HANARERU-Allontanarsi

di Yuki Ishimori
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Disclaimer: questi personaggi non mi appartengono ma sono opera delle CLAMP e la storia è scritta senza alcuno scopo di lucro


HANARERU- ALLONTANARSI

CAPITOLO 1:

PIOGGIA

Pioveva.
Lunghe lacrime rigavano il vetro della finestra, le cui tende aperte lasciavano intravedere un ragazzo addormentato, sfocato dai rigagnoli d'acqua.
I capelli neri ricadevano spettinati sulla fronte, sopra a due occhi, chiusi da lunghe ciglia, vagamente felini.
Il respiro profondo e regolare riempiva la stanza silenziosa, intervallato al fruscìo delle lenzuola spostate dai piccoli movimenti del giovane, scompostamente sdraiato sul futon.

Lo scrosciare della pioggia filtrava appena attraverso le finestre, cullando i sogni dell'addormentato.
Sogni che, per un osservatore paziente, sarebbero stati parecchio comprensibili.
Infatti lo spesso silenzio veniva frequentemente interrotto dal ragazzo, che parlava nel sonno.
Le frasi erano, sostanzialmente, solo due: “ Oh mia dolce Himawari-chaaan!!” detta con un tono parecchio acuto, si alternava a “ Non intrometterti, dannato Doumeki!” con incorporato anche pugnetti chiusi che si agitavano fiaccamente davanti al viso.
Anche lo spettatore più paziente del mondo se ne sarebbe andato poco dopo, magari sbattendo la testa contro al muro pensando a tutto il tempo che aveva sprecato guardando quel ripetitivo ragazzo.
Poi, all'improvviso, un altro suono spezzò quel silenzio: il fastidioso rumore della sveglia fece agitare Watanuki, che cercò di sfuggirle coprendosi la testa con il cuscino.
Però, quando si accorse che, chissà come mai, gli mancava l'aria, si alzò a sedere di scatto, togliendo il maledetto cuscino dalla faccia e, già che c'era, scaraventandolo contro la sveglia, urlando contro quei due dannati oggetti.
Infine il ragazzo si alzò, continuando a sbuffare, mentre la povera sveglia, caduta dal comodino, domandava al cuscino sopra di lei perché tutti la dovessero sempre scaraventare in giro. Insomma faceva solo il proprio lavoro!


Ecco, come se non bastasse, pioveva anche.
La giornata era iniziata solo da un'ora e mezza e già tutto andava a rotoli: il cuscino lo aveva quasi soffocato, la sera prima si era dimenticato di finire i bento, era uscito in ritardo e non aveva preso l'ombrello.
Grandioso!
Maledicendo tutto e tutti, Watanuki camminava sotto la pioggia, sbattendo i piedi.
Non accorgendosi di una pozzanghera, il successivo passo pesante gli costò i pantaloni inzaccherati fino al ginocchio.

Ma perché tutte a meeee?!” urlò non curandosi dei pochi passanti che lo guardavano seccati.
Casinista”.
Dopo quell'unica parola, la pioggia smise improvvisamente di colpirlo.
Venne affiancato da un ragazzo della sua età, che lo copriva con il proprio ombrello e si teneva una mano sull'orecchio, con lo sguardo indifferente.

Oh bene, ci mancava solo Doumeki! Come se la mia giornata non fosse già abbastanza...”.
Si interruppe quando la pioggia, notevolmente aumentata, tornò ad infradiciarlo. L'altro, infatti, aveva ripreso a camminare, non curandosi minimamente di lui.

Ehi tu! Ma che fai?! Aspettami che hai l'ombrello!”urlò ancora Watanuki, affrettando il passo.
Sei tu che ti sei fermato.” rispose con voce atona Doumeki, quando l'altro tornò al riparo accanto a lui.
E allora anche tu dovevi fermarti ad ascoltare quello che il grande Watanuki-sama stava per dire!”.
Ma prima che potesse iniziare un altro dei suoi sproloqui (quello che era stato bruscamente interrotto), l'arciere lo fermò di nuovo.

Sei noioso.”
Dopo un attimo di sbalordito silenzio, Watanuki cominciò ad urlargli contro, il rituale che si ripeteva come ogni mattina.
Ma questa volta i due procedettero vicini, sfiorandosi per proteggersi sotto l'ombrello, fino a scuola.



La giornata passò senza particolari intoppi.
Un attimo prima della fine della pausa pranzo, passata al chiuso dato il diluvio universale che sembrava esserci fuori, Doumeki si rivolse all'altro ragazzo.

Oggi aspettami dopo gli allenamenti.”. Un ordine più che una domanda.
E perché scusa? Io avrei altro da fare che stare lì a guardarti mentre infilzi uno stupido bersaglio!!” il più piccolo cominciò come suo solito ad agitarsi, infastidito dai modi dell'arciere.
Fuori piove.” Watanuki in silenzio aspettò la fine della frase, che però non arrivò.
A quanto pareva, la frase era quella.

E allora?! Sempre incomprensibili frasi a metà, tu! Ma ti scoccia essere più chiaro qualche volta?! ” urlò esasperato il ragazzo.
E allora tu non hai l'ombrello.”
Watanuki si zittì.
Purtroppo come logica era inattaccabile. Himawari, infatti, non avrebbe potuto accompagnarlo, causa uno dei suoi mille impegni, e lui non aveva affatto voglia di bagnarsi di nuovo.
Non trovò altra soluzione che accettare il quasi-ordine dell'altro.

Mh ma cerca di spicciarti 'sta volta! La settimana scorsa ti ho aspettato per ore!”
Il discorso portò la ragazza a far constatare anche agli altri due quanto fossero buoni amici, cosa che scatenò l'ennesima scenetta che seguiva inevitabilmente quella frase.



Il pomeriggio fu scandito dagli schiocchi di corda e dai tonfi sordi delle frecce di Doumeki che colpivano sistematicamente il bersaglio.
Watanuki, seduto sulle gradinate della palestra, lo osservava.
Così concentrato, i muscoli che si tendevano fino al limite, mentre qualche goccia di sudore gli imperlava la fronte, la mano che si muoveva, quasi impercettibilmente, mentre la freccia scattava celermente verso il bersaglio, colpendolo.
Watanuki era, suo malgrado, affascinato dalla bravura dell'altro, che tante volte lo aveva salvato, ma soprattutto era colpito da come Doumeki riuscisse a concentrarsi...
con tutte quelle ragazzine che strillavano impazzite dietro di lui!!


Ma insomma la volete piantare?!? Mi state sfracellando i timpani con le vostre scemenze!! È un miracolo che riesca a centrare il bersaglio con voi che urlate come pazze!!” si ritrovò ad urlare Watanuki, cercando di sovrastare quelle ragazzine impazzite.
Cominciò a rimpiangere presto di aver aperto bocca, appena una decina di occhi spiritati si voltarono verso di lui. Arretrò impercettibilmente.

Noi possiamo dire quello che ci pare!”, “Cos'è sei geloso per caso?”, “ Doumeki -kun TI AMO!!”, “Lui non è TUO!”, “ Ah ah piace anche ai ragazzi, talmente è bello!” e di nuovo “Non sarai mica geloso?!”.
In un attimo tutte quelle ragazze indemoniate avevano preso ad urlargli contro cose che mai avrebbe voluto sentire.
Una parte del suo cervello, quella non terrorizzata, si chiese PERCHE' AVREBBE DOVUTO ESSERE GELOSO PER QUEL DEMENTE?!?!
Era peggio che essere attaccati da una orda di spiriti. Molto peggio!
Watanuki, scarlatto, indietreggiò ma, proprio come con i demoni, Doumeki corse in suo aiuto.
Quando le ragazze videro il loro amato avvicinarsi, il silenzio calò in palestra.

Dai andiamo.” con voce atona, ma così affascinante, prese quel ragazzo moro per il polso (tutti gli sguardi furono concentrati su quel gesto) e, senza minimamente curarsi di loro, se lo trascinò dietro.
Watanuki poté chiaramente sentire dietro di sé gli sguardi carichi d'odio mentre quell'orda di pazze li guardava andare via praticamente mano nella mano, il silenzio nuovamente spezzato da sibili furiosi.
Arrivarono davanti allo spogliatoio, dove Doumeki lasciò la presa.
Si voltò verso di lui con sguardo vagamente divertito (in pratica identico al solito) e disse:

Ti metti a litigare con le ragazzine adesso?”
Watanuki diventò ancora più rosso, distogliendo lo sguardo.

Tsk, non dire scemenze e và a cambiarti! Che voglio andare a casa!”. L'arciere, con un sorrisetto irritante, si chiuse la porta dello spogliatoio alle spalle.
Ma come fa a sopportarle tutto il giorno?!” bisbigliò Watanuki sporgendosi a guardare le gradinate.
Mitragliato da una decina di sguardi di fuoco, tornò velocemente a nascondersi.



Yuuko-san gli aveva lasciato la giornata libera, dopo l'ultima commissione particolarmente faticosa (e dove, ovviamente, era quasi morto) del giorno prima.
Così Watanuki camminava con Doumeki, le loro discussioni praticamente inudibili sotto lo scroscio della pioggia.
L'acqua rimbalzava sul terreno, cosparso di enormi pozzanghere, schizzando gli orli dei pantaloni.
Poi una goccia particolarmente grossa colpì il marciapiede davanti a Watanuki. Con un rimbalzo troppo forte, schizzò nuovamente in alto e, in modo altamente improbabile, si diresse verso il moro.
Con una velocità spropositata, la cosa che sembrava una goccia puntò la fronte del ragazzo.
Watanuki non fece in tempo a proteggersi con il braccio che quella lo colpì, sulla fronte, in mezzo agli occhi.
Fu come se una lama gelida gli attraversasse il cervello, passandolo parte a parte.
Il dolore fu grande. Lo immobilizzò, spezzandogli il respiro. Poi, improvvisamente, scomparve.
Tutto era accaduto in meno di un secondo e persino il dolore svanì con una rapidità disarmante.
Watanuki di scatto si portò la mano alla fronte, non capendo come facesse ad essere ancora vivo, dopo che qualcosa di simile ad una pallottola d'acqua gli aveva attraversato la testa. Ma la mano del ragazzo non trovò niente, non c'era foro, né sangue. Solo la sua pelle liscia e un po' bagnata.
Era sudore dato dallo spavento o era colpa di quella goccia?
Doumeki si fermò, quando notò che Watanuki non era più al suo fianco.
Stava per dirgli di muoversi quando lo vide.
Una mano sulla fronte, lo sguardo impaurito e il respiro irregolare.
In un attimo gli fu accanto, riparandolo con l'ombrello e poggiandogli una mano sulla spalla.
A quel contatto Watanuki sembrò riprendersi e lo guardò.


