I racconti perduti della famiglia Cooper.

di FaithMore_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il tradimento. ***
Capitolo 2: *** Una fredda alleanza pt.1 ***
Capitolo 3: *** Una fredda alleanza pt.2 ***
Capitolo 4: *** Ladro o poliziotto? ***
Capitolo 5: *** Il circo degli inganni. ***
Capitolo 6: *** Il giovane procione del West. ***



Capitolo 1
*** Il tradimento. ***


*Storia collocata nel gioco Sly Cooper 2, esattamente tra il terzo livello “The Predator Awakes” e quarto livello “Jailbreak”
 

Il tradimento.

 

Siamo vicinissimi ormai a recuperare anche la seconda parte del cuore di Clockwerk e poi lasciare questa giungla terribile immediatamente. Menomale, perché non ne posso più di avere costantemente il pelo tutto arruffato per via dell’umidità e non ne posso più neanche degli insetti: specialmente delle zanzare.

 

Bentley e Murray sono usciti da poco dal covo per dare inizio così al piano “Tigre Bagnata”.

Dal momento che l’allagamento parziale del tempio non ha dato i frutti sperati, l’idea adesso è quella di allagarlo completamente, nella speranza che Rajan si convinca ad uscire dal suo nascondiglio.

Murray si preoccuperà di forzare la bocca d’elefante che nasconde l’entrata del tempio, Bentley gli coprirà le spalle dall’alto con l’elicottero d’assalto che abbiamo rubato e, quando la strada sarà libera, Sly porterà il grosso dinamite accanto alla porta, lo farà esplodere e così la grotta sarà allagata.

Un piano geniale, peccato che c’è una falla che Bentley ha fatto finta di non notare.
Chi copre le spalle a Murray a terra? Se Murray deve pensare sia a forzare la porta sia ai nemici che Bentley non riesce a eliminare senza ferirlo, la missione sarà più lunga del previsto.
Così prendo l’iniziativa. Come la maggior parte delle volte, tra l’altro.

Esco dal covo in silenzio e noto Sly appollaiato su un albero, sicuramente in attesa del via libera da parte degli altri due.

Mi avvicino al furgone di Murray parcheggiato li vicino e recupero da una cassa all’interno le mie armi. I miei doppi bastoni che mi ha regalato Sly circa tre anni fa. Mi inginocchio davanti questa, esco i bastoni dal fodero, che lego alle spalle, e li osservo.
Sono più piccoli e leggeri e sottili rispetto al bastone uncinato di Sly, ma essendo legno d’ebano, possono resistere a qualsiasi colpo. Non ho mai voluto sapere a chi Sly abbia rubato questo legno così pregiato. Esco dal furgone coi due bastoni ancora in mano, chiudo lo sportello e raggiungo Sly tenendo un bastone in una mano e uno in bocca. Accanto a lui continuo a osservarli, giocherellandoci.

Hanno l’impugnatura in ferro color oro ma manca da entrambi l’uncino della famiglia Cooper alla base dell’impugnatura, dove mi piacerebbe metterlo, ma non posso.

È stato papà a spiegarci questa cosa, da bambini. Lo ricordo ancora come fosse ieri. E ancora oggi, per alcuni versi, non mi va giù.

 

[Flashback]

“Sly, ormai è da un po’ che fissi quel bastone. Non preoccuparti figliolo, un giorno sarà tuo.” dice papà alzando gli occhi dal giornale e guardando teneramente Sly.

“Si lo so… Ma quando?” chiede Sly sedendosi a tavola, nel posto vuoto accanto a me.

“Prima di quanto immagini, te lo posso assicurare.” anche papà si alza dalla poltrona nella quale è seduto e si avvicina alla mamma, le da un bacio in fronte e poi si siete a capotavola. Sly continua ad osservare il bastone, mettendo il broncio.

“Ma io sono già grande!” si lamenta Sly, strofinando con forza le mani sulle ginocchia.

“Si, un gran cretino.” dico io con noncuranza mentre mangio un toast. Lui si offende subito dandomi una botta sulla mano e facendomi cadere a terra il toast.

“Mamma!” urlo subito “guarda che ha fatto Sly!” e scoppio a piangere, singhiozzando insistentemente.

“Sly, perché devi farla piangere sempre?” dice mamma prendendomi in braccio.

“Ma lei mi ha insultato per prima.” dice Sly guardando papà e tirandogli una manica per ricevere la sua attenzione.

“Ma tu sei il più grande e devi avere pazienza.” gli dice papà, carezzandogli la testa. Lui, non contento di questa risposta, sbuffa appoggiandosi con forza allo schienale della sedia.

“Dovrei essere io a ereditare il bastone e il libro, non tu. Sei troppo scemo!” continuo a infierire sentendomi forte tra le braccia della mamma.

“Harriett, basta anche tu adesso.” dice mamma esausta mettendomi a terra. Vado a sedermi sulle gambe di papà trovando rifugio da lui.

“Perché non posso essere io a ereditare le cose?” dico con vocina innocente, accoccolata tra le braccia di papà.

“Perché sei una femmina, ecco perché!” dice Sly battendosi un pugno sul petto.

“È vero?” dico drizzando la schiena e guardando papà negli occhi e nel frattempo ho di nuovo le lacrime agli occhi. Lui guarda Sly di traverso.

“Non è per questo. È semplicemente perché Sly è il più grande. Se fossi stata tu la più grande, gli oggetti sarebbero stati tuoi.” dice papà,

“Perché deve essere così?” chiedo con voce tremante e guardo Sly, che ha un sorriso malefico, pronto a qualcuna delle sue cattiverie.

“Perché è così che vuole la tradizione.” risponde papà, inspirando profondamente per mantenere la pazienza.

“Beccati questa sorella. Questo è il bello di essere grandi.” dice Sly che si alza in piedi sulla sedia e inizia un balletto divertito. Scoppio a piangere di nuovo, più disperata di prima.

Papà e mamma sospirano esasperati.
“Va bene, abbiamo capito che stasera non si cena.” dice mamma prendendomi in braccio e portandomi nella mia stanza. Guardo Sly singhiozzando, lui mi fa una linguaccia e scoppia a ridere. Fino a quando papà non gli da uno scappellotto in testa che gli fa passare tutta l’euforia.

“Ahia! Ma perché l’hai fatto?” dice guardando contrariato papà.

“Così impari. Basta adesso.” gli risponde papà secco. Ora sono io quella che sorride.

[Fine Flashback]

 

Con questo ricordo in mente, sorrido come un ebete continuando a guardare le armi.

Sono grata a Sly per avermele regalate, per il pensiero avuto, ma non le porto mai con me costantemente come fa lui col bastone di famiglia. Le prendo in considerazione molto di rado, solo quando servono davvero. Come in questa missione nella quale sto per improvvisare, per esempio.
Il motivo è che quando mi muovo, mi arrampico, corro, voglio essere più libera, agile e silenziosa possibile e non vorrei che loro mi diano qualche difficoltà. Forse semplicemente non sono abituata ad averle sempre addosso e non mi preoccupo minimamente di abituarmene adesso.

Anche se io spero sempre di non doverle mai usare per attaccare volontariamente qualcuno, ma solo per difendere me stessa e le persone che amo.

“Cosa vuoi fare con quelle?” chiede Sly quasi annoiato.

“È ovvio, vado ad aiutare Murray.” dico riponendo le armi nel fodero e studiando il percorso più veloce per arrivare da lui.
“Certo, certo… E a te chi ti aiuta? Speri davvero che qualcuna delle rane all’interno dello stagno diventi un principe azzurro?” dice sarcasticamente lui. Il sangue inizia a ribollirmi nelle vene.

“Sei proprio un cretino. Io non ho bisogno d’aiuto e poi non sarò da sola la fuori.” dico a denti stretti. Lui fa per dire qualcosa ma lo blocco immediatamente.
“Ragiona Sly! Murray non può pensare ai nemici che lo attaccano direttamente da terra e Bentley non può colpirli dall’alto o rischierebbe di ferire Murray, vogliamo forse che la missione duri in eterno o ci vogliamo muovere? Serve qualcuno accanto a Murray sul campo di battaglia.” sbraito iniziando a camminare su una liana appesa a quel ramo, nell’intento di raggiungere il ramo successivo.

“Harriett, non puoi andare... ragiona!” dice lui perdendo la sua postura composta e sull’attenti cercando di afferrarmi per un braccio.

“Non c’è tempo per ragionare Sly, lasciami fare.” gli dico liberandomi dalla presa, lui si porta una mano sulla fronte e si massaggia le tempie cercando di mantenere la calma.

“Perché non fai mai quello che ti dico? Sei sempre così testarda!” dice sottovoce, forse più come commento a se stesso che a me. Io non aggiungo altro e mi incammino per raggiungere Murray.

“Ehi, Harriett! Torna indietro, non ti ho dato il permesso!” urla lui, ma si rassegna. Non può neanche venirmi dietro, se no l’intero piano fallisce di nuovo.
Saltando e arrampicandomi tra un ramo e l’altro e una rovina e l’altra, raggiungo velocemente il punto in cui si trova la bocca d’elefante.

Vedo Murray che cerca di forzare la leva di pietra per aprire la porta, ma si distrae a causa di un nemico che sta quasi per colpirlo. Bentley al momento è impegnato a colpire e far esplodere tutte le bombe che Rajan manda contro Murray dall’alto per pensare a lui e questo conferma ancora di più la mia teoria. Mi avvicino velocemente.
“Murray, continua con quello che stai facendo, ci penso io adesso!” gli urlo e prontamente afferro uno dei miei bastoni e do al tipo un colpo talmente forte allo sterno da fargli mancare il respiro, poi usando l’altro bastone, gli do un altro colpo al collo e quel nemico e KO.
Nel frattempo uno mi attacca da dietro, mi giro velocemente sbattendogli il manico di metallo di uno dei due bastoni direttamente sui denti facendogliene saltare un paio. Lui si distrae e io con uno sgambetto lo faccio cadere di sotto, dopo una bella botta è KO anche lui.

Ne arrivano altri. Scambio uno sguardo d’intesa con Murray e continuo nel combattimento, fiera che le sessioni di allenamento al nostro covo principale in Francia, in una stanza riservata apposta per questo, siano servite a qualcosa. Sento così tanto l’adrenalina che è come se non sentissi neanche la stanchezza. Col mio aiuto, abbiamo sicuramente fatto molto più in fretta.

Una volta aperta la porta e avvertito Sly, lui ci mette un po’ ad arrivare. Il candelotto di dinamite è grande e lui deve trasportarlo camminandoci dentro come fosse un costume. Una cosa rischiosa. Se fa un movimento sbagliato in un posto sbagliato o se qualche guardia dovesse scoprirlo e colpirlo, morirebbe nel giro di pochi secondi e di Sly resterebbero solo coriandoli.
Decido così di intercettare la sua posizione e attirare quante più guardie possibili in modo che si concentrino su me e non su lui.

Mi arrampico su una rovina dove sono ben visibile da più angolazioni e fischio. Molti di quei bestioni si girano nella mia direzione mi vengono incontro.

