Sotus 3 (seconda parte)

di Amelia_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** cap 11 ***
Capitolo 12: *** cap 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Speciale ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Era passato un anno da quando Kongpob aveva annunciato alla propria famiglia di stare con Arthit.
Erano felici, Kong non chiese mai all'altro della sua famiglia.
Quindi si sorprese quando tornò a casa e trovò un signore dentro.
Sapeva fosse il padre del suo compagno, l'aveva visto in varie foto.
"Salve Khun" fece velocemente il wai ed il signore lo salutò serio.
"Salve, tu sei il coinquilino di mio figlio giusto?" Chiese e lui annuì.
Cercò il maggiore e lo trovò dietro di sé.
"Oh Kongpob. Sei già di ritorno" il piccolo capì subito che il suo ragazzo fosse nervoso...
"Kongpob tu lavori?" Chiese il padre e lui annuì, partì una strana conversazione su quanto lui fosse dedito al lavoro, a che ora tornava, quanto guadagnava...
Non capiva dove volesse arrivare con quel discorso e notò che anche Arthit era nella sua stessa situazione...
"Quindi se Arthit andasse via non avresti problemi con l'appartamento giusto?" Chiese paccato e questo spaventò molto il più grande dei due.
"C...come scusi? Perché P'Arthit se n'è deve andare?" Chiese allora Kongpob confuso e si girò dal suo ragazzo.
"È vero papà! Poi non puoi chiedere una cosa del genere!" Disse aiutando il piccolo.
"Stavo solo supponendo, che problema c'è? Prima o poi dovrai sposarti no?" Commentò il padre ed Arthit non seppe come rispondere...
"Penso che P'Arthit sia ancora giovane..." Provò Kongpob e capì di aver sbagliato, il padre ora lo stava fulminando con lo sguardo.
"Mio figlio ha ormai 28 anni, come può essere ancora giovane? 
I tuoi genitori ti hanno insegnato di rispondere così ad un adulto?" Rispose freddo e Kongpob non poté far altro che chiedere scusa.
Odiava le persone come lui, ma non poteva rispondere in quanto padre del suo ragazzo.
"Papà, Kongpob non voleva mancare di rispetto, è ancora giovane" disse provando a giustificarlo ed il padre annuì, poi gli chiese se avesse finito di vestirsi.
Uscì salutando formale Kong che guardò confuso il suo ragazzo.
"Sto andando a cena con lui, farò tardi credo, non mi aspettare sveglio" spiegò e se n'è andò.
Di solito il piccolo lo accarezzava sempre, ogni volta che uno dei due usciva.
Ma questa volta non si poteva fare ed entrambi né risentirono.
Kongpob si corricò più stanco del previsto...
"E se... P'Arthit ascoltasse il padre? No che vado a pensare... Mi ama, lui mi ama, non lo farebbe mai.
Devo credere in P'Arthit" pensò corricandosi di lato...
In realtà provo a pensare davvero così, ma sentiva una terribile sensazione allo stomaco....
Non mangiò, non ci riuscì.
Spero solo che al grande la serata andò meglio.
Ma quello che non seppe è che andò molto peggio.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Arthit guardava suo padre quasi con terrore.
Cosa voleva dire il discorso di prima? Cosa aveva in mente?
Sapeva di non poter dire nulla ai suoi... O almeno a suo padre, forse con la madre c'era ancora una speranza.
Ma lui odiava lo sguardo pieno di delusione del padre, una sola volta l'aveva ricevuto.
Aveva fatto una stupidaggine da piccolo, aveva solo 6 anni.
Eppure il padre l'aveva guardato in un modo... 
Arthit ricorda solo che dopo l'accaduto lui pianse tutta la notte e promettò a sé stesso di non far più apparire quell'espressione sul volto del padre verso di lui.
Ora si sentiva come quel bambino, ansioso di sapere qual era la sua punizione.
"Scendi su" lo chiamò il padre e lui obbedì subito.
In ristorante vedeva come lui lo guardava, sapeva che stava per parlare.
Gli chiese prima del lavoro poi arrivò al punto cruciale.
"Non c'è qualche collega carina?" Chiese e lui subito si irrigidì.
"Pa' sto pensando al lavoro! Non guardo queste cose lo sai!" Rispose subito e l'altro annuì.
"Fai bene, ma ora... Non pensi sia tempo di farti una famiglia? Io e tua madre vorremmo avere un nipote." Continuò e questo fece male al piccolo che strinse la forchetta un po'di più...
"Pa'... Ma se per caso io... Non potessi averli?" Chiese titubante ed il grande lo guardò male.
"Che intendi?" 
"È una supposizione Pa' " disse ed abbassò lo sguardo...
"Sarebbe una vera delusione, ma so che mio figlio non mi farebbe mai un torto simile." Rispose tranquillo ed Arthit si sentì morire.
Cosa poteva fare? Come poteva dirglielo? Vivere la sua vita... Sapendo questo?
Sospirò, cercò di mangiare e risultare tranquillo...
Ora voleva solo tornare da Kongpob e lasciarsi abbracciare...
"Potresti fare un nuovo passo comunque. Perché non ti trasferisci? Hai la possibilità." Continuò ed il piccolo cominciò a sudare freddo...
"È più facile così, Kongpob è un ottimo coinquilino poi." Rispose e notò uno strano sguardo nel padre.
"Ma anche lui avrà la sua vita privata no? Perché vi ostinate a stare insieme?" Chiese ancora.
"So com'è fatto Kongpob... Me lo direbbe" rispose cercando di cambiare però argomento.
"Secondo me è strano. 
È anche di bell'aspetto ed intelligente. " Disse il padre sorprendendo Arthit.
"In cosa dovrebbe essere strano?" Chiese cercando di non alterarsi.
"Se non ha una ragazza... Allora o gli piace giocare... O è omosessuale." Specificò l'ultima parte quasi con disprezzo.
"Kongpob è una brava persona. Non giocherebbe mai con I sentimenti di nessuno." Si imputò questa volta il piccolo, sorprendo il grande.
"Allora è gay?" Chiese ed Arthit deglutì, fece no con la testa.
"Secondo me devi stare lontano da lui. 
Guarda come mi hai risposto! Ha una brutta influenza su di te." Iniziò nuovamente ed il piccolo sospirò.
"Papà perché ce l'hai tanto contro di lui? Davvero è una brava persona..." Provò ancora, cercando di non alzare la voce...
"Verrò a trovarti più spesso, la settimana prossima andiamo a vedere delle case" continuò senza neanche ascoltarlo e pagò il conto ad entrambi.
"Non posso andarmene all'improvviso!" Disse questa volta sorpreso.
"Allora avvisalo. Ci vediamo la settimana prossima." Rispose il grande con tranquillità.
Arthit sospirò ancora e si incamminò verso casa...
Era davvero stanco...
Arrivò e si trovò il suo compagno davanti a lui.
Che ci faceva ancora sveglio?
"P'Arthit mi hai fatto prendere un colpo!" Disse più tranquillo ora, il grande non capì all'inizio.
Notò però le venti chiamate e messaggi del più piccolo.
Non se n'era accorto...
"Sono venuto a piedi" commentò soltanto come scusa.
All'improvviso sentì una mano sulla sua guancia, alzò lo sguardo ed il piccolo gli sorrise preoccupato.
"Cosa c'è P'Arthit?" Chiese soltanto ed il grande questa volta si lasciò andare ed appoggiò la testa sulla sua spalla.
Si sentì abbracciare e lo strinse debolmente anche lui.
"Kong..." Lo chiamò e subito l'altro rispose.
"Kong..." Disse di nuovo e questa volta il piccolo gli baciò la testa e lo strinse più forte.
"Va tutto bene, P'Arthit sei a casa."

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Era ormai mattina, Arthit dormiva, aveva il giorno libero.
Come il suo compagno, ma se questo si svegliò prima lasciò che il grande dormisse tutto il tempo.
Era preoccupato, il viso di Arthit ieri sera era stato un colpo al cuore.
Voleva chiedere, sapere cosa fosse accaduto per renderlo tale.
Ma non voleva revocare ricordi dolorosi sul suo compagno.
L'aveva soltanto abbracciato e fatto corricare, si addormentò quasi subito il grande, tra le grandi braccia del piccolo si sentiva così al sicuro che sentì tutta la stanchezza arrivare...
Si svegliò verso le undici di mattina e si sorprese, perché Kongpob non l'aveva svegliato?
Lo chiamò ma non sentì nessun rumore fino a che non sentì la porta.
"Oh buongiorno. Sono andato a fare la spesa, ti ho preso anche questo" disse facendogli vedere il pinkmilk.
Il grande sorrise, il suo ragazzo era stupidamente perfetto.
Andò a farsi la doccia e cercò di organizzare le sue idee.
Doveva parlare con Kongpob, ma doveva anche convincere suo padre a non cercare casa...
Perché lui ce l'aveva.
Era qui con lui, non voleva nessun altro.
Non poteva immaginarsi nessun altro.
Quando uscì si ritrovò qualcosa da mangiare e il suo pinkmilk, il piccolo stava stendendo.
Lo guardò curioso, gli piaceva quell'abitudine, lo rilassava vedere Kongpob stendere e poi stirare la roba.
Il piccolo sapeva di essere osservato, non controllava perché poi il grande si sarebbe imbarazzato.
"Pranziamo fuori?" Chiese ad un certo punto Arthit ed il piccolo annuì subito.
"P'Arthit ti porto dove vado di solito a mangiare quando non posso venire da te, è molto tranquillo." Gli spiegò una volta vestito.
Arthit annuì ed una volta in macchina guardò il suo ragazzo guidare.
Aveva preso la macchina una volta tornato dalla Cina.
Non gli aveva detto nulla, lo vedeva studiare e non capiva, usciva anche.
Un giorno però era semplicemente entrato in casa e gli aveva fatto vedere la patente.
 
