Arrival

di GipsyK
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Nota introduttiva: L'ispirazione per questa ff mi è venuta dopo aver visto 'Arrival', ecco il perchè del titolo. Quel film è un capolavoro sotto svariati punti di vista, consiglio caldamente la visione a chi non l'ha ancora recuperato! Qualche info generale: per quando riguarda la cronologia, la storia si svolge in un arco temporale imprecisato dopo Thor TDW, ma l'unica cosa che ha importanza ai fini della trama è che gli avvenimenti del primo Avengers sono accaduti. La storia è relativamente breve, l'ho divisa in 3 capitoli per comodità e verranno postati probabilmente a giorni alterni. Buona lettura, ci vediamo alla fine del capitolo!

 

Capitolo 1



 

“Loki è tornato”

 

Tony si bloccò di fronte alle porte aperte dell’ascensore. “Come scusa?” rispose, voltandosi lentamente per guardare Fury.

 

“Tre mesi fa la nostra base scientifica in Antartide ha rilevato un anomalia astronomica identica a quella studiata a Puente Antiguo dalla dottoressa Foster. Quando il team di ricerca è arrivato sul posto ha trovato il nostro aspirante sovrano planetario preferito privo di sensi al centro di un cratere” disse Fury porgendo a Tony un tablet per mostrargli alcune foto. L’uomo lo prese e guardò le immagini con la fronte aggrottata.

 

“E perché diavolo non hai iniziato così la conversazione venti minuti fa?” disse poi, sollevando le sopracciglia. Continuò a studiare le fotografie facendole scorrere velocemente e a zoomare di tanto in tanto sulla figura stesa a faccia in giù nel ghiaccio al centro del cratere.

 

“Quindi stai rimettendo in piedi la squadra? Che è successo, vi è sparito da sotto il naso e adesso vi servono gli Avengers per acchiapparlo di nuovo?”

 

“Oh, no, decisamente no. In questo momento Loki si trova in una cella sorvegliata ventiquattr’ore su ventiquattro in un laboratorio della nostra base di ricerca scientifica Amundsen-Scott in Antartide, per la verità è stato più che collaborativo, forse anche troppo considerando i precedenti. Per quanto strano possa sembrare non è la preoccupazione per un suo ipotetico tentativo di fuga il motivo per il quale mi trovo qui” disse Fury incrociando le braccia al petto.

 

Tony abbassò il tablet e studiò Fury assottigliando lo sguardo “Mhhh, scommetto che in tre mesi Reindeer Games non vi ha detto nemmeno una parola. Sperate che vedere una faccia nemica gli faccia sorgere l’improvvisa voglia di esibirsi in un monologo dal manuale del cattivo perfetto?”

 

“Al contrario Stark, a parlare parla anche troppo, il fatto è...” disse Fury prendendo il tablet dalle mani di Tony. Dopo aver cercato per qualche secondo fece partire un file audio “ …che non lo capiamo”.

 

Tony riconobbe immediatamente il timbro della voce di Loki, dal tono avrebbe potuto ipotizzare che l’uomo fosse irritato per qualche motivo, ma non più di questo perché le parole, ammesso che la serie di suoni che stava ascoltando in quel momento fossero effettivamente tali, gli erano totalmente incomprensibili. Sempre più incuriosito, strappò il tablet dalle mani di Fury e ascoltò di nuovo la breve registrazione.

 

“Sicuro che non vi stia prendendo in giro? Cioè, non è che sta elencando i piatti tipici della guida Michelin dei vichinghi spaziali in Klingon, o una roba così?”

 

Fury fece un sospiro frustrato “No… direi che è stata esclusa sin da subito questa opzione indubbiamente molto probabile considerato il soggetto… vedi Stark, il problema ancora più grande è che a quanto pare nemmeno lui è in grado di comprendere noi”

 

Tony lanciò un occhiata diffidente a Fury. “Ho il sospetto di non voler sapere in che modo siete giunti alla certezza di questa conclusione”

 

Fury strinse le labbra e distolse lo sguardo per qualche secondo. “Non sono venuto qui per Iron Man. Quello che mi serve è Tony Stark e il suo cervello. Abbiamo messo su un team con i migliori linguisti, interpreti e poliglotti di tutto il mondo e in tre mesi siamo ancora al punto di partenza. Ho pensato che forse quello che ci serve non è necessariamente una persona: ci serve una mente artificiale, un software in grado di analizzare ed elaborare le ore di registrazioni effettuate per essere in grado di fornire una traduzione simultanea e poter chiedere a quel bastardo di una divinità norrena che diavolo ci fa di nuovo qui e soprattutto poter comprendere la sua risposta”

 

Tony si avvicinò al tavolino di fronte al divano senza staccare gli occhi dal tablet. Allungò una mano per prendere la tazza di caffè che aveva precedentemente abbandonato e sorseggiò il liquido oramai tiepido studiando di nuovo le foto dell’uomo svenuto con la faccia sepolta nel ghiaccio e i lunghi arti piegati in angolazioni dall’aspetto scomodo e innaturale.

 

“Voglio vederlo”

 

“No, non ce n’è bisogno, lì sopra ci sono ore e ore di file audio che puoi dare in pasto alla tua macchina, sono più che sufficienti allo scopo sicuramente” rispose Fury puntando il dito indice della mano in direzione del tablet

 

“La mia macchina, come la chiami tu, ha bisogno di vederlo. Sicuramente almeno uno del tuo team di luminari linguisti ti avrà spiegato che nella comunicazione gli elementi non verbali sono importanti tanto quanto quelli verbali. Per ottenere quello che vuoi tu bisogna analizzare le espressioni facciali, i gesti delle mani, la postura, tanto quanto le parole stesse, e se vuoi che il risultato venga raggiunto il prima possibile bisogna che io lavori sul posto”

 

Fury si mise le mani sui fianchi e guardò Tony con un espressione irritata. “Stark, quell’essere ti ha letteralmente defenestrato dall’attico di questo grattacelo dopo cinque minuti scarsi di conversazione”

 

“Non ci sono attici con vetrate panoramiche in Antartide, giusto?” rispose Tony avvicinandosi. Arrivato di fronte all’uomo gli spinse con poca grazia il tablet sul petto. “Lavoro sul posto. Questa è la mia condizione, prendere o lasciare. Ah, e mi porto un mio esperto di fiducia in programmazione informatica” concluse poi incrociando le braccia al petto.

 

Fury imprecò sbuffando e squadrando Tony con esasperata frustrazione. Stark alzò le sopracciglia e fece spallucce.

 

“Mando una squadra a prelevarti domani mattina alle 07:00. Porta vestiti pesanti” disse Fury sconfitto, incamminandosi verso l’ascensore.

 

“Si, papà” rispose Tony sorridendo mentre si sedeva sul divano e finiva di bere la sua tazza di caffè, oramai decisamente freddo. Fece una smorfia disgustata.

 

“Mi serve una copia del documento d’identità di questo tuo esperto informatico, vedrò di fargli preparare un lasciapassare di sicurezza anche a lui” disse Fury mentre si avviava verso l’ascensore.

 

“Oh, non ce n’è bisogno, ha già un lasciapassare di sicurezza, lo conosci. Un tipo un po' timido e introverso, ma quando si arrabbia è uno spettacolo, diventa molto grosso. E verde” rispose Tony con un sorriso.

Fury lo squadrò con un espressione ironicamente impassibile mentre le porte dell’ascensore si chiudevano di fronte a lui.

 

 

 

― ♦ ―

 

 

“Quindi mi stai dicendo che durante questi tre mesi Loki non ha tentato di fuggire nemmeno una volta?” domandò Bruce sfogliando distrattamente i documenti contenuti nel fascicolo che teneva in mano.

 

“Oh no, certo che ci ha provato” rispose Fury “più volte. Solo non ci è riuscito. I suoi tentativi sono stati un po'… debolucci. È testardo e decisamente scaltro, un paio di volte è riuscito perfino a uscire effettivamente dal perimetro della base, ma lo abbiamo ripescato poco dopo. La seconda volta penso che abbia addirittura aspettato di essere ritrovato, se ne stava tranquillamente seduto sulla neve a gambe incrociate e quando ha visto arrivare le motoslitte si è fatto pacificamente ricondurre all’interno della base. Forse ha capito di trovarsi al centro di un continente deserto e inospitale”

 

Bruce fece un verso di assenso e si sistemò gli occhiali da vista sul naso. Stark, seduto accanto a lui, guardò Fury pensieroso

 

“Non stiamo parlando di uno stregone del regno dei vichinghi spaziali? Che è successo, Severus Piton ha perso la bacchetta?”

 

“Pare di si. Non abbiamo modo di dimostrarlo con assoluta certezza, ma non ha tentato di fare nulla di, ehm, soprannaturale diciamo. In più non sono solo i suoi tentativi di fuga a essere stati inefficaci, è lui stesso che sembra essere meno forte fisicamente. Insomma pare sia diventato più… umano” rispose Fury, accavallando le gambe.

 

“Interessante” mormorò Bruce, tornando a studiare il suo fascicolo. “Nessuno ha provato a chiedere aiuto a Thor? Probabilmente quella che sta parlando è la sua lingua madre, se c’è qualcuno che dovrebbe conoscerla è lui” continuò poi indicando con un gesto del capo una fotografia di Thor contenuta nel plico che teneva aperto fra le mani.

 

“Diavolo, hai ragione, non posso credere che nessuno degli ottanta cervelloni alla base abbia pensato di chiedere aiuto al fratello maggiore. Presto, dimmi il numero di telefono di Thor, lo chiamo subito” rispose Fury con un tono ironicamente sorpreso e entusiasta. Tony fece un verso divertito che si impegnò a mascherare schiarendo la voce quando si accorse dell’aria imbarazzata che aveva assunto Bruce.

