarezzandolo. Presi un pezzo di roccia ed iniziai a colpire i cristalli che aveva sulla schiena, con delle boccette raccolsi il veleno che ne usciva, poi cercai di prendere il sonnifero dal suo pungiglione. 

Mentre ero impegnata con i preparativi sentì una voce -ti impegni più del solito... credi davvero che stavolta potrai mettere fine a tutto?- chiese. La voce del Duca era tetra, ma in un certo senso mi era diventata familiare -smettila di entrarmi in testa!- dissi cercando di ignorarlo
-rispondi, sono curioso- disse creando una sua proiezione accanto a me
-ti ho detto di stare zitto!- dissi colpendolo con il falcione
-non funziona così, lo sai, io comando e voi morite-
-non avrai il tuo lieto fine!-
-e cosa me lo impedirà?-
-Kap-
-sul serio? Quanti Kap sono giunti qui? cinque?-
-sei...-risposi abbassando la testa 
-cosa ti fa credere che il settimo riuscirà dove altri hanno fallito? dove la resistenza ha fallito- 
-nulla- dissi sospirando 
-già-disse scomparendo.

Lo odiavo, odiavo la sua voce, odiavo ciò che diceva, odiavo la sua verità. Kap era il settimo eroe che giungeva a Zeinda e tutto sommato non sembrava più eroico degli altri, anzi sembrava davvero il meno eroico di tutti, un normale ragazzo come tanti. In lui però vedevo una luce che nessuno prima di lui aveva, sorrideva, anche se le cose erano poco rassicuranti, in un certo modo, riusciva a sorridere. 

Prese le diverse cose me ne andai in biblioteca. Lì incontrai nuovamente Navi e finalmente mi fece vedere a cosa stesse lavorando. Lei e le sue allieve stavano tenendo imprigionato un mostro. Quando, oramai esauste, persero il controllo, un enorme golem di carta si creo dinnanzi a noi. 

Il mostro aveva occhi che brillavano e unghie affilate, la sua corazza fatta di spesse copertine lo proteggeva dai miei fendenti -voi non siete nulla in confronto alla mia centenaria saggezza!- disse trasformando una delle mani in un'ascia bipenne. Si scagliò con tutto il peso del suo corpo contro di me che ero la più vicina e forse la più pericolosa, Kap restò indietro in cerca di non so nemmeno io cosa -piuttosto che nasconderti, usa questa!- dissi lasciandogli una spada corta, lui la afferrò un pó maldestramente e si schierò al mio fianco. Le braccia del gigante cambiavano forma passando da lunghe e decorate spade a mostruosi artigli affilati. Io e Kap gli giravano attorno cercando di distratto, colpivano i piedi per fargli scoprire il volto, colpivano la schiena per farlo girare su se stesso. Dalla nostra avevamo la velocità e il numero, dalla sua c'era la stazza e la forza. 

Il mostro cercava di afferrarci in tutti i modi, persino con i denti, ma ogni volta finiva per mordere il mobilio di legno. Non appena ero sicura di poterlo trafiggere al petto, in una fessura della sua armatura, il golem riuscì a prendermi alla sprovvista sputando dalla bocca aguzza degli aculei affilati fatti di legno, aveva fatto ciò che avremmo dovuto fare noi, ha usato l'ambiente contro il suo nemico. 
-Deboli e codardi, questo siete voi umani, ma finirete per diventare polvere e niente di più!- disse bloccandomi con una sfera chiodata al suolo 
-e tu che ne sai di umani?- chiesi tossendo mentre cercavo di stamparmi in volto un sorriso beffardo 
-tutto, io sono il demone della conoscenza, io so tutto- rispose alitandomi in faccia. Mentre ero lì a cercare una via di fuga, una risata si diffuse nella biblioteca, mi girai verso Kap che rideva come un matto -ti sembra il caso?- chiesi 
-infatti, sta zitto umano- disse il golem, lui non smise 
-come siamo stupidi... Red abbiamo solo perso tempo, non è così che otterremo la vittoria- disse avvicinandosi al golem. 

Si mise seduto davanti al mostro e rimase fermo a fissarlo. Ne io ne il golem intuimmo che cosa avesse in mente, poi nel silenzio Kap esordì -ti sfido, ti propongo tre indovinelli stupidi, se non dovessi riuscire a risolverne nemmeno uno, sarà la prova che non sai tutto, se riesci a rispondere anche solo a uno di questi... ti seguiremo dal Duca- disse. Io lo guardai confusa -ma tu sei bruciato il cervello? Che razza di sfida è? È un golem che sa tutto, vuoi condannarci?- chiesi dimenandomi
-accetto, sarà un piacere portarvi da lui...- disse il mostro ridendo.

-Primo... come si eliminano le tossine?- chiese Kap
-con una dieta sana, bevendo tanta acqua e nel caso di veleni si una un antidoto e...-
-no, ma ti darò il tempo di ragionarci dopo, secondo indovinello... cosa è giallo ma se premi un pulsante diventa rosso?- chiese il ragazzo, il mostro lo guardò confuso, lo vedevo che sfogliava tutti i libri che lo componevano senza trovare una soluzione -haha sei in difficoltà- risi
-tu taci!- disse lui spingendo la palla chiodata contro di me -e tu umano..  spero per te che l'ultimo indovinello sia facile o la finisco di spappolare-
-va bene, questa è facile... luigi aveva cinque caramelle, Carlo gliene ha rubate quattro...-
-una, resta solo una caramella!- disse il  mostro prima che Kap potesse concludere
-la domanda non era quella, il vero dilemma è... che lavoro fa la madre di Carlo?-  chiese Kap.

Il mostro tacque, io invece iniziai a ridere -hahaha ho capito, in effetti con un figlio così...- dissi scoppiando a ridere. Il golem ci guardò e si innervosì ancora di più -come potete prendervi gioco di me? Non è possibile conoscere questa informazione! Tu- disse liberando me e afferrando Kap -dimmi subito quale erano le risposte!- 
-sciroppini, pulcino in un frullatore e... la donna dai facili costumi- disse il ragazzo  un pó spaventato. Io ripensai agli indovinelli e ridacchiai sotto i baffi. 

Mi alzai da terra e approfittando della distrazione corsi a nascondermi tra le librerie -pagherai per aver riso di me... hey dove è finita la ragazza?- sentì il golem, poi un suono secco e sentì Kap lamentarsi, per fortuna era vivo. 
-sono qui bestiaccia, vienimi a prendere- dissi scavando nei cassetti di alcune scrivanie in cerca di qualche boccetta di solvente per inchiostro. Avevo un piano, sarebbe stato difficile da attuare, ma almeno avevo un piano. Raccolte diverse boccette mi nascosi sotto alcune librerie che erano in penombra e versai tutto il solvente in una boccetta più grande, strappai un pezzo di tessuto che avevo rubato dalla stanza di Azzurra e la usai come una miccia. 

Sentivo il golem avvicinarsi, mi arrampicai sulla libreria più alta e lo aspettai con in mano una spada corta. Lo vidi girare l'angolo mentre si trascinava i piedi forse era ferito, o forse solo stanco, si avvicinò mentre stringeva con forza il polso di Kap -certo che sei pesante per essere un piccoletto così debole- gli disse lanciandolo in un angolo con uno strattone -hey! giù le mani da lui!- gli urlai lasciandomi sul suo volto, mi aggrappai con tutte le mie forze mentre il mostro cercava di tirarmi via usando gli artigli. Li sentì ferirmi la schiena, affilati e resistenti  lanciai un urlo e non appena lui aprì la bocca per mordermi gli conficcato l'arma nel palato, spinsi più forte finché non feci entrare anche l'elsa obbligando il mostro a spalancare le fauci. 

