To be with you

di genxha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Build up your confidence
So you can be on top for once
Wake up! Who cares about
Little boys that talk to much
I seen it all go down
Your game of love was all rained out
So come on baby, come on over
Let me be the one to hold you

Mr. Big - To be with you

 

 
Capitolo 1
 

La botola sulla terrazza si apre lentamente, senza nessun rumore e Chat Noir si affaccia all’apertura, guardando all’interno.

Marinette è sul letto del soppalco, addormentata girata su un fianco. Chat Noir la guarda, le labbra increspate in un sorriso, sospirando - Si è addormentata mentre mi aspettava - pensa, poi, facendo attenzione a non svegliare la ragazza, si infila all’interno e si inginocchia sul letto accanto a lei, chiudendo poi la botola sopra di sé.

 

Chat Noir si sdraia dietro a Marinette, sostenendosi su un gomito, poi allunga l’altra mano e accarezza delicatamente i capelli della ragazza che borbotta “hmmmm”, senza svegliarsi, quindi lui le sussurra all’orecchio “Ehi, Principessa… sono io” senza smettere di accarezzarle i capelli.

 

“Hmmmmm, Mon Chaton, ancora cinque minuti…” borbotta di nuovo Marinette, poi finalmente apre gli occhi e si volta leggermente verso sinistra, sbattendo le palpebre un paio di volte, finché non mette a fuoco il viso del ragazzo. “Gattino? Ma che ore sono?” domanda, un pò confusa. 

“Quasi l’una.. scusami, Insettina, sono in ritardo” risponde lui guardandola “ma adesso sono qui…” si interrompe quando Marinette si volta del tutto e gli dà un rapido bacio sulle labbra. 

“Già… sei qui, Micetto”, sussurra dolcemente. Chat Noir guarda negli occhi Marinette, perdendosi come ogni vota nell'azzurro di quelle iridi così belle e luminose, tanto che lei chiede “Cos’è quello sguardo?”. 

“Che c’è, non posso guardare la ragazza che amo?” risponde lui, sorridendo.

“Non pensavo che fossi venuto qui solo per... guardare” fa Marinette, con l’aria di chi la sa lunga, spostandosi per abbracciare Chat Noir accanto a lei. 

Lui ricambia l’abbraccio e sussurra “Chiudi gli occhi” poi “Plagg, ritrasformami”: in un lampo verde Chat Noir lascia il posto ad Adrien. Marinette fa per aprire gli occhi ma lui sussurra “Non aprirli ancora, ho una sorpresa”, poi la bacia, con più calma di prima ma il cuore a mille. 

Quando le loro labbra si separano Marinette riesce a dire “Imbroglione, questa non è una sorpresa”, guardandolo negli occhi verdi. 

Adrien tenta di fare una faccia offesa, “Mi hai imbrogliato anche tu, li hai aperti” poi sorride, cercando di trattenere le risate mentre le porge un pacchettino “Questa è la sorpresa”.

 

Marinette lascia andare Adrien e si siede sul letto, le gambe piegate sotto di sé e prende il pacchetto, mentre lui si sposta in modo da metterle la testa sulle ginocchia. La ragazza toglie la carta dal pacchetto e estrae una piccola scatola blu. Incuriosita la apre e vede una piccola spilla smaltata a forma di farfalla “E questa?” chiede, alzando un sopracciglio.
 

Adrien la guarda “Per ricordare che giusto un anno fa, a causa di Papillon… ho scoperto che la mia Lady e la ragazza che amo sono la stessa, meravigliosa e fantastica persona.”

 

Marinette fa una smorfia “Come t’è venuta in mente una cosa del genere?” gli chiede, mentre Plagg sbotta “Te l’avevo detto che non era una buona idea, Gattino!” subito interrotto da Tikki che lo afferra per una zampa e lo allontana. 

Adrien alza gli occhi, preoccupato. “Non… non ti piace? Posso cambiarla. Ho la ricevuta da qualche parte a casa, posso andare...” azzarda con un filo di voce. 

La ragazza lo guarda, poi scoppia a ridere, interrompendolo. “Ma certo che mi piace, scemo, ti stavo prendendo in giro!” risponde, accarezzando poi i capelli biondi del ragazzo “Grazie, Micetto. Anche questo sarà il nostro segreto.” Poi fa una pausa. “Però… mi piace di più farti le coccole quando sei Chat Noir. Adoro quando fai le fusa!”. Adrien la guarda, fingendosi stupito e mettendosi carponi, il viso davanti a quello di Marinette  “Stai dicendo che non ti piacerebbe coccolarmi adesso? Ah! Vendetta!” dice, poi afferra la ragazza facendole il solletico.

 

“Ok, basta! Mi arrendo! Smettila!” dice Marinette poco dopo, agitandosi e cercando di respirare mentre Adrien le fa il solletico. Lui la guarda, sornione, fermandosi di colpo dopo essere riuscito a infilare una mano sotto la maglietta che si era sollevata a scoprire l’ombelico e un po’ della pancia di Marinette. 

I due si scambiano un’occhiata, poi arrossiscono entrambi, Adrien sfila la mano, mettendola dietro la nuca “Ehm...” e Marinette arrossisce ancora, imbarazzata, abbassando l’orlo della maglietta a coprire la pancia ma con un mezzo sorriso che il ragazzo non riesce a interpretare del tutto. 

“Ci sono i miei, di sotto...” dice a bassa voce. Passato il momento di imbarazzo, Marinette si siede di nuovo sul letto con le ginocchia al petto, dà un colpetto sul materasso accanto a lei per fare cenno ad Adrien di sederle accanto, poi quando lui le si appoggia, mette la testa sulla sua spalla. Adrien appoggia la testa su quella di Marinette - Ora penserà che volevo approfittare della situazione - riflette, sentendo il profumo dello shampoo della ragazza, che cerca con la mano la sua e intreccia le dita con quelle di Adrien.

“Forse dovremmo smetterla coi segreti, Insettina,” sussurra il ragazzo, poi dà un bacio ai capelli di Marinette. “Forse, mon minou, ma ho paura di come la prenderebbe tuo padre, sei famoso” risponde la ragazza dopo qualche attimo di silenzio - e poi c’è Chat Blanc - pensa.
Marinette stringe più forte la mano di Adrien, guardandolo negli occhi verdi. “Forse hai ragione, forse prima o poi dovremmo dirlo, non credo possiamo continuare così ancora a lungo. E...”

“Non chiamarmi Insettina,” finisce la frase Adrien, sorridendo, mentre Marinette continua a guardarlo negli occhi e lo circonda in un abbraccio “Puoi chiamarmi così quante volte vuoi, Micetto” sussurra. 

I due rimangono abbracciati per qualche minuto, godendosi solamente il tempo che possono passare insieme.

 

“E basta con queste smancerie! Io ho fame, Adrien torniamo a casa?” interviene di soppiatto Plagg, facendoli sussultare entrambi e ricevendo un’occhiata di fuoco da Tikki che borbotta: “Plagg, sei sempre il solito!”.

“Il solito cosa, Zuccherino? Io ho fame! Non posso stare senza il mio Camemberti!” ribatte lui, incrociando le zampe sul petto e girandosi dall’altra parte con una smorfia.

Adrien guarda i due Kwami, poi Marinette. “Principessa... purtroppo quel guastafeste di Plagg ha ragione, devo tornare a casa,” dice, dolcemente.

“Uff…” Marinette sbuffa alzando la testa dalla spalla di Adrien e guardandolo con uno sguardo da cucciolo. “Di già?”

“Di già,” annuisce lui, serio, sciogliendosi dall’abbraccio e mettendosi in piedi sul materasso “Lo sguardo da cucciola! l’hai imparato da Manon?” fa poi con un mezzo sorriso.

Marinette ridacchia, poi lo guarda con aria falsamente seria “Ehi, te l’ho mai detto che mi piacciono i tuoi pigiami?” dice Marinette, guardando Adrien, i suoi pantaloni del pigiama rossi a pois neri e la t-shirt rossa coordinata.

Lui la guarda, facendole l’occhiolino: “No, ma pensavo che non ti interessasse la confezione!”

“Spiritoso… E tu? Stavi per… scartare la mia, di confezione”, ribatte Marinette, ridendo con aria complice.

 

Adrien fa una faccia sorpresa, poi sbuffa. “Devo proprio andare. Plagg! Trasformami!” subito dopo Chat Noir si gira per aprire la botola lei lo guarda con un’aria un po’ triste. “Stai attento, Micetto. Ci vediamo a scuola. Dormi bene”. 

Chat Noir si infila nella botola “Buonanotte, Marinette,” la saluta, poi si sente tirare per la coda del costume, si volta e trova il viso di Marinette vicinissimo al suo. La ragazza si alza in punta di piedi e gli dà un rapido bacio sulle labbra, poi sussurra “Buonanotte”. 

 

Chat Noir sorride, poi si volta ed esce. Marinette rimane a guardare con un sospiro la botola chiusa.

 

“Tikki!” inizia la ragazza, sedendosi sul letto e guardando il regalo di Adrien ”Hai visto che bella? Quasi non ci credo che è un anno che noi due… siamo una coppia”

La Kwami le vola accanto “Sì, è stato molto carino a regalartela. Anche se io forse non avrei scelto la farfalla!” risponde.

“Pensare al male che sta causando Papillon e che è per causa sua che ci siamo dichiarati non è esattamente una cosa bella, ma è stato un pensiero dolcissimo da parte di Adrien, dovrò sdebitarmi in qualche modo” continua Marinette, ma Tikki la interrompe “Dovreste vedervi, stare con te è il miglior regalo che Adrien potrebbe desiderare”.

Marinette arrossisce “Dai, Tikki! Non esagerare!”

Tikki le vola davanti al viso “Non esagero, Marinette, fidati di me!”
La ragazza guarda la creatura volante “Se lo dici tu… Meglio che vada a dormire, adesso, domani a scuola ci sono i test prima delle vacanze di Natale” poi allunga la mano per spegnere la luce.

Nota dell'autore

Finalmente il seguito di You're my best friend. Non vedevate l'ora eh? ;) 
Non c'è molto da dire, per adesso su questa fantic, tranne che non credo di riuscire a pubblicarla con scadenze regolari, probabilmente troverete un capitolo alla settimana, o potrei anche fare delle pause più lunghe tra uno e l'altro.

Se non avete letto le altre fanfic, è il momento giusto per farlo. Vi ricordo inoltre che i commenti sono sempre benvenuti. Insomma, spero che anche questa vi piaccia.

per adesso, Bug out!
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La sveglia suona alle 7, ma Marinette allunga una mano, afferra il telefono e senza guardare la sposta avanti di dieci minuti, rimettendosi a dormire. Dieci minuti dopo la sveglia suona di nuovo e lei apre faticosamente gli occhi, mettendosi seduta sul letto avvolta nel piumone. 

“Buongiorno Tikki!” dice a mezza voce “Buongiorno Marinette” risponde l’altra andando a posarsi sulla scrivania dicendole “Devi sbrigarti o farai di nuovo tardi a scuola!”.

 

Marinette sbadiglia e rabbrividisce, scendendo le scale del soppalco per andare in bagno. “Faccio la doccia, prendo qualcosa in negozio e andiamo. Sempre che …” dice, interrompendosi per sbadigliare “... non ci sia un’akuma… ma devo svegliarmi, prima”.

 

Marinette entra nel piccolo bagno della mansarda, chiude la porta e si spoglia per fare la doccia. Dopo aver aperto l’acqua calda dà un’occhiata alla sua immagine riflessa, quasi per intero, nello specchio - Ne sono cambiate, di cose, da quando ho ricevuto il Miraculous - pensa. 

La ragazza osserva il proprio viso riflesso nello specchio - Somiglio sempre più a mamma.. a parte per le lentiggini, che piacciono tanto ad Adrien e gli occhi - nota, spostando lo sguardo sul resto del corpo, snello e tonico - Correre dietro alle akuma mi ha fatto bene, mi sta tenendo proprio in forma, altro che abbonamento in palestra -  pensa, sfiorandosi la pancia con una mano - anche Adrien l’ha notato - continua, arrossendo leggermente ripensando alla sera prima. - E anche quassù, direi niente male... - prosegue, guardandosi i seni, non più quelli acerbi di una ragazzina, ma nemmeno troppo grandi, in proporzione col resto della figura - mi sa che tra poco avrò bisogno di biancheria nuova.. e forse dovrei cominciare a portare la gonna più spesso - conclude, girandosi di tre quarti e osservando le proprie gambe nude allo specchio.

 

Marinette si riscuote dalle sue riflessioni e si infila sotto la doccia, iniziando la sua routine per uscire di casa. Si asciuga i capelli ed esce dal bagno in accappatoio, accolta da Tikki che, senza dire una parola, le indica l’ora sul cellulare: le otto meno dieci. 

“Accidenti! rischio di fare tardi” sbotta, poi si sfila l’accappatoio, lo lascia in terra e si veste di corsa, scende in cucina, afferra un croissant e una mela dal tavolo e si precipita fuori dall’appartamento, fermandosi improvvisamente sul pianerottolo. “Accidenti, le scarpe!” esclama, rientrando per infilarle, chiudere la porta e scendere le scale  passando nel retrobottega della pasticceria.
“Ciao mamma! Papà! A dopo!” saluta i genitori, attraversando di corsa il negozio senza aspettare risposta dai due che alzano le spalle all’unisono guardandola uscire.

 

La mora arriva a scuola, come al solito, all’ultimo momento, entra dal portone e si precipita verso l’aula. poi si ferma all’improvviso, gira sui tacchi e si dirige dalla parte opposta del cortile interno, dandosi una pacca sulla fronte.

“Stavo entrando nella mia vecchia classe del Collége” borbotta Marinette, correndo verso il piano superiore, dove si trovano le aule del Lycée, di cui ora frequenta il primo anno insieme ad Adrien, Alya e Nino.


 

Marinette apre la porta nell’esatto momento in cui suona la campanella della prima ora e si precipita ad occupare il proprio posto, di nuovo accanto ad Alya e dietro ad Adrien che, nota, sta prendendo tablet e appunti dalla borsa come se  si fosse seduto pochi istanti prima.


“Signorina Dupain-Cheng, vedo che anche stamattina è arrivata all’ultimo minuto. Ma, siccome anche il signor Agreste l’ha preceduta solo di qualche istante, farò finta di niente.” la rimprovera l’insegnante della prima ora, guardandola di traverso.

“Mi-Mi scusi professoressa Blanchet” risponde Marinette, mentre Alya la guarda alzando gli occhi al cielo come a dire “ci risiamo”, ma non fa in tempo a dire altro all’amica, che, china per prendere il tablet e gli appunti dallo zainetto, nasconde uno sbadiglio. Subito dopo la professoressa Blanchet inizia la lezione di Storia.



 

La mattinata, dopo la lezione di Storia, prosegue coi test, che terminano subito prima della pausa per il pranzo, durante la quale, come al solito, Adrien viene scortato dal Gorilla a casa, mentre Marinette va alla caffetteria della scuola con Nino e Alya.

 

Mentre si siedono, Marinette chiede ad Alya e Nino “Allora, a voi com’è sembrato il test?” fa una pausa sistemando la sedia “Io non ho trovato domande troppo difficili e mi sembra ci fossero tutti i punti principali del programma.”

Alya annuisce “Spero bene, ho risposto a tutte le domande senza problemi, tu, tesorino?” chiede al suo ragazzo.

“Nessun problema nemmeno per me! Anzi, ero preoccupato ma è stato facile!” risponde Nino, sistemando il berretto che porta da quando frequentava il Collége.

 
Stanno ancora parlando quando il telefono di Marinette inizia a squillare: lei lo prende dalla tasca e guarda chi è: Luka. Alya sbircia e riconosce la foto della rubrica

Marinette risponde subito “Ehi, ciao Luka!” in tono allegro “Sì, tutto bene, grazie? Tu? Davvero sei tornato a Parigi?” pausa “Che bella notizia! E fin quando...” poi, ascolta per qualche istante “Capisco. Vederci? Ma certo, volentieri! Domani? Alle sei al solito posto? D’accordo!” si interrompe ancora, vedendo che Alya fa un cenno di saluto “Ci vediamo domani allora! Ah, ti saluta Alya!”, copre il microfono con la mano e sussurra “Ti saluta anche lui!” poi riattacca.


Marinette guarda la sua migliore amica “Beh, inutile che ti dica chi era, tanto hai ascoltato!” le fa la linguaccia e sorride “Sai, è tornato ieri da Londra dove stava lavorando con Jagged Stone e rimane qui almeno fino all’estate. Ci scambiamo i regali di Natale un po’ in ritardo.” spiega poi, prendendo il menù dal tavolo “ho una fame…” commenta scorrendolo e scegliendo, per pranzo, un sandwich. 

 

Nino si alza dal tavolo “Vado a ordinare” dice, allontanandosi, mentre Alya tira fuori il cellulare e inizia a scrivere per il Ladyblog, che gestisce ormai dai tempi del Collège.

 

Marinette ripensa a quando, circa un anno prima, si sedette a quello stesso tavolo con Alya, al ritorno dalle vacanze natalizie dopo l’attacco di Papillon coi poteri del miraculous del Pavone.



 

Alya fissa Marinette e inizia “Allora, dimmi. Cosa c’è tra voi due?”, ricevendo uno sguardo interrogativo dall’amica “Tra noi due chi?”

“Tu e Splendore!” ribatte, come se fosse una cosa ovvia “Anche stamattina sei arrivata all’ultimo secondo, ma quello che è strano è che Adrien è arrivato insieme a te! E non era mai successo! E poi vedo gli sguardi che vi scambiate ogni tanto… c’è qualcosa che non mi hai detto?”. chiede, facendole l’occhiolino.
Marinette, le cui guance avevano raggiunto una nuova sfumatura di rosso mentre ripensa al bacio che lei ed Adrien si sono dati quella stessa mattina di nascosto, distoglie lo sguardo da Alya.
Un istante dopo guarda di nuovo l’amica “Alya, se non ti conoscessi così bene e non conoscessi la tua proverbiale curiosità, direi che sei gelosa!” risponde con una smorfia, poi sospira “comunque n-non c’è niente tra me e Adrien… Vorrei tanto ma… “ la ragazza distoglie ancora gli occhi azzurri, guardandosi le mani “beh lo sai. Lui mi piace ma sono sempre allo stesso punto.”

Alya alza la voce “Oh, insomma, non sono scema! Non prendermi in giro, Marinette… anzi, non prendere in giro te stessa” l’altra le dà un'occhiataccia “Abbassa la voce!” la rimprovera Marinette, notando qualche sguardo girarsi verso il loro tavolino.

Alya obbedisce, le si avvicina e continua a voce più bassa “C’ero anche io, lo so che cosa hai detto a Chat Noir, quando era stato colpito dall’Akumizzata. E cosa ha detto lui quando TU sei stata colpita dalla falena gigante. Ti tenevo in braccio e ho avuto così paura…  non me la scorderò facilmente, quella frase”.

 

Marinette sussulta, gli occhi sbarrati “I-io… eh… no, è che noi s-siamo… insomma..” fa una pausa, cercando le parole, poi prende le mani di Alya tra le sue “S-senti, Alya. Tu sei la mia migliore amica, lo sai. E non ci sono mai stati segreti tra di noi… “ l’altra la interrompe “Non proprio, ragazza!” lei sospira “D’accordo,  superpoteri a parte... Però ci sono delle cose che non… non posso dirti. E come per quella cosa, ho dei buoni motivi...” la ragazza inghiotte a vuoto, sentendo un nodo alla gola mentre pensa a Chat Blanc “...per non farlo. Non sai quanto mi costi, davvero.” 

 

Alya la guarda fissa, notando il suo disagio, poi dopo una lunga pausa “Credo che se questi motivi riguardano…” indica il ciondolo del Miraculous della Volpe “forse dovresti parlarne”.

Marinette sospira di nuovo, pensando - odio dover mentire perfino alla mia migliore amica, ma è meglio così - poi si asciuga rapidamente una lacrima col dorso della mano, infine dice, poco più di un sussurro  “Lo so, Alya. Ma io non… non posso parlartene adesso. Davvero. Non avercela con me.” 

Alya osserva di nuovo a lungo la sua amica “d’accordo Mari, scusa. Sono un’impicciona.”, conclude, abbracciandola “Ma sono certa che tu non me la racconti giusta...”



 

“Terra a Marinette! Terra a Marinette! Rispondi, Marinette!” la voce di Alya, che si tappa il naso simulando una radio trasmittente, riporta la ragazza alla realtà “A che stavi pensando?” chiede poi, parlando normalmente.

Marinette si riscuote “Ah, niente, Alya, niente di importante.. Alle … alle lezioni del pomeriggio.” risponde lei, scrollando le spalle e prendendo il sandwich dal piatto che Nino le aveva portato. 

Tra un boccone e l’altro, Alya chiede all’amica “Sicura che non pensavi a Luka?” alzando un sopracciglio con  un mezzo sorriso

“No, no, Alya… è un bel ragazzo, ha un cuore d’oro, lo sappiamo entrambe, ma non mi interessa in quel senso” risponde Marinette, prendendo un sorso di succo d’arancia, “siamo solo due amici che non si vedono da un po’, e poi c’è anche Juleka.”

“Ah, accidenti! Salutala tanto da parte mia! Non la vedo letteralmente da mesi! Cavolo, mi dispiace di non poter venire di nuovo” sbotta la rossa “domani devo accompagnare le piccole pesti al compleanno di un’amichetta e non ce la farei mai per quell’ora!”.

“Non ti preoccupare, li saluterò entrambi da parte tua. So che lei e Rose sono di nuovo nella stessa classe, come noi quattro, magari ci sarà anche lei” aggiunge Marinette, con un sospiro “Sarebbe bello trovarci tutti e fare una bella rimpatriata di compagni di classe, prima o poi”
Alya e Nino annuiscono “Già, sarebbe proprio ganzo” commenta lui, poi Alya guarda l’ora sul cellulare e poi commenta “Sarà anche il caso di fare in fretta, mancano solo 10 minuti: rischiamo di essere in ritardo per la prima ora del pomeriggio”.
 


Nota dell'Autore

Ed eccoci al secondo capitolo di questa fanfic. Purtroppo l'ispirazione latita,  quindi sono molto più lento di quanto speravo..
Sto scrivendo, comunque. Lasciatemi qualche commento che fanno sempre piacere :D

A presto

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


“Luka, se vai avanti così scaverai un solco” dice Juleka, mettendo una mano sulla spalla del fratello. Luka smette di camminare, poi inizia a spostare il peso da un piede all’altro “Hm, hai ragione, sorellina” risponde lui, guardandola e passandosi una mano tra i capelli tinti di turchese “solo che … beh sono un po’ nervoso. E poi fa freddo.” continua
“Ma davvero? Non me n’ero accorta che sei nervoso” ribatte lei, sorridendo e alzando il bordo di pelliccia sintetica viola del cappotto nero che indossa “Che dici, l’aspettiamo dentro?” chiede, indicando con la testa il locale dove avevano appuntamento con Marinette.
Luka guarda l’ora sul cellulare “No, aspettiamola pure qui, tanto sarà questione di un paio di minut…. “ fa una pausa e sorride “ah no, è Marinette, scommetto che è ancora la ritardataria cronica”.
Juleka ridacchia a sua volta “Ma no, l’ultima volta, quando siamo andati a pattinare, è arrivata puntuale!”
“Dai, andiamo a sederci su quella panchina” propone il ragazzo, cercando attorno segni dell’amica. I due si siedono e Luka comincia ad alzare e abbassare ritmicamente un tallone, ancora nervoso. Gli torna in mente il brano che ha dedicato a Marinette - Sono sei mesi che non la vedo di persona… è un sacco di tempo -

Lo sguardo di Luka vaga sul panorama e si ferma sulla Torre Eiffel - Sembra ieri ma è passato quasi un anno da quel combattimento in cui Ladybug è stata quasi akumizzata. Quella volta non ha avuto bisogno di Viperion. Allora pensavo che Mari fosse Ladybug: la musica che ho sentito quando abbiamo parlato quando le ho ridato il miraculous è la stessa che sento in Marinette. Ma forse mi sbaglio e di sicuro non posso chiederglielo. -

Luka guarda la sorella, seduta accanto a lui “Sai, sorellina, mi siete mancate un sacco” dice quasi parlando a sé stesso.
“Siete?” chiede Juleka.

Lui guarda altrove “Sì, tu e Marinette” spiega.

“Ci pensi sempre, eh?” chiede di nuovo la ragazza, prendendo la mano del fratello

“Già” conclude lui, sospirando.

Juleka gli stringe la mano, poi “Beh, dovresti dirglielo, fratellone, sta arrivando” conclude, alzandosi e salutando Marinette con la mano. Luka si alza dalla panchina, sorride e pensa - Marinette lo sa già -



Le due ragazze si abbracciano e si scambiano i consueti due baci di saluto, Luka le guarda scambiare qualche parola di saluto, finché Juleka si sposta di qualche passo lasciandogli spazio. Lui e Marinette si abbracciano e Luka saluta l’amica “Ciao Marinette! Che bello rivederti!”

La ragazza risponde “Luka! Anch’io sono contenta di rivederti… come stai?”
Luka fa un passo indietro per guardare Marinette, che non ha i soliti codini ma i capelli semplicemente legati in una coda di cavallo, un cappotto nero e i suoi tipici jeans rosa, poi risponde “Bene! Soprattutto ora che sono tornato a casa e posso rivedere i miei amici, le videochiamate non sono la stessa cosa!” guardandola negli occhi azzurri - Accidenti è ancora più bella dell’ultima volta - pensa, cercando di non fissarla.

“Hai ragione” concorda Marinette sorridendo “vedersi di persona è tutta un’altra cosa. A proposito, andiamo al caldo, che dite?” propone.

I ragazzi entrano in una caffetteria lì vicino e si siedono and un tavolo. Marinette guarda Luka, pensando - dovrò dirgli che Adrien ed io ci vediamo - poi sposta lo sguardo, notando che anche il ragazzo la sta guardando - spero di non farlo soffrire troppo - entrambi si ritrovano a guardare il menù e a scegliere, lui un caffè, Marinette una cioccolata. Juleka invece decide per una tisana alla frutta e fa un cenno alla cameriera, una giovane donna bionda, che arriva subito a prendere le ordinazioni.

 

“Allora, Luka” esordisce Marinette, prendendo tempo “che mi racconti?” Com’è Londra? Com’è lavorare con Jagged Stone?”

Il ragazzo abbassa la zip della giacca di pelle, sotto indossa una felpa nera con il viso stilizzato di Jagged Stone “Beh, Londra è una gran bella città, ma non ho avuto molto tempo di fare il turista. Jagged è davvero esigente, anche troppo a volte.” Luka mostra la pelle screpolata e i calli sui polpastrelli della mano sinistra  “Anche per questo non ti ho chiamata spesso: passiamo anche dieci ore in studio di registrazione, i brani devono essere assolutamente perfetti, ovvero come vuole Jagged, quindi spesso rifacciamo lo stesso passaggio decine di volte.“ 

Luka si interrompe mentre la cameriera porta il loro ordine, prende un sorso dal suo espresso e prosegue “Sono tutti molto bravi e disponibili però, non come quell’antipatico borioso del manager di XY. Anche se sono l’ultimo arrivato e il più giovane, mi hanno subito fatto sentire parte della squadra e insegnato un sacco di trucchi. E poi poter suonare con una leggenda come Jagged è fantastico.” il ragazzo prende il cellulare, poi lo rimette in tasca “Purtroppo non posso farvi sentire niente in anteprima” conclude, guardando le ragazze.

 

Marinette annuisce, poi si rivolge a Juleka, rimasta in disparte, sempre taciturna com’era quando erano compagne di scuola. “Tu invece cosa mi racconti? Quant’è... un mese che non ci vediamo?”
 

“Già un mese... Beh niente, le solite cose. Rose è finalmente riuscita a presentarmi ai suoi genitori” risponde l’altra, scostandosi la frangia viola dagli occhi

“E… come l’hanno presa?” chiede Marinette, un po’ preoccupata, non avendoli mai conosciuti.

Juleka la guarda “L’hanno presa bene.. nel senso che alla fine sembravano contenti, anche se sulle prime  hanno storto un po’ il naso quando Rose ha detto che… stiamo insieme.” Mentre la sorella parla, Luka allunga una mano e la mette sulla sua. “Mi sono sembrati delle brave persone, quindi va bene così”.

 

I ragazzi continuano a chiacchierare del più e del meno finché la cameriera non torna a ripulire il tavolino.

“E tu, Mari, che ci racconti?” chiede Luka “Com’è la nuova scuola? E gli altri? Li vedi ancora?”

Marinette risponde frettolosamente, prima che lui possa chiedere di Adrien, “Gli altri? Ci sentiamo ogni tanto ma siamo tutti andati in scuole diverse, come sai io sono con Adrien, Alya e Nino e... stanno tutti bene. La nuova scuola è tutta un’altra cosa. Devi studiare molto di più, e gli insegnanti… sono bravi, ma… non c’è paragone con Miss Bustier. In fondo lei è unica!”


Luka annuisce, poi lei continua, “Io... io inizio a dare una mano in negozio e spesso sostituisco la mamma, dice che se non avrò successo come stilista potrò gestire il negozio.” 

Luka annuisce. “Capisco… beh è una cosa buona avere una seconda scelta!” 

 

Mentre la cameriera si allontana, Juleka lancia uno sguardo a Luka e si alza. “Scusate, vado un secondo alla toilette” dice,  posando il cappotto, che aveva in grembo, piegato sulla sedia e si allontana.

Marinette sospira e guarda l’amico “Luka c’è… una cosa che ti devo dire, lo faccio adesso perché dovrebbe restare tra noi” 

 

Lui la guarda negli occhi, iniziando a sentire la “sua” musica, ma con qualcosa di diverso, poi annuisce. “D’accordo” sussurra.
La ragazza fa un respiro profondo “Ecco io… “ Marinette esita “io e Adrien ci vediamo… siamo una c-coppia insomma...” dice poi tutto d’un fiato, distogliendo lo sguardo dal viso di Luka. 

Anche lui esita un attimo, il cuore che accelera, poi le prende una mano “Mari, è… è una bella notizia, sono felice per... voi. Sarai al settimo cielo… da quando state... ehm…  insieme?” riesce infina a dire, mentre pensa - Lo sapevo. Ecco perché la sua musica era diversa - 

 

“Beh è...” inizia Marinette, riflettendo - e adesso come glielo dico? Ok, glielo dico e basta - poi fa un altro respiro e risponde “...da quasi un anno, a dire il vero.”, muovendosi sulla sedia a disagio.

Luka inizia a sentire la gola secca, beve un sorso d’acqua e prosegue “ma… posso chiederti  perché non vuoi che si sappia?” chiede poi.


“P-perché Adrien è famoso e suo padre non sarebbe mai d’accordo che stesse con me… la figlia di due pasticceri” risponde Marinette, ma in realtà pensa allo sguardo gelido di Chat Blanc. 

Luka si raddrizza sulla sedia “Non credo che suo padre, voglio dire, sei una… designer molto promettente, non dovrebbe avere nulla in...” poi deglutisce a vuoto, sentendo gli occhi umidi “...contrario. Sei una ragazza meravigliosa, Marinette” Luka si interrompe di nuovo, distogliendo lo sguardo.


“Luka... “ sussurra Marinette, vedendolo a disagio “Mi… mi dispiace, io…” 

Lui alza gli occhi lucidi di pianto e sbotta “Non devi dispiacerti! Io sono davvero contento per te… per voi. A me basta che tu sia felice.” Il ragazzo abbassa la voce. “Io… non posso costringerti ad amarmi” 

Poi si asciuga rapidamente le lacrime dalle guance e prosegue “Tu meriti di essere felice, con tutto quello che fai per gli altri”. Luka smette di parlare, guardando Marinette negli occhi, poi di colpo la abbraccia, “anche quando nessuno sa che sei tu” le sussurra, all’orecchio, sentendola irrigidirsi. “Va tutto bene” sussurra ancora. 

Lei  rimane immobile per qualche istante, il cuore in gola, poi ricambia l’abbraccio e risponde, sottovoce “Grazie, Luka. Sei il migliore amico che si possa avere”.

Si staccano e Luka si rimette a sedere “Tranquilla, i tuoi segreti sono al sicuro, Marinette.” aggiunge con un sorriso malinconico.

Marinette non ha ancora ripreso fiato che Juleka torna dalla toilette e si rimette a sedere, guardando il fratello, che annuisce impercettibilmente. I tre riprendono a parlare del nuovo disco a cui Jagged Stone sta lavorando.

Marinette guarda l’ora sul cellulare e si alza “È meglio che vada, devo finire di studiare. Mi stavo dimenticando di dirvi che Alya vi saluta tanto ma non è potuta venire!” anche gli altri due si alzano, avvicinandosi a turno per abbracciare e baciare le guance di Marinette, lasciando poi il locale 

“Mi ha fatto piacere rivederti, Marinette” dice Luka varcata la porta “resto a Parigi fino all’estate, quindi ci sarà modo di vederci con tutti gli altri, anche perché” il ragazzo fa una pausa, prendendo Juleka sotto braccio “dobbiamo riprendere le prove dei Kitty Section! E abbiamo bisogno del tuo genio per dei nuovi costumi!”

La ragazza arrossisce leggermente e sorride “D’accordo… se me lo chiedete così…” poi abbraccia entrambi “Devo proprio scappare! A presto!” si congeda, avviandosi di corsa verso la scala della metro.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Marinette esce dalla fermata della Metropolitana vicino alla pasticceria e attraversa la strada, percorrendo i pochi metri che la separano da casa.

Mentre attraversa la strada prende dalla tasca il telefono per controllare se ci sono messaggi, ma non ne vede, quindi lo rimette via mentre apre la porta della pasticceria, che avrebbe chiuso da lì a pochi minuti.

Dietro il bancone Sabine la accoglie con un sorriso “Oh ciao tesoro. Com’è andata oggi?” le chiede.

“Ciao mamma, tutto a posto. Avremo il risultato del test domani, ma era più facile di quello che pensavo”

Sabine fa il giro attorno al bancone per andare a chiudere le serrande del negozio e passando vicino a Marinette le chiede “E com’è andata con Luka? come sta?”

La ragazza arrossisce leggermente “Eh… beh bene! È entusiasta di aver lavorato con Jagged e resterà qui fino a fine giugno, ha detto”

“Ah bene, sono contenta per lui” commenta Sabine, chiudendo a chiave la porta del negozio

“Anche io, è un suo sogno che si avvera. E Juleka si è fatta presentare ufficialmente ai genitori di Rose, che l’hanno presa bene! Adesso vado di sopra che devo finire di studiare, se ti serve aiuto per la cena chiamami” dice poi Marinette, avviandosi verso il retrobottega per salire nell’appartamento.

Sabine risponde “Credo di poter fare da sola, grazie tesoro” mentre guarda la figlia uscire, poi sospira e inizia a riordinare il negozio.


Marinette sale in camera, chiude la botola e appende il cappotto all’attaccapanni rosa, mentre Tikki esce dalla sua immancabile borsa “Come ti senti, Marinette?” chiede la Kwami, notando l’espressione un po’ triste della sua portatrice. 

“Ehm… è strano, Tikki” risponde lei, pensierosa mentre si siede sulla chaise longue per togliersi le scarpe “sono… non lo so. Sono un po’ triste per Luka, ho visto che si è quasi messo a piangere… ma mi sento anche meglio, mi sono tolta un peso. Lo so, con tutti i segreti che sono costretta a mantenere, magari quello tra me e Adrien sembra una cosa da poco ma… beh è diverso. Luka è un mio amico.” fa una pausa mentre Tikki le vola vicino al viso, poi prosegue “Stamattina ripensavo a quando Alya mi ha chiesto cosa c’era tra me e Adrien e io ho dovuto mentire e… beh non è stato facile. Ho paura a rendere questa cosa pubblica… ho paura di quello che disse Chat Blanc”.

Tikki allunga una zampina per accarezzare la guancia di Marinette “Ti capisco, ma forse quella… linea temporale non si verificherà più, ci hai pensato? Magari… magari Chat Blanc era stato akumizzato perché tu.. Marinette intendo, l’hai respinto, ma adesso che state insieme…”
Marinette la interrompe “Ma lui ha parlato del nostro amore! Non di un rifiuto, ha detto proprio il nostro amore!” 

“L’unica persona che potrebbe chiarirci le idee è Bunnyx, ma non abbiamo ancora consegnato il Miraculous ad Alix, e lei non ci ha mai detto quando l’abbiamo fatto. Però, Marinette, credo che tu debba parlarne con Adrien”

Marinette sospira “Già, credo che dovrei proprio farlo. Mi aiuterai, Tikki?” 

“Ma certo, non devi nemmeno chiederlo!” risponde pronta la Kwami rossa.

“Credo che lo farò stasera, ora finisco di studiare. E scrivere il diario. E fare un sacco di cose!” commenta alzandosi e andando verso la scrivania.

 

 

Dopo cena Marinette torna in camera, visto che il giro di pattuglia quella sera sarebbe toccato a Volpe Rossa e Papillon era stranamente tranquillo. Le sue Akuma erano diventate meno frequenti ma più difficili da sconfiggere, e spesso Ladybug e Chat Noir dovevano ricorrere all’aiuto degli altri Portatori.

Verso le undici, la ragazza sente dei familiari passi leggeri sul terrazzo e sale sul soppalco per aprire la botola sul soffitto, sopra il letto. Chat Noir si cala a testa in giù nell’apertura e ancora prima di toccare il materasso, si ritrasforma in Adrien, indossando lo stesso pigiama a tema Ladybug della sera precedente.
“Ehi, Gattino” fa Marinette, chiudendo la botola e rabbrividendo nella folata di vento che entra dall’esterno, “lo sai che se capita un Akuma e ti devi ritrasformare all’aperto, stare in pigiama non è la cosa migliore?”

“Davvero, Insettina? Non dirmi che non l’hai mai fatto… Dài, ti ho perfino trascinata al cinema, in pigiama!” ribatte Adrien.
“Uff, io almeno le pantofole le avevo! E poi era estate! Ero uscita di corsa per andare in piscina con Alya e le altre ragazze!”

 

I due si guardano e poi scoppiano a ridere, finendo poi sdraiati sul fianco uno di fronte all’altra. Adrien si avvicina e dà un leggero bacio sulle labbra di Marinette. “Mi chiedevo se smetterai mai di diventare rossa per questo,” sussurra lui.

Marinette sente le guance scaldarsi ancora e risponde “Non.. non credo che succederà mai”

“Ed è meglio così, sei bellissiima,” sussurra lui, dandole un altro bacio.

Marinette si gira sulla schiena “Oggi ho visto Luka,” inizia. “Resterà fino a Giugno e vorremmo organizzare qualcosa coi compagni del Collège.”

Adrien la guarda. “Sarebbe fantastico. E lui come sta?”

Marinette sospira. “Bene. E’ contentissimo di lavorare con Jagged. E gli ho detto di noi due. Si è quasi messo a piangere, mi è dispiaciuto tanto, ma non avevo alternative. Ha detto che è felice per noi.” 

Adrien accarezza il braccio di Marinette “Posso capire come si senta. Dispiace anche a me, ma davvero è meglio così. Kagami quando gliel’ho detto non ha versato una lacrima, ma per un attimo ho temuto che mi volesse decapitare.”

Marinette si volta verso Adrien e annuisce, pensierosa. “Aspetta! Mi ricordo quando gliel’hai detto!” Fa una pausa “Mi ha chiamata e mi ha detto… non mi ricordo le parole precise ma che… che era molto felice per me e che… se ti avessi fatto soffrire sarebbe stato peggio per me e…”

Adrien la interrompe. “Davvero? Luka mi disse la stessa cosa quando….”
Marinette si mette seduta. “Eh? Quando?” sbotta, guardando Adrien con una smorfia

Anche Adrien si alza a sedere e mette una mano sul braccio della ragazza. “Calma, Buginette! E’ stato subito dopo il combattimento con Ficcanaso, tutti i ragazzi mi hanno fatto il terzo grado su cosa avessi detto quando ero stato colpito, e su come facessi a vederti sul tuo balcone. Io non mi ricordavo niente ma li ho sviati, avevo paura che scoprissero che sono Chat Noir. Mentre andavo via Luka mi ha preso da parte e mi ha detto che se ti avessi spezzato il cuore me l’avrebbe fatta pagare.”


La mora arriccia il naso come fa quando riflette. “Ah, beh, ovvio, lui sapeva che io… insomma che ero innamorata di te”.
Adrien si gira verso Marinette. “Lo sapeva…” dice sottovoce, riflettendo - e mi ha pure spinto verso di lei… deve volerle davvero bene, sono quasi geloso - poi continua, sorridendo, “Sai, il fatto che Luka e Kagami ci abbiano minacciati… se andassimo tutti e quattro da qualche parte? Magari diventano amici!”

Marinette ridacchia. “Eh, non sarebbe una cattiva idea, mon Chaton…” allungandosi per dare un bacio sulla punta del naso ad Adrien per poi rimettersi sdraiata, l’espressione improvvisamente seria.

 

Dopo qualche secondo Adrien chiede: “Amore, qualcosa non va?” guardandola con aria preoccupata.

“Hm… forse” risponde lei, a mezza voce “vedi… c’è una cosa di cui dovrei parlarti ma non so…” si interrompe mentre Tikki esce dal suo nascondiglio avvicinandosi. Marinette allunga la mano e la Kwami si posa sul palmo, guardandola e annuendo.

Adrien le guarda e azzarda “C’entra Luka?” mentre cerca di decifrare lo sguardo della ragazza.

Marinette scuote la testa, fa un respiro profondo e inizia a parlare “Ti ricordi il giorno dell’onomastico del tuo quinto nome? Quando Ladybug...“
Adrien annuisce “Il berretto? Certo che me lo ricordo. Non sapevo cosa ci fosse dietro ma quella del fan club non l’avevo mica bevuta...”

Marinette lo ferma con un cenno, riprendendo a parlare. “Ecco… quando l’ho portato nella tua stanza, sono uscita e ho trovato Bunnyx disperata, che mi ha buttata in una delle sue tane, entrandoci subito dopo. Mi ha detto che stava succedendo qualcosa di grave. E.. e mi sono trovata sulla torre di Montparnasse.. O su quello che ne restava. La città era completamente in rovina, allagata, e faceva così freddo...” La ragazza rabbrividisce, cercando con la mano libera quella di Adrien, che la stringe, sempre più preoccupato.

Tikki si sposta dall’altra mano di Marinette e vola sopra i due ragazzi, mentre la ragazza si rimette seduta e prosegue il racconto “E c’era Chat Noir… c’eri tu insomma. Ma eri stato akumizzato ed eri completamente bianco.” 

Adrien spalanca gli occhi e porta una mano alla bocca. “Io? Akumizzato? Ma come… non…”
Marinette si asciuga una lacrima e lo abbraccia. “Non te lo ricordi perché non è successo, fammi finire,” dice, nascondendo il viso sul petto di Adrien che dopo un istante di smarrimento ricambia l’abbraccio, accarezzando lentamente i capelli sciolti di Marinette, che continua a parlare “Dicevi che mi avevi aspettato tanto e che dovevo darti il mio Miraculous, che avrebbe sistemato tutto.” lei fa una pausa e inghiotte a vuoto “E poi… poi hai cercando di strapparmi gli orecchini… E mi hai chiamata Marinette! Chaton, ho visto quegli occhi azzurri nei miei incubi per settimane! Chat Blanc, diceva di chiamarsi, ma eri tu ed eri… completamente impazzito. Avevi… avevi distrutto tutto, compreso Papillon! E anche ME!”Adrien sussulta, poi scuote la testa, incredulo “No! Non avrei mai potuto…” ma Marinette prosegue, spostando la testa per guardarlo negli occhi, pallidissima

“Erano sott’acqua e… quando ho toccato quelle che credevo statue si sono sbriciolate! Hai… hai detto che era stato il nostro amore a distruggere Parigi e avresti distrutto anche il resto del mondo se non ti avessi dato il Miraculous perché volevi… volevi dimenticare tutto.”

La ragazza inizia a piangere sommessamente ma prosegue tra le lacrime “Io.. io alla fine sono riuscita a purificare l’Akuma e… poi sono tornata nel presente e ho cancellato il nome dal regalo perché pensavo che mi avessi scoperta e l’avessi detto a Chat Noir senza saperlo e… Adrien sono stata così...”
Adrien le mette un dito sulle labbra e sospira “Dovevo capire che quel regalo fosse tuo. Mi dispiace. Mi dispiace che ti sia tenuta dentro questa cosa… per… per me. Guardami, per favore, Marinette. Io non… io non potrei mai fare una cosa del genere! Lo giuro!” la ragazza alza gli occhi umidi e lo guarda con dolcezza “lo so” risponde lei, senza riuscire a fermare le lacrime “ma non eri tu, eri stato akumizzato… Solo che ora io… io ho paura, Adrien. Ho paura che quel futuro avvenga sul serio, capisci? E’ il motivo per cui voglio mantenere segreto… questo. Che io… che ci amiamo.” 

Lui rimane in silenzio per qualche secondo. “Non devi aver paura, ora… ora che lo so, farò… no, faremo, faremo in modo che non succeda. Io e te, contro il mondo, ricordi?”

Marinette continua a guardarlo negli occhi verdi, poi lo abbraccia ancora più forte, aggrappandosi alla sua maglietta “Hai ragione, Micetto. Noi due contro il mondo”.

Adrien continua ad accarezzarle i capelli. “Adesso capisco perché quella sera mi hai voluto vedere e… non hai detto nulla ma siamo solo stati vicini. Io pensavo solo a quanto fosse bello e a quanto volessi baciarti. Non… non potevo immaginarlo”.

Marinette inizia a calmarsi, ma sente qualcosa cadere sulla sua spalla. Alza gli occhi verso Adrien e vede che anche lui sta piangendo, lacrime gli scorrono sulle guance. 

“Perché non mi hai detto niente?” chiede Adrien dopo un attimo.

Marinette distoglie lo sguardo da quello di lui. “Non… non volevo che ti preoccupassi. Non volevo che il pensiero che potessi venire akumizzato cambiasse le cose. In quel momento eri… eri un amico che aveva bisogno di aiuto.”

La ragazza riappoggia la testa sul petto di Adrien e i due rimangono ancora abbracciati, poi Adrien sussurra, “Dovresti lasciarti aiutare quando hai bisogno. Non puoi prendere tutto sulle tue spalle”, senza smettere di accarezzarle i capelli.

“Magari,” continua lui, “potremmo … beh non pubblicizzarlo troppo, farlo sapere solo agli amici più stretti, tipo Nino e Alya.. e poi… alle persone di cui ci fidiamo. Ma non a mio padre, su questo hai ragione. Quando compirò 18 anni me ne andrò da quella prigione dorata e allora potremo rendere la relazione pubblica, che ne dici?”.

 

Dopo qualche istante Adrien si scioglie dalla stretta e guarda Marinette negli occhi, perdendosi in quel blu. “Bunnyx non è tornata, quindi io credo che quel futuro… sia stato cancellato. Perché ora siamo insieme, e lo resteremo.” Il ragazzo fa una pausa, con un lungo respiro. 

“Grazie. Per avermelo detto. E per aver sistemato le cose.” Conclude, senza togliere gli occhi da quelli di Marinette, che lo guarda di rimando e annuisce, asciugandosi le lacrime col dorso della mano, poi Adrien aggiunge, “Dimenticavo!” e alza il pugno, Marinette sorride e lo tocca col suo. 