 

“Intendevo solo dire che…” tentò di giustificarsi Bruce, ma Fury lo interruppe

 

“So cosa intendeva, Banner, e no: sul serio non abbiamo un modo per contattare l’unico altro essere di nostra conoscenza che possa probabilmente tradurre questa lingua perché in questo momento si trova probabilmente a miliardi di anni luce da qui e noi al massimo riusciamo a mandare un messaggio su Marte con un lag di venti minuti. Concentratevi a progettare il vostro software: vi assicuro che tutte le altre opzioni più semplici le abbiamo già scartate” concluse Fury sospirando.

 

Un improvviso scossone fece tremare per qualche secondo la cabina del Quinjet sul quale si trovavano i tre uomini. Alcuni fogli scivolarono dal fascicolo aperto sulle gambe di Bruce quando lui si aggrappò istintivamente all’estremità del sedile con una presa ferrea. Tony si girò verso lo scienziato.

 

“Sto bene, tutto apposto…” disse Bruce con una mezza risata tesa, fece per chinarsi a riprendere i fogli caduti ma una successiva scossa più violenta della precedente gli fece riassumere la posizione precedente e strizzare gli occhi. L’orologio che teneva al polso cominciò ad emettere dei frequenti bip acuti. Tony alzò le sopracciglia.

 

“Sul serio? Hai combattuto un armata aliena che ha fatto irruzione a Manhattan da un portale nell’universo e hai paura di un po' di turbolenze su un aereo?” chiese Tony

 

“Banner, se dopo tutto quello che ho passato mi tocca morire qui con voi perché il tuo amichetto verde vuole scendere giuro su Dio che lo trovo un modo per ucciderti” aggiunse Fury

 

“Calmi, non vi preoccupate, adesso mi passa…” disse Bruce guardando l’orologio e cominciando a fare dei lunghi respiri profondi. Dopo qualche momento l’orologio tornò silenzioso e Bruce chiuse gli occhi lasciando andare un ultimo sospiro. Recuperò finalmente i fogli da terra e cominciò a riordinarli all’interno del fascicolo.

 

“Beh, visto che il servizio di rinfresco su questo aereo lascia decisamente a desiderare io mi faccio un pisolino. Svegliatemi quando stiamo per atterrare” disse Tony slacciandosi la cintura e accasciandosi contro il suo bagaglio poggiato sul sedile alla sua sinistra.

 

 

 

― ♦ ―

 

 

“Signori, questa è la dottoressa Fairbank, dirige la squadra di linguisti e interpreti” disse Fury indicando con un gesto della mano la donna accanto a lui.

 

“Buongiorno, Nicole Fairbank. Spero che abbiate fatto un buon viaggio” disse la donna mentre offriva ai due scienziati una stretta di mano.

 

“Lungo, estremamente noioso e privo di eventi significativi, perciò suppongo di no” rispose Tony accomodandosi su una delle sedie intorno al tavolo della sala conferenze. Bruce prese posto accanto a lui, mentre la dottoressa Fairbank e Fury scelsero due sedie al lato opposto del tavolo.

 

“Allora, troverete tutti i dati, gli studi e i progressi che abbiamo fatto fin’ora nei fascicoli che il direttore vi ha già fornito naturalmente, ma suppongo che un piccolo riassunto possa esservi utile”

cominciò la dottoressa

 

“Supponiamo che la lingua parlata da Loki sia la sua lingua madre, perciò ci riferiamo ad essa come ‘asgardiano’. Cominciamo da ciò che sappiamo: l’ asgardiano è una lingua sia orale che scritta, per quanto riguarda il linguaggio parlato il sistema fonologico sembra essere estremamente diverso dall’inglese, o da qualsiasi altra lingua correntemente parlata sulla Terra per quel che vale. Per questo motivo abbiamo abbandonato quasi subito l’idea di imparare a parlare asgardiano, sembra troppo complicato se non impossibile per noi tentare di riprodurre i suoni abbastanza fedelmente da risultare comprensibili, non in un lasso di tempo ragionevole comunque. Perciò ci siamo concentrati sulla lingua scritta: il sistema di scrittura è di tipo alfabetico, composto da trentatré traslitterazioni di altrettanti valori fonetici, visivamente i simboli sono simili alle rune usate dalle antiche popolazioni germaniche. Dal punto di vista grammaticale è…” la donna fece un sospiro poggiando un gomito sul tavolo, si alzò gli occhiali da vista sulla testa e si stropicciò gli occhi con una mano

 

“… Un incubo. È estremamente complessa: possiede tre generi, maschile, femminile e neutro; tre numeri, singolare, plurale e duale; quattro casi utilizzati in nove declinazioni. Considerando inoltre il diverso alfabeto, abbiamo stimato che anche per imparare la forma scritta e padroneggiarla abbastanza bene da poter comunicare in maniera efficiente sarebbero necessari anni di studio. Ed ecco quindi che entrate in gioco voi: non potendo avere il tempo necessario a nostra disposizione ci serve qualcuno, o meglio, qualcosa, capace di elaborare i dati raccolti, studiare la lingua e padroneggiarla in un decimo del tempo che occorrerebbe ad un umano. Pensate di riuscire a programmare un intelligenza artificiale simile?”

 

Tony, che fino a quel momento aveva ascoltato con sincera curiosità aggrottò la fronte, perplesso: “Uhm, sicuro dottoressa, ma io ho una domanda migliore: perché invece non insegniamo a Rock of Ages l’inglese?” chiese, accavallando le gambe e tamburellando distrattamente sul tavolo con le dita della mano destra

 

“In effetti è una valida obiezione, se la sua lingua madre è così complessa probabilmente è più semplice e veloce insegnare a lui la nostra, indubbiamente più elementare sotto ogni punto di vista” aggiunse Bruce incrociando le braccia sul bordo del tavolo

 

la dottoressa Fairbank sfoggiò un sorrisetto compiaciuto e si voltò a guardare Fury con un espressione di velata rabbia e disprezzo “Sono piacevolmente sorpresa, questo dimostra che non serve essere degli esperti nel campo delle lingue e della comunicazione per arrivare alla soluzione più ovvia. Direttore, spiega lei il motivo per il quale non stiamo prendendo la strada più facile e meno faticosa per tutti?” disse assottigliando lo sguardo.

 

Fury sospirò, poi guardò Stark e rispose con un tono leggermente irritato “Loki è considerato un terrorista per il governo degli Stati Uniti. Abbiamo il vantaggio di comunicare fra noi senza essere comprensibili al nemico. Non vogliamo che questa situazione cambi, vogliamo essere in grado di capire Loki senza che necessariamente lui sia in grado di capire noi”

 

“Il che è assolutamente ridicolo visto che avete stabilito sin da subito che questo Loki non rappresenta neanche lontanamente la minaccia che rappresentava il Loki responsabile dell’invasione di New York. Non ha lo scettro, non ha il Tesseract, non ha più poteri magici, la sua forza fisica è paragonabile a quella di un normalissimo uomo neanche più di tanto allenato, non parla più la nostra lingua per l’amor del cielo-”

 

“E io le ricordo, dottoressa, che finché non avremo la certezza di tutte queste cose sopracitate da lei, Loki verrà considerato una minaccia dal nostro governo. Quello che può fare lei per aiutarlo visto che ci tiene così tanto, è fare il suo lavoro al meglio senza ignorare o contestare gli ordini e i limiti che le vengono imposti” disse Fury interrompendo le proteste della dottoressa. I due si squadrarono in cagnesco per qualche secondo

 

“Uhm, ok, ho decisamente toccato un nervo scoperto. Per ora niente inglese per il nostro Mussolini asgardiano, ricevuto” disse Tony imitando un pigro saluto militare portando le dita della mano destra al sopracciglio

 

“Immagino che sia arrivato il momento di incontrare la rockstar per un selfie e qualche autografo, che dici Banner?” continuò alzandosi e dirigendosi verso la porta della stanza

 

“Prendo l’attrezzatura” mormorò Bruce seguendo Tony

 

 

 

― ♦ ―

 

 

Dopo la terza doppia porta con apertura a scanner della retina e la quarta perquisizione personale e delle borse contenenti l’ attrezzatura, Bruce cominciava ad essere decisamente irrequieto. Tony, d’altra parte, aveva lo stesso grado di pazienza e di rispetto per le regole di un bambino in fila per le giostre al luna park, perciò il livello “decisamente irrequieto” lo aveva superato da un pezzo.

 

“Si, questi non sono semplici occhiali da sole. Si, contengono una componente elettronica che serve a ospitare Jarvis, la mia AI. No, non mi servono per portare fuori dati top secret, non aspiro a diventare un whistleblower. No, non ho intenzione di passare informazioni confidenziali ipoteticamente contenute all’interno al detenuto. Si, il direttore Fury ne è a conoscenza ed ha approvato tutto il nostro equipaggiamento. Si, l’ho già detto ai tuoi tre colleghi precedenti che hanno comunicato con il direttore il quale ha confermato tutto ciò che ho riferito. Possiamo saltare tutta questa parte e passare al momento in cui aprite finalmente quella porta?” disse Tony al soldato che lo stava esaminando con il metal detector per l’ennesima volta mentre teneva le braccia e le gambe aperte. Bruce alzò gli occhi al cielo mentre si riallacciava la cintura dei pantaloni e si accingeva ad infilarsi di nuovo le scarpe.