Il golem lasciò la presa e caddi a terra, Kap mi corse incontro -quale è il piano?- chiese sottovoce 
-l'altra spada corta, dammela- dissi cacciando la boccetta con il solvente -questo è infiammabile, se riesco a ficcarglielo in bocca avremo vinto- dissi allontanandomi.
Il golem si teneva la bocca dolorante mentre cercava di togliere l'arma, ne approfittai per colpirlo alle gambe, dopo diversi colpi il mostro cadde in ginocchio e a quel punto misi in atto il piano, sfregai la spada a terra per creare delle scintille e diedi fuoco alla miccia, mi avvicinai alla sua bocca e gli faccia la boccetta in gola -è ora che i tuoi piani vadano in fumo- dissi soddisfatta. 
Ero così compiaciuta da non capire che mi sarei dovuta allontanare, la boccetta di vetro esplose e i frammenti colpirono sia il mostro sia me. Con dei frammenti di vetro conficcati nella pelle indietreggiare cadendo a terra.

POV Kap

Quando il colosso si creò le mie gambe smisero di muoversi, ero così affascinato da non riuscire a distogliere gli occhi dalla sua struttura perfetta, ma ero anche terrorizzato mentre immaginavo quali atroci sofferenze stavamo per subire. A seguito del richiamo di Red iniziai a combattere, seguivo i movimenti della ragazza, schivavo, colpivo dove mirava lei, cercavo di apprendere in quei pochi minuti la sua tattica sperando di non essere divorato, ma fu tutto un fallimento. 

Mi fermai a pensare mentre i due lottavano, avevo visto diversi boss come quello in fumetti o cartoni, forse la tattica di confondere il golem poteva funzionare. Feci un accordo e poi sparai le mie 3 migliori battute che avevo imparato alle medie, funzionò anche se non come speravo. Il mostro mi aveva sottovalutato e nel momento in cui lo avevo distratto con le mie battute Red ebbe il tempo di elaborare un piano, non mi sorprese, era sempre quello il mio ruolo, sacrificarmi per gli altri, mai che qualcuno si sacrificasse per me.

Il golem mi fece cadere a terra e tenendomi per il collo mi trascinò in direzione di Red, lei gli saltò addosso e poi all’improvviso vidi delle fiamme avvolgere il mostro, sentivo le sue urla, sentivo quasi sulla pelle il bruciore di quelle fiamme, sentivo come un grido d'aiuto provenire dal suo petto. -Red, mi senti?- chiesi a lei, ma quando mi girai la trovai con delle schegge di vetro conficcate nel volto -RED!- urlai scuotendola, ma non mi rispose, le afferrai le spalle e la trascinai lontana dalle fiamme -Red rispondi…- dissi cercando di togliere delle schegge -aiutatemi! Vi prego….- sentì una voce in direzione del golem, mi avvicinai alle fiamme coprendomi il volto con del tessuto, il golem stava andando in cenere, ma la voce si fece più forte -aiutami Kap…- disse. Mi avvicinai di più -ancora un po', sono qui, al centro delle fiamme, tirami fuori di qui o brucerò vivo- disse. Feci un grande sospiro e trapassai con la mano ciò che restava del petto del golem, qualcosa da dentro si strinse alla mia mano e io spaventato e dolorante la cacciai fuori. 

Aprì il pugno e mi ritrovai tra le mani un pezzo di carta appallottolato -dannazione! Ho sbagliato!- urlai lanciando la palla, ma questa si apri e mi avvolse il pugno -non fare così Kap, non ti fa bene- disse. Sobbalzai sorpreso -chi ha parlato?- chiesi 
-non c'è tempo per le presentazioni, andiamo via di qui, abbiamo solo 3 minuti prima che le fiamme chiudano il passaggio per i sotterranei- disse la voce. Rimasi sorpreso, ma mi resi conto che non mi restava altra scelta che fidarmi -dimmi in che direzione- dissi andando a prendere red 
-quarto scaffale dal basso, lettera U, c'è un solo libro con la copertina rossa e verde, tiralo fuori- disse. Presi per i fianchi e me la misi in spalla, mi avviai verso il corridoio con la lettera indicata e cercai il libro, lo estrassi, ma nulla -non succede nulla!- esclamai agitato vedendo le altre librerie venire divorate dalle fiamme 
-certo che non ha funzionato, si poteva mai aprire un passaggio segreto solo tirando fuori un libro? Aprilo, tra le pagine centrali c'è un segnalibro in ferro, è la chiave che ci serve per aprire il passaggio -. Aprì il più velocemente possibile il libro e afferrai la chiave -ora?- chiesi
-la scrivania a destra, apri il calamaio e inserisci la chiave, tre giri a sinistra, due a destra e spingi fino in fondo- disse, io eseguì il più velocemente possibile, sentì qualcosa scattare e il quadro alle nostre spalle si spostò -finalmente un passaggio..- esclamai, ma mi ritrovai davanti un'altra serratura -ma mi prendi in girò?- chiesi
-credi che dovesse essere così scontato un passaggio segreto? serve una pietra con la stessa forma della serratura… la collana di Red, vedi se può entrarci- disse. Io senza pensarci troppo le strappai il ciondolo dal collo e lo inserì nella serratura, riuscì ad entrarci e fece scattare qualcosa, la parete tremò e si spalancò una voragine -finalmente- esclamai entrando, le fiamme erano a poco da noi, ma una volta entrati la parete si chiuse alle nostre spalle. 

-posala pure- disse la voce, io eseguì e posai Red a terra, la mia mano iniziò a brillare e il foglio di carta si tolse dalla mia mano e si piegò prendendo forma di un origami simile a un cagnolino -e tu chi sei?- chiesi 
-non ne ho idea, ma so parecchie cose, voglio aiutare Red, posami sul suo petto- disse, io eseguì. -huu  morbido, non credevo che la pelle umana fosse così morbida- disse, poi fece cadere della polvere brillante su di lei e poco dopo la vidi aprire gli occhi 
-che è successo? –
-tranquilla, sono qui per aiutarti… Kap prendi una delle fiaccole, da un calcio alla porta che ci ha fatti uscire, dagli fuoco e rientra, ci servirà luce e calore. Tu red, sta immobile, ti aiuterò con il vetro che hai in faccia- disse. Io eseguì e tornai da loro, guardai lo strano personaggio avvicinarsi alle ferite di Red -appena tolgo i pezzi di vetro, tu  cicatrizzi con la spada corta passata sulla fiamma, va bene Kap?- chiese, io feci un bel sospiro, presi la lama e la passai sul fuoco poggiandola sulle ferite quando le venivano tolte le schegge.

Vidi Red rimanere immobile, si mordeva il labbro dal dolore, piangeva, ma non emetteva un gemito, ne si lamentava, subiva le diverse bruciature in silenzio. Ero sorpreso e terrorizzato dalla sua fredda reazione, le venne tolto l'ultimo pezzo di vetro e finalmente fece un sospiro di sollievo. -stai bene?- chiesi 
-si… si sto bene- disse asciugandosi le lacrime, poi si alzò e si tolse di dosso lo strano personaggio che era giunto in nostro soccorso -dove siamo?- chiese Red
-in una via segreta per i sotterranei- disse il pezzo di carta
-e tu chi saresti?- chiese la ragazza rendendosi conto di come stavano le cose
-non ho un nome… ma potete chiamarmi Origamio se volete, è il primo nome che mi è venuto in mente- disse 
-Origamio… quale è la tua storia?- chiese Red guardandosi in torno
-è un po' bizzarra in effetti, io sono la più antica mappa di questo regno, sono stato disegnato dal costruttore di questo palazzo. La mia casa era nella stanza della principessa, ero appeso su una parete, così che lei non si perdesse mai- iniziò con sguardo sognante, poi gli si incupì il volto, per quanto possa definirsi volto il suo -poi è arrivata l'oscurità- disse
-il duca- risposi cercando di capire
-il duca non è il problema, è chi lo serve ad essere una minaccia, il cavaliere rosso è la vera disgrazia di Zeinda-
-cavaliere rosso?- chiesi
-si, uno spietato assassino, l'unico con l'armatura rossa, dipinta con il sangue dei caduti, delle sue vittime…. Della resistenza….- disse Origamio abbassando il volto
-tutto molto commovente, perché non mi dici il motivo per cui parli? E soprattutto, perché non mi dai una motivazione per fidarci di te?- disse Red interrompendo il suo discorso
-sii più gentile Red!- la richiamai
-gentile? Abbiamo rischiato la pelle, non ho tempo ne voglia di rischiare che qualcuno mandi a monte i nostri piani-
-non temere Red, il tuo piano è al sicuro, non ho intenzione di metterti i bastoni tra le ruote, se il tuo carro deraglia, è solo colpa tua- le disse Origamio passandole avanti -queste scale attivano trappole, seguitemi e ne uscirete indenni- disse iniziando a saltellare in giro. 

