Di quella volta in cui Junpei scaricò un film anziché comprare il DVD originale

di XShade_Shinra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Di quella volta in cui Junpei scaricò un film anziché comprare il DVD originale 01
Di quella volta in cui Junpei scaricò un film anziché comprare il DVD originale
«Junpei, sbrigati a scegliere, i baozi si fredderanno».
«Non so… Questo è il B-movie per eccellenza,» Junpei scosse “Sharknado” davanti al naso dell’altro, «ma anche questo ha il suo fascino trash». “Piranha 3D” venne messo accanto alla scatola ancora chiusa di dadini di pollo alla Gongbao. «Quale ti piace di più tra questi due?».
Itadori fece scorrere gli occhi alla pila di DVD, soffermandosi su uno in particolare. «Perché quello è diverso?».

[ItaJun]
Fanfiction partecipante alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul Mancini sul forum di EFP
 

Titolo: Di quella volta in cui Junpei scaricò un film anziché comprare il DVD originale
Autore: XShade-Shinra
Fandom: Jujutsu Kaisen
Personaggi: Yuuji Itadori, Junpei Yoshino, Nagi Yoshino
Pairing: ItaJun
Genere: Commedia, Comico
Rating: Arancione
Avvisi: Yaoi, !linguaggio, What if, Canon Divergence: Everyone Lives/Nobody Dies
Prompt: #28. "Quale ti piace di più tra questi due?" + #29. "Potresti abbassare il volume?"
Capitoli: 2
Wordcount: 2699 parole (1265 + 1434)
Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
Note: Eccomi con un'altra Itajun, questa volta con un rating più alto di quella precedente. Non sono mai stata particolarmente brava a scegliere i rating, quindi se qualcuno lo ritenesse da rosso me lo faccia sapere e provvederò ad aumentarlo! ^^
Un mio headcanon è che Junpei, amando i film Hollywoodiani, sia molto bravo in inglese.
Il film a cui farà riferimento Junpei esiste davvero: eccovi il link per leggere la recensione di Terror Take Away.
Vi auguro una buona lettura! ^^
 

 
Di quella volta in cui Junpei scaricò un film anziché comprare il DVD originale
 

Anche quella sera Itadori era a casa Yoshino.

Si era presentato alle sette e mezza in punto, portando con sé una busta di cibo cinese comprato al ristorante vicino, e alle sette e trentacinque lui e Junpei erano già seduti sul divano con il tavolino davanti a loro apparecchiato e una pila di DVD accanto.

La testa della madre di Junpei fece capolino dalla porta della cucina. «Buona cena, ragazzi. Tornerò tardi stasera, quindi non aspettarmi alzato, Junpei».

«D’accordo mamma, divertiti con le tue amiche». Il ragazzo sorrise e salutò la madre con un gesto della mano.

Itadori fece altrettanto. «Arrivederci, signora Nagi. Grazie dell’ospitalità come al solito!».

«È un piacere, Itadori. Ormai sei di casa!». La donna richiuse il portone dell’ingresso dietro di sé, lasciando i due alla decisione più importante di tutta la serata.

«Junpei, sbrigati a scegliere, i baozi si fredderanno». Itadori fece sbattere più volte le punte delle bacchette tra di loro, come fosse un granchio pronto a scagliarsi sulla preda.

«Non so… Questo è il -B-movie per eccellenza,» Junpei scosse “Sharknado” davanti al naso dell’altro, «ma anche questo ha il suo fascino trash». “Piranha 3D” venne messo accanto alla scatola ancora chiusa di dadini di pollo alla Gongbao. «Quale ti piace di più tra questi due?».

Itadori sbuffò e afferrò il polso dell’amico utilizzando le bacchette. «Non saprei, ma parlando di pesci mangiatori di uomini mi è venuta ancora più fame».

Junpei non fece resistenza e lasciò che Itadori si portasse il suo avambraccio alla bocca e lo mordicchiasse. Rise, coccolato da quei leggeri morsetti. «Potresti anche aiutarmi, scegliere il film è un rito sacro».

Itadori fece scorrere gli occhi alla pila di DVD, soffermandosi su uno in particolare. «Perché quello è diverso?», chiese – o, almeno, Junpei capì qualcosa del genere dalla sua voce contro il braccio.