Fuggo il più lontano possibile. Allontanandoli dal luogo in cui si sta svolgendo la missione.
Corro senza una meta, raggiungendo un punto alto e fuggendo da loro di ramo in ramo, di albero in albero. Quando sento una forte esplosione, resto ben nascosta in uno dei rami più alti, fin quando le guardie non perdono le mie tracce. E la cosa accade subito perché loro, allarmate per l’esplosione, tentano di raggiungere il punto in cui c’è stato il botto ma dopo pochi passi cadono tutte a terra come se fossero morte. Incuriosita guardo verso il basso e c’è Bentley, armato di balestra e dardi soporiferi che mi guarda e mi fa l’occhiolino. Scendo e lo raggiungo gongolante.

 

“Cosa sta succedendo a Sly? Perché è stato colpito da Rajan? Ho visto bene quello che è successo o l’ho immaginato?” urla Bentley sgranando gli occhi per la paura, guardando un punto lontano. Guardo nella stessa direzione e non mi soffermo a pensare a ciò che ha visto o non. L’unica cosa che vedo è Murray che si lancia all’interno di un lago ormai prosciugato e Rajan lo segue. Mi si ghiaccia il sangue nelle vene e penso al peggio.
“Bentley, sali sulla mia schiena, presto!” lo incito con voce tremante e poi risalgo sull’albero nella quale ero tento di avvicinarmi il più velocemente saltando nuovamente da un albero all’altro. La paura è tanta che tutte le mie articolazioni sembrano bloccate.

Arrivata in un punto abbastanza vicino e alto dalla quale riesco ad avere una visione più chiara della situazione, il terrore mi congela sul posto.

All’interno dell’ex stagno, Sly è inerme in un angolo e Murray si sta battendo con Rajan con tutte le sue forze. Lo scontro è più duro del previsto, Rajan si è rivelato un nemico potente. Devo aiutare mio fratello in qualche modo. Tento di raggiungerlo ma Bentley mi ferma immediatamente.

“Non adesso, Harriett! Rischiate di farvi male tutti e tre se intervieni adesso!” urla Bentley con voce tremante tanto quanto la mia.

“Ma devo fare qualcosa, lasciami fare!” sbraito col cuore che mi batte all’impazzata.

“Non adesso, fermati.”

“Guarda, c’è Neyla! Lei è dalla nostra parte, mi darà una mano, dopotutto è un poliziotto.” dico ignorando Bentley e scendendo in un ramo più in basso. Nel frattempo riesco a rilassarmi perché Rajan è tramortito al suolo.

 

“Neyla, Neyla siamo quaggiù! Sly è ferito! Aiutami a tirarlo fuori da qui così possiamo andare via!” urla Murray a Neyla dal fondo dello stagno.

Scendo a terra con l’intenzione di aiutare Neyla, ma subito dietro di lei arrivano dei poliziotti, tra i quali anche Carmelita e dietro Carmelita un poliziotto che non ho mai visto. Una anzi. Otto zampe, delle chele al posto delle mani. Fa paura solo a guardarla.
Bentley mi è immediatamente vicino e mi fa segno di seguirlo. Ci nascondiamo dietro un cespuglio per vedere la scena e capire cosa sta accadendo davvero.


“No, mi sa che non lo farò.” dice lei con sufficienza e si gira verso il ragno.
“Ecco qua Contessa. Sly Cooper e la sua banda, consegnati direttamente nelle sue mani.” mi gira la testa e rischio di avere un mancamento.

“Maledetta. Maledetta!” dice Bentley lentamente. I miei respiri si fanno sempre più affannosi. La vena nel collo sembra quasi voler scoppiare. Ma cerco di rimanere lucida. Quella megera ha finto di stare dalla nostra parte solo per tradirci al momento opportuno. Stringo i pugni così tanto da farmi quasi male e lentamente afferro il manico di uno dei miei bastoni.
“Complimenti Neyla, sei riuscita a catturare Cooper solo in pochi mesi. Carmelita non ci è mai riuscita in anni e anni.” dice la Contessa con voce melensa. Carmelita guarda la contessa confusa. Digrigno i denti aspettando il momento migliore per attaccare.
“Ma è ovvio. Non ci è mai riuscita perché è sempre stata in combutta con loro.” ghigna Neyla. Estraggo uno dei bastoni dal fodero e mi preparo ad entrare in azione. Non mi importa di quanti poliziotti ci siano. L’unica cosa che voglio è prendere a botte quella maledetta traditrice.

“Ma non è vero!” dice Carmelita sgranando gli occhi.

“Posso provarlo con questa foto nella quale lei e Cooper ballano insieme, la stessa notte che sono state rubate le ali di Clockwerk.” dice Neyla continuando a ghignare e mostrando alla Contessa la foto.

“Ma non sapevo fosse lui…” di Carmelita guardandosi intorno confusa e impaurita.

“Guardie, arrestateli. Tutti, anche lei.”

Scatto in avanti, pronta a fiondarmi su Neyla e romperle l’osso del collo, ma Bentley mi si para davanti.

“Non cadere nella sua trappola, Harriett, così non aiuti ne Sly ne Murray!” dice tentando di fermarmi.

“Levati di mezzo, Bentley!” dico sbraitando come un animale selvatico.

“Se ti farai catturare adesso, non avremo possibilità di liberarli!” dice Bentley con un tono fermo, ma che fa sentire tutta la rabbia che prova anche lui.
“Io a quella l’ammazzo, capito?” dico guardandolo con gli occhi iniettati di sangue.

Nel frattempo una luce viene puntata contro il nostro cespuglio e un paio di poliziotti di avvicinano armati.

“Cos’è tutta questa confusione?” dice uno di loro. D’istinto prendo in braccio Bentley e salgo in alto per non essere visti. Bentley mi copre la bocca pregandomi di non fare scenate. Il mio corpo freme dalla rabbia. Vuole soltanto esplodere.

Una volta che si allontanano scendo a terra, di nuovo, con entrambi i bastoni in mano ormai convinta ad attaccare, fino a quando non mi sento pungere da qualcosa. Lascio cadere i bastoni a terra accanto a me e sento la tensione del corpo sciogliersi.
Inizia a girarmi la testa, così tanto da non distinguere il reale dalla fantasia e vedo tutto completamente sfocato. Inizio a barcollare, sento il corpo pesante e cado a terra. Cadendo nell’oscurità più completa.

 

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Capitolo 2
*** Una fredda alleanza pt.1 ***


*Storia ambientata nel terzo gioco di Sly, livello “A Cold Alliance."
 

Una fredda alleanza. Pt. 1 


Seduta sul davanzale della finestra del covo con una coperta, guardo il panorama all’esterno mentre tento invano di sorseggiare una cioccolata calda. La neve non cessa di cadere da stamattina e mi regala una vista meravigliosa.

Mi lascio invadere dalla tranquillità che trasmette un paesaggio del genere e tento di staccare la mente da tutte le preoccupazioni che l’attanagliano.

Accanto a me, Sly si lascia cadere in una delle sedie attorno al tavolo dopo aver spento una sigaretta e sospira pesantemente.

Con una mano inizia a pizzicarsi i peli del collo con così tanta forza che rischia quasi di strapparseli tutti e con l’altra tamburella le dita sul tavolo così tanto insistentemente che rende impossibile il mio tentativo di non pensare a niente.

Distolgo gli occhi dal panorama e lo guardo di traverso. L’impulso mi dice di prenderlo a sberle senza pensarci troppo. La parte razionale del mio cervello, invece, mi porta a comprendere il suo stato d’animo perché sicuramente è uguale al mio.

 

“Ci sono!” dice d’un tratto Bentley distogliendo lo sguardo dal computer e guardando Sly con gli che brillano come diamanti.

 

“Cosa? Cosa hai pensato?” gli si avvicina di velocemente Sly incrociando le braccia al petto.

 

“Come tutti sappiamo, Panda King deciderà di unirsi alla banda solo dopo aver salvato la figlia Jeen King, che è stata rapi…”

 

“Si, si! Questo lo sappiamo. Vai dritto al punto!” dico a denti stretti interrompendo il suo discorso. Sentire quel nome mi da ai nervi. Tutti mi guardano come se mi volessero fucilare sul posto. Bentley si schiarisce la gola e riprende il discorso.

 

“Dicevo. Panda King si unirà a noi soltanto se salviamo la figlia che è stata rapita dal generale Tsao ed è costretta a sposarlo sabato prossimo. L’idea è questa: io mi infiltrerò nel palazzo di Tsao con la scusa di propormi come l’organizzatore del più grande matrimonio di tutti i tempi, così verrà più facile tenere d’occhio Jeen King se uno di noi può osservare tutto dall’interno. Nel frattempo…”

“Non sapevo di questo doppio lavoro come Wedding Planner. Quando finalmente riuscirò a sposare Carmelita, ricordami di prenderti in considerazione.” dice Sly sorridendo rilassando tutti i muscoli con l’intento di smorzare un po’ la tensione nella stanza, interrompendo Bentley nuovamente. Lo guardo con la bocca aperta e lui, in risposta, mi fa l’occhiolino.

“Devo pur trovare un impiego alternativo per quando andrai in pensione.” dice Bentley sorpreso dal cambio d’umore di Sly. “Posso continuare con la spiegazione o c’è qualcun altro che deve dire cose che non c’entrano niente?” continua Bentley guardandoci tutti e inarcando un sopracciglio. Tutti tacciamo. Anche se il rumore di sottofondo di Murray intento a mangiare dei pop corn ci fa scoppiare tutti a ridere.

 

“Bene! Stavo dicendo. Nel frattempo, Sly e Harriett, che sono quelli più abili nell’arte del furto…”
 

“Ora si che questo piano inizia a piacermi, finalmente si entra in azione!” dico alzando le braccia in segno di vittoria, come se stessi mostrando a tutti il mio premio. Tutti mi guardano sbigottiti nel vedere questa mia reazione così esagerata. Rido nervosamente e cerco qualcosa su cui focalizzare la mia attenzione. Chissà se Murray è disposto a darmi un po’ dei suoi pop corn.

L’aria nella stanza è molto più leggera rispetto poc’anzi.

Distendo i muscoli e mi abbandono all’ascolto del piano. L’ironia di Sly mi ha messo il buon’umore e preferisco godermi questo attimo di serenità senza pensare a tutte le cose che ancora non mi convincono.

 

“Se non ci sono altre interruzioni… stavo dicendo, Sly e Harriett prenderanno le due chiavi gemelle dalle guardie personali di Tsao, in modo da aprire i lucchetti ed accedere alla sua base, così da poter avere più informazioni su questo tipo. Per ultimo… Murray e Penelope indagheranno su delle insolite perturbazioni radio che l’aereo radiocomandato di Penelope ha rilevato in acqua sotto al ponte principale della città. Ci sono domande?” dice Bentley chiudendo il discorso trionfante.

 

La voglia di chiedere come mai abbiamo deciso di aiutare questo tizio invece di cercare un altro candidato è forte, ma voglio godere di questi attimi sereni ancora per un po’. È Sly a prendere la parola.

 

“Ci godremo una cena sulla muraglia cinese una volta finito tutto?” dice sbadigliando e stiracchiandosi. È la prima volta che si lascia andare da quando siamo arrivati in Cina. Che si stia piano piano abituando all’idea di avere Panda King all’interno della banda? Che, dopo avergli parlato, si stia convincendo che lui sia cambiato veramente?

