Bunny-Deku or Just Deku?

di NightWatcher96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Il coniglio si rivela! ***
Capitolo 2: *** Il Rabbit Hero si scatena ***
Capitolo 3: *** Attacco notturno! I pezzi si muovono? ***
Capitolo 4: *** Il Volto del Nemico si rivela! (Parte I) ***
Capitolo 5: *** Il Volto del Nemico si rivela! (Parte II) ***
Capitolo 6: *** Il Volto del Nemico si rivela! (Parte III) ***
Capitolo 7: *** Scacco matto! Nemici o amici? ***
Capitolo 8: *** Scontro nella Galleria ***
Capitolo 9: *** Fuoco nel Ghiaccio, Fiamma Furente ***
Capitolo 10: *** Le Fiamme Blu dell'Inferno ***
Capitolo 11: *** L'Ascesa di un Dark Hero (Parte I) ***
Capitolo 12: *** Ultimo Atto ***
Capitolo 13: *** Cristallizzazione del Potere (Parte I) ***
Capitolo 14: *** Cristallizzazione del Potere (Parte II) ***
Capitolo 15: *** Cristallizzazione del Potere (Parte III) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Il coniglio si rivela! ***


Angolo della Quirkless

Eccomi con questa nuova storia chissà da dove presa poi, l'ho suddivisa in capitoli perché la One-shot sarebbe stata anche troppo lunga. Enjoy!!



 

"Attento!".

L'urlo unisono di Shoto, Katsuki e perfino Tenya anticipò di un frangente l'attenzione di Izuku ma non abbastanza da farlo completamente scattare con l'One for All. Una lampara violacea tracciò una retta fulminea nel cielo e lo colpì. Si levò una piccola esplosione, l'aria per un attimo si saturò di zolfo e in parte anche particelle di polvere nera, poi un anello di fumo.

I tre Hero non ancora Pro rimasero interdetti, quasi a trattenere il fiato, incapaci di muovere un solo muscolo. 

"Ebbene!" li destò una voce profonda ma carica di disprezzo e sarcasmo alle loro spalle, mentre si avvicinava. Katsuki si voltò lentamente, con lo sguardo più assassino mai visto sul suo viso sbiancato. "Oh, il futuro Numbero Two mi vuole fare a pezzi, vedo…" commentò, con una finta posa teatrale. Si portò addirittura una mano sul petto per enfatizzarsi. "Eccellente".

Come lo pronunciò fu come avere una gelida spruzzata d'acqua sul corpo. 

Quel Villain non era apparso forte, anzi, con quel costume viola e nero simile a un clown si era fatto appositamente sottovalutare. Il suo viso spigoloso era truccato di bianco, occhi d'onice brillavano sotto a rombi di pesante trucco nero, labbra dipinte a cuore, sempre di un nero pece. Indossava un buffo cappello con tre campanelli, il lato destro viola, il sinistro ancora nero. Aveva un costume che richiamava la texture del cappello, guanti bianchi con ampi risvolti di pizzo candidi e scarpe di tela rosso fuoco, con la punta arricciata. 

Era veramente insolito. La sua voce si alternava fra lo stridente acuto e il profondo grave. Apparentemente il suo non era sembrato un Quirk di potenza elevata, si limitava ad attrarre a sé degli oggetti di metallo di media-grandezza per scagliarli su edifici, negozi e gettare un po' il panico. 

Quando i quattro tirocinanti erano accorsi immediatamente, allertati nel bel mezzo di un piccolo stage presso le loro agenzie, tutto era cambiato. Il Villain, che si era presentato come FlameJolly, aveva schioccato le dita, tutto si era congelato e lui aveva materializzato dal nulla una sorte di pistola d'argento, ad occhio e croce una Revolver e aveva inserito un proiettile rosso.

Deku, nonostante avesse il corpo freddato da quello stallo temporale, sotto un cielo che da azzurro era diventato nero-viola, era scattato, spaventato che quel proiettile fosse stato un retaggio della droga cancella Quirk di Overhaul. 

FlameJolly aveva riso mellifluo, ristabilito il normale scorrere del tempo e si era fatto accerchiare dagli altri quark dei tre Hero, poi aveva sparato in direzione di Kacchan.

"Corri, giovane Hero. E salva il tuo amichetto!".

Deku lo aveva guardato fra l'implorante e il collerico ma si era posto in direzione di Kacchan facendosi colpire...

 

Mormorii sconnessi. Il corpo pesante una tonnellata. Un odore misto nelle narici di cibo caldo, caffè e medicinali. La sensazione martellante nella testa cominciava a ricordargli di essere ormai vicinissimo al risveglio.

Una mano calda gli si appoggiò sulla testa, non poté che bearsi un po' espirando sollevato, grato per quella carezza. Era una carezza, almeno? Dischiuse quindi gli occhi, vedeva tutto sfocato, ma bastò sbattere le palpebre una, due, tre volte per avere un po' di nitidezza.

E subito si pentì. Il suo cuore prese a battere ferocemente, a ritmo di un suono acuto alle sue spalle: era in una piccola gabbia di plexiglass, più o meno venti centimetri per trenta per sessanta, fili sul suo corpo.. ma quelli che lo stavano fissando non erano persone! Erano giganti!

"Calmati, giovane Midoriya!".

Quella voce! Giusto! Lui era Izuku Midoriya, ricordava ancora molto poco di quello che era successo ma quando si voltò per incontrare almeno un volto familiare il suo riflesso lo fece freddare. 

Aprì la bocca volendo gridare, ma ne uscì un gorgoglio incomprensibile, acuto e corto. Dov'era la sua pelle? Era un qualcosa di piccolo, un coniglietto verde, con i suoi soliti capelli e due lunghe orecchie che si muovevano come avessero avuto vita propria. I suoi grandi occhi smeraldini fissavano il suo muso, perfettamente piccolo, con un nasino rosato e un piccolo incisivo bianchissimo che spuntava da sotto le labbra. Aveva una morbidissima e arruffata coda bianca, e una fasciatura sulla zampa sinistra. 

"No..!" sillabò. Almeno poteva parlare, sebbene con la stessa voce di chi aveva ingoiato dell'elio. 

"Un coniglio?" ruggì una voce alle sue spalle. Kacchan sedeva con un'espressione burbera su un lettino con cerotti sul viso e una fasciatura al braccio. "Tre giorni di coma per trovarlo in un fottuto coniglio?!". Con uno scatto rapido si buttò sulla gabbia, piantando le mani sul vetro con un rumore terribile. 

Deku si tirò le orecchie per coprirsele e si rannicchiò sotto un paio di coperte, tremando un po'. 

"Non fare rumore, in questo stato può sentire, annusare e vedere molto più di noi. La sua percezione del mondo è cambiata" rimproverò Recovery Girl, che aveva in mano delle carote. Le porse al coniglietto, togliendogli quel coperchio protettivo da quello che sembrava essere un piccolo nido posto su un alto piedistallo. "Mangia caro, non sono carote normali. Sono vitaminiche e ti aiuteranno ad accelerare la guarigione".

Deku sbucò pian piano, annusò attento e circospetto, poi iniziò a mangiare velocissimo le carote, incurante di essere in parte un buffo spettacolo e in parte anche molto dolce.

Dopo qualche minuto si fermò e iniziò a rendersi conto di essere circondato da tutta la 1-A con tanto di Aizawa e All Might.

"Ricordo di quel Villain e il suo Quirk spazio-temporale…" iniziò, abbassando lo sguardo ora cupo.

"Non era un comune Villain, aveva contatti con alcuni elementi" iniziò All Might, senza sottolineare che fosse un grande alleato di One for All ed era riuscito ad evadere chissà come dal Tartaro. Ma Deku comprese e annuì deciso. "Aveva più Quirk, quando siamo arrivati però, di lui non rimanevano che i vestiti".

"Cosa?" squittì Deku, tremante.

"L'utilizzo di più Quirk ha disintegrato il suo corpo. Abbiamo raccolto quanto più DNA da quello che rimanevano di capelli e unghie per riuscire a recuperare più informazioni possibili" continuò Aizawa, sospirando un po'. 

"Quindi questo significa che non potrò più tornare un essere umano?!" esclamò il giovane.

Calò immediatamente un silenzio tombale.

"Ehi, Midoriya. Non preoccuparti" interruppe poi Eijiro, alzando un pugno festosamente. "Vedrai che riusciremo a farti tornare normale!".

Deku sorrise ma in cuor suo era tremendamente preoccupato…

 

Qualche giorno in infermeria senza alcun risultato e Deku decise che avrebbe provato a reintegrarsi nella sua vita di studente del primo anno. La sua convinzione svanì quando, appena si svegliò, notò che durante la notte gli avevano chiuso la porta della stanza come consueta abitudine ed era così in alto quella maniglia che non ci sarebbe arrivato neanche con una sedia.

"Oh, no! Pensa, Izuku! Sei un coniglio adesso e si sa che questi mammiferi hanno una buona agilità e saltano!" pronunciò velocissimo, tirandosi le orecchie. 

Saltò giù dal letto, ignorando la zampa ferita e si avvicinò alla maniglia. Era alta forse più di un metro dal pavimento e la poca luminescenza che filtrava dal corridoio non aiutava a fare calcoli precisi. Deku chiuse gli occhi, si concentrò: per un frangente sentì un calore nella mano.

"Sì! Ho ancora l'One for All!" pensò, mentre il suo piccolo corpo iniziava a brillare e con esso si manifestavano scariche elettriche. 

Spiccò un altissimo balzò ma nello stesso istante la porta si alzò e finì in faccia a quello che fu Kacchan ed entrambi ruzzolarono contro il muro in un sonoro fracasso.

"Se volevi morire perché non me lo hai detto?!" scattò il focoso, facendo denotare come suo solito i palmi delle mani. 

"Scusa, Kacchan" farfugliò Deku che era finito con il popò all'aria. "Ma ho scoperto di avere ancora il mio Quirk!".

Kacchan non poté fare a meno di rendersi conto che era carino mentre lo guardava con tenerissimi occhi dolci e muoveva le zampette superiori per ogni piccola parola o scodinzolasse piano. Ma quelle orecchie poi..!

"Kacchan, mi stai ascoltando?".

Il biondo lo afferrò per le orecchie, incurante dello squittio di sorpresa e lo portò sulla sua mano, guardandolo bene. Aveva anche la pelliccia della pancia tutta bianca. Sembrava soffice, chissà come sarebbe stata con un tocco. Fu quasi tentato di farlo quando si fermò e si rimise in piedi.

"La zampa?" chiese, con lo sguardo puntato altrove.

"Mi fa ancora un po' male, ma posso farcela".

Kacchan borbottò qualcosa per poi andare in cucina dove gli altri iniziavano a consumare la colazione. E intanto il giovane Midoriya si strofinava rapidissimo capelli e muso con un fare pressoché adorabile. Tutti si fermarono per ammirarlo, mentre il biondo avvampava perché era automaticamente al centro dell'attenzione di tutti.

"Sei adorabile, Deku-kun!" cinguettò Ochako, accarezzandogli una ciocca più che ribelle.

Izuku arrossì talmente tanto che si nascose parte del viso dietro alle orecchie. "G… gr… grazie, Uraraka-san…".

Katsuki sbuffò, lanciandolo in aria, con un grido del piccolo e uno sgomento generale. Uravity immediatamente lo toccò con il suo Quirk e lo fece volteggiare, salvandogli così la vita. 

"Bakugo! Era pericolosissimo! Potevi far male a Deku-kun!" protestò l'eroina, mentre Deku si faceva strada verso il tavolo, solo che l'altra lo prese e lo strinse al petto. Inutile dire che il coniglio divenne più rosso che verde. "Stai bene, Deku-kun?" chiese dopo un attimo di rabbia, sorridendogli.

"Sì, Uraraka-san!" esclamò l'altro. 

"Piuttosto, Midoriya, hai ancora il tuo Quirk?" chiese improvvisamente Mineta, mentre mangiava un boccone di riso.

"Sì. Questa mattina, mentre mi concentravo per poter aprire la porta della mia camera, ho notato che il mio Quirk si era attivato.. solo che…" raccontò il piccolo, ora arrossendo.

"Quindi quel trambusto era perché ti sei schiantato contro Bakugo?" schernì Denki, mal celando una risatina sarcastica.

Ebbe un ringhio poco gentile dal biondo. 

"Beh, forse essere un coniglio non è così male" pronunciò poi Eijiro.

"In che senso?" esclamò Deku, avvicinandoglisi con quattro saltelli. "Spiegati, per favore: perche io non vedo vantaggi".

"Credo che ne troveremo invece" concluse il rosso, con un sorriso addolcito.

Nessuno comprese il motivo di quelle parole così misteriose…

 

"Non abbiamo ancora trovato il modo di farti tornare com'eri prima, Midoriya Shonen".

Izuku non aveva neppure più la forza di ribadire che aveva ormai perso le speranze. In quasi due settimane in cui aveva provato ad accettare il suo nuovo corpo non era riuscito a trovare neanche un solo punto felice, come aveva proferito il giovane Red Riot.

Vide All Might allungargli un biscotto davanti al muretto e un pochino di te' caldo in un minuto recipiente che ricordava una tazzina giocattolo. Deku ringraziò con un cenno ma distolse lo sguardo.

"All Might…" chiamò dopo un breve silenzio. L'altro lo guardò attendendo. "Se non dovessi più tornare me stesso, cosa ne sarà dell'One for All?" 

"Sei più preoccupato per l'One for All piuttosto che di te stesso" commentò con un risolino Yagi, soffiando sul suo tè ancora piuttosto caldo. Gli fece un'amorevole carezza sui capelli arruffati e lo fece salire sulla sua mano guardandolo affettuosamente con fare paterno. "Ricorda, Midoriya Shonen, che quando le speranze sono ormai lontane, c'è sempre qualcosa da fare".

Deku sorrise un po' ma non ne era convinto.

 

"Qualcuno ha visto Deku-kun?" interruppe la voce preoccupata di Ochako. 

Iida e Todoroki smisero di mangiare e negarono. Era da un po' che il piccolo batuffolo mancava. I due si alzarono, intuendo le intenzioni dell'amica dallo sguardo limpido e spaventato. Dovevano andare a cercarlo e anche di corsa.

Sparsero la voce al tavolo di Kacchan, Bakugo, Sero e Kaminari per aumentare il numero di possibilità di riuscita e usciti dalla mensa si sparpagliarono in diversi corridoi. Il più preoccupato di tutti era nientemeno che Katsuki, che ultimamente cominciava a pensare un po' troppo spesso a Deku e a quella bella codina bianca e morbida. Che voglia di accarezzarla e magari sentire il musetto perfetto solleticargli la guancia per una effusione d'affetto. 

Scosse il capo, sbuffando tra i denti qualcosa di incomprensibile: sperava solo che quella palla di pelo stesse bene e basta. 

"Guarda lì!" indicò improvvisamente Shoto, superandolo con un rapido scatto. 

Alla fine di una rampa di scale, un po' nella penombra c'erano circa tre energumeni, tra cui uno minuto, forse simile a Mineta. Teneva per le orecchie un animaletto dall'aspetto vagamente familiare e lo stava torturando con un sadico sorrisetto.

A Kacchan non bastarono altri dettagli per intuire che quella pallina di pelo altri non era che Izuku! Che cosa volevano fargli quei quattro smidollati? Lanciò una fiammata e si guadagnò la loro attenzione.

"E voi che volete?" sbuffò il basso essere dalla faccia nera e i capelli rossi. "Non vedete che ci stiamo divertendo qui?".

"Lascialo andare" intimò Shoto.

"Cosa?" schernì il basso ragazzaccio, per poi avvicinare Deku alle sue labbra. "Questo succulento coniglio, forse?".

"Non sapete che Yosemire ha il Quirk dell'Implosione? Se solo lo vuole, con la forza del pensiero, può disintegrare qualunque cosa nel raggio di venti metri, come questo ignobile mammifero qui che ci stava infastidendo" rise sadicamente uno dei suoi "sottoposti".

Kacchan ruggì ancor di più ma prontamente Shoto lo toccò sulla spalla e fece altri due passi avanti, scendendo un paio di gradini. 

"Quel coniglio è nostro amico. Ridatecelo e nessuno si farà male" pronunciò con una calma invidiabile.

"Eh? Credi che quella misera minaccia possa farmi cambiare idea? Era nel nostro territorio e faceva cose strane con salti e scintille, ci stava infastidendo. Merita di implodere in miliardi di particelle".

A Deku quell'essere ricordava molto Shigaraki e il suo modo mellifluo di parlare, faceva rabbrividire. Cercò di scalciare un po', ma ottenne solo una stretta più forte alle sue orecchie. Emise un involontario squittio di dolore e sorpresa e li vide tendersi i suoi tre amici, dove perfino Iida non sapeva come reagire. 

Il suo One for All? Avrebbe funzionato per combattere? C'era solo un modo per saperlo: si concentrò al massimo, pian piano il suo corpo si accese di una lieve luminescenza verde e scariche iniziarono a correre velocissime. Dischiuse le palpebre, era talmente concentrato che chiunque non lo avrebbe più sottovalutato. La presa si fece ancora più salda sulle sue orecchie ma doveva combattere, doveva farcela! Si era così rammollito in quei giorni che si sarebbe preso a suon di Smash da solo.

"Ma che gli sta succedendo?" esclamò stupito uno degli scagnozzi.

Izuku caricò il suo piccolo corpo, toccando con i piedi quelle dita d'acciaio e colpì con uno Smash Shoot-Style tuttavia con una sonora tallonata. Il nemico fu letteralmente schiantato contro il muro, l'onda d'urto si portò via perfino i suoi seguaci e lui stesso, poverino, si ritrovò a volare verso i suoi amici. 

Kacchan fu rapido e lo afferrò prontamente nelle mani, controllando che non avesse nulla di rotto. Notò solo un arrossamento alla base delle orecchie, la coda fin troppo arruffata e un rossore alla zampa ferita. Maledetti! Che cosa avevano pensato di fare al suo coniglio.

-Mio?- pensò sorpreso da se stesso, ma scosse subito la testa per allontanare simili pensieri sconci.

"Midoriya! Tutto bene?" esclamarono all'unisono Tenya e Shoto visibilmente preoccupati e sollevati.

"Sì, grazie.. cercavo di allenarmi quando sono finito in quest'ala della scuola e me la sono vista brutta. Per un attimo non ho nemmeno potuto usare il mio Quirk!" sospirò il coniglietto. 

"La prossima volta fai più attenzione!" ruggì Katsuki, avvicinandoglisi pericolosamente al viso. 

Nel momento in cui il piccolo Deku gli rivolse occhioni preoccupati il destino decise di rendere il tutto più ironico oltre che imbarazzante: sì, perché quel movimento rapido della sua teste fece avvicinare anche di troppo le labbra su quelle del biondo in un vero bacio!

Improvvisamente si levò una luce verdastra intensa, quasi bianca e freddissima che inondò l'intera rampa di scale e parte del corridoio per circa dieci secondi. 

Quando riaprirono gli occhi rimasero completamente sconcertati: Deku era inginocchiato sul pavimento, completamente nudo, con le orecchie salde alla sua testa che sbucavano dai capelli e la morbida coda bianca sul coccige. Aveva il respiro affannato e tentava di celare la sua virilità. 

"C… che diavolo..?" esclamò Katsuki, che ancora non si rendeva conto di quanto accaduto. "Deku, vuoi morire?! Come cazzo ti sei permesso di baciarmi o qualunque cosa fosse? Volevi molestarmi, pervertito di merda?!".

"No, Kacchan! Te lo assicuro! E' stato solo una sfortunata coincidenza! Non mi sarei mai perm…". Le sue parole si arrestarono, roteò gli occhi e crollò svenuto in un piccolo tonfo.

"Midoriya!" esclamarono Shoto e Tenya. 

Shoto si levò la sua giacca e la usò per coprire in parte l'inguine del ragazzo, Tenya lo prese in braccio, attento a non fare movimenti bruschi e lo portarono immediatamente da Recovery Girl.

 

Quando Deku si svegliò era completamente da solo, la testa intontita e una sensazione sgradevole alla bocca dello stomaco. Si sentiva strano ma almeno era tornato umano, per quanto ricordasse prima dell'esplosione. Com'era possibile che fosse riuscito a tornare umano con un bacio fortuito con Kacchan? Cos'era, una storia romantica di fiabe e principesse per caso? 

Si mise seduto e nel farlo gli piombarono dinanzi agli occhi due orecchie verdi, esattamente come i suoi capelli. D'istinto si voltò per controllare il suo didietro e si rese amaramente conto che era sì tornato umano ma aveva mantenuto quelle caratteristiche da coniglio. 

"Non può andare peggio di così!" sospirò, celandosi il viso pallido e freddo nelle mani. 

Era al tramonto. Il sole filtrava attraverso grosse nubi scure che presagivano un temporale durante la notte, di quelli che avrebbero rinfrescato ancora per tutta la metà di ottobre. Dopotutto era stato particolarmente caldo l'autunno. Quei brillanti colori che giocavano a creare bellissimi riflessi nelle vetrate della U.A. lo rassicuravano, in un qualche modo gli ricordavano molto Kacchan.

Si toccò le labbra: avevano ancora il sapore del biondo. Possibile che fosse stato un bacio d'amore a rompere quella sorte di maledizione? Deku arrossì, portandosi una mano alla bocca e una sul petto dove il suo cuore batteva velocissimo. Amore? Lui e Kacchan? No, impossibile! Non era matematicamente probabile che entrambi avessero dimostrato anche solo dell'affetto in quell'attimo vagamente romantico. 

"Smettila di pensare a queste cose, idiota!" si rimproverò, scoprendo le sue gambe abbastanza deboli. C'era una nuova fasciatura alla gamba, in effetti faceva anche un po' male. Provò a camminare, un violento capogiro per poco non lo fece collassare dritto sul pavimento e l'arto ferito non era di grande supporto.

Improvvisamente alla porta dinanzi a lui bussarono. Al suo "Avanti!" entrò una figura alta, snella e femminile.

"M… Mirko-san!" esclamò colpito Izuku, anzi, proprio freddato che la N.6 Pro Hero fosse lì nella sua stessa stanza d'infermeria con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono.

"Sei Midoriya Izuku, vero? Anzi, Deku?" chiese, chiudendo la porta alle sue spalle. Lui annuì imbarazzato. "Ho sentito che cosa ti è capitato, ma sai mi sono voluta accertare che le voci fossero vere" disse, guardandosi le unghie con nonchalance. In un rapido scatto gli fu a un centimetro dal viso, sogghignandogli e afferrandogli le orecchie. Le tirò un po', senza veramente fargli del male. "Non capita tutti i giorni di trovare un Rabbit Hero come me, mi incuriosisci parecchio!".

"Q.. questo è solo una complicazione del Quirk di FlameJolly" ammise Izuku, mentre lei lo lasciava andare e annuiva, dandogli le spalle. Dio, che corpo tonico e scolpito, che bella coda a pompon poi! 

"Voglio che tu sia la mia spalla, vedo già del potenziale in te. Abbastanza muscolatura, gambe snelle, sono certa che non ti manca l'agilità. Anzi, sarai proprio il mio kohai!" sorrise, puntandogli contro un dito. "Un po' come Hawks ha scelto il tuo amichetto… com'è che si chiama?".

"Uhm.. intende dire Fumikage Tokoyami-kun?".

"Sì, esatto. Ragazzo! Sei sveglio, già mi piaci!" esclamò Mirko, allargando ora le braccia.

"Mi dispiace, ma… All Might-".

"Sì, sì, lo so" tagliò corto l'annoiata Mirko, facendo poi un sorriso enorme. "Gli ho già parlato. Posso allenarti io fino a quando non tornerai normale. Il tuo è un Quirk di forza o sbaglio?".

Izuku annuì confuso. L'altra gli si sedette accanto, facendo ondeggiare leggermente il letto. Alle loro spalle il tramonto cominciava a spegnersi nel blu serale. Erano quasi le sette di sera dopotutto.

"So come ti senti. Neanche per me è stato facile farmi accettare per via del mio aspetto. Ma per arrivare a un grande posizione bisogna perseverare. Abbiamo le armi per farlo" le disse, allungandogli il pugno. "Andiamo, Deku! Sarà divertente".

Gli colpì piano il pugno, magari quella eroina gli avrebbe dato una nuova potenzialità…

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Capitolo 2
*** Il Rabbit Hero si scatena ***


Angolo della Quirkless

Ed eccomi qui con il secondo capitolo. Mi sto veramente divertendo molto a scrivere la storia. Nel primo capitolo ho detto "Chissà da dove l'ho presa?" e volevo dire che chissà da quali meandri oscuri della mia mente era stata partorita l'idea. Voglio ringraziare chi mi segue, legge o recensisce, per me è molto importante! Detto questo, Enjoy! :)



 

No, si sbagliava! E anche di grosso! Mirko era spericolata, fortissima e anche astuta. E lui era troppo teso, lento e perfino fin troppo calcolatore, come spesso gli gridava Kacchan. Erano circa cinque giorni che era il momentaneo kohai di Mirko e già se ne pentiva. 

"Sei troppo lento! Andiamo, sfrutta quelle gambe!" incitò Mirko.

"Mirko-san, superare il divario degli edifici non mi sembra molto consono al mio corpo..!" pronunciò Izuku, che a malapena sapeva saltare in sincronia al suo Quirk. 

"Sciocchezze. Sei tu che ti freni. Lascia scorrere libero il Quirk nel tuo corpo e vediamo di catturare il Villain che ci hanno segnalato, d'accordo?". Mirko-san con un occhiolino si portò poco più avanti e si fermò in piedi su un cornicione di un palazzo tutto di vetro, altissimo e con uno sguardo indagatori. "Ci siamo. Vedo del movimento sinistro ne settore D-8. Guarda tu stesso" indicò a Izuko, che intanto cercava di riprendere fiato.

Gli passò un piccolo visore con capacità incredibili di zoom, probabilmente inventato da Hatsume Mei della sezione Supporto Hero. Dietro alcuni edifici c'era effettivamente un movimento losco; quattro uomini dai volti coperti con inquietanti maschere rosse e nere che richiamavano dragoni della folklore cinese e con lunghi soprabiti grigi stavano facendo da guardia ad altri che caricavano su un autocarro blindato delle scatole grandi quanto quelle di scarpe da donna. Avevano un simbolo sulla faccia superiore: una sorte di pomodoro stilizzato in rosso con un anello attorno che ricordava molto quelli di Saturno e una piccola croce al contrario. 

"Chi sono quelle persone?" si chiese Izuku a bassa voce, riconsegnando il visore a Mirko.

"Dovrebbero avere un legame con il Villain che ti ha conciato in questo modo. Siamo sulle sue tracce perché quelle scatole potrebbero contenere qualche sostanza in grado di farti tornare come prima" spiegò la Rabbit Hero, a braccia conserte, mentre muoveva ritmicamente il visore nella mano destra come se fosse stato un ventaglio.

"Ma dubito che i Pro Hero si muoverebbero solo per riportarmi come prima.. voglio dire, ci sono sicuramente motivazioni più importanti, suppongo" disse Deku, sospirando e muovendo le orecchie. 

Mirko sorrise un po' maliziosamente. "Sei sveglio per essere uno del primo anno, ragazzino! Mi piaci, ma vediamo come te la cavi in azione!".

Si buttarono letteralmente da sopra quell'altissimo edificio, Mirko senza l'ombra di paura, Deku un po' meno convinto ma pronto a usare il suo One for All, per smorzare un impatto decisamente fatale. La Rabbit Hero si catapultò su un'alza-bandiera, con un salto mortale prima saltò su tre insegne, poi sul balcone di un edificio più basso e usò dei fili per stendere il bucato come liana per portarsi a un'altezza moderata per concludere con un salto finale. Si rimise subito in piedi per guardare Deku che brillava di luce propria ma fece qualcosa che la stupì: si mise a correre letteralmente e in verticale sull'edificio a specchio, diventando una saetta luminosissima, fino a raggiungere il suo posto accanto a lei. 

Le sue orecchie gli caddero sul viso e lui se le scostò subito. 

"Sì, non sei tanto male, come mi ha detto All Might" riconfermò, ma poi diventò seria e si fece seguire con un cenno silenzioso dell'indice puntato al vicolo incriminato dov'erano i loschi individui.

Uno di loro stava ricevendo ordini da una trasmittente nell'orecchio e annuiva, dando le spalle ai due Hero che osservavano attenti, attenti ad ogni più piccola mossa o parola.

Izuku aveva il cuore in gola, aveva già avuto situazioni molto complicate come contro Stain lo stermina-eroi, oppure durante la missione del salvataggio di Eri-chan, ma adesso, non conoscendo molto bene il suo nuovo corpo e le relative potenzialità non riusciva a zittire l'ansia che cresceva nel suo petto con un retrogusto acido. Maledizione, si stava lasciando sopraffare da emozioni negative, riportandolo allo stesso Deku delle medie, di quando subiva a causa di Kacchan.

Un piccolo batticuore lo fece tendere appena e drizzare simpaticamente le orecchie. Mirko non se ne era accorta di quel cambio di attenzione, almeno. Perché pensava al rude Kacchan in un momento come questo e il suo cuore batteva forte non più solo per la tensione? Cominciava a percepire perfino un po' di calore alle guance e la gola secca. Erano altri effetti della condizione di quel FlameJolly?

"Tieniti pronto con il tuo Smash, ragazzino. Fra poco si balla" sussurrò Mirko, stringendo un pugno per caricarsi.

Izuku di nuovo si drizzò, spaventato da quel comando improvviso e annuì, riportando l'attenzione sul camion che era stato riempito per bene e due scagnozzi iniziavano a chiudere i portelloni con un lucchetto altamente tecnologico. Uno dei due uomini infilò l'indice in un'intercapedine del lucchetto facendolo momentaneamente brillare di rosso.

Ai due Hero attenti non sfuggirono quel colore, sopratutto a Izuku. Che fosse stato il medesimo Quirk? Forse veramente avrebbe potuto avere una piccola possibilità di tornare normale.

Improvvisamente il suo corpo ebbe un sussulto e una scarica elettrica serpeggiante lo avvolse a spirale, terminando alla punta più estrema delle orecchie. Deku sbatté le palpebre un paio di volte, sbigottito, poi guardò le sue mani guantate e infine Mirko-san, perplessa.

"Che succede, ragazzino?" domandò a voce bassa.

"Non lo so, il mio Quirk si è attivato da solo".

Mirko socchiuse gli occhi, li spostò sullo stesso scagnozzo che aveva chiuso il lucchetto e di nuovo su Deku che tremava un po', mentre i suoi occhi si schiarivano dal verde fino al verde marino intenso. All Might gli aveva raccontato che quel ragazzino era capace di tirar fuori il meglio da se stesso anche se spesso doveva fare attenzione perché corpo e Quirk erano completamente sconnessi. Bisognava tenerlo sempre un po' d'occhio.

D'un tratto, molto a rallentatore, Deku gli si spostò dinanzi, una mano sull'altra caricata per uno dei suoi proiettili-smash che colpirono un lampo rossastro da parte di un grosso energumeno completamente vestito di nero. Si era distratta!

"Mirko-san!" esclamò Deku, scagliandone un secondo con pollice e medio. "Si sono accorti di noi. C'era un cecchino sull'edificio dietro di noi!".

E lei non se ne era accorta? Nonostante tutto, la Rabbit Hero sorrise, afferrò per il collo Deku e lo scaraventò velocissima verso il Villain che stava ancora sparando il suo Quirk. Fu un'azione perfetta: il verdino caricò uno Smash ma anziché di un pugno usò un suo piede e si meravigliò di tanta forza e agilità che prima non aveva. Saltò con una verticale e si catapultò su un secondo che era in procinto di salire e mettere in moto il camion. Lo afferrò per il bavero del soprabito e lo tempestò di tallonate al volto coperto da una maschera, scagliandolo verso dei bidoni di spazzatura, tramortito.

-Fantastico!- pensò Deku, analizzando rapidamente la situazione. -Kirishima-kun aveva ragione.. ci sono veramente dei lati positivi in questa forma da coniglio!-.

Mirko-san teneva tutto sotto controllo a suon di calci e pugni e sembrava non temere un bel niente. Era attenta a non lesionare in alcun modo il carico del camion ora incustodito. Deku, tuttavia notò un brillio proveniente dal cecchino semi-nascosto sul cornicione dell'edificio alle loro spalle. Aveva già sparato e lui poteva fare poco con uno Smash di un pugno. Il suo corpo brillò nuovamente, anzi, si mosse letteralmente da solo!

Il verdoni si ritrovò a saltellare rapidissimo, con una velocità pressoché assurda e a quattro zampe, ricordando molto come "correva" Tsuyu-chan e mentre lo faceva i suoi capelli si tingevano di una tonalità più chiara di verde e i suoi occhi diventavano quasi bianchi come durante lo scontro con Overhaul. Scalò il muro come nulla fosse, arrivato a metà si catapultò in volo e con il pugno destro afferrò incredibilmente il proiettile, con una capriola nel vuoto si rimise in "piedi" e si scagliò velocissimo contro il cecchino con un sonoro pugno, per giunta un Detroit Smash!

Ci fu una violenta esplosione, un boato assordante a tal punto che Mirko si fermò dallo scazzottare un Villain e guardò l'anello di fumo che si era creato e saliva verso il cielo. Poi lo intravide, in una posa fiera che ricordava quella di All Might, con un pugno in aria in segno di vittoria.

"Sì. E' proprio il tuo pupillo, Yagi" commentò più che convinta la Rabbit Hero.

 

Deku non si era mia spaventato e divertito allo stesso tempo, solo che adesso aveva ancor più male alla gamba che era stata precedentemente fasciata da Recovery Girl. Stranamente aveva notato che le sue ferite, anche le più piccole, ci impiegavano molto a guarire e lui sospettava che era una sorte di contro di questa sua nuova forma. 

Tuttavia per non deludere la fortissima Mirko non aveva detto nulla, probabilmente un po' di pomata avrebbe lenito quel fastidio pungente ma fortunatamente non insistente. Per ora la sua preoccupazione era di capire se quel carico intercettato a quei Villain tutti rinchiusi in prigione potevano aiutarlo a tornare normale. 

Inoltre stava aspettando da quasi un'ora fuori l'aula professori dove si riunivano i Pro Hero insegnanti con il Preside. Li sentiva mormorare ma non era mai riuscito a capirci nulla e cominciava a scocciarsi. Si era tenuto la mente occupata in qualche modo, a tratti riflettendo sulle sensazioni nuove che gli provocava il sol pensiero di Kacchan, ma per evitare di arrossire non aveva voluto incalzare più di tanto. 

Improvvisamente sentì uno scatto alla sua sinistra: la porta si stava aprendo con un sibilo scorrevole. Deku si staccò da vicino al muro, avendo ben cura di non appoggiare il peso del suo corpo sull'arto dolorante. Mirko e All Might gli si avvicinarono ma non con sorrisi confortanti.

"Siamo riusciti a scoprire che l'associazione Villain che trasportava quel carico lavora per un tale che si fa chiamare Hunter-Kane e ha avuto dei contatti con Overhaul. La sua posizione è attualmente sconosciuta così come il nome dell'associazione stessa. Ciò che trasportavano in quelle settantacinque scatole erano queste" raccontò Mirko, porgendogli una fiala di cristallo completamente chiusa, alta sì e no dieci centimetri contenente un liquido trasparente. "La sostanza non è identificabile".

"Vuol dire che non si può scomporre e analizzare?" domandò Deku, guardandoli. 

"Esatto, ragazzino. I migliori Pro Hero non sono riusciti a capire che razza di intruglio ci sia in queste fiale" sospirò la Rabbit Hero.

D'un tratto il giocane Deku sentì un pizzicore nel corpo, qualcosa di scoppiettante, come se migliaia di formiche gli avessero assaltato il corpo in tutte le direzioni possibili. Il suo cuore prese a galoppare furioso, una scarica elettrica si levò ad anello intorno al suo corpo e sia i capelli sia gli occhi gli si accesero di un brillio quasi candido. 

"Midoriya Shonen!" esclamò All Might, incredulo. 

Mirko fu più rapida, afferrò la provetta e la scaraventò nella sala professori dove Cementos l'afferrò immediatamente. Quella sorte di trasformazione si fermò all'istante e Deku si ritrovò ad ansimare pericolosamente, con l'One for All visibilmente scarlatto a creare linee sul suo corpo. 

"Stavi usando il cento per cento del tuo potere…" commentò stupito All Might, inginocchiandoglisi dinanzi per aiutarlo. Odiava la sua forma scheletrica, se fosse stato ancora nella Muscle Form avrebbe lavorato diversamente. "Quella provetta ha un qualche legame con te, quindi".

"Mmh, anche durante la ronda ha avuto un momento simile" sottolineò perplessa Mirko, lisciandosi il mento.

Deku, debole e stordito, si tirò all'indietro le orecchie. Guardò la sua mano, ora il potere era diminuito, in qualche modo la situazione si era calmata.

"Dovremmo farti un prelievo di sangue. Se in qualche modo quelle fiale attivano il tuo Quirk beh, c'è da stare attenti" mormorò l'atona voce di Aizawa, alle loro spalle. Deku annuì piano, facendosi scortare da All Might da Recovery Girl.

 

Quando si svegliò, neanche fosse stato un deja-vu era praticamente notte fonda. 

Non si sentiva più così stordito e la sua gamba stava decisamente meglio. La prima cosa che fece Deku fu controllarsi le orecchie da coniglio e per suo sommo rammarico le ritrovò fra le sue ciocche ribelli. Nel braccio sinistro aveva una flebo e dei fili che pendevano dal suo petto. 

"Elettrodi?" si chiese fra la stanchezza e la curiosità. 

"Già. Per poco non ci lasciavi le penne, Mer-Deku!".

Quella voce che oltre al solito disprezzo c'era ben altro.. preoccupazione! Deku si voltò alla sua destra, i raggi lunari che filtravano dalla finestra ampia accanto al letto delinearono una sagoma che sedeva vicino a una scrivania, avvolta nella penombra. 

"K… Kacchan?" domandò. Si portò la mano alla gola, era talmente secca come se fosse stato senza bere per una settimana. "Quanto ho dormito?" chiese mentre l'altro gli si avvicinava con le solite mani infilate in tasca.

"Più o meno sette ore. Quando Recovery Girl ti ha prelevato un campione di sangue hai dato di matto: sei svenuto come una ragazzina di merda e il tuo Quirk è letteralmente andato fuori controllo. Aizawa non ti poteva aiutare perché eri incosciente e ci sono voluti All Might, Mirko e perfino Cementos".

"Io non mi ricord-".

"Certo che non puoi ricordarti, idiota! Eri svenuto!" ruggì Kacchan, affacciandoglisi sul viso sorreggendosi alla testata in ferro del letto e paese del materasso. "Abbiamo interrotto la lezione per colpa tua! Stavo battendo quel Bastardo a Metà!".

Si guardarono negli occhi, Deku con un'espressione colpevole e triste, evidenziata dolcemente dal bianco lunare. Kacchan sembrava preoccupato e un po' sollevato mentre lo fissava con cupa attenzione. Erano così vicini, i fiati che si toccavano incredibilmente, un leggero spolvero di imbarazzo sulle guance. Un momento quasi romantico?

D'un tratto Deku espirò con un dolce sorriso, si sentiva molto stanco. Pensò di mettersi seduto con i piedi oltre il letto, non riusciva a restare su quel materasso caldo ancora a lungo. 

"Dove vuoi andare?" lo fermò Katsuki, con una mano sulla spalla. 

"Voglio solo prendere una boccata d'aria fresca, Kacchan, tranquillo" rispose l'altro, toccandogli quella calda mano quasi sbadatamente. Quel tocco lo fece sobbalzare un po', incerto su cosa fare. Per fortuna l'altro la rimosse quasi subito. "Kacchan…" chiamò poi senza guardarlo.

L'altro rimase in attesa con sguardo cupo.

"Mi hai vegliato perché eri preoccupato per me?".

DynaMight aprì la bocca per rispondere sempre con quella vena poco gentile ma si fermò, incerto su cosa dire. Ora che lo guardava meglio, Deku sembrava proprio carino con quelle orecchie che si muovevano pian piano. 

"Certo. Hai ragione. E' stato stupido chiedertelo" concluse l'altro, alzandosi piano. Un improvviso capogiro, tuttavia lo fece collassare quasi sul pavimento.

Kacchan, prontamente, attutì il colpo con il suo corpo, ma nel farlo una delle sue mani sfiorarono quella morbidissima coda bianca. Deku si irrigidì subito, arrossendo, dalla sua bocca sfuggì un gemito acutissimo, quasi uno squittio. Si staccò con una violenza inaudita, cadendo di schiena sul letto.

Tuttavia da quella posizione, i raggi lunari evidenziarono un imbarazzante rigonfiamento quanto istantaneo delle parti intime. Kacchan si mise perfino ad osservare con attenzione fino a che non sogghignò. 

"K… Kacchan…" pigolò imbarazzato Deku, deglutendo ma non muovendosi. 

Lui non disse nulla, si avvicinò con una lentezza incredibile: gli appoggiò una mano calda sulla guancia, facendolo sobbalzare. Anche se i colori erano tutti sulla tonalità bluastra per via del buio, sentiva il calore delle guance di Deku aumentare, segno di un grande imbarazzo. Il suo pollice sfiorò le labbra appena dischiuse. Così morbide, addirittura sentiva i battiti del cuore attraverso la pelle. 

Un bacio volontario non avrebbe creato problemi, giusto? Ma un bacio su quel rivale? Katsuki non poteva, anzi, non voleva fermarsi, voleva sapere mentre si avvicinava sempre più con le labbra a quelle più piccole e a forma di cuore. 

Deku chiuse gli occhi, pronto ad accogliere ma d'un tratto Katsuki si fermò e si allontanò, dandogli le spalle.

"Dormi, Deku. Ci vediamo domani".

Chiuse gentilmente la porta dell'infermeria, lasciando Deku in balia di un'enorme confusione e frustrazione. Kacchan lo stava baciando ma perché si era fermato? In quella forma lo disgustava così tanto. Preso dalla collera, Deku si strappò tutti i fili dal petto e dal braccio, aprì la finestra e saltò via, aveva solo bisogno di schiarirsi le idee.

Non sapeva che però Kacchan era rimasto fermo dietro quella porta con una mano sulla bocca e gli occhi sbarrati nel vuoto. Che cosa aveva pensato di fare a Deku?

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Capitolo 3
*** Attacco notturno! I pezzi si muovono? ***




Angolo della Quirkless

Eccoci a un nuovo capitolo, grazie a chi legge e recensisce! Detto questo, Enjoy!

 



Correva rapidissimo, a quattro zampe, ignorando il suo Quirk che si attivava energicamente. Sentiva le emozioni ribollire sotto la pelle, con il cuore che batteva rabbioso e le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi furenti. Era così confuso e arrabbiato che non sentiva neanche il dolore pulsante alla gamba. 

Deku non sapeva se essere arrabbiato con se stesso oppure con Kacchan che ancora una volta lo aveva preso in giro, burlandosi dei suoi sentimenti… perché sì, in quel tocco leggiadro alla coda aveva capito una cosa importante: provava qualcosa per lui! Però non era giusto, essere innamorato dello stesso amico d'infanzia, del ragazzaccio che alle medie lo aveva trattato come un sacco della spazzatura. E ancora oggi si divertiva a rendergli la vita impossibile.

Improvvisamente il suo mondo si capovolse: Deku si ritrovò a volteggiare per un istante nell'aria, stramazzando al suolo con un gemito addolorato. Un po' stordito, con il Quirk che era aumentato di potenza, si mise a osservare ancora ansimando. Il suo piede nudo era inciampato nel bracciolo di una logora panchina e chissà quale provvidenziale aiuto divino non l'aveva fatto sbattere di fronte contro il palo della luce che era irto a pochi centimetri dal suo viso.

Deku riprese un po' di fiato, si alzò e si sedette su quella panchina, sospirando pesantemente e portandosi una mano al petto.

"Fa male. Fa così male che non riesco a sentire nient'altro…" pronunciò a bassa voce. La sua voce tremava, era un disastro perfino in ciò che lo rendeva unico con quei monologhi ad alta voce. "Non voglio più stare male. Perché la vita è così dura?".

Izuku sospirò per l'ennesima volta, strofinandosi le ultime lacrime con il dorso della mano. Volse lo sguardo al cielo bruno, dove flebili stelle sembravano allietare l'immensità insieme alla madre luna. Un piccolo sorriso gli increspò le labbra, oramai era più calmo e razionale. 

"Sarà meglio che questa nostra amicizia rimanga tale. Non voglio rovinarla. Va bene anche così".

Una folata di vento sembrò accarezzargli le guance più fresche: si ritrovò a chiudere gli occhi e ad abbandonarsi al fruscio degli alberi che sembravano circondarlo ad anello. 

Un click. Le orecchie verdi di Izuku si tesero verso il cielo in segno di attenzione e di fermento. 

Quel suono improvviso da dov'era arrivato? 

-Non sono da solo…- pensò il giovane, rimanendo seduto con gli occhi che si muovevano rapidissimi per cogliere anche il più piccolo indizio. Di nuovo quel suono nitido, questa volta alle sue spalle, dalla vegetazione fitta. -Un'arma!-.

Una delle sue orecchie si abbassò, Deku si ritrovò a saltare con una capriola verso il cielo un frangente prima che la panchina, in un sonoro boato, si riducesse a brandelli. Si appoiallò sul lampione più vicino, osservando gli alberi e i cespugli incriminati. 

Poi, un pensiero lo sconvolse positivamente. Il suo corpo era riuscito a captare molto prima della sua razionalità quello che avrebbe dovuto essere un proiettile pronto a fargli saltare la testa. Ancora una volta concordava con Eijiro, essere Rabbit Hero non era poi tanto male!

Di nuovo percepì un sibilo sempre più vicino, questa volta notò anche la provenienza: dietro un tronco, vicino a un cespuglio con una piccola rosa rossa appassita. Saltò ancora ma stavolta non fu abbastanza rapido e si sentì tagliare leggermente il viso. Non si curò che in quel bruciore ardente iniziava già a colare del sangue, sentiva perfino l'odore ferroso insinuarsi nelle narici e non solo, arrivargli in bocca a causa del vento più forte e soprattutto della sua corsa.

Stava correndo a quattro zampe? Ma da quando? Il suo corpo veramente si muoveva sa solo?

-Ci penserò più tardi!- pensò, raggiungendo in un attimo il luogo dello sparo. 

Evitò con una spaccata un pugno sinistro diretto al viso, si rimise in piedi con una verticale e con una tallonata a piedi giunti colpì l'altra mano che sorreggeva un fucile di alta precisione. Deku aggrovigliò le sue gambe al collo del grosso uomo muscoloso che ricordava molto vagamente Muscular e aumentò la presa, con sinistri scricchiolii delle ossa.

"Parla! Chi sei? Che vuoi da me? E sopratutto per chi lavori?!" ruggì Deku.

L'uomo aveva una maschera di tanuki sul viso, tutta nera con orecchie e un solo foro per un occhio. Forse l'altro era inservibile? Indossava un cappotto lungo e corvino, aperto, sotto una calzamaglia grigia molto aderente e degli stivali neri. Aveva una cintura di proiettili rossi e quattro fiale trasparenti in un taschino sul petto.

"L… lasciami… Lasciami andare!" pregò l'uomo, colpendogli con i pugni e graffiandogli le gambe che lo tenevano fermo.

"Ti lascerò andare se mi dirai per chi lavori!".

"N.. non te lo dirò mai!" sillabò faticosamente l'uomo, con le forze sempre più deboli. 

Deku gli sfilò prontamente la maschera, reclinando il collo dell'uomo verso all'indietro: ma ciò che vide lo lasciò a bocca aperta. Il volto di quell'uomo non era umano, era uno scheletro senza pelle, muscoli, con un solo occhio scarlatto. La paura gli fece allentare per un attimo la presa e l'uomo, con un ghigno se ne liberò, afferrandogli una caviglia per sbatterlo di schiena contro il tronco dell'albero.

