Due linee parallele...destinate a non incontrarsi

di Kimly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Due linee parallele…destinate a non incontrarsi

 

 

Capitolo 1

Era una fresca giornata primaverile.

Il sole splendeva pallido, coperto da piccole e soffici nuvole.

Gli alberi ondeggiavano al ritmo del tiepido venticello che sferzava sul volto della piccola Ino.

-Diventerò una famosa attrice, sarò conosciuta in tutto il mondo e farò ricostruire questo posto da cima a fondo.- esclamò la biondina, seduta sull’erba, intenta ad intrecciare delle graziose margherite, per formare una ghirlanda.

Le altre bambine la guardavano ammirate, le sue abilissime mani creavano oggetti e decorazioni sublimi.

-E qual è il tuo sogno, Sakura?-chiese Ino, curiosa.

-Beh, non saprei…- fece quella in risposta, osservando un gruppetto di bambini che giocavano a calcio, il suo sguardo cercava un moretto in particolare.

Uno scoppio di risate fece scattare la piccoletta che arrossì.

-Finito.-interruppe la bambina dagli occhioni azzurri, mostrando la sua meravigliosa opera.

Esclamazioni gioiose e stupefatte risuonarono nelle orecchie di Ino che, orgogliosa, si alzò in piedi ed improvvisò degli inchini.

Nel fare questo, aveva teso la mano sinistra, che reggeva il suo piccolo capolavoro.

Quindi aveva sentito troppo tardi le dita appiccicose di qualcuno, strette intorno al suo polso.

Kankuro, uno dei bambini più vivaci dell’orfanotrofio, ghignava divertito in direzione della ghirlanda.

-Che cos’è questa?-

Ad Ino non piacque il tono che aveva usato.

-Non sono affari tuoi!-urlò lei di rimando mentre vide, con la coda dell’occhio, le sue amiche correre per avvertire la signorina Kurenai.

Kankuro non era cattivo, si atteggiava solo da duro; ma ad Ino non era mai stato simpatico.

Quell’aria baldanzosa, quel ghigno che si stampava ogni volta che ne aveva combinata una delle sue, lo trovava irritante.

-Lasciala stare!-urlò ancora la bambina, spingendolo a terra ed iniziando con lui una lotta feroce.

-Adesso smettetela, tutti e due!-urlò la signorina Kurenai, prendendoli entrambe dalle orecchie e riconducendoli nell’ampio edificio che, per tutti quei bambini, era come una casa.

La punizione fu, a detta di Ino, severissima.

Lei e Kankuro dovettero trascorrere tutto il pomeriggio a riordinare la soffitta che, secondo la leggenda, era infestata dai fantasmi.

Con le lacrime a stento trattenute, Ino si era avviata con il compagno nella stanza più remota della villa.

Scese solo verso sera, piena di polvere e rabbia, dritta verso la sua stanza.

Le altre bambine non erano ancora tornate, per fortuna.

Si adagiò sul letto e prese la fotografia, appoggiata al suo comodino.

-Mamma…scusami. Ti avevo promesso che…ti avrei portato una ghirlanda ma…non sono riuscita a…finirla.- disse la piccola, rivolta alla bella donna della foto.

Non aveva intenzione di dire a sua madre, morta due anni prima, che Kankuro gliel’aveva rovinata, sarebbe stato ancora più umiliante.

-Permesso…-pigolò una voce, spalancando la porta.

-Tu!-trillò Ino, asciugandosi velocemente le lacrime.

Kankuro entrò, con il capo chino dalla vergogna, e si avvicinò alla compagna.

-Dammela.-

La biondina non capì, ma Kankuro, con un scossone, aveva già tra le mani la fotografia.

-Restituiscimela subito!-tuonò Ino, alzandosi dal letto, pronta a ricominciare.

Il moro, spingendole la testa con la mano, la fece risedere.

-Signora, mi scuso…sono stato io. Ino non ha colpa.-mormorò a bassa voce, per non farsi udire.

La bambina, tenuta ancora ferma dalla mano di Kankuro, non disse nulla ma sorrise…di tenerezza.

Da quel giorno Kankuro perse la fama di teppistello e Ino quella di altezzosa.

E divennero amici.

***

-Kan!Ehi, Kan!-urlò un’ Ino dodicenne, con un ampio sorriso sulle labbra.