“Ben fatto!” dicono entrambi, poi, quasi come quella sera di molti mesi prima sul grattacielo di Montparnasse, Marinette appoggia la testa sulla spalla di Adrien. Dopo qualche istante lui circonda col braccio le spalle della ragazza e i due si ritrovano abbracciati.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Adrien osserva Marinette tra le sue braccia, il respiro regolare e gli occhi chiusi, le labbra piegate in un lieve sorriso. Lentamente il ragazzo cambia posizione, sfilando un braccio da dietro le spalle di Marinette, che borbotta qualcosa di incomprensibile continuando a dormire. Cercando di non svegliare Marinette, Adrien sospira e le dà un bacio sulla fronte, si mette in piedi sul soppalco accanto al letto e sussurra “Plagg. Trasformami!”.

Come Chat Noir prende il lembo del piumone e copre Marinette, poi senza fare rumore apre la botola del lucernario, esce sul terrazzo e la richiude accuratamente.


 Qualche salto sui tetti parigini dopo, Chat Noir rientra dalla finestra della sua camera a villa Agreste e rilascia la trasformazione, sedendosi sul letto con un sospiro. 

Adrien continuava a pensare a cosa gli aveva detto Marinette. Erano rimasti abbracciati a lungo dopo il racconto della ragazza e Adrien sentiva ancora il suo profumo.
Seduto sul letto pensa, per l’ennesima volta - Non avrei mai creduto che Papillon sarebbe riuscito ad akumizzarmi. Mari ha fatto bene a non dirmi niente - 

“Plagg” sussurra Adrien “Pensi che… che potrei essere akumizzato in Chat Blanc? Cosa potrebbe succedere tra me e Marinette? Ha detto ‘il nostro amore ha distrutto il mondo’... Forse abbiamo rotto e… no, non può essere.”
Plagg gli vola davanti al viso “Codini aveva ragione, ti saresti preoccupato. Tu Akumizzato? Potrebbe accadere, come per tutti a Parigi. Quanto al resto, ora che sappiamo che c’è questa possibilità, faremo in modo che non accada.” spiega, in tono calmo, poi sparisce nell’armadietto dove Adrien nasconde il Camembert “Torno subito!” dice, prima di attraversare gli sportelli.

 

Adrien si infila sotto le coperte e spegne la luce “Pensi sempre a mangiare, tu. E se Papillon avesse capito qualcosa da quello che abbiamo detto.. ti ricordi di Ficcanaso, no?” commenta.

“Sì Adrien, ma quello che avete detto non ha alcun senso per qualcuno che non vi conosce bene!” ribatte Plagg, da dietro lo sportello.

Adrien fa una lunga pausa poi, all’improvviso dice “Plagg, io… io non potrei mai fare del male a Marinette. Mai. Nemmeno sotto l’influsso di un’akuma.”

Mentre parla si trova davanti due occhi verdi vagamente luminescenti “Lo so, gattino. Lo so. Adesso dormiamo, domani potrai chiedere a Codini se si ricorda quanti anni avevi quando eri akumizzato. Non ho pensato di chiederglielo prima.”

 

Il ragazzo spalanca gli occhi, sorpreso “Accidenti Plagg, sei un genio! Ma aspetta, la magia dei Miraculous non confonde anche su quello?”

Plagg chiude gli occhi e li riapre “Beh.. modestamente è uno dei miei infiniti talenti, essere un genio. Comunque, in parte sì, ma non del tutto, quindi forse possiamo capire di più.”

 

Adrien sospira “D’accordo… ma tu pensi che davvero potrei usare il Cataclisma…”

“Adrien, insomma… a parte che sotto l’influsso dell’Akuma non saresti te stesso, ma non ci pensare. Adesso dormi! Codini ti direbbe la stessa cosa!” lo rimprovera Plagg.


“Buonanotte” borbotta Adrien, girandosi su un fianco, senza riuscire ad addormentarsi.



 

Per la seconda mattina in quella settimana Adrien arriva a scuola una manciata di minuti prima del suono della campanella, quasi contemporaneamente al ritardo cronico di Marinette. 

Il biondo si siede al suo posto, accanto a Nino, trattenendo a stento uno sbadiglio mentre prende tablet e quaderni dalla borsa.

“Amico? Dormito male stanotte?” gli chiede Nino, notando le borse sotto gli occhi dell’altro ragazzo.

“Lascia perdere, ho un po’ troppe cose per la mente, ma non è niente di grave.” risponde Adrien, seguendo con lo sguardo Marinette che entra dalla porta

“Oh, se hai bisogno di parlare, io sono qua, ok bro?” continua Nino, notando lo sguardo dell’altro.
“Certo, Nino, grazie. Ma tranquillo, va tutto bene, non è niente” risponde Adrien rimettendo a posto senza alcun motivo le cose sul suo banco.

 

Marinette passa accanto ai due per raggiungere il proprio posto e, guardando Adrien, si rende conto che il ragazzo deve aver passato la notte in bianco. La mora si siede al proprio posto con un sospiro pensando - Non avrei dovuto raccontargli di Chat Blanc, dovevo tenere la bocca chiusa… povero Adrien, ora si sentirà in colpa. Papillon pagherà anche questa, prima o poi - e si prepara per seguire la lezione.

 

Alya sente sospirare Marinette e si gira chiedendo sottovoce “Tutto bene, Marinette?”

L’altra apre la bocca per rispondere “Eh? Sì…” ma la campanella della prima ora di lezione suona in quel momento e lei si ritrova a pensare - salvata dalla campana, è proprio il caso di dirlo -

La rossa però insiste e mette un bigliettino sul banco tra lei e l’amica con scritto “Sicura che va tutto bene?” a cui Marinette risponde aggiungendo “Sì” e disegnando un cuoricino.



 

La mattinata prosegue tranquillamente, come ogni giorno Adrien viene riaccompagnato a casa per pranzo mentre gli altri ragazzi mangiano alla cafeteria della scuola.

 

Mentre Marinette, Alya e Nino, finito di mangiare, si stanno alzando dal loro solito tavolino, Marinette riceve un messaggio, lo legge, spalanca gli occhi sorpresa e poi mette il telefono sotto il naso di Alya.

 

Adrien: Magari ti fa piacere saperlo in anteprima, il brand Gabriel ha organizzato un contest di disegno per due completi a tema “veglione dell’anno nuovo”. Inizia domani e finisce il 30. Vai a vedere il bando sui social. Poi ne parliamo.

 

La rossa si aggiusta gli occhiali sul naso, poi guarda l’amica con un sorriso “Che bello, Mari, devi assolutamente partecipare! E vincerai sicuramente, sei bravissima!”. 

Marinette fa un gesto con la mano per minimizzare e per farsi aria alle guance improvvisamente calde “Ma no Alya, non sono così brava!” poi riprende il telefono e va a vedere il bando del concorso. Man mano che lo legge, le sue guance raggiungono vette di rossore mai viste “Aspetta… bisogna disegnare due abiti coordinati, per lei e per lui… e quelli selezionati verranno indossati da…. Adrien e dalla vincitrice. Non posso partecipare!”
 

Alya sbuffa, poi esclama “Avanti, ragazza! Sai che hai la vittoria in tasca e… e non sei contenta? potrai posare con Adrien!”

 

La mora la guarda “No! Mi vergogno e poi… non so sfilare e… non sono abbastanza bella per fare delle foto con Adrien...”

Alya cambia posizione e pianta gli occhi in quelli dell’amica, poi sbuffa di nuovo “Mari? Lasciatelo dire, sei una gnocca da paura, altro che” le fa il verso “non sono abbastanza bella”. 

Riprende a parlare normalmente “E poi hai già posato con Adrien, non ti ricordi quando abbiamo fatto le foto con Juleka?”
“E chi se lo scorda…” borbotta Marinette sottovoce, poi si schiarisce la voce e continua “Non prendermi in giro! E poi era diverso! Stavamo praticamente giocando!”

 

La rossa insiste “Come sei difficile, Mari, che ti succede?… Non ti piace più Adrien? No impossibile… Adesso smetti di cercare scuse e iscriviti a quel concorso, altrimenti ti ci iscrivo io!” Alya socchiude gli occhi con una smorfia, poi improvvisamente strappa il telefono dalle mani dell’amica “Anzi, LO FACCIO SUBITO!” e allunga il braccio per togliere l’apparecchio dalla portata di Marinette, che cerca di recuperarlo.
Marinette protesta “No, Alya, ridammelo!”, alzandosi dalla sedia e arrampicandosi in grembo ad Alya
“No no no, non prima di averti iscritta” fa l’altra, scrivendo con una mano sola e tenendo la più minuta Marinette lontana con l’altra.

“ALYA! Ti prego! Non posso partecipare!” ripete lei, alzando la voce e cercando di raggiungere il telefono 

“Marinette! Dài non sarà mica chissà cosa, scommetto che hai pure un abito pronto!” continua Alya, sempre scrivendo, sotto lo sguardo di Nino che a fatica trattiene una risata.

 

“Ehi ragazze! Che succede?” chiede una ben nota voce alle loro spalle, che fa rivaleggiare il rosso delle guance di Marinette a quello del costume del suo alter ego e la fa rimanere immobile per un istante, inginocchiata in grembo ad Alya mentre cerca di allungare la mano per toglierle di mano il cellulare.

 

“Niente, bro… sai, il contest di moda di capodanno.” risponde Nino, mordendosi un labbro per non ridere

“Ah!” esclama Adrien, che non scoppia a ridere solo per l’abitudine a posare “Marinette, parteciperai, vero?” in un tono di assoluta certezza.

 

“Eh ehm, uhm, ecco io….” balbetta Marinette, rinunciando a riavere il suo telefono, poco prima che Alya glielo metta in mano con aria trionfante trionfante “Ecco fatto. Iscritta!” le dice, poi ammicca ad Adrien “Certo che parteciperà, Splendore! Si è appena iscritta! VERO Marinette?” annuncia con un sorriso a trentadue denti.

 

“Come avrei potuto NON partecipare, d’altra parte…” borbotta Marinette, lanciando sguardi ad Alya ed Adrien che avrebbero potuto incenerirli sul posto, rimettendosi poi a sedere.

 

Adrien prende una sedia da un tavolo vicino e si siede con gli altri “Marinette, guarda che vincerai sicuramente, ti conosco e so quanto sei brava.”

Marinette gli rifila un’altra occhiataccia, pensando - se stasera pensa di infilarsi nella mia stanza ha capito male - poi rilegge il bando “E ho anche pochissimo tempo! Perché l’hanno pubblicato così tardi? Non riuscirò mai a finire DUE vestiti in soli 10 giorni.”

“E dai! Domani iniziano le vacanze, ce la farai sicuramente! Sei la migliore!” esclama Adrien, facendole l’occhiolino.

“Amico? Che hai in mente?” si intromette Nino, notando quel gesto

“Io? Niente!” risponde anche troppo in fretta Adrien, agitando le mani davanti a sé, le guance stranamente rosa “E, Marinette, gli abiti non sono due: il contest prevede che vengano consegnati i disegni e l’abito non definitivo per la dama. Entrambi verranno realizzati dai sarti dell’atelier per la sfilata, che sarà solo dopo la proclamazione della vincitrice.” spiega lui, cambiando posizione sulla sedia e si volta verso Marinette, puntando gli occhi verdi in quelli della ragazza “Quindi, Marinette, non hai scuse. Puoi partecipare e fidati, vincerai sicuramente!”


Marinette guarda per terra e sbuffa “Lo so come andrà a finire, all’ultimo momento mi si romperà la macchina per cucire, finirò la stoffa, sbaglierò le misure… UN DISASTRO” si dispera facendo ampi gesti ed immaginando ogni disgrazia possibile.

 

Alya la guarda ridacchiando, poi guarda l’ora ed esclama “Marinette, dai! Non puoi essere sempre così melodrammatica. Muoviamoci, che se no arriviamo tardi a lezione!” afferrando l’amica per il gomito e scortandola in classe sotto lo sguardo perplesso degli altri.

Mentre apre la porta, Alya si avvicina all’amica e le sussurra “Dopo dobbiamo parlare”.



 

Finite le lezioni pomeridiane, gli studenti lasciano la classe alla spicciolata. Adrien va via tra i primi “Scusate, ma devo tornare subito a casa, mi hanno anticipato la lezione di cinese” si congeda. 

Alya rimane ad aspettare Marinette, facendo cenno a Nino di andare avanti. Quando rimangono sole si avvicina alla sua migliore amica e le chiede “Allora, ragazza! Cosa non mi hai detto?” fa una pausa, guardando Marinette, che non risponde, poi prosegue “Lo so, te l’ho già chiesto, ma ho lasciato perdere fino ad adesso perché ti conosco. Ma ora me lo devi dire!”

Marinette si guarda in giro, evidentemente a disagio. “D’accordo” borbotta, sentendo il cuore accelerare - Avanti Marinette… tanto lo scoprirà da sola prima o poi - pensa.
Dopo essersi assicurata che l’aula sia vuota, fa segno ad Alya di avvicinarsi, quando sono vicine sussurra “Alya, sei la mia migliore amica e mi fido di te. Questa cosa deve restare tra noi due, d’accordo? Al massimo puoi dirla a Nino ma solo se ti fai promettere che se la terrà per sé.” poi si sposta per guardare l’amica negli occhi.

“Va bene, Marinette…” risponde l’altra, con gli occhi che brillano dalla curiosità

La mora fa un respiro profondo e poi “Io e Adrien, ecco, noi… stiamo insieme. E usciamo” dice a bassa voce.

Alya spalanca gli occhi, portando i pugni al petto e squittisce “Che bello! Lo sapevo che alla fine voi due...”

L’altra la interrompe “Sssssh! Abbassa la voce! Deve restare una cosa tra noi, ok?”

“Si, Mari ma… oddio sono troppo felice!” ribatte l’altra, abbracciando l’amica “E dimmi… avete già… Cioé almeno vi sarete baciati no? Splendore ci sa fare eh?” prosegue.
Marinette l’abbraccia a sua volta, poi allunga le braccia, allontanandosi “ALYA! Ma saranno fatti miei?” le dice, gli occhi spalancati,sentendo le guance in fiamme “Comunque non dirlo a nessuno, che se suo padre lo viene a sapere sarà sicuramente un guaio, figurati se accetterà mai che Adrien si metta con la figlia di due pasticceri!”.

 

Alya la guarda con aria delusa “Va.. va bene…. però qualcosa me lo DEVI dire! Prometto che non lo dirò ad anima viva! Giuro!” continua, mimando il gesto di chiudersi la bocca con una cerniera.

La mora sospira, chiudendo lo zaino “Beh... per ora ci siamo solo baciati e… “ fa una pausa, alzando lo sguardo ”è… Non te lo so descrivere è… bellissimo, sai, farfalle nello stomaco, ginocchia molli e… Insomma hai capito! D’altra parte anche tu penso che con Nino...” e le fa l’occhiolino.

Ora è Alya ad arrossire “eh…” risponde con un sorriso.

Marinette prende lo zaino “ora andiamo, prima che ci chiudano dentro… Non vorrai mica che Ladybug debba farci uscire, no?” dice, avviandosi mentre Alya la raggiunge, la prende sottobraccio e dopo essersi ripresa dal momento di imbarazzo chiede “E da quand’è che voi due…” .

La mora fa finta di non sentire, quindi Alya insiste “Dai, almeno dimmi qualcosa!”

Marinette cerca di glissare “Alya! Ti ho chiesto per favore di…” poi guarda l’espressione di Alya e sbuffa “d’accordo è… è… una cosa più o meno ufficiale da San Valentino.”

L’altra si blocca di scatto e la guarda con gli occhi spalancati “COSA?” sbotta, poi a voce normale “E tu non mi hai detto NIENTE per tutto questo tempo?” continua, mettendo il broncio “Non hai detto niente alla tua migliore amica?” 

Marinette la guarda di rimando “Scusami tanto Alya, mi dispiace ma … come ti ho detto avevo le mie ragioni, per favore non insistere, fidati di me.” risponde, seria.

Alya sbuffa di nuovo “Mi fido, mi fido…” borbotta, tornando a seguire Marinette che ha ricominciato a camminare verso casa. Quando stanno per scendere la scala della Metro, abbraccia all’improvviso Marinette, facendola trasalire “Ti perdono solo perché sono tanto tanto felice per voi! Ti voglio bene, Mari!” le dice “Ci sentiamo, e verrò in negozio per Natale. A presto”.

“A-Anch’io ti voglio bene, Alya..” risponde l’altra, sbigottita da quella manifestazione di affetto così improvvisa.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Marinette chiude la botola di camera sua e si siede alla scrivania, prendendo l’album degli sketch dallo zaino. Tikki le vola accanto e chiede “Marinette, pensi di farcela per il concorso? Ci sono davvero pochi giorni!”

“Lo so, Tikki, lo so che c’è poco tempo,” risponde la ragazza. “E forse non dovevo dirlo ad Alya. Ma oramai ci sono, quindi tanto vale darsi da fare,” prosegue, con un mezzo sorriso. “D’altra parte, qualche cosa di pronto ce l’avevo già. Il tema tutto sommato è semplice. Forse il risultato non sarà perfetto ma se gli abiti verranno rifatti dalla Maison non è un problema.”

La kwami si sposta per guardare le pagine dell’album che Marinette sta sfogliando. “E per quanto riguarda te ed Adrien?” 

Marinette sbuffa. “Lascia perdere… oggi ci voleva pure lui. Speravo che mi aiutasse con Alya e invece era dalla sua parte!”
“Beh Marinette, Adrien vuole sfilare con te, è evidente! E poi ti ha avvisato lui del concorso.” commenta Tikki, continuando a guardare le pagine, mentre il telefono di Marinette segnala l’arrivo di un messaggio.

 

La mora sbuffa di nuovo e afferra il telefono, leggendo il messaggio:


Adrien: Ciao Principessa, volevo dirti che oggi scherzavo! Non te la sei presa, vero?

 

Marinette commenta a mezza voce: “Parli del diavolo...”, con una smorfia, poi risponde:

 

Marinette: Io speravo che convincessi Alya a lasciar perdere

 

Pochi secondi dopo arriva la risposta:

 

Adrien: Credevo che ti avrebbe fatto piacere! E poi ti posso aiutare a prendere le misure.

 

La ragazza spalanca gli occhi, arrossendo “TIKKI! Dice che vuole aiutarmi a prendere le misure!” e digita rapidamente una risposta:


Marinette: Eccoti! Lo sapevo, cercavi solo una scusa per mettermi le mani addosso e vedermi seminuda!

 

Marinette si rimette a sfogliare l’album, lo finisce, poi ne prende un altro dallo scaffale dietro la scrivania, dei fogli e una matita, quando il telefono trilla di nuovo. La mora riprende in mano il telefono e legge un altro messaggio proveniente dal numero di Adrien

 

Adrien: Codini non dirgli queste cose, ora Adrien è rosso come un semaforo

 

Marinette arriccia il naso come quando cerca di risolvere un Lucky Charm “Ma cosa..” borbotta mentre un nuovo messaggio appare sotto il precedente

 

Adrien: Scusa Principessa, Plagg mi ha rubato il telefono! Dico sul serio. E poi non sono sicuro faccia poi molta differenza da come ti vede tutta Parigi quando sei Ladybug. :*


“MA CHE CAVOLO!” sbotta Marinette, e digita furiosamente:

 

Marinette: Se ti fai vedere stasera ti appendo alla Torre Eiffel per la coda, mon chaton. Giuro. Ora lasciami lavorare!

 

Poi invia il messaggio e butta il telefono sulla chaise longue.

 

Dopo aver sfogliato l’album degli schizzi da cima a fondo almeno per tre volte, Marinette si mette a disegnare qualcosa di nuovo, partendo da un paio di cose che aveva già disegnato. Due ore dopo alza l’album davanti a sé con aria soddisfatta “Tikki! Guarda qua! Che ne dici di questo?”

Tikki si alza in volo dalla scrivania e si mette di fronte all’album, osservando il disegno. Marinette aveva disegnato un grazioso abitino con corpino in pizzo che lasciava scoperte le spalle, con lo scollo a cuore e una vaporosa gonna a ruota in tulle sopra al ginocchio. Il vestito era giocato sulle sfumature del color champagne, stretto in vita da una cintura leggermente più scura.
“Ecco, sul colore sono un po’ indecisa” dice Marinette, posando l’album “perché se lo devo indossare io non so se sia proprio il mio colore,” continua, alzandosi dalla scrivania e aprendo l’armadio. “Vediamo che cosa ho qua e decido…”.

Tikki si infila nell’armadio e indica un rotolo di stoffa azzurra: “Secondo me devi usare quella, richiama i tuoi occhi, Marinette”

La ragazza prende la stoffa “Uhm. Hai ragione, Tikki! Non è male questa, devo vedere se ho il pizzo e il tulle coordinati, se no dovrò comprarli, e mi resta solo domani” commenta, prendendo il rotolo di stoffa e posandolo sulla chaise longue, per poi aprire la cassapanca facendo attenzione a non far cadere i regali per Adrien all’interno.

Marinette solleva della stoffa dalla cassapanca “Siamo fortunate, Tikki! Guarda, questo tulle è perfetto!” esclama “e questo lo metterò sul corpino!”, chiude la cassapanca e affianca tutti i tessuti sul tavolo. “Bene. Domani inizierò a cucire!”.

 

Si è appena seduta e Marinette sbotta “Ah! Ora devo disegnare qualcosa per Adrien! QUESTO sarà difficile!” 

Tikki le si mette di nuovo davanti. “Non dire così, Marinette, sei bravissima e ce la farai sicuramente!” 

Lei per tutta risposta si mette a guardare le foto di Adrien che non ha ancora tolto dalle pareti della camera, sospirando: “Forse non dovevo dirgli di non farsi vedere, stasera,” commenta, sorridendo.

La kwami incrocia le zampe sul petto. “Beh, sai, conoscendo Plagg e Adrien, credo che non dovrai preoccuparti. Anzi!” e ammicca a Marinette, che scoppia a ridere 

“Dici che dovrò DAVVERO appenderlo per la coda? Guarda che ne sono capace!”

“Non ne dubito, Marinette, non ne dubito” conferma Tikki
Marinette si rimette a disegnare commentando “Meglio che mi dia da fare” e mentre la voce di Sabine, dalla cucina, la chiama per la cena un’ora più tardi, posa finalmente la matita per osservare l’abito disegnato per Adrien. Pantaloni grigio chiaro di taglio classico, scarpe senza lacci, camicia con colletto alla francese verde scuro, gilet leggermente più scuro dei pantaloni. “Bene, direi che con questo ci siamo” conclude Marinette, guardando la pila di disegni appallottolati accanto alla tastiera del computer. 

“E meno male che devo realizzare solo un abito, altrimenti non ce l’avrei mai fatta. Ti piace?” chiede poi a Tikki

“Sì, decisamente”, conferma lei

Sorridendo alla creaturina volante, Marinette si alza, apre la botola e scende per la cena.


Dopo cena e la consueta sfida tra Tom e la figlia a Ultimate Meka Strike 3, che come ogni sera finisce con il pasticcere a lavare i piatti come penalità per aver perso, Marinette torna in camera e mentre chiude la botola dice “Mamma, stasera ho da fare per un nuovo contest di design della Maison Agreste, ma non farò tardi, domattina ti darò una mano in negozio, ok?”

“Certo tesoro, buon lavoro e buona notte” risponde Sabine dal divano.

“Buonanotte mamma, papà,” saluta di rimando la ragazza, chiudendo la botola e lasciandosi cadere sulla chaise longue, sbuffando “Tikki, stasera siamo di pattuglia, me ne stavo quasi dimenticando. Speriamo che Papillon non tenti uno dei suoi trucchetti, l’ultimo combattimento è stato davvero una faticaccia.”

“Dici quello che aveva trasformato i parchi e i viali di Parigi in foreste tropicali?” chiede Tikki dal suo angolino tra i gomitoli di lana

“Proprio quello… Anche se con questo freddo il clima tropicale non era poi così male, umidità a parte” conferma Marinette, sbadigliando “aspettiamo che mamma e papà vadano a letto e poi si parte!” conclude, prendendo il cellulare e iniziando a cercare su Instagram notizie sul concorso di capodanno della Maison Gabriel.


Ladybug chiude la botola del lucernario e sale sul tetto per osservare le luci della città addobbata per Natale - Parigi è sempre bellissima nel periodo delle feste. Sono fortunata ad avere un terrazzo così - riflette, prima di lanciarsi con lo yo yo verso Notre Dame per il consueto giro: la città universitaria, Montparnasse, la Torre Eiffel, il Trocadero, l’Arco di Trionfo, poi passando sopra Saint Augustine, su verso il Sacre Coeur. Durante il percorso Ladybug cerca di passare vicino alle case degli amici a cui ha affidato i Miraculous per controllare che sia tutto a posto. I quartieri parigini, a pochi giorni dal Natale, sono abbastanza affollati anche intorno alla mezzanotte e anche Papillon sembrava non aver architettato niente - Strano che Papillon e Mayura siano così tranquilli, ho paura che stiano preparando qualcosa di grosso. Anche lo scorso Natale fecero la stessa cosa - riflette Ladybug, saltando sulla base della cupola dal lato posteriore della Cattedrale.

 

Una breve pausa per riprendere fiato e dal Sacre Coeur, Ladybug torna poi verso la Senna costeggiandola e passando per il Louvre. Lungo il percorso quasi tutti quelli che, alzando lo sguardo, la vedono passare le rivolgono un cenno di saluto. Un piccolo gruppo di ragazze davanti alla piramide di cristallo e acciaio del Louvre la chiama a gran voce e Ladybug decide di scendere a vedere come mai. Atterra accanto al gruppetto “Eccomi ragazze, che succede?” e viene subito circondata da mezza dozzina di ragazze sui vent’anni, visibilmente stupite dal suo arrivo. Una prende la parola, un po’ a disagio “No ecco noi… Noi volevamo solo dirti che sei grande, Ladybug. Grazie per tutto quello che fai!”. 

 

Ladybug le guarda tutte, lusingata e senza sapere bene come rispondere tenta con “Beh… grazie ragazze, davvero. Faccio solo il mio dovere di supereroina meglio che posso. Passate una buona serata. State attente, mi raccomando, e ricordatevi che ciascuno di noi può essere un eroe a suo modo.” Riprende lo yo yo e lo fa roteare mentre alcune prendono i cellulari per fotografarla. “Buon Natale” le saluta legando il filo a un lampione e lanciandosi verso i tetti, diretta verso Saint-Mandé, tornando poi verso casa, verso il liceo DuPont, villa Agreste per poi dirigersi di nuovo a Notre Dame e al suo terrazzo.

 

Quella sera però, posando i piedi sulle mattonelle accanto alla botola, Ladybug sente un leggero tonfo sulla ringhiera. Afferra lo yo yo e lo lancia alle sue spalle, intrappolando uno sbigottito Chat Noir, che con gli occhi spalancati per la sorpresa balbetta leggermente e cerca di giustificarsi "Ciao Milady… che a-accoglienza… io… sono qui perché volevo solo re-rendermi utile. Per il concorso. E scusa per stamattina!". L’eroe tenta di fare uno dei suoi famosi sorrisi da modello, sicuro che Ladybug non sapesse resistere al suo fascino e conclude con un “Mi purrdoni, Insettina?”

 

La ragazza, mentre lo guarda con una smorfia, pensa - Ma guarda! Tikki aveva proprio ragione… adesso che faccio? Mica posso appenderlo davvero! Anche se se lo meriterebbe - poi incrocia le braccia sul petto, tenendo in mano il filo dello yo yo “Hmmm” inizia, arricciando il naso “Ci sarebbe qualcosa… A parte smettere di chiamarmi Insettina, intendo, con cui potresti FORSE farti perdonare, Micetto”
“Qualsiasi cosa, Milady, ma lasciami andare!” risponde lui, tentando senza successo lo sguardo da cucciolo della piccola Manon.

Ladybug tira il filo avvicinandosi fino a un passo da Chat Noir: “Potresti” inizia, poi abbassa la voce fino a un sussurro “potresti usare quelle mewravigliose labbra per fare qualcosa di più interessante che inventare scuse, mon chaton”.

La ragazza si alza sulla punta dei piedi, appoggia delicatamente una mano sulla guancia di Chat Noir per attirarlo a sé e gli dà un bacio, passando poi a mordergli leggermente il labbro inferiore, lasciando andare il filo dello yo yo e posando l’altra mano quasi sul sedere del ragazzo, gli occhi chiusi.

Lui non se l’aspettava e sulle prime si ritrae, poi si china verso Ladybug e con le mani finalmente libere comincia lentamente ad accarezzare la schiena della ragazza, facendole scendere fino alle natiche.

Ladybug rabbrividisce e dopo qualche istante si stacca dalle labbra di Chat Noir e sorride “Ecco, questo è MOLTO interessante, peccato che ci sia questo campanello sempre in mezzo”, sussurra, toccando il sonaglio dorato che Chat Noir porta al collo. Lui, quasi senza fiato per il bacio improvviso, ribatte “Ehi, devo farti arrabbiare più spesso… Hai fatto pure un gioco di parole dei miei… Per il campanello posso rimediare subito. Plagg...” ma lei gli mette un dito sulle labbra, interrompendolo “La prossima volta, Micetto, devo alzarmi presto domattina ed è già tardissimo,” sussurra, con lo sguardo dolce che rivolge solo a Chat Noir. “E poi siamo sul mio terrazzo, non vorrai mica restare qui fuori in pigiama. Dai, ora sparisci!”

Chat Noir mette il broncio e si stacca da Ladybug, che nel frattempo ha riavvolto il filo dello yo yo, poi sorride di nuovo. “Sai, Insettina, non dovresti fare minacce che non puoi mantenere, è segno di debolezza!” Allunga la mano e le mette l’indice sulla punta del naso.
“Non sfidarmi, mon chaton, non ti conviene. Buonanotte!” risponde lei, ridendo e voltandosi per aprire la botola

“Vado, vado,” si congeda, prendendo il bastone dalla cintura. “Buonanotte, Insettina!” E prima di saltare dal terrazzo dà a Ladybug una pacca sul sedere. Lei si gira di scatto ma l’eroe in nero è già dall’altro lato della strada.

 

“Che sfacciato!” commenta Ladybug tra i denti, calandosi nella botola. “Tikki, ritrasformami!” sussurra una volta all’interno, inginocchiandosi sul letto e alzando le mani a coppa per far posare la Kwami.

“Tikki, avevi ragione, Chat Noir mi ha seguita fino qua e io beh….” inizia Marinette, interrompendosi mentre ripensa al bacio di pochi istanti prima con un sospiro, le guance che si riscaldano, “sarà meglio che vada a dormire!” termina, sfilandosi la felpa rosa che aveva indossato sopra il reggiseno, slacciandosi anche quello e togliendolo, seguito dai pantaloni, per poi indossare il pigiama.

Marinette sbadiglia, si mette sotto le coperte e saluta la Kwami: “Buonanotte, Tikki!” 

“Buonanotte, Marinette,” risponde lei, posandosi sul cuscino accanto all’amica.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Marinette non è per niente mattiniera, ma la sera precedente aveva promesso ai suoi genitori che li avrebbe aiutati in negozio. 

Quindi, alle sette, scalza e in pigiama, con un gomito appoggiato al tavolo della cucina, la mano sinistra a reggere la testa, sta cercando di non addormentarsi facendo colazione.

“Non ho tempo per la doccia” borbotta tra un boccone di croissant e uno sbadiglio. “Apriamo tra venti minuti e devo ancora vestirmi”.

Tikki appare da da dietro la biscottiera: “Sbrigati, allora, a fare colazione! I tuoi sono già scesi in negozio”, le ricorda.

Marinette sbadiglia di nuovo, “Tikki, potresti evitare di fare la ‘voce della coscienza’ quando non sono ancora abbastanza sveglia da capire chi sono?”, poi riprende a mangiare. Immediatamente il cellulare si attiva mostrando un allerta Akuma vicino al Trocadero. “Oh, cavolo!” esclama la ragazza, finendo in un sorso la scodella di latte e andando al lavello per buttarsi dell’acqua fredda sul viso per poi infilarsi nella botola per camera sua. “Accidenti, è troppo lontano, non ho tempo di vestirmi!” sbotta tra i denti. “Tikki! Trasformami!”.


Mentre si lancia da un lampione all’altro lungo la Senna Ladybug pensa - Scommetto che quest’Akuma sarà di quelle per cui mi dovrò ritrasformare, peccato che sono in pigiama e non ho niente da dare a Tikki. Spero che gli altri abbiano qualcosa. - cercando con lo sguardo qualche altro eroe e vedendo con la coda dell’occhio un lampo arancione sui tetti alla sua destra.

 

Avvicinandosi al luogo dell’allarme, Ladybug comincia a capire con chi lei e gli altri eroi avranno a che fare: una strana nuvola grigio scuro turbinante vola sopra il Trocadero. Arrivando ancora più vicino si sente il tubare di migliaia di piccioni. 

Ladybug si ferma su di un tetto vicino e osserva la scena, scrolla le spalle e sbuffando borbotta: “No, meno male forse è una di quelle facili!” Poi si volta, dopo aver sentito un tonfo alle sue spalle e una voce ben nota. 

“Ciao Ladybug! Già sveglia?” Ladybug si trova di fronte Volpe Rossa, che la saluta con un gesto della mano.

“Lascia perdere, stavo facendo colazione, per fortuna che si tratta solo di Mister Piccione. Ma Papillon non impara mai? Da una parte dico meno male, perché le ultime sono state proprio diff...” Ladybug si interrompe perché una violentissima raffica di vento stranamente caldo costringe lei e Volpe rossa a sdraiarsi a terra per non volare lontano.

 

Sopra il turbine di uccelli sta volando un enorme piccione meccanico, l’apertura alare di almeno una decina di metri, con una grossa chiave sulla schiena che gira lentamente e fa muovere le ali del marchingegno. Sul petto c’è un foro con una grossa elica da cui esce un getto d’aria calda. In piedi, tra le ali del volatile meccanico c’è Mister Piccione, col solito richiamo di legno legato al collo.

 

“Oh, per la miseria….” commentano le due ragazze, coprendosi il viso con una mano, immediatamente raggiunte ed imitate da Chat Noir, Carapace e Ryuko.

 

“Milady, è sempre un piacere vederti.” Chat Noir aiuta Ladybug ad alzarsi, porgendole la mano e sfiorandola con le labbra quando la solleva. “Hai idea del perché questa volta?”

“Fa differenza, Gattino? Facciamo in fretta e chiudiamola qui!”

Chat Noir fa un passo avanti: “Hai sentito, uccellaccio? Tanto lo sai già come va a finire!” grida. 

L’Akumizzato si gira verso di loro e fischia nel richiamo per uccelli: una nuova raffica di vento sempre più caldo li investe costringendoli ad accucciarsi di nuovo.

Si raddrizzano subito e Chat Noir fa qualche passo avanti e grida per sovrastare il tubare dei piccioni: “Ehi, vuoi rifarci la piega ai capelli con quel coso?”, mentre Ladybug con la coda dell’occhio vede che i piccioni stanno circondando il tetto su cui si trovano. 

Gli eroi si raggruppano e Ladybug spiega: “Stavolta ha anche un sentimostro, dobbiamo trovare l’Amok. L’Akuma è sicuramente nel suo richiamo.” 

Chat Noir si gira di scatto e starnutisce violentemente “Qualsiasi cosa ma...” tira su col naso, “muoviamoci, queste piume mi uccidono”.

 

Mister Piccione si volta nuovamente verso gli eroi: “Non voglio farvi la piega, voglio i vostri Miraculous!” grida, poi fischia nel richiamo che ha al collo e un gruppo di piccioni si stacca  dalla nube, scendendo in picchiata verso Chat Noir.

 

Lui cerca di evitarli roteando il bastone, ma inizia a starnutire e Ladybug deve intervenire, lanciandosi verso di lui e creando uno scudo con lo yo yo.

“Attento, Micetto. Mi sa che dobbiamo occuparcene noi,” dice la ragazza, facendogli l’occhiolino, poi si volta verso gli altri: “Ryuko! Tienili lontani!” grida.

 

Ryuko annuisce ed esclama “Drago del vento!” evocando un turbine che scaglia i piccioni lontano dal gruppo di eroi.

 

“E ora liberiamoci dell’Akuma!” esclama Ladybug, lanciando lo yo yo verso Mister Piccione, subito imitata da Carapace che lancia il suo scudo come un freesbee. L’Akumizzato però fa ruotare il piccione meccanico verso di loro e con un getto d’aria calda manda le due armi fuori bersaglio, evitandole entrambe.
 

“Scendiamo sul piazzale, sarà più facile evitarlo!” suggerisce Volpe Rossa saltando giù dal tetto dove è raggruppata con gli altri eroi. 

“Giusto! Andiamo!” conferma  Ladybug, seguendola.

 

Pochi secondi dopo Ladybug, Chat Noir, Carapace, Ryuko e Volpe Rossa sono in cerchio nel piazzale del Trocadero. Il turbine  di piccioni intanto si è riunito e sta volando sempre  più vicino al gruppo. Troppo vicino: Carapace  è costretto ad usare il suo potere e a creare una cupola impenetrabile attorno a loro. “LadyB hai qualche idea?” le chiede. 

Lei arriccia il naso, riflettendo: “Non ancora, ma dobbiamo cercare di farlo scendere da quell’uccello meccanico!”

 

Improvvisamente i piccioni si disperdono e il volatile meccanico si getta  in picchiata su di loro, sbattendo con un rumore metallico contro la barriera. Mister Piccione si mantiene in equilibrio sul collo del piccione, la sagoma luminosa di una farfalla attorno al viso: “Ora dovrò solo aspettare che i vostri Miraculous si esauriscano e poi verrò a prenderli!” esclama.

 

“Grazie per averci svelato il tuo piano!” risponde Ladybug, poi si gira verso Chat Noir: “Ha ragione. Devo inventarmi qualcosa”.

 

Il piccione meccanico si sta risollevando, muovendo le ali all’indietro e lanciando una nuova raffica di vento dall’elica sulla pancia. La cupola ferma il flusso d’aria ma non il calore ed in un attimo gli eroi si trovano in un bagno di sudore, senza fiato. “Dobbiamo fare in fretta Milady!  Rischiamo di finire arrosto!” interviene Chat Noir.

 

“Hai ragione, Micetto, qui ci vuole un pò di fortuna!“ Ladybug lancia in aria lo yo yo esclamando “LUCKY CHARM!”

 

Subito tra le mani della ragazza si materializza un aeroplano di legno di balsa, la fusoliera intagliata a forma di piccione, un foro circolare tra le ali, come se ne mancasse una parte.

 

Ladybug lo guarda borbottando “E cosa devo farci con QUESTO? Ce l’ho contro un piccione!” si interrompe guardando l’oggetto che ha in mano e quello molto più grande che sta tentando una nuova picchiata sulla cupola, senza risultato come la prima. Il piccione fa  una stretta virata e passando sopra il piazzale soffia nuovamente aria rovente sui ragazzi.

 

Passa qualche istante mentre Ladybug, cercando impedire che il sudore le finisca negli occhi, guarda la chiave sulla schiena del piccione meccanico, poi l’elica sul petto, infine la stringa di cuoio che lega il richiamo  per uccelli al collo di Mister Piccione. Alla fine la ragazza esclama: “Ci sono! Venite qui, ragazzi!” poi, guardandoli uno dopo l’altro, “Chat Noir, usa il tuo Cataclisma sulla chiave per caricare quell’affare volante!” Aspetta che l’eroe in nero annuisca e muove lo sguardo verso Ryuko: “Ryuko, appena soffia, evoca un getto d’acqua contro il piccione, devi colpire l’elica che ha nella pancia!” Ryuko annuisce. “Io e gli altri ci occuperemo di Mister Piccione. Dobbiamo togliergli il fischietto!”

 

Tutti annuiscono e Ladybug annuncia: “Andiamo!”

 

Carapace dissolve la barriera e Mister Piccione fa spostare il sentimostro in modo da soffiare altra aria rovente sugli eroi. 

Ryuko approfitta del momento e al grido di “Drago dell’Acqua!” dalle sue mani tese in avanti si forma una colonna  d’acqua che colpisce in pieno il foro sul petto del piccione meccanico, trasformandosi in una nube di vapore.

 

Chat Noir grida: “Cataclisma!” ed usando il bastone come asta, si lancia in aria nella nuvola di vapore, la  mano tesa per sfiorare la grossa chiavetta argentata, riducendola in cenere..

 

Ladybug si sta preparando a  lanciare l’aereo di balsa verso Mister Piccione non appena il vapore si dissolve, il braccio teso dietro la schiena, - devo solo trovare il momento giusto - pensa, con la punta della lingua che sporge appena dalle labbra strette.

 

Una nube azzurra si materializza mentre il vapore scompare e Ladybug lancia l’aereo, che con una virata perfetta strappa il richiamo per uccelli dalle mani di Mister Piccione e lo porta verso Ladybug. L’akumizzato, sospeso in aria senza  più nulla che lo sostenga viene preso al volo da Volpe Rossa ed entrambi ruzzolano a terra.

 

Ladybug spezza il richiamo, facendo emergere l’Akuma dall’interno “Niente più malefatte, piccola Akuma!” esclama, “Ladybug sconfigge il male!” prosegue lanciando lo yo yo per catturarla e purificarla, ripetendo poi la stessa cosa per catturare l’Amok che ha generato il sentimostro-piccione.

 

Ladybug lancia il Lucky Charm e gli eroi osservano la nuvola di coccinelle magiche riparare i danni provocati dall’Akuma.

 

I ragazzi si mettono in cerchio e uniscono i pugni al centro col solito “Ben fatto!”, col signor Ramier che sbatte le palpebre, leggermente  stordito, accanto a Volpe Rossa. 

 

In quel momento Ladybug sente il suono insistente del proprio Miraculous - Lo sapevo, ci ho messo troppo - pensa, voltandosi di colpo e borbottando un, “Devo andare! Mi sto per ritrasformare!” mentre lancia lo yo yo per togliersi dal piazzale e atterrare su un tetto piatto coperto di ghiaia poco lontano. Arrivata sul tetto Ladybug inizia a cercare un modo per scendere ma l’unica botola non si può aprire dall’esterno “Accidenti!” esclama pensando - Non posso sfondarla, ho già usato il Lucky Charm. Devo chiedere aiuto - poi prende il Bugphone, mentre gli orecchini iniziano a suonare sempre più velocemente, e seleziona l’icona di Chat Noir. Senza aspettare una risposta, Ladybug dice tutto d’un fiato “Micetto sono ancora vicino al Trocadero, sul terzo edificio alto dal lato Sud Ovest. Non posso scendere e mi sto per ritrasformare, vieni subito ad aiutarmi!” Poi il bugphone scompare e un bagliore rosa la avvolge.

 

Marinette si ritrova sulla terrazza pavimentata di ghiaia, indossando solo il pigiama: una canotta che le lascia le spalle e la schiena nude e leggeri pantaloni di cotone.

La ragazza rabbrividisce violentemente nell’aria gelida e cerca di coprirsi mettendo le braccia attorno al corpo, poi inizia a saltellare per scaldarsi, trasalendo sentendosi pungere  le piante dei piedi. “La ghiaia!” dice tra i denti, spostandosi di mezzo metro e saltando sulla botola, più liscia. Appena i suoi piedi nudi toccano il metallo della botola coperta di brina, Marinette lancia un urlo e risalta sulla ghiaia “Cavolo! È GELATA! era m-m-eglio il c-c-aldo di p-p-rima!” esclama, accovacciandosi, tremando violentemente per il freddo “M-m-muoviti m-m-icet-to… s-speriamo che a-abbia s-s-entito la c-c-chiamata. Tikki p-pro-pro-prio n-non r-riesci a t-tra-tras-fo-for-rmarmi?” chiede battendo i denti.

“No Marinette mi dispiace.. sono troppo stanca” risponde la Kwami con un filo di voce, posandosi accanto alla ragazza intirizzita che pensa - Quanto odio avere ragione. Accidenti che freddo, non riesco a smettere di tremare -.

Passano un paio di minuti e Marinette inizia a non sentire più le dita dei piedi, si soffia sulle mani e cerca di scaldarle strofinando, ma le mani sono altrettanto fredde. Si è sciolta i capelli per cercare di coprirsi la schiena, ma possono fare ben poco contro l’aria pungente della mattina.

 

Alcuni minuti dopo Marinette trema talmente tanto da non riuscire quasi a stare accovacciata ma finalmente vede, oltre il parapetto del terrazzo, un riflesso metallico e l’inconfondibile sagoma di Chat Noir atterrare sulla terrazza. La ragazza salta in piedi ma non riesce a camminare per i brividi “C-Chat! m-m-muoviti!” lo chiama, battendo i denti.

 

Chat Noir vede Marinette e le corre incontro, abbracciandola “Stai bene?” chiede. 

Lei l’abbraccia, sentendo il tepore attraverso la tuta. “No! P-portami al c-c-ca-caldo a c-c-asa!”. 

Lui la guarda senza riuscire trattenere un sorriso: “Agli ordini Principessa! E pensare che ero io quello che si trasformava sempre in pigiama! Vieni qui!”, cominciando a strofinare le mani sulle spalle nude di Marinette per scaldarle. Lei mette le mani sul petto del ragazzo e continua a tremare ma gli dà lo stesso un’occhiataccia.

Chat Noir chiede “Sei pronta?” 

“A-as-p-pet-ta p-p-rendi Ti-tikki!” risponde Marinette. Il ragazzo prende delicatamente la Kwami per farla entrare nella tasca del costume. Poi prende in braccio Marinette e partono 

verso la pasticceria.

 

Mentre saltano da un tetto all’altro avvicinandosi a casa sua Marinette non smette di tremare e l’aria gelida non l’aiuta: quando arrivano ha quasi perso la sensibilità a mani e piedi e Chat Noir deve sorreggerla con un braccio mentre con l’altro apre la botola del lucernario - non sento nemmeno il freddo delle mattonelle - pensa lei, guardandosi le dita dei piedi che iniziano a sembrarle leggermente blu.

 

Finalmente i due riescono a entrare nella camera “La c-c-coperta” balbetta Marinette e Chat Noir toglie il piumone del letto per avvolgerla. Riprende Marinette in braccio e la porta giù dal soppalco.

Tikki nel frattempo vola fino alla borsa di Marinette e ne esce con un biscotto tra le zampe.

 Il caldo inizia a fare effetto e la ragazza smette di battere i denti e torna a parlare normalmente “Gattino, mi devi aiutare ad entrare nella doccia calda,” dice, strofinandosi i piedi gelati. “Non credo di riuscire a stare in piedi da sola.”

Chat Noir arrossisce di colpo. “N-nella doccia?” ripete, come se non avesse capito.

“Sì devo scaldarmi, sai?” sbuffa Marinette. “Facciamo in fretta prima che i miei vengano a cercarmi. Puoi chiudere gli occhi, se vuoi. Nell’armadio trovi un asciugamano. Muoviti!”

 

Chat Noir entra nel piccolo bagno della mansarda e inizia a far scorrere l’acqua, poi torna verso Marinette che si sfila da dentro la coperta con un brivido e mette un braccio sulle spalle di Chat Noir. Il ragazzo la sorregge fino alla porta, sempre più rosso “Dai, non fare così, c’è chi pagherebbe per essere al tuo posto” lo stuzzica Marinette, vedendo che tiene gli occhi serrati. Mette le braccia attorno al collo di Chat Noir e si infilano entrambi sotto il getto “AARGH” la ragazza lancia un grido strozzato coprendosi la bocca con una mano quando il getto raggiunge la pelle intirizzita “scotta scotta scotta accidenti quanto scotta” esclama cercando di resistere, aggrappandosi più forte a Chat Noir. 