 
["P'Arthit prendiamo una macchina" disse sorridendogli, voleva fare una sorpresa ma ricevette solo una sgridata.
"Perché non mi hai detto nulla?!" Chiese con una voce fin troppo alta.
Il piccolo ci rimase male e lo fece chiaramente vedere.
"Volevo fare una sorpresa a P'Arthit... " Rispose borbottando ed il grande si sentì in colpa.
"Avrei conservato dei soldi, ora non possiamo prendere nulla" disse dispiaciuto e Kongpob sorrise.
"Li ho conservati io! Ho fatto dei straordinari!" Rispose ed Arthit si arrabbiò ancora.
"Perché sei così arrabbiato? Non ho fatto nulla di male." Chiese ancora infastidito, non capiva.
Dove stava il problema?!
"Perché è una cosa importante!" Rispose Arthit e lui annuì non capendo ancora.
Il più grande stava per rispondere quando si bloccò.
Arrossì e lasciò perdere ma il piccolo lo notò e quindi lo seguì non volendo lasciar perdere.
"P'Arthit mi dispiace... Davvero, non capisco... " Disse ed il grande si nascose in bagno troppo imbarazzato.
Sbuffò e parlò.
"Perché è una cosa importante è l'hai fatta senza di me.
Non mi hai reso partecipe...
Ed ora stai anche pagando tu. 
È una cosa unicamente tua." Spiegò dietro la porta e Kongpob sorrise sentendosi uno stupido.
"Mi dispiace P'Arthit, non l'ho pensato così...
Volevo solo farti una sorpresa... E non volevo deluderti se non ci fossi riuscito.
Nel mentre avevo conservato i soldi.
Ho pensato di venire subito da te appena passato perché voglio comprare la macchina con te...
Voglio che la scegli con me. " Rispose Kongpob sentendosi in colpa ed Arthit uscì.
Non guardava il piccolo ed annuì.
"Domani sono libero" disse soltanto ed il piccolo lo ringraziò abbracciandolo.]
 
"Questa è la parte migliore di guidare" Kongpob lo risvegliò dai suoi pensieri parlando.
"Quale?" Chiese confuso e Kong gli sorrise.
"P'Arthit che mi guarda" rispose dolcemente, il grande arrossì ed abbassò lo sguardo.
"Hm sembri più grande, tutto qua" rispose come scusa.
Arrivarono al ristorante e Kongpob gli disse quali fossero i piatti migliori.
Arthit sorrise di quella premura, gli piaceva come il piccolo lo rendeva partecipe e lo viziava.
Ormai anche se in imbarazzo accettava.
In un attimo però gli tornarono in mente le parole del padre e si incupì.
Kongpob se n'è accorse e cercò di risvegliarlo ma nulla.
Allora optò per prendergli la mano facendolo quasi saltare dallo spavento.
"P'Arthit che succede?" Chiese preoccupato ma lui rispose di essere solo stanco.
Non aveva il coraggio di parlargli, non voleva farlo, non voleva lasciarlo.
"Aspetterò quando vorrai" disse kongpob chiamando il conto ed il grande lo guardò...
"Come?" Chiese confuso e nervoso..
"Aspetterò quando P'Arthit deciderà di dirmi cosa lo preoccupa così tanto." Rispose pagando e lasciando il grande sorpreso.
 Kongpob voleva fargli sapere che lui c'era, Arthit allora annuì e gli chiese scusa, davvero in colpa.
"Voglio solo che P'Arthit si affidi a me, non c'è bisogno di dirmelo per ora... " Rispose volendo tranquillizzarlo ed il grande gli sorrise grato.
Gli prese la mano sorprendendo il piccolo.
"Grazie Kong." Disse ma quella frase celava un altra frase che pensò e basta.
"Ti amo Kong"
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Era passata una settimana ed Arthit era sempre più stanco.
Non sapeva che fare, il padre sarebbe arrivato a momenti.
Era riuscito a convincerlo, dovevano vedersi in ristorante.
Non voleva che il piccolo lo incontrasse.
Non era ancora riuscito a parlargli di questo.
E come poteva? 
"Aspetti da molto caro?" Il padre si presentò insieme alla madre.
Sorrise abbracciandola, era da molto che non la vedeva.
Il pranzo fu molto tranquillo, Arthit sorrise vedendo come la madre cucinava i pezzi migliori per il proprio marito e lui.
Questo gli ricordò di un giovane che faceva lo stesso per lui, ogni volta.
La madre notò lo sguardo del figlio e sorrise.
"Quando avrai una compagna avrai anche tu questo vizio" disse dolcemente ed Arthit sentì il suo cuore fare male.
Vorrebbe davvero dirlo... "Mamma io lo ho! È Kongpob. È un ragazzo. Si prende grande cura di me!" Ma lo pensò e basta, sapendo di non poter davvero dire nulla.
"Cara siamo qui per aiutare nostro figlio con la casa, siamo anche abbastanza vicini da quelle che ho già visto." Commentò il padre ed Arthit quasi non si strozzò.
"Papà! Perché non me l'hai detto?!" Chiese destabilizzato.
"Te l'ho detto, la settimana scorsa." Rispose paccato il padre ma il piccolo fece no con la testa.
"Mi hai detto di dirlo a Kongpob non che saremmo andati a cercare una casa!" Ribatté ancora ed il padre lo guardò serio questa volta.
"E gliel'hai detto?" Chiese allora il padre ed Arthit si stette zitto.
"Caro perché non potresti dirglielo? Ho conosciuto il ragazzo al telefono, è sempre stato cortese, penso capirà tranquillamente.
È un giovane molto intelligente." Commentò la madre con dolcezza, il padre sbuffò non d'accordo con l'idea della moglie.
"Forza, ora andiamo. Abbiamo due case da vedere per ora" disse alzandosi.
Arthit passò le restanti due ore a girare delle case che non voleva avere.
Più ci stava più stava male...
La madre se n'è accorse.
"Cosa c'è caro?" Chiese accarezzandogli la testa ed Arthit gli sorrise debolmente.
"Niente mamma... Niente..." Rispose e la madre lo guardò bene, cercò di dire qualcosa ma si fermò ed andò avanti.
Finalmente poté tornare a casa... 
Aveva detto di no alle case, fortunatamente anche la madre lo aiutò.
" Bentornato P'Arthit!" Kongpob gli sorrise, erano tornati insieme.
Per la prima volta in quel giorno il grande si ritrovò a sospirare e sorridere contento.
Era tornato a casa.
"Ho preso da mangiare, non hai cenato vero?" Chiese Arthit e Kong lo ringraziò.
"Com'è andata?" Chiese il piccolo curioso posizionando il cibo nei vari piatti.
"C'era anche mia madre, mio padre quindi era più dolce almeno." Rispose il grande ridacchiando un po'.
"Tua madre è molto dolce, chi non lo sarebbe con lei?" Commentò Kongpob con tranquillità ed Arthit sorrise.
Era vero... 
"Kong... Ti devo parlare di una cosa... " Incominciò, doveva dirglielo.
Il piccolo annuì guardandolo, era già pronto ad un discorso serio.
"Mio padre mi ha portato a vedere delle case. 
Pensa sia il momento di trasferirsi." Lo disse davvero, pensò che uno strappo veloce era molto meglio.
Si sorprese però del sorriso del piccolo.
"Lo penso anch'io, in effetti i soldi ci sono" rispose mangiando tranquillo.
"C... Come?" Chiese esterrefatto il grande... Non gli fregava nulla?!
"La prossima volta che siamo liberi vengo anch'io P'Arthit, in due facciamo prima no?" Rispose guardandolo con dolcezza.
Lo stava prendendo in giro?
"Kong... Hai capito cosa sto dicendo?" Chiese ancora ed il piccolo annuì, ferendo il grande.
"Mi vuoi accompagnare..." Disse ancora con tristezza...
"Certo, inoltre non pagherai solo tu no?"disse tranquillo ed Arthit alzò lo sguardo.
"Cosa?"
"Beh se vogliamo trasferirci anche io darò la mia parte. 
Possiamo prendere due stanze così che tuo padre non sospetti, anche se dormiremo insieme.
No? " Chiese sorridendogli ancora e questo fece ancora più male al grande.
"Come glielo dico? È così speranzoso... È così felice... " Pensò Arthit disperato ora...
"P'Arthit che succede? Ti senti male?!" Chiese preoccupato ilpiccolo, si avvicinò anche a lui, non capì, non aveva mangiato nulla.
"Mi dispiace... Scusa... Scusa Kongpob... Faccio davvero pena... " Sospirò Arthit, il piccolo lo guardò e non capì, che stava accadendo?
"P'Arthit che succede? Per favore... Per favore parlarmi... " Chiese davvero preoccupato.
"Mio padre vuole che mi trasferisca... Ma da solo" l'ultima frase fu come una coltellata per entrambi.
Il piccolo abbassò lo sguardo, non pensava...
Aveva subito pensato... Che anche lui ci sarebbe stato...
Che stupido...
Era ovvio...
"P'Arthit ha accettato?" Chiese non riuscendo però ad alzare lo sguardo, perché aveva già capito.
"Mi dispiace... " Rispose Arthit, era un codardo, ecco cos'era.
Kongpob annuì e basta, si alzò e mise apposto la cena, senza dire nulla.
Il grande lo aiutò, non riuscì a parlare.
Cosa poteva dirgli?
Dall'altra parte Kongpob fece tutto in automatico, non voleva fermarsi.
Si spaventò quando si ritrovò in doccia.
Era ancora vestito... "Che stupido" disse sottovoce spogliandosi.
Non ci aveva pensato neanche un secondo all'idea di separarsi dal più grande.
Eppure l'altro ci aveva pensato, non poteva combattere per lui?
Ci credeva così tanto...
"Che stupido" borbottò ancora mentre delle gocce salate ora si facevano strada su tutto il viso... 
 