Lo aveva cercato dappertutto, ma del ragazzo nemmeno l’ombra.

La villa era grande, certo, ma dove diavolo poteva essere?

-Scusate, avete visto Kan?-chiese a Shikamaru e Choji, amici del ragazzo.

-Deve essere in soffitta, prima lo visto salire.- rispose quello più cicciottello, con la bocca piena di patatine.

Ino non rispose, cercando di contenersi alla vista di quei due, e raggiunse il posto indicatole.

Bussò due volte, prima di entrare.

Vide il ragazzo, seduto a terra, che contemplava qualcosa fuori dalla piccola finestra rotonda. La bella stagione era finita, ma si vedeva ancora qualche raggio di luce che illuminava i suoi capelli color terra.

-Stai bene?-chiese Ino, avanzando verso di lui.

Kankuro parve notarla solo in quel momento, perché sobbalzò e la guardò, come colto in flagrante.

-Allora?-

-Tra tre mesi questo posto chiuderà, lo sapevi?-disse lui, non rispondendo alla domanda della ragazza.

-Sì, l’ho sentito dire. Sapevo che questo edificio non avrebbe retto ancora per molto, penso che lo smantelleranno.- rispose Ino, un po’ dispiaciuta.

-Questa è sempre stata la mia casa…-

La bionda capiva i suoi sentimenti, erano cresciuti in quella villa, superando ostacoli e imparando a convivere, non sarebbe più stato lo stesso.

Ino accorciò la distanza fra di loro, posandogli una mano sulla spalla.

-Non ti preoccupare, magari questa volta saremmo scelti, e avrai una casa ancora più bella di questa.-

***

I ragazzi aspettavano di essere scelti da un genitore, da quando erano piccoli.

Sapevano che, essendo i più grandi, avevano meno probabilità di riuscita ma comunque si preparavano con cura e diligenza.

Era la quarta volta che Ino si pettinava i capelli fluenti, facendoli volare sulla faccia del compagno.

-Piantala, Ino!-

-Cosa? E’ importante essere ordinati e perfetti. Fa’ fare a me.- pigolò, provando a lisciare la chioma indomabile dell’amico.

-Ino!-

-Ragazzi, silenzio per favore. Sono arrivati, quindi siate semplicemente voi stessi.- la voce della signorina Kurenai era ben udibile da tutti, nessuno obiettò.

Kankuro prese Ino per mano e la strattonò verso l’entrata.

-Cos’hai intenzione di fare?-

-Ti rimedio una famiglia. Non crederai davvero che “essere se stessi” aiuti?- la canzonò il ragazzo, spingendola in avanti.

-Certo. Insomma mi hai vista?- si pavoneggiò la bionda, indicandosi.

Kankuro decise di non rispondere, non era il momento di litigare.

-Quando entreranno, saremmo i primi che vedranno. Sceglieranno noi, per far prima.- spiegò lui, con ovvietà.

Ino rise apertamente e rispose.

-Kan, tu non capisci niente di queste cose. Come puoi pensare che sceglieranno noi solo perché siamo i primi. Non siamo pannolini e non hanno fretta. Ti ricordo che stanno scegliendo un figlio.-

-Non saremmo mai loro figli.-

Ino lo ammonì con lo sguardo e, non appena vide le prime coppie entrare, gli sussurrò.

-Guarda e impara.-

-Kankuro, hai visto? Altre persone che ci daranno false speranze. Dovremmo cucirci dei cappotti con le nostre coperte, le strade d’inverno sono gelide.- disse lei, in un tono di voce più alto del normale, sbattendo le folte ciglia.

Il ragazzo aveva capito il piano dell’amica, fare la vittima forse sarebbe valso a qualcosa.

Nessuno, però, sembrava darle ascolto, finché una coppietta le si fermò accanto.

-Oh, che graziosa che sei. Non è vero, Carl?- irruppe la bella donna, rivolta al marito che assentì.

Il tempo di firmare le carte e Kankuro la vide sparire, senza aver avuto neanche il tempo di salutarla.

Era accaduto così in fretta che, a volte, riteneva di aver sognato tutto e che, presto, Ino sarebbe venuto a svegliarlo per giocare insieme.

Ma Ino non tornò più, né quella mattina né quella successiva.

Sembrava essere svanita nel nulla.

