Un legame indissolubile

di Il corsaro nero
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quattro lettere ***
Capitolo 2: *** Il treno per Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Scontro sul treno ***
Capitolo 4: *** Lo smistamento ***
Capitolo 5: *** Un primo giorno molto particolare... ***
Capitolo 6: *** Nubi di paura ***
Capitolo 7: *** Biscotti, picnic e bastoncini ***
Capitolo 8: *** Una disastrosa lezione di volo ***
Capitolo 9: *** Voci e segreti ***
Capitolo 10: *** Colpi di spada, colpi di bacchetta ***
Capitolo 11: *** Un invito esclusivo ***
Capitolo 12: *** Serata al Lumaclub ***
Capitolo 13: *** La catene invisibili ***
Capitolo 14: *** Orme sulla neve ***
Capitolo 15: *** Il segreto della biblioteca ***
Capitolo 16: *** Avventura nei sotteranei ***
Capitolo 17: *** Interrogatorio ***
Capitolo 18: *** I passaggi segreti dei sotterranei ***
Capitolo 19: *** Gli effetti collaterali degli incantesimi ***
Capitolo 20: *** L'ultimo passaggio ***
Capitolo 21: *** La stanza segreta ***
Capitolo 22: *** Il segreto della torre ***
Capitolo 23: *** Carte scoperte ***
Capitolo 24: *** Vero coraggio ***
Capitolo 25: *** Il soffio del drago ***
Capitolo 26: *** L'Erede di Grifondoro ***
Capitolo 27: *** Occhi negli occhi ***
Capitolo 28: *** Verso nuovi orizzonti ***
Capitolo 29: *** Una ragazzina che corre ***
Capitolo 30: *** Vacanze alla Tana ***
Capitolo 31: *** Il richiamo dell'avventura ***
Capitolo 32: *** Incontro imprevisto ***
Capitolo 33: *** Little Hangleton ***
Capitolo 34: *** Il cimitero ***
Capitolo 35: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 36: *** Incidente a Diagon Alley ***
Capitolo 37: *** Conigli, vento, fuliggine ***
Capitolo 38: *** Strane storie ***
Capitolo 39: *** Progetti e incontri notturni ***
Capitolo 40: *** Le eccezioni delle quattro Case ***
Capitolo 41: *** Il segreto della Camera dei Segreti ***
Capitolo 42: *** I provini di Quidditch ***
Capitolo 43: *** Mai disturbare un Augurey ***
Capitolo 44: *** La creatura dell'uovo ***
Capitolo 45: *** Il pasticcio di Furore ***



Capitolo 1
*** Quattro lettere ***


Capitolo 1: Quattro lettere


Erano le otto di un caldo e sereno mattino estivo.

Il cielo era privo di nuvole ed era di un azzurro così intenso che pareva brillare mentre i luminosi raggi del sole colpirono una graziosa casetta a due piani fatta di mattoni.

La luce entrò nella stanza di un ragazzino coi capelli rossi come il fuoco che dormiva a pancia in giù su un letto dalle coperte sfatte e mezze buttate per terra, il quale russava così forte da sembrare una locomotiva in partenza.

Quando la luce del sole gli colpì la faccia, il giovane grugnì per il fastidio, ma, alla fine, aprì gli occhi e, sbadigliando, uscì dalla stanza.

Scese le scale di corsa ed entrò in cucina, domandando, a gran voce: “Cosa c'è per colazione?”

La colazione è sul tavolo, Galahad.” rispose, senza nemmeno alzare la testa dal libro che stava leggendo, un giovane più grande del ragazzino almeno di cinque anni.

Rivolgendogli un'occhiataccia, Galahad sibilò: “Grazie, Lancy, ti assicuro che non me ne ero accorto...”

Per tua informazione, signorino, il mio nome è Lancelot. Dovresti portarmi rispetto dato che non solo sono tuo fratello maggiore, ma, sono anche stato nominato prefetto di Grifondoro.” protestò, seccato, il giovane, abbassando il libro e rivelando un giovane coi capelli corti biondi ramati e gli occhiali.

Ma che cosa eccitante, Lancy...”

Ti ho già detto che il mio nome è Lancelot, Galahad. Quando lo capirai?”

Quando tu ti ficcherai in testa che devi chiamarmi Gal! Hai idea di come sia imbarazzante dire come cavolo mi chiamo sia ai maghi che ai babbani?! Rischio ogni volta di morire dalla vergogna...”

Tanto alla cerimonia dello smistamento ti chiameranno col tuo nome completo davanti a tutti, quindi ti consiglio di abituarti subito.”

Lo so benissimo, ma preferirei evitare che si venga a sapere di questa cosa il più a lungo possibile!”

Sono solo le otto del mattino e siete già qui a litigare?” domandò, divertita, una voce calda e femminile, portando sul tavolo una teiera.

Ciao, mamma!” la salutò, entusiasta, Gal, mentre la donna dai lunghi capelli biondi e con indosso la vestaglia rosa, accarezzava dolcemente la testa spettinata del figlio minore.

I tre cominciarono a mangiare finché non sentirono un frullo di ali provenire fuori dalla finestra.

Oh, dev'essere arrivata la posta.” esultò la signora, andando ad aprire la maniglia della finestra e, immediatamente, entrarono due gufi: un gufo piccolo e un maestoso barbagianni.

Quello è il gufo di Christian! Mi avrà inviato la risposta per il giro di questo pomeriggio!” esultò Gal, non appena vide il gufetto, il quale era intento a pulirsi le piume.

Con molta delicatezza, il ragazzino prese la lettera legata alla zampa dell'animale e, dopo averla letta, esultò: “Fantastico! La zia ha detto di sì! Meglio che vada a prepararmi!”

Aspetta, anche l'altro gufo ha una lettera!”

Sarà il gufo di uno degli amici di Lancelot, mamma.”

No, nessuno dei miei amici o uno dei loro familiari possiede questo gufo.”

Sentendo quelle parole, Gal scese di corsa le scale.

Aveva un presentimento...

Mamma, puoi vedere la lettera? Di chi è?” domandò, con la voce tremante, il ragazzino e, non appena la donna l'ebbe presa, per poco non cadde per terra.

E' per te, Galahad... da parte di Hogwarts.” sussurrò la donna, allungando al figlio la lettera con su impresso una lettera dove c'era disegnato uno strano stemma rappresentante un leone, un corvo, un tasso e un serpenti che circondavano una gigantesca h.

Col fiato mozzo, la prese e l'aprì, per poi leggere ad alta voce: “Caro signor Sandlers... siamo lieti d'informarla che lei ha diritto a frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts!!!”

Stringendo con forza la lettera al petto, si mise ad urlare dalla gioia: “Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta, mamma!!! Sono stato ammesso! E' fantastico, è grandioso!!!”

Oh, tesoro, quanto sono felice! Se tuo padre fosse qui, sarebbe fiero di te!” urlò la donna, abbracciandolo con forza.

Dopo un po', Gal si liberò dall'abbraccio e domandò: “Posso andare da Christian per dirglielo?”

Certo, tesoro. Ma fa attenzione e, soprattutto, non fare magie davanti ai babbani,”

Sta tranquilla! Non ho alcuna intenzione di venire espulso dalla scuola prima ancora di averla cominciata!” dichiarò il bambino, prendendo una brioche e uscendo a tutta velocità dalla casa.

Mentre correva verso la casa dell'amico, Gal si sentiva così leggero che credeva di poter prendere il volo senza l'aiuto di una scopa.

Ce l'aveva fatta! Era uno studente di Hogwarts a tutti gli effetti!

Era da un anno che temeva che non gli sarebbe arrivata la lettera che affermava che era uno studente della scuola più fantastica e popolare di tutta l'Inghilterra.

Certo, c'erano stati alcuni fenomeni magici attorno a lui, ma temeva sempre che quelle manifestazioni fossero considerate troppo deboli per uno studente... ma, nel momento stesso in cui aveva ricevuto la lettera, tutte le sue preoccupazioni erano sparite come neve sciolta dal sole.

Anzi, ripensando alle sue paure, il giovane non poté trattenere una risata divertita.

Ehi, Gal!!!” urlò una voce maschile davanti a lui.

L'undicenne alzò lo sguardo e sorride non appena riconobbe chi stava arrivando.

Si trattava di un coetaneo dai capelli marroni e gli occhi dello stesso colore coperti da grandi occhiali.

Ciao, Christian!” lo salutò, entusiasta, il cugino per poi dire: “Mi è successa una cosa troppo pazzesca a colazione e non potevo aspettare!”

Cosa?”

Mi è arrivata la lettera da Hogwarts!”

Anche a me! Ti avevo appena mandato Lanterna che è arrivato il gufo dalla scuola con la lettera!”

Fantastico! Non vedo l'ora che sia il primo Settembre!”

Hai ragione. Ma, purtroppo, dovremo partire presto. Da York a Londra c'è una bella distanza usando l'auto dei babbani...”

Meglio, così la nostra avventura inizierà prima!”

Hai proprio un animo avventuroso... in quale casa vorresti finire?”

Non in quella di Monica! Anzi, spero proprio che non le sia arrivata nessuna lettera!”

Andiamo, Gal... non è una cosa tanto carina da dire...”

Senti, ho dovuto sopportare quella piovra e la sua cotta nei miei confronti per anni! Vorrei poter respirare un po', almeno a Hogwarts!”

Capisco... a parte Monica, in quale casa vorresti finire?”

Grifondoro, ovviamente! Era la casa dei nostri genitori e, inoltre, a me piace da matti l'avventura! L'unica pecca è che ci sarà anche mio fratello là dentro, il quale è stato pure nominato prefetto!”

Beh, sai com'è Lancelot... è uno che prende molto sul serio il suo lavoro...”

E' un fissato, ecco la verità. E' sempre stato uno che segue le regole in maniera maniacale, Ha sempre preso ottimi voti ed era il cocco di tutti gli insegnanti, ma da quando è stato nominato prefetto di Grifondoro è solo peggiorato! Non fa altro che sgridarmi e dirmi cosa devo fare, perché lui è un prefetto e devo obbedirgli! Spera di lavorare in un ufficio prestigioso del Ministero della Magia a Londra. E quando ne parla, la mamma diventa tutta fiera ed orgogliosa!”

...E tu ne sei geloso.”

IO NON SONO GELOSO DI MIO FRATELLO!!!”

Certo, certo...” sussurrò Christian, nonostante la reazione del cugino fosse la prova lampante della gelosia che provava per il fratello maggiore “In ogni caso, cosa vuoi fare da grande?”

L'Auror! Avrei la possibilità di vivere tante avventure, proteggere le persone a cui voglio bene e rendere fiero mio padre!”

Era un grande Auror... sono certo che sarà fiero di te, anche se non può più esserti accanto.”

Mia madre mi dice sempre che mio padre continua ad essermi accanto... semplicemente non ho ancora imparato a vederlo.”


Aveva trovato il gufo con la lettera quando aveva aperto la finestra della sua stanza per far entrare l'aria.

Anche se sapeva benissimo chi doveva avergliela spedita, la ragazzina con gli occhiali e i lunghi e lisci capelli neri, l'aveva presa con la mano tremante, come se si trattasse di un'enorme confezione di Caccabomba.

Lo stemma le aveva confermato tutto.

Quella era la sua lettera per Hogwarts.

Era riuscita ad essere ammessa alla scuola più importante d'Inghilterra.

Subito, uscì dalla camera e chiamò: “Mamma, papà! Ho una notizia fantastica!”

Ad un tratto, sentì un dolore allucinante al piede e lo sollevò subito.

Era un piccolo pettine di plastica che sua sorella minore Morgana usava per le bambole.

Athena, hai visto il mio pettine?” domandò, proprio in quel momento, una bambina di sette anni coi capelli neri legati in due codini e con in mano una bambola, uscendo dal bagno.

Cercando di nascondere una smorfia di dolore, l'undicenne diede alla sorella il pettine e, con un sorriso, si raccomandò: “Morgana, lo sai che devi stare attenta a non lasciare in giro i tuoi giocattoli, sennò qualcuno rischia di farsi male.”

La ragazzina restò zitta un attimo, per poi domandare, incredula: “Athena, ti senti bene?”

Certo, perché?”

Perché di solito quando ti fai male con i miei giocattoli ti metti a strillare come una matta e mi ordini d'imparare una buona volta a metterli nel loro contenitore, sennò mi spedisci allo zoo e m'iscrivi ad uno dei programmi di allevamento in cattività per animali in via d'estinzione che fanno.”

Beh, oggi sono di ottimo umore e non mi va di rovinarlo per uno dei tuoi giochi.”

Per Morgana, quella risposta fu la prova che sua sorella aveva perso la testa.

Ignorando la confusione della sorella, Athena si diresse verso la cucina e, non appena fu davanti ai genitori, mostrò la lettera, tutta la contenta.

Dopo un'iniziale sorpresa, i due sorrisero e cominciarono a dire, entusiasti: “Athena, ti è arrivata!”

Oh, come sono contenta! E' vero che hai sempre dimostrato grandi poteri fin da quando avevi sei anni, ma ricevere la lettera... è... è un'emozione davvero meravigliosa!”

Cos'è successo? Perché siete tutti contenti?” domandò, incuriosita, Morgana, la quale capiva sempre meno di tutta quella situazione, e la madre, tutta contenta, spiegò: “Tua sorella ha ricevuto la lettera per Hogwarts!”

Davvero? Fantastico! E la mia dov'è?” domandò, tutta emozionata, la piccola.

I genitori ed Athena non riuscirono a trattenere le risate.

Ma cosa ridete?” protestò la bambina, mettendo il broncio, con l'obiettivo di apparire arrabbiata, ma, in realtà, sembrava solo buffa.

Con molta pazienza, la madre la prese in braccio e le spiegò: “Mi spiace, amore, ma è arrivata solo una lettera ed è per tua sorella.”

Ma c'è scritto Doyle su quella busta, mamma! Quello è anche il mio cognome, quindi, quella lettera è mia tanto quanto per Athena.”

Mi spiace, tesoro, ma la lettera dice espressamente che questa lettera è per la signorina Athena Doyle. Ecco, leggi.”

La bambina lesse un attimo il contenuto per poi domandare: “Mamma, ma chi è Minerva McGranitt?”

La preside della scuola di Hogwarts. Quando io e tuo padre andavamo a scuola era la nostra insegnante di trasfigurazione.”

Ed era brava?”

Moltissimo, ma anche molto severa e seria. Comunque, è stata una delle insegnanti migliori che abbiamo mai avuto.”

E come mai è diventata preside?”

Purtroppo, il precedente preside di Hogwarts, Albus Silente, è morto e a lei è stato dato il compito di dirigere la scuola, dato che era una delle sue più strette collaboratrici ed era già la vice-preside. E' morto qualche mese prima della nascita di Athena e abbiamo partecipato al suo funerale.”

Ma non è lo stesso nome del titolo di quel libro che la nonna ha sul comodino?”

Sì, dopo la sua morte, una giornalista ha scritto una sua biografia.”

Io l'ho letto quel libro. Pare che Silente fosse stato grande amico di Grindelwald, quel grande mago cattivo che venne prima del Signore Oscuro, e che sua sorella fosse una maganò, per questo la tenevano chiusa in casa.” s'intromise Athena, prendendo un biscotto.

La madre fece un sospiro, poi dichiarò: “Silente può aver avuto amicizie discutibili da giovane o progettato cose terribili, ma ha saputo fermarsi e diventare la splendida persona che è diventato. Inoltre, aveva un dono molto speciale che poche persone hanno: sapeva guardare oltre. Ha fatto molto per essa e a permesso a molte persone di frequentare Hogwarts, proprio come me.”

Dopo un sospiro, ammise: “Con un padre criminale che era stato rinchiuso ad Azkaban e un fratello maggiore ricoverato al San Mungo a causa del duello con nostro padre, non avrei mai potuto andare ad Hogwarts... eppure, Silente, mi ha detto che non aveva alcun senso non andare a scuola solo per via di mio padre... anche il suo era finito ad Azkaban, ma questo non gli aveva impedito di andare a testa alta ad Hogwarts e imparare la magia. Silente era davvero una persona straordinaria e tutti quelli che ha aiutato nel corso della sua lunga vita lo possono confermare! Tra l'altro, quella Rita Skeeter ha sempre usato la sua penna per mettere in cattiva luce gli altri, basta vedere quegli orribili articoli che ha scritto durante il Torneo Tremaghi tredici anni fa! Ti ricordi, Harold?”

Altroché, Emily. Ha persino definito Harry Potter un ragazzo disturbato e pericoloso in uno dei suoi articoli...” annuì il marito mentre leggeva la Gazzetta del Profeta e la figlia maggiore, senza parole, esclamò: “Harry Potter? Quel Harry Potter?! Quello che ha sconfitto il Signore Oscuro?!”

Definire il grande Harry Potter un ragazzo disturbato e pericoloso dopo tutto quello che aveva fatto alla comunità magica era davvero grossa...

Questo dimostra la perfidia di quella donna. E poi, scommetto che la storia completa non la conosce a fondo neppure lei! L'unico che avrebbe potuto dire come stavano veramente le cose è morto molti anni fa...” continuò la donna.

Dopo un attimo di silenzio, la donna annunciò: “Bene, domenica che ne andiamo tutti a Londra per comprare ad Athena tutto quello che le serve per la scuola.”

Possiamo accendere la musica quando siamo in macchina? Tanto ci vorranno delle ore per raggiungere la capitale... Birmingham è tanto lontana da Londra...” borbottò la piccola Morgana e la donna annuì: “Ma certo, cara.”

Ehi, mamma. Quando siamo a Diagon Alley, posso avere un gufo? Ti prego, ho sempre desiderato averne uno come te e papà...” li pregò Athena, sempre più eccitata, e la madre disse: “Va bene, Athena... ma ricordati di averne cura.”

Lo farò promesso! Non vedo l'ora di andare ad Hogwarts... hanno persino una grande biblioteca.” promise la ragazza, mentre Morgana esultava: “Voglio andare anch'io a Hogwarts e finire a Corvonero!”

Dovrai aspettare altri quattro anni prima che arrivi la tua lettera, sorellina.” le ricordò la sorella maggiore, ma Morgana continuò: “Non importa! Io andrò ad Hogwarts e finirò a Corvonero, proprio come mamma e papà!”


Il ragazzo grassoccio era chino per terra ad occuparsi del piccolo orto nel giardino quando sentì quel frullo d'ali.

Alzò la testa coperta da un grosso cappello di paglia e notò il gufo reale appoggiato su un grosso ramo della quercia della foresta.

Subito, il gufo si alzò in volo e atterrò sullo steccato di legno verniciato di bianco.

Legato ad una zampa aveva una lettera.

Guardò in tutte le direzioni.

Tutte le stradine di Burley erano deserte.

Dopo essersi convinto che non ci fosse nessuno, tolse delicatamente la lettera e, subito, il maestoso uccello volò via nel cielo.

Guardò il nome del destinatario e notò che non solo c'era scritto con inchiostro verde la O del suo nome e il suo cognome, Ferrars, ma c'era anche scritto nell'indirizzo dove dormiva.

Non gli risultava che qualcuno dei suoi parenti o amici fosse così pignolo...

Non appena vide il timbro, istintivamente, fece un sorriso di gioia.

Era la lettera di Hogwarts!

Mamma!!!” urlò il ragazzo, entrando come una furia in casa, dirigendosi in cucina.

Come aveva previsto, sua madre stava cucinando del pane e dei dolci.

Non appena lo vide, la donna domandò: “Cosa c'è, Oliver?”

E' arrivata! E' arrivata la lettera per Hogwarts!”

Davvero?!”

Sì, eccola! Me l'ha appena portata un gufo!”

Oh, tesoro, ma è meraviglioso! Non ti abbraccio solo perché ho le mani tutte impanate! Vedrai come sarà contento tuo padre quando tornerà!”

Proprio in quel momento, la porta dell'abitazione si aprì e apparve un ometto coi baffi basso e tarchiato, ma con un gran sorriso sulle labbra.

Sono tornato! Cosa c'è oggi per colazione? Non immaginate che nottata ho appena avuto...” disse l'uomo prima che la moglie urlasse dalla gioia: “Alfred, Oliver ha appena ricevuto la lettera!”

La lettera? Che lettera?” domandò, stupito, l'uomo, ma, quasi subito, sul suo viso apparve un grosso sorriso e domandò: “Intendi... quella di Hogwarts?”

Sì!”

Con un grande sorriso, l'uomo diede una pacca sulla schiena del figlio ed esultò: “Ben fatto, figliolo! Sapevo che ce l'avresti fatta! Dopotutto, sei il rampollo della famiglia Ferrars!”

Non dire sciocchezze, Alfred. Nostro figlio ce l'ha fatta semplicemente perché è lui. Dopotutto, è la scuola che decide, io lo so.”

Va beh, scommetto che finirai a Tassorosso, ragazzo, dato che è stata la casa di tutta la tua famiglia. Certo, se tu finissi a Grifondoro o Corvonero non sarebbe un problema, dato che sono delle case molto buone... anzi, spero proprio che tu finisca a Grifondoro, dato che era la casa del leggendario Harry Potter... ma sarebbe un bel problema se finissi a Serpeverde.”

Alfred, ti prego! Lo sai che è il Cappello Parlante a decidere!”

Lo so benissimo, Annabelle, ma non puoi negare che da quella casa siano nati solo dei piantagrane! Il Signore Oscuro era l'ultimo discendente del fondatore di quella stupida casa!”

Alfred, non ricominciare. Non tutti i Serpeverde sono malvagi.”

Forse, ma la maggior parte di loro è marcia. A scuola sono sempre loro che creano problemi agli altri studenti e nella vita danno problemi agli altri maghi. E poi, li senti i loro discorsi senza senso sulla purezza del sangue? Sono fanatici, te lo dico io. Anzi, mi sorprende che la professoressa McGranitt non abbia già provveduto a chiudere una volta per tutte quella dannata casa. L'ultima cosa che voglio, è che mio figlio faccia parte di quella banda di gentaglia con la puzza sotto il naso... Oliver, ricordarti che ad Hogwarts devi stare lontano dai Serpeverde, chiaro?”


Fece un grosso sbadiglio di noia mentre il babbano tutto sorridente della tv elencava i mille stupidi motivi per cui sarebbe stato l'affare del secolo comprare quella ridicola crema per il viso che mostrava tutto fiero, come se stesse reggendo la coppa del campionato di Quidditch.

Spense, seccata, la tv.

Mai una volta che c'erano programmi decenti...

Stiracchiandosi, si diresse verso il frigorifero e lo aprì per trovare qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti.

Ovviamente, era già quasi vuoto.

E pensare che in quello schifoso appartamento al terzo piano di quel decadente e grigio palazzo londinese vivevano solo lei e la vecchia...

Delphini!” strillò la decrepita voce di un'anziana, proveniente da un'altra stanza.

La ragazzina fece uno sbuffo adirato.

La vecchia si era svegliata.

Delphini, mi hai sentita?!” continuò la voce, sempre più arrabbiata “Delphini Black, ti consiglio di venire subito qui, signorina!”

Sto arrivando!” sbottò la ragazzina, sbattendo con rabbia la porta del frigorifero.

Con rabbia si diresse verso la stanza da cui provenivano le urla e si mise a guardare, con le braccia incrociate, la vecchia piena di rughe seduta sul vecchio letto.

Cosa vuoi?” domandò, seccata, Delphini e la donna ribatté: “Non mi piace quel tuo tono insolente, ragazzina. Ti ricordo che sono io quella che si spacca la schiena per darti da mangiare.”

Ma se non ti alzi nemmeno dal letto.”

Tu ti credi tanto furba solo perché possiedi la magia, ma sei solo un'insolente che si è montata la testa. Tua madre, i tuoi nonni e tutti gli altri... erano tutti identici a te! E proprio come loro, anche tu farai una brutta fine!”

Maledetta da una maganò... sto morendo di paura. In ogni caso, preferisco morire che star a sentire le tue sciocchezze.”

Dimmi piuttosto cos'hai preparato per colazione.”

Niente.”

Come sarebbe a dire niente?!”

Quello che ho detto. Non c'è assolutamente niente nel frigo. E se non mi credi, alzati e vallo a vedere con i tuoi occhi.”

Fila subito a fare la spesa, saputella che non sei altro!”

Con quali soldi?”

Brontolando, la donna prese una chiave e, aprendo un cassetto chiuso a chiave, tirò fuori una manciata di banconote, che subito Delphini prese.

Non ti azzardare a tornare a casa finché non hai preso tutto, mi sono spiegata?!”

Forte e chiaro, soprattutto forte.”

E allora obbedisci! Ricordati che il prezzemolo non dev'essere tanto che poi resta lì e devo buttarlo, il che mi spiace. Ma neanche troppo poco, che mi piace che si senta il sapore, insomma, quel tanto che basta per noi due... e scegli le foglie migliori perché il fruttivendolo, se non ti conosce, ti rifila un mazzo di quello giallino che fa pena a vederselo nel piatto! E che il rametto non sia duro, compra solo le punte e, soprattutto, attenta a non confonderlo col basilico, eh?”

La risposta che la donna ricevette fu quello di una porta sbattuta molto forte.

Dopo aver chiuso la porta, Delphini scese velocemente le scale, per poi uscire dal condominio.

Il caldo sole di quella mattinata estiva di Londra la riscaldò e lei, inconsciamente, fece un piccolo sorrisetto.

Adorava l'estate per tanti motivi, tra cui il caldo.

A causa della sua posizione a nord, la Gran Bretagna era sempre molto fredda, persino d'estate, e per lei, che amava il caldo, era una cosa tremenda.

Si appoggiò ad un lampione e, mettendosi le mani nelle tasche della larga e consumata felpa, lasciò che i raggi la riscaldassero i lunghi capelli ribelli e disordinati bianchi dai riflessi argentati argentati e con ciocche blu legati in una coda alta, con numerose ciocche che le finivano davanti agli occhi, e la pelle pallida come la luna.

Non le importava niente del mondo, dei babbani che la circondavano o del fatto che quella vecchia megera della Rowle la stava aspettando, sbraitando o borbottando come al solito.

Voleva solo starsene lì a godersi il sole.

Dopo un po', il sole venne oscurato e sentì freddo.

Aprendo gli occhi, si accorse che il sole era stato oscurato da una nuvola.

Sbuffando, si diresse al centro commerciale, dove comprò tutto quello di cui aveva bisogno.

Mentre camminava per la strada, pensò che sarebbe stato fantastico usare la magia per far levitare quelle stupide borse della spesa, almeno avrebbe evitato di scorticarsi le mani.

Ancora più fantastico sarebbe stato vedere una magia, ma, sfortunatamente, aveva avuto la bella fortuna di crescere con un'anziana e decrepita maganò incapace di sollevare lei stessa dal letto, figuriamoci un qualsiasi altro oggetto.

E, ovviamente, sapeva anche il motivo per cui quell'arpia l'aveva presa con sé.

La Dama Nera la pagava profumatamente per crescerla.

L'aveva vista solo una volta, a sette anni.

Quel giorno, la scuola era finita un'ora prima e lei era sgattaiolata fuori da quell'edificio usando le sue abilità carismatiche, dato che sarebbe dovuta rimanere lì finché non fosse venuto un adulto a prenderla.

Ma lei non aveva bisogno di nessuno.

Se l'era sempre cavata da sola e sarebbe sempre stato così, alla faccia di quello che dicevano gli altri!

Come si permettevano tutti quei babbani di controllare la sua vita?!

Così, quel giorno, se n'era tornata a casa, aspettandosi di trovare la vecchia addormentata davanti alla tv con una delle sue stupide soap opera babbane da quattro soldi, ma, inaspettatamente, aveva visto la Rowle parlare con una donna con un lungo ed elegante vestito di nero, il quale probabilmente andava di moda un secolo fa, mentre il volto era nascosto da un velo nero legato ad un enorme cappello nero, dallo stesso colore dei guanti di velluto che aveva sulle mani.

Aveva pensato che a quella signora fosse morto qualcuno da poco.

Le due donne continuarono a parlare fitto fitto, non accorgendosi nemmeno della sua presenza... e, più di una volta, la nominarono.

Evidentemente la credevano ancora a scuola, sennò non si sarebbero prese la briga di incontrarsi per parlare di lei in segreto...

Dalla ricchezza dei suoi vestiti, poi, era evidente che quella signora doveva essere ricca sfondata.

Dopo un po', la misteriosa signora aprì la sua borsetta rossa e consegnò una busta alla vecchia Rowle.

Per Delphini non ci voleva un genio per capire che quella busta contenesse i soldi per convincere la vecchia a sopportarla.

In fondo, l'aveva sempre saputo che quella l'aveva presa per soldi e non certo perché volesse una figlia da crescere... e, in realtà, a lei andava bene così.

Non sapeva assolutamente cosa farsene dell'amore... anzi, lei all'età di sette anni se la sapeva cavare benissimo da sola.

Ad un tratto, la donna velata si era voltata e si accorta di lei.

Per un lungo istante, le due si erano guardate in completo silenzio, finché la vecchia Rowle non le aveva urlato: “E tu che ci fai già qui? Non dovresti essere a scuola?”

Ci hanno fatti uscire prima perché mancava un insegnante.” dichiarò, senza timore, Delphini, per poi far notare, incuriosita: “Non sapevo che avessimo ospiti...”

Si tratta di una mia lontana parente che è venuta a trovarmi un attimo, ma fra poco se ne andrà. Salutala e poi va in camera tua che dobbiamo discutere di alcune cose molto importanti.”

Buongiorno, signora. Mi chiamo Delphini.” la salutò, prontamente, la bambina e la donna, dopo un'interminabile silenzio, la salutò: “Ciao, Delphini... sei una bambina molto bella...”

Subito, Delphini si accorse che la donna aveva una voce giovane ma che sembrava stranamente roca, come se stesse trattenendo una forte emozione o le lacrime.

Tuttavia, dato che la donna non si decideva a continuare il discorso, la bambina si diresse in camera sua.

Un'ora dopo, era andata in cucina a preparare il pranzo e la misteriosa signora in nero era sparita, proprio com'era apparsa.

Quello era stato il primo ed unico incontro con la donna che pagava il suo mantenimento.

Evidentemente, da quella volta, era stata molto attenta a non farsi vedere da lei...

Finalmente, arrivò alla palazzina e, subito, tirò fuori dalla tasca delle chiavi, aprendo la cassetta della posta.

C'erano parecchio buste, ma Delphini sapeva già che la maggior parte di esse erano solo volantini pubblicitari e conti da pagare.

Le prese senza nemmeno guardarle e si diresse all'ascensore, il quale la portò alla sua destinazione.

Aprì la porta usando di nuovo le chiavi e vide, come immaginava, la vecchia seduta sulla poltrona davanti alla tv accesa, la quale, invece di mostrare un polpettone amoroso babbano, mostrava un servizio del tg.

...La scomparsa è stata scoperta solo stamattina dalle assistenti sociali, verso le sette.” annunciò il babbano alla tv per poi far partire un video, dove una babbana coi capelli corti raccontava: “A quell'ora, svegliamo tutti i bambini dell'istituto per la colazione, ma quando sono arrivata al letto della piccola Lilibeth era vuoto. La cosa più strana è che tutte le finestre e le porte erano perfettamente chiuse. Non c'era nessun segno d'effrazione e la porta dell'istituto era chiusa. Francamente, non so come diavolo abbia fatto una bambina di otto anni a svanire così nel nulla...”

Mentre la babbana della tv continuava a parlare, Delphini mise le buste della spesa sul tavolo e il rumore fece voltare la signora Rowle.

Hai preso tutto?” domandò la donna e la ragazzina annuì.

L'anziana fece un grugnito, il suo modo per dire sì, e tornò a guardare la tv.

...Lilibeth era con noi da un anno, ed è sempre stata una bambina molto particolare... era stata trovata completamente da sola un anno fa alla stazione di King's Cross, dicendo che stava aspettando il ritorno dei genitori, i quali stavano accompagnando il cugino a prendere il treno per la scuola... ma non sono mai venuti a riprenderla. La cosa particolare, era che, i primi tempi, non chiedeva mai quando avrebbe rivisto i genitori o la famiglia come di solito domandano i bambini, ma chiedeva sempre di suo fratello maggiore, dato che era malato e lei era preoccupata per lui. Anche col passare del tempo, continuava a chiedere di lui... non sapevo mai cosa dirle...” continuò la babbana, mostrando la fotografia di una bambina con lunghi e lisci capelli biondi con legati dei nastri viola e con grandi e profondi occhi verdi.

Delphini decise d'ignorare il resto del servizio e cominciò a mettere via nel frigorifero i vari prodotti che aveva comprato.

Una volta che ebbe finito, decise di occuparsi della posta.

Come al solito, mise meccanicamente le bollette e i conti da una parte, mentre dall'altro ci metteva la pubblicità.

Stava per mettere l'ennesima busta con la bolletta del gas dalla parte delle bollette quando l'occhio le cadde sull'ultima busta.

Era una lettera molto diversa dalle altre: la busta era pesante e spessa, di pergamena giallastra, con l'indirizzo scritto un verde e, soprattutto, era indirizzata a lei.

Non dovette neanche girarla per vedere il sigillo, per capire da dove provenisse.

C'era solo un luogo che si sarebbe scomodato a scriverle una lettera in quello schifo di fesso mondo...

Ehi, vecchia. Indovina dove vado di bello il primo Settembre.” dichiarò, con un sorrisetto malizioso, Delphini.

L'anziana si voltò a guardarla e domandò: “Ti è arrivata, eh?”

Esatto. Starò ad Hogwarts fino alle vacanze estive, contenta?”

Altroché. Così potrò finalmente respirare un po', senza te in giro.”

Senti, mi daresti un po' di galeoni? Devo comprare un sacco di cose per il primo anno.”

La signora Rowle prese la sua borsa e passò all'undicenne un sacchetto pieno zeppo di monete, a giudicare dal rumore che fecero.

Prendi libri e indumenti usati, principessina. Quei galeoni basteranno solo per quelli. Niente oggetti costosi, animali o scope, sono stata abbastanza chiara?” si raccomandò la vecchia, mentre la ragazzina sbuffava: “Agli studenti del primo anno è proibito avere una propria scopa.”

Beh, tu sei parecchio brava ad infrangere le regole.”

Ma so essere una brava ragazza quando mi fa comodo.”

Già, ormai ti conosco... in ogni caso sai come si arriva a Diagon Alley?”

Certo, in questi undici anni mi sono organizzata... andrò al Paiolo magico questo pomeriggio.”

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Capitolo 2
*** Il treno per Hogwarts ***


Capitolo 2: il treno per Hogwarts


Su forza, bel addormentato. E' ora di alzarsi!” lo chiamò la voce maschile, strappandolo violentemente dal bel sogno che stava facendo.

Gal non riuscì a fare a meno di trattenere un'imprecazione.

Su, datti una svegliata. Hai un'ora per prepararti e far colazione prima della partenza.” continuò Lancelot, accendendo la luce elettrica, e Gal borbottò, ancora mezzo stordito: “Lancy... ma che razza di ore sono?”

Quasi le cinque del mattino.”

Come quasi le cinque del mattino?! Ma è notte fonda!”

Per arrivare a Londra da York ci vogliono tre ore, perciò dobbiamo svegliarci tutti presto. Non eri tu quello che voleva partire all'avventura?”

Ma alle dieci, non alle cinque del mattino!”

Oh, non fare la lagna e comincia a prepararti.” dichiarò, scocciato, il fratello maggiore, uscendo dalla stanza.

Scese dalle scale e cominciò a mangiare la colazione che la madre aveva preparato.

Dopo un po', accorgendosi che il fratello non era ancora sceso, chiamò, adirato: “Galahad! Possibile che tu sia sempre in ritardo?!”

Eccomi!” rispose il ragazzino, già vestito e con sulla testa un buffo casco da pilota babbano, scendendo le scale di corsa.

Buon appetito, Galahad.” gli augurò la madre, mentre Lancelot gli domandava, seccato: “Ma cosa t'impedirà mai nella tua vita di essere puntuale?”

Ma io sono puntuale!” protestò il ragazzino, leggermente offeso, e Lancelot, alzando le braccia e gli occhi al cielo, commentò: “Certo, allora è il resto del mondo che è in anticipo.”

Dopodiché, il fratello maggiore gli disse: “Ora mangia la colazione e fila subito in macchina, che dobbiamo anche andare a prendere Christian.”

D'accordo...” borbottò Gal, prendendo il latte per i cereali e, ad un tratto, Lancelot domandò, esterrefatto: “Aspetta un secondo, non vorrai mica andare a Hogwarts con quello stupido vecchio casco?”

E perché no? E' il mio preferito e il nonno della mamma lo indossava durante la guerra!”

E' ridicolo. Senza contare che stai per andare ad una scuola per maghi.”

Beh, per me non è affatto ridicolo, anzi! E' il mio portafortuna e insieme ne abbiamo passate tante, pertanto, non intendo mollarlo qui a prendere la polvere!”

Santa pazienza... e va bene, fa come vuoi, io me ne lavo le mani... ma se poi ti prendono in giro, non metterti a frignare.”

Ma sta zitto, Lancy!”

Dopo aver finito di bisticciare col fratello, Gal continuò la sua colazione in silenzio.

Non vedeva l'ora di partire, anche se era ancora mezzo assonato... il pensiero del viaggio per Hogwarts assieme al cugino lo eccitava non poco.

Secondo i racconti di Lancelot, il viaggio sarebbe durato un giorno intero e sarebbe arrivato a Hogsmeade, l'unico insediamento di soli maghi in tutta la Gran Bretagna, in serata.

Suo fratello, però, non aveva aggiunto altro su cosa sarebbe accaduto quel giorno, dicendogli solo che ci sarebbe stata una bella sorpresa per lui al suo arrivo.

Aveva provato numerose volte a chiedere al fratello qual'era la sorpresa o, almeno, di prenderlo in contropiede, ma suo fratello era troppo furbo e sveglio per essere fregato.

Almeno, avrebbe scoperto tutto quella sera, assieme a Christian...

Il ragazzino sorrise felice mentre pensava alle lunghe e interminabili chiacchiere che lui e il cugino si sarebbero fatti durante il viaggio in macchina, alle avventure che avrebbe vissuto a scuola, il Quidditch... sarebbe stato un anno fantastico!


Stava seduta sulla banchina da un'ora, a guardare il binario nove e ben centoventiquattro famiglie erano passate per il passaggio che portava al binario nove e tre quarti.

Nessuno si era minimamente curato di lei, una minuta ragazzina di undici anni, coi capelli argentati e grandi occhi scuri, con indosso un pesante cappotto invernale e il berretto, che aveva con solo un gigantesco baule consumato.

Nessuno di quegli sciocchi babbani alla stazione poteva anche solo sospettare che era rimasta nascosta nel bagno della stazione dalle sei del mattino.

Anche se viveva già a Londra e quindi sarebbe potuta arrivare all'ultimo momento, Delphini era uscita di casa prestissimo, dicendo un semplice: “Ci rivediamo quest'estate, vecchia.”

La risposta della donna era stata un grugnito che, nel suo linguaggio, voleva dire sì.

Dato che non aveva alcuna intenzione di perdere il treno, la ragazzina si era diretta subito alla stazione, per poi raggiungere i bagni pubblici, rimanendo nascosta lì per ben tre ore, mangiando la sua colazione, ossia merendine e succo di frutta all'albicocca.

Se si fosse fatta vedere da sola per troppo tempo, avrebbe attirato l'attenzione e sarebbero arrivati quei babbani ficcanaso e avrebbe perso il treno.

Quegli stupidi pensavano che, solo perché aveva undici anni non era minimamente capace di cavarsela da sola, nonostante cucinasse da quando ne aveva otto!

In ogni caso, non voleva casini, quindi era rimasta lì, seduta sulla tazza del water e con, ovviamente, il bagno chiuso a chiave, tanto a nessun babbano sarebbe importato di vedere un bagno della stazione occupato, ad immaginare la sua vita da studentessa di Hogwarts, finché non si era stufata ed era uscita, anche perché doveva ancora capire come si faceva a raggiungere un binario che, tecnicamente, non esisteva senza chiedere aiuto a nessuno, confondendosi con le tante persone che giravano per la stazione.

Mentre guardava i treni arrivare e partire, Delphini tornò a pensare ad Hogwarts.

La materia che più l'affascinava era Difesa contro le arti oscure... affrontare degli avversari pericolosi e oscuri era qualcosa di avvincente... forse avrebbe potuto diventare un Auror da grande e affrontare quelle creature...

In ogni caso, non vedeva l'ora di arrivare a scuola e di finire a Serpeverde.

Sapeva già che sarebbe finita in quella casa, glielo diceva il suo istinto.

Dopotutto, i membri di quella casa erano furbi, determinati e ambiziosi e lei possedeva tutte quelle tre caratteristiche.

Inoltre, era la casa più detestata, i cui membri venivano evitati dagli altri studenti, a causa del fatto che si diceva che tutti i maghi oscuri venissero da quella Casa... e lei voleva solo starsene da sola.

Dopotutto, aveva i suoi piani quell'anno per Hogwarts...

Ad un tratto, si accorse di una coppia con un ragazzino grasso e coi capelli marroni che trasportava un carrello con su una gabbia con una civetta.

L'allegra famigliola si diresse verso la barriera tra i binari nove e dieci e, in un attimo, come centinaia di altre famiglie di maghi prima di essa, svanì nel nulla.

Delphini decise di alzarsi e di dirigersi verso il binario.

Ormai, il binario doveva essere pieno di gente... nessuno avrebbe fatto caso ad una ragazzina di undici anni completamente da sola.

Stava per lanciarsi contro il muro, quando una voce alle sue spalle maschile le domandò, timidamente: “Ehm, scusami...”

Delphini si voltò e vide un ragazzino suo coetaneo coi capelli neri e gli occhi azzurri.

Imbarazzato, l'undicenne domandò: “Ecco, tu... vai ad Hogwarts?”

Certo.”

Ah, che fortuna! Mi chiamo Kevin Harrison e sono uno studente del primo anno. Sono un nato babbano, perciò non ho la più pallida idea di come arrivare al binario... potresti spiegarmi come si fa?”

Semplice, corri verso la barriera tra i binari nove e dieci e, in un attimo, ti troverai dall'altra parte. Guarda come faccio io.” dichiarò la ragazzina, cominciando a correre verso il muro e venendo risucchiata.


Attorno a loro, c'erano tantissime famiglie magiche coi loro figli, sia grandi che piccoli e ovunque c'erano bagagli e gabbie con ogni tipo di animali.

Voce, risate e pianti si mescolavano in un tutt'uno, quasi a formare una melodia...

Gal sentì l'impulso di prendere la mano di Christian o quella di sua madre, ma si trattenne appena in tempo.

L'ultima cosa che voleva era che venisse etichettato come un fifone che si nascondeva dietro alla mamma... si domandò come cavolo facessero gli altri studenti a non morire dalla paura...

Proprio in quel momento, Lancelot riapparve in mezzo alla folla, con su indosso la divisa e, ovviamente, l'immancabile distintivo da prefetto.

Beh, io salgo sul treno, mamma. Devo raggiungere gli altri prefetti nel loro scompartimento.” dichiarò il giovane e, mentre Gal alzava gli occhi al cielo, la madre dei due esultò: “Sono tanto fiera di te, Lancelot... mi raccomando, fatti onore!”

Certamente, mamma.”
“E prenditi cura di tuo fratello.”

Mamma, non ho bisogno della babysitter!” protestò, adirato e imbarazzato, Gal, mentre il fratello maggiore annuiva: “Certo, mamma. Ci vediamo quest'estate.”

Dopo averle dato un bacio sulla guancia, Lancelot salì sul treno.

Con uno sbuffo, Gal diede un'occhiata a Christian e notò che guardava la folla con interesse, come se stesse cercando qualcuno...

Cerchi una bella sconosciuta in mezzo alla folla di cui innamorarti, eh?” domandò, con un sorrisetto divertito, il rosso e il cugino, imbarazzato, ammise: “Beh, sì... mi piacerebbe innamorami e uscire con qualcuna ad Hogwarts...”

Come sei precoce, cugino.”

Non scherzare, Gal... semplicemente, vorrei vivere una storia diversa di quella dei miei genitori...”

Proprio in quel momento, dal muro uscì una ragazzina coi capelli argentati e con alcune ciocche blu legati in una coda di cavallo, con indosso un vecchio giaccone invernale, nonostante fossero le dieci e mezza di un caldo mattino di Settembre.

Ehi, hai visto la ragazzina che è appena arrivata?” domandò Gal, indicandola, e Christian, senza parole, commentò: “Accidenti, è davvero molto carina! Ha un colore di capelli davvero fico!”

Che ne sai? Sono tinti.”

Beh, è carina lo stesso.”

A te sembrano tutte carine, Chris.”

Non è vero! Per esempio, quella che punta verso di te è bruttissima.”

Non appena si voltò, Gal vide un' undicenne magra, con lunghi capelli riccioluti biondi legati in due codini, con gli occhiali, un sorriso a trentadue denti e una macchina fotografica tra le mani.

Ehilà, Gal! Sapevo che anche tu avresti ricevuto la lettera! Che bello, andremo ad Hogwarts insieme! Sei felice?” domandò la ragazzina e Gal, con un'espressione disperata, borbottò: “...Da morire.”

Ho comprato una macchina fotografica, così potrò documentare tutto quello che succederà durante quest'anno scolastico, perché accadrà qualcosa, succede sempre! Però, nel frattempo, scatto un po' di foto come introduzione! Che ne dici, Gal, se ti faccio una foto? Io e te da soli!”

Sparisci, Monica!”


Non appena era arrivata sul binario, era salita, senza perdere altro tempo prezioso o aspettare per vedere se quel babbano avesse capito le sue indicazioni, sul treno.

Delphini non aveva la minima intenzione di stare lì, in mezzo a quella fiumana di gente.

Dopotutto, lei aveva sempre amato la solitudine e la tranquillità...

Tutti gli scompartimenti erano vuoti e la giovane, dopo qualche minuto, ne scelse uno.

Mise via il baule e si sedette di fianco al finestrino, continuando a guardare le altre famiglie che continuavano ad entrare dal passaggio.

Ad un tratto, dalla barriera uscì la famiglia più numerosa e casinara che avesse mai visto.

Era una sacco di persone coi capelli rossi, tranne una decina d'individui, i quali stavano accompagnando un ragazzino coi capelli rossi e con un grande sorriso.

Una vecchia signora coi capelli marroni e dalle ciocche grigie continuava ad abbracciarlo e a piangere, facendogli mille raccomandazioni, mentre un giovane coi capelli neri e gli occhiali con un luminoso sorriso, che teneva per mano un bambino di circa tre anni con i grandi e profondi occhi verdi, gli accarezzava la testa.

Per un attimo, le mancò il fiato a vedere quel signore accarezzare la testa del ragazzino... avrebbe tanto voluto anche le avere un padre che le accarezzava la testa...

Subito, si diede un colpo alla testa.

Era diventata scema, per caso?!

Lei non aveva bisogno di nessuno!

Tuttavia, continuò a guardare l'uomo con gli occhiali... non sapeva nemmeno perché... c'era qualcosa che l'attirava a lui...

Lo vide sorridere ad una donna coi capelli rossi che spingeva un passeggino con una bambina che avrebbe avuto al massimo due anni, per poi dire qualcosa ad un bambino di cinque anni, che continuava a protestare.

Probabilmente, voleva salire anche lui sul treno come il fratello maggiore... almeno non era l'unico su quel binario.

Ad un tratto, l'uomo con gli occhiali si girò verso il treno e i loro occhi s'incrociarono.

Nonostante fosse stata presa in contropiede, Delphini si mise a muovere la testa, come se cercasse qualcuno finché, ad un tratto finse di sorridere e salutò con la mano.

Tutti, compreso quel signore con gli occhiali, avrebbero creduto che, fino a quel momento, aveva cercato qualcuno tra la folla per poterlo salutare e non che stesse fissando quella famiglia in particolare... inoltre, c'erano tanti tipi che salutavano i figli, quindi nessuno l'avrebbe considerata una strana.

Non appena si fu stufata di fingere di salutare qualcuno, si girò dall'altra parte, ben decisa a non guardare più fuori dal finestrino fino al momento in cui quello stupido treno fosse partito...


Per essere solo le dieci e mezza del mattino, quella giornata si stava rivelando davvero eccitante.

Lei, i suoi genitori e Morgana erano circondati da una moltitudine di maghi di tutte le età, che trasportavano un'infinità di valigie e di gabbie piene zeppe di animali.

La confusione e l'allegria erano alle stelle.

Uno strillo acuto la riportò alla realtà.

Si voltò verso la gabbia sul carrello e sorrise alla civetta al suo interno.

Buona, Moon... presto potrai sgranchirti le ali.” la rassicurò Athena, mentre la piccola Morgana continuava a dire: “Voglio salire anch'io sul treno!”

Morgana, te lo abbiamo già spiegato. Devi aspettare.” le ricordò il padre, mentre la bambina sbuffava, scocciata: “Uffa...”

Athena si fermò vicino ad una numerosa famiglia, la cui maggioranza dei membri aveva i capelli rossi.

Una signora, i cui capelli marroni avevano numerose ciocche grigie, si stava col ragazzino coi capelli rossi e le lentiggini che doveva partire: “Mi raccomando, Teddy. Non ficcarti nei guai, impegnati molto nello studio, stai lontano dalle cattive compagnie e cerca di non combinare pasticci.”

Tranquilla, nonna. Starò attento.”

E durante le lezioni di volo, cerca di fare attenzione. Tua madre andava sempre a sbattere dappertutto...”

Nonna, lo sai che con la scopa me la cavo. Ho preso lezioni dallo zio Harry, il miglior cercatore di Grifondoro della storia di Hogwarts!”

D'accordo... ma guai a te, signorino, se scopro che ti sei messo nei guai o se hai fatto scherzi di qualunque tipo ai custodi, agli insegnanti o agli altri studenti prendendo le loro sembianze, come faceva tua madre!”

Andiamo, Andy... se il piccolo Teddy vuole fare scherzi, ha tutto il diritto di farli.” dichiarò un giovane uomo dai capelli rossi senza un orecchio, con un largo sorriso.

La signora tarchiata e coi capelli rossi di fianco a lui, lo guardò in malo modo, per poi sibilare, furibonda, puntandogli contro l'indice: “George Weasley, se ti azzardi a metterlo sulla cattiva strada, sappi che farai i conti con me, mi sono spiegata?!”

Certo, mamma!” dichiarò subito il giovane, cercando di nascondere un lieve tono di puro terrore nella voce.

Dopo aver avvisato il figlio, la donna si avvicinò al ragazzino che era stato chiamato Teddy e gli disse, con un'inaspettata dolcezza: “Mi raccomando, Teddy. Comportati bene e rendi fieri non soltanto noi e tua nonna, ma anche i tuoi genitori. Sono certa che se fossero stati qui oggi, sarebbero orgogliosi di te!”

Il ragazzino coi capelli rossi, annuì, tutto eccitato, e, in quel momento, una bambina più giovane di lui di qualche anno coi capelli biondi e gli occhi azzurri, si avvicinò a lui e gli domandò, timidamente: “Mi scriverai tutte le settimane, vero, Teddy?”

Ma certo, Victorie! Te l'ho promesso.”

Se non mi scrivi, giuro che vengo ad Hogwarts personalmente e ti do una bella lezione! Anzi, non appena tornerò a casa, chiederò alla nonna d'insegnarmi il trucco attraverso cui si fa rispettare dal nonno, dallo zio George e dallo zio Ron!”

Qualcosa mi dice che è meglio se ti ubbidisco, se ci tengo alla pelle...”

Immediatamente, tutta la famiglia al completo rise divertita.

Papà, voglio andare anch'io ad Hogwarts assieme a Teddy!” disse, all'improvviso, un bambino piccolo, il quale tirava il braccio di un uomo coi capelli neri e gli occhiali.

L'uomo fece un sospiro, per poi dire al figlio: “Jamie, ne abbiamo già parlato. Devi aspettare altri sei anni.”

Ma sono tanti!!! Io voglio andarci adesso!!! Per favore, papà!!!”

La donna coi capelli rossi al fianco del marito fece un sorriso divertito

James era identico a lei alla sua età... evidentemente, tutti i piccoli, morivano dalla voglia di partire, assieme ai loro parenti più grandi... chissà che pandemonio sarebbe scoppiato con gli altri due figli quando fosse stato il turno di Jamie...

Ad un tratto, un'altra piccola voce maschile, anche se più piccola, disse, strattonando l'altro braccio del padre: “Papà... una bambina sul treno ci sta guardando... ha uno sguardo un po' strano...”

L'uomo si voltò nella direzione del figlio e vide una ragazzina seduta sul treno dalla stessa età di Teddy che guardava lui e la sua famiglia dal finestrino.

Dopo un po', la ragazzina salutò qualcuno con la mano, per poi voltarsi di scatto.

Oh, non preoccuparti, Al... non stava guardando noi... probabilmente era solo preoccupata perché non trovava i genitori in mezzo a tutta questa folla...” lo rassicurò la donna dai capelli rossi, prendendolo in braccio.

Il padre rimase in silenzio un attimo, per poi commentare: “Che strano...”

Cosa è strano, Harry?”

E' che quella bambina... mi sembrava familiare... e poi, il suo sguardo...”

Non riuscì a finire la frase, che una forte luce lo accecò.

Immediatamente, tutti i ragazzi si sfregarono gli occhi, mentre quelli più bambini si sfregavano gli occhi.

Non appena Harry, ebbe riacquistò la maggior parte della vista, si accorse che la cosa che lo aveva accecato era una vecchia macchina fotografica di un tizio vicino ad una donna, alta, magra, vestita molto elegantemente e coi dei grandi occhiali.

Familiare, in che senso, caro Harry? Ti ricorda una tua vecchia conoscenza? E' una tua vecchia fiamma o un tuo vecchio nemico che è tornato per vendicarsi?”

Rita Skeeter...” sibilò, furibonda, una donna dai capelli mossi castani che teneva per mano una bambina dai capelli rossi dalla stessa età di Al, mentre il marito, un uomo coi capelli rossi, cercava di calmarla: “Hermione... ti prego, calmati...”

Che cosa ci fa lei, qui? Sta per caso cercando di rovinare la vita di qualcuno?” le rispose Harry, guardando in malo modo Rita.

Per tutta risposta, lei fece un ghigno divertito e rispose: “Stavo cercando spunti per un mio articolo sulla partenza dei giovani maghi per un nuovo anno scolastico ad Hogwarts... ma non avrei mai immaginato d'incontrare proprio qui il famoso Harry Potter con tutta la famiglia al gran completo!”

Immediatamente, molte persone, tra cui Athena, si girarono, stupefatte.

Harry Potter?

Quello era il famoso Harry Potter?! Quello che aveva sconfitto il Signore Oscuro?!

Ignorando la curiosità generale, Rita continuò, col sorriso più falso che si era mai visto: “Comunque, cosa ti ha portato qui, Harry? Nostalgia dei tempi passati? O il desiderio di rivivere una nuova avventura ai limiti della legalità?”

Sto semplicemente accompagnando il mio figlioccio a prendere il treno per la scuola.” fu la chiara e secca risposta dell'uomo.

Ma che cosa assolutamente commovente! E dimmi, è questo bel giovanotto il fortunato?” domandò la donna, guardando il giovane Teddy, il quale era a dir poco imbarazzato per tutta quell'attenzione non richiesta.

Immediatamente, Andy si mise davanti al nipote e, incenerendo Rita con lo sguardo, dichiarò: “Lasci in pace mio nipote.”

E lei sarebbe?”

Andromeda Tonks.”

La vecchia Dromeda? Quanto tempo è passato... lo sai che assomigli tantissimo a tua sorella maggiore?”

Non dubito.”

Ah, quanto tempo è passato... sai, io e Bella eravamo molto amiche, oltre che compagne di dormitorio!”

Già... tu sei esattamente il tipo di persona con cui lei andava perfettamente d'accordo.”

Una ragazza simpatica, Bella... che peccato che abbia fatto quella fine... e che mi dici di Cissy? L'hai rivista dopo lo scandalo?”

No. Dopo la rottura, ho avuto il piacere di non rivedere mai più alcun membro della mia famiglia, a parte Sirius.”

Eh già, tra pecore nere ci si intende... così questo è il figlio di tua figlia Nymphadora e del suo compagno lupo mannaro Remus Lupin? E dimmi, ha ereditato la licantropia del suo papà?”

Mio nipote è solo un Metamorfomagus, proprio come mia figlia.”

Capisco... beh, è stato un piacere, rivedere delle vecchie conoscenze, ma purtroppo devo scappare a scrivere l'articolo. Ci vediamo.” cinguettò Rita, dileguandosi in mezzo alla folla, assieme al fotografo.

E' sempre rimasta la stessa donna odiosa e sgradevole!” sbottò Hermione, furibonda, mentre il marito cercava di calmarla: “Hermione, lo sai com'è fatta Rita Skeeter... è meglio se la lasci perdere.”

Già, anche perché Teddy deve salire sul treno. Ormai manca un quarto d'ora...”


Hai sentito, Chris?! C'era anche il famoso Harry Potter sul binario!” esultò, tutto contento, Gal, mentre camminava nel corridoio del treno.

Il giovane cugino rimase un attimo in silenzio, poi ammise: “Eh, sì... ho sentito che è venuto per accompagnare il suo figlioccio...”

Ah, avrei dovuto chiedergli l'autografo!”

I due camminarono per un po', finché non giunse ad uno scompartimento con solo un ragazzino pallido coi capelli biondi e le occhiaie che muoveva le labbra a tutta velocità.

Ma che fa, parla da solo?” domandò, senza parole, Gal e Christian annuì: “Così sembrerebbe...”

Proprio in quel momento, il ragazzino alzò la testa e, vedendoli, smise di parlare di colpo, assumendo un'espressione molto arrabbiata.

Si alzò in piedi e, aprendo la porta dello scompartimento, domandò, scocciato: “Che volete?”

Ehm... potremmo entrare?”

No.”

Subito, Gal si alterò: “Come no?! Ci sei solo tu in questo scompartimento!”

Già, e io non voglio gente tra i piedi, perciò sparite!”

Dopo aver detto quelle parole, il biondo chiuse violentemente la porta dello scompartimento, per poi chiudere la porta a chiave.

Razza di odioso snob, egoista e presuntuoso!” borbottò, Gal, allontanandosi, seguito dal cugino “Uno come quello spero che finisca a Serpeverde e che ci crepi là dentro! E comunque, io non entro in uno scompartimento con un matto che parla da solo!”


Scusa, posso entrare?” domandò il ragazzino grassoccio alla ragazzina coi capelli bianchi che guardava il binario dal finestrino.

Senza nemmeno voltarsi a guardarlo, la ragazzina fece un cenno per dirgli di accomodarsi.

Grazie mille.” la ringraziò il ragazzino, entrando nello scompartimento e cominciando a sistemare i bagagli.

Una volta che ebbe finito, si sedette e si mise a guardare la compagna di viaggio.

Aveva dei lunghi capelli argentati, con ciocche blu, legati con un'alta coda di cavallo e occhi scuri

Indossava già la divisa della scuola e guardava con attenzione fuori dal finestrino.

Ehm... io mi chiamo Oliver Ferrars e tu?” domandò, titubante, l'undicenne e la ragazza rispose con un semplice, senza nemmeno guardare il suo interlocutore: “Delphini Black.”

Ehm... è un bel nome... davvero molto originale...”

Grazie.”

Sembrava che quella ragazzina fosse intenzionata a non attaccar bottone in qualunque modo, ma Oliver non era di certo il tipo che si sarebbe arreso per così poco...

Anche per te è il tuo primo anno?” riprovò e l'altra rispose con un semplice: “Sì.”

Ah, bene... io spero di finire in Tassorosso... tutta la mia famiglia è stata lì... e tu, invece?”

Serpeverde.”

Oliver si congelò all'istante.

Suo padre l'avrebbe ucciso se avesse scoperto che stava cercando di fare una conversazione con una che voleva finire a Serpeverde... ma non poteva passare un pomeriggio intero senza parlare con qualcuno, non che la ragazzina davanti a lui si stesse sforzando di rendere la conversazione interessante...

Scusate, vi dispiace se entro anch'io in questo scompartimento?”

Oliver si voltò verso la voce femminile alle sue spalle e vide una ragazzina sua coetanea con lunghi e lisci capelli neri e grossi occhiali.

Certo, accomodati pure.” rispose, immediatamente, Oliver, mentre la giovane ringraziava: “Grazie.”

Dopo aver messo a posto la valigia, la ragazza si accomodò e, guardando l'orologio sul binario, dichiarò: “Si parte tra dieci minuti.”

Già, e sarà un viaggio molto lungo... durerà tutto il pomeriggio.”

Sì, ma sarà uno spettacolo fantastico guardare i paesaggi che cambiano alla velocità della luce... ho fatto numerosi viaggi sui treni babbani e mi sono sempre piaciuti. E se poi mi stanco posso sempre leggere un libro.”

Ti piace leggere?”

Da morire. Ho letto molti romanzi babbani e del mondo dei maghi. Ho anche già sfogliato e letto tutti i libri sull'elenco.”

Caspita... sei una ragazza molto studiosa.”

Beh, io e la mia famiglia siamo sempre stati un po' degli intellettuali, infatti siamo sempre finiti a Corvonero.”

Caspita, è una buona casa... quella della mia famiglia, invece, è sempre stata Tassorosso.”

Beh, anche quella è una buona casa... lì ci vanno tutte le persone gentili, pazienti e di buon cuore.”

Vero, ma per me, la casa migliore è una sola: Grifondoro!” s'intromise una voce maschile.

I due si girarono e videro un ragazzino coi capelli rossi e un vecchio casco da pilota babbano in testa, seguito da un altro coi capelli marroni e gli occhiali.

Gal Sandlers. Con chi ho l'onore di parlare?” si presentò, con un sorrisetto divertito, il rosso, tendendo la mano che fu stretta da Oliver, il quale ne approfittò per presentarsi: “Io mi chiamo Oliver Ferrars, piacere.”

Io, invece, sono Athena Doyle.” si presentò la ragazzina con gli occhiali, mentre anche il compagno di Gal si presentava: “Io sono il cugino di Gal, Christian Brown.”

Scusate la sfacciataggine, ma potremmo sederci anche noi in questo scompartimento?” domandò Gal e, subito, Oliver acconsentì: “Certo, accomodatevi.”

Il ragazzo, con un enorme sorriso, si sedette e dichiarò: “Allora ci sono delle persone beneducate a bordo! Poco fa, io e mio cugino siamo stati scacciati da un tipo molto maleducato... nonostante fosse completamente da solo in un intero scompartimento, ci ha praticamente sbattuto la porta in faccia! Stupido cafone di un Serpeverde...”

Ehm...” balbettò Oliver, dando un'occhiata a Delphini, temendo che si sarebbe arrabbiata a com'era stato definito un suo futuro compagno di casa, ma, incredibilmente, la ragazzina rimase completamente immobile a guardare il finestrino come se quello che avesse detto Gal non la riguardasse minimamente.

Proprio in quel momento, Gal si accorse della presenza di Delphini e domandò, incuriosito: “E tu come ti chiami?”

Delphini Black.”

Delfini?! Ma che razza di nome è?!”

Sentendo ciò, la ragazzina, si voltò verso Gal e, con uno sguardo spaventoso, sibilò: “Non mi chiamo Delfini, ma Delphini, idiota!”

A me la fonetica sembra identica.”

Ma non lo è. Quindi impara a pronunciare correttamente il mio nome.”

Ehi, aspetta, posso farti una domanda?”

Cos'altro vuoi?”

Ma non è un po' troppo presto per tingerti i capelli?”

Tingere... i capelli?!” ripeté la ragazzina, mentre la sua faccia si alterava in un'espressione di pura rabbia.

Evidentemente, Gal le aveva detto qualcosa che avrebbe dovuto evitare...

Infatti, Delphini afferrò Gal per il bavero e gli urlò: “PER TUA INFORMAZIONE, QUESTA E' LA MIA TINTA NATURALE, PEZZO D'IDIOTA!!!!”

Ah, capisco... piuttosto originale, non c'è che dire...” balbettò, imbarazzato, il ragazzino.

Non appena ebbe finito d'intimorirlo, Delphini lo mollò e si sedette di nuovo, anche se non abbandonò l'espressione furibonda.

Beh, dai non farne un dramma, Delfini...” cercò di scusarsi Gal e, per tutta risposta, ricevette l'urlo: “MI CHIAMO DELPHINI!!!!!”

Scusa, scusa, scusa... ma quel nome, secondo me, è troppo lungo e difficile... che ne diresti se ti chiamassi Delphi, invece?”

Ancora una volta, Delphini lo guardò in malo modo, prima di sibilare, puntandogli l'indice contro: “Storpia ancora una volta il mio splendido nome con un nomignolo così stupido e giuro che ti butto fuori dal finestrino, mi sono spiegata?”

D'accordo...”

Ancora più arrabbiata di prima, Delphini si mise a guardare fuori dal finestrino, borbottando: “Delphi, tsk...”

Proprio in quel momento, il treno cominciò a vibrare.

Mi sa che stiamo per partire.” notò Oliver e subito, Gal si appiccò al finestrino, subito imitato dagli altri compagni.

Dopo solo pochi minuti, il treno cominciò lentamente a muoversi.

Gal, Christian, Athena ed Oliver cominciarono a sbracciarsi, nel tentativo di salutare i loro cari rimasti sul binario, mentre Delphini restava completamente immobile, a guardare semplicemente le persone sul binario.

Dopotutto, non c'era nessuno lì per lei...

Ad un tratto, sgranò gli occhi.

Per un attimo, le era sembrato che sul binario ci fosse lei, la Dama Nera.

Ma no, era impossibile... perché sarebbe dovuta essere lì?

Non poteva essere lì per lei... a nessuno importava niente di lei...

Tuttavia, prima che potesse capire qualcosa, il treno lasciò il binario, portandosi con sé tanti studenti di tutte le età, carichi di speranza.

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Capitolo 3
*** Scontro sul treno ***


Capitolo 3: scontro sul treno


Il treno rosso aveva appena lasciato Londra che la porta dello scompartimento si aprì e comparve un ragazzo coi capelli rossi e le lentiggini, che, timidamente, domandò: “Scusate, potrei sedermi qui? Purtroppo il treno è tutto occupato...”

Certo, entra pure.” lo accolse subito Oliver, mentre Gal gli domandava: “Fammi indovinare, hai provato ad entrare in uno scompartimento dove c'era solo un ragazzino pallido e biondo, ma quello ti ha subito cacciato via?”

Beh, sì...” ammise, imbarazzato, il giovane e, subito, Gal gli passò il braccio sul collo e, con un largo sorriso, lo rassicurò: “No problem. Ha cacciato anche me e mio cugino, prima della partenza del treno. A proposito, io sono Gal Sandlers.”

Io, invece, sono Edward Remus Lupin, ma per gli amici Teddy.”

Athena sgranò gli occhi di nascosto.

Quindi quello era il figlioccio del grande Harry Potter... in effetti gli era sembrato familiare...

Nel frattempo, il ragazzino si guardò nel riflesso del finestrino, per poi sospirare: “Come temevo, i capelli rossi e le lentiggini non mi stanno tanto bene...”

Non appena ebbe finito di parlare, i suoi capelli divennero verde-acqua e le lentiggini sparirono di colpo.

Sì, così sto decisamente meglio.” commentò Teddy con un sorriso, mentre gli altri membri dello scompartimento, lo guardavano esterrefatti.

Persino Delphini gli aveva lanciato un'occhiata incuriosita.

Ehi, ma i tuoi capelli sono appena diventati verdi!” esclamò, senza parole, Gal e il ragazzino rivelò, divertito: “Sono un Metamorfomagus. Ho la capacità di modificare il mio aspetto fisico.”

Uao, una facoltà tanto incredibile quanto rara... non mi sarei mai immaginata d'incontrare un Metamorfomagus!” commentò, affascinata, Athena mentre il ragazzino la ringraziava: “Grazie. E' un dono che ho ereditato da mia madre, anche lei aveva i miei stessi poteri.”

Beh, comunque non sarai il solo ad avere un colore di capelli particolare...” gli sussurrò Gal, indicandogli col pollice Delphini, la quale stava bevendo un succo di frutta, sempre continuando a guardare fuori dal finestrino.

Però...” si lasciò sfuggire Teddy, sottovoce, mentre il rosso continuava: “Dice che è nata con quel colore di capelli... ma secondo me è una balla galattica! Voglio dire, se non è una Metamorfomagus, come fa ad avere un simile colore di capelli?”

Aveva appena finito di parlare, che il succo di frutta di Delphini lo centrò in pieno.

Mi sa che ti ha sentito...” commentò Teddy, mentre Gal controllava il casco per controllare se non ci fossero macchie.

Ehi, che modello è quel cappello? Non l'ho mai visto prima...” domandò, incuriosito, Oliver, guardando il casco da pilota del compagno, ed Athena spiegò: “Si tratta di un vecchio casco da pilota dell'aviazione babbano. Lo s'indossava durante la Prima e la Seconda guerra Mondiale dei babbani.”

Già, il nonno di mia madre faceva parte dell'esercito, ma, purtroppo, è morto durante un'operazione e il suo casco è tutto ciò che hanno consegnato di lui alla moglie.”

Mi dispiace molto per lui...” lo consolò Teddy, dolcemente.

Mentre si rimetteva il casco in testa, Gal continuò: “Mi piace indossarlo quando sto per affrontare qualcosa di nuovo. Mi fa sentire invincibile e pronto all'avventura!”

Beh, tutti abbiamo un portafortuna... di certo quel casco non si sarebbe mai sognato di finire sulla testa di un mago.” rise Oliver, per poi ammettere: “Io, invece, quando sono agitato, curo il giardino o cucino un dolce... mi fa rilassare.”

E se cucini qualcosa di buono, potrei favorire?”

Ma certo!”

Ti adoro, Oliver!”

Proprio in quel momento, la porta dello scompartimento si aprì ed apparvero due ragazzini di undici anni, un maschio e una femmina.

La ragazza era nascosta dietro al compagno, il quale aveva i capelli neri e gli occhi azzurri, e aveva lunghi e lisci capelli marroni, con su un cerchietto, e lo sguardo basso.

Ehm, scusate il disturbo... io e questa ragazzina non troviamo da nessuna parte un posto dove sederci... potremmo...?” cominciò lui, timidamente, e, vedendo la difficoltà, Gal lo accolse subito con un sorriso: “Ma certo! Unitevi a noi! Più siamo, più ci divertiamo!”

Anche se un po' sorpreso da tutta quell'energia, il ragazzino entrò, seguito a ruota dalla ragazzina.

Lei è Elizabeth Jones. E' una nata babbana, come me, ed è molto timida.” la presentò il giovane coi capelli neri e gli occhiali, che poi disse: “Io, invece, mi chiamo Kevin Harrison.”

Sentendo quel nome, Delphini si voltò lentamente ed ebbe la conferma.

Quello era lo stesso babbano che aveva incontrato alla stazione.

In quello stesso istante, Kevin si accorse di lei e disse: “Ma tu sei la ragazzina che mi ha aiutato a raggiungere il binario!”

Già.” borbottò la ragazzina dai lunghi capelli argentati, cercando d'evitare il suo sguardo.

Beh, sei stata davvero molto gentile. Non avrei saputo come fare, sul serio...” la ringraziò il coetaneo, per poi domandarle, sedendosi accanto a lei: “Comunque, come ti chiami? Temo di non averlo afferrato alla stazione...”

Non l'hai afferrato perché non te l'ho detto.”

Ah, già... comunque, il tuo nome sarebbe?”

Delphini Black.”

E' un nome difficile e assurdo, vero?” s'intromise Gal, non accorgendosi dello sguardo inceneritore di Delphini “Ogni volta che lo pronuncio mi morsico la lingua. Pertanto, la chiamo Delphi, come quel posto in Grecia con l'oracolo. Lo trovo molto più semplice e più carino.”

Spero con tutto il cuore che ti capiti una gelatina Tuttigusti+1 dal sapore disgustoso.” sibilò la ragazzina, sempre più arrabbiata.

Proprio in quel momento, la porta dello scompartimento si aprì e comparve una signora anziana con un carrello che domandò: “Volete qualcosa dal carrello, cari?”

Vorrei un po' di tutto, per favore.” disse Teddy.

Una volta che ebbe preso i dolci, li mise davanti a sé e disse ai compagni: “Se volete, potete prenderli.”

Davvero possiamo?!” esclamò Gal e il ragazzino, un po' spaventato, balbettò: “Beh, sì...”

Grazie, Teddy, sei un mito! Pancia mia, fatti capanna!” gridò, Gal, prendendo i zuccotti di zucca e cominciando a divorarli.

Con più discrezione, Christian, Oliver e Athena presero un po' di dolci e cominciarono a mangiarli, mentre Kevin, Elizabeth e Delphini rimasero completamente immobili.

Ehm, scusa, Teddy... ti spiace se ti faccio qualche domanda su questi dolci?” domandò, imbarazzato, Kevin e il giovane Metamorfomagus sorrise: “Nessun problema. Immagino che per te sia tutto nuovo e curioso...”

Eh, già... sai, sono un nato babbano e tutto per me è completamente nuovo...”

Non preoccuparti. Mio nonno era un nato babbano e, molto probabilmente, anche lui non sapeva come muoversi all'inizio.”

Posso chiederti cosa c'è in quelle confezioni? Sembra che ci sia qualcosa che si muova...”

Sono le Cioccorane. Rane di cioccolato davvero buone... sono animate con la magia e dentro ci sono delle figurine con i maghi e le streghe più famosi della storia. Io ne ho parecchie a casa, quindi, se vuoi, te le regalo.”

Grazie... comunque, non me la sento di mangiare una cosa che si muove, anche se è solo animata con la magia...”

Nessun problema.”

Senti, cosa c'è in quel pacchetto? Sembrano delle caramelle gommose...”

Già, ma devi fare molta attenzione. Queste solo le gelatine Tuttigusti+1. Ci si può trovare i gusti tradizionali, ma anche quelli più improbabili, come cerume, fegato e persino il pepe.”

Allora, è meglio di no... non sono un amante del rischio... e, invece, quelle bacchette nere?”

Semplici bacchette magiche di liquirizia. Niente scherzi, tranquillo.”

Allora prendo quelle.”

Kevin ne prese due e, voltandosi verso Delphini, le domandò: “Delphini, ne vuoi una?”

Subito, la ragazzina si voltò e, guardandolo come se fosse matto, gli domandò: “Scusa, tu... mi hai appena offerto qualcosa?”

Beh, sì... è il minimo che possa fare per ringraziarti di avermi aiutato... prendila pure.”

Con diffidenza, Delphini ne prese una.

Quello sciocco babbano era troppo buono e gentile... quelli di Serpeverde lo avrebbero ucciso.

Ma, fortunatamente, loro due sarebbero stati in case diverse e non avrebbero più avuto nessun contatto...

La ragazzina diede un piccolo morso alla bacchetta e, subito, sgranò gli occhi per la sorpresa.

Quella bacchetta... era la cosa più deliziosa che avesse mai assaggiato!

Subito, cominciò a morderla e a masticarla voracemente, tra lo stupore generale.

Una volta che ebbe finito di mangiare, si voltò dall'altro lato, per non far vedere che era arrossita, e borbottò, sottovoce: “...Grazie...”

Ma guarda la nostra Delphi... prima fa la dura e poi arrossisce perché qualcuno le ha dato una bacchetta di gomma...” la prese subito in giro Gal, con un sorrisetto ironico e Delphini che non ci aveva trovato proprio niente di divertente, lo avvisò, furibonda: “Se non la pianti, ti ficco questa bacchetta in gola, mi sono spiegata?!”

Certo, certo... ehi, ragazzi! Che ne direste di fare a gara a chi mangia più gelatine Tuttigusti+1?”

Io no... l'ultima volta che ne ho mangiata una, mi è toccato uno yogurt e sono stato male per un'intera settimana dato che sono intollerante ai latticini.” dichiarò subito Christian, mentre Oliver acconsentiva: “Ok, posso provare.”

Mi butto anch'io! Questa sfida la faccio sempre con lo zio Ron e lo zio George.” disse Teddy, prendendo una gelatina dal colorito giallo e mettendosela in bocca, per poi annunciare, con ribrezzo e disgusto: “Fegato di merluzzo. A chi tocca?”

A me!” esclamò Oliver, prendendo una gelatina color verde accesso.

L'osservò un attimo in silenzio, l'annusò e poi se la mise in bocca, dichiarando, tranquillamente: “Spinaci.”

Accidenti, che sfortuna, amico!” commentò, dispiaciuto, Gal, ma Oliver ribatté: “E perché? A me gli spinaci piacciono.”

Certo che sei strano, amico...” fu la risposta di Gal, mentre prendeva una gelatina rossa.

Poco prima di mettersela in bocca, Kevin gli domandò, preoccupato: “Ma sei proprio sicuro di mangiartela così? Potrebbe essere disgustosa...”

E' una gelatina rossa. Tutte gli alimenti di colore rosso che mi vengono in mente, sono buoni, quindi non ho nessun problema.” fu la risposta del ragazzino e, senza aspettare altro, se la mise in bocca.

Immediatamente, fece una smorfia di dolore e cominciò ad un urlare, dolorante, girando a tutta velocità per tutto lo scompartimento: “Acqua, acqua, acqua! Ho la lingua in fiamme!!!”

Ecco! Presto, bevi!” gli disse Oliver, allungandogli una bottiglietta di plastica, che Gal prese subito e cominciò a ingurgitare tutta l'acqua al suo interno, finché non ci fu più nemmeno una goccia.

...Peperoncino piccante...” balbettò Gal, non appena ebbe finito di bere, mentre Delphini, con un sorrisetto divertito, lo provocò: “Tutti gli alimenti rossi non ti creano alcun problema, eh?”

La risposta dell'undicenne fu uno sguardo acido.

Ad un tratto, si sentì un applauso alle loro spalle.

Il gruppo si voltò e vide un coetaneo basso coi capelli neri, accompagnato da un bestione coi capelli radi.

Ma che spettacolo divertente... evidentemente, quegli sciocchi babbani dello zoo si sono lasciati scappare un numeroso branco di scimmie.” commentò, con un sorriso perfido, il ragazzino.

Per tutta risposta, il gruppo gli lanciò uno sguardo seccato e, subito, Gal lo affrontò: “Gira al largo, moscone!”

Ti consiglio di moderare il linguaggio, rosso. Potresti trovarti un nemico prima ancora di essere arrivato ad Hogwarts.” lo provocò il ragazzino, con arroganza “Per tua informazione io sono Lester Falwey. Mentre questo è il mio amico Hugh Flint.”

Amico? Io l'avrei definito più una guardia del corpo leccapiedi.” dichiarò Athena, risistemandosi gli occhiali.

Lester la fissò in malo modo, poi le domandò, incuriosito: “E tu chi sei, smorfiosa? La tua faccia non mi è nuova...”

Mi chiamo Athena Doyle.”

Doyle? Non sarai mica la figlia di Emily Taylor?”

Sì, e allora?”

Ho sentito molto parlare della tua famiglia sulla 'Gazzetta del profeta'... dì, un po', il tuo zietto è migliorato o il lavoretto che ha fatto tuo nonno al suo cervello è permanente?” la provocò, divertito, Lester, mentre la ragazzina stingeva con rabbia i pugni e il suo viso si assumeva un'espressione di pura rabbia.

Ehi, dacci un taglio!” la difese, prontamente, Teddy, alzandosi in piedi e avvicinandosi a lui, furibondo.

Ma cosa hai fatto ai capelli? Ti hanno buttato sulla testa una scatola di vernice blu?” lo prese in giro il ragazzino, ma Teddy, senza alterarsi, fece crescere le unghie delle mani, mentre la faccia assumeva lineamenti felini e i denti diventavano lunghi e appuntiti.

Lester e Hugh rimasero in silenzio, sbalorditi, finché il primo non capì: “Ho capito cosa sei, sei un Metamorfomagus!”

Esatto, e adesso scusati immediatamente con Athena, se non vuoi che finisca di trasformarmi e ti salti addosso.”

Con calma... se non vado errato, l'unica Metamorfomagus molto famosa e conosciuta era una certa Nymphadora Tonks.”

Era mia madre.”

Ah, questo spiega tutto... e dimmi, sei per caso anche un lupo mannaro come tuo padre?”

Non ho alcun problema con la luna piena. Io e la mia famiglia lo abbiamo già testato.”

La tua famiglia? Ma non farmi ridere! Oltre a tua nonna, non c'è nessun altro della tua famiglia. Tua nonna fu diseredata molti anni fa per aver sposato uno sporco babbano. Questa storia gira ancora nei salotti dei purosangue, quando si è a corto di pettegolezzi.”

Mio nonno era una persona e un mago molto migliore della stragrande maggioranza di voi purosangue con la puzza sotto il naso!” sibilò, furibondo, Teddy, mentre Gal tifava apertamente per l'amico: “Vai così, Teddy! Non mollare! Marcalo stretto e prendilo in contropiede!”

Gal, non siamo ad una partita di calcio...” gli ricordò, con un sorriso imbarazzato, Kevin.

Nessuno si accorse che Delphini aveva cominciato a tamburellare nervosamente le dita sulla sua gamba, mentre la sua espressione diventava seccata.

Già, ed era un babbano. Proprio come tutti quelli che si trovano in questo scompartimento... si sente la puzza.” commentò Lester, mentre Gal protestava, furibondo: “Ma va all'inferno! E' vero che non mi faccio la doccia da circa quattro giorni, ma non mi sembra di puzzare così tanto!”

Immediatamente, Athena fece una smorfia di disgusto, mentre Christian si mise la mano sulla fronte, disperato.

Gal era un ragazzo molto energico, coraggioso e intraprendente, ma aveva un pessimo difetto: non sapeva mai quando era meglio tacere.

Hugh sghignazzò, mentre Lester faceva un sorrisetto divertito, per poi tornare a guardare Teddy: “Anche la storia della tua mammina che si è sposata con un lupo mannaro è celebre... mi spieghi cosa ci ha trovato tua madre in un tipo del genere?”

Un milione di cose che tu non riusciresti a trovare, nemmeno se ti comparissero sotto il tuo stupido naso.”

Più i due discutevano animatamente, più Delphini induriva lo sguardo e tamburellava velocemente.

Ma è vero quello che ho sentito? Harry Potter è davvero il tuo padrino?” domandò, all'improvviso, Lester e, immediatamente, tutti, tranne Delphini, si misero a guardare Teddy, senza parole.

Quel ragazzino era davvero il figlioccio del grande Harry Potter?!

Sì.” ammise, senza scomporsi, Teddy e Lester si mise a ridere: “Un tipo con dei genitori simili, è diventato il figlioccio di colui che ha sconfitto il Signore Oscuro? Dì, la verità, quanto hanno pagato i tuoi per convincerlo?”

I miei genitori erano suoi amici. Anzi, mio padre era un grande amico del suo.”

Ah, già... la tua famiglia è sempre stata povera in canna, da quando tua nonna se n'è andata di casa.”

Non mettere in mezzo mia nonna! Per quanto riguarda la sua famiglia natale, non me ne frega un accidente di loro, ad eccezione di Sirius Black!”

Peccato, so tante cose di loro... soprattutto della sorella maggiore di tua nonna.”

Ti ho già detto che non me ne frega niente!”

Come vuoi... allora Harry Potter ha accettato di farti da padrino solo per pietà nei confronti della tua famiglia?”

Io ti...!”

ADESSO BASTA!!!!”

L'urlo furibondo femminile fece arrestare di colpo i due litiganti.

Voltandosi, videro Delphini in piedi che li fissava con uno sguardo omicida.

Dopo essersi assicurata di avere la loro attenzione, la ragazzina si avvicinò lentamente, ma con passo calmo e sicuro, fino a fermarsi davanti a loro.

E tu che vuoi, ragazzina? Vuoi difendere il tuo amichetto?” la schernì Lester e l'altra rispose: “No. Voglio solo che la piantate di fare tutto questo casino. Desidero rilassarmi.”

Lester ed Hugh si guardarono un attimo negli occhi, per poi fare una risatina divertita.

Ma chi credi di spaventare, con quei vestiti di seconda mano e quei capelli ridicoli, stupida mezzosangue?” la prese in giro Lester e Delphini si avventò su di lui, puntandogli la bacchetta che aveva tirato fuori dalla tasca del vestito alla gola.

La mia non era una domanda.” sibilò la ragazzina.

Nonostante la sorpresa, Hugh provò ad intervenire, ma Delphini lo bloccò: “Fermo lì, se non vuoi che lanci un incantesimo al tuo capo. Sappi che ne conosco qualcuno davvero niente male...”

Non appena si fu assicurata che il ragazzo non sarebbe intervenuto, la ragazzina lo fissò e sibilò, con un sorriso perfido, puntandogli la bacchetta alla gola: “Ti piace, eh? Quindici pollici e mezzo, rigida, biancospino e corde di cuore di drago. Il proprietario mi ha raccontato che era nel suo negozio da quasi un secolo, era una bacchetta molto schizzinosa... proprio come me, forse è per questo che noi due andiamo tanto d'accordo...”

Non me frega niente della tua stupida bacchetta! Lasciami andare, mezzosangue!”

Tsk, tsk... non ci siamo per niente. E poi, i miei genitori erano entrambi maghi finiti a Serpeverde, proprio come la tua famiglia, visto che fai parte delle Sacre Ventotto. Dunque, visto che hai osato insultarmi, dovrò darti una piccola punizione... hai qualche proposta?”

Tu non mi fai paura.”

Ottimo... te ne intendi d'incantesimi?”

Cosa? Ma certo!”

E allora dimmi quali sono le tre Maledizioni Senza Perdono.”

Nello scompartimento, coloro che erano cresciuti in famiglie di maghi, rimasero di sasso per l'intraprendenza e il coraggio di Delphini.

Dopotutto, le Maledizioni Senza Perdono erano considerate un tabù per gli adulti...

Allora? Ti muovi a dirle o dobbiamo aspettare la fine del viaggio?” lo spronò la ragazzina e Lester cominciò a balbettare: “La Maledizione Imperius... la Cruciatus... e Avada Kedavra...”

Risposta esatta. Con la prima ti posso far fare tutto quello che voglio, persino farti lanciare fuori dal finestrino del treno in corsa. Con la Cruciatus, invece, ti posso torturare in modo atroce finché o crepi o il tuo cervello esplode e diventi pazzo. E infine, con l'ultima ti ammazzo, liberando il mondo di un inutile pallone gonfiato come te. Ne hai mai sentito parlare in famiglia?”

Una volta... o forse due...”

Già... quale di queste tre preferisci che usi su di te?”

Tutti i presenti rimasero di sasso.

Lo stava davvero minacciando di usare una di loro su di lui?!

Delphini... sai che usare anche solo una di queste, fa finire ad Azkaban, vero?” le ricordò, tremante, Teddy, avvicinandosi, ma la ragazzina lo bloccò con la mano.

Trovato... userò l'ultima. Il mondo mi sarà eternamente grato per averti fatto sparire.” dichiarò, la ragazzina e, prima che qualcuno potesse dirle qualcosa, urlò: “AVADA KEDAVRA!”

Immediatamente, Lester si mise ad urlare, mentre Christian e Oliver chiusero gli occhi, spaventati, finché non udirono la scocciata voce di Delphini: “Hai finito? Sei patetico.”

I due riaprirono gli occhi e videro, senza parole, Lester sdraiato per terra, con un'espressione stralunata.

Era sotto shock e spaventato a morte, ma vivo.

Si rialzò tremante e, puntando l'indice contro la ragazzina, sibilò: “Tu... tu non sei normale! Lo dirò ai prefetti... ti faranno cacciare da questa scuola!”

Dillo a chi ti pare, non me ne frega niente. E detto fra noi, sarà dura convincerli che qualcuno ti ha lanciato contro l'anatema che uccide, dato che respiri ancora.” fu la calma e composta risposta di Delphini.

Non appena i due furono usciti, la ragazzina si disse: “Finalmente un po' di silenzio.”

Senza che nessuno dei presenti dicesse qualcosa, si sedette pesantemente sul suo posto e tornò a guardare fuori dal finestrino, come se nulla fosse successo, ignorando gli sguardi sbigottiti dei suoi compagni di viaggio.

Ma dico, sei fuori di testa?!” le urlò, a quel punto, Gal “Va bene che quello era un antipatico cronico, ma minacciarlo con l'anatema che uccide?! Cosa sarebbe successo se quello fosse morto davvero?!”

Non sarebbe morto, tranquillo.”

Come fai ad esserne così sicura?!”

Ci vuole un'enorme energia magica per scagliarla. Non credo che una studentessa del primo anno sarebbe stata capace di fare una cosa del genere.”

Il gruppo rimase in silenzio, per poi venire di nuovo interrotto da Delphini, guardando Teddy ed Athena: “Ah, voi due... vi consiglio di non dare troppo peso a quello che dicono delle vostre famiglie. Voi potete parlarne tranquillamente e con orgoglio, ma alcune persone non hanno la stessa fortuna, anzi, non possono nemmeno rivelare la vera identità dei propri genitori.”

E, dopo aver detto ciò, calò di nuovo il silenzio, nello scompartimento del treno rosso che viaggiava a tutta velocità.

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Capitolo 4
*** Lo smistamento ***


Capitolo 4: Lo smistamento


Era notte da un pezzo, quando il treno rosso si fermò, fischiando, nella piccola stazione ferroviaria.

Non appena le porte dello sportello si aprirono, tanti ragazzi in divisa scolastica di età compresa tra gli undici e i diciassette anni scesero dal treno.

Nella stazione, non c'era nessuno ad eccezione di un uomo molto alto e grosso, con una folta barba e una lanterna in mano che urlava: “Primo anno! Primo anno da questa parte! Primo anno!”

Ciao, Hagrid!”

L'omone si voltò e vide un ragazzino coi capelli verde-acqua e un grande sorriso.

Teddy! Ma guarda come sei cresciuto! Dì, come stanno la nonna, Harry e gli altri?” lo salutò con un sorriso l'omone e il ragazzino rispose: “Stanno tutti bene.”

Hai già fatto amicizia?”

Sì. Sul treno ho conosciuto un sacco di ragazzi simpatici e anche molto... ehm... intraprendenti.”

Mi fa molto piacere!”

Ehi, Teddy. Ma tu conosci questo signore?” domandò una voce alle loro spalle, appartenente ad un ragazzino coi capelli rossi e un casco da pilota in testa.

Hagrid, lui è Gal Sandlers. Era nel mio scompartimento.” lo presentò Teddy, per poi elencare: “Lui è suo cugino Christian, mentre questo è Oliver Ferrars, quella con gli occhiali è Athena Doyle, poi c'è Kevin Harrison, Elizabeth Jones e, infine, Delphini Black.”

Però, piuttosto affollato il vostro scompartimento...” commentò Hagrid e, immediatamente, Gal sbottò: “Tutta colpa di un biondino sbruffone, arrogante, pallido e con le occhiaie come un vampiro che ci ha chiuso la porta in faccia, nonostante non ci fossero altre persone! Pensa che parlava persino da solo!”

Proprio in quel momento, qualcosa centrò in pieno la testa del rosso.

Furibondo, si girò e vide nientemeno che il biondo dello scompartimento che, senza mezzi termini, lo informò: “Per tua informazione, io mi chiamo Abel Nott e non sono un vampiro.”

Dopo aver detto ciò si allontanò verso il gruppetto del primo anno che si era formato, urtando appositamente Gal, il quale, per tutta risposta gli fece una linguaccia.

Nel frattempo, Hagrid si voltò verso Kevin ed Elizabeth e domandò loro: “Tutto bene il viaggio?”

Sì, Hagrid!” esclamò subito il ragazzino, mentre Elizabeth, rispondeva, timidamente: “S-sì, signor Hagrid...”

Andiamo, non c'è bisogno di essere così formali! Basta un semplice Hagrid.” le disse l'uomo, dandole una sonora pacca sulla spalla mentre Teddy diceva: “Non sapevo che li conoscessi, Hagrid.”

Dato che sono dei nati babbani, sono andato a casa loro per spiegare la magia e come arrivare alla scuola.”

Eh, già... però potevi anche evitare venire alle tre del mattino... hai spaventato tutta la mia famiglia e svegliato l'intero vicinato.” ricordò, imbarazzato, Kevin, mentre Hagrid aggiungeva: “Magari un giorno, se volete, potete venire a prendere tè e biscotti a casa mia, che ne dite?”

Io ci sto!” esclamò, immediatamente, Gal e l'omone sorrise: “Ottimo. Adesso, però, è meglio andare. Sennò rischiamo di fare tardi. C'è ancora ancora qualcuno del primo anno? Bene, si va!”

Il gruppo del primo anno s'incamminò in un lungo e stretto sentiero buio nel bosco, finché la voce di Hagrid avvertì: “Ecco a voi la prima vista panoramica di Hogwarts!”

Non appena i presenti ebbe svoltato la curva davanti a loro, rimasero tutti a bocca aperta, mentre guardavano il grande castello illuminati sulla rocca.

Persino Delphini si spostò le ciocche disordinate dal viso, per poterlo vedere meglio.

Se non fosse stato per l'immenso lago davanti a loro, tutti si sarebbero avvicinati.

Molto bene. Ora salite tutti sulle barche, mi raccomando non più di quattro per battello.” annunciò Hagrid e, subito, Abel Nott si fiondò verso quella più vicina.

Stavolta, non puoi costringere nessuno a sloggiare.” lo avvisò, divertito, Gal e, per tutta risposta, l'altro lo guardò scocciato, per poi chiedergli: “Vuoi salire?”

Certo che no!”

E allora smamma!”

Come vuoi... ma forse dovresti spostarti per permettere agli altri di avere più spazio.”

Io faccio quello che mi pare. E adesso sparisci!”

Antipatico...”

Gal si diresse nella barca dove c'erano Teddy, Kevin, Elizabeth e Christian e domandò: “C'è spazio anche per me?”

Non so... proviamo a stringerci...” disse Christian, ma Hagrid li bloccò: “Mi dispiace, ma siete in troppi. Gal deve salire su un'altra barca.”

Gal si guardò intorno e fece una smorfia di disgusto.

L'unica barca con ancora un posto libera era quella di Abel, a cui si erano anche aggiunti Lester Falwey e Hugh Flint.

Vedendo che sarebbe stato obbligato a salire con loro, Abel fece un sorrisetto divertito e tamburellò con la mano il posto dietro di lui, come per fargli capire che gli aveva riservato un posto per lui sulla sua barca.

Gal stava per incamminarsi verso l'imbarcazione come un condannato a morte, ma venne salvato dalla voce di Oliver che lo avvertì: “Ehi, Gal! Se vuoi, qui c'è ancora un posto libero!”

In un attimo, Gal si riprese completamente e, dando una rumorosa pernacchia ad Abel, si diresse verso la barca.

Oltre all'amico, sulla barchetta c'erano anche Athena e Delphini.

Non appena Gal fu salito sull'imbarcazione, la prima cosa che fece fu di mettersi davanti agli occhi gli occhiali del casco, per poi domandare ai compagni: “Come sto?”

Sei ridicolo.” fu la pronta e spietata risposta di Delphini, mentre Oliver diceva: “Ma no, stai bene... sei davvero molto originale.”

Athena, invece, preferì rimanere in un diplomatico silenzio.

Proprio in quel momento, Hagrid annunciò: “Bene, siamo tutti pronti? Si parte!”

Immediatamente, le barche cominciarono a muoversi dolcemente, come per magia.

La fredda brezza notturna accarezzava le guance e il corpo degli studenti e più di una persona ebbe brividi di freddo, ma a nessuno importava.

Tutti i ragazzini guardava la figura dell'enorme castello che si avvicinava sempre di più a loro.

Giù la testa.” ordinò Hagrid quando arrivarono alla scogliera e tutti ubbidirono.

Non appena furono arrivati davanti ad una cortina d'edera, le barche si fermarono e Hagrid, scendendo dalla propria, dichiarò, indicando un'apertura nella scogliera: “Forza, da questa parte.”

L'uomo li condusse verso un lungo tunnel buio che sbucò proprio davanti al castello.

Senza fermarsi, l'uomo salì una grande scalinata finché non si fermò davanti ad un enorme portone di legno che colpì tre volte.

Subito, la porta si aprì e, per un attimo, tutti gli studenti pensarono che la porta si fosse aperta per magia, ma Hagrid, invece di proseguire, salutò, con rispetto, guardando in basso: “Ecco qui gli allievi del primo anno, professor Vitious.”

Incuriositi, tutti gli studenti seguirono lo sguardo di Hagrid e videro un ometto molto basso, la cui altezza sarebbe stata paragonabile a quella di un bambino di sei anni, vestito elegantemente, che dichiarò, con un grande sorriso: “Bene, bene, Hagrid. Va pure avanti, qui me ne occupo io.”

Come volete, professore.” rispose l'uomo, allontanandosi.

L'ometto li guardò tutti, per poi esclamare, con un grande sorriso: “Bene, ragazzi, seguitemi. Da questa parte, prego.”

I ragazzi seguirono Vitious nei grandi corridoi di pietra illuminati dalla fiamma delle torce, dove si sentiva di sottofondo, il brusio di mille voci allegre e spensierate.

Inaspettatamente, il professore li condusse in una piccola stanza vuota, dove stavano tutti molto stretti.

Una volta che furono entrati tutti, Vitious annunciò: “Benvenuti ad Hogwarts, ragazzi. Il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico inizierà a breve nella Sala Grande, ma prima di recarci lì tutti insieme e festeggiare, devo dirvi un paio di cosette, non preoccupatevi, non sarà niente di difficile o complicato. Dunque, prima di tutto, verrete smistati nelle vostre Case attraverso la cerimonia dello Smistamento, la quale è sempre stata molto importante da quando venne creata questa scuola, perché per tutto il tempo che passerete qui ad Hogwarts, la vostra Casa sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di casa, dormirete nei dormitori della vostra Casa e trascorrerete il vostro tempo libero nella sala comune della vostra Casa. Le quattro Case sono, rispettivamente, Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde. Sappiate che da ogni Casa, nessuna esclusa, sono stati istruiti maghi e streghe famosi e straordinari, sia dalla parte del bene che, purtroppo, da quella del male. Pertanto, il corpo docenti gradirebbe che non avvenissero spiacevoli episodi dovuti al pregiudizio e che manteniate un comportamento amichevole e aperto verso tutte le Case, nessuna esclusa, chiaro?”

Athena capì subito che negli anni scorsi erano avvenuti quegli episodi, sennò il professore non si sarebbe scomposto a fare quella raccomandazione.

Intanto, Gal lanciò un'occhiata ad Abel.

Lui non lo sopportava prima ancora di sapere la sua Casa, quindi non era un problema di quel tipo.

Anzi, se fossero finiti nella stessa Casa, avrebbe continuato a non sopportarlo.

Inoltre, a giudicare dall'occhiataccia che il biondo gli aveva lanciato di rimando, il sentimento era reciproco.

Dunque...” continuò Vitious “Per il tempo che rimarrete ad Hogwarts, i trionfi che otterrete a lezioni o compiendo azioni che vi fanno onore, faranno ottenere punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole le farà togliere. Alla fine dell'anno, la Casa che avrà totalizzato più punti verrà premiata con la Coppa delle Case, un premio che rappresenta grande onore e prestigio. Pertanto, spero che ognuno di voi faccia del suo meglio per permettere che ciò accada.”

Dopo aver detto ciò, Vitious tirò fuori un orologio da taschino ed esclamò: “Bene, la cerimonia dello Smistamento inizierà a momenti, davanti agli altri studenti, quindi vi consiglio di sistemarvi un po'. Non preoccupatevi, non sarà niente di complicato e, soprattutto, nessuno di voi verrà rimandato a casa. Per alcuni ci vorrà un po' più di tempo degli altri, ma tutti finirete in una Casa. Ora vado a sistemare alcune cose, ma tornerò presto, quindi, vi prego di aspettare qui, in silenzio.”

Dopo aver detto quelle parole, Vitious uscì dalla porta e scomparve, lasciando i ragazzi da soli.

Non appena se ne fu andato, la maggior parte degli studenti là dentro cominciò a commentare le emozioni che aveva provato quella serata e a quello che sarebbe successo.

Gal, nel frattempo, si tolse il casco e cominciò a pulirlo con la manica del vestito.

Non avrai mica intenzione di fare lo smistamento con quel coso in testa?” gli domandò, allibita e disgustata, Delphini e il ragazzino, stupito, rispose: “Certo che sì! E' il mio portafortuna! Con il mio casco, potrò affrontare lo Smistamento senza alcuna paura!”

Spero che tu sia pronto ad affrontare anche le risate che quello stupido casco farà venire a tutta la sala.”

Per tutta risposta, Gal le lanciò un'occhiataccia, per poi mettersi il casco in testa, ma, proprio in quel momento, Christian gli tirò la manica: “Gal... chi sono quelli?”

Dal muro, infatti, erano apparsi all'improvviso numerosi esseri dalla forma umana, ma che, sembravano fatti d'aria invece di possedere un corpo umano.

Sono fantasmi.” rispose Athena, risistemandosi gli occhiali “La scuola ne ospita un sacco. Quattro di loro, sono persino i fantasmi delle Case.”

Davvero? E come fanno ad essere scelti?” le domandò Oliver, incuriosito, e la ragazza continuò: “Beh, pare che debbano avere un legame molto profondo con quella Casa... oltre il fatto che, ovviamente, devono essere finiti lì durante gli studi.”

Ad un tratto, uno dei fantasmi, che sembrava un frate molto grasso, si avvicinò a loro e, con un grande sorriso, dichiarò, eccitato: “Ah, gli studenti del primo anno in attesa di essere smistati... mi ricorda il mio primo anno... comunque, spero di rivedervi a Tassorosso! Ci vediamo!”

Il frate si alzò di nuovo in aria e attraversò il muro.

Proprio in quel momento, si udì un battito di mani alle spalle degli studenti.

I ragazzi si voltarono, ma non videro nessuno.

Ehm...” dichiarò una voce in basso e non appena gli studenti, imbarazzati, abbassarono lo sguardo e, come temevano, videro il professor Vitious.

Con un sospiro, l'uomo borbottò: “Siamo tutti pronti per lo Smistamento. Seguitemi.”

Il gruppo seguì il professore e giunse in un'immensa sala con quattro lunghi tavoli pieni di studenti piazzati in maniera verticale e, in fondo, c'era una tavola orizzontale con un sacco di signori eleganti.

Al centro di quella tavola, stava seduta una donna coi capelli grigi e le rughe, ma con l'aria austera, severa e rigida.

Nonostante non l'avesse mai vista, Athena sapeva già chi era.

Quella doveva essere Minerva McGranitt, la preside di Hogwarts.

Sopra le teste dei nuovi arrivati, c'era un immenso cielo stellato, illuminato da mille candele che levitavano.

Tutti i ragazzi si mise a guardare, incantati, il cielo, mentre camminavano.

Delphini si accorse che numerosi ragazzi guardavano lei e Teddy, per poi bisbigliare qualcosa ai compagni vicini.

Non ci voleva un genio per capire che ad attirare la loro attenzione era il colore particolare dei capelli che lei e Teddy condividevano.

Diede un'occhiata al compagno.

Nonostante potesse optare per un colore di capelli più tradizionale, quel ragazzino non ne voleva proprio sapere di cambiare.

Istintivamente, si toccò una ciocca di capelli blu e argentea.

Se lei avesse potuto cambiare colore come Teddy, sarebbe andata in giro con quella pettinatura, così tranquillamente?

Certo che no.

Lanciò un'occhiata dietro di sé.

Come aveva previsto, il vecchio casco di Gal aveva attirato le occhiate allibite e un gran numero di risate, soprattutto nel tavolo dei Serpeverde, dove qualcuno lo stava addirittura scimmiottando.

L'unico che non trovava divertente la cosa era un ragazzo coi capelli biondo ramato e la spilla da prefetto al tavolo dei Grifondoro, che lo fissava come se volesse incenerirlo.

La cosa assurda era che quell'idiota di Gal, non solo continuava a camminare come se niente fosse, ma se beccava qualcuno indicarlo divertito, lo salutava energicamente, lasciando l'altro senza parole.

Anche il prefetto non lo sfuggì al suo saluto, anzi, in quel caso, Gal mosse entrambe le braccia, come se volesse farsi notare da lui ad ogni costo, e quello, per tutta risposta, gli lanciò uno sguardo assassino.

Gal, tuttavia, non sembrò minimamente turbato da ciò, anzi gli fece una linguaccia, come se volesse sfidarlo.

Finalmente, il gruppo arrivò davanti al tavolo degli insegnanti.

Il professor Vitious fece levitare con la magia due sgabelli, su cui c'era un vecchio cappello vecchio, sporco, rattoppato, consunto, pieno di macchie e malandato.

Per Delphini, quel cappellaccio era paragonabile, come logoramento e aspetto consumato, solo al vecchio casco di quello scemo di Gal... ma perché diavolo il proprietario non si era deciso a buttare via quella schifezza?!

Non appena il professore, si fu arrampicato sull'altra sedia, per lo sgomento dei nuovi arrivati, uno strappo vicino al bordo si spalancò come una bocca e il vecchio cappello cominciò a cantare:


Un dì molto lontano

che cercare di ricordare è invano,

giunsero su questo colle disabitato

sotto un grande cielo stellato

quattro maghi, il cui nome è ricordato,

ma misterioso è il loro passato.

Il primo era un giovane baldanzoso

dall'animo senza paura e avventuroso.

Poi arrivò una giovane strega dalla grande intelligenza

e dalla profonda conoscenza.

La terza che giunse da una vallata lontana,

aveva un dolce sorriso e un mantello di lana.

L'ultimo era un mago dall'aspetto cadaverico,

dal carattere arguto, ma, ahimè, collerico.

I quattro, d'accordo, costruirono questo castello austero,

ma lasciarono tra le sue mura un importante mistero.

E anche quando il destino, crudele tiranno,

il qual porta ogni danno,

li divise per un suo tragico disegno,

che lasciò un amaro segno,

essi rimasero legati a questo castello

ed io, che sono un povero cappello,

venne affidato il compito,

peraltro ardito,

di collocare, senza alcuna malizia,

i maghi nella Casa dove possono trovare la più vera amicizia.

Grifondoro, Corvonero, Serpeverde, Tassorosso.

Devo scegliere il luogo dove chiunque diventerà un colosso,

in attesa che un giorno, in questa sede,

giungerà il giovane erede,

che ognuno ha generato in modo discreto.

Egli tornerà qui con grande affetto,

nel luogo dove tutto ha avuto inizio,

col suo pregio e col suo vizio.

Orsù, giovani maghi diligenti,

avvicinatevi e fidatevi dei miei gusti eccellenti.

Non sono arrogante,

ma i quattro fondatori mi scelsero come aiutante.

Nelle vostre menti indago,

e trovo in voi il giusto mago.


Non appena il cappello ebbe finito di cantare, tutti i ragazzi e gli insegnanti si misero ad applaudire e lo stesso cappello parlante s'inchinò a tutti i tavoli e ritornò di colpo immobile.

Il professor Vitious, sempre seduto sul suo sgabello, prese il cappello con una mano e annunciò, leggendo una lunga pergamena: “Quando chiamerò il vostro nome, vi sederete sullo sgabello e metterete il cappello in testa, in modo da essere smistati.”

Dopo una piccola pausa, Vitious chiamò: “Allen James!”

Immediatamente, un ragazzino coi capelli biondi si diresse verso lo sgabello e, una volta che si fu seduto, il professore le mise il cappello in testa.

Dopo qualche minuto di silenzio, il cappello urlò: “CORVONERO!”

Immediatamente, il tavolo dei Corvonero esplose in un sonoro applauso e il giovane corse subito a raggiungerli.

Sembra che ne avremo per un po'...” bisbigliò, dopo qualche minuto, Christian a Gal, il quale borbottò: “Parla per te, Chris. Tu verrai chiamato quasi subito, mentre io dovrò restarmene qui impalato ad aspettare la lettera S!”

Beh, anch'io ne avrò per un bel po', dato che il mio cognome inizia per L...” s'intromise Teddy, cercando di risollevargli il morale.

All'improvviso, la voce del professor Vitious, chiamò: “Black Delphini!”

Ehi, sono curioso di vedere dove finirà quella lì...” sussurrò il rosso, osservando la ragazzina che, salterellando, si dirigeva verso lo sgabello.

Ovviamente, ciò generò un gran numero di risate e lo stesso Gal commentò, ridacchiando: “E poi dice che faccio ridere tutti col mio casco...”

Forse fa così quando è emozionata... e poi, non sta facendo ridere tutti...” fece Christian, indicando un uomo nel tavolo degli insegnanti.

Un uomo vestito elegantemente e coi capelli grigio-argento, a cui si aggiungevano un bel paio di baffi bianchi, osservava con interesse e sorpresa Delphini, la quale, nel frattempo, si era seduta sulla sedia con eleganza e compostezza, proprio come una regina sul trono.

Il cappello le sfiorò semplicemente la testa, prima di gridare: “SERPEVERDE!”

Stavolta, fu il turno del tavolo dei Serpeverde ad applaudire e, subito, la ragazzina si affrettò a raggiungerlo, correndo a tutta velocità.

Che peccato che sia finita a Serpeverde...” sospirò Kevin, osservandola mentre si sedeva e stringeva la mano ad un ragazzo più grande, mentre Gal ribatteva: “Almeno non la sentirò più lamentarsi del mio casco!”

Brown Christian!” l'interruppe, in quel momento, la voce del professor Vitious.

Imbarazzato e tremante, Christian si diresse verso lo sgabello e, non appena si fu accomodato, gli venne messo il cappello in testa.

Dopo qualche minuto, esso gridò: “GRIFONDORO!”

Con un sorriso timido, il ragazzo si diresse verso il tavolo, dove venne accolto da un bel applauso, sedendosi di fianco al cugino Lancelot.

Lo Smistamento continuò finché Vitious chiamò: “Doyle Athena.”

La ragazzina si mosse subito e il cappello, non appena la sfiorò, gridò: “CORVONERO!”

Anche con lei la selezione è stata brevissima... non glielo hanno nemmeno messo in testa che ha subito detto quale sarebbe stata la sua Casa.” commentò Teddy, incuriosito da quello strano fenomeno, ma Gal liquidò subito l'accaduto, distrattamente: “Ah, sì... mia zia mi ha raccontato che succede ad alcuni... un esempio è la nostra famiglia. Quando facciamo lo Smistamento, il cappello parlante ci mette subito a Grifondoro.”

Davvero? Ma tuo cugino ci ha impiegato qualche minuto...” commentò Teddy, mentre il professore chiamava Lester Falwey.

Sembrava aver dimenticato la vicenda nello scompartimento, dato che si diresse verso lo sgabello con aria spavalda e sicura di sé.

Lui è il figlio della sorella strega di mia madre che, invece, è babbana, mentre, da quel che ho capito, ciò avviene solo con la famiglia di mio padre. Mia zia mi ha raccontato che, quando ci fu il suo smistamento, mio padre venne mandato subito a Grifondoro e mio fratello mi ha detto che è successo lo stesso anche con lui. Sarei l'onta della famiglia, se il Cappello Parlante dovesse impiegare qualche minuto a mettermi a Grifondoro...” raccontò il rosso, mentre il cappello dichiarava: “SERPEVERDE!”

Lester si diresse verso il tavolo tutto baldanzoso, ma, quando vide Delphini che lo salutava con un ghigno divertito, sbiancò.

Evidentemente, il ricordo di ciò era accaduto sul treno non gli era uscito del tutto dalla mente...

Ma che strano... anche nella mia famiglia...” s'intromise Oliver, ma, proprio in quel momento, Vitious esclamò: “Ferrars Oliver.”

Sobbalzando per la sorpresa, Oliver si diresse verso lo sgabello e, proprio come accaduto con Delphini ed Athena, il cappello dovette solo sfiorarlo per gridare: “TASSOROSSO!”

Non pensate che ci sia qualcosa di strano?” domandò Teddy, sempre più sospettoso, mentre Vitious chiamava Hugh Flint “Voglio dire, Athena, Delphini e Oliver sono stati subito smistati in tre Case diverse... è come se fossero stati destinati lì fin dall'inizio...”

Andiamo, Teddy... non fare il detective... probabilmente rispecchiavano le doti che il Cappello Parlante voleva per la casa e li ha subito messi lì.” lo interruppe, Gal, mentre il cappello parlante decretava: “SERPEVERDE!”

Teddy non disse niente e si limitò a fissare in silenzio i tre compagni diversi.

Lo Smistamento continuò senza problemi, e, ad un tratto, Vitious non chiamò: “Harrison Kevin.”

E' il tuo turno, Kev! Dacci dentro!” lo incoraggiò Gal, mentre il ragazzino, un po' titubante, si dirigeva verso lo sgabello.

Chissà in quale Casa finirà...” si domandò Teddy, mentre il rosso annuiva: “Non ne ho idea... spero che finisca a Grifondoro. E' una persona davvero simpatica...”

Anche Delphini si era messa a guardarlo.

Quel ragazzino era quel nato babbano che era stato gentile con lei... forse era per quello che lo fissava... in undici anni, non aveva mai avuto un amico o qualcuno che fosse stato anche solo gentile con lei...

In ogni caso, quello sarebbe stato un addio.

Sarebbe finito in una Casa che non fosse stata Serpeverde e non si sarebbero più visti o parlati, ad eccezione di qualche lezione condivisa.

Due persone di due Case diverse non potevano essere amiche.

Lui avrebbe trovati amici molto migliori di lei e, in un attimo, si sarebbe dimenticato di aver condiviso con lei lo scompartimento durante il primo anno... e, a dirla tutta, voleva proprio questo.

Non voleva assolutamente avere amici!

Visto che era stato gentile con lei, gli avrebbe concesso un ultimo saluto con lo sguardo mentre se ne andava...

Passò qualche minuto di silenzio, finché il cappello non urlò: “SERPEVERDE!”

Bastò quella semplice frase per far scendere un silenzio perfetto e assoluto nella Sala Grande.

Eh?! Serpeverde?!” si lasciò scappare Gal, mentre guardava Kevin togliersi il cappello e dirigersi a tutta velocità, rosso in viso, verso la sua nuova Casa “Ma Kevin è un nato babbano! Perché diavolo il Cappello Parlante l'ha messo là dentro?!”

Non ne ho idea... forse ha considerato le sue caratteristiche perfette per quella Casa, anche se non proviene da una famiglia di maghi purosangue...”

In ogni caso, quelli lo ammazzeranno.”

Contemporaneamente, tra i vari tavoli ci furono dei bisbigli: “Serpeverde?”

Wow, un nato babbano a Serpeverde!”

Poveretto, mi sa che molto presto comincerà a frequentare spesso il San Mungo.”

Quelli lo uccideranno.”

Imbarazzato per tutta quell'attenzione non richiesta, Kevin si affrettò a raggiungere il tavolo dei Serpeverde e a sedersi di fianco a Delphini, la quale lo guardava allibita.

Ehm, salve...” sussurrò il ragazzo, ma tutti i presenti non risposero, limitandosi a guardarlo in malo modo.

Dunque, il prossimo è...” iniziò Vitious, ma venne interrotto dalla preside: “Un attimo, professor Vitious. Prima di continuare con lo Smistamento, c'è una cosa che i Serpeverde si sono dimenticati di fare verso il nuovo arrivato.”

La McGranitt fissò coi suoi occhi severi il tavolo dei Serpeverde, per poi dire: “Se non sbaglio, quando il Cappello Parlante nomina un nuovo membro della Casa, lo si accoglie con un applauso, ma non mi sembra di averlo sentito quando il signor Harrison è stato nominato Serpeverde e non sono stata informata che quest'anno tra i Serpeverde si accolga i nuovi arrivati con un silenzio di tomba. Quindi, vorrei che correggeste immediatamente questa grave dimenticanza. Se non sentirò un applauso, lo Smistamento non andrà avanti e, pertanto, non ci sarà nessun banchetto.”

Subito, dal tavolo dei Serpeverde si levò un applauso molto fiacco e la McGranitt, sempre più arrabbiata, l'interruppe: “Forse non mi sono spiegata bene. Voglio sentire un applauso pieno di vita, che faccia sentire il signor Harrison il benvenuto a Serpeverde. Se non lo sentirò a breve, farò togliere immediatamente cento punti a Serpeverde per ogni persona della Casa e credo che i punti perduti saranno molto difficili da recuperare.”

Sapendo che con la preside non c'era da scherzare, il tavolo dei Serpeverde cominciò a battere le mani il più forte ed energico possibile, anche se era lampante un tono di rabbia, risentimento e freddezza.

Tuttavia, la preside parve accontentarsi, infatti disse a Vitious: “Scusi l'interruzione, professor Vitious. Prego, continui pure con lo Smistamento.”

Bene, professoressa.” annuì il professore, chiamando il nome successivo.

Kevin avrebbe voluto sprofondare per la vergogna.

Sapeva che non sarebbe stato il benvenuto in una Casa dove, di norma, ci finivano i Purosangue e non i nati babbani come lui... ma dopo la faccenda dell'applauso, lo fissavano tutti con odio.

Se non ci fosse stato tutto il corpo docenti nella sala, molto probabilmente, lo avrebbero ucciso.

Non fare quella faccia spaventata, sennò ti azzannano subito.” gli suggerì, stizzita, una voce al suo fianco.

Kevin si voltò e, per un attimo, restò abbagliato dai capelli argentati di Delphini, la quale aggiunse: “I Serpeverde hanno coraggio e orgoglio. Se vuoi provare ad essere accettato, mostrati sprezzante e sicuro di te. In natura funziona così.”

C-certo...” balbettò Kevin, sorpreso da quel suggerimento.

Jones Elizabeth.” chiamò, in quel momento, Vitious e la ragazza, tremante come una foglia e rossa in viso, si sedette sullo sgabello e il professore le mise il cappello sulla testa.

Dopo un po', il cappello gridò: “CORVONERO!”

A differenza del tavolo dei Serpeverde, quello dei Corvonero esplose in un sonoro applauso.

Elizabeth si affrettò a raggiungerlo, rossa come un peperone, e si sedette di fianco ad Athena, la quale, con grande sorriso, le disse: “Che fortuna, siamo nella stessa Casa!”

Già...” sussurrò, timidamente, la ragazzina, alzando, per la prima volta, lo sguardo con un timido sorriso, rivelando due grandi occhi marroni.

I nomi e i ragazzi continuarono a susseguirsi, finché Vitious non chiamò: “Lupin Edward Remus.”

Il ragazzino si diresse verso il cappello, dopo aver ricevuto gli incoraggiamenti di Gal, e, dopo essersi comodo, si mise ad aspettare il nome della Casa.

I minuti cominciarono a passare lentamente, ma il cappello continuava a rimanere in completo silenzio.

Ma quanto ci mette quel cappello?” borbottò Gal, seccato, e una voce alle sue spalle, ridacchiò: “Che c'è, hai fame?”

Si voltò e vide lo sguardo beffardo di Abel.

Il rosso lo guardò in malo modo, per poi sbottare: “Fatti gli affari tuoi, razza di vampiro!”

Non preoccuparti, Gal, anch'io ho fame!” cercò di rincuorarlo Monica, avvicinandosi a lui “Che ne dici di chiacchierare un po', mentre aspettiamo che il cappello? Non immagini quante persone simpatiche ho conosciuto sul treno...”

Carina la tua fidanzatina... sei un tipo abbastanza precoce, eh?” lo prese in giro Abel, non cercando nemmeno di trattenere una risata.

Gal avrebbe tanto voluto gettarsi dalla finestra.

Nessuno dei ragazzi che aveva conosciuto sul treno era con lui a chiacchierare, anzi, erano rimaste le persone che meno sopportava... in quel momento, avrebbe preferito stare persino con Delphini e le sue lamentele sul suo casco!

Contemporaneamente, tra i tavoli delle Case e persino in quello degli insegnanti cominciarono dei bisbigli per il fatto che il Cappello Parlante ci stesse impiegando più tempo del solito ad assegnare Teddy in una casa.

Athena, senza scomporsi, dietro un'occhiata all'orologio e fece un sorriso: “Non avrei mai immaginato di essere testimone di un simile evento al mio primo anno... è talmente raro che a momenti è una leggenda. Che gran colpo di fortuna.”

Quale evento?” sussurrò Elizabeth.

Di solito, parlare con gli altri la metteva in soggezione, ma Athena era una persona calma e tranquilla che faceva rilassare, oltre essere una persona molto colta ed intelligente.

Credo che il nostro Teddy sia un Testurbante.” rivelò la ragazzina, sistemandosi gli occhiali.

Molti Corvonero annuirono, mentre alcuni la guardavano sorpresi, per il fatto che una ragazzina del primo anno sapesse di cosa si stesse parlando oppure perché non capivano di che diavolo stesse parlando.

E cos'è un Tersturbante?” domandò, incuriosita, Elizabeth e Athena spiegò: “E' un termine tra i più antichi e arcaici di Hogwarts. Viene definito così uno studente il cui Smistamento sia durato più di cinque minuti, un tempo molto lungo per il Cappello Parlante. Questo fenomeno capita raramente, forse una volta ogni cinquant'anni. La preside stessa e il professor Vitious sono stati entrambi Testurbanti delle stesse due Case.”

Davvero? E di quali?”

Grifondoro e Corvonero. La McGranitt finì a Grifondoro e Vitious a Corvonero.”

Caspita, che cosa curiosa.”

Certo che te ne intendi, per essere solo una del primo anno...” commentò una voce maschile di fianco alla ragazza.

Athena si voltò e vide un giovane più grande con la spilla di prefetto coi capelli neri, la pelle abbronzata e la frangetta.

Jacob Clarke, prefetto di Corvonero.” si presentò lui, allungando la mano, che venne subito stretta da Athena: “Io sono Athena Doyle e questa è Elizabeth Jones.”

Molto piacere. Mi sorprende che tu sappia già della faccenda dei Testurbanti... di solito non la sa nessuno fino al quinto anno...”

Ho letto tutto il volume sulla storia di Hogwarts, però mi sa che quest'anno anche quelli del primo anno sapranno di cosa si tratta in largo anticipo...”

Vero, però ci sono molti studenti del mio anno che ancora non sanno del fatto che la McGranitt e Vitious sono stati Testurbanti... qualcosa mi dice che grazie alle tue conoscenze, quest'anno otterremo un sacco di punti della Casa.”

Lo spero.”

TASSOROSSO!” decretò, proprio in quel momento, il cappello, generando un sonoro applauso tra i Tassorosso.

Teddy si sedette di fianco ad Oliver e venne subito travolto da un'infinità di parole: “Non ci posso credere! Abbiamo un Testurbante nella nostra Casa!”

Già, di solito finiscono nelle altre tre!”

E poi, non è un Testurbante qualunque! E' il figlioccio di Harry Potter!”

Questo è un vero onore per noi Tassorosso! Un po' come quando Cedric Diggory è stato nominato campione di Hogwarts al Torneo Tremaghi!”

Teddy era imbarazzato da tutte quelle domande e affermazioni, dato che non gli piaceva per niente mettersi in mostra.

Scusa, Teddy...” gli sussurrò, all'improvviso, la voce di Oliver “Per curiosità, tra quali Case era in conflitto il Cappello Parlante mentre ti smistava?”

Non riusciva a decidersi se mandarmi a Grifondoro, come mio padre, o a Tassorosso, come mia madre... alla fine ha scelto Tassorosso.”

Una scelta molto ardua... chissà che faccia farà la tua famiglia quando lo verrà a sapere.”

La nonna resterà a bocca aperta... non solo sono un Metamorfomagus, ma adesso sono persino un Testurbante!”

Di certo non sono cose che succedono tutti i giorni!”

Dopo Teddy, lo Smistamento continuò più velocemente e, in un attimo, il professor Vitious chiamò: “Nott Abel.”

Ah, un altro Nott... spero che questo duri più dell'altro...” commentò Lancelot, quando sentì il nome, e Christian, incuriosito, domandò: “Perché, cos'è successo?”

Beh, l'anno scorso c'era un membro della famiglia Nott per il suo primo anno... ma a causa di alcuni problemi ed incidenti nella scuola, i suoi familiari hanno deciso di togliere la sua iscrizione e di portarlo a Durmstang.”

Accidenti, non sapevo che si potesse togliere un'iscrizione...” commentò il biondo, mentre il cappello urlava: “SERPEVERDE!”

Mentre Abel si dirigeva verso il suo tavolo, accolto da un numeroso applauso, urtò Gal e, con un sorrisetto beffardo, gli sussurrò: “Oh, scusami tanto...”

La risposta di Abel fu una risentita linguaccia.

Non appena il Serpeverde si fu seduto, il rosso tornò a guardare lo Smistamento.

Non ne poteva più di stare lì in piedi ad aspettare il suo turno... ed era solo alla lettera N!

Per arrivare alla lettera S ci sarebbe voluto parecchio tempo...

Finalmente, il professor Vitious chiamò: “Sandlers Galahad.”

Eccomi, eccomi! Sono io!” strillò Gal, correndo come una furia verso lo sgabello e lasciando un po' sorpreso il professore, dato che non si aspettava uno studente così energico, tanto da rispondere all'appello, e che, soprattutto, portava in testa un altro cappello, il più assurdo che il professore avesse mai visto.

Tuttavia, si riprese subito e fece per mettere il cappello in testa a Gal, ma, subito, il Cappello Parlante urlò, prima ancora di averlo sfiorato: “GRIFONDORO!”

Come mi aveva detto, anche la sua selezione è stata brevissima...” commentò, sospettoso, Teddy, mentre guardava l'amico raggiungere il tavolo dei Grifondoro e Oliver gli domandò: “Hai detto qualcosa, Teddy?”

Eh? Ah, no, niente, Oliver...”

Lo Smistamento continuò finché Vitious non chiamò l'ultimo nome: “Williams Monica.”

Christian diede un'occhiata a Gal e lo vide incrociare tutte le dita.

Non ci voleva un genio per capire che stava sperando che Monica non finisse a Grifondoro...

GRIFONDORO!” gridò il cappello e, mentre la ragazzina si dirigeva entusiasta verso il tavolo entusiasta dei Grifondoro, Gal borbottò, seccato: “La Divinazione non sarà il mio futuro...”

Non appena ebbe finito, Vitious scese dallo sgabello e, con un colpo di bacchetta, fece portare via gli sgabelli e, dopo aver messo via il Cappello Parlante, si diresse al tavolo degli insegnanti.

A quel punto, la professoressa McGranitt, dichiarò: “Molto bene. Dato che lo Smistamento è finito, vorrei augurare a tutti gli studenti, sia vecchi che nuovi, un felice anno scolastico. Ora, possiamo iniziare il banchetto.”

La donna batté tre volte le mani e, subito, comparvero una dozzina di cibi invitanti e caldi apparvero nei piatti vuoti.

Immediatamente, tutti si gettarono a mangiare con gusto.

Il sapore dei cibi caldi e saporiti entusiasmava i ragazzi e li ricompensò adeguatamente del tempo che avevano aspettato per mangiare, mentre i fantasmi svolazzavano allegri sopra la testa degli studenti, per poi scendere e chiacchierare con gli studenti della loro Casa.

Non appena furono tutti sazi, la preside si alzò in piedi e disse: “Ora che siamo tutti sazi, vorrei fare un ultimo discorso prima di farvi andare tutti a letto. Prima di tutto, vorrei ricordare ad ognuno di voi, che l'ingresso alla Foresta Proibita è assolutamente vietato a tutti gli studenti, e con tutti intendo proprio tutti. I corridoi della scuola devono essere usati solo ed esclusivamente per andare da una parte all'altra della scuola per le lezioni e non per fare gare di magia, altrimenti ve la dovrete vedere con me e con il signor Gazza, il custode.”

Solo in quel momento Gal si accorse del vecchio decrepito con i vestiti sporchi e con un gatto spelacchiato in braccio dagli occhi rossi.

Ragazzi, quello è il gatto più brutto che abbia mai visto!” sussurrò Gal e, immediatamente, il gatto si girò nella sua direzione e si mise a soffiare, mentre il suo padrone lo accarezzava, come per dirgli di stare buono.

Se non fosse assurdo, giurerei che quello stupido gatto mi ha sentito...” commentò, incredulo il rosso, mentre Lancelot diceva: “Conoscendo Mrs Purr non mi stupirebbe...”

Mrs Purr? Stai dicendo che quello sarebbe una femmina?!”

Esatto. Ti consiglio di moderare il linguaggio quando è nei paraggi. Non solo è la gatta di Gazza, ma lo aiuta a tenere d'occhio il castello e per questo non è molto ben vista tra gli studenti... inoltre, Gazza la preferisce a tutti noi studenti messi insieme.”

Gal si mise di nuovo a guardare Mrs Purr, la quale non aveva smesso un solo istante di guardare nella sua direzione.

Non sperare di farla franca con me, stupida gatta! Io sono molto più furbo di te!” la provocò Gal e Mrs Purr, per tutta risposta, miagolò, come se lo avesse sentito benissimo e accettava la sfida.

Le prove di Quidditch si terranno durante la seconda settimana dell'anno scolastico. Chiunque sia interessato a partecipare e a far parte della squadra della propria Casa è pregato di contattare Madama Bumb. Ovviamente, le selezioni sono vietate agli studenti del primo anno.” continuò, con severità, la preside.

Oh, accidenti... e io che speravo di poter partecipare... adoro il Quidditch...” borbottò Gal e, subito, il cugino tentò di consolarlo: “Vedrai che l'anno prossimo...”

Ma un anno è lunghissimo! E poi, ho sentito che il grande Harry Potter diventò Cercatore al suo primo anno, perché la preside non può lasciarmi partecipare?!”

Questioni di sicurezza...”

Al diavolo la sicurezza!”

Anche il tavolo dei Serpeverde era entusiasta.

Spero di passare al provino per il ruolo di cacciatore!” commentò uno del secondo anno, mentre uno del sesto gli diceva: “Se lo passi, cerca di essere un giocatore decente! Quello dell'anno scorso era una vera frana! Fortuna che quello era il suo ultimo anno...”

E il Cercatore com'è?”

E' fantastico, ma, purtroppo, questo sarà il suo ultimo anno... sarà dura trovare uno al suo livello che possa sostituirlo l'anno prossimo...”

Kevin ascoltò in silenzio e poi domandò a Delphini, l'unica in quel tavolo a sopportare la sua presenza e a parlargli: “Ho sentito parlare del Quidditch... è bello?”

Abbastanza... ma a me dello sport non me ne frega niente...” fu il commento della ragazza e, proprio in quel momento, Lester Falwey s'intromise nel discorso, a voce alta, in modo che potesse sentire tutto il tavolo: “Perché t'interessa tanto, Mezzosangue? Vuoi per caso far parte della squadra di Quidditch di Serpeverde?”

A quella affermazione, tutti risero divertiti: “Sì, un Mezzosangue nella squadra!”

Ci porterà solo sfortuna!”

Scommetto che alla sua prima lezione di volo, cadrà dalla scopa!”

Ci resterà solo una bella marmellata di Mezzosangue dal sapore disgustoso e rancido!”

Kevin abbassò lo sguardo, imbarazzato al massimo.

Sapeva benissimo di non essere mai salito su una scopa... ma questo non significava per forza che sarebbe stato così disastroso...

Inoltre...” continuò la McGranitt “Vorrei ricordare a tutti una cosa molto importante: questa scuola ha sempre appoggiato l'unione e l'amicizia tra le Case. Pertanto, non è gradito alcun gesto o atteggiamento negativo nei confronti delle altre Case e chi non è d'accordo con ciò, è pregato di fare le valigie e andarsene immediatamente. Ognuna di queste quattro Case ha prodotto maghi e streghe buoni o malvagi. Essi hanno percorso la loro strada in base alle proprie scelte, non per via Casa, così come le persone hanno scelto di far sapere a tutti dei loro trionfi o se, invece, hanno preferito essere più modesti e lontano dai riflettori. Ricordatevi sempre, ragazzi, che sono le nostre scelte a farci diventare la persona che siamo. Non esiste un fattore esterno che possa influenzarci completamente. Tutto dipende da noi, ricordatevene sempre.”

Dopo aver detto quelle parole, la preside annunciò: “Molto bene, adesso possiamo andare a letto. Vi auguro un felice anno scolastico e spero che vi comportiate bene.”

I prefetti e i caposcuola di tutte le Case si alzarono automaticamente e condussero gli studenti, stanchi, assonati ed eccitati, verso i loro dormitori.

L'unico che non era per niente stanco, era Gal, il quale cominciò a lamentarsi: “Ma perché dobbiamo andare a letto proprio adesso?! Voglio esplorare il castello! Pensa che figata un'esplorazione notturna del castello...”

Fallo e dovrai affrontare una punizione di Gazza, oltre al fatto che farai togliere parecchi punti della Casa.” gli ricordò Lancelot, senza nemmeno voltarsi a guardarlo.

Gal continuò a camminare, abbassando lo sguardo e borbottando qualcosa.

Ad un trattò, sentì qualcosa spingerlo, facendolo cadere per terra, assieme a molti altri studenti.

Lancelot non si scompose e disse: “Pix, lo so che sei tu. Smettila subito.”

Nel corridoio si udì una risata divertita e, sul cornicione del corridoio, appare un ometto coi colori sgargianti, con un papillon arancione, i capelli neri e un gigantesco cappello pieno di campanellini.

Sembrava un fantasma, ma con la stranezza di sembrar possedere un corpo solido.

Primini di Grifondoro... ci sarà da divertirsi, quest'anno.” ridacchiò l'essere, mentre Lancelot rispondeva: “Pix, ti consiglio di darti una calmata oppure avvertirò il Barone Sanguinario o il professor Trocar.”

Pix rimase in silenzio un attimo, poi se ne andò con una pernacchia.

Lui è Pix, un Poltergeist. Vive in questa scuola e ama fare scherzi agli studenti. Fate attenzione e se vi da fastidio, chiamate il Barone Sanguinario, il fantasma di Serpeverde, o il professor Trocar, l'insegnate di Difesa contro le Arti Oscure. Sono gli unici in tutta la scuola capaci di metterlo in riga.” spiegò Lancelot, per poi accompagnare gli studenti alla loro sala comune.

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Capitolo 5
*** Un primo giorno molto particolare... ***


Capitolo 5: Un primo giorno molto particolare...


Fece un grosso sbadiglio, mentre si alzava a sedere sul letto di seta verde.

Il ragazzino grosso e coi capelli radi, scese dal letto e si guardò da tutte le parti.

Gli altri suoi tre compagni di dormitorio dormivano ancora della grossa...

Prese la sua bacchetta e sussurrò: “Lumos.”

Immediatamente, dalla bacchetta si sprigionò una luce argentea.

Si diresse silenziosamente verso il suo baule e, aprendolo, tirò fuori un pacchetto di zuccotti di zucca.

Lester lo avrebbe ucciso se avesse scoperto che gli aveva nascosto i dolci che sua madre gli aveva dato... ma i zuccotti di zucca erano i suoi preferiti.

Come poteva resistere?

Guardò una seconda volta dietro di sé.

Lester stava ronfando come un ghiro, come quel ragazzino incredibilmente pallido e quel babbano con gli occhiali che era nello scompartimento di quella che aveva minacciato Lester con una Avada Kedavra...

Chissà perché diavolo il Cappello Parlante lo aveva messo lì?

Forse avevano finito i posti per i Mezzosangue nelle altre Case...

Ridacchiando maliziosamente, Hugh prese il pacchetto e uscì dal dormitorio.

L'avrebbe mangiato nella Sala Comune, il luogo dove avrebbe potuto consumarli senza temere niente.

Data l'ora, infatti, la sala sarebbe stata deserta...

Non appena fu arrivato, capì che aveva ragione.

Anche se il caminetto era ancora accesso, illuminando un po' la stanza piena d'ombre, non c'era nessuno in giro.

Con un sorrisetto, si buttò su un divano in pelle nera.

Ahi!” urlò, immediatamente, una vocina acuta e, immediatamente, Hugh si alzò in piedi per lo spavento, facendo cadere per terra.

C'è qualcuno?” domandò, spaventato, il ragazzino, tirando fuori la bacchetta.

Tremante, si girò da tutte le parti, ma non rispose nessuno.

Lo so che c'è qualcuno qui... ti consiglio di uscire subito dal tuo nascondiglio e farti vedere, se non vuoi finire male...” continuò Hugh, cercando di avere l'aria da duro, mentre, in realtà, stava tremando dalla paura.

Non ricevendo ancora una volta nessuna risposta, Hugh corse nei dormitori maschili e cominciò a bussare a tutta forza contro una porta: “Maicol, Maicol, svegliati!”

Se stai cercando me, sappi che stai bussando alla porta sbagliata, idiota.” sbuffò una voce alle sue spalle.

Hugh si voltò e vide un ragazzo coi capelli castani a braccia incrociate in pigiama, anche se c'era attaccato in malo modo una spilla con una P, che lo stava fissando in malo modo.

Allora? Cosa vuoi da me? Se non sbaglio, tu sei uno del primo anno... si può sapere cosa ci fai ancora in piedi a quest'ora?” domandò, scocciato, Maicol e Hugh balbettò: “C'è un intruso nella Sala Comune.”

La risposta dell'altro fu una risata così fragorosa che non solo fece uscire, assonnati, i membri del dormitorio maschile, i quali volevano sapere cosa diavolo stesse succedendo a quell'ora di notte, ma anche le ragazze.

Un intruso nella Sala Comune!” rise il prefetto “Senti, ragazzo hai mangiato troppo a cena. Figurati se c'è un intruso nella nostra sala... fila a dormire, che stai svegliando tutti.”

Fossi in te, darei un'occhiata alla Sala Comune, prima di dare un qualunque giudizio, a meno che quello stupido gingillo da prefetto non ti abbia fatto oscurare il cervello.” gli rispose una voce femminile dalla sala.

Il prefetto andò nella Sala Comune e vide la ragazzina coi capelli spettinati argentati e con indosso una camicia da notte babbana rosa scura e bianca con su scritto il numero 5, parecchio larga che stava toccando una poltrona di pelle nera.

Ehi, Flint. Forse non sei così scemo come pensavo... questa poltrona è stranamente calda.” dichiarò la ragazzina, alzandosi in piedi e grattandosi la testa.

Non appena Hugh, guardò la poltrona, esclamò, sorpreso: “Ma quella è la poltrona dove stavo per sedermi!”

Interessante...” dichiarò la ragazzina, avvicinandosi “Ti spiace raccontarci cos'è successo esattamente?”

Ecco, mi ero svegliato e, visto che non riuscivo a prendere sonno, ho deciso di andare nella Sala Comune per rilassarmi un po'. Mi ero appena seduto, quando ho sentito un urlo di dolore.”

Che genere di urlo?”

Mah, era molto acuto... solo che non ho visto nessuno sulla poltrona...”

Che sia stato un elfo domestico? So che nella scuola ce ne sono molti e si occupano del cibo e delle pulizie... inoltre hanno strani poteri misteriosi...” propose una ragazzina coi capelli rossi e le le lentiggini, ma Delphini rispose: “In effetti, la teoria dell'elfo domestico sarebbe coerente, in quanto, probabilmente, stava facendo le pulizie e si è reso invisibile quando ha sentito l'arrivo di Hugh... ma mi sembra molto improbabile. In primo luogo, mancano due ore all'alba e dubito che gli elfi domestici avrebbero cominciato a rimettere a posto la nostra Sala Comune a quest'ora... inoltre, il divano è troppo caldo per un individuo che si sia seduto solo da pochi minuti... no, qui c'era qualcuno sdraiato da parecchio tempo...”

Allora dev'essere stato uno scherzo di Pix...” commentò un ragazzo del terzo anno, ma anche stavolta, la ragazzina negò l'idea: “E avrebbe molestato proprio noi ragazzi di Serpeverde nella nostra Sala Comune, dove c'era un'alta probabilità di ritrovarsi faccia a faccia col Barone Sanguinario, di cui ha la fifa blu? No, secondo me, c'era un intruso in questa sala... un intruso che, molto probabilmente, cercava qualcosa nel nostro sotterraneo... solo che dev'essersi stancato troppo e ha finito per addormentarsi qua sopra, svegliandosi di colpo, quando Hugh ci si è seduto sopra.”

Ma io non ho visto nessuno su quel divano!” dichiarò Hugh, sorpreso, ma Delphini ricordò: “Certo... perché il nostro amico indossava un mantello dell'invisibilità. Questo gli avrebbe permesso di spiarci e di sentire la nostra parola d'ordine, mentre entravamo.”

Immediatamente, tra i vari Serpeverde ci furono dei bisbigli, sorpresi per l'astuzia e l'intelligenza di quella ragazzina.

Ma allora dobbiamo subito ispezionare la Sala Comune!” dichiarò subito Maicol, ma la ragazzina coi capelli d'argento lo bloccò: “E' inutile, il nostro amico se la sarà svignata quando Hugh è corso fuori a cercare aiuto. Adesso potrebbe essere ovunque.”

Dopo aver detto ciò, Delphini tirò fuori la sua bacchetta e, senza alcuna cerimonia, gridò: “Flipendo!”

Tra lo stupore generale, la poltrona di pelle nera si ribaltò.

Ma cosa fai?!” domandò Maicol, senza parole, e la ragazzina rispose: “Cerco quello che l'intruso cercava. Ovviamente, per non rischiare di svegliarci, avrà dovuto fare le cose il più silenzioso possibile... ma io, non solo sono una Serpeverde, ma non devo svegliare nessuno, perché siamo già tutti in piedi, quindi... Flipendo!”

La ragazzina continuò ad usare l'incantesimo per rovesciare i tavoli, le sedie e le poltrone, ma, invece di restare immobile a lanciarlo, muoveva sia le braccia che le gambe, come se stesse ballando, invece che scagliare un incantesimo.

Aveva appena finito, che il muro della sala si aprì e comparve un uomo anziano grassoccio, in vestaglia e coi baffi.

Ragazzi, cos'è questo baccano?” domandò l'uomo, mentre se la sistemava la vestaglia “Capisco che siate tutti emozionati per l'inizio dell'anno scolastico, ma forse è il caso di tornare a dormi... per la barba di Merlino, ma cos'è successo qui?!”

Prima che qualcuno potesse dire qualcosa, si fece avanti Delphini e domandò, senza giri di parole: “Lei è il direttore della Casa di Serpeverde?”

Certo, cara... sono Horace Lumacorno, insegnante di Pozioni. E tu saresti...?” annuì il professore e la ragazzina si presentò subito: “Delphini Black, studentessa del primo anno. Scusi il disordine e la confusione, professore, ma abbiamo avuto un intruso nella nostra Sala Comune.”

Un intruso?”

Sissignore. Il mio compagno del primo anno, Hugh Flint, ha dichiarato che è entrato nella nostra Sala Comune, dato che non riusciva ad addormentarsi, ma quando si è seduto su uno dei divani, ha sentito un urlo di dolore e quel divano, era, effettivamente, parecchio caldo. Sospetto che in giro per il castello c'è qualcuno con indosso un mantello dell'invisibilità.”

Ah, capisco...”

Ho usato l'incantesimo Flipendo sia per trovare quello che il nostro intruso cercava nella nostra sala che per attirare la sua attenzione. Mi dispiace, ma non sapevo come fare, dato che agli studenti è proibito uscire dai loro dormitori e dovevo assolutamente avvertirla.”

Capisco, signorina Black... in effetti, quello che mi ha raccontato sembrerebbe una cosa seria... andrò ad informare la professoressa McGranitt, voi restate qui e non muovetevi, Capiscuola conto su di voi. Ma prima...”

Il professore fece un semplice movimento della bacchetta e, in un lampo, tutti i mobili tornarono al loro posto.

Bene, torno subito, ragazzi. Non uscite dalla Sala Comune, mi raccomando.” dichiarò Lumacorno, prima di andarsene.

Passarono vari minuti, durante i quali c'era un silenzio di tomba nella Sala Comune, fatta eccezione per alcuni bisbigli dove si ipotizzava l'identità del misterioso intruso e il luogo dove si era nascosto.

Alcuni ragazzi si sedettero sulle poltrone, altri sul pavimento ed altri rimasero in piedi, ma tutti guardavano il muro, in attesa del ritorno di Lumacorno, ad eccezione di Kevin, il quale, invece, guardava fuori dalle vetrate, osservando i numerosi pesci del fossato.

Tutto sommato, quella Casa non era tanto male, escludendo il gelo e quelle luci nere e verdi, che davano un'ambientazione inquietante degna di un film dell'orrore...

Diede un'occhiata ai suoi compagni e, proprio in quel momento, si accorse che Abel stava stringendo con rabbia il bracciolo della poltrona dov'era seduto.

Qualche problema, Abel?” domandò, leggermente preoccupato, il ragazzo, ma ricevette solo un seccato: “Impicciati dei fatti tuoi, Mezzosangue!”

Kevin fece un sospiro.

Da adesso in poi, sarebbe stato trattato in quel modo da tutti i Serpeverde che lo vedevano come fumo negli occhi... avrebbe fatto meglio a cominciare ad abituarsi a quelle parole e a considerarsi fortunato se sarebbe tornato a casa per le vacanze di natale tutto intero...

Proprio in quel momento, la porta della sala si aprì e, subito, apparve il professor Lumacorno.

Vedendo che tutti gli studenti lo stavano fissando con ansia, il professore fece un bel respiro e dichiarò, grattandosi i capelli argentati: “Beh, ragazzi... pare che la teoria del giovane Flint non fosse affatto frutto dell'immaginazione... Gazza ha raccontato che Mrs Purr gli ha detto di aver visto qualcuno nel salone dei trofei, nel Reparto Proibito della biblioteca e al settimo piano, come abbia fatto a capire cosa gli dicesse quella gatta è un vero e proprio mistero... In ogni caso, io, la preside e gli altri professori siamo andati a dare un'occhiata e abbiamo scoperto che il Salone dei trofei e la biblioteca erano sottosopra, non immaginate la faccia che ha fatto la povera Madame Pince, quando ha visto in che stato era ridotta la sua biblioteca... tuttavia, il settimo piano era perfettamente in ordine. Gazza ha anche detto che Mrs Purr ha combattuto contro quei tipacci...”

Tipacci?” ripeté, incredulo, Abel e Lumacorno ammise: “A quanto pare, c'erano due individui adulti e con pessime intenzioni nella scuola. Mrs Purr li ha affrontati nella biblioteca e, secondo Gazza, gliele ha date così tante che, probabilmente, non torneranno più. Tuttavia, per sicurezza, la preside ha deciso di sospendere il primo giorno di lezione... ma si sente bene?”

Lumacorno osservò preoccupato il viso di Abel, il quale era appena diventato ancora più pallido del normale.

Vedendo che il professore lo stava osservando, Abel disse: “Sì, sto bene... quindi per le lezioni?”

Oh, giusto! Dunque, come stava dicendo, il primo giorno è stato ufficialmente cancellato dalla preside. Rimarrete qui, proprio come le altre tre Case, per tutto il giorno. Non potrete uscire nemmeno per mangiare, dato che secondo Mrs Purr sono molto pericolosi e potrebbero nascondersi ovunque, ma comunque non preoccupatevi non sarete messi a digiuno. Prefetti e Capiscuola, a voi sarà dato il compito di controllare che nessuno entri od esca da qui e, soprattutto, che non si generino risse o litigi. Io e gli altri insegnanti, invece, perlustreremo da cima a fondo il castello, in cerca di questi intrusi. Tornerò stasera per aggiornarvi per quanto riguarda ciò che accadrà domani. Nel frattempo, vi consiglio di andare tutti a dormire, dato che sono solo le cinque del mattino. Cercate di comportavi ben, oggi. Ah, dimenticavo... dov'è la signorina Black?”

Sono qui.” dichiarò la ragazzina, scendendo dalla poltrona dov'era seduta.

Il professore la guardò, poi disse: “Anche se aveva le sue buone intenzioni, non avrebbe dovuto ribaltare i mobili con la magia... sono spiacente, ma dovrò togliere dieci punti a Serpeverde.”

Capisco, non si preoccupi.”

Tuttavia, dato che ha dimostrato un ottimo spirito d'osservazione e di deduzione, che ci ha permesso di scoprire immediatamente la presenza d'intrusi nella scuola, ha fatto guadagnare cinquanta punti a Serpeverde.”

Immediatamente, tutti i ragazzi esultarono dalla gioia.

Avevano già ottenuto cinquanta punti il primo giorno, e tutto grazie a quella ragazzina coi capelli strani.

Professor Lumacorno, la ringrazio infinitamente... ma, forse, è giusto che dia qualche punto anche ad Hugh Flint. In fondo, se non ci avesse svegliati tutti quanti non avremmo scoperto niente... senza contare, che è stato lui il primo a scoprire la presenza degli intrusi a scuola.”

Un comportamento molto nobile, signorina Black... dieci punti al signor Flint per aver dato l'allarme e altri dieci punti a lei per comportamento altruistico verso un compagno di Casa.”

Nessuno si accorse che Delphini aveva appena fatto un piccolo sorrisetto di vittoria.

Bene, ora tutti a letto, che è già abbastanza tardi.” ordinò Lumacorno e i ragazzi, prontamente, obbedirono.

Ehi, aspetta! Se non sbaglio, tu ti chiami Delphini...” la bloccò Hugh e la giovane annuì: “Sì, e allora?”

Beh, volevo ringraziarti... è stato carino il fatto che tu mi abbia difeso fin dall'inizio... e anche il fatto che tu abbia detto al professore che anch'io avevo dato il mio contributo...” borbottò lui, imbarazzato, ma Delphini si voltò di scatto e dichiarò: “Non scherzare. Semplicemente, un intruso nel nostro sotterraneo sarebbe stato un pericolo per tutti quelli qua dentro, quindi ciò mi riguardava! L'ho fatto solo per me stessa! Quanto ai punti, speravo che il professore ce ne desse un po' di più, per questo l'ho fatto notare! Ti ricordo che noi siamo i Serpeverde, i cattivi! Se aiutiamo qualcuno è solo per il nostro tornaconto personale!”

Dopo aver detto, si diresse come una furia verso il dormitorio femminile, senza voltarsi, impedendo così al coetaneo di vedere le sue guance rosse come pomodori maturi.


Secondo te, cosa vorrà il professor Vitious a quest'ora?” domandò, preoccupata, Elizabeth ad Athena, dirigendosi, assieme ad altri Corvonero, alla Sala Comune.

I due Prefetti e i due Capiscuola le avevano svegliate alle sei del mattino, dicendo loro che il Direttore voleva parlare a tutti i Corvonero.

Le due ragazze si diressero verso la meravigliosa sala comune, riuscendo a sedersi in una delle ultime poltrone rimaste libere.

Non ne ho idea, ma di sicuro si tratta di una cosa seria e molto importante se ci hanno svegliati tutti per comunicarcela, invece di dircelo in Sala Grande...” commentò Athena, guardando Vitious, il quale, nel frattempo, stava sistemando una pila di libri.

Una volta sistemati, il professore salì su di essi e si schiarì la voce: “Scusate la svegliata, ragazzi, ma dovevo parlarvi urgentemente. Ci siamo tutti?”

No, professore.” dichiarò, imbarazzato, Jacob “Purtroppo c'è un ragazzo del primo anno, Mopsus Walker, che non vuole saperne di svegliarsi, dato che secondo lui è troppo presto... ha detto di dare pure l'annuncio senza di lui, perché tanto lo scoprirà parlando con gli altri.”

Va bene, in fondo è parecchio presto e ieri si dev'essere stancato parecchio...” annuì Vitious per poi continuare: “Dunque, stamattina, alle quattro del mattino, la Casa di Serpeverde ha chiamato il suo Direttore, dicendo che c'era un intruso nella loro Sala Comune e che aveva indosso un mantello dell'invisibilità. Dopo aver perlustrato il castello, noi insegnanti e la preside abbiamo scoperto che, effettivamente, ci sono stati ben due intrusi qui dentro.”

Sentendo ciò, tutti si guardarono nervosamente.

L'idea di un intruso nella scuola era spaventosa e preoccupante, figuriamoci ben due!

Vitious fece un segno con mano, in modo da riottenere il silenzio e l'attenzione dei Corvonero, per poi continuare: “Di conseguenza, il primo giorno di lezione è cancellato. Resterete qui per tutto il giorno, sotto lo sguardo vigile dei Prefetti e dei Capiscuola, pranzerete qui a mezzogiorno e non vi allontanerete da qui per nessun motivo, intesi?”

Tutti annuirono, anche se leggermente preoccupati e Vitious concluse: “Bene. Ci rivedremo stasera per aggiornarvi su quanto è successo. Mi raccomando, vedete di comportarvi bene e di ascoltare i Prefetti e i Capiscuola.”

Dopo aver detto ciò, Vitious uscì dalla torre e, immediatamente, tutti si misero a parlottare della situazione.

Credi che siamo in pericolo?” domandò, preoccupata, Elizabeth ad Athena, ma la ragazza la tranquillizzò: “No, l'ultima volta che c'è stato un intruso qui, è stato con Sirius Black, ma non è morto nessuno.”

Chissà cosa volevano quei due intrusi...”

Non ne ho idea... questo posto è antico e contiene molti luoghi segreti che persino la preside stessa ignora...”

Immagino... senti, hai qualche idea per passare il tempo?”

Possiamo parlare un po', che ne dici?”

Ottima idea.”

Bene, qual'è il tuo hobby?”

Elizabeth diventò tutta rossa e rimase muta come un pesce.

Dai, non essere timida... sono curiosa...”

Promettimi di non prendermi in giro?”

Ma certo!”

A me... piace tantissimo suonare il piano...”

Ma è una cosa meravigliosa! Perché dovrei prenderti in giro?”

Alle elementari... tutti ridevano perché io sapevo suonare il piano...”

Erano solo degli idioti senza cervello! Avresti dovuto ignorarli o correre a dirlo all'insegnante!”

Non ne avevo il coraggio... sono sempre stata una bambina timida... ogni volta che dovevo dire qualcosa, mi si bloccava la lingua e tutti immediatamente scoppiavano a ridere... so già che accadrà la stessa cosa qui...”

Andiamo, non essere così catastrofica... ti aiuto io a superare la tua timidezza!”

Dici davvero?”

Sì, con me riesci a parlare... devi solo rilassarti e parlare... prova a chiedermi qualcosa.”

Ok... qual'è, invece, il tuo hobby?”

Lo studio dei segni zodiacali!”

Davvero? Curioso... non mi sembri affatto una che legge e crede agli oroscopi...”

Infatti io non ci credo per niente. Non studio gli oroscopi nei giornali babbani dove fanno quelle premonizioni da quattro soldi, ma studio le caratteristiche caratteriali di una persona in base al proprio segno zodiacale e al proprio ascendente.”

Sul serio?”

Esatto, alcuni punti delle descrizioni delle caratteristiche degli appartenenti a questi segni combaciano con i loro caratteri. La parola oroscopo è di origine greca e deriva dalla parola oraskopeo, la quale è a sua volta formata da altre due parole Ora, che significa tempo o stagione, e Skopeo, che significa guardare o osservare. Quando una persona nasce, inoltre,si può intravedere una costellazione definita Ascendente, il quale è determinante nell'influenzare i fattori fondamentali della vita di un individuo, come l'aspetto fisico, la personalità, le attitudini e il modo di stare con gli altri. Sono certa che i segni zodiacali e gli ascendenti influenzano un po' il carattere di una persona.”

Come ti è venuta questa passione?”

Da bambina lessi un libro sui segni zodiacali e sugli ascendenti e quando lessi la descrizione del mio segno rimasi senza parole, perché riconobbi il mio carattere in vari punti. E anche quando studiai il mio ascendente rimasi senza parole.”

E quali sono il tuo segno zodiacale e il tuo ascendente?”

Acquario e ascendente Capricorno. Invece tu?”

Io sono nata l'8 Marzo, quindi sarei di segno Pesci... ma non so il mio ascendente.”

Nessun problema, posso calcolarlo. Ti andrebbe di scoprirlo?”

Certo, sono proprio curiosa.”

Allora, aspetta un attimo qui. Vado un attimo al dormitorio a prendere una cosa.”

Athena sparì per qualche minuto e quando tornò aveva in mano una scatola di legno colorata di rosso.

La appoggiò sul divano e, aprendola, rivelò una gran quantità di carte molto antiche e con su disegnate delle figure e un libro molto vecchio.

Allora, per trovare l'ascendente, dobbiamo calcolare l'ora esatta in cui sei nata. Ti ricordi qual'è?” domandò Athena e la ragazza sussurrò: “Se non sbaglio... mia mamma ha detto che sono nata tra le 18:00 e le 19:00.”

Athena aprì il libro e dopo un po', esclamò: “Non ci sono dubbi. Sei ascendente Vergine. Secondo il mio libro, esteticamente hai un viso intelligente ed espressivo, possiedi una bellezza mediterranea e con la tua timidezza sai spezzare molti cuori.”

Io non faccio innamorare nessuno con la mia timidezza... anzi, faccio solo ridere tutti...”

Ma dai, non essere così pessimista... devi solo credere un po' più in te stessa!”

Vorrei, ma è impossibile...”

Athena fece un sorriso, poi tirò fuori dalla scatola due carte, una che rappresentava due peschi che formavano un cerchio e l'altra che mostrava delle bacchette messe dentro ad una ciotola, da cui fuoriusciva un fumo bianco.

Cosa sono quelle? Carte dei tarocchi?” domandò, incuriosita, Elizabeth e la compagna affermò: “Qualcosa del genere... le ho comprate in un negozietto di proprietà di una strega a Birmingham, la mia città. Sono le carte che rappresentano sia il tuo segno zodiacale che il tuo ascendente e sotto c'è scritto un suggerimento in Antiche Rune.”

Ma io non conosco le Antiche Rune...”

Nessun problema, le ho già tradotte io in inglese.”

E cosa dicono?”

Athena voltò, con un abile movimento della mano, le carte e lesse: “La carta dei pesci dice: 'Il tempo porta via con sé le tue paure', mentre quella dell'ascendente Vergine, che rappresenta la meditazione, afferma che: 'Risolvi i tuoi problemi e potrai aiutare gli altri'. Inoltre, le tre parole con cui la carta dei pesci ti descrive è: creatività, dolcezza e spontaneità. La carta della meditazione, invece, dice: riservatezza, avarizia e meditazione.”

Accipicchia...” sussurrò, affascinata, Elizabeth e Athena propose: “Vuoi che ti riveli anche cosa dice la carta dei pesci su di te?”

Oh, sì! Certo! Sono curiosa al massimo!”

Bene... dunque, la carta pesci afferma che tu tendi a prendere le distanze dagli altri. Che sei bella e, ogni tanto, malinconica.”

Io non mi definisco affatto bella... ma è impressionante quanto queste carte sembrano conoscermi bene...”

Vero? E pensa che non esiste solo un tipo di oroscopo...”

Dici davvero?”

Nelle varie parti del mondo, il segno cambia e si concentra su determinate sfumature. Per esempio, in quello cinese ci si concentra sull'anno di nascita, il nostro, per esempio, è quello della Tigre, e non sul mese, mentre quello celtico si basa sugli alberi. Il mio, per esempio, è il cipresso.”

E il mio?”

Dunque, fammi guardare un attimo... è il salice. Rappresenti le erbe Valeriana, la Melissa, il Crescione e l'Acetosa. Mentre, dal punto di vista del corpo, rappresenti la schiena, la psiche, le vie respiratorie, il sistema immunitario e le gambe.”


Ti consiglio di fare attenzione, Oliver... mio zio Ron mi ha insegnato tutti i trucchi per vincere una partita a scacchi.” lo avvisò Teddy, seduto davanti ad una scacchiera, sul tavolo di legno della luminosa Sala Comune di Tassorosso “Cavallo in E-C.”

Immediatamente, il cavallo si spostò e, subito, distrusse il pedone lì vicino.

Accidenti... se non faccio attenzione, mi sa che finisco per perdere clamorosamente...” borbottò il ragazzino, passandosi la mano tra i capelli, ma Teddy lo rincuorò: “Dai, se non sei poi così male... conosco certi giocatori...”

Mentre diceva ciò, pensò, automaticamente, al piccolo Jamie... per essere solo un bambino di cinque anni era un bambino incredibilmente testardo... voleva a tutti i costi fare quello che facevano i grandi, comprese lezioni di volo e partite di scacchi magici.

Ma se con la scopa aveva ereditato le abilità dei genitori, non si poteva dire lo stesso degli scacchi.

Perdeva in continuazione e ciò lo faceva adirare, probabilmente perché si sentiva macchiato nell'orgoglio, pertanto insisteva a continuare finché non avrebbe vinto, cosa che non accadeva mai.

Così, tutti erano costretti a giocare con lui finché non arrivava sua madre che lo faceva smettere.

Fortunatamente, il piccolo Al, nonostante avesse solo tre anni, sembrava molto più introverso e, soprattutto, tranquillo...

Senti, Teddy... ma secondo te, cosa volevano quegli intrusi?” domandò, a bruciapelo, Oliver, continuando a guardare la scacchiera.

Dopo un po' di silenzio, Teddy ammise: “Non ne ho idea... ho già mandato il mio gufo dallo zio Harry raccontandogli questa strana storia... sempre se lui e la nonna non abbiano già letto tutto dalla Gazzetta del profeta...”

Ne dubito... la McGranitt non mi sembra una tipa che cerchi pubblicità per sé stessa o per la scuola...”

In effetti...”

I due continuarono a giocare per un po', finché una simpatica voce gioviale sopra le loro teste non li distrasse: “Tutto a posto, laggiù? Vi state comunque divertendo?”

Teddy ed Oliver alzarono la testa e videro il Frate Grasso che fluttuava tutto allegro sopra di loro.

Sì, stiamo giocando a scacchi.” annuì Oliver e il fantasma planò, mettendosi di fianco a loro, esultò: “Ah, mi fate venire in mente tanti piacevoli ricordi, ragazzi... Helga adorava gli scacchi. Quando aveva un momento libero, giocava sempre a scacchi con tutti... purtroppo non era molto brava, anzi più di una volta perdeva, persino contro gli studenti del primo anno di Serpeverde e Corvonero... ma quando accadeva, faceva sempre un gran sorriso. Anche quando lo studente usava tutti i sotterfugi più evidenti per imbrogliare, lei non si alterava mai. Anzi, si complimentava per l'astuzia. Era impossibile non voler bene alla vecchia Helga... persino i Serpeverde la rispettavano. Per tutti aveva sempre una parola gentile e un grande sorriso... Helga dal cuore d'oro la chiamavamo... e quando sentiva quel soprannome, arrossiva sempre per l'imbarazzo... sembrava uno di quei pomodori che coltivava nel giardino...”

Il frate fece un sospiro, per poi svanire passando attraverso il muro.

Dopo averlo guardato un attimo, Oliver e Teddy tornarono ai loro scacchi finché una voce femminile, non disse: “Ragazzi, potete venire qui un attimo, per favore?”

I due amici si guardarono un attimo, finché Oliver non domandò: “Tregua?”

Sì, anche perché credo che si tratta di un Prefetto...” annuì Teddy, alzandosi in piedi.

Sfortunatamente, quando urtò il tavolo, l'urto fece cadere la scacchiera e tutti i pezzi.

Oh no!!!” imprecò il ragazzino, mettendosi una mano tra i capelli blu, e Oliver cercò di consolarlo, mentre raccoglieva i pezzi: “Dai, è stato un incidente... anche a me capita di far cadere un sacco di roba...”

Sì, ma a te succede qualche volta, a me, invece, ogni settimana.”

Andiamo, Teddy, non esagerare...”

Non è un'esagerazione, è un'altra mia eredità materna. Mia nonna mi ha raccontato che mia madre è sempre stata molto goffa, sbadata, pasticciona e faceva sempre cadere tutto... ti dico solo che ha rischiato di farsi bocciare in segretezza e inseguimento al corso di addestramento per Auror...”

Beh, dato che era una Metamorfomagus come te, avrà preso un buon voto in occultamento e travestimento...”