Lo seguì guardandomi in torno, Red era diventata silenziosa, mi guardai i piedi e notai dei numeri sui gradini -cosa significano?- chiesi 
-sono frammenti della storia di Zeinda, alcune di queste informazioni le conoscono solo i re - disse Origamio 
-e te… alla fine non ci hai raccontato come hai imparato a parlare- dissi curioso
-il duca mi strappò dalla camera di Azzurra, mi imprigionò in un libro maledetto permettendo al Demone della conoscenza di conoscere tutti i segreti del castello, poi ha divorato delle fate, io ero il foglio più grande e sono diventato la sacca che conteneva la loro essenza, la loro polvere… Navi si sacrificò per ultima, combatté dentro al mostro, ma perse e decise di darmi la vita, sperando che un pezzo del mostro potesse distruggerlo dall'interno, ma ero prigioniero. Sono arrivate le fiamme, la magia mi protesse per un po'  e poi ho chiesto aiuto a te, ho in me tutte le informazioni delle fate, del mostro e di tutto ciò che ho sentito nella stanza di Azzurra, da prima della nascita della primogenita figlia- disse 
-che storia triste… ma potresti tornarci utile, la tua conoscenza può solo essere un vantaggio, non credi Red?- chiesi, lei non disse nulla, annui distratta e probabilmente controvoglia. 

-questi numeri invece, sai dirmi la loro storia?- chiesi cercando di evitare l'assordante silenzio che si creava ogni volta 
-sono le risposte alle domande: quanti pezzi dominano la terra di Zeinda? Quanti anni aveva il re alla sua incoronazione? Quale è l'anno dello scoppio della guerra? Quante vittime? Quanti gli eroi? Tutte domande e risposte scritte da azzurra in persona, l'unica a conoscere il futuro, l'unica che sapeva che non avrebbe mai usato questo passaggio…- disse saltando oltre l'ultimo scalino 
-perché lo salti?- chiesi
-perché è una trappola, la domanda che c'è dietro è una trappola mortale, fare una scelta tra lato blu e lato rosso, avrebbe cambiato le sorti del tuo destino…. E non credo in bene- disse incamminandosi. Io rimasi immobile, guardai Red scendere, aspettai che arrivasse all'ultimo scalino -attenta non toccarlo- stavo per dirla, ma lei scese col piede sul blu, lo scalino cedette sotto al suo peso e la terra iniziò a tremare. Dall'iniziò della scalinata cadde verso di noi una gigantesca sfera di terra e roccia, iniziò a rotolare velocemente giù. Afferrai Red ed Origamio e li lanciai dietro ad una sporgenza, piantai i piedi a terra e tremante cercai di prepararmi ad immobilizzare la palla, era a pochi centimetri da me, allungai le braccia, la toccai e questa esplose. Sorpreso e con addosso i residui mi guardai attorno, al posto della sfera c'era una stalattite caduta -ma sei scemo?!- sentì urlare Red, poi me la ritrovai addosso che mi abbracciava -che ti passa per la mente? Non posso permettermi di perderti- disse 
-già, perdere il ragazzo destinato ad essere un eroe sarebbe un grave errore Red- disse Origamio saltandole sulla spalla -già, è per quello che non posso perderti- disse ridacchiando in modo strano. 

Proseguimmo nel buio ed arrivammo in una zona umida che puzzava di muffa, le pareti erano scavate e c'erano delle sbarre a coprire i buchi -benvenuti nella prigione della famiglia reale- disse Origamio
-questo posto non mi piace- disse Red sguainando l'arma
-non è poi così mal ridotto, mi faceva più disgusto il ragno lassù che questo posticino- dissi
-io non parlavo del luogo, io parlavo di quello- disse indicando due grossi mucchi di ossa e teschi fusi insieme 
-questo deve essere ciò che resta dei prigionieri, il duca deve aver usato anche questo luogo per le sue torture- disse Origamio avvicinandosi ad una parete alla quale erano legate delle catene -immobilizzava i prigionieri e li faceva di vorare da qualcuno…- disse avvicinandosi ai macchi di ossa.

La terra iniziò a tremare e i mucchi di ossa iniziarono a muoversi, si alzarono e sotto si potevano intravedere nelle zampe, un mucchio le aveva blu e uno rosa. Mi immobilizzai dalla paura, ma Red no, la vidi corre verso Origamio per prenderlo al volo e nascondersi in una cella -che ci fai là Kap? Spostati!- mi urlò, ma le mie gambe erano paralizzate, pesanti, non riuscivo a muovermi, una delle creature si girò, sembrava un grosso e schifoso incrocio tra un granchio e un paguro, si coprì il muso bavoso con le chele e all'improvviso venni investito da un potente getto d'acqua. 

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Capitolo 5
*** Alleato inaspettato ***


POV Red
 
Dopo l'esplosione mi sembrò tutto confuso, il volto mi bruciava, non riuscivo nemmeno ad urlare con la paura che qualunque movimento potessi fare con il volto peggiorasse le ferite, potevo solo affidarmi ai sensi.
La vista era annebbiata, non so se dalle lacrime o dal fumo che emetteva il golem mentre bruciava, poi sentivo il calore, il caldo e rassicurante calore del fuoco, ed infine sentì delle voci. Kap parlava con qualcuno, una voce sottile, piccola forse, terrorizzata.
Senti il mio corpo alzato da qualcuno e poi ricordo solo che mi svegliai in un tunnel buio e umido.
 
Quando aprì gli occhi mi ritrovai sul petto una creatura fatta di carta, cercai lo sguardo di Kap ma lui mi guardava spaventato o preoccupato, con la spada corta cercava di farmi il meno male possibile mentre mi bruciava la pelle. Non glielo avrei mai potuto dire che non sentivo nulla, che di quel calore non sentivo altro che l'odore della mia carne e nient'altro. Iniziai a pensare che forse lui non meritava tutto quello che gli stava succedendo, che era stato trascinato in una guerra, che dipendeva da lui il destino di Zeinda e io lo sapevo, lo sapevo da sempre.
 
Una volta medicata mi alzai, guardai la strana creatura e non resistetti a chiederle il suo nome, la risposta mi sorprese -Origamio…-
-qual è la tua storia Origamio?- chiesi, una parte di me non voleva saperlo, una parte di me sapeva che lui poteva essere il terzo componente di cui parlava Azzurra nel diario.
Lo sentì parlare, lo sentì raccontare la sua storia, mi irritava, mi irritava perché sapeva tutto, se aveva mai sentito Azzurra scrivere su quel diario, poteva conoscere anche i dettagli che non avevo letto, dettagli che se spifferati avrebbero rovinato il mio piano, il piano di Azzurra. Rimasi in silenzio, forse sulla difensiva, lo ascoltavo che parlava, ma non era mai abbastanza chiaro su nulla, poi si girò verso di me mentre parlava con Kap -…  ho in me tutte le informazioni delle fate, del mostro e di tutto ciò che ho sentito nella stanza di Azzurra, da prima della nascita della primogenita figlia- disse fissandomi negli occhi, sapeva, conosceva tutta la storia, capì in quel momento perché Azzurra avesse scelto o previsto che ci fosse anche lui, poteva esserci utile, poteva essermi utile.
 