 

Quando finalmente attraversarono l’ultima porta, la stanza non aveva affatto l’aspetto della cella che Tony aveva immaginato. Loki si trovava all’interno di un cubo di vetro trasparente che oltre a lui ospitava un materasso singolo poggiato direttamente a terra con un lenzuolo e un cuscino, un lavandino e un gabinetto. L’asgardiano, che udendo la porta della stanza aprirsi si era voltato verso di loro, indossava un semplice camice celeste chiaro, uguale all’abbigliamento sanitario che indosserebbe un infermiere in un ospedale, ai piedi delle semplici scarpe di tela bianca senza lacci. I capelli neri erano più lunghi di qualche centimetro di come Tony li ricordava e gli cadevano ai lati del viso e sulle spalle in disordinate onde crespe, ma a colpire di più Tony fu il suo aspetto generale: il colorito assolutamente pallido del viso contrastava estremamente con le prominenti occhiaie violacee che sfoggiava intorno agli occhi verdi, aveva decisamente perso più di qualche chilo e la taglia sbagliata del camice troppo grande sicuramente non aiutava a mascherare l’impressione di una corporatura più asciutta e gracile.

 

“Wow, buongiorno Clarice. Tutta questa assurda trafila di sistemi di sicurezza e poi lo chiudono in un cubo di vetro?” mormorò Tony inclinando leggermente la testa verso l’orecchio di Bruce senza staccare gli occhi da Loki

 

“Quello non è semplice vetro. É una lega speciale di vetro metallico composto al 90% da palladio, l’unico materiale teoricamente in grado di scalfirlo è il diamante. Era scritto nel fascicolo, non lo hai letto?” rispose Bruce sussurrando. Tony gli lanciò un occhiata da sopra gli occhiali da sole che si era abbassato sulla base del naso alzando un sopracciglio.

 

“Stark” il richiamo incuriosito di Loki riportò l’attenzione dei due scienziati su di lui, e i due si avvicinarono alla prigione trasparente fermandosi di fronte alla linea tracciata con del nastro adesivo rosso che correva lungo il perimetro dell’intero cubo a circa due metri di distanza.

 

“Banner” continuò Loki, guardando prima uno, poi l’altro, con un espressione sorpresa.

 

“Ehi, Reindeer Games. Come te la passi?” disse Tony inclinando la testa da un lato e incrociando le braccia al petto. Loki gli restituì un cipiglio confuso, poi guardò Bruce

 

“Þór?” Mentre i nomi dei due scienziati erano stati pronunciati correttamente con un accento inglese perfetto, Bruce ci mise qualche secondo a capire che la parola che aveva appena lasciato le labbra di Loki in poco più di un sussurro era il nome del fratello maggiore. La ‘o’ era più chiusa e la ‘r’ decisamente più presente e dura, ma tutto sommato era comprensibile. Evidentemente anche i nomi propri ad Asgard avevano una pronuncia differente.

 

“No, mi… mi dispiace, Thor non è qui con noi” rispose Bruce alzando una spalla. Loki aggrottò la fronte abbandonando l’espressione quasi speranzosa continuando a giocherellare nervosamente con le dita delle mani intrecciate di fronte a sé.

 

Bruce scosse la testa “No. Mi dispiace” aggiunse di nuovo. Loki sospirò abbassando il capo e chiuse gli occhi per un momento, abbandonando le mani lungo i fianchi. Nel frattempo Tony aveva montato la videocamera sul treppiedi puntando l’obiettivo nella direzione dell’asgardiano, aveva avvicinato alla parete trasparente della cella un microfono per la presa diretta dell’audio montandolo su un asta che mise nelle mani di Bruce. Lui gli lanciò un occhiata di traverso e alzò gli occhi al cielo.

 

Poi entrambi guardarono Loki, che incrociò le braccia al petto e aggrottò la fronte alternando velocemente lo sguardo da uno all’altro. Tony portò la mano sinistra non impegnata a reggere il portatile aperto di fronte a se vicino alla sua testa, poi con il palmo rivolto verso Loki toccò con il pollice le altre dita chiuse della mano un paio di volte, in un chiaro invito a parlare. Loki alzò gli occhi al cielo, si sedette sul pavimento a gambe incrociate e acconsentì alla muta richiesta.

 

Il tono passò dall’irritazione, alla rabbia, alla rassegnazione che divenne quasi tristezza prima di diventare completamente sterile e vuoto, per virare poi verso qualcosa di inequivocabilmente minaccioso. Le espressioni del volto e la direzione dello sguardo mimarono gli stati d’animo che trasparivano già dal tono, fece poche pause e ci furono solo un paio di brevi silenzi. Quando Tony pensò di avere abbastanza materiale su cui lavorare lo fermò schiarendosi la voce e tenendo il palmo della mano sinistra aperto davanti a lui, in un gesto che sperava fosse universale. Per fortuna Loki parve capire perché restò in silenzio ad osservare i due scienziati mentre borbottavano fra loro indicando ogni tanto qualcosa sullo schermo del computer.

 

Poi Tony passò il portatile a Bruce e si avvicinò ad una borsa abbandonata sul pavimento poco distante, tirando fuori una piccola lavagnetta bianca rettangolare e un pennarello nero. Fece per avvicinarsi al contenitore passa vivande della cella di vetro ma il soldato rimasto a guardia della porta lo fermò prima che potesse arrivarci.

 

“Che c’è, hai paura che ci disegni a morte? È una lavagnetta per bambini, che diavolo vuoi che ci faccia?” sbottò Tony. Il soldato non rispose ma squadrò Tony con un espressione dura e lo sentirono esporre la situazione al suo superiore dalla ricetrasmittente mentre si allontanava di nuovo verso la porta. Tony scosse leggermente la testa e si girò di nuovo verso il passa vivande con la mano pronta ad aprire lo sportellino, solo per rendersi conto improvvisamente che Loki, dall’altra parte della superficie trasparente si trovava con il naso e i palmi delle mani premuti contro il vetro, a pochi centimetri dal viso di Tony, che spaventato dall’immediata e inaspettata vicinanza fece un passo indietro imprecando. Gli angoli delle labbra di Loki si alzarono in un ghigno sinistro.

 

“Ah, ah, ah. Molto divertente. Avanti, prendi” disse Tony avvicinandosi di nuovo al passa vivande, lo aprì e mise nel cassetto la lavagnetta e il pennarello, poi lo richiuse e aspettò che l’altro eseguisse l’istruzione con le braccia incrociate e un espressione imbronciata. Loki aprì il cassetto, poi lo osservò per un momento con un sopracciglio alzato. Recuperò il contenuto richiudendo poi lo sportello, si posizionò di nuovo seduto a gambe incrociate al centro della cella, poi guardò in direzione dei due scienziati.

 

Bruce unì l’indice e il pollice della mano destra disegnando ghirigori immaginari nell’aria sperando di far capire a Loki che avrebbe potuto iniziare a scrivere.

 

E lui eseguì. Ma quando girò la lavagnetta tenendola sul petto per mostrare loro il suo lavoro con un sorrisetto di sfida divertito stampato sul volto quello che videro non furono singolari simboli alieni, ma un disegno: con lo stile tipico di un cartone animato, Loki aveva disegnato Hulk e Iron Man, entrambi a terra, morti, con tanto di x al posto degli occhi, una pozza di sangue a terra e un pugnale sulla schiena, dietro di loro aveva disegnato se stesso, con il ridicolo elmo d’oro cornuto e un espressione soddisfatta sul musetto compiaciuto.

 

“Oh ma guarda Bruce, che dolce, siamo noi” disse Tony che lo guardava con gli occhi socchiusi e le labbra tirate in un espressione di ironica indifferenza. Bruce sospirò e si portò una mano a massaggiare la fronte. Ma prima che uno dei due potesse protestare e tentare di convincere Loki a collaborare e scrivere qualcosa di effettivamente utile, un breve e acuto ‘bip’ risuonò nella stanza. Il sorrisetto divertito morì in un attimo sulle labbra di Loki che si alzò di scatto abbandonando la lavagnetta e il pennarello e prese a osservare con aria tesa la porta della stanza.

 

Tony osservò confuso la sua reazione e poi controllò anche lui la situazione alle sue spalle osservando la porta della stanza, imitato da Bruce. Ma non successe nulla. Assolutamente niente. Quando entrambi si voltarono confusi di nuovo verso Loki lo trovarono seduto per terra, intento a cancellare in fretta il suo disegno con il dorso della mano.


In seguito non ci fu bisogno di nessun tipo di convinzione, come un bravo alunno diligente riempì e cancellò più volte solo per riempire di nuovo la lavagnetta con rune e simboli, girandola ogni volta verso di loro e la telecamera quando non aveva più spazio per continuare. Non smise mai di lanciare occhiate sospettose e tese verso la porta d’ingresso della stanza.





Note: La base di ricerca Amundsen-Scott in Antartide esiste davvero, ho voluto prendere in prestito un luogo reale, eccola qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Base_Amundsen-Scott
Per quanto riguarda la lingua asgardiana ho preso ispirazione da varie fonti per descrivere la grammatica e la fonetica, facendo un pò un collage: un pizzico di norreno antico, un pò di islandese e norvegese e voilà, ecco a voi l'asgardiano. Fatemi sapere che ne pensate :)

Al prossimo capitolo,
GipsyK

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Attenzione!! Trigger Warning: Nel capitolo sono presenti descrizioni abbastanza esplicite di scene di tortura. Nulla di sessuale o sanguinolento, ma questo comunque non le rende più facili da digerire. Se per qualche motivo preferite non leggerle lo capisco, perciò ho inserito tre asterischi all'inizio e alla fine della sezione corrispondente. 




 

Capitolo 2

 

 

Le ore divennero giorni, i giorni settimane. Ogni giorno Tony e Bruce scendevano nella stanza più remota del livello più basso del sotterraneo della base, raccoglievano quanti più dati possibili da Loki comunicando istruzioni elementari in un singolare mix del gioco del mimo e pictionary, senza punti o vincitori e vinti. A volte scendevano insieme alla dottoressa Fairbank, spesso lo facevano da soli.