 

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


Erano passati tre giorni.
Tre giorni dove Arthit provò a chiedere scusa al suo ragazzo invano.
Kongpob l'aveva già perdonato a sua detta, ma lui sapeva benissimo che non era così.
Il terzo giorno il piccolo gli portò pure degli opuscoli di case.
Arthit lo guardò ferito e quando Kongpob si sedette vicino a lui aiutandolo si arrabbiò.
"Non mi vuoi più?! Come puoi aiutarmi?! " Chiese esasperato ed il piccolo gli sorrise triste.
"Come posso non voler P'Arthit? Ma va fatto no? Q... Questo non vuol dire... Che noi non staremo più insieme... " rispose abbassando lo sguardo per poi alzarlo velocemente preoccupato.
"Vero?" Chiese con un tono che fece davvero abbassare tutte le difese di Arthit.
Annuì e si inchinò davanti a lui, gli prese le mani e gli sorrise debolmente.
"Mi dispiace... Ma troverò una soluzione, te lo giuro.
Proverò a convincere mio padre a prendere due camere.
Ci proverò, tu... Però voglio che tu mi creda. " Sperò davvero lo facesse.
Kongpob si sorprese, capì che ormai era inutile nascondergli tutto...
Gli fece un piccolo sorriso ed annuì, bastò quello a rincuorare il grande, perché sapeva fosse vero.
"P'Arthit capisco perché hai accettato" disse il piccolo ed il grande annuì.
"Ma non sei d'accordo e sei rimasto deluso" rispose per lui ed il piccolo a questo punto lo guardò ed annuì dandogli ragione.
"Mi ha fatto molto male, ma non posso costringere P'Arthit.
So benissimo che tu sei diverso da me." Disse ancora ed il grande lo accettò.
Per quanto stesse soffrendo in quel momento, era contento di riuscire finalmente a sbloccare Kongpob.
"Mi dispiace, non voglio che tu stia male più di quanto lo sei già" disse però all'improvviso ed il grande ridacchiò per quella premura.
"Kongpob non sono forte come te, non ci riesco ancora... " Rispose davvero deluso da sé stesso.
Kongpob fece no con la testa e lo abbracciò, sentì chiaramente il grande aggrapparsi a lui e lo portò sul letto.
Lo coccolò stando zitto.
Perché capiva, lui non voleva obbligarlo a dirlo ai suoi.
Ma dall'altra parte...
"Neanche io sono forte P'Arthit... Semplicemente non volevo nascondere la persona che amo... " Pensò dandosi però dell'egoista.
Ora l'altro gli aveva promesso di parlare con suo padre, di credergli.
Lui lo faceva. Sapeva che il grande avrebbe fatto di tutto, ma sapeva anche che... Non sarebbe stato possibile.
"Kongpob... Stai pensando troppo" gli disse Arthit guardandolo ed il piccolo abbassò lo sguardo su di lui.
Gli sorrise e gli baciò dolcemente il naso, vedendo come le guance del grande incominciarono a prendere colore.
"È vero, P'Arthit meglio non pensare no?" Disse accarezzandogli ora il fianco e mentirebbe il grande se non dicesse che quella carezza lo fece rabbrividire... Dal piacere.
"Giochiamo a calcio?" Chiese il piccolo anche se era solo una formalità.
In quanto era già sopra di lui ed il grande ridacchiò imbarazzato e lo sgridò.
Ma bastò un bacio da parte del più piccolo per farlo cedere completamente.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Arthit e Kongpob stavano guardando la nuova casa del più grande, ma più che altro tutti e due pensarono a quanto sarebbe stato bella se la casa fosse stata di entrambi.
Era perfetta per loro.
Aveva un ottima terrazza, come piaceva a Kongpob, lui poteva anche farne a meno, ma non ci pensò due volte a dare un punto in più a questa casa che ad un altra.
"P'Arthit sei sicuro? Ha pure una cucina media, non è troppo grande?" Chiese con malinconia, stava provando ad essere forte.
Voleva sapere dove il suo ragazzo avrebbe vissuto, l'avrebbe aiutato.
"Basta per due quindi va bene, tu ti muovi molto quindi va bene, c'è anche questo mobile vicino ai fornelli, ti piace fare di tutto è perfe-" rispose tranquillo per poi fermarsi e diventare muto.
Aveva messo in conto il piccolo, lui stava pensando alla loro casa.
Ma non lo era.
"P'Arthit devi pensare a te, non a me. " Rispose forse fin troppo brusco il piccolo.
Se n'è accorse ma questa volta invece di chiedere scusa uscì dalla stanza.
Voleva chiederlo ma come poteva?
Le parole di Arthit lo avevano riempito di gioia e dolore.
Quando lo sentì fermarsi anche il suo cuore fece lo stesso.
Era arrabbiato con sé stesso per aver risposto così.
Doveva rimediare ma questa volta non aveva il coraggio di parlargli.
Come poteva? Aveva paura di dire altro, avrebbe fatto male ad entrambi.
Andò nella veranda e sorrise, anche questa era per lui.
Si sedette e guardò in alto, gli piaceva questa casa.
Era la più adatta... A loro.
"Kong" ad un tratto il grande lo chiamò e lui si girò subito, si alzò subito e sospirò.
"Scusami P'Arthit" disse semplicemente ed il grande fece no con la testa e gli accarezzò dolcemente una guancia.
Il piccolo si sentì più male a quella carezza. 
Sapeva che anche l'altro stesse soffrendo.
"P'Arthit sta pensando a casa nostra?" Chiese sapendo benissimo di fare male ad entrambi.
"Perché voglio che lo sia" rispose Arthit.
Erano parole piene di significato per loro... Ma allo stesso tempo erano parole senza un fondamento reale.
Li resero felici ma aumentarono il loro macigno.
"Mi piace la casa" disse ancora Kong ed Arthit concordò.
"La prendiamo?" Chiese titubante ed il piccolo lo guardò confuso.
"Non pagherà mio padre e non voglio accettare il suo aiuto.
Quindi in qualche modo dovrò pagarla no? Perché non prendere un coinquilino?" Spiegò grattandosi la guancia.
"Ma tuo padre vuole che prendi una casa per stare con la tua "futura compagna", non penso accetterà" rispose marcando il termine con estremo fastidio.
Arthit abbassò lo sguardo in conflitto.
"Prima di accettare devo parlare con lui, per il momento blocco la casa" disse ed il piccolo annuì ma gli prese la mano.
Non lo stava incoraggiando, lo stava solo supportando, perché Kongpob non gli avrebbe mai chiesto di andare contro suo padre, nonostante è ciò che lui vorrebbe veramente.
Il grande la strinse forte, dovevano farcela.
Avevano superato la Cina.
Perché non superare anche questo?