Ha preso il massimo.”

Visto? Tua madre aveva delle fantastiche capacità che ti ha passato. A tutti capita di essere goffi o di avere dei difetti... l'importante è non pensarci più di tanto e godersi la vita! Forza, raggiungiamo gli altri.”

I due ragazzi raggiunsero i compagni e videro una ragazza coi capelli a caschetto color caramello, la spilla da Prefetto e un grande sorriso con in mano un vassoio pieno zeppo di tramezzini.

Ecco il pranzo, ragazzi. Buon appetito.” dichiarò la giovane, poggiando il vassoio sul tavolo e, immediatamente, tutti i ragazzi si fiondarono a prenderli per mangiarli.

Non credo che basteranno per tutti quei panini...” commentò Oliver, ma notò, stupito, che il vassoio si riempiva da solo tutte le volte che i panini stavano per finire.

Non dimenticare che siamo ad Hogwarts!” gli ricordò Teddy, prendendo due panini e lanciandone uno all'amico che prese al volo.


Erano ormai le nove di sera, ma il professor Lumacorno non era ancora tornato alla Sala Comune, a parte quando aveva portato il vassoio con dentro i panini con cui avevano fatto colazione e pranzato.

Ovviamente, lui aveva mangiato per ultimo dato che era solo un mezzosangue.

Infatti, quando aveva chiesto ad uno del quinto anno se poteva passargli un panino, lui l'aveva guardato in malo modo, come se fosse la cosa più disgustosa del mondo.

Ciò gli aveva fatto capire che era meglio che si rendesse il più silenzioso e invisibile possibile...

Sembrava che il fatto che fosse un nato babbano, rendesse Kevin una specie di mostro da tenere a distanza o un prodotto difettoso... eppure, era disposto a combattere e a darci dentro per la sua Casa... ma cosa poteva fare per convincere i suoi compagni, che non potevano neanche vederlo?

Non gli avrebbero dato la minima possibilità di affermarsi...

Pertanto, aveva passato tutta la giornata a guardare il fondale del castello e a disegnare sul suo quaderno.

Gli sarebbe piaciuto chiacchierare un po' con Delphini, ma la ragazza, dopo l'accaduto della mattina, se n'era andata nel dormitorio femminile e si era rintanata nel dormitorio femminile e non era più uscita da lì.

Ascoltando per puro caso una conversazione tra alcune sue compagne Serpeverde, aveva scoperto che la ragazzina aveva passato tutto il giorno a leggere degli enormi volumi sul suo letto a baldacchino.

Quando le avevano provato a chiedere cosa stesse leggendo, lei aveva risposto che non era niente e aveva provato a nascondere i libri, come se volesse mantenere segreto quei volumi.

Chissà cosa c'era di così importante e segreto in quei libri...

Proprio in quel momento, il muro si aprì e comparve il professor Lumacorno.

Immediatamente, tutti i Serpeverde smisero di parlare e si radunarono intorno a lui.

Anche se rimasero in completo silenzio, era evidente, dai loro sguardi, che erano curiosi al massimo di sapere le ultime novità.

Lumacorno si schiarì la voce e dichiarò: “Ebbene, nonostante il fatto di aver ribaltato questa scuola da cima a fondo, non siamo riusciti a trovare da nessuna parte questi benedetti intrusi. Tuttavia, dato che sembra tutto tranquillo, domani andrete a lezione regolarmente. Quindi vi consiglio di mangiare qualcosa e di andare subito a nanna. Perché domani mattina ci si sveglia presto.”

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Capitolo 6
*** Nubi di paura ***


Capitolo 6: nubi di paura


Andiamo, Gal... non mettere il muso...” borbottò Christian prima che il cugino sbottasse: “Chris, ti prego... sta' zitto!”

I due Grifondoro si diressero, assieme ai loro compagni di Casa, nella Sala Grande e si sedettero al loro tavolo.

Solo perché Lancelot ti ha proibito di fare una festa nella Torre di Grifondoro, non significa che...” ricominciò il ragazzo con gli occhiali, ma venne zittito all'istante dal cugino: “Solo?! Era la festa per festeggiare la cancellazione del primo giorno di scuola! E quell'idiota di mio fratello ha osato dire che la mia idea non solo era stupida, ma che era assolutamente inappropriata data la situazione! Per lui qualunque cosa si associ al divertimento è inappropriato!”

Christian fece un sospiro, poi prese l'orario e lesse: “A giudicare dall'orario, il martedì non è tanto male... abbiamo due ore di erbologia e la professoressa Sprite sembra una signora molto simpatica...”

Quando abbiamo Difesa contro le Arti Oscure?”

Fammi guardare... giovedì.”

Morirò molto prima... perché bisogna sempre aspettare le materie più fighe?”


Delphini si diresse verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure, in maniera composta e ordinata.

Per sua fortuna, quel giorno avrebbe avuto la materia che più l'affascinava... l'unica pecca era che avrebbe dovuto condividere quella lezione con i Tassorosso e ciò significava che avrebbe rivisto Teddy ed Oliver...

Aveva appena pensato a ciò che li vide arrivare mentre chiacchieravano e ridevano.

Cercò d'intrufolarsi nell'aula, ma i due la videro e la salutarono.

Vedendosi in trappola, la ragazzina fece un sospiro e li salutò.

A differenza sua, Kevin si diresse verso di loro e cominciarono a chiacchierare a tutto tondo.

Mentre si sedeva, sentì Oliver domandare: “Allora, com'è andata ieri?”

Bene. E voi? Vi siete divertiti?”

Abbiamo giocato un po' a scacchi e parlato col nostro fantasma.” raccontò Teddy, mentre Oliver aggiungeva: “Ti consiglio di non sfidare Teddy a scacchi dei maghi, a meno che tu non sei un esperto. Dire che è mostruoso è riduttivo.”

Dai, abbiamo dovuto annullare ben tre partite perché ho fatto cadere la scacchiera.”

Insisto a dire che tu sei uno dei migliori giocatori di scacchi che abbia mai visto!”

Magari potreste insegnarmi qualche mossa... sono sempre stato una frana a scacchi, anche con quelli normali.”

Durante la pausa pranzo, possiamo incontrarci!”

Ottima idea! Vengo di sicuro!”

Delphini finse di leggere con interesse il suo libro, ma, in realtà, ascoltava il discorso dei tre.

Sembravano amici da una vita, nonostante si fossero incontrati per la prima volta due giorni fa, oltre al fatto che uno di loro era un Serpeverde...

Forse, se si fosse unita a loro, avrebbero potuto trattarla come una di loro...

Ma cosa pensava?!

La sua prima regola personale era di non attaccar bottone con nessuno!

E poi, lei non poteva e non doveva avere amici!

Se si fosse scoperto il suo segreto...

Non fece caso, pertanto, alla ragazzina di Serpeverde coi capelli rossi e le lentiggini che si sedette dietro di lei, finché questa non le toccò la spalla.

All'inizio, Delphini provò ad ignorarla, ma quella continuò ad insistere che alla fine, stufa marcia, la ragazzina si voltò e domandò, cercando di essere il più educata possibile: “Sì?”

Ehi, per caso i tuoi genitori sono maghi famosi?” domandò, senza mezzi termini, la rossa.

Delphini rimase interdetta.

Cosa significava quella domanda?

Forse... no, doveva mantenere la calma.

Molto probabilmente, faceva quella domanda a tutti, in modo da trovare qualcuno d'influente nella società con cui diventare amica e ottenere favori... tuttavia...

Eh? Perché?” domandò, con un sussurro, la ragazzina e l'altra rispose: “Beh, perché... hai un aspetto familiare... mi sembra di averti già vista da qualche parte... ma non ricordo dove...”

Fu come se il mondo fosse caduto sulla sua testa.

Subito ribatté, cercando di far vedere che le tremavano le mani e le gambe, fortunatamente, col buio di quella stanza era impossibile da vedere: “No... i miei genitori erano dei semplici maghi ordinari...”

Ah no? Che strano... eppure il tuo cognome faceva parte delle Sacre Ventotto...”

Un antenato di mio padre... era babbano... e il cognome Black è molto diffuso tra i babbani... purtroppo, non ho nessun legame con quella famiglia... anche perché il loro ultimo erede maschio morì durante la seconda ascesa del Signore Oscuro...”

In effetti...”

Che succede? Qualche problema?” domandò Oliver, avvicinandosi.

Mai come in quel momento, fu grata del fatto che i Serpeverde condividessero Difesa contro le Arti Oscure coi Tassorosso...

Eh? No, niente... mi era sembrato... ma molto probabilmente me lo sono immaginata.” rispose la ragazza.

Delphini era livida dalla paura.

Quella ragazzina c'era andata vicina... troppo vicina... sarebbe stato un casino se quella rossa avesse scoperto il suo segreto al secondo giorno di scuola...

Proprio in quel momento, la porta dell'aula si chiuse bruscamente e le migliaia di candele sparse per tutta l'aula si accesero, facendo sembrare l'aula un luogo sinistro e oscuro.

La porta dietro alla cattedra si aprì di colpo e comparve un uomo.

Era alto e molto magro, tanto che i suoi vestiti sembravano molto più larghi.

Aveva lunghissimi capelli neri, tanto che svariate ciocche gli coprivano buona parte del viso pallido come un cencio, tranne due occhi rossi brillanti.

Si sedette dietro alla cattedra e fissò intensamente tutti gli studenti, con un sorrisetto compiaciuto: “Bene, bene... voi dovete essere gli studenti del primo anno di Serpeverde e Tassorosso, giusto?”

Sì...” sussurrano tutti.

Si sentivano terribilmente in soggezione davanti a quell'individuo così spettrale...

Ottimo... io sono il professor Bram Trocar... immagino che tutti sappiate benissimo che insegno Difesa contro le Arti Oscure, altrimenti non vi trovereste qui, vero?” sussurrò il professore e solo qualcuno si azzardò ad annuire.

Innanzitutto, voglio ricordare a tutti voi, che le Arti Oscure ci sono state, ci sono e ci saranno sempre, pertanto, è da sciocchi irresponsabili pensare che la mia affascinante materia sia assolutamente inutile. Harry Potter avrà sconfitto per ben due volte di fila il Signore Oscuro, ma non ci sarà sempre lui a tirar fuori dai guai la popolazione magica. Per questo voi dovete sapervi difendere, perché qualunque cosa affronterete quando uscirete di qui, non aspetterà con calma che arrivi qualcuno a salvarvi. Vi farà fuori subito e tanti saluti. Pertanto, esigerò sempre il massimo da ognuno di voi durante questi sette anni in cui avrete la fortuna di avermi come insegnante e chi non s'impegnerà, lo boccerò senza pensarci due volte. Siete avvertiti.”

In tutta la classe ci fu un fremito di paura, poi il professore informò: “Ora prendete il libro e andate al capitolo 2. Come primo argomento dell'anno, studieremo i folletti. Quindi, silenzio assoluto in aula. Dunque, i folletti sono facili da riconoscere da queste caratteristiche...”

Anche se guardava il libro, Delphini non riusciva a leggere o a guardare le parole dato che la sua mente era molto distante.

Non poteva fare a meno di pensare a quello che gli aveva detto quella ragazzina... ed era solo al secondo giorno del suo primo anno!

Come avrebbe fatto a tenere nascosto il suo segreto per ben sette anni e, soprattutto, per il resto della vita?


La Torre dev'essere messa in una posizione ai confini della scacchiera. Dopotutto, è il pezzo più potente.” consigliò Teddy a Kevin, il quale annuì, interessato, mentre Oliver li guardava mentre si mangiava un panino.

Aveva sempre avuto poca dimestichezza con gli scacchi, ma grazie alle istruzioni dell'amico, alcune cose gli erano un po' più chiare...

Per quanto riguarda il cavallo, invece, ti consiglio di metterlo al centro, in modo che quando si muova, riesca a colpire i pezzi in periferia. Il re e la regina, invece, devono essere mossi raramente, perché sono entrambi pezzi vitali per il tuo schieramento.” continuò Teddy, con un sorriso.

Ehilà, ragazzi! Che fate di bello?” domandò una voce alle loro spalle.

I tre si voltarono e videro Gal e Christian raggiungerli.

Mi stanno insegnando a giocare agli scacchi dei maghi.” rivelò Kevin e Gal, sentendo ciò, dichiarò, grattandosi la testa fulva: “Io non sono un gran amante degli scacchi... è un gioco che richiede molta pazienza e strategia, e a me non interessa dato che sono un tipo d'azione... inoltre, perdo sempre.”

Invece a me piacciono un sacco, anche se non diventerò mai un campione...” s'intromise Oliver “Diciamo che è un hobby che mi piace, un po' come le Gobbiglie.”

Il mio hobby, invece, è giocare a Quidditch oppure esplorare. Dovreste vedermi quando vado in vacanza...” rivelò Gal, mentre Kevin ammetteva: “A me, invece, piace disegnare.”

L'informazione lasciò di stucco i presenti.

Veramente?!” domandò, senza parole, Oliver, mentre Teddy domandava: “Perché non ci fai vedere qualche schizzo?”

Certamente.” dichiarò il ragazzino, tirando fuori un quaderno dalla borsa “Non vi scandalizzate se non sono bellissimi...”

Il gruppo aprì il quaderno e, nella prima pagina, videro una finestra ovale da cui si vedevano un sacco di pesci.

Caspita!” commentò Oliver e Kevin rivelò, con un sorriso: “Questo è ciò che si vede dalla nostra Sala Comune.”

Accipicchia, questo sì che è un panorama fico ed esclusivo... mi fa venire voglia di essere smistato a Serpeverde...” rispose, invece, Gal e il giovane Serpeverde ammise: “Sì, è molto bello... ma fa molto freddo in quel sotterraneo, senza contare che la luce di quel posto è sempre verde e nera... vi giuro, sembra di stare nel film 'La Bella Addormentata', in quella scena dove la principessa finisce sotto l'incantesimo di Malefica!”

Cos'è un film?” domandò, incuriosito, Gal e Kevin, un po' titubante, cercò di spiegare: “Ecco... sono come le vostre foto sempre in movimento... solo che i personaggi non hanno una volontà propria, ma seguono quello che i sceneggiatori hanno deciso... comunque, di solito sono persone che, per tutta la sua durata vivono un'avventura molto pericolosa, in cui devono cercare di sopravvivere o di raggiungere i propri obiettivi, da soli oppure aiutati dagli amici...”

Non avrebbe mai immaginato di dover spiegare cosa fosse un film...

Al nonno Arthur interesserebbe da matti questa roba, anche se, a dire la verità, lui adora tutto quello che ha a che fare con i babbani. Il capanno di casa sua è pieno zeppo di prese e altri oggetti simili... dovreste vedere come fa mandare fuori dai gangheri sua moglie con quella roba.” rise Teddy e il giovane Serpeverde propose: “Appena avrò capito come mandare la posta via gufo, gliene manderò qualcuno... sai se possiede un lettore DVD?”

Se è qualcosa che ha a che fare coi babbani, stai certo che ce l'ha.”


L'acqua che usciva dal rubinetto era fredda, ma continuò a lavarsi le mani.

Quando pensò di essersele lavate abbastanza, chiuse il rubinetto e alzò lo sguardo, guardandosi nello specchio di quel deserto bagno delle ragazze.

Il suo riflesso mostrava una ragazzina di undici anni coi capelli spettinati bianchi e con qualche ciocca blu, dal viso ovale, il naso perfetto e occhi marroni così scuri da sembrare neri, i quali risaltavano subito su quel viso pallido.

Si mise a giocherellare con le dita ancora umide con una ciocca turchina, come faceva sempre quando era nervosa.

Ciò che quella rossa le aveva detto a Difesa contro le Arti Oscure l'aveva sconvolta.

Si era inventata quella storiella dei maghi ordinari e dell'antenato babbano di getto... ma, in fondo, desiderava che quello che aveva raccontato fosse vero.

Voleva avere due genitori normali... due maghi che durante la seconda ascesa del Signore Oscuro fossero rimasti neutrali, come la stragrande maggioranza della popolazione... e, invece, i suoi genitori si erano fatti decisamente notare in entrambe le ascese, soprattutto sua madre...

Suo padre, invece... beh, se il mondo lo conosceva era solo grazie alla moglie.

In ogni caso, con due genitori del genere, l'idea di uscire allo scoperto era assolutamente sconsigliata.

Se avesse usato il cognome di suo padre, sarebbe stato un suicidio... l'avrebbero scoperta in meno di un minuto e, come minimo, linciata.

E tutto grazie ai suoi genitori, o meglio grazie a sua madre.

Vero che entrambi facevano parte della cerchia più vicina al Signore Oscuro, ma era stata soprattutto lei a farsi un nome tra i due... grazie alle sue torture e a quella sua ossessione che era di dominio pubblico...

Pertanto, era stata costretta ad usare il cognome da nubile di sua madre, sperando che nessuno lo sapesse e la collegasse a lei...

Da quello che aveva scoperto, sua madre era morta durante la battaglia di Hogwarts, mentre suo padre era stato catturato e spedito per la seconda volta ad Azkaban... tuttavia, c'erano in giro parecchie foto di sua madre...

Si fissò ancora una volta e, per un attimo, credette che i suoi capelli argentati fossero diventati neri.

Per sua sfortuna, era la goccia d'acqua di sua madre.

La forma del viso era identica, da quello che aveva visto in alcune sue foto prima che venisse incarcerata dopo la prima caduta di Voldemort, ossia quando aveva ancora un aspetto bello e, soprattutto, normale... solo i suoi capelli bianchi la rendevano, per il momento, irriconoscibile... ma per quanto?

Quanto tempo ci sarebbe voluto prima che qualcuno si sarebbe accorto che era identica a lei, ad eccezione del colore dei capelli?

Per cercare di guadagnare più tempo possibile, aveva un'acconciatura diversa da quella di sua madre quand'era studentessa e i suoi vestiti babbani erano parecchio vecchi e trasandati, anche se lei li apprezzava per la loro comodità... vedendola, nessuno si sarebbe immaginato che era l'erede di due delle ventotto famiglie purosangue più importanti e ricche del mondo magico che avevano un bel caveau pieno zeppo d'oro alla Gringott... ma a lei del denaro non gliene fregava assolutamente niente... voleva solo che nessuno sapesse della sua famiglia...

Si diede un colpo sulla testa.

Ma che cosa stava pensando?!

Doveva smetterla di avere quei momenti di debolezza...

Lei era una roccia, lei era forte... nessuno l'avrebbe scoperta! Nessuno!

E poi, lei, sapeva già come sistemare il ficcanaso che avesse scoperto il suo segreto...

Si appoggiò al muro del bagno e si mise a riflettere.

Aveva raccolto molte informazioni sui suoi genitori, ma mancava un'ultima cosa davvero importante...

Il suo dono.

Aveva studiato a fondo tutta la genealogia delle famiglie dei suoi genitori il giorno prima, ma, stranamente, non compariva nessun antenato col suo stesso potere e la cosa era davvero strana...

Da quello che aveva capito, si trattava di un'abilità ereditaria molto forte e, pertanto, uno dei due genitori doveva averla o, al massimo, essere un portatore... ma in nessuna delle due famiglie se ne parlava.

Uscì dal bagno come una furia.

Avrebbe preso tutti libri sull'argomento, a costo di ribaltare tutta la biblioteca, se necessario, ma doveva avere più informazioni!

E le avrebbe avute... a qualunque costo!


Sul serio la biblioteca contiene un libro sugli scacchi magici?” domandò Kevin, seguendo i suoi compagni.

Teddy si voltò a guardarlo con un sorriso e annuì: “Sì. Secondo mia nonna ci si trovano tutti i libri del mondo magico e anche qualcuno scritto dai babbani.”

Però... è davvero molto ricca...”

Fu Rowena Ravenclaw a desiderarlo. Pare che fu lei ad occuparsi della costruzione della biblioteca e a riempirla con tutti i libri che allora esistevano. Voleva che gli studenti potessero avere un'ampia gamma di libri con cui approfondire le loro conoscenze e studi...”

Ma Rowena Ravenclaw non era...?”

Sì, è stata una dei fondatori di Hogwarts e colei che ha creato la Casa di Corvonero. Era una strega molto colta e intelligente, il che era quasi straordinario, considerando il periodo storico in cui è vissuta... non c'erano molte donne, streghe e babbane, così acculturate...”

Già...”

E poi, secondo una leggenda, pare che tenne il suo cognome anche dopo il suo matrimonio.”

Accidenti, una donna molto rivoluzionaria e anche, in certo senso, futurista... sai, nella biblioteca di mio nonno c'era un romanzo chiamato 'Ivanhoe' dove una dei personaggi femminili si chiamava Rowena ed era una donna molto algida e fiera. Se vuoi, te lo presto.”

In effetti, sembra il ritratto della nostra Rowena.”

Però quella del romanzo era bionda ed era Sassone.”

La creatrice di Corvonero veniva dalla Scozia ed era scura di capelli... ma sai, secondo la leggenda pare che sia morta di crepacuore.”

Oh, poverina... dev'essere mostruoso morire di dolore... ma cosa le è successo?”

Non ne ho idea, sono passati secoli... in ogni caso, pare che anche quando ci fu la Battaglia di Hogwarts di nove anni fa, i libri della biblioteca non vennero toccati dalle fiamme... secondo una leggenda, Rowena Ravenclaw ci fece un incantesimo di protezione.”

Allora doveva essere parecchio potente, se è riuscita a fare una cosa del genere...”

Gal, che fino a quel momento, era stato zitto, commentò, seccato: “Per me, i libri e le biblioteche sono una perdita di tempo.”

Meglio se eviti di dire ciò davanti alla bibliotecaria o finisci male...” lo avvertì Oliver, mentre apriva la porta di legno della biblioteca.

La biblioteca era enorme e strapiena di libri in tutti gli scaffali, oltre a vari studenti che leggevano dei libri sui tavoli di legno o che li prendevano dagli scaffali.

La sala, inoltre odorava di tutte le sfumature della carta e del legno.

Il disordine che i due intrusi avevano fatto il giorno prima, era completamente svanito.

Dunque, vediamo dov'è il libro sugli scacchi...” borbottò Teddy, guardando alcuni scaffali, prima che Gal dicesse: “Ehi, ci sono Athena ed Elizabeth laggiù!”

E, prima che qualcuno potesse dire qualcosa, si mise ad urlare: “Ehi, ragazze!”

Parecchie persone, tra cui Elizabeth, si voltarono per vedere chi fosse il pazzo che osasse parlare ad alta voce in biblioteca, mentre Athena rimase in silenzio, dato che aveva già capito chi era quel fuori di testa...

Gal si avvicinò, sorridente, alle due coetanee e si sedette davanti a loro, domandando: “Allora? Come butta?”

Ciao, Gal...” lo salutò, timidamente, Elizabeth, mentre la compagna con gli occhiali ribatteva: “Vuoi abbassare leggermente il volume della voce? Nel caso tu non l'avessi notato, siamo in una biblioteca.”

Lo so benissimo... sono venuto qui solo per aiutare Teddy a trovare uno stupido libro sugli scacchi.”

I libri non sono stupidi. Contengono un mucchio d'informazioni importanti che ti farebbero crescere le poche e vaghe conoscenze che possiedi.”

Pensavo che fosse solo Delphi quella con la lingua biforcuta e tagliente...”

La tiro fuori solo quando ci sono di mezzo cose che m'interessano, in questo caso, i libri.”

Va bene, ho capito...” borbottò Gal, ritornando dai compagni, per poi lamentarsi: “I libri importanti... ma chi ci crede? Solo un fanatico dei libri come lei la potrà capire e sposare...”

Beh, i libri sono utili...” tentò di farlo ragionare Christian, ma ricevette un seccato: “Non ti ci mettere anche tu, eh!”

I due si diressero alla scrivania della biblioteca, ma scoprirono, con sorpresa, che c'era già qualcun altro prima di loro che parlava con Madame Pince.

Non appena videro i capelli argentati della ragazza davanti a loro, capirono subito chi era.

Prima che Gal potesse salutarla, Delphini sbottò: “Mi spiega perché diavolo quei libri sono nel Reparto Proibito?”

Perché sì, signorina Black. Quella capacità è stata definita oscura e pericolosa dal Ministero della Magia e i giovani studenti come lei non possono approfondirla prima di una determinata età.”

Ma è ridicolo! Quell'abilità è ereditaria! Anche se la si leggesse su un libro, non cambierebbe niente se non la si possiede!”

Il Ministero ha decretato così e la McGranitt ha acconsentito. Posso sapere perché le interessa così tanto?”

La ragazzina rimase zitta un secondo, poi affermò: “Ne ho sentito parlare dai miei compagni Serpeverde e mi ha subito affascinata... dopotutto, è un'abilità molto rara e fuori dal comune...”

In ogni caso, la mia risposta è no. Si accontenti dei libri che le ho dato, signorina Black, a meno che non mi porti un'autorizzazione degli insegnanti.”

Con uno sbuffo, Delphini mise buona parte del mucchio nella borsa che aveva tracolla e prese gli altri in mano.

Quando si girò, si ritrovò davanti a Gal e agli altri.

Dopo una leggera sorpresa, domandò, col suo solito tono sfacciato: “Beh? Che ci fate qui?”

Stavamo prendendo solo un libro, a differenza tua.” la provocò Gal, per poi prendere il primo libro della pila che Delphini aveva in mano e leggere il titolo: “'Abilità non comuni e rare dei maghi'... come mai t'interessano, Delphi? Speri di avere una di queste capacità?”

Per tutta risposta, la ragazzina prese furibonda il libro, per poi sibilare: “Di sicuro non devo sperare di avere un cervello superiore al tuo.”

Dopodiché, li superò e se ne andò.

Non vorrà mica leggere tutta quella roba al secondo giorno di scuola?” domandò, allibito, Gal, mentre Kevin dichiarava: “Probabile. Ieri ho sentito alcune ragazze di Serpeverde che se n'è stata tutto il giorno a leggere con molta attenzione dei volumi nel dormitorio.”

Quella è tutta matta...” borbottò il rosso, mentre Teddy si domandava, incuriosito: “Chissà qual'era la capacità che le interessava... quella del Reparto Proibito...”

Ma chi se ne importa!”

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Capitolo 7
*** Biscotti, picnic e bastoncini ***


Capitolo 7: biscotti, picnic e bastoncini


Una delle cose che a Teddy piaceva della colazione era l'arrivo della posta via gufo.

Tutti i giorni si metteva a scrutare le migliaia di gufi che giungevano nella Sala Grande per portare pacchi o lettere da casa, con la speranza che ci fosse una lettera della nonna o dello zio Harry.

Ad un tratto, si accorse di un gufo reale e, d'istinto, sorrise.

Quello era il gufo dello zio, quindi quel giorno era stato fortunato.

Il gufo planò davanti a lui, rivelando una lettera e un pacchetto di dolcetti.

Sapendo che i dolcetti erano della nonna, Teddy aprì la lettera e lesse:


Ho letto la tua lettera tutta d'un fiato, hai fatto bene ad avvisarmi.

Non so come abbiano fatto questi misteriosi intrusi ad entrare nella scuola, ma ti conviene fare molta attenzione.

Il fatto che siano riusciti ad entrare e a sparire così abilmente, nonostante ci fosse la McGranitt, mi fa pensare che si tratti di Animagus non registrati, come Sirius, ma non mi soffermerei troppo su quest'ipotesi.

Potrebbero, infatti, aver usato uno dei mille passaggi segreti della scuola.

Tua nonna mi ha raccomandato di scriverti di non metterti in testa di esplorare il castello e di cercare questi intrusi, e io sono d'accordo con lei, come anche la piccola Victorie.

Quando ha scoperto cos'era successo, è impazzita dalla preoccupazione e voleva salire sul primo treno per Hogwarts per sincerarsi che stessi bene.

E' stata una faticaccia per i suoi genitori convincerla a restare a casa, comunque, ti consiglio di tornare a casa per Natale, a meno che tu non voglia ricevere una Strillettera da parte sua.

Non uscire dal Seminterrato di Tassorosso di notte e se trovi qualcosa di sospetto, informa subito un insegnate.

In pratica, evita di fare quello che combinavo io a scuola alla tua età.

Comunque, mi fa piacere che tu ti sia trovato già dei nuovi amici.

Non vedo l'ora di saperne di più su questi ragazzi, i quali mi sembrano molto affidabili e gentili.

Scrivici presto.


Teddy fece un sorriso, per poi accarezzare il gufo.

Ad un tratto, si accorse di un altro gufo che stava atterrando davanti a lui, il quale portava anche lui una lettera, che tolse e cominciò a leggere.

Ehi, Oliver.” esclamò il giovane Metamorfomagus, voltandosi verso il compagno, il quale stava divorando la sua colazione.

Sì?” domandò il ragazzino, smettendo di mangiare la sua grossa fetta di pane, e Teddy disse: “Hagrid mi ha mandato una lettera chiedendomi se avevo voglia di andarlo a trovare per un tè questo pomeriggio. Ti unisci a noi?”

Certamente!”

Allora vado a chiederlo agli altri.”

Teddy si alzò e si diresse verso il tavolo dei Serpeverde, dove, come negli altri tre tavoli, si leggeva la posta, si chiacchierava e si mangiava con gusto.

Ad un tratto, Teddy passò di fianco ad Abel Nott e notò, sorpreso, che il suo piatto era ancora pieno.

Uh? Ti sei messo a dieta per caso?” domandò il ragazzino, guardandolo “Però hai una brutta cera... se diventi ancora più magro, al primo alito di vento ti voleranno via i vestiti.”

Per tutta risposta, Abel si voltò dall'altra parte e dichiarò, offeso: “Sono affari miei! Puoi lasciarmi in pace?”

Che modi...” commentò Teddy, oltrepassandolo e raggiungendo Kevin: “Ehi, Kevin. Hagrid mi ha inviato una lettera e mi ha chiesto di venire a trovarlo questo pomeriggio... ti va di unirti a noi?”

Altroché.” annuì il ragazzino, per poi chiedere a Delphini: “Delphini, vuoi venire anche tu?”

No, grazie. Devo studiare.” dichiarò la giovane, per poi alzarsi in piedi e uscire dalla sala.

Non farci caso, fa sempre così... se può, evita qualunque contatto.” dichiarò Kevin “Passa tutto il suo tempo a studiare, infatti è una delle studentesse di Serpeverde più brave... ad Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure, Trasfigurazione e Pozioni è la migliore...”

Allora è solo questione di tempo prima che il professor Lumacorno la inviti a quel suo club...”

Ne dubito... il professore è molto gentile, però... ho notato una cosa strana... quando parla o si avvicina a lei... diventa... teso.”

Teso?”

Sì... ho notato che quando le parla a lezione, comincia ad intrecciarsi le mani nervosamente... inoltre, anche se cerca di sorriderle, s'intuisce dalla voce che è molto agitato...”

E Delphini?”

Sai la cosa strana? Anche lei è tesa durante le sue lezioni. Ha capito fin dalla prima lezione che Lumacorno si comporta in modo strano solo con lei, anche perché il professore è un pessimo attore... così, dalla seconda lezione di Pozioni, cerca di mantenere un basso profilo e di evitare di rispondere ad una qualsiasi domanda del professore, anche a quelle più facili! Tutti alziamo la mano, ma lei resta immobile, mentre nelle altre lezioni cerca sempre di rispondere alle domande degli insegnanti. Però, Lumacorno le fa comunque delle domande molto difficili e lei risponde sempre giusto... e ciò rende il professore ancora più nervoso. E come se... sapesse che Delphini ha talento per la sua materia e, allo stesso tempo, sperasse di sbagliare...”

Ma che strano...”

Ehi, ragazzi! Di cosa state parlando, di bello?” domandò un'allegra voce maschile alle loro spalle e, voltandosi, i due videro Gal, con in testa il suo iconico casco e Chris.

Io, Oliver e Kevin andiamo da Hagrid, questo pomeriggio. Vi unite a noi?” domandò Teddy e Gal esultò: “Certo che ci vengo!”

Ma Gal... abbiamo quel tema di minimo due rotoli di pergamena da fare per Trasfigurazione che dobbiamo consegnare per lunedì...”

Lo farò domani!”

Tu e la tua mania di rimandare i compiti...” borbottò il cugino, per poi dire, imbarazzato: “Mi dispiace, ragazzi, ma io devo fare il tema e, purtroppo, non me la cavo tanto bene a Trasfigurazione...”

Non preoccuparti, Christian... vado al tavolo dei Corvonero a chiedere ad Athena ed Elizabeth se vogliono unirsi a noi.” esclamò Teddy, allontanandosi.

Proprio in quel momento, una sedia si spostò e, voltandosi, Gal vide Abel che si stava alzando in piedi.

Ehi, dove vai? Non è un po' presto per andare a lezione?” lo provocò e il biondo, con un ghigno, rispose: “A differenza tua, preferisco non rimandare a domani quello che posso benissimo fare oggi. E' un peccato che non potrò vederti mentre farai il compito all'ultimo secondo, sperando che il risultato sia accettabile...”


Il vento era forte e freddo, ma ciò non sembrò impedire alla piccola comitiva di raggiungere la piccola capanna al limitare della foresta.

I sei ragazzi non appena si trovarono davanti alla porta di legno, si fermarono e la ragazza con gli occhiali bussò.

Subito, si sentì un cane abbaiare e una voce grossa e simpatica, ordinare: “Buono, Thor! Buono!”

La porta si aprì e comparve un uomo molto alto e grosso, accompagnato da un enorme cane nero che subito, saltò addosso a Teddy, cominciando a leccarlo.

Insomma, Thor! Che cosa ti ho detto?” lo sgridò Hagrid, mentre il giovane Metamorfomagus rideva di gusto.

Dopo qualche minuto, Thor smise di leccare e il gruppo entrò nella capanna.

Era piuttosto piccola, ma molto disordinata e soprattutto calda, infatti riscaldò immediatamente il piccolo gruppo.

Hagrid prese una teiera fumante e cominciò a versare il tè negli enormi boccali.

Ad un tratto, notò: “Ma, sbaglio o manca qualcuno?”

Delphini, Christian ed Elizabeth non sono venuti perché dovevano studiare.” rispose, prontamente, Athena, anche se nascose il fatto che Elizabeth non si era unita a loro semplicemente perché era troppo timida e non usciva mai dalla Torre di Corvonero, ad eccezione delle lezioni.

Pazienza... d'altronde anche quando studiavo ancora, gli insegnanti davano una marea di compiti fin dalle prime settimane.” dichiarò l'uomo, mentre si sedeva pesantemente su una sedia “Allora? Come vanno le lezioni?”

Abbastanza bene, direi...” cominciò Kevin, mentre Gal sbottava: “Sono terribili! La maggior parte degli insegnanti è severa da far paura e ci danno sempre compiti molto difficili! L'unica materia che m'interessa, Volo, non è ancora stata annunciata e se continua così, mi sa che finisce che crepo!”

A me non sembra che le materie siano così difficili... sono molto brava in Trasfigurazione e Pozioni...” ribatté Athena, mentre Gal dichiarava: “Sì, certo... perché tu sei una studiosa nata... io, invece, l'unica materia dove me la cavo è Erbologia... e solo perché è una delle più facili... voglio dire, chi è negato in Erbologia?”

Kevin abbassò lo sguardo sulla tazza, in quanto, purtroppo, conosceva una persona parecchio negata in quella materia... Delphini.

La settimana prima, infatti, si era beccata una bella dose di puzzalinfa da una delle piante e aveva passato tutto il pomeriggio in bagno per togliersi quell'odoraccio di dosso, per poi fulminare con lo sguardo chiunque osasse anche solo accennare a quell'incidente.

Inoltre, non sapeva rinvasare e potare correttamente le piante.

Ormai, era prevedibile che, dopo la lezione, uscisse furibonda dall'aula sibilando: “Stupide piante, stupida materia!”

Beh, anch'io non sono tanto male in Erbologia...” cercò di rincuorarlo Oliver, ma Teddy lo bloccò, incredulo: “Non sei tanto male? Ma se sei uno degli studenti migliori! Lo dice anche la professoressa Sprite.”

Teddy, ti prego, non esagerare... semplicemente mi occupo di un orto fin da quando ero piccolo.”

Semplicemente sei solo modesto.”

Gal prese la sua tazza e si mise a guardare fuori dalla finestra.

Ad un tratto, esclamò, sorpreso: “Ehi, ma quello lì non è quel odioso di Abel Nott?”

Sentendo ciò, Athena si avvicinò alla finestra e vide un ragazzino biondo seduto nel grande prato che stava tirando fuori un pezzo di pane da un grande cestino.

Che diavolo sta facendo?” si domandò il ragazzino e Athena rispose: “Sembrerebbe un picnic...”

Anche gli altri tre si avvicinarono per vedere meglio.

Sì, sta facendo un picnic.” dichiarò Kevin, mentre Teddy affermava: “Io una volta l'ho fatto con la nonna, lo zio Harry e gli altri.”

E meno male che sono io quello che rimanda i compiti...” ridacchiò Gal, per poi notare: “Ma... non ci posso credere! Sta di nuovo parlando da solo!”

Nonostante la lontananza, infatti, si vedeva chiaramente Abel che guardava alla sua sinistra e che stava muovendo le labbra.

Quello è matto da legare! Non è un po' troppo grande per avere un amico immaginario?” continuò Gal, mentre Oliver notava: “A me sembra molto più felice del solito... è sempre così scontroso e scocciato... guarda, sta persino sorridendo dolcemente.”

Proprio in quel momento, Abel si alzò e, dopo aver preso il cestello, si diresse verso il castello.

Tsk, se n'è andato.” borbottò Gal, mentre lo guardava allontanarsi, e Kevin commentò: “Almeno mangia qualcosa... durante i pasti non lo vedo quasi mai aprire bocca... eppure il suo piatto è sempre pulito quando si alza da tavola.”

Non mi aspettavo che gli piacessero queste cose babbane... dopotutto, viene da una famiglia di maghi purosangue...” notò Teddy, ma Athena propose: “Forse fa queste cose di nascosto perché i suoi genitori glielo hanno vietato. Sai, essendo un passatempo comune tra i babbani...”

Io comunque, trovo deprimente fare un picnic da solo... è da fuori di testa!” aggiunse, sbuffando, Gal.

Il gruppo, nonostante la stranezza dell'accaduto, continuò a chiacchierare allegramente di scuola e amicizia con Hagrid e a bere il tè con i biscotti, i quali, tuttavia, erano duri come un macigno.

Dopo un'ora, Hagrid notò: “E' il tramonto. Meglio che torniate al castello.”

Urca, hai ragione! Se non ci sbrighiamo, rischiamo di saltare la cena!” fece Gal, alzandosi subito dalla sedia così veloce da farla ribaltare e far abbaiare Thor per lo spavento.

Tutti risero divertiti e poi, Teddy si voltò verso Hagrid e gli disse: “Beh, alla prossima, Hagrid.”

Ci vediamo, ragazzi!” li salutò l'uomo.

Il gruppo si diresse verso il castello, coprendosi il più possibile con i mantelli, a causa del freddo vento della sera.

Ad un tratto, il gruppo notò una figura seduta sotto ad un albero, la quale sembrava intenta a cercare qualcosa per terra.

Ma quella è Delphini! Si può sapere che sta facendo?” domandò, senza parole, Oliver, mentre Gal commentava: “Qualcosa di assurdo, ci scommetto... prima Abel Nott e adesso lei... Kevin, spero che non ti metta anche tu a fare assurdità.”

Ma certo che no! Anche perché sono un nato babbano...” gli ricordò, leggermente offeso, il ragazzino.

Ad un tratto, la ragazzina sollevò un bastoncino e, dopo averlo osservato un attimo, fece un sorriso soddisfatto e lo mise nella borsa, la quale era piena di bastoncini.

Non so chi sia più matto tra lei e Abel Nott...” commentò il rosso col casco da pilota, mentre Oliver proponeva: “Forse fa collezione di legnetti...”

Ma che stupidaggine! Chi fa una simile collezione?”

Beh, quand'ero più piccola, raccoglievo le castagne dai parchi.” s'intromise Athena, ma Gal ribatté: “Sì, ma eri piccola. Delphini ha undici anni!”

Non si può negare che quella ragazzina sia molto particolare... minaccia qualcuno con le Maledizioni Senza Perdono, è una delle studentesse più abili, s'interessa alle abilità rare dei maghi, studia sempre volumi grandi e misteriosi... e poi ha sempre un atteggiamento isolato, freddo e distante... è sempre molto nervosa e sul chi vive... come se temesse sempre che qualcuno scoprisse qualcosa su di lei... un suo segreto inconfessabile...” meditò Teddy, mentre Gal gli diceva: “Ma dai, Teddy... vedi misteri ovunque...”

Il ragazzino rimase in silenzio, non smettendo di guardare la coetanea.

C'era qualcosa di familiare in lei... fin dalla prima volta che l'aveva vista, le era sembrata familiare... c'era qualcosa nella fisionomia del suo viso... ma dove l'aveva già vista?

Proprio in quel momento, la ragazzina si alzò in piedi e si diresse verso il castello.

Notando il gruppetto, si avvicinò a loro e domandò: “Già finito l'incontro?”

Sì. E tu che ci fai qui? Credevo che stessi studiando...” la provocò, divertito, Gal e la ragazzina rispose: “Ho finito mezz'ora fa, così ho pensato di farmi un giretto nel parco... sapete, le foglie cominciano a cambiare colore.”

Perché non ti sei unita a noi? Ad Hagrid avrebbe fatto piacere.” fece Oliver e Delphini rispose: “Non mi va di andare ad un incontro già iniziato... detesto farmi notare con metodi così stupidi. Ci vediamo.”

Dopo aver detto ciò, la ragazzina dai capelli d'argento si diresse, con passo calmo e deciso, verso il castello.

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Capitolo 8
*** Una disastrosa lezione di volo ***


Capitolo 8: Una disastrosa lezione di volo


Ragazzi! Ragazzi!” urlò, entusiasta, Gal, il quale correva, come una furia nei corridoi della scuola.

Ad un tratto, notò alcuni studenti con la divisa con strisce blu e con lo stemma di Corvonero.

Athena, Elizabeth! Siete lì, vero? Vi prego, rispondetemi!” le chiamò il giovane Grifondoro, sbracciandosi.

Immediatamente, due ragazze, una con l'espressione insicura e l'altra seccata, si voltarono per vedere chi fosse il tipo che stava strillando per i corridoi.

Gal le raggiunse e, ansimando, disse: “Ragazze... non ci crederete mai a cosa che notizia ho trovato in bacheca stamattina...”

Se ti riferisci al fatto che mercoledì tutti noi del primo anno abbiamo la nostra prima lezione di volo, ho visto l'avviso.” dichiarò, seccata, Athena, risistemandosi gli occhiali.

Per tutta risposta, Gal fece una faccia seccata, per poi commentare: “Certe volte sei più acida di Delphi...”

Proprio in quel momento, sentì un colpo sulla testa.

Mentre si voltava, massaggiandosi la testa, vide Delphini con in mano un grosso volume, che dichiarava, seccata: “Ti ho già detto che il mio nome è Delphini, stupido.”

Antipatica...” borbottò Gal, guardandola allontanarsi.

Ciao, Gal.” lo salutò Kevin, avvicinandosi all'amico “Come va?”

Bene... ma tu stai bene? Hai una faccia...”

Sto bene, sto bene...” lo rassicurò il ragazzino, cercando di nascondere una smorfia di dolore.

I ragazzi di Serpeverde, infatti, avevano l'abitudine di cominciare la giornata prendendosi a pugni e spintoni, secondo loro un ottimo modo per farsi i muscoli e per creare un legame coi membri... ma Kevin sospettavano che volevano solo una scusa per picchiarlo.

Ma ci pensi?! Mercoledì abbiamo la nostra prima lezione di volo! Oh, non sto più nella pelle!” esclamò, eccitato, Gal e Kevin borbottò: “Spero di non cadere dalla scopa... già sono l'oggetto di scherno di tutti i Serpeverde...”

Ma sì, vedrai che andrai alla grande! Ci sono così tanti nati babbani al primo anno... non sarai certo tu il peggiore.” lo rincuorò Gal, passandogli un braccio attorno alle spalle.

Il ragazzino fece un sorriso.

Gal era proprio un ragazzo simpatico e pieno d'energia... quanto avrebbe voluto che i suoi compagni Serpeverde fossero gentili nei suoi confronti...


Tutte le ragazze hanno i capelli legati? Chi ce li ha ancora sciolti, è pregata di legarseli subito, non importa in che modo. Non voglio capelli sciolti nella mia lezione. Quando si vola, i capelli possono essere più pericolosi di un qualsiasi incantesimo!” dichiarò la strega coi capelli corti grigi, per poi aggiungere, battendo le mani “Ciascuno prenda posto accanto ad una scopa. Muoversi, non abbiamo tutto il giorno!”

Subito, tutti i ragazzi si avvicinarono alle scope e la donna dichiarò: “Stendete la mano destra sopra la vostra scopa e dite su.” ordinò la donna e tutti ordinarono ai propri manici: “Su!”

Quella di Gal si alzò immediatamente, ma fu così veloce che lo colpì violentemente al naso.

Che razza d'idiota.” commentò, esasperata, Delphini.

Anche la sua scopa si era alzata immediatamente al suo ordine, ma, a differenza del compagno, l'aveva presa al volo prima che la colpisse.

Tutto bene, Gal?” domandò, preoccupato, Oliver e il giovane Grifondoro rispose, mentre si massaggiava il naso dolorante: “Sì, sì... almeno si è alzata subito al mio ordine... come va con la scopa?”

Male... non riesco ancora a sollevarla... ma almeno non sono l'unico...”

Gli altri studenti, infatti, avevano non poche difficoltà a sollevare la scopa.

Quella di Athena, infatti, si contorceva per terra, mentre quella di Kevin ed Elizabeth non si muoveva per niente.

Teddy e Christian, invece, erano riusciti a farla sollevare dopo qualche minuto d'incitamento.

Proprio in quel momento, Abel Nott riuscì a farla sollevare.

Ce ne hai messo di tempo, eh? La scopa non voleva obbedirti?” lo provocò, divertito, Gal e il ragazzino, con un sorrisetto divertito, ribatté: “Almeno non mi è finita in faccia come con l'idiota che ho davanti agli occhi.”

Tu, brutto...!” lo fulminò il rosso, sollevando la scopa con l'obiettivo di tirarla in testa a quell'odioso biondino, ma venne immediatamente fermato dalla professoressa: “Sandlers, quello non è per niente il modo di tenere una scopa! Le consiglio di metterla giù, se non vuole che tolga dieci punti a Grifondoro! E si tolga una volta per tutte quel ridicolo cappello!”

Borbottando e ignorando la risatina divertita di Abel, Gal mise giù la scopa.

Gliela avrebbe fatta vedere a quell'antipatico non appena avrebbero volato...

Senti, Gal... ma non ti sembra che Abel abbia una bruttissima cera?” domandò, ad un tratto, Oliver e il compagno rispose con un seccato: “Non me ne frega niente di quell'odioso!”

Dopo mezz'ora, tutti riuscirono a sollevare la propria scopa e a montare su di essa.

A quel punto, Madama Bumb dichiarò: “Quando suonerò il fischietto, datevi una spinta coi piedi. Tenetevi ben saldi sulle scope e sollevatevi di un metro circa. Al mio fischio. Tre... due... uno!”

Non appena la professoressa ebbe fischiato, tutti gli studenti cominciarono a levarsi in aria e a fare acrobazie.

Bravi, ragazzi. Cominciamo il riscaldamento. Fate dieci giri del parco. Forza, muoversi.” disse Madama Bumb, battendo le mani, per poi urlare, ad uno studente di Corvonero: “Signor Walker, cosa sta aspettando a far partire la sua scopa, che arrivi l'anno del G.U.F.O?!”

Scusi, professoressa! Parto immediatamente!” balbettò, imbarazzato, il ragazzino di Corvonero con la pelle pallida e i capelli neri, obbedendo subito.

Ehi, biondino. Che ne diresti di fare una gara? Il primo che completa i dieci giri.” propose, con un sorriso di sfida, Gal e Abel annuì: “Comincia a mangiarmi la polvere, rosso.”

I due cominciarono a volare a tutta velocità, ignorando le urla della professoressa: “Sandlers, Nott! Siamo a lezione! Vedete di darci un taglio con le vostre sfide!”

I due continuarono a volare a tutta velocità e, suo malgrado, Gal dovette ammettere che Abel era bravo.

Gli teneva testa e stavano pareggiando.

Ad un tratto, voltandosi a guardare l'avversario, si accorse di una strana cosa.

Abel sembrava, improvvisamente, molto provato, tanto che si sfregava in continuazione gli occhi.

Prima che Gal potesse dirgli qualcosa, La scopa di Abel deragliò e si diresse a tutta velocità verso gli altri studenti.

Ragazzi, fate attenzione!” urlò il rosso e, subito, tutti i ragazzi si voltarono per vedere cosa stesse succedendo.

Non appena si resero conto della situazione, tutti si spostarono per dare spazio ad Abel ed evitare lo scontro, ma, sfortunatamente, ciò non impedì numerosi scontri tra i ragazzi.

Infatti, uno studente di Tassorosso urtò Athena, ma la ragazzina riuscì a rimanere a cavallo della scopa.

Lo stesso non poteva dirsi di Kevin, il quale sarebbe stato disarcionato e sarebbe caduto per terra, se non avesse la prontezza di riflessi di prendere il manico da scopa con la mano.

Arrivo, Kevin!” cercò di aiutarlo Oliver, ma, non essendo per niente pratico di scope e di volo, non riusciva a controllarla bene.

Abel Nott, si può sapere che ti prende?!” urlò Madama Bumb e anche Gal, il quale cominciava ad essere seriamente preoccupato: “Ehi... ehi, Abel! Forse faresti meglio a guardare dove stai andando...”

Il ragazzino, infatti, stava facendo un sacco di acrobazie, una più azzardata dell'altra... ma la cosa strana era che non sembrava che volesse farsi notare.

Dannazione, ha perso il controllo...” borbottò Madama Bumb, per poi dire: “Accio scopa!”

Immediatamente, una scopa volò davanti alla prof a tutta velocità.

Con destrezza, la donna saltò in sella e si alzò in aria.

Ragazzi, scendete immediatamente! Il signor Nott ha perso il controllo della sua scopa e la cosa può diventare pericolosa! Chi è perfettamente in grado di controllare la scopa, aiuti chi ha delle difficoltà a scendere e poi resti a terra. Del signor Nott e della sua scopa me ne occupo io.” ordinò la donna.

Gal annuì, per poi volare verso Kevin, il quale stava disperatamente tentando di risalire.

Lo afferrò per la giacca e gli disse: “Ok, ti tengo stretto, non temere.”

Un po' più tranquillo, il ragazzino con gli occhiali, provò a risalire sulla scopa e, dopo qualche minuto, ce la fece.

Ce l'ho fatta...” sussurrò, scosso, Kevin.

Quella stata una delle esperienze più spaventose della sua vita... non vedeva l'ora di scendere...

Adesso prova a scendere. Ce la fai?” domandò, preoccupato, il giovane e il ragazzino annuì.

Bene. Vado a dare una mano agli altri.” dichiarò il rosso.

Contemporaneamente, Athena fece decollare la sua scopa.

Doveva assolutamente avvisare la McGranitt di quello che stava succedendo!

Dopotutto, era la preside...

Nel frattempo, Abel cercava di riprendere il controllo della scopa, mentre Madama Bumb continuava a seguirlo.

Senza nemmeno accorgersene, il giovane Serpeverde urtò il Corvonero Mopsus Walker, il quale, invece, andò a sbattere violentemente contro Delphini.

La ragazzina, a causa della sorpresa e del colpo, cadde dalla scopa, nonostante il Corvonero avesse provato a prenderla con la mano, urlandole: “Attenta!!!”

Delphini cominciò a cadere velocemente, urlando dalla paura, ma, all'improvviso una mano le afferrò saldamente il polso.

La ragazzina alzò lo sguardo e vide un suo coetaneo con indosso la i colori di Tassorosso e i capelli blu.

N-non mi lasciare! Ti prego, non mi lasciare!” strillò, spaventata, Delphini, ma Teddy, la rassicurò, cercando di tenerla: “Sta tranquilla, non ti mollo!”

Sfortunatamente, per tenere Delphini ed evitare che cadesse, Teddy non poté più controllare la scopa, la quale cominciò ad allontanarsi velocemente dal gruppo e da Madama Bumb.


La professoressa McGranitt era chiusa nel suo ufficio e stava finendo di leggere le lettere giornaliere.

Come al solito, le era arrivata una lettera in cui si protestava per il modo in cui gestiva la scuola... e, come al solito, l'aveva gettata nel camino senza nemmeno finire di leggerla.

Detestava con tutta sé stessa le persone che osavano contestare come dirigeva la scuola.

Se avevano qualcosa da obiettare, perché non glielo dicevano di persona e, soprattutto, non le davano qualche consiglio su come sistemare la cosa?

Ad un tratto, sentì uno strano ticchettio dietro di lei.

Incredula, la donna si voltò e per poco non cadde dalla sedia.

Dall'altra parte della finestra, c'era una ragazzina coi lunghi capelli lisci neri e gli occhiali, con addosso lo stemma di Corvonero.

Cosa diamine...?” borbottò, incredula, la donna, prima che uno dei quadri alle pareti, il quale rappresentava un uomo coi capelli neri lisci e unti, protestasse: “Ragazzini di oggi, sempre a cercare la fama e i riflettori, infrangendo ovviamente le regole... si devono sempre mettere in mostra nelle maniere più assurde, proprio come Potter!”

Ignorando il quadro, la preside corse ad aprire la finestre e domandò, allibita: “Signorina Doyle, mi auguro che abbia una giustificazione valida per questo suo gesto!”

Sì, signora preside. Un mio coetaneo di Serpeverde, Abel Nott, ha perso il controllo della sua scopa. Madama Bumb sta cercando di aiutarlo a riprendere il controllo, ma ci sono molti ragazzi che non sanno ancora controllare le loro scope e che rischiano di cadere da un momento all'altro.” le raccontò, preoccupata, Athena

Il quadro di un vecchio mago con la barba lunga e gli occhiali a mezzaluna, sorrise: “Un metodo per avvisare la preside poco comune, ma di certo molto efficace e rapido. Complimenti per l'arguzia, signorina Doyle.”

Signor preside, tutto ciò è assolutamente sconveniente e ridicolo. Se solo fossi ancora io il preside di questa scuola...” sibilò, l'uomo coi capelli unti, mentre un altro quadro, il quale rappresentava un mago dall'aspetto intelligente, coi capelli e gli occhi neri e la barba dello stesso colore, dichiarava: “Questi giovani d'oggi non hanno il minimo concetto di rispetto verso il preside! Ecco cosa succede a permettere ai figli dei babbani di venire qui! Bisognerebbe dargli una lezione di quelle...”

Severus, Phineas, smettetela!” li interruppe, seccata, la McGranitt, per poi rivolgersi di nuovo ad Athena: “Grazie dell'avvertimento, signorina Doyle. Riesce ad entrare nel mio ufficio?”

Posso provare...”

Mi raccomando, faccia attenzione.”

Lentamente, la ragazzina oltrepassò dalla finestra e, dopo aver fatto un sospiro di sollievo, scese dalla scopa.

Ottimo. Adesso corra a chiamare Gazza e gli dica quello che sta succedendo. Io vado a raggiungere Madama Bumb.” dichiarò la professoressa, prendendo la scopa della ragazzina e salendoci in groppa, per poi sfrecciare fuori dalla stanza a tutta velocità.


Non così, Oliver... cerca di calmarti... devi mantenere la calma.” disse Gal all'amico Tassorosso, il quale, per la paura, aveva chiuso gli occhi e si teneva fortemente aggrappato alla scopa con le braccia e i piedi.

Oh, mamma... qualcuno faccia qualcosa... non ho mai volato... inoltre soffro di vertigini!!!” borbottò, terrorizzato, il ragazzino.

Vedendo che il compagno era troppo spaventato per riprendere il controllo, Gal prese il manico con la mano e cominciò delicatamente a scendere.

Gal, la mia scopa si sta muovendo da sola!!!!” strillò Oliver e il compagno rivelò: “Non urlare, sono di fianco a te. Ti sto aiutando a scendere.”

Ah, ok... grazie...”

Dopo qualche minuto, Gal atterrò sul terreno e disse al compagno: “Siamo arrivati, Oliver. Adesso puoi aprire gli occhi.”

Il ragazzino aprì lentamente un occhio, ma, quando capì che Gal non stava mentendo, aprì in fretta l'altro e scese velocemente per terra.

Ragazzi, che spavento... e io che speravo in una lezione tranquilla...” commentò il ragazzino, ancora un po' scosso, e Kevin, il quale, nel frattempo, li aveva raggiunti: “A chi lo dici... stava per avverarsi quello che mi avevano detto i miei compagni di Serpeverde... comincio a pensare che fossero dei veggenti... essere un mago richiede fin troppe emozioni forti...”

Beh, ragazzi, scusate se volo via, ma vado ad aiutare gli altri a scendere.” l'interruppe, leggermente imbarazzato, Gal, ma i suoi due compagni gli dissero: “Va' pure, non preoccuparti.”

Gal fece per decollare e, proprio in quel momento, un ragazzino di Grifondoro cadde dalla scopa e cominciò a cadere per terra.

Mentre scendeva, Gal lo riconobbe e sbiancò.

Quel ragazzo era suo cugino Christian.

Gal fece per far partire la scopa, ma, proprio in quel momento, una voce femminile urlò: “Arresto Momentum!”

Il ragazzino notò, incredulo, che Christian stava rallentando e, prima che se ne rendesse bene conto, il cugino atterrò delicatamente sull'erba.

Christian, stai bene?!” gli domandò, preoccupato, Gal, avvicinandosi a lui.

Oliver lo guardò un attimo, poi dichiarò: “Tranquillo. E' solo svenuto per la paura, ma sta bene.”

Vi consiglio di portare comunque il signor Brown in infermeria.” dichiarò la stessa voce di prima, sopra alle loro teste.

Il gruppo alzò lo sguardo e vide la professoressa McGranitt a cavallo di una scopa, la quale aggiunse: “Ci penso io ad aiutare gli altri a scendere. Voi restate a terra e andate tutti in infermeria, svelti!”

Dopo aver detto ciò, la preside cominciò a volare con grazia e naturalezza, aiutando gli altri e mantenendo perfettamente il controllo della scopa.

Accidenti, è proprio brava sulla scopa...” commentò, senza parole, Gal, mentre una voce femminile alle sue spalle, annuiva: “Non mi sorprende. Dopotutto, la McGranitt faceva parte della squadra di Quidditch di Grifondoro.”

Il gruppo si voltò e vide Athena, la quale era appena uscita dal portone, seguita da Gazza e da Mrs Purr.

E perché diavolo non è diventata una giocatrice professionista? E' dannatamente brava...” le domandò, incredulo, Gal e la ragazzina rivelò: “Durante una partita contro i Serpeverde, uno di loro la ferì e dovette rinunciare alla carriera.”

Il Quidditch ha perso molto...” commentò Gal, mentre Oliver gli ricordava: “Se avesse intrapreso la carriera del Quidditch, non avrebbe potuto partecipare alla Battaglia di Hogwarts...”

Contemporaneamente, la McGranitt fece scendere Elizabeth e Mopsus Walker, dicendo: “Su, forza, andate in infermeria. Soprattutto lei, signor Walker. E' pallido come un lenzuolo.”

D'accordo, professoressa...” balbettò il ragazzino, ma, invece di andare in infermeria come la maggior parte degli studenti, seguì Elizabeth e, non appena raggiunse il gruppo, domandò, senza mezzi termini: “Dov'è la ragazzina coi capelli d'argento?”

Intendi Delphini?” domandò, incredulo, Kevin e Mopsus annuì: “Sì, lei. Devo dirle una cosa.”

Io non l'ho vista... e voi?” domandò, dubbioso, Kevin, ma Gal rispose: “Io no... scommetto che appena è scesa se n'è andata subito.”

Beh, io quando l'ho vista l'ultima volta, stava cadendo dalla scopa, ma il ragazzino coi capelli blu l'ha presa al volo.” raccontò Mopsus.

I ragazzi si guardarono negli occhi, leggermente preoccupati.

Il ragazzo della descrizione era, senza ombra di dubbio, Teddy... ma, a differenza di Delphini, lui si sarebbe immediatamente ricongiunto a loro una volta sceso a terra... se non era ancora arrivato, significava soltanto una cosa: era ancora in volo.

Ma la cosa preoccupante era che non si vedeva nel gruppo degli studenti ancora in aria che stavano cercando di scendere.

Doveva essersi allontanato assieme a Delphini... pertanto, poteva trovarsi in grave pericolo!


Toglimi una curiosità, Teddy... hai intenzione di farmi scendere o dovrò restare in questa situazione per tutto l'anno scolastico?!” domandò Delphini, cercando di nascondere il panico nella sua voce.

Sto provando ad atterrare, ma la scopa non mi ascolta...” tentò di spiegarle il ragazzino, ma, proprio in quel momento, un colpo di vento fece ondeggiare la scopa e, per lo spavento, Delphini non poté trattenere un urlo di paura e artigliò con la mano libera il polso del coetaneo.

Cercando di trattenere una smorfia di dolore, Teddy cercò di governare la scopa, finché non notò un albero.

Proverò ad avvicinarmi a quell'albero, resisti ancora un po'...” tentò di rassicurarla il Metamorfomagus e la giovane rispose, nervosa: “Basta che ti sbrighi a farmi scendere...”

Lentamente, Teddy mosse la scopa verso l'albero e, dopo un tempo che per tutti e due parve lunghissimo, Delphini poté appoggiare i piedi su un ramo.

Ecco fatto. Riesci a scendere dall'albero?” le domandò Teddy, ma la ragazzina negò: “Purtroppo no... non so salire sugli alberi, figuriamoci scendere.”

Allora aspetta lì un attimo, torno dalla professoressa e...” disse Teddy, ma, prima che potesse finire la frase, che qualcosa d'improvviso e violento lo colpì facendolo cadere dalla scopa, ma, fortunatamente, il ragazzino afferrò un ramo dell'albero.

Ehi, sei ancora tutto intero?” domandò Delphini e Teddy, salendo sul ramo, dichiarò: “Sì, almeno credo... ragazzi, che botta... vorrei proprio sapere cosa mi ha colpito...”

Mi credi se ti dico che è stato un ramo?”

Sentendo quelle parole, il ragazzino rimase un attimo in silenzio, per poi sbiancare e sussurrare: “Oh, cavolo...”

Quella tua frase non mi piace per niente... su quale albero ci troviamo esattamente?” gli domandò, senza mezzi termini, la ragazzina e il compagno, con un sorriso imbarazzato, rivelò: “Ehm... lo zio Harry mi ha raccontato una volta che c'è un Platano Picchiatore ad Hogwarts...”

Un Platano Picchiatore? Stai dicendo che mi hai fatta atterrare su un Platano Picchiatore?!” strillò, senza parole, Delphini e, proprio in quel momento, il ramo su cui stava, cominciò a muoversi.

D'istinto, la ragazzina si aggrappò saldamente al ramo usando le braccia e i piedi.

Il ramo cominciò a muoversi selvaggiamente e a tutta velocità, cercando di farla cadere.

Anche il ramo in cui c'era Teddy, cominciò a muoversi.

Edward Remus Lupin, io ti uccido!!! Con tutti gli alberi di Hogwarts dovevi scegliere proprio un Platano Picchiatore dove farmi atterrare?!?!” lo minacciò con un urlo Delphini, mentre il ragazzino rispondeva, parecchio imbarazzato: “E' stato un incidente...”

Bel salvataggio, i miei complimenti... ma perché diavolo tengono un albero del genere in questa scuola?! Rischia di ammazzare qualcuno!”

In un certo senso per via della mia famiglia... vedi, quest'albero venne piantato dal preside che c'era prima per permettere a mio padre di trasformarsi senza mettere in pericolo nessuno... inoltre, secondo mia nonna, mia madre ci andava sempre a sbattere durante le lezioni di volo... evidentemente sono legato a quest'albero...”

Non me ne frega niente della storia della tua famiglia! Fammi scendere da qui immediatamente e, forse, non ti spezzerò tutti e quattro gli arti!”

Dai, sta tranquilla... basta solo tenersi ben aggrappati al ramo... è come essere sulle montagne russe del Luna Park...”

Eccoti la notizia del giorno, bello: non sono mai andata al Luna Park!!!”

Davvero? Beh... resta comunque aggrappata.”

E cosa credi che stia facendo da un quarto d'ora?! Fa fermare questo stupido albero, cretino!”

Secondo lo zio Harry, se premo una determinata radice, posso farlo smettere di funzionare...”

E cosa aspetti a premerla?! Guarda che qui, rischio di lasciarci la pelle!”

Ci provo... aspetta un attimo...”

E chi si muove?”

Teddy rimase un attimo un silenzio, per poi buttarsi dal ramo.

Sfortunatamente, la sua caduta venne bloccata da un altro ramo che si mise in mezzo all'improvviso, provocandogli un atroce dolore.

Non appena l'ebbe preso, il ramo si alzò e fece salire Teddy di parecchi metri d'altezza.

Il ramo si piegò il più possibile per poi lanciare via Teddy a causa della forza d'urto.

Contemporaneamente, anche il ramo su cui era aggrappata Delphini si piegò e accade la stessa cosa.

I due ragazzini si scontrano violentemente sulla schiena e caddero sul Platano, rompendo qualche ramo durante la caduta e sparpagliando le foglie.

Solo quando finirono su un ramo più robusto degli altri, la folle discesa dei due si fermò.

Stai bene?” domandò, preoccupato, Teddy e Delphini, ansimando, ammise: “Credo di sì... sono un po' ammaccata, ma sono ancora intera... scendiamo di qui, prima che l'albero decida di finire il lavoro con noi due.”

Non me lo faccio ripetere due volte...”

La prossima volta che cado dalla scopa, fammi un grosso favore... non cercare di salvarmi. Dopo quest'esperienza, l'idea di cadere da dieci metri d'altezza mi spaventa molto meno...”

Proprio in quel momento, il ramo si spostò e i due studenti finirono con un tonfo sull'erba morbida del prato.

Finalmente siamo scesi...” sussurrò Teddy, restando sdraiato per terra, e Delphini, la quale, invece, si era leggermente alzata da terra e si stava massaggiando i capelli bianchi sudati, commentò: “Ma con tutti gli alberi normali di Hogwarts, proprio uno specializzato in sberle e botte dovevi scegliere?”

Proprio in quel momento, si sentì un rombo e i due, alzando la testa, videro il tronco del Platano che si stava abbassando a tutta velocità verso di loro.

Immediatamente, i due si alzarono in piedi e corsero il più lontano possibile da esso.

Quando il tronco colpì con violenza il terreno, esso tremò leggermente.

Teddy e Delphini rimasero, ansimanti e in silenzio, a fissare l'albero, il quale, si rimise a posto da solo.

Oh, io le odio le piante...” sussurrò, all'improvviso, Delphini.


Ho parlato con Madama Chips. Christian sta bene, ha solo preso un grosso spavento. Un po' di riposo e di calma, e tornerà come nuovo. Oliver è rimasto in infermeria per aiutare lei e gli altri ragazzi.” rivelò Gal mentre rientrava affannosamente in cortile.

Aveva corso come un matto in quei dieci minuti, per un viaggio di andata e ritorno dall'infermeria, dato che era preoccupato per il cugino.

Allora? Come va?” domandò il ragazzino coi capelli rossi ad Athena e la ragazzina rispose: “Per il momento siamo in una situazione di stallo... la McGranitt sta aiutando gli altri a scendere e Madama Bumb sta cercando, senza risultato, di fermare Abel o, quantomeno, fargli riuscire a controllare di nuovo la scopa.”

E Delphi e Teddy? Li avete visti per caso?” domandò Gal e, subito, Kevin scosse la testa: “No, non si vedono da nessuna parte.”

Non erano neanche in infermeria... accidenti, spero che stiano bene...”

Staranno bene, Gal, vedrai... Delphini è una che sa badare a sé stessa.” rispose, con calma, Athena “Comunque, spero che la professoressa riesca a togliere Abel da quella situazione al più presto... la sua scopa ha iniziato a fare delle manovre pericolose come i giri...”

Aveva appena finito di parlare, che la scopa di Abel fece un giro della morte e il ragazzino cadde da essa.

Era come vedere un sacco cadere da un grattacielo... scendeva velocemente, ma, allo stesso tempo, la scena sembrava al rallentatore.

Tuttavia, all'improvviso, qualcosa di grosso e scuro si frappose tra il ragazzo e il suolo.

Non appena l'ebbe preso, l'oggetto volante, che, in realtà era Madama Bumb, raggiunse la McGranitt e disse: “L'ho preso, professoressa McGranitt.”

Come sta?”

E' svenuto, per questo è caduto, comunque respira ancora... temo che sia anemico, professoressa, perché questo spiegherebbe come mai ha perso in quel modo il controllo della scopa. Lo porto subito in infermeria.”

Dopo essere scesa a terra, Madama Bumb si fece largo tra la folla, con Abel ancora svenuto in braccio, urlando: “Fatemi passare! Qualcuno vada a dire a Madama Chips di preparare un letto in infermeria, svelti!”

S-sì, professoressa...”

Mentre la donna e la preside se ne andavano in fretta e furia, tra i vari studenti ci furono numerosi mormorii: “Che cosa sarà successo ad Abel?”

A pensarci bene, in questi giorni aveva qualcosa di strano...”

Anche Athena si mise a riflettere, mentalmente: Aveva un pessimo colorito... in effetti è la prima cosa che ho notato in lui da quando sono qui. Quel ragazzino è sempre stato incredibilmente pallido...

Beh, e adesso che si fa?” domandò, a quel punto, Gal, dando un calcio ad un sassolino per terra.

Forse potremmo cercare Teddy e Delphini... non si vedono da nessuna parte...” propose, Kevin e Gal sbuffò: “Io mi metterei a cercare solo Teddy... quell'antipatica di Delphi ci direbbe solo: 'Me la cavo da sola, addio.'”

Certo, perché ad aspettare voi...” dichiarò, scocciata, una voce femminile alle loro spalle.

Il gruppo si voltò e vide Teddy e Delphini dirigersi verso di loro.

Entrambi avevano i capelli arruffati e spettinati, il viso sporco, piccole ferite e gli abiti strappati in parecchi punti.

Immediatamente, tutto il gruppo domandò, preoccupato: “Teddy, Delphini! Che cosa vi è successo?!”

Niente che un tir di camomilla possa risolvere...” rispose, con un sussurro, Teddy.

Gal si avvicinò all'amico e, mettendogli un braccio attorno al collo, ribatté: “Mi sa che ci vuole anche un po' di fondotinta... siete sbiancati!”

Lo credo bene. Siamo finiti sul Platano Picchiatore e quello, ovviamente, si è messo a darcele di santa ragione.” fu la risposta di Teddy.


Che cosa?! E'... è malnutrizione?!”

La professoressa McGranitt si trovava nell'ufficio di Madama Chips assieme alla vecchia infermiera e a Madama Bumb collegato all'infermeria, il luogo dove visitava i pazienti con malattie che era meglio non far sapere in giro o per discutere senza farsi sentire da nessuno.

N... non è possibile, Madama Chips... tutti gli studenti ricevono tre razioni complete al giorno! Per di più, il menù è concepito appositamente per fornire loro un'alimentazione adeguata...” balbettò, senza parole, la preside, ma venne interrotta da Madama Chips, la quale rispose: “Mi perdoni, professoressa McGranitt, ma la sua anemia è senz'altro dovuta a malnutrizione. Inoltre, professoressa, ho visto che era molto magro, anzi, scheletrico. Non ho mai visto uno studente più magro e pallido di lui.”

In effetti, signora preside, il signor Nott era parecchio leggero quando l'ho sollevato. Se è malnutrito, questo spiegherebbe il motivo.” s'intromise Madama Bumb e l'infermiera aggiunse: “Inoltre, sospetto che abbia smesso di nutrirsi in maniera adeguata qualche mese prima di arrivare ad Hogwarts. Se non ci fosse stata la lezione di volo, probabilmente sarebbe riuscito a nascondere la sua malnutrizione per qualche altra settimana. Lo sforzo fisico ha esaurito le poche energie che aveva in corpo, per questo ha perso il controllo della scopa.”

La preside rimase in completo silenzio, non appena sentì quelle parole.

Uno studente malnutrito... le sembrava così assurdo... ma sapeva benissimo che Madama Chips era un ottima infermiera e se diceva che il paziente aveva quella patologia, significava che ce l'aveva.

Quello che la preside non poteva neanche solo immaginare era che due persone avevano sentito tutto.

Una era Oliver, dato che voleva chiedere a Madama Chips in quale armadietto si trovassero le medicine contro il mal di testa e aveva, per errore, finito per ascoltare la conversazione.

Imbarazzato, il ragazzino si allontanò in fretta e furia dalla porta, non accorgendosi che, dietro ad una tenda, c'era nascosta una ragazzina coi capelli rossi e le lentiggini con indosso la divisa di Serpeverde e che stava scrivendo tutto quello che aveva udito la conversazione delle tre donne su un'agenda violetta con su disegnati dei cuori rilegato in pelle.


Sul serio?! Abel Nott era denutrito da mesi?!” domandò, incredulo, Gal ad Oliver, il quale era rosso come un peperone.

Aveva cercato di mantenere il segreto, ma, purtroppo, era un libro aperto.

Pertanto, i suoi amici, l'avevano smascherato subito e aveva dovuto vuotare il sacco.

In effetti, quel ragazzo aveva un pessimo colorito e avevo notato che mangiava sempre pochissimo.” confermò Kevin e Teddy si mise a chiedersi, sospettoso: “Mi domando perché abbia preso questa decisione...”

Perché è un idiota, questa è la verità! Ma come diavolo si fa a smettere di mangiare?! Bisogna proprio essere senza cervello per prendere una decisione del genere!” sbuffò Gal, mentre Athena aggiungeva: “Beh, mi sa che si sia altamente pentito di aver fatto una cosa simile... non solo ha ricevuto una lavata di capo di quelle toste dalla preside, ma ha anche fatto perdere cento punti a Serpeverde per questo.”

E non si è limitata a questo... ha anche ordinato ai Prefetti e Capiscuola di Serpeverde di tenerlo d'occhio durante i pasti e assicurarsi che mangi sempre tutto.” rivelò Kevin “Comunque, temo che presto lo saprà tutta la scuola dei motivi per cui ha perso il controllo della scopa ieri...”

E come fai a dirlo?” domandò Oliver e Kevin rivelò: “Per via di Mafalda Prewett, meglio conosciuta come 'Radio Hogwarts'. Basta salutarla e quella comincia a raccontarti tutto di tutti.”

Ti riferisci a quella rossa con le lentiggini di Serpeverde che se ne va sempre in giro ad osservare e a fare domande, scribacchiando tutto su quel suo quaderno?” descrisse, incuriosito, Christian e Kevin annuì: “Sì, lo ha intitolato 'Gossip da corridoio' e dice che ci annota tutto quello che succede e i segreti che riesce a scovare giorno per giorno... più di una volta ha anche detto che un giorno il suo contenuto verrà reso pubblico.”

Mi auguro di no o tutti sapranno che spesso metto le mutande al contrario!” dichiarò, imbarazzato, Gal e, proprio in quel momento, Delphini lo superò e lo avvertì, con un ghigno: “Qualcosa mi dice che tutta la scuola lo saprà molto prima, grazie a te e alla tua vocina...”

Odiosa...” sibilò Gal, mentre la ragazzina, aggiungeva, senza voltarsi: “L'unica cosa odiosa e indecente in questa scuola è il tuo casco babbano.”

Per tutta risposta, Gal le fece una linguaccia.

Lui era un tipo molto tollerante e gentile... ma quando parlava con Delphini, finivano sempre per litigare o lanciarsi a vicenda delle frecciatine.

Non riusciva a capire il motivo di tutto ciò... era come se non potessero farne a meno... come se si trattasse di un loro istinto primordiale...

Ehi, Delphini! Aspetta!” tentò di chiamarla Athena, ma la ragazzina si era già allontanata saltellando come al solito.

Accidenti...” borbottò, seccata, la Corvonero e Oliver le domandò: “Qualche problema?”

No, volevo solo dirle che un mio compagno di Casa, Mopsus Walker, le voleva parlare ieri...”

Ah, lascia perdere...” le disse una voce maschile alle sue spalle.

Il gruppo si voltò e vide il ragazzino, il quale, grattandosi la testa come se fosse imbarazzato, disse: “Era una stupidaggine, non preoccuparti... volevo solo chiederle se stava bene e scusarmi per non averla presa al volo...”

Veramente non mi hai dato quell'impressione, ieri... anzi, sembravi veramente preoccupato...” fece notare Athena, ma Mopsus ribatté, prima di allontanarsi: “Ero molto nervoso, dopo quella disavventura volante... ma ti assicuro, non è niente di che. Non pensarci.”

Mentre se ne andava, fece finta di non notare l'occhiata dubbiosa e poco convinta di Athena.

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Capitolo 9
*** Voci e segreti ***


Capitolo 9: Voci e segreti


Il freddo vento autunnale faceva muovere le colorate foglie di tutti gli alberi del parco, facendone anche cadere qualcuna e farla volare in aria con dei movimenti leggiadri.

Una di esse, volteggiò in aria diverse volte, finché non si appoggiò su una finestra che rifletteva un ragazzino coi capelli rossi e con un casco babbano in testa, dormiva della grossa.

Generalmente, Gal amava distrarsi durante le lezioni e con quella di Storia della Magia, fatta dal vecchio Ruf, un fantasma, poteva persino permettersi di addormentarsi.

Era, in assoluto, l'insegnante più noioso di tutta la scuola e, più di una volta, qualcuno si era addormentato alle sue lezioni.

Il peggio della lezione, per Gal, era che doveva condividere la lezioni con le persone più simpatiche della scuola, ossia i Serpeverde e, per di più, quel giorno aveva come vicino di banco quella simpatia di Abel Nott.

Il ragazzino era così concentrato a sognare un'enorme torta di zucche magiche con tanta glassa e crema, che non si accorse del professore finché Abel non gli diede un calcio alla gamba.

Eh?! Chi, cosa, quando, come, perché?!” disse, frettolosamente, il rosso, balzando in piedi, guadagnandosi le risate dell'intera classe.

Il professor Ruf rimase un attimo in silenzio, per poi commentare: “Bene, signor Sandlers, vedo che è tornato tra noi... cominciavo a temere che si fosse addormentato per sempre e sarebbe tornato qui come fantasma.”

Perché, è successo agli studenti?”

Ma certo che no, signor Sandlers! Anche se gira questo ridicolo pettegolezzo, nessuno è mai morto nel sonno, per poi risvegliarsi come fantasma! E sono anni che faccio questo lavoro, quindi posso assicurarti che non è mai accaduto niente del genere, anche perché il mago in questione dovrebbe essere un autentico imbecille per non essersi nemmeno accorto di essere morto nel sonno!”

Delphini mise la testa sotto il banco e si mise una mano davanti alla bocca per trattenere una risata.

Aveva proprio ragione, il professore a definire un tizio del genere un imbecille... dato che non si era minimamente accorto di essere lui il soggetto del pettegolezzo, anzi, non si era neanche accorto di essere un fantasma da secoli!

A quello stupido interessavano solo i fatti storici...

Comunque, signor Sandlers, visto che si è riposato, che ne direbbe di parlare a tutta la classe della rivolta dei folletti del 1612?”

La rivolta dei folletti del 1612? Ehm...” balbettò, imbarazzato, Gal, cercando di ricordarsi quel poco che era riuscito a capire delle lezioni “C'era un tipo... un folletto... o magari due... che non andavano tanto d'accordo con i maghi... e pertanto hanno convinto i loro amici a combatterli con l'accusa che fossero tutti dei ladri?”

Immediatamente, tutta la classe, sia Grifondoro che Serpeverde, scoppiarono in una fragorosa risata.

L'unico che non l'aveva trovato per niente divertente era stato, ovviamente, Ruf, il quale, dopo aver dato un'occhiataccia al povero Grifondoro, dichiarò: “Venti punti in meno a Grifondoro. In quanto a lei, signor Sandlers, per punizione dovrà farmi un tema di minimo dieci rotoli di pergamena su cui racconta nel dettaglio tutta la vicenda della rivolta dei folletti del 1612 per lunedì.”

Ma, professore... domani c'è la festa di Halloween...”

Meglio, signor Sandlers, così avrà meno distrazioni in Sala Comune domani sera.”

Proprio in quel momento, la campanella suonò e tutti uscirono dall'aula.

Gal fu l'ultimo ad uscire, con l'aria di un condannato a morte.

Immediatamente, Christian lo raggiunse e cercò di consolarlo: “Andiamo, Gal... non fare quella faccia...”

E che faccia dovrei fare, Christian?! Quella rivolta dei folletti è come la lezione di Storia della Magia: lunga e noiosa! E come se non bastasse, grazie a lei, non potrò partecipare alla festa di Halloween di domani... e dire che l'aspettavo così tanto...” borbottò il ragazzino e, proprio in quel momento, una voce maschile divertita, lo prese in giro: “Bella la tua descrizione della rivolta dei folletti del 1612, idiota. Non vedo l'ora di assistere a quella delle guerre dei giganti, ah ah ah!”

Brutto odioso e spocchioso di un vampiro!!!” strillò, furente, Gal, mentre Abel Nott si allontanava ridendo.

E' successo qualcosa?” domandò un'altra voce maschile alle loro spalle, stavolta più gentile e incuriosita.

I due si voltarono e videro Teddy e Oliver, i quali camminavano assieme ai loro compagni di Tassorosso.

Per punizione devo scrivere per lunedì un tema sulla rivolta del folletti del 1912.” sbuffò il rosso, mentre Christian lo correggeva, sottovoce: “1612.”

Quel che è! Una data vale l'altra! Comunque, grazie a questa punizione, domani non potrò partecipare alla festa di Halloween!” si disperò Gal e Teddy cercò di consolarlo: “Ascolta, oggi è venerdì. Per arrivare a lunedì ci vogliono ancora tre giorni. Se lavori al tema ad ogni momento libero, domani potresti passare un po' di tempo alla festa, che ne dici?”

Gal si mise a riflettere un attimo, poi esultò: “Geniale, Teddy! Farò proprio così!”

Proprio in quel momento, gli occhi verdi del ragazzino caddero per caso sulle lancette del suo orologio da polso e, immediatamente, il ragazzino urlò: “Oh, cavolo! Ma è stra tardi! Meglio che ci sbrighiamo, Chris o il professor Bennet ci ammazza!”

Dopo aver detto quelle parole, Gal prese Christian per un braccio e cominciò a correre a tutta velocità per i corridoi.


Anche se quel giorno il cielo era pieno di nuvole nere che minacciavano la pioggia da un momento all'altro, tutti gli studenti mangiavano la colazione tranquillamente, in attesa che arrivassero i gufi con la posta.

Anche Kevin guardava con curiosità il soffitto.

Sapeva che non avrebbe ricevuto niente, dopotutto, i suoi genitori erano dei normali babbani, ma era comunque uno spettacolo straordinario guardare i mille gufi di tutte le specie che entravano nella Sala Grande e portavano lettere e pacchi.

Inoltre, a lui, i rapaci piacevano da impazzire...

Proprio in quel momento, i gufi entrarono nella sala, portando le loro consegne.

La maggior parte dei gufi, si recò, come al solito, al tavolo dei Serpeverde, in quanto era il tavolo con più figli di maghi.

Uno di loro, in particolare, attirò l'attenzione di Kevin.

Si trattava di un gufo reale che trasportava con le sue zampe un paniere di vimini con su un fiocco rosa.

Era l'esemplare più bello che si fosse mai visto, non solo secondo lui, ma anche per tutta la sala, dato che numerosi ragazzi, soprattutto del primo anno, alzarono la testa per guardarlo, indicandolo con ammirazione.

Il gufo volò con grazia ed eleganza finché non atterrò, tra lo stupore generale, davanti a Delphini.

Ehi, ti è arrivato qualcosa.” dichiarò, incredulo, Kevin.

Assieme a lui, Delphini era una delle poche che non riceveva mai la posta via gufo.

Nel frattempo, la ragazzina coi capelli d'argento fissava senza parole il pacco e il gufo davanti a lei.

Il gufo doveva aver sbagliato persona, non c'era altra spiegazione.

Altrimenti, come avrebbe fatto quella vecchia arpia sdentata della Rowle a mandarle un regalo?

Eppure il gufo restava immobile a guardarla, aspettando che prendesse il pacco.

Capendo che il volatile non se ne sarebbe andato finché non avrebbe preso il pacco, Delphini prese il pacco e, solo in quel momento, si accorse di una lettera legata alla zampa del gufo.

Facendo un sospiro, la ragazzina gliela tolse e, subito, il gufo si alzò in volo in un frullare d'ali.

Delphini continuò a guardare l'uccello finché non fu sparito e solo a quel punto, aprì la lettera che ancora teneva in mano.

Era un semplice biglietto con su scritta una semplice frase, in maniera elegante e raffinata: Buon compleanno, Delphini.

Delphini studiò a lungo quel biglietto, non sapendo cosa dire.

Solo la vecchia sapeva che quel giorno era il suo compleanno... ma in undici anni che convivevano, non si era mai sognata di farle gli auguri, né tanto meno farle un regalo.

Inoltre, la scrittura era troppo precisa e ordinata per appartenere a quella...

Alla fine, si mise il biglietto in tasca, con aria pensierosa.

Se era uno scherzo, doveva ammettere che era ben realizzato... ma cosa conteneva quel pacco?

Un regalo? Per lei?

No, era assurdo... eppure...

Prese il cesto e si diresse come una furia nel dormitorio di Serpeverde.

Qualunque cosa fosse, avrebbe aperto il cesto lì, lontano da occhi e orecchie indiscrete...

Kevin la osservò un attimo, poi la sua attenzione fu attirata da Abel Nott, il quale stava divorando tutto quello che era contenuto nel suo piatto.

La sgridata dalla professoressa McGranitt aveva lasciato il segno... così come la Strillettera che il ragazzino aveva ricevuto il giorno seguente alla disastrosa lezione di volo da parte di suo padre.

Comunque, Abel aveva cominciato a mangiare di nuovo, stavolta tenuto d'occhio sia dai Prefetti e dai Capiscuola di Serpeverde... e gli effetti si vedevano, dato che aveva guadagnato un aspetto più sano e roseo, con anche la sparizione delle occhiaie.

Kevin si alzò e si avvicinò ai tavoli dei Grifondoro per salutare Gal e Christian.

Fu sorpreso nel vedere il primo circondato dai libri, intento a scrivere a tutta velocità su un rotolo di pergamena.

Come va con Storia della Magia?” domandò il ragazzino e Gal, senza smettere di scrivere o di alzare la testa, rispose: “Male, malissimo! Mi mancano ancora sette rotoli per essere a posto con il compito del professor Ruf, ma non ce la posso fare!!!”

Non riesci a ricordare qualche data?” domandò Kevin, cercando di aiutarlo, ma il rosso rispose: “Tsk, magari! E' solo che ho l'incredibile talento di distrarmi mentre lavoro... ieri ho provato a scrivere qualcosa nel dormitorio, ma mi è bastato accendere un attimo la radio alle otto per ascoltare la musica e in un lampo, non so come, sono arrivate le undici! Visto che mi si chiudevano gli occhi, ho pensato di fare un sonnellino lampo per preparare il cervello allo studio e mi sono svegliato alle sette del mattino!”

Beh, il tempo vola quando ci si diverte...”

E va lento come una lumaca quando si fanno cose noiose! E intanto, stasera mi salto la festa di Halloween!”

Potresti chiedere a qualcuno se ti da una mano...”

Geniale! Però... dove trovo qualcuno in grado di reggere le lezioni di Ruf?”

Perché non chiedi a Monica di aiutarti? Se la cava abbastanza bene...” s'intromise Christian, ma Gal lo guardò in malo modo, ribattendo: “Per poi ritrovarmi a dover subire i suoi discorsi svenevoli e disgustosamente romantici? No, grazie!”

Potresti chiederlo ad Athena. E' una delle studentesse migliori di Hogwarts...” propose a quel punto Kevin e Gal si mise a riflettere.

In effetti Athena era una ragazzina molto seria e studiosa... e con lei avrebbe potuto concentrarci solo sul tema, senza nessuna voglia di ridere o scherzare... poteva funzionare!

Volo a chiederglielo!” esclamò il rosso, alzandosi a tutta velocità e cominciando a correre.

Tuttavia, si fermò di scatto quando un'enorme palla di pelo maculata e spelacchiata, gli sbarrò la strada, soffiando.

Non appena si fu un po' calmato, Gal guardò in malo modo Mrs Purr e le disse, scocciato: “Sciò, sciò! Vattene da un'altra parte, stupida gatta!”

Mrs Purr, nonostante le intimidazioni, continuò a fissare in malo modo Gal, come se lo stesse sfidando apertamente.

Borbottando, il rosso la scavalcò e si diresse verso il tavolo dei Corvonero.

Ehi, Athena!” la chiamò il rosso, avvicinandosi alla ragazzina con gli occhiali, la quale se li risistemò e domandò: “Sì?”

Ecco, io avrei un piccolo problema in Storia della Magia... cioè, a dire il vero non è tanto piccolo... anzi, diciamo che è bello grosso... comunque, io dovrei fare un tema di dieci rotoli di pergamena sulla rivolta dei folletti del 1612 e mi chiedevo se tu, ecco...”

...Ti dessi una mano con il compito.”

Esatto! Vorrei arrivare almeno alla metà prima di stasera... sai, per via della festa di Halloween...”

Athena rimase in silenzio un attimo, poi, si tolse gli occhiali e, mentre se li puliva, dichiarò: “Ci vediamo in biblioteca dopo pranzo. Dato che è sabato non ci sono lezioni pomeridiane. Vedi di essere puntuale.”

Grazie, grazie, grazie! Non sai che grosso favore mi dai!”

Guarda che ti farò lavorare sodo. Anch'io voglio andare alla festa, stasera, e se me la fai perdere, te la faccio pagare cara.”


Delphini chiuse la porta del dormitorio e chiuse le tende della stanza.

Non voleva che qualcuno la vedesse anche solo per sbaglio...

Mise il cesto sul letto e, con un po' di titubanza, lo aprì.

Non appena vide cosa c'era dentro, rimase di sasso.

Quello era... era...

Trattenendo a fatica l'emozione, Delphini si avvicinò e sussurrò: “Ciao.”

La creatura al suo interno aprì i piccoli occhi scintillanti e si mise a guardarla, incuriosito.

Tu mi hai appena parlato? Nella mia lingua?” domandò, sollevando la testa e guardando la ragazzina coi capelli d'argento, la quale, con un sorriso, annuì: “Sì. Ho questo dono da quando sono nata. L'ho scoperto una volta per caso quando sono andata ad Hyde Park quando avevo cinque anni... non immagini quanti ce ne sono nel parco e venivano vicino a me... avevo qualcosa che li attirava...”

La creatura rimase in silenzio un attimo, poi disse: “La tua energia. E' molto vicina a noi ed è molto potente... avevo sentito di umani che parlavano la nostra lingua, ma pensavo che fossero solo leggende... che sorpresa...”

Beh, non siamo poi così tanti... anche perché, questo dono è considerato un potere oscuro...”

Ci sono molti umani che ci reputano creature pericolose...”

E pensare che ci sono, nel mondo, creature molto più pericolose di voi...”

Oh, sì...”

Posso sapere da dove vieni?”

Da uno squallido negozio di animali... l'unica cosa che ricordo era il vetro della mia gabbia e un sacco di stupidi ragazzini che urlavano e che battevano il vetro cercando di svegliarmi o di farmi muovermi, mentre gli adulti mi guardavano schifati e spaventati.”

Dev'essere stato tremendo per te.”

Non immagini quanto...”

Sai, se la gente sapesse di mia madre o di mio potere, mi tratterebbero come te. Nemmeno ai maghi piace il mio potere... dicono che è magia oscura... chi ti ha comprato?”

Una signora vestita elegantemente... non l'ho vista in faccia perché era coperta da un velo. Mi ha indicato e la proprietaria mi ha messo nel cesto... poi la signora mi ha toccato con un ramo e mi sono subito addormentato, finché non mi hai svegliato.”

In ogni caso, sono contenta di averti conosciuto... come ti chiami?”

Non ce l'ho un nome. La proprietaria non ci dava mai dei nomi, per dare libero arbitrio ai futuri proprietari.”

Allora, vediamo un po'...” si mise a riflettere Delphini, per poi domandare: “Ti andrebbe se ti chiamassi Asmodeus?”

Sì, è un nome molto bello... sai, ragazzina, tu mi piaci molto... come ti chiami?”

Delphini.”

Che nome curioso...”

E' preso da una costellazione. Quella del delfino, per la precisione.”

Ah, capisco... beh, Delphini, sei davvero una ragazzina molto interessante. Non avrei mai creduto di provare interesse per un umano...”

Delphini allungò la mano verso il cesto e, subito, il lungo serpente dalla luminosa pelle verde si attorcigliò lungo tutto il suo braccio.

Delphini avvicinò il braccio al suo viso e, mentre grattava la piccola testa di Asmodeus, sussurrò, compiaciuta: “Credo proprio che noi due andremo molto d'accordo...”


Dunque, ora che abbiamo finito di pranzare, è giunto il momento di fare il tuo tema.” dichiarò la ragazzina con gli occhiali di Corvonero, trascinando per il polso il coetaneo di Grifondoro coi capelli rossi e il casco da pilota, il quale tentò di protestare: “Ma non possiamo farlo con calma fra un'ora?!”

Mi hai chiesto di aiutarti per poter andare alla festa di stasera, no? Quindi diamoci una mossa, Gal.”

I due camminarono per un po', finché non arrivarono in biblioteca, come al solito piena di gente.

Vedrai, riuscirò a farti digerire Storia della Magia.” dichiarò Athena, sedendosi davanti al grande tavolo di legno, subito imitata da Gal, il quale sbuffò: “Di sicuro non mi hai lasciato digerire il pranzo...”

Ignorando il commento, Athena si sedette e aprì un enorme volume, dicendo: “Bene, prima di tutto, partiamo con qualcosa di semplice e leggero...”

Per te quel libro sarebbe semplice e leggero?!”

Certo, ha solo 527 pagine. Una volta ne ho letto uno di 1.347.”

Sto già male...”

Su, non fare la lagna. Dunque, fammi vedere ciò che hai scritto.”

Gal glielo passò titubante e Athena lo prese e cominciò a leggerlo.

Dopo solo tre minuti, la ragazza lo abbassò e dichiarò: “Per essere un tema scritto da te... non c'è male.”

Mi stai dicendo che l'hai già letto tutto?!”

Io ho la lettura rapida. Dunque, ciò che hai scritto è abbastanza corretto, ma ti sei dimenticato di menzionare vari generali sia dei folletti che dei maghi, le date storiche e i vari trattati che vennero fatti.”

Sono importanti?”

Sì.”

La ragazzina aprì il volume e poi disse: “Dunque, adesso aggiungi questo...”


Sopra alle loro teste c'erano delle zucche volanti e in tutta la sala c'erano delle decorazioni arancioni.

Teddy ed Oliver, i quali camminavano fianco a fianco, fissarono rapiti il cielo notturno pieno di zucche e di tuoni dovuti alla tempesta che c'era fuori.

Ehi, voi del primo anno, datevi una mossa! Guardate che le decorazioni sono le stesse tutti gli anni!” protestò un ragazzo del terzo anno alle loro spalle appartenente alla loro Casa.

Scusa...” si scusò, immediatamente, Oliver, mentre Teddy, profondamente offeso, replicava: “Ehi, ma lo sai che sei veramente maleducato?! Questa è la prima volta che vediamo quelle decorazioni!”

Teddy, ti prego... lascia stare...” borbottò, imbarazzato, l'altro, prendendolo per un braccio e cercando di portarlo via “Non facciamoci rovinare la festa...”

Il giovane Metamorfomagus, si limitò a guardare in malo modo il tipo, per poi lasciarsi trascinare via dall'amico.

Oliver aveva ragione.

Non valeva la pensa di farsi rovinare la festa di Halloween per un simile deficiente...

I due Tassorosso si sedettero al loro tavolo e si misero ad ascoltare il Coro delle Rane che, guidato dal professor Vitious cantava 'In Noctem'.

Non appena il coro ebbe finito di cantare, Oliver, come il resto del corpo studentesco, fece un sonoro applauso.

Accorgendosi che Teddy, invece, aveva applaudito distrattamente, Oliver si voltò e domandò: “Qualche problema?”

No, è solo che non vedo Athena e Gal ai loro tavoli...”

Probabilmente, il tema di Gal ha preso più tempo del previsto.”

E' un peccato... così si perderanno la festa... e pensare che Gal ci teneva così tanto...”

Eh, già...”

Comunque, sono bravi quelli del Coro, eh? Le iscrizioni sono aperte dal secondo anno... magari l'anno prossimo provo ad iscrivermi, che ne dici?”

Sì, sì... tu canti bene...”

Ma, insomma, che cos'hai? Sei così assente...”

Sono solo preoccupato per Athena e Gal... la festa è cominciata, ma loro continuano a non arrivare...”

Ma dai, sono solo in una biblioteca. Non sono mica nella Foresta Proibita!”

Lo so, eppure... non mi sento tranquillo...”

I due rimasero in silenzio e, quando il Coro delle Rane cominciò a cantare 'Double Trouble', Teddy si alzò di scatto.

Dove vai?” domandò Oliver e Teddy rispose: “Li raggiungo in biblioteca. Non ho alcuna intenzione di festeggiare Halloween senza di loro! Sono miei amici!”

Aspetta, vengo con te.”

I due Tassorosso, cercando di non attirare l'attenzione, uscirono dalla Sala Grande, approfittando del fatto che erano tutti concentrati a guardare il Coro, per poi correre a tutta velocità verso la biblioteca.


Bene, direi che abbiamo finito col tuo tema.” dichiarò Athena, chiudendo l'enorme volume che aveva in mano, mentre Gal, stremato, si accasciò al duro tavolo di legno della biblioteca, sussurrando: “Finalmente... sono distrutto...”

Oh, che esagerato...”

Macché esagerato! Sei mostruosa, dico davvero! Sono ore che siamo blindati in questa stupida biblioteca per fare questa ricerca e non ci siamo distratti un attimo! Che pomeriggio pessimo...”

Dovresti ringraziarmi. Sei riuscito a finire il tema e domani potrai dedicarti alla tua attività preferita, ossia perdere tempo.”

Ah ah ah... beh, sappi che ci sono solo tre cose che detesto con tutto me stesso: i compiti, le verifiche e i compiti!”

Hai detto compiti due volte.”

Sì, lo so che l'ho già detto, ma lo ripeto perché sia chiaro che li odio davvero!”

La ragazzina fece un sospiro di rassegnazione e, mentre metteva via i libri, commentò, sottovoce: “Sei un caso disperato.”

Gal diede un'occhiata al suo orologio da polso e, sbiancando, gridò: “Oh, cavolo! Ma è stra-tardi! La festa sarà già iniziata da un pezzo! Beh, io ti precedo Athena! Ci vediamo dopo, eh!”

Ehi, aspetta! La tua borsa!” gli ricordò Athena, ma il giovane Grifondoro era già sfrecciato fuori dalla biblioteca.

Cominciò a correre come un matto per le scale, ma mise male un piede e cadde malamente.

Nonostante il dolore che sentiva in tutte le parti del corpo, Gal si rialzò e proseguì il suo cammino, ben deciso a raggiungere la festa di Halloween.

Ad un tratto notò una porta con su un cartello con su scritto Guasto.

Vedendo il cartello, Gal fece una smorfia.

Quello era il bagno di Mirtilla Malcontenta del primo piano... questo significava solo che, come al solito, le scale lo avevano portato in una direzione differente rispetto alla sua destinazione...

Il suo primo istinto fu quello di girare i tacchi e andarsene, ma un improvviso pensiero lo bloccò.

Aveva sentito che nel bagno di quel fantasma isterico c'era la leggendaria Camera dei Segreti, fatta costruire da Salazar Slytherin, uno dei quattro fondatori di Hogwarts...

Sentì l'adrenalina salirgli... stava morendo dalla voglia di entrare nel bagno e provare a raggiungere quel posto... inoltre, quel fantasma che non faceva altro che piangere e intasare un bagno delle ragazze era andata alla festa di Complemorte di Nick-quasi-senza-testa, il fantasma della sua Casa, e ne avrebbe avute per un bel pezzo...

Eccitato al massimo, Gal fece per aprire la porta quando sentì una voce femminile all'interno del bagno.

Non poteva essere Mirtilla perché la voce era calma e sicura di sé, ma la cosa strana era che non capiva un'acca di quello che stava dicendo quella voce.

Era, in assoluto, la lingua più strana che avesse mai sentito... sembrava che qualcuno stesse sibilando come un serpente...

Ad un tratto, sentì qualcosa di liscio sfiorargli la gamba.

Abbassò lo sguardo e sbiancò quando vide un grosso serpente dalla pelle color smeraldo, che gli girava intorno, fissandolo in malo modo.

Immediatamente, Gal lo scacciò via e cominciò a correre il più lontano possibile.

Non riusciva a capire come un simile serpente fosse riuscito ad entrare nella scuola... fosse l'aveva portato Pix per fare uno scherzo... in ogni caso, voleva solo allontanarsi da quella bestiaccia!

Nel frattempo, il serpente rimase in silenzio a fissare il rosso che correva come una furia giù dalle scale.

Dopo un po', la porta del bagno si aprì e una voce femminile domandò: “Qualche problema, Asmodeus?”

Solo un tipo col cappello più assurdo che abbia mai visto che ficcava il naso...”

Ah, credo di aver capito chi sia quel tipo... per caso aveva i capelli rossi?”

Sì.”

Come pensavo, era solo Gal...”

Appena mi ha visto è subito scappato via dalla paura.”

Ben fatto, Asmodeus. Ho aperto il passaggio per la Camera dei Segreti... che ne dici, ci facciamo un giro?”

Ma non vuoi andare alla festa di Halloween?”

No. E' da quando ho sentito questa storia che muoio dalla voglia di farci un giretto, anche se non sono l'Erede di Serpeverde, e stanotte è la notte perfetta. Sono tutti in Sala Grande a festeggiare, mentre noi due ci divertiremo a modo nostro, lontano da tutti e con la scusa di essere in Sala Comune.”

Un modo insolito di festeggiare il compleanno...”

Lo so, ma per me è fantastico. Dai, sali. Ci facciamo un giretto sotterraneo e poi torniamo alla Sala Comune di Serpeverde, prima che gli altri tornino e si accorgano della mia assenza.”

A quel punto, la ragazzina di undici anni coi capelli d'argento allungò la mano verso il serpente e quello si arrampicò sul suo braccio.

Sorridendogli dolcemente, Delphini rientrò nel bagno e chiuse la porta.


Accidenti, la biblioteca è chiusa!” sbuffò Teddy e Oliver propose: “Forse sono andati nella Sala Grande...”

Li avremmo incrociati... secondo me, le scale li hanno portati da un'altra parte per puro dispetto.”

Allora cosa facciamo, Teddy? Potrebbero essere ovunque...”

Proviamo a cercarli. Non possono essere andati lontano... seguimi!”

I due Tassorosso salirono sulle scale e si diressero verso il primo piano, svoltando a sinistra.

Ad un tratto, la loro attenzione fu attirata da una porta da cui provenivano strani rumori e delle voci.

Immaginando che Gal fosse entrato là dentro per esplorare il castello, approfittando del fatto che fossero tutti in Sala Grande, mentre Athena, da persona seria e ligia alle regole, cercava di farlo smettere.

Teddy prese il pomello della porta, con l'obiettivo di aprire la porta e fare una sorpresa, ma, proprio in quel momento, dall'altra parte della porta, si sentì: “Niente, non c'è niente nemmeno qui!”

I due Tassorosso sussultarono dalla paura e si guardarono, preoccupati.

Quella non era la voce di Gal o Athena e nemmeno di uno degli insegnanti, della preside o, persino, di Gazza...

Quella era la voce di uno sconosciuto e la cosa non annunciava nulla di buono...

Ne sei proprio sicuro, Zubin?” domandò un'altra voce, anch'essa maschile, e la prima rispose, seccamente: “Certo che ne sono sicuro, Woodrow! E' da mezz'ora che siamo in questa stanza a cercare una qualunque traccia, ma non abbiamo trovato un fico secco!”

Meglio che troviamo qualcosa... se torniamo ancora una volta a mani vuote, quella ci uccide.”

Come se fosse facile... questo posto è un vero e proprio labirinto! Ho svaligiato un sacco di case babbane, ma questo castello è impossibile! Ma chi ha costruito questo posto non poteva creare un posto più piccolo e modesto per poter insegnare a dei mocciosi a lanciare degli incantesimi?!”

Comunque, la volta scorsa non è stata colpa nostra... se quello stupido gatto non ci avesse attaccato, forse avremmo trovato qualcosa...”

Quel maledetto gattaccio... mi ha staccato un bel pezzo di cuoio capelluto! Ah, se mi capita di nuovo quella bestiaccia, me ne faccio un cappello!”

Beh, ormai qui abbiamo finito... che ne dici, esploriamo un'altra stanza?”

Sì, buona idea... tanto qui non c'è niente...”

Sentendo quelle parole, Teddy e Oliver si risvegliarono subito e cominciarono a correre, ma il rumore dei loro passi venne avvertito anche nella stanza e, subito, Zubin esclamò: “Ehi, hai sentito quel rumore?”

Sì... non sarà di nuovo quel gatto infernale?!”

Ma quale gatto... qui c'è qualche ragazzino un po' troppo curioso!”

Allora dobbiamo scappare prima che dia l'allarme!”

Stai scherzando?! E' solo un ragazzino, altrimenti ci avrebbe già affrontati! Sistemiamolo e continuiamo a cercare! Tanto tutti gli altri sono a festeggiare!”

Sì, ottima idea!”

Contemporaneamente, i due ragazzi continuarono a correre, finché non giunsero davanti al bagno di Mirtilla Malcontenta.

Presto, infiliamoci qui dentro e speriamo che non ci becchino!” ansimò Teddy, indicandolo, e Oliver notò: “Ma non possiamo entrare, è il bagno delle ragazze!”

Invece sì, è il bagno di Mirtilla Malcontenta e non ci va mai nessuno!”

Il Metamorfomagus prese il braccio dell'amico e aprì la porta del bagno.

Per poco, i due non si misero ad urlare.

Davanti a loro, c'era una ragazzina coi capelli d'argento, con la bacchetta puntata contro.

Delphini?! Ma cosa ci fai qui?!” domandò, senza parole, Teddy, mentre, assieme ad Oliver, entrava e chiudeva la porta del bagno, e la ragazzina ribatté, prontamente: “Cosa ci faccio qui? Cosa ci fate voi qui, piuttosto! Nel caso non l'aveste notato, questo è il bagno delle ragazze!”

Scusa, ma dobbiamo trovare un nascondiglio alla svelta, ci sono due...” cominciò Oliver, ma la ragazzina, con un'abile mossa, gli tappò la bocca e tirò fuori la bacchetta.

I tre sentirono un rumore di passi dall'altra parte che si fermarono proprio davanti alla porta.

Laggiù ci sono le scale! Presto, dobbiamo raggiungerlo!” urlò una voce, mentre un altro tentava: “Ehi, aspetta, Zubin... ecco, io stavo pensando...”

Oh, ci rifai? Lo sai, Woodrow, che tutte le volte che provi a fare il furbo, fai solo la figura dello stupido!”

Senti, e se quel ficcanaso si fosse intrufolato in quel bagno guasto?”

Oliver e Teddy, sentendo ciò, trattennero il respiro per la paura, mentre Delphini, senza perdere la calma, puntò la bacchetta verso la porta con la mano libera.

Woodrow, sei un idiota! Figurati se un ragazzino è così furbo! I mocciosi seguono l'istinto, da che mondo è mondo! E poi là dentro ci vive solo un fantasma isterico, figurati se quel moccioso ha voglia di affrontarlo! Andiamo, sbrighiamoci a scendere, prima che ci scappi!”

Va bene, Zubin... il capo sei tu...”

I passi dei due cominciarono a scendere, finché non svanirono del tutto.

Solo a quel punto, Delphini lasciò andare Oliver che, assieme a Teddy, ricominciò a respirare.

Ragazzi, che spavento... ho temuto di avere un infarto...” commentò il primo, mentre l'altro annuì: “A chi lo dici...”

Contemporaneamente, Delphini aprì leggermente e il più silenzio possibile, la porta del bagno e, senza alcun segno d'inquietudine e di paura, si mise a guardare da tutte le parti, per vedere se quei due se ne fossero davvero andati.

Teddy rimase impressionato dalla calma e dal sangue freddo che la ragazzina mostrava.

Sembrava quasi che non temesse niente... e questo la rendeva una leader molto dotata e competente.

Dopo aver controllato, Delphini si voltò di nuovo verso i due e, indicando col pollice dietro di sé, dichiarò: “Se ne sono andati. Allora?”

Allora cosa?” domandò, non capendo, Oliver e la giovane, con uno sbuffo, rispose: “Pronto, c'è nessuno? Ci sono due tizi sconosciuti che sono in giro per la scuola. Di sicuro non hanno delle buone intenzioni, altrimenti non sarebbero venuti qui approfittando del fatto che sono tutti giù a festeggiare la festa di Halloween! Prima che vi scoprissero, avete scoperto qualche cosa sul loro conto?”

Oliver e Teddy si guardarono un attimo, poi il secondo ricordò: “Hanno parlato di Mrs Purr! Hanno detto che la volta scorsa non sono riusciti a trovare niente perché hanno avuto a che fare con lei... sono loro i due intrusi del mese scorso!”

Bene, allora è tutto chiaro.” commentò Delphini e Oliver domandò: “Cosa è chiaro?”

Ma non è ovvio? Quei due sono qui per cercare qualcosa all'interno della scuola, sennò non si sarebbero scomodati a venire qui per ben due volte!” rivelò, seccata, la ragazzina.

Le sembrava di parlare con dei mocciosi delle elementari e non con dei suoi coetanei...

Dopo aver detto quelle parole, Delphini aprì la porta del bagno e dichiarò: “Beh, vado a sistemare una volta per tutte quei due intrusi. Voi due andate in Sala Grande e avvisate la McGranitt.”

Cosa?! Scordatelo! Io vengo con te!” rispose, immediatamente, Teddy, lasciando Oliver sbigottito per quell'audacia.

Delphini, si girò, con gli occhi sgranati e disse: “Scusa, puoi ripetere?”

Ho detto che vengo anch'io! Non ho alcuna intenzione di lasciarti andare da sola ad affrontare quei due!” riprese, con energia, Teddy, deciso a non cedere.

Mi auguro che tu stia scherzando... io non ho bisogno di voi, me la cavo da sola.”

Una ragazzina del primo anno contro due maghi adulti ed esperti? Ma non farmi ridere! Come minimo, ti uccidono in tre secondi!”

Ti piacerebbe... tu non sai chi sono io.”

Mentre sibilò quelle parole, Oliver ebbe l'impressione di vedere gli occhi neri di Delphini diventare rossi come il sangue, ma ciò durò solo qualche secondo e, immediatamente, essi ritornarono al solito nero, pertanto penso di esserselo immaginato o di essere stato vittima di uno scherzo della luce.

Non importa! Io non intendo lasciarti da sola! Potrebbe succederti qualcosa e non voglio che accada!” urlò Teddy e Delphini lo guardò senza parole.

Per la prima volta, a qualcuno importava di lei... e non perché poteva ricevere qualcosa in cambio, ma perché voleva aiutarla...

Immediatamente, diventò rossa come un peperone e, voltandosi di scatto, balbettò: “Oh, e va bene! Fa come credi!”

Vengo anch'io con voi!” esclamò, in quel momento, Oliver e Delphini, con un tono esasperato, borbottò: “Sì, sì, sì... unisciti anche tu...”

I tre, quindi uscirono dal bagno, ma, mentre camminava, in testa al piccolo gruppo, Delphini non poté fare a meno di sorridere dolcemente.


Ormai, Gal non aveva alcun dubbio.

Si era perso.

E anche piuttosto bene.

Dopo aver corso come un matto, per evitare quella bestiaccia, si era accorto di essersi perso in quel assurdo labirinto... come avrebbe fatto, adesso, a ritrovare la Sala Grande?

Si mise a riflettere, finché non sentì un passo leggero alle sue spalle.

Immediatamente, si nascose dietro ad un arazzo gigantesco che mostrava un tipo bastonato dai troll, perché sospettava di sapere a chi appartenevano quei passi...

Già immaginava il sorriso divertito e sadico di Gazza quando l'avrebbe beccato a farsi un giretto non autorizzato... per non parlare delle risate che si sarebbe fatta quella stupida gatta spelacchiata!

Tuttavia, quando i passi furono più vicini, Gal sgranò gli occhi quando sentì la voce di Abel Nott dire, con la voce più allegra che avesse mai sentito dalle sue labbra: “Certo che sono stati davvero gentili a darci come al solito tutto quel cibo senza fare domande, vero? Se penso che la prima volta che sono sceso laggiù, pensavo di rubarlo... invece, appena mi hanno visto, non la finivano più di riempirmi le braccia e il cestino con del cibo!”

Gal rimase senza parole quando gli parve di sentire un rumore... come qualcuno che annuiva...

Oh, insomma... ti ho detto mille volte di non parlare con la bocca piena. Non è da signorine!” continuò la voce di Abel, mentre si allontanava dal Gal e dal suo nascondiglio, e, ad un tratto, Gal sentì una porta aprirsi e la voce di Abel dire: “E non mettermi il muso... anche se non ti vedo, so benissimo che ce l'hai. Guarda che io ti conosco.”

Non appena la porta si chiuse, Gal uscì fuori dall'arazzo e corse nella direzione in cui si era diretto Abel, ma rimase di sasso quando vide solo un muro e nessuna porta, così come non si vedeva da nessuna parte il Serpeverde.

Eppure era certo di aver sentito la voce di Abel e anche una porta che si apriva...

Scrollò le spalle e si diresse di nuovo verso le scale.

Di sicuro era stato solo frutto della sua immaginazione...


Athena stava camminando sulle scale con una borsa a tracolla e un'altra, piuttosto rovinata, in mano.

Quello stupido di Gal era schizzato fuori dalla biblioteca dopo la lezione e, come un perfetto rimbambito, si era dimenticato la sua borsa e, pertanto, si era ritrovata a prendersela a carico, con l'intenzione di riconsegnargliela il giorno seguente.

Adesso, era troppo stanca per andare alla festa, dover insegnare Storia della Magia ad una zucca vuota era veramente tremendo...

Si era fatta un bel bagno rilassante, approfittando del fatto che non c'era nessuno e adesso si stava dirigendo verso la Torre di Corvonero, con l'obiettivo di leggere un po' e poi andare a letto.

Ad un tratto, svoltò l'angolo e urlò dalla paura, facendo cadere per terra la borsa di Gal: davanti a lei c'erano due tizi che non aveva mai visto primo.

Athena avrebbe voluto prendere la bacchetta per sistemare i due, ma non ce la faceva.

Sentiva le ginocchia tremarle dalla paura... se qualcuno l'avesse toccata, probabilmente sarebbe caduta per terra come un sacco di patate.

Ehi, Zubin! Credo proprio che l'abbiamo trovato quel brutto spione!” disse un tipo alto e pelato, mentre l'altro, che era più basso e con un basco in testa, annuì: “Già, che sorpresa. Credeva di averci seminati, quella furbetta, e invece... guardala, Woodrow, sta tremando dalla paura!”

Athena cercò di chiedere aiuto, ma dalla sua gola non riusciva ad uscire niente... non osava nemmeno pensare a cosa sarebbe successo adesso... nessuno sarebbe venuto in suo soccorso...

Ciò che la ragazzina non sapeva era che, dietro ad una colonna, Teddy, Oliver e Delphini stavano osservando la scena.

Oh, accidenti! Per colpa nostra, credono che Athena li abbia spiati e le faranno del male ingiustamente!” sussurrò, preoccupato, Oliver, mentre Teddy tirò fuori la bacchetta e, senza mezzi termini, disse: “Andiamo ad aiutarla, presto!”

Stava per dire un incantesimo, quando Delphini gli tappò la bocca e gli sibilò: “Non gridare, tonto, sennò ci scoprono. Il fatto che quei due non sanno che noi siamo qui, è di vitale importanza, ma per vincere dobbiamo saper giocare bene le nostre carte. Venite con me e pensiamo ad un piano.”

Teddy sentiva di dover combattere subito per salvare Athena, ma sapeva che, purtroppo, Delphini aveva ragione.

Dovevano prima studiare un piano per mantenere il loro vantaggio e sconfiggere i loro avversari, dato che si trattava pur sempre di maghi adulti...

All'improvviso, Delphini domandò a Teddy, senza mezzi termini: “So che conosci i proprietari dei famosi 'Tiri vispi Weasley', non è che per caso ti hanno dato della Polvere Buiopesto peruviana?”

Sì.- annuì, immediatamente, il ragazzino -Me l'ha mandata zio George di nascosto da sua madre e da mia nonna...”

Ce l'hai?”

Un attimo che controllo...”

Teddy aprì la borsa che portava a tracolla e, dopo aver frugato un attimo al suo interno, dichiarò: “Sì! Ho con me un vasetto!”

Perfetto, ecco il piano: la lanciamo a quei delinquenti e approfittiamo del buio improvviso per portare via Athena e correre ad informare la McGranitt. Quei due si faranno prendere dal panico, perché con questa polvere, non funziona più alcun incantesimo d'illuminazione, ma abbiamo solo pochi minuti di tempo prima che l'effetto svanisca e tutto torni come prima. Pertanto, il fattore tempo è fondamentale. Una volta individuata Athena, dobbiamo allontanarci il più velocemente possibile e raggiungere la Sala Grande, prima che quelli ci diano di nuovo la caccia. Pensate di farcela?” propose la ragazzina, per poi guardare negli occhi i suoi interlocutori, in attesa di una risposta.

Teddy rimase un attimo a riflettere, per poi annuire, con convinzione: “Sì, sono pronto.”

E allora andiamo.”

Teddy passò alla compagna un vasetto, la quale sussurrò: “Al mio tre, correte, intesi?”

Sì.”

Bene. Uno... due... TRE!”

Con tutta la forza che aveva in corpo, Delphini lanciò il vasetto che si schiantò al centro del corridoio, facendo uscire una densa nuvola nera.

Adesso!” urlò la ragazzina, correndo dentro di essa, seguita da Teddy e Oliver.

Athena, non preoccuparti, siamo noi! Siamo venuti a salvarti! Dove sei?!” chiamò Oliver e una spaventata voce femminile gli rispose: “Sono qui! Non si vede niente!”

Ad un tratto, si sentì un urlo e la voce imbarazzata di Teddy: “Tranquilla, Athena, sono io, Teddy, quello che ti ha preso il polso... Oliver, Delphini! Presto, scappiamo!”

Sentendo quelle parole, la voce di Zubin urlò: “Stanno scappando! Presto, Woodrow, inseguili!”

Subito, capo!”

Ma, quasi subito, si sentì un urlo e numerosi tonfi.

Quell'idiota... è caduto giù dalle scale... vorrà dire che mi occuperò io di quei mocciosi infernali quando questa maledetta nebbia sarà finita...” borbottò il mago, mentre la polvere cominciò a diradarsi.

Quando la nebbia scomparve del tutto e poté vedere davanti a sé, sgranò gli occhi per la sorpresa.

Davanti a lui, infatti, c'era una ragazzina coi capelli d'argento, ad eccezione di alcune ciocche azzurre, gli occhi neri, con lo stemma di Serpeverde sulla divisa, con le braccia incrociate e la bacchetta nella mano destra.

E tu chi diavolo sei?” domandò, senza parole, Zubin e la ragazzina: “Sono Delphini Black, studentessa di Serpeverde del primo anno. Per la cronaca, sono una dei mocciosi infernali e colei che ha avuto l'idea della Polvere Buiopesto peruviana.”

Quindi hai voluto restare indietro per permettere ai tuoi amici di levare le tende?”

Amici? Io li chiamo semplici conoscenti. Comunque, non sto permettendo a nessuno di scappare. Molto semplicemente, ho deciso di restare qui per combattere contro di te e migliorare le mie abilità da duellante.”

Ma chi ti credi di essere, ragazzina? Pensi di essere al Club dei Duellanti? Guarda che io non sono mica un avversario al tuo livello! Potrei farti molto male...”

Per tutta risposta, Delphini si mise in posa e, con un sorriso beffardo, rispose: “Buffo... potrei dirti la stessa cosa.”

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Capitolo 10
*** Colpi di spada, colpi di bacchetta ***


Capitolo 10: Colpi di spada, colpi di bacchetta


Lo strano tonfo proveniente dalla fine del corridoio, fece voltare di scatto Gal.

Sembrava il suono di qualcuno caduto giù dalle scale, ma gli sembrava così assurdo... dopotutto, era lui quello che cadeva sempre dalle scale.

Si diresse verso il suono del rumore e rimase senza parole, quando vide un tizio che non aveva mai visto prima, rialzarsi dolorante e massaggiarsi la schiena, sussurrando: “Accidenti, che botta... maledetta nebbia...”

Immediatamente, Gal si nascose dietro ad un'armatura, per riflettere.

Quello era un intruso... forse lo stesso della volta scorsa!

Tutta la scuola e i suoi amici erano in pericolo!

Doveva assolutamente fare qualcosa!

L'unico problema era che... non aveva la bacchetta a portata di mano.

Quel giorno avevano avuto solo erbologia e pozioni, dove la bacchetta non serviva, perciò l'aveva lasciata nel suo dormitorio... e dopo pranzo, Athena l'aveva portato subito in biblioteca per finire quel mostruoso tema per Ruf...

E adesso era bloccato lì.

Voleva uscire dal nascondiglio e affrontare quel tizio, ma senza bacchetta era praticamente rovinato... se fosse uscito senza un'arma, sarebbe stato solo ridicolo...

Quello l'avrebbe sconfitto in tre secondi... riusciva quasi a sentire la risata beffarda di Delphini, la quale gli avrebbe detto, senza troppe cerimonie, che era proprio uno stupido... ma non poteva restarsene immobile a non fare niente.

Doveva affrontarlo e combattere contro di lui... glielo diceva il suo istinto!

Alzò lo sguardo e sgranò gli occhi per la sorpresa.

Davanti a lui c'era un bambino suo coetaneo coi capelli rossi, le lentiggini e gli occhi verdi, con un grande sorriso e il volto sporco.

Stranamente, non indossava la divisa di Hogwarts, ma vecchi, sporchi e logori abiti che Gal non aveva mai visto in vita sua e sulla testa portava un vecchio e malandato cappello a punta che gli stava così largo che gli copriva gli occhi e il ragazzino doveva tenerselo su con una mano, il quale gli era, stranamente, familiare...

Non appena ebbe focalizzato bene il cappello, spalancò la bocca, senza parole.

Quello era il Cappello Parlante!

Ma come faceva ad avercelo sulla testa?!

Doveva trovarsi nell'ufficio della McGranitt...

Chi era quel ragazzino così strano?! E poi, come faceva a restarsene così tranquillo senza bacchetta e con un intruso a pochi passi da loro? Anzi, se le stava nel mezzo del corridoio, incurante del tipo...

Poi, improvvisamente il misterioso ragazzino indicò qualcosa nella sua direzione e, voltandosi, vide un'armatura con una spada.

Per caso...

Ehi, scusa... per caso, vuoi che usi questa spada per affrontare quel tizio?” domandò, sottovoce, Gal e il ragazzino, sempre col suo allegro sorriso, annuì.

Gal si mise a guardare in silenzio la spada... sì, era un metodo un po' vecchio per difendersi, ma così non avrebbe fatto la figura del deficiente incosciente...

Tolse la spada dall'armatura, la quale era, stranamente, molto leggera e, dirigendosi verso il tizio e, senza troppe cerimonie, annunciò: “Non so chi diavolo sei tu, ma ti consiglio di lasciare subito la scuola, se non vuoi finire male!”

Il tizio si voltò per vedere chi lo stesse sfidando e quando capì che si trattava solo di un ragazzino, scoppiò a ridere: “Ma chi credi di spaventare, ragazzino? Non hai nemmeno la bacchetta! Fai solo ridere, proprio come quel tuo stupido cappello che hai in testa!”

Beh, ho quest'arma e ciò sarà più che sufficiente!” dichiarò Gal, mostrando con orgoglio la sua spada, mentre Woodrow domandava, sempre trattenendo le risate: “Una spada? Ah ah ah ah ah! Quella roba, ormai, non si usa più! E, soprattutto, non può difenderti”

E invece, io la uso! Avanti, affrontami se ne hai il coraggio!”

Come vuoi, ragazzino... Pietrificus Totalus!”

Il colpo uscì improvviso dalla bacchetta e, d'istinto, Gal si mise la spada davanti, come se volesse proteggersi.

L'incantesimo, pertanto, colpì la spada, ma, inaspettatamente, questo rimbalzò, e colpì un topo lì vicino che diventò immobile.

Cosa diavolo...?!” sussurrò il tizio, senza parole, mentre Gal, nonostante fosse altrettanto sorpreso da quello sviluppo, esultò: “Come puoi vedere, non sono così sprovveduto... il nostro sarà uno scontro equo!”


Se credi di fare la spiritosa, caschi male, ragazzina!” dichiarò Zubin, puntandole contro la bacchetta.

Delphini osservò il mago in silenzio, per poi domandare: “Ti è mai stato insegnato come ci si sfida a duello?”

Eh?! Ma che razza di domanda è?! Certo che sì!”

Bene, allora saprai che prima di tutto ci si deve inchinare... bisogna osservare le regole nel dettaglio, perché rispettarle significa avere un'ottima conoscenza delle buone maniere...”

Non ho alcuna intenzione di farmi fare la predica da una ragazzina di undici anni!” sbottò l'uomo, lanciandole contro un incantesimo.

Per tutta risposta, Delphini parò l'attacco con un Finite Incantatem, per poi guardare con uno sguardo omicida l'avversario e sibilare, mentre gli occhi diventavano rossi come il sangue: “Ho detto che prima di tutto ci si deve inchinare!”

Poi, senza emettere alcun suono, dalla sua bacchetta partì un raggio che centrò in pieno il nemico e che lo fece sbattere contro un'armatura.

Il mago si rialzò dolorante e, senza parole, vide che Delphini se ne stava immobile, con un sorrisetto sadico, accarezzando dolcemente la bacchetta.

Anche se gli occhi erano di nuovo neri, Zubir capì che quella non era un'avversaria da sottovalutare... e, cosa più importante, non era neanche troppo sana di mente.

Qualunque persona avrebbe pensato solo a schivare i colpi e ad attaccare, invece a quella lì interessava solo il rispetto delle regole.

Tuttavia, il colpo che gli aveva lanciato era stato potente... troppo potente...

Si affrettò ad alzarsi e ad inchinarsi, anche se in maniera molto goffa.

Delphini, però, parve soddisfatta e, con un sorrisetto, disse: “Molto bene... visto che è importante seguire le regole?”

A quel punto, anche Delphini, s'inchinò, ma in maniera molto più elegante e raffinata.

Chiunque fossero i genitori di quella ragazzina dovevano essere delle persone molto ricche ed importanti... adesso che ci pensava meglio, c'era una famiglia di maghi molto ricca e influente chiamata Black, che faceva persino parte delle Sacre Ventotto... ma no, era ridicolo!

Gli ultimi due eredi maschi erano morti da tempo... Regulus durante la Prima Ascesa del Signore Oscuro e Sirius durante la battaglia all'Ufficio Misteri tredici anni prima... ma quella ragazzina era troppo giovane per essere la figlia di una di loro... eppure...

Molto bene, adesso che abbiamo finito i convenevoli, possiamo iniziare.” dichiarò Delphini, mentre l'avversario, dichiarava: “Era ora, maledetta piccola peste! Ti farò rimpiangere di essere stata così imprudente e spiritosa!”

Non ho paura di te. Fa pure del tuo peggio.”


E' meglio... se ci fermiamo un attimo... tanto non sembra che ci stiano inseguendo...” dichiarò Teddy, ansimando pesantemente.

Immediatamente, Oliver e Athena smisero di correre e si accasciarono per terra, per poter respirare.

Dopo un po', Teddy si voltò e si accorse che c'era una persona che mancava all'appello.

Ehi, un momento... dov'è Delphini?” domandò Teddy e Oliver rispose: “Ma... io credevo che fosse dietro di noi...”

Anch'io...”

Non ci volle molto perché i due Tassorosso capirono com'erano andate le cose.

Quella furbetta...” commentò Oliver, mentre Teddy dichiarava, adirato: “Questa me la paga! Non ha fatto altro che parlare del salvataggio che avremmo fatto insieme per tutto il tempo, ma, invece, voleva solo sbarazzarsi di noi alla prima occasione!”

Mentre il compagno di Casa protestava, adirato, Oliver si avvicinò ad Athena, la quale si stava riprendendo sia dalla corsa che dallo spavento e le domandò, preoccupato: “Tutto bene?”

Sì... adesso che sono lontana, mi sto riprendendo... scusatemi... anche se avevo la bacchetta a portata di mano, non sono riuscita ad usarla per la paura... vi devo essere sembrata proprio infantile...” balbettò, imbarazzata, la ragazzina, ma Oliver la rincuorò subito: “Non preoccuparti. Anch'io mi sarei spaventato a morte se mi fossi trovato in quella situazione... però, è meglio affrontarla la paura, sennò finisce che continui a vivere nel terrore e, dopo, non riesci più ad essere felice.”

Athena rimase sorpresa dalla profondità di Oliver, il quale, molto spesso, preferiva restarsene in silenzio, ma, quando parlava, rivelava la sua profondità.

Dopo un po', la ragazzina si alzò in piedi e dichiarò, con orgoglio: “Non alcuna intenzione di rivederli neanche come Molliccio! Ho altre cose che mi spaventano!” Non appena finì di parlare, Oliver prese una tavoletta di cioccolato dalla sua borsa, per poi dirle, con un sorriso, mentre gliela passava: “Il cioccolato è la pozione migliore per recuperare le energie e, soprattutto, per riprendersi da brutte esperienze. Garantisco che funziona. Quando le cose vanno male, mangiare qualcosa di dolce fa sempre bene.”

La ragazzina fece un sorriso, per poi dire: “Avete ragione. E' stato un momento di debolezza, ma adesso sono pronta a combattere, farò vedere i sorci verdi a quei maledetti farabutti!”

Brava, così si parla! E se vuoi, puoi metterlo in pratica anche adesso.” dichiarò Teddy “Vado ad aiutare Delphini. Se volete, potete venire con me.”

D'accordo!” esclamò, piena di grinta, Athena “Ho giusto una gran voglia di dare a quelli una bella lezione...”


Mise di nuovo la spada davanti a sé e, ancora una volta, parò l'attacco dell'avversario, il quale, invece, colpì un'armatura lì vicino.

Deciso a fare lui, stavolta, il primo attacco, Gal sollevò la spada e cercò di tirare un colpo, ma, sfortunatamente, prese male la mira ed essa colpì l'armatura di fianco a sé, facendola cadere assieme alle altre dieci di fianco a sé.

Gal cercò di spostarla, ma gli diede così tanta forza ed energia che, invece, colpì il quadro nel muro, provocando un bello squarcio.

Ehi!” protestò il soggetto, adirato, e Gal, imbarazzato, si scusò: “Mi scusi!”

Combattere con la spada era più difficile del previsto... aveva già fatto cadere un centinaio di armature e rotto vari quadri e arazzi...

La McGranitt l'avrebbe, ovviamente, ucciso... però, dopotutto, era la prima volta che combatteva con la spada... inoltre, anche Woodrow doveva schivare numerosi fendenti di spada...

Ma guarda dove vai, stupido ragazzino!” protestò il ladro e, il rosso, imbarazzato, ammise: “Scusa, è la prima volta che uso la spada... e temo di avere qualche piccolo problema...”

Alla faccia del piccolo, moccioso! Mi hai quasi rapato i capelli con quella roba!”

Guardala dal lato positivo... se decidessi d'intraprendere la carriera militare babbana risparmieresti il costo del parrucchiere.”

Ma mi prendi anche in giro?!”

Vedendo che con l'attacco era tremendamente negato, Gal decise di continuare ad usare la spada come arma difensiva, sperando che, finalmente, qualcuno venisse ad aiutarlo.

Ad un tratto, sentì un rumore provenire sotto di lui e, abbassando gli occhi, vide un lampo di luce azzurra provenire da qualche piano sopra di lui.

Qualcuno stava combattendo... magari era anche in pericolo di vita... doveva assolutamente salvarlo!

Deciso a distrarre l'avversario, per correre in aiuto della persona in pericolo, Gal si mise nella posizione di un giocatore di baseball quando si prepara a ricevere la palla, la quale l'aveva vista una volta nel televisore di suo zio.

Non appena l'avversario ebbe lanciato l'incantesimo, Gal lo parò ancora una volta, ma decise di rispedirlo indietro.

L'attacco era molto potente e il ragazzino capì che si trovava in una fase di stallo.

Uno dei due sarebbe crollato, permettendo all'altro di vincere... ma chi?

L'unica cosa che Gal sapeva con certezza era che la spada non avrebbe retto a lungo e, quando si sarebbe rotta, lui avrebbe perso la battaglia.

Non l'avrebbe permesso assolutamente!

Doveva resistere... doveva usare tutta la sua forza!

Cominciando ad urlare per la fatica, la rabbia e le disperazione, Gal cominciò a incanalare tutta la sua forza nelle braccia e nella spada.

Alla fine, con un ultimo ed estremo sforzo, il ragazzino riuscì a rispedire indietro l'attacco.

Cosa diavolo...?!” urlò Woodrow, prima che l'incantesimo lo colpisse in pieno allo stomaco e, con incredibile violenza, lo fece volare all'indietro finché non colpì in pieno una bacheca piena zeppa di medaglie e trofei, sparpagliandoli da tutte le parti e generando un gran baccano.

Gal ansimò pesantemente, stremato e coi capelli rossi spettinati.

Ce l'aveva fatta... ce l'aveva fatta!

Era riuscito a sconfiggere un avversario armato solo di una spada, un'arma considerata da tutti fuori moda e senza più alcun valore!

Si sentiva un campione, anzi un drago!

Chissà che faccia avrebbero fatto Christian e gli altri, non appena avessero saputo della vicenda... comunque, una volta che quella storia fosse finita, avrebbe imparato ad usare la spada.

Proprio in quel momento, si sentì un altro colpo proveniente dall'alto e Gal riprese il controllo di sé stesso.

Non c'era tempo da perdere!

Una persona si trovava in pericolo e lui doveva salvarla!


Sapete, forse non è necessario combattere...” esclamò, ad un tratto, Athena e gli altri due ragazzi si voltarono a guardarla, incuriositi.

Cosa intendi?” domandò Oliver e Athena rispose: “Ascoltate, Teddy è un Metamorfomagus... se prendesse le sembianze di una cosa che questi intrusi temono, li spaventerebbe e quelli se ne andrebbero.”

In effetti, potrebbe funzionare...- ammise Teddy -Ma io posso assumere completamente solo l'aspetto fisico di una persona. Per gli animali, invece, prendo solo alcune piccole caratteristiche, ma per la maggior parte, resto umano.”

Nessun problema. Trasformati in una persona che sappiamo per certo che li terrorizzi.” propose Athena e Teddy fece notare: “Ma dove troviamo una persona che li spaventerà a morte?”

Aveva appena formulato quella frase che un pensiero gli attraversò la mente e, assieme a lui, anche Athena e Teddy.

Perché non provi a prendere le sembianze di Tu-sai-chi?” propose Athena e Teddy, con una faccia disgustata, fece notare: “Ma Voldemort è morto da undici anni... non pensi che si farebbero due domande, vedendoselo davanti?”

Lo so, ma dobbiamo tentare... se non funziona, combattiamo.” dichiarò la ragazzina, cercando di trattenere un brivido quando Teddy pronunciò il suo nome “Credimi, Tu-sai-chi fa ancora paura a molti maghi. Con questo stratagemma riusciremo a sconfiggerli.”

Potrei prendere le sembianze della McGranitt...”

Certo, la cosa li spaventerebbe, ma quasi subito ti attaccherebbero e scoprirebbero che non sei la vera preside. Con Tu-sai-chi, invece... vedendoti con quell'aspetto non proveranno nemmeno ad attaccarti, perché la cosa equivalerebbe ad un vero e proprio suicidio. Credimi, Teddy, nemmeno a me entusiasma vedermi davanti la faccia di Tu-sai-chi... ma è la soluzione migliore, credimi.”

E va bene... non sono sicuro che funzionerà, ma proviamo.”

Teddy fece un bel respiro profondo, poi cominciò a concentrarsi.

Pensò al viso di Voldemort, alla sua espressione sadica, le sue dita lunghe, al suo volto massacrato dagli Horcrux e i suoi occhi da serpente rosso sangue...

Ad un tratto, lo sentì.

Un formicolio lo avvolse in tutto il computer, partendo dai piedi e risalendo per tutto il corpo fino alla testa.

Mentre si trasformava, continuò a pensare a Voldemort.

Se si fosse distratto anche solo un attimo con una trasformazione così complessa, sarebbe stato un macello.

Sentì che stava diventando sempre più alto e che la pelle continuava a prudergli sempre di più, ma doveva resistere finché la metamorfosi non avesse funzionato e non fosse stata stabile.

Finalmente, sentì il pizzicore diminuire, finché non smise del tutto.

Solo a quel punto, Teddy aprì gli occhi e guardò i suoi due compagni, i quali, se prima erano, più o meno, della sua altezza, adesso sembravano molto più bassi, lo fissarono senza parole e leggermente spaventati.

Accidenti...” si lasciò sfuggire Oliver, mentre Teddy domandava: “Ha funzionato?”

Sì, ha decisamente funzionato.” rispose Athena, cercando di riprendersi.

Anche se sapeva benissimo che quello davanti a lei era Teddy, faceva una certa impressione vedersi davanti Voldemort...

Come sto?” domandò, nervoso, il ragazzo e Oliver rispose: “Sei spaventoso.”

Un motivo in più per muoverci subito. Sistemiamo la cosa, prima che mi veda qualcuno e si scateni un putiferio.” fece Teddy, ma Athena lo fermò: “Aspetta, non puoi ancora andare!”

Perché? Mi sembra di avere lo stesso aspetto di Voldemort... ho per caso sbagliato qualcosa nella trasformazione?”

No, no, tranquillo... esteticamente, sei identico a lui... il problema sono i vestiti.”

Perché? Cos'hanno che non va?”

Indossi la divisa di Tassorosso, la Casa meno appropriata per Tu-sai-chi. Vedendoti con indosso quella, noteranno che c'è qualcosa che non quadra.” spiegò Athena, mentre Oliver aggiungeva: “Hai ragione... senza offesa, ma con la nostra divisa non fai tanta paura, anzi, sei quasi buffo...”

In effetti, avete ragione... ma dove lo posso trovare un vestito che Voldemort indosserebbe?”

Proprio in quel momento, Oliver si voltò e notò una piccola porta.

Istintivamente, si diresse verso di essa e l'aprì, restando senza parole.

Ragazzi, presto, venite!”chiamò, senza parole, il ragazzino e i due lo raggiunsero.

Oliver indicò la porta e Teddy e Athena rimasero a loro volta increduli quando videro cosa c'era al loro interno.

Era un armadio con tante tuniche nere da adulto.

Direi che abbiamo risolto il problema del vestito.” rispose Athena, mentre Teddy ne prese una e se la mise davanti.

Sembra che mi stia bene...” rispose, dopo un po', il ragazzino e Athena annuì: “Già, che gran colpo di fortuna è stato trovare questo armadio... e credo che c'è abbastanza spazio perché tu possa cambiarti là dentro. Comunque, cerca di fare una voce fredda, calma e tagliente. Immagina di parlare come un serpente, che è poi quello che faceva anche lui.”

Teddy fece un profondo respiro.

L'idea di travestirsi da Voldemort non gli piaceva neanche un po'... ma Delphini era in pericolo e doveva salvarla, dopotutto l'aveva quasi fatta ammazzare con la storia del Platano Picchiatore, anche se lui stesso se l'era cavata per miracolo... poteva fingere di starsi travestendo per una festa di Halloween!

Entrò dentro l'armadio e chiuse la porta.


Delphini ansimò, mentre si passava una mano sulla fronte per togliersi il sudore.

Quello era davvero un mago esperto e preparato... ma non aveva alcuna intenzione di arrendersi.

Sarebbe diventata la migliore duellante della scuola e sarebbe diventata un Auror non appena finita la scuola!

Sarebbe diventata il contrario di ciò che era diventata sua madre... forse era una di quelle forme di ribellione degli adolescenti, ma, in ogni caso, sarebbe diventata così importante e famosa da oscurare la sinistra fama di lei... lei sarebbe stata solo Delphini Black, una delle più grandi Auror della storia!

Quando avrebbero pensato a lei, non avrebbero pensato subito che era la figlia di Bellatrix Lestrange, ma che era la più grande Auror della sua generazione!

Solo a quel punto sarebbe stata finalmente libera dall'inquietante ombra di sua madre!

Ma per ottenere tutto ciò, doveva diventare un Auror e, pertanto, doveva essere la migliore!

Flipendo!” urlò la ragazzina e l'avversario lo parò con un Finite Incantatem.

Anche lui era sempre più stanco... quella, adesso, era appena diventata una vera e propria sfida alla resistenza.

Chi avrebbe ceduto, avrebbe perso.

Nonostante la stanchezza, Delphini si ripromise che avrebbe continuato.

Dopotutto, era una delle persone più testarde e ostinate che conosceva...

Proprio in quel momento, la ragazzina sentì un urlo alle sue spalle: “Arrivo!!!”

Sentendo quella voce, Delphini alzò gli occhi al cielo.

Non aveva nemmeno bisogno di voltarsi per vedere chi stava scendendo le scale come una furia...

Fermi tutti! Ci sono anch'io!” gridò Gal posizionandosi di fianco a Delphini.

La ragazzina fece un sospiro seccato.

Avrebbe voluto sistemarlo da sola quel tizio, ma non poteva negare che una bacchetta in un momento del genere potesse essere utile...

Diede un'occhiata a Gal e sgranò gli occhi quando vide che Gal non aveva in mano nessuna bacchetta, ma una spada.

Aveva un terribile presentimento...

Dimmi che non intendi combattere con quella spada!” dichiarò, seccata, e, proprio come temeva, il rosso rispose: “Certo che sì.”

Vedendo la faccia che fece la coetanea, Gal protestò: “Cosa significa quell'espressione?!”

Che sei un idiota, ecco cosa significa! Vuoi combattere un mago adulto ed esperto con uno spiedo?!”

Prima di tutto, questa è una spada forgiata da... qualcuno di molto importante, quindi bisognerebbe farle tanto di cappello!”

Hai mai duellato con una spada?”

No, ho un po' improvvisato poco fa... ma me la cavo benino...”

Allora siamo fregati.”

Tutta questa situazione dimostrava solo che, alla fine, doveva sempre cavarsela da sola...

Proprio in quel momento, Zubin urlò: “Confundo!” e Delphini, prontamente, urlò: “Protego!”

Dopo di che, urlò: “Incendio!”

Dalla bacchetta di Delphini uscì una fiamma che per poco non colpì Zubin.

Gal la fissò in silenzio, senza parole, mentre continuava a duellare e a lanciare incantesimi all'avversario.

Aveva sentito parlare delle abilità di Delphini, ma non credeva fosse così brava e potente... forse era allo stesso livello di quelli del quarto anno!

Ad un tratto, Gal si accorse che Delphini si stava avvicinando pericolosamente alle scale.

Se non avesse fatto attenzione, come minimo sarebbe caduta!

Attenta!!!” gridò Gal per avvertirla e, subito, Delphini si voltò a guardarlo, dicendo: “Eh?!”

La sua distrazione, permise all'avversario di gridare: “Expelliarmus!”

Prima che la ragazzina potesse fermare l'attacco con un incantesimo di protezione, l'incantesimo colpì la sua mano, facendole cadere la bacchetta e, immediatamente, Zubin urlò: “Accio bacchetta!”

Porca miseria!” imprecò Delphini, mentre la sua bacchetta finiva nelle mani dell'avversario, il quale ridacchiò: “Fine dei giochi, mocciosi. Adesso, siete in mio potere!”

Guardò tutto contento, i due ragazzini, i quali cominciarono a sgranare gli occhi e Gal, cominciò a sbiancare e ad aprire la bocca per la paura.

Ah, vedo che avete paura di me... ottimo, perché è questo che dovete provare... avreste dovuto capirlo prima di affrontarmi!” si vantò l'uomo, ma Delphini ribatté: “Non ha paura di te, scemo! Ma della persona dietro di te!”

Incuriosito, l'uomo si voltò e vide un viso mostruoso simile a quello di un serpente e con due occhi rossi come il sangue.

Immediatamente, Zubin sbiancò e, con un sorriso terrorizzato, balbettò: “T... t... t...”

Non riuscendo a produrre alcun suono, si mise ad urlare e a scappare.

Delphini, vedendolo così spaventato, ne approfittò per fargli uno sgambetto e farlo ruzzolare giù dalle scale.

Nonostante il dolore, l'uomo si rialzò e ricominciò a scappare, finché non scomparve del tutto.

Nel frattempo, Gal osservava senza fiatare la creatura davanti a sé, ma, alla fine, gli puntò contro la spada e dichiarò, cercando di far smettere alla mano di tremare come una foglia: “Tu-sai-chi, io sono un orgoglioso Grifondoro e, pertanto, non ho paura di te! Avanti, affrontami! Ho una spada e non ho paura di usarla!”

Dacci un taglio, Gal. Quello non è Voldemort.” dichiarò Delphini, la quale si era ripresa la sua bacchetta che Zubin aveva lasciato cadere mentre scappava dalla paura, assieme alla sua.

Gal si voltò verso la coetanea, incredulo per il fatto che avesse nominato il suo nome con tanta sicurezza e tranquillità, e le domandò: “Eh?! Ma cosa dici?!”

Ignorandolo, Delphini si avvicinò all'essere e consigliò, col suo tono arrogante: “Teddy, ti consiglio di tornare normale, prima che ti veda qualcuno e tutta la scuola ti attacchi.”

Immediatamente, l'uomo davanti ai due si abbassò fino ad arrivare alla loro altezza, la pelle divenne più rosea, comparve un naso normale, gli occhi diventarono marroni e apparvero dei capelli blu, mentre la tunica nera diventava sempre più larga.

Gal restò senza parole: assistere dal vivo alla trasformazione radicale di un Metamorfomagus, era qualcosa di davvero pazzesco!

Finalmente è finita... non ne potevo più di assumere le sue sembianze... se mi avesse visto mia nonna, le sarebbe venuto un infarto...” borbottò il ragazzino, grattandosi i capelli blu, per poi domandare a Delphini: “Come hai fatto a capire che ero io?”

L'ho percepito.”

Eh? Cosa intendi?”

Non lo so con precisione... ho sentito che il Voldemort che stava davanti a me stava provando disgusto e orrore verso di sé per il fatto che stava spaventando le persone davanti a lui... così ho capito che quello non era il vero Voldemort perché lo sanno tutti che ha un alto culto di sé stesso e vedere delle persone spaventate da lui lo avrebbe reso solo euforico... ho pensato in che modo una persona potesse assumere le sue sembianze e ho capito che eri tu, dato che sei l'unico Metamorfomagus della scuola. Comunque, i miei complimenti per la trasformazione è stata davvero fantastica e precisa. Ti consiglio di allenarla, così diventerai un ottimo Auror.”

Ehm... grazie...”

Proprio in quel momento, giunsero anche Oliver ed Athena, i quali affermarono: “Sei stato fantastico, Teddy!”

Grazie... anche se devo ammettere che è stata una strana sensazione diventare Voldemort...”

Mentre il gruppo parlava, Delphini cominciò ad allontanarsi in punta di piedi.

Doveva ritornare subito al Sotterraneo di Serpeverde, altrimenti avrebbe rischiato di essere coinvolta in quel macello assieme agli altri...

Cosa diamine è successo qui?!” tuonò una voce femminile e Delphini imprecò sottovoce.

Troppo tardi.

Anche Teddy, Oliver, Athena e Gal si misero a guardare nella direzione della voce, temendo di sapere chi era...

Voltandosi, i quattro si trovarono davanti alla professoressa McGranitt, visibilmente infuriata, accompagnata da Gazza e dagli altri insegnanti.

Signorina Black, torni immediatamente qui. Mi auguro che abbiate un'ottima giustificazione per tutto questo.” dichiarò la preside, guardandoli in malo modo, e Gal domandò: “Difendersi da due intrusi con pessime intenzioni vale come giustifica?”

La McGranitt sgranò gli occhi a quella rivelazione, per poi dire: “Raccontatemi cos'è successo e non tralasciate niente.”

Con qualche titubanza, Teddy spiegò: “Io e Oliver eravamo alla ricerca di Gal e Athena perché erano in ritardo per la festa ed eravamo preoccupati... stavamo per aprire una porta del primo piano, quando abbiamo sentito la voce di due sconosciuti... temo che siano gli stessi del mese scorso, professoressa, perché dicevano che l'ultima volta non erano riusciti a trovare niente a causa di Mrs Purr.”

Capisco. Continui pure, signor Lupin.”

Quando abbiamo capito che stavano per uscire, ci siamo intrufolati nel bagno di Mirtilla Malcontenta, dove abbiamo trovato Delphini e siamo rimasti lì finché non se ne sono andati.”

E lei cosa ci faceva in quel bagno, signorina Black?” domandò la preside, guardando la ragazzina, ma lei rispose subito prontamente: “Stavo cercando il mio animale domestico, professoressa. E' uscito dal Sotterraneo di Serpeverde e io dovevo assolutamente ritrovarlo.”

Da quando hai un animale domestico?” domandò, incredulo, Gal e Delphini rispose: “Da diciotto ore.”

E che specie è?”

Abbassa la testa e lo scoprirai.”

Gal fece come gli era stato ordinato e si mise ad urlare.

Di fianco a lui c'era lo stesso serpente che aveva visto nel bagno del secondo piano.

Anche gli altri ragazzi ed insegnanti fissarono sgomenti l'animale che strisciò verso la ragazzina coi capelli argentati, la quale, nel frattempo, si era inginocchiata, allungando il braccio verso di esso, il quale, senza alcuna paura, si avvolse su di esso.

Lui è Asmodeus, il mio serpente.” lo presentò, senza alcun timore, Delphini e Gal, sgomento, disse: “Il tuo animale domestico sarebbe un serpente?!”

Qualche problema?”

Ma quale persona sana di mente si terrebbe un serpente come animale domestico?!”

Parla quello che ha voluto affrontare degli intrusi e un finto Voldemort con una spada!”

Cos'è questa storia del finto Voldemort?” domandò, incredula, la McGranitt e Teddy, imbarazzato, rivelò: “Ero io, professoressa... ho assunto le sue sembianze su suggerimento di Athena per spaventare gli intrusi.”

Ah, ecco perché indossa una tunica nera così larga... le consiglio di darsi una sistemata, Lupin.” commentò la preside, alludendo alla spalla scoperta del ragazzino e, proprio in quel momento, Gazza urlò: “Professoressa McGranitt!!! I-i-i-il piano di sotto... e a dir poco distrutto! I trofei e le armature sono sottosopra, mentre gli arazzi e i quadri sono stati tagliati in due! Ah, se becco il responsabile...!!!”

Ad un tratto, si sentì un cupo miagolio e una gatta spelacchiata si mise a soffiare verso Gal.

Immediatamente, Gazza capì: “Sei tu il responsabile di quel macello, eh? Aspetta che siamo nel mio ufficio e vedrai...”

Non l'ho fatto apposta! Era la prima volta che combattevo con la spada, pertanto ero un po' sbilanciato!” protestò il rosso e, incredula, la McGranitt domandò, incredula: “Sandlers, ha combattuto un mago con una spada?!”

Esattamente, professoressa! Ho dovuto usarla perché la mia bacchetta era rimasta nel dormitorio di Grifondoro. Certo, mi limitavo perlopiù a difendermi, perché nell'attacco ero un po' carente... ma, alla fine, ho fatto rimbalzare l'attacco verso di lui e l'ho sconfitto, anche se ho provocato un po' di danni al piano...”

Una cosa veramente eccezionale, professoressa!” esclamò, ammirato, il professor Lumacorno “Combattere e sconfiggere un avversario adulto, difendendosi con una spada, un'arma che i maghi non usano più da secoli, ed essere uno studente del primo anno! Non è certo roba da tutti i giorni... hai molto potenziale, ragazzo!”

Horace, non è il momento per i complimenti! Sandlers avrebbe potuto morire per la sua incoscienza!” ribatté, sdegnata, la preside, per poi domandare: “Mi spiega come l'è venuta in mente un'idea tanto stupida, Sandlers? Voleva farsi ammazzare per caso?”

Certo che no, ho solo seguito il consiglio di quel ragazzino!”

Ma di quale ragazzino sta parlando, Sandlers?”

Non ho idea di chi fosse, non l'avevo mai visto prima... non indossava la divisa della scuola, ma dei vecchi e logori abiti strani... e aveva in testa il Cappello Parlante!”

Cosa?!”

Sì... gli era talmente largo che doveva tenerlo su con una mano... ma era il Cappello Parlante, ne sono sicuro!”

Che sciocchezza, Sandlers. Il Cappello Parlante è nel mio studio e nessuno conosce la parola d'ordine, a parte me.”

Eppure sono sicuro di quello che dico... comunque, mi ha indicato una spada e mi ha fatto capire che voleva che combattessi con quella.”

E' sicuro che non fosse una visione, Sandlers?”

Ne sono sicuro, professoressa.” affermò il rosso e una donna vestita in maniera strana affermò: “Dev'esserci stato un contatto tra te e l'aldilà. Qualcosa che ti ha permesso di vedere il futuro! Presto, ragazzo, dimmi... in passato hai avuto altre visioni?”

Sibilla, ti prego. Non è il momento di fare Divinazione!” sbottò, infastidita, la McGranitt e la donna borbottò: “Peccato... si avvertiva un'incredibile aura... spero tanto che al terzo anno sceglierai Divinazione. Possiedi una grande aura di veggente.”

Ehm, grazie, professoressa... ci penserò...”

Tornando a noi, perché voi tre, quando quegli intrusi non vi hanno trovati, non siete corsi in Sala Grande per avvisarmi?” domandò la McGranitt, guardando Oliver, Teddy e Delphini.

La ragazzina coi capelli d'argento s'innervosì.

Se la preside avesse scoperto che lei era in giro per il castello per affrontare quegli intrusi, le avrebbe tolto un bel po' di punti... già Serpeverde stava cercando di recuperare quelli che Abel Nott aveva fatto perdere...

Ci stavamo andando, professoressa, ma poi abbiamo visto che Athena era stata aggredita da quegli sconosciuti.” dichiarò, all'improvviso, Oliver, facendo restare la ragazzina senza parole.

Sì, esatto. Ci dispiace aver agito un po' d'impulso, ma dovevamo salvarla.” aggiunse, subito, Teddy e Delphini dovette fare una faticaccia per trattenersi.

Quei due, nonostante li avesse ingannati, stavano cercando di aiutarla?!

Ma erano scemi, per caso?!

Se lei fosse stata al posto loro, li avrebbe denunciati senza pensarci due volte, per ripicca nei loro confronti!

E allora perché stavano dicendo quelle parole?!

I Tassorosso erano proprio dei sempliciotti senza cervello!

Sì, hanno ragione, professoressa... io stavo tornando alla Torre di Corvonero dopo aver aiutato Gal col suo tema, quando me li sono trovata davanti! Non immagina che spavento...” s'intromise Athena.

La McGranitt rimase in silenzio un attimo, poi domandò: “E cosa avete fatto per aiutare la signorina Doyle?”

Delphini ha escogitato un piano: mi ha chiesto di lanciare della Polvere Buiopesto peruviana di mio zio George.” spiegò Teddy e la McGranitt rispose “Ah, sì, ricordo benissimo quella polvere... e poi?”

Come avevamo pianificato, Delphini è rimasta indietro per trattenere gli intrusi, mentre noi due e Athena correvamo ad avvertirla... solo che eravamo troppo in ansia per lei, così abbiamo deciso di tornare indietro. Lungo la strada, Athena ha avuto l'idea di far travestire Teddy da Lei-sa-chi e ha funzionato.” continuò Oliver, mentre Delphini lo guardava allibita.

Perché continuava a coprirla?! Lo sapeva benissimo che li aveva bidonati in piena regola... doveva avere un secondo fine.

Nessuno faceva niente per niente... probabilmente voleva che si sentisse in debito con lui e ricattarla in seguito... ma aveva proprio sbagliato persona!

Signorina Black, ha davvero affrontato quegli intrusi?! Non pensa che avrebbero potuto ucciderla?!” domandò, senza parole, la preside e la ragazzina rispose: “Me la cavo con i duelli. Per questo avevamo deciso così.”

Sì, professoressa, è davvero brava coi duelli. L'ho vista combattere ed era eccezionale. Possedeva un'ottima tecnica. Non ho mai visto una studentessa del primo anno più brava nei duelli.” rivelò un quadro e la preside, guardandola, domandò, incuriosita: “Black, hai mai duellato prima d'ora?”

No, professoressa. Era la mia prima volta.” dichiarò la ragazzina, mentre il quadro, dichiarava, senza parole: “Sul serio?! Beh, se continui ad allenarti nei duelli diventerai una delle migliori duellanti! Per caso, i tuoi genitori erano bravi nei duelli?”

Beh... in effetti, ho sentito dire che mia madre era brava a combattere...” ammise la ragazzina, mentre pensava ai vari duelli che aveva affrontato nella sua intensa vita che aveva letto sui libri.

La McGranitt rimase un attimo in silenzio, per poi domandare a Gal: “E lei cosa ci faceva in giro per il castello, signor Sandlers?”

Ecco, professoressa, io... mi ero perso...” ammise, leggermente imbarazzato, il Grifondoro.

La McGranitt fece un sospiro, per poi dire: “Lupin, Ferrars, Black. Per via del vostro atto, avete fatto guadagnare quindici punti ciascuno alle vostre Case. Tuttavia, ne dovrò togliere dieci per i vostri comportamenti al limite dell'irresponsabilità.”

Va bene, professoressa.” annuirono i tre.

Delphini si mise a riflettere, mentre accarezzava Asmodeus sulla testa: cinque punti in più per Serpeverde... sempre meglio di niente.

La preside si voltò verso Athena e le disse: “Per via del suo piano ingegnoso e con assenza di rischi, lei, invece, signorina Doyle, ha fatto guadagnare cinque punti a Corvonero. In quanto a lei, signor Sandlers, ha fatto perdere venti punti a Grifondoro, per via del pasticcio che ha combinato con la spada, ma ne ha fatto guadagnare quindici.”

Gal ebbe la voglia di dire alla professoressa che era un po' ingiusto, ma intuì che era meglio tacere, quando si accorse che Mrs Purr lo stava tenendo d'occhio.

Mentre le faceva di nascosto la linguaccia, la preside continuò: “Inoltre, sarete puniti tutti e cinque. Aiuterete il signor Gazza con le pulizie domani.”

I cinque fecero un sospiro di delusione... avevano tanto sperato che la preside evitasse la punizione...

E adesso, tornate nei vostri dormitori. Professoressa Sprite, accompagni il signor Lupin e il signor Ferrars al Seminterrato di Tassorosso. Professor Vitious e professor Lumacorno, voi occupatevi delle signorine Doyle e Black. Madama Bumb, le affido il signor Sandlers.” ordinò la preside, per poi dire: “Gli altri vengano con me a cercare questi benedetti intrusi. E speriamo di capire finalmente come sono riusciti ad entrare per ben due volte ad Hogwarts!”

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Capitolo 11
*** Un invito esclusivo ***


Capitolo 11: Un invito esclusivo


Adesso non avrete più il tempo di ficcare il naso in giro...” ridacchiò Gazza, mentre i cinque ragazzini che pulivano con foga ed energia i trofei e le medaglie sparse per terra “Olio di gomito, mi raccomando! Niente magia!”

Dopo un po', il vecchio, con ancora il suo sorrisetto divertito, si allontanò, ma fece in tempo a fare un'ultima raccomandazione: “Prima di pranzo, l'intero salone dei trofei deve brillare, mi sono spiegato?”

Brutto vecchio sdentato...” sibilò Gal, mentre spazzolava con una scopa per terra, facendogli la linguaccia, e Oliver cercò di calmarlo: “Dai, Gal... fa' solo il suo lavoro...”

E, invece, se la gode un mondo, ci scommetto la testa!” dichiarò Gal, con rabbia, e Delphini, la quale, invece, stava lucidando un vecchio trofeo, ribatté: “Perché non scommetti quel tuo brutto casco? Almeno, se perdi, ci libereremo dell'orrore di vedere quel coso ogni giorno.”

Ehi, non è brutto, è solo un... tipo.”

Sì, un tipo di schifezza. Mi domando da chi diavolo hai preso l'abitudine d'indossare vecchi e brutti cappelli... dev'essere una roba di famiglia, non c'è altra spiegazione.”

Molto divertente... invece, nella tua famiglia è il brutto carattere ad essere ereditario!”

Ah!”

Il gruppo continuò a pulire e a riordinare il salone dei trofei, il quale era rimasto vittima del combattimento più assurdo e incredibile della storia di Hogwarts...

Mi stupisce che Gazza ci abbia lasciati da soli...” commentò Oliver, ma Athena rivelò: “Ti sbagli, non ci ha lasciati da soli.”

Davvero? E come fai a dirlo?”

Guarda su quell'armadio.”

Oliver alzò lo sguardo e vide Mrs Purr che se ne stava lì appollaiata come un avvoltoio, intenta a tenerli d'occhio.

Il gruppo continuò a lucidare e a pulire, finché Teddy non esclamò: “Ehi, guardate che cosa ho trovato!”

Il gruppo si avvicinò al giovane Tassorosso e vide che aveva in mano un grosso volume.

Cos'è?” domandò Gal e, subito, il ragazzo rivelò: “Si tratta dell'elenco di tutti i Caposcuola e dei Prefetti della scuola di Hogwarts. Che ne dite, ci diamo un'occhiata?”

Un rauco e spaventoso miagolio li fece capire che era una pessima idea.

Stupida gatta impicciona!” sibilò Gal, mentre Delphini commentò, indicandola col pollice: “Se riesci a distrarre il Sergente Maggiore...”

Proprio in quel momento, si sentirono degli scoppi provenienti dal terzo piano.

Immediatamente, Mrs Purr scese dall'armadio e corse a vedere cosa stesse succedendo.

Ma cos'è questo baccano?” domandò, incredula, Athena e Gal rispose, con un sorrisetto: “Nulla, solo Pix che fa un po' di casino...”

C'entri qualcosa, vero?” indovinò, immediatamente, Delphini e Teddy ammise: “Veramente c'entro anch'io... mentre andavamo a far colazione, io e Gal abbiamo trovato Pix e gli abbiamo chiesto di fare un po' di baccano, in modo da distrarre Gazza e Mrs Purr.”

Già, e avreste dovuto vedere quant'era contento quando ha saputo che lo scherzo era per Gazza!”

Quando poi gli ho detto che ero il figlio di Nymphadora Tonks e dell'amico di James Potter e Sirius Black, oltre al fatto che conoscevo George Weasley, è andato in brodo di giuggiole. Mi ha trattato con sommo rispetto e mi ha assicurato che in mio onore avrebbe fatto un bel disastro.”

Il gruppo prese il libro e cominciò a sfogliarlo, finché Teddy non esclamò: “Eccolo, l'ho trovato!”