Loki mutava i suoi stati d’animo con la stessa frequenza con la quale una persona sbatte le palpebre. Lo avevano trovato arrabbiato, infastidito, allegro, annoiato, entusiasta, curioso, irritato, esausto, pieno di energia, a volte da un giorno all’altro, altre volte da un momento al successivo. La maggior parte del tempo però, Tony lo trovava semplicemente deluso, amareggiato, apatico, demotivato, arreso. Piegato.

Ma nonostante gli sbalzi d’umore e un paio di episodi in cui non riuscirono a convincerlo nemmeno a tirare fuori la testa da sotto il suo lenzuolo, era incredibilmente collaborativo e ben presto Tony pensò che fosse arrivato il momento di testare la prima versione beta del loro software.

Avevano deciso di chiamarlo AXEL, in onore del nipote di Otto Lidenbrock, che nella famosa opera di Jules Verne decifra il messaggio in caratteri runici scritto sulla pergamena ritrovata dallo zio. Tony sperava sinceramente che il frutto del loro lavoro di traduzione non li portasse a dover scendere nel cratere Yökull dello Snæffels alle calende di luglio. Ne aveva avuto abbastanza di caverne nella vita.

“Avanti AXEL, è il tuo momento, non deludere papà” disse Tony mentre configurava gli ultimi parametri sul portatile. Decise di iniziare da qualcosa di elementare, scrivendo ‘Bruce cammina’. AXEL gli restituì la traduzione runica in asgardiano che trasmise al grande schermo LCD rivolto verso Loki. Egli guardò i simboli comparsi sullo schermo con la fronte aggrottata. Tony indicò Bruce, che prese a passeggiare in cerchio lungo la stanza guardando Loki in attesa di conferma, ma la confusione sul suo viso non fece che aumentare. Quando Bruce fermò la sua marcia senza meta, Loki scosse la testa, indicò prima lo schermo, poi Banner, e infine prese a saltellare sul posto. Tony e Bruce si guardarono, un po' confusi e un po' delusi.

I tentativi successivi non furono gran che più promettenti, era chiaro che AXEL era destinato a fraintendere di continuo, sia dall’inglese all’asgardiano che viceversa. Quando infine Bruce scrisse ‘Tony mangia’ e le rune comparvero sullo schermo Loki non riuscì nemmeno ad aspettare che Tony iniziasse a mimare l’azione prima di scoppiare in una risata autentica ed esagerata, come se quello che aveva appena letto fosse la cosa più esilarante del mondo.

Tony, rabbuiato, lo osservò mentre si piegava in due tentando di riprendere il controllo di sé senza tanto successo, asciugandosi le lacrime agli angoli degli occhi.

“Ok, basta così, cattivo AXEL, non si prende in giro papà davanti al nemico” disse mentre si preparava a raccogliere tutta l’attrezzatura. Loki non riuscì a smettere di ridere nemmeno una volta che i due furono usciti dalla stanza.

“A volte non pensi anche tu che ci stia prendendo in giro fin dall’inizio solo per il gusto di vederci impazzire?” disse Bruce camminando lungo il corridoio di fianco a Tony verso il loro laboratorio. Lui fece un verso di assenso.

“Certo. Per questo ho detto a Jarvis di dare un occhiata ai file che Fury e lo SHIELD non vogliono mostrarci” rispose abbassando la voce quando incrociarono un paio di persone che si dirigevano nella direzione opposta alla loro.

“Hai detto a-, Tony, hai hackerato il data center dello SHIELD?” sibilò Bruce prendendo l’uomo per un braccio per costringerlo a smettere di camminare e voltarsi verso di lui. Tony alzò gli occhi al cielo e guardandosi intorno aprì la prima porta che trovò sulla destra. Infilò la testa nella fessura per assicurarsi che la stanza fosse vuota, poi ci spinse dentro Bruce e chiuse la porta alle loro spalle.

“Non ho hackerato il data center dello SHIELD. Jarvis lo ha fatto. E poi non ha nemmeno toccato quello dello SHIELD, mi ha permesso l’accesso a quello della CIA” mormorò Tony.

“Quello della-” strillò Bruce mettendosi le mani fra i capelli, ma fu prontamente zittito da un sibilo di Tony che lo prese per un braccio e per buona misura lo allontanò di qualche altro passo dalla porta della stanza.

“Quello della CIA?! Perchè?! Tony, sei impazzito, c’è gente che è dovuta sparire dal paese per molto meno, vuoi essere costretto ad andare a vivere in Russia? Io non voglio vivere in Russia, fa freddo”

“Smettila, non è la prima volta che lo faccio. Non sei curioso? Non mi chiedi perché ho deciso di scavare un po' più a fondo riguardo tutta questa situazione?” Tony lo guardò con le sopracciglia alzate e le braccia incrociate. Bruce gli restituì lo sguardo, in attesa. Ma Tony si limitò a guardarlo negli occhi.

“Oh, non era una domanda retorica, vuoi che te lo chieda davvero?”

“Beh dovresti volermelo chiedere, voglio dire, sei uno scienziato, la curiosità-”

“Sei impossibile, va bene: perché hai deciso di ficcare il naso nei documenti segretati della CIA, Tony?” chiese Bruce, alzando le braccia, esasperato. Tony gli regalò un sorrisetto compiaciuto.

“Perché, Bruce, mi sono presto reso conto di due cose: in questa base è pieno zeppo di agenti della CIA, più di quanti ce ne siano dello SHIELD; e Loki non è arrivato qui tre mesi fa, ma cinque”

“Cinque?”

“Già. Hai presente la primissima foto che ci hanno fatto vedere, quella in cui Reindeer Games si trova svenuto nel cratere, probabilmente a valutare le scelte della vita che l’hanno portato a ritrovarsi con la faccia spiaccicata nella neve sul pianeta che ha tentato di conquistare? Bene. Sulla superficie del ghiaccio sono chiaramente visibili delle strane striature. Inizialmente pensavo fossero semplicemente delle ombre sul ghiaccio, ma confrontando lo scatto con altre fotografie del cratere successive, mi sono accorto che le striature non ci sono più. Sparite. Puff. Allora ho capito di che cosa si tratta veramente: il riflesso dell’aurora australe sul bianco della neve. Indovina quando si è manifestata l’aurora australe l’ultima volta in questa zona?”

“Cinque mesi fa, non tre” rispose Bruce con aria pensierosa

“Esattamente. Perciò le domande che mi sono sorte successivamente sono state queste: perché ci hanno mentito e che cosa hanno fatto a Rock of Ages in questi due mesi di buco?”

“In che senso ‘che cosa hanno fatto’?”

“Andiamo, non dirmi che non hai notato anche tu alcune sue esagerate reazioni a suoni o parole del tutto innocue. In più sono tutti così sicuri che non abbia più alcuna abilità sovrumana o che non capisca più una parola d’inglese. Fury che ci dice che è considerato un terrorista. Non ci vuole una mente geniale per fare due più due” disse Tony distogliendo lo sguardo

“Quindi pensi che sia stato-”

“Ehm… scusate, mi dispiace interrompere, ma questo è il bagno delle donne”

Tony e Bruce si voltarono contemporaneamente verso la porta della stanza, il bagno delle donne secondo quanto avevano appena appreso, per fissare con occhi sgranati la dottoressa Fairbank.

“Uhm… certo. Stavamo giusto uscendo, che sbadati, ci dispiace” rispose Bruce ridacchiando e prendendo Tony per un braccio trascinandolo verso la porta per uscire dal bagno, superando un attonita Nicole Fairbank.

 

 

 

― ♦ ―

 

 

 

“Tanto valeva provare ad usare Google traduttore” sospirò Nicole all’ennesima scossa del capo da parte di Loki. Tony inspirò rumorosamente sgranando gli occhi e poggiandosi una mano sul cuore

“Non c’è bisogno di passare agli insulti, dottoressa. Mi ritengo personalmente offeso”

“Da una parte ha ragione, Tony” disse Bruce togliendosi gli occhiali da vista e stropicciandosi gli occhi “così non arriviamo da nessuna parte”

Tony era intento a riflettere sul problema mentre osservava distrattamente Loki che giocherellava con il pennarello della lavagna, quando lo vide assottigliare lo sguardo in direzione della copertina del libro che la dottoressa Fairbank sfogliava pigramente e lo vide letteralmente avere un illuminazione: si bloccò all’improvviso, con gli occhi sgranati e le sopracciglia leggermente aggrottate, sembrò riflettere per qualche secondo, poi prese a scrivere freneticamente sulla lavagnetta bianca.

“Dottoressa, penso che questo non voglia perderselo” mormorò Tony poggiando una mano sulle pagine del libro a coprire il testo che Nicole teneva in mano per attirare la sua attenzione, poi indicò Loki.

“E adesso quello che roba è?” chiese Bruce incuriosito, avvicinandosi agli altri due e al vetro della cella.

Anche Loki si avvicinò maggiormente per permettere a tutti e tre di osservare bene il suo operato: aveva scritto delle rune, indubbiamente, ma questa volta invece di essere tutte in fila a formare parole e frasi le aveva intrecciate fra loro connettendole con linee e punti più o meno spessi, a formare una sorta di disegno circolare.

“Uhm, il suo prossimo tatuaggio?” disse Tony grattandosi distrattamente la barba, pensieroso.

Loki indicò prima il suo disegno, poi il libro che Nicole teneva ancora aperto fra le mani. Bruce prese fra le dita la prima metà delle pagine chiudendo il volume, tutti e tre osservarono per qualche secondo la copertina, sulla quale era stampato un disegno non così diverso da quello prodotto da Loki.