Quando i loro occhi si incontrarono Doumeki capì che, nell'attimo in cui lo aveva perso di vista, era successo qualcosa.
Uno di quegli eventi che capitavano solo a quell'idiota. E grave questa volta.
Lo capì dal fatto che dal suo occhio destro, quello che condivideva con Watanuki, vedeva sé stesso, attraverso la visuale
dell'altro.
Fenomeno che accadeva solo quando il moro era particolarmente agitato.
Poi la sua visuale doppia scomparve e lo sguardo del più piccolo tornò calmo, nascondendo la paura prima riflessa.
Come se non fosse successo nulla, fece per riprendere a camminare quando Doumeki lo bloccò, afferrandogli un braccio.

Cos'è successo?”. Non lo avrebbe lasciato andar via così.
Niente! Sono solo un po' stanco. Dai andiamo che è tardi.”. Cercò di troncare lui.
Non sapeva perché, ma non voleva raccontare all'arciere quello che era accaduto.
Forse era solo per non farlo preoccupare oppure perché non era del tutto sicuro nemmeno lui se il fatto fosse realmente successo oppure no.
Doumeki, quando capì che non era intenzionato a rispondergli, strinse più forte la presa.
L'espressione di dolore che attraversò il volto di Watanuki, tuttavia, lo fece fermare.
 
Continuò pero' a guardarlo fisso, fino a che l'altro non si sentì costretto ad esclamare:
Sto BENE!!” . Era ovvio che Doumeki non gli credette comunque. 
Watanuki si girò. “E ora muoviti che sono stufo di stare sotto la pioggia!”.
Disse quelle parole nascondendo la sua espressione al compagno.
La mano tornò alla fronte. Il bagnato di prima non c'era più. Era scomparso come tutto il resto: il bagnato, la goccia, il dolore...
Un brivido corse lungo la schiena del ragazzo.
Già, era parecchio stufo di stare sotto la pioggia.

CONTINUA



Note dell'autrice

Beh eccomi ancora qui!  *a nessuno interessa*
Emmh... grazie per essere arrivati fino alla fine di questo primo capitolo!
Questa sarà una "storia lunga e piena di angst" come avevo promesso a Harianne. (in un certo senso è dedicata a lei ma anche a tutte le altre care ragazze che hanno recensito la mia scorsa fanfiction! Grazie ancora ^^)
Poi, piena di angst... è la prima volta che ci provo vediamo cosa ne esce. E comunque lo sarà dal prossimo capitolo!
Spero che sia riuscita a incuriosirvi e se volete lasciare un commento... sono sempre ben accetti!
A presto con il prossimo aggiornamento!
                                                                                               Yuki Ishimori


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Hanareru Cap 2
CAPITOLO 2:
INCUBI


Doumeki lo accompagnò fino a casa, senza una parola. Aveva semplicemente sorpassato il tempio, continuando a coprirlo con l'ombrello rosso.
Watanuki sapeva il perché di quel gesto. Per una volta non gli fu difficile capire le intenzioni dell'arciere: era preoccupato per lui, per quello che doveva essere successo e che l'altro ragazzo non voleva dirgli.
Il più piccolo aveva più volte spiegato che “davvero non è successo nulla” ma le parole rimanevano inascoltate e non credute, forse per la voce con cui erano pronunciate, un po' troppo debole rispetto al normale.
Lo sguardo dorato rimaneva fisso su di lui, ad indagare sulle sue condizioni. Ma non avrebbe trovato nulla solo guardando perché a livello fisico stava bene.
Non era ferito e non si sentiva debole, e, in più, non percepiva in sé niente di anormale.
Forse era questo che spaventava di più Watanuki. Perché qualcosa era successo davvero.
Anche se non lo avrebbe mai ammesso, avere Doumeki vicino in quel momento lo faceva stare più tranquillo.
L'altro ragazzo entrò anche in casa, ma alla fine dovette cedere.
Watanuki sembrava non avere niente di strano e forse, se lo avesse lasciato riposare, al mattino sarebbe stato più tranquillo.
Perché per Watanuki era difficile capire Doumeki ma per quest'ultimo non lo era capire l'altro: era chiaro come il sole che il più piccolo fosse spaventato.
Ma forse era solo stanchezza.
Non che Doumeki ci credesse davvero, ovviamente.
“Se ti succede qualcosa chiamami.” la voce atona celava la preoccupazione ma lo sguardo intenso che si scambiarono fece capire a Watanuki che per qualunque cosa avrebbe dovuto chiamarlo.


Ora, in casa da solo, preparava i tre bento per il giorno dopo. Cucinare lo aveva rilassato e aveva distolto il suo pensiero da quella goccia.
Le tende delle finestre, tutte tirate, nascondevano la pioggia che ancora cadeva.
Era tardi e Watanuki era davvero stanco.
Si lavò, si infilò il pigiama e andò in camera sua. Raccolse la sveglia che giaceva ancora a terra e la puntò per il giorno dopo.
Il sonno lo accolse quasi subito, trascinandolo nelle sue spire, accompagnato dal rumore di un imminente temporale.

Intorno a lui c'è solo buio, il rumore della pioggia sembra lo perseguiti. Ma non è colpito da essa, perché lì non sta piovendo.
I suoi passi rimbombano su pareti invisibili, spandendosi in uno spazio che sembra immenso.
Watanuki vaga nel buio, sapendo di non essere al sicuro.
Infatti davanti a sé percepisce improvvisamente degli spiriti: una gigantesca nube, densa e ancora più scura del buio.
Istintivamente si allontana ma i demoni non sembrano volerlo seguire.
Ringhiano e strisciano, fluttuano, espandendosi e contraendosi, come un'enorme medusa nera.
Ma i suoi tentacoli non cercano di catturare Watanuki, che si avvicina.
All'improvviso un gemito strozzato sembra squarciare il buio. E poi un altro, più forte.
Inizia a correre, verso quella figura che ora riesce a intravedere. È accasciata a terra, mentre i tentacoli di quell'enorme demone si stringono attorno a lei.
Grida, questa volta. Un grido corto, di dolore.
Watanuki accellera, sa che deve fare di tutto per salvare quella persona.
Poi un urlo, straziante, riempe quell'oscurità, un urlo che sembra non dover finire mai.
Il ragazzo si tappa le orecchie, quel grido è troppo doloroso e continua e continua...
Gli occhi gli si riempiono di lacrime, mentre già inizia a singhiozzare. Quella voce così familiare non dovrebbe provare tanto  dolore!
Il grido si fa più alto, ora, più forte.
Quel ragazzo urla, sconvolto dal dolore, mentre lo spirito ormai si avvolge strettamente intorno a lui, i suoi piedi non toccano più terra.
Poi, improvvisamente, con un ultimo roco gemito, si zittisce.
Il silenzio che segue è spaventoso, opprimente.
“NO!!” quel ragazzo deve riprendere a gridare! Se grida vuol dire che è ancora vivo! Vuol dire che Watanuki è ancora in tempo...
Poi un suono terribile, ancora peggio del grido, ancora peggio del silenzio.
Il rumore di ossa che si spezzano, tutte, tutte insieme.
Quando finalmente Watanuki lo raggiunge è troppo tardi, il demone lo ha stritolato.
Con i suoi tentacoli lo alza, porta quel ragazzo che il moro non riesce a vedere fino alla bocca, spalancata, il corpo ormai così terribilmente simile ad un bambolotto rotto.
Lo ingoia.
L'ultima cosa che Kimihiro vede, le lacrime che scorrono incontrollate sulle guance, è il vestito del ragazzo, uno yukata.
Poi, tutto si fa buio.

Watanuki si svegliò, spalancando gli occhi, quelle immagini che ancora gli riempivano la mente. Si alzò a sedere di scatto, il respiro accellerato da quello che, capì, era stato un incubo.
Si alzò, le gambe che gli tremavano quasi non sostennero il suo peso.
Andò alla finestra, aprendo le tende. Le nubi non lasciavano capire che ore fossero.
Chi era quel ragazzo? Nel subconscio del sogno lo sapeva, ma ora non lo ricordava.
Eppure era consapevole che fosse qualcuno che lui conosceva.
Con il respiro ancora irregolare si diresse nuovamente verso il futon.
Si sedette e chiuse gli occhi, cercando di calmarsi.
“ È stato solo un sogno... è stato solo un sogno...”.
Continuò a ripeterlo ma la paura  non sparì.
Sobbalzò quando la sveglia, pochi minuti dopo, iniziò a suonare.
Piano si alzò e la spense. Andò in bagno e si guardò allo specchio: il suo viso rispecchiava in pieno la nottataccia passata.
Sospirando si preparò per iniziare un nuovo giorno.


Le nubi erano cupe e pesanti, preannunciavano pioggia che però si faceva attendere.
Watanuki passò davanti al tempio di Doumeki, dove una curiosa ansia lo assalì. Senza capire bene il motivo entrò nel grande giardino, cercando con lo sguardo il compagno.
“Oi.” Una mano si appoggiò sulla sua spalla e il ragazzo, spaventato, saltò in alto di almeno mezzo metro.
“Ma si può sapere che ti prende?!? Ancora un po' e mi fai venire un infarto, idiota!!”
“Sta zitto. Sei tu che sei entrato qui.” ribatté imperturbabile l'altro, portandosi la mano all'orecchio, mentre con l'altra reggeva una scopa. Indossava uno yukata.
Watanuki si irrigidì, ma poi si distrasse quando scoprì l'arciere che lo guardava fisso in viso.
“C-che c'è?” chiese allora, arrossendo un poco.
“Dormito male?” chiese con voce atona Doumeki.
“Ma che ti importa?!?” ribatte stizzito Watanuki.
“Rispondimi.”
Il tono del maggiore era serio. Non si era dimenticato dell'incidente della sera prima e voleva capire se le due cose potessero essere collegate.
“SI! Contento??” ma lo sguardo dell'arciere si fece ancora più intenso e Watanuki, non riuscendo più a reggerlo, interruppe il contatto visivo.
“Incubo. Ora sei soddisfatto o devi rimanere a guardarmi così ancora per molto?!?”.
La voce, tornata alle altezze di sempre, diminuì la preoccupazione di Doumeki.
“Resta qui. Vado a cambiarmi e andiamo.”.
Detto questo si girò e lasciò Watanuki piantato lì in giardino.
Ovviamente dopo gliene avrebbe dette quattro a quel maleducato!