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Arthit guardava il padre con timore, erano andati a vedere la nuova casa.
"È grande come casa." Disse soltanto guardando poi le due stanze vicine.
"A cosa ti servono due stanze?" Chiese quasi con delusione.
"Devo dirti una cosa... Io questa casa la voglio, mi piace. 
Ma come vedi è grande, ma posso prendere un coinquilino, sono abituato, penso sia la cosa migliore per me." Spiegò, lo vide annuire e quasi non ci credette.
"È giusto, però dovresti dirgli che se n'è andrà.
Almeno con una casa avrai più possibilità. " Rispose ed Arthit sorrise finalmente sereno.
"Non sarà quel Kongpob vero?" Chiese poi infine l'anziano ed il piccolo lo guardò sorpreso...
"P... Perché? Che problema ci sarebbe se fosse lui?" Domandò Arthit e sentì chiaramente grugnire il padre.
"Ti dà un cattivo esempio, non mi piace quel ragazzo, è troppo sfrontato e maleducato.
In più non mi hai ancora detto che cosa gli piace." Rispose il grande con disgusto.
"Papà! Kongpob non è quel tipo di persona che stai dicendo! È davvero un ottima persona!" Rispose arabbiandosi, odiavava come il padre parlasse di lui.
"Lo stai anche difendendo? Non accetto lui qua." Disse infine in modo deciso il grande ed Arthit questa volta strinse i pugni.
"Non importa, a me serve un coinquilino e quello è Kongpob." Rispose Arthit, rispondendo per la prima volta a suo padre.
Se Kongpob fosse qui sarebbe fiero del suo compagno.
Arthit si sentiva coraggioso solo grazie a lui.
"Non ti ho insegnato questo io." Commentò il padre con delusione.
"Dai una possibilità a Kongpob, ti giuro che è un bravo ragazzo.
Me l'hai insegnato tu, quando trovi una brava persona ... Di non lasciarla no?" Chiese titubante, sapeva di star osando molto con lui... 
Ma notò il suo sguardo.
"Allora andiamo a pranzo, voglio vedere questa grande persona.
Ma se non la vedrò, tu non lo farai stare qua. " Rispose il grande ed Arthit annuì con timore.
Per il momento era fatta, pensò, Kongpob faceva sempre buona figura.
Quando lo disse al piccolo quasi arrabbiò, pensava fosse più felice.
Era riuscito a fronteggiare in un certo senso il padre, anche se aveva subito ritrattato. 
Ma c'era riuscito!
Kongpob gli aveva solo sorriso dolcemente ed aveva annuito.
Un vero fastidio.
Quando il piccolo tornò con la cena notò il fastidio del grande.
"Come dovrei stare? Sai quanto ci è voluto? Mi aspettavo non so... Un po'più di felicità!" Rispose sbattendo anche le mani per dare più enfasi.
"Ma P'Arthit io sono fiero di te. Sono felice di avere questa possibilità con tuo padre." Rispose sincero il piccolo ed il grande si bloccò.
Allora perché non lo sembrava?
"Mi dispiace P'Arthit" disse ancora ed il grande lo osservò.
"Hai paura?" Chiese notando una leggera ruga sul piccolo.
Kongpob lo guardò e sospirò, annuì chiedendo nuovamente scusa.
"Ho paura di non riuscire a piacere a tuo padre.
In più devo trattenermi molto. 
Ma sono davvero, davvero felice che P'Arthit mi abbia difeso."
Rispose sorridendogli ed appoggiando la cena sui piatti.
Il grande si calmò, lo vedeva.
La sua paura, ma ancora più importante notò lo sguardo pieno d'amore che gli rivolse quando lo ringraziò per averlo difeso.
"Mio padre non è così cattivo, non c'è bisogno di trattenersi tanto con lui" rispose cercando di far passare il leggero battito cardiaco aumentato per colpa del piccolo.
"Non intendevo per tuo padre" rispose soltanto facendo incuriosire ancora di più il grande.
"E come allora?" Chiese incominciando a mangiare.
"Non posso cucinare per P'Arthit, devo comportarmi da amico.
Non devo viziare P'Arthit e guardarlo meno. " Rispose con una sincerità tale da far arrossire il più grande in un attimo.
"N... Non sarà così difficile!" Disse il grande e si beccò un occhiata seria da parte del suo piccolo.
"Lo è. Lo è un sacco P'Arthit." Rispose mettendo poi un broncio adorabile agli occhi del più grande.
Sentì il suo cuore sciogliersi sempre di più per quel ragazzo più giovane di lui.
"Su su na" pensò dolcemente.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Era arrivato il grande giorno, Kongpob era davvero nervoso, teneva le mani sul volante, ma le stringeva troppo forte tant'è che Arthit non seppe che fare, lo vedeva, era come quando voleva dire ai suoi di loro.
Quando parcheggiò guardò Arthit e sospirò.
"Mi dispiace P'Arthit" incominció e l'altro girò subito la testa confuso.
"In che senso?" Chiese non capendo a cosa si riferisse il piccolo.
"Tuo padre mi odia, mi dispiace se non supererò il test questa volta, non voglio deluderti..." Spiegò a fatica Kongpob.
Sentiva di doverglielo dire, ma si imbarazzó molto, non era da lui parlare così.
Sentì una mano sulla sua testa ed alzò lo sguardo, il grande gli stava accarezzando dolcemente la testa e gli sorrise.
"Non fasciarti la testa prima del previsto, la vedo difficile si, ma tu piaci a tutti, mio padre vedrà che sei un bravo ragazzo.
Non ti lascerò in caso fosse così cieco da non vedere che tipo di persona sei. Ok?" Spiegò con dolcezza, in realtà si sentiva molto timido, ma sapeva che il suo ragazzo aveva bisogno della sua rassicurazione.
Kongpob gli sorrise di cuore ed annuì, voleva tanto baciarlo...
Ma si trattenne, erano fuori casa dei suoi, non poteva rischiare.
Sospirò nuovamente ed uscì insieme al suo compagno.
Quando suonarono una signora gli aprì, abbracciò entrambi felice.
"Kongpob finalmente mangi a casa nostra, ti sei fatto ancora più bello" disse la madre di Arthit contenta.
Il piccolo gli sorrise grato e gli fece a sua volta dei complimenti.
Quando però incontrò nuovamente il padre si bloccò, quell'uomo in realtà incuteva timore.
Si riprese in fretta, fece il wai e lo salutò, lui annuì e salutò anche il figlio.
Si accomodarono sul salotto, l'atmosfera era tesa.
"Kongpob vuoi un po'di vino?" Chiese la madre ma il piccolo la ringrazio e mortificato disse di no.
"Non bevi?" Chiese il padre curioso.
"Di rado, ma oggi devo guidare, non posso. Mi dispiace davvero signora." Rispose ed Arthit notò un piccolo sorriso nel padre.
Esultò dentro di sé, era lontano da Kong, voleva prendergli la mano, era così nervoso il piccolo, lo vedevano chiaramente tutti.
"Va tutto bene con il lavoro caro?" Chiese la madre e Kongpob rispose più tranquillo, era nettamente più facile rispondere a lei, in più assomiglia molto a Krist.
"Oh la cena è pronta, venite pure nella sala da pranzo, ho già sistemato tutto!" Disse con enfasi la signora e tutti e tre gli uomini sorrisero in teneriti.
"Non doveva fare così tanto davvero, mi dispiace averla fatta affaticare, ma grazie mille, è davvero bella." Replicò il piccolo rendendo più orgogliosa la madre.
L'uomo più grande lo guardò, sembrava un ragazzo apposto, ben educato ed un buon lavoratore.
Ma allora perché gli rispose così male quel giorno?
Forse era stressato?
"Amore smettila di fissare il povero Kongpob, non vedi che sta a disagio?" Chiese ad un tratto la signora indispettita da quella maleducazione.
"Stia tranquilla signora, anzi volevo approfittarne per chiederle scusa della mia maleducazione, ero appena tornato a casa ed ero molto stanco.
Non è una scusa, però le chiedo di nuovo scusa.
Mi creda non sono una brutta persona" commentò Kongpob guardandolo dritto negli occhi.
Il signore si sorprese, piacevolmente ed annuì.
"Va bene, e dimmi Kongpob a te andrebbe bene trasferirti in un altra casa con mio figlio?" Chiese e questa volta i due ragazzi si guardarono quasi esaltati.
"Certo, avremmo due camere separate, la casa sarà più grande, ma sappiamo organizzarci meglio per pulire.
La ringrazio per farmi fiducia." Rispose subito il piccolo sorridendogli.
La cena passò bene, Arthit si sentiva felice, il suo compagno si sentiva più a suo agio, lo notò subito e né fu più contento.
Notò però anche che molte volte il piccolo si trattenne e non lo guardò molto.
"Grazie mille per la cena e l'ospitalità" ringraziò Kongpob ad entrambi i genitori del suo compagno.
"A te caro, verremmo a trovarvi quando vi trasferite, vero caro?" Sorrise la madre ed il padre annuì.
Una volta in macchina Arthit pensò che il piccolo parlasse ma nulla...
Però lo sentì sospirare una volta in strada, lo chiamò e Kong gli prese la mano, la strinse forte.
"Kong?"
"Finalmente... Sono contento P'Arthit rimarrà con me." Commentò sorridendo ed Arthit annuì lasciando la mano solo per accarezzargli la testa.
"Sei stato bravo"
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Bisogna assolutamente inserire la storia in codice html, altrimenti il testo verrà fuori tutto attaccato. Per istruzioni guardate il riquadro azzurro affianco e se non sapete cos'è l'html, utilizzate la prima delle due opzioni, l'editor di EFP.Kongpob ed Arthit avevano appena finito di sistemare la loro casa, erano così felici.