Chat Noir trattiene Marinette che si agita e tiene gli occhi chiusi continuando a ripetersi - Respira Adrien. E’ un caso di emergenza. Stai calmo, non siete sotto la doccia e Mari non è quasi nuda! Stai calmo, pensa ad altro; pensa alle lezioni di cinese; pensa alle lezioni di piano; pensa a cose noiose -

Rapidamente Marinette si rilassa. “Ora dovrei spogliarmi, Gattino,” dice, appena udibile con l’acqua aperta. Chat Noir esce in fretta e furia dalla piccola cabina, asciugandosi alla meglio “Ti aspetto qui” dice, sempre rosso in viso. Marinette non riesce a non sorridere - Non pensavo che Adrien fosse così timido, non lo sembra affatto. Magari l’ho preso alla sprovvista - 

 

Un altro paio di minuti e Marinette chiude l’acqua. “Grazie ancora, Micetto, potresti passarmi l’accappatoio?” 

Il ragazzo prende l’indumento da dietro la porta e guardando dall’altra parte lo passa a Marinette che allunga il braccio da dentro la doccia. 

“Certo, dovrò spiegare a mamma perché ho fatto la doccia vestita, ma forse posso nascondere il pigiama e il resto in lavatrice,” dice lei, uscendo dal bagno avvolta nell’accappatoio rosso, i capelli bagnati sulle spalle. Marinette e Chat Noir si scambiano uno sguardo, entrambi con le guance rosse come l’accappatoio, poi lei si alza sulla punta dei piedi e gli dà un rapido bacio sulle labbra. “Grazie ancora, mon chaton!” gli sussurra nell’orecchio, lasciandolo immobile a guardarla.

Chat Noir si riprende subito e sussurra, “Dovere, Milady, vedo che ti sei ripresa purrfettamente.” 

Lei lo guarda di nuovo, indecisa, passandosi la punta della lingua sulle labbra poi, con un’espressione un po’ dispiaciuta dice: “Adesso vai, prima che arrivi mia mamma!”

“Ciao, Marinette, ci vediamo stasera?” chiede lui, sorridendo, poi si arrampica sul soppalco e la guarda prima di uscire dalla botola.
“Ti chiamo dopo!” risponde Marinette, poi gli manda un bacio con la punta delle dita. Chat Noir finge di afferrarlo, poi saluta con un cenno ed esce.

 

Marinette, rimasta sola con Tikki, guarda l’orologio e vede che tutto il combattimento è durato appena una mezz’oretta. La Kwami chiede: “Marinette, ti senti bene?” 

Lei, asciugandosi i capelli, risponde: “Sì, ho ancora i piedi un po’ freddi ma sto bene, grazie... e se non altro adesso sono ben sveglia”. 

Marinette rientra in bagno per asciugarsi i capelli ed esce poco dopo legandoli nei consueti codini, “Dovrò preparare un kit di emergenza da tenere nello yo yo per queste situazioni! Trovarmi in pigiama su quel tetto è stato orribile.” dice, poi si veste e scende al piano di sotto, proprio mentre Sabine la chiama.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Chat Noir salta sul davanzale della finestra, sussurrando “Plagg, ritrasformami” e riprende l’aspetto di Adrien, sedendosi subito dopo sul divano con un sospiro.

“Che succede, Gattino, non avevi sempre sognato di fare la doccia con Codini?” chiede Plagg, uno spicchio di Camembert tra le zampe

“Zitto, Plagg…” risponde Adrien, arrossendo “Non era certo in quel modo che io… e poi insomma Marinette era…”

“In pigiama e basta sotto la doccia con te?” prosegue il kwami, godendosi l’imbarazzo del suo portatore 

“Oh piantala!” ribatte finalmente Adrien, lanciandogli un cuscino “Non sono quel tipo di  persona! Non potevo approfittare della situazione!” taglia corto.

“E comunque”  ricomincia dopo aver riflettuto qualche secondo “non è tanto diverso da vederla con il costume di Ladybug, solo  che io… insomma… Non mi va di parlarne!””

“Mi deludi, Gattino, pensavo che fossi più intraprendente” lo stuzzica Plagg.

“Ti ho detto di piantarla!” sbotta Adrien guardandolo di sbieco
“Ok, ok… “ risponde Plagg, scomparendo nell’armadietto dov’è nascosta la scorta di cibo “Almeno il mio amato Camembert non mi delude mai!” borbotta dall’interno.

 

 

Dopo una mattinata estenuante in negozio i Dupain-Cheng stanno pranzando e Marinette non riesce a trattenere uno sbadiglio “Scusate... “ borbotta, ricominciando a mangiare “Tesoro, ti abbiamo fatto alzare presto stamattina eh?” commenta Tom.

Marinette annuisce. “Tranquillo papà, mi passerà. Credo che prenderò una Redbull dopo pranzo, altrimenti non riuscirò a fare nulla oggi pomeriggio.”
Tom alza un sopracciglio e mette le grosse mani avanti:  “Niente Redbull per te, Marinette,  sei troppo giovane! Vai a dormire un po’ invece!” 

“Va bene papà,” risponde lei, poco convinta. “Tra mezz'ora scendo in negozio, va bene?”

Il pasticcere guarda la moglie e poi: “Non serve, non ti preoccupare, stamattina sei stata di grande aiuto ma possiamo fare da soli!” Tom guarda di nuovo Sabine. “Vero tesoro?”.

“Certo, Marinette, non c’è bisogno,” concorda lei.

La ragazza alza le spalle: “Ah, okay! Allora io… beh vado su,” commenta, salendo i primi gradini della scala e fermandosi a metà. Marinette guarda Tom e Sabine, poi salta giù dai pochi  gradini e abbraccia prima il padre e poi la mamma. “Siete i migliori!”. Sotto il loro  sguardo sbigottito risale la scala, infilandosi nella botola. “Il contest di moda!” esclama, prima di chiuderla dietro di sé.



 

“Tikki!” esclama Marinette appena ha chiuso la botola “Finalmente posso mettermi a lavorare sul contest. Spero davvero che Alya abbia ragione e… scelgano il mio vestito”

si interrompe per sbadigliare “Però un pisolino potrei farlo. Metto la sveglia” dice, prendendo il telefono mentre Tikki emerge dal cestino dei gomitoli “Certo Marinette! Sai, sono curiosa anch'io di vedere cosa riuscirai a fare!” risponde.

Mezz’ora  dopo Marinette spegne la suoneria del cellulare e si alza dalla chaise longue dove  si era sdraiata “E adesso mettiamoci al lavoro. Mi dai una mano, Tikki?” chiede, prendendo dalla scrivania l’occorrente per disegnare il cartamodello dell’abito.

“Dovresti aiutarmi col metro, Tikki, da sola non ci riesco” chiede, prendendo un metro da sarto dal cassetto

“Sicura che non vuoi l’aiuto di Adrien? Sarebbe entusiasta!” risponde Tikki, avvicinandosi

“Ma che fai? La parte di Alya?” domanda  Marinette, alzando un sopracciglio, poi sfila la felpa, restando in canottiera e pantaloni, calcia via le pantofole e toglie anche quelli.

Con l’aiuto di Tikki l’aspirante designer prende tutte le misure necessarie e si riveste.

 

Guardando le misure segnate su un foglietto e facendo un rapido calcolo Marinette borbotta  “Uhm. non ho abbastanza spazio sul tavolo, dovrò fare spazio”, arrotolando il tappeto.

 

A piedi nudi per non sporcare la carta, Marinette stende due grandi fogli sul pavimento e inizia a tracciare i contorni della stoffa da tagliare, poi ritaglia il cartamodello e lo attacca, con degli spilli, sul tessuto  stando inginocchiata sul pavimento. 

Al momento di tagliare la stoffa si accorge di non avere le forbici a portata di mano, si alza da terra per prendere le forbici sul tavolo “AHI! Accidenti che male!” esclama, sentendosi pungere un piede, che afferra e comincia a saltellare sull’altro, calpestando una matita, inciampando nel righello e legandosi la caviglia nel metro da sarto, finendo poi seduta pesantemente sulla sedia davanti alla scrivania.

La ragazza si contorce per esaminare la pianta del piede che ha tra le mani per controllare che che non ci sia conficcato uno spillo, poi lo posa a terra e massaggia l’altro con cui ha calpestato la matita, borbottando qualcosa di incomprensibile.
 

Tikki la guarda sorridendo, vedendo che non si è fatta niente di serio “Marinette, non mi sembra una buona idea camminare scalza su tutta quella roba!” commenta, prendendola in giro. Marinette la guarda di traverso “Grazie Tikki, non ci sarei arrivata da sola! Ovvio che l’ho fatto apposta!” risponde, mettendo il broncio.

 

Attutito dalla botola chiusa arriva il vocione di Tom “Tutto bene, Marinette?” 

 

“Sì papà, tutto bene!” risponde lei. Poi, facendo attenzione a dove cammina, raccoglie i fogli ed inizia a tagliare il tessuto con precisione, allineando i vari pezzi sulla scrivania. 

 

“Adesso devo solo assemblare i pezzi sul manichino e fissarli” annuncia, spostando lo sguardo tra i pezzi tagliati e  la scansione del suo disegno sullo schermo del PC.

 

Tre ore dopo Marinette si siede di nuovo sulla sedia, sbuffando. 

“Per adesso direi che va benissimo così” commenta, guardando l’abito ormai imbastito sul manichino “Domani faccio le prime cuciture e poi posso finalmente provarlo! Tikki, quasi non ci credo di essere  già così avanti.”

Tikki si alza dal suo solito nascondiglio tra i gomitoli “Hai fatto un bellissimo lavoro, Marinette.Ti ricordi di chiamare Adrien, vero? Hai visto che ore sono?”

La ragazza prende il cellulare e guarda l’ora sul display “LE  SEI? ACCIDENTI! Dovevo chiamarlo prima di iniziare a  lavorare sul vestito!  Ora è tardissimo!  Adrien adesso ha lezione di piano fino alle sette e mezzo e poi…” sbotta “...Sì, gli lascio un messaggio in segreteria” continua, componendo il numero.

“Scusa mi sono dimenticata di chiamarti prima perché stavo sistemando il vestito per il contest di moda di tuo padre” Marinette si ferma per riprendere fiato “Stasera penso che andrò a dormire molto presto perché sono stanchissima e dopo tutto il freddo di stamattina una bella dormita non può che farmi bene. Quindi.. buonanotte” fa un’altra pausa, indecisa su come continuare, poi sussurra “Sogni d’oro, Adrien, ci sentiamo domani. Ti amo.”

 

“Ecco fatto!” esclama Marinette, posando il cellulare guardando Tikki che commenta, con aria sognante “quanto siete dolci..” .

 

Fino all’ora di cena Marinette si dedica a ritoccare il disegno dell’abito, per poterlo poi presentare al party che si svolgerà il giorno dopo Natale alla sede della Gabriel, a cui sono state invitati tutti i partecipanti al contest. Come al solito la ragazza vince la sfida e tocca ancora a Tom lavare i piatti, perciò Marinette apre l’armadio per trovare qualcosa da indossare al party.

 

Dopo aver scartato diverse combinazioni, Marinette indossa una camicia senza maniche di seta nera in stile cinese, decorata con un tralcio di rose, dalla spalla sinistra fino in vita, ricamato in rosso e oro. Completano il tutto una gonna aderente, lunga al ginocchio, sempre nera e con un disegno simile a quello della camicia, ma più piccolo. Ai piedi un paio di ballerine dorate.

 

La ragazza finisce di provare i capi, poi li sfila e li ripone nell’armadio, indossando il pigiama e salendo la scala per il soppalco dove ha il letto, addormentandosi  di sasso non appena tocca il cuscino.



 

Adrien si siede sul letto all’improvviso, perfettamente sveglio. In mente l’ultima immagine del suo incubo prima di svegliarsi: Ladybug a terra, immobile, pallidissima, gli occhi chiusi, la tuta rossa a pois strappata, la pelle visibile coperta di tagli e lividi.
Il ragazzo, ancora col respiro corto, si mette a sedere sul letto “Plagg?” sussurra
“Che c’è, Gattino?” borbotta il Kwami

“Un incubo. Talmente spaventoso che non me lo ricordo.” risponde Adrien, tremando “Ricordo solo che lei era…” non riesce a continuare la frase

“Calmati, Gattino, era solo un incubo” cerca di tranquillizzarlo Plagg, vedendo il suo stato “non preoccuparti…” continua, volandogli davanti al viso.

Adrien si passa una mano tra i capelli “Alexa, che ore sono?” borbotta “Sono le cinque e tredici” risponde l’assistente vocale. Il biondo guarda il Kwami nero “Plagg. Devo vederla, devo essere sicuro che stia bene”

“Ma Adrien, è prestissimo, non puoi… telefonare? Aspettare domattina?” protesta lui 

“Non ci riesco…” sospira Adrien, poi esclama “Plagg! Trasformami!” ignorando il Kwami e lanciandosi, una volta trasformato in Chat Noir, fuori dalla finestra.


Marinette viene svegliata da un lieve rumore proveniente dalla botola. Apre un occhio, borbottando, poi li spalanca entrambi vedendo Tikki sospesa tra lei e la botola “C’è qualcuno. Dev’essere Chat Noir” dice la Kwami rossa.

“Che accidenti… “ borbotta di nuovo Marinette, alzandosi per far scattare il chiavistello.

 

La ragazza non fa in tempo ad alzare lo sportello che Chat Noir lo spalanca e si tuffa all’interno, facendola cadere sul letto. “EHI! Chaton, fa un freddo cane fuori, che stai facen….” inizia a protestare, ma si trova stretta in un abbraccio, le labbra del ragazzo sulle sue. Improvviso com’è iniziato, il bacio si interrompe e lui si stacca da Marinette e la osserva “Milady! stai bene!“ esclama Chat Noir, abbracciandola di nuovo.
Marinette si irrigidisce nell’abbraccio “Che ti succede, Micetto, calmati! Sei impazzito?” lui si allontana di nuovo “Io.. io... ho avuto un incubo terribile. Scusami...” si ferma per respirare “Tu eri Ladybug ed eri… “ Chat Noir guarda altrove, poi guarda la ragazza negli occhi “Marinette, DOVEVO” fa una nuova pausa per riprendere fiato “dovevo essere sicuro che stessi bene.”,

Marinette lo guarda alzando un sopracciglio ed esclama “Beh io…. io… come vedi sto benissimo…” notando l’espressione ancora spaventata del ragazzo, abbassa la voce e sussurra “Ora calmati, Adrien, va tutto bene”, abbracciandolo, poi allunga una mano e inizia ad accarezzargli delicatamente i capelli.


Qualche istante dopo Tikki raggiunge i due “Adrien, sicuro di stare bene?”

Lui la guarda e annuisce “Credo… Credo di si.” arrossisce e poi sussurra “Plagg, ritrasformami.”

Marinette lo lascia andare e lo fissa negli occhi verdi “Sei sicuro? Non è che c’è di mezzo un’Akuma?” 

“No, certo che no, Insettina, è che….” inizia, ma Plagg sbotta “Un Akumizzato direbbe la stessa cosa! Ah, ciao Zuccherino.” ricevendo un’occhiataccia da Marinette e una da Tikki.

Adrien prosegue “...scusami, sono stato veramente infantile. Davvero, sono uno stupido. Plagg, torniamo a casa.” e fa per alzarsi in piedi.

 

Marinette accende la luce e osserva meglio il ragazzo, notando che è pallidissimo “No, tu non vai da nessuna parte in queste condizioni” dice Marinette, con dolcezza ma con un tono che non ammette repliche “Siediti e racconta”.

Adrien rabbrividisce, un po’ per il freddo che entra dalla botola aperta e un po’ per l’incubo di poco prima. Anche Marinette, che indossa solo una canottiera e un paio di pantaloni del pigiama rabbrividisce e si allunga a chiudere la botola, poi si avvolge nel piumone, notando con un lieve imbarazzo che lo sguardo del ragazzo si è soffermato un po’ troppo sui suoi seni e sull’effetto imbarazzante del freddo quando se li è trovati quasi di fronte.

 

“Io… ecco…” spiega Adrien “Non me lo ricordo bene.. ricordo solo l’ultima immagine prima di svegliarmi. Eri Ladybug ed eri a terra, immobile. “ il ragazzo afferra un angolo della coperta e lo stringe “La tua tuta era strappata, ne mancavano dei brandelli… eri… eri coperta di tagli e… eri così pallida e fredda che… che,  oddio Marinette, sembravi morta! Non respiravi e… ero certo di essere stato io a farti del male e… e allora io mi sono svegliato... ho avuto paura, sembrava tutto vero!”

 

Marinette si alza a sedere sul letto e abbraccia Adrien vedendolo impallidire di nuovo “Era solo un incubo, stai tranquillo, come vedi sto benissimo.. cerca di non pensarci, Papillon potrebbe percepire la paura e sarebbe un vero guaio.”

Adrien deglutisce a vuoto “Oddio. Non ci avevo pensato… io..,”

“Hai.. Hai fatto bene a venire qui, Adrien” conferma Marinette, continuando a stringerlo.

“Dopo che mi hai raccontato di… di Chat Blanc io…” continua lui.

Marinette lo interrompe e inizia ad accarezzargli i capelli, ormai spettinati come quelli del suo alter ego mascherato “Gattino... non dire così, l’hai detto anche tu, che quella linea temporale potrebbe non esistere più perché noi… beh siamo insieme. Non ci pensare,” gli sussurra nell’orecchio.“E non pensare all’incubo. Sto bene, non mi hai fatto nulla, era solo un brutto sogno.”

Rimangono stretti per qualche minuto, poi Marinette chiede: “Ce la fai a tornare a casa o ti devo accompagnare? I miei genitori si alzeranno tra pochissimo”

 

“Ce la faccio, ce la faccio,” risponde Adrien, tirando su col naso e lasciando a malincuore l’abbraccio di Marinette. “Plagg, trasformami!” declama, diventando Chat Noir. “Sarà meglio che vada, ti ho tenuta sveglia fin troppo a lungo…”

 

Chat Noir non riesce a continuare la frase, zittito da un bacio di Marinette, improvviso come il precedente ma che la ragazza, mettendogli una mano dietro la nuca, non intende concludere altrettanto in fretta. Lui la vede chiudere gli occhi e socchiude le labbra stupito, come ogni volta, di come ogni timidezza di Marinette sparisca quando lo bacia. 

 

“Questo era anche per i prossimi incubi, ok Micetto?” sussurra Marinette, le guance in fiamme, quando le loro labbra si separano solamente per il bisogno di riprendere fiato.


“O… okay,” risponde Chat Noir. “Ora v-vado d-davvero,” prosegue, iniziando a sentire il costume stringere un po’ troppo nelle parti basse. “B-buonanotte, Marinette” saluta, aprendo la botola.
“Buonanotte, Micetto” sussurra lei, sentendo il freddo dell’aria notturna sul viso.


Con un ultimo sguardo preoccupato, Marinette segue la sagoma di  Chat Noir allontanarsi, poi sospira, chiudendo la botola  e rabbrividendo.

“Tikki… forse non avrei dovuto dirgli di Chat Blanc,” inizia, guardando la piccola creatura rossa che sospira e risponde: “Non credo, Marinette, penso che tu dovessi proprio parlargliene, invece. Torna a dormire e non preoccuparti, Adrien starà bene.” Tikki cerca di tranquillizzare la  sua portatrice che spegne la luce e si rintana sotto le coperte.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


La stanchezza prende il sopravvento sulla preoccupazione e Marinette si sveglia alle otto e mezzo passate, dopo aver spento la sveglia almeno tre volte.

 

“Devo proprio alzarmi, Tikki” borbotta la ragazza, stirandosi ancora sotto le coperte, con la Kwami che svolazza sopra il cuscino “E devo anche chiamare Adrien, stanotte era davvero terrorizzato. Mi dispiace di avergli dovuto parlare di Chat Blanc, sapevo che si sarebbe preoccupato, ma non avevo altra scelta.” prosegue, trascinandosi fuori dal letto e scendendo la scaletta. 

 

Rabbrividendo per essere uscita dal tepore delle coperte, Marinette apre un paio di cassetti per prendere dei vestiti e si toglie il pigiama, indossando pantaloni della tuta, una maglietta e aggiungendo una felpa rosa col cappuccio e le orecchie da gatto, poi scende a fare colazione.

 

Dopo aver passato la mattinata a lavorare sull’abito, dopo pranzo Marinette torna in camera. Ha appena chiuso la botola e il telefono squilla. La ragazza lo prende e vede l’immagine sorridente dl Alya: “Pronto? Ciao, Alya!” risponde, allegra

“Ciao Mari, stai lavorando sull’abito eh? Ieri non ti sei fatta sentire!” ribatte Alya dall’apparecchio

“Eh, scusa, hai ragione. Passi oggi per gli auguri?” domanda Marinette all’amica, posando il telefono e avviando la videochiamata “ti faccio vedere l’abito in anteprima!” esclama sorridendo e inquadrando l’abito blu sul manichino.

“Wow, che bello!” esclama Alya “Lo sapevo che avresti fatto un lavoro meraviglioso! E sei stata velocissima!” poi fa una pausa “non ce l’hai con me perché ti ho iscritta, vero?”

“Hmmm a dire la verità un pochino sì… volevo riposarmi in questi giorni,” risponde Marinette con una finta smorfia “ma tanto non l’avrei fatto lo stesso!” continua, ridendo “E… lo sai del party di dopodomani, vero? la Maison Gabriel ha organizzato un party per i partecipanti, in cui consegneranno i disegni che verranno poi selezionati da una giuria!” esclama “Credo di poter portare un’altra persona, vuoi venire?”

Alya al telefono riflette “Devo chiedere a mamma e papà il permesso ma se posso vengo molto volentieri!” risponde, poi dopo una pausa, chiede “Mi devi aiutare per il vestito però.. Domani passi?” 

“Ma certo! Penso di finire il mio entro il party, o alla peggio il giorno dopo, quindi sì, posso passare.” conferma l’altra

“Allora ti lascio lavorare! A dopo per gli auguri” conclude Alya, chiudendo la chiamata.

 

Verso le quattro Alya arriva al negozio dei genitori di Marinette e sale direttamente in camera dell’amica, che sta ancora lavorando all’abito.

Alya apre la botola “Buon Natale, Marinette!” esordisce, porgendo un pacchetto all’amica

“Grazie!” risponde la mora, prendendo il pacchetto e posandolo sulla scrivania, di fianco a un pacchettino rosso “Quello è per te! Buon Natale, Alya!” prosegue, abbracciando l’altra ragazza.

La rossa osserva il vestito sul manichino “Hai fatto proprio un bel lavoro” commenta, allungando una mano per prendere l’orlo del tulle e osservarlo meglio, poi osserva il viso di Marinette “E il colore… è proprio uguale ai tuoi occhi, vincerai sicuramente”.

Marinette arrossisce leggermente “Sei troppo gentile, non credo che sia così bello, ci saranno sicuramente abiti più belli del mio” ribatte, passando dietro il manichino per fissare un paio di spilli. “Devo solo cucire e poi l’ho finito. Solo cucire per modo di dire, ci vorranno ancora ore, ma sono contenta di come sta venendo!”

“Ma sì Marinette, sono sicura che vincerai! E per Adrien che hai pensato?” chiede Alya sedendosi sulla scrivania. 

L’altra prende il mouse del computer e mostra ad Alya un disegno dell’abito che aveva pensato “Eccolo” commenta, ingrandendo l’immagine “Hmm… ma è stupendo!” risponde Alya “Con questi sono certa che vincerai tu!” esclama.

“Dai smettila che mi metti in imbarazzo! Non sono così brava” ribatte Marinette

“Non dire stupidaggini, sei bravissima e lo sai! Mi manderai le foto quando l’avrai provato!” la interrompe la rossa, guardando l’ora sullo schermo del computer “Adesso però devo scappare che Nino mi aspetta! Ci vediamo domani!” aggiunge, scendendo dalla scrivania e avviandosi verso la botola.

“Se lo dici tu” borbotta Marinette, poco convinta “Ok, ci vediamo, divertitevi, tu e Nino” esclama poi, facendo l’occhiolino all’amica che sta per chiudere la botola, facendola ridere.



 

Marinette passa il pomeriggio a lavorare all’abito e finalmente all’ora di cena si stiracchia sulla sedia di fronte alla scrivania, allungando le braccia verso il soffitto “Direi che ci siamo, Tikki! Dopo cena lo provo e vediamo come mi sta! Stasera la pattuglia spetta a Chat Noir, abbiamo tempo anche se ci sono cose da sistemare” commenta 

“Bravissima, Marinette, sei stata grande! Pensavi che non ce l’avresti fatta e invece ci sei già riuscita” risponde la Kwami

“Hai ragione, è strano che sia andato tutto bene, dovrò stare attentissima quando lo provo!” ribatte lei con un sorriso “Speriamo che la fortuna rimanga dalla mia!” alzandosi dalla sedia e avviandosi per scendere a cena.



 

Nemmeno quella sera Marinette deve lavare i piatti, oramai è imbattibile ad Ultimate Mecha Strike 3 e a Tom tocca la penitenza. La ragazza sale in camera e richiude la botola, guardando l’abito sul manichino e spostando lo sguardo sul disordine che regnava nella stanza con un sospiro.
“Prima sarà bene mettere a posto” borbotta, mentre raccoglie ritagli di stoffa per infilarli in un sacchetto per la spazzatura, ripulendo il pavimento e la scrivania.

Finalmente la stanza torna presentabile e Marinette, affiancata da Tikki, inizia a spogliarsi per provare l’abito, restando in reggiseno e mutandine rosa. La ragazza si sposta dietro il manichino per prendere l’abito nel farlo si ricorda che è senza spalline. Sbuffa e si slaccia il reggiseno. Sta per allungare l’altra mano verso il manichino quando sente un lieve rumore provenire dal terrazzo, immediatamente seguito dalla testa di Chat Noir che si affaccia dalla botola del terrazzo.

“Ciao inset…” inizia il ragazzo interrompendosi immediatamente appena la vede e capisce che indossa solo le mutandine.

Lei si lascia sfuggire un  grido di sorpresa, lanciando, presa dal panico, il reggiseno verso il soppalco e coprendosi i seni con le braccia, poi esclama “Tikki! Trasformami!”. 

Riprende fiato, col viso dello stesso colore della maschera e “Chaton! Non ti hanno insegnato a bussare!” 

Chat Noir si lascia cadere dentro la botola, sul letto, le guance rosse per l’imbarazzo e un sorriso da un orecchio all’altro.

 

“Che c’è adesso? Cos’è quella faccia?” chiede Ladybug, con una smorfia di disappunto.

Chat Noir riprende fiato, mettendosi a quattro zampe sul letto  “Beh... ora non... riuscirò più a guardarti senza immaginare che tu…”

“Che io?” lo incalza Ladybug  

“Che tu… sia nuda sotto il costume!” continua il ragazzo, facendole l’occhiolino “e a quanto poco ci sia da immaginare” aggiunge sottovoce, sperando che lei non lo senta..

“A parte che lo SONO, e lo sei anche TU.” sbotta Ladybug, poi vede la sua espressione ed esclama “Non sei un gatto, sei un porco! LEVATI QUELL’IMMAGINE DALLA TESTA!” i pugni chiusi e le braccia lungo i fianchi

“Mi dispiace, non credo di riuscirci, Insettina” risponde Chat Noir, cercando di non ridere, allargando ulteriormente il sorriso.

“Sei proprio un porco, Chaton! E levati quel sorriso!” ripete lei, con una smorfia.

Il ragazzo la guarda sorridendo “E poi sei bellissima quando fai il broncio così” aggiunge, puntellandosi sul materasso coi gomiti, il mento sulle mani e iniziando a muovere lentamente la coda del costume “No, davvero non ci riesco a non pensarci!” conclude guardando altrove.

Ladybug sbuffa, girandosi di tre quarti borbotta “Ho capito…è l’unico modo.” inghiotte a vuoto “Non ci credo che sto per farlo.” arrossisce di nuovo e dice “Tikki, ritrasformami”, allargando un po’ le braccia quando il lampo di luce rosa si spegne.

 

Chat Noir rimane senza fiato e cerca di non strozzarsi con la propria saliva mentre non riesce a togliere gli occhi da Marinette, cercando di memorizzare ogni dettaglio che riesce a vedere, la curva dei fianchi, i seni, quel neo che ha sulla pancia, quell’altro su una delle anche, i muscoli tonici sul corpo snello della ragazza.

L'eroe si accorge improvvisamente che nella stanza fa caldo e che il costume è diventato molto ma molto stretto sotto la cintura.Sente a malapena che lei sta dicendo “Ecco, ora puoi guardare meglio, così ti levi dalla testa quell’altra immagine e la rimpiazzi con questa”.

 

Marinette guarda il ragazzo rimasto inebetito per qualche secondo, poi si copre il seno con un braccio mentre con l’altro agguanta la felpa e la indossa pensando - Oddio adesso ho rotto Adrien -

Con calma la mora toglie l’abito dal manichino, portandolo dietro il paravento, in un angolo della camera.

 

Passano un paio di minuti e Marinette esce da dietro il paravento, indossando l’abito che ha finito di cucire nel pomeriggio. Si guarda allo specchio e fa una giravolta, poi osserva Chat Noir che è ancora con la bocca aperta. “Ehi, Chaton, quale gatto ti ha mangiato la lingua?”.

 

Lui si riscuote e chiude la bocca, poi la riapre e la richiude, infine riesce a sussurrare “Sei… sei una meraviglia, Marinette” continuando a fissarla.

Marinette chiede “Intendi con questo vestito o…” e si ferma, arrossendo immediatamente dopo.

Chat Noir deglutisce “c-certo… il vestito. Ti… ti sta benissimo.”

“Davvero ti piace?” chiede di nuovo Marinette, facendo un altro giro su se stessa e riuscendo miracolosamente a non inciampare nei propri piedi.

“Da morire” sussurra Chat Noir, allargando il colletto del costume infilandoci un dito. Per lui fa sempre più caldo.

Lei fa due lunghi passi e sale i gradini del soppalco per allungarsi verso il ragazzo a pancia in giù sul letto e dargli un veloce bacio sulle labbra “Grazie, Micetto.”

Marinette subito dopo si gira, mostrando a Chat Noir la schiena parzialmente nuda e scende dal soppalco per specchiarsi per un’ultima verifica, mentre lui non riesce a togliere gli occhi dal suo fondoschiena fasciato dalla vaporosa gonna dell’abito. “Direi che ci siamo” commenta lei girandosi per vedere meglio la propria immagine, poi si sposta di nuovo dietro il paravento per uscirne in tuta e con l’abito tra le mani.

 

La ragazza rimette delicatamente l’abito sull’attaccapanni, poi sale di nuovo la scaletta per raggiungere Chat Noir “Micetto, non avevi qualcosa da fare” chiede la ragazza, che recupera il reggiseno, mentre il biondino si  inginocchia sul letto, una mano dietro la nuca “Ehm… io dovrei… andare di pattuglia. Non pensavo di… insomma quel bel fuori programma”.

 

Marinette lo guarda di traverso “Sai, dovresti bussare prima di entrare nella camera di una ragazza. Anche se è la TUA ragazza.”

 

“Scusa Marinette. Sono uno stupido” risponde Chat Noir, improvvisamente serio. “adesso devo proprio andare” e si alza in piedi sul materasso. Marinete allunga una mano, afferra il sonaglio che il ragazzo ha al collo, lo tira verso di sé e lo zittisce con un bacio. 

“Non ti preoccupare. Ricambierò l’intrusione.” sussurra Marinette, senza fiato, facendogli l’occhiolino “Adesso sparisci” conclude.

Chat Noir la guarda con gli occhi sbarrati, poi si volta dandole la schiena, a disagio per il costume, tornato ad sembrargli stretto sotto la cintola. Si infila nella botola borbottando un “Buonanotte amore” e sparendo nell’apertura.

 

Marinette rimane a guardare la botola chiusa, mentre Tikki, che era rimasta in disparte fino ad allora,  le vola accanto “Io non dico niente, Marinette” dice. Lei la guarda, sale i gradini del soppalco, si butta a pancia in giù sul letto, affonda la faccia nel cuscino e lancia un urlo.

 

La ragazza si alza dal letto un paio di minuti dopo, senza fiato, prende il telefono e chiama Alya.

“Ciao” esordisce, quando l’altra risponde “Non crederai mai a quello che ho appena fatto” dice.

“Oddio Mari, che è successo? Il vestito?” chiede l’altra, preoccupata.

“No, il vestito sta benissimo. Anzi MI sta benissimo.” risponde Marinette, poi abbassa la voce, prende fiato  e prosegue dicendo “Adrien o meglio Chat Noir mi ha vista per sbaglio quasi nuda mentre lo provavo sono andata in panico mi sono trasformata in Ladybug per coprirmi e lui ha iniziato a farsi strane idee così mi sono detrasformata e l’ho lasciato guardare cavolo Alya avevo solo le mutandine poi ho provato il vestito e mi ha detto che gli piace voglio sotterrarmi per l’imbarazzo” senza respirare.

 

Dall’altra parte le risponde il silenzio. Alya rimane a bocca aperta fissando il telefono, tanto che Trixx si affaccia dal suo nascondiglio per osservarla. Dopo alcuni interminabili secondi finalmente la ragazza sbotta “Tu hai fatto COSA? Mari, sei il mio idolo! FANTASTICO! Dammi cin...” l’altra la interrompe esclamando “NO. Resta dove sei. Sto… sto bene. Solo non credo che riuscirò a guardare Adrien senza arrossire al party.”

 

“Ma non dire sciocchezze, Marinette! Piuttosto pensa a cosa passerà per la testa a Splendore!” ribatte Alya, poi si interrompe “Ok no, scherzavo, non pensarci. Sicura che va tutto bene?”

 

“Cosa intendi dire, Alya?” chiede Marinette, arrossendo, dall’altro capo del telefono

“No, niente, lascia perdere. Sei stata grande! Ma ora ti devo salutare che ho da mettere a letto le pesti! Mamma e papà sono usciti...”

 

“Va bene, lascio perdere. Ma domani mi spieghi. Buonanotte.” conclude Marinette, chiudendo la chiamata.



 

La pattuglia di Chat Noir non è esattamente una delle sue migliori, per ben due volte manca la presa sul bastone e rischia di cadere malamente dai tetti. Dopo un po’ si ritrova non si sa come sulla terrazza sopra l’edificio da cui aveva recuperato Marinette intirizzata il giorno prima e finisce seduto sulla ghiaia, le gambe che non lo reggono.

 

“Oh, cavolo! Oh cavolo! Oh cavolo!” borbotta “Calmati Adrien, respira. RESPIRA” dice, cercando di calmarsi - ora come faccio, non riuscirò a guardarla senza … no non ci voglio pensare. - riflette, senza riuscire a trattenere un sorriso, cambiando posizione, il costume di nuovo molto scomodo laggiù “Adrien! Smettila, sei un gentiluomo” borbotta, cercando di pensare a qualcosa di diverso da Marinette praticamente nuda.

 

Chat Noir si alza da dove era caduto e si guarda attorno per capire dove si trovi. Qualche piano sotto di lui passa la Senna. “Ok” borbotta, prendendo uno spicchio di Camembert dalla tasca e mettendolo in bocca con una smorfia “Potenziamento” sussurra. Immediatamente il costume cambia, ai piedi gli appaiono delle pinne, le mani diventano palmate: Chat Noir in versione acquatica usa il bastone per tuffarsi nel fiume gelido.

 

Soffocando un gemito al contatto con l’acqua gelata, Chat Noir inizia a nuotare controcorrente pensando - Certo, una doccia fredda era meglio ma… così si fa prima… - si avvicina all’argine, per riemergere sotto un ponte, duecento metri da dove si era buttato, in vista della Torre Eiffel.

L’eroe  esce dall’acqua e riprende l’aspetto normale riflettendo - almeno per un po’ sono a posto, altrimenti niente pattuglia stasera - per poi proseguire il giro di pattuglia sospirando.


Nota dell'autore

Scusate la lunghissima attesa ma pensavo che questo sito fosse praticamente defunto. Visto che pare non lo sia ho pensato di continuare ad aggiungere capitoli a questa fanfic, sperando che qualcuno la legga.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


“Tikki, finalmente c’è il party della presentazione del concorso! Non vedevo l’ora!” commenta Marinette, prendendo dall’armadio i vestiti che aveva scelto per la serata.

“Sono contenta che i genitori di Alya l’abbiano lasciata venire, da sola mi sarei fatta prendere dall’ansia e sarei rimasta zitta in un angolo, invece con lei sarà tutta un’altra cosa” prosegue, spogliandosi per indossare la camicia e la gonna nere coi tralci di rose ricamati in rosso e oro.

“Non sei mai stata a un party del genere vero?” chiede Tikki, osservando la ragazza

“No, è la prima volta, sono emozionatissima anche se oggi dobbiamo solo consegnare i bozzetti” conferma Marinette, indicando un tubo portadisegni appoggiato davanti al computer.

“L’abito che presenterai è proprio grazioso, Marinette, penso che sarai tra le favorite!” esclama Tikki, volando sul manichino

 

“Grazie Tikki” dice Marinette, indecisa sul colore delle calze da indossare sotto la gonna e scegliendone infine un paio nere come la gonna “Spero che Alya mi abbia dato retta e abbia scelto il vestito arancione che le ho proposto. Era un sacco indecisa.” prosegue, infilandosi le ballerine dorate e immobilizzandosi mentre indossa la sinistra “Hai sentito?” chiede a Tikki “c’è qualcuno sul terrazzo. Non può essere Chat Noir” sussurra, spostandosi verso la scala del soppalco e vedendo la chioma fulva di Volpe Rossa  affacciarsi alla botola del terrazzo.

Marinette spalanca gli occhi ed esclama “Ma…” mentre l’altra si infila nella botola, la chiude e scende dal soppalco sussurrando “Trixx, ritrasformami”.

 

Un lampo e appare Alya, con un abito arancione piuttosto aderente, con le bretelle sottili, che le lascia le spalle nude, la gonna a pieghe che le arriva appena sopra le ginocchia e un paio di scarpe nere basse. La ragazza ha i capelli legati in una coda alta, fermata da uno spillone ed ha un trucco un po’ più marcato del solito, che richiama il colore dell’abito. Trixx esce dal ciondolo della volpe e vola a salutare Tikki.

 

Marinette la osserva con uno sguardo di approvazione “A parte che… wow, stai benissimo, ma perché Volpe Rossa?” domanda.

 

“Perché secondo te esco per strada così?” risponde indicandosi. Marinette la guarda meglio notando che ha le gambe nude “Alya? Ti prenderai un malanno, perché sei senza calze?”
“Perché le pesti me le hanno rovinate! L’unico paio che stava bene col vestito! Ci hanno disegnato col pennarello! Anzi, hanno usato le loro doti artistiche per migliorarle e farle più belle, mi hanno detto!” sbotta l’altra “Ero talmente arrabbiata che sono uscita così com’ero, mi sono trasformata e sono corsa qui…” spiega, lasciandosi cadere sulla chaise longue.

 

“Almeno mettiti questo” risponde Marinette, annuendo e girandosi per predere un coprispalle nero dall’armadio.

 

“Grazie” risponde la rossa, squadrando Marinette mentre è girata. “Ehi, lo sai che quella gonna ti dona un sacco, Marinette?”

 

L’altra arrossisce leggermente “Grazie..” borbotta “chissà cosa ne penserà Adrien” aggiunge.

 

“Sarà difficile tenerlo lontano, mi sa…” ridacchia Alya, facendo arrossire di nuovo l’amica che sta frugando i cassetti alla ricerca di un paio di collant da darle.

“Vedi se questi ti vanno” esclama Marinette prendendone un paio e passandoli ad Alya, chiudendo il cassetto e aprendone un altro.

 

Alya afferra l’indumento e lo osserva “Hmmm no, Mari, direi di no.”

La mora gliene passa un altro paio “No, nemmeno…”

Marinette sbuffa. “Sì, ma non puoi andare in giro così, ti prenderai un raffreddore!”

 

Alya la guarda con una smorfia, poi, guardando l’orologio, esclama: “Non preoccuparti per me, mi hai già dato il coprispalle, andrà benone. Andiamo, o faremo tardi. O meglio FARAI tardi, io ho un modo decisamente più veloce.” 

Marinette si avvicina alla botola che dà sulla cucina e fa per aprirla, ma l’amica la ferma “Che fai? Non posso scendere con te, Mari. Ci vediamo a Le Grand Paris… su dai, sbrigati!” continua, poi declama “Trixx, trasformami!” e pochi istanti dopo Volpe Rossa chiude la botola verso il balcone, mentre Marinette afferra la pochette ed una giacca e mentre scende in cucina la indossa borbottando: “Cavolo, farò tardi!”, poi saluta i genitori e si precipita in strada.

 

L’hotel è a due fermate di metro da casa di Marinette e venti minuti dopo dopo la ragazza arriva, senza fiato, all’ingresso dell’hotel, dove si è radunata una piccola folla. La mora individua facilmente la chioma di Alya vicino all’ingresso e la raggiunge, poi le due mostrano gli inviti al buttafuori che le indirizza verso una porta laterale, collegata direttamenta al salone principale dove si svolge il party.

 

Marinette lascia la giacca nel guardaroba, notando che Alya ha la pelle d’oca sulle gambe e si strofina le braccia nude per scaldarsi. Anche il vestito che indossa Marinette è senza maniche ma la temperatura nella sala è piacevole “ti scalderai subito, andiamo!” fa all’amica, prendendola per mano e portandola nella sala principale.

 

La sala è piuttosto affollata, i tavoli dei buffet lungo i lati. Dal lato corto, dietro una pedana rialzata c’è il logo della Gabriel e il tavolo a cui siedono alcuni stilisti e sarti della Maison. Accanto al tavolo, sulla pedana, nel consueto tailleur blu c’è Nathalie, la segretaria di Gabiel Agreste, con l’immancabile tablet. Di fianco alla donna, un impettito Adrien Agreste, con una giacca verde acqua, camicia azzurro chiaro, pantaloni avorio e sneaker di pelle nere.

 

Dagli altoparlanti montati dietro il palco rialzato parte un jingle e Nathalie, con tono professionale inizia a presentare gli ospiti della Maison, il cui compito sarà valutare i disegni che le aspiranti stiliste porteranno. La segretaria di Gabriel, mentre parla, punta versio pubblico e ospiti un tablet a cui è collegato in videochiamata il suo principale.

 

Marinette non ascolta una singola parola della presentazione, gli occhi incollati su Adrien che si guarda in giro, vagamente a disagio, finché non incrocia lo sguardo della ragazza e non le toglie più gli occhi di dosso, tanto da farla arrossire violentemente.

 

Finita la presentazione, mentre su uno schermo nell’angolo della sala vengono proiettate le foto degli ospiti e le loro biografie professionali, Adrien scambia due parole con Nathalie e poi scende dal palco, per raggiungere gli altri ospiti, sparsi tra i tavoli del buffet e il resto del salone. La consegna dei disegni sarebbe iniziata dopo 45 minuti.

 

Marinette perde di vista Adrien, ma lei ed Alya notano un altro volto conosciuto, Martine, che è entrata a far parte del loro giro di amicizie dopo il loro incontro casuale del Natale precedente.  La ragazza vede le due amiche e si avvicina, salutando con la mano. Indossa una semplice minigonna di pelle, che evidenzia le lunghe gambe, e una camicetta di seta nera. Sottobraccio una cartellina portadisegni.

 

“Ciao Alya! Marinette! Ehi, siete bellissime! Che bello vedervi qui, partecipate al concorso?” le saluta con un gran sorriso. Aveva cambiato taglio di capelli rispetto all’ultima volta e ora porta i capelli castani con un taglio asimmetrico, quasi rasati sulla tempia sinistra e i capelli più lunghi riportati da destra. 

 

“Martine! Che sorpresa!” risponde Alya, scambiando due baci sulle guance con l’altra “No, veramente solo lei partecipa, io sono qua per accompagnarla” indica Marinette che saluta a sua volta “Ciao! Anche tu stai benone così…  Ma partecipi al concorso?” chiede poi

“Sì, anche io ho frequentato la DuPont e la moda è sempre stato il mio hobby, mai riuscita a trasformarla in lavoro.” risponde Martine.

“Io vorrei farlo” dice Marinette, “vedremo dopo la scuola.. comunque spero di vincere!” continua.

Martine la guarda “E poi, ma non serve che te lo dica, secondo me metà delle partecipanti qui vuol farlo per sfilare con Adrien.” e le fa l’occhiolino, facendola diventare rossa come un peperone. Mentre le ragazze iniziano a parlare, anche Adrien le raggiunge, sorridendo.

 

“Ma guarda un po’ chi si vede” esordisce il biondo, cercando di non guardare troppo il sedere di Marinette.

“C-ciao A-Adrien” balbetta Marinette, guardandolo. Lui si avvicina alla ragazza le dà due baci sulle guance, sussurrandole all’orecchio  “Lo sai che sei mewavigliosa, Principessa?” e facendola ovviamente arrossire ancora un pò 

 

Adrien si allontana di un passo, poi saluta le altre due ed esclama “Accidenti, ragazze, devo dire a mio padre di fare più spesso questi noiosi party, siete spettacolari”.

Le tre ragazze balbettano un “grazie” imbarazzato e Adrien si avvicina di nuovo a Marinette “Allora, sei pronta? Hai i disegni da presentare? “

 

Marinette si accorge che Adrien le ha chiesto qualcosa, poi finalmente capisce. Guarda Adrien, si guarda le mani, guarda Alya con aria spaesata, quindi porta una mano alla bocca e spalanca gli occhi “ODDIO I DISEGNI” esclama, senza fiato “L’ho dimenticato a casa! Adesso come faccio? Devo tornare a prenderlo!”  

Mentre nella sua mente iniziano scenari apocalittici, a partire dal venire cacciata dal party, passando per non poter più vedere Adrien per la vergogna, la voce di Nathalie dagli altoparlanti annuncia che restano 30 minuti per la consegna dei disegni e invita i partecipanti a radunarsi da un lato della sala.

 

“Aspetta Mari!” esclamano Adrien e Alya insieme “Vuoi dire che l’hai lasciato a casa?”

 

Lei si riscuote dai suoi film mentali “No, cioè sì insomma: è un DISASTRO!” esclama la mora, con un fil di voce, mentre Martine si copre la bocca con una mano, cercando di non ridere. Marinette inizia a respirare affannosamente, tanto che sia Adrien sia Alya le mettono ciascuno una mano sulla spalla “Calmati, Marinette, risolveremo…” fa lui, poi guarda le altre due “Vi spiace?” e prende Marinette, immobile, per il gomito “Vieni con me, che andiamo a prendere un po’ d’aria” e le fa l’occhiolino, pilotandola verso porta che dà sulle toilette, lasciando le altre due a seguirli con lo sguardo.



 

Arrivati nel piccolo corridoio, il biondo mette le mani sulle spalle di Marinette per calmarla. Lei, una volta soli, inizia a respirare più lentamente “Amore… ascolta… vado io a prenderli, i disegni. So la strada e ci metto pochissimo” sussurra Adrien, togliendo una mano dalla spalla di Marinette e mostrandole l’anello del Miraculous, mentre si avviano nel corridoio, ignorando i bagni, verso la scala di emergenza  “Con tutti questi  paparazzi in giro, non vorrei mai vedessero Ladybug uscire da qui. Io di notte sono praticamente invisibile. Tu torna pure di là e cerca di calmarti, ok?” La ragazza annuisce “tra dieci minuti sulla terrazza?” propone lui e Marinette annuisce di nuovo “O-okay, fai attenzione..” sussurra.
Adrien fa un altro passo indietro e dice “Dai, torna di là e goditi la festa” poi si ferma un attimo a guardarla “Stai bene pettinata così, sembri Multimouse” le fa l’occhiolino e aggiunge, con un sorrisetto malizioso “Chissà se, dopo, questo gatto…” si gira e sale la scala, per poi trasformarsi in Chat Noir al primo pianerottolo.