“Ma certo!” disse Nicole, con un esclamazione di realizzazione mista a entusiasmo

“Mah, personalmente preferisco qualcosa di meno ‘tribale’, quella roba te la devi tenere addosso per il resto della vita”

Nicole lanciò un occhiataccia esasperata all’ingegnere. “No, Stark, voglio dire che forse Loki è arrivato a una soluzione! Questo è il Vegvisir, un antico simbolo noto anche come ‘bussola vichinga’, veniva disegnato sulle navi prima che salpassero come buon auspicio perché aveva un significato di guida per le persone che smarriscono la strada” disse la dottoressa indicando il simbolo stampato sulla copertina del libro

“Evidentemente l’asgardiano ha più di un sistema di scrittura, non solo quello alfabetico lineare che Loki ha tentato di insegnarci fino ad ora. Questo sembra essere un sistema semasiografico, un metodo di comunicazione scritta che non corrisponde alla fonetica della lingua parlata, non è legato a regole grammaticali o di sintassi per la costruzione di una frase, esprime semplicemente i concetti tramite delle immagini! Le popolazioni vichinghe devono averla vista e preso spunto da essa per i loro simboli!” concluse con una scintilla di entusiasmo negli occhi

“Significa che questo tipo di scrittura potrebbe essere più semplice e intuitiva da imparare per AXEL?” chiese Bruce con una nota speranzosa nella voce

“Penso proprio di si. Loki sei un genio!” esclamò Nicole con un sorriso mentre prendeva la fotocamera per scattare delle foto alla lavagna che Loki ancora teneva bene in vista di fronte a sé

“Evviva, dobbiamo ricominciare da capo!” esclamò Tony con falso entusiasmo, sospirando.

Ed è esattamente quello che fecero, ricominciarono da capo. Loki riempì innumerevoli volte la lavagna di simboli e disegni, loro riempirono diversi hard disk con nuove fotografie e le diedero in pasto ad ALEX, adattando di volta in volta la configurazione del software. Dopo 72 ore di lavoro, interrotte solamente da brevi pause per i bisogni primari e qualche pisolino veloce, tentarono l'ennesimo test. Bruce scrisse 'Tony mangia una mela' e dopo qualche secondo, ALEX produsse un intreccio circolare di rune e linee che venne proiettato sullo schermo LCD.

Loki, che stava combattendo il bisogno di vincere il sonno in una posizione semi sdraiata sul pavimento, raddrizzò improvvisamente la schiena e guardò prima lo schermo della TV, poi Tony. E finalmente annuì, inizialmente titubante, quasi incredulo, poi con più veemenza, alzandosi in piedi e avvicinandosi al vetro della cella quasi correndo.

Bruce e la dottoressa Fairbanks si guardarono per un momento, increduli anche loro, poi eruppero in contemporanea in strilli eccitati.

"Che succede? Che mi sono perso?" Chiese Tony alzandosi di colpo dalla sedia su cui si era accasciato e abbandonando sul pavimento la mela che stava sgranocchiando distrattamente.

"Funziona! Tony, funziona, guarda!" ripeté Bruce indicando lo schermo del computer. Tony osservò prima lo schermo, poi la mela abbandonata e poi Loki, che aveva premuto le mani sul vetro della cella per avvicinarsi il più possibile al gruppo e continuava ad annuire con un sorriso sghembo stampato sul volto.

"ALEX, bravissimo bello di papà, così si fa!" Esclamò poi con un sorriso, accarezzando il monitor del portatile

"Devo assolutamente aggiornare il mio team, portargli tutto il materiale, questo è qualcosa di rivoluzionario" disse Nicole raccogliendo rapidamente tutti i suoi effetti personali, pronta a precipitarsi nel suo laboratorio.

"Noi dobbiamo ricontrollare i parametri di ALEX e continuare a caricare nella sua memoria il resto dei simboli che abbiamo raccolto, in più penso di parlare a nome di tutti quando dico di aver bisogno di una lunga nottata di riposo e una doccia ancora più lunga" disse Bruce chiudendo l'ultima valigia con il computer e avviandosi anche lui verso la porta

"Allora ci rivediamo qui fra, uhm, 48 ore?" Chiese Tony mentre faceva cenno al soldato di guardia di aprire la porta e dava un occhiata al suo orologio

Un forte tonfo sordo li fece fermare tutti e tre sul posto e voltare rapidamente verso il cubo di vetro. Loki aveva un pugno premuto sulla superficie trasparente e un espressione ferita e esitante sul viso. Nessuno si mosse e lui batté di nuovo il pugno sul vetro con forza, il viso deformato da un ghigno di rabbia.

"Che diavolo vuole?" Chiese Bruce

"Tu che vorresti fare dopo cinque mesi di incomunicabilità con qualcun altro oltre a te stesso?" Rispose Tony in un sussurro, con un espressione cupa

"Comunicare" rispose Nicole, risoluta.

 

 

― ♦ ―




"Bruce, hai presente il lavoretto secondario che avevo assegnato a Jarvis? Ha trovato una serie di video che secondo lui dovremmo vedere" disse Tony osservando lo scienziato da sopra il monitor del portatile

Bruce posò il bicchiere d'acqua che stava bevendo sopra il tavolo del laboratorio e prese posto su uno sgabello vicino a quello occupato da Tony per poter avere una visuale migliore dello schermo del computer.

Tony scelse il primo video in ordine cronologico.

***

Mostrava un uomo inginocchiato sul pavimento, con un cappuccio nero in testa e le braccia legate dietro la schiena. Un soldato dal volto coperto con un passamontagna nero gli si avvicinò e gli tolse il cappuccio, lunghi capelli corvini gli ricaddero sulle spalle in onde disordinate, celando parzialmente i tratti del viso, ma nonostante ciò riconobbero Loki senza ombra di dubbio.

L'uomo lo osservò in silenzio per un momento, poi chiese: "Perché sei tornato?"

Loki gli restituì lo sguardo alzando la testa, ma rimase in silenzio, anche quando ricevette uno schiaffo sulla guancia sinistra. La domanda gli venne ripetuta, a quel punto Loki sibilò una frase in asgardiano, con un tono arrabbiato che venne chiaramente registrato dal soldato, perché lo afferrò tirando in su con entrambe le mani dal colletto della maglia arancione che indossava per costringerlo ad alzarsi. Una volta in piedi il soldato mollò la presa, solo per regalargli un secondo schiaffo di rovescio, sull'addome stavolta. Dopo qualche secondo lo sentirono porre un'altra domanda: "Qual è il tuo scopo sulla Terra?" Loki ancora una volta si limitò a fissare l'uomo con un espressione dura e il respiro lievemente affannato. Quando il soldato capì che non avrebbe ricevuto altro in risposta, diede semplicemente le spalle a Loki e si allontanò fuori dal campo visivo della telecamera. Per qualche secondo non sembrò succedere nient'altro, poi udirono un acuto e potente 'bip', e videro avvicinarsi a Loki due soldati, anch'essi a volto coperto, che trasportavano con loro una specie di grande contenitore rettangolare di metallo, lo posarono a terra e lo aprirono da un lato. Uno dei due prese Loki per un braccio, lo fece inginocchiare di nuovo e gli rimise il cappuccio nero, gli tolse le manette e poi entrambi lo spinsero a forza all'interno del contenitore, evidentemente troppo piccolo per contenere il suo corpo in una qualsiasi altra posizione che non fosse quella fetale, e chiusero lo sportello assicurandolo con un lucchetto.

Tony mandò avanti il video appena i due soldati sparirono dalla vista della telecamera, ma non accadde nient'altro.

"Hai notato l'orario nell'angolo in basso a destra? L'hanno lasciato lì dentro per almeno due ore" mormorò Bruce

Tony deglutì, poi passò ai filmati successivi. La situazione non fece che peggiorare: videro Loki venire ripetutamente schiaffeggiato, afferrato per le spalle e sbattuto violentemente contro un muro con un asciugamano arrotolato intorno al collo per proteggere la cervicale ed evitare che si spezzasse, venire spogliato e affogato d'acqua gelida con un idrante, lo videro tentare di trattenere versi di protesta e dolore, ma non sempre riuscire nell’impresa. Ogni volta gli venivano rivolte sempre e solo le stesse parole, le stesse due richieste: perché sei tornato? Qual è il tuo scopo sulla Terra?

Non importa in che modo Loki tentasse di comunicare ai due carcerieri la sua incapacità a comprendere le loro domande: parlando in asgardiano, tramite gesti delle mani in quei rari momenti in cui le aveva libere da costrizioni, scuotendo freneticamente la testa. Non stava dando loro le uniche due risposte alle quali erano interessati; perciò le torture, perché solo così potevano essere definite le azioni alle quali i due scienziati stavano assistendo, continuarono. Ogni volta, immediatamente prima che arrivasse il momento di usare una tecnica che avrebbe richiesto dei tempi lunghi di attesa, il 'bip' acuto suonava nella stanza e ogni volta osservarono Loki, che aveva evidentemente imparato a riconoscere il maledetto suono, diventare sempre più terrorizzato di quello che avrebbe dovuto sopportare. Venne posizionato in piedi a circa un metro e mezzo di fronte a un muro e gli venne imposto di inclinarsi e toccare la superficie della parete solamente con le dita, fu obbligato a mantenere la posizione per quasi un'ora, con i muscoli delle gambe e delle braccia attraversati da spasmi incontrollati derivati dallo sforzo. Venne ammanettato al muro con le braccia tese sopra la testa ad un'altezza tale che non gli permetteva né di restare in piedi, né di sedersi a terra e fu lasciato così per quasi 56 ore consecutive, costretto ad ascoltare a ripetizione ‘Rawhide’ nella versione dei Blues Brothers ad un volume assordante. Raggiunta la 50esima ora aveva preso a canticchiare anche lui, mormorando “rolling, rolling, rolling” e ridendo istericamente. Dopo altre due ore lo osservarono singhiozzare disperatamente, mugugnando in asgardiano.