Potevano vivere insieme, finalmente era tutto sistemato.
La prima notte la passarono a baciarsi ed a fare l'amore.
Arthit si svegliò piano, spostò la mano sull'altro lato del letto e mugugnò non sentendo Kongpob.
Lo chiamò ed il piccolo sorrise avvicinandosi.
"P'Arthit su alzati, ho preparato la colazione" disse dandogli un leggero bacio sulla tempia.
Il grande sorrise a quel gesto ed annuì alzandosi.
"Hai cucinato?" Chiese sorpreso ed il piccolo annuì un po'titubante.
Il grande lo notò, lo guardò confuso.
"Che succede Kong?" 
"Ecco, ho fatto tutto tranne le uova" replicò in imbarazzo ma il grande scoppiò a ridere.
Non ci credette, davanti a sé aveva cose ben più complesse delle uova!
Solo lui poteva vedere questo lato di lui, ed era veramente orgoglioso di questo, ed anche molto, molto geloso.
La giornata passò però tranquilla, come tutti i giorni avvenire.
Certo non si aspettarono però di trovare il sabato, i genitori di entrambi in casa.
Il primo ad arrivare fu Arthit.
Che trovò entrambi ad aspettare.
Si preoccupò molto... E se i genitori di Kong avessero detto qualcosa?
Ma la madre del piccolo gli sorrise e lo salutò.
"Scusaci, siamo venuti troppo presto caro, però abbiamo avuto la possibilità di conoscere i tuoi genitori, sono davvero gentili." Spiegò ed il grande gli sorrise gentile, assomigliava così tanto a lui.
Si lasciò abbracciare e baciare imbarazzato e salutò poi tutti gli altri.
Anche sua madre era di indole buona quindi non si sorprese di aver visto un ottima complicità tra le due.
Quando Kongpob arrivò, si ritrovò tutti ed Arthit lo salutò per primo.
Kong salutò tutti ed abbracciò forte la madre.
"Mamma non avevi detto che venivate domani?" Chiese curioso e la signora gli sorrise e disse che il padre fosse troppo curioso.
"Davvero? Papà o tu? Hm?" Replicò il piccolo facendo ridere tutti i presenti.
"Ma. Non ci vuoi qui?" Chiese allora la madre e Kongpob sbuffò.
"No, domani avevo più tempo, avrei potuto cucinarti qualcosa io, ora dobbiamo per forza ordinare... " Spiegò e la madre si sciolse, suo figlio era davvero un amore.
"Ho già ordinato, staranno per arrivare, volete vedere le stanze?" Chiese Arthit, aveva già tolto ogni prova della loro relazione.
Quando fecero vedere le due stanze, i genitori di Arthit sorrisero mentre i genitori di Kongpob guardarono il figlio con dispiacere.
Capirono senza dire nulla ed Arthit si sentì davvero a disagio, perché capiva la delusione.
La cosa che fece più male fu quando il padre del suo ragazzo gli batté la mano sulla spalla.
Lo guardò e lui annuì e basta.
Lo stava capendo, ma Arthit sentiva il suo cuore incrinarsi sempre di più.
Anche la cena passò tranquilla, senza intoppi...
Ma sia Kongpob che Arthit erano distrutti.
Il più grande non riusciva davvero ad immaginare un Kongpob così diverso.
Gli dava terribilmente fastidio quel Kongpob così freddo nei suoi confronti.
Non mangiò molto e sorrise quando dovette salutare tutti.
Una volta chiusa la porta sentì delle braccia stringerlo immediatamente.
"Non sai da quanto volevo farlo..." Bisbigliò il piccolo ed Arthit sorrise ora, sentendo nuovamente la voce calda del suo ragazzo.
Cercò di spostarsi, ridendo per le lamentele del suo ragazzo.
Quando ci riuscì si imbarazzó ma si nascose sul suo petto, voleva solo stringerlo anche lui.
Il piccolo lo guardò sorpreso e sorrise stringendolo ora più forte.
 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Arthit aveva accettato una cena da parte del padre, era contento.
Anche perché doveva esserci un vecchio amico e cliente.
Lui lo conosceva, era un simpatico signore, sempre educato e con la parlantina.
Non si preoccupo molto, ma quando arrivò capì di essere stato imbrogliato...
Davanti a lui c'era una bella ragazza, tutta in tiro che gli sorrideva timida.
"Arthit questa è la nipote del mio amico, puoi fargli compagnia mentre noi lavoriamo?" Propose il padre dandogli leggere pacche sulla spalla.
Si ritrovò allora seduto da solo con questa ragazza, mentre lei parlava lui si sentiva a disagio.
Sporco, non gli piaceva, chiese scusa mentalmente a Kongpob.
"Scusami ti sto annoiando... " Disse la ragazza sconsolata e lui fece no con la testa.
"Scusami tu, è che non sapevo mio padre puntasse a questo." Disse sospirando.
"Sei fidanzato?" Chiese curiosa lei ed Arthit gli sorrise timido.
"Si, lo sono" anche lei questa volta gli sorrise.
"Bene, anche io non volevo venire, se tu sei fidanzato sono più tranquilla a mangiare!" Rispose contenta ed Arthit si sentì rincuorato.
Parlò tranquillamente con questa dolce ragazza, gli chiese varie volte della sua relazione.
E si sorprese che non disse mai il femminile od il maschile.
A fine cena salutò entrambi con piacere, erano delle brave persone.
"È una brava ragazza vero?" Chiese il padre ed Arthit questa volta si girò davvero arrabbiato.
"Come hai potuto?!" Sibilò davvero deluso ed il padre si sorprese.
"Tu non fai nulla, ho pensato solo di aiutarti con un appuntamento" rispose paccato il padre.
"Non voglio nessun appuntamento! Non mi serve!" Replicò invece il piccolo davvero indignato ed il padre lo guardò serio.
"Perché non dovresti? Anche il padre di Kongpob era d'accordo con me quando ho parlato con lui, non sono l'unico a preoccuparmi per te" commentò tranquillo, pensò che forse dicendogli questo, avrebbe avuto un motivo in più per provarci.
"I... Il padre di Kong... Ha detto così?" Chiese titubante... Abbassò lo sguardo, l'aveva deluso così tanto?
"Si, ha annuito, vuoi far preoccupare altre persone? Perché non ti sistemi?" Incominciò nuovamente il padre ed Arthit cercò di rispondere ancora educatamente, ma lui cercò di convincerlo ancora, infastidito.
"SONO GIÀ FIDANZATO!" Urlò allora Arthit alzando lo sguardo.
"Perché non l'hai detto allora? Perché ci nascondi questa ragazza?" Chiese non capendo il padre, anche se un mezzo sospetto incominciò ad averlo.
"Arthit. Presentami la tua ragazza." Disse ancora ed il piccolo sorrise triste questa volta.
"L'hai già conosciuto" rispose ed il padre capì, gli disse di guardarlo negli occhi.
Arthit sospirò e lo fece...
Lo sguardo del padre era... Deluso... Lo guardava come se avesse fatto la cosa più disgustosa del mondo.
"Non intendi quel ragazzo vero?" Si avvicinò a lui ed Arthit si spaventò.
"Come ha fatto a trasformarti in un gay? L'ho detto io che quella merda non doveva stare vicino a te." Sbraitò con disgusto ed Arthit lo guardò male ora e si spostò.
"NON PARLARE COSÌ DI LUI! NON LO CONOSCI!" urlò ancora furibondo.
Non poteva parlare così di Kongpob.
"Sei davvero una delusione, gay e maleducato, ma cosa mi dovevo aspettare da te?" Parlò ancora con disprezzo ed Arthit sentì il cuore spezzarsi sempre di più.
" Solo... Per questo?" Chiese ora ferito ed il grande lo guardò male.
"Solo? A che serve avere un figlio così? Cerca di non farlo vedere in giro. Non voglio che tua madre si debba vergognare ancora di più." Replicò scocciato e lo lasciò lì, da solo.
Arthit doveva tornare a casa.
Doveva tornare da Kongpob.
Qualcuno però lo chiamò, alzò titubante lo sguardo e notò il padre del suo ragazzo...
"Ti accompagno a casa" disse soltanto e lui lo seguì.
In macchina il padre non mise neanche della musica, chiamò Kongpob però.
"Papà?" Sentì Arthit e solo sentire la sua voce gli venne una voglia sfrenata di piangere.
"Sei a casa?"
"Si, perché?"
"Ti sto portando Arthit"
"P'Arthit? Perché è con te?"
"Prenditi cura di lui. Sto arrivando." Disse soltanto e chiuse la chiamata.
Il piccolo lo guardò questa volta confuso, perché? Se lui stesso era il primo a volerlo con qualcun altro?
"Mi dispiace per tuo padre ma sono contento che hai detto di Kong a lui." Gli sorrise dolcemente ed Arthit abbassò lo sguardo...
"Q...quello che ha detto... " Provò ma si bloccò di nuovo, no, non doveva piangere.
"L'ho detto perché sarebbe stato strano se avessi detto di no, non volevo creare un problema.
Sono contento che Kong abbia Arthit al suo fianco." Lo rassicurò e sorrise vedendo come ora il piccolo si sentì un po' meglio.
Arrivati a casa, Kongpob era già fuori dalla casa.
Corse da lui, era preoccupatissimo e non capiva.
"Salutami mio figlio" gli diede una pacca e lo lasciò uscire.
Se n'è andò lasciandoli subito.
"P'ARTHIT che succede?! Cos'hai??" Chiese il piccolo cercando di avere la sua attenzione.
Arthit si girò e lo guardò... Anche se era davvero difficile...
"P'Arthit che succede? Perché piangi?" Chiese ancora triste Kong.
Che era successo?
"Kong..." Lo chiamò il grande e lui gli baciò le palpebre...
"Kong" Arthit strinse forte le sue mani alla felpa del piccolo...
"Va tutto bene P'Arthit... Sei a casa" rispose abbracciandolo ora.
Arthit lo strinse forte e si lasciò andare.
"Kong..."