***

 

Kankuro circondò il numero dieci, sul calendario.

Succedeva ogniqualvolta doveva ricordarsi una data importante.

Il dieci dicembre, la villa che lo aveva cresciuto avrebbe chiuso e, per quella data, doveva a tutti costi trovare una famiglia.

Tornò indietro di un paio di pagine, il cerchietto rosso intorno al sedici lo fece cadere nello sconforto.

Il sedici ottobre, lui ed Ino avevano evidenziato quel giorno, il giorno che l’aveva vista salire sulla prima auto e sparire fra il fumo della marmitta e della polvere sotto le ruote.

Quel ricordo lo rafforzò maggiormente, doveva trovare anche lui una coppia che avrebbe badato a lui.

Peccato che mai avrebbe immaginato l’enorme sbaglio che stava commettendo.

 

 

Spazio Kimly:

Fiction scritta per il contest "La strana coppia" indetto da sasusakuxxx su EFP forum.

Allora diciamo che era una specie di esperimento, essendo io mosca bianchissima, però la coppia KankuIno non mi dispiace molto. Tranquilli non smetterò di biancheggiare ovunque!

Si è classificata quinta e sono soddisfatta perché dopo averla spedita, pensavo di aver scritto una stupidata e ha vinto il premio velocità.

Questo è il primo capitolo, presto gli altri e l'epilogo. Ringrazio la giudice e mi complimento con tutte le partecipanti, soprattutto le podiste.

Posto il giudizio e i banner(stupendi!!):

V classificata a pari merito: Kimly, con la fic “Due linee parallele…destinate a non incontrarsi”
Narrativa:
7,7/10
Trama:8/10

Romantica, non esiste aggettivo migliore. Hai creato davvero una bella storia, facendomi ricredere sui cliché “lui e lei, amici d’infanzia prima, amanti poi” e “infanzia negativa-brillante carriera”. Inaspettatamente mi è piaciuto molto il finale, seppur fosse negativo per la coppia scelta: l’ho trovato azzeccato, quasi inevitabile. In un'altra parola…giusto, ecco. Perché un finale di un altro tipo, magari positivo sarebbe stato banale e fuori luogo, trasformando il tuo bel lavoro in una ficcyna. Complimenti, davvero. Gli eventi si susseguono senza intoppi, magari dovresti anche tu solo ampliare leggermente alcune scene, per “legare” maggiormente gli avvenimenti. La trama, come già detto, è buona, seppur semplice: credo che nella sua semplicità risieda anche la sua forza: una volta arrivati alla fine si ha voglia di leggerla una seconda volta.


Personaggi (alias IC): 8,3/10
Una buona caratterizzazione, che mi ha abbastanza convinto; Ino è lei, senza ombra di dubbio; Kankuro anche. Ho trovato poco IC invece solo TenTen, un po’ troppo remissiva, nella sua battuta finale, ma penso che si possa sorvolare su questo particolare: dopotutto è solo una comparsa.
Originalità: 8,5/10
Buona l’idea di fondo, e particolare il pensiero della ghirlanda e della foto, che “scatenano” il rapporto di amicizia tra i due protagonisti; un po’ meno il loro incontro da adulti, ma alla fine è solo un particolare.
Competenza lessicale e morfo-sintassi: 7,3/10
Allora…le virgole. Fuori posto, tra soggetto e verbo…insomma, errorucci che penso sia dovuti alla consegna rapidissima, più che a lacune di sintassi. Un unico grave errore, che ha fatto calare molto il punteggio: “[…] prima lo visto salire […]”. Suppongo anche questo imputabile alla battitura a pc, però.
Impressioni personali: 4/5
L’ho veramente apprezzata, sì. E l’ho riletta con piacere più volte, anche dopo la valutazione. Mi è piaciuta particolarmente la battuta di chiusura, seppur velata da una nota amara: complimenti, davvero.
Totale: 43,8/55

 

A presto, BAX^^

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Capitolo 2.

Era successo ancora.

Quell’ubriacone proprio non riusciva a non alzargli le mani, ma stavolta non lo avrebbe perdonato.

Oramai era grande, aveva l’età per bere e guidare, sarebbe scappato la notte stessa.

Buttò qualche abito nello zaino e frugò nei cassetti, trovando quello che cercava.

Le lettere di Ino.