Stavano tornando a casa come il giorno precedente. La dolce Himawari era davvero occupata e per un po' non avrebbe potuto tornare con loro.
“Aah che sfortuna!!” Watanuki proseguì con i suoi pensieri ad alta voce “ Se al tuo posto ci fosse la dolce Himawari-chan anche un tempo così nuvoloso sarebbe comunque splendido! E invece mi tocca sopportare te, dannato Doumeki!” disse guardando male l'innocente ragazzo che camminava affianco a lui.
Il quale, perso nei suoi pensieri, non lo stava minimamente ascoltando.
“Ehi tu! Quando qualcuno ti parla dovresti come minimo...”
“Com'era?”.
Watanuki fu preso in contropiede.
“Com'era cosa? Secondo te cosa dovrei capire da uno che, con sguardo vuoto mi dice 'Com'era?'” disse allora, imitando malamente la voce del compagno, stizzito dal suo vizio di fare il criptico.
“Il sogno.” rispose Doumeki, sorvolando sul resto della frase di Watanuki.
“Era un normale incubo! Pieno di demoni e robaccia altra! Ma che razza di domanda è?!”. Per la seconda volta non volle dirgli niente, nascondendo quindi il vero cuore dell'incubo: quel ragazzo che non era riuscito a salvare.
Per fortuna arrivarono al negozio di Yuuko-san, prima che Doumeki  potesse continuare.
Entrarono entrambi e Watanuki fu immediatamente assalito da una palletta nera e due ragazzine, che gli finirono addosso.
“Bentornato Watanuki, bentornato Watanuki!!” canticchiarono Maru e Moro.
“Che brutta faccia che hai, Watanuki che si scrive come primo d'aprile!” salutò “educatamente” Mokona.
Il ragazzo stava subito per ribattere quando una voce più adulta lo precedette.
“Mokona ha ragione!”. Il viso di Yuuko-san aveva il solito sorriso malizioso. “ Incubi per caso?”, la voce falsamente disinteressata.
Watanuki non si prese nemmeno la briga di rispondere, perché ovviamente, la strega sapeva già tutto.
Forse persino il contenuto del sogno stesso era già conosciuto. Ma con Doumeki vicino non volle indagare.
“Oh Doumeki-kun ci sei anche tu!” disse la strega con voce fintamente sorpresa, girandosi verso il ragazzo. Il giovane saluto con un semplice gesto della mano.
“Tsk, come se non lo sapesse già!” borbottò il più piccolo.
L'occhiata che gli lanciò la strega avrebbe potuto incenerire un muro. Watanuki sentì un brivido gelido passargli sulla schiena.
“Bene allora già che siete qui avrei una commissione da farvi fare!” esclamò la strega battendo le mani e con un grande sorriso sul volto. La voce con cui la donna disse quelle parole fece scorrere un piccolo brivido persino a Doumeki.


Alle 11.30 Watanuki tornò finalmente a casa, distrutto.
Non solo era quasi stato mangiato per l'ennesima volta ma dopo, finita la “commissione”, aveva dovuto preparare la cena per tutti (compreso il dannato Doumeki) e poi una marea di stuzzichini per accompagnare una marea di sakè.
Come uno zombi si preparò per andarsene difilato a letto.
Pochi minuti dopo era già profondamente addormentato.

È di nuovo in quello spazio buio, ma questa volta i demoni sono dietro di lui.
Lo inseguono, spaventosi e ringhianti.
Watanuki corre ma il fiato inizia a mancargli, le gambe a fargli male. Non vuole essere preso perché altrimenti morirebbe.
Lì in quello spazio buio e immenso non sarebbe arrivato nessuno a salvarlo.
Ma ormai non ce la fa più, i demoni cominciano ad avvicinarsi.
Si sente schiacciato dalla loro presenza maligna e inizia a sentire freddo.
Poi inciampa. Cade rovinosamente a terra.
Non riesce a rialzarsi e a continuare a correre.
Morirà lì, solo.
Gli spiriti si avvicinano sempre di più, ormai lo circondano completamente.
Si uniscono in un'unica entità, vagamente umanoide.
Un braccio si trasforma in una fumosa eppur letale lama, che si punta contro di lui.
Watanuki si prepara a salutare la vita.
Il braccio carica il colpo e il ragazzo chiude gli occhi.
Ma, invece di sentire quella gelida lama, qualcosa di caldo schizza sul suo viso.
Alza la mano, sfiorando una di quelle macchie mentre un odore disgustoso inizia a diffondersi nell'aria, un odore metallico.
Watanuki apre gli occhi osservandosi le dita, macchiate di un liquido rosso e denso, lo stesso che inizia a spandersi sul pavimento davanti a lui, giungendo a macchiargli le ginocchia.
Il ragazzo si accorge di un rumore che rimbomba, amplificato.
Gocce che cadono. Molte, grosse e dense gocce che cadono.
Il liquido rosso scuro ormai gli ha inzuppato completamente i pantaloni, mentre quell'odore si spande ovunque.
Alza gli occhi, Watanuki. Perché si è accorto di una sagoma in piedi davanti a lui.
È da lui che arriva quel liquido, gli bagna completamente il vestito, uno yukata ormai rosso.
Guidato da una volontà non sua, Watanuki è costretto ad alzare lo sguardo. Non vorrebbe farlo, non vuole vedere quello che ha davanti.
La lama nebulosa attraversa da parte a parte il corpo di quel ragazzo, leggermente piegato su di essa, il sangue che gocciola copioso sul pavimento. Le mani, sporche del suo stesso sangue, si appoggiano alla spada, conficcata nel suo stomaco.
Poi questa viene ritratta, con un rumore viscido e stridente. L'emorragia si fa  immediatamente più potente.
Il demone scompare, scomponendosi in grandi bolle mollicce che fluttuano via.
Poi, dopo alcuni attimi di immobilità assoluta, le gambe del ragazzo cedono.
Cade all'indietro.
Watanuki, incapace di fare alcunché, prende il ragazzo, appoggiandolo sulle sue gambe.
Lo vede in viso.
Due occhi dorati si fissano nei suoi, ormai bagnati di lacrime, due occhi che si stanno spegnendo, a causa del sangue che ora scorre copioso tra le gambe di Watanuki.
Un sorriso increspa il volto di solito impassibile, un sorriso per essere riuscito a salvare l'altro, anche se a costo della vita. Disperato, il giovane cerca di fermare l'emorragia. Ma è inutile. Il sangue gli sporca completamente le mani ma continua a uscire.
Guarda nuovamente il volto dell'altro ragazzo. Appena in tempo.
L'ultima scintilla se ne va da quegli occhi, di nuovo puntati in quelli di Watanuki.
Ora sono spenti e vuoti, velati dall'arrivo della morte. Il respiro cessa, il cuore si ferma. La vita ha abbandonato quel corpo.
Tutto è immobile.
Poi l'assoluto silenzio viene spezzato da un urlo.
Watanuki piange e grida ancora. Un grido lungo, ininterrotto.
E continuerà quel grido, fino a che  non avrà più un briciolo di voce, più aria nei polmoni.  
Fino a quando la morte non verrà a portare via anche lui...



CONTINUA


Note dell'autrice
Eccomi con il secondo capitolo! Ho notato che il titolo ha creato parecchia preoccupazione...! Eh eh ^.^
Ecco, da qui le cose iniziano a complicarsi.
Capirà Watanuki, di solito lento come una lumaca in certe cose, a capire il perché di questi sogni? Li rivelerà a qualcuno?
E dal prossimo inizieranno degli stani effetti collaterali...
Okay basta così!
Spero che questo capitolo vi abbia soddisfatto e ringrazio di cuore tutte le ragazze che hanno commentato.
E soprattutto naco chan che ha messo la storia fra le seguite e cry_chan per la promessa di seguirmi fino alla fine... ci conto eh!!
Ricordo che i commenti sono sempre ben accetti!
Anche perché non so come me la sono cavata con l'inizio della parte angst... mi affido a voi... U_U


Bene! Al prossimo aggirnamento! ^^

                                                 
Yuki Ishimori

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Hanareru Cap 3 Ecco il terzo capitolo!
Le risposte ai commenti, le trovate il fondo! Buona lettura!


CAPITOLO 3:
DEBOLEZZA


Il suono della sveglia gli fece aprire gli occhi mentre quell'urlo, il suo urlo, finalmente si spezzò.
I pugni che stringevano convulsamente il lenzuolo, la gola che bruciava, il respiro rotto e gli occhi stranamente velati. Velati da quelle che, scoprì, erano lacrime che rigavano il suo viso, andando a ricadere sul cuscino. Gli occhi bruciavano e il naso pizzicava, mentre dalla gola sfuggivano piccoli singhiozzi.
Appena si accorse di stare piangendo, Watanuki si asciugò velocemente gli occhi con le maniche del pigiama. Chissà da quanto tempo era in quello stato... e perché la gola gli bruciava in quel modo, come se avesse davvero urlato tutta la notte?
Insomma era del tutto inutile piangere per un sogno ma soprattutto era idiota piangere per quello scemo di Doumeki! Perché ora l'aveva capito... anche nel sogno precedente era lui la voce familiare che aveva sentito.

Due notti, due incubi e in entrambi l'arciere mor... faceva una brutta fine.
Watanuki, ancora disteso sul futon, alzò fiaccamente la mano per spegnere la sveglia, pensando a quegli strani sogni...
Poi un pensiero diverso gli attraversò la mente. “Un momento...” sussurrò.