 

Marinette rimane un momento a guardare la scala vuota, poi, mentre Tikki fa capolino dalla pochette e sospira, si volta e torna nel salone. dove ritrova subito Alya, che la guarda un po’ preoccupata “Beh?” chiede la rossa con uno sguardo interrogativo. L’altra si avvicina e le sussurra “Ci pensa un certo gattino” poi le due si spostano verso il buffet.



 

Nathalie ha appena finito di parlare con i giurati, si volta per scendere dal palco e non vedendo Adrien prende il telefono e lo chiama - Non risponde - pensa, alzando un sopracciglio - sarà al bagno - mentre guarda la porta per le toilette la vede aprirsi e nota Marinette rientrare. La segretaria alza le spalle mentre risponde a un cenno di un tecnico dell’impianto audio che la chiama.



 

Chat Noir atterra silenziosamente sulla terrazza della stanza di Marinette, apre la botola e scivola all’interno. Non riesce a trattenere un sorriso pensando all’ultima volta che è entrato senza bussare in quella stanza, trovando Marinette praticamente nuda. Il ragazzo scuote la testa e, grazie ai sensi aumentati dal Miraculous, anche al buio individua il tubo portadisegni accanto al PC, lo prende e risale la scala del soppalco. Senza fare rumore si infila nella botola e la richiude dietro di sé, mette il tubo a tracolla e usa il bastone per lanciarsi verso l’hotel. 

 

Chat Noir si ferma su un tetto non lontano dalla sua meta, nascosto dietro un camino nota un paio di droni volare attorno alla terrazza e sospira “Quanti ficcanaso… dovrò aspettare che siano dall’altro lato” borbotta, controllando sul bastone di essere in orario mentre aspetta il momento migliore per attraversare la strada e saltare, senza alcun rumore, sulla terrazza del Le Grand Paris, proprio mentre la porta delle scale di emergenza si apre e ne esce una circospetta Marinette, che raggiunge Chat Noir sotto la veranda.

 

“Eccomi qua Purrincess” sussurra Chat, sorridendo. Mentre Marinette allunga la mano per prendere il disegno, lui dolcemente le prende il viso tra le sue e la bacia sulle labbra, spostando subito la sinistra lungo la schiena della ragazza e infilandola sotto l’orlo della sua camicetta.

 

“Hmmm” fa lei con un brivido, non per l’aria gelida della notte sulle braccia nude, staccando le labbra da quelle di Chat Noir “Che intendi fare, mon Minou? Non c’è tempo...” sussurra, guardandolo negli occhi.

“Scusa, non ce la facevo ad aspettare, sei troppo bella così” sussurra lui di rimando, mentre Marinette lo guarda di sbieco, le guance in fiamme “Wow. Niente giochi di parole? Accidenti, devo averti proprio colpito! Oppure… fammi controllare se sei davvero tu” risponde lei, alzandosi sulle punte dei piedi per baciarlo di nuovo.



 

Nathalie inizia ad essere preoccupata non vedendo Adrien nel salone, perciò decide di andare alla porta che dà sulle toilette. Arrivata nel breve corridoio, una corrente d’aria la fa avvicinare alla scala di emergenza e tendendo l’orecchio la donna sente dei passi.

 

Lentamente Nathalie sale le scale e si affaccia alla porta semiaperta della terrazza, trattenendo una esclamazione di sorpresa quando vede, sotto la veranda, Chat Noir e una ragazza che non riesce a riconoscere, abbracciati. Una mano di Chat Noir è inequivocabilmente dentro la camicetta della ragazza.

Osserva I due scambiare qualche parola e poi darsi un altro bacio decisamente più appassionato del primo. Nathalie torna velocemente sul pianerottolo, si sfila le scarpe e scende al pianterreno senza fare rumore. 

 

La segretaria di Gabriel afferra il telefono appena arrivata in fondo alla scala “Signore? Ho appena scoperto una cosa molto interessante su Chat Noir e una certa concorrente del contest, presto le saprò dire chi è”. Nathalie interrompe la chiamata e indossa nuovamente le scarpe prima di rientrare nel salone e tornare sul palco coi giurati, ormai quasi pronti a scegliere i lavori dei concorrenti.

 

I partecipanti al contest si radunano tutti da un lato del salone: per la maggior parte sono giovani ragazze, ma ci sono anche tre ragazzi, in compagnia di altrettante modelle che avrebbero sfilato in caso di vittoria. Nathalie li osserva tutti attentamente finché non riconosce la pettinatura della ragazza che ha visto sulla terrazza. Controlla rapidamente sul tablet “Hmmmm Marinette Dupain-Cheng. Molto interessante” borbotta, prendendo il microfono per annunciare l’inizio della consegna dei disegni ai giurati.

“La Maison Agreste ha radunato qui i suoi migliori sarti e stilisti per valutare i disegni presentati a questo contest!” Inizia a spiegare Nathalie “Questa sera verrà stilata una classifica provvisoria e saranno selezionati i 20 abiti finalisti che parteciperanno alla sfilata del 6 gennaio, quando Monsieur Agreste, tramite me, annuncerà la coppia di abiti vincitrice.
I designer o le designer selezionate verranno contattate entro 48 ore, quando vi verranno comunicati gli altri dettagli per partecipare alla serata finale. Buona fortuna”

I presenti applaudono e un addetto inizia a chiamare i concorrenti per nome, facendosi consegnare i disegni.

 

Marinette è sicura che Nathalie la stia fissando, cosa che le fa  rizzare i capelli sulla nuca e cerca con lo sguardo Adrien, individuandolo dalla parte opposta della sala, accanto al palco. Il ragazzo sfoggia il suo miglior sorriso da modello mentre osserva il gruppo di concorrenti consegnare i disegni al primo dei giurati. Alya prende l’amica per mano sentendola irrigidirsi, pensando che sia in ansia per il concorso “Dai ragazza, che sarai tra le prime” le sussurra, e lei annuisce “s-spero di sì Alya..” risponde, poco convinta.


Le due si tengono per mano finché Marinette non viene chiamata, allora Alya la lascia e le dà una pacca sulla spalla mentre si allontana. La mora è concentrata per non inciampare nei propri piedi e riesce a consegnare i disegni senza fare danni, cercando di non mostrarsi a disagio quando passa accanto a Nathalie e sente il suo sguardo sulla nuca.

 

A mani vuote Marinette raggiunge Alya e Martine e cerca di non pensare a quella sensazione di disagio, sforzandosi di chiacchierare con le altre per il resto della serata, che si conclude un paio d’ore dopo. Adrien non riesce a raggiungerle, con Nathalie che fa in modo che non si allontani mai per più di pochi passi da lei. Marinette sospira, convinta che il biondino si sia messo nei guai per aiutarla. 

Finito il party le tre amiche decidono di chiamare un taxi per farsi riportare a casa, dividendo la corsa, e verso l’una Marinette, salita in punta di piedi, chiude la botola tra la cucina e camera sua.

 

“Tikki….” inizia, appena è sola “Nathalie mi mette paura. Mi fissava, prima…” 

La kwami esce dalla pochette “Non so, Marinette, non vedevo molto da qui, pensi che sospetti qualcosa?”

“Non ne ho idea, Tikki, ma non sono tranquilla, sarà meglio che avverta Adrien di non venire, stanotte,” commenta la ragazza, prendendo il telefono e scrivendo rapidamente un messaggio al suo ragazzo. Marinette posa il telefono e si siede sulla chaise longue per sfilarsi scarpe e calze, poi sale sul soppalco e blocca il chiavistello della botola per il balcone, spogliandosi per indossare il pigiama.

“Credo che sia meglio dormire, adesso, ne parlerò domani con Adrien” prosegue, entrando in bagno e uscendone poco dopo, struccata e coi capelli sciolti sulle spalle.

“Buonanotte Tikki” salua Marinette, già sotto le coperte.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Non dovendo andare a scuola, Marinette riesce a dormire un po’ più del solito, ma viene svegliata dallo squillo del telefono. La ragazza allunga la mano verso lo smartphone con un grugnito, borbottando “Eppure la sveglia l’avevo tolta…” poi si rende conto che si tratta di una chiamata e precisamente di Adrien.

Marinette si affretta a rispondere e preme il pulsante del vivavoce.

 

“Ciao, insettina… Ti ho svegliata?” esordisce la voce di Adrien dall’apparecchio

 

“Hmm… ad essere sincera sì, Gattino. Ma non sei un’akuma, perciò va bene.” Marinette si interrompe per sbadigliare e poi prosegue “Buongiorno.” mentre si stiracchia, con voce ancora un po’ assonnata.

 

“Senti, sei già abbastanza sveglia per spiegarmi meglio che è successo ieri sera?” domanda lui, una leggera nota di preoccupazione 

 

“Eh” fa Marinette, ora perfettamente sveglia ripensando alla sera precedente “Non lo so. Nathalie mi guardava in modo strano. Molto strano, spiega.

 

Adrien rimane in silenzio qualche istante poi: “Beh, per tutta la sera ha dovuto assicurarsi che l'organizzazione dell'evento fosse perfetta… sai quanto sia esigente mio padre”. 

 

“Certo…” risponde Marinette, riflettendo con un dito sulle labbra. “Vedi, per tutta la serata non ho notato che avesse mai fatto particolare attenzione agli invitati, ma da quando.. beh sono scesa coi disegni, e fino a dopo la consegna sono certa che mi stesse tenendo d’occhio. Forse è perché poco prima mi ha vista con te,” prosegue la ragazza, “o magari è solo uno dei miei soliti film, ma… non lo so, Adrien, credo che abbia dei sospetti su… beh sul fatto che ci vediamo e che…”

 

“Marinette, calmati,” la interrompe Adrien. “A parte che anche se ne avesse, non ci sarebbe niente di male, dico bene?”


“Beh insomma,” esclama Marinette, interrompendolo a sua volta. “Tuo padre non accetterebbe mai il tuo fidanzamento con... beh con la figlia di un pasticcere!”

 

“Non mi interessa cosa pensi mio padre!” sbotta Adrien, facendo sussultare Marinette, per poi rassicurarla, “scusa Mari, non volevo. Intendo dire che quello non sarà un problema, dobbiamo solo avere un altro po’ di pazienza. Se ti fa stare tranquilla cercherò di capire se Nathalie sa qualcosa, ma ti assicuro che sono stato più che attento, se ci ha visti insieme ci ha visti in situazioni che si possono benissimo spiegare senza ammettere che siamo una coppia.”

 

“D’accordo… “ risponde Marinete, sospirando. “A parte quello, ieri è andato tutto bene? Nessuno ti ha visto uscire e tornare, vero?”

 

“Nessuno, Insettina, sono stato silenzioso come un’ombra e invisibile come il vento. C’erano perfino dei paparazzi con i droni, ci crederesti?” risponde Adrien, sicuro. “Schivati anche quelli. Non ti preoccupare, goditi la giornata di vacanza. Stasera ci vediamo eh?”

 

“Hmmmm, sai che non sono mai tranquilla con queste cose. Se Papillon dovesse scoprire chi siamo sarebbe un disastro. E certo che stasera ci vediamo, pattuglia, ricordi?” risponde Marinette

 

“Hmmm io speravo nel dopo…” ribatte Adrien, facendo ridere la ragazza.

 

“Gattino… sei troppo precipitoso tu. E poi non sono a casa da sola, lo sai,” commenta Marinette, guardando Tikki e ridacchiando

 

“E dai… ormai è un anno che siamo insieme… e poi l’altro giorno...” risponde Adrien, fingendosi offeso.

 

La ragazza sbuffa. “E tu sai come la pensa papà. E’ il caso che ti ricordi cosa è successo l’ultima volta con Chat Noir?”

 

“Ok, ok, ho capito. No, non vorrei ritrovarmi contro tuo padre akumizzato senza essere Chat Noir,” risponde lui, ridacchiando.

 

“Scusa,” dice Marinette a mezza voce. “Quella volta è stata anche colpa mia… io… io pensavo che tu mi avessi scoperta e quindi ho dovuto… beh ho dovuto improvvisare.”

 

“Tranquilla Buginette, alla fine hai risolto tutto, come sempre!” ribatte Adrien

 

“Sì, ma è stata anche un po’ di fortuna…” prosegue lei, poi fa una pausa. “E sai cosa? Dissi a Tikki che non eri un ragazzo serio ad accettare la dichiarazione della prima che passava dopo aver dichiarato il tuo amore a Ladybug!”


Dall’altro capo del telefono Adrien fa un respiro profondo, cercando le parole giuste. “Ma tu… non sei mai stata la prima che passava. Tu eri, e ancora sei, la mia Ladybug di ogni giorno. Ci ho messo un po’ a capirlo, perché ero abbagliato da… beh, dall’altra te. Sono stato uno stupido. E quando sei stata akumizzata in Principessa Solitudine ho iniziato a capire cosa provavo davvero.”

 

Marinette sospira e guarda le foto di Adrien sulla bacheca. “Possiamo riparlarne più tardi? Non mi va di fare questi discorsi al telefono,” dice, sedendosi di nuovo sul letto.

 

“Ma certo, se vuoi ne possiamo parlare quando ti pare!… Aspetta un attimo...” La ragazza sente un fruscio dall’altoparlante e qualche parola incomprensibile attutita, poi la voce di Adrien torna a farsi sentire: “Devo andare, meglio non far aspettare Nathalie, sono già in ritardo per colazione. A dopo!” saluta Adrien, sospirando.


“Ciao, a stasera. Ti amo!”. Marinette termina la chiamata posa il cellulare sul comodino e scende dal soppalco per prepararsi per la giornata.





 

Marinette è in accappatoio e sta prendendo dai cassetti i vestiti da indossare, quando il telefono squilla. La ragazza lo afferra, pensando che sia Alya ma sul display appare un numero sconosciuto.

 

“Chissà chi è,” borbotta, guardando Tikki, poi risponde: “Sì?”

 

“Parlo con la signorina Marinette Dupain-Cheng?” chiede una voce femminile dall’altoparlante

 

“In persona,” risponde Marinette, incuriosita, pensando: “sarà la solita chiamata pubblicitaria, come diavolo fanno tutte le volte a sapere come mi chiamo…”

 

“Buongiorno, sono Monique Dubois, La segretaria di Monsieur Boutin, della Maison Agreste,” dice la voce al telefono, interrompendo di colpo i pensieri di Marinette che fa quasi cadere il telefono per la sorpresa, lo riprende al volo e infine riesce a rispondere: 

“Di mic… ehm no, cioé mi.. mi dica!”

 

“Signorina Dupain-Cheng, la chiamo per avvisarla che l’abito che ha inviato per il contest è stato selezionato tra i finalisti. Potrebbe venire a consegnare il modello al nostro atelier in Rue des Boulangers domani alle 16?”

 

Marinette ha capito a malapena le parole della segretaria, il cuore che rimbomba nelle orecchie e riesce in qualche modo a rispondere: “M-modellare il conse….” balbetta, poi fa un respiro, mentre Tikki le vola davanti e annuisce per farle coraggio. “C-certamente che p-p-osso venire a consegnare il modello!”.

 

“Molto bene, allora la aspettiamo domani alle 16. Buona giornata,” risponde in tono professionale la segretaria e riattacca.

 

La ragazza rimane a guardare il telefono per qualche secondo, sotto lo sguardo interrogativo di Tikki e poi sbotta: “TIKKI! Sono tra i finalisti!” quindi si precipita ad aprire la botola e corre di sotto, nella cucina vuota. “Mamma?” chiede, e non vedendo nessuno Marinette apre la porta d’ingresso, fermandosi di scatto sul pianerottolo e rendendosi conto solo in quel momento di indossare solo l’accappatoio, mentre la porta si chiude alle sue spalle con un click.
 

Marinette si gira di scatto, si dà una manata sulla fronte dicendo tra sé “Oh cavolo!”, poi si appoggia allo stipite e sussurra ”TIKKI!! APRI LA PORTA!” saltellando sullo zerbino, meno gelido del pavimento di marmo.

Dopo un tempo che le pare interminabile, ma in realtà pochissimi secondi, la piccola kwami fa scattare la serratura dall’interno e Marinette risale di corsa in camera a vestirsi, seguita da Tikki che cerca di non mettersi a ridere.

 

La ragazza, dopo essersi vestita, scende nel retrobottega della pasticceria. “Mamma!” chiama Sabine che entra portando un vassoio vuoto.  

 

“Buongiorno tesoro, che succede?” domanda la donna.

 

“Sono stata scelta per la finale del contest di moda! Mi hanno chiamato adesso!”  spiega Marinette. “Sono così felice!”

 

Sabine guarda la figlia, posando il vassoio. “Che bello, Marinette! Sono così orgogliosa di te!” 

 

“Grazie mamma! Ma non ho ancora vinto,” spiega Marinette. “Il signor Agreste in persona e il suo staff sceglieranno l’abito e…. forse potrò sfilare con Adrien!” conclude, con aria sognante.

 

“Sono sicura che vincerai, ti sei impegnata tanto!” la rassicura la mamma, abbracciandola.

 

“Lo spero davvero, mamma,” commenta la ragazza, ricambiando la stretta. “Devo dirlo subito ad Alya!” continua, sciogliendo l’abbraccio. “Faccio colazione e la chiamo!” conclude, riprendendo la scala per il piano di sopra.




 

“Adrien, la colazione è pronta,” annuncia Nathalie, con uno sguardo di biasimo per aver sorpreso Adrien al telefono. ”Prima che tu vada, devo dirti qualche parola sulla premiazione del nostro contest, tra pochi giorni,” esordisce Nathalie sistemandosi gli occhiali sul naso e il tablet dietro la schiena, intercettando il ragazzo mentre esce dalla sua stanza.
 

“Sì, Nathalie, lo so. Sono due settimane che non si parla d’altro,” risponde Adrien, andando verso la sala da pranzo.
 

“Una persona che conosci, la signorina Dupain-Cheng, è stata selezionata tra le finaliste. Devo chiederti di non incontrarla fino alla premiazione. Rovinerebbe l’immagine della Maison perché creerebbe sospetti di irregolarità,” prosegue la donna in tono professionale.

 

“Credo di non aver capito bene,” sbotta il biondo. “Mi stai dicendo che non posso vedere una mia amica che partecipa al contest per...” si interrompe per tracciare le virgolette in aria con le dita “sospetti di irregolarità” Adrien pianta gli occhi in quelli di Nathalie “... quando nemmeno so chi sono quelli della giuria e nella Maison conto solo come bel faccino da mostrare?”

 

“Adrien!” esclama Nathalie ma lui la ignora. “Ovviamente questa sarà un’idea di mio padre, ci scommetto…”

“Adrien! Tuo padre lo fa per il bene della Maison,” lo blocca Nathalie.

“Certo, ma  non per il mio!” borbotta Adrien, rientrando in camera.

 

“Adrien!” la donna lo chiama di nuovo e lui risponde: “Non ho più fame”, chiudendo la porta alle sue spalle.

 

Appena entrato, Adrien si siede sul letto, i pugni chiusi in un gesto di frustrazione. “Lo sapevo che finiva così,” borbotta, mentre Plagg gli vola davanti al viso. 

“Calmati, Adrien, potresti attirare…”
“... un’akuma, lo so, Plagg...” lo interrompe Adrien, facendo dei respiri profondi per calmarsi.

 

“Non ce la faccio più, amico…” esordisce, allungando una mano per fare una rapida carezza sulla testa di Plagg che finge una smorfia.  “Non vedo l’ora di compiere 18 anni e scappare da questa gabbia. Ho tutto quello che i soldi possano comprare tranne… tranne una vita come tutti gli altri.” spiega il biondo, alzandosi e camminando avanti e indietro nella stanza.

 

“Gattino, ma tu puoi uscire da qui quando vuoi,” risponde Plagg, seguendolo.

 

“Certo, ma alla fine devo sempre tornare. C’è sempre qualcuno che mi dice cosa devo fare, chi posso vedere, con chi devo stare...” Adrien fa una pausa. “E meno male che Lila non si vede da parecchio, ora che i suoi sono tornati in Italia.” Sbuffa, sedendosi di nuovo sul letto. 

 

“Plagg!” sbotta il biondo “Nathalie ha detto che Marinette è stata selezionata per la finale! Devo dirglielo, sarà al settimo cielo!” esclama “Devo chiamarla! O forse è meglio di no… di sicuro l’avrà chiamata qualcuno dalla maison.”

 

Il kwami guarda il pianoforte “Beh possiamo sempre andare a dirlo di persona a Codini, no?”

 

“Plagg, te l’ho mai detto che sei geniale, a volte?” commenta Adrien, guardandolo di sbieco

 

“Non abbastanza, gattino. Per questa, devi del camembert pregiato!” risponde Plagg, sedendosi sul coperchio del piano.

 

“Dopo, amico mio, dopo. Plagg! Trasformami!” declama Adrien subito dopo, trasformandosi in Chat Noir. Una volta messo sull’ipod uno degli esercizi difficili al pianoforte apre la finestra e si dirige verso un terrazzo che ormai conosce molto bene.


Marinette posa il telefono con cui ha chiamato Alya per dirle della selezione quando sente bussare alla botola della terrazza. La ragazza sale la scala del soppalco e si affaccia all’apertura, giusto per trovarsi davanti la faccia di Chat Noir col suo miglior sorriso. 


“Chaton, che accidenti ci fai qua… presto, entra!” sussurra, facendosi da parte. “Che succede?” chiede, mentre lui entra e chiude la botola

 

“Congratulazioni. Sei stata selezionata per la finale” risponde lui, sempre sorridendo.

 

Marinette lo guarda di traverso sbuffando “Aspetta qui”, poi scende, si affaccia alla botola che dà sulla cucina, poi la chiude a chiave. Torna sul soppalco, guardando Chat Noir con aria seria “Sei venuto qui in pieno giorno per dirmi questo?” 

“Beh sì, pensavo che ti avrebbe fatto piacere” risponde il ragazzo, che comincia a preoccuparsi.

“Mi fa piacere ma..” borbotta lei lei, poi sbuffa e prosegue, le mani sui fianchi “ti rendi conto del rischio che stai correndo? Se ti avesse visto qualcuno? Scusa ma quello che ti ho detto al telefono?”

 

“Ma mi hai detto di fare attenzione a noi due.. noi. Non a Chat Noir e te... ” risponde Chat Noir, la mano dietro la nuca, a disagio “Io sono stato attento! Nessuno mi ha seguito. E poi..” fa una pausa, scuotendo la testa  “E per la telefonata, beh, avevi ragione. Ho avuto una discussione con Nathalie. Dice che … per non rovinare la reputazione della Maison non ci dobbiamo vedere fino alla fine del contest. Perché sei tra le finaliste. Le ho chiesto se stesse scherzando e le ho detto che avrei visto chi volevo io e poi mi sono chiuso in camera mia.”

 

Tikki si avvicina ai due e guarda entrambi.

 

Lo sguardo di Marinette si indurisce “Lo sapevo. LO SAPEVO” sbotta “LO SAPEVO che prima o poi sarebbe successo questo... casino.” e la ragazza si lascia cadere seduta sul letto, la testa tra le mani. “Ora tutti scopriranno che siamo insieme!“.
 

Marinette rimane in silenzio a lungo, senza cambiare posizione. Adrien si inginocchia davanti a lei per essere alla stessa altezza e allunga una mano per farle alzare il mento e guardarla, ma prima che possa toccarla lei sussulta, si raddrizza di colpo e si copre la bocca con una mano “Oh, no. Spero di sbagliarmi. Spero tantissimo di sbagliarmi, Micetto.” 


Chat Noir si allontana, colto di sorpresa “Mari, calmati e spiegami cosa ti preoccupa così tanto. Per favore” chiede alla ragazza che sembra sull’orlo di una crisi di panico.


Marinette guarda Chat Noir “Forse … forse qualcuno sospetta che tu sia Chat Noir e… forse Papillon sa cosa ci siamo detti quando… quando lo scorso Natale ci ha mandato il falso guardiano... Spero di sbagliarmi ma se Nathalie ti avesse detto questa cosa per farti uscire allo scoperto? Non ricordo precisamente cosa disse quando era akumizzata ma sembrava quasi che conoscesse Papillon. Che ingenua che sono! Non ci ho più pensato fino ad oggi!”
 

“Marinette, cerca di calmmarti, non pensare subito alla cosa peggiore, per favore” si intromette Tikki.

 

Chat Noir salta in piedi gli occhi spalancati per la sorpresa ed esclama “Non penserai mica che … Nathalie sia in combutta con…” stringe i pugni “No, non lo stai pensando sul serio!” poi, a voce più bassa “Nathalie può essere fredda come un ghiacciolo ma… no, non può avere a che fare con Papillon! Stai esagerando! Capisco che tu sia arrabbiata con lei, anche io lo sono, ma fa quello che dice mio padre quando ci proibisce di vederci.” prosegue e dopo essersi seduto accanto a Marinette “Non può essere, me ne sarei accorto!”

 

“Non è perché non ci possiamo vedere, è che … cavolo, ho paura, Adrien.” dice Marinette, spalancando gli occhi, il respiro che inizia ad accelerare “Ho paura che non ce la facciamo a batterlo e… allora... tutti... mi... sembrano... nemici” dice, tra un respiro soffocato e l’altro.

 

Chat Noir si siede accanto a lei, le mette un braccio sulle spalle e con la prende per mano “Calmati, Marinette. Respira!”

 

Marinette inghiotte a vuoto, stringe la mano di Chat Noir e inizia a calmarsi “Sì, hai… hai ragione…” appoggia la fronte a quella del ragazzo e continua “risolviamo un problema alla volta.. “ la ragazza  fa un respiro profondo, chiudendo gli occhi “Gattino, chiama Volpe Rossa col tuo bastone e dille di venire qui in incognito, preferisco non trasformarmi.” riapre gli occhi e si alza dal letto, scendendo dal soppalco e prendendo dalla cassapanca un involto ovale, coperto con un panno. 

 

Chat Noir apre il bastone e chiama Volpe Rossa, lasciando un messaggio “Ehi Rossa, c’è un’emergenza. Vieni a casa di Ladybug, in incognito, appena senti il messaggio.”

 

Mentre lui parla, Marinette, con mani leggermente tremanti scopre l’oggetto, che Chat Noir riconosce come la Miracle Box, e preme uno dei simboli sul lato superiore. Le decorazioni circolari sulla superficie dell’oggetto brillano in sequenza e si rivelano essere aperture dalle quali escono tutti i Kwami, che iniziano a fluttuare attorno ai due ragazzi. 

 

Chat Noir riconosce lo sguardo determinato di Ladybug negli occhi di Marinette, che dice, seria “Kaaliki, avrò bisogno di te tra poco.”

 

“Certo, Ladybug!” risponde lui.

 

Tutti gli altri iniziano a parlare contemporaneamente e Marinette li richiama all’ordine “Ssssh, buoni che vi spiego!” poi guarda Chat Noir “Gattino, rilascia la trasformazione, per favore, i Kwami devono conoscere il tuo aspetto”.

 

Lui fa come gli viene chiesto sussurrando “Plagg, ritrasformami”.

 

Marinette aggiorna rapidamente i Kwami sugli ultimi avvenimenti e aggiunge “se dovesse succedermi qualcosa, potete fidarvi di lui e di Volpe Rossa come vi fidate di me, chiaro?”

 

I kwami annuiscono all’unisono, mentre si sente il suono del campanello. “Nascondetevi, anche tu, Adrien. In bagno!” dice Marinette, andando ad aprire la botola e tornando pochi istanti dopo in compagnia di Alya.

 

“Sali, ti spiegherò tutto” dice Marinette all’amica, visibilmente allarmata,  chiudendo la botola “Puoi uscire, Micetto, Volpe Rossa è arrivata”.

 

Alya spalanca gli occhi senza capire “Volpe Rossa? Micetto?” ripete “Mari, cosa c’è?” chiede, ma l’altra le fa segno di aspettare, mentre Adrien esce dal bagno e resta a guardarla con la bocca aperta.

 

“A-aspetta… Volpe Rossa sei.. sei tu, Alya?” chiede Adrien senza spostare lo sguardo dalle due ragazze.

La rossa alza una mano ondeggiando le dita in segno di saluto “Ciao, Splendore.. Scusa un attimo” poi guarda Marinette “Mi vuoi spiegare cosa diavolo sta succedendo?”

“Ferme un attimo” si intromette Adrien, indicando Alya “non sei stupita che io sia …” la rossa lo interrompe “Adrien caro, è da quella sera che mi hai fatto il terzo grado su Ficcanaso che ho capito che eri tu. E non poteva essere nessun altro” termina, guardando di nuovo Marinette.

 

I tre vanno a sedersi sulla chaise longue e Adrien e Marinette riassumono nuovamente gli avvenimenti a partire dalla sera precedente, mentre Alya e Trixx li ascoltano in silenzio.

 

Alla fine, Marinette si alza per mettersi di fronte agli altri due ancora seduti “Ho un piano. Credo.” esclama

“Alya, mi serve un’illusione del nostro Chat Noir che esce dal terrazzo e si dirige… hmmm Casa di Adrien è a nord est, quindi dalla parte opposta. Fallo allontanare finché riesci a mantenere il controllo dell’illusione.” fa una pausa, mentre Alya annuisce “Gattino, io e te useremo il miraculous del Cavallo per aprire un portale per il bagno della tua camera, sperando che il trucco del piano abbia funzionato anche stavolta.” 

 

Marinette aspetta che anche Adrien annuisca, poi prosegue “Questa sera niente pattuglia, io domani andrò a consegnare l’abito come se niente fosse e… terrò gli occhi bene aperti.“ si ferma per guardare Adrien con aria sconsolata “hmm... sarà meglio che noi due non ci vediamo, in vesti civili, per alcuni giorni. Farai cosa dice Nathalie. Mi dispiace, Micetto.” 

La ragazza sospira e allarga le braccia, sempre guardando Adrien, che nel frattempo si è alzato in piedi “Vieni qui” lo invita, poi i due si stringono in un abbraccio.

 

Il viso di Marinette si appoggia al petto di Adrien, che abbassa la testa per baciarle i capelli “Insettina… sistemeremo anche questa” sussurra, poi la lascia andare e appoggia le mani sulle guance della ragazza, sollevandole il mento e avvicinando il viso al suo, lo sguardo che passa dagli occhi blu di Marinette alle sue labbra.

 

Alya si schiarisce la voce e comincia a battere un piede per terra “Ragazzi… ci sarei anche io, qui” guardandoli con una finta smorfia di disgusto. I due la guardano, Adrien lascia il viso di Marinette e mette una mano dietro la nuca, imbarazzato, mentre lei diventa immancabilmente rossa.

 

“D’accordo, allora. Andiamo.” dice Marinette dopo aver preso un profondo respiro.

 

“Trixx! Trasformami!” declama Alya, suonando immediatamente dopo alcune note col flauto “Miraggio!”.

 

Chat Noir appare accanto al letto di Marinette, apre la botola ed esce sulla terrazza.

 

Volpe Rossa chiude gli occhi, concentrata sull’illusione che sta proiettando.

 

Marinette si sposta di qualche passo, inforcando gli occhiali del Miraculous del Cavallo. “Kaaliki! Trasformami!” sussurra.

 

Un lampo di luce e Marinette indossa una tuta aderente simile a quella di Ladybug, ma completamente nera. Attorno alla vita e sulle spalle, delle linee bianche quasi luminose evidenziano le cuciture. In vita una cintura marrone con una fibbia a forma di ferro di cavallo. Gli stivali e i guanti sono marrone scuro. 

Una maschera nera le circonda gli occhi, le iridi grigio-azzurre. I capelli sono di un nero ancora più intenso, legati in una coda alta e lunghi fino in vita, sulle tempie sono apparsi due fermacapelli argentati a forma di ali, davanti alla machera, in equilibrio impossibile sul naso, un paio di lenti nere.

 

“Wow” si lascia sfuggire Adrien, notando come la tuta nera enfatizzi le forme di Marinette.

“Volpe Rossa, ci vorrà pochissimo e quando tornerò puoi interrompere l’illusione” dice, osservando l’altra annuire, sempre ad occhi chiusi.


“Sei pronto, Adrien?” chiede poi, mettendo le mani dietro la schiena e prendendo una coppia di ferri di cavallo “Viaggio!” esclama, facendo ruotare i due ferri davanti a sé in modo da disegnare un cerchio, che diventa immediatamente luminoso e mostra, come fosse attraverso una cascata, il bagno attiguo alla stanza di Adrien.

 

“Ciao, Rossa. Ci si vede” saluta Adrien, poi Marinette porge la mano al ragazzo e insieme entrano nel cerchio luminescente.

 

I due ragazzi escono dal portale ed al di là della porta chiusa del bagno sentono chiaramente il suono di un pianoforte. Adrien accosta un dito alle labbra e in punta di piedi si avvicina alla porta scorrevole per aprirla leggermente. Vede che la stanza al di là è vuota,  quindi esce e si avvicina al pianoforte. Durante una pausa della musica, Adrien spegne l’ipod, dopodiché sposta lo sgabello davanti allo strumento e ritorna in bagno, aprendo al massimo il rubinetto del lavabo.

 

“Sembra che anche questa volta il trucco abbia funzionato, è tutto come l’avevo lasciato.” sussurra all’orecchio di Marinette

 

“Almeno questa… Però sono sempre preoccupata. Fai attenzione, ok?” risponde lei, nello stesso modo. “Ti chiamo dopo” sussurra, e mentre allontana il viso dal suo orecchio dà ad Adrien un bacio sulla guancia, fa due passi indietro e senza togliere lo sguardo da lui, rientra nel portale, che si chiude un istante dopo.

Adrien sospira, “fai attenzione anche tu…” borbotta abbassando le spalle quando il portale scompare, poi chiude il rubinetto e ritorna in camera, sconsolato.




 

Marinette rientra nella sua stanza, trovandosi di nuovo di fronte Volpe Rossa.

“Tutto bene, puoi far sparire l’illusione” dice, mentre il portale si chiude.

 

“Kaaliki, ritrasformami” sussurra Marinette, subito imitata da Alya “Trixx, ritrasformami”.

 

Immediatamente dopo le due ragazze si lasciano cadere l’una accanto all’altra sulla chaise longue, si scambiano uno sguardo e Alya abbraccia l’amica, sussurrandole “Tranquilla, va tutto bene, l’illusione ha funzionato di sicuro, nessuno potrebbe sospettare che non fosse Chat Noir”.


“Grazie Alya.” risponde Marinette, cercando di ricomporsi e ricambiando l’abbraccio.

 

Dopo qualche minuto le due si alzano e Marinette fa rientrare i Kwami nella Miracle Box. Dopo averla nascosta nuovamente nel suo nascondiglio nel doppiofondo della cassapanca, la ragazza riapre la botola per la cucina.

 

“Ti va di accompagnarmi a prendere un po’ d’aria, Alya?” chiede Marinette mentre scendono. La rossa annuisce e pochi minuti dopo le due amiche escono dal portone.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

Quella mattina, pochi minuti dopo l’apertura della pasticceria di Tom e Sabine, un’anonima utilitaria bianca arriva e viene parcheggiata a pochi metri dal negozio, sulla strada dal lato della Senna. Non ci sono passanti, vista l’ora, quindi nessuno nota che l’autista non scende dall’auto e rimane ad osservare l’edificio della pasticceria e in particolare il terrazzo e la mansarda.

L’autista, verso le nove, vede una sagoma scura saltare sul terrazzo e scomparire dalla vista. Subito prende il telefono, compone rapidamente un messaggio e lo invia. L’uomo tenta di vedere cosa succede all’interno della mansarda, ma le tende chiuse dietro la finestra rotonda impediscono di vedere all’interno.

Mezz’ora dopo la stessa sagoma, che altri non è che Chat Noir, esce sul terrazzo e salta su un tetto in direzione sud. L’autista compone un altro messaggio e, col cellulare ancora in mano, sta per accendere il motore per seguire l’eroe, sente bussare al finestrino.

Fuori dall’auto c’è un corpulento ufficiale di polizia “Sa che è in divieto di sosta, vero?”

L’altro abbassa il finestrino, notando solo allora di aver parcheggiato con una ruota sulle strisce pedonali, e cerca di giustificarsi “N-no non lo avevo notato, agente… “ balbetta, infilando un dito nel colletto delle giacca a vento per allargarlo

“Brigadiere!” lo interrompe l’altro “Come non lo sapeva, è sulle strisce pedonali!”

“Mi dispiace, scusi, Brigadiere! Mi sono fermato per rispondere al telef..” prosegue l’autista

“AH!” sbotta il poliziotto “Stava usando il telefono alla guida?”

il Brigadiere Raincomprix, prendendo dalla tasca il blocchetto delle contravvenzioni e una penna, pronto a compilare una contravvenzione.. L’altro sbianca “No, no, non lo stavo usando, mi sono fermato proprio per poter chiamare e… “ si giustifica ancora

Il Brigadiere lo guarda di traverso, sfiorando il cofano dell’auto “Hmmm, sicuro che è appena arrivato? Non mi prenda in giro o finirà in guai grossi!”

L’altro si morde il labbro. “D’accordo, mi scusi ancora! Vado via subito!”

Il corpulento poliziotto lo guarda, fa due passi indietro e sospira “Per questa volta passi, è Natale, ma faccia attenzione, la prossima volta non sarò così permissivo! Se ne vada! E metta via quel telefono!” lo redarguisce il poliziotto, rimettendo in tasca il blocchetto delle contravvenzioni.

L’altro si affretta a chiudere il finestrino e mettere in moto, ripartendo immediatamente verso sud. “E guidi con prudenza!” gli grida Raincomprix.

 

Nathalie rimette in tasca il telefono “Signore, abbiamo la conferma che Chat Noir e la signorina Dupain-Cheng si frequentano. Cosa pensa di fare?”

Gabriel, dietro la sua postazione di disegno, alza un sopracciglio “Tutto faceva pensare che Chat Noir e Ladybug fossero innamorati. Ma finché possiamo sfruttare le debolezze di quei ragazzini” lo stilista fa una smorfia e prosegue “a nostro vantaggio, ben venga. Vedo che è una delle finaliste” spiega, mentre sullo schermo appare l’immagine dell’abito disegnato da Marinette e una fotografia presa da Instagram della ragazza sorridente stretta tra Adrien e Alya “E sta un pò troppo vicina ad Adrien” aggiunge.

“Certo signore.“ annuisce Nathalie ”Come da sua indicazione ho proibito ad Adrien di incontrarla, per evitare ogni possibile danno di immagine alla Maison.” spiega “Adrien però...” Gabriel la interrompe

“Ottimo lavoro.” commenta lo stilista

“Allora avremo la sua.. ehm.. collaborazione per farci dare i miraculous di Ladybug e Chat Noir.” borbotta

L’assistente dello stilista si schiarisce la voce “Intende akumizzarla?” chiede

“No, Nathalie, pensavo ad una tattica completamente diversa, questa volta. E avrò di nuovo bisogno di Mayura.” risponde lui, sfiorandosi il mento “Saprai tutto a tempo debito”. conclude Gabriel, uscendo dalla stanza. “Certo” concorda Nathalie, nascondendo un sospiro.

 

“Vedi, Alya… se Papillon scoprisse l’identità mia e di Chat Noir sarebbe un grosso problema. Potrebbe colpire le persone a cui siamo legati” dice Marinette, avvicinandosi all’amica mentre camminano, sentendo la tensione sciogliersi un po’

“Sì, ma.. hai detto che conosce l’identità di molti altri, eppure ci hai dato i miraculous per difenderci e non ci sono mai serviti, finora” risponde l’altra

“Ho paura che sia solo fortuna, o forse lui non pensa di poter ricavare un vantaggio. Ma l’altra cosa che mi preoccupa è…” Marinette si zittisce mentre incrociano una donna che spinge un passeggino con una bambina infagottata in un piumino. “che… Credo che Nathalie sospetti che io ed Adrien ci vediamo. E non mi piace come mi guardava ieri sera.” continua quando sono sole.

Alya la guarda “E perché dovrebbe essere un problema, scusa… Mari, siamo quasi maggiorenni, non vedo cosa…”

“Il padre di Adrien non accetterebbe mai che suo figlio si fidanzasse con… con.. con me.” sbotta la mora ”Hanno proibito ad Adrien di vedermi finché non finisce il contest per non rovinare l’immagine della Maison!” spiega, facendo una pausa per guardare a terra, a disagio “E poi c’è una cosa che non ti ho detto” Marinette abbassa la voce “Che veramente non ho detto quasi a nessuno” continua, cercando con lo sguardo, lungo il viale, una panchina in disparte.

Alya rallenta il passo, prendendo l’altra per mano “Che c’è? Mari, mi fai preoccupare così. Ne vuoi parlare?” chiede, puntando lo sguardo preoccupato negli occhi azzurri dell’amica.

Marinette distoglie quasi subito lo sguardo, portando Alya verso una panchina vuota.

Le ragazze si siedono e la rossa riprende la mano dell’amica, che sospira “Chat Noir è stato akumizzato per colpa mia. Lo sappiamo solo io e Bunnyx perché ho sistemato tutto. Adrien era... era impazzito, aveva trasformato tutto in un deserto d’acqua, aveva…” Marinette fa una pausa e rabbrividisce, stringendo la mano di Alya. “aveva ucciso Papillon. E me.” La ragazza fa un’altra pausa, poi prosegue a bassa voce:

“Non so perché è successo! Ma ha detto che è stato per il nostro amore. E io ho paura che c’entri la sua famiglia, che sapendo di noi gli facciano qualcosa, capisci?”

Alya la guarda spalancando gli occhi, poi la abbraccia.

“E lui… gliel’hai detto?” sussurra.

“Sì. qualche giorno fa. Ma dice di non preoccuparmi. Io non ci riesco. Ho ancora gli incubi, Alya! Continuo a vedere quegli occhi azzurri, continuo a sentire la sua voce che mi prega di salvarlo.” risponde l’altra.

“Ma hai sistemato tutto, no? Non è successo niente del genere,” dice Alya, per tranquillizzarla.

“io si ma... non.. non lo so. Ho paura che potrebbe ancora succedere” sussurra Marinette, staccandosi dall’abbraccio per guardare in faccia Alya..

L’altra la guarda negli occhi “Faremo in modo che non succeda. Adrien lo sa, non si lascerà akumizzare tanto facilmente. E io ti aiuterò. Non so ancora come, ma puoi contare su di me! Non per niente sono la tua migliore amica!” dice, stringendo le mani di Marinette tra le sue.

Marinette guarda l’amica negli occhi, poi l’abbraccia di nuovo “Grazie Alya” dice “Ti voglio bene” aggiunge, poi si scosta, asciugandosi rapidamente una lacrima, infine fa un profondo respiro e si alza in piedi “Mi sento meglio, adesso, devo tornare a casa, ho un abito da finire, domani dovrà essere perfetto!”

Alya annuisce, sorridendo “Brava, ragazza! E se ti fa stare più tranquilla, domani avrai la qui presente maestra delle illusioni a guardarti le spalle!” dice Alya, mentre Trixx fa capolino dalla sua borsetta.

“Di nuovo grazie, Alya…davvero” conclude Marinette, mentre prende sottobraccio Alya e si avviano verso la pasticceria. “Ehi, io devo tornare a casa, ho lasciato Nora a badare alle gemelle… sai com’è” dice Alya fermandosi davanti al portone della casa dei Dupain-Cheng

“Oh le conosco le tue sorelline, sono peggio della piccola Manon. Vai, non ti trattengo.” risponde Marinette guardando l’amica. “E scusa per averti fatto precipitare qui solo perché ero in panico….” aggiunge con aria triste, infilando la chiave nella toppa.

“Ehi, Mari” sussurra Alya, mettendole una mano sulla spalla e facendola voltare “non devi scusarti. Avevi bisogno e io sono venuta. Non ti lascerei mai nei guai, te l’ho detto!” poi le sorride e dopo qualche istante, vedendo che Marinette riprende la sua solita espressione, si allontana dicendo “Ora però scappo davvero… ci vediamo domani!”.

Marinette apre il portone e sale nell’appartamento, sospirando “Tikki, non so se ho fatto bene a parlare ad Alya di Chat Blanc ma… ormai è andata e mi sento meglio” commenta, una volta entrata in camera. “Marinette, non potevi tenerti dentro una cosa del genere ancora a lungo. E poi Alya ha ragione, insieme potete evitare che succeda. Ne hai parlato anche ad Adrien, quindi.. non vedo cosa potresti fare di più.” risponde la Kwami, svolazzando attorno alla sua portatrice che si sfila il cappotto.

“Cosa posso fare? Beh, battere Papillombre una volta per tutte.” la interrompe la ragazza, “Ma non so proprio come fare” conclude, lasciandosi cadere sulla sedia della scrivania.

Tikki si volta dall’altra parte, gli occhi al cielo, poi guarda di nuovo Marinette “Una cosa alla volta! Troverai il modo, mi fido di te”

“Grazie, Tikki…” risponde Marinette, spostando la sedia verso il manichino con l’abito “... ora dedichiamoci a questo. Papillombre può aspettare. L’abito invece dev’essere perfetto!” borbotta, mentre prende l’occorrente per cucire.

Marinette passa il resto della mattina a dare gli ultimi ritocchi all’abito e dopo una veloce pausa per il pranzo, nel tardo pomeriggio riesce finalmente a ritenersi soddisfatta del proprio lavoro, ammirando la propria immagine allo specchio.

“Finalmente posso dire che è finito!!” esclama la mora, girando su se stessa “Devo subito fare una foto e mandarla ad Alya!” commenta, allungando la mano per prendere il telefono dalla scrivania. La ragazza cerca di comporre l’inquadratura allo specchio e scatta qualche foto. “Marinette, ti mancano le scarpe!” fa notare Tikki, mentre l’altra alza le spalle “Beh anche le calze, se è per quello” risponde muovendo le dita dei piedi sul tappeto “Ma la foto è solo per farle vedere il vestito!” dice, mostrando il telefono alla Kwami, mentre preme il pulsante di invio. Trenta secondi dopo Alya la sta chiamando e Marinette risponde subito, attivando l’altoparlante “Ciao, parla pure, io intanto mi cambio” avvisa la ragazza appena risponde.

“Bel lavoro, Marinette, è bellissimo quel vestito. Ti sta meravigliosamente” inizia Alya al telefono “Ma ti mancano le scarpe!” aggiunge

“Anche tu?” sbuffa l’altra, coperta solo da un paio di mutandine rosa, mentre Alya al telefono non la sente e prosegue “Sfilerai scalza per una scelta di design o è per avere una cosa in meno da togliere dopo con Adrien?”

“ALYA! Ma cosa dici!” sbotta Marinette, arrossendo mentre si allaccia il reggiseno “Ovvio che indosserò le scarpe! E cosa c’entra Adrien?”

“Ma certo, Mari!” Alya scoppia a ridere “Ti stavo prendendo in giro!” dice, riprende fiato e poi continua “Ripeto, il vestito è proprio bello. Peccato che i giudici hanno solo scelto in base al disegno, se ti avessero visto indossarlo il premio sarebbe già tuo, sei bellissima!”

“Grazie…” borbotta Marinette, finendo di vestirsi “Spero che i giudici la pensino così, ci ho lavorato un sacco.”

Alya rincara la dose “Ma certo che vincerai! Sono sicura che apprezzeranno moltissimo il tuo impegno. Certo dipende chi saranno le altre ma tu sei di sicuro tra le migliori, quindi stai tranquilla e preparati a sfilare con Splendore!”