Deku sputò della saliva, il dolore era stato più che intenso tanto da bloccargli per un attimo il respiro, ma doveva rimettersi in piedi, quell'uomo  (se poteva essere definito tale) era sicuramente un pericolo.

"Pulcioso Rabbit Hero! Ti spedirò all'inferno, maledetto parassita! E porterò la tua carcassa morta al mio Padrone!" sogghignò l'uomo, afferrandolo per le orecchie. Incredibile come la situazione si fosse capovolta, adesso era lui a tentare di liberarsi! "Tu hai un profumo unico, il tuo non è un comune Quirk" commentò avvicinandoglisi al collo. "Potrei prendermene un po' per portarlo al mio Padrone".

Deku non ebbe il tempo di realizzare che sentì un doloroso morso sul suo fianco! Urlò come non aveva mai fatto prima, sentiva denti aguzzi affondarglisi sempre più nelle carni, strappandole senza pietà e il sangue fluire. Il suo corpo era in fiamme! 

Il suo Quirk! Ora cominciava a sentirsi sempre più stanco, che quel mostro gli stesse sottraendo l'One for All? La disperazione stava crescendo assieme alle lacrime, vedeva tutti i sacrifici e gli sforzi fatti con All Might per affinare il corpo e usare quel potere. E adesso, solo perché si era fatto sconfiggere dall'immagine di un uomo spaventoso stava perdendo tutto ciò che aveva guadagnato?

La rabbia e la frustrazione lo fecero urlare ma stavolta attivando alla massima potenza supportata il suo potere. Il suo corpo era tutto avvolto dalla luce, le scariche elettriche fuoriuscivano impazzite e i suoi capelli si erano schiariti. Se doveva morire lo avrebbe fatto con onore, combattendo! 

-All Might direbbe la stessa cosa!- fu il suo pensiero.

L'uomo continuava a succhiare eppure qualcosa accadde: il suo collo e il suo corpo improvvisamente iniziarono a gonfiarsi con vene rossastre e un tremolio evidente.

-Troppo! Troppo potere!- pensò il mostro. -Non riesco a staccarmi! I miei denti sono andati troppo in profondità, questo Rabbit Hero mi ha in pugno! Maledizione!-.

Deku aumentò ancora la potenza, conscio che sarebbe morto. La luce che si andò a sprigionare fu talmente intensa che si levò prima uno spostamento d'aria e successivamente un boato fortissimo che distrusse tutto ciò che si era trovato nel raggio di due chilometri. I lampioni esplosero e parte della città più vicina si ritrovò completamente al buio. 

Quando Izuku Midoriya dischiuse gli occhi perse completamente un battito: era al centro di una voragine, completamente sporco di detriti, sangue e un odore di bruciato. Il dolore era insopportabile, quel che rimaneva del suo pigiama azzurrino era completamente rossastro e per di più di quell'essere immondo non c'era più traccia. Anzi, aveva qualche dente ancora incastrato nel fianco destro.

"S.. sono stato io?" biascicò, ignorando il dolore che rimbalzava in tutto il corpo. Si rimise in piedi, barcollando e zoppicando per poter risalire la profonda e larga voragine in cui si era risvegliato. Il suo svenimento era sì e no durato circa cinque minuti. 

Aveva ancora i sensi ovattati, un ronzio nelle orecchie, il corpo scosso da tremolii. 

A fatica riuscì a risalire e le spalle gli si abbassarono per lo sgomento: il parco non esisteva più, i tronchi degli alberi giacevano spezzati e l'erba era andata completamente bruciata. 

"Sono stato veramente io a fare tutto questo?" gemette sconcertato. Iniziò a tossire, sempre più forte: l'aria gli mancava dai polmoni, il dolore era insopportabile, non sapeva neanche più da che parte provenisse e una sensazione ferrosa risaliva dall'esofago. Senza preavviso si ritrovò a sputare e vomitare sangue.

Era spaventatissimo, aveva lo stesso sguardo di un gattino spaurito. Inconsciamente voleva sua madre e i suoi caldi abbracci e sentirsi al sicuro.

Fece un passo, il suo corpo cedette e crollò miseramente in terra, ansimando. Doveva cercare di capire cosa fosse accaduto. 

"M.. Mal… Maledetto Rabbit Hero…" sentì sussurrare a poca distanza da lui.

Deku drizzò le orecchie e poi il capo, solo strizzando gli occhi riuscì a scorgere un puntino cremisi nell'oscurità.

"Il mio Padrone mi aveva detto di prendere il tuo Quirk, Rabbit Hero…" rantolò, sempre più debole. "Ma non ci sono riuscito. Che diavolo sei tu?!". Stavolta c'era stato uno strascico di rabbia. Deku giurò di sentire perfino un movimento sinistro della terra, come se quell'essere stava raccogliendo le forze per rimettersi in piedi. 

-Oh, no! Devo muovermi! Questo Villain mi farà fuori!- pensò Izuku, cercando di fare altrettanto.

"Ormai sono inutilizzabile! Il Sangue Demoniaco che ho ricevuto dal mio Padrone ha reso il mio corpo indistruttibile, acciaio e carne, ma a poco a poco ho perso la mia umanità. Mi sarebbe bastato rigenerarmi con il tuo Quik! Ma mi hai fatto esplodere, maledetto!" ruggì l'altro, ora così vicino.

Deku sentì la paura attanagliargli lo stomaco: in un battito di ciglia il Villain si ergeva in piedi dinanzi a lui. Aveva solo meta corpo in piedi, il viso bruciato, solo l'occhio risplendeva di malvagità. Come faceva a reggersi su un piede solo? Aveva un buco nel torace enorme, c'erano gli organi vitali che dondolavano in un fiume di sangue. Sentì di nuovo la voglia di vomitare dinanzi a quello spettacolo.

Lo afferrò per le orecchie, come un deja-vu e se lo portò dinanzi al volto.

"Se non posso rubarti il Quirk mi prenderò il tuo corpo" sogghignò, facendo sbucare da sopra la lingua una fiala trasparente. 

Deku non capì mai perché il suo corpo iniziò a scalpitare, come in preda alla paura più oscura e profonda. Inconsciamente temeva quelle fiale, dove il liquido già prendeva a ribollire lentamente.

"Lasciami, maledetto! Chi sei tu?!" ruggì Deku, scalciando.

"Visto che stai per morire te lo dirò, piccolo Rabbit Hero!" sghignazzò il Villain. "Mi chiamo Hisashi Tabiki, il mio Quirk sottrae quello degli altri per rafforzarmi e mutare forma. Mi sono unito alla Croce Occulta per rubare quanti più Quirk. Ma poi, riconosciuto il mio talento, il Padrone, Hunter-Kane mi ha dato il suo magnifico Sangue Demoniaco e sono diventato Tashiro, il Villian Ruba-Quirk!".

Improvvisamente, la risata sinistra di Tashiro si bloccò, la mano che sorreggeva Izuku mollò subito la presa: stava tremando, l'occhio scarlatto ampio e spaventato, forse addolorato. 

"N.. No, la prego… mio Signore, la prego! Mi risparmi! Non saprà mai nessuno della nostra organizzazione.. la prego, distruggerò il Rabbit Hero! No, NO!".

Tashiro sollevò la mano al cielo e in un attimo il suo corpo divenne polvere nera. Una folata di vento la trasportò via, lasciando solo il bulbo brillare di rosso. Deku, ancora ansimando tentò di rimettersi almeno seduto, ma faceva così male ogni singola cosa! Era finita? Quel Villain era davvero morto? L'occhio stava diventando sempre più grigio, come se si stesse spegnendo. 

Deglutì un magone misto di salive e tensione, ora che l'adrenalina era scomparsa era talmente debole che non sapeva se ci sarebbe arrivato all'Accademia, anzi, da Recovery Girl. Se qualche giornalista avrebbe visto quel disastro ambientale sicuramente sarebbe stato in prima pagina su ogni canale. 

Aveva ottenuto informazioni preziose, almeno. Tashiro era scomparso perché non avrebbe dovuto farne parole, da quanto aveva capito. Quindi chi si univa alla Croce Occulta aveva un tabù importante, ovvero mai rivelare nulla? Sembrava quasi un precetto di una Setta di elevata potenza e importanza. 

In più, quell'esplosione del suo Quirk non poteva essere stata di sua volontà. Aveva notato delle fiale, probabilmente avevano incrementato il tutto. Il suo corpo almeno non era andato disintegrato. 

"Tu devi essere Midoriya?".

Il Rabbit Hero si pietrificò al suono di quella voce, così improvvisa, con un accenno sarcastico e una punta di preoccupazione. No, non poteva essere un altro Villain. Si voltò leggermente, con il fiato sospeso.

"H… Hawks?" biascicò, strofinandosi gli occhi così stanchi. Il suo corpo pesava una tonnellata. 

Il Pro Hero dalle ali vermiglie lo salutò con un sorriso sincero e una mano alzata, poi accese la torcia dal suo cellulare e fischiò. "Ero in perlustrazione quando ho sentito il boato. Sorprendentemente ti ho trovato qui, un po' ammaccato" commentò, avvicinandogli piano. Gli mise una mano sui capelli strofinandoli quasi amorevolmente, come un Aniki e il suo Otouto. "Che cosa sarà mai accaduto qui?".

"Sono stato attaccato da un Villain. Quello che vedi… beh, sono stato io a farlo" ammise vergognosamente Midoriya, tentando di sollevarsi. Hawks gli fece prontamente da supporto e non smise di guardarlo quando si portò una mano sulla ferita ancora sanguinante stringendo i denti in un blando tentativo di sopportare il dolore atroce. 

"Che cos'hai al fianco?" chiese poi Hawks, facendogli sostenere il cellulare per controllare. "Sono denti?" disse, toccandoli un po'. "Mmh, non possiamo estrarli certamente qui, la ferita potrebbe facilmente infettarsi. Devo portarti subito in ospedale e nel frattempo ce la fai a raccontarmi un po' come sono andate le cose?".

Deku annuì, mentre Hawk si sfilava la sua giacca e gliela metteva addosso, prendendolo in braccio come una principessa. Le sue ali iniziarono a muoversi, impagabile quella sensazione di libertà nata dalla mancanza della terra sotto ai piedi. Spenta la luce di quel cellulare sentiva come era prossimo a conquistare il cielo. Era così splendida la vista, per quanto potesse vedere attraverso il buio. 

"Che ci facevi in mezzo al parco a quell'ora? Sai almeno che ore sono? Il coprifuoco per gli studenti?" iniziò Hawks, con una nota di rimprovero. "Sono le due del mattino. Il coprifuoco per gli studenti è alle undici. Sarai in un mare di guai, ragazzino".

Deku emise un suono demoralizzato dalla gola, irrigidendosi per la ferita che stava premendo con una mano. Oramai la sentiva appiccicosa e bagnata. L'odore ferroso era insopportabile. La testa cominciava a girargli. 

"Ma ovviamente metterò una buona parola per te, tra l'altro hai delle informazioni importanti, dico bene?".

"Avevo bisogno di una boccata d'aria, sono arrivato qui e dopo qualche attimo mi sono sentito osservato" raccontò Deku, appoggiando la testa contro il petto del Pro Hero.

"Il Parco di Senjutsu dista circa quattro chilometri dall'Accademia. Hai fatto una bella corsetta se volevi prendere aria fresca".

Deku spalancò gli occhi. Quattro chilometri? Aveva corso velocissimo quattro chilometri in circa otto minuti? Incredibile! Ma poi com'era possibile che avesse perso la cognizione del tempo? Ora stava crescendo un terribile mal di testa. Pensò che sarebbe stato meglio non pensarci. 

"Il Villain che ti ha attaccato è scappato?" chiese poi Hawks, in un blando tentativo di tenerlo sveglio. Sapeva che con quella copiosa perdita di sangue sarebbe potuto facilmente scivolare in un lungo, lunghissimo sonno. "So che sei stanco, ma devi dirmi di più".

"No. Si è polverizzato. Ha cercato di rubarmi il Quirk. Mi ha detto che si chiamava Hisashi Tabiki, ma ha cambiato il suo nome in Tashiro. Rubava Quirk. Si è unito all'organizzazione della Croce Occulta per conto di Hurri-Kane".

"L'organizzazione della Croce Occulta?" ripetè incuriosito Hawks, dirigendosi verso l'ospedale più vicino. Non poteva fare a meno di vedere che gran parte della città era al buio. "Quindi Tashiro è morto come FlameJolly?".

Deku annuì, ma improvvisamente gli venne un uomo attacco di tosse, Hawks non ebbe bisogno di vedere che stava fuoriuscendo sangue dalle dita premute contro le labbra. La situazione era grave.

"Midoriya, quando sei stato morso hai sentito qualcosa di strano?" chiese preoccupato, mentre accelerava rapidissimo.

"Ha cercato di rubarmi il Quirk, ma poi sono andato a piena potenza e si è creata un'onda d'urto incredibile… mi dispiace di aver fatto dei danni simili" gemette, debole e pallidissimo. Rovesciò la testa sull'avambraccio che lo sorreggeva per il collo, respirando sempre più debolmente. 

Hawks si spaventò, cercò di chiamarlo più e più volte per tenerlo quantomeno cosciente, fino a quando non arrivò a un ospedale e lo lasciò nelle amorevoli mani di esperti dottori. Lo vide sparire in una sala operatoria con tanto di codice rosso. 

"Abbiamo informazioni importanti. Ne dovrò parlare con Endeavor e anche con All Might, Mirko e Best Jeanist. Qualcosa mi dice che siamo in una situazione non semplice" mormorò, girando il primo corridoio per tornare in pattuglia. Per poco, però, non si scontrò con un uomo vestito elegantemente di nero, con cravatta e scarpe lucide abbinate.

"Mi scu- All Might?" espirò il Pro Hero dalle ali imponenti. "Che coincidenza!".

"Ero qui per esami di routine, sebbene l'ora non sia delle migliori" spiegò l'ex Number One, notando poi del sangue sulla maglia dell'altro. "E' forse successo qualcosa, Hawks?".

"Non è mio questo sangue, ma del tuo pupillo".

All Might per poco non sputò sangue, mentre si faceva visibilmente prendere dal panico. "Midoriya Shonen è qui? E' ferito? Sta bene?".

"Calma, All Might, in realtà è grazie a lui che abbiamo informazioni molto importanti che vorrei condividere con te e con gli altri, se non ti dispiace".

"Vorrei almeno accertarmi delle condizioni di Midoriya, prima" ammise Yagi.

"E' stato portato d'urgenza in sala operatoria, dubito che ci diranno come stanno le cose proprio adesso" ricordò Hawks, piegando la testa da un lato. "Dovremmo avvertire sua madre?".

La signora Inko non avrebbe retto, All Might pensò che sarebbe stato più saggio tenere le cose nascoste. Dopotutto neanche sapeva dell'attuale condizione da coniglio in cui riversava suo figlio. Negò piano e sconfitto si limitò a seguire Hawks, gettando un cupa occhiata sul corridoio dove c'era la sala operatoria.

 

Il giorno seguente non venne Aizawa a far lezione, fu sostituito da Present Mic. Neanche Midnight c'era e la classe 1-A non poté fare a meno di domandarsi il motivo di quel cambio improvviso. 

"Buongiorno, ragazzi della 1-A!" esclamò raggiante con il suo solito squillante timbro. 

Iida da perfetto capoclasse fece tutti salutare con un inchino per poi prendere posto. 

"Il professor Aizawa non c'è e lo sostituisco io. Faremo una lezione di Inglese, almeno vediamo quanto spirito ardente giace in voi, ragazzi della 1-A!" esclamò festoso Present Mic, con tanto di pollice sollevato. "Come siete messi tra l'altro?".

"Pagina ottantaquattro del secondo libro di testo, professor Mic" evidenziò Momo, alzando una mano. 

"Ah, un classico. Questo libro di testo è un mattone, vediamo come ve la cavate con le traduzioni. Prendete pagina ottantacinque, leggete e traducete. Avete circa un'ora di tempo".

Era evidente che quel compito serviva solo a guadagnare tempo fino al ritorno di Aizawa che era stato convocato dal preside per le questioni riguardanti l'attacco a Deku durante la notte. 

"Ehm… mi scusi, professor Mic" chiamò Ochaco, con una mano alzata. 

"Dimmi".

"Deku non c'è. Può dirci come mai?" chiese con evidente preoccupazione. 

"Già. Ho sentito dai notiziari che durante la notte mezza città di Higurashi è andata completamente in black out. Si pensa a un attacco di un Villain, anche perché uno dei quattro parchi più importanti è andato letteralmente distrutto!" seguitò Eijiro. "Sembrava una voragine nata da uno degli attacchi di fuoco di Bakugo!".

Il biondino non commentò neanche, era perso a fissare la finestra con un'espressione completamente vuota e il mento poggiato su una mano. 

"Ehi, Terra chiama Kacchan!" lo punzecchiò subito Denki.

Kacchan!

Katsuki si tese come una corda di violino, guardando la classe che era intenta a sentire ciò che Present Mic avrebbe risposto. Il banco di Deku era vuoto, come aveva fatto a non accorgersene? Spostò malamente la faccia di Denki lontano, sbuffando una sorte di offesa sottovoce.

"Allora non sei stato tu ieri sera?" schernì Mineta.

"Io?" ruggì, per poi sogghignare con aria di superiorità. "Sarà stato qualche merdoso Villain, io ero nel mio letto! E quelle voragini non sono nulla in confronto a quelle che potrei fare io stesso!".

"Fate silenzio!" scattò Iida, muovendo una mano come avesse voluto affettare qualcosa. 

"Beh, come ha detto Kirishima, durante la notte è stato registrato un attacco di un Villain, ma che si è disintegrato. Non sappiamo bene che cosa sia accaduto di preciso, quello che posso dirvi è che il vostro amico è stat ricoverato d'urgenza" spiegò Mic, strofinandosi la nuca con evidente imbarazzo. Non sapeva ancora nulla della ricostruzione dei fatti.

Kacchan aveva un'espressione di sgomento, Deku? In ospedale? Ma come?

"Deku-kun era nel suo letto, in infermeria da Recovery Girl!" scattò Ochaco. "Com'è possibile?".

"Questo non lo so ancora, Uraraka. Per cui, cerchiamo di tornare alla lezione" concluse Mic, sospirando…

 

"E questo è tutto quello che mi ha detto Midoriya" concluse Hawks.

Era stata una lunga notte, sentiva i segni della stanchezza addosso. Aveva spiegato la versione di quei fatti più e più volte sia nell'agenzia di Endeavor, sia a scuola, nella sala professori.

"Non possiamo tollerare questo attacco. Quest'organizzazione sta architettando qualcosa, dobbiamo proteggere gli studenti ancor di più" evidenziò preoccupato il preside. 

"Una domanda. Come ha fatto Midoriya a uscire e a trovarsi lì?" chiese Cementos. "Il che potrebbe anche portare a pensarci che quest'organizzazione gli stia dando la caccia".

"Potrebbe ma anche no" rispose atono Aizawa. "Quel Villain era in cerca di Quirk forti da sottrarre, Midoriya era lì per caso. Quindi non vedo un vero nesso con la questione". 

"Era uscito per una boccata d'aria fresca, mi aveva detto" commentò Hawks, sedendosi cacando ad All Might, l'unico che non aveva detto nulla. Era semplicemente molto preoccupato per Midoriya. Aveva aspettato tutta la notte per sapere qualcosa delle sue condizioni, ma non era mai arrivato nulla. Neanche una telefonata. 

"Beh, magari il nostro giovane promettente Hero voleva scoprire le sue nuove abilità ora che è un Rabbit Hero" sorrise il Preside, sorseggiando del tè ancora caldo.

"Ne ha di fegato! Me ne assumerò la responsabilità" sogghignò Mirko, per poi tornare seria. "Abbiamo informazioni importanti, decideremo il da farsi anche con altri Pro Hero. Non possiamo che momentaneamente insabbiare un po' la questione su Deku, in modo tale che non scoppi il caos come successe con Ground Zero".

Ognuno annuì, fu molto difficile evitare che trapelassero ulteriori informazioni dopo che Shigaraki era riuscito a rapire Katsuki al campo estivo. Le immagini del male ancora erano radicate nelle loro menti.

"Potete andare. All Might, Mirko, Hawks, andate all'ospedale e fateci sapere come sta il giovane Midoriya Izuku. Se non fosse stato per la sua intraprendenza non avremmo mai scoperto informazioni così importanti".

I tre lasciarono la Sala Professori senza una singola parola…

 

Spire scure, un rumore che si avvicinava. L'oscurità più totale. Correva, aveva il fiatone ma non sapeva dove stava andando, forse cercava l'uscita, forse voleva solo trovare qualche volto familiare.

Debole. Non andrai molto lontano. E' solo una questione di tempo prima che il tuo corpo si distrugga. Sei ormai in trappola… Deku...

 

I suoi occhi scattarono aperti, in un'espressione di terrore.

Faceva male tutto, ogni singola cosa. Il dolore era pressoché lancinante e sentiva qualcosa nel profondo della sua mente. Quella sorte di incubo gli era sembrato così reale. Quella voce melliflua invece sconosciuta. 

"Oh, finalmente è sveglio" sentì mormorare sopra di lui. In realtà tutto gli sembrava come sott'acqua. 

"Le sue pupille reagiscono bene. Il peggio è passato. Questo ragazzo è molto forte, più di quanto sembri".

Ah, quella luce puntatagli negli occhi. Ma dov'era in ospedale? Ricordava veramente poco o niente, ma tutto gli faceva male. 

"Fai piano, ragazzo. Quel morso al fianco per poco non ti ha spappolato il fegato".

Ma chi stava parlando? Deku sbattè le palpebre fino a quando la nitidezza prese forma. Era in una stanza d'ospedale, aveva più bende addosso che vestiti e non era solo. C'erano due dottori che lo stavano controllando e tre visi familiari. 

"Midoriya Shonen, finalmente!" sentì dirsi con un accenno di commozione nella voce. 

"A… All Might..?" gemette, mentre l'altro annuiva contento e gli prendeva la mano. 

"Ci hai fatto proprio spaventare. Ti ci sono volute due trasfusioni di sangue, lo sai?" commentò anche Mirko, mal celando la sua preoccupazione. "Ma la prossima volta evita di andartene a zonzo da solo. Aizawa dubito che sarà molto clemente con te".

"Ci penseremo dopo. Per adesso è importante che ti riposi" riprese bonario Hawks.

Deku espirò contento, chiudendo piano le palpebre mentre si faceva tutto più ovattato. 

 

Debole… Deku… Sei un debole...

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Capitolo 4
*** Il Volto del Nemico si rivela! (Parte I) ***


Angolo della Quirkless

Questa storia si sta proprio evolvendo. Voglio ringraziare sempre e con il cuore alle persone che mi seguono, lasciano una recensione che è sempre molto gradita, sopratuttto perché in questo fandom non sono così esperta e vado un po' a sentimento! Per il resto, Enjoy!



 

Katsuki era stato più volte a vegliare Deku, dopo che All Might gli aveva detto delle sue condizioni. Anche se non poteva cambiare il passato si sentiva responsabile. Aveva riflettuto a lungo, quello sconforto negli occhi di Deku quando non l'aveva baciato era stata la miccia che l'aveva fatto scappare via da quella stanza dove riposava. E se adesso era in convalescenza e molto debole era solo colpa sua. 

Sbuffò, strofinandosi il divario tra gli occhi: era rimasto impalato dinanzi al distributore di bibite, con il dito sospeso a mezz'aria. Aveva pure un'aria patetica. Non capiva più che cosa gli stesse capitando, perché pensava a Deku così tanto. E perché se ne preoccupava poi! Optò per un caffè al cioccolato in lattina, ne prese due, senza neanche sapere il motivo. Con passi svogliati lasciò la piccola Area Ristoro dell'ospedale e si incamminò lungo il corridoio, guardando distrattamente il cielo scuro, segno inequivocabile di un temporale in arrivo, uno bello forte. 

Quando raggiunse la camera di Deku, la stanza 711, non si preoccupò neanche di bussare, tanto sapeva che Deku era ancora in un sonno profondo, da circa tre giorni ormai. 

E invece quando i suoi occhi lasciarono le bibite che stringeva nella mano sinistra si stupì di vederlo seduto sul letto, con lo sguardo rivolto alla finestra e le orecchie chine, afflosciate in parte sulle spalle, a mo di capelli.

Si voltò quando notò il riflesso di Katsuki dal vetro. Gli sorrise debolmente, con evidente preoccupazione. Era ancora teso dall'ultima volta. 

"Oi" disse il biondo, avvicinandoglisi con un'espressione apatica. Deku annuì piano, un orecchio si sollevò, mentre portava lo sguardo stanco sulle lattine. "Vuoi? E' caffè e al cioccolato. L'ho preso dal distributore qui fuori".

"Grazie, ma non posso berlo. Ho anche la nausea, in realtà. Non vorrei fare un pasticcio" si scusò l'altro con una debole risatina. Poi gemette, portandosi una mano al fianco che era stato bendato come gran parte del torace sotto il suo nuovo pigiama azzurrino.

"Dovresti stenderti, applicare pressione sul fianco non va bene" gli disse, poggiando sul comodino le bibite per aiutarlo. 

La sua mano incontrò quella più piccola e calda di febbricola, in un momento che sembrò lungo un'eternità. Per lo sgomento anche l'altro orecchio di Deku si alzò, come avesse udito qualcosa in lontananza. Katsuki notò un movimento della coda, come uno scodinzolare di un cagnolino amichevole. Poi quegli occhi ampi e il rossore sulle guance. Eppure il deja-vu si interruppe con la volontaria rottura dell'incrocio degli sguardi da parte di Deku che si rimise disteso, puntando il volto alla finestra. 

Katsuki non parlò subito, certo che gli aveva fatto male quel gesto. Notò le mani del Rabbit Hero stringersi sul lembo del lenzuolo e un tremolio della mandibola. Stava trattenendo le lacrime? Se sì, perché?

"Deku" chiamò con innaturale dolcezza Kacchan. "Non pensare troppo. Te lo avrò detto mille volte".

Lo vide un attimo irrigidirsi e senza voltarsi rispose: "Infatti. Non sto pensando a quel bacio. Sto solo pensando che sono stanco. Non ce la faccio più. Tutto mi va sempre contro. Tutto è così maledettamente complicato che mi sento scivolare nell'oblio della disperazione!". 

"Eppure ti stai chiedendo perché non ti ho baciato, vero?".

Deku si voltò con il volto bagnato dalle lacrime. Katsuki ebbe una stretta al cuore nel vedere quell'immagine ma era deciso ad affrontare il discorso. Sentiva che se non l'avrebbe fatto avrebbe perso Izuku… per sempre. La sua mano si mosse da sola, con il pollice gli cancellò un paio di lacrime, mentre si avvicinava pian piano, sporgendosi da sopra quel letto. Erano talmente vicini. Deku respirava attraverso il naso con rapidità, forse preda di emozioni contrastanti.

"Perché non sapevo quello che stavo facendo. Forse è solo nuovo per me… e anche per te, stupido" disse con un mezzo sorriso. Poi tornò serio e aprì la bocca, ma non per più parlare. Deku deglutì e chiuse gli occhi, in trepidante attesa.

Il cuore del biondo batteva ferocemente, sembravano tanti colpi contro lo sterno, le sue guance erano bollenti, l'adrenalina era pompata nel suo corpo, gli arti che formicolavano. Mise tutto a tacere ingoiando una profonda boccata d'ossigeno e lo fece: chiuse quel divario.

Le labbra di Deku erano più calde delle sue, ma era normale, avendo avuto due trasfusioni di sangue aveva sviluppato la febbre e durante la sera si alzava. Morbide, rosee e anche se avevano un retrogusto di medicinali sapevano di menta, come i ghiaccioli che da piccolo mangiavano insieme sperando di trovare la card di All Might. 

Quel bacio durò pochi secondi, fu però una meraviglia inizialmente! Sì, perché improvvisamente Katsuki si senti tirare per il collo e perdere quasi l'equilibrio, con un sonoro suono spacca-timpani nelle orecchie. 

"Che… che cazzo?!" esclamò lo stesso Deku, guardandosi.

Con quel bacio era tornato coniglietto, una massa di morbido pelo verdastro, occhi limpidi e coda che si muoveva a ritmo delle sue zampette anteriori frementi. Sembrava un piccolo Iida-kun con quel baccano di rabbia! Kacchan si portò una mano dietro alla nuca, incerto. 

"Quindi la trasformazione si attiva con un bacio?" disse, prendendolo per le orecchie per guardarlo a poca distanza dal viso. Bastò uno sguardo al ventre fasciato per fargli cancellare il ghigno e farlo adagiare dolcemente nella piegatura del suo braccio. "Riproviamo e spegniamo questo coso!" riferito al monitor che controllava i suoi battiti cardiaci. Gli staccò la spina e tutto si zittì per loro fortuna, prima che venissero gli infermieri allertati ovviamente! 

Baciò nuovamente Deku ma contrariamente a quello che aveva pensato non accadde un bel nulla. Per la frustrazione Deku iniziò ad agitarsi, in un groviglio di parole e solletico sulle braccia di Kacchan con il suo pelo morbidissimo. 

"Non riesco a capire! Adesso sono nuovamente bloccato in questa forma? Accidenti!" ringhiò, afferrando la t-shirt nera di Kacchan che non sapeva che cosa dire. Ancora una volta si sentiva in colpa. "Ero convinto che fosse stato un bacio nostro a farmi diventare da coniglio a Rabbit Hero e adesso non posso tornare come prima? Cazzo!".

Un angolo delle labbra di Katsuki si contrassero in un sorrisetto insopportabile. Deku si innervosì ancora un po' muovendo velocissimo le zampette e scodinzolando. 

"Che hai da ridere?!".

"Sei dannatamente divertente quando imprechi come una donnicciola lo sai? Ah, immagino che dev'essere proprio frustrante essere un coniglietto!" sogghignò, accarezzandogli la morbida pelliccia sotto al collo. Lo fece involontariamente così come involontario fu la fusa che sentì provenire dalla gola del piccolo verdoni. Tacquero entrambi.

Kacchan sospirò e si si sedette sul letto, poggiando l'altro sul cuscino per guardarlo attentamente. Era tornato una piccola palla di pelo, chissà cosa sarebbe accaduto? 

D'un tratto il telefono di Katsuki vibrò. Lo prese dalla tasca del suo pantalone e guardò il nome e subito si innervosì, mentre Deku gli saltellava faticosamente verso la gamba. L'altro se lo tirò in grembo e guardarono il messaggio e il mittente.

"Da quando hai il numero di Todoroki-kun?" chiese ingenuamente Deku, guardandolo con un orecchio abbassato.

"Che cazzo ne so? Quello stalker di merda! Bastardo a Metà! La prossima volta gli faccio il culo!" ringhiò, rischiando quasi di surriscaldare il cellulare nella sua mano.

"Tu non sei stato l'unico mittente. Guarda sotto al messaggio, c'è Endeavor, Hawks, All Might e Beast Jeanist, oltre a Mirko-san e ad Aizawa sensei" evidenziò Deku, poggiando una zampetta sulla sua mano. Fu in qualche modo carino, tanto da far arrossire Bakugo.

"Ah, sì. Vediamo che cosa dice".

 

Sospetto Villain al Parco Katsuka, otto chilometri dalla U-A. A tutti gli Hero e Pro Hero, intervenire subito!

 

"Ma non ha senso. Perché chiamare Hero e Pro Hero per un Villain?" chiese Deku, guardando Kacchan ancora una volta. "Qualcosa non quadra!".

Katsuki aprì la bocca per dire qualcosa quando alle sue spalle un riflesso sulle vetrate lo interruppe. Fu un attimo, un vero singolo secondo prima di un'esplosione terribile, con una pioggia di vetri infranti, detriti e macchinari andati letteralmente a fuoco. Quella stanza che prima era ordinata e sapeva di medicinali era diventata in frangente un cumulo di macerie e fiamme libere. 

Per fortuna Bakugo con si era letteralmente lanciato verso la porta, sfondandola a spallate per potersi in qualche modo salvare con Deku infilato nella sua t-shirt che tremava così dolcemente, strofinandosi con le orecchie sotto al suo mento.

"Kacchan!" gridò. "Stai bene?".

Una piccola escoriazione sul braccio e un dolore intermittente alla spalla, per il resto tutto bene, per fortuna. Katsuki annuì, rimettendosi in piedi. Deku notò dal suo sguardo che i guai non erano finiti, ma che c'era anche una sagoma dove prima c'era la finestra. Fuori pioveva, si udiva il caos in tutto l'ospedale e sirene della polizia, con tanto di fumo e fiamme anche in altri piani.

L'ospedale era stato assaltato o cosa?

"Il Rabbit Hero" disse con voce grave, quasi non umana.

"Col cazzo che lo avrai, merdoso Villain!" ruggì Katsuki, con una mano protettiva sul corpicino di Deku che ancora tremava ora contro la sua spalla. "Chi sei?".

"Sono certo che il Rabbit Hero avrà già sentito parlare di me".

Non ci vollero altre informazioni per il coniglietto che per poco non si sentì mancare. Non poteva essere che quel tizio che ricordava incredibilmente All for One con un soprabito nero, una tuta da militare, stivali e una cintura con munizioni, un cappello nero con il simbolo della Croce Occulta e uno stuzzicadenti nella bocca fosse…

"Tu sei Hunter-Kane?!" espirò Deku.

"Esatto. Ho deciso di venir personalmente a fare una visita. E' stato facile ritrovarti" sorrise, allungando la mano destra.

Deku sentì d'un tratto il suo corpo andare a fuoco, il dolore al fianco crescere in un attimo e i suoi occhi colorarsi di uno scarlatto vermiglio. Non poteva muoversi, le sue ossa e muscoli sembravano essere costretti da corde durissime e fortissime e non poteva fa altro che gridare, mentre il suo pelo sembrava assumere lo stesso aspetto di uno strangolato senza pietà.

"DEKU!" gridò impaurito Kacchan, stringendolo al petto. "Lascialo stare, bastardo!" urlò scagliando una fiammata verso il nemico.

Per un attimo vide il suo volto, uno spigoloso, con una cicatrice sull'occhio sinistro e una placca di metallo sullo zigomo destro. Era inquietante, con quell'iride cremisi che brillava di malvagità. Non era così muscoloso, alto solamente eppure incuteva più paura di Gigantomachia!

"D… Detroit… Smash!".

La mano di Hunter-Kane fu come sbalzata verso l'indietro e lui dopo un attimo di sgomento la mosse su e giù compiaciuto. Applaudì perfino alla prodezza di Deku che ansimava addolorato fra le mani di Kacchan, tremando. 

"Nessuno era riuscito a rompere il mio contatto del Sangue" sillabò mellifluo, guardando poi Kacchan che ruggiva. "Forse è meglio farlo tornare un Rabbit Hero. Voglio vedere che cosa sa fare. I combattimenti mi hanno sempre entusiasmato". Schioccò le dita e una luce stavolta cremisi avvolse il corpo di Deku con un suono disgustoso e un urlo disumano da far venire il voltastomaco. 

Quando il bagliore terminò Deku era tornato normale, nudo, con ancora le bende sul corpo e l'aria stravolta. 

"Dovresti metterti qualcosa addosso, Rabbit Hero!" schernì Hunter Kane, togliendosi per un attimo lo stuzzicadenti dalle labbra come se si fosse trattato di un sigaro. 

"Deku, il tuo costume si trova nel mio zaino, l'ho lasciato fuori sul corridoio" mormorò Katsuki, senza smettere di fissare il Villain e mettendosi dinanzi all'altro.

"Avevi portato il mio costume? Perché?!" espirò l'altro, ancora dolorante.

"Non ne ho idea. Ringrazia Mirko per questo. Quella Rabbit Hero ha lo spirito più combattivo che abbia mai sentito. Mi ha dato l'idea che forse camminare con i nostri costumi pronti a tutto sarebbe stato interessante!" sillabò. "Ascolta, tu vai a cambiarti. Almeno non mostri il tuo culo nudo a cani e porci! Io lo distraggo!".

Deku non ebbe tempo per arrossire, doveva cercare di camuffare il suo corpo, anche perché non era l'ideale mostrarlo a tutti. Kacchan era teso, il ghigno sulle labbra nascondeva la rabbia che cresceva sotto la pelle. Si sentiva vibrare e conosceva molto bene quella sensazione: adrenalina mista a lieve senso di impotenza. Riconosceva che quell'essere aveva una forza incredibile, quell'occhio bruciava di vendetta. L'inferno era appena stato aperto. 

La stanza continuava a bruciare, l'aria era irrespirabile, il caldo insopportabile ma per un focoso come Katsuki questo era uno scenario favorevole. Con maggior sudore il suo corpo sarebbe stato più rapido e forse avrebbe avuto maggiori possibilità di vittoria. 

Eppure non fu così. In uno sbattito di palpebre il Villain sparì, facendo sussultare il biondo e drenare via tutta la sua speranza. I suoi sensi lo allertarono: riuscì a parare un calcio con l'avambraccio sinistro ma non riuscì a contrastare il dolore alla schiena quando si ritrovò schiantato nella parete che era rimasta miracolosamente intatta.

Bakugo sputò un grumo di saliva, cadendo a carponi sul pavimento. Gli facevano male i polmoni, la sua vista era sbiadita e ora sì che la sentiva… la Paura. Intanto Hunter-Kane era fieramente irto in piedi, con le braccia aperte e un ghigno insopportabile sulle labbra. 

"Rimettiti in piedi. Hai una bella forza. Dimostramela, Hero".

Bakugo lanciò un urlo di guerra, portandosi immediatamente verso di lui con un gancio frontale destro, l'altro lo schivò con una rapida inclinazione del capo. Ancora piroettò alle sue spalle, gli prese un braccio e con l'altro gli tenne ferma la gola. 

"Chi è che ride, adesso, eh?!" ringhiò il biondo, cercando di trattenerlo eppure l'altro non stava opponendo resistenza. Si mise perfino a ridere. "Chiudi la bocca!".

"Sai, la gioventù è una gran bella cosa. Puoi permetterti il lusso di essere impulsivo e il tuo corpo risponde bene a quello che vuoi fare".

Bakugo non comprese il significato di quelle parole, ma non mollò la presa. Sentiva che quell'essere stava architettando qualcosa. Era la calma prima della tempesta.

"Kacchan!".

Come una speranza voltò lo sguardo sorpreso verso l'entrata della stanza: Deku si era messo il costume, proteggendo solo la parte inferiore, tenendola sorretta con un nodo alla vita. Aveva i piedi nudi, il torace coperto dalle bende e lo sguardo più determinato che avesse mai mostrato.

"Vattene via da qui!" ringhiò Katsuki.

Ma l'altro non lo ascoltò, il suo corpo si illuminò con il One for All al venti per cento: scattò in una corsa a quattro zampe, non ebbe bisogno di dire a Katsuki di allontanarsi, bastò uno sguardo fugace e Deku poté concludere con un calcio incredibile che Hunter-Kane non riuscì a parare e fu scaraventato oltre la finestra, cadendo nei piani inferiori.

Deku ansimò, portando una mano al fianco dove cominciavano a colorarsi di rosso. Lo sforzo aveva riaperto la ferita e adesso aveva male dappertutto, perfino la gamba gli doleva molto. Sentì Katsuki fargli da supporto, portandogli amorevolmente il corpo vicino a lui, una gamba vicino al suo inguine, gli occhi puri e vogliosi.

"Kacchan…" sussurrò, abbracciandolo forte. 

"Dobbiamo andare via da qui. Dubito di quel Villain si sia fatto sconfiggere per così poco" disse, accarezzandogli i capelli dolcemente, portandoseli sotto al naso. "Che cos'era quella corsa strana?".

"Da quando sono Rabbit Hero il mio corpo si comporta in modo strano quando uso l'One for All" spiegò Deku, sentendosi venire meno. "Sono un po' stanco.. Kacchan..".

Il tempo di aprir bocca che il corpo del verdino brillò di verde e ritornò un batuffolo peloso.

"Non ci siamo baciati!" sbottò il biondo, raccogliendolo in braccio e prendendo anche la sua calzamaglia. "Dobbiamo andar via, qui crolla tutto!".

 

Hunter-Kane sorrideva all'ombra di un vicolo, guardando l'ospedale venir sempre più avvolto dalle fiamme. Gli Hero dai Quirk acquatici non riuscivano a gestire l'incendio ma almeno i pazienti erano salvi, tutti portati ai piani inferiori o all'esterno da altri Pro Hero e la polizia. Aveva fatto un ottimo lavoro, era anche riuscito a rubare una goccia di sangue e della saliva dal Rabbit Hero.

"Eccellente. Ormai il suo Quirk, il suo One for All mi appartiene. E' solo questione di tempo prima che il suo corpo ne perda completamente l'utilizzo. E' stato un vero affare trattare con quell'uomo. Io avrò il mio sogno realizzato lui il suo". 

Fece quattro passi indietro, prima di scomparire completamente nel buio, esattamente così com'era venuto. Nella sua mano giaceva una parte delle bende di Deku. Aveva tutto quello che gli serviva. Ora doveva solo sbrigarsi…

 

Poco prima…

 

"Ehi, ho ricevuto uno strano messaggio. Mi dice che è da parte di Shoto" disse Mirko-san, mostrando il suo cellulare a Hawks, Best Jeanist e All Might che sedevano nell'area di conferenza dei Pro Hero nell'Agenzia di Endeavor.

La porta alle loro spalle si aprì, fecero capolino i due assistenti dell'attuale Number One Hero, suo figlio Shoto e lui, il focoso Endeavor.

"Impossibile. Perché anche io ho ricevuto lo stesso messaggio" informò atono il ragazzo bicolore, alzando il suo cellulare.

"Dobbiamo rintracciare il segnale, potrebbe essere una trappola" commentò Hawks.

D'un tratto il cellulare di All Might si illuminò: era una chiamata in arrivo. Lesse "Gran Torino" e si scusò per poter rispondere, senza però lasciare l'enorme stanza che ricordava molto quella di un Presidente. Tutta in radica di noce, con grosse vetrate, un enorme tavolo lungo e tende scarlatte.

"Maestro!" disse subito All Might, acuto. 

"Yagi, ho ricevuto uno strano video da una mail sconosciuta. Sinceramente non so chi me l'abbia mandato ma le immagini fanno accapponare la pelle. Te lo mando. Izuku Midoriya è stato dimesso dall'ospedale?".

"No, Maestro. Era ancora in convalescenza, la ferita era troppo grave".

"Dovresti correre da lui, ho un brutto presentimento".

"Hai, sensei.." concluse il buondo ex Number Hero, chiudendo la chiamata. 

Nell'attimo in cui arrivò il video, prontamente lo inviò a tutti i presenti e il gelo piombò nella stanza. L'inquadratura amatoriale mostrava delle esplosioni sui piani medi di un ospedale, poi un'esplosione a una finestra. Le urla delle persone che imploravano aiuto facevano da sottofondo. Poi un messaggio comparve a dissolvenza: "Sospetto Villain al Parco Katsuka, otto chilometri dalla U-A. A tutti gli Hero e Pro Hero, intervenire subito!".

E poi una sorte di voce oscura prima che il video si fermasse. All Might lo fece riprodurre vicino all'orecchio per diverse volte ma non riuscì a capire nulla.

"Ma che razza di video è mai questo? Sembra un attentato!".

Endeavor fece segno ai suoi sottoposti con un cenno del capo per poter radunare altri Pro Hero e andare a controllare al parco Katsuka. Se c'era un fondo di verità allora bisognava intervenire. I due annuirono e lasciarono la zona.

"Beast Jeanist, pensi che dovremmo andare a controllare laggiù?" chiese svogliatamente Hawks.

L'altro si passò le mani sulla chioma bionda e annuì: "Sai, stavo pensando la stessa cosa".

"Io rimango con All Might. Quell'ospedale non so perché ma ha qualcosa di familiare!".

Nel riguardare le immagini il cuore di All Might ebbe un battito in meno. Quell'ospedale sì che aveva qualcosa di familiare! 

"Midoriya Shonen è ricoverato lì!" esclamò.

Mirko assottigliò lo sguardo, le lunghe ciglia le oscurarono la visione poi fece un cenno e corse immediatamente fuori, anche lei era preoccupata per il suo nuovo pupillo. Yagi rinfoderò il cellulare nella tasca del suo pantalone e la seguì, forse era questo il presentimento negativo di Gran Torino?

 

"Ehi, tu!".

Katsuki si fermò allertato da una voce preoccupata. Gli si avvicinò un medico che aveva parte del viso insanguinato, il fiato grosso e la paura negli occhi. Gli prese il braccio sinistro e lo controllò. 

"Sei ferito. Vieni, ti medico il braccio. Da dove vieni? Dai piani superiori?" domandò, poggiandogli una mano sulle escoriazioni e le varie bruciature sul braccio dove aveva preso anche a spallate la porta della stanza di Deku. Si levò un piacevole tepore e una luminescenza dorata dal palmo. Era un Quirk rigenerativo. "Quel coniglio da dove viene?"

"E' il mio coniglio" disse con un leggero spolvero di imbarazzo. "Ma è ferito". 

"Gli darò un'occhiata. Intanto il tuo braccio è guarito. Metti il coniglio fra le tue mani" istruì con un sorriso bonario. Fece la stessa operazione ma stavolta con entrambi i palmi vicini sul corpicino di Deku che dormiva con il respiro un po' incostante.

"E' ferito. Ha uno squarcio al fianco e una leggera slogatura alla zampa inferiore. Con queste cure dovrebbe star meglio, ma è meglio che lo porti da un veterinario. Non vorrei che peggiorasse. La sua temperatura è anche abbastanza calda per un coniglio".

Katsuki fece schioccare la lingua contro i denti in un blando tentativo di tenere sotto controllo un'intera sfilza di bestemmie. Era così incazzato che gli faceva male lo stomaco. 

"Puoi andare" gli disse.

Katsuki annuì con un cenno del capo, ringraziando, mentre si stringeva al petto il suo batuffolo e lo superava lentamente. Perché sì, ormai gli piaceva pensare che Deku fosse suo e di nessun altro.

"Vengo dalla stanza 711. Ai piani superiori non c'era nessuno oltre me" disse, senza voltarsi.

"Ma è dove si trova il kohai di Mirko e All Might!" esclamò il dottore. "E' ancora lì?".

"No. E' scappato" mentì, ma qualcosa gli parve strano. Nessuno sapeva che Deku era il pupillo di entrambi i Pro Hero. Quando si voltò per chiedere spiegazioni rimase allibito: il dottore non c'era più, così come le ferite al suo braccio.

"K… Kacchan…" biascicò assonnato Deku, strofinandosi un occhio. "Sono stati tratti in salvo? Tutti? Hanno salvato gli ammalati dell'ospedale?".

"Dormi, Deku. Al resto penseranno i Pro Hero" mormorò Katsuki, accarezzandogli il musetto con un dito.

Quando si ritrovò finalmente fuori da quel posto fu accolto da uno sciame di giornalisti, elicotteri che cercavano di spegnere l'incendio sul letto, ambulanze con stazioni mediche pronte a dare aiuto ai feriti o a chi aveva bisogno di aiuto. Pro Hero di altre agenzie che davano ordini ben precisi per ristabilire l'ordine. L'aria sapeva di zolfo, con strascichi di sangue ma c'era qualcosa che non quadrava. 

L'attacco di Hunter-Kane, quel dottore folle, il messaggio sul cellulare… troppi indizi e nessuna traccia da seguire. Si sentì per un attimo osservato ma stanco qual era lasciò correre. Non era in vena di continuare a essere all'erta.

"Non so perché sono tornato un coniglio" mormorò Deku, rabbrividendo un po'. "Come posso proteggere gli altri?".

"Preoccupati prima di te, Deku. A proteggerti posso farlo io!" commentò Katsuki, con un ghigno.

L'altro espirò sollevato, cercando di mettersi seduto. "Come facevi da piccoli, ti ricordi?".

Il biondo tacque, per la seconda volta, come un deja-vu, percepì qualcosa di strano: un brillio rosso proveniente dall'oscurità di un vicino poco lì vicino.

"Kacchan!" urlò Deku: "Lanciami! Lanciami più forte che puoi!".