SI PUO' SAPERE PERCHE' SOGNO QUEL DEFICIENTE?!?! ANCHE NEI SOGNI DEVE ROMPERE LE SCATOLE?!?” urlò alzandosi a sedere di scatto.
Insomma fra tutte le persone che conosco proprio quella che odio di più?! Ci credo che poi sono incubi!!” continuò, cominciando ad agitarsi come a suo solito, scuotendo i pugni davanti al viso.
Finalmente si alzò, il sogno quasi dimenticato, troppo concentrato a maledire il compagno.
Si diresse in bagno. La sua faccia era anche peggiore del giorno prima: gli occhi rossi e leggermente gonfi per il pianto sovrastavano una pelle più pallida del normale. Se la sciacquò bene, migliorando un po' lo stato in cui si trovava. Poi si diresse in cucina.


Watanuki però, non si soffermò a pensare perché fra tutte le persone, sognasse proprio Doumeki.


***


Watanuki-kun, non hai una bella cera!” esclamò preoccupata Himawari quando lo vide, durante la pausa pranzo.
Oh mia dolce Himawari-chan sono così felice che ti preoccupi per me!!!” esclamò allora il moro, contornandosi di sbrilluccichini. “Ma non ce n'è davvero bisogno!”
Sei sicuro?”.
Non visto, Doumeki aveva smesso di mangiare, per ascoltare il discorso dei due compagni.

Aveva già fatto quella domanda a Watanuki ma, come al solito, non gli aveva risposto. Forse con Himawari si sarebbe aperto di più.

Pensando questo avvertì una spiacevole stretta allo stomaco che ignorò, come era abituato a fare.
Si ma certo! È solo che non riesco a dormire molto bene ultimamente...”.
Dopo questa affermazione, l'arciere decise di intervenire. “Ancora incubi?”.
Watanuki si girò verso di lui ma, mentre rispondeva, non riuscì a guardarlo negli occhi. “No... Il rumore dei temporali non mi fa dormire...”.
Era una scusa bella e buona ma credibile, considerando che era da giorni che continuava a tuonare... e che la pioggia aveva davvero smesso di piacergli.

Davvero?” intervenne Himawari. “Anche a me non piacevano i tuoni!... Ma ero davvero piccola!” continuò con una risatina.
A Watanuki sprofondò il cuore quando capì di essere caduto veramente in basso se persino la dolce Kunogi lo prendeva in giro.

Si era appena rifugiato in un angolo facendo cerchietti sul pavimento, un alone di depressione che lo circondava, quando anche Doumeki si sentì in dovere di dire la propria.
È una cosa comune avere paura dei temporali. Anche se solo gli idioti lo ammettono.” affermò mentre, con voce atona, dava con disinvoltura dell'idiota a Watanuki. 
Il quale saltò su iniziando a urlare, ovviamente.
Il suo scarso auto-controllo ai soliti insulti dell'arciere stava per fargli rivelare da solo la bugia, quando il più grande lo interruppe (per somma fortuna dello scemo dalla bocca larga).

Vieni al tempio, dopo aver finito di lavorare da Yuuko-san. Potresti dormire meglio.”.
Dopo un attimo di shockato silenzio, il moro poté finalmente riprendere ad urlare.

Ma che diavolo ti salta in mente, RAZZA DI PERVERTITO!!! Ti sembrano proposte da fare ad un ragazzo?! Qualcuno potrebbe fraintend...” neanche terminò la frase che: “Siete davvero ottimo amici voi due, vero Doumeki-kun, Watanuki-kun?” esclamò felice Himawari, facendo avverare la frase del giovane.
NOOOO! Mia dolce Himawari-chan non ascoltate le blasfemie che questo demente dice! Le poche volte che apre bocca è solo per dire cose idiote!!”.
Guarda che quello sei tu.” ribatté Doumeki, leggermente piccato dalle parole di Watanuki.
CHE COSA?!? Ma che dici, non è affatto vero! E non cercare di rivoltare contro di me le cose che io stesso dico!”.

La discussione continuò così, apparentemente normale.
In realtà entrambi i ragazzi, nascondendosi dietro ai litigi, celavano i loro reali pensieri: Doumeki cercava di ignorare l'ennesima stretta allo stomaco che aveva seguito il rifiuto di Watanuki, mentre questo evitava di pensare alle conseguenze che ci sarebbero potute essere se, per caso, l'arciere lo avesse visto nelle condizioni di quella mattina.


Accidenti, avrei potuto inventarmi una scusa migliore! Ora la dolce Himawari-chan penserà che io sia un fifone!” pensò mentre grosse lacrime seguivano quelle parole, mentre nella mente del ragazzo si formava l'immagine di una Kunogi che scappava da lui, in piedi su un altare, mentre gridava, piangendo, che non poteva sposare qualcuno che avesse paura dei tuoni.
Nooo! Ti prego mia dolce Himawari torna indietrooo!!” pensò Watanuki.
Perché, dove dovrebbe andare?” la voce di Yuuko spezzò quelle fantasie, un sorrisetto stampato sulle labbra.
Il ragazzo maledisse per l'ennesima volta la sua brutta abitudine di pensare ad alta voce.

N-niente niente... Stavo solo pensando!”
Solo gli idioti pensano ad alta voce.” rispose con voce fintamente atona Mokona, ripetendo le parole che aveva detto una volta Doumeki.
Ora che per una volta non ho tra i piedi quel seccatore, ti ci metti tu?!” urlò Watanuki, iniziando a rincorrere la palletta nera.
Lo sguardo della strega, improvvisamente serio, non si staccò dal viso stanco del suo assistente.
Lo chiamò. Watanuki, sentendo il suo tono, la guardò, interrompendo di strizzare il kuro-manjou, finalmente catturato, che piagnucolava con voce lamentosa.
Si avvicinò e si sedette accanto a lei, seguendo il suo invito.

Watanuki, come stai dormendo in questo periodo?” sembrava una domanda qualsiasi, ma la strega aveva come al solito centrato il problema.
Male...”. Decise di dire la verità.
Ti spiacerebbe raccontarmi i tuoi incubi?”.
Non sorprendendosi che la strega lo sapesse (lo aveva già accennato il giorno prima), iniziò a raccontare.


Quindi, in entrambi i sogni c'era Doumeki-kun.” disse infine la donna, guardando il ragazzo con insistenza.
Il quale arrossì un po'. Sentirlo dire da lei e con quello sguardo lo aveva imbarazzato. Chissà perché poi, in fondo era solo uno stupido sogno!

Nel primo non ne sono tanto sicuro ma...”
Si, era lui.” lo interruppe la strega.
Se lo sapeva già, perché me li ha fatti raccontare?!” ribatte seccato Watanuki.
È importante che tu prenda piena coscienza del contenuto dei tuoi sogni. E non c'è modo migliore se non raccontandoli.” spiegò seriamente la strega.
Dopo un attimo di silenzio, dove il ragazzo cercava di comprendere quelle parole, “P-perché è cosi importante?” domandò Watanuki, inquieto dal tono usato da Yuuko.

Solo capendo cosa cerca di dirti il tuo cuore, eviterai di venire sopraffatto.”
Da che cosa?” chiese allora il giovane, cercando un modo per interpretare quelle frasi incomprensibili.
Questo dovrai capirlo da solo, Watanuki.” poi cambiando improvvisamente tono “Ma ora... altro sakèèè!” esclamò allegra, sventolando la bottiglietta ormai vuota.
Watanuki preso in contropiede, non poté far altro che avviarsi borbottando in cucina, capendo che non avrebbe più cavato un ragno dal buco.

Quando fu rimasta sola, Yuuko sospirò, accarezzando le morbide orecchiette di Mokona.
Ma dovrai capirlo in fretta. O altrimenti sarà troppo tardi, Watanuki Kimihiro. Per te. Per voi.”


Aveva deciso di tornare a casa, sebbene fosse molto tardi. Maru e Moro avevano insistito parecchio per farlo rimanere a dormire in negozio, cosa che, di solito , avrebbe fatto.
Ma non se la sentiva di passare la notte lì, con quei incubi che non gli davano tregua e le parole della strega ancora impresse nella mente.
Non poteva fare a meno di pensarci, anche se non le aveva capite.
Quell'insopportabile vizio delle frasi incomprensibili aveva ancora il potere di far infuriare Watanuki, sebbene ormai di frasi di quel tipo ne avesse sentite a centinaia...

Capire cosa cercava di dirgli il cuore...
Che diavolo vuol dire, eh?!” urlò il ragazzo. 
Le poche finestre aperte a quell'ora e con quella pioggia sbatterono, ma non dopo che i proprietari avessero espresso ad alta voce il proprio disappunto per quel ragazzo che strillava nel bel mezzo della notte.

Tsk...- borbottò Watanuki abbassando la voce – sono solo incubi in fondo! E poi perché diavolo IL MIO CUORE DOVREBBE ANCHE SOLO PENSARE A QUELL'IDIOTA DI DOUMEKI?!” strillò, alzando nuovamente la voce.
Ma la pianti? Qui si cerca di dormire!”
Se hai problemi con il tuo ragazzo, risolviteli da un'altra parte!”
Già, parlane con lui invece di svegliare noi!!”
Watanuki borbottò che mai quello scemo sarebbe potuto essere il suo ragazzo, che non ci pensava neanche, ma affrettò il passo, scappando prima di ritrovarsi inseguito da una folla inferocita.
Arrivato finalmente davanti al suo palazzo, chiuse l'ombrello e si diresse verso l' appartamento, sperando ardentemente che il suo cuore non avesse nulla da digli, quella notte.


***

Erano ormai passati quattro giorni dal discorso con Yuuko, e ogni notte qualche altro incubo faceva visita al ragazzo, portando ogni volta scene sempre più agghiaccianti e sanguinose, dove Doumeki faceva sempre una bruttissima fine. E dove Watanuki era un sempre più disperato osservatore.