“Speriamo che non succeda niente con Nathalie e suo padre, rinuncerei subito al premio.” Marinette riflette ad alta voce “Mari? Guarda che ho sentito” la interrompe Alya “stai facendo uno dei tuoi soliti film mentali. E poi Adrien non c’entra niente con le decisioni nella Maison, quindi nessuno può accusarlo di niente.” esclama, alzando leggermente la voce “Forse hai ragione, Alya, è uno dei miei soliti film mentali…” risponde la mora, poco convinta “... penso che sarà il caso di aspettare e vedere.”

L’altra commenta, pronta “Si tratta solo di qualche giorno, dopotutto. Ti devo lasciare, sto aspettando Nino.. Ci vediamo domani!”

“Ciao… a domani..” saluta Marinette, poi chiude la chiamata.

 

Un sole tutt’altro che invernale sveglia Marinette da una notte un po’ agitata “Buongiorno, Tikki” borbotta sbadigliando, mentre si gira per ripararsi gli occhi dalla luce.

“Buongiorno Marinette” risponde la Kwami, con tono allegro “Sei riuscita a dormire? Ti sei agitata un po’...” chiede.

La ragazza si gira “Hmm.. non tanto bene, sono preoccupata per il concorso, ma soprattutto per me e Adrien. So che probabilmente esagero, quindi… devo evitare di pensarci.” fa una pausa, guardando la scatola in cui ha messo l’abito il pomeriggio precedente “Per quell’abito ho fatto del mio meglio e di più non posso fare.” “Andrà bene” la interrompe Tikki “Adesso non preoccuparti, oggi pomeriggio lo consegnerai e tra qualche giorno avrai la risposta. Ma sono sicura che sceglieranno il tuo!” la Kwami incoraggia la sua portatrice.

“Grazie, Tikki!” dice Marinette, allungando la mano per prendere la Kwami e appoggiarla alla guancia “Non so come farei senza di te” conclude, sentendosi improvvisamente triste.

“Ehi? Che succede?” domanda la Kwami, notando il cambio di espressione della ragazza

“Niente…” minimizza lei, poi “Il fatto è che…Ogni tanto ci penso e ho paura. Ho paura di dover rinunciare a tutti questi meravigliosi ricordi...“ si interrompe e guarda la scatola col diario, sulla scrivania “...per via… per via dell’essere guardiana” mentre parla sente salire un groppo alla gola e gli occhi pizzicare.

“Calma, Marinette!” la incoraggia di nuovo Tikki “Respira. Non succederà. TI ho promesso che ti aiuterò.. quando.. quando avremo sconfitto Papillon andremo al Tempio dei Guardiani in cerca di una soluzione. Nemmeno a me piace questa regola...” la Kwami vola davanti al viso di Marinette “è crudele e nei millenni ha creato un sacco di guai.”

Marinette tira su col naso e inizia a respirare lentamente cercando di non lasciarsi andare allo sconforto. Dopo qualche respiro inizia a sentirsi un po’ meglio e abbozza un sorriso. “Scusami. Non dovevo” dice a mezza voce

“Non scusarti… succede.” commenta l’altra “Stai meglio ora?”

“Sì, un po’ si..” risponde la ragazza tirando ancora su col naso “Meglio che scenda a fare colazione” borbotta, scendendo la scala del soppalco per entrare nel minuscolo bagno.

 

Marinette passa la mattinata nel negozio dei genitori, ma è un po’ distratta dalla consegna dell’abito nel pomeriggio e a pranzo mangia qualcosa distrattamente, risalendo poi in mansarda con una mela.

Aspettando Alya, Marinette si ritocca il trucco e nota sul portagioie la scatola della spilla che le ha regalato Adrien, la prende e osserva la spilla.

“Tikki, oggi userò la spilla che mi ha regalato Adrien, speriamo che mi porti fortuna!” commenta, mentre la appunta sul risvolto della giacca. Ha deciso di mettere i suoi soliti jeans aderenti, una maglia sotto la giacca nera.

“Mi sembra una buona idea, dopotutto è abbastanza piccola per non essere troppo visibile. E’ stato carino a regalartela.” approva Tikki, infilandosi nella borsa di Marinette proprio quando Alya suona il campanello.

Marinette, dopo aver indossato il suo cappotto blu scuro, scende per le scale della mansarda con tra le mani la grossa scatola dell’abito ed esce dall’appartamento, mentre Alya l’aspetta in strada.

L’aspirante giornalista indossa i consueti jeans ed un piumino arancione “A quanto pare nessuna delle due vuole far colpo sugli stilisti eh…” commenta Alya guardando l’amica chiudere il portone”

Marinette ridacchia, poi le ragazze si scambiano i due baci di saluto e si avviano verso la metro per raggiungere l’ufficio della Maison.

 

La sede del marchio Gabriel è in un vecchio palazzo anonimo, in una stradina vicino all’Università della Sorbona. Marinette ed Alya si presentano dal portiere, che indica un ascensore modernissimo, completamente fuori luogo con l’esterno del palazzo e spiega loro di salire all’ultimo piano. Le ragazze seguono le indicazioni ed escono dall’ascensore trovandosi in un grande open space ricavato sulla terrazza, con la parte centrale del soffitto di vetro, schermato da dei pannelli di stoffa.

Nel locale ci sono una dozzina di scrivanie, separate da basse pareti divisorie. lungo le pareti perimetrali sono allineati una serie di manichini da sarto, tutti senza testa, che mostrano alcuni dei capi più famosi del brand di Gabriel Agreste. In un angolo, dal lato opposto rispetto all’ascensore, c’è un piccolo bancone da bar con davanti due ragazze, intente a parlare con un uomo molto alto e una donna minuta.

Marinette ed Alya escono dall’ascensore e fanno qualche passo nella stanza. Subito una giovane donna piuttosto carina va loro incontro, è leggermente più alta di Alya, con un seno piuttosto appariscente, lunghi capelli scuri acconciati con una frangetta, in parte legati in una lunga treccina e il resto sciolti sulla schiena. Un paio di occhiali rettangolari con una montatura invisibile incorniciano due occhi scuri dal trucco molto leggero. La giovane donna indossa scarpe basse, una gonna nera appena sopra al ginocchio e una camicetta di un viola chiarissimo. Mentre la sconosciuta si avvicina, Marinette pensa che quello che indossa sia un ottimo outfit per la segretaria di uno stilista.

La donna osserva le due nuove arrivate sorridendo “Benvenute, sono Monique Dubois” si presenta “lei dev’essere la signorina Dupain-Cheng” aggiunge, porgendo la mano a Marinette che la guarda, poi osserva la scatola che ha in mano e si sente le guance avvampare.

Marinette passa la scatola ad Alya e infine stringe la mano della segretaria con un po’ esitante “s-sono io, piacere”. Monique sposta lo sguardo su Alya, porgendo la mano anche a lei, che restituisce la scatola all’amica e si presenta con un molto più pronto “Alya. Alya Césaire, piacere”, stringendo la mano della donna. Monique guarda infine la scatola e nota il lieve imbarazzo di Marinette “L’abito può darlo a me” dice, sempre con un sorriso amichevole, “vado a prendere un paio di fogli da farle compilare, nel frattempo potete aspettarmi all’angolo bar,” spiega, indicandolo “ci sono già altre due finaliste!” aggiunge, poi prende la scatola e si gira verso l’ascensore, entrandoci e premendo uno dei pulsanti.

 

Le ragazze si spostano verso il bar e avvicinandosi riconoscono una delle finaliste, la loro amica Martine, vestita più o meno come al party. La ragazza si congeda dagli altri con uno “scusate!” e si precipita a dare i consueti due baci alle amiche “Marinette! Che bello! Anche tu in finale!” esclama, poi guarda Alya “significa che non ho speranze, sei troppo brava! Ma non importa, sono troppo felice che anche tu sia qui!”.

Alya ridacchia e dà di gomito all’amica “Hai proprio vinto, ragazza” le dice, poi Martine torna a rivolgersi agli altri tre “Loro sono Marinette Dupain-Cheng e Alya Cèsaire” dice, indicando le ragazze “I signori sono Monsieur Boutin e Madame Roux due dei giudici del contest, mentre lei” Martine si rivolge all’altra ragazza, una biondina magra più o meno della loro età con un tubino blu “è Sophie Acoudre, un’altra delle finaliste. In tutto siamo in cinque!”

Monsieur Boutin si presenta porgendo la mano, è un uomo molto alto dai capelli brizzolati, indossa una camicia bianca e un vistoso gilet patchwork, dei pantaloni color senape, come le scarpe. Madame Roux è una donna di mezza età alta a malapena come Marinette, con un tailleur grigio molto elegante, capelli rossicci con pettinati in un caschetto stile anni ‘60.

Terminate le presentazioni, Martine e gli altri riprendono a chiacchierare, mentre Marinette si sente decisamente fuori posto ed inizia a guardarsi attorno ammirando gli abiti esposti sui manichini.

Improvvisamente tutti gli allarmi delle auto nella piazza sottostante la palazzina iniziano a suonare e tutti i cellulari dei presenti lanciano un segnale: allerta Akuma. Marinette ed Alya iniziano a guardarsi intorno, cercando un posto dove nascondersi per trasformarsi, mentre Martine prende in mano la situazione “L’uscita di emergenza, da quella parte” esclama, indicando una porta segnalata da un cartello verde e cominciando a muoversi in quella direzione.

Il gruppetto sta attraversando la stanza quando un’ombra oscura la parte centrale del soffitto e la vetrata esplode in una pioggia di schegge. Marinette ed Alya si tuffano appena in tempo sotto due scrivanie, mentre gli altri si gettano a terra lungo la parete, facendo cadere alcuni manichini. “Tikki!” sussurra Marinette all’altra che fa capolino dalla sua borsa “non mi posso trasformare qui, c’è troppa gente!” inizia a muoversi carponi verso la scrivania accanto “Devo aspettare che si allontanino o andare altrove..”

Improvvisamente la scrivania sotto la quale si era nascosta viene scagliata via e tra le grida di sorpresa dei presenti, Marinette si trova di fronte a un manichino da sarto senza gambe e testa alto cinque metri.

Al posto delle gambe il manichino ha un bastone metallico su una base a forma di cupola rovesciata, che fluttua a pochi centimetri da terra. Le braccia del manichino hanno scagliato lontano la scrivania e il busto senza testa si volta verso Marinette. La ragazza si sbilancia, colta di sorpresa e finisce seduta a terra, poi cerca allontanarsi dal manichino muovendosi all’indietro.

Con la coda dell’occhio Marinette vede Alya allungare una mano per afferrarla, ma mentre si volta e cerca di prendere la mano dell’amica sente un fruscio e qualcosa le si avvolge strettamente attorno al corpo, togliendole il fiato.

Da ciascun polso del manichino sono appena fuoriusciti una coppia di metri da sarto, che hanno avviluppato Marinette dalle caviglie fino alle spalle e ora la sollevano da terra, attirandola verso il manichino. Lei cerca di divincolarsi, ma più si agita più la stretta aumenta ancora, impedendole perfino di respirare normalmente.

La stretta diventa immediatamente insopportabile e Marinette si rende conto confusamente che Alya e Martine stanno cercando di liberarla, ma il manichino si solleva e mentre un cupo terrore si impossessa di lei, l’ultima cosa che vede prima di perdere i sensi sono le due ragazze che si sbracciano, inutilmente, per raggiungerla.


Nota dell'autore

Scusate l'attesa, ma questo capitolo è stato molto più travagliato del previsto.
In questo capitolo ho dovuto, per cause di forza maggiore, fare a meno di un beta reading. Scusatemi in anticipo se trovate errori e magari segnalatemeli!

Si avvicina la fine di quest'avventura per i nostri eroi, mancano forse un paio di capitoli alla conclusione.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Alya e Martine si scambiano uno sguardo preoccupato, Martine esclama “Scendiamo dalle scale di emergenza, presto, seguiamolo!” proprio quando le porte dell’ascensore di aprono e Monique rimane immobile sulla soglia, facendo cadere i fogli che teneva in mano “cos…” borbotta, poi scuote la testa e si precipita verso i due stilisti, inginocchiati a terra accanto ai manichini rovesciati.

“Monsieur Boutin!” Monique corre ad accovacciarsi accanto allo stilista, prendendolo per le spalle a aiutandolo ad alzarsi. L’uomo si riprende immediatamente “Sto.. sto bene, occupati delle ragazze” dice alla segretaria e, dopo aver aiutato anche Madame Roux e Sophie a rimettersi in piedi, le accompagna verso l’uscita di emergenza.

Monique va dalle altre due “Ma che è successo? L’Akuma era qui? Dov’è Marinette?” chiede. Alya schiuma di rabbia “L’ha RAPITA! L’Akuma l’ha rapita!” sbotta, poi dà una spinta alle altre due per farsi largo e si precipita a passo di carica verso l’uscita di sicurezza.

 

Pochi secondi dopo Alya scende dalla scala di emergenza, mentre Volpe Rossa raggiunge il terrazzo, cercando con lo sguardo tracce del manichino e della sua migliore amica. Non ha difficoltà a ricostruire il percorso dell’enorme manichino che, muovendosi saltando da un tetto all’altro, sbriciola tegole e coperture col suo peso.

Saltando sullo stesso percorso, il cuore in gola per l’ansia per la sorte di Marinette, Volpe Rossa prende il flauto e fa apparire un telefono semitrasparente, selezionando l’icona di Chat Noir. L’eroe non risponde, ma al suo posto Volpe Rossa sente la sua voce registrata “Miaou! Lasciate un messaggio, il gatto non c’è e i topi ballano!”.

Saltando sul tetto successivo con un grugnito, la ragazza cerca di chiamare anche Carapace e Ryuko, ma senza successo.

Finalmente, dopo aver saltato di tetto in tetto per quattro isolati Volpe Rossa, col fiato corto e il cuore che martella nelle tempie, avvista il manichino gigante.Si trova a una cinquantina di metri da lì, nel quartiere di Montparnasse. “Ma che intenzioni ha? Non sembra un’akuma, non ha detto nulla… probabilmente è un sentimostro” riflette la ragazza, ferma accanto a un comignolo, le mani appoggiate alle ginocchia mentre cerca di riprendere fiato.

L’eroina volpe aguzza la vista e vede Marinette saldamente legata sul petto del costrutto, che improvvisamente smette di saltare da un tetto all’altro, fermandosi bruscamente e sparendo alla vista, scendendo a livello della strada.

Borbottando insulti irripetibili, Volpe Rossa si precipita in quella direzione dopo aver visto uno sbuffo di polvere e fumo alire da dietro uno degli edifici che si affacciano sul cimitero di Montparnasse.

Arrivata sul tetto pochi istanti dopo, la ragazza scende e si ferma ai margini di una piccola voragine aperta nel terreno. Alya riconosce il posto, è molto vicino all’ingresso delle Catacombe. Mentre Volpe Rossa si lascia cadere sulle ginocchia, senza fiato, il suo flauto emette una breve melodia, lei lo prende e attiva il comunicatore. Sullo schermo semitrasparente appaiono i volti di Carapace, Ryuko e Chat Noir. I tre eroi iniziano a parlare contemporaneamente, finché lei non esclama, esasperata “RAGAZZI! Stato di massima emergenza. Venite immediatamente qui, seguite il punto indicato dal mio comunicatore, è meglio che ve lo spieghi di persona. SUBITO!”.

Gli altri tre sgranano gli occhi e ricominciano a parlare, coprendosi a vicenda e Volpe Rossa interrompe la chiamata, trattenendosi a stento da lanciare il flauto lontano.

Volpe Rossa si rialza in piedi e si avvicina lentamente all’orlo del piccolo cratere, di una decina di metri di diametro, aspettando che la polvere si posi, sforzandosi di respirare normalmente. Osservando all’interno del buco,la ragazza vede che non è molto profondo, ma che si apre su alcune gallerie scavate nella roccia, probabilmente un piano delle antiche Catacombe del periodo Romano.

Alcuni curiosi, dalle vie vicine, si stanno lentamente avvicinando al punto in cui si trova la voragine e Volpe Rossa sente delle sirene avvicinarsi. “Avanti, ragazzi, fate in fretta…” dice a mezza voce, più per calmarsi che rivolgendosi a qualcuno sente dei passi avvicinarsi di corsa. L’eroina volpe si volta, pensando di trovarsi di fronte uno degli altri portatori, invece è Martine, che si china vicino a lei, le mani posate sulle ginocchia per riprendere fiato “Finalmente… vi… siete… fermati… come… hai… fatto...” dice, tra un respiro e l’altro.

Volpe Rossa la guarda “Lascia perdere… piuttosto hai corso fino qui?” Martine fa un gesto della mano “volevo… aiutare…“ spiega, cercando di respirare, poi, appena riprende fiato si guarda intorno e domanda “dov’è Ladybug?” “Mi ucciderà per questo” borbotta Volpe Rossa tra i denti, fa un respiro e indica il buco nell’asfalto “L’akuma… o il sentimostro… quello che è, l’ha rapi...” l’altra la interrompe “Cosa? Vuoi dire che dobbiamo salvare anche … “ poi si blocca, gli occhi spalancati per la sorpresa, una mano alzata a coprire la bocca “Oddio. Non sarà mica…. “

“ssssh!” Volpe Rossa la ferma, guardandosi in giro, poi si avvicina a Martine, che le sussurra all’oreccho “Marinette?”

Volpe Rossa annuisce, seria “Martine, ascolta, è molto importante che nessuno a parte noi conosca la sua identità, ok. Sono costretta a fidarmi di te. Appena arriveranno gli altri, andrò a prendere il tuo miraculous e… e la salveremo”.

“Puoi fidarti, Volpe Rossa… non vi tradirei mai. Ma non mi hai ancora detto come hai fatto a.. ASPETTA.” Martine fa una pausa, poi, ancora più sorpresa “ No dai, questa è troppo… “ si avvicina di nuovo all’orecchio dell’altra “Alya?”

Volpe Rossa annuisce di nuovo, poi mette appoggia una mano sulla spalla di Martine “Andiamo da un’altra parte, dobbiamo parlare. Reggiti.” conclude, prendendola in braccio senza darle il tempo di reagire e saltando sull’edificio più vicino.

“Dobbiamo fare qualcosa per salvarla, prima che Papillon scopra che ha un miraculous. Non credo che lo sappia, altrimenti penso che l’avrebbe preso prima.” spiega Volpe Rossa appena le due arrivano sul tetto. L’altra osserva il capannello di gente che si sta formando attorno al piccolo cratere sulla strada. “Ma prima devo ricaricare il mio kwami, aspettami qui” continua, sparendo dietro un camino, in un lampo arancione.

Martine continua a osservare la strada, dove si sta radunando una piccola folla e la polizia sta arrivando a sirene spiegate, creando un cordone di sicurezza attorno al buco nell’asfalto.

Volpe Rossa si è appena ritrasformata ed tornata accanto a Martine quando un leggero tonfo le fa voltare “Che succede, Rossa? Dov’è Ladybug?” chiede Chat Noir ancora prima di aver visto Martine “e lei che ci fa qui?” aggiunge, dopo averla notata.

“Eh… “ inizia Volpe Rossa, guardando il ragazzo mentre pensa a una strategia “Oddio andrà fuori di testa quando saprà che Mari è in pericolo…” riflette, spostando lo sguardo sull’orizzonte, cercando tracce degli altri eroi.

“Allora?” insiste Chat Noir, con un'espressione tra l’infastidito e il preoccupato.

Volpe rossa fa un respiro, poi “D’accordo, vieni qui, Micio, e siediti…lei sa già tutto” indica Martine e fa una pausa, aspettando che l’altro esegua “Un… non so, akuma o sentimostro, ha rapito Marinette...”

Chat Noir si alza di scatto, guardandosi in giro “Da che parte? Dov’è? Perché stiamo qui a parlare?” fa un passo verso l’orlo del tetto, pronto a lanciarsi, ma Volpe Rossa lo afferra per la coda dando uno strattone.

“ASPETTA! Ci serve una tattica. E ci servono gli altri!” dice l’eroina mentre dal suo flauto si sentono alcune note “Uhm.. qualcuno mi ha contattata sulla mail del Ladyblog” borbotta, controllando rapidamente con la mano libera “Oddio. Papillon. Sul Ladyblog, guarda!”.

Chat Noir fa un passo indietro e si avvicina a Volpe Rossa, che tiene il flauto davanti a sé.

Da uno dei fori un fascio di luce arancione proietta l’immagine di una email con un video allegato, che si avvia.

Il video mostra il volto di Papillon “Di sicuro saprai contattare Ladybug e Chat Noir” dice, in tono brusco. L’immagine si sposta, inquadrando una stanza dalle pareti buie. Vicino ad una parete, sotto un fascio di luce giallastra si nota la sagoma di una persona minuta, completamente avviluppata da un nastro giallo, col mento piegato sul petto.

“Avanti!” ordina Papillon da fuori campo “Ripeti quello che ti ho detto!”

La sagoma alza la testa, è Marinette e sta tremando, gli occhi rossi e il trucco rovinato dalle lacrime.

 

Volpe Rossa deve trattenere Chat Noir con tutta la forza, il ragazzo ha i pugni stretti lungo i fianchi e il viso contratto in una smorfia di pura rabbia. Anche Martine si avvicina e gli mette le mani sulle spalle.

 

Marinette nel video tira su col naso e inizia a parlare “La..Ladybug. Cha...Cha… Chat Noir. Se volete li-liberarmi dovete portare il vostri” fa una pausa, deglutisce e riprende fiato “miraculous... dove vi sarà indicato. Troverete Mayura. Tra… un’ora da adesso”

Mentre l’inquadratura ruota si sente la voce di Marinette “Non venite! Non …” poi il suono di uno schiaffo, seguito da singhiozzi sommessi.

 

“BASTARDO!” ringhia Chat Noir, cercando di divincolarsi, “Me la pagherai molto cara!” sussurra poi, mentre Volpe Rossa sussulta e stringe i denti, mantenendo la presa.

 

Il volto di Papillon riempie l’inquadratura “Tranquilli, sta bene. Venite, prenderò i vostri miraculous e prometto che la libererò. Avrete le coordinate del luogo dello scambio al termine dell’ultimatum.”

Poi il video termina.

 

Volpe Rossa rimette il flauto dietro la schiena con una mano, e con l’altra continua a trattenere Chat Noir, ancora con le mani di Martine sulle spalle. Anche lei lo sta trattenendo con tutta la forza. L’eroe si volta verso la ragazza borbottando qualcosa ma lei lo fissa “Calmati, Chat. Per favore. Non è il momento di lasciarsi prendere dalla rabbia!” gli dice, guardandolo negli occhi, ridotti a due fessure.

“Lasciatemi” dice l’eroe in nero “devo fargliela pagare”, in un sussurro gelido che fa rizzare i capelli sulla nuca a Martine.

“CHAT!” esclama Volpe Rossa “Calmati, e ragioniamo. Stai facendo il gioco di quel… quel maledetto. E’ quello che vuole Papillon, potrebbe akumizzarti!” Volpe Rossa tiene sempre saldamente la coda di Chat Noir, che continua a tirare e prosegue sforzandosi di tenere un tono pacato “Non sappiamo nemmeno dove l’ha portata, prima dobbiamo capire dove sta. Abbiamo del tempo, e credo di avere un’idea! Smettila, dai… per favore. Fallo per Marinette. Solo noi possiamo aiutarla.”

In quel momento arrivano contemporaneamente Ryuko e Carapace e rimangono immobili osservando la scena. Martine si volta verso di loro e, riesce a dire, tra i denti “Va tutto.. quasi … bene. Non-non ce… la faccio a trattenerlo. Aiutatemi.”

Subito i due eroi sono ai lati della ragazza “Chat Noir, che cavolo succede?” sbotta Carapace, prendendolo per un braccio, con Ryuko che l’afferra per l’altro.

Finalmente, con gli altri tre a trattenerlo, Chat Noir smette di cercare di liberarsi “Ok.” dice, quasi afflosciandosi “Avete ragione. Mi calmo.” Appena Chat Noir smette di tirare, Volpe Rossa lascia andare la coda del suo costume e rapidamente prende il flauto “La faccio breve. Guardate” spiega, e fa ripartire il video.

Tutti sussultano sul finale del filmato e Ryuko sibila “Papillon. Ditemi dove sta e giuro sul mio onore che vi porto la sua testa su un vassoio.”

“Lascia perdere,” risponde pronto Chat Noir “Volevo farlo io ma Rossa qui me l’ha impedito” spiega, aprendo e chiudendo i pugni.

“Ragazzi!” sbotta di nuovo Volpe Rossa “Non è il momento di farci prendere dalla rabbia!” sbuffa guardandosi intorno, prima di proseguire “Dobbiamo trovarli, ma prima devo dirvi una cosa molto importante.“ la ragazza fa un respiro profondo “Ladybug per il momento non può intervenire perché…. perché è Marinette.”

Gli altri la guardano con gli occhi sbarrati, senza parole ma Ryuko annuisce leggermente abbozzando un sorriso “Lo sospettavo. Non poteva essere che lei.” pensa Kagami.

“Quindi dobbiamo fare l’impossibile per aiutarla. Credo non sia un più un segreto che la conosciamo tutti anche in veste civile” conclude Volpe Rossa, guardando gli altri uno alla volta.

“Non so bene come faremo, quel posto è un labirinto di chilometri e chilometri di gallerie. Non intendo farmi trovare impreparata una volta che sapremo dove sono.. Dobbiamo agire d’anticipo, ho un’idea ma mi servono altri Miraculous. Userò un’illusione per poterli andare a prendere, voi aspettate qui e” alza leggermente la voce piantando le iridi in quelle feline di Chat Noir “non fate niente di stupido. D’accordo, Micio? Aspettatemi qui.”

“D’accordo” accetta Chat Noir, sedendosi per terra a gambe incrociate.

Volpe Rossa annuisce, poi accosta il flauto alle labbra “Mirage!” dice, poi suona alcune note. Accanto alla ragazza appare una sua copia, mentre lei scompare alla vista.

Gli altri eroi e Martine si scambiano un’occhiata e lei, leggermente in imbarazzo rivela a Carapace e Ryuko “Beh, oramai avrete capito che io sono Honey Bee”.

Mentre si scambiano un saluto, Chat Noir sente una vocina “Chat Noir! Finalmente!” si volta e vede una piccola sagoma rossa andargli incontro, fermandosi contro il suo petto. Il ragazzo alza le mani a coppa e accoglie Tikki.

“Tikki! Come sta Ma...Ladybug? Sei scappata?” Chiede Chat Noir, richiamando l’attenzione degli altri con “Ehi!”.

Chat Noir prende Tikki tra le mani delicatamente e si alza in piedi, con gli altri che si avvicinano mentre la piccola kwami lo guarda e inizia a spiegare “Sì, credo di si… posso… posso portarvi da lei! Dobbiamo salvarla.. io ho dovuto… ho dovuto lasciarla da sola! Non volevo farlo, ma lei ha insistito. Non potevamo fare niente senza svelare la sua identità… Per favore facciamo in fretta!”

“Calmati Tikki, vorrei andare subito anche io. Ma Volpe Rossa ha un piano, almeno così dice.. ho promesso che l’avremmo aspettata qui” risponde Chat Noir “ha detto che le servono altri miraculous” aggiunge Carapace.

Tikki sospira, poi si alza in volo dalle mani di Chat e inizia a muoversi nervosamente intorno a loro. Martine e Ryuko, quasi allo stesso tempo esclamano “Tikki!” e la kwami si ferma di colpo, mentre le due ragazze si guardano per un attimo, poi Ryuko fa un cenno a Martine e lei riprende a parlare “Potremmo guadagnare tempo se ci dici dove la tengono, così quando Volpe Rossa sarà qui ci andiamo subito”.

La creaturina annuisce, mentre Chat Noir si avvicina e le mette accanto il bastone con la mappa della zona “Dunque…” inizia Tikki, dandogli indicazioni che lui segue muovendo la mappa, finché “Se non ha cambiato idea, Papillon parlava di questo punto per lo scambio” dice Tikki, indicando un punto circa ad un isolato di distanza da loro. “E io sono scappata da qui..” indica un altro punto a una cinquantina di metri dal precedente.

Mentre Chat Noir e Tikki stanno ancora osservando la mappa, Volpe Rossa riappare accanto a loro “Eccomi” inizia, poi nota la kwami “Tikki! Come sta? L’hai lasciata da sola?” sbotta, guardandola.

“Bene, sta bene. Ma… dobbiamo fare in fretta. So dove la tengono.” risponde Tikki. Volpe Rossa annuisce, poi spiega “Dò qualcosa da mangiare a Trixx e andiamo. Ma prima” fa una pausa avvicinandosi a Martine “Martine Meyer” annuncia, in tono solenne “questo è il miraculous dell’Ape. Te lo affido, usalo per un bene superiore. Alla fine della missione me lo restituirai, d’accordo?”

“Certo!” risponde la ragazza, prendendo il pettinino dalle mani di Volpe Rossa e infilandolo tra i capelli corti, facendo apparire Pollen, che la saluta con un inchino. “Pollen! Trasformami!” esclama subito, assumendo l’aspetto di Honey Bee. “E ora salviamo Marinette! ci restano solo 40 minuti”

 

Volpe Rossa, nascosta dietro il camino per ricaricare il proprio Kwami, inizia a spiegare “Ecco il mio piano: visto che sappiamo dove andare, userò il potere del Viaggio per arrivarci subito e nasconderci in attesa di Mayura. Io creerò un’illusione di Ladybug che entrerà con Chat Noir e nasconderò me e Honey Bee.. Una volta che Mayura sarà arrivata, pretenderemo di vedere Marinette e quando ci porterà da lei interverremo: Honey Bee paralizzerà Papillon mentre Carapace si occuperà di bloccare Mayura dentro una cupola. Ryuko si terrà pronta a tenere occupati sentimostri o akumizzati che potrebbero intervenire.”

Gli altri annuiscono quando vengono nominati, ma Chat Noir interrompe la spiegazione “Aspetta, ma non possiamo liberare direttamente Marinette, visto che sappiamo dove la tengono?”

Volpe Rossa si avvicina all’amico “Ci avevo pensato, ma temo che Papillon si aspetti proprio una mossa del genere, dobbiamo illuderlo di averci in pugno”

Chat Noir e gli altri riflettono qualche istante scambiando cenni di intesa, poi lui annuisce “Hm. Mi sembra sensato. D’accordo, e io?”

Volpe Rossa gli mette una mano sulla spalla “Tu avrai il compito più importante: liberare Marinette e portarla dove si possa trasformare al riparo da occhi indiscreti e poi toglieremo i Miraculous a Papillon e Mayura. Non dobbiamo perdere quest’occasione.” “E se Papillon non ci fosse?” chiede Ryuko sfregandosi il mento, pensierosa.

“Ci sarà.” risponde Volpe Rossa “Non perderebbe mai l’occasione di togliervi personalmente i Miraculous. Perché farlo fare ad altri quando può farlo da solo e vedere con i propri occhi la sconfitta dei suoi avversari?” fa una piccola pausa “Ricordate: la nostra priorità è liberare Marinette, ma se riusciamo a farlo battendo Papillon e Mayura, meglio.”

“Va bene.” annuisce Chat Noir “Non riesco a pensare a Marinette là da sola. Andiamo a salvarla.” esclama, prendendo il bastone dalla cintura. Volpe Rossa prende da una piccola borsa a tracolla un contenitore ovale, da cui estrae il miraculous del Cavallo. Indossa gli occhiali e Kaalki appare accanto a lei. Il kami e la ragazza si scambiano uno sguardo, poi lei declama “kaallki, Trixx, unione!” congiungendo le mani davanti a sé.

Un lampo di luce e il colore predominante del costume di Volpe Rossa è diventato marrone, avambracci e parte inferiore delle gambe nere. Le orecchie da volpe si sono rimpicciolite e sono quasi invisibili nei capelli rossi, sfumati al nero in una lunga coda. Anche lei ha due fermacapelli d’argento a forma di ali sulle tempie, e una cintura con un motivo a ferro di cavallo in vita.

“Viaggio!” esclama, la ragazza, formando un cerchio davanti a sé. A pochi centimetri dalle mani di Volpe Rossa si materializza un cerchio luminoso che diventa una sorta di apertura che dà su un ambiente quasi completamente buio.

“Chat Noir, vai per primo, tu che vedi al buio. Controlla la situazione per qualche metro e poi entreremo noi. Dall’altra parte ricaricherò il potere del miraculous mentre aspettiamo Mayura”. L’eroe in nero annuisce e si avvicina al portale. Quando passa accanto a Volpe Rossa lei gli mette una mano sulla spalla e dà una lieve stretta di incoraggiamento, sussurrandogli “Ti giuro che la salveremo”, Chat Noir fissa la ragazza con uno sguardo pieno di determinazione e salta nell’apertura, affacciandosi di nuovo pochi istanti dopo “Tutto tranquillo, per adesso, facciamo in fretta prima che arrivi qualcuno. Appena dentro ci sono un paio di buoni nascondigli.”

Uno alla volta il gruppo di eroi si infila nell’apertura. Volpe Rossa chiude la fila, facendo scomparire il portale subito dopo esserci entrata.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Marinette sta piangendo sommessamente “Sono una pessima Ladybug. La peggiore. Mi sono fatta catturare così” pensa, cercando di ignorare il bruciore alla guancia dove Papillon l’aveva colpita “Ora… ora dovranno venirmi a salvare e si metteranno in pericolo. Tikki ti prego fai in fretta” proseguono le sue cupe riflessioni, mentre un brivido di freddo la scuote. Per quanto si sforzi di trattenere le lacrime, miste di frustrazione, paura, quelle continuano a scendere, aumentando ancora di più la sua sensazione di impotenza.

La ragazza si trova completamente immobilizzata da quello che a prima vista può sembrare una corda ma è un lunghissimo metro da sarto, seduta per terra contro la parete in una stanza sotterranea molto umida, illuminata a malapena da una vecchia lampadina gialla, chiusa in una gabbietta sul soffitto.

“Per fortuna Papillon non ha trovato il mio miraculous” pensa con un altro brivido Marinette, cercando inutilmente una posizione più comoda, mentre inizia a perdere sensibilità alle mani immobilizzate “Non capisco perché mi ha portata qui… e se mi avesse vista con Chat?” il pensiero non la rincuora affatto “Sarà una furia quando arriverà qui, speriamo che Alya lo tenga calmo” riflette, mentre i minuti passano lentamente.

“Deve avermi visto con lui, altrimenti avrebbe preso un ostaggio a caso. Invece il sentimostro puntava proprio su di me… E adesso sono bloccata qui e non posso fare niente. Sono un fallimento come supereroina...dovevo stare più attenta”

Presa da questi pensieri Marinette si volta verso sinistra e scorge l’inizio di un lungo corridoio, in cui è volata Tikki per poi sparire attraverso una parete. L’ambiente è buio per una ventina di metri e poi illuminato da fioche luci all’altezza del pavimento. Il sentimostro entrando ha provocato dei piccoli crolli dove il corridoio, scavato in modo rozzo, era troppo basso per farlo passare. Marinette è appoggiata a una sorta di colonna quasi in un angolo della stanza e di fronte ha un corridoio completamente buio.

Dopo un tempo che le sembra interminabile, quando finalmente le lacrime si sono fermate, Marinette viene di nuovo presa dallo sconforto “No!” borbotta “Non posso rischiare di essere akumizzata.” ripete tra sé, sentendo dei passi avvicinarsi dal corridoio buio di fronte a lei.

“Sentimannequin, andiamo. Prendi la nostra ospite.” una voce di donna riecheggia dal corridoio, seguita da Papillon, la sua sagoma illuminata all’improvviso dalla luce di una lampada portatile entra nella stanza, subito affiancato da Mayura.

Marinette sussulta vedendo il sentimostro avvicinarsi fluttuando per afferrarla. Cerca di dibattersi quando la raggiunge, ma la stretta del costrutto è ferrea e la solleva facilmente, seguendo gli altri due in un altro corridoio in discesa, che si trasforma subito in una ripida scala. La ragazza si fa forza ed esclama “Non ti daranno mai i loro miraculous!”, sperando di guadagnare tempo.

Papillon e Mayura continuano a camminare lungo gli scalini “Davvero?” chiede lui, sprezzante “Io invece sono sicuro che il tuo amichetto Chat Noir arriverà subito a salvare la sua principessa in pericolo. Lui e quella Ladybug sono solo dei ragazzini!”.

La ragazza cerca di reprimere la rabbia, stringendo i pugni, ma non si trattiene e sbotta “Ragazzini che ti hanno sempre dato il filo da torcere, mi pare.”

L’uomo si ferma di colpo, e Mayura gli mette una mano sul braccio “Questa volta sarà diverso” risponde lui, gelido, poi riprendono a scendere finché la scala termina e si allarga in una lunga sala dal soffitto inaspettatamente alto, con una fila di sei colonne tonde di pietra grezza allineate al centro, di circa metro di diametro, distanziate di due. La stanza è appena più larga di sei metri, illuminata in modo irregolare dalla luce che filtra da alcune aperture nel soffitto e da quattro luci elettriche negli angoli, puntate verso l’alto.

Appena Papillon entra, frantuma le due lampade più vicine con un colpo di bastone, mentre Mayura e il sentimostro proseguono verso il centro della stanza. “Sentimannequin, sai cosa devi fare” ordina Mayura, tenendo in mano un piccolo manichino di legno da pittore mentre si sposta all’altra estremità della sala.

Il sentimostro lascia cadere Marinette accanto alla seconda colonna vicino a Papillon, in penombra, dalla parte opposta a dove si trova Mayura, poi si gira verso il muro e con un paio di pugni frantuma e fa cadere qualche pietra che sposta di lato, aprendo un vano nella parete in cui si infila, nascondendosi nel buio.

La ragazza chiude gli occhi per ripararli dai frammenti e dalla polvere, quando li riapre sente la voce di Papillon dal buio del corridoio da cui sono arrivati “Tra pochi minuti saranno qui. Finalmente il mio desiderio si potrà avverare”.

Mayura si avvicina a Marinette, la solleva dal pavimento appoggiandole la schiena alla colonna, poi, ignorando le sue proteste, le attacca un pezzo di nastro adesivo sulla bocca, dopodiché si allontana di nuovo “Tra poco arriveranno a liberarti, stai buona” le dice voltandosi. Marinette rimane immobile ma di nuovo non riesce a trattenere le lacrime, miste di frustrazione e paura e ricomincia a piangere in silenzio.

 

Accovacciato nell’oscurità dietro un angolo, Chat Noir continua a pensare alla sua ragazza rapita: "Mari aveva ragione. Non dovevo andare da lei in pieno giorno senza un valido motivo. Di sicuro mi hanno spiato, magari hanno anche scoperto la mia identità. Cavolo” il ragazzo stringe i pugni “Ora è da sola, senza Tikki, nelle mani di quel maledetto..” lancia un’occhiata da sopra la spalla a Volpe Rossa, nascosta poco distante e visibilmente preoccupata quanto lui.

Volpe Rossa sobbalza, sentendo una melodia provenire appena udibile dal flauto, lo prende, sussurrando “ecco il messaggio di Mayura” mentre dallo strumento viene proiettata l’immagine della donna, circondata dall’oscurità, rimpiazzata da una porzione di mappa di Parigi con un piccolo cerchio rosso “Questo è il luogo dell’incontro” dice la voce di Mayura in tono impersonale “Avete 10 minuti” aggiunge, poi il videomessaggio finisce.

“Brava Tikki, abbiamo sbagliato solo di pochissimo” sussurra di nuovo Volpe Rossa “Pensi di poter raggiungere Marinette senza essere vista?”

“Credo proprio di sì. Posso passare attraverso i muri e arrivare da lei” risponde la Kwami

“Bene, cerca di essere là allo scadere del tempo, non si sa mai” suggerisce la ragazza, alzandosi in piedi e facendo cenno agli altri. Subito Honey Bee le si avvicina e le due si scambiano un’occhiata. Volpe Rossa sussurra “Mirage!” e accosta il flauto alle labbra, suonando una breve melodia. In un lampo arancione accanto a Chat Noir appare una esatta copia di Ladybug, di una fedeltà impressionante “Mi raccomando, Micetto, non toccarla o scomparirà” gli ricorda l’eroina volpe, mentre lei e Honey Bee scompaiono, mimetizzandosi nella semioscurità.

Gli eroi e la copia di Ladybug si incamminano verso il punto indicato da Mayura, imboccando un corridoio in discesa, abbastanza largo da poter procedere in coppia affiancati e poco poco si trovano davanti un arco, oltre il quale Chat Noir, che vede al buio, nota una fila di colonne.

Il ragazzo si ferma, sollevando una mano per segnalare agli altri di fare altrettanto a un paio di metri dalla soglia, quindi si volta “Allora noi andiamo avanti, sapete tutti cosa fare” sussurra a Carapace e Ryuko che annuiscono, appiattendosi contro le due pareti opposte del corridoio, stringendo lo scudo e il bokken.

 

Dopo aver fatto un respiro per calmarsi, Chat Noir e la copia di Ladybug sorpassano l’arcata. Alle loro spalle, rese invisibili dal Miraculous della Volpe, Honey Bee e Volpe Rossa, li seguono a breve distanza, mentre gli altri due eroi restano nel corridoio buio.

“Siamo qui!” annunciano Chat Noir e Ladybug, appena entrati.

All’improvviso nella stanza si accende una luce, vicino a una delle colonne: Mayura ha una lampada portatile, come quelle che si usano nelle autofficine, che punta verso l’entrata. I due eroi alzano una mano per coprirsi gli occhi per un istante, poi Mayura abbassa il fascio di luce.

Mayura aggancia la lanterna ad un anello sulla colonna “Vi aspettavo” dice, in tono piatto “Ora datemi i vostri Miraculous…”

“No.” la interrompe Chat Noir, deciso “Voglio vedere Marinette”.

 

Marinette, nella parte di sala ancora avvolta nell’oscurità, sente la voce di Chat Noir annunciare il proprio arrivo, poi vede la luce accendersi. Dal punto dove è appoggiata riesce a vedere il ragazzo e a malapena qualcosa di rosso accanto a lui. Cercando di non fare rumore, Marinette inizia a girare a fatica attorno alla colonna per vedere meglio, rendendosi conto che il pezzo di nastro che Mayura le ha messo sulla bocca non aderisce del tutto. Inizia lentamente a sfregare la guancia contro la pietra grezza, per toglierlo, ignorando i graffi che si sta provocando sul viso.

 

Chat Noir e Ladybug si fermano, Volpe rossa muove le labbra e la voce di Ladybug dice “Dobbiamo essere sicuri che stia bene, prima.”

“Non ti daremo un bel niente se prima non la liberi” aggiunge Chat Noir, piantando uno sguardo gelido negli occhi di Mayura.

“Hm.” mugugna la donna, riflettendo. Chiude il ventaglio e allunga la mano verso la lampada “D’accordo. Venite avanti, vi porto da lei” aggiunge, staccando la lampada e puntandola verso l’altra estremità della stanza, illuminando una sagoma minuta appoggiata a un’altra colonna. Chat Noir stringe più forte il bastone, guardando Mayura voltarsi e incamminarsi verso la ragazza seduta a terra. “Spero per voi che stia bene, se le avete torto un capello...” sibila Chat Noir, in un tono che fa rabbrividire Volpe Rossa a pochi passi da lui.

 

Approfittando dell’istante di oscurità, Carapace e Ryuko superano l’arcata, nascondendosi, stretti schiena contro schiena, dietro la colonna su cui era appoggiata Mayura poco prima. Non possono vedere Honey Bee e Volpe Rossa, ma sono certi che siano accanto a Chat Noir, invisibili.

Mentre gli altri avanzano, Honey Bee si è spostata oltre Mayura, passando dietro la fila di colonne, arrivando dietro a quella a cui è appoggiata Marinette. Martine stringe i pugni, frustrata per non poter liberare subito l’amica, poi nel lampo che illumina quel lato della stanza, nota altre due colonne oltre a quella accanto a cui si trova e poco oltre, l’imboccatura di un corridoio. Si sposta ancora lungo la parete per avere una visuale migliore e le sembra di notare, dietro l’ultima colonna, un movimento “Che sia Papillon?” pensa, raggiungendo, con una lentezza estenuante per non fare rumore, l’angolo della sala e cercando di osservare la situazione al meglio nel buio.

Allo stesso tempo Volpe Rossa si sta spostando lungo la parete opposta, per avvicinarsi a Mayura abbastanza da dare poi il tempo a Carapace di bloccarla.

 

Marinette è quasi riuscita a staccare il nastro dal viso e sfregando la guancia sulla spalla, si libera abbastanza da poter parlare, ma resta in silenzio. Da dove è seduta riesce a intuire dove si trova la nicchia in cui si è nascosto il sentimostro, ma l’oscurità dietro di lei è totale. Quando vede la luce spostarsi nella sua direzione, si volta in modo da nascondere il viso, accorgendosi solo in quel momento che sta trattenendo il respiro.

 

Chat Noir non riesce a togliere gli occhi da Marinette, seduta a terra e immobilizzata, dal collo alle caviglie, da una specie di corda gialla che la avvolge come le bende di una mummia. “Resisti, Marinette, stiamo venendo a liberarti” pensa. L’eroe deglutisce a vuoto, poi sposta lo sguardo sull’illusione di Ladybug di fianco a lui e stringendo la mascella sussurra impercettibilmente “Cataclisma”, sentendo l’energia distruttiva avvolgere la mano libera, che subito sposta dietro la schiena.

 

Papillon, nascosto dietro l’ultima colonna della sala, a pochi passi dal sentimostro nascosto sta pregustando il momento in cui avrà tra le mani i miraculous di Ladybug e Chat Noir. Rimane immobile quando il fascio di luce della lampada di Mayura illumina quel lato della sala, pronto ad ordinare al sentimostro di catturare i due eroi. Da dietro la colonna non può vedere che Marinette si è tolta il bavaglio.

 

Mayura si ferma alla colonna prima di quella a cui è appoggiata Marinette ed aggancia la lampada ad un anello metallico, voltandosi verso Ladybug e Chat Noir “Ecco, come potete vedere è incolume” dice, indicando la ragazza immobile.

Chat Noir si prepara a scattare verso Marinette e si affianca a Mayura, gli basterebbe solo un altro passo per allungare la mano e ridurre in polvere ciò che imprigiona la sua amata.

 

Marinette sente i passi avvicinarsi, ma rimane voltata per far credere di essere ancora imbavagliata. Sente Chat Noir vicinissimo e riesce a sentire Papillon muoversi a un paio di metri da lei. La ragazza si toglie del tutto il bavaglio e mentre si gira, grida a pieni polmoni “CHAT! Scappa, è una trappola!”

 

Papillon balza, rabbioso, da dietro la colonna brandendo il bastone, con cui colpisce Marinette sulla nuca, gridando “ZITTA, maledetta ragazzina!” nel preciso istante in cui il sentimostro esce dal nascondiglio e si getta verso Chat Noir e l’illusione di Ladybug con le braccia tese.

 

Volpe rossa sente l’urlo di Marinette e con un salto è dietro Mayura, da dove sussurra “Realtà!” facendo scomparire le illusioni e tornando visibile. Da quell’istante succede tutto in un lampo.

Chat Noir vede Marinette afflosciarsi come un sacco, cadendo in avanti priva di sensi, e con un ringhio si lancia con la mano destra avvolta da scintille nere verso Papillon “Me la pagherai!” grida.

