Guardians

di Hilla_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Shamrock ***
Capitolo 3: *** Lotus ***
Capitolo 4: *** Dandelion ***
Capitolo 5: *** Ivy ***
Capitolo 6: *** Lavender ***
Capitolo 7: *** Amaryllis ***
Capitolo 8: *** Freesia ***
Capitolo 9: *** Calendula ***
Capitolo 10: *** Do Not Forget Me ***
Capitolo 11: *** Purple Heather ***
Capitolo 12: *** Strelitzia ***
Capitolo 13: *** Wisteria ***
Capitolo 14: *** Calla ***
Capitolo 15: *** Columbine ***
Capitolo 16: *** Daisy ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


disclamer: la seguente storia eiste su altri siti, ma io resto l'autrice originale

Quattro ragazzi stavano correndo nel bosco.
Erano a piedi scalzi, indossavano abiti fatti di pelli.
I loro passi erano delicati, evitavano con grazia ed agilità la flora del sottobosco, non spezzavano un singolo arboscello, evitavano i fiori.
Nonostante questo, era evidente che i quattro fossero in fuga da qualcosa.
Alle loro spalle erano chiari i passi pesanti degli inseguitori, sembravano molti, troppi da contare.
Al loro passaggio si poteva sentire il suono delle piante più piccole che si spezzavano.
Uno dei giovani cadde a terra, se il suo volto fosse stato visibile sarebbero subito spiccati i suoi occhi verdi.
Subito altri due, un ragazzo ed una ragazza, lo sollevarono continuando a correre.
Il ragazzo sembrava molto debole e veniva trascinato dagli altri due.
Entrambi avevano capelli scuri, solo che quelli del ragazzo avevano dei riflessi tendenti al rosso.
Il quarto giovane, o meglio la quarta, chiudeva la fila.
Si guardò indietro e rallentò il passo.
Sentì l'urlo dei suoi compagni.
Poi un esplosione, il suono di uno sparo.

 

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Capitolo 2
*** Shamrock ***


-ultima revisione: 22/09/2021-
Anche a distanza di tanti anni, Niav ricordava ancora quel sogno. Lo avrebbe ricordato sempre.
Quella mattina, alzandosi, si era guardata attorno: nessuno bosco, solo la sua stanza.
Era un sogno.
Si concesse qualche istante per riprendersi, aveva ancora il battito accelerato a causa dello spavento.
Cercò a tentoni gli occhiali sul suo comodino, li indossò e prese il suo cellulare.
La luce dello schermo inizialmente le fece male agli occhi, ma dopo pochi istanti la sensazione di fastidio passò.
Ore cinque e trenta: provare a riaddormentarsi non sarebbe stato molto utile. Poteva iniziare a prepararsi ed evitare di correre tutta la mattina per una buona volta.
Nonostante si stesse avvicinando la bella stagione e le giornate si stessero allungando era ancora necessario accendere la luce per poter vedere chiaramente.

La giovane si diresse in bagno e aprì l'acqua.
Aspettò che si scaldasse per alcuni istanti, poi si lavò il volto.
Raccolse i capelli in una mezza coda e puntò gli occhi sul suo riflesso, osservando i suoi occhi. Per lei era diventato una specie di rituale, un processo da ripetere tutte le mattine.
Erano l'unico tratto estetico particolare, se così si può definire, nella ragazza.
Ne andava fiera, in effetti.
Aveva occhi espressivi e profondi, sembra quasi che ci si potesse entrare.
Se il cielo era coperto o se era notte tendevano al grigio, nelle giornate più limpide invece erano azzurri.
Una cosa abbastanza comune in fondo, soprattutto fra le persone con gli occhi chiari come i suoi: era una semplice questione di come la luce veniva riflessa dall'iride, ma ci aveva sempre visto qualcosa di speciale.