Ma i sogno non erano l'unico problema.
Infatti, ogni volta che si svegliava, spesso con insensate lacrime che correvano lungo le guance, si sentiva sempre più stanco.
Il volto ogni giorno più pallido, le occhiaia che avevano ormai messo radici sotto i suoi occhi affaticati.
Era anche dimagrito di un paio di chili.
Diventava sempre più difficile evitare le domande, sempre più insistenti, dell'arciere e comunque ogni volta che stavano insieme Watanuki percepiva i suoi occhi puntati costantemente addosso.
Anche Himawari era davvero preoccupata per le condizioni del ragazzo, che continuavano a peggiorare.
L'unica che non faceva domande era Yuuko. Lei si limitava a guardarlo, gli occhi sempre più seri man mano che le notti passavano.
Lui continuava a rassicurare tutti, dicendo che stava bene e che non faceva niente di faticoso.
Ma ogni volta che riapriva gli occhi, passata la notte, faceva sempre più fatica ad alzare il braccio e spegnere la sveglia.


Il quinto giorno non sentì la campanella del pranzo. Non che si fosse addormentato, stava ben attento a non farlo! Era semplicemente caduto in uno stato semi-comatoso, la testa appoggiata alle braccia incrociate sul banco, lo sguardo perso fuori dalla finestra.
Doumeki, vedendo l'altro in ritardo e Kunogi che si preoccupava sempre più ogni minuto che passava, decise che era giunto il momento di intervenire.
A passo spedito, si diresse verso la classe del compagno, ormai deserta.
Lo trovò lì, solo, lo sguardo fisso e vuoto.
Il panico per un attimo si impossessò di lui, ma velocemente lo respinse nel profondo del suo animo.
Lo chiamò, usando di proposito il solito “Oi” che lo faceva imbestialire. Non ci fu reazione.
Si avvicinò. Osò chiamarlo per cognome ma non successe niente.
La paura era sempre più difficile da tenere a bada.
Si inginocchiò, posizionandosi davanti a lui e gli appoggiò la mano su un braccio.
Ancora niente.
Avvicinò il viso al suo e, con molta poca gentilezza, gli diede un brusco scossone.

Oi!” ripeté di nuovo, la voce più espressiva del solito. Finalmente, gli occhi di Watanuki ripresero a focalizzare il mondo intorno a lui. E la prima cosa che videro fu Doumeki, che non si era ancora mosso, la mano appoggiata sul suo braccio e il naso a pochi, decisamente troppo pochi, centimetri da quello dell'altro.
Watanuki, anche se indebolito, riusciva ad avere sempre le stesse reazioni con il compagno.
Si sentì arrossire di botto e, per la sorpresa e l'imbarazzante vicinanza, cadde dalla sedia, con un piccolo grido.
L'arciere, sollevato, sporse la testa oltre il banco, fissando quell'intrigo di gambe che, ora, era Watanuki.
Mordendosi l'interno guancia per non ridere, disse nel modo più impassibile possibile: “tutto bene?”
Watanuki si tirò su come sparato da un razzo.

M-ma si può sapere che fai, RAZZA DI PERVERTITO?!?” guardandolo malissimo, il sangue che ancora gli correva verso le guance.
Doumeki si incupì.
L'imbarazzo era tanto e di solito lo avrebbe fatto diventare color peperone, mentre ora lo faceva solo avvicinare vagamente ad il suo colorito normale.

Dobbiamo parlare”. Questa volta era deciso a sapere la verità e ci sarebbe riuscito.
N-non ho niente da dirti!”. Questa volta si sarebbe dovuto impegnare per nasconderla, quella verità.
È da una settimana che sei strano- Watanuki fece per aprire bocca ma il compagno continuò deciso- e non dire che non è così, si vede lontano un miglio che sei debole.” Il più piccolo indietreggiò, come per sfuggire a quelle domande.
Hai iniziato ad avere gli incubi da quel giorno in cui mi hai aspettato, vero? Che cosa è successo quella sera?”
Accidenti, questa volta era in trappola! Ormai spalle al muro, non c'era alcun modo per evitare l'interrogatorio dell'arciere!

Dai andiamo... Himawari-chan ci starà aspettando!” parecchio debole come scusa.
L'unica via di salvezza, ormai, era ormai solo la fuga.
Come se gli avesse letto nel pensiero, Doumeki sbatté entrambe le mani contro la parete dietro all'altro, bloccando ogni via d'uscita.
Era intrappolato dal forte corpo del più grande. Quella situazione gli ricordò molto il giorno in cui aveva dato l'occhio destro per liberare il compagno dalla vendetta del ragno. In quel caso l'arciere era parecchio preoccupato... che lo fosse anche in quel momento?
Ma perché? Questa volta Doumeki non c'entrava nulla! Il problema era... solo suo! Perché si... preoccupava per lui?

Rispondimi!” Watanuki riemerse dai suoi pensieri per tornare alla disperata situazione in cui si trovava. “Che cosa è successo quel giorno?” ripeté la domanda, con voce più forte, avvicinandosi ancora di più all'altro.
Lui non voleva... non voleva dirgli che ogni notte... lo vedeva morire... e che piangeva per lui...
Decise di urlargli contro. Gli avrebbe detto che... non erano aff... affari suoi...
Aprì la bocca da cui però non uscì nemmeno un suono.
Le gambe iniziarono a tremargli, mentre si sforzava di parlare.

N-non sono... cose che ti... riguard...” sussurrò.
La stanza iniziò a girare.
Improvvisamente notò che l'arciere stava in una strana posizione diagonale. E che tutto era sfocato.
Un forte dolore alla testa e la sua visuale si riempì di gambe di tavoli e sedie.

Watanuki... Oi! Watanuki!”
L'ultima cosa che sentì furono le urla di Doumeki che ripeteva il suo nome, poi delle braccia che lo sollevavano.

Infine tutto si fece buio.


CONTINUA

***


Note dell'autrice

Ecco il terzo capitolo... Alla fine Watanuki, facendo almeno una cosa giusta nella vita, ha deciso di parlare con Yuuko.
Ma, ovviamente, è stato inutile, perché l'idiota non ha capito una beneameta mazza... Come al solito! U_U"
Ecco gli effetti collaterali di cui parlavo... Perché come dice anche Kimi-chan, il problema non è Doumeki, ma lui stesso (come al solito, di nuovo)...
Ma perché? Che significato hanno quei sogni? E Doumeki riuscirà a scoprire qualcosa?

E ora, saltellando, si va a rispondere ai commenti ^^:

Ayla: Grazie per il "davvero bello"! Sono felice che i sogni ti siano piaciuti... Ho avuto qualche problema con il secondo... non mi sembrava molto espressivo, ma, a quanto pare, mi è riuscito!  Sicura sicura che sia Doumeki da salvare?  Eh eh... Spero che continuerai a seguirmi e che mi renderai partecipe dele tue varie ipotesi per la storia!

naco chan:
ci hai azzeccato! *una strana macchina uscita dal nulla inizia a sparare scintille entusiaste. Yuki, dopo uno sguardo shoccato, decide di ignorarla*
Gli incubi non sono MAI solo incubi! (puoi provare a spiegarlo tu a quello scemo di Watanuki? Io ci ho provato tanto...)... ma chissà per chi dei due saranno pericolosi? E per una volta nella storia Kimi-chan ha seguito un consiglio, il tuo! Ha parlato con Yuuko! Beh, a volte bisogna pure farne qualcuna di giusta, no?
Mi sono stupita del fatto che qualcuno abbia capito il titolo... dopo questo capitolo lo pensi ancora? Spero che vorrai  rivelarmi se le tue ipotesi sono rimaste invariate! Sono curiosa! ^^

Yusaki:
Grazie per i complimenti! Sono contenta che ti piaccia la storia e lo stile! ^///^  Non ti preoccupare per il mancato commento, poi l'hai fatto no? Grazie ancora!
Brava comunque! Non so se l'hai fatto apposta ma hai detto, prima di inciampare (ah, spero che non ti sia fatta male!), "vi salvo io, tutti e due!"... Quindi anche Watanuki! Brava, hai colto nel segno!
Per i sogni, il mio scopo era  proprio quello di strapparti il cuore! Muah ah ah ah! (risata malvagia)...  Ma a parte gli scherzi, sono contenta davvero che ti siano piaciuti!
Poi ti volevo fare una domanda, che non centra un accidenti... Ho visto un tuo commento nella sezione di HunterxHunter! Ti piace? A me moltissimo! Fammi sapere, sono curiosa! ^^


Quindi l'angst nello scorso capitolo era abbastanza... angstoso
!
Yuppy! Vi ringrazio davvero tanto per l'appoggio e i commenti! ^^
Spero che continuerete a seguirmi e a commentare!

Al prossimo aggiornamento!
                                                           Yuki Ishimori

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ecco il quarto capitolo!  Le risposte ai commenti, come al solito alla fine!
Buona lettura!

CAPITOLO 4:
RITROVARSI SOLI


Com'è finito il secondo sogno?” la domanda di Yuuko colse Watanuki all'improvviso.
Io che urlavo.”
E perché urlavi?”
Per la morte di Doumeki..”.
Quelle parole come tutte le altre in quella conversazione, gli uscirono dalla bocca senza pensare, istintivamente.
In quei giorni era ancora capace di arrossire.
E non ti chiedi perché?” chiese la donna, sorridendo dolcemente.
Gesto che ebbe solo il potere di far innervosire il ragazzo.
Ma che ne so io?! In fondo era solo uno stupido sogno, non deve per forza avere un significato!!”.
Yuuko-san lo guardò severamente, il sorriso sparì dalle sue labbra.

Quella conversazione rimbombò nella mente di Watanuki, mentre lentamente, iniziava a riprendere conoscenza.
Quella era stata una delle ultime volte in cui la strega aveva sorriso.
Il ragazzo non era ancora stato in grado di capire il motivo di quel gesto.
Poi un pensiero diverso gli attraversò la mente: non aveva avuto incubi.
Perciò quando sveniva poteva riposare serenamente... non che la cosa in fondo fosse molto rallegrante...!


Aprì piano gli occhi, mentre sentiva il proprio corpo uscire dall'intorpidimento.
Ah Watanuki-kun! Finalmente ti sei ripreso!” il viso di una preoccupata Himawari fu la prima cosa che il ragazzo vide.
E che paradisiaca visione!!” cinguettò, continuando, come al solito, i propri pensieri ad alta voce.
La voce però uscì più debole del solito. Schiarendosi la gola chiese dove si trovava.
Sei in infermeria. Doumeki-kun ti ha portato in spalla fino a qui!”.
Gli occhi del degente cercarono quella familiare figura.
La trovarono pochi attimi dopo: il ragazzo era appoggiato allo stipite della porta, braccia incrociate contro il petto e sguardo perso fuori dalla finestra. Ma in un attimo, quegli occhi dorati si posarono su di lui e si piantarono fissi nei suoi.
Poteva significare solo una cosa: il nostro discorso non è finito.
Watanuki distolse lo sguardo, ma percepiva comunque lo sguardo dell'arciere addosso.


Il moro ringraziò gli Dei per non aver sognato. A quel punto per l'altro ragazzo non sarebbe stato difficile intuire il problema e le sue domande sarebbero diventate mirate, ancora più difficili da evitare. Come spiegargli poi quello che sognava?

Ti ricordi che cos'è successo?” la voce della ragazza spezzò quell'improvvisa tensione che si era creata.
Sono svenuto.” rispose semplicemente Watanuki, scrollando le spalle.
Non dirlo come se nulla fosse!” la voce di Himawari si alzò per la paura. “Tu stai male! E se... se non vuoi dirlo a noi che cos'hai... al-almeno dillo a Yuuko-san!”. Gli occhi le si riempirono di lacrime, che poco dopo iniziarono a scorrerle sulle guance.
Hi-himawari-chan ti prego non piangere!” sussurrò Watanuki, un grosso nodo che gli stringeva la gola. Non voleva farla preoccupare ma non dicendo nulla, aveva reso tutto ancora più pauroso.
Himawari ha ragione.”. La voce di Doumeki risuonò atona nella stanza spoglia.
Si avvicinò al letto e alla ragazza, che lo guardò con occhi gonfi, supplicandolo con lo sguardo di far ragionare il compagno.
Vuoi dirci cosa ti sta succedendo?” domandò.
Watanuki distolse lo sguardo, stringendo i denti. Non voleva, non poteva raccontar loro la verità.
Anche se li faceva soffrire, anche se con il suo comportamento li feriva, non disse niente.
Dopo un lungo silenzio, spezzato solo dai singhiozzi della ragazza, l'arciere trasse un silenzioso sospiro.
Ho capito.” lo sguardo che Doumeki gli lanciò era freddo, una gelida coltellata.
Senza dire più nulla se ne andò.
Lo aveva tradito, con quello sguardo glielo aveva voluto dire.
Scusandosi, anche Himawari lasciò la stanza, cercando di asciugarsi le lacrime, che correvano però ancora più velocemente.

Aveva tradito la loro fiducia ma pure, con questa consapevolezza che gli appesantiva il cuore, restò lì, immobile, mentre i suoi amici si allontanavano dall'infermeria, si allontanavano da lui.



Sta succedendo... il demone ci sta riuscendo.”.
Le parole di Yuuko risuonarono nella stanza vuota. Solo Mokona le udì e, sentendo il tono della padrona, le saltò tristemente in braccio.
E quando rimarrà completamente solo, sarà troppo tardi...”.

***

L'infermiere scolastico lo lasciò uscire prima, dicendogli di andare a casa e farsi una bella dormita.
Sì, come se fosse possibile!
Solo, lasciò la scuola, senza curarsi di avvisare i suoi amici, se fosse ancora permesso chiamarli tali.
La pioggia aveva ricominciato a cadere e Watanuki tirò fuori dalla sua cartella il piccolo ombrello.
Iniziò a vagabondare fra le vie, deserte a quell'ora e con quella pioggia. Non sapeva dove andare: non aveva voglia di vedere Yuuko-san, sapendo che la strega era già consapevole di quello che era accaduto.
Non voleva vederla, sentire quelle sue frasi saccenti e incomprensibili, non voleva vedere Mokona, quella fastidiosa palletta, e nemmeno le due sciocche ragazzine senz'anima.
Non voleva cucinare, servire e riverire la donna come uno schiavo, sentirsi prendere continuamente in giro da quell'odiosa strega!
Grandi nubi nere iniziarono ad ammassarsi intorno a Watanuki, che però sembrò non accorgersene.
Non sopportava più di doverla vedere tutti i giorni, e con lei non voleva più vedere Mokona, Maru e Moro!
Non voleva vedere Himawari, quella ragazza non gli aveva procurato altro che guai con quella sua sfortuna!
E soprattutto, non voleva vedere Doumeki.
Aveva sempre odiato ogni aspetto di lui: il suo viso inespressivo, quel suo fare da saccente e saputello, il modo in cui si sforzava di aiutarlo, finto e distante...
Le gambe gli tremarono. Ormai i contorni del ragazzo erano confusi, circondati sempre di più dal nero fumo.
Sarebbe stato meglio solo!
Watanuki crollò sulle ginocchia, prendendosi la testa fra le mani.
Sembrava stesse per esplodergli mentre tutti quei pensieri, che in qualche modo non sembravano i suoi, gli riempivano il cervello.
Il freddo si impossessò di lui, la vista si annebbiò nuovamente.
Accucciandosi a terra, le gambe strette contro il petto, fu completamente circondato da quelle maligne nubi nere.
Questa volta non sarebbero arrivate braccia a prenderlo, questa volta sarebbe stato completamente solo.
Solo...
Mentre quella parola, che lo aveva sempre terrorizzato, gli rimbombava nella mente, un'unica lacrima scivolò sulla guancia.
Prima che riuscisse a schiantarsi al suolo, Watanuki era già svenuto.



Il negozio dei desideri era stranamente silenzioso, sebbene molto affollato.
Alle persone di sempre, Yuuko, Mokona, Maru e Moro, facevano compagnia Doumeki e Himawari.
Tutti erano affacciati ad una stanza, dove un ragazzo moro, ancora privo di sensi, era stato sdraiato sul grande letto a baldacchino della strega.
Tutti stavano immobili, ognuno immerso nei propri pensieri.
Poi l'arciere se ne andò, avviandosi verso la grande veranda. Himawari, a quel gesto, non riuscì più a controllare i singhiozzi, che la fecero tremare.
Do-dove vai Doumeki-kun?!” singhiozzò.
Quel gesto le aveva spezzato il cuore. Era come vedere un padre che, senza voltarsi indietro, si allontanava, incurante delle suppliche della figlia, abbandonando la madre.
Vado in giardino.” il ragazzo si sentì in dovere di dirglielo, in qualche modo di rassicurarla: non stava abbandonando Watanuki. Forse così si sarebbe calmata.


Ma non sapeva se quelle parole le pensasse davvero.
Quel ragazzo lo aveva tradito. Dopo tutte le avventure passate non si era fidato, non gli aveva permesso di aiutarlo. Lui che, più di chiunque altro, non si era mai tirato indietro. Lui, che per salvarlo, aveva perso mezzo occhio e parecchio sangue.
Lui che, per quel ragazzo, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Però non lo aveva mai detto. Ogni volta che lo aiutava fingeva un disinteresse che in realtà non provava.
Anzi, quello che realmente sentiva lo aveva già capito da tempo, ma era rimasto nell'ombra, aspettando che l'altro fosse pronto per accettarlo.
Ci aveva sperato, ci aveva sperato davvero tanto, che un giorno quei sentimenti potessero essere ricambiati , e adesso questo.
Watanuki lo aveva allontanato, senza neanche dargli una spiegazione, facendogli capire che forse aveva desiderato troppo.
Sapeva che il più piccolo continuava a pensare che il loro rapporto non fosse cambiato, che continuassero ad odiarsi a vicenda. Di conseguenza doveva essere stato facile per lui separarsi.
Chissà se nell'ultimo sguardo che si erano rivolti, Watanuki era riuscito a percepire tutto il dolore che gli stava procurando?
No, probabilmente no.
E ora lui era stufo di questo sentimento univoco, che troppo spesso lo aveva fatto soffrire.
Forse... forse sarebbe stato meglio se...
No. Non pensarlo.”. La voce della strega aveva interrotto i suoi pensieri.
Non chiese come facesse a sapere quello che stava per concludere.
Perché?” domandò semplicemente.
La donna si sedette accanto a lui, lo sguardo che vagava sul giardino.
Se tu ora decidessi di lasciarlo andare, per Watanuki sarebbe la fine.”. Gli occhi del ragazzo si sgranarono impercettibilmente.
Esiste un demone...” iniziò lentamente Yuuko, come se ogni parola le costasse un'immane fatica. “ che si nutre dell'energia vitale delle persone. È quello che sta accadendo a Watanuki.”.
Come fa?”.
Alla domanda dell'arciere la strega sorrise debolmente. “Sapevo che me l'avresti chiesto, ma sei un ragazzo intelligente... immagino che abbia già una tua teoria.”
Vagamente.” il silenzio che seguì era un invito a proseguire. “Il giorno in cui gli aveva dato la giornata libera... è stato allora che gli è successo qualcosa. Il giorno dopo mi disse di aver avuto un incubo...” lasciò la frase in sospeso e guardò la donna che annuì, con un impercettibile movimento del capo.
Ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, dal negozio arrivò un grido.
Himawari pochi istanti dopo li raggiunse, e, in preda al panico, disse che stava succedendo qualcosa a Watanuki.
In un attimo Doumeki si alzò, i pensieri di pochi minuti prima relegati in una parte profonda del cuore.
Si precipitò nella stanza, mentre un alto grido si propagava nell'aria, trapanandogli il cervello.
Watanuki era ancora disteso nel grande letto, ma non più mollemente adagiato su esso. Si era ripreso, e stava sognando.
Il suo corpo, come percorso da scariche elettriche, si tendeva come una corda, la schiena che si alzava, ogni volta che lanciava un ennesimo grido. Le mani stringevano convulsamente il lenzuolo di seta e il respiro era rotto e irregolare.
Le palpebre che si contraevano mentre sognava, erano calate sugli occhi, dai quali, poco dopo e con gran sgomento dell'arciere, iniziarono a sgorgare grandi lacrime, che rigavano le sue guance pallide e smagrite.
Le grida furono sostituite da disperati singhiozzi.
Doumeki guardava sconvolto quella scena, gli occhi spalancati, non riuscendo a muovere un muscolo.
Himawari invece, si precipitò accanto al letto e iniziò a scuotere il ragazzo, chiamandolo, il quale però non accennava a svegliarsi.
Ripresosi, anche l'altro compagno si avvicinò, mentre la ragazza alzava lo sguardo sconvolto su di lui.
Ma non parve consolarsi granché, in fondo, pensò Doumeki, le loro espressioni non dovevano essere poi molto differenti.
Watanuki. Oi, Watanuki!” il maggiore si accucciò accanto al letto, allungando una mano verso il compagno, che ancora si dibatteva.
Questa volta non si sveglierà.” le parole di Yuuko bloccarono il gesto di Doumeki, che si girò verso di lei.
Che vuol dire?”
Ora che pensa di essere rimasto completamente solo, il demone lo ha completamente sopraffatto. È attraverso gli incubi che lo spirito succhia energia e, considerando lo stato di Watanuki, questo sarà l'ultimo.”.
Vu-vuol dire che Watanuki...” sussurrò Himawari, mentre le lacrime le riempivano nuovamente gli occhi.
La strega annuì. “Morirà. Lo spirito fa vivere alla persona che si accinge ad uccidere le sue peggiori paure. Ho cercato di avvertirlo ma è un ragazzo orgoglioso e non mi ha ascoltato. E ora che pensa che anche la sua più grande paura si sia avverata, è troppo tardi.”
Un ricordo si affacciò alla mente di Doumeki.
Un ragazzo se ne stava in piedi sotto la pioggia, in braccio un gattino morto. Uno sguardo triste che così poco si addiceva a lui.
E quelle parole, per l'ennesima volta, gli risuonarono in testa: “Anch'io... morirò così. Tutto solo.”
Era per quello che aveva deciso di stargli accanto. Per far sì che capisse che non sarebbe mai successo. E ora... era colpa sua se Watanuki stava per morire! Perché gli aveva fatto credere di essere rimasto completamente solo.
Come aveva fatto anche solo a pensare, pochi minuti prima, di poterlo davvero abbandonare?
Si vergognò di essere stato tanto meschino...
Ma un modo per salvarlo c'era, ci doveva essere!
Con sguardo determinato come poche altre volte, si girò verso la strega: “Voglio salvarlo. Dimmi come fare.”.
La strega ignorò il suo tono poco educato e annuì.
Sarà pericoloso.” lo sguardo del giovane non vacillò. E, anzi, con voce sicura chiese quale sarebbe stato il prezzo.
A quello ci arriveremo dopo. Per salvarlo occorre trovare la tana del demone: lì ci sarà una pietra dove vengono imprigionati i buoni sentimenti che lo spirito ruba alle persone. Dovrai prenderla, solo con quella si riuscirà a scacciare lo spirito.”.
Si interruppe. “Ma, quando sarai lì verrai colpito anche tu dalla forza maligna del demone e ti accadrà quello che sta succedendo ora a Watanuki. L'unica differenza è che sarai sveglio e che... sarà molto peggio.”
Il prezzo da pagare sarà mettermi a conoscenza delle paure e dei sentimenti che verranno scatenati durante la missione e dalle cose che vedrai.” proseguì, tutto d'un fiato. Si fissarono.
Watanuki lanciò un altro singhiozzo disperato.