Il suo corpo si mosse da solo, ma non lo voleva fare, non sapendo che quel piccolo batuffolo era già malandato di suo. Maledetto il suo forte senso della giustizia! Potè vedere a rallentatore la mano afferrarlo e scaraventarlo verso quel buio oscuro. Il corpo di Deku sprizzava scariche elettriche, per un attimo non udì nulla, poi un "Carolina Smash" e nulla.

Il brusio della folla si fermò, per Katsuki fu come una doccia fredda. Se non era arrivato alcun boato, poteva significare solo che…

"DEKU!" chiamò, correndo rapidissimo verso quel vicolo e rimase gelato sul posto. Deku era vicino a un portale nero, bordato di viola con il corpo teso. Si affrettò a raggiungerlo, raccogliendolo in braccio. "Che cosa è successo?" chiese perplesso.

Da quel portale si sentiva del vento freddo.

"Quando mi hai lanciato, un'ombra non ha potuto sparare chissà cosa e si è aperto questo portale. Ma non si può attraversare".

"Come non si può attraversare?" chiese Katsuki, allungando una mano. Questa si piegò come appoggiata contro una superficie solida. "E' finto questo portale?".

"Credo che quell'ombra abbia utilizzato il suo Quirk per renderlo inaccessibile. Chissà se sparirà oppu-".

Neanche il tempo di dirlo che quell'informa ammasso corvino svanì come assorbito dal muro. Questo era anche troppo da gestire!

Il cellulare del biondo vibrò: c'era una chiamata in arrivo e si affrettò a rispondere.

"Bakugo Shonen!".

"All Might…" fece l'altro guardando ancora il muro dinanzi a sé.

"Midoriya? Ho visto un video e-".

"L'ospedale è stato assaltato. Io e Deku abbiamo affrontato Hunter-Kane ma ci è sfuggito" tagliò corto il ragazzo. 

"Veniamo a prendervi, lui sta bene?".

"E' tornato ad essere un coniglio… un po' ammaccato ma sta abbastanza bene" raccontò chiudendo la chiamata.

"Non possiamo dire della mia trasformazione, ovvero il motivo" espirò Deku, mentre l'altro lo guardava perplesso. "Io stesso fatico a capire cosa la inneschi".

Katsuki non rispose, in realtà era abbastanza confuso anche sui suoi sentimenti. Alzò lo sguardo verso il cielo, il blu era sporcato da nuvole dipinte di rosso acceso, qualcosa gli diceva che il peggio sarebbe dovuto ancora arrivare...

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Capitolo 5
*** Il Volto del Nemico si rivela! (Parte II) ***


Angolo della Quirkless

Saluti, popolo del fandom di MHA! Eccomi qui con un nuovo capitolo di questa storia che mi sta proprio prendendo! Voglio come sempre ringraziare chi legge e recensisce, è molto importante conoscere un parere! Detto questo, Enjoy!



 

Erano trascorsi esattamente tre giorni da tutta quella faccenda e del dottore misterioso descritto da Bakugo neanche la più piccola traccia, era come se negli Albo dei Medici quel tipo dall'aria gentile non fosse mai esistito. Di Deku si era invece saputo che si era improvvisamente risvegliato coniglietto e a quanto pare tutti erano parsi piuttosto convinti da questa descrizione. 

Per il momento, si continuava a fare ricerche sul piccolo batuffolo che era in un piccolo laboratorio con Recovery Girl e All Might. Entrambi avevano un volto torvo e puntato sui due monitor dove emettevano dei dati in continuazione e grafici dai colori brillanti.

Deku era dolcemente appoggiato su un alto piedistallo, un cuscino sotto i suoi piedi e tre elettrodi poggiati sulla sua fronte, petto e infine quella ferita che ancora ardeva come il fuoco.

"I valori sono tutti piuttosto normali, eccetto uno" evidenziò Recovery Girl, dopo un lungo silenzio. Puntò un dito esile su un grafico a torta color rosso. "C'è un bassissimo livello di serotonina nel suo sangue. Essa è un neurotrasmettitore sintetizzato nel cervello e in altri tessuti. Serve per controllare l'appetito, motilità intestinale, è anche comunemente chiamato ormone della felicità, agisce su arterie e pressione sanguigna".

"E cosa comporta una diminuzione di questa serotonina?" chiese preoccupato All Might.

Recovery Girl stampò presto il risultato e si voltò verso i due che ironicamente avevano la stessa espressione curiosa. Sospirò, la gracile donna, ponderando bene cosa dire.

"Chi possiede un Quirk, un abbassamento ingente della serotonina porta a una sempre più minore esercitazione del potere, fino alla totale assenza ma non solo! Depressione, attacchi di panico, ansia e disturbi depressivi sono alcuni dei problemi che potrebbero insorgere".

Per Deku fu come una doccia gelata sul corpo. "In pratica mi sta dicendo che potrei non avere più il mio Quirk?!".

Recovery Girl annuì, facendogli poi una piccola carezza sul corpicino. Decise di staccargli quegli elettrodi, quello che le interessava lo aveva trovato, peccato non dire lo stesso del meccanismo capace di trasformare da coniglio a Rabbit Hero. 

"Ti prescriverò delle medicine, così possiamo andare a evitare che ciò possa accadere. Tranquillizzati, Midoriya. Troveremo una soluzione".

"E' tutta la vita che mi dicono che si troverà una soluzione e questa puntualmente non arriva! Posso anche distruggermi il corpo, raggiungendo un obiettivo dopo l'altro e improvvisamente tutto mi rema contro! Io sono stanco di aspettare!" urlò improvvisamente Deku.

Improvvisamente una luce verdastra lo avvolse: durò pochi istanti ma fu abbastanza da far rimanere sconvolti i due presenti. 

"Midoriya Shonen!" esclamò All Might. "Guardati!".

Deku ora aveva il fiato grosso, si sentiva terribilmente stanco e dolorante ma non riusciva a credere che fosse diventato nuovamente Rabbit Hero. La sua pseudo-felicità fu presto cambiata in un ennesimo fallimento. Si sentì mancare e di nuovo si ritrovò ritrasformato in un piccolo coniglio.

Troppo stanco per alzarsi, fu All Might a prenderlo amorevolmente tra le mani, offrendogli una piccola carezza al morbido pelo.

"Non volevo…" mormorò piano. "Scusatemi… All Might, Recovery Girl… non avevo intenzione di dire quelle cose…".

"Va tutto bene, Midoriya. Considerando la tua serotonina bassa non mi sono affatto sorpresa del tuo scatto di ira. Ho menzionato che essa è l'ormone della felicità e qui di felicità io non ne vedo traccia" sorrise la donna, infilandosi la mano in tasca per dargli alcune caramelle gommose alla frutta. "Mangiale, caro. Riprendi un po' di energia".

"Non è che la trasformazione in Rabbit Hero si attiva a seguito di una forte energia?" domandò improvvisamente All Might.

Recovery Girl riprese posto, ponderando attentamente ciò che aveva visto. "Potrebbe. Ma sono più propensa a pensare che siano le emozioni più forti a giocare un ruolo importante. Poco prima, Midoriya era molto frustrato, immagino che abbia innescato ciò la trasformazione ma essendo stato pressoché un istante è tornato un coniglio".

Deku chinò le orecchie visibilmente sconfortato.

"Non ti rammaricare, giovanotto! Neanche io sono proprio certa della mia supposizione. Però posso ancora cercare di scoprire di più attraverso il tuo sangue. Ti darò alcune pasticche che dovrai prendere tre volte al giorno, dopo i pasti principali. Ti aiuteranno e se puoi mangia molto cioccolato".

 

Le labbra di Kacchan che stringevano un cuore al cioccolato, mentre glielo avvicinava alle labbra e il calore dei loro fiati che lo scioglievano unendoli in un casto bacio…

 

Deku si sentì avvampare completamente! Ancora una volta gli era venuta in mente un'immagine non troppo pura. Perché continuava a pensare al biondo focoso? E perché in atteggiamenti fin troppo intimi? Si sentì talmente in imbarazzo che si tirò le orecchie sul viso, battendo una zampetta velocissimo sulle mani di All Might.

"Midoriya Shonen? Che succede?" domandò preoccupato.

"Nulla, All Might. Pensavo che è talmente imbarazzante trasformarsi in Rabbit Hero e non avere vestiti!".

"Prova ad andare nella sezione Supporto-Hero.. sono sicura che una tua amica riuscirà a risolvere questo inconveniente, giovanotto" sorrise Recovery Girl, anche se tuttavia con un'espressione di chi la sapeva lunga.

"Grazie, Recovery Girl" sorrise infine Deku, mentre All Might prendeva il flaconcino di pasticche bianche e lasciava il laboratorio.

"Prendiamo un tè insieme, Midoriya Shonen" propose improvvisamente Yagi, senza però guardarlo. 

Aveva un'espressione molto perplessa, vista in rare occasioni. Deku annuì senza emettere parola, qualcosa gli diceva che probabilmente All Might aveva qualcosa di importante da dirgli. 

Izuku non era molto sicuro ancora dei suoi sentimenti, come aveva detto Kacchan era tutto così nuovo. Era passato dal venerare il suo amico d'infanzia ad avere paura perché costantemente bullizzato per essere nato senza Quirk e ora, dopo diverse battaglie e occasioni per stare insieme tutto si stava ammorbidendo. 

Guardò nuovamente All Might che proseguiva verso l'aula dove era solito sedersi e contemplare in silenzio tutti gli avvenimenti più importanti: chissà lui che cosa ne pensava dell'amore. Sopratutto di amore fra due ragazzi. Ebbe un brivido lungo la schiena, il suo pelo si alzò leggermente tanto che si mise in piedi con le orecchie tese.

"All Might, aspetta" disse in un sibilo, spostando gli occhi da una parte all'altra con circospezione. Non era la prima volta che avvertiva quel brivido, esattamente come in quel sogno. "C'è qualcuno che ci sta osservando".

L'altro, tuttavia, non percepiva nulla, se non un po' di quella stanchezza da troppo stress mentale. Midoriya non era un ragazzo che diceva bugie, gli credeva. Se solo avesse potuto udire anche lui il più piccolo dettaglio! Rimpiangeva il suo debole corpo senza Quirk.

Izuku annusò l'aria, rimase in allerta per diversi minuti, poi si rilassò. Qualunque cosa fosse era scomparsa, non percepiva più nulla, il disagio era completamente scomparso. Si voltò verso All Might e sorrise appena, l'altro annuì comprendendo che potevano finalmente andare a prendere una buona tazza di tè.

 

"Vorrei proporre un allenamento per riuscire a controllare questa trasformazione, Midoriya Shonen".

Deku un po' lo sospettava che il suo mentore avesse deciso di stilare un programma di "allenamento" come inizialmente per farlo diventare suo successore, in circa dieci mesi. 

"Certo, All Might. Sono d'accordo. Anche se questa ferita al fianco mi sta molto rallentando…" ammise l'altro, poggiando una zampetta sulla benda alla pancia. "Quel morso non mi ha provocato danni al Quirk, piuttosto è stato come cannibalismo. Se non avessi avuto l'One for All…" mormorò, per poi guardarlo con un sorriso triste. "… sarei sicuramente morto".

"L'importante è che tu sia qui, ragazzo. Il programma di allenamento che intendo proporti è semplice: capire le emozioni che albergano nel tuo cuore" spiegò calmo All Might, versandogli del tè in una minuta tazzina trasparente. 

Deku era sbiancato ma con tutto quel pelo non fu possibile notarlo, eccetto la sua espressione più che meravigliata, beh, scioccata. 

"E… emozioni?" balbettò, muovendo rapidissimo le zampine superiori.

"Abbiamo visto da Recovery Girl che un picco di rabbia può forzare la trasformazione da coniglio a Rabbit. Potrebbe servirne un'altra per riportarti un coniglietto" pronunciò ancora il biondo, guardandolo con dolcezza.

"Che cosa intendi, All Might?".

"Purtroppo non so rispondere alla tua domanda, Midoriya Shonen. Temo che dovrai trovarla da solo" espirò Yagi, sorseggiando il caldo tè, mentre fuori la finestra si annuvolava. Era il quarto temporale in tre giorni, l'aria si era notevolmente rinfrescata. "La prima volta è stato il contatto con Bakugo Shonen a trasformarti in Rabbit Hero. Tolto il potere di quel tale, Hunter-Kane, sempre con lui sei tornato un coniglio. Suppongo che il collegamento debba trovarsi in questi anelli di catena".

Deku sentì improvvisamente la gola farsi secca e il cuore martellargli nel piccolo petto. All Might aveva già intuito qualcosa? 

"All Might" chiamò debolmente, deglutendo. "T… tu s… sei mai stato innamorato?".

Ma che cosa gli aveva appena chiesto? Non potendo controllare le sue emozioni divenne improvvisamente talmente rosso e imbarazzato da coprirsi adorabilmente con le orecchie. 

Una risata genuina gli arrivò dal suo mentore come risposta. "Certo, Midoriya Shonen. Prima o poi l'amore bussa anche al più impavido dei cuori. Tuttavia…" disse, per poi diventare cupo e giocherellare con la tazza nella sua mano. "… per un Hero è difficile scindersi tra amore e lavoro. Salvare le persone non ti permette di avere una relazione stabile. Un Villain potrebbe usarlo come vantaggio contro di te".

Deku abbassò le orecchie, come sconfortato. In realtà, non sapeva neppure il motivo di quella sensazione. Percepiva un po' di tristezza dal biondo che si era perso a fissare il tè con lo sguardo azzurro.

"L'amore è un sentimento puro, può darti una grande forza nei momenti più terribili. Non importa in che forma si manifesti, è sempre un sentimento" continuò, guardando il giovane Deku che ponderava la risposta più equa. "E tu? Sei mai stato innamorato?".

"Non credo di saperlo, All Might" ammise sconsolato il coniglietto, senza guardarlo. "Ero convinto che quell'amicizia sarebbe rimasta tale per tutta la vita, o quasi, solo che non ne sono più sicuro. Non so che cosa sia l'amore, ma quando sono nelle sue vicinanze è come se tutto assumesse una sfumatura diversa. Ci penso spesso, forse sono io che sto rischiando di distruggere quest'amicizia… eppure i suoi occhi sembrano riflettere i miei stessi pensieri" ammise ancora, attento a non usare il nome di Katsuki. "Preferisco non pensarci per ora".

"Qualunque decisione prenderete, alla fine saprete quale sarà quella giusta" concluse All Might, facendogli una dolce carezza sui ciuffetti ribelli alla base delle orecchie.

"Grazie del tè, All Might. Se non ti dispiace, vorrei ritirarmi nella mia stanza per studiare".

"La tua guarigione potrebbe ultimarsi tra tre mesi, ma non abbiamo tutto questo tempo. Vediamo di fare una restrizione del tempo. Lunedì prossimo inizieremo ad allenarci. Dovresti parlarne anche con Bakugo Shonen".

"Vuoi che Kacchan ci segua?" domandò curioso Midoriya.

"La sua forza è necessaria. Le emozioni non hanno segreti per lui, almeno quelle più esplosive" commentò ironicamente il biondo, aiutandolo a scendere sul pavimento. Gli aprì la porta, chiedendogli silenziosamente di fare attenzione.

Quando Izuku vide la porta chiudersi alle sue spalle emise un sospiro pesante. Gli era parso come se All Might avesse capito che l'oggetto dei suoi sentimenti era proprio Katsuki. Decise di non pensarci, aveva già abbastanza problemi da tener conto. 

"Oi!".

Quella voce squillante, a tratti burbera… possibile che alle sue spalle ci fosse…? 

Deku si voltò, come aveva intuito Katsuki era proprio dietro di lui, con le mani nelle tasche dei pantaloni e la tuta blu di addestramento. 

"K… Kacchan!" cinguettò felice l'altro, muovendo rapidissimo le zampette.

"Stiamo andando ad allenarci. Aizawa mi ha chiesto di venirti a prendere. Non puoi continuare a saltare le lezioni, nerd!" disse, accovacciandosi dinanzi a lui con un sorrisetto quasi antipatico. "Ferite o non ferite oggi ti devo fare il culo!".

Deku sospirò sconfitto ma lasciò correre. Ormai stava rischiando di rimanere indietro con tutta la questione della sua trasformazione, ferite, Villain e fiale trasparenti. Anche se la ferita gli doleva voleva assolutamente tentare di riprendere in mano la sua vita. 

"Midoriya!" si sentì poi chiamare dall'altra parte del corridoio. La ragazza dai capelli rosa e gli occhi onice era eccitatissima a tal punto che più una corsa saltellava.

"Hatsume Mei!" esclamò Deku, curioso di vederla.

"Avevo sentito che avessi bisogno di un supporto e in questi giorni, stando a quello che ho ottenuto come informazioni top secret, mi sono presa la libertà di costruirti qualcosa che devi assolutamente provare!".

Che fosse stata Recovery Girl a chiederle di farlo, come aveva stranamente ascoltato nel laboratorio? No, l'eroina anziana non si prestava a queste cose, difficilmente lasciava anche l'infermeria. 

"Sei una maledetta stalker, lo sai?" ringhiò Katsuki, prendendo in braccio il piccolo Deku. "Lui viene con me, dobbiamo allenarci. Non c'è tempo per le tue fesserie!".

"Ah, ma sono certa che a Midoriya farà piacere avere un item in grado di evitargli figuracce durante le sue trasformazioni!".

Katsuki si sentì quasi gelare il sangue nelle vene: chiunque lasciasse trapelare informazioni poteva rappresentare un pericolo. 

"D'accordo, Hatsume-san… vengo a vedere".

"Può venire anche il tuo amico. Così sarà anche lui a prendersi la ramanzina del ritardo da Aizawa-sensei!" commentò ironica la rosa, mostrando il pollice.

"Che cazzo hai detto, maledetta?!" ruggì il biondo, il suo viso mutato in una sorte di espressione da tsundere pazzoide.

La ragazza fece loro strada fino al suo amatissimo laboratorio che come al solito era zeppo di cianfrusaglie e qualche segno di esplosione sulle mura. Sembrava fosse sola.

"Eccolo qui" indicò poi, avvicinandosi a un piedistallo con su un soffice velluto scarlatto. "Non è meraviglioso, il mio baby?".

"Che cos'è esattamente?" domandò Deku, ovviamente curioso.

Era una sorte di piccolo orecchino, molto simile a un anello da piercing. Era dorato, con un piccolo sensore verdastro su una piccola pietra incastonata su. 

"Per evitare situazioni imbarazzanti, con questo orecchino potrai usufruire di cristalli disciolti che ti camufferanno il corpo in una luminescenza intensa della durata di due ore. Ho pensato che tu che sei forte e anche veloce potrebbe esserti utile!" spiegò Mei, prendendo Deku tra le braccia di Kacchan senza alcun preavviso. Ignorò il ringhio di avvertimento che ricevette per quel gesto, preferendo poggiare il piccolo sul piedistallo e inserirgli l'orecchino all'orecchio sinistro.

"Sul sinistro rende meglio. La concentrazione e il rilascio sono molto più efficaci" disse. "Ecco fatto. Fai un tentativo".

"Mi dispiace tanto, Hatsume-san… purtroppo non so ancora controllare la trasformazione. Però quando accadrà te lo farò sapere!".

"D'accordo, Midoriya, sarò in trepidante attesa. Potete andare, devo ritornare a lavorare sui miei babies!" esclamò spingendoli praticamente fuori la sezione.

"Ma tu guarda!" bofonchiò Katsuki, guardando poi Deku e il suo nuovo orecchino. "Sei strano da vedere".

"Tu dici? A me non ha fatto neanche male! Hatsume Mei è un genio, non c'è che dire!" sorrise l'altro, cercando di risalirgli il braccio e successivamente sedersi sulla spalla. "Però anche tu non sei affatto male. Ti stai prendendo veramente cura di me".

Kacchan arrossì un po' ma non disse nulla.

 

"Siete in ritardo".

Cazzo! Aizawa era veramente terrificante quando metteva in mostra il suo potere, con quegli occhi scarlatti e i capelli fluttuanti verso l'alto. 

"Mi dispiace, Aizawa-sensei! Ho costretto io Kacchan a seguirmi verso la sezione Supporto-Hero per questo prototipo di Hatsume Mei!" esclamò immediatamente Deku, abbassando le orecchie.

Aizawa assottigliò lo sguardo poi sospirò e si mise a braccia conserte. "Per adesso allenatevi sui vostri punti deboli e affinateli, fateli diventare punti di forza" disse, spostandosi di lato. "Midoriya appena senti dolore fermati. Non possiamo rischiare di riaprire la ferita".

"Hai!" esclamò il piccolo, scendendo dalla spalla di Katsuki per correre velocemente verso il gruppetto di Iida, Todoroki, Kirishima e Kaminari che sembravano discutere su qualcosa.

"Tienilo d'occhio, Bakugo" mormorò improvvisamente Aizawa, guardandolo acutamente.

"Lui è forte, non ha bisogno di una balia".

"Stanno accadendo cose strane al liceo, ultimamente. Ne parleremo anche in classe. Ma c'è una possibilità che quel Villain che vi ha attaccati in ospedale potrebbe ricorrere a loschi trucchi per arrivare a Midoriya" concluse Aizawa, ritirandosi verso Jiro, Momo e Sero che avevano il fiato grosso per aver utilizzato troppo il Quirk.

Era la prima volta che Aizawa dimostrava preoccupazione per qualcosa. Sembrava di vivere in un mondo parallelo; avrebbe tenuto comunque un occhio sul suo morbido Deku. Non c'era neanche bisogno di chiederlo.

"Oh, Midoriya!" cinguettò Kirishima, offrendogli la mano per farlo salire. "Accidenti, quant'è morbido il tuo pelo!".

E il sangue fredo di Bakugo iniziò a ribollire per quella scena.

"Grazie!" sorrise l'altro. 

"Stavamo giusto parlando di una cosa strana che è accaduta ieri notte" iniziò Denki, perplesso.

"Mina e Aoyama hanno detto di aver sentito una presenza strisciare fuori le loro camere, ma quando sono andati a vedere non hanno trovato né visto nessuno" raccontò Iida.

"Ho visto un'ombra invece" mormorò cauto Shoto, guardando Deku che era preoccupato sempre di più. "Si stava dirigendo verso la tua camera, ma quando ho acceso un fuoco mi è sfuggita. Sembrava mormorare qualcosa ma non ho capito neanche che lingua fosse".

"N… nella mia camera?" balbettò il coniglietto.

"E' una presenza che ti mette i brividi. Anche io l'ho percepita e non mi è piaciuta neanche un po'" confermò Eijiro, accarezzando distrattamente i capelli e le orecchie di Deku. "Per questo stai attento. Dovresti dormire con uno di noi, magari a turno, perché queste presenze sono state registrate in prossimità della tua stanza".

"Midoriya puoi dormire da me, c'è spazio" provò Todoroki, con una gentilezza infinita.

Deku non sapeva che dire, quando un ringhio alle loro spalle li fece smettere di parlare. Katsuki era roso di rabbia.

"Ehi, Baku-bro! Hai sentito anche tu dell'ombra misteriosa?" chiese improvvisamente Eijiro. 

"No. Secondo me è solo frutto delle vostre mentalità da comparse!".

"Ehi, non è molto carino da parte tua!" rimbeccò Denki, con un broncio.

"Ti sbagli, Kacchan. Non sono sogni. Quella presenza c'è stata anche quando ero con All Might" ammise il piccolo. "Dobbiamo allenarci, però. O il professore potrebbe essere severo".

Decisero di seguire quel consiglio, era abbastanza inquietante avere degli occhi sul collo...

 

L'oscurità era la sua regina, la sua sovrana prediletta. Le sfumature del nero misto al viola di esperimenti avevano sempre avuto il potere di rassicurarlo e alimentargli la voglia di continuare a cercare risposte e verità. 

Non gli importava che quello in cui aveva messo radici era una vecchissima sala macchine di una vecchia sezione dei binari che gli Shinkaisen avevano percorso fino a trent'anni prima. L'aveva trovato un giorno vagando nell'oscurità e gli era sembrato una miniera d'oro.

C'erano diverse luminescenze magenta provenienti da capsule incastonate nel muro, collegate ad alcuni computer dalle ampie console ricche di bottoni e tasti bianchi. I dati che emergevano erano sensazionali.

"Questo potere non è un Quirk comune. Racchiude quasi sette DNA differenti. Se sfruttato alla piena potenza potrebbe permettere il dominio su qualcosa che va ben oltre quello che siamo abituati a vedere".

La voce che aveva parlato era rauca, impregnata di interesse e voglia di vendetta. Bassa, profonda, da far accapponare la pelle.

Un sibilo catturò la sua attenzione. Da una macchia nera sul pavimento si innalzò un'ombra con un unico occhio rosso. Dal suo corpo sbucò una mano e una fiala.

"Hai raccolto quello che ti avevo chiesto? Eccellente" sorrise, svuotando il contenuto su un microscopio. Era un capello verde acqua che galleggiava in tre gocce di sangue fresco. "Con questo materiale, la mia ricerca potrà progredire rapidamente, appena la fiala sarà completa, il suo Quirk inizierà ad essere trasferito a me".

Una risata sinistra si levò, riverberando. Hunter-Kane era raggiante: un passo importante, un altro più vicino alla realizzazione del suo sogno...

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Capitolo 6
*** Il Volto del Nemico si rivela! (Parte III) ***


Angolo della Quirkless

Eccomi qui, nuovo capitolo un po' più ricco del solito soprattutto di dettagli. Ringrazio sempre chi legge e recensisce, anchi chi non lo fa. Per il resto, Enjoy!




 

Deku non riusciva a dormire, anche se ormai era notte fonda.

Chissà come era silenziosamente entrato nella stanza di Kacchan e si era accucciato sul suo cuscino, senza destarlo dal suo sonno profondo. Curiosamente, dopo quindici minuti si era poi ritrovato abbracciato come un peluche e il fiato caldo e costante alitargli in un orecchio, scompigliando i peli morbidi dei capelli e del suo corpo minuto. 

Non sapeva se era stata una grande idea, ma dopotutto quello che aveva sentito dai suoi compagni, ricordando anche la sgradevole sensazione di quell'ombra nemica aveva trovato inquietante rimanere nella sua stanza.

"Non riesci a dormire…?".

La voce assonnata e calda lo fece gelare. Kacchan allora si era accorto della sua presenza, chissà quando poi, e non aveva proferito nulla? Era sogno o realtà? Tutto stava cambiando in meglio ultimamente, da quando entrambi avevano deciso di coltivare quel sentimento nuovo e piacevole senza destar sospetti.

"No" ammise l'altro, guardandolo.

C'era una luminescenza bluastra e argentata proveniente dalla finestra posta proprio di fronte alla porta che offriva la possibilità di intravedere sguardi e profili.

"Smettila di pensare e dormi, allora" espirò l'altro, mettendosi supino.

Deku cercò di salirgli sul petto per guardarlo ancora. Da assonnato, Kacchan sembrava terribilmente carino, con quello sguardo poco brillante, la bocca leggermente aperta e i capelli più ispidi del solito. Non calcolò la mano che gli fece una carezza sui ciuffetti dei capelli, tracciando una linea immaginaria lungo la guancia paffuta, finendo con la morbida pelliccia dal collo alla pancia. Lì ci passò ripetutamente il dito, non voleva fargli male in alcun modo.

"Recovery Girl e All Might pensano che siano i sentimenti ad innescare la trasformazione, lo sai?" sussurrò il verdoni, felice di tutte quelle carezze morbidissime.

Non ottenne risposta, Kacchan si era fatto più vispo e la sua mano si era spostata dietro la schiena, proprio sulla coda. Deku arricciò leggermente il nasino, un po' incerto di quello che l'altro avesse intenzione di fare. 

"Kacchan…" avvertì, la sua voce un po' più stridula.

"Shh, Deku. Mi ringrazierai, alla fine" commentò l'altro, senza la minima retorica. I suoi occhi erano ampi nel buio, a tratti belli ed inquietanti, un sentimento indefinito nei suoi occhi.

Quando gli iniziò ad accarezzare la coda, proprio alla base, Deku si irrigidì con una sensazione totalmente nuova. Probabilmente era perfino arrossito, complice anche che si fosse trovato al centro di un'attenzione esclusivamente per lui. Un altro dito sfiorò il suo inguine, appena sotto le bende alla pancia con maggior fervore.

"K… Kacchan… ti prego…" biascicò il piccolo, ansimando un pochino. Cercava di tener nascosti i fremiti del suo corpo ma non riusciva, l'altro era abile nel muovere le dita. 

Gli si avvicinò con la bocca ad un orecchio: "Dobbiamo capire cosa fa innescare la trasformazione, giusto?".

Il cuore del coniglio batteva forte, come se fosse stato in procinto di esplodere. Immaginare Kacchan fargli qualcosa di molto più intimo gli stava dando alla testa, quasi a non capire più nulla. Non si accorse neanche che per le foga di muovere il suo corpo senza neanche sapere di farlo tra l'altro, lo fece catapultare all'indietro in un'adorabile palla per poi trovarsi su qualcosa di tondeggiante e terribilmente caldo.

Sentì un respiro corto da Kacchan che si era sollevato, sorreggendo il busto con le mani. Aveva un'espressione strana, lussuriosa, di sgomento e anche di silenzioso incitamente. Izuku non capì il perché fino a quando non si rese conto che era finito con le sue parti intime che rischiavano di non essere più nascoste dal suo pelo sul membro per giunta eccitato dell'altro.

Ironicamente spostò più e più volte lo sguardo su viso e membro, sentendosi terribilmente vergognato.

"Ahh! Kacchan! Mi dispiace! Scusami, non è come sembra!" piagnucolò agitandosi tutto, in un turbine di rumore sfregante sul copriletto rosso e le sue zampette superiori che gli davano l'aspetto di un piccolo robot. 

"Cazzo, Deku!" gemette l'altro, artigliandosi una mano sul viso imbarazzato. 

L'altro capì in ritardo che quel suo muoversi era parso come un ulteriore sfregamento del membro dell'altro, come se si fosse trattato di una posizione sessuale. Era ormai cotto, fritto! Sarebbe morto sicuramente!

"N… Non fermarti…" si sentì piuttosto pronunciare. 

Deku si ritrovò volteggiare per aria e la coperta sotto di lui tirata via dallo stesso Katsuki senza preavviso: atterrò sul suo pigiama scuro, sentendo quel calore e quella durezza ancora più intensi. E lui ci si era proprio seduto, tenendo un po' arcuato il corpo, con la coda ritta, le orecchie altrettanto tirate verso l'alto e le sue parti intime proprio su quella che sicuramente era la punta.

"Deku" ansimò il biondo. "Ti va…?".

Il coniglio inclinò la testa da un lato, avvicinandosi leggermente e poggiando una zampetta un po' più in avanti. Quel piccolo tocco fu una nuova esplosione di piacere per il focoso.

"Ti va di farlo…?".

"Fare cosa?".

Un ringhio frustrato si levò nella stanza, Katsuki non aveva la forza di resistere al richiamo sessuale del suo corpo e quello scemo non stava facendo nulla per migliorare la situazione! Ma perché era così idiota? Perché lo stava facendo andare piacevolmente fuori di testa? Dio, lo voleva scopare tutto e basta! 

"Sesso! Voglio fotterti, non hai capito?!" ringhiò, avvicinandoglisi con il collo e un viso dalle guance scarlatte d'imbarazzo.

"M… ma Kacchan…! Io sono un coniglio! Co… come penseresti di fare?".

Un mezzo ghigno increspò le labbra di Katsuki, che si ritirò in una posizione semi-seduta, con la schiena contro il cuscino. A quanto pare sottilmente Deku non aveva detto di non voler fare nulla, piuttosto la preoccupazione era legata alla sua forma. Poi gli venne in mente qualcosa.

"Deku, concentrati: voglio che tu imprimi molto bene nella tua mente l'immagine di Rabbit Hero. Pensa a Mirko, se devi! Ignora quello che farò!" disse, mettendosi seduto e prendendolo gentilmente per la collottola. Il coniglio preferì non chiedere, chiuse gli occhi e fece quanto ascoltato. Fu semplice per i primi dieci secondi, dopodiché fu costretto ad aprire gli occhi e a guardare la mano del biondo che gli sfregava il suo minuto fallo che sbucava sotto al pelo.

"E' imbarazzante, Kacchan!" esclamò. 

"Shhh! Siamo nel cuore della notte! Vuoi forse farci scoprire, idiota?!" ruggì, senza però smettere di accarezzare con dolcezza. "Concentrati, come ti ho detto!".

Molto faticosamente si levò, chiudendo gli occhi. C'era solo buio e quel piacere che sembrava salire come una sfumatura di luce rossastra dal basso. Il suo cuore galoppava ancor più rapido, il calore alle guance, il corpo in fermento… poi ebbe una sorte di lampo bianco trapassargli la testa. Questo gli fece male.

"Concentrati" sentì dirsi da Kacchan.

Inspirò attento, il piacere ancora più rapido nel serpeggiargli dalle parti basse sempre più eccitate e visibili, poi vide una sorte di ghirigoro di luce verdastra, splendente esplodere e avvolgerlo. Quella luce lo avvolse, si sentì investire, tutti gli arti gli formicolavano, la voce morta in gola: durò dieci secondi, poi il buio.

Poi niente.

Quasi come galleggiare nell'aria.

Non avere più un corpo.

Il silenzio e nulla più ancora, un'immensa solitudine.

Poi un raggio di luce biancastra in lontananza e dei suoni un po' ovattati.

"…ku!".

Si sentiva come drenato da tutto. Senza forze, incredibilmente dolorante e insoddisfatto soprattutto dal basso che pareva ardere come una brace. Ah, giusto. Quell'esplosione di luce, poi che altro era accaduto?

"Deku!".

Quella voce! I suoi occhi scattarono aperti, c'era la luce di un telefono puntatagli in faccia che gli dava un po' fastidio e uno sguardo seriamente preoccupato. 

"Cazzo, Deku! Stai bene? Ci sei riuscito! Te lo avevo detto che la mia idea avrebbe funzionato!" esclamò il biondo, appoggiando il cellulare capovolto con la torcia ancora accesa accanto al cuscino. Lo spostò meglio tra le sue braccia non potendo credere che non solo Deku ci era riuscito ma aveva la metà inferiore del corpo avvolta da una luminescenza verdastra, chiarissima, con delle particelle fluorescenti che ricordavano cristalli disciolti in acqua gelida. Era come fumo, anzi nebbia.

Quando aveva viso che corpo di Deku era stato avvolto dalla luce verdastra c'era stato un brillio all'orecchino e quello che aveva spiegato Hatsume Mei si era avverato: le parti intime, quasi fino ai piedi, erano state avvolte da quella nebbia.

"Ci sono riuscito, Kacchan! E tutto è merito tuo!" sorrise ora il Rabbit Hero, abbracciandolo con gioia. "Ho sentito il mio cuore che galoppava, poi una sorte di lampo di luce verdastro, bianchissimo che mi ha avvolto e mi ha investito!".

Il biondo annuì, pigiando la pietra verde sull'orecchino per annullare il fumo. Deku fu completamente nudo sul suo grembo, con il fallo anche piuttosto eretto.

"Allora, vogliamo continuare?" sghignazzò il biondo, leccandogli il lato del collo. "Basta solo non afferrare quello spiraglio di luce, allora!" commentò, ora nel suo orecchio, mordicchiandolo. In un lampo lo fece ritrovare disteso sul letto e lui a quattro zampe a guardarlo con famelico piacere. "Sei ancora un verginello!".

"P… perché tu no?".

"Sì, anche io! E ti sfonderò talmente tanto il culo che non potrai allenarti per due settimane!".

Si chinò sulla sua fronte, baciandogliela, un ginocchio che era vicino alla sua erezione, una mano ad accarezzargli il viso dolcemente, sfiorando le sue labbra. 

"Non ti piace?" chiese leccandogli il mento, scendendo lungo la gola fino a prendere tra le labbra un suo capezzolo sempre più turgido.

"S… sì… n… no…! E' sbagliato…! Kacchan! Ahh!" ansimò Deku, cercando di opporre miseramente resistenza contro le spalle forti di Katsuki che continuava a leccare il suo capezzolo e una mano a stimolargli la punta del suo membro. Se era terribilmente sbagliato tutto questo perché il suo corpo bramava continuamente attenzioni? Voleva molto di più, il piacere era come fiamme che tuttavia non bruciavano. 

"Sì, ma ti sta piacendo!" commentò di rimando il biondo, aumentando il ritmo delle pompate al suo fallo. "Prima avevi il problema del tuo corpo da coniglio, adesso invece sei umano, quindi goditi il mio corpo finché puoi".

Inutile dire che Deku non poté più trattenersi e venne, per suo sommo rammarico. Il suo corpo non aveva accettato di trattenersi.

"Ah, la prossima volta ti farò soffrire!" sogghignò il biondo, avvicinandosi alle sue labbra. Rimase un po' in attesa, scambiarsi un bacio gli sembrava ancora un po' difficile ma decise di prendere ancora una volta la buona decisione e gli tolse il fiato chiudendo quel divario.

Deku gli avvolse le braccia intorno alle spalle e al collo, tirandolo sempre più vicino a lui, aumentando quel gioco di labbra e di lingua, in gemiti malcelati e sconnessi. Gli avvolse poi le gambe intorno alla vita, ma nella foga si ritrovò Katsuki cadere sul suo corpo.

Questo gli costò una dolorosa fitta, il dolore gli esplose come se fosse piombato all'interno di un lago ghiacciato, rimanendo senza fiato. Ora il suo cuore pulsava rapidissimo, le lacrime agli occhi che già cadevano copiose, il suo respiro incostante e quel blando tentativo di dominare quelle pungenti scariche di dolore puro. 

Dinanzi agli occhi, un po' come un deja-vu, intravide dei colori rossastri: fu come cercare di afferrare una corda che gli si avvolse come un mostro intorno al braccio strattonandogli il corpo. 

"Deku! Mi dispiace! Ti porto da Recovery Girl?!".

Era Katsuki. Dischiuse gli occhi annebbiati di lacrime, sbattendo più e più volte le palpebre improvvisamente pesanti: c'era la luce accesa. Ma perché tutto gli sembrava così grande? Si tirò le orecchie in frustrazione! Diamine, era tornato nuovamente un coniglietto.

Sentì le mani del biondo prenderlo amorevolmente e portarselo nella piegatura del braccio, scostandogli un po' le bende. 

"Per fortuna non sanguina. Dio, Deku, la prossima volta che mi vuoi staccare la testa dal collo fai più attenzione" gli suggerì.

Il piccolo sorrise debolmente: ora il dolore stava tornando a livelli accettabili. 

Chiuse gli occhi, d'un tratto conscio di un dettaglio che Kacchan gli aveva fatto segretamente notare. Ora c'era il buio di nuovo, Katsuki aveva spento la luce ed era tornato a letto, senza mai lasciarlo da solo. In quel vuoto non c'era nulla, poi come dei lampi intravide come in lontananza quella sorte di serpeggiante ghirigoro verde e provò ad afferrarla con tutte le sue forze. 

Si sentì investire nuovamente ma il dolore esplose nuovamente e non poté tornare umano.

"Non devi sforzarti, Deku" sentì sospirare il biondo, coricato e disteso su di un fianco. Se lo tirò vicino, quasi a poggiare una guancia su quei morbidi ciuffetti verdi. "Almeno hai capito come fare a trasformarti".

"C'entrano le emozioni. Il dolore, l'angoscia e soprattutto la tristezza mi riportano un coniglio" spiegò assonnato il giovane Hero in verde. "Ma altre, quelle positive, come il fatto che abbiamo fatto sesso mi porta ad essere un Rabbit Hero".

Mentre cercava di rilassarsi sentì l'indice di Katsuki battergli un paio di volte sul nasino. "Mmh, sbaglio o hai detto proprio fare sesso? Devo dedurre che al tuo corpo verginello sia piaciuto e vorrebbe rifarlo?".

"Mai dire mai…" sussurrò il verdoni, sbadigliando e sprofondando immediatamente nel mondo dei sogni…

 

Una potente scarica elettrica distrusse un grosso blocco di cemento armato, sbriciolandosi in mille particelle. Denki oggi si sentiva pieno di forze e stava avendo la meglio sul piccolo Modiriya che in parte assonnato dopo sole quattro ore passate a dormire con Kacchan e in parte dolorante non riusciva ad esercitare bene il suo One for All.

"Yeah!" urlò improvvisamente Denki, scagliando ben tre dei suoi dischetti per andare a selezionare un'area dove avrebbe potuto esercitare la sua gabbia elettrica per imprigionare e sconfiggere Deku.

Il coniglietto era tuttavia concentrato, ignaro che la maggior parte degli studenti, tra cui anche Aizawa, All Might e perfino Present Mic facessero da spettatori a quella battaglia. 

"Sei in trappola!" esclamò vittorioso Denki, puntando il dito verso uno dei tre dischetti per infondere la sua potente scarica elettrica.

Midoriya saltò per evitare di essere preso alle spalle, eseguì un salto mortale e si ritrovò momentaneamente a volteggiare per aria. Era il momento di mostrar a tutti che cosa aveva imparato con Kacchan. Chiuse gli occhi, ascoltando i rumori intorno a sè. Non doveva avere il cuore pieno di rabbia e frustrazione: ne schiuse uno di occhi e vide Katsuki accanto ad Eijiro che gli sorrideva, poi un piccolo cenno del capo. Sì, aveva ragione! Doveva ricordare i suoi sentimenti per il biondo!

Lo vide! Il fascio di luce verde, si lasciò inondare e sentire gli arti allungarsi sotto lo sguardo scioccato di tutti. Il congegno dell'orecchino si attivò e il suo corpo fu schermato dalla "Nebbia di Cristallo", come aveva preferito denominarla. 

Denki cercò di spostare una sua nuova scarica provando a utilizzare i dischetti come trampolino per colpirlo in pieno. Ma in Rabbit Hero Deku era molto più veloce, con il suo One for All avrebbe sicuramente vinto. Atterrò a quattro zampe, con una verticale si spostò verso sinistra evitando l'attacco e lo richiamò il suo Shoot Style.

"One for All Full Cowl: Otto per cento!" sillabò sottovoce, colpendo Denki con un calcio acrobatico. Tentò di sfiorarlo per non fargli del male mentre si levava un'assordante esplosione. Per qualche istante ci fu il rombo del suono e un polverone.

"Accidenti!" sentirono protestare da Denki, con il sedere in terra e tutto il corpo sporco di polvere. "E dire che ti avevo in pugno!".

"La prossima volta sarai più fortunato" sorrise Izuku, porgendogli la mano. Nell'abbassarsi un po' sentì nuovamente il dolore esplodergli al fianco. Era troppo, così violento! Doloroso, come migliaia di pungenti aghi.

Quando dischiuse gli occhi vide il mondo più grande. Accidenti! Era tornato un piccolo coniglietto! Denki gli si accovacciò per fargli da supporto con le mani… senza accorgersi che Katsuki aveva mutato espressione: era come una belva ma razionalmente cercò di ingoiare la sua gelosia. Nessuno conosceva la loro relazione, dopotutto.

"Hai capito come tornare Rabbit Hero?" esclamò raggiante Eijiro, scompigliandogli i ciuffetti amorevolmente. 

"La trasformazione è durata pochi secondi, purtroppo. Sei infortunato, non dovresti sforzarti" proferì vagamente preoccupato Todoroki, allungando quasi timorosamente la mano per accarezzargli la pelliccia sotto la gola. "Morbido" ammise, continuando poi con l'indice.

"Era come aveva detto Recovery Girl. Emozioni negative attivano la trasformazione, così come quelle positive e forti" spiegò Izuku, muovendo ancora una volta rapidissimo le zampette. "Per ora non so ancora controllare questa situazione".

-Ti ammazzo, Bastardo a Metà!- pensò rabbioso Katsuki.

"Midoriya, tu puoi riposare. Tutti gli altri continuate con il vostro allenamento" concluse Aizawa, piuttosto sorpreso che il giovane pupillo di All Might avesse già capito come fare.

Nessuno notò il lungo sguardo che si diedero Deku e Kacchan, quasi come fosse stata intesa, una silenziosa promessa di proteggersi a vicenda.

 

"Sei un debole, Izuku Midoriya. Un debole che è riuscito a farsi sconfiggere… Sarai solo un misero ricordo in una società di Super-Umani…"

 

Deku fece scattare gli occhi aperti con un'espressione di spavento e confusione. Si trovava in grembo a qualcosa di morbido ma in parte anche tonico, di un colore blu. Sentiva un morbido tocco sulla schiena, tra la base del collo e la schiena, come una grattino piacevole. Pensando che fosse Katsuki, il suo sorriso morì quando si ritrovò dinanzi il volto di Todoroki Shoto che lo accarezzava e peggio lo teneva in grembo, mentre sedeva con la schiena contro uno dei divanetti dei dormitori. 

"Oh, ti sei svegliato, Midoriya" disse.

"Che cosa è successo?".

"Ti sei addormentato profondamente tanto che nessuno riusciva a svegliarti. Gli altri sono a lezione. Per adesso è toccato a me farti da guardia" spiegò il giovane dai capelli bicolore, guardandolo. A differenza della solita espressione vuota c'era anche qualcos'altro.

"G… grazie, allora" farfugliò Deku, cercando di saltellare sul divano e andar via. Si sentiva un pochino a disagio, tuttavia l'altro lo afferrò sotto le piccole zampette anteriori e lo portò vicino al viso per guardarlo, anzi, analizzarlo. "Todoroki-kun, penso che dovresti lasciarmi andare".

"Io non credo proprio, Izuku Midoriya" rispose mellifluo l'altro, con un ghigno così malvagio che Deku si rese conto che quello non era affatto Shoto. "Ti porterò al Padrone, così lui mi ricompenserà!" sogghignò, afferrandogli il collo mentre il suo corpo si scuriva diventando una vera ombra con un occhio scarlatto.

"C… chi sei tu…?" gemette il poveretto, cercando di divincolarsi.

L'altro gli si avvicinò ad un orecchio, leccandoglielo appena: "Puoi chiamarmi… Shinesuke Hakai. E tu sei squisito, il profumo del tuo Quirk è inebriante!".

"L… Lasciami andare!" ringhiò attivando il suo potere ma l'altro aumentò la presa al collo, facendolo immediatamente desistere. 

"E' tutto inutile, Izuku Midoriya. E sai perché? Hai già perso! Debole!".

Quelle parole! Allora quelle voci erano di Hakai? Deku pensava a ripensava a un modo per riuscire a cavarsela, ma quell'ombra era veramente molto potente. Pensò che se si fosse fatto portare dal suo capo forse sarebbe riuscito a dare una svolta. E di nuovo gli sembrò di aver sbagliato quando il corpo di quel Villain lo avvolse come fosse stato un'onda nera...

 

Katsuki camminava a passo svelto verso i dormitori con la rabbia negli occhi. Durante l'allenamento dove aveva fatto il culo a Kirishima, Denki e perfino Ojiro e la sua coda da canguro, aveva visto Todoroki afferrare Deku che si era appisolato su una panchina e portarselo verso i dormitori senza più tornare. Se gli aveva fatto qualcosa lo avrebbe fatto esplodere senza ritegno!

Neanche a farlo apposta riconobbe la figura bicolore del Bastardo a Metà uscire dal bagno con una mano alla testa. Sembrava dolorante. Che strano! E se stesse solo fingendo?

Katsuki si sentì invadere dalla rabbia e in un attimo gli fu al colletto della tuta blu, sbattendolo con le spalle alla finestra di un balcone. 

"Bakugo, sei impazzito?" disse il figlio di Endeavor, con lieve stizza. "Lasciami andare".

"Dove hai portato Deku? Eh? Parla, Bastardo!" ruggì, aumentando la stretta su quella stoffa.

Shoto rimase allibito, a tal punto di sgranare gli occhi stupito da una simile accusa. 

"Di che cosa stai parlando? Ero andato al bagno e poi… credo che qualcosa mi abbia colpito alla testa".

Katsuki fu come investito da una doccia gelida, tanto che rilassò il suo corpo contratto di rabbia. Se quello che aveva visto prendere Deku non era Todoroki, allora…? Lasciò il vero Shoto, correndo rapidissimo verso la stanza di Deku, aprendo la porta a spallate. Quando accese la luce non trovando il piccolo Deku l'angoscia gli pesò nella pancia come un macigno. 