Conosco Sly, in questo momento la sua mente è in bilico tra il non fidarsi ancora di Panda King e la voglia di entrare nel Caveau di famiglia per scoprirne tutti i segreti. Ma sono quasi certa che, da ladro d’onore qual è, sarà disposto a dare una seconda possibilità a questo tizio, se solo egli dimostrerà di essere cambiato veramente. Dopotutto l’onore è il suo punto forte.

 

“Sento già in bocca il sapore di quei famosi ravioli al vapore…” dice Murray con la bocca ancora piena di pop corn. La sua ingordigia mi stupisce ogni volta. È come un pozzo che non ha mai fine.

“Io vorrei assaggiare i famosi Involtini Primavera” dico assecondandolo con aria trasognante. Tutta questa storia continua a non convincermi, ma è inutile farsi il sangue amaro. Vedremo con l’andare del tempo come stanno veramente le cose.

 

“Ragazzi!” urla Bentley cercando di richiamare l’attenzione, andando avanti e indietro con la sua sedia a rotelle.
“Non mi sembra questo il momento adatto per parlare di cibo. Mettiamoci all’opera, prima iniziamo, prima potremo pensare a tutto il resto.” dice con tono squillante. Poi senza aggiungere altro esce dal covo, pronto per la sua missione da Wedding Planner.

 

Subito dopo, Sly con un gesto veloce recupera il suo bastone uncinato e con un cenno mi invita a seguirlo fuori dal covo. Mi alzo dal davanzale lanciando la coperta in aria, lasciando la tazza con ancora metà cioccolata e lo raggiungo entusiasta.


Appena usciti, l’aria frizzantina mi pizzica il naso, ma è una cosa che trovo piacevole.

Amo la neve. Mi ricorda i natali passati, quelli felici.

Chiudo gli occhi e inspiro l’aria intorno a me. Sly però mi riporta alla realtà subito schioccando le dita di fronte a me.

 

“Bentley mi ha mandato sul binocom le coordinate precise delle due guardie, che sto passando anche nel tuo. Una a Est a 500 metri da qui e l’altra a Nord a 340 metri distante da noi. Nord o Est?” mi chiede appoggiandosi al suo bastone come se fosse un lord inglese mentre osserva il paesaggio di fronte a se. Non gli rispondo e mi incammino ad est, verso la meta più lontana.

"Ehi signorina, devi rispondere quando un tuo superiore ti fa una domanda!" dice divertito alzando leggermente la voce. Se riusciamo a non farci scoprire dalle guardie che controllano la zona, lo preferirei.

“Se non ti sbrighi, ruberò anche la tua chiave!” dico in risposta, facendogli una linguaccia.

“Che la sfida abbia inizio allora!” risponde secco. Si arrampica su un tetto e sparisce silenzioso a Nord.

Ci sfidiamo proprio come quando eravamo bambini, quando papà si divertiva a lasciare dei regalini per noi nei posti più strani e noi dovevamo mettere in pratica tutte le abilità che ci insegnava per trovarli. Ricaccio questo ricordo indietro nei meandri più nascosti della mia mente per evitare distrazioni e mi arrampico silenziosamente su un tetto per evitare una guardia che sta arrivando a passo svelto. Sicuramente attirata dal rumore che abbiamo fatto.

Prendo in mano in mio binocom e lo guardo per diversi minuti rigirandolo in mano.
Bentley è molto esigente a volte, ma riesce a inventare delle cose geniali dal niente. Mi ricordo ancora quando, anni fa, è tornato al covo con in mano quattro binocoli normali dicendo di avere un’idea grandiosa. Ci ha lavorato per giorni e notti interminabili, ma alla fine la sua idea ha funzionato alla grande.
Ora non sono solo dei binocoli normali, ma con essi riusciamo tranquillamente a tenerci in contatto tra di noi tra una missione e l’altra e fungono benissimo da gps quando dobbiamo dirigerci in un punto preciso della città.

Grazie al mio binocom intercetto la posizione della guardia e mi concentro. Decido di raggiungerla passando di tetto in tetto e aiutandomi con le liane della luce che attraversano tutta la città.

La guardia in questione si trova di fronte al palazzo di Tsao e cammina avanti e indietro costantemente sul chi va la. La osservo meglio. Ha un borsello legato attorno alla vita, dove sicuramente terrà anche la chiave. La sua posizione è completamente esposta, non ci sono posti dove nascondersi ne modi per passare inosservata. Scendo dal tetto e rifletto sul modo più consono per avvicinarmi.

Quando passo davanti alla finestra di una casa, qualcuno all’interno chiude le persiane con troppa violenza e questo gesto mi distrae. Alzo gli occhi al cielo in cerca di ispirazione e l’ispirazione arriva subito. 
Sul tetto della casa di fronte c'è un filo con stesa una coperta dall’aspetto vecchio. La raggiungo e decido di dare sfogo a tutto il mio talento recitativo.

Prendo la vecchia coperta, la metto sulla testa e mi copro bene, come a sembrare un vecchio mendicante morto di freddo e mi avvicino alla guardia barcollante.

La guardia, dal canto suo, mi punta per qualche secondo la torcia addosso, poi mugugna qualcosa e continua ad ignorarmi. Proseguendo col suo camminare avanti e indietro nella più totale indifferenza.

Decido che quello è il momento adatto per andare all’azione. Mi avvicino ancora un pochino e, facendolo sembrare più naturale possibile, gli sbatto addosso fingendo un attimo di impacciataggine.

“E stai attento, stupido barbone!” urla guardandomi con le narici completamente dilatate e gli occhi spiritati.

Mi allontano il più in fretta possibile da lui, sogghignando mentre mi rigiro la chiave nella tasca della felpa. Certo che queste guardie non brillano proprio per intelligenza.

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Capitolo 3
*** Una fredda alleanza pt.2 ***


Una fredda alleanza. pt 2
 

Su un alto tetto poco distante dal palazzo di Tsao, col mio biconom cerco di farmi un quadro generale della situazione. Anche se non so neanche io se sto cercando qualcosa in particolare o no.

“Hai avuto difficoltà?” mi chiede Sly arrivando di soppiatto e appoggiandomi una mano sulla spalla. Mi chiedo come fa ad essere sempre così silenzioso. Con un sorriso soddisfatto lo guardo e gli mostro la chiave dondolandogliela davanti gli occhi. I suoi occhi si illuminano.

“Bene. Ma perché hai addosso quella coperta logora?” mi chiede stranito. Così concentrata ad osservare la situazione avevo dimenticato di avere addosso ancora la coperta e la lascio cadere alle mie spalle con noncuranza.
“È una lunga storia.” dico scrollando le spalle. Lui fa spallucce e ci rinuncia subito. Mi toglie il binocom dalle mani e osserva lo stesso punto che stavo osservando io.

“Cosa guardi esattamente?” mi chiede aggrottando le sopracciglia.

“Niente in particolare, più che altro stavo pensando.” gli rispondo appoggiandomi ad un asta con su la bandiera con i colori di Tsao: Il rosso, il nero e l’oro.

“A cosa?” chiede ripassandomi il binocom e dando le spalle al palazzo, la sua attenzione si focalizza sulla punta dei suoi stivali.

“Come mai questo cambio d’umore improvviso? Sembri molto più tranquillo rispetto a qualche ora fa."  chiedo, lui sospira.

“Perché Bentley e Murray sono i miei migliori amici e tu sei mia sorella. Le uniche persone che tengono a me. A eccezione di Carmelita, anche se lei ancora non lo vuole ammettere.” ride. Lo guardo torvo. Sospira di nuovo. “Ho notato come il mio umore, sia negativo che positivo, vi condiziona. Dunque ho deciso di evitare di esternarli così tanto. Devo ammettere che fa bene anche a me, in un certo senso. Ora, se permetti, ti faccio io una domanda.” dice guardandomi dritto negli occhi. Sostengo il suo sguardo, sapendo già dove andrà a parare.

“Cos’hai? Anche tu sei nervosa in questi giorni e vorrei sapere perché!”

“Perché? Perché?! Davvero me lo chiedi, Sly?” dico iniziando a tremare, facendo appello a tutte le mie forze per non scoppiare in lacrime. “Andrò dritta al punto. Perché lo stiamo facendo? Davvero è cosi facile passare sopra tutto quello che ha fatto quel panda? C’era anche lui quella notte. È anche colpa sua se la nostra famiglia non c’è più. E tu stavi rischiando la vita anni fa nel recuperare la sezione del diario che aveva lui! Come riesci anche solo a valutare l’ipotesi di perdonarlo? Io non ci riesco!” sbotto iniziando a camminare avanti e indietro gesticolando così animatamente da rischiare di farmi male.

“Harriet…” inizia a dire, poi si avvicina e mi abbraccia. Con quell’abbraccio scoppio a piangere silenziosamente, dando sfogo alla frustrazione che tenevo dentro da troppo.


“No che non è facile. Non è facile per niente. Provo rabbia al solo pensiero, ma allo stesso tempo ho avuto la possibilità di parlargli e sembra effettivamente cambiato. Non mi fido ancora, ma penso che tutti meritino una seconda possibilità. Tutto il nervosismo che provo in questi giorni è proprio per questo motivo. Sono confuso. Ma so per certo che io non sono come lui. E neanche tu lo sei. È l’onore quello che distingue un Cooper da qualsiasi altro. E poi Jeen King non c’entra niente con tutto questo, non merita di vivere la sua vita infelice e con un mostro simile.” dice lentamente tremando.

“Tu e il tuo onore…” sospiro.

“Stai meglio adesso?” chiede.

“Questa storia continua a non convincermi.” sbotto.

“Fidati di me, non di lui.”

“Okay… Forse mi hai convinto.” sospiro pesantemente e mi libero dall’abbraccio.

“Ora parliamo di cose serie.” dice sorridendo guardandomi. “Tsao non vuole un organizzatore per il matrimonio, ma un buon fotografo.”

“La carriera di Bentley è morta ancora prima di iniziare.” ironizzo interrompendolo.

“E mentre la sua carriera decade, la mia prende il volo. Coincidenza vuole che di fronte a te c’è il fotografo migliore di tutto il mondo.” dice togliendosi il cappello e facendo un inchino.

Faccio finta di sbadigliare e alzo gli occhi al cielo. Lui, prendendomi alla sprovvista, con l’aiuto del bastone mi fa inciampare e cadere di faccia in un cumulo di neve lì vicino. Mi alzo in piedi e digrigno i denti. A quanto sembra, la chiacchierata gli ha fatto più che bene. Lo guardo in maniera truce e lui scoppia a ridere così tanto fragorosamente che perde l’equilibrio e cade in un cumulo di neve. Vederlo così sereno mi mette serenità. Ha ragione, devo fidarmi di lui.

“Sly, torni serio per favore?” dico allungando una mano per aiutarlo a rialzarsi. Smette di ridere ma continua a sorridere come un ebete. Mi chiedo dove siano le guardie in questo momento. Io le avrei licenziate tutte.

“Dunque tu sarai il fotografo di Tsao nonché infiltrato al posto di Bentley?” mi gratto un orecchio pensierosa. C’è qualcosa che non va in tutto questo piano.

“Esatto. Tu vieni con me come assistente?” chiede accettando il mio aiuto nel rialzarsi.

“E se invece venissi con te, ma sotto un’altra veste?” chiedo strofinandomi il mento in cerca della soluzione geniale.

“Sono tutto orecchi!” dice lui con uno sguardo corrucciato.