Gli aveva scritto la prima a volta a Natale, scusandosi della sua assenza.

La bionda sapeva tutto della sua situazione familiare, con lei non c’era bisogno di mentire.

Non si erano più visti, l’ultima lettera della ragazza risaliva ad un anno precedente.

Non gli aveva più risposto, ma non le dava torto.

Ino Yamanaka era diventata un’attrice famosa, conosciuta in tutto il mondo, proprio come aveva sempre desiderato.

Non aveva tempo di rispondere ad un fallito come lui.

Prese il biglietto che aveva comprato con la sua paga mensile, quella sera Ino sarebbe stata alla prima del suo nuovo film e lui non intendeva perdere quell’occasione per rivederla.

Scese senza far rumore, sentendo il pesante russare del patrigno, ed uscì.

Presto l’avrebbe rivista.

***

Ino Yamanaka sorrise al giornalista, per la sua domanda inopportuna.

Un falso sorriso.

-No, non è un matrimonio riparatore. Non sono incinta, vogliamo semplicemente sposarci.- rispose, provando a resistere all’impulso di conficcargli il microfono in gola.

-Sposarsi così giovane, non è un rischio?- chiese qualcuno, in mezzo alla folla.

-Siamo giovani, non stupidi. Conosciamo tutti i pro e i contro, questa scelta è stata ponderata a lungo, non temete.- concluse, allontanandosi in fretta, ma pur sempre con eleganze.

Quei dannati giornalisti!

Cosa ne potevano sapere loro!

Non la conoscevano, non avevano neanche la minima idea di com’era in realtà.

Zabuza non era propriamente il principe dei suoi sogni, ma era pur sempre un ottimo partito.

Era ricco, famoso e, sì, anche incredibilmente affascinante.

-Ino!Ino!- sentì i suoi fan chiamarla per farsi notare.

Adorava, da quando era piccola, essere apprezzata ed idolatrata, quindi si fermò.

Prese la penna di una brufolosa dodicenne con l’apparecchio e le firmò il taccuino.

-Voglio essere come te, Ino!- le disse la ragazzina, felice.

-Se ti impegni, raggiungerai il tuo obiettivo, piccola.- rispose con gentilezza, pronta a firmare altri autografi.

Vide un volto conosciuto nella folla, ma scosse la testa.

Non poteva essere…

Rialzò lo sguardo, non c’era nessuno.

Aveva immaginato tutto, come sempre. Autografando l’ultima pagina di un’enorme diario, si fece portare dentro alla sala della programmazione.

Poi accadde tutto all’improvviso.

Un attimo prima, sentiva la presa salda della sua guardia del corpo, l’attimo dopo si ritrovò a terra, sentendo, sul proprio corpo, il peso di…

-Kan!Che diavolo ci fai tu qui?- sussurrò, ma non sentì la risposta, la folla la circondò e, l’ultima cosa che vide del ragazzo, fu il viso, prima che una decina dei suoi uomini gli saltassero addosso.

***

-Sei stato un idiota.- affermò lei, tamponandogli il labbro.

Kankuro fece spallucce, sbuffando.

-Mi correggo, sei un idiota. Quelli li pago per uccidere chi attenta alla mia vita e tu, con quell’atteggiamento da sconsiderato, stavi…-

-…Stavo solo cercando di parlarti. O adesso sei troppo famosa, anche per i tuoi amici?- concluse lui, seccato.

-Sento una nota di sarcasmo?-

-E senti bene. Sei troppo impegnata anche per scrivere? L’ultima tua lettera risale ad un anno fa.- disse lui, incollerito.

-Lo so. Zabuza ha trovato le tue lettere, le ha bruciate e ha messo un suo uomo a controllare la posta. Non mi arriva nulla che non sia stato già analizzato da lui.- sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

-E…-

-E…?- ripeté lei.

-Non hai fatto niente? Quello ti blocca ogni contatto con l’esterno e tu stai zitta?-

-Mi blocca ogni contatto con te, ed ha ragione. Io sarei più gelosa di lui, se scrivesse ad una ragazza che non conosco, di cui non mi ha mai parlato.-

-Non gli hai parlato di me?- chiese, stupefatto.

-Lui non ha mai voluto ascoltare.-concluse lei, ripulendogli la ferita per bene e sedendogli di fronte.

-Cosa volevi dirmi?-

-Ti stai per sposare davvero?- fu la prima domanda di Kankuro, spinto più da rabbia che da curiosità.

Ino annuì, con un sorriso.

-Ino, non fa per te quel tizio.- decretò il ragazzo, alzandosi e prendendo a camminare per la stanza.

-Non lo conosci nemmeno!-

-Si vede da come ne parli che tipo è. Ti tratta come se fossimo ancora nel Medioevo.- grugnì lui, adirato.

-Senti, senti, sei geloso!- rise lei, divertita da come la storia stava prendendo la piega.

Kankuro non rispose, continuando a misurare il pavimento, con grandi falcate.

Ino si alzò dalla sedia, avvicinandosi con quel suo ancheggiare sexy, arrivandogli a due centimetri di distanza, mentre il ragazzo sentiva il suo respiro solleticargli il collo.

Kankuro si slanciò a baciarla, tenendole la testa abbastanza stretta da non farla scappare; se mai l’ avesse fatto, si sarebbe gustato appieno quel bacio che sognava da anni.

Ino, però, non si divincolò, anzi gli accarezzò i capelli, aderendo al suo corpo maggiormente, come a chiedere ancora baci.

Kankuro la alzò dolcemente, sentendo le unghie di Ino nella schiena e, sorridendo nel bacio, le sussurrò.

-Non deve essere molto bravo a letto, questo Zabuza.-

-Non immagini neanche quanto.- lo stuzzicò lei, il ragazzo non chiedeva di meglio.

La adagiò per terra, sfilandole l’abitino di cachemire lilla e gettandolo in un angolo.

Ino, nel frattempo, gli aveva sbottonato la camicia che si ritrovò a fare compagnia all’abito della ragazza.

Prima di abbandonarsi completamente, Kankuro mormorò “Di nuovo insieme”, ma questa volta lei non rispose.

 

Spazio Kimly:

Postato il secondo ed ultimo capitolo prima dell'epilogo che posterò domani. Sono di fretta purtroppo, quindi ringrazio chi ha letto il capitolo precedente. Vi lascio, a presto. BAX^^

 

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Capitolo 3
*** EPILOGO ***


Epilogo

Kankuro si svegliò tardi quella mattina, voltandosi subito dall’altra parte per cercarla. Non la vide, ma sentì dei rumori provenire dall’altra stanza. Si alzò lentamente, ancora frastornato dalla nottata che aveva passato.

-Ehi, come mai così mattiniera?- le sussurrò all’orecchio, abbracciandola da dietro.

-Ti preparo la colazione, Kan.-

-Ti ho detto di non chiamarmi così!- tuonò lui, livido.

-Scusa.- mormorò la ragazza, imbarazzata.

-Mi dispiace. TenTen, perdonami. E’ solo che…quel nomignolo non mi è mai piaciuto.- sospirò lui, prendendola fra le braccia.

Lei gli sfiorò le labbra e, un po’ più serena, tornò ad occuparsi delle uova.

-Ino Yamanaka è incinta. Sissignori, avete capito bene. Dopo quasi due anni di matrimonio, la bellissima e giovanissima attrice ha messo da parte la carriera, che, assicura lei, riprenderà al più presto, per dedicarsi alla famiglia. “Io e Zabuza siamo felicissimi, progettavamo da un po’ questo bambino…o bambina!” afferma la ragazza, con un sorriso.

Il presentatore sparì con un click.

-Perché hai spento? Mi interessava. Adoro quell’attrice anche se, secondo me, si è rovinata a sposarsi così giovane.- disse TenTen, lo scricchiolio dell’olio bollente di sottofondo.

-Kankuro, mi ascolti? Non mi dire che non mai sentito parlare di Ino Yamanaka. E’ una leggenda!-

Il ragazzo, con lo sguardo perso nel vuoto, non rispose ma si limitò a sussurrare “Mai sentita in vita mia”, prima di esclamare, nel tono più felice possibile.

-Allora quelle uova?-

 

 

Spazio Kimly:

Ed ecco l'epilogo. Lo so, i miei finali in questo periodo sono sempre tragici ma che ci volete fare!xD Come sempre sono di fretta, quindi mando un bacione virtuale a chi ha letto e chi in futuro-spero-leggerà. A presto, BAX^^

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