"DEKU!" chiamò, cercandolo dappertutto. "Maledizione!".

"Bakugo, vieni qui" esclamò Shoto. Il biondo lo raggiunse in quattro rapide falcate, ruggendo. "Guarda lì, sul divano. C'è qualcosa che brilla ancora". Lo raccolse e la realizzazione colpì entrambi con una sincronizzazione incredibile. "Questo è l'orecchino di Midoriya!".

Si guardarono entrambi con espressione di terrore…

Midoriya era stato rapito!

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Capitolo 7
*** Scacco matto! Nemici o amici? ***


Angolo della Quirkless

Ebbene, eccomi con un uomo capitolo. A quanto pare ci troviamo a buon punto con la storia ma sapete, non è ancora finita. Il bello deve ancora arrivare. Colgo l'occasione per ringraziare chi mi segue, legge e lascia una recensione. Detto questo, Enjoy!!



 

Il ticchettio dell'acqua alla sua destra. Un alito di vento freddo che gli lisciava il viso. Una sensazione ferrosa che si insinuava sotto al naso e tirava i polsi. Segnali costanti alla sua sinistra. L'incoscienza senza dolore lo stava purtroppo abbandonando.

"Oh, ti sei svegliato" lo accolse melliflua una voce la cui persona era avvolta nelle tenebre. "Credevo che il narcotizzante fosse stato troppo per il tuo corpo".

C'era dell'evidente sarcasmo in quelle parole pronunciate con una felicità schizofrenica, un po' a ricordare Himiko Toga e la sua eccitazione per il sangue. No, a quanto pare non era stata una buona idea risvegliarsi.

Deku aveva ancora la vista annebbiata ma riuscì a scorgere delle luminescenze magenta, dei monitor e la costante nuvoletta di fiato caldo che si abbatteva sul vetro dinanzi a lui. Il suo cuore perse immediatamente un battito.

Era in una capsula, i polsi bloccati da catene che lo tenevano in piedi, era tornato un essere umano, la metà inferiore del corpo coperta da una tuta nera, i piedi nudi e all'incirca otto elettrodi posti sul suo petto, ombelico, gola e fronte.

Ricordava a frammenti ma era certo di essere stato rapito da quella brutta copia di Shoto. 

La figura che aveva parlato melliflua finalmente gli si avvicinò, accendendo una luce sul coperchio di ferro della capsula di Deku, rendendo tutto più nitido. 

Hunter-Kane gli era proprio vicino, con quel sorriso poco di buono, le mani stavolta infilate nelle tasche del suo soprabito, uno stuzzicadenti tra le labbra e gli occhiali alzati sulla fronte, le iridi scarlatte come l'Inferno. Annuiva piano come se fosse compiaciuto dai suoi stessi pensieri, da quello che aveva e che avrebbe fatto.

"E' inutile farsi prendere dal panico. Mi comprenderai che tra un paio di ore sarai in libertà, visto che non mi servirai più, Rabbit Hero".

Deku era furioso, perlopiù con se stesso perché non era riuscito a lottare e si era fatto rapire come un pivello. Paradossalmente gli ricordava molto la situazione di Kacchan, il suo rapimento e il senso di impotenza che l'aveva quasi fatto perdere le speranze. I suoi occhi brillavano di rabbia, i denti stretti sotto le labbra chiuse.

"Ah, proprio una bella espressione. Quelle che mi piacciono: i combattenti che poi diventano bambole vuote. Sacchi di carne senza alcuna coscienza" sogghignò il nemico, avvicinando una mano come se avesse voluto stringergli la mandibola per osservare bene i suoi lineamenti ancora delicati. "Il gusto che provo nello spezzare anche il più forte degli spiriti combattivi…" pronunciò con voce bassa, quasi letale. Emise un suono di soddisfazione dalle labbra. "… è impagabile, Izuku Midoriya".

Nel sentire il suo nome gli corse un brivido lungo la schiena, facendogli contrarre l'orecchio sinistro da Rabbit Hero. Deku sentiva il cuore martellargli ferocissimo nel petto, farsi strada quella che conosceva molto bene: la paura. Intuiva che di lì a poco quel Villain lo avrebbe torturato.

"Sai, è stata una manna dal cielo conoscerlo. Abbiamo due sogni molto importanti e vogliamo realizzarli. E per farlo ci occorre questo tuo Quirk che è abbastanza raro. Immagazzinare energia per poterla usare con il proprio corpo. E' inebriante" spiegò, tracciando una cigolante linea immaginaria con il dito sul vetro della capsula. "Hakai" chiamò, spostando solo lo sguardo verso sinistra.

Dalla sua ombra si innalzò il nemico che aveva assunto le sembianze di Shoto. 

"Procediamo all'estrazione. E se andrà tutto secondo i calcoli del nostro amico riusciremo in grandi cose. Prepara ossigeno e Anmoniumu.  Ce ne servirà un bel po'. Il soggetto è alto un metro e sessantaquattro, per quarantotto chili di peso. Il suo Quirk digita semplicemente A-02".

"Hai, senpai!" rispose mellifluo l'altro, infilando una mano nella sua forma, toccando probabilmente sotto al cuore. Si udì un nauseante rumore di ossa che scricchiolavano e per poco Deku non vomitò. "Ecco qui! Tre fiale come deciso!" commentò con fin troppa allegra stridula, mostrando effettivamente tre piccole fiale contenente quel liquido trasparente. Poi si rivolse a Deku. "Ah, non vedo l'ora di vederti esplodere il mille pezzi!".

"Non esploderà. Perlomeno, eviteremo che succede. A operazione terminata, potrai giocarci" evidenziò freddamente Hunter-Kane. 

Pigiò un bottone sulla console di bottoni bianchi posta alla base della capsula di Deku e improvvisamente da due bocchettoni sotto ai piedi di quest'ultimo iniziò a fuoriuscire del gas azzurrato freddissimo. 

"Azoto..!" espirò Deku, cercando di muoversi in qualche modo.

"No, è ammoniaca. Disciolta con una pare del mio sangue, ossigeno e portandolo a una temperatura di -377 gradi si otterrà una reazione elettrica simile alle tempeste di Giove e il freddo di Saturno. Non te l'hanno spiegata la chimica, ragazzo?" spiegò Hunter-Kane, mentre posizionava le tre fiale nell'alloggiamento sotto a una piccola intercapedine accanto ai bottoni. Iniziarono a svuotarsi in contemporanea.

"Le fiale contengono Anmoniumu. Questa volta è un miscuglio di quanto detto prima con una soluzione di aceto e una minima parte del tuo sangue e del tuo DNA. E' incredibile quanto la scienza possa essere meravigliosa!".

"Non morirai ancora, ma sentirai tanto, tantissimo, dolore!" esclamò felicissimo Hakai, battendo il pugno sul vetro. 

Deku sentiva solo freddo e i polmoni iniziare a fargli molto male. Il suo corpo stava raffreddandosi a un ritmo allarmante, la pelle da rosa a bianca, ricoprendosi da un sottile strato di ghiaccio.

"Manca poco" commentò Hunter-Kane. "Eccolo!".

Il corpo di Deku si illuminò di una luce bianchissima, dapprima verdastra poi scarlatta. Iniziò a dibattersi furiosamente, il dolore pulsava in ogni centimetro della sua pelle, le lacrime agli occhi, il sangue che sgorgava dalla sua bocca e le sue orecchie da Rabbit Hero. Macchie nere danzavano intorno ai suoi occhi, era forse la morte?

Scariche elettriche turbinarono intorno al suo corpo. Deku lanciò un urlo agonizzante, strappando le catene ai fermi delle manette che portava ai polsi, potendo riabbassare finalmente le mani bianche e in parte cianotiche. Preso da un momento di follia iniziò a colpire ripetutamente il vetro della capsula senza però incrinarla.

"E' un vetro adatto per queste cose, ragazzo. Non riuscirai mai a romperlo" evidenzio atono Hunter-Kane.

Le iridi di Deku erano ormai bianche, la coscienza lo aveva abbandonato. Era il momento di rubargli il Quirk. Hunter-Kane aprì la capsula, facendo fuoriuscire il gas che andò a disperdersi in pochi secondi: lo afferrò per i capelli cristallizzati trascinandolo verso una piattaforma di metallo sul pavimento. Con il piede pigiò un bottone e quest'ultima si alzò fino a diventare un tavolo di freddo metallo.

"E' morto?" domandò speranzoso Hakai.

"No. E' privo di coscienza. Perfetto".

Afferrò un bisturi, tagliando appena sotto la clavicola fino allo sterno. Il sangue prese a colare, a contatto con il gelido corpo si levò una nebbiolina densa e bianca. Intaccò lo sterno e raggiunse il cuore, con incredibile bravura. Il cuore pulsava lentamente, come se di lì a poco si sarebbe fermato.

"Nessuno sa che i possessori di Quirk hanno un'aorta che è diametralmente più piccola rispetto a chi non ce l'ha. Questo ragazzo era precedentemente un Quirkless. Basterà iniettargli l'Amnoniumi e il suo Quirk verrà completamente drenato" spiegò Hunter-Kane, puntando poi un dito verso l'oscurità. "Hakai, prendimi l'Aspiratore. Ora che il suo Quirk verrà condensato, sarà il momento giusto".

Una lacrima colò lungo la guancia di Deku…

 

Quante ore erano passate? Quanti giorni? 

La disperazione era capace di manipolare subdolamente la mente anche del più impavido. Guardare quegli schermi, uomini della polizia e Pro Hero cercare di non far trapelare la sparizione di un altro studente della U.A richiedeva attenzione e dedizione. Soprattutto con gli sciacalli delle varie reti di notiziari che avevano fiuto per queste cose. 

Sentì una mano appoggiargli sulla spalla.

"Bakugo Shonen, calmati. Troveremo Midoriya Shonen".

Katsuki si tese sotto alla sua mano tiepida: il suo cuore batteva all'impazzata e aveva il respiro corto. Per un attimo gli tornò in mente l'asfissiante sensazione che Deku l'avesse sconfitto durante la prima prova con la bomba con Ochako e Tenya nell'edificio destinato alle prove degli studenti del corso A.

Deglutì un paio di volte, tentando di riacquistare mente e sangue freddo e di riportare il suo respiro alla normalità. Ora riusciva a vedere il viso preoccupato di Todoroki che lo stava osservando mentre era in piedi accanto ad Endeavor seduto a uno dei monitor, fra uno dei suoi sottoposti e un ufficiale di polizia.

Ah, giusto. Erano andati nella sala controllo dell'agenzia dell'attuale Number One Hero subito dopo aver dato l'allarme che Deku era scomparso. Il biondo buttò un'occhiata a un orologio elettronico incastonato su un pilastro alla sua sinistra: i led rossi segnavano le quattro e trenta del mattino. Erano passate circa tre ore oramai. E la pressione di non fare in tempo, di non sapere dove fosse il suo Rabbit Hero lo mandava in bestia. 

"Non lo abbiamo ancora trovato" ammise Shoto, come se avesse voluto ugualmente scusarsi. 

Quando Katsuki aveva frettolosamente raccontato di aver visto la sua copia portarsi via Deku chissà dove non aveva potuto far a meno di sentirsi un debole oltre che in colpa. Ben presto, aveva pensato di mettere in mostra la sua razionalità mentre aiutava Katsuki a dare l'allarme ai professori, il primo sicuramente All Might, per poi ritrovarsi con Mirko, la cui rabbia modellava negativamente il suo bel faccino e Hawks, altrettanto preoccupato di questa misfatta.

"Midoriya Shonen conta molto per te" sorrise All Might, senza smettere di fissare le cartine geografiche sulla moltitudine di monitor. 

"E' un amico di infanzia" mormorò con innaturale dolcezza il biondo, abbassando lo sguardo. Strinse i pugni, poi volse occhi fiammeggianti all'altro. "Non mi arrenderò fino a quando non l'avrò trovato".

"E' questo lo spirito, Bakugo Shonen. Midoriya ha sempre valorizzato molto il tuo lato protettivo. Questo fa di te un Hero determinato, pronto a sacrificarsi per il bene degli altri".

In altre circostanze Katsuki avrebbe risposto con parole taglienti, guadagnandosi una ramanzina per il suo linguaggio scurrile, invece si limitò a ringraziarlo con un cenno del capo.

-Deku…- pensò, nuovamente rammaricato. -Dove sei? Dove ti hanno portato? Che cosa ti hanno fatto?-.

"Se questo Hunter-Kane è un tipo che non ama essere al centro dell'attenzione non è in superficie che dovremmo cercare" azzardò improvvisamente la sexy Mirko. Si guadagnò l'attenzione di tutti, compreso Katsuki che le sembrò ravvivare l'ardente speranza dentro il suo cuore. "Midoriya e Bakugo lo hanno già affrontato in ospedale, molto probabilmente una parte di noi dovrebbe tornare lì, l'altra iniziare a pensare di cercare dove non batte la luce del sole".

"Intende dire nel sottosuolo?" prese voce Tsuyu, che insieme a Ochako, Momo, Eijiro e Fumikage erano gli unici della U.A, che avevano anche partecipato allo stage per il salvataggio di Eri contro Overhaul avevano avuto il permesso di venire.

"Brava, Froppy. E' esattamente ciò che stavo dicendo" sorrise Mirko, poggiandole una mano sul binocolo che generalmente completava il suo costume verde da rana. "Potrebbero esserci utili i Quirk di voi altri studenti. La situazione qui è grave, bisogna agire con una cerca coalizione e soprattutto determinazione. Chiunque voglia farsi indietro lo può fare".

Nessuno alzò una mano, nessuno si fece avanti.

-Midoriya ha amici che gli vogliono bene- pensò rincuorato All Might.

Improvvisamente un agente della polizia si fece avanti, camminando con un'andatura strana, come se fosse stato ubriaco. Aveva un ghigno strano sul volto e armeggiava con un bisturi fra le dita della mano destra. 

"Ehi, tu! A riposo soldato!" fermò un altro.

Quello che ottenne fu un doloroso colpo alla spalla, facendolo collassare immediatamente in terra in una già agonizzante macchia scarlatta. Questo bastò a far destare ognuno in quel laboratorio operativo segreto.

"Io so dove si trova" mormorò l'uomo, leccando il sangue sul bisturi. 

Ochako aveva la sensazione di deja-vu, quei movimenti e parole le ricordavano qualcosa di estremamente familiare. E dopo qualche istante i suoi pensieri furono confermati.

"Io so dove si trova il mio Izuku!" continuò, mentre il suo corpo iniziava a sciogliersi in una forma biancastra, rivelando il corpo di una ragazza per giunta nuda, con i capelli biondi e un'espressione eccitata quanto folle. "Tomura Shigaraki sa dove si trova e lo anche io. Vi ci posso portare!".

"Himiko Toga!" esclamò Ochako, furiosa. "Che cosa vuoi? Come sei entrata qui?!".

"Ah, Ochako-chan, lo sai che quando c'è di mezzo io mio Izuku non c'è nulla che mi possa fermare. E tu sei sempre più carina, più innamorata vero?".

Uravity avvampò di rabbia, sgomento e amore. Sì, amava Izuku, era così carino. Non si accorse dello sguardo di shock con il quale la fissò Katsuki. C'era la possibilità che Deku ricambiasse i sentimenti di Faccia Tonda? No… lui la vedeva solo un'amica: era abitudine che arrossisce e si impacciasse dinanzi a ogni ragazza, perfino con gli adulti. E poi avevano fatto sesso.

Il suo sgomento mutò poi in ghigno. Deku era oramai suo e di nessun altro. Faccia Tonda aveva perso in partenza.

"Tu vuoi uccidere Izuku!" si aggregò anche Tsuyu, anche sei molto in ansia per quella situazione.

"No, Tsu-chan. Non voglio ucciderlo! Voglio solo vederlo ricoperto di ferite e di sangue! Vi ci porterò da Hunter-Kane, anche perché ha dei piani un po' troppo folli".

"Endeavor, che vuoi fare?" chiese Hawks, mentre le guardie tentavano di accerchiare Toga che continuava a ridere e a farfugliare le sue macabre idee su Izuku sanguinante. "Possiamo fidarci di lei?".

Il focoso non rispose, guardò prima lui, poi suoi figlio Shoto e infine la giovane Uravity. 

"Lo faremo per questa volta" pronunciò quest'ultima. "Ma non possiamo abbassare la guardia!".

"E sia" concluse Endeavor, rivolgendosi alla bionda. "Tu. Portaci al covo del nemico. Ma ti terremo d'occhio, non dimenticarlo!".

Il sorriso che ricevettero fece accapponare la pelle…

 

 

Ehi, ragazzo! Ma che diavolo fai? Devi combattere. Lo hai promesso a tutti noi, non puoi tirarti indietro!

 

Dischiuse gli occhi verdi, era in un mondo di oscurità e l'unica luce che vedeva era quella del suo corpo. La metà inferiore completamente scomparsa, anche la bocca. Poteva solo muovere una mano e sbattere gli occhi. Dinanzi non c'era niente, neanche alle spalle. Quella voce un po' burbera ma carica di speranza da dov'era arrivata.

 

Lo so che sei stanco, ma se ti arrendi lui vincerà e non possiamo proprio permettercelo! Rubarti il Quirk sarà impossibile se sarai tu a mantenere il cuore impavido e la volontà d'acciaio!

 

Sembrava molto più forte stavolta. Deku cercò ancora con lo sguardo ma ancora non vide nulla.

 

Se dovessero sottrarti l'One for All tutto sarà perso. Lo capisci questo, vero? Ti abbiamo affidato un Quirk di estrema importanza. Devi proteggerlo, proteggere tutti. Non è ancora il momento, non riusciresti a usare i nostri altri Quirk, ma tieni duro. Combatteremo insieme a te!

 

Deku sentì un calore al centro del petto, poi una luce lo avvolse in un'esplosione silenziosa che durò un frangente prima di un dolore insopportabile in tutto il corpo. 

 

"Cavolo, non ho mai visto nulla di più incredibile!" esclamò Hakai, visibilmente stupito. "Senpai, il drenaggio non sta funzionando!".

Hunter-Kane era altrettanto allibito, sul tavolo Deku continuava ad esercitare il suo potere, nonostante la ferita al petto sanguinasse copiosamente e i suoi occhi fossero privi di coscienza. Si dibatteva ferocemente, rischiando di far saltare i fermi ai polsi e alle caviglie. 

"La sua potenza sta aumentando!" mormorò preoccupato. "Allora lo farò io!".

Si avvicinò al petto tranciato, la sua lingua improvvisamente si allungò di circa quindici centimetri, dei lunghi e aguzzi denti crebbero dalle gengive, dandogli un inquietante aspetto da vampiro. Iniziò avidamente a succhiare il sangue, sentendo un sapore vagamente dolciastro e a tratti forte. Il sapore dell'One for All era qualcosa di sublime, mai provato in altre vittime.

Il corpo di Deku prese ad agitarsi con maggior fervore, scosso dal dolore. Le scariche elettriche iniziavano, tuttavia, a essere meno presenti, meno intense. 

 

Resisti, ragazzo! Resisti!

 

La forza lo stava abbandonando. Non riusciva a combattere, quel nemico era così forte e il suo corpo stava cedendo, afflitto dal dolore sovrumano. Era troppo quello che poteva tollerare.

 

Ti stiamo aiutando! Resisti! Non perdere l'One for All!

 

Sul corpo di Hunter-Kane si manifestarono delle linee scarlatte fluorescenti, simbolo dell'One for All. Ci era riuscito, si sentiva incredibilmente potente, forte, avrebbe potuto schiacciare qualunque nemico. 

 

RAGAZZO!

 

"One for All… cento per cento!".

I fermi letteralmente esplosero, i capelli di Deku erano chiarissimi, come con Eri, gli occhi privi di iridi che irradiavano ancora potere, la pelle di un rosa più intenso, il potere che fuoriusciva più forte. Caricò un pugno, avrebbe combattuto fino alla fine! Quella voce gli aveva dato un coraggio da leoni, non poteva tirarsi indietro. Scaricò il colpo, si levò un'incredibile onda d'urto che fece esplodere capsule, fiale e i lucernari magenta al soffitto. Hakai urlò, disintegrandosi in seguito alla fortissima caloria dell'energia, come una bomba atomica, Hunter-Kane fu sbalzato via, schiantandosi contro dei pilastri e venendo schiacciato dai detriti.

Deku calciò via il soffitto e nonostante fosse come praticamente addormentato scappò via con il potere che sembrava scorrere liberamente nel suo corpo.

 

"Signore!".

Endeavor si voltò immediatamente verso uno degli ufficiali di polizia che era incredulo nel fissare un punto luminoso sulla cartina geografica sullo schermo. 

"Abbiamo trovato un segnale, viene dall'estrema periferia nord, dove prima vi era la metropolitana. Abbiamo appena registrato un terremoto intenso e un crollo! Bisogna intervenire!".

Katsuki guardò Shoto e poi All Might. Terremoti non se ne verificavano nella città con un alto grado di intensità e pericolosità, a meno che..

"Potrebbe essere..?" espirò All Might.

"…Deku?" completò Katsuki. "Dobbiamo andare a vedere! Potrebbe essere lì!" esclamò, correndo verso l'uscita ma si fermò un attimo, senza guardarsi indietro. "Non ci serve più il tuo aiuto, vai a dire al tuo capo che si faccia fottere!".

Toga allargò un sorriso. Faceva solo parte del piano del suo Capo. Era solo felice di poter giocare e di poter vedere il suo Izuku...

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Capitolo 8
*** Scontro nella Galleria ***


Angolo della Quirkless

Saluti a tutti! Eccomi qui con un nuovo capitolo, in realtà fremevo dalla voglia di completarlo. L'ho cambiato parecchie volte, ma ecco che l'ho portato a termine. 
Detto questo, Enjoy!!



 

La metropolitana era andata completamente distrutta. Il crollo si estendeva per circa ottocento metri, fra detriti, tubature incrinate ed elettricità saltata. La puzza sembrava essersi attenuata di quel poco, ma era inquietante il costante flusso d'acqua che stava facendo innalzare il livello abituale, portandolo dal toccare le caviglie a metà polpaccio.

I Pro Hero e i vari studenti del corso A erano arrivati circa sette minuti fa ma non erano stati minimamente preparati al disastro che li aveva fermati. La strada era sbarrata, ci sarebbe voluto molto per attraversa, spostando tutti i detriti. Con esplosioni o fiammate sarebbe potuto verificarsi un crollo più imponente e un'apertura, anzi, un'autentica voragine in superficie con conseguenze terribili. 

L'aria era satura di umidità e polvere, il retrogusto di escrementi e si percepivano degli squittii in lontananza, probabilmente ratti infuriati da quel danno e dalla presenza di tutti quegli umani. 

"Come facciamo a passare? Questa è l'unica via" pronunciò Endeavor, il cui corpo che emetteva calde fiamme offriva luce in abbondanza.

"Eh, per questo abbiamo un asso nella manica" sorrise bonariamente Hawks, guardando Uravity che annuì. Era un deja-vù dell'esercitazione in cui Bakugo si ferì a una gamba. "Che ne dici?".

"Certo, lasciate fare a me!" esclamò la ragazza, attivando il suo Quirk per iniziare ad alleggerire vari detriti.

Gli altri, invece si armarono delle proprie mani per scavare e rendere il processo più veloce. 

Fumikage fece uscire Dark Shadow, non aveva paura di perdere il controllo, se fosse accaduto Shoto e Endeavor avrebbero aumentato la luminosità delle fiamme. "Abbiamo bisogno di te. Aiutiamo Uravity e gli altri a rimuovere i detriti!" ordinò e l'altro annuì.

Tutti insieme ci impiegarono quasi venticinque minuti prima di sentire uno scricchiolio sinistro. 

Endeavor alzò una mano per placare il lavoro. 

Il rombo del vuoto era schiacciante, sembrava come essere in un film horror dove di lì a poco sarebbe sbucato un mostro terrificante pronto ad assaltare ogni cosa. D'un tratto si udì un colpo forte dall'altro lato dei detriti.

"Allontaniamoci" ordinò Hawk. "Non mi piace questo suono. Sembra qualcuno che sta battendo pugni dall'altro lato".

"Pugni?" ripetè stupito Katsuki, avvicinandosi al punto dove si udivano altri di quei tonfi ben assestati. "Potrebbe essere Deku!" disse speranzoso, battendo anche lui. "Deku? Sei tu?".

I colpi si fermarono. Kacchan aveva il cuore il gola, sperava di non aver richiamato l'attenzione di qualche mostro. 

"Kacchan?".

Quella voce molto ovattata eppure inconfondibile! Katsuki non aveva mai udito nulla di più bello in tutta la sua vita.

"Deku! Siamo proprio dietro questo muro!" fece sapere a gran voce. 

"Oh, il mio kohai è riuscito a fuggire, allora!" sogghignò Mirko, guardando poi All Might con un sorrisetto compiaciuto. "Hai un pupillo molto tenace, Toshinori, lo sai?".

"Lo so. Lo so molto bene".

"Deku, cerca di usare il tuo potere per frantumare le rocce, Uravity con Jet-Black Hero e Dark Shadow eviteranno la collisione, Shoto tu congela il soffitto per evitare che crolli!" istruì prontamente Endeavor, visibilmente più sollevato.

Non ci furono subito risposte.

"Deku? Ci sei?!" chiamò nuovamente Katsuki, poggiando le mani sulle rocce, come se avrebbe potuto toccarlo e stringergli le mani.

"Cercherò di fare del mio meglio…" rispose con stanchezza. A Kacchan non sfuggì un tono che sembrava celare qualcosa di grave.

L'One for All prese a frantumare le rocce in un boato assordante, quasi con un precisione incredibile. Uravity aveva già reso gran parte dei detriti senza peso, Dark Shadow evitava che qualche roccia potesse ferire qualcuno.

Si udì uno scricchiolio sinistro, Shoto scagliò immediatamente del ghiaccio per congelare immediatamente il soffitto per evitare che si fosse verificata una crepa pericolosa. 

"Ci siamo" mormorò All Might.

La piramide di detriti cominciava a produrre un suono schiacciante, sarebbe crollata di lì a poco.

Improvvisamente vi fu un'esplosione, Shoto battè prontamente il piede in terra, alzando un muro di ghiaccio: la pioggia di detriti era stata estremamente potente tanto da sbalzar via Uravity e Dark Shadow contro Tsuyu e Kirishima, che avevano fatto da scudo con i loro corpi. Il rumore delle schegge contro il ghiaccio sembrava quello dei proiettili, faceva battere il cuore d'inquietudine.

Non vi furono più rumori. Solo il riverbero di quella minaccia scampata. Shoto usò le fiamme per sciogliere il muro e cercare con lo sguardo Midoriya, il suo migliore amico. 

"Deku?" chiamò Katsuki, guardandosi in giro. "Deku, dove sei?".

"Midoriya Shonen!" si aggregò spaventantissimo All Might.

"Eccolo!" indicò Eijirou, puntando verso una stele di ghiaccio che Shoto aveva creato inconsapevolmente. Lo raggiunsero, rimanendo pietrificati a ciò che videro.

Deku era pallido come un fantasma, il petto era un pasticcio di sangue, la ferita profonda e aperta, sul suo corpo che lampeggiavano le linee incrociate dell'One for All e il corpo tremante. Sembrava come se avesse potuto esplodere di lì a poco.

"Amico! Ma che cosa hai dovuto sopportare?" gemette Kirishima, incredulo.

Indeciso di movimenti, determinato nello sguardo, Shoto alzò una mano, portandola sul petto di Deku per congelare la ferita: se avesse perso ancor più sangue, il salvataggio sarebbe stato inutile. Il giovane ringraziò con un sorriso poi cercò Kacchan che senza emettere parola lo prese in braccio, in stile sposa. Era l'Hero più fiero di tutti in quel momento, si sentiva l'unico autorizzato a toccarlo!

"Sei stato in gamba" sussurrò vicino al suo orecchio, avendo cura di non farsi vedere da nessuno. "… Deku".

Il giovane sorrise nuovamente. L'adrenalina in circolo cominciava a sciamare, sentiva il dolore rimbalzare in ogni cellula del suo corpo. Il suo respiro incostante, gli arti molli e pesanti, la vista annebbiata. Il calore che giocava con il freddo che stava salendo sul suo corpo.

Una mano gentile gli si appoggiò sulla fronte, dove i capelli erano inzuppati e appiccicati di sudore. Gli ci volle qualche attimo per riconoscere ancora Shoto.

"Ha la febbre. Anche alta, direi" disse con evidente ma atona preoccupazione e nuovamente gli fece nascere un fiore di ghiaccio sulla fronte per cercare di rendergli il calore sopportabile. "Qualcuno ha una coperta?" chiese poi.

"Posso crearla io, Todoroki-san!" rispose prontamente Momo, alzando una mano. Le bastò qualche attimo per creare dal suo petto una coperta termica di un vivace colore giallo e porgerla a Shoto che ringraziandola la depose sul corpo tremante del Rabbit Hero. "Midoriya-san, hai bisogno di un antidolorifico, acqua? Qualcosa?".

"N-no, Yaoyorozu-san… grazie" risposte debolmente il giovane, chiudendo gli occhi.

E nel frattempo, ancora in quel posto che sembrava sempre più un incubo spaventoso, i Pro Hero si chiedevano che cosa fosse accaduto al giovane Hero e soprattutto se il nemico fosse effettivamente stato sconfitto.

-Se è del calibro di All for One, dubito che si sia lasciato sconfiggere per così poco…- fu il pensiero di All Might, nonostante sapesse in cuor suo quanto duramente avesse lottato il suo pupillo. 

"Toshinori… che cosa ha dovuto sopportare quel ragazzo?" chiese piano Mirko, neanche avesse udito i suoi pensieri.

"Credo qualcosa che non possiamo neanche immaginare, Mirko-san… ma quello che vedo sul suo corpo, non mi piace per niente" rispose in un fil di voce All Might, mentre prendeva forma una terrificante ipotesi.

L'One for All… stava sparendo? Serrò un pugno, incapace di staccare gli occhi da Deku in braccio a Katsuki che non aveva la benché minima idea di volerlo appoggiare su una barella di fortuna creata da Momo e resa senza peso da Ochako che non la smetteva di piagnucolare per le sue condizioni.

"Analizziamo velocemente la situazione: abbiamo ricevuto quel messaggio strano che ancora dobbiamo avere il responso dalle varie analisi, abbiamo capito che Hunter-Kane è un nemico subdolo che potrebbe essere stato uno scienziato, Izuku è ancora alle prese con una trasformazione che di logico ha poco e niente e che altro?" elencò Mirko, guardandosi intorno. "Ho la sensazione che stiamo dimenticando qualcosa di importante".

Improvvisamente il giovane Deku si rimise in piedi, ignorando le proteste dei suoi amici, aveva uno sguardo terrificante, determinato sì ma anche privo della sua naturale dolcezza. Fece qualche passo verso il buio, a pugni stretti.

"Deku!" chiamò rabbioso Katsuki, afferrandolo per un braccio. "Smettila di fare l'eroe del cazzo, a malapena ti reggi in piedi! Mettiti sulla barella che a momenti mi svieni!".

"No, Katsuki. C'è qualcosa che non va" tagliò corto e anche tagliente l'altro, sferzando il braccio per togliersi quella calda mano dalla pelle. 

Il biondo non si fece intimidire, anzi gli si parò perfino dinanzi poggiandogli un palmo sulla fronte. Il sudore e la febbre alta avevano sciolto il refrigerio di Shoto. "E' la febbre a farti straparlare! Mettiti sulla barella ti ho detto!" riprovò con un tono più alto che non ammetteva repliche.

L'altro fu irremovibile. L'One for All, per ironia della sorte, si stabilizzò proprio in quell'attimo da tachicardia, sparendo e rendendo l'aspetto di Deku come una stella pronta ad esplodere, ancora quei capelli tirati all'indietro e il potere al massimo della potenza. Katsuki ebbe un battito mancante, era l'unico a conoscere gli effetti collaterali di quel Quirk di pura energia. Lo afferrò per le spalle, avvicinandoglisi per cercare il suo sguardo, puntato però sempre nel vuoto, sempre lontano. 

"Deku, ascolta, usare il tuo pieno poter per come sei ora potrebbe avere effetti disastrosi. Questo lo sai, vero?" gli mormorò con una nota di paura. Ricevette solo una fugace occhiata. L'altro strinse le mani sulle sue spalle. "Lascia fare a noi. Siamo qui per salvarti e faremo il culo al nemico".

"Ha preso l'One for All".

Katsuki rimase congelato, prima sbattè le palpebre non avendo compreso bene, poi la realizzazione di quelle cinque parole pronunciate senza alcun colore lo fecero fare qualche passo indietro, come fosse stato scottato. Deglutì, negando appena ma cercò di sdrammatizzare con la brutta copia di un ghigno. 

"Che cazzo stai dicendo?" disse, prendendogli un polso. "Deku?".

"Devo sconfiggerlo prima che possa usarlo per i suoi scopi maligni" fu la risposta impassibile dell'altro. 

Deku finalmente lo guardò, un malinconico sorriso tirò gli angoli della sua bocca mentre gli poggiava la mano sulla sua e l'accarezzava dolcemente. Lo tirò in un abbraccio, non si aspettò di essere ricambiato…

E invece Kacchan lo strinse fortemente al petto, chiudendo gli occhi, ignorando gli sguardi curiosi di tutti. In quell'attimo c'erano solo lui e il suo Deku. Il suo Izuku.

"Non andare da solo. Non serve morire. Ma se proprio ci tieni" gli disse, staccandosi e con un ghigno che era quello di sempre: "… lo faremo insieme. Dopotutto hai promesso che avresti sempre fatto il tifo per me, no?".

Fu una questione di un attimo, il tempo prese a scorrere con una lentezza incredibile, quasi come fosse stato uno stop motion: Deku mormorò qualcosa che Katsuki non riuscì a capire, lo vide illuminarsi e lui venir spinto al sicuro, verso Shoto. Partì alla massima potenza, bloccando un pugno nella mano. 

Il colpo gli fece diventare la mano viola, come una melanzana.

"DEKU!" urlò Katsuki, dopo un'eternità. Gli venne una tale rabbia che non ci pensò su a correre in suo aiuto. 

Ma perché lo aveva scansato? La risposta arrivò immediatamente: l'onda d'urto del colpo nemico arrivato dall'oscurità aveva incrinato il ghiaccio di Shoto e ora iniziava a crollare tutto con un boato assordante. Immediatamente Endeavor lanciò delle fiammate per rendere i detriti meno appuntititi e richiamò i Pro Hero per intervenire prima che la superficie sarebbe potuta sprofondare e con essa causare diversi feriti. 

Katsuki non era deciso a starsene in disparte: il fuoco dopotutto era suo alleato, no? Si fece carico dei suoi sentimenti, finita questa storia lo avrebbe detto chiaramente a Deku che lo amava. Anche se ci avrebbe rimesso la reputazione e l'orgoglio.

"Ehi, Baku-bro! Ti copriamo noi!" sentì chiamarsi alle spalle. Era Eijiro, con il suo Indurimento attivo, seguito da Shoto che lanciava proiettili di ghiaccio per sgombrare la strada, Momo, Ochako e Tsuyu. Sorrise, andando ancora più veloce sparando fiammate a raffica con le sue mani. "Midoriya è laggiù! Sembra stia avendo la peggio!".

Eijiro aveva ragione, c'era un miracoloso lucernario magenta che era sopravvissuto all'esplosione precedente a rischiarare la situazione. Deku non riusciva a contrastare la potenza acquisita di una sorte di mostro con la faccia ricoperta da sangue, senza più un profilo umanoide. C'erano molte ferite sul suo corpo incredibilmente gonfio come quello di Muscular e il suo corpo era attraversato da una moltitudine di vene che lampeggiavano di un rossastro incredibile.

"Piccolo stolto! Pensavi che l'avresti fatta franca? Devo ancora prendermi tutto il tuo potere, questo non mi basta ancora!".

La voce era tinta di rabbia e follia ed era incredibilmente rauca, faceva rabbrividire, ma non quanto la sua forza bruta. Afferrò Deku per i capelli sbattendolo più e più volte contro il muro per poi strangolarlo, mentre faceva allungare la sua lingua verso il petto per succhiare altro sangue carico di potere.

Era come una droga. 

"BASTARDO!" urlò Kacchan scagliando una fiammata. 

"Oh, oh!" commentò ironico l'altro, utilizzando la schiena di Deku come scudo. Si levò un urlo di dolore e un odore di carne bruciata. "Se lo vuoi, vieni a prenderlo!".

Katsuki era gelato sul posto, aveva ferito Deku, che agonizzava ancora cercando più debolmente di liberarsi dalla mano al collo. 

"Non è stata colpa tua, Baku-bro! Cerchiamo di aiutare Midoriya!" rincuorò Eijiro, afferrandolo per un polso mentre ancora correva. Incredibilmente Kacchan sembrò accettare quelle parole e annuì. 

Shoto scagliò una fredda ondata di ghiaccio: Hunter-Kane la distrusse con un proiettile di energia come quelli che era solito usare Deku, di nuovo l'altro contrattaccò con una potentissima fiammata. 

Il nemico pensò di usare nuovamente Deku per proteggersi, non calcolò la lingua di Tsuyu avvolgersi intorno al ventre di Deku, Ochaco toccarlo per renderlo leggero, Eijiro per tenerlo fermo per le gambe insieme a Kacchan. 

"Yaoyorozu-san, vai!" urlò Red Riot. 

La corvina aveva approfittato del momento rapido per creare un bazooka ad alta precisione con delle munizioni: senza perdere prezioso tempo sparò tre colpi, colpendo in piedi Hunter-Kane. Come previsto lasciò andare Deku per riflesso e lo poterono salvare, facendolo dolcemente atterrare abbastanza lontano.

"Yaomomo, puoi creare qualcosa per tamponare le sue ferite?" chiese immediatamente Shoto, di guardia. 

"Lasciate fare a me!" esclamò l'altra. Creò un unguento speciale alle erbe mediche e delle bende, istruì Ochako e Tsuyu di aiutarla a spalmare l'olio profumato su ogni ferita importante e di avvolgere il corpo ferito, sperando che gli altri avrebbero guadagnato tempo.

Fu un attimo: nuovamente a rallentatore. Hunter-Kane era comparso nell'ottica dei ragazzi con un ghigno infernale, pronto a scagliare un Detroit Smash a piena potenza. 

Improvvisamente una macchia nera gli si avventò addosso, scagliandolo pesantemente lontano.

"Scusate il ritardo, tutto bene?". Tokoyami era lì, mentre Dark Shadow fronteggiava il nemico tenendolo bloccato al suolo in una prova di forza. Era più grosso, complice l'oscurità che regnava molto più sovrana.

Volarono piume scarlatte che andarono a conficcarsi sul volto nel nemico e un calcio potentissimo arrivato da una macchia velocissima e bianca dritto alla sua testa. Hawks e Mirko non avrebbero mai abbandonato i loro kohai!

"E' un nemico troppo potente. Mi dispiace dirlo ma sembra avere lo stesso Quirk di Midoriya" commentò Hawks, preoccupato.

"Quello è il mio Quirk… è riuscito in parte a sottrarmelo… devo essere io a sconfiggerlo…" gemette piano Izuku, tentando di rialzarsi ora che le bende erano state sapientemente messe sul suo corpo.

"Sei troppo ferito, Deku-kun! Ti farai solo uccidere in questo modo!" protestò Ochako, facendogli da supporto insieme a Tsuyu.

"Il suo corpo non credo sia in grado di sopportare il mio Quirk a piena potenza. Dobbiamo costringerlo a usare attacchi ripetuti, anche se questo potrebbe essere molto pericoloso" fu la risposta di Deku.

"E allora lascia fare a noi, stavolta. Devi riprendere le forze" sorrise Kirishima, che si era ricongiunto al gruppo con Katsuki.

"Sei d'intralcio!" sbuffò quest'ultimo, nonostante fosse felice di vederlo più o meno sano e salvo, anche se molto ammaccato.

Deku scosse la testa. Questa volta non poteva lasciare agli altri il compito di sconfiggere Hunter Kane. Strinse un pugno, il suo One for All era estremamente debole, rimaneva abbastanza energia per pochissimi colpi ad ampia potenza. Era la sua resa dei conti.

Chiuse gli occhi, concentrandosi: i discorsi dei suoi amici iniziavano a diventare ovattati. Il corpo era di nuovo debole e la febbre non aiutava affatto. Doveva solo resistere. Intravide una linea scarlatta germogliare: se avesse alterato i sentimenti nel suo cuore sarebbe tornato un coniglio e non sarebbe più stato di alcun aiuto.

Fece riaffiorare il suo potere: quando dischiuse le palpebre vide Hunter-Kane oramai in piedi e Dark Shadow ritirato perché non era più in grado di vincere in forza. Il suo corpo si era fatto ancora più muscoloso, al limite del sopportabile. 

"Provate a fermare questo!" esclamò caricando i pugni verso l'esterno. "Vi annienterò con un Carolina Smash!".

Perfino All Might che era rimasto in disparte sputò del sangue dalla bocca per lo shock: quello era un colpo estremamente potente! Utilizzarlo in un corpo non allenato avrebbe fatto esplodere gli arti!

Erano tutti con il fiato sospeso, era un colpo intenso e fortissimo! Lo scagliò con una risata stridula eppure qualcosa accadde. Il suo corpo si gonfiò tutto, colorandosi di rosso intenso, gli arti gli andarono in necrosi, gli occhi fuoriuscirono dalle orbite in due linee di sangue sugli zigomi. 

Poi un'esplosione di una luce accecante. In quel momento in cui tutto sarebbe potuto finire con la scomparsa di molti Hero e Pro Hero, Kacchan intravide Deku correre verso l'esplosione e urlare qualcosa con un braccio caricato. C'era così tanta luce. Così caldo e freddo allo stesso tempo. 

Deku… doveva solo salvarlo… nient'altro… doveva dirgli che lo amava!

L'impatto fu assordante, la luce distrusse ogni cosa, disintegrandola… eppure non vi fu un singolo frammento di roccia…

 

Solo un cuore coraggioso potrà tenere il potere. L'One for All è il potere di tutti…

 

"Sayonara… One for All"…

 

 

"Molti Pro Hero sono riusciti a evitare al minimo i danni provocati dall'esplosione di otto tubature d'acqua nella vecchia metropolitana del settore 24-B. Dobbiamo ringraziare i nostri salvatori! Non un solo edificio distrutto, non un solo ferito! E' un giorno da festeggiare!".

Spense la televisione. Endeavor aveva lasciato una dichiarazione per una conferenza stampa per evitare che informazioni top secret potessero trapelare, tra cui il rapimento di Izuku Midoriya. E per fortuna il suo sangue freddo era riuscito a far credere a tutti che quell'esplosione fosse stata causata da un cedimento strutturale dell'impianto idrico.

All Might appoggiò il telecomando sul letto alzandosi piano per evitare di aprire i punti di sutura al braccio e alla schiena. Non era riuscito a evitare il crollo di una parete che l'aveva quasi schiacciato. Ora cercava di riprendersi, anche se il suo cuore era ridotto in frantumi. La sua stanza bianca di ospedale lo infastidiva, non faceva che ricordargli quanto fosse stato inutile nelle gallerie di circa otto giorni fa. Non aveva potuto dare il meglio. 

-Così inutile…- pensò, scostando le lunghe tende quadrate per guardar fuori dalla finestra. Era un ospedale importante, solo per Hero e Pro Hero, sviluppato in altezza. Sembrava quasi un grattacielo dove la città sorgeva tutt'intorno. -Un inutile inetto-.

Sentì bussare alla porta bianca alle sue spalle, concesse di entrare, salutando con un cenno del capo un dottore seguito dal suo amico, 

Naomasa Tsukauchi a capo delle forze dell'ordine. Quest'ultimo si tolse il cappello color caffè dal capo e salutò il suo vecchio amico. 

"Le ricordo le sue medicine, All Might" disse il dottore, lasciandogli sul comodino un bicchiere d'acqua e tre piccole pillole rosa cipria all'interno di un contenitore di plastica. Poi controllò il suo referto ai piedi del letto e annuì soddisfatto. "Si sta riprendendo. Ora vi lascio da soli. Si riposi, All Might".

"Sì, grazie" fece quest'ultimo, espirando pesantemente. Non amava essere trattato con rispetto, non se lo aveva miseramente perso.

Naomasa attese pazientemente che l'altro ingurgitasse le medicine, rimettendosi seduto a letto per iniziare il suo discorso.

"Sappiamo cosa è successo, Toshi" fece, guardando fuori dalla finestra. Tutto sembrava così normale. "Quando siamo arrivati, c'erano solo campioni di carne dappertutto. Li abbiamo prelevati quasi tutti".

"Quasi?" ripetè stranito il biondo.

"Sì. Quasi" annuì l'altro, guardandolo con la coda dell'occhio, allontanandosi dalla tenda per guardarlo poi chiaramente. "Siamo certi che uno sia sfuggito".

"Questo è un male…" mormorò All Might, stringendo i pugni. 

"I tuoi ragazzi sono tutti ricoverati qui, la maggior parte ha solo qualche escoriazione, nulla di grave. E' solo quel ragazzo che preoccupa. Le sue ferite sono molto gravi che non è ancora fuori pericolo e sono passati circa otto giorni".

Il cuore di All Might ebbe una stretta. Naturalmente si era già fatto informare delle condizioni di Izuku e nonostante fossero passate circa centonovantadue ore aveva dinanzi agli occhi la scena terribile nelle gallerie…

 

C'era il boato del silenzio, quel rombo profondo. Della fortissima energia non era rimasto più nulla, se non l'aria satura di polvere e qualche detrito rotolato con un assordante riverbero. C'era acqua dappertutto che faceva da specchio ad ogni cosa.

"Che cosa è successo?" fu la timida domanda di Yaomomo che si era riparata dietro una spessa paratia di ghiaccio che Shoto aveva creato prontamente poco prima dell'esplosione. Quest'ultimo iniziò a tossire. "Todoroki-san!".

L'altro alzò una mano: la polvere gli era finita nei polmoni, seccandogli la gola e non poteva fare a meno di tossire per espellerla alla meglio. Individuò subito Eijiro indurito che aveva abbracciato Ochako e Tsuyu, Darsh Shadow che aveva fatto lo stesso con Hawks e Mirko e sotto a pesanti detriti scorse i capelli biondi di All Might. 

Per fortuna, ancor prima di aprir bocca, Endeavor era sceso dal buco nel soffitto seguito da altri Pro Hero ed erano immediatamente accorsi per salvarlo. Shoto riuscì a scorgere due corpi in un lago di sangue poco più avanti, verso l'oscurità. Accese una fiamma e corse immediatamente a vedere, rimanendo completamente senza parole.

Izuku era riverso sul corpo di Katsuki, gli aveva fatto da scudo senza farlo ferire gravemente. Il biondo aveva una ferita sul sopracciglio, sangue che colava ancora sul viso, annidandosi nell'incavo del collo. Aveva anche un'abrasione alla mano sinistra.

"Midoriya! Bakugo!" chiamò, inginocchiandoglisi al loro fianco. 

Quando voltò Midoriya quasi non soppresse un conato di vomito, il suo corpo… il suo corpo…!

"Endeavor! Portiamo Midoriya urgentemente in ospedale!" urlò a pieni polmoni...

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Capitolo 9
*** Fuoco nel Ghiaccio, Fiamma Furente ***


Angolo della Quirkless

Eccomi qui ad aggiornare quest'altra storia. Questo è un capitolo un po' introduttivo, ho deciso che i guai non devono finire facilmente. La storia ha ancora qualche buco da ricucire in fondo. Detto questo, Enjoy!!



 

Shoto guardava il cielo sempre più scuro, le nuvole ormai ammassate in un uniforme grigio che presagiva un violento temporale. Il vento scuoteva gli alberi che apparivano dei piccoli cespugli in basso, sui marciapiedi e negli spazi erbosi chiamati parchi. Sospirò impercettibilmente, appoggiando una mano su una di quelle vetrate del corridoio ospedaliero, dando le spalle alla porta della stanza di Midoriya. Era venuto a trovarlo ma aveva scelto il momento sbagliato. 