“Stavo pensando a Jeen King. Lei non sa che noi stiamo per andare a salvarla, dunque serve qualcuno che riesca ad avvicinarsi direttamente a lei e la informi. Qualcuno con la quale il generale Tsao è disposto a lasciarla sola. Una donna magari.” espongo lentamente.

“Continua.”

“Vengo con te e mi offro di cucire per loro i vestiti più belli per il matrimonio più importante del secolo. Se il piano non dovesse funzionare, metto in mostra le mie doti da pianista. Qualcuno dovrà pur suonare qualcosa a questo matrimonio. In un modo o nell’altro mi conquisto la sua fiducia e poi chiedo di poter vedere Jeen King da sola. Se ci riesco, avverto la ragazza di stare tranquilla e mantenersi pronta. E rimarrei come infiltrata al posto tuo.”

“E secondo te io dovrei esporti ad un rischio cosi grosso?” dice lui corrugando la fronte.

“Sai anche tu che è un buon piano. E poi ci sarai tu con me. Inizialmente almeno.” sbotto io.

“Inizi finalmente a pensare come un vero membro della banda Cooper.” ci scambiamo uno sguardo d’intesa.

“La banda ha sempre avuto bisogno di un tocco femminile.” Gli faccio l’occhiolino e insieme ci avviciniamo al palazzo.

All’interno del palazzo Sly e io inspiriamo per trovare la concentrazione e mettiamo subito in atto le nostre capacità recitative.
Ci dirigiamo subito dal generale che si trova in fondo alla sala principale e si tiene dritto sulla schiena per mostrarsi possente a chi lo guarda.

“Generale, so che lei sta cercando un fotografo e io sono qui in veste di fotografo migliore del mondo per onorare il suo matrimonio.” dice Sly rivolgendogli un inchino. La voglia di ridere è troppa. Il generale lo guarda con sufficienza.

“Tu sei il fotografo migliore del mondo? Si, il tuo amico mi ha parlato di te. Beh, se è vero quello che dici dovrai provarlo.” dice Tsao con una nota di superiorità senza neanche degnarci di uno sguardo. Provo subito odio per questo tizio.

“Ma certo, avrà subito delle foto, così da poter valutare il mio operato.”

“E la signorina con te chi è?” chiede inarcando un sopracciglio e degnandoci finalmente di uno sguardo.

“Sono la sua assistente e ho deciso di accompagnarlo per chiedere a lei, mio signore, di poter confezionare i vestiti più belli per il matrimonio più importante. Se solo mi deste la possibilità di prendere le misure vostre e della sposa, potrei farvi vedere qualcosa.” dico mostrandomi sicura delle mie parole.

“Gli abiti per il matrimonio?” chiede guardandomi come se volesse squadrarmi l’anima. Ci pensa su.

“Inizia da me, poi potremo andare dalla ragazza.” dice con una nota di curiosità.

“Se permette, mio signore… Vorrei stare sola con la ragazza. Dopotutto lei avrà delle idee per quel giorno. E non è buono che lo sposo sappia qualcosa sull’abito prima delle nozze.” dico sostenendo il suo sguardo.

“E sia, mi hai convinto.” dice e drizza la schiena in attesa che gli prenda le misure. Sly e io ci guardiamo. Dentro di me sospiro. Certo che prendere in giro il grande generale è un giochetto da ragazzi.

Tutto sta procedendo esattamente come i piani. Jeen King sarà fuori da questa prigione prima che se ne possa rendere conto.

 
 

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Capitolo 4
*** Ladro o poliziotto? ***


*Storia inventata collocata esattamente tra il terzo e il quarto gioco.

 

4. Ladro o Poliziotto?

 

Ho ricordi confusi di ciò che è successo nell’ultima ora, poiché tutto è accaduto troppo velocemente.
Il Dr. M che ci ha attaccati nuovamente mentre Sly, Bentley, Murray e io eravamo all’interno del caveau.

Sly che è stato colpito da quest’ultimo mentre cercava di attaccarlo.

Carmelita che è arrivata all’improvviso e ha preso le nostre difese attaccando il Dr. M.

Murray che ha preso di peso Bentley e me per portarci all’esterno, in un luogo più sicuro.

Il caveau che è ormai distrutto e con esso la storia della mia famiglia.

E per ultimo ma non meno importante, Sly che non si trova.

Vaghiamo da un po’ all’interno della foresta, ma di Sly nemmeno l’ombra.

 

“Murray, sei sicuro che quando sei tornato all’interno del caveau, lui non c’era?” chiedo a Murray sempre più spazientita.

“Te lo posso assicurare. Sicuramente sarà riuscito a uscire in tempo, ma è ancora stordito per la botta che ha preso e ha difficoltà ad individuarci.” dice lui torturando la collana d’ossa che porta al collo.

“Tranquilla, cherie, lo troviamo Sly. Lui non è tipo che si toglie facilmente di mezzo. Neanche distruzione di intero pianeta terra riuscirebbe a far fuori Sly.” si intromette Dimitri. Col suo marcato accento francese mi ruba un sorriso.

“Non lo conosco benissimo, ma Dimitri per una volta ha ragione.” dice Penelope, allontanandosi da Bentley e avvicinandosi a me.

Sono grata di avere una banda così unita, nonostante tutto.

 

“Ragazzi, avvicinatevi presto!” urla Bentley, che nel frattempo è sempre stato in testa al gruppo.

Lo raggiungo immediatamente sentendo il cuore in gola.

Poi guardo nella direzione che indica lui. Nell’incavo di un albero c’è il famoso bastone della mia famiglia. Mi avvicino per prenderlo e mi accorgo che non c’è solo quello. C’è anche il suo piccolo marsupio rosso e un biglietto col suo simbolo. Sopra al biglietto c’è un messaggio:
-E’ tuo adesso, fanne buon uso.- .

 

“Ma cosa mi dovrebbe rappresentare questo biglietto? Dove si è cacciato quel cretino?” urlo dando sgarbatamente il biglietto in mano al primo membro della banda che mi è capitato a tiro e cercando di non farmi venire una crisi di nervi. Ma come si permette di sparire così, con un solo biglietto e senza neanche dirmi le sue intenzioni? Senza neanche dirmi dove?

Resto in piedi davanti a quell’albero stringendo i pugni così tanto forte da farmi male.

 

“Harriett…” inizia a dire Bentley
“No Bentley, non giustificarlo perché non c’è niente di giustificabile.” dico a denti stretti.

“Capisco la tua rabbia, ma Sly non lascia mai niente al caso, sa sempre quello che fa.”

“Ma resta il fatto che ci ha mollato qui, che ha mollato qui me… Senza dare spiegazioni.” dico alzando la voce e avvicinandomi a lui.

“Vuol dire che al momento non vuole essere trovato. tornerà non appena si sarà schiarito le idee e ti spiegherà ogni cosa.” risponde Bentley con tono mesto. Tutti gli danno ragione. Continuo a guardarlo respirando affannosamente e inizio a pensare ai motivi che lo hanno portato a compiere un gesto del genere.

Il caveau è appena stato distrutto. La storia dei nostri antenati è andata persa. Tutto il loro bottino conquistato nel tempo non esiste più. Non esiste neanche più niente di materiale che possa ricordare nostro padre. Ci sono solo i nostri ricordi adesso. Quelli, il famoso bastone e il Thievius Raccoonus.

Sciolgo la tensione accumulata e Murray mi è addosso abbracciandomi.
Mi viene difficile ammetterlo, ma i ragazzi hanno ragione.

Sicuramente tutti questi avvenimenti hanno turbato lui quanto me. Tornerà quando sarà pronto.

 

Poi sento in lontananza il rumore di un elicottero e alzo lo sguardo al cielo per vederlo.
È l’elicottero della polizia. Carmelita sta abbandonando l’isola.

Carmelita è stata l’ultima persona a vedere Sly.

Sly è scomparso.
Carmelita sta lasciando l’isola.
Poi l’illuminazione.

 

“Appena becco quel procione gliela do io una bella botta in testa da stordirlo per sempre!” sbraito inveendo contro l’elicottero che si allontana.
Sly, che ti sei inventato stavolta?

 

 

[Due settimane dopo]

 

La mancanza di Sly nel gruppo si sente particolarmente. Senza di lui è come se la band avesse perso l’euforia. Come se non avesse più uno scopo preciso.

Gli altri mi hanno consigliato di non cercarlo, di aspettare i suoi tempi, ma sono la sorella… Continuo a pensare che non faccio niente di male se lo cerco e mi faccio spiegare da lui le sue intenzioni. O anche solo per un saluto.

Sul tetto nella quale sono, continuo a guardare la Torre Eiffel, visibile da ogni angolo della città, perdendomi nella sua maestosa bellezza. È come se donasse alla città di Parigi forza. La stessa forza che serve a me per mettere in atto ciò che ho in mente di fare.

Di fronte a me, l’edifico che tengo d’occhio ormai da un paio di giorni, ovvero la stazione di polizia.

Cerco il momento giusto per presentarmi da Carmelita. Voglio semplicemente farle qualche domanda. Non credo proprio proverà ad arrestarmi per qualche domanda. Dopotutto me lo deve, almeno per una sera. Poi possiamo tranquillamente prendere i ruoli di ladro e poliziotto.

Prendo il binocom e avvicino la visuale sulla finestra dell’ufficio di Carmelita. La finestra è aperta, la luce è accesa. Carmelita stasera è di turno.

Contatto Murray tramite la radiotrasmittente del binocom e sogghigno.

 

“Harriett, che succede?” chiede lui sbadigliando.

“Ho bisogno di un favore. Alla centrale di polizia con furgone tra circa un’ora. Te la senti?”

“Cosa hai combinato stavolta?” chiede con un tono di voce interrogatorio.

“Devo solo parlare con un’amica. Ci si vede dopo amico.” dico velocemente e poso il binocom nella tasca rossa legata attorno alla gamba. Afferro il bastone uncinato e mi incammino.

Tramite i cavi della luce, mi avvicino alla centrale di polizia, mi aggrappo alla grondaia proprio accanto alla finestra dell’ispettore ed entro nella stanza molto silenziosamente.

Lei mi da la schiena e guarda dei fogli che si trovano sulla sua scrivania.

Da quando Sly non è operativo, i suoi sensi sembrano leggermente più tranquilli.

 

“Ciao Carmelita!” sussurro. Lei si gira di scatto afferrando immediatamente il suo bazooka. Alzo le mani in segno di resa.

“Tu, Cooper. Che ci fai qui, potrei farti arrestare lo sai?” sbotta lei continuando a puntarmi la sua pistola.

“Si, so che potresti, ma non lo farai.” dico sogghignando.

“Cosa ti rende così sicura?” ghigna lei avvicinandosi leggermente.

“Devo chiederti una cosa. Dunque tregua per stasera. Da domani riprenderemo i nostri ruoli.” dico guardandola seriamente, lasciando che il bastone mi faccia da appoggio.

“Sii veloce, dimmi.”

“Dov’è lui? So che tu lo sai. So che tu puoi aiutarmi. È pur sempre mio fratello, posso sapere dove si è cacciato?” chiedo mordicchiandomi costantemente il labbro inferiore. Lei abbassa l’arma e una nota di dispiacere si forma sul suo viso.

“Anche se te lo dicessi, non servirebbe a niente.” dice sottovoce.