Ryuko, nascosta dietro la prima delle colonne della fila si lancia dietro Chat Noir verso il sentimostro, Carapace sbuca dall’altro lato della colonna e corre verso Volpe Rossa, che è apparsa dietro le spalle di Mayura e sta cercando di immobilizzarla circondadola con le braccia tenendo il flauto di traverso davanti alle braccia della donna. L’eroe lancia lo scudo davanti a sé poi salta vicino alle due in lotta esclamando “Barriera!” mentre rotola sulla schiena e riprende al volo lo scudo.

 

Chat Noir spicca un salto per raggiungere Papillon ma l’uomo scarta di lato, spostandosi dietro la mole di Sentimannequin. L’eroe cerca di evitarlo chinandosi, ma è sbilanciato e finisce col toccare il costrutto con il Cataclisma. Il manichino si blocca per un istante, ricoprendosi di crepe, poi allarga le braccia e inizia a girare vorticosamente su sé stesso. Chat Noir non fa in tempo a pensare “Merde!” che si ritrova a rotolare per terra, colpito da Ryuko che l’ha appena tolto dalla traiettoria del sentimostro impazzito.

Ruotando sul piedestallo con le braccia allargate, il costrutto sbriciola parte delle colonne che ha accanto, in una fitta nube di polvere che oscura l’aria, ma la volta rimane incredibilmente al suo posto. Papillon alza il braccio col bastone per proteggersi il viso e non vede il sentimostro volare verso di lui. Mayura smette di divincolarsi dalla stretta di Volpe Rossa e Carapace e vedendo il sentimostro spostarsi verso Papillon, lo dissolve richiamando l’Amok, che esce dal piccolo manichino che la donna lascia cadere a terra.

 

Ryuko e Chat Noir si rialzano nella nube di polvere e notano vagamente una sagoma gialla muoversi, mentre sentono la voce di Honey Bee gridare “Veleno!”. Quando la polvere inizia a scendere Chat Noir si volta verso il punto dove stava Marinette e si ritrova paralizzato dal terrore. “No. No. No. No.” continua a ripetersi, come un mantra “No! Marinette!” riesce infine a gridare, cadendo in ginocchio. Dove era legata Marinette ora c’è solo un mucchio di macerie. Il ragazzo si sposta a carponi verso le pietre e inizia freneticamente a spostarle.

 

Tutti gli altri eroi sono raggelati di fronte alla scena, la prima che riprende il controllo è Ryuko, che si accovaccia accanto a Chat Noir e gli ordina “Spostati! Rischi di farti male! Ci penso io!” scostandolo con uno spintone e declamando “Drago d’acqua!”. Il corpo di Ryuko diventa trasparente come acqua, si insinua tra le pietre e un istante dopo gran parte delle macerie viene spostata da una violenta folata di vento, seguita da Ryuko che riappare accanto a Chat Noir.

Volpe Rossa abbandona la presa su Mayura lasciandola dentro la cupola e a Carapace e con un grido strozzato “Mari! No! MARI!” si precipita verso l’amica immobile.

Marinette è coperta di polvere ed è completamente immobile, Chat Noir si getta in ginocchio accanto a lei e le prende una mano, inerte. “Amore! Mari! Rispondi, ti prego” singhiozza, togliendole dolcemente la polvere dal viso e vedendo il guanto sporco di sangue.

Anche Ryuko si inginocchia accanto a Marinette e dopo un istante di esitazione le prende l’altra mano. I due vengono raggiunti da Volpe Rossa praticamente in lacrime che ignora i segnali del ciondolo del suo miraculous, che in un lampo di luce interrompe la trasformazione e lascia il posto a una tuta nera con avambracci e stivali bianchi, effetto del miraculous del cavallo, ancora attivo. La ragazza rimane in piedi accanto alle pietre, sconvolta, coprendosi il viso con le mani.

Mentre continua a chiamare inutilmente Marinette, l’anello di Chat Noir inizia a lampeggiare e sotto gli occhi esterrefatti di tutti la trasformazione termina, lasciando Adrien inginocchiato con la testa di Marinette in grembo “Avanti, Mari… non lasciarmi. Ti prego, rispondi!” esclama, poi si gira verso le altre due “Non respira! Aiutatemi!” abbracciandola. Il ragazzo tira un sospiro di sollievo quando, pochi attimi dopo, si accorge che Marinette respira debolmente ma questo non placa l’ondata di panico che l’ha travolto, impedendogli di pensare lucidamente.

Anche Tikki li raggiunge e inizia a volare freneticamente vicino a Marinette, chiamandola per nome. La kwami viene raggiunta da un preoccupatissimo Plagg, quando un lieve tonfo attira l’attenzione di tutti. Volpe Rossa e Honey Bee, che si è avvicinata a Papillon dopo averlo paralizzato approfittando del trambusto, si voltano e vedono Mayura impallidire, inginocchiata per terra “A.. Adrien?” farfuglia, poi con un filo di voce “Duusu, ritrasformami”.

Carapace non la trattiene ma lascia attiva la barriera e come gli altri è stupefatto, spostando lo sguardo da Adrien a Marinette e poi su Nathalie che con voce rotta si rivolge ad Adrien “A… Adrien io.. io non.. io… io l’ho fatto per.. per te! Per la tua famiglia.. ”

Il ragazzo, ancora in lacrime, si volta di scatto, furibondo: “Tu? Mayura eri tu, Nathalie? COSA avresti fatto?” grida con voce roca “guarda che cosa hai fatto, a.. a Marinette, alla ragazza che amo…” Adrien riprende fiato “Per me? La mia famiglia?” alza ancora la voce “Guarda! L’hai quasi uccisa! Ti odio! La mia Mari..” poi scosso dai singhiozzi abbraccia la ragazza immobile, sussurrandole qualcosa tra le lacrime.

Improvvisamente il panico abbandona la mente di Adrien e tutti i pezzi del puzzle vanno al proprio posto “Allora mio padre è…. Papillon!” riflette, accantonando il pensiero..

Ryuko si alza in un lampo, puntando il bokken alla gola di Nathalie, ma il bastone cozza contro la barriera “Non la passerai liscia” sibila, trattenendo a fatica le lacrime.

Anche Nathalie è visibilmente sconvolta e cerca di parlare “Adrien io… io… mi… mi dispiace tanto… io non.. forse posso rimediare col potere di Duusu”

Adrien risponde gelido, senza guardarla “Non ti sembra di aver fatto già abbastanza?” Nathalie per un attimo vede in Adrien lo stesso atteggiamento del padre.

“Vi prego” implora Nathalie, guardando gli altri “Fatemi provare. Forse posso salvarla, prima che sia troppo tardi. Dopo vi consegnerò il Miraculous.. Duusu, diglielo tu..” Il kwami è rimasto immobile accanto a Nathalie, osservando la povera Marinette con gli occhi sbarrati. “Sì, posso fare qualcosa.”

Cinque paia d’occhi si spostano su Duusu, poi finalmente Honey Bee “Facciamola provare, Adrien, ti prego! Non possiamo star qui senza far niente! Volpe Rossa… o come ti chiami, dobbiamo cercare aiuto!”

Il ragazzo annuisce. “D’accordo” accetta con un filo di voce, sempre stringendo Marinette.

“Duusu, trasformami” sussurra Nathalie, riprendendo l’aspetto di Mayura e aprendo il ventaglio. La donna ne stacca una piuma, poi la soffia verso Marinette. L’Amok vola lentamente verso i due ragazzi abbracciati, poi si dirige verso la spilla a forma di farfalla sul bavero della giacca di Marinette, entrandovi.

Sotto lo sguardo stupefatto dei presenti, accanto a loro appare lentamente una sagoma fatta di fumo bluastro, che prende le sembianze di una donna dai lunghi capelli biondi gli occhi verdi come quelli di Adrien, vestita con un completo candido.

Adrien rimane a bocca aperta, poi scuote la testa “M… mamma?” sussurra.

La donna sposta lo sguardo sul ragazzo “Adrien” risponde, avvicinandosi e accarezzando dolcemente i capelli biondi del figlio, per poi guardare il volto pallido di Marinette.

“La ami, non è vero?” chiede senti-Emilie “Più della mia stessa vita, Mamma..” risponde lui, deciso, poi non riesce più a trattenere i singhiozzi. La donna lo guarda negli occhi “Mi dispiace tanto, Adrien, non sono davvero la mamma, ma posso aiutarla. Non piangere, è solo molto, molto debole.” dà un’ultima carezza sulla guancia ad Adrien, poi si volta e dà un bacio sulla fronte di Marinette.

Lentamente una calda luce dorata si irradia dalle labbra di Senti-Emilie, fino ad avvolgere Marinette e Adrien. Allo stesso tempo il sentimostro inizia a diventare sempre più evanescente, fino a scomparire, avvolta dalla luce. Tutti gli altri sono costretti a distogliere lo sguardo per un istante, poi il bagliore svanisce.

Adrien sta stringendo a sé Marinette che all’improvviso sussulta e dà qualche colpo di tosse, spalancando gli occhi. “Adrien? Ma…” borbotta, zittita dalle labbra del biondo sulle sue. Il ragazzo ha gli occhi lucidi ma sono lacrime di gioia “Marinette! Stai bene!” esclama appena si allontana per riprendere fiato, poi entrambi vengono travolti dall’abbraccio di Volpe Rossa, Ryuko e Honey Bee. Carapace è ancora in piedi dietro a Mayura, che in un lampo bluastro riprende l’aspetto di Nathalie e si accascia sul pavimento accanto a Duusu privo di forze.

Il ragazzo disperde la barriera e si china su Nathalie, appoggiandole due dita sul collo “Anche lei è solo svenuta” annuncia, staccandole la spilla del Pavone dalla giacca mentre la gira su un fianco.

Honey Bee lascia la stretta e “Ehm… non vorrei rovinare il momento ma…” avverte “non so quanto rimarrà ancora così” prosegue, indicando col meno Papillon, immobilizzato sulla difensiva. Gli altri aiutano Marinette a rimettersi in piedi e a levarsi un po’ di polvere di dosso mentre Adrien le spiega brevemente l’accaduto, poi estrae da non si sa dove un triangolo di Camembert e lo porge a Plagg che lo divora all’istante per poi tornare a svolazzare accanto alla Guardiana.

Il biondo guarda Marinette negli occhi e i due annuiscono contemporaneamente. “Basta segreti.” esclama lei e poi entrambi attivano la trasformazione.

Ladybug fa due passi verso Nathalie, si china e solleva delicatamente Duusu prendendolo tra le mani a coppa. “Grazie” gli sussurra, per poi affidarlo a Ryuko, che si asciuga rapidamente gli occhi col dorso di una mano mentre il suo miraculous inizia a suonare, seguito da quello di Carapace. “Andate a nutrire i vostri kwami, non si sa mai” li esorta Ladybug, poi prende per mano Chat Noir ed entrambi si avvicinano a Papillon.

Gli eroi sono di fronte a Papillon e Ladybug esclama “Lucky Charm!” ritrovandosi tra le mani un paio di manette rosse a pois neri.

“Ehi, Gattino, stavolta il Lucky Charm è piuttosto… ovvio, eh?” Nota la ragazza, facendo l’occhiolino

“Davvero, My Lady… Posso avere l’onore o vuoi farlo tu?” chiede di rimando

“Hmm occupati del bastone, meglio essere sicuri” risponde lei dopo un istante

“Cataclisma!” declama Chat Noir, sfiorando il bastone da passeggio che Papillon, immobile, impugna col braccio con cui si ripara il viso, tramutando l’oggetto in polvere.

Mentre parlano gli altri eroi si raggruppano attorno ai due eroi e a Papillon ancora immobilizzato.

Ladybug guarda Chat Noir, poi mette una mano sulla sua “Perché non insieme?” propone.

Il ragazzo annuisce in silenzio, poi entrambi tolgono la spilla dal petto di Papillon, facendone emergere Nooroo e annullando la trasformazione di Gabriel. Dopodiché Ladybug, passato un momento di esitazione, fa un cenno e Honey Bee annulla l’effetto sull’uomo.

Gabriel si guarda attorno per una frazione di secondo, stringendo i pugni, poi abbandona le braccia lungo i fianchi.

“Papà” esclama Chat Noir, sprezzante “O forse dovrei dire padre, giusto? A dire la verità...” il ragazzo guarda il padre con sguardo glaciale “Dovrei dire ex padre, visto che non voglio avere come genitore uno sporco terrorista senza scrupoli che approfitta dei sentimenti degli altri per… cosa poi?”

L’uomo lo guarda negli occhi, stringendo la mascella “Adrien… Io l’ho fatto per.. Per noi. Tua madre...” ma il ragazzo lo interrompe, alzando la voce “Cosa c’entra la mamma, adesso? E dimmi, cosa avresti fatto per me? Mi hai tenuto come un carcerato! E una specie di trofeo da mettere in mostra! Sei solo un egoista!”

“Adrien!” ora è Gabriel ad alzare la voce “Ti proibisco di..”

Chat Noir lo interrompe di nuovo “Non credo che tu sia nella posizione adatta per proibire”, facendo un passo indietro mentre Ladybug gli mette una mano sulla spalla per sussurrargli qualcosa all’orecchio.

Ladybug si avvicina a Gabriel, che rimane immobile senza opporre resistenza, le mani di Honey Bee e Volpe Rossa sulle spalle.

“Signor Agreste” inizia Ladybug in tono serio “E’ finita, il Miraculous della Farfalla tornerà dove dev’essere custodito. Quanto a lei, la consegneremo alle autorità.”

La ragazza gli si avvicina e lo ammanetta, poi torna di fronte all’uomo “Mi dica solo perché.” chiede, avvicinandosi a Chat Noir e prendendogli la mano.

“Io… volevo riavere mia moglie.” inizia a spiegare Gabriel, come se parlasse di qualcun altro “Ha usato un miraculous danneggiato ed ora è… in una sorta di coma. Il desiderio voleva riportarla con me.. con noi. L’ho fatto per noi.”

Ladybug sente la mano di Chat Noir iniziare a tremare, e la stringe più forte. Il ragazzo apre la bocca un paio di volte senza dire niente poi sbotta “Sei un pazzo! Non l’hai fatto per me né per la mamma” tira su col naso e poi continua “L’hai fatto per te! Lei non… non avrebbe mai accettato una cosa del genere! Mai! E nemmeno io.”. Chat Noir sente gli occhi riempirsi di lacrime, un misto di rabbia, delusione e tristezza gli chiude la gola ma riesce comunque ad aggiungere “Mi vergogno di essere tuo... figlio. Come hai potuto fare tutto questo?”.

Ladybug circonda il petto di Chat Noir con le braccia, sussurrando “Adrien..” e il ragazzo risponde all’abbraccio.

Gabriel li osserva e poi sbotta “Non avevate il diritto di impedirmelo! Voi non potete capire, siete solo dei ragazzini. Non potete sapere cosa voglia dire amare una persona così tanto da desiderare di non esistere più senza di lei! L’avrei riportata da noi a qualsiasi costo, non mi importa di nessun altro! Solo la MIA famiglia..”

Nathalie spalanca gli occhi, sorpresa, poi abbassa lo sguardo verso il pavimento alle ultime parole di Gabriel, che termina “Volevo un futuro migliore, volevo che fossimo di nuovo una famiglia felice!”

L’uomo sta per riprendere a parlare ma viene fulminato dagli sguardi degli altri eroi. “Stia zitto!” sbotta Ladybug, guardandolo fisso negli occhi “Non dica un’altra parola. Anche se la morte di sua moglie è un evento indubbiamente terribile, non aveva bisogno di rincorrere un desiderio da esprimere con due oggetti magici per avere una famiglia felice." Ladybug osserva brevemente Nathalie, e poi un po' più a lungo Adrien. "Aveva tutto davanti agli occhi, chiaro e lampante come il sole. Aveva una donna che l'adorava e un figlio che l'amava da impazzire. Un figlio che non si meritava gli anni di segregazione e prigionia che gli ha fatto subire per inseguire un'illusione! Avrebbe potuto ricostruirsi una vita e rendere felice suo figlio, invece ha scelto di diventare un terrorista! Noi non possiamo capire cosa voglia dire amare una persona in quel modo? Davvero? Perché crede che Chat Noir, anzi no, suo figlio si sia precipitato qui a salvarmi? Perché pensa che si sia sacrificato per me più volte di quante possa ricordarmi in tutti questi anni che ci siamo affrontati? Per fare un dispetto a suo padre?”

Ladybug è furiosa, lascia andare Chat Noir per avvicinarsi minacciosa a Gabriel

“Se c’è qualcuno che deve tacere è proprio LEI.” L’uomo fa un passo indietro, gli occhi spalancati per la sorpresa, ma finisce sbattendo contro Honey Bee che l’afferra da dietro per il colletto della giacca.

Ladybug alza ancora la voce, il fiato corto “Non ha forse sfruttato ogni tipo di emozione, perfino quella di bambini in fasce, per ottenere il suo scopo? Non ne aveva il diritto! Aveva il Grimorio, l'ha letto, sapeva benissimo che i Miraculous sono stati creati per un bene superiore, non per manipolare la realtà per motivi personali! Guardi cosa ha fatto a suo figlio, ai suoi amici! Guardi cosa ha fatto a ME! Sono qui solo perché la sua assistente ha capito che voi due stavate commettendo un gravissimo errore!“

La ragazza si volta verso Chat Noir, che la guarda immobile con le braccia lungo i fianchi e i pugni serrati. Lui farfuglia, in lacrime “Dovevo capirlo. Dovevo accorgermene. È anche colpa mia!”.

Lo sguardo di Ladybug si addolcisce e lei abbraccia nuovo Chat Noir, stringendolo anche per calmare la propria rabbia “No, Gattino. Non potevi rendertene conto.” sussurra.

“Ma tu l’avevi sospettato...” risponde lui singhiozzando

“Lo so. Ma lui purtroppo è stato più furbo. Non potevamo accorgercene.” continua Ladybug, accarezzando la nuca di Chat Noir, che dopo un istante di indecisione la abbraccia a sua volta.

“Adrien…” sussurra Ryuko, aggiungendosi all’abbraccio. Gli altri eroi e Nathalie osservano la scena senza riuscire a dir nulla, Honey Bee sta trattenendo le lacrime, Volpe Rossa si è voltata e ora abbraccia Carapace.

Dopo un po’ Chat Noir si calma e lui e Ladybug alzano di nuovo gli occhi su Gabriel, che sta guardando a terra e non sembra intenzionato a dire altro. Gli altri eroi si spostano in modo da circondare Gabriel, mentre Carapace e Volpe Rossa aiutano Nathalie a rimettersi in piedi, a qualche passo dal suo principale.

Chat Noir si volta verso Nathalie “Non possiamo far finta di nulla, anche tu eri complice di Papillon” dice “Ma testimonierò a tuo favore” aggiunge Ladybug, poi esita “Sembra … Beh che tu mi abbia salvato la vita.”

Nathalie annuisce “Devo assumermi le mie responsabilità, lo so bene.”

“Ci sono altri coinvolti? Il Gorilla?” chiede Chat Noir, interrompendola.

La donna lo guarda “No. Il go… voglio dire l’autista… Insomma, lasciate fuori Gaston da questa faccenda. Lui non sapeva nulla.”

Nathalie fa una pausa, lo sguardo a terra, poi prosegue a voce più bassa, come se parlasse a sé stessa ”Quanto a me, sono stata una stupida. Credevo che…oh, al diavolo cosa credevo io.” La donna stringe i pugni, poi sospira e prosegue, guardando i presenti negli occhi ma evitando Gabriel. “ Adrien.. e voi tutti, potrete mai perdonarmi?”

Nessuno parla per un tempo che sembra interminabile, poi Chat Noir finalmente risponde “Io… sono successe troppe cose, non… non lo so, Nathalie. Mi dispiace.”

Ladybug prende la parola di nuovo: “Rendersi conto di aver fatto un errore è il primo passo. Poi bisogna provare a rimediare. Essere Ladybug mi ha insegnato anche questo, Nathalie. E visto che ci hai aiutati, chissà se il mio Lucky Charm possa fare qualcosa.“

La ragazza guarda tutti gli altri, “Usciamo di qui e consegnamo Papillon alla polizia. Volpe Rossa, sai dove portarci” dice, poi si avvicina a Gabriel, mettendosi da un lato. Chat Noir la imita, affiancandolo dall’altro. Ryuko e Carapace si affiancano a Nathalie, con Honey Bee e Volpe Rossa, col miraculous del cavallo, alle estremità della piccola fila.

“Certamente, Ladybug” risponde quest’ultima, sorridendo: “Viaggio!” e apre un portale luminoso, in cui entrano tutti.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Il portale creato da Alya sbuca all’esterno, poco lontano dal cratere in cui il sentimostro si era infilato poco più di un’ora prima.

Il gruppo di eroi si ritrova immediatamente circondato da una ventina agenti del GIGN, il reparto antiterrorismo della Gendarmeria in assetto da operazione, elmetto e visiera. I Gendarmi formano rapidamente un cordone attorno al portale, creando una specie di muro con gli scudi, dietro di loro una fila di transenne e molta gente, telecamere, curiosi... Ladybug si mette davanti a Gabriel ma subito inizia una raffica di flash. Lei li ignora mentre un ufficiale, un uomo di mezza età, tarchiato, che porta un berretto invece del casco, si avvicina “Ladybug!” saluta portando due dita alla visiera “Cosa succede? Sappiamo che è stata rapita una ragazza, sta bene?” poi guarda Gabriel “Un attimo… perché il signor Agreste è ammanettato?”

Lei lo guarda “La ragazza rapita è… è al sicuro. Il signor Agreste… ” Ladybug fa una pausa, lanciando un’occhiata a Chat Noir “... dovreste prenderlo in custodia: è Papillon.” L’ufficiale spalanca gli occhi, stupefatto “Cosa?” chiede incredulo, sfilandosi il berretto. “Sì, signore, gli altri possono testimoniare. E anche la sua… assistente. Ci ha aiutati a catturarlo.” spiega Ladybug, guardandolo fisso, mentre il suo Miraculous inizia a lampeggiare. “Mi perdoni ma ho un solo minuto prima di ritrasformarmi” aggiunge, prontamente affiancata da Alya col miraculous del Cavallo, che mostra all’ufficiale il messaggio di Papillon. Ladybug toglie le manette a Gabriel, che anche se non oppone resistenza viene trattenuto da Carapace “E queste mi servono” fa un passo di lato per lanciarle in aria esclamando “Miraculous Ladybug!”.

La nube di coccinelle magiche vortica attorno a loro, riparando la voragine nell’asfalto e avvolgendo anche Ladybug che si concede finalmente un sospiro di sollievo, ormai solo la tensione nervosa la teneva in piedi.

L’ufficiale si gratta il cranio rasato sussurrando qualcosa al microfono dell’auricolare che porta, poi annuisce, alza le spalle e ammanetta Gabriel annunciando “la dichiaro in arresto per sospetto terrorismo”

Ladybug annuisce e guarda Chat Noir “Gattino, lascio la situazione in mano a te, ricarico il mio Kwami e sarò qui in un attimo” avverte, lanciando immediatamente dopo lo yoyo verso il tetto più vicino. Chat Noir la segue con lo sguardo, cercando di non pensare ai paparazzi che si stanno radunando dietro al camion del GIGN.

Con una rapidità sorprendente, gli agenti della squadra speciale fanno salire tutti sul centro operativo mobile. Mentre si avvicinano, i ragazzi concordano di non parlare delle identità segrete degli altri eroi.

Gli agenti li fanno salire sul retro di un grosso camion che funge da centro operativo. L’ambiente è diviso in due da una porta, la parte in cui salgono ha le pareti coperte di monitor e cassetti metallici. Due cassetti sono aperti e contengono altrettante tastiere di computer. I quattro agenti all’interno scendono per far posto ai portatori dei Miraculous, a Gabriel in manette e Nathalie.

Gabriel chiede semplicemente l’assistenza del proprio legale per poi chiudersi in un mutismo ostinato, quindi viene fatto subito scendere e preso in custodia da altri due Gendarmi.

Appena entrata, Nathalie chiede di parlare in privato con l’ufficiale che coordina il corpo speciale.

L’uomo che aveva parlato con Ladybug si apparta con Nathalie. “Signorina Sancoeur, intende collaborare?”

“Sì, signore.” risponde Nathalie, guardando l’uomo negli occhi.

L’agente apre la porta e fa entrare Nathalie in una piccola stanza, con un minuscolo tavolo con di fronte una sedia, su cui fa sedere la donna. Da un cassetto sulla parete l’ufficiale prende un piccolo registratore, lo posa sul tavolo e inizia a registrare alcuni dati per la deposizione, le proprie generalità e registra quelle di Nathalie, infine le fa cenno di iniziare a parlare. Nathalie fa un lungo respiro “Intendo assumermi le mie responsabilità per non aver fatto nulla per fermare Papillon. Anzi per essere stata sua complice per l’ultimo anno e mezzo. Io … io mi sono resa conto che quello che stava facendo non era giusto, che faceva soffrire troppe persone. Purtroppo me ne sono accorta troppo tardi perché mi ero invaghita di.. di Gabriel Agreste. Lui è diventato Papillon perché… voleva riportare in vita la moglie, che si trova in una specie di stato di coma provocato magicamente. Ma nel modo sbagliato. Le parlerò di cose a cui probabilmente non crederà, magie millenarie e gioielli magici, penserà che io sia pazza ma è tutto documentato in un antico libro.”

L’ufficiale alza un sopracciglio, ma la invita a proseguire, e Nathalie riassume il piano del rapimento di Marinette e gli avvenimenti del pomeriggio, ma non fa cenno né all’identità di Ladybug né a quella di Chat Noir. Mentre l’assistente di Gabriel racconta, l’uomo apre di uno spiraglio la porta e mimando il gesto di scrivere, fa cenno a una collega di prendere le dichiarazioni dei ragazzi.

La giovane agente con la coda di cavallo inizia a raccogliere la deposizione di Ryuko, la più vicina a lei. La ragazza giapponese riassume gli eventi del pomeriggio, chiedendo di mantenere il segreto sull’identità di Ladybug e di non svelarla se possibile. La Gendarme si rivela comprensiva e non insiste.

Dopo la deposizione, Ryuko va verso la porta, a fianco della quale è appoggiato Chat Noir con le braccia conserte.

La ragazza lo guarda negli occhi poi si avvicina e gli sussurra all’orecchio “Io… mi dispiace per quello che hai scoperto. Come ti senti?” “Da schifo.” risponde Chat Noir con una voce appena udibile “E ho paura che sarà sempre peggio” Ryuko gli posa una mano sul braccio “Scusa, dovevo arrivarci da sola. Voglio che tu sappia che puoi contare su di me e sulla mia famiglia, per qualunque cosa. Mi spiace Adrien, ma devo proprio andare”. La ragazza si guarda intorno per assicurarsi che nessuno li stia osservando, dà un rapido bacio sulla guancia a Chat Noir ed esce dal camion.

Uno alla volta i ragazzi si siedono a un piccolo tavolo di fronte alla Gendarme che ha interrogato Ryuko e raccontano i fatti del pomeriggio, come d’accordo senza nominare Adrien o Marinette come alter ego di Chat Noir e Ladybug.

Carapace rilascia la sua deposizione e cede il posto ad Alya, che si è allontanata per ricaricare il miraculous del Cavallo e adesso ha di nuovo il miraculous attivo.

Passando accanto a Chat Noir, Carapace lo abbraccia prendendolo alla sprovvista ed esce senza dirgli nulla.

 

Ladybug scende in una stradina dietro l’edificio su cui è salita, al riparo da occhi indiscreti, appoggia la schiena a un muro e si lascia lentamente scivolare fino a sedersi a terra mentre la trasformazione si interrompe. La ragazza prende Tikki tra le mani a coppa e sente subito gli occhi riempirsi di lacrime. “Tikki” sussurra “io… sono così felice, non sai quanta paura ho avuto!”poi dà alla piccola creatura un biscotto. Tikki sorride all’amica poi con aria preoccupata “Stai bene?” le chiede vedendola piangere all’improvviso.

Marinette annuisce, asciugandosi le guance col dorso della mano “Sto.. credo, sì, credo di sì” fa una pausa, cercando di respirare profondamente senza gran successo “Non … non credevo che Papillon… “ la ragazza porta la mano libera alla bocca “povero Adrien, sarà terribile per lui, e l’ho lasciato da solo. Dobbiamo tornare dagli altri subito e…”

Marinette si guarda intorno spaesata, alzandosi “No, no, no, “ il respiro accelerato “prima devo avvertire mamma e papà, credo di averli visti dietro le transenne e…”

Tikki la interrompe “Marinette, cerca di calmarti adesso. Va tutto bene, ora sei al sicuro, respira… avanti! Guardami! Respira… “ la kwami vola davanti al naso di Marinette “Mari! Inspira... espira… Inspira... espira…”

Marinette la guarda seguendo faticosamente le sue istruzioni e finalmente, dopo una lunga serie di respiri profondi inizia a calmarsi.

“Come ti senti ora?” chiede Tikki visibilmente preoccupata.

“Un po'… meglio…” risponde Marinette tra un respiro e l’altro, asciugandosi la fronte imperlata di sudore con la manica. “Pensi di farcela ad andare dai tuoi? Ti vorranno riportare a casa però, come facciamo?” chiede la Kwami.

Marinette prende il telefono con le mani che tremano ancora leggermente “Non credo di riuscire a parlare a mamma e papà senza farli preoccupare. Manderò un messaggio, dico che Ladybug mi ha riportata a casa… Con questo caos ci metteranno almeno un’ora a tornare e avrò il tempo di andare a vedere come sta Adrien e tutto il resto…” spiega, mentre compone un messaggio e lo spedisce “Tikki, trasformami!” conclude subito dopo, risalendo sul tetto con lo yo yo e atterrando pochi secondi dopo di fronte al centro operativo della Gendarmeria. Come sempre, trasformarsi la fa sentire più sicura di sé.

Gli agenti fanno entrare Ladybug e lei si precipita da Chat Noir, che aspetta il suo turno per testimoniare in piedi accanto alla porta.

La Gendarme minuta con i capelli legati in una coda di cavallo è seduta a un tavolino di fronte a Honey Bee e sta raccogliendo anche la sua deposizione.

Mancano solo Chat Noir e Ladybug, che lo prende discretamente per mano. “Ce la fai?” gli sussurra.

Chat Noir la guarda, la mascella visibilmente contratta “Devo. Meno ci penso meglio è, ma dovrò scappare a casa, sperando che non ci sia già mezza Parigi. Senza contare che il Gorilla mi starà cercando e non possiamo certo rivelare chi siamo.” risponde Chat Noir in modo appena udibile.

Lei gli stringe la mano un po’ più forte “Non dire nulla sulle nostre identità. Sempre che tuo… che Papillon non decida di dire lui chi siamo. Cercherò di convincere le autorità a tenere le nostre identità segrete. Riguardo al Gorilla, che ne dici di usare di nuovo il Miraculous del Cavallo? Volpe Rossa ce l’ha ancora ed è qui fuori, diglielo.” vedendo del movimento dall’altra parte della stanza, Ladybug taglia corto “Ci vediamo questa notte, all’1 al solito posto. Ti amo.” sussurra stringendo ancora la mano del ragazzo “Vado io” conclude ad alta voce quando Honey Bee si allontana dalla ragazza con la coda di cavallo, prendendo il suo posto davanti alla giovane poliziotta.

 

Dopo la deposizione, Marinette riesce ad arrivare a casa appena in tempo, pochi istanti prima dei suoi genitori, accompagnati dal Brigadiere Raincomprix. Il poliziotto, con un tatto inaspettato da parte sua, si fa raccontare tutti dettagli possibili del suo rapimento. La ragazza è ancora molto a disagio nel ripercorrere quell’esperienza e deve interrompersi un paio di volte. “Come Ladybug” riflette guardandosi le mani che tremano leggermente “era tutto molto più facile”.

Quando Marinette finisce di raccontare, dopo quasi un’ora, si trova stretta nell’abbraccio di entrambi i genitori. Il Brigadiere è soddisfatto delle risposte, ringrazia Marinette per l’aiuto, saluta calorosamente e si avvia alla porta..

Prima che il corpulento poliziotto esca, Marinette prende un lungo respiro e lo ferma sul pianerottolo “Brigadiere… Papillon è… sì insomma, il signor Agreste… Credo che il povero Adrien stia già soffrendo abbastanza per la notizia, potreste cercare di essere discreti? Tutti i settimanali e le tv avranno una troupe pronta davanti alla villa. Io e lui andiamo alla stessa scuola, sono sicura che lui non sa niente di questa faccenda.”

Raincomprix guarda Marinette un po’ stupito dalla sua richiesta “Beh… Certamente, Marinette, faremo del nostro meglio per evitare i media. Ed… è encomiabile dopo quello che hai passato la tua preoccuparti del tuo amico.” risponde, posando una manona sulla spalla di Marinette.

Lei arrossisce leggermente “Grazie..” sussurra, improvvisamente interessata alle piastrelle del pavimento, mentre l’altro la saluta portando due dita alla visiera del berretto e scende le scale.

 

Chat Noir racconta ai Gendarmi i fatti del pomeriggio, omettendo la propria identità. L’ufficiale, l’uomo calvo e tarchiato, non insiste e anzi si dimostra molto comprensivo, notando il nervosismo del ragazzo.

Dopo una quindicina di minuti che a Chat Noir sembrano un’eternità, l’eroe è libero di andare. Appena uscito dal camion si avvicina ad Alya che ha ancora attivo il miraculous del Cavallo, la prende sottobraccio e usando il bastone come asta raggiunge il tetto di fronte. Alya crea un portale e, come qualche ora prima, i due emergono da uno identico nel bagno attiguo alla camera di Adrien, dove la ragazza si lascia sfuggire un fischio sommesso “Ehi, Micetto! Il bagno della tua stanza è più grande di camera mia!”. Lui mette una mano dietro la nuca imbarazzato e fa un sorriso tirato “grazie del passaggio … ora inizia la parte difficile. Plagg, ritrasformami”.

Alya guarda Adrien, strizzando gli occhi per la luce, poi inaspettatamente lo abbraccia stretto. “Mi dispiace tanto, per...tutto quello che ti è capitato.” sussurra, trattenendo le lacrime “Se hai bisogno di qualsiasi cosa basta chiedere, ok?”

Lui esita un istante, poi ricambia la stretta “Ancora grazie Alya, sapevo di avere degli amici meravigliosi ma non pensavo così.”

Alya si scioglie dall’abbraccio e sorride ad Adrien “Grazie del complimento... Ora è meglio che vada. A più tardi!” annuncia, infilandosi nel portale ancora aperto.

 

Marinette chiude la botola di camera sua e posa le due spille dei Miraculous della Farfalla e del Pavone sulla scrivania. Immediatamente i Kwami dei due gioielli appaiono e tutti gli altri escono dalla Miracle Box per radunarsi attorno alla Guardiana e ai due nuovi arrivati.

Tutti i Kwami si mettono a parlare tra loro contemporaneamente, tempestando Nooro e Duusu di domande.

Marinette lascia fare, poi guarda Tikki “Controlla che non facciano disastri, io…” sfila le scarpe e inizia a spogliarsi, lasciando i vestiti in terra “devo togliermi di dosso questa giornata”. Tikki guarda la schiena nuda di Marinette sparire dietro la porta del bagno, una scia di indumenti sul pavimento.

Qualche secondo dopo si sente l’acqua della doccia scorrere e un lieve tonfo. I Kwami smettono di parlare e si scambiano uno sguardo preoccupato. Tikki passa attraverso la porta e trova Marinette seduta sul pavimento della doccia, l’acqua che le scorre addosso, le braccia a circondare le ginocchia, scossa da singhiozzi incontrollabili.

Tikki le vola davanti al viso, preoccupatissima “Marinette!” la chiama, senza ottenere risposta “MARINETTE!” prova più forte, avvicinandosi

Dopo un attimo la ragazza alza gli occhi, sbattendo le palpebre per l’acqua che le scende sul viso “Tikki… cosa faccio?” chiede, tra i singhiozzi “Abbiamo i miraculous ma io.. non so che fare! E Adrien! Suo padre è Papillon e lui… sarà… sarà devastato. Io… io non so come aiutarlo!” ricomincia a piangere, le lacrime si mescolano all’acqua “Non so nemmeno cosa devo fare adesso, come accidenti lo aiuto? E poi io.. ”

"Troverà… troveremo una soluzione, ne sono sicura! Dovresti chiedere anche agli altri di aiutarti, non devi prenderti tutto il peso da sola. E vedrai, ora andrà meglio, avete tolto i miraculous a Papillon! L’avete battuto!”

“No! L’hanno battuto! Gli altri! Non io! Io sono stata INUTILE! La peggior Ladybug!” sbotta Marinette, fissando Tikki.

“Marinette… non dire così! Forse in quel combattimento non hai fatto niente ma… ma se non ci fossi stata tu, non saremmo mai arrivati a quel punto! Sei stata TU, come Guardiana, che hai lasciato i miraculous ai tuoi amici, Chat Noir sarebbe stato da solo contro Papillon e Mayura e…” Tikki guarda a terra “li avrebbe attaccati a testa bassa e non avrebbe avuto speranze. Avete battuto Papillon perché… perché tutti erano lì CON TE, Marinette! E poi sei la miglior Ladybug che io abbia mai avuto! Credimi!”

La ragazza distoglie lo sguardo da Tikki, restando immobile ad occhi chiusi sotto il getto d’acqua tiepida, e dopo qualche minuto finalmente smette di singhiozzare.

“dici… dici davvero?” chiede con un filo di voce.

“Certo Marinette! Devi credermi! Nessuno aveva fatto le cose che hai fatto tu.. Hai salvato me e Plagg usando tutti i miraculous! Nessuno ci era riuscito!”

Marinette riapre gli occhi e guarda di nuovo Tikki “Grazie” sussurra.

La ragazza sospira, alzando il viso verso il getto d’acqua, poi si alza lentamente in piedi per chiudere il rubinetto. Esce dalla doccia e si guarda il viso allo specchio, togliendo l’appannatura dal vetro con la mano “Accidenti…” borbotta notando gli occhi rossi e gonfi “guarda che roba… spero che Adrien non si preoccupi troppo, stanotte.”

Marinette rabbrividisce leggermente, allungando il braccio per prendere l’accappatoio rosso appeso dietro la porta e indossarlo, aggiungendo poi un asciugamano attorno ai capelli bagnati.

Marinette esce dal bagno, raccogliendo i vestiti che ha lasciato sul pavimento. Li piega alla meglio e toglie la spilla sulla giacca, mettendola nel portagioie. I Kwami la osservano in silenzio. “Scusatemi” dice “non credo che si addica a una Guardiana farsi vedere in questo stato”.

Nooro si stacca dagli altri avvicinandosi “Non preoccuparti, Guardiana” lei lo corregge “Marinette”, sorridendo.

“Marinette” continua il Kwami della farfalla “Percepisco molto bene le emozioni, mi dispiace per quello che stai passando. Io e Duusu vorremmo scusarci per quello che ci ha costretti a fare il mio ehm… padrone. So che ha fatto soffrire molte persone, purtroppo non potevamo opporci alla sua volontà”.

“Lo so” risponde Marinette ”non è stata colpa vostra, non dovete scusarvi. Siete stati solo degli strumenti nelle mani di un folle. Ora non dovete più sottostare ai suoi ordini, anche tu Duusu, siete finalmente liberi. Non so cosa succederà ora, ma questo è certo.”

Nooro la guarda “Un folle, hai ragione, anche se all’inizio Gabriel voleva solo svegliare sua moglie Emilie dallo stato in cui è caduta dopo aver usato un miraculous danneggiato. L’intento di Gabriel era… in un certo senso era buono. Poi ha iniziato a … ad approfittare del potere del mio Miraculous e rifiutarsi categoricamente di ascoltare i miei avvertimenti.”

”Forse posso comprendere cosa provava. Ma quello che ha fatto è profondamente ingiusto. Usare il miraculous per uno scopo personale e soprattutto approfittando di persone che soffrivano. No, quello che ha fatto non è giustificabile.” risponde Marinette “E come trattava Adrien, come può una persona del genere dire di amare qualcuno?”

Duusu interviene “No, non è giustificabile, hai ragione, Marinette. Tuttavia Emilie stava usando il mio Miraculous per aiutare altre persone. Purtroppo era danneggiato e… per quella ragione non ho potuto avvisarla del rischio che stava correndo. Prima che se ne potesse accorgere e piombata in... quello stato.” il Kwami fa una pausa, lo sguardo basso, poi riprende a parlare “Gabriel all’inizio voleva solo risvegliare la sua amata, poi beh, sapete com’è andata. Anche la signorina Nathalie, quando ha usato il miraculous danneggiato ha avuto delle conseguenze, ma nel suo caso sono state temporanee, perché l’ha usato molto meno.”

“Ora che il Miraculous è stato riparato, possiamo svegliare Emilie, in qualche modo?” chiede Marinette, cercando di ricordare il contenuto del grimorio di cui ha studiato una copia digitale.

“No, sfortunatamente, a meno di usare i Miraculous della Distruzione e della Creazione insieme.” spiega Nooroo.

Tikki spalanca gli occhi: ”É escluso: farlo creerebbe uno squilibrio troppo pericoloso, si modificherebbe la realtà in modo imprevedibile o addirittura distruggere i Miraculous, sarebbe terribile. Nessuno, da quando sono stati creati, li ha mai usati in quel modo e non sappiamo cosa potrebbe accadere. E poi il Desiderio avrebbe un prezzo che non sappiamo quale sia.”

“Esattamente. Purtroppo non possiamo fare nulla per Emilie, mi dispiace.” aggiunge il kwami del Pavone, sempre con lo sguardo basso.

“Povero Adrien, sapere che sua madre è in quello stato” sussurra Marinette, un nodo a chiuderle la gola “dev’essere orribile per lui” Tikki le si avvicina e le sfiora una guancia. Anche Daizzi, il Kwami del miraculous del maiale si avvicina a Marinette e le tocca la mano, lei lo guarda con un sorriso malinconico.

La ragazza resta in silenzio per qualche istante, osservando i Kwami con un sospiro, poi si asciuga rapidamente una lacrima col dorso della mano: “Vorrei che rientraste tutti nella Miracle Box, adesso. Non possiamo permettere che qualcuno vi veda, dovrei spiegare troppe cose e… Beh c’è la mia identità segreta… Anche se ora non abbiamo un nemico, potremmo averne in futuro. Mi dispiace che non possiate uscire.” dice, con aria dispiaciuta.

Tutti i Kwami annuiscono, comprensivi, e rientrano nella Miracle Box, eccetto Tikki “sarà meglio che scenda. Non voglio far preoccupare mamma e papà” commenta Marinette aprendo l’armadio per vestirsi.

 

Adrien guarda il portale scomparire, poi con un altro sospiro esce dal bagno, sedendosi alla scrivania “Plagg, dobbiamo scoprire dov’è mia madre. Forse possiamo fare qualcosa…”

Plagg, insolitamente serio, si posa sul piano del tavolo, di fronte ad Adrien “No, Gattino” lo interrompe “L’unica cosa che potrebbe servire è il Desiderio. Unire il tuo Miraculous e quello di Codini.”

Il ragazzo guarda fisso il piccolo Kwami “Era quello che voleva fare mio padre, ma per averli ha fatto quello che ha fatto. Noi invece…”

Plagg lo interrompe di nuovo “Invece niente! Usare i miraculous in quel modo crea uno squilibrio troppo pericoloso: nessuno dei Portatori l’ha mai fatto perché potrebbe portare alla totale distruzione di… beh tutto quanto. Verrebbe poi ricreato, ma per farlo deve avvenire uno scambio. Per tutto quanto viene creato, qualcosa sarà distrutto e viceversa. Gli stessi miraculous potrebbero essere distrutti, ma non lo sappiamo: come ti ho detto, proprio per questi rischi nessuno l'ha mai fatto.”

Plagg fa una pausa, volando davanti al viso di Adrien

“Se i miraculous venissero distrutti è possibile che io e Tikki perdiamo la possibilità di interagire con il mondo… Gattino, questa non sarebbe una cosa positiva, proprio per niente. Insomma, scordatelo, è troppo pericoloso.”

“Credo di capire” fa Adrien, un nodo alla gola. “Quindi non ci resta che dirle definitivamente addio.” commenta, con un filo di voce.

In quel momento, Adrien sente bussare alla porta. “Avanti” dice, dopo un paio di respiri per avere un tono di voce normale.

La porta si apre e il Gorilla fa cenno ad Adrien di seguirlo, come al solito senza dire una parola. Il ragazzo, incuriosito, lo segue mentre scende nell’atrio, dove si trovano il Brigadiere Raincomprix e un paio di Gendarmi in uniforme. Adrien non riconosce le uniformi, ma a giudicare dalla quantità di decorazioni sulle giacche devono essere degli ufficiali.

“Adrien...” esordisce Raincomprix

“Brigadiere? Come mai qui? É successo qualcosa?” chiede Adrien esibendo la sua migliore faccia da poker.

“In realtà sì. Vedi, tuo padre è in custodia presso la Gendarmeria, sospettato di essere… Papillon!” spiega Raincomprix, senza troppi preamboli.

Adrien spalanca gli occhi “Cosa? Ma se era nel suo studio...”

Raincomprix scuote la testa ed avanza di un paio di passi, riassumendo con calma gli eventi del pomeriggio. Adrien ha il suo da fare a fingersi sorpreso nei momenti giusti, anche se non gli costa la minima fatica apparire preoccupato per Marinette.

“Se hai qualche parente da contattare, credo tu debba farlo.” aggiunge il poliziotto dopo la spiegazione.

Fa una lunga pausa, poi prosegue, a disagio “Tuo padre resterà in custodia mentre indaghiamo. La signorina Sancoeur sta collaborando con informazioni molto utili. Sarebbe meglio che lasciaste la villa, appena saranno pronti i documenti necessari arriverà qui una squadra della Gendarmeria per le indagini scientifiche. Adrien, sarebbe meglio che ci fosse qualcun altro della tua famiglia qui con te.” aggiunge il poliziotto.

Adrien si guarda intorno, nel frattempo nell’atrio si erano radunato il personale della casa, il cuoco, la cameriera e Baptiste, altrimenti noto come Gorilla “Beh, c’è solo zia Amélie, ma è a Londra. La avverto subito.” il biondo si volta verso la sua stanza, dove ha lasciato il cellulare.

Appena lo prende in mano, l’apparecchio inizia a vibrare, ricevendo come minimo un centinaio di notifiche di messaggi e chiamate perse. Venticinque di Chloé, che Adrien non sentiva da quando avevano cambiato scuola. Adrien decide di usare il telefono fisso e avvertire la zia, che dopo un attimo di sbigottimento per la notizia, gli dice che avrebbe prenotato il primo treno e sarebbe arrivata a Parigi in tarda serata.

Tornando nell’atrio, il Gorilla sta facendo entrare nientemeno che il sindaco di Parigi e padre di Chloé. Nessuna traccia della biondina, ma dallo spiraglio della porta Adrien viene abbagliato da decine di flash.

Raincomprix si gira di scatto, prende la radio e abbaia qualche ordine secco, poi viene affiancato dal sindaco, che in tono serio si rivolge ad Adrien “Adrien, mi dispiace per quello che è successo, vedrai che si risolverà.. Sono qui per dirti che l’hotel Le Grand Paris è a tua disposizione per quanto tempo vorrai, mia figlia ha insistito molto perché venissi io, lei è a New York.

Adrien mette una mano dietro la nuca, imbarazzato “G-grazie signor Bourgeois… Chiamerò Chloé quanto prima. Accetto volentieri la sua ospitalità… ma aspetterò mia zia e decideremo insieme il da farsi. Ancora grazie.”