Alcuni dottori e infermiere lo stavano cambiando, rinfrescando la pelle e controllando le sue attività corporali, celebrali e cardiache, attenti a non sposarlo in alcun modo. 

Una goccia di pioggia catturò la sua attenzione, Shoto seguì con un dito quel passaggio dettato dal vento più forte, con lo sguardo un po' perso nei ricordi più recenti.

Quando aveva voltato Midoriya dal corpo di Katsuki aveva quasi sentito il vomito risalirgli in gola, una sensazione che non aveva provato da quella volta che aveva rigettato la colazione per colpa di un allenamento estenuante di suo padre. Quello squarcio sul petto sanguinante e coperto di sporcizia a rischio infezione. Escoriazioni, tagli, abrasioni sul corpo, la ferita al fianco di nuovo aperta, ma ancor di più muscoli e ossa e lo sterno tagliato.

La porta alle sue spalle si aprì con uno scatto, destandolo dai suoi pensieri. Shoto Todoroki vide i dottori parlare tra di loro e uno di loro fargli cenno di poter finalmente entrare. Ringraziò con un inchino rispettoso e una volta varcata quella soglia richiuse piano la porta alle sue spalle.

Midoriya era in una confortevole stanza d'ospedale, tutta bianca, identica a quella che avevano dato ad All Might, con una vista mozzafiato, un piccolo bonsai posto su una cassettiera che affiancava la porta bianca del bagno e un'infinità di macchinari che sembravano tenerlo in vita. Elettrodi sul petto, che era stato bendato, operato e ricucito alla perfezione. Una mascherina d'ossigeno sul volto che era ancora caldo di febbre e diverse flebo nel braccio sinistro. 

Shoto gli prese dolcemente la mano, accarezzandone timidamente il palmo con il pollice, senza smettere di guardarlo. Gli scostò amorevolmente i capelli dalla fronte che erano appiccicosi di sudore, sfiorandogli le orecchie da Rabbit Hero che riposavano mollemente sul cuscino. Era così innocente e dolce.

"Midoriya, non so che cosa tu abbia fatto contro Hunter-Kane ma ci hai salvato tutti quanti" sussurrò, avvicinandosi al suo viso. Rimase a contemplare i morbidi dettagli, poi gli stampò un bacio sulla guancia. "Mi dispiace molto…" ammise, stringendo un pugno. 

Era un po' confuso riguardo alla sensazione strana nel petto e piuttosto preferì non pensarci. Notò con la coda dell'occhio un piccolo sgabello nero, lo tirò con un piede, attendo a non fare rumori e si sedette, continuando a tenere la mano di Izuku, ostinatamente dormiente.

"Mi sono chiesto perché Bakugo ti avesse abbracciato in quel modo, ma credo non siano affari miei, dopotutto" riflettè ad alta voce, poi lo guardò nuovamente. "Mi piacerebbe che avessimo un rapporto simile, la nostra amicizia merita di essere coltivata".

Comme un déjà-vu, alla porta si udì un tocco. Si aprì lentamente senza attendere il suo permesso: ci fu un lampo che per un attimo fece andare via la corrente ma non i macchinari che sostenevano Deku, poi un tuono assordante e un silenzio tombale.

Eijiro sosteneva Kacchan che camminava con una stampella; se quest'ultimo fu stupito di vedere Shoto lì seduto, per il secondo fu completamente impossibile capire che tipo di espressione avesse costruito. Fastidio? Rabbia? Sgomento? Gelosia? O forse era solo il lampo ad aver marcato erroneamente lineamenti che generalmente tendevano all'insofferenza?

"Ti sei ripreso, a quanto vedo" mormorò Shoto, senza alzarsi e senza lasciare la mano di Deku. "Anche tu, Kirishima".

"Già, mi è bastata una seduta da Recovery Girl per guarire. Adesso devo solo portare questa fasciatura al braccio e in una settimana sarò nuovamente operativo! E tu?" sorrise il rosso. 

"Sto bene" ammise l'altro, guardando poi Kacchan.

Katsuki era stato letteralmente salvato da Deku, aveva solo una slogatura alla caviglia, un'escoriazione al braccio, un piccolo taglio fra le scapole e un livido che capeggiava fra il viola e il giallo sullo zigomo destro. Il taglio sulla fronte era stato sapientemente curato e bendato. Probabilmente non ci sarebbe stata neanche una cicatrice.

"Midoriya come sta?" chiese tristemente Eiiro, staccandosi da Katsuki per avvicinarsi al suo amico. "Ne ha passate veramente tante. Spero possa riprendersi".

D'un tratto videro le palpebre di Deku fremere, ci fu un gemito di dolore ma nulla più.

"Midoriya!" chiamarono speranzosi Shoto ed Eijiro. 

"Deku!" fece invece il focoso, zoppicandogli più vicino. 

Deku dischiuse le palpebre per loro somma gioia ma rimase in evidente stato confusionale, senza dare ulteriori segni. Shoto rapidamente corse a chiamare immediatamente aiuto, lasciando la stanza con velocità. Eijiro si spostò verso il lato del letto dove prima c'era seduto il bicolore, tenendogli la mano, imitato da Katsuki, sempre con quel cipiglio di gelosia sul viso.

"Ehi, amico!" chiamò, scuotendogli piano la spalla. 

"Deku! Che cazzo!" ringhiò visibilmente spaventato il biondo, facendogli una carezza al viso. "Ha ancora la febbre, maledizione!".

Sentirono dal corridoio passi veloce e un vociare sconnesso, poi Shoto fece un cenno per far sapere che aveva trovato la stessa equipe medica che aveva controllato e cambiato Izuku poco fa. I tre ragazzi si spostarono verso il fondo della stanza per non essere d'intralcio ma non staccarono gli occhi di dosso durante quel momento delicato di osservazione. 

Un medico controllò immediatamente i segni vitali di Deku, un secondo fece illuminare la punta del suo indice come fosse stata una torcia e la puntò nelle sue iride. Reagirono, era un buon segno.

"Il battito è accelerato, i suoi valori però sono troppo bassi. L'attività celebrale è minima!" indicò un terzo.

Il dottore che aveva il Quirk Luce nella mani annuì e diede disposizione di staccare la mascherina d'ossigeno e di iniettargli un farmaco in grado di evitare possibili collassi. Furono mischiate due soluzioni, una lattiginosa, una trasparente in una siringa e la iniettarono nel braccio di Deku, senza ottenere neppure un segno per la puntura, per quello spillo fastidioso nelle vene.

Dopo qualche attimo il battito tornò a livelli accettabili e le attività celebrali migliorarono, sebbene di poco.

Di nuovo provarono a puntargli la luce negli occhi, questa volta notarono le iridi spostarsi e le palpebre sbattere di poco.

"Potrebbe essere un sintomo di amnesia come meccanismo di difesa a un avvenimento traumatico" riflettè il dottore. "Ehi, ragazzo, tu sei un Hero, vero?" chiese, accarezzandogli dolcemente i capelli.

Deku piegò piano la testa, guardandolo con un'espressione di chi non riusciva a comprendere la lingua. 

"Sai come ti chiami?" riprovò. 

Non ci furono risposte. Il dottore guardò i tre ragazzi e fece loro cenno con una mano di avvicinarsi. Non sfuggì a nessuno lo sguardo un po' più curioso di Deku che alzò piano il capo dal cuscino.

"Siete suoi compagni di classe? Da quale liceo venite?".

"U.A. Siamo del primo anno, sezione A" rispose Shoto. "Siamo compagni di classe".

"Bene! Provate voi a cercare di fargli qualche domanda, dobbiamo capire quanto è persistente l'amnesia, quale lobo celebrale ha intaccato".

"Deku, mi riconosci?" iniziò immediatamente Katsuki, sporgendosi sulla testiera del letto, ai suoi piedi per evitare di mettere pressione sull'arto ferito. "Lo sai chi sono io! Avanti, cerca di ricordare! Ti devo un salvataggio, nerd!".

Deku socchiuse le palpebre, poi incredibilmente si mise seduto sul letto, aiutato dai dottori che ne approfittarono per controllargli anche il fianco e lo sterno. Protrasse una mano verso i tre sorridendo appena.

D'un tratto un sibilo doloroso gli attraversò la testa, Deku si rannicchiò, anche il petto e il fianco gli inviarono un dolore disumano. Fu come sentirsi investito da una gelida corrente che non gli dava possibilità di fuga, sentiva delle voci mischiate, vedeva dei frammenti di ricordi che non voleva ancora rivivere. Un Villain che lo aveva squartato vivo, che aveva preso il suo Quirk.

L'One for All. 

Spalancò gli occhi annebbiati di lacrime, ignorando i richiami dei dottori che cercavano di tenere sotto controllo quel respiro che stava diventando sempre più rapido e incostante. Il suo One for All! Nel pugno destro non sentiva quella calda fiamma guizzante. Chiuse di nuovo gli occhi, cercando di concentrarsi: dov'era quel potere? Dov'era?

Aveva perso l'One for All veramente?

Era tutto finito allora?

Deku stava tremando, fissando indirettamente i suoi tre compagni di classe, era terribile! Era tornato un Quirkless, si era fatto rubare un potere che All Might gli aveva consegnato dopo quarant'anni di servizio come Simbolo della Pace… e lui..? Non era riuscito a riprenderselo. Si sentì invadere dalla follia e lanciò un urlo, volendo solamente fuggire via.

"Midoriya, calmati!" provò Shoto, spaventato da una reazione così eccessiva.

"All Might! All Might!" chiamò disperatamente il giovane, staccandosi con foga da uno dei dottori furioso. 

Per un frangente si levò un guizzo di potere ma fu un momento prima di sentire un dolore allucinante in tutto il corpo. La mano destra gli faceva malissimo, sentiva di non poter più sopportare nulla.

Allora l'One for All non era perso per sempre?

Ricordava tutto, ogni più piccolo dettaglio. La sua tremante mano che aveva smesso di opporre resistenza cercò le orecchie e ne trovò una. Era ancora un Rabbit Hero, quindi non sarebbe mai più tornato un semplice essere umano?

"Midoriya Shonen!".

Tutti si voltarono verso la porta dove faceva capolino Yagi, visibilmente stupito di vedere il giovane sveglio ma anche preoccupato nel constatare che la sua espressione indecifrabile stesse chiaramente dicendo che il suo Quirk…! 

"Va tutto bene, ragazzo mio" gli disse, tenendogli le braccia mentre si avvicinava. Aveva avuto già intenzione di andare a trovarlo, quando era a pochi passi dalla sua stanza si era sentito chiamare, il suo nome urlato e non aveva esitato a correre per capire cosa fosse accaduto. Midoriya gli si strinse nel petto e prese a piangere, tirandogli dolcemente la maglia azzurrata del pigiama. "Piangere fa bene. C'è molta confusione, ma il tuo cuore, più di chiunque altro, è nel posto giusto".

"No…" profferì, con voce quasi non sua. Tossì un po', poi riprese. "L'ho perso per sempre, All Might! L'ho perso!".

Nessuno, eccetto Kacchan capì il motivo di quella colpa. Deku glielo aveva sussurrato nella galleria che Hunter-Kane gli era riuscito a sottrarre il Quirk, ma allora quell'accenno di potere che cos'era stato? Di riflesso guardò la sua mano destra: era stato un debole, un vigliacco che si era fatto bloccare dalla paura e Deku ne aveva pagato il prezzo.

"Va tutto bene, Midoriya Shonen" rincuorò All Might, accarezzandogli la testa. "Ora devi solo riposare e guarire. Hai ancora la febbre".

Il giovane annuì appena, con il suo aiuto si rimise coricato. Fissò indirettamente il soffitto, pensando e ripensando a ciò che aveva fatto, alla perdita di One for All e tutto quello che era accaduto. Ignorò i medici che gli iniettavano un calmante nel braccio, poggiandogli una borsa con del ghiaccio sulla fronte e controllavano le sue attività cardiache e celebrali.

"Mi dispiace per il mio scatto… non era mia intenzione…" ammise, rivolgendosi ai tre ragazzi che non avevano più fiatato e mai lasciato la stanza.

"Chiunque al tuo posto avrebbe reagito in questo modo, quindi, tranquillo e come ha detto All Might pensa solo a guarire!" sorrise Eijiro, stringendogli amichevolmente la mano. "Noi andiamo adesso. Vero Todoroki?".

Il bicolore era riluttante nel lasciare Izuku con Katsuki, visto che Eijiro aveva silenziosamente chiesto un po' di privacy per quei due. Si sentiva un po' messo da parte. Geloso? Non sapeva cosa fosse la gelosia, era solo un po' arrabbiato. Annuì comunque e con All Might, il rosso e i medici lasciarono la stanza.

Sostò per qualche attimo dietro la porta che chiuse, indeciso su cosa fare.

"Todoroki? Tutto bene?" domandò Red Riot.

"Sì. Vado da Endeavor. Ci vediamo" mormorò, alzando una mano e andando verso l'altra parte del corridoio.

E nel mentre i due erano rimasti da soli. Deku guardava Katsuki con la coda dell'occhio, attendendo, l'altro che si spostava lo sgabello per prendere posto accanto a lui e stringergli la mano.

Il tocco fu morbido. Delicato, quasi a non volergli arrecare ulteriori danni. Kacchan aveva gli occhi bassi nella vergogna, un cipiglio di rabbia e delusione sul viso mentre accarezzava distrattamente le vecchie cicatrici. 

"Non sentirti in colpa" iniziò Deku, che lo guardava attentamente. 

"Il tuo Quirk" sospirò il focoso, stabilendo un contatto visivo. "Davvero non c'è più? Eppure quando ti sei concentrato l'ho percepito per un attimo".

Deku tornò triste, spostando gli occhi carichi di lacrime altrove. "Non lo so. L'One for All sarebbe dovuto rimanere dentro di me, per proteggerlo, esattamente come ha fatto All Might in tutti questi anni".

La mano di Kacchan gli si appoggiò sul viso, poi le sue labbra catturarono le sue più calde in un bacio. Per la prima volta Deku lo voleva, desiderava molto di più. Aveva bisogno di lui, aveva bisogno di forza e protezione. 

"Ho avuto paura. Non ti svegliavi ed io non sapevo cosa fare" gli sussurrò, continuando a baciarlo con impeto. 

Deku gli artigliò i capelli, un silenzioso invito a salirgli sul letto a cavalcioni. Voleva solo essere felice, dimenticare per un attimo ogni cosa. E Kacchan era bravo a recepire quel tipo di messaggio: ormai su di lui iniziava a baciargli anche il mento, scendendo con la lingua sul collo e mordicchiando dolcemente la clavicola. Lo faceva impazzire tutto questo. 

"Deku" chiamò piano il biondo. 

L'altro gli poggiò un dito sulle labbra, poi scostò la coperta dal suo corpo perché voleva farlo. Voleva davvero amarlo con tutto se stesso. Nel muoversi tuttavia, il pigiama mise in mostra tutte le bende, dal petto al fianco a ferite minori. Kacchan non riuscì a staccare gli occhi di dosso a quelle chiazze bianche e un senso di rabbia lo catturò.

Schioccò la lingua contro i denti in un sibilo di frustrazione, accarezzò Deku sulla guancia poi scese dal letto e gli rimboccò la coperta.

"Non voglio ferirti" ammise, con occhi bassi. "Non voglio farlo ancora".

Deku però era insoddisfatto: per un attimo gli venne in mente un deja-vu, quando la prima volta il biondo non l'aveva baciato e lui era scappato per quattro chilometri senza saperlo. Però lo capiva e non poteva che dispiacersi per lui.

"Kacchan, stammi vicino" chiese, mentre si alzava leggermente, tenendo una mano sul fianco. 

"Guarda in che condizioni sei per colpa mia" ruggì, sferzando l'aria con una mano. "Come fai a non incazzarti? Come puoi volermi baciare e fare sesso con me dopo quello che ho fatto?!".

"Perché ti amo e questo non cambierà mai".

Il tempo per un attimo sembrò fermarsi. 

Katsuki era fermo, la bocca semi-aperta, gli occhi spalancati, incapace di dire qualcosa, una qualunque. Il volto di Deku era delicato, aveva le guance rosse di febbre, i capelli sulla fronte che gli esaltavano gli occhi gentili e vitrei. Un sorriso sulle labbra ancora umide dei loro baci. Deglutì, avvicinandosi e lo abbracciò, affondando il naso nei capelli. 

"Ti amo anche io" ammise. 

"E' bello sentirtelo dire" sorrise l'altro, dolcemente, chiudendo gli occhi. Poi si staccò cercando i suoi occhi. "Per favore, non sentirti in colpa. Morirei anche per te, questo è ciò che fanno gli Hero. Questo è ciò che si farebbe per la persona amata".

Kacchan si sentì invadere da una gioia incontenibile. Lo abbracciò ancora una volta, baciandogli le labbra e drappeggiando le dita sul suo corpo. "Almeno però, la prossima volta, accetta il mio aiuto, nerd! Non è il caso che combatta solo tu".

In ricordo al suo atteggiamento un po' egoistico, Deku sorrise annuendo. Ora si sentiva un po' meglio, Kacchan era davvero un portento…

 

Qualche settimana più tardi, apparentemente le cose sembrarono tornare normali. 

Deku era stato dimesso, certo doveva fare molta attenzione alle sue ferite, ma aveva deciso di studiare sodo perché con tutta la faccenda della sua trasformazione in coniglio, il rapimento e i vari soggiorni in ospedale aveva perso parecchie lezioni. Iida, Todoroki, Kacchan e Ochako avevano voluto aiutarlo con lezioni private e lui era stato in grado di sostenere un piccolo esame scritto con risposte multiple che gli aveva dato Aizawa. Inutile dire che lo passò con il massimo dei voti.

Ed ora mentre sedeva al suo banco ascoltando una lezione di Midnight sulla storia del Giappone e la nascita dei Quirk e dei super-uomini che rappresentavano l'ottanta per cento della popolazione mondiale, una pallina di carta gli arrivò sul banco. Si voltò, Kacchan che sogghignava gli fece un cenno con la testa.

L'aprì, c'era un messaggio nella sua più che ordinata calligrafia.

 

Dopo le lezioni usciamo insieme

 

Deku si sentì avvampare le guance. Era un appuntamento! Certo, gli venne da pensare mentre gli sorrideva annuendo, che non era stato un invito, piuttosto un ordine imperativo. Ma era comunque una cosa dolce da parte sua, doveva ammetterlo. Così, armato da questa gioia incontenibile, la giornata trascorse normalmente, con una moltitudine di compiti e di lezioni. 

Sembrava che tutto a tutto il liceo fosse vietato combattere, allenarsi e soprattutto fare tirocini. Qualcosa era tenuto nascosto.

Preferì non pensarci; quando suonò la campanella poté sospirare di sollievo per quell'interminabile attesa e mise i suoi quaderni nello zaino giallo, alzandosi. Lo fece in fretta, questo gli costò una fitta al fianco e una al petto. Entrambe non erano del tutto guarite. 

"Oi. Non mi puoi morire adesso".

Kacchan gli era vicino, con uno sguardo fintamente svogliato che celava la sua preoccupazione. Gli sorrise, scuotendo la mano per cambiare discorso. Deku fece per prendere lo zaino quando l'altro lo fermò toccandogli la mano. 

"Dammelo, te lo porto io. Non puoi fare sforzi" sogghignò, portandosi lo zaino su una spalla.

"Uno zaino non è mai stato un carico forzante, Kacchan. Posso farlo" replicò piano Izuku. L'altro gli fece un'occhiataccia come per ricordargli che lo avrebbe fatto esplodere. "D'accordo, hai vinto tu!".

"Chi vuole fare merenda fuori?" domandò improvvisamente Denki.

"Mi sembra una buona idea!" cinguettò Ashido, con un pugno alzato.

"Però il tempo è abbastanza freddo fuori" ricordò Tsuyu che non voleva proprio andare in ibernazione con quell'aria fredda. 

"Ah, non ci avevo pensato" borbottò, poi gli venne un'idea: "Che ne dite di fare un piccolo party?".

"Che cosa dovremmo festeggiare?" chiese Iida, curioso.

"Beh, che il nostro Midoriya è di nuovo con noi!" esclamò il biondo con la saetta scura in una ciocca dei capelli. Si mise le mani sui fianchi mentre i ragazzi lo accerchiavano ed annuivano entusiasti. "In fondo ne ha passate tante, dello svago farà bene a tutti!".

"Io preparo la musica" intervenne Kyoka, un po' nervosa mentre si attorcigliava uno dei jack alle orecchie.

"Io invece la torta e il cibo" sorride Rikido, alias Sugarman. "Midoriya, a te piace la torta al cioccolato o alla panna?".

L'attenzione si spostò immancabilmente sul verdino, visibilmente imbarazzato. Kacchan dietro di lui era di malumore tra l'altro. 

"Torneremo alle sei" intervenne, afferrando il braccio di Deku per trascinarlo fuori la classe. "La sua preferita è la torta al cioccolato".

"Ehi, ma dove andate? Il coprifuoco adesso è stato spostato alle cinque e trenta visto che fa anche buio prima!" ricordò Kirishima, curioso. 

"Non sono affari tuoi, Capelli di Merda!" sbuffò il focoso. "Torneremo per le cinque e mezza" e detto ciò, nonostante il Rabbit Hero stesse cercando di dire qualcosa per scusarsi, se ne andarono.

"Chissà Kacchan dove vuole andare con Midoriya?" si domandò Denki ma poi tornò a parlare della festa.

 

I due piccioncini erano seduti su una panchina, non erano andati poi così lontano dalla scuola e dai dormitori. Avevano passeggiato verso uno dei parchi minori di Musutafu per starsene un po' da soli. Faceva un po' freddo ma era veramente gradevole quel cielo un po' più scuro, l'aria fredda e i lampioni che rischiaravano le sempre più persistenti tenebre.

Deku alitò sulle sue mani, sfregandole un po'. Ora percepiva un brivido lungo la schiena. Aveva un po' freddo, sperava che non era qualche ricaduta e di nuovo la febbre. Durante i giorni in ospedale era stato un tormento, aveva caldo, freddo, brividi, sentiva lo stomaco come in una centrifuga e le ossa fargli molto male. 

Una sciarpa rossa intorno al collo lo destò dai suoi pensieri: Deku sbattè le palpebre osservando con la bocca lievemente aperta Katsuki che, un po' arrossito, gli stava allacciando il tessuto morbido per riscaldarlo. Gli mise addosso la sua giacca pesante e gli fece riposare la testa sulla sua spalla. Dopo qualche attimo appoggiò anche lui la testa su quei morbidi capelli.

"Grazie, Kacchan" sussurrò, chiudendo dolcemente gli occhi. 

"Quello ti guarda troppo per i miei gusti".

Deku, stranito, lo guardò. "Di chi parli, Kacchan?".

"Bastardo a Metà!" sbuffò, aumentando la presa sul suo corpo. "Pensa che non me ne sia accorto! Anche in ospedale ti aveva stretto la mano con un po' troppa passione!".

Deku non lo sapeva, però non poteva che sorridere, trovando tutto un po' dolce e un po' ironico. Kacchan sembrava essere un bimbo mentre sfogava a malapena la sua gelosia. Non trattenne una risatina, schioccandogli un bacio.

"Kacchan, va tutto bene. Todoroki è solo un amico, non mi porterà via da te" gli disse, cercando i suoi occhi. Un po' riluttante, l'altro lasciò fare, poi sorrise. "E poi non penso che tu mi cederesti facilmente".

"Tu sei mio" marcò, catturandogli le labbra con bacio.

Si godettero il loro piccolo appuntamento, fino a quando un orologio in lontananza non suonò dolci rintocchi. Erano quasi le diciassette e trenta del pomeriggio, era ormai buio ed erano quasi in ritardo.  

"Dobbiamo tornare. Tra poco sarà il coprifuoco" ricordò un po' triste Deku. 

L'altro lo prese in braccio, era raggiante ed era anche in vena di correre fino ai dormitori in stile Hero. 

"Kacchan, mettimi giù, ti prego! Non credo sia necessario!".

Tuttavia si ricordò che sballottarlo troppo lo avrebbe fatto star male, dopotutto Deku era ancora in fase di guarigione. Allora lo mise giù, premendo insieme le fronti. 

Improvvisamente alle loro spalle si udì un sibilo. Katsuki immediatamente si mise in allerta, ponendosi dinanzi a Deku. L'aria si era fatta pesante, il vento più impetuoso, il cielo senza nuvole. Notarono un lampione sfarfallare prima di spegnersi. Un fruscio di piante, poi uno strisciare disgustosamente viscido, un sibilo di parole indecifrabili. Si stava avvicinando.

Deku caricò l'anulare della mano destra, aiutando a tenere il braccio fermo con l'altra. Il suo orecchio sinistro si mosse, il nemico era vicinissimo: provò a sparare… ma non uscì nulla. 

Il suo Quirk! Allora la sua speranza era veramente stata bruciata. L'One for All era scomparso? Non riusciva ad usarlo! Era inutile! 

"E' scomparso" pronunciò Kacchan, voltandosi. Quando lo vide fremere con le lacrime agli occhi non capì. "Oi! Stai male? Che succede?".

"Il mio Quirk..! Kacchan, il mio Quirk non c'è più! Non riesco più a sentirlo!" esclamò, buttandoglisi al petto per singhiozzare.

"Torniamo indietro, Deku. E non pensarci troppo" sussurrò, strofinandogli i capelli. Lo prese per mano, andandosene via. Kacchan però sapeva che c'era stato qualcuno che aveva avuto intenzione di attaccarli. Cosa l'avesse fatto allontanare era un mistero. 

Non notarono un occhio scarlatto da un'ombra e una risatina oscura...

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Capitolo 10
*** Le Fiamme Blu dell'Inferno ***


Angolo della Quirkless

Ringrazio le mie carissime lettrici che mi danno la forza di scrivere anche se spesso fra cose quotidiane e calore la voglia cala. Eccomi qui ad aggiornare, un capitolo diciamo molto importante perché introduce l'Arco finale! Detto questo, Enjoy!!



 

"Oi, ci siamo quasi" proferì Katsuki, vicino all'entrata dei dormitori.

Erano quasi le diciassette e trenta, mancavano una manciata di secondi allo scoccare del coprifuoco per studenti ma ce l'avevano fatta, per fortuna. Il biondo prese una chiave dalla tasca e iniziò ad aprire la porta, senza lasciare la mano del silenzioso Deku. Dopo quel piagnisteo e l'attacco silenzioso al parco, il verdino si era chiuso un silenzio tombale, lo sguardo spento e le orecchie che sembravano coprirgli gli occhi, tanto erano basse e a tratti chine in avanti. L'One for All non si era manifestato, forse era tornato ad essere Quirkless.

Appena entrarono, la mano di Kacchan volò immediatamente all'interruttore ma nel momento stesso in cui le dita premettero per accendere la luce, si levò un assordante "Sorpresa!".

La luce calda inondò l'area comune dei dormitori, c'erano palloncini colorati dappertutto, uno striscione con scritto "Bentornato, Izuku" e due tavoli carichi di ogni qualsivoglia leccornia, compresa una torta a tre strati con panna e cioccolato, guarnita di squisite fragole. Doveva proprio essere stata opera di Rikido! 

Kacchan sbuffò con un mezzo sorriso, guardando di riflesso Deku che si era staccato dalla sua mano e aveva fatto un passo avanti, con gli occhi brillanti di gioia. Era come un bambino con una card di All Might tra le mani. Aveva l'invitante bocca a forma di cuore aperta, sembrava così innocente che gli sarebbe venuta voglia di baciarlo dinanzi a tutti.

Eijiro fu il primo ad avvicinarsi, con il più raggiante dei sorrisi. Era così felice quella testa rossa che stava anche allungando un po' troppo le mani per prendere quelle fredde del verdino, più sorridente di prima. Kacchan si oscurò per gelosia: nessuno doveva toccare Deku!

"So che hai passato un brutto periodo, per cui abbiamo pensato di farti una festa in modo da svagarci un po'" spiegò Eijiro, tirandolo verso la combriccola di amici già con bicchieri di succo e analcolici in mano. Mina, soprattutto, sembrava si fosse già ubriacata!

"Non abbatterti, vedrai si troverà presto una soluzione" mormorò Shoto.

A nessuno sfuggì Kacchan tirare per una mano Deku e spostarlo più verso il suo corpo, fissando truce la mano del bicolore che era rimasta sollevata a metà. Calò quasi un silenzio pesante, poi Ochako si schiarì la voce e iniziò ad intonare un'allegra canzone. Kyoka annuì al tentativo dell'amica di smorzare quei toni freddi, prese una chitarra acustica e prese a strimpellare. 

Erano accordi semplici ma la melodia era veramente incredibile!

I ragazzi si disposero a semicerchio, dondolandosi mentre uno ad uno seguitava la voce dolce di Ochako e quella più da rock di Kyoka, facendo si che Deku si sentisse investito da parole che ricordavano la forza di un Hero. Era come sentirsi sul palco di un concerto acustico come quello che avevano tenuto tempo prima e avevano fatto sorridere Eri-chan.

Il Rabbit Hero si strofinò una lacrima, poi sorrise in modo dolce, prese per mano sia Shoto che ne rimase sorpreso sia Kacchan che non ebbe neppure il tempo di incazzarsi e rise felice, mentre le lacrime sgorgavano. In quel momento non aveva bisogno di rimuginare sul suo potere scomparso, voleva solo godersi un po' di tempo con i suoi amici. A malavoglia anche Katsuki prese a canticchiare, la melodia l'aveva sentita tutto il giorno prima da Kyoka nella sua stanza e perfino Shoto si aggregò, con la sua voce incredibilmente intonata.

Quando finirono ci fu un applauso, dei coriandoli e finalmente il taglio della torta. 

Fu Momo a tagliare in parti uguali, Tenya a servire le bevande, Denki dei piattini con finger food, Eijiro a trascinare una sedia per far sedere Deku. 

"Dove siete stati poi?" domandò con uno sguardo sorridente quanto indagatorio.

"Non sono affari tuoi, Capelli di Merda" bofonchiò il biondo, avvicinandosi a Deku. 

"Sì, è vero, ma ultimamente voi due state sempre insieme. Siete riusciti a parlarvi e a non insultarvi più?".

Kacchan inspirò una profonda boccata d'aria dalle narici, cercando di calmarsi. Eijiro sembrava volesse disperatamente sapere, notò perfino Shoto guardare nella loro direzione, la mano toccata da Midoriya ancora alzata, come l'avrebbe voluta studiare. 

Che cosa erano? Delle simpatiche fin troppo marcate per entrambi? Li avrebbe fatti esplodere e basta!

"Oh, guardate che carino! Deku sta scodinzolando!" esclamò Mina, indicandogli quel morbido pon pon che si muoveva veloce. "Sembra così morbido! Ti spiace se la tocco?" disse, ignorando i tentativi di Deku di farla desistere. Come appena indice e pollice iniziarono a tirare dolcemente i peli bianchi della sua coda lui arrossì e si ritrovò ad essere un coniglio. 

Fu qualche istante di bagliore, poi vederlo così piccino con le zampette sugli occhi così da cucciolo bastonato e le orecchie ritte fece intenerire tutti, perfino Koda che non celò il suo "ooh!" per troppa dolcezza.

"Occhi da Procione! Guarda che cazzo hai fatto!" scattò Katsuki, mentre Deku sospirava e si concentrava a tornare se stesso, poi si ricordò che non aveva l'orecchino e non aveva neppure scritto ad Hatsume Mei che era stata così gentile e lui l'aveva dimenticata.

"Suvvia, Bakugo, a me sembra che Midoriya sia molto più carino in questa forma! Sembra un peluche!" cinguettò la rosa, prendendolo in braccio. Lo fece aderire un po' troppo contro il suo seno, per sommo rammarico del piccolo.

"Midoriya, pervertito! Perché non torni umano?!" scattò Mineta rabbioso, anche Denki sembrava geloso. 

"Lo farei ma… rischierei di essere ecco… beh… nudo…!" farfugliò il coniglio, rosso. 

"Lascialo stare, Mina, lo stai imbarazzando" intervenne giocoso Eijiro, prendendoselo in braccio. "Tra l'altro non si è ancora ripreso dalle sue ferite".

Kacchan stava fremendo di rabbia cieca, ma la sua non era la solita espressione incazzata ironica, no, era qualcosa di molto più bestiale. I suoi occhi rubino erano due puntini luminosi, stringeva un bicchiere di vetro nella mano che rischiava di esplodere e quella linea piatta delle labbra non prometteva nulla di buono. 

"Siamo stati al parco" borbottò Deku, mentre Red Riot si sedeva e lo accarezzava distrattamente sui capelli. "Ci siamo chiariti. Possiamo definirci adesso buoni amici".

"Davvero? Ma che bello! Vuol dire che non vedremo più Bakugo bullizzare Midoriya!" esclamò Denki. 

Improvvisamente il silenzio cadde. L'aria della festa si era raggelata con quel commento un po' troppo pungente: Kacchan fece un passo avanti, infilandosi le mani in tasca e guardò Deku che tremava un po', negando un pochino. Non avrebbe fatto esplodere nulla per la sua festa.

"Nulla mi impedisce di far esplodere te, Fulminato!" ringhiò con sarcasmo, facendolo rabbrividire. 

Il piccolo coniglietto saltò sul tavolo, improvvisamente stanco, si mise a zampettare distrattamente lungo il bordo del suo nuovo piano bianco, facendo attenzione a non pestare nulla con le zampette. Inutile dire che non si fece notare da nessuno, dato che Mina ed Eijiro avevano iniziato a punzecchiare Kacchan per quell'inaspettato cambio e lato dolce.

Sorrise, il piccolo Izuku. Era bello vedere tanti amici circondare il suo Kacchan, ne aveva bisogno. Gli volevano bene. E lui aveva solo bisogno di prendere una boccata d'aria fresca. Tentò di saltare su una sedia e poi sul pavimento quando comparve uno scivolo di ghiaccio a facilitargli le cose. Rimase stupito, solo una persona avrebbe potuto fare qualcosa del genere. 

Shoto aveva ancora la mano con un po' di gelo a ricoprirne il dorso ma gli stava… sorridendo? Deku si sentì un po' imbarazzato, poi scivolò sul pavimento e zampettò verso l'uscita. E di nuovo il bicolore gli fece una gentilezza, aprendogli la porta solo che uscì anche lui. 

Perché era così premuroso? Deku non lo sapeva. 

Shoto lo prese in braccio dolcemente e si avviarono insieme verso gli scalini, sedendosi per ammirare la pallida e bianchissima luna che irradiava luce argentea riflettendosi con le flebili stelle. Che pace. Dentro si sentiva ancora il frastuono di voci sconnesse, la più forte quella di Mina. Che autentica forza della natura quella ragazza!

"Volevo scusarmi, Midoriya" iniziò il ragazzo con l'eterocromia. Deku lo guardò curioso, ancora sul suo grembo. "Non sono stato io a rapirti, ma non so perché mi sento in colpa. Sapere che il nemico avesse preso il mio aspetto per tenderti una trappola…" mormorò, sospirando per poi guardarlo. "…mi fa incazzare".

Deku rimase stupito, era la prima volta che vedeva Todoroki imprecare a cuore leggero. 

"Non preoccuparti, Todoroki-kun, non è colpa tua" sorrise il piccino, poggiandogli una zampa su un dito. Si stupì di vedere i suoi occhi illuminarsi e un accenno di rossore colorare le sue gote. 

"Sono stato messo al tappeto come un pivello. E' bastato far saltare la luce e colpirmi alla testa con un pugno ben assestato. Devo migliorare, devo essere più forte" raccontò, con lo sguardo altrove. "Mi fa incazzare tutto questo perché se sono facile da annientare vuol dire che non posso essere utile nel proteggere le persone importanti?".

Lo guardò marcando l'ultima frase e Deku si sentì colpito, ripensando a quello che aveva detto Kacchan, ovvero che Todoroki aveva una simpatia per lui. Si sentiva un po' il cuore a mille, però il suo apparteneva solo al biondo. Le sue labbra si incresparono appena alla menzione del suo… ragazzo? Poteva definirlo in quel modo?

"Todoroki-kun" chiamò Midoriya, accarezzandogli un dito. "Qualunque cosa sia accaduta, la nostra amicizia non cambierà mai. Siamo sempre compagni, rivali, amici, tutto. Per cui, non addossarti una colpa che non ti appartiene. Hunter-Kane era un nemico subdolo dopotutto".

D'un tratto si levò una scossa di terremoto, forte abbastanza da far saltare la corrente nei dormitori, causare grida e scuotere tutto. Todoroki scattò in piedi, tenendo stretto al petto con fare protettivo Deku. No, non sembrava una normale scossa, qualcosa gli diceva che era opera di qualche Villain. 

Aveva potuto superare le restrizioni della scuola? Superare perfino i Pro Hero e i professori per arrivare agli studenti? 

Qualcosa si materializzò dal terreno, un piccolo ammasso informe dai colori verdastri e neri: spuntarono quattro arti muscolosi, una testa con tre occhi disposti in fila verticale fino al naso schiacciato. Una bocca larga, piena di denti aguzzi e una lunga lingua. 

"Un… Noumu?!" espirò Deku, saltando dalla forte presa protettiva di Todoroki. 

"Non puoi combattere, sei ferito!" intervenne l'altro. "Devi andare subito dentro!".

"No, non posso farlo!" replicò deciso Deku, anche se aveva paura perché era un Quirkless.

"DEKU!".

La porta del dormitorio si spalancò con un sonoro fracasso, Kacchan era visibilmente preoccupato, seguito dagli altri ragazzi. Nel vedere il Noumu che sembrava attendere un qualunque comando. Aveva qualcosa di diverso dagli altri suoi simili, i suoi occhi scarlatti con iride corvina, il cervello racchiuso sotto una pelle blu scuro, le unghie nere, i piedi con artigli che ricordavano quelli di un'aquila reale. Indossava un pantalone strappato simile a quello di un militare. 

"Un Noumu?!" gemette Ochako. "Come ha fatto ad arrivare qui?!".

"Si è materializzato dal terreno! Questo non è un Noumu come tutti gli altri!" spiegò frettolosamente Todoroki. 

Kacchan afferrò Deku e corse immediatamente dentro, sapeva che gli altri avrebbero combattuto. Non l'avrebbe mai ammesso ma erano tutti validi combattenti. 

"Kacchan, dobbiamo lottare quel nemico!" replicò il coniglietto, premuto contro la sua spalla.

"Che cazzo ci facevi con Bastardo a Metà?!" ruggì il focoso, portandolo nella usa stanza. Lo mise sul letto, lui a braccia conserte.

"Stavamo solo parlando. Si è scusato per il mio rapimento".

"Ah?!" sbuffò il biondo. "Ma che cazzo sta farneticando? Non è stato lui a rapirti!".

"Todoroki aveva un'espressione affranta" sospirò Deku, concentrandosi per tornare un Rabbit Hero. Se lo avrebbe visto nudo Kacchan non gli avrebbe creato imbarazzo. 

"Che stai facendo? Non vorrai mica combattere?!".

Deku completò la trasformazione: il suo corpo tornò quello di un Rabbit Hero, la sua virilità ben in mostra. Non si aspettò di avere un abbraccio famelico dall'altro, un ginocchio a stimolare il suo membro e un morso leggero fra la spalla e la clavicola. Gemette, artigliando i capelli biondi che tanto amava, volendo molto di più.

"Deku… non puoi lottare…" sussurrò Bakugo, staccandosi in malavoglia. 

L'altro sospirò gravemente, si sentiva così in minoranza, come se fosse tornato indietro ai tempi delle medie e la sua vita era un inferno. Kacchan era stato un vero bullo, ma adesso lo amava e si sentiva decisamente protetto. Si infilò prontamente una tuta e una maglietta, aveva lasciato i suoi abiti all'ingresso ma non avrebbe potuto raccoglierli.

"Non sono del tutto sicuro che l'One for All sia veramente scomparso. Non so come definirlo, ma quel guizzo di potere in Ospedale… io continuo a rimuginarci" spiegò Deku, stringendo il pugno destro.

Sentì prendersi la mano da Kacchan dolcemente, gliela strinse un po', chiudendo il divario tra di loro con un casto bacio. Durò una manciata di secondi ma fu qualcosa di elettrizzante. 

"So che non ti tireresti mai indietro. Ti salverò io il culo" sogghignò il biondo, tirandolo per una mano. 

E intanto quel Noumu non si era ancora mosso, ancora fissava il vuoto con i suoi occhi. 

"Iida-kun, dovremmo chiamare i professori!" sussurrò Asui, che era forse la più spaventata. 

"Sì, ma i cellulare non funzionano!" gemette Mineta, che era nascosto dietro ai suoi compagni con in mano il cellulare. "Quel mostro deve aver tagliato comunicazioni e linea elettrica!".

"Non ha senso, perché la U.A. è tutta illuminata" evidenziò Momo. "Creerò un drone con un messaggio di aiuto!" propose, voltandosi verso l'ingresso dei dormitori per usare il suo Quirk. Come appena il drone volò verso il cielo, il Noumu spiccò un salto capace di creare una voragine sotto ai piedi e raggiungerlo in un attimo distruggendolo con una stretta di mano, a mo' di morsa.

Tutti spalancarono bocca e occhi all'immagine di quel mostro che ora sembrava pronto a distruggere ogni cosa. Emise un ringhio disumano, atterrando a quattro zampe. I suoi occhi caddero su Todoroki, poi a Bakugo e infine a Midoriya.

"Yaomomo! Crea un altro drone, noi cerchiamo di tenerlo impegnato!" esclamò Tenya, facendo segno a Mina e a Ochako di proteggerla. "Tutti gli altri proteggiamo i dormitori!".

Il Noumu spiccò un rapidissimo scatto, la lingua biforcuta penzolante dalla bocca grondante di saliva: Shoto immediatamente creò una spessa lastra di ghiaccio ma non fu abbastanza da fermare un pugno dato a piena potenza. Ne creò una seconda ma ebbe lo stesso effetto, decise quindi di scagliare una fiammata. 

Il Noumu fu colpito in pieno, scaraventandolo lontano nel suo agonizzante dolore. 

Kacchan si levò in volo, voleva distruggere quel mostro che si stava torcendo tenendosi il volto che ora odorava di bruciato e aveva delle ferite, un occhio chiuso dove sgorgava del sangue. Usò uno dei suoi guantoni, a piena potenza.

"AP Shot!" ruggì e una violenta fiammata esplosiva di nuovo lo colpì in pieno.

"Oh, no…!" sussurrò Deku. 

Dalla schiena del Noumu si stava aprendo un nauseante squarcio sanguinante e mentre agonizzava, con il corpo che si muoveva debolmente, un qualcosa di viscido stava uscendo. Una forma di crisalide!

Un occhio rosso puntò su Deku, facendolo accapponare, un brivido lungo la schiena. No, non era possibile! Quell'angosciante sensazione terribile, quei ricordi oscuri, il potere così forte e ora che ne aveva bisogno non poteva usarlo.

Un essere fluorescente con delle ali a farfalle, tutto bianco lasciò il corpo del Noumu, ora morto con gli occhi socchiusi. L'essere aveva la pelle bianca, una luminescenza argentea che gli conferiva un aspetto simile a un Dio. Aveva due occhi a mandorla, l'iride viola, il bulbo nero, non aveva la bocca, quattro arti lunghi e sinuosi, unghie nere. 

"Ch… che cazzo?" espirò Kirishima, sentendo la paura prendergli possesso del corpo.

L'essere alzò la mano sinistra, dal palmo crebbero cinque liane candide che andarono ad avvolgersi intorno al corpo di Denki, Eijiro, Shoto e Katsuki. 

"Detroit Smash!".

Un guizzo di potere lasciò serpeggiante il braccio destro di Deku che nella furia aveva ugualmente voluto fare qualcosa. Rimase sconcertato di essere stato totalmente inutile. Abbassò la guardia, il mostro socchiuse gli occhi, poi dal volto fino allo stomaco si aprì uno squarcio: una bocca oscura piena di denti aguzzi e una lingua biforcuta scarlatta. 

Lo catturò con estrema facilità, portandoselo a un passo da quella bocca. Deku poteva sentire aria gelida, come un vuoto oscuro che lo stava richiamando, le energie sempre più deboli.

"Vai Dark Shadow!" urlò improvvisamente Fumigake, scagliando il suo demone per colpire il mostro. Quest'ultimo chiuse e aprì gli occhi in un frangente mettendolo al tappeto come l'avesse tramutato in sasso.

"Che cosa gli hai fatto?!" ringhiò Ojiro, saltando verso di lui. Anche lui fu colpito da quel lampo improvviso, ritrovandosi a terra con il corpo paralizzato.

Iida corse rapidissimo per saltargli alle spalle, anche lui non riuscì a contrastare quel colpo che un occhio nudo non avrebbe potuto vedere. Si ritrovò sbattuto contro un albero, con i muscoli contratti innaturalmente, perfino gli organi. 

Il drone, però, era riuscito a volare. Momo aveva fatto in modo di scrivere un messaggio per poterlo portare a qualche professore, per sperare di essere salvati. Un nemico di quel calibro non potevano sconfiggerlo da soli. Erano solo studenti!

Deku si sentì le forze sempre più deboli, come il lavaggio del cervello di Shinso. I suoi occhi persero lucidità, il capo si piegò all'indietro, il corpo molle. Non sentì più nulla...

 

Quella sensazione corvina, il vuoto assoluto, il suo sguardo verde fissava una figura dai capelli bianchi e i suoi stessi occhi verdi, con indosso una maglietta che gli stava allungando una mano. Sembrava così gentile, trasmetteva una tale pace.

Aveva solo una mano libera da quel fumo che gli impediva perfino di parlare. Provò ad allungargliela.

Si strinsero, il contatto fu come una sorte di calore in tutto il corpo. Beh, ammesso che sotto quella coltre nera fumosa ne avesse ancora uno.

"Nono possessore, non devi preoccuparti. Abbiamo deciso di conservare il nucleo dell' One for All per non lasciarlo sottrarre. E' un potere che va custodito per evitare di farlo cadere in mani sbagliate".

Deku si sentì in colpa, tanto da abbassare lo sguardo e ritirare la mano. La bianca figura tuttavia sorrise e la trattenne.

"Sappiamo che battaglia hai affrontato e non ci sono parole per dirti quanto siamo orgogliosi di te. Il potere dell'One for All è ancora dentro di te, ma per sbloccarlo necessiterà un corpo più forte e una volontà ancora più d'acciaio. Capisci, Nono possessore?".

Deku si sentì come rinvigorito. Allora quel potere non l'aveva abbandonato? Ma perché non riusciva ad usarlo?

"La battaglia non è finita. Il nemico è ancora qui fuori e sta cercando di usare l'One for All per i suoi scopi malvagi. Noi crediamo in te, ti stiamo aiutando, Midoriya Izuku. Ma è anche vero che dipende anche da te".

Il verdino deglutì, abbassando lo sguardo. Poi lo rialzò ed annuì.

"Trova la forza dentro di te. Ci saranno ancora tante battaglie da affrontare, dovrai dimostrarci di esserne ancora degno".

Izuku annuì ancora una volta, staccando quella mano per stringerla a pugno. Si sentiva come traboccante di energia. Doveva solo risvegliarlo. Forse era stato anche il suo corpo a tenere l'One for All come incatenato dietro a una porta. Doveva sbloccarlo! Ora!

"Vai"...

 

Due dita si illuminarono e scagliarono un potente colpo nella bocca del nemico. Il boato fu forte, il dolore ancor di più. 

Deku si risvegliò a seguito di quel movimento non volontario del suo corpo, un po' come deja-vu del passato, al Festival Sportivo contro il lavaggio del cervello di Shinso. Gli facevano male l'indice e il medio, ora completamente rossi e rotti. Il suo corpo si era indebolito molto, probabilmente sarebbe stato un ritorno al passato. Avrebbe dovuto sottoporsi nuovamente a un allenamento come l'American Dream di All Might.

"Deku!" si sentì chiamare.