“In che senso…” inizio a chiedere, quando ad un tratto la porta del suo ufficio si apre e nell’ufficio di Carmelita entra Sly. Strizzo gli occhi per evitare che la vista faccia brutti scherzi, ma la vista non si sbaglia per niente, è proprio lui.

Indossa un maglione nero con un pantalone scuro elegante e non sembra neanche lui, invece è proprio lui, il suo sguardo l’avrei riconosciuto tra mille. Sgrano gli occhi. Lui fa lo stesso, ma si ricompone subitissimo, mostrandomi indifferenza. La cosa non mi piace per niente.


“Sly?” chiedo con voce stridula, per lo stupore. Lo guardo a bocca aperta per svariati minuti. Lui sembra essere confuso.

“Carmelita, questa ragazza chi è? Una partner?” chiede Sly a Carmelita. Io lo guardo sempre più sconvolta.

“Una partner?” chiedo quasi senza voce. Come può non ricordarsi di me visto il messaggio che mi ha lasciato appena una settimana fa. Che razza di storia ha messo in piedi? Lo stupore mi ha completamente tolto le parole di bocca.

“Sly…” inizia a dire Carmelita cercando qualche scusa valida. “Lei è una tua amica, voleva sapere come stessi.” dice passandosi una mano nei suoi bellissimi capelli blu.
“Un’amica?” chiede Sly fingendosi sempre più sorpreso. Potrà riuscire ad ingannare Carmelita con quello sguardo, ma non me.

Inizio ad innervosirmi.

“Ci lasci, per favore?” chiedo con fermezza a Carmelita. Vedo che lei vorrebbe puntarmi di nuovo la sua pistola contro, ma non lo fa.

“Per favore, ispettrice. Di cosa hai paura? Dopotutto sono solo un’amica indifesa.” dico schernendola.

“Va tutto bene, Carmelita. Anche se non mi ricordo di questa ragazza, cosa mai potrà succedere?” chiede Sly guardandola ammaliato. Dopo uno sguardo di intesa tra i due, lei esce dalla stanza.

 

“Ma cosa ti è saltato in mente?” dice Sly sgarbatamente a bassa voce avvicinandosi a me.
“Bel modo di rivolgerti ad un’amica questo, complimenti.” dico io ironizzando un applauso.

“Sei forse impazzita?”
“Impazzita? Io? Ma ti senti quando parli?”
gli chiedo incrociando le braccia al petto e appoggiandomi al davanzale della finestra aperta.
“Si può sapere che teatrino hai messo su?” chiedo spazientita. Sly si gratta la nuca con una mano, per poi raggiungermi vicino la finestra, dalla quale si affaccia.

 

“Dopo avermi aiutato a sconfiggere il Dr. M. le ho fatto credere di non ricordare chi fossi. E lei mi ha creduto. Mi ha detto che sono da sempre il suo partner e mi ha tratto in salvo.”

“Che cosa? E tu continui a farglielo credere?” dico guardandolo malissimo.

“E perché no, è bello stare da questo lato della legge.” dice lui facendo spallucce.

“Io non posso credere a quello che sto sentendo.” dico guardando un punto indefinito sul soffitto. Chiudo gli occhi.

“Sly, non puoi lasciarci così dall’oggi al domani.” sbotto.

 

“Ascolta. Ho avuto la possibilità di poter stare con Carmelita e l’ho colta al volo, tutto qui.” dice lui come se niente fosse.
“Tutto qui? E al resto non ci pensi? Ci hai lasciati in tronco.” dico io guardandolo con sguardo truce.
“Perché hai deciso di fare questa cosa, dopo tutte le avventure che abbiamo passato?” continuo trattenendomi dal prenderlo a schiaffi.

“Perché dopo la distruzione del caveau ho deciso di prendere del tempo. Okay?” dice spazientito. Questa risposta mi fa sentire una strana fitta al petto. Immaginavo che questo evento potesse farlo soffrire, ma non immaginavo così tanto.

“Prendere tempo?” dico quasi senza fiato.

“Ho deciso di appendere il bastone al chiodo per sempre o forse tornare tra un anno, chi lo sa? Ho bisogno di pensare.” dice lui secco.

“Ma…” inizio a dire, ma lui mi ferma.

“La banda non è scoperta, ci sei tu.” dice guardandomi.

 

“La banda si scioglie senza di te. Panda King e lo sciamano sono già tornati alla loro vecchia vita e Murray sta pensando di iniziare una roba chiamata demolition derby.” dico cercando di sistemargli il maglione alla meglio.

“Ti ricordo che prima di tutto siete una famiglia.” dice lui sorridendo.

“Ma è anche la tua famiglia, però.” dico guardandolo dritto negli occhi, portando le mani sui fianchi.

“Vi verrò a trovare, promesso.” dice lui lasciandomi un lieve bacio sulla fronte. Proprio come papà amava fare con la mamma.

“Ma io ho bisogno di te.” gli dico.
“Ehi, guarda che non sono mica morto eh.” dice sarcasticamente.

 

“Non c’è proprio niente che posso fare per convincerti?” lo supplico. Lui scuote la testa. Sospiro.

Se Sly ha decido che questa è la strada che vuole prendere per ora, nessuno gli può far cambiare idea, neanche io. Devo solo rispettarlo. Posso ribellarmi e supplicarlo quanto voglio, ma non funzionerebbe.

 

“Ma dunque adesso devo fuggire anche da te?” lo prendo in giro dopo un lungo silenzio.

“Ovviamente. Sarò il tuo peggiore incubo.” scherza lui. Allungo una mano e gli accarezzo una guancia, proprio vicino agli occhi, dove il colore del pelo è più scuro. Sorrido.


“Anche se non porti più la maschera, resterai un ladro per sempre. È una caratteristica fisica. Una volta ladro, sempre ladro.” dico, pensando al fatto che questa caratteristica fisica io non l’ho.

 

Mamma era un bellissima volpe bianca. Sarà anche per questo che lui è così fissato con Carmelita? Mentre Sly assomiglia tantissimo a papà, io sono un miscuglio tra i miei genitori. Non abbiamo mai capito come fosse possibile una cosa del genere. Il mio pelo è di un grigio un po’ più chiaro di quello di Sly e ho solo la punta delle orecchie e della coda nere.

 

“A questo proposito, devo darti un’altra cosa.” dice e tira fuori dalla tasca del pantaloni la sua maschera.
“Te l’avrei portata in questi giorni. E’ tua adesso, sicuramente ne avrai bisogno più di me.” dice mettendomela.

“Dunque adesso non sei più tu che mi svegli bruscamente alle 4:30 di mattina per intrufolarti nel quartier generale della polizia, ma lo farò direttamente io?” dico scherzando mentre osservo il mio riflesso nella metà finestra che ho appena chiuso.

 

“Te lo ricordi?” dice lui sorpreso.
“Certo che me lo ricordo. Ti ho insultato per tutto il tempo.” dico iniziando a camminare avanti e indietro per l’ufficio.

 

Avevi architettato di intrufolarti proprio in questo stesso ufficio per recuperare il tuo fascicolo. Avevate deciso per un orario notturno e questo posso capirlo, ma perché mi hai svegliato e fatto venire con te per poi lasciarmi dormiente nel furgone non lo capirò mai.” dico innervosendomi di nuovo a pensare a questa cosa successa anni fa.

 

“Ma mi sembra ovvio. Per abituarti alla vita frenetica, sorella.” scherza lui.

“Vuoi che ti colpisca col tuo bastone, così da procurarti una vera amnesia?” dico e lui si avvicina, mi prende il bastone dalle mani e lo osserva attentamente per l’ultima volta.
“È tuo adesso, te l’ho detto.” dice ridandomelo. Lo abbraccio.

 

“Qualsiasi sia la tua scelta, ti sostengo anche se è difficile. E anche se non la capisco. Perché davvero, va bene tutto, ma questo teatrino non lo accetto.” dico arricciando le sopracciglia.

“Sei sempre la solita testarda.” dice Sly picchiettandomi un dito sulla fronte. Gli lancio un occhiataccia.

Nel frattempo ricevo un segnale sul mio binocom. Murray è già al punto di incontro. Possibile che sia già passata un’ora?

“Che succede?” chiede lui osservandomi con insistenza.
“Devo andare. Murray è venuto a prendermi proprio qua sotto, proprio come io gli avevo chiesto.” dico avvicinandomi alla finestra. Lui ha in volto un sorriso soddisfatto.

 

“Ci si vede in strada allora, fratello. Sai dove trovarci quando cambierai idea.” dico facendo un cenno col capo. Lui ricambia il cenno e continua a sorridere. Esco dalla finestra e grazie alla grondaia che ho usato per arrivare fino all’ufficio, scendo fino in strada. Velocemente salgo sul furgone nel posto davanti, posto che una volta era riservato a Sly e subito Murray parte a tutta birra.

 

“Allora, come sta Sly?” chiede Murray

“Come fai a sapere che Sly era con me, scusa?” chiedo irrigidendomi.

“Gliel’ho detto io.” dice una voce assonnata dietro di me, che riconosco subito essere quella di Bentley. Sento il sangue salire di nuovo al cervello.


“Bentley! Mi stai dicendo che tu l’hai sempre saputo e non mi hai mai detto niente?” grido portandogli le mani al collo come se lo volessi affogare.
“Te lo avevo detto che lui non voleva essere trovato.” si giustifica lui.
“Avresti dovuto dirmelo lo stesso, non trovi?” dico guardandolo con occhi iniettati di sangue.

“Harriett, mollami!” urla Bentley con un filo di voce. Lo lascio e torno composta al mio posto, continuando a fremere.
"Da quanto tempo lo sapete?" dico sibilando.

"Quasi una settimana." continua Bentley nella più totale calma. 

“Questa me la pagate, tutti e due.” sbotto.

“Dunque, che dice Sly? Quando torna?” chiede Murray come se niente fosse. Schiarisco la gola.
“Per ora non torna.” dico sbadigliando.

“E dunque noi che facciamo?” chiede sempre Murray corrugando la fronte.

“È semplice, Murray. Ci noi nei frattempo ci organizziamo per la prossima mossa.” dico guardando la luna sorridendo.

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Capitolo 5
*** Il circo degli inganni. ***


*Storia ambientata sempre tra il terzo e il quarto gioco, completamente inventata.


Il circo degli inganni.

 

 

E’ notte.

Da quando Sly ha deciso di passare dall’altro lato della legge, la notte è diventata più produttiva.
E’ il momento che più preferisco per andare in giro per la città e trovare qualcosa da fare.

E in questo momento ciò che cattura la mia attenzione è il piccolo circo che hanno allestito nella piazza sulla quale regna sovrana l’imponente Notre Dame.
In cima ad uno dei tanti lampioni della luce che danno sulla piazza, prendo il binocom per dare un’occhiata più ravvicinata ai vari tendoni, al momento chiusi per la notte.
Non sono mai stata al circo, magari questa può essere una scusa per guardare qualche spettacolo gratis ed essere spensierati per una sera.
La luna sembra ridere di me, guardandomi dall’alto come se lei sapesse più di me.

Guardo l’imponente Notre Dame, ammirandone col binocom ogni arco, ogni vetrata, ogni gargouille.

 

“Ancora in circospezione, Harriett?” mi contatta improvvisamente Bentley grazie al binocom.