Il gruppo si avvicinò e vide che il ragazzino era nella pagina dedicata ai Prefetti di Grifondoro e che guardava un nome: Remus John Lupin.

Era tuo padre?” domandò Oliver, avvicinandosi, e Teddy annuì: “Sì, lo zio Harry mi ha raccontato che diventò Prefetto di Grifondoro.”

Caspita, che onore.”

Beh, secondo lo zio Harry, il preside lo scelse soltanto per tenere a bada James Potter e Sirius Black.”

E diventò anche Caposcuola?”

No, quello toccò ai genitori di mio zio Harry. In quegli anni, James si era un po' calmato...”

E tua madre?”

Beh, non era a scuola con mio padre, perché era molto più giovane di lui... però, non diventò né Prefetto né Caposcuola di Tassorosso... era troppo casinista. Però, mio nonno materno diventò sia Prefetto che Caposcuola.”

Sul serio?! Vediamo un po'...” esclamò Gal, prendendo il libro a tutta velocità, mentre Teddy cercava di calmarlo: “Ehi, cerca di andarci piano...”

Trovato!” esclamò Gal, mostrando un nome: Edward Tonks.

Sì, era mio nonno.” ammise Teddy e Gal domandò: “Sai se anche tua nonna è diventata Prefetto o Caposcuola?”

Non ne ho idea... potresti darci un'occhiata... ma dovresti dare un'occhiata tra i Serpeverde. Nella sua famiglia natale, tutti sono finiti a Serpeverde tranne Sirius.”

Prossima fermata... Serpeverde!”

Cerca Andromeda Black.”

Sissignore!”

Gal sfogliò qualche pagina e, dopo aver guardato un attimo una pagina, esclamò, grattandosi la testa: “Niente da fare. L'unica ragazza col cognome Black che vedo in questo elenco è una certa Bellatrix...”

Sentendo quel nome, Delphini sgranò subito gli occhi e prese il libro senza chiedere.

Leggendo, la ragazzina scoprì che sua madre era stata sia Prefetto che Caposcuola di Serpeverde.

Si stupì del fatto che nell'elenco non compariva suo padre, Rodolphus Lestrange... ma notò che il compagno maschio sia Prefetto che Caposcuola di sua madre era Rabastan Lestrange, il fratello di suo padre... probabilmente era così che si erano conosciuti...

Come mai t'interessano tanto i Prefetti e i Caposcuola di Serpeverde? Speri di farne parte anche tu?” le domandò, divertito, Gal, guardando l'elenco, e la ragazzina, prontamente, rispose: “E perché no? Tanto ho più possibilità di te di diventare Prefetto e Caposcuola, anche se, ad essere sincera, chiunque avrebbe più possibilità di te di diventare anche solo uno dei due.”

Beh, io sono contento. Guarda che ottenere anche solo una di quelle due cariche significa dover essere responsabili e noiosi, mentre io, invece, voglio vivere la mia vita all'insegna della libertà.”

Spero per te che questo tuo stile di vita non decreti la tua morte.”

Ad un tratto, Gal notò un nome nell'elenco e prese a sua volta il libro per leggerlo meglio.

Delphini sbiancò.

Probabilmente, aveva visto il cognome Lestrange vicino al nome Bellatrix e aveva collegato le cose...

Adesso si stava di certo domandando perché mostrava tanto interesse per Bellatrix Lestrange...

Questo nome non mi è nuovo...” sussurrò il rosso, mentre Delphini sentì il volto diventarle incandescente, come le succedeva ogni volta che qualcuno si accorgeva dei suoi trucchi.

Doveva inventarsi una scusa... qualcosa che giustificasse il suo interesse e il perché loro due avevano lo stesso cognome...

Adesso mi ricordo dove l'ho già visto!” sbottò Gal, mentre Delphini si preparava a tirare fuori la bacchetta.

Non aveva mai usato un incantesimo potente come Oblivion prima di allora e poteva essere pericoloso... ma si trattava del suo futuro...

Inaspettatamente, Gal si mise a guardare tra i vari trofei e, prendendone uno, sbottò: “Lo sapevo, lo sapevo! Un cognome del genere non me lo scordo! Razza di perfettino fortunato di Serpeverde!!!”

Delphini fece una faccia allibita.

Ma a chi si stava riferendo quell'idiota?

Anche gli altri, evidentemente, stavano cercando di capire a chi si stesse riferendo Gal, infatti Oliver si avvicinò e domandò: “Ehm... c'è qualche problema, Gal?”

Certo, guarda qua!” dichiarò Gal, mostrando una coppa con un'iscrizione che Athena, mentre si sistemava gli occhiali, lesse: “'Questa coppa è stata data a T. O. Riddle nel 1943 per servigi speciali resi alla scuola'... e quindi?”

Quindi, mi spiegate perché questo stramaledetto Riddle ha ottenuto un premio per servigi speciali resi alla scuola, mentre io che l'ho protetta da un intruso sono stato punito?!” sbottò Gal, mentre Delphini commentava: “Il mondo è ingiusto, bello.”

Beh, forse perché aveva delle responsabilità e delle libertà in più rispetto a noi ragazzi del primo anno... qui c'è scritto che diventò Prefetto nel 1943, lo stesso anno in cui ottenne quella coppa.” rivelò Oliver, guardando nell'elenco, e ciò fece disperare ancora di più il povero Gal: “Ma che cavolo! Perché questi intrusi non sono venuti qui al mio quinto anno?! Così avrei avuto anch'io un trofeo!!!”

Ignorando la cagnara del compagno, Delphini diede un'occhiata al nome completo di quel tipo: Tom Orvoloson Riddle... qualcosa le diceva che doveva trattarsi di un nato babbano dal primo nome e dal cognome... però quel secondo nome era strano... era troppo particolare per appartenere ad un babbano... ma anche per i maghi quello era un nome molto raro...

Ad un tratto, si accorse dall'elenco che, parecchi anni prima, c'era stato un Caposcuola sempre di Serpeverde di nome Orvoloson Gaunt.

Non poteva essere una coincidenza... perché due tizi entrambi di Serpeverde avevano lo stesso nome molto particolare?

Ci doveva essere un collegamento... anche perché, il cognome Gaunt faceva parte delle Sacre Ventotto, proprio come la famiglia Black...

Ma... non ci posso credere! Questo Riddle ha persino ottenuto una medaglia per Merito Magico!!!” urlò, all'improvviso, Gal “Sto cominciando ad odiarlo questo tizio... mi ricorda troppo Lancy... scommetto che era un antipatico So-tutto-io come lui e Abel Nott!”

Gal, dai, lascia perdere... in fondo, questo Riddle è vissuto molto prima di noi...” disse Teddy, cercando di mettere a posto un trofeo.

Sfortunatamente, non si accorse di una medaglia per terra che lo fece scivolare per terra.

Nel tentativo di non cadere, si aggrappò ad uno scaffale, ma ciò fece cadere tutte le medaglie e i premi su di esso.

Teddy!” dissero, istintivamente, gli altri quattro ragazzini e il ragazzino borbottò, imbarazzato: “Scusate, ragazzi... basta solo che mi distragga un attimo...”

Con un sospiro, Delphini prese la coppa di Riddle e la mise a posto sullo scaffale.

In fondo, Teddy aveva ragione: quel Tom Orvoloson Riddle era stato uno studente come un altro che era stato in quella scuola prima di loro.

Qualunque fosse il suo rapporto con Orvoloson Gaunt, non la riguardava.

Dopotutto, lei non aveva alcun legame con lui, a parte il fatto che entrambi erano di Serpeverde...


Dunque, vediamo un po'...” sibilò Gazza, guardando con molta attenzione il corridoio dei trofei.

I cinque ragazzini erano leggermente nervosi.

Gazza era il tipo di persona che era capace di trovare della polvere invisibile...

Mmh... discreto... sì, qui avete finito.” disse, alla fine, l'uomo e il gruppo poté fare un sospiro di sollievo.

Ora, visto che è una splendida giornata di sole, che ne direste di andare fuori?” domandò l'uomo e il gruppo si guardò, allibito.

Quindi... abbiamo finito la punizione?” domandò, speranzoso, Gal, ma Gazza, con un sorriso acido, disse: “Ma certo che no, Sandlers. Intendevo dire che ci sono un paio di bei lavoretti da fare fuori.”

Gal fece una smorfia.

Avrebbe dovuto immaginarselo che c'era la fregatura da qualche parte... in fondo si trattava di Gazza.

Su, forza, muoversi! Il lavoro vi aspetta!” dichiarò, divertito, l'uomo, seguito dai cinque ragazzini.

Sembrava un generale che muoveva la truppa, mentre Mrs Purr chiudeva la fila, come se volesse controllare che nessuno cercasse di svignarsela.

Il gruppo fece il giro del giardino, finché non si trovò davanti ad un enorme parco pieno zeppo di alberi.

Uao, ma guarda quante querce...” sussurrò, ammirato, Gal, ma Gazza rispose: “Sono ciliegi, ignorante.”

C'è differenza?” domandò Gal, mentre Delphini commentava, con un sospiro di esasperazione: “Che deficiente.”

In ogni caso, dovete raccogliere le foglie cadute, capito? E senza magia.” l'informò Gazza, dando ad ognuno di loro una scopa.

Non appena a Gal venne data la sua, il rosso protestò: “Ma non è giusto! Ci sono così tante foglie in giro...”

Allora inizia subito, ragazzino.”

Dopo averlo minacciato, Gazza s'inginocchiò e accarezzando la testa di Mrs Purr, la quale gli fece le fusa, le disse: “Purtroppo devo assentarmi un secondo, ciccina... devo stanare quel maledetto Pix. Ha rubato una spada dal corridoio delle armature. Vedrai che stavolta riusciremo a farlo cacciare una volta per tutte... tieni d'occhio i ragazzini.”

Per tutta risposta, la gatta fece un miagolio e Gazza, voltandosi verso il gruppo, li avvisò: “Non azzardatevi a fare i furbi. Vi lascio Mrs Purr, capito?”

Dopo aver detto, quelle parole, il custode si allontanò e Athena propose: “Ognuno si prenda un albero e cominci a raccogliere le foglie di quello, che ne dite?”

Ottima idea.” annuì Teddy.

Il gruppo cominciò a lavorare, mentre il sole di quel caldo pomeridiano di Novembre li riscaldava.

Se penso che fra un mese tutto sarà ricoperto di neve...” commentò Athena e Teddy le domandò, incuriosito: “Per Natale rimani qui o torni a casa?”

Tornerò a casa. Il Natale lo festeggiamo con tutta la famiglia al gran completo.” rispose la ragazzina e Teddy ammise: “Anch'io penso che tornerò a casa. Andrò alla Tana con mia nonna a festeggiare il Natale.”

La Tana? E cos'è?” domandò, incuriosito, Oliver e il compagno spiegò: “Il nome della casa della famiglia Weasley. E' piccola, eppure si riesce sempre a trovare lo spazio per tutti. Inoltre, ci sono gli gnomi nel giardino e un fantasma nella soffitta!”

Sembra un posto divertente.”

Non immagini quanto, Oliver... magari se ci organizziamo, l'anno prossimo potrete venire a festeggiare il Natale assieme a me alla Tana, che ne dite?” propose il Metamorfomagus e subito Gal annuì: “Io ci sono, contaci!”

Ci proverò...” balbettò Oliver, mentre Athena annuì: “A me piacerebbe.”

Accorgendosi che Delphini non aveva nemmeno risposto, Teddy le domandò: “E tu, Delphini? Vorresti venire?”

No.” fu la secca risposta della ragazzina, intenta a raccogliere le foglie.

Teddy la guardò sorpreso e le domandò: “Eh? Ma ne sei proprio sicura?”

Certo. Ho tutte le intenzioni di restare ad Hogwarts sia a Natale che a Pasqua.”

Ok...”

Dopo un po', Oliver commentò: “Non mi sarei mai aspettato di trovare dei ciliegi ad Hogwarts... scommetto che in primavera ci sarà uno spettacolo stupendo! Mi domando come mai la preside abbia fatto piantare queste piante...”

Beh, a dire la verità, Oliver... questi alberi sono stati piantati per uno scopo... molto particolare...” gli rivelò, imbarazzata, Athena e il ragazzino domandò: “Cioè?”

Ecco, vedi... dopo la Battaglia di Hogwarts c'erano i corpi dei Mangiamorte e di Voldemort... solo che, ovviamente, nessuno li voleva... ma la McGranitt e Harry Potter non volevano buttarli in pasto ai corvi...”

Mi stai dicendo che li hanno seppelliti qui? Questo è il cimitero di Voldemort e dei suoi uomini?”

Esatto. Se ci fai caso, sulla corteccia di ogni ciliegio è stato anche scritto il nome del defunto...”

Athena si voltò verso Oliver e vide che era sbiancato.

Qualcosa non va?” domandò, preoccupata, la ragazzina e il compagno ammise: “N-niente... mi sono solo venuti i brividi al pensiero di trovarmi sopra a dei cadaveri... non mi piacciono i morti e quelle cose da film horror babbano...”

Dopo aver detto quelle parole, il ragazzino tornò al lavoro più velocemente di prima.

Nel frattempo, Teddy si avvicinò a Gal e gli domandò, incuriosito: “Senti, Gal... perché non mi parli un po' di quel ragazzino che hai visto ieri sera?”

Sentendo quelle parole, il Grifondoro si voltò incredulo e domandò: “Mi credi?”

Beh, sì... non mi sembri il tipo che s'inventerebbe qualcosa per farsi pubblicità...” rivelò Teddy e, immediatamente, Gal gli saltò addosso e gridò: “Grazie, grazie, grazie! Sei l'unico che mi abbia creduto! Tutti gli altri dicevano che me lo sono inventato per giustificare la mia folle idea, persino Christian aveva dei dubbi! Invece tu... ti adoro!”

Un po' imbarazzato, Teddy gli disse: “Ehm, Gal... mi stai soffocando!”

Oh, scusa!”

Una volta che i due si furono staccati, il Tassorosso domandò: “Allora, per questo ragazzino? Me ne parli?”

Ho fatto di meglio.” esclamò Gal e, tutto orgoglioso, mostrò un disegno piuttosto brutto che rappresentava un ragazzino coi capelli rossi, strani abiti e il Cappello Parlante.

Sarebbe questo il misterioso ragazzino che hai visto?” domandò il Metamorfomagus e il rosso annuì: “Più o meno sì... non sono un asso in disegno.”

Potrei prenderlo?”

Certo, è tutto tuo.”

Teddy lo prese e se lo studiò con attenzione.

Di per sé, il disegno non gli diceva niente, a parte che era un tipo parecchio sorridente e pieno d'energia.

Questi abiti sono un po' strani...” commentò Teddy, toccando con l'indice gli indumenti della persona ritratta, e Gal annuì: “L'ho notato anch'io... non ne ho mai visti di simili...”

Dovremo fare una ricerca in Biblioteca.”

Oppure potremmo chiedere ad Athena se ha mai visto abiti di questo tipo. Lei sa sempre tutto e adora i libri.”

Però c'è una cosa che non capisco... hai visto un perfetto estraneo comparire nel nulla, che ti ha consigliato di usare una spada per difenderti... non ti sei fatto qualche domanda, tipo 'Chi è?' o 'Da dove viene?'”

So che può sembrare assurdo, ma sapevo di potermi fidare di lui... era una sensazione.”

Beh, in un certo senso quella sensazione si è rivelata veritiera... ciò ti ha permesso di difenderti... vado a portare questo disegno ad Athena per chiederle se conosce un indumento simile.”

Fa pure.”

Teddy si allontanò e Gal tornò a raggruppare le foglie.

Non appena il compagno si fu allontanato, diede un'occhiata a Mrs Purr.

Quella stupida gatta spelacchiata era impegnata a tenere d'occhio Oliver.

In punta di piedi, si allontanò e, non appena si fu assicurato di non essere più sotto il tiro di quella gattaccia, tirò fuori una bacchetta e una piccola spada giocattolo che sembrava presa da un modellino.

A quel punto, il ragazzino sussurrò: “Engorgio.”

Subito, la spada s'ingrandì e Gal fece un sorriso.

Dopo che aveva combattuto con la spada la notte prima, si sentiva eccitato e voleva a tutti i costi imparare a duellare con la spada.

Voleva anche attaccare e non solo difendersi... sentiva che duellare con la spada faceva parte del suo DNA e del suo destino.

Cominciò a fare degli attacchi, ma non riusciva a mantenere l'equilibrio e finiva sempre per cadere giù come un sacco di patate.

Patetico.” commentò una voce maschile alle sue spalle e, alzandosi, Gal vide Abel Nott che lo stava guardando con la sua solita aria scocciata e superiore.

Cosa vuoi?” domandò, seccato, Gal e il Serpeverde rispose: “Dove sono i tuoi amici?”

In giro a raccogliere le foglie.”

Al contrario di te.”

Fatti gli affari razza di pazzoide suicida! Io, almeno, ho a cuore la mia salute!”

Abel restò in silenzio un attimo, e poi domandò, spostando lo sguardo: “Per caso quello era il tuo mucchio?”

Gal guardò nella direzione indicata da Abel e si mise ad urlare dalla disperazione.

Le foglie del suo mucchio si erano messe a volare da tutte le parti.

Il mio mucchio...” sussurrò, disperato, il rosso, mentre Abel sghignazzava: “Qualcosa mi dice che dovrai ricominciare da capo!”

E' inutile che fai il santarellino, lo so che sei stato tu!”

Ah, sì? Guarda che solo i maghi adulti e molto potenti, possono fare magie senza pronunciare l'incantesimo.”

So che sei stato tu e un giorno ti stanerò!”

Quel giorno cadrò proprio in basso.”

Mentre i due litigavano, anche gli altri li raggiunsero e Teddy domandò: “Cosa succede?”

Ah, eccovi. Ho un messaggio da parte del professor Lumacorno per tutti e cinque.” rispose Abel e, incuriosito, Oliver domandò: “Cosa succede?”

Il professore vi ha invitato al Lumaclub, domenica prossima. A quanto pare, è rimasto molto sorpreso delle abilità che avete dimostrato ieri sera.”

Immediatamente, Teddy, Athena, Oliver e Gal rimasero senza parole.

Erano appena stati invitati ad una festa dell'esclusivo circolo del professore di pozioni?!

Non riuscivano a credere a tanta fortuna.

L'unica che rimase totalmente impassibile fu Delphini.

Non era una stupida, sapeva che il professor Lumacorno era sempre nervoso quando c'era lei... più volte aveva avuto come la sensazione che la stesse tenendo d'occhio... credeva di sapere anche perché.

Lumacorno era stato insegnante di pozioni da più di cinquant'anni... ovviamente, aveva avuto a che fare con l'intera famiglia Black... e sua madre.

Doveva aver notato che assomigliava a Bellatrix Lestrange... anzi, forse anche sua madre aveva fatto parte del Lumaclub...

Forse era per quello che l'aveva invitata... la voleva mettere alla prova e verificare che fosse davvero la figlia di Bellatrix Lestrange...

Beh, quel vecchio tricheco avrebbe avuto pane per i suoi denti!

L'incontro avverrà alle nove di sera e non è necessario che indossiate la divisa. Vedete di essere presenti. Vi consiglio anche di portare un regalo, al professore piacciono, soprattutto quelli costosi.” dichiarò il ragazzino e Gal, incredulo, domandò: “Ci stai per caso dando un consiglio?”

Certo che no. Volevo solo assicurarmi che ti fosse chiaro come ci si deve comportare in società, tonto!” lo prese in giro Abel, per poi allontanandosi con la sua aria da superiorità.

Quell'odioso...” sbottò Gal, mentre riduceva la grandezza della spada e, dopo essersela rimessa in tasca, si rimetteva a pulire.

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Capitolo 12
*** Serata al Lumaclub ***


Capitolo 12: Serata al Lumaclub


Senti, Elizabeth, il vestito mi va bene oppure sembro ridicola?” domandò, nervosa, Athena, mentre osservava il suo vestito azzurro che aveva addosso.

Stava cercando di sembrare elegante per la cena, eppure si sentiva sempre ridicola...

A me sembra che tu stia bene. E poi, mica devi andare ad un appuntamento romantico. Devi solo andare ad una cena.” le ricordò, dolcemente, la ragazzina e l'amica ammise, imbarazzata: “Lo so, ma il Lumaclub è un circolo così esclusivo... tutti coloro che l'hanno frequentato sono diventate persone importanti ed influenti... ho paura di rendermi solo ridicola... e poi, quella notte di Halloween, io non ho fatto niente. Ero così spaventata che non ho avuto nemmeno il coraggio di prendere la bacchetta... se non ci fossero stati Teddy, Oliver e Delphini, probabilmente...”

Però sei stata tu a proporre l'idea che Teddy si trasformasse da Tu-sai-chi per spaventarli. Credimi, pochissimi avrebbero avuto un'idea così fantastica. Probabilmente Lumacorno se n'è accorto ed è per questo che ti ha invitata. Fidati, farai un figurone!”

Se lo dici tu...”

La giovane Corvonero fece un sospiro e, poi, guardando l'orologio esclamò: “Cavolo, devo proprio andare! Augurami buona fortuna!”

Buona fortuna. Mi raccomando, rilassati.”

Athena sorrise e uscì dal dormitorio.

Desidera un accompagnatore per il Lumaclub, signorina?” domandò, galantemente, una voce alle sue spalle.

Athena si voltò, incredula, ed esclamò, sorridendo: “Jacob!”

Il giovane Prefetto vestito in maniera elegante sorrise e disse: “In persona.”

Non sapevo che facessi parte del Lumaclub.”

Ci sono entrato durante il mio terzo anno. Tu e i tuoi amici siete tra gli invitati più giovani del Lumaclub.”

Senti, credi che il mio vestito stia bene?” domandò, leggermente nervosa, la ragazzina e Jacob annuì: “Ma certamente. Anzi, sei una delle ragazze più carine che abbia mai visto.”

Devo sembrarti proprio una stupida ansiosa...”

A dire la verità, mi ricordi molto di più mia sorella minore. Quando si tratta di uscire con le amiche mi chiede sempre come sta.”

Non sapevo che avessi una sorella minore.”

Ho anche un fratello minore.”

Non vedo l'ora di conoscerli!”

Sarà un po' difficile... il fatto è che... non possono venire ad Hogwarts...”

Athena rimase in silenzio, non sapendo che cosa dire...

Il fatto è che la mia famiglia è un po' particolare... quand'ero piccolo, mio padre abbandonò me e mia madre e scomparve nel nulla, finché un suo amico non ci disse che era morto. In seguito, mia madre si risposò con un altro uomo ed ebbero i miei fratelli... la magia l'ho ereditata da mio padre, mentre mia madre e il mio patrigno sono dei semplici babbani, quindi non potranno mai venire qui.”

Mi dispiace averti fatto ricordare cose spiacevoli...”

Non preoccuparti, tutti i miei compagni Corvonero lo sanno. E poi, la mia famiglia mi vuole comunque bene e per me è la cosa più importante... anche se spesso i miei fratelli cercano di convincermi ad usare la magia per sistemare gli oggetti, far apparire più biscotti o per fare i compiti.”

Athena fece una risata divertita.

Jacob era proprio un ragazzo simpatico e gentile...


Tutto questo è ridicolo!” borbottò Gal, muovendo il colletto con l'indice, mentre Lancelot lo minacciava, seccato, mentre bussava alla porta dell'ufficio di Lumacorno: “Ancora una parola e lo dico alla mamma.”

Il ragazzino sbuffò, cercando di non far cadere il regalo per il professore, un bottiglia d'idromele.

Personalmente, avrebbe voluto andare alla festa coi suoi soliti abiti e col suo amato casco da pilota, ma, purtroppo, si era dimenticato che anche Lancelot faceva parte del Lumaclub e, pertanto, l'aveva costretto a farsi bello e ad elegante per la serata, minacciandolo di svelare tutto alla mamma, in caso contrario.

Si sentiva un pinguino...

La porta si aprì e comparve il faccione rotondo e i due grossi baffi di Lumacorno, il quale, tutto eccitato, esclamò: “I fratelli Sandlers! Finalmente siete arrivati! Prego, accomodatevi!”

Lancelot colpì velocemente col gomito il braccio di Gal, il quale, capendo dove voleva andare a parare il fratello maggiore, allungò la bottiglia e, cercando di guardare le frasi che aveva scritto sull'avambraccio, dichiarò: “Un regalo per voi, professor Lumacorno, come ringraziamento per avermi invitato al suo club.”

Grazie, ragazzo. E' stato molto carino da parte tua, senza contare che adoro l'idromele! Ma prego, entrate! Stanno cominciando ad arrivare anche gli altri!” esclamò l'uomo, prendendo la bottiglia e facendo cenno ai ragazzi di entrare.

I due fratelli entrarono e videro un sacco di ragazzi di tutte le Case intenti a chiacchierare animatamente.

Ad un tratto, Gal notò due ragazzi di Tassorosso che parlavano e che sembravano molto nervosi...

Teddy, Oliver!” li chiamò, il rosso, sbracciandosi, e dirigendosi verso il gruppo, domandando: “Come butta, ragazzi? Vi vedo un po' nervosi.”

Le feste non sono il mio forte...” ammise Oliver, mentre Teddy annuiva: “A chi lo dici...”

Beh, vedrete che ve la caverete benissimo! Neanch'io sono un amante delle feste mondane, ma ho deciso di buttarmi!”

Già, forse anche troppo... dove pensi di essere, al gran ballo dei pinguini?” domandò, divertita, una voce familiare alle sue spalle.

Gal, con una smorfia, si voltò e vide Abel Nott, il quale stava tenendo in mano un bicchiere pieno d'acqua come un gran signore, che lo guardava divertito, e disse: “Non mi aspettavo di trovarti qui...”

E invece faccio parte del Lumaclub dall'inizio dell'anno.”

Scommetto che è solo per il fatto che hai parenti importanti!”

O forse perché sono bravo in trasfigurazione, pozioni e storia della magia, a differenza tua.”

Già, immagino che ti dia fastidio stare nella stessa stanza con dei nati babbani.”

Ti piacerebbe. A differenza della mia famiglia, io sono molto più tollerante nei confronti dei babbani, dei nati babbani e dei maghinò.”

Dopo aver detto quelle parole, Abel si allontanò con la sua solita aria superiore.

Antipatico cronico!” sbottò Gal, digrignando i denti “Io sono molto più tollerante nei confronti dei babbani, dei nati babbani e dei maghinò... ma chi ci crede?! L'ha detto solo per dimostrarsi migliore di quello che è!”

Non farci caso, Gal.” disse una voce alle sue spalle.

Gal, stavolta, fece un sorriso, mentre si girava.

Quella era la voce dell'unico Serpeverde con cui andava perfettamente d'accordo...

Ehilà, ciao Kevin!” lo salutò il Grifondoro “Non sapevo che anche tu facessi parte del Lumaclub.”

Sì, da una settimana. A quanto pare, le mie discrete abilità in Trasfigurazione, Volo e Difesa contro le Arti Oscure hanno interessato il professor Lumacorno... Comunque, a parte io, tu, Gal, Oliver, Delphini, Teddy e Abel, non ci sono altri ragazzi del nostro anno.”

Proprio in quel momento, si sentì qualcuno bussare con grazia ed eleganza alla porta e Teddy notò che Lumacorno era trasalito, come se avesse sentito qualcosa di terribile e spaventoso.

Immediatamente, il professore si calmò e, sistemandosi la giacca, si diresse verso la porta, che aprì, piuttosto nervosamente.

Subito, si sentì una voce femminile calma e sicura dire: “Buonasera, professor Lumacorno. Scusi il ritardo.”

Ah... non si preoccupi, signorina Black... prego, entri pure.”

Teddy vide Delphini entrare con calma nell'ufficio, mentre Lumacorno la osservava di nascosto, con un'espressione nervosa.

Avevi proprio ragione... il professor Lumacorno si comporta in modo strano solo con lei.” sussurrò Teddy a Kevin, ricordando i modi gentili e allegri del professore durante le sue lezioni.

Delphini diede un'occhiata di nascosto al professore, mentre si dirigeva verso il tavolo.

Poco dopo, anche gli altri invitati si sedettero al tavolo circolare e apparve davanti ad ogni invitato una coppa di gelato.

Servitevi pure, ragazzi.” trillò, entusiasta, il professor Lumacorno, per poi domandare a Teddy: “Lupin, hai ricevuto notizie dal tuo padrino, ultimamente?”

Sì, professore, proprio ieri.”

Ottimo, ottimo. Come sta?”

Bene.”

Che gran bella notizia. Mi farebbe molto piacere ricevere sue notizie, sai era uno degli studenti migliori a Pozioni!”

Glielo dirò, professore.”

Bene, bene... e dimmi, ragazzo, hai già in mente cosa fare, dopo la scuola?”

Beh... mi piacerebbe diventare un Auror come mia madre e il mio padrino...”

Una scelta eccellente, ragazzo. Con le tua abilità di Metamorfomagus, diventerai di sicuro uno dei migliori.”

Spero di non deludere le sue aspettative, professore.”

Oh, sciocchezze, ragazzo. Sarai uno dei migliori Auror della storia, te lo garantisco! E guarda che io ho sbagliato pochissime volte nel giudicare uno studente...”

Teddy notò che il professore aveva spostato lo sguardo in direzione di Delphini, la quale stava mangiando il gelato in tutta tranquillità.

Quando la ragazzina si accorse dello sguardo del professore, alzò la testa, lievemente sorpresa, e, immediatamente, Lumacorno, spostò lo sguardo verso Gal e Lancelot e domandò: “Se non sbaglio, anche vostro padre era un Auror, giusto?”

Sì, signore. Era uno dei migliori e fu uno dei pochi a credere fin dall'inizio che Silente ed Harry Potter avessero ragione sul ritorno di Lei-sa-chi e a dichiarare apertamente il suo disprezzo per i Mangiamorte, quando questi presero il controllo del Ministero.” raccontò Lancelot, con orgoglio, e anche Gal annuì.

La maggior parte delle volte era in totale disaccordo con suo fratello maggiore, ma quando Lancy parlava del coraggio di suo padre, era una delle poche volte in cui gli dava ragione.

Eh, sì. Un Auror davvero eccezionale, Achilles Sandlers... soltanto Moody e Shacklebolt lo superavano... E' davvero spaventoso pensare che sia morto poco prima della fine del Signore Oscuro e in quella maniera atroce, poi...” commentò, amaramente, Lumacorno, mentre Lancelot annuiva: “Purtroppo, era finito nel mirino dei Mangiamorte e dei Ghermidori, perché non solo non nascondeva il suo odio per il governo, ma aveva anche sposato nostra madre, che era una babbana. Così, abbiamo dovuto nasconderci assieme alla famiglia di mamma. Sfortunatamente, papà detestava restare chiuso in casa, come un prigioniero, mentre fuori molte persone soffrivano ingiustamente... così, se ne andò e cominciò a girare per il paese, dando inizio alla sua personale battaglia contro il lato oscuro... ma, alla fine, fu catturato e ucciso.”

Ho sentito dire che venne ritrovato sepolto in un bosco avvolto in un lenzuolo con su disegnato un leone rampante e con una spada tra le mani, un po' come i cadaveri degli antichi re babbani.”

Sì, nessuno ha mai capito chi fosse stato a seppellirlo con tale rispetto... probabilmente una persona che riuscì a proteggere e a salvare... ma io e la nostra famiglia ignoriamo tutt'oggi la sua identità.” concluse Lancelot, mentre Gal aggiungeva: “Sa, professore, quando avrò finito la scuola, desidero anch'io diventare un Auror, per rispettare la memoria di mio padre.”

Bene, ottima scelta! Eccellente sul serio!”

Athena rimase in silenzio, mentre giocherellava con il cucchiaio.

C'era qualcosa di strano in quella storia... il padre di Gal era stato seppellito come un antico cavaliere babbano, con tanto di spada e sudario... per non parlare del disegno del leone rampante... il simbolo di Grifondoro... era come se qualcuno volesse che si sapesse che Achilles Sandlers era stato un orgoglioso Grifondoro... e da che mondo è mondo, i Grifondoro erano i cavalieri del mondo magico... l'unica cosa certa era che chi l'aveva seppellito, aveva provato un profondo rispetto per il defunto.

Forse era per questo che Gal aveva voluto usare la spada per difendersi... così avrebbe potuto sentirsi più vicino a suo padre, morto con una spada tra le mani... ma perché mettergli una spada e non una bacchetta?!

Non aveva alcun senso!

E lei, signorina Black? Cosa vorrebbe fare una volta finita la scuola?” domandò, all'improvviso, Lumacorno, guardando la ragazzina dai capelli d'argento.

Delphini smise di mangiare e, dopo aver appoggiato il cucchiaio di fianco alla coppa, guardò Lumacorno e disse: “L'Auror.”

Ah, molto interessante... in effetti, hai molto talento, ragazza, davvero molto...”

Delphini non smise di fissare il professore.

Come aveva previsto, il professore aveva cercato di coglierla impreparata con una domanda improvvisa, ma lei era già pronta.

Aveva fatto la prima mossa, ora toccava a Lumacorno.

L'insegnante di pozioni rimase in silenzio un attimo, per poi domandarle: “Da quando ha questo sogno?”

Da Luglio. Ho letto degli Auror nei vari libri per la scuola e il loro lavoro mi ha subito affascinato.”

Lo sa, vero, che è un lavoro molto pericoloso? Molte persone sono morte a causa di ciò.”

Lo so, professore, ma quello è il lavoro perfetto per me. Me lo dice il mio istinto. Inoltre, anche studiare i draghi è un lavoro molto pericoloso e parecchi studiosi sono morti.”

E cosa dicono i suoi genitori riguardo ciò? Potrebbero stare in pensiero per questa sua decisione...”

Delphini rimase imperturbabile.

Eccola, la domanda fatale che stava aspettando.

Lumacorno stava cercando di capire com'era la sua situazione familiare... di certo, si aspettava che dicesse qualcosa del tipo che sua madre era morta o che suo padre era in prigione o, comunque, assente dalla sua vita... così da potersi collegare ai coniugi Lestrange... ma sfortunatamente per lui, si era perfettamente preparata a quella fatidica domanda...

I miei genitori sono morti a causa di uno dei continui attacchi di Voldemort e dei suoi Mangiamorte contro i babbani, quando io avevo solo pochi mesi. Di conseguenza, vivo con la signora Rowle. E' una maganò imparentata alla lontana con i miei che lavora come portinaia in un condominio a Londra. Comunque, mi lascia libera di seguire la mia strada.” dichiarò la ragazza, omettendo il fatto che a quella befana importava solo che si levasse di torno il prima possibile, non le importava in che modo.

E lei, signor Ferrars? Anche lei è interessato a diventare un Auror?” domandò, all'improvviso, Lumacorno ad Oliver, il quale, imbarazzato, ammise: “Oh, no, professore... la professione di Auror non fa proprio per me... io vorrei avere una vita tranquilla e senza troppe emozioni, senza contare che non sono troppo bravo in Difesa contro le Arti Oscure... mi piacerebbe diventare un Magizoologo come Newton Scamander!”

Ah, il buon vecchio Scamander... è stato un mio studente, che peccato che si sia fatto espellere... comunque, l'idea di diventare un Magizoologo è davvero molto interessante.”

Grazie... a me piacciono tanto gli animali e le piante... perciò, penso che sia una buona idea fare un lavoro dove posso stare a contatto con le cose che mi piacciono.”

Ottimo, ottimo. Così si parla. E lei, signorina Doyle?”

Athena rimase un attimo in silenzio, poi raccontò: “Personalmente, sono un po' indecisa se lavorare come Spezzaincantesimi della Gringott o diventare un membro del Ministero della Magia, signore.”

Oh, sono certo che se la caverà alla grande in entrambi i campi, signorina Doyle. Ha molta intelligenza e arguzia.”

La ringrazio, professore.”

Dopo mezz'ora, Lumacorno diede un'occhiata all'orologio ed esclamò: “Per la barba di Merlino, come si è fatto tardi! Meglio che andiamo di corsa tutti a letto o la McGranitt non ce la farà passare liscia! Beh, ragazzi, ci vediamo tutti la prossima settimana.”

Delphini fu una delle prime ad alzarsi per andarsene.

Finalmente, quella pagliacciata era finita... per una settimana, non doveva più preoccuparsi di Lumacorno e le sue domande...

D'istinto, spostò i ciuffi di capelli dalla fronte e fu proprio in quel momento che, con la coda dell'occhio, lo vide.

Lumacorno la stava guardando ed era appena sbiancato, cominciando anche a sudare.

La ragazzina lo guardò, nervosa.

Evidentemente, quel suo piccolo gesto, che a lei sembrava così normale, era un'abitudine di uno dei suoi genitori.

Era stata troppo incauta... ma come aveva fatto ad essere così stupida?!

Anche Teddy e gli altri si misero a guardare increduli il professore.

Sembrava davvero sconvolto, come se avesse appena visto un fantasma...

...Tom...” sussurrò, alla fine, nervoso e terrorizzato, il professore e, d'istinto, Delphini domandò: “Chi?”

La ragazzina non riusciva proprio a capire a chi si stesse riferendo il professore... suo padre si chiamava Rodolphus ed era assurdo per il membro di una famiglia purosangue come i Lestrange avere anche solo un secondo nome babbano molto comune... inoltre, il nome Tom non poteva nemmeno essere un diminutivo... erano assolutamente incompatibili...

Mi scusi, professore, ha per caso detto Tom? Si sta riferendo al proprietario del 'Paiolo Magico'?” chiese Delphini e il professore, un po' sorpreso, ripeté: “Il proprietario del 'Paiolo Magico'?”

Sì, quello di Diagon Alley... il nome è identico... ma si sente bene? Sembra turbato.”

Il professor Lumacorno rimase un attimo in silenzio, poi esclamò, cercando di fare un sorriso: “Ah, no, niente... è solo che quel tuo gesto era identico a quello di un mio vecchio allievo. Si chiamava Tom Riddle ed era molto bravo e promettente... purtroppo morì poco dopo aver finito la scuola... aveva cominciato a non star troppo bene durante gli anni ad Hogwarts...”

Ah, mi dispiace.” fu tutto quello che disse Delphini, prima di uscire dall'ufficio.

E lei che temeva che Lumacorno avesse capito chi fossero i suoi genitori, mentre, in realtà, la stava solo confrontando con uno studente morto stecchito... quel vecchio tricheco le aveva fatto venire un infarto... se avesse potuto, gliene avrebbe detto quattro.

Tom... Tom Riddle... questo nome non mi è nuovo...” fece Gal, pensieroso, mentre si grattava la testa.

All'improvviso, il ragazzino ricordò, battendo un pugno su una mano: “Ora ricordo! Era lo stesso nome che c'era su quella coppa! Quel furbastro di Serpeverde che ha ottenuto un riconoscimento per servigi speciali solo perché era Prefetto!”

Ehm, Gal... non penso che gliel'hanno data solo per il fatto che fosse Prefetto...” tentò di calmarlo Oliver, mentre Gal urlava: “Invece hanno fatto così! Scommetto che era il cocco di tutto il servizio docenti! Se spera che io lo tratti coi guanti solo perché è defunto, ha sbagliato persona!”

Tu lo odi solo perché ha ottenuto un premio, a differenza tua. Perciò sei geloso.” intuì Delphini, mentre il Grifondoro sbraitava: “Io geloso di un morto?! Ma stiamo scherzando?! Vedrete, ragazzi, durante questi sette anni, dimostrerò a tutta Hogwarts che sono mille volte migliore di quell'odioso perfettino di Serpeverde!!!”

Sì, sei geloso di quel Tom Riddle da impazzire.” sbuffò la ragazzina coi capelli d'argento, mentre Abel guardava Gal e si toccava la tempia con l'indice.

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Capitolo 13
*** La catene invisibili ***


Capitolo 13: Le catene invisibili


Molto bene, ragazzi. Chi ha intenzione di restare ad Hogwarts per Natale, firmi questo elenco, grazie.” disse il professor Bennet, l'insegnante di Trasfigurazione, facendo passare un foglio tra i Tassorosso.

Non appena il foglio finì nelle sue mani, Oliver lo firmò immediatamente.

L'ultima cosa che voleva era passare il Natale con i parenti di sua madre...

Una volta firmato, passò il foglio a Teddy, il quale, inaspettatamente, lo passò subito al suo vicino.

Non resti per Natale?” domandò, incredulo, il ragazzino e il compagno, con un sorriso, disse: “Purtroppo mi ero già messo d'accordo per passare il Natale dal mio padrino e non posso cambiare idea all'ultimo secondo.”

Ah, già, è vero. Me lo avevi detto. Divertiti.”

Grazie.”

Mentre il professor Bennet finiva il suo giro delle firme, Teddy si avvicinò a Oliver e sussurrò: “Senti, mentre sarò via, potresti farmi un favore?”

Ma certo, Teddy. Dimmi pure.”

Vorrei che tu tenessi d'occhio Delphini durante le vacanze di Natale.”

Uh? Ti ha detto che resterà qui?”

No, ma è abbastanza ovvio.”

Già, hai ragione...”

I due amici risero un attimo, poi Oliver annuì: “Comunque, d'accordo. La terrò d'occhio.”

Grazie. Scusa se ti do un compito così delicato, ma, conoscendola, approfitterà di queste vacanze per girovagare per il castello e ficcarsi nei guai.”

Nessun problema... però non capisco perché ti preoccupi tanto per lei... guarda che io non ti accuso di niente, è solo che sono solo curioso.”

Teddy rimase un attimo in silenzio, poi, imbarazzato, ammise: “So che sembra strano... è solo che non posso farne a meno. Qualcosa dentro di me, mi dice che devo assolutamente proteggerla... so che sembra assurdo, ma mi viene naturale...”

Beh, in fondo voi due siete molto simili fisicamente.”

Eh? Che intendi?”

Beh, sai è una mia impressione... ma il fatto è che mi sembra che i vostri lineamenti si assomiglino molto...”

Davvero? Strano, non me ne sono mai accorto...”

Beh, non importa. In fondo è solo una semplice impressione. Parti pure, a Delphini ci penso io.”

E già che ci sei, controlla anche Gal, se dovesse restare qui, cosa alquanto probabile.”

Intesi.”

Dopo aver detto ciò, Teddy si diresse verso l'uscita della Sala comune e domandò ad Oliver: “Vado a fare una passeggiata nel parco. Vieni anche tu?”

Perché no?” fu la risposta, entusiasta di Oliver.

I due Tassorosso si vestirono con abiti pesanti e, dopo essere usciti dal Seminterrato di Tassorosso, si diressero verso il parco della scuola.

La neve continuava a scendere fitta fitta e l'aria era fredda e gelata.

Tuttavia, i due amici continuarono a camminare con calma e allegria, cercando d'ignorare il freddo di quella giornata di Dicembre.

Quand'è tutto calmo, quando nevica...” commentò Teddy, mentre Oliver domandava, con un grande sorriso stampato: “Non ti fa sentire in pace col mondo?”

Cosa intendi?”

Vedi, quando la neve cade attorno in grossi, morbidi, bianchi fiocchi, chi riesce ad essere di cattivo umore?”

Io.” li avvisò una seccata voce femminile alle loro spalle, facendoli sobbalzare.

I due ragazzini si voltarono e videro Delphini che li guardava in malo modo, con la borsa che sembrava, come al solito, piena da scoppiare.

Ah, ciao, Delphini... hai mica visto Gal?” domandò Teddy e la ragazzina, con fare superiore e arrogante, indicò col pollice la foresta dietro di sé e dichiarò: “E' là dentro da qualche parte. A quanto pare, quell'idiota vuole a tutti i costi imparare ad usare la spada.”

Dopo aver detto ciò, la ragazzina si diresse verso il castello, con il suo solito passo calmo e composto.

Mi dispiace, Oliver, ti ho lasciato una bella gatta da pelare... ti prometto che l'anno prossimo cercherò di restare per Natale.” si scusò, imbarazzato, Teddy, ma Oliver lo tranquillizzò: “Tranquillo, Teddy... sarà come un allenamento con gli animali selvatici... se riesco a controllare lei, persino domare un drago sarà uno scherzo.”

Speriamo in bene... raggiungiamo Gal...”

I due amici s'inoltrarono nel bosco e, dopo un po', sentirono dei colpi.

Incuriositi, si avvicinarono a quel rumore e videro il compagno, intento a combattere con l'uso della spada che aveva rubato.

Sembrava aver acquistato più dimestichezza e più agilità, dato che aveva un'andatura molto meno goffa, anche se i poveri alberi della foresta erano parecchio rovinati.

Ad un tratto, Gal inciampò a causa di una radice e cadde rovinosamente per terra.

Stai bene?” domandò, preoccupato, Teddy, raggiungendolo, e il rosso, cercando di alzarsi, esclamò: “Non preoccuparti. La mia schiena ha avuto botte peggiori...”

Meno male... ti stai allenando con la spada?”

Sì, sento che la spada è la mia arma e, pertanto, devo allenarmi, se voglio essere il migliore.”

Come va?”

Sto migliorando, credo... adesso riesco a fare dei fendenti più precisi... se continuo così, sarò uno dei migliori spadaccini!”

Senti, ma forse rischi di prendere un malanno a stare fuori al freddo... da quanto tempo ti alleni?” s'intromise, preoccupato, Oliver e Gal, dopo aver meditato un attimo, ammise: “Da tre ore, credo...”

Sentendo quelle parole, Oliver sbiancò e fece, sconvolto: “Come tre ore?! Presto, devi tornare al castello o rischi di congelare!”

Prese Gal per una mano e lo trascinò verso la Sala Grande.

Una volta, al calduccio, Oliver fece apparire dalla sua borsa una calda bottiglia di Burrobirra che Gal prese subito e se la scolò in un attimo.

Ah, dopo tutto quel freddo della malora, una Burrobirra calda era proprio quello che ci voleva...” fece il rosso, mentre Teddy commentava: “Chissà perché...”

Ehi, ragazzi. Sapete che oggi è il mio compleanno?” fece all'improvviso, Gal con un sorriso e, subito, Teddy esclamò: “Non lo sapevo, auguri!”

Sono contento per te... io, invece, compio gli anni il 5 Maggio.” fece Oliver, mentre Teddy dichiarava: “Io sono nato il 16 Aprile.”

Abbiamo quasi un mese di differenza, noi due!”

Già, sono nato tre giorni dopo la Battaglia di Hogwarts.”

Pensa che la nipote del mio padrino, Victorie, è nata il giorno del primo anniversario della battaglia. Infatti, il suo nome significa vittoria in francese.”

Ha origini francesi?”

Sì, sua madre ha studiato a Beauxbatons e ha rappresentato la sua scuola durante il torneo Tremaghi.”

Accidenti, allora dev'essere una strega molto potente e talentuosa.”

E pensa che sua nonna era una Veela.”

Sul serio?! Cavoli, tu e il tuo padrino avete un sacco di parenti interessanti...”

Beh, dai... anche tu hai devi avere molti parenti interessanti...”

Ti sbagli, Teddy... i parenti di mia madre non sono le persone più avvincenti con cui passare il Natale...”

Andiamo, non possono essere così tremendi...”

Non fanno altro che parlare dei vecchi pezzi d'antiquariato delle loro collezioni e gli incredibili oggetti che sono riusciti a prendere da Borgin...”

Borgin? Il proprietario di 'Magie Sinister' a Notturn Alley?”

Proprio lui. La famiglia di mia madre frequenta quella bottega da anni, persino quando c'era ancora il vecchio Burke... a loro non importa niente dello studio degli animali...”

Beh, ognuno ai suoi gusti...”

Ma non è solo per quello che frequentano quella bottega...”

Ah no? E per quali altri motivi ci vanno?”

Oliver arrossì.

Aveva pensato la stessa cosa, quando sentiva i litigi dei genitori da piccolo... così aveva chiesto al padre spiegazioni... ed era stato il momento più imbarazzante della sua vita quando aveva capito qual'era il problema...

Aveva fatto cenno a Teddy di avvicinarsi e, una volta che fu vicino, sussurrò, imbarazzato: “Mi prometti di non dirlo a nessuno?”

Certo.”

Ecco... i prozii di mia madre hanno delle strane manie... gli piacciono le persone parecchio più giovani di loro...”

Quanto più giovani?”

Beh... il prozio di mia madre Lapo ha 103 anni e, nonostante non sia un gran campione di bellezza maschile, fa delle avance parecchio esplicite alle cameriere babbane di vent'anni... e quando ci sono le riunioni di famiglia, non fa altro che parlare di quelle 'autentiche bellezze giovanili'... descrivendole piuttosto dettagliatamente.”

Teddy non poté fare a meno di sgranare gli occhi, incredulo.

...E sua sorella maggiore, prima di morire a causa di un incidente domestico, era persino peggio! Pare che facesse la corte all'affascinante commesso dell'epoca di 'Magie Sinister'! Inventava sempre qualche scusa assurda per invitarlo a casa sua... e il furbetto ne ha approfittato subito.”

Cioè?”

La vecchia zia Hepzi aveva un sacco di oggetti interessanti e molto preziosi in casa sua... compreso il favoloso tesoro che la mia famiglia si tramanda da generazioni, dato che era la primogenita... ma quando è morta, a rapporto mancava solo quello, nonostante nella casa ci fossero un sacco di oggetti molto preziosi.”

Sul serio?”

Esatto... e indovina un po'? Quando lo zio Lapo è andato a chiedere spiegazioni a Burke, quello stesso commesso si era già licenziato da un pezzo.”

La cosa è molto sospetta...”

Non immagini quanto... secondo la mia bisnonna, si è fatta fregare dalle belle manie e dall'aspetto del commesso... l'ha sempre definita un'oca patentata, smaniosa di sposarsi e che va in giro a corteggiare bei giovanotti, nonostante fosse grassa come una botte. Secondo nonna Rebecca, era fin troppo facile fregarla.”

Quindi secondo lei...”

Quel commesso era solo un avventuriero che approfittava del suo lavoro per trovare oggetti preziosi che poteva rivendere sotto banco per un mucchio di soldi e, una volta trovati, non doveva far altro che sedurre la proprietaria. Le avrà detto che l'avrebbe sposata solo se gli dava il tesoro e lei c'è cascata in pieno.”

Però la prozia di tua madre è morta... non temi che...?”

No, non l'ha uccisa, su questo puoi stare tranquillo. La colpevole ha subito confessato.”

Teddy rimase un po' sorpreso da quella storia.

Ad essere onesti, gli sembrava che ci fosse qualcosa di strano in quel racconto...

Comunque, come puoi vedere, l'idea di tornare a casa per Natale ed incontrarmi con loro, non mi entusiasma neanche un po'... resterò qui e darò una mano ad Hagrid con le creature magiche... dopotutto, voglio diventare un Magizoologo.”

Sul serio resti per Natale, Oliver?!” esclamò, all'improvviso, Gal, con la bocca ancora sporca di Burrobirra, e il ragazzino, un po' imbarazzato, annuì.

Non sai quanto mi rendi felice... pensavo di dover passare il Natale con il gruppo degli odiosi...”

Il gruppo degli odiosi?”

Lancy, Monica, Delphi, Abel Nott, Lester Falwey, Hugh Flint, il professor Trocar e il professor Bennet!”

Ah, avrei dovuto immaginarlo...”

Ma con te e Christian ce la posso fare! Vedrai, Olly, ci divertiremo da matti! Palle di neve, pochi compiti, litri di calda Burrobirra e un intero castello da esplorare tutto per noi!”

Si prospetta una vacanza davvero eccitante...” sussurrò, leggermente nervoso, Oliver.

A differenza dell'amico, era molto più calmo e tranquillo... ma, tutto sommato, non gli dispiaceva passare del tempo con lui...

Poteva sembrare assurdo, ma era come se una parte inconscia di lui, lo conoscesse e lo apprezzasse da sempre... ma era così strano.

Dopotutto, si conoscevano solo da qualche mese, eppure...


Beh, allora passate delle buone vacanze, ragazzi!” li salutò allegramente, sbracciandosi come al solito e col suo solito casco in testa, Gal.

Teddy ricambiò il saluto con un sorriso, mentre Athena si voltava dall'altra parte, infastidita.

Certo che quell'idiota non riusciva proprio a contenersi da fare il pagliaccio...

Proprio in quel momento, la carrozza cominciò a partire cigolando.

Il piccolo gruppo di studenti rimasti, osservò in silenzio i compagni che tornavano a casa per le vacanze di Natale, continuando a salutare.

Ad un tratto, Oliver sentì un fruscio di fianco a sé e, voltandosi, vide Delphini che fissava incredula le carrozze.

Qualche problema?” domandò, preoccupato, Oliver e la ragazzina domandò, indicando le carrozze: “Che animali sono quelli che stanno tirando le carrozze?”

Eh? Quali animali? Non c'è nessuno che tira le carrozze.”

E invece sì, ci sono dei cavalli neri scheletrici e con le ali da pipistrello. Ma come fai a non vederli? Non solo hanno quell'aspetto particolare, ma sono anche in bella vista!”

Prima che Oliver potesse dire qualsiasi cosa, Gal dichiarò: “Ma non dire cavolate, non c'è nessun cavallo strano! Guarda che ho capito che volevi solo una scusa per salutare Teddy e gli altri, ma devo ammettere che questa è la scusa più stupida che abbia mai sentito! Ti farai passare per una visionaria da tutta la scuola!”

Delphini sentì la rabbia tremarle dentro il suo corpo e, osservando con rabbia il coetaneo con rabbia, urlò, facendo voltare tutti i presenti: “Sei un idiota!!! Quei cavalli esistono e te lo proverò, anche a costo di passare le vacanze a cercare tra i libri della biblioteca!!!”

Dopo aver detto ciò, si voltò, furibonda, e si diresse verso il castello.

Ma dovevi per forza dirle ciò?” gli domandò, esasperato, Oliver e Gal disse: “Beh, io non ho visto nessun cavallo... pensavo che fosse solo un trucco per salutare gli altri... dici che ho esagerato?”

Direi proprio di sì... anche perché, dalla sua reazione, mi sembra evidente che non stesse scherzando e che li vedeva sul serio.”

Però io e te non abbiamo visto niente... e tu, Christian?”

Io non ho visto nessun cavallo...” borbottò il ragazzino e il cugino esclamò: “Visto? Se li è inventati di sana pianta quei cavalli, te lo dico io!”

Guarda che nel mondo magico ci sono creature che anche se non si possono vedere esistono...”


Entrò come una furia nella biblioteca, sbattendo con violenza la porta e beccandosi un ammonimento da parte di Madame Pince.

Era adirata, furibonda e offesa!

Come si era permesso quel cretino, quel deficiente, quello stupido... ma gliela avrebbe fatta vedere!

Come aveva dichiarato, avrebbe cercato quei cavalli su tutti i libri che trattavano l'argomento finché non li avesse trovati, fortunatamente avevano un aspetto difficile se non impossibile da dimenticare.

Si diresse verso il Reparto delle creature magiche e prese tutti i libri possibili, per poi dirigersi verso il banco di legno più vicino.

Gliela avrebbe fatta vedere... oh, se gliela avrebbe fatta vedere!

Era stato per quelle creature che aveva voluto uscire dal suo nascondiglio durante la partenza dei ragazzi, altrimenti se ne sarebbe rimasta nascosta dietro lo stipite della porta, come aveva programmato fin dall'inizio.

Non sapeva perché le fosse venuta l'idea di andare a vedere la partenza... probabilmente, perché non aveva voglia di apparire come una stupida sfigata asociale... ma, allo stesso tempo, era troppo orgogliosa per dimostrare che fosse interessata.

Ma quando aveva visto quei cavalli, qualcosa l'aveva spinta ad avvicinarsi e a desiderare di toccarli... ma a quanto pareva solo lei poteva vedermi...

Aprì un libro e cominciò a sfogliarlo finché l'occhio non le cadde su un'immagine.

Fece un sorrisetto soddisfatto.


Delphini non è ancora tornata dalla biblioteca...” notò, dispiaciuto, Christian, mentre Gal borbottava, mentre mescolava il suo porridge: “Forse Oliver aveva ragione nel dire che sono stato un po' insensibile nei suoi confronti...”

Perché non le chiedi scusa?”

Fu come se avesse chiesto a Gal di togliersi il casco.

Io chiederle scusa?! E quando mai lei mi ha chiesto scusa?!” urlò, infuriato, il ragazzino e Christian, imbarazzato, tentò di calmarlo: “In effetti, non hai tutti i torti...”

Proprio in quel momento, Delphini aprì la porta della Sala Grande e, con un'aria soddisfatta e di vittoria, si diresse verso il tavolo dei Grifondoro.

Non appena si trovò davanti a Gal, aprì un enorme volume e dichiarò: “Leggi un po' qua, Galahad Sandlers! Vediamo chi è il visionario, adesso!”

Immediatamente, l'attenzione di Gal fu catturata dall'immagine della pagina mostrata dalla Serpeverde: “Oh, mamma! Ma questo è il cavallo più spaventoso che abbia mai visto!”

Ah, e pensa che ce n'è un intero allevamento nella foresta!”

Christian si avvicinò al cugino e lesse il nome sopra alla figura: “Thestral?”

Proprio così, Thestral. Cavalli che possono essere visti solo da coloro che hanno visto e compreso la morte. Hagrid mi ha confermato che ce ne sono un sacco nella foresta e che sono loro che tirano le carrozze. Quindi, avevo ragione. Pertanto, scusati immediatamente con me, Galahad Sandlers!”

Gal fece una smorfia, per poi borbottare: “Scusa...”

Delphini fece un sorriso di trionfo.

Adorava quando dimostrava di avere ragione... le dava un senso di trionfo e di potere...

Qualcuno ha visto un Thestral?!” domandò, preoccupata, una voce femminile, avvicinandosi al trio.

Il gruppo si voltò e vide Monica bianca come un lenzuolo.

Gal sgranò gli occhi, incredulo.

Non l'aveva mai vista così spaventata... e dire che la conosceva da anni...

Sì, io. Perché?” domandò, con fare annoiato, Delphini e la ragazzina balbettò: “Mia nonna mi ha parlato di quelle creature... pare che vederle porta molto sfortuna.”

Tsk, superstizioni. Non ho bisogno di un Thestral per sapere che sono nata sotto una cattiva stella.”

Visto? La loro visione è la conferma che tu sei una ragazza molto sfortunata!”

La mia sfortuna è leggermente diversa.”

Ma se hai perso i genitori a causa di Tu-sai-chi...”

Anche Teddy ha perso i genitori a causa di Voldemort, ma non mi sembra che veda i Thestral. E comunque, l'idea che solo le persone sfortunate li vedano è un'autentica cavolata!”

Beh, io non lo direi con così tanta leggerezza... coloro che riescono a vederli, sono destinati ad essere molto sfortunati!”

Come i gatti neri per i babbani?”

Ma i gatti neri sono una cosa diversa...”

Dici? A me sembra la stessa identica cosa. Secondo Hagrid sono creature gentili e fedeli... ma a causa del fatto che li possono vedere solo chi ha visto la morte, sono stati perseguitati e cacciati per anni. Solo per questo! Come se fosse colpa loro il fatto che vengano visti solo dalle persone che sono state a contatto con la morte... e a nessuno importa che, magari, quelle creature sono molto diverse da quello che si pensa... che, forse, sono coloro che più di tutti soffrono per la loro condizione... che non vorrebbero essere legati in quel modo dalla morte... che se potessero cambiare le cose, lo farebbero subito, ma non possono perché sono prigionieri! Incatenati ad una prigione invisibile che non li lascia scampo e che per quanto possano combattere non riusciranno mai a distruggere perché fa parte di loro... la prigione di un'eredità che non vogliono.”

Tutta la Sala Grande si voltò a guardare la ragazzina che stava tremando dalla rabbia, mentre Christian e Gal si guardavano increduli.

Non avrebbero mai immaginato che quell'argomento sui Thestral fosse così delicato per la ragazza...

Dopo aver finito di parlare, la ragazza si voltò e se ne andò dalla Sala Grande.

Accidenti...” commentò Oliver, avvicinando al tavolo dei Grifondoro “Ma cos'è successo?”

Beh, a quanto pare Delphini non sopporta che qualcuno dica che i Thestral portano sfortuna...” riassunse Christian, mentre Oliver sgranava gli occhi e domandava, incredulo: “Thestral? I cavalli che possono essere visti solo da coloro che hanno visto qualcuno morire?”

Esatto. A quanto pare, sono loro i misteriosi cavalli invisibili che tirano le carrozze... solo che è saltato fuori che vederli porta sfortuna e a Delphini non è piaciuto neanche un po'...”

Beh, non la biasimo per niente. Ho letto un sacco di libri sui Thestral e la storia della sfortuna o che sono pericolosi è solo un'assurdità detta da persone ignoranti.”

Già, e il discorso che lei ha tirato fuori è stato a dir poco pazzesco e pieno d'enfasi... sai, mentre parlava mi è sembrato che... sapesse e capisse perfettamente come si sentissero i Thestral... come se... la prigione invisibile dei Thestral di cui parlava esistesse davvero e che l'avesse provata sulla sua pelle...”

Credo che Delphini nasconda qualcosa... di parecchio cupo e sinistro...”

Dici?”

Sì, innanzitutto, come fa a vedere già i Thestral? Ha solo undici anni... pochissime persone li vedono alla sua età...”

In effetti, è parecchio strano che abbia già visto e compreso la morte prima degli undici anni... per non dire inquietante...”

Cosa ha vissuto Delphini?”


Chiuse la porta del bagno delle donne e si rintanò in un gabinetto, ignorando il sottofondo creato dai piagnistei di Mirtilla Malcontenta.

Aveva altro per la testa...

Tutto bene?” sussurrò una voce sotto di lei.

La ragazzina, riconoscendo la voce, abbassò lo sguardo e vide Asmodeus di fianco a sé che la guardava in silenzio.

Abbastanza... il fatto è che ho appena scoperto di poter vedere i Thestral, cavalli che possono essere visti solo da coloro che hanno visto la morte.” ammise Delphini e il serpente domandò: “E tu l'hai vista?”

Sì, quand'ero piccola... anche se avevo solo pochi mesi, eppure, non so perché, ma ricordo tutto perfettamente. Era l'elfa domestica della sorella di mia madre, Hokity, colei che si prendeva cura di me, quando mia zia non c'era. Mi dava da mangiare e faceva sollevare la culla con la sua magia per divertirmi. Un giorno, però, Voldemort entrò nella mia stanza e, senza troppe cerimonie, la uccise davanti ai miei occhi, per poi far mangiare il suo corpo al suo serpente, Nagini. Le disse che quello era il suo spuntino prima di cena, anche se non era di certo sostanzioso... Ero così furibonda che desiderai ucciderlo per ciò che aveva fatto. Io le volevo così bene, era sempre gentile con me... così scatenai i miei poteri. Cominciai a urlare e a lanciargli contro di tutto, ma lui sembrava divertito e interessato... quando si stancò, mi lanciò contro un incantesimo potente e svenni, per poi ritrovarmi tra le braccia di mia zia... io credo... che volessi vedere quant'ero potente...”

Strano comportamento da avere con la figlia dei suoi subordinati...”

Mia madre era stata allenata da lui in persona. Le aveva insegnato molti incantesimi e a combattere... credo che volesse che anch'io diventassi una specie di sua fedele subordinata, come mia madre... più potente e più abile, che lo seguisse sempre e in maniera fedele... più di una volta, mi definiva la sua creatura e dichiarava che ero sua... non come qualcuno da amare, ma una sorta di oggetto di sua proprietà... e me l'ha dimostrato in più di un occasione...” sussurrò la giovane, strofinandosi lentamente il braccio.

Asmodeus rimase in silenzio un istante, per poi dire: “Beh, qualunque cosa avesse in serbo per te, adesso è morto e non può più andare avanti coi suoi progetti.”

E' vero... ma il solo pensiero di quello che avrebbe potuto farmi, mi terrorizza... così come quello che mi ha fatto per ben sei mesi...”

Asmodeus si arrampicò sulla gamba della ragazzina finché non giunse sul suo grembo.

Delphini con un sorriso, si mise ad accarezzargli la testa, per poi sussurrare: “Sai, quando ho saputo quella cosa della discriminazione dei Thestral, mi sono subito immedesimata in loro... sono animali tranquilli e pacifici, ma il solo fatto di essere visti solo da coloro che hanno visto la morte, li rende dei mostri e creature da evitare.”

E tu ti senti come loro?”

Già... se la gente sapesse di mia madre, mi tratterebbe come i Thestral. Loro vengono discriminati per il fatto che sono visti solo da coloro che hanno visto la morte e io verrei discriminata a causa di mia madre, la famosa Bellatrix Lestrange. Non è colpa nostra se abbiamo questa maledizione fin dalla nascita, ma agli altri non importa... forse, vogliono solo una scusa per prendersela con qualcuno...”

Certe volte l'uomo sa essere più stupido e crudele di noi animali...”

Vero, eh? E pensa se sapessero che sono pure una rettilofona... forse quella Grifondoro aveva ragione nel dire che sono una ragazza sfortunata...”

Delphini continuò ad accarezzare la testa dell'animale, per poi commentare: “Sai, Asmodeus, saper parlare con te è la cosa più straordinaria che potesse capitarmi. Tu riesci a capirmi perfettamente... non immagini quanto mi renda felice parlare con qualcuno che mi capisca perfettamente e che non mi giudica per la mia famiglia... con te, riesco a sentirmi libera e capita...”

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Capitolo 14
*** Orme sulla neve ***


Capitolo 14: Orme nella neve


Christian fece un piccolo sbadiglio, mentre si alzava dal vedere e prendeva gli occhiali dal comodino, mettendoseli.

Accese la luce della stanza e la prima cosa che vide fu che Gal ronfava come un ghiro sul pavimento.

Non ci voleva un genio per capire cosa avesse tentato di fare...

Con un sospiro, si avvicinò al cugino e, dandogli delle pacche sulla spalla, fece: “Andiamo, Gal, svegliati. Sono già arrivati i regali.”

Sentendo la parola regali, il rosso sgranò gli occhi e, incredulo, esclamò: “Non dirmi che... mi sono addormentato...”

Purtroppo sì.”

Subito, Gal si mise ad urlare: “Accidenti! E io che speravo di beccare colui che avrebbe portato i regali...”

Andiamo, non è mica la fine del mondo...”

Per te, forse. Ma per me, la cosa è leggermente diversa! Io volevo vedere chi mi portava il regalo...”

Christian fece un sospiro, poi diede un'occhiata ai regali.

Tuo padre ti ha mandato qualcosa?” domandò Gal, ma il cugino negò: “No. Lo sai che dopo il divorzio, non vuole più avere a che fare con me, la mamma e il mondo magico.”

Che cretino.”

Ehi, Gal. Tua madre ti ha inviato questo.” fece Christian, passandogli un pacco regalo, il quale venne subito afferrato dal rosso e aperto a tutta velocità.

Troppo forte! Mi ha mandato il libro sul Quidditch! L'unico libro che m'interessa!” esclamò, tutto contento, il ragazzino e il cugino notò: “Ehi, c'è un regalo da parte di Teddy per entrambi!”

I due li presero e li aprirono contemporaneamente.

Ma cos'è?” domandò, senza parole, il rosso sollevandolo e Christian gli rivelò: “Sarebbe un maglione, Gal...”

Dici?”

Te lo garantisco.”

E a te che ti ha mandato?”

Un maglione.”

Sul serio? Che strano regalo... evidentemente voleva risparmiare...”

Mentre sollevava il maglione con su disegnati dei leoni rampanti, Christian notò una lettera uscire da una manica, che afferrò prima che si posasse per terra.

Cosa dice?” domandò Gal, distrattamente, e Christian rispose: “Ci chiede come stiamo e se ci stiamo divertendo. Lui è alla Tana con sua nonna e si sta divertendo un mondo. Ci manda un pacchetto di barrette di cioccolato, mentre i maglioni glieli ha fatto un'amica di sua nonna. E aggiunge anche che ne ha fatto uno per ognuno dei suoi amici.”

Gentile la signora.” commentò Gal, posizionandosi davanti ad uno specchio col maglione, per poi domandare: “Credi che anche Delphini abbia ricevuto uno di questi maglioni?”

Probabile... perché?”

Gal fece una risatina divertita: “Scommetto che quella signorina orgogliosa e dal carattere insopportabile e arrogante è diventata rossa come un peperone quando ha ricevuto il maglione in regalo... ih ih ih... se solo avessi un mantello dell'invisibilità, mi piacerebbe sgattaiolare nel Sotterraneo di Serpeverde e vedere la sua espressione... scommetto che sarebbe da oscar...”


Delphini osservava in silenzio, seduta sul suo letto a baldacchino, il maglione verde con su disegnati dei serpenti argentati.

Sembrava fatto su misura, nonostante non avesse mai posato.

Lo mise sul letto e lo guardò.

Secondo Teddy, quel maglione era stato fatto da un'amica di sua nonna... doveva ammettere che era davvero carino, oltre ad essere uno dei pochi regali che avesse mai ricevuto in undici anni...

Ad un tratto la sua attenzione fu presa da una piccola scatola nera, che aprì, incuriosita al massimo.

Al suo interno, c'era una piccola chiave d'oro e un piccolo biglietto con su scritto, con una familiare grafia elegante: Fa attenzione a non perderla. Questa è la chiave della camera blindata di tua madre, che adesso è tua. Abbine cura e buon Natale.

La ragazzina, per qualche minuto, osservò sia la chiave che il biglietto.

La misteriosa dama in nero era apparsa di nuovo nella sua vita... e adesso le aveva consegnato nientemeno che la chiave della camera blindata di sua madre, una di quelle più antiche e ricche del mondo magico, piena zeppa di soldi... possedere un proprio conto bancario alla Gringott significava essere già qualcuno d'importante nel Mondo Magico!

Però la cosa che la lasciava perplessa era il fatto che la donna avesse specificato che fosse quella di sua madre e non dei suoi genitori... forse suo padre aveva un'altra chiave che era andata perduta...

Sempre molto enigmatica...” commentò Asmodeus, appoggiandosi alla spalla della sua padrona, la quale rispose, quasi d'istinto: “Già, hai proprio ragione... mi domando perché ci tenga così tanto a non far sapere la propria identità...”

Rendendosi conto di quello che aveva appena fatto, la ragazzina impallidì e si guardò intorno.

Fortunatamente, le sue compagne di stanza, compresa quell'impicciona di Mafalda Prewett, erano scesa a far colazione e lei ed Asmodeus erano da soli nella stanza.

Prese il serpente e si diresse a tutta velocità verso il bagno di Mirtilla Malcontenta, l'unico posto completamente deserto della scuola.

Una volta dentro, guardò in malo modo Asmodeus e gli ricordò: “Asmodeus, ti ricordo che non devi parlarmi quando siamo fuori da questo bagno, altrimenti rischio di parlarti in Serpentese davanti a tutti!”

Perché non riveli agli altri che puoi parlare ai serpenti? Ti risparmieresti un sacco di noie.”

Non ci penso proprio! Lo sai che cosa pensa la gente dei rettilofoni! Se salta fuori che so parlare ai serpenti, è la fine! Tu non hai idea di quanto i maghi odiano e temono quest'abilità! Un sacco di maghi oscuri erano rettilofoni!”

E allora dimostra di essere una rettilofona dalla parte del bene.”

Non è così facile... se non ho una posizione, nessuno sarà disposto a credere che io abbia delle buone intenzioni, per via del fatto che so parlare ai serpenti e di mia madre. Se io non ho niente, non valgo niente. La parola della figlia undicenne rettilofona di Bellatrix Lestrange contro quelle dell'intero mondo magico... ho praticamente fallito in partenza! Se non dimostro al mondo che sono diversa col potere e il talento, ho già perso. Nessuno è mai riuscito ad ottenere una buona posizione con le parole!”

Asmodeus rimase in silenzio un attimo, poi strisciò sul pavimento bagnato, commentando: “Certo che voi umani siete proprio strani... perdete tempo a preoccuparvi di queste sciocchezze e non vi accorgete di altre cose. Si vede lontano un miglio che sei diversa da tua madre, a parte l'aspetto...”

Se gli umani fossero come voi animali, il mondo sarebbe di sicuro un mondo molto migliore.”

Noi animali seguiamo l'istinto e, pertanto, accettiamo con più facilità il diverso. Per noi, l'amore è qualcosa di puro e istintivo. A differenza vostra, non perdiamo tempo a valutare se dobbiamo aiutare qualcuno oppure no. Lo aiutiamo e basta se lo desideriamo. Non capirò mai perché voi esseri umani rendiate tutto più complicato di quello che in realtà è.”

Delphini fece un sorriso e poi domandò: “Senti, visto che siamo qui, che ne dici se ce ne andiamo di nuovo nella Camera dei Segreti? Tanto non ci sono lezioni, oggi... inoltre, vorrei allenarmi un po' negli incantesimi offensivi...”

Per me va bene... ma non pensi che i tuoi amici si preoccuperanno non vedendoti in giro?”

Per un attimo, la ragazzina rimase un attimo immobile e in silenzio, ma quasi subito affermò, con tono seccato: “Guarda che quei tre babbei non sono miei amici, ma tizi che conosco leggermente di più degli altri, tutto qui! Io non conto niente per loro e loro non contano niente per me, fine!”

Contenta te...”

Senti, Asmodeus. Io non ho bisogno di amici, ho già te. Guarda che per me è più che sufficiente.”

Ti accontenti veramente di poco...”

Nella mia vita, ho capito che è meglio non legarsi a nessuno. Solo così si evita di fare la figura degli idioti sentimentali e di soffrire inutilmente.”


Gal, ti prego, non correre!” urlò Christian, tentando di raggiungere il cugino, il quale correva come il vento, indossando il caldo maglione di Molly Weasley.

Il rosso, tuttavia, ignorò le proteste del ragazzino con gli occhiali e continuò a correre finché un'enorme palla di pelo spelacchiata non gli sbarrò la strada.

Accidenti!” imprecò il rosso, mentre Gazza raggiungeva Mrs Purr.

Il ragazzino sbuffò, seccato.

Proprio quello che ci voleva... essere stanato da Gazza e beccarsi una punizione il giorno di Natale...

Guarda, guarda... Sandlers, ci stavamo dando alla corsa, eh?” domandò il custode, infastidito, e il ragazzino sbuffò.

Adesso l'avrebbe punito...

Bah, per stavolta lascio perdere... ma guai a te se ti ribecco a correre per i corridoi!” sbuffò Gazza, allontanandosi seguito da Mrs Purr.

Gal si voltò allibito e guardò Christian, temendo che fosse stato uno scherzo della sua immaginazione, ma il cugino lo rassicurò, anche se leggermente incredulo anche lui: “No, no, no, tranquillo... l'ho visto anch'io... anche se fatico a crederci...”

Ma cosa accidenti gli è preso? Che sia malato? Ha preso una botta in testa? Ha avuto un incubo? Sta impazzendo? Qualcuno l'ha maledetto?”

No, sta bene.” lo rassicurò Oliver, avvicinandosi al gruppo “E solo che è di buon umore perché qualcuno gli ha regalato una torta per Natale.”

Gal guardò l'amico di Tassorosso con gli occhi sgranati e domandò: “Una torta? A lui?”

Sì, proprio a lui. Ne sta parlando tutta la scuola.”

Avvelenata, immagino.”

No, al contrario. All'inizio, ovviamente, non si fidava, perché pare che in passato molti studenti gli abbiano mandati molti regali che poi si sono rivelati degli scherzi, ma, invece, stavolta la torta era innocua.”

Ma chi sarebbe così matto da fare un regalo a Gazza?!”

Non lo so, ma è stato comunque molto carino, non trovi?”

Certamente. Dovrebbero erigere un monumento in suo onore! Rendere quel vecchio bacucco meno cattivo il giorno di Natale... non so chi sia, ma lo stimo già! I miracoli esistono veramente...”

Sentite... non è che per caso avete visto Delphini?”

Eh?! Io credevo fosse con te.”

No, io invece credevo che fosse con voi.”

In un lampo, i due ragazzi capirono che Delphini non era ancora uscita dal dormitorio di Serpeverde.

Dobbiamo preoccuparci?” domandò Oliver, ma Gal rispose: “Naaa, lasciamola cuocere nel suo brodo! Andiamo, invece, ad esplorare il parco del castello! Possiamo fare una bella partita a palle di neve!”

I tre giovani si diressero verso il parco, ma notarono con rammarico che non erano stati i soli ad avere avuto quell'idea.

Un sacco di ragazzi di tutte le Case stavano lanciandosi le palle di neve.

Beh, io vado a divertirmi con gli altri! Volete unirvi?” domandò Gal, cominciando a preparare la palla, ma Oliver scosse la testa: “No, grazie. Preferisco fare una passeggiata.”

Come vuoi! E tu, Chris? Ci facciamo una partita?” domandò il rosso al cugino, il quale borbottò: “Ti prego, Gal...”

Dai, scommetto il pacchetto di dolci al cioccolato dello zio Billy!”

Dopo aver detto ciò, Gal lanciò la palla di neve a Christian per poi mettersi a correre ridendo.

Questa me la paghi, Gal!” urlò Christian, cominciando ad inseguire il cugino, tirandogli varie palle di neve.

Oliver fece un sorriso divertito e, scuotendo la testa, s'incamminò nella foresta.

L'aria frizzantina e fredda gli pizzicava le guance arrossate, mentre un alito caldo gli usciva dalla bocca.

Intorno a sé, la neve ricopriva tutto quanto come un delicato coperta bianco.

Ad un tratto, Oliver notò delle piccole impronte per terra.

S'inginocchiò per studiarle meglio e sorrise quando riconobbe le orme di un Thestral.

Spostando lo sguardo, trovò le orme di un unicorno, di un Diricawl e dei Centauri della foresta.

Fece per andarsene, quando vide due serie d'impronte vicine che gli sembravano strane.

Si avvicinò, incuriosito, e vide che le orme appartenevano ad un essere umano.

Solo che una apparteneva ad un ragazzino della sua età, mentre l'altra serie aveva qualcosa di strano.

Erano senza alcun dubbio umane, ma erano molto più piccole delle altre...

Non poteva neanche appartenere ad un elfo domestico, perché si vedeva che il proprietario delle orme aveva le scarpe, mentre gli elfi domestici non le avevano...

C'era qualcosa di strano...

D'istinto, cominciò a seguirle, non accorgendosi che si stava addentrando sempre di più nella foresta.

All'improvviso, proprio com'erano apparse, le orme finirono.

Evidentemente, la neve che continuava a scendere le aveva coperte.

Cominciò a tornare indietro, ma si accorse che anche le sue orme erano sparite nel nulla.

Sentì che il cuore aveva smesso di battere.

Era dentro la foresta da solo, con un freddo pungente... e non osava pensare a quando sarebbe scesa la notte...

Inoltre, c'erano un sacco di bestie pericolose... compresi lupi mannari e Acromantule...

Hagrid! Hagrid, sei da qualche parte?! Rispondi!” urlò il ragazzino, ma l'unico che gli rispose fu il vento gelido.

Proprio in quel momento, sentì un fruscio alle sue spalle.

Oliver s'irrigidì per la paura.

Doveva essere una creatura pericolosa del bosco... era finita... l'avrebbe mangiato...

Si voltò lentamente, in modo da vedere il suo assassino negli occhi e sgranò gli occhi, senza parole.

Non era un lupo mannaro o un ragno gigante... ma una ragazzina sua coetanea coi capelli ricci rossi, un grande e caldo sorriso, gli occhi blu, grassottella, con indosso una mantella col cappuccio nero e un lungo abito modesto di colore giallo.

Oliver avrebbe voluto dire qualunque cosa, ma dalla sua bocca non riusciva ad uscire alcun suono... inoltre, quella bambina gli sembrava familiare e sentiva di potersi fidare di lei... ma non riusciva a ricordare quando l'aveva vista l'ultima volta!

All'improvviso, la ragazzina gli fece cenno di seguirlo e Oliver, come un automa, cominciò a seguirla.

Sorprendentemente, la ragazzina si muoveva con sicurezza e tranquillità, come se fosse abituata a fare quel percorso.

Ad un tratto, la ragazzina si fermò e, proprio in quel momento, si sentì un fruscio davanti a loro.

Si era appena fermato, quando dal sentiero apparve una ragazza di Serpeverde del terzo anno, con gli occhi azzurri e i capelli a caschetto biondi.

Non appena la vide, Oliver la raggiunse, urlando: “Aspetta, aspetta!”

La ragazza si fermò, stupita, e domandò, con fare arrogante: “Cosa vuoi, marmocchio?”

Mi sono perso... potresti riportarmi al castello, per favore?”

Guarda che sei arrivato, ciccio.”

Eh?”

Esatto. Prosegui dritto per quella strada e ti ritroverai davanti alla scuola.”

Oliver era senza parole.

Grazie a quella misteriosa ragazzina, aveva ritrovato la strada... la cosa strana era che non l'aveva mai vista, eppure si era orientata perfettamente, come se ci vivesse da sempre e conoscesse tutti i luoghi della foresta...

Il giovane Tassorosso si voltò per ringraziarla e chiederle spiegazioni, ma si accorse, con stupore, che era svanita nel nulla.

Eppure si era distratto solo qualche minuto, una bambina non poteva sparire nel nulla così...

Ehi, ragazzino! Intendi restare lì in eterno o ti sono congelati i piedi?” domandò, seccata, la ragazza di Serpeverde, e, immediatamente, Oliver, arrossendo per l'imbarazzo, fece: “Arrivo, arrivo!”

Oliver raggiunse la ragazza di corsa, la quale si limitò a sbuffare e fargli cenno di seguirla.

Il giovane Tassorosso si mise a seguirla, ma, mentre camminava, si girò un attimo e guardò il bianco sentiero innevato e deserto, mentre il vento muoveva i fiocchi di neve e i suoi capelli.


Hai avuto anche tu una visione?!” esclamò, senza parole, Gal, dentro la Sala dei Manufatti, mentre Oliver lo implorava: “Gal, abbassa la voce...”

Assurdo, prima me e adesso te... sapevo che andare ad Hogwarts era una figata, ma non me la immaginavo così tanto...”

La mia visione, però, non mostrava un ragazzino di undici anni coi capelli rossi e il cappello parlante, ma una bambina della stessa età coi capelli rossi e una lunga veste gialla.”

Mmh, è tutto così strano... io e te vediamo due ragazzini dalla stessa età eppure totalmente diversi... ma perché le persone più intelligenti non ci sono mai, quando abbiamo bisogno di loro?!”

Vuoi che scrivo a Teddy per informalo della situazione?”

Meglio accennare l'evento... metti che qualcuno gli legga la posta... questa faccenda deve restare tra di noi.”

Allora, forse, non dovremmo avvertire anche Christian?”

Lui non crede tanto alle visioni... e poi, correrebbe ad informare la McGranitt.”

Va bene, allora scrivo a Teddy che mi è successa una cosa pazzesca a Natale, ma che gliene parlerò una volta a scuola.”

Sì, ottima idea.”

Intanto, passiamo questi giorni a studiare in biblioteca. Possiamo trovare qualche indizio su cosa significa questa storia.”

A dire il vero, non mi andrebbe troppo leggere i libri... ma per te, farò volentieri un'eccezione!”

Grazie.”

Proprio in quel momento, i due sentirono dei passi lì vicino e, subito, i due compagni si zittirono.

I passi erano troppo piani e calmi per appartenere a Gazza o ad un insegnante... ma chi sarebbe venuto da quelle parti?

Gal e Oliver aprirono leggermente la porta e riconobbero Delphini con la sua solita borsa a tracolla e il suo serpente domestico che le strisciava vicino.

Ah, è Delphini...” commentò il rosso con una smorfia, mentre Oliver si domandava: “Senti, ma secondo te dov'è stata tutto il giorno?”

Ehi, hai ragione... dai, seguiamola!”

Eh?!”

Andiamo, controlliamo solo dove va... magari si vede con qualcuno!”

Ne dubito altamente...”

Su, solo un'occhiata veloce...”

Prima che Oliver potesse protestare, Gal lo prese per un braccio e cominciarono ad inseguire la ragazza.

Tuttavia, all'improvviso, Delphini svanì davanti alla loro visuale.

Eh?!” fece Gal, fermandosi di colpo, allibito, mentre Oliver commentava: “E' sparita.”

Lo vedo... beh, non può essere svanita così nel nulla... scommetto che è più vicino di quanto pensiamo...” fece il rosso, voltando la testa da tutte le parti, finché non si bloccò di colpo.

Appoggiata al muro di pietra e con le braccia incrociate, c'era Delphini che guardava i due amici in malo modo.

Oh, puoi dirlo forte.” annuì la ragazzina, furibonda “Sapete, siete pessimi ad inseguire di nascosto le persone. Passi per Oliver, che vuole diventare Magizoologo, ma tu, Gal, se non sbaglio vuoi diventare un Auror... mi spieghi come speri di diventarlo se coloro che insegui si accorgono subito che li stai pedinando?”

Ehi, ho appena iniziato. Dammi tempo.”

Sì, tempo... come no. In ogni caso, se ti pesco di nuovo a cercare di pedinarmi, te la faccio pagare molto cara!” concluse la ragazza, riprendendo il cammino, accompagnata dal serpente.

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Capitolo 15
*** Il segreto della biblioteca ***


Capitolo 15: Il segreto della biblioteca


Dici sul serio?! Hai visto una misteriosa ragazzina nella foresta?!” esclamò, incredulo, Teddy, mentre la piccola palla di pelo rosa saltellava sulla sua testa.

Sì, mi ero appena reso conto di essermi perso, quando l'ho vista. Mi ha indicato la strada per tornare al castello, ma all'improvviso è sparita nel nulla.” raccontò Oliver e l'amico gli domandò: “Ricordi com'era fatta?”

Su suggerimento di Gal, ho fatto un disegno.”

Oliver passò al compagno un disegno di una ragazzina grassottella.

Uhm... a parte il colore dei capelli, i due che avete visto sono completamente diversi...” meditò Teddy, dopo averlo osservato un attimo, e Gal annuì: “L'ho notato anch'io. Secondo te cosa significa?”

Non ne ho proprio idea... però, ascoltando le vostre esperienze, ho notato vari elementi in comune...”

Davvero? E cosa?”

Prima di tutti, entrambi li avete visti quando eravate da soli e in una situazione di pericolo e di grande nervosismo, anche se le circostanze erano diverse.”

In effetti è vero... se non li avessimo visti, probabilmente, saremmo finiti molto male...”

Inoltre, entrambi avevano la stessa età e indossavano abiti molto strani.”

Credi che si tratti di fantasmi?”

Ne dubito... non sembravano incorporei e, in quel caso, tutta la scuola avrebbe dovuto sapere della loro esistenza... e se fossero stati Inferi, non vi avrebbero salvato la vita... accidenti, è tutto così confuso...”

Forse dovremmo chiedere l'opinione di Athena... lei legge sempre tanti libri...”

Ottima idea, Oliver. Le andrò a parlare questo pomeriggio.”

Sai dove potremmo trovarla?”

Indovina.”

Ah, giusto... la biblioteca...”


Bene, ragazzi. Prendete posto e tirate fuori le bacchette.” sorrise Vitious, guardando i Serpeverde che prendevano posto.

Dunque, oggi continueremo con l'incantesimo Alohomora. La volta scorsa abbiamo studiato la teoria, mentre oggi cercheremo di farlo funzionare. Vi chiamerò a turno e dovrete cercare di colpire quel baule, in modo da aprirlo. Signor Harrison, vuole iniziare lei?”

Kevin si alzò prontamente in piedi e si mise davanti al baule.

E dopo aver fatto un sospiro per scaricare la tensione, disse: “Alohomora!”

Dalla bacchetta del ragazzo, uscì un lampo di luce e colpì il baule, facendolo sobbalzare.

Non male, Harrison. Tuttavia, per poter aprire il baule, non basta colpirlo, ma deve mirare la toppa. Ti consiglio di allenare la mira. E quella che all'inizio crea qualche problema agli studenti.” lo avvisò il professore e Kevin lo ringraziò: “Farò più attenzione la prossima volta, professore.”

Bene, adesso tocca... alla signorina Black.”

Delphini alzò la testa stupita, ma, quasi subito, si alzò e si diresse davanti al baule.

Puntò con fare sicuro la bacchetta e dichiarò, in tono calmo e sicuro: “Alohomora.”

Un lampo di luce partì di nuovo dalla bacchetta e colpì in pieno la toppa del baule, facendolo sobbalzare e aprendo il baule, facendo restare tutti gli altri Serpeverde allibiti.

Per la barba di Merlino...” commentò, allibito, Vitious, prima di esclamare, soddisfatto: “Ottimo lavoro, signorina Black. Davvero eccellente. Pochissimi sono in grado di eseguire perfettamente un incantesimo al primo tentativo. E' davvero piena di talento per Incantesimi.”

Grazie, professore.”

Delphini tornò a sedersi al suo banco e si mise a pensare.

Quegli incantesimi erano troppo facili per lei, dato che era in grado di eseguire incantesimi del terzo anno, senza troppe difficoltà.

Una parte di lei sentiva che stava perdendo tempo prezioso a fare incantesimi facili e utili ai nati babbani per controllare la magia, ma per lei era diverso.

Voleva imparare incantesimi di livello avanzato o a lanciare incantesimi senza aprire la bocca... ma, purtroppo, doveva aspettare...

Se si fosse dimostrata troppo abile al primo anno, sarebbe finita sotto i riflettori troppo presto... ed era l'ultima cosa che voleva.

Doveva mantenere un basso profilo, diventare spesso invisibile... nei film babbani di sopravvivenza con zombie o animali feroci, era quello che permetteva di cavarsela.

In fondo, aveva già trovato il posto perfetto per allenarsi con gli incantesimi del quarto anno senza farsi vedere...


Allora, chi va?” domandò Gal, guardando Athena Doyle intenta a leggere un grosso libro assieme alla sua amica Elizabeth.

Potresti andarci tu.” fece Teddy, mentre il rosso ribatteva, offeso: “No, grazie. Ormai lo sa che quando la cerco è solo per chiederle di aiutarmi coi compiti!”

Ti sei creato proprio una bella reputazione, tu...”

Se volete ci vado io...” li interruppe Oliver e, subito, Gal lo ringraziò: “Grazie, Olly! Tu sì che sei un vero amico!”

Ehm... di nulla...”

Il povero Tassorosso, con un sospiro, si mise a guardare il tavolo dov'erano sedute le due ragazze.

Poco dopo, fortunatamente, Elizabeth si alzò e dopo aver fatto un saluto con la mano, si allontanò dalla biblioteca.

Ora, tocca a te!” disse Gal, con l'obiettivo di incoraggiarlo.

Oliver fece un sorriso un po' nervoso, per poi avvicinarsi ad Athena, la quale stava continuando a leggere il suo libro.

Il ragazzino si fermò davanti a lei per poi dirle, imbarazzato: “Ehm, scusa, Athena...”

La ragazzina smise subito di leggere e alzò lo sguardo, incuriosito.

Si aspettava di trovarsi davanti Gal, il quale desidera l'ennesimo aiuto per i compiti e, invece, si era trovata davanti a Oliver, il quale sembrava visibilmente imbarazzato.

Sì?” fece la ragazza, incoraggiandolo, e il Tassorosso fece: “Ecco, scusa se ti disturbo, ma ecco... te ne intendi di vestiti femminili?”

Athena sgranò gli occhi, sorpresa da quella strana richiesta.

Si era aspettata le domande più strane del creato, ma quella, doveva ammetterlo, superava tutte.

Beh, certo che me ne intendo. Dopotutto sono una ragazza.” fece ricordare Athena, col più tatto possibile, e il ragazzino, diventando rosso come un pomodoro, balbettò: “Certo, lo so che detto così sembra una cosa stupida e scontata... ma io intendevo abiti antichi.”

Tipo l'Antico Egitto?”

Esatto! Ecco, guarda.”

Oliver tirò fuori dalla tasca della divisa un foglio di carta che passò alla giovane Corvonero, per poi chiedere: “Secondo te, di che vestiti si tratta?”

La ragazzina osservò attentamente il foglio, per poi dire: “Sembrerebbero abiti medievali.”

Dici davvero?”

Sì, dovrei avere davanti un libro sull'argomento per dirtelo con precisione, ma secondo me è così.”

Pensi che anche i vestiti che ti ha mostrato Gal la volta scorsa erano di origine medievale?”

Penso di sì, ma non lo so con certezza... dopotutto, il disegno che mi ha fatto vedere quella volta Teddy era orrendo. Non ci si capiva niente, sembrava un disegno fatto da un bambino di tre anni. Facevo fatica a comprendere il volto del soggetto, figuriamoci il suo abbigliamento.”

Oliver fece una risatina nervosa.

In effetti, Gal non era un genio della matita, a parte quando doveva disegnare la caricatura degli insegnanti...

Se vuoi, faccio qualche ricerca, ma non ti garantisco niente. Vi manderò Moon quando troverò qualcosa.” fece Athena, chiudendo il volume, e Oliver la ringraziò immediatamente: “Grazie, non sai che grosso favore che ci fai.”

Dopo averla salutata, Oliver tornò dal suo gruppo e, con un sorriso enorme, disse: “Tutto risolto. Athena farà qualche ricerca per noi.”

Ottimo, ci facciamo un giro prima di cena?” fece Gal, ma Teddy rifiutò: “Scusa, ma devo fare un tema per Trasfigurazione.”

Buona fortuna, il professor Bennet è uno dei professori più tremendi di Hogwarts. Oltre a dare dei compiti allucinanti, pattuglia sempre i corridoi come un Pitbull in cerca di qualcuno che infrange le regole per togliere i punti, proprio come Gazza... secondo me, qualche suo antenato dev'essere stato un domatore di draghi!”

Ma bene, signor Sandlers... ci diamo ai draghi, adesso?” domandò, risentita e severa, una voce maschile alle spalle di Gal.

Il rosso sbiancò e, voltandosi, vide un uomo alto, coi capelli biondi e gli occhiali, il quale domandò, con aria severa: “Perché in quel caso, spero che sappia dirmi quali sono le differenze tra un Ungaro Spinato e un Gallese verde!”

Ehm... uno si trova in Ungheria e l'altro in Galles, professor Bennet?”

Bel tentativo, Sandlers... cinque punti in meno a Grifondoro per le sue conoscenze sui draghi e altri cinque in meno per la sua descrizione nei miei confronti.”

Mentre Bennet si allontanava, Gal sibilò: “Antipatico... è come il professor Trocar! Ma almeno lui se ne sta tutto il giorno nel suo studio!”

Dai, lascia perdere, Gal... forse ho qualcosa per risollevarti il morale...” disse Teddy, tirando fuori dalla sua tasca un esserino peloso e rosa.

Che cos'è?” domandò, incuriosito, il Grifondoro e il ragazzino rispose: “E' un Puffskein, me l'ha regalato zio George per Natale. Si chiama Tonks.”

Ragazzi, che carino!” esclamò Gal, mentre la creaturina, con un balzo, atterrò sul suo casco.

Ehi, secondo me gli piaci.” sorrise Teddy, mentre il rosso, con finta modestia, dichiarava: “Eh, sai com'è... io sto simpatico a tutti.”

Te lo presto per qualche ora, se vuoi.” fece il giovane Tassorosso e, subito, il rosso annuì: “Certo, ti prometto che ne avrò cura!”

Però non sapevo che i Puffskein avessero quel colore...” notò Oliver e Teddy ammise: “A dire la verità, questo è un Puffskein speciale creato dallo zio George... ne aveva fatto un altro per la sorella...”

Comunque, stai tranquillo. Me ne prenderò cura!”


Athena si stiracchiò, stanca e assonnata.

Sentiva che le si chiudevano gli occhi.

Erano giorni che non si fermava un attimo a riposare... non solo doveva studiare per gli esami, ma doveva anche cercare di risolvere il mistero delle due visioni visti da Gal e da Oliver... forse doveva dormire un attimo...

Si guardò intorno e vide che, come sperava, tutti erano andati in Sala Grande a pranzare...

Si tolse gli occhiali e chiuse gli occhi, addormentandosi.

All'improvviso, sentì un rumore che la svegliò.

Subito aprì gli occhi, nonostante la sua vista era ancora un po' appannata.

Sarebbe stato parecchio imbarazzante se qualcuno l'avesse vista in quella situazione...

Non appena si fu messa gli occhiali e la vista le fu tornata normale, si accorse che qualcosa non andava...

Sentiva dei passi troppo pesanti nei corridoi per appartenere ad uno studente... d'istinto, si nascose dietro ad una libreria e tolse, il più silenziosa possibile, un libro da essa.

Quello che vide la fece sbiancare dalla paura.

Erano i due tipi che aveva visto la notte di Halloween!

Ma cosa ci facevano ancora ad Hogwarts?!

Uffa, Zubin, ma dobbiamo per forza andarci tutti i giorni? Quel posto è a dir poco inquietante... solo un matto potrebbe volerci passare del tempo... inoltre sono settimane che lo esploriamo e non abbiamo trovato proprio niente...” sbottò Woodrow e il compagno ribatté: “Perché non glielo dici direttamente?”

Ma sei matto?! Quella mi ammazza!”

E allora cuciti la bocca! Neanche a me entusiasma l'idea di tornare in questo luogo... temo di ritrovarmi davanti a quel piccolo mostro coi capelli bianchi!”

Non ti sembra di esagerare? E' solo una ragazzina del primo anno...”

Al diavolo! Tu non l'hai affrontata, ma io sì! Quella piccola serpe è un vero demonio, mi ha lanciato un incantesimo perché non mi sono inchinato prima dello scontro! Inoltre ha qualcosa di strano... i suoi poteri sono troppo forti per essere solo una del primo anno... per me, quella non è normale.”

Athena cercò di contenere la sua paura, ma le tremavano le ginocchia...

Indietreggiò e urtò un tavolino.

Hai sentito?” domandò, stupito, Zubin e Woodrow, visibilmente spaventato, domandò: “Che sia di nuovo quel gatto?!”

In ogni caso, andiamo a fare un controllo...”

Sempre più spaventata, Athena cominciò a correre in mezzo agli scaffali e alle librerie.

Sentiva la paura e l'ansia crescerle dentro di sé proprio come il suo respiro affannato, voleva scappare, nascondersi...

Ad un tratto, vide qualcosa che per poco non la fece urlare a squarciagola.

Davanti a lei c'era una ragazzina di undici anni coi lunghi capelli neri, l'espressione seria e i profondi occhi blu, dallo stesso colore della sua lunga veste.

Prima che potesse dire qualsiasi cosa, l'altra le indicò uno scaffale appoggiato al muro.

Era leggermente spostato e forse...

D'istinto, la ragazzina ci s'infilò dentro e cominciò a tremare.

I passi erano sempre più vicini...

Ad un tratto, sentì di nuovo la voce di Zubin: “Non c'è nessuno. Né gatti né bibliotecaria né impiccioni...”

Meno male, in quest'ultimo mese non abbiamo avuto problemi...”

Già, grazie a quel complicato sistema sotterraneo enorme... ci potrebbero entrare tutti gli studenti in una volta sola!”

Secondo te, perché hanno creato quella roba?”

Ma che ne so? Chiedilo al costruttore!”

Allora, andiamo? Fra poco ritorna quell'arpia della bibliotecaria... sai se Urian è ancora là sotto?”

Ovvio, pur di farsi bello agli occhi del capo... è da tre settimane che continua a cercare in quel labirinto di cunicoli. Dice che tornerà solo quando l'avrà trovato... così il capo ci biasima per non prendere esempio da lui e dalla sua dedizione al lavoro... roba da pazzi! Dai, muoviamoci...”

Timidamente, Athena si sporse dal suo nascondiglio e vide i due uomini avvicinarsi ad un altro scaffale, proprio davanti al suo, molto grande e pieno zeppo di libri.

Inaspettatamente, Zubin lo spostò senza troppa fatica, rivelando un enorme passaggio segreto.

I due loschi figuri s'infilarono al suo interno e chiusero il passaggio, lasciando la ragazzina allibita.


Stai dicendo che quei due sono ancora qui in giro?!” disse, incredulo, Teddy e Athena annuì: “Sì, e da un mese.”

Cosa facciamo? Informiamo la McGranitt?” domandò Oliver e Gal ribatté: “Non scherziamo. Gli adulti non credono mai a noi ragazzi. Per loro, se i ragazzini vedono qualcosa di strano è perché hanno troppa immaginazione e, pertanto, non vanno presi in considerazione.”

Quindi?” fece Teddy e Gal rispose: “Quindi ce ne dovremo occupare noi. Stanotte, noi tre c'intrufoliamo in biblioteca ed entriamo nel passaggio segreto della biblioteca.”

Gal, è pericoloso... potremmo essere beccati dal complice di quei due.”

Lo eviteremo o lo annienterò con la mia spada!”

E' meglio se lasci perdere...”

Beh, io non ho alcuna intenzione di permettere a quelli di continuare a scorrazzare indisturbati nella scuola! Se voi volete venire con me, bene. Sennò faccio da solo!”

Aspetta, vengo con te! Non ti lascio da solo!” fece Teddy e Oliver annuì: “Anch'io. Chissà cosa ti potrebbe succedere...”

Athena rimase un attimo in silenzio.

L'idea di ritrovarsi davanti a quei tizi la metteva terribilmente a disagio, ma era l'unica a sapere dove si trovasse quel nascondiglio e poi, doveva ammettere che era molto curiosa per quanto riguardasse quel passaggio...

Penso che vi seguirò anch'io.” fece la ragazzina e Gal esultò: “Bene, siamo in quattro contro uno! Abbiamo già vinto!”

Frena l'entusiasmo, Gal. Prima di tutto, dobbiamo cercare di scoprire che cosa cercano con tanto interesse e anche chi sia questo misterioso capo di cui parlavano.” lo calmò Teddy e Athena s'intromise: “Credo che si tratti di una donna. A quanto pare, quei due la temono molto...”

Ahia, le donne sono le creature più pericolose del mondo... mia madre fa davvero paura quando si arrabbia e pensate che è solo una babbana...” commentò Gal e, proprio in quel momento, il piccolo Tonks gli atterrò sul casco, visibilmente eccitato.

Ehi, credo che voglia venire con noi.” fece notare il rosso, ma Teddy dichiarò, subito: “Meglio di no, non vorrei che combinasse qualche pasticcio... è meglio se resta nella Torre di Grifondoro.”

Ma è talmente piccolo e carino... e poi non fa niente...”

Ho detto di no, Gal. Non insistere.”

Uffa...”

Non appena i due smisero di litigare, Athena aggiunse: “Sapete, credo di avere la certezza da quale periodo storico venivano le visioni che Gal e Oliver hanno visto.”

Sul serio? E cosa?”

Sospetto che indossassero abiti medievali quando li avete visti.”

Dici?”

Sì, la ragazzina che ho visto indossava una veste che ho visto in un libro sul Medioevo di mia sorella, però a differenza di quella che ha visto Oliver era magra, coi capelli neri e aveva un'espressione seria.”

Sul serio?”

Altroché... non so cosa significa tutta questa storia, ma consiglio di fare attenzione...”

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Capitolo 16
*** Avventura nei sotteranei ***


Capitolo 16: Avventura nei sotterranei


Allora ci siamo tutti?” domandò, con un sussurro, Teddy e i tre amici annuirono.

Il giovane Metamorfomagus, si avvicinò alla porta chiusa a chiave e estraendo la bacchetta, sussurrò: “Alohomora.”

Subito, la porta si aprì con uno scatto, facendo trasalire i quattro ragazzini.

Per loro, quel rumore era stato troppo forte e temevano che da un momento all'altro apparisse Gazza o Mrs Purr.

Fortunatamente, non apparve nessuno dei due e Teddy, col cuore che ancora batteva forte per il nervosismo, spinse lentamente la porta, la quale cigolò.

Ancora una volta, il gruppo perse un battito.

Era impressionante come in un momento di totale silenzio e di pericolo, il rumore veniva ampliato...

Teddy non poté fare a meno di pensare a quanto gli avrebbe fatto comodo avere il mantello dell'invisibilità del suo padrino...

Dato che non sentirono alcun rumore di passi o miagolio, il gruppo si affrettò ad entrare nella biblioteca.

Lumos.” sussurrò Oliver, subito imitato dai compagni.

I quattro si guardarono intorno, sospettosi, poi Teddy chiese ad Athena: “Dov'è il passaggio?”

In fondo a quel corridoio.” indicò la Corvonero, per poi camminare in quella direzione.

Dopo qualche minuto, Athena si fermò davanti allo scaffale dove aveva visto sparire i due uomini.

Ecco, è questo lo scaffale.” dichiarò la ragazzina e Gal, incredulo, domandò: “Sei sicura che quel tipo sia riuscito a spostarlo come se niente fosse? Sembra parecchio pesante...”

Teddy si avvicinò allo scaffale e, toccandolo, rivelò un'ampia apertura di pietra.

Accipicchia...” sussurrò, senza parole, Gal, mentre Athena commentava: “Quello scaffale era un trucco per distogliere l'attenzione, un po' come i trucchi degli illusionisti babbani.”

Già, chi immagina che uno scaffale dall'aspetto così pesante sia facile da spostare...” annuì Teddy, mentre s'infilava nella galleria “Mi domando a cosa servisse questa galleria...”

Il gruppo s'infilò nel passaggio segreto e, subito, Oliver chiuse la porta, cominciando ad essere leggermente nervoso.

Speriamo che vada tutto bene...” borbottò il ragazzino, per poi accorgersi che il pavimento era ricoperto di grosse pozze d'acqua.

Ma da dove viene tutta quest'acqua?” commentò il giovane Tassorosso, mentre Athena rivelava: “Siamo vicini all'impianto idraulico.”

Ah, capisco...”

Nel frattempo, Gal fece ingrandire la spada che aveva in tasca, in modo da essere pronto a difendersi, e si mise i giganteschi occhiali del suo casco da pilota davanti agli occhi.

Ehi, sbaglio o la tua felpa si sta muovendo?” domandò, incredula, Athena e Gal, imbarazzato, rispose: “No, ti sbagli! E' solo frutto della tua immaginazione...”

Ma, proprio in quel momento, dalla felpa del ragazzino, saltò fuori una palla rosa pelosa che cominciò a saltare come una molla sulla testa del gruppo.

Tonks?! Perché l'hai portato qui? Ti avevo detto di lasciarlo nel dormitorio di Grifondoro!” protestò Teddy, mentre Gal tentava di spiegare, cercando al contempo di prendere il Puffskein salterino “Ci ho provato, ma si è messo a fare la faccia triste... non ho avuto il cuore di lasciarlo lì ad aspettarci...”

Va beh, cerchiamo di riprenderlo. Se lo perdiamo, il mio padrino si accorgerà che ho combinato qualcosa...”

I quattro cercarono di prenderlo, ma Tonks era furbo e, pertanto, li schivò e s'inoltrò nella galleria.

Oh, cavolo... presto, riprendiamolo!” urlò Teddy, rincorrendolo, preoccupato.


Aprì un occhio dorato e alzò la testa verde squamosa.

Quell'odore... non aveva mai sentito niente del genere, ma era delizioso...

Voltò la testa e vide che la sua padrona era ancora intenta a tentare di lanciare l'incantesimo Diffindo...

Stavolta, era apparsa una piccola scia di luce dalla bacchetta di Biancospino, ma, evidentemente, non era quello che lei voleva, dato che fece una smorfia seccata.

Cominciò a strisciare il più silenzioso verso la direzione dell'odore.

Quando si allenava, lei non voleva essere interrotta per nessun motivo, altrimenti l'avrebbe fatto levitare fino alla testa pelata della gigantesca statua di quella sala.

Con la padrona era meglio non scherzare, anche perché aveva un bel caratterino...

Comunque, in quel posto non aveva nulla da fare e, a dire la verità stava cominciando ad avvertire un certo languorino...

Non appena fu abbastanza lontano, la creatura cominciò a strisciare più velocemente sul pavimento bagnato e nell'ombra, seguendo l'odore.

Ad un tratto, lo vide.

Sembrava una piccola palla pelosa che osservava incuriosita una colonna e sembrava non essersi accorta di lui...

Si avvicinò lentamente e aprì la bocca, rivelando i quattro grandi canini.

Non c'era niente di personale... semplicemente, come tutti, doveva nutrirsi... ieri era toccato ad un topo e oggi a quello strano essere... forse aveva un buon sapore, nonostante detestasse il pelo... gli rovinava la digestione...

Ma, proprio quando stava per ingoiarlo, la creatura saltò, evitando il suo attacco, per poi scappare, sempre saltando.

Lo fissò un attimo, un po' seccato per il fatto che una preda così succulenta gli fosse sfuggita, ma poi lo inseguì, deciso a mangiarlo a qualunque costo.


Tonks! Tonks, dove sei?! Vieni qui, è pericoloso!” chiamò Teddy, continuando a camminare nel corridoio.

Ehi, non sentite degli strani colpi? Come quelli dell'attacco di una bacchetta...” domandò Athena, ma proprio in quel momento, Oliver esclamò, tremando come una foglia: “Io, invece, ho sentito un fruscio... che viene verso di noi...”

Subito, Gal si mise davanti al gruppo, sempre impugnando la sua spada e dichiarò: “State dietro di me. Lo affronto io.”

Gal, il tuo avversario molto probabilmente avrà una bacchetta...” gli ricordò Teddy, ma il rosso lo tranquillizzò: “Tranquillo, Teddy. Me la sono cavata una volta in un combattimento con la spada, vedrai che me la caverò anche stavolta!”

Teddy si limitò a sospirò e, imitato da Oliver e Athena, tirò fuori la bacchetta.

I colpi nelle pozze d'acqua erano sempre più forti e vicini e, ad un tratto, qualcosa sbucò fuori dall'oscurità e colpì lo stomaco di Teddy, il quale, per lo spavento, indietreggiò e scivolò per terra, cadendo in una pozza.

I suoi compagni, per lo spavento, si misero ad urlare e Teddy, inaspettatamente, si accorse di non provare alcun dolore al ventre.

Abbassò la testa e vide una piccola palla pelosa molto familiare...

Tonks! Eccoti qui!” sorrise il ragazzino, ma si accorse subito che qualcosa non quadrava: il Puffskein sembrava molto nervoso e tremava tutto.

Ehi, va tutto bene? Che è successo?” domandò, preoccupato, il Tassorosso, ma, non appena alzò lo sguardo, sbiancò.

Nell'oscurità del condotto erano appena apparsi due luminosi occhi gialli, che sembravano guardarlo con molto interesse.

Proprio in quel momento, gli occhi scattarono verso di lui e uscirono dall'oscurità, pronto ad attaccarli.

D'istinto, Teddy chiuse gli occhi e, stringendo forte Tonks, aspettò l'attacco della creatura.

Accio Asmodeus.” ordinò, con calma e all'improvviso, una voce femminile.

Subito, Teddy aprì gli occhi e vide il grosso serpente davanti a lui e al suo Puffskein che veniva rispedito a tutta velocità nel corridoio buio.

Se non fosse stato assurdo, avrebbe giurato che l'espressione del rettile era di stupore... in effetti, doveva fare uno strano effetto essere vittima di un incantesimo di recupero...

Pochi secondi dopo, si sentirono dei passi calmi dallo stesso corridoio dov'era sparito il serpente, diretti proprio verso di loro e, all'improvviso, apparve una figura.

Era una ragazzina coi capelli d'argento e ciocche blu che il gruppo conosceva molto bene.

Delphini?!” esclamarono tutti, increduli, e la ragazzina, tenendo in braccio il serpente, annuì: “Esatto. E voi che ci fate ancora in piedi? Mezzanotte è passata da un pezzo...”

Senti da che pulpito! Tu cosa ci fai qui?!” protestò Gal e la ragazzina rispose, con un movimento della testa: “Questo è il mio rifugio segreto notturno.”

Rifugio segreto notturno?” ripeté, incredulo, Teddy e la coetanea spiegò, mentre metteva a terra il suo serpente: “Esatto. E' il luogo dove vado di notte per studiare, rilassarmi, stare con Asmodeus ed esecitarmi, perché credevo che possedesse qualcosa che non c'era nel resto della scuola: esclusività e, soprattutto, silenzio! Ma dove ci siete voi, è praticamente impossibile!”

Beh, in ogni caso, faresti meglio a mettere la museruola a quella bestiaccia! Per poco non si mangiava il Puffskein di Teddy!” protestò Gal e la ragazzina, mentre tirava fuori la bacchetta dalla tasca della felpa larga e piuttosto vecchia, commentò: “Quello è un Puffskein? Non hanno quel colore del pelo.”

E' un regalo di mio zio George... non so cos'ha combinato per fargli venire quel colore...” borbottò, imbarazzato, Teddy, guardando il povero Tonks, il quale, nonostante il passato pericolo, stava ancora tremando.

Beh, allora stacci più attento la prossima volta. Comunque, se sparite all'istante da qui, prometto che Asmodeus non lo toccherà mai più.” propose la ragazzina, dando un'occhiata al serpente, mentre accarezzando la bacchetta.

Asmodeus spostò lo sguardo.

Non gli aveva detto niente per non rischiare di parlargli in Serpentese davanti a tutti, ma era sottinteso che dopo avrebbero fatto i conti...

Mi dispiace, ma non possiamo andarcene da qui proprio adesso.” rispose subito Teddy e la ragazzina domandò: “Ah, no? E perché?”

Perché qua giù ci sono ancora quei brutti ceffi di Halloween, che stanno cercando qualcosa per conto di una donna!” spiegò, tutto d'un fiato, Gal e Delphini, inarcando un sopracciglio, fece: “Sul serio?”

Altroché! E noi dobbiamo fermarli prima che quella cosa finisce nelle loro mani!”

La giovane Serpeverde rimase in silenzio un attimo, poi commentò: “Bel tentativo... peccato che io non abbia mai visto o sentito nessuno qua sotto.”

Ti assicuro che è vero! L'ha detto Athena!” protestò Teddy, ma Delphini ridacchiò, mentre giocherellava con la bacchetta: “Ma senti questi... comunque, io non credo che ci sia qualcuno qui. In ogni caso, saprei come sistemare quei tizi...”

Expelliarmus!” esclamò una voce maschile alle spalle del gruppo.

In un secondo, tutte le bacchette e la spada che i cinque giovani maghi avevano in mano volarono via.

Subito, Teddy e gli altri si voltarono nella direzione dell'urlo e videro un uomo piuttosto grosso e col volto pieno di cicatrici.

Guarda, guarda cos'ho trovato... i bambini a quest'ora dovrebbero essere a letto... comunque, vi darò una mano ad addormentarvi...” sghignazzò l'uomo, per poi ordinare: “Avanti, su le mani! Tutti e cinque!”

Immediatamente, Teddy alzò le mani.

Non ci voleva proprio... doveva averli sentiti ed era andato a vedere... era troppo impegnati a cercare Tonks e a parlare con Delphini, per accorgersi che quel tipo, nel frattempo li aveva raggiunti... e adesso erano in trappola... quello li avrebbe ammazzati...

Ehi, guarda che l'ordine vale anche per te, ragazzina!” urlò, stranamente, l'individuo pieno di cicatrici e, d'istinto, Teddy si voltò, sgranando gli occhi.

Nonostante la situazione, Delphini se ne stava immobile, con le mani dietro alla schiena, come se non ci fosse niente da temere.

Insomma, ti muovi?! Sei sorda per caso?!” continuò l'uomo, sempre più furibondo e Oliver la implorò, sottovoce: “Ti prego, Delphini... lo so che è un terribile smacco per il tuo orgoglio, ma in questi casi è meglio metterlo da parte... ti assicuro che nessuno ti biasimerà...”

Delphini rimase un attimo in silenzio, poi fece un sospiro: “Ok, ok, lo faccio subito. Non c'è bisogno di essere così nervosi...”

Ma, non appena disse quelle parole, la ragazzina urlò, allungando il braccio davanti a sé: “Stupeficium!”

Prima che qualcuno potesse dire o capire cosa stesse succedendo, un raggio di luce violetto partì dal braccio che Delphini aveva allungato e colpì in pieno l'aggressore, il quale venne sbalzato all'indietro e finì violentemente contro ad una colonna.

Teddy, Athena, Gal e Oliver si guardarono senza parole.

Ma cos'era successo?

Ignorando il caos generale, Delphini, sempre seguita da Asmodeus, si avvicinò all'uomo e cominciò a perquisirlo.

Ma cosa... cosa stai facendo?” domandò, ancora allibito, Teddy e la coetanea spiegò, senza nemmeno guardarlo: “Lo sto perquisendo. Sono convinta che questo bel tipo abbia dei bei oggetti preziosi con sé. Sarebbe un vero peccato se li prendessero gli Auror.”

Mi... mi stai dicendo che lo stai... lo stai rapinando?!”

Esatto. Coi suoi soldi posso comprare dei dolci o oggetti che m'interessano, mentre la bacchetta e il resto li tengo come trofei di guerra, un po' come gli scalpi dei nativi americani babbani, se avete mai visto uno di quei film western babbani del martedì sera.”

Ma è illegale derubare qualcuno!”

Proprio come intrufolarsi di nascosto in una scuola e minacciare di morte cinque ragazzini. Questa è violazione di domicilio e tentato omicidio verso minori. In confronto a questo mascalzone, io sono una brava ragazza, il che è tutto dire.”

Beh, in ogni caso, non si ruba!”

Senti, in questo mondo, non vive a lungo chi è onesto, ma chi dimostra più cervello e anche rapinare qualcuno fa parte della categoria delle persone sveglie.” continuò Delphini, guardandolo per la prima volta con uno sguardo seccato e, a quel punto, Oliver cercò di calmare gli animi: “Ehm, Delphini... come hai fatto ha mettere al tappetto quel tipo?”

Tsk, speravo che nessuno facesse questa domanda...”

Beh, comunque come hai fatto?”

Semplice, ho usato la mia bacchetta.”

Il gruppo si guardò allibito finché Teddy non ripeté: “La tua bacchetta?”

Esatto. Eccola qui.” annuì la ragazza mostrando distrattamente una bacchetta.

Ma... quel tipo non ti aveva disarmata?”

Certo.”

E... allora come hai fatto a riprendertela senza muoverti?”

E' semplice, ce l'avevo già addosso, non avevo bisogno di muovermi.”

Eh?!”

Intuendo che il gruppo, non avrebbe mai capito il suo stratagemma, Delphini si alzò in piedi e sollevò in modo brusco la manica del vestito.

Il gruppo sgranò gli occhi, incredulo.

L'avambraccio della ragazza era completamente fasciato e su di esso vi erano vari elastici per i capelli, come una sorta di largo e stretto braccialetto.

La mia bacchetta era nascosta qui, legata al mio braccio grazie a questi elastici, in questo modo ero certa che non sarebbe andata perduta o rubata.” spiegò la ragazzina, con aria di superiorità, e, incuriosito, Oliver le domandò: “Ma avevi in mano una bacchetta, l'ho vista.”

Ah, quella... era solo un semplice ramo che ho raccolto dal parco della scuola. L'ho solo lavorato un po' per farlo sembrare una vera bacchetta magica all'occhio di un principiante.”

Eh?!” fecero tutti, senza parole.

L'astuzia e l'intraprendenza di quella ragazzina non conosceva limiti...

Geniale, no? Se qualcuno mi avesse disarmata all'improvviso, avrebbe automaticamente abbassato la guardia, pensando che non fossi più una minaccia e, invece, avevo ancora la mia bacchetta.” continuò Delphini e, un po' incuriosita, Athena domandò: “Da quando hai avuto quest'idea?”

Oh, poco prima che iniziasse la scuola. Andavo spesso ad Hyde Park proprio a prendere i bastoncini per creare bacchette finte. E' sempre meglio avere più munizioni quando si va in guerra... quando è iniziata la scuola, non ho dovuto far altro che continuare a raccogliere i bastoncini, per poi sistemarli con il mio amato coltellino tascabile. Comunque, come avete visto, la mia idea si è rivelata geniale, dato che grazie a me avete salvato le chiappe.”

Aspetta, toglimi una curiosità... quando hai minacciato Lester Falwey con l'Avada Kedavra hai usato una bacchetta finta o una vera?” domandò Teddy e la ragazzina, con un ghigno divertito, rispose: “Chi lo sa... potrei averlo fatto o magari no. Sta a te deciderlo, ragazzo.”

Ma senti questa...” sussurrò, con un'espressione esasperata, il ragazzino.

Possibile che quella lì parlasse di una cosa del genere con una simile espressione... sembrava divertirsi un mondo... era come uno di quei personaggi femminili freddi e autoritari dei cartoni animati babbani, le quali sembravano divertirsi un mondo a prendere in giro i subordinati...

Ignorando il commento, Delphini continuò la perquisizione dell'individuo, prendendo gli oggetti che le sembravano più preziosi.

Certo, poteva sempre dirgli che per quell'idiota aveva usato davvero una bacchetta finta, per questo era stata così tranquilla sul fatto che non sarebbe successo niente, ma, doveva ammettere che la divertiva un mondo fare la parte della ragazza dispettosa e misteriosa... forse perché faceva parte della sua natura.

Dopo un po', si alzò e disse: “Bene, che ne facciamo di questo qui?”

Beh, la cosa migliore sarebbe portarlo dalla McGranitt...” propose Oliver, ma Delphini gli ricordò, in maniera arrogante: “Sì, bella idea. Così finiamo tutti in punizione per essere usciti dai nostri dormitori di notte.”

Era solo una proposta... non sappiamo nemmeno cosa cercano con così tanta passione lui e i suoi compagni...”

Beh, possiamo chiederlo direttamente a questo bel tipo...”

E come?” fece, sorpreso, Gal e la ragazzina rispose: “Tra le varie pozioni dell'ufficio di Lumacorno ci dovrebbe essere del Veritaserum... basterà qualche goccia e questo farabutto inizierà a raccontare vita, morte e miracoli della sua esistenza.”

E come la prendiamo? Lumacorno è un tipo molto aperto e cordiale, certo... ma persino lui si farebbe due domande se gli chiedessimo una pozione della verità...”

Oh, a questo se ne occuperà Teddy.”

Eh?! E perché proprio io?!”

Perché sei l'unico Metamorfomagus del gruppo.”

Eh?!”

Delphini ruotò gli occhi.

Ma era possibile che quando parlava, nessuno riusciva mai a capirla?!

Non stava mica parlando in Serpentese.

Dal canto suo, Teddy si stava domandando mentalmente perché Delphini dovesse sempre parlare per enigmi.

Domani, alla terza ora, il professor Lumacorno darà lezione a noi Serpeverde e, di sicuro, continuerà a tenermi d'occhio. Durante quell'ora, Teddy fingerà di andare un attimo in bagno, ma, invece, andrà al laboratorio del professore. Tu sei l'unico che può assumere altre sembianze senza usare qualunque trasfigurazione o pozione, così se qualcuno dovesse vederti non s'insospettirebbe. Una volta dentro, trovi la pozione e la rubi.” spiegò Delphini e Teddy, sbiancando, protestò: “Rubare?! Ma stiamo scherzando?! Guarda che è un reato rubare!”

E se è per una buona causa? Per proteggere la scuola da dei delinquenti?”

Teddy fece una smorfia.

Quella ragazzina lo aveva appena fregato.

L'unica cosa che poteva costringerlo a fare qualcosa era il pensiero che così avrebbe potuto aiutare gli altri...

E se Lumacorno sospettasse di me? Sono l'unico Metamorfomagus della scuola...” fece notare il giovane, ma Delphini rise: “Lumacorno sospettare di te? Del figlioccio di Harry Potter?! Ah ah ah, oh, Teddy... a volte sei così ingenuo...”

Teddy rimase un attimo in silenzio, imbarazzato.

In effetti, Lumacorno avrebbe evitato di sospettare uno studente legato a persone così importanti...

Bene, sapete usare alla perfezione l'incantesimo Wingardium Leviosa?” domandò Delphini e tutti si guardarono negli occhi.

Perché quella domanda?

Dobbiamo portare il bel addormentato in un luogo più sicuro e facendolo galleggiare ci impiegheremo molto meno tempo. Il problema è che non ho abbastanza forza magica per fare sollevare un oggetto così pesante senza aiuto.” ammise la ragazzina e il gruppo, intuendo che la giovane aveva ragione, ripresero le loro bacchette e si misero all'opera.

Pochi minuti dopo, l'aggressore cominciò a sollevarsi.

Avanti, ancora un po'.” ordinò, ansimante, Delphini e il gruppo si sforzò di dare ancora più energia, ma faceva davvero fatica.

Un conto era far levitare una piuma, un altro era quello di sollevare un uomo adulto.

Con molta fatica, i cinque cominciarono a camminare, sempre facendolo levitare, finché non giunsero ad un arco di pietra.

Una volta superata, si trovarono in un'ampia sala piena di colonne, musi di serpente di pietra e un enorme statua raffigurante un uomo anziano e con una lunga barba bianca.

Tuttavia, stonando con l'ambiente sinistro, c'erano anche dei bauli, manichini, una scopa, tantissimi libri e riviste, sia babbane che del mondo magico, bacchette di legno sparse ovunque, trucioli di legno, una poltrona gonfiabile e una gran quantità di dolciumi, succhi di frutta di cartone e sacchetti di patatine.

Bene, ora possiamo metterlo giù.” dichiarò Delphini, smettendo di usare l'incantesimo, per poi sedersi pesantemente sulla poltrona, prendendo nel mentre un fumetto appoggiato su di essa e cominciando a leggerlo, mentre Asmodeus le saliva sulla gamba, per poi sistemarsi sulle sue ginocchia.

Dopo averlo messo a terra ed essersi assicurato che l'energumeno dormisse ancora, Teddy e gli altri tre si guardarono intorno, increduli.

Ehm... cos'è questo posto?” domandò, dopo un po', Teddy e la coetanea, sempre continuando a leggere, rispose: “Il mio rifugio segreto.”

Certo, ma... questa statua e quest'ambiente non puoi averlo creato tu da sola...”

Questa è la leggendaria Camera dei Segreti, fatta costruire da Salazar Slytherin in persona.”

S... sul serio?”

Il gruppo era sempre più incredulo davanti a quella bizzarra situazione.

Quella era davvero la famosa Camera dei Segreti?! Quella che, secondo una leggenda, conteneva un terribile Basilisco pronto a pietrificare o ad ammazzare chiunque gli capitasse a tiro?

Sì, sul serio. Ho trovato questa bellezza la notte di Halloween, così ho pensato di trasformarlo nel mio rifugio personale. Ci vengo non appena ho un minuto libero, sia per studiare o anche solo per rilassarmi.”

Ti sei scelta proprio un bel posticino per poterti rilassare...” commentò Teddy, mentre Delphini faceva le spallucce: “Beh, qui si può progettare tutto quello che si vuole senza rischiare di farsi sentire da orecchie indiscrete... comunque, che ne direste di raccontarmi tutto quello che è successo, senza, ovviamente, tralasciare niente?”

Vedendosi in trappola, Teddy raccontò per filo e per segno tutto quello che era successo.

Delphini rimase in silenzio, poi, una volta che il discorso fu finito, dichiarò, grattando con affetto la testa squamosa del suo serpente: “Bene, a quanto pare, le cose si fanno sempre più spinose... abbiamo assolutamente bisogno di quella pozione della verità di Lumacorno, per sapere come stanno le cose...”

Sì, tanto sono io che deve entrare nel suo studio...” sbuffò Teddy, il quale non aveva la minima voglia di compiere un furto, anche se era per il bene degli altri...

Oh, ma che lagna che sei... sei l'unico tra noi che ha meno probabilità di finire nei guai con Lumacorno, se dovesse beccarti. Dovresti ringraziare il tuo padrino per questo.” sbottò Delphini, ricevendo, per tutta risposta, un'occhiata da parte del giovane Metamorfomagus.

Però, cosa facciamo con questo qui? Mica resterà addormentato per sempre...” fece notare Oliver e Athena rispose: “Una pozione soporifera è quello che ci vorrebbe. Ho imparato la ricetta a memoria e credo di poterla preparare...”

Se vuoi provare, Athena, lì c'è un piccolo calderone e un sacco d'ingredienti. Lo uso per esercitarmi con le pozioni, ma è tutto tuo.” l'interruppe Delphini, indicando con la bacchetta un piccolo pentolone e delle scatole con su delle scritte.

Ottimo, mi metto subito all'opera.” dichiarò la Athena, mentre la coetanea annuiva.

Mentre la giovane Corvonero si metteva all'opera, Oliver fece notare: “Comunque, uno di noi dovrà restare qui per dargli la pozione soporifera...”

Io, io! Mi offro volontario! Domani ho Trasfigurazione...” si offrì subito Gal, felice di saltare le lezioni del professor Bennet, ma, subito, Delphini gelò il suo entusiasmo: “...E ci andrai a lezione. Attireresti troppe attenzioni indesiderate se salti le lezioni e non ti si trova da nessuna parte! Inoltre, non mi fido per niente di te. Come minimo, mi distruggeresti il rifugio.”

Ma brutta...!!!” fece, adirato, Gal, ma Teddy lo bloccò, intromettendosi nel discorso: “E quindi che si fa? Chi darà la pozione a questo qui?”

Asmodeus, ovviamente.”

Che cosa?! Il rettile?!” esclamò, senza parole, Gal “Ma sei fuori?! Non ha nemmeno le mani!”

Anche se non ha le mani, Asmodeus è perfettamente in grado di dare regolarmente una pozione soporifera. E poi, mi fido molto di più di lui che di te!” sbottò Delphini, mentre Asmodeus guardava in malo modo il giovane Grifondoro.

Non solo quello spiritoso l'aveva definito rettile, ma l'aveva trattato come se fosse un essere inutile.

Ma che credeva, che non lo capisse?

Vero che lui, a differenza di Delphini, non parlava il serpentese, ma le cose le capiva benissimo...

Razza di cafone!” gli sibilò, furibondo, il serpente, ricevendo in risposta uno scapellotto da parte di Delphini.

Asmodeus si voltò a guardare, allibito, e vide Delphini che lo stava incenerendo con lo sguardo, per poi mettersi l'indice davanti alla bocca.

Il serpente fece una smorfia seccata.

Si era dimenticato che Delphini gli aveva ordinato di non parlare mai in pubblico, altrimenti avrebbe rischiato di parlargli in serpentese davanti a tutti...

Dopo un po', mentre Athena continuava a lavorare alla pozione, Teddy domandò a Delphini, la quale stava leggendo un fumetto: “Scusa, Delphini, posso farti una domanda?”

Spara.”

Cosa ti sei fatta all'avambraccio sinistro? Perché era tutto fasciato?”

La ragazzina abbassò il giornalino per guardare il ragazzino dritto negli occhi e poi rispose: “Perché una volta ho visto un cartone animato babbano dove il protagonista era un lottatore e aveva entrambe le braccia fasciate. Io l'ho solo copiato.”

Ah... okay...” fece il giovane Tassorosso, poco convinto.

Non sapeva perché, ma avvertiva che la ragazza gli avesse mentito e anche piuttosto spudoratamente.

Non riusciva proprio a capire perché lo avesse fatto...

Dopo un po', Athena esclamò, entusiasta: “Ecco fatto! Ce l'ho fatta!”

Ottimo.” fece la ragazzina, alzandosi in piedi e avvicinandosi per vedere meglio il risultato.

Prese un'ampolla termica e ordinò: “Bene, infiliamo il risultato qua dentro.”

Non appena fu tutto finito, Delphini si avvicinò al prigioniero e gli versò qualche goccia della pozione nella bocca semi-aperta.

Bene, per un po' questo bestione non ci creerà alcun problema.” dichiarò, mentre passava la fila ad Asmodeus, il quale l'avvolse nelle sue spire.

Dopodiché, si voltò verso i compagni e fece: “E adesso tutti a nanna, che sono già le due del mattino... quando a te, Teddy, ricordati del tuo compito.”

Indimenticabile...” borbottò il ragazzino, la cui prospettiva di rubare lo innervosiva non poco...

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Capitolo 17
*** Interrogatorio ***


Capitolo 17: Interrogatorio


Bene, ragazzi. E adesso provate a realizzare voi una pozione Curabolle assieme al vostro gruppo.” annunciò Lumacorno e, immediatamente, tutti i Serpeverde presenti si misero a lavorare di buona lena.

Dunque, prima di tutto bisogna mettere sei zanne di serpente nel mortaio, per poi frantumarle con il pestello per ottenere una polvere finissima.” disse Kevin, leggendo il grosso volume di pozioni che aveva in mano, e, subito, Delphini si mise al lavoro seguendo le istruzioni.

Ormai, lei e Kevin erano compagni fissi di studio, dato che nessuno degli altri Serpeverde aveva voglia di lavorare con un nato babbano e lei se ne stava sempre da sola...

Di conseguenza, i due si trovavano sempre a lavorare insieme.

Un gruppo di studio parecchio stonante, pensava Delphini.

Dopottutto, Kevin era un nato babbano e lei era la figlia di Bellatrix Lestrange, il braccio destro di Voldemort, colui che considerava i babbani e i maghi nati dai babbani come feccia e ladri di magia, tanto da farli finire ad Azkaban solo per quello... quel ragazzino doveva ritenersi fortunato per essere nato e cresciuto in quel determinato periodo storico

Tutto sommato, lavorare con lui non era tanto male... si vedeva che s'impegnava e che ci teneva a fare almeno bella figura coi figli dei maghi che, con tutta probabilità, facevano le pozioni da quando avevano cominciato a fare magie... non sarebbe mai diventato un alchimista, ma, doveva ammettere che era abbastanza bravo... non come quell'idiota di Lester Falwey, che, invece di controllare la pozione si vantava ad un gruppo di cretini arrivisti...

Se mai fosse riuscito ad entrare nella squadra di Quidditch di Serpeverde, cosa altamente improbabile, sperava che si beccasse un bel bolide in faccia!

Sarebbe stato uno spettacolo vederlo frignare per il dolore...

Proprio in quel momento, Lumacorno si voltò per controllare la pozione del gruppo di Mafalda Prewett e, immediatamente, Delphini diede un'occhiata al suo orologio da polso.

Le undici e mezza.

Ormai Teddy doveva cominciare a mettersi all'opera...

Non ti sembra di essere un chimico?” domandò, all'improvviso, Kevin e la ragazzina ammise: “In effetti, la chimica babbana e le pozioni hanno molto in comune.”

Cosa diavolo è un chimico?” s'intromise, proprio in quel momento, Abel Nott, non alzando lo sguardo dalla pergamena su cui stava scrivendo gli appunti, che faceva parte del loro gruppo, dato che anche lui era un bel solitario e non faceva parte di nessun altro gruppo.

Era il più bravo della classe a Pozioni, dopo di lei, ma almeno aveva la decenza di non vantarsi come un idiota... Delphini aveva capito le sue abilità dal movimento delle sue mani quando lavorava, precise e coordinate, oltre al fatto che i suoi lavori erano sempre ottimi.

Efficacia e discrezione, era questo che Delphini gradiva in un collega di lavoro temporaneo.

Non a caso, i lavori del suo gruppo erano sempre i migliori e la cosa non poteva che riempirla d'orgoglio e di gioia.

Era una sensazione magnifica poter dimostrare alla maggior parte dei presenti che lei era diversa...

Il chimico studia vari fenomeni attraverso vari elementi chimici... i migliori del mondo ricevono persino il Premio Nobel, uno di quelli più prestigiosi... è un po' il corrispettivo babbano del nostro alchimista...” spiegò, un po' nervoso, Kevin, dato che lui stesso non poteva di certo definirsi un esperto chimico.

La risposta di Abel fu un semplice: “Ah.”


Molto bene, ragazzi. Ripassate con molta attenzione quello che c'è scritto sulla lavagna e poi prendete appunti” li avvertì, con la solita voce monotona, il professor Ruf e tutti gli studenti fecero uno sguardo di esasperazione, non vedendo l'ora che, finalmente suonasse la campanella.

Pertanto, nessuno fece caso all'espressione nervosa e spaventata di Teddy, al quale tremavano persino le mani al pensiero di quello che stava per fare...

Proprio in quel momento, una mano gli afferrò il polso tremante.

Il giovane si voltò e vide Oliver che gli faceva un grande sorriso come per confrontarlo.

Non preoccuparti, va tutto bene. Se non te la senti, me ne occupo io.” lo rassicurò l'amico, ma Teddy, sorridendo a sua volta, scosse la testa: “No, lo farò io. Delphini ha ragione, sono l'unico che, grazie alle mie abilità, ha meno probabilità di finire nei guai... lo farò subito.”

Turlin, Gerrar! Avete finito di chiacchierare?! Coi vostri borbotti state disturbando la mia splendida e interessante lezione!” sbottò, stizzito, Ruf.

Teddy e Oliver si guardarono increduli.

Il professore si stava per caso riferendo a loro?

Ehm, scusi, professor Ruf... per caso stava parlando a me e ad Oliver?” domandò, leggermente imbarazzato, Teddy, indicandosi, e il professore rispose: “Esatto, Turlin! Se sta cercando di prendermi in giro, ha sbagliato persona!”

No, professore... non intendevo prenderla in giro, è solo che... il mio cognome sarebbe Lupin e quello di Oliver, Ferrars...”

Signor Turlin, la smetta subito con queste sciocchezze, se non vuole che tolga subito quindici punti a Tassorosso! Pensa che io sarei così stupido da confondermi i cognomi degli studenti?! Sono in questa scuola da anni e non ho mai fatto simili errori grossolani!”

Ma se confonde i cognomi degli studenti fin da quando mia nonna era studentessa... è proprio un caso disperato! ribatté, mentalmente, Teddy.

Il ragazzino rimase un attimo in silenzio, per poi alzare la mano.

Sì, Turlin?” domandò Ruf e Teddy domandò: “Potrei andare un attimo in bagno?”

Va bene, Turlin. Ma veda di tornare in fretta. Più di uno studente, con la scusa di andare in bagno se la svigna.”

Il Metamorfomagus capiva perfettamente il motivo della fuga di quei poveracci, ma rispose: “Non si preoccupi, professore... non starò via a lungo...”

Non appena ebbe chiuso la porta dell'aula, il giovane si guardò intorno, nervoso, e, una volta assicuratosi che non ci fosse nessuno, si mise a correre come una furia per i corridoi, sperando di non incrociare qualche professore o, peggio ancora, Gazza e Mrs Purr.

Mentre correva, continuò a dare un'occhiata all'orologio che aveva al polso, un regalo di zia Hermione, in modo da controllare il tempo.

Doveva raggiungere la scalinata principale in almeno due minuti, in modo da cercare di fare tutto in dieci minuti al massimo.

Tuttavia, quando svoltò l'angolo a tutta velocità, si scontrò malamente con qualcosa di piccolo e morbido, cadendo malamente per terra.

Ehi!” protestò un'acuta voce femminile e, immediatamente, Teddy si scusò, mentre si massaggiava la testa a causa della botta: “Scusa, mi dispiace, sono di fretta!”

Tuttavia, non appena aprì gli occhi, si accorse che il corridoio era deserto... eppure avrebbe giurato di essersi scontrato con qualcuno, probabilmente una ragazza a giudicare dalla voce...

Proprio in quel momento, il suo sguardo si posò sull'orologio che aveva al polso e si accorse, con orrore, che erano già passati quattro minuti.

Se non voleva essere beccato, doveva muoversi!

Mentre correre, cominciò ad assumere le sembianze di uno studente del settimo anno della sua Casa.

La sua presenza in giro per la scuola durante le lezioni sarebbe stata di sicuro meno sospetta...

Finalmente, proprio quando la lunga lancetta dei minuti si sposto sul numero sette, Teddy arrivò davanti all'ufficio di Lumacorno.

Ansimante per la lunga corsa, Teddy tirò fuori la bacchetta e sussurrò: “Alohomora.”

Subito, si sentì un rumore proveniente dalla porta ed essa si aprì con un cigolio.

Col cuore che batteva a mille, il giovane Tassorosso ci si infilò dentro.

L'ufficio di Lumacorno era diventato molto più sobrio e semplice, per via del fatto che non c'era alcuna riunione del Lumaclub, ma ovunque era pieno di pozioni e d'ingredienti.

Cercando di non mettere troppo in disordine, il ragazzino cominciò a leggere i nomi su di esse, cercando, contemporaneamente, di guardare l'orologio.

A causa dell'ansia, sentiva il cuore battergli così forte da farlo star male.

Ma dov'era quella benedetta pozione?!

Ad un tratto, il suo occhio notò una piccola bocchetta con del liquido blu.

D'istinto, la prese e, non appena lesse la frase, fece un sorriso euforico.

Quello era il Veritaserum!

L'aveva trovato!

Se lo mise prontamente in tasca e poi diede un'occhiata all'orologio.

Le undici e trentasette.

Veloce come un lampo, Teddy uscì dalla stanza, per poi cominciare a correre di nuovo verso la scalinata.

Pochi minuti, arrivò davanti alla porta.

Ancora rosso e ansimante per la corsa, il ragazzino rimase un attimo fuori dalla porta, prima di rientrare in aula.

Come aveva previsto, nessuno si era accorso che ci avesse messo un sacco, compreso il professore, il quale si era addirittura addormentato di nuovo sulla cattedra...

Teddy si sedette al suo posto e, non appena si fu accomodato, sentì qualcuno toccargli il braccio.

Non appena si fu girato, vide Oliver allungargli, col suo solito radioso sorriso, una bacchetta di liquirizia, per poi fargli l'occhiolino.


L'hai presa?” domandò, incuriosito, Gal, avvicinandosi a Teddy e Oliver.

I due Tassorosso annuirono con la testa e il Metamorfomagus ammise: “Ce l'ho nella tasca della divisa.”

Ottimo, andrò a dirlo ad Athena!”

Proprio in quel momento, qualcuno lo urtò alla spalla.

Voltandosi, vide Delphini, la quale, con un sorrisetto, disse: “Ci vediamo al posto di ieri alle undici. Vedete di essere puntuali.”

La ragazzina li superò, ma appena si trovò di fianco a Teddy gli fece un'occhiolino.

Teddy la guardò allontanarsi, finché la coetanea, sempre guardandolo col suo solito sorriso, con un rapido movimento, gli fece vedere una bocchetta che il Tassorosso conosceva...

Senza parole, Teddy si mise la mano in tasca.

Qualche problema?” domandò Oliver e l'amico rispose: “Me l'ha presa.”

Cosa?”

La bocchetta di Veritaserum che era nella mia tasca. E non me ne sono neanche accorto... quella lì ha un futuro come borseggiatrice...”


Delphini camminava con fare calmo e tranquillo nei freddi corridoi di pietra della Camera dei Segreti, fischiettando la canzone 'Double Trouble'.

Mise, per la trentesima volta, la mano nella tasca della divisa per assicurarsi che il suo piccolo bottino fosse al suo posto.

Non appena le sue dita toccarono la struttura liscia e fredda della pozione, Delphini fece un piccolo sorriso soddisfatto.

Adesso che aveva la pozione, poteva sapere cosa cercava con così tanta determinazione tutta quella bella gente... così da poterlo pigliare lei, soprattutto se era prezioso e valeva un mucchio di soldi.

Finalmente, giunse a destinazione e, come aveva previsto, il tizio che aveva sistemato la sera prima, stava ancora dormendo della grossa, mentre Asmodeus se ne stava lì vicino, per tenerlo d'occhio.

Finalmente sei tornata!” sbuffò il serpente, con un tono di voce parecchio seccato, il serpente, avvicinandosi a lei.

Deduco che tu non abbia passato una bella giornata...” scherzò, col suo solito sorrisetto malizioso, la ragazzina e Asmodeus, sempre più irritato dalla faccia tosta della padrona, le rispose: “Certo che no! In questo maledetto sotterraneo si gela! Nel caso te ne fossi scordata, sono un animale a sangue freddo! Ho bisogno di calore!”

Suvvia, per ricompensarti, stanotte ti faccio dormire sotto le coperte del mio letto.”

E come se non bastasse, quel lurido umano da quattro soldi russava peggio di quella scocciatrice coi capelli rossi con cui condividi la stanza! Mi ha fatto venire il mal di testa quel disgraziato...”

Beh, fra poco questo disgraziato, comincerà a raccontare tutta la sua vita e anche per quale motivo si trova qui... durante l'interrogatorio, sei pregato di non metterti a commentare.”

Uffa, e va bene... posso fare un giro, adesso? Ho una fame che non ci vedo...”

Pure?”

E cosa ti aspetti?! Sono rimasto tutta la notte a fare la guardia e a dargli le gocce della pozione che ha fatto la tua amica quando si stava per svegliare, cercando di non dargliele troppe per non farlo schiattare! Non mi sono riposato un attimo! Sono ormai un pezzo di ghiaccio affamato!”

To', tieni.” esclamò la ragazzina, prendendo dalla sua borsa un barattolo che, dopo aver aperto, piazzò di fianco al serpente.

Topi in salomoia! I miei preferiti...” esclamò, tutto contento, Asmodeus, mentre Delphini rivelava: “Li ho presi durante la lezione di pozioni. Ho corso un bel rischio per prenderli di nascosto! Dovresti ringraziarmi per aver rischiato di perdere dei punti della casa solo per te.”

Dici sempre così...”

E con questo che cosa vorresti insinuare?”

Ma niente...”


Sei sicuro di quello che fai, Teddy?” domandò, timidamente, Oliver e l'amico annuì: “Certo! Quella furbetta mi ha fregato la boccetta per usarla e scoprire i segreti di quel tipo prima di noi.”

Ma perché dovrebbe farlo?”

Usa la testa, Oliver... interrogandolo per prima, scoprirebbe cosa cercano quei tizi e farebbe di tutto per trovarlo e tenerselo per sé.” gli ricordò Athena e Oliver ammise: “In effetti, sarebbe nel suo stile...”

I quattro ragazzini stavano camminando nei sotterranei, cercando di fare attenzione, in quando il rischio d'incontrare gli amici del bestione della sera prima, era ancora parecchio elevato, anche se stavolta si erano premuniti lasciando Tonks da Elizabeth, ovviamente su suggerimento di Athena.

Finalmente, il gruppo arrivò nella sala dov'erano stati la notte seguente e, inaspettatamente, videro Delphini seduta sul suo divano, intenta a leggere un fumetto.

Oh, finalmente siete arrivati. Cominciavo a temere di dover cominciare ad interrogarlo senza di voi...” commentò la Serpeverde, non appena li vide, alzandosi e buttando la rivista di fianco ad Asmodeus, il quale stava dormendo sul divano, coperto da una coperta.

Ci hai aspettato?” domandò, senza parole, Teddy e la ragazzina, con aria stizzita, annuì: “Esatto.”

Beh, è stato molto carino da parte tua...” fece Oliver, ma venne bloccato da Delphini: “Non esagerare, ragazzino. Semplicemente, sapevo che saresti arrivati presto e non mi andava di subire un interrogatorio.”

Dopo aver detto ciò, la giovane si avvicinò all'individuo e gli mise qualche goccia di Veritaserum sulla bocca, per poi prendere un secchio pieno d'acqua lì vicino e buttarglielo in faccia.

Subito, l'uomo si rivenne, ma aveva gli occhi vuoti e l'espressione stralunata.

Mi senti?” domandò, in maniera brutale, Delphini e l'uomo annuì: “Certo...”

Bene, allora rispondi alle mie domande.”

Va bene...”

Cosa state cercando qui fin dall'inizio dell'anno?”

Un tesoro...”

Sentendo quelle parole, Delphini fece un sorrisetto interessato, mentre gli altri si guardavano allibiti...

Quel tipo stava dicendo sul serio?!

C'era davvero un tesoro ad Hogwarts?!

Chi vi ha detto questa storia?” continuò, con calma, Delphini e l'uomo raccontò: “E' una leggenda che circola da secoli... pare che i quattro fondatori di Hogwarts avevano un tesoro molto prezioso e che solo loro sapevano dove si trovasse...”

So che c'è una donna che vi comanda... è lei che vuole il tesoro?”

Sì...”

Chi è?”

Bluebell Borgin, la nipote del proprietario di 'Magie Sinister' a Diagon Alley.”

Interessante... e da quando lo vuole?”

Fin da quando era studentessa ad Hogwarts... lo cercava in tutti gli angoli della scuola e, più di una volta, è finita in punizione per questo...”

Che lavoro fa questa Bluebell Borgin?”

E' una cacciatrice di tesori... le piacciono le cose che luccicano e, apparentemente, cerca tesori per suo zio...”

Ma scommetto che la maggior parte, se li tiene lei in un'apposita camera segreta...”

Esatto... c'è una botola nascosta sotto il suo letto... una volta mi ha fatto vedere il suo contenuto... è pieno di tesori da scoppiare...”

Oh-ho, questa notizia è davvero interessante...” sussurrò Delphini con un ghigno, già immaginandosi la sua visita durante le vacanze ai bei tesori di quella donna... non poteva certo lasciarli lì tutti soli a prendere polvere, dato che, molto probabilmente, la loro proprietaria non si sarebbe fatta vedere per un bel pezzo... non sarebbe stato affatto carino...

Perché ha deciso di farsi viva proprio quest'anno?” riprese la ragazzina e l'uomo continuò: “L'anno scorso... c'è stato un incidente a causa di un Troll scappato dalle montagne che ha fatto molti danni alla scuola, distruggendo anche delle pareti, rivelando la presenza di un corridoio sotterraneo...”

Come l'ha scoperto la Borgin? Per un Troll di montagna fuggiasco interviene l'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, non certo una cacciatrice di tesori.”

La notizia era arrivata alle orecchie di Rita Skeeter e lei ci ha fatto un articolo sulla Gazzetta del Profeta... quando il capo ha letto quell'articolo, ha pensato dovesse trattarsi del passaggio segreto che avrebbe portato a quel benedetto tesoro... così la notte della riapertura della scuola, ha mandato due suoi uomini a cercare il passaggio.”

Non sarebbe stato meglio muoversi durante le vacanze estive? A parte Gazza e la sua gatta non c'è nessuno per il castello...”

Durante le vacanze, tutti gli insegnanti e il preside lanciano un potente incantesimo al castello... se viene avvertita un'energia magica tra le sue mura, tutti gli insegnanti ne vengono subito informati... ci avrebbero beccati subito...”

Capisco... quindi, non appena è stata riaperta la scuola, vi siete subito messi al lavoro...”

Esatto... quella stessa notte, il capo ha mandato Zubin e Woodrow a cercare il passaggio... ma ci sono stati una serie d'imprevisti...”

Hanno avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo con la gatta del custode, vero?”

Anche... ma quei due hanno scoperto che i maghi del Ministero avevano riparato il muro e l'articolo non indicava con precisione dove si trovasse...”

Ecco perché continuavate a tornare... stavate cercando quel passaggio.”

Esatto...”

Come facevate ad entrare ad Hogwarts? E' impossibile smaterializzarsi o materializzarsi nei suoi confini.”

C'è un passaggio segreto... che porta da Hogsmeade fino allo specchio del quarto piano... era bloccato a causa di una frana, ma il capo è riuscito a sistemarlo poco prima dell'inizio della scuola...”

Però, avete avuto lo stesso dei problemi...”

Già... la notte di Halloween c'è stato un incidente... quei due idioti si sono fatti beccare da degli studenti del primo anno... Zubin ha affrontato un piccolo demonio di Serpeverde che gliele ha date di santa ragione, per poi scappare a gambe levate, dicendo di essersi ritrovato davanti a Tu-sai-chi, mentre Woodrow si è fatto battere da un marmocchio di Grifondoro fuori di testa con una spada e un cappello a dir poco ridicolo...”

Ehi!” protestò, offeso, Gal, mentre Teddy si metteva a guardare in un'altra direzione, mettendosi a fischiettare.

E dopo Halloween? Cos'è successo?” continuò Delphini e l'uomo continuò: “Il capo ha fatto una sfuriata per mezz'ora e poi ha ordinato a Zubin e Woodrow di tornare immediatamente al castello la notte seguente... hanno continuato ad esplorare ogni angolo, tutte le notti, per un mese intero, cercando di non farsi beccare da nessuno... poi, finalmente, hanno trovato in biblioteca un passaggio segreto che portava ai sotterranei e hanno informato subito il capo. Lei era convinta che si trattasse del passaggio che portava al tesoro e, pertanto, abbiamo cominciato ad esplorare questi corridoi da cima a fondo...”

Molto bene, ho capito tutto. Adesso tornatene pure a dormire, babbeo.” dichiarò la ragazzina, lanciandogli un incantesimo.

Una volta, sistemato, Delphini si voltò verso i compagni e dichiarò: “Bene, ragazzi. Non c'è bisogno di dire altro. Mi sembra che la situazione si spiega da sola.”

Quindi, che cosa facciamo?” domandò, preoccupato, Oliver, mentre Gal tirava fuori la spada: “Ovvio, troviamo quel tesoro prima di quei mascalzoni e glielo portiamo via!”

Gal, ti prego, cerca di calmarti. Occorre riflettere prima di pensare ad un piano.” lo bloccò Athena e il rosso protestò: “Vorresti lasciare che quei cacciatori di tesori rubino il tesoro della scuola?!”

Certo che no! Ma ti ricordo che siamo cinque ragazzini del primo anno e che rischiamo d'imbatterci in tre maghi adulti molto esperti e senza scrupoli! Occorre pensare ad un piano!”

E cosa proponi?”

Di provarlo a cercare sabato notte. Non ci sono lezioni la domenica e se qualcuno non ci dovesse vedere in giro, non s'insospettirebbe.”

Sì, ottima idea, Athena... sabato notte è un'ottima idea.” anuì Teddy e la ragazzina aggiunse: “E' meglio se quando scendiamo nel sotterraneo, indossassimo tutti quanti dei maglioni pesanti. In questo posto si gela... possiamo indossare i maglioni che ha fatto l'amica della nonna di Teddy.”

Sì, ottima idea.”

Allora, siamo d'accordo. Noi quattro...” fece Gal, ma venne interrotto da un'altezzosa voce femminile: “Noi cinque.”

Gal diede un'occhiata alle spalle, sorpreso, guardando Delphini, la quale se ne stava appoggiata al muro con le braccia incrociate.

Vuoi venire anche tu?” domandò il giovane Grifondoro e la ragazzina rispose: “Ovvio, io conosco questi sotterranei meglio di tutti voi messi insieme. Senza di me, vi perdereste in un batter d'occhio. Perciò, verrò con voi.”

Beh, è molto carino e coraggioso da parte tua...” fece Oliver, ma Delphini rispose: “Non correre troppo. Lo faccio solo perché questi intrusi hanno invaso il mio spazio personale e non intendo fargliela passare liscia. Prima di spedirli dritti ad Azkaban, gli farò capire che la prossima volta è meglio non entrare nel mio rifugio segreto.”

In realtà, voleva unirsi a loro con la speranza di trovare quel tesoro e prenderlo, ovviamente, facendo addormentare i compagni e cancellando i ricordi riguardando il tesoro e il suo rifugio segreto.

Allora siamo d'accordo.” concluse Athena “Ci vediamo qui in questa sala sabato notte.”

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Capitolo 18
*** I passaggi segreti dei sotterranei ***


Capitolo 18: i passaggi segreti dei sotterranei


Ormai stiamo cominciando a prendere la mano nel camminare a tarda notte nella scuola, eh? E non abbiamo nemmeno bisogno di un mantello dell'invisibilità!” esclamò Gal, mentre camminava nei corridoi del sotterranei, mentre Athena gli diceva: “Potresti abbassare il volume? Nel caso te ne fossi scordato, ci sono dei delinquenti, qui in giro.”

Beh, che ci provino! Ho una bacchetta e una spada!”

Una gran bella notizia...” commentò, sarcastica, una voce femminile, mentre una ragazzina dai capelli d'argento e con un vecchio e polveroso monospalla di jeans appariva dal buio.

Sempre gentile, tu...” sbuffò, Gal, mentre Delphini annunciava: “Il tizio che abbiamo trovato è sistemato, comunque, per sicurezza, ho lasciato Asmodeus ad occuparsi di lui.”

Come fai ad essere così sicura che quel rettile lo terrà a bada? Mica parli la sua lingua!”

Delphini lo fissò un attimo, in completo silenzio, poi voltandosi, sbuffò: “Seguitemi, stanotte dobbiamo trovare almeno una traccia.”

Con calma e sicurezza, la ragazzina, s'incamminò nel cunicolo, come se fosse abituata ad esplorarli.

Ad un tratto, si fermò di scatto e domandò: “Un attimo! Sento uno strano rumore... proprio dietro di noi...”

Ehm... forse sono io che sto tremando...” balbettò, imbarazzato, Oliver e, immediatamente, Delphini gli rispose, seccata: “Oliver, se hai paura, tornate al Seminterrato di Tassorosso!”

No! Io non me ne vado! Non abbandono i miei amici! Anche se ho la fifa blu...”

Beh, fa come vuoi, basta che non schiatti a causa della paura.”

Grazie...”

Il gruppo continuò a camminare, illuminato i corridoi con la luce delle proprie bacchette, mentre attorno a loro si sentivano gli squitti e i movimenti veloci dei ratti di quel luogo sinistro.

Ad un tratto, giunsero davanti ad un corridoio illuminato da delle torce e decorato con tante catene d'oro massiccio.

In fondo ad esso c'era una grossa porta di legno dai numerosi intarsi.

Delphini si avvicinò ad essa e provò ad aprirli, scoprendo, con profondo disappunto, che era chiusa a chiave.

Proprio mentre provava a lanciare Alohomora, si accorse che Gal stava allungando una mano verso una catena d'oro.

No, fermo, razza di stupido! Non toccare nien...” tentò di fermarlo, ma, proprio in quel momento, il Grifondoro strinse la catena.

Immediatamente, il pavimento sotto ai piedi dei cinque scomparve e tutti caddero nel buio.

La caduta durò pochi minuti finché non si scontrarono sul duro, freddo e bagnato pavimento.

Idiota! Ti avevo ordinato di non toccare niente!” fu la prima cosa che strillò Delphini, non appena si fu ripresa.

Imbarazzato, Gal si difese, allungandola: “Ma... questa catena sembrava messa lì apposta per essere presa...”

Appunto! Dai i cretini che così fanno scattare la trappola! Sennò perché credi che non le abbia toccate?!”

Adesso che me lo dici, mi sembrava un po' strano che una persona avida come te non tentasse nemmeno di prendere quelle catene d'oro...”

Meglio essere avida che stupida come te!”

Calma, ragazzi...” tentò di calmarli, imbarazzato, Oliver “Questo non è il momento di litigare, ma di collaborare...”

Io collaboro, è lui che discute.” ribatté, prontamente, Delphini, mentre Gal la minacciava: “Vuoi due dita negli occhi?”

Mentre i due si accapigliavano come cane e gatto, Athena si mise a guardare in alto, per poi dire: “E' parecchio in alto... ma, forse, se avessimo una corda, potremmo farcela...”

Io ho il filo per le orecchie Oblunghe dello zio George... ma temo che sia troppo corto e fine...” borbottò Teddy, allungando il filo, mentre Gal esclamava: “Io ho il filo interdentale.”

Tsk... che schifo. E per di più, in questo momento è completamente inutile.” commentò, acida come al solito, Delphini, guardando in un'altra direzione, e il Grifondoro, offeso, le rispose: “Beh, può sempre servire, Delphi.”

E finiscila di chiamarmi così, babbeo.”

Io ti chiamo come mi pare! Se hai un'idea migliore per uscire di qui, sono proprio curioso di sentirla.”

Per tutta risposta, la ragazzina si tolse lo zaino che portava e, dopo aver frugato un attimo al suo interno, prese qualcosa che lanciò in aria senza alcuna esitazione, gridando: “Engorgio!”

L'incantesimo esplose in aria, abbagliando i presenti.

Non appena il gruppo riuscì a riutilizzare di nuovo gli occhi, scoprì, incredulo, che c'era una scopa.

Volando.” dichiarò, incurante dello stupore generale, Delphini, prendendo la scopa.

Da dove salta fuori quella scopa?” domandò Teddy e la coetanea rispose: “Gal non è il solo a rimpicciolire gli oggetti...”

Non dirmi che l'hai rubata dallo sgabuzzino della prof!”

Beh, ammetto che avevo già progettato il furto... ma, prima che potessi metterlo in pratica, ho trovato questo manico nella foresta, tutto rotto. Sarei stata una stupida a rischiare una punizione quando avevo già risolto il problema, no? L'unica cosa che ho dovuto fare è stata solo ripararlo.”

Beh, forse avresti dovuto riconsegnare quel manico... ma va bene così... dopotutto non l'hai rubato… conoscendoti, è già qualcosa.” commentò Oliver, mentre Teddy domandava: “Ma cosa te ne fai di una scopa?”

Vi siete mai chiesti perché non mi avete mai vista nel passaggio che prendete per venire qui?”

Sentendo quella domanda, i ragazzi si guardarono negli occhi.

In effetti, Delphini non si vedeva quasi mai in giro per la biblioteca o per i corridoi di quei sotterranei...

La risposta è molto semplice: io prendo un'altra strada.” rispose la ragazzina e Gal domandò: “Ci sono altri passaggi segreti?!”

Già. E quello che prendo io, necessita di una scopa.”

Troppo fico! E dov'è questo passaggio?!” esultò il rosso, immaginandosi già di partire all'avventura a cavallo di una scopa.

Non te lo dico. Quello è il mio passaggio e non lo condividerò con nessuno di voi. Consideratevi fortunati per il fatto che vi consenta di usare l'uscita di servizio.” lo freddò, immediatamente, la Serpeverde e Gal sbottò: “Ma sei proprio una vipera, tu!”

Non immagini quanto ci hai preso, tonto... dovresti proprio seguire il corso di Divinazione al terzo anno... ti assicuro che hai molto talento come veggente...”

Dopotutto, lei poteva davvero parlare con le vipere... ed era proprio quello il motivo per cui voleva evitare che gli altri usassero il suo passaggio... per aprirlo era necessario parlare in serpentese e, pertanto, avrebbe dovuto svelare che possedeva un'innata abilità da mago oscuro.

Lei che era la figlia di famosi maghi oscuri...

Allora? Chi è il primo che sale a bordo?” domandò, con fare annoiato, la ragazzina e Gal alzò la mano: “Ci vado io! Così mi alleno per quando sarò nella squadra di Grifondoro!”

Attento a non volare troppo in alto o ti verranno i colpi di testa.” lo schernì Delphini, mentre gli passava la scopa, beccandosi uno sbuffo da parte del rosso: “Ma che spiritosa... le sogni di notte certe battute?”

No, fanno parte della mia natura, velenosa come quella di un serpente.”

Questo spiega tutto...”

Una volta che Gal fu a cavallo della scopa, Athena gli disse: “Quando hai raggiunto il pavimento, butta pure nel buco la scopa. Ci penseremo noi con Wingardium Leviosa a farla atterrare dolcemente.”

Vedi di non rovinarmela, babbeo. Se me la rompi, me ne dovrai procurare una nuova.” lo avvisò, acida, Delphini, mentre il rosso faceva una smorfia.

Certo che quella ragazzina era proprio diffidente... non era certo così inaffidabile...

Gal si diede una leggera spinta e cominciò a volare.

Dopo un po', arrivò a destinazione e, subito, ributtò giù la scopa, gridando: “Cade!”

Qualche minuto dopo, apparve Teddy, il quale, però si scontrò contro il soffitto e cadde malamente per terra.

Tutto bene?!” domandò, immediatamente, Gal, avvicinandosi all'amico, il quale lo rassicurò: “Sto bene, sto bene. E' solo che non sono tanto abituato a volare negli spazi stretti...”

Allora? Quanto ci vuole per buttare giù la mia scopa?” domandò, seccata, una voce femminile proveniente dal buco.

Non ci voleva un genio per capire a chi appartenesse quella voce...

Ecco, Delphini.” l'avvisò Teddy, buttando giù la scopa, mentre Gal commentava: “Ma come diavolo fa ad essere sempre così antipatica e acida, senza mai stancarsi? E' una roba impressionante... dato non ho visto nessuna spina, temo che funzioni a batterie...”

Ti consiglio di moderare il linguaggio, se non vuoi che ti trasformo in una rana in salamoia. Sono sicura che saresti molto utile per pozioni.” lo avvertì una seccata voce femminile, alle sue spalle.