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Capitolo 11
*** cap 11 ***


Il grande stava ancora piangendo quando entrò in casa, era devastato, odiava farsi vedere così...
Era pur sempre un uomo, ma sapeva di  poterlo fare con il piccolo, lui non lo giudicava.
Si lasciò trasportare dentro casa e coricare sul letto.
Kongpob aspettò, non smise mai di rassicurarlo, gli accarezzò la testa e la schiena tutto il tempo.
Era preoccupato, mai aveva visto Arthit così.
Quando lo sentì calmarsi un po' a malincuore gli chiese cosa fosse successo.
"M...mio padre sa di noi" sussurrò il grande e Kongpob si sorprese.
Come faceva?!
"L...lui mi ha imbrogliato... " Incominciò e scoprì di avere paura, guardò Kongpob preoccupato, lui l'avrebbe capito...
"Come? P'Arthit " lo richiamò il piccolo confuso, lo vedeva impaurito...
"Kong io non lo sapevo, te lo giuro" spiegò subito ed il piccolo pensò di capire, doveva andare ad una cena con suo padre.
"C'era qualcun altro con voi?" Chiese allora ed il grande annuì ma lo strinse di più.
"Era la nipote di un amico di mio padre.
Mi hanno lasciato da solo con lei...
Io non lo sapevo...
Ma lei è una brava ragazza, non è cattiva, ha capito subito" il piccolo sorrise nonostante tutto, perché Arthit non poteva davvero dire qualcosa di male su una ragazza.
"Lei ci ha provato con te?" Chiese però ed Arthit fece no con la testa.
"Mi ha chiesto se ero fidanzato e gli ho detto di si, anche lei non voleva venire" spiegò ed il cuore del piccolo saltò.
"Poi mi sono arrabbiato con mio padre... Ma... Lui continuava e continuava ad insistere!
Mi ha pure detto che TUO padre voleva che mi trovassi qualcuno!
Alla fine sono scoppiato e gli ho detto che ero fidanzato.
Ma... Lui dopo aver capito che eri tu ha incominciato ad insultarti...
E si è arrabbiato di nuovo, perché non sono stato zitto.
Kong... Sono una vergogna per loro... Mi ha detto di non... Non cercarlo più...
Non se ne fanno nulla di un figlio come me" per tutto il tempo Arthit aveva alternato la voce, tra l'arrabbiato ed il triste mentre raccontava...
Kongpob lo abbracciò forte questa volta, gli chiese scusa ed il grande lo strinse forte.
"Tuo padre era nello stesso ristorante...
Ha sentito tutto...
E mi ha portato da te" disse ancora e Kongpob si sentì in colpa.
Perché sapeva che anche senza volerlo Arthit stava soffrendo per una padre di una mentalità chiusa e non aperta come il suo.
Il grande si addormentò stanco, non fece neanche la doccia...
Kongpob invece non riusciva a dormire, era furibondo.
Per colpa di quell'uomo il suo ragazzo stava soffrendo così tanto.
Non aveva fatto nulla di male! Si era solo innamorato.
Era tentato, voleva andare da lui, farlo ragionare.
Ma sapeva che avrebbe peggiorato solo di più la situazione, però... Si chiese se anche la madre di Arthit fosse d'accordo.
A toglierlo fuori da quei pensieri fu il protagonista di essi.
Mugugnò cercandolo sul letto, il piccolo sorrise e si coricò meglio, Arthit questa volta sorrise e si posizionò sopra il suo petto.
Alla fine anche il piccolo cedette al sonno.
Il giorno dopo si svegliò per colpa del freddo, mugugnò chiamando il grande, non sentendolo però si allarmò subito.
Provò a chiamarlo ma il grande entrò nella loro casa proprio in quel momento.
"Ah buongiorno" disse a mo'di saluto e Kongpob non capì.
Lo vide con del cibo, guardò la cucina ancora più confuso.
"Non avevo voglia di cucinare" rispose per lui Arthit.
Il piccolo gli sorrise ed annuì, lo controllò per tutto il tempo, il grande stava ignorando? Non poteva crederci.
"Andiamo? Devo parlare con un cliente importante oggi" lo risvegliò Arthit dai suoi pensieri ed il piccolo non riuscì a fare altro che annuire... Di nuovo.
Nell'arco della giornata però notò una notevole differenza, il grande rispondeva solo ai suoi messaggi, a monosillabi quasi.
Oggi doveva fare anche gli straordinari...
"Si, sta riempiendo la giornata" pensò Kongpob sospirando, doveva solo attendere ed aspettare.

       **************
Passò una settimana ed Arthit era sempre più stanco, ma non si fermò.
Aveva fatto tutti i giorni gli straordinari, cercò di lavorare nel suo giorno libero ma il capo glielo negò categoricamente.
E così Arthit si ritrovò da solo quella mattina, Kongpob era uscito per una commissione...
Gli aveva chiesto di venire ma lui negò, non voleva uscire, non aveva voglia di divertirsi.
Rimase coricato... Sospirò, si sentiva davvero male ora...
Guardò la casa, forse era il caso di pulirla?
Dall'altra parte della città Kongpob si era incontrato con una persona molto importante.
Ovvero la madre di Arthit.
L'aveva chiamato lei, gli chiese anche di non dire nulla al figlio.
Per quanto questo diede fastidio al piccolo accettò.
Perché avrebbe fatto di tutto per lui.
Si sedette davanti a lei e la signora questa volta non sorrideva.
"Tu stai con Arthit" disse e lui annuì, chiese da quanto e Kongpob rispose ancora.
"Come sta?" Chiese in fine e qui lui sospirò e la guardò.
"Male, P'Arthit sta malissimo. Ed io non posso fare nulla, perché non sono io a fargli del male." Replicò guardandola serio, non gli faceva paura.
"Mio marito è così..." Lo difese lei e Kong sospirò, pensava di poter avere un alleata.
"Lo sospettavo" disse però all'improvviso lei ed il piccolo si sorprese.
"Arthit era troppo triste e non aveva mai risposto a suo padre.
Riesco a vedere quando mio figlio è felice o triste.
Con te è felice, lo vedevo sereno." Spiegò e lui sorrise grato... Forse c'era ancora una possibilità.
"Sign-" provò a parlare ma lei bloccò.
"Puoi portare questo ad Arthit? Digli che la mamma lo vuole ancora bene, lo amo ancora e sarà sempre mio figlio.
Ma non posso ancora vederlo, non voglio che possa vedere una mia delusione, non per lui...
Ma volevo tanto un nipote...
Però se tu sei ciò che rende mio figlio felice va bene, lo accetterò." Spiegò dolcemente e gli sorrise, Kong pagò per entrambi e tornò verso casa.
Non era contento, perché sapere di averla delusa era davvero difficile.
Dover dire ad Arthit che la madre non volesse vederlo era davvero difficile.
"Kong sei tornato?" Chiese all'improvviso Arthit ed il piccolo si stupì della casa, era quasi lucente.
"Cos'è quello?" Chiese ancora il grande notando una busta ed il piccolo glielo porse.
Arthit la aprì curioso, ma si bloccò appena la aprì.
Guardò il piccolo...
"Dove sei stato?" Chiese titubante e Kongpob sospirò.
"Tua madre mi ha chiesto di uscire e di non dirtelo...
Mi ha detto che con quella scatola avresti capito il suo punto di vista." Spiegò ed Arthit annuì.
Quella era la sua maglietta, di quando aveva otto anni.
Non era una maglietta normale, l'aveva fatta sua madre per lui ed insieme c'era una foto di loro due.
"Mia madre non mi odia..." Disse e Kong si avvicinò ed annuì.
"Ma non mi vuole" continuò e una lacrima scese...
Kongpob si premurò di asciugarla e gli sorrise dolcemente.
"Ti vuole ma ha paura di deluderti.
P'Arthit non chiuderti di nuovo, ti prego... Io sono qui. " Chiese quasi disperato, perché avere il grande in quelle condizioni era come non averlo.
Preferiva che soffrisse riversando su di lui che chiudersi dentro.
Arthit lo guardò sorprese e gli fece un piccolo sorriso.
"Usciamo allora, però non penso di poterti fare grande compagnia." Replicò il grande con ancora il magone in gola.
Kong gli accarezzò la mano e lo guardò.
"P'Arthit è la mia migliore compagnia."

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Capitolo 12
*** cap 12 ***


Arthit si sentiva fiacco, però Kongpob anche la settimana dopo lo portò comunque fuori.
Lo vedeva quanto si impegnava per renderlo almeno contento e lui lo diventava.
Non per il luogo ma per il suo ragazzo, perché solo vedere il suo impegno ed il suo amore lo faceva sorridere e Kong era contento, Arthit faceva un piccolo sorriso e lui sentiva il suo cuore saltare.
"Kong non saremmo troppo vecchi per le giostre?" Chiese divertito il grande, erano ad un festa, il piccolo non voleva sentire ragioni.
"P'Arthit è festa, non andiamo in quelle per bambini, ci sono anche spettacoli, si sta bene qui" spiegò predendogli la mano dolcemente, il grande sbuffò ed annuì, in realtà non gli dispiaceva.
Gli piaceva vedere le feste, erano tranquille queste e vedeva chiaramente l'impegno del paesino.
Sapeva però che a Kong non piacevano così tanto i luoghi affollati, eppure eccolo lì, a portarlo dritto dritto al centro del paese.
Strinse la mano e gli sorrise, grato di quella premura.
Girarono le varie bancarelle e venne convinto anche a fare qualche giostra.
In realtà si sentì davvero bene, era divertente e non era da solo.
Per un attimo però perse Kong, lo chiamò e lo trovò davanti allo zucchero filato.
Gliene passò uno e lui gli sorrise ancora, ringranziandolo.
Il piccolo notò come il suo ragazzo stesse nettamente meglio e si rincuorò, anche lui era felice oggi.
"Smettila di guardarmi così" disse all'improvviso Arthit ed il piccolo lo guardò non capendo.
"Sto solo guardando il mio ragazzo P'Arthit e pensò sia bellissimo oggi" rispose il piccolo sorridendo poi per l'imbarazzo del grande ora.
"Ew, sei imbarazzante, andiamo!" Replicò ma il piccolo non se la prese, perché rise allegramente e si lasciò trascinare via dal grande che ora l'aveva ripreso per mano.
Si bloccò però quando Arthit si girò e gli diede un piccolo bacio a sbuffo sulla guancia.
"P'Arthit ti amo anch'io" sorrise ed il grande annuì e basta mangiando il suo zucchero filato.
Se n'è andarono ma nessuno dei due vide due signori vicino a loro.
Erano nascosti da altra gente ma se i piccoli non videro loro lo fecero.
"Caro... Tutto bene?" Chiese la signora, guardò Arthit, suo figlio andare via con Kongpob e sorrise.
Per quanto gli dispiaceva prima ora aveva davvero la conferma.
Kongpob amava suo figlio e lui era davvero felice.
"Li hai visti?" Chiese invece il padre e lei lo guardò.
Vide la delusione ma... C'era anche altro.
"Si, Arthit sembra davvero felice con lui" rispose piano la madre e lui la guardò confuso.
"Sono due maschi, come può essere felice?!" Replicò indignato.
"Caro, hai mai visto nostro figlio così sereno e felice?" Chiese lei dolcemente e lui alzò gli occhi dicendo di no.
"Hai mai visto qualcuno prendersi e guardare così il nostro bambino?" Chiese ancora e lui sbuffò dicendo di andarsene.
Perché in realtà, la risposta è sì.
"È come ti prendi cura tu di me. È il nostro sguardo." Pensò mentre con lei tornò a casa.
Ma com'era possibile? Loro erano due uomini.
Eppure suo figlio sembrava davvero felice...