“Si! Non so, tutti questi tendoni mi incuriosiscono.” dico facendo vedere anche lui ciò che vedo.

“Sai, Bentley, voglio proprio vedere quando installerai una fotocamera anche nel mio binocom. Sly non può continuare ad essere l’unico con questa opzione. E io, dal canto mio, non posso continuare ad usare il suo.” dico zoomando su un punto in particolare che ha attirato la mia attenzione. Ho avuto l’impressione che qualcosa si muovesse. “Il blu è un colore che non mi dona per niente.” scherzo per tentare di strappargli una risata.

 

“Lo farò non appena finisco di approvare il mio progetto.” mi liquida semplicemente lui dall’altro capo della linea. Metto il broncio.

“Non ti conviene lavorare prima a questo e poi al progetto?” chiedo piagnucolando mettendo in atto le mie doti da attrice.

“Ho detto che devo fare il progetto, non che lo devo costruire, non ancora almeno. Sono due cose diverse. Ma perché non capite nulla di elettronica, di meccanica, di fisica…” mentre Bentley continua a lamentarsi delle nostre scarse conosce in materia, noto che effettivamente c’è qualcosa, anzi qualcuno, che si muove sotto di me in maniera che sembra sospetta.

“Bentley, guarda la…” gli dico interrompendo il suo monologo e zoomando su ciò che ho visto.
Una pantera nera sta uscendo da uno dei tendoni con fare sospetto. Tiene in mano delle banconote, le conta molto velocemente e le infila in una delle tasche della giacca.

“Chissà cosa sta combinando quello la.” chiedo continuando a seguire i suoi movimenti. Si allontana dal circo e automaticamente dalla piazza. Decido di seguirlo.
“Harriett, non vorrei dire fesserie, ma credo proprio di sapere di chi si tratta. Fai una foto di quella pantera e poi torna al covo. Faremo delle ricerche.” dice Bentley con un tono di voce più entusiasta rispetto a prima. Già me lo immagino ricurvo suo computer e la fronte corrucciata.

“Ah certo, adesso le mie foto ti servono.” gli faccio notare con una nota di saccenza e lui lascia cadere il discorso senza rispondere.

Chissà come fa Bentley a conoscere tutti. Ripongo il binocom nella tasca e seguo la mia nuova preda. Si allontana a destra della cattedrale e la percorre tutta lateralmente, sicuramente diretto verso la parte posteriore di essa. Scendo a terra e decido di seguirlo a piedi. Il buio della notte sicuramente mi avrebbe reso meno visibile. In più la cattedrale è circondata da siepi, sarebbero state perfette per nascondersi.

Lo inseguo e mi tengo a debita distanza, per evitare che mi veda e lo tengo sempre d’occhio per non perderlo di vista.
“Devo trovare un modo per farlo girare.” dico tra me e me, grattandomi il mento. Poi camminando schiaccio un sassolino e lì ho l’illuminazione.

Prendo un sassolino, lo lancio lontano e poi mi nascondo dietro una siepe. Lui si guarda intorno per capire da dove provenisse quel sasso, allora velocemente prendo il binocom, zoomo e scatto; restando poi immobile fino a quando non avesse ripreso a camminare.
Decido di continuare a seguirlo perché sono curiosa di sapere dove è diretto.

Una volta sul retro di Notre Dame, noto che parcheggiata in un lato c’è una carrozza. La pantera allora prende una chiave dalla tasca, apre la porta della carrozza e vi entra. Faccio una foto anche ad essa e poi torno al covo.

 

***

 

Seduta comodamente con gli stivali appoggiati sul tavolo, continuo a guardare la foto che ho scattato della pantera mentre mangio una caramella. Bentley ci ha detto che si chiama Thomas De Warg, di origine svizzera. Ci ha spiegato che commette piccoli furti da queste fiere e ricava la sua fortuna vendendo la refurtiva. Mi sa tanto che è arrivato il momento di mettere fine al suo impero.

 

“Io esco, vado a vedere lo spettacolo. Chissà cosa salta fuori oggi.” urlo per far sapere a tutti le mie intenzioni, alzandomi dopo essermi stiracchiata.

“Hai capito cosa devi fare? Attira Carmelita fino alla piazza e al resto ci penserà lei. Terrà tutti occupati mentre noi pensiamo recuperare la refurtiva.” dice Bentley alzando lo sguardo dal progetto alla quale sta lavorando.

“Però così mi levi tutto il divertimento.” piagnucolo e lui mi lancia una delle sue occhiatacce.

“Sei davvero sicuro di trovare qualcosa dentro la sua carrozza?” gli chiedo cambiando discorso con nonchalance.

“Se non si è già liberato di tutto quanto, si!” dice mentre si toglie gli occhiali e li pulisce. “Vai! Nel frattempo io e Murray pensiamo a forzare l’apertura della carrozza e rubare la qualsiasi cosa ci sia da rubare.” conclude Bentley rimettendosi gli occhiali.

 

Esco dal covo indossando una mantellina rossa in modo da poter camminare per la città senza essere riconosciuta immediatamente e cerco di nascondere sotto di essa il bastone uncinato di Sly, in modo che l’uncino non si notasse per niente.

Cammino per le strade di Parigi ripensando al piano. Fare da esca per Carmelita mi alletta, perché adoro farla innervosire, però vorrei prima passare dal circo per vedere cosa succede.

Devio il percorso all’improvviso. Invece di proseguire dritto verso la centrale, giro a destra per raggiungere la piazza. Camminando normalmente e non usufruendo delle mie abilità nell’arrampicata ci metto il doppio del tempo. Se poi mi devo portare dietro un bastone e farlo sembrare un semplice bastone da passeggio la situazione si complica.

Però ammetto che Parigi, con quest’aria di festa che si respira, è ancora più bella e potersela godere il tranquillità la rende magica.

Passo davanti ad un negozio di frutta e presa dall’euforia del momento distraggo la proprietaria facendo cadere a terra un paio di sacchetti di carta per mettere la frutta. Mentre l’elefantessa è chinata a recuperare i sacchetti, afferro al volo un paio di pesche e taglio la corda il più velocemente possibile, ridendo a crepapelle.

Mentre addento una delle mie conquiste, attraverso il piccolo ponte sulla Senna per dirigermi nella piccola piazza dove hanno allestito il famoso circo. Il luogo inizia a riempirsi di gente e io inizio a provare dei sentimenti contrastanti. Non ho seguito per niente le direttive di Bentley e sicuramente me lo rinfaccerà, ma questa missione così normale mi mette quiete, però allo stesso tempo mi incupisce pensare a tutti i momenti così normali che sono stati tolti alla mia famiglia nel nome di un ideale sbagliato: l’odio.

Scuoto la testa e noto che al centro della piazza è stato installato un nuovo palco. Un individuo dal mantello nero vi sale sopra e quando toglie il cappuccio che ha, resto di stucco. Sul palco, a presentare gli spettacoli della giornata, c’è l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere: Thomas De Warg. Prendo il binocom e lo inquadro, intercettando Bentley.

 

“Mi dica, stai avendo problemi con la polizia?” dice lui ironico.

“Ma quale polizia, non sono proprio andata da loro, ma di questo parleremo poi… Guarda il presentatore sul palco. È proprio Thomas! Dunque vuol dire che tutto questo appartiene a lui. Che fa, ruba a se stesso?” dico mischiandomi con la folla per non far notare il modo in cui lo spio. Bentley inizia ad essere pensieroso e lo sento digitare qualcosa al pc. Sento che qui sotto c’è una storia più grande di quella che sappiamo.

Intanto inizio a darmi un occhiata intorno, giusto per capire se c’è qualcosa che posso fare. E poi, noto quello che avevo paura di notare. Dei tassi dall’aria losca si aggirano per la piazza tra la gente derubando chi è distratto ad ascoltare Thomas. Dunque ho capito. Thomas fonda la propria fortuna sulle tasche della gente che, ignara, viene attirata ai suoi spettacoli per tornare a casa più leggeri.

Criminali. Mi chiedo quale onore mai ci sarà nel creare un patrimonio in questo modo losco.
“Bentley, siamo nel bel mezzo di una falsa.” dico a denti stretti.

“Che intendi?” chiede lui smettendo di digitare al pc.

“Guarda quei tassi. Guarda come aspettano il momento giusto per derubare qualcuno. Guarda i colori dei vestiti, richiamano i colori che indossa Thomas. Questo circo è tutta una truffa.” dico rizzando il pelo dalla rabbia.

Rimango sconcertata da questo ignobile modo d’agire e rimanere semplicemente a guardare è peggio.

“Chissà se ha creato tutto questo teatrino sotto falso nome…” dice Bentley, perdendo tempo.

“Bentley, non è questo il momento per le supposizioni. Di a Murray di tenersi pronto a entrare in azione. Dobbiamo recuperare gli oggetti rubati, che sicuramente terrà nascosti nella sua carrozza, restituirli alla gente e fermare questo tizio. Che idee hai?” dico sbattendo il pugno libero contro la coscia.

“Calmati tesoro, tutta questa rabbia non giova alla tua salute.” scherza lui.
“Penseremo a rilassarci in una Spa di lusso non appena avremo finito con tutto questo.” dico alzando leggermente la voce.

“Bene… senti qua, Murray è già in posizione dalla parte del palco opposta alla tua. Vedi se riesci a trovare un modo per distrarre questo tipo mentre lui tenta di forzare la porta della carrozza e cercare il malloppo. Io intanto vi raggiungo. Con la calamita presente nella mia sedia a rotelle, non dovrebbe essere difficile rubare ciò che questi tassi hanno appena rubato.”

“Piano perfetto come sempre.” dico canzonandolo e posando prontamente il binocom nella tasca.

Cosa mi posso inventare per tenere costantemente d’occhio questo tizio senza dare troppo nell’occhio? Porto l’indice sotto al mento e penso a qualcosa di strategico. Lo guardo intensamente, osservo la situazione. Osservo lui da solo sul palco e con mille cose alla quale pensare. Lo vedo innervosirsi e scendere dal palco con tante cose in mano da muoversi con difficoltà. Sicuramente si sta dirigendo alla carrozza e devo fermarlo prima, per evitare che salti l’intero piano. L’idea viene all’improvviso. Risistemo la mia mantella rossa in modo che l’uncino del bastone non si veda, per evitare che riconosca il segno della famiglia Cooper, poi tolgo il cappuccio e lascio liberi i miei lunghi capelli castani, giusto per dare un impressione migliore.
Mi avvicino a lui velocemente e sembrando disperatamente bisognosa di un guadagno.
“Mi scusi, signore… Dico proprio a lei” urlo con una mano alzata e gli sono subito affianco. Lui si volta di scatto urlando.

“Che cosa vuoi?” nel girarsi tutti gli oggetti che aveva in mano cadono a terra e ne approfitto per raccogliermi e farmi vedere con la voglia di fare qualcosa.
“Mi chiedevo, signore, se lei ha bisogno di una mano qui nel suo circo. Sa, la mia famiglia è molto bisognosa. Se lei potesse…” inizio a dire, ma lui mi interrompe subito, continuando a guardarmi furioso. Deglutisco. Questa pantera mette i brividi.

“Non ho bisogno di nessuno!” sbotta, girandosi e continuando a camminare, lasciandomi con tutta la propria roba in mano.
“Ma signore, mi ascolti…” gli dico camminandogli un paio di centimetri dietro.