Doumeki non mostrò alcuna reazione.
Certo non era esattamente il massimo, ma sarebbe potuto anche andare peggio.


CONTINUA




Note dell'autrice
Ciao a tutti! Ecco il quarto capitolo! Purtroppo credo che da questo gli aggiornamenti non saranno così costanti... con la scuola e il resto rallenterò un po'... Ma non è ancora detto!! Vincerò sulla scuola! U_U/
Beh a parte questo... che dire se non che Watanuki è un idiota? (in queste note vieni sempre trattato male, povero Wata-chan! Ma lo sai che ti voglio tanto bene, no? *Watanuki le lancia uno sguardo di puro odio, anche per la figura che sta facendo nella fic* Eh eh... perdonami! ^///^)
E così ancora una volta, Doumeki cercherà di sistemare le cose.
Ovviamente le cose che Kimihiro pensa prima di svenire la seconda volta, non le pensa davvero. E' tutta colpa del demone che, in un certo senso, gliele ficca nel cervello in modo da avere un appiglio più saldo alla sua anima.
Per favore ditemi cosa ne pensate! Ma sappiate che la strama della storia non è solo questa. E quì sto dando un aiuto per capire il titolo...
Okay, basta spoilerare e andiamo a risponedere ai commenti!

naco chan: Direi che tu ed io abbiamo la stessa idea di Wata-chan! Eh, che ci vuoi fare, è fatto così! Ma hai visto cosa gli è costato non voler dire niente in questo capitolo! Poi ci si mette pure il dannato demone e siamo belle che a posto... Eeh...! *sospiro*
Ma si, dai! Tanto ci penserà Doumeki... o forse no? Wuah ah ah!! Piantiamo il seme del dubbio!! ^^ Grazie di continuare a commentare, ne sono molto felice!

Ayla: Già, quel pezzo dove Watanuki si chiede perché, è proprio da lui! Quello scemo...
Sai, anche se non commenti appena leggi il capitolo, io non mi offendo! E se poi sono le 4.50 ancora meno!! Ma mi sento molto onorata per questo e sono felice che continui a seguirmi! ^^ 

Yusaki: A chi lo dici!! Credo che tutti qui sarebbero morti di infarto, me per prima! Ma poi come la facevo continuare la storia?!
Grazie per i complimenti, sono felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo! Spero che anche questo non sia da meno!
Quindi ti ringrazio per il commento e ti saluto dicendoti: W la Leorio/Kurapica! :-Q___ ^^

Poi un ringraziamento speciale a coloro che hanno aggiunto la mia storia fra i preferiti: elie191 e reader
e a nami78 per l'aggiunta alle seguite!
E, ovviamente, ringrazio anche quelli che hanno solo letto... senza commentare...! Grazie a tutti!
A presto con un nuovo aggiornamento!
                                                              Yuki Ishimori

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5:
LA VILLA DEGLI ORRORI


Aveva accettato, ovviamente.
Ma prima di avviarsi non aveva potuto trattenersi dal fare una domanda a Yuuko-san.

“Poco fa ha detto che questo spirito fa vivere le paure più grandi... E quindi lui...”
“Non dovresti chiederle a me.” lo interruppe la strega “Ma aspettare che sia lui stesso a rivelartele.”.
Il silenzio che seguì spinse la donna ad aggiungere, con un piccolo sorriso: “Succederà, non preoccuparti.”
Doumeki, non del tutto convinto, annuì.

Era la prima volta che svolgeva una missione da solo e ora che camminava in silenzio sotto la pioggia, non poté fare a meno di sentire la mancanza di quella conosciuta e fastidiosa voce che gli trapanava i timpani.
Era partito più tardi del previsto, rimandando di minuto in minuto, aspettando, senza dirlo, di vedere una testa nera e arruffata spuntare da quella stanza. Ma invano. Nessun ragazzo era uscito da lì iniziando ad insultarlo.
Watanuki non si era ancora svegliato.
Di conseguenza le parole della strega suonavano ancora più minacciosamente vere: non si sarebbe più svegliato.
A meno che lui non avesse trovato quella pietra.
E, poteva cascare il mondo, lo avrebbe fatto.
Con un moto di stizza si ricordò che Yuuko-san stava sentendo tutte le sue emozioni e, quindi, anche quella immensa determinazione a volerlo salvare.
Con un sospiro scosse la testa e cercò di non pensare a quella fastidiosa intrusione.
Doveva far finta che non  ci fosse o altrimenti, se avesse represso i suoi sentimenti durante il viaggio, il prezzo non sarebbe stato adeguato. Meglio non pensare alle conseguenze se questo fosse accaduto.
Poi, alzando la testa, la vide: una grande villa abbandonata stonava con le altre nei dintorni; il giardino ormai formava una piccola foresta che circondava la casa, quasi oscurandone la vista. La porta e le finestre erano state sbarrate con travi di legno ormai marcio e l'intonaco della facciata, come del resto anche la stessa villa, cadeva a pezzi.
Quasi credette di sentire al suo fianco qualcuno che tratteneva il fiato, portandosi una mano al naso, e rabbrividiva per un odore che Doumeki non poteva sentire.
Quando però, per istinto e forza dell'abitudine, si girò, non vide nessuno.
Questa volta non poté ignorare la dolorosa stretta allo stomaco.
Doveva sbrigarsi.
Con un agile scatto scavalcò il cancello di ferro battuto e si addentrò nel giardino-foresta.
Subito, la poca luce che riusciva a sfuggire alle nubi scomparve, inghiottita da quel tetto frondoso e scuro.
Pur non riuscendo a vedere gli spiriti, lì riusciva comunque ad avvertirne la maligna presenza.
Ma forse era solo la sua immaginazione.
Certo sapere quello che quei demoni facevano, l'oscurità e l'essere soli di certo non aiutava...
Arrivò davanti al portone con i vestiti un po' più sbrindellati di prima. I rovi e le spine non erano facili da evitare.
Anche se era solo, Doumeki aveva ancora la sua solita espressione. Ovvero la sua solita non-espressione.
Perché ormai era così abituato a non mostrare quello che provava che persino in quel momento aveva dipinta sul viso quell'indifferenza.
Che poi a voler essere precisi, non era così: se una persona possedeva un forte senso di osservazione per i particolari e le minime cose, Doumeki sarebbe stato quasi un libro aperto... Ma, sfortunatamente (o forse per fortuna?), Watanuki non era una di queste.
Shizuka scosse la testa. Perché più si avvicinava a quella casa e più quell'idiota gli veniva in mente? Di solito non era uno che si faceva tutti questi viaggi mentali e doveva iniziare proprio ora che aveva un'altra persona che gli frugava nel cervello?
Ad un tratto si accorse di essere ancora piantato davanti all'ingresso.