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Arthit stava davvero meglio, aveva iniziato a fare anche meno straordinari per la felicità di Kongpob.
Sapeva che il suo compagno non era felice, ma era un grande risultato averlo a casa per cena.
Quando quella mattina si svegliò però si preoccupò, perché il suo ragazzo non era con lui?
Si alzò in fretta solo per trovarsi Arthit in cucina.
Stava cucinando, lo chiamò e lo vide sbuffare salutandolo.
"Potevi dormire un po'di più, vatti a fare una doccia, non ti azzardare a toccare qualcosa!" Ordinò guardando male ma il piccolo rise ed annuì.
Si avvicinò giusto per dargli un bacio a tradimento.
"Kongpob!" Lo sgridò il grande prima che lui scappasse in bagno.
Arthit continuò tranquillo, era sereno, provava ancora dolore, ma grazie a Kongpob e al lavoro si teneva occupato e stava nettamente meglio.
Fecero colazione insieme ed organizzarono la loro giornata.
Dovevano andare a comprare il regalo per il compleanno della nipotina di Kong, ormai anche quella piccola bambina lo chiamava zio.
"P'Arthit andiamo a mangiare dopo?" Chiese il piccolo notando un nuovo ristorante, gli piaceva scoprire le nuove cose.
Arthit annuì tranquillo, ad un tratto suonò il cellulare quindi lasciò il piccolo andare a pagare ed uscì.
Era la madre...
Sospirò e rispose titubante.
"Pronto?"
"Arthit? Puoi parlare un attimo con me?" Chiese lei e si sentì rincuorata dal sentire il suo bambino parlargli.
"Tra poco ci sarà il capodanno cinese.." incominciò dolcemente ma non si preparò ad un rifiuto.
"Mamma... Non credo sia il caso no?" Chiese il piccolo sofferente...
"Non puoi farlo per me? Voglio vedere mio figlio..." Disse ancora ed Arthit si sentì sempre più male.
"Ma lui non vorrà..." Spiegò debolmente e la madre sentì il cuore stringersi per il tono di suo figlio.
"Arthit vieni... Si è calmato, davvero... Vorrei davvero vederti, fallo per me..." Chiese ancora ed Arthit si morse il labbro...
"Mamma... Io..." Come poteva dirglielo? Come poteva rifiutare?
"Anche Kongpob!" Disse lei improvvisamente ed il figlio rimase sorpreso.
"Come?"
"L'invito è anche per Kongpob... Può venire anche lui... " Spiegò ancora ed Arthit questa volta si trovò in dubbio.
"Mamma... N...non è un piano come quello di lui?" Chiese e si vergognò.
"No, io voglio vederti..." Continuò lei e lui sospirò.
"Mamma..."
"Venite per favore... Per me"
"Sei sicura che vuoi anche Kongpob?" Chiese però ancora lui e lei sorrise.
"Si, è la persona che rende felice mio figlio non potrei mai avercela con lui. Voglio vedervi." Spiegò lei dolcemente ed Arthit questa volta si trovò impreparato.
Annuì dicendo grazie. 
Lei sorrise felice questa volta e lo salutò.
"P'Arthit tutto bene?" Chiese una voce alle sue spalle ed il grande si girò subito.
Kongpob avrebbe accettato? Sapeva quanto odiava andare in quei posti... Soprattutto sapendo di non essere esattamente benvenuto...
Annuì ed andarono nel nuovo ristorante.
Si sentì osservato tutto il tempo... Quando finalmente presero le ordinazioni Arthit lo guardò preoccupato.
"Era mia madre al telefono..." Incominciò e vide il piccolo annuire con serietà ora.
"Ci ha invitato al Capodanno cinese..."
"Ci?" Chiese Kongpob corrucciando le sopracciglia confuso.
"Si, ci. Vuole che andiamo insieme... " Replicò il grande e notò subito lo sguardo contrariato del piccolo.
"Penso che tu debba andare P'Arthit. È una cosa importante per la tua famiglia. Potresti sentirti meglio.
Non penso che io possa fare lo stesso, porterei disagio e basta.
Non sono ben accetto, mi basta che lo sia tu." Replicò il piccolo spiegando ed Arthit se l'era già immaginato, tutto il discorso... 
Lo sapeva già.
Ma non si diede per vinto ed uso la sua tattica migliore.
"Non voglio andare... Ho paura" disse sconsolato e Kong gli sorrise.
"Dovresti, andrà tutto bene..."
"La mamma ha chiesto di te... Perché ha detto che vuole vedere la persona che mi rende felice." Disse ancora leggermente in imbarazzo ora.
"P'Arthit..."
"Non voglio andare senza di te..."
"P'Arthit ascolta..."
"Hai detto che dobbiamo aiutarci a vicenda... Quindi io ho bisogno di te ora, ho bisogno che tu venga con me. " Spiegò ancora guardandolo serio e davvero Kongpob non poteva resistere.
"P'Arthit è ingiusto però..." Sospirò ed il grande sorrise.
"È un sì?"
"Come posso dirti di no?" Chiese guardandolo rassegnato ed Arthit gli sorrise e prese la sua mano dolcemente.
"Grazie." Disse di cuore... 
Il piccolo strinse la sua mano e la accarezzò dolcemente...
"P'Arthit ha usato il mio punto debole." Sbuffò divertito ed il grande rise imbarazzato perché era assolutamente vero.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