Si asciugò il volto e raggiunse il suo armadio, prendendo la divisa della sua scuola.
Quando fu pronta prese la sua cartella, preparata la sera prima, e scese al piano inferiore.
Iniziò a preparare la colazione, aggiungendo persino qualcosa in più per suo fratello minore .
Dopo la colazione passò in camera di Daibhi per avvertirlo.
《Daib》chiamò stando sulla soglia.
Il ragazzino, sui dodici anni, aprì gli occhi.
《Ti ho lasciato la colazione, muoviti o si raffredda》disse chiudendo subito dopo la porta.
Appena in tempo, perché il minore le aveva lanciato contro un cuscino
《Lasciami dormire Nia!》 Protestò, ma si poteva sentire che si stava preparando ad uscire dalla stanza, e a giudicare dalla fretta con cui lo stava facendo o voleva lanciare qualcos'altro addosso alla sorella oppure l'idea della colazione pronta gli piaceva.
La maggiore sorrise, crescendo il rapporto con il fratello era peggiorato e i due si punzecchiavano spesso, ma nonostante le discussioni non potevano negare di volersi bene.
Lei, in quanto sorella maggiore, l'aveva sempre visto come qualcuno da proteggere, non tanto dagli altri quanto dagli errori che avrebbe potuto commettere. Questo a volte infastidiva Daibhi, che si sentiva trattato come un bambino. Il minore infatti faceva di tutto per non essere considerato il "piccolo di casa", come si suol dire. Se fosse stato per lui, avrebbe fatto tutto quello che era permesso fare a Niav. Ovviamente, ad opporsi a questo suo desiderio c'erano le regole imposte dai genitori dei due, che lo reputavano troppo piccolo per certe cose.

Dopo aver raccolto le ultime cose, la castana uscì finalmente di casa, osservando il cielo, dove il sole si era alzato riscaldando l'ambiente.
La ragazza accennò un sorriso, le era sempre piaciuta la sua città, Wicklow Town. Si trattava di una cittadina situata nell'omonima contea, a sud della capitale Iralndese Dublino. Non era nulla di speciale, ma per lei era un luogo ricco di ricordi.
La giovane percorse le vie familiari per un centinaio di metri e si fermò davanti ad una casa.
Suonò il campanello ed una ragazza le aprì la porta. Era leggermente più alta di lei, e con un fisico decisamente migliore.
Non che quello di Niav avesse qualche problema particolare, ma per Ailis era tutta un'altra storia.
Con il volto dolce ed il fisico snello e lanciato da ginnasta, dovuto a tutti gli anni in cui si era dedicata alla ginnastica artistica, era indubbiamente bella.
Era anche gentile e divertente.
Insomma, non serve dire che aveva molti ammiratori.
Quel mattino però i capelli della ragazza erano scompigliati, con diversi ciuffi dorati che andavano in diverse direzioni. Probabilmente Ailis aveva dormito più del solito, e a giudicare dagli occhi assonnati avrebbe continuato volentieri a farlo.
《Buongiorno》 salutò la ragazza, già con lo zaino in spalla
《Ciao》.

Le due studentesse avevano molto in comune, perciò erano sempre molto legate, fin dalla primary school.
A dodici anni avevano anche scelto la stessa scuola ed erano ormai arrivate al quinto dei sei anni previsti.
Entrambe sapevano di dover studiare duramente, era difficile accedere alle università Irlandesi.