«Quale? Ah… Quello non è originale». Prese la custodia di plastica nera e anonima e la aprì, rivelando un DVD sony con un titolo scritto a pennarello indelebile: “Horror Take Away”. «L’ho finito di scaricare proprio stamattina, ma non so se è il tuo genere».

Solo allora Itadori si liberò la bocca. «Da quando scarichi film anziché comprarli? Hai la casa piena di DVD originali...».

Le guance di Junpei si tinsero di rosso. «È un film italiano e non è ancora arrivato in Giappone… Volevo davvero vederlo, così mi sono scaricato una versione inglese con i sottotitoli in inglese... in teoria. Non ho ancora controllato».

«Oh, quanto dura?».

«Poco più di un’oretta».

«E non c’è con i sottotitoli in Giapponese?».

«No, ma è un horror trash, non credo sarà pieno di discorsoni… Non vi insegnato inglese alla vostra scuola per stregoni?».

«Non a livelli da capire un film».

Junpei si rabbuiò un po’ e fece per metterlo via, ma l’altro lo fermò.

«Ohi. Cos’è quell’espressione?».

«Quale?».

Itadori assottigliò lo sguardo. «Ti ho visto. Non mi piace quando fai quell’espressione». Usò le bacchette come un’estensione delle proprie dita e tracciò il contorno delle labbra di Junpei. «Niente broncio. Guarderemo il film».

«Ne ho tanti, sceglierem––».

Itadori si alzò e glielo prese dalla mano. «Dimmi a grandi linee di che parla, nel caso non capissi qualcosa».

Junpei gli sorrise, grato. «Allora… Parla di un pony-pizza serial killer che uccide le persone utilizzando un tagliapizza elettrico gigante se queste ordinano la “pizza 237”, a meno che non gli diano una lauta mancia, e tutto ruota attorno a delle persone che devono stare sole in una casa e qualcuno di loro ordina proprio quella pizza e non dà la mancia. C’è molto splatter da quanto ho visto nel trailer».

Itadori inserì il DVD nel lettore e accese la televisione. «L’idea è buona», disse andando a spegnere la luce.  

«Sì, ma dicono che la trama non sia abbastanza solida, e nemmeno la regia». Junpei attese che l’altro si sedesse di nuovo al proprio posto sul divano del soggiorno, prese il telecomando, fece partire il film e recuperò il proprio baozi dalla scatola.

«Dopotutto è la nostra serata B-movie!», esclamò Itadori, prendendo a propria volta il panino al vapore con ripieno di carne di maiale.

Solo la luce del televisore li illuminava.

Il film partì e già dalle prime immagini si poteva vedere che era in qualità ottima – niente registrazioni in sala cinema di nascosto. Entrò in scena il pony-pizza killer, a bordo del suo scooter per la consegna.  

Il sesto senso di Itadori iniziò a punzecchiarlo. Quel film era davvero troppo luminoso per essere un horror, anche la fievole musica di sfondo era troppo allegra. Diede la colpa alla nazionalità del lungometraggio e continuò a mangiare. Afferrò il cartone con le uova centenarie, ne prese una e l’altra la porse a Junpei.

Appena il pony pizza scese dal suo mezzo di trasporto disse qualcosa in inglese, ma non apparve nessun sottotitolo.

«Cavolo...». Junpei prese il telecomando e controllò le impostazioni, ma non c’erano sottotitoli sciolti. «Itadori, mi dispiace. Interrompiamo».

«No, no. Lascialo, va bene. Tanto tu capisci l’inglese, no?». Lo stregone si mangiò l’uovo di anatra in un sol boccone.

«Sì, ma...».

«Dura poco, dopo di questo sceglierò io l’altro film».

Junpei gli sorrise e Itadori si sciolse. Il sorriso del suo amico era la cosa più dolce ed emozionante del mondo. «Grazie. Te lo traduco in diretta».

Ripresero a guardare il film.

Colei che aveva ordinato la pizza aprì la porta e il campanello di allarme di Itadori iniziò a suonare. La donna indossava una fine vestaglia da camera rosa shocking con una scollatura da capogiro ed era truccata in maniera molto pesante – troppo, per essere un trucco da casa. «Junpei, sei sicuro che sia il film giusto?».