Forzare le assi non fu difficile e in pochi attimi il portone fu aperto.
Guardando dentro, Doumeki non rimase minimamente stupito. Era esattamente come si aspettava: la sala d'ingresso era gigantesca, con grandi mattonelle di marmo che riflettevano la poca luce che le ampie finestre lasciavano passare; in fondo a questa, c'era un enorme scalinata che circa a metà si biforcava, dividendosi in due scaloni che portavano al piano superiore, da sinistra e da destra.
Il leggero vento che entrò insieme a Doumeki fece ondeggiare le miriadi di ragnatele e tintinnare il lampadario di cristallo che, miracolosamente, era ancora appeso, sulla sua testa.
Ma, a parte l'ambientazione da film horror, non sembrava succedere null'altro.
La villa era grande e le stanze parecchie. Yuuko non gli aveva detto dove di preciso avrebbe trovato la pietra e, quindi, non gli restava altro da fare se non cominciare a cercare.
Chiuse gli occhi e si concentrò. Era da un po' che riusciva a vedere cose che non appartenevano a questo mondo [1] e riusciva molto meglio a sentire le presenze maligne...
Li riaprì. Trovata!
Una forte aura spiritica era presente al piano superiore. Iniziò a salire le scale, facendo attenzione a non distruggere le varie ragnatele, e seguendo quella traccia, arrivò davanti ad una porta.
Senza alcuna esitazione la aprì, preparandosi mentalmente.
Fece un passo all'interno.
Immediatamente l'oscurità lo avvolse.
Si trovava in uno spazio immenso, decisamente troppo grande per poter essere davvero la stanza precedente.
Mosse un altro paio di passi che risuonarono nel nulla, rimbalzando però contro pareti invisibili. [2]
Improvvisamente, l'incubo ebbe inizio.

Un ragazzo era circondato da demoni. Anche se era di spalle, Doumeki non ci mise neanche un attimo per riconoscerlo.
Watanuki si girò e iniziò a correre verso di lui, i demoni alle calcagna. L'arciere si mosse per istinto, iniziando a muoversi verso il più piccolo. Ma prima che potesse raggiungerlo, gli spiriti si erano fatti molto più vicini.
Watanuki allungò un braccio verso di lui, la mano aperta. “Doumeki, aiutam...” non finì la frase, trafitto da uno di loro.
Shizuka sbiancò.
Mentre l'altro cadeva lo afferrò al volo. Il più giovane, il viso grottescamente sporco del suo stesso sangue, avvicinò la bocca all'orecchio dell'arciere, che non poteva fare altro se non tenerlo stretto.
Tossendo sangue gli sussurrò debolmente: “Perché non mi hai salvato?”.
Poi sparì, scivolò via dalle braccia di Doumeki come acqua.
Una pugnalata allo stomaco.
L'incubo cambiò.
Ora Watanuki era accanto a lui, sul viso una strana espressione.
Doumeki si alzò, fronteggiandolo.
“Cosa pensi, che non me ne sia accorto?” la voce del più piccolo era attraente, magnetica, mentre si avvicinava lentamente, l'andatura molto più aggraziata del solito.
Ormai a pochi centimetri dal viso del più grande, Watanuki gli sfiorò piano una guancia, con le dita affusolate, guardandolo negli occhi.
“Ma invece lo so... l'ho sempre saputo... - sussurrò mentre si strusciava maliziosamente contro di lui -... quello che provi per me.” Doumeki deglutì a vuoto.
“E' solo che... - avvicinò le labbra alle sue - invece io... - gliele sfiorò con le dita, mentre l'arciere non poteva fare a meno di schiuderle.
“io... ti odio.” disse queste parole con voce dolce, divertita, mentre si allontanava bruscamente da lui.
Sul viso si disegnò un'espressione maligna che ne trasformò i delicati lineamenti in una maschera spaventosa e sadica.
“Pensavi davvero di essere bravo a nascondere quello che provi?! Beh, non lo sei. Sono io che volevo fartelo credere! Non sai quante volte ho provato ribrezzo standoti accanto e sapendo quegli orribili sentimenti che provi per me. Ma è tutto inutile, io non sono come te. E non potrò mai provare per te quello che tu provi per me! Perché io ti odio!”
Un'altra pugnalata allo stomaco, mentre quelle parole strisciavano nel cuore di Doumeki, iniziando la loro opera di distruzione.
Guardando il dolore nei suoi occhi, quell'aggraziato Watanuki lanciò una risata malvagia, acuta, e scomparve, gli occhi che lo guardavano con un profondo odio e un sorriso cattivo che ne trasfigurava il volto.
Cambiò di nuovo.
Di nuovo demoni, di nuovo incapace di salvarlo mentre moriva davanti ai suoi occhi. Di nuovo parole d'odio mentre ogni sua paura veniva tirata fuori, resa reale.
E le immagini iniziarono a rincorrersi, come su un nastro, e a ogni immagine, un'altra fitta allo stomaco, un altro frammento di cuore che cadeva.
Sempre più debole, con la testa che girava, Doumeki stava immobile, costretto a guardare, sopraffatto dai suoi stessi incubi.
“Perché mi vuoi sempre salvare?! Non capisci che io non voglio legarmi a te? Perché vuoi obbligarmi ad esserti riconoscente?!” l'ennesimo Watanuki, in lacrime, gli urlava contro. “Io non ho bisogno di te! Vattene e lasciami in pace!”.
No... anche questo no! E quelle parole, quelle di cui più aveva paura, alla fine vennero mostrate.
“Io... Io non voglio più essere costretto a starti accanto!!”.
Era troppo.
Le gambe di Shizuka cedettero, mentre anche quell'immagine spariva, quella che sembrava essere riuscita a distruggergli il cuore.
Si ritrovò in ginocchio, le mani sul pavimento davanti a se, completamente annientato dalle sue paure.
La piccola parte ancora razionale di lui pensò distrattamente, mentre iniziava anch'essa a svanire, cosa stesse dicendo Yuuko mentre veniva a conoscenza dei suoi più intimi pensieri.
Ma poi... Perché la strega ne stava venendo a conoscenza?
Piano, quella sua piccola parte resistette, raccogliendo i ricordi, separandoli dagli incubi, e ricostruì quell'importante missione che aveva quasi dimenticato.
Doveva salvare Watanuki.
E quella determinazione lo sollevò un poco dal baratro in cui era caduto.
Perché era ancora in tempo.
Aprì gli occhi, riuscendo a cacciare quelle lacrime che avevano tentato di uscire. Era debole ma riuscì a sedersi e poi, con uno sforzo che gli sembrò immenso, ad alzarsi.
Sorretto unicamente dalla grande forza di volontà, dal nulla fece comparire un arco di energia, che puntò contro quelle immagini, che sembravano volerlo sommergere.
Tirò la corda e scoccò. La freccia di energia spirituale balzò verso quei demoni, centrandoli.
Tutto si illuminò di una luce chiara e pura e Doumeki, in un attimo, si ritrovò nella villa, nella stanza in cui era entrato quello che sembrava un secolo prima.
Si accasciò contro la parete, scivolando giù, esausto e privo di forze, ma lo sguardo dorato rimaneva fisso davanti a lui, dall'altra parte della stanza, su quella piccola eppur così preziosa, pietra lucente.


CONTINUA

1: come detto da Yuuko nel capitolo 131
2: il posto è lo stesso dei sogni di Kimi-kun se non si fosse capito...




Note dell'Autrice
Scusate il ritardooo!! alla fine credo che la scuola stia vincendo... ma io non mi arrendo!! U_U/
Comincio col dire che queso capitolo non mi sconfinfera... e che forse non mi piace proprio... ma ero in ritardo assurdo e ogni volta che vedevo il PC, sembrava che mi dicesse: "Sei in ritardo! La tua soria... ricordatiiiii..." con incorporati gli ululati dei fantasmi. Allora io, terrorizzata, fuggivo invece di sistemare il capitolo. E alla fine mi sono ritrovata con questo e questo è ciò che vi beccate.
Cmq sappiate che la successione rapidissima degli icubi era programmata... l'avevo immaginata proprio così. Ma è il resto... Bah...
Forse un giorno, mi verrà la voglia di modificarlo un pò... ma non sò... la voglia........
Voi che ne pensate? Io come al solito, lascio la decisione a voi!
Comunque... ecco i sogni, cioè, incubi del nostro amato Doumeki-san.
Non c'è molto da dire...
Nel prossimo capitolo che succederà? Riuscirà l'intrepido arciere a salvare il suo principesso Watanuki? E se ce la farà, come lo accoglierà Kimi-chan? Per questa domanda ricordatevi che quel piccoletto è uno scemo completo e assurdo...
Vabbè non dico altro! Vi supplico di dirmi cosa pensate di questo capitolo, ne ho davvero bisogno! X°°°

Ma ora via alle risposte! Con anche suon di trombe!
naco chan: Bene, ti dico subito che, letta la tua recensione, mi è venuto un mezzo infarto... ma le critiche sono sempre costruttive! Ti ringrazio per essere stata sincera! ^^ Spero che lo sia anche per questo capitolo anche se, in realtà, il mio piccolo cuore prega che la recensione nuova recensione non partecipi all'"ICA" -Iniziativa Criticoni d'Autunno... Ma ti prego cmq di dirmi quello che pensi. Ripeto: le critiche sono sempre costruttive! ( se se... ma se hai pianto per mezz'ora *NdW* Noo! Non è vero!! U///U *NdY*). Voglio sentire il tuo parere!! ^^

Yusaki: Ummh... con l''esperienza ho capito che la modalità *Ti salvo io!!* è parecchio pericolosa. Si consiglia di utilizzare con moderazione e prudenza... Okay oltre a questo sclero sono felice che lo scorso cap ti abbia così colpito! Ma cerca di non farti venire un infarto, credo che non riuscirei a resistere al senso di colpa!! E poi se tu mi muori, chi mi farà così tanto ridere, già che non potrò più leggere le recensioni che mi lasci??  X°°°
Ti prego di farmi sapere cosa ne pensi di questo capitolo... ci tengo molto al tuo parere!! ^^

Ayla: Addirittura a piangere?? Wow... eh eh mi fai arrossire! ^///^
Non credo che questo capitolo sarà all'altezza del precedente ma spero che almeno un pò di emozioni riuscirà a dartele... Ti prego poi di farmi sapere! Ma non ti preoccupare, l'angst non finirà quì! O no che non finirà quì!! Muah ah ah ah ah!!! *risata malefica* Coff coff... okay basta così... U///U
Fammi sapere cosa ne pensi, mi raccomando!

Beh, ringrazio quelli che hanno letto e a presto con il prossimo capitolo!
                    Yuki Ishimori

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