Attraverso il dolore vide Kacchan che lo chiamava disperatamente, il mostro che stava stringendo sempre di più quella lingua serpeggiante bianca intorno al torace, rendendogli difficile respirare. Anche gli altri stavano soffrendo.

La sua mano ferita era dolorante. Il mostro sembrava essere incazzato. 

Improvvisamente alle loro spalle si aprì un buco nero, un warp. E c'era solo una persona capace di farlo…!

Spuntò una mano pallida, un'altra guantata, poi una ancora bruciata e piena di ustioni. La Lega dei Villain? 

"Kurogiri, catturali tutti e sei".

Il warp si amplificò e potente il suo risucchio tirò verso il profondo nero l'essere e i cinque Hero, sotto gli occhi di tutti. 

"Midoriya Shonen! Ragazzi!".

Era All Might, con Aizawa, Midnight e Vlad. Stavano correndo verso i dormitori.

"Kurogiri, chiudi il warp gate".

Aizawa scagliò le sue bende, attivando il suo Quirk, per un frangente il portale si bloccò dal chiudersi. Riuscì a catturare la mano di Eijiro ma un lampo bianco lo colpì dritto al volto, scagliandolo pesantemente su All Might. Aveva fallito!

Avevano perso ben cinque studenti in una volta sola!

EraseHead aveva una ferita allo zigomo, era riuscito a deviare in parte il colpo ma questo l'aveva portato a fallire. Dannazione! 

"Midoriya Shonen!" chiamò All Might, protendendo l'arto verso il vuoto per poi abbassarlo con grande sconforto.

I suoi ragazzi, il suo pupillo…! 

Imperdonabile!

Patetico!

Inutile…!

 

"Maestro, va tutto secondo i piani".

Tomura Shigaraki si sentiva come invaso da una sensazione nuova, come orgoglio e incredibile felicità macabra. Non aveva alcuna mano sul corpo, mostrava la sua faccia compiaciuta allo schermo del bar, mentre il suo maestro applaudiva lentamente. 

"Li abbiamo catturati. Che ne facciamo del mostro?" chiese Kurogiri, mentre puliva un bicchiere con cura.

"Ha un Quirk interessante. Potrebbe essermi utile" rispose All for One, guardando poi Himiko e Compress che salivano da una botola sul pavimento, mentre Dabi giocherellava con un fuocherello nella mano sinistra. "Come stanno i nostri ospiti?".

"Izuku-kun è così carino con quelle orecchie da coniglio, voglio tagliare la sua pelle e vederlo sanguinare! Degli altri non me ne frega affatto!" rispose Toga, mentre si teneva le guance imporporate di eccitazione fra le mani. 

"L'essere è stato imprigionato in una delle mie sfere, tutti gli altri studenti sono incatenati alle sedie, sono privi di senso" spiegò Compress, tirando fuori una biglia azzurrata magicamente da una mano. "Vuole che glielo porti?".

"Kurogiri, apri un Warp Gate e tu Mr. Compress inserisci la sfera al suo interno" ordinò All for One con un accenno di sadica gioia nella voce. 

Fecero quanto richiesto, poi la registrazione scomparve lasciando la Lega dei Villain a se stessa. Nessuno, però, si era accorto che i cinque studenti avevano semplicemente finto di essere privi di senso per poter ascoltare i discorsi del piano superiore. Erano stati rinchiusi in uno stanzino interamente di pietra, molto piccolo, quattro metri per tre e filtrava solo dell'aria da un piccolo condotto dove filtrava la luce lunare. C'era un odore di umidità persistente e dell'acqua che gocciolava nitidamente alle loro spalle. 

Erano stati bloccati su delle sedie, le braccia e le gambe bloccate da fermi di ferro, catene e acciaio indistruttibili ma almeno erano insieme.

"Deku, come stai?" chiese subito Shoto.

Erano stati collocati in quest'ordine: Midoriya, Katsuki, Eijiro, Denki e infine Shoto. 

"Sto bene, non preoccupatevi per me" mentì, il realtà il dolore alla mano era insopportabile. 

"Sei riuscito a usare il tuo potere?" chiese Eijiro, sporgendosi in avanti per vederlo attraverso quella luminosità scarsa.

"Non so, non del tutto. Credo che sia ancora dentro di me, ma devo solo convincermi a poterlo usare di nuovo" spiegò il giovane, deglutendo. "Siamo nel covo del nemico".

"Allora Hunter-Kane lavorava con Shigaraki?" sbuffò Denki, in quel momento voleva solo starsene nel suo letto e non pensare a nulla.

"Dobbiamo solo uscire fuori di qui!" tagliò corto Eijiro, guardandosi intorno. "Non ci sono porte che possiamo usare, siamo bloccati e apparentemente l'unica uscita è quel condotto d'aria ma non si può usare perché troppo in alto e troppo piccolo".

"Midoriya potrebbe trasformarsi in coniglio e raggiungere quel condotto!" provò Denki, speranzoso.

"No!".

Tutti si stupirono a quanto grave fu quella semplice parola uscita dalle labbra di Bakugo. Era rimasto in silenzio fino a quel momento, forse rabbioso, forse a pensare a come scappare. Si sentiva di rivivere un deja-vu, solo che adesso era insieme ai suoi compagni.

"La trasformazione in Bunny e in Rabbit Hero richiede una quantità disumana di energia, Deku è attualmente ferito! Il suo Quirk, se è tornato potrebbe servirci per dopo! E poi mi spieghi che vantaggio abbiamo a usare un condotto dell'aria?!" scattò rabbioso.

Deku avrebbe voluto baciarlo però tuttavia ci pensava a quello che aveva detto Denki, tuttavia era anche vero che quel piccolo rettangolo che a malapena si vedeva nell'oscurità avrebbe portato da qualche parte.

"Se non ci sono uscite vuol dire che siamo stati portati qui con un Warp Gate" disse, dopo un attimo di riflessione. 

"Allora la nostra occasione sarà quando verrà qualcuno a liberarci. In tal caso potremo combattere e usare il Warp Gate per poter scappare!" esclamò rincuorato Eijiro. 

"Se verranno a controllarci" sospirò sconsolato Denki. 

"Fulminato, perché non provi a usare il tuo Quirk per vedere se riusciamo a rompere i fermi?" provò Kacchan. 

"Fossi in te non lo farei. Questo materiale è fatto in modo da assorbire i Quirk e rilasciarli con il doppio della potenza! Potreste ottenere l'effetto contrario!".

I cinque furono come invasi da un brivido lungo la schiena, accanto a Deku si accese un fuoco bluastro: c'era una figura sogghignante. Dabi! Guardava con cattiveria Shoto, che manteneva il contatto visivo e successivamente osservò il Rabbit Hero. Gli accarezzò una delle orecchie, scendendo lungo la guancia per poi colpirlo con un pugno al viso.

"Bastardo! Perché non ci liberi e vedi come ti spacchiamo il culo?!" ruggì Katsuki. 

"Ah, cielo. Ti comporti come se questo Rabbit Hero fosse il tuo ragazzo" commentò sarcastico Dabi, avvicinandosi con il viso a Deku, stringendogli le guance. "Quindi che cosa faresti se lo uccidessi dinanzi ai tuoi occhi?".

Kacchan stava fumando di rabbia, tuttavia aveva capito che cosa voleva fare: istigarlo a scagliare qualche esplosione che lo avrebbe ucciso sul colpo. Tuttavia era un ragazzo intelligente e non avrebbe fatto nulla di stupido. 

Afferrò i capelli di Deku strattonandolo con forza, fino a farlo gemere di dolore. Quel verdino aveva catturato l'attenzione sia di Tomura sia di All for One e voleva solo capire il perché. 

"Facciamo un bel gioco, ti va?" sogghignò. Prese una tessera nera dal suo soprabito e la passò su una scalanatura sul blocco a braccia e torace. Lo liberò, ma subito lo tirò contro il muro e iniziò a tempestarlo di ginocchiate allo sterno. "Fammi vedere il tuo potere, se mi batti, vi lascerò tutti liberi!".

Deku guardò Kacchan, poi di nuovo Dabi. Il suo potere non era controllabile, che cosa avrebbe potuto fare?

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Capitolo 11
*** L'Ascesa di un Dark Hero (Parte I) ***


Angolo della Quirkless

Eccomi qui con un nuovo capitolo. Stiamo arrivando alla resa dei conti, ormai e curiosamente sta crescendo un bel po' di voglia di dar voce alle idee che mi sono arrivate, tutto merito di chi mi segue, ovviamente. Detto questo, Enjoy!!



 

"Facciamo un bel gioco, ti va?" sogghignò. Prese una tessera nera dal suo soprabito e la passò su una scalanatura sul blocco a braccia e torace. Lo liberò, ma subito lo tirò contro il muro e iniziò a tempestarlo di ginocchiate allo sterno. "Fammi vedere il tuo potere, se mi batti, vi lascerò tutti liberi!".

Deku guardò Kacchan, poi di nuovo Dabi. Il suo potere non era controllabile, che cosa avrebbe potuto fare?

 

Era una situazione davvero difficile, l'aria si era fatta incredibilmente pesante e il cuore che galoppava nel suo petto non aiutava affatto. Si sentiva così inutile e per una volta essere un Hero con un Quirk che era come finito chiuso in un baule lo pressava facendogli sentire rabbia, frustrazione e tanti altri sentimenti negativi.

Dabi sghignazzava con i suoi penetranti occhi, giocherellando con una fiamma bluastra nella mano destra. L'altra era nella tasca del suo pantalone e ne muoveva le dita come se ci fosse stato qualcosa da sfiorare.

"Sei interessante con queste orecchie" commentò dopo un silenzio interminabile. In un rapido movimento della gamba sinistra afferrò la base delle orecchie sbattendogli la testa ripetutamente contro il muro. E nel mentre guardava Shoto a tre quarti, un sorriso macabro sulle labbra, beandosi dei gemiti di Deku. "Chi è il fortunato, allora?".

"Lascialo andare!" ringhiò Shoto, dibattendosi.

"Ah, ma tu guarda! Sei più coriaceo di quel che ricordassi. Dov'è finito il tuo storico sangue freddo?" sibilò sarcastico Dabi, ripetendo quelle testate contro la durissima pietra. Sentì il peso di Deku far pendere il suo braccio, stava quasi perdendo i sensi. Lo tirò prima sé, per poi trascinarlo per le orecchie doloranti verso Katsuki. "E' lui?".

Izuku guardò a fatica i rubini ardenti del biondo ma non risposte. Dabi lo schiantò di viso contro quello di Kacchan in un sonoro rumore nauseante. Ripetè l'atto ignobile fino a vedere la fronte di entrambi macchiata di rosso. 

Katsuki rovesciò la testa all'indietro, con la bocca aperta e gli occhi appannati dal dolore, mentre il sangue da uno spacco sulla fronte gocciolava e serpeggiava verso il setto nasale e gli zigomi.

Passò poi ad Eijiro. Ripetè la stessa domanda e di nuovo Izuku non rispose. Questo gli costò lo stesso trattamento e spaccò la testa al rosso. Poi a Denki. Ora aveva tre Hero con la fronte rotta e un Rabbit Hero che era sempre più prossimo a svenire, con un sanguinoso squarcio sulla fronte e un fiume di sangue che non accennava a placarsi. 

Afferrò per i capelli il verdino, ottenendo un gemito strozzato, poi lo spinse a pochi centimetri dal volto di Shoto. Quest'ultimo aveva gli occhi ampi, illuminati da un sentimento nuovo: la collera. 

"Saresti perfetto da distruggere in questo momento" sogghignò. 

"Lascia stare me e i miei compagni!" intimò rabbioso. 

Dabi si ritrasse: per un attimo gli sembrò di vedere un bambino con una fasciatura sull'occhio che urlava contro suo padre e singhiozzava per riavere sua madre. Fece schioccare la lingua contro le labbra, prima che il suo sorrisetto mutasse in una rabbiosa espressione di vendetta. Schiantò Deku contro il suo viso più e più volte. Poi sorrise macabramente.

"Se non vuoi che faccio esplodere i tuoi amici mostramelo" sillabò nell'orecchio di Deku.

Con le pochissime forze rimaste lo vide puntare la mano verso Katsuki, Eijiro e Denki e allora chiuse gli occhi, cercando disperatamente il suo Quirk. Non poteva essere tornato inutile! Era l'unico libero, doveva pur far qualcosa, maledizione! I suoi amici non c'entravano, erano solo lui che volevano!

L'oscurità regnava sovrana dentro di lui. Non vedeva ghirigori o lampi di luce, non percepiva nulla. Sentiva le risate di Dabi che gli intimavano di usare il potere per evitare una brutta fine ai suoi amici. Li doveva proteggere! All Might aveva continuato a usare le ultime fiamme del suo potere contro All for One!

-Ti prego… One for All… concedimi ancora il tuo potere!-.

Era da tempo che non si sentiva più così triste e infelice, gli venne in mente quando piagnucolava per il bullismo di Kacchan, per la sua impotenza nell'essere nato senza un Quirk, per essere stato sempre schifosamente debole.

"Allora non ci tieni? Bene, li farò fuori!".

Dabi non aspettava altro sotto gli occhi di Shoto che sembrava terrorizzato, nella sua apatia. Scagliò tre fiammate sulle prigionie dei giovani Hero e un'esplosione si levò nella piccola stanza. Katsuki, Eijiro e Denki urlarono, qualcosa di verde si mosse a saetta, facendo alzare una nuvola di polvere, un sordo boato e una pioggia di schegge.

Li vide: occhi luminosi e verdi che ardevano di rabbia. 

"Eccolo qui" commentò Dabi, viscidamente felice. 

Appena il polverone si diradò rimase stupito di vedere Izuku Midoriya avvolto dall'One for All, il corpo sprizzare scariche elettriche e il braccio destro completamente rosso, come se fossero esplosi muscoli, ossa e tendini. Un'emorragia sottocutanea.

"Cosa? Non sei in grado di controllare il tuo potere, Rabbit Hero?" shignazzò.

Un brivido tuttavia gli salì lungo la schiena: vide dei flebili cristalli di ghiaccio ballonzolargli dinanzi agli occhi e capì troppo tardi. Midoriya non aveva solo liberato i tre amici prima di saltare in aria con un Detroit Smash, ma era riuscito anche a proteggere Shoto che, rimasto silenzioso alle sue spalle lo aveva immobilizzato in una spirale di ghiaccio.

"Abbiamo vinto. Lasciaci andare" sillabò il giovane Todoroki.

Eppure Dabi schioccò le dita: un warp gate si aprì sotto di loro e caddero con delle urla.

 

Shoto non aveva mai avuto paura del buio.

Riteneva che crescere con un padre che rasentava un Villain piuttosto che un Pro Hero gli avesse creato una concezione del tutto differente della paura. Ma adesso, così stranito da quell'ansia che stava crescendo nelle sue viscere, stringere al petto il corpo del piccolo Rabbit Hero inconscio e ritrovarsi in mezzo al nulla lo inquietava.

Lo confortava percepire sotto le dita tiepide i battiti del suo migliore amico, lo aiutava a schiarirsi le idee infilare il naso tra i capelli e accarezzargli le orecchie flosce. D'un tratto sentì un calore alle gote, così strano per un'amicizia. Anche se non vedeva a un palmo dal naso percepiva i respiri lenti e caldi contro la sua guancia: le labbra dischiuse di Izuku erano a pochi centimetri da lui.

Deglutì un paio di volte e senza rifletterci su ancora a lungo premette delicatamente la bocca su quella più piccola baciandola. Non aveva mai riservato qualcosa del genere a un ragazzo, figurarsi a una ragazza. Ma una volta aveva ricevuto un bacio dolce da sua madre sulla guancia con tutto l'amore possibile di una madre. Ricordava perfettamente lo schiocco sulla sua candida pelle di bambino, quel respiro caldo uscire dal naso che faceva le fusa contro di lui e quel calore che suo padre aveva sempre raggelato con un semplice sguardo.

Era lo stesso con Izuku? Non lo sapeva. 

Si staccò, accarezzando dolcemente la guancia; era imbrattata di sangue rappreso e risultava appiccicosa.

Improvvisamente vide un puntino luminoso farsi strada verso di lui, diventando man mano più grosso e minaccioso: una piccola palla di fuoco roteava velocissima scoppiettando frammenti di fuoco. C'era solo una persona capace di fare qualcosa del genere! Alzò prontamente una lastra di ghiaccio ma come il buio ritornò dopo lo schianto di quel colpo sentì un pugno schiantarsi contro la sua mandibola e due mani rabbiose strappargli Deku dalle braccia. 

Prontamente accese un fuoco con la mano, ancora in terra a strofinarsi il dorso dell'altra contro le labbra spaccate. Riconobbe dei rubini rabbiosi, in collera che lo fissavano con Deku tra le braccia. 

"Bastardo! Ti ho visto!" ruggì.

"Ah, Bakugo" risposte atono l'altro, alzandosi in piedi. 

"Come ti sei permesso di baciarlo?" scattò furioso, con un passo avanti. "Come cazzo ti sei permesso di premere le tue sudicie labbra su quelle di Deku?!".

"Midoriya non ti appartiene" evidenziò stoico l'altro, stupito da una simile dichiarazione. "E' mio amico".

"Gli amici si baciano sulla bocca, schifoso pervertito?!".

"Sembra che tu tenga particolarmente a Midoriya. Devo pensare a male?" marcò incolore Shoto, tuttavia i suoi occhi ardevano di rabbia. 

Katsuki improvvisamente sogghignò, portandosi dolcemente Deku sulle spalle e tenere le braccia e le mani libere. Controllò la sua fronte con quella fonte di luce del bicolore e non trattenne uno sbuffo di rabbia: la fronte era più rossa che rosa e i respiri incostanti del verdino non promettevano nulla di buono.

Tornò a sogghignare sotto uno sguardo compiaciuto. 

"Hai perso in partenza, Bastardo a Metà".

L'altro si oscurò; la fiamma nella mano ebbe un guizzo per la rabbia che stava crescendo.

"Di che cosa stai parlando, Bakugo?".

"Deku mi appartiene, è mio. Non permetto a nessuno di baciarlo. Nessuno oltre me".

Shoto improvvisamente fu invaso da una serie di sensazioni frustranti: ora capiva il discorso di Dabi, la domanda sul chi fosse il fortunato, quegli sguardi complici fra Deku e Kacchan, all'ospedale quello spruzzo di rabbia. Il moto di gelosia. Capiva tutto e allora perché si sentiva tradito? Messo da parte?

"Oi, cos'è quella faccia di cazzo che stai facendo? Non sarai mica geloso?" ringhiò Katsuki.

"Avrei dovuto capirlo" sussurrò, portandosi una mano sulla fronte. "Avrei dovuto capirlo che Midoriya non si sarebbe mai fidato di me così tanto da confidarmelo!". Una fiammata rovente si aggrappò al suo corpo, l'altra mano emise del fumo bianco. "Avrei dovuto immaginare che non si sarebbe mai innamorato di me!". Scagliò una fiammata e una stele di ghiaccio verso Bakugo che saltò, aiutato dalle sue esplosioni nei palmi, schivando tutto e cercando di non far colpire Deku sulle sue spalle.

Era pazzo di rabbia mentre lasciava sgorgare il suo Quirk, lasciandosi annebbiare dalla foschia di rabbia e collera. Si fidava di Midoriya e considerava Bakugo suo amico e rivale. Evidentemente si sbagliava. 

"Todoroki-kun…".

La fiammata incontrollata lo avrebbe colpito, contro la volontà del suo cuore spezzato. Shoto prontamente sbattè il piede in terra per innalzare una colonna di ghiaccio e schermare la schiena del Rabbit Hero sveglio, mentre Katsuki scivolava su quella specie di rampa e atterrava a pochi passi da lui. 

"Non devi essere arrabbiato… te lo avrei detto… è solo che è così nuovo ed io non so nulla di sentimenti…".

Deku parlava a fatica, assonnato e teneva gli occhi chiusi, respirando tra il dolore del suo corpo malandato, il braccio ferito come agli inizi della U.A e la fronte spaccata. Katsuki fece per spostarlo in braccio, sedendosi in terra quando negò, preferendo rimettersi in piedi, sebbene debole e barcollante.

"Mi dispiace molto sentire questo dolore e questa rabbia in te, non te lo meriti. Non pensavo di dirtelo in questo modo… ma conosciamo Kacchan e il suo carattere" spiegò Deku, schiudendo gli occhi stanchi. Sorrise a uno sbuffo irritato dal biondo che tuttavia gli offriva supporto con una mano al fianco e una che stringeva il polso non ferito sul suo collo.

"Però…" bofonchiò Shoto a pugni stretti.

Izuku gli fece una carezza alla guancia, stringendogli la spalla e cercando i suoi occhi. "Troverai chi ti ama, ne sono certo. E poi, baci molto bene, Shoto-kun".

Arrossì come un peperone, sentendo sobbalzare il cuore. Non seppe se per la carezza di Deku o il fatto che l'avesse chiamato per nome. 

"P… possiamo ancora essere amici?" balbettò come un bimbo.

Deku lo abbracciò dolcemente, per grande rabbia di Katsuki che tuttavia non obiettò nulla. In un primo momento il giovane bicolore non reagì, poi si rilassò, ricambiando dolcemente. Gli schioccò ugualmente un bacio sulla guancia, lasciandolo staccare.

"Non c'era neanche bisogno di chiederlo. Niente cambierà o romperà la nostra amicizia" confermò radioso Deku.

"Kirishima e Kaminari? Dove sono?" chiese poi Shoto, sospirando un po'. 

"Non lo so. Quando mi sono svegliato non c'era nessuno" sputò velenoso Katsuki.

Improvvisamente una liana bianca si avvolse intorno alla caviglia del biondo, allarmando gli altri due: era arrivata dal nulla e stava serpeggiando strettamente lungo la gamba, il bacino, la vita e le braccia. Era bloccato e cosa peggiore stava sollevandosi verso l'alto.

"Kacchan!" gridò Deku, correndo verso di lui.

Il biondo non riusciva a muovere un solo muscolo, quella forza era decisamente superiore alla sua. A malapena voltandosi verso il lato opposto riuscì a scorgere qualcosa con la coda dell'occhio e sentì la paura attanagliargli le viscere. Era di nuovo quell'essere falena bianco! Ma come? Avrebbero dovuto lottare con quel mostro che era così forte e spaventava?

Deku guardò la mano… ora come ora il suo corpo non riusciva a sincronizzarsi con il suo Quirk, che sembrava essere tornato un po' di più, lo percepiva come un formicolio nella mano ancora integra. Poteva utilizzare l'Air Force, anche se ciò gli avrebbe rotto le dita, come al festival sportivo contro Shoto.

Scosse il capo, correndo verso l'uomo falena che stava volando verso l'infinito: non poteva più esitare! Era per questo motivo che si era ritrovato a perdere l'One for All. Scosso da quei sentimenti rabbiosi la sua corsa di trasformò in una a quattro zampe, simile a quella di Asui: la sua velocità aumentò drasticamente e fu capace di scagliare un agilissimo balzo. 

Smash o Air Force? Deku non lo sapeva, poi vide le liane stringersi ancor di più sul corpo di Kacchan e preferì il secondo. 

Afferrò il polso della mano ancora integra e scagliò quattro proiettili, colpendo i viticci e un occhio del mostro che ebbe un fremito e un urlo disumano. Se le spezzò le dita, maledizione! Eppure lo aveva immaginato l'uovo che non esplode nel microonde!

Shoto era sotto di lui, mentre scivolava sul ghiaccio per eguagliare la velocità incredibile di Deku; fece infine una deviazione, scagliando ben due lastre di ghiaccio, una per attutire la caduta del biondo, una per fare da supporto al Rabbit Hero.

"Midoriya!" chiamò.

L'altro annuì, il corpo che diventava avvolto di scariche elettriche mentre volava verso il nemico. Il suo braccio era fuori uso ma dovevano farlo fuori. Sentì presto due presenze ai suoi lati: Shoto e Katsuki gli stavano dando supporto. Gli si agganciarono ai fianchi, le braccia sulla sua schiena, occhi che non avrebbero ammesso atti di eroismo solitari.

I tre si scambiarono un cenno convinto, poi diedero sfogo ai loro poteri che fuoriuscirono come un turbine di fuoco, ghiaccio ed elettricità, ben presto prese a serpeggiare velocissimo, colpendo la falena gigante che cercò di resistere ma ne fu ben presto travolta.

Un nuovo Warp Gate tuttavia si aprì e li inghiottì.

 

Atterrarono con una sincronia incredibile in un nuovo background, ma rimasero completamente pietrificati. Era un laboratorio.

Al soffitto pendevano diverse capsule contenenti dei corpi, alcuni in putrefazione. Non c'era alcuna guardia, solo un uomo seduto a una scrivania invaso dai lampi colorati di tre enormi monitor che mostravano analisi, corpi e tracciati di DNA.

Shoto e Kacchan si misero schiena contro schiena per proteggere Izuku che era più sfiancato di prima. Quel laboratorio era enorme, poteva benissimo essere un prefabbricato destinato alla creazione di un supermercato. Il soffitto era talmente avvolto dalla penombra che non si vedeva nulla, c'era un odore di sangue e di metallo e si udivano dei mugoli in lontananza, provenienti da due capsule proprio dinanzi all'uomo con i baffi che era assorto nel suo lavoro.

C'erano diverse rampe di ferro e scale che portavano ai piani alti, verso il soffitto e quelle capsule verdastre, piene di liquido. 

Deku si sentì mancare… non voleva di nuovo rivivere tutto quello che aveva portato alla sottrazione parziale dell'One for All. Si artigliò le mani nei capelli, respirando sempre più velocemente.

"Stiamo in guardia!" bofonchiò Kacchan, sentendo quel sibilo perforargli l'orecchio. Si voltò, vedendo Deku con un'espressione scioccata e vuota, ansimare e affamarsi d'ossigeno, tremando, con le lacrime che sgorgavano sugli occhi. Ricordò l'ospedale come un deja-vu. "Deku, calmati. Ci siamo noi, va tutto bene!" provò, inghiottendolo in un abbraccio.

Non si rilassò per niente tra le sue braccia, ancora tremando.

"Sta andando in iperventilazione" evidenziò Shoto, guardandosi intorno.

Fu allora che notò con la coda dell'occhio due figure che si agitavano, battendo dei pugni sui vetri infrangibili delle capsule. Riconobbe dei tratti rossi e altri gialli… erano i suoi compagni!

"Bakugo, Midoriya, ci sono Kirishima e Kaminari lì!" indicò.

I due aguzzarono la vista, mentre la poltrona si voltava e il dottor Garaki sorrideva mellifluo, gli occhiali stravaganti ad illuminarsi di velature verdi e magenta. 

"Buonasera, ragazzi" disse. "Siete proprio in tempo per il mio esperimento, ovvero rimozione forzata dei Quirk".

Kirishima aveva attivato l'Indurimento e continuava a battere pugni su quei vetri, sperando di ribaltare la difficile decisione. Denki provò a usare una scarica da mezzo milione di volt, ma ottenne un effetto indesiderato: le pareti erano schermate e ribaltarono l'attacco contro di lui, facendolo fulminare e tramortire sulla base della capsula.

"Kaminari!" chiamò terrorizzato Eijiro, furioso.

"Lasciali subito andare, mostro!" ruggì Katsuki, tuttavia senza staccarsi da Izuku, un po' meno scioccato.

"E perché dovrei rinunciare ai miei esperimenti? Il mio Maestro ne è molto contento. Quell'uomo falena aveva un DNA molto particolare, con diversi Quirk. Se non sbaglio doveva chiamarsi Hunter-Kan" continuò, giocherellando con le dita guantate di una sua mano.

Il cuore di Deku cadde letteralmente nelle viscere. Allora… non era finita? Era ancora vivo? Ma come…?

Garaki schioccò le dita e dietro ai tre studenti si materializzò l'uomo falena, ovvero Hunter-Kane, con un enorme buco al centro dello stomaco e occhi indemoniati.

Improvvisamente, però, Deku attivò il suo Quirk: il dottore, nel notare quelle scariche elettriche, si piegò in avanti sulla poltrona, stupito e deliziato che l'oggetto del suo esperimento per conto del Maestro si fosse degnato di presentarsi. Doveva ringraziare Dabi che aveva preferito far un colpo di testa e l'intervento di Kurogiri per evitare ulteriori danni. Ora che erano qui, significava solo una cosa.

Premette un tasto segreto su uno dei braccioli, si aprì una botola dal pavimento sotto il Rabbit Hero, catturandolo sotto gli occhi basiti di Katsuki e Shoto. 

"Tranquilli, anche per voi ce ne è" mormorò Garaki, richiamando altre due capsule. 

Furono portati accanto a Eijiro e Denki, tutti e cinque bloccati. 

"Eccellente lavoro, dottor Garaki".

L'uomo con i baffi color cioccolato si inchinò rispettosamente dinanzi a un alto uomo in smoking nero, con un respiratore al collo collegato al suo viso senza alcun dettaglio umano. Stava applaudendo lentamente, sbucando dall'oscurità per portarsi accanto a Hunter-Kane.

"I nostri patti possono considerarsi conclusi" disse con un ghigno. 

Il corpo di Hunter-Kane fu percorso da uno spasmo, mentre la mano dell'uomo era premuta nel suo corpo, risucchiandogli il Quirk sotto forma di luminescenza arcobaleno. L'uomo falena iniziò a dibattersi ferocemente, prima di diventare rinsecchito, il corpo di un grigio malato, le ali come di carta pesta che si sbriciolarono a un fremito involontario.

"Ah… il mio antico Quirk, o meglio del mio Otouto".

E da quelle capsule, sospese a mezz'aria, i cinque erano rimasti pietrificati di quell'abominio che continuava a bearsi di quella meravigliosa fine per un uomo che aveva creduto troppo nel suo sogno e si era schierato con il male. 

"Non preoccuparti, la Croce Occulta continuerà i suoi studi con il dottor Garaki. Esperimenti di un cervello di prim'ordine come il tuo non devono andare sprecati".

Hunter-Kane allungò una mano contro l'uomo in nero ma il suo corpo si sbriciolò in miliardi di frammenti scuri, come carta bruciata. 

"Midoriya… quello…" gemette spaventato Eijiro.

"All for One".

Come fosse stato chiamato, l'uomo alzò la testa verso di lui, gli parve di vederlo sorridere. Il dottor Garaki prontamente tornò ai suoi computer, premendo rapidamente le dita sulla console. Nelle capsule fu rilasciato un liquido verdastro e una mascherina d'ossigeno sul volto dei ragazzi. A nulla valsero i tentativi di controbattere.

Nella capsula di Deku furono rilasciate ben sette ultime fiale trasparenti e attesero qualche istante.

Il contatto con quel liquido inodore e contro poi il suo corpo innescarono una reazione terribile, sotto gli occhi di tutti. Deku iniziò a urlare per il dolore, le orecchie che fremevano, i suoi occhi privi di iridi, i valori del sangue e del Quirk che continuavano a schizzare verso percentuali altissime e incredibili.

"Che meraviglioso spettacolo" sorrise All for One. "Un mio caro amico dovrebbe essere qui. Vorrei vedere il suo volto modellato dall'impotenza".

"Midoriya!!" esclamarono Shoto, Eijiro e Denki, meno stordito, attraverso le mascherine. 

Il loro amico si dibatteva furiosamente, incredibilmente le ferite invece si rigeneravano, senza lasciare neppure una cicatrice. Sembrava fosse il Quirk di Recovery Girl. La sua mente era una confusione di lampi, non sentiva né capiva più nulla. Le sue orecchie fischiavano, la gola non ne poteva più di lanciare urla e strilli.

La capsula si incrinò, zampilli di liquido refrigerante iniziò a cadere.

"Maestro, penso che non reggerà a quel ritmo" ammise Garaki.

"Proprio come avevo pensato. Il Quirk che stavo cercando è dentro quel ragazzo Rabbit" tagliò corto All for One. 

Altre schegge incrinarono la capsula, poi cedette definitivamente, con un'inondazione del liquido che venne raccolto in un canale di scolo a grate di metallo sul pavimento. 

Quando dischiusero gli occhi i ragazzi rimasero sconcertati: Deku era accovacciato su un generatore d'elettricità, il petto nudo, un pantalone nero a ricoprirgli la parte inferiore. I capelli bianchissimi, le orecchie ritte e gli occhi completamente assenti, senza l'iride, senza una coscienza.

"Deku!" chiamò spaventato Katsuki.

"Vieni" ordinò All for One. 

Il Rabbit Hero saltò agilmente verso di lui, accovacciandosi su un solo ginocchio. 

"Puoi alzarti, Izuku Midoriya" continuò felice. "E distruggili per me".

Si voltò verso i suoi amici, una lacrima colò sulla sua guancia: caricò un Detroit Smash verso Kacchan e partì. 

Era la sua fine?

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Capitolo 12
*** Ultimo Atto ***


Angolo della Quirkless

Avevo scritto metà capitolo diverso tempo fa ma come al solito mi sono ingarbugliata talmente tanto nelle mie idee che ho letteralmente stoppato. Però eccomi qui ad aggiornare perché voglio concludere questa storia e non lasciarla a metà. E' abbastanza triste non farlo.
Detto ciò, Enjoy!



 

Il tempo sembrò fermarsi per qualche attimo, rendendo quel momento così infervorato in uno da stop motion. 

Katsuki non aveva mai avuto paura in vita sua, nemmeno quella volta in cui fu proprio pestato per bene da All Might durante i combattimenti contro i professori. Ora, nel trovarsi letteralmente in gabbia, incapace di muoversi e vedere quel volto che tanto amava avvicinarsi con intenti omicida gli faceva venir voglia di ridere e piangere allo stesso tempo.

Sapeva che un pugno dell'One for All a metà potenza già era distruttivo e un corpo normale si sarebbe disintegrato. 

Vide i suoi amici battere forte contro le capsule nel tentativo di fare qualcosa e di richiamare Deku ma era tutto inutile. Quest'oggi sarebbe morto come un idiota e proprio davanti a quel merdoso di All for One.

Eppure il destino si beffò ancora una volta di lui: Deku scagliò il Detroit Smash non contro di lui ma bensì a uno dei possenti tubi di metallo che sostenevano le quattro capsule. Il risultato fu assordante: l'onda d'urto incrinò i cristalli, la forza dell'acqua all'interno e della gravità li fece esplodere in una pioggia di schegge. Shoto immediatamente creò una rampa di ghiaccio per poter scivolare e attutire i colpi, controllando rapidamente i suoi amici.

"State tutti bene?" chiese, aiutando Kirishima a rialzarsi e poi Denki che annuirono un po' stralunati.

"Ma che cosa è successo?" espirò il biondo con la saetta nera in una ciocca.

Shoto si voltò a guardare Deku che era in piedi su un altro generatore e teneva per la gola Katsuki.

"Non lo so…" ammise preoccupato, poi fisso All for One che si era messo con le mani dietro la schiena, a fianco a Garaki altrettanto stupito di quel barlume di coscienza che si era interposto contro l'ordine di distruzione precedente. 

Katsuki sapeva inconsciamente che Izuku fosse forte ma non pensava così tanto. Il suo corpo tremava, respirare stava diventando difficile e macchie nere danzavano davanti ai suoi occhi un po' appannati e vitrei. La mano intorno al suo collo era gelida, sembrava che quello fosse un corpo senz'anima, un morto che camminava. 

Questo pensiero gli fece sobbalzare il cuore. Non era che All for One avesse realmente ucciso Deku?

La rabbia gli si infiammò dentro le viscere, le lacrime presero a scorrergli lungo le guance focose; afferrò il polso che lo strangolava con una mano e gli puntò in faccia l'altra, poi urlò scagliandogli delle esplosioni potenti, dettate dalla collera che provava. 

Ottenne l'effetto sperato, la morsa al collo gli si allentò, prontamente scagliò una ginocchiata al suo stomaco e con una capriola a rovescio si rimise in piedi, ansimando e tossendo. 

L'anello di polvere svanì, c'era un odore di bruciato ma Deku era letteralmente integro e lo fissava con ciechi occhi carichi di rabbia. L'aveva fatto appena incazzare. 

"Non possiamo battere Midoriya, non in quello stato! Dobbiamo solo scappare!" intervenne Denki, spaventato.

"Non lo lasciamo qui in balia di quei due bastardi!" urlò di rimando Katsuki, senza staccare gli occhi di dosso al suo Izuku che si era incurvato un po' in avanti, le braccia piegate lungo i fianchi e le mani aperte, una gamba in avanti, l'altra indietro. 

A malincuore Kacchan gli scagliò contro un'esplosione, Deku saltò verso l'alto con un'agilità incredibile nel tentativo di staccargli la testa con una tallonata. L'altro si abbassò prontamente, sentì solo un tocco leggero contro le punte dei suoi capelli. 

Deku atterrò con una verticale, afferrò il polso destro e iniziò a scagliare l'Air Force. Kacchan riuscì a schivarne tre, il quarto gli tranciò lo zigomo. Senza i suoi guantoni protettivi il numero di colpi era limitato, già sentiva un accenno di dolore scavargli nei muscoli delle braccia, ma doveva tenere duro.

Scagliò un AP Shot e lo colpì in pieno. Deku fu sbalzato verso una vasca di acqua gelida senza il minimo suono di annegamento o urla di dolore. Riconosceva di dover dare credito a Denki, non potevano nulla contro quella potenza e se anche si fossero scontrati con All for One ci avrebbero rimesso la vita. All Might aveva perso il suo potere nel tentativo di batterlo!

"Difficilmente Izuku Midoriya morirà per così poco" fece notare mellifluo All for One, schioccando le dita sinistre.

In un'esplosione rumorosa, Deku fu nuovamente in aria con un Air Force pronto a sparare. Questa volta il suo bersaglio sarebbe stato Kirishima Eijiro e non avrebbe fallito. Il primo proiettile d'aria fu scagliato con una brutalità disarmante: il rosso cercò di pararsi con il suo Quirk ma Shoto fu più rapido innalzando un'alta e spessa paratia di ghiaccio.

Percepirono un sibilo e qualche attimo dopo una crepa andò a incrinare pericolosamente vicino al pettorale sinistro di Red Riot lo strato di ghiaccio. Denki lo tirò per un braccio, l'unico ad essersi reso conto che Izuku ne aveva scagliati ben cinque di proiettili.

In tutta risposta, il ghiaccio si frantumò in una pioggia assordante di piccole schegge taglienti.

Red Riot non ebbe il tempo di scappare: Izuku con una velocità incredibile gli arrivò a pochi centimetri dal viso per colpirlo con un Delaware Smash di pugno sinistro. Fece l'unica cosa possibile… afferrò il pugno a due mani e inclinò il collo verso l'esterno per evitare di essere colpito a piena potenza dall'onda d'urto di quel colpo.

"Andate!" urlò.

Denki colpì in pieno Izuku con una scarica elettrica da quasi un milione di volt, Shoto gli scagliò una fiammata ardente e lo bloccò prontamente in una colonna di ghiaccio. 

"Diavolo…!" espirò Chargebolt, tirando per un braccio Red Riot che era ancora stupito. "Dobbiamo immediatamente andar via da qui! Midoriya è troppo potente!".

"Come cazzo facciamo a scappare? Non ci sono uscite!" ringhiò stancamente Kacchan.

Aveva il capo chino che la frangia oscurava i suoi occhi annebbiati di lacrime; ardeva la sua rabbia in tutto il corpo in una pulsante voglia di far esplodere ogni cosa, soprattutto quel bastardo di All for One. 

"Bakugo, non possiamo sconfiggere Midoriya" intervenne apatico Shoto. 

"Lo so, cazzo! Quel pilone di ghiaccio non lo conterrà ancora a lungo!" scattò il biondo, senza staccare gli occhi di dosso a Izuku.

"Però possiamo creare un diversivo per raggiungere la botola al soffitto".

Il focoso rilassò leggermente le spalle, schioccando la lingua contro i denti; fece due saltelli indietro senza abbassare la guardia per essere accanto a Shoto, poi volse rapidamente lo sguardo al tetro soffitto.

A malapena s'intravedeva una botola abbastanza grande da farli passare. 

Il problema non era solo come raggiungerla visto che era a circa diciotto metri di altezza ma di tener a bada Izuku. 

Una crepa nel pilone di ghiaccio fece tentennare i quattro ragazzi e ridere All for One che era sempre più estasiato di vedere quel Rabbit Hero essere una furia. Si udirono dei colpi dall'intero, poi una luce iniziò a brillare come fosse stata una supernova: la prigionia di ghiaccio venne letteralmente distrutta in una nuova pioggia di schegge.

Izuku scattò rapidissimo avventandosi su Shoto e i due ruzzolarono in terra. 

"Todoroki!" gridarono Denki ed Eijiro. 

Kacchan pensò di attaccare All for One e Garaki, sperando che i suoi amici avrebbero colto l'occasione per cercare di raggiungere la botola al soffitto, la loro unica possibilità di vittoria.

Izuku stava cercando di colpire Shoto con una serie di violenti pugni, seduto sul suo sterno per evitare fughe. Il bicolore invece poteva solo difendersi con gli avambracci e incassare nella speranza di cogliere un cedimento o qualcosa.

Denki lo colpì nuovamente con una scarica da un milione e mezzo di volt. Izuku fu momentaneamente tramortito da quel colpo: Shoto ne approfittò per colpirlo al volto con un pugno infuocato e di alzare un muro di fuoco.

"Kaminari, cerca di tenere a bada Midoriya con le tue scosse!".

"Certo! Lascia fare a me! Tenterò di non strafare!" sorrise il biondo, individuando il Rabbit Hero che stava cercando di abbattere il muro con l'Air Force. Lo sorprese con una nuova scarica che lo sbattè al suolo duramente.

Shoto alzò con una mano al suolo un'altissima colonna di rovente fuoco, poi sbattè il piede sinistro e lasciò serpeggiare intorno ad essa un anello di ghiaccio cercando di renderlo resistente e far si da creare una rampa verso il soffitto. Il fuoco che aveva funto da base si spense e lui iniziò a correre.

Nel mentre saliva correndo il più velocemente possibile vide Katsuki impegnato con Eijiro a tentare di colpire All for One che era nettamente più forte di loro. Il biondo non riusciva neanche ad avvicinarsi che doveva schivare lame nere e scarlatte dalle dita dell'uomo e proiettili di energia che ricordavano molto quelli di Deku, intanto rialzatosi alla ricerca dei suoi compagni da uccidere.

Improvvisamente All for One richiamò a sé il Rabbit Hero e lo fece interporre tra di lui e un pugno indurito di Eijiro. 

Tutto sembrò fermarsi a rallentatore…

La mano appuntita era trapassata nello stomaco di Deku, evitando che All for One sarebbe stato colpito. Il rosso era pietrificato, gli occhi ampi e tremante, incapace di ignorare il sangue che stava macchiando il suo avambraccio sinistro e la mano che non riusciva a togliersi dalle quelle interiora.

"Bravo, Rabbit Hero! Ora passiamo alla parte finale" sorrise All for One.

Dalle dita nacquero nuovamente quelle lame taglienti andando a conficcarsi in gran parte della schiena di Deku che ebbe un sussulto, tossendo e vomitando sangue. 

"E' ora che l'One for All torni da me" sorrise.

Intorno al corpo di Deku crebbe una luminescenza scarlatta e degli accenni di energia verde, a tratti segnata da scariche elettriche. Se Garaki era estasiato della vittoria del suo Maestro, Kacchan era letteralmente spaventato che dinanzi ai suoi occhi Deku stava perdendo il suo Quirk. 

Cosa poteva fare?

Come poteva salvarlo?

Kirishima era completamente attonito e non riusciva neanche più a muoversi, tanto scioccato era. Forse poteva…? No, non davanti a tutti!

Non ci pensò su due volte, fece uno scatto, prese il volto di Deku a coppa nelle mani e lo baciò con tutte le ultime energie.

 

Non lasciarmi. Non farti sconfiggere. C'è un motivo perché All Might ha trasferito a te il suo Quirk. Ti ho sempre odiato, ti ho trattato come un sassolino da strada ma la verità è che io ti ho sempre ammirato. Deku, ti prego, combatti e torna da me…

 

Aveva il sapore ferroso di Deku un bocca, mischiato alle sue lacrime salate ma non gli importava. Neanche che tutti lo avessero visto compiere un gesto tanto inusuale, soprattutto fra due ragazzi. 

Kacchan aveva perfino ceduto alle lacrime perché non sapeva come altro sfogare il suo dolore. Era troppo ormai da sopportare con il solito atteggiamento sprezzante. 

Sentì le piccole labbra replicare: di riflesso dischiuse gli occhi e vide che Izuku lo stava fissando con occhi quasi gentili e sembrava sorridergli dolcemente.

 

Ti amo, Kacchan…

 

Katsuki si staccò, premendo ancora insieme le fronti, respirando dolorosamente. 

"Deku, combattiamo. Sei più forte di quel merdoso!" gli disse.

Il Rabbit Hero annuì, raccogliendo le sue forze. Afferrò tremante il braccio di Red Riot che era nel suo stomaco e se lo tolse con una volontà d'acciaio. Forse con una ferita simile sarebbe morto, ma ora erano alle resa dei conti e non c'era tempo per pensare di essere agli sgoccioli. 

"Il potere del mio Otouto sta fluendo in me. E' un giorno da festeggiare, signori" sogghignò All for One.

Deku guardò Kacchan, poi Eijiro che era rimasto ancora bloccato. Gli fece una carezza al viso, cercando i suoi occhi mentre il potere lasciava sempre più il suo corpo. Il rosso sobbalzò sotto al suo tocco e con occhi ampi e bocca aperta, incapace di risvegliarsi da quel torpore dove la mente ripeteva in un loop infinito che aveva infilzato il suo amico, gli scesero delle lacrime.

"Kirishima-kun, non è colpa tua. Va tutto bene" sussurrò.

Un rivolo di sangue gli colò ancora lungo il mento. 

"M… Midori… ya…" articolò il rosso, cadendo in ginocchio. 

Guardava le sue mani sporche di sangue. Gli venne un conato di vomito, si arricciò tenendosi lo stomaco e prese a respirare in modo troppo rapido.

Fu Denki a soccorrerlo, buttando una rapida occhiata a Shoto che aveva raggiunto la botola e stava cercando di applicare pressione per aprirla. Era come sigillata, maledizione! Probabilmente aveva fatto male a pensare che l'avrebbe potuta aprire con facilità.

 

Se dev'essere la battaglia finale, piccolo Izuku, ti aiuteremo!

 

Nana.

Nana Shimura aveva pronunciato quelle parole con una grande determinazione e Izuku, per un frangente, si era sentito come rinvigorito e la sua volontà nuovamente d'acciaio. Non sapeva se All for One avrebbe esercitato nuovamente il suo terribile controllo mentale su di lui, ma avrebbe approfittato per non rendergli le cose facili.

L'One for All crepitò nel suo petto, scorrendo libero e potente nelle sue vene. Lo percepiva sempre più maestoso, come un'onda pronto a travolgerlo. 

Dischiuse gli occhi, i suoi sensi erano un po' ovattati; Kacchan lo stava guardando con affetto, i suoi rubini vitrei di lacrime riflettevano All for One che si crogiolava nel suo nuovo potere in una luminescenza che andava dal nero pece al rosso sangue. E il suo corpo, martoriato e più debole, stava pian piano schiarendosi nel caratteristico verde smeraldo con scariche elettriche intense.

Strinse il pugno sinistro: percepiva il potere fluire naturalmente e il suo corpo rispondere abbastanza bene.

In qualche modo All for One gli aveva curato le ferite precedenti, tuttavia non sapeva quanto avrebbe resistito con quel buco nello stomaco.

"Midoriya".

Guardò Red Riot che tremava sorretto da Denki, tenendosi le mani insanguinate. Lo guardò con lo stesso volto sbiancato di terrore di prima, poi colto da un istinto di rabbia si strappò parte della sua felpa e la utilizzò per tamponare l'emorragia, come fossero state bende.

"Oh, ma che amico premuroso!" commentò sarcastico All for One.

Izuku per poco non perse l'equilibrio a una nuova lama affilata che gli conficcò dritta nella spalla destra. 