Questo concetto invece non era chiaro alla persona che raggiunse le due, mettendo un braccio attorno alle spalle di ciascun'amica
《Come stanno le mie ragazze preferite?》 Esclamò il ragazzo.
《Jacob, toglimi le mani di dosso》 lo rimproverò Ailis in tono scherzoso.
Il diciassettenne americano tolse le braccia, mettendosi le mani in tasca.
Era sempre stato una testa calda, nella testardaggine della bionda aveva trovato una degna rivale. I due erano in grado di passare intere giornate a battibeccare, senza però mai arrabbiarsi seriamente l'uno con l'altra.
Niav, dal canto suo, spesso preferiva tenere per sé quello che pensava. Non era mai stata una grande amante delle discussioni e, nella maggior parte dei casi, tendeva a passare fin troppo tempo a rimuginare prima di agire.
《Mi scusi principessa》
Disse il corvino per stuzzicare la bionda, che per quella volta decise di tacere, limitandosi a lanciargli un'occhiataccia.
Se per i loro caratteri, a volte simili e altre complementarietà, era ovvio che le due ragazze fossero amiche, per lui la cosa era stata diversa.
Si era trasferito in Irlanda durante il quarto anno, quando aveva 16 anni.
La maggior parte delle ragazze erano impazzite per lui al suo arrivo, come spesso succede con i ragazzi provenienti da altri paesi o contesti. Probabilmente era la novità a renderli così interessanti agli occhi di tutti, dato che nel giro di pochi mesi l'attenzione rivolta al nuovo arrivato era gradualmente scemata.
Fra coloro che non si erano interessati a lui c'era stata Ailis, che per qualche motivo l'aveva preso in antipatia. Notandolo, il ragazzo aveva deciso - in maniera parecchio infantile - che la sua missione sarebbe stata tormentare la bionda. Per quasi sei mesi i due non erano riusciti a stare nella stessa aula senza litigare, ma con grande incredulità di Niav -che era diventata una specie di mediatrice fra loro - avevano finito per avvicinarsi sempre di più ed avevano stretto amicizia.
Nonostante la castana non avesse ancora ben capito quale fosse stata la dinamica di quell'avvicinamento non si era azzardata a fare domande, arrivando alla conclusione che - come dice il proverbio - "a caval donato non si guarda in bocca", nella speranza di non dover mai più mediare fra quei due testoni, come spesso li definiva in maniera affettuosa.
《Sapete che quest'anno ci sarà un ballo?》 Chiese Jacob, quasi troppo allegro per la notizia. In effetti al suo arrivo dall'America era rimasto piuttosto sorpreso nello scoprire che la scuola non avrebbe organizzato nulla per la fine dell'anno.
《Allora, da chi di voi due mi farò accompagnare?》 Domandò ridendo.
Le due si lanciarono uno sguardo di intesa e sorrisero
《Io andrò con Niav》 disse la bionda sorridendo.
Il ragazzo le guardò male
《Eddai! Ed io che dovrei fare?》 Chiese, Ailis ridacchiò
《Facile, lei ci terrà compagnia signor Reyes》 disse tentando di assumere un tono serio.
Fra le varie battute i tre erano usciti dal loro quartiere ed avevano finalmente raggiunto l'edificio scolastico.
Alcune ore dopo, Niav osservava il cielo fuori dalla finestra mentre aveva la testa sostenuta dalla mano.
Una brezza delicata muoveva le foglie dei rami. Delle nuvole bianche coprivano alcuni punti del cielo, ma la giornata era molto luminosa.
Era solo la quarta delle sei ore di lezione previste quel giorno, ma lei era più stanca del solito.
Iniziava a rimpiangere la scelta di non essere tornata a dormire dopo quello strano sogno, ma era inutile pensarci troppo.
Rimase a fissare il cielo mentre cercava di seguire la lezione, con poco successo.
Non poteva farci nulla, la forma delle nuvole avevano catturato tutta la sua attenzione.
Il vento le spostava, creando forme diverse fra di loro.
Agli occhi della studentessa erano sempre state stupende, anche se in pochi la capivano.
In un istante i suoi occhi colsero un movimento più rapido degli altri ed i suoi occhi si spostarono per seguirlo.
Le sembrava un qualche volatile - probabilmente un falco - che si esibiva in varie acrobazie.
Pareva quasi che stesse entrando ed uscendo dalle nuvole, anche se nel caso in cui fosse stato così sarebbe stato troppo lontano per essere visibile.
Probabilmente era un gioco di prospettiva, e certamente era uno spettacolo interessante.
《Flynn》la richiamò una voce. Sentendo il suo cognome la castana si girò verso il professore.
《Presta più attenzione - raccomandò. La ragazza annuì - sei sempre distratta di recente, devi impegnarti di più》la ragazza annuì ancora
《Mi scusi》 mormorò, tornando a seguire la lezione, il suo professore aveva ragione: non poteva restare indietro sul programma.
Si concentrò per quel che restava della lezione, ma era ancora in grado di cogliere i movimenti di quello strano volatile con la coda dell'occhio.
Era una danza aggraziata che la ragazza avrebbe osservato per ore, se solo avesse potuto.
Quella creatura si tuffava fra le nuvole, riemergeva, si allontanava e si avvicinava.
Si esibiva in acrobazie mozzafiato, come per incantare chiunque lo stesse guardando.
Ma l'unica a vederla, in quel momento, era la giovane dagli occhi azzurri. E per quanto fosse affascinata non aveva tempo per cose simili.
Così quella danza andava sprecata, con gli uccelli come unici spettatori.