Scendemmo fin sotto i sotterranei, e lì vidi ciò che faceva il duca ai prigionieri, era tutto come l'avevo visto l'ultima volta. Mi avvicinai alla terza cella e guardai le catene che pendevano sul muro, mi sembrava di vederli ancora, di sentirli urlare dal dolore mentre venivano divorati da quelle bestie. L'immagine delle loro budella, del loro sangue, non si cancellò mai dalla mia memoria. Non ebbi nemmeno il tempo di versare una lacrima che il terreno iniziò a tremare e da mucchi di ossa ne uscirono due bestie simili a granchi o paguri, una dal corpo blu e una dal corpo rosso corallo, il primo era un Shogun Ceantaur e l'altro un Daimyo Hermitaur. Non erano pericolosi, non troppo, ma erano resistenti coperti da un carapace di ossa e scheletri fusi, e nonostante ciò mi sembrava di vedere ancora i volti sofferenti che prima coprivano quei scheletri.
 
Afferrai Origamio e lo portai in salvo -sono mostri che sputano acqua, sono resistenti e voglio che tu stia lontano dallo scontro. Non mi piaci, io non ti piaccio, ma sappiamo entrambi che i tasselli per i finale scritto da azzurra si trovano in uesto sotterraneo e di certo non hanno le chele- dissi al pezzo di carta che mi osservava sorpreso -tu? Avrei dovuto immaginare che non ti chiamavi red per caso… anche se mi sembra di ricordare che era un altro il tuo nome- iniziò lui
-ti conviene anche dimenticarlo, ti brucio se osi dire a Kap la verità, non capirebbe-
-se è per questo non lo capisco nemmeno io perché abbia scelto proprio te, perché ci sia anche tu nelle sue predizioni… KAP!- urlò. Mi girai verso di lui cercando di convincerlo ad allontanarsi ma fu colpito da un raggio d'acqua che lo scaraventò contro un muro.
 
-Kap!- urlai correndo verso di lui
-ferma, ci penso io, tu fa il tuo lavoro, spiana la strada per il prescelto-
-mi incoraggi nonostante tu sappia come finirà la cosa?- chiesi
-tu non hai letto il vero finale, io si, non importa il prezzo che dovremo pagare, Zeinda merita la pace, Azzurra la merita…- mi rispose.
 
Non so perché ma mi fidai di lui, impugnai l'arma e mi lanciai in battaglia, i due crostacei giganti si muovevano coordinati, cercando di accerchiarmi, ma con il falcione riuscivo a saltare sulle loro corazze e ad infilarmi dieto la loro teste. Con la lama cercavo di ferirli, di fermarli -gli occhi! Tranciagli gli occhi senza quelli non potranno seguirci!- mi urlò origamio, io saltai sulla corazza dell'Hermitaur e mi avvicinai agli occhi, mi fissava, non attaccava, mi fissava quasi terrorizzato, con la bava alla bocca -ise venspatota?- il mostro si fermò e mi fece scendere emettendo uno strano suono dalla bocca -non erisco a picarti, saco sopos refa?- chiesi, il mostro si avvicinò alla mia borsa, forse cercava del cibo. Cacciai un pezzo di ratto che avevo conservato e glielo diedi, se lo mangiò con gusto.
 
-hei Origamio, guarda qua, non sono poi così pericolosi- dissi ma lui mi fisso per un attimo spaventato, poi mi sentì una fitta alla schiena e vidi il corno dello Shogun che mi aveva ferita al fianco, stavo sanguinando, pericolosamente troppo, mi accasciai a terra senza dire nulla, mi mancava il fiato, guardai l'Hermitaur -iuamita…- sospirai. Il mostro si mise sopra di me e mi protesse dai fendenti dello Shogun. La ferita al fianco sembrò smettere di sanguinare eccessivamente, con le forze rimaste cercai di alzarmi, l'Hermitaur allora decise di attaccare. Correndo all'indietro colpì lo Shogun con un corno di osso che aveva sul carapace, lo spinse contro le sbarre. Io corsi verso di loro, guardai verso Kap ed Origamio, erano abbastanza lontani da non vedere cosa accadeva, sospirai caricai dei colpi con il falcione, insieme all'Hermitaur riuscì a mettere fuori combattimento lo Shogun.
 
Concluso lo scontro andai dagli altri seguita dal granchio rosaceo. Kap si era ripreso ma quando mi vide arrivare i suoi occhi tornarono ad essere spaventati -r… red…- cercò di dirmi notando l'hermitaur avvicinarsi
-non preoccuparti è un nostro alleato ora- dissi accarezzando una delle chele del mostro
-hai un talento naturale… ma credo tu abbia bisogno di questa- disse origamio ridandomi la mia collana -all'inizio credevo l'avessi rubata, ma suppongo sia davvero tua- concluse mentre mi rimettevo la collana al collo. Guardai la piccola pietra rossa che pendeva sul mio petto -grazie- dissi ad origamio per poi girarmi verso il mostro -bhe non sono certa che funzioni con gli adulti ma…- chiusi gli occhi e poggiai le mani sulle sue chele, nella mia mente si proiettarono i suoi ricordi, la sua solitudine, le sue ferite, la sua nascita. Fu a quel punto che mi resi conto che non ero l'unica a possedere il potere dei rider, la capacità di legare il proprio spirito a quello dei mostri, di essere loro amica, di trattarli come pari. I mostri obbedivano al Duca perché era riuscito a governare il potere di una pietra del legame. A rivedere il volto del duca nero l'Hermitaur iniziò ad agitarsi -hei, noso qui, non veare upara- il mostro si calmò e sentì la gemma sul mio petto brillare, dopo tanto tempo sentivo di non essere più la sola a soffrire per colpa del Duca.
 
Quando riaprì gli occhi il mio sguardo si scontrò con quelli di origamio e kap, il primo era colpito, il secondo altamente sorpreso -okay ora mi dici subito che diamine è successo- mi disse il ragazzo
-non è complicato, ha usato la sua gemma da rider, è una particolare gemma che permette ad alcune persone di stringere legami con i mostri, di solito non accade con gli esemplari adulti, ma suppongo che in un certo senso eravate già legati- disse origamio con un sorriso all'iniziò sincero per poi concludersi con l'essere amaro.
Abbassai la testa dispiaciuta e cosciente del fatto che avesse ragione, poi il mio sguardo cadde sulla ferita, non sanguinava molto, ma era comunque profonda -hai bisogno di cure! Come ti sei fatta un simile taglio?- chiese Kap preoccupato
-io avrei un'idea- disse Origamio andando a scavare nei mucchi di ossa, tornò dopo in po' con un ossicino molto piccolo -se facciamo la punta potrei usarlo con un po' di tela di ragno e un po' di edera per cucirti dei punti, poi ti stringo un po' di tela intorno al fianco e starai bene, almeno finchè non troveremo il necessario per lelle pozioni curative- disse porgendomelo -va bene, ma sta attento- dissi scoprendo il fianco ferito.
 
Con l'aiuto dell'Hermitau, Origamio riuscì a pulire la ferita e a mettermi dei punti provvisori -e questo è l'ultimo- disse facendo l'ultimo nodo -ma ricorda che finchè non troviamo il necessario per le pozioni dovrai evitare di lottare- mi avvisò Origamio
-ditemi cosa posso fare io per aiutarvi- si intromise Kap evitando di guardare la mia ferita
-questo posto è abbastanza umido, dovrebbero esserci dei funghi, ci servono quelli con la testa blu, blu non viola che altrimenti mi avveleni- gli dissi e subito lo vidi scattare in piedi alla ricerca dei funghi -voglio poter lottare anche io… dammi un'arma, ti prego- mi disse Origamio stringendo la fasciatura attorno al mio fianco
-bhe… potrei fare qualcosa con lo Shogun…- pensai avvicinandomi al mostro, lo sentivo ancora respirare, poco, ma respirava ancora
-spezzagli il cormo alla base e ti farò una lama che potrai usare- dissi e subito Origamio iniziò a colpire il corno con una roccia.
 