"Io-... non posso, devo… uscire un momento" balbettò Bruce, facendo una serie di respiri profondi e controllando il suo orologio, prima di precipitarsi fuori dalla stanza.

Tony andò avanti per un altro po', ma quando arrivò il momento del waterboarding fu costretto a smettere anche lui. Osservò il suo nemico venire legato in posizione supina ad una tavola inclinata con i piedi più in alto della testa, lo vide affogare lentamente, mentre gli veniva versata dell'acqua su naso e bocca coperti da un panno, lo vide tossire e sputacchiare e tentare di muovere la testa da un lato o dall'altro senza successo, visto che uno dei soldati la teneva ferma con le mani posate su entrambi i lati all'altezza delle orecchie. Tony chiuse con forza il laptop quasi scaraventandolo a terra per la foga di alzarsi e uscire all'aperto, con la speranza che un po' del freddo insostenibile dell'Antartide lo distraesse dall’ansia che sentiva crescere nel petto.

***

Prese il suo giubbotto termico da neve che gli avevano fornito all'arrivo alla base e si diresse verso il tetto, salendo di corsa i gradini a due a due. Una volta salita l'ultima rampa di scale si rese conto che la porta antipanico era già spalancata, la attraversò e vide Bruce poco lontano, con il viso rivolto verso il cielo e le braccia aperte

"Heimdall! Heimdall! HEIMDALL" continuava a strillare verso la distesa scura di stelle

"L'ingegnere capo dell' Enterprise non si chiamava Scotty?" disse Tony avvicinandosi

Bruce lo guardò sospirando "Mi sono ricordato che Thor urla questo nome quando è il momento di tornare ad Asgard, dovrebbe essere una specie di guardiano con il potere dell'onniveggenza. Ho pensato… non so cosa stavo pensando" disse coprendosi il viso con una mano coperta dal pesante guanto da neve e aggiustandosi meglio il cappuccio sulla testa per proteggersi dal freddo con l’altra.

Tony lo osservò per un momento, poi alzò il viso verso il cielo e mise entrambe le mani a coppetta intorno alla bocca: "HEIMDALL! EHI, HEIMDALL CI SENTI?"

Bruce lo guardò inizialmente sorpreso, poi iniziò ad imitarlo, urlando a gran voce.

"Heimdall… dí a Thor di venire a riprendersi il suo fratellino" sussurrò infine Tony, con voce roca.





Note: per i simboli del nuovo sistema di scrittura circolare di Loki mi sono ovviamente ispirata ai simboli vichinghi, qui ne trovate alcuni con i loro significati, se siete interessati: 
https://simbolisignificato.it/blog-simboli-significato/297-significato-simboli-vichinghi

Importante parentesi sulle scene di tortura: che ci crediate o meno, tutte le tecniche descritte sono state veramente impiegate dalla CIA su prigionieri ritenuti dei terroristi dopo l'11 settembre. Le chiamavano 'Enhanced Interrogation Techniques' (Tecniche di interrogatorio avanzate), e si, perfino la scelta della canzone 'Rawhide' (https://www.youtube.com/watch?v=rtP7yH7l87w) non è mia, ma loro. Se volete approfondire l'argomento, e vi consiglio davvero di farlo, oltre ai seguenti link che vi lascio qui sotto potete vedervi il film "The report" del 2019, lo trovate anche su Amazon Prime Video.

https://www.businessinsider.com/the-13-enhanced-interrogation-techniques-the-cia-used-on-detainees-2014-12?r=US&IR=T
https://www.vox.com/2014/12/11/7375961/cia-torture-music
 

Al prossimo capitolo!
GipsyK

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

 

 

Appena informarono Fury dei progressi ottenuti fu immediatamente programmata la prima vera sessione di comunicazione ufficiale. Nella stanza che conteneva la cella di vetro, erano presenti oltre a Nicole Fairbank, Bruce e Tony, anche Fury, in quanto direttore dello SHIELD e Michael Brennan, il direttore della CIA e Loki, ovviamente, che per l’occasione aveva tentato di pettinarsi indietro i capelli usando semplicemente dell’acqua, non avendo a disposizione altri prodotti, probabilmente per rendersi il più presentabile possibile, ottenendo suo malgrado il risultato opposto pensò Tony, osservando l’alone di ciocche crespe intorno alla sua testa con un sopracciglio leggermente alzato.

 

Loki sembrò leggergli nel pensiero perché lo squadrò aggrottando le sopracciglia e poi prese a passarsi le mani fra le onde corvine nel tentativo di sistemarle.

 

“Se è tutto pronto direi che possiamo cominciare con la prima domanda. Chiedetegli il motivo del suo ritorno sulla Terra” disse Brennan

 

Tony ingoiò l’improvvisa ondata di nausea che lo aveva assalito e si arrischiò a lanciare un'occhiata d’ira in direzione del direttore. Passò inosservata. Concentrandosi sullo schermo del laptop, digitò la domanda e mentre AXEL componeva la traduzione e la inviava al grande schermo rivolto verso la cella, Tony guardò Loki dritto negli occhi e disse lentamente, scandendo bene le parole con voce forte e chiara, indicando lo schermo con il dito indice e l’intero braccio: “Perché sei tornato?”

 

Loki lo guardò come se Tony lo avesse appena colpito con i raggi repulsori emessi dai guanti della sua armatura. Si coprì la bocca con una mano tremante, alternando freneticamente lo sguardo da Tony allo schermo con il simbolo runico. Un singhiozzo passò la barriera della mano e lui portò in fretta anche l’altra a premere sulla bocca.

 

“Tony, che stai facendo?” sussurrò Bruce, contrariato.

 

“Mi assicuro che capisca finalmente per quale motivo è stato torturato. Gli dobbiamo almeno questo, Bruce” mormorò Tony senza staccare gli occhi da Loki.

 

“Che gli prende?” chiese Fury, confuso.

 

Tony si voltò verso il direttore, pronto a scaricargli addosso tutta la sua ira e il suo disgusto quando sentì la mano di Bruce posarsi sulla sua spalla e lo vide sgranare gli occhi e scuotere la testa. Tony si morse l’interno della guancia, strinse le labbra e espirò forte dalle narici, riportando la sua attenzione su Loki, che nel frattempo si era chinato a recuperare la sua lavagna e il pennarello e aveva iniziato a disegnare la sua risposta, fermandosi di tanto in tanto per strofinare le dita sugli zigomi e spazzare via con forza le lacrime che avevano iniziato a solcargli le guance. Dopo qualche secondo tirò su col naso e girò la lavagna.

 

La telecamera registrò il simbolo appena composto e ALEX fornì loro una traduzione dopo pochi secondi.

 

“Loki bandito da Asgard, punizione di Odin” lesse la dottoressa Fairbank ad alta voce.

 

“Quand’è che quell’essere la finirà di trattare il nostro pianeta come una colonia penitenziaria per il suo?” sospirò Fury, stringendosi la base del naso fra l’indice e il pollice.

 

“Ok, andiamo avanti. Dobbiamo sapere questo che cosa significa per noi e lui che intenzioni ha” aggiunse Brennan

 

Bruce digitò ad AXEL la seconda domanda, poi imitando ciò che aveva fatto Tony in precedenza guardò Loki e disse: “Qual è il tuo scopo sulla Terra?”. Non riuscì ad impedire ad una smorfia di disgusto verso se stesso di attraversargli il volto mentre osservava Loki chiudere gli occhi e inspirare profondamente. Mentre ignorava altre due lacrime involontarie che scesero indisturbate fino al mento annuì lentamente.

 

“Loki desidera un accordo” lesse Bruce una volta ottenuta la traduzione in risposta.

 

“Incredibile, adesso vuole stringere un accordo, il bastardo. Che cosa dovremmo dargli noi?” disse Brennan con un tono di scherno

 

Tony digitò la domanda e Loki fornì la risposta molto più rapidamente del solito, disegnando sulla lavagna con gesti rapidi e frenetici.

 

“Libertà” annunciò Tony, leggendo.

 

“Oh, non vuole nient’altro sua maestà? Che faccia tosta. Che cos’ha da offrire lui da renderlo tanto arrogante?” sputò Brennan puntando un dito accusatorio in direzione di Loki.

 

'Conoscenza' fu la sua risposta, e quando Fury volle chiedere maggiori informazioni riguardo a che tipo di conoscenza, ALEX restituì la seguente traduzione:

 

"Loki offre minaccia di Morte per Terra"

 

Oh no. Pessima scelta di parole amico, pensò Tony

 


 

―◊―


 


 

“Ha detto ‘conoscenza’ ”

 

“Ha detto ‘minaccia di morte’ ”

 

“E non pensa che se avesse avuto un modo per minacciare la sopravvivenza dell’intero pianeta non lo avrebbe già usato come leva in suo favore durante tutto questo tempo?” disse Tony assottigliando lo sguardo e incrociando le braccia al petto.

 

“Non mi interessa, non intendo sprecare altro tempo a riflettere sugli ipotetici significati differenti di una proposizione già abbastanza chiara” rispose Brennan, alterato, raddrizzando le spalle e poggiandosi le mani sui fianchi.

 

“Dobbiamo tornare lì dentro e chiedere spiegazioni. Assicurarci di non aver frainteso-” tentò di intervenire la dottoressa Fairbank, ma venne presto interrotta da Brennan

 

“Assolutamente no, l’autorizzazione per interagire in qualsiasi modo con il detenuto è revocata per ognuno di voi tre. Loki da questo momento più che mai è considerato un terrorista e verrà trasferito in una struttura di contenimento di massima sicurezza il più presto possibile. Signori, dottoressa, il vostro lavoro qui è terminato, vi ringrazio per aver servito il vostro paese” concluse il direttore, alzando il mento e abbandonando la stanza senza aspettare una risposta.