I due si voltarono e videro Delphini sulla scopa.

A giudicare dallo sguardo di fuoco, era pronta a mettere in pratica anche subito la minaccia a Gal.


Non azzardarti a toccare niente, idiota. Guarda che ti tengo d'occhio.” dichiarò Delphini, guardando Gal, il quale fece una smorfia per la seccatura.

Ok, aveva sbagliato a prendere quella catena, ma non avrebbe certo rifatto due volte lo stesso errore...

Dopo un po', il ragazzino si fermò e la Serpeverde gli domandò, infastidita: “E adesso che c'è? Si può sapere perché non prosegui? Guarda che stiamo restando indietro!”

Scusa, ma sono stanco morto... mi appoggio solo un attimo al muro per riprendere fiato...”

Qualcosa mi dice che un cammello avrebbe molte più possibilità di diventare un Auror di te...”

Sono troppo stanco persino per ribattere...”

Se riuscirai a diventare un Auror, sarà un vero affare per il Ministero... di quelli disastrosi.”

Qualcosa mi dice che i tuoi sono morti perché erano dei bei tipi arroganti e antipatici... scommetto che nemmeno Tu-sai-chi li sopportava...”

Questa me la segno...”

Se c'era qualcuno che Voldemort tollerava era proprio sua madre.

Cercando di riprendere fiato, il rosso si appoggiò al muro e, proprio in quel momento, esso si mise a tremare.

Prima che i due potessero capire che stesse succedendo, il muro dov'era appoggiato Gal si spostò e fece cadere il ragazzino nel buco apparso all'improvviso.

Subito, Delphini si avvicinò al buco per vedere cosa stesse succedendo e, proprio in quel momento, il muro ruotò, colpendola e facendola a finire a sua volta nel buco, mentre alle sue spalle il muro, tornava al suo posto, nascondendo il passaggio come se non fosse mai esistito.

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Capitolo 19
*** Gli effetti collaterali degli incantesimi ***


Capitolo 19: Gli effetti collaterali degli incantesimi


Avete sentito quel rumore?” domandò, sorpreso, Teddy e Athena annuì: “Sì... sembrava quello di una porta che veniva sbattuta violentemente... e la cosa non mi piace per niente...”

I due giovani, seguiti da un nervoso e agitato Oliver, ritornarono sui loro passi e quando arrivarono al corridoio, scoprirono, con sgomento, che non c'era nessuno.

Non c'è nessuno...” fece Teddy e, proprio in quel momento, Athena notò: “Un momento... ma mancano a rapporto Gal e Delphini!”

Ehi, adesso che me lo fai notare è proprio vero...”

In questo corridoio doveva esserci un'altra trappola e, stavolta, ci sono finiti loro.”

Pensi che siano in pericolo?”

Probabile... ma sono certa che quei due se la sapranno cavare e che li ritroveremo quando meno ce lo aspetteremo.”


I due ragazzini di undici anni continuarono a cadere nel lungo scivolo, finché non si schiantarono violentemente sul pavimento fangoso.

Razza di cretino! Sono finita di nuovo in una trappola per colpa tua! Devi essere una specie di calamita!” strillò Delphini, non appena si fu rimessa in piedi, mentre il giovane Grifondoro borbottava: “Mi dispiace, è stato un incidente... e chi se lo aspettava che ci fosse una trappola nel muro?”

Beh, io una volta ho visto in tv una scena simile, quindi potevi anche sospettare una cosa del genere!”

Il fatto è che io non guardo molta tv... vedi, io ho sempre sognato il mondo magico e in tv non ci sono suoi canali...”

Adesso capisco perché non ti crea alcun problema andare in giro con quel tuo ridicolo casco... e io che pensavo che avessi un parente socio onorario del P.E.T.O...”

E che diavoleria è?”

E meno male che ti autodefinisci un fan sfegatato del mondo magico... neanche conosci quell'organizzazione di pagliacci...”

Sul serio c'è un'organizzazione di clown del mondo magico?”

Ma certo che no, grullo! Ci mancherebbe solo questa!”

E allora cos'è il peto?”

E' un'associazione estremista che contesta che in pubblico i maghi debbano vestirsi come i babbani, in modo da potersi esprimere liberamente ovunque, dato che, secondo loro, i pantaloni bloccano i flussi di magia all'origine. Un mucchio di scemenze. Io, poi, adoro i pantaloni... li trovo comodi e pratici per andare in giro... la prima e unica gonna che abbia mai indossato, a parte quelle camicie per neonati in stile Quattrocento o giù di lì che mi hanno messo nei miei primi sei mesi di vita, è quella della divisa scolastica...”

Ma non vanno contro lo Statuto Internazionale di Segretezza?”

Esatto, ma a loro non gliene frega niente, nonostante le numerose multe, le quali, almeno, procurano un po' di grana al Ministero. Per la cronaca, sono i tizi che se ne vanno in giro vestiti in modo strano.”

Ah, forse ne ho visto uno, una volta...”

Solo uno? Io a Londra ne ho visti una ventina e solo quest'estate.”

Beh, le capitali attirano sempre le persone più disparate...”

Ignorandolo, Delphini si mise a pulire i vestiti sporchi di fianco, sbuffando: “Fortuna che non ho indossato la divisa... sarebbe stata una bella scocciatura rimuovere il fango da essa... e poi, che figura ci facevo a lezione?”

Secondo te dove porta quel tunnel?” domandò, incuriosito, Gal, guardando davanti a sé e la coetanea rispose: “Da qualche parte.”

Fin lì ci arrivavo anch'io...”

Su, forza, muoviamoci. Proviamo a proseguire. Da qualche parte arriveremo e, con un po' di fortuna, quel 'da qualche parte' si trasformerà nel luogo dov'è custodito il tesoro.”


Sapete cosa mi ricorda questo posto?” domandò Athena, osservando con attenzione il soffitto a volte, e Teddy chiese, incuriosito: “Cosa?”

Una prigione babbana del Medioevo.”

Davvero?”

Sì, le segrete dei vecchi castelli medievali erano proprio così. Lo so perché nel libro di mia sorella c'era un'immagine simile.”

Pensi che chi abbia costruito questo posto si sia ispirato ad esse?”

C'è una buona probabilità.”

Beh, chiunque fosse, poteva anche scegliere un modello più allegro... è da pazzi ispirarsi ad un posto così lugubre e pieno di disperazione come una prigione...”

Magari ne era un appassionato.”

Allora doveva essere proprio fuori di testa...”

Ad un tratto, Athena si fermò di scatto e si mise ad osservare il soffitto, alzando la sua bacchetta.

Qualche problema?” domandò Teddy, fermandosi a sua volta, e la Corvonero indicò un punto: “Guarda lassù, non ti sembra che ci sia un'apertura?”

Il ragazzino si mise a guardare nella direzione e notò che, in effetti, c'era una botola da cui, probabilmente, poteva passare un ragazzino di undici anni.

Hai proprio ragione!” esclamò Teddy e Athena commentò: “Forse si tratta di un passaggio d'emergenza.”

Però, come lo raggiungiamo? Era Delphini quella che aveva una scopa...”

Io avrei un'idea...”

Athena tirò fuori la bacchetta e, puntandola contro di sé, recitò: “Wingardium Leviosa.”

Immediatamente, la ragazzina cominciò a levitare come un palloncino, lasciando di stucco gli amici.

Ma cosa fai?!” domandò, senza parole, Teddy e la ragazzina rispose, con un sorriso, mentre continuava a salire: “Sto volando, non vedi? Grazie a ciò, raggiungere quella botola sarà uno scherzo!”

Ma... di solito non si usa quell'incantesimo contro delle persone...”

Non importa, io lo trovo favoloso! Mi sento più leggera di una piuma! E' fantastico! Mi sembra di essere un uccellino!”

Athena cominciò a muoversi, cominciando a fare giravolte e acrobazie particolari.

Mi sta facendo venire la nausea...” borbottò Oliver e Teddy disse: “Più che volare, sembra che stia nuotando...”

Athena, per favore, potresti scendere?”

Subito!” esclamò la ragazzina, ma stranamente, rimase sul soffitto, come se fosse incollata.

Qualche problema?” domandò, preoccupato, Teddy e la Corvonero ammise, leggermente imbarazzata: “Ecco... non riesco a scendere...”

Stai scherzando?!” fece, incredulo, Teddy e Athena scosse la testa: “No... è come se qualcosa mi stesse tenendo ancorata al soffitto...”

Ma... non dovrebbe accadere il contrario?” fece Oliver e Teddy constatò: “Temo che sia per via dell'incantesimo... l'ha resa molto più leggera e non può far altro che salire nel cielo... se non ci fosse il soffitto, probabilmente volerebbe fino all'atmosfera.”

Dobbiamo farla scendere!”

Sì, ma non so come... è una nostra amica... se le lanciamo un incantesimo, rischierebbe di farsi male...”

Allora dovremmo aspettare che l'incantesimo finisca... ma non possiamo mica lasciarla lì così... sarebbe una preda perfetta per quei farabutti...”

Lo so, Oliver... ma potrebbero volerci delle ore perché esso finisca... dobbiamo trovare assolutamente un modo per portarla con noi...”

Il filo di tuo zio! Potremmo legarla ad esso, tanto è talmente leggera che non si romperà.”

Ottima idea... ma come facciamo a portarlo lassù?”

A questo ci penso io.” fece Athena, puntando la bacchetta verso Teddy e dicendo: “Accio filo.”

Immediatamente, dalla tasca del giovane Tassorosso uscì un lungo e sottile filo argentato che, proprio come Athena, volò fino al soffitto, per poi essere preso dalla ragazzina, col quale si legò un piede, anche se con parecchie difficoltà.

Ecco fatto!” esultò Athena, per poi far cadere il filo che venne preso al volo da Teddy, il quale, un po' titubante, domandò: “Bene... e adesso che si fa? Non ho alcuna intenzione di usarmi l'incantesimo e trovarmi incollato al soffitto...”

Prova a portarmi verso quella buca... forse riesco a portarvi io.”

Ehm... mi sembra un po' improbabile...”

Non preoccuparti, Teddy. Ci proverò io.”

D'accordo...”

Ancora un po' dubbioso, il Tassorosso portò Athena alla botola, trascinandola per la corda.

Una volta lì davanti, Athena, con parecchie difficoltà, entrò nell'entrata, per poi dire: “Accio Teddy.”

Subito, il ragazzino sentì come se un essere fortissimo lo afferrò e lo sollevò a tutta velocità verso Athena.

Prima che Teddy potesse capire a fondo cosa stesse succedendo, si ritrovò nel lungo e buio corridoio che si trovava dietro al buco del soffitto, proprio sotto ad Athena.

Visto? Ha funzionato!” esultò la ragazzina, ma Teddy la bloccò: “Un momento, fammi controllare una cosa...”

Il giovane mago cominciò a tastarsi tutto il corpo e, alla fine, dichiarò: “Hai ragione, ha funzionato. E senza effetti collaterali.”

Bene, allora prendo Oliver e poi proseguiamo per questo corridoio.”

Speriamo che l'incantesimo non finisca adesso... questo corridoio è veramente stretto...”


Uffa, non ne posso più di camminare...” sbuffò Gal, mentre Delphini gli rispondeva, infastidita: “E falla finita! Guarda che se ci troviamo in questa situazione è solo per colpa tua!”

Lo so... non fai altro che ricordarmelo ogni dieci secondi...”

Dopo qualche secondo, Gal si rimise a protestare: “Uffa, ma guarda quanto fango... mi sta sporcando tutte le scarpe! E poi qui fa un freddo cane! Vorrei tanto...”

SILENCIO!!!”

Fu come se qualcuno gli avesse tappato la bocca violentemente con dello scotch.

Gal provò ad emettere qualche suono, ma dalla sua bocca non emise niente, come se le corde vocali fossero state tranciate di colpo.

Ah, finalmente un po' di silenzio... avevo la testa che mi esplodeva...” sospirò Delphini, mettendosi una mano sulla fronte.

Notando che il Grifondoro stava muovendo le braccia a tutta velocità e sembrava parecchio infuriato, la ragazzina spiegò, divertita: “Tranquillo, ti ho solo zittito per un po', come le rane e i corvi usati durante le lezioni. E' temporaneo, purtroppo...”

Si avvicinò e, dopo aver guardato con molta attenzione, osservò: “Non mi sembra che si sia ingrossato qualcosa... senti dei rumori assordanti?”

Gal mosse le labbra, come per dire qualcosa, ma non uscì proprio niente.

Scuoti la testa, tonto.” gli disse, scocciata, Delphini e il ragazzino fece 'no'.

Ottimo, allora ho eseguito un ottimo Silencio. Devi solo aspettare che l'effetto finisca... purtroppo, ci vorrà come minimo un'ora.”

La bocca aperta e la faccia sconvolta di Gal le fecero capire che aveva compreso il significato delle sue parole.

Ora che abbiamo chiarito questo punto, proseguiamo.” dichiarò la ragazzina, ma prima che potesse mettersi in cammino, Gal si sedette pesantemente per terra.

E adesso che c'è?” sbottò Delphini, mentre il giovane Grifondoro si toglieva una scarpa per poi cominciare a tirare un calzino rosso.

Che cavolo stai combinando con quel calzino?” domandò, disgustata, la Serpeverde e, contemporaneamente, Gal infilò l'indumento sulla mano, come se fosse un guanto.

Oh, mamma... ma questa è l'idea più cretina e ridicola che ti poteva venire in testa! Stai per caso cercando di diventare un ventriloquo?” fu tutto quello che riuscì a dire Delphini quando il compagno ebbe finito, mettendosi una mano sulla fronte.

Per tutta risposta, la mano con su il calzino di Gal cominciò ad aprirsi e chiudersi a tutta velocità, come se stesse mimando una sgridata.

Se hai finito di fare il pagliaccio, vedi di renderti utile, facendomi proseguire!” fu quello che disse Delphini, prima di voltarsi e camminare.

Gal fece una smorfia, per poi seguire la coetanea nel gelido e umido sotterraneo.

Quel posto era davvero spaventoso e gli faceva venire la pelle d'oca...

Ad un tratto, Delphini si voltò di scattò verso di lui e urlò: “BOMBARDA!!!”

D'istinto, si buttò a lato di colpo, mentre l'incantesimo colpiva una colonna, generando un'esplosione.

Immediatamente, Gal si alzò in piedi e cominciò a gesticolare, con un'espressione davvero furibonda.

Sembra di vedere un attore di un film muto...” sbuffò Delphini, guardando il compagno, per poi dire: “Per tua informazione, c'è qualcuno dietro di noi! Voltati e ne avrai la conferma.”

Gal si voltò e scoprì, con sgomento, che la Serpeverde aveva ragione.

Da dietro la colonna era apparsi due uomini che lui conosceva molto bene: uno era il tizio che aveva affrontato con la spada e l'altro era stato l'avversario di Delphini la notte di Halloween.

Ma quella è matta! Ci avrebbe potuti ammazzare con quell'attacco!” strillò Woodrow, senza parole, mentre il compagno diceva: “Te l'avevo detto che quella lì è molto strana e pericolosa.”

Ma guarda chi si rivede... è da un po' che non ci vediamo...” commentò, con un ghigno, la giovane Serpeverde, togliendosi il monospalla e gettandolo pesantemente per terra, mentre Zubin, con una faccia furibonda: “Fa poco la furba! Ti ricordo che l'ultima volta ti ho sconfitto!”

Solo perché questo scemo si era messo in mezzo. Se proprio ci tieni, possiamo riprendere da dove abbiamo iniziato... ah, giusto! Dimenticavo che hai lasciato qui la bacchetta.”

Ma che spiritosa... comunque, per tua informazione, ce l'ho una nuova bacchetta!”

Zubin, mostrò con orgoglio, una nuova bacchetta e Delphini affascinata, esclamò: “Uao, che bella! Farà un figurone nella mia collezione.”

Collezione?!”

Esatto, sto facendo collezione delle bacchette dei tizi che sconfiggo. Per ora, ne ho solo due... ma con la tua nuova bacchetta e quella del tuo amico, arriverò a quattro. Un ottimo punteggio, per essere solo al primo anno.”

Zubin non riusciva a parlare dal quanto era furibondo.

Piccola vipera!” sbottò, alla fine, sempre più adirato “Ti farò pagare cara la tua arroganza e sfrontatezza! Ti farò esplodere in mille pezzi, così i tuoi genitori non avranno nemmeno un corpo su cui piangere!”

Non scomodarti, vivo con una vecchia arpia, il cui unico desiderio è che sparisca all'istante. Se mi uccidi, sono sicura che ti sarà grata per sempre.”

Non mi sorprenderebbe, ragazzina! Chi diavolo sarebbe in grado di sopportare una piccola peste come te?! Nemmeno Colui-che-non-dev'essere-nominato ti vorrebbe intorno!”

Sai quanto me ne frega! Io non ho certo paura di lui, a differenza tua! Quello, ormai, è morto stecchito da un pezzo, grazie al cielo! E' un'altra la cosa che mi terrorizza... e anche parecchio!”

Ossia se qualcuno avesse scoperto di sua madre, la famosa Bellatrix Lestrange.

Non aveva certo paura del suo principale, anche se le aveva fatto passare brutti momenti da quando era nata... ricordi che spesso le bombardavano la mente e che continuava a riviverli con la stessa, atroce intensità... ma non aveva paura di lui.

Era di sua madre che era spaventata... di lei e della sua eredità...

Si sarebbe scatenato un putiferio se si fosse scoperto di lei... tutti l'avrebbero considerata una mina vagante e pericolosa, pronta a torturare fino alla pazzia chiunque le attraversasse il cammino... quella dannata e maledetta eredità le pesava come un macigno fin da quando era nata...

Beh, se abbiamo finito di scambiarci le opinioni personali, che ne diresti di duellare? Scusa, ma ho un po' fretta di aggiungere quella bella bacchetta alla mia collezione.” dichiarò, alla fine, la ragazzina, decisa ad ignorare i suoi turbamenti personali.

Per tutta risposta, l'avversario si mise in posa.

Ehi, Gal. Se non sbaglio, con la tua spada sei capace di deviare gli incantesimi, no? Fammi solo un cenno con la testa.” sussurrò Delphini e il compagno annuì.

Ottimo, allora usala per proteggermi quando l'amico di quel tipo tenta di lanciarmi un attacco a sorpresa. Mi raccomando, non perderlo di vista. Sappi che se non proteggi, ti concio per le feste.”

Gal rimase sorpreso da quelle parole.

Quello doveva essere il linguaggio che la ragazzina usava per chiedere una mano...

Nel frattempo, Delphini si mise a sua volta in posa.

Non l'aveva ancora l'esperienza per un combattimento contro due avversari, una delle abilità di sua madre, ma sapeva che l'altro non se ne sarebbe rimasto immobile a guardare il combattimento.

Appena ne avesse avuta l'occasione, l'avrebbe attaccata, per cui, avrebbe usato il babbeo come scudo, anche se, per sicurezza, l'avrebbe tenuto d'occhio per evitare inconvenienti tipo un colpo mancato o un fuoco amico.

Proprio in quel momento, Zubin le lanciò un attacco e Delphini, prontamente, urlò: “Protego!”

L'incantesimo si schiantò sulla barriera magica generata dalla ragazzina con incredibile potenza.

Se non fosse così abile con gli incantesimi e se non avesse posseduto un'energia magica così potente, la barriera non avrebbe retto e sarebbe morta.

In fondo, c'erano dei vantaggi ad essere la figlia di Bellatrix Lestrange... anche se gli svantaggi erano molto più numerosi e con un impatto di gran lunga maggiore.

Si voltò e notò che Gal la osservava senza parole.

Di certo non si aspettava che la sua barriera avrebbe retto ad un colpo così violento.

Era una bella fortuna che l'avesse zittito con Silencio... si sarebbe evitata per un po' domande molto scomode...

Proprio in quel momento, notò che Woodrow stava puntando la bacchetta contro di loro e, con un rapido movimento delle mani, Delphini lanciò un secondo Protego, evitando così l'attacco.

Razza di fesso, ti avevo ordinato di tenerlo d'occhio!” sbottò la ragazzina “Vedi di renderti utile con quello spiedo, invece di startene lì impalato come una carpa!”

Lievemente offeso, Gal si mise in posizione di combattimento con la spada.

Immediatamente, lo scontro incominciò: mentre Delphini e Zubin si combattevano a colpi d'incantesimi, Woodrow cercava di aiutare il compagno, lanciando delle fatture che venivano, tutte le volte, parate da Gal con la sua spada.

Però, non male... si vede che ti sei esercitato molto con la spada... sei molto migliorato dall'ultima volta.” ammise, impressionato, Woodrow, mentre Gal annuiva, fiero di sé stesso.

Tutti quei capitomboli e quei pasticci che aveva avuto durante quei mesi di allenamento, era serviti a qualcosa a quanto pare...

Rimani concentrato, idiota! Sta solo cercando di distrarti per poi attaccarti!” lo avvertì, proprio in quel momento, Delphini, subito dopo aver lanciato un Flipendo a Zubin.

Il Grifondoro fece una faccia seccata.

Ma perché quella doveva sempre insultarlo?

Sembrava che fosse arrabbiata col mondo intero...

Proprio in quel momento, Woodrow lanciò un incantesimo a Gal, il quale, prontamente, lo parò con la spada.

L'energia magica di quell'incantesimo era davvero forte... stava facendo davvero fatica a pararla...

Inconsapevolmente, si ritrovò ad indietreggiare.

Non indietreggiare, stupido! Rischi di ritrovarti con le spalle al muro e sarebbe la fine! Rimani fermo e prova a contrastarlo con la tua forza dove sei! Mettici tutta l'energia magica che puoi e lancia quel dannato incantesimo da un'altra parte!” gli urlò, ancora una volta, Delphini, mentre parava l'ennesimo attacco del nemico.

Gal la osservò un attimo e, poi, si concentrò sulla spada.

Delphi aveva ragione... doveva vincere e metterci tutta l'energia magica che poteva...

Si mise ad urlare nella sua mente e, lentamente, cominciò a contrastare l'incantesimo di Woodrow.

Alla fine, il Grifondoro riuscì a lanciarla dietro di sé, generando persino una grossa esplosione alle sue spalle.

Tuttavia, Gal si mise subito ad ansimare.

Aveva dovuto usare molta, troppa energia per quell'operazione...

L'avversario se ne accorse e, infatti, lanciò al ragazzino un incantesimo.

Gal, d'istinto, si voltò e cominciò a correre, evitando per un soffio di essere colpito dall'esplosione che si generò alle sue spalle.

Sfortunatamente, essa fu così potente da farlo volare all'indietro, proprio nel buco generato dalla precedente esplosione.

Woodrow fece un sorriso soddisfatto.

Quel piccolo e testardo Grifondoro aveva ricevuto la lezione che meritava... se fosse stato ancora vivo, cosa che dubitava altamente, ci avrebbe pensato due volte prima di affrontare un mago con una spada...

Ad un tratto, sentì un dolore alla testa così forte, da farlo cadere per terra, svenuto, mentre un pezzo di marmo, cadeva di fianco a lui.

Delphini fece un sorriso di trionfo, mentre lo osservava cadere.

Gonfio di trionfo per la vittoria, quell'idiota aveva abbassato la guardia e lei ne aveva approfittato subito, tirandogli un bel masso su quella sua stupida zucca vuota.

Adesso, aveva solo un avversario, anche se avrebbe continuato a tenerlo d'occhio con la coda dell'occhio.

Era sempre stata una ragazza molto diffidente... forse era per via della sua eredità... dopotutto, essere un mago oscuro non era certo una passeggiata... dovevi sempre essere all'erta, non farti scoprire dagli Auror o dal Ministero, guardarti sempre le spalle... 'Vigilanza costante' era quello che i Mangiamorte dicevano spesso alle reclute, anche perché, se si facevano beccare o ammazzare come degli stupidi oppure commettevano errori idioti, avrebbero dovuto fare i conti con la persona meno incline a perdonare qualcuno per un errore, soprattutto se stupido: Voldemort.

Pareva che uccidesse o, se era di buon umore oppure il tizio poteva ancora tornargli utile, torturasse i suoi sottoposti che mandavano tutto a monte come dei cretini... però, non poteva negare che anche a lei sarebbero venuti in mente pensieri omicidi se qualcuno avesse rovinato un suo piano a causa di un motivo stupido...

Comunque, essere un Mangiamorte era come essere un Auror, solo che dovevi stare ancora più in guardia e dovevi nasconderti nelle tenebre, le care amiche degli assassini... o, forse, la sua stessa vita era come quella di un Mangiamorte, con la differenza che lei non aveva scelto d'intraprendere quella vita, a differenza dei suoi genitori...

Mentre pensava a ciò, la ragazzina lanciò un incantesimo all'avversario, facendolo spostare di lato.

Poteva farcela, anzi, doveva farcela!

Non aveva nessuno, stavolta, che la distraesse al momento critico e in quei mesi si era allenata tantissimo nel suo rifugio segreto, come poteva testimoniare Asmodeus... doveva essere, ormai, al livello di uno studente di fine quarto anno.

Sì, la vittoria sarebbe stata sua.

Alzò la bacchetta e urlò: “Flipendo maxima!”

Ma, proprio quando stava lanciando l'incantesimo, avvertì qualcosa.

Una fitta, netta e sofferente, dal suo petto, come se glielo avessero appena lacerato con un diffindo, eppure era certa che quello non l'avesse attaccata e il suo amico era ancora a dormire...

Sentì come se il fiato le fosse stato mozzato di colpo e, prima che potesse rendersi conto di cosa fosse successo, la ragazzina cadde a terra, ansimante.

Tuttavia, dalla bacchetta di Biancospino, uscì lo stesso il raggio magico dell'incantesimo che si diresse verso Zubin, ma, sfortunatamente, esso lo mancò, anche se di poco.

Nonostante il dolore che percepiva dentro di sé e il fatto che stesse ansimando pesantemente, la ragazzina non poté fare a meno d'imprecare mentalmente.

Era finita... se solo non avesse avuto quel dolore improvviso... dolore che la stava lacerando dentro di sé...

Sentì i passi di Zubin avvicinarsi sempre di più.

Era finita... era troppo stanca e dolorante per difendersi... a meno che...

Non so cosa diavolo ti è preso all'improvviso, ragazzina, e, detto tra noi, non voglio neanche saperlo. E' ora di sparire una volta per tutte, piccola rompiscatole.” fece Zubin, puntandole contro la bacchetta, mentre da essa cominciava a generarsi una piccola luce argentata che diventava sempre più grande.

Mentre preparava l'attacco, il mago sgranò un attimo gli occhi.

Adesso che la osservava più da vicino, quella ragazzina gli sembrava familiare...

Aveva l'impressione di aver già visto quel viso da qualche parte... ma era difficile capire dove, a causa dell'assurdo colore di quei capelli... anche la forma degli occhi gli sembrava familiare, così come quello sguardo pieno d'odio e di furore selvaggio... ma, comunque, non era poi così importante... doveva solo sistemarla una volta per tutte...

Nello stesso istante in cui la sfera si staccò dalla bacchetta, Delphini estrasse una bacchetta dall'avambraccio e, con tutta l'energia che riusciva a raccogliere, scagliò un potente incantesimo all'aggressore, il quale, stavolta, lo colpì in pieno petto, facendolo rimbalzare e schiantare contro una colonna.

La ragazzina fece un sorriso stanco ed entusiasta per la vittoria, per poi cadere con un tonfo tra le macerie, svenuta.

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Capitolo 20
*** L'ultimo passaggio ***


Capitolo 20: L'ultimo passaggio


Mi sembra di essere un bambino del luna park...” commentò Teddy, mentre tirava la corda a cui era legata Athena.

Dal canto suo, la ragazzina cercava di muoversi, anche se ai due Tassorosso sembrava che stesse nuotando nell'aria.

Speriamo che l'incantesimo finisca presto...” mugugnò Teddy.

Sarebbe stato parecchio imbarazzante farsi vedere da qualcuno in quella situazione...

Ehm, ragazzi... mi si è addormentato il piede destro...” esclamò, all'improvviso, Athena e Oliver disse: “Dovresti posarlo su una superficie dura. Garantisco che funziona.”

Non dubito, Oliver, ma... io non posso appoggiarlo...”

Con un sospiro, Teddy cominciò a tirar giù il filo che teneva legata la giovane Corvonero, finché non si ritrovò davanti alle sue spalle.

A quel punto, gliele afferrò e la appoggiò delicatamente per terra, cercando di contrastare la sua leggerezza, in quanto più di una volta la ragazzina rischiò di risalire di nuovo.

Gli sembrava di giocare con un palloncino...


Quando riaprì gli occhi, si accorse subito che c'era qualcosa di strano.

Era ancora nei sotterranei, certo... ma non era di certo lo stesso luogo dove aveva combattuto, ne era sicura.

Il corridoio era tutto in ordine...

Tutto il corpo le pizzicava in modo fastidioso, come se dentro di esso ci fossero conficcati un migliaio di aghi, ma, almeno non provava più quell'assurdo dolore di prima, anche se sentiva il cuore battere ad una tremenda velocità e il respiro affannoso...

Si alzò e notò Gal che stava scrivendo qualcosa su dei fogli di carta, con accanto a sé il suo monospalla di Jeans.

Era stato carino quello stupido a prenderlo...

Si avvicinò, silenziosa e rapida come un serpente al giovane e gli toccò la spalla.

Gal sobbalzò e si girò di scatto, per lo spavento.

Non appena vide Delphini, fece uno sbuffo e una faccia seccata, per poi scrivere qualcosa su un foglio di carta.

Non appena ebbe finito, mostrò il foglio alla ragazzina, dove c'era scritto: Mi hai spaventato!

Hai le stesse probabilità di diventare un Auror quante ne ho io di riuscire a sopportare Euphemia Rowle... e per la cronaca, quelle probabilità sono pari a zero.” rispose la ragazzina, tirando fuori dal suo monospalla di jeans una bottiglia d'acqua e cominciando a berla.

Notando la faccia furibonda di Gal, Delphini rispose: “Se vuoi che le tue probabilità salgano di un punto, impara ad essere sempre attento e sul chi vive. Vigilanza costante. Pensa se al mio posto ci fosse stato un mago oscuro! Saresti schiattato.”

Gal rimase un attimo in silenzio, mentre la sua espressione diventava dubbiosa.

Evidentemente, le sue parole lo avevano fatto riflettere...

Bah, lascia perdere... in fondo, la pelle è tua, mica mia.” fece la ragazzina, mentre si rimetteva il monospalla “Senti, siamo abbastanza lontani da quei due dementi?”

Il Grifondoro annuì e Delphini continuò: “Gli hai preso le bacchette?”

Per tutta risposta, Gal allungò una mano mostrando due legnetti.

Ottimo, allora non sei poi così scemo...” commentò la Serpeverde, perdendogliele e infilandosele nello zaino.

Quando si voltò, notò che Gal aveva altre due bacchette in una mano, mentre con l'altra c'era un altro foglio con su scritto: Scusa, quale di queste è tua?

Entrambe.” rispose Delphini e, notando la confusione di Gal, spiegò: “Quella nera apparteneva a quel deficiente che abbiamo beccato nei miei sotterranei. Dato che ho sconfitto il suo padrone, essa mi ha accettata come sua nuova padrona. Per sicurezza, l'avevo nascosta nel mio avambraccio... e ho fatto proprio bene a farlo...”

Non appena ebbe finito di parlare, Gal scribacchiò qualcos'altro velocemente sul foglio e poi mostrò una nuova frase: Cosa ti è successo? Non provare a fregarmi! Quando ti ho trovata, per un attimo ho pensato che fossi morta! Mi sono preoccupato da matti!

Delphini fece uno sbuffo.

Certo che quel Grifondoro era vero e proprio impiccione... doveva essere allo stesso livello di Mafalda Prewett...

Ok, non so cosa diavolo è successo!” ammise, seccata, la ragazzina, massaggiandosi la testa ancora un po' dolorante “Stavo combattendo, quando, all'improvviso, ho sentito un dolore allucinante... sembrava che il mio corpo stesse esplodendo... ho sconfitto il mio avversario usando la mia bacchetta nascosta e poi, sono crollata...”

Non appena si girò, trovò Gal con una nuova frase: Pensi che qualcuno ti abbia lanciato una maledizione?

Non credo. Ho studiato le maledizioni e i loro effetti... tutti i sintomi che ho avvertito non corrispondono a nessuna di essa.”

Dovresti andare da Madama Chips, quando abbiamo finito.

Non preoccuparti. Ti assicuro che sto bene... mi devo essere sforzata troppo...”

Non credo proprio. Quando sono rinvenuto e ti ho raggiunto, eri a dir poco spaventosa!

Perché, inveivo nel sonno?”

Magari... continuavi a tremare e a stringerti il petto, come se ti dolesse... inoltre, ugulavi dal dolore e lacrimavi... sembrava che stessi patendo le pene dell'inferno... quando ti ho toccato, per sincerarmi che stessi bene, mi hai afferrato il polso e me lo hai stritolato... quando, finalmente, ti sei calmata, ti ho portata via.

Delphini lesse, incredula, quelle parole.

Era davvero stata in condizioni così tremende? Non se n'era neanche accorta... però, in effetti, era svenuta...

Stammi bene a sentire, Galahad Sandlers... se ti azzardi a dire a qualcuno, ossia Teddy e gli altri, a qualsiasi studente, ad un fantasma, ad un adulto, Madama Chips, Gazza, Pix, tutto il servizio docenti, un animale o persino un forno, di quello che mi è successo, ti spacco tutti e quattro gli arti del corpo e poi ti do in pasto alla piovra gigante del fossato, intesi? Per nessuno intendo che l'unico a cui potrai dirlo sarà te stesso e lo dovrai fare solo mentalmente” ordinò, con tono calmo, ma freddo e affilato come una lama, Delphini, puntando l'indice verso il Grifondoro.

Il povero Gal fece una smorfia per la paura.

Quella era davvero spaventosa quando si arrabbiava... quando poi usava la voce calma e fredda... faceva venire la pelle d'oca.

Grazie a questo, riusciva ad essere un'ottima leader... probabilmente, anche i suoi genitori erano così...

Hai capito? Scuoti la testa.” ordinò, con fare autoritario e arrogante, Delphini e, immediatamente, il giovane annuì, terrorizzato.

Ne era certo... uno dei suoi genitori, o peggio, entrambi, aveva un pessimo carattere e anche parecchio autoritario... non avrebbe voluto sfidarli per tutto l'oro del mondo... sapeva già che farlo significava andare incontro a morte certa...

Se Delphini era così spaventosa a undici anni, come sarebbe stata a diciassette?!


Il tempo passa, ma l'incantesimo resta...” commentò Oliver, osservando, pensieroso, Athena, la quale continuava a galleggiare come un palloncino “Temi che dovremmo portarla al San Mungo?”

Mi auguro di no, ma se l'incantesimo non finisce, saremo costretti a portarla da Madama Chips...”

So che al San Mungo c'è un reparto per chi rimane vittima in modo permanente degli incantesimi...”

Ah, sì, ne ho sentito parlare... i genitori di un amico del mio padrino sono finiti lì...”

Accidenti... temi che Athena faccia la stessa fine?”

Non preoccuparti, in quella sezione ci finiscono le persone vittime d'incantesimi difficili e pericolosi... Wingardium Leviosa è un incantesimo facile e innocuo, al massimo le faranno una lavanda gastrica, così da farla ritornare coi piedi per terra.”

Hai mai sentito parlare di casi simili?”

Altroché. Una volta, lo zio Harry ha gonfiato come un pallone la sorella di suo zio e ha volato nel cielo notturno per delle ore, prima che il Ministero la trovasse e la sgonfiasse, dopo averle, ovviamente, cancellato la memoria. Vedrai che riusciremo a farla scendere.”

Me lo auguro...”

I tre proseguirono per qualche metro, finché non sentirono uno strano rumore dinanzi a loro.

Cos'era?” si domandò, preoccupato, Teddy, mentre Oliver cominciava a tremare per la paura.

Prendendo per il polso l'amico, il Metamorfomagus, si nascose dietro ad una colonna.

Speriamo che, di qualsiasi cosa si tratta, non noti Athena...” sussurrò Teddy, fecendo scendere l'amica.

Il rumore si fece sempre più vicino e i tre trattennero il respiro... ma la cosa strana era che sembrava che ci fosse qualcuno che stesse strisciando sul pavimento.

All'improvviso, così com'era apparso, lo strisciare sparì, nello stesso momento in cui si sentì sbattere qualcosa.

Non appena fu calato il silenzio, Teddy domandò, preoccupato: “Cos'era quel rumore? Mi ha fatto venire i brividi...”

Non ne ho idea... ma sembrava lo strisciare di un serpente...” commentò Oliver, mentre Athena, dall'alto, annuì: “Anche secondo me... e a giudicare dal rumore provocare, doveva essere lungo almeno cinquanta metri.”

Cinquanta metri?! Ma quale serpente potrebbe essere così grosso?!” commentò, esterrefatto, Teddy, mentre Oliver elencava: “Beh, ce ne sono parecchi... il Selma, il Serpente di mare, il Serpecorno e il Basilisco.”

Oh, cavolo...” sussurrò Teddy, leggermente nervoso, e Oliver domandò, preoccupato: “Non dirmi che temi di sapere di quale creatura si tratta...”

Lo zio Harry mi ha raccontato che c'era un Basilisco in questi sotterranei... solo Voldemort poteva controllarlo...”

Un... un Basilisco...? Il re dei serpenti?”

Sì...”

Ma è un grado XXXXX! Le creature a quel livello sono impossibili da addomesticare! Come... come diavolo ha...?!”

Pare che quella bestiaccia obbedisse solo a lui, dato che era l'erede di Serpeverde... se gli diceva di dormire, lo faceva e se gli ordinava di uccidere i nati babbani, purtroppo, lo faceva...”

Ragazzi, se qui c'è un Basilisco, siamo nei casini, e di quelli grossi! Se lo guardi negli occhi, muori stecchito.”

Impossibile, l'ha ucciso quand'era al secondo anno e non credo che ce ne siano altri in giro... se così fosse, Voldemort li avrebbe già sguinzagliati contro i nati babbani.”

Il solo pensiero che ci fosse una simile creatura qui... quegli animali sono molto pericolosi e micidiali... in 'Animali fantastici e dove trovarli' c'era scritto che non si vedevano da queste parti da ben quattrocento anni!”

Infatti lo zio Harry ha scritto nella sua edizione 'Lo dici tu...'”

Il gruppo, istintivamente, scoppiò a ridere forte.

La risata rimbombò nel freddo e spettrale sotterraneo, come una cascata di acqua calda.

Non appena ebbero finito di ridere, Oliver disse: “Su, forza, proseguiamo. Qualunque fosse, se n'è andata... e noi dobbiamo ritrovare due dispersi.”

Sì, ottima idea.” annuì Teddy.

I tre ragazzini ripresero il cammino e, ad un tratto, Oliver notò uno strano oggetto per terra che brillava.

Si avvicinò e lo prese: si tratta di una squama verde molto lucente.

Qualche problema, Oliver?” domandò, dall'alto, Athena e il ragazzino, mettendosi in tasca furtivamente la squama, affermò: “No, niente.”

Mentre si allontanava, tuttavia, il giovane Tassorosso si voltò un'ultima volta a guardare dietro di sé.


Ho detto di no, non insistere!” sbottò, seccata, Delphini, mentre Gal continuava a saltellarle intorno, mostrandole un foglio con su scribacchiato qualcosa.

Non doveva dargli nemmeno un'occhiata per sapere che quel babbeo la stava implorando di fermarsi per poter dormire un attimo...

Come poteva pensare di riuscire a trovare un tesoro o, almeno, i suoi compagni se pensava a dormire, col rischio di farsi beccare da dei delinquenti?

Quello lì era proprio scemo.

La prossima volta, avrebbe fatto di tutto per restare con Athena o Teddy oppure Oliver...

Quest'ultimi erano Tassorosso, ma almeno erano molto più utili di quel cretino di Gal, il quale, invece, era di Grifondoro.

Non appena si voltò, notò che quello scemo si era appoggiato ad una colonna e se stava ronfando della grossa.

Le ultime parole famose...” sbuffò la ragazzina, tornando indietro e afferrandolo per una gamba e cominciando a trascinarlo, sperando che si risvegliasse.

Sfortunatamente, a giudicare da quanto apriva la bocca, anche se, fortunatamente, non si sentiva nessun suono, doveva avere il sonno bello pesante.

Mentre lo trascinava, si appuntò nella mente un promemoria: niente Grifondoro come alleato, la prossima volta.

Il primo che si fosse azzardato a blaterare che i Tassorosso erano inutili e mollaccioni, lo avrebbe trasformato in un vermicolo!

Molto meglio avere al proprio fianco un Tassorosso che un cretino come Gal.

Dopo un po', si fermò e, dopo aver lasciato la gamba al compagno, si sedette per terra e tirò fuori dal monospalla una bottiglietta di plastica da cui cominciò a bere avidamente.

Ad un tratto, sentì un fruscio davanti a sé.

Alzò lo sguardo e, per poco, non fece cadere per terra la bottiglia.

Nella penombra, seduto sul pavimento e con le braccia che circondavano le gambe, c'era un bambino.

La stava osservando in silenzio, come se stesse studiando lei e il suo compagno che, proprio in quel momento, dormiva dalla grossa.

Anche la giovane Serpeverde rimase in silenzio ad osservarlo.

Lei era fatta così: non parlava mai per prima, dovevano essere gli altri a fare il primo passo.

Così non avrebbe fatto la figura della stupida o si sarebbe tradita in qualunque modo, soprattutto se ridicolo.

Alla fine, il ragazzino si alzò in piedi ed uscì dalla penombra.

Delphini sgranò gli occhi di fronte a ciò che vide.

Il ragazzino doveva essere un suo coetaneo e indossava delle strane vesti verdi, il cui modello era identico a quello indossato durante un film sul Medioevo che aveva visto due anni prima.

Notò che i suoi capelli neri erano piuttosto lunghi, dato che gli arrivavano alle spalle, e che erano legati alle estremità da dello spago.

Tuttavia, la cosa più strana ed inquietante di quello strano ragazzino erano gli occhi neri: sembravano spenti e cinici, come se avessero visto tutto l’orrore del mondo ed erano anche pronti a raccontarlo.

Inoltre, sotto di essi c’erano delle profonde occhiaie che, assieme alla pelle pallida, davano un effetto inquietante, come se quello davanti a sé fosse un vampiro e non un bambino normale.

Il misterioso ragazzino la fissò un attimo in silenzio, per poi allontanarsi nel corridoio.

Senza perdere altro tempo, Delphini si mise il monospalla e, trascinando il bel addormentato di Grifondoro, si mise a seguirlo.

Non riusciva a spiegarsi il perché… ma sapeva che di quel misterioso ragazzino poteva fidarsi… glielo diceva il suo istinto.

Lo seguì per qualche metro, finché non notò che si era fermato proprio davanti ad un muro.

Non appena l’ebbe raggiunto, il ragazzino la guardò un attimo, per poi spingere il muro, il quale, sorprendentemente, si spostò, mostrando un altro passaggio.

Poi, senza nemmeno aprire bocca, l’undicenne proseguì il suo cammino.

Immediatamente, Delphini prese la bacchetta e dopo aver invocato Lumos, proseguì il cammino, ovviamente portandosi dietro la zavorra ancora nel mondo dei sogni.

La giovane Serpeverde fece uno sbuffo, seccata.

Gal era proprio una palla al piede… non vedeva l’ora di ribeccare gli altri tre, in modo da scaricargli la paccottiglia.

Non appena si voltò, la ragazzina si rese conto, con sgomento, che il bambino davanti a sé era scomparso.

Com’era possibile?!

Eppure era proprio davanti a sé, ne era sicura!

Ad un tratto, notò che il corridoio finiva davanti ad un grosso muro di mattoni.

Subito, si diresse verso il muro e, senza perdere altro tempo, lo spinse.

Inaspettatamente, il muro si scontrò contro qualcosa e si sentì un “Ahia!”

Sorpresa, Delphini si sporse e vide Oliver che si massaggiava il naso, accompagnato da Teddy.

Toh, eccovi qui.” fece la ragazzina “Dov’è Athena?”

Per tutta risposta, il Tassorosso coi capelli blu indicò sopra di sé.

La Serpeverde seguì il suo sguardo e vide, incredula, la ragazzina con gli occhiali che levitava come un palloncino e che la salutava allegramente con la mano.

Ha lanciato Wingardium Leviosa su di sé e questo è il risultato.” spiegò Teddy, senza nemmeno aspettare una domanda.

Delphini si limitò ad alzare ancora una volta la testa, per poi commentare: “Beh, almeno non è sola…”

In che senso?” domandò Oliver e la Serpeverde spiegò: “Diciamo che anche Gal è caduto vittima di un incantesimo…”

Quello del sonno stregato?”

No, questo scemo si è addormentato di sua spontanea volontà. Diciamo che per un po’ non potremo solo sentire la sua voce…”

Proprio in quel momento, il rosso si alzò e si stropicciò gli occhi, massaggiandosi la gola.

Toh, il bel addormentato si è finalmente svegliato.” commentò la ragazzina coi capelli argentati, mentre il coetaneo si guardava intorno, confuso.

Dopo un po’ alzò la mano col calzino e cominciò ad aprirla e chiudere velocemente.

Cosa diavolo sta facendo?” domandò, incredulo, Teddy, mentre Delphini rispondeva, mettendosi le mani dietro alla testa: “Non ne ho idea. Ho smesso di capire che cosa gli passa per la testa dal primo Settembre. Penso che voglia diventare un ventriloquo…”

Intuendo che nemmeno gli altri lo capivano, Gal prese un foglio pieno zeppo di lettere e scrisse: Come butta, ragazzi? Scusate, sono un po’ muto…

Noi stiamo bene… e tu? Stai bene?” domandò, preoccupato, Oliver e, per tutta risposta, il Grifondoro, col suo solito sorriso, annuì a tutta velocità.

Ottimo. L’importante è che tu stia bene. La voce tornerà… spero…” annuì, leggermente preoccupato, Oliver.

Dopotutto, gli incantesimi potevano essere parecchio pericolosi se non si faceva attenzione… peccato che molte persone pensavano che fosse una materia facile e inutile… cosa che portava ad innumerevoli incidenti, la maggior parte dei quali letali e permanenti.

Mentre gli altri discutevano, Athena si mise ad osservare e a studiare il corridoio sotto di lei.

Dopotutto, cambiando punto di vista, si poteva vedere e notare cose che, magari, non si notava o capire…

Ad un tratto, notò che un lato del corridoio era stranamente buio, nonostante il resto era pieno di lanterne.

Aguzzò la vista e le sembrò di vedere una scala a pioli di legno.

Ehi, forse ho trovato qualcosa!” esclamò, incredula, la Corvonero e, immediatamente, tutti alzarono lo sguardo.

Non appena Gal la vide, aprì la bocca sbigottito.

Ti sei accorto solo adesso che sta levitando come un palloncino? Sei proprio un merlo.” gli rispose Delphini e Gal le fece subito una risentita linguaccia.

Cosa hai notato Athena?” domandò, incuriosito Teddy, controllando che Delphini e Gal non si scannassero a vicenda, e la Corvonero rispose: “Beh, quell’angolo lì è stranamente buio…”

Prima che Athena potesse finire la frase, Delphini puntò la bacchetta verso l’angolo e disse: “Lumos.”

Subito, dalla bacchetta apparve una luce argentata che rivelò una grossa scala di legno a pioli.

Chi sale?” domandò Delphini e, subito, Gal alzò la mano, muovendola a tutta velocità.

Ah, avrei dovuto immaginarlo…” commentò la Serpeverde, indicando col pollice la scala, in modo che capisse che dovesse salire.

Il rosso non si fece pregare e si mise a correre a tutta velocità sulla scala.

Che idiota…” sbuffò Delphini, cominciando a salire le scale, seguendo il coetaneo, seguita a ruota, anche se più lentamente e nervosamente.

Prima di salire, Teddy alzò lo sguardo verso Athena e le domandò: “Non ti crea alcun problema se ti lascio andare?”

Nessuno. Anzi, sono proprio curiosa di vedere se arrivo prima io o Gal.”

D’accordo…”

Non appena ebbe finito di parlare, Teddy lasciò andare il filo che teneva legata Athena che cominciò a salire sempre di più.

Ad un tratto, notò che aveva raggiunto Oliver, il quale era rosso in viso e col fiatone, e, d’istinto, lo salutò: “Ehilà, Oliver.”

La reazione del Tassorosso fu un rauco urlo di terrore, dovuto allo sforzo fisico.

Evidentemente, era molto nervoso e sul chi vive…

Scusa!” fece, immediatamente, la Corvonero, nonostante continuasse a salire sempre più in alto, superando persino Delphini, la quale, per tutta risposta, si fermò a guardarla salire.

Finalmente, la giovane Corvonero si scontrò, anche se non provò alcun dolore, col soffitto, nello stesso momento in cui Gal arrivò alla fine della scalinata, dove c’era una robusta porta di legno, il quale, subito, la prese per il filo.

Pochi minuti dopo, arrivò Delphini che chiese: “Quella porta è bloccata?”

Sì. Gal sta provando a lanciarle un incantesimo, ma gli incantesimi non verbali sono molto difficili…” spiegò Athena, indicando il Grifondoro, il quale nel frattempo stava puntando la bacchetta contro la porta, inutilmente.

Guarda che occorre avere una grande energia magica per fare una cosa del genere, bello. Tu sei solo uno studente del primo anno, ma apprezzo il fatto che tu stia cercando di lanciare un incantesimo non verbale. Se ti alleni, forse, riuscirai a farne qualcuno l’anno prossimo.” gli disse la giovane e Gal la guardò, allibito.

Quell’antipatica musona gli aveva appena dato un consiglio e fatto un complimento?!

Stava ancora sognando?!

Approfittando dello sgomento del compagno, Delphini lo superò e, puntando la bacchetta alla porta, dicendo: “Alohomora.”

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Capitolo 21
*** La stanza segreta ***


Capitolo 21: La stanza segreta


Dalla toppa della porta di legno apparve un raggio luminoso e, qualche secondo dopo, essa, con uno stridio, si aprì lentamente.

Davanti alla soglia apparvero cinque ragazzini, una dei quali stava levitando ed era tenuta con una corda da un tipo coi capelli rossi e un assurdo e vecchio casco di pelle.

Davanti a tutti, c’era una ragazzina coi capelli argentati e qualche ciocca blu, la quale stava puntando la bacchetta luminosa davanti a sé.

Non c’è nessuno. E a giudicare da com’è ridotto questo posto, non ci viene più nessuno da un bel pezzo.” disse, con fare sicuro e arrogante, Delphini, entrando nella stanza, seguita da Gal, il quale tirò la corda che teneva legato il piede di Athena, ma la fece sbattere contro la porta.

Sentendo il rumore, il ragazzino si voltò e mosse le labbra.

Credo che si stia scusando…” fece Oliver e, subito, Gal annuì a tutta velocità, come per confermare quelle parole.

Scuse accettate.” lo rassicurò la Corvonero, massaggiandosi la fronte.

Quanto avrebbe voluto che l’incantesimo finisse…

Nel frattempo, Delphini si stava guardando intorno.

Quella stanza era piuttosto spartana: c’era solo un piccolo letto di legno che sembrava parecchio duro e scomodo, oltre ad un bel metro di polvere.

Proprio in quel momento, Oliver cominciò a starnutire.

Tutto ok?” gli domandò, preoccupato, Teddy e il compagno rispose: “Sto bene, sto bene… sono solo allergico agli acari…”

Notando la faccia perplessa di Gal, Athena spiegò: “Intende la polvere.”

Già, inoltre sono anche asmatico…” aggiunse Oliver con le lacrime agli occhi, mentre Teddy gli passava un fazzoletto, commentando: “Ecco perché quando facciamo volo o altre attività fisiche diventi rosso e hai il fiatone…”

Sì… datemi solo un minuto…” ansimò il giovane, mentre appoggiava sul pavimento la sua borsa, tirando fuori da una tasca uno sacchetto blu da cui tirò fuori un piccolo spruzzatore blu e un oggetto che montò con calma ed esperienza, come se lo facesse tutti i giorni.

Non appena l’ebbe montato se lo mise in bocca e cominciò a schiacciare il pulsante dello spruzzatore, per poi inspirare e respirare, prima affannosamente, poi normalmente.

Dopo un po’, il Tassorosso si tolse lo strano oggetto dalla bocca e disse: “Ecco fatto. Sono a posto.”

Dev’essere dura essere asmatico…” lo rincuorò Teddy mentre Oliver commentava, prima di soffiarsi il naso: “Ormai ci sono abituato.”

Mentre Oliver parlava, Delphini si sdraiò sul letto.

Oltre ad essere pieno di polvere, era anche parecchio scomodo.

Solo un matto poteva dormire su di esso…

Chiuse un attimo gli occhi, provando a vedere se con gli occhi chiusi era possibile tollerarlo e, ad un tratto, vide nella sua mente un uomo seduto sul letto, avvolto dalla tenebre, le cui braccia incrociate erano sopra alle gambe unite, mentre la testa era appoggiata su di esse, impedendole di vedergli la faccia.

Tutto quello che riusciva a vedere erano lunghissimi capelli scuri che arrivavano al letto e un grosso serpente addormentato di fianco alla misteriosa figura, le cui scaglie verdi brillavano alla luce della luna piena che appariva dalla finestra.

Vedendo quella scena, Delphini aprì gli occhi di scatto e si diresse verso la parete dietro al letto.

Con noncuranza, appoggiò entrambe le mani sulle pareti e, come per magia, essa si spostarono, rivelando un immenso cielo stellato con la luna crescente che sembrava una falce argentata, mentre il vento notturno entrava nella stanza, facendo venire i brividi a tutti i presenti.

Finalmente un po’ d’aria fresca… questo posto odorava di chiuso in un modo…” commentò Teddy.

In quello stesso istante, Gal si voltò di scatto, come se avesse sentito uno strano rumore e, senza nemmeno accorgersene, lasciò andare la corda a cui era legata Athena che cominciò a volare in direzione della finestra.

Prima che potesse uscire da essa, Delphini l’afferrò prontamente per la corda e, voltandosi per guardare il rosso, sbottò: “Gal, se tieni il nostro uccellino, facci il favore di tenerlo d’occhio finché non troveremo un metodo per farle ritornare funzionante la forza di gravità, altrimenti si ritroverà a volare come un aquilone per tutto il perimetro del castello, facendoci beccare da Gazza, dalla McGranitt e da tutto il corpo docenti!”

Per tutta risposta, Gal le fece una seccata linguaccia.

Intanto, Oliver mise nello zaino il suo strumento per riuscire a respirare, ma, proprio quanto stava per chiudere la cerniera, notò una strana e piccola sagoma sotto il letto.

Incuriosito, il Tassorosso avvicinò la bacchetta e sussurrò: “Lumos.”

Non appena la luce ebbe mostrato lo strano oggetto, Oliver sbiancò e urlò per lo spavento, alzandosi di scatto, sbattendo la testa sul duro letto di legno.

Sentendolo, tutti si voltarono e Teddy, preoccupato, domandò: “Cosa succede, Oliver? Cosa ti ha spaventato?”

Pallido come un lenzuolo, Oliver indicò il letto e subito Gal andò a dare un’occhiata.

Pochi secondi dopo, apparve con in mano una bambola d’argilla con quelli che parevano abiti maschili, tuttavia era parecchio inquietante: aveva il viso completamente bruciato, come se il proprietario si fosse divertito a metterglielo sul fuoco, nel punto dove erano stati disegnati gli occhi erano stati conficcati ben cinque aghi e mancavano il braccio destro e la gamba sinistra, come se fossero stati strappati in maniera brutale.

Accidenti… è davvero spaventosa…” commentò Teddy, prendendola dalla mano di Gal per guardarla più da vicino, e anche Athena annuì: “Chiunque sia stato a fare ciò, doveva proprio odiarla… forse gli ricordava cose spiacevoli…”

Oppure la malediva con la speranza che succedesse ciò che pensava al diretto interessato. Un po’ con le bambole vudu.” s’intromise Delphini e Oliver protestò: “Ma è mostruoso! Sperare che succedono cose brutte ad una persona… senza contare che io non amo quelle cose vudu…”

Perché si parla di resuscitare i cadaveri?”

Esatto… a me fanno venire i brividi tutto ciò che ha a che fare coi cadaveri e con una loro possibile resurrezione… coi corpi putrefatti e con quel loro sguardo assente e bestiale… mi fa venire la pelle d’oca… spero di non aver mai a che fare con degli Inferi…”

Buffo… hai paura dei morti viventi e vivi in un castello pieno di fantasmi…” commentò, ridacchiando, Delphini e Oliver, arrossendo, si difese: “E’ diverso! I fantasmi hanno semplicemente scelto di non morire… inoltre, non spaventano nessuno e sono simpatici!”

Ad essere sincero a mille, aveva avuto un po’ di paura quando aveva sentito che ad Hogwarts c’erano dei fantasmi, in quanto nei film babbani dell’orrore che vedeva sempre suo zio Lapo, questi spaventavano sempre a morte tutti, ma, fortunatamente, quando era arrivato ad Hogwarts aveva scoperto grazie al Frate Grasso, il fantasma della sua Casa, che erano molto gentili e non spaventavano nessuno… pertanto, adesso non ne aveva più paura.

Se non ricordo male, il mio padrino ne ha affrontati un centinaio quand’era al sesto anno…” s’intromise, sovrappensiero, Teddy e Oliver commentò, terrorizzato: “Ha… ha affrontato… degli Inferi?!”

Sì, ma è stato costretto a farlo… erano la protezione di un Horcrux di Voldemort… apparivano quando qualcuno cercava di bere da un lago, se non sbaglio...”

Immediatamente, Athena, Gal e Oliver ebbero una smorfia di terrore, Athena e Gal perché Teddy aveva pronunciato il suo nome, mentre Oliver immaginava quei corpi rianimati dalla magia uscire dall’acqua, pronti ad uccidere chiunque incontrassero sul loro cammino…

Personalmente, trovava molto più spaventosi quei cadaveri di Colui-che-non-dev'essere-nominato, anche se il suo aspetto gli faceva venire i brividi, con quegli occhi rossi simili a quelli di un gatto, la pelle pallida e quel volto da serpente… almeno lui era sempre stato vivo, anche se in forma incorporea…

L’unica che rimase completamente indifferente all’affermazione di Teddy, fu Delphini, la quale si limitò ad osservare, leggermente interessata, il coetaneo.

Sconfiggere degli Inferi a sedici anni… quelle creature davano dei seri grattacapi agli Auror di quarant’anni!

Non si meravigliava che l’anno seguente avesse sconfitto Voldemort… se voleva diventare la miglior Auror della sua generazione, doveva raggiungere il livello del grande Harry Potter… e qualcosa le diceva che era sulla buona strada… bastava solo non demordere…

Dopotutto, era una delle persone più tenaci che conosceva, per non dire l’unica…

Voltando lo sguardo, si accorse che Teddy la stava osservando sorpreso.

Beh? Cos’hai da guardare?” domandò, seccata, la Serpeverde e il ragazzino balbettò: “No, niente… è solo che ho notato che tu non hai mai paura quando qualcuno pronuncia il suo nome… inoltre sei una dei pochi che, assieme a me, lo pronuncia senza alcun timore…”

Tsk, io non ho paura di lui. Io lo odio, molto semplicemente… lo detesto con tutta me stessa… quando ripenso ai suoi occhi rossi…” sibilò la ragazzina e Teddy notò, incredulo, che i suoi occhi da neri erano appena diventati rossi, proprio come quelli di Voldemort, brillando in quella spettrale stanza abbandonata.

Quasi subito, tuttavia, i suoi occhi ritornarono ad essere normali… Teddy non avrebbe mai immaginato di essere sollevato nel rivedere quegli occhi neri…

Parli come se l’avessi conosciuto…” si lasciò sfuggire Teddy, mentre Delphini, avvicinandosi, domandò: “Chi?”

Voldemort. Quando parlavi di lui, mi è sembrato che lo odiassi profondamente… e so che nessuno odia con così tanto ardore una persona senza averci avuto nulla a che fare.”

Mi stai dicendo che tu non lo odi?”

Ma certo che lo odio! Ha fatto delle cose orribili ed è per colpa della sua malsana ideologia che mio nonno è morto… per non parlare del fatto che ha ucciso i genitori del mio padrino… ma quando parlo di lui, provo solo un’irritazione e una leggera rabbia, perché io, fortunatamente, non ci ho avuto a che fare, tu, invece… non lo so, è come se parlarne ti suscitasse orrendi ricordi… ricordi che il solo pensiero ti fanno rendere furiosa e aggressiva...”

Delphini rimase in silenzio, osservando il giovane Tassorosso negli occhi.

Per quanto potesse apparire assurdo, quello che aveva detto quel ragazzino era vero.

Odiava Voldemort perché i suoi primi mesi di vita erano stati a dir poco infernali… le poche volte che passava a vederla, erano terrificanti…

Ricorda perfettamente le sensazioni di paura che aveva, tutte le volte che lui veniva nella stanza… allora era solo una neonata e non poteva difendersi… poteva solo piangere e urlare, con la speranza che qualcuno la salvasse da quell’inferno, ma non era mai successo.

Sua madre era sempre euforica quando lui arrivava eppure avvertiva una nota di gelosia quando vedeva che Voldemort s’interessava a lei… era ossessionata da quell’uomo e il pensiero che preferisse la figlia a lei doveva essere insopportabile… attenzioni, tra l’altro, che non aveva mai voluto e che le facevano ribrezzo…

Quanto a suo padre… lei non l’aveva mai visto.

Era sempre via per svolgere le missioni per conto del suo signore oppure, molto semplicemente, non gliene fregava niente di una femmina.

Aveva letto molti libri sulla famiglia Lestrange ed era molto sessista.

Addirittura, nel loro albero genealogico segnavano solo i componenti maschili, escludendo quelli femminili… almeno i Black segnavano tutti i discendenti finché non deludevano le aspettative…

Era anche per questo che preferiva il cognome materno a quello paterno… il solo pensiero di provenire da una famiglia che discriminava le streghe solo perché donne la faceva incavolare… lei era una donna, ma era la migliore del suo anno!

Il bello era che la società dei maghi era diventata più aperta nei confronti delle donne molto prima dei babbani, forse grazie a Rowena Ravenclaw ed a Helga Hufflepuff… almeno in questa discriminazione non c’entrava Salazar Slytherin, dato che lui ce l’aveva solo coi babbani… chissà perché li odiava tanto...

Comunque, non ci si vedeva proprio rintanata in casa a far da mangiare, pulire la casa e generare figli… lei era un tipo d’azione e d’avventura, senza contare che con le faccende domestiche era parecchio negata…

Lo odieresti anche tu se avesse ucciso i tuoi genitori, costringendoti a vivere con una vecchia arpia sdentata.” tagliò corto la ragazzina, cercando di non ricordare tutto quello che le aveva fatto passare.

Il momento più felice della sua vita era stato quando l’aveva mandata via da quella casa e non l’aveva rivisto mai più…

Prese la bambola dalle mani di Teddy e, proprio in quel momento, vide un uomo con lunghi capelli neri che aveva in mano proprio quella bambola e che le stava infilando con furia gli aghi negli occhi, come se volesse cavarle gli occhi.

Aveva anche un’espressione di rabbia così feroce da far venire i brividi, mentre i capelli gli finivano negli occhi.

Evidentemente, a lui interessava solo colpirla…

Ehi, tutto a posto?” domandò, leggermente preoccupato, Oliver, ma la ragazzina rispose, prontamente: “Sì, sì. Certo che è davvero brutta…”

Io direi più inquietante…”

Facendo un muto sbadiglio di noia, Gal si appoggiò alla parete e, proprio in quel momento, la parete si spostò, rivelando un’apertura.

La polizia babbana usa i cani per trovare la droga con la loro unità cinofila… forse gli Auror creeranno un’unità speciale per trovare le trappole… in quel caso, Gal, diventeresti la loro punta di diamante. Come trovi le trappole e i passaggi segreti tu, non ti batte nessuno.”

Mentre Gal faceva la solita faccia seccata e offesa, Oliver domandò, interessato: “Davvero ci sono cani nella pollizia?”

Polizia, Oliver… comunque, sì. Ci sono. Vengono usati per trovare indizi o persone grazie all’odore.” dichiarò Delphini, mentre Teddy affermava: “Ah, sì… l’ho visto una volta in tv…”

Immediatamente, Oliver fece una faccia emozionata e domandò: “Mi piacerebbe un sacco vederla… che cani usano?”

Di solito i pastore tedesco, ma a volte anche i Labrador e i Golden Retriver…” fece Delphini, un po’ confusa, e il Tassorosso esultò, euforico: “Oh, che meraviglia! Sono cani dall’aspetto fiero, ma sono ottimi animali, fedeli, dolci e molto intelligenti.”

Non sapevo che te ne intendessi anche di creature normali…”

E perché no? Sono pur sempre animali e, pertanto, meritano di essere studiate, conosciute, rispettate e amate.”

Ehm, sono contenta che tu abbia così a cuore il mondo animale, ma forse, e dico forse, dovremmo entrare nel passaggio che Gal è stato così gentile da trovare…”

Dall’altra parte del passaggio c’era un varco che portava ad altre scale che salivano verso l’alto.

Ancora una volta, il gruppo salì finché non si trovò sotto ad una botola.

Riesci ad arrivare a quella botola, Athena?” domandò Teddy e la ragazzina annuì: “Lo faccio subito.”

Con determinazione, la ragazzina spinse la botola e, non appena fu aperta, il gruppo trovò uno strano corridoio di legno.

Alla loro sinistra c’era una porta di legno, mentre a destra il corridoio proseguiva fino ad un’altra scalinata.

Dove andiamo? A destra o a sinistra?” domandò Oliver e Delphini, prontamente, rispose: “Sinistra. Se faccio un’altra scalinata, perdo i piedi.”

E sinistra sia.”

I cinque, con Athena che levitava ancora, si diressero verso la porta e, lentamente, aprirono uno spiraglio per vedere cosa ci fosse dall’altra parte.

Era una grande stanza con una scrivania, uno strano strumento che sembrava un telescopio e innumerevoli ritratti tutti addormentati.

Ragazzi… è meglio se ce ne andiamo da qui… subito!” sussurrò, nervosamente, Athena e Teddy le domandò: “Perché? Dove siamo?”

Siamo nell’ufficio della preside!”

Immediatamente, Gal chiuse la porta.

Fortunatamente, sembrava che i quadri stessero continuando a dormire, anche se gli parve che un tizio con gli occhiali a mezzaluna e la lunga barba bianca avesse aperto un occhio nella sua direzione…

Quindi che si fa?” domandò Oliver e Delphini rispose, prontamente: “Si va dall’altra parte, no?”

Ancora scale…”

Il gruppo raggiunse la scalinata e, dopo poco, si trovò davanti ad un’altra porta.

Quanto scommettete che dall’altra parte ci sono ancora scale?” scherzò Teddy e Delphini rispose, scocciata: “Tua nonna o il tuo padrino non ti hanno mai detto che non si scommette?”

Ma se non si sfida la sorte qualche volta nella vita, dov’è il divertimento?”

Tu sei tutto matto.” concluse Delphini, puntando la bacchetta contro la toppa della serratura e dicendo un semplice, ma chiaro: “Alohomora.”

Per un attimo, la serratura sussultò, ma poi, con un cigolio, si aprì lentamente e i cinque entrarono al suo interno.

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Capitolo 22
*** Il segreto della torre ***


Capitolo 22: Il segreto della torre


La prima cosa che tutti notarono fu che non c’erano altre scale.

Era una stanza il cui pavimento era di forma quadrata ed era decorato con piastrelle rosse, giallo, blu e verdi, come una sorta di mosaico pavimentale, mentre sul soffitto c’erano vari affreschi, ma, al centro del soffitto c’era lo stemma e il motto di Hogwarts.

Ah, quanto mi piacerebbe avere una macchina fotografica… Morgana impazzirebbe per questi capolavori artistici… dopotutto, questo luogo dev’essere un importante punto della storia della scuola… ricordatemi di aggiornare la mia copia di ‘Storia di Hogwarts’…” commentò Athena, mentre Delphini le ricordava: “Non scomodarti, quell’edizione è vecchia come Bathilda Bath. Si sono dimenticati di confermare dell’esistenza della Camera dei Segreti e di aggiungere la battaglia di Hogwarts. Più arretrata di così…”

Mentre le due ragazzine parlavano, Teddy notò al centro della sala un tavolo con su un grosso libro rilegato in spessa pelle di drago aperto e una penna nera con riflessi verdastri collocata dentro ad un calamaio argentato.

Anche se pareva assurdo, sentiva una grande quantità d’energia magica proveniente da esso.

Comunque, non sembrava di origine malvagia… anzi, sentiva una grande forza positiva su quel tavolo… una forza che non li avrebbe mai aggrediti...

Proprio in quel momento, tra lo stupore generale, la penna si sollevò dal calamaio e si avvicinò al libro, ma, inaspettatamente, quello si chiuse violentemente, facendo sobbalzare il gruppo.

Mestamente, la penna ritornò al suo posto.

Avete visto quello che ho visto anch’io?” domandò, esterrefatto, Oliver, mentre Teddy annuiva: “Sì… se non l’avessi visto non ci avrei mai creduto…”

Non ho mai visto una magia di questo genere… sembra molto potente e antica… chiunque l’abbia lanciato doveva essere parecchio potente… forse persino più di Albus Silente…” sussurrò, incredula, Athena.

Persino Delphini dovette ammettere che c’era qualcosa di affascinate in quello che aveva appena visto… qualcosa di unico e magico…

In quello stesso istante, la penna si librò nuovamente, ma, ancora una volta, il libro si chiuse, con lo stesso tono di prima.

Quel libro ha proprio un brutto carattere… ti assomiglia un po’, Delphi. Scrisse Gal sul suo quaderno e la ragazzina, una volta letto il testo, rise sarcasticamente, mentre gli lanciava un’occhiataccia: “Ah ah ah.”

Proprio in quel momento, la piuma si librò di nuovo e il libro, inaspettatamente, non si chiuse, ma lasciò che essa si avvicinasse ad una pagina e scrivesse qualcosa, per poi tornare al calamaio, anche se Athena ebbe l’impressione che essa fosse segretamente soddisfatta di averla avuta vinta sul libro.

I cinque si guardarono negli occhi, sgranati.

Secondo te che cosa ci ha scritto?” domandò, preoccupato, Oliver, mentre Teddy si avvicinava, dicendo: “Controllo subito.”

Non appena diede un’occhiata al nome, sgranò gli occhi, senza parole.

Che succede, Teddy? E’ una minaccia di morte?” domandò, preoccupato, Oliver, ma Teddy lo rassicurò, seppure un po’ interdetto: “No, è solo che… ha scritto un nome…”

E che nome è?” domandò Delphini e il Tassorosso sussurrò: “E’ quello... del figlio primogenito del mio padrino…”

Eh?!?!” fecero, in contemporanea, Gal, Oliver e Athena, con facce che rendevano visibile lo sgomento del gruppo.

Persino Delphini, la più scettica e la meno propensa a restare incredula, sgranò gli occhi dallo stupore e commentò: “Questa poi…”

Sei sicuro di quello che dici?” domandò Athena e, subito, Teddy, indicando il volume, disse: “Ve lo giuro! Venite a vedere se non mi credete!”

I quattro non si fecero pregare e si avvicinarono a dare un’occhiata.

Scritto con un inchiostro di un colore argenteo, così acceso da sembrare brillare, c’era scritto, con una calligrafia elegante e precisa: James Sirius Potter

Pazzesco…” commentò Oliver, osservando la scritta, e, ad un tratto, Athena esclamò, senza parole: “Ma… c’è anche il nome di mia sorella!”

Dove?” le domandò Teddy, facendola scendere e la ragazzina, una volta che fu ad un’altezza ragionevole, disse, avvicinando il dito alla scritta: “Proprio qui…”

Non appena toccò con l’indice il nome, il libro s’illuminò di una luce brillante, costringendo tutti i presenti a chiudere gli occhi, mentre da esso usciva un raggio di luce.

Non appena tutti riaprirono gli occhi, videro una ragazzina di sei anni coi capelli neri raccolti in due codini che stava rincorrendo un gatto.

Ma quella… è Morgana!” esclamò, sconvolta, Athena, guardando la figura che appariva in quel ologramma magico.

Quella è tua sorella?” sussurrò, incredulo, Teddy e la giovane annuì: “Sì… è quello è il gatto della signora che vive vicino alla scuola dove io e Morgana andavamo…”

Proprio in quel momento, il gatto attraversò la strada e la ragazzina lo seguì, non accorgendosi di una macchina che le si stava avvicinando a tutta velocità.

Quando Morgana se ne accorse, era troppo tardi.

Spaventata, si coprì la faccia con le braccia e chiuse gli occhi, aspettando l’urto.

In quello stesso istante, dalla piccola figura spaventata, uscì quello che sembrava del fumo di una candela e colpì il cofano dell’automobile, facendola frenare di scatto.

Non è possibile…” sussurrò, incredula, Athena e Oliver le domandò: “Cosa succede?”

Questo… è l’incidente che è avvenuto l’anno scorso a scuola! Durante la ricreazione, Morgana si era messa a inseguire il gatto della signora Smith che, come al solito, si era rintanato nel cortile e ha rischiato di essere investita da una macchina! La macchina le si fermò di colpo davanti, nonostante funzionasse perfettamente… nessuno riuscì a capire cosa fosse successo…”

Beh, adesso lo sappiamo… le è uscito quello strano vapore dal corpo e a fermato la macchina…” commentò Oliver e Teddy commentò: “Sapete, questa storia interesserebbe molto lo zio Harry…”

Non appena ebbe finito di parlare, il libro s’illuminò di nuovo e, dopo aver fatto muovere le pagine del libro, l’immagine di Morgana scomparve, facendo apparire, al suo posto, un ragazzino smilzo e mingherlino coi capelli neri sparati da tutti le parti e con degli occhiali tenuti su con dello scotch.

Stava correndo e, a giudicare dall’espressione del viso, doveva essere terrorizzato.

Lo zio Harry?!” esclamò, senza parole, Teddy e, stavolta, fu Athena a domandare: “Quello sarebbe il tuo padrino?”

Sì, è lui… ho visto qualche sua foto di quando aveva la mia età… anche se qui sembra più piccolo…”

Mi domando da cosa stia scappando… dalla sua espressione sembra terrorizzato…” si domandò Oliver e, proprio in quel momento, comparvero un gruppo di coetanei e, davanti a tutti, c’era un ragazzino obeso coi capelli biondi e vestiti ben curati e appena comprati, l’esatto opposto di quelli di Harry che erano molto più sciupati e vecchi, oltre che essere molto più larghi.

Quel ciccione mi sembra più un maiale con una parrucca che un moccioso… gli manca solo la coda...” commentò Delphini, dando un’occhiata al grassone.

Doveva essere il capo… lo capiva perché stava davanti a tutti e gli altri non si azzardavano a parlare, inoltre indossava capi che, all’epoca, erano all’ultima moda… ciò indicava che non solo i suoi erano ricchi, ma che spendevano un mucchio di quattrini per lui e i mocciosi che desideravano diventare qualcuno, d’istinto si univano a quelli più ricchi, per ottenere protezione e belle cose… dopotutto, nella sua vita aveva avuto a che fare con bande di questo tipo… già alle elementari si formavano i gruppetti… voleva proprio sapere chi era così stupido da credere che i bambini fossero delle creature pure di cuore e non degli approfittatori, come quel poeta romantico, William Blake… fortuna che esisteva qualcuno che non era così ingenuo, come William Golding.

Bastava leggere ‘Il signore delle mosche’ per capire che la pensavano alla stessa maniera.

Ad un tratto, il ragazzino obeso notò il padrino di Teddy e, indicandolo, incitò gli altri ad inseguirlo.

Il giovane Harry continuò a correre, spaventato, finché non notò dei bidoni della spazzatura e saltò verso di essi.

Mentre saltava, dal suo corpo si sprigionò lo stesso vapore che aveva avvolto il corpo di Morgana poco prima dell’incidente e scomparve nel nulla.

Dov’è finito?” domandò, istintivamente, Teddy, probabilmente ripetendo le parole che il gruppo di bulli, il quale si guardava intorno incredulo, stava pensando.

Comignolo.” dichiarò, in quel preciso istante, Delphini, col suo solito tono saccente e arrogante, e Teddy, guardandola stupito “Comignolo? Ma quale comignolo? Ad Hogwarts non ci sono comignoli.”

Ma nelle scuole babbane sì.”

E questo cosa c’entra adesso?”

Guarda lassù e lo capirai.”

Teddy guardò nel punto indicato dalla Serpeverde e sgranò gli occhi, senza parole.

Sul tetto di quell’edificio, effettivamente, c’era un comignolo e, seduto su di esso, con un’espressione stranita, c’era proprio Harry, mentre i piccioni sul tetto lo fissavano stupiti o volavano via terrorizzati.

Piuttosto esagerato il tuo padrino… doveva solo sfuggire a dei bulli grossi e stupidi, non finire sul tetto…” commentò Delphini osservando la scena, mentre Teddy commentava, sconvolto: “Cosa potrebbe significare tutta questa storia? Come fa questo libro a sapere tutto ciò?!”

Significa che questo libro è uno stalker. Forse non lo sa, ma nel mondo dei babbani è un reato penale…”

Oliver, nel mentre, si avvicinò alla penna e si mise a guardarla con interesse.

Secondo te, che penna è?” domandò Athena, la quale si teneva aggrappata ad una colonna, per non volare di nuovo verso il soffitto, e il ragazzino rispose: “Non ne ho idea… di certo non appartiene ad un gufo od ad un volatile normale, per via del colore… quasi sicuramente appartiene ad una creatura magica… aspetta un attimo…”

Oliver mise di nuovo la borsa per terra e tirò fuori una vecchia e consumata edizione di ‘Animali fantastici e dove trovarli’.

Dopo aver sfogliato un attimo le pagine, il Tassorosso esclamò: “Eccolo! Forse ho trovato il proprietario della piuma!”

Oliver girò il libro e mostrò una pagina su cui era disegnato un volatile magro e con un aspetto lugubre, le cui piume assomigliavano in maniera impressionante a quella della penna dentro il calamaio, nera con riflessi verdastri.

Sembra un piccolo avvoltoio denutrito… scrisse Gal sul suo foglio e Oliver spiegò: “Questo è un Augurey, anche chiamato fenice irlandese.”

Ah, lo conosco. Sono degli uccelli riservati che cantano quando sta per giungere la pioggia.” fece Athena e il ragazzino, con un certo orgoglio, ammise: “Proprio quelli. Costruiscono un nido a forma di lacrima nei cespugli di rosa canina e rovo, nutrendosi di fate e grossi insetti. Escono da esso solo quando piove molto fitto e sono anche nativi della Gran Bretagna e dell’Irlanda, da cui deriva il suo secondo nome, anche se alcuni esemplari sono stati avvistati nel Nord Europa.”

Proprio in quel momento, Teddy sentì qualcuno tirargli il maglione e, voltandosi, vide Gal che stava mostrando un nuovo foglio con su scritto: Una volta, Monica mi ha parlato di questi pennuti… pare che il loro canto annunci la morte.

E’ solo una diceria infondata, gli Augurey non causano la morte di nessuno. Sono uccelli docili e facili da addomesticare. Emettono un verso basso e pulsante che sembra un lamento, ma solo quando sta per piovere.” ribatté, prontamente, Oliver, leggermente seccato.

Nonostante fosse di natura timida e gentile, il Tassorosso si alterava quando le persone ignoranti dichiaravano cose sugli animali che parevano più superstizioni che studi accurati.

Lo infastidiva il fatto che i maghi ragionassero su queste cose come i babbani del Medioevo…

Contemporaneamente, anche Delphini strinse con forza i pugni, lasciando dei segni sui palmi causati dalle unghie, mentre il suo viso in contorceva in un’espressione di pura rabbia.

Quanto odiava sentire storie simili… quando le sentiva, non poteva fare a meno di pensare a lei… se si fosse scoperto il suo segreto, anche lei sarebbe stata discriminata, come quegli animali… ma che colpa ne aveva se era la figlia di Bellatrix Lestrange?!

Mica l’aveva scelto lei… così come gli Augurey e i Thestral non avevano scelto di nascere con quelle loro caratteristiche...

A questo proposito, conosco una storia divertente sugli Augurey…” fece Athena, cercando di smorzare la tensione “Avete mai sentito parlare di Uric Testamatta?”

Certo, è il mago che compare nelle figure delle Cioccorane, per la precisione è la numero 18. A casa ne ho cinque…” fece, sovrappensiero, Teddy e la Corvonero annuì: “Proprio lui. Ho letto che possedeva ben cinquanta Augurey da compagnia.”

Così tanti?!” fece, incredulo, Oliver e Delphini commentò: “Chissà che bel concerto durante i giorni di pioggia…”

Già… un giorno molto piovoso si misero a cantare tutti insieme e lui pensò che fosse morto e che fosse diventato un fantasma come Ruf… pertanto, cercò di attraversare un muro, solo che morto non lo era per niente, così si procurò una bella commozione cerebrale.” raccontò Athena e, immediatamente, tutti risero divertiti.

Sembrava di sentire la vicenda di Ruf al contrario, dato che lui non si era accorto di essere morto da un pezzo, e con molta probabilità sentirli non lo avrebbe preoccupato più di tanto, visto che, come ci teneva a spiegare ad ogni lezione, lui spiegava fatti concreti e storici, non leggende, mentre l’altro non si era reso conto di essere ancora vivo… magari erano parenti…

Almeno, Uric non si era spaventato per aver sentito il canto degli Augurey, anche se credeva di essere morto… pareva che molti maghi avessero avuto un attacco di cuore a sentirli cantare, convinti che stessero per morire… ovviamente, ciò non aveva contribuito a levare quella ridicola superstizione…

Non appena tutti finirono di ridere, Delphini notò che Athena aveva un’espressione leggermente dubbiosa e meditabonda e le domandò: “Qualche problema?”

No, è solo che… c’è qualcosa che non mi torna…”

Quale cosa?”

Beh, quella penna ha scritto il nome di mia sorella e del figlio di Harry Potter…”

E allora?”

Il fatto è che… le penne di Augurey sono inutili per la cancelleria, in quanto respingono l’inchiostro.”

Immediatamente, tutti si voltarono a guardarla, stupefatti.

Se quello che la ragazza aveva detto era vero, era impossibile, persino per il mondo magico, che da quella piuma si potesse scrivere… eppure l’avevano vista con i propri occhi sollevarsi e scrivere su quel libro…

Oliver osservò la piuma e poi, istintivamente, la sfiorò dolcemente.

Fu come un lampo nella sua mente, ma vide una signora tracagnotta e coi capelli rossi, vestita con modesti abiti gialli, accarezzare con dolcezza un grosso Augurey appollaiato sul suo braccio, il quale si sfregava dolcemente sulla guancia della donna, come se volesse farle capire che condivideva il suo amore, per poi mordicchiarle dolcemente il naso.

Oliver non poté fare a meno sorridere divertito.

Quel volatile sembrava più un pappagallo che un presagio di morte… era così dolce e affettuoso… quanto avrebbe voluto averne uno…

Terra chiama Oliver. Ci senti?” domandò, proprio in quel momento Delphini, dandogli un colpetto sulla testa e, immediatamente, il giovane Tassorosso si riprese, domandando, incredulo: “Cos’è successo?”

Dovremmo chiederlo a te, ti sei incantato di colpo.”

Ah, niente… è solo che mi sono messo a pensare…”

Dimmi che stavi pensando ad un modo per far scendere Athena.”

Veramente no…”

Tsk, lo immaginavo...”

Prima che qualcuno potesse fermarla, la giovane Serpeverde prese la corda che teneva legata Athena dalle mani di Teddy e si diresse verso la finestra.

Cosa fai?” si lasciò scappare Athena e Delphini rispose: “Ti lego in un posto, in modo che tu faccia il palo.”

Che spiritosa…”

Guarda che sei stata tu a farti l’incantesimo. Controlla che nessuno ci scopra. Dobbiamo capire se questo libro è davvero quel fantomatico tesoro, oppure se, al contrario, nasconde qualcosa di molto interessante.”

Non appena venne legata ad una colonna, Athena si mise ad osservare i suoi amici, mentre si decidevano sul da farsi… quando avrebbe voluto dare loro una mano…

Guardò fuori dalla vetrata e notò che il cielo notturno stava cominciando a scurirsi.

Presto sarebbe stata l’alba e, per evitare problemi sarebbero dovuti tornare ai rispettivi dormitori…

Sentì il fresco vento del mattino accarezzarle le guance e fece un sorriso.

Nonostante stesse levitando come un palloncino da ore, non si pentiva affatto di aver lanciato quell’incantesimo… la faceva stare in contatto col suo elemento preferito, l’aria… se solo avesse potuto volare come un uccello come spesso si vedeva nei cartoni animati di Morgana…

Chiuse gli occhi e, quando li riaprì vide davanti a sé una splendida donna con lunghi capelli neri, seduta sul davanzale, che disegnava su un foglio il castello di Hogwarts con un dolce sorriso sulle labbra.

Ad un tratto, il vento del mattino le sollevò una ciocca di capelli con fare scherzoso e la giovane donna si voltò verso di lui, con un sorriso divertito.

In quello stesso, Athena riaprì gli occhi nel mondo reale.

Anche se sembrava assurdo, credeva di aver capito quale fosse il tesoro di quel posto...

Ehi, ragazzi, potreste venire un attimo qui?” fece Athena e, subito, Delphini domandò, con tono seccato: “Cosa c’è, adesso? Cominci finalmente a sentirti pesante?”

No, voglio farvi vedere una cosa.”

Cosa?”

Voi venite qui. Ci vorrà solo qualche minuto, ma sono certa che vi piacerà.”

Con un sospiro scocciato, la giovane Serpeverde, seguita dagli altri, si avvicinò alla finestra e alzò un sopracciglio, vagamente interessata.

Il cielo sopra al castello aveva smesso di essere blu per diventare di un miscuglio di colori caldi, anche se alcune tracce di blu, mentre le foglie della foresta e l’acqua del Lago Nero, illuminate dai raggi del sole, parevano brillare, proprio come gemme, così come le pietre millenarie del castello.

Proprio in quel momento, dal lago apparvero delle figure umanoidi che nuotarono per un attimo in superficie e, dopo essersi scaldate un attimo, tornarono velocemente nelle profondità degli abissi.

Mentre osservava lo spettacolo, Delphini sentì un fischio acuto e, alzando la testa, vide tre Thestral volare nel cielo e non poté fare a meno di sorridere.

Erano davvero splendidi… altro che animali portatori di sfortuna… quanto le sarebbe piaciuto, un giorno, volare in groppa su uno di loro… aveva sentito dire che erano più veloci di una scopa...

Qui ci vorrebbe una macchina fotografica…” commentò, incantato, Teddy, mentre Oliver annuì: “Sì, lo penso anch’io…”

Questa è qualcosa di davvero straordinario…”

E’ la magia della natura… basta davvero poco per creare uno spettacolo meraviglioso e gratuito...”

Il gruppo osservò affascinato per qualche altro minuto, poi Teddy commentò: “Sapete, dopo aver visto tutto questo, non m’importa più trovare il tesoro… sono certo che avrebbe meno valore di questo spettacolo."

Mi fa molto piacere sentirti dire questo, ragazzino… così ho un pretendente in meno per il tesoro!” esultò una sconosciuta e giovane voce femminile alle loro spalle.

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Capitolo 23
*** Carte scoperte ***


Capitolo 23: Carte scoperte


Sentendo quella frase, il gruppo si voltò, immediatamente, per vedere chi avesse parlato.

Davanti a loro, c’era una donna sui vent’anni, coi capelli neri corti e ribelli e occhi di un verde così brillante da parere la pelle di un serpente.

Indossava una canotta babbana, guanti di pelle nera e pantaloncini di jeans, tanto da sembrare una semplice adolescente babbana, ma la bacchetta che aveva in mano e che puntava al gruppo come se fosse una pistola, rivelava la sua vera natura.

Alle sue spalle, anche se un po’ malconci, c’erano Woodrow e Zubin, con anche loro le bacchette puntate verso il gruppo.

Razza di fesso, mi avevi detto che gli avevi tolto le bacchette!” sibilò Delphini a Gal, il quale fece una faccia sorpresa e incredula.

Non preoccuparti, il tuo amico ci aveva tolto le bacchette… ma il capo ne aveva altre di scorta!” le spiegò Zubin e, una volta sentito ciò, Gal si mise a osservare Delphini, come se aspettasse qualcosa.

E va bene, scusa…” ammise, lievemente seccata, la Serpeverde.

Ma era possibile che quell’idiota dovesse sempre essere fuori tempo?

Dopo aver ammesso di essersi sbagliata, la ragazzina osservò in silenzio la giovane donna… anche se non l’aveva mai vista, sapeva già chi era...

Tu devi essere Bluebell Borgin…” indovinò Delphini e la giovane donna ammise, divertita: “In persona, mia cara… e tu devi essere la famosa studentessa di Serpeverde del primo anno che ha sconfitto, assieme al tuo amico Grifondoro, i miei uomini per ben due volte…”

A quanto pare la fama mi precede…”

Adesso che abbiamo finito i convenevoli, ragazzini, che ne direste di dirmi dove si trova questo benedetto tesoro?”

Non abbiamo trovato proprio niente!” dichiarò, seccato, Teddy e Bluebell rispose: “Senti, ragazzino, non ho certo fatto ribaltare questo castello da cima a fondo dai miei scagnozzi per niente… voglio quel tesoro e lo voglio adesso.”

Non esiste un tesoro materiale!” dichiarò, con determinazione, Athena “Il misterioso tesoro dei fondatori era la vista che si vede da questa finestra!”

Cosa?”

Proprio così! Da cui si vede tutto il castello, il lago e la foresta, insieme a tutti gli studenti e alle creature magiche che vivono in zona! Hogwarts era la loro creazione e coloro che ci vivevano e studiavano erano speciali per loro, dato che erano pur sempre degli insegnanti! Era un tesoro che avevano creato con le loro mani, mettendo da parte le loro differenze caratteriali e di pensiero, per dare vita a tutto ciò, in nome della loro amicizia! Ne erano orgogliosi perché era un lavoro che avevano dato vita tutti insieme, dato che ognuno di loro aveva dato qualcosa, sapendo che così sarebbero rimasti ricordati per sempre, perché ci avevano messo un po’ di loro dentro a questa creazione… dato che è questa la bellezza di un’opera d’arte! L’artista ci mette dentro un po’ del suo carattere, dando però vita a qualcosa di autonomo, indipendente e con un proprio carattere!”

Per un attimo, nella torre ci fu solo il silenzio, ma poi, Bluebell ridacchiò: “Bel tentativo, ragazzina… ma non ci casco! So che c’è dell’oro qua dentro e lo troverò, fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia!”

Come fai ad esserne così sicura? Non si parla di questo tesoro in ‘Storia di Hogwarts’, anche se non è molto aggiornata, e, detto tra noi, credo che l’ipotesi di Athena sia più concreta… mi pareva un po’ troppo strano che una come Helga Hufflepuff nascondesse un tesoro…” disse Delphini, stupendosi di quello che aveva appena detto.

Se persino lei dava ragione a qualcuno, significava che la sua idea era quella giusta…

Oh, so che esiste… me l’hanno assicurato ben due persone!”

Chi?”

Il primo che me ne ha parlato è stato mio nonno. Quel vecchio tricheco conosceva sempre un sacco di aneddoti interessanti…”

Ehi, non si offendono i propri parenti!” protestò Oliver, mentre Delphini gli dava una gomitata.

Ma gli sembrava il momento adatto per fare prediche di questo tipo?!

In ogni caso, una volta, mi raccontò di un suo compagno di scuola di nome Orvoloson Gaunt che spesso si vantava di essere l’Erede di Serpeverde e che non solo avrebbe trovato la Camera dei Segreti, liberando la scuola da quei luridi Sanguesporco, ma che avrebbe ritrovato anche il tesoro dei quattro fondatori, facendo ritrovare alla casata dei Gaunt il valore e il prestigio che gli spettava di diritto.”

Che megalomane…” commentò Oliver, mentre Teddy ribatteva: “E’ una menzogna! Voldemort era l’Erede di Serpeverde! Me l’ha raccontato il mio padrino!”

Lo immaginavo… mio nonno mi raccontò che nessuno credeva alle sue sciocchezze… era troppo mediocre per essere il discendente di Salazar Slytherin, uno dei più grandi maghi della storia… sembrava più che altro una scimmia casinista… infatti, finita la scuola, pare che sia finito a fare il mendicante in un villaggio di quei sporchi babbani che lui detestava tanto chiamato Little Hangleton fino alla morte… anche se ho sentito dire che suo figlio è finito ad Azkaban per aver ammazzato la famiglia di signorotti babbani del luogo…”

Forse era un mitomane…” dedusse Athena e, notando la faccia incredula di Gal, spiegò: “E’ una persona affitta da mitomania, un disturbo psichiatrico che crea una realtà di vita immaginaria. Il problema è che questa persona impone agli altri questa sua realtà.”

Mentre Athena parlava, Delphini ascoltava la conversazione con molto interesse e si mise a mordicchiarsi l’unghia del pollice, come faceva sempre quando meditava.

Orvoloson Gaunt era stato Caposcuola di Serpeverde, lo ricordava perfettamente… così come ricordava che era anche il secondo nome di Tom Riddle, quello studente morto poco dopo aver finito la scuola e che, secondo Lumacorno, aveva il suo stesso tic di spostarsi la franghetta…

Ma se Gaunt detestava tanto i babbani, perché uno studente col cognome e il nome chiaramente babbani aveva il secondo nome identico al suo?

Evidentemente, i genitori di quel Riddle avevano un legame con quel mago, quel nome era troppo particolare per essere una coincidenza… la madre doveva essere una sua parente, nonostante avesse deciso di distaccarsi dalla sua politica di odio totale verso i babbani e/o nati babbani, anche se continuava a volergli bene, dato che aveva deciso di dare al figlio anche il suo nome… o magari voleva solo umiliarlo...

Sospettava che si trattasse della madre, per il semplice fatto che il cognome di una persona che si riceve alla nascita è di solito quello paterno, anche se in alcuni casi si poteva prendere quello materno, come era accaduto a lei… ma l’ipotesi che fosse il padre era da scartare, per il fatto che se egli avesse voluto dare al figlio il cognome materno, ciò avrebbe indicato un enorme desiderio di rottura con la famiglia d’origine… e uno che ha intenzione di rompere definitivamente con essa, non avrebbe mai dato mai il nome di un membro di quella stessa famiglia al proprio figlio, pertanto non poteva trattarsi del padre.

Inoltre, il figlio di quel mago era finito in carcere proprio per aver ammazzato una famiglia di babbani…

Fece un sorriso soddisfatto… aveva trovato quale sarebbe stato il suo progetto durante le vacanze estive, dopo aver ripulito la casa della Borgin…

Avrebbe indagato sul passato del mediocre e arrogante Orvoloson Gaunt e trovato il collegamento con il misterioso ed abile Tom Riddle.

Ad essere sincera, non gliene fregava niente del collegamento tra i due, cercava solo una scusa per non restare chiusa insieme alla Rowle per tutta l’estate e che non significasse passare l’estate a casa di qualcuno.

Non era ancora così disperata…

E chi è stato il secondo che ti ha parlato di questo tesoro?” domandò, in quel momento, Teddy e Bluebell rispose: “Un tizio che ho incontrato a Notturn Alley… è parecchio popolare da quelle parti, anche se nessuno conosce il suo vero nome… si fa semplicemente chiamare il profeta e indossa sempre un lungo mantello col cappuccio rosso calato sul viso… mi ha raccontato che quei pagliacci del Ministero avevano davvero trovato quei passaggi e che essi potevano portarmi al tesoro.”

Cosa?!” fece Teddy, incredulo “Stai dicendo… che è stato lui a spingerti a cercarlo?!”

Esatto. Quando ho letto quel trafiletto sulla Gazzetta del Profeta, all’inizio ho pensato che fosse l’ennesima trovata della stampa per far comprare il giornale… ma un notte, questo tizio mi ha trovata in un pub a Notturn Alley e mi ha rassicurato della veridicità della notizia… beh, ho sempre sognato di metterci le mani addosso da quando mio nonno mi parlava di quegli strambi discorsi di Gaunt…” ammise la cacciatrice di tesori ed Athena intuì: “Non dirmi che… che è stato lui a dirvi il modo di entrare ad Hogwarts!”

Ma bravo, mio piccolo uccellino… è avvenuto proprio così. Ha reso di nuovo funzionante quel passaggio bloccato dalla frana, ed eccoci qui!”

Che cosa ha voluto in cambio?” domandò Delphini, sospettosa.

Conosceva troppo bene la gente e sapeva che nessuno fa niente per niente, soprattutto con informazioni così succose e precise…

Doveva esserci qualcosa sotto…

Sei perspicace, ragazzina… è vero, mi ha chiesto solo due cose in cambio di queste informazioni…” ammise Bluebell e Teddy propose: “Metà del tesoro?”

No, il tesoro potevo prendermelo tutto. Mi ha detto che a lui non gliene fregava niente…”

Allora non esiste.” fece Delphini, facendo un sospiro.

Se non era così interessato al tesoro, voleva dire che non esisteva… possibile che la gente fosse così stupida?

Tuttavia, se quel tizio non voleva il tesoro, cosa voleva?

Doveva esserci dell’altro in quel castello… qualcosa di davvero prezioso…

Sì, fa pure la spiritosa… quel tizio era un vero stupido, dato che voleva solo il Cappello Parlante e uno studente di Grifondoro molto coraggioso… cosa che ho risolto, dato che quel rosso con quel ridicolo cappello è un Grifondoro e a giudicare dalle sue gesta, pare la personificazione vivente della sua Casa…”

Ma ti manca il Cappello Parlante.” le ricordò Athena, ma la donna rispose, con un sorriso divertito: “Oh, a quello ci ho già pensato…”

Schioccò le dita e Woodrow mostrò un vecchio cappello a punta tutto rovinato.

Quello era il Cappello Parlante, impossibile sbagliarsi…

Come sei riuscita ad ottenerlo?!” domandò, allibito, Teddy e la donna rispose: “Mentre voi guardavate il bel panorama, io e miei uomini abbiamo fatto una visitina all’ufficio della preside… e in tutto questo devo ringraziarvi, ragazzini… se non vi avessi seguiti, non sarei mai riuscita a trovare il modo per entrare là dentro...”

Chi stavate seguendo fin dall’inizio?!” domandò Oliver e Bluebell rivelò: “Esatto, grazie alla tua cara amichetta volante… è stato uno scherzo starvi alle costole, dato che bastava solo vederla per potervi stare alle costole anche da lontano.”

Mi dispiace…” si scusò Athena, imbarazzata, ma Oliver la tranquillizzò subito: “Tranquilla, tanto prima o poi avrebbe trovato quelle scale…”

Nel frattempo, Teddy diede un’occhiata nervosa al Cappello Parlante.

Purtroppo, sapeva fin troppo bene perché quel tizio voleva il Cappello Parlante e un Grifondoro…

Dentro di esso, c’era la Spada di Godric Gryffindor, uno dei quattro fondatori di Hogwarts, grazie alla quale lo zio Harry, lo zio Ron e la zia Hermione erano stati in grado di distruggere gli Horcrux di Voldemort.

Solo un vero Grifondoro era in grado di estrarla dal cappello… per questo quell’uomo misterioso aveva bisogno di Gal, l’unico Grifondoro del gruppo…

Non osava pensare a cosa quel tizio avrebbe potuto fare con una spada antica e piena zeppa di veleno di Basilisco…

Mentre pensava, Delphini sgranò gli occhi.

Gli era sembrato, nella sua mente, di sentire la voce di Teddy.

Era parecchio confusa, ma sentiva alcune parole nella sua mente, anche se non riusciva a capire bene il senso: spada, Godric Gryffindor, Cappello Parlante…

L’unica cosa che aveva capito benissimo era: devo prenderlo.

Di certo si riferiva al Cappello Parlante… ma perché?

Cosa aveva di così importante quel vecchio cappello?

Sentite, ragazzini… il mio informatore arriverà a momenti per il cappello e il Grifondoro… pertanto, visto che abbiamo un po’ di tempo, che ne diresti di dirmi, una volta per tutte, dov’è quel tesoro?” domandò, a quel punto, Bluebell e Teddy rispose: “Non abbiamo trovato proprio niente! E anche se l’avessimo trovato, non lo diremmo di certo a te!”

Ma che coraggio… facciamo così, conto fino a tre e, poi, vi lancio un incantesimo a caso su uno qualsiasi di voi. Vedremo se sarete ancora così insolenti… uno… due…”

Bluebell puntò la bacchetta contro il gruppo, ma, prima che potesse dire l’ultimo numero, sgranò gli occhi, incredula.

La penna, infatti, incurante del baccano generale, si era sollevata proprio in quel momento per provare a scrivere un nome sul libro, ma quello, per tutta risposta, si era chiuso bruscamente.

Cosa diamine…?” sussurrò, senza parole, Zubin e Bluebell, dopo un’iniziale sorpresa, sorrise: “Eccolo! Dev’essere quello il tesoro di cui parlava la leggenda!”

Ma è solo un vecchio libro con una penna sciupata! Non vale niente!” cercò di confonderla Oliver, ma la donna rispose: “Non ci casco, ciccione! Quei due oggetti sprizzano energia magica da tutte le parti! Sono certa che faranno un figurone nella mia collezione!”

La faccia di Teddy si contorse in un’espressione di disgusto e rabbia.

Come poteva quella donna essere così avida?!

Ehi… pronto? Teddy... mi senti?… Senti?” domandò una voce femminile, un po’ gracchiata, che lui conosceva bene e, sorpreso, si girò verso Delphini e le domandò, sorpreso: “Hai detto qualcosa?”

No, niente.” disse subito, la ragazzina, ma, contemporaneamente, nella sua mente sentì la sua voce ordinargli: “Parla... con la mente, idiota. Altrimenti... ci beccano.”

Mi… mi stai parlando con la mente?!”

Ho appena scoperto... di essere una Legilimens… ho sentito… i tuoi pensieri… ascolta...”

Quel rumore gracchiante che sentiva nella voce di Delphini gli stava facendo venire il mal di testa… sentiva di essere al telefono in una zona con poco campo…

Cos’hai detto?! Pronto, pronto!” fece Teddy e la Serpeverde ammise: “Faccio ancora un po’… di fatica… la prima volta per me… Buiopesto peruviana?”

Cosa?!”

Polvere Buiopesto peruviana! Ce ne hai... ancora?”

Certo!”

Bene… lanciagliela!”

Adesso?”

No… più tardi… segnale.”

Dovrò lanciarla quando mi farai il segnale?”

Esatto!”

Aspetta, dobbiamo prima recuperare il Cappello Parlante, il libro e la penna! Non possiamo lasciarli nelle loro mani!”

...Contatto con gli altri. Tu… cappello… Oliver… penna e Gal il libro.”

Credo di aver capito… prima di lanciare la polvere, io recuperò il cappello, mentre Oliver la penna e Gal il libro, giusto?”

Esatto… proverò a mettermi… con gli altri… tieniti pronto.”

Non appena ebbero finito la conversazione, Teddy riflette, irrequieto.

Come sarebbe stato il segnale?

La conversazione era così disturbata, che non aveva capito… o, forse, molto semplicemente, Delphini non glielo aveva detto.

Zubin, Woodrow, tenete d’occhio le pesti, mentre io prendo il libro e la penna.” ordinò, Bluebell, mentre Zubin, leggermente preoccupato, le domandava: “Capo, e se c’è un potente incantesimo protettivo intorno ad esso? Non possiamo rischiare di restarci secchi…”

Non preoccuparti… togliendo il Grifondoro, che ci serve intero, abbiamo quattro cavie perfette. Possiamo usare il ciccione o quella pazzoide volante… abbiamo solo l’imbarazzo della scelta…”

Dopo averli osservati un attimo, la donna indicò Oliver, intimandogli: “Ok, grassone, prendi il libro!”

Scordatelo!”

Come vuoi tu… vorrà dire che in attesa che arrivi il mio socio, io e i miei compagni giocheremo al tirassegno con la tua amichetta che sta levitando… chissà se scenderà per via del fatto che l’incantesimo è finito oppure per i nostri attacchi…”

D’accordo, lo farò… ma tu lascia stare Athena!”

Tranquillo, a me interessa solo il tesoro, non quel fringuello…”

Oliver, con aria mogia, si avvicinò al libro e alla piuma.

Odiava quello che stava per fare… ma una sua amica era in pericolo e lui, tra il tesoro e gli amici, avrebbe sempre scelto, senza ombra di dubbio, gli amici.

Ehi, Oliver, non ti stai dimenticando qualcosa?” domandò, proprio in quel momento, Delphini e il Tassorosso, guardandola incredulo, chiese: “Ma cosa stai dicendo?”

Andiamo, non fare il finto tonto… so che cerchi sempre di non disturbare gli altri, ma almeno la pozione che annulla gli effetti del potente incantesimo che protegge il libro dovresti prenderla, a meno che tu non voglia ritrovarti con le mani ustionate com’è successo al mio avambraccio… scusa la schiettezza, ma dubito altamente che riusciresti a diventare Magizoologo senza mani…”

Sentendo quelle parole, Oliver non poté fare a meno di sgranare gli occhi.

Ma di quale incantesimo parlava?

Quando Athena aveva toccato il nome della sorella, non si era bruciata...

Nel frattempo, Teddy ascoltava con incredulità quel discorso.

Conoscendo Delphini, probabilmente, stava architettando qualcosa… ma cosa?

Sperava solo che non fosse qualcosa che avrebbe rischiato di ammazzarli tutti…

Aspetta, che te la do… dovrei averla qui dentro… ricordati di berla tutta, anche se ha un sapore disgustoso, sennò non fa effetto...” continuò, con la massima noncuranza, la Serpeverde togliendo il monospalla.

Prima che potesse aprirlo, tuttavia lo zainetto le scivolò dalle mani e volò verso Bluebell e i suoi complici.

Ehi, ridammelo! Sai quanto pence raccattati in giro ho dovuto risparmiare per poterlo comprare?!” protestò, furibonda, Delphini, ma la donna la ignorò, aprendo la cerniera ed esultando, porgendolo a Woodrow: “Prendi la bocchetta con dentro la pozione e, poi, passamela. Non vedo l’ora di toccare quel libro e quella piuma…”

Capo, fossi in lei farei attenzione… quella ha qualche rotella fuori posto… può diventare molto pericolosa…” cercò di avvertirla Zubin, ma la donna liquidò le sue preoccupazioni, seccata: “Zubin, ti prego… è solo una ragazzina di undici anni! Anche se è una Serpeverde, come diavolo fa ad essere pericolosa?!”

Non lo so, capo, ma ho una brutta sensazione con quella lì… credo di aver già visto il suo viso da qualche parte… e vederlo, mi da delle brutte sensazioni…”

Finiscila, Zubin! Non può certo rappresentare una minaccia per dei maghi adulti e pericolosi come noi!”

Proprio in quel momento, Woodrow mise la mano nello zaino, ma, immediatamente, cacciò un urlo di dolore, facendo voltare i complici.

L’uomo tirò fuori la mano dallo zaino e mostrò un serpente dalla pelle nera che gli stava mordendo la mano.

Staccatemi questa bestiaccia!” urlò Woodrow, muovendola a tutta velocità nella speranza che l’animale mollasse la presa, mentre Zubin urlava: “Te l’avevo detto che quella ha dei seri problemi mentali! Un serpente in uno zaino, roba da matti!”

Bluebell, a quel punto, puntò la bacchetta verso il rettile, ma, in quello stesso istante, una voce maschile urlò: “Accio Cappello Parlante!”

Prima che la donna potesse impedirlo, il cappello le scivolò dalle mani e venne prese al volo da Teddy, mentre Gal e Teddy, approfittando della confusione, prendevano il libro e la piuma.

Quelle pesti hanno preso il tesoro! Bloccateli, razza d’incapaci!” urlò, inviperita, la donna e, proprio in quel momento, il monospalla di jeans di Delphini, il quale era stato buttato per terra, si librò in aria a sua volta e tornò tra le mani della legittima proprietaria, la quale, con tutta la calma del mondo, dichiarò: “Se non vi dispiace, questo me lo riprendo io. Dopotutto, quello che è vostro è mio e quello che è mio è mio. Però, sono molto generosa, infatti, vi lascio il serpente.”

Aspetta che ti metta le mani addosso, piccola peste…” sibilò Bluebell, puntandole la bacchetta contro, ma, prima che potesse lanciare un qualsiasi incantesimo, Delphini mosse con calma e sicurezza la bacchetta e, dalla borsa di Teddy, uscì un contenitore di vetro che la giovane fece schiantare sul pavimento e da cui uscì un denso fumo nero che, in pochi minuti, avvolse i tre malviventi.

Quella maledetta polvere!!! Giuro che manderò una lettera di protesta a quelli dei ‘Tiri vispi Weasley’! E’ già la seconda volta che quel loro prodotto mi gioca un brutto tiro!!!” urlò, furibondo, Zubin, cercando di fare un po’ di luce.

Una volta lanciata la polvere, Delphini si diresse verso la finestra ed ordinò agli altri: “Forza, tutti fuori!”

Ma sei matta?! Siamo, come minimo, al trentesimo piano!” urlò, spaventato, Oliver e la Serpeverde rispose: “Scemo, mica ci buttiamo.”

E allora come pensi di scappare da qui?”

Esistono i cornicioni.”

I… i cornicioni?”

Senti, Oliver, o cammini sui cornicioni e rischi di lasciarci la pelle oppure resti qui e rischi la pelle con quei tre dementi, a te la scelta.”

Delphini, senza aspettare la risposta dell’amico, oltrepassò la finestra, seguita a sua volta da Gal, il quale aveva messo il libro nel suo zaino, e, anche se parecchio spaventato, da Oliver.

L’ultimo che tentò di passare fu Teddy, il quale, oltre al Cappello Parlante, doveva occuparsi anche di Athena, il cui effetto dell’incantesimo non era ancora, sfortunatamente, finito.

Ma, proprio quando stava per raggiungere gli amici, un incantesimo, partì dalla coltre di fumo nero e si diresse verso i due giovani.

Teddy, d’istinto, si spostò di lato ed evitò l’incantesimo, ma quello colpì il filo che teneva legata Athena che si ruppe.

Subito, Teddy cercò di prenderla, ma un altro incantesimo lo sfiorò, impedendogli di raggiungere l’amica, che cominciò a volare nel cielo dell’alba.

Sapendo che la cosa sarebbe potuta finire tragicamente e che era troppo lontano da lei per provare a lanciarle un incantesimo d’appello, Teddy si affacciò al cornicione e, puntando la bacchetta verso il monospalla di Delphini, ordinò: “Accio scopa!”

La cerniera dello zaino si aprì e la scopa in miniatura volò verso Teddy, il quale fece: “Engorgio!”

Ovviamente, la cosa non sfuggì a Delphini, la quale urlò, furibonda: “Ridammi la mia scopa, brutto ladro!”

Non preoccuparti, te la restituisco non appena avrò ripreso Athena!” esclamò il giovane Tassorosso, salendo su di essa e partendo all’inseguimento dell’amica volante.

Mentre sfrecciava nel cielo azzurro, sentì un altro urlo di Delphini: “Edward Remus Lupin, io e te facciamo i conti più tardi!!!”

Un brivido gli attraversò la schiena.

Infatti, per qualche strana ragione, quell’urlo gli era parso identico a uno di quelli che faceva sua nonna quando si arrabbiava.

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Capitolo 24
*** Vero coraggio ***


Capitolo 24: Vero coraggio


Se non si fosse ritrovata a circa novanta metri di altezza, col rischio che l’incantesimo finisse da un momento all’altro, facendola cadere e sfracellarsi al suolo, Athena avrebbe potuto trovare il fatto che stesse volando nel cielo come un uccello, una cosa davvero fantastica.

Sfortunatamente, quel piccolo particolare toglieva tutta l’eccitazione di quell’esperienza volante.

Aveva sentito dire che Colui-che-non-dev'essere-nominato era stato capace di volare senza usare scope… quanto invidiava quell’abilità… di certo, il Signore Oscuro non doveva temere di cadere da un momento all’altro…


Elizabeth uscì, sbadigliando, dal dormitorio femminile di Corvonero.

Era sempre stata una mattiniera, anche alla domenica… dopotutto, s’incontravano poche persone alla mattina presto… un vero toccasana per chi, come lei, soffriva di timidezza acuta…

Sfortunatamente, scoprì, con sgomento, che non era l’unica quel mattino, a svegliarsi presto…

In Sala Comune, infatti, c’era un ragazzino suo coetaneo che, seduto sul divano, leggeva tranquillamente una rivista a fumetti.

Osservando con più attenzione il ragazzino, sgranò gli occhi, stupita.

Quello era Mopsus Walker.

Era impossibile non sbagliarsi, nessun altro era pallido e con l’aria mogia come lui…

Ciao, Elizabeth.” fece Mopsus, senza nemmeno voltarsi a guardarla.

Elizabeth rimase senza parole.

Come faceva Mopsus a sapere che era lei, senza nemmeno voltarsi?

Inoltre, ricordava il suo nome, nonostante i due non si parlassero quasi mai…

Ciao…” sussurrò, timidamente, la ragazzina, avvicinandosi alla finestra e guardando il panorama.

La Torre di Corvonero aveva il vantaggio di essere una delle più alte della scuola, così il panorama era a dir poco stupendo, soprattutto nelle belle mattinate, come quel giorno…

Mentre guardava il sole che sorgeva, Elizabeth si domandò dove fosse finita Athena.

Non l’aveva vista in stanza e non era in Sala Comune… forse era andata un attimo in bagno… Athena aveva un’incredibile energia e un’insaziabile voglia di conoscenza… ogni minuto, era per lei buono per imparare qualcosa di nuovo… per certi versi, Athena incarnava lo spirito Corvonero...

Ad un tratto, l’attenzione della ragazzina fu attirata da una strana sagoma nera che volava tra i tetti del castello.

A giudicare dai movimenti, sembrava un palloncino… ma cosa ci faceva un palloncino ad Hogwarts?! Non c’erano insediamenti babbani nei paraggi...

Senza contare che le sembrava troppo grosso per uno normale…

Quando fu più vicino, la ragazzina spalancò la bocca, sgomenta: non era possibile… quella era…

Immediatamente, Elizabeth aprì la finestra e urlò: “Athena!!!”

L’amica, sentendola, si voltò prontamente e, sorridendole, la salutò con la mano: “Ciao, Elizabeth. Vorrei avvicinarti a te, ma il vento non me lo consente…”

Ma come… come ci sei finita, lì?!”

Diciamo che mi sono lanciata Wingardium Leviosa su me stessa…”

Athena, cerca di aggrapparti a qualcosa! Vado a chiamare gli insegnanti!”

Già che ci sei, digli che ci sono tre tizi in quella torre laggiù. Hanno rubato il Cappello Parlante e vogliono mettere le mani su un libro e una penna magica. Ma, per fortuna, gli altri li hanno ripresi, però se qualcuno desse loro una mano, non sarebbe male…”

D’accordo!”

La giovane Corvonero chiuse la finestra e, poi, voltandosi verso Mopsus, il quale stava continuando a leggere il suo fumetto, incurante della situazione, ordinò: “Mopsus, corri ad avvertire i Prefetti e i Caposcuola! Io vado a cercare un insegnante!”

Fa’ come vuoi…” fu la risposta, assolutamente priva di vita, di Mopsus.

Elizabeth, ignorando le sue parole, aprì la porta della Sala Comune e scese a perdifiato le scale.

Al diavolo le regole, le punizioni… persino il pensiero di avere a che fare con Gazza e la sua stupida gatta non la spaventava più di tanto!

Athena era in pericolo e, a giudicare dalle sue parole, tutti lo erano!

Correva così velocemente che andò a sbattere contro un ragazzino biondo con la divisa di Serpeverde davanti al bagno dei maschi.

Ehi, fa’ attenzione!” sbottò il biondo ed Elizabeth, ansimante, si scusò: “Mi dispiace, ma ho molta fretta! Hai per caso visto la McGranitt o un qualsiasi altro insegnante?!”

Ho visto Bennet andare da quella parte.” indicò, con un cenno della testa, l’altro e la Corvonero, riconoscente, lo ringraziò: “Grazie mille!!!”

Elizabeth?” domandò, incuriosita, una voce maschile alla sua sinistra.

La giovane si voltò e vide Christian, il quale, nel frattempo, era appena uscito dal bagno, con lo spazzolino da denti in bocca e in mano una tazza.

Ciao, Christian. Scusami, ma ho molta fretta!” tentò di liquidarlo la ragazzina, ma il Grifondoro, togliendosi lo spazzolino dalla bocca, le disse: “Aspetta, vengo con te! Che è successo?”

Devo trovare alla svelta un professore! Athena sta volando nel cielo come un palloncino!”

Cosa?! Sul serio?!”

Sì! L’ho vista che volava dalla Torre di Corvonero! A quanto pare si è lanciata Wingardium Leviosa su di sé… bisogna farla scendere, prima che ci pensi l’incantesimo!”

Altroché…”

Comunque, pare che non sia solo quello il problema…”

E quali altri ci sono?”

Pare che ci sono tre tizi nella scuola, che vogliono mettere le mani sul Cappello Parlante, su un libro e una piuma magica!”

Eh?! Ma cosa se ne vogliono fare?”

Non lo so, ma, per il momento, Athena e gli altri sono riusciti a levarglieli dalle mani.”

Altri? Quali altri?”

Non ne ho idea, non è riuscita a dirmelo…”

Allora c’è l’alta probabilità che sia coinvolto mio cugino… stamattina non era nel suo letto, pensavo che fosse andato, come al solito, a farsi un giro del castello, cercando di non farsi beccare da Gazza e Mrs Purr… ma questa situazione piena di pericolo e con un tasso di morte parecchio alto è perfetta per lui…”

Quindi c’è anche l’alta probabilità che quell’idiota venga espulso?” domandò, interessato, il biondo di Serpeverde che Elizabeth aveva urtato, intromettendosi nel discorso.

Christian lo guardò in malo modo, poi commentò: “Scommetto che la cosa t’interessa molto per questo motivo, Abel…”

Altroché, vengo con voi.”

Perché così lo vedi cacciarsi nei guai?”

Già… magari con un po’ di fortuna lo espellono… sai, ho sentito che lo studente più giovane espulso da Hogwarts era del terzo anno… magari quello scemo batte il record.”

Ti piacerebbe…”

Ah, comunque, ho una notizia abbastanza interessante…”

Sarebbe?”

Se non sbaglio, quel Nato Babbano finito a Serpeverde è amico di tuo cugino…”

Intendi Kevin? Sì, è nostro amico. E allora?”

Beh, stamattina non era nel suo letto… forse si è unito al gruppo di quel tonto…”

Così prendi due piccioni con una fava, eh?”

Che? Ma cosa stai dicendo? Come cavolo si fa a prendere due piccioni con una fava? E, poi, che cavolo c’entrano i piccioni? Io sto parlando di un Grifondoro che gira con un ridicolo cappello e un Nato Babbano smarrito!”

E’ un modo di dire babbano… sarebbe l’equivalente del detto ‘mettere due gufi in un cesto’…”

E non potevi dirmelo subito?”

Il trio cominciò a correre nei corridoi, ma dovettero fermarsi di colpo quando qualcosa di sporco e peloso sbarrò loro la strada.

Oh, no… Mrs Purr…” sussurrò Christian e, proprio in quel momento, comparve Gazza, il quale, tutto compiaciuto, esclamò: “Guarda, guarda… studenti del primo anno già a far casino a quest’ora…”

Accidenti…” sibilò, contrariato, Abel.

Aveva seguito quei due solo per vedere quell’idiota senza cervello di Galahad Sandlers finire nei guai, non viceversa.

Ci scusi tanto, signor Gazza… ma abbiamo molta fretta…” tentò di spiegare Elizabeth, ma l’uomo la bloccò: “Qualsiasi cosa stavate progettando, ragazzina, levatelo dalla testa. Adesso filate nel mio ufficio, svelti!”

Aspetti, per favore… dobbiamo parlare un attimo con il professor Bennet… la prego, è urgente…”

Ho detto di no e adesso muovetevi!”

PER L’AMOR DEL CIELO, MA MI VUOLE ASCOLTARE?!?! LA MIA MIGLIORE AMICA STA VOLANDO COME UN PALLONE NEL CIELO DEL CASTELLO!!! DA UN MOMENTO ALL’ALTRO, L’INCANTESIMO FINIRA’ E LEI PRECIPITERA’ AL SUOLO!!! NON ME NE FREGA NIENTE SE LA COSA NON LE INTERESSA MINIMAMENTE, MA A ME, INVECE, IMPORTA MOLTO!!! QUINDI, SI LEVI DI MEZZO E MI FACCIA PARLARE CON UN INSEGNANTE!!!!!”

Non appena ebbe finito di gridare, Elizabeth divenne rossa come un peperone e si coprì il viso incandescente con le mani a causa dell’imbarazzo.

Non riusciva a credere a quello che aveva appena combinato… ma cosa le era saltato in testa?! E pensare che era sempre stata una ragazzina molto timida ed educata… non le sarebbe mai venuto in testa di affrontare un adulto in quel modo...

Christian osservava senza parole la coetanea.

Nonostante fosse una Corvonero, Elizabeth aveva osato affrontare Gazza con coraggio e ardore… nemmeno i più valorosi Grifondoro avevano mai osato fare una cosa del genere… quell’avvenimento sarebbe rimasto nella storia di Hogwarts per sempre…

Anche Abel sgranò gli occhi per lo stupore e, muovendo la mano, commentò: “Però…”

Gazza, dal canto suo, rimase interdetto un attimo, poi la sua faccia divenne paonazza, mentre sul suo volto appariva un’espressione di pura rabbia.

Tu… brutta piccola mocciosa… le catene del mio ufficio saranno davvero felici di fare la tua conoscenza…” sibilò Gazza, avvicinandosi furente alla giovane, la quale cominciò a tremare dalla paura.

Gazza, cosa stai facendo?” domandò una voce maschile alla destra del gruppo.

Tutti si girarono in direzione della voce e videro il professor Trocar, il quale aveva aperto la porta dell’aula di Difesa contro le Arti Oscure e guardava col suo solito sguardo seccato il custode.

Professor Trocar…” sussurrò, sorpreso, Gazza, per poi rispondere: “Questa piccola sfrontata ha osato urlarmi contro!”

Lei non la faceva parlare. Dobbiamo parlare al più presto con un insegnante. Una sua amica si è lanciata l’incantesimo Wingardium Leviosa su sé stessa e sta volando in questo preciso momento nel cielo. Se non ci sbrighiamo, l’incantesimo finirà e lei cadrà!” spiegò, seccato, Christian.

Trocar rimase un attimo in silenzio, poi indicando l’aula alle sue spalle, ordinò: “Forza, dentro. Tutti e tre.”

Ma, professore… questi ragazzi…” tentò di protestare il custode, ma Trocar lo bloccò: “Me ne occupo io, Gazza. A quanto pare, la faccenda è parecchio seria.”

I tre giovani entrarono nell’aula.

Come al solito, le finestre erano chiuse, nonostante fossero quasi le sette del mattino, e piena zeppa di candele, le quali davano un effetto agghiacciante e spaventoso.

Abel non si meravigliava che quel ciccione di Tassorosso amico di quel cretino di Galahad Sandlers avesse sempre paura ad andare nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure…

Sulla cattedra, il gruppo notò una tazza fumante di una strana brodaglia rossastra che Trocar, senza alcun problema, prese e, tra lo stupore e lo schifo generale, ingurgitò senza alcun problema.

Non appena ebbe bevuto un po’, il professore domandò: “Allora? Cos’è questa storia che c’è una studentessa che sta volando nel cielo del castello?”

Un po’ titubante, Elizabeth raccontò l’accaduto, mentre il professore ascoltava attentamente, anche se alcune volte si beveva lo strano liquido nella tazza.

Non appena ebbe finito, Trocar posò la tazza vuota sul tavolo e poi disse, passando un foglietto di carta: “Andate di corsa ad informare la McGranitt. Qui c’è scritta la parola d’ordine.”

Lei non viene con noi, professore?”

No, bastate voi tre. Veloci, che non c’è tempo da perdere.”

L’uomo aprì la porta dell’aula, ma, prima di chiuderla una volta che furono usciti tutti, disse ad Elizabeth: “Ah, Jones, sei stata davvero incredibile. Le assicuro che non mi sarei mai aspettato un simile atto di coraggio e di sfida da parte sua, come quello che ha mostrato poco fa, i miei complimenti.”

Elizabeth arrossì d’imbarazzo, mentre Trocar chiudeva la porta… ma, sotto sotto, fece un sorriso di orgoglio e di felicità.


Manca ancora molto?” domandò, preoccupato, Oliver, mentre Delphini, scocciata, gli ripeteva: “Non lo so, sta un po’ zitto!”

Anche se cercava di mascherarlo, era nervosa.

Ripensandoci a mente fredda, cosa le era saltato in mente di scappare sul cornicione?!

Un passo falso e sarebbe caduta, sfracellandosi al suolo e tanti saluti ai suoi sogni di gloria e ambizione!

A forza di stare vicina a quello scemo di Gal, era stata contagiata dalla sua stupidità!

Proprio in quel momento, il diretto interessato dei suoi pensieri le tirò la manica del largo e vecchio maglione che indossava.

Cosa vuoi?” domandò, seccata, la Serpeverde e Gal indicò un tetto sotto ai loro piedi.

Facendo attenzione, potevano raggiungerlo con un salto…

Immagino che non abbiamo altra scelta… ma, per sicurezza, va’ avanti tu!” sbottò Delphini e, subito, il Grifondoro annuì.

Non… non vorrai mica saltare su quel tetto?!” domandò, preoccupato, Oliver e la ragazzina gli ricordò: “Hai per caso un’idea migliore? Quel cretino di Teddy è andato a recuperare Athena con la mia scopa!”

Possiamo aspettare che ritorni…” fece Oliver, ma, in quello stesso istante, Gal saltò giù dal cornicione.

GAL!!!!!” urlò, preoccupato, sporgendosi, ma, facendo ciò, scivolò e cadde.

Istintivamente, Delphini lo afferrò per il maglione, cercando di riportarlo su, ma si ritrovò a cadere anche lei.

I due ragazzini si ritrovarono a precipitare finché non atterrarono, piuttosto malamente, sul tetto.

Ahio… porco mondo, che dolore…” sussurrò la ragazzina, massaggiandosi la schiena dolorante.

Ma perché diavolo doveva sempre finire in quelle assurde situazioni?!

Contemporaneamente, Oliver si rialzò in piedi e domandò: “E adesso?”

Si prosegue. Ma, per dare qualche problema ai nostri inseguitori, è meglio dividerci.”

Non ti sembra un’idea un po’ drastica?”

Al contrario, è perfetta. Così si dovranno dividere anche loro e sarà più facile scappare su un tetto, con solo un tizio alle costole.”

Forse hai ragione…”

Proprio in quel momento, si udì la voce di Bluebell urlare, piena di rabbia: “Eccoli lì! Muovetevi!”

Ci vediamo dopo!” fece Delphini cominciando a correre a tutta velocità davanti a sé.

Per un attimo, Gal e Oliver restarono immobili ad osservare la coetanea correre con agilità ed equilibrio sul tetto.

Aveva dei movimenti così perfetti… pareva un serpente…

Alla fine, i due amici si riscossero e cominciarono a correre in due direzioni diverse.

A differenza di Delphini, però, Oliver era più lento, in quanto era asmatico e, oltretutto, aveva paura di scivolare e morire… sperava solo di distanziare il più possibile gli inseguitori…

Ad un tratto, vide un ragazzo coi capelli blu sfrecciare su una scopa verso la torre di Grifondoro.

Quello era Teddy, impossibile sbagliarsi.

Eccone là uno!” urlò una voce alle sue spalle.

Oliver si voltò, spaventato, e vide Zubin che si avvicinava pericolosamente a lui.

Nel tentativo di scappare, il Tassorosso appoggiò male il piede e cadde di nuovo.

Mentre cadeva, Oliver capì che era la fine.

Sarebbe stato lo studente più giovane morto ad Hogwarts… stavolta, non c’era nessun tetto sotto di lui a salvarlo…

Inaspettatamente, qualcosa lo afferrò per il colletto del maglione.

Alzando lo sguardo, il ragazzino vide il viso di Teddy che, sorridendo, esclamò: “Ti ho preso! C’è mancato poco, comunque…”

Grazie, Teddy.”

Ma figurati, Oliver. Sei il mio migliore amico. Ci sarò sempre per te, proprio come con gli altri miei amici.”

Ad un tratto, un raggio luminoso, sfiorò la testa azzurra del Metamorfomagus e Teddy, alzando la testa, vide Zubin che li stava attaccando.

Forza, cerca di salire sulla scopa! Ti aiuto io!” esclamò il ragazzino, allungando la mano verso l’amico, il quale, seppur con un po’ di fatica, l’afferrò e riuscì a salire su di essa.

Allontaniamoci da qui, la situazione sta diventando incandescente!” fece Teddy, spronando la sua scopa ad allontanarsi.

I due Tassorosso si allontanarono, cercando di evitare gli incantesimi dell’aggressore, ma, nel fare ciò, Teddy urtò varie volte dei muri.

Scusa, Oliver! Maledetta goffaggine… e pensare che lo zio Harry mi ha persino dato delle lezioni di volo...” borbottò Teddy, cercando di mantenere il controllo della scopa, ma Oliver lo rincuorò, cercando di trattenere rantoli di dolore: “Non preoccuparti, Teddy… raggiungiamo quel tetto. E’ parecchio lontano dalla sua lunghezza di tiro…”

Una cosa è certa, non entrerò nella squadra di Quidditch di Tassorosso, l’anno prossimo.”

Se per questo, neanch’io.”

Ti conduco alla Torre di Grifondoro. Una volta lì dentro, corri ad informare la McGranitt, mentre io corro a salvare Athena.”

Speriamo che le finestre siano aperte…”

Lo saranno di sicuro… comunque, ho bisogno che tu mi faccia un favore.”

Certo, Teddy. Tutto ciò che vuoi.”

Il ragazzino coi capelli azzurri rallentò la scopa e poi disse, mentre gli passava il vecchio e logoro cappello: “Porta con te il Cappello Parlante. Fa in modo che non lo prendano, per nessun motivo.”

Certo, ma perché è così importante?”

Perché al suo interno c’è la spada di Godric Gryffindor.”

La spada di Godric Gryffindor?! Quella che il tuo padrino e i suoi amici hanno usato per distruggere gli Horcrux di Tu-sai-chi?”

Esatto, proprio quella! Solo un vero Grifondoro può estrarla dal cappello!”

Ecco perché hanno bisogno di Gal! E’ l’unico Grifondoro del nostro gruppo!”

Già… immagina cosa quei delinquenti farebbero con una simile spada molto antica, ricoperta di veleno di Basilisco!”

Il Mondo Magico e quello babbano sarebbero in pericolo!”

Infatti…”

Non preoccuparti, Teddy. Lo darò solo alla McGranitt.”

Ottimo, ma fa comunque attenzione.”

Contaci.”

Teddy riprese a volare velocemente verso la torre di Grifondoro, ma non poté fare a meno di scontrarsi con la finestra.

Accidenti, maledetta scopa! Per quanto ci provi, non riesco a controllarla tanto bene…” borbottò il ragazzino, mentre il compagno lo rassicurava: “Dai, neanch’io sono tanto bravo sulla scopa…”

Sì, ma io devo diventare un Auror e non credo che il Ministero voglia tra i piedi un Auror che non riesce nemmeno a governare la propria scopa…”

Andiamo, Teddy, sei solo al primo anno… hai ancora sei anni per esercitarti e migliorare…”

Forse hai ragione…”

Oliver tentò di aprire la finestra della torre, ma si accorse, con sgomento, che era chiusa dall’interno.

E adesso?” domandò, preoccupato, Oliver, ma il compagno lo tranquillizzò: “Prova a guardare chi c’è in Sala Comune.”

Il Tassorosso fece come aveva detto Teddy ed esclamò, entusiasta: “C’è Monica!”

La ragazza che ha una tremenda cotta per Gal e che crede a vecchie superstizioni?”

Proprio lei… cercherò di attirare la sua attenzione… avvicinati ancora un po’…”

Teddy fece come gli era stato detto, ma urtò con la spalla la finestra.

Dannazione…” fece Teddy e, proprio in quel momento, la finestra si aprì e apparve Monica.

Dopo averli osservati un attimo, Monica esclamò: “Ma voi due non siete amici di Gal e di suo cugino?”

Sì…” ammise Teddy “Senti, potresti aiutare Oliver ad entrare nella vostra Sala Comune?”

Certo.” annuì la ragazzina.

Avrebbe fatto di tutto per gli amici di Gal, anche a quella coi capelli argentati, che aveva difeso i Thestral quando aveva detto che portavano sfortuna.

Allungò la mano e Oliver, un po’ timidamente, la prese ed entrò nella torre.

Ci vediamo dopo.” lo salutò Teddy, sfrecciando via.

Meglio che esci da qui, prima che…” iniziò Monica, ma non fece in tempo a finire la frase che sentì dei rumori provenienti dal dormitorio maschile.

Presto, nasconditi dietro ad un arazzo, mentre io cerco di trattenerlo!” fece la ragazzina ed Oliver fece come gli era stato chiesto.

Si era appena nascosto che comparve Lancelot con indosso una vestaglia con attaccato la spilla da Prefetto.

Monica, cos’erano quei rumori?” domandò il giovane e Monica, con un sorriso nervoso, domandò: “Quali rumori?”

Senti, Monica, sono un Prefetto e non sono stupido. Ho sentito degli strani rumori che mi hanno svegliato e voglio sapere cosa diavolo erano.”

Ah, ero io… ho urtato contro il tavolino…”

Sicura?”

Sicura… ah, senti… Gal mi ha detto che sei una specie di ornitologo…”

Uh? E da quando tu e Gal siete così in confidenza?”

Oliver cercò di trattenere un gemito.

Quell’assurdo discorso stava rendendo Lancelot ancora più sospettoso...

A dire la verità me l’ha raccontato Christian… volevo sapere le passioni di Gal e mi ha accennato che ami osservare gli uccelli nel parco… comunque, è vero?” continuò Monica e il Prefetto ammise, stringendosi le spalle: “Non sono un grande esperto di volatili, ma faccio del mio meglio…”

Ottimo, ci sarebbe un uccello che m'incuriosisce… l’ho visto poco fa e mi piacerebbe fargli una foto… solo che mi piacerebbe sapere che specie è… sai com’è, sarebbe imbarazzante se qualcuno mi chiedesse che volatile è e sbagliassi… quello sarebbe un corvo?”

Prima che Lancelot la bloccasse, la Grifondoro lo prese e lo portò davanti alla finestra.

Oliver la ringraziò mentalmente, avendo capito il suo piano: avrebbe distratto Lancelot, mentre lui avrebbe cercato di raggiungere la porta ed uscire dalla torre.

Anche se era una cosa più facile a dirsi che a farsi… se avesse abbassato la guardia, Lancelot l’avrebbe beccato e sarebbe stata la fine.

Avrebbe dovuto spiegare cosa ci facesse nella Sala Comune di Grifondoro, quand’era un Tassorosso, perdendo un mucchio di tempo prezioso…

Non doveva perdere tempo, quella era la sua occasione.

Col cuore che batteva a mille, Oliver cominciò a dirigersi, il più lentamente possibile verso l’ingresso… si sentiva un ladro…

Una volta al limitare dell’arazzo, Oliver uscì lentamente da esso e s’inginocchiò, cominciando a camminare, a gattoni, verso l’ingresso.

Ancora pochi metri e sarebbe uscito...

Beh, quella lassù, sotto quel cornicione, sembra più una taccola.” esclamò, ad un tratto, Lancelot, sempre guardando fuori dalla finestra, facendo trasalire Oliver e bloccandolo di colpo.

Una che? Qual’è la differenza con i corvi?” chiese nuovamente Monica, guardando nervosamente dietro di sé.

Fortunatamente, Lancelot non la notò e si mise a parlare, entusiasta del fatto che potesse dimostrare a qualcuno le sue vaste conoscenze: “Una taccola, Monica, una stretta parente della cornacchia, diffusa in tutta Europa. Anche se fa parte della famiglia dei corvidi, si distingue per la nuca grigia in leggero contrasto con la calotta nera e per gli occhi bianco-azzurro. A differenza di altri suoi parenti, non evita la vicinanza all’uomo, ma, al contrario, sfrutta le cavità e i sottotetti dei vecchi edifici per costruire il nido. Per questo non è raro trovarla nei castelli, proprio come questo. Credo che ad Hogwarts ce ne siano parecchi di questi uccelli, anche perché figurano nella lista rossa degli animali in via d’estinzione, per via della carenza di siti idonei per la nidificazione, la sua competizione con il piccione domestico e l’intensificazione dell’agricoltura nel mondo babbano, con la conseguente diminuzione della disponibilità alimentare. Comunque, sono state anche nominate nel romanzo ‘Il meraviglioso regno di Oz’ di Lyman Frank Braum.”

Ma io conosco solo ‘Il mago di Oz’… dov’è c’è quella ragazza, Dorothy, che assieme al suo cane finisce in un mondo magico e trova delle scarpette rosse, oltre ad uno spaventapasseri, un boscaiolo di latta e un leone che aveva paura di tutto…”

Temo che tu abbia visto il film musical del 1939… nel romanzo, infatti, Dorothy è una bambina e le scarpe che trova sono d’argento non rosse… comunque, ‘Il meraviglioso regno di Oz’ è il suo sequel e racconta le avventure dello spaventapasseri e del boscaiolo di latta dopo la partenza di Dorothy.”

Ah, capisco… e sai dirmi altro su questi uccelli?”

Certamente! Il suo richiamo schioccante è riconoscibile ovunque, oltre al piumaggio. Inoltre…”

Mentre Lancelot continuava a blaterare senza sosta, Oliver riprese la sua fuga.

Non appena sarebbe finita quella storia, avrebbero dovuto dedicare un monumento a Monica!

Di certo, non era da tutti distrarre un Prefetto, rischiando di finire nei guai, solo per salvare il membro di un’altra Casa…

Finalmente, il giovane si trovò davanti alla porta e, il più lentamente possibile, la spinse, fino a creare uno spiraglio.

Senza perdere altro tempo, il Tassorosso sgusciò fuori e, una volta al sicuro, si mise ad ansimare profondamente.

Ce l’aveva fatta per un soffio… ancora non riusciva a credere alla sua fortuna…

Comunque, non aveva tempo da perdere.

Si rialzò e cominciò a correre come un pazzo nei corridoi, non accorgendosi che qualcosa, all’interno della sua borsa si stava muovendo a tutta velocità, come se cercasse disperatamente di uscire.


Il gelido vento mattutino gli fece venire un brivido di freddo, ma il giovane coi capelli neri, una sciarpa striata coi colori verdi e argento e gli occhiali seduto su una tribuna del campo di Quidditch continuò a disegnare, incurante.

Adorava quei momenti di tranquillità e di silenzio… lì, poteva disegnare ciò che lo circondava, cogliere quella bellezza e, soprattutto, senza timore che qualche altro Serpeverde le prendesse in giro, dandogli della ragazzina solo perché gli piaceva dipingere…

Non ci vedeva niente di male nel saper disegnare… sua madre, nel mondo babbano, era una famosa pittrice… e poi, la pittura era una magia.

Saper creare sfumature coi colori e rappresentare in maniera fedele un momento era davvero importante…

In quello stesso istante smise di dipingere e, con la mano, si rimise a posto gli occhiali.

Quella era davvero una splendida mattina… aveva fatto proprio bene ad alzarsi presto, come faceva tutte le domeniche, per fare qualche schizzo.

Quel giorno, aveva deciso di disegnare il campo di Quidditch.

Non vedeva l’ora di vedere la faccia che avrebbe fatto la sua famiglia, soprattutto suo padre, nel vederlo… probabilmente non avrebbero capito niente, neanche se glielo avesse spiegato cento volte…

Comunque, il Quidditch era un gioco davvero affascinante, anche se parecchio pericoloso e brutale… ma, dopotutto, anche il calcio era un po’ così, anche se, fortunatamente si restava coi piedi ben ancorati per terra…

Si stiracchiò e guardò l’orologio.

Le sei e mezzo.

Fra mezz’ora, la squadra di Quidditch di Serpeverde sarebbe venuta ad allenarsi, sotto lo sguardo del professor Lumacorno, il quale era sempre entusiasta di assistere agli allenamenti della squadra, più che altro per vedere chi sarebbe diventato un vero talento nel campo del Quidditch una volta finiti gli studi ad Hogwarts…

Anche se era un Serpeverde, il capitano della squadra di Quidditch, Finley Bulstrode, gli aveva intimato di sparire all’istante la volta che l’aveva beccato sugli spalti, se non voleva fare un volo da cinquanta metri, cosa che avrebbe fatto se si fosse fatto vedere sugli spalti, dato che uno stupido mezzosangue avrebbe solo portato iella…

Così, si era ridotto a nascondersi sotto gli spalti per poter seguire gli allenamenti di quel gioco così emozionante, senza essere beccato e massacrato dai suoi stessi compagni di Casa…

Si alzò e cominciò a raccogliere i fogli e le matite, mettendoli dentro alla borsa.

Ad un tratto un soffio di vento, gli mosse i capelli e un foglio cominciò a volare, ma il giovane dai capelli neri lo afferrò prontamente.

Ma quando alzò lo sguardo, sgranò gli occhi azzurri.

C’era un palloncino a forma di ragazza che stava volando sopra il cielo.

Aguzzando la vista che quel palloncino era identico ad Athena… e che si stava muovendo come se fosse vivo.

Prima che potesse capire cosa stesse succedendo, vide un ragazzino coi capelli blu dirigersi verso il palloncino, ma, purtroppo, virò male e andò a sbattere contro il palo.

Senza perdere tempo, il ragazzino, scese dagli spalti e si diresse verso gli spogliatoi.

Se la squadra non l’avesse ucciso l’avrebbero fatto gli insegnanti…

Aprì l’armadio delle scope di riserva e prese la più vecchia e rovinata che c’era.

Una volta fuori, salì con abilità e destrezza su di essa, schizzando nel cielo blu.

Nonostante la brutta avventura che aveva avuto durante la prima lezione, aveva superato in fretta le sue insicurezze relative al volo e, in poco tempo, aveva scoperto che Volo era una delle sue materie preferite.

Era come andare in bicicletta, ma molto più fantastico.

Sentire il vento sulla pelle, vedere il mondo dall’alto e provare l’emozione di poter volare nel cielo, facendo compagnia agli uccelli era qualcosa di davvero straordinario.

Pertanto, spesso, di notte, sgattaiolava fuori dal sotterraneo, per allenarsi con la scopa e provare qualche acrobazia.

Essendo figlio di due babbani era molto indietro per quando riguardava il volo su scopa, rispetto ai suoi compagni di Casa… ma questo non l’avrebbe fermato!

Grazie a ciò, i suoi miglioramenti si erano visti e persino Madama Bumb si era complimentata con lui, dicendogli che era uno dei migliori studenti a Volo che avesse mai visto e che avrebbe dovuto, l’anno seguente, fare i provini per la sua squadra.

Aveva detto un diplomatico “Ci penserò…”, anche se, in realtà, voleva dirle che non l’avrebbe mai fatto.

Bulstrode l’avrebbe ammazzato se si fosse azzardato a presentarsi ai provini…

Fortunatamente, Teddy non si era allontanato troppo, dato che era impegnato ad evitare, piuttosto malamente, gli spalti e gli anelli…

Lo raggiunse quando colpì in pieno la Torre del Commentatore e gli domandò: “Ti serve una mano?”

Il Tassorosso, mentre si massaggiava la spalla, si voltò per vedere chi l’avesse raggiunto e, quasi subito, sorrise entusiasta: “Kevin! Capiti proprio al momento giusto! Athena si è lanciata un incantesimo su di sé… mi piacerebbe un sacco aiutarla, ma, purtroppo, non sono molto abile a volare…”

Non preoccuparti, te la prendo io.”

Grazie! Temo che fra poco l’incantesimo finirà e dobbiamo recuperarla assolutamente…”

Sta tranquillo. Aspetta qui.”

Subito, Kevin fece partire la scopa e sfrecciò all’inseguimento di Athena.

A differenza dell’amico, il giovane Serpeverde aveva un andamento più sicuro e scansava con più facilità gli spalti.

Teddy non poté fare a meno di fissare, incredulo, Kevin… sembrava incredibile che fosse un Nato Babbano… aveva proprio talento per il volo sulla scopa… se fosse entrato nella squadra di Serpeverde, probabilmente sarebbe stato uno dei migliori giocatori…

Deciso ad aiutarlo, Teddy si mise a seguirlo, anche se piuttosto malamente.

Nel frattempo, Kevin si era allontanato dal campo di Quidditch e vedeva Athena.

L’avrebbe raggiunta se le si fosse avvicinato un po’…

Facendo un respiro profondo per potersi controllare, Kevin fermò un attimo la scopa e si mise in bilico sulla canna della scopa, per poi farla ripartire.

Era come essere nel film della Disney ‘Il pianeta del tesoro’… fortunatamente, i ragazzi del suo quartiere gli avevano insegnato ad andare in skateboard…

Doveva solo mantenere la calma e non pensare al fatto che stava facendo surf nell’aria… non doveva assolutamente guardare giù…

Notò la fila di alberi davanti a lui, ma, senza alcun timore, il Serpeverde li schivò con agilità e destrezza.

Era prima volta che si sentiva tranquillo e sicuro di sé… se solo ne avesse avuta la possibilità, sarebbe entrato nella squadra di Serpeverde…

Vedendo che si stava avvicinando sempre di più alla Corvonero, Kevin allungò il braccio, cercando di restare in equilibrio sul manico e, finalmente, afferrò con la mano, il filo che teneva legata Athena.

Presa!” esclamò il Serpeverde, prima di cadere dalla scopa, ma, con un gesto fulmineo afferrò il manico e ritornò in sella, facendo un sospiro di sollievo.

Ehi, Kevin!” gridò una voce maschile alle sue spalle e, voltandosi, il ragazzino, vide che si trattava di Teddy che lo stava, anche se parecchio malamente, seguendo.

L’ho presa!” esclamò Kevin, una volta che il Tassorosso l’ebbe raggiunto, il quale annuì: “Ottimo lavoro.”

E’ stato grande, Teddy, avresti dovuto vederlo! Sa fare surf sulla scopa e quando mi ha presa, stava per cadere, ma è riuscito ad afferrare il manico all’ultimo secondo!” rivelò, ammirata, Athena, facendo diventare Kevin rosso per l’imbarazzo.

Sì, l’avevo intuito dai suoi movimenti quanto fosse bravo sulla scopa…” ammise Teddy, mentre legava il filo al suo manico, per poi aggiungere, guardando Kevin: “Dovresti fare i provini per la squadra di Serpeverde, l’anno prossimo. Sulla scopa sei davvero straordinario.”

Vorrei, ma non ne sono sicuro… sai, vengo da una famiglia di babbani… non credo che mi vorrebbero in squadra…”

Almeno provaci. Solo perché sei un Nato Babbano non significa che non puoi far parte di una squadra di Quidditch.”

Kevin rimase in silenzio un attimo, poi affermò, con sicurezza e determinazione: “Hai ragione, Teddy. L’anno prossimo, farò il provino per il ruolo di Cacciatore e se non lo passerò, continuerò ad allenarmi, senza sosta, in modo da realizzare il mio sogno: diventare un giocatore di Quidditch professionista!”

Teddy e Athena rimasero in silenzio.

Nonostante fosse un Nato Babbano, la determinazione che Kevin aveva tirato fuori da quel discorso dimostravano, senza ombra di dubbio, che era un vero Serpeverde.

Teddy fece un sorriso di fiducia e affermò, con sicurezza: “Ci riuscirai.”

I due ragazzi scontrarono i loro pugni in tono amichevole, come per infondere a vicenda della fiducia.

Ora devo andare.” disse il Tassorosso “Devo assicurarmi che l’incantesimo finisca sopra a qualcosa di morbido.”

Fa pure. Penso che andrò anch’io.”

Ci vediamo.”

Contaci.”

Teddy, con Athena legata alla sua scopa, sfrecciò via nel cielo azzurro.

Kevin rimase un attimo ad osservarli, poi fece per partire a sua volta.

Fermo lì, stupido babbano da quattro soldi! Adesso, io e te facciamo i conti!” lo bloccò un’adirata e giovanile voce maschile.

Kevin ebbe un brivido lungo la schiena, in quanto aveva riconosciuto subito quella voce.

Si voltò ed ebbe la conferma dei suoi sospetti: c’era Bulstrode dietro di lui, con un’espressione furibonda sul viso, con alle sue spalle l’intera squadra di Serpeverde.

Ehm, ciao… non dovreste essere all’allenamento?” domandò, nervoso, Kevin e il capitano, furibondo, esclamò: “L’allenamento può attendere, razza di arrogante sfacciato… come ti sei azzardato ad entrare nello spogliatoio per rubare una scopa?!”

Era una situazione d’emergenza… ma ne ho presa una rovinata e piena di schegge… per la precisione una Comet 270. Dubito che appartiene ad uno di voi.”

E tu come diavolo fai a sapere che quella è una Comet 270?”

Beh, ho letto un libro sui modelli delle scope del secolo scorso… nessuno di voi, userebbe una scopa come questa…”

Tsk, sei proprio un idiota senza cervello… certo che usiamo quelle vecchie scope per allenarci! Le nostre scope si rovinerebbero se le utilizziamo durante l’allenamento e alle partite faremmo la figura degli straccioni.”

Ecco perché le vostre scope sembrano sempre nuove durante le partite… tutti pensano che le compriate prima di ogni partita per fare bella figura e per dimostrare che avete i soldi, ma, in realtà, non le usate mai!”

Bravo… e quella che stai montando in questo preciso istante, è la mia scopa per gli allenamenti! Ho dovuto usare quella da partita per inseguirti e riprendermela!”

Mi dispiace… scendiamo, così te la restituisco subito…”

Credi di potertela cavare così, brutto ladruncolo?”

Non capisco… è tutta intera e te le restituisco subito, cos’altro vuoi?”

Voglio che tu capisca che devi stare alla larga dallo spogliatoio e dalle scope, mi sono spiegato?!”

Che cosa vuoi?”

Che tu lucidi le scope e rimetta a posto le palle da gioco per un mese intero! Così, finalmente, capirai qual’è il tuo posto!”

Lo so già qual’è il mio posto, Bulstrode!”

Ah, sì? E qual’è?”

Il mio posto è nella Casa di Serpeverde, proprio come il vostro!”

Per un attimo, tutta la squadra rimase un attimo in silenzio, limitandosi a spostare lo sguardo, per guardare negli occhi i compagni, ma poi scoppiarono tutti a ridere, divertiti.

Se speri di essere degno della nostra Casa solo perché il Cappello Parlante ti ha scaricato lì, ti sbagli di grosso! Ormai, quel coso sta perdendo la magia e la testa… sei solo uno sporco mezzosangue e, come tale, non avrai mai il diritto di farne parte! Tu non sei uno di noi!” affermò Bulstrode, non appena finì di ridere, ma Kevin, senza perdere la sua calma e sicurezza, continuò: “Guarda che non basta essere di famiglia purosangue per avere il diritto di farne parte, non siamo mica dei cavalli! Sono necessarie altre qualità per averne il diritto, tra cui l’ambizione e la determinazione! E io sono orgoglioso di affermare che sono molto determinato!”

E in cosa sei determinato? Sentiamo...”

Sono deciso ad ottenere molte cose… ma questo mio desiderio t’interesserà molto… io, l’anno prossimo, farò il provino per la Squadra di Quidditch di Serpeverde!”

Anche questa sua affermazione fu accolta da rumorose risate.

Se speri che io ti lasci giocare per la squadra, ti sbagli di grosso, idiota! Ci sono molti canditati migliori di te…”

Prima di fare affermazioni del genere, ti consiglio di assistere ai provini. Chissà, potresti cambiare opinione.”

Di sicuro, prima ti toglierò quella tua ridicola sicurezza…” sibilò Bulstrode, tirando fuori dalla tasca della divisa la bacchetta.

Bulstrode, l’avverto che se lancerà l’incantesimo, sarò costretto a toglierle dei punti!” lo fermò una voce sotto di loro.

La squadra e Kevin guardarono sotto di loro e videro Lumacorno con la bacchetta davanti a sé.

Evidentemente, aveva lanciato Sonorus per farsi sentire anche da quell’altezza.

A confermarlo, fu il fatto che il professore avvicinò la bacchetta alla bocca ed esclamò: “Forza, tutti giù, davanti a me. Anche lei, signor Harrison.”

Sei morto, schifoso Sanguesporco.” sibilò, adirato, Bulstrode, puntandogli l’indice contro, e Kevin non poté fare a meno di deglutire, nervoso.

Qualcosa nel suo tono di voce gli aveva fatto che non stava scherzando e che, non appena avrebbe potuto, avrebbe messo in atto quella minaccia.

Lentamente, il gruppo di Serpeverde scese e planò proprio davanti a Lumacorno.

L’insegnante di Pozioni osservò in silenzio tutti i presenti, per poi domandare, con voce giovale: “Posso sapere perché stavate litigando, invece di allenarvi?”

E’ tutta colpa di questo novellino, professore! Ha osato rubare la mia scopa!” iniziò subito Bulstrode e Kevin protestò: “L’ho solo presa in prestito un attimo! Dei miei amici erano in difficoltà e dovevo aiutarli! Stavo giusto riportandola al suo posto, quando vi ho incontrato!”

Balle! Dillo che volevi sabotarmi!”

Ma come ti permetti?! Guarda che sono anch’io un Serpeverde! Sabotarti avrebbe significato sabotare l’intera squadra della mia Casa!”

Calma, calma… a quanto pare, è stato solo un semplice incidente… Harrison, restituisca la scopa a Bulstrode e poi, andate al campo. Per questa volta, non verranno tolti punti a nessuno. Veloci, che è già tardi.” s’intromise Lumacorno, in modo da evitare una rissa.

Kevin, ancora offeso e adirato, passò la scopa a Bulstrode, il quale, mentre prendeva la scopa, sibilò: “Fa vedere la tua brutta faccia ai provini, l’anno prossimo, e ti garantisco che non uscirai vivo da lì. E se sarai ancora vivo, sarai così malridotto che nemmeno la tua mammina babbana ti riconoscerà!”

Nonostante l’agitazione crescente, Kevin continuò a fissare con orgoglio e determinazione il capitano, sussurrandogli a sua volta: “Provaci.”

Non credo che sarai così sicuro di te, quel giorno…”

Una volta ripresa la scopa di Bulstrode, la squadra si allontanò, seguita a piedi dal professor Lumacorno.

Tuttavia, il capitano si voltò un’ultima volta a guardare in malo modo Kevin.

Evidentemente, gli scottava proprio essere stato affrontato da un Nato Babbano che gli aveva persino tenuto testa.

Il Serpeverde sapeva già che ai provini gli avrebbe reso la vita un inferno e che avrebbe fatto di tutto per sabotarlo… ma non intendeva arrendersi.

Anche se era il figlio di due babbani, non aveva alcuna intenzione di essere considerato diverso ed inferiore rispetto agli altri maghi.

L’anno prossimo, avrebbe dimostrato a tutti di che pasta era capace!


Beh, grazie della spiegazione, Lancelot… ho capito quasi tutto…” esclamò Monica, con un sorriso imbarazzato, allontanandosi dalla finestra.

Ad essere sincera, non aveva capito proprio niente della sua spiegazione e più di una volta aveva rischiato di sbadigliare per la noia… ma, almeno, Oliver era riuscito ad uscire dalla Torre di Grifondoro senza essere beccato...

Fortunatamente, Lancelot sembrava non avere colto il sottinteso, dato che, con un sorriso orgoglioso, esclamò: “Di niente, Monica. Basta osservare il piumaggio e…”

Stranamente, Lancelot non finì la frase e, voltandosi, la ragazzina vide che stava osservando con molta attenzione qualcosa dalla finestra.

Cosa diavolo…?” sussurrò, ad un tratto, il Prefetto, per poi urlare: “Ma è quell’idiota di mio fratello!!! Cosa diavolo ci fa sul tetto?!?!”

Monica corse subito a vedere e scoprì che Lancelot aveva ragione.

C’era Gal che stava correndo sul tetto, come se fosse inseguito da qualcuno.

Adesso mi sente quello stupido! Oh, se mi sente…” sibilò Lancelot, mentre apriva la finestra, con l’obiettivo di urlargli di tutto e di più, ma venne bloccato da Monica: “Aspetta, se si deconcentra, potrebbe cadere e ammazzarsi!”

Hai ragione, Monica! Correrò ad informare immediatamente la McGranitt! Se spera che io passi sopra a questa sua bravata solo perché è mio fratello, si sbaglia di grosso! E dopo averlo detto alla preside, invierò un messaggio a nostra madre! Così, quel cretino imparerà a contenersi la prossima volta!”


Un brivido di paura corse lungo la schiena di Gal.

Aveva la sensazione che qualcuno stesse per raccontare a sua madre che lui si trovava sul tetto della scuola…

Sua madre era la donna più dolce e tranquilla del mondo, finché non si arrabbiava, il che succedeva ogni volta che lui combinava qualcosa.

Quando ciò accadeva, diventava, di colpo, la cosa più spaventosa del mondo… non si sarebbe di certo sorpreso se il suo Molliccio avrebbe preso le sembianze di sua madre quand’era in versione furibonda…

Comunque, per il momento, aveva cose più importanti a cui pensare… tre manigoldi lo stavano rincorrendo sui tetti per riprendersi un vecchio tomo che gli aveva preso…

Se qualcuno gli avesse detto che si sarebbe ritrovato a proteggere un libro, gli avrebbe dato del pazzo.

Se c’era una cosa che odiava con tutto sé stesso, dopo i compiti e la scuola, erano proprio i libri!

Almeno stava vivendo l’avventura al limite del pericolo che aveva sempre sognato…

Ad un tratto, si accorse di una piccola nicchia nascosta sotto ad un torrione.

Era un po’ un azzardo, ma poteva nascondersi lì finché quei ladri non se ne sarebbero andati, anche perché sentiva dei passi avvicinarsi sempre di più.

Veloce e quatto come un ratto, ci s’intrufolò dentro e rimase in attesa.

Poco dopo, il misterioso individuo che camminava dietro di lui si fermò proprio davanti alla nicchia e vide che si trattava di Delphini, la quale era visibilmente affaticata dopo quella lunga corsa.

Era così impegnata a riprendere fiato che non si accorse che Zubin era a cinque metri di distanza da lei e le stava puntando contro la bacchetta.

DELPHINI, STA’ ATTENTA!!! ALLE TUE SPALLE!!!” le urlò Gal, senza nemmeno rendersene conto e, immediatamente, la ragazzina si voltò e gridò, a sua volta: “Stupeficium!!!!”

L’energia uscita dalla bacchetta, colpì in pieno lo stomaco dell’aggressore, facendolo svenire.

Una volta sistemato, Delphini si voltò verso Gal ed esclamò, senza parole: “Hai ripreso a parlare!”

Per tutta risposta, il ragazzino si massaggiò la gola ed ammise: “E’ vero… pensa che non me n’ero neanche accorto…”

Conoscendoti, non dubito… è da poco che hai sentito il prurito alle corde vocali?”

Quale prurito?”

Quando l’effetto di Silencio sta svanendo, le corde vocali iniziano a prudere sempre di più.”

Ah, capisco…”

La sua voce imbarazzata fece intuire a Delphini che aveva sentito il prurito, ma parecchio tempo addietro.

Gal…” sibilò, furibonda, Delphini, avvicinandosi al compagno, per fissarlo dritto negli occhi “Quando hai sentito il prurito? E non osare mentirmi!”

Gal non poté fare a meno di deglutire nervosamente.

Quella Serpeverde era un vero asso nel mettere la gente sotto pressione…

Ecco… ho sentito un prurito alla gola… quando mi sono svegliato… e abbiamo ritrovato Teddy e gli altri…” ammise il Grifondoro, preparandosi alla sfuriata che sarebbe arrivata a breve.

Infatti, Delphini rimase un attimo in silenzio, per poi urlare, furibonda: “Galahad Sandlers… mi stai dicendo che potevi parlare da DUE ORE?!?!?!”

Abbassa la voce, Delphi, altrimenti svegliamo tutti…” tentò di calmarla, Gal, ma la ragazzina non aveva alcuna intenzione di calmarsi: “Sei una testa di rapa senza cervello!!! Se esistesse una Casa per le zucche vuote, sarebbe perfetta per te!!! Ne ho incontrati d’idioti nella mia vita, ma tu li batti tutti, te lo garantisco!!!!!”

Senti, Delphi, è la prima volta che vengo silenciato…”

Silenciato?”

Beh, hai capito… sono stato colpito dall’incantesimo Silencio…”

No comment.”

Va beh, comunque… io mica sapevo i sintomi della fine dell’incantesimo, dato che era la prima volta… piuttosto, tu come fai a sapere che il prurito alla gola significa che l’incantesimo sta finendo?”

Per un istante, il volto della coetanea divenne livido per la rabbia, mentre stringeva i pugni così forte da farli diventare bianchi.

Tuttavia, riuscì a calmarsi e a dire, anche se con un accento di rabbia e nervosismo: “Un ragazzo di Serpeverde mi ha raccontato che quand’era piccolo, suo cugino, durante un litigio, gli lanciò un Silencio.”

Ah…” fece Gal, anche se non ne era per niente convinto.

Non sapeva perché, ma c’era qualcosa, in quella storia, che non lo convinceva per niente… ma, se avesse provato a scavare più a fondo, quella lo avrebbe ucciso, senza troppi problemi e ciò non era consigliabile su un tetto…

Ad un tratto, Delphini fece un’espressione sorpresa e spostò lo sguardo.

Che succede, Delphi?” domandò il Grifondoro e la ragazzina, puntando l’indice verso lo zaino del coetaneo, domandò: “Per caso, hai dimenticato una merendina là dentro qualche mese fa e, adesso, ha preso vita?”

Che simpatica. Certo che no!”

Meglio per te. Comunque, c’è qualcosa che si sta muovendo là dentro…”

Ma sta tranquilla, probabilmente non è niente. Sta a guardare…”

Con tutta la calma del mondo, Gal mise lo zaino per terra e lo aprì, ma da essa uscì, veloce come il lampo, il libro che avevano preso dalla torre.

Il libro!!!” urlò Gal, tentando di recuperarlo, ma il libro, nonostante la massa, era agile e rapido come una farfalla, pertanto, impossibile da acchiappare.

Nel tentativo di prenderlo, Gal rischiò di cadere, ma venne, prontamente, acchiappato per il maglione da Delphini.

Un po’ sorpreso dal gesto dell’amica, Gal la fissò e le domandò: “Tu… mi hai appena salvato?”

Certo, tonto. Non voglio avere un altro morto sulla coscienza.”

Hai già ucciso?!”

Ma secondo te?! Io non ho mai ammazzato nessuno!”

In fondo era vero, lei non aveva mai ucciso nessuno… a differenza dei suoi genitori.

Gal non poteva immaginarlo, ma era atroce dover subire il peso di essere la figlia di due pazzi che avevano ucciso e torturato una marea di persone per puro divertimento, portando anche qualche povero disgraziato alla follia, come nel caso dei coniugi Paciock…

Era tremendo dover vivere con il rimorso di quello che i suoi avevano fatto… oltre al fatto che doveva farsi in quattro per nascondere il suo segreto, attraverso bugie e trucchi...