“Levati di torno, ragazzina.” risponde non degnandomi neanche di uno sguardo. Perché questo tizio è così difficile da convincere? Che problemi ha?

“Signore, non la lascerò in pace fino a quando non mi avrà ascoltato. Le voglio dare una mano. Solo per oggi, poi non sentirà più parlare di me!” gli urlo trattenendo una risata con molta difficoltà. Secondo me questo tizio si ricorderà di noi per molto, molto tempo. Vedo Thomas sbuffare.

“Va bene, okay! Ma non lamentarti neanche una volta.” dice visibilmente seccato e si volta lasciandomi sgarbatamente tutto il resto dei pacchi che aveva in mano, che faccio un po’ fatica a tenere tutti a causa del bastone che tengo in una mano.

“Questa è la chiave della mia carrozza. Si trova parcheggiata sul retro della cattedrale di Notre Dame. Vai a posare questi oggetti di scena dentro la carrozza e torna immediatamente qui.” dice digrignando i denti.
“Ed evita di curiosare in giro. La gente che non sa farsi i fatti propri mi infastidisce.” e sbattendomi contro una spalla si allontana da me per tornare sul palco al centro della piazza.

Mi chiedo dove abbia preso questi oggetti di scena. Mi chiedo soprattutto se siano davvero oggetti di scena. Mi allontano dal punto nella quale sono di qualche metro e poso tutti i pacchetti per terra. Intercetto Murray grazie al binocom.
“Murray, mi senti?”

“Forte e chiara.”
“Bene. Dirigiti nella parte laterale sinistra di Notre Dame. Mi trovi qui, ho una cosa da darti.” e chiudo senza attendere una risposta.
Mentre lo aspetto, ne approfitto per vedere cosa contengono questi pacchetti. Lancio un’occhiata veloce al palco e Thomas è ancora li. Apro il primo pacco e sgrano gli occhi. Dentro non c’è un oggetto di scena, ma un vaso in argento molto semplice decorato con solo qualche fiore o foglia.

Ne apro un altro e vi era dentro un altro tipo di vaso. Più grande di quello di prima ma con dei ghirigori al posto dei fiori. Ma dove ha preso tutta questa roba, questo? Vedo Murray raggiungermi e ne approfitto per intercettare Bentley.

“Bentley? Mi senti?”

“Le mie orecchie funzionano ancora bene, dunque si.”
“Ma perché devi essere sempre così acido? Va bene non importa adesso. Guarda questi vasi che ho in mano… Murray mettiti davanti a me, così darò meno nell’occhio.” dico puntando il binocom sui due vasi spacchettati poco prima.
“Interessante. Sono vasi di ottima fattura e inestimabile valore. Mi domando come faccia ad averli lui.”

“Me lo chiedevo anche io. Non sai da dove possano venire?” chiedo continuando a guardare stupefatta uno dei vasi.

“Non ne sono sicuro, ma portali al furgone, li analizzerò una volta al covo.” annuisco e guardo Murray.

“Purtroppo per te non dovrai scassinare niente per oggi. Ecco le chiavi della carrozza.” dico lanciandogliele.
“E’ un vero peccato. Il Super Murray è sempre pronto a mostrare la sua potenza.” dice mostrando i muscoli col petto gonfio.
“Ne sono consapevole amico…” gli sorrido e mi avvicino a lui “Ma oggi userai la forza in un altro modo. Porta questi vasi al furgone e poi entra nella carrozza. Fammi sapere cosa trovi.” gli dico allontanandomi dandogli una pacca sulla schiena. Raggiungo Thomas, prima che possa insospettirsi.

Salgo sul palco dove lui sta iniziando ad intrattenere la folla, ignara di tutto quello che sta accadendo attorno a loro e mi metto accanto a lui, cercando di sorridere per essere il più naturale possibile. Individuo Bentley tra la gente, intento a recuperare il bottino rubato e gli faccio un cenno del capo, che ricambia. Poi inizia lo show, anche se a dire il vero io non devo fare niente. Solo essere carina, sorridere ed evitare che possa capire che cosa tramiamo contro di lui. L’assistente perfetta in sostanza.

Noto Bentley ridere sotto i suoi baffi finti per lo spettacolino e la mia voglia di scendere e affogarlo è sempre più forte. Non appena Thomas si piazza davanti a me dandomi la schiena, con le mani gli faccio un gesto per fargli proprio capire che lo avrei successivamente ammazzato per le prese in giro, ma lui, in risposta, ride più di prima. Smetto di guardarlo per evitare che io mi irriti ancora di più e mi concentro su Thomas, che nel frattempo mi chiede di tenere un lenzuolo aperto per nascondere una pedana, per il prossimo trucco di magia. Faccio come mi dice. Nel frattempo, Bentley mi fa un cenno col capo per avvertirmi che Murray ha trovato ciò che stavamo cercando e che ha già caricato tutto nel furgone, dunque la cosa da fare adesso è fuggire alla velocità della luce.

Thomas mi passa davanti e io elaboro velocemente un piano per rallentarlo. Appena mi da le spalle, gli lancio addosso il lenzuolo che ho in mano e tiro in modo da farlo cadere. Lui urla. Velocemente scendo dal palco, recupero il bastone che avevo nascosto li vicino e raggiungo Bentley.

 

“Spero che la tua sedia abbia la velocità potenziata, dobbiamo andare da qui il più velocemente possibile.” gli dico correndo verso il furgone parcheggiato li vicino.
“Oh non preoccuparti, questo gioiellino può raggiungere velocità supersoniche” mi dice di rimando, superandomi.

Intanto Thomas è riuscito a liberarsi e adirato nero, ci corre dietro. È molto veloce anche con tutti i suoi trucchi, Bentley non può competere in velocità con la tigre. Mi fermo e decido di difendere il mio amico con tutta la cattiveria che posso provare in quel momento.
 

“Cooper. Avrei dovuto immaginare che ci foste voi dietro tutto questo teatrino. Sempre sul pezzo vero?” urla Thomas correndomi incontro, con una mano alzata e gli artigli bene in mostra pronti a ferirmi.
“Tu hai il coraggio di chiamare teatrino la nostra apparizione? In più... E' ovvio, gattino. Dove non c’è né onore né dignità, ci siamo noi a riportare l’ordine.” ghigno e mi preparo, in modo di tentare di bloccargli la mano con l’uncino del bastone.

 

Lo scontro non fa in tempo ad avvenire che ecco arrivare Carmelita con i suoi seguaci, Sly compreso. Thomas si blocca quando sente i suoni della sirena.

“Ah bene, ora si che siamo al completo.” dico tra me e me.

“Sai che ti dico, bestione? Quei poliziotti sono tutti tuoi, io me la svigno.” e lasciandolo confuso corro più veloce che posso verso il furgone.

Mentre corro sento Carmelita gridare:
“Cooper! Ragazzi, pensate voi alla tigre, io penso a quella la. Sly, tu vieni con me.”

 

Sly ha proprio ragione, Carmelita è molto ma molto meglio quando è arrabbiata.
Salgo sul posto davanti del furgone e incito Murray a partire a tutta birra.

 

“Allora ragazzi, cosa abbiamo trovato?” chiedo io, ridendo pensando alla furia dell’ispettore Fox

“Dentro la carrozza c’era un baule con all’interno dei gioielli. Probabilmente gli ultimi rubati ai cittadini. E all’interno del baule una cassa segreta con dentro molte banconote.” dice Murray concentrato sulla strada.

“Bentley, quello che sei riuscito a prendere tu mettilo in un sacco insieme agli altri gioielli. Quando avremo seminato la polizia, lasceremo tutto davanti al commissariato e ci penseranno loro a restituirlo alla gente. Il resto, resta con noi.” dico rilassandomi.

“Siete d’accordo?” chiedo, tutti e due annuiscono sorridendo. Gli sono grata per la fiducia che mi danno. Soprattutto per i consigli.

 

“Carmelita ci è ancora alle calcagna, serve un diversivo.” dico tutto ad un tratto notando la volante dal finestrino.

“Io credo che tu abbia qualche idea.” dice Murray guardandomi soddisfatto. Ghigno.

“Murray, appena te lo dico io, rallenta.” dico.
“Cosa?” mi risponde lui non capendo se scherzassi o se fossi seria.
“Hai capito. Al mio tre rallenta il furgone. E’ un ordine.” dico decisa.

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Capitolo 6
*** Il giovane procione del West. ***


*Storia ambientata nel quarto gioco di Sly, livello “Go West Young Raccoons."
 

Il giovane procione del West.



L'aria nella stanza è quasi soffocante a causa del fumo delle sigarette.
Sly fuma sempre troppo quando qualcosa lo innervosisce particolarmente e questa cosa, oltre a farmi incazzare, la odio terribilmente.
In più, come se non bastasse, anche l’antenato Tennessee è un tipo che fuma parecchio. Praticamente la combo mortale.

Appoggiata allo stipite della porta che conduce alla stanza da letto, porto le mani dietro la schiena e inizio a tamburellare il legno con le dita con forza. Mi concentro su una pallina di carta per terra accanto a me con la quale inizio a giocherellare con la punta degli stivali.

 

“Harriett! Vuoi piantarla?” sbotta Sly sbattendo un pugno sul tavolo. Smetto immediatamente, ma non lo degno ne di uno sguardo, ne di una risposta. Fisso l’orologio sul muro di fronte.

Ormai è una settimana che non ci parliamo. Lui è troppo arrabbiato per rivolgermi la parola e io troppo orgogliosa per chiedergli scusa per non averlo ascoltato.

Scuoto la testa velocemente e ripenso a quello che è successo e che ci ha portato in questa situazione.

 

Eravamo ancora nel Giappone del 1600, intenti sconfiggere El Jefe e recuperare il bastone uncinato dell’antenato Rioichi.

Sly mi ha detto di restare nel covo perché la situazione si sarebbe fatta troppo pericolosa, ma io come al solito non l’ho ascoltato per niente e sono andata con loro. Ricordo esattamente l’attimo in cui mi sono pentita della scelta presa. Sly si è allontanato da noi da solo per correre dietro El Jefe e Bentley, Murray, Rioichi e io siamo rimasti sul ponte prima dell’entrata della sua fortezza per sconfiggere tutti i nemici che la tigre ci ha contro a flotte. Questione di un secondo. Qualcuno ha urlato qualcosa e qualcun altro mi ha bloccata da dietro e mi ha trascinata via all’interno della fortezza. Essendo troppo lontana dagli altri, nessuno è riuscito ad arrivare in tempo per aiutarmi. Mi hanno rinchiuso in una gabbia, l’hanno appesa sopra un grosso lago di lava e da li ho sentito El Jefe parlare. Nello specifico, l’ho sentito minacciare Sly che se non gli avrebbe dato quello che voleva, ovvero il suo bastone uncinato personale e se non si fosse consegnato personalmente a Leparadoux, mi avrebbe fatta fuori. In quel momento ho capito quanto sono stata stupida a non averlo ascoltato. Sono sempre stata il punto debole di Sly e in quel momento l’ho messo seriamente in difficoltà. Lui, demoralizzato da una situazione del genere, ha perso lucidità. È stato quasi sul punto di arrendersi alla minaccia della tigre, ma per fortuna il resto della banda è riuscito ad entrare nella fortezza e a tranquillizzare Sly che ci avrebbero pensato loro a tirarmi fuori da li. Con un sospiro di sollievo, sapendomi in buone mani, ha riconquistato la lucidità persa e ha sconfitto El Jefe. Quel giorno ho avuto veramente paura di perderlo. E anche di morire, si. Dunque adesso ce l’ha a morte con me e non vuole più che io lo accompagni da nessuna parte.