Il Sindaco si congeda dopo qualche frase di saluto e quando lascia la villa i giornalisti sono stati fatti allontanare. Raincomprix e i due Gendarmi escono pochi minuti dopo, mentre Adrien torna nella propria stanza per riempire una borsa con qualche effetto personale per, eventualmente, pernottare nell’hotel.

 

La notizia ormai ha fatto il giro dei media: non si parla d’altro che dell’arresto di Gabriel Agreste per il rapimento di una ragazza, per sospetto terrorismo e per essere stato Papillon.

Fortunatamente nessuno ha scoperto l’identità della ragazza rapita, ma il programma di Nadia Chamak ha di nuovo mandato in onda, per l’ennesima volta, il filmato di Nathalie, dei portatori dei Miraculous e Gabriel ammanettato scortati dagli uomini del GIGN.

La giornalista snocciola una serie di ipotesi totalmente campate per aria sul motivo per cui Gabriel sia diventato Papillon, e annuncia un talk show con esperti di terrorismo e psicologia per la tarda serata e uno speciale per il giorno seguente, l’antivigilia di Natale.

In basso sullo schermo scorrono alcuni titoli:

“Dove sono ora Ladybug e Chat Noir?”

“Chi era la ragazza rapita?”

“Cosa nasconde la monumentale Villa Agreste?”

“Perché il più famoso stilista di parigi creava degli akumizzati vestiti così male?”

Dopo cena Marinette guarda con crescente preoccupazione i siti di informazione e gossip, disseminati di immagini di Gabriel e Adrien, incluse alcune in cui il Sindaco entra a Villa Agreste e dalla soglia si intuiscono all’interno le sagome di Raincomprix, del Gorilla e di Adrien. Specialmente sui siti di gossip fioccano le ipotesi più assurde su Papillon.

I social network della Maison sono stati temporaneamente chiusi, sommersi da una marea di insulti e messaggi d’odio.

“Forse dovremmo andare a parlare con i media, Tikki… Una dichiarazione ufficiale di cosa abbiamo fatto..” riflette Marinette, appoggiata alla scrivania, gli occhi fissi sul monitor del computer.

“Credo che sia una buona idea, potreste parlarne questa notte e organizzare una… come si chiama… conferenza stampa” concorda la Kwami.

Marinette sbuffa, poi spegne il PC e si alza dalla scrivania, salendo sul soppalco “Lo faremo. Cerco di riposarmi un po’ prima della nostra uscita, Tikki.” commenta, sdraiandosi vestita sul letto. La ragazza dopo la doccia aveva indossato un paio di pantaloni della tuta e una felpa rosa col cappuccio. Nonostante la giornata che aveva passato, Marinette rimane sveglia a fissare il soffitto, la mente in subbuglio, assalita da mille dubbi.

Dopo un tempo che le sembra infinito, Marinette si mette a sedere sul letto: “Lo so che siamo in anticipo ma…. andiamo.” sbotta.

La Kwami annuisce “come vuoi, Marinette, sono pronta.”

“Tikki, trasformami!” declama la ragazza, trasformandosi, aprendo la botola e uscendo nell’aria gelida.

Qualche minuto dopo, con mezz’ora d’anticipo, Ladybug arriva al luogo dell’appuntamento, un punto invisibile dalla strada del tetto della cattedrale del Sacre Coeur.

Ladybug posa i piedi sulla terrazza e subito nota un movimento dalla parte opposta: Volpe Rossa, che le si avvicina salutandola con la mano

“Anche tu in anticipo eh?” esordisce Ladubug, poi, senza preavviso, Volpe Rossa colma la distanza tra loro e l’abbraccia.

Ladybug trasalisce per il gesto inaspettato. poi sussurra “Alya… per fortuna che ci sei. Io....” ricambia la stretta, aggrappandosi quasi a Volpe Rossa, gli occhi lucidi di lacrime “io non so cosa fare.”

“Tranquilla, vieni, sediamoci” risponde Volpe Rossa, mettendo un braccio attorno alle spalle dell’amica e portandola verso un piccolo rialzo alla base della cupola, su cui le due si siedono.

“Ci sono qua io, e ti aiuteremo tutti... Per cominciare, quando ho accompagnato Adrien stava bene, tutto considerato. Te lo dirà lui tra poco, quando arriverà” prosegue “Non preoccuparti, ok? Dai, il peggio è passato, se non altro non dobbiamo più combattere contro le Akuma. Sì, non sarà facile per Adrien, ma con te accanto… con tutti noi accanto... vedrai che andrà tutto bene”.

“Lo.. lo so che posso contare su di te.. e sugli altri ma…” dice a bassa voce Ladybug, guardando Volpe Rossa negli occhi.

“Niente ma” la interrompe l’altra “se sono la tua migliore amica c'è un motivo, no? Per qualsiasi cosa, conta su di me!” “D’accordo Alya… è che sono preoccupata. Non solo per me, per Adrien… sapere che sua madre… insomma non poter fare niente è...” risponde Ladybug, con lo sguardo triste.

“Ti capisco ma.. ma ce la faremo. Avanti, non per niente sei tu quella che ha sempre la soluzione! Aspettiamo gli altri, saranno qui a momenti.” commenta Volpe Rossa, notando lo sguardo di Ladybug nella penombra.

“Vieni qui...” aggiunge, abbracciandola di nuovo.

 

Chat Noir arriva al luogo dell’appuntamento in perfetto orario, raggiunto immediatamente dopo da Carapace, Ryuko e Honey Bee, che nel trambusto non è riuscita a restituire il Miraculous dell’Ape a Ladybug.

Subito il ragazzo si precipita ad abbracciare Ladybug “Finalmente” sussurra stringendola, mentre lei lo guarda con quello sguardo dolce che riserva solo a lui. “Mon Minou… come stai? Mi dispiace tanto per la tua mamma” dice Ladybug, sussurrando all’orecchio di Chat Noir e ricacciando indietro le lacrime.

Lui, sempre stringendola “Sto… bene. Grazie, amore” risponde, in modo che solo lei possa sentirlo, poi la lascia andare e guarda gli altri, mettendo una mano dietro la nuca “Scusate…”.

“Non c’è problema!” risponde Carapace “oramai il gatto è uscito dal sacco, no?” continua Volpe Rossa, sorridendo.

Ladybug si ricompone e fa un passo avanti, mettendosi al centro del gruppetto “Vi ho chiamati qui per fare il punto su quello che è accaduto e che succederà. Sappiamo perché Papillon ha fatto quel che ha fatto, purtroppo non possiamo fare nulla per… “ si ferma e dà un’occhiata a Chat Noir “Madame Agreste.”

“Per adesso vi lascerò i Miraculous che avete già, non si sa mai, naturalmente dovremo continuare a mantenere il segreto. Se Papillon dovesse svelare le identità mie e di Chat Noir potrebbe essere un problema, ma lo affronteremo quando capiterà.” prosegue la ragazza.

Chat Noir chiede la parola “Ehm, Ladybug… ragazzi… io… per qualche giorno dovrò lasciare Parigi” cinque paia d’occhi si posano sgranati su di lui “Mia… mia zia vuole che vada a Londra da lei finché non termineranno i rilievi alla villa. Io ho insistito per tornare qui dopo perché… perché la mia vita è qui.”

Ladybug lo guarda ancora, poi gli getta le braccia al collo “L’importante è che tu torni!”

“Ma certo, non abbandonerei mai la ragazza che amo, lo sai” risponde Chat Noir, improvvisamente serio, avvicinando il viso a quello di Ladybug, che annuisce quasi impercettibilmente, poi sussurrando “nemmeno io” si alza sulla punta dei piedi e bacia il ragazzo sulle labbra, le guance rosse come la maschera.


Nota

Siamo finalmente giunti alle battute finali: manca l'ultimo, o gli ultimi due capitoli, ho pronta la scaletta ma non ho ancora bene idea di quanto sarà lungo quello che intendo raccontare.

Spero comunque che finora la storia vi piaccia... dai lasciatemi dei commenti e delle recensioni, che sono il carburante per continuare a scirvere!!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Gli eroi rimangono a discutere per più di un’ora, cercando di capire cosa potrebbe accadere a Gabriel ed Emilie Agreste. Chat Noir spiega che nessuno gli ha ancora parlato di sua madre dall’arresto del padre e non ha nemmeno parlato con Nathalie. Alla fine tutti concordano sul tenere i Miraculous che Ladybug ha affidato loro e ovviamente il segreto sulle loro identità con le altre persone. Gli eroi decidono di fare una dichiarazione alla stampa, che Alya si offre di preparare con l’aiuto di un legale e di chiedere agli inquirenti di fare udienze a porte chiuse e impedire a Gabriel di fare dichiarazioni pubbliche per tutelare l’identità degli eroi.

 

Chat Noir sgattaiola in camera accompagnato dai primi fiocchi di neve, passando come al solito dalla finestra, che chiude premendo un pulsante del grosso telecomando sul tavolo e rilascia la trasformazione con un sospiro. Adrien si sfila la camicia e la lancia sul letto “Plagg… dobbiamo fare i bagagli, domani sera dobbiamo essere a Londra. Per fortuna Felix è rimasto al college in Australia, sarebbe stato un vero problema altrimenti” commenta, aprendo l’armadio.

“Sì, l’altra volta ha fatto un disastro col mio adorato camembert! Non lo sopporto, tuo cugino. E non mi piace.” concorda il Kwami, entrando e uscendo dal mobiletto in cui è la sua scorta.

Adrien sospira di nuovo, riempiendo una valigia “Sarà dura stare lontano da Parigi… Ma la zia ha ragione, qui daremo solo fastidio, la polizia ha messo i sigilli allo studio di … di papà e dopodomani inizieranno a perquisire la villa e ci vorrà almeno una settimana. Avrei voluto passare qui il Natale ma.. meglio così.”

“Per me non c’è problema, qui o a Londra. Basta che prendi un pò della mia scorta!” commenta Plagg, aprendo l’armadietto e indicando un contenitore ermetico. “Che ingordo! Possibile che tu pensi solo a mangiare, Plagg?” commenta Adrien dandogli un’occhiataccia ma senza riuscire a nascondere un sorriso.

“Gattino, mica posso mangiare quello schifo di formaggio inglese! Per me” Plagg si indica il petto con fare teatrale “solo Camembeeeeeert!”

Adrien non riesce a trattenersi e scoppia a ridere, ricevendo un’occhiata di fuoco dal Kwami nero.

 

Marinette è sul letto, lo sguardo puntato sul lucernario sul soffitto a osservare i fiocchi di neve che lentamente si posano sul vetro “Mi dispiace tanto per Adrien. Per quello che è successo, per sua madre. E perché Non potremmo passare il Natale insieme” borbotta

“A quanto pare il Natale non è un buon periodo” concorda Tikki, volando sopra la ragazza.

“Beh non lo so, Tikki, l’anno scorso ho scoperto l’identità di Chat Noir, non è stato così male.” Marinette non riesce a trattenere un sorriso pensando a come si sono rivelati.

Sì, lo so che dovrei essere contenta perché abbiamo sconfitto Papillon e recuperato i Miraculous ma.. ma ora sono preoccupata perché non so cosa succederà.” risponde Marinette, iniziando a sentire la stanchezza prendere il sopravvento.

“Affronteremo le cose un giorno alla volta. Di certo domani…” Marinette si interrompe per sbadigliare “...dovrò chiamare Nadja Chamak per la conferenza stampa. E andare a salutare Adrien alla stazione. Buonanotte Tikki” conclude, scivolando nel sonno.

 

Marinette, appena sveglia, si trasforma in Ladybug e riesce a contattare Nadja Chamak ma la giornalista ha già organizzato una trasmissione speciale per la serata. Per non compromettere la sua identità segreta, Marinette decide di mandarle un breve video di quello che Alya ed il legale hanno preparato

“Tikki, ritrasformami” sussurra per poi rispondere ad alta voce “Arrivo, mamma!” e aprire la botola per la cucina

.

Marinette scende e si trova davanti Sabine con una scatola della pasticceria da cui si sprigiona un delizioso profumo tra le mani “Tieni tesoro, portala ad Adrien, di sicuro gli farà piacere, sarà sconvolto da quello che ha fatto suo padre. Da non crederci!” dice, piazzando la scatola in mano alla figlia, che arrossisce, un po’ imbarazzata e sorpresa.

“C-certo m-mamma gliela porto subito.” risponde, guardando altrove

“Quel ragazzo ha un disperato bisogno di qualcuno che gli stia vicino..” continua Sabine

Marinette arrossisce ancora di più “L-lo so… è che oggi partirà per Londra con sua zia e…”

“Allora fai in fretta!” la esorta la mamma “Magari potete far colazione insieme! Vai a dargli il buongiorno, Ci sono i suoi croissant preferiti!” suggerisce, facendo l’occhiolino.

Marinette prende la scatola, poi si avvicina alla mamma e le dà un bacio sulla guancia “Sei la migliore, mamma!” poi posa la scatola sul tavolo, risale in camera e scende pochi secondi dopo infilando il cappotto e uscendo di corsa, incredibilmente senza dimenticare nulla.

Arrivata in strada, Marinette prende il telefono e guarda l’ora “Tikki, faremo tardissimo se andiamo con la metro..”

La kwami, dalla borsetta ribatte “Sì, ma ti ricordi cosa è successo l’ultima volta?”

“Lo so, ma stavolta sarò prudente, ci fermiamo prima e poi vado a piedi!” risponde la ragazza, guardandosi intorno ed infilandosi tra due edifici “Tikki! Trasformami!”

 

Pochissimi minuti dopo Ladybug è in vista di Villa Agreste e nota subito l’assembramento di reporter attorno al muro perimetrale “Accidenti, non pensavo che ci sarebbe stata tutta questa gente… e ora come faccio?” pensa, acquattandosi su una terrazza vicina. Si guarda attorno e sussurra “Tikki, ritrasformami” dopodiché prende il telefono compone il numero di Adrien, che risponde al secondo squillo “Ehi, buongiorno! Non sapevi resistere al mio fascino e mi chiami così purrresto?”

“Scemo!“ ridacchia lei “Sai, volevo fare colazione col mio ragazzo ma ci sono troppi curiosi. Non è che fai uscire il go… ehm volevo dire l’autista per distrarli?” risponde Marinette in tono da cospiratrice “Avrei i miei modi di entrare, ad esempio. ora sono sulla terrazza del palazzo dall’altra parte della strada, ma poi dovrei spiegare un po’ di cose a tua zia e…”

Adrien ridacchia “Certo amore, vedrai che appena l’auto esce, tutti la seguiranno e potrai entrare. Ti aspetto.”

Un paio di minuti dopo la grossa berlina esce dal cancello, seguita dalla maggior parte dei giornalisti assiepati attorno al cancello. Tutti gli altri si voltano a seguirla, in una raffica di flash. Mentre l’auto si allontana, Marinette si trasforma in Ladybug per scendere dalla terrazza dove era nascosta e, dopo aver ripreso il proprio aspetto civile, sgattaiola nel cancello della villa mentre si sta chiudendo. Nessuno dei reporter fa caso a lei, tranne una ragazza seduta al tavolino di un bar a una cinquantina di metri da lì, Infagottata in un cappotto beige, col viso coperto da una sciarpa di lana ed un berretto di un arancio acceso, da cui spuntano due ciocche di capelli rossi. La ragazza abbassa la sciarpa mentre armeggia con una macchina fotografica posata sul tavolino davanti a sé e scatta alcune foto a Marinette mentre entra, poi si alza dal tavolino, lasciando una banconota da 5 euro sotto la tazzina vuota.

Lila Rossi si copre di nuovo il viso, nascondendo un sorriso malevolo e attraversa la strada, spostandosi in una via laterale, in direzione del muro posteriore della villa, da cui si vede appena uno spiraglio della finestra della stanza di Adrien.

 

Marinette percorre il vialetto fino ai pochi scalini davanti all’imponente porta della villa, che Adrien apre il tanto che basta per farla entrare. All’interno, il ragazzo prende la scatola dei dolci dalle mani della ragazza, inspirando profondamente per sentire il profumo che ne esce. Vicino alla porta ci sono un paio di trolley.

Dalla porta di fianco a quella dello studio di Gabriel, che ora è sigillato da una X di nastro giallo della Gendarmeria, esce una donna bionda, coi capelli legati in una treccia e che somiglia decisamente ad Adrien. La donna si volta verso di loro, e il ragazzo fa le presentazioni “Zia Amélie, lei è Marinette, una mia…” la mano destra corre dietro la nuca “...carissima amica”.

“Buongiorno, Marinette, piacere.” risponde la donna, porgendole la mano “Mio nipote mi ha parlato molto di lei” “B-buongiorno Signora” saluta la ragazza presa un po’ alla sprovvista, stringendole la mano “ho… ecco, ho portato dei dolci, sa… i miei genitori hanno una pasticceria e…” “Oh sì” la interrompe Amélie con un sorriso “Adrien mi ha parlato anche dei loro strepitosi dolci. Ma ne approfitterò dopo, avrete molte cose da dirvi, considerando quello che è accaduto.” prosegue, voltandosi e tornando nella stanza accanto allo studio. Adrien, prendendola per il gomito, scorta Marinette sulle scale verso la propria stanza prima che possa replicare. Anche altre porte al piano di sopra hanno i sigilli delle autorità.

Appena entrati nella stanza, Adrien chiude la porta,posa la scatola sul tavolino con un gran sorriso e impugna il telecomando per chiudere le tende. Non fa in tempo a premere il pulsante che Marinette gli si getta al collo, abbracciandolo stretto e sussurrando “Chaton… mi mancherai tantissimo…” alzando il viso verso il suo per guardarlo negli occhi verdi.

Adrien riacquista l’equilibrio, preso alla sprovvista, poi, mentre preme il pulsante per chiudere le tende, si abbassa e impedisce a Marinette di dire altro, baciandola dolcemente. Di nuovo, il ragazzo rimane stupito da come ogni imbarazzo della sua ragazza scompaia non appena le loro labbra si toccano.

Quando si separano, entrambi sono senza fiato e Adrien riesce a scherzare “Beh, Insettina, io speravo nei croissant, ma questo è molto più dolce.” si interrompe per dare a Marinette un bacio sulla fronte “Mi mancherai da morire anche tu.”

Lei ridacchia, fingendo di non aver notato che poco prima la mano di Adrien si è posata sul suo fondoschiena, e passandosi la punta della lingua sulle labbra sussurra “Dolcissimo…” poi scivola via dall’abbraccio e si volta verso la scatola dei croissant “Io però non ho ancora fatto colazione, andiamo?” gli chiede, toccandogli il naso con l’indice e spingendolo all'indietro, scherzosamente.

“Ogni tuo desiderio è un ordine, Principessa” risponde Adrien, prendendo la mano di Marinette e sfiorandole le dita con le labbra.

“Ma non succederà niente se aspettiamo un altro paio di minuti, no?” chiede, lo sguardo che si sposta rapidamente dagli occhi alle labbra rosa della ragazza .

“Se la metti così, altri due minuti non faranno molta differenza, per i croissant.” concorda la ragazza, con quello sguardo che ha solo per Adrien “Ma ne faranno molta per qualcos’altro” continua, mentre si avvicina di nuovo e si mette in punta di piedi per dargli un altro bacio.

“Quando tornerai?” domanda poi, Marinette, mentre stanno per uscire dalla stanza

“Presto, il capodanno voglio passarlo con te.” risponde il biondo, aprendo la porta e facendosi da parte per far passare Marinette.

 

“Maledizione!” Lila borbotta tra i denti, mentre la tenda della stanza di Adrien si chiude, impedendole di vedere del tutto il bacio tra i due ragazzi all’interno.

La rossa abbassa la fotocamera e ricontrolla la sequenza di foto scattate pochi istanti prima, in cui si vedono Marinette e Adrien entrare in camera, lei che gli getta le braccia al collo, lui che si china per baciarla. Più Lila le guarda e più sente un nodo aggrovigliarle lo stomaco “Ma guarda quella stronzetta com’è felice… Ah, ma queste foto saranno una miniera d’oro per le riviste scandalistiche. Stavolta ti renderò la vita impossibile, Marinette Dupain Cheng.” stringe così forte la fotocamera che le nocche le diventano bianche “E anche lui, guarda come la bacia! Che vadano entrambi all’inferno!” pensa furibonda, poi si volta e si incammina a passo svelto verso casa, schiumando di rabbia.

 

Il gorilla riporta l’auto verso la villa dopo aver fatto un paio di giri a vuoto per sviare i reporter, ma quando rientra dal cancello il capannello inizia a riunirsi di nuovo.

Adrien e Marinette escono in quel momento dalla sala da pranzo, nell’atrio il Gorilla guarda i due e allarga le braccia con aria dispiaciuta, tornando nella sua stanza.

Adrien guarda il monitor del citofono con crescente nervosismo, mentre Marinette arriccia il naso come fa di solito quando cerca di capire cosa fare con un Lucky Charm: sta cercando di trovare un modo per uscire dal portone senza finire su tutti i siti di gossip.

Marinette dopo qualche istante dice “Adrien, calmati. Ho la soluzione”, poi abbassa la voce “Dovrai solo dire a tua zia che sono uscita approfittando del ritorno dell’auto. Torniamo in camera tua.”

“O-ok…” risponde lui “conosco quello sguardo. Mi fido” risponde, mentre risalgono la scala.

 

Due minuti dopo, Marinette appare da un portale luminescente nel vicolo dietro il negozio dei suoi genitori e, mentre la nevicata inizia a intensificarsi, entra canticchiando dalla porta della pasticceria.

La ragazza fa un passo nel retrobottega e il suo cellulare squilla. Lo toglie dalla borsetta e risponde, allegra “Pronto? Oh Alya, ciao!”

“Ma che avete combinato? Mezza internet è impazzita!” dice la voce dell’altra

“Eh? Di cosa stai parlando, Alya? Sono tornata adesso a casa…” chiede Marinette, interrompendosi perché l’apparecchio inizia a vibrare e lo schermo si riempie di notifiche di messaggi.

“Tardi” dice Alya “Vengo da te al volo” e riattacca.

Marinette guarda il telefono, incuriosita e un po’ scossa. Il suo Instagram è strapieno di messaggi di sconosciuti che chiedono un’intervista. “Cosa cavolo….” borbotta, poi inizia a scorrere i post e rimane senza fiato: un profilo sconosciuto, chiamato LR99 l’ha taggata e ha pubblicato una dozzina di foto di lei ed Adrien che si baciano, scattate quella stessa mattina. In un messaggio diretto solo a lei la frase “La vendetta è un piatto che si gusta freddo”.

.

“COME ACCIDENTI…” sbotta, facendo accorrere Tom e Sabine che in coro chiedono “Che succede, tesoro?”

Marinette lancia loro un’occhiata, poi fa scorrere freneticamente le pagine web sul telefono:

La sequenza di foto è stata rispedita ai principali siti di notizie scandalistiche. I titoli vanno da "Il giovane Agreste assaggia il frutto della passione del pasticciere locale" a “Adrien Agreste tradisce la fidanzata Lila Rossi con una compagna di corso”, passando per “Il rampollo di casa Agreste ha un debole per l’oriente” e la foto del bacio, con in un riquadro una foto più piccola, scattata l’anno precedente, di Adrien e Kagami.

Uno dei titoli peggiori è “il figlio di Papillon punta ad altre farfalline, ma forse lei ha gusti diversi”, a cui hanno aggiunto uno scatto di Marinette ed Alya abbracciate al party di qualche giorno prima, e altre decine di titoli, con tutte le possibili sfumature e insinuazioni.

La ragazza impallidisce, cadendo a sedere sullo sgabello dietro la cassa. Apre la bocca, la richiude senza dire una parola, con gli occhi che si riempiono di lacrime di frustrazione, poi mostra il telefono a Sabine che si copre la bocca, aperta in una “O” di sorpresa, con una mano.

Fuori dal negozio intanto si sta raccogliendo un gruppo di persone, quasi tutte con microfoni e macchine fotografiche. Tom si precipita ad appendere il cartello “Chiuso” e a chiudere la porta a chiave. Sabine mette un braccio sulle spalle della figlia e l’accompagna nuovamente nel retrobottega, tirando la tenda mentre le vetrine vengono illuminate dai flash.

“Mamma, è tutta colpa di quella ragazza italiana, Lila! Mi odia dal primo momento in cui ci siamo conosciute, ai tempi del Collège! Ricordi? Per colpa delle sue bugie sono quasi stata sospesa!” sbotta Marinette tra le lacrime “Non so come sia riuscita a farci quelle foto” si interrompe, mentre il suo viso, dal pallore passa a un rosso acceso “Che imbarazzo! Ce l’aveva con me, ok, ma ora ha messo pure Adrien in mezzo! Dice di essere la SUA FIDANZATA! Assurdo! È solamente una bugiarda e tutti le credono! Guarda!” la ragazza indica il cellulare “Ci sono anche le foto con lui e Kagami, di quando… Beh, più di un anno fa! Hanno messo già in mezzo Alya e sono sicura che tra poco toccherà anche a Luka… e tutti i miei amici!” prosegue, coprendosi il viso con le mani.

“È un disastro! Proprio adesso che Adrien… sarà a Londra con sua zia e… magari per questo non tornerà più a Parigi! Mamma! Che cosa faccio ora?”

Sabine le mette le mani sulle spalle “Calmati, Marinette! Fai un bel respiro, non c’è motivo di avere un attacco di panico!” dice in tono fermo, scostando una ciocca di capelli dal viso della figlia “Se tutte queste cose non sono vere, troveremo una...”.

“CERTO che n-non sono vere! Io e…” la interrompe Marinette, stringendo i pugni “Io e A-Adrien ci... noi… s-stiamo insieme dallo scorso Natale.” confessa a mezza voce.

“Che bella notizia, tesoro! Lo vedi? Basterà che tu e Adrien lo diciate e si risolverà tutto.” esclama Sabine, poi scambia un’occhiata interrogativa a Tom, che scrolla le spalle, e chiede “Perché non ci hai detto nulla?”

“Perché… ecco…” Marinette fa una pausa per riflettere “Cavolo! Mica posso parlarle di Chat Blanc!” poi prende fiato e continua, più calma “Non volevo che suo padre lo venisse a sapere: per lui non sono… non sono degna di suo figlio. Ma noi ci amiamo, mamma!” sbotta, scossa da nuovi singhiozzi “A-Adrien voleva aspettare di essere maggiorenne per renderlo pubblico, adesso il signor Agreste lo saprà… e poi… e poi non servirà a niente dirlo perché tutti credono a Lila, anche se dicessimo la verità quegli impiccioni là fuori preferirebbero le sue bugie!”

Sabine sorride “Qualcosa di positivo c’è, Marinette. Ora il signor Agreste non potrà fare granché per impedire a te e Adrien di fidanzarvi. Quanto a noi, hai il nostro benestare, vero Tom? Tu e Adrien state proprio bene insieme!” la donna fa una pausa e rimette le mani sulle spalle della figlia “Quanto al resto, la verità vince sempre, quindi basta che siate sinceri: vedrete che le voci si spegneranno.”

Mentre le due parlano, Tom va a rispondere al telefono. Dal retrobottega sentono entrambe il suo vocione dire “No. Non abbiamo dichiarazioni da fare. Buongiorno a lei” e riattaccare.

Appena il ricevitore si posa sulla forcella, il telefono suona di nuovo, Tom alza il ricevitore, ascolta brevemente e poi “No, nessuna dichiarazione.”.

Dodici chiamate dopo, l’omone decide di lasciare il telefono staccato “Dobbiamo fare qualcosa, non possiamo restare chiusi per via di… di questa cosa.” esclama sbuffando, togliendosi il grembiule.

“Già” concorda Marinette spegnendo il cellulare con un sospiro.

“Vorrà dire che quando Adrien tornerà da Londra ne parleremo e …” fa una pausa, poi inizia a parlare a raffica “... diventerà una cosa … come dire… seria voglio dire non che adesso non lo sia una cosa seria ma con una dichiarazione ufficiale diventa ben insomma molto più seria AAAAH che disastro!” Marinette appoggia le dita sulle tempie e mima un’esplosione.

Sabine e Tom la guardano, cercando con tutte le forze di non mettersi a ridere, mentre lei si alza dallo sgabello e imbocca le scale per l’appartamento dicendo “Vado in camera, magari riesco a chiamare Adrien in chat, visto che il telefono è meglio che lo tenga spento. Mi dispiace tanto per il negozio…”

Tom si affaccia dalla soglia “Non preoccuparti, ma baguette, ora faccio una telefonata al Sindaco. Per non lasciare che il suo hotel resti senza macarons e dolci per la cena e il pranzo di Natale farà accorrere l’esercito, altro che!” il pasticcere fa una fragorosa risata “Vedrai che tra poco tutti sti ficcanaso saranno a distanza di sicurezza.”

 

Marinette arriva in camera e chiude la botola, lasciandosi cadere sulla sedia davanti al computer “Tikki…” geme, poi quando la Kwami esce dalla borsa e si posa sulla scrivania di fronte a lei continua “È di nuovo Lila. Non si arrende mai! Pensavo ci avrebbe lasciati in pace, e invece… Meno male che Papillon è sotto chiave, altrimenti ci sarebbe stata un’altra Akuma da catturare. Anche se forse sarebbe stato meglio, adesso non so proprio che pesci prendere.”

Mentre parla, Marinette sente bussare al lucernario, si alza e sale le scale per il soppalco, raggiunge il letto e poi fa scattare il chiavistello del lucernario. La botola si apre e Volpe Rossa infila la testa all’interno “Posso?” chiede, mentre sta già entrando.

“Puoi” la invita la mora, facendosi da parte “Ma attenta alla neve che poi in quel letto ci devo dormire”

Volpe Rossa salta giù dal soppalco “Ecco, risolto!Piuttosto hai visto fuori che casino?”

“Lascia perdere!” esclama Marinette “Mi è quasi venuto un attacco di panico… ed è tutta colpa di Lila! Non so come.. Stamattina sono andata a salutare Adrien e lei ci ha fotografati mentre ci baciavamo e ora… il bacio che hai pubblicato sul Ladyblog non l’ha visto nessuno in confronto!” Mentre parla sente le guance scaldarsi e quando si interrompe è rossa come un peperone.

“Quando vi baciate siete uno spettacolo, tu e Splendore…” ridacchia Volpe Rossa “Che intendi fare?” “Chiamerò Adrien e appena torna da Londra ufficializzeremo il fidanzamento!” Risponde Marinette, imbarazzata “Ma fino ad allora non so come fare, ho dovuto spegnere il cellulare e… e inizieranno a mettere sotto i riflettori anche voi…”

“Beh puoi provare col PC” risponde Volpe Rossa, riflettendo “Oppure puoi usare i nostri comunicatori… Ma ti ricordo che prima dobbiamo registrare il videomessaggio per il notiziario: l’avvocato me l’ha mandato 5 minuti fa.”

“Sì, hai ragione. Magari nel frattempo mi viene in mente qualcosa. Cominciamo! Tikki, trasformami!”

 

Volpe Rossa crea un’illusione della Torre Eiffel alle spalle di Ladybug, e lei legge il testo preparato la notte prima: riassume gli avvenimenti che hanno portato alla cattura di Papillon, e si dice molto dispiaciuta per le sofferenze che l’uomo ha causato ai parigini. Aggiunge un ringraziamento a Chat Noir e a tutti gli altri portatori di Miraculous, infine garantisce ai suoi concittadini che non li abbandonerà in futuro.

Ladybug finisce di leggere, poi fa un cenno a Volpe Rossa e le chiede “Quanto abbiamo ancora?” “Un minuto al massimo” risponde l’altra

“ok, registra!” esclama Ladybug, poi punta gli occhi azzurri sulla videocamera “Un’ultima cosa. Vorrei… in un certo senso dedicare questo nostro successo a una persona, che non posso nominare, che mi ha dato la possibilità di battere Papillon donandomi il Miraculous, anche se non lo saprà mai.

E vorrei ringraziare dal profondo del cuore anche quel ragazzo che, credendo in me, mi ha impedito di arrendermi, quel primo giorno in cui ho vestito i panni di Ladybug. Quel ragazzo che poi ho scoperto di amare.”

Con una mano Ladybug fa cenno all’amica di chiudere, e con l’altra si asciuga le lacrime.

Volpe Rossa la guarda, anche lei con gli occhi lucidi di pianto, poi abbraccia l’amica “Grazie a te, Marinette… per essere… te”

Mentre la trasformazione di Volpe Rossa finisce, Ladybug l’abbraccia più forte “Zitta, che è anche merito tuo…” dice, poi si stacca dall’abbraccio e sospira “C’è un’altra cosa, che non potevo dire in video, ma di cui devo parlarti.” inizia, sedendosi sulla chaise longue accanto all’amica. “Vedi, col ruolo di Guardiana c’è un… problema” continua, senza guardare l’amica “quando un Guardiano passa il ruolo, i suoi ricordi collegati ai Miraculous vengono…” la ragazza riprende fiato “vengono cancellati.”

Alya spalanca gli occhi e la guarda, mettendole le mani sulle spalle “Non avrai mica intenzione di abbandonare,vero?”

Anche Trixx, che sta mangiando dell’uva vicino alle ragazze guarda Marinette “No, no, Alya. Però sono preoccupata, capisci? Non voglio dimenticare, e ho paura…” risponde Ladybug

“Ma non c’è proprio niente che si possa fare? Il grimorio?” chiede la rossa, interrompendola

“Non lo so. Tikki dice che forse al tempio dei guardiani… ti ricordi quello che è apparso improvvisamente quando io e Chat abbiamo sconfitto quel sentimostro del museo. Ecco, forse là sapranno aiutarci.” Ladybug abbassa le spalle e sospira.

“E allora vacci! Non puoi restare con questa… spada di Damocle sulla testa. Ti coprirò io.” sbotta Alya.

L’altra interviene, allargando le braccia “Ma non so come giustificare la mia assenza da casa…”

Alya la interrompe di nuovo: “I miei zii hanno una casa in campagna, che ora è vuota. Possiamo dire che… hmmm” riflette, picchiettandosi l’indice sulle labbra “che ti ci sei ritirata per evitare i paparazzi!” propone

“Hmmm sentiamo cosa ne pensa Tikki. Tikki, ritrasformami” risponde Marinette, alzando la mano per far posare la kwami “Che ne dici? Ci proviamo? Mi dispiace andare la mattina di Natale ma… Non posso continuare così.“ Fa una pausa, aggrottando la fronte “Tikki, pensi che i Guardiani mi aiuteranno o mi accuseranno di essere egoista?” le chiede, guardandola e passandole un biscotto.

Tikki prende il biscotto dicendo “Mi sembra un’ottima idea, Alya. Ho promesso che ti avrei aiutata, quindi… Se te la senti, facciamolo. E non credo i Guardiani ti possano accusare di cercare un tornaconto personale. Se non proviamo, non lo sapremo mai. È una regola crudele e ingiusta.” Poi tra un boccone e l’altro chiede “Marinette, pensi che i tuoi ti lascino andare da sola?”

“Sì, penso di sì… Non mi piace mentire ai miei genitori, ma a quanto pare non abbiamo altra scelta,” risponde la mora, arricciando il naso “Facciamo così: Alya, trasformati e crea un’illusione per coprire la nostra uscita per consegnare il video e tornare qua, poi tu ti detrasformi qui sotto ed entri dalla porta principale, così parliamo coi miei.”

“Eccola qui la mia migliore amica, sempre con una soluzione per tutto! Andiamo! Trixx, trasformami!” esclama Alya alzandosi in piedi di scatto.

Dieci minuti dopo Marinette scende dalla botola della sua stanza e va a chiamare i suoi genitori dal retrobottega, facendoli salire in casa.

Contemporaneamente, Alya esce da una strada laterale e raggiunge il portoncino da cui si sale nell’appartamento dei genitori di Marinette, accanto alla pasticceria. Un’auto della Polizia è parcheggiata accanto alla vetrina e due agenti stanno facendo allontanare la piccola folla di giornalisti, perciò nessuno fa caso alla ragazza che si infila nel piccolo portone.

Raggiunto l’appartamento, Alya e Marinette spiegano la propria idea per evitare i curiosi, chiedendo a Tom e Sabine se siano d’accordo. Sabine è favorevole, sulle prime Tom è titubante, ma grazie alla parlantina di Alya e soprattutto al fatto che non riesce a dire di no alla sua adorata figlia, alla fine anche lui si dichiara d’accordo.

Alya accetta l’invito a pranzo di Sabine , poi si apparta qualche istante con Marinette, con la scusa di lavarsi le mani.

“Sei stata grande a convincere papà… davvero” inizia Marinette, sottovoce.

“Non è stato difficile! Io però ho l’impressione che tua mamma sospetti qualcosa, sai?” sussurra l’amica di rimando.

“Non so, ovviamente cerco di evitare l’argomento Ladybug, ma a volte ho quell’impressione anche io,” concorda Marinette

“A proposito” continua “devo affidarti un compito molto importante. Preparerò una lettera, in caso dovesse succedere qualcosa, e dovrai darla ai miei genitori. Se non dovessi tornare, o se dovessi… hai capito… devi nascondere la Miracle Box, farò in modo che i Guardiani, in seguito, contattino te.” Alya strabuzza gli occhi “Non dirlo nemmeno per scherzo! Lo farò, certo, ma… non pensarci nemmeno! Andrà tutto bene!” sbotta, cercando di non alzare troppo la voce.

Marinette abbraccia di nuovo l’amica, poi escono insieme dal bagno.

 

Dopo pranzo, dopo aver programmato con Marinette cosa fare il giorno di Natale e fatto uscire Alya, Marinette invece prepara tre lettere: una per i suoi genitori, una per Alya e una per Adrien.

Finito di scrivere, Marinette prova a riaccendere il cellulare, completamente intasato da messaggi di giornalisti, o meglio di ficcanaso. La ragazza sospira, sconsolata, e spegne di nuovo il telefono. Poi controlla se Adrien sia online, e non trovandolo “Si starà preparando per partire e non posso nemmeno salutarlo”, pensa. Sbuffando borbotta “Tikki, trasformami” e prende il bug phone, tocca l’icona di Chat Noir e visto che lui non risponde, registra un messaggio “Ehi, Micetto… ho provato a chiamarti ma non eri online e non posso usare il telefono. Fai buon viaggio e contattami qui quando arrivi. Io s-starò anche io qualche giorno fuori città, per evitare i paparazzi… Ma tu come fai a sopportarlo? Ci… ci rivedremo a capodanno. Ti amo!” e chiude lo yoyo, asciugandosi una lacrima col dorso della mano. Ladybug si alza dalla sedia davanti al PC, rilascia la trasformazione e Marinette sale tristemente, la testa infossata nelle spalle, sulla scala del soppalco, mettendosi sdraiata sul letto, seguita da Tikki stranamente silenziosa.

 

Adrien, dopo aver pranzato, sta controllando di nuovo i bagagli, anche se per pochi giorni vuole essere sicuro di non aver bisogno di chiedere nulla alla zia. Plagg lo avverte del messaggio di Ladybug e lui si trasforma immediatamente per ascoltarlo.

Immediatamente richiama, ma lei deve essersi già ritrasformata “Uffa” pensa, poi lascia a sua volta un messaggio "Milady, non ti preoccupare per i paparazzi, ci sono abituato e oramai non mi danno più fastidio. Ti amo anch’io e non vedo l’ora che arrivi Capodanno. A presto!”.

Tornato in camera, Adrien finisce di chiudere le valigie e si sdraia sul letto, guardando con la coda dell’occhio la pila di pacchetti natalizi sulla scrivania.

 

La mattina della vigilia di Natale, il gruppo di reporter davanti alla villa si è un po’ disperso per via della neve, tuttavia Amelie decide di andare alla Gare du Nord in taxi, mentre il Gorilla fa un lungo giro con la berlina senza passeggeri. Il viaggio fino alla stazione è tranquillo, anche se Adrien è parecchio triste di lasciare Parigi, gli amici, e soprattutto Marinette, proprio a Natale.

Per il resto della giornata Marinette resta sola, a cena finge che sia tutto normale, una cosa che oramai le viene naturale. Dopo si siede sul divano accanto ai genitori per ascoltare il telegiornale e lo speciale seguente, dedicati alla cattura di Papillon e a Gabriel Agreste. Quando viene trasmesso il videomessaggio di Ladybug, Sabine commenta con: "Ma che cosa dolce.. Alla fine Chat Noir l'ha conquistata".

Marinette si sente arrossire e spera che i suoi non se ne accorgano.

Tra le altre notizie, viene detto che il contest di moda della Maison è stato temporaneamente sospeso e che alcune delle vittime di Papillon si stanno organizzando per chiedere un sostanzioso risarcimento a Gabriel per essere stati akumizzati. Finita la trasmissione, a mezzanotte passata, Marinette dà la buonanotte a Tom e Sabine e sale in camera, ma non si mette subito a letto. La ragazza indossa gli occhiali del Miraculous del Cavallo e apre un portale per la stanza di Adrien, che sa essere vuota. Con un nodo in gola, lascia sotto la tastiera del PC una busta con la scritta “Da aprire solo se non avrai mie notizie dopo il 2 gennaio. Marinette”, poi si infila di nuovo nel portale e torna in camera sua, mettendosi infine a letto.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


La mattina della vigilia Marinette si sveglia molto presto, nervosa per quello che l’attende. Ancora da sotto le coperte, la ragazza alza un angolo del piumone e fa cenno a Tikki di raggiungerla. Quando la Kwami si è rintanata al calduccio, Marinette sospira, poi, a bassa voce “Tikki, non mi piace mentire a mamma e papà, d’altra parte, anche se Papillon è stato sconfitto, non posso certo dire loro che sono Ladybug. Ma… sono preoccupata.”

“Marinette, credo che non ti succederà niente di brutto al Tempio. Farò di tutto perché non ti succeda niente, sei una…” Tikki riflette un secondo “no, no, sei la miglior Ladybug che io abbia mai avuto e… non lo permetterò.” "Grazie Tikki, sono commossa…” dice Marinette, allungando la mano e strofinando la guancia su quella della kwami “Ma non sono così brava” aggiunge, con una smorfia.

“Non dire stupidaggini, Marinette! Sei riuscita in cose che nessuna portatrice è riuscita a fare. E di sicuro i Guardiani ti aiuteranno.” “Lo spero davvero, Tikki… “ ricomincia la ragazza, tirando su col naso “questa cosa di… beh… essere Ladybug è stata incredibile e continuo a pensare di non meritare tutta questa considerazione ma … non volermene, Tikki: non so se, sapendo cosa avrebbe comportato, avrei accettato gli orecchini.” Tikki la guarda per qualche istante senza dire niente, limitandosi ad accarezzare leggermente la guancia della sua portatrice “Lo so. Non sei la prima che si trova in una situazione così” concorda poi, sospirando.

Anche Marinette resta in silenzio, lo sguardo perso oltre il lucernario, poi, dopo una lunga pausa, sbotta “Tanto di dormire non se ne parla, ho più tempo per prepararmi” sgattaiolando fuori dalle coperte e scendendo la scala del soppalco.

“No, non scendo prima del solito, altrimenti mamma potrebbe sospettare qualcosa. Odio mentire a mamma e papà sulla partenza, ma di sicuro capirebbero che qualcosa non va” borbotta Marinette guardandosi allo specchio e cercando di nascondere alla meglio i segni sotto gli occhi.

La ragazza posa il pennello e guarda Tikki “già sarà difficile con Luka e gli altri che vengono per gli auguri e… sicuramente vorranno parlare del casino che ha combinato Lila con le sue bugie. Non poteva restarsene lontana ancora un pò, tipo per sempre?” prosegue.

Tikki guarda Marinette con aria critica “Davvero non so perché Lila sia tornata alla carica.” risponde ”Mi sembra che tu abbia fatto un ottimo lavoro col trucco, non penso che qualcuno noterà che hai dormito meno del solito. Sempre convinta di non dire niente a nessuno, soprattutto ad Adrien?”

Marinette annuisce, seria “Non voglio che si preoccupino per niente. E non voglio andare alla stazione per evitare tutti quegli impiccioni”

La kwami l’interrompe “Mari, quello che stai facendo non è ‘niente’” precisa, fermandosi di colpo e nascondendosi dopo aver sentito un rumore provenire dalla botola della stanza.

“Marinette? Tesoro sei già sveglia?” chiede la voce di Sabine dal piano sotto.

“Ehm… sì mamma, Alya mi ha chiamato al telefono per sbaglio e mi ha svegliata prima del solito” risponde lei, aprendo la botola e facendo entrare la mamma, con un asciugamano avvolto attorno alla testa e un sacchetto di croissant fumanti in mano “Papà ha deciso di tenere aperto oggi pomeriggio, per recuperare quello che quei paparazzi ci hanno fatto perdere ieri, nonna Gina ha chiamato e ha detto che non ce la farà a passare oggi. Dice che verrà a trovarci quando tornerai da casa dei parenti di Alya” spiega la donna, posando il sacchetto sulla scrivania “E ti ho portato una parte della colazione, meglio che tu non scenda in negozio…” “Ah, che peccato per nonna…” commenta Marinette “Beh allora io resto in casa, di sicuro verranno i miei amici per gli auguri” fa per continuare ma viene interrotta dal borbottio del suo stomaco appena il profumo dei dolci la raggiunge e dalla risata sommessa di Sabine a cui si unisce poco dopo.

Le due vanno in cucina, poi, mentre Marinette fa colazione sbirciando dalla finestra la strada sottostante, che di nuovo si sta affollando di fotografi. I curiosi sono molto meno rispetto al giorno precedente e, forse grazie alle pressioni del Sindaco, si mantengono sulla strada laterale, tra la scuola e il negozio. Anche Sabine lancia uno sguardo sulla strada, poi sbuffa e finisce di prepararsi per scendere da Tom.

“A proposito…” pensa Marinette, riaccendendo il cellulare, finalmente non più affollato di chiamate di sconosciuti. Per sicurezza la ragazza lo imposta in modo da ricevere solo chiamate dai contatti memorizzati e lo posa sul ripiano della cucina.

Sta rimettendo a posto le stoviglie della colazione quando, dieci minuti dopo, il telefono squilla. La ragazza sussulta e costringendo Tikki a prendere al volo il bicchiere che stava posando, riesce ad agguantare il cellulare e rispondere alla chiamata. “Buongiorno, Marinette!” saluta Luka.

“Ehi Luka! Ciao, non mi aspettavo che mi chiamassi” risponde Marinette un po’ stupita.

“Volevo augurarti buon Natale ma con quello che è successo non posso venire di persona. Anche qui ogni tanto passano dei fotografi… Lila con le sue bugie ha fatto veramente un casino.” continua il ragazzo

“Ah… Beh… grazie Luka, buon Natale anche a te e ai tuoi, sei stato carino a chiamare! Riguardo Lila… so cosa intendi, ma per fortuna chi mi conosce bene non crede a quella strega.. È davvero un guaio, spero che l’interesse dei media cali presto.”

“Spero di sì, Mari. Per quanto mi riguarda, lo so che non è vero niente di quello che sta dicendo Lila. Tu e Adrien siete come una sinfonia, non c’è posto per una musica dissonante come quella di Lila. .” continua lui

“Grazie Luka, lo so che tu mi credi” aggiunge Marinette.

“Ma ora cosa intendete fare?” chiede Luka dopo una piccola pausa.

Marinette abbassa la voce “I parenti di Alya hanno una casa in campagna un po’ isolata, dove i telefoni non ricevono, ed è vuota. Ci andiamo a nascondere lì, io e lei, per qualche giorno” risponde, cercando di non sembrare troppo triste e pensando “adesso ci manca che sospetti qualcosa… conoscendo Luka cercherebbe di farmi cambiare idea”

“Ah. Accidenti, proprio adesso che potevamo fare qualcosa assieme anche agli altri. Mi sa che converrà aspettare Gennaio” risponde Luka.

“Dispiace tanto anche a me … vedremo.” concorda Marinette, mordendosi il labbro inferiore “Scusa, mi chiamano,“ taglia corto la ragazza, poi prosegue “devo andare. Ancora Buon Natale, Luka, fai gli auguri anche a Juleka.” poi sussurra “Vi voglio bene” e chiude rapidamente la chiamata, ricacciando indietro le lacrime.

La ragazza si siede su una delle sedie del tavolo da pranzo, fissando per un lungo momento il telefono che ha in mano, poi prova a chiamare Adrien, ma risponde la sua voce registrata. Marinette riattacca con un grugnito e manda un messaggio

“C’è già troppa folla qui sotto, fai buon viaggio e passa un buon Natale. <3”.

 

Adrien e la zia, scortati dal Gorilla, riescono a raggiungere la stazione per salire a bordo del primo treno per Londra.

I due prendono posto in uno scompartimento privato. Adrien si siede, ripensando al viaggio che fece con la scuola sullo stesso treno, quando Marinette si addormentò sulla sua spalla e non riesce a trattenere un sorriso. Amelie non se ne accorge: quando i paparazzi si sono scatenati, si è messa in contatto con un legale per cercare di calmare le voci che circolano sul nipote e sta aspettando una risposta, scrutando nervosamente il telefono. Adrien prende il telefono dalla borsa, l’accende a sua volta e lo posa sul tavolo, controllando di aver bloccato le chiamate da numeri non conosciuti. Dall’interno della borsa brillano gli occhietti verdi di Plagg, che sposta lo sguardo sul telefono senza dire niente. Un attimo dopo l’apparecchio vibra, ricevendo il messaggio di Marinette, che adrien legge sospirando, scrivendo subito dopo.

“Mi manchi già da morire. Spero che tolgano presto i sigilli da casa, anche se ho paura di cosa ci potranno trovare durante le perquisizioni. Pensi di farcela da sola se avranno bisogno di LB? Ti chiamo quando arrivo a Londra. <3 <3”

Qualche istante dopo arriva la risposta di Marinette

“Mi manchi anche tu. Non preoccuparti, ce la farò. :*”

Adrien legge, poi spegne il display del telefono e si appoggia allo schienale del sedile, chiude gli occhi nascondendo a fatica uno sbadiglio mentre il treno inizia a muoversi, lasciando la stazione.

 

Marinette legge il messaggio di risposta di Adrien con un sospiro e si lascia cadere sul divano. Tikki la affianca, guardandola senza dir nulla, mentre un nuovo messaggio fa vibrare il telefono che la ragazza tiene ancora in mano.

Sul display appare un messaggio da Alya:

“Buongiorno dormigliona! Tra mezz'ora trovati al PC, che c’è una sorpresa per te”

Marinette aggrotta le sopracciglia e rilegge il messaggio una seconda volta, poi si alza dal divano e sale in camera pensando “E adesso cosa avrà mai organizzato Alya? Sono proprio curiosa”.

Salita nella stanza la ragazza inizia a riordinare la scrivania aspettando l’orario convenuto, accende il PC e viene accolta dopo pochi secondi dall’avviso di una videochiamata di Alya.

Sullo schermo appare il viso di quest’ultima, una fascia sulla fronte per tenere indietro i ricci “Buon Natale, Marinette!” inizia, allegra: “Ho pensato di farti una piccola sorpresa… guarda!”

immediatamente lo schermo di popola di altri rettangoli, ciascuno col viso di uno dei compagni di Marinette al Lycée: Alix, Rose, Juleka, Myléne, Ivan, Kim, Max, Nino, Kagami, perfino Sabrina. Mancano solo Chloé e Lila. E Adrien.

Gli ex compagni salutano tutti Marinette, chi con un sorriso, chi con un gesto della mano, e subito dopo iniziano a parlare tutti contemporaneamente, tanto che Alya deve intervenire “Fermi! Calma! Uno alla volta!”.

Ristabilito l’ordine, i ragazzi iniziano a scambiarsi gli auguri, e tutti si affrettano dire a Marinette che no, non credono alle bugie di Lila, che stavolta ha davvero esagerato. La discussione poi passa alla cosa di cui stanno parlando tutti ultimamente: Papillon. Tutti sono in pensiero per Adrien, dopo che si è scoperto che suo padre ha terrorizzato Parigi per più di due anni. Tutti vogliono anche sapere come sta Marinette, il cui rapimento ha fatto alla fine svelare l’identità del supercattivo.

Marinette riesce a malapena a intervenire dicendo che sta bene e che è anche lei preoccupata per Adrien ma che farà di tutto per aiutarlo.

Durante tutta la conversazione, i portatori di Miraculous riescono a dissimulare perfettamente di non sapere nulla di cosa sia realmente successo, con un enorme sospiro di sollievo di Marinette.

Dopo un’oretta, Kim deve lasciare la chiamata e anche Marinette si congeda: “Ragazzi, mi ha fatto un sacco piacere sentirvi, davvero, mi mancavate! È stato un bellissimo regalo, Alya! Buon Natale a tutti!” Marinette fa una pausa, avvicinandosi allo schermo “Dobbiamo fare un’altra riunione così prestissimo! Peccato che non ci sia anche Adrien, ma nella prossima voglio che ci sia anche lui!” “Certo!” concorda Alix “faremo in modo che ci sia anche a costo di rapirlo!” esclama poi, scoppiando a ridere.

“Non so se il rapimento sia una buona idea” si intromette Max sistemandosi gli occhiali sulla radice del naso “Ma di sicuro deve esserci anche lui!”

Tutti gli altri ricominciano a parlare contemporaneamente, “Certo!” “Quando ci troviamo?” “Tenetevi liberi!” facendo intervenire di nuovo Alya “Ok, ok, basta, chiudiamo che se no finiamo a Natale prossimo!” sbotta, mentre gli altri salutano e lasciano la videochiamata.

Marinette chiude la webcam e guarda Tikki con l’ennesimo sospiro “Mi mancavano tanto i miei amici… speriamo che i Guardiani mi possano davvero aiutare, non voglio perdere tutto questo.” “Avanti Marinette, non essere triste, non fare uno dei soliti film nella tua testa!” esclama Tikki, volandole davanti al viso. “Vedrai che troveremo una soluzione. Lo dici sempre no?” “Sì, però…” borbotta Marinette

“Però è il momento di scendere in cucina, credo” la interrompe la Kwami.

“Hai ragione, sarà meglio scendere prima che mamma e papà sospettino qualcosa. Nasconditi e andiamo!” concorda Marinette, spegnendo il computer e aprendo subito dopo la botola della stanza per scendere di sotto.

Marinette e Sabine preparano il pranzo e nella pausa di chiusura del negozio, Tom si unisce per mangiare e ad un certo punto, senza preavviso chiede “Tesoro, è la prima volta che vai in viaggio da sola.. o meglio con Alya per qualche giorno, sei sicura che ci sia tutto? Come farete per mangiare?”

“Papà… non ti preoccupare, staremo benissimo. La casa degli zii di Alya non è lontana dal paese, anche se non è molto raggiungibile, Faremo la spesa prima di arrivare: prenderemo un taxi dalla stazione. E poi sarà questione di pochi giorni, appena quelli” Marinette indica la strada” si saranno stancati e avranno qualche altro gossip di cui occuparsi!”

“La mia bimba, sempre con la soluzione! Hai preso tutto da tua madre!” esclama Tom, guardando Sabine che ridacchia

“Tuo padre si preoccupa sempre inutilmente” conferma, mettendo una mano sulla spalla della figlia “E poi Tom, la nostra Marinette ormai ha 16 anni! Pensare che sembra ieri quando avevi 5 anni dicevi che volevi diventare la fatina del lavoro a maglia!”

Marinette arrossisce leggermente “Già” borbotta, guardando il piatto.

 

Finito il pranzo Sabine e Tom ritornano in negozio e Marinette sale in camera, dove finisce di riempire una valigia “Questa” dice guardando Tikki “la metteremo nel deposito della stazione, così tutti penseranno che sono andata a prendere un treno, invece con il magimacaron di Cosmobug andremo… beh al tempio” “E Alya?” chiede la Kwami

“Mi spiace lasciarla nella casa dei suoi zii tutta sola ma.. ci serve per la nostra copertura.” risponde Marinette, guardando a terra.

“E ci mancavano anche ‘sti paparazzi, faremo la cena della vigilia senza nonna Gina” sospira poi.

Il resto della giornata Marinette lo trascorre tra finti e veri preparativi per la partenza, scrivendo tra le altre cose una dettagliatissima lista di istruzioni per Alya: dove trovare gli ingredienti per i power up, come trattare i Kwami, dove nascondere la Miracle box.

Dopo una cena della vigilia di Natale insolitamente tranquilla, senza la nonna, Marinette alle 10 sbadiglia e annuncia ai genitori “Vado a dormire, domani alle 7 c’è il treno, ma voi potete dormire tranquilli, metto tre sveglie, e poi c’è Alya!” dà un rapido bacio a entrambi e sale in camera, chiudendo la botola.


Lo so! Sono passati MESI dall'ultima pubblicazione ma.... davvero mancavano tempo e ispirazione. Scusate. Spero di fare più in fretta per i prossimi due.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


La stazione è quasi deserta quando, ciascuna con un bicchiere di carta colmo di caffè fumante in mano, entrano nella galleria dei binari.

Marinette sospira e mette in tasca la chiave della cassetta in cui poco prima ha lasciato la valigia, la stessa in cui il Maestro Fu le lasciò la lettera di addio e il grammofono-nascondiglio. Si asciuga rapidamente una lacrima, sperando che Alya non l’abbia notata.

Il vapore della bevanda si mescola a quello del fiato delle due ragazze mentre Marinette, guardandosi intorno, borbotta “Meno male, nessuno dei paparazzi ficcanaso ci ha seguite”. Alya sbadiglia e commenta “Per forza, sono le sei di mattina del giorno di Natale, non sono mica scemi…” aggiunge, avvicinandosi al tabellone degli orari e girandosi subito dopo verso l’uscita laterale della stazione “andiamo di là, poi possiamo uscire e trasformarci” sussurra a Marinette, che annuisce e segue la rossa, controllando di non essere seguita a sua volta.

Due minuti dopo Ladybug e Volpe Rossa sono sedute sul tetto della Gare du Nord e hanno appena finito di bere. Volpe Rossa si alza, passa le mani sul costume per spolverarlo e allunga una mano verso Ladybug “avanti, il potenziamento, prima che qualcuno ci veda” L’altra la guarda con aria interrogativa, spalancando gli occhi azzurri “Che intendi dire, Alya?” “Che domande! Vengo con te” risponde lei, con il tono di chi afferma una cosa ovvia “Non penserai mica che la tua migliore amica ti lasci andare in Tibet da sola, vero?” Ladybug sbuffa “Alya, non puoi.. la copertura della casa in campagna? E poi a chi affido la Miracle Box?”

Volpe Rossa fa un gesto con la mano per interrompere l’amica “Nessuno sa che ci andiamo, non ci hanno seguite, la casa non è un problema. E nemmeno la Miracle Box, solo degli idioti ti toglierebbero il ruolo di Guardiana, fidati. E i monaci non credo proprio che siano degli idioti”.

“Ma Alya…” protesta Ladybug stringendo i pugni “... Questa è una cosa che riguarda solo me.. io non..” L’altra approfitta della pausa per interrompere di nuovo “Non dire sciocchezze, Marinette, capisco che tu non abbia voluto Adrien per non creargli problemi con la zia ma questa cosa riguarda TE ma anche ME e tutti quelli che ti vogliono bene!” Ladybug fa un passo verso Volpe Rossa “È proprio per questo che devo farlo da sola!” ribatte “Perché se dovessi perdere la memoria tu.. Adrien… le persone che amo soffrirebbero troppo. Quindi meglio che nessuno lo sappia! Lo so com’è” la ragazza tira su col naso, sforzandosi di non piangere “Ero lì quando il Maestro Fu mi ha lasciato il ruolo di guardiana!” Volpe Rossa la guarda spalancando gli occhi “Marinette! Cerca di ragionare… se ti succedesse qualcosa del genere credi che non verremmo comunque a saperlo? Pensi davvero che le persone che ti vogliono bene si accontenterebbero di una lettera e non volerebbero in Tibet o dove ti trovi per aiutarti?” Prende fiato e posa le mani sulle spalle di Ladybug prima di continuare “Dai, piantala con queste sciocchezze e dammi un magicaron, prima che ci veda qualcuno quassù!” Ladybug unisce le mani e le solleva verso il petto, Volpe Rossa le circonda con le proprie "Stai tranquilla, andrà tutto bene, Marinette” le dice stringendole.L’amica abbassa lo sguardo, dopo un lungo istante lo risolleva su Volpe Rossa e la fissa per un istante, sfilando le mani dalla sua stretta.

“Allora?” chiede la rossa, facendo un passo indietro e allungando una mano “Ecco…” Ladybug esita “...devo fare pipì!” sbotta, prendendo lo yo yo e lanciandosi su un tetto vicino.

“Ma che accidenti…” borbotta Volpe Rossa tra i denti, lanciandosi all’inseguimento dell’amica, che salta tra un tetto e l’altro in direzione della periferia.

Quando finalmente la raggiunge con un’ultima capriola, il fiato corto, Volpe Rossa vede che Ladybug sta inforcando gli occhiali del Miraculous del Cavallo “Ladybug! Ferma!” sbotta, allungandosi e afferrandola per un braccio e facendola voltare verso di lei “Cosa pensi di fare?” alza la voce, sfilandole gli occhiali con l’altra mano, il viso a pochi centimetri dal suo “Non ho intenzione di lasciare la mia migliore amica affrontare ‘sta cosa da sola!”.

Ladybug cerca di divincolarsi, sbatte le palpebre un paio di volte per ricacciare indietro qualche lacrima, poi abbassa di colpo le spalle.

“D’accordo.” dice con un filo di voce, riprendendo gli occhiali “andremo insieme” aggiunge, aprendo lo yo yo per infilarci il Miraculous del cavallo e prendere due magicarons.

Appena presi Ladybug usa il potenziamento di Cosmobug mentre Volpe Rossa diventa Volpe di Fuoco: la parte posteriore del costume si sdoppia, diventando luminescente come una fiamma e il resto del costume prende l’aspetto di una tuta da pilota. Come per l’amica i capelli rimangono fuori da una specie di casco con visiera trasparente, arancione anch’esso, con le orecchie da volpe sulla parte alta. I bordi del costume, normalmente neri, sono luminosi e passano dal giallo al rosso, dando l’idea di una fiamma che va dall’alto in basso, così come gli stivali.

“Wow.. figurati che pensavo a firefox” esclama Alya, guardandosi. “Grazie, Trixx” aggiunge, guardando Cosmobug “Anche tu sei spettacolare.” dandole una scherzosa gomitata nelle costole “Andiamo? Fai strada che non ho idea di dove andare.”

Cosmobug sorride “Io… beh più o meno conosco la direzione, è come se Tikki mi dicesse dove andare… “ spiega “sai, come quando sei in un posto che non conosci ma ‘sai’ che il bagno è in fondo a destra? Stessa cosa.”

Volpe di Fuoco annuisce e Cosmobug si alza in volo “Allora seguimi!”

Le due eroine salgono rapidamente di quota grazie alla magia dei Miraculous, godendosi lo spettacolo del confine tra spazio e atmosfera. Il volo è sorprendentemente breve e le due arrivano in vista del continente asiatico e scendono in direzione delle montagne tibetane, impossibili da non notare anche da quella quota vertiginosa.

Cosmobug scende verso su una specie di piattaforma pianeggiante, su una parete rocciosa affacciata su una piccola valle e subito si trovano sprofondate nella neve fino alle ginocchia “A questo non avevo pensato” borbotta prima di annullare il potenziamento e tornare col consueto costume a pois.

“Per fortuna che non nevica” commenta Volpe Rossa dopo aver annullato il potenziamento a sua volta. “Non portare sfortuna…” commenta Ladybug con un mezzo sorriso. Le due si guardano intorno in cerca di segni del Tempio dei Guardiani dei Miraculous.

Il paesaggio è montuoso, a pochi metri alcuni bassi arbusti circondano delle rocce che subito diventano una parete di pietra grigia. Le ragazze sono su un piccolo tratto pianeggiante, quasi una piattaforma che dal lato opposto alle rocce si affaccia su una ripida discesa coperta di neve che diventa un vero e proprio dirupo dopo qualche metro. Sul fondo, un piccolo torrente con le sponde coperte di neve. Non ci sono altre impronte a parte le loro e il silenzio è totale.

La piattaforma si restringe di fronte a loro in una specie di sentiero e, coperte di neve, si intravedono le forme di una lanterna di pietra scolpita simile a un tourou giapponese. Volpe Rossa la indica dicendo “Guarda quella.. credo che sia da quella parte…”; Ladybug si avvicina alla scultura e scosta la neve con la mano, scoprendone la parte superiore, rivelando così lo stesso simbolo intarsiato sulla Miracle Box del Maestro Fu “Direi proprio di sì” commenta, imboccando a fatica verso il sentiero, dove per loro fortuna c’è un pò meno neve.

Le due ragazze arrancano faticosamente per almeno quindici minuti nella neve alta, cercando altre tracce di costruzioni ed individuano un’altra lanterna poco prima di una curva. Il sentiero segue la parete di roccia che dopo la curva diventa più incombente, una specie di tetto. Libero dalla neve, il sentiero è scolpito nella roccia della parete, con tracce di muschio e umidità. Non c’è alcun segno di passaggio di persone e gli unici suoni, a parte i passi di Ladybug e Volpe Rossa, sono il fischio del vento e il gorgogliare del torrente a qualche decina di metri sotto di loro.

Ladybug guarda la parete e nota un’altro simbolo scolpito “Credo che lo troveremo alla fine di questo sentiero” dice a Volpe Rossa, guardando la stretta stradina inerpicarsi su per la parete e sparire dietro una nuova curva “Allora andiamo avanti” concorda l’altra, sfregandosi le braccia “Freschino…” commenta, seguendo con circospezione l’amica. Subito dopo la curva il sentiero prosegue salendo a zig zag, e scompare nella nebbia al secondo tornante “Ci mancava pure la nebbia” commenta Volpe Rossa “cerchiamo di fare in fretta, prima che sia troppo buio”. “Giusto” concorda Ladybug, arricciando il naso mentre riflette sul da farsi, continuando a salire “Potremmo usare un Lucky Charm se la cosa diventa troppo lunga, per ora proseguiamo così” e allunga il passo, seguita da Volpe Rossa che borbotta “Sei piccola, Mari, ma è dura starti dietro”.

Passano venti minuti e le due ragazze continuano a percorrere il sentiero che sale a zig zag, con curve sempre più strette man mano che la parete diventa più ripida. La nebbia sempre più densa rende veramente difficile vedere dove andare, tanto che Ladybug deve procedere sfiorando la parete, che a intervalli riporta gli ormai noti simboli scolpiti. Continuano a camminare e dopo pochi passi il sentiero termina, restringendosi fino a scomparire nella parete di roccia grigia.

“Oh cavolo…. A questo punto credo che ci serva un po’ di fortuna” esclama Ladybug fermandosi per passarsi la mano sulla fronte sudata, poi declama “Lucky Charm!”. Stupefatta prende al volo un martello di legno con la testa cilindrica, con l’immancabile colorazione rossa a pois neri, che riporta sulla parte piatta lo stesso simbolo che si vede sulle rocce “E con questo che cosa dovremmo farci?” sbotta, mentre Volpe Rossa si avvicina per osservare l’oggetto.

Ladybug si gratta una tempia e inizia a guardarsi attorno in cerca di un’idea, poi finalmente nota che il disegno sulla testa del martello è esattamente grande come quello inciso sulla parete. “Aspetta, e se…” borbotta sottovoce, prendendo il martello e dando un colpetto sull’ultimo simbolo prima della fine del sentiero.

Appena il legno tocca la pietra, si sente un click e il martello rimane saldamente bloccato contro la roccia. Ladybug alza un sopracciglio e tenta di staccarlo tirando, senza risultato, poi lo ruota come fosse una maniglia e, sotto lo sguardo attonito delle ragazze, una parte circolare della roccia, accanto al simbolo, si sposta verso l’interno della parete, diventando rapidamente luminescente come i portali del Viaggio e mostrando l’immagine un po’ offuscata di un giardino zen. Il martello si stacca dal muro e Ladybug lo riprende. “Mi sa che ci siamo” commenta Ladybug, stringendo all’imrpovviso l’amica in un abbraccio “Scusa Alya, mi sbagliavo. Sono felice che tu sia qui con me!”. “Non ti libererai facilmente della tua migliore amica, lo sai!” risponde l’altra ricambiando l’abbraccio “Andiamo?”.

Ladybug la lascia andare e poi con circospezione entra nel portale, subito seguita dall’amica. Una volta all’interno lancia in aria il Lucky Charm e il portale alle loro spalle si chiude.

 

Adrien ed Amelie arrivano alla casa di quest’ultima, nel quartiere un tempo occupato dai docks londinesi, sostituiti negli anni da loft alla moda e appartamenti eleganti. Amelie e Felix vivono proprio in uno di questi appartamenti molto spaziosi, anche se piccolo e spartano in confronto alla villa degli Agreste a Parigi. Il cugino di Adrien però è in Australia per frequentare le scuole superiori, quindi al momento la casa è occupata solo da Amelie e da una tata, la signorina Rose, che al momento è in vacanza per Natale.

Adrien si sistema nella stanza degli ospiti, aiutato dalla zia e dal Gorilla che li ha accompagnati in treno. Prevedendo di rimanere pochi giorni, il bagaglio di Adrien è una semplice valigia non particolarmente grande e in pochi minuti si è sistemato ed è rimasto solo nella stanza, seduto sul letto a guardare dalla finestra il Tamigi illuminato dalle luci natalizie.. Plagg esce dalla borsa a tracolla e fa un rapido giro per la stanza, minuscola rispetto a quella a cui è abituato “Ma non è troppo piccola questa stanza? L’ho già girata tutta e sono passati due secondi”.

“Non cominciare, Plagg” risponde Adrien “e poi sarà solo per qualche giorno.” si blocca, colto da un dubbio “Spero. Chissà a casa cosa succederà… non credo mi lasceranno rimanere da solo, qualcuno dovrà occuparsi di me e non penso che la zia potrà farlo. E nemmeno Nathalie. Tutto dipende da cosa decideranno di fare quando troveranno..”

Mentre Adrien parla, Plagg passa attraverso una parete e lui si zittisce di colpo, spalancando gli occhi. Il Kwami riappare pochi secondi dopo “Non c’è niente di interessante nell’altra stanza, dev’essere quella di quell’antipatico di tuo cugino. Non lo sopporto! Ha rovinato tutto il mio adorato camembert quando ti è venuto a trovare…” borbotta. Adrien balza in piedi e lo acchiappa, sibilando “Plagg… Non dobbiamo farci scoprire, come ti viene in mente di andare in giro così?”

“Ma Adrien, è tutto così noioso.. a proposito, Leccato ha un sacco di coppe e trofei anche lui, e tanto non c’è” si lamenta il kwami nero, sfilandosi dalle mani di Adrien e svolazzando nella borsa a tracolla posata sul letto, uscendone con uno spicchio di Camembert che fa immediatamente sparire inghiottendolo al volo. “Devo cancellare il ricordo di cosa ha fatto quella volta!” dice, con aria melodrammatica. Adrien non riesce a trattenere una risata e ha già dimenticato il comportamento indisponente del suo amico Kwami. “Leccato? Mio cugino si chiama Félix” “Lo so benissimo” risponde Plagg con aria offesa “... Ma l’hai guardato bene? Con quella pettinatura?”

Adrien sta per ribattere quando vengono interrotti da qualcuno che bussa alla porta. Il ragazzo sussurra “Nasconditi” a Plagg, che passa attraverso l'anta di un mobile, scomparendo all'interno e poi risponde “Sì?”

La porta si apre e Amelie si affaccia alla soglia: “Adrien, è l’ora del tè, ti aspetto di là, mi fai compagnia, vero?” “Certo zia, arrivo subito” accetta lui, alzandosi ed infilando in tasca il cellulare.

In soggiorno, Amelie aveva preparato per due. “Dov’è il go… ehm Gaston?” chiede Adrien “non ha voluto il té ma è andato a comprare qualcosa per la cena, la tata non c’è fino a dopodomani ma ho trovato una sostituta, arriverà più tardi” “Ah bene” commenta Adrien, versando una tazza di té alla zia ed riempiendo quella davanti a sé.

I due rimangono in silenzio per diversi minuti, poi Adrien dice a mezza voce “Tu non sospettavi di nulla, vero zia?”

La donna abbassa gli occhi fissando la bevanda “No. Non avevo idea che Gabriel potesse essere Papillon. Non ho nemmeno idea del perché stesse cercando i Miraculous. Immagino sia una sorpresa anche per te”

Adrien apre la bocca per dire qualcosa, ma si ferma a riflettere “Se le dicessi che cosa ha detto nelle catacombe rischierei di svelare di essere Chat Noir” “Adrien?” la voce di Amelie lo riscuote dai suoi pensieri. Adrien sussulta leggermente e poi spiega “Hm. Non sospettavo nulla. Da quando mamma non c’è più, lui si è chiuso nel suo lavoro. O era quello che credevo io. Chissà quante volte mentre posavo per quelle foto lui era nascosto chissà dove a creare quelle maledette Akuma. E Nathalie lo ha aiutato! Mi sembra tutto così assurdo..” fa una pausa poi “Anche se… quando tu e Felix siete venuti, al primo anniversario.. Mio padre sembrava volesse dirmi qualcosa, e io, che pensavo riguardasse lui e Nathalie gliel’ho detto, facendolo infuriare. E da lì, beh sembrava quasi peggio.”

Amelie, leggermente a disagio, guarda il nipote, poi distoglie lo sguardo, si guarda la mano destra, poi riporta lo sguardo su Adrien che prosegue a parlare “Quel giorno poi Felix mi ha messo nei guai coi miei amici con uno dei suoi scherzi di cattivo gusto e.. e poi le Akuma e… “ La zia lo interrompe “Adrien, a questo proposito, ecco” fa una pausa “Quel giorno eravamo venuti a prendere una cosa che appartiene da quando ne abbiamo memoria alla famiglia Graham de Vanilly, un anello che mia sorella, secondo una nostra usanza, aveva dato a Gabriel.” dice, senza guardare Adrien e sfilandosi un semplice anello d'argento dalla mano destra “Credo che sia meglio che lo tenga tu” aggiunge, porgendoglielo con un sospiro, senza alzare lo sguardo. Adrien osserva l’anello poi nota che la zia non lo sta guardando “Ah… Va bene. Era della mamma? Perché è così importante?” chiede

“Sì, era di Emilie. Ma preferisco che ora lo tenga tu, vista la situazione di.. Gabriel. Importante.. in realtà ha un grande valore affettivo perché è tramandato nella nostra famiglia.” risponde la donna, riportando finalmente gli occhi su Adrien.

Il ragazzo sta per chiedere qualcos’altro su quell’anello la cui storia lo incuriosisce quando qualcuno bussa alla porta del soggiorno “È aperto, Gaston” risponde Amelie. La porta si apre ed entra il Gorilla, seminascosto da un sacco di carta pieno fino all’orlo di provviste varie. La padrona di casa lo guarda “Forse per quattro giorni hai un po’ esagerato, ma vedremo quando arriverà la sostituta di Rose. L’omone scuote la testa alla prima parte della frase, poi sorride mentre attraversa la stanza e si dirige in cucina.

Mentre distrattamente si infila l’anello al dito, accanto al Miraculous, Adrien si accorge che quella è una delle pochissime volte in cui ha visto Gaston sorridere.

Il biondino riporta poi lo sguardo sulla tavola, bevendo finalmente il tè.

Mezzora dopo vengono raggiunti dalla tata ed Adrien torna nella camera degli ospiti. Rimasto solo sfila l’anello e lo posa sul tavolo, sospirando e osservandolo attentamente. “Plagg?” chiama, subito raggiunto dal kwami, che osserva anche lui l’anello volandogli attorno “Non ti sembra familiare?” gli chiede subito dopo “Mi pare che mio padre ne portasse uno identico” i due stanno guardando un semplice anello in metallo argentato, piuttosto leggero per essere in argento e senza segni o incisioni all’esterno o all’interno. “Non lo so, Adrien, non ci sono stato molto attento, ma adesso che mi ci fai pensare, tuo padre portava un anello di questo colore, ma non so dirti se era uguale a questo” risponde il Kwami allargando le zampe. “Hmmm… Beh glielo chiederò! Mi … ci deve un sacco di spiegazioni” commenta Adrien sfilando da sotto la maglietta una catenina d’argento con il Kwagatama di Plagg e infilando l’anello accanto al piccolo ciondolo oblungo. “Per adesso, visto che era della mamma e tenendolo al dito rischierei di perderlo, lo metterò qui”. conclude, indossando di nuovo la catenina.

 

Ladybug e Volpe Rossa si fermano nel perfetto giardino Zen dall’altra parte del portale. Si trovano all’interno di un cortile abbastanza ampio, di una decina di metri di lato. Dietro di loro un muro di mattoni, sormontato da uno stretto tetto di tegole rosse, coperte di neve. Esattamente dietro il portale da cui sono entrate c’è quello che dovrebbe essere il portone d’ingresso, ma al posto delle doppie porte c’è un muro solido, come il resto. Sugli altri tre lati del cortile, rialzato da alcuni piccoli pilastri in legno, c’è una specie di stretto portico su cui si affacciano gli edifici veri e propri, in pietra rosa. Sul terreno, sabbia finissima attentamente rastrellata disegna delle curve, e una serie di sassi piatti posati sulla sabbia formano una specie di sentiero per la porta principale del tempio, una doppia porta di legno laccato di rosso e nero, su cui campeggia il simbolo che ormai le ragazze conoscono bene. Ai lati, simmetriche, due finestre circolari con delle sbarre di legno formano dei motivi di quadrati.

Il cortile è perfettamente sgombro dalla neve e Volpe Rossa, guardandosi in giro commenta in un sussurro “Wow. Ma è totalmente deserto e… ehi, sbaglio o fa anche più caldo?”

“Sembra anche a me..” concorda Ladybug guardandosi intorno “Meglio, perché devo far ricaricare Tikki…. Detrasformazione”.

Marinette riappare al posto del suo alter ego e rabbrividisce porgendo un Macaron a Tikki, che guarda “Grazie, ma non sono affatto stanca, Marinette, all’interno del tempio i Kwami non hanno bisogno di mangiare.” spiega, poi dopo una pausa ”Entriamo nel Tempio, adesso, visto che è deserto, è meglio andare direttamente alla biblioteca, nell’ala di sinistra”. “Bene.. buono a sapersi, perché nonostante tutto fa freddo e se rimaniamo qui a lungo i superpoteri ci saranno utili” risponde Marinette con un sorriso.

Volpe Rossa nel frattempo ha attraversato il cortile e sta camminando in silenzio lungo il portico, sbirciando dentro una delle finestre rotonde. “Tikki ha ragione, non c’è nessuno, è tutto buio dentro. Entriamo?”

Nota dell’Autore

Non sono sparito! Scusate tantissimissimo ma ho passato un’estate terribile e ho avuto altro a cui pensare. Mi sentivo in colpa per non aver pubblicato niente per tutti questi mesi, perciò anche se il capitolo è breve, ho deciso di pubblicare qualcosa lo stesso. Spero vi piaccia.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Marinette sussurra “Tikki, trasformami” e, nei panni di Ladybug, annuisce raggiungendo Volpe Rossa sotto il portico. Anche lei sbircia dentro una finestra, spostandosi subito dopo verso il portone, afferrando con decisione la grossa maniglia di bronzo, un anello sullo stipite.

“Io busso, non si sa mai” dice tra sé, sollevando la maniglia e lasciandola cadere. Il suono del metallo sul metallo rimbomba dall’interno dell’edificio ma per diversi secondi non accade nulla. Ladybug alza le spalle e dopo aver scambiato un’occhiata con Volpe Rossa, tira verso di sé il pesante battente. La porta si apre, ruotando silenziosamente sui cardini come se fosse stata appena costruita, con tanta facilità che Ladybug perde quasi l’equilibrio.

Il portone si apre su una stanza rischiarata debolmente dalla luce del tardo pomeriggio che entra dalle finestre circolari. Il soffitto è alto circa due metri e mezzo, vicino alle campate del tetto si aprono altre piccole finestre. Il legno delle travi sembra nuovo e ancora profuma di resina. Sul pavimento, anch’esso di legno, c’è sorprendentemente poca polvere e il silenzio è tale che le ragazze riescono a sentire il battito del proprio cuore. L’intero edificio sembra essere stato costruito poche settimane prima. L’’edificio è a pianta quadrata ed è simmetrico rispetto al piccolo atrio dove si trovano Ladybug e Volpe Rossa, con due corridoi che si dirigono in direzioni opposte per qualche metro.

Le supereroine entrano con circospezione, Ladybug commenta tra sé “Pensavo fosse più grande, a giudicare da cosa avevamo visto”. Volpe Rossa concorda “Io invece mi aspettavo ci fosse almeno qualcuno, Tikki ti ha detto dove dobbiamo andare?” chiede poi.

“Sì, ma prima ci serve una luce” risponde Ladybug, aprendo lo yoyo ed estraendo una lampada a batteria da campeggio. Quando la vede accendersi Volpe Rossa guarda stupita l’amica “Come hai fatto a…” e l’altra “Come funziona non ne ho idea, ma è molto comodo, vorrei poterlo usare normalmente”.

Lungo ciascun corridoio si aprono tre porte e le ragazze, imboccando il corridoio di sinistra, sbirciano all’interno, trovando quelle che sembrano le stanze dei monaci: piccole, arredate con un semplice letto e un leggio.

Le ragazze seguono l'indicazione di Tikki e trovano rapidamente la stanza più grande dell’ala sinistra dell’edificio, una biblioteca di forma ottagonale, i lati di circa tre metri, ogni centimetro delle pareti coperto da libri e rotoli di pergamena inseriti in custodie di cuoio.

Gli oggetti sono ordinatamente disposti all’interno di scaffali, i libri in alto, le pergamene in basso. Anche qui, tutto sembra sia stato appena riordinato.

L’unica parete libera è quella dove si trova la porta, che Ladybug e Volpe Rossa trovano aperta, le doppie ante rivolte all’esterno.

“Ehi” sbotta Volpe Rossa facendo un passo oltre la soglia “ma è più grande all’interno!” poi ridacchia, imitata da Ladybug “Cavolo, non avrei mai e poi mai pensato di poterlo dire” borbotta quest’ultima, guardando il soffitto, decisamente più alto di quello del corridoio e ricoperto di legno chiaro.

Nel punto dove le pareti incontrano gli spioventi del tetto ci sono otto finestre basse, che illuminano la stanza con la poca luce proveniente dall’esterno. Più sotto, a due metri dal pavimento, ci sono delle lanterne di ottone, ciascuna con dentro una candela spenta..

Nel mezzo della stanza, al centro di un cerchio composto da tredici candelieri di ottone, alcuni alti un metro, altri qualche centimetro di meno, alternati, troneggiano un leggio di legno chiaro e uno di legno scuro, girati in direzioni opposte e distanziati di pochi centimetri l’uno all’altro; tra i due si trova un piccolo candeliere di ottone, vuoto, che dovrebbe permettere di illuminare quello che si pone sul leggio.

Lungo le pareti, in corrispondenza degli spigoli dell’ottagono opposti alla porta, sono disposte quattro statue di legno, scolpite in modo molto realistico, a grandezza quasi naturale di due uomini e due donne, dalle fattezze orientali e vestite con una semplice tunica allacciata sul davanti che copre quelli che ricordano gli abiti dei monaci Shaolin sorprendentemente simili a quelli del finto guardiano che avevano affrontato combattendo Papillon un anno prima. Le quattro figure sono differenti, ma entrambe, uomini e donne, raffigurano una persona più anziana e una giovane, come se fossero maestro e allievo.

Ladybug si avvicina a uno dei candelieri e nota che al posto del foro per la candela hanno un disco di legno, una specie di piattino con inciso il simbolo di un Miraculous. Il leggio scuro ha invece inciso il simbolo della coccinella, quello chiaro del gatto. Non c’è nessun rumore a parte il fruscio dei passi leggeri di Ladybug e Volpe Rossa che esplorano la stanza deserta e il rumore del vento che si è alzato all’esterno. L’eroina in rosso posa a terra la lampada a batterie e l’illuminazione dal basso rende i visi delle statue scolpiti nel legno rossiccio dipingersi di ombre inquietanti: la ragazza fa un passo indietro e cerca a tentoni la mano di Volpe Rossa, stringendola. L’altra sussulta “Che c’è Mari?” chiede a bassa voce “Hai paura?” poi guarda l’amica “Sai, perché io inizio ad averne un po’”.

Ladybug annuisce ed afferra lo yo yo con l’altra mano per darsi coraggio “Anche io” sussurra, la gola secca “Non è questo posto deserto… e che ho più paura che siamo venute per niente e non caveremo un ragno dal buco. Non c’è nessuno qui e.. ” fa una pausa indicando col mento la stanza “ci saranno migliaia di libri e pergamene. Come facciamo? Non possiamo leggerli tutti.” passa lo sguardo tra la costa di un libro e l’altra ”Guarda! Quelli che non sono in cinese sono in codice!” Ladybug alza la voce, cominciando a sentirsi oppressa dalle pareti della stanza.

Volpe Rossa si avvicina di un passo a Ladybug e le circonda le spalle con un braccio “Cerca di stare calma, Mari... che ne dici se proviamo a chiedere ai kwami?” suggerisce.

“Io… ah ok, si b-buona idea” risponde l’altra respirando profondamente “E tu che ne dici di accendere quelle lanterne?” continua, porgendo a Volpe Rossa un acciarino da campeggio dopo averlo nuovamente preso dallo yo yo.

Mentre l’altra, allungandosi in punta di piedi, si occupa delle lanterne che, come fossero nuove si accendono tutte, Ladybug inizia a prendere i miraculous dallo yo yo e a disporli sui rispettivi supporti.

I Kwami appaiono e la seguono incuriositi e un po’ disorientati, ma vedendo l’espressione accigliata di Ladybug per un lunghissimo minuto nessuno dice nulla. Appena i gioielli sono posati sui piattini, Ladybug si sposta verso il leggio della coccinella e sussurra “Ritrasformami” imitata da Volpe Rossa.

Tikki e Trixx si uniscono agli altri kwami, da cui mancano Longg, Fluff, Plagg, Wayzz e Pollen che sono rimasti coi rispettivi portatori. “Bene” inizia Marinette, guardandosi in giro, anche lei un po’ spaesata “Forse vi ricorderete di questo posto. Sono venuta qui sperando di avere aiuto dagli altri Guardiani per la questione della memoria e del ruolo di Guardiana e” si ferma per prendere fiato “beh in realtà speravo di trovare” la ragazza fa una pausa inghiottendo a vuoto “almeno qualcuno. Ma a quanto pare la fortuna non è dalla mia”.

Alya raggiunge l’amica e, come poco prima, le circonda le spalle con un braccio “Insomma… dobbiamo aiutare la nostra Guardiana preferita!” inizia, guardando i Kwami “Qualcuno di voi si ricorda qualcosa che potrebbe esserci utile?”

Tikki inizia a guardarsi attorno e gli altri a sussurrare tra loro. Barkk si avvicina alle ragazze e con aria triste dice “Ehm.. no, io non mi ricordo molto, voi?” Roarr risponde con “Qualcuno dei guardiani però usava una lente di ingrandimento!” Sass dopo un attimo aggiunge “Mi pare ci fosse una specie di indice che Su Feng, vi ricordate il Guardiano Celeste? Mi pare che lo consultasse”. Tutti i Kwami iniziano a volare per la biblioteca, fermandosi poi ciascuno sopra il relativo gioiello.

Marinette fa cenno a Tikki di avvicinarsi “Bene, abbiamo bisogno di una lente” inizia, arricciando il naso come fa sempre quando riflette “che magari usavano perché vedevano poco, ma va bene, è un indizio!” un’altra pausa “Ed un libro con l’indice… Che ne dite di un altro Lucky Charm? Qui di lenti non ne vedo e purtroppo nessuno di noi sa né il cinese e tantomeno decifrare il codice, non capiremo mai qual’è l’indice tra tutti questi libri”.

Marinette guarda di nuovo tutti i Kwami e Alya che commenta “Sapevo che ti sarebbe venuta un’idea!” l’altra sorride e guardando Tikki esclama “Tikki! Trasformami!” e subito dopo “Lucky Charm!”

Mentre lancia in aria lo yoyo succede qualcosa di inaspettato: i punti scuri del costume brillano e mentre prende al volo il Lucky Charm, Ladybug si accorge che qualcosa nel costume è cambiato: la parte attorno alla vita e quella superiore delle gambe ora sono nere, i cerchi che prima erano neri ora sono rossi. Anche le piante dei piedi e i guanti sono neri, e sul davanti è apparsa una zip, chiusa con un fermaglio che ricorda uno degli orecchini, rosso coi cinque puntini neri.

“Ma che cosa cavolo…” esclamano Ladybug e Alya in coro, mentre la prima osserva cosa è apparso, rigirandosi in mano un curioso oggetto: una scodella di ottone con dentro una specie di martelletto cilindrico di legno.

“Nel tempio i Miraculous possono avere dei poteri leggermente diversi” spiega Sass, mentre Ladybug annuisce borbottando "prima non è successo, forse eravamo troppo lontane”. “Fammi vedere cosa abbiamo” suggerisce Alya, indicando l’oggetto che Ladybug sta ancora rigirando tra le mani borbottando “E cosa dovremmo farci con…” La ragazza si ammutolisce, poi si dà una manata sulla fronte, esclamando “lo so che cos’è! È una specie di campana che si usa per la meditazione! La mamma ne ha una simile, ma la sua è più grande.” poi si guarda intorno “Forse dovrei… meditare? Non vedo un posto adatto, non c’è spazio per sedersi in terra. Hmmm” borbotta, guardando la stanza ed ed il suo contenuto.

Notando la dimensione ridotta della campana tibetana che ha in mano, Ladybug ha un’idea e borbotta “Forse… le statue?” dopodiché inizia ad osservare attentamente le sculture una per una. La ragazza, stupita per non averlo notato prima, si rende conto che una delle due figure femminili, quella coi capelli acconciati in due cipolle ai lati della testa, come lei quando si trasforma in Multimouse, è decisamente diversa dalle altre.

Tutte le statue hanno gli occhi chiusi e le braccia alzate con le mani giunte davanti al petto, mentre quella della giovane che sta osservando, oltre ad essere scalza, ha i gomiti appoggiati al corpo, gli avambracci tesi davanti a sé.

Una mano ha il palmo in alto e le dita leggermente chiuse, mentre l’altra sembra nella posizione perfetta per impugnare il martelletto. Lo sguardo è puntato in avanti, verso il centro della sala e l’espressione è serena, quasi di contemplazione.

“Sembra che stia tenendo in mano qualcosa” riflette ancora Ladybug, arricciando il naso e spostando lo sguardo dalla statua al Lucky Charm.

“Ma certo!” sbotta dopo qualche secondo, posando decisa la campana sul palmo della mano della statua.

Non appena i due oggetti toccano il legno, come è accaduto lungo il sentiero, si sente un suono secco e nel piedistallo della statua scatta un meccanismo, rivelando un piccolo cassetto imbottito di stoffa, che cela una lente d’ingrandimento dalla montatura dorata.

“Lo sapevo che ce l’avresti fatta!” esulta Alya mentre l’altra raccoglie la lente e la usa per osservare la costa del libro più vicino, rilegato in pelle con degli ideogrammi che, sotto la lente, diventano parole leggibili. “Incredibile! Attraverso la lente posso leggerli! Guarda!” commenta Ladybug, sentendo la tensione sciogliersi un po’ mentre legge ad alta voce i titoli di alcuni volumi “Piante medicinali” “Spezie e loro uso”. Alya guarda da sopra la sua spalla, mentre ne osservano ancora qualcuno “Sembrano divisi per argomento, ma a noi serve l’indice, cerchiamolo!” dice, spostandosi verso la porta “Tanto vale iniziare da qui”

Alya la interrompe “Forse è il caso di riprendere il Lucky Charm?” chiede.

L’altra annuisce, riprendendo i due oggetti dalle mani della statua e lanciandoli. Immediatamente lo stormo di coccinelle magiche appare e turbina nella stanza, facendo richiudere il cassetto segreto.

Le due ragazze iniziano a cercare l’indice generale della grande biblioteca, passandosi la lente e leggendo a turno i titoli dei libri, finché, quando ormai il sole è tramontato da un paio d’ore, Marinette, che ha rilasciato la trasformazione per contare anche sull’aiuto di Tikki esulta gridando “L’ho trovato!”.

Tutti i Kwami e Alya si radunano accanto a lei che, con cautela, prende un libro dallo scaffale opposto alla porta. Il volume è rilegato come il grimorio che Adrien trovò nella cassaforte del padre e Marinette, con le mani leggermente tremanti, lo posa sul leggio col simbolo della Coccinella.

“Finalmente l’abbiamo trovato…. “ dice, sorridendo “ora però” e il sorriso le si spegne sulle labbra “non so esattamente cosa devo cercare…”

Alya, che non si è ancora trasformata, scambia uno sguardo con Trixx e circonda la vita di Marinette con un braccio “Se ci pensassimo domani mattina? Mangiamo qualcosa e poi ci riposiamo qualche ora?”

L’altra si guarda intorno “Oh, non mi ero accorta che fosse così tardi” si interrompe per sbadigliare “Mangare? No, grazie, sono troppo stanca” aggiunge, poi guarda Tikki, le fa un cenno e si trasforma in Ladybug sotto lo sguardo interrogativo di Alya.

Mentre posa con cautela la lente sul libro, Ladybug aggiunge “Prima Tikki ha detto che in questo posto i Kwami non consumano energie per mantenere la trasformazione, credo sia più comodo se restiamo trasformate mentre dormiamo, non si sa mai” spiega, frugando nello yo yo e estraendone, non si sa come, un sacco a pelo arrotolato. Alya sgrana gli occhi “Di nuovo? Passi la lanterna, ma QUELLO come cavolo hai fatto a farcelo stare? E a prenderlo?” chiede sbigottita.

Ladybug la guarda alzando le spalle “È una specie di magia, te l’ho detto. Non dirmi che è la cosa più strana che hai visto oggi!” poi le fa l’occhiolino, srotolando il sacco a pelo sul pavimento del corridoio, dato che la stanza non è abbastanza grande per poterlo fare “Purtroppo ne ho preparato solo uno, non eri… ehm... prevista” aggiunge, guardando l’amica.

“Nessun problema Mari, non è la prima volta che condividiamo un letto, ci stringeremo un po’, se per te non è un problema” ribatte l’altra, trasformandosi subito dopo in Volpe Rossa e infilandosi nel sacco a pelo, imitata da Marinette che mentre si rotola per mettere la schiena contro quella di Alya commenta “beh è un po’ strettino ma almeno non soffriremo il freddo, anche se coi superpoteri, sai com’è”, mentre tutti i kwami volano vicini alle ragazze si posano anche loro sul sacco a pelo. “A domattina, Alya…. dice poi Marinette a bassa voce stringendo una mano all’amica “E grazie per essere qui con me”. “Non mi ringraziare, sono o non sono la tua migliore amica?“ le risponde Alya “E pensa che nemmeno volevi che venissi.”. Cinque minuti dopo le due ragazze si addormentano, esauste.

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