 

“Oh no. No, no, no. Se pensa che mi lascerò scappare così l’occasione di approfondire lo studio di una lingua aliena…” borbottò Nicole, radunando i suoi effetti personali e marciando fuori dalla porta per rincorrere Brennan con passi decisi.

 

“Signore, tutto questo è assurdo, a mio parere il nostro lavoro è appena cominciato” disse Bruce rivolto a Fury, massaggiandosi la fronte con la mano destra per combattere il mal di testa imminente.

 

“Il vostro compito consisteva nel creare un AI per permetterci di comunicare con Loki, ed è quello che avete fatto. Il contenuto delle comunicazioni non vi ha mai riguardato. Ottimo lavoro, ALEX funziona e continuerà ad essere usato da noi e dalla CIA per comunicare con Loki, ora ve ne potete finalmente tornare a casa, non siete contenti?” rispose Fury, allargando le braccia.

 

“Stronzate. Immagino quali ‘metodi di comunicazione’ le agenzie di intelligence impiegheranno con Loki ed ALEX non rientra sicuramente nel repertorio. Volete il mio giocattolino? Allora fatemi tornare lì dentro” sibilò Tony puntando un dito verso la porta chiusa alle sue spalle.

 

“Stark, non farmi incazzare. Se ti può consolare nemmeno io sono un fan dell’idea ma la decisione è stata presa dall’alto, più in alto di me e perfino di Brennan, non so se mi spiego” disse, alternando lo sguardo fra Tony e Bruce con le sopracciglia alzate. “Ho le mani legate” aggiunse poi incrociando le braccia al petto, con un tono più docile, quasi a volersi scusare.

 

Bruce sospirò togliendosi gli occhiali da vista per stropicciarsi gli occhi, Tony si voltò dando le spalle ai due uomini grattandosi distrattamente la barba curata.

 

“Vi conviene chiudere baracca e burattini e andare a prepararvi per la partenza” concluse Fury con un ultimo sospiro, abbandonando la stanza.

 

“Jarvis, avvia il protocollo per l’operazione ‘Tim Jenkin’ ” disse Tony inforcando i suoi occhiali da sole e avviandosi risoluto verso l’uscita.

 

“Tony, che intenzioni hai?” domandò Bruce, raggiungendo l’uomo

 

“No Bruce, che intenzioni abbiamo. Ci prepareremo per la partenza” rispose Tony voltandosi verso lo scienziato con un ghigno stampato sul volto.


 

―◊―

 

 

“Tony, è una follia. Un gradino di follia al di sopra di ‘prendo in braccio una testata nucleare per dirottarla in un portale nell’universo’ ” sussurrò Bruce avvicinando la bocca all’orecchio di Tony mentre osservavano il plotone di soldati che circondava su ogni lato un Loki ammanettato ai polsi e alle caviglie per scortarlo attraverso l’hangar verso l’entrata del Quinjet

 

“Shh. Fammi pensare” tagliò corto Tony osservando Loki con attenzione. Lui restituì lo sguardo con un intensità che avrebbe messo decisamente a disagio Bruce. Forse anche un tantino spaventato.

 

“Adesso vuoi pensare? credevo avessi già un piano!” sibilò Bruce guardando nervoso il plotone avvicinarsi e affiancarli a qualche metro di distanza. Tony prese a trottare in direzione della testa del plotone e Bruce lo seguì, nonostante il brutto presentimento che lo aveva assalito alla bocca dello stomaco.

 

“Pensavo di essere stato chiaro, Stark. Allontanati” affermò Brennan senza fermarsi e senza guardarlo

 

“Oh chiarissimo. Cristallino. Speravo solamente di poter parlare un momento dei diritti di utilizzo di ALEX concessi all’agenzia dalle Stark Industries al momento della firma del contratto” affermò Tony, voltandosi e iniziando a camminare all’indietro per poter guardare Brennan negli occhi.

 

“Non è il momento di discutere, qualsiasi cosa dovrà attendere” rispose il direttore, senza restituire lo sguardo di Tony e continuando a fissare il portellone posteriore aperto del Quinjet. “Lei che vuole invece?” chiese Brennan a Bruce, guardandolo per un momento con perplessità.

 

“Io-, ehm… sono… in- indeciso. Signore” balbettò Bruce in risposta, alternando lo sguardo fra Brennan e Tony. Quest’ultimo alzò gli occhi al cielo

 

“Vorrei discutere l’aggiunta di una clausola-” iniziò Tony, ma venne improvvisamente interrotto da ciò che accadde in seguito.

 

Bruce ebbe l’impressione che gli eventi immediatamente successivi fossero avvenuti estremamente in fretta e a rallentatore allo stesso tempo. Durante il suo breve discorso colse Tony a lanciare rapide occhiate in direzione di Loki, il quale, all’ennesimo incrocio di sguardi, approfittò della stretta finestra di spazio che il loro arrivo aveva aperto tra i primi due soldati, si allungò e afferrò il colletto della camicia di Tony con entrambe le mani costrette dalle manette ai polsi, lo spinse verso di sé con forza e premette le labbra sulle sue.

 

In un attimo il breve contatto venne interrotto dai due soldati alle spalle di Loki che lo afferrarono dagli avambracci strattonandolo all’indietro, mentre gli altri due soldati del lato destro presero Tony per allontanarlo nella direzione opposta.

 

Loki prese a ridere di gusto mentre veniva spinto sul pavimento in posizione prona dai due soldati, uno dei due gli piantò un ginocchio sulla zona lombare della schiena per impedirgli qualsiasi movimento, mentre Tony e Bruce furono spintonati indietro di parecchi metri da un altro paio di soldati e da Brennan

 

"Sto bene, davvero, tutto apposto, calma ragazzi" continuava a ripetere Tony tenendo le mani bene in vista e le braccia alzate

 

"Perquisiteli, tutti e tre!" Ordinò Brennan ai suoi uomini, che si affrettarono ad eseguire.

 

"Stark, fuori di qui. Ora. La questione è chiusa, se vuoi discutere di contratti e diritti fai chiamare il dipartimento relazione con il pubblico dell'agenzia dal tuo ufficio legale!" Affermò una volta concluse le perquisizioni, puntando un dito contro il petto di Tony. Lui rispose con un mormorio di assenso continuando a tenere le mani alzate di fronte a sé.

 

Con un'ultima occhiataccia rivolta a Tony, Brennan tornò in testa alla squadra di scorta che nel frattempo aveva rialzato il detenuto con poca grazia dopo la perquisizione e ripreso la sua marcia verso il Quinjet. Loki non smise di ridere finché non fu caricato a forza all'interno del mezzo aereo.

 

Tony lo vide sparire dalla vista una volta chiuso il portellone, a quel punto fece dietrofront e uscì dall'hangar con veloci falcate determinate.

 

"Ma che diavolo… ti ha dato un bacio?!" Esclamò Bruce raggiungendo di corsa Tony

 

"Non mi ha dato un bacio" rispose Tony proseguendo lungo il corridoio, con un tono incredulo, come se Bruce non avesse appena assistito alla scena e avesse suggerito un'assurdità

 

"Mi ha dato questo" aggiunse poi, portando una mano alla bocca e infilando due dita sotto la lingua. Poi aprì il palmo per mostrare a Bruce il microchip più piccolo che lo scienziato avesse mai visto.

 

“Jarvis, inizia la fase due” disse Tony rivolgendosi al suo smartphone dopo aver inserito il microchip in uno slot al lato del dispositivo.

 

“Tony, parlami” affermò Bruce posando una mano sulla spalla dell’ingegnere per impedirgli di continuare a camminare e obbligarlo a voltarsi verso di lui “che succede?”

 

Tony sospirò alzando gli occhi al cielo, poi invitò Bruce a seguirlo con un gesto della mano e del capo. Si aggirarono in silenzio per il labirinto di corridoi della base, poi Tony si fermò di fronte a una porta, l’aprì e con un gesto del braccio segnalò a Bruce di entrare nella stanza. Stavolta lui, avendo riconosciuto l’ingresso del bagno delle donne esitò, guardandolo con un sopracciglio alzato, ma Tony lo prese per un braccio e lo spinse all’interno.

 

“Eravamo d’accordo sul dover chiedere ulteriori spiegazioni a Reindeer Games e chiarire eventuali fraintendimenti, giusto?” cominciò Tony. Bruce annuì.

 

“Bene, non possiamo farlo se lo trasferiscono, che ne so, a Guantanamo o un posto simile. La nostra occasione sarebbe evaporata nel momento in cui lui avrebbe lasciato questa base sotto la custodia dell’intelligence. Perciò la soluzione è semplice: bisogna farlo evadere”

 

“Questo me lo hai già detto quattro ore fa, quando mi hai detto di avere un piano. Non mi serve un riassunto delle puntate precedenti, mi serve capire in cosa consiste questo piano”

 

“Ci stavo arrivando, rilassati! Dunque, il modo più semplice è agire durante il trasporto, che come hai visto si sta svolgendo per via aerea e consiste in una scorta di otto soldati in un Quinjet. Il piano è quello di dirottare il suddetto mezzo, disattivare la localizzazione, bloccare ogni comunicazione in entrata o in uscita dalla base, farlo atterrare in un luogo sicuro, raggiungerlo con la mia Mark VII, obbligare la scorta ad abbandonare detenuto e Quinjet, entrare e prenderne il controllo per volare nella più vicina fra le mie proprietà fantasma, non direttamente riconducibili né a me né alle Stark Industries. La fase uno è terminata, con successo aggiungerei, tralasciando lo sbaciucchiamento finale ovviamente, anche se devo ammettere che è stata una mossa geniale da parte sua e non saprei spiegarti perché ma tutto sommato non mi è nemmeno dispiaciuto più tanto…” concluse Tony con uno sguardo assente e pensieroso.