Dopo la fine delle lezioni si incontrò con i suoi amici nel cortile della scuola, come suo solito in ritardo e con lo zaino aperto per metà.
Jacob era arrivato in orario. Anche lui sembrava esausto dopo la giornata scolastica. Si passò una mano fra i capelli corvini e sorrise 《vuoi muoverti? Muoio di fame》 scherzò.
La castana affrettò il passo e guardò l'amica. Doveva essere passata dal bagno a sistemarsi i capelli o il trucco, dato che non sembrava reduce da una lunga e noiosa giornata scolastica.
Niav a volte la invidiava, ma principalmente la ammirava. Sapeva benissimo che il suo aspetto era il risultato di un impegno costante.
Quando la raggiunse raggiunse lei le chiuse lo zaino.
《perderai le cose se non lo chiudi - la avvertì, poi sorrise - su, andiamo》 Disse poi uscendo dal cancello della scuola. I tre attraversarono nuovamente il viale decorato da aiuole e alberi sui lati.
Per i tre pranzare insieme era la routine.
La cosa era partita quando le due erano ancora molto piccole: i genitori si conoscevano e dovendo lavorare le lasciavano con la stessa baby-sitter. Una volta cresciute avevano continuato quella loro piccola tradizione, nella quale avevano successivamente incluso anche Jacob.

Quando i tre si salutarono Niav si affrettò verso casa. Anche se non era sportiva quanto la compagna, non era nemmeno pigra come Jacob. Due volte a settimana, infatti, i suoi pomeriggi erano occupati del nuoto, che la costringeva a correre a casa per recuperare la sua borsa e precipitarsi in piscina per non perdere l'inizio della lezione. Erano alcuni anni che praticava quello sport. In acqua si trovava a suo agio, tutte le preoccupazioni svanivano quando nuotava.
Quel pomeriggio, mentre nuotava, vide varie volte qualcosa che gettava ombre sulla piscina. Il tetto era formato da grandi vetrate, quindi il cielo era ben visibile.
Vedeva una strana figura bianca che si muoveva velocemente, ma la ragazza non riusciva a capire cosa fosse a causa della sua miopia e del sole che rendeva qualsiasi cosa ci fosse sopra di lei una macchia scura.
Anche dopo la lezione di nuoto, quando ormai si era già rivestita ed ora pronta per tornare a casa, continuò a vedere la stessa figura.
Per qualche motivo non la coglieva mai per intero. Prima una macchia bianca, poi un lampo azzurro e così via.
La sua curiosità cresceva di minuto in minuto, stuzzicata da quella creatura sfuggente che sembrava prendersi gioco di lei. Osservava quello strano volatile, lo stesso che aveva catturato la sua attenzione a scuola, cercando di capire cosa fosse.
Alla fine scelse di lasciare da parte le preoccupazioni, ricordandosi di quando era piccola. Allora le capitava spesso di sdraiarsi sul parto seguire con gli occhi il volo degli uccelli, oppure di osservare altri piccoli animaletti. Se uno di essi attirava in modo particolare la sua attenzione a volte si alzava e lo seguiva correndo.
Fu quello che fece.
Corse rapidamente tenendo lo sguardo puntato verso il cielo, verso quella creatura.
Lasciò la strada e si mise correre su un prato, le vie asfaltate si allontanarono sempre di più alle sue spalle, ma lei aveva occhi solo per la figura sopra di lei.
Più le si avvicinava e più le sembrava strana. Era ancora in alto, ma aveva una lunga coda, diversa di qualsiasi altro volatile mia visto dalla ragazza.
In alcuni punti del suo corpo sembrava brillare con riflessi bianchi, argentei e blu.
In altri erano visibile un candido piumaggio, o almeno questo era quello che le sembrava.
Dopo alcuni minuti di corsa, la creatura - non era più tanto sicura di poterla definire un volatile - si abbassò scendendo in picchiata.
Vedendola accelerò il passo, nonostante non fosse mai stata molto portata per la corsa quella situazione la incuriosiva tanto da farla muovere più veloce di quanto avrebbe mai pensato di poter fare.
La prima cosa che la giovane notò fermandosi fu l'assenza di tracce di civilizzazione. Le erano sempre piaciute queste zone, lontane da tutti quegli elementi che agli occhi della ragazza sembravano stonare.
Infine, per quanto la sua mente si sforzasse di ignorarlo, dovette guardare la creatura davanti a lei.