Sto solo facendo le prove per quando diventerò Auror e salverò delle vite.” raccontò, con la massima noncuranza, il trucco per far credere che stesse dicendo la verità, la ragazzina e Gal commentò: “Pensi già che dovrai uccidere qualcuno?”

Io non penso niente. Io lo so, punto.”

Cinica e diretta.”

Benvenuto nel mondo reale, gonzo.”

Per tutta risposta, Gal fece una smorfia seccata, ma, subito, Delphini lo redarguì: “Invece di perdere tempo per questo sciocchezze, concentrati su quello stupido libro che sta volando come uno stupido pennuto, non tenendo conto della forza di gravità!”

Agli ordini, Delphi!”

E finiscila di chiamarmi Delphi, cretino! O ti faccio cadere sul serio!”


Stava correndo solo da pochi minuti, eppure gli sembrava di correre da secoli… soprattutto per via del fiatone e dal cuore che batteva a mille.

Oliver si fermò un attimo, cercando di riprendere fiato e fu proprio in quel momento che se ne accorse.

Dalla borsa, c’era qualcosa che si stava muovendo a tutta velocità al suo interno… e ciò lo preoccupava non poco.

Una volta, aveva visto un film horror con lo zio Lapo, dove la mano di un morto vivente era stata messa dentro una borsa, ma questa aveva ripreso vita e aveva strangolato il povero malcapitato e tutti quelli che gli capitavano a tiro, finché qualcuno non le aveva sparato, disintegrandola in tanti minuscoli pezzettini di carne.

Ogni volta che ripensava a quella scena, stava male…

Ma lui non aveva messo nessuna mano di un morto vivente dentro di essa… forse, un topolino si era solo intrufolato dentro…

Deglutendo, il giovane Tassorosso aprì nervosamente la cerniera della borsa, ma, proprio in quel momento, qualcosa uscì in tutta fretta da essa, facendolo urlare e coprendo d’istinto la gola.

Tuttavia, non appena ebbe guardato meglio cosa era uscito, si calmò.

Era solo la penna di Augurey che aveva salvato da quei delinquenti… evidentemente, voleva muoversi un po’…

Su, torna dentro. Se qualcuno dovesse vederti, sarebbe un casino…” tentò di riprenderla il giovane mago, ma essa era più scivolosa delle uova di rane, evitando con grazia ed eleganza le sue dita paffute che tentavano, invano, di riprenderla.

Ad un tratto, la penna, forse stufa di quel gioco, si diresse a tutta velocità verso il corridoio.

Oh, no… ehi, torna immediatamente qui!” protestò Oliver, partendo all’inseguimento più assurdo della sua vita.

Incurante, la piuma continuò a volare, finché non notò una vetrata aperta e, veloce come un lampo, passò dall’altra parte.

Mamma mia… ma perché finisco sempre in queste assurde situazioni…” mugugnò Oliver, oltrepassando anche lui la vetrata, anche se si fermò di colpo.

Sotto di lui c’era il Cortile della Torre dell’Orologio, distante dalla sua altezza qualche centinaia di metri…

Alzò lo sguardo e notò che il tetto era a pochi metri di distanza… forse, se avesse allungato le braccia…

Per un attimo, il Tassorosso rimase immobile, indeciso sul da farsi.

Una parte di lui gli stava urlando di lasciar perdere e di tornare indietro, al sicuro… ma anche l’altra metà stava urlando, con la differenza che essa gli stava dicendo di correre il rischio e di provare a salire di nuovo sul tetto… non sapeva proprio cosa decidere… ci teneva alla pelle, ma teneva anche ai suoi amici…

Proprio in quel momento, gli tornò in mente Teddy.

Lui aveva rischiato di restare ammazzato da un incantesimo di Zubin solo per salvarlo… che razza di amico era se abbandonava lui e gli altri così, solo perché aveva paura?!

Inspirando ed espirando profondamente, Oliver allungò le braccia e scoprì che non solo raggiungeva il portico, ma poteva anche sollevarsi.

Con calma e nervosismo, il Tassorosso si issò.

Mentre faceva quell’operazione delicata e pericolosa, gli parve di sentire la borsa bruciare, ma decise di lasciare perdere.

In quel momento, aveva decisamente altro a cui pensare…

Una volta al sicuro, respirò profondamente.

Ce l’aveva fatta… ma che terribile spavento…

In quel momento, si accorse che la coscia bruciava e abbassando lo sguardo, vide la sua borsa.

Allora c’era davvero qualcosa che stava diventando incandescente al suo interno…

Con la sua solita circospezione, il ragazzino aprì di nuovo la borsa e vide solo il Cappello Parlante.

Incuriosito, lo prese, ma, quasi subito, lo lasciò cadere.

Era bollente!

Inaspettatamente, il cappello, quando toccò il tetto, produsse un suono metallico parecchio forte.

Sorpreso, Oliver guardò di nuovo il vecchio indumento e notò che da esso fuoriusciva un rubino grosso come una noce.

Incuriosito, il Tassorosso toccò con tre dita il rubino, per poi spingerlo verso di lui, ma, mentre lo tirava verso di sé, attorno al rubino comparve un manico fatto d’argento così puro da essere luminoso.

Senza parole, Oliver tirò fuori il manico e, con suo grosso sgomento, apparve la più bella e luminosa spada che avesse mai visto, alla cui superficie erano incastonate le più superbe gemme che avesse mai visto, così luminosa da sembrare brillare, quando i raggi del sole la toccavano.

Quella doveva essere la spada di Godric Gryffindor, non poteva essere altrimenti!

Ma come diavolo aveva fatto a tirarla fuori?!

Era solo un semplice e mite Tassorosso, non un coraggioso Grifondoro…

Dopo un attimo di stupore, il viso di Oliver divenne l’espressione vivente della determinazione.

Mise il Cappello Parlante nella borsa e, con la spada in mano, si mise a correre sui tetti.

Non gl’importava come diavolo avesse fatto a tirarla fuori da esso… ma sapeva cosa doveva fare, adesso.

Trovare Gal e dargli la spada.

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Capitolo 25
*** Il soffio del drago ***


Capitolo 25: Il soffio del drago


Se c’era una cosa che la McGranitt proprio non sopportava, era la confusione fin dal primo mattino… soprattutto, se la confusione si trovava nel suo ufficio e, in quel momento, nel suo ufficio si stava scatenando il pandemonio.

La donna si massaggiò, esasperata, le tempie, mentre Gazza farneticava sul fatto che tre studenti irrispettosi stessero correndo per i corridoi, nello stesso momento in cui i tre colpevoli si difendevano parlando di una ragazzina che si era lanciata un incantesimo su sé stessa e che adesso stava volando nel cielo, col rischio che l’incantesimo finisse da un momento all’altro e che stramazzasse al suolo, mentre dei banditi stavano dando la caccia a degli oggetti, che non aveva ancora afferrato di cosa si trattasse, in quanto entrambe le parti continuavano ad urlarsi a vicenda.

A peggiorare la situazione, c’era il fatto che il Prefetto di Grifondoro, Lancelot Sandlers, era arrivato di corsa raccontando che il fratello minore si trovava sul tetto della scuola!

E come ciliegina sulla torta, i quadri dei presidi più rumorosi del suo ufficio, Severus Piton e Phineas Nigellus Black, tanto per fare dei nomi, si erano messi ad urlare che i ragazzi di oggi erano irrispettosi e in cerca di gloria, per Piton il motivo era che stavano imitando Potter, mentre per Black ciò era dovuto al fatto che si stesse permettendo ai Nati Babbani di frequentare Hogwarts.

L’unica cosa che aveva ben chiaro era che tutta quella cagnara le stava facendo venire un gran mal di testa...

Insomma, adesso basta! Datevi tutti una calmata!” sbraitò, esasperata, la McGranitt: “Severus, Phineas, fatemi il piacere di stare zitti, una buona volta! Quanto a lei, Sandlers, veda di far silenzio e di aspettare con calma il suo turno, anche se è un Prefetto! Gazza, contieniti! In quanto a voi tre, Jones, Brown e Nott, mettetevi d’accordo su chi parli per tutti e tre! Ne ho abbastanza di questo casino!”

I tre studenti del primo anno, si guardarono, indecisi.

Se volete, parlo io.” fece Abel e Christian annuì: “Fa come vuoi.”

Anche Elizabeth acconsentì con un movimento della testa.

L’idea di parlare alla preside la spaventava non poco…

Questa ragazza ha detto di aver visto la sua migliore amica, Athena Doyle, volare come un palloncino vicino alla torre di Corvonero. Da quello che le ha detto, si è lanciata l’incantesimo di levitazione su di sé… comunque, pare che ci siano tre tizi che hanno rubato il Cappello Parlante, un libro e una piuma…” iniziò Abel, venendo interrotto dalla McGranitt: “Cosa?! Hanno preso il Cappello Parlante?!”

Sembrava seriamente preoccupata…

Subito, la preside si alzò dalla scrivania e diede un’occhiata alla libreria dietro di sé.

Il Cappello Parlante è davvero sparito! Ma come diavolo hanno fatto a…?!” disse la donna e, in quel momento, il quadro di un vecchio signore con la barba e gli occhiali a mezzaluna, rivelò: “Hanno preso l’altra strada, Minerva.”

Cosa intende, professor Silente? Lei li ha per caso visti?”

Ma certo, Minerva. Quand’ero il preside avevo l’abitudine di fare lunghe passeggiate nel castello durante la notte e il mattino presto. Sai, Minerva, nelle ore stravaganti, ci si imbatte spesso in fatti bizzarri ed interessanti, per questo adoravo quelle passeggiate. Quelli sono i momenti in cui si rivela la vera natura di una persona e accadono cose che, di solito, non avvengono alla luce del sole.”

E questa mattina...”

Ho visto il passaggio segreto della libreria aprirsi e mostrare alcuni ospiti parecchio inaspettati, sorpresi a loro volta di trovarsi nell’ufficio della preside. Una di essi, ha usato l’incantesimo d’appello per prendere il Cappello Parlante e poi andarsene per quel passaggio.”

La McGranitt ascoltò ciò che il vecchio preside le stava raccontando, strabiliata.

Non avrebbe mai pensato che qualcuno scoprisse il passaggio della libreria… ma come avevano fatto a trovarlo, senza entrare dal suo ufficio?!

Evidentemente, avevano scoperto un altro passaggio segreto collegato a sua volta con quello del suo ufficio… in tanti anni di lavoro ad Hogwarts, ormai, non si stupiva più di una simile eventualità…

La cosa che la preoccupava, invece, era che se quei tizi avevano trovato quel passaggio, di sicuro avevano anche trovato le scale per la torre… e nella torre c’erano…

Preoccupata, la preside corse verso la scrivania e spostò alcuni libri, cambiando il loro ordine.

Dopo pochi secondi, la libreria si spostò con un cigolio e apparve un corridoio buio dove la McGranitt, incurante degli altri presenti.

Incuriositi, Abel e Christian si avvicinarono al passaggio, ma vennero prontamente bloccati da Lancelot: “Voi due non andate da nessuna parte. Ricordatevi che sono un Prefetto!”

Pochi secondi dopo, si senti un urlo provenire dal passaggio e, pochi secondi dopo, riapparve, trafelata, la McGranitt.

Per tutti i presenti, fu strano vederla in quello stato.

Aveva sempre avuto un comportamento calmo ed austero, quando c’erano delle difficoltà, ma, stavolta, non era così.

Era agitata e parecchio nervosa, come se fosse appena accaduta la cosa più terribile del mondo.

Professor Silente, è appena accaduto un disastro, una tragedia!” urlò, isterica, la preside al quadro e Silente, con calma e tranquillità, in pieno contrasto col comportamento della donna, domandò: “Calma, Minerva. Se ci agitiamo, peggioriamo solo le cose. Cos’è successo?”

La Piuma dell’Accettazione e il Libro dell’Ammissione sono spariti, professore! Sono stati rubati!”

Non appena la McGranitt ebbe appena finito di parlare, tutti i quadri della stanza cominciarono ad agitarsi.

Cosa?! La Piuma dell’Accettazione e il Libro dell’Ammissione rubati?!”

E’ una tragedia, una vera tragedia!”

Come farà Hogwarts l’anno prossimo con i nuovi iscritti?!”

E’ un disastro su tutti i fronti!”

Neanche la Battaglia di Hogwarts è paragonabile a questo!”

Se i Fondatori di Hogwarts lo sapessero, si rivolterebbero dalla tomba.”

Idiota, ti ricordo che ci sono i loro quadri a scuola! Appena lo sapranno faranno una scenata…”

Per me, il ladro è un Babbano! Succede sempre così…”

Phineas, come avrebbe fatto un babbano ad entrare qui dentro?”

E che ne so? Hanno i loro metodi…”

Non avrei mai pensato che sarebbe esistito qualcuno più arrogante, spericolato ed insolente di Potter, sia il padre che il figlio! Se solo potessi dare a quei tizi la lezione che meritano…”

Severus, per favore…”

L’unico quadro che rimase tranquillo, nonostante il putiferio generale, fu, ovviamente, quello di Silente, il quale, invece, si girò verso Christian, Abel, Elizabeth e Lancelot, dicendo loro: “Tuttavia, quei bricconi hanno avuto pane per i loro denti, non è vero?”

Cosa intende, professore?” chiese, sorpreso, Lancelot e Silente rispose: “Siete venuti qui per parlare di alcune vostre vecchie conoscenze che, per un motivo o per l’altro, si trovano sui tetti della scuola… uno dei quali aveva un casco da aviatore babbano, mentre una ragazza di Corvonero con gli occhiali sta levitando come un palloncino… non vi sembra una coincidenza molto curiosa il fatto che si trovano entrambi su un tetto di mattina presto?”

Proprio in quel momento, con un sussurro, Elizabeth ammise, arrossendo: “E-ecco, signore… Athena mi ha detto che lei e altri ragazzi sono riusciti a riprendere quei tre oggetti… e che adesso sono in fuga…”

Come temevo. Sarà meglio raggiungere in fretta il tetto per aiutarli, prima che finisca male per loro.” annuì con un sorriso Silente, per poi dire: “Minerva, sai cosa fare.”

C-certo, professor Silente…” esclamò, ancora sconvolta, la donna, per poi ordinare a Gazza: “Presto, Gazza! Dobbiamo correre ad informare gli altri insegnanti!”

Adesso?”

Adesso! Sei quei tre fuggono da Hogwarts con il Cappello Parlante, il libro e la piuma, tanto varrebbe chiudere la scuola l’anno prossimo! Su, muoviti! E anche voi quattro, svelti!”

Tutti uscirono dalla porta, mentre i quadri continuavano a commentare, preoccupati.

Nessuno, pertanto, fece caso ad un serpente con la pelle nera che era uscito, sibilando, dal passaggio dell’ufficio rimasto aperto.

Nessuno, tranne un vecchio con la lunga barba bianca e gli occhiali a mezzaluna.


Tutto ok, Athena?” domandò Teddy all’amica, la quale continuava a restare legata alla scopa del ragazzino.

Tutto ok!” fu la risposta di Athena e il giovane Tassorosso annunciò: “Bene, allora provo ad atterrare…”

Mentre diceva ciò, il Metamorfomagus provò a scendere, ma colpì col manico il cornicione con così tanta violenza da buttarlo giù dalla scopa.

Fortunatamente, atterrò sul tetto, nonostante il marmo gli fece un male pazzesco.

Ti sei fatto male?” domandò Athena, mentre Teddy, seppur dolorante, la liberava dalla scopa, rassicurandola: “Sto bene, sto bene… ormai sono abituato alle botte della mia goffaggine…”

Oh, cavolo…” sussurrò Athena e non appena Teddy si fu girato, capì il motivo delle preoccupazioni della Corvonero.

C’era Woodrow, dietro di loro, con la bacchetta puntata su Athena.

Erano appena caduti dalla padella alla brace…

Non provare a salire sulla scopa, ragazzino, se non vuoi che gioco al tirassegno con la tua amichetta volante.” l’informò, subito, l’uomo, per poi intimare: “Adesso, dammi quella scopa.”

Ti avverto che è di Delphini, la mia amica col serpente nello zaino. Guarda, temo che sia già abbastanza infuriata per il fatto che gliela abbia presa senza chiedere…” tentò di avvisarlo, preoccupato, Teddy, ma l’altro lo ignorò: “L’altra tua amichetta sarà già finita nelle mani del capo e di Zubin. Spero che il capo mi dia il permesso di farci due chiacchiere più tardi… il suo scherzetto di poco fa non mi è piaciuto neanche un po’…”

Anche l’espressione furibonda dell’uomo faceva capire che non stesse per niente scherzando…

Woodrow fece un movimento con la bacchetta e, dalla sua estremità, apparvero delle corde che legarono completamente il giovane Metamorfomagus.

Bene, e un impiccione è sistemato!” esultò l’uomo dirigendosi verso la scopa di Delphini, ma, proprio quando fu di fianco a Teddy, sentì qualcosa di terribilmente pesante precipitargli addosso.

Oh, scusa, mi dispiace… all’improvviso mi sono sentita pesante…” si scusò, imbarazzata, Athena, seduta sulla schiena di Woodrow.

Presto, prendigli la bacchetta!” la pregò Teddy e la Corvonero ubbidì.

Conosci qualche incantesimo per liberarmi?” domandò, preoccupato, il Tassorosso e Athena fece un grosso sorriso, rispondendo: “No, ma in queste situazioni, è meglio usare il vecchio sistema.”

Tirò fuori da una tasca dei pantaloni un coltellino e si raccomandò: “Non muoverti e cerca di trattenere il respiro.”

Teddy obbedì e l’amica cominciò a lavorare.

Pochi minuti dopo, l’undicenne era di nuovo libero.

Grazie, sei stata fantastica!” la ringraziò, immediatamente, Teddy e Athena, risistemandosi gli occhiali, annuì: “Diciamo che me la cavo…”

Prendo la scopa e, poi, raggiungiamo gli altri.”

Teddy s’inginocchiò per prendere la scopa, ma, con la coda dell’occhio, notò che Woodrow si stava rialzando e stava per colpire Athena con un pugnale, approfittando del fatto che la ragazzina era distratta a guardare i colori del cielo.

D’istinto, prese la scopa e la tirò in testa a Woodrow, il quale cadde di nuovo.

L’hai sistemato?” domandò Athena e Teddy ammise: “Non lo so… probabilmente sì con la batosta che gli ho dato…”

Ottimo… senti, poco fa hai detto che quella era la scopa di Delphini…”

Già, gliel’ho presa in prestito un attimo per salvarti quando volavi… c’è qualche problema?”

Beh…”

Invece di parlare, la Corvonero indicò, nervosa, la scopa che Teddy teneva ancora in mano e il ragazzo abbassò lo sguardo, sbiancando.

A causa dell’urto sulla testa di Woodrow, il manico si era spezzato in due pezzi, rompendola.

Quello che Teddy teneva in mano, ormai, era solo un inutile pezzo di legno.

Ti prego, dimmi che conosci qualcosa per rimetterlo a posto…” sussurrò, nervosamente, Teddy, ma Athena rispose: “Temo che dovrò cercare tra i libri… o, alla peggio, uno scotch babbano...”

Non importa, glielo dirò appena la troverò… senti, secondo te che cosa mi farà Delphini quando lo scoprirà?”

Ti farà fare la stessa fine di Nick-quasi-senza-testa… letteralmente.”

Non so quale sia la cosa peggiore tra il morire, diventare un fantasma o non avere la testa tagliata completamente per pochi centimetri...”


Insomma, hai le mani di burro, Gal?! Quanto ci vuole per prendere uno stupido libro volante?!” strillò Delphini, mentre il rosso cercava di farla calmare: “Un minuto, Delphi… l’ho quasi preso…”

Per l’ultima volta, brutto scemo, chiamami Delphini!!!!”

Ignorando l’ultimo strillo della compagna, Gal tentò di afferrare, una volta per tutte, quell’infernale libro volante.

Se un giorno si fosse trovato davanti al creatore infernale di quel libro, gli avrebbe fatto un bel discorso…

Proprio in quel momento, il libro cominciò a planare nel cielo e, subito, Delphini tirò fuori la bacchetta, dicendo: “Accio libro!”

Un raggio di luce uscì dalla bacchetta, ma, quando essa toccò il libro, si generò della luce abbagliante, rivelando che c’era una sfera di luce attorno ad esso.

Evidentemente, il suo creatore aveva messo anche un incantesimo protettivo attorno ad esso…

Proprio in quel momento, Gal vide una specie di freccia nera che schizzava veloce nella brezza mattutina, in direzione del libro.

Non appena fu davanti al volume, Gal la riconobbe subito.

Era la piuma magica!

Eppure era certo che ce l’avesse Oliver… evidentemente, essa era scappata per ricongiungersi con il libro…

La piuma si avvicinò lentamente al libro e, stavolta, quest’ultimo non si chiuse bruscamente, permettendole di scrivere il nome.

Una volta che ebbe finito, la piuma si avvicinò al tetto, seguita a sua volta dal libro.

E’ la nostra occasione! Presto, Gal! Inseguiamoli! Dobbiamo prenderli!” esclamò Delphini, continuando a correre, senza alcun timore di cadere.

Nonostante notò un piccolo muro davanti a sé, la Serpeverde non rallentò, ma continuò e, quando fu proprio davanti, Delphini fece un salto, atterrando con grazia ed eleganza dall’altra parte.

Uao…” non poté fare a meno di dire Gal, ma, proprio in quel momento, la ragazzina si girò e disse, seccata: “Non startene lì impalato, scemo! C’è un libro che dobbiamo recuperare!”

Sarebbe la ragazza più fantastica e bella del mondo, se non aprisse la bocca…” commentò Gal, partendo a sua volta all’inseguimento.

Nel frattempo Delphini era ripartita all’inseguimento del libro e della piuma.

Finalmente, dopo un po’, vide che entrambi si erano posati su un cornicione, probabilmente per riposarsi un po’.

Si avvicinò con l’obiettivo di prenderlo, quando sentì qualcosa stringerle violentemente il petto, come Asmodeus quando voleva che gli facesse un grattino sotto il mento, con la differenza che il serpente non stringeva così forte.

Abbassò lo sguardo e vide che una corda apparsa all’improvviso che la teneva legata.

Non serviva un genio per capire cosa fosse successo…

Ma porco… avanti, Bluebell, fatti vedere! Lo so che sei stata tu! Chi ci guadagnerebbe a legarmi, se non tu?” sbuffò, seccata, Delphini e, infatti, dietro alla ragazza, apparve la cacciatrice di tesori.

Certo che sei stata parecchio insolente e dispettosa, ragazzina. Lo scherzetto del serpente non mi è piaciuto neanche un po’… dovrò darti la giusta punizione…”

E dammela! L’aspetto!”

Bluebell l’osservò in silenzio, per poi puntarle la bacchetta.

Non provarci! Allontanati subito da Delphi, Bluebell Borgin!” urlò una voce alle spalle della donna.

Bluebell si girò con fare scocciato e vide Gal, il quale brandiva una spada, guardandola in malo modo.

Per tutta risposta, Bluebell lanciò un incantesimo al Grifondoro, con l’obiettivo di metterlo fuori combattimento, ma Gal usò la spada per parare il colpo, per poi deviarlo.

La cacciatrice di tesori rimase un attimo in silenzio, sbigottita da quanto era appena accaduto per poi sorridere sadicamente e sussurrare, divertita: “Guarda, guarda… le cose si stanno facendo interessanti…”

Bluebell cominciò a lanciare incantesimi, i quali venivano sempre parati con destrezza e abilità da Gal.

Era evidente che si era allenato parecchio in tutti quei mesi…

Ehi, Gal! Ti diamo una mano!” esclamò Teddy, arrivando affannosamente, assieme ad Athena.

I due cominciarono a lanciare gli incantesimi, mentre Gal esclamava: “Sono felice di vedere che hai smesso di volare, Athena!”

Grazie. Comunque, mi fa piacere constatare che hai ripreso a parlare.”

Già…”

Era meglio evitare, per il momento, di specificare che poteva parlare da un pezzo, solo che non se n’era accorto...

Bluebell dovette, pertanto, attaccare e, allo stesso tempo, difendersi dagli incantesimi di Teddy e Athena, il quale, purtroppo, le riusciva anche molto bene...

Ma che paura… cosa posso contro tre ragazzini?” ridacchiò la donna, prima che un Flipendo la colpisse duramente alla schiena.

Voltandosi, vide Delphini, la quale, completamente libera, le stava puntando la bacchetta contro: “Conta bene… siamo in quattro.”

Ma come diavolo hai fatto a…?!”

Mi ha liberato un amico.”

A quel punto, un lungo serpente dalla pelle verde brillante comparve tra le gambe della ragazzina.

Bluebell si rialzò in piedi, ridendo come una pazza.

Per Delphini, sembrava di aver a che fare con sua madre…

In ogni caso, cosa pensate di combinare voi quattro? Siete solo dei mocciosi del primo anno… non potete fare nulla contro di me!” dichiarò la donna, lanciando un nuovo incantesimo, il quale venne protetto da un potente Protego di Delphini.

Sarò anche una mocciosa del primo anno, non lo nego… ma io, a differenza tua, sono speciale e diversa dagli altri. Conosco molti incantesimi e, soprattutto, so come usarli. Inoltre, mi sono ripresa la piuma e il libro, senza contare che una che vola nei cieli di Hogwarts attira di certo l’attenzione… e per concludere in bellezza, l’unica scopa qui ce l’ha Teddy. Sei finita, brutta arpia!”

Sentendo il riferimento alla scopa, Athena e, soprattutto, Teddy, fecero una faccia nervosa.

Era meglio non avvisarla che la scopa in questione era praticamente distrutta...

Uh? Perché fate quelle facce?” domandò, ingenuamente, Gal e, mentre i due mettevano, contemporaneamente l’indice davanti alla bocca, pregandolo di tacere, Delphini li guardò, restando in silenzio un attimo, mentre il suo sguardo s’induriva.

Quella reazione significava solo una cosa…

Teddy… fammi vedere la mia scopa.” ordinò, in tono calmo eppure spaventoso, Delphini e Teddy, cercando di rimandare l’inevitabile disastro, sussurrò: “Beh, forse è meglio aspettare un attimo… fra poco arriverà la McGranitt… dobbiamo tenerla d’occhio, non credi?”

Fammi vedere la mia scopa.” ripeté Delphini con un tono che annunciava grossi guai in caso contrario.

Col cuore in gola, Teddy tirò fuori dalla tasca qualcosa di piccolo che poi, con un rapido movimento della bacchetta ingrandì, per poi mostrare a Delphini la sua scopa spezzata in due.

Ovviamente, la reazione della ragazza non si fece attendere.

Razza d’idiota, casinista, pasticcione, disastro nucleare ambulante… con tutte le cose che potevi distruggere, dovevi proprio scegliere la mia scopa?!?!” urlò la Serpeverde, così forte da far volare via gli uccelli, mentre il povero Tassorosso tentava, invano, di calmarla: “Scusa, è stato un incidente… Athena era in pericolo e io dovevo aiutarla…”

Rompendo la mia scopa?”

Beh, vedi… l’ho tirata in testa ad un tizio… lo so, ho agito un po’ d’impulso…”

Beh, lascia che ti dica una cosa, mister Ho-agito-d’impulso… trovane una nuova o riparami la mia vecchia scopa, altrimenti ti faccio cosa vedere cosa faccio io quando agisco d’impulso…”

Delphini era così concentrata a sbraitare che non si accorse che Bluebell le stava puntando la bacchetta contro e che le stava per lanciare un incantesimo.

Se ne accorse solo quando sentì un rumore metallico alle sue spalle, come di un oggetto che cade su una lastra di metallo, unito ad un tonfo in basso, simile ad un sasso gettato in acqua.

Si girò prontamente, puntando la bacchetta e vide Gal che si stava soffiando sulle mani arrossate.

Dannazione, per un pelo!” imprecò la donna, mentre Gal protestava: “Dannazione lo dico io! Il tuo incantesimo era così potente che mi ha fatto cadere la spada nel lago… inoltre, mi ha anche scorticato le mani, ahia…”

Delphini lo osservò un attimo, senza parole.

Quello sciocco le aveva salvato la vita… forse, dopotutto, sarebbe anche potuto diventare un ottimo Auror…

Ehm, ragazzi… non è che qualcuno di voi può prestarmi la bacchetta? Non riesco più a trovarla… temo che mi sia caduta durante la corsa sui tetti…” domandò, in quel preciso istante, Gal e, per tutta risposta, Delphini fece un sospiro di rassegnazione ed esasperazione.

Come non detto… quell’idiota era proprio senza speranze…

Ignorando la cosa, Bluebell cominciò ad attaccare con vari incantesimi, ma la Serpeverde creò un barriera piuttosto potente con Protego.

Fortunatamente, si era allenata anche con gli incantesimi difensivi…

Teddy, Athena, visto che voi due avete ancora una bacchetta, lanciatele qualche incantesimo offensivo, mentre io uso Protego! Mi scoccia ammetterlo, ma sono attacchi molto potenti e la mia energia magica è sufficiente per creare una barriera, perciò non posso toccarla!” ordinò, cercando di nascondere la fatica che stava facendo per bloccarla, Delphini e Teddy annuì: “Arrivo subito!”

Non illuderti, dopo io e te facciamo i conti per la storia della mia scopa distrutta.”

Per qualche minuto, Teddy e Athena lanciavano gli incantesimi, mentre Delphini li difendeva con Protego.

Gal li fissò in silenzio, leggermente a disagio.

Voleva dargli una mano a combattere… ma come poteva fare, senza una bacchetta o una spada?

Era così disperato che gli sembrava che qualcuno lo stesse chiamato…

Ehi, Gal, mi senti?!”

Un momento… ma qualcuno lo stava veramente chiamando!

Girò la testa a destra e vide, dall’altra parte, c’era Oliver che stava muovendo le braccia a tutta velocità con in mano quella che sembrava… una spada?!

Il Grifondoro aguzzò la vista e scoprì, sorpreso, che aveva visto giusto.

Quella era proprio una spada, anzi, era la spada più bella che avesse mai visto!

Non appena fu certo di aver attirato la sua attenzione, Oliver indicò la spada e si mise in posizione di lancio.

Evidentemente, voleva lanciargliela… non c’era nessun problema, era passarsi la mazza durante una partita di Quidditch...

Oliver lanciò la spada con tutta la sua forza.

Essa volò in aria per qualche secondo, per poi precipitare verso il basso.

Evidentemente, non era proprio giornata per le sue armi…

Fortunatamente, Athena se ne accorse e, assieme ad un rapido movimento della bacchetta, ordinò: “Accio spada!”

Subito, la spada raggiunse la ragazza, ma lei la passò all’amico.

Per qualche istante, Gal osservò la spada, accarezzandola dolcemente.

Chiunque l’avesse creata, era stato davvero bravo… inoltre, avvertiva dentro di lei una grande energia magica.

In quel momento, ebbe un giramento che gli fece chiudere violentemente gli occhi e quando li riaprì, scoprì che non era più sul tetto della scuola, ma in una foresta e che c’erano quattro tizi che camminavano dentro di essa…


Sei proprio sicuro che questa sia la strada giusta, Godric?” domandò l’uomo dai lunghissimi capelli neri, legati con un filo di spago alle estremità, e con al collo un prezioso medaglione al compagno coi capelli rossi, la barba e il cappello più brutto e logoro che si fosse mai visto, il quale, dichiarò, mentre leggeva la mappa che aveva in mano: “Ma certo, Sal. Per chi mi hai preso, per un idiota?”

Mi stupirei del contrario, dato che tu fai più sciocchezze di tutti noi messi insieme.”

Sempre velenoso come serpente, tu…”

Grazie.”

Nel frattempo, la donna tracagnotta e coi capelli rossi, con quello che sembrava un grosso avvoltoio denutrito appollaiato sulla spalla, si guardava intorno, nervosa, e l’amica coi lunghi capelli neri e un diadema sulla testa, cercò di rassicurarla: “Tranquilla, Helga, non ci succederà niente… so quando ci sono dei pericoli in avvicinamento e, poi, lo sai che, insieme, siamo i maghi più potenti del mondo!”

Sì, è vero… ma non mi piace trovarmi in una foresta buia… metti che ci ritroviamo faccia a faccia con qualche assassino…”

Ho pena per quel poveretto, quando dovrà fare i conti con il caratteraccio di Salazar… scommetto che scapperà via dalla paura.”

Ti ho sentita, Rowena.” l’avvisò, seccato, Salazar, per poi aggiungere: “E non dimenticate che potremmo avere a che fare con qualche animale…”

Gli animali non mi spaventano, sia magici che no, so come calmarli… mi spaventano molto di più gli esseri umani…” rispose Helga, mentre Rowena annuiva: “Lo so, certe volte, l’uomo è una creatura davvero pericolosa…”

Nessuna delle due si accorse che Salazar aveva indurito lo sguardo e aveva stretto con rabbia i pugni, mordendosi anche con furia il labbro.

Tuttavia, il giovane si voltò verso Godric, il quale aveva messo la mappa per terra e la stava studiando con molta attenzione.

Allora? Manca ancora molto?” domandò, esasperato, al compagno, il quale, rispose, senza nemmeno alzare lo sguardo dalla mappa: “Non tanto… appena troverò il fiume, saremo a cavallo.”

Quale fiume?”

Secondo la mappa, qui dovrebbe esserci un fiume… dobbiamo seguire il suo corso per un giorno e, poi, arriveremo a destinazione!”

Ma qui intorno non c’è nessun fiume.” esclamò, in quel momento, Rowena, facendo girare di scatto i due amici.

Ti sbagli, Rowena. C’è un fiume, è chiaramente scritto nella mappa.” protestò Godric, mostrando la mappa, ma la donna coi capelli neri insistette: “Quella mappa si sbaglia. Non c’è nessun fiume per un raggio di cento ettari, te lo garantisco.”

Fammi vedere subito quella mappa.” sibilò, furente, Salazar, allungando la mano e Godric, un po’ titubante, gliela passò.

L’uomo coi capelli neri, fissò in silenzio, la mappa, per poi domandare: “La stavi tenendo in questo modo, vero?”

Beh, sì…”

Zuccaccia vuota che non sei altro, la stavi tenendo al contrario!!!!”

L’urlo fu così potente da far volare via tutti gli uccelli.

Persino l’uccello appollaiato sulla spalla di Helga si spaventò e cominciò a volare in tondo, gracchiando.

Oh, Salazar… hai di nuovo spaventato tutti i poveri uccellini…” lo sgridò, dolcemente, Helga, per poi voltarsi verso il suo uccello e tentare di calmarlo: “Lokni, tranquillo. Vieni qui, amore. Non è niente, è solo Salazar arrabbiato. Su, torna qui. Qui, bell’uccellino. Su, povero piccolo Augurey… quel cattivone di Salazar ti ha proprio spaventato, vero?”

Soltanto Helga può essere più preoccupata per un Augurey spaventato che per il fatto che ci siamo persi all’interno di una foresta…” commentò Rowena, mentre Salazar continuava a strillare, furibondo: “Adesso capisco perché Althea non ti dava mai la mappa, quando andavamo in giro!”

Va bene, lo ammetto, mi sono sbagliato… può succedere…”

Ah, ma certo… può succedere che quattro maghi si perdiamo come dei babbei all’interno di una foresta nel tentativo di raggiungere Beinn Nibhes, andando completamente fuori strada, perché un babbeo tiene la mappa al contrario!”

Ehi, dacci un taglio, Sal. Non l’ho mica fatto apposta a perdermi!”

Però è stata tua l’idea di entrare nella foresta! Io te l’avevo detto che era una pessima idea, tonto!”

Il locandiere da cui siamo andati, mi ha assicurato che era una scorciatoia…”

E tu, come un merlo, ci hai creduto! T’avverto, i gonzi li prendi tu!”

Se sono coraggiosi e audaci, certo!”

...E, soprattutto, sciocchi come te.”

Mentre i due litigavano, Rowena cominciò a guardarsi intorno, con aria preoccupata.

La nebbia che c’era in quella foresta era sempre più fitta e avvertiva una terribile sensazione…

Smettetela di litigare, voi due! Qualcuno si sta avvicinando a noi! E sono anche numerosi!” esclamò la donna, tirando fuori la bacchetta.

Immediatamente, Godric e Salazar smisero subito di litigare e il secondo tirò fuori dall’avambraccio una bacchetta, mettendosi in posizione da combattimento.

Aspetta, Sal!” lo fermò Godric e, seccato, Salazar domandò: “E adesso che c’è?”

Potrebbero essere dei semplici malviventi babbani…”

Tanto peggio per loro!”

No, no, fermo! Se sono anche loro dei maghi, puoi sistemarli come preferisci, ma se sono dei babbani, almeno abbi un po’ di moderazione… dopotutto, siamo in vantaggio rispetto a loro e le regole della cavalleria impongono che non è corretto duellare contro un avversario più debole e indifeso…”

Sì, le regole della cavalleria… regole da quattro soldi, inventate dai babbani solo per controllare meglio gli individui come te! Guarda che io li conosco molto meglio di te e so per esperienza che se riuscissero a rubare la bacchetta ad un mago, non gliela restituirebbero mica! Ne approfitterebbero per ammazzarlo senza pensarci due volte!”

Dimenticavo che tu non hai un buon rapporto con i babbani…”

Io non ho un buon rapporto con i babbani? Ah, questa è proprio bella! Sono loro che hanno un pessimo rapporto con me!”

Ora state zitti, voi due, per l’amor del cielo! Mi sembra di avere a che fare con due bambini!” l’interruppe Rowena, mentre Godric sguainava una stupenda spada piena di rubini.

In quel momento, si avvertì un fruscio attorno a loro, farsi sempre più vicini, finché dalle coltre della nebbia non apparvero degli individui con delle casacche verdi e marroni.

Finalmente, vi siete fatti vivi… cominciavo a pensare che non sareste mai entrati nella foresta…” esultò quello che sembrava il loro capo, un uomo grasso, calvo e pieno di cicatrici, e, immediatamente, Godric esclamò: “Ma tu sei il locandiere di quella bettola! Quello che mi ha suggerito di passare per la foresta perché era scorciatoia!”

Esatto. Sai, non mi aspettavo che fossi davvero così tonto e spericolato… ma, a quanto pare, la tua faccia da rospo non mentiva, sei proprio un babbeo.” rise l’uomo e, subito, Helga, con un’espressione furibonda, gli puntò il dito contro e disse, avvicinandosi: “Anch’io ti riconosco! Sei quello che ha dato un calcio a quel povero elfo domestico che faceva il cameriere, solo per umiliarlo!”

E allora, bellezza?”

Lurido bifolco ignorante, cafone senza cervello, dovresti vergognarti! Pokety è un essere vivente e, come tale, merita di essere trattato con rispetto!”

Quindi si chiama Pokety?”

Non appena ebbe finito di parlare, che Helga puntò contro di lui la bacchetta e lo colpì con incantesimo, facendolo cadere a terra.

Capo!” esclamarono, in coro, i briganti, soccorrendolo, mentre Helga si scusava, imbarazzata, con i suoi amici: “Scusate, ragazzi, non so cosa mi abbia preso… ero così arrabbiata che non ci ho visto più… dovrei sentirmi in colpa, ma proprio non ci riesco… sono una cattiva persona…”

Ma no, tranquilla… hai solo avuto il tuo raro momento di ordinaria follia… e, detto tra noi, hai fatto proprio bene… nessuno ti biasimerà per questo…” la tranquillizzò Rowena, dandole delle pacche alla schiena, mentre Salazar commentava: “Oh, che esagerazione… io lo faccio di continuo, eppure non sono per niente una cattiva persona.”

Tu non sei cattivo, Sal… sei solo una pessima persona.” rispose Godric e l’amico, prendendolo per il colletto, sibilò: “Vuoi che ti dia in pasto ad uno dei miei amici?”

Nel frattempo, il bandito messo al tappetto da Helga si era rialzato e, tirando fuori una consumata bacchetta, li avvisò: “Vi consiglio di smetterla e di darmi le vostre borse, se ci tenete alla vita.”

Ma certamente, signori, il lavoro è lavoro... purtroppo, non abbiamo la borsa, ma, voglio essere generoso... pertanto, vi farò dono di un oggetto dall'immenso valore…” dichiarò Salazar e, con un rapido movimento, prese il cappello che Godric aveva in testa.

Ma quello è il mio cappello!” protestò, immediatamente, Godric, mentre Rowena sospirava, alzando gli occhi al cielo: “Eccolo che ci riprova…”

Perché cerchi sempre di sbarazzarti del mio cappello, Sal?!” continuò Godric, cercando di riprendersi l’amato cappello, mentre Salazar lo bloccava al petto con una mano: “Finiscila, non vedi che sto concludendo un affare molto importante?”

Io, quella robaccia, non la voglio! E’ il cappello più brutto e malridotto che abbia mai visto! Non vale nemmeno una moneta di rame! Bisognerebbe buttarlo in un immondezzaio!” replicò il bandito e, immediatamente, il rosso gli urlò, furibondo: “Ma come ti permetti?! Il mio cappello è ricco di storia e cultura! Era di mio nonno e ha affrontato di tutto, senza mai distruggersi!”

Io non cerco mica vecchi cappelli! Voglio la tua spada, il medaglione del tuo amico e il diadema che ha in testa quella bellezza! Sono talmente preziosi che ci faranno vivere come nababbi per sempre!” continuò il bandito e, stavolta, fu il turno di Salazar di alterarsi: “Tocca con quelle tue luride manacce il mio medaglione, e io ti faccio volare in quella terra che c’è oltreoceano.”

Sta alla larga dal mio diadema, brutto brigante col cervello di un vermicolo!” replicò, a sua volta, Rowena, mentre Godric aggiungeva: “La mia spada non si tocca! Ho già avuto a che fare con quei dannati folletti per tenermela…”

Te l’avevo detto di non andare dai folletti.”

E basta con questa solfa, Sal! Guarda che ho capito!”

Se ne sei convinto tu… comunque, finiscila di chiamarmi Sal, tonto! Mi chiamo Salazar!”

Finitela di litigare, voi due! Ho affrontato molta gente in questa foresta, ma nessuno più rumoroso di voi!” l’interruppe il bandito “Questa foresta è proibita per chi non paga il pedaggio!”

Quindi questa è una foresta proibita?” domandò, incuriosito, Godric e l’altro ammise: “Se vogliamo metterla così…”

Ma che razza di domande fai?” borbottò Salazar e l’amico ribatté, guardandolo in malo modo: “Sono solo incuriosito! Quando dovrò insegnare geografia, avrò bisogno di sapere con precisione i nomi e i luoghi del mondo, no?”

Insegnare? Ma cosa stai dicendo?” si lasciò scappare, esterrefatto, il capo dei banditi, mentre i suoi complici, si guardavano negli occhi, allibiti.

Beh, è per questo che siamo in viaggio, signori…” ammise Godric, mentre uno dei banditi, domandava, ridacchiando: “Davvero? Fate gli insegnanti ambulanti?”

No, stiamo cercando un posto isolato per dare vita al nostro più grande progetto e sogno: creare la prima e migliore scuola di magia del mondo intero.”

Aveva appena finito di parlare, che tutti i briganti scoppiarono a ridere fragorosamente.

Ehi, si può sapere perché ridete? Guardate che stavo parlando sul serio!” protestò Godric, infuriato, e uno dei banditi rispose, cercando di asciugarsi le lacrime che gli erano venute a furia di ridere: “Una scuola… è la cosa più assurda e ridicola che abbia mai sentito! Scommetto che non durerà nemmeno un anno, dato che non verrà nessuno... L’istruzione è una delle cose più inutili del mondo…”

Beh, ti sbagli di grosso!” sbottò, furibonda, Rowena “Gli ateniesi davano molto importanza all’istruzione e furono uno dei popoli più ricchi e potenti dell’antica Grecia! Grazie ad essa, si possono scoprire tante cose, diventare qualcuno nella vita e accrescere la propria intelligenza! Guarda che avere l’ingegno smisurato è un potere molto importante!”

Ma chiudi quella bocca, tu! Chi ti credi di essere tu per fare la sapientona?”

Mi credo di essere chi, effettivamente, sono: una grande studiosa e amante della conoscenza, come, mi auguro, siano i miei futuri studenti!”

Continuate pure a sognare, tonti… quella vostra scuola non funzionerà mai… i vostri caratteri sono troppo incompatibili…”

Tutti, persino Helga, fecero una faccia offesa e furibonda, tanto che Godric sussurrò a Salazar: “Dagli una sonora lezione delle tue, Sal. Non ti biasimerò assolutamente.”

Non me lo faccio di certo ripetere due volte.” disse l’uomo coi lunghi capelli neri, prima di muovere velocemente il braccio.

Subito, un raggio luminoso, si abbatté sui malviventi, ribaltandoli.

Senza perdere altro tempo, tirarono fuori le bacchette e cominciarono ad attaccare Salazar, ma la maggior parte del colpi furono bloccati da una grossa bolla verde.

Ottimo lavoro, Helga! Nessuno sa usare Protego meglio di te!” esultò Godric, tirando fuori la bacchetta, imitato da Rowena, e la donna coi capelli rossi, sorrise, imbarazzata, con la bacchetta puntata davanti a sé: “Grazie, Godric… diciamo che ciò che voglio è proteggere i miei amici… a differenza vostra, sono tremenda con gli incantesimi d’attacco… ma cerco di arrangiarmi…”

I quattro continuarono a combattere, finché Godric non disse: “Sapete, forse ho un’idea…”

Toglitela dalla testa.” fu la secca, rapida e brutale risposta di Salazar e, immediatamente, il rosso protestò: “Ma non ho ancora detto niente!”

Però ti conosco. I tuoi piani non sono mai come quelli che progettiamo io e Rowena, anzi, sono l’esatto opposto. Sono pazzi, pericolosi, rumorosi, senza senso e, nella stragrande maggioranza dei casi, non risolvono niente, ma fanno solo più danni.”

Sta tranquillo, Sal, stavolta andrà tutto bene, te lo garantisco!”

Piantala di chiamarmi Sal… e, comunque, tutte le volte che dici così, succede qualcosa di a dir poco disastroso.”

Uomo di poca fede.”

Sono un semplice realista e ti conosco da quando avevi undici anni. Sei come quella polvere da sparo inventata dei cinesi.”

Grazie tante per la fiducia!”

Prego.”

Senza ribattere, Godric mise in tasca la bacchetta.

Si può sapere che stai combinando, adesso?” domandò Salazar e Godric rispose: “Ragazzi, state tutti lontano. Ci penso io.”

L’uomo strinse con entrambe le mani l’elsa della spada e chiuse gli occhi.

Immediatamente, il suo corpo venne avvolto da un denso fumo rosso, fino ad arrivare alla sua spada.

Il fumo salì e avvolse completamente la preziosa spada di rubini, fino a sembrare una densa fiamma rossa.

A quel punto, Godric abbassò di scatto la spada, generando una potente avvampata di aria calda che colpì gli avversari ancora in piedi, ribaltandoli completamente e mettendoli al tappetto.

Ecco fatto, sistemati!” esultò Godric prima che qualcosa, o meglio, qualcuno parecchio infuriato, gli tirasse un pugno in testa.

Ahia, Sal! Perché diavolo l’hai fatto?!” protestò il rosso e Salazar, cercando di contenere la sua furia, rispose: “Perché sei la zucca più vuota che abbia mai visto, un autentico pericolo pubblico! Lo sapevo che il tuo piano era senza senso e pericoloso!”

Perché dici così? Ho annientato quei tizi!”

Per tutta risposta, Salazar indicò davanti a sé.

Dove Godric aveva lanciato l’attacco, il terreno e gli arbusti erano tutti bruciati e anche i vestiti della banda erano leggermente bruciacchiati.

Inoltre, la potenza dell’attacco aveva fatto persino volare Helga, la quale si trovava dietro a Godric e alla sua spada, facendola cadere per terra, mentre Rowena cercava di aiutarla.

Cavolo, che disastro…” si lasciò scappare Godric e, subito, Salazar esclamò: “Già, e indovina di chi è la colpa, come al solito? Si può sapere cos’hai combinato con quella stupida lama?!”

Beh, ecco… volevo creare una spada che fosse, all’occorrenza, anche una bacchetta… così da poter essere sempre usata per qualsiasi duello, sia magico che no… così ho guardato tra i vecchi libri di Althea per vedere se c’era qualche incantesimo interessante… e ho trovato ‘Il soffio del drago’.”

Già dal nome, annuncia guai… cosa fa di preciso quest’incantesimo?”

Beh, fa quello che hai visto… per prima cosa, lancio l’incanto su un oggetto e, quando ne ho bisogno, concentro gran parte della mia energia magica su di esso e poi lo lancio. Ho lanciato l’incanto sulla spada ed ecco fatto! Ho creato l’arma perfetta per me!”

Hai creato un’arma di distruzione di massa, brutto zuccone col cervello di un broccolo! Riportala subito ai folletti, prima che qualcuno te la rubi e minacci il mondo intero!”

Tranquillo, Salazar. Ho tutto sotto controllo.”

Con te, niente è sotto controllo! Falla sparire all’istante!”

Stavolta, ho fatto le cose per bene. Ho lanciato sulla spada una magia molto antica legata al sangue. Il ‘Soffio del drago’ può essere evocato solo da me o da qualcuno che è legato a me dal sangue. In pratica, a parte me, solo un membro di sangue della mia famiglia o un mio discendente, può attivare quest’abilità della mia spada.”

Mmh… beh, per una volta hai fatto qualcosa d’intelligente, lo ammetto… allora possiedi un cervello, da qualche parte…”

Grazie, Sal. E’ la cosa più carina che tu mi abbia mai detto da sette anni…”

Sette anni in cui mi hai fatto impazzire con le tue sciocchezze. Bah, andiamo avanti, che voglio uscire da questo posto infernale…”

Guarda che si chiama la foresta proibita.”

Sono troppo stanco per sprecare energie per le tue stupidaggini…”

Mentre i quattro riprendevano il cammino, Salazar si voltò verso Godric e gli domandò: “Ah, come fai ad essere così sicuro che l’incanto abbia funzionato?”

Che intendi?”

Beh, hai detto che hai incantato la spada in modo da evocare quell’abilità solo quand’è in mano ad un tuo parente di sangue… ma come fai ad essere sicuro che ci sei riuscito? L’hai testata?”

E come potevo? Ti ricordo che sono figlio unico e che i miei genitori sono morti quand’ero piccolo.”

Non dirmi che… non hai l’assoluta certezza che l’incanto sia veramente riuscito…”

Credevo che il fatto che non fosse successo niente alla spada, significasse che ce l’avessi fatta…”

Godric Gryffindor, sei proprio una zucca vuota senza speranza!”


Gal riaprì, di scatto, gli occhi.

Non riusciva a capire cosa significasse quella lunga visione, ma, forse, aveva un’idea per risolvere la situazione…

Raggiunse Delphini e, senza mezzi termini, le domandò: “Ehi, Delphini, sei sicura che il tuo Protego sia abbastanza potente?”

Se non lo fosse, a quest’ora saresti morto.” fu la semplice ed infuriata risposta di Delphini, ma Gal rispose: “Bene, voglio provare una cosa… mi raccomando, tieniti pronta con il Protego. Ci sarà un po’ di casino...”

Come vuoi.”

Dopo aver detto quelle parole, Gal avanzò lentamente, con la spada in mano.

Cosa diavolo sta facendo, Gal?!” domandò Teddy e Delphini spiegò: “Quell’idiota ha qualcosa in mente, ma cosa di preciso non ne ho la più pallida idea… in ogni caso, teniamoci pronti. Conoscendolo, il suo piano sarà qualcosa di rumoroso, senza senso e molto pericoloso…”

Ignorando il commento, Gal si posizionò davanti a Bluebell, con la spada in mano.

Vedendola, Bluebell non poté trattenere la gioia: “Ehi, dove hai trovato quella spada, ragazzino? E’ davvero stupenda… varrà un occhio della testa… inoltre quelli sono i rubini più grossi che abbia mai visto e guarda che ne ho visti parecchi…”

Senza dire una parola, Gal si posizionò e, dopo aver alzato la spada e chiuso gli occhi, cominciò a concentrare la sua energia magica sulla spada.

Dentro di sé, cominciò a sentire dell’acqua che scorreva sempre più forte e impetuosamente come la corrente di un fiume in piena.

Una corrente calda e ricca di potenza…

Era così assorto, che non si accorse che il suo corpo stava venendo avvolto dal del fumo rosso, il quale si stava dirigendo verso la spada che il ragazzino aveva in mano.

Bluebell se ne accorse e lanciò un incantesimo, il quale colpì, invece, il fumo, che neutralizzò il colpo.

Iniziando ad alterarsi, Bluebell continuò a lanciare attacchi verso Gal, ma il fumo che lo avvolgeva continuava a parare gli incantesimi.

Ma cosa…?” si lasciò sfuggire Teddy, mentre Athena diceva: “Credo che Gal stia per fare un incanto antico e molto potente… sarà uno spettacolo davvero affascinante… non sapevo che con la spada di Gryffindor si potessero lanciare degli incantesimi…”

Una ragione in più per allontanarci un po’… non so perché, ma ho sensazione che quel cretino farà un disastro…”

Proprio in quel momento, Gal riaprì gli occhi di scatto.

La spada era diventata incandescente.

L’attacco era pronto, ne era certo.

Con un atto veloce e letale, Gal mosse la spada e il potente attacco del ‘Soffio del drago’ si generò in tutta la sua potenza, colpendo in pieno Bluebell, nonostante avesse provato a difendersi con una barriera.

Anche se erano dietro Gal, Delphini, Teddy e Athena non poterono fare a meno di coprirsi il volto.

Quell’attacco era davvero tremendo.

Fortunatamente, grazie al Protego di Delphini, i tre ne vennero presi in misura ridotta.

Finalmente, l’effetto finì e Gal, ansimando, guardò davanti a sé.

Bluebell era sdraiata per terra, svenuta e coi vestiti tutti bruciati, mentre intorno a lei c’erano il nero della bruciatura.

Evidentemente, doveva essere tremendo beccarsi in pieno quell’attacco.

Vittoria!” esultò, tutto contento, il Grifondoro, prima che quello che sembrava un enorme e pesante mattone gli finisse sulla testa.

Voltandosi di scatto, per vedere cosa fosse successo, vide Delphini con un’espressione inferocita e il grosso libro di pelle di drago nera.

Ahia!!! Si può sapere perché l’hai fatto, Delphi?!” protestò Gal e la ragazzina rispose: “Perché sei un idiota senza cervello e, per di più, irresponsabile! Ma cos’hai in quella testa, i draghi?!”

Sei proprio identica a Sal…”

Eh?! Ma cosa stai dicendo?! Chi diavolo è Sal?!”

Mentre i due litigavano, Teddy alzò un attimo la testa e vide, nel cielo ormai azzurro, una figura nera con un lungo mantello mosso dal vento e il cappuccio calato, anche se gli parve di vedere due occhi gialli, simili a quelli di un gatto.

La figura rimase un attimo sospesa in aria, per poi svanire nel nulla.

Teddy rimase un attimo a guardare il cielo con aria sorpresa, finché non sentì un dito toccargli con insistenza la spalla.

Il Metamorfomagus si voltò e, quasi immediatamente, sbiancò per la paura.

Delphini era davanti a lui, con l’espressione più irata e furibonda che avesse mai visto.

Non si sarebbe di certo meravigliato se l’avesse ucciso…

E adesso a noi due, brutto rompitore di scope…” sibilò la giovane Serpeverde e Teddy si ritrovò a sudare freddo.

Quella era davvero una brutta situazione…

Black, Lupin, Sandlers, Doyle!” urlò, proprio in quel momento, un’irata voce femminile, alle loro spalle, salvando la vita di Teddy.

Mai in quel momento fu grado che fosse arrivata la McGranitt…

La donna si avvicinò con aria incredula e, allo stesso, tempo, arrabbiata, al gruppo e, dopo essersi data un’occhiata in giro, ordinò: “Tutti nel mio ufficio, immediatamente. Il signor Ferrars vi sta già aspettando lì. Dobbiamo fare un bel discorsetto…”

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Capitolo 26
*** L'Erede di Grifondoro ***


Capitolo 26: L’erede di Grifondoro


Una cosa veramente indecente! Ai miei tempi, nessuno studente, specialmente un membro della mia Casa, si sarebbe azzardato a fare una simile diavoleria! In giro sui tetti di mattina presto, roba da matti! Nemmeno quella peste insolente di Jacqueline Turner si è mai spinta a tanto, e me ne ha fatte passare di tutti i colori durante i sette anni in cui ho avuto la sfortuna di averla come studentessa!” urlò il quadro del vecchio signore con la barba nera che venne subito redarguito dalla McGranitt: “Grazie per il tuo intervento storico e culturale, Phineas, ma, ora, se permetti, mi occupo io dei ragazzi, grazie.”

Mentre la preside parlava, i cinque malcapitati soggetti restavano in completo silenzio, seduti sulle sedie che la McGranitt aveva fatto apparire.

Era la fine, se lo sentivano… la preside, come minimo li avrebbe puniti e tolto parecchi punti alle rispettive Case.

Teddy e Oliver si guardarono, in silenzio.

La loro Casa sarebbe stata quella che avrebbe perso più punti, dato che erano in due… ma, in ogni caso, non importava.

Il problema era il pericolo di un’espulsione… nessuno dei loro parenti avrebbe gradito la cosa.

In quel preciso istante, la McGranitt si voltò verso di loro e li guardò un attimo in silenzio.

Dunque… abbiamo ben cinque studenti del primo anno che, invece di essere nel proprio dormitorio, se ne vanno, di mattina presto, sui tetti della scuola, con tre banditi alle calcagna e con un libro, il Cappello Parlante e una piuma magica che fanno parte di questa scuola da quando fu costruita secoli fa. La mia domanda è molto semplice: come ci siete finiti, voi cinque, lassù?”

Per un attimo, ci fu di nuovo il silenzio, poi Teddy fece: “Ecco, professoressa… se vuole, glielo spiego io…”

Molto bene, Lupin. Parli pure.” fece la donna, prima che la voce del preside coi capelli unti e il naso esclamasse, allibito: “Lupin? Non sarai mica un parente di Remus Lupin, vero?”

Beh, era mio padre…” ammise, il ragazzo, e l’uomo, sibilò, con gli occhi che mandavano scintille: “Ah, avrei dovuto immaginarlo… tale padre, tale figlio… sempre alla ricerca della fama e della popolarità, con il suo gruppo fidato di amichetti. Ovviamente, non c’è nessun problema ad infrangere le regole, anzi… tanto meglio!”

Qualcosa mi dice che quel tizio non avesse una gran simpatia per tuo padre…” sussurrò Delphini a Teddy, il quale, per tutta risposta, fece una faccia nervosa ed agitata.

Non capiva perché, ma quel preside lo agitava e gli faceva non poca paura…

Grazie per il tuo intervento, Severus… ora, per favore, lasciami parlare coi ragazzi senza interrompere, grazie.” lo liquidò, esasperata, la McGranitt.

Phineas e Severus erano proprio insopportabili a volte…

Teddy, tuttavia, non poté fare a meno di notare che il nome di quel tipo era identico al secondo nome del secondogenito di Harry… ma doveva senz’altro trattarsi di una coincidenza…

Su, forza, Lupin. Mi dica come sono andate le cose e come ci siete finiti sul tetto della scuola.” disse, proprio in quel momento, la McGranitt e Lupin, con un po’ di timore, le raccontò tutto quello che era successo: la scoperta del passaggio segreto, l’incontro – scontro nei sotterranei, il furto del Veritaserum, la scoperta della verità, la spedizione notturna, le trappole che avevano trovato, la separazione, gli incantesimi di cui Athena e Gal erano state vittime il ricongiungimento, la scoperta delle scale, la stanza segreta, il passaggio che portava all’ufficio della preside e a quello della torre, la cattura e, grazie ad uno stratagemma di Delphini, la fuga sui tetti.

...Solo che mentre stavamo per scappare, un incantesimo ha spezzato la corda che teneva legata Athena e, così, ho preso la scopa di Delphini per riprenderla e, nel mentre, ho salvato Oliver che stava per cadere dal tetto. A quel punto, io e Oliver ci separati e una volta che l’ho ripresa, sono tornato indietro e, una volta che abbiamo sistemato uno di quei tre e l’incantesimo è finito, abbiamo raggiunto gli altri, che stavano combattendo contro Bluebell Borgin. Poi Gal, con la Spada di Grifondoro, ha lanciato l’incantesimo più incredibile e pazzesco che abbia mai visto, sconfiggendola una volta per tutte.”

La preside rimase in silenzio un attimo, poi domandò a Gal: “Signor Sandlers, posso chiederle cos’era l’incantesimo che ha lanciato? Ho avuto a che fare molte volte con la spada di Godric Gryffindor, ma questa mi è totalmente nuova…”

Quello era il ‘Soffio del drago’, professoressa.” rivelò, tranquillamente, il ragazzino e la donna, incuriosita, chiese: “Il ‘Soffio del drago’? E che cos’è?”

Beh, vede, prof, è una storia un po’ lunga e parecchio inverosimile…”

La racconti pure, Sandlers. Sono abituata alle storie un po’ lunghe e parecchio inverosimili…”

Bene, allora, quando Oliver mi ha passato la spada, ho visto una visione… certo, durante quest’anno scolastico ne ho già avuta una, ma questa era un po’ diversa… ero nella Foresta Proibita e c’erano quattro tizi che la stavano attraversando, ma che si erano persi perché uno di loro teneva la mappa al contrario e mentre uno dei suoi compagni, Sal, gliene urlava di tutti i colori, sono stati attaccati da dei banditi… beh, quei quattro erano i fondatori di questa scuola…”

Ovviamente, la cosa lasciò tutti a bocca aperta, tanto che persino Delphini sgranò gli occhi, stupita.

In fondo, la notizia che Gal avesse visto in una visione i quattro fondatori della scuola era una roba davvero forte…

Sandlers, è sicuro di quello che sta dicendo?” domandò la McGranitt e Gal annuì: “Certo, professoressa. I loro nomi erano come quelli dei quattro fondatori e anche il loro comportamento sembrava coincidere…”

E cosa ci facevano nella Foresta Proibita?”

Volevano raggiungere una montagna con un nome assurdo, Binn qualcosa… dato che volevano realizzare il loro sogno, creare la prima e migliore scuola di magia del mondo, ma credo che nessuno li avesse presi tanto sul serio… quando quei banditi hanno scoperto cosa volevano fare, sono scoppiati a ridere e hanno detto che quella scuola non avrebbe avuto speranza di durare, perché l’istruzione non valeva una cicca…”

Ah, hanno proprio un futuro come indovini…” commentò Delphini e la McGranitt la redarguì: “Signorina Black, la prego di far silenzio.”

Cosa?! Non solo una Serpeverde è stata coinvolta in questo orribile misfatto, ma è addirittura un membro della mia nobile, pura e antichissima famiglia?!?!” urlò, sbigottito e furibondo, Phineas.

Sentendo ciò, Delphini sentì il cuore smetterle di battere.

Quello doveva essere Phineas Nigellus Black, un antenato di sua madre che era diventato preside della scuola… era praticamente finita nella tana del lupo, la sua vita e il suo futuro dipendevano dal fatto che uno stupido quadro non la riconoscesse…

Mh? Non dirmi che tu sei Phineas Nigellus Black!” esclamò, esterrefatto, Gal e, subito, Phineas, con un sorriso di trionfo, ammise: “Esatto, ragazzo. Sono felice di sapere che la mia persona sia ancora molto conosciuta in questa scuola…”

Certo che sei famoso, sei il preside meno amato che Hogwarts abbia mai avuto da sempre! Si ricordano tutti di te solo per quello...” ammise, con ingenuità, Gal e, subito, tutti i presenti, dovettero mettersi la mano davanti la bocca, per non scoppiare a ridere come dei pazzi, tranne, ovviamente il povero Phineas, il quale era rimasto a bocca aperta.

Sandlers, si vergogni… non si dicono queste cose… un minimo di educazione…” lo sgridò la McGranitt, la quale, tuttavia, aveva messo la mano davanti alla bocca, per non far vedere che stava facendo un sorriso divertito e che stava lottando con sé stessa per non scoppiare a ridere, mentre il quadro di Silente esclamava: “Ah, la gioventù moderna… così schietta e sincera… devo ammettere che è qualcosa di davvero stupefacente ed interessante…”

In poco tempo, tuttavia, il quadro di Phineas si riprese e si mise ad urlare, inviperito: “Razza d’insolente ragazzino! Figlio di luridi babbani, vergogna del Mondo Magico, ma come osi?! Io sono un membro dell’antichissima e nobile casata dei Black, conosciuta in tutto il Mondo Magico…”

Tu conosci questa casata, Oliver? Perché io non l’ho mai sentita…” domandò, incredulo, Gal al vicino, col risultato di far infuriare ancora di più il quadro.

Come osi? Come osi?! Nel Mondo Magico, tutti conoscono i Black, membri onorari delle Sacre Ventotto, capito?”

Ma cos’è?”

L’elenco delle famiglie più purosangue e nobili di tutto il Mondo Magico! Il solo appartenere ad una di esse, indica fama, gloria e purezza!”

A me suona più come una gigantesca stupidaggine… e uno stupido spreco di tempo, denaro e pergamena.”

Brutto ragazzino col cervello di un rospo! Se solo fossi ancora vivo…” sibilò Phineas, mentre Albus diceva: “Beh, Phineas, sono certo che questo ragazzo sarebbe andato molto d’accordo con Sirius… magari, in questo preciso istante, si sta divertendo un mondo nell’aldilà a sentire questi discorsi…”

Ah, che ci provi, Silente! Gliela farò vedere io, te lo garantisco! Maledetti giovani, sempre arroganti e con idee assurde… quel ragazzino, poi… mi ricorda troppo quella studentessa di Grifondoro che odiavo con tutto me stesso, Jacqueline Turner… mai avuto a che fare con una persona più insolente… ogni occasione era buona per combinare qualcosa e darmi sui nervi... in quanto a quella peste, spero che la mia discendente non ci abbia mai più a che fare…!” ricominciò Phineas, ma, stavolta, venne interrotto da Delphini: “Guardi che io non faccio parte della Casata dei Black, anche se ho lo stesso cognome e sono di Serpeverde.”

Phineas, per tutta risposta, si mise ad osservarla con molta attenzione, mentre la ragazza lo guardava dritto negli occhi, cercando di non far vedere che era impallidita.

In quel momento, persino la minaccia di un'espulsione le sembrava una cosa di poco conto… voleva solo uscire da quella stanza…

Ne sei sicura?” domandò Phineas e, immediatamente, la ragazzina esclamò, raccontando una mezza verità: “Certo che sì! Mio padre non aveva alcun legame con la Casata dei Black.”

Strano… eppure la forma del tuo viso… è identica a quella traditrice di mia sorella Isla… le tue mani sono identiche a quelle di mia figlia Belvina, mentre il naso è quello di mia nipote Lycois… solo la forma degli occhi sono completamente estranei per me…”

Forse li ha presi dal padre.” propose, innocentemente, il ritratto di Silente e Phineas rispose: “Certo che sì, Silente. Stavo proprio per dirlo io!”

Ma certo, Phineas.”

Vi sbagliate! Mio padre proveniva da una famiglia di babbani! Molti babbani hanno come cognome Black!” sbottò, esasperata, Delphini.

Ma quando sarebbe finito quel maledetto incubo?!

Che stupidaggine, nessun babbano oserebbe mai avere un cognome così nobile e puro!” rispose Phineas e, proprio in quel momento, Gal rispose: “Veramente, è un cognome molto comune tra i babbani… il mio vicino di casa babbano, che possiede un piccolo emporio, aveva come cognome proprio Black… e c’era un londinese che ho conosciuto in vacanza con lo stesso cognome… ah, è poi c’era la vecchia insegnante di lettere di mia madre, che aveva un fratello che faceva il netturbino!”

Phineas rimase in silenzio un attimo, per poi domandare: “Ed erano tutti babbani?”

Certamente, signore!” annuì il ragazzino e, subito, Phineas sparì dal quadro, anche se tutti videro che aveva un’espressione furibonda.

Sì è offeso. Ma che ho detto di sbagliato?” domandò, incredulo, e Delphini, con un’espressione esasperata, rispose: “Praticamente tutto. Dovresti scrivere un libro su come mettere in crisi un mago purosangue con poche, semplici, ma letali mosse.”

Tuttavia, in cuor suo, era grata a Gal che avesse mandato via quell’impiccione…

Tornando a noi, Sandlers, cos’altro ha visto in quella visione?” domandò la McGranitt e Gal rispose: “Beh, ho visto come evocare l’incantesimo, così poi ho ricopiato pari e pari il procedimento.”

E come averebbe fatto?”

Beh, bisogna mettersi in posa e, poi, concentrare la propria energia magica sulla spada…”

Davvero strano… quando Potter e Paciock l’hanno usata anni fa, nessuno di loro è stato in grado di evocare quell’incantesimo… Sandlers, è sicuro che non ci sia dell’altro sotto? Godric Gryffindor ha specificato dove ha trovato questo incantesimo?”

Beh, ha detto di averlo trovato nei libri di una donna di nome Althea, che sembravano conoscere bene tutti e quattro… ah, ora ricordo! Ha poi aggiunto che ci aveva aggiunto un altro incantesimo, in modo da impedire che chiunque potesse usare quell’incanto e minacciare il mondo…”

Una scelta molto saggia ed intelligente, dopo quello che ho visto… quell’arma è un autentico pericolo pubblico!” commentò, ironica, Delphini.

Ignorandola, la McGranitt domandò a Gal: “E in cosa consiste quest’incantesimo, Sandlers?”

Dunque, mi faccia pensare… era qualcosa legato al sangue…”

Forse bisognava ferirsi con la spada…” propose Athena, ma Gal scosse la testa: “No, no, non era così… era qualcosa con la discendenza e la sua famiglia… ah, ora ricordo! Secondo Godric Gryffindor, solo una persona legata a lui dal sangue potevano liberare quell’incanto!”

Non appena ebbe finito di parlare, si rese conto che tutti, persino Delphini e la McGranitt, lo stavano fissando a bocca aperta.

Ho detto qualcosa di strano?” domandò, incredulo, Gal e Delphini gli domandò, con la sua solita espressione seccata: “Gal… tu non hai ancora capito cosa significa quello che hai appena detto, vero?”

Beh…”

Lo immaginavo. Ascolta, hai appena detto che solo una persona legata a Godric Gryffindor dal sangue poteva evocare dalla sua spada ‘Il soffio del drago’, giusto?”

E allora?”

E allora, il fatto che tu sia riuscito ad evocarlo quando grandi maghi come Harry Potter e Neville Paciock non sono riusciti a far uscire nemmeno una fiamma da quella lama, cosa significa, secondo te?”

Gal si grattò la testa, dubbioso, per poi tentare: “Forse noi due abbiamo lo stesso gruppo sanguigno?”

Delphini lo fissò un attimo, con un’espressione allibita, per urlare, adirata: “Ma sei proprio un idiota col cervello di un moscerino! Con qualcuno legato a Godric Gryffindor dal sangue, s’intende qualcuno con cui ha un legame di sangue, ossia che è un suo parente o un discendente! E se tu ci sei riuscito, significa che possiedi un legame di sangue con Gryffindor e, pertanto vuol dire una cosa sola: tu sei il diretto discendente di Godric Gryffindor! Sei l’Erede di Grifondoro, stupido!”

Gal rimase un attimo in silenzio e, poco dopo, fece un grande sorriso nervoso e domandò, con un filo di voce: “Io… io sono il discendente… di Godric Gryffindor?! Il fondatore di Hogwarts..?”

Sembrerebbe proprio di sì, anche se sembra assurdo…”

Gal rimase in silenzio un attimo, per poi mettersi a saltare come un matto ed ad urlare: “Non ci posso credere! Sono il discendente di Godric Gryffindor, sono l’erede di Grifondoro!!!! Sono il discendente di un fondatore di Hogwarts e uno dei più grandi maghi della storia!!!! E’ pazzesco, folle, grandioso!!!! Voglio urlarlo al mondo intero! E’ troppo forte!!!!”

Sandlers, per l’amor del cielo, si dia una calmata!” tentò di fermarlo, invano, la McGranitt, la quale, però, era a sua volta sconvolta per aver scoperto una cosa del genere.

Nessuno si accorse che, al contrario, Delphini restava in silenzio, con un’espressione adirata.

Infatti, era leggermente invidiosa del fatto che Gal potesse esaltarsi e vantarsi come un matto per aver scoperto di essere il discendente di una persona così importante e molto ammirata dalla comunità magica… mentre lei, non poteva dire o fare altrettanto.

Dopotutto, era la figlia di Bellatrix Lestrange e nessuno avrebbe mai ammirato i suoi antenati, a parte, ovviamente, i compagni Mangiamorte di sua madre… l’unica eccezione era Sirius Black, anche se per anni era stato considerato un terribile assassino…

Senti, Gal… forse è meglio che non dici a nessuno dei tuoi legami di sangue con Godric Gryffindor…” disse, proprio in quel momento, Teddy e Gal, esterrefatto, domandò: “Cosa?! E perché?! Non vedo l’ora di vedere la faccia che farà quel deficiente saputello di Abel Nott… diventerà rosso dall’invidia…”

Se si scopre che sei l’Erede di Grifondoro, la stampa ti starà sempre addosso e non ti lascerà mai in pace. Credimi, è terribile vivere e crescere sotto i riflettori, ogni tuo piccolo errore e pasticcio, finisce sotto gli occhi di tutti… inoltre, temo che qualcuno ti stia cercando.”

Uh? Che intendi?”

Bluebell Borgin ha detto che qualcuno le aveva richiesto uno studente di Grifondoro e il Cappello Parlante. All’inizio, credevo che volesse mettere le mani sulla spada di Grifondoro, ma dopo quello che ho visto, ho un sospetto…”

Cioè?”

Ecco… credo che quell’individuo che ha contattato la Borgin, sapeva del ‘Soffio del drago’… forse, il vero motivo per cui voleva la spada di Grifondoro, non era per il fatto che fosse preziosa o per il sangue del Basilisco… ma voleva usarla per trovare colui che fosse riuscito ad evocarlo, in modo da localizzare l’Erede di Grifondoro.”

Mi sembra di essere nella leggenda di Re Artù e della sua spada nella roccia…” commentò Delphini e Gal, leggermente preoccupato, domandò: “Quindi, qualcuno è sulle mie tracce?”

Temo proprio di sì. Per questo, fossi in te, terrei nascosta questa scoperta… anche perché, non sappiamo perché quest’individuo stia cercando il discendente di Godric Gryffindor…” continuò Teddy e Gal si disperò: “Oh, mamma… vorrà di sicuro ammazzarmi… non sarà mica l’Erede di Serpeverde quello che mi sta cercando? Forse, ce l’ha a morte con Godric Gryffindor per essere andato contro alle idee purosangue di Slytherin…”

Datti una calmata! E’ impossibile che sia l’Erede di Serpeverde quello che ti sta dando la caccia!” sbottò, seccata, Delphini e Gal, guardandola in malo modo, domandò: “Come fai ad esserne così sicura? Mica ha lasciato un biglietto da visita.”

Secondo Teddy, l’Erede di Serpeverde era Voldemort e quel tizio, fortunatamente per tutti, è morto stecchito da un pezzo. E sono assolutamente certa che non abbia avuto un figlio.”

Come fai a dirlo? Magari, in questo preciso istante, è da qualche parte, nascosto nel buio… pensa, potrebbe essere più vicino a noi di quel che pensiamo...”

Falla finita. E’ impossibile che esista. Ho letto un sacco di libri sui maghi oscuri e, da quel che ho capito, Voldemort era un narcisista, molto arrogante e psicopatico. Tipi del genere non fanno figli, a meno che non gli siano utili in qualche modo e che dimostrino la propria superiorità… come avrebbe potuto dimostrarlo un bambino?”

In effetti, è vero… inoltre, mi sembra ridicolo che volesse continuare la linea di sangue di Salazar Slytherin, se era immortale… non ha alcun senso…”

Beh, anche gli dei della mitologia greca babbana erano immortali e, di conseguenza, non avevano alcun bisogno di una discendenza, eppure la maggior parte di loro, ha avuto più di un figlio con donne mortali…” meditò Athena e, subito, Delphini ridacchiò: “Voldemort esperto di mitologia babbana? Mi sembra più ridicolo dell’idea che abbia avuto un figlio… inoltre, chi diavolo sarebbe così matta da avere un figlio con lui?”

Gal e Athena rimasero un attimo in silenzio.

Purtroppo, le loro teorie sembravano più delle idee surreali, buone solo per un romanzo fantasy babbano…

Però, c’è una cosa che non capisco…” fece, in quel preciso istante, Teddy “Gal ha ricevuto la spada da Oliver… però, io ricordo benissimo di averlo portato alla Torre di Grifondoro e ricordo che non c’era la spada nel Cappello Parlante, quando l’ho affidato ad Oliver…”

Il Tassorosso abbassò lo sguardo, leggermente imbarazzato.

Quando avrebbe voluto che nessuno ci avesse fatto caso…

Ferrars, per caso, ha chiesto ad un Grifondoro di tirare fuori la spada dal cappello?” domandò la McGranitt e Oliver scosse la testa.

Allora come ha fatto la spada ad uscire dal cappello?” domandò la donna e il ragazzino, con un filo di voce, ammise: “Ecco, professoressa, vede… non riesco ancora a capire come sia successo, ma… sono stato io a tirarla fuori dal cappello.”

Per un attimo, nell’ufficio, calò il silenzio.

Fu la preside in persona, sempre più incredula, ad interromperlo: “Ferrars… mi sta prendendo in giro, per caso?”

No, professoressa, glielo assicuro. Mi stavo arrampicando su un tetto, per raggiungere quella piuma magica che mi era scappata, quando ho sentito la borsa diventare incandescente di colpo. Una volta sul tetto, ho capito che il calore proveniva dal cappello e quando l’ho tirato fuori… ho trovato la spada!” raccontò, agitato, Oliver e Gal, incredulo, domandò: “Non sarai mica anche tu un Erede di Grifondoro?!”

Certo che no! Io sono e sarò per sempre un Tassorosso!”

E allora come diamine hai fatto a tirarla fuori da lì?!”

Se permettete, a questo proposito, avrei una teoria.” propose il quadro di Silente e, immediatamente, la McGranitt lo pregò: “Sono tutta orecchi, professor Silente. La prego, ci faccia luce su questa assurda situazione. Com’è possibile che uno studente di Tassorosso abbia tirato fuori dal Cappello Parlante la spada di Godric Gryffindor, che solo un vero Grifondoro avrebbe potuto estrarre?”

La risposta è molto semplice, mia cara Minerva. La chiave di tutto è il coraggio.”

La preside strabuzzò gli occhi e ripeté, incredula: “Il coraggio?”

Esatto, Minerva. Il signor Ferrars ha trovato la spada dopo essere salito su un tetto. Direi, ad occhio e croce, che ci vuole parecchio coraggio per fare un’azione del genere e credo che sia stata quella decisione a farlo ritenere degno di ottenere la spada di Godric Gryffindor.”

Ma, signore… io sono solo un Tassorosso… anche se ho dimostrato molto coraggio, salendo su quel tetto infernale, non faccio parte della Casa di Grifondoro… anzi, il Cappello Parlante mi ha subito spedito a Tassorosso...” fece Oliver, venendo interrotto dalla voce sovrappensiero di Athena: “Grifondoro… la culla degli audaci e dei coraggiosi…”

Vedo che la signorina Doyle ha notato il dettaglio rivelatore…” sorrise Silente e la McGranitt domandò, sempre più allibita: “Cosa intende, professore?”

Sai, Minerva, me lo sono chiesto spesso, dopo quella brutta faccenda della Camera dei segreti... e se la spada di Grifondoro apparisse non ad un coraggioso membro di Grifondoro, ma a qualcuno che dimostri di possedere un animo coraggioso e audace?”

Per un attimo, ci fu un silenzio di tomba, finché Teddy non esclamò, esterrefatto: “Ma, allora questo significherebbe che tutti avrebbero la stessa possibilità di tirarla fuori… persino un Serpeverde!”

E anche un babbano. Non dimentichiamoci che, quando non è nelle mani del signor Sandlers, è una spada come tutte le altre. Un babbano non avrebbe alcun problema ad usarla.” aggiunse, divertito, Silente, mentre la McGranitt: “Se le cose stanno così, Albus, allora perché si è diffusa la storia che solo un vero Grifondoro poteva estrarre la spada?”

Credo che tutto questo sia dovuto ad un piccolo equivoco, Minerva.”

Un equivoco?”

Precisamente. Probabilmente, Godric Gryffindor avrà raccontato ai suoi amici e ai suoi studenti che solo un vero Grifondoro poteva estrarre la spada dal suo nascondiglio segreto, facendo credere a tutti che solo un membro della sua Casa che si fosse dimostrato molto coraggioso potesse prenderla, mentre, in realtà, intendeva una persona, di qualunque Casa, che dimostrasse di possedere molto coraggio e che fosse pronto ad affrontare situazioni rischiose, pur di salvare gli altri. In pratica, una persona che nascondesse, dentro di sé, un animo da vero Grifondoro.”

Tale antenato, tale discendente.” commentò Delphini, guardando il povero Gal in malo modo, mentre Silente continuava: “Purtroppo, questo ha fatto credere a tutti che solo i Grifondoro potessero ottenere la spada, pertanto, le altre Case non hanno nemmeno tentato di trovarla. Così solo i Grifondoro continuarono a tirarla fuori in situazioni di pericolo, consolidando questa diceria, mentre, in realtà, tutti possiedono il coraggio necessario per considerarsi veri Grifondoro, come ci ha dimostrato stamattina il signor Ferrars, il quale rappresenta un perfetto Tassorosso.”

Ma allora perché c’è la divisione in Case, se tutti, in fondo, sono coraggiosi?” domandò, incredulo, Gal e Silente rispose: “Domanda molto intelligente, signor Sandlers… avete mai sentito parlare dei grafici a torta?”

Ma che roba è? Qualcosa che si mangia?” chiese Gal e Delphini, seccata, rispose: “Ma sei proprio stupido! Sono dei grafici messi su carta che hanno la forma di una torta, da cui deriva il nome. Si usano nella statistica babbana e servono per… oh!”

La signorina Black ci è arrivata, a quanto pare…” sorrise Silente, mentre Gal domandava: “Su cosa? Non capisco…”

Se facessimo un grafico a torta e lo dividessimo nelle quattro categorie con cui vengono riconosciute le quattro case, ossia coraggio, determinazione, conoscenza e lealtà; per poi provarlo su alcuni studenti, scopriremmo che le percentuali variano e anche parecchio. Ad alcuni, la percentuale più alta è rappresentata dal coraggio, per altri la determinazione oppure si tratta della conoscenza o della lealtà. Le altre categorie possiedono, però, una propria percentuale, anche se più bassa. Credo che il compito del Cappello Parlante sia individuare la percentuale più alta di questo grafico e poi spedire quella persona lì.”

E i Testurbanti?” domandò, incuriosito al massimo, Teddy e Silente rispose: “In quel caso, le due categorie in questione hanno una percentuale molto simile e il cappello deve analizzarle con molta attenzione, per trovare quella più alta. Ma la cosa più importante è che la somma di tutte queste percentuali da un unico risultato: cento. Questo dimostra che tutti noi, in fondo, possediamo le quattro categorie delle case nel nostro animo… e sono stati gli stessi Fondatori a dimostrarlo.”

Davvero? E come?” domandò Gal e il quadro rispose: “Tutti e quattro hanno dimostrato la voglia di conoscere, di apprendere e una spiccata intelligenza, dato che erano degli insegnanti, degna di un Corvonero. Tutti e quattro hanno dimostrato un grande coraggio nello sfidare le convinzioni dell’epoca sull’istruzione, cosa molto apprezzata dai Grifondoro. Tutti e quattro hanno dimostrato una forte determinazione nel realizzare il loro più grande sogno, qualità molto forte tra i Serpeverde. E tutti e quattro hanno dimostrato una profonda lealtà verso la scuola, i propri studenti e i propri amici, che è molto importante tra i Tassorosso. Non dimenticate, che Salazar Slytherin preferì andarsene da Hogwarts piuttosto che attaccarla, cosa che avrebbe potuto distruggere la scuola e rischiare di uccidere gli studenti o i suoi amici più cari.”

Il gruppo rimase un attimo in silenzio.

Vista da quell’angolatura, tutti, in fondo, appartenevano a tutte le Case… e il motivo per cui Serpeverde, nonostante alcuni suoi membri parecchio discutibili, fosse importante...

Bene, ora che abbiamo, capito come sono andate le cose, possiamo tornare al Libro dell’Accettazione e alla Piuma dell’Ammissione? Mi piacerebbe riaverli indietro, grazie.” dichiarò, proprio in quel momento, la McGranitt e, subito, Delphini aprì il suo monospalla e glieli consegnò.

A cosa serve quel libro? E perché ci sono scritti tutti quei nomi?” domandò, incuriosito, Gal e la preside, seccata, rispose: “Non sono cose che la riguardano, Sandlers.”

Andiamo, Minerva… possiamo dirlo ai ragazzi… hanno rischiato la vita per proteggerli, un piccolo premio se lo meritano. Inoltre, Gal è l’Erede di Grifondoro, quindi, direi che la cosa lo riguarda, e anche di parecchio.”

Oh, e va bene…” sospirò la donna e, non appena si girò verso i ragazzi, dichiarò: “Quanto sto per dirvi, non dovrà uscire da questa stanza, mi sono spiegata? Non potete dirlo a nessuno, amici, parenti e tutori, sono stata abbastanza chiara?”

Chiarissima, professoressa…” sussurrò Teddy, nervoso.

Sapeva che l’affermazione dei tutori, riguardava lui…

Bene, il Libro dell’Ammissione e la Piuma dell’Accettazione fanno parte di questa scuola, da quando venne creata. Si tratta di due oggetti che i Fondatori stessi crearono e il loro compito è quello d’iscrivere a questa scuola tutti i bambini che hanno meno di undici anni, ossia nel periodo in cui la magia è incontrollabile, che dimostrano una forte energia magica. La piuma, quando avverte una magia minorile in corso, prova, automaticamente, a scrivere il nome di quella persona, ma, se il libro, il quale ha un atteggiamento molto più duro rispetto alla piuma, in quanto cerca di avere una prova concreta e solida della magia, si rifiuta, chiudendosi automaticamente. Solo quando è convinto, lascia che la piuma faccia il suo corso. In un certo senso, quei due oggetti, sono il secondo tesoro della scuola.”

E il primo qual’è?” domandò Gal, mentre la preside gli rispondeva, con un sorriso: “Ovviamente, la vista che si vede da lì. Nessuno riesce a fare a meno di guardare il panorama da lì…”

Athena non poteva fare a meno di sorridere.

A quanto pare, ci aveva azzeccato…

In ogni caso, il vostro comportamento è stato parecchio irresponsabile e immaturo, pertanto sarò costretta a togliere cento punti a testa. Consideratevi fortunati che non vi espelli da scuola.” concluse, in quel momento, la McGranitt e tutti, inconsciamente, fecero un sospiro di sollievo.

L’anno prossimo sarebbero potuti tornare a scuola…

Comunque, signor Lupin, la scopa rotta che ha in mano era della scuola, vero?” domandò la donna e Teddy annuì.

Allora deve restituirla subito, mi dispiace.” dichiarò la McGranitt e Teddy diede un’occhiata a Delphini, la quale, per tutta risposta, gli fece cenno di dargliela.

Una volta, che la passò la scopa, la preside dichiarò: “Bene, ora potete andare. Buona giornata.”

Silenziosamente, il gruppo uscì dalla stanza e, una volta che la porta fu chiusa, la McGranitt si girò verso il quadro di Silente e domandò, dubbiosa: “Lei cosa ne pensa, professor Silente?”

Alla scoperta che l’Erede di Grifondoro frequenta la scuola? Beh, sarò onesto, Minerva: sono incuriosito.”

E’ incuriosito?”

Precisamente… ho le sensazione che, molto presto, tutto ciò che siamo certi di sapere, verrà stravolto… e, forse, sapremo come sono andate veramente le cose…”


Cavoli, che colpo di fortuna! Per un attimo, ho pensato che mi avrebbero espulso!” esultò, eccitato, Gal, mentre, Oliver annuiva: “Credo che la McGranitt ci abbia anche pensato…”

Mentre camminavano, i cinque studenti notarono un gruppo sempre più numeroso di studenti.

Avvicinandosi, Gal domandò ad uno studente di Corvonero: “Ehi, che succede?”

Madame Pince ha trovato un uomo in biblioteca e gli altri insegnanti lo stanno portando, assieme ad altri tre individui, nella torre in cui hanno rinchiuso Sirius Black, in attesa che arrivino gli Auror e che li portino ad Azkaban.” rispose quello.

Delphini fece un sorrisetto di nascosto.

Asmodeus e i suoi amici avevano fatto un ottimo lavoro nel condurre il complice della Borgin in biblioteca, come avevano fatto i topi con il Leone Codardo nel campo di papaveri nel romanzo ‘Il mago di Oz’… certo, era stata una faticata convincerli a farsi legare ad una tavola, ma avevano fatto un ottimo lavoro.

Si erano proprio guadagnati quei topi in salamoia…

Proprio in quel momento, il brusio aumentò e arrivarono il professor Vitious e il professor Bennet, i quali stavano portando la Borgin e i suoi tre complici, ovviamente legati con delle corde.

Beh, vi è andata proprio male!” esclamò Gal, non appena Bluebell Borgin fu di fianco a lui “Se solo aveste portato il vostro mantello dell’invisibilità, nessuno vi avrebbe presi!”

Ma cosa stai dicendo, ragazzino? Nessuno di noi ha un mantello dell’invisibilità.” fu la risposta della donna e Gal, incredulo, domandò: “Dice sul serio? Ma, la notte del primo giorno di scuola, qualcuno è entrato nel Sotterraneo di Serpeverde con un mantello dell’invisibilità!”

Beh, quel qualcuno non era uno di noi. I mantelli dell’invisibilità sono rari e costano un occhio della testa, sai? Mi spiace, ma devi cercare da un’altra parte.”

Non appena ebbe finito di parlare, la donna proseguì il cammino, lasciando Gal e gli altri senza parole.

Ma allora… c’è un altro intruso nel castello! Per tutto questo tempo, abbiamo pensato che quei ladri e il tizio invisibile nella Sala Comune di Serpeverde fossero nello stesso gruppo e, invece, agivano per conto proprio!” esclamò, senza parole, Teddy e Delphini, col suo tono insolente, dichiarò: “Una svolta degna di un romanzo di Agatha Christie, non c’è che dire… beh, io me ne vado a dormire, che sono già le nove del mattino e non ho chiuso occhio, stanotte… ah, Teddy… ti consiglio di guardare nella tua tasca…”

Incuriosito, Teddy fece quando gli era stato detto e trovò un foglietto.

Lo aprì e vide che c’era una semplice, ma piuttosto inequivocabile frase: ‘Procurami una nuova scopa entro la fine dell’anno scolastico o finisci male!’

Teddy non poté far a meno di avere un brivido di paura.

Doveva trovare al più presto una scopa o sarebbe morto!

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Capitolo 27
*** Occhi negli occhi ***


Capitolo 27: Occhi negli occhi


L’uomo coi capelli neri ribelli e gli occhiali, osservò con molta attenzione l’immenso castello davanti a lui, non riuscendo a trattenere un sorriso.

Erano anni che non veniva a scuola… a differenza di Hermione, non aveva completato l’ultimo anno scolastico e si era buttato subito nella sua carriera di Auror, diventando uno dei migliori, oltre ad essere quello più giovane di tutta la storia.

Hogwarts aveva proprio un aspetto splendido… la McGranitt e gli altri insegnanti si erano proprio dati da fare…

Fece un sospiro.

Era bello lasciarsi un po’ andare ai ricordi di scuola, ma aveva un compito molto importante da fare.

Con passo calmo e rilassato, il giovane si diresse all’interno dell’edificio, ignorando i numerosi studenti che lo guardavano e parlando sottovoce agli amici.

Ormai, ci era abituato…

Non appena si trovò davanti alla statua del falco, l’uomo dichiarò, con tranquillità: “Bathilda Bath.”

Immediatamente, i Gargoyle si spostarono e lo lasciarono passare, mostrandogli una scalinata che andava verso l’alto.

Gli faceva uno strano effetto vedere le scale apparire con il nome di una famosa storica della magica, dopo che per anni, la porta si apriva usando i nomi di vari dolci… ma, dopotutto, c’era una nuova preside.

L’uomo salì le scale ed entrò in un grande ufficio, pieno di quadri.

Non era cambiato niente, a parte il fatto che mancava il trespolo di Fanny, la splendida fenice di Silente, e la fenice stessa.

Quando gli mancava Fanny… e anche Edvige…

Ciao, Harry. Era da un po’ che non ci vedevamo.” lo salutò, con allegria, un quadro che mostrava un uomo anziano con gli occhiali a mezzaluna.

Professor Silente, è un piacere rivederla!” lo salutò, entusiasta, Harry, mentre Silente annuiva: “Già, è passato parecchio tempo… come va?”

Benissimo. Mi sono sposato, ho tre figli e lavoro come Auror.”

Un eccellente risultato.”

Non vedo il professor Piton…”

Sono qui, Potter.”

Harry si voltò nella direzione della voce e vide il quadro di un uomo con i capelli unti.

Buongiorno, professor Piton… come sta?” domandò Harry e l’insegnante rispose, col tono seccato che Harry ricordava perfettamente: “Sto bene, per quanto possa essere nella mia condizione…”

Harry fece un sorriso imbarazzato.

Anche se era un quadro, la figura al suo interno non era affatto cambiata…

Potter?” domandò, sorpresa, una voce femminile alla sua sinistra.

Harry si voltò e vide la professoressa McGranitt, la quale fece un sorriso, non appena lo vide, dicendo: “Sono felice di rivederla, Potter.”

Grazie, professoressa. Sono venuto qui per occuparmi dei quattro ladri che sono entrati nella scuola.”

E’ sicuro che sia solo questo il motivo, Potter?”

Harry non poté fare a meno di fare un sorriso imbarazzato.

Ormai, la sua vecchia insegnante di Trasfigurazione lo conosceva troppo bene…

Beh, a dire la verità… sono venuto per salutare Teddy, il mio figlioccio… oltre che sgridarlo per quello che ha combinato.”

Bene… però, prima, Potter, vorrei chiederle una cosa.”

Certo, professoressa McGranitt. Mi dica pure.”

Dalle testimonianze raccolte, Bluebell Borgin è stata spinta ad entrare ad Hogwarts da un uomo chiamato Il Profeta… vorrei che tu cercassi di capire chi sia, Potter, e qual’è il suo obiettivo. Secondo Albus ha in mente qualcosa di molto pericoloso e anch’io ho una brutta sensazione a questo proposito… bisogna trovarlo e fermarlo il prima possibile, per il bene del Mondo Magico.”

Nessun problema, professoressa McGranitt. Allerterò tutti gli Auror del paese e chiederò in giro ai miei informatori a Notturn Alley, sperando di beccarlo…”

Lo spero anch’io, Potter… sono davvero preoccupata…”

Lasci fare a me, professoressa. Porto via quei quattro e inizierò subito ad indagare.”

Molto bene… comunque, Potter, ha notato che è quasi mezzogiorno?”

Eh? Sì, perché?”

Beh, fra poco c’è la pausa pranzo… potrebbe approfittarne per salutare il signor Lupin e farci due chiacchierare…”

Certo, ma… quei quattro…”

Oh, non si preoccupi, Potter. Vitious ha lanciato un potente incantesimo per non farli scappare, mentre Gazza, il professor Ruf, il professor Bennet e il professor Trocar fanno loro la guardia a turno… dubito che riescano ad evadere con quei quattro…”

Sono contento di saperlo. Mi sbrigherò in un attimo, non si preoccupi.”

Ottimo. Il signor Lupin dovrebbe star finendo la lezione di Pozioni, assieme agli altri Tassorosso…”

Grazie mille, professoressa. Arrivederci, professor Silente. Buona giornata, professor Piton.”

Arrivederci, Harry.” lo salutò, con un sorriso, Silente, mentre Piton faceva un grugnito, seccato.

Una volta uscito dall’ufficio della preside, Harry si mise a correre per le scale, entusiasta.

La terribile e severa direttrice della sua Casa, aveva, come al solito, intuito quale fosse il suo desiderio più grande in quel momento e gli aveva permesso di realizzarlo…

Era così euforico e di fretta da non accorgersi di una studentessa che, proprio in quel momento, stava salendo le scale e la urtò, in maniera piuttosto forte.

Ehi!” protestò essa e, immediatamente, Harry girò la testa e si scusò, imbarazzato: “Oh, mi dispiace. Scusami.”

Tuttavia, non appena ebbe girato la testa non poté fare a meno di fare una faccia sorpresa e sussurrare, incredulo: “Eh?!”

La giovane che aveva urtato, era una ragazzina con un borsone per contenere i libri e gli strumenti di cancelleria, che doveva avere la stessa età di Teddy e che apparteneva a Serpeverde.

I suoi capelli, i quali erano legati in un’alta coda di cavallo, avevano i colori più strani che si fossero mai visti, argentati con qualche ciocca blu, ma non erano stati quelli a lasciarlo basito.

Erano i suoi occhi.

Di per sé, erano degli occhi assolutamente normali, la cui iride era di un marrone così scuro da sembrare nero, eppure c’era qualcosa in essi… qualcosa di familiare… e che gli faceva venire i brividi.

Sentì le gambe tremargli e il respiro diventargli affannoso, come se si trovasse in una situazione terribile… una situazione di morte...

Non riusciva a spiegarselo, ma… era come se si fosse già trovato davanti a quegli occhi… e in un momento di serio pericolo… ma non riusciva a ricordarsi dove e quando… l’unica cosa che sentiva, dentro di sé, era quell’orribile sensazione che lo stava artigliando…

Per qualche minuto, la Serpeverde osservò in silenzio Harry, per poi domandargli, stupita: “C’è qualche problema, signore?”

Ah, no, niente… scusami.” fece Harry, prima di girarsi e correre giù per le scale, mentre la ragazzina rimase immobile, guardandolo con aria sorpresa e sbigottita.

Harry continuò a correre, finché non si ritrovò su un piano e solo a quel punto si fermò per riprendere fiato.

Dovette aspettare ben cinque minuti, prima di riuscire a calmarsi.

Non riusciva proprio a capire cosa gli fosse preso… quella Serpeverde era solo una comune ragazzina, uguale a centinaia di coetanee… chissà perché diavolo aveva avuto una reazione così assurda…

Probabilmente, quella studentessa l’aveva preso per uno suonato e non poteva certo darle torto… se fosse accaduto a lui una cosa del genere, avrebbe dato a quel tizio dello svitato… che figura…

Facendo un sospiro, Harry riprese il suo cammino verso i Sotterranei, sperando di non rincontrare più quella Serpeverde… l’ultima cosa che voleva, era che spargesse la voce che il grande Harry Potter fosse un matto… di pubblicità indesiderate ne aveva avute fin troppo nella vita…

Proprio in quel momento, notò un gruppetto di Tassorosso uscire da una porta e dirigersi nella sua direzione.

Harry li osservò con molta attenzione, finché non notò un ragazzino coi capelli azzurri che parlava con un coetaneo un più paffuto.

Teddy!” lo chiamò Harry e, immediatamente, il ragazzino alzò lo sguardo e, non appena lo vide, fece un grande sorriso ed esultò: “Harry!”

Il giovane Tassorosso corse verso il padrino e lo abbracciò, chiedendogli: “Non sapevo che saresti venuto così presto!”

Ho pensato di non dirti niente, così da farti una sorpresa.”

Beh, è stata fantastica!”

Teddy smise di abbracciarlo, per poi voltarsi e fece cenno al ragazzo paffuto di avvicinarsi.

Un po’ timidamente, il ragazzino si avvicinò e Teddy lo presentò: “Harry, ti presento Oliver Ferrars. E’ un mio compagno di Casa ed è uno dei miei migliori amici.”

Piacere di conoscerti, Oliver.” lo salutò, con un sorriso, Harry, allungando la mano, la quale venne stretta, in maniera imbarazzata e nervosa, dalla mano sudata del ragazzino, il quale balbettò: “P-piacere di conoscerla… signor Potter…”

Chiamami pure Harry, Oliver. Sei uno dei migliori amici del mio figlioccio e sembri un bravo ragazzo. Non c’è alcun motivo per essere formali.”

Come desidera, signor… volevo dire, Harry.”

Harry fece un grande sorriso e Oliver lo fissava, sbalordito.

Il padrino di Teddy era proprio un uomo gentile, modesto e simpatico… se non fosse stato per la cicatrice a forma di fulmine, non avrebbe mai creduto che quell’uomo fosse il Salvatore del Mondo Magico e colui che sconfitto per ben due volte il Signore Oscuro… Al contrario, sembrava un uomo assolutamente normale… per certi versi, assomigliava molto a Teddy…

Se vuoi, Teddy, vado chiamare gli altri… saranno entusiasti di conoscere il tuo padrino.” propose Oliver e Teddy annuì: “Ottimo… posso chiederti anche una cosa?”

Certo.”

Teddy avvicinò la bocca all’orecchio dell’amico e, facendo in modo che il padrino non sentisse, sussurrò: “Dì a Delphini che ho ciò che le dovevo.”

Cioè una nuova scopa?”

Esatto.”

Oliver annuì e salì rapido le scale.

Andiamo un attimo fuori?” domandò Teddy e Harry annuì: “Certo. Anche perché, devo farti una bella ramanzina per quello che hai combinato ieri… e ho pure l’approvazione di tua nonna.”

Teddy fece una faccia disperata.

In fondo, dopo quello che lui e i suoi amici avevano combinato, era ovvio che il suo padrino e sua nonna non gliela avrebbero fatta passare liscia…


Delphini stava mangiando il suo cibo, nonostante avesse una tremenda morsa allo stomaco, che le impediva di gustarsi i sapori.

Il motivo di quell’ansia era dovuta all’incontro sulle scale con Harry Potter, il quale l’aveva riconosciuto come uno degli uomini che aveva accompagnato Teddy alla stazione e, inoltre, era cominciata a girare la voce che il grande Harry Potter stava facendo un giro della scuola…

Quando si erano scontrati, aveva letto nei suoi occhi il puro terrore quando l’aveva osservata meglio… una paura indescrivibile…

All’inizio, non aveva capito di cosa si trattasse, anzi, in un primo momento, l’aveva considerato uno svitato… ma, poi, aveva avuto un’intuizione.

Doveva aver notato la sua straordinaria somiglianza con sua madre, Bellatrix Lestrange, per questo era così spaventato!

Sua madre era stata presente in gran parte delle battaglie della Seconda guerra Magica… quella dell’Ufficio Misteri e la famosa battaglia di Hogwarts, durante la quale aveva tirato le cuoia, pertanto, doveva averla vista e averci avuto a che fare…

Probabilmente, il padrino di Teddy, una volta tornato al Ministero della Magia, avrebbe informato tutti che ad Hogwarts c’era una ragazzina che era la goccia d’acqua di Bellatrix Lestrange… gli Auror e la stampa avrebbero cominciato a ficcare il naso in giro, scoprendo che quella ragazzina era nientemeno che sua figlia.

Sarebbe scoppiato il pandemonio… Rita Skeeter avrebbe scritto di tutto sul suo conto, descrivendola come una ragazzina pazza come la madre, sarebbe stata costretta a lasciare la scuola, dato che i genitori e gli insegnanti non avrebbero di certo voluto la figlia di una criminale pericolosa e ossessionata da Voldemort ad Hogwarts; il suo sogno di diventare un Auror si sarebbe infranto come un bicchiere di vetro, Teddy e gli altri l’avrebbero abbandonata…

A quel pensiero, Delphini sgranò gli occhi.

Perché aveva pensato a Teddy e ai suoi amici?

Avevano solo condiviso un’avventura nei sotterranei… non li considerava ancora suoi amici…

Ma era cretina o cosa?!

Lei non li avrebbe mai considerati suoi amici! Non poteva averli e rischiare di rivelare per sbaglio il suo segreto o, peggio, rivelare le sue fragilità interiori che a volte la dilaniavano dentro, come in quel momento…

Ciao, Delphini. Ciao, Kevin.” esclamò, proprio in quel momento, una voce allegra e vivace alle sue spalle, che, però, aveva riconosciuto subito.

Spostò leggermente lo sguardo e trovò la conferma delle sue idee, infatti, c’era Oliver alle sue spalle.

A differenza sua, Kevin, il quale, come al solito, era seduto di fianco a lei, in quanto era l’unica, tra tutti i Serpeverde, che lo tollerava e che non lo aggrediva, sia fisicamente che verbalmente, si voltò e, non appena riconobbe Oliver sorrise e disse: “Ciao, Oliver. Come va?”

Benissimo. Sapete chi c’è ad Hogwarts?”

Chi?”

Il padrino di Teddy.”

Kevin rimase un attimo in silenzio, per poi chiedere, emozionato: “Intendi… Harry Potter?”

Proprio lui. L’ho incontrato, assieme a Teddy, mentre uscivamo dall’aula di Pozioni.”

Com’è?”

E’ molto simpatico e gentile. Guarda, se non fosse per la cicatrice a forma di fulmine, non sembrerebbe per niente il Salvatore del Mondo Magico!”

Mi piacerebbe conoscerlo…”

Puoi farlo tranquillamente. Non vede l’ora di conoscerci tutti.”

Sul serio?”

Certo. Adesso è fuori con Teddy, temo per fargli una bella ramanzina… ma sembrava entusiasta di conoscere gli amici del suo figlioccio.”

Spero di fargli una buona impressione…”

Rilassati, mi è sembrato un uomo molto gentile e che non badasse a queste cose… mi ha persino detto di chiamarlo semplicemente Harry.”

Però… Delphini, perché non vieni con noi?”

Io passo.” rispose, seccata, la ragazzina.

L’ultima cosa che voleva era ritrovarsi davanti al padrino di Harry, rischiando di farlo insospettire e facendogli scoprire, con largo anticipo, che era proprio la figlia di Bellatrix Lestrange…

Beh, Teddy mi ha detto una cosa, prima di andarsene con Harry…” disse Oliver e la Serpeverde domandò, con fare annoiato: “Cosa?”

Che ha quello che ti doveva.”

Non appena ebbe sentito quelle parole, Delphini si voltò verso Oliver e domandò, con un tono così calmo da far venire i brividi: “Ha la mia scopa?”

Parrebbe di sì…” sussurrò Oliver, con l’espressione terrorizzata.

Delphini, quando si trattava di spaventare a morte qualcuno o, semplicemente, metterlo in soggezione, era la campionessa indiscussa…

Senza dire altro, la Serpeverde si alzò dal suo tavolo e uscì, come una furia, dalla Sala Grande.

Cavolo… è proprio determinata ad avere quella scopa…” sussurrò, allibito, Kevin, mentre Oliver annuiva: “Una Serpeverde fino al midollo…”

Proprio in quel momento, Oliver notò Christian che, proprio in quel momento, entrava nel salone, cercando di portare una pila di libri senza farla cadere, e, seguito da Kevin, lo raggiunse.

Ciao, ragazzi.” li salutò Christian, sistemandosi gli occhiali “Sapete che il grande Harry Potter è qui ad Hogwarts?”

Certo. Teddy è con lui. Ti andrebbe di conoscerlo?”

Sentendo quelle parole, Christian trasalì e fece cadere per terra tutti i libri, i quali vennero prontamente raccolti da Oliver e Kevin.

Io conoscere il grande Harry Potter?! Oh, no, no… è un onore troppo grande…” balbettò, nervoso, Christian, mentre riprendeva i libri, ma Oliver lo rassicurò: “Non preoccuparti. Ho parlato io stesso con Harry Potter, poco fa, e non è quel tipo di celebrità che ti mette sotto pressione o che si vanta di tutti i suoi successi, al contrario. E’ molto simpatico e gentile.”

Vero, ma… è pur sempre Harry Potter…”

Rilassati, Christian. E poi, anche lui era un Grifondoro, proprio come te. Di certo, gli farà molto piacere conoscere te e tuo cugino. A proposito, dov’è Gal?”

E lì.”

Oliver guardò nella direzione indicata dal Grifondoro e vide l’amico seduto al tavolo dei Grifondoro, col suo solito casco da pilota, che mangiava con aria mogia, seduto accanto al fratello maggiore.

Non era da Gal essere così giù di morale…

Lancelot non ha gradito la bravata di Gal, così ha deciso di tenerlo sotto stretta sorveglianza. Non può fare un passo o uscire da un’aula, senza che suo fratello lo tenga d’occhio e, ovviamente, a mio cugino non tollera che gli si vengano tarpate le ali…” rivelò Christian, con tono dispiaciuto, mentre Oliver osservava la scena in completo silenzio.

Sapeva che l’amico sarebbe stato entusiasta nel conoscere il leggendario Harry Potter, ma esso sarebbe rapidamente scemato non appena suo fratello si fosse unito alla compagnia… però, non poteva nemmeno lasciarlo in balia di quel carceriere di suo fratello…

Proprio in quel momento, Oliver notò Monica entrare e le fece cenno di raggiungerlo.

Mentre la Grifondoro, sorpresa, si avvicinava, Oliver si voltò verso Kevin e gli disse: “Mentre io e Christian ci occupiamo di Gal, tu raggiungi Athena ed Elizabeth. Ci ricongiungeremo nel cortile.”

Va bene.”

Non appena Kevin si diresse verso il tavolo dei Corvonero, Monica raggiunse i due ragazzi e domandò, sorpresa: “C’è qualche problema?”

Monica, potresti distrarmi di nuovo Lancelot, come hai fatto ieri?” le chiese Oliver e la ragazzina disse: “Non so… guardate che è difficile ingannare Lancelot…”

Devi solo distrarlo il tempo necessario per permettere a Gal di scappare, ti prego… in cambio, ti darò un autografo di Harry Potter.”

Davvero?! Forte! Non sapevo proprio come chiederglielo, senza apparire arrogante e sfacciata… lo faccio subito.”

La giovane Grifondoro si diresse subito verso i due fratelli e, poi, con un grande sorriso, domandò a Lancelot: “Ehi, Lancelot. Sai, che ho visto un rapace appollaiato su un albero? Purtroppo, non capisco se è un falco o un’aquila…”

Potrebbe essere una semplice poiana.” fece notare il Prefetto, ma Monica continuò: “Vero, ma, dato che tu sei un ornitologo molto esperto, mi piacerebbe che tu me lo confermassi. Sai, grazie a te, sto imparando molte cose sugli uccelli e non vedo l’ora di scoprirne delle altre…”

Nessun problema, dove l’hai visto?”

Dalla finestra dell’aula di Storia della Magia. Dai, seguimi. Speriamo che sia ancora lì…”

Va bene… tu non ti muovere, intesi?” intimò Lancelot al fratello, il quale, per tutta risposta, fece un cenno con la testa.

Tuttavia, non appena se ne fu andato, Gal si alzò subito in piedi e, con una velocità sorprendente, raggiunse il cugino e l’amico.

Non appena fu davanti a loro, sbuffò, esasperato: “Cavoli, ragazzi… quell’avvoltoio non mi lasciava un attimo… filiamocela, prima che Lancy si accorga che ho tagliato la corda!”

I tre ragazzi non se lo fecero ripetere due volte e, dopo essere usciti dalla Sala Grande, corsero come dei matti per i corridoi, sperando di non farsi beccare da Gazza o da qualsiasi insegnante…

Solo quando arrivarono al cortile, il trio poté finalmente riprendere fiato.

Porca miseria… non avrei mai pensato che avrei dovuto scappare da mio fratello…” commentò Gal, mentre riprendeva fiato, e Christian gli ricordò: “Purtroppo, è un Prefetto…”

Se penso che anche lui è l’Erede di… ahi!” fece il rosso, in quanto Oliver gli aveva appena tirato un calcio.

Imbarazzato, Oliver fece: “Scusa, scusa, scusa! Mi dispiace!”

Non fa niente…” lo tranquillizzò Gal, mentre si massaggiava la gamba colpita, e, non appena Christian si fu voltato da un’altra parte, il rosso sussurrò all’orecchio dell’amico: “Certo che quando vuoi, picchi forte…”

Scusa, non so cosa mi sia preso… ho agito d’impulso…”

Lascia perdere… anzi, hai fatto proprio bene… per poco non mi lasciavo sfuggire chi sono veramente…”

Devi stare molto attento, Gal. Ricordati cosa ti ha detto Teddy…”

E’ proprio il pensiero che qualcuno voglia la mia pelle che mi fa tenere a freno la lingua… non voglio morire, sono ancora troppo giovane… voglio vivere tante avventure, prima di andarmene, e, cosa davvero importante, voglio superare quell’arrogante sfacciato di Tom Riddle!!!”

Ma perché sei così fissato con quel Serpeverde?”

Mi da fastidio il fatto che quell’antipatico abbia dei voti migliori dei miei!”

Non puoi competere con un morto!”

Proprio per questo la cosa è più divertente.”

Sei unico nel tuo genere, Gal…”

Proprio in quel momento, la porta del cortile si aprì di scatto e il Grifondoro coi capelli rossi, d’istinto, si abbassò.

Non preoccuparti, è solo Kevin con le ragazze.” lo tranquillizzò Oliver e, immediatamente, il ragazzino si rialzò di scatto.

Il Serpeverde, accompagnato da Athena ed Elizabeth, si diresse verso gli amici e, con un sorriso, disse: “Eccoci qui, possiamo andare.”

Ottimo, ma... per caso, avete visto mio fratello maggiore entrare in Sala Grande?” domandò, leggermente preoccupato, Gal, ma Athena lo rassicurò: “L’ho solo visto uscire, ma non ritornare.”

Phew, che sollievo…” fece Gal, per poi esclamare: “Presto, raggiungiamo il giardino! Mi raccomando, orecchie aperte.”

Veramente si dice occhi aperti, Gal.” gli ricordò la ragazza con gli occhiali, ma il Grifondoro, scosse l’indice: “No, no, Athena. Intendevo proprio quello che ho detto!”

Vedendo che gli altri lo guardando con aria stupita, Gal rispose, con un grande sorriso: “Capirete tutto più tardi. Adesso andiamo in giardino e teniamoci pronti.”


...Insomma, il tuo comportamento è stato davvero molto irresponsabile e tua nonna è d’accordo con me. Ti rendi conto che hai rischiato di morire? Lo so che anch’io, alla tua età, mi ficcavo in guai simili, ma questa non è una buona ragione per imitarmi! Dovresti ringraziare la McGranitt per non averti espulso!” terminò Harry, con la voce più arrabbiata che avesse.

Teddy, teneva lo sguardo basso con espressione mogia e triste.

Tutte le volte che il suo padrino o sua nonna lo sgridavano, si sentiva male… dentro di sé, sentiva una morsa...

Mi dispiace…” fu tutto quello che riuscì a dire il ragazzino ed Harry concluse il discorso: “Che non succeda mai più, signorino, mi sono spiegato?”

Sì…”

Intuendo che il discorso aveva sortito il suo effetto, Harry gli diede una pacca sulla schiena, come per rincuorarlo.

Mi scusi…” domandò una voce maschile alle spalle dell’uomo.

L’uomo si girò e vide un ragazzino coi capelli biondi e l’uniforme di Serpeverde.

Se non sbaglio, lei è il famoso Harry Potter…” fece il ragazzino e Harry annuì: “Beh, sì…”

Ottimo. Mi farebbe l’autografo su questa figurina?” domandò il giovane, allungando una figurina delle Cioccorane su cui c’era il volto di Harry, il quale fece l’occhiolino ai presenti.

Il ragazzino rimase un attimo in silenzio, prima di sussurrare: “Per favore...”

Va bene.” annuì l’Auror, prendendo la figurina dalla mano del Serpeverde e tirando fuori da una tasca una penna babbana.

Che strana bacchetta…” fece il biondo, non appena la vide, e Harry spiegò: “E’ una biro babbana. I babbani le usano per scrivere, al posto delle piume.”

Ah.”

Non appena l’ebbe firmata, l’uomo passò la figurina al ragazzino, il quale fece un grande sorriso e si mise a fissare la carta come se fosse il suo più grande tesoro.

Grazie mille, signor Potter! Le sono davvero riconoscente!” lo ringraziò, entusiasta, il Serpeverde, per poi mettersi a correre verso il castello, continuando a sorridere.

Ciao, Abel!” lo salutò Teddy e l’altro, per tutta risposta, rispose, sempre continuando a correre e a sorridere: “Ci vediamo, Teddy!”

Harry e Teddy rimasero a guardare, in completo silenzio, Abel mentre si allontanava e, poi, Harry esclamò, sorpreso: “Non mi sarei mai immaginato una reazione del genere per aver ricevuto un mio autografo…”

Io, invece, non mi sarei mai immaginato una reazione del genere da parte di Abel…”

E’ un tuo amico?”

No, però ci parliamo qualche volta… si chiama Abel Nott ed è un Serpeverde. Di solito è molto serio e composto, oltre a litigare spesso con il mio amico Gal… non immaginavo che fosse un tuo fan sfegatato…”

I tempi cambiano e anche drasticamente… quand’ero uno studente, i Serpeverde erano gli unici che non mi sopportavano assolutamente…”

Io, invece, ho due amici che fanno parte di Serpeverde e sono entrambi… delle brave persone… a modo loro… comunque, hai portato la scopa che ti avevo chiesto?”

Sì, ce l’ho… se non mi avessi scritto che non era per te, ma per una tua amica, non te l’avrei portata…”

Lo so…”

Comunque, chi è questa ragazza? E perché le devi una scopa?”

Beh, ecco, vedi…”

EDWARD REMUS LUPIN, DOV’E’ LA MIA SCOPA?!?!?!” l’interruppe, proprio in quel momento, un potente urlo femminile alle loro spalle che fece gelare ad entrambi il sangue.

Eccola…” sussurrò, terrorizzato, Teddy ed Harry domandò, incuriosito: “Di chi stai parlando?”

Fra qualche secondo lo scoprirai…”

Harry fece appena in tempo a spostarsi che vide quello che sembrava un razzo argentato con delle sfumature verdi superarlo e prendere il suo figlioccio per la cravatta gialla e nera, per poi domandare: “Allora? Dov’è? Ti avverto, se mi hai presa in giro, ti faccio fare un volo fino alla luna, mi sono spiegata?!”

Ce l’ho, ce l’ho, sta tranquilla…”

E allora tirala fuori, Lupin!”

Non ce l’ho io…”

Mi stai prendendo in giro, per caso?!”

Calma, intendevo solo dire… che ce l’ha il mio padrino…”

E dov’è il tuo padrino?”

Per tutta risposta, Teddy indicò alle sue spalle.

Immediatamente, la ragazzina si voltò e, dopo aver mollato la presa sul povero Tassorosso, si mise a guardare Harry, il quale non poté fare a meno di sgranare gli occhi, incredulo.

Quella era la Serpeverde con cui si era scontrato sulle scale.

Quei capelli argentati e quegli occhi neri erano fin troppo riconoscibili… inoltre, stava sentendo di nuovo le stesse sensazioni che aveva sentito prima...

Dal canto suo, anche la giovane si mise a fissarlo in completo silenzio, come se lo stesse studiando…

Non appena si fu ripreso dalla tremenda sfuriata dell’amica, Teddy si affrettò a presentarli: “Harry, ti presento la mia amica Delphini Black di Serpeverde. Delphini, questo è il mio padrino, Harry Potter.”

Piacere di conoscerla, signor Potter.” lo salutò educatamente la giovane, con calma e naturalezza, e Harry, immediatamente, allungò la mano, dicendole: “Il piacere è tutto mio, Delphini.”

La Serpeverde osservò per un attimo, in completo silenzio, la mano, come se la stesse studiando, temendo qualche trucco, per poi allungare lentamente la sua mano e stringere quella di Harry.

Ne sono felice, signore.” disse la giovane, osservando con molta attenzione gli occhi verdi del suo interlocutore, come se stesse cercando di scrutare l’anima dell’uomo che le stava davanti, il quale, le disse, con un sorriso: “Chiamami semplicemente Harry e dammi pure del tu.”

Come desideri.”

Teddy osservò, in completo silenzio, la scena.

Aveva la strana sensazione che ci fosse qualcosa di strano in quell’incontro… sembrava che Delphini e il suo padrino si stessero studiando a vicenda, come se cercassero di scoprire qualcosa sull’altro…

Ehi, Teddy! Siamo qui!” gridò una voce allegra e maschile proveniente dalla scalinata, che riconobbe immediatamente.

Infatti, vide Gal, il quale era riconoscibile sia per il suo inseparabile e inconfondibile casco che per il fatto che stesse sbracciando a tutta velocità le braccia per farsi notare, facendo ridacchiare tutti gli studenti presenti, accompagnato dagli altri, i quali erano leggermente imbarazzati per il comportamento di Gal.

Mentre si avvicinavano ai tre, Gal, con un piccolo sorriso di trionfo, sussurrò ad Athena: “Te l’avevo detto che bisognava aguzzare l’udito. Le urla arrabbiate di Delphi si riescono a sentire ovunque, anche dall’altra parte del paese. E’ una delle tante cose che condivide con Sal…”

Un giorno, dovrai spiegarmi chi è questo Sal di cui parli abbastanza spesso, ultimamente…”

Una volta che l’ebbero raggiunto, Teddy disse, indicando Gal, il quale, con un grande sorriso, salutò con la mano: “Harry, ti presento i miei amici: il rosso col casco da pilota è Galahad Sandlers, ma tutti lo chiamiamo Gal.”

Vorrei ben vedere! Questo nome è assurdo e troppo lungo! Soltanto io porto questo stupido nome nel Ventunesimo secolo!” sbottò Gal e Athena cercò di calmarlo: “Beh, il tuo nome è ricco di storia e cultura. Galahad era il nome del cavaliere più puro e leale della Tavola Rotonda.”

La so la storia di Re Artù e dei suoi cavalieri… mio padre adorava le vicende di quel re… infatti, ha chiamato me e mio fratello con i nomi di due suoi famosi cavalieri… gli sarebbe piaciuto chiamare uno di noi due Artù, ma, fortunatamente, mia madre è riuscita a convincerlo che era meglio lasciar perdere… quello sarebbe stato troppo… pertanto, ho dovuto trovare un soprannome per poter sopravvivere con questo nome… tutto sommato, Gal mi sta a pennello, non vi pare?”

Harry non poté far a meno di trattenere una risata.

Quel ragazzino era davvero energico e pieno di vita…

Lui è Christian Brown, il cugino di Gal. Entrambi sono di Grifondoro.” continuò Teddy, indicando un ragazzino con gli occhiali, il quale, a differenza del cugino, salutò Harry con molta calma.

La ragazza con gli occhiali è Athena Doyle, di Corvonero, mentre l’altra è Elizabeth Jones, sempre di Corvonero.” dichiarò il Metamorfomagus, indicando le due ragazze presenti, per poi venir interrotto da Gal: “Le consiglio, signore, di non far arrabbiare la nostra Lizzie. Quando s’infuria, sa essere terribile…”

M-ma, Gal… non è affatto vero… non sono così terribile…” balbettò, imbarazzata, Elizabeth, ma il Grifondoro continuò: “Dico sul serio, signor Potter! Proprio ieri, ha urlato contro Gazza! Testimone Christian!”

E-era una situazione un po’ estrema… Athena stava levitando nel cielo… e lui non mi lasciava passare… così ho un po’ perso la calma…”

Un po’? Ho sentito quell’idiota arrogante di Abel Nott dire a dei ragazzi di Serpeverde che sembravi una furia scatenata dal tanto che eri arrabbiata e che persino il professor Trocar ti ha fatto i complimenti per ciò.”

Per tutta risposta, Elizabeth diventò rossa come un pomodoro, mentre faceva una smorfia di vergogna e di disperazione.

Dal canto suo, Harry osservava la giovane Corvonero, sbigottito.

Quand’era studente, Gazza era una delle persone più temute all’interno della scuola… nessuno si sarebbe mai azzardato a mancargli di rispetto o ad urlargli contro… eppure quella ragazzina di undici anni, aveva esaudito il desiderio nascosto di parecchie generazioni di studenti… e la cosa più incredibile di tutte era che era una Corvonero…

Infine, lui è Kevin Harrison, Serpeverde.” concluse Teddy, indicando un giovane coi capelli neri e gli occhiali, il quale, con un sorriso gentile, disse: “Piacere di conoscerla, signor Potter. Ho sentito parlare molto di lei.”

Chiamami pure Harry.”

Proprio in quel momento, dalla borsa di Elizabeth uscì una piccola palla di pelo rosa che saltò sulla testa di Harry.

Tonks…” ridacchiò Teddy, mentre il Puffskein si metteva a saltare sulla testa di tutti i presenti.

Volevo riconsegnartelo, Teddy, ma, a quanto pare, ci ha pensato da sé…” sorrise Elizabeth, mentre il Puffskein le atterrava sulla spalla, per poi riprendere a saltare come un matto.

Non preoccuparti… evidentemente gli sono mancato molto…” la tranquillizzò Teddy, riprendendo il Puffskein.

Mentre Teddy accarezzava il pelo rosa del suo animaletto domestico, Gal si voltò verso Delphini e le disse: “Mi auguro che quella tua bestiaccia abbia la museruola!”

Per tua informazione, ho già avvertito Asmodeus di lasciare in pace il Puffskein di Teddy.”

Vorrei proprio sapere come cavolo fai ad essere così sicura che ti ubbidisca…”

Ho un ascendente molto speciale con quelli della sua specie…”

Seee, come no… comunque, adesso dov’è? Non dirmi che è qui in giro, in attesa che abbassiamo la guardia per mangiarsi Tonks…”

Falla finita. Si sta solo facendo una gita nella Foresta Proibita e gli ho detto di non attaccare nessuno.”

Io, comunque, non mi fido di quel rettile troppo cresciuto…”

Sentendo quelle parole, Harry si voltò e domandò, incuriosito: “Di quale rettile parlate?”

Delphi, invece dei tradizionali gufi, gatti o rospi, ha come animale domestico un serpente! Pazzesco, vero?” spiegò, con un sorriso, Gal, mentre la ragazzina sbuffava: “Ehi, guarda che io sono meno strana di certi adolescenti babbani.”

Harry rimase in silenzio un istante, per poi dire: “Un serpente… davvero originale… ho avuto a che fare, in passato, con un mago che aveva un serpente… come si chiama?”

Asmodeus. E’ una creatura innocua, infatti lo lascio girovagare per il castello e per la foresta. Ha il diritto di muoversi un po’, no?”

Ma sei sicura che vada tutto bene a lasciarlo libero così?”

Per tutta risposta, Delphini tirò fuori da sotto la cravatta verde e argento una catenina d’oro a cui c’era attaccato un fischietto e una chiave che pareva parecchio antica.

La giovane Serpeverde si mise il fischietto in bocca e, subito, si sentì un lungo e acuto fischio.

Non appena ebbe finito, la ragazzina rimase immobile per qualche secondo, come se fosse in attesa di qualcosa, finché non si sentirono delle urla terrorizzate e degli strilli.

Finalmente, dall’erba alta si udirono dei frusci e, ad un tratto, un grosso serpente dalla luminosa pelle verde e dai brillanti occhi gialli apparve, dirigendosi davanti a Delphini.

La ragazzina s’inginocchiò per prenderlo in braccio, mentre diceva: “Come potete vedere, Asmodeus è un serpente molto ubbidiente ed io ho piena fiducia in lui. Non combinerà niente, ve lo posso assicurare.”

Vedo…” ammise l’uomo, incredulo.

Non aveva mai visto un serpente così ubbidiente e docile… gli ricordava quello che aveva liberato quella volta allo zoo, quando aveva dieci anni… la prima volta che, inconsciamente, aveva parlato ad un serpente…

Si accorse che, stranamente, il serpente lo stava fissando in silenzio e stava, persino, allungando la testa nella sua direzione.

Comunque, signor Potter, Teddy mi ha detto che mi ha portato la mia scopa.” esclamò Delphini, interrompendo i suoi pensieri, e Harry, ammise, imbarazzato: “Certo, eccola qui.”

Con un semplice tocco di bacchetta, il padrino di Teddy, fece apparire una scopa che, nonostante sembrasse così vecchia, era in ottimo stato.

Non appena la vide, Kevin sgranò gli occhi e sussurrò, allibito, indicandola: “S-signor Potter… è davvero quello che penso? Quella è… una Silver Arrow?!”

Proprio così…” ammise, imbarazzato, Harry, mentre Delphini, prendendola, dopo aver messo Asmodeus per terra, dichiarò: “Basta che voli e mi va bene tutto.”

Senza perdere altro tempo, la ragazzina salì su di essa e cominciò a sfrecciare nel cielo.

Cavoli, è brava…” dichiarò, ammirato, Harry, mentre Kevin annuiva: “Sì, è molto abile… inoltre, sta cavalcando una Silver Arrow, la prima scopa da corsa mai creata.”

Non sapevo che conoscessi quella scopa.”

Beh, ho letto ‘Il Quidditch attraverso i secoli’ e vari libri sulle scope… la Silver Arrow fu creata negli anni ‘20 da Leonard Jewkes e può fare 112 km/h, infatti fu la scopa più veloce della sua epoca. Pare che il nome fu dovuto alle Silver Arrows, le prime auto da corsa babbane, create dalle case automobilistiche tedesche Mercedes-Benz e Auto Union, le quali erano chiamate in tedesco Silberpfeil, contraddistinte dalla carrozzeria di colore argentato, le quali dominarono il Campionato europeo automobilistico babbano tra il 1934 e il 1939.”

Però, te ne intendi di macchine babbane…”

Mio padre è un gran intenditore di automobili. Le dico solo che casa nostra è piena di riviste e di vecchi libri su di esse. Inoltre, spessissimo, si mette a parlarne con grande passione.”

Davvero? Questa non me l’aspettavo proprio…”

E di certo non si aspetta questo, signor Potter: sa che Kevin è un nato babbano?” s’intromise, con un grande sorriso, Gal e Harry sgranò gli occhi, dalla sorpresa.

Non si sarebbe mai aspettato di vedere un nato babbano a Serpeverde… era convinto che venissero esclusi a priori…

Proprio in quel momento, Delphini, con grazia e naturalezza, atterrò davanti al gruppo e, voltandosi, verso Harry, annunciò, euforica: “Questa scopa è davvero una bomba, Harry! Grazie infinite! E’ troppo forte!”

Prego. Sai che sei davvero molto brava a volare con la scopa? Per caso, tra i tuoi parenti c’erano dei giocatori di Quidditch?”

Sì, qualcuno di loro… ce l’ho nel sangue…”

Sua madre, quand’era a Hogwarts, era stata la prima giocatrice femmina della storia della squadra di Quidditch di Serpeverde e aveva il ruolo di battitore, un ruolo che, da quel che aveva letto, le calzava proprio a pennello.

Pareva, infatti, che fosse l’incubo delle altre squadre, in quanto colpiva i bolidi con parecchia ferocia e, tutte le volte che li colpiva, li faceva sempre finire contro qualche povero avversario… alla fine di ogni partita, la squadra di Serpeverde si lasciava sempre dietro una montagna di feriti dell’altra squadra… le ricordava un po’ ciò che faceva Erika Rath, una giovane battitore davvero tosta, la quale aveva studiato ad Hogwarts dopo la Prima Guerra magica, quando sua madre era in gattabuia…

A differenza della Rath, però, sua madre sapeva essere veramente violenta e terribile anche fuori dalle partite… pareva che, una volta, fosse stata sospesa per parecchi mesi dal giocare a Quidditch perché aveva tirato la mazza in testa ad un tizio con cui stava litigando furiosamente, mandandolo letteralmente ko, e quando litigava, non aveva alcun problema a venire alle mani e a conciare per le feste l’altro, anche senza usare la magia… non c’era da meravigliarsi, quindi, che fosse diventata una Mangiamorte parecchio violenta e pericolosa non appena avesse lasciato la scuola… in fondo, molti serial killer babbani avevano una personalità strana e a tratti inquietanti fin da piccoli…

Però, entrambi i cugini di sua madre, Regulus e Sirius, erano stati abili giocatori di Quidditch, Regulus era stato il Cercatore della squadra di Serpeverde, mentre Sirius uno dei Cacciatori di Grifondoro.

Invece, l’unico giocatore della famiglia di suo padre era stato suo zio Rabastan, coetaneo di sua madre, nel ruolo di Battitore, anche se pareva che fosse entrato nella squadra solo al suo terzo anno, mentre sua madre era entrata nella squadra al suo secondo anno.

Comunque, nonostante nella sua famiglia ci fossero molti giocatori di Quidditch, non aveva alcuna intenzione di entrare nella squadra di Serpeverde, l’anno seguente.

Lei era un tipo più studioso e tranquillo, inoltre, detestava gli sport.

Troppa fatica, sudore e praticità.

A differenza degli altre attività scolastiche, la ginnastica era qualcosa che si basava sulle proprie abilità fisiche e non si poteva imparare leggendo un libro.

Ovviamente, era importante avere una scopa nel mondo dei maghi, dato che bisognava spostarsi da una parte all’altra del paese, ma diventare una giocatrice professionista di Quidditch… non era il lavoro per lei.

Sarebbe diventata un Auror, quello era il lavoro perfetto per lei.

Anche mio padre era un giocatore di Quidditch. Quand’era studente, fu il Cercatore della squadra di Grifondoro, proprio come me.” raccontò Harry e Gal esclamò: “Sa che l’anno prossimo io e Kevin faremo i provini delle nostre rispettive Case? Io proverò a diventare un Cercatore, mentre Kevin diventerà un Cacciatore!”

Davvero? Beh, spero che li passiate.”

Faremo del nostro meglio, signore!”

Ottimo.”

Harry, volevo chiederti una cosa…” l’interruppe, imbarazzato, Teddy “Quest’estate, i miei amici possono venire alla Tana, assieme a me?”

Ma certamente, Teddy! So quanto è fantastico passare le vacanze con i propri amici… come vi siete organizzati?”

Gal, Christian, Athena e Oliver vengono a Luglio, mentre Elizabeth e Kevin ci raggiungeranno ad Agosto, una volta tornati dalle rispettive vacanze. Delphini, invece, starà via per tutta l’estate.” raccontò Teddy e Harry, voltandosi verso la ragazzina coi capelli argentati, domandò: “Sei proprio sicura? Guarda che è una splendida esperienza trascorrere l’estate con i propri amici e te lo dico per esperienza…”

Delphini rimase un attimo in silenzio.

Ad essere sincera, una parte di lei moriva dalla voglia di andare alla Tana con Teddy e gli altri… ma l’altra, quella dominata dall’orgoglio, le intimava di non farlo.

Lei non aveva bisogno di nessuno e, cosa ancora più importante, non poteva rischiare che qualcuno scoprisse dei suoi legami di parentela con Bellatrix Lestrange… inoltre, doveva assolutamente andare a Little Hangleton per scoprire la verità su Tom Riddle e Orvoloson Gaunt.

No, mi dispiace. Purtroppo, andrò in campeggio assieme ai ragazzi del quartiere dove abito e non posso ritirare la mia partecipazione.” dichiarò, con tono calmo e sicuro, la Serpeverde.

Il trucco per non far capire che si mentiva, era quello di mostrare calma e decisione.

Infatti, Harry annuì con la testa: “Va bene. Divertiti.”

Puoi starne certo.”

Proprio in quel momento, si udì la campana della scuola fare un rintocco ed Harry esclamò: “Accidenti, come si è fatto tardi! Devo portare via quei quattro… beh, arrivederci, ragazzi. E’ stato un piacere conoscervi tutti. Ci vediamo presto.”

Ci vediamo.” lo salutarono, in coro, i sette ragazzi.

Harry si girò di nuovo verso il suo figlioccio e i suoi amici e li salutò con una mano, mentre sorrideva, per poi correre verso la scuola.

Una volta arrivato davanti alla porta che portava alla torre dov’erano rinchiusi quei quattro, sentì una voce monotona e fece un sospiro.

Sapeva fin troppo bene a chi apparteneva…

Spinse la porta e vide, davanti ad un grande ombrellone nero, un vecchio e decrepito fantasma che parlava di storia, ignorando le rumorose russate che venivano dalla porta di ferro di una torre.

Buongiorno, professor Ruf.” lo salutò Harry e il vecchio fantasma sobbalzò, esclamando: “Chi? Cosa? Dove? Quando? Perché?”

Mentre si risistemava velocemente gli occhiali, il professore notò l’Auror ed esclamò: “Ah, è lei, signor Rottier… stavo tenendo una lezione sulla Conferenza Internazionale dei Maghi del 1289 e…”

Sì, l’ho sentita, professor Ruf… mi dispiace interromperla, ma devo portare via i suoi… ehm… studenti…”

Come desidera, Rottier… ora, se non ti dispiace, vado a schiacciare un pisolino…”

Dopo aver detto quelle parole, il fantasma appoggiò la testa sul tavolino, per poi cominciare a russare parecchio forte, tanto da coprire quelli dei prigionieri.

Harry fece un sorriso divertito, per poi aprire la porta e svegliare coloro che erano all’interno della cella.

Non appena si fu svegliato ed ebbe visto Harry, Zubin esclamò: “La prego, mi dica che ci sta per portare ad Azkaban!”

Sì. Forza, tutti in piedi.”

Finalmente, non ne potevo più di questo posto! Prima quel tizio con gli occhiali che ci ha fatto una lunga ramanzina sulla violazione della proprietà privata, poi per tutta la notte ci ha fatto la guardia quel tizio coi capelli lunghi e gli occhi rossi che se ne è stato per tutto il tempo a leggere sotto un ombrellone che aveva messo lui stesso, nonostante fosse notte fonda! Per non parlare di quel vecchio decrepito con quella sua stupida palla di pelo spelacchiata che ci ha tenuto d’occhio per tutta la mattina e, adesso, quel maledetto fantasma ci ha fatto addormentare con quel suo noioso discorso! Questa scuola è una vera e propria gabbia di matti!”

Harry non poté fare a meno di sorridere, divertito.

Qualcosa gli diceva che quei tizi non sarebbero tornati ad Hogwarts tanto presto…

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Capitolo 28
*** Verso nuovi orizzonti ***


Capitolo 28: Verso nuovi orizzonti


La Sala Grande era, come al solito, piena di studenti e molto rumorosa, ma quella sera, c’era qualcosa di diverso nell’aria.

L’eccitazione, infatti, era palpabile in ogni tavolo e più di uno studente chiacchierava eccitato col proprio vicino, cercando di contenersi.

Ad un certo, la preside si alzò in piedi e batté per ben tre volte le mani, facendo, immediatamente, ammutolire tutti i presenti.

Una volta assicuratasi che fossero tutti zitti, la donna iniziò a parlare, con tono solenne: “Cari studenti, un altro anno è passato, per qualcuno lentamente e per qualcun altro velocemente. Domani, tutti voi partirete per tornare a casa per le vacanze o per iniziare un nuovo cammino lontano da qui. Nonostante le difficoltà, anche stavolta ce la siamo tutti cavata. Prima d’iniziare col banchetto, è il momento di decidere quale Casa, quest'anno, ha vinto la coppa delle Case.”

Tutti gli studenti rimasero col fiato in sospeso, troppo curiosi di sapere quale Casa avrebbe vinto la coppa e, tutti, in fondo al loro cuore, speravano che toccasse alla loro.

Innanzitutto, al quarto posto abbiamo Tassorosso con 2141 punti.” dichiarò la McGranitt e, immediatamente, tutti i Tassorosso fecero una smorfia disperata.

Quell’anno si erano piazzati ultimi… almeno era riusciti a vincere la Coppa di Quidditch...

I più disperati erano, ovviamente, Teddy e Oliver, i quali evitarono di guardare i loro compagni negli occhi.

In fondo, era pur sempre colpa loro se Tassorosso aveva ottenuto un simile punteggio…

Al terzo posto, con 2161 punti, c’è la Casa di Serpeverde.” continuò, implacabile, la McGranitt e, ovviamente, fu il turno dei Serpeverde di fare una faccia disperata e seccata.

Accidenti, abbiamo perso…” sussurrò Kevin, dispiaciuto, ma Delphini commentò, decisa: “Ci rifaremo l’anno prossimo. Dopotutto, noi Serpeverde siamo l’emblema della determinazione e della testardaggine. Se riesci a passare il provino di Quidditch, vedi di farci vincere almeno la Coppa di Quidditch.”

Kevin rimase un attimo in silenzio, prima di balbettare: “C-certo...”

Nel frattempo, le Case di Grifondoro e Corvonero si erano appena voltati a fissarsi.

Erano rimasti solo loro in gara… una delle due Case avrebbe vinto la coppa… ma chi?

Per quanto riguarda il secondo posto, purtroppo, sia la Casa di Corvonero che quella di Grifondoro sono in pareggio, in quanto entrambe hanno 2166 punti.” concluse la donna e, immediatamente, tutti gli studenti si guardarono, preoccupati.

Cosa avrebbero fatto con un pareggio?

Fortunatamente, ho sentito parlare di una persona che, in questi giorni, ha dimostrato molto coraggio e che è stata disposta a tutto pur di aiutare i suoi amici, rischiando anche di finire nei guai.” dichiarò la McGranitt e Gal esultò, sottovoce: “Evvai, di certo si starà riferendo a me. Io sono molto coraggioso e ho rischiato di morire pur di aiutare i miei amici!”

Non credo proprio. Dubito che la McGranitt voglia premiare il tuo discutibile comportamento.” lo freddò, immediatamente Lancelot e il fratello minore, seccato, gli fece una linguaccia e sbottando: “Ma sta zitto, Lancy!”

Si tratta, ovviamente, della signorina Jones che, qualche giorno fa, ha saputo dimostrare a tutti noi che a volte è importante non aver paura di sfidare le autorità per aiutare gli altri e che il coraggio è presente in ognuno di noi. Pertanto, sono lieta di dare cinque punti alla Casa di Corvonero.” esclamò, con un dolce sorriso, la McGranitt ed Elizabeth sgranò gli occhi, incredula.

Non si aspettava di certo che la preside elogiasse pubblicamente il coraggio che aveva dimostrato nell’affrontare Gazza… oltre al fatto che aveva fatto guadagnare, inaspettatamente, ben cinque punti alla sua Casa.

Anche gli altri membri di Corvonero si emozionarono.

Il discorso della professoressa voleva dire soltanto una cosa…

...Quindi, grazie al punteggio di 2171 punti, Corvonero vince la Coppa delle Case.” concluse la preside e, immediatamente, apparvero degli splendidi arazzi con lo stemma della Casa vincitrice e tutti i Corvonero esultarono, come se fossero presi da una pazza gioia.

Parecchi, infatti, si alzarono in piedi e cominciarono a urlare e a muovere velocemente le braccia, mentre altri andarono a complimentarsi con la loro inaspettata eroina, la quale era diventata rossa come un peperone.

Persino Vitious batteva le mani, tutto contento.

Athena, euforica, abbracciò l’amica, esultando: “Non ci posso credere! Abbiamo vinto, abbiamo vinto! E tutto questo grazie a te, Elizabeth! Sei stata fantastica!!!”

Io, ecco… grazie…” balbettò Elizabeth, mentre Jacob le dava qualche colpo alla spalla, sorridendo: “Ottimo lavoro, Elizabeth.”

Athena notò, con la coda dell’occhio, che l’unico a restare perfettamente calmo ed apatico, come al solito, era Mopsus, il quale stava tranquillamente bevendo dal suo bicchiere.

La cosa più strana, era che non stava nemmeno sorridendo, come se tutto quello che stava succedendo non lo riguardasse minimamente…

Insomma, adesso basta! Datevi una calmata!” li sgridò la McGranitt battendo le mani, per farli calmare.

Una volta che i Corvonero furono in completo silenzio, la preside fece un movimento della bacchetta e la superba coppa levitò fino al tavolo dei Corvonero, per poi atterrare delicatamente su di esso come una piuma.

Congratulazioni, Corvonero.” sorrise la donna, per poi stringere calorosamente la mano al professor Vitious, il quale continuava a sorridere.

Dopodiché, la McGranitt batté di nuovo le mani e i piatti di tutti gli studenti vennero magicamente riempiti con delizie e leccornie di ogni tipo.

Diamo inizio al banchetto.” annunciò la preside e tutti si buttarono a capofitto sul proprio piatto, senza farsi per niente pregare.

Quando tutti si furono saziati, la McGranitt si alzò di nuovo in piedi ed annunciò: “Molto bene. E ora, miei cari studenti, è giunto il momento di tornare ai dormitori e di andare a letto. Domani ci dobbiamo tutti svegliare molto presto.”

Tutti gli studenti, pertanto, si alzarono e si diressero, con passo calmo ed eccitati verso i propri dormitori.

Mentre camminava assieme agli altri Grifondoro, ad un tratto, Gal notò i Serpeverde che si stavano dirigendo verso i Sotterranei e, tra di loro, c’era inconfondibile capigliatura bionda di Abel Nott.

Ehi, Abel! Come ci si sente a non aver vinto la Coppa delle Case?” lo provocò, divertito, il rosso e Abel, dopo averlo guardato un attimo, rispose: “Se devo essere sincero, non m’interessa niente. Anzi, ti dirò di più: sono felice che abbia vinto la Casa della tua amica con gli occhiali. Preferisco che vincano i Corvonero piuttosto che i Grifondoro e, nello specifico, tu.”

Brutto antipatico di un vampiro arrivato terzo!!! Guarda che io sono…!” sbraitò Gal, ma venne bloccato da un infuriato Lancelot: “Finiscila con queste bambinate, Galahad! E fila subito in Sala Comune!”

Sì, hai sentito il fratellone, Galahad? Mettiti il pigiama e fila a nanna, bel bambino, sennò la mammina ti sgrida.” rise, divertito, il Serpeverde, mentre raggiungeva i compagni, non trattenendo le risate.

Odioso…” sibilò, furibondo, Gal, mentre il fratello maggiore lo trascinava verso la Torre di Grifondoro.


Cavolo, mi sembra solo ieri che sono sceso dal treno per andare ad Hogwarts…” commentò Teddy, osservando il treno rosso davanti a loro, mentre Oliver annuiva: “Già, quest’anno è proprio volato…”

Gal fece per salire, quando venne bloccato da Athena, la quale propose, con un sorriso a trentadue denti: “Ragazzi, perché non ci facciamo tutti insieme una foto ricordo di gruppo davanti al treno? Nelle classi babbane lo fanno sempre…”

Io ci sto!” esultò Gal, subito imitato dagli altri.

Con un sorriso, Athena fece un cenno a Monica, la quale indossava, al posto della divisa, una felpa azzurra e dei jeans, la quale arrivò subito, tenendo ben stretta con le mani la sua macchina fotografica, nonostante essa fosse attaccata alla cinghia di pelle marrone attorno al suo collo.

Ehi, un momento… ma manca Delphini.” notò, proprio in quel momento, Teddy e Kevin rispose: “Temo che sia salita sul treno, approfittando del fatto che eravamo distratti…”

Niente paura, ci penso io. Voi mettetevi in posa.” dichiarò Gal, salendo sul treno.

Pochi secondi dopo, si udì al suo interno uno strillo femminile parecchio furibondo: “CHE CAVOLO STAI FACENDO GALAHAD SANDLERS?! LASCIAMI OPPURE TI TRASFIGURO IN UNA BANANA E TI SPARO IN AMERICA CON UN CANNONE!!! MI HAI SENTITA?!?!”

Pochi secondi dopo, Gal riapparve trascinando una furiosa Serpeverde coi capelli argentati, la quale sarebbe stata capace di polverizzare chiunque con lo sguardo che aveva in quel momento.

Eccola qua, ci siamo tutti! Possiamo metterci in posa!” esultò Gal, ignorando l’occhiataccia di Delphini, la quale sibilò, seccata: “Forse non lo sai Gal, ma questo è sequestro di minore. Potresti finire in guai molto seri!”

Oh, dai, almeno per oggi metti a dormire quella tua lingua biforcuta e fa un bel sorriso!”

Te lo sogni!”

Ignorando la frecciata di Delphini, Monica piazzò la macchina fotografica davanti al suo viso ed esclamò: “Fate un bel sorriso! Forza, tutti insieme!”

Sì, tutti insieme appassionatamente…” borbottò, seccata, Delphini, mentre Monica annunciava: “Cheese!”

Immediatamente, tutti, tranne, ovviamente, Delphini, la quale, invece, fece una smorfia seccata, fecero un sorriso, prima di venire accecati dal potente flash della Grifondoro.

Ecco fatto. Non appena l’avrò sviluppata, ve la manderò.” sorrise Monica, prima di salire sul treno.

Bene, allora saliamo e raggiungiamo il nostro scompartimento, prima che qualcuno ci rubi il posto!” esultò Gal, prima che si sentisse un urlo femminile provenire da uno scompartimento: “Qualcuno chiami Hagrid, Gazza o un insegnante! Qualcuno, insomma! C’è un enorme serpente seduto sul sedile!”

Quello è il mio serpente e sei pregata di lasciarlo in pace!” sbottò Delphini, salendo di corsa sul mezzo e raggiungendo le urla, subito seguita dagli altri.

Poco dopo, gli altri la raggiunsero e la videro, mettere a posto i suoi bagagli, borbottando: “Ma guarda che roba… Ho Asmodeus da otto mesi e c’è ancora qualcuno che si spaventa a vederlo in giro…”

Beh, molte persone hanno paura dei serpenti… non puoi biasimarli, Delphini…” le ricordò, imbarazzato, Teddy e, per tutta risposta, l’amica si sedette vicino al finestrino, accanto ad Asmodeus, sbuffando: “Certo… e con ciò, tutto quello che è legato a loro! E’ una delle poche cose che il mondo babbano e quello magico condividono…”

Non appena ebbe detto quelle parole, la ragazzina si sedette pesantemente sul sedile, mentre Asmodeus si arrampicava, strisciando, sulle sue gambe, per poi raggomitolarsi su di essa, intenzionato a dormire.

Sapete, sono un po’ emozionato all’idea di tornare a casa… cavolo, mi sembra di essere assente da un secolo…” esclamò Gal, mentre Teddy commentava: “Beato te che sei così contento di tornare a casa… io, invece, sono un po’ nervoso…”

Come mai? Niente esami, niente levatacce mattutine, di compiti non voglio sentirne parlare per due mesi interi, potrò dormire fino a tardi, guardare quei film dell’orrore babbani che danno solo all’una di notte e mangiare tutti i dolci che voglio… praticamente è una pacchia!”

Sì, ma il fatto è che… a mia nonna non è tanto piaciuto quello che abbiamo combinato… quindi, quando sarò tornato, di certo mi punirà piuttosto pesantemente prima di mandarmi alla Tana…”

Sentendo quelle parole, Gal sbiancò.

Conoscendo l’abitudine di Lancy di fare la spia, sua madre doveva sapere cosa aveva combinato e, di certo, non doveva essere tanto contenta… come minimo, l’avrebbe ammazzato…

Delphini, dal canto suo, rimase in completo silenzio, leggendo un enorme volume di Difesa contro le Arti Oscure, la quale, come aveva sospettato fin dall’inizio, era diventata la sua materia preferita.

A differenza di Gal e Teddy, viveva con la Rowle, a cui non importava niente di cosa combinava… sicuramente, dopo aver letto la lettera della McGranitt, l’unico motivo per cui sarebbe stata furibonda era il fatto che non fosse caduta dal tetto, sparendo dalla sua vita una volta per tutte, cosa che, sicuramente, le avrebbe rinfacciato non appena fosse tornata a casa.

Senti, Teddy, perché non mi porti via con te, quando arriviamo in stazione? Non ho alcuna intenzione di affrontare mia madre… mi ammazza di sicuro...” cominciò, spaventato, Gal e Delphini non poté fare a meno di ridacchiare: “Credevo che tu fossi l’erede senza macchia e senza paura di un certo tizio…”

Certo, infatti non ho paura di affrontare banditi, draghi e persino maghi oscuri, ma mia madre… è semplicemente mia madre.”

Mentre il gruppo scoppiava a ridere divertito, il treno cominciò, senza che nessuno di loro se ne accorgesse, a muoversi lentamente, lasciando la stazione e cominciando a dirigersi verso Londra e verso nuovi orizzonti.

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Capitolo 29
*** Una ragazzina che corre ***


Capitolo 29: Una ragazzina che corre

 

Il mago dall’aspetto trasandato e coi capelli rossicci fece un sorriso soddisfatto, mentre camminava nel fitto del bosco.

Quella notte era stata davvero proficua… non solo era riuscito a rubare un intero set di calderoni di quarta mano, ma li aveva anche rivenduti a quello scemo a cui li aveva presi!

Quell’allocco non si era nemmeno accorto che i calderoni che li aveva dato per restituire quelli rubati erano proprio quelli… quando adorava quei tipi di affari…

Era così contento che si mise a fischiettare un motivetto.

Adesso, doveva soltanto trovare il centro di quella foresta e aspettare un tizio che gli doveva dare dei frisbee zannuti stregati… per quell’affare, avevano deciso d’incontrarsi nel bosco attorno ad un paese di vecchi matusalemme babbani dimenticato da tutti.

Per quegli affari, era sempre meglio trovare un vecchio paese di babbani, onde evitare quei maledetti segugi del Ministero che sembravano avere occhi e orecchie ovunque… e pensare che era stato dalla parte di Potter e di quell’Ordine della Fenice durante la seconda venuta di Tu-sai-chi… bel ringraziamento da parte loro!

Non gli avevano nemmeno dato una misera medaglia… l'ingratitudine dei potenti era davvero straordinaria, anche se era vero che era scappato in alcune piccoli occasioni…

Ad un tratto, sentì uno strano rumore, alla sua destra, come se qualcuno si fosse tuffato…

Il mago si fermò, incredulo.

Che lui sapesse, non c’erano piscine babbane nei dintorni… inoltre, chi diamine si sarebbe fatto una nuotata alle tre di notte?!

Doveva essere stanco… in fondo, era da una settimana che stava in piedi tutta la notte per portare a termine i suoi affari… adesso, cominciava persino a sentire strani rumori…

Fece per allontanarsi, ma continuò a sentire dell’acqua che veniva mossa e capì, che non era frutto della sua immaginazione.

C’era davvero qualcuno da quella parte… e quel qualcuno, si stava facendo sul serio una nuotata!

Doveva essere un pazzo… vero che era il 12 di Luglio, ma erano in Gran Bretagna e, come al solito, faceva un bel freschino e, inoltre, era notte fonda, con le temperature che calavano drasticamente… chiunque fosse quel tizio, doveva essere un autentico suonato che si sarebbe, di sicuro, beccato un bel raffreddore… non lo riguardava per niente un individuo del genere…

Ad un tratto, si bloccò.

E se il tipo che si stava facendo una nuotata alle tre di notte fosse quello che doveva dargli i frisbee?

In fondo, aveva avuto l’impressione a Notturn Alley che fosse un po’ toccato… non si sarebbe meravigliato che fosse lui.

Con un sospiro di sconforto, il povero truffatore si diresse verso quei rumori e, ad un tratto, si accorse che non si sentiva più qualcuno che nuotava, ma come se ci si stesse strofinando con un asciugamano… inoltre, quei suoni si facevano sempre più vicini…

Ad un tratto, l’uomo sbucò in una piccola radura dove c’era un piccolo lago con un’altura, ideale per fare un tuffo.

Ma la sua attenzione fu attirata dalla figura vicina al lago, completamente illuminata dalla luce della luna con indosso un enorme e vecchio maglione grigio, dei jeans rotti alle ginocchia e consumate scarpe da ginnastica.

Anche se non riuscì a vedere la testa, la quale era coperta da un asciugamano che muoveva a tutta velocità, come se si stesse asciugando i capelli, l’uomo poté notare che doveva trattarsi di un ragazzino tra i dieci e i tredici anni.

Quella storia era davvero strana… che diamine ci faceva un ragazzino in mezzo ad un bosco in piena notte?! E da solo, per giunta!

Ma, prima che potesse dire o fare qualunque cosa, sentì qualcosa di freddo e viscido sul piede, che gli fece venire un brivido di freddo.

Pertanto, abbassò la testa e vide una cosa che lo fece rabbrividire ancora di più.

Infatti, un grosso serpente, il più grande che avesse mai visto, stava strisciando tranquillamente sui suoi piedi.

“Argh!!! Va via, brutta bestiaccia!!!!” urlò il mago, scattando indietro per lo spavento e cadendo rumorosamente per terra, in quanto non si era accorto di una radice che spuntava da terra.

Mentre si alzava, vide che la figura davanti al lago si era tolta l’asciugamano dalla testa e che lo stava guardando, in silenzio, con due grandi e profondi occhi neri come il carbone.

Aveva capelli bianchi mossi sciolti, tanto che alcune ciocche coprivano il viso, ma si capiva che quella davanti a lui era una ragazza molto giovane e con un bel viso… anche se sembrava familiare… forse l’aveva vista a Notturn Alley, in quel posto girava sempre gente molto poco raccomandabile… o magari in un manifesto dei ricercati…

Ad un tratto, l’uomo impallidì.

Adesso ricordava dove diamine l’aveva vista… era impossibile sbagliarsi, la forma del viso era identica, anche se i capelli erano bianchi, mentre, nella foto mostrata sulla ‘Gazzetta del Profeta’ quand’era evasa e nel manifesto dei ricercati erano neri, anche se i suoi occhi gli sembravano molto più scuri di quelli che aveva visto sul giornale…

Era praticamente fregato… non poteva assolutamente competere con quella pazza… l’avrebbe ammazzato…

La giovane rimase un attimo a fissarlo, immobile, mentre un’espressione di puro sgomento e paura si formava sul suo bel viso, come se avesse appena visto la cosa più spaventosa del mondo.

Prima che il mago avesse il tempo di dire o fare qualunque cosa, la giovane afferrò velocemente uno zaino a pochi passi da lei con la mano che non teneva l’asciugamano con cui si era asciugata i capelli, e cominciare a correre a perdifiato nel fondo della foresta, seguita dall’enorme serpente.

Il mago respirò profondamente per alcuni secondi, in modo da calmarsi un attimo, per poi smaterializzarsi a tutta velocità il più lontano possibile da quel villaggio dimenticato da tutti.

Per una volta, avrebbe lasciato perdere gli affari!

C’era la sua vita in gioco e non l’avrebbe di certo rischiata per una pazza omicida che tutti credevano morta da quasi dodici anni!

 

“Io dico che è una pessima idea, Jack!” dichiarò il ragazzino coi capelli biondi, al quattordicenne coi capelli neri e l’aria arrogante.

“Finiscila, tonto! Se hai paura, va a frignare dalla mamma!” lo prese in giro Jack e l’altro rispose: “Dico sul serio! Non mi sembra per niente una buona idea fare un’escursione notturna nella foresta! Rischiamo di perderci qui dentro o di venire beccati dai nostri genitori! Oppure, potremmo imbatterci nei fantasmi dei Riddle…”

“Non dirmi che credi sul serio a quella storia ridicola…”

“Guarda che nessuno ha ancora capito come sono morti quei tre… nemmeno la tecnologia moderna ha scoperto cos’è successo… e poi, hai sentito le storie che circolano sulla loro casa?”

“Quella in cui hanno trovato i cadaveri?”

“Sì! Pare che i loro inquieti fantasmi continuino ad infestarla… e, poi, devi ammettere che quella casa ha qualcosa di sinistro… così come la tomba dei Riddle… ogni volta che mi avvicino ad una delle due, sento i brividi alla schiena… è come se… ci fosse una forte energia malvagia attorno a quella famiglia…”

“Tu leggi troppi fumetti, amico! Non ci succederà niente, vedrai! Inoltre, noi non siamo diretti al cimitero o alla loro casa, ma da tutt’altra parte! Arriviamo al laghetto e poi ce ne torniamo a casa! Vedrai, non ci beccherà nessuno e, soprattutto, non incontreremo nessun fantasma!”

Mentre Jack rideva, si sentì un fruscio davanti a loro.

“Cos’è stato?” domandò, spaventato, il ragazzino, mentre l’altro ridacchiava: “Il fantasma di Tom Riddle che è venuto per portarti all’inferno.”

“Finiscila, Jack! Non è affatto divertente!”

“Scusa, ma è che trovo troppo buffo il fatto che tu creda sul serio a queste assurde storie nel Ventunesimo secolo! Inoltre, questa storia è avvenuta nell’estate del 1943, ben sessantatré anni fa!”

“Beh, quando mio nonno mi racconta della morte dei Riddle, si capisce che è spaventato… gli trema la voce e sussulta al minimo rumore…”

“Che bella coppia di fifoni…”

Proprio in quel momento, qualche metro davanti ai due e, proprio davanti ai loro occhi, apparve una figura femminile molto minuta che sembrava una ragazzina che corse trafelata davanti a loro e con un’espressione di puro terrore sul bel viso giovanile, come se fosse inseguita da qualcuno o da qualcosa di molto pericoloso, sbarrando la strada ai due ragazzi.

La figura aveva la pelle pallida e i capelli bianchi sciolti più lunghi che si fossero mai visti, i quali si muovevano con grazia ed eleganza nel freddo vento notturno.

Sia la pelle che i capelli parevano brillare sotto i riflessi della luna, dal tanto che erano lucenti.

La ragazzina continuò a correre, ignorandoli completamente, per poi svanire nel fitto del bosco, proprio com’era apparsa.

Per qualche secondo, i due ragazzini rimasero in silenzio e a bocca aperta, finché Jack non domandò, con un sussurro: “L’hai… l’hai vista anche tu, vero?”

“Sì…”

“Secondo te chi diavolo era?”

“Te lo dico io, chi era! Quello era il fantasma di Mary Riddle, la moglie di Thomas Riddle e la madre di Tom Riddle!”

“Non… non dire sciocchezze… perché dovrebbe infestare una foresta, invece che casa sua?”

“Mio nonno mi ha raccontato che a suo figlio piaceva tanto cavalcare… starà cercando lo spirito di Tom!”

“Sì… un fantasma… che si fa una cavalcata… che stupidaggine…”

“Credimi, il mondo occulto è molto strano e complesso…”

“In… in ogni caso… come fai ad essere sicuro che… che si trattava di Mary Riddle?”

“Perché aveva i capelli bianchi! Mary Riddle era molto anziana quand’è morta! Inoltre, quell’essere aveva un profilo molto nobile e antico… e la signora Riddle era di origine nobile!”

“S-secondo te… da cosa stava scappando con così tanta paura?”

“Ma dall’inferno, no?! Mio nonno mi ha raccontato che i Riddle non era per niente amati a Little Hangleton… erano ricchi, snob e molto sgarbati, soprattutto il figlio Tom! Pare che quand’era vivo era molto insolente e dava innumerevoli problemi alla gente del villaggio! Anzi, ti dirò di più… secondo mio nonno, ha scandalizzato per un anno intero il villaggio scappando con una donna! Non mi meraviglierebbe scoprire che è finito all’inferno…”

“E io non intendo finirci a quattordici anni!” urlò Jack, voltandosi e cominciando a correre a tutta velocità, con l’obiettivo di uscire da quella foresta maledetta e piena di fantasma, mentre il suo amico lo inseguiva, gridando: “Ehi, Jack, aspettami! Guarda che neanch’io voglio essere mandato all’inferno da dei fantasmi!!!!”

 

La figura minuta e coi lunghi capelli bianchi, la pelle pallida e profondi occhi neri spaventati continuò a correre trafelata, ma conservando una grazia degna di una creatura mistica e magica, evitando senza alcun problema i sassi, i rami e le radici che le intralciavano la corsa.

Era tesa, nervosa, spaventata e stanca per la lunga corsa… ma non aveva alcuna intenzione di fermarsi a riposare o sarebbe stata la fine!

Loro erano alle sue spalle, lo sentiva!

Sentiva i loro lamenti alle sue spalle, i loro occhi vuoti pieni di odio e rancore e le loro fredde dita che cercavano di nuovo di afferrarla per portarla via con loro, così da punirla.

Punirla per essere nata.

Continuò a correre finché non vide una lugubre catapecchia dall’aspetto spettrale e così malridotta che sarebbe bastato un semplice e debole soffio di vento per farla crollare.

Nonostante l’aspetto poco raccomandabile, il viso della ragazzina s’illuminò di gioia, come se avesse trovato un rifugio sicuro dove nascondersi.

Accelerò la corsa e si diresse a tutta velocità verso l’abitazione e, una volta che fu davanti alla porta di legno ormai marcio, aprì la porta, per poi chiuderla con violenza alle sue spalle.

La giovane, ansimante, rimase in attesa, ascoltando i rumori dall’altra parte della porta.

Le voci si fecero sempre più ovattate, finché non svanirono del tutto, venendo sostituite da un silenzio di tomba, interrotto solo dal verso di qualche gufo a caccia o dal fruscio di una volpe nei dintorni.

Una volta che tutto fu di nuovo calmo, essa si lasciò scivolare, lentamente, a terra, mentre lacrime di disperazione le rigavano le guance pallide.

Continuò a piangere in silenzio, mentre il grosso serpente che aveva continuato a seguirla, senza fermarsi, entrava da una finestra col vetro rotto.

Non appena vide la ragazzina coi capelli bianchi seduta per terra che continuava a piangere, il serpente strisciò verso di lei, per poi arrampicarsi sul suo braccio, finché non giunse proprio di fianco al suo viso e, allungando la lingua biforcuta, cominciò, dolcemente, a leccarle le lacrime salate.

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Capitolo 30
*** Vacanze alla Tana ***


Capitolo 30: Vacanze alla Tana

 

La ragazzina di appena undici anni, coi lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri, stava pettinando la sua bambola, cercando di non guardare, per la milionesima volta, l’orologio.

Quelle pesti dei suoi fratelli l’avrebbero presa in giro se l’avessero vista guardare l’orologio troppe volte… ma perché diamine i suoi genitori avevano voluto darle dei fratelli?

Lei stava benissimo da sola e, per trovare altri bambini con cui giocare, le bastava chiamare uno dei figli dei tanti fratelli di suo padre… invece, avendo avuto la splendida fortuna di avere ben due fratelli minori, era costretta a condividere tutto con loro, persino le attenzioni di mamma e papà!

Tra loro c’era una tacita guerra per ottenere più affetto, nonostante la mamma insistesse nel dire che volesse bene ai suoi tre figli in modo uguale, a cui persino il piccolo Louis, l’ultimo arrivato, di soli sei anni, conosceva.

A peggiorare la sua tremenda situazione, era il fatto che lei era la primogenita, quindi, in quanto tale, doveva avere un comportamento più maturo, in modo da dare l’esempio ai fratelli minori… come se Dominique e Louis avessero bisogno di una maestra!

Comunque, presto sarebbe arrivato… non vedeva l’ora… certo, il fatto che sarebbero venuti anche i suoi amici un po’ la seccava, ma era meglio di niente… in fondo, non l’aveva visto per ben un anno…

Proprio in quel momento, il cammino s’incendiò di colpo e, voltandosi, la ragazzina vide, tra le fiamme, un ragazzino poco più grande di lei, coi capelli blu e un’espressione vivace e allegra.

“Salve a tutti!” esclamò il giovane, allontanandosi dal camino e, subito, la ragazzina coi capelli biondi, corse ad abbracciarlo, gridando, entusiasta: “Teddy! Finalmente sei arrivato!”

“Andiamo, Vicky… credevi sul serio che non sarei arrivato?” le domandò, divertito, il ragazzino, mentre una bambina di otto anni coi capelli rossi ridacchiava: “Mamma, è arrivato il marito di Victoire!”

“Sta zitta, Dominique, o ti trasformo in un rospo!” ribatté, furiosa, la bionda, per poi domandare a Teddy, con improvvisa voce dolce e gentile: “Tua nonna dov’è?”

“Arriva subito, il tempo di spedire le mie valigie e… oh, eccola.” dichiarò Teddy, mentre il camino s’incendiava di nuovo e compariva una signora coi capelli castani e numerose ciocche grigie che entrò nel salotto con una grossa valigia.

“Eccomi qui, scusate il ritardo.” Esclamò la donna e da una porta apparve una signora tracagnotta e coi capelli rossi, la quale disse, con un gran sorriso sulle labbra: “Andromeda, quanto tempo!”

“Hai proprio ragione, Molly. Arthur dov’è?”

“Nel capanno, ovviamente, a guardare quel suo ciarpame di collezione!”

“Il lupo perde il pelo, ma non il vizio, eh?”

“Ci puoi giurare! Comunque, stai bene?”

“Certo, Molly, anche se alcuni recenti atteggiamenti di mio nipote mi hanno impensierita parecchio…” rispose Andromeda, guardando in malo modo il povero Teddy, il quale, per tutta risposta, fece una smorfia di terrore.

Sua nonna era ancora furibonda per il fatto che se ne fosse andato in giro di notte per i sotterranei di Hogwarts, rischiando di essere catturato e ammazzato da dei banditi, invece di starsene buono a dormire nel Seminterrato di Tassorosso… infatti, non appena era tornato a casa per le vacanze, non aveva esitato a metterlo in ferreo castigo per un mese intero!

“Oh, ti capisco… i miei ragazzi me ne hanno fatte passare di tutti i colori, quando andavano a scuola! Nonostante li sgridassi e li punissi in tutti i modi possibili, non volevano proprio saperne di rigare dritto!” la consolò Molly e Andromeda proseguì: “Comunque, farà meglio a comportarsi bene, se non vuole ritornare a casa in largo anticipo, mi sono spiegata, Edward Remus Lupin?”

“Chiarissima, nonna…” sussurrò, spaventato, il ragazzino, mentre la nonna esclamava: “Lo spero per te, caro il mio signorino!”

Una volta che ebbe finito la ramanzina, Andromeda si voltò verso Molly e concluse, con un grosso sorriso: “Beh, ci sentiamo presto, Molly. Salutami Harry, se lo senti.”

“Contaci. Ci vediamo a Settembre.”

“Ciao. Mi raccomando, Teddy, fa il bravo.”

Non appena la donna se ne fu andata con la Metropolvere, Victorie si avvicinò a Teddy e gli domandò, eccitata: “Allora? Mi racconti cos’è successo ad Hogwarts con quei banditi? Purtroppo, mamma e papà non vogliono dirmi niente a riguardo…”

“Beh, non è che ci sia tanto da dire… io e dei miei amici abbiamo scoperto che quei tizi erano entrati nella scuola, così li abbiamo fermati…” spiegò Teddy, sorvolando su alcuni piccoli dettagli, come il fatto che, durante quella vicenda, il suo amico Gal avesse evocato il ‘Soffio del drago’, un potente incantesimo antico che Godric Gryffindor in persona aveva messo sulla sua spada, rivelandosi il suo discendente e, pertanto, l’Erede di Grifondoro.

Gli unici che lo sapevano erano la McGranitt e i suoi amici presenti.

Infatti, temeva che qualcuno fosse sulle tracce di Gal per il fatto che fosse l’Erede di Grifondoro… meno persone sapevano di quella storia, meglio era per tutti.

“Quando vengono i tuoi amici? Sono ansiosa di conoscerli.” continuò Victoire e Teddy iniziò: “Beh, arriveranno pre…”

Non fece in tempo a finire la frase, che il camino della Tana si accese di nuovo e, stavolta, apparve un signore con una ragazzina con gli occhiali.

“Ciao, Teddy! Come va?” domandò la giovane, con un grande sorriso, e Teddy, incredulo, sussurrò: “B… bene, Athena…”

“La mia nuova pettinatura ti ha un po’ scioccato, vero?” ridacchiò Athena toccandosi una ciocca nera che le arrivava, come tutte, alle spalle, e l’amico ammise: “Già… sai, l’ultima volta che ti ho vista avevi i capelli lunghi…”

“Me li fatti tagliare proprio ieri! Sai, mi piace cambiare pettinatura ogni anno e quest’anno ho optato per i capelli a caschetto. Secondo te, mi stanno bene?”

“Altroché. Trovo che i capelli corti ti donino molto.”

“Grazie, Teddy! Sei proprio un fantastico Tassorosso!”

Mentre i due amici parlavano, Victoire osservò in silenzio Athena.

Era una ragazza molto carina e anche piuttosto vivace… inoltre, non sembrava per niente interessata a Teddy.

Fece un sorriso soddisfatto.

Si era parecchio preoccupata, quando aveva sentito che delle amiche di Teddy sarebbero venute alla Tana per le vacanze… ma, a quanto pareva, Athena non era da considerarsi una rivale in amore.

Un problema in meno.

Sperava che anche Elizabeth, l’altra amica di Teddy, non stesse mirando al Tassorosso.

Aveva sentito parlare anche di una terza ragazza che faceva parte del gruppo degli amici di Teddy, una Serpeverde con un nome parecchio strano, Delphini se non ricordava male… ma era in vacanza con i ragazzi del suo quartiere per tutta l’estate, quindi non era un pericolo…

Poteva stare tranquilla…

Proprio in quel momento, il camino s’illuminò e, stavolta, apparvero tre maghi, due adulti e un ragazzino grassoccio.

Doveva essere Oliver Ferrars, il migliore amico di Teddy e suo compagno di Casa… avrebbe fatto di tutto, quell’anno, per finire a Tassorosso, assieme a Teddy…

“Buongiorno, sono Harold Doyle, il padre di Athena.” Si presentò il padre di Athena e allungando la mano, subito, il padre di Oliver gliela strinse: “Sono Alfred Ferrars, e questa è mia moglie Annabelle. Piacere di conoscerla, signor Doyle. Mio figlio Oliver mi ha parlato molto di sua figlia.”

“Il piacere è tutto mio.”

“Se non sbaglio, anche lei lavora al Ministero…”

“Sì, più precisamente sono un obliviatore al dipartimento delle catastrofi e degli incidenti magici.”

“Io, invece, lavoro al dipartimento dell’Applicazione della legge sulla magia.”

“Caspita, è un incarico molto importante e prestigioso, i miei complimenti.”

“La ringrazio, ma anche il suo è molto importante per la nostra comunità.”

Mentre i tre adulti parlavano, Oliver si avvicinò agli amici e, non appena notò la nuova pettinatura di Athena, esclamò, sorpreso: “Caspita, Athena. Non mi aspettavo di trovarti coi capelli corti. Ti stanno proprio bene, sai?”

“Grazie, Oliver. Avevo voglia di cambiare un po’… notizie di Gal e Christian?”

“Arrivano fra poco. La madre di Christian doveva lavorare, quindi li accompagna lo zio…” iniziò Teddy e, proprio in quel preciso istante, si sentì il rumore di un’automobile, parcheggiare davanti all’abitazione dei coniugi Weasley.

Subito, Dominique andò alla finestra e, dopo aver dato un’occhiata da dietro alla tenda di pizzo bianca, esclamò: “C’è un uomo con due ragazzi, uno con gli occhiali e l’altro con un… ma cos’ha in testa, quello?”

Con un sospiro, Teddy si diresse alla porta e, aprendola, salutò: “Gal, Christian! Finalmente siete arrivati!”

“Teddy!!!” esultò Gal, correndo ad abbracciarlo, con la sua solita ed inesauribile energia “Finalmente sono qui! Mamma era proprio incavolata per via di quello che avevamo combinato, amico… ho dovuto iniziare a fare subito i compiti come punizione! Un mese di levatacce e di compiti… è stato un vero incubo, non vedevo l’ora di essere qui!!!”

Mentre il rosso col casco si lamentava, Christian lo raggiunse, assieme ad un uomo grassoccio e i capelli grigi, il quale aveva in mano un grosso zaino da campeggio.

“Ricordati di fare i compiti, sennò tua madre mi uccide.” Gli ricordò l’uomo coi capelli grigi e Gal annuì: “Tranquillo, zio Billy.”

“Non fare il furbo, Gal, ormai, in famiglia, ti conosciamo tutti. Mi raccomando, niente solite trovate spericolate, tipo tuffarsi da una rupe in piena notte! Col lavoro che faccio lo scoprirei in un baleno.”

“Andiamo, zio Billy, l’ho fatto quando avevo otto anni, ormai non lo faccio più… sono cresciuto, io.”

“Già, così tanto che sali sul tetto di un vecchio castello all’alba.”

Mentre lo zio si dirigeva verso la macchina, Gal sbuffò: “Cavolo, a volte è una vera e propria iella avere un poliziotto in famiglia… scoprono sempre tutto…”

“Scusa, Gal… ma tu ti sei davvero tuffato da uno scoglio in piena notte?” domandò, incredulo, Oliver e il rosso, ammise, con un grande sorriso d’orgoglio: “Certo, durante una vacanza in Cornovaglia. E’ stata un’esperienza fantastica, ve lo consiglio!”

“Gal… mi spieghi perché ti vai sempre a cacciare in situazioni così spericolate?”

“Ehi, non è stata tutta colpa mia! Ho fatto una scommessa con due ragazzi più grandi e l’ho fatto! Certo, poi sono rimasto a mollo per tre ore, finché dei pescatori non mi hanno raccattato… pensa, ho fatto entrare in azione persino la guardia costiera e il bagnino!”

“Oh, Gal… sei unico nel tuo genere…”

Teddy notò che Gal era rimasto in silenzio e domandò, preoccupato: “Va tutto bene?”

“Certo, è solo che… mi è solo venuto in mente che se Delphi fosse stata qui, mi avrebbe detto che sono un autentico imbecille senza cervello…”

“Hai ragione, mi sembra quasi di sentirla, col suo solito tono furibondo…”

“Che peccato che non sia venuta… sai, non avrei mai immaginato che mi sarebbero mancati i suoi insulti e il suo tono arrogante e saputello…”

“Scommetto che anche noi le manchiamo, anche se non lo ammetterà mai… spero che si diverta in campeggio…”

“Cavoli, avrei voluto andarci io, in campeggio! Pensa, escursioni su sentieri poco battuti, notti sotto la tenda, racconti dell’orrore accanto al falò…”

“Magari ci andremo un’estate.”

“Dici sul serio?”

“Certo, al nonno Arthur piace il campeggio. Sono certo che sarà entusiasta.”

“Neanch’io! Sono già emozionato all’idea!!!”

Teddy scoppiò a ridere, divertito.

Gal non sarebbe mai cambiato… e non voleva neanche che succedesse!

Era troppo forte e unico…

“Ragazzi, entrate in casa!” li chiamò Molly dalla porta e i due corsero dentro.

Una volta dentro, Molly disse: “Bene, ora dobbiamo organizzare le camere. Teddy e Oliver, voi due potete stare nella vecchia camera di Ron. Christian e Galahad ho pensato di farvi stare in quella di mio figlio Percy, Athena può usare quella di Ginny…”

“Eh? C’è anche Athena? Dov’è? Non la vedo…” l’interruppe Gal e, proprio in quel momento, sentì qualcuno toccargli la spalla con un dito, mentre una voce femminile che lui riconobbe subito disse, lievemente offesa: “Sono proprio dietro di te…”

Quando si fu voltato ed ebbe visto l’amica, Gal balbettò, imbarazzato: “Ah, scusami, Athena… non ti avevo riconosciuta coi capelli corti…”

“Me ne sono accorta…” fu la risposta della Corvonero, mentre la signora Weasley continuava: “Victoire, Dominique e Louis, voi tre condividerete la stanza di… insomma, quella stanza coi due letti vicino alle scale.”

“Cosa?! Nonna, non potremmo dividerci?! Già a casa devo condividere la stanza con Dominique…” protestò Victorie, ma la donna ribatté, con fermezza: “Victorie, non essere maleducata. Ho deciso così e devi accontentarti.”

“Va bene…”

“Su, forza, ragazzi. Seguitemi, vi accompagno alle vostre stanze, così potrete disfare un po’ i bagagli, mentre io preparo un bel pranzetto per tutti!”

Non appena che Teddy e Oliver furono nella loro stanza, i due Tassorosso cominciarono a disfare i bagagli, ma, ad un tratto, Oliver domandò: “Secondo te, cosa faremo questo pomeriggio?”

“Non lo so… potremmo fare una passeggiata nel bosco o, magari giocare un po’ a Quidditch… voglio assolutamente non essere così scordinato a lezione di volo…”

“Io, invece, preferisco una bella camminata… forse riesco a trovare qualche animale interessante, come uno scoiattolo o magari una volpe! Al solo pensiero di beccarne una, sono già emozionato…”

“Non ti smentisci proprio mai, amico…”

Proprio in quel momento, si sentì un fischio acuto e fastidioso provenire fuori dalla stanza.

“Ma cos’è questo rumore? Non può trattarsi del vecchio Ghoul della soffitta, non fa simili rumori…” commentò Teddy, tappandosi le orecchie, mentre Oliver apriva la porta: “Non appartiene nemmeno ad un animale… meglio controllare…”

Mentre i due ragazzi uscivano, Victoire uscì, a sua volta furibonda dalla sua stanza, protestando: “Ma insomma, chi è che fa tutto questo baccano?! Oh, aspettate che gli metta le mani addosso…”

“Viene da quella stanza.” Commentò Athena, indicando col pollice una stanza e, subito, Teddy disse: “Quella è la stanza di Gal e Christian…”

Facendo un sospiro, il ragazzino si avvicinò alla porta e bussò leggermente e, subito, la porta venne aperta da Gal, il quale aveva un’espressione sorpresa e un vecchio flauto di legno in mano.

“Ti stai esercitando a suonare il flauto?” indovinò Teddy e Gal annuì: “Già. Prima della mia partenza, ho ritrovato il mio vecchio flauto che suonavo alle elementari… sai, mia madre e Lancelot me lo avevano fatto sparire perché, secondo loro, in musica sono un disastro…”

"Chissà perché…" pensò, seccata, Victoire.

Non aveva mai visto nessuno più incapace di suonare uno strumento musicale… per di più, un semplice flauto!

Proprio in quel momento, si sentì la voce della signora Weasley provenire dal piano di sotto: “Ragazzi, avete sentito anche voi quello stridio insopportabile che sembrava il verso di un Fwooper col mal di gola?”

“Ehm, no…” borbottò, imbarazzato, Teddy, mentre la nonna di Victorie dichiarava: “Beh, mando comunque una lettera all’Ufficio regolazione e controllo delle creature magiche.”

Teddy guardò, preoccupato, Gal.

Se qualcuno gli avesse detto che era bravo in musica come un Fwooper ci sarebbe rimasto parecchio male…

Inaspettatamente, Gal fece un sorriso ed esclamò: “Evvai, sono migliorato! Adesso il mio suono è uguale al verso di una creatura magica! Poetico, armonioso, leggiadro, misterioso, magico…”

“Glielo diciamo o aspettiamo che ci pensi Delphi a fargli capire le particolarità del canto dei Fwooper?” domandò Oliver, sottovoce, in modo da non farsi sentire dall’amico, ad Athena, la quale rispose: “Meglio aspettare. Uno dei pregi di Delphini è il fatto che va sempre dritta al punto ed evita gli equivoci.”

“Ragazzi, è pronto! Forza, tutti giù!” esclamò la signora Weasley e, immediatamente, i sette ragazzini scesero le scale dell’abitazione.

Molly si voltò verso il salotto ed esclamò, leggermente seccata: “Arthur, finiscila di giocare con quella scatola e vieni a mangiare!”

Christian e Athena si sporsero leggermente e videro un uomo con gli occhiali, la testa pelata con ormai pochi capelli sia rossi che grigi.

“Oh, andiamo, Molly… non immagini quanta roba i babbani ci hanno messo qua dentro! E questo televvisore è un modello del 1970! Immaginati uno moderno…” protestò Arthur, ma la moglie lo interruppe, indicando la tavola col grande cucchiaio di legno: “Arthur Weasley, fila immediatamente a tavola per mangiare! Potrai divertirti più tardi a smontarlo, ma non adesso! Ti ricordo che sono arrivati i ragazzi!”

“C-come vuoi, Molly…”

Subito, Arthur si sedette al tavolo e, non appena notò il casco di Gal, domandò, eccitato: “Ma quello è un casco da aviatore babbano?”

“Esatto, signore. Era del nonno di mia madre e l’ha indossato durante la Seconda guerra Mondiale!”

“Ah, quella assurda guerra fatta da un babbano mezzo matto… non capirò mai perché i babbani perdano tempo ad ammazzarsi tra loro, invece di inventare cose nuove e dire che in quello sono davvero fantastici…”

“Anch’io penso la stessa cosa, signor Weasley. Il nonno di mia madre è morto a causa di quella stupida guerra…”

“Hai antenati babbani?”

“Certo! Mia madre è una babbana, signore!”

“Che splendida notizia! Scommetto che tu saprai un sacco di cose sui computer e suoi televisori!”

“Altroché! Sono le uniche cose babbane che mi piacciono!”

“Meraviglioso! Mi aiuteresti più tardi? Sto cercando di capire come funziona il computer che ho comprato…”

“Arthur Weasley, lascialo in pace! Ti ricordo che è in vacanza!” lo interruppe, seccata, la signora Weasley, ma Gal esclamò: “Non mi crea alcun problema, signora. Sarò felice di aiutare suo marito!”

“Come desideri, caro.”

Dopo mangiato, mentre Gal e il signor Weasley verso il capanno degli attrezzi, Molly si girò verso gli altri e, con un gran sorriso, disse: “Bene, ragazzi. Che ne direste di fare una passeggiata nella foresta?”

“Perché no?” esclamò Oliver, mentre Dominique diceva: “Mi spiace, ma non mi piacciono le escursioni… credo che resterò ad esercitarmi col violino.”

“Io, invece, gioco con le macchinine che mi ha regalato lo zio Ron.” Esclamò Louis, mentre la sorella maggiore domandava a Teddy: “Tu che fai, vai?”

“Sì.”

“Allora ci vado anch’io.”

“Aspettatemi, vengo con voi.” Dichiarò Athena, raggiungendo il gruppo, mentre la nonna di Victoire si raccomandava: “Non allontanatevi dal sentiero e vedete di tornare per le sei.”

“Certo.”

Il piccolo gruppo uscì dall’abitazione e Molly li guardò per un po’, mentre si allontanavano sorridendo.

Poi si diresse in cucina a lavare i piatti e, ad un tratto, qualche ora dopo, notò che una lancetta del suo orologio con su scritto Harry si era spostata dal Ministero alla Tana.

Sorpresa, la donna si diresse verso la porta e, una volta aperta, si trovò davanti Harry che teneva per un braccio un omuncolo coi capelli rossicci.

“Harry caro! Non mi aspettavo di trovarti qui! Che splendida sorpresa! Purtroppo, Teddy è uscito a fare una passeggiata coi suoi amici.”

“Oh, capisco, che peccato… ma, in fondo, è meglio così…”

“Perché? Che è successo?”

“Beh, si tratta di Mundungus Fletcher… qualche notte fa ha visto qualcosa di… preoccupante…” iniziò Harry e l’uomo che teneva bloccato urlò: “Preoccupante? Ah, questo colmo! Siamo in grave pericolo, altroché!”

“Sta zitto, Fletcher! Se ti sei sbagliato, non voglio che si scateni il panico! E, poi, mi hai raccontato cos’è successo, solo perché ti avevamo preso assieme al tuo complice dei boomerang stregati.”

“Quel codardo di un Vermicolo… l’hanno preso e che fa? Fa la spia! Non c’è onestà nemmeno tra gente come noi…”

“Fletcher, guarda che lo so che avresti fatto lo stesso, al suo posto.”

Molly non capì niente di tutto quell’assurdo discorso, ma, se proprio doveva essere onesta, non gliene fregava niente.

Voleva sapere cosa c’entrasse tutto questo con lei…

“Andiamo in cucina.” Dichiarò la donna, facendo segno ai due di seguirla.

Una volta al sicuro in casa, Molly fece apparire tre sedie e, una volta che furono tutti seduti, domandò: “Allora? Che è successo?”

Harry guardò Fletcher, per poi dirgli: “Forza, diglielo.”

“Beh, qualche notte fa, sono andato in un paesino di babbani mezzo abbandonato con un nome curioso… Little Hangleton… stavo facendo una passeggiata nella campagna inglese…” iniziò il mago, ma l’Auror lo interruppe subito: “Fletcher, lo so che non eri lì alle tre di notte per una passeggiata. Va avanti.”

“Come vuoi… allora, ero in quel paese dimenticato da tutti e sono entrato nella foresta. Mentre camminavo, ho sentito qualcuno che si tuffava. Sono andato a vedere e ho visto una ragazza che si stava asciugando i capelli… e quando ho visto il suo viso, mi è venuto un colpo! Era proprio lei, impossibile sbagliarsi.”

“Lei chi?” domandò Molly, sbigottita, e Fletcher rispose: “Quella folle seguace di Tu-sai-chi ossessionata da lui e dalla Maledizione Cruciatus, Bellatrix Lestrange.”

“COSA?!?!” non poté trattenersi dall’urlare Molly, facendo spaventare il povero gufo seduto sul trespolo.

“Mi stai prendendo in giro, Fletcher?!” strillò la donna, prendendo il bavero del povero mago “Ho ammazzato con le mie stesse mani quella cagna durante la Battaglia di Hogwarts, quando ha cercato di uccidere mia figlia! E’ impossibile che sia lei, quella donna che hai visto!!!”

“Ti assicuro che era lei, anche se aveva i capelli bianchi! Quel viso è impossibile da dimenticare…”

“Ma fammi il piacere, Fletcher! Come può una donna morta da quasi dodici anni apparire, di punto in bianco, in un paese di babbani?!”

“Non lo so, la cosa ha sorpreso anche me! Tra tutte le cose che potevo trovare a Little Hangleton…”

“E sentiamo, se quella lì era davvero Bellatrix Lestrange, allora perché sei ancora vivo?”

“Non ne ho idea… appena mi ha visto, è rimasta immobile un attimo e sul volto le è apparsa un’espressione di puro terrore… e poi è scappata.”

“E’ scappata… la vera Bellatrix Lestrange non sarebbe scappata, idiota! Ti avrebbe ammazzato, dopo averti torturato!”

“Su, Molly… calmati adesso…” tentò di bloccarla Harry “Volevamo solo avere la conferma che tu l’avessi davvero uccisa… più che altro per tranquillizzare gli altri membri del mio ufficio… spero solo che nessuno sia andato nel panico e si sia fatto sfuggire qualcosa alla stampa… ci manca solo che l’intero Mondo Magico vada nel panico per un’allucinazione…”

Ciò che i tre adulti all’interno della cucina non sapevano era che c’era qualcuno, dietro alla porta che aveva origliato gran parte della conversazione, per poi allontanarsi dalla porta in fretta e furia.

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Capitolo 31
*** Il richiamo dell'avventura ***


Capitolo 31: Il richiamo dell’avventura

 

“Quindi, ti sei divertita a Parigi, con tua zia?” domandò il ragazzino coi capelli blu, con una palla di pelo rosa sulla spalla alla ragazzina coi capelli biondi, la quale disse: “Sì. Parigi è stupenda. Sono andata in un sacco di posti babbani come la Tour Eiffel, Notre-Dame e il Louvre.”

“Sei andata a visitare la casa di Victor Hugo?” s’intromise, emozionata, Athena e Victorie, sorpresa, domandò: “E chi è?”

“Un famoso scrittore francese babbano. Ha scritto molti romanzi come ‘Notre-Dame de Paris’, ‘L’uomo che ride’, ‘I miserabili’, ‘I lavoratori del mare’, ‘L’ultimo giorno di un condannato a morte’, ‘Claude Gueux’, ‘L’arte di essere nonno’… e, poi, una raccolta di poesie chiamate ‘Le contemplazioni’ e un sacco di opere teatrali come ‘Lucrezia Borgia’, ‘Manon Lescaut’, la quale è stata ripresa da Giacomo Puccini, famoso compositore italiano, nel 1893; ‘Ruy Blas’, ‘Ernani’ e ‘Il re si diverte’. Le ultime due sono state a loro volta riprese da un altro famoso compositore italiano, Giuseppe Verdi. Ho visto un documentario babbano sulla vita di Victor Hugo, una volta, e dovreste vedere casa sua! E’ una semplice e stretta casa a due piani, con altre due case affianco e con un piccolo giardino davanti! Vi giuro, se non avessi saputo che quella era casa sua, non me ne sarei nemmeno accorta! Non sembra per niente la casa di uno scrittore di fama mondiale tra i babbani. Comunque, adesso è diventata un piccolo museo per i babbani.”

“Ho già sentito quelle opere liriche. Nicolas Flamel ne era un appassionato e nella casa che aveva a Parigi, la quale è diventata un piccolo museo, da quando lui e sua moglie sono morti nel 1987, che ne sono parecchi di dischi di famosi compositori come Puccini, Verdi, Wagner, Rossini, Donizetti, Bellini, Mozart, Beethoven, Bizet e tanti altri... pensa, c’erano persino le prime edizioni! Secondo mia zia, Flamel è andato ad ascoltarle personalmente nei più grandi teatri del mondo, come La Scala di Milano e al Festspielhaus di Bayeruth, quel grande teatro fatto costruire da Wagner, in cui devono rappresentare solo le sue opere.”

“Che egoista vanesio…” commentò Oliver, mentre osservava una farfalla, e Victoire annuì: “Già, non hai per niente torto…”

“Si capisce molto del carattere di una persona da quello che fa… il problema è capire se quello che ha fatto era per la sua natura o per farsi notare e fingersi qualcuno che non è…” commentò Athena, mentre osservava le nuvole in cielo.

Quando si era ritrovata a volare nel cielo di Hogwarts, l’anno scorso, era stata un’esperienza davvero fantastica.

Certo, aveva rischiato di cadere da più di cinquanta metri da un momento all’altro, ma sentire il freddo vento del mattino sulla sua pelle, sentirsi più leggera dell’aria e vedere il mondo dall’alto era stato così bello… si era sentito un uccello, aveva sentito la libertà…

Da quella volta, ne aveva avuto la certezza.

Il cielo e l’aria erano il suo mondo.

Il posto in cui si sentiva perfettamente a suo agio.

L’unico problema, era che non poteva volare.

Avrebbe trovato un sistema per restare in aria per tutto il tempo che voleva!

Dopotutto, era una Corvonero e, da sempre, i Corvonero erano l’emblema della conoscenza e della creatività…

“Ehi, qualcuno di voi sa che ore sono?” domandò, ad un tratto, Teddy e Christian, guardando l’orologio che aveva al polso, esclamò: “Capperi, sono già le cinque.”

“E’ meglio se torniamo indietro. Non vorrei che mia nonna si preoccupasse. Anche perché, quando si preoccupa, quasi subito si arrabbia…” commentò Victoire e tutto il gruppo annuì.

Tutti avevano capito che con la signora Weasley non si scherzava…

Pertanto, fecero marcia indietro e, poco dopo, videro la Tana.

Teddy fu il primo a raggiungerla e, non appena ebbe bussato, la nonna di Victorie gli aprì la porta, con un gran sorriso.

“Oh, ciao, ragazzi. Già di ritorno? Vi siete divertiti?” chiese la signora Weasley e Teddy, un po’ sorpreso, domandò: “Sì… stai bene, Molly?”

“Ma certo che sto bene, caro! Perché non dovrei esserlo?”

“E’ solo che la tua voce mi è sembrata un po’… stanca…”

“Non preoccuparti, Teddy. Ho solo passato tutto il pomeriggio a cucinare e a pulire… ormai sto proprio invecchiando…”

“Ah, capisco… Gal dov’è?”

“Sta ancora aiutando Arthur col televisore. Quei due si sono subito presi.”

“Immagino… vado a riposarmi un po’ in camera.”

“Ma certo, caro. Vi chiamo quand’è pronto.”

Una volta in camera, Teddy si buttò sul letto, mentre Oliver prendeva dalla sua valigia un libro.

“Leggi ‘Animali Fantastici e dove trovarli’?” chiese Teddy e l’amico annuì: “Sì. L’anno prossimo intendo fare Cura delle creature magiche come materia facoltativa.”

“Anch’io, anche se lo zio Ron mi ha consigliato di portarmi una corazza da cavaliere durante le lezioni e di fare attenzione.”

Dopo aver detto quelle parole, il ragazzino coi capelli blu chiuse gli occhi e si addormentò.

Questo finché qualcuno non aprì con energia la porta, urlando: “Ragazzi, non immaginerete cosa ho sentito oggi!!!!”

“Ssst!!!” lo zittì, imbarazzato, Oliver, mentre Teddy, aprendo un occhio assonato, domandò, stanco morto: “Gal, che vuoi? Stavo dormendo… e vorrei ritornarci a dormire, grazie.”

“Ho una notizia che è una bomba, ve lo garantisco! Una volta che l’avrete sentita, non riuscirete più a dormire!”

“Non ci tengo, grazie. Dilla a qualcun altro.”

“Ma siete i miei migliori amici e mi fido solo di voi! E, poi, non ho scoperto questa notizia in maniera convenzionale…”

“Hai origliato il discorso di qualcuno, vero?” indovinò Teddy, mentre Oliver esclamava: “Gal, non si origliano le conversazioni altrui, dovresti vergognarti! E’ un comportamento da maleducati e…!”

“Risparmiati la ramanzina, Olly! Non l’ho fatto apposta! Stavo andando un attimo in bagno quando ho sentito la signora Weasley urlare! A quel punto, la curiosità mi ha preso e sono rimasto ad ascoltare! Lo sapete che non so resistere alle tentazioni…” lo interruppe il rosso e Teddy, con un sospiro, domandò: “E allora? Cos’hai scoperto?”

“Beh, pare che in un paese di vecchi babbani è stato avvistato il fantasma di Bellatrix Lestrange!” annunciò, emozionato, Gal e Oliver domandò, sorpreso: “E chi è?”

“Ho già sentito parlare di quella donna. Era la più fedele seguace di Voldemort, tanto che ha preferito essere spedita ad Azkaban, piuttosto di rinnegarlo, a differenza degli altri Mangiamorte, dopo la prima caduta di Voldemort. Era molto sadica e potente, inferiore soltanto al suo signore, inoltre amava torturare le sue vittime con la maledizione Cruciatus, prima di ucciderle. E’ stata proprio la signora Weasley ad ucciderla durante la battaglia di Hogwarts.” Raccontò Teddy e Gal annuì: “Sì, e dovevi sentire com’è andata fuori di testa quando le hanno dato questa notizia… non l’avrei mai creduto possibile, ma in quel momento, era persino più spaventosa di mia madre quand’è infuriata.”

“Una notizia del genere richiama alla mente brutti ricordi…” sussurrò Oliver, con dolcezza, mentre Teddy si sdraiava di nuovo sul letto, borbottando: “Bene, ora che ci hai dato la bella notizia, me ne torno a dormire!”

“Eh, no! Il divertimento è appena iniziato!”

“Ma che altro vuoi, Gal?”

“Perché non andiamo in quel villaggio a vederlo?”

Sentendo quelle parole, Teddy aprì di scatto gli occhi e, rizzandosi a sedere, domandò, allibito: “Vuoi provare a vedere il fantasma di Bellatrix Lestrange?”

“Certo!”

“Tu sei matto.”

“Ma dai! Pensa che emozione andare a caccia di fantasmi! Sarà un’esperienza fantastica!”

“Mia nonna mi ammazzerà se proverò a fare una cosa del genere!”

“Ma non le diciamo niente, tranquillo.”

“Primo: non so dove cavolo si trovi questo paese. Secondo: se sparissimo, la signora Weasley chiamerebbe tutti gli uffici del Ministero e mia nonna mi scoprirebbe subito. Scusa, ma vorrei vivere per qualche altro anno…”

“Primo: Possiamo cercare nella biblioteca babbana che c’è in paese. Secondo: inventeremo una storiella quasi vera per i coniugi Weasley.”

“Una storiella quasi vera? E che roba è?”

“Una storia vera, ma non troppo. Così non mentiamo al cento per cento e siamo in pace con la coscienza.”

“E’ in che cosa consisterebbe la storiella quasi vera per i coniugi Weasley?”

“Semplice, diciamo che andiamo a trovare qualcuno per qualche giorno.”

“La signora Weasley si metterebbe subito in contatto con lui, sia per via magica che babbana, e saremo fregati.”

“Allora dobbiamo trovare qualcuno che, per cause di forza maggiore, è impossibile da contattare.”  

“Andiamo, Gal… chi vivrebbe così fuori dal mondo?”

Aveva appena pronunciato quelle parole, che tutti i tre ebbero un’illuminazione nello stesso istante.

“Ho ideato la storiella quasi vera perfetta! Diciamo alla signora Weasley che siamo andati a trovare Delphi in quel campeggio di babbani dove sta trascorrendo l’estate. Non c’è campo in quel posto e, cosa ancora più importante, nessun gufo può farsi vedere a consegnare la posta, per via della sicurezza anti-babbani!” raccontò, con un sorriso sulle labbra, Gal, mentre Teddy dichiarava: “La signora Weasley vorrà accompagnarci e, inoltre, non so nemmeno dove si trovi quel campeggio.”

“Nessun problema, useremo il Nottetempo. Le diremo che non vogliamo disturbare nessuno e che è ora che impariamo a prendere da soli i mezzi pubblici.”

“Mmmh… potrebbe anche funzionare… ma per quanto riguarda Delphini? Non posso mandarle una lettera e non posso neanche rischiare che dica a mia nonna che non sono andato a trovarla…”

“Se la incontreremo in stazione, mi allontanerò un attimo con lei e le spiegherò per filo e per segno cos’è accaduto. Me ne dirà di tutti i colori per averla usata in questo modo, ma riuscirò a convincerla a non dire niente!”

“Speriamo solo che non mandi una lettera durante la nostra assenza.”

“Non ne ha mandata una per tutta l’estate, non la darà mica adesso. Pensiamo, piuttosto a trovare questo paese di fantasmi e a dire ai coniugi Weasley del nostro progetto, il più in fretta possibile, anche! Sento già il brivido dell’avventura scorrermi nelle vene!!!”

 

“Prendete tutti i biscotti che volete, ragazzi. Ce n’è per tutti.” Disse la signora Weasley, mettendo sul tavolo un enorme piatto di biscotti appena sfornati.

“Cavoli, che buon odore! Non me lo faccio ripetere due volte, signora Weasley!” esultò Gal, prendendone al volo uno, mentre la donna, con un grande sorriso, si raccomandava: “Fa attenzione, caro. Li ho appena tirati fuori dal forno, quindi scottano un po’.”

Non appena l’ebbe presa, Gal fece una smorfia di dolore e appoggiò immediatamente il biscotto bollente sulla tavola, per poi soffiare sulle dita.

“Uao, questo sì che è un biscotto appena sfornato…” commentò Gal, mentre la signora Weasley, domandava: “Cosa avete in programma di fare, oggi?”

“Facciamo un salto ad Ottery St. Catchpole” Dichiarò Teddy e la donna, leggermente sorpresa, fece: “Come mai?”

“Io sarei interessato a fare Babbanologia l’anno prossimo. Questa potrebbe essere un’occasione perfetta per studiarli più da vicino ed essere abbastanza preparato.” S’intromise Oliver e il signor Weasley dichiarò: “Posso accompagnarti! Mi emoziono sempre quando vado in paese! Sarò entusiasta di farti da guida turistica e di spiegarti a cosa servono i lampioni e…”

“Arthur, non disturbarli! Inoltre, ti ricordo che devi andare al Ministero!” tuonò la signora Weasley, mentre Athena dichiarava: “Vengo con voi! Voglio assolutamente fare un salto in biblioteca!”

“Certo, unisciti pure.” Esultò Gal, mentre Christian diceva: “Io, invece, vado a finire il tema di Trasfigurazione.”

“Ma non preoccuparti, caro, sei in vacanza.” Lo rassicurò la signora Weasley, ma Christian rispose: “Non si preoccupi, signora Weasley. Mi piace mettermi in pari con lo studio. Infatti, il Cappello Parlante ha pensato di mettermi a Corvonero…”

“Ehi, ci sono anch’io con voi!” s’intromise Victoire, ma la signora Weasley la bloccò immediatamente: “Victoire, hai i tuoi compiti da fare e i tuoi genitori esigono che tu li concluda.”

“Accidentaccio!”

I quattro amici uscirono dalla porta e, mentre camminavano, Teddy si voltò verso Athena e le disse: “Senti, Athena… veniamo con te, in biblioteca.”

“Eh?! Ma siete malati?! Di solito, non vi piace andare in biblioteca!”

“Adesso ti spiego…”

Teddy cominciò a raccontare all’amica tutto quello che era successo la sera prima, dal discorso che Gal aveva origliato e del loro piano per raggiungere quel paese, dopo una veloce ricerca in biblioteca.

“Certo che non siete per niente capaci di starvene con le mani in mano…” commentò Athena, mentre spingeva la porta della piccola biblioteca del paese “Dovete solo augurarvi che la biblioteca abbia un computer…”

L’interno era molto piccolo con solo qualche tavolo, vari scaffali pieni di libri e, in fondo, dei computer, uno dei quali, fortunatamente, era ancora acceso.

Subito, Athena, si sedette davanti ad uno di essi e, domandò: “Come si chiama quel paese?”

“Little Hangleton.” Annunciò Gal e la ragazzina commentò, mentre digitava il nome: “Little Hangleton… non l’ho mai sentito… deve trattarsi di un paese piuttosto piccolo…”

Dopo aver cliccato il nome del paese comparvero vari link e, il primo di essi, attirò immediatamente l’attenzione di tutti i presenti.

“L’omicidio dei Riddle, uno dei casi di cronaca nera irrisolti più agghiaccianti e misteriosi del Regno Unito?” lesse, incredulo, Oliver.

Se la prima cosa che scrivevano su quel paese era un caso di omicidio irrisolto, non c’era da aspettarsi nulla di buono…

“Che faccio, lo clicco?” domandò Athena e Teddy annuì: “Sì, dai. Visto che forse ci facciamo un salto, dobbiamo sapere come sono andate le cose.”

La Corvonero ubbidì e, subito, comparve una pagina piene di parole e vecchie foto d’epoca.

“Una mattina del Luglio del 1943, una giovane cameriera scoprì i cadaveri dei membri della famiglia Riddle nel salotto della villa di loro proprietà situata nel piccolo paese di Little Hangleton, vicino a Great Hangleton. Le vittime erano i coniugi Thomas Riddle (78 anni) e Mary Riddle (65 anni), assieme al loro unico figlio Tom (36 anni). Secondo il medico legale, la famiglia Riddle è stata uccisa dieci o undici ore prima del ritrovamento dei loro corpi, confermato anche dal fatto che le vittime erano ancora vestite per andare a cena. Frank Bryce, giardiniere dei Riddle misteriosamente scomparso nel 1995, ha dichiarato che il giorno prima dell’assassinio della famiglia, c’era un ragazzino pallido e coi capelli scuri che si aggirava nei pressi della proprietà, che non aveva mai visto prima, anche se ha ammesso che era parecchio lontano quando l’ha notato e non è riuscito a vedere bene il volto. A parte Bryce, nessun altro ha visto il ragazzo misterioso, pertanto, l’ipotesi si è rivelata infruttuosa, così come la pista della rapina finita male, in quanto, nonostante i Riddle fossero molto ricchi, la casa era perfettamente in ordine quando la polizia è giunta e niente era stato portato via. Durante l’autopsia, tuttavia, si è scoperto qualcosa di davvero agghiacciante. L’arma del delitto e il modus operandi erano completamente inesistenti. La famiglia non era stata in alcun modo ferita, nemmeno attraverso un’iniezione letale, ma non era nemmeno morta per cause naturali, come un ictus o un attacco cardiaco. Un altro particolare che ha colpito i medici legali è il fatto che tutti e tre fossero morti con un’espressione di paura sul viso, come se stessero vivendo le loro peggiori paure. Dalla ricostruzione della polizia, l’ultimo a morire è stato il giovane Tom Riddle, il quale aveva l’espressione più spaventata tra tutti e tre. Nonostante l’evoluzione della scientifica, ancora oggi il caso della famiglia Riddle rimane uno dei casi irrisolti più spaventosi e misteriosi del Regno Unito, pieno di vari punti interrogativi.” Lesse, incredula, Athena, mentre Oliver commentava, spaventato: “Oh, mamma… che storia spaventosa…”

“Ragazzi… credo di sapere cos’è successo ai Riddle…” sussurrò, preoccupata, la Corvonero con gli occhiali e Teddy domandò: “Cosa?”

“Temo che siano stati uccisi dall’Avada Kedavra.”

“COOOSA?!?!?!” si lasciò scappare, esterrefatto, Gal, beccandosi un seccato “Shh!” da parte della biblioteca.

“Pensi che in questo omicidio centrino i maghi?” sussurrò, preoccupato, il rosso e Athena annuì: “Sì, nessun babbano sarebbe capace di uccidere qualcuno senza lasciare una traccia, invece quella maledizione ha proprio questa particolarità…”

“Cosa credi che sia successo? Una resa dei conti tra maghi?”

“Sembrerebbe la pista più promettente…”

“Ehi, qui c’è anche una vecchia fotografia della famiglia Riddle.”  Notò Oliver, indicando un’immagine che, prontamente, Athena cliccò sopra, in modo da ingrandirla.

La prima cosa che tutti e quattro notarono fu che i Riddle avevano un’espressione parecchio sicura di sé, arrogante e sembravano avere costantemente la puzza sotto il naso.

“Non so perché, ma tipi del genere mi stanno proprio antipatici… odio la gente snob… non mi spiace per niente che li abbiano fatti fuori.” Commentò Gal, osservandoli, e Oliver lo redarguì: “Gal, non è una cosa carina augurare la morte di una persona!”

“Io non l’ho augurata! Ho solo detto che non mi meraviglia che li abbiano fatti fuori! Guarda che è diverso!”

Mentre i due litigavano, Teddy si avvicinò allo schermo, aguzzando la vista.

“C’è qualche problema?” domandò Athena e il ragazzo coi capelli blu ammise: “E’ solo che… questi tre hanno un’aria leggermente familiare… è il loro atteggiamento, così sicuro di sé… non so dove, ma l’ho già visto… se solo riuscissi a ricordare dove…”

“Beh, il detto ‘la bellezza non è tutto’, calza alla perfezione col giovane Riddle… Guardalo, era davvero un bell’uomo, ma dalla faccia credo che non esistesse nessuno più arrogante e snob di Tom Riddle…”

“Tom Riddle? Non sarà per caso quell’odioso che ha vinto quel suo stupido premio per ‘servigi speciali resi alla scuola’?!” s’intromise, adirato, Gal e Oliver annuì: “Sembrerebbe proprio di sì… ti ricordi cosa ha detto l’anno scorso il professor Lumacorno quando siamo stati invitati al Lumaclub? Tom Riddle è morto dopo aver finito la scuola… potrebbe benissimo essere stato ucciso.”

“No, è impossibile. C’è un anacronismo temporale piuttosto forte.” Negò Athena, osservando con molta attenzione il testo, e Teddy domandò: “Cosa intendi?”

“Tom Riddle ha ricevuto il premio nel 1943, l’anno in cui sono stati assassinati i Riddle, ed è diventato Prefetto nello stesso anno. Siccome si diventa Prefetti al quinto anno, è logico che Tom Riddle non era al settimo anno di scuola, ma al quinto. Inoltre, questo suo omonimo è molto più vecchio. E’ impossibile che uno abbia frequentato Hogwarts a 36 anni. Inoltre, Lumacorno ha fatto capire che il motivo della dipartita del Riddle che studiava ad Hogwarts sia stata una malattia.” Spiegò la Corvonero e Oliver fece notare: “Sì, è vero… ma mi sembra troppo strano che ci siano due Tom Riddle in circolazione nello stesso anno, anche se uno nel Mondo Babbano e l’altro nel Mondo Magico…”

“Anche a me pare molto strano… è evidente che quei due sono collegati… e il loro punto d’incontro è il Mondo Magico.”

“Come fai ad esserne così sicura?” domandò, incuriosito, Gal e Athena spiegò: “Il Tom Riddle più giovane era uno studente di Hogwarts piuttosto dotato, quindi era un mago, mentre quello più vecchio è stato evidentemente assassinato da un mago. E’ la magia il loro legame.”

“Beh, comunque, cerchiamo di scoprire dove si trova questo villaggio…” borbottò Gal, mentre Oliver esclamava, incredulo: “Non vorrai sul serio andare in quel posto, Gal! C’è stato un omicidio e, per di più, l’assassino era un mago! Se prima avevo dei dubbi, adesso ne ho la certezza! Non metterò piede in quel villaggio, mi sono spiegato?!”

“Andiamo, Olly, non fare il fifone…”

“Io non sono un fifone! Semplicemente…!”

CRASH

Il misterioso e improvviso tonfo, identico a quello di parecchi libri che cadevano per terra, proveniente dallo scaffale alle loro spalle, fece bloccare Oliver e, d’istinto, Gal corse dietro ad esso, per vedere a cosa fosse dovuto quel rumore, seguito, immediatamente, dagli altri.

Dietro agli scaffali c’era una ragazzina coi lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri, la quale si stava massaggiando la testa, mentre, attorno a lei c’erano un sacco di libri sparpagliati.

“Cosa ci fai qui, Victorie?” domandò Teddy e la ragazzina, alzandosi in piedi, ribatté: “E’ forse un reato andare in biblioteca?”

“No, ma tua nonna ha detto che dovevi fare i compiti. Mi spieghi cosa ci fai qui?”

“E’ semplice, ho detto a nonna Molly che sarei andata a fare i compiti in camera mia e, una volta sola, sono uscita dalla finestra e ho preso una bicicletta dal capanno di nonno Arthur e sono volata qui.”

“Come facevi a sapere che eravamo qui?”

“Veramente, il mio piano consisteva nel trovare Athena in biblioteca e chiederle da che parte foste andati, ma sono stata fortunata, dato che eravate tutti qui.”

“Beh, ora che ci hai trovati, è meglio che tu te ne ritorni a casa, altrimenti tua nonna scoprirà la tua bravata.”

“Scordatelo, io resto.”

“Victoire, torna a casa.”

“Fallo e io dirò tutto a mia nonna. Le dirò che avete intenzione di andare di nascosto in un paese dove c’è stato un omicidio! Magico, per di più!”

“No, ti prego, non dirle niente! Lo dirà a mia nonna e mi ucciderà!”

“Sta tranquillo, Teddy, non le dirò niente… ma ad una condizione.”

“Quale?”

“Voglio venire anch’io in quel villaggio!”

Per un attimo, Teddy sgranò gli occhi, per poi dichiarare, in tono secco: “Scordatelo, Vicky. E’ troppo pericoloso per la tua età.”

“Ma se ho un anno in meno di tutti voi!”

“Ma noi siamo leggermente più esperti nell’utilizzo di incantesimi!”

“Ma non avete il permesso di compiere magie fuori da scuola! Io, invece, posso ancora usarla, perché non ho ancora la bacchetta e non frequento Hogwarts! Avete bisogno di me!”

“Sai, potrebbe aver ragione la ragazzina…” sussurrò Gal, mentre Oliver gli ricordava: “Gal, Victoire è più piccola di noi. Non voglio avere un morto sulla coscienza, soprattutto se così giovane.”

“Scegliete: o vengo anch’io in quel paese oppure spiffero tutto a mia nonna!” sbottò, con determinazione, Victorie e, con uno sbuffo, Teddy acconsentì: “D’accordo, puoi venire. Ma non dirlo a nessuno!”

“Conta su di me, Teddy!” esultò la ragazzina mettendo la mano davanti alla fronte con un gesto militare.

“Cosa c’inventiamo per convincere la signora Weasley a farci portare con noi Victorie?” domandò Gal e Teddy esclamò, come se avesse avuto un’improvvisa ispirazione: “Possiamo dirle che vogliamo far conoscere a Victorie Delphini. Che ha sentito parlare tanto di lei e non vede l’ora di conoscerla personalmente.”

“Ma io di lei so solo il suo nome e che fa parte di Serpeverde.” Fece ricordare, lievemente seccata, Victorie e Teddy le disse: “Basterà solo che lo dici a tua nonna.”

“Ok… cosa abbiamo in comune io e lei, oltre ad essere due ragazze?”

Per tutta risposta, l’intero gruppo si guardò negli occhi, facendo solo un imbarazzato: “Ehm…”

Victoire e Delphini, infatti, non avrebbero potuto essere più diverse… Vicky indossava un vestitino rosa molto carino, una borsetta rosa per bambine con fiocchi e il disegno di un gatto, le scarpe aperte, coi lunghi capelli biondi sciolti, gli occhi azzurri… mentre Delphini indossava vecchie e larghe felpe, jeans strappati in vari punti, scarpe da ginnastica consumate, monospalla di jeans i suoi capelli argentati con qualche ciocca blu erano sempre legati in una coda di cavallo, tanto che Gal aveva detto, per scherzare che dormiva e si lavava coi capelli legati…

Quelle due non avrebbero potuto essere più agli antipodi…

“Beh, non so cosa avete in comune voi due… ma la nostra Delphi ha un…” iniziò Gal, prima che Teddy lo interrompesse di colpo: “…Ha un talento davvero straordinario a Pozioni… ti piacciono le pozioni?”

“Ma stai scherzando, Teddy?! Lo sai che le detesto! Tutti quei materiali da mettere, i gradi di cottura, l’attenzione… non fa per me! Non so cosa ci trovino lei e mia madre in quella stupida materia! Molto meglio Volo, altroché!”

“Già, a te piace molto lo sport…” fece Teddy, allontanandosi un attimo con Gal, il quale gli domandò, incredulo: “Ma che ti è preso?!”

“Stavi per dirle di Asmodeus, vero?”

“Eh?”

“Stavi per rivelare a Victoire che Delphini ha un serpente come animale domestico, giusto?”

“Sì, e allora?”

“E’ quel che temevo… senti, per il momento, non diciamoglielo, ok?”

“E perché?”

“Perché… Victoire ha una paura matta dei serpenti.”

“Eh? Sul serio?”

“Sì… appena ne vede uno si mette a strillare e a correre il più lontano possibile da quella bestia… quindi, immagina cosa succederebbe se scoprisse che una mia amica ha proprio un serpente come animale domestico…”

“Prepariamo i tappi per le orecchie.”

“Sarà meglio…”

 

“Signora Weasley, ho finito.” Esclamò Athena e la nonna di Victoire domandò, apprensiva: “Sicura che tu non voglia ancora un po’ di pasta, cara? Guarda che ce n’è ancora tanta, cara.”

“No, non si preoccupi. Metto da lavare il mio piatto e, poi, vado in camera mia a leggere un po’.”

Lentamente, anche gli altri si alzarono e se ne andarono, tranne Teddy.

“Signora Weasley, posso chiederle una cosa?” domandò, timidamente, il ragazzo e la donna, voltandosi a guardarlo, esclamò: “Ma certo, Teddy! Sono tutta orecchie!”

“Ecco, in questa settimana, ho parlato a Victorie di una mia amica… Delphini Black… solo che non vede l’ora di conoscerla… io e gli altri avevamo intenzione di andarla a trovare al campeggio dove sta passando le vacanze… possiamo stare da lei per qualche giorno?”

La signora Weasley rimase in silenzio per un attimo, incredula per quella richiesta, per poi dire: “Beh, per me non ci sarebbe alcun problema… ma quelli che si occupano del campeggio sono d’accordo?”

“Certo, Delphini mi ha mandato una lettera per dirmi che era tutto a posto, eccola qui.” Esclamò il giovane, mostrando un foglio di carta che la signora Weasley prese e lesse con molta attenzione.

Teddy cominciò a sudare freddo, pregando che la nonna di Victoire non si accorgesse che era stata Athena e non Delphini a scrivere quella lettera…

“Beh, non mi crea alcun problema mandarvi a quel campeggio… è solo che non so proprio come mandarvi in quel campeggio di babbani… ormai, i taxi ci evitano come la peste…” commentò la signora Weasley e Teddy, riacquistando un po’ di tranquillità, spiegò: “Nessun problema! Abbiamo pensato di prendere il Nottetempo.”

“Ma ne siete proprio sicuri? Prendere i mezzi pubblici alla vostra età? Avete solo dodici anni…”

“Vorremmo provare a diventare leggermente autonomi e questa è l’occasione perfetta. Comunque, non si preoccupi. Il signor Weasley ci accompagnerà a prendere l’autobus e, non appena arriveremo alla fermata, troveremo Delphini che ci accompagnerà al suo campeggio. Dobbiamo solo salire sull’autobus e fare il tragitto.”

“Beh, penso che si potrebbe fare…”

“Non si preoccupi, staremo via solo il sabato e la domenica. Lunedì saremo di nuovo qui.”

 

“Mi raccomando, non allontanatevi dal campeggio e non vi mettete in situazioni rischiose!” si raccomandò, preoccupata, la signora Weasley, mentre Teddy la rassicurava: “Torneremo lunedì, te lo prometto.”

“Mi raccomando, chiamatemi quando siete arrivati. E ringrazia tanto la tua amica!”

“Non si preoccupi, lo faremo senz’altro.”

“E tenete d’occhio Victoire! Non solo ha undici anni, ma non sa ancora controllare la sua magia!”

“Finché resterà accanto a noi, non si deve preoccupare di niente, signora Weasley.”

“Allora divertitevi!”

Mentre Teddy era impegnato a tranquillizzare la signora Weasley, Gal si avvicinò al cugino e gli disse, sottovoce: “Mi raccomando, se la nonna di Victoire ha dei sospetti, chiamaci subito col walkie-talkie.”

“Gal, ti stai cacciando in un mare di guai…”

“Non ti ci mettere anche tu, eh! Ho già fatto una faticaccia per convincere gli altri a partire per quest’avventura!”

“Ormai con te, mi lavo le mani…”

In quel preciso istante, la signora Weasley si voltò verso le scale e urlò: “Arthur, sono pronti! Potete andare!”

“Arrivo, Molly.” Esclamò il signor Weasley, scendendo dalle scale, indossando dei lunghi pantaloni fucsia con su disegnati i volti di tanti porcellini, un cappello verde da pescatore sulla testa e un maglione dai colori sgargianti.

“Bei pantaloni, signor Weasley! Mi piacciono da impazzire! Se mi dice dove li ha comprati, ci faccio un salto. Sono sicuro che si abbinerebbero alla grande col mio casco.” Esclamò, interessato, Gal e il signor Weasley rispose: “In un piccolo negozietto giù in paese. Pensa, fanno persino le magliette!”

“Troppo forte!” esultò il rosso, mentre Athena ridacchiava.

Se Gal non fosse stato l’Erede di Grifondoro, sarebbe stato un perfetto Corvonero… eccentrico e unico come solo i Corvonero sanno essere…

Nel frattempo, la signora Weasley ricordava al gruppo: “Forza, è meglio se vi muovete, prima che la strada si riempia di babbani.”

Mentre il gruppo usciva dall’abitazione, Teddy si voltò verso la signora Weasley, Christian, Dominique e Louis, salutandoli con la mano: “Ci rivediamo lunedì.”

Una volta chiusa la porta dell’abitazione, si affrettò a raggiungere gli amici e il signor Weasley, mentre i suoi capelli si coloravano di nero, gli occhi diventavano azzurri e si metteva degli occhiali finti.

“Perché hai assunto le sembianze di Kevin?” domandò Oliver, non appena l’amico l’ebbe raggiunto e lui spiegò: “Odio finire al centro dell’attenzione, quando vado in giro… quindi assumo le sembianze di qualcun altro, per evitare di finire sotto i riflettori.”

Non appena li ebbe raggiunti, il signor Weasley tirò fuori dalla tasca una bacchetta e, pochi secondi dopo, un autobus a tre piani viola apparso all’improvviso frenò di scatto davanti a loro e, immediatamente, un uomo in uniforme viola, con grandi orecchie a sventola e col volto pieno di brufoli, scese dal mezzo e dichiarò, con tono annoiato: “Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto d’emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete. Mi chiamo Stan Picchetto e sono il vostro bigliettaio per questa giornata.”

Non appena ebbe finito di parlare, Stan alzò lo sguardo e, non appena notò il signor Weasley, domandò, incredulo: “Ma lei non è Arthur Weasley, il suocero di Harry Potter?”

“Sì, Stan, sono io.”

“Ma guarda, ne è passato di tempo… ehi, Ern, ti ricordi di Harry Potter? Era salito sul nostro autobus, una notte. Una notte davvero buia, sì, sì… Sirius Black era appena evaso da Azkaban, ricordi? Sono stato proprio io a parlargliene, sì, sì… dunque, signor Weasley, dove vuole che la portiamo?”

“Non io, Stan. Mia nipote e alcuni suoi amici, vogliono raggiungere una loro amica.”

“Beh, ragazzi, siete proprio fortunati. Dite la vostra direzione, e noi vi portiamo dove volete, sì, sì… proprio dove volete, ve lo garantisco! Purché non sia in mare, perché il Nottetempo non va sott’acqua, no, no!”

Proprio in quel momento, Gal finse di guardare nel cielo ed esclamò: “Guardi, signor Weasley! Un aereo!”

“Eh? Davvero?! Dove, dove?” fece l’uomo, alzando la testa di scatto, mentre Gal indicava un punto: “Proprio lì! Secondo lei, come cavolo fanno i babbani a farlo restare sospeso in aria, senza magia?”

“Non lo so, ragazzo! Ma un giorno lo scoprirò, te lo garantisco! Sospetto, però, che centra quella cosa che loro chiamano elettricità.”

“E come funziona l’elettricità?”

Mentre il signor Weasley era impegnato ad elencare le proprietà dell’elettricità e come la usavano i babbani, Teddy si avvicinò a Stan e, sudando freddo, sussurrò: “Vorremmo cinque biglietti per Great Hangleton, nel nord dell’Inghilterra.”

“Ok, sono quindici galeoni. E, con un piccolo extra, potrete anche avere una cioccolata calda, cosa che vi consiglio caldamente, dato che sarà un viaggio molto lungo.”

“Quando arriveremo?”

“A mezzogiorno, come minimo.”

“Ci vuole così tanto?!”

“Certo, ragazzo. Più si va su, più il tragitto è lungo! E, adesso, tutti a bordo, che si parte!”

Mentre il gruppo saliva, il signor Weasley li salutò con la mano: “Buon viaggio, ragazzi. Mi raccomando, fateci sapere come state!”

“Diamoci una mossa, Ern.” Esclamò Stan, all’autista e quello partì a tutto gas, tanto che tutti i ragazzi caddero per terra, rovinosamente.

“Meglio che vi abituate in fretta, ragazzi, altrimenti vi ritroverete a gambe all’aria per tutta la durata del viaggio…” li avvisò Stan, aiutandoli a risalire in piedi, per poi domandare: “Come vi chiamate, voi cinque?”

“Kevin Harrison.” Dichiarò, il più in fretta possibile, Teddy, mentre Victoire si presentava: “Io mi chiamo Victoire. Questo ragazzino è Oliver Ferrars, mentre l’altro col casco è Galahad Sandlers.”

“Ehi, non chiamarmi Galahad! Per tutti, sono Gal!” s’intromise Gal, mentre Stan, guardando Athena, domandava: “Ok… e la ragazza con gli occhiali, chi è?”

“Mi chiamo Athena Doyle, piacere di conoscerla.” Si presentò, molto educatamente, la ragazza, ma Stan si mise a fissarla con aria sbalordita.

Qualche secondo dopo, si diresse verso Ern e, con un tono divertito, gli disse: “Ehi, Ern, senti questa! C’è un’altra Athena Doyle sul Nottetempo!”

“Come sarebbe a dire che c’è un’altra Athena Doyle?!” protestò, esterrefatta, la giovane strega e Stan, ficcandosi in bocca una cicca, raccontò: “Proprio così, ragazza. Non sei la prima ragazzina con quel nome e cognome a salire qua su, sì, sì… te la ricordi quella prima Athena Doyle, Ern? L’abbiamo raccattata a Londra, vicino a Diagon Alley circa un mese fa… un tipetto davvero strano, altroché… non se ne incontrano tante come lei, sì, sì… felpa consumata col cappuccio, jeans larghi, vecchio cappellino con un logo sportivo babbano, con lunghissimi capelli rossi… i capelli più rossi che abbia mai visto in vita mia, sì, sì… quando ci siamo fermati per la sua richiesta, è salita come se niente fosse, ci ha detto dove doveva andare e si è seduta senza tante cerimonie, per poi mettersi delle cuffie nelle orecchie e ascoltare la musica, mentre leggeva un giornalino… avrà avuto, che so… tra i dieci e i tredici anni… ma sapeva il fatto suo, altroché! Mai visto una ragazzina più autonoma e seria di quella, te lo garantisco! E come non lasciava quel suo vecchio zaino! Gli buttava sempre un’occhiata, sì, sì… più sospettosa e guardinga di un gatto, era… già!”

Mentre Stan continuava a blaterare, senza sosta, con l’autista, il gruppo si guardò, esterrefatto.

Com’era possibile che, solo un mese prima, un’altra ragazzina loro coetanea con lo stesso nome e cognome di Athena era salita sul Nottetempo?!

Era una cosa a dir poco pazzesca…

“Ehi, Athena… non è che hai un dopplangeder?” domandò Gal, ma, subito, la Corvonero rispose: “Che sciocchezza. C’è, di sicuro, una qualche spiegazione razionale. E, poi, ti ricordo che io ho i capelli neri, non rossi!”

“Ah, già… è vero…” balbettò Gal, mentre Teddy diceva, mentre si sedeva pesantemente sul sedile: “Comunque, è pazzesco… stiamo andando in un paese dove viveva l’omonimo di un vecchio studente di Hogwarts e subiamo un caso di omonimia sul mezzo di trasporto! Roba da matti…”

 

“Ragazzi, siete arrivati. Ecco Great Hangleton.” Esclamò Stan, facendo svegliare tutto il gruppo, il quale si stava facendo un sonnellino.

Sbadigliando, i ragazzi presero le proprie cose e scesero dal Nottempo, il quale sfrecciò via a tutta velocità nella stradina polverosa e deserta.

“Quindi? E adesso che si fa?” domandò Gal, stiracchiandosi, mentre Athena tirava fuori dallo zaino una vecchia cartina e, dopo averla osservata un attimo con attenzione, dichiarò: “Dobbiamo proseguire in quella direzione per almeno sei miglia.”

“Bene, in marcia, ragazzi.” Dichiarò Teddy, mentre si toglieva gli occhiali finti e i capelli tornavano a colorarsi d blu.

Victoire lo fissò un po’ sorpresa per poi domandare: “Andiamo a piedi?”

“Certo. Non possiamo usare le scope, rischiando che qualcuno ci becchi…”

“Ma non potevamo chiedere al signore di portarci direttamente a Little Hangleton?”

“Era meglio non rischiare. Il signor Weasley era nelle vicinanze, anche se era tutto concentrato a parlare degli aerei… e, poi quel bigliettaio, Stan Picchetto, non mi sembrava molto sveglio… l’ultima cosa che volevo era che si mettesse a parlare della nostra direzione davanti a mia nonna…”

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Capitolo 32
*** Incontro imprevisto ***


Capitolo 32: incontro imprevisto

 

“Forza, ragazzi, ci siamo quasi… secondo il cartello, manca solo un miglio a Little Hangleton…” constatò Athena, osservando il palo con due frecce, una che puntava verso Great Hangleton e l’altra verso Little Hangleton, la loro destinazione.

“Meno male… fra parentesi, sono un po’ stanco…” commentò Gal, sedendosi pesantemente per terra, subito imitato da Victoire.

In fondo, avevano camminato per tutto il pomeriggio, fermandosi solo per pranzare e per telefonare alla signora Weasley attraverso il cellulare di Teddy, per farle credere che fossero arrivati e che stavano facendo una camminata, assieme agli altri ragazzi del campeggio di Delphini.

“Forza, lumache. Ancora qualche passo e saremo arrivati.” Fece, con un sorriso divertito, Teddy, prendendo per mano i due amici e facendoli rialzare.

Il gruppo continuò a camminare, di fianco ad alte siepi aggrovigliate finché, davanti a loro, non comparve un sentiero ripido che scendeva per la collina che si allontanava dalla strada principale.

“Ecco, seguendo quel sentiero, arriveremo a Little Hangleton.” Annunciò Athena, sempre continuando a guardare la cartina.

Il gruppo, immediatamente, seguì le indicazioni della giovane Corvonero e si trovò davanti ad un’ampia vallata con un piccolo villaggio annidato tra due colline, le cui luci delle varie abitazioni facevano brillare la valle.

“Cavoli, che bel posto… non è tanto male… è solo un po’ isolato dal mondo…” commentò Oliver, mentre Victoire annuiva: “Proprio per questo attira le persone poco raccomandabili come quel Mundungus Fletcher…”

Mentre i due amici parlavano, Athena spostò lo sguardo e notò sulla collina dall’altra parte della valle c’era una dimora posta davanti ad un prato terribilmente incolto, infatti l’erba era parecchio alta, segno che nessuno la tagliava da anni.

Incuriosita, la ragazza prese il binocolo dal suo zaino e si mise ad osservarla con molta attenzione.

“Qualcosa non va, Athena?” domandò, incuriosito, Teddy e l’amica rispose, passandogli lo strumento: “Guarda quella grande villa laggiù.”

Teddy osservò, in silenzio, la casa, per poi esclamare, esterrefatto: “Ma quella è la casa dei Riddle, dove è avvenuto l’omicidio! La riconosco dalla foto che c’era in quel sito babbano che raccontava il caso dei Riddle.”

“Sì, è proprio lei, anche se un po’ malconcia… ma, dopotutto, nessuno la gestisce più dal fattaccio…” commentò Athena, mettendo il binocolo nello zaino, mentre Victoire annuiva: “Già… chi vuoi che vada a vivere in una casa dove si è consumato un delitto irrisolto?”

“Io!” esclamò Gal, alzando con energia la mano, mentre Oliver scuoteva con decisione la testa: “Io no di certo!”

Dopo aver lanciato un’occhiata distratta alla casa, Victoire domandò: “Cosa facciamo? Andiamo in paese a cercare una stanza per la notte?”

“Ma neanche per sogno! Io voglio andare a caccia di fantasmi!” protestò Gal, mentre Oliver esclamava, seccato: “Io, in quella villa, non ci metto piede!”

“Rilassati, Olly… il fantasma di Bellatrix Lestrange è stato avvistato in quella foresta. Facciamo un semplice sopralluogo e, poi, ce ne andiamo in paese a cercarci una bella stanza.”

Dopo aver detto quelle parole, Gal s’inoltrò nella cupa e lugubre foresta di fianco a loro, seguito dagli altri e dal borbottio di Oliver: “E’ una pessima, pessima idea… finiremo nei guai…”

Il gruppo s’incamminò lentamente dentro il bosco e, quasi subito, le alte fronde degli alberi oscurarono il cielo notturno e la splendida luna che brillava nel cielo, facendo calare attorno al gruppo un buio inquietante.

D’istinto, Gal tirò fuori la bacchetta, pronto ad illuminare la zona, ma Teddy, prontamente lo fermò: “No, fermati! Ti ricordo che non siamo a scuola!”

“Hai ragione! Grazie, Teddy… per poco non facevo una gigantesca stupidaggine…”

“Di niente…” lo rassicurò Teddy, mentre rifletteva sul fatto che, se fosse stata lì, Delphini gli avrebbe detto un bel “Come al solito.” Alla precedente affermazione di Gal…

In quel preciso istante Teddy notò che la spalla di Gal si alzò un attimo, per poi ritornare al suo posto.

Scrollò le spalle, deciso ad ignorare la cosa, quando, ad un tratto, Gal si fermò di scatto.

Teddy fece per fare una domanda all’amico, ma egli prontamente, mise l’indice davanti alla bocca, in modo da far silenzio.

Teddy allungò la testa e vide qualcosa che lo fece restare di sasso.

In mezzo al prato c’erano due serpenti che si guardavano negli occhi, sibilando lentamente e, a volte, anche muovendo la testa.

“Ma cosa stanno facendo?” domandò, senza parole, Teddy, mentre Oliver commentava: “Sembra che stiano parlando tra di loro…”

“Non ho mai visto dei serpenti agire in questo modo, è… strano…”

“A chi lo dici… cerchiamo di allontanarci in silenzio…”

Ma, proprio in quel preciso istante, un potente urlo di paura troppo vicino a loro irruppe nel silenzio notturno, facendo tremare le foglie e perforando i timpani dei poveri malcapitati.

Il gruppo si voltò, incredulo, e vide Victoire che scappava a tutta velocità, terrorizzata.

Immediatamente, Teddy le corse dietro, in modo da tranquillizzarla e, soprattutto, calmarla prima che svegliasse l’intero paese con le sue urla.

“Ahi… per poco non mi ha reso sordo, quella ragazzina… ma che razza di volume ha?!” commentò Gal, massaggiandosi l’orecchio, mentre Oliver, leggermente preoccupato, diceva: “Gal… credo che dobbiamo preoccuparci di altre cose… molto più serie!”

Il rosso abbassò lo sguardo e vide i due serpenti che avevano girato la testa nella loro direzione e che stavano strisciando verso di loro, mentre altri quattro serpenti li raggiungevano.

“E’ meglio se ce ne andiamo! Quelle bestiacce fanno sul serio!” fece Athena, mentre Oliver dichiarava, con un tono da precisino: “Sono solo dei serpenti. Anche loro sono degli animali. Non è carino definirli in questa maniera…”

“Oliver, facci la predica più tardi! Dobbiamo andarcene, adesso!” lo bloccò Athena, prendendolo per un braccio e allontanandolo dai rettili, mentre Gal, incurante dei serpenti, prendeva il suo flauto dal suo zaino.

“Gal, che diavolo stai facendo?!” gli urlò, incredula, Athena e il rosso rispose: “Non preoccuparti, ragazza. Sistemo quei biscioni una volta per tutte!”

“Gal, lascia perdere! So già che la tua idea non porterà a niente di buono!”

“E invece no! Sta a guardare…”

Con un sorriso di completa fiducia, il Grifondoro cominciò a suonare, ma dal flauto uscì un suono paragonale allo stridio di un gesso sulla lavagna, se non peggiore.

Immediatamente, Athena e Oliver si tapparono le orecchie.

“Misericordia, è proprio negato in musica… non mi meraviglia che la sua famiglia gli abbia nascosto il flauto…” borbottò, seccata, Athena, per poi guardare i serpenti.

Se Gal sperava che il suono facesse scappare quelle bestiacce, aveva proprio preso un granchio.

Infatti, non solo i rettili erano rimasti lì, ma se ne era persino aggiunti degli altri.

La cosa più preoccupante, era il fatto che sembravano tutti furibondi per tutto quel baccano insopportabile e, non poteva di certo dargli torto…

Se si fosse trovata al loro posto, anche lei avrebbe avuto qualcosa da ridire…

“Gal, andiamocene! E di corsa!” dichiarò la Corvonero, prendendo Gal per un braccio, facendo finire una volta per tutte quell’orribile concerto “Quei serpenti sembrano morire dalla voglia di attaccarti solo per farti smettere di suonare!”

“Accidenti, speravo di riuscire ad ipnotizzarli col mio flauto!”

“Stavi cercando d’ipnotizzarli?!”

“Certo! Ho visto in tv, una volta, un documentario ambientato in India e c’erano i fachiri che facevano muovere i serpenti suonando il flauto.”

Facendo un sospiro d’esasperazione, Athena cominciò a correre, seguita dai due amici.

Pochi secondi dopo, Oliver si voltò ed esclamò: “I serpenti ci stanno ancora inseguendo! Dobbiamo fare qualcosa, e al più presto!”

Athena alzò lo sguardo e vide un albero con un ramo piuttosto basso e che pareva parecchio robusto.

“Tutti su quell’albero, presto!” esclamò la ragazza, aggrappando il ramo e salendo, subito imitata da Gal.

“Potreste darmi una mano, per favore? Non sono molto bravo ad arrampicarmi…” domandò, nervoso, Oliver e, immediatamente, Athena e Gal lo presero per le mani e lo tirarono su, qualche minuto prima che i serpenti arrivassero all’albero.

“Salvi…” sussurrò Gal, mentre Athena commentava, guardando in basso: “Magari! I serpenti hanno circondato l’albero!”

“Intrappolati su un albero e circondati dai serpenti… questa merita l’Oscar…” borbottò Oliver, aggrappandosi forte all’albero, mentre il rosso dichiarava: “Niente paura, li mando via col mio flauto.”

“Non provarci!” gli gridarono, nello stesso istante, Athena e Oliver.

 

“Sai, non credevo che ci avresti riprovato…” disse il serpente dalla brillante pelle verde alla ragazzina coi capelli argentati che, mentre si metteva un asciugamano sulla testa, dichiarò: “Ehi, guarda che i miei capelli hanno bisogno di una lavata, ogni tanto… mi danno un fastidio i capelli unti… vorrei proprio sapere chi potrebbe reggere dei capelli non lavati…”

Proprio in quel momento, si sentì un urlo femminile così forte, da far sobbalzare entrambi.

“Ma che cavolo…?” sibilò la ragazzina, mentre smetteva di asciugare i capelli umidi, e il serpente commentò: “A giudicare dalle vibrazioni, si direbbe una ragazzina spaventata…”

“Deve aver incontrato gli altri… quanto odio i ficcanaso…”

Mentre finiva la frase, la giovane si legò i lunghi capelli in un’alta coda di cavallo.

“Come mai ti leghi i capelli? Non si tratta di un adulto del Ministero…”

“Meglio non rischiare, Asmodeus… potrebbe riconoscermi lo stesso. Questo è uno dei grandi vantaggi dell’essere la copia vivente di mia madre…”

Dopo essersi ficcata un berretto da baseball in testa, la ragazzina si diresse verso le urla, ma non appena svoltò un angolo si scontrò malamente con una cosa veloce e pesante che veniva nella sua direzione e che, soprattutto, era parecchio agitata e nervosa.

“Ehi, staccati! E, soprattutto, piantala di urlare! Mi stai forando i timpani!” protestò, furibonda, la giovane, cercando di levarsi di dosso la ragazzina bionda ed urlante.

“Ehi, guarda chi c’è…” sussurrò, divertito, il serpente e la ragazzina alzò lo sguardo.

Davanti a lei c’era un ragazzino suo coetaneo con una torcia elettrica babbana che riconobbe immediatamente grazie ai capelli blu.

“Teddy?” fece, incredula, la giovane, mentre, nello stesso istante, l’altro domandava, sbigottito allo stesso modo: “Delphini?”

I due ragazzi si fissarono un attimo in silenzio allibiti, dato che nessuno dei due si aspettava di trovare l’altro, ma, alla fine, Delphini domandò: “Teddy, potresti staccarmi questa ragazzina di dosso, prima che perda del tutto l’udito, grazie?”

“Subito… su, Vicky, calmati…” cercò di calmarla il dodicenne coi capelli blu, ma ci volle un quarto d’ora, per farla staccare da Delphini, la cui prima frase che disse fu: “Alla buon’ora!”

Mentre si risistemava il cappello e lo zaino, la ragazzina sentì Teddy chiederle: “Scusa, Delphini… ma tu che ci fai qui?”

“Cosa ci faccio io qui? Sono in vacanza, no? Piuttosto, che ci fai tu qui? Se non sbaglio, dovevi essere alla Tana con gli altri.” Rispose, con assoluta semplicità, la ragazzina e, con leggero imbarazzo, l’altro ammise: “Beh… diciamo che… siamo a caccia di fantasmi…”

“Scusa, Teddy, ma chi è questa?” domandò, in quel momento, la ragazzina bionda e Teddy spiegò: “Questa è la mia amica Delphini, di cui ti ho parlato…”

“Ma non doveva essere in campeggio?”

“Hai detto bene, Victoire… doveva.”

Proprio in quel momento, si sentì un orrendo suono identico a quello del gesso sulla lavagna.

“Prima le urla e adesso questo?! Ma che cavolo sta succedendo stanotte?!” sbraitò Delphini, tappandosi le orecchie, mentre Teddy dichiarava: “Temo che sia Gal che sta suonando il flauto…”

“Gal?! C’è anche quel deficiente?!”

“Sì, assieme a Oliver e ad Athena…”

“Ah, adesso capisco… ha visto i ragazzi e sta cercando d’ipnotizzarli come nei cartoni animati… che imbecille…”

“I ragazzi?! Ti riferisci a quei brutti e schifosi serpenti?!” domandò, allibita, Victoire, e Delphini, seccata, rispose: “Ehi, non insultarli! Io trovo i serpenti delle creature affascinanti e parecchio incomprese!”

Immediatamente, Victoire si voltò verso Teddy e chiese: “E questa qui sarebbe la ragazza che avrei voluto conoscere?!”

“Beh, sì… ma sono certo che, a parte la faccenda dei serpenti, avete molto in comune…” iniziò Teddy, mentre le due, nello stesso istante, domandavano: “Cosa?”

“Ehm… qual è la vostra materia preferita?”

“Erbologia!” esclamò, subito, Victorie, mentre Delphini, contemporaneamente, dichiarava: “Difesa contro le Arti Oscure.”

Non appena ebbero detto quelle parole, le due si voltarono a fissarsi, incredule.

Dopo qualche secondo, entrambe chiesero all’altra: “Ma come ti fa a piacere quella materia?! Io la trovo orribile! Anzi, è la materia che odio di più!”

“Calme, ragazze…” cercò di calmarle il Tassorosso “Provate a dire un’altra materia che vi piace…”

“Pozioni.” Rispose Delphini, mentre Victoire dichiarava: “Volo!”

Subito, le due esclamarono: “Ma lo fai apposta a dire la materia che odio?! Dopo quella di prima, è la seconda che non sopporto!”

“E… dove vi piace andare in vacanza?”

“Mare!” dichiarò Victoire, mentre l’altra rispondeva: “Montagna.”

“Cosa vi piace fare al mare?”

“Prendere il sole! Così ho la tintarella!”

“Immergermi e nuotare. Così sto a contatto col mio elemento.”

“E in montagna?”

“Sciare!”

“Passeggiata rilassante se c’è caldo, restare in albergo se c’è la neve. Soffro il freddo.”

“Festa preferita?”

“Natale! Ci sono i regali e tutta la famiglia al gran completo!”

“Halloween. Adoro i mostri e le cose soprannaturali.”

“Genere di film preferito?”

“Romantico. Due persone che s’incontrano e s’innamorano…”

“Frena il discorso, carina, o mi verrà il diabete. Io preferisco di gran lunga un bel giallo, coi delitti e i misteri. Meno polpettone romantico c’è, meglio è!”

“Animale preferito?”

“I coniglietti! Sono così carini…”

“I serpenti. Ho una certa affinità con loro…”

“Cosa volete fare da grandi?”

“Mi piacerebbe diventare una guaritrice del San Mungo. La vita avventurosa e piena di pericoli non fa per me.”

“Un Auror, ovviamente!”

“Momento della giornata preferito?”

“Una bella giornata luminosa! L’ideale per divertirsi e andare in giro!”

“La notte. Un vero toccasana per chi, come me, ama stare da solo e riflettere.”

“Vi piace più l’alba o il tramonto?”

“L’alba. Il momento perfetto per iniziare la giornata!”

“Il tramonto.”

“Colore preferito?”

“Bianco! E’ così luminoso… e, poi, è il colore delle spose!”

“Non sei un po’ troppa piccola per queste cose? Comunque, io preferisco il nero. E’ il colore perfetto per nascondere le macchie di qualunque tipo…”

“Siete destrimane o mancine?”

“Io uso la destra!”

“Mancina.”

Teddy fece un sospiro e dichiarò: “Mi arrendo. Voi due siete completamente diverse. Non riuscite a prendervi in nessun modo…”

“E non farci prendere, no?” gli ricordò Delphini, per poi notare: “Sbaglio o quella suonata da quattro soldi è finalmente finita?”

In effetti, era appena il calato il silenzio, ma ciò, per Teddy e Victoire non preannunciava nulla di buono…

“Non sarà che quegli orripilanti rettili se lo sono mangiato?!” domandò, preoccupata, la ragazzina, ma Delphini sbuffò: “I miei serpenti hanno solo il compito di spaventare gli intrusi, non di morderli o mangiarli. Anche perché, Gal sarebbe troppo indigesto per loro… comunque, per sicurezza, manderò in avanscoperta Asmodeus.”

“E chi è questo Asmodeus?”

“Lui.”

Victoire guardò nella direzione e sbiancò di colpo.

Fece per aprire la bocca per mettersi di nuovo ad urlare, ma, prontamente, Teddy le tappò la bocca con le mani.

Un lungo serpente, le cui scaglie brillavano alla luce della luna, uscì da un cespuglio e si diresse, senza battere ciglio, nella direzione in cui erano venuti i due.

Una volta che fu sparito, Teddy lasciò la bocca di Victoire e la ragazzina, ancora sconvolta, domandò: “Ma… ma chi diavolo era quella bestia?!”

“Quella bestia è Asmodeus, il mio animale domestico.” Dichiarò, lievemente seccata, la più grande, mentre l’altra sbottava: “Ma chi ha un serpente come animale domestico?!”

“Io.”

“Beh, sei l’unica in tutto l’universo!!!”

“Ragazze, diamoci un taglio, per favore…” le bloccò Teddy, in modo da evitare un’altra litigata “Seguiamo il serpente e troviamo gli altri e anche alla svelta.”

I tre si diressero nella direzione dov’era strisciato Asmodeus e, quasi subito, sentirono dei sibili che fecero sbiancare Victoire, la quale, immediatamente, afferrò il braccio di Teddy per la paura.

“Voi aspettate qui. Mi occupo io dei serpenti, mi conoscono e so come prenderli.” Dichiarò Delphini, allontanandosi dal duo.

Una volta che fu abbastanza lontana, la ragazzina si guardò intorno per poi sussurrare: “Asmodeus, vieni qui.”

Pochi secondi dopo, il serpente raggiunse la padrona, domandole: “Sì, Delphini?”

“Come vanno le cose?”

“Benissimo, anzi, sono molto divertenti.”

“In che senso?”

“Beh, i tuoi amici si sono arrampicati su un albero per sfuggire ai ragazzi. Ti assicuro, fa morire dal ridere quella scena…”

“Ottimo, va da loro e dirgli di andarsene. Se lo faranno, li porterò alla villa dei Riddle. Sono sicura che sarà piena di topi…”

“Vado.”

Delphini rimase nascosta dietro all’albero, mentre Asmodeus si avvicinava alla decina di serpenti che circondavano un albero con tre ragazzi in cima.

Non appena lo videro, tutti i serpenti si misero a fissarlo, mentre lui sibilava il suo messaggio.

Anche se parecchi dei rettili erano piuttosto seccati, cominciarono ad allontanarsi dall’albero strisciando, finché non rimase solo Asmodeus, il quale cominciò ad osservare, in completo silenzio, i tre ragazzini sull’albero.

“Cavoletti fritti, siamo salvi…” sospirò, di sollievo, Gal, mentre Oliver faceva notare: “Ti ricordo che c’è ancora quel serpente…”

“Beh, ha mandato via i suoi compari… forse è dalla nostra parte…”

Dopo aver detto quelle parole, Gal scese dalla pianta e, senza alcuna paura, diede delle pacche sulla testa liscia di Asmodeus, il quale sgranò gli occhi dallo stupore, dicendogli, con un grande sorriso: “Bravo, serpente.”

Proprio in quel momento, si udì una risata divertita e il rosso si voltò, vedendo una figura minuta uscire dal folto del bosco, che disse: “Non ti smentisci mai, eh, Gal?”

Non appena la figura si fu avvicinata, venendo illuminata dalla luce lunare, Gal sgranò gli occhi e fece, incredulo: “Delphi?!”

“In carne ed ossa.” Ridacchiò la ragazzina, mentre si avvicinava al trio “Meno male che ero nei paraggi, altrimenti i miei amici vi avrebbero mangiato.”

“Quelle… quelle bestiacce insopportabili sono tuoi amici?!”

“Lo sapete, no, che ho rapporto molto speciale con i serpenti…”

“Beh, la prossima volta, mettigli una bella museruola! Sembravano davvero affamati!”

“Oppure, molto semplicemente, volevano far finire il tuo terribile concerto…”

Sentendo ciò, Gal fece una faccia lievemente offesa.

Si erano ritrovati solo da un minuto e, come al solito, lo stava insultando…

Delphi non si smentiva proprio mai…

Improvvisamente, Gal fece una faccia allibita e domandò: “Ma… tu cosa ci fai qui? Tu dovevi essere in campeggio! Hai detto che andavi in campeggio!”

“Sveglia, ho mentito.”

“Hai… mentito?!”

“Certo, allocco. Rischiavo di passare l’estate con quella vecchia arpia della Rowle! Quella a malapena riesce ad alzarsi dal letto per fare la spesa, figuriamoci se mi portava in vacanza! Credimi, non è per niente piacevole passare intere giornate a far zapping col telecomando, ignorare il baccano dei marmocchi dello stabile e, soprattutto, non poter far magie! Così, ho ideato il mio splendido e articolato piano di bugie e mezze verità per potermene andare in vacanza… peccato che siete apparsi voi mentecatti a mandare a monte tutto quanto!”

“E… cosa hai detto alla Rowle per nasconderle il fatto che andavi in vacanza?” domandò, leggermente preoccupato, Oliver e Delphini rivelò: “Le ho detto che andavo con voi alla Tana, no? Ah, a proposito… vedete di non rivelarle come l’ho fregata!”

“Ma non dovevamo dirlo noi a lei?” sussurrò, esasperato, Oliver, mentre Athena chiedeva: “Aspetta… non mi dire che sei stata tu a salire sul Nottetempo col mio nome e cognome!”

“Proprio così. Non potevo di certo rischiare che quel bigliettaio sciroccato sbandierasse ai quattro venti che io ero salita sull’autobus completamente da sola… così gli ho detto il tuo.”

“Ma… Stan Picchetto ha detto che la ragazza che si era presentata come Athena Doyle aveva i capelli rossi…”

“Li avevo rossi, in quel momento.”

“In quel momento? Ma che intendi?”

Mentre si sistemava una ciocca di capelli azzurri dietro all’orecchio, Delphini ammise: “Ho usato la trasfigurazione Colovaria per farli diventare rossi per un po’, dato che il colore naturale dei miei splendidi capelli è fin troppo appariscente…”

“La trasfigurazione Colovaria?! Ma… viene fatta al quarto anno!” esclamò, allibita, Athena, mentre Oliver si accorgeva: “Aspetta… hai fatto della magia fuori dalla scuola?! E’ proibito fare magie fuori dalla scuola!”

“Già, e non mi hanno beccata.”

“Mio padre mi ha detto che tutti i minorenni che compiono magie, vengono subito beccati, grazie alla traccia magica! E lui lavora all’Ufficio Applicazione della legge sulla magia, quindi le cose le sa! Come… come hai fatto a…”

“La traccia magica? Ah, quella roba si può facilmente infinocchiare, sai?”

“E come?”

“Beh, già in un’abitazione di maghi è seriamente difficile, capire chi è che fa magie… immagina a Diagon Alley…”

“Hai cambiato colore di capelli a Diagon Alley?!”

“E non solo, amico! Ho provato tutti, e quando dico tutti intendo proprio tutti, gli incantesimi e le pozioni del secondo anno nascosta nel bagno del ‘Paiolo magico’, riuscendoci. Se non fosse che mi stanerebbero di sicuro qui, te lo dimostrerei seduta stante.”

I tre ragazzi si guardarono allibiti.

Sapevano già dall’anno scorso che Delphini era un tipetto temerario, determinato e pieno zeppo di sorprese, ma questa… era semplicemente troppo.

Incurante degli sguardi dei compagni, Delphini diede un’occhiata al suo orologio da polso e dichiarò: “Beh, è ora di nanna. E’ già piuttosto tardi… che avete in programma di fare?”

“Pensavamo di andare giù in paese a trovare una stanza…” cominciò Gal, ma Delphini lo interruppe: “Così vi fate notare da tutti. Potreste venire a stare da me.”

“Venire da te? In che senso?”

“C’è una vecchia catapecchia abbandonata da quella parte. E’ isolata e nessuno ci va mai, perciò è perfetta. Da quel che so, apparteneva ad un vecchio straccione mezzo matto che ci viveva lì con i suoi figli. Se ci stringiamo un po’, potremmo anche farcela…”

“Ottimo, vado ad avvisare Teddy e Victoire, poi puoi portarci in quell’abitazione!”

“Ok, ma vi avverto fin da subito… è un po’ malconcia, quindi non fate gli schizzinosi.”

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Capitolo 33
*** Little Hangleton ***


Capitolo 33: Little Hangleton

 

“Quando dicevi che questa baracca era malconcia, non scherzavi affatto…” commentò Gal, guardando la vecchia e decrepita catapecchia davanti a sé.

Per tutta risposta, Delphini lo guardò in malo modo, per poi dichiarare: “Se preferisci dormire per terra, col freddo notturno e per ritrovarti domattina con la schiena tutta piena di sassi, accomodati pure.”

“Ehi, dicevo tanto per dire…”

Un po’ titubante, Teddy guardò la porta e domandò: “Cosa devo fare? Spingerla?”

“No, soffia. Da come è ridotta, basta un soffio di vento per farla cadere giù.” Dichiarò Gal, con un briciolo di ironia, mentre Teddy notava, sullo stipite della porta: “Ma cos’è quella roba sulla porta?”

“Ah, dimenticavo. Sulla porta c’è…” iniziò Delphini, ma venne interrotta da un urlo spaventato di Teddy.

Con un sospiro, la ragazza continuò: “…La carcassa mezza mummificata di un serpente.”

Tremanti di paura, Oliver e Victoire si coprirono gli occhi per non vedere, mentre Athena reprimeva un conato di vomito.

Gal, invece, puntò la torcia elettrica sul serpente e l’osservò, in completo silenzio.

“Ma cos’è quello schifo?” domandò, incredulo, il rosso, mentre la Serpeverde, incurante della cosa, apriva la porta della catapecchia e ammetteva: “Non ne ho idea. Era già qui quando sono arrivata il mese scorso. Pensavo di toglierlo, ma poi ho scoperto che spaventa i ragazzini troppo curiosi e li tiene alla larga.”

“Spaventa anche me, se è per questo…”

“Appunto.”

Cercando di evitare di guardare il corpo attaccato alla porta, il gruppo entrò nella baracca, tranne Victoire, la quale era così spaventata da restare immobile davanti all’abitazione con gli occhi chiusi dalla paura.

Intuendo che fosse spaventata a morte, Teddy le prese la mano.

Immediatamente, la ragazzina si calmò.

“Non aver paura, Vicky. Ci sono io, con te. Seguimi lentamente, ti guido io.” La rassicurò il Tassorosso, mentre la ragazzina lo implorava: “Non lasciarmi.”

“Te lo prometto.”

Lentamente e con molta attenzione, Teddy condusse, lentamente e con attenzione, in modo da impedirle di farsi del male, la condusse delicatamente dentro la casa.

Se l’esterno della casa era orribile e fatiscente, l’interno era addirittura peggio.

Per terra c’erano un’infinità di bottiglie di vino vuote, cocci di vetro, vecchie padelle e pentole arrugginite, due poltrone divorate dalle tarme e tanta di quella polvere che i piedi dei sei ragazzi lasciavano delle impronte parecchio nitide, mentre il povero Oliver cominciava a tossire e a starnutire violentemente.

“Mamma mia, che disastro…” commentò Gal sollevando una bottiglia, mentre Oliver lo avvertiva, con la voce rauca a causa del continuo tossire e gli occhi rossi dalle lacrime che gli uscivano copiose: “Fa attenzione ai cocci.”

“Lo so, questa casa è ridotta ad uno schifo… il precedente proprietario era davvero tremendo in fatto di pulizia… nemmeno quel rudere di appartamento della Rowle, che, per la cronaca, puzza di cavolo andato a male e di gatto vecchio e bagnato, è ridotto tanto male… però, si possono trovare un sacco di cose interessanti se uno sa dove cercare…” ammise Delphini, accedendo una vecchia torcia e illuminando la squallida abitazione.

Ad un tratto, Oliver notò che Athena si stava guardando intorno, con un’espressione vaga.

“Tutto ok?” le domandò, preoccupato, il ragazzino, mentre si soffiava rumorosamente il naso con un fazzoletto di carta, e la coetanea sobbalzò, come se si appena svegliata da un sogno.

Non appena si accorse che tutti la guardavano, Athena rivelò: “Ah, scusate, ragazzi… è solo che… avverto una strana energia…”

“Che tipo d’energia?” domandò Teddy e la ragazzina raccontò: “E’ solo una sensazione, ma… la sento chiaramente… una potente energia magica, molto antica… e altrettanto malvagia… qui… qui in questa casa c’era qualcosa… di oscuro e sinistro… qualcosa di davvero pericoloso…”

Tutti si guardarono negli occhi, leggermente preoccupati.

Ma di cosa stava parlando Athena?

Notando che gli amici la stavano guardando, la giovane arrossì e balbettò: “Ma non vi preoccupate, è stata solo una sensazione momentanea! Adesso non la sento più! Forse è questa casa che mi dà strane sensazioni…”

“Sì, come l’Overlook Hotel di ‘Shining’… ho sentito che lo scrittore prese spunto da un vero hotel infestato in America…” commentò Delphini, facendo ruotare col dito il suo berretto da baseball, mentre Gal dichiarava: “Io ho visto il film in videocassetta di nascosto a otto anni. Mio nonno, nel suo garage, ha una vera collezione di vecchie cassette e, una volta che sono andato a trovarlo, l’ho presa di nascosto e, quando lui ronfava, l’ho guardata. Ve lo assicuro, fa davvero paura! Soprattutto la scena delle due gemelle che appaiano all’improvviso e chiedono al bambino sul triciclo di giocare con loro… davvero spaventosa! Per una settimana, ho avuto paura di entrare nel bagno e trovarci quella signora morta della stanza 237… e poi quando quel matto ha preso ha fatto a pezzi la porta del bagno con la scure dicendo che era il lupo cattivo…”

“Sapevate che il cuoco di colore che appare nel libro, Dick Hallorran, ha fatto una piccola comparsa da giovane nel libro ‘It’, sempre di Steven King? Chissà se riapparirà in un altro suo romanzo… comunque, trovo che la Luccicanza assomigli un po’ alla magia…” si domandò Athena, mentre Delphini commentava: “Ok, gente. Lasciamo perdere hotel stregati, cuochi di colore e scrittori horror… abbiamo altro a cui pensare.”

“E cosa?”

“Per esempio, dove dormirete.”

Il gruppo si guardò, leggermente preoccupato.

Cosa intendeva Delphini con quelle parole?

“Dunque, vediamo se ricordo bene…” si mise a meditare la ragazzina, incurante delle perplessità dei compagni “C’è un letto e due divani… mmh… mi spiace, ragazzi, ma due di voi dovrà dormire per terra. Niente di personale, eh.”

“Aspetta un attimo… e tu dove vai a dormire?” l’interruppe, sospettoso, Gal e la coetanea, con tutta la calma del mondo, rivelò: “Ma sul mio letto, ovviamente.”

“Il tuo… letto?! Hai un letto qui?!”

“Certo, che cosa credevi? Che io dormissi per terra con tutta quella polvere?”

“Quindi dobbiamo starci noi con tutta questa polvere?!”

“Io vi ho detto che ci poteva stare solo due, ma se voi volete dormire sul pavimento, accomodatevi pure. Non vi bloccherò.”

“Non scherzare! Se c’è un altro letto, lo devi condividere! Siamo i tuoi ospiti!”

“Infatti, vi sto dando la camera degli ospiti.”

“Lo sai benissimo a cosa mi riferisco!”

“Gal, lascia perdere.” Lo interruppe Oliver, col suo solito tono calmo e mite, mettendogli una mano sulla spalla “Dormirò io per terra. Sono sicuro che

stringendovi un po’ nell’altro letto ci riuscirete a stare tutti.”

“Ma neanche per sogno, Oliver! Tu meno di tutti noi devi stare a contatto con la polvere, dato che ne sei allergico! Sei già ridotto ad uno straccio… dormirò io per terra, non preoccuparti.” L’interruppe, preoccupato, Teddy, mentre l’amico, tossendo violentemente, cercava di tranquillizzarlo: “No, sta tranquillo… è solo la mia allergia che tende ad ingigantire le cose… etciù! Ma… ma non preoccuparti assolutamente… non sto così male… cough cough!”

“Non mi sembra proprio. Il tuo respiro è troppo affannoso… ti accompagno a prendere un po’ d’aria fuori.”

“Grazie, Teddy… sei sempre così gentile…”

“Ehi, sono pur sempre un Tassorosso come te.”

Mentre usciva, Teddy si voltò verso i suoi amici e si raccomandò: “Mentre io mi occupo di Oliver, cercate, per favore, di rendere un po’ più pulita la stanza… mi raccomando, non usate in alcun modo la magia.”

“Conta su di noi, Teddy!” lo tranquillizzò Victoire.

Una volta che i due Tassorosso furono usciti dall’abitazione, Oliver iniziò ad inspirare e ad espirare rumorosamente.

Sembrava che i suoi polmoni fossero completamente ricoperti di catarro.

Dopo un po’, il ragazzino riebbe di nuovo un respiro normale, anche se le sue guance erano rosse come peperoni e aveva le lacrime agli occhi.

“Come ti senti?” domandò, preoccupato, Teddy e l’amico lo rassicurò, anche se aveva la voce un po’ roca: “Meglio… molto meglio… l’aria notturna è l’ideale per un attacco d’asma…”

“Immagino che non sia la prima volta che hai di questi problemi…”

“Altroché… la mia stanza dev’essere assolutamente pulita, in modo da evitare ciò…”

“Come hai scoperto la tua allergia?”

“Quand’ero alle elementari… un giorno, siamo andati a fare una lezione di scienze nel laboratorio e, quando sono tornato in aula, l’ora seguente, ho cominciato a tossire senza mai fermarmi. La maestra mi ha mandato a farmi un giro un paio di volte, in modo che fermassi quella tosse una volta per tutte, dato che stavo disturbando la lezione… alla fine, mi ha spedito in segreteria, dove hanno chiamato mia madre per dirle di portarmi da un dottore, perché, secondo loro, non stavo bene… e il dottore ha scoperto che ho il massimo grado di allergia agli acari e alla polvere, di cui quel laboratorio era pieno fino a scoppiare.”

“Dev’essere terribile vivere con questa allergia…”

“Un po’… ma, alla fine, ti ci abitui. E, poi, posso mangiare tutto quello che mi pare, senza controllare se contengono latticini o altro… a me piace un sacco mangiare e non sopporterei proprio avere un’intolleranza alimentare! Così, quando credo di essere sfortunato ad essere allergico agli acari, penso che, almeno, non sono intollerante a qualcosa e ciò mi fa sentire fortunato!”

“Certo che tu sei proprio una persona speciale, Oliver…”

“Ma no, cosa dici… sono solo un semplice e normalissimo Tassorosso, per di più con una tremenda allergia alla polvere… non sono proprio nulla di speciale…”

“Però, l’anno scorso, sei stato il primo studente non Grifondoro ad estrarre la spada di Godric Gryffindor da millenni! Oliver, tu sei una persona generosa, umile, leale, sincera… se c’è qualcuno che merita di rappresentare la Casa di Tassorosso, quello sei tu!”

“Ma dai… tu sei il figlioccio Metamorfomagus di Harry Potter, sei il vanto della nostra Casa… comunque, grazie per le tue parole. Significano davvero molto per me.”

“Non c’è di che, amico.”

“Ehi, voi due! Avete finito di chiacchierare? Noi qui, abbiamo finito.” L’interruppe una seccata voce femminile, senza il minimo tatto.

Oliver e Teddy fecero un sorriso divertito, per poi scuotere la testa.

Non importa dove o che ore fossero… Delphini era sempre la stessa…

 

I pallidi raggi del sole entrarono nella piccola e squallida abitazione attraverso la finestra rotta, posandosi su un ragazzino addormentato coi capelli blu, sdraiato per terra e coperto solo da una lurida e vecchia coperta.

Il giovane provò a resistere per qualche minuto, ma, alla fine, aprì gli occhi e fece un rumoroso sbadiglio.

“Ohi, ben svegliato.” Fece una voce femminile davanti a lui.

Il giovane alzò la testa e vide una ragazzina sua coetanea che gli passò una bottiglietta d’acqua che prese al volo.

Mentre beveva, Teddy osservò in silenzio Delphini, mentre guardava fuori dalla finestra, come se temesse che qualche ficcanaso si avvicinasse alla catapecchia.

Per qualche motivo, gli sembrava che le guance dell’amica fossero meno rosa del solito… ma, probabilmente, era solo una sua impressione…

“Sei in piedi da molto?” domandò Teddy e la coetanea scrollò le spalle: “Nah, da poco… sai, Asmodeus diventa permaloso se non lascio uscire per fare colazione…”

“A proposito di colazione… sai se c’è una panetteria o un bar a Little Hangleton.”

“Un barettino recente… si trova vicino al pub ‘L’impiccato’… a differenza del primo è vecchio come cucco, dato che esiste in questo posto dimenticato da Dio fin dalla Prima guerra Mondiale babbana…”

“Perfetto, quando gli altri saranno svegli, scenderemo giù in paese a fare colazione.”

“Dovrai prendere le sembianze di un adulto, allora. Sei ragazzini da soli attireranno l’attenzione in un villaggio così piccolo... per questo, da quando sono qui, non sono mai scesa in paese di giorno…”

“E allora come hai fatto a mangiare?”

“Andavo fino a Great Hangleton. E’ molto più grande di questo paese, ma, per sicurezza, bevevo un po’di pozione invecchiante che avevo preparato, per avere qualche annetto in più, circa sedici o diciassette anni. Tanto per non far credere ai babbani che fossi scappata di casa…”

“Che, poi, è quello che hai fatto…”

“Ho solo mentito alla vecchia per non essere costretta a trascorrere le vacanze a casa sua! E’ stato un incubo per quasi undici anni! Non avrei sopportato di passare lì tre mesi!”

“E allora perché non hai accettato di vivere alla Tana assieme a noi?”

“Ma che t’importa?! Figurati se avevo voglia di venire con voi! Non ho bisogno di nessuno! Sto bene da sola, io!”

“Ok, scusami… non volevo farti arrabbiare…”

“Ecco, bravo! Inoltre, perché diavolo tu e gli altri siete venuti qui?”

“Gal ha sentito un discorso del mio padrino, in cui raccontava di un mago che, una notte, aveva visto il fantasma di Bellatrix Lestrange nel bosco di questo posto.”

“Bellatrix Lestrange? La famosa Mangiamorte? Ma non è stata uccisa nella Battaglia di Hogwarts?”

“Beh, sì… infatti, il mio padrino non ci ha creduto più di tanto… comunque, Gal era così emozionato alla possibilità di vedere il suo fantasma che ci ha fatto venire tutti qui.”

“Ha perso tempo. Qui non c’è il fantasma di nessuno, soprattutto il suo. Ho vissuto qui per un mese e non ho visto proprio niente di soprannaturale. Chiedilo ad Asmodeus, se non mi credi.”

“Lo immaginavo… comunque, il posto è carino e, dato che non torniamo alla Tana prima di lunedì, possiamo fare un giro nei dintorni. Di sicuro, l’aria pura di campagna farà molto bene a Oliver…”

“Non credevo che la sua allergia fosse così tremenda… non da mai a vedere i suoi problemi…”

“Lo fa per non creare problemi agli altri… non si fa alcun problema a sacrificarsi per gli altri…”

“E’ troppo ingenuo… certe volte, non vale la pena sacrificarsi per qualcuno…”

“Oliver è fatto così… ha molta bontà d’animo e cerca sempre di aiutare gli altri… è la personificazione vivente della Casa di Tassorosso.”

“Beh, in ogni caso, fate come vi pare…”

 

“Certo che questo paesino è davvero piccolo…” commentò Gal, dandosi un’occhiata intorno, sgranocchiando un panino al prosciutto e formaggio, mentre Oliver affermava, con una ciambella alla fragola in mano: “E’ vero, ma è molto carino.”

“Io preferisco di gran lunga le grandi città. In città, ci sono tanti negozi enormi, centri di bellezza, cinema, pizzerie… c’è solo l’imbarazzo della scelta.” Dichiarò Victoire, gustando il suo bombolone al cioccolato, mentre Delphini ribatteva, con la sua pizzetta in mano e in cappuccio della felpa ben calato sul volto per nascondere il suo particolare colore di capelli: “Compresi lo smog e la confusione, topo di città. Per questo, preferisco di gran lunga i paesi, soprattutto se carichi di storia. Io sono decisamente un topo di campagna.”

“Ma i topi non sono uguali ovunque?” domandò, allibito, Gal, mentre Delphini, con una smorfia d’esasperazione, dichiarava: “E’ un riferimento alla favola del greco Esopo, razza di somaro! E meno male che hai la madre babbana…”

“La letteratura, sia magica che babbana, non è il mio forte.”

“Si vede…”

“Dai, non litighiamo…” cercò di calmarli Teddy, il quale era diventato un uomo di quarant’anni coi capelli marroni e gli occhi azzurri “Ora che abbiamo mangiato la colazione, che si fa?”

“Potremmo fare una passeggiata nella valle qui intorno…” meditò Oliver, ma Delphini, indicando il cielo, commentò: “Meglio di no… mi sa che qui, tra poco, si scatena il diluvio…”

Infatti, il cielo, in meno di un’ora, si era riempito di minacciose nuvole nere che avevano persino oscurato il sole.

“Forse, hai ragione… è meglio non allontanarci troppo…” commentò Teddy e Victoire propose: “Allora facciamo un giro del paese. Mi auguro solo che ci sia un negozio di giocattoli qui…”

“Non sperarci troppo, biondina… è già tanto se c’è un bar, in questo posto…” le ricordò Delphini, mentre si recava ad una fontanella per lavarsi le mani unte.

“A me basta solo che ci sia una biblioteca piena di libri e posso tranquillamente passare lì la giornata e sopportare qualsiasi cosa.” Dichiarò, con un grande sorriso, Athena.

“Chissà perché, ma ce lo aspettavamo, Athena…” ridacchiò, con un sorriso, Teddy.

Dopo un po’, Delphini dichiarò: “Se vi va, possiamo andare al cimitero.”

“Al cimitero?!” ripeterono, increduli, gli altri, mentre Oliver, al pensiero di andare in un posto pieno di morti, faceva un’espressione terrorizzata.

“Sì, c’è un cimitero davvero niente male in questo paese… forse, è la cosa più avvincente di questo posto…” continuò Delphini, prima che un terrorizzato ed infuriato, Oliver l’interrompesse: “Scordatelo!!!! Non andrò in un cimitero solo per far passare la giornata!!! E se quelli tornassero in vita?!?!”

“Sono morti, Oliver. Il bello delle persone morte è che non ritornano in vita o mentono.”

“N-non se ne parla… io non ci metto piede là dentro.”

“Molto bene, allora sta pure fuori dal cimitero.”

Mentre i due litigavano, Teddy si guardò dallo specchietto retrovisore di una macchina lì vicina.

Quanto gli mancavano i suoi adorati capelli blu…

Senza rendersene conto, i capelli marroni del ragazzino divennero di colpo blu.

Con la coda dell’occhio, Delphini se ne accorse e gli urlò, adirata: “Che accidenti stai combinando?!”

Sussultando, come se qualcuno lo avesse svegliato di soprassalto, Teddy si accorse che i suoi capelli erano diventati blu e che le rughe sul suo viso erano sparite.

“Presto, ritorna come prima, prima che qualche babbano ti veda, razza di stupido!” gl’intimò, furiosa, Delphini e, immediatamente, la faccia di Teddy tornò ad essere di nuovo quella di un uomo, mentre i capelli diventavano marroni.

Delphini si guardò intorno, nervosa.

Fortunatamente, non c’era nessuno in circolazione.

“Teddy, sei un vero idiota! Hai rischiato di farci beccare!” gli sibilò la giovane, non appena ebbe finito di controllare che non ci fosse davvero nessuno in giro o un maledettissimo testimone, e Teddy, imbarazzato e dispiaciuto: “Mi dispiace, non l’ho fatto apposta… basta che mi distragga un attimo e…”

“Assicurati di non distrarti mai più, Edward Remus Lupin, o finisci nei guai. E di quelli grossi!”

“Beh, almeno non ha visto niente nessuno…”

Nessuno dei presenti si accorse che, da una finestra dalla casa di fronte a loro, una giovane mano pallida dalla forma delicata teneva leggermente spostata la tendina di pizzo, mentre un occhio verde guardava, con profonda curiosità, la scena che si era appena consumata davanti a sé.

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Capitolo 34
*** Il cimitero ***


Capitolo 34: Il cimitero

 

“Io continuo a dire che è una pessima idea!” sbottò Oliver, mentre Delphini, con la mano già appoggiata al vecchio cancello di ferro, ribatteva: “Ed io continuo a non ascoltarti. Così siamo pari.”

Dopo aver detto ciò la giovane spinse con delicatezza il cancello, il quale si aprì con un agghiacciante stridio, che fece tremare di paura il povero Oliver.

“Beh, io entro. Chi vuole restare fuori a far compagnia al fifone, resti pure qui, ma io entro.” Dichiarò la ragazza e, immediatamente, Teddy esclamò: “Io resto con Oliver.”

“Anch’io resto!” fece la piccola Victoire, più che altro per restare con Teddy, oltre al fatto che l’idea di entrare in quel cimitero non le piaceva più di tanto…

“Non è necessario che restiate per forza con me… se volete entrare, fate pure. Non mi offendo mica…” balbettò, imbarazzato, Oliver, ma l’amico lo tranquillizzò: “A me non interessa visitare un cimitero. Resto con te senza alcun rimorso, te lo garantisco.”

Ignorando i due amici, Delphini entrò nel cimitero, seguita a ruota da Gal e Athena.

Una volta dentro, il trio si accorse che il cimitero era deserto e che aveva un aspetto minaccioso, dovuto anche al fatto che ormai il cielo era diventato nero per le nubi di pioggia, anche se spesso qualche tuono squarciava il cielo, illuminando tutto.

“Che bel ambientino… su, diamoci una mossa, prima che si scateni il diluvio…” commentò Gal, mentre Delphini ridacchiava, divertita: “Dì la verità, hai paura.”

“Non è vero! Io sono l’Erede di Grifondoro! Non ho paura di niente e nessuno, io!”

“Seee… ma se l’anno scorso avevi paura che l’Erede di Serpeverde ti stesse dando la caccia per ammazzarti…”

“Ehi, io non avevo paura! Semplicemente, non mi andava di avere a che fare con un parente di Tu-sai-chi! Guarda che quello lì era completamente pazzo!”

“Ne avevi la fifa, te lo dico io…”

Athena osservò la desolazione davanti a sé, poi, con un’espressione seria, sussurrò: “Credo che Gal abbia ragione a dirci di muoverci, Delphini. In questo cimitero sento qualcosa… qualcosa di molto malvagio e pericoloso…”

 

L’ennesimo lampo squarciò il cielo nero, mentre, qualche secondo dopo, un rumoroso rimbombo ruppe il silenzio.

“Speriamo che si muovano là dentro… temo che qui, fra poco, si scatenerà un vero e proprio inferno d’acqua…” commentò Teddy, incrociando le braccia per scaldarsi, mentre Victoire protestava: “Spero proprio di no! L’acqua di pioggia mi arruffa i capelli in un modo…”

“Andiamo, Vicky… un po’ di acqua piovana non ti farà di certo male…”

“Se lo dici tu, Teddy…”

Mentre i due parlavano, Oliver spostò lo sguardo e vide una figura con indosso un grosso impermeabile giallo dirigersi verso di loro e la cosa non gli piaceva per niente.

“Ragazzi…” sussurrò il ragazzino, toccando Teddy con l’indice, il quale si girò e domandò: “C’è qualche problema?”

Per tutta risposta, Oliver indicò con la testa la figura, la quale, nel frattempo, si era fermata.

“Chi sei?” domandò Teddy, mettendo una mano in tasca, pronto a tirare fuori la bacchetta, se fosse necessario.

Piuttosto che permettere ai suoi amici di essere uccisi, avrebbe preferito di gran lunga venire espulso.

 

“Questa è la tomba di Tom Riddle…” commentò Gal, osservando la tomba con su inciso il nome del defunto, al contrario di Delphini, la quale le diede un’occhiata piuttosto sbrigativa, prima di commentare: “Non era molto amato in questo posto.”

“Come fai a dirlo?”

“La tomba è sporca, circondata da edera ed erba alta. Inoltre, nessuno ci ha messo nemmeno dei fiori. Ciò dimostra che non era per niente amato.”

“Davvero?” esclamò, incredulo, il rosso, mentre Athena annuiva: “Ha ragione, Gal. L’amore lascia sempre una traccia, ricordatelo.”

“Che immensa cavolata…” sbuffò Delphini, inchinandosi per terra e toccando il terreno ai suoi piedi “L’amore… bah, è solo roba astratta e senza senso…”

“Ehi, veniamo da un mondo magico… le robe astratte e senza senso sono il nostro pane quotidiano.”

“Lascia perdere, Athena. Io non credo a quelle scemenze del vero amore o cretinate simili! Io sono e sarò per sempre una persona con i piedi ben ancorati a terra!”

“Non ti farebbe male, lasciarti trascinare dalla fantasia, una volta ogni tanto…”

Per tutta risposta, Delphini fece un semplice “Ah!” prima di ritornare a studiare con molta attenzione il pavimento.

“Cosa c’è che t’interessa così tanto, Delphi?” domandò Gal, avvicinandosi, incuriosito, all’amica, la quale rispose: “Guardate un po’ qui…”

Gal e Athena si avvicinarono e notarono, increduli, che per terra c’era un grosso cerchio di terra bruciata, senza nemmeno un filo d’erba.

“Intorno a questo cerchio c’è erba alta e verde… eppure qui non cresce proprio niente. Non lo trovate un po’ strano?” domandò, sospettosa, la ragazza e Gal rispose: “Ma non saranno mica stati gli alieni? Nei film lasciano sempre delle tracce di questo tipo nel terreno, quando atterrano con l’astronave.”

“Non dire cavolate, Gal! Figurati se sono stati gli alieni a fare questa roba che poi manco esistono…”

“Beh, noi maghi esistiamo… perché non dovrebbero esistere anche gli alieni con la pelle verde e gli occhi da insetti?”

“Gal, se io fossi un alieno che visita un pianeta sconosciuto, sarei discreta e cercherei di passare inosservata! Non lascerei tracce nel terreno… e, poi, a giudicare dal diametro di lunghezza, l’astronave sarebbe davvero piccola…”

“Beh, non possiamo pretendere che siano alti come noi…”

“Io non credo che sia stata un’astronave a lasciare questa traccia…” sussurrò Athena, con aria seria e preoccupata, osservando la terra bruciata.

Immediatamente, Gal e Delphini smisero di litigare e il rosso domandò: “Sai chi ha fatto questo lavoretto?”

“Sì… anche se spero con tutta me stessa di sbagliarmi…”

“Andiamo, non tenermi sulle spine… chi ha fatto questa roba?”

“Una volta ho letto in un libro che dove è stata compiuta una potente e antica magia oscura, non cresce più erba per secoli…”

Non appena la Corvonero ebbe finito di parlare, la luce di un tuono illuminò a giorno il piccolo cimitero e la faccia sconvolta di Gal, quella stupefatta di Delphini e, infine, quella seria di Athena.

“Stai dicendo che in questo cimitero è avvenuta una potente e antica magia oscura?” domandò, preoccupato, Gal e Athena annuì: “Già, inoltre, a giudicare dalla forma, sospetto che la forma di questa terra bruciata sia dovuta ad un calderone.”

“Un calderone? Ma non stiamo parlando di magia antica?” domandò Gal e Delphini, guardandolo in malo modo, sbottò: “Oh, che imbecille che sei! Solo perché stiamo parlando di magia antica, non significa che non siano coinvolte le pozioni! Guarda che le pozioni sono vecchie quasi quanto gli incantesimi! Sennò perché credi che la materia sia d’obbligo?”

“Allora visto che la sai tanto lunga, secondo te, di quale magia stiamo parlando qui, Delphi?!”

“Se guadagnassi uno zellino per tutte le volte che mi hai chiamata Delphi, invece di Delphini, sarei la strega più ricca del mondo!” sbuffò la ragazzina, prima di tornare a guardare di nuovo il cerchio.

Dopo un po’, Delphini propose: “L’unica pozione antica e piena di magia oscura che mi viene in mente è quella che appartiene al rituale della rinascita.”

“Già dal nome non annuncia niente di buono…” commentò Gal e Delphini rispose: “Infatti, non è niente di buono, razza di scemo. Si tratta di un rituale antico che permette ad un mago di riottenere il proprio corpo… solo che il processo stesso è parecchio discutibile…”

“Perché? Cosa chiede?”

“Tre cose, una peggio dell’altra: la prima cosa dell’elenco è un osso del proprio padre, preso senza il suo permesso.”

“Eh?! Sul serio?!”

“Già… ‘Osso del padre, donato a sua insaputa, rinnoverai il figlio.’”

“Cominciamo bene…”

“E non hai ancora sentito il resto… senti un po’ cosa dice la strofa seguente: ‘Carne del servo, donata con l’assenso, rinnoverai il tuo signore’.”

Notando che Gal era rimasto assolutamente impassabile, Delphini domandò: “Non hai capito un’acca, vero?”

“Perché? Cosa avrei dovuto capire?”

“Il fatto che un servo debba tagliarsi una propria parte del corpo.”

“Che?!?!?! Dici sul serio?!?!”

“Già.”

“Ma questa roba è agghiacciante! Come si può rubare un osso al proprio padre e chiedere a qualcuno di tagliarsi una parte del corpo?!?!”

“Stiamo parlando, infatti, di una magia oscura e altamente pericolosa! Mica usano i fiori o le ali di farfalla per questa roba!”

“Non mi meraviglia che l’erba abbia smesso di crescere…”

“E, poi, c’è la terza e ultima parte: ‘Sangue del nemico, preso con la forza, farai risorgere il tuo avversario’.”

“Posso farti una domanda?”

“Spara.”

“Come fai tu a conoscere questa robaccia?!?! Dubito altamente che sia scritto in ‘Infusi e pozioni magiche’…”

“Ho trovato la ricetta in un volume del Reparto Proibito.”

“Come diavolo hai fatto ad entrarci senza il permesso di un… ah, ma certo… i passaggi che portano alla Camera dei Segreti…”

“Che intuito… sì, c’è giusto un piccolo passaggio che porta al Reparto Proibito… prima che avessimo quell’avventura notturna con quei tre deficienti, spesso m’intrufolavo là dentro e prendevo qualche volume per esercitarmi con pozioni ed incantesimi avanzati…”

“In effetti, Chris mi aveva detto che la vecchia Pince si lamentava per la sparizione di alcuni libri del Reparto Proibito durante la notte, che poi, come per magia, riapparivano dal nulla il giorno seguente… ma come fai a ricordarti tutto quello che c’è scritto in quelle strofe?”

“Ho un’ottima memoria.”

“Alla faccia dell’ottima memoria…”

I due erano così impegnati a parlare, da non accorgersi che Athena si era allontanata e si era avvicinata ad un vecchio tasso.

La ragazzina girò intorno ad esso, in silenzio.

Non sapeva perché, ma c’era qualcosa che l’attirava lì, come una falena attratta dal fuoco… sentiva una forte energia magica…

Non oscura come nel punto dell’erba bruciata, ma chiara, limpida, pura e sicura come una calda coperta…

Non appena fu davanti all’albero, sentì una folata di vento avvolgerla con dolcezza e, d’istinto, chiuse gli occhi.

 

“Ma quando arriva Althea? Non vedo l’ora d’iniziare…” sbuffò il ragazzino coi capelli rossi e il cappello più malridotto che si fosse mai visto, mentre una ragazzina sua coetanea coi capelli neri e il vestito blu lo guardava, incredula, domandando: “Ti senti bene, Godric?”

“Certo che mi sento bene. Perché non dovrei sentirmi bene?”

“Perché tu odi quando facciamo lezione. Non fai altro che chiedere quando finisca, per poter tornare ad esplorare il bosco…”

“Althea ha promesso che avremmo mangiato la torta che abbiamo preparato ieri, una volta finita la lezione e io non vedo l’ora di assaggiarla.”

“Ah, avrei dovuto immaginarlo che fosse una cosa legata allo stomaco…”

Ignorandola, il giovane con i capelli rossi si sdraiò sull’erba all’ombra del tasso, accanto ad un ragazzino pallido con lunghi capelli neri legati con un filo di spago vicino alle punte che leggeva, in silenzio, un enorme volume dall’aspetto antico, mentre un grosso serpente al suo fianco faceva un grosso sbadiglio.

Ad un tratto, una ragazzina paffutella coi capelli rossi, intenta a fare delle piccole corone di fiori, mentre un uccello dall’aspetto denutrito e con delle piume nere, alzò lo sguardo e, con un grosso sorriso, esclamò: “Sta arrivando Althea!”

Immediatamente, Godric si alzò in piedi e mosse la testa a tutta velocità finché il suo sguardo non venne catturato da una piccola figura che era appena uscita dalla piccola casetta sulla collina.

“ECCOLA!!!” strillò, tutto contento, il rosso, cominciando a saltare da tutte le parti come una rana impazzita, mentre il suo orrendo cappello balzava in continuazione dalla testa di Godric al cielo.

Era così impegnato a saltare, da non accorgersi che il ragazzino coi capelli neri aveva alzato lo sguardo, per poi scuotere la testa, seccato, e ritornare a leggere il suo libro.

Qualche secondo dopo, una signora piuttosto vecchia e un po’ pienotta coi capelli marroni e svariate ciocche grigie legati in una crocchia, con delle rughe, un vecchio cappello da strega nero, degli occhiali davanti ai grandi e profondi occhi azzurri e un semplice abito azzurro.

Teneva un grosso bastone con la mano destra, mentre con l’altra aveva un cumulo di grossi libri dall’aspetto piuttosto vecchio.

“Althea, siamo qui! Siamo tutti pronti per la lezione! Forza, iniziamo!” esultò, energicamente, Godric, muovendo le braccia a tutta velocità.

Althea ridacchiò divertita, per poi dire, con una voce calda e morbida come quella del pane appena sfornato: “Non ti ho mai visto, Godric, così entusiasta all’idea d’iniziare una lezione… dovrei prometterti più spesso un dolce…”

“Ottima idea, l’approvo!”

“Forza, è ora d’iniziare… allora, oggi, proverete a fare una pozione curabolle completamente da soli. Ormai avete imparato come si fa, vero?” dichiarò la donna, mentre, nello stesso istante, scriveva nell’aria la frase: ‘Oggi tenteremo di fare nella realtà la pozione curabolle di cui ho parlato nella scorsa lezione.’

Non appena tutti ebbero annuito, con un rapido movimento della bacchetta, quattro sassi si trasfigurarono in calderoni.

“Allora, dateci dentro, ragazzi. Non appena avrete finito, faremo merenda.” Li avvisò, con un sorriso, Althea, mentre i quattro si misero al lavoro.

Dopo un po’, Althea esclamò: “Bene, ormai dovete aver finito tutti. Vediamo i vostri risultati.”

Con passo sicuro, ma gentile, la donna si avvicinò al pentolone della ragazzina coi capelli rossi e l’avvoltoio denutrito, guardandolo con molta attenzione.

“Mi sa che hai sbagliato qualcosa nel preparare la pozione, Helga… di solito non ci sono tutte quelle bolle…” notò Althea e la bambina, con un’espressione dispiaciuta, sussurrò: “Sono proprio pessima…”

“Oh, non dire così… probabilmente l’hai solo mescolata troppo e in senso antiorario… ho fatto lo stesso identico errore la prima volta.”

“Davvero?”

“Certo e guarda come sono oggi! Non ti disperare, sono errori che fanno tutti.”

Dopo aver rassicurato l’allieva, Althea si diresse verso l’altra ragazzina, la quale stava finendo di mescolare, agitando la sua bacchetta.

“Ottimo lavoro, Rowena. I miei complimenti.” Esclamò, esterrefatta, la donna e Rowena annuì: “Grazie, Althea.”

“Non è che qualcuno ti ha dato una mano?”

“Cosa? No!” esclamò, nervosa, la ragazzina, mentre una piccola e arricciata ciocca corvina si sollevava, per poi scendere di nuovo.

Ignorando la cosa, Althea si avvicinò al vicino di Rowena, il ragazzino coi capelli neri, il quale aveva smesso di lavorare ed era tornato a leggere il suo libro, e, non appena ebbe guardato la pozione, rimase a bocca aperta.

“Per la barba di mio nonno! E’ la migliore e più perfetta pozione curabolle che abbia mai visto in vita mia! E’ davvero strabiliante… raggiungere un simile risultato in così poco tempo e all’età di dodici anni! Sono senza parole…” esclamò la donna, ma il ragazzino continuò a leggere tranquillamente il suo libro, come se non l’avesse sentita.

Vedendo che il ragazzino non muoveva un muscolo, Althea gli toccò dolcemente la spalla e, immediatamente, l’altro smise di leggere e alzò lo sguardo verso la mentrice.

Con un gran sorriso, la strega fece muovere di nuovo la bacchetta e apparve la scritta: ‘I miei complimenti, Salazar! Questa pozione è perfetta! Hai davvero molto talento per Pozioni.’

Salazar si limitò ad annuire con la testa e se ne tornò a leggere.

“Bene, e adesso tocca a Godric…” cominciò Althea, prima di udire una forte esplosione.

 La donna, assiema ad Helga e Rowena, si girò nella direzione del rumore, non tanto per vedere cos’era successo, in quanto lo sapevano già, ma quanto era grave il danno stavolta.

Come le tre temevano, lo scoppio proveniva dal calderone di Godric, il quale aveva il viso tutto sporco di fuliggine, mentre numerose bolle gli cominciavano ad apparire su tutto il corpo, e il cappello leggermente bruciacchiato sulla testa.

Tuttavia, era il calderone del ragazzino quello messo peggio: infatti, era completamente distrutto e tutta la pozione al suo interno era schizzata sul povero Godric.

“Misericordia, Godric… cos’hai messo in quel calderone?” gli domandò, preoccupata, Althea, correndo a riparare il pasticcio del giovane.

Con un semplice gesto della mano, fece sparire il calderone rotto, il liquido, la fuliggine e i brufoli.

A quel punto, con un rapido movimento della bacchetta, fece levitare dalla casa sulla collina una strana boccetta che atterrò, delicatamente tra le mani rosate e callose della donna.

“No, Althea! Non voglio quella roba! Mi fa male!!!” protestò Godric e la strega, mentre versava il liquido al suo interno su un fazzoletto di lana, dichiarava: “Niente lamentele, Godric. Ne abbiamo già parlato. Lo so che questo liquido da molto bruciore, dopotutto, è acqua e sale… ma impedisce che quelle ferite peggiorino.”

“Sì, ma…”

“I giovani coraggiosi, non hanno paura di acqua salata, Godric.”

A giudicare dalla faccia che fece Godric, era ovvio che Althea lo aveva messo nel sacco.

Con delicatezza, la donna cominciò a pulire le ferite del ragazzino col fazzoletto, il quale, a giudicare dalle continue smorfie facciali di Godric doveva fare parecchio male.

Una volta che ebbe finito, fece muovere di nuovo la bacchetta e fasciò le braccia, le mani e buona parte del viso del ragazzino con delle fasce apparse all’improvviso.

Non appena ebbe finito, si girò verso gli altri tre studenti che la guardavano, in completo silenzio, e notò che la piccola Helga la osservava con profonda ammirazione.

“Vorresti imparare Ferula, Helga?” le domandò, con un grande sorriso, Althea e la bambina annuì: “Certamente! Sembra così utile… e, poi, dato che io non sono brava come gli altri… almeno riesco a dare una mano, anche se piuttosto piccola…”

“Ricominciamo con questi discorsi, Helga? Non devi essere così ansiosa e insicura… hai molto potenziale in te proprio come gli altri, te lo assicuro. Semplicemente, ti emozioni troppo. Un giorno, sarai una delle più grandi streghe della storia.”

“Una come me? Oh, no, no, no… non sarò mai al livello di Godric, Rowena e Salazar… ma non m’importa assolutamente. Tutto ciò che voglio, è stare con i miei amici e avere cura delle piante e degli animali… mi basta questo.”

 

“Athena, quando avrai accesso i dati mobili della tua connessione, faccelo sapere, ok?” disse, seccata, una voce femminile e, d’istinto, la ragazzina coi capelli a caschetto e gli occhiali sussultò.

Si guardò intorno, leggermente spaesata, per poi balbettare, imbarazzata: “Scusate, ragazzi. Ero immersa nei miei pensieri.”

Per tutta risposta, Delphini alzò gli occhi al cielo e si alzò in piedi, mettendosi ad osservare con molta attenzione il cielo ormai nero come la pece.

“Beh, qui abbiamo finito. Possiamo andarcene da qui… anche perché, molto presto si scatenerà il diluvio…” dichiarò la giovane, mentre Gal si dirigeva, verso il cancello, sbuffando: “Finalmente! Francamente, non ne potevo più di questo stupido posto… questo luogo è pieno di pericoli, altroché!”

Inaspettatamente, il giovane si bloccò all’improvviso, guardando, con aria sbigottita il cancello.

Seguendo il movimento del suo sguardo, Delphini scoprì qual’era il motivo e non si meravigliò che si fosse fermato.  

Davanti a loro, c’era una figura femminile con indosso un’impermeabile verde acido col cappuccio abbassato, da cui si vedevano dei lisci capelli neri e gli occhi verdi.

D’istinto, Gal tirò fuori la bacchetta, ma Delphini lo afferrò per un braccio, sibilando: “Ma sei stupido?! E se fosse una semplice babbana?!”

“E’ vero…”

“Potete stare tranquilli, ragazzini… lo so chi siete.” Li tranquillizzò la donna, avvicinandosi, con un passo calmo e tranquillo ai tre, sfoderando un sadico sorriso, facendo preoccupare ancora di più il trio “Voi siete tre maghi, proprio come me.”

Sentendo ciò, Athena prese a sua volta la bacchetta e, puntandola contro la donna, domandò: “Che ne hai fatto dei nostri amici?”

“Oh, sono al sicuro… mica potevano restare all’asciutto con la tempesta che si stava per scatenare, non trovate? Si sarebbero bagnati tutti come pulcini…”

Decisa a non fargliela passare liscia, Athena si preparò a lanciare un incantesimo.

Al diavolo la scuola e le leggi sulla magia dei minori… quella pazza aveva rapito i suoi amici e gliel’avrebbe fatta pagare, anche a costo della vita!

Ma, proprio quando stava per lanciare un incantesimo, sentì una voce all’orecchio dirle: “Non farlo, non attaccarla.”

Sgomenta, la ragazzina si voltò da tutte le parti.

Non c’era nessuno intorno a lei e quella voce che aveva sentito non apparteneva assolutamente ai suoi amici: non riusciva a capire se appartenesse ad un maschio o ad una femmina, eppure avvertiva, in quella voce una sensazione di piacevole caldo e freschezza nello stesso istante.

Inoltre, il tono era dolce, piacevole e rilassante… le ricordava il vento fresco in un’afosa giornata estiva…

Sapeva che quella voce aveva ragione, glielo diceva il suo istinto… ma non riusciva a capire il perché.

Proprio in quel momento, una figura piuttosto tozza, li raggiunse di corsa, urlando: “A-aspettate, ragazzi! Non lanciate nessun incantesimo!”

Non appena l’ebbero notato, i ragazzi fecero un sospiro di sollievo.

Quello era Oliver.

Non appena li ebbe raggiunti, col respiro affannato e le guance incandescenti, il giovane Tassorosso ansimò: “E’… dalla nostra parte… a modo suo…”

“Ehi, ti senti bene?” gli domandò, preoccupato, Gal e Oliver sussurrò: “S… sì… solo un… attimo…”

Il ragazzino tirò fuori dalla sua borsa il suo respiratore contro l’asma e cominciò a riutilizzarlo, riprendendo una respirazione normale.

“Tutto bene?” domandò, proprio in quel momento, Teddy, il quale li raggiunse, accompagnato da Victoire e Athena gli domandò: “Sì, stiamo bene… comunque, possiamo sapere chi è questa signora.”

“Ah, giusto… immagino che non si sia presentata… beh, vi presento Ismelda Murk.”

“Ismelda Murk? La famosa storica della magia specializzata in morte, torture e sangue?” domandò, lievemente interessata, Delphini e Teddy ammise: “Sì, proprio lei…”

“Non sapevo si fosse trasferita qui…”

“In questo paese, tre sciocchi babbani sono stati uccisi da un mago… una cosa del genere è così interessante… mi auguro che Orfin Gaunt li abbia fatti soffrire un pochino prima di ucciderli… purtroppo, li ha uccisi con l’Avada Kedavra, quindi non ha sparso molto sangue… nemmeno una piccola ferita…” commentò Ismelda, mentre il gruppo faceva una smorfia di disgusto e leggera paura.

Il fatto che la Murk avesse un’ossessione per queste cose era di dominio pubblico… ma nessuno immaginava che raggiungesse questi livelli…

“Come ha fatto a scoprire che eravamo dei maghi?” domandò, incuriosita, Athena e Ismelda rivelò, con un tono annoiato: “Ho visto il vostro amichetto coi capelli scuri diventare giovane e coi capelli blu di colpo dalla finestra di casa mia… non ci voleva un genio per capire che era un Metamorfomagus, lo stesso dono di Nymphadora Tonks…”

“Conosceva mia madre?” esclamò, esterrefatto, Teddy e Ismelda scrollò le spalle: “Certo, eravamo nello stesso anno, solo che lei era a Tassorosso ed io a Serpeverde… ma abbiamo avuto parecchio a che fare, dato che avevamo entrambe amici che volevano trovare ad ogni costo le Sale Maledette di Hogwarts… un tipetto davvero interessante, non c’era niente da dire… sempre in giro a combinare guai e scherzi con Tulip Karasu di Corvonero, la sua migliore amica…”

“Ma… come fa a sapere delle abilità di mia madre?”

“Non sai quante volte abbia visto Tonks usare le sue abilità per trasformarsi nel professor Ruf e fargli la caricatura vivente durante le lezioni… quanto lo faceva, tutti prestavano di colpo attenzione e scoppiavano a ridere… e quella lagna di un prof stecchito continuava a spiegare, non accorgendosi di niente! Mai visto uno spettro più noioso di Ruf… e pensare che quando sentì che c’era un insegnante fantasma ero così felice… speravo fosse ricoperto di sangue e catene come il Barone Sanguinario, sempre a parlare di morti e vendette e invece mi sono ritrovata davanti un vecchio noioso che è semplicemente morto nel sonno in sala insegnanti… che colossale fregatura.”

“Sì, credo che quella sia l’idea iniziale di Ruf, almeno finché non apre la bocca…” annuì Delphini, in quanto lei stessa spesso si ritrovava a dormire durante le sue lezioni, rese ancora più noiose dal fatto che sapeva già tutto quello che il prof raccontava…

Nel frattempo, Teddy fece un sorriso inconsciamente.

Per puro caso, aveva scoperto qualcosa di inedito passato di sua madre… certo, sapeva molto sul passato dei suoi genitori, grazie ai racconti di sua nonna e dello zio Harry… ma vi erano sempre molte zone d’ombra, soprattutto, per quanto riguardava le vicende a scuola di sua madre nel dettaglio…

Poteva persino vederla sua madre, coi capelli rosa corti e appuntiti trasformarsi nel professor Ruf nel bel mezzo della lezione di Storia della magia e scimmiottarlo…

Ad un tratto, un fulmine squarciò di nuovo il cielo.

“Meglio che ce ne andiamo, sapete? Qui scoppia a piovere… se volete, potete stare un attimo a casa mia…” cominciò Ismelda e, quando si accorse che i ragazzini stavano facendo una faccia parecchio nervosa, rivelò: “Rilassatevi, non ho alcuna intenzione di farvi qualche strano esperimento… ma se volete restare vivi, vi consiglio di non toccare niente dei miei tesori…”

Oliver guardò un attimo Teddy, per poi domandargli, sottovoce: “Dovremmo andare?”

“Abbiamo altra scelta?” fu la semplice risposta dell’altro.

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Capitolo 35
*** Ritorno a casa ***


Capitolo 35: Ritorno a casa

 

“Bene, questa è casa mia… vero che è meravigliosa?” domandò, con tono sognante e ammirato, Ismelda Murk, mentre accendeva la luce nella sua piccola villa.

In diplomatico silenzio, il gruppo si limitò a darsi un’occhiata.

Se proprio dovevano essere sinceri, quella casa più che meravigliosa era spaventosa.

Invece della luce elettrica, c’erano solo delle candele rosse e l’abitazione era decorata con teschi, barattoli con dentro delle strane forme indefinite che nessuno voleva sapere cosa fossero di preciso, strani simboli sulle pareti, divani in pelle nere e vecchi volumi in pelle nera.

“Trova questo posto… meraviglioso?” domandò sottovoce, incredulo, Teddy.

Lui avrebbe usato molte definizioni per quel posto, ma di certo non meraviglioso.

“La bellezza è una cosa relativa. Per ognuno di noi, ha molte sfaccettature.” Fece notare Athena, mentre osservava i titoli sui dorsi dei libri, e Gal annuì: “In effetti, questo posto non è malaccio… anzi, io lo trovo molto carino.”

Per tutta risposta, Teddy gli diede un’occhiata sorpresa.

A lui quel posto non piaceva per niente… ma, dopotutto, i gusti erano gusti…

Nel frattempo, con un rapido movimento della bacchetta, Ismelda fece levitare dalla credenza cinque tazze, le quali vennero riempite da del tè fumante.

Mentre aspettava che il tè si raffreddasse, Teddy si guardò intorno, incuriosito, finché non notò delle fotografie in movimento sul caminetto.

La maggior parte di esse, raffigurava due coniugi piuttosto anziani e una ragazza leggermente più grande della Murk.

“Quelli sono i miei genitori e mia sorella maggiore.” Lo avvisò Ismelda, bevendo dalla sua tazza, e Teddy ammise: “In effetti, mi sembrava che ti assomigliava un po’…”

“Solo fisicamente. Caratterialmente, è tutto il mio opposto. Ti dico solo che era a Grifondoro, mentre io a Serpeverde.”

“Cosa?!” s’intromise, incredulo, Gal “Ma tutti i fratelli non finiscono nella stessa Casa?”

“Generalmente succede così, sciocco…” gli rivelò, seccata, Delphini, bevendo dalla sua tazza “Ma ci sono molti casi in cui i fratelli vengono smistati in Case diverse… i due cugini di mia madre, per esempio, vennero smistati a Grifondoro e a Serpeverde. In effetti, credo che sia più comune di quanto si creda…”

“Credo che tu abbia ragione, Delphini… i due figli del mio padrino, Jamie e Al, sono completamente diversi, caratterialmente. Jamie è un vero casinista, amante del brivido, degli amici e degli scherzi, mentre Al è molto più timido e pacato, oltre che essere un gran amante dello studio e dei libri… guarda, non mi meraviglierebbe se venissero smistati in due Case diverse…” aggiunse Teddy, mentre il rosso col casco dichiarava: “Beh, tutta la mia famiglia è stata a Grifondoro…”

“Gal, ti ricordo che il tuo è un caso leggermente a parte…” gli fece notare, esasperata, la ragazzina coi capelli d’argento.

Mentre continuava a fissare le foto, Teddy notò l’immagine di un giovane coi capelli marroni, gli occhi verdi e un grande sorriso.

“Chi è il tipo in questa foto?” domandò, incuriosito, il Tassorosso ed Ismelda, con una strana voce sognante, rivelò: “Lui è Barnaby Lee, l’uomo più bello, dolce, gentile e simpatico del mondo…”

Delphini inarcò un sopracciglio.

Si vedeva lontano un miglio che quella tipa era cotta di quel Lee… a lei sembrava solo un babbeo, a giudicare dall’espressione facciale.

Non riusciva proprio a capire cosa ci trovasse la Murk in un tipo del genere… certo che l’amore rendeva proprio stupidi… fortunatamente, era vaccinata contro queste scemenze…

Nel frattempo, Victoire guardava l’acquazzone dalla finestra della casa, sbuffando: “Come odio la pioggia… fa un rumore così insopportabile…”

“La solita e scontata risposta da ragazzina superficiale… il suono della pioggia battente è così fresco e rilassante… io lo trovo stupendo. A mio parere, una vera poesia dovrebbe produrre un suono simile, invece la maggior parte di esse sono prodotte da uomini sciocchi e superficiali che vogliono solo la grana e la fama… e si nota perfettamente nelle loro opere, dato che la musicalità è a dir poco tremenda. Un testo è bello solo se è accompagnata da musica che lo renda ancora più meravigliosa, ma la gente è così imbevuta di sottocultura che si fa andar bene quei ridicoli prodotti di consumo… che vergogna…” sbuffò Delphini, sgranocchiando con aria pensierosa il biscotto al cioccolato che aveva in mano.

“Non li mangi senza inzupparli?” domandò Teddy e, prontamente, la ragazzina rispose, non degnandolo di uno sguardo e continuando a mangiare: “No. I biscotti inzuppati non mi piacciano molto… inoltre, se, a causa del calore, essi dovessero staccarsi e mettersi a galleggiare nella tazza mi farebbero di uno schifo…”

Per tutta risposta, Teddy si voltò verso Victoire, la quale stava, contemporaneamente, inzuppando il suo biscotto nella tazza.

Facendo un grande sospiro. Teddy tornò a mescolare col suo cucchiaio la sua tazza.

Nel frattempo, Athena prese un libro dalla libreria e si mise a leggerlo con molta attenzione.

“Cosa leggi?” le domandò Victorie, avvicinandosi per guardare meglio, e la Corvonero, con un grande sorriso, dichiarò: “Un libro sulle varie scuole di magia del mondo! Sembra così interessante…”

“Se t’interessa, te lo regalo. L’ho preso perché faceva parte di un’offerta speciale al Ghirigoro… volevo prendere un libro sulle torture magiche alternative alla Maledizione Cruciatus e mi avrebbero fatto lo scontro se ne prendevo un altro, così ho preso il primo che mi è capitato in mano, ma non l’ho mai letto. Quel genere non è proprio il mio tipo… anzi, se me lo levi di torno mi fai un gran favore.” dichiarò Ismelda, mentre si accendeva una sigaretta.

Sentendo ciò, Athena la guardò, con aria speranzosa, e domandò, con un grande sorriso: “Posso sul serio averlo? Ne è proprio sicura? Al 100%?”

“Sì, ragazzina. Te lo puoi prendere.”

“L’avverto che ho un rapporto molto stretto e personale coi libri… se qualcuno mi regala un libro, non sono tanto propensa a lasciarlo…”

“Ma se non fai altro che seccarmi, dicendomi che pur di farmi leggere un determinato libro, me lo presti.” S’intromise Gal e la ragazzina con gli occhiali, guardandolo in malo modo, ribatté: “Hai detto bene, te li presto. Pertanto, li rivoglio anche indietro il prima possibile. E credimi, posso diventare parecchio insopportabile, se non lo riottengo il prima possibile…”

“Una ragione in più, per non prendere in prestito dei libri da te… anche, perché, sono ritardatario cronico, per quanto riguarda il restituire i libri alle pubbliche… ho preso più multe io per un ritardo di consegna di tutti i ragazzini di York messi insieme!”

Mentre i due parlavano, Oliver, il quale, per tutta la durata della conversazione, se n’era stato immobile e nervoso, in quanto il singolare arredamento lo metteva parecchio in soggezione, notò dall’altra parte della finestra, un gufo reale che la stava picchiando col becco, come se volesse attirare l’attenzione degli abitanti.

“Ehi, c’è un gufo.” Lo fece, immediatamente, notare il ragazzino ed Ismelda, dopo aver aperto la finestra, fece entrare il volatile in casa.

Mentre il gufo arruffava le penne per liberarsi dall’acqua, la donna prese la lettera che aveva attaccata alla zampa e si mise a leggerla.

“Di cosa parla?” domandò, incuriosito, Gal e Oliver, prontamente, lo sgridò: “Gal, non è educato impicciarsi della posta altrui!”

“Ah, non è niente di che… solo un tizio che vuole un appuntamento per un consulto su una maledizione…” rivelò Ismelda, mettendosi la lettera in tasca, e Athena, sorpresa, domandò: “Dà consulti sulle maledizioni?”

“Eh già… dato che sono un’esperta in materia, molta gente mi scrive per parlare di maledizioni che li hanno colpiti e come liberarsene… di solito, non è niente di che, ma questo caso è parecchio tosto…”

“Perché? Di cosa si tratta?” chiese, di nuovo, Gal, venendo di nuovo redarguito da Oliver: “Gal, sono cose personali!”

“Beh, secondo la lettera, la moglie del mittente è vittima di una maledizione del sangue che la sta rendendo sempre più debole e fragile.” Rispose, con la massima neutralità, Ismelda e tutti, tranne Gal, rimasero di stucco.

“Una… una maledizione del sangue?!” ripeté, incredulo, Teddy, mentre Delphini commentava con un semplice: “Cavolo…”

“Non capisco… cos’ha di così terribile la maledizione del sangue?” domandò, con aria confusa, Gal, prima di venir, di nuovo, affrontato da Delphini: “Ma è possibile che tu non sai mai niente?!”

“Che ci vuoi fare, non mi piace studiare!”

“Ah, ti assicuro che si vede! Eccome!”

“Insomma, qualcuno può spiegarmi cos’è una maledizione del sangue, senza andarmi addosso, grazie?”

Facendo un sospiro, Athena spiegò: “La maledizione del sangue è la maledizione più potente e più atroce del mondo magico. Come per quelle più comuni, una persona viene maledetta, ma essa non riguarda solo quello sventurato. Infatti, la maledizione viene estesa a tutta la famiglia e ai suoi eredi. Un suo discendente, anche distante parecchie generazioni, viene colpito ed è destinato a morire oppure a trasformarsi in un animale o in una pianta per sempre.”

“Cosa?! Ma è orribile!” esclamò, allibito, Gal, mentre Oliver annuiva, disgustato: “Sì, già è sbagliato maledire qualcuno, ma coinvolgere anche una persona che non centra nulla con quella storia, lo trovo disgustoso e vigliacco! Gli autori delle maledizioni del sangue dovrebbero essere mandati ad Azkaban! Per me, quella roba è allo stesso livello delle maledizioni senza perdono!”

“Forse, un giorno anche lanciare una maledizione del sangue sarà considerato un reato da farti guadagnare un biglietto di sola andata per Azkaban…” commentò Delphini, accarezzando la testa di Asmodeus “Se devo essere sincera, le maledizioni del sangue mi ricordano leggermente le malattie genetiche babbane… anche loro rimangono nei geni di una persona per parecchie generazioni e non esiste una cura per entrambe… chissà, magari verrà trovata una cura per tutte e due…”

“Con la differenza che non si possono evitare le malattie genetiche, mentre le maledizioni del sangue sono un vero e proprio abominio, lanciate solo dalla crudeltà e dal risentimento delle persone! Colpire persone innocenti e che tu neanche conosci, solo per far regnare la paura di essere lo sfortunato che è stato colpito e il dolore di una famiglia per un avversario insidioso che non si può sconfiggere… chi le lancia è addirittura peggio di Tu-sai-chi e dei suoi Mangiamorte! Da quanto mi risulta, lui non le ha mai lanciate, anche se era quello che era!” si scaldò Oliver, facendo sgranare gli occhi di Gal, Teddy, Athena e Victorie, mentre Delphini inarcava, sorpresa, un sopracciglio.

“Non mi aspettavo che il tuo amico, s’infiammasse così tanto… per tutto questo tempo mi è sembrato così mite e tranquillo…” sussurrò, sorpresa, la bionda a Teddy, il quale affermò: “Oliver è il ragazzo più gentile e calmo del mondo… ma anche lui si arrabbia parecchio quando vengono toccati certi argomenti… a quanto pare, la faccenda delle maledizioni del sangue è una di quelli…”

 

L’aria notturna era fresca, ma, allo stesso tempo, fresca e pulita, grazie al temporale che c’era stato qualche ora prima.

La ragazzina coi capelli d’argento con in bocca un lecca-lecca se ne stava seduta su una vecchia sedia sotto alla malmessa tettoia dalla fatiscente abitazione, guardando le stelle che brillavano nel cielo.

“Bella serata, eh?” domandò una voce maschile di fianco a sé e, senza nemmeno voltare lo sguardo, la giovane borbottò: “Che ci vuoi fare, Teddy, una lavata fa bene a tutti, anche al cielo.”

“Già, in effetti, sembra più luminoso…”

“Pensi che Ismelda Murk sospetti qualcosa?”

“Non credo… a me, è sembrata più una a cui importava solo morte, sangue e maledizioni… comunque, domani io e gli altri ce ne torniamo alla Tana.”

“Già, almeno non devo rischiare che quel cretino di Gal si faccia scoprire come un babbeo, generato un casino dietro l’altro…”

“Quindi, tu resti qui?”

“Sì.”

“Non temi di essere scoperta da Ismelda Murk?”

“Non sono scema come Gal. So come nascondermi ed evitare la gente, anche perché ne sono abituata…”

“Lo so… l’anno scorso, cercavi sempre di evitarci… ma dopo quella vicenda dei banditi, mi sembra che tu sia diventata un pochino più… aperta, nei nostri confronti.”

“Bah, io mi sento esattamente come al solito… io sto molto meglio da sola che in compagnia…”

“Non lo metto in dubbio. Tu sei un tipo molto più introverso, che ama tenere i suoi tormenti dentro di sé, per apparire forte davanti al mondo.”

“Ehi… io non sono debole, mettiamolo in chiaro, se non vuoi ritrovarti un bel bernoccolo da Guinness dei primati!”

“Sì, certo, scusa! Dicevo tanto per dire!”

I due giovani rimasero un attimo a fissare le stelle, finché, ad un tratto, Delphini non domandò, con noncuranza: “Com’è?”

“Cosa?”

“Vivere con tua nonna, il tuo padrino e tutta la sua famiglia… è bello?”

“Certamente! Anzi, è la miglior fortuna che mi potesse capitare! E non perché sono famosi, ma perché sono sempre gentili, mi ascoltano, mi danno tutti lezioni importanti e cercano di aiutarmi in tutti i modi possibili. Certo, non possono sostituire i miei genitori, ma almeno riescono a non farmi sentire il dolore che provo per il fatto che mi manchino… e ciò mi rende felice.”

“Dev’essere bello essere circondato da persone che ti vogliono bene… avere una famiglia…”

La ragazzina non si era accorta che, mentre diceva quelle parole, la sua espressione facciale era cambiata, assumendo una sfumatura molto triste e depressa.

Teddy, notandola, le domandò: “Beh, anche tu hai molte persone che ti vogliono bene…”

“Per niente! Fin da quando ero piccola, gli altri mocciosi mi evitavano perché mi consideravano stramba e pericolosa… ti dico solo che quando avevo nove anni, un ragazzino coi capelli neri mi ha rivolto la parola solo per dare tempo ai suoi compari di raggiungermi e darmi, come al solito, fastidio! Ma gli ho dato una lezione di quelle con la magia…”

“Non avresti dovuto farlo…”

“Hanno iniziato loro!”

“Comunque, sono certo che i tuoi genitori ti amassero molto, prima di morire…”

“NON PARLARMI DI LORO!!!!”

L’urlo di Delphini fu così potente che spaventò sia gli uccelli che Asmodeus, il quale era seduto sotto la panca a dormire, mentre il povero Teddy faceva una faccia spaventata ed incredula.

Non si aspettava assolutamente una simile reazione…

Anche la stessa Delphini sembrava sorpresa dalla sua stessa reazione, tanto che si scusò immediatamente: “Cavolo… scusa, non so cosa mi sia preso… è solo che non avevo un buon rapporto neanche con loro, prima che tirassero le cuoia…”

“Eh? Te lo ricordi ancora?”

“Io ricordo ogni cosa, da quando sono venuta al mondo, purtroppo…”

“Io, invece, non riesco a ricordarmi assolutamente nulla della mia infanzia… vorrei poter ricordare almeno qualcosa dei miei genitori…”

“Per me sarebbe stato molto meglio non ricordarli affatto…”

Teddy ascoltava con sorpresa quelle parole, mentre guardava, in silenzio, la coetanea che, con espressione triste, giocherellava col bastoncino del suo lecca-lecca.

Delphini era un’orfana della seconda guerra magica, proprio come lui, eppure… per qualche motivo, sembravano essere su due sponde diverse…

Ad un tratto, un tremendo sospetto gli venne in mente.

E se i loro genitori, durante la seconda guerra magica, fossero sul serio stati su due sponde diverse?

I suoi erano stati dalla parte del suo padrino, mentre quelli di Delphini da quella di Voldemort.

Questo avrebbe spiegato perché i genitori dell’amica non sembravano il ritratto dei genitori pazienti e amorevoli, tanto che la figlia stessa non voleva parlare di loro…

No, era impossibile!

L’amico di suo padre, Sirius Black, era sempre stato contro Voldemort e il fratello minore era morto pur di distruggere un suo Horcrux… e, da quel che gli risultava, nessun altro membro della famiglia Black era stato dalla sua parte.

Gal lo stava proprio influenzato… ormai, faceva congetture più assurde che altro…

“Perché, domani, non vieni con noi?” esclamò, all’improvviso e senza nemmeno rendersene bene conto, Teddy.

Per tutta risposta, Delphini si voltò a guardarlo, con gli occhi sgranati dalla sorpresa.

Tuttavia, si riprese abbastanza rapidamente, borbottando: “No, grazie.”

“E perché?”

“Devo finire delle cose.”

“Ma cosa? Qui non c’è niente, a parte quella bella carogna di un serpente mummificato…”

“Sono affari miei. E, poi, hai pensato a cosa direbbe la signora Weasley se tornaste con me? Si chiederebbe perché diavolo sono venuta con voi, mentre avrei dovuto starmene in campeggio!”

“In effetti, c’è anche questo problema… ma si può risolvere! Le diciamo, che so… che c’è un’epidemia di Colera e vi hanno fatti tornare tutti a casa in anticipo…”

“L’ultima epidemia di colera in Europa è avvenuta durante la Grande Guerra babbana, guarda caso, tra i poveri soldati mezzi moribondi! Con tutte le malattie presenti, hai scelto proprio il Colera che è apparso l’ultima volta quasi un secolo fa?”

“I virus si evolvono, sai? L’ho studiato in scienze… il nostro sistema immunitario si evolve per sconfiggere il virus e, a sua volta, il virus si evolve per sconfiggere il nostro sistema immunitario.”

“Un’escamotage degna di un manga giapponese degli anni ’80… ci manca solo che questo mondo schifoso venga colpito da un’epidemia come il Colera e la Spagnola… già abbiamo mille casini, se poi ci si mette in mezzo anche la crisi sanitaria siamo praticamente fritti.”

“Spero proprio di no…”

“Comunque, grazie per il pensiero, ma preferisco restare qui.”

“Non sono della tua stessa opinione. Metti che ti succeda qualcosa, mentre sei qui, da sola… non me lo perdonerei mai!”

“Non complicarti la vita per quisquilie simili, Teddy… so cavarmela anche da sola. Ho imparato a contare solo su me stessa molti anni fa…”

“Non posso di certo rilassarmi, sapendo che tu sei qui, completamente da sola!”

“Stai cercando d’imitare il tuo padrino o i tuoi genitori?”

“No, ti direi tutto questo anche se fossi il figlio di due Mangiamorte!”

“Fossi in te, Lupin, non mi azzarderei a fare simili paragoni… tu non hai la più pallida idea di cosa significhi essere il figlio di due Mangiamorte…”

“Allora di due patetici maghi di basso livello! Quello che voglio dire è che ti dico queste cose non perché voglio imitare qualcuno d’importante e famoso, ma perché lo voglio io! Io mi preoccupo per te e voglio che tu stia al sicuro!”

Per tutta risposta, Delphini sgranò gli occhi e si tolse dalla bocca il lecca-lecca.

Per tutta la sua lunga e schifosa vita, nessuno le aveva mai detto quelle parole, neanche per sbaglio… sua madre non l’aveva mai amata come, tecnicamente, avrebbe dovuto… era stata fiera di lei, solo dopo che era venuta al mondo e Voldemort, dopo averla esaminata, le aveva fatto i complimenti, dicendole che era una bambina sana e, soprattutto, potente… e pensare che, all’inizio, aveva temuto che il suo signore si sarebbe arrabbiato per il fatto che avesse messo al mondo una femmina e non un maschio… come se a quello importasse qualcosa del sesso del bambino della sua sottoposta…

Per sua madre, l’unica cosa davvero importante era che il suo signore non fosse deluso o disgustato dal nascituro… probabilmente, l’avrebbe uccisa con le sue stesse mani, se non fosse stata all’altezza delle aspettative di Voldemort, solo per dimostrargli che per lui avrebbe fatto qualunque cosa…

E poi, come il cambio del vento, l’orgoglio che sua madre provava per lei era diventato gelosia e odio, quando Voldemort aveva iniziato a studiarla, liquidando seccatamente o, alla peggio, ignorando completamente sua madre… i suoi sguardi di puro odio verso di lei erano indimenticabili, proprio quando le urlava di stare zitta quando strillava per la fame, perché le stava facendo venire il mal di testa… se non fosse stato per il suo signore che era parecchio interessato a lei, l’avrebbe ammazzata, dato che la considerava una pericolosa rivale per la completa attenzione di Voldemort… beh, nelle versioni originali delle fiabe babbane più comuni le madri ammazzavano le proprie figlie per gelosia…

Ma da che bella famiglia disfunzionale veniva… non c’era da meravigliarsi che finiva sempre a parlare allo psichiatra della scuola elementare babbana durante la festa della mamma… ironicamente, la persona che più si era avvicinata alla figura materna della sua infanzia era Hokity, l’elfa domestica…

E adesso, uno che non aveva alcun legame con lei, le diceva che gli importava molto lei e la sua incolumità… per la prima volta da undici anni e nove mesi…

“Grazie…” fu tutto quello che riuscì a borbottare la ragazzina, sempre più confusa.

Una parte di lei voleva seguire Teddy e gli altri, mentre l’altra, dominata dall’orgoglio, voleva restare lì…

A chi doveva dare retta?

Al suo orgoglio o ai suoi sentimenti?

Quando odiava essere così indecisa…

Il suo tormento interiore, però, non sfuggì a Teddy.

Sentiva che l’amica stava per cedere, ma aveva ancora bisogno di una piccola spinta…

“Ti piacciono le biciclette?” buttò, quasi per caso, il ragazzino e Delphini ammise: “Non mi spiacciono tanto… quand’ero piccola, tutti i miei compagni avevano la bici, mentre io no, dato che la Rowle non aveva soldi per permettermi questi stupidi capricci infantili…”

“Il nonno di Victorie ha una vecchia bicicletta nel capanno… se gliela chiedi gentilmente, potrebbe anche regalartela…”

“Davvero?! Non stai scherzando?!”

“No… anzi, sono certo che sua moglie te ne sarà profondamente grata per avergliela portata via…”

“Va bene, vi raggiungerò col Nottetempo lunedì.”

“Come mai?”

“La nonna di Victorie s’insospettirebbe se mi vedesse venire con voi. Voi mi precederete e le direte che il campeggio finisce domenica e che mi avete convita a passare il resto dell’estate con voi, ma, per preparare i bagagli e salutare la mia tutrice, verrò lunedì.”

“Ah, hai già pensato a tutto… e in questa settimana, cosa combini?”

“Te l’ho già detto, Teddy… ho alcune piccole faccende urgenti da sbrigare, ma non preoccuparti… lunedì sarò alla Tana. Tu occupati soltanto di convincere il signor Weasley a darmi la bici.”

“Cerca di non ficcarti in qualche casino.”

“Ehi, guarda che io so il fatto mio…”

 

“Secondo te, verrà sul serio o ci ha solo preso in giro, come al solito?” domandò, incuriosito, Gal, mentre Teddy rispondeva: “Sembrava sul serio interessata alla bicicletta…”

“Forse le sue faccende l’hanno fatta ammazzare…” fece notare, nervosamente, Oliver, mentre il migliore amico faceva un sospiro d’esasperazione: “Guarda, non mi meraviglierebbe…”

Proprio in quel momento, un autobus apparve dal nulla e frenò di scatto proprio davanti a loro, facendo cadere per terra Oliver per lo spavento.

La porta si aprì e, subito, una ragazzina di dodici anni, coi capelli argentati e un grosso zaino scese da esso.

“Grazie.” Ringraziò la giovane e, subito, Stan la salutò: “Ciao, ragazzina. Se hai di nuovo bisogno di un passaggio a Londra, facci un fischio!”

“Me ne ricorderò…”

Una volta che la ragazzina fu scesa, l’autobus sfrecciò via, svanendo nel nulla.

“E anche questa è fatta…” commentò Delphini, mentre faceva uscire Asmodeus dallo zaino, facendo urlare Victorie: “Fa sparire subito quella bestiaccia!!!!!”

Per tutta risposta, Delphini le rifilò un’occhiataccia: “E piantala di strillare. Asmodeus non ti farà niente, basta solo che tu non gli dia fastidio…”

“Almeno mettigli una museruola!!!”

“Scordartelo, carina. Non mi ha mai creato alcun problema, inoltre, le museruole per serpenti costano un casino, sai?”

Victoire non disse niente, ma si limitò a guardare con profondo disgusto e paura il grosso serpente verde, il quale la fissava in completo silenzio.

La bionda ebbe un brivido di paura, quando Asmodeus tirò fuori la lingua biforcuta, sibilando.

Ma cosa ci trovava quell’amica di Teddy in quella schifosa bestiaccia?!

Non si accorse che Delphini aveva indurito lo sguardo, finché lei stessa non sibilò, furiosa: “Cos’ho trovato nella mia schifosa bestiaccia? Beh, in primo luogo, è fedele e anche parecchio intelligente! Seconda cosa: sa quando deve stare zitto ed evitare certi pensieri!”

“Ma… ma tu mi hai appena letto nel pensiero?!”

“Già, sono una Legilimens. Quindi, ragazzina, o inizi ad imparare Occlumanzia, proprio come sto facendo io, oppure ti consiglio di controllare i tuoi pensieri.”

“Tienimi lontano quel rettile, punto e basta!”

Infastidita, Victorie si voltò e si diresse verso la Tana, mentre Delphini faceva un sorrisetto di vittoria.

“Però, non capisco… Stan ha detto di averti trovata a Londra… cosa ci facevi lì?” domandò Gal, grattandosi la testa e Delphini, guardandolo seccata, rispose: “Come ho detto una settimana fa, dovevo sistemare alcuni affari prima di venire qui e alcuni di questi erano proprio lì.”

“E cosa riguardavano questi affari, se è lecito sapere?”

“Non è lecito sapere.”

“Capita l’antifona.”

Delphini fece un sospiro d’esasperazione.

Oltre alle ricerche su Gaunt e Riddle, era dovuta andare alla Gringott per prelevare una cospicua somma di denaro dalla stanza blindata di sua madre, in modo da non dover prendere i soldi con i suoi amici intorno.

Quella camera blindata era una delle più antiche, pertanto si trovava ai livelli più bassi della banca… ovviamente, si sarebbero tutti fatti delle domande sul fatto che avesse accesso ad una camera blindata del genere… se poi fosse saltato fuori che era quella di Bellatrix Lestrange, apriti cielo!

Nessuno doveva scoprirlo, neanche per sbaglio!

“Beh, allora, dov’è la mia bici?” domandò, sperando di spostare l’attenzione verso un argomento dove si trovava molto più a suo agio.

“Ce l’ha il signor Weasley, nel suo capanno.” Spiegò Teddy e la ragazzina, col suo solito fare arrogante e deciso, disse: “Ok. Sappi che se mi hai mentito ti disintegro.”

‘Ma come fa a dire cose del genere con così tanta calma? Quando fa così, mi fa più paura di quando sbraita…’ pensò, con una smorfia di paura, Teddy.

Certo che Delphini non si smentiva mai…

Prima che si allontanasse troppo da loro, Teddy la chiamò un’ultima volta: “Aspetta.”

“E adesso che altro c’è? Non dirmi che stai per ammettere che il nonno della tua fidanzatina non ha nessuna bicicletta.” Lo avvisò la ragazzina, fermandosi e voltandosi a guardarlo.

“No, no, la bicicletta ce l’ha eccome…” cominciò il giovane Tassorosso, mentre Victorie, con la faccia più rossa di un peperone, protestava: “Io non sono la sua fidanzata! O, almeno, non ancora… cioè, siamo come fratelli, quindi… oh, sta zitta, fanatica dei serpenti!”

Teddy, il quale non aveva sentito una sola parola di quello che aveva detto Victoire, continuò: “E solo che… prima di andare da lui, ti andrebbe di conoscere una persona?”

“Eh?” fece Delphini, lievemente sorpresa.

“Si tratta della nonna di Victorie. Quando le ho detto che saresti venuta, era parecchio contenta. Non vede l’ora di conoscerti.” Le raccontò Teddy e la ragazzina, borbottò, guardando da un’altra parte: “Ah, interessante…”

Se avesse scoperto chi era sua madre, non sarebbe stata di certo così ansiosa di conoscerla…

“Non preoccuparti, la signora Weasley è una signora molto gentile e che non giudica. E, comunque, l’ho già avvertita che hai un serpente come animale domestico.” Le disse l’amico, omettendo il fatto che, quando glielo aveva detto, la donna l’aveva guardato come se stesse scherzando, per poi domandargli: “Un serpente come animale domestico? Ma non è un po’ troppo pericoloso averlo e lasciarlo in giro, senza alcuna sorveglianza?”

Aveva dovuto inventarsi che Delphini proveniva da una famiglia di domatori di serpenti, per convincerla che sapeva il fatto suo… anche se, in effetti, gli sarebbe proprio piaciuto sapere come la sua amica fosse così sicura di avere il controllo totale di Asmodeus…

Prima che la Serpeverde ebbe il tempo di dire qualunque cosa, Teddy la prese per il polso e la condusse verso la tana, dicendole: “Andiamo, la signora Weasley muore dalla voglia di conoscerti. Sono certo che voi due andrete molto d’accordo.”

“Se lo dici tu…”

Non appena fu davanti alla porta, Teddy chiamò: “Signora Weasley, è arrivata.”

Immediatamente, la porta si aprì e apparve la nonna di Victoire, la quale, con un grande sorriso, corse dalla nuova arrivata e le disse: “Ciao, Delphini. Sono davvero molto contenta che tu sia venuta qui. Arrivi giusto in tempo per l’ora del tè.”

“Beh, c’era poco traffico…”

“Mi fa molto piacere. Dovrai condividere la stanza di Athena durante la tua permanenza, ma sono certa che andrete d’accordo. Se mi dai i tuoi bagagli, li porto in camera.”

“Oh, ecco… non si disturbi…”

“Macché disturbo, cara! Hai fatto un viaggio molto lungo da qui fino a Londra completamente da sola per di più e, di certo, sarai stanca morta… va pure in cucina a servirti. Fa attenzione perché i biscotti scottano un po’…”

“Certo…”

Anche se cercava di sempre normale, non poteva fare a meno di emozionarsi al fatto che la signora Weasley la stesse trattando come una della famiglia… ma quanto sarebbe durato?

Di certo, finché non avrebbero scoperto la verità… e la cosa che più temeva era che lo si scoprisse…

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Capitolo 36
*** Incidente a Diagon Alley ***


Capitolo 36: Incidente a Diagon Alley

 

“Signora Weasley, quando andremo a Diagon Alley?” domandò, un mercoledì mattina, Gal, mentre beveva un enorme tazza di latte caldo e la donna rispose: “Quando arriveranno le vostre lettere, ragazzi. Spero che arrivino in settimana…”

Mentre la donna controllava il bollitore dell’acqua calda, Athena esclamò: “Non vedo l’ora che arrivino Elizabeth e Kevin… avranno così tante cose da raccontare sulle loro vacanze…”

“Per loro sarà una bella sorpresa ritrovarsi davanti a qualcuno che avrebbe dovuto trovarsi da un’altra parte.” Ridacchiò Gal, beccandosi uno schiaffo sul braccio da parte di Delphini.

Proprio in quel momento, Victoire entrò nella stanza e, dopo aver controllato attentamente sotto la tavola, si sedette.

“Qualche problema, Vicky?” domandò, preoccupato, Teddy e la ragazzina sbottò: “Sono stufa marcia che quella maledetta bestiaccia strisciante sia sotto il tavolo quando mangio! Quando mi sfiora con quella sua pelle fredda e liscia… mi vengono i brividi!”

“Sta solo cercando degli avanzi di cibo da mangiare. In ogni caso, dovresti ringraziarmi, Asmodeus ha scacciato quegli insopportabili gnomi dal giardino dei tuoi nonni in pochi secondi! Non credo che torneranno quando c’è lui in zona…” ribatté la ragazzina, accarezzando la testa squamosa del serpente, il quale, nel frattempo, si era avvicinato alla sua padrona.

Per tutta risposta, Victoire le fece una linguaccia, mentre Dominique e Louis sghignazzavano a bassa voce.

Nel frattempo, Teddy guardava le due ragazze con un sorriso.

Da quando si erano conosciute, non facevano altro che litigare per un motivo o per l’altro…

Con la coda dell’occhio, notò Dominique che, per nulla intimorita dal serpente, a differenza dei fratelli, lanciava un pezzo di biscotto ad Asmodeus, il quale lo prese al volo come una foca, cominciando a mangiarlo.

In ogni caso, non era la sola della sua famiglia che adorava il serpente domestico di Delphini…

Qualche settimana prima, infatti, aveva parlato al telefono con Jamie e, in quell’occasione, gli aveva raccontato che una sua amica aveva un vero serpente.

Ovviamente, Jamie era andato in brodo di giuggiole, in quanto aveva sempre avuto un’incredibile passione per le cose più pazzesche e pericolose, e gli aveva detto che non vedeva l’ora di conoscere la ‘ragazza dei serpenti’, come la chiamava lui.

Purtroppo, proprio in quel momento, lui e la sua famiglia erano andati in vacanza in Spagna e, purtroppo, sarebbero tornati soltanto a fine agosto, in modo da salutarlo… magari sarebbero riusciti ad incontrarsi alla stazione…

“Signora Weasley, potrebbe prestarmi un attimo il suo gufo? Vorrei spedire una lettera a mia madre.” Domandò, in quel momento, Gal e la donna, con un grande sorriso, acconsentì: “Ma certo, caro. Fa attenzione, perché è un po’ vecchio…”

Non appena gli ebbe attaccato la lettera alla zampa, il volatile si librò in volo, dirigendosi verso la finestra aperta, ma, sfortunatamente per lui, sbagliò la mira e si schiantò proprio il muro, precipitando per terra, con un sonoro tonfo.

“Santo cielo, Errol!” borbottò la nonna di Victoire, correndo a prenderlo, per poi scusarsi con Gal “Sono assolutamente mortificata… è già da molti anni che sbaglia e si scontra contro qualcosa, ma, ultimamente, la sua sbadataggine è aumentata…”

“Non si preoccupi…”

“E’ meglio se prendi un altro gufo, meglio se più giovane… non solo Errol è stato messo al tappetto dalla botta, ma temo che un viaggio fino a York lo ucciderebbe…”

“Puoi usare Moon, di certo sarà felice di sgranchirsi le ali…” s’intromise Athena, alzando un braccio e, subito, la civetta della ragazza si alzò in volò e planò su di esso, con grazia ed eleganza.

Dopo che la civetta fu uscita, la maggior parte dei presenti finì la colazione, per poi andarsene in giro per l’abitazione, e al pianterreno rimasero solo la signora Weasley, Athena e Delphini.

Dopo aver preso il libro che aveva ricevuto dalla Murk, Athena si sedette sul divano della casa ed iniziò a leggerlo, mentre Athena osservava con vivo interesse il particolare orologio dell’abitazione.

Invece d’indicare le ore, c’erano un sacco di frecce con dei nomi e delle strane immagini dove avrebbero dovuto esserci i numeri.

La ragazzina notò che c’era una freccia con scritto il nome di Teddy che puntava sull’immagine di una casa che, ad istinto, le sembrava.

Era così immersa a guardare l’orologio da non accorgersi che il campanello aveva iniziato a suonare, nonostante essa fosse proprio a due metri di distanza di lei.

Fu Athena a sentirlo e, subito, si alzò in piedi e, dopo aver superato l’amica, ancora intenta a studiare l’orologio, si diresse verso la porta.

Non appena aprì la porta, si trovò davanti ad Elizabeth, rossa in viso e con lo sguardo abbassato per la timidezza come al solito, e Kevin, il quale sobbalzò, facendo cadere rumorosamente tutti i libri che aveva tra le braccia.

“Oh, accidenti… scusami, Athena… sono davvero mortificato…” borbottò, imbarazzato, Kevin, cominciando a raccogliere i libri caduti, mentre la ragazzina, la quale si era subito inchinata per aiutarlo, gli disse: “Non preoccuparti, è stato solo un incidente…”

Girandosi per quell’improvviso baccano, Delphini si accorse dei due nuovi arrivati e si diresse verso il gruppo, mentre Elizabeth, notandola, esclamava: “Delphini? M-ma tu… non avresti dovuto essere in campeggio?”

“Beh, sì… c’è stata una lunga serie d’imprevisti che mi hanno rotto le uova nel paniere ed eccomi qui.” Rispose l’altra, con un sorriso da furbetta, nello stesso istante in cui Kevin, alzando lo sguardo, sussurrava: “Ah, ci sei anche tu, Delphini? Non ti aveva vista…”

“Per caso avevi le lenti appannate?” ridacchiò Delphini bussando con l’unghia dell’indice gli occhiali del compagno, il quale abbassò in fretta lo sguardo, diventando rosso come un peperone.

“Ehi, Athena… ti sei tagliata i capelli?” notò Elizabeth e l’amica, con un grande sorriso, annuì: “Eh, già! Mi stanno bene, vero?”

“Non avevo notato che ti fossi tagliata i capelli… ti stanno proprio bene…” esclamò Kevin, alzandosi in piedi e guardandola, e Delphini, sempre prendendolo scherzosamente in giro, gli domandò: “Ma oggi hai dei problemi alla vista? Prima non mi hai vista, nonostante il colore dei miei capelli, e adesso non hai notato il nuovo taglio di Athena… si direbbe che essi siano più concentrati su qualcos’altro che non sul resto…”

“G-già…”

 

“Allora, siete tutti pronti? Mi raccomando, dite bene il nome, altrimenti rischiate di finire da qualche parte… come quel brutto quartiere di Notturn Alley, come il povero Harry… povero caro, la prima volta che ha usato la Metropolvere, si è ritrovato in quel covo di malfattori e farabutti…” si raccomandò la signora Weasley e, quando si avvicinò a Kevin ed Elizabeth, domandò, apprensiva: “Siete sicuri di riuscirci? E’ la vostra prima volta…”

“Uno di noi può prendere la mano di uno loro per aiutarlo con la Metropolvere.” Propose Teddy e la nonna di Teddy annuì: “Certo, caro…”

“Io vado con Teddy!” esclamò, immediatamente, Victoire, appiccicandosi subito alla mano del ragazzino, il quale si limitò a guardarla in maniera neutrale, mentre Delphini borbottava: “Ma guarda, non me lo aspettavo…”

“Victoire, non dar fastidio a Teddy!” la rimproverò la nonna, ma il ragazzino la tranquillizzò subito: “Non si preoccupi, signora. A me non crea nessun problema.”

“Allora va bene, caro… mi raccomando, fate attenzione.”

“Signora Weasley, pensavo di andare assieme ad Elizabeth.” S’intromise, in quel momento, Athena e la nonna di Victorie annuì: “Ottimo. E chi va con Kevin?”

“Ci posso andare io, signora Weasley.” Esclamò Gal, alzando la mano “L’ho fatto un paio di volte e sono stato abbastanza bravo.”

“Ok, se te la senti…”

Christian cercò di non far vedere la sua faccia sconsolata.

Certo, suo cugino aveva davvero usato un paio di volte la metropolvere da solo, il problema era che, per qualche strano motivo, non finiva mai nel posto esatto, ma distante un po’ e, soprattutto, era sempre finito in luoghi assurdi, come la volta che, a dieci anni, era finito nel bidone della spazzatura dall’altra parte della strada della sua destinazione.

Aveva puzzato di cavolo marcio per una settimana intera, con grande disappunto di Lancelot.

Con un sospiro, Christian aspettò che Gal si distraesse per avvicinarsi a Kevin, e passargli un deodorante spray.

“Grazie, ma non ne ho bisogno.” Rifiutò subito il ragazzino, ma Christian insistette: “Fidati di me, prendilo. Poi, mi ringrazierai.”

Per tutta risposta, Kevin prese la bomboletta, senza parole, osservandola in silenzio.

“Forse a voi potreste portare con voi anche Delphini…” s’intromise, proprio in quel momento, la signora Weasley e, immediatamente, la ragazzina esclamava: “Eh?! Non per essere maleducata, ma io credo di essere in grado di utilizzare la Metropolvere…”

“No, cara, è meglio se vai coi ragazzi… Teddy mi ha raccontato che vivi con la tua tutrice, la quale, purtroppo, non ha alcuna connessione col mondo della magia, quindi non sei abituata ad usarla. Sono sicura che Gal farà un ottimo lavoro.”

“Si vede che non conosce Gal…”

Con un sospiro, Delphini si avvicinò a Gal e lo avvertì, sottovoce: “Vedi di non fare qualche stupidaggine delle tue. Fa un buon lavoro, per una volta.”

Per tutta risposta, Gal le fece una linguaccia, risentito.

“Bene, allora? Chi va per primo?” domandò, con un sorriso, la signora Weasley e Victoire esclamò, alzando la mano: “Io e Teddy!”

“Va bene. Mi raccomando, fate attenzione.”

“Nonna, Teddy è uno che sa il fatto suo. Se succede qualcosa, mi proteggerà e farà passare un brutto momento a quegli idioti!” esclamò, con entusiasmo, Vicky, mentre Teddy cercava di calmarla: “Più che un brutto momento, gli farei… arretrare il necessario per darcela a gambe…”

Dopo aver detto ciò, Teddy e Victoire, sempre tenendosi per mano, si diressero verso il camino e, dopo aver preso della polvere da un sacchetto, Teddy esclamò: “Diagon Alley!”

In un attimo, i due erano svaniti tra fiamme verdi.

“Bene, il prossimo gruppo.” Disse la nonna di Victoire e Gal propose: “Andiamo noi. Delphi, prendimi la mano, mentre tu, Kevin, afferra il mio braccio.”

A differenza del compagno di Serpeverde, il quale fece subito come gli aveva proposto, Delphini si aggrappò alla spalla di Gal con la mano.

“Beh, fa come vuoi…” sbuffò Gal, imitando quello che aveva fatto Teddy pochi istanti prima.

 

“Teddy, che ne dici di andare a prendere il gelato? Siamo atterrati proprio di fianco alla gelateria.” Domandò Victoire, indicando un edificio, e Teddy rispose: “Magari dopo, Vicky. Prima dobbiamo comprare tutto quello che ti servirà per il tuo primo anno.”

“Posso prendermi anche un animale al Serraglio Magico?”

“Dovrai chiederlo a tua nonna, prima.”

“Uffa… spero che ci siano coniglietti al Serraglio Magico…”

Proprio in quel momento, da delle fiamme comparse dal nulla, apparvero Athena ed Elizabeth, un po’ piene di polvere.

“Eccovi, ragazze! Com’è andato il viaggio?” domandò, con un sorriso, Teddy ed Athena ammise: “Un po’ vertiginoso… ma ho visto di peggio… Gal, Kevin e Delphini se ne sono già andati in giro?”

“Cosa intendi?”

“Sono partiti prima di me ed Elizabeth… dovevano essere qui…”

“No… qui non sono venuti…”

Mentre i presenti cominciavano ad innervosirsi, il camino si accese di nuovo ed apparve Christian, il quale, notando immediatamente le espressioni preoccupate dei compagni, domandò: “Che è successo?”

“Si tratta di Gal, Delphini e Kevin… non sono mai arrivati qui… sono scomparsi durante il viaggio…” spiegò Teddy e, con un sospiro, il ragazzino sbuffò: “Oh, no… di nuovo…”

“Cosa intendi?” fece, senza parole, Victoire e l’altro spiegò: “Gal sbaglia sempre qualcosa con la Metropolvere… non è mai atterrato nel camino giusto… di solito, però, attera vicino al luogo in cui dovrebbe arrivare… è raro che finisca così lontano…”

“Speriamo che non siamo finiti a Notturn Alley…”

“Già, altrimenti Gal chi lo stacca più da quel postaccio?”

“Almeno Delphini è con loro… se devo essere sincero, sono più tranquillo sul fatto che sia andata con loro…”

 

Il camino della vecchia casa cadente s’illuminò e, di colpo, in una nuvola nera di fuliggine, apparvero tre ragazzini di dodici anni, due maschi e una femmina, la quale, si rialzò prontamente e, mentre si sistemava la coda alta, sbuffò: “Oh, quanto odio la Metropolvere… preferisco di gran lunga viaggiare con la scopa o con la bicicletta…”

Non appena ebbe finito, la giovane si diede un’occhiata in giro.

Non c’era nessuno e a lei quello pareva una vecchia abitazione che il retro del ‘Paiolo magico’…

“Gal, ma è possibile che tu non sappia fare una, dico una, cosa per il dritto?!” strillò, furiosa, Delphini, afferrando per il bavero della camicia il povero Gal, riservandogli un’espressione di pura rabbia ed esasperazione.

“E adesso che c’è? Perché urli?” protestò il Grifondoro e la ragazza rispose, furibonda: “Questo non è ‘Il Paiolo Magico’, testa di rapa! Chissà dove diavolo siamo finiti… t’avverto, la prossima volta, guido io!”

Mentre i due litigavano, Kevin si ripulì le lenti degli occhiali e, ad un tratto, sentì uno scricchiolio dall’altra parte della porta.

“Ehm, ragazzi… sta arrivando qualcuno…” fece notare il ragazzino e, subito, Delphini esclamò: “Spero per il tuo bene che non siamo finiti troppo lontani!”

In quel momento, la porta si aprì e apparve un ragazzino vestito con dei vestiti da ragazzino dell’Ottocento, camicia elegante bianca, un lungo mantello nero, una borsa di cuoio a tracolla e pantaloni neri, coi capelli biondi che tutti, soprattutto Gal, riconobbero subito: “Abel?!”

“Ma guarda chi c’è…” ridacchiò, divertito, il giovane Serpeverde “Come ci siete finiti voi tre, qui?”

“Sono affari nostri! Piuttosto, come ti sei conciato? Sembri uscito da un romanzo di Jane Austin…” lo prese, a sua volta, in giro, Gal, mentre Kevin, incredulo, sussurrava: “Non sapevo che conoscessi Jane Austin… quale suoi romanzi hai letto?”

“A dire la verità, neanche uno. E’ la scrittrice preferita di mia madre e a casa abbiamo tutti i suoi romanzi… in uno di essi, mi sembra che si chiamasse ‘Cime Tempestose’, c’erano le figure e il protagonista, il quale aveva un nome strambo, da ragazzino indossava abiti come quelli di Abel…”

“Gal… Jane Austin non ha scritto ‘Cime Tempestose’, pezzo d’imbecille!!!! Quello fu l’unico libro e il grande capolavoro di Emily Bronte!!! Ma dico, come diavolo fai ad essere così stupido?!?!” strillò Delphini, mentre Abel aveva ormai le lacrime agli occhi a furia di ridere: “Hai proprio ragione, Delphini… non riesco proprio a capire se quello paga per essere così stupido oppure se è un dono di natura…”

“Tu chiudi quella tua stupida bocca, deficiente che non sei altro!” sibilò, furioso, Gal, avvicinandosi all’altro, il quale, tuttavia, mantenne la calma.

“Forse non sarò un genio a scuola, sono il primo ad ammetterlo, ma, almeno, ho a cuore la mia salute, a differenza di qualcuno che, l’anno scorso ha rischiato di ammazzarsi cadendo dalla scopa, a causa di un’anemia per malnutrizione!” sibilò Gal, mentre l’altro con un’espressione feroce, sussurrava, di rimando: “Chi ti credi di essere, stupido Grifondoro? Tu non sai niente di me, della mia vita e della mia famiglia… quindi, ti consiglio di non impicciarti di faccende che non ti riguardano, se non vuoi finire in giganteschi guai.”

Dall’espressione del viso, era evidente che il ragazzino non stava scherzando.

Prima che Gal potesse dire qualsiasi cosa, il rosso sentì un calcio parecchio forte alla gamba e non poté trattenere un gemito.

“Tutto bene?” domandò, preoccupato, Kevin e l’altro, massaggiandosi la coscia dolorante, esclamò, leggermente preoccupato: “Ci sono i fantasmi in questo posto! Uno di loro mi ha persino tirato un calcio!”

“Quanto sei scemo, Gal… i fantasmi, da che mondo è mondo, sono immateriali e non possono tirare calci! E poi, non s’è mai visto un fantasma invisibile! Bisognerebbe proprio essere ignoranti per non saperlo.” sbottò, esasperata, Delphini, mentre l’amico ribatteva: “Che ne sai tu? L’hai mai visto un fantasma appena alzato?”

“I fantasmi non dormono, salame…”

“Allora quando le signore si sporcano col trucco.”

“…E neanche truccarsi.”

Mentre diceva quelle parole, la ragazzina pensò: “Perché a me? Perché a me?! Ma cosa ho fatto di male per meritarmi tra i piedi un simile asino?!”

Dopo aver fatto l’ennesima linguaccia a Delphini, Gal si voltò di nuovo verso Abel e sbottò: “E’ tutta colpa tua!”

“Colpa mia? E perché?” domandò, con un tono tra il divertito e il fare innocente, Abel, mentre un sogghigno gli appariva sulle labbra.

Deciso a non cedere, Gal ribatté: “Tu centri sempre, me lo dice il mio istinto! Ogni volta che ho a che fare con te, succede sempre qualcosa di brutto a me! Appena scopro come cavolo fai…”

“Non illuderti, Gal… se anche io facessi qualcosa e non lo faccio, non riusciresti mai a capire… forse se facessi prendere un po’ più di aria alla testa, riusciresti a ragionare meglio, no?”

E, prima che il rosso potesse bloccarlo, Abel, con una mossa fulminea, prese il casco da pilota dalla testa di Gal.

“Ehi, ridammelo!!!” strillò Gal, venendo bloccato da una mano di Abel sul petto, il quale, guardando il copricapo con curiosità, esclamò: “Cavoli, questo è il cappello più ridicolo che abbia mai visto… bisogna proprio avere il coraggio di un Grifondoro per indossarlo…”

“Non me ne frega niente di quello che pensi tu! A me importa cosa ne penso io!”

“Senti, Abel… potremmo sapere dove siamo?” domandò, intromettendosi nella litigata, Kevin e il biondo, affermò: “Siamo in un vecchio negozio abbandonato alla periferia di Diagon Alley.”

“Ah, bene… allora non siamo troppo lontani dalla nostra destinazione.”

“A quanto pare…”

Dopo aver detto quelle parole, Abel lanciò in aria il casco di Gal e l’altro, prontamente, corse a prenderlo, afferrandolo al volo.

Mentre se lo ricacciava in testa, Gal protestò, furioso: “Sta più attento! Questo casco è la cosa più preziosa al mondo!”

“Certo… per un museo o un vecchio mercato delle pulci. Ma sai, quando si vuol risparmiare…”

“Risparmiami le tue battutacce, antipatico colossale!”

“Scordatelo. E’ una delle poche cose che amo usare senza alcun freno…”

Alla fine, facendo un sospiro d’esasperazione, Delphini si mise in mezzo: “Adesso basta voi due! Siete peggio dei mocciosi che vivono nel mio stabile! Ora, chiudete il becco, entrambi! Ed usciamo di qui!”

Immediatamente, i due litiganti si calmarono subito, nervosi.

Una cosa era certa: Delphini sapeva come mettere in riga le persone.

Senza aspettare una risposta dai due, la ragazzina uscì dalla stanza, trovandosi in un immenso salone tutto polveroso, con tavoli rovesciati, casse di legno vuote e cocci di bottiglia.

“Che posto…” commentò Kevin, mentre Abel, con la massima noncuranza, spiegava: “E’ un vecchio negozio di articoli per pozioni. Durante la seconda Ascesa di Voi-sapete-chi, ha fallito e, da allora, questo posto è deserto.”

“Cosa ci facevi qui?”

“Come ho detto poco fa a quello stupido di Galahad Sandlers, non impicciarti di cose che non ti riguardano, se vuoi vivere a lungo, Nato Babbano.”

“Ehi!” fece Gal, mentre Delphini, ignorando il baccano generale, si diresse verso l’uscita.

Proprio quando stava per uscire, quando sentì uno scricciolo, dietro di lei e, d’istinto, Delphini puntò la bacchetta nella direzione del suono, ma vide solo un angolo buio e deserto.

“Probabilmente è stato un gatto.” Dichiarò, con la massima indifferenza, Abel, ma l’altra non ne era affatto convinta: “Non vedo gatti da nessuna parte, qui. Secondo me, è qualche spione con un bel mantello dell’invisibilità, ma per sua fortuna, ha messo il piede proprio sopra ad un asse che scricchiola...”

“Lascia perdere, non è nessuno! Te lo dico io!” sbottò Abel, mentre stringeva con forza i pugni e la sua espressione diventava livida.

“Che c’è, Abel? Non dirmi che hai paura…” lo prese in giro Gal, senza accorgersi che la sua spalla si era leggermente alzata, per poi abbassarsi, e il Serpeverde, furioso, sibilò: “Paura? Ti piacerebbe, idiota…”

Nel frattempo, Delphini si mise davanti al luogo dove aveva sentito il rumore e puntò la bacchetta, ordinando: “Mi spiace, amico, ma è calato il sipario. Conterò fino a tre e, se non ti toglierai il mantello e ti mostrerai, aprirò fuoco. Uno… due… e t…!”

Prima che la giovane potesse avere il tempo di finire di contare, Abel, veloce come il lampo, gettò per terra, con incredibile violenza, la borsa che aveva a tracolla.

In pochi secondi, tutto il salone fu riempito da una polvere nera come la pece.

“Maledizione… è Polvere Buiopesto peruviana! Non muovetevi e non lanciate nessun incantesimo di luce e fuoco! Non solo sarebbe completamente inutile, ma rischierebbe di far incendiare questo posto!” urlò Delphini, cercando di orientarsi in tutto quel fumo, quando, ad un tratto, sentì di nuovo uno scricciolo a pochi metri di distanza da lei, a giudicare dal suono.

“Ah, non mi scappi, furbastro!” urlò la ragazzina, dirigendosi in quella direzione e lanciando degli incantesimi, ma, ad un tratto, sentì come se qualcuno le avesse fatto all’improvviso lo sgambetto e cadde per terra con un sonoro tonfo, facendosi anche male.

Si rialzò in piedi, ma non riusciva a vedere niente, a causa di quella maledetta polvere, la quale, fortunatamente, stava cominciando a sparire.

Finalmente, dopo pochi minuti, la visibilità tornò ai tre, i quali si guardarono intorno.

“Sai, comincio a capire come si devono essere sentiti Zubin e i suoi amici quando gli abbiamo lanciato per ben due volte quella polvere…” commentò Gal, pulendosi il suo casco, il quale era diventato nero per via della polvere “Meno male che non c’era Oliver o sarebbe stato malissimo a causa di quella robaccia…”

Delphini rimase in silenzio, infuriata.

Era stata sconfitta, con una fattura sgambetto, per di più!

Certo, non poteva vedere niente in quel momento, per via della polvere, ma era comunque uno smacco tremendo per il suo orgoglio.

Lei non doveva essere sconfitta da nessuno!

Adesso sapeva cosa su cosa concentrare il suo addestramento quell’anno…

“Sei sicura che ci sia ancora qualcuno là dentro, Frannie?” domandò una voce proveniente da una finestra rotta, mentre una giovane donna, a giudicare dalla voce, sbuffava: “Ne sono sicura, Norman! Avremmo dovuto metterci degli incantesimi di protezione a guardia dell’edificio… ma tu continuavi ad insistere che non sarebbe mai venuto nessuno, e, invece… Dorian darà di matto, quando lo scoprirà!”

“Non è colpa mia, se i mocciosi di oggi sono fin troppo intraprendenti… e i genitori li lasciano pure fare! Se facevamo qualcosa del genere ad undici anni, papà ce le suonava di brutto… speriamo solo che non abbiano trovato la merce…”

Immediatamente, Delphini prese il polso di Kevin, il più vicino e lo trascinò verso una porta di legno, il quale fece: “Ma cosa…?”

“Ssst!” fece la ragazzina aprendo la porta e uscendo da essa in fretta e furia.

Gal fece per inseguirli, ma proprio quand’era al centro della sala, ma sentì la porta aprirsi con un cigolio inquietante.

Capendo che era troppo tardi per uscire come avevano fatto i suoi amici, Gal si nascose dietro a delle casse di legno, proprio mentre la porta si apriva completamente e delle figure entravano nell’edificio.

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Capitolo 37
*** Conigli, vento, fuliggine ***


Capitolo 37: Conigli, vento, fuliggine

 

“Guarda quanti bei coniglietti…” esultò Victorie, osservando con entusiasmo la cesta sul balcone del ‘Serraglio Magico’ con conigli di tutti i colori, alcuni con le orecchie in su, mentre altri le avevano in giù.

Teddy, il quale si trovava vicino alla ragazzina, ammise, con un sorriso: “Già, sono proprio tanti…”

“Secondo te, quale dovrei prendere?”

“E’ una tua decisione, Victoire. Io non ho alcun diritto di mettermi in mezzo.”

“Uffa, sei proprio di grande aiuto, tu…”

Ad un tratto, un piccolo coniglietto dal pelo grigio con riflessi blu e le orecchie all’ingiù, si alzò su due zampe, come una sorta di equilibrista, ma, dopo un po’, perse l’equilibrio e cadde per terra.

“Hai visto quello, Teddy?” esclamò, ancora incredula da quello che aveva appena visto, la bionda e il compagno annuì: “Sì. Quel piccoletto ha davvero tanta energia…”

Quasi subito, il piccolo coniglio si diresse verso Victoire, fermandosi proprio davanti a lei.

“Ciao, piccolino… sei proprio un amore, sai?” gli sussurrò, con dolcezza, Victoire, accarezzandogli il pelo.

Il coniglietto, di tutta risposta, le diede dei piccoli colpi sulla testa, come se volesse farle capire che aveva un animo giocherellone, mentre guardava la piccola bionda con i suoi piccoli, ma profondi occhi neri.

In un attimo, la ragazzina capì.

“Signora, prendo questo coniglio. E’ il mio, lo sento.” Esclamò Victoire alla signora dietro al balcone, la quale prese l’animale: “Bene, sappi che, quando lo prendi in mano, devi far appoggiare le zampe posteriori sul braccio in questo modo, capito? Guarda attentamente come faccio io.”

Victoire osservò con molta attenzione la posizione, poi allungò le braccia e prese in braccio il coniglio, nello stesso modo in cui lo aveva preso la signora.

Il coniglio rimase perfettamente immobile tra le braccia della ragazzina, la quale cominciò ad accarezzargli il pelo grigio, tutta eccitata.

“Cavoli, quant’è morbido! Prova a toccarlo, Teddy!” esultò Victoire e, subito, l’amico la imitò, commentando: “Hai proprio ragione. Inoltre, è un coniglio molto tranquillo… sembra quasi un peluche.”

“Chissà la faccia che faranno Dominique e Louis, quando lo vedranno…”

“Mi scusi, come si chiama questo coniglio?”

“Non ha un nome. Comunque, sappiate che è una femmina.” L’informò la strega, tornandosene a leggere la sua rivista.

Teddy guardò Victoire e le domandò: “Come vuoi chiamarla?”

“Creamy! Mi ricorda tanto il gelato…”

“Beh, di certo è un nome parecchio originale…”

Ad un tratto, il Tassorosso notò che Victorie aveva assunto un’espressione tra il nervoso e il seccato.

“Qualche problema, Vicky?” le domandò Teddy e l’altra rispose, stringendo il coniglietto: “Ho solo pensato a quella stupida bestiaccia di quella tua amica! Di sicuro, vorrà mangiarsi la mia povera Creamy…”

“Non preoccuparti, la terremo d’occhio e, quando saremo ad Hogwarts, Creamy starà nella tua Sala Comune ed Asmodeus in quella di Delphini… probabilmente, starai a Grifondoro, come tuo padre e tutta la tua famiglia paterna…”

“Io a Grifondoro?! Ma neanche… io voglio finire a Tassorosso, assieme a te!”

“Davvero? Beh, sono felice di sentirlo, ma… vedremo… forse… ma chi lo sa…” borbottò Teddy, sbrigandosi ad uscire con la ragazzina.

Non aveva proprio il cuore di dirle che Tassorosso era l’ultima Casa dove sarebbe, probabilmente, finita… e non perché tutta la sua famiglia era finita a Grifondoro, ma perché il suo carattere era completamente incompatibile a quello di un Tassorosso: aveva troppo grinta, troppa poca pazienza, amava mettersi abbastanza in mostra, preferiva divertirsi che lavorare… insomma, Victoire Weasley era tutto, tranne che una Tassorosso.

Tuttavia, non se la sentiva d’infrangere i sogni di una ragazzina… anche se si stupiva che Victoire preferisse Tassorosso a Grifondoro, a differenza della maggior parte dei ragazzini, che consideravano la sua Casa un gruppo di mollaccioni, buoni a nulla… certo che era davvero unica, chissà perché preferiva la sua Casa…

Ad un tratto, notò una figura proprio davanti ad una vetrina che lui riconobbe subito, mentre un largo sorriso gli apparve sulle labbra.

“Nonna! Ehi, nonna!” la chiamò Teddy, muovendo le braccia, ma la donna, a causa della confusione non lo sentì.

Senza mai lasciare la mano di Vicky, il ragazzino si fece largo tra la folla e, una volta che fu più vicino, chiamò di nuovo: “Nonna!”

Solo allora, la donna, sentendo la voce del nipote, si girò e non appena riconobbe Teddy, sorrise: “Teddy!”

Subito, corse ad abbracciarlo e domandò, entusiasta: “Sei venuto qui per comprare le cose per la scuola?”

“Sì. E tu?”

“Ho finito il concime per le mie amate piante, quindi dovevo assolutamente trovarne dell’altro.”

“Nonna, Vicky ha appena comprato un coniglietto.”

Sollevò, delicatamente, la gabbia di Creamy, la quale mosse il suo nasino.

“Oh, che carino… come si chiama il piccolo?” domandò Andromeda e Victoire, tutta orgogliosa, annunciò: “E’ una femmina e si chiama Creamy!”

“Creamy? E’ proprio un bel nome.”

“Già, non vedo l’ora di farlo vedere ai miei fratelli e agli amici di Teddy.”

“Oh, ci sono anche i tuoi amici, Teddy?”

“Già. Dato che sei qui, nonna, posso presentarmi alcuni di loro.”

“Ne sarei onorata, tesoro! Anzi, non vedo l’ora di conoscerli tutti.”

“Certo… anche se per alcuni ce ne vorrà un po’…”

 

Fu solo quando s’infilarono in uno stretto e buio vicolo che i due ragazzini di dodici anni si fermarono per riprendere fiato.

“Che corsa… non sono più abituato a correre…” sussurrò, stravolto Kevin, mentre Delphini, la quale si stava pulendo col dorso della mano la fronte sudata, annuiva: “Già. La lezione che più si avvicina ad educazione fisica è Volo e non vengono richiesti polmoni ben allenati.”

“Non ti è sembrato un po’ strano?”

“Cosa?”

“Il comportamento di Abel… hai notato com’è diventato nervoso, quando ti sei avvicinata a quel punto? E, poi, ha buttato tutta quella polvere…”

“Già… stava decisamente nascondendo qualcosa…”

“Sai, la sua espressione facciale… mi ha ricordato una cosa… ricordi l’anno scorso, quando Hugh Flint ha sentito qualcuno in Sala Comune?”

“Certo che me lo ricordo… ho fatto ribaltare i divani, per far accorrere Lumacorno.”

“Beh, quando lui e gli altri insegnanti erano alla ricerca di questo tizio, Abel era molto nervoso… io credo che temesse che gli insegnanti riuscissero a trovare quel tizio.”

“Lo credo anch’io. Inoltre, aveva un’espressione di spavento, quando Lumacorno ha detto che Mrs Purr aveva avuto a che fare con due uomini e Bluebell Borgin ha detto di non aver mai avuto un mantello dell’invisibilità… credo che sia stato Abel a far entrare in Sala Comune il nostro amico invisibile.”

“Come avrebbe fatto?”

“Se non sbaglio, tu condividi il dormitorio con lui…”

“Sì, assieme a Lester Fawley e Hugh Flint.”

“E’ entrato assieme a voi, vero?”

“Sì, e poi, si è infilato subito nel letto.”

“Ottimo. Ha aspettato che voi tre vi addormentaste. Di certo, non ci sarà voluto molto, eravamo tutti stanchi per il lungo viaggio e per la cerimonia…”

“Altroché… ho fatto in tempo ad appoggiare la testa sul cuscino che mi sono addormentato subito…”

“Poi, una volta che eravate tutti crollati, si è diretto nella Sala Comune e ha aperto la porta che conduce al nostro sotterraneo.”

“Cosa?! Ecco come diavolo ha fatto ad entrare, col passaggio nascosto e le finestre sul fondale…”

“Purtroppo, io lo sospettavo già.”

“Sospettavi di Abel?”

“No, ma sospettavo che un Serpeverde avesse aperto il passaggio dall’interno per far entrare qualcuno. Certo, poteva aver sentito la password di nascosto, ma era comunque un azzardo entrare col rischio di essere beccato da qualcuno ancora in piedi, doveva per forza avere un complice all’interno.”

“Perché non ne hai parlato con Lumacorno?”

“Erano solo ipotesi, non potevo rischiare di inimicarmi tutti i miei compagni con l’accusa di una talpa interna…”

“Beh, io ti avrei creduto.”

Sentendo ciò, Delphini si voltò a guardarlo, incredula.

Arrossendo dall’imbarazzo, Kevin spiegò, guardando da un’altra parte e mettendosi una mano dietro alla nuca: “Sei l’unica Serpeverde che mi ha accettato fin dall’inizio… nei gruppi di lavoro finiamo sempre insieme… e sei l’unica che crede che possa partecipare e superare il provino di Cacciatore… pertanto, anch’io ho piena fiducia in te.”

Spostando lo sguardo, per non mostrare le guance incandescenti, borbottò: “Tornando a noi… dopo quell’accaduto, ho deciso di osservare la situazione, concentrandomi su alcune persone.”

“Solo su alcune? Ma… siamo in tanti a Serpeverde…”

“Vero, ma c’erano alcuni piccoli indizi per trovare la talpa…”

“Quali?”

“Prima di tutto, il mantello dell’invisibilità. Solo un ragazzino proveniente da una famiglia di maghi poteva permetterselo, questo fatto ti ha subito scartato, visto che eri l’unico Nato Babbano di Serpeverde, ma, oltre a provenire da una famiglia di maghi, il proprietario doveva essere ricco sfondato, dato che sono rari e parecchio costosi… e le uniche famiglie che rispecchiano con certezza questa categoria, sono, ovviamente, quelle appartenenti alle Sacre Ventotto.”

“Quindi, bisognava solo cercare tra loro…”

“In realtà, il complice ha lasciato un altro piccolo e cruciale indizio.”

“Quale?”

“Non ti sembra che portare un intruso nella nostra Sala Comune sia stato un leggero azzardo?”

“Beh, sì… in effetti, mi è sembrato un po’ strano…”

“Questo era perché non conosceva troppo bene la scuola per nasconderlo in un posto migliore… e chi sono gli studenti che meno conoscono i nascondigli della scuola?”

“Quelli del primo anno!”

“Già… quindi la talpa era, per forza di cose, uno studente del primo anno che facesse parte delle Sacre Ventotto e Abel combacia perfettamente con questo pensiero. Scommetto che Abel e il suo amico si erano accordati in precedenza che lui avrebbe aperto la porta non appena tutti si fossero addormentati. Inoltre, quand’eravamo sul treno per Hogwarts, Gal ha detto di averlo visto parlare da solo e che non lo ha fatto entrare assieme a Christian… non stava parlando da solo, ma con quell’essere. Non ha fatto entrare nessuno nello scompartimento perché l’avrebbero scoperto in un secondo e lui non poteva rischiare.”

“Però, non capisco… perché tutto questo?”

“Non credo che Abel abbia fatto entrare il suo complice per ammazzarci, altrimenti lo avrebbero fatto mentre tutti dormivano… il fatto che quell’essere fosse sdraiato sul divano della Sala Comune, mi fa pensare che il motivo per cui Abel l’abbia fatto entrare, fosse quello di dargli un rifugio per la notte. Un luogo dove dormire fino al mattino.”

“Era troppo rischioso! Pensa se fosse stata mattina…”

“Già, infatti, molto prudentemente, Abel non l’ha fatto più entrare nel Sotterraneo.”

“Mi domando chi stia cercando di nascondere con così tanta determinazione…”

“Non ne ho idea, ma di certo è qualcuno che neanche il Mondo Magico vorrebbe in giro…”

Proprio in quel momento, Kevin si guardò in giro e si accorse che mancava qualcuno all’appello.

“Ehi, Delphini… manca Gal…”

“Quell’idiota… avrà di certo preso un’altra strada.”

“Ma se fosse stato preso? Quelli mi sono sembrati dei veri e propri criminali…”

“C’è questa possibilità. Con Gal, poi…”

“Torno indietro a cercarlo.”

“Vuoi forse ammazzarti?”

“Cosa intendi?”

“Sei un mago del secondo anno, abbastanza bravo in Incantesimi. Non hai abbastanza esperienza per affrontarli e salvare Gal.”

“Lo so, ma… Gal è uno dei miei amici, uno dei primi che abbia mai ricevuto in vita! Non posso abbandonarlo così, anche se non posso fare molto…”

“Allora andrò io.”

“Cosa?”

“Ho più esperienza con tipi poco raccomandabili. Vado, analizzo la situazione e, se Gal è riuscito a svignarsela, bene, sennò li sistemo io.”

“Ma non sarà pericoloso?”

Per tutta risposta, Delphini si voltò a guardarlo e, con un sorrisetto di sfida e parecchia fiducia verso sé stessa, ribatté: “Pericoloso? Per quei deficienti, semmai…”

 

“Ma guarda quanta polvere nera… ci vorrà un decennio per farla sparire, anche con la magia!” borbottò il mago piuttosto basso con sporchi capelli biondi, mentre la sua compagna, con capelli a caschetto biondi e gli occhi azzurri, proprio come l'altro, esclamava: “Norman, non ha alcuna importanza com’è conciato questo posto! La cosa più importante, adesso, è assicurarci che non ci siano altri ragazzini ficcanaso in giro per questo stabile!”

“E anche se fosse?”

“Sei più stupido di un asino! Se qualcuno trova la nostra merce, siamo fregati! Avremo l’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche sul collo! Per giunta, la nuova direttrice è Hermione Granger!”

“Cosa?! Quella Hermione Granger?! L’amica di Harry Potter?!”

“Proprio quella! A quanto pare, ha dato vita a dei progetti di legge parecchio pesanti contro chi maltratta e sfrutta le creature magiche… è per colpa sua se il nostro lavoro è diminuito drasticamente! E’ furba come una volpe e più cocciuta di un mulo, quella stramaledetta impicciona!”

“Ma in questo stabile non viene mai nessuno…”

“E quel moccioso con l’amichetto sotto il mantello nero che sono usciti da qui qualche secondo fa?! Come li chiami, quelli?!”

“Semplici ragazzini curiosi, Frannie.”

“Non dire cavolate, Norman! Tu sorveglia questo salone, mentre io controllo le stanze di sopra! Non sarà un intraprendente moccioso a mandare in fumo la nostra carriera!”

“E va bene…”

Sbuffando per la seccatura, Norman si mise una sigaretta in bocca, cominciando a fumare, appoggiandosi con la schiena ad una grossa pila di casse di legno, senza nemmeno accorgersi del piccolo clandestino coi capelli rossi e con un vecchio casco da aviatore babbano nascosto dietro di esse.

Il giovane Gal, infatti, se ne stava rannicchiato dietro di esse, osservando sia la porta da cui, pochi minuti prima, erano scappati Delphini e Kevin, che Norman, il quale stava fumando beatamente, ignaro del fatto che l’intruso temuto dalla compare si trovasse proprio dietro di lui.

In ogni caso, si trovava in un bel vicolo cieco… come avrebbe fatto a scappare con quel tizio che si trovava proprio lì?!

L’unica speranza era che quei due se ne andassero, senza vederlo…

Ad un tratto, la sua attenzione fu attirata da una cassa di legno proprio di fianco a lui che non sembrava chiusa.

Lanciò un’altra occhiata al tizio che stava tenendo d’occhio la stanza e, dopo essersi assicurato che non stava guardando dietro di sé, Gal, il più silenzioso possibile, alzò il coperchio e, per poco, non fece cadere il coperchio.

All’interno della cassa, in mezzo a della paglia, c’era un enorme uovo che sembrava fatto di granito.

Gal lo contemplò finché non allungò una mano verso di esso e lo prese, scoprendo che, al tatto, era molto ruvido.

Rimase in silenzio ad osservarlo, affascinato finché non sentì dei passi giù dalle scale, certamente Frannie che tornava dalla sua ispezione e, d’istinto, mise l’uovo sotto alla sua felpa, cercando di reprimere i brividi di freddo, a causa del contatto con la sua pelle calda.

“E allora?” le domandò Norman, facendo cadere la sigaretta per terra e schiacciandola con la scarpa, e l’altra rispose: “Ho guardato dappertutto, ma non c’è nessuno.”

“Che ti avevo detto?”

“Aspetta, un attimo… ho trovato un sacco di polvere sparsa davanti al camino del piano di sopra.”

“E allora? Quei due mocciosi saranno finiti per sbaglio nel nostro camino con la Metropolvere. Non è certo la prima volta che succede…”

“Eppure dalle tracce sembra che ci fosse molta più gente…”

“Ma finiscila di avere tutti questi sospetti, sorella…”

Erano così impegnati a discutere, da non accorgersi di una ragazzina che li stava spiando di nascosto dalla finestra rotta.

Delphini, infatti, osservava l’interno del posto con molta attenzione, con tutti i suoi sensi all’erta, in modo da evitare di venire vista da qualcuno.

A differenza dei due all’interno, individuò subito Gal e fece una smorfia, esasperata.

Soltanto quell’imbecille poteva nascondersi dietro a coloro che rischiavano di beccarlo… almeno, quelli sembravano più scemi di lui, dato che non lo avevano ancora beccato… ma era ovvio che il tempo stringeva.

Il problema, molto semplicemente, era che non poteva affrontare due maghi adulti senza attirare l’attenzione e del casino.

No, doveva sistemarli con l’astuzia e non con la forza, la dote più importante dei Serpeverde… ma in che modo?

Ad un tratto, la sua attenzione si spostò sul suo riflesso.

Forse… certo, era un azzardo, ma, in fondo, perché no?

Bastava solo un vecchio mantello e un pezzo di carta… poteva farcela!

Veloce come il lampo, la ragazzina si allontanò, decisa a portare a termine il suo progetto.

Si era allontanata da pochi minuti quando un gufo entrò dalla finestra rotta e si appollaiò sulle casse, con una lettera attaccata alla zampa, che venne, prontamente, tolta da Frannie, la quale la lesse velocemente, mentre un sorriso di vittoria le appariva sulla bocca.

“Cosa succede, Frannie?” domandò, incuriosito, Norman e la sorella rispose: “E’ Dorian! Ha trovato un compratore!”

“Davvero? Che splendida notizia! Non vedevo l’ora di sbarazzarmene… non riesco proprio ad immaginare qualcuno così pazzo da volerne uno… sono talmente pericolosi e aggressivi…”

“E’ perché la legge vieta di tenerli, stupido! Più una cosa è vietata e rara, più la gente la vuole e quando si rendono conto che è pericoloso tenerli, è troppo tardi. Ma, intanto, noi tre facciamo affari d’oro.”

“Hai proprio ragione, sorella… con tutto quello che abbiamo guadagnato negli ultimi cinque anni con questo traffico, potremmo tranquillamente ritirarci a vita privata e vivere come nababbi per il resto della nostra vita.”

“Proprio così… bene, allora vado a prenderlo, in attesa che Dorian ci raggiunga. A proposito, dove l’hai messo?”

“In una di quelle casse.”

“Accidenti a te, possibile che non ricordi mai niente?”

“Uffa, guarda dentro di esse! Vedrai che prima o poi lo troverai!”

Non appena ebbe finito di parlare, la donna si diresse proprio alle casse che costituivano il nascondiglio di Gal e cominciarono ad aprirle, intenta a trovare il suo obiettivo.

Sempre più spaventato, Gal si rannicchiò nel suo cantuccio, sperando che lo trovasse qualunque cosa stesse cercando con così tanta foga…

Sentì i passi dei tacchi di Frannie avvicinarsi a lui e chiuse gli occhi.

Era la fine, lo sentiva… come minimo lo avrebbero tenuto prigioniero… in ogni caso, gli sarebbe mancati sua madre, i suoi zii, Lancy un pochino, Christian, i suoi amici, quella che gli sarebbe mancata meno era Delphini, Hogwarts, i suoi insegnanti, tranne, ovviamente, Bennet, l’odioso insegnante di Trasfigurazione, Monica, una Grifondoro di York che aveva una bella cotta per lui praticamente da sempre, e quel maledetto antipatico di Abel Nott.

Proprio in quel momento, dalla finestra rotta partì un piccolo raggio d’energia che centrò in pieno la testa di Norman, il quale urlò: “Ahia!”

Immediatamente, Frannie lasciò perdere la sua ricerca e si girò verso il fratello, domandandogli: “Che succede?”

“Qualcuno mi ha tirato qualcosa in testa!”

Entrambi si girarono nella direzione da cui era partito il colpo e videro una sagoma, la quale, vedendosi scoperta, cominciò a correre via.

“Eccolo! Prendiamolo, Frannie! Gli farò passare la voglia di farmi questi scherzi!” urlò, furioso, Norman, partendo all’inseguimento, seguito dalla sorella.

Facendo dei grossi sospiri di sollievo, Gal si sporse fuori dal nascondiglio e vide che non c’era nessuno.

Senza perdere altro tempo, il ragazzino si alzò in piedi e lasciò il luogo, deciso a non metterci più piede, neanche per sbaglio!

Soltanto quando si ritrovò dietro ad un bidone della spazzatura di in un vicolo, il ragazzino poté tornare a respirare, ma, mentre si massaggiava il petto si accorse che sotto la maglietta c’era un oggetto, ricordandosi di colpo dell’uovo che aveva trovato nella cassa.

Per un attimo, il ragazzino pensò di tornare indietro e di rimetterlo a posto, ma si ricordò dei due fratelli… di certo, se l’avessero beccato, l’avrebbero ucciso…

Con un sospiro, Gal tirò fuori l’uovo, analizzandolo alla luce del sole.

Tutto sommato, era ben fatto… sembrava vero…

Con un sorriso, il giovane mise l’uovo nel suo zaino, ancora sporco di polvere.

Avrebbe fatto un vero figurone nella sua collezione…

 

“Dove diamine è andato?!” sibilò Frannie, puntando la bacchetta davanti a sé e guardando in tutte le direzioni, mentre il fratello sbuffava: “Non lo so… ma aspetta che gli metta le mani addosso…”

Ad un tratto, notò un bidone dell’immondizia caduto per terra, coi rifiuti tutti sparsi e un sorriso gli apparve sul viso.

“Credo di averlo trovato, sorella…” sogghignò Norman e Frannie esclamò: “Ma sei sicuro che si sia infilato proprio lì dentro?”

“Intanto diamoci un’occhiata…” ribatté il tizio, entrando nel vicolo, completamente deserto e buio.

Non c’era niente a parte qualche volantino di cattura riferito alla Seconda guerra Magica… ma, ad un tratto, Norman notò una figura nera che si nascondeva nella penombra.

“Eccolo là…” sghignazzò Norman, per poi puntare la bacchetta in quella direzione e sibilare e ordinare: “Avanti, vieni fuori! Ti abbiamo beccato!”

Non appena ebbe finito di dire quella frase, una bianca mano affusolata apparve dalla penombra e permise ad un’alta figura avvolta in un mantello verde brillante di uscire da dietro delle casse.

Era molto piccola, con lunghi capelli neri sciolti ricci, anche se si intravedevano qualche ciocca bianca e una strana sfumatura azzurra nel mucchio.

Per qualche strano motivo, i due fecero un passo indietro.

C’era qualcosa in quella strana figura di familiare… come se l’avessero già vista da qualche parte… e quel qualcosa incuteva paura…

Con un aggraziato movimento della mano, l’essere tirò fuori la bacchetta e la puntò alla sua sinistra, proprio dove c’era un volantino di cattura.

Non appena l’ebbe guardato bene, Norman sbiancò e, prendendo il braccio della sorella, le ordinò: “Frannie, dobbiamo andarcene da qui… adesso!”

“Ma che ti prende?”

“Quella è Bellatrix Lestrange!”

“Ma che stai dicendo?! Quella è morta!”

“Ti dico che è lei! Guarda quel volantino di cattura di fianco a lei!”

“Per la barba di Merlino… ma sono identiche!”

“Esatto! Andiamocene, presto!”

Aveva appena finito di urlare che un incantesimo partito dalla bacchetta della figura che si stava avvicinando a loro, colpì il bidone di fianco a loro.

“Andiamocene, sorella! Quella è pazza e pericolosa, inoltre fa sul serio!” strillò il tipo più giovane, scappando dal vicolo, seguito a sua volta dalla sorella, la quale urlava: “Aspettami, Norman! Non lasciarmi da sola con quella pazza! Guarda che io sono troppo giovane e carina per essere torturata a morte!”

Era così impegnati a scappare da non accorgersi che la persona di cui avevano paura, non li stava inseguendo, ma li stava fissando in completo silenzio.

Una volta che furono spariti, la giovane incrociò le braccia e sbuffò, seccata: “Idioti.”

Con un rapido movimento della mano, si tolse di scatto la vecchia tenda verde che aveva usato per coprire la sua vecchia felpa, i jeans e le scarpe da ginnastica.

Dopotutto, sarebbe sembrato alquanto strano se fosse apparsa la copia di Bellatrix Lestrange con indosso vecchi abiti babbani…

A quel punto, la giovane puntò la bacchetta sui capelli e sussurrò: “Aquamenti!”

Subito, una cascata d’acqua gelida le finì sui capelli, tanto che Delphini dovette trattenere un piccolo urlo, a causa del freddo.

Una volta che ebbe finito, si mise la tenda che aveva usato come mantello come asciugamano, per poi tirare fuori dal vecchio zaino consumato un piccolo specchio apribile.

L’aveva comprato prima di andare ad Hogwarts, per essere sicura che non assomigliasse a sua madre neanche per sbaglio, infatti, tutte le mattine, controllava sempre che i capelli fossero a posto.

Dopo una rapida occhiata, fece un sorriso soddisfatto.

Non c’era più alcuna traccia di nero sui suoi capelli, nessuno poteva notare la somiglianza con sua madre neanche per sbaglio.

Puntò di nuovo la bacchetta sui suoi capelli e, stavolta, lanciò su di essi un incantesimo Essicante, perfetto per asciugare una piccola quantità d’acqua come quella sui suoi capelli.

Immediatamente, un soffio d’aria calda le riscaldò i capelli e i vestiti, asciugandosi completamente in pochi secondi e a quel punto, veloce come il lampo, si tirò su i capelli in una coda di cavallo, tornando a respirare normalmente.

Proprio in quel momento l’effetto dell’incantesimo Engorgio, che aveva usato per aumentare un po’ la sua altezza svanì e tornò ad essere la minuta ragazzina di dodici anni, come al solito.

Dopo aver fatto ciò, Delphini prese il mandato di cattura che aveva fatto in fretta e gli fece prendere fuoco con Incendio.

Non doveva lasciare alcuna traccia…

A quel punto, si mise lo zaino sulle spalle e uscì velocemente dal vicolo.

Sperava che quel cretino di Gal avesse approfittato della confusione che aveva generato per svignarsela… in caso contrario, era davvero uno stupido.

Ad un tratto, però, notò un vecchio casco da aviatore babbano e sorrise.

Allora non era così scemo…

Con un sorrisetto compiaciuto, si avvicinò in punta di piedi all’amico e gli mise entrambe le mani sulle spalle, gridato: “T’ho preso!”

Ovviamente, Gal fece un salto ed urlò per lo spavento, voltandosi di scatto, ma, non appena vide chi gli aveva fatto lo scherzo, fece una faccia scocciata e borbottò, offeso: “Molto divertente, Delphini… davvero molto divertente!”

“Intanto ci sei cascato… la tua faccia spaventata era davvero uno spettacolo…” ridacchiò la ragazzina coi capelli d’argento, mentre il rosso, faceva una smorfia.

Ad un tratto, si accorse che mancava qualcuno all’appello e domandò: “Scusa, dov’è Kevin?”

“Tranquillo, è in un posto sicuro. Andiamo a raggiungerlo.”

“Ottima idea…”

 

“Quanto mi piace il gelato cioccolato e frutta…” esclamò la piccola Vicky dando un’altra leccata all’enorme cono gelato che aveva in mano, mentre Teddy, il quale le teneva la mano libera, le puliva la bocca, commentando: “Si vede… hai la bocca tutta sporca di gelato… vedi di lavarti le mani, prima di entrare al Ghirigoro, sennò il proprietario chi lo sente?”

Proprio in quel momento, Athena li raggiunse con un sorriso: “Ciao, ragazzi, come va?”

“Bene, e tu?”

“Sì, ho preso tutti i libri per la scuola. Ah, indovinate chi ho trovato al Ghirigoro?”

“Di sicuro non Gal.”

Tutti scoppiarono a ridere, finché una familiare voce maschile non s’intromise: “In effetti, se entro in una libreria vuol dire che sono malato.”

Sentendo quelle parole, tutti si girarono e videro Gal, ancora sporco di fuliggine e con un sorriso a trentadue, con in mano una vecchia scopa da corsa, accompagnato da Kevin, il quale aveva anche lui una scopa.

Immediatamente, Teddy sorrise e domandò: “Ma dov’eravate finiti?”

“Alla periferia di Diagon Alley in un vecchio stabile abbandonato… e lì abbiamo incontrato quell’insopportabile di Abel Nott!”

“Abel? E che ci faceva lì?”

“Non ne ho idea… ma scommetto che era in combutta con due tizi che fanno affari un po’ illegali…”

“Siete finiti in un covo di criminali?!”

“Sì, ed è stata una figata! Ho ancora i brividi per l’adrenalina!”

“Gal, guarda che hai rischiato seriamente di farti uccidere.”

“Lo so, ma è andato tutto bene, fortunatamente… siamo riusciti a scappare tutti e tre e, una volta a Diagon Alley, ci siamo divisi: io e Kevin siamo andati a comprare le scope per i provini che faremo quest’anno e Delphini se n’è andata da qualche parte…”

“E’ al Ghirigoro. L’ho appena incontrata proprio lì, mentre stava leggendo un libro sulla storia delle bacchette.” S’intromise Athena, mentre Gal borbottava: “Io non capirò mai che cosa ci trova in quegli stupidi volumi pieni di polvere…”

“Non sono stupidi volumi pieni di polvere, Gal, anzi! Sono pieni di storia, curiosità e molta cultura!”

“Per me, è uno spreco di tempo!”

“Fossi in te, giovanotto, non sarei così negativa nei confronti dello studio e dei libri…” s’intromise la voce di una vecchia signora coi capelli marroni, anche se gran parte erano grigi.

Vedendola, Teddy sorrise e la presentò: “Gal, Kevin, vi presento mia nonna Andromeda.”

“Ah, allora è lei la famosa nonna di Teddy… quella che lo ucciderà se combinerà qualcosa di brutto!” esclamò Gal, indicandola, mentre Teddy, imbarazzato, borbottava: “Gal, per favore…”

La donna rimase un attimo in silenzio, con gli occhi sgranati dalla sorpresa, poi cercando di trattenere una risata, ammise: “Sì, sono proprio io… e tu devi essere il ragazzino di Grifondoro tutto pepe col casco da pilota babbano di cui mio nipote mi ha tanto parlato…”

“Sissignora! Sono proprio io, signora!”

“Lieta di fare la tua conoscenza. Sembri un bravo ragazzo e pieno d’energia.”

“Grazie mille, signora! Anche per me è un vero piacere fare la sua conoscenza!”

“Bene, adesso lascio voi giovani ai vostri divertimenti. L’ultima cosa che voglio è fare quella di troppo…”

“Aspetta, nonna. C’è ancora un’amica che ti voglio presentare…” esclamò Teddy e sua nonna rispose: “Davvero?”

“Sì, è quella ragazza di Serpeverde coi capelli d’argento di cui ti ho parlato. Si trova al Ghirigoro. Ha un carattere un po’ ruvido, ma è anche lei una brava ragazza…”

“Un po’? Non ho mai visto nessuno con un carattere più ruvido e scontroso! Quel suo bel carattere doveva essere in offerta speciale, te lo dico io…”

Il gruppo si diresse verso la libreria e, mentre entravano, Gal disse ad Andromeda: “Non immagina che carattere ha, signora… bisogna essere assicurati contro gli infortuni, perché lei sa essere davvero spaventosa! Ma è la nostra Delphi e tutti noi le vogliamo bene!”

“Delphi? Un nome originale, non c’è che dire…”

“Veramente, è un soprannome dato da me, in quanto, modestia a parte, sono un genio in queste cose… il fatto è che il suo nome è davvero difficile e lo sbaglio sempre. Sa, con un nome come Delfini…”

Aveva appena pronunciato la frase che qualcosa lo colpì in pieno alla testa e, voltandosi alla sua sinistra, vide uno scaffale a cui erano stati tolti alcuni volumi, rivelando una piccola fessura da cui poteva benissimo passare una bacchetta e lanciare un incantesimo.

A confermare il sospetto di Gal ci pensò la voce della ragazzina che, seccata e arrogante come al solito, sbottava dall’altra parte dello scaffale: “Per tua informazione, brutto tontolone, il mio nome non è affatto difficile! Sei solo tu che non lo sai pronunciare!”

“Antipatica…”

“Ti ho sentito!”

Gal, per tutta risposta, fece una linguaccia allo scaffale.

“Fanno sempre così?” domandò Andromeda, allibita, in quanto non aveva mai visto nessuno litigare come quei due, mentre Teddy commentava: “Sì, tutti i giorni… ma oggi ci stanno andando leggero…”

“Incredibile…”

“Comunque, il suo vero nome sarebbe Delphini, se Gal non lo sbagliasse sempre…”

Non appena ebbe finito di parlare, Teddy si accorse che l’espressione facciale di sua nonna era di puro sgomento.

“Nonna, ti senti bene?” le domandò, preoccupato, il ragazzino, ma la donna, riacquistando il suo colore e il suo solito sorriso, lo rassicurò: “Non preoccuparti, caro… mi è solo tornato in mente un ricordo di tanto tempo fa… ma era una stupidaggine. Comunque, è un nome parecchio originale… lo stesso di una costellazione…”

“Se lo dici tu, nonna… ehi, eccola lì.”

Il giovane si avvicinò ad una figura con un enorme volume in mano nascosta da uno scaffale, che sfogliava le pagine con delicatezza e attenzione, come se temesse di sciuparle.

Sentendoli avvicinare, la figura fece chiudere con un sonoro tonfo il volume, per poi appoggiarlo, con grazia e naturalezza, sul tavolo davanti a sé con la candida mano dalla forma delicata.

“Ehi, Delphini.” Esclamò Teddy, avvicinandosi a lei “C’è mia nonna. Non vede l’ora di conoscerti.”

“Ah, bene.” Fu la risposta della giovane, mentre la nonna del ragazzino si avvicinava a lei e diceva, con un dolce sorriso, nello stesso istante in cui, lentamente, la ragazzina girava la testa nella sua direzione: “Sono la nonna di Teddy, Andromeda Tonks. E’ un vero piacere fare la tua cono…”

La donna non finì la frase.

Infatti, il suo viso era diventato bianco come un lenzuolo, mentre i suoi grandi occhi si spalancavano, in un misto d’incredulità e terrore.

Dal canto suo, anche l’espressione di Delphini era scioccata.

Sapeva che era impossibile, ma quella donna… assomigliava in maniera impressionante a sua madre!

La stessa forma del viso, il naso… persino la forma e il colore degli occhi erano identici e lei ricordava tutto perfettamente!

Tuttavia, la principale differenza tra loro era il colore dei capelli, di un bel marrone di tonalità calda, a giudicare dal colore dei capelli non grigi, oltre al fatto che si vedeva lontano un miglio che erano molto curati e non spettinati in maniera spaventosa, come quelli di sua madre che, sicuramente, avevano visto un parrucchiere per l’ultima volta prima del suo arresto, quindi, nel lontano 1981 – 1982, e lo sguardo molto più caldo, gentile e, soprattutto, sano di mente, dato che quello di sua madre era sadico, pazzo e pieno di voglia omicida… o, forse, era il pensiero di doversi occupare di una mocciosa che neanche voleva tra i piedi, di cui, oltretutto, era pure gelosa da impazzire, che glielo faceva venire, cosa alquanto probabile…

In quello stesso istante, la nonna di Teddy cadde per terra e, immediatamente, il nipote corse a soccorrerla, esclamando, spaventato e preoccupato: “Nonna, che ti succede?! Nonna!”

Anche il proprietario della libreria si avvicinò, assieme a svariati clienti, per vedere cosa stesse succedendo, domandando: “Cosa sta succedendo qui?!”

Immediatamente, Athena prese il controllo della situazione e ordinò: “Per favore, allontanatevi tutti un po’! In queste situazioni, bisogna mantenere la giusta distanza, per far respirare la persona! Se ci accalchiamo, è solo peggio! Signore, per cortesia, apra le finestre del suo negozio, per far passare l’aria e tu, Oliver, prendi una bottiglia d’acqua o dello zucchero.”

Immediatamente, il povero proprietario si diresse verso le finestre, mentre Oliver rovesciava sul pavimento della libreria il contenuto del suo zaino.

Anche Gal decise di dare prontamente una mano, facendo muovere un libro davanti alla signora, per darle un po’ d’aria.

“Come va con l’aria?” domandò Athena al proprietario e quello, mortificato, rispose: “Le ho aperte, ma… purtroppo oggi è una giornata parecchio afosa e…”

“Oh, accidenti… se solo ci fosse un po’ di vento…” sbuffò la ragazzina coi capelli neri, muovendo, seccata, la mano.

Fu a quel punto che accade un fatto totalmente inaspettato e, allo stesso tempo, incredibile.

Infatti, dalla porta e dalla finestra aperta entrò, ruggendo come un leone, una vera e propria bufera di vento, che ribaltò i tavoli e le sedie e fece cadere tutti i libri, mentre i presenti furono costretti a cercare di ripararsi con le mani, mentre i loro mantelli svolazzavano come se avevano improvvisamente preso vita.

Finalmente, per la gran gioia di tutti, soprattutto da parte del gestore, il vento finì, lasciando un negozio devastato.

“Beh… di sicuro è arrivato il vento…” commentò Gal, risistemandosi il suo casco, mentre Oliver, coi capelli tutti scompigliati, passava a Teddy la bottiglia d’acqua: “Ecco qui, la bottiglia. Credo che devi metterne qualche goccia su un fazzoletto e poi passarglielo sulla fronte…”

“Non disturbarti, Teddy… a-adesso sto bene…” lo bloccò Andromeda, rialzandosi in piedi “Quella brezza, per quanto potente e improvvisa, mi è stata molto utile per riprendermi…”

Nel frattempo, il povero proprietario guardava, sconvolto il suo negozio, ridotto come un campo di battaglia, borbottando: “Il mio povero negozio… come è stato ridotto…”

“Si sposti.” Ordinò una voce calma e femminile alle sue spalle e, il pover’uomo, voltandosi, vide una ragazzina coi capelli d’argento con in mano una bacchetta che lo superò, posizionandosi proprio al centro del negozio.

Con un semplice movimento della bacchetta, tutti i libri ritornarono al proprio posto negli scaffali, mentre i tavoli e le sedie si rialzavano.

In pochi secondi, il Ghirigoro ritornò esattamente com’era prima del terribile vento che aveva messo a soqquadro il negozio.

“Ecco fatto.” dichiarò Delphini, non appena ebbe finito il lavoro, e si girò, con l’intenzione di raggiungere i suoi compagni, quando, da sotto un tavolo, notò qualcosa che brillava per terra.

Con un rapido movimento della bacchetta la fece levitare fino alla sua mano e non appena l’ebbe inquadrata, sgranò gli occhi.

Non era possibile, quella era…

“Scusa, Delphini… quella sarebbe mia…” le disse, timidamente, la voce di Oliver e la ragazzina, con uno scrollo di spalle, mise la scaglia nella mano del Tassorosso, dicendogli: “Tieni.”

“Grazie.”

“E’ davvero un oggetto molto affascinante…”

“Già… l’abbiamo trovato l’anno scorso, nei vicoli della Camera dei Segreti, quando ci siamo separati…”

“Davvero molto interessante…”

Oliver era così impegnato a rimettersi la strana scaglia nel suo zaino, per accorgersi che la compagna stava facendo un sorrisetto pieno d’interesse e di vittoria… non vedeva l’ora di parlarne con Asmodeus…

Nel frattempo, Gal si mise a controllare, preoccupato, la sua scopa, per controllare se non c’erano danni alla sua amata scopa e, una volta che si fu accertato che fosse tutto a posto, fece un sospiro di sollievo: “Che sollievo, temevo che quest’anno non sarei riuscito a fare i provini… sarei morto…”

“Che lagna che sei… è solo una vecchia scopa e uno stupido sport…” gli fece notare, seccata, Delphini, mentre prendeva un sacchetto pieno zeppo di libri, sia vecchie che nuove edizioni, da terra.

Per tutta risposta, Gal la guardò in malo modo e sbottò: “Ehi, il Quidditch non è uno stupido sport, come lo chiami tu! Si tratta di un’arte nobile e ricca d’arte…”

“Mi sembra di parlare con un vecchio babbano amante del calcio da morire… io preferisco di gran lunga leggere che fare sport!” dichiarò la ragazzina, portando i libri alla cassa per poterli pagare.

Proprio in quel momento, la porta si aprì e comparve una trafelata signora Weasley, accompagnata da Christian, Dominique e Louis, e con in mano la gabbia di Creamy.

“State tutti bene? Ho sentito che qualcuno era svenuto e che un’enorme e potente folata di vento aveva messo a soqquadro il negozio, ribaltando tutto…!” esclamò, preoccupata, la donna, controllando che tutti i ragazzi, dal primo all’ultimo, non fossero feriti.

“Stanno bene, Molly, non preoccuparti… sono io che sono svenuta… oggi fa troppo caldo…” spiegò Andromeda e Molly, preoccupata, le domandò: “E’ tutto a posto? Vuoi che chiami Harry per farti riaccompagnare a casa?”

“Ma no, non preoccuparti… una bella tisana energetica e un po’ di riposo mi rimetteranno in sesto, te lo assicuro.”

“Bene, un’ottima notizia…”

Mentre le due donne parlavano, Victoire prese dalla gabbietta la piccola Creamy e la prese in braccio, cominciando ad accarezzarla.

“Oh, che carino! Sembra un peluche!” esclamò Gal, mentre Athena esclamava: “E’ un Ariete Blu, la razza di conigli più intelligente.”

“Certo che sai un sacco di cose, Athena…” commentò Kevin, mentre l’altra, con un sorriso, ammetteva: “Mi piace leggere e conoscere sempre più cose…”

Nel frattempo, Delphini, una volta che ebbe finito di comprare i suoi volumi, si avvicinò al gruppo e diede un’occhiata all’animale.

Tutto sommato, era molto carino… non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, nemmeno a sé stessa, ma le piaceva molto… lo trovava così adorabile e morbido…

Victorie la notò e, subito, esclamò: “Se hai intenzione di dar da mangiare la mia Creamy a quel brutto e viscido lombrico, caschi male!”

“Sei tu che caschi male! Anzi, per tua informazione, Asmodeus è un serpente, non un lombrico!”

“Quel che è! Non riesco proprio a capire come cavolo fai ad avere un serpente come animale domestico! Molto meglio la mia Creamy!”

Prima che il litigio tra le due peggiorasse, la signora Weasley s’intromise: “Adesso basta, voi due. Su, ormai è ora di tornare a casa. Prendete le vostre cose e poi torniamo al ‘Paiolo Magico’.”

“Va bene, nonna.”

Il gruppetto raggiunse la signora Weasley, la quale si voltò un’ultima volta verso Andromeda e la salutò: “Ci vediamo, Andromeda.”

“Certo, Molly… anzi, è meglio che vada anch’io.”

“Ottimo.”

Mentre il gruppo usciva dalla libreria, Delphini notò che la nonna di Teddy la stava osservando dalla finestra con uno sguardo titubante e nervoso, aggrappata ad uno scaffale di legno, come per impedirsi di cadere.

La ragazzina osservò di nascosto per qualche minuto, prima di voltarsi e raggiungere gli altri.

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Capitolo 38
*** Strane storie ***


Capitolo 38: Strane storie

 

“Coraggio, Gal, è ora di alzarsi!” dichiarò la ragazzina coi capelli d’argento al ragazzino coi capelli rossi e il casco da aviatore che stava ronfando nella macchina appartenente ai coniugi Weasley.

Gal aprì lentamente gli occhi per poi domandare a Delphini, ancora un po’ confuso: “Eh? Cosa? Che ore sono?”

“Quasi le nove del mattino.”

“Cioè il cuore della notte…” borbottò Gal, rigirandosi dall’altra parte e chiudendo di nuovo gli occhi, deciso a dormire ancora un po’, mentre l’altra commentava: “Beh, per il resto della Gran Bretagna, invece, è mattina da un pezzo.”

“Non per me… se permetti, io sono un felice salmone.”

“Un felice salmone?”

“Già… i salmoni vanno controcorrente, no?”

“Questo è vero, devo ammetterlo… mi sorprende che tu sappia una cosa del genere…”

“L’ha detto la pubblicità del salmone affumicato in tv… ‘Il nostro salmone, l’unico così buono che non si agglomera alla massa, ma va sempre controcorrente, solo per il palato’…”

“Dovevo immaginarlo… in ogni caso, alzati in piedi, siamo arrivati.”

“Ma io voglio dormire…”

“Hai dormito per tutto il viaggio! Non dirmi che ieri sera sei andato a letto tardi!”

“Non tanto tardi…”

“Scommetto che il tuo ‘non tanto tardi’ corrisponde alle due e mezza di notte.”

“Uffa, volevo solo vedere le lucciole nel bosco…”

“Forza, fuori. Dobbiamo salire sul treno.”

Vedendo che il compagno non aveva alcun interesse ad alzarsi, Delphini capì che per farlo muovere avrebbe dovuto giocare sporco.

Senza pensarci due volte, Delphini prese il casco da pilota sulla chioma rossa del compagno.

Immediatamente, Gal si alzò di scatto, sbattendo la testa contro il tettuccio della macchina.

Mentre si massaggiava la testa dolorante con entrambe le mani, con una smorfia di dolore, Delphini rimase un attimo in silenzio, prima di commentare: “Non so se sei così goffo per via di un dono di natura o perché ti piace farti male…”

Con una faccia che avrebbe fatto trasalire chiunque, ma non Delphini, il rosso si riprese il suo casco e se lo rimise in testa.

“Finito lo spettacolo? Dobbiamo andare.” Sbottò, sempre più seccata, Delphini, spostandosi per farlo passare.

Una volta che fu uscito, la ragazzina chiuse la portiera, schiacciò un pulsante nella chiave che aveva in mano ed esclamò al nonno di Victoire, il quale, nel frattempo, stava ammirando con aria estasiata un normalissimo distributore automatico: “Tutto fatto, signor Weasley. Può venirsi a riprendere la chiave.”

Subito, il signor Weasley parve risvegliarsi dal suo torpore e, non appena notò le chiavi che la giovane gli allungava, le prese subito e se le mise in tasche.

In un lampo, i tre uscirono dal parcheggio sotterraneo, solo per essere accolti da una pioggia battente.

“Cavolo, ringrazio il cielo che non tocca a me fare lo Smistamento quest’anno…” commentò Gal, allungando la mano per sentire la pioggia, mentre Delphini, tirando fuori dal suo fidato monospalla un ombrello, esclamava: “Beh, in ogni caso, io sono armata.”

“Ehi, non è che potresti farti un po’ più in là? Così posso entrarci anch’io.”

“Levatelo dalla testa. Te l’avevo detto, stamattina, di prenderlo.”

“Senti, appena mi sveglio non riesco a connettere niente, sono così assonnato che riesco ad addormentarmi sul pavimento!”

“Forse non avresti di questi problemi se andassi a dormire ad un orario decente…”

“Non ricominciare con la predica, Delphi. Ho già mia madre e mio fratello che hanno questo felice compito…”

“Finiscila di chiamarmi Delphi.”

Dopo poco tempo, i tre raggiunsero il binario 9 ¾ e Delphini e Gal, dopo aver salutato i coniugi Weasley salirono sul treno, con l’obiettivo di raggiungere gli altri.

“Puoi precedermi, Gal? Io vado un attimo in bagno.” Gli disse la ragazzina, mentre l’altro ridacchiava: “Tanto a prendertela con me e, poi, non vai in bagno prima di partire?”

Per tutta risposta, si beccò uno scappellotto da parte della Serpeverde, la quale sibilò, furiosa: “Quanto sei scemo… vado solo a mettermi la divisa.”

“Eh? Ma non siamo nemmeno partiti…”

Per tutta risposta, Delphini s’infilò nel bagno e sbatté la porta parecchio forte, segno che era a dir poco esasperata per quella conversazione.

“Ma che ho detto? Boh… chi la capisce quella, è bravo…” borbottò Gal, allontanandosi, in cerca del suo scompartimento.

Ad un tratto, notò, in uno scompartimento, da solo come al solito, Abel Nott, il quale si stava sistemando la cravatta verde e argento della sua divisa guardando il suo riflesso dal finestrino.

Ad un tratto, Abel si accorse, proprio da esso, che Gal lo stava fissando e, senza nemmeno voltarsi, ma continuando a sistemarsi, sbuffò: “Si può sapere che cavolo vuoi, stavolta? Nel caso non te ne fossi accorto, sono molto occupato.”

“Anche tu indossi già la divisa?”

“No, brutto idiota. Sto solo facendo le prove per una sfilata di moda…”

“Ma voi Serpeverde avete sempre quella lingua biforcuta e tagliente?”

“A quanto pare è una dote molto comune tra di noi… sai, ho sentito dire che, oltre il fatto di essere un rettilofono, Salazar Slytherin fosse conosciuto anche per il suo sarcasmo e per la sua grande capacità di rispondere per le rime… probabilmente, questa è una dote che cerca negli studenti della sua casa… dopotutto, ci vuole una certa dose di astuzia per sconfiggere un nemico a parole e non con i pugni, a differenza di voi Grifondoro…”

“Quando l’avrò capita te lo farò sapere.”

“Oh, non scomodarti… tanto, non riusciresti mai a capirci qualcosa, nemmeno se ti aiutassero i tuoi amichetti.”

“Sta un po’ a sentire, brutto…!” iniziò, furioso, Gal, ma, prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, la porta dello scompartimento si chiuse di scatto, proprio davanti a lui.

“Che diamine…?” sussurrò il rosso, cercando di aprire la porta, ma si accorse, con sgomento, che essa era stata chiusa dall’interno.

Il ragazzino cercò di aprire la porta, ma fu tutto inutile.

Abbassò lo sguardo, notando una grossa mantide religiosa di fianco ai suoi piedi, e, per un attimo, gli parve di vedere due piedi con su delle scarpe babbane verdi con la punta bianca, dello stesso colore delle calze corte, dall’altra parte del vetro ma, prima che potesse vedere meglio di cosa si trattasse, i piedi sparirono.

Quando alzò, finalmente, lo sguardo, vide dall’altra parte della porta Abel Nott, il quale stava facendo un sorrisetto di trionfo.

“E piantala di sghignazzare, stupido Serpeverde!” sbottò, infastidito, Gal, mentre Abel lo salutava con la mano, senza smettere di sorridere: “Ciao, ciao, tonto.”

Sbuffando come una locomotiva, Gal se ne andò, non prima di aver fatto una linguaccia ad Abel.

Finalmente, dopo aver girovagato un po’, trovò lo scompartimento in cui c’erano il cugino e tutti i suoi amici.

“Ehilà, salve a tutti!” esclamò, con un gran sorriso, il giovane rosso e, subito, Teddy si voltò, sorridendo: “Finalmente ti sei svegliato, cominciavamo a preoccuparci… temevo che avresti perso il treno…”

“Perché, è successo?”

“Sì, al mio padrino e al fratello del padre di Victorie. Quando facevano il secondo anno, non sono riusciti ad oltrepassare la barriera e l’hanno perso.”

“Cavoli… ma poi sono riusciti ad arrivare a scuola?”

“Sì… anche se hanno preso un altro mezzo… molto particolare…”

“E quale?”

“Una Ford Anglia volante.” Rivelò una voce femminile, all’improvviso.

Il gruppo si girò e vide Delphini, con già indosso la sua divisa di seconda mano, di cui era orgogliosa, entrare nello scompartimento.

“Beh, hai indovinato. Usarono proprio la vecchia macchina volante del signor Weasley…” ammise, leggermente imbarazzato, Teddy, mentre Gal, incredulo, domandava: “Cosa sei, una veggente? Come facevi a saperlo, se sono passati anni dall’accaduto?”

“Esistono i giornali, sciocco.”

“I giornali? E cosa centrano con una macchina volante?”

“Credi che una macchina che voli in pieno giorno in una città piena zeppa di babbani non venga notata?”

“Oh… quindi si sono fatti beccare?”

“Da sei o sette babbani.”

“E dove l’hai trovato un giornale così vecchio?”

“In una vecchia biblioteca a Diagon Alley. Gli archivi di quei posti contengono un sacco di vecchi articoli di giornale. Sono molto utili se si vuole studiare la storia, senza dover rischiare ogni volta di morire di noia…”

“Non credo che mi risponderai mai se ti chiedo il motivo di quella tua visita là dentro…”

“Acuta osservazione.”

La ragazzina, si sedette al suo posto e tirò fuori dal suo zaino Asmodeus, il quale si attorcigliò accanto alla padrona come un cagnolino che voleva schiacciare un pisolino.

L’unica che non fu affatto contenta della sua presenza lì fu Victoire, la quale lanciò al povero serpente un’occhiataccia, mentre stringeva la sua amata coniglia che aveva in braccio.

“Tienimi lontano quel mostro.” Dichiarò la ragazzina, mentre l’altra, guardandola con aria di sfida, rispondeva: “Nel caso tu non te ne fossi accorta, Asmodeus è un serpente non un mostro. Comunque, sta tranquilla. L’ho già avvertito di stare alla larga dal tuo roditore.”

“Non è un roditore, è un coniglio!”

“Beh, fa sempre parte della famiglia dei topi…”

Proprio in quel momento, Creamy sgusciò via dalle braccia di Victoire, cominciando a correre come una matta tra i posti, muovendo in continuazione il nasino per poi alzarsi su due zampe, come per provare ad arrampicarsi.

Teddy lo guardò, sorridendo.

Creamy era cresciuta molto nelle ultime settimane… se prima, era grande come Tonks, adesso sembrava una pagnotta pelosa di color grigio.

“Ehi, Vicky… se non sbaglio, anche tu, adesso, hai una bacchetta…” fece notare Gal e la bambina, tutta orgogliosa, tirò fuori una bacchetta nera ed esclamò: “Proprio così. Legno d’ebano, dieci pollici, flessibile e nucleo di crine d’unicorno. Olivander ha detto che l’aveva preparata solo una settimana prima. E’ stata la bacchetta più veloce che abbia mai venduto in tutta la sua carriera.”

“Che buffo… la mia bacchetta è tutto il contrario…” commentò Delphini tirando fuori dalla manica della divisa la sua bacchetta di colore bianco, la quale, fino a quel momento, era stata legata al braccio con degli elastici, e si mise a fissarla, sollevandola in controluce “E’ stata la bacchetta che ha impiegato più tempo nel venderla… uno dei suoi primi lavori, oltre ad essere una delle più difficili da abbinare…”

“Di sicuro, se voi due combatteste, non avverrà mai il Prior Incantatio… persino le vostre bacchette non hanno niente in comune…” ridacchiò Teddy, mentre il treno partiva.

Mentre il treno viaggiava in direzione della scuola, Oliver guardò Teddy e gli domandò, incuriosito: “Senti… ma come mai il tuo padrino e lo zio di Victoire non sono riusciti a superare la barriera?”

“Ah, questo era perché un elfo domestico di nome Dobby aveva bloccato la barriera per non far andare lo zio Harry ad Hogwarts, dato che c’era un complotto.” Spiegò Teddy, mentre Gal esclamava, allibito: “Cosa?! C’è riuscito veramente?!”

“Forse non lo sai, Gal, ma gli elfi domestici sono molto potenti… la loro magia è di gran lunga superiore alla nostra e con molti meno limiti.” S’intromise Delphini, mettendosi a leggere un libro, mentre il rosso esclamava, stupefatto: “Davvero?! Non lo sapevo…”

“Questo è perché, di solito, essi non li usano senza il permesso del padrone e la gente li guarda dall’alto al basso… purtroppo, questo è il loro punto debole… sono troppo fedeli…”

“Parli come se avessi avuto a che fare con un elfo domestico…”

Per qualche istante, Delphini alzò lo sguardo dal suo libro, per poi tornare a leggere in silenzio.

“Però Delphini ha ragione a questo proposito…” ammise Oliver, mentre scartava una caramella presa dalla sua borsa “Se per sbaglio succede qualcosa al loro padrone o vengono licenziati, entrano in crisi e in depressione… è accaduto anche all’elfa domestica della zia Hepzi…”

“Intendi quella parente di tua madre invaghita del giovane commesso di ‘Magie Sinister’, che poi l’ha derubata?” domandò, incuriosito, Gal e il ragazzino, con un sospiro, ammise: “Proprio quella… come vi avevo già detto, morì a causa di un incidente… vedete la sua vecchia elfa domestica, Hokey, un giorno, mise per sbaglio nella cioccolata serale della zia, un veleno letale e poco noto, al posto dello zucchero e, purtroppo, morì.”

“Ah, sì… l’ho letto su un vecchio giornale…” dichiarò, inaspettatamente e con un tono molto interessato, Delphini, smettendo di leggere il libro e alzando la testa.

Se proprio doveva essere sincera, fin da quando aveva letto quell’articolo sul giornale, aveva avvertito che ci fosse qualcosa di strano in quella storia…

Cosa ci faceva un veleno poco comune nella casa di una vecchia signora? Da dove veniva?

Dato che era poco comune, pochi lo vendevano sul mercato regolare… e, in quel caso, avrebbero di certo avvisato l’elfa domestica di fare attenzione e lei, anche se vecchia, avrebbe di certo fatto attenzione per non mettere in pericolo la sua padrona…

No, quel veleno veniva da fuori… era stato un caso d’omicidio e davvero ben congegnato, doveva ammetterlo… chiunque fosse l’assassino doveva essere un genio del male…

La cosa più buffa era che c’era arrivata lei, una ragazzina del secondo anno di Hogwarts, e non i membri del Ministero dell’epoca… non lo avrebbe mai creduto possibile, ma, in quel frangente, si erano dimostrati più stupidi di Gal e ce ne voleva veramente!

Ma, ovviamente, la disgraziata morte di una vecchia e grassa signora non valeva nemmeno la pena di essere indagata a fondo… soprattutto, se era apparso fin da subito un colpevole…

Erano proprio dei deficienti… avevano lasciato in giro un assassino, senza assicurarlo alla giustizia… di certo, lei non si sarebbe di certo lasciata infinocchiare da queste sciocchezze…

“La sua elfa domestica l'ha uccisa?! Ma è assurdo!” s’intromise, incredulo, Gal e Oliver spiegò: “Si è trattato solo di un semplice incidente, non intendeva ucciderla, ma sapete, era un po’ vecchia... poveraccia, nonostante la mia famiglia le avesse permesso di rimanere, è caduta in forte depressione ed è morta di crepacuore pochi anni dopo.”

“Cavoli, quanto mi dispiace...”

“Ma la sapete una cosa strana? Poco prima di morire, l'ha cercata nientemeno che Albus Silente in persona!”

“Sul serio?! E per quale motivo?”

“Non ne ho la più pallida idea... ha semplicemente detto di volere qualcosa da lei allo zio Lapo e di lasciarlo solo con lei per qualche minuto, ma non ha specificato cosa volesse... e prima di andare, ha detto di seppellirla in un bel posto.”

Delphini continuò a far finta di leggere il suo volume, mentre, in realtà, ascoltava tutto con molta attenzione.

Se Albus Silente era andato a cercare Hokey significava che anche lui aveva capito come stavano le cose, ossia che l’elfa era innocente, ma, ormai, era troppo tardi per rimettere a posto la sua reputazione, dato che ormai stava morendo… ma cosa voleva da lei?

Non poteva trattarsi di un oggetto, chiunque se ne sarebbe accorto… ma, allora, di cosa si trattava? Considerando il personaggio enigmatico di Silente, era ovvio che doveva essere qualcosa di molto importante che nessuno se ne sarebbe accorto…

Con uno sbuffo, tornò alla sua amata lettura.

In fondo, chi era lei per svelare i suoi sospetti?

La vicenda dell’assassinio mascherato da incidente della parente di Oliver non la riguardava minimamente…

Nel frattempo, Athena, la quale era seduta di fianco al finestrino, continuava a guardare con molta attenzione il paesaggio, finché non sentì le palpebre diventarle sempre più pesanti, finché non chiuse gli occhi.

 

“Maledizione! Dov’è?! Dove diavolo è?!” sbottò l’uomo alto e magro coi capelli biondi, vestito di nero, perlustrando delle casse di legno vuote, mentre il suo compare alle sue spalle, borbottava, incredulo: “Non ne so niente, Dorian… ti assicuro che era lì! Non riesco proprio a capire dove sia finito…”

“Norman, razza di cretino… come hai potuto perderlo, dopo tutto la fatica che abbiamo fatto nel rubarlo alla madre e proprio quando avevo appena trovato qualcuno così stupido da comprarlo?!”

“Qualcuno deve avercelo rubato!”

“Rubato?! Ma non dire sciocchezze! Chi diavolo sarebbe così stupido da rubarlo?! Inoltre, sarebbe già corso ad avvisare la Granger!”

“Magari è uno che l’ha rubato senza nemmeno sapere di cosa si tratta…”

“Rubato senza nemmeno sapere di cosa si tratta?! Soltanto un totale idiota non capirebbe subito di cosa si tratta!”

“Magari si tratta di un Nato Babbano…”

“Invece di sparare teorie senza senso, aiutami a trovare quel maledettissimo uovo una volta per tutte!!!!”

Mentre i due litigavano furiosamente, la giovane coi capelli a caschetto biondi stava pensando, seduta su una cassa.

Ad un tratto, sgranò gli occhi e, alzandosi in piedi, esclamò: “Il ragazzino!”

Immediatamente, gli altri due si misero a guardarla e Norman, leggermente incredulo, domandò: “Di che diavolo stai parlando, Frannie?”

“Non ricordi? Il ragazzino coi capelli biondi che è uscito dal nostro covo, assieme al suo amico col mantello nero qualche giorno fa, poco prima che ci mandassi quel gufo! Deve averlo preso lui!” esclamò la donna, alzandosi in piedi, mentre l’altro commentava: “E allora perché diavolo non è corso a denunciarci.”

“E’ solo un ragazzino, Norman… di certo non avrà capito cosa aveva tra le mani e non avrà avvisato nessuno… forse l’avrà scambiato per un uovo di granito…”

“Il problema è che non sappiamo il suo nome e il cognome… trovarlo sarà impossibile…”

“Questo è vero… ma tutti i ragazzini vanno ad Hogwarts… abbiamo buone speranze di beccarlo lì!”

“Vuoi andare ad Hogwarts?! Tu sei matta, sorella!”

“Hai un’idea migliore?”

“Smettetela di litigare e ascoltatemi, dato che sono il maggiore!” s’intromise, furioso, Dorian, facendo smettere il litigio tra i due fratelli.

Una volta che fu sicuro di avere la completa attenzione di Frannie e Norman, dichiarò: “Non abbiamo altra scelta. Quest’anno ritorneremo a scuola per trovare quel piccolo ladro e farci dire dove ha nascosto l’uovo! Dobbiamo assolutamente trovarlo prima che si schiuda!”

 

Athena aprì gli occhi di scatto.

Quello era stato un sogno decisamente diverso dai soliti… invece, di vedere il passato, aveva avuto una visione decisamente attuale…

Ma di quale uovo stavano parlando?

Sperava solo che ciò non riguardasse lei o i suoi amici…

“Ah, finalmente ti sei svegliata.” Esclamò Gal, con la bocca piena di caramelle gommose, mentre Delphini, con un’espressione di disgusto, commentava: “Disgustoso… non si parla con la bocca piena!”

“Bacchettona.”

“Dì solo un’altra parola, brutto deficiente, e ti do in pasto ad Asmodeus!”

Mentre i due continuavano a litigare, Teddy si voltò verso Athena e, con un’espressione mortificata, disse: “Mi dispiace, ma la signora del carrello è passata mentre dormivi… abbiamo cercato di svegliarti, ma tu dormivi dalla grossa…”

“Vado a chiamartela.” Esclamò Oliver, alzandosi in piedi, ma Athena cercò di trattenerlo: “Ah, non disturbarti… la trovo io.”

“No, non preoccuparti. Dimmi cosa vuoi e te lo prendo.” La rassicurò, con un grande sorriso, il ragazzo.

Ci volle un po’ per convincere Athena, ma, alla fine, Oliver, con in mano i soldi della ragazza, cominciò a cercare la donna.

Dopo solo dieci minuti, il giovane Tassorosso la raggiunse e, un minuto dopo, tornò allo scompartimento, con un sorriso e canticchiando una canzone, mentre tra le mani teneva i dolci per l’amica.

Ad un tratto, alzò lo sguardo e sussultò, fermandosi di colpo.

Davanti a lui, c’era una ragazza di qualche anno più grande di Serpeverde, a giudicare dai colori della divisa, che stava camminando verso di lui.

Aveva i capelli biondi tagliati a caschetto così lucenti da sembrare brillare sotto la luce elettrica del corridoio, gli occhi blu grandi e profondi come il mare, mentre la pelle era così bianca e delicata da sembrare porcellana.

Emanava un profumo di fiori così fresco e delicato da mozzargli il respiro, mentre la sua andatura era così perfetta e coordinata da sembrare una nobile o una modella babbana.

Più gli si avvicinava, più Oliver sentiva le gambe diventargli come due pezzi di ghiaccio.

Lui stesso voleva spostarsi per lasciar passare quella creatura così ammaliante, ma esse non intendevano assolutamente aiutarlo.

La Serpeverde si fermò proprio davanti a Oliver, la quale lo fissò un attimo in silenzio, per poi sussurrargli, con la voce più bella e delicata che si fosse mai sentita: “Potresti spostarsi?”

Con un insopportabile formicolio che gli attraversava tutte e due le gambe, Oliver riuscì a spostarsi quel tanto che bastava per permetterle di passare.

La ragazza lo fissò un attimo, poi si allontanò, mentre il Tassorosso continuava a fissarla, sbigottito.

Dopo un po’, la giovane si voltò verso di lui e lo informò con un tono seccato, anche se per Oliver il suono fu come la melodia più bella che avesse mai udito: “Cerca di non tagliarmi un’altra volta la strada o ti guardarmi con quell’aria da pesce lesso, Ciccio. Sono fin troppo abituata agli idioti che mi sbavano addosso.”

Dopo aver detto quelle parole, la giovane Serpeverde aprì uno scompartimento deserto e s’infilò dentro, mentre il povero Oliver la continuava a guardare lo scompartimento dov’era entrata la giovane, mentre sentiva il suo cuore battergli a tutta velocità, mentre le guance gli diventavano incandescenti.

Nel frattempo, il suo cervello, anche se faceva fatica a formulare un pensiero, dato che dappertutto vedeva quella ragazza così bella, si ricordò dove aveva già visto quella fanciulla così bella e delicata: era stato l’anno scorso, quando si era perso nella foresta, venendo soccorso dalla strana visione di una ragazzina col vestito giallo che, poi, era svanita nel nulla.

Durante il viaggio verso il castello, aveva incontrato una ragazza che l’aveva chiamato Ciccio… doveva essere lei!

Adesso che ci pensava bene, era così stanco e infreddolito, che non aveva visto bene colei che l’aveva salvato… che sciocco che era stato!

La sua vita era stata così vuota e grigia, esclusi i momenti con i suoi amici, ma, non appena aveva visto quel superbo viso, gli sembrava che tutto il mondo, di colpo, fosse esploso di colore… non ricordava che prima i colori fossero così accessi.

Con enorme sforzo, Oliver fece muovere le gambe, seppur ancora rigide come bastoni, e, finalmente, arrivò allo scompartimento.

“Ah, eccoti, finalmente!” esclamò, non appena fu dentro, Christian, ma, non appena notò la sua espressione facciale, nervosa e con il viso tutto rosso, ebbe uno sguardo incredulo, mentre smetteva di sorridere.

“E’ successo qualcosa?” domandò, leggermente preoccupato, Teddy, mentre l’amico faceva cadere sul grembo di Delphini i dolci che aveva comprato per Athena, la quale, seccata, gli ricordò: “Ehi, ti consiglio di andare dall’oculista, perché hai completamente sbagliato indirizzo! Athena è lì!”

Tuttavia il ragazzo, come se fosse diventato di colpo sordo, continuò a camminare come un robot finché non si sedette pesantemente sul sedile, con gli occhi fissi nel vuoto e tutti gli amici che lo fissavano in silenzio, preoccupati.

“Ma che gli è preso?” domandò, senza parole, Elizabeth, mentre Gal cominciava ad agitare una mano davanti agli occhi, dicendo: “Ehilà, amico, stai bene? Avanti, bello, reagisci! Forza, non fare quella faccia da pesce lesso!”

Alla fine, smise di muovere la mano e, con un’aria rammaricata, si scusò: “Mi dispiace, ragazzi, io ci ho provato… ma questo qui è proprio andato!”

Immediatamente, Delphini e Kevin si diedero d’istinto un’occhiata come di chi la sa parecchio lunga.

“Credi che l’abbia incontrata?” domandò, infatti, il ragazzo, mentre l’altra annuiva: “Direi proprio di sì… i sintomi ci sono tutti.”

“Se sareste così gentili da spiegarci che cavolo è successo al nostro povero Oliver, ne saremmo davvero grati, sapete?” s’intromise, con aria seccata, Gal.

Invece di risponderli, Delphini si girò verso Oliver, il quale aveva ancora lo sguardo catatonico e gli disse: “Ehi, poco fa è passata una ragazza del quarto anno di Serpeverde coi capelli biondi e gli occhi azzurri. Sembrava molto carina, anche se aveva i capelli a caschetto…”

“Lei non è carina, è stupenda! E’ talmente bella da sembrare un essere sovrannaturale e, forse, lo è davvero!” esclamò, lievemente offeso, Oliver, uscendo dallo stato catatonico in cui era piombato, sorprendendo tutti i presenti, i quali lo guardarono, esterrefatti.

Con un sorriso di vittoria, Delphini si voltò verso Kevin e commentò: “Un’altra povera vittima del fascino Veela di Nat…”

“Di cosa state parlando? E’ grave?” domandò, preoccupato, Teddy, ma Kevin lo rassicurò: “No, non preoccuparti… stando lontano da Nat per qualche ora dovrebbe ritornare come prima.”

“Ma chi è questa Nat?”

“E’ una nostra compagna di Casa del quarto anno. Sua madre era una Veela, quindi, tutti i Serpeverde non possono fare a meno di guardarla o di cercare di attirare la sua attenzione, mentre le ragazze sono super gelose di lei e le dicono sempre cose poco carine alle spalle…” raccontò Kevin, abbassando lo sguardo, tristemente.

Anche se non disse niente, Teddy capì subito quale fosse il problema, per l’amico.

Essendo il primo Nato Babbano smistato a Serpeverde dopo almeno un secolo, forse più che meno, era vittima di pesanti atti di bullismo da parte dei suoi compagni di Casa, motivo per cui era molto sensibile a quest’argomento.

“Purtroppo, questa è la maledizione del fascino Veela.” S’intromise Victorie, tenendo tra le braccia Creamy “Mia madre era una Veela solo per ¼ , ma ha dovuto sopportare per anni il fatto che la gente guardava solo la sua bellezza. Gli uomini l’amavano solo per quello e le donne l’odiavano per lo stesso motivo, senza provare nemmeno a conoscerla fino in fondo… questo l’aveva spinta a comportarsi in maniera altezzosa e antipatica, come una sorta di meccanismo di difesa.”

Mentre Victorie raccontava la storia della madre, Delphini, d’istinto, allungò la mano verso Asmodeus, il quale continuava beatamente a ronfare, e si mise ad accarezzare la pelle liscia e fredda.

Quanto odiava sentire storie sul pregiudizio della gente stupida e cretina, incapace di vedere oltre, perché troppo difficile per i loro stupidi cervelli da quattro soldi… questo perché lei stessa poteva parlare ai serpenti, un dono definito da tutti un’abilità da maghi oscuri… se la scuola l’avesse scoperto, sapeva già che sarebbe successo: tutti l’avrebbero evitata per la paura, perché tutti temevano che, da un momento all’altro, li facesse azzannare dal suo serpente domestico… dopotutto, il diverso, in quello schifo di fesso mondo, il diverso era sempre temuto…

Forse era per quello, che, a differenza degli altri Serpeverde, era un po’ più aperta e gentile nei confronti di Kevin, un Nato Babbano… tutti quegli stupidi pregiudizi, le avevano fatto nascere un animo più empatico… anche se, ovviamente, non l’avrebbe mai ammesso a nessuno finché campava!

“Però non tutti finiscono abbagliati dal fascino di Nat…” fece notare, all’improvviso, Kevin “Ho notato che alcune persone di Serpeverde, sia maschi che femmine, quando le stanno vicino in Sala Comune, si comportano e le parlano in maniera normale…”

“Ah, questo perché il fascino delle Veela non funziona contro alcune determinate persone.” Spiegò Victoire e Christian, interessato, le domandò: “E quali?”

“Secondo mia madre, esso non funziona sulle donne, se hanno un carattere forte e non hanno in alcun modo problemi di autostima riguardo alla propria bellezza. Mentre, per gli uomini ciò accade se la persona in questione è un parente, non è in alcun modo interessato all’amore, è omosessuale, se si tratta di una ragazza, anche lei subisce in pieno il fascino della Veela, ma, secondo mia madre, esse riescono a controllarsi di più, e, infine, se esso ama veramente qualcuno. A quel punto, il fascino delle Veela smette per sempre di funzionare, sia per gli uomini che per le donne.”

“Che storia interessante…” commentò Elizabeth, mentre Kevin esclamava, rivolto a Delphini: “Ecco perché non sei mai stata gelosa di Nat, Delphini.”

“Perché diamine avrei dovuto essere gelosa? E’ esattamente una ragazza come tutte le altre. Io mi piaccio così come cavolo sono, non capirò mai le ragazze che stanno dietro al loro aspetto, complicandosi la vita per delle idiozie simili… e, poi, anche tu sei immune al suo fascino.” Gli ricordò Delphini e Gal, incredulo: “Sul serio?!”

Arrossendo dall’imbarazzo, il Serpeverde ammise: “Beh, sì… è solo che… penso che sia una ragazza come tutte le altre… o, almeno, è così che penso quando la guardo…”

“Non è il solo… anche Lester Falwey ne sembra abbastanza immune.” Aggiunse Delphini, mentre Teddy domandava: “In che senso abbastanza immune?”

“Anche lui, come Kevin, non sbava dietro a Nat… ma, al contrario, ne ha la fifa blu.”

“Ha paura di quella ragazza? E per quale motivo?”

“Ma che ne so? So soltanto che quando la vede, scappa dall’altra parte con un’espressione di puro terrore sul viso.”

“Che cosa strana…”

 

Era ormai notte fonda e la pioggia batteva piuttosto forte quando il treno scarlatto si fermò alla stazione dei treni di Hogsmeade, facendo uscire da esso tutti gli studenti con già indosso la divisa, cercando di coprirsi dalla tremenda pioggia.

L’unico individuo su tutta la banchina era Hagrid, il quale teneva in mano una vecchia lanterna, mentre con l’altra il suo gigantesco ombrello rosa aperto, cominciando a gridare: “Primo anno! Primo anno da questa parte! C’è ancora qualcuno del primo anno?”

Cercando di nascondersi in mezzo alla folla, Victorie si mise ad inseguire Teddy.

Era un peccato perdersi la prima vista di Hogwarts sulle barche… ma era molto più importante stare insieme a Teddy!

Inoltre, quella pioggia battente era davvero tremenda… non aveva alcuna intenzione di presentarsi bagnata fradicia davanti a tutti.

Per il momento, Hagrid non sembrava essersi accorto di niente… ancora pochi passi e sarebbe uscita dalla stazione… bastava solo un pizzico di fortuna e…

“Ehi, Hagrid! Guarda che laggiù c’è Victoire Weasley, del primo anno!” esclamò, all’improvviso, una voce femminile fin troppo familiare, facendola trasalire di colpo e bloccandola, come se qualcuno le avesse appena lanciato un Pietrificus Totalus.

Si girò lentamente e guardò negli occhi la ragazza che l’aveva tradita, ossia Delphini, la quale stava giocherellando con una ciocca azzurra dei suoi capelli, mentre si riparava col suo ombrello, e, a giudicare dal sorrisetto di trionfo sul viso, non era affatto pentita di averla fatta notare, anzi, si stava divertendo un mondo.

“Victorie? Ma dove stai andando? Quelli del primo anno devono andare da questa parte, è la regola.” La chiamò Hagrid e Vicky, con un sorriso piuttosto falso, rispose: “Arrivo subito, Hagrid… volevo solo salutare Teddy…”

Mentre raggiungeva gli altri del primo anno, la ragazzina si avvicinò a Delphini e, con una faccia furiosa, le sibilò: “Vipera.”

“Grazie, piccola. Mi raccomando, fa attenzione al calamaro… sai, ha l’appetito facile.” Rispose, con un sorriso divertito, l’altra, salutandola con la mano.

Per tutta risposta, Victorie le rivolse un’altra occhiataccia, per poi raggiungere gli altri coetanei.

Con un sorrisetto di trionfo, Delphini si diresse verso le carrozze le quali erano trainate dai Thestral, invisibili alla stragrande maggioranza degli studenti, ma non a lei.

Lei che aveva visto e capito la morte a pochi mesi di vita…

Si avvicinò ad uno di loro e si mise ad accarezzarlo.

L’animale parve apprezzarlo, infatti, si mise a toccarla con il muso, in maniera molto affettuosa.

“Se non sali in fretta, Delphini, rischi di essere lasciata qui…” esclamò Gal, facendo venire una smorfia seccata alla ragazza.

Quell’idiota e la sua voce da tonto dovevano sempre rovinare tutto… vero che non poteva vederli, ma almeno poteva lasciarle un momento per accarezzarli…

Sbuffando, la ragazza salì a bordo della carrozza nera, dove c’erano già Gal e gli altri.

Non appena fu a bordo, notò che Oliver, incurante della pioggia battente, si stava sporgendo dal finestrino.

Non ci voleva di certo un genio per capire cosa stesse cercando con lo sguardo…

“Non immaginavo che Nat avesse un effetto così drastico nella tua psiche… di solito, a quest’ora, l’effetto è già sparito da un pezzo…” commentò la ragazza, mentre Oliver sussurrava: “Non potrei mai togliermela dalla testa… è troppo bella… è troppo perfetta… è troppo tutto…”

“Sei una causa persa.”

 

“Ma quanto ci mettono i novellini? Ho una fame da lupi…” borbottò Gal, con la testa sul tavolo dei Grifondoro, mentre il fratello maggiore, seccato e imbarazzato da quella scena, lo sgridava: “Datti un contegno, salame! Sei proprio nel bel mezzo della Sala Grande! Inoltre, dato che adesso sei del secondo anno, devi dare il buon esempio!”

“Per poi rischiare di diventare un noioso e pignolo prefetto ossessionato dalle regole? Scordatelo.”

“Almeno eviteresti di salire sui tetti della scuola.”

“E basta con questa storia, Lancy! Non ci salirò sul tetto, sta tranquillo…”

“Di certo troverai un altro sistema per combinare disastri.”

Sbuffando seccato, Gal si voltò verso il cugino sussurrando: “Vorrei che quelle pesti in erba si dessero una mossa… non ricordo di averci impiegato tanto, l’anno scorso, per attraversare il Lago Nero…”

“Non dimenticare che sta anche piovendo… probabilmente, sono in ritardo per questo motivo…” gli fece ricordare, pazientemente, Christian, ma il rosso continuò a mugugnare, ignorandolo.

Proprio in quel momento, la porta della Sala Grande si aprì e comparvero i ragazzini del primo anno, tutti bagnati fradici, che cercavano di contenere i tremori per il freddo pungente.

Davanti a tutti, con un’espressione seccata e decisa, stava Victoire, ma, non appena notò Teddy salutarla con un sorriso, il suo viso s’illuminò di gioia e prese a salutarlo con entusiasmo.

“Come attrice fa proprio spavento…” ridacchiò Delphini a Kevin, il quale, come al solito, si era seduto vicino a lei “Si vede lontano un miglio che è stracotta di Teddy…”

“Però non sembra che se ne sia accorto…”

“Teddy è un ragazzo molto intelligente… finché non si tratta di amore e simili. In quelle situazioni, diventa più ignorante di Gal…”

“Beh… almeno, Teddy continua a trattarla normalmente…”

“Oh, non vedo l’ora che arrivi San Valentino…”

“Come mai? Non mi sembra una delle tue feste preferite…”

“Infatti, è una di quelle feste che proprio non sopporto. Odio le cose sdolcinate e tutte quelle stupidaggini amorose… personalmente, a me non me ne frega niente dell’amore, preferisco l’azione… però vedere i tentativi di Victoire di confessare il suo amore ad uno che proprio non ne capisce niente, renderà l’evento molto più interessante e divertente… ci faremo di quelle ghignate… Ci vuole la terapia d’urto con Teddy…”

“Oh, inizia lo Smistamento.”

Infatti, non appena il cappello ebbe finito di cantare la sua annuale canzone, il professor Vitiuos cominciò ad elencare i nomi dei nuovi studenti, i quali, dopo aver indossato il vecchio Cappello Parlante, venivano smistati in una Casa.

Alla fine del lungo smistamento, fu il turno dell’ultima studentessa, ossia Victoire, ma, inaspettatamente, per ben tre minuti, il cappello rimase muto.

“Ce ne mette di tempo… dev’essere proprio indeciso…” commentò Kevin, mentre Delphini ridacchiava: “Macché… il cappello ha già deciso dove metterla… è solo che lei non vuole andarci.”

“Eh? Cosa intendi?”

“Guardale l’espressione… è a dir poco furiosa. Scommetto tutti i miei galeoni che lei vuole andare a Tassorosso, col suo amato Teddy, ma il cappello non ce la vuole mettere. Sono proprio curiosa di vedere chi tra i due vincerà… se Victoire o il Cappello Parlante…”

 

“Ho detto di no! No, no, no e poi no! Tu mi metterai a Tassorosso!” sbottò Victoire, con tono con cui intendeva finire il discorso.

Era da un secolo che stava litigando con quello stupido e vecchio cappello, ma quello non ne voleva proprio saperne di metterla a Tassorosso, assieme a Teddy!

Al contrario, voleva metterla a Grifondoro e non sembrava intenzionato a demordere.

Beh, nemmeno lei aveva alcuna intenzione di arrendersi.

“Tassorosso, eh?” ridacchiò quello stupido cappello, in un modo che le ricordava troppo Delphini “Ragazza mia, hai molta lealtà nei confronti dei tuoi sentimenti e una certa dose di pazienza, dato che contini a persistere nel tuo desiderio di farti notare dal ragazzo di cui sei innamorata, te lo concedo… ma, purtroppo, non è abbastanza per essere considerata una vera Tassorosso. Ci vuole molta voglia di lavorare sodo…”

“Me la farò venire! Tu mettimi a Tassorosso!”

“Beh, tutta la famiglia di tuo padre è andata a Grifondoro…”

“Non me ne importa un accidente! In fondo, non è mica la prerogativa dei Weasley quella di finire a Grifondoro!”

“Mi dispiace, cara… ma non posso metterti a Tassorosso… se, però, non vuoi finire a Grifondoro, dovrò metterti in un’altra Casa… Serpeverde, per esempio.”

“Cosa?!”

“Sì, in effetti Serpeverde è la Casa perfetta per te… sei molto determinata, come dimostra il fatto che vuoi finire a tutti a costi nella Casa che vuoi, e, cosa davvero importante, ami già profondamente qualcuno… e Serpeverde è la Casa di coloro dei sentimenti autentici…”

Victoire si sentì male.

Lei a Serpeverde?! Proprio la Casa con lo stemma di un serpente?! Il cui fondatore era un rettilofono e aveva un enorme biscione assassino come animale domestico?! La stessa Casa di quell’antipatica con un vero serpente?!

Non sarebbe finita in quella Casa per tutto l’oro del mondo!

C’erano troppi serpenti!

“Levatelo dalla testa! Non andrò in una Casa legata ai serpenti! Piuttosto me ne vado a Grifondoro!” urlò nella testa la giovane e, subito, il cappello ridacchiò: “D’accordo, se ne sei convinta tu… GRIFONDORO!”

Victoire non riuscì a trattenere un gemito.

Quello stupido cappello l’aveva fregata… alla fine, aveva vinto lui…

Mise giù il cappello e con, un’espressione furiosa, si diresse verso il tavolo dei Grifondoro, i quali stavano applaudendo, sibilando: “Brutto cappellaccio da quattro soldi…”

A peggiorare il tutto, c’era il fatto che anche Teddy sembrava euforico per dov’era finita, invece di avere il cuore spezzato per il fatto che non sarebbero stati vicini…

Non appena si sedette al tavolo dei Grifondoro, Lancelot si voltò verso di lei e si congratulò con lei: “Benvenuta a Grifondoro. Io sono Lancelot Sandlers, prefetto di Grifondoro. Sono certo che ti troverai bene nella nostra Casa.”

Per tutta risposta, Vicky lo fulminò con lo sguardo, lasciando interdetto il povero ragazzo.

“Ma cosa le prende?” sussurrò Christian al cugino, il quale fece le spallucce: “Boh, forse le farà male lo stomaco…”

Nessuno dei due si accorse che, al tavolo dei Serpeverde, Delphini stava cercando di contenere le risate, per poi sussurrare a Kevin: “Ha vinto il Cappello… quello sa il fatto suo…”

“Già… inoltre, è molto particolare…”

Una volta che il professore d’Incantesimi ebbe portato via il Cappello Parlante, la preside McGranitt si alzò in piedi: “Ora che lo Smistamento è finito, vorrei augurare a tutti i nuovi studenti benvenuti, mentre a quelli vecchi bentornati. Prima dell’inizio del banchetto, vorrei fare alcuni annunci molto importanti: il primo, è che i provini di Quidditch saranno attivi dalla prossima settimana. Chiunque sia interessato, è pregato di rivolgersi ai capitani della squadra della propria Casa.”

Sentendo quella frase, Kevin fece un sospiro, parecchio nervoso.

Se c’era una cosa che sapeva per certo, era che Bulstrode non l’avrebbe voluto nella squadra nemmeno come riserva…

Vedendo la sua espressione, Delphini fece un sospiro e gli diede una pacca, in modo da risollevargli il morale.

Per tutta risposta, Kevin la guardò allibito e cercando di nascondere le guance che le stavano diventando incandescenti, la ragazzina sbottò: “Che c’è? Se ti butti giù di morale, possiamo dire addio alla Coppa e, dopo il disastro dell’anno scorso, gradirei che Serpeverde vincesse almeno la Coppa di Quidditch e con un Cacciatore depresso possiamo dirle già addio!”

“Beh, grazie… è stato molto carino da parte tua…”

“Ti consiglio di non farci troppo l’abitudine… io non sarò mai una brava e gentile ragazza…”

Senza sapere del dialogo tra i due ragazzi Serpeverde, la McGranitt continuò con il suo discorso: “Inoltre, sono aperte le iscrizioni non solo al nostro amato e storico Coro delle Rane, ma anche quelle dei club dei duellanti, della Sfinge, dell’Ippogrifo e del Drago. Chiunque sia interessato a partecipare ai provini del Coro, è pregato di mettersi in contatto con il professor Vitious, mentre per i restanti club verranno date indicazioni nelle prossime settimane. Ricordate, però, che ad essi possono partecipare solo gli studenti dal secondo anno in su. Chi, invece, è del primo anno, può consolarsi iscrivendosi al club delle Gobbiglie, anche se ricordo a tutti, di fare attenzione agli spruzzi puzzolenti”

“Questo sì che è davvero interessante!” esclamò, al tavolo dei Corvonero, Athena, mentre Elizabeth domandava, incuriosita: “Cosa sono i Club della Sfinge, dell’Ippogrifo e del Drago? Avevo sentito parlare del Coro delle Rane e del Club dei Duellanti, ma di questi due non so niente…”

“Sono tre club molto importanti ad Hogwarts. Il Club della Sfinge è per coloro che amano la conoscenza e l’astronomia, infatti nella sede c’è una ricca biblioteca ed è l’unico club attivo di notte per poter vedere le stelle, quello dell’Ippogrifo è per coloro che amano le creature e l’erbologia, in quanto nel laghetto del club c’è una creatura marina, mentre quello del Drago è fatto per coloro che amano l’azione e il Quidditch. Io penso che m’iscriverò al Club della Sfinge e tu?”

“Credo che andrò in quello dell’Ippogrifo. Le piante e le creature mi piacciono…”

“Comunque, se uno vuole, si può iscrivere anche a più club contemporaneamente.”

“Davvero?”

“Sì, ma bisogna essere molto bravi e diligenti.”

“Ci credo…”

In quell’istante, la McGranitt batté le mani e, subito, i piatti di tutti i presenti apparvero degli invitanti e profumati piatti.

Nessuno ci pensò due volte a iniziare a mangiare avidamente e, una volta che anche il dessert fu razzolato, la preside si alzò in piedi e disse: “Molto bene, adesso che il banchetto è finito, potete andare a dormire, dato che domani iniziano le lezioni.”

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Capitolo 39
*** Progetti e incontri notturni ***


Capitolo 39: Progetti e incontri notturni

 

Il bagliore verdastro dovuto all’acqua del lago che filtrava dalle finestre illuminava il dormitorio dove vi erano cinque letti con dentro delle ragazze che dormivano tranne una.

La giovane sdraiata sul letto coi capelli argentati legati in una coda di cavallo, osservava i pesci che si avvicinavano alla finestra, in attesa.

Una volta certa che tutte le altre fossero addormentate.

Scese lentamente dal letto e prese i suoi indumenti, correndo in bagno per cambiarsi.

Una volta pronta, fece per entrare in Sala Comune, ma vide un ragazzo dai capelli biondi dirigersi verso la porta che riconobbe immediatamente.

Quello era Abel Nott… ma cosa stava combinando? Evidentemente, stava raggiungendo il suo amichetto…

Una volta uscito, Delphini rimase un attimo ferma, in quanto non voleva correre il rischio che Abel tornasse e la vedesse in piedi, ma, una volta certa che era sparito, la ragazzina entrò in Sala Comune e, dopo essersi guardata intorno, sussurrò: “Asmodeus, sei qui?”

“Arrivo, arrivo…” fece una voce strisciante e, da sotto un divano di pelle, sbucò il serpente domestico della ragazzina, per poi avvicinarsi, strisciando a lei.

“Allora? C’è?” domandò Delphini, inginocchiandosi davanti ad Asmodeus, il quale negò con la testa e affermò, con un tono: “Ho cercato in quella maledetta Camera per ore, mentre tu ti divertivi alla festa, ma non ho trovato un fico secco che confermasse la tua teoria!”

“Povero serpente brontolone…” gli disse Delphini, con un sorrisetto divertito, mentre gli accarezzava la testa squamosa, dandogli un sacchetto pieno di carne “Ecco qua. Questo è un po’ di cibo della festa.”

Il serpente si mise subito a mangiare il cibo avidamente, mentre Delphini si avvicinava ad un muro di pietra in un angolo della Sala, la cui luce del camino non lo raggiungeva.

“Vuoi andare a controllare?” le domandò Asmodeus, guardandola, e la ragazzina ammise: “Certo. In fondo, un’occhiata in più non farà certo male…”

“Fa’ come vuoi… io me ne resto qui al calduccio!”

“Nessun problema.”

Una volta che fu davanti al muro, sussurrò, in serpentese: “Apriti.”

Immediatamente, si udì un rumore sordo e il muro cominciò a vibrare, mentre i mattoni si spostavano, mostrano un corridoio di pietra lungo e buio.

“Lumos.” Fece la giovane strega, tirando fuori la bacchetta, mentre alla sua estremità appariva una sfera di luce.

Delphini allungò la gamba per fare un passo, quando, alle sue spalle, sentì Asmodeus dire: “Aspetta, vengo con te.”

Voltandosi, Delphini osservò il serpente strisciare verso di lei velocemente e, una volta che fu di fianco a lei, gli domandò: “A cosa devo questo cambio d’idea improvviso?”

“Mi è venuto in mente che ci potrebbero essere dei topi nascosti nella galleria e ti ricordo che è da settimane che non ne mangio uno!”

“Ehi, non prendertela con me! E’ l’amichetta di Teddy che ha deciso di comprarsi un coniglio e io non voglio problemi con gli altri.”

“Ma dico, non poteva comprarsi uno stupido gatto, come tutti gli altri marmocchi del castello?”

“A quanto pare, non erano abbastanza coccolosi…”

“E tu come lo sai?”

“Perché è quello che non farei io. Io sceglierei un animale utile ed intelligente, proprio come te.”

“Grazie per il complimento.”

I due iniziarono a camminare e, dopo un po’, i due giunsero davanti ad un muro di pietra, ma Delphini, senza mostrare alcuna titubanza, appoggiò entrambe le mani sul muro e le spinse, rivelando un vano che conduceva ad un’enorme stanza, con la grande statua di un vecchio con la barba lunga.

“Vuoi rifare lo stesso percorso che tu e i tuoi amici avete fatto l’anno scorso?” domandò Asmodeus, avvicinandosi ad una colonna della sala, ma Delphini rispose, alzando lo sguardo in aria, come se stesse cercando di studiare il soffitto a volta sopra la sua testa, in cerca di qualche indizio: “No… rischiamo di perdere troppo tempo prezioso… il mio istinto mi dice che se c’è qualche passaggio è qui, da qualche parte…”

“E secondo te, dove sarebbe? Se qui ci fosse qualche passaggio, te ne saresti accorta…”

“O, forse, proprio perché era sotto i miei occhi non me ne sono accorta… un modo astuto per confondere il tuo nemico è fare qualcosa che lui non si aspetterebbe mai… di norma, un passaggio segreto dev’essere in un punto in cui non passa mai nessuno, ben nascosto… forse, Salazar Slytherin ha fatto tutto il contrario! Ha messo il passaggio in un punto ben visibile, che poteva finire sotto gli occhi di tutti…”

Immediatamente, Delphini sgranò gli occhi e, d’istinto, si voltò verso l’enorme statua del fondatore.

“…E una statua così grande del fondatore di questo posto finisce di certo sotto gli occhi di tutti…” concluse la ragazzina, avvicinandosi ad essa, seguita da Asmodeus, il quale, dopo aver osservato un attimo la statua, domandò: “Dove sarà il passaggio? Sai come aprirlo?”

“Credo che sia ad apertura vocale, come il passaggio in Sala Comune e nel bagno di Mirtilla Malcontenta… ma necessita del serpentese.” Meditò la giovane, per poi sussurrare: “Apriti.”

Inaspettatamente, non accade niente.

“Deve aver usato una parola d’ordine diversa per confondere le acque…” commentò Asmodeus e Delphini, sedendosi sul piede gigantesco della statua, si mise a riflettere: “Quale potrebbe essere?”

“Ricordati che non sappiamo se il passaggio segreto sia legato proprio alla statua… né tantomeno che la tua idea sia corretta…”

“Io sento che ho ragione e che la statua sia il filo conduttore di tutto! Ma quale sarà la parola che possa spostare questa dannata statua e rivelare il passaggio…”

Non appena ebbe pronunciato, Delphini ebbe un’illuminazione.

In un lampo, scese giù dalla statua con un balzo e si allontanò, esclamando: “Ho capito! Ora so qual è la parola d’ordine! Allontanati, Asmodeus!”

Non appena lei e il serpente furono abbastanza lontani, Delphini si girò verso la statua e sibilò: “Spostati.”

Subito, il terreno di pietra cominciò a tremare e la statua di Salazar Slytherin, la quale stava tremando tutta, si spostò lentamente di lato, rivelando un’apertura verso il basso.

Delphini si avvicinò all’apertura e, allungando la bacchetta con davanti un fascio di luce, come se fosse una torcia, cominciò a controllare cosa nascondeva.

La luce della bacchetta rivelò che l’apertura sembrava un pozzo senza fondo, da cui partiva una scala a chiocciola verso il basso, anche se non si riusciva a vedere la fine, dato che c’era così tanto buio da non vedere il fondo.

Incuriosita, Delphini prese un sassolino per terra e lo gettò nel passaggio.

Dovette aspettare più di un minuto, prima di sentire un tonfo.

“Allora, cosa facciamo, adesso? Scendiamo?” domandò Asmodeus, ma la giovane negò con la testa: “Meglio di no, sono già le due di notte, è ora di andare a dormire. Entreremo domani notte, mentre, durante il giorno, ne approfitteremo per prepararci quando li troveremo, in modo da evitare di lasciarci le penne.”

“Credi d’incontrarli?”

“E perché no? La squama che ha trovato Oliver l’anno scorso, me lo ha confermato.”

“Io non ne sarei così sicuro…”

“Sei solo nervoso al pensiero d’incontrarne anche solo uno.”

“Ovvio! Lo sai cosa significano per noi serpenti? Sono creature leggendarie a cui dobbiamo assoluto rispetto! In un certo senso, si tratta dei nostri sovrani…”

“Ho capito, ho capito, non preoccuparti… ci parlerò io, se li becco.”

“Guarda che non riuscirai a domarli solo col serpentese! Sono creature molto indipendenti e orgogliose. Faranno molto prima ad ucciderti…”

“Non dubito… ma il fatto d’incontrare per la prima volta da decenni una che parla la loro lingua li sorprenderà per un po’ e a quel punto ne approfitterò per parlargli.”

“Sei fin troppo sicura di te… fa come vuoi, ma se ci lasci le penne, poi non lagnarti con me.”

“Sta tranquillo…”

Delphini si girò di nuovo verso la statua e ordinò: “Torna come prima.”

Immediatamente, la statua, sempre tremando, tornò a coprire il passaggio, con una precisione perfetta.

 

Il ragazzino coi capelli rossi, il casco da pilota babbano e con un gigantesco uovo tra le braccia, stava camminando per i corridoi in punta di piedi, sperando di non essere beccato da Gazza e dalla sua stupida palla di pelo, tanto per fare dei nomi a caso…

Se proprio doveva essere sincero, stava cascando dal sonno, ma doveva trovare un posto caldo per l’uovo che aveva trovato, in modo che potesse schiudersi.

Era proprio curioso di quale creatura ci fosse al suo interno… con un po’ di fortuna, sarebbe stato un drago, una fenice, un’acromantula o una chimera, ma non gli sarebbe dispiaciuto un uccello magico come un diricawl… se fosse stato un uovo di gallina, avrebbe potuto farlo covare da un rospo, in modo da far nascere un basilisco… peccato che era evidente che quello che aveva tra le mani non era un uovo di gallina, dato che era troppo grosso e sembrava più fatto di granito… ma, magari, era proprio un uovo di basilisco!

Oh, non vedeva l’ora che si schiudesse… ma, intanto, doveva trovare un luogo caldo dove metterlo…

Mentre pensava, il ragazzino non si accorse di un’armatura proprio davanti a lui finché non ci andò a sbattere, facendola cadere e generando un gran baccano.

“Accidenti!” borbottò Gal, controllando immediatamente il suo uovo, tirando quasi subito un sospiro di sollievo: “Phew, meno male… è ancora tutto intero… che spavento…”

Non appena ebbe finito di parlare, sentì dei passi venire verso di lui e un fin troppo familiare miagolio.

“Porca miseria, è Gazza con la sua stupida gatta!” sibilò, nervoso, il ragazzino e, proprio in quel momento, a confermare la sua teoria, sentì la voce di Gazza che, con un ghigno, sussurrava: “Annusa, ciccina, annusa… lo troveremo quel furbetto che si diverte a violare il coprifuoco… e dopo useremo le catene del mio ufficio, che ne dici?”

Anche se era il discendente di Godric Gryffondor e fosse, per natura, un ragazzo molto coraggioso, non aveva alcuna intenzione di provare le catene di Gazza!

Pertanto, sempre facendo attenzione a non far cadere il suo prezioso uovo, Gal cominciò a correre come un matto per i corridoi del castello, sperando che l’uovo tra le sue braccia non gli scivolasse, rompendosi.

Dopo tutta la fatica che aveva fatto per portarselo a scuola di nascosto…

Mentre cercava di scappare, Gal notò di trovarsi in un corridoio che non aveva mai visto prima, ma, in quel momento, aveva decisamente altri pensieri per la testa…

Ad un tratto, notò una piccola porticina chiusa e, senza perdere tempo, lanciò l’incantesimo di apertura ed entrò dentro, con l’uovo tra le braccia, per poi chiudere a chiave la porta.

Rimase un attimo in silenzio, accostando l’orecchio alla porta, ascoltando i passi pesanti di Gazza, seguiti da quelli svelti di Mrs Purr, avvicinarsi sempre di più.

Il ragazzino sentì il suo cuore battere più velocemente del solito, come se volesse uscirgli dal petto, mentre il custode si avvicinava sempre di più al suo nascondiglio e, proprio in quell’istante, i passi si fermarono proprio davanti alla sua porta e Gal, terrorizzato, trattenne il respiro, ansioso.

Passò un minuto, poi un altro, un altro ancora… proprio quando Gal stava per uscire dalla stanza pur di farla finita con quella situazione snervante, sentì i passi di Gazza allontanarsi sempre di più.

Una volta che il silenzio ritornò a regnare incontrastato, Gal fece un sospiro di sollievo, scoprendo con sorpresa che, mentre aspettava che Gazza se ne andava, aveva trattenuto il respiro senza nemmeno rendersene conto, e si mise a guardarsi intorno.

Si trattava di una stanza di pietra piuttosto piccola, ma molto calda e, soprattutto, completamente vuota, fatta eccezione per una piccola torcia che illuminava l’intera stanza e di un quadro attaccato alla parete che mostrava un uomo addormentato e appoggiato ad una vecchia quercia in un prato verde e rigoglioso con un cappello parecchio brutto e vecchio, il quale era messo sul viso, in modo da impedire alla luce di colpirlo e di svegliarlo.

A confermare il fatto che il tizio del ritratto fosse profondamente addormentato, fu il fatto che da esso proveniva il suono di qualcuno che russava parecchio forte.

Gal appoggiò l’uovo per terra e si avvicinò al ritratto, per poi cominciare a toccare con l’indice la cornice, sussurrando: “Mi scusi…”

Per tutta risposta, il soggetto continuò a ronfare tranquillamente, come se non avesse sentito niente.

Vedendo che era impossibile svegliarlo, Gal fece per uscire, quando il suo stomaco cominciò a brontolare.

Anche se aveva mangiato parecchio durante il banchetto, aveva consumato molte energie a vagare per i corridoi e a sfuggire da Gazza…

“Uffa, che fame… vediamo se in tasca ho ancora qualcosa dei dolci che ho preso sul treno… magari mi aiutano a digerire…” meditò il giovane, infilandosi una mano in tasca, e, proprio in quel momento, una voce alle sue spalle esclamò, entusiasta: “Dolci?! Ne voglio uno anch’io!”

A causa dello spavento, Gal sobbalzò e, girandosi di scatto, puntò verso il tizio della voce, puntandosi, senza rendersene bene conto, una bacchetta di liquirizia.

Con sorpresa, si accorse che chi aveva parlato era l’uomo che stava dormendo nel ritratto.

Si era rimesso il cappello sulla testa e Gal notò che aveva i folti capelli rossi, proprio come la sua barba, e che aveva un grande sorriso sul volto, mostrando una serie di denti storti, i quali venivano mostrati con assoluto orgoglio.

Vedendo che Gal si era spaventato, l’uomo del ritratto si scusò immediatamente: “Oh, mi dispiace, scusami… non volevo proprio spaventarti… e pensare che Sal mi aveva persino avvisato di non farlo, perché avrei spaventato qualcuno…”

“Sal?” ripeté, incredulo, il rosso e l’altro annuì: “Sì, è il mio migliore amico. Veramente il suo nome completo sarebbe un altro, ma è troppo lungo e difficile, perciò finisce sempre che lo confondo e lo faccio arrabbiare. Così lo chiamo Sal, molto più pratico e facile da ricordare, perché devo solo pensare al sale e ho trovato il nome giusto. Però non è che gli piaccia tanto… quando lo chiamo così, si arrabbia anche più di prima.”

“Anch’io ho lo stesso problema con una ragazza di Serpeverde… ha un nome che è impossibile, perciò uso un soprannome molto carino, ma a lei non piace per niente e, anzi, mi da’ dell’idiota.”

“Idiota? Ma che significa?”

“Si tratta di un insulto che lei adopera fin troppo spesso… significa stupido o babbeo.”

“Non conosco il termine ‘stupido’, ma se equivale a ‘babbeo’, ho bene in chiaro cosa significa.”

“Sal ti chiama spesso così?”

“Fin da quando ha ripreso a parlare e finché non è morto, tutte le volte che lo vedevo, mi diceva sempre che ero un babbeo e un fuori di zucca, assieme a tutti gli insulti che gli venivano in mente… e anche prima, me lo scriveva sempre…”

“E’ identico a Delphi… letteralmente.”

“Se è di Serpeverde, non mi meraviglio… Sal ha sempre preferito gli studenti che possiedono un bel carattere, proprio come lui…”

“Senti, ma tu… sei Godric Gryffindor?”

“Certo, perché?”

Gal lo fissò a bocca aperta, sorpreso.

Quello che aveva davanti ai suoi occhi, era il suo antenato, Godric Gryffindor… uno dei fondatori di Hogwarts e il suo antenato… ma come doveva approcciarsi con lui? Non voleva di certo sembrare un imbroglione…

“Senta, signore…” incominciò il rosso, ma Godric lo bloccò, allungando la mano davanti a lui per fermarlo: “Non chiamarmi signore, figliolo. Se proprio devi usare un nome per parlare con me, usa Godric, anche se ne farei volentieri a meno…”

“Non ti piace il nome Godric?”

“Sì, non lo sopporto… è un nome così ridicolo e inutilmente pomposo… se solo avessi un soprannome… lo renderebbe molto più digeribile…”

“Oh, lo so… anch’io ho avuto lo stesso problema, identico.”

“Davvero?”

“Sì, i miei mi hanno chiamato Galahad, in onore di uno dei cavalieri della Tavola Rotonda, ma al giorno d’oggi, questo nome è così ridicolo e imbarazzante…”

“Non me ne parlare, figliolo… ero l’unico in tutta la terra ancora vivo con un nome simile… era il nome di mio padre, di mio nonno e tutta la compagnia bella… io non l’ho mai amato quel nome… l’unica che lo trovava carino era Helga, ma lei riusciva a sopportare tutto, anche quel brutto carattere di Sal… quand’è nato Lionel, la prima cosa che ho fatto, è stata quella di dargli un altro nome! Non avrei potuto condannare mio figlio alla stessa tortura… però sospetto che non gli piacesse tanto, perché si faceva sempre chiamare Nel con gli amici e anche quando è diventato cavaliere, assieme a Cadogan…”

“Io, come soprannome per sopportare il mio nome, ho scelto Gal.”

“Gal? E’ carino, i miei complimenti.”

“Se vuole, posso trovare anche per lei un soprannome…”

“Lo faresti davvero? Grazie, mi salveresti la vita, dico sul serio!”

“Figurati, Godric. Proverò a cercartene uno. Non sarà il massimo, ma…”

“Oh, credimi, Gal… per me, qualunque nome è meglio di Godric!”

“Però, mi tolga una curiosità… ha detto che suo figlio si chiamava Lionel?”

“Sì.”

“Che buffo… lo sa che ha lo stesso nome di uno dei cavalieri della Tavola Rotonda?”

“Lo so benissimo, quello era mio figlio.”

Sentendo quelle parole, Gal sgranò gli occhi, senza parole.

Il figlio del suo antenato era stato uno dei cavalieri della Tavola Rotonda?!

Non ci poteva credere… aveva proprio degli antenati valorosi ed eroici!

“Ah, il mio caro figliolo… uno dei cavalieri di re Artù… coraggioso, leale, valoroso… un vero Grifondoro! Ero così fiero ed orgoglioso di lui… peccato che aveva preso troppo da me…”

“In che senso, Godric?”

“Beh, secondo Sal, io avrei una… ‘tendenza a fare sciocchezze’… e, purtroppo, ne ho trasmessa tanta, troppa, a mio figlio… così alla fine, si è fatto cacciare dalla Tavola Rotonda, con grande dispiacere di Cadogan e Merlino… ma il mio ragazzo si è disperato? Nossignore! Da vero Grifondoro, come il suo vecchio, si è messo a girare per il mondo in cerca di avventure! Questa sua decisione mi ha reso molto più orgoglioso di quando è stato ammesso in quella corte! Peccato che Sal e Merlino non la pensavano allo stesso modo… ma, sai, ragazzo… tra Serpeverde ci si intende…”

“Merlino era un Serpeverde?!”

“Certo che lo era, ragazzo! E uno dei migliori! Era anche il secondo studente preferito di Sal… lui aveva occhio per gli studenti migliori…”

“E chi era il primo?”

“Il piccolo Henry… lo trovammo quando aveva solo sette anni, povero piccolo… era il garzone di un vasaio, che lo aveva preso a lavorare nella sua bottega dopo che i genitori erano morti per un’epidemia… ma quel lurido e spregevole individuo, lo maltrattava e picchiava in continuazione, approfittando del fatto che avesse una cattiva vista e che attorno a lui succedessero cose strane per via della magia… glielo abbiamo tolto subito e lo abbiamo portato qui. Rowena gli ha creato un paio di occhiali per poter vedere e Sal lo ha subito preso sotto la sua ala protettiva e, in poco tempo, quel piccolino è diventato la sua ombra… nessuno di noi ne è rimasto sorpreso quando Sal l’ha messo a Serpeverde, anche se aveva i genitori senza magia…”

“Cosa? Davvero? E come lo sapevate?”

“Ce lo disse Henry. Era sorpreso di scoprirsi un mago, dato che i suoi genitori non avevamo mai fatto un solo incantesimo… Fino a quel momento, Sal non aveva mai messo il figlio di due senza magia a Serpeverde, ma con Henry fece volentieri un’eccezione… c’era così legato… inoltre, erano entrambi abili a pozioni… passavano i pomeriggi a chiacchierare e a preparare pozioni…”

“Ma pensa te, non lo sapevo…”

“Eh, c’è tanto da imparare, figliolo…”

Non appena ebbe finito di dire quelle parole, Godric osservò a fondo Gal e domandò, incredulo: “Ma noi due ci conosciamo? Mi sembri familiare…”

“Diciamo che noi due siamo parenti…”

“Veramente? Sei un cugino della moglie di Lionel?”

“Ehm… no. Veramente, io sarei il suo discendente.”

“Il mio discendente?”

“Sì… l’anno scorso ho evocato quel suo incanto, ‘Il soffio del drago’ dalla sua spada.”

Fu come se Godric avesse appena scoperto che i suoi amici avevano fatto una festa a sorpresa per lui.

Rimase un attimo in silenzio, poi sulla sua faccia si stampò un largo e grande sorriso che mostravano tutti i suoi denti storti.

“Sei un mio discendente?! Non riesco a crederci! Questa sì che è una notizia meravigliosa! Già prima mi piacevi molto, figliolo, ma adesso… comunque, hai proprio ragione, assomigli davvero molto a Lionel, te lo giuro.”

“Anche mio padre doveva assomigliargli, perché mamma mi ha raccontato che assomiglio molto a papà, molto più di Lancy!”

“Oh, questa è davvero una notte fantastica! Non solo ho un po’ di compagnia dopo tanti anni, ma ho persino conosciuto un mio discendente! Dobbiamo assolutamente fare un banchetto!”

“Magari domani… intendiamoci, l’idea di un bacchetto m’interessa non poco, ma il fatto è che devo trovare un nascondiglio per il mio uovo…”

“Un uovo? Non dirmi che sei in grado di deporne uno…”

“No, l’ho trovato in una vecchia casa abbandonata, ma voglio vedere cosa succede quando si schiuderà… sono curioso di vedere se uscirà un drago o, magari, una chimera!”

“Potresti metterlo qui, Gal. In questa stanza non ci viene mai nessuno e, poi, è collegata alla fornace delle cucine, quindi il calore sale qui e l’aria è molto calda, purtroppo, ci vorrà un po’ più del solito perché esso venga schiuso, ma il cucciolo avrà abbastanza calore per campare. Tutto quello che ci serve, adesso, è un giaciglio.”

“Buona idea… oh, se solo avessi delle coperte…”

“Perché non le fai apparire con la magia?”

“Ah, già, è vero! Dimenticavo che sono a scuola, quindi posso farla.”

“In che senso non puoi fare magia se non sei a scuola?”

“I minorenni non possono fare magie fuori dalla scuola per legge. Non lo sapeva?”

“No. Quando avevo la tua età, facevo magie in continuazione ovunque, senza alcun problema… anche se Sal mi diceva sempre di non mostrare mai la magia davanti a coloro che ne erano privi.”

“Come mai? Temeva che uno di loro si facesse male per errore?”

“No, diceva che era più pericoloso per noi che per loro… e con tutto quello che ha vissuto, non mi meraviglia che lo pensasse…”

“Perché, che gli è successo?”

Inaspettatamente, Godric fece una faccia nervosa, come se avesse appena rivelato un tabù inconfessabile, ma, subito, l’uomo rispose: “Beh, è meglio lasciar perdere, in fondo non era niente… forza, prepariamo il giaciglio.”

Nel dire quelle parole, Godric tirò la bacchetta, ma non successe niente.

“Ehm, temo che gli incantesimi non abbiano effetto dentro i quadri…” gli ricordò Gal e Godric fece un sospirò: “Ah, già, dimenticavo… questa roba non esisteva quand’ero un fanciullo della tua età…”

Gal si tolse la felpa che si era messo per riscaldarsi e ci mise sopra l’uovo, cercando di coprirlo, per poi dire: “Domani porterò più coperte, non vedo l’ora di vedere cosa verrà fuori… speriamo che sia una creatura rara e molto pericolosa.”

“Hai proprio un coraggio da leone, proprio come me!”

“Grazie, dopotutto, sono il discendente della persona più coraggiosa che sia mai esistita!”

“Ma, veramente… non sono io la persona più coraggiosa che sia mai esistita.”

Sentendo quelle parole, Gal sgranò gli occhi e domandò: “Ma cosa dice? Tu sei il fondatore della Casa di Grifondoro, l’emblema stesso del coraggio… se c’è qualcuno che merita quel titolo sei proprio tu, Godric!”

“Ti ringrazio per i complimenti, Gal. In effetti, sono molto coraggioso… ma sopra di me, c’è un’altra persona, la persona più coraggiosa che abbia mai conosciuto in vita mia. Io non sarò mai al suo livello, nonostante quello che pensa la gente.”

“Adesso sono proprio curioso a mille… chi è?”

“Beh, si tratta di…” cominciò Godric, ma, proprio quando stava per pronunciare il suo nome, si udirono le vecchie campane suonarono tre rintocchi.

“Oh, cavolo! Sono le tre! Ho solo ancora quattro ore di sonno!” esclamò Gal, precipitandosi verso la porta, ma, prima di aprirla, si girò verso il quadro e pregò Godric, il quale lo fissava, basito: “La prego, tenga d’occhio l’uovo, tornerò domani con le coperte e il soprannome! Buonanotte, Godric!”

Subito, il giovane chiuse la porta, mentre il personaggio del quadro faceva un sorriso divertito e commentava: “Ho un discendente proprio niente male… mi piace!”

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Capitolo 40
*** Le eccezioni delle quattro Case ***


Capitolo 40: Le eccezioni delle quattro Case

 

“Gal, ma tu hai dormito, stanotte?” domandò, leggermente preoccupato, Christian, mentre Gal, intento a mettersi la divisa, facendo un grosso sbadiglio, mentre una piccola lacrimetta gli si formava sotto agli occhi, mugugnò: “Scì… perché me lo chiedi?”

“Perché hai una faccia, stamattina…”

“Sono sveglio, sono sveglio…”

“Sarà… comunque, ti avverto che stai facendo il nodo della cravatta al contrario e che hai saltato un bottone della camicia.”

Riaprendo leggermente gli occhi che gli bruciavano per la stanchezza, Gal si accorse che il cugino aveva ragione.

Stava facendo un vero e proprio disastro con la divisa.

Si affrettò a risistemarsi, per poi cominciare a mettersi le scarpe, le quali, inspiegabilmente, non s’infilavano.

“Ehi, Chris… mi sa che i miei piedi sono cresciuti troppo durante l’estate… non mi entrano più le scarpe…” dichiarò, voltandosi verso il cugino, il quale, alzando gli occhi al cielo, disse, con un tono leggermente lamentoso: “Non ti si sono cresciuti i piedi, Gal… molto semplicemente, hai messo la scarpa destra nel piede sinistro e viceversa.”

Gal abbassò lo sguardo e si accorse che Christian aveva ragione, si era messo le scarpe al contrario come un vero idiota.

Sospirando, si rimise a posto, meditando sugli eventi accaduti alcune ore prima.

Sembravano frutto di un sogno, così sfuggenti, così sfocati… o forse era solo la stanchezza che gli faceva quell’effetto…

Una volta che fu veramente a posto, Gal uscì dalla Sala Comune, per poi fermarsi di colpo.

Dato che i suoi amici appartenevano a Case diverse era un po’ difficile scegliere da chi andare per primo…

Fortunatamente, la soluzione arrivò nei panni di Athena che, proprio in quel momento, si stava dirigendo verso la Sala Grande, con gli altri Corvonero.

“Ehi, Athena! Aspetta!” esclamò Gal, avvicinandosi e la ragazza, dopo averlo osservato un attimo, domandò: “Ma hai dormito stanotte? Hai delle occhiaie…”

“Sì, lo so… è proprio di questo che vorrei parlare con te gli altri…”

“Non dirmi che te ne sei andato in giro per il castello.”

“Beh, un pochino… ma ho scoperto alcune cose parecchio grosse…”

“Va bene, allora andiamo al seminterrato di Tassorosso.”

Dieci minuti dopo, Teddy, Oliver e Delphini si erano uniti al gruppo e Gal stava raccontando del suo incontro notturno con il quadro del suo antenato, omettendo del fatto che si era messo a girovagare per castello per nascondere un uovo che aveva trovato, ma dicendo che era troppo curioso di vedere la scuola di notte.

Fortunatamente, dato che non era strano per lui fare cose del genere, ci avevano creduto tutti subito.

“…E questo è tutto!” concluse Gal, mentre Teddy domandava: “Secondo te, cosa intendeva Godric Gryffindor quando parlava delle esperienze che ha vissuto Salazar Slytherin?”

“Non ne ho idea, ma era evidente che doveva essere successo qualcosa di davvero grosso… come bugiardo fa proprio spavento.”

“Beh, questo spiegherebbe perché detestasse tanto i Nati Babbani… probabilmente, quando li vedeva, gli ricordavano le brutte esperienze… e, inoltre, il fatto che pensasse che fosse meglio non mostrare i propri poteri ai babbani perché era pericoloso per i maghi, doveva derivare proprio da esse…” fece notare Oliver, mentre Athena annuiva: “Niente di più probabile. Secondo me, quelle brutte esperienze con i babbani devono essergli accadute da bambino, dato che i traumi infantili sono quelli che creano più danno nella psiche di una persona, oltre ad essere quelli più duraturi… inoltre, il fatto che si fosse rifiutato di parlare per un periodo dev’essere dovuto proprio ad un trauma parecchio forte.”

“Può succedere davvero?” domandò, incuriosito, Gal e la Corvonero rispose: “Certo, ci sono numerosi casi documentati da degli psichiatri babbani.”

“Beh, io sono comunque curioso di scoprire chi sia la persona più coraggioso del mondo, superiore persino a Godric Gryffindor…”

“Boh… devo ammettere che mi sorprende che, secondo lui, ci fosse qualcuno che lo superasse in coraggio… ero convinto che nessuno fosse superiore a lui in quel settore…” ammise Teddy, mentre Gal esclamava: “Comunque, non sapevo che Merlino fosse di Serpeverde…”

“E allora, perché, secondo te, l’ordine di Merlino, Prima Classe, è di colore verde?” gli ricordò, con tono seccato, Delphini e Gal, facendole una linguaccia, rispose: “Pensavo che il verde fosse il suo colore preferito! Nella Sala dei Ritratti e nelle figurine delle Cioccorane indossa solo vestiti verdi! E poi, che ne so, di che colore sono i vari ordini di Merlino? La mia famiglia non ne ha mai ricevuto uno, neanche quello di Terza Classe!”

“Su, non litighiamo… siamo quasi alla sala grande…” li calmò Oliver e, proprio in quel momento, si udì una voce femminile urlare: “Teddy, aspettami!”

Sentendo quella voce, Delphini alzò gli occhi al cielo.

Non ci voleva un genio per capire a chi appartenesse quella voce…

Al contrario dell’amica, Teddy si voltò subito e con un gran sorriso, esclamò: “Ehilà, Vicky. Certo che sei mattiniera, di solito ti ci vogliono le cannonate per svegliarti.”

“Scusa, ho fatto un po’ tardi… volevo raggiungerti al Seminterrato di Tassorosso per farti una sorpresa, ma purtroppo la sveglia non ha funzionato… e meno male che la mia compagna di stanza mi ha svegliato o saltavo le lezioni… stupida sveglia!”

“Per caso te l’ha data tuo zio George, il proprietario dei ‘Tiri vispi Weasley’?” domandò Delphini, con un ghigno, e la ragazzina ammise: “Sì… e tu come lo sai?”

“Dovresti fare attenzione a quello che ti regala tuo zio…” commentò Delphini con un sorrisetto, mentre tirava fuori dalla borsa un foglio di carta che srotolò davanti a Victorie.

Apparteneva alla rubrica degli annunci pubblicitari della ‘Gazzetta del profeta’ e mostrava l’immagine di numerosi oggetti in movimento con sotto una didascalia, alcune di esse cerchiate con una biro nera, ma ciò che attirò la bionda fu quella più grande che mostrava delle sveglie accanto ad un tipo che dormiva senza suonare finché esso non si svegliava e andava nel panico non appena vedeva l’orario.

A confermare il sospetto che stava cominciando a germogliare nella mente di Victoire fu la grande didascalia sotto che recitava: “Siete stufi marci di essere sempre voi quelli in ritardo? Allora fate essere gli altri in ritardo! Con le sveglie finte dei ‘Tiri vispi Weasley’, per una volta sarete voi quelli in orario! Hanno l’aspetto di normali sveglie, solo che non suonano affatto! Prendetevi una bella rivincita contro tutti coloro che vi criticano per aver dormito troppo!”

“Dovevo saperlo che era uno scherzo!” sbottò, furiosa, la bionda, mentre Delphini rimetteva a posto il foglio, trattenendo a fatica le risate: “Proprio un bello scherzo coi fiocchi ti ha fatto… mi piace il suo senso dell’umorismo. La prossima volta che vado a Diagon Alley, ci faccio senz’altro un salto…”

“Mi sembrava strano che mi avesse dato proprio una sveglia, ma mi aveva detto che era da parte dello zio Percy per evitare di fare tardi a scuola e io ci ho pure creduto! Ma aspetta che lo vado a dire alla nonna…” continuò Victoire, furibonda, mentre Gal si avvicinava all’orecchio di Athena e Oliver e sussurrava: “Ci vediamo questo pomeriggio dopo le lezioni in biblioteca?”

“Certo, come mai?” domandò Athena, sospettosa, e il rosso rivelò: “Voglio assolutamente guardare nei vecchi libri e scoprirne di più su Godric, Lionel e l’uomo più coraggioso dello stesso Godric Gryffindor. Sono curioso, ecco.”

“Ottima idea, anch’io devo cercare una persona…”

“E chi?”

“Ti ricordi di quella donna di cui hai sentito parlare nella visione del ‘Soffio del drago’? Quella di nome Althea?”

“Certo che me la ricordo. E allora?”

“Sono certa di aver già sentito quel nome, da qualche parte, ma non mi ricordo dove… forse leggendo tra i vari libri della biblioteca…”

“Ci penseremo più tardi, adesso andiamo a fare colazione.” S’intromise Oliver, mentre Victorie sbuffava: “…E, inoltre, non ho nemmeno avuto il tempo per prepararmi decentemente! Guarda la mia divisa… e i capelli, poi! Oh, lo uccido lo zio George! Scommetto che si faranno tutti delle grandi risate in Sala Grande…”

“Oh, poverina… lascia che ti sistemi io…” ridacchiò Delphini, tirando fuori dal suo nascondiglio sull’avambraccio la bacchetta e domandò: “Come li vuoi i capelli? Sciolti o legati?”

“Beh, mi piacerebbe tenerli legati in una treccia…” propose Victoire e, non appena ebbe finito di parlare, Delphini mosse la bacchetta e, immediatamente, la cravatta dai colori giallo e rosso si legò in maniera perfetta, la camicia bianca s’infilò sotto alla gonna, le pieghe delle calze al nylon svanirono e i lunghi capelli biondi di Victorie si cominciarono a legare in maniera autonoma fino a formare una grossa treccia.

“Ecco fatto.” Esclamò la Serpeverde, nascondendo di nuovo la bacchetta, mentre Vicky ancora senza parole per ciò che le era appena accaduto, corse a controllare il suo aspetto attraverso il suo riflesso su un’armatura, scoprendo, con sgomento, che era assolutamente perfetto.

“Consideralo un ringraziamento per avermi fatto ridere stamattina con la faccenda dello scherzo di tuo zio. Ci vediamo.” Esclamò la Serpeverde, senza nemmeno aspettare una risposta da parte di Victorie, salutandola con la mano, non voltandosi a vedere la sua reazione, entrando nella Sala Grande, col suo solito passo calmo e nobile, subito seguita dagli altri, i quali erano ancora sorpresi da quanto era appena accaduto, cominciandosi a chiedersi se quello che era appena successo fosse stato solo frutto di un sogno.

Il gruppo, pertanto, si divise per andare ai rispettivi tavoli, non accorgendosi che Victoire stava seguendo di nascosto Teddy, ma, inaspettatamente, il ragazzo si girò e vedendola, le domandò: “Ma Vicky, cosa ci fai qui? Devi andare con Gal al tavolo dei Grifondoro.”

“Lo so, ma… potrei andare con te al tavolo dei Tassorosso? Solo per stavolta?”

“No, mi dispiace. Le regole sono regole. Non preoccuparti, potrai venire al mio tavolo a Natale, durante le vacanze.”

“Ma è tra tre mesi! Non voglio aspettare, io voglio stare con te, adesso!”

“Su, su… sii paziente, vedrai che il tempo volerà in un attimo.”

Sbuffando furiosa, Victorie si diresse verso il tavolo della sua Casa, sibilando insulti al Cappello Parlante, con gli occhi che mandavano lampi di rabbia.

“Non immaginavo che ci tenesse così tanto a finire a Tassorosso… chissà come mai le piace tanto la mia Casa…” si domandò Teddy, grattandosi i capelli blu, mentre Delphini gli rivelava, con un tono calmo simile a quello usato per spiegare come andava il mondo ai bambini: “Perché ci sei tu, testa di rapa.”

“Eh? Cosa intendi?”

“Indovina…”

“Ah, ho capito! E’ perché si sente insicura senza qualcuno che conosce… ma sono sicuro che non appena conoscerà Gal e Christian, si sentirà subito meglio.”

“Sarà un vero miracolo se quella mocciosa riuscirà ad accalappiarti… letteralmente…”

“Eh?”

Ignorando l’ultima affermazione dell’amico, la ragazzina si diresse verso il suo tavolo, sussurrando: “Mai visto nessuno più ignorante in materia amorosa…”

Nel frattempo, anche Gal corse ad unirsi al tavolo dei Grifondoro e, pochi minuti dopo, ricevette da Madama Bumb il foglio coi suoi orari e, non appena ebbe letto il primo nome dell’elenco, si mise ad urlare.

“Che succede, Gal?” domandò, preoccupato, Christian, girandosi di scatto verso il cugino e il rosso, mostrandogli il foglio, dichiarò: “La prima ora è Trasfigurazione, con Bennet! Per due ore di fila!”

“Accipicchia…”

“Morirò… è l’insegnante più odioso e antipatico di tutta Hogwarts… una vera e propria carogna!”

“Cinque punti in meno a Grifondoro.” Sbottò alle loro spalle, la voce offesa del professore in questione, il quale si stava dirigendo verso il tavolo degli insegnanti.

“Ed io che speravo di farmi una bella dormita alla prima ora…” mugugnò il ragazzino, mentre il cugino tentava di consolarlo: “Su, non fare così… magari, durante le vacanze estive si è un po’ addolcito…”

“In quale universo alternativo?”

 

“Bene, ragazzi. Tirate fuori le penne, le pergamene e i libri. Quest’anno inizieremo il nostro anno scolastico con l’incantesimo Revelio, utile per mostrare la vera natura di persone e oggetti trasfigurati, per poi passare ad imparare Reparo, con cui si riparano gli oggetti rotti, e Reparifarge, attraverso cui si annullano gli effetti di una trasfigurazione, cercando di arrivare alla fine dell’anno con la trasfigurazione da porcospino a puntaspilli. Come potete vedere, abbiamo un programma per quest’anno parecchio impegnativo, quindi iniziamo subito!”

Mentre Bennet, con un rapido movimento della bacchetta, faceva muovere il gesso, il quale cominciò a scrivere tutte il programma per il secondo anno, mentre i giovani Grifondoro presenti cominciando a tirare fuori gli strumenti, anche se un certo ragazzino coi capelli rossi, il quale stava tirando fuori gli strumenti con una faccia seccata.

Quando detestava Trasfigurazione… per non parlare dell’insegnante, poi… Bennet era un autentico incubo…

“Bene, chi mi sa dirmi quante sono le eccezioni nella trasfigurazione, secondo le leggi di Gamp?” domandò l’insegnate e, con grande sorpresa di tutti, Gal alzò la mano.

Vedendo ciò, Bennet alzò un sopracciglio e domandò: “Sandlers, sa la risposta?”

“Certo, professore!”