 

“Ehi!” esclamò Bruce schioccando le dita di fronte al viso di Tony “Concentrati e torna al punto! che cos’è quell’affare che ti ha passato Loki?”

 

Tony lo squadrò assottigliando lo sguardo “Sono le credenziali di autorizzazione per il comando del pilota automatico del Quinjet. Purtroppo perfino Jarvis non è in grado di bypassare quel livello di sicurezza, perciò era cruciale entrarne in possesso. Non sapevo dove vengono tenute di solito, avevo letto però nei documenti interni dell’intelligence forniti da Jarvis che vengono affidate al soldato più alto in grado dell’equipaggio del Quinjet, della scorta di Loki in questo caso. Ho detto a Loki di rubarle per me” concluse, facendo spallucce

 

“Hai detto-, quando-, come? Come hai fatto a dire a Loki di rubare un microchip e darlo a te? Thor non sa nemmeno cosa sia un computer” domandò Bruce scuotendo la testa, incredulo.

 

“Ok, non gliel’ho detto io, tecnicamente gliel’ha riferito ALEX. Durante la riunione ufficiale, subito prima di scollegare tutto, ho detto ad ALEX di dire a Rock of Ages di rubarmi il microchip se avesse voluto la libertà. E ovviamente non gli ho chiesto un ‘microchip’, gli ho chiesto ‘il quadratino grigio sulla collana del soldato capo’ ” rispose Tony come se stesse spiegando qualcosa di ovvio a un bambino particolarmente ottuso

 

Bruce non poté fare a meno di ridere “La prossima volta ti conviene specificare anche in che modo dovrà fartelo avere successivamente” aggiunse scuotendo la testa.

 

“Già, evidentemente” sospirò Tony lasciandosi andare anche lui ad una mezza risata.

 

“Quindi adesso inizia la fase due. Metti l’armatura, raggiungi il Quinjet, metti fuori combattimento otto agenti scelti dell’intelligence e porti Loki in un luogo sicuro. E io che dovrei fare? me ne sto qui a guardare la TV?” chiese Bruce mettendosi le mani sui fianchi

 

“Oh no. Tu, amico mio, sei il diversivo” rispose Tony con un ghigno

 

Bruce deglutì. “Assolutamente no. Che senso ha avuto tutto questo se poi dovrai venire a liberare me da Guantanamo?”

 

“Oh ma per favore. Un pò più di fiducia verso il tuo alter ego grosso e verde” esclamò Tony uscendo dal bagno.


 

―◊―


 

“Direi che è andata bene” disse Tony mentre si infilava una maglietta pulita.

 

“Sicuro. Hulk ha praticamente raso al suolo l’intera base scientifica, Loki ha letteralmente tentato di pugnalarti alle spalle nell’esatto istante in cui lo hai liberato dalle manette obbligandoti a sparargli alla testa con uno dei tuoi raggi repulsori per renderlo incosciente e in questo momento siamo i tre individui ricercati a priorità più alta sulla lista di tutte le agenzie governative e di intelligence di ogni nazione della Terra. Una meraviglia” rispose Bruce continuando a strofinarsi i capelli umidi con un asciugamano

 

“Siamo tutti e tre qui nel posto sicuro, giusto? Guarda il lato positivo” disse Tony

 

Un grugnito di dolore proveniente dal divano distrasse Bruce dalla discussione.

 

“Si sta svegliando” annunciò lo scienziato, avvicinandosi alla fonte. Tony lo seguì.

 

“Ehi Bella Addormentata. Come andiamo? Tieni, bevi. Dobbiamo parlare” disse Tony, porgendo a Loki un bicchiere d’acqua. Lui si alzò, assumendo una posizione seduta sul divano e guardò di sottecchi prima il bicchiere, poi Tony e Bruce.

 

Tony alzò gli occhi al cielo e bevve un piccolo sorso d’acqua. “Visto? È sicuro” aggiunse, posando il bicchiere sul tavolino di fronte a Loki. Bruce poggiò vicino al bicchiere un piatto con alcune fette di pane e delle uova strapazzate, dopo aver imitato Tony e averne mangiato un pochino per dimostrare a Loki che anche il cibo non era stato manomesso.

 

Loki esitò solo per un altro secondo, poi bevve avidamente il bicchiere d’acqua e si avventò sul pasto con una foga animalesca.

 

“Allora, ripartiamo da dove ci siamo lasciati. ‘Loki offre conoscenza riguardo a minaccia di morte per la Terra?’ ” disse Tony, digitando le parole sul suo tablet e mostrando il simbolo-traduzione di AXEL a Loki. Lui lo osservò aggrottando la fronte mentre masticava l’enorme boccone di pane, poi si pulì grossolanamente la mano destra sui pantaloni e aprendo il palmo di fronte a sé fece un gesto con le dita per farsi dare il tablet da Tony. Una volta ottenuto l’oggetto cominciò a disegnare il suo simbolo-risposta, che AXEL tradusse semplicemente come ‘Morte’

 

“Già, ecco, ci risiamo. Vedi, è qui il problema, perché continua a dirci solo ‘morte’? forse c’è qualcosa che non va con AXEL” sospirò Tony scuotendo la testa. Loki sembrava solamente ancora più confuso riguardo la loro confusione.

 

Bruce prese il tablet e digitò semplicemente ‘morte?’, poi lo mostrò a Loki che, perplesso, scosse la testa e abbandonando definitivamente il suo piatto con il cibo disegnò un altro simbolo e restituì il tablet a Bruce. AXEL continuava a restituire ‘Morte’ come traduzione. I due scienziati osservarono lo schermo per un po’, con la fronte aggrottata.

 

“Aspetta… Tony, guarda, il simbolo disegnato da Loki è leggermente differente da quello di AXEL, che continua infatti a darci sempre la stessa traduzione, ma con una piccola differenza: la lettera maiuscola iniziale. Credo sia un nome proprio” disse Bruce avvicinando il tablet al viso per osservare meglio i disegni di Loki.

 

Tony lo guardò per un momento, poi prese il tablet e scrisse ‘spelling?’ indicando con il dito l’ultimo simbolo disegnato da Loki, porgendo poi il tablet all’asgardiano. Loki attese la traduzione di AXEL, una volta ottenuta guardò confuso i due scienziati. Poi fece spallucce e iniziò a scrivere una lettera alla volta usando l’alfabeto runico lineare.

 

“Th-a-n-o-s?” disse Bruce leggendo le singole lettere intervallate da un trattino e traslitterate da ALEX nell’alfabeto inglese.

 

“þánós” mormorò Loki guardando Bruce.

 

“Thanos?” tentò di ripetere lui, e uno strano tremito attraversò il volto di Loki mentre annuì una volta e distolse lo sguardo.

 

“Dev’essere il nome di qualcuno, Tony. ‘Thanos’ in greco antico significa ‘morte’, probabilmente ha lo stesso significato anche nella sua lingua, per questo AXEL continuava a tradurlo” affermò Bruce, voltandosi verso l’ingegnere.

 

Tony restituì lo sguardo per un momento, poi si avvicinò lentamente al tavolino di fronte al divano, scostò il piatto di uova dimenticato e il bicchiere vuoto e ci si sedette in modo da potersi posizionare esattamente di fronte a Loki, poggiò i gomiti sulle ginocchia e intrecciò le mani di fronte a sé

 

“E chi è questo Thanos?” mormorò poi lentamente, guardando Loki negli occhi.

 

Un lampo improvviso in una serata dal cielo del tutto limpido e sereno illuminò la stanza quasi a giorno, seguito dopo poco da un tuono potente e assordante che fece tremare il bicchiere di vetro abbandonato sul tavolino di fianco a Tony.

 

Lo sguardo di Loki, che un momento prima lasciava trasparire una sorta di insicurezza timorosa, seguì la fonte del rumore osservando le innaturali nubi temporalesche avvicinarsi fuori dalla finestra. Quando si voltò nuovamente verso Tony e Bruce ogni traccia di preoccupazione era sparita dal suo volto e adesso sfoggiava un sorrisetto sghembo, gli occhi luccicanti di una gioia malandrina.




 


Note: Eccoci giunti alla fine! Mi dispiace se ho deluso qualcuno saltando completamente la descrizione della fase di salvataggio di Loki, ma devo decisamente migliorare nella scrittura delle sequenze d'azione e non mi convinceva per niente. Mi scuso anche con tutti coloro che odiano i finali semi-aperti, ma il focus principale di questa storia doveva essere la comunicazione e la lingua aliena, non la guerra contro Thanos, perciò non avrebbe avuto senso continuare oltre.
 

Qualche curiosità random: Il nome "Michael Brennan per il direttore della CIA non è casuale, visto che questa fanfiction è ambientata all'incirca nel 2013/2014, sono andata a vedere chi fosse il vero direttore in quel periodo e ce ne sono stati due: Michael Morell e John Brennan, perciò ho fatto una crasi dei due nomi :)

il nome
 'Tim Jenkin' per l'operazione di liberazione di Loki è un omaggio al tizio omonimo che nel '79 fuggì dalla prigione di Pretoria insieme ad altri due detenuti. La storia è veramente assurda, non voglio spoilerarvi nulla, vi consiglio di andarvela a leggere sul link di wikipedia che vi lascio qui sotto, consiglio anche il film uscito recentemente se non lo avete già visto, la racconta molto bene, si chiama "escape from Pretoria".

https://it.wikinew.wiki/wiki/Tim_Jenkin


Spero che abbiate apprezzato questa breve fic,
Alla prossima!
GipsyK


 


 

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