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Capitolo 3
*** Lotus ***


-ultima revisione: 22/09/2021-
Per prima cosa la sua mente si concentrò sui dettagli meno strani, elaborando lentamente le informazioni che stavano arrivando al suo cervello.
Piume, c'erano molte piume, sembravano così soffici.
Non coprivano tutto il corpo, ma solamente la parte superiore della testa e del lungo collo, oltre che alle ali e la coda
Parte del muso, il collo, il ventre e le zampe della creatura erano ricoperte di squame.
La creatura era enorme, solo la sua testa aveva le dimensioni del busto della ragazza.
Il collo era lungo e sinuoso, si piegava ad "U" portando il muso vicino alla ragazza.
La creatura si era accucciata ed aveva il ventre si era posato a terra mentre la coda, lunga quanto metà del corpo - che sembrava quella di una lucertola, anche se aveva delle piume sulla fine - si muoveva lentamente, avvicinandosi al fianco dell'essere. Le grandi ali infine erano ripiegate sul corpo.
Come in trance si avvicinò alla creatura: i loro occhi si attraevanona vicenda, come calamite.
Un passo dopo l'altro copriva i pochi metri che li separavano.
Anche se il suo campo visivo si era ristretto a quelle due sfere blu e brillanti percepiva ogni cosa attorno a lei. Gli alberi, ogni creatura sui rami e sulle foglie. Ogni singolo filo d'erba, ogni centimetro di terra sotto i suoi piedi: era perfettamente cosciente di quello che le accadeva attorno, ma allo stesso tempo le sembrava lontano anni luce, come se il suo corpo non le appartenesse più.
Allungò la mano verso il muso della creatura ed essa sbuffò dalle narici.
Per riflesso ritirò la mano, ma tornò ad avvicinarla pochi istanti dopo.
Nel momento il cui la sua pelle sfiorò la creatura sentì un brivido percorrerle la schiena e un'onda d'urto simile a quella di un'esplosione separò la castana dall'essere.

Cadde a terra e l'impatto con il suolo le tolse il fiato. Non ebbe tempo per sentire il dolore, un velo nero le coprì gli occhi e perse la cognizione dello spazio e del tempo.
Quando riacquistò la vista si ritrovò in una stanza illuminata dalla luce di una torcia.
Attorno a lei c'erano tre persone. Sarebbero sembrate normali, se non avessero avuto degli occhi simili. Sembravano brillare di luce propria, illuminando i loro volti con una luce sovrannaturale.
Niav si guardò attorno e per caso notò il colorito della sua pelle.
Forse era dovuto alla luce delle torce, ma la sua pelle non più il colore pallido tipico delle regioni del nord Europa.
Sembrava abbronzata, come quando era tornata da una vacanza in Grecia di alcuni anni prima.
Si passò una mano fra i capelli, notando che erano molto più scuri dei suoi ed altrettanto più lunghi.
Iniziò a riconoscere vagamente i tre ragazzi, erano gli stessi del sogno.
Prima che potesse pensare qualcosa una ragazza parlò. Aveva lunghi capelli neri ed occhi simili alle acque dell'oceano.
《Geb è quasi morto, non possiamo più combattere》 disse, sembrava stanca e spaventata. Nonostante il portamento da adulta era solo una ragazzina.
Si stava torturando l'orlo della gonna con le mani, evidentemente a disagio.
《E ci dovremmo arrendere? Mai》 replicò un ragazzo. Era quello con i capelli rossicci. Gli occhi sembravano due fiamme ardenti.
《Seth...》mormorò flebilmente una voce. Il ragazzