One Last Song

di Sleepesleep
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mia Musa ***
Capitolo 2: *** Perdonatelo ***



Capitolo 1
*** Mia Musa ***


Avvertenze: leggermente triste, i personaggi non rispettano il ruolo nella serie, quindi anche chi non l'ha mai vista può leggerla senza problemi...

Coppia: Clary Fairchild x Jace Herondale di Shadowhunters

Pov: Jace è un cantante che torna dalla sua fidanzata dopo il tour....

Le tue urla mi arrivano ovattate, siamo alle solite, perché ti comporti così? Lacrime dolci rigano il tuo viso infantile, so che separarti da me ti fa soffrire mio amore, non guardarmi così, io amo solo te, lo giuro, in testa ho solo te, perché non mi credi? Non importa dove io sia, tu sei la mia musa, la mia unica donna padrona dei miei pensieri, ma tu mi guardi ancora con disappunto. Cosa devo fare per farti credere alle mie parole? Lo so, non ti ho mai chiamato durante il tour, lo so dedico troppo tempo al lavoro, lo so sono troppo lontano da te. Ma te lo giuro, lo giuro Ti Amo, Ti Amo in ogni stato del mondo, Ti Amo in ogni lingua del mondo. Ovunque io vada ti porto con  me, nelle mie canzoni tu sei la Musa, ogni mio pensiero prima di dormire va a te che mi attendi paziente. Eccolo ancora il tuo scetticismo, non sto mentendo, lo giuro, dannazione perché non mi credi? Non sai che anche io soffro sentendoti lontana, ecco ora ti rimetti ad urlare. <<  Sei un'irresponsabile, Jace, quante volte pensi che ti abbia provato a chiamare?  >> . Io ti osservo colpevole, tante, troppe, le tue parole mi fanno male, sono dolorose, eppure sono così vere. Sento la tua voce spezzarti, cerco di avvicinarmi ma tu mi allontani, mi guardi con i tuoi occhi lucidi e dici come ogni volta <<  Sono stanca, Jace, sono stufa di questa vita. O me o la musica  >>. E io mi paralizzo, perché non capisci che sei tu la mia musica? Che ogni canzone che ho scritto l'ho dedicata a te e solo a te? Abbassi lo sguardi e mi dai le spalle, riesco a sentire i tuoi singhiozzi, il tuo corpo trema avvolto dai brividi. Vorrei tranquillizzarti, dirti quanto io ti ami, ma non ne vale la pena, io non valgo la pena. Prendo le chiavi e mi dirigo a passo lento verso la porta, so che non mi fermerai, conosciamo entrambi il nostro rituale in questo strano teatro. Esco lasciando battere leggermente la porta, mi dirigo verso il bar al piano di sotto, le scale sembrano scendere all'infinito, percepisco la stanchezza di questa settimana. Il mio pensiero come sempre va a te, solo a te, ti avevo avvertita, ti avevo detto che non ero un tipo affidabile, ti avevo detto che fare il cantante era come essere un vagabondo che strimpella una chitarra, però tu hai riso, hai detto che per me valeva la pena. Clary, mia dolce Clary, quanto ti sei sbagliata per me non vale la pena. Sorseggio la mia birra come un'automa, mi chiedo quanto tempo ci vorrà prima di vederti arrivare nel varco del locale, quanto tempo dovrò aspettare prima che i tuoi occhi ancora un po' rossi dal pianto mi cerchino nella semioscurità di questa lurida bettola, avrai come sempre quello sguardo triste ma gentile, verrai verso di me e mi darai una dolce carezza dicendo <<  Andiamo a casa  >>. E io come sempre mi farò ammaliare da te, domani faremo finta che nulla sia successo, tu ignorerai la tua dolorosa voce della ragione e io fingerò di non essere me. Ma poi arriverà un altro ingaggio e io dovrò partire di nuovo, e come sempre quanto te lo dirò mi guarderai con odio rinchiudendoti nel tuo silenzio. Io preparerò la mia valigia sotto il tuo sguardo freddo, ti lascerò seduta come ogni volta austera su quel vecchio divano di pelle logorato. Ti sussurrerò un debole <<  Ciao, io vado  >>. Tu non ti muoverai, non mi guarderai, sai che mi fa male quando ti comporti così, ma è il tuo unico modo di punirmi. E caricherò i bagagli sulla macchina lentamente perché so benissimo che sei lì nascosta tra le tende bianche del nostro appartamento, so che vorresti scendere a darmi un ultimo bacio ma non lo farai, sei sempre stata troppo orgogliosa. Rimarrai a fissare la macchina andare via e poi tornerai tra i tuoi pennelli e tempere, la tua arte è un luogo sicuro dove puoi nasconderti quando non ci sono.  Andrà anche questa volta così, so che accadrà, perché mi ami troppo per smettere di cercarmi e io sono troppo egoista per farti notare che per me non vale la pena lottare. La mia birra è finita, cerco invano sul fondo di quella bottiglia scura le risposte a questo loop. Rialzò gli occhi stanchi sulla porta del bar, eccoti lì puntuale  e bella come la prima volta che ti ho vista, i tuoi occhi incrociano i miei in un silenzioso saluto. Ti dirigi a passo fiero verso la sedia al mio fianco, mi sorridi con dolcezza infinita e dici ancora come l'ultima volta << Andiamo a casa  >>. Io mi limito ad annuire ammirando la tua bellezza, mi trascini con gentilezza fuori dal bar, ripercorriamo i nostri passi verso il nostro appartamento in silenzio. La tua mano nervosa stringe ancora la mia, non temere mia musa non lascerò la tua mano, non voglio farlo. Sappiamo entrambi come funziona tra noi, tu mi aspetterai ancora e io tornerò da te ancora, perché in fondo lo sai il mio cuore batte solo per te, mia Musa...

 

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Capitolo 2
*** Perdonatelo ***


Avvertimenti: Angst, morte di un personaggio principale, i personaggi appartengono a shadowhunters ma sono estratti dal contesto, quindi si può anche leggere senza conoscere i libri

         Pov: Alexander è un soldato caduto in guerra, Isabel è furiosa con il fratello...

Perdonalo madre, perdonate quell'uomo pieno d'onore, che ha macchiato la vostra porta del lutto. Dolce e decoroso morire per la patria, scrivono sulla sua lapide, ma che onore può mai essere morire nel fango, ti chiedo? La guerra è il male necessario continuano a ripetere i conservatori con occhio critico . << La guerra è ingiusta, voluta dai potenti >> rispondono i liberali con la rivoluzione nel sangue. Le loro parole a me non piacciono, che possono saperne loro della guerra? Una serie di date scritte in un libro di storia vecchio sono per me, non so dirti per cosa si sia combattuto sul serio o chi fosse nel torto, lì non c'è scritto e io non lo so. I romani combatteva i barbari perché ritenuti popoli non civilizzati e inferiori o almeno così narra Giulio Cesare delle sue gloriose imprese, bugia o verità? E tu invece cosa ne pensavi quando ti sei arruolato? Credevi in quello stupido patriottismo? Non saprei non te l'ho chiesto allora, non ero d'accordo con la tua scelta, litigammo molto quel giorno, ero furiosa con te per aver scelto la guerra. Ambizioso, sei sempre stato troppo ambizioso per i miei gusti, non potevi semplicemente fare il poliziotto? Avresti avuto una pistola in mano comunque consacrando la tua vita all'adrenalina e alla giustizia, ma almeno saresti stato qui non migliaia di miglia lontano. Ricordo che te lo dissi ma tu ti arrabbiasti << Izzy, non dire stupidaggini, io voglio essere un soldato >> mi hai detto con sguardo fiero. Coglione, ora dimmi sei felice in quella bara di legno marcia mentre i vermi scavano la tua carne? Sacrificarsi per gli altri, che enorme cazzata romantica, solo tu potevi crederci, tu che sei sempre stato troppo per qui. Sai Magnus sembra a pezzi, qualche volta vado a trovarlo, provò a tamponare il suo dolore ma non credo sia utile, gli ho detto che il tempo avrebbe curato le sue ferite ma era una cazzata, penso lo sappia anche lui ma non sapevo cosa fare, come aiutarlo, come si può dire ad un uomo che la persona che ama a preferito dare la sua vita ad una pallottola vagante piuttosto che al  suo uomo? Suppongo che se tu fossi qui sapresti la risposta, sei sempre stato saccente per natura. La tua lapide è uguale alle altre, una singola pietra con incise poche parole 'Amato figlio, fratello e fidanzato', più le leggo più le sento vuote, che diamine di significato hanno? Si può davvero racchiudere tutta la nostra vita in una singola incisione? Chissà. 'Quando qualcuno che ami muore il tuo mondo viene scosso nella fondamenta' diceva un vecchio professore del mio liceo, all'epoca ricordo di averlo schernito mentre ora me ne pento, aveva ragione lui, il mio mendo sta lentamente marcendo, è la colpa è tua fratello egoista. Ti ricordi quando da bambini ci nascondevamo per casa? Tu eri sempre quello che doveva cercare me e Jace, facevi schifo a sasso, carte, forbici. Non che fossi più bravo negli altri giochi, mamma diceva che eri solo sfortunato, e noi le credevamo. Te lo ricordi? Non credo, ormai sei solo un ammasso di ossa e carne, nulla del ragazzo austero e rigido che conoscevamo, anche se mamma ha insistito per farti indossare il vestito buono. Hai presente quello che hai messo la matrimonio di Jocelyn e Luke? Ti stava proprio bene, ricordo che Magnus non poteva toglierti gli occhi di dosso, quella sera ti sussurrai spavalda << Si preannuncia una notte ardente >>. Tu hai abbassato lo sguardo imbarazzato e hai borbottato un << Fatti gli affari tuoi Izzy >> e io mi sono messa a ridere sguaiata. Percepisco gli occhi pizzicare e la gola chiudersi, so che significa, sto per piangere ancora, pensavo di averle finite le lacrime, strano. Ingoio a vuoto e cercò di focalizzare il mio sguardo su quella lapide che odio tanto, la odio perché ha inciso il tuo nome, il nome di mio fratello, dell'idiota che mi ha portato in spalla per un' intera giornata al luna park quando avevo solo dieci anni per farmi sentire alta, l'imbecille che quando mi persi nel bosco a tredici anni apparve al mio salvataggio sporco di fango, lo stesso coglione che quando a diciassette anni scappi di casa mi convinse con le lacrime agli occhi a tornare. Lo so che hai sempre odiato fare affidamento sugli altri, so quanto odiassi il dramma o le scenate alla Magnus, ma non credi sia stato esagerato andartene così in punta di piedi? Sei morto nel silenzio esattamente come sei nato, rinchiuso in quella tua mente troppo pesante per abitarla, sempre immerso nella tua storia mai scritta.  E sai è per questo che ti odio profondamente perché te ne sei andato senza lasciarmi il tempo di dirti la mia versione della storia, di dirti quanto io ti abbia voluto bene, quanto io ammirassi il tuo sciocco idealismo, egoista bastardo. Sono furiosa eppure infelice, ti odio e ti piango con la medesima intensità, guarda cosa mi hai fatto, mi hai lacerato. La vista mi si sta offuscando, non sono certa da quanto stia piangendo, con mano tremante accarezzo quella foto nitida, ti ritrae mentre spensierato sorridi all'obbiettivo. Non sono certa di quando l'abbiamo scattata, forse quando tu e Magnus avete inaugurato la vostra nuova casa o forse quando Jace è riuscito finalmente a laurearsi, sono più propensa per la seconda, mi sembra di ricordare quell'orribile cravatta a strisce che indossavi fiero quella sera, anche se ammetto che ultimamente sono confusa sai? Non riesco proprio a ricordare se da bambino il pupazzo che tanto adoravi era una tigre  o un lupo? Scommetto che se fossi qui lo sapresti, era quello tutto logorato che tenevi stretto mentre dormivi, vorrei tanto cercarlo in soffitta sai, mi chiedo se almeno quello possa contenere ancora qualcosa di te. Mi manchi, Alexander, mi manchi fratellone, non so come farò a camminare dritta senza saperti alle mie spalle pronta ad afferrarmi se cado, però mi tocca andare avanti o almeno così mi ripetono tutti, dicono che non posso rimanere ancorata al tuo ricordo per sempre, lo so che hanno ragione, prima o poi la tua figura si logorerà e di te non mi rimarrà altro che quel singolo messaggio vocale, sai quello che hai registrato due giorni prima della fatidica ora zero, l'ho riascoltato così  tante volte che forse temo di averlo consumato. << Hey, Izzy, non rispondi mai a quel dannato telefono, vero? Comunque la settimana prossima sono in licenza, tornerò a casa, non dirlo a nessuno voglio sia una sorpresa, solo vieni a prendere all'aeroporto, dovrei arrivare verso le sette di sera, si puntuale, ti raccomando >>. Sempre il solito puntiglioso idiota, te lo avrei rinfacciato se fossi sceso da quell'aereo quel fine settimana, avremmo bisticciato ma poi mi avresti offerto uno dei tuoi soliti sorrisi di scuse e ci saremmo messi a ridere come migliaia di volte precedenti, dimmi perché Alexander, perché mi hai privato di tutto questo?

 

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