Rimasi lì a terra a riposare con l'Hermitaur che mi stava accanto per cercare di tenermi al sicuro e al caldo, lasciai che gli altri facessero il lavoro duro per una volta, sapevo che se saltavano i punti o peggiorava la ferita neanche le pozioni curative mi avrebbero aiutata. Nel frattempo intrecciai un po' di rete per farne una seconda sacca da portare con noi. Dopo un po' Kap tornò con i funghi, per fortuna erano quelli giusti, anche se ne erano pochi sarebbero comunque tornati utili. Aspettammo che Origamio recuperasse il corno ed iniziammo a pensare a come andarcene da lì -allora… Origamio te che sai come muoverci, per dove si va- disse Kap, sembrava aver ritrovato la sua positività
-il mio consiglio è di passare per i condotti acquiferi, c'è una parte che spunta nel giardino dove potremmo trovare il necessario per le cure e forse persino una scorciatoia verso la torre a est- disse Origamio, l'idea mi sembrava geniale, mi sarei potuta curare in fretta e avrei finalmente ripreso a lottare, sarei stata pronta per quando avrei incontrato di nuovo il Duca Nero. Mi alzai e preparai le sacche, una per me e una per Kap, presi il corno spezzato da Origamio e lo misi alla cintura, una volta guarita avrei trovato anche le forze per forgiare l'arma. Ci avviammo verso delle rocce che coprivano l'entrata nei condotti dell'acqua -hey Hermitaur ti va di darci una mano?- chiesi, il crostaceo spostò alcune rocce con le sue chele e poi con un forte getto d'acqua distrusse gli ultimi cumuli rocciosi.
 
Ci inoltrammo guidati solo da una fiaccola e dalle indicazioni di Origamio, ogni passo risuonava nel tunnel poi all'improvviso un fruscio potente ci giunse dal fondo del corridoio, una figura l'unga ed ingombrante sfrecciò nel condotto -che cosa è stato?- chiese Kap mettendosi sulla difensiva -qualcuno che vive in questo luogo a quanto pare- risposi estraendo l'arma
-no, ricordati che non puoi combattere nel tuo stato, correte nel condotto qui a destra, dovremmo sbucare nella zona mineraria, da lì vedremo cose tornare in superficie- disse Origamio dirigendosi a destra.
Dal fondo del tunne due occhi brillanti iniziarono venirci velocemente in contro, io e l'Hermitaur stavamo per girare l'angolo, ma il mostro era abbastanza vicino da riconoscerlo, era un Najarala, tra il dolore e la sorpresa rimasi ferma per qualche secondo finchè non sentì Kap afferrami il braccio e tirarmi nel corridoio. Mi tirava come non aveva mai fatto, correva mentre io trascinavo i piedi per sfuggire alla sua presa -no! Lasciami, Hermitaur è solo lì a lottare per difenderci- urlai, Kap si fermò e mi frese le spalle per poi spingermi contro il muro
-proprio perchè vuole difenderci, lasciaglielo fare, se vai lì e muori, il suo impegno sarà vano, prima troviamo il necessario per curarti e prima potrai essere in forma per mettere fine a tutto ciò. Anche se torni indietro, non è detto che si salverà e tanto meno è detto che ti salverai tu- mi disse, il suo sguardo era serio e severo, mi fissava negli occhi e mi stringeva le spalle con una fermezza che non aveva mai avuto. Ma nonostante tutto non riuscivo a non sentire le urla di Hermitaur, non ero pronta a rinunciare alla mia natura incosciente del pericolo, Kap capì cosa volevo fare e senza dire nulla mi sollevò di peso e iniziò a correre nella direzione indicata da Origamio.
 

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Capitolo 6
*** La paura è per tutti ***


POV Kap

Quando ripresi i sensi scoprì che la stessa creatura che mi aveva aggredito era diventata docile, ma non fu di certo quello a sorprendermi di più, in quell'occasione scoprì un talento di Red, lei era una rider. Non me lo aspettavo, considerando soprattutto come combatteva bene contro i mostri, ma avrei dovuto immaginare che dopo tanto tempo in un mondo simile, non resta molto da fare che trovare anche degli alleati. Il granchio ci accompagnò fino ad una parte degli acquedotti, poi rimase indietro per difenderci, era sconvolgente la sua lealtà ed era molto toccante notare che una dal cuore duro come Red potesse disperarsi per un mostro conosciuto da poco.

Recuperata Red seguì le indicazioni di Origamio e ci avviammo verso le miniere, il granchio aveva smesso di urlare ed ebbi la sensazione che non ne uscì vittorioso. Il mostro serpeggiante iniziò a venire verso la nostra direzione -Origamio quanto manca?- chiesi guardandomi le spalle
-quell'apertura lassù, non dovrebbe poterci passare- disse accelerando, il serpente era dietro di noi, sentivo i suoi urli acuti che mi trapanavano le orecchie, stringevo Red per non perderla e arrivati all'entrata delle miniere lasciai Red salire, stavo per uscire anche io quando vidi una grossa roccia arrivare verso di me, scesi di qualche gradino e il tonfo del masso mi fece ricadere nell'acquedotto, il serpente era a poco da me, non riuscì ad urlare, chiusi solo gli occhi e cercai di proteggermi il volto con le braccia.

Il mostro non mi attaccò, rimase a poco da me a fissarmi come se fosse il trans, tolsi le mani dal volto e confuso lo guardai anche io -che patetico eroe- disse all'improvviso il mostro, io sobbalzai spaventato -così debole e così spaventato, e tu dovresti essere l'eroe destinato a salvare Zeinda?- continuò
-c… certo che no, non sono un eroe, ma so che posso aiutare Red nella sua impresa, lei ti sconfiggerà, lei ed Origamio ti faranno tornare da dove sei venuto!- dissi alzandomi in piedi e fissando negli occhi il mostro
-e cosa ti fa pensare che un foglio di carta e una ragazzina impulsiva mi sconfiggeranno? Io sono il duca nero, ho sconfitto eserciti interi con solo lo schiocco delle mie dita, io ho il potere di distruggervi tutti se solo lo volessi- disse
-quindi non vuoi, che mossa stupida, hai la possibilità di ucciderci eppure non lo fai… o forse non puoi?- istigai io
-non montarti la testa, se non vi ho uccisi è solo perché non è divertente sconfiggere il mio più grande nemico facendogli crollare una grotta in testa- rispose
-sottovaluti i miei amici, quando verremo a prenderti sarai in un mare di guai, sarò anche solo un ragazzo, ma fidati che per tornare a casa sono capace di tirare fuori il peggio di me-
-è proprio quello che spero, ucciderti nei primi dieci secondi sarebbe uno spreco di tempo, dopo tutto l'impegno che ci stanno mettendo quella rossa pazza e il suo pezzo di carta per portarti da me, spero davvero di divertirmi prima di appendere la tua testa con quelle degli altri eroi-
-tu perderai! Sono più forti di quanto pensi- dissi
-senza un vero eroe, solo voi perderete e credo tu sappia che l'eroe che serve a Zeinda non è né una ragazza piena di risentimento, né un origami parlante, hai letto le profezie, tocca ad un eroe, un giovane forte e determinato, cosciente della sua forza e coraggioso. Loro credono fermamente che sia tu, ma tu sai che non sei così, fa un favore a tutti, evita di condurli con te alla morte, posso offrirti una possibilità di salvezza, un portale per quella che chiami casa. Non sei stufo di stare qui a rischiare la tua e la loro vita per una vecchia storia sugli eroi e le principesse in pericolo?-.