“Bene, allora risponda.”

“La risposta è nove!”

“E invece no, Sandlers. La risposta era cinque: sono cibo, amore, vita, informazioni e denaro. Comunque, apprezzo il tentativo, anche se errato.”

“No? Diavolo…” borbottò a sé stesso il ragazzino “Appena un minuto del primo giorno di scuola e ho già sbagliato una risposta… c’è un qualche premio per aver stabilito un record, professor Bennet?”

Sentendo quella domanda, tutti scoppiarono a ridere, mentre il professore, con uno sguardo parecchio furioso ed infastidito, rispondeva: “No, non c’è, Sandlers. E adesso faccia silenzio!”

Sbuffando per la seccatura, Gal tirò fuori dalla sua borsa un rotolo di pergamena e delle piume.

“Gal, guarda che sei ancora in tempo per metterle via…” gli sussurrò Christian, cercando di non farsi vedere dal prof, mentre Gal rispondeva: “Non ne ho altre.”

“Ma sono delle piume di piccione! Non vorrai sul serio usarle?!”

“Senti, Chris, guarda che ho preso la mia decisione. Ho già dovuto sopportare la lagna che mi ha fatto Delphini per queste piume!”

 

“Gal, si può sapere cosa stai facendo?” domandò, in un misto tra incredulità e disgusto, Delphini, guardando il giovane rosso con un casco da pilota babbano seduto sulla terra marroncina del minuscolo parco giochi della cittadina, il quale stava studiando con molta attenzione le piccole piume sparse sulla terra del parco, per poi risponderle, senza nemmeno voltarsi per guardarla: “Sto prendendo i miei articoli di cancelleria, ovviamente. Guarda quante piume ci sono, sparse per terra…”

“Quelle sono piume di piccione, cervello di gallina!”

“E allora? Sempre piume sono. Ai professori non importerà niente. Anzi, scommetto che non le riconosceranno nemmeno!”

 

“Sandlers… perché sta usando una piuma di piccione, per scrivere?” domandò la voce, ferma e gelida di Bennet alle spalle di Gal, il quale, cominciando a sudare freddo, si voltò lentamente, a guardare il giovane e severo professore di trasfigurazione.

Con aria nervosa, Gal si voltò e vide il professore che stava osservando la penna che aveva in mano.

Cercando di apparire tranquillo, il rosso spiegò: “Ehm… così… tanto per risparmiare…”

Per tutta risposta, il professor Bennet sussurrò, con un tono tagliente come quello di una lama sul ghiaccio: “Sandlers, si sbarazzi di quella robaccia, all’istante! Un minimo di decenza e d’igiene, che diamine!”

Poi, voltandosi verso Christian: “Brown, presti a Sandlers la sua piuma di riserva. In quanto a lei, Sandlers, una volta finite le lezioni, corra alla guferia per mandare un messaggio a sua madre chiedendole le piume che si comprano nei negozi, mi sono spiegato? Se entro un mese, non le avrà, sarò io ad informare la sua famiglia di questa sua bravata, quindi, fossi in lei, mi darei una mossa…”

Bennet si diresse verso la lavagna, non prima di aggiungere: “…E per finire, dieci punti in meno a Grifondoro.”

 

Se c’era una materia che Oliver adorava con tutto sé stesso era Erbologia.

Era rilassante stare a contatto con le piante, inoltre, esse erano creature, sia magiche che normali, che avevano bisogno di molte cure e di amore, proprio come gli animali e, proprio come loro, avevano un animo nascosto, pieno di sentimenti e di pensieri, anche se non sembrava.

Ma, purtroppo, solo poche persone erano in grado di cogliere la profondità e i sentimenti delle piante…

“Spero di non rompere un altro vaso, quest’anno…” borbottò Teddy, il quale era di fianco a lui, con indosso già il grembiule giallo per la lezione e in attesa, assieme a tutti i Tassorosso, fuori dalla serra 4, che la professoressa gli aprisse e li facesse entre, oltre l’arrivo dei Grifondoro, in quanto, quell’anno condividevano le lezioni insieme, e l’amico cercò di tranquillizzarlo: “Vedrai che non ti succederà… o, alla peggio, ne romperai meno dell’anno scorso…”

“Forse… l’anno scorso ne ho rotti cinquanta… e il primo vaso rotto è accaduto durante la seconda lezione…”

“Beh, te la sei comunque cavata egregiamente con la materia…”

“A parte i cinquanta vasi rotti, i nove sacchi di concime rovesciati per terra, la cassetta degli attrezzi fatta ribaltare per ben cinque volte… speriamo che, quest’anno, la maledizione della mia sbadataggine sia più controllata…”

Oliver diede un’occhiata all’orologio che portava al polso e commentò: “Fra poco dovrebbero arrivare i Grifondoro…”

“Ah, eccoli lì.” Esclamò Teddy, con sorriso, ma, tuttavia, esso scomparve e lasciò posto ad una faccia stupita.

Infatti, Gal si stava avvicinando alla serra, assieme ai suoi compagni, con una faccia a dir poco furiosa.

“Che è successo?” domandò, preoccupato, Oliver e Christian cominciò a spiegare: “Beh, l’ora prima avevamo Bennet… e lui ha capito subito la vera natura delle piume che aveva Gal…”

“Ah… e poi, come è andata a finire?”

“Il prof ha…”

“Basta chiacchiere! Tutti dentro, che dobbiamo lavorare!” li interruppe la professoressa Sprite, aprendo la porta della serra e facendo segno a tutti di entrare.

Per via della sua natura gentile, Oliver rimase indietro a tenere aperta la porta, mentre tutti entravano, chiacchierando.

Quando l’ultimo entrò, Oliver fece per chiudere la porta, quando gli parse che qualcosa di morbido e delicato gli avesse sfiorato la gamba.

Abbassò lo sguardo, ma non vide niente.

Avere intorno il serpente domestico di Delphini stava cominciando a giocarli brutti scherzi… adesso credeva persino che qualcosa l’avesse sfiorato.

“Ci siamo tutti? Ottimo.” Esclamò la professoressa, non appena tutti si furono avvicinati al tavolo, su cui c’era una pianta “Oggi ci occuperemo della Valeriana. Si tratta di una pianta le cui radici vengono usate per le pozioni. Il vostro compito, per oggi, è quello di trapiantarle nel vaso. Osservatemi con molta attenzione…”

Mentre osservavano la donna, Oliver si accorse, di nascosto, che Gal stava sbuffando, oltre ad avere ancora una faccia seccato e domandò, dolcemente: “Va tutto bene?”

“Massì, è solo che ho un prof davvero insopportabile…”

“Di cosa stai parlando? Che è successo?”

“Si tratta di quell’antipatico odioso del professor Bennet… non solo mi ha fatto buttare via le piume che avevo raccolto quest’estate, ma mi ha anche tolto dieci punti! Dieci! E solo per delle piume di piccione! Quanto lo odio… quand’era a scuola, doveva essere uno studente di Serpeverde, ci scommetto!”

“Non dovrebbe scommettere, Sandlers… anche perché, in questo caso, perderebbe.” S’intromise la Sprite, intenta a finire di trapiantare la pianta e Gal le chiese, incuriosito: “Cosa intende, professoressa Sprite?”

“E’ molto semplice, signor Sandlers… il professor Isaac Bennet, quand’era uno studente come lei, non era un Serpeverde, ma un Tassorosso.”

“EH?!?!” esclamò, senza nemmeno rendersene conto, Gal.

Era come se un masso intero gli fosse caduto addosso.

L’insegnate più severo, intransigente e temuto era stato smistato a Tassorosso, la Casa della lealtà, dell’uguaglianza e delle persone gentili?!

Uno come lui sembrava perfetto per la Casa di Serpeverde o, alla peggio, Grifondoro e Corvonero, ma Tassorosso… francamente era l’ultima Casa, dove avrebbe pensato di trovarlo…

“Ne… ne è sicura?” domandò, con un filo di voce, Gal e donna annuì: “Ma certo che ne sono sicura. Direi di conoscere gli studenti della Casa di cui sono direttrice, le pare?”

“I-in effetti…”

“Ottimo… allora, visto che ha capito, Sandlers, potrebbe fare silenzio, così finisco d’illustrare come ci si occupa delle piante di Valeriana?”

Intuendo che se voleva evitare di far perdere altri preziosi punti a Grifondoro, Gal decise di tacere.

“Molto bene, adesso prendete i vostri vasi e…” ricominciò la professoressa, ma venne interrotta da un rumore di un vaso che cadeva per terra e si rompeva.

Con un sospiro, la Sprite si girò verso colui che aveva fatto cadere il vaso e disse: “Lupin, l’avevo pregato alla fine dell’anno scorso, di fare attenzione con i vasi, perché stanno cominciando a scarseggiare.”

“Mi dispiace, professoressa… mi è scivolato dalle mani…” borbottò, imbarazzato, Teddy, guardando i cocci ai suoi piedi, mentre la professoressa commentava, sottovoce: “Tale madre, tale figlio… almeno è più tranquillo e ligio alle regole… fortunatamente ha preso da suo padre, in questo…”

Mentre raccoglieva i cocci con la scopa, Teddy mugugnò, esasperato: “Primo giorno di scuola e ho già rotto un vaso… sarà un anno molto duro e troppo lungo…”

 

“Non ci posso credere… il professor Bennet un Tassorosso! Se non me l’avesse assicurato la Sprite non ci avrei mai creduto… non sembra per niente un Tassorosso, quello!” esclamò, in un misto tra incredulità ed esasperazione, Gal, mentre spingeva i pesanti portoni della biblioteca.

“Beh, non è che gli appartenenti ad una Casa sono tutti uguali, tanto che sembrano fatti con lo stampino… guarda Kevin. E’ un Nato Babbano, eppure è stato smistato a Serpeverde… inoltre, è una delle persone più gentili che conosca!” gli ricordò Oliver, mentre si dirigevano verso ad un tavolo, dove c’era già Athena, la quale era intenta a leggersi un enorme volume, la quale, notando la faccia furiosa di Gal, domandò: “Che è successo?”

“E’ successo che ho appena scoperto che Bennet, l’insegnante che odio di più a scuola, è un Tassorosso! Riesci a crederci? Un Tassorosso!”

“Beh, ci sono molte eccezioni, Gal… Per esempio, noi Corvonero abbiamo avuto Uric Testamatta e non ne andiamo tanto orgogliosi...”

“Quello che ha creduto di essere morto perché i suoi Augurey cantavano durante un giorno di pioggia e ha provato a passare attraverso il muro, beccandosi una commozione celebrare?”

“Proprio lui… inoltre, una volta, volle dimostrare che sentire il canto dei Fwooper non rendeva pazzi…” aggiunse Athena, ma venne presto interrotta da Oliver, il quale esclamò, senza parole: “Ma il canto dei Fwooper rende pazzi sul serio! Lo saprebbero anche i fratelli minori di Victoire! Ma come diavolo gli è venuta in mente un’idea tanto sciocca ed irresponsabile?”

“E’ sempre stato un po’ matto… comunque, dopo tre mesi, si presentò al Ministero, dicendo che stava bene, nonostante il loro canto… peccato che aveva solo uno strano cappello sulla testa che si è scoperto essere un tasso morto!”

“Oh, che schifo, è pure poco igienico…”

“Come potete vedere, un elemento simile non mette in buona luce noi Corvonero… vero che siamo originali, eccentrici e particolari, ma non per questo siamo dei fuori di testa…”

“Sì, ma i Tassorosso sono gentili, leali e pazienti e Bennet è l’esatto opposto! Non è per niente gentile, leale non lo dimostra… e quanto alla pazienza, lasciamo stare, perché non ce l’ha per niente!” sbottò Gal, seccato, ma una voce austera e severa, ribatté, prontamente: “Lo dice lei, signor Sandlers!”

Con una smorfia di puro terrore, Gal si voltò lentamente e si trovò davanti all’insegnante di Trasfigurazione, con le braccia incrociate, il quale aggiunse: “Per sua informazione, ci vuole un’incredibile pazienza nel dover sopportare, ogni giorno, una miriade di ragazzini casinisti e insolenti come lei, nella speranza, anche se piuttosto remota, d’infilare qualcosa di duraturo nelle loro zucche vuote, senza andare in escandescenza tutte le volte! Cinque punti in meno a Grifondoro.”

Dopo aver detto ciò, Bennet si allontanò.

“Ma quello lì ce l’ha sempre con me?” domandò Gal, incredulo, e Teddy gli ricordò: “Dovresti ringraziarlo per non averti tolto più punti… non mi avrebbe sorpreso se l’avesse fatto…”

“Ah, con tutti i punti che ho perso in queste ore, i Grifondoro non hanno alcuna possibilità di vincere la coppa, quest’anno…”

Proprio in quel momento, la porta della biblioteca si aprì di colpo e comparve una Victoire trafelata.

“Vicky, che è successo?” le domandò, preoccupato, Teddy e la ragazzina, preoccupata, spiegò: “Non trovò più Creamy! L’avevo messa nella gabbia, ma ho dimenticato di chiuderla e lei è uscita!”

“Calma, calma… ti aiuto a cercarla. Dopotutto, non può essere uscita dalla Sala Comune…” la confortò il ragazzino, poi, voltandosi verso il gruppo, si scusò: “Mi dispiace… so che avrei dovuto aiutarvi, ma…”

“Non preoccuparti, va pure. Ce ne occupiamo noi.” Lo rassicurò Athena e Teddy fece un sorriso di profonda gratitudine.

 

“Piano, pianino… mi raccomando, toccagli la testa. Se gli caviamo un occhio, prima ci ammazza lui e, poi, la padrona. Lo sai com’è pericolosa quella da sola… non diamole un buon motivo per farci fuori.” Sussurrò Lester, nascosto dietro alle spalle, come una decina di ansiosi Serpeverde, Hugh, il quale aveva in mano un lungo bastone, cercava di toccare, usando quest’ultimo, la testa squamosa e verde del grosso rettile addormentato sulla poltrona di pelle nera della Sala Comune.

Con molta titubanza, Hugh toccò la testa del rettile, ma questo continuò a dormire tranquillamente.

Deciso a svegliarlo, il Serpeverde continuò a colpirlo col ramo, finché l’animale, seccato, aprì gli occhi brillanti e alzò la testa, ma dopo aver fatto uno sbadiglio di stanchezza, si riappisolò, come se non fosse successo niente.

“Da non credere! Questo serpente è un vero poltrone! E poi dicono che i serpenti sono il simbolo del male… non fanno altro che dormire e mangiare tutto il giorno!” borbottò Lester “Continua a punzecchiarlo col ramo, Hugh! Lui è l’unico che possa liberare la nostra Sala Comune da quella bestiaccia! In fondo, ci guadagniamo entrambi, no? Lui avrà la sua cena e noi riavremo la Sala Comune libera.”

Hugh allungò di nuovo il bastone e ripeté l’operazione, ma, stavolta, prontamente, il serpente lo afferrò con la bocca, rimanendo a penzoloni.

“Staccalo da lì!!!” urlò Lester e Hugh, terrorizzato, cominciò a muovere a tutta velocità, con la speranza che il rettile mollasse la presa, ma quello doveva avere un morso davvero resistente, alla fine, fu il Serpeverde a lasciare il bastone e quello cadde, assieme al serpente, sul divano, con un tonfo.

Visibilmente infuriato, l’animale alzò la testa e si mise a sibilare contro i disturbatori del suo sonno, facendoli arretrare per la paura, ma, quasi subito, il serpente si raggomitolò sopra il bastone e riprese a dormire.

“E adesso che facciamo?” domandò una ragazzina del primo anno, nervosa, e una voce maschile seccata domandò: “Perché non lo lasciate in pace, tanto per cominciare? Quando avrà fame, scenderà e gli darà la caccia.”

Tutti i presenti, si voltarono verso la voce e videro, seduto su una poltrona davanti al camino della Sala Comune praticamente deserta, Abel che leggeva un grosso volume, completamente incurante della situazione.

“Scusaci se vogliamo sbarazzarci di un topo il prima possibile!” ribatté Lester, infastidito, e, per tutta risposta, Abel fece le spallucce e domandò: “E perché, invece di usare quel serpente, non usate un gatto? Penso che qualcuno di voi abbia un gatto.”

“Da quando quella bestiaccia dormigliona ha iniziato gironzolare in Sala Comune, i gatti non ci vogliono più entrare!”

Proprio in quel momento, la porta del sotterraneo si aprì e comparvero due figure, quella di un ragazzo coi capelli neri e gli occhiali e una ragazza coi lunghi capelli d’argento legati in una coda di cavallo, la quale aveva una borsa carica, come al solito, di libri, i quali si fermarono a guardare, increduli, quella strana situazione.

“Che sta succedendo, qui? E si può sapere perché siete tutti vicini al divano dove sta dormendo il mio serpente, a parte Abel?” domandò, incuriosita, Delphini e un ragazzo del quarto anno spiegò: “C’è un topo gigante in Sala Comune.”

“Un topo gigante? Ma che assurdità…”

“E’ vero, invece! E’ il topo più grosso che si sia mai visto, ha il pelo tutto grigio e corre come una scheggia…”

“E adesso dov’è questo topo? E’ diventato invisibile?”

“Si è nascosto sotto a quella poltrona lì…”

Non appena ebbe ricevuto l’informazione che voleva, Delphini si recò dalla poltrona e, dopo essersi abbassata a guardare, esclamò: “Sì, in effetti c’è un topo parecchio grosso qua sotto… niente panico, bambini, adesso me ne sbarazzo…”

La giovane provò ad allungare la mano per afferrare l’animale, ma quello, avvertendo il pericolo, scappò alla sua destra, uscendo dalla poltrona e cominciando a correre per tutta la sala, facendo trasalire molti dei presenti.

Delphini si voltò e vide l’animale correre a tutta velocità nella sala… eppure c’era qualcosa di strano nella sua corsa… in alcuni momenti sembrava saltare, invece di correre… ma i topi non saltavano!

L’unico roditore legato ai salti che le veniva in mente era… ma non era possibile!

Si mise ad osservarlo meglio e, inaspettatamente, ebbe la conferma.

Era proprio lui… ma che ci faceva nella loro Sala Comune?!

Nel frattempo, Kevin, si mise ad osservarlo meglio l’animale che correva per tutto il sotterraneo ed esclamò: “Ma a me sembra che quel topo abbia le orecchie lunghe all’ingiù… i topi non hanno le orecchie così…”

“I topi no, ma i conigli sì. Quello è un coniglio. Anzi, per la precisione, è il coniglio di Victoire Weasley.”

“Il coniglio di Victoire? Ma cosa ci fa qui nella nostra Sala Comune? Dovrebbe trovarsi in quella della sua padrona… e, poi, come ha fatto ad entrare?”

“Boh, direi che adesso la nostra priorità è un’altra, ossia cercare di prenderlo.”

Nel frattempo, Creamy si era fermata al centro della stanza, muovendo in continuazione il nasetto e rimando perfettamente immobile.

“Ah, cosa ci vorrà a prendere uno stupido coniglio? State a guardare.” Ridacchiò Lester avvicinandosi, ma la coniglia, non appena fu vicino, schizzò via dall’altra parte della stanza.

“Non credere di scapparmi, brutta bestiaccia!” esclamò il ragazzino, ma il coniglio cominciava a correre a tutta velocità per la stanza, non appena si avvicinava, mentre le lunghe orecchie si muovevano come delle ali.

Vedendo che era difficile prendere Creamy e, che soprattutto, era un coniglio, tutti gli altri Serpeverde, tranne Abel, si mise a tentare di prenderla, ma essa riusciva sempre a sfuggire a tutti, tanto che più di un Serpeverde perse l’equilibrio e cadde rovinosamente per terra.

Finalmente, una studentessa del quinto anno riuscì a prenderla, ma Creamy cominciò a muoversi a tutta velocità per divincolarsi e, alla fine, riuscì a sfuggire dalle mani della ragazza, e cadde per terra.

Per un attimo, tutti i presenti, temettero che l’animale fosse morto per via del volo che aveva fatto, ma la coniglia si rimise di nuovo in piedi e, dopo aver arruffato un attimo il pelo, riprese a correre senza fermarsi.

Alla fine, Creamy si avvicinò ad una poltrona e venne afferrata da una presa salda.

“Ecco qua il coniglio. Restituitelo alla padrona e ditele di fare attenzione a non perderlo di nuovo.” Sbuffò Abel, dando il coniglio a Delphini.

“E adesso? Che ce ne facciamo di quell’animale pestifero?” domandò Lester, massaggiandosi la gamba, mentre una ragazza coi capelli rossi raccolti in due trecce e le lentiggini, proponeva: “Diamolo da mangiare al serpente!”

“Sì, gran bella idea, Mafalda… così poi quella biondina viene davanti alla nostra porta a strillare per mezz’ora perché le abbiamo ammazzato il roditore! Glielo vado a riportare, sperando che la prossima volta ci stia più attenta! Ci vediamo dopo!” concluse Delphini, uscendo dal sotterraneo e con in braccio il coniglio, seguita a ruota da Kevin.

“Senti, Delphini…” fece notare, con voce flebile e timida, Kevin “…Ma come pensi di entrare nella Sala Comune dei Grifondoro? Non conosciamo la loro parola d’ordine…”

“Non preoccuparti, ho già pensato ad una soluzione…”

Delphini si guardò intorno, finché non notò uno studente del primo anno con la divisa di Grifondoro, il quale stava camminando in direzione inversa alla sua.

Una volta che fu di fianco, con un veloce movimento, Delphini lo afferrò per la cravatta rossa e gialla con una mano, mentre con l’altra continuava a tenere Creamy e avvicinandolo alla sua faccia, in modo da essere guardata direttamente negli occhi, il quale mostrava un’espressione dura, pronta ad uccidere, facendo sbiancare il povero Grifondoro, che cominciò a sudare freddo.

“Qual è la parola d’ordine dei Grifondoro?” ordinò, con un tono freddo e che non ammetteva repliche, e il povero ragazzino balbettò: “A… al… al…”

“Spicciati, marmocchio. Non ho tutto il giorno, devo consegnare un coniglio.”

“Ali di fata…”

“Grazie, sei stato davvero gentile.” Lo ringraziò la Serpeverde, con un tono piatto, come se stesse dicendo una frase di circostanza, lasciando andare la cravatta del ragazzino, ancora traumatizzato, il quale pensò: “Come se mi avesse dato scelta…”

Dopo averlo lasciato andare, Delphini si girò verso Kevin e gli rispose, con un sorriso di vittoria: “Visto? Problema risolto.”

 

“L’hai trovata?” domandò, con parecchia preoccupazione, Victoire e Teddy scosse la testa: “No, nei dormitori maschili non ce n’è alcuna traccia.”

Con la faccia stravolta e preoccupata, Victoire si lasciò cadere su una poltrona rossa, sussurrando: “Non è né in Sala Comune né nei dormitori femminili… dev’essere uscita… e magari ha incontrato un gatto che… che…”

Immediatamente, Teddy si sedette di fianco a lei e le mise un braccio attorno alle spalle, rassicurandola: “Ma no… vedrai che sta bene. I conigli sono vivaci e intelligenti… riusciremo a ritrovarla, te lo prometto.”

Proprio in quel momento, la porta si aprì e tutti si voltarono per vedere chi fosse appena arrivato e sgranarono gli occhi, in quanto i due che erano appena entrati indossavano una divisa verde e argento, la quale creava non poco contrasto con i colori rosso e oro che abbondavano notevolmente nella Sala.

“Delphini? Kevin? Ma come siete riusciti ad entrare voi due?” domandò, incredulo, Teddy, sgranando gli occhi, ma Delphini si diresse a grandi passi verso Victoire e, allungando il peluche grigio che aveva in braccio, le disse: “Sta attenta al tuo coniglio, la prossima volta. Non garantisco un’altra volta sulla sua incolumità.”

Per tutta risposta, Victoire osservò, con incredulità, Creamy, la quale muoveva il nasino, unico gesto che faceva supporre che fosse viva, per poi prenderla in braccio, e ringraziarla: “Grazie, grazie. Non sai quant’ero in pensiero… ma dov’era finita?”

“Se te lo dicessi non mi crederesti mai…” fu tutto quello che rispose l’altra, per poi voltarsi verso Kevin, domandandogli, indicando con la porta con un cenno della testa: “Torniamo al sotterraneo? Direi che qui il nostro lavoro è concluso.”

“C-certo…” borbottò Kevin, mentre si risistemava gli occhiali, seguendo a ruota la compagna di Casa e sparendo dall’altra parte del ritratto.

 

“Mmh, niente da fare… l’unica cosa che ho trovato sul nome Althea è il suo significato… ossia che deriva dal nome greco Altheia, infatti prende il nome di un personaggio mitologico che si uccise dopo essere stata l’artefice della morte del figlio Melegrao, che aveva ucciso tutti i fratelli della madre, la quale deriva a sua volta dal vocabolo ‘Althos’, ossia ‘cura’. Pertanto, la traduzione del nome potrebbe essere ‘Colei che cura’ o ‘Colei che guarisce’.” Commentò Athena, chiudendo l’ennesimo ed enorme libro che aveva in mano, mentre Oliver aggiungeva: “Non mi meraviglia. Dopotutto, quella pianta, fa parte della categoria della malva, la quale è spesso stata usata in passato per creare decotti curativi e calmanti, anche per i greci era considerata sacra e le popolazioni celtiche credevano che mettere i suoi semi sugli occhi del defunto, avesse la capacità di tenere alla larga gli spiriti cattivi e di aprire le porte del Paradiso. Oggi, la malva è uno degli ingredienti principali della creazione di dentifrici, colliri, creme e saponi. Inoltre, nel linguaggio dei fiori, la malva simboleggia l’amore e la comprensione materna.”

Non appena ebbe finito di parlare, si accorse che Athena lo stava guardando con espressione ammirata e arrossì per la vergogna, abbassando lo sguardo.

“Capperi, Oliver, non credevo che fossi così esperto di piante e vecchie tradizioni…” esclamò, alla fine, la ragazzina, rompendo il silenzio imbarazzante, mentre Oliver farfugliava, ancora rosso come lo stemma del Grifondoro: “Non sono proprio un esperto… diciamo che l’argomento m’interessa molto… ecco tutto…”

Proprio in quel momento, da dietro ad uno scaffale spuntò la testa rossa con un vecchio casco di Gal, il quale, con un enorme sorriso, domandò: “Trovato qualcosa su Lionel?”

“Sì, ho trovato qualcosa d’interessante… Lionel ha origine medievale e significa ‘Cucciolo di leone’ o ‘Piccolo leone’… vi ricorda qualcosa?” domandò, con aria divertita, Athena e Gal commentò: “Godric doveva proprio avere una grande passione per i leoni… non solo ha scelto un leone come stemma della sua Casa, ma ha anche chiamato suo figlio con un nome con dentro la parola leone… e poi la gente dice che Salazar Slytherin aveva la fissa dei serpenti…”

“A ciascuno il suo…”

“Beh, comunque, ragazzi, ho preso in prestito un libro dalla biblioteca a dir poco fantastico! Vado alla mia Sala Comune a leggerlo!”

“Ricordati di restituirlo, poi…”

“Nessun problema!” esclamò, con un grosso sorriso, Gal, uscendo dalla biblioteca.

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Capitolo 41
*** Il segreto della Camera dei Segreti ***


Capitolo 41: il segreto della Camera dei Segreti.

 

Nella sala umida, buia e fredda, piena di ornamenti con dei serpenti dei pietra, c’era un silenzio di tomba e ad eccezione di qualche squittio di qualche topo, finché un muro della stanza si spostò, all’improvviso, da un lato, rivelando un lungo corridoio, da cui uscirono una ragazzina coi capelli argentati e un serpente dalle scaglie di un verde lucente.

La giovane si avvicinò alla gigantesca statua di Salazar Slytherin e ordinò, con un sibilo: “Spostati.”

Subito, la statua si spostò, rivelando una lunga e larga scalinata che scendeva verso il basso.

“Bene, andiamo.” Ordinò la giovane al serpente e lui le ricordò: “Ti ricordo che se li guardi negli occhi, schiatti.”

“Lo so, Asmodeus. Infatti, so cosa mi aspetta e sono pronta ad affrontarli!”

“Contenta te…”

La giovane scese le scale il più velocemente possibile, seguita a ruota da Asmodeus e, dopo un tempo che parve interminabile, essi raggiunsero la fine della scalinata, giungendo in una grande sala, il cui pavimento era a scacchi, mentre il soffitto era fatta a volte.

Senza perdere tempo, Delphini tirò fuori un fazzoletto e lo piazzò davanti agli occhi, mentre il suo serpente domandava: “E adesso che si fa?”

“Aspettiamo. Sono certa che non ci vorrà molto…”

Infatti, pochi secondi dopo, Delphini sentì qualcosa strisciare verso di lei e, quando si accorse che era sempre più vicino, sibilò: “Fermo lì!”

Di colpo, la creatura, si fermò di scatto e sussurrò, allibita, con una voce femminile: “M-ma tu… tu chi sei?! Hai la sua stessa energia, la riconosco benissimo… inoltre, lo parli! Come… come puoi…?!”

“Beh, diciamo che una delle mie migliori abilità è il fatto che lo parlo… senti, non è che potresti chiudere gli occhi? Vorrei tornare a vedere, ma hai uno sguardo molto particolare…”

“Io… sì, lo farò…”

Dopo qualche secondo, Delphini domandò ad Asmodeus: “Ehi, li ha veramente chiusi gli occhi?”

“Sì, sta tranquilla…”

“Va bene, ma se mi hai mentito, ritorno come fantasma, solo per romperti le scatole.”

Delphini si tolse la benda dagli occhi e, dopo un qualche secondo, aprì i grandi occhi neri ed osservò l’enorme creatura serpentina con gli occhi chiusi e delle piccole punte sulla testa, la quale stava a qualche metro di distanza da lei, nascondendosi dietro ad una colonna del lungo corridoio.

Con un passo calmo e tranquillo, la giovane si avvicinò alla creatura e domandò: “Ciao… come ti chiami?”

“Il mio nome sarebbe Scintilla… ma sono anni che nessuno mi chiama per nome…”

“Immagino… ce ne sono altri come te qua sotto?”

“Sì, parecchi… lui diceva sempre che eravamo più numerosi delle stelle in cielo.”

“Lui chi?”

“Il nostro benefattore. Colui a cui dobbiamo tutto: un rifugio, un luogo dove vivere in pace, senza dover temere di essere attaccati ed uccisi da un momento all’altro… è così che la nostra comunità ha potuto prosperare in pace, senza alcuna minaccia, per molti anni ed è per questo che noi Basilischi l’abbiamo premiato con la nostra più grande riconoscenza… ossia che nessuna creatura serpentina osi minacciare o toccare lui o la sua famiglia. Tu hai quella stessa energia e onorificenza… inoltre, parli la nostra lingua, proprio come lui. Sei per caso una sua discendente?”

“Boh, forse… a dire la verità, non ne ho la più pallida idea… sai com’è, Scintilla, non ho ancora capito da chi ho ereditato la mia capacità di parlare ai serpenti… comunque, dove sono i tuoi simili?”

“Stanno dormendo alla fonte.”

“Ottimo… sai indicarmi dov’è?”

“Prosegui lungo il corridoio finché non arrivi ad un arco.”

“Sei sicura che stanno dormendo?”

“Sì, il mio turno di guardiana terminerà tra novant’anni. Prima di allora, non si sveglierà nessuno.”

“Ok. Andiamo, Asmodeus.”

La ragazza e il serpente camminarono nella direzione indicata da Scintilla, mentre i passi di Delphini rimbombavano nel pavimento di marmo.

Finalmente, i due giunsero all’antro e, senza aspettare un attimo, i due lo oltrepassarono, ritrovandosi in una stanza afosa e con il suono di una cascata sul sottofondo.

La ragazzina fece solo un passo e, immediatamente, notò un enorme serpente con un pennacchio rosso sulla testa che sembrava formare una corona sulla testa che ronfava beatamente.

Spostando lo sguardo, Delphini notò tantissime creature, identica a quella addormentate, sia col pennacchio sulla testa oppure no, tutte intente a dormire dalla grossa.

Facendo attenzione a non calpestarle si diresse verso il suono della cascata e trovò un’enorme vasca a forma circolare, riempita dall’acqua che proveniva dal soffitto e al centro del lago vi era un isolotto dove c’era qualcosa di dorato.

“Vuoi avvicinarti?” domandò Scintilla, la quale, sempre tenendo gli occhi chiusi, aveva seguito Delphini e quest’ultima: “Certo. Come si fa?”

“Saltami in groppa.”

Delphini fece come le era stato detto e Scintilla e si aggrappò alla pelle squamosa della creatura, cercando di non farle male.

“Pronta?” domandò Scintilla e la ragazzina annuì: “Pronta.”

Scintilla strisciò verso il lago e, con grazia ed eleganza, cominciò a solcare l’acqua smeraldina come una barca.

“Non sapevo che voi basilischi sapete nuotare…” commentò la ragazzina, mentre Scintilla ribatteva: “Beh, tutti i naturalisti che hanno avuto a che fare con noi, sono morti nemmeno cinque secondi dopo averci visto…”

“Già, immagino che ci siano parecchie cose che non si sa su di voi…”

Pochi secondi dopo, Scintilla attraccò con delicatezza sul piccolo isolotto di pietra e, con un movimento fulmineo, Delphini saltò giù dalla groppa del Basilisco e si avvicinò alla statua d’oro situata al centro della piccola isola: rappresentava un uomo coi capelli lunghissimi e lisci, il quale aveva messo la mano sinistra sulla spalla di una donna coi capelli mossi con in braccio un bambino piccolo che sembrava appena nato, le cui bracciane si allungavano verso entrambi i genitori, i quali stavano entrambi sorridendo dolcemente.

Attorno alla statua c’erano innumerevoli fiori bianchi, i quali si arrampicavano attorno alle figure, come a voler formare una cornice attorno alla famiglia.

“Quello è il nostro protettore e la sua famiglia.” Raccontò Scintilla e Delphini avvertì dal tono malinconico della creatura che qualcosa di davvero brutto era accaduto a quella famiglia, anche se sembravano così felici…

“Cosa gli successe?” domandò la giovane e il serpente raccontò: “Non conosco tutta la storia, perché è accaduta quando io avevo solo dodici anni… un giorno, per qualche motivo che tutt’ora ignoro, la moglie del nostro protettore e sua figlia morirono… e dire che lui era così felice… ricordo ancora com’era emozionato all’idea di diventare padre… non si staccava un attimo dalla sua compagna e poi quando nacque la piccola era così felice… ce la fece conoscere subito… era così piccola e dolce… fummo devastati quando lui ci disse che erano entrambe erano morte… ma quello che fu il più distrutto di tutti fu proprio il nostro signore… fece costruire questa statua in ricordo della sua famiglia perduta, mentre, lui diventava sempre più chiuso in se stesso… poi, alla fine, decise di sigillarci qui dentro per i successivi secoli, facendoci addormentare tutti con un potente incanto in modo che non morissimo…”

“Eppure tu sei sveglia…”

“Ha fatto in modo che uno di noi restasse sveglio per un secolo intero per tenere alla larga eventuali intrusi e, allo scadere di esso, uno di noi si risveglia e prende il posto di guardiano, mentre l’altro torna a dormire.”

“Davvero intelligente… senti, non sai altro su quello che accade alla famiglia del vostro protettore? Come morirono la moglie e la figlia?”

“Non ne ho idea. Forse mia madre l’avrebbe saputo, ma lei non venne sigillata qui dentro… temo che sia morta anni fa…”

“Già… quando intendi tua madre, intendi la madre tua e di tutti i basilischi qui dentro?”

“Sì. Nostro padre fu ucciso svariati anni prima della nostra nascita da dei babbani, i quali credevano che fosse un messo del diavolo, quindi attaccarono il loro nido, dove si stavano preparando per dare al mondo i loro figli… nostro padre rimase indietro per permettere a nostra madre di scappare e loro… secondo nostra madre… loro… prima lo accecarono e, poi… poi… lo uccisero… e usarono la sua pelle come un… un trofeo di caccia…”

Delphini vide che due grosse lacrime stavano uscendo dagli occhi della creatura e che, una volta cadute per terra, fecero nascere due splendide rose, una di colore bianco, mentre l’altra rossa.

D’istinto, Delphini si mise ad accarezzare la pelle di Scintilla, confortandola: “Dev’essere stato tremendo per tutti voi…”

“Soprattutto per nostra madre… fu devastata dalla perdita di nostro padre… più di una volta la sentii dire al nostro benefattore che se le fosse stato possibile, avrebbe ucciso personalmente qualunque babbano sulla terra o qualunque cosa fosse collegata a quei mostri fanatici…”

“Immagino… e, quindi, fu il vostro benefattore a salvarvi?”

“Sì, era da quelle parti, quando seppe quello che i babbani volevano farci… salvò nostra madre e la portò in questo posto, in modo da deporre le sue uova in grembo, nascondendoci in modo che i nascituri fossero al sicuro. Una volta che fummo nati, si mise alla ricerca del corpo di nostro padre e non appena la sua pelle finì nelle sue mani, la bruciò, in modo da dargli una degna sepoltura.”

“Molto carino da parte sua…” commentò Delphini sfiorando con delicatezza la statua d’oro, per poi domandare: “Senti, c’è un modo per risvegliare tutti i basilischi quaggiù?”

“Sì, devi dire ‘Svegliatevi tutti’ nella nostra lingua madre… ma non te lo consiglio. Verresti colpita da un milione di sguardi letale e dubito che riusciresti ad evitarli…”

“Immagino… senti, come faceva il vostro benefattore a evitare di lasciarci le penne con tutti voi?”

“Ricordo che aveva creato una pozione che rendeva i nostri occhi innocui… ma non so dove trovare una ricetta del genere…”

“Beh, dovrei trovare qualcosa nel Reparto Proibito… io e Asmodeus andremo subito a dare un’occhiatina.”

“Perché devi sempre mettermi in mezzo?” protestò il serpente e la ragazzina, prontamente, rispose: “Perché ho bisogno di qualcuno che faccia il palo e di certo non posso usare Scintilla… inoltre, grazie al fatto che nessuno sa che sono una rettilofona, potrai mandarmi avvisarmi senza far sapere a Gazza che sono in giro…”

“Sai, a volte mi irrita quel tuo avere sempre la risposta pronta per tutto…” sbuffò Asmodeus e Scintilla, con un tono di pieno supporto, lo consolò: “Anche il nostro benefattore era fatto così… non immagini quanto desse fastidio a mio fratello Kraken…”

“Andiamo, Asmodeus. Devo trovare quel libro entro un’ora.” Li interruppe Delphini.

 

Gazza superò l’armadio delle scope, non accorgendosi che, al suo interno, c’era un ragazzino con un casco da pilota babbano, che stava cercando di trattenere il fiato.

Una volta che il guardiano se ne fu andato, Gal tornò a respirare di nuovo normalmente.

Era già la seconda volta in due notti che rischiava di farsi beccare dal vecchio custode… o imparava a fare più attenzione o non usciva più dalla Sala Comune…

Tuttavia, proprio quando stava per uscire, sentì un rumore di passi che veniva nella sua direzione… evidentemente, Gazza stava tornando indietro.

Provò a spostarsi da lato, in modo da appiattirsi contro la parete, ma colpì una scopa e quella cadde per terra, colpendo un secchio e facendo un rumore assordante.

Subito, il rumore di passi si fermò proprio davanti all’armadio e la porta venne aperta con uno scatto e Gal non poté fare a meno di trasalire, ma, quasi subito si calmò non appena notò chi aveva aperto la porta, ossia una faccia fin troppo familiare e che lui odiava con tutto sé stesso, con tanto di sorrisetto.

“Che cosa ci fai qui, Abel?” domandò, con un tono di stizza, Gal e quello, con un sorrisetto divertito, dichiarò: “Chi lo sa… faresti meglio a fare attenzione la prossima volta, se non vuoi che Gazza ti becchi… magari questa è la volta buona che vieni espulso…”

“E, invece, io resto qui! Alla faccia tua!” sbottò il rosso, facendogli una risentita linguaccia, mentre l’altro si allontanava, salutandolo: “Sì, certo… non appena la tua mammina saprà delle piume di piccione sono certo che ti vedrò di nuovo in giro. Ciao, ciao, furbone…”

“Io lo ammazzo quello…” sibilò Gal, mentre il suo volto si deformava in una faccia parecchio furibonda.

 

“Allora? Ti dai una mossa?” sbottò Asmodeus, mentre Delphini sbuffava: “Ho quasi finito!”

“Ottimo… non ne posso più di questo posto!”

“Invece di lagnarti, va a fare il palo.”

Delphini appoggiò la scala mobile su uno scaffale e, veloce come un lampo, si arrampicò su di essa, finché raggiungere lo scaffale più alto.

Puntando la bacchetta illuminata vicino ai libri, lesse con molta attenzione i vari titoli, per poi prenderne una decina, i quali li fece atterrare con molta delicatezza sul tavolo più vicino.

Ad un tratto, l’attenzione di Delphini fu presa da un libro vicino, intitolato ‘Serpentese: tutti i segreti di questa dote e i più famosi maghi conosciuti con questo potere.’

Doveva essere un segno del destino: l’anno scorso non era riuscita a trovare quel dannato libro da nessuna parte, anche perché era più interessata a libri sulle arti oscure e incantesimi e pozioni avanzate, di vitale importanza per superare il terribile test per diventare Auror… allora era proprio vero che trovi le cose, proprio quando smetti di cercarle…

La ragazzina allungò la mano verso il libro, ma, proprio quando stava per prenderla, sentì, a terra, il sibilo di Asmodeus: “Ehi, dobbiamo svignarcela! Il custode e il suo stupido felino spelacchiato stanno venendo qui!”

“Arrivo subito!” esclamò Delphini, scendendo prontamente dalle scale.

Ogni istante era troppo prezioso quando c’era di mezzo Gazza e la sua gatta… in fondo, poteva sempre andarlo a prendere domani.

Veloce come il lampo, la Serpeverde si fiondò nel passaggio segreto e, dopo qualche minuto di camminata, giunse alla Camera dei Segreti.

Una volta giunta, Delphini si buttò su una delle sue poltrone e cominciò a leggere con interesse il libro che aveva appena ‘preso in prestito’ dal Reparto Proibito.

Dopo un po’, esultò: “Ecco! Ho trovato qualcosa!”

“Cosa?” fece Asmodeus, mentre ficcava la testa in un pacchetto di patatine buttato per terra, con la speranza di trovare qualcosa da mangiare, e Delphini spiegò, mostrando una pagina: “Questa pozione può rendere inefficace lo sguardo mortale di un Basilisco per parecchi anni! Basterà qualche goccia sulle palpebre e potrò guardarli negli occhi senza alcun timore!”

“Vuoi davvero aiutarli?”

“Certamente.”

“Lo sai che, molto probabilmente, quella pozione ha degli ingredienti difficili da reperire e che è molto complessa da preparare. Se sbagli qualcosa, rischi davvero grosso.”

“Lo so, non sono mica stupida… ti prometto che farò attenzione.” Dichiarò Delphini, prendendo un pezzo di pergamena e cominciando a scrivere con molta attenzione i vari ingredienti e le procedure, per poi esclamare: “Beh, un ingrediente ce l’ho già.”

“Ah sì? E quale?”

“Veleno di serpente.”

“Eh?! Vuoi usare il mio veleno?!”

“Esatto, bello! Altrimenti dirò a Scintilla di mangiarti pure. Sai, ho sentito che i Basilischi possono mangiare i serpenti.”

“E va bene…” mugugnò Asmodeus, mentre Delphini, prontamente, gli avvicinava una boccetta alla bocca.

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Capitolo 42
*** I provini di Quidditch ***


Capitolo 42: I provini di Quidditch

 

Il ragazzo coi capelli blu era così immerso nei suoi pensieri da non accorgersi di un’armatura proprio di fianco a sé, prendendola in pieno e facendo cadere tutto.

“Oh, Teddy…” sospirarono, in un colpo solo, tutti i presenti, in quanto erano tutti troppo abituati al fatto che il ragazzino cadesse rovinosamente per terra, facendo cadere qualcosa nel mentre.

Massaggiandosi il naso, Teddy si rialzò, aiutato da Oliver, il quale ringraziò prontamente: “Grazie, non so proprio cosa farei senza di te, Oliver…”

“Prego.” Fu la risposta, come al solito mite e gentile, dell’altro, mentre lo accompagnava alla Sala Grande per fare colazione.

Mentre i due prendevano posto, Oliver diede un’occhiata al tavolo dei Serpeverde, per poi abbassare fulmineamente la testa, sotto al tavolo.

Teddy non ebbe bisogno di dare un’occhiata al tavolo dei Serpeverde per capire cosa, o, per essere precisi, chi, gli avesse provocato una tale reazione…

“Puoi stare tranquillo… Nat è troppo concentrata sul suo porridge per fare attenzione a te…” fece il ragazzino, mentre l’amico lo guardava con aria implorante, alzando leggermente la testa dal tavolo: “Veramente?”

“Certo, non ti mentirei mai su questo.”

“Senti, dimmi la verità… i miei capelli sono orribili, unti e spettinati, vero? Lo sapevo che avrei dovuto lavarmeli ieri sera…”

“No, tranquillo, stai benissimo.”

“E se alzasse la testa? Sono proprio davanti a lei… ci scommetto che riderà di me non appena mi vedrà… perché sono troppo grasso, troppo brufoloso, perché ho la pelle troppo secca e i capelli troppo unti! Uno come me la sfigurerebbe troppo… lei merita solo il meglio… con quella sua bellezza e quella sua voce da angelo…”

Se proprio doveva essere sincero, a Teddy Nat sembrava una ragazza normale, certo era molto carina, ma non la trovava una bellezza straordinaria e innaturale, come la definiva Oliver… inoltre, la sua voce non gli ricordava per niente quella di un angelo, ma quello di una caffettiera che fischiava, anche se, molto probabilmente, era dovuto solo al suo tono di voce aspro, scontroso e arrogante…

Non riusciva proprio a capire cosa vedessero in lei, gran parte dei suoi coetanei… a sentire loro, Nat era la donna più bella del mondo!

Certo che la gente sapeva essere davvero stramba…

“Che strano…” commentò Teddy e l’amico, la cui faccia era ancora ben nascosta sotto il tavolo, domandò: “Cosa?”

“E’ già la terza domenica che Kevin non viene a far colazione… non vorrei che qualcuno dei Serpeverde gli avesse fatto un brutto tiro…”

“Devono solo provarci! Se osano umiliare o dar fastidio ad uno dei miei amici, gliela faccia vedere io!” esclamò Oliver, balzando in piedi di scatto, mostrando un inaspettato carattere forte e battagliero, sorprendendo Teddy e tutti gli altri Tassorosso del tavolo.

Spostando lo sguardo, Oliver notò che tutti lo stavano guardando, compresa Nat e, veloce come il lampo, si nascose di nuovo sotto il tavolo, per non far vedere la sua faccia che, nel frattempo, era diventata di nuovo scarlatta, proprio come lo stendardo dei Grifondoro.

 

Kevin mise la mano nella sua borsa e prese una bacchetta di liquirizia, cominciando a mangiarla in silenzio, mentre col suo binocolo babbano teneva d’occhio tutto quello che succedeva nel campo.

Una volta che ebbe finito di mangiare il dolcetto, prese la sua bottiglietta di plastica e bevve un sorso di essa, per poi tornare a guardare, ignorando i morsi della fame.

In effetti, non era proprio il massimo stare in piedi fin dalle cinque del mattino per la terza volta di fila, per di più nascosto sotto agli spalti, a controllare che Bulstrode non avesse in mente qualche tiro mancino per impedirgli di far parte della squadra di Quidditch di Serpeverde, cosa di cui non dubitava affatto.

Avrebbe scommesso i suoi occhiali che piuttosto di avere un Nato Babbano nella squadra, avrebbe messo come cacciatore un Vermicolo.

Ma se sperava che questo gli avrebbe impedito di partecipare ai provini, beh, si sbagliava di grosso!

Quando voleva, sapeva essere davvero testardo…

“Ehi, stregone! Guardati le spalle! Non devi permettere al tuo nemico di avvicinarsi così tanto a te…” gli fece una divertita voce femminile alle sue spalle, mentre sentiva qualcosa di appuntito toccargli le spalle.

Il giovane, spaventato, si voltò di scatto e si trovò davanti al viso di Delphini, la quale aveva un sorriso divertito e gli stava toccando la schiena con l’indice, come se fosse una pistola o una bacchetta.

“Ti ho spaventato?” domandò la ragazzina e, subito, Kevin spostò lo sguardo, arrossendo violentemente: “N-no… affatto…”

Dandosi un’occhiata intorno, Delphini commentò: “Devo ammettere che il posto è molto carino e ideale per nascondersi… un perfetto nascondiglio segreto, i miei complimenti.”

“Ah, grazie…”

La giovane Serpeverde iniziò a camminare intorno, mentre i suoi passi, aggraziati e delicati, rimbombavano sul legno.

Ad un tratto, lo sguardo della giovane fu attirato da delle vesti color verdi sgargianti ed esclamò: “Toh, sta venendo la squadra di Quidditch di Serpeverde al gran completo…”

“Cosa?!” esclamò Kevin, prendendo immediatamente il binocolo e mettendosi a dare un’occhiata, per poi sbottare: “Lo sapevo! Lo sapevo che Bulstrode avrebbe tentato di fregarmi! Ma adesso gliela faccio vedere io!”

Veloce come il lampo, Kevin prese la sua vecchia scopa di seconda mano e, dopo aver rimesso a posto il binocolo e la bottiglietta di plastica, passò a Delphini la sua borsa, chiedendole: “Potresti portarla al mio dormitorio, per favore? Non vorrei che qualcuno me la rubasse…”

“Nessun problema.”

Kevin fece per scendere giù dagli spalti, quando la voce di Delphini lo fermò di nuovo: “Buona fortuna.”

Kevin si girò, incredulo da quanto aveva appena sentito e si mise a guardare in silenzio la splendida figura in piedi qualche gradino sopra di lui, che lo guardava con un’espressione algida e fiera, proprio come la sua postura, mentre il vento le muoveva i capelli argentati, come una principessa del nord o una regina del mondo delle fate, tanto che sembrava addirittura brillare di una luce propria.

“Beh? Ti decidi a raggiungere Bulstrode per fargli vedere di che pasta sei fatto o preferisci restartene qui a fissarmi come un pesce lesso?” gli domandò, all’improvviso, la ragazzina e, immediatamente, Kevin si riscosse da quella visione soprannaturale e cominciò a correre verso il campo, mentre Delphini rimase un attimo in silenzio, appoggiandosi con la mano sinistra ad una colonna di legno che reggeva gli spalti, mentre con l’altra teneva la stringa della borsa del giovane.

Nel frattempo, nel campo, Bulstrode stava sghignazzando a tutto volume, rivolto ai suoi amici: “Ho detto a quello stupido Nato Babbano che i provini della nostra squadra ci sarebbero stati la settimana prossima, dato che c’erano quelli della squadra di Grifondoro, mentre, in realtà, sono oggi! Figuriamoci se voglio uno come lui in squadra! Ah ah ah, vedrete che faccia farà quello lì quando scoprirà che l’ho fregato per bene… ci faremo di quelle risate…”

“Ehm, Finley…” esclamò, all’improvviso e senza parole, uno dei suoi compagni, indicando davanti a sé.

Finley Bulstrode alzò lo sguardo e, immediatamente, fece una smorfia che era un misto tra la seccatura e la sorpresa.

Davanti a lui, infatti, ansimante, ma con un’aria trionfante, c’era proprio Kevin.

“Dovresti vedere la tua di faccia, Bulstrode… piaciuta la sorpresa? Sai, ride bene chi ride ultimo!” esclamò, con un sorriso di malizia e vittoria, il ragazzino.

Di solito non era così arrogante e sfacciato, ma il tentativo d’impedirgli di accedere ai provini con quella carognata l’aveva proprio fatto infuriare.

Inoltre, gli dava una certa soddisfazione vedere la faccia di Bulstrode…

“Ehi, Finley, non c’è cascato…” commentò, incredulo, un altro ragazzo e il giovane capitano, dopo essersi ripreso dalla sorpresa, borbottò, adirato: “E’ meno scemo di quanto pensassi, glielo concedo… ma se spera che lo accetti in squadra si sbaglia di grosso! Farò tutto ciò che è in mio potere per buttarlo fuori a calci!”

Proprio in quel momento, uno studente coi capelli rossi che si sbracciava a tutta velocità, tenendo in mano una scopa, corse a perdifiato verso i Serpeverde, urlando: “Alt! Fermi! Stop! Ci sono anch’io per i provini!!!”

Tutti si voltarono, increduli, e il ragazzino, ansimante, disse: “Finalmente… ragazzi, che corsa… sono qui per il provino per il ruolo di cercatore…”

Alzando lo sguardo, però, il ragazzo sgranò gli occhi e domandò, indicando la verde uniforme della squadra: “Scusate, ma perché avete indosso una divisa verde? Credevo che fossero i Serpeverde quelli con la divisa verde, mentre i Grifondoro ce l’hanno rossa…”

“Gal… temo che tu abbia leggermente confuso le date dei provini… a quanto pare, oggi ci sarebbero i provini della squadra di Serpeverde…” gli spiegò, un po’ imbarazzato, Kevin e il rosso fece un semplice “Oh.”

Tuttavia, quasi subito, Gal fece un grosso sorriso e dopo aver salutato tutti i presenti con la mano, esclamò: “Beh, non importa! Buona fortuna, gente! Se passo i provini, ci vediamo in campo! Torno ad occuparmi del mio uovo, ciao!”

Mentre si allontanava, tra lo sgomento e l’incredibilità generale, un battitore si avvicinò a Finley Bulstrode e gli domandò, sottovoce: “Ma chi è quel matto?”

“Galahad Sandlers, il fratello minore di quell’odioso e saccente prefetto di Grifondoro.”

“Aspetta, non sarà mica quell’idiota che se ne va in giro con quell’assurdo e vecchio cappello babbano?!”

“Proprio lui… è un po’… toccato.”

“Sai, mi è sembrato che stesse parlando di un uovo…”

“Ignoralo. Te l’ho detto, quello è matto da legare!”

“Chissà come diavolo ha fatto a finire a Grifondoro, fuori di testa com’è… credevo che finissero tutti a Corvonero…”

“Mah, l’anno scorso il Cappello Parlante dev’essere andato in tilt… guarda là cosa ci ha mollato…” sbottò il Capitano, indicando col pollice Kevin, il quale finse di non aver sentito, anche se strinse il manico della scopa, furioso.

Come si permetteva di considerarlo inferiore agli altri Serpeverde, solo perché era un Nato Babbano?! Gliel’avrebbe fatta vedere… o, se gliel’avrebbe fatta vedere…

 

Con delicatezza, Athena spinse il portone del Club della Sfinge e, immediatamente, vide un’enorme stanza oscura con un ritratto di Merlino alle pareti e un’enorme rappresentazione dei vari pianeti.

Ma ciò che attirò immediatamente la sua attenzione furono gli immensi e colmi scaffali di libri.

La Corvonero li osservò, trattenendo il respiro e con un enorme sorriso, come se temesse che al minimo rumore quella visione scomparisse nel vento.

“Ehilà! Ciao, Athena!” esclamò un’allegra voce familiare, proveniente da una voragine davanti ad uno scaffale.

La ragazzina si avvicinò al bordo incuriosita e vide Jacob, il Prefetto di Corvonero, su una scala della voragine, con in mano un vecchio volume, mentre con l’altra si teneva ben aggrappato alla scala d’oro.

Nonostante la scomoda posizione e il fatto che fosse sospeso a centinaia di metri da terra, il ragazzo si sentiva perfettamente a suo agio.

“Ciao, Jacob.” Lo salutò Athena e l’altro rispose, allungando la mano col libro: “Se non hai fretta ti raggiungo subito.”

Con un gesto fulmineo, Jacob salì rapidamente su per la scala usando solo una mano, dato che con l’altra teneva i libri, come una specie di scimmia.

Athena sentì il cuore smetterle di batterle per qualche secondo, a causa del timore che Jacob perdesse l’equilibrio e cadesse giù, ma in appena un minuto, il Corvonero si ritrovò al sicuro accanto ad Athena.

“Hai corso un gran bel rischio…” gli fece notare la ragazzina, mentre Jacob, con un sorriso e una mano dietro alla testa, rideva, divertito: “Lo so, sono sempre stato un ragazzo fin troppo vivace… faccio impazzire la mia povera mamma fin da quando ho imparato a gattonare… una volta, tra i due e i tre anni, sono salito sul tetto di casa nostra per inseguire il gatto.”

Athena non poté fare a meno di ridere, divertita, immaginando il Prefetto che gattonava sul tetto della sua abitazione e tutti i grattacapi che aveva fatto avere alla madre…

“Comunque, Athena, benvenuta al Club della Sfinge. Sei qui per unirti al nostro gruppo?” domandò Jacob e la ragazzina annuì: “Esatto. A me è sempre piaciuto un sacco l’astronomia e i libri… penso che questo Club sia perfetto per me.”

“Ottimo, allora firma qui.” Esclamò il ragazzo, allungandole un foglio di carta, e, mentre Athena firmava il documento, Jacob domandò: “Solo per curiosità, intendi frequentare il club dell’Ippogrifo e quello del Drago?”

“No… il Club dell’Ippogrifo non sarebbe tanto male, ma non sono molto brava a Divinazione… quanto a quello del Drago, è semplicemente troppo movimentato e d’azione per me.”

“Capisco… in fondo, non sono molti coloro che intendono frequentare tutti i club contemporaneamente…”

“Di recente, è venuto qualcuno ad iscriversi a tutti i club?”

“Sì, proprio ieri! All’inizio, ho pensato ad uno scherzo, ma lo sguardo glaciale che mi ha lanciato quando gliel’ho detto, mi ha fatto capire che diceva sul serio.”

“Si trattava di una ragazza?” domandò Athena, mentre un terribile sospetto su chi potesse essere quell’individuo le si generava nella mente, e Jacob annuì: “Sì, esatto. Forse la conosci, è quella Serpeverde del tuo anno coi capelli d’argento con quell’aria parecchio sicura di sé… certo che quella ha proprio un bel caratterino…”

Athena fece un sospiro.

Doveva immaginarlo che Delphini sarebbe stata l’unica ad avere la voglia e la determinazione di fare tutto… a volte, aveva la sensazione che quella Serpeverde stesse cercando di sfidare le aspettative di tutti…

“Sai chi altri ha fatto tutti e tre i club?” domandò la Corvonero e Jacob meditò: “Mi sembra che ci sia una lista… aspetta che la vado a prendere…”

Proprio in quel momento, entrò, visibilmente scandalizzata, Madame Pince, la quale, non appena vide Jacob, corse verso di lui, esclamando: “Oh, signor Clarke, per fortuna l’ho trovata!”

“Cosa succede, Madame Pince?” domandò, stupito, Jacob e la donna spiegò: “Quel maledetto ladro fantasma! E’ tornato di nuovo nel Reparto Proibito!”

“Cosa? Di nuovo? Accidenti…” sbuffò, lievemente esasperato e seccato, Jacob “Che libro ha preso, stavolta?”

“Usi il plurale! Ha fatto sparire una decina di libri, i quali trattavano tutti Basilischi e antidoti ad abilità mortali di creature magiche!”

Athena si avvicinò prontamente, ad un quadro con un puffskein molto carino, tutto marron scuro tranne un ciuffo di marron chiaro sulla testa e con due grandi occhioni viola che facevano una gran tenerezza, fingendo di non ascoltare quel discorso.

Purtroppo, sapeva benissimo che il misterioso ladro in questione era Delphini… ma che cosa se ne faceva di libri che trattavano di Basilischi?

Dopo che Harry Potter aveva ammazzato quello nascosto nella Camera dei Segreti, non ce ne dovevano essere altri nella scuola, o almeno lo sperava…

Vero che avevano uno sguardo mortale, quindi era importante rendere innocui gli occhi… e se…

No, era assolutamente impossibile.

Vero che Delphini aveva dimostrato una notevole abilità nel domare serpenti e fare in modo che essi eseguissero i suoi ordini, l’esercito di rettili che si era costruita a Little Hangleton era impossibile da dimenticare… ma comandare un Basilisco non era di certo come allevare un Vermicolo!

Bisogna essere dei rettilofoni per sperare di riuscire a creare un punto di contatto con quelle creature… inoltre, non c’erano di certo Basilischi nelle vicinanze…

 

“Allora? Come va? Trovato qualcuno d’interessante?” domandò un Cacciatore di Serpeverde, avvicinandosi a Finley Bulstrode, il quale stava osservando, con rabbia, l’elenco dei partecipanti ai provini: “Va da gatti, ecco come va! Non c’è un solo giocatore decente! Quelli che cercano di ottenere il ruolo di Cacciatori sono penosi, per non parlare dei Cercatori! Sarà un vero miracolo se riusciremo a vincere la Coppa di Quidditch quest’anno! E come se non bastasse, Abel Nott non si è nemmeno presentato ai provini!”

“Eh? Voleva partecipare ai provini? Lui?! Davvero?”

“Beh, ad essere sincero, è suo padre che mi ha mandato un gufo qualche giorno fa dicendomi che avrebbe partecipato… Ho mandato qualcuno a cercarlo, senza successo. Sembra svanito nel nulla!”

“Se devo essere sincero, a me non è mai sembrato interessato al Quidditch… non l’ho mai visto nemmeno ad una partita!”

“Lo so, ha sorpreso anche me, ma credi che io sia così scemo da andare a sottolineare queste cose a suo padre? Quello è un pezzo grosso al Ministero!”

“Beh, adesso che si fa?”

“Provo a rileggere meglio i risultati, magari ne becco uno non troppo scarso…”

“Ma non c’è ancora un ultimo provino?”

“Quello del Nato Babbano? Occupatene tu! Io ho cose più importanti da fare! Non serve aver preso una ‘E’ a Divinazione, per capire che quello lì farà il provino peggiore di tutti…”

Mentre Bulstrode allontanava, il Cacciatore ordinò: “Ok, tu… il Nato Babbano, ecco! Tu sei il prossimo! Vedi di fare in fretta!”

Mentre gli altri presenti ridacchiavano, Kevin fece un sospiro e salì a bordo della sua vecchia scopa, generando ancora più risate.

“Il tuo compito sarà quello di rubare la pluffa agli altri Cacciatori e di fare più goal possibili in cinque minuti cronometrati!” continuò l’esaminatore e il ragazzino dovette trattenersi dal protestare.

Era fin troppo lampante che stavano facendo di tutto per impedirgli di entrare in squadra… agli altri partecipanti, era stata data direttamente la palla e non dovevano rubarla… inoltre, i minuti di esame erano ben quindici!

“Ehi, ti dai una mossa?!” gli urlò l’amico di Bulstrode e, subito, il Serpeverde si sollevò leggermente in aria e non appena si udì un fischio, altri tre giocatori di Serpeverde cominciarono a sfrecciare verso di lui, passandosi la palla velocemente.

Era evidente che erano esperti e che erano ben decisi a non fargliela prendere… ma, d’altro canto, neanche lui aveva intenzione di arrendersi!

Spronando la sua vecchia scopa, Kevin si scagliò a tutta velocità contro i tre, lasciandoli spiazzati, in quanto non se lo aspettavano minimamente.

Invece di diminuire la velocità quando fu vicino agli avversari, accelerò ancora di più.

Gli era appena venuta un’idea in testa… a dir la verità, era un po’ azzardata, ma era la sua unica speranza di rubare quella dannata palla…

Anche a terra, gli altri Serpeverde osservano la scena, allibiti.

“Che diavolo sta facendo quella testa vuota?” domandò uno dei Serpeverde e un altro vicino a lui commentò: “Se non fosse ridicolo, giurerei che stia cercando di andare a sbattere contro i Cacciatori…”

Incredibilmente, era proprio quello che sembrava aver in mente Kevin, il quale continuò ad accelerare e, quando si trovò a pochi centimetri di distanza dal cacciatore con la Pluffa, la colpì con la mano, lanciandogliela lontano e accelerando la velocità della scopa, riuscì a prenderla e scattò veloce verso la porta.

“Sta cercando di far passare la palla nell’anello!” sibilò, furioso, l’esaminatore e sbraitò ai tre Cacciatori che giocavano: “Fermatelo, razza d’imbecilli! Non fatelo segnare!”

“Subito!” annuirono i tre, partendo rapidamente all’attacco, decisi a tutto pur d’impedire al ragazzino di segnare.

Vedendo gli inseguitori che gli stavano alle calcagna, Kevin sterzò bruscamente la propria scopa e volò a destra, cercando di evitare gli avversari, ma, purtroppo, si accorse quasi subito che se non trovava al più presto una soluzione, rischiava di finire nei guai.

Loro avevano delle scope ultimo modello, mentre la sua scopa era parecchio vecchia…

Improvvisamente, Kevin si lanciò a tutta velocità verso gli spalti, seguito, ovviamente, dai tre cacciatori, senza avere alcuna intenzione di rallentare.

“Sembra che quell’idiota di un babbano voglia schiantarsi contro gli spalti! Ha proprio perso il cervello, se mai l’ha avuto…” commentò uno dei presenti, mentre osservava la scena dal suo binocolo.

Vedendo che il ragazzo si stava avvicinando agli spalti senza alcuna intenzione di rallentare, molti dei ragazzi seduti su di essi, si spostarono di lato spaventati, ma, per la sorpresa generale, Kevin fece deviare di scatto la scopa, cogliendo tutti i presenti di sorpresa, compresi i suoi inseguitori.

Approfittando del momento di confusione generale, Kevin si buttò a tutta velocità verso la porta, con l’obiettivo di fare goal, con i pochi secondi che, sicuramente, gli mancavano per la fine del suo provino.

Il portiere, inoltre, si stava dirigendo verso di lui, con l’obiettivo di fermarlo a tutti i costi, ma, quello che non poteva immaginare era che gli stava offrendo la possibilità di vincere…

Infatti, non appena si trovò a pochi metri da lui, Kevin fece una capriola con la sua scopa, per poi lanciare la pluffa verso la porta vuota, pregando che avesse preso la mira giusta.

Passarono alcuni minuti in cui tutti trattennero il fiato, mentre la palla volava leggera finché essa non oltrepassò l’anello.

A quello spettacolo, tutti rimasero in completo silenzio, allibiti, mentre Finley Bulstrode perse la presa della cartella che aveva in mano, la quale cadde per terra, generando l’unico rumore presente in tutto il campo.

Non appena Kevin planò delicatamente sull’erba, il capitano si avvicinò al ragazzino, furente, urlando: “Piccolo vermicolo strisciante, hai barato!”

“Cosa?! Non è vero!” protestò, offeso, Kevin, ma l’altro non volle sentire ragione: “Invece sì! Altrimenti come avrebbe potuto un sudicio babbano come te, fare tutte quelle manovre con la scopa?!”

“Perché non accetti, molto semplicemente, che mi sono allenato e che voi mi avete sottovalutato?”

Anche se quelle parole erano state sibilate, tutti i presenti rimasero ammutoliti per il coraggio mostrato dal ragazzino, in primis proprio Bulstrode.

Quel nanerottolo aveva osato…

Sfortunatamente, Bulstrode si riprese velocemente e afferrò con forza il bavero del maghetto, con gli occhi che lanciavano fiamme, anche se, con lo sgomento di tutti, Kevin rimase impassabile, a fissare in silenzio l’assalitore, il quale sibilò: “Non so che cavolo avesse in testa l’anno scorso il Cappello Parlante per smistare uno come a Serpeverde… ma c’è una cosa che so per certo ed è che tu potrai fare tutte le acrobazie più incredibili dell’intera scuola, ma non ti farò mai entrare nella squadra!”

“Questo è barare.”

“Sono io il Capitano e sono io che decido chi fare entrare e chi no. Nemmeno se andrai a frignare dalla preside cambierò idea, sappilo.”

“Bulstrode, cosa stai facendo?” esclamò, incredula, una voce maschile che tutti i Serpeverde conoscevano benissimo.

Immediatamente, gli studenti presenti si girarono e il capitano lasciò andare la presa su Kevin.

Come tutti avevano intuito, il proprietario della voce era proprio il professor Lumacorno, il quale si stava risistemando un grosso cappello blu con su disegnate delle stelline argentate.

“Professore, che sorpresa… non sapevamo che sarebbe andato a vedere i provini, oggi…” balbettò Bulstrode, con un sorriso molto tirato e nervoso.

La presenza del direttore della Casa di Serpeverde era l’ultima cosa al mondo che voleva…

“Infatti, non era mia intenzione venire… ma il mio cappello si è messo a volare per i corridoi della scuola all’improvviso e mi ha portato qui, proprio mentre il signor Harrison iniziava il suo turno e non ho potuto fare a meno di restare! Ho avuto tanti talenti del Quidditch al Lumaclub, ma nessuno talmente abile e astuto come il signor Harrison, i miei complimenti! Sai, mi sorprendo sempre che tu sia un Nato Babbano e che appartieni ai primi anni, quando ti metti a volare… si è allenato molto con la scopa, quest’estate, Harrison?”

“Beh, sì… ho avuto un po’ difficoltà, per via dei babbani, ma, alla fine, ce l’ho fatta ad allenarmi.”

“Ottimo, ottimo. Dovreste prendere tutti esempio da lui, ragazzi!” trillò Lumacorno, così euforico da non accorgersi degli sguardi di puro odio e disprezzo che i Serpeverde stavano lanciando al povero Kevin.

Era fin troppo evidente che, piuttosto che prendere esempio da un Nato Babbano, si sarebbero tutti volentieri buttati dalla scogliera del castello…

“Beh, Bulstrode, direi che un problema l’abbiamo risolto, eh?” continuò il professore ed il capitano, sgranando gli occhi, domandò: “Di quale problema sta parlando, signore?”

“Beh, direi che dopo un’esibizione così, il signor Harrison ha tutto il diritto di far parte della squadra di Serpeverde.”

“Certo, professore, ma il fatto è che aveva un limite di tempo che partiva dalle undici e mezza e, temo che l’abbia…” ribatté il giovane capitano, con il sorriso più falso che poteva avere, avvicinando a sé l’orologio al polso, ma non appena ebbe diede dato un’occhiata, sgranò gli occhi e fece un gemito.

L’orologio si era fermato alle undici e trentatré minuti, esattamente dopo tre minuti dall’inizio della prova.

Furente, si voltò verso il giocatore più vicino e domandò: “Ehi, che ora fa il tuo orologio?! Quello stupido del mio si è fermato!”

“Ehm, Finley… anche il mio orologio si è fermato… alle undici e trentatré…” balbettò, incredulo, il giocatore e immediatamente, tutti i presenti, sia membri della squadra che candidati e, persino, gli spettatori, guardarono i loro orologi, esclamando, allibiti: “Anche il mio orologio ha smesso di funzionare!”

“Pure il mio! E pensare che era nuovo di zecca… aspetta che metta le mani su chi me l’ha venduto…”

“Non capisco, funzionava fino a qualche minuto fa…”

“Il mio è fermo alle undici e trentatré!”

“Pure il mio!”

“Sono tutti fermi alle undici e trentatré!”

“Ma com’è possibile?!”

Bulstrode era a dir poco esterrefatto.

Come accidenti era possibile che tutti gli orologi di tutti i presenti si fossero rotti nello stesso istante?!

Non era assolutamente possibile!

Solo un potente incantesimo avrebbe potuto fare una cosa del genere… e a lui sembrava ridicolo il fatto che qualcuno avesse voluto aiutare un Sanguemarcio ad entrare nella squadra di Serpeverde…

“Beh, visto che non ci sono altri problemi, direi che il signor Harrison è nella squadra!” gongolò Lumacorno, tutto soddisfatto, sfregandosi le mani, mentre gli altri guardavano con odio il povero Nato Babbano.

Nessuno si accorse di una piccola figura dai capelli argentati che aveva spostato uno degli arazzi che ricoprivano gli spalti, per vedere meglio, con un sorrisetto soddisfatto.

Doveva ammettere che era stato davvero molto divertente e anche adrenalinico… mentre quegli imbecilli facevano i provini degli altri giocatori, ovviamente lasciando Kevin per ultimo, nonostante si fosse presentato in orario, anche se, per sicurezza, aveva messo Asmodeus di guardia, in modo da creare abbastanza tafferuglio da sospendere momentaneamente i provini se Kevin fosse stato chiamato prima del previsto, era corsa a cercare Lumacorno e, una volta trovato, aveva fatto levitare quel suo orrido cappello con le stelle fino al campo da Quidditch, in tempo per vedere gli ultimi, penosi, giocatori.

Dopodiché, non aveva dovuto far altro che rompere tutti gli orologi dei presenti con un incantesimo, in modo che non tentassero di fare i furbi, cercando di convincere l’insegnante che Kevin aveva forato col tempo, proprio come avevano tentato di fare.

Ad essere sincera, Delphini non capiva perché si era data tanto da fare per quel ragazzo… forse, perché in lui rivedeva un po’ di lei… un ragazzo emarginato da tutti per qualcosa di cui non centrava niente, solo a lottare contro un mondo d’idioti che si chiudevano nelle loro convinzioni, senza neanche provare a cercare di vedere cosa si nascondeva sotto l’apparenza… eppure, non aveva intenzione di arrendersi contro quegli scemi ed era disposto a lottare per raggiungere i propri obiettivi, con la fatica e il sudore… quella superba esibizione, per esempio, era tutta farina del suo sacco… lei si era semplicemente limitata ad assicurarsi che quelle simpatie dei loro compagni di Casa non tentassero di fare i furbi…

Nel frattempo, Bulstrode stava facendo tutto il possibile per non esplodere dalla rabbia.

Se avesse pescato chi era stato a fargli uno scherzo del genere…

All’improvviso, un pensiero gli attraversò la mente, che lo fece sorridere.

Certo, il Nato Babbano poteva entrare nella squadra… ma lui era il capitano e a lui spettava decidere i ruoli…

 

Gal fischiettò allegramente nei corridoi del castello, mentre si dirigeva verso la Sala Grande.

Il suo adorato uovo stava diventando sempre più grosso… sentiva che stava per schiudersi da un momento all’altro… entro Halloween avrebbe scoperto a quale razza apparteneva la sua creatura… sperava fosse un drago o, almeno, una creatura grossa e molto pericolosa…

Anche Godric non vedeva l’ora di scoprire cos’era la sua creatura… proprio come il suo discendente, aveva sempre amato le creature pericolose e desiderato averne una o, almeno, un leone da tenere come animale domestico, dato che era sempre stato il suo animale preferito… ma Sal glielo aveva sempre proibito tassativamente, dichiarando che una simile bestiaccia nei dintorni, sia magica che non, avrebbe creato solo problemi e, purtroppo, anche Rowena ed Helga erano state d’accordo…

Se proprio doveva essere sincero, Sal, dai racconti di Godric, ricordava a Gal più Delphi che il Signore Oscuro… ma, dopotutto, la ragazzina era una Serpeverde e, secondo Godric, a Sal piacevano le persone dal carattere intrattabili…

Gal entrò nella stanza e, subito, si accorse che seduto al tavolo dei Serpeverde, c’era Kevin, il quale era circondato da Teddy, Victorie, Athena, Oliver e Delphini.

A giudicare dal fatto che Delphi, la quale era conosciuta da tutti per essere una musona insensibile a tutto tondo, gli aveva messo una mano sulla spalla e gli parlava, a giudicare dall’espressione facciale, in maniera ‘quasi’ gentile, anche se Kevin era la persona con cui era più gentile in assoluto, ovviamente secondo i suoi canoni, doveva essergli successo qualcosa di brutto… probabilmente Bulstrode non gli aveva fatto passare il provino…

“Che succede?” domandò il giovane Grifondoro, avvicinandosi al tavolo e sussultando non appena vide la faccia.

Kevin era pallido come un cencio, la fronte madida di sudore e sembrava sul punto di vomitare.

“Non dirmi che hai fallito il provino!” esclamò, allibito, il rosso, ma Kevin scosse la testa così velocemente, che sembrava dovesse staccarglisi da un momento all’altro.

“Sei il nuovo Cacciatore di Serpeverde?!” esultò Gal, ma, ancora una volta, il ragazzino negò con la testa.

“Eh?! Non capisco… se non hai fallito il provino, allora perché non sei il Cacciatore?” domandò il Grifondoro e Kevin, abbassando la testa, sussurrò: “Bulstrode ha… ha dovuto accettarmi in squadra per le mie abilità, ma si è voluto vendicare per l’accaduto… non sono il Cacciatore di Serpeverde… sono il nuovo Cercatore.”

A quelle parole, Gal sgranò gli occhi, incredulo.

“Non capisco… qual è il problema? Hai fatto il provino per diventare cacciatore e, invece, ti hanno dato il ruolo più importante! Io sarei al settimo cielo…” commentò il rosso e, per tutta risposta, Delphini gli lanciò uno sguardo assassino, sibilando: “Se l’idiozia avesse le gambe, tu saresti un millepiedi! Ma non capisci che quella vecchia carogna gli ha dato il ruolo per metterlo nei guai?”

“Sul serio?”

“Certo, stupido! Il ruolo più importante è quello del cercatore, perché se ottiene il boccino quasi sempre la squadra vince… quindi, secondo te cosa succederebbe se alla prima partita dell’anno, la squadra avversaria prendesse per prima il boccino, vincendo la partita? A chi pensi che darebbero la colpa?”

Dopo pochi secondi, Gal capì il problema, a giudicare dall’espressione che comparve sul suo volto.

“Ma è una vera carognata! Devi andare a protestare con Lumacorno!” esplose il Grifondoro, ma Kevin scosse la testa: “Non posso…”

“Perché non puoi?! Tu ti sei presentato per il ruolo di Cacciatore, non possono darti quello di Cercatore…”

“Ci ho provato, ma Bulstrode mi ha interrotto, dicendo che la mia corporatura era perfetta per essere un cercatore, dato che sono piccolo e veloce… e che, dopo la mia abile prestazione, sarei riuscito in poco tempo a diventare abile a prendere il boccino… e, poi mi ha chiesto se, per caso, non avessi troppa fifa per quel ruolo, tanto da essere pronto a protestare o ad inventare scuse assurde… non ho potuto dire di no…”

“Vecchio troll deficiente… io lo…” sibilò Gal, ma Delphini lo bloccò: “Non ti disturbare… il pranzo lo ha punito per la sua carognata…”

“Davvero? Perché, che è successo?”

“Oh, è successo che, durante il pranzo, stava facendo l’idiota equilibrista con un piatto di minestra bollente, ma gli è scivolato il piatto e gli è finita tutta la minestra addosso, così è dovuto andare in infermeria…” raccontò, con tono calmo e innocente, Delphini, mettendosi le braccia dietro alla nuca e mettendosi a guardare il soffitto.

Non appena fu certa che nessuno la stesse guardando, guardò verso l’ingresso della sala, dove dieci minuti prima Finley Bulstrode era corso in direzione dell’infermeria, e fece un sorrisetto pieno di malizia e di vittoria.

Le era bastato lanciare un Confundo a quell’idiota per fargli fare il pagliaccio e dargli una lezione di quelle…

Così imparava a dar fastidio a Kevin per via del suo essere un Nato Babbano… e, soprattutto, di minacciare di far perdere alla squadra la Coppa di Quidditch per le sue convinzioni idiote!

Notando che Kevin stava tremando per la paura, Delphini ritornò a dargli delle pacche sulla spalla.

“Non so cosa fare… mi sono allenato tutta l’estate per il ruolo di Cacciatore e adesso questo…” sussurrò, nervoso, il ragazzino e la coetanea domandò, con un tono calmo: “Intendi arrenderti e dire a Bulstrode che te ne vai oppure vuoi dimostrargli di che pasta sei fatto?”

Kevin si voltò a guardarla e la giovane riprese: “A questo punto, hai solo due scelte: la prima tesi che ti ho proposto o la seconda. Quale decidi?”

Kevin rimase un attimo in silenzio, a riflettere.

Se proprio doveva essere sincero, l’idea di non farcela lo stava attagliando sempre di più… come la sgradevole sensazione di essere solo un illuso e un fallimento… forse era meglio arrendersi, però… però…

Non era giusto arrendersi dopo tutta la fatica che aveva fatto per essere ammesso nella squadra!

Doveva reagire a quell’ingiustizia e fargliela vedere a Bulstrode!

“Io… mi piacerebbe dimostrargli di cosa sono capace.”

“Ottimo, allora andiamo.” Dichiarò la ragazzina, afferrando il coetaneo per il polso e cominciando a trascinarlo fuori dalla Sala.

“Ma… dove stiamo andando?” domandò, leggermente incuriosito, Kevin e Delphini rispose: “Ad allenarti, no? Per prima cosa, dovrai aumentare i tuoi riflessi, prendendo delle palle da golf al volo, poi, una volta che hai ottenuto dimestichezza, passeremo ai vari inseguimenti con la magia. Dobbiamo assolutamente recuperare prima della prossima partita… e questo significa che lavoreremo con qualunque tipo di clima esistente, anche il più schifoso!”

Sentendo quelle parole, Kevin fece una faccia nervosa.

Aveva la vaga sensazione che Delphini lo avrebbe strapazzato per benino…

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Capitolo 43
*** Mai disturbare un Augurey ***


Capitolo 43: Mai disturbare un Augurey

 

“Avvicinatevi con cautela, ma senza paura. I Kelpie addomesticati, se non si sentono minacciati, sono le creature più tranquille e servizievoli del mondo magico…” si raccomandò Alison Pemberton, prefetto di Tassorosso del sesto anno, oltre che essere la presidentessa del club dell’Ippogrifo, una giovane ragazza coi capelli a caschetto color caramello, indicando la creatura che sembrava un cavallo fatto d’alghe e con le pinne, la quale nuotava tranquillamente nella vasca della sede del club.

Alison prese un sacchetto contenente cibo per animali e ne diede un po’ al Kelpie, il quale, tutto contento, cominciò a nitrire e a saltare nell’acqua come un delfino.

Alison diede un’occhiata al sacchetto e con uno sbuffo, borbottò: “Abbiamo quasi finito il cibo… qualcuno potrebbe andare da Hagrid per prenderne dell’altro?”

“Me ne occupo io.” Annunciò una voce femminile, mentre una mano veniva alzata e una ragazzina del secondo anno coi capelli d’argento si faceva largo tra la folla.

“Torno subito.” Rassicurò Delphini, mettendosi lo zaino in spalla ed uscendo in fretta dalla sede del club.

Con un po’ di fortuna, mentre cercava Hagrid, poteva trovare un Thestral… un pelo di Thestral era l’ultimo ingrediente che le serviva per l’antidoto allo sguardo mortale del Basilisco e lei poteva vederli…

Non appena se ne fu andata, gli altri membri del Club continuarono a lavorare alle proprie pozioni, a prendersi cura dei funghi salterini o a tentare di fare previsioni con le sfere di cristallo disponibili dal club.

Oliver si piazzò davanti ad una sfera di cristallo e tentò di cercare di prevedere qualcosa da essa, ma i suoi occhi si dirigevano sempre verso una specifica Serpeverde coi capelli a caschetto biondi che, con la sua solita aria apatica, innaffiava i funghi col vecchio innaffiatoio.

“E’ carina…” sussurrò Elizabeth, anche lei intenta a guardare in una sfera di cristallo, mentre il suo sguardo era concentrato su Nat.

“Mi sembra assurdo che una creatura così perfetta sia potuta scendere in terra… dovrebbe stare in mezzo alle altre creature mitiche…” aggiunse Oliver, mentre la Corvonero meditava, come se avesse la testa tra le nuvole: “Non mi meraviglierebbe se i babbani del Medioevo si fossero ispirate a lei per la creazione delle donne angelo…”

Proprio in quel momento, Nat finì d’innaffiare le piante e appoggiò l’innaffiatoio vicino ad un albero, per poi mettersi a leggere un libro sotto ad un albero.

Veloce come un lampo, Oliver corse a prenderlo l’innaffiatoio e avvisò Alison, la quale era ancora intenta ad occuparsi del Kelpie: “Vado a prendere dell’acqua.”

“Ok, torna presto…”

“Tranquilla.” la rassicurò Oliver, salutando la ragazza e cominciando a dirigersi verso il Lago Nero.

Una volta arrivato, immerse l’innaffiatoio nell’acqua e, una volta che fu pieno, lo tirò fuori dall’acqua.

Stava per tornarsene al club, quando sentì un verso malinconico e rauco, come qualcuno con la gola tutta piena di catarro, provenire da un roveto proprio di fianco a lui.

Con leggera ansia, Oliver si avvicinò alla pianta e spostò leggermente i rovi, facendo attenzione alle spine e sperando, in cuor suo, di non trovare la carcassa di qualche animale là dentro…

Non appena ebbe spostato i rami si accorse di una sagoma all’interno del cespuglio che lo fece trasalire per lo spavento, ma, dopo qualche secondo di panico, riebbe il controllo e diede una seconda occhiata alla sagoma.

Con suo immenso stupore, si accorse che non solo la sagoma respirava, ma che sembrava un uccello spennato.

Gli bastò un’altra occhiata per capire la natura della creatura: quello era un Augurey, la fenice irlandese!

Ma cosa ci faceva in un cespuglio della Scozia, con un’aria spaventata?

Di colpo, tutto fu chiaro: una delle ali della povera creatura era storta in maniera innaturale, quindi, era rotta e non poteva volare, finendo alla mercé di innumerevoli predatori...

D’istinto, il Tassorosso allungò le braccia verso l’Augurey, ma l’animale, visibilmente spaventato, cominciò ad allontanarsi e a gracchiare di paura.

“No, no, no, non aver paura… non voglio farti niente… voglio solo aiutarti.” Tentò di rassicurarlo Oliver e l’animale si zittì, anche se continuò a guardarlo in maniera sospettosa.

Oliver mise una mano in tasca e prese un sacchetto di cibo per creature magiche e, una volta aperto, lo avvicinò all’Augurey ferito.

La creatura, inizialmente, osservò con sospetto il cibo, ma, alla fine, si avvicinò, saltellando, alla mano aperta e beccò un croccantino.

Dopo essersi assicurato che il cibo non fosse avvelenato, l’animale finì in pochi secondi il cibo e, poi, inaspettatamente, cominciò a strofinare il becco sulla mano di Oliver, come se volesse ringraziarlo.

“Grazie.” Fece Oliver, togliendosi il maglione, restando solo in camicia bianca e cravatta nera e gialla, e mettendolo attorno alla creatura, come una sorta di fagotto, per poi prenderlo in braccio.

Ovviamente, la creatura cominciò ad agitarsi e a gracchiare di nuovo per la paura, ma Oliver, prontamente, lo rassicurò, accarezzandogli le piume: “Sst, non aver paura, piccolo… non ti voglio fare niente. Ti porto solo da Hagrid, in modo che ti curi. Lui è un esperto di creature magiche e ti rimetterà in sesto, vedrai. E’ un po’ il corrispettivo di Madama Chips per le creature magiche…”

L’Augurey parve calmarsi e Oliver cominciò a correre verso la capanna.

Una volta davanti alla porta di legno, il giovane Tassorosso cominciò a battere con forza alla porta.

Pochi secondi dopo, la porta si aprì e apparve l’enorme faccione di Hagrid circondato dalla sua folta barba.

“Oliver, che succede?” domandò, leggermente preoccupato, il custode e il ragazzino alzando il fagotto con l’Augurey, spiegò: “Ho trovato quest’Augurey vicino al lago! Ha un’ala spezzata… ti prego, dimmi che puoi curarlo…”

Hagrid prese la creatura nelle sue enormi mani e, dopo aver osservato con attenzione l’ala rotta, esclamò: “Brutto affare, davvero brutto… qualcuno deve avergliela colpita con un incantesimo, rompendogliela. Che gente che c’è al giorno d’oggi… aggredire una povera creatura come questa…”

“Riuscirai a riparargliela, vero?”

“Ma certo! Fortunatamente non sembra nulla di grave… entro due settimane sarà di nuovo in grado di volare… però sono sorpreso di trovare un Augurey da queste parti… hai detto di averlo trovato vicino al lago?”

“Sì, e non c’era il suo caratteristico nido a forma di lacrima…”

“Di solito, fanno il nido in posti isolati… sai, sono uccelli molto timidi per natura… ci hanno paura degli altri… e non mi meraviglia, c’era gente in passato che credeva che il loro canto annunciasse la morte di qualcuno… gente matta, ecco quello che penso io. Ma guardalo, Oliver… è così carino e docile… una creatura così non farebbe mai del male a qualcuno…”

“Hai proprio ragione, Hagrid… io penso che gli animali sono creature meravigliose e che, a volte, siano migliori di noi umani…”

Hagrid annuì, convinto, poi si voltò verso l’animale, il quale continuava a gracchiare, visibilmente spaventato, e gli accarezzò dolcemente la testolina piumata.

Subito, l’Augurey si calmò e si mise a colpirlo dolcemente con la testa.

“Visto? E’ una creatura così dolce… sono quei matti che pensano che sarebbe pericoloso per il suo canto…”

“Già…”

 

Delphini camminava in mezzo alla radura, girandosi a guardare in tutte le direzioni, in cerca di Thestral, ma non vedeva neanche l’ombra di quelle creature.

L’unica persona che aveva incontrato, strada facendo, era stato Abel, il quale gli era sembrato molto nervoso e sul chi vive, ma non era una novità.

Da alcuni giorni, infatti, sembrava avere l’aria parecchio tesa e, secondo Kevin, il quale condivideva con lui il dormitorio, era perché, ultimamente, aveva la sensazione che qualcuno lo stesse spiando.

Addirittura, tre giorni prima, era trasalito e si era voltato di scatto puntando la bacchetta pronto a lanciare un incantesimo verso Lester Falwey, ‘colpevole’ di aver aperto bruscamente la porta del loro dormitorio, per poi scusarsi, massaggiandosi la fronte per calmarsi.

Abel non aveva mai mostrato simili tendenze paranoiche prima d’ora, quindi era evidente che qualcosa o qualcuno lo stesse tenendo d’occhio… e se neanche il suo amichetto invisibile poteva aiutarlo ad individuare lo spione, non c’era da stupirsi che fosse così sulle spine al minimo movimento sospetto…

La giovane fece un sospiro di rassegnazione.

Evidentemente, quel giorno non era destino…

Stava per andarsene alla capanna di Hagrid, quando sentì un nitrito roco.

Un nitrito che non sarebbe stato udito da molti, ma lei, che aveva visto e compreso la morte a pochi mesi, era perfettamente udibile.

Corse come una furia in direzione dei nitriti e, in pochi secondi, giunse in una radura, dove c’era un Thestral che tentava, disperatamente, di liberarsi di una tagliola.

Delphini era senza parole.

Cosa diavolo ci faceva quella roba nel parco?!

Sapeva per certo che Hagrid non avrebbe mai messo simili porcherie nel parco, con l’alto rischio di far del male ad una creatura magica…

La giovane Serpeverde si avvicinò al nero cavallo scheletrico e sussurrò, in maniera piuttosto goffa, dato che non era per niente abituata a rassicurare dolcemente qualcuno, di solito, infatti, preferiva un atteggiamento da duro, ma in quella situazione ciò avrebbe solo peggiorato le cose: “Ehi, ehi, calmati… andiamo, non fare così… se ti agiti, quella roba ti entrerà ancora di più nella carne…”

Alla fine, in maniera piuttosto imbranata e maldestra, Delphini riuscì a calmare il Thestral e, puntando la bacchetta di biancospino verso la tagliola, urlò: “Evanesco.”

In un millesimo di secondo, la tagliola scomparve e il cavallo fu libero, il quale, grato per la liberazione cominciò a strofinare il muso sul viso della sua salvatrice, la quale puntò la bacchetta sulla zampa ferita del Thestral e disse: “Ferula.”

Con sua enorme soddisfazione, dalla bacchetta apparve una benda che si attorcigliò attorno alla zampa, per poi formare un nodo parecchio rozzo e senza nemmeno il fiocco, ma considerando il fatto che fino a quel momento non era riuscita a far apparire nemmeno un centimetro di benda, il risultato non era poi così malaccio…

Facendo attenzione a non fare movimenti bruschi, Delphini afferrò in modo delicato, ma deciso una ciocca di peli del Thestral e, puntando la bacchetta sussurrò: “Diffindo.”

A differenza di Ferula, Delphini aveva molta più dimestichezza con l’incantesimo tagliente, forse perché l’inventrice di quell’incantesimo aveva un nome simile al suo, Delfina Crimp, in ogni caso, la giovane si trovò tra le mani un ciuffo di peli, perfetti per terminare il suo antidoto allo sguardo mortale dei Basilischi…

 

“Dici che stasera verrà fuori?” domandò, incuriosito, Gal osservando da vicino il suo uovo e Godric annuì: “Non ne sono certo, perché era Rowena quella che sapeva sempre tutto, ma direi di sì…”

“Un po’ mi scoccia perdermi un’altra festa di Halloween, ma sono troppo curioso di vedere cosa verrà fuori… scommetto che è un drago!”

“A me piacerebbe che fosse una Chimera perché sono le creature magiche che più si avvicinano ai leoni…”

“A te piacciono proprio i leoni, eh?”

“Sì, li trovo animali così orgogliosi e fieri… però amano molto dormire, come i gatti… per non parlare della criniera! Oh, è un peccato che qui in Inghilterra, non se ne trova neanche uno… e pensare che sono così maestosi dal vivo…”

“Ne hai visto uno dal vivo?”

“Una volta, a tredici anni. Io, Althea e gli altri facemmo un viaggio per conoscere a fondo lo stile magico africano e sapessi com’era grande e, soprattutto, caldo quel continente… i babbani d’Europa erano convinti che fosse piccolo… una strisciolina di terra dall’altra parte del Mar Mediterraneo! Esplorammo il deserto, camminammo seguendo il corso del Nilo, salimmo sulle più alte montagne del continente, visitammo le piramidi, i resti di antiche civiltà babbane, vari popoli e culture, sia babbani che maghi… per tutti e quattro fu un viaggio indimenticabile… Rowena era sempre lì a scrivere e a disegnare tutto quello che vedeva e scopriva di nuovo, le braccia erano così piene di rotoli di pergamena che essi cadevano in continuazione… Helga ammirava in continuazione la flora e la fauna dell’Africa e non vedeva l’ora d’imparare nuove terapie mediche, la sua preferita era quella di origine egiziana di annusare gli odori dei giardini per rilassarsi… mentre a Sal, l’unica cosa che importava era vedere i serpenti… almeno impediva che ci aggredissero… lo ammetto, dormivamo tutti sonni molto più tranquilli con quei rettili che ci facevano la guardia… non immagini quanti predoni hanno fatto scappare con la coda tra le gambe… erano più efficaci dei Protego di Helga, che sono i più potenti che si siano mai visti…”

“E qual è la cosa che a te è piaciuta di più del viaggio?”

“Il gusto dell’avventura! Ho scalato la piramide più alta di tutto l’Egitto e, una volta in cima, mi sono sentito così vivo e pieno d’energia dentro di me… mi sentivo un fuoco! Althea, in effetti, affermava che avevo un profondo legame col fuoco perché era il mio elemento… comunque, mi sono messo ad urlare per condividere le mie emozioni anche al resto del mondo… peccato che una volta che sceso, Sal si è messo ad urlarmi contro affermando che le mie urla si erano sentite in tutta l’Africa e che, come al solito, era stato molto vicino dal morire dalla vergogna grazie a me… sempre intrattabile, quello… era come se ce l’avesse sempre con me… però, il ricordo più bello è quando sono finito con la mia scopa su un Baobab per una sfida, solo che la scopa si era rotta e non sapevo come fare a scendere… Helga è subito corsa a cercare una scala, mentre quel cavaliere di Sal ha proposto di lasciarmi lassù, dato che non solo mi preferiva a quella distanza, ma c’erano anche ottime probabilità che non combinassi uno dei miei soliti cataclismi su quell’albero… fortunatamente, ci ha pensato Rowena a farmi scendere, grazie ai suoi…”

“Ehi, ho sentito qualcosa provenire dall’uovo!”

Sentendo quelle parole, Godric fermò immediatamente il suo monologo e si avvicinò, per quanto glielo consentisse il dipinto, per vedere l’uovo che, come aveva annunciato Gal, aveva cominciato a muoversi con energia finché non si fermò, bruscamente.

“Accidenti, speravo fosse la volta buona…” mugugnò il giovane, leggermente depresso “E’ tutta la settimana che continuava a fare così e non si schiude mai…”

“Probabilmente significa che sta per schiudersi… ma non chiedermi fra quanto. Era Rowena quella che sapeva queste cose… io, più che altro, ero lo scemo del villaggio.”

“Non penso che tu fossi così stupido… neanch’io sono la persona più intelligente di questo posto, ma non sono un idiota totale…”

“Beh, grazie… sai, ci conosciamo da quasi un mese, eppure mi sembra di essere tornato bambino…”

 

“Ecco, adesso dev’essere pronta…” esclamò Delphini, togliendosi il sudore dalla fronte col dorso della mano, finendo di mescolare la pozione verde acido.

Asmodeus si sporse a dare un’occhiata al risultato e subito dopo, si sistemò per terra e borbottò: “Alla buon’ora… finalmente posso farmi un pisolino…”

“Chi dice che i serpenti sono creature spietate e senza scrupoli è evidente che non ne ha mai avuto uno come animale domestico… siete le creature più pigre che si siano mai viste…”

“Noi serpenti abbiamo la digestione lenta, carina… comunque, datti una mossa a preparare quell’antidoto e lasciami dormire.”

“Pigrone.”

Una volta finita la pozione, Delphini la mise in una bocchetta e, dopo essersi assicurata che Asmodeus se ne stava ronfando sotto ad una coperta, corse ad aprire il passaggio segreto che conduceva alla stanza dove Scintilla e gli altri Basilischi vivevano.

Scese rapidamente le scale e chiamò: “Scintilla, credo di aver pronta la pozione!”

“Davvero?” domandò la creatura, strisciando velocemente, sempre tenendo gli occhi chiusi.

Una volta che le fu davanti, Delphini mostrò la boccetta ed esclamò: “Dovrebbe essere pronta… ho seguito le istruzioni alla lettera… te la senti?”

Il Basilisco rimase in silenzio un attimo, poi annuì: “Sì. La tua famiglia è stata riconosciuta come nostri padroni e signori, inoltre, sei l’unica umana che parla la nostra lingua, dopo il nostro benefattore… sarebbe un insulto nei tuoi confronti non obbedirti.”

“Va bene… allora preparati. Verserò due gocce di questa pozione sui tuoi occhi. Se ha funzionato, potrai guardarmi negli occhi, senza che io debba temere di tirare le cuoia.”

“E se la pozione non è corretta.”

Delphini fece le spallucce e dichiarò, con il tono più neutro che possedeva: “In tal caso, tirerò le cuoia.”

Il Basilisco restò un attimo in silenzio, un po’ scosso.

Era impressionante come quella ragazzina stesse parlando della sua alta probabilità di morire tra pochi secondi, con lo stesso tono con cui s’intendeva andare ad una gelateria a controllare se fosse aperto e, in caso contrario, tornarsene semplicemente a casa.

“Non hai paura di morire?” domandò Scintilla e la ragazzina rispose: “Per niente! Anzi, sono sicura che mezzo mondo sarebbe contento della mia dipartita: questo è l’unico lato positivo di essere figlia dei miei genitori e di non avere amici… se crepo, nessuno si dispererà troppo.”

“Se sparissi, la tua assenza solleverebbe comunque non poche domande…”

“Oh, ho già pensato a questo… se muoio, Asmodeus lascerà un biglietto scritto da me in Sala Comune in cui racconto che a scuola mi sentivo repressa, che i miei compagni erano dei completi zucconi e altre sciocchezze simili… quindi, ho deciso di fare un viaggio intorno al mondo per migliorarmi e un giorno tutti loro sentiranno parlare di me in ogni angolo della terra.”

“Lo sai che sei davvero un bel tipo, tu?”

“In questo mondo, si fa quel che si può… vogliamo iniziare?”

Lentamente, Scintilla abbassò la testa e con abilità, Delphini le mise due gocce della pozione che aveva in mano sugli occhi.

“Sento uno strano prurito agli occhi…” notò il serpente gigante e Delphini commentò: “Forse significa che sta facendo effetto… non appena il prurito sarà svanito, apri gli occhi.”

Dopo qualche minuto, Scintilla esclamò: “Ok, adesso apro gli occhi…”

“Ok, fallo.”

Lentamente, Scintilla aprì un occhio, rivelando una grossa iride di un giallo opaco o spento.

“Dato che non sono schiattata, puoi aprire l’altro.”

Una volta che Scintilla ebbe aperto entrambi gli occhi ed essersi assicurata che la pozione aveva funzionato, la creatura esultò, felice: “Ce l’hai fatta! Ci sei riuscita! Non ci posso credere… sei straordinaria, proprio come lui!”

“Grazie, grazie… anche se un artista non dovrebbe mai accettare i complimenti…” fece Delphini con un sorriso di vittoria e un tono tutt’altro che modesto.

In realtà, sentiva dentro di sé una strana sensazione… il piacere di aver fatto qualcosa di buono e di aver aiutato qualcuno… non era poi tanto male… la faceva stare leggermente in pace con sé stessa…

“Forza, al lavoro… abbiamo un sacco di Basilischi da liberare da una certa vista mortale…”

 

Se c’era una cosa che Oliver aveva odiato praticamente da sempre era finire sotto i riflettori.

Di solito, era abbastanza bravo a non farsi notare dagli altri, complice il fatto che era di aspetto assolutamente normale, quasi mediocre… di certo, nessuno faceva caso a lui, a parte i suoi amici, gli unici a cui importava di essere preso in considerazione.

Certo, se fosse stata Nat a notarlo, si sarebbe fatto bellissimo solo per lei, dato che meritava di stare accanto ad uno bellissimo… ma finché non sapeva nemmeno della sua esistenza, avrebbe continuato a comportarsi come se avesse sempre addosso un mantello dell’invisibilità.

Purtroppo, in quel momento i suoi buoni propositi d’invisibilità non stavano funzionando tanto bene… questo perché l’Augurey che aveva soccorso gli stava appollaiato sul cappello a punta.

Non poteva di certo biasimare gli altri ragazzi per il fatto che lo stessero fissando… ma, d’altronde, la creatura si stava riprendendo e sembrava non vedesse l’ora di fare un giro della scuola, anche se, ad essere sinceri a mille, era stato lui a saltargli sulla testa…

E adesso, era sotto lo sguardo di tutti, dato che non si era mai visto qualcuno girare con un Augurey sulla testa…

“Bel Augurey.” Commentò una voce rilassante e pura come il corso di un piccolo fiume di montagna alle sue spalle, che lo fece sobbalzare per il nervosismo.

Sentendosi il viso diventare una fornace e il sudore cadere copioso dalla fronte come le cascate del Niagara, Oliver si voltò e balbettò: “Ah, ciao… grazie… è carino… da parte tua…”

“Prego.” Bofonchiò Nat, superandolo, così non si accorse che Oliver la stava osservando con uno sguardo sognante e un sorriso pieno d’amore, lasciandosi scappare un profondo sospiro.

Se avesse potuto volare, di sicuro, si sarebbe ritrovato coi piedi a penzoloni nell’aria in quel preciso istante…

“Ah-ha! Che ci fa quell’uccellaccio, qui?!” strepitò una voce tremendamente familiare.

Imbarazzato, Oliver si voltò e provò a spiegare: “I-io volevo solo fargli fare un piccolo giretto, signor Gazza… si sta riprendendo da una brutta frattura all’ala e…”

“Non mentirmi, ragazzino! So cos’hai intenzione di fare… vuoi che quell’uccellaccio sporchi in giro, così sono io il povero sciocco che pulisce, eh? Beh, non funzionerà! Adesso, tu e quella bestiaccia andrete direttamente nel mio ufficio! E…!”

Prima che Gazza potesse finire la sua minaccia, l’Augurey si alzò in aria e sfrecciò in un corridoio alle spalle del custode e dello studente.

Pochi secondi dopo, si sentì un urlo di dolore e, tra la sorpresa generale, apparve Pix, il quale cercava di ripararsi la testa con le mani dal becco dell’uccello, il quale lo stava beccando a tutta velocità, come un trapano elettrico.

“Cosa diavolo…?” sussurrò Gazza, mentre il poltergeist urlava: “Smettila! Piantala, maledetto uccello infernale!!! Ed io che speravo che te ne fossi andato per sempre… ho capito, ho capito… me ne vado!”

L’Augurey smise di beccarlo e Pix ne approfittò per scappare, con la mano che massaggiava la testa dolorante.

L’uccello, si appoggiò alla spalla di Oliver, sempre tenendo d’occhio l’essere dispettoso, per poi gracchiare un semplice: “Cra!”, arruffando anche un po’ le piume, come a sfidarlo nel ritornare.

Gazza rimase in silenzio un attimo, poi, guardando l’Augurey con un improvviso rispetto, borbottò: “Va bene… per stavolta lascerò correre… ah, senti, ragazzino… non è che potresti, un giorno, prestarmi quel tuo uccello, se dovessi scacciare una volta per tutte Pix?”

“Certo… ovviamente se è lui a volerlo…” balbettò Oliver e il custode grugnì, dato che era il suo modo personale per acconsentire, e si allontanò velocemente, seguito da Mrs Purr.

Notando che tutti lo stavano guardando, il povero Tassorosso, così rosso in viso da sembrare un tifoso della squadra di Grifondoro, corse a tutta birra nella Sala Grande, con sempre l’Augurey appollaiato alla spalla.

Una volta arrivato, Oliver si sedette di fianco a Teddy, il quale, con un sorriso, esclamò: “Che carino! Dove l’hai trovato?”

“Vicino al lago. Pensa, qualche… brutto idiota senza cervello, gli aveva spezzato l’ala! Che razza di gente che c’è nel mondo…”

Proprio in quel momento, l’uccello si alzò in volo e si diresse a tutta velocità verso il tavolo dei Serpeverde, dove si udirono, pochi secondi dopo, un colpo e un’adirata voce femminile che urlava: “Ma che cavolo…?!”

Immediatamente, Oliver si diresse verso la direzione delle urla e vide che l’Augurey si era appollaiato sulla spalla di Delphini e si stava strofinando sulla guancia e sul collo della ragazzina, come se fosse felice di rivederla, a differenza della Serpeverde, la quale, invece, se lo voleva levare al più presto dalle spalle.

Non appena notò Oliver e Teddy, seguiti a loro volta da Victorie, la quale, non appena aveva notato che il Tassorosso coi capelli blu si era alzato dal tavolo della sua Casa, non aveva perso tempo a raggiungerlo, avvicinarsi a lei, Delphini fece immediatamente due più due.

“E’ tuo quest’uccello?” sibilò Delphini a Oliver, il quale, imbarazzato, ammise: “Sì… sai è una storia un po’ lunga…”

“Ripigliatelo all’istante. Ma guarda che roba… adesso devo stare attenta agli uccelli?”

“Ehi, ragazzi che succede?” domandò una voce maschile frizzante e allegra.

Il gruppo si voltò e vide Gal con la sua solita aria ebete e la nuova fiammante divisa rossa della squadra di Grifondoro, che contrastava notevolmente col suo vecchio casco da pilota babbano.

A quanto pareva, la scarsa bravura scolastica di Gal veniva ampiamente recuperata con lo sport… ma non bastava, purtroppo, per migliore il suo stile.

Non appena notò l’uccello sulle spalle di Delphini, il rosso esclamò: “Ehi, da dove salta fuori quell’uccello?”

“E che ne so? Chiedilo ad Oliver, dato che l’animale è suo!”

Incuriosito al massimo, Gal prese l’Augurey tra le mani, togliendolo dalla spalla di Delphini, in modo da avvicinarlo al suo viso per guardarlo bene.

“Urca! Che faccia buffa che ha questo uccello!” esclamò, all’improvviso, il rosso, ridendo divertito, ma qualcuno non parve trovare l’affermazione divertente.

L’Augurey, infatti, fece un sonoro e seccato “Cra!” prima di afferrare col becco il naso di Gal.

Mentre il Grifondoro, tentava, mugolando dal dolore, di staccare l’uccello vendicatore dal suo naso, Teddy, Oliver, Victorie, Kevin e anche Athena, la quale era entrata proprio in quel momento nella Sala Grande e, avendo notato il tafferuglio alla tavola dei Serpeverde, si era prontamente affrettata a raggiungere i suoi amici per vedere cosa stesse succedendo, mentre Delphini se ne restava seduta al suo posto con gli occhi chiusi e le braccia incrociate, con un’espressione parecchio infastidita e scocciata, mentre numerosi studenti di tutte le Case si voltavano nella direzione del baccano per vedere cosa stesse succedendo.

Finalmente, il gruppo riuscì a separare il naso di Gal dal becco dell’uccello, il quale se ne volò su una colonna, mentre il povero Grifondoro si massaggiava il naso dolorante e rosso come la renna che guidava il carro di Babbo Natale, borbottando un doloroso: “Ouch…”

“Non avresti dovuto offenderlo…” commentò, con un sospiro di disagio, Oliver.

“Scusa, mi dispiace averti offeso… comunque, da dove vieni?” domandò, incuriosito, Gal all’Augurey, ma quello, per tutta risposta, piegò la testa da un lato, come se volesse osservarlo da un’altra prospettiva e gracchiò: “Cra!”

“Non è di molte parole, eh?” commentò Gal, indicandolo, voltandosi verso Oliver, il quale raccontò: “L’ho trovato qua fuori una settimana fa… a quanto pare, qualcuno gli ha rotto un’ala con un incantesimo…”

“Non si era mai vista una fenice irlandese da queste parti…” esclamò Athena, osservando, con profondo interesse, la creatura, la quale si era messa a pulirsi le piume dell’ala col becco.

“Fenice irlandese?” domandò il rosso e Athena, risistemandosi i grossi occhiali, spiegò: “E’ il nome alternativo degli Augurey.”

“Non sapevo che venissero dall’Irlanda…”

“All’inizio, queste creature si trovavano solo lì e in Gran Bretagna, ma poi si sono diffuse nel resto del nord Europa. Inoltre, ho sentito dire che la squadra nazionale di Quidditich del Liechtenstein ne ha uno come mascotte.”

“Beh, in effetti, tolta quell’aria triste e denutrita, non sono tanto male… ma non è che sono parenti delle fenici immortali che rinascono dalle proprie cenere, le cui lacrime guariscono tutti i dolori del mondo? Sai, con quel nome…”

“Mmh… dovrò fare qualche ricerca…”

“Secondo voi, scenderà spontaneamente tra un po’ o dobbiamo lasciarlo lì?” domandò Teddy e Delphini, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, sbottò: “Lasciatelo perdere! Perché non ce ne andiamo a far lezione, piuttosto?”

“E se causasse dei problemi?” domandò Gal, ma Oliver lo tranquillizzò subito: “Non preoccuparti, l’Augurey è stato classificato dal Ministero della Magia come XX, ossia le creature innocue e che possono essere benissimo addomesticate. Non corriamo alcun pericolo…”

Proprio in quel momento, un’improvvisa luce da terra illuminò l’Augurey, il quale per lo spavento, si librò subito in aria in uno svolazzo di piume, dirigendosi verso Gal, il quale, preoccupato, chiuse gli occhi e mise il braccio davanti al naso, come se volesse proteggerlo da un’altra beccata, ma, inaspettatamente, la creatura, si nascose dietro alle spalle di Gal.

 “Che succede?! Cos’era quella luce improvvisa?!” domandò, spaventato, il rosso, mentre l’Augurey faceva capolino da dietro la spalla del Grifondoro, con i suoi grandi occhioni da sembrare due piattini da tazzine da caffè e facendo un semplice: “Cra?”

La spiegazione per quell’improvvisa luce accecante fu spiegata, non appena il gruppo ebbe dato un’occhiata all’ingresso della Sala Grande, dove c’era una ragazzina con indosso la divisa di Grifondoro e una grossa macchina fotografica che Gal conosceva fin troppo bene.

“Monica?! Sei stata tu a spaventare quell’Augurey?” le domandò, esasperato, Gal e la coetanea, con un gran sorriso, ammise: “Beh, non ho saputo resistere… un Augurey ad Hogwarts! Però, mi dispiace… non era affatto mia intenzione spaventarlo… speriamo che non si metta a cantare…”

“Il canto degli Augurey annuncia soltanto quando sta per arrivare la pioggia, non la morte di qualcuno.” Spiegò, vagamente stizzito, Oliver, ma Monica si mise a controllare la foto nella galleria della sua macchina fotografica, sotto lo sguardo distratto di Delphini, la quale se ne stava a braccia incrociate.

“Beh, comunque, è venuta davvero bene. Non appena la farò stampare, la invierò subito alla mia famiglia.” Esultò Monica, dirigendosi, tutta contenta, al tavolo dei Grifondoro.

“Deve proprio piacerle la fotografia…” commentò Oliver, mentre Gal sbuffava: “L’adora. Non vedeva l’ora di venire ad Hogwarts solo per poter fotografare le creature magiche che vivono da queste parti…”

“Beh, allora ha trovato il posto giusto… Hagrid adora le creature… credo che ce ne siano così tante a scuola solo grazie a lui… manca solo un drago!”

“Magari quello arriva fra poco…” ridacchiò Gal, ma Delphini, insospettita da quella strana affermazione, gli domandò, con un tono così lento e scandendo per bene le parole come il sibilo di un serpente e con un’espressione vivamente infastidita e insospettita: “Cosa intendi con fra poco arriva un drago?”

Rendendosi conto di aver parlato troppo con la persona più sospettosa di tutta Hogwarts, Gal cercò di risolvere la situazione: “Ma niente… era tanto per dire…”

Per tutta risposta, Delphini lo afferrò per un braccio e lo trascinò fuori dalla Sala Grande, con espressione furibonda, sibilando: “Tu vieni un attimo con me… voglio fare una bella chiacchierata con te… da donna a uomo.”

Contemporaneamente, l’espressione del povero Gal si trasformò in un misto di profondo terrore… lo avrebbe ammazzato…

Delphini lo condusse in uno sgabuzzino e, non appena ebbe chiuso la porta, domandò: “Hai combinato un altro casino dei tuoi, vero?”

“Cosa intendi?”

“Stai per portare un drago a scuola, vero?”

“No…”

“Dimmi – la – verità.”

Quelle tre semplici parole, dette in maniera affilata e spaventosa come il coltello di un serial killer, fecero scucire la bocca a Gal: “N-non sono sicuro che si tratta di un drago…”

“In che senso non sei sicuro che si tratta di un drago?”

“Beh, ti ricordi l’incidente che io, te e Kevin abbiamo avuto con la Metropolvere prima dell’inizio della scuola? In cui siamo finiti in una vecchia casa abbandonata, in cui c’era Abel che poi ha…”

“Va dritto al punto!”

“Va bene… ho trovato un uovo in quel posto! Sembrava abbandonato, così l’ho portato con me…”

Per un attimo, nello sgabuzzino, ci fu un silenzio di tomba, poi Delphini, indicò con l’indice il povero Gal e sibilò: “Fammi capire bene… hai trovato un uovo sconosciuto in una casa abbandonata, sede di gente poco raccomandabile… e l’hai portato qui? In una scuola?”

“Beh… riassunto al massimo… sì.”

“SEI UN IDIOTA PATENTATO!!!!!!!!”

L’urlo di Delphini fu talmente potente che spaventò gli uccelli fuori dalla finestra e fece tappare le orecchie al ragazzino.

“Io ti ammazzo, Galahad Sandlers!!!! Sarai anche l’Erede di Grifondoro, ma come deficiente non ti batte proprio nessuno! Se esistessero le Olimpiadi dei cretini, tu vinceresti tutti i premi possibili, razza di babbeo!!! Non hai pensato che la creatura là dentro potrebbe essere un grado XXXXX?!?! Una volta che si sarà schiuso, come pensi di tenerlo a bada?! Farà un macello, te lo dico io!!!! In una scuola, poi! Perché non hai consegnato quello stupido uovo al Ministero?!?!” strillò la Serpeverde, avvicinandosi pericolosamente al Grifondoro e mostrandogli un pugno, come se non vedesse l’ora di farglielo finire in testa.

Dal canto suo, Gal provò a difendersi: “Non mi è venuto in mente… ma non preoccuparti, ho tutto sotto controllo…”

“Tutto sotto controllo un corno! Sbarazzatene subito, razza d’idiota!”

“Non posso, si sta per schiudere…”

“Si sta per schiudere?” ripeté, con un’espressione sconvolta, Delphini, per poi sibilare, mentre assumeva un’espressione davvero arrabbiata e spaventosa: “Non m’interessa come ci riuscirai… ma sbarazzati di quell’uovo infernale prima che si schiuda, o proverai sulla tua pelle cosa significa farmi arrabbiare!”

Proprio in quel momento, la porta si aprì e voltandosi, Delphini notò che erano appena apparsi Teddy, Athena, Oliver e Victoire.

Evidentemente, quei quattro impiccioni non erano assolutamente in grado di farsi gli affari propri, almeno una volta nella vita…

“Cosa ci fate voi qui?” domandò col suo tono da ‘Cerco di essere educata, ma sarai molto più felice se spariste dalla mia vista’.

“Diciamo che eravamo un po’ preoccupati per la sopravvivenza di Gal… e per sbaglio abbiamo sentito tutto…” spiegò Teddy, venendo interrotto dalla Serpeverde, la quale, indicando con l’indice Gal, sbottò: “E allora aiutami a convincere questo stupido a liberarsi di qualunque cosa uscirà da quello stupido uovo!”

“No! Qualunque cosa uscirà da lì, è pur sempre una creatura vivente e, come tale, merita amore, rispetto e comprensione! Inoltre, si sta avvicinando il momento decisivo della nascita e, pertanto, non bisognerebbe spostarlo.” tentò di farla ragionare Oliver, sempre pronto a difendere i diritti degli animali, ma Delphini era irremovibile: “Quella bestiaccia ammazzerà tutti quanti, non appena sarà uscita! Ed io, se permettete, vorrei campare qualche altro anno!”

“Ma potrebbe non essere una creatura di grado XXXXX… potrebbe essere solo di grado X e, in quel caso, avremo solo fatto tanto rumore per nulla…”

“E’ una possibilità del 50% ed è una quotazione troppo azzardata per rischiare di tenercelo.”

“Beh, mettiamola ai voti.” Propose, proprio in quel momento, Athena “Chi ottiene la maggioranza dei voti vince e decide cosa farsene dell’uovo.”

“Io voto per Gal!” dichiarò subito Oliver, mentre Delphini si voltava verso Teddy e gli disse, col suo sorrisetto furbastro: “Teddy, mio caro, capisco che tu voteresti per Gal perché sei grande amico di quel cretino e di Oliver e questo tuo atto di fedeltà e lealtà ti rende onore, davvero… ma, dimmi, davvero saresti disposto a mettere a repentaglio la vita di tanti studenti, compresi quelli del primo anno, solo per essere fedele ai tuoi amici?”

L’espressione dubbiosa e imbarazzata del ragazzo, fecero capire alla ragazzina di aver fatto centro.

“Ehi, guarda che stai giocando sporco!” protestò Gal, risentito, ma la Serpeverde ribatté, prontamente: “Siamo in guerra, cocco di mamma. Se si vuole vincere, si deve usare tutti gli assi nella manica! Avanti, Teddy… dammi il tuo voto!”

Non aveva tempo da perdere, doveva al più presto ottenere il voto di Teddy perché, in quel caso, contemporaneamente avrebbe avuto anche quello di Victoire e sarebbe passata in vantaggio.

Si rendeva conto che era un piano un po’ troppo azzardato, non sapeva se la biondina l’avrebbe davvero votata… ma a casi estremi, estremi rimedi.

Purtroppo, quel babbeo di Teddy non sembrava assolutamente disposto a collaborare.

Infatti, continuava a mordicchiarsi le labbra, mentre i suoi capelli stavano diventando di tutti i colori possibili.

A quanto pareva, la lealtà di quel fesso era proprio tosta…

“Non preoccuparti, Teddy. Vota pure per Delphini.” Disse, all’improvviso e con la sua solita voce pacata, Oliver, facendo stupire tutti.

Quando vide che tutti lo stavano fissando, il Tassorosso dall’animo gentile disse al suo migliore amico: “Vota pure quello che ritieni giusto e non preoccuparti.”

“M-ma… io non vorrei…” borbottò Teddy, mentre Oliver finiva la frase: “…Offendermi? E per quale motivo? Solo perché noi due abbiamo opinioni diverse? Teddy, un vero amico non bada a queste quisquilie. Trovare un punto di contatto nella propria diversità e in pensieri differenti è sintomo di grande maturità e comprensione. Quindi, non aver paura di essere te stesso e di votare ciò che preferisci.”

Non appena finì il suo grande e saggio discorso, Oliver notò che tutti lo stavano fissando allibiti e, immediatamente, arrossì per l’imbarazzo e si coprì la faccia incandescente con le mani.

“Beh, allora se va bene… voto per Delphini.” Dichiarò Teddy, mentre Victorie, immediatamente, urlava: “Io voto quello che ha votato Teddy!”

“Come volevasi dimostrare…” sogghignò Delphini, mentre Athena esclamava: “Io, invece, voto per Gal e per la creatura dell’uovo.”

“Dunque… se Oliver ed Athena hanno votato per me, mentre Teddy e Victorie per Delphi…” si mise a ragionare Gal, guardando le sue dita “Questo significa… che siamo pari! E adesso che facciamo?”

“A questo punto, dovremo risolvere la cosa alla vecchia maniera…” sbottò Delphini e Gal, preoccupato, esclamò: “Non mi vorrai mica sfidare a duello!”

“Certo che no, baccalà. Una sfida a morra cinese, solo io e te. E chi vince, ha l’ultima parola.”

“Allora è meglio se ti prepari, perché io, modestamente, sono un campione a morra cinese… nel quartiere dove vivo, mi chiamano il drago della bufera.”

“Secondo me volevano solo avvisare tutti, con belle parole, che dovunque vai scateni un pandemonio…”

Proprio in quel momento, la campanella suonò e Delphini impallidì di colpo e si mise ad urlare, come se fosse in preda al panico: “Dannazione!!! Devo correre all’aula di Pozioni entro cinque minuti, prima che arrivi Lumacorno!!!”

“Andiamo, non fare così… in fondo, anche se arrivi un po’ in ritardo non succede niente…” tentò di rassicurarla Teddy, ma la Serpeverde lo incenerì con lo sguardo e sibilò: “Forse per te non succede niente… ma io l’anno scorso, sono sempre stata presente e puntuale a tutte le lezioni e gradirei mantenere questo mio record personale, chiaro?”

Più veloce del lampo, Delphini si fiondò alla porta, guardando l’orologio e calcolando: “Per correre al dormitorio da qui e prendere lo zaino ci vogliono massimo tra i due e i tre minuti facendo la strada di corsa… e per raggiungere l’aula, almeno altri due… fortunatamente, oggi ho Pozioni e l’aula è vicina al Sotterraneo di Serpeverde… tutto dipende da quanto corro veloce… speriamo solo di non incontrare Gazza… ci mancherebbe solo lui…”

Mentre la ragazzina correva come una furia nei corridoi, sempre controllando ogni due secondi l’orologio, Teddy la osservò in silenzio, per poi commentare: “Non ha alcun problema ad affrontare nemici o situazioni pericolose… ma entra nel panico più totale alla prospettiva di arrivare in ritardo a lezione…”

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Capitolo 44
*** La creatura dell'uovo ***


Capitolo 44: La creatura dell’uovo

 

Fu la campanella che segnava la fine delle lezioni mattutine e l’inizio della pausa pranzo che salvò Gal dalla tremenda lezione di Trasfigurazione con l’ancora più tremendo professor Bennet.

Non appena fu uscito dall’aula, il rosso si diresse verso il terzo piano, a differenza dei suoi compagni, i quali si stavano dirigendo verso la Sala Grande.

Rimase per qualche istante in attesa, fischiettando una canzone finché non scorse Oliver e Athena correre verso di lui.

“Tutto bene?” domandò Gal, mentre il povero Oliver, rosso in volto e ansimante per la corsa, balbettava: “S-sì…”

“Io non ho notato niente di strano, mentre venivo qui…” dichiarò Athena, mettendosi a guardare una vecchia armatura.

“Allora sbrighiamoci a raggiungere il nascondiglio del mio uovo, prima che quell’impicciona di Delphi provi a portarmelo via o, peggio, avverta un professore! Conoscendola, è abbastanza vipera per la seconda ipotesi…” commentò Gal, dirigendosi verso la porta dove aveva nascosto il suo amato uovo.

I tre entrarono nella piccola stanza, dove c’era solo una fiaccola, un vecchio quadro e, avvolto in numerose coperte e indumenti, un uovo, il quale sembrava parecchio grosso.

“Sarebbe quello l’uovo?” domandò Oliver, avvicinandosi per osservarlo da vicino, e Gal, annuì, orgoglioso: “Già! Superbo, vero?”

“Non si può negare che abbia il suo fascino…” ammise, meditabonda, Athena, osservando l’uovo.

Proprio in quel momento, la porta alle loro spalle si aprì rumorosamente e, quando i tre si furono voltati, videro Delphini con un sorriso di puro trionfo.

“Quindi è qui che nascondevi quel dannato uovo…” sibilò la ragazzina, mentre il coetaneo cercava di fermarla: “Andiamo, Delphi… non vuoi proprio metterci una pietra oppure un uovo sopra?”

“Spiritosone… per colpa di quel coso, ho quasi rischiato di arrivare tardi a Pozioni! Sono riuscita ad entrare in aula, un minuto prima che arrivasse Lumacorno!!!!” sbottò Delphini, mentre la sua espressione si deformava in odio puro.

Le sembrava ancora di rivivere quel momento, uno dei peggiori di tutta la sua vita… fortunatamente, il suo solito posto, in prima fila proprio davanti alla cattedra, era vuoto.

D’altronde, tutti gli studenti preferivano quelli dietro, in modo da poter provare a chiacchierare con gli amici e a non ascoltare la lezione di nascosto al prof…

Si era seduta al suo solito posto, di fianco a Kevin, il quale stava tirando fuori i rotoli di pergamena e le penne, il quale, molto saggiamente, aveva deciso di non fare domande sul suo strano ritardo, e pochi secondi dopo, col suo solito atteggiamento teatrale da attore mancato e sprecato, era entrato Lumacorno, coi suoi soliti baffoni da tricheco in bella vista.

Lui non sapeva che Delphini era quasi arrivata in ritardo a lezione e mai lo avrebbe saputo, a meno che colui che avesse anche solo accennato all’accaduto, non volesse ottenere un bel biglietto di sola andata per l’inferno a suon di calci!

In ogni caso, non aveva alcuna intenzione di perdonare Gal e quel suo stupido stramaledettissimo uovo per quell’accaduto!

Dovevano pagare entrambi: Gal, mediante la separazione da quell’uovo, e quell’uovo… si sarebbe fatto un bel volo dalla scogliera fino al Lago Nero!

Chissà, magari ai Maridi piacevano le uova strapazzate e bagnate…

Dal canto loro, anche Gal, Athena e Oliver cominciavano ad essere leggermente preoccupati per lo sguardo di puro odio e rabbia che l’amica stava, inconsciamente, mostrando…

Sembrava un’assassina professionista!

Se Delphini reagiva così solo al pensiero di essere quasi arrivata in ritardo a lezione, come avrebbe reagito ad un ritardo vero e proprio?

Non volevano proprio saperlo…

Ignorando in tronco lo sguardo preoccupato dei compagni, Delphini provò a dirigersi verso il nido improvvisato, ma fu bloccata prontamente da Gal, che le prese il braccio.

“Ma che cavolo fai?!” strillò la ragazza e il Grifondoro iniziò ad implorarla: “Ti prego, ti prego, ti prego… lasciami l’uovo… morirò se ne verrò separato…”

“E mollami! Non cambierò idea! Quella cosa deve sparire!”

“Ti supplico, Delfimi…”

“Vuoi farmi arrabbiare ancora di più?! Mi chiamo Delphini, pezzo d’idiota!!!”

In quel preciso istante, un rumore, come quello di un oggetto di vetro caduto che si rompeva, si sentì in tutta la stanza, facendo smettere di colpo i due litiganti.

Gal e Delphini si voltarono lentamente in direzione del rumore e, con grande sgomento da parte di entrambi, videro, in mezzo al nido di stoffa creato da Gal e circondato da pezzi di uovo, la creatura più singolare e strana che si fosse mai vista: infatti, davanti ai quattro c’era un galletto adulto col corpo ricoperto di piume colorate, ma con le ali di pipistrello e con una coda lunga e liscia, come quella di un serpente che terminava con un aculeo simile a quello di un porcospino, anche se molto più grosso, molto appuntito.

Qualunque cosa fosse quella creatura, una cosa era certa: non era un drago.

“Cosa diavolo è quell’animale?” domandò, allibita, Delphini, mentre Oliver, il quale stava sfogliando a tutta velocità il suo vecchio e consumato libro di Newt Scamander, rispose: “Non ne ho proprio idea, Delphini… non se ne parla nel mio libro… probabilmente, si tratta di una creatura rara…”

“Beh, in ogni caso, adesso che ce ne facciamo di quella cosa?”

“Io lo so! La prima cosa che bisogna fare è dare un nome alla mia creatura!” esultò Gal, mentre Delphini sbottava, inferocita: “Razza di stupido, quello è l’ultimo dei nostri problemi!”

“Sal, non urlare, ti supplico… lasciami dormire almeno una volta… potrai sempre farmi la pelle domattina… dopo una sontuosa colazione…” borbottò una voce maschile, impastata dal sonno.

Delphini, Athena ed Oliver si guardarono intorno, ma non videro nessuno.

Da dove veniva quella voce?

“Ah, già… mi sono dimenticato di presentarvi una persona…” disse, imbarazzato, Gal, dirigendosi al vecchio quadro e, dopo aver bussato delicatamente alla cornice, esclamò: “Dai, Ricky, in piedi! Ho delle persone da farti conoscere!”

Subito, una figura, la quale fino a quel momento, se n’era stata sdraiata in mezzo all’erba a ronfare, si alzò a sedere, tirandosi giù il brutto e vecchio cappellaccio, rivelando una barba e dei capelli folti e selvaggi come la criniera di un leone fulvo.

Con un’espressione assonnata, il giovane cavaliere si stiracchiò e sbadigliò, per poi, grattandosi la testa, guardare il gruppo.

Ad un tratto, la sua espressione si posò su di Delphini e, cercando di trattenere uno sbadiglio, borbottò: “Hai cambiato stile, Sal? Lo preferivo prima… quella sembra la coda di un cavallo…”

“Infatti, quest’acconciatura si chiama ‘Coda di cavallo’, razza di vecchia crosta maleducata… e per la cronaca, io mi chiamo Delphini Black!” sibilò, furiosa e rossa come un papavero, Delphini, il cui tono avrebbe tranquillamente potuto fendere l’aria, tal tanto che era sottile e freddo.

“Oh, scusa, ti ho scambiato per lui… sai, hai la sua stessa espressione facciale… mi meravigliava sempre il fatto che non gli fossero venute le rughe premature…”

“Gal!!!!” strillò Delphini e, immediatamente, Gal domandò, leggermente preoccupato: “Che c’è, Delphi?”

“Allontanami quell’ammasso di tempera, prima che qui avvenga un quadricidio!!!! E anche quello stupido pollo troppo cresciuto!” rispose la ragazzina, furente, indicando il quadro, e il rosso protestò: “Non puoi fargli qualunque cosa tu abbia in mente! Quello è il mio antenato Godric Gryffindor!”

Subito, tutti i presenti osservarono, allibiti il quadro dell’uomo coi capelli rossi che si stava strofinando un occhio, come per svegliarsi meglio.

“Adesso capisco da chi hai ereditato tutta la cretinaggine che spruzzi fuori da tutte le parti…” sibilò Delphini, continuando a guardare in malo modo il personaggio del quadro “Come accidenti ha fatto uno così a creare una scuola?”

“Ehi, portagli rispetto! Neanch’io ho ancora capito bene come accidenti sono riuscito a non essere bocciato l’anno scorso coi voti che ho preso agli esami di fine anno, quindi…” ribatté Gal, mentre Delphini alzava gli occhi al cielo, con una smorfia di pura esasperazione.

“Sei proprio sicura di non essere una parente di Sal? Le tue espressioni sono praticamente identiche alle sue…” fece Godric, grattandosi la testa, e Gal commentò: “Allora anche lui doveva avere un brutto carattere come lei…”

Prima che Godric potesse rispondere, Delphini si mise a dare dei colpi sulla testa di Gal, con un’espressione davvero furiosa, mentre il povero Grifondoro gemeva leggermente dal dolore.

“E’ praticamente identica a Sal… tutte le volte che lo facevo davvero arrabbiare, o m’insultava o reagiva così…” disse, con gli occhi sgranati, Godric, per poi commentare: “Certo che vedere la scena da quest’angolatura, invece di subirla sulla mia testa, da una strana sensazione… adesso, cosa succedeva di solito? Ah, Helga arrivava e ci divideva! Se non ricordo male, diceva…”

“Vi prego, ragazzi, smettetela… non è saggio litigare… soprattutto in questo momento.” Esclamò Oliver, avvicinandosi ai due litiganti, e Godric esultò: “Ecco, diceva proprio questo! A parte il ‘soprattutto in questo momento’… questa frase è nuova…”

“Vi ricordo che dobbiamo occuparci di una certa creatura…” fece Oliver, indicando il galletto, il quale, nel frattempo, stava saltellando in mezzo alla stanza.

“Qualunque cosa sia quella cosa, adesso la scaccio una volta per tutte!” dichiarò Delphini, facendo un passo verso l’essere, ma subito esso si voltò e cominciò a battere le ali di pipistrello violentemente, arruffando persino le piume e gracchiando con forza.

“E adesso che accidenti vuole quel pollo?” sbottò la Serpeverde, fermandosi, mentre Oliver ammetteva: “Non ne ho idea…”

“Probabilmente, ha capito che vuoi sbarazzarti di lui e ti ha preso in antipatia.” Dichiarò Gal e Delphini, per tutta risposta, gli fece una linguaccia.

Nel frattempo, il pennuto si era diretto, sempre saltellando, dietro alle gambe di Athena.

“A me sembra una creatura davvero interessante…” commentò la ragazzina, accarezzando la testa dell’uccello, il quale si fece coccolare senza pensarci due volte.

“Quel pollastro è venuto al mondo da soli undici minuti e si è già fatto corrompere…” commento Delphini, ma, proprio in quel momento, l’uccello fece una cosa strana: le sue guance cominciarono a gonfiarsi, come se stesse trattenendo il respiro o nascondendo nella bocca una gran quantità di cibo.

“Oh, insomma… è adesso che ha?!” sbottò Delphini ed ebbe subito risposta.

La creatura, infatti, fece uscire dal suo becco un’enorme vampata di fuoco, come se fosse una sorta di drago, mettendosi pure a saltellare da tutte le parti.

Pareva una pompa dell’acqua che i pompieri usavano per spegnere gli incendi imbizzarrita, con la differenza cruciale che stava sputando fuoco e non acqua.

“Ma si può sapere che cavolo di creatura è quella cosa?!” strillò Delphini, mentre Oliver, il quale era impegnato a sfogliare velocemente le pagine del suo libro per trovare una qualunque indicazione sulla creatura, incurante delle fiamme, borbottava: “Non trovo niente di niente… deve trattarsi di una creatura molto rara…”

“Rara o non rara, se non la pianta subito, la mando in un zoo a calci!!!”

“Ehi, porta rispetto a Furore!”

“Furore? Ha chiamato quella cosa Furore?!”

“Sì, mi ha ricordato uno dei film preferiti di mio nonno ‘Dalla Cina con furore’! All’inizio ero indeciso se chiamarlo così o Rocky, da Rocky Balboa, quel wrestling reso famoso da quella serie di film babbana, ma alla fine ho optato per Furore. Non trovi che sia appropriato?”

“Beh, di certo è venuto al mondo con parecchio furore…”

“Se vi può interessare, c’è un libro di Steinbeck intitolato proprio ‘Furore’, che io ho a casa. L’ho letto e l’ho anche trovato molto carino, anche se un po’ tragico… ma credo che gli scrittori ottengano maggior successo con i finali tristi, piuttosto che con quelli lieti…” iniziò Athena, ma, proprio in quel momento, l’uccello si diede una calmata e saltellò verso il suo nido, dove si mise a dormire.

“Stupido volatile casinista… soltanto tu potevi beccarti una creatura del genere, Gal…” sbottò Delphini guardando in malo modo il povero Gal.

“Il problema adesso è nasconderlo…” fece Oliver, mentre Delphini esclamava, furiosa: “Nasconderlo?! Ma ce ne sbarazziamo subito, invece!!! Quella specie di bomba ad orologeria è un autentico pericolo pubblico!!! Ci porterà soltanto dei casini, ne sono certa! Inoltre, dato che mi sembra un po’ troppo simile a quel deficiente del suo proprietario, avrà l’incredibile talento di attirare i guai come una calamita!”

“Ehi…” protestò leggermente Gal, con uno sguardo offeso, ma Delphini lo ignorò in tronco.

Provò di nuovo ad avvicinarsi a lui, ma l’uccello reagì esattamente come prima, come se temesse da parte sua qualche pericolo… cosa, in fondo, assolutamente vera.

“Chissà perché non vuole avere a che fare con te…” commentò Oliver, il quale, al contrario dell’amica, non aveva alcun tipo di problema ad avvicinarsi a lui… anzi, si faceva persino tranquillamente accarezzare.

“Uccello infernale.” Sibilò Delphini per poi commentare: “La mia proposta è quella di sbarazzarcene il prima possibile, prima che quella cosa ci ammazzi tutti!”

“Ma è appena nato… non sopravviverebbe in natura…” protestò con un lamento Gal, mentre l’amica sbottava: “Io penso proprio che sarà la natura a non sopravvivere a lui!”

“Gal ha ragione… se sono da soli, i cuccioli di qualunque specie, anche quelle magiche non possono sopravvivere…” s’intromise Oliver “Teniamolo solo per qualche mese, ok? Almeno finché non sarà in grado di cavarsela da solo…”

“No!”

“Andiamo, Delphi… si tratterebbe di un’opera buona…” tentò Gal, ma venne subito zittito dalla Serpeverde: “Me ne infischio delle opere buone… soprattutto se coinvolgono la mia sicurezza personale!!!”

“Ti ricordi quando eravamo sul tetto, l’anno scorso?”

“Tsk… è stato indimenticabile.”

“Beh, io stavo per cadere e tu mi hai preso…”

“Se avessi saputo che avresti allevato un piromane con le penne, ti avrei lasciato cadere!”

“Immagino… ma tu hai anche detto un’altra cosa, abbastanza interessante…”

“E sarebbe?”

“Hai detto di non volere un altro morto sulla coscienza…”

“E quindi?”

“Quindi, se lascerai libero il mio povero piccolo Furore, morirà… e non è quello che vuoi, vero? Un morto sulla coscienza!”

Delphini rimase in silenzio un attimo, per poi sibilare: “Carogna.”

“Significa che…?” iniziò Gal, per poi venire interrotto dalla Serpeverde: “…Significa che puoi tenerti quella brutta bestiaccia, ma a due condizioni: primo, che appena è abbastanza grande per campare da sé, lo metti in libertà. Secondo: tienila lontana da me!!!”

“Grazie, grazie… ti giuro che non te ne pentirai, Delphi!”

“Tsk… me ne sono già pentita.”

 

“Glielo hai sul serio permesso?” domandò Asmodeus, strisciando accanto alla sua padrona nel buio e gelido sotterraneo, mentre Delphini ringhiava, al ricordo di quella discussione: “Ha usato argomenti convincenti… e poi, ha promesso che se ne sarebbe sbarazzato alla prima occasione!”

“Sai, ultimamente ho notato una cosa interessante…”

“Cioè?”

“Sembri più… rilassata e aperta, rispetto a quando ci siamo conosciuti…”

“Che diavolo intendi dire?”

“Beh, prima eri sempre scontrosa, lunatica, solitaria… sembravi sempre in lotta contro il mondo e l’unica compagnia che accettavi era la mia… ma, dopo quell’avventura con quei quattro hai cominciato ad apprezzare la loro presenza…”

“E’ ancora troppo presto per dire ‘apprezzare’… diciamo solo che ho ‘accettato’ la loro presenza… non sono così male… a parte quel cretino di Gal…”

“Io, invece, dico che ti sei affezionata anche a lui…”

“Sì… aspetto il suo arrivo come l’eruzione di un vulcano! Non dire cavolate, Asmodeus… se mi dessero un falco per tutte le volte che mi ha fatto esasperare, sarei più ricca di Harry Potter!”

“Sai, voi umani siete così interessanti… non cambiate la pelle come noi serpenti, ma in compenso, cambiate carattere… e molto più spesso, rispetto a noi.”

“Ti do in pasto ai Basilischi.”

Per tutta risposta, il serpente continuò a strisciare, come se la cosa non lo preoccupasse minimamente, forse perché il tono usato per l’ultima affermazione era tutto tranne che minaccioso…

Finalmente, i due giunsero nella grotta segreta dei basilischi e sentirono qualcosa di grosso strisciare verso di loro.

“Chi è?” domandò la ragazzina e una voce che solo lei sentiva maschile, rispose: “Sono io, Kraken.”

“Ah, ciao, Kraken…” fece Delphini distrattamente e, proprio in quel momento comparve un gigantesco rettile con un pennacchio rosso sul capo, come una sorta di corona scarlatta, mentre dietro di lui, appariva un altro, leggermente più piccolo e senza pennacchio.

“Oh, ci sei anche tu, Scintilla.” Esclamò la ragazzina, per poi notare uno strano comportamento nelle due creature: invece di avvicinarsi a lei, erano indietreggiati, come se la sua presenza li spaventava.

“Ma che vi prende?” domandò, allibita, Delphini e Kraken rispose: “Puzzi di Coccatrice, ecco il problema!”

“Coccatrice? Va bene che c’è stato l’arrosto di pollo con patate stasera, ma non credo che facci un odore così disgustoso…” fece la Serpeverde, ma Scintilla la bloccò: “No, è una cosa leggermente diversa…”

“Si tratta del nostro nemico naturale. Una creatura che noi detestiamo con tutta l’anima, ricambiati! Odiamo tutto di loro… persino il loro odore ci disgusta! Basilischi e Coccatrici sono nemici giurati dall’alba dei tempi… e ci sono degli stupidi umani ignoranti che hanno il coraggio di confonderci! Il peggior insulto per un Basilico è essere chiamato Coccatrice!” dichiarò Kraken, con un trasporto ed un odio tali da far intuire a Delphini che qualunque cosa fosse quella creatura, la detestava parecchio.

Però, restava la domanda più importante: Come diamine aveva fatto a prendersi l’odore di una Coccatrice?!

Non aveva avuto a che fare con quelle bestie… a meno che…

“Per caso, le Coccatrici sembrano enormi galline con le ali da pipistrello e una coda appuntita, i quali sputano per giunta fuoco come i draghi?”

“Sì, sono proprio loro… ma dico, come accidenti si fa a confondere un nobile ed acculturato Basilisco con uno di quegli stupidi tacchini?! Insomma, guardami! Ho un aspetto così nobile, fiero, elegante, intelligente… rappresento il modello perfetto di un vero Basilisco… mentre quelle… cose… sono stupide, rozze, volgari, rumorose… delle vere galline! C’è da perdere la testa!”

Delphini non poté evitare di fare una smorfia.

Quella descrizione corrispondeva perfettamente a Gal… di certo non doveva meravigliarsi che, con tutte le bestiacce del mondo magico, a Gal fosse toccata proprio quella che faceva più danni…

Almeno, questo spiegava perché quel pollo si era tanto infuriato quando si era avvicinata… probabilmente, aveva percepito in lei qualcosa dei Basilischi e, di conseguenza, si era agitata, dato che erano suoi nemici naturali…

“Un’ultima cosa… sapete quanto sono state reputate pericolose le Coccatrici?” domandò Delphini e Scintilla, dopo aver riflettuto un attimo, rispose: “Beh, prima che il Maestro ci sigillasse tutti quanti, disse che uno studioso di creature magiche aveva dichiarato che erano pericolose quanto noi, soprattutto nel periodo della prima infanzia…”

“Che gran bella notizia…” sibilò Delphini, con un’espressione che sembrava si fosse inghiottita un limone intero, mentre Kraken aggiungeva: “Comunque, grazie al cielo, sono molto rare… quegli stupidi pennuti amavano ficcarsi nelle situazioni pericolose e ci lasciavano tutte le volte le penne! Già quando c’era il Maestro erano in via d’estinzione… di sicuro, adesso sono tutte estinte!”

“Purtroppo no…”

“Beh, comunque, se avrai a che fare con una di quelle bestiacce, tieni bene a mente una cosa…”

“E cioè?”

“Non farti beccare da lei.”

Delphini alzò un sopracciglio, sorpresa.

Tra tutti gli avvertimenti che poteva ricevere quello era in assoluto il più strano!

Va bene che essere beccati da un uccello faceva male, ma non era di certo una roba pericolosa… o almeno così credeva…

“E perché?” domandò e Kraken rispose: “Perché il becco è la parte più pericolosa della Coccatrice.”

“E’ più pericoloso del suo lanciafiamme incorporato, della coda col pungiglione da vespa e di quei suoi artigliacci?”

“Esatto. Con quelli può cavartela in un modo o nell’altro, ma se ti becca… sei finito. Dico sul serio. Nostra madre ce lo diceva sempre.”

“E… diceva anche che cosa fa il becco di preciso?”

“A dir la verità no…” ammise Kraken e, a quel punto, Scintilla s’intromise: “Però, io, una volta, ho sentito nostra madre parlare col Maestro delle Coccatrici… ricordo che in quell’occasione disse una frase molto strana e che mi rimase impressa…”

“Ossia?”

“Disse che il potere del becco di una Coccatrice era l’unica cosa che noi Basilischi potevamo avere in comune con lei e quelle della sua razza… e questo perché assomigliava in maniera impressionante all’effetto che i nostri occhi facevano sulle persone.”

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Capitolo 45
*** Il pasticcio di Furore ***


Capitolo 45: Il pasticcio di Furore

 

“Perché no?” domandò Gal, con tono supplichevole, il quale avrebbe anche potuto funzionare nel far cedere qualcuno, se la persona che gli fosse stata davanti non fosse stata la più testarda e dura dell’intera scuola.

“Perché no, razza di scemo!” rispose, infatti, seccata, Delphini e il rosso continuò: “E’ solo per sgranchirsi un attimo le gambe…”

“Facendosi beccare dall’intera scuola!”

“Ma chi vuoi che sia in giro durante la prima partita di Quidditch dell’anno?”

“Gazza, tanto per fare un nome!”

“Sarò attento.”

“No, che non lo sarai!”

“Andiamo, mi perdo la prima partita, dammi almeno una piccola ricompensa…”

“La tua piccola ricompensa sarà quella di tenere d’occhio quella cosa assieme a Teddy e Victoire, mentre io sarò occupata.”

“Occupata? E a fare che?”

“A godermi la prima partita dell’anno di Quidditch! Gioca Serpeverde, ti pare che me la possa perdere?!”

Mentre i due stavano litigando aspramente, come al solito, Teddy si voltò ad osservare la creatura della discordia, la quale ronfava tranquillamente nel suo giaciglio di coperte e piume, mentre dalle narici usciva aria calda.

Furore era così calmo, tranquillo, pacato… solo quando dormiva.

Quando era sveglio, era peggio di un terremoto a magnitudo 9… correva da tutte le parti, sputava fuoco una volta sì e una no, tanto che una volta aveva rischiato d’incendiare il quadro di Godric Gryffindor, ribaltando tutto quanto.

Se proprio avesse dovuto essere sincero, quella Coccatrice gli ricordava molto Pix…

Lui e i suoi compagni avevano scoperto che quella creatura particolare era una Coccatrice il giorno dopo la sua nascita da Delphini.

A quanto pareva, una sua fonte molto attendibile le aveva rivelato che quella bestiaccia insopportabile, come l’aveva definita lei, era una Coccatrice, che era reputata di pericolosità XXXXX e che il suo becco era molto pericoloso, anche se la sua fonte non era stata in grado di specificare, probabilmente chiunque sarebbe morto se fosse stata beccata da lei come aveva dichiarato.

Quando aveva provato a chiedere all’amica chi era quella fonte attendibile, lei aveva risposto molto semplicemente che preferiva restare anonima.

Nonostante il mistero della fonte anonima di Delphini, lui e gli altri avevano deciso di lasciar perdere per occuparsi di un problema molto più urgente: Furore.

Non appena saputa qual’era la razza della creatura, Oliver ed Athena avevano deciso di mettersi alla ricerca d’informazioni sulle Coccatrici, il primo perché era un grande esperto di tutto ciò che riguardava gli animali e la seconda perché era una grande esperta di tutto ciò che riguardava i libri.

Tutti quanti, in cuor loro, speravano che trovassero la minima informazione sul volatile…

Proprio in quel momento, la porta della stanza si aprì e una ragazza coi capelli a caschetto e tra le braccia un enorme pila di libri, così alta da nasconderle completamente il viso, entrò dentro, esclamando: “Ecco tutti i libri che sono riuscita a trovare sulle creature magiche rare e pericolose.”

“Ottimo lavoro, Athena. Dov’è Oliver?” domandò Teddy e la ragazzina, mettendo per terra la pila, rispose: “E’ andato alla sede del Club dell’Ippogrifo… ha detto che non voleva assolutamente arrivare in ritardo alla riunione…”

“…Ma se mancano tre quarti d’ora alla riunione! La verità era che voleva godersi Nat il più possibile prima della partita!” sbottò Delphini.

Oliver aveva proprio perso la testa per Nat, se mai l’aveva avuta…

Di solito, coloro che restavano ammaliati dal fascino Veela di Nat, tornavano normali non appena erano fuori dal suo raggio d’azione, per poi infischiarsene completamente della ragazza… prima di Oliver, non aveva mai sentito di qualcuno che continuava a cercare di stare nello stesso posto in cui c’era anche la Serpeverde…

“Per che cos’è la riunione?” domandò, leggermente incuriosito, Teddy e Delphini, aprendo un libro e guardando le pagine, sbottò: “A quanto pare, c’è una creatura che si sta mangiando tutte le piante della Sede del Club dell’Ippogrifo… quindi, il Club vuole riunirsi per tentare di capire che razza di specie è e, soprattutto, come impedirle di spolparle tutte quante!”

Il gruppo passò il restante tempo prima della partita a guardare e a studiare i vari libri sulle creature magiche, ma inutilmente, finché Delphini non si alzò in piedi e poggiando il libro esclamò: “Beh, io ho finito. Tra poco inizia la riunione del Club dell’Ippogrifo… ci vediamo alla fine della partita… mi raccomando, Gal, non fare cretinate come tuo solito!”

La risposta da parte del rosso fu un leggero russare proveniente da terra, dove il Grifondoro era sdraiato, con le mani al petto come la salma di un cavaliere medievale, con tanto di libro aperto davanti alla faccia, come una sorta di sudario.

In fondo, cogli orripilanti voti che prendeva, non poteva di certo aspettarsi uno scenario diverso…

“Che idiota.” Sbottò Delphini, tirando fuori dalla tasca del giubbotto uno spray, per poi spruzzarselo su tutto il corpo, mentre Teddy la fissava in silenzio.

Era da qualche tempo che Delphini si spruzzava quel deodorante, tutte le volte che entrava o usciva da quella stanza.

Inoltre dire che la prima volta che l’avevano vista usarlo, erano rimasti tutti di sasso e Gal, il quale aveva zero abilità nel trattenersi, aveva esclamato: “Stai usando un deodorante?! Ma stai male, per caso?”

Per tutta risposta, Delphini l’aveva incenerito con lo sguardo e aveva sibilato: “Impara presto a tenere chiuso il becco, razza di scemo… così forse vivrai a lungo!”

Non appena ebbe finito di mettersi il deodorante, la giovane Serpeverde uscì tranquillamente dalla stanza, con passo calmo e deciso.

 

Se non si fosse trovato nello spogliatoio, pieno zeppo di suoi compagni di squadra che gli lanciavano in continuazione sguardi non troppo velati di supponenza, probabilmente, si sarebbe messo a vomitare.

La nausea per lo stress e il nervosismo lo faceva stare così male che la sua faccia era diventata dello stesso colore della divisa della squadra, ovviamente di seconda mano e forse anche di più…  se fosse stato un tifoso, chiunque avrebbe pensato che si fosse dipinto la faccia di verde per dare il suo supporto alla squadra di Serpeverde… ma era proprio lui quello che aveva al più presto di un supporto, preferibilmente positivo…

“Ehi…” fece una voce femminile alle sue spalle che lo fece trasalire per la sorpresa.

Il ragazzino si voltò e vide una ragazza sua coetanea coi capelli argentati e con alcune ciocche blu legate in una coda di cavallo.

“Stai bene, Kevin? Sembra che tu stia per vomitare da un momento all’altro…” gli chiese Delphini e il giovane, con espressione afflitta, ammise: “Perché quello che sento… oh, lo so già… farò qualche casino, me lo sento… farò perdere la squadra e tutti mi ammazzeranno…”

“Andiamo, non fare così… senti, sono mesi che ci alleniamo e sei migliorato parecchio… e poi, anche se perdete, potete sempre andare in finale. Come ti ho già detto non so quante volte, tutto dipende dal punteggio.”

“Di certo, farò qualche figuraccia che mi metterà in ridicolo davanti a tutti…”

“Non deprimerti. L’ultima cosa che la squadra ha bisogno è un Cercatore depresso ed insicuro.”

“Lo so, ma è più forte di me… ho il terrore di sbagliare qualcosa…”

“Beh, l’anno scorso ho sentito la vicenda di un Cercatore di Serpeverde che mi è rimasta impressa…”

“Perché, è interessante?”

“No, perché fa morir dal ridere! C’era un Cercatore di Serpeverde Purosangue del secondo anno, proprio come te… e, durante la sua prima partita, quello scemo manco si è accorto che aveva il Boccino a pochi centimetri dal suo orecchio!”

Kevin non riuscì proprio a non trattenere una risata.

Di certo, non avrebbe fatto una figura del genere… o, almeno, sperava di non farla…

“Incredibile…” dichiarò il giovane, mentre Delphini rideva: “…Ma vero! Era così impegnato ad insultare il Cercatore avversario da non accorgersi nemmeno del Boccino! Bisogna proprio essere stupidi per combinare un macello simile… inutile dire che il Cercatore avversario se n’è accorto e l’ha preso, facendo vincere la squadra… sono certa che non combinerai mai un pasticcio del genere… non puoi di certo far di peggio…”

In effetti, adesso, Kevin si sentiva leggermente meglio… di certo, avrebbe fatto molta più attenzione al Boccino…

“Senti, l’unica cosa che conta adesso è che tu vada là e dimostri a tutti quanti che solo perché sei un Nato Babbano non sei più limitato, ma che sei il più motivato di tutti a dimostrare il tuo valore e che sei un vero Serpeverde!”

Kevin rimase un attimo in silenzio e, a quel punto, Delphini si diresse verso l’uscita dello spogliatoio, dicendo: “Beh, adesso vado sugli spalti. Fa del tuo meglio, mi raccomando.”

“Aspetta… potrei farti una domanda?” domandò il ragazzino e, immediatamente, l’altra si voltò a fissarlo, dicendo: “Dimmi.”

“Perché… sei sempre dalla mia parte e credi in me? Tutti gli altri Serpeverde mi odiano e mi disprezzano, invece tu… mi fai sentire apprezzato, mi aiuti, mi sei amica e hai fiducia in me… posso sapere perché?”

Delphini rimase un attimo in silenzio, poi, mentre si avvicinava con passo calmo, quasi annoiato, disse: “Va beh, te lo dico…”

Non appena si trovò davanti a lui, lo fissò un attimo in silenzio negli occhi, per poi rivelare in un sussurro: “E’ perché noi due… siamo molto simili.”

“Molto simili? In che senso?”

“Ah, no. Spiacente. Più di così non ti posso dire… sappi solo che tutte le volte che vedo come gli altri ti trattano, mi sembra di rivedere me stessa, perciò ti aiuto.”

E dopo aver detto ciò, Delphini uscì dalla tenda, svanendo all’istante, come una fata della brina.

Kevin rimase a fissare in silenzio la tenda da cui era sparita, prima che una voce maschile lo richiamasse, in tono aspro: “Ehi, novellino!”

Sentendo quella voce, Kevin si voltò di colpo e si trovò davanti al capitano della squadra, il quale, dopo avergli rifilato un’occhiataccia, lo avvisò: “Prendi quel Boccino anche a costo della tua stessa vita, capito? Altrimenti, neanche la tua guardia del corpo in gonnella potrà salvarti la pelle da un centinaio di Serpeverde infuriati…”

Con un ghigno, il Serpeverde si allontanò, mentre il ragazzino ritornava ad essere verde in viso.

 

“Gal, guarda che quello che stiamo facendo è pericoloso… e se veniamo beccati finiamo in un mare di guai…” mugugnò Oliver, mentre, l’amico Grifondoro teneva la sua Coccatrice domestica con una corda al collo come una sorta di guinzaglio improvvisato.

“Mi sembri Delphi!” sbottò Gal, mentre la creatura si fermava ad osservare incuriosita un’armatura “Faccio solo fare una passeggiatina al mio povero Furore… ormai gli si saranno arrugginite le gambe a forza di stare immobile… qui non ci sono quadri e sono tutti alla partita! Non verremo beccati, tranquillo.”

Nervoso al cubo, Oliver si voltò verso Teddy, il quale camminava dietro di loro tenendo per mano Victorie, non accorgendosi del gran sorriso che era stampato sul bel viso della Grifondoro.

Ovviamente, per il cervello anti-riconoscimento dell’amore di Teddy, tenere per mano Victorie equivaleva a tenere per mano una sorellina…

Oliver continuò a guardarsi intorno, agitato.

Quello che stavano facendo era follia pura… sperava solo che nessuno li vedesse…

Proprio in quel momento, una ragazzina bionda con un’enorme macchina fotografica svoltò l’angolo facendo restare tutti di sasso.

“Ehm… ciao, Monica…” balbettò Gal, mentre la ragazza osservava in silenzio Furore, per poi esclamare: “Che splendido animale! Ma che razza è?”

“Una Coccatrice… almeno credo…”

“Beh, è davvero splendido! Merita senz’altro una foto!”

E prima che Gal avesse il tempo di dire la sua, la Grifondoro scattò una foto a Furore, col flash che abbagliò tutti per un attimo.

“Argh, Monica… dovresti ridurre la potenza di quel flash… altrimenti, uno di questi giorni, qualcuno diventerà cieco…” borbottò Gal, mentre si massaggiava gli occhi doloranti, e nello stesso istante Monica esclamò: “Ahi!”

“Andiamo, non fare così… è vero che le parole feriscono, ma così è troppo…”

“Oh, no, Gal, non intendevo quello… è solo che la tua Coccatrice mi ha appena beccato…”

Sentendo quella frase, Gal sbiancò e le urlò, mentre pian pianino riacquistava la vista: “Stai bene? Ti senti di star per morire?”

“Certo che sto bene. Perché dovrei morire?”

“Niente, lascia stare…”

Tanto rumore per nulla… non appena Gal avrebbe ritrovato Delphi, si promise di farle sapere che i sospetti, per una volta, erano infondati e che quella sua fonte attendibile, non era poi così attendibile!

“Oh, accidenti… mi è venuto un crampo al piede… basta solo che tu ti distragga un attimo…” sbuffò, proprio in quel momento, Monica e fece per muovere il piede, ma, inspiegabilmente, esso rimase rigido.

“Ma che…?” fece la Grifondoro, abbassando lo sguardo e sbiancando immediatamente.

“Che ti prende, Monica?” le domandò Gal e Monica esclamò, spaventata ed allibita: “La mia… la mia gamba…! La mia gamba!!!!”

Immediatamente, tutti i presenti abbassarono lo sguardo e sbiancarono.

La gamba di Monica, infatti, era appena diventata grigia, come il granito.

“Oh, porca miseria…” balbettò Gal, mentre Teddy esclamava, anche lui in crescente panico: “Ma… mantieni la calma! Presto, corriamo in infermeria!”

“N-non posso… non riesco a muovermi!!! E anche l’altra gamba sta diventando di pietra!!!!” urlò Monica, mentre Victorie diceva: “Anche il tuo maglione sta cominciando a diventare di pietra! E anche la mano!!!!”

“Oh, accidenti… sto praticamente diventando una statua di pietra!!!” strillò Monica, sempre più in preda al panico.

Mentre vedeva la Grifondoro trasformarsi in una statua di pietra, a Victorie venne in mente il film ‘La fabbrica di cioccolato’, dove la vincitrice masticatrice di gomme coi capelli biondi a caschetto, Violetta Bauregarde, diventava un enorme mirtillo per essersi azzardata a masticare una gomma ancora in fase di collaudo… almeno Monica era rimasta alle sue normali dimensioni, anche se la situazione non era di certo meno tragica…

Preoccupata, Monica tentò di togliersi il maglione con la mano ancora funzionante, ma, vedendo che era difficile, tentò di risolvere la situazione togliendosi la macchina fotografica e appoggiandola su un’armatura lì vicino, ma, ormai, era troppo tardi.

Infatti, sotto gli occhi stupefatti, dei tre ragazzini presenti, Monica diventò una vera e propria statua di pietra.

Per un attimo, vi fu un totale silenzio, venendo poi spezzato da Gal, il quale commentò: “Beh, forse quella fonte inattendibile di Delphi non era poi così inattendibile…”

“Oh, accidenti… e adesso che facciamo? Abbiamo pietrificato una studentessa… abbiamo pietrificato una studentessa!!! Finiremo in un mare di guai… mia nonna mi ammazzerà!!!” si disperò Teddy, massaggiandosi i capelli, come faceva tutte le volte che era disperato, ma Gal esclamò: “Tranquillo, non lo scoprirà nessuno, tanto meno tua nonna.”

“Tu non la conosci. Ha un vero e proprio radar localizza malfattori…”

“Beh, elimineremo tutte le prove che portano a Furore e, una volta che sarà cresciuto, lo libereremo e nessuno saprà che cosa è successo!” lo rassicurò Gal, prendendo veloce come un lampo la macchina fotografica di Monica e cominciando a schiacciare a casaccio i tasti “Vedrai, risolveremo tutto in un…”

“Che succede, stavolta?” domandò Teddy, preoccupato dal fatto che l’amico si fosse bloccato di colpo, e una volta avvicinatosi, capì cos’era successo: lo schermo era diventato completamente nero.

“Che aspetti? Riaccendilo!” urlò Teddy, mentre l’amico schiacciava in continuazione il pulsante di accensione: “Ci sto provando, ma non succede niente! Mi sa che ho toccato un tasto che non dovevo e si è rotto…”

“Siamo rovinati…” borbottò Teddy, alzando gli occhi al cielo.

“Beh, intanto facciamo sparire il cadavere!” fece Gal, ma l’amico gli ricordò, esasperato: “Gal, non stiamo parlando di un morto, ma di una persona pietrificata!”

“Scusa, colpa di tutti quei telefilm che mamma si guarda per addormentarsi…”

I tre trascinarono il corpo pietrificato della povera Grifondoro, seguiti da Furore, finché non si trovarono davanti ad una porta, la quale, una volta aperta, rivelò uno sgabuzzino per le scope, dove, un po’ malamente, c’infilarono dentro Monica.

“E adesso che si fa?” domandò Teddy e Gal rispose: “Portiamo Furore al sicuro e poi cerchiamo di far tornare Monica alla normalità!”

“E… per quanto riguarda gli altri? Gli diciamo cos’è successo?”

“Ma stiamo scherzando? Se Delphi scopre cos’ho combinato m’ammazza com’è vero che è una Serpeverde! Acqua in bocca, mi raccomando!”

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