I giorni passarono lenti, per entrambi i ragazzi.
Tutti e due preoccupati per quel fatidico giorno.
Arthit cercò sempre lo sguardo di Kongpob, si sentiva in colpa, sapeva che l'altro non era d'accordo.
Non lo era affatto, eppure lo stava facendo, per lui.
Si chiese davvero che cosa aveva fatto nella sua vita per meritare il suo ragazzo.
Per ringraziarlo aveva anche cercato di cucinare un piatto elaborato, sapeva che il piccolo tornava tardi quella sera e ci provò.
Si ricordò però a metà cottura che stava con una persona a cui sapori forti non piacevano.
Sbuffò maledicendo il piccolo e ricominciò da poco.
Quando Kong tornò a casa sentì un forte odore e si sorprese.
Notò però tutti i piatti in tavola ed erano... Basilari?
Confuso chiese al grande che si arrabbiò subito.
"Ho preparato io! Solo che a te piacciono queste cose! Quello era troppo forte!" Replicò quasi offeso ed il piccolo rise baciando immediatamente il suo ragazzo.
Questo ricambiò quasi subito anche se poi si allontanò imbarazzato.
"P'Arthit è così adorabile con me" disse sapendo di far imbarazzare ancora di più l'altro.
"Smettila e mangia." Rispose invece il grande ed il piccolo si avvicinò al suo orecchio.
"Posso mangiare altro?" Chiese malizioso e l'altro gli diede subito un colpo in testa.
"Kongpob!" Lo sgridò facendo ridere allegramente il piccolo.
La serata passò piacevole tra tante risate, sgridate e coccole.
Arthit non sapeva davvero dire di no al suo ragazzo.
Il giorno del capodanno cinese era arrivato fin troppo presto.
Arthit aveva una camicia semplice e dei pantaloni lunghi come il piccolo.
Il grande lo guardò e gli sorrise incerto.
Si avvicinò aggiustandogli il colletto della camicia e gli diede un leggo sbuffo sulla guancia.
"Grazie Kong" si spostò quasi subito ma il piccolo lo riportò vicino a lui.
"Ti amo P'Arthit" replicò il piccolo sorridendogli.
Si presero per mano, ed entrarono dentro il paesino ospitante.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Kongpob guardava tutto quasi meravigliato, non era mai andato ad una festa del genere.
Solo a quelle in città.
Quando lo disse al grande questo sorrise, era contento di vederlo più rilassato, lo contagiava. 
Non avevano ancora incontrato i suoi, quindi si godettero la festa anche se per poco.
Arthit comprò varie cose al piccolo, principalmente da mangiare.
"P'Arthit vuoi prendermi per la gola?" Chiese Kongpob ridacchiando ed Arthit sbuffò.
"Voglio solo che assaggi questi! Di solito non ci sono questi piatti dove siamo noi! Sono davvero buoni." Rispose ed era la verità, voleva solo fargli mangiare questi cibi, renderlo partecipe di quella festività a cui lui aveva sempre partecipato.
Il piccolo rise prendendo comunque tutto, amava il modo in cui Arthit lo faceva partecipe anche delle più piccole cose e si prendeva cura di lui.
"P'Arthit è fantastico" disse sapendo benissimo di fare imbarazzare il più grande che arrossì un poco.
"Solo per un po'di cibo? Quindi è vero che ti avevo conquistato così" replicò il grande e questa volta fu il turno di Kongpob di imbarazzarsi e negare.
"Non è per quello P'Arthit! " Replicò e questa volta il grande rise.
Non aveva ancora capito perché il piccolo si imbarazzasse così tanto, si chiede cosa ci fosse di male in caso.
Ma sicuramente avrebbe usato sempre questa mossa, era una delle poche cose che poteva usare contro di lui.
"P'Arthit è ingiusto" replicò ancora il piccolo mangiando comunque ciò che l'altro gli aveva comprato.
Questo ridacchiò facendoglielo notare ma il piccolo gli sorrise malizioso.
"È l'amore di P'Arthit, come posso non accettare?" Replicò e sogghignò quando ora fu l'altro ad arrossire.
"Mangia e stai zitto" rispose soltanto il grande.
Si stavano davvero divertendo anche se sapevano cosa sarebbe accaduto.
Infatti poco dopo incontrarono i genitori del più grande.
La madre si avvicinò subito e salutò entrambi, abbracciò suo figlio quasi piangendo.
Aveva avuto paura, sperava venisse.
Si girò dal marito e lo guardò, questo ricambiò e si girò da loro.
Se suo figlio non aveva il coraggio di guardarlo, il ragazzo dietro invece lo aveva.
Era uno sguardo di attesa, notò come fosse pronto ad attaccare, si sorprese, amava così tanto suo figlio?
Notò come però il piccolo toccò leggermente le dita dell'altro.
Questo deglutì e lo guardò.
"B... Buon anno cinese" disse ed il padre si sentì frustato.
Perché suo figlio aveva paura di lui ed aveva tutte le ragioni.
Annuì quindi, non voleva fare altro.
Tutti e quattro seguirono il rito e la madre parlò molto con suo figlio.
Il padre notò come Kongpob rispose tranquillamente ma si teneva distanziato.
Kongpob si sentiva estremamente fuori posto, sentiva gli occhi del padre su di lui e su Arthit.
Era pronto e allo stesso tempo non lo era.
Non volevo litigare, non voleva rompere quella linea che la madre stava cercando di rafforzare così tanto.
Si stava zitto e parlava solo quando veniva interpellato.
Quando però anche lui diede il mandarino alla madre si sentì davvero male a prendere la bustina rossa.
Ma lei gli sorrise e gli accarezzò la spalla.
Aspettò che Arthit la desse al padre e sorrise quando gli diede la busta.
Il grande era così emozionato che lo ringraziò e vide pure un sorriso nel padre.
Kongpob si chiese se davvero doveva rovinarlo facendosi avanti.
Ma Arthit si girò da lui e capì fosse il suo momento.
Gli diede il mandarino senza aspettarsi nulla in cambio, già solo il fatto di averlo preso era una vittoria per lui.
Non si preoccupò di non ricevere la busta, perché lo sapeva, era un accettazione e gli andava bene, che solo il suo ragazzo lo fosse.
Mancava solo l'ultimo passaggio, ed era una grande camminata.
Poi Kongpob vide Arthit e la madre fare una strana cosa, lui voleva davvero chiedere ma si sentiva in più.
"Stanno solo pregando, glielo ha insegnato sua nonna. 
Non c'è bisogno di farlo" parlò una voce dietro alle sue spalle, il padre stava parlando con lui?
Kongpob annuì e ringraziò per la spiegazione.
"Mi hai dato il mandarino" disse ancora il grande.
"Perché lei è il padre del mio compagno. 
P'Arthit è così per lei e sua moglie.
Non posso non portare rispetto." Replicò il piccolo guardandolo negli occhi.
"Non si direbbe dal suo sguardo" continuò lui e Kongpob si chiese davvero dove volesse andare a parare.
"Voglio solo proteggere P'Arthit." Rispose ed il padre annuì.
"So cosa è meglio per mio figlio. Sono suo padre" disse guardando il ragazzo davanti a sé.
"Allora lo faccia." Replicò il piccolo e questo sorprese l'adulto, perché lo vedeva il timore.
Ma capiva che non era per lui, ma verso suo figlio.
Si stava trattenendo per lui.
"Lo faccio, per questo ti sto parlando." Disse e questa volta Kongpob non capì.
Poi vide il padre mettere la mano in tasca e tirare fuori una bustina rossa.
Gliela porse e lui alzò subito lo sguardo.
"È per te, so cosa è meglio per mio figlio.
Anche se non è quello che volevo per me." Spiegò e Kongpob l'ho prese ringranziandolo.
La madre si avvicinò e prese dolcemente il braccio del marito, lo guardò fiera e gli sorrise.
"Benvenuto in famiglia Kongpob" disse ed Arthit sorrise.
"Non esageriamo ora" Replicò il padre, ma nessuno questa volta se la prese.
Perché erano stati accettati, finalmente.



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Capitolo 16
*** Speciale ***


Arthit stava preparando un compleanno perfetto per il suo ragazzo.
Avrebbe fatto un raduno dei suoi amici, invitando anche qualche collega molto amico di lui.
Sorrise quando Kongpob gli diede il suo cellulare tranquillamente, gli dava fastidio guardare le sue chat, ma doveva capire chi fosse suo amico o no.
Fortunatamente i nomi di cui Kong gli parlava erano in cima, si sorprese però di un nome.
Era andato nelle rubriche a prendere i numeri e trovò un nome "My sun 🌞", sospirò sentendosi in imbarazzo.
Aprì giusto per essere sicuro, ed era il suo nome.
Poteva il suo ragazzo essere così stucchevole?
Sospirò sentendosi arrossire e prese i numeri.
Grazie ai suoi vecchi amici riuscì ad organizzare tutto in segreto.
May ed il suo ragazzo avevano rapito Kongpob con la scusa che non si vedevano tanto, mentre tutti gli altri lo aiutarono ad abbellire la casa.
Quando Kong arrivò alle 17 a casa, speranzoso di cenare con Arthit si ritrovò tutti quanti a casa sua.
Era felice, non se lo aspettava anche perché aveva litigato col grande il giorno stesso!
Poi capì e guardò il suo ragazzo.
"P'Arthit potevi trovare un altro metodo, ero tutto il giorno di cattivo umore!" Lo sgridò facendo ridere tutti.
Sorrise però quando Arthit gli prese la mano davanti a tutti e lo portò al piccolo buffet.
La serata passò tranquilla, con tante risate ed Arthit si sentì fiero di averlo reso così felice.
All'improvviso due braccia incominciarono a stringerlo per la vita e lui sorrise.
Si girò e questa volta non si tirò indietro per il bacio, anzi ricambiò con trasporto.
Portò le braccia a stringergli le spalle e intensificò con passione.
Questo non diede fastidio al piccolo anzi, si sentì molto più eccitato.
Camminarono piano verso la stanza, finché purtroppo qualcuno suonò al campanello.
Si staccarono confusi, qualcuno aveva dimenticato qualcosa?
Andarono ad aprire e notarono un pacco.
Arthit l'ho prese e lo porse al piccolo, era per lui.
Kongpob l'ho prese e lo scarto confuso, si sorpresero quando notarono il mittente.
Erano i genitori di Arthit.
Quando aprì trovo dei sigari molto, molto costosi.
Quando ricevettero una chiamata il grande rispose subito mettendo il vivavoce.
"Caro! Kongpob ha ricevuto il regalo??" Chiese emozionata ed Arthit sorrise.
"L'ha aperto proprio ora." Rispose e Kongpob si avvicinò.
"Grazie mille Signora" parlò dolcemente e lei rise.
"Oh caro non devi ringraziare me! Ma mio marito, è lui che ha deciso tutto!" Rispose euforica e i due si sorpresero molto, era quasi sempre diffidente lui sul piccolo.
Risero quando sentirono il padre sgridare la moglie.
"Grazie allora signore, la prossima volta gliene porto uno." Disse molto contento e lo sentì sbuffare.
"Va bene, sono forti come sigari." Rispose e la madre si rimise in mezzo.
"È rimasto una bella ventina di minuti a guardare quale potesse essere il gusto giusto! Spera davvero ti piacciano! Ancora auguri caro!" Replicò la madre salutandoli.
Il piccolo guardò il grande e questo sorrise.
"Papà è sempre scontroso, vuol dire che gli stai sempre più simpatico!" Commentò euforico, era davvero felice di questo miglioramento.
Kongpob sorrise e si sporse dal grande, lo abbracciò e sospirò.
Era davvero felice.
"Non potevo ricevere miglior regalo allora" disse contento ma Arthit si spostò subito.
"Il gesto è bello. Non il regalo. Non provare a firmarli in casa!" Replicò arrabbiandosi e Kong non si stupì, sapeva quanto fosse contrario il suo ragazzo al fumo.
Annuì e cercò di riprenderselo.
Arthit e rise e dopo qualche protesta si lasciò andare come suo solito.
Ora sì, che la loro vita era perfetta.
 

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