Quando smise di parlare sulla parete al mio fianco si aprì un portale, oltre vidi la mia città, i miei nipoti sorridenti correre per tra gli stand della fiera, avvicinai la mano al portale e una sensazione di lieve elettricità mi percorse la mano, la allontanai subito
-no, non ho intenzione di andare via, non ho idea degli effetti che oltrepassare questo portale avrà, non mi fido di te, non mi manderesti via così facilmente, se non mi volevi qui mi avresti offerto tempo fa una via di fuga, se lo stai facendo solo ora significa che questo viaggio che stiamo facendo ti sta dando fastidio in qualche modo. Non sarò l'eroe destinato a sconfiggerti, ma posso aiutare chi ne è capace, sapere che hai interesse nel fermarci è l'incoraggiamento migliore che potevi darmi per restare- avrei dovuto dire questo, avrei voluto dirlo, ma aveva ragione, io non potevo essere un eroe, ero solo un ragazzo che viveva in periferia, sarei stato solo di intralcio per Red ed Origamio. Stavo per attraversare il portale quando un'esplosione sopra la mia testa aprì il passaggio verso la miniera -Kap! Kap tutto bene?- sentì Red chiamarmi
-stiamo arrivando amico- disse Origamio scendendo armato con un coltello fatto con il granchio blu.

Quando scesero il serpente gli scaglio contro delle scaglie che li circondarono -un solo passo e le faccio esplodere, Kap a te la scelta, o il portale o la tua amichetta avrà altre ferite da cui riprendersi- disse il mostro
-quindi è per questo che non è ancora carne alla brace, perché c'è il tuo zampino Duca- disse Origamio
-Kap ascoltami molto attentamente, non andare, so che questo posto è un inferno, so che sarai confuso, insicuro, so che per me è anche difficile da credere, ma le storie della biblioteca, quelle sugli eroi, hanno un fondo di verità. Azzurra la principessa che doveva governare su Zeinda aveva il potere di predire il futuro, ho il suo diario, e lì ci sei anche tu, tu sei un eroe, non lo sai ancora, ma lo sei. Il Duca cerca di cacciarti perché vuole metterti alla prova, nessuno è mai riuscito a creare un portale così potente da collegarsi al tuo mondo per tornare indietro, l'unico modo è rendere realtà le predizioni di Azzurra, se vai verrai sbriciolato in mille pezzi e noi perderemo la nostra possibilità di vincere. Pesa avere sulle spalle questa responsabilità, ma ti assicuro che nessuno è mai giunto fino a questo punto, se tu sei arrivato qui è perché io credo in te e credo che tu possa davvero salvare il nostro mondo, quindi ti prego, fa la cosa giusta, lascia che le faccia detonare, le ferite che avremo noi si rimargineranno ma la ferita che avrà zeinda senza un eroe a difenderla porterà tutti ad una fine orribile-. Red mi fissava aspettando la mia decisione dopo aver sentito il suo discorso -non lo farò red, non lascerò che vi ferisca- dissi per poi cacciare le mie doppie lame -ma non ho nemmeno intenzione di arrendermi, farò ciò che mi hai insegnato meglio, sarò impavido-.
Prendendo la rincorsa cercai di distruggere più scaglie possibili mentre iniziarono a tremare per poi esplodere, Red stringeva origamio mentre io mi mettevo tra lei e le scaglie per cercare di aiutarla. Il serpente smise di parlare, strisciando mi afferrò con la forte coda ed iniziò a stringere, mi sentivo il fiato mancare, mi stringeva sul petto e non riuscivo più a riempire i polmoni
-tu caro Kap, hai condannato te e i tuoi amici, la prossima volta che ci incontreremo non sarò clemente- mi ringhio contro per poi scaraventarmi a terra e scomparire negli acquedotti.

Una volta ripreso il fiato mi avvicinai a Red -hey, tutto bene voi due? Feriti?- chiesi
-tu sei un idiota!- mi urlò Red -potevi farti uccidere- disse tra l'arrabbiata e il preoccupata
-a quanto pare va tutto bene, ora come ora abbiamo bisogno che guarisci e che ci prepariamo per lo scontro finale, a quanto pare il Duca ha dei piani ben precisi per darci il benvenuto-
-e da dove esce l'intraprendenza giovane Kap?- chiese Red
-esce da te, dal tuo discorso, non sono certo di essere un eroe, ma posso provarci, voglio provarci- dissi andando nella zona mineraria.

POV Red

Kap mi portò fino all'entrata delle miniere, io ed Origamio salimmo, ma non appena ci girammo indietro per aiutarlo a salire una grossa bestia simile ad una rana arancione piazzò un masso sull'entrata -un Tetsucabra, molto territoriale di solito- dissi ad Origamio mettendomi davanti per proteggerlo
-ma lui non credo abbia tutta sta voglia di lottare, guarda le zanne, guarda la pelle… è stanco, forse vecchio- disse il foglio di carta. Mi avvicinai lentamente -va totut nebe, non mosia ticatvi- dissi poggiando una mano sul suo muso, le zanne erano spezzate e le zampe ferite, il corpo era pieno di cicatrici
-cosa sai dirmi di lui?- chiese Origamio
-devo connettermi a lui per dirti cosa gli è successo… credi che ci riuscirò di nuovo?- chiesi
-se ci sei riuscita una volta nulla toglie che tu possa farlo di nuovo, basta solo concentrarsi- disse.

Afferrai la mia collana e chiusi gli occhi, la luce che sprigionava era accecante, la percepivo anche oltre le palpebre, mi concentrai e all'improvviso la testa venne invasa da delle immagini. -uno stagno… casa sua, sono arrivati dei cacciatori e l'hanno portato via…- iniziai poi mi staccai dal mostro -che cosa orribile, Origamio, lo hanno usato per scavare le miniere, lo hanno stremato… era solo un cucciolo…- iniziai a bisbigliare, la luce iniziò ad essere meno forte e negli occhi verde acqua del Tetsucabra vidi una lieve scintilla di speranza, ero riuscita a creare un altro legame.
Il mostro si calmò e stanco si buttò sul fianco vicino ad una parete, noi ci guardammo intorno, dovevamo ad ogni costo aiutare Kap. La miniera era vicina ad un accampamento abbandonato, era tutto distrutto, quasi tutto. Tra i diversi barili ne trovai uno piccolo ma abbastanza integro, lo alzai e sentì che era peno -ottimo abbiamo una bomba, usiamola per liberare il passaggio a Kap- dissi portando il barile, lo posizionai vicino alla roccia e usando una pietra e la lama del mio falcione accesi la miccia, ci allontanammo e aspettammo.

All'iniziò sembrava non funzionare, pensai di avvicinarmi ma il Tetsucabra mi fermò con un ruggito e pochi secondi dopo la bomba esplose.

Il passaggio era aperto e subito ci avviammo ad aiutare Kap, lo vidi lì fermo con il Najarala che lo fissava, anzi, gli parlava.
Mi sorprese la scena, non rimasi colpita dal potere del duca di parlare attraverso i mostri, ma piuttosto mi sorprese che avesse offerto a Kap una via di fuga, non potevo permettergli di andare e feci di tutto per convincerlo a restare, per fortuna me la cavo bene con i discorsi.
Con la fuga del serpente ci mettemmo ad esplorare le miniere, in un angolo avevano una piccola fornace collegata con l'esterno che utilizzavano per forgiare o riparare i piccono, ma io avevo altre idee.
-Kap, io non posso fare sforzi quindi devo chiedere a te di farmi un grande favore, prendi un piccone e portami tutto quello che trovi in queste miniere, non colpire ogni parete, ci dovrebbero essere delle vene di metalli già aperte- dissi guardando il tavolo di lavoro
-noi?- chiese Origamio
-se c'è un collegamento con l'esterno dobbiamo trovarlo, preparate le armi e ci serve trovare il giardino per recuperare i materiali per le pozioni- dissi
-va bene, tu cerca dall'interno, io vedo dove sbuca la fornace prima che la accendiate così mi oriento e ci organizziamo non appena torno- disse Origamio
-va bene, ma sta attento, prendi questa, è una trappola che ho trovato nei resti dell'accampamento, se vieni attaccato potrai bloccare il nemico in tempo per una fuga rapida- dissi, lui la prese ed inizio ad arrampicarsi nella canna fumaria.