Faceva male ma non poteva lasciar vincere il Male Assoluto.

"Che non ti venga in mente di lottare da solo, hai capito?" esclamò improvvisamente Katsuki, prendendogli la mano con la cicatrice datata.

"Kacchan, sai che questa è la resa dei conti".

"Non mi importa! Non posso perderti ancora!" esclamò il biondo con maggior fervore.

Eijiro e Denki si scambiarono uno sguardo incuriosito, non capivano che tipo di relazione c'erano tra quei due. 

"Che non ti venga in mente di tradirmi, giovane Rabbit Hero".

Improvvisamente quel poco di lucidità mentale che aveva ritrovato svanì in un bianco e un silenzio assordanti. La resistenza che stava opponendo ad All for One smise e rimase immobile a lasciarsi rubare il Quirk facilmente.

"DEKU!" chiamò Kacchan, scrollandolo.

"Non può sentirti, ragazzo" arrivò la voce melliflua di All for One. "Se fossi in te, lo lascerei perdere. Potrebbe attaccarti".

Cazzo! 

Kacchan scagliò un'esplosione su quelle lame che continuavano a far defluire via dal corpo di Deku l'One for All: si levò una nuvola grigiastra ma non le scalfì affatto. Allora provò a tirare Izuku con tutte le sue forze, anche se sarebbe stato doloroso. 

"Deku, cazzo! Combatti!" implorò.

Improvvisamente il corpo del Rabbit Hero ebbe uno spasmo: l'One for All si levò molto più forte, ricordando l'ultimo guizzo di energia raccolto da All Might a Kamino contro il suo acerrimo nemico. Si voltò come un automa, camminando verso All for One con passi lenti e decisi.

All for One non si preoccupò che quel piccolo Hero stava avanzando verso di lui, ormai era sicuro di aver messo a tacere la sua coscienza definitivamente. Kacchan invece gridava il nome di Deku, lottando disperatamente contro le braccia di Denki che non voleva farlo avvicinare per nessun motivo.

"Eccellente, Izuku Midoriya. Adesso, vieni e dammi tutto il tuo potere" sibilò con languida cattiveria.

Deku si fermò dinanzi a lui: le lame si staccarono dal suo corpo lasciando linee sanguinanti. All for One aprì le braccia, dal suo corpo crebbero due lame enormi che ricordavano molto i pungiglioni acuminati degli scorpioni. Erano neri, come fossero stati di metallo.

"E' finita, Otouto. Hai cercato di ribellarti a me ma alla fine sei tornato sotto la mia ala protettiva" sussurrò l'uomo senza volto, con finta tristezza. 

I capelli bianchi di Deku gli avevano immediatamente ricordato suo fratello. 

"Sayonara, Otouto" finì e le lame squarciarono la pelle in un suono nauseante e spruzzi di sangue.

 

Non vincerai mai fratello. Il male e l'ordine mondiale che vuoi creare non potranno mai realizzarsi! Sei stato capace di dare speranza a persone per creare il tuo esercito personale. Eppure ti sei lasciato finire dal tuo stesso sogno. Com'è triste…

 

Garaki era sbiancato, attraverso le sue spesse e buffe lenti i suoi occhi erano ampi e scioccati. Il suo Maestro, All for One era…

"E' finite, All for One".

Izuku si era spostato all'ultimo istante per lasciar infilzare al cuore All for One con una delle sue lame acuminate. L'altra, però, gli era finita dritta nello stomaco, esattamente dove era stato colpito involontariamente da Eijiro. L'uomo non aveva più il ghigno sadico sul viso, era rimasto pietrificato da quell'amara sconfitta per opera di un ragazzino.

Gli tornò in mente la sconfitta subita da All Might. 

Curioso come il destino si fosse nuovamente beffato di lui ma questa volta avrebbe portato all'inferno una persona importante al suo nemico biondo. E si sarebbe divertito a vederlo morire di dolore anche all'aldilà. 

"Garaki, Tomura…" mormorò l'uomo, sentendo le forze abbandonarlo sempre più velocemente.

Lo scienziato annuì incredulo che il suo maestro stesse veramente morendo sotto ai suoi occhi.

All for One sorrise, allungando la mano verso di lui; in un attimo una sostanza grigia e molle crebbe nella bocca dell'uomo, avvolgendolo e riducendolo a un puntino nero. Era stato teletrasportato con una velocità incredibile!

"Ho aperto la botola!" urlò Shoto.

Ci era riuscito riscaldando i quattro bulloni che aveva visto agli angoli dell'intelaiatura di metallo della grata. Era poi bastato raffreddare il tutto e colpire con il gomito per ridurre a brandelli quell'ostacolo. 

Kacchan rapido scagliò un'esplosione contro quell'essere mostruoso, facendolo cadere inerme in terra e lasciarlo carbonizzare, prendendo Deku tra le sue braccia.

"Non… si… salverà…" sentì sussurrarsi alle spalle.

"Andiamo, Baku-bro!" gridò Denki, spaventato che se avessero perso tempo si sarebbero ritrovati a scontrarsi contro altri nemici.

Kacchan non se lo fece ripetere e i quattro raggiunsero Shoto cercando di muoversi a gattoni in quello stretto cunicolo. 

"Come facciamo a muoverci con Midoriya?" domandò Denki, che era il terzo della fila. 

Il passaggio era un ammasso di paratie di metallo dove filtrava una corrente molto fredda d'aria. Non c'erano fonti di illuminazione, sembrava di muoversi nel vuoto più totale.

"Vado a controllare io" propose Shoto. "Voi rimanete qui, tenterò di essere rapido".

Annuirono e il bicolore iniziò a muoversi a quattro zampe, cercando di non perdere né l'orientamento né di essere troppo lento. Il vociare dei suoi compagni lo seguì fino a quando la sua mano tastò del terreno umido e leggermente più caldo. Alzò un braccio sulla sua testa per capire se il soffitto era ancora troppo basso ma trovò solo dell'aria.

Si rimise piano in piedi, accendendo un fuoco con la sua mano e le ombre si diradarono un po'.

Il cunicolo alle sue spalle era terminato con una sorte di scalinata dinanzi a sé, scavata nella roccia e nel terreno. Dall'odore di muffa, doveva essere qualche bunker, come un piano superiore a quello più basso che era stato il laboratorio di Garaki. O quel che era.

"Ragazzi!" chiamò.

"Todoroki!" rispose Denki, in modo molto ovattato.

"C'è un'uscita, venite!" continuò continuando a guardarsi intorno.

Non c'erano altre uscite, quella scalinata che saliva era la loro unica via di fuga. 

Il primo a uscire fu Denki, poi Eijiro che aveva le gambe di Deku penzolanti sulle spalle e infine Kacchan che sosteneva il suo torso cercando di non muoverlo troppo. 

"Come sta?" chiese il bicolore, avvicinandosi.

"Respira a malapena" rispose vergognosamente Eijiro.

"Non è colpa tua, amico" confortò Denki ma l'altro negò, a pugni stretti.

"Cerchiamo di uscire da qui. Nella migliore delle ipotesi non dovremmo trovare nessuno" propose Shoto, indicando la scala dinanzi a sè.

Eijiro mise Deku sulle spalle di Katsuki cercando di non guardare il la fasciatura zuppa di sangue, dall'odore terribilmente ferroso. Non era colpa sua ma sentiva il peso delle sue terribili azioni e sei Midoriya sarebbe morto non ce l'avrebbe fatta a portare un simile fardello.

"Non mollare, amico" sussurrò sottovoce.

Proseguirono lungo la scalinata, con Shoto sempre davanti con la fiamma accesa fino a quando non si fermarono dinanzi a una porta di legno incustodita. 

"Non posso credere che sia tutto qui" borbottò Denki. "Che facciamo?".

"Aprila" intimò Katsuki.

Shoto obbedì, la mano rigida si avvolse intorno alla maniglia di freddo metallo per aprirla. La porta cigolò, un freddo vento li investì rabbiosamente. 

"Ma cosa…?" biascicò Eijiro, incredulo.

Erano letteralmente alle spalle della U.A, in un vicolo che dava l'accesso a una strada principale di Musutafu. 

Il cielo era bruno, non una stella brillava, né la luna rischiarava il buio immenso. La città sembrava essere addormentata, non si udiva un solo rumore, se non il fruscio delle chiome degli alberi. Non aveva senso. 

Come potevano essere arrivati all'accademia con così tanta facilità?

"Sbrighiamoci!" scattò Kacchan, ormai troppo scosso per aver visto tanto.

Raggiunsero con attenzione i dormitori della U.A, del tutto stupiti, come se fosse stato un sogno terribile. Le ferite che avevano e ciò che avevano subito, tuttavia parlavano chiaro. E se fosse stata un'illusione?

"Fermi!".

I giovani Hero sobbalzarono a quell'improvvisa voce sprezzante alle loro spalle, si voltarono lentamente ma comunque pronti a reagire. Una luce li investì rendendo difficile vedere chi fossero le quattro figure dinanzi a loro.

"Ragazzi!".

Quella voce..! Il faro si abbassò, i quattro poterono riconoscere Aizawa, poco più dietro Vlad e Present Mic. Notarono perfino Nezu il Preside e Recovery Girl. 

Eijiro si sentì mancare, era felice. Erano finalmente tornati a casa e non potevano essere più felici. Ora che l'adrenalina era scomparsa dal suo corpo, percepiva la stanchezza martoriare le sue membra, insieme al fiume di emozioni negative provate. Sentì lo stomaco sottosopra, una sensazione acida risalirgli lungo l'esofago e non ce la fece: vomitò saliva e bile sull'asfalto, tossendo.

"Sono tutti feriti!" espresse Nezu. "Recovery Girl, glieli affido, per favore!".

"Certo, lasciate fare a me!".

Si avvicinarono, Katsuki era come in catalessi, immobile con lo sguardo fisso nel vuoto e le mani strette sotto le gambe di Izuku. Non era riuscito a sentire più nulla, era estraneo agli stimoli esterni.

"Mio Dio!" esclamò Present Mic. "Midoriya è in condizioni terribili!".

"Presto, dobbiamo portarlo immediatamente dentro!" seguitò Recovery Girl. Quello che aveva visto era molto, molto grave.

Aizawa si avvicinò a Katsuki per prendere tra le braccia Deku ma questo si scansò ringhiando. 

"Non toccatelo!" urlò, tremando e respirando pesantemente.

"E' sotto shock" constatò Aizawa, tuttavia avrebbe riprovato. "Bakugo, sei al sicuro. Puoi lasciare Midoriya a Recovery Girl".

"No! Lo so che è tutta un'illusione!".

"Midoriya può morire!" abbaiò improvvisamente Eijiro. "Non fare l'idiota, Baku-bro!".

Il biondo si tese come una corda di violino: quella foschia rossa si stava diradando e i suoi occhi stavano mettendo a fuoco la realtà. C'erano i Pro Hero, Recovery Girl, il preside. Non erano più al covo dei nemici, non c'era All for One. E Deku…

Deku!

"Deku è stato ferito! E'… è molto grave ed… ed io..! Io…! Non sono riuscito a salvarlo…!" iniziò a gridare, iperventilando.

"Oh, cielo. Povero ragazzo. Deve aver subito un enorme shock" espirò Recovery Girl.

Katsuki permise ad Aizawa di prendere Deku tra le braccia, poi le sue gambe cedettero e si ritrovò seduto in terra, con le mani tra i capelli, incapace di respirare correttamente. Non voleva che Deku morisse. Ma lo aveva visto infilzato per ben due volte e con un danno simile le percentuali di sopravvivenza erano molto basse.

"Recovery Girl!" esclamò Aizawa. "Midoriya non sta respirando!".

Il cuore di Katsuki perse un battito, quel che stava pensando si stava avverando.

No.

Non poteva essere.

Non voleva neanche pensarci.

I suo sensi, poi, lo abbandonarono di colpo e tutto divenne nero...

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Capitolo 13
*** Cristallizzazione del Potere (Parte I) ***


Angolo della Quirkless

Buonasera, eccomi qui ad aggiornare! Ho pensato e ripensato a come potessi inserire per rendere questo capitolo molto diverso dai miei standard e ci sono riuscita. Tocca a voi farmi sapere che ne pensate! Detto questo, Enjoy!



 

Un mormorio. 

Un odore di alcool e sangue. 

Un lieve bruciore alla pelle.

Una sensazione opprimente nel petto.

Il malessere che iniziava a risvegliare ad intermittenza il suo corpo così pesante e stanco.

Provò a dischiudere le palpebre come un macigno: era tutto sfocato, spennellato di bianco e di quello più freddo di neon al soffitto. Spostò le iridi rubino che erano due pozze vitree di stanchezza e si accorse di non essere solo.

C'erano due alte figure opposte come il buio e la notte che parlavano con una donna molto bassa in camice bianco. 

La conosceva. Ora che il suo cervello iniziava a carburare percepiva di essere in un luogo familiare.

Volse completamente la testa verso i tre adulti fuori la porta di quella che poteva essere un'infermeria, attirando immancabilmente la loro attenzione. Aizawa Shota fece un cenno a Toshinori Yagi che sorrise bonariamente, facendo infine voltare a tre quarti Chiyo Shuzenji.

"Bakugo Shonen, finalmente ti sei svegliato".

Ah, giusto. Quell'uomo biondo che una volta era considerato All Might, il Simbolo della Pace gli aveva fatto ricordare il suo cognome. Il suo nome era Katsuki.

"Non muoverti, ragazzo. Rimani disteso" gli disse Shota.

Perché? Voleva forse alzarsi? Kacchan era troppo stordito per rendersi conto che una mano si era artigliata sul lenzuolo e con l'altro braccio faceva da leva per mettersi in una posizione seduta. Aveva l'impressione di aver dimenticato qualcosa di estremamente importante.

Perché era tutto così sfocato? Riusciva a ricordare veramente poco o nulla e la testa che pulsava non aiutava poi granché.

"Dove siamo?" gracchiò, con voce rauca.

"In ospedale, insieme ai tuoi compagni. Non potevamo curarti alla U.A." spiegò Aizawa, sospirando. 

"Che cosa ricordi, Bakugo Shonen?" chiese dolcemente All Might.

Il biondo si mise a fissare nuovamente il soffitto con lo sguardo un po' assente, poi tentò ugualmente di mettersi seduto. Aveva la sensazione che di lì a poco avrebbe fatto una terribile scoperta.

"Poco" ammise con un fil di voce, senza guardare nessuno.

"E' comprensibile. E' stato scioccante per tutti" rispose Recovery Girl, uscendo dalla stanza. 

I due Pro Hero si scambiarono nuovamente un cenno preoccupato ma fu Shota a prendere parola. All Might non era molto bravo a dare cattive notizie, il suo cuore era abbastanza sconvolto da tutto quello che era accaduto.

"Siamo stati catturati da quel merdoso di Hunter Kane e siamo finiti nelle grinfie di All for One" raccontò tranquillamente Katsuki, lo sguardo puntato al vuoto. "Siamo stati torturati, ma Deku. Lui-".

Come un'onda a travolgerlo, i ricordi gli affollarono immediatamente il cervello, facendolo freddare sul posto con un'espressione scioccata, gli occhi ampi e la bocca chiusa. Un urlo muto. 

Gli faceva male la testa, tutte le immagini scorrevano rabbiose senza quasi un filo logico, facendogli risvegliare un doloroso sentimento al centro del petto. Katsuki si artigliò la maglia del suo pigiama azzurrato, facendo lo stesso con una delle sue ciocche bionde. Respirare gli stava diventando difficile tutto d'un tratto. 

Deku. Izuku Midoriya.

Era stato quello più torturato, poi All for One lo aveva soggiogato per sottrargli l'One for All e poi… Eijiro gli aveva fatto involontariamente quel buco nello stomaco e quando erano scappati tutti e cinque.

Una sensazione acidula gli risalì lungo l'esofago, facendolo incurvare in avanti, come in procinto di rigettare.

"Bakugo Shonen!" esclamò All Might. 

Il biondo sollevò tremante una mano, l'altra stretta sulla sua stessa bocca: poteva farcela a non vomitare.

"Deku…!" disse con voce ovattata. "Come sta?".

E non gli passò inosservato quel bagliore di dolore passare dallo sguardo di All Might a quello di Aizawa. Loro sapevano! E lui credeva anche di capire cosa dal momento che il suo corpo era come scosso da una paura mai provata prima.

"Sensei, Deku?" richiese, sporgendosi tremante sul bordo del letto.

"Bakugo Shonen, è meglio se ti distendi. Sei ferito, hai bisogno di riposo e-."

"Dobbiamo dirglielo, All Might".

Katsuki era combattuto se saperlo o meno: EraseHead aveva interrotto quel biondo scheletrico che aveva cercato di deviare il discorso per non sganciare la bomba. I suoi rubini profondi si spostarono su quelle pozze nere come la pece in silenziosa attesa.

Aizawa Shota inspirò profondamente dal naso, poi espirò con la bocca, mettendosi a braccia conserte. In un primo istante non parlò, forse incerto su quali parole usare per dare una notizia che forse sarebbe stata ancor più complicata della conferenza stampa tenuta dopo l'attacco della Lega dei Villain e l'aver preso uno studente in ostaggio.

Katsuki lo vide quello sguardo deciso e pronto e il suo cuore iniziò a martellare ferocemente nel petto. 

"Mi dispiace molto, Bakugo. Midoriya è in uno stato molto difficile da spiegare".

"Voglio vederlo!" esclamò improvvisamente Katsuki, sferzando via le coperte dal corpo.

Il suo viso, le braccia, il suo torace, la gamba e caviglia sinistre erano completamente avvolte da bende. Era debole ma l'adrenalina nel suo corpo avrebbe potuto farlo muovere. Ne era sicuro! 

"E' morto?" ringhiò ancora, tremando.

Aizawa abbassò per un attimo gli occhi, ritraendosi. 

"E' morto?!" ripetè con fervore il biondo.

Shota non rispose e Katsuki Bakugo si lanciò letteralmente dal letto, correndo fuori dalla sua stanza, incurante che Shota lo avesse fatto passare di proposito e che All Might avesse, invece, provato a richiamarlo. 

Il suo corpo non era nelle migliori condizioni, solo per quello scatto stava protestando con fitte che parevano mille aghi acuminati trapassarlo e il cuore che mitragliava nel petto pareva che di lì a poco sarebbe crollato senza fiato in terra. Doveva solo trovarlo, vederlo! Shota non gli era riuscito a dire poi granché ma allora perché sembrava che la speranza fosse ancora lì, sottile come un capello, piccola come un guizzo di fiamma smeraldo nell'oscurità?

Le sue mani si aggrapparono a ogni porta, corrimano, finestra e seggiolino per poter continuare ad avanzare, con il corpo in quelle condizioni. Dov'era? Dove lo avevano portato?

Verde come la speranza che sbiadiva e mutava in un pallido bianco.

Un leggerissimo ciuffo di capelli candidi catturò la sua attenzione in un solo frangente: Katsuki si fermò, respirando a fatica, volgendo i suoi occhi riempiti di lacrime all'unica porta socchiusa alla sua sinistra. 

Era socchiusa ma quello che aveva visto con la coda degli occhi lo aveva fatto fermare di colpo. 

Kacchan ingoiò a vuoto un paio di volte, avvicinandosi con passi più trascinati verso quella porta, spingendola un po' per vedere al suo interno. E lo vide. E capì perché Shota non gli era riuscito a rispondere.

Deku era disteso sul letto della sua stanza, ordinatamente bendato e ripulito ma con gli occhi chiusi. Non c'era alcun macchinario a controllare le sue attività cardiache e celebrali. Anzi, pareva solo dormire e basta.

C'erano ancora i suoi capelli bianchi, le orecchie da Rabbit Hero svanite. 

"Deku…" sussurrò Katsuki con un sorriso estremamente triste. 

Si avvicinò, guardandolo, imprimendo a fondo ogni suo singolo dettaglio dentro il suo cuore. 

Il suo viso era così calmo, c'era solo un cerotto sullo zigomo destro. Kacchan alzò leggermente la coperta dal suo corpo, poi quella casacca di cotone e vide che non c'erano bende, solo un enorme cucitura sotto un enorme strato di garze che tenevano al sicuro i punti di sutura. 

Le sue braccia e le sue gambe erano avvolte da bende come quelle che adornavano anche i suoi arti. Katsuki si ritrovò ad ammirare quel corpo così minuto e forte che lo aveva fatto innamorare: era così calmo quel pallido viso, le sue labbra chiuse che chiedevano un bacio.

Kacchan ricordò con quella semplice parola quello che aveva fatto disperatamente: aveva baciato Deku dinanzi ai suoi compagni di classe e non si era curato minimamente di niente e nessuno.

Appena gli prese una mano fu come scottato: era gelida come un pezzo di marmo. Non era un genio ma quella sensazione di terrore prese a bussargli nel torace come un campanello d'allarme richiamando una sola idea. E ricollegò i visi cupi dei suoi insegnanti a quella parola che mai avrebbe voluto anche solo pensare.

"Izuku!" chiamò, chinandosi sul suo viso. 

Portò la mano sul petto freddo, cercando di percepire qualcosa. Nulla. Allora premette due dita al lato del collo e nemmeno ottenne nulla. Ora il panico iniziava a farlo tremare del terrore più profondo che mai. Il suo cervello si stava annebbiando, non riusciva a pensare lucidamente e non sapeva cosa fare.

"Deku! Oi!" chiamò, scuotendolo per una spalla.

Cercò di aprirgli una palpebra… nel bulbo oculare non c'erano le iridi! Non c'era che solo la parte bianca e lo terrorizzava! 

"DEKU!" urlò, salendo sul petto per portare quell'amata foresta di capelli contro il petto. 

Lo cullò, chiamandolo più e più volte, incurante che le lacrime stessero cadendo copiose. Zampillarono sul volto cadaverico di Izuku, scivolando via come se fossero state delle lacrime.

Non sentiva nulla, né un suo battito, né il calore, né il respiro dal suo naso. 

"Idiota! Avevi promesso che non saresti morto! Perché hai voluto fare il cazzo di Hero e batterti contro quel bastardo di All for One? Eravamo tutti lì, avremmo potuto farcela insieme!" singhiozzò, schiacciando il viso nei capelli setosi e bianchi. 

Deku non si mosse, immobile. Il suo corpo era solo scosso dai singhiozzi dell'altro che lo stava cullando disperatamente, la mano contro un braccio, l'altra nei capelli. 

"Mi dispiace, Bakugo".

Il biondo sollevò gli occhi carichi di lacrime vedendo Aizawa che stava entrando lentamente. 

"Non l'avete salvato!" gli urlò, stringendolo al petto con forza. "Meritava di vivere più di chiunque altro!".

"Non è morto".

Kacchan sussultò, un'espressione che passò in una completamente atona. Come un bimbo spaurito gli rivolse i suoi occhi grandi e con una leggera e sottile luce di speranza.

"Non è morto" ripetè Aizawa, accarezzandogli affettuosamente i capelli. "Non sappiamo come definire il suo stato. Non è in coma. E' come se la sua anima si fosse staccata dal corpo". 

Kacchan lo guardò non riuscendo a capire. "Si spieghi, per favore".

Lo sguardo di Shota si ammorbidì un po': quel giovane che era sempre stato così sfacciato lo aveva implorato di dirgli come stavano le cose.

"All Might pensa che All for One sia riuscito a togliere il Quirk a Midoriya. L'One for All è come una fiaccola che viene tramandata da un Predecessore a un Portatore. Molto probabilmente, come ultimo Portatore, il Quirk era radicato con l'animo e il cuore di Izuku e sottraendolo ha portato via la sua anima".

"Ma… All for One… io l'ho ucciso…!" balbettò il biondo, negando piano. "Non potrà più svegliarsi… allora?".

"Sappiamo che All for One non è un comune Villain, potrebbe aver passato le sue volontà a un possibile erede".

All Might fece il suo ingresso nella stanza, con il viso contratto nel dolore di vedere il suo pupillo in quello stato. Era come un semplice involucro. Aveva ipotizzato quella teoria perché la più valida, nonostante non ne avesse pienamente la certezza. L'One for All era un Quirk molto complesso e lui che l'aveva utilizzato per quarant'anni di carriera non era riuscito a sfruttarlo a pieno.

Però, quando aveva stretto la mano di Izuku dopo che Recovery Girl aveva finito di offrirgli il suo speciale supporto si era reso conto che Izuku non era più lì e neanche il suo Quirk. 

"Ma il suo corpo allora…?" biascicò Kacchan, guardando Izuku tra le sue braccia.

"In qualche modo sembra che rimarrà intatto. Secondo Recovery Girl, il suo corpo è come se fosse in una bolla di stasi, indipendentemente dal fatto che i suoi organi non sono in funzione, è preservato dalla decomposizione" rivelò Aizawa crudo.

"Tomura Shigaraki!" ringhiò improvvisamente Katsuki, rabbioso. "All for One ha detto queste parole a quel bastardo di Garaki prima di schiattare!".

"Sapevamo che Tomura Shigaraki fosse la pedina di All for One ma la Lega dei Villain si è mossa ed ha cancellato ogni più piccola traccia. Pro Hero e Polizia stanno collaborando per scoprire che cosa stanno tramando".

"Eri non può usare il suo Quirk per portare Deku a come prima?" provò ancora Katsuki, trattenendo a fatica le nuove lacrime.

All Might lo avvolse in un abbraccio, cullando la sua testa contro il petto, accarezzando i morbidi capelli di Deku. "Mi dispiace, molto Bakugo Shonen. Il Quirk di quella bambina non può fare miracoli di questo tipo".

"Ha riportato il Quirk di LeMillion!" scattò il biondo contro di lui, singhiozzando. "Cosa ci sarebbe di diverso?".

"Per ora dobbiamo solo aspettare, Bakugo. Izuku rimarrà alla U.A. sotto le cure di Recovery Girl. Pensiamo che sia meglio così" rispose Aizawa, a braccia conserte.

Katsuki negò vigorosamente. "Non capite! Non possiamo perdere tempo! Izuku non può restare in questo stato! Dobbiamo trovare Shigaraki!".

"Perché sei così sicuro che Tomura c'entri qualcosa?" fu la risposta fredda di Aizawa.

Katsuki si ritrasse, mentre All Might faceva un paio di passi indietro, in silenziosa attesa. Portò la testa di Deku contro le labbra, chiudendo gli occhi e schioccò un morbido bacio, incurante di tutti, tutto, perfino delle sue emozioni contrastanti nel petto.

"All for One voleva il potere di One for All per dominare questo mondo. Tomura è la sua marionetta, so per certo che deve aver trovato il modo di passargli il Quirk di Deku per non far tramontare il suo regno del terrore".

"Potresti avere ragione, Bakugo" ammise Aizawa, accarezzandogli la spalla. "So quanto tieni a Midoriya, faremo tutto il possibile per salvare questo piccolo piantagrane".

Kacchan morse le sue labbra, singhiozzando ed annuendo. Voleva solo che Deku stesse bene e che fosse al suo fianco, come da sempre.

"Ora torna a riposare, Bakugo Shonen. Non possiamo contare su di te se non sei in ottima forma" offrì All Might, gentilmente.

"Voglio restare con Deku" tagliò corto il biondo, uno sguardo che non ammetteva repliche. Le ciocche dei capelli gli davano un aspetto tenebroso. "Deve imparare il concetto di amicizia".

Yagi sorrise debolmente, comprendendo. 

"Come stanno gli altri?" domandò però Katsuki, concentrato a vedere il viso candido di Deku.

"Stanno tutti bene, riposano nelle loro stanze. Puoi andare a trovarli, se vuoi" rispose l'ex Number One Hero. 

Una voce che si schiariva dietro di loro catturò l'attenzione. Shota e Yagi si girarono a tre quarti: c'erano Ejiro, Denki, Shoto e perfino la piccola Eri-chan che stringeva la manina al primo. 

"Baku-bro" chiamò piano Red Riot.

Aveva una faccia pallida, le occhiaie e un sorriso talmente finto e triste da infastidire Katsuki che tuttavia era concentrato a cullare Deku, infilando il naso nei suoi capelli bianchi. I ragazzi si avvicinarono, guardandolo con un mix di emozioni diverse. 

"Hai saputo di Midoriya?" iniziò Denki, tentennando. 

Che domande! Certo che lo sapeva o non si sarebbe fatto vedere in quella posizione che in un primo momento avrebbe potuto richiamare l'imbarazzo.

"Smettila di sentirti in colpa, Kirishima!".

Red Riot sollevò lo sguardo chino con un crescente stupore. Katsuki si era rivolto a lui quasi come a volerlo rincuorare, senza sprezzarlo con quel "Capelli di Merda". 

Lasciò inconsapevolmente la manina di Eri, facendo un paio di passi avanti, cupo e rabbioso. Stava nuovamente cedendo alle lacrime, le stesse che aveva versato in quei lunghi quattro giorni di agonia.

"Tu non capisci! Non sei stato tu a trapassargli lo stomaco!" scattò, tremando. "Non sei stato tu a vedere il suo sangue sulle mani! E non sei tu che è stato quattro giorni a lavarsi con ogni singolo sapone per cancellare l'odore!".

Kacchan non cambiò espressione, sempre quello sguardo che era quasi apatico e le sopracciglia aggrottate. Eijiro scosse il capo, guardando poi Izuku che sembrava dormire pacificamente. 

Le lacrime gli sgorgarono dagli occhi senza che potesse fermarle: si era rifiutato di vedere il suo amico in quello stato, consapevole che non ce l'avrebbe fatta e ora era solo un ulteriore affondo nel suo petto con una lama invisibile chiamata Senso di Colpa.

"Mi basta uno sguardo a lui per farmi rivivere quello che ho fatto!" ammise con voce rassegnata.

Katsuki sospirò pesantemente, nascondendo parte del volto nei capelli di Deku. A nessuno sfuggì quello sguardo che in realtà presagiva che avrebbe fatto qualcosa di folle per lui. Di molto stupido.

"Deku non ce l'ha con te" mormorò, alzandosi. Adagio dolcemente Izuku sul letto, rimboccandogli la coperta. Lo guardò affettuosamente, spostandogli una ciocca dal viso. 

"Bakugo, non sono affari nostri, ma che cos'era quel…" provò Denki, non sapendo se dirlo o meno. "… quel…".

"Quello che avete visto" confermò il biondo, inspirando. Era ancora girato di spalle. "Izuku è mio amico".

"Ma gli amici non si ba-".

Shoto fulminò Denki con un'occhiata fredda e penetrante. Non erano certi che i professori sarebbero stati d'accordo ad accettare una relazione fra ragazzi.

"Dove sono le sue orecchie?" domandò poi Eijiro, tentando di cambiare discorso.

"Sono scomparse nel momento stesso in cui Recovery Girl ha iniziato ad operarlo. Si sono dissolte misteriosamente. Credo che anche la sua trasformazione in Bunny" rivelò Aizawa. "Adesso tornate nelle vostre stanze. Bakugo, anche tu".

"No". 

"Aizawa, lasciamolo Bakugo Shonen con Midoriya Shonen. E' in buone mani" proferì morbido All Might, facendo segno agli altri di sgombrare la stanza. 

Rimase solo Shoto per qualche minuto: Kacchan non se ne era accorto, troppo assorto nei suoi pensieri. Si chinò sulle labbra di Deku e schioccò un morbido bacio. 

"Ti riporterò indietro, Izuku. Ti riporterò da me…" sussurrò con una voce quasi piatta.

Shoto abbassò lo sguardo, le gote un po' rosse di imbarazzo per aver osato osservare un momento intimo. Forse Midoriya non sarebbe mai stato suo come si era detto ma gli faceva ancora male quella libertà di possesso sul bianchino.

Si girò sui tacchi, volendo solo uscire da quell'ospedale, dimenticare ciò che aveva visto.

"Todoroki" lo chiamò con una voce priva di emozioni.

Il bicolore si fermò, un po' stupito che si fosse accorto di lui, facendo due passi indietro per guardarlo negli occhi. Katsuki era a tre quarti, il viso che era ormai spento e deciso. Shoto se ne stupì, mai aveva letto delle emozioni che lo facevano tornare indietro nel tempo, di quando era lui così incazzato per Endeavor.

"Tu verrai con me?".

Shoto non comprese, aggrottò semplicemente le sopracciglia.

"Voglio andare a riprendermi Deku da Shigaraki. Lo troverò" disse, guardandolo con la coda dell'occhio. "So che All for One farà di lui il nuovo simbolo del Male".

"E cosa speri che possiamo fare contro di lui se ha già il Quirk di Midoriya?" intervenne Shoto dubbioso.

Katsuki sorrise oscuramente. "Quindi vendicherai Deku insieme a me?".

"Non ti ho detto questo".

"Possiamo farcela" rimarcò il biondo, guardandolo completamente. 

Shoto scosse leggermente il capo. "Eravamo in cinque e non ce l'abbiamo fatta. E' stato solo per merito di Midoriya che siamo riusciti a scappare!".

"Troverò quel merdoso di Shigaraki e gli prenderò il Quirk e lo riporterò a Deku!" scattò il biondo, raggiungendolo ad ampie falcate. Erano così vicini da specchiarsi reciprocamente nelle iridi. "Se vuoi venire con me, bene! Altrimenti andrò da solo!".

Shoto mantenne il contatto visivo; non era così sicuro di cosa dire. Avevano vissuto un'esperienza traumatica con All for One che non era certo di poter affrontare una seconda prova così dura.

"Sei dentro o sei fuori?" richiese Katsuki.

"Dobbiamo studiare un piano e ricavare informazioni. Non possiamo partire di testa. Sai che non è una buona idea".

"Quando siete venuti a salvarmi da quei bastardi non c'era un piano di fondo ed è andato tutto bene!" ringhiò il biondo, al limite della pazienza.

"No, ti sbagli. Izuku era riuscito a stilare un piano perfetto e solo così abbiamo ottenuto la perfetta riuscita dell'operazione del tuo salvataggio" replicò deciso Shoto. 

La mano destra di Kacchan gli si artigliò contro la casacca azzurrata del suo pigiama ospedaliero, strattonandola un po' all'altezza del petto. "Sei un miserabile! Come ti permetti di chiamare Deku con il suo nome? Solo io posso farlo!".

"E perché? Solo per qualche bacio? Izuku è anche un mio amico, lo sai! Anzi, mi ha chiamato per nome quando eravamo in quella situazione!" rimproverò il bicolore, afferrandogli il polso con rabbia. "Più che sentimento a me sembra una sorte di possessione ossessiva per un oggetto!".

"Bastardo! Questa me la paghi!" urlò il biondo.

 

No. Fermatevi!

 

Quella voce…

Kacchan si fermò, voltandosi verso Deku che era rimasto perfettamente immobile, sperando di vedere migliorie. Non riuscì a fermare il pugno di Shoto contro la sua guancia, perse l'equilibrio e crollò contro il letto di Izuku, scivolando sul pavimento seduto.

"Scusa. Pensavo che l'avresti fermato" ammise il bicolore, porgendogli la mano.

Kacchan ritirò le ginocchia al petto, negando piano, con una mano sul viso. "Così… tu pensi che io sia possessivo nei suoi confronti? Che ne sai tu del nostro rapporto? Non lo conosci così bene come me! Siamo amici da quando avevamo quattro anni!" urlò sulle ultime parole.

"Non lo conosco, hai ragione" concluse Shoto, lasciandolo lì, mentre preferiva uscire da quell'opprimente stanza. "Ma Midoriya è un mio amico. Se dovesse soffrire per causa tua, interverrei".

Rimasto da solo, Kacchan si alzò debolmente, sospirando. Raccolse la mano fredda di Izuku incerto: aveva sentito quelle parole pronunciate proprio da Izuku ma non aveva senso se lui era lì, un corpo senz'anima.

"Deku… dove sei…? Dammi un indizio e verrò a prenderti…!"…

 

 

Garaki sorrideva. 

Il suo prezioso maestro gli aveva affidato un'importantissima volontà e non l'avrebbe deluso. Guardava e riguardava la preziosissima fiala dai colori arcobaleno tra le sue mani con grande ammirazione. Era riuscito a cristallizzare il potere dell'Otouto del suo Maestro e non poteva esserne più fiero. 

Prima di perire per colpa di quel moccioso biondo, gli aveva permesso di raccogliere il suo sangue e l'aveva analizzato a fondo, trovando ciò che gli serviva. Il potere finale, quel cromosoma che era andato a riconfigurare il DNA da capo. 

Lo avrebbe iniettato in Tomura, lo avrebbe preparato e il mondo, gli umani e quei maledetti Hero avrebbero scoperto realmente il significato del male. All for One non era scomparso. 

Quel piccolo laboratorio sotterrano era solo una sistemazione temporanea, avrebbe potuto avere tutto ciò che desiderava se avesse svolto bene il suo lavoro, se lo sentiva.

"Mi tornerai molto utile anche tu" sussurrò mellifluo, all'ombra con l'occhio scarlatto che lo fissava senza alcuna emozione. "Sarai un potente Noumu, sei contento?"...

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Capitolo 14
*** Cristallizzazione del Potere (Parte II) ***


Angolo dell'Autrice

La storia si sta rivelando sempre più complicata da scrivere ma vediamo di farcela, dopotutto è Plus Ultra, no? Detto ciò, Enjoy!!!



 

All Might si versò una tazza di tè bollente.

Erano passati ben tre giorni da quando avevano scoperto che Izuku Midoriya era diventato un involucro in ibernazione e anche se non voleva ammetterlo a sé stesso iniziava a pensare che le speranze a cui si erano aggrappati stavano già sciamando.

Prese un sorso, gli occhi azzurri puntati sulla finestra inondata dai caldi colori aranciati di un magnifico tramonto. Il cielo era un gradiente perfetto, toni violacei verso l'infinito, il giallo spezzato dai neri edifici che si stagliavano indisturbati verso di esso.

Si era fatta più fredda l'aria e pesante, come se qualcosa di brutto sarebbe accaduto di lì a poco. 

Tsukauchi, la Polizia, i suoi amici più stretti come Pro Hero e perfino Gran Torino non gli avevano dato la benché minima notizia. Da quando All for One era scomparso anche la Lega si era volatilizzata. E All Might aveva la costante nefasta sensazione che più tempo sarebbe trascorso più Izuku sarebbe stato lontano.

Sospirò, Yagi Toshinori, i suoi occhi che fissavano distrattamente il riflesso ondulato nel tè ormai meno caldo rispetto a prima. Era una situazione molto difficile. 

-Maestra… che cosa è accaduto a Midoriya Shonen durante la lotta contro All for One? E i nostri Predecessori?- pensò, alzandosi.

Voleva controllare il suo pupillo, non poteva più starsene seduto a non fare nulla. Abbandonò il poco di tè bevuto, sparendo nei corridoi della scuola, pronto per raggiungere l'infermeria di Recovery Girl. Dopo un solo giorno al risveglio di Katsuki e appurato che gli altri studenti erano ormai in forma, l'ospedale aveva optato per lasciare Izuku nelle amorevoli mani della vecchia Chiyo.

Yagi, passo dopo passo lento e cadenzato, continuava a rivivere tutto quello che aveva scoperto, fin dalla prima volta in cui Hunter Kane era riuscito a stilizzare un qualcosa capace di rendere bestie gli umani. E lui era stato capace di ricoprire solo un ruolo marginale. 

Strinse il pugno, gli occhi ardenti di rabbia nell'aver ancora una volta compreso che era stato pressoché inutile. Poi scosse il capo, fermandosi a contemplare la sua ombra che si stagliava contro il muro alla sua sinistra. Le vetrate alla sua destra risaltavano la sua forma spigolosa come se fosse stato un demone: quanto era caduto in basso…

Quando sollevò lo sguardo poco più determinato, notò nella penombra che la stanza di Recovery Girl era socchiusa e si sentiva un flebile mormorio dal suo interno. Curioso, controllò, attento a non spaventare chiunque vi fosse stato.

-Bakugo Shonen?- pensò il magro biondo, tuttavia sorrise. -Non ha mai lasciato il fianco di Midoriya Shonen neanche per un istante-.

Kacchan ogni giorno e ogni ora libera andava a trovare Izuku, per una manciata di minuti restava in silenzio a contemplarlo, poi si tirava con un piede uno sgabello e si sedeva raccogliendo la piccola e gelida mano tra le sue. A volte parlava sottovoce dei suoi sentimenti, a volte gli ricordava che sarebbe andato a distruggere la Lega per riportarlo da lui.

"Cerca di resistere" sussurrò, le labbra a baciare il dorso della mano destra. "Lo so che ora non senti niente, ma non puoi restare così. Ti riporterò indietro, tu abbi fiducia".

All Might si schiarì la voce, la porta si aprì cigolando leggermente. 

Il biondo lo guardò con uno sguardo privo di emozioni, poi tornò a fissare ossessivamente il volto sereno di Izuku. Chiyo, o Recovery Girl, lo aveva fatto sistemare su un letto, vestito con il suo costume, una mano drappeggiata sul ventre, l'altra a riposare lungo un fianco. C'erano comunque dei macchinari ora scollegati dove la donna, di tanto in tanto, controllava cellule e altre cose.

Avevano pensato che forse per un valoroso Hero sarebbe stato meglio in quel modo. 

"Ormai sei sempre qui a proteggerlo, Bakugo Shonen" commentò dolcemente Yagi, avvicinatosi piano. "Sono certo che Midoriya Shonen sa quello che provi".

Katsuki lo guardò con la coda dell'occhio, un po' titubante da quelle ultime parole. 

"Che cosa vuoi dire, All Might?".

"Sei un amico prezioso per lui e sono sicuro che la tua presenza lo aiuterà a tornare indietro, ne sono sicuro" rispose pazientemente l'uomo, una mano a toccare dolcemente quella guantata del suo pupillo. "Mi rende sollevato sapere che sei riuscito a proteggerlo dove io non ci sono stato".

Il biondo teenager tornò a guarda Deku, nel suo cuore invece ardeva la tempesta di fiamme infernali. Continuava a pensare che forse Yagi conosceva i suoi sentimenti. Quelli difficili da ammettere.

"Ho baciato Deku" ammise tutto d'un fiato.

Yagi lo guardò curioso. 

"All'inizio non capivo perché mi sentissi tutto caldo e apprezzavo la sua compagnia. Pensavo che dovessi essere impazzito per vederlo diverso dal MerDeku che è sempre stato. Invece, poco a poco ho fatto dei passi. L'ho baciato, lui ha subito ricambiato".

"Bakugo Shonen, tu ne sei innamorato?" domandò semplicemente Yagi.

Il ragazzo ne fu colpito a tal punto da irrigidirsi e nel mentre che lo guardava con ampi occhi stupiti non seppe cosa rispondere.

"Non ti giudicherò affatto ma una relazione di questo genere qui è severamente proibita. Lo facciamo perché non tutti accetterebbero di guardare oltre" spiegò serio All Might. "Purtroppo, anche se sappiamo che è sbagliato uccidere un così puro amore, non possiamo fare altrimenti".

"Ma… io ho baciato Deku dinanzi a Kirishima e gli altri!" scattò il biondo, l'aria affranta e un braccio a sferzare l'aria. "Se dovessero vuotare il sacco, allora?".

"Verresti sospeso e la tua licenza temporanea di Hero revocata. Non potresti vedere Midoriya Shonen".

"Ma è una cazzata!" ringhiò Katsuki, poi si voltò dall'altro lato con un lieve rossore sulle guance e la voce meno impetuosa. "E anche sul sesso, allora?".

Sentì proprio lo sguardo incredulo di All Might trapassarlo sulla nuca. 

"Bakugo Shonen, è meglio se tu nascondi i tuoi sentimenti per Midoriya Shonen. E' meglio evitare di far trapelare tutto così. Una volta fuori la scuola potrete fare ciò che ritenete più giusto".

Kacchan fumava di rabbia, aveva i pugni stretti e lo sguardo rivolto al nulla ampio e collerico: che razza di regole aveva la U.A.? Pensava che fosse un posto figo ma evidentemente si sbagliava.

"Chi altro lo sa?" domandò poi Yagi, con una mano sulla sua spalla.

"Quelli che erano con me. Nessun altro" commentò Kacchan con un fil di voce. "… credo".

"Mmh, capisco. Sarà bene prestare attenzione. Non farti scorgere in atteggiamenti provocatori. Io sono comprensivo all'amore e in tutte le sue forme, tuttavia ci sono elementi qui che non accetterebbero mai qualcosa del genere. Fa attenzione, Bakugo Shonen".

 

Kacchan…!

 

Quella voce!

Katsuki guardò prima All Might che invece pareva non aver udito nulla e successivamente Izuku. Sì, era proprio sicuro di averla udita! E questa era la seconda volta!

"Deku!" rispose, la mano già stretta tra le sue. "Lo hai sentito, All Might? Izuku mi ha chiamato!".

Il biondo dalle lunghe ciocche ne rimase stupito da un simile entusiasmo e sapeva che non avrebbe mai mentito su qualcosa di così importante. La sua attenzione ricadde sul giovane Midoriya che era perfettamente immobile. 

"Sono qui, Deku! Mi senti?!" provò Kacchan, con una grande speranza sul volto.

Non successe nulla, né un movimento, né un fremito. Il bianchino rimase perfettamente immobile, così com'era stato negli ultimi tre giorni ormai. La speranza che aveva acceso il viso del focoso si spense gradualmente mutando in un cipiglio di delusione e rabbia.

"All Might… tu non hai sentito quella voce, vero?" domandò sconfitto.

"Mi dispiace, Bakugo Shonen. Temo proprio di no".

"Non posso essermela sognata!" rimarcò il ragazzo, negando piano. "All Might, quando troverò Shigaraki, come potrò prendermi l'One for All?".

Yagi ebbe quasi un mancamento; quel giovane Hero lo guardava con un'espressione senza paura, occhi spalancati che lasciavano leggere una rabbia incontenibile e la voglia di combattere per vincere. Questa volta, vincere per riportare a casa un altro giovane Hero. 

Per un momento non riuscì a muovere un muscolo, la bocca aperta ma muta poi riacquistando il suo auto controllo sorrise appena.

"Come ben sai, l'One for All è una fiaccola. Ogni Portatore l'ha custodita e protetta passandola di volta in volta. Io l'ho passato a Midoriya Shonen perchè mi è sembrato e ancora mi sembra adatto e-".

"Se riuscissi a toccare Shigaraki, potrei assorbire l'One for All e trasferirlo poi a Deku?" interruppe speranzoso Katsuki, lo sguardo a passare da quello azzurro e stupito di Yagi al viso candido di Izuku. 

"Non è così semplice, Bakugo Shonen. Il trasferimento dell'One for All dev'essere voluto. Se è vero che All for One ha fatto di Tomura Shigaraki il suo erede, allora dubito fortemente che potrà concederti il Quirk di Midoriya Shonen".

"Io non mi arrendo! L'ho odiato profondamente dal mio cuore però… a poco, a poco… è stato capace di superarmi e non mi sono accorto che la mia ammirazione era cambiata tanto!" esplose Katsuki, un passo avanti e più vicino a Yagi che lo fissava nuovamente stupito. "Non l'ho mai considerato ma quando ha organizzato quel piano per salvarmi dalle grinfie di Tomura… non l'ho mai ringraziato. Sono sicuro che se fosse stato lui a tendermi la mano non l'avrei mai afferrata ma ora!" gemette, guardando disperatamente il bianchino. "… ora sono io a stringere la sua nella speranza che posso trovare un indizio, uno soltanto che lo possa riportare da me!".

Yagi non ebbe più dubbi, in Katsuki Bakugo ardeva veramente la fiamma dell'amore e anche se non riusciva ad accettarla del tutto stava cambiando in meglio. Lo abbracciò come avrebbe fatto un padre e lo lasciò fremere in silenzio, le piccole lacrime colanti sulle guance che sarebbero state assorbite dalla giacca scura.

"Se vuoi andare da Tomura Shigaraki da solo io non te lo permetterò mai, Bakugo Shonen. E' come chiederti di morire e sono sicuro che nessuno qui lo vorrebbe, né tantomeno Midoriya Shonen" gli disse l'ex Number One, poi lo fece staccare gentilmente, senza lasciargli le spalle che ancora tremavano. "Però, tutti qui ti seguirebbero ma solo su una pista sicura e con un piano certo".