«Il titolo è quello e la trama mi pare coincidere».

Itadori sbuffò; il suo sesto senso continuava a insistere sul fatto che quello non fosse un horror. Dopotutto era un giovane adolescente in piena tempesta ormonale che aveva vissuto anni con il nonno duro d’orecchi: un’ottima scusa per potersi sparare un sacco di pornazzi. Ne aveva visti davvero parecchi, e i seni a forma di palloncino taglia XXL proprio come quelli dell’attrice erano molto comuni nell’industria della pornografia. «Temo non sia un horror, sai?».

«Dagli il tempo di carburare...». Junpei rispose un po’ piccato. Non gli piaceva quando l’amico parlava durante i film.

La donna prese il cartone della pizza, i due ebbero uno scambio di battute, che il ragazzo più grande tradusse alla buona: «La tipa non ha i soldi per pagare e l’altro le ha detto che può pagarla con il suo corpo… Ora la squarterà, vedi?».

Itadori ghignò. «Sicuramente...».

La donna del film si aprì la vestaglia e la fece calare oltre le spalle; essa cadde a terra con un piccolo tonfo, mostrandone il corpo nudo, formoso e perfettamente depilato. Dappertutto.

Gli occhi di Junpei diventarono della stazza delle uova d’anatra mangiate poco prima, quando il pony-pizza si aprì i pantaloni e una prepotente, mastodontica erezione saltò fuori dalla sua biancheria.

I suoni umidi e affannati dei due che condividevano un rapporto orale riempirono la stanza. Junpei era così sconvolto e rosso da non riuscire a muoversi.

Itadori ancora ghignava. «Mi sa che anziché squartarla la aprirà in due!». Si stiracchiò e stese le braccia sulla spalliera imbottita del divano. «Qualcuno deve aver fatto uno scherzone on-line e ha messo un porno anziché il film originale!».

Junpei era così imbarazzato che pregò di essere mangiato vivo dal divano. «Scusa, io… non avevo controllato...».

«Ah, non scusarti, mi pare un pornazzo più che valido per una serata tra maschi…».

Condividere un porno con il ragazzo che gli piaceva sembrava essere un’ottima improvvisata.


Continua...
XShade-Shinra

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Di quella volta in cui Junpei scaricò un film anziché comprare il DVD originale 02
Di quella volta in cui Junpei scaricò un film anziché comprare il DVD originale
 

Le urla dell’attrice e i suoi “Oh, yeah! Fuck me!” si facevano sempre più strepitanti, come anche i ringhi rochi della sua controparte maschile.

Junpei si mosse per afferrare il telecomando, ma Itadori fu più veloce. «No, no. Cosa credi di fare? Ci tenevi così tanto a vedere il film!».

«Itaori! Se tornasse mia madre...».

You like it, don’t cha?

«Nagi ha detto che torna a casa stasera sul tardi», gli ricordò Itadori con un sorriso.

Junpei si sporse per prendergli il telecomando dalle mani, ma questi lo portò fuori dalla sua portata. «Potresti almeno abbassare il volume?».

Per tutta risposta, Itadori lo alzò di due tacche.

HARDER!

Junpei avrebbe voluto strozzarlo. Che vergogna! Chissà cosa avrebbero pensato i vicini!

«Rilassati, Junpei. Come se non avessi mai visto un porno...».

«Solo con le cuffie, e mai in compagnia!».

«Nemmeno io, ma non vedo il problema».

Junpei lo ignorò e tornò alla carica, allungandosi su Itadori pur di prendere quel maledetto telecomando. Non poteva credere che quei pochi centimetri d’altezza che li separavano bastassero per evitare che arrivasse a prenderlo.

Un altro problema sorse subito dopo, ma quando se ne accorse fu troppo tardi: era salito addosso al suo amico, ancora seduto e con il braccio teso verso l’esterno.

Oh, you fucking bitch!

Junpei, rosso in volto, fece per alzarsi; avrebbe fatto come negli anni quaranta: spento la televisione manualmente.

Itadori, però, lo bloccò per una spalla. «Avanti. Non rovinare tutto e torna qui!». Lo stregone aveva una forza fuori dall’ordinario e con un minimo sforzo fece perdere l’equilibrio, già di per sé precario, a Junpei, che gli cadde addosso. Le loro erezioni sbatterono su una coscia l’uno dell’altro e una mano del ragazzo più grande si poggiò sul torso di Itadori. Junpei non lo aveva mai toccato prima, ma a sentire quel pettorale sodo e muscoloso il suo membro ebbe un piccolo guizzo. Cos’altro nascondeva Itadori sotto i vestiti? Con quali altri doni era stato benedetto – o maledetto?

Il rossore sul volto di Junpei era visibile anche se di spalle alla televisione.

«Ohi, non essere così imbarazzato». Itadori sorrise e gli diede un buffetto sulla guancia. «È normale essere entrambi eccitati». Pose le mani sul suo bacino e, come se fosse un gattino di peluche, lo rimise a sedere con facilità sul divano, proprio accanto a sé. «Godiamoci il film!».

La coppia sullo schermo, intanto, ci stava dando dentro alla grande.

Junpei, però, non era interessato al gigantesco seno finto dell’attrice, che sballonzolava a ogni spinta, tantomeno alla sua femminilità aperta e bagnata. La sua attenzione non era nemmeno per il fisico proporzionato dell’attore o al suo immane membro virile, non con Itadori lì di fianco a sé, per lo meno. A Junpei non importava nulla di quel film porno di bassa lega con i classici dialoghi indecenti e preconfezionati – “You bitch! So tight!” –, riteneva più unico e speciale sbirciare Itadori di tanto in tanto. La sua espressione illuminata dalla luce bluastra dello schermo era tinta di soddisfazione e gli faceva venire i brividi.

All’improvviso gli occhi di Itadori lo trafissero, giocosi.

Junpei distolse immediatamente lo sguardo, tornando a concentrarsi sul film, ma brividi freddi gli percorrevano la schiena: come se lo sguardo di Itadori fosse ancora su di lui.

Timido, volle accertarsene e confermò i propri sospetti.

Il loro fu un gioco di sguardi, dove si accarezzavano e scappavano, rimanevano fermi e saltavano via, finché non si incontrarono e lì rimasero. Si fissarono negli occhi, incerti e spaventati, ma con uno spirito combattivo che bruciava dentro di loro.

Forse complice il film, la penombra, l’essere da soli in casa o la disperazione. Junpei sospirò. «Ita-Itadori?».

Lo stregone tremò nel sentire il proprio nome dalla voce arrochita del’altro. «Ah?».

«Saremo ancora amici dopo stasera?».

«Perché non dovremmo?».

«Promettimelo».

Don't stop! Faster!

Itadori tentennò appena, prima di rispondere. «Te lo prometto...».

Junpei, tra i due, era il più coraggioso anche se a prima vista si sarebbe potuto pensare il diversamente. Lui aveva dovuto combattere contro gli esseri umani e se stesso, non solo contro le maledizioni. Colmò la distanza tra la bocca di Itadori e la propria. Tenne gli occhi stretti: vedere l’espressione ferita e probabilmente disgustata dell’altro sarebbe stato troppo da sopportare. Rimase in attesa di un pugno, uno spintone, qualche parola caustica che gli ricordasse quanto era disgustoso nel provare attrazione verso un uomo.

La mano di Itadori, invece, si posò gentile sulla sua guancia e scivolò alla nuca, tenendo Junpei vicino a sé, ancora sulle sue labbra.  

Si baciarono con tutti i sentimenti che avevano tenuto rinchiusi nel cuore in quei giorni, ansimando nelle loro bocche dove lingue e denti si incontravano caotici. Il primo bacio di entrambi era un enorme disastro, ma a nessuno dei due pareva importare davvero.

Il braccio dello stregone era sceso a cingere le spalle dell’altro, tenendolo ancora più vicino. L’altra mano, invece, era scivolata al petto di Junpei, poi sempre più giù, fino all’elastico dei suoi pantaloni chiari della tuta da casa. «Posso, vero, Junpei?».

Yes! Oh, please!

«S-Sì...».

Le dita di Itadori scivolarono oltre i pantaloni e la biancheria di Junpei, e afferrarono la sua erezione, iniziando a masturbarlo.

Non potendo rimanere così, senza rendere il favore, le mani di Junpei sbottonarono i pantaloni della divisa da stregone dell’altro e misero a nudo il suo sesso. Ingollò a vuoto: Itadori era persino meglio di come lo immaginava nelle proprie fantasie sotto la doccia. Si costrinse a distogliere lo sguardo, nonostante fosse curioso ed eccitato, e tornò a baciare il sorriso dolce e cordiale di Itadori.

Le loro mani erano salde e laboriose sul pene l’uno dell’altro, e si muovevano quasi all’unisono. Gemiti estatici lasciarono le loro labbra, quasi più alti di quelli del porno.

Junpei non aveva mai avuto delle mani adoranti di qualcuno su di sé, e gli sembrò quasi di ardere vivo – non era qualcuno che lo stava toccando: era Itadori, il ragazzo sul quale fantasticava da settimane, era quello il motivo per cui tutto sembrava magico.

I loro polsi si muovevano frenetici, alla ricerca di un piacere sempre maggiore per l’altro, finché il calore nei loro ventri fu impossibile da contenere.

I’m cumming! I’m cumming!

Il primo a riversarsi nel pugno dell’altro fu Itadori. Per non rischiare di morderlo nella foga del momento, ruppe il bacio con Junpei e nascose il volto contro l’incavo della sua spalla, gemendo forte, senza smettere di masturbare l’altro. Il ritmo più irregolare del polso di Itadori, unito alla consapevolezza di averlo fatto venire, permisero a Junpei di arrivare al proprio climax nel pugno dell’altro, anche se qualche schizzo sfuggì, macchiandogli la stoffa del cavallo dei pantaloni.

Era stato meraviglioso.

AH! Fuck!”. Nel film i due protagonisti si stavano riorganizzando per un secondo round, Itadori e Junpei, invece, mossero solo le braccia libere, per stringere l’altro a sé più forte, quasi temessero potesse svanire come fumo.

«Jun-Junpei?». Itadori lo chiamò piano, la voce ovattata dalla maglietta dell’altro. «Scusa, ma non voglio più essere un tuo amico dopo stasera». Gli posò un bacio sulla clavicola prima che il cuore di Junpei potesse crollare.  «Vuoi essere il mio fidanzato, Junpei?».

Il cuore del più grande batté più forte e veloce. «Sì, ti prego...». Non desiderava altro.

Un bussare alla porta fece esplodere la loro bolla di serenità.

«Ragazzi? Potreste abbassare il volume? Si sente fin da fuori».

I due raggelarono; anche se non la vedevano nel buio del corridoio, la sua voce era inequivocabile.

«Ma-mamma?!». Junpei diventò ancora più pallido del solito. «Ma tu non dovevi tornare...».

«Avevo scordato il cellulare all’ingresso, sto uscendo di nuovo!».

Itadori schiacciò il tasto "muto" sul telecomando, poi carezzò i capelli di Junpei, come a dirgli di calmarsi. Forse Nagi pensava fosse stato solo il porno ad aver fatto tutto quel fracasso.

«Ah, Junpei? Prendi pure i miei preservativi, sono nel primo cassetto del comodino, ma non fatelo sul mio letto chiaro?».

Junpei rimase fermo e in silenzio, senza nemmeno la lucidità per chiedersi perché la madre, vedova, avesse dei profilattici, così fu Itadori a prendere la situazione in mano con l’allegria che lo caratterizzava: «Grazie mille, signora Nagi! Buona serata!».

«Ah, Itadori?». La donna tossicchiò. «Abbi cura di mio figlio».

«Non ne dubiti!».

Lei uscì di nuovo, lasciando i due da soli.

Junpei avrebbe davvero voluto che il divano lo mangiasse, in quel momento più che ad inizio serata. Si girò per dire a Itadori che voleva andare in bagno a darsi una ripulita, ma rimase incantato dal sorriso brioso dell’altro che splendeva alla luce del televisore.

Non rimpiangeva nulla di quella serata, nemmeno la cena ormai raffreddata.



... Fine
XShade-Shinra

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