Mentre erano impegnati a cercare ciò che avevo chiesto io tornai nell'acquedotto per recuperare le scaglie di Najarala, ogni cosa poteva tornare utile. Con il silenzio in lontananza sentì dell'acqua scorrere, mi avvicinai alla fonte del rumore -in fondo a destra, prima curva a sinistra- cercai di ricordarmi il percorso per tornare dagli altri, l'acquedotto si stringeva per aprirsi su una piccola grotta. Era piena di rocce coperte da muschio, dal soffitto una lieve luce si rifletteva su uno specchio d'acqua dove nuotavano dei pesci -ottimo, finalmente del cibo- impugnai la mia arma e con un colpo secco e deciso infilzai un pesce e lo cacciai dall'acqua -ne saranno felici- pensai vedendo la bestiola dalle scaglie lucenti smettere di muoversi. Non ebbi il tempo di metterlo in borsa che mi scoppiò tra le mani -pesce bomba, ottimo…- pensai raccattando i pezzi da terra e da dentro i miei capelli -se non muoio mi farò un luuungo bagno- sbuffai prendendo la mira verso un altro pesce.

Alla fine della mia caccia tornai da Kap con qualche pesce scoppio e quello che ero riuscita a recuperare dei pesci bomba. -hey Red, caccia grossa?- chiese vedendo tutto il pesce che avevo
-si dai, te? Qualche materiale utile?- chiesi
-ho messo tutto nel carretto vicino la fornace, vedo se trovo roba utile nell'accampamento e ti faccio sapere… Origamio? Dove sta?-
-è uscito per orientarsi e trovare una via di uscita per il giardino, dovrebbe essere già qui…- dissi e subito il terreno iniziò a vibrare, il soffitto crollò a poco da noi e una creatura volante comparve nella polvere e macerie intrappolata in una rete elettrica.
Il mostro si contorceva cercando di scappare -hey ti iuato io- aprì l'intrappolatore e cacciai l'insetto elettrico che c'era dentro, la creatura si calmò.

Quando finalmente lo liberai dalla rete riconobbi di che mostro si trattasse -abbiamo trovato un Halk - dissi a Kap
-io ho trovato un Halk- rispose Origamio affacciandosi dall'apertura sul soffitto
-in ogni caso sono le sentinelle al di fuori delle mura- dissi
-al di fuori delle prime mura, ma in effetti hai ragione. Ho capito dove siamo ma piuttosto che esplorare gli acquedotti e rischiare di incontrare il serpente speravo potessi legare con questo Halk e farci portare nel giardino- disse Origamio
-quindi l'hai intrappolato per sfruttarlo? non è di certo questo il modo di trattare chi potrebbe aiutarci, la caduta potrebbe averlo ferito e poi come hai fatto a fargli sfondare il soffitto?-
-non ti piacerà sapere che è finito in trappola dopo essermi venuto contro in picchiata- rispose con un tono meno sicuro di sé
-già! Non mi piace affatto!- gli dissi.

Mi avvicinai all’Halk e controllai se era ferito, per fortuna niente di grave, il mostro si allontanava dalla mia mano spaventato -va totut bene- cercai di rassicurarlo, ma lui mi urlò contro, cercai di avvicinarmi stringendo la gemma che portavo al collo, riuscì a poggiargli la mano su un'ala e subito la gemma si mise a brillare.
Nella mia mente si proiettarono i ricordi dell’Halk, venne catturato da cucciolo e poi è caduto sotto il controllo del duca. Nei suoi ricordi intravidi anche il giardino, uno spiazzato verde con al centro un'aiuola con una roccia al centro e una lama conficcata dentro. Allontanai la mano dal mostro che smise di fissarmi spaventato, anzi sembrava molto attratto dalla mia borsa che puzzava ancora di pesce.

-Giovani, abbiamo una destinazione, ma prima ci tocca prepararci, pronti a fare il lavoro duro?- chiesi guardando il carrello pieno di minerali
-non ci tiriamo mica indietro- disse Origamio lanciandosi nel carrello. L'origami iniziò a scavare e a cacciare fuori diversi pezzi di ferro -credo che la scelta migliore sia dividere ciò che abbiamo e vedere come usarlo in base alla quantità- disse, io concordai. Alla fine ci ritrovammo con tanto ferro, della machalite, dei cristalli terra e diverse sfere armatura, qualche pezzo di cote e delle pietre -ci basterranno per fare qualcosa di utile?- chiese Kap
-ho diverse idee, ottime per questo materiale- dissi mettendomi subito al lavoro.

Principalmente avevo in mente di rafforzare le nostre armature, di farne una ad Origamio e di potenziarle con le sfere armatura e qualche pezzo di scaglia di Najarala e i cristalli che avevo recuperato dal Nerscylla. Mentre io lavoravo lasciai del carbone ai ragazzi per cucinare il pesce.
Ad ogni colpo sull'incudine sentivo la ferita bruciarmi ma non potevo fermarmi, senza delle armi potenziate e delle armature resistenti non avevamo speranza contro il Duca Nero. I cristalli terra mi furono utili per migliorare un po' le armi, tolsi un leggero strato di ruggine, migliorai la filettatura e mischiai la machalite al ferro, feci tutto questo lavoro per il mio falcione e le doppie lame di Kap, Origamio aveva un'arma abbastanza potente da non dover essere migliorata.
Quando finì di rinforzare le armature mi ritrovai tra le mani l'ultima sfera, la più resistente di tutte, guardai la mia pettorina, poi lanciai un occhio ai miei compagni, avrebbero potuto accettare la mia scelta? Senza dire nulla la presi e ci lavorai su per potenziarla con quella sfera armatura, -è davvero tanto da codardi ingannare gli altri pur di proteggere se stessi?- me lo chiesi per tutto il tempo.

Finito di giostrarmi tra ferro e fuoco andai anche io a mangiare con gli altri.
-Allora cara la nostra fabbra, come sono i nostri nuovi equipaggiamenti?- chiese Kap
-dimmelo tu- risposi porgendogli un elmo che brillava tra argento e un leggero blu
-non pesa, è della taglia giusta…- iniziò Kap poco prima di essere colpito in testa a da Origamio -e resiste ai colpi noto- concluse l'origami controllando che non ci fossero ammaccature
-modestamente- risposi con espressione fiera -per te piccolo Origamio ho questa piccola pettorina, forse però è un po' grande- dissi
-nessuna paura, ho tenuto da parte un piccolo potere che ho dentro di me. Sapete no che nasco dalla polvere di fata? Ecco, posso farne uscire un po' per fare dei piccoli incantesimi. L'unica pecca è che una volta terminata…- disse abbassando la testa
-tornerai ad esser e un pezzo di carta- concluse Kap togliendosi l'elmo
-si, ma per ora posso aiutarvi, spero solo che il mio cambio di statura non si riveli un problema- disse sottovoce
-allora non fare nulla, teniamo questa magia da parte per i momenti urgenti, mi porterò la tua pettorina con noi e quando sarà il momento prenderai delle sembianze abbastanza grandi da fare la differenza- dissi, poi mi girai verso l'Halk -meco stai?- chiesi, lui si avvicinò a me e posò la testa sulle mie gambe
-sembra che Red faccia proprio colpo nel cuore dei mostri- disse Kap cercando di accarezzare l'Halk, il mostro spalancò gli occhi e lo fece indietreggiare -forse la prossima volta- disse il ragazzo ridendo un po' spaventato.