"Lui sarebbe il primo a pensare a queste cose" sorrise Katsuki, tristemente.

All Might guardò Izuku con attenzione, passeggiando lentamente per raggiungere la mano riposata lungo il fianco per raccoglierla dolcemente tra le sue. Si avvicinò con il viso ai morbidissimi capelli, stampò un bacio alla fronte gelida e sospirò. 

"Potrebbe essere che Midoriya Shonen stia cercando di stabilire una connessione con te? Dopotutto il vostro legale si è molto intensificato in questi ultimi mesi".

Katsuki aprì la bocca per rispondere quando udì dei passi veloci avvicinarsi, un crescente quasi rabbioso di chi sapeva qualcosa. La porta si aprì sbattendo, una Rabbit Hero, una chioma alta e bionda e un ispettore della polizia fecero il loro ingresso con tutta la fierezza possibile.

"Yagi-kun, abbiamo delle notizie!" esclamò Mirko e si spostò di lato con un leggero ghigno al giovane Katsuki per arrivare a Izuku. I suoi occhi si spensero per un frangente nella tristezza nel vederlo così vulnerabile. "Perdonate l'irruzione" disse con un lieve imbarazzo.

Non era mai stata brava a scusarsi o nelle buone maniere.

Naomasa Tsukauchi, a capo della Polizia, si tolse il cappello con un cenno del capo come forma di saluto. Accese la luce che era rimasta spenta fino a quel momento, inondando la stanza di una calda luminescenza dorata. Katsuki e Yagi restrinsero un po' le palpebre non troppo abituati, poi tornarono vigili e attenti.

"Non è molto ma in questi ultimi tre giorni si sono verificate ben otto morti sospette al Jaku Hospital e tutte apparentemente per arresto cardiaco" introdusse l'uomo. "Abbiamo ricevuto una chiamata di soccorso da uno dei capi reparto che lavoravano lì da quasi dieci anni e quando siamo andati a controllare abbiamo scoperto che la morte era stata causata da un'iniezione letale".

"Di quale sostanza?" espirò stupito Yagi. 

"La stessa che abbiamo trovato nel sangue di Midoriya Izuku quando è stato ricoverato dopo la disfatta di All for One".

Nella stanza calò il silenzio. Yagi era sconcertato, nella sua mente correvano rapidissime le immagini di tutto ciò che era accaduto in quelle svariate settimane, fermandosi alla sostanza incolore studiata da Hunter-Kane. Possibile che aveva tutto un collegamento? 

"Jaku Hospital è lo stesso gestito da Ujiko Garaki" continuò l'ispettore Naomasa, uno sguardo a tre quarti puntato sulla Rabbit Hero in silenzio. 

"Garaki?!" ripetè Katsuki, rabbioso. "Allora qualcuno che lavora per lui è ancora in quell'ospedale, vero? Perché non lo catturate e lo fate parlare? Possiamo trovare Tomura e-".

"No" tagliò corto Mirko. 

Kacchan fumava di rabbia cieca, tremando a quel tono imperativo e freddo. La Rabbit Hero lo guardava con uno sguardo tagliente e le braccia incrociate, la posa fiera.

"Sono morti tutti quelli che avevano un collegamento con Garaki".

Il mondo di Katsuki si sgretolò all'istante, così come la speranza che si era accesa nel suo petto. Guardò ancora una volta Deku pallido in quella posa da bara, come morto.

"Solo un uomo è ancora a piede libero ed è lui che, probabilmente, ha ucciso i suoi colleghi" spiegò Present Mic, rimasto in doveroso silenzio fino a quel momento. 

Naomasa tirò fuori dalla tasca interna del suo soprabito color caffè una foto di un uomo, porgendola a Yagi. Curioso, anche Katsuki osservò bene quei lineamenti un po' marcati e il suo cuore mancò un battito. 

"Io l'ho già visto…" espirò. 

"Come?" ripetè stupito Present Mic. "Dove l'hai visto questo tizio?".

Katsuki raccontò brevemente dell'uomo che lo aveva curato dopo che lui e Deku avevano combattuto per la prima volta Hunter-Kane. Aveva intuito che avesse qualcosa di strano ma aveva lasciato perdere e la sua mente aveva cancellato il volto di quell'uomo che ora che ci faceva caso, somigliava molto a…

"Dabi" continuò Katsuki, intento ad osservare quel ghigno stampato sulla foto.

"Che c'entra quel tipo ustionato?! Ragazzo, mi sembri così confuso!" borbottò Present Mic, sbuffando un po'.

"No! Quell'uomo mi era sembrato da subito sospetto ma ora, a guardarlo bene in faccia, somiglia molto a Dabi" sottolineò sicuro Katsuki. 

Naomasa tirò fuori una seconda foto porgendogliela. "Questa è un'altra foto che siamo riusciti a scattargli prima della sua sparizione. Guardala bene e dimmi se trovi qualche differenza".

La seconda aveva un'angolazione diversa, mostrava chiaramente un uomo a tre quarti sospetto con degli occhi di un cobalto luminoso e i capelli stranamente molto più scuri e ribelli. Indossava il camice e stringeva al petto un taccuino ma nascosto sotto al lembo di una camicia nera c'era un luccichino.

Kacchan aguzzò la vista e comprese: non aveva più dubbi!

"E' lui, Dabi! Riconoscerei quello sguardo di merdoso omicida dappertutto! E qui" indicò il giovane puntando l'indice sul punto che lo aveva stupito. "Sembra avere con sé le fiale di Kane qui e l'aria molto sospetta. Abbiamo avuto un acceso dibattito con questo bastardo schifoso nel covo di All for One e non dimentico i suoi occhi ardenti!".

"Questo ragazzo ci è stato molto utile" mormorò Naomasa, anche lui intento ad osservare le due foto. 

"Dov'è stata l'ultima volta che avete visto quest'uomo?" chiese Yagi, una mano invece sulla spalla di Katsuki per la gioia che avesse collaborato per una giusta causa.

"Tre giorni fa, al Jaku Hospital. E' salito su un'auto rossa guidata da un uomo dai capelli biondi e una sigaretta tra le labbra e sono scomparsi verso Kamino" raccontò l'ispettore, infilando le foto nel soprabito.

Katsuki si fece pensieroso; chi poteva essere l'accompagnatore di quel pazzo di Dabi? Mr Compress non l'aveva mai visto in faccia e neppure Twice. Poteva essere Himigo Toga?

Mmh, difficile. Non sapeva guidare, era una liceale come lui.

E se avesse preso le sembianze di una persona succhiando il suo sangue? No, non era plausibile. Il suo Quirk permetteva solo di cambiare i connotati non di acquisire le abilità della vittima. Gli veniva da pensare o a Twice o a Compress in veste di normali cittadini.

"A Kamino, tuttavia non ci sono tracce di questi due. Immagino che la pista sia stata lanciata volutamente sbagliata" concluse Naomasa, sospirando leggermente. 

"Quindi possiamo pensare che potrebbero essere a Musutafu per ragioni sconosciute, Hosu che è stata al tempo una città sotto ai riflettori per via di Stain o semplicemente Tokyo" riflettè Mirko.

"Kamino è da includere, così come la possibilità che siano in prossimità del Tartaro" aggiunse Yagi. "All for One potrebbe avere ancora dei legami con quei Villain nella prigione di massima sicurezza".

"Mah, qualunque cosa, possiamo semplicemente supporre, invece e sperare al più presto in una pista più proficua" sospirò pensieroso Hizashi, ovvero Present Mic.

Kacchan si sentiva a metà tra lo speranzoso e lo sconfitto: avevano una pista sicura che Dabi si era infiltrato a Jaku per uccidere tutti coloro che avevano un collegamento con Garaki però chissà dov'era quel maledetto.

Strinse il pugno, guardò Deku che alle sue spalle sembrava semplicemente riposare. Lo avrebbe portato a sé ancora una volta…

 

Denki era affacciato al balconcino della sua stanza a giocare distrattamente con il suo cellulare. Ignorava il cielo stellato delle diciannove e trenta, ignorava che facesse freddo e doveva mettersi una giacca più pesante, ignorava che stava spingendo a caso sul display e che il suo personaggio era già morto da qualche minuto.

Chi lo avrebbe guardato avrebbe notato un ragazzo con gli occhi persi nel vuoto e la mente in rapido circolo di pensieri e avvenimenti. L'esperienza con All for One era stata terribile e non l'avrebbe mai voluta ripetere in tutta la sua vita ma quello che non riusciva a capire era il bacio di Katsuki a Izuku.

Un ragazzo che baciava un altro ragazzo? Lui era un po' come Mineta, preferiva di gran lunga le ragazze, i loro corpi morbidi e proporzionati e sentire l'eccitazione gonfiarglisi nei pantaloni.

Come un normalissimo ragazzo teenager. E invece Kacchan aveva baciato Deku e quest'ultimo non si era sottratto. Perché era l'unico che ci dava peso? 

Non che fosse disgustato o altro, Katsuki era il suo amico e con gli altri erano la Bakusquad solo che voleva solo capire. Si sentiva ferito che quel biondo cenere lo aveva lasciato fuori sulle relazioni.

Il suo cellulare gli vibrò tra le mani: era un messaggio da Eijiro. 

 

Posso entrare?

 

Che razza di messaggio? Denki gli scrisse che poteva, poi udì la maniglia della sua camera aprirsi e Eijiro entrare, con i capelli senza gel e un asciugamano penzolante sul collo.

"Da quando per entrare mi devi scrivere un messaggio?" ridacchiò il biondo, la mano in segno di saluto e l'altra a chiudere il balcone dietro di sé. 

"Beh, ho bussato parecchie volte e ho pensato di scriverti. Non mi sarebbe sembrato giusto entrare senza il tuo permesso" spiegò il rosso con un piccolo sorriso.

"Vuoi sederti? Qualcosa da bere?" offrì paziente Denki mentre l'altro annuiva e prendeva posto sul suo letto a peso morto.

Denki aveva un piccolo frigorifero accanto alla sua scrivania, generalmente con qualche analcolico e succo di frutta, qualche birra segreta non troppo forte. Optò per dell'aranciata, la gettò a Eijiro che la bloccò in una mano senza il minimo sforzo e aprendola con quel classico tintinnio di anidride carbonica ringraziò.

Lui prese posto sulla sedia gialla e nera della scrivania, a cavalcioni. 

"Allora? Di cosa volevi parlarmi?" domandò Denki.

"Di quello che ha fatto Bakugo nel laboratorio di Garaki".

Il sorriso del biondo calò leggermente, non voleva proprio parlare di quell'esperienza traumatica e neanche intromettersi nella vita sentimentale dell'amico cazzuto.

"Eh, immagino che avrei dovuto tener la bocca chiusa con Aizawa" sospirò, grattandosi la nuca.

"Non hai comunque spifferato nulla, sai che qui le regole sulle relazioni omosessuali sono molto severe" ammise Eijiro, la lattina tra le sue mani e lo sguardo perso. "In realtà mi sono sentito ferito. Per tutto questo tempo non ho capito un bel niente… ero convinto che Bakugo fosse il mio migliore amico, anzi, il nostro migliore amico ma quando ha baciato Midoriya tutto mi si è sgretolato".

Denki stava iniziando a capire il ragionamento con un'espressione incredula, tuttavia tacque.

"E' stupido" sorrise mesto Eijiro, senza guardarlo. "Mi sono reso conto che ero geloso. Stupido per un uomo virile, non trovi? Pensavo che io e Bakugo fossimo amici, il fatto che volessi sempre restare al suo fianco era perché c'era una bella intesa, la stessa che ho messo nella mia mano per salvarlo a Kamino ma…".

"Ti piace, Bakugo, no?".

Eijiro lo guardò con un'espressione sconcertata. Denki glielo aveva chiesto con una calma invidiabile e un'espressione molto difficile da leggere. Aspettò che finisse di prendere un generoso sorso di aranciata per proseguire e sapere avidamente il resto.

"Ti ho visto come ci sei rimasto male quando Katsuki ha baciato Midoriya, prima che avvenisse… beh, lo sai"  proseguì Denki, attento a non rimarcare il buco nello stomaco di Eijiro che, tuttavia, comprese molto bene e si scurì in volto, stringendo un po' la lattina fredda. "Forse avresti dovuto confessarglielo un po' prima".

"Non me ne sono accorto. Ho pensato che fosse amicizia e ammirazione, non pensavo che era amore!".

"Beh, se volevi confidarti con me hai fatto bene ma se speri che ti dia qualche consiglio in amore hai sbagliato persona" sorrise Denki, la lattina che agitava nella mano con nervosismo. 

"No, io credo che tu sia quello adatto per parlare di questo" riprese fiducioso Eijiro, finalmente prendendo un sorso di aranciata. "Tu mi sembri molto ricettivo in amore".

"Lo pensi? Probabile ma la verità è che sono uno sciocco" ammise il biondo, sospirando. 

"Che cosa intendi dire?".

"Ho pensato e ripensato a Katsuki e al suo gesto. Insomma, chi sono io per giudicarlo? Solo che non pensavo minimamente che poteva essere così facile dimostrare di amare qualcuno indipendentemente dal sesso. Mi dispiace che ti abbia spezzato il cuore e mi dispiace che lui non si sia voluto fidare di noi per confessarcelo" spiegò Denki, un guizzo di rabbia nella sua voce.

Eijiro considerò anche quest'altra ottica; in effetti, Kacchan non si era mai aperto con loro su queste cose. Non si fidava proprio? Eppure erano amici.

Notò che Denki lo stava guardando con occhi tristi, per un frangente sembrò leggere tra le righe di quelle parole così rassegnate.

"C'è qualcuno che ti piace?" domandò tutto d'un fiato.

Denki affondò la testa nelle piegature delle braccia sullo schienale della sedia ed annuì. Eijiro sorrise un po'. 

"E chi è la fortunata?".

"Non si accorgerebbe mai di me. A lei piace un altro ragazzo e si è già confessata ma questo non la ricambia ed io sono solo il suo migliore amico" ammise con voce ovattata.

"Sembra un déjà-vu di noi" sorrise Eijiro ma quando Denki lo guardò con un'espressione molto ferita le spalle gli caddero per lo shock. Si alzò dal letto con la lattina in mano, stupito. "Aspetta! Chi nella nostra classe ti ha fatto questo? Momo? Jiro? Uraraka? Tsuyu?".

"No. Nessuna di loro" sospirò il biondo, la mano a sventolare per tagliar via quel discorso.

"E allora chi? Andiamo, Kaminari! Siamo amici io e te! Hai ascoltato le mie parole, tocca a me!".

Denki aprì la bocca per gran gioia del rosso poi la richiuse, distogliendo lo sguardo con un rossore sulle guance. 

"Lei ha già scelto ed io non posso cambiarlo" concluse. Il rosso capì che non ne avrebbero parlato, così prese gli ultimi sorsi di aranciata e ringraziò per andarsene. "Allora, consideriamo che i tuoi sentimenti per Bakugo potrebbero essere utili in futuro?" domandò dopo quel silenzio, alzandosi in piedi.

"Mi ha fatto piacere parlare con te. Mi sento meglio e credo che ormai li devo mettere da parte e concentrarmi su come riportare Midoriya indietro. So che è difficile ma voglio redimermi da quello che ho fatto. Chiunque sarebbe morto con un buco nello stomaco con il mio Quirk".

"Non devi sentirti in dovere di farlo, sai? Voglio dire, Midoriya è un pezzo di pane e non è arrabbiato con te, ti ha anche perdonato. Ci sono i nostri professori e molti Pro Hero. Non siamo costretti a intervenire, non sappiamo neanche dove siano i nemici da affrontare e tu non devi dimostrare a Bakugo che saresti il degno fidanzato".

L'entusiasmo di Eijiro mutò in un'espressione un po' arrabbiata. 

"Midoriya è un mio amico, Denki" gli disse. "Ci vediamo".

Rimasto da solo, il biondo con la saetta espirò pesantemente con una mano tra le ciocche dei capelli. Gli veniva da piangere, era stato un vero idiota. Non c'era nessuna ragazza della 1-A che gli interessava, ma solo lui. 

Eijiro Kirishima. 

Ed era stato troppo lento ad accorgersi che pian piano la sua presenza lo aveva fatto innamorare. A lui interessava Kacchan, però. Rise tra due lacrime sul volto: era in un quadrilatero di amori incredibile. Voleva solo dimenticare tutto e sprofondare in un lungo sonno.

"Non ti accorgerai mai di me, Eijiro-kun…" sussurrò, cadendo sul letto per annusare le coperte che sapevano ancora del suo amico

 

Un'auto si fermò dinanzi a un casolare abbandonato, nelle strade più buie e lontane della periferia di Hosu. Scesero due uomini, il primo con una sigaretta tra le labbra e l'aria stanca, il secondo un dottore dall'aria molto professionale. 

Il biondo bussò al campanello, dopo qualche istante venne ad aprire una figura elegante con un fumo nerastro ed affilati occhi gialli che li fece accomodare.

"Com'è andata?" domandò.

"Al solito, stiamo mandando in confusione i Pro Hero e la polizia" rispose l'uomo che fumava. 

"Twice, non mi hai portato un po' di sangue?" cinguettò una bionda ragazza seduta a un tavolino accanto a una televisione spenta.

L'ambiente era piccolo e scarsamente illuminato. Sembrava un bar ma era in realtà un vecchio negozio di scarpe con un seminterrato e un piano superiore adibito a camere per riposare.

"Mi dispiace, niente per te" rispose il dottore. Il suo corpo si disciolse in una poltiglia nera rivelando un ragazzo ustionato, capelli scuri e occhi bluastri. "In compenso sappiamo che sono sulle nostre tracce per potersi riprendere il Rabbit Hero" continuò Dabi.

Kacchan aveva avuto ragione!

"Oh, mi piace tanto vedere Izuku-kun tutto tagliato e sanguinante! Perché non siamo andati anche noi nelle gallerie per farli fuori?" commentò Toga, innamorata, le gambe che si alternavano sulla sedia.

"Il capo ha detto che era meglio fingere di intervenire e non fare nulla. Abbiamo raccolto molte informazioni sul Quirk di quel ragazzino da Jaku e abbiamo ucciso gli aiutanti di Garaki per eliminare le tracce" spiegò l'uomo biondo, Twice. Tirò fuori un fazzoletto dalla tasca dei pantaloni e lo legò a metà sulla testa, sospirando pesantemente.

"Il signorino Tomura sta iniziando a preparare il suo corpo, secondo le volontà del Maestro" confermò Kurogiri.

"Bene. Attendiamo altre missioni, allora" sussurrò oscuramente Dabi...

 

La sensazione di una carezza sui capelli con fare paterno, nessun dolore e nessuna tristezza. Era disteso in terra, nel vuoto più totale, con il corpo che sembrava leggero e luminescente. I suoi occhi misero a fuoco una figura dai bianchi capelli e gli occhi verdi che gli sorrideva con un accenno di tristezza.

"Era ora, Izuku. Come ti senti?".

Izuku Midoriya si mise seduto e guardò le sue mani, poi il suo corpo. Era bianco come un fantasma e nudo ma la sua virilità era come scomparsa. I suoi occhi erano verdi e anche i suoi impossibili capelli. Non capiva, ricordava veramente poco. E poi, dov'era?

"So che ci sono tante domande che affollano la tua mente. Per ora sei al sicuro".

Dietro la figura ne comparvero altre otto, tra cui una che ardeva di un oro intenso che gli ricordò vagamente All Might.

Provò a parlare ma si rese conto che la sua bocca era come scomparsa.

"Non hai molta energia per poterlo fare, cercheremo di spiegarti. Abbiamo ancora un po' di tempo qui".

Izuku vide Nana Shimura e improvvisamente tutto gli sembrò aver più senso...

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Capitolo 15
*** Cristallizzazione del Potere (Parte III) ***


Angolo della Quirkless

Eccomi qui ad aggiornare con un altro capitolo. Ringrazio con il cuore chi mi segue, lascia una recensione e tutto. Attenzione, qui sono un po' invertiti gli ordini cronologici del manga ai fini della storia. Detto questo, Enjoy!




 

L'allegra 1-A era solo un ricordo, ormai. 

Era passato molto tempo dall'ultima volta che avevano riso, cantato e mangiato qualcosa tutti insieme e di quei ricordi non rimanevano che guizzi sempre più sbiaditi dall'attuale situazione in cui riversava un po' tutta la U.A.

Nonostante non fosse stata fatta trapelare alcuna notizia circa l'incidente che aveva portato Izuku Midoriya a smarrire se stesso, la sua coscienza, chi conosceva i ragazzi piantagrane della prima sezione sapeva che pesante macigno portassero sulle spalle.

Momo era la vice-capoclasse e ci teneva a tutti i suoi compagni di classe. Non lo dava a vedere ma più giorni passavano più si sentiva inutile. Non poteva realizzare alcun drone di ricerca per aiutare a ricostruire i fatti e scovare la Lega dei Villain, non sarebbe stata in grado di offrire un sopporto morale. Semplicemente si rassegnava a mettersi da parte nella speranza che qualcuno avrebbe fatto qualcosa.

Sospirò, la dolce Creaty, scuotendo piano il capo. 

Sentiva di affogare in un mare oscuro che giocava con le sue idee e le sue più disparate soluzioni. Lei, una brillante quindicenne non riusciva ad aiutare nessuno dei suoi compagni di classe.

E perso un po' nel suo mondo interiore si sentiva anche Denki, che continuava a rimuginare sulla chiacchierata con Eijiro. Quella notte non era riuscito a chiudere occhio, aveva provato a cancellare quel calore alle guance osservando splendide idol semi-nude ma non era bastato. Fino a che Eijiro non aveva ammesso di essere innamorato di Katsuki Bakugo lui era stato convinto che fosse un normalissimo ragazzo che amava vedere bei seni e sederi a forma di pesca. In bikini, possibilmente. Poi, era bastato qualche innocua parola tra amici a sbriciolare quel mondo di specchi che si era creato inconsapevolmente. 

Quella gelosia, quella sensazione di essere stato messo da parte lo seguivano ormai da circa due giorni e non riusciva a capire perché di punto in bianco si fosse reso conto, come una bolla che scoppiava, che non era poi così normale.

A lui piacevano le ragazze, lo sapeva. Eppure quando aveva bisogno di darsi un po' di piacere tra le fredde lenzuola del suo letto al culmine dell'orgasmo il bel visino angelico di una prosperosa Idol mutava in quello di Eijiro. E lui, frustrato non riusciva a cancellarselo.

Perché? Era veramente bastata una frase sincera a farlo cadere nell'oblio della confusione sessuale? Odiava la pubertà, era una vera spina nel fianco. E la cosa peggiore era che non poteva parlarne con nessuno. Era ovvio che lo avrebbero guardato male, se non peggio.

-Io amo le ragazze, i loro bei seni e culetti delicati!- pensò per l'ennesima volta, camminando verso la sala comune per sbrigare i noiosi compiti. -Non amo Eijiro, mi sono solo confuso, punto!-.

Annuì nervosamente più e più volte, con gli occhi chiusi intento a correre al basso tavolino per iniziare a eliminare le lezioni più noiose. Il suo percorso tuttavia fu sbarrato da qualcosa.

O meglio, qualcuno.

"Ouch!" esclamò Denki, due passi indietro e la mano sul naso. I quaderni sotto al braccio cascarono in terra, alcuni si aprirono. "Accidenti!".

"Stai bene? Ti sei fatto male?".

Denki sollevò gli occhi e il viso di Eijiro Kirishima sembrò avvolto da una foschia rosea e glitterata, con tanti fiorellini come una pioggia silenziosa. Le sue gote si colorarono leggermente di rosa.

-Io amo le ragazze!- pensò, affrettandosi a raccogliere i suoi poveri quaderni. -Non lui! Le ragazze, quelle stupende ragazze come Momo! Le tette, Denki! Pensa alle tette e a quello che potresti farne!-.

"Scusami, non ho visto dove stavo andando" sentì pronunciare da Eijiro.

Si calò con l'intenzione di aiutarlo e, come in un qualunque manga per ragazze, le loro mani si sfiorarono. Eijiro e Denki si scambiarono uno sguardo un po' curioso ma durò qualche frangente perché lo stesso biondo preferì afferrare alla bene e meglio i quaderni e distogliere lo sguardo dal rosso. 

"No, va tutto bene!" disse il ragazzo elettrico che si strofinava la nuca nervosamente. 

Era solo in imbarazzo e la cosa lo innervosiva. Eijiro era un amico, perché di punto in bianco era tutto così diverso? Doveva essersi preso inconsapevolmente qualche droga, era l'unica spiegazione. Altrimenti a cosa ricollegava quella sensazione formicolante nello stomaco, la mente un po' annebbiata dai più sconci pensieri, Eijiro che gli stava parlando con voce muta e il calore alle guance?

Cavolo, gli veniva perfino da piangere tanto si sentiva patetico.

"E' per quello che ti ho detto l'altra sera che te la sei presa e mi vuoi evitare, vero?".

La mente di Denki ebbe un autentico black-out. Gli bastò quella semplice domanda a fargli capire il significato delle mute parole di prima. Si sentì un po' in colpa, dopotutto non stava evitando Eijiro, era solo un po' frastornato e non voleva -come adesso- fare una simile brutta figura.

Inspirò ed espirò un po', riacquistò il suo sangue freddo. Ora che riusciva a guardarlo dritto negli occhi sentiva un leggero sorriso increspargli le labbra e gli occhi di Kirishima che parevano quelli di un cucciolo abbandonato erano un tenero spettacolo. 

Gli venne in mente Izuku in versione coniglietto: la stessa dolcezza con lo stesso sguardo.

"Kirishima".

"Eijiro" interruppe serio l'altro.

"Eh?" fece Denki, un sorrisino da ebete sul viso.

"Siamo amici, no? Chiamiamoci per nome" spiegò tranquillo il rosso, determinato.

Denki sospirò ed annuì. "D'accordo, Eijiro. Sei contento?" chiese, l'altro annuì con un lieve sorriso. "Non c'entra affatto quello che ci siamo detti la scorsa, sera. Ero solo preoccupato per Katsuki e Midoriya. Lo sai che è da parecchio che quel testone non mangia o studia con noi, no?".

"Pensavo che ti avesse dato fastidio qualcosa detto da me" profferì il ragazzo, con lo sguardo basso e colpevole. 

Denki gli sollevò piano il mente con l'indice, gli sorrise in modo smagliante e non si curò di intravedere due accenni rosati sulle già colorite gote. 

"Guarda cosa mi tocca fare per avere la tua attenzione" sorrise senza malizia. "Non devi pensare che mi sono arrabbiato. Sono stato contento che tu ti sia fidato di me per spiegarmi i tuoi sentimenti verso Kat-".

La mano di Eijiro gli si premette sulle labbra.

Denki non comprese quel gesto; bastò leggere il labiale di Eijiro per arrivare alla risposta. Katsuki Bakugo era proprio dietro di loro, le solite mani in tasca, uno sguardo tetro e rabbioso. Che ci faceva nella sala comune? E come avevano fatto a non sentirlo arrivare?

Denki aggrottò le sopracciglia verso Eijiro in segno di scuse e l'altro, con un cenno, gli liberò le labbra fingendo noncuranza. Tuttavia bastò uno sguardo a Kacchan a far guizzare un moto di gelosia nel suo petto per lo sguardo perso e innamorato di Eijiro.

"Che state facendo, comparse?" borbottò il biondo depresso, guardandoli. 

Sotto la luce bianca dell'area comune era come uno zombie, la pelle pallida, l'espressione vuota e le borse persistenti sotto gli occhi. Sembrava anche un po' deperito. 

"Studio" rispose Denki, una leggera rabbia nella voce. 

"Kirishima mi servono appunti" proseguì Katsuki, ignorandolo volutamente.

"D'… d'accordo, Baku-bro" rispose prontamente il rosso, felice. "Come sta Mid-".

"Niente di nuovo" tagliò corto il ragazzo esplosivo, qualche passo più avanti. "Non avete detto a nessuno di me e di Deku, vero?".

"No. Non sono affari nostri" rispose Denki, infastidito, lo sguardo puntato altrove. "Puoi stare tranquillo. Sappiamo cosa voglia dire amicizia e fiducia".

"Kaminari, che stai-".

"Niente" interruppe Denki verso Eijiro, poi strinse i quaderni e pensò di andarsene in camera sua. "Vado a studiare. Improvvisamente ho voglia di stare da solo".

Rimasti da soli, l'aria si fece di piombo. Katsuki fissava il corridoio dove era sparito Denki, Eijiro non sapeva cosa dire perché non aveva motivo per scusarsi, dopotutto era d'accordo con il ragazzo elettrico.

"Non devo dare spiegazioni a nessuno. Io e Deku ci-".

"Lo so!" scattò Eijiro, sorprendendolo. "Lo so che non ci dobbiamo immischiare nella tua vita sentimentale ma non dimenticare che oltre Midoriya ci siamo anche noi, i tuoi amici".

Kacchan aggrottò le sopracciglia, incapace di leggere quello sguardo basso e quell'espressione che andava dalla rabbia allo sconforto. Gelosia e sopratutto rassegnazione.

"Se per te è un problema che io abbia a che fare con Deku in quel modo puoi anche allontanarti" concluse Katsuki, superandolo di qualche passo. "Non ho bisogno di amici che mi fanno la ramanzina per tenere qualche segreto".

Eijiro si sentì avvampare: chi era quel ragazzo così freddo che gli stava parlando? Non poteva essere Katsuki, quello che stava lentamente imparando a dimostrarsi in grado di fidarsi degli altri. La rabbia lo accecò per qualche frangente e ancor prima di potersi rendere conto piantò un gancio destro contro il viso del biondo, usando l'altra mano per voltarlo per una spalla.

"Ma che cazzo stai dicendo? Possibile che conti solo Midoriya per te? E' il tuo amico d'infanzia, lo capisco che hai un rapporto speciale con lui ma il mondo non è finito, troveremo insieme una soluzione! Smettila di agire come un dannato Vigilante!" urlò.

Lo bloccò per le spalline della sua canottiera nera, sedendoglisi sullo stomaco per cercare il suo sguardo scioccato ma spento. 

"Ci sono anche altri pronti a fare di tutto per la tua attenzione!" gli sussurrò con gli occhi lucidi. 

Katsuki lo guardò con un'espressione quasi stupita, la stessa di un bambino al quale era stato detto di essere nato senza un Quirk. I suoi rubini brillavano di tante emozioni differenti, lustri e la bocca era piccola, dischiusa come a voler dire qualcosa.

Eijiro gli faceva ombra sul viso pallido, trattenendo a malapena i tremiti del corpo. Le sue mani fino a pochi attimi prima rigide allentarono la presa alle spalline dell'indumento, afflosciandosi lungo i fianchi. 

"Tu vorresti la mia attenzione".

Eijiro ebbe un fremito: quella voce rassegnata e calma era uscita dalla bocca di Katsuki che ora lo guardava come beffardo. 

"Vorresti che ti guardassi come guardo Deku" continuò, le sue braccia gli fecero da supporto per sollevare il busto. Aveva la frangia che gli oscurava lo sguardo cupo, torvo, come quello di un demone.

Kirishima sentiva i loro bacini contrastare, caldi, un lieve piacere iniziava a crescere sotto la pelle, scaturendo le più profonde emozioni salire e manifestarsi. Cercò di alzarsi e togliersi da quella posizione compromettente quando Kaccha lo bloccò per un polso, trattenendolo.

"In pratica mi stai dicendo che sei innamorato di me" sussurrò senza lasciarlo. 

"Katsuki, guarda…" provò a dire l'altro, senza però opporre resistenza.

E i suoi sogni più rosei si avverarono. Gli ci volle veramente troppo per accorgersi che Katsuki lo aveva tirato verso le sue labbra e insieme danzavano in un ballo chiamato Bacio. Il suo cuore batteva violento nel petto, le farfalle crescevano come fossero state delle rose rosse sbocciate. 

Non ci poteva credere! Era così felice.

Per un frangente gli venne in mente l'espressione di Denki nella stanza quando gli aveva chiesto chi fosse stata la ragazza che lo aveva scombussolato fino a creargli confusione. 

Poi rivisse quella impregnata di fastidio poco prima, quand'erano stati sorpresi da Katsuki. Per quanto iniziava a mettere insieme i pezzi non ci arrivava, la sua mente era annebbiata da quel bacio.

Non durò molto. Kacchan si staccò espirando pesantemente. 

"Io sono innamorato di Izuku, che ti piaccia o no" gli sussurrò, guardandolo. "Però, vorrei che fossimo ancora amici". 

Le gote di Kirishima avvamparono, rosse come due pomodori belli maturi e gli occhi lustri di lacrime. Era stato felicissimo ma adesso quella semplice e sincera frase lo aveva mandato letteralmente in frantumi. Gli venne quasi da piangere.

"Sì, lo so. Però mi sono innamorato lo stesso di te. L'ho capito quando hai baciato Midoriya" ammise con la mano artigliata sulla sua maglietta rossa per asciugarsi le lacrime. "Cavolo, se fa male".

Kacchan si ritrovò a sorridere, attendendo che l'altro si alzasse e gli porgesse la mano per fargli da supporto. Nonostante tutto era felice.

"Sarò tuo amico, non dubitarne" sottolineò il rosso. "Se vuoi ti presto gli appunti. Aizawa sensei ha detto che puoi tornare a presenziare alle lezioni quando vuoi, solo che non rimani troppo indietro".

Kacchan si oscurò un po' mentre si infilava le mani in tasca. 

"Comincia a sederti, prendo i miei quaderni" propose ancora Eijiro, una mano gli battè sulla spalla in un gesto affettuoso e amichevole. "Vuoi anche qualcosa da bere?".

"No, grazie".

Il rosso annuì con il solito sorriso da squalo e marciò verso la sua stanza. Per un singolo attimo, prima di battere le palpebre intravide Denki fissarlo con un'espressione molto ferita prima di rinchiudersi nella sua stanza. Lui si fermò, incerto. Gli era parso di vedere il se stesso prima del bacio con Katsuki…

 

Mirko era in piedi su un alto edificio sotto una pioggia battente. I suoi bianchissimi capelli volteggiavano nel forte vento, i suoi occhi scrutavano attenti un punto preciso di una serie di palazzi di vecchia costruzione all'estrema periferia di Hosu.

Ultimamente aveva iniziato a rendersi conto che molte persone avevano iniziato a rivoltarsi contro i Pro Hero mandandoli in ospedale con una semplice manovra di accerchiamento e la polizia rischiava sempre di dover pagare con ferite e percosse dalle zuffe nei locali più malfamati. 

Avendo diversi anni di esperienza alle spalle come Pro Hero, la donna coniglio sapeva che era tutta una manovra e che quei bulletti da quattro soldi eseguivano gli ordini. 

La trasmittente che aveva nell'orecchio sinistro fece un sibilo, segno che era in comunicazione. 

"Dimmi, Naomasa" mormorò, attenta a vedere tutto quel che succedeva in basso. 

"Mirko-san, come va la perlustrazione?".

"Non c'è nulla di nuovo. Per ora sono al settore H-8b e attendo".

"Fai attenzione. Questo improvviso silenzio non mi lascia presagire nulla di buono. Ad ogni modo ci sono movimenti a pochi isolati dalla tua posizione. Sembrerebbe un movimento sospetto, traffico illegale".

"Di cosa?".

"Non lo sappiamo".

"D'accordo! Darò un'occhiata allora".

La Rabbit Hero si lanciò senza paura nel vuoto, il vento tra i capelli le donava un'aspetto molto cupo, come una potente stella bianca che atterrava. Saltò su un'alzabandiera come fosse stato un trampolino, con una capriola smorzò l'atterraggio su un tetto molto più basso e si affacciò a un parapetto.

Era più vicina, vide chiaramente un movimento strano dai bassifondi di un vicolo dove tre incappucciati blu avevano accerchiato un uomo indifeso che stringeva al petto una cartellina di cuoio. 

La donna si lanciò nuovamente, atterrando con una potente tallonata in mezzo al gruppo. I tre Villain incappucciati fecero un paio di salti per indietreggiare, l'uomo spaurito crollò in ginocchio dietro al corpo di Mirko che ora era fieramente in piedi con le braccia conserte.

"Che ci fa lei qui?" tuonò la figura più bassa, con voce femminile. "Non mi piace! Non mi piace!".

"Calmati. Tanto lei sta per fare una brutta fine!" sogghignò quella più alta.

"Io dico che vi conviene parlare o i miei calci non avranno pietà per nessuno!" sogghignò Mirko. Diede un'occhiata all'uomo dietro di sé che tremava, stringendo la valigetta contro il petto.

"E' molto sicura di lei. Questo è un male per una Hero in netta inferiorità numerica…".

Mirko sentì pronunciare quelle parole con una malizia capace di far accapponare la pelle proprio contro il suo orecchio. Vide crescere dal nulla un anello di fiamme blu accerchiarla, si voltò e video che al posto di quell'uomo pauroso sorgeva Dabi con ancora indosso il camice e la valigetta stretta al petto.

"Non so come abbiate fatto a trovare questo posto ma è stato facile farvi cadere nella nostra trappola" sogghignò il ragazzo, gli occhi blu gli ardevano di una rabbia cieca nonostante il ghigno sulle labbra.

Mirko eseguì una rapidissima inclinazione verso l'esterno del busto ed evitò prontamente un pugno che ardeva di fiamme dai toni freddi. Si piegò sulle braccia creando un ponte e strinse l'arto tra le due gambe.

Lo strinse a tal punto che Dabi sentì quasi uno scricchiolio. 

"Arrenditi!" abbaiò la Rabbit Hero. 

Dabi scosse il capo, lanciò in aria la valigetta e il suo contenuto cadde. Tutto poi sembrò scorrere a rallentatore.

"Se quella fiala con sintetizzato il Quirk di quel ragazzino Rabbit dovesse entrare in contatto con le mie fiamme, l'intera Hosu verrebbe rasa al suolo. Decidi cosa fare…" mormorò Dabi. "… Hero".

La donna in pochi secondi mollò un pugno in faccia al ragazzo ustionato, saltò sulle sue spalle come trampolino e afferrò la fiala sventando una pericolosa strage. Mentre atterrava, però, non riuscì a evitare alla meglio un coltello affilato scagliato dalla figura più bassa che la colpì di striscio alla spalla destra.

Dabi la inghiottì in una potentissima colonna di fiamme blu per ben otto secondi; applaudì freddamente nel vederla stramazzare duramente al suolo, con il corpo ferito e bruciato. 

Le si avvicinò per colpirla alla testa e al viso con delle possenti tallonate e calci.

"Porta i miei saluti a Shoto" commentò estasiato.

Mirko non gemeva, tratteneva il dolore eroicamente e nonostante tutto il corpo le facesse male non demordeva. Anzi, sogghignò. Prima che Dabi potesse fracassarle lo stivale contro il viso gli strinse la caviglia ridendo.

"E' pazza? No, è solo pronta a morire!" cinguettò la figura più alta, come se avesse avuto una doppia personalità.

"In ogni caso dobbiamo finirla. E' una Hero molto potente" sentenziò l'ultima, poco più bassa ma più alta di quella femminile. 

"Che hai da ridere?" chiese stupito Dabi.

"Avete commesso un terribile sbaglio, Lega dei Villain…" spiegò Mirko. 

"Maledetta!" ringhiò il ragazzo, piantandole una potente fiammata che la colpì in pieno e la sbattè contro un'auto dai finestrini rotti. "Muori, Rabbit Hero!".

"Fermo!".

Il ragazzo ustionato guardò alla sua destra: dietro alle spalle di Toga, Twice e Spinner si era aperto uno dei Warp Gate di Kurogiri e gli occhi gialli affilati di quest'ultimo facevano capolino in mezzo a quel buco oscuro. 

"Ci siamo quasi, torniamo alla base" disse.

"Almeno sono riuscita a prenderle un po' di sangue!" sorrise estasiata Toga, poi mise il broncio. "Non mi piace, è troppo forte! Voglio il mio Izuku!".

Entrò cantando una canzoncina senza senso, il secondo fu Twice poi Spinner guardò Dabi ancora desideroso di colpire la Rabbit Hero che era diventata un pasticcio di sangue e di ustioni che giaceva immobile e seduta con la testa china in avanti. 

"Andiamo, Dabi" mormorò freddo quest'ultimo. 

Il corvino sbuffò mentre lasciava ciondolare le mani lungo i fianchi. Cavolo! E pensare che ce l'aveva in pugno quella maledetta donna coniglio! Un solo colpo e l'avrebbe uccisa.

Sparì dopo Spinner nel Warp Gate. 

Mirko era ferita, c'erano ustioni su tutto il corpo e anche parte delle sue ciocche lunghe e bianche erano bruciate. Dabi era stato molto crudele ma anche stupido. Si mise a sogghignare, cercando di muovere i suoi arti per potersi alzare in piedi.

Le ferite tiravano la sua pelle bruciata creandole un dolore immenso. Però, Plus Ultra fino alla fine dei suoi giorni; del resto era il suo mantra. Sibilò, rimettendosi in piedi, con il braccio destro inerme o forse rotto, l'altra mano sosteneva il corpo improvvisamente troppo pesante. 

Sputò la fiala piccola che Dabi aveva lanciato. Era stato semplice tenerla al sicuro nella sua bocca prima di venir colpita a tradimento. Era più o meno grande quanto un accendino. 

"Non ho idea di cosa sia ma abbiamo una traccia importante" mormorò con un ghigno. 

Quando era saltato sulle spalle di quell'essere strambo aveva applicato un piccolo localizzatore, creato dalla mente geniale di Creaty all'oscuro della classe 1-A. Era andata un giorno nell'ufficio del preside e aveva spiegato che intendeva essere utile con il suo Quirk.

Mirko sorrise. Quella ragazza aveva il cuore al posto giusto!

 

"Hai dovuto affrontare una grande quantità di dolore, ragazzo e ci dispiace non aver potuto fare molto. Ora sei qui e abbiamo il tempo sufficiente per poter attuare un piano".

Izuku in realtà per quanto ascoltasse ciò che l'uomo con il Black Whip non riusciva a pensare ai suoi compagni, ad All for One e soprattutto a Kacchan. Per un attimo si era sentito come invadere da un'energia incredibile e aveva urlato forte il nome del biondo perché aveva avuto la sensazione che stesse facendo qualcosa di stupido.

Cosa era stato capace di scaturire quell'incredibile sinergia? Gli era parso di vedere quasi Katsuki. Gli mancava.

Nana gli si avvicinò, una carezza sui suoi capelli e un sorriso gentile, lo stesso che aveva All Might. 

"All for One è riuscito a trasmettere le sue volontà al suo erede. Tomura Shigaraki. Per preparare un corpo ci vogliono dai sei mesi ad un anno intero. Esattamente come Yagi ha fatto con te in appena dieci mesi".

Izuku annuì pensierosamente, poi abbassò gli occhi.

"Se l'One for All si riunisse con l'Al for One in un corpo dove è già presente un Quirk il possessore diverrebbe o troppo potente ma incapace di controllarlo oppure…".

Deku guardò Nana con gli occhi ampi e spaventati. La donna sospirò a braccia conserte.

"… potrebbe essere una bomba così potente capace di spazzare via almeno tre quarti della popolazione presente sul pianeta".

Era terribile. Izuku si sentiva come se avesse perso definitamente tutto, ogni cosa. La sua mente era così confusa, pensa e ripensava alle parole della donna che lo stava accompagnando verso il fratello minore di All for One che gli sorrideva dolcemente. 

"Potresti essere in grado di comunicare telepaticamente con la persona più legata a te".

Deku guardò una figura che era rimasta per tutto il tempo con il volto rivolto al muro ed ebbe una stretta al cuore: era una copia a carbone di Kacchan. Biondo, i capelli sparati in tutte le direzioni, una cicatrice sul viso e l'aria un po' tetra. Le lacrime caddero dai suoi occhi, crollando in zampilli silenziosi nel nulla.

"Katsuki Bakugo. Potrebbe essere la nostra speranza".

Izuku annuì mentre si cancellava le lacrime, non voleva piangere in un momento cruciale come questo!

"Devi essere in grado di comunicare con lui. Sarà difficile ma ce la farai".

Guardò la mano sulla sua spalla e improvvisamente si sentì rinvigorito. Poteva farcela… non tutto era perduto!

 

Un bip luminoso sul cellulare, una notifica di posizione.

Momo lo afferrò con mani tremanti e inghiottì avidamente prezioso ossigeno. Era felice, la trepidazione gli faceva sussultare il cuore nel petto e lacrimare gli occhi. 

Non era inutile come pensava! 

Non ci pensò su due volte a correre nella sala comune dove i suoi compagni stavano mangiando la cena. 

"Oh, Momo, abbiamo preparato del curry! Lo mangi?" chiese bonariamente Kyoka.

"Sì, grazie" sorrise.

Erano tutti seduti al tavolo a conversare un po' come ai vecchi tempi. Era giusto interrompere quella spensieratezza portandoli sicuramente verso una strada pericolosa? Quella trepidazione stava lentamente sciamando e iniziava a sentirsi combattuta.

"Volevi dirci qualcosa?" pronunciò Tsuyu, aveva dei piatti in mano vuoti.

La ragazza strinse i pugni, infilando il cellulare nella tasca della sua lunga gonna e annuì con un sorriso. 

"Sei venuta tutta di corsa. Tutto bene?" domandò Shoto con la solita voce incolore.

"Sì. Va tutto bene" rimarcò con un lieve nervosismo. Si accomodò tra Ochako e Hagakure, guardandosi intorno.

C'era Bakugo vicino a Eijiro e Denki pareva incazzato, seduto a giocare al cellulare tra Hanta Sero e Mineta.

Si era persa qualcosa? Nel mentre che abbassava la testa al suo piatto percepì lo sguardo cupo di Katsuki trapassarla. Quando sollevò i suoi occhi sentì come un'energia oscura appiattirla.

Non voleva guardare. Non voleva… non poteva dire…

 

Kacchan asciugò l'ultimo piatto riponendolo nella credenza. Quei pelandroni gli avevano affibbiato le pulizie e dopo una cena più che buona l'avevano lasciato da solo. 

-Comparse del cazzo…- pensò ed appese lo strofinaccio a un gancio accanto ai cassetti della cucina. 

Appena si voltò vide due paia di occhi che lo fissavano, i primi eterocromatici i secondi neri come la pece. Sentì il fastidio punzecchiarlo all'eccessiva insolenza di Shoto nel mantenere un così lungo contatto visivo ma tacque, cercando di capire perché anche Momo era lì, verso le undici di sera. 

"Bakugo-san, abbiamo la posizione della Lega dei Villain".

Il biondo si sentì mancare la terra sotto ai piedi. 

"Il punto è… ora che abbiamo una traccia… che cosa intendi fare?" fu la domanda stoica di Shoto.

Katsuki era frastornato: poteva riportare indietro Deku ma a mente fredda, nel mentre che pensava incapace di staccare gli occhi di dosso ai due ragazzi nella penombra della cucina dalle luci spente, che forse da solo non poteva far molto.

Però, la rabbia lo infuocò e in poche falcate si avvicinò alla ragazza. Shoto prontamente si interpose tra i due per evitare inutili discussioni.

"Come cazzo facevi a sapere della posizione di quei bastardi, eh?!" ruggì. "Io mi sto arrovellando il cervello da settimane per riportare Deku tra di noi e tu ti permetti di tenerti questo solo per te?".

"Smettila di urlare, sveglierai gli altri!" abbaiò Shoto.

"Togliti dal cazzo, Bastardo a Metà!" ruggì l'altro.

"Ho creato un dispositivo di localizzazione in grado di trovare la Lega se anche i Pro Hero e la Polizia sarebbe stata in grado di seguire una traccia. Ho appena avuto il segnale sul mio cellulare. Non avrei avuto motivo di tacere se l'avessi scoperto prima" spiegò la ragazza, con il cellulare in mano.

Katsuki sembrò calmarsi un po' ma era ancora rabbioso.

"Andremo a stanarli!" esclamò a pugni stretti. "Chi viene con me?".

I due si guardarono poi tentennarono… Deku era importante ma anche l'incolumità di tutta la 1-A...

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