Comprensibile da parte sua, dopotutto ammetto di essere stata avventata, ma tutti commettono degli errori. È da essi che poi si impara.

Lui si è forse dimenticato di quando si è fidato “dell’agente Neyla” e lei alla fine si è mostrata per quello che è, riuscendo a catturare sia lui che Murray e consegnarli alla Contessa? Che poi li fossero tutti corrotti e d'accordo tra loro, è un altro discorso. Intanto, se non fosse stato per me e Bentley che abbiamo fatto appello a tutte le nostre forze, chissà dove sarebbero loro.

Distolgo l’attenzione dai miei pensieri e li guardo tutti.

Sono tutti e quattro seduti attorno al tavolo rotondo che in quel momento è pieno di mappe, fogli, foglietti… Stanno elaborando un piano per intrufolarsi nell’ufficio di Toothpick. O meglio, Bentley sta elaborando un piano, gli altri intervengono con ipotesi assurde e che non c’entrano niente. Mi avvicino per sentire meglio.


“Credo di avere un’idea migliore, ascoltate tutti.” dice Bentley richiamando l’attenzione.

“L’ufficio di Toothpick si trova al piano superiore del Saloon, ma è impossibile accedervi per via diretta a causa delle guardie, sono troppe per poterle superare tutte!” esclama Bentley.

“Magari potremmo andare Sly e io. Due Cooper esperti sono meglio di uno.” propone Tennessee. Il forte accento inglese che ha rende divertente qualsiasi cosa dice, anche se in quel momento da ridere non c’è proprio niente. Tossicchio per evitare. Accanto a Tennessee si trova la sua revolver a sei colpi col manico abbellito dall’uncino, il classico simbolo dei Cooper. È un arma bellissima da vedere, chissà se la potrò usare prima che quest’avventura nel Far West finisca.

“Dareste troppo nell’occhio se iniziaste a picchiare tutti. Dobbiamo muoverci in silenzio. Sentite qua… Io mi travesto e mi propongo come nuovo barista del Saloon, farò ubriacare le guardie in modo da metterle k.o. Successivamente, Sly entrerà dalla finestra del Saloon, senza dare troppo nell’occhio, portando con se la cimice che piazzerà nell’ufficio, nel quale arriverà grazie ai condotti d’aerazione.” 

“È un buon piano, Bentley.” dico incrociando le braccia al petto e osservandolo. Lui si aggiusta gli occhiali.

“Non avevo dubbi, cara!” risponde. Chissà cosa accadrebbe se esponessi la mia volontà di partecipare alla missione. Poi mi accorgo di una cosa alla quale Bentley non ha prestato attenzione. Oppure l’ha semplicemente omessa per pensarci dopo.

“Però ho un dubbio.” dico lentamente. Sly si schiarisce la gola. 

"Non vedo l'ora di sapere quale sia." dice Sly sarcasticamente, mascherando il suo nervosismo. Vuole provocare? Faccio finta di non sentirlo per niente ed espongo a Bentley i miei dubbi.
"Cosa sono questi simboli verdi all’interno dei condotti di aerazione?” chiedo indicando i simboli sulla mappa.

"Sei anche un esperta in tecnologia adesso? Non ne avevo idea!" continua Sly sarcasticamente trascinando tutte le parole. 


“Quelli sono i sistemi di sicurezza all’interno dei condotti.” risponde Bentley con noncuranza.

“E immagino tu abbia già un piano per far in modo che Sly arrivi all’ufficio sano e salvo, vero?” esclamo.

“Si. Intervieni tu!” risponde Bentley teso. Sly sgrana gli occhi.

“Non esiste proprio!” urla alzandosi di scatto dalla sedia.

“Calmati Sly, non è niente di pericoloso, le spiegherò tutti i passaggi.” lo rassicura Bentley provando a calmare Sly. Il mio respiro nel frattempo si fa più affannoso. Per quanto tempo ancora vuole tenermi rinchiusa?

 

“Oh Sly, basta adesso. Ho capito di aver commesso un errore grossissimo, ma vorrai veramente farmelo pesare per il resto della mia vita?” sbotto all’improvviso guardandolo con gli occhi iniettati di sangue.

 

“Te lo ripeterò solo fino a quando non imparerai ad ascoltare quello che ti dicono gli altri. Non sei pronta ancora.” dice a denti stretti, serrando i pugni.

“Ah certo, io non sono ancora pronta adesso, però qualche mese fa, quando tu hai finto un’assurda amnesia pur di stare con la tua amata e mi hai lasciato il comando ero pronta vero?” urlo sbattendo i pugni sul tavolo. Alcuni foglietti volano ovunque. E' un bene che Carmelita sia fuori in questo momento. 

“E poi non trattarmi come se tu fossi quello perfetto, quello che non sbaglia mai, perché ne avrei di cose da elencarti.” dico secca respirando affannosamente cercando di ritrovare la calma. Tutti ci guardano con gli occhi spalancati. Tennessee fischietta una canzoncina per smorzare la tensione.

Quella conversazione è stata rimandata anche troppo a lungo.

 

Vista la nostra tragica storia familiare, non lo biasimo per questa sua eccessiva protezione che ha nei miei confronti. Dopotutto di cose pericolose ne abbiamo passate parecchie e lui resta pur sempre mio fratello maggiore. Però non può pretendere di trattarmi in questo modo solo per aver commesso degli sbagli.

“Sly, ti posso assicurare che quello che deve fare non è pericoloso, dovrà farlo da qui dentro.” dice Bentley con voce tremante. Lui si sposta rigidamente dal tavolo e si avvicina alla finestra, facendo finta di osservare il panorama fuori.

“Harriett, ti darò il comando della macchinina radiocomandata di Penelope. Sly la porterà con se insieme alla cimice e tu la guiderai per tutto il condotto fino a quando non arrivi alla fine, dove si trova il computer che ha il controllo delle trappole. Lo distruggerai grazie alla piccola mitraglietta e così libererai il passaggio a Sly. Userai il mio computer per vedere il percorso, più tardi ti spiego come.” dice Bentley cercando di riprendere la calma.

 

“Sly… Va bene per te?” chiedo quasi sussurrando. Lui mugugna qualcosa di incomprensibile.

“Sly!” dico con convinzione.

 

“Harriett, non fare passare me per il cattivo! Ti sembra che provo piacere a trattarti in questo modo? Ho perso troppi membri della mia famiglia per permettere che accada di nuovo. Non posso perdere anche te." sbotta guardandomi dritto negli occhi. I suoi in questo momento sembrano due lastre di ghiaccio. Quelle parole, per me, sono come una doccia fredda. Faccio morire la discussione allontanandomi dal tavolo velocemente. Mi si stringe il cuore ogni volta che lo sento parlare in questa maniera e mi si forma sempre un nodo alla gola.
Con il morale a terra e gli occhi lucidi mi dirigo nella stanza da letto verso quello che è il mio letto, anche se arrangiato alla bell'e meglio e mi ci rannicchio sopra. Nell’altra stanza la discussione continua, ma quello che si dicono non mi interessa più.

Inizio a pensare. Soprattutto a cose che non c’entrano niente con la discussione appena avuta.

Specialmente penso ai nostri genitori. Mi chiedo come sarebbero le cose se loro fossero qui. Mi chiedo dove saremmo noi, cosa staremmo facendo. Mi chiedo se sarebbero stati fieri di me.
Penso a Sly e alla bizzarra famiglia che ho, composta da persone che non potrebbero essere più diverse tra loro, ma che non cambierei con nessuno.


Presa dai miei pensieri, non mi accorgo che nel frattempo qualcuno è entrato nella stanza e cerca di coprirmi con una coperta.
Destata dai miei pensieri, riconosco subito i passi silenziosi di Sly.


"No fermo, non farlo. Ho caldo."
Sly mette la coperta di lato e si siede sul letto accanto a me. Sospira.
"Mi dispiace." dice soltanto.
"Dispiace anche a me, lo sai. Però… Non vorrei che per un errore, anche se grosso, non ti fidassi più di me!"
"No, io mi fido. Più di una volta hai dimostrato quanto vali e che..."
 inizia a dire. Si toglie il cappello e inizia a giocarci nervosamente.
"È complicato. Il terrore è sempre dietro l'angolo."
"Si, lo capisco... Per questo non ti odio del tutto."
 Sorridiamo. Tutto d’un tratto mi sento più leggera.


"Lo sai che continueremo a fare questa discussione all'infinito, vero?" dico.
"Quella del 'Tu vuoi costantemente prendere il volo e io continuo costantemente a tarparti le ali'? Purtroppo ne sono consapevole." dice lasciandosi scappare una risata. Rido a mia volta.
Poi lui si alza per tornare dal resto della banda.
"Sly..." lo fermo.
"Si?"
"Devi andare per forza?"
 quasi lo supplico.
"Beh... Dobbiamo muoverci in fretta. Perché?" chiede titubante, ma non rispondo. Non voglio che perdano tempo per colpa mia.
"Va tutto bene?" chiede.
"Vuoi che resti con te?" continua, e io dal canto mio continuo a non dargli risposta.
Ammetto che avere una sorella come me può essere bello, ma anche difficile.
Lui sospira di nuovo ed esce dalla stanza per poi tornarci subito dopo.
Senza dire una parola si sdraia nel letto accanto a me e inizia a coccolarmi. Non posso fare a meno di sorridere e di uscire dal guscio che mi ero creata.
Il groppo in gola di pochi minuti prima si scioglie immediatamente e sento un calore che solo lui riesce a farmi provare.
Ricordo che da piccola mi lamentavo spesso con i nostri genitori a causa sua. In qualità di fratello maggiore credeva di avere anche il diritto di farmi tutti i dispetti che voleva. E la odiavo come cosa.
Spesso dicevo ai miei che avrei voluto essere figlia unica.
Che grande sbaglio. Con tutti i dispetti e litigi, un fratello cosi non lo avrei cambiato per nulla al mondo.
Siamo rimasto accoccolati per un bel po'. Semplicemente a goderci quei momenti di assoluta tenerezza e tranquillità.

Tenerezza e tranquillità prima della tempesta.


***



Salve a tutti. 
Spero vivamente che, nonostante siano passati anni dall'ultimo gioco di Sly Cooper, ci sia qualcuno che per sbaglio capiti in questa One Shot e possa leggerla con piacere.
Sly Cooper è il gioco della mia infanzia. Estati intere passate davanti la playstation 2 con i miei cugini. 
Forse è anche per questo che lo amo così tanto. 
Il miglior gioco alla quale io abbia mai giocato. Nonostante abbia una play 4 e nonostante abbia molti giochi super moderni, Sly non sarà mai battuto da nessuno di loro. 
Sarò esagerata? Può essere. Ma l'amore è amore. 
P.s. la protagonista si chiama Harriett, simile ad una degli antenati di Sly: Henriette Cooper.
A presto. 
Spero. 

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