Tutti ci godemmo un bel pasto a base di pesce, Kap si mise a terra a fare un pisolino e lo stesso fece Halk, rimanemmo solo io ed Origamio a fissare il carbone che ancora brillava di rossastro
-allora… che piani hai per lui?- chiese
-Chi dei due? L'eroe o il cattivo?-
-Entrambi, sai che stiamo arrivando verso la fine… Il problema è che non so fino a che punto tu sappia cosa accadrà- mi disse
-Non importa, non potrei cambiare le cose nemmeno volendolo, lo sai che per salvare una vita va tenuto in conto che un'altra dovrà essere sacrificata- dissi, origamio si alzò e prese dalla borsa il diario di azzurra che avevo portato via
-L'hai tenuto…- disse
-
È ciò che ci rimane-
-Perché? Lei dov'è? Non era prigioniera?-
-Lo è ancora... Ha fatto ciò che credeva fosse giusto, ha fatto un sacrificio per salvare tante persone, ma a quanto pare il Cavaliere Rosso ha distrutto tutto ciò che lei aveva lasciato… Tutto tranne questo- dissi fissando la copertina celeste e bianca
-E tu non credi di poterlo sconfiggere? È solo un cavaliere, l'unico davvero temibile tra gli scagnozzi del duca, ma so che tu puoi farcela, puoi sconfiggerlo- mi incoraggiò Origamio -lei anche sapeva che tu ne eri capace- continuò
-Lei non sapeva davvero tutto! Guardaci, siamo stremati, siamo in tre, siamo soli, come puoi pensare che io sia capace di uccidere il Cavaliere Rosso se nemmeno sono sicura che arriveremo davvero alla torre?-
-tu non sei sola, non sei debole, tu hai un talento e sei l'unica capace di creare un esercito abbastanza forte da sconfiggere il Cavaliere e il Duca stesso, ma devi crederci. Ricorda che noi abbiamo la cosa più importante, l'anima di un eroe puro di cuore… A proposito, sarai pronta a dirgli addio?- mi chiese
-Sarà difficile, ma sono certa che riuscirà nel suo compito-
-Difficile? Se credi davvero in lui non dovrebbe essere difficile-
-Sarà che forse in lui vedo qualcosa che gli altri non avevano... Sarà che mi dispiace di averlo imbrogliato con il portale... Poteva scappare, non avevo altra scelta che fermarlo…- iniziai a rimuginare io -Ma forse ho solo paura di fallire nella mia battaglia e di deluderlo, di averlo condannato dal momento in cui gli ho impedito di andare via-
-Huuu non è un buon segno, provi qualcosa per lui?- chiese Origamio preoccupato
-C… che sciocchezza! Certo che no!- dissi imbarazzata -
È che se lui è l'eroe ed io fallisco abbiamo perso l'occasione di salvare Zeinda- dissi prendendo una roccia per iniziare a scavarci dentro con un coltello che avevo creato con il ferro in eccesso
-non sarò umano, ma riconosco l'amore quando lo vedo, certo sarà una scntilla per ora, ma potrebbe diventare una fiamma… sempre se sopravivremo abbastanza, ma per ora non lasciare che i tuoi dubbi o i tuoi sentimenti ti impediscano di fare la cosa giusta, come hai detto, per salvare una vita ne va sacrificata un'altra- disse Origamio accomodandosi vicino all'Halk -chiudi gli occhi Red, abbiamo bisogno di riposare prima di scontrarci con lui- disse chiudendo gli occhi. Dopo un po' provai anche io a riposare.

Dopo qualche ora mi svegliai, mi girai verso i miei amici e poi spalancai gli occhi spaventata -Origamio!- dissi svegliandolo
-Che c'è?-
-Kap non c'è- dissi spaventata
-Come non c'è?- disse alzandosi.
Ci guardammo attorno ma di lui rimase solo l'elmo che gli avevo fatto provare. -Dove diamine può essere andato?- chiesi
-Non lo so, ma possiamo farci aiutare- disse Origamio saltando in groppa all’Halk.
Il mostro si vegliò e si mise a sbadigliare rumorosamente -hey, biaabmo sobigno di iuato- dissi mettendo l'elmo davanti al muso -vatrolo-. L'Halk si mise subito sulle sue tracce. Il mostro ci indirizzò verso gli acquedotti -Maledizione, non gli piace tenersi fuori dai guai?- pensai lasciando che origamio e Halk andassero avanti.
Mi avvicinai al Tetsucabra, era stanco ma respirava ancora, lo lasciammo riposare ma prima di andare via gli lasciai del pesce vicina alla testa, se avesse avuto fame avrebbe avuto il cibo per sopravvivere.

Mi incamminai per seguire Origamio, erano arrivati nella zona dove avevo pescato -Origamio l'abbiamo trovato?- chiesi, ma quando mi avvicinai mi risposi da sola -Kap, perché sei qui?- chiesi
-Speravo di non essere trovato- disse impugando le lame
-Origamio cosa hai fatto?- chiesi
-Io nulla, sono appena arrivato- disse
-Ed ora te ne vai, tu e il bestione- disse Kap minacciandolo, l'Halk iniziò a ringhiare
-Macal ciocuclo, Origamio portalo con te di là, ci penso io qui- dissi.
Quando i due si allontanarono rimasi a fissare Kap
-Ora siamo soli, cosa pensi di fare?- chiesi
-Penso di ottenere risposte, ho letto il vostro caro libro- disse mostrandomi il diario
-E quindi? Credi di aver compreso tutto che contiene? Sono profezie, hanno bisogno di tempo per essere decifrate- chiesi
-A quanto pare tu ne hai avuto di tempo per decifrarlo, ma non sono interessato al libro, ma a te. Voglio sapere la verità, perché vuoi che rimanga? Penchè non dirmi che il portale funzionava davvero?-
-Saresti andato via, se avessi saputo quale prezzo avremmo dovuto pagare per vincere saresti potuto scappare-
-Io volevo avere la possibilità di scegliere davvero! Ho scelto di restare perché tu credevi in me, speravo che tu credessi in me, perché mi sembrava l'unica via d'uscita da questa situazione di merda!-
-Io ci credo! Okay? Io ci credo in te-
-No, se ci credevi mi avresti detto che potevo andare via, che potevo scegliere di fidarmi e di aiutarvi, io avrei scelto voi-
-Io non lo avrei fatto al tuo posto va bene?! Avevo paura che tu potessi essere come me, che avresti scelto la vita che c'è oltre il portale piuttosto che una missione tanto pericolosa- sbottai, avevo cercato di contenermi tutto il tempo, di sembrare fredda e forte, ma in fin dei conti avevo paura, per la prima volta avevo davvero paura di fallire.

-Aspetta... Tu sei spaventata? Credevo che tu non avessi paura di niente, ti ho vista affrontare mostri enormi senza battere ciglio-
-Ho affrontato quello che già conoscevo, ho letto solo una parte del diario, ora sto andando in contro all'ignoto, so vagamente cosa accadrà ed ho paura. Questa non è solo la tua battaglia, sarai anche l'eroe ma non è solo compito tu lottare per una giusta causa. Tu pittosto non dovresti avere paura, gli eroi sopravvivono, anche se perdono, sopravvivono perché è il loro destino tornare a lottare per vincere, io non ho l'etichetta di eroe stampata in fronte, io se perdo la mia battaglia non tornerò in piedi, non rivedrò le persone a cui tengo, non avrò un luogo dove tornare perché diventerò cibo per corvi-
-Ma tu non sarai sola, ci siamo noi, possiamo aiutarti-
-Non credo proprio, non in questa battaglia... ad ogni modo... Dobbiamo andare, ne abbiamo ancora strada da percorrere prima di arrivare alla torre- dissi avviandomi
-Aspetta, credo che questo sia tuo- disse ridandomi il diario -credo di aver fatto la tua stessa scelta, non sono riuscito ad andare avanti fino al finale-
-Come mai?- chiesi incamminandomi
-Sarebbe stato orribile vivere con l'angoscia di uscire fuori dai binari del futuro predetto da Azzurra, non mi sarei concentrato sulla missione, tu perché non l'hai letto tutto?-
-Non voglio sapere come e quando morirò, è angosciante-
-bhe, se morirai- mi corresse Kap
-chissà…- risposi sbucando nella zona minenraria con il ragazzo.

-Ci avete messo poco a consolarvi- disse Origamio
-Dovevamo solo chiarire delle cose, niente di più- risposi
-Quindi hai scelto la missione, va bene- disse -comunque ho preparato le sacche per partire, Halk è carico. Armatura addosso, ami rinfoderate e borse a tracolla, prossima destinazione: giardino reale- disse entusiasta Origamio.
Noi salimmo in groppa all'Halk e partimmo verso la nostra prossima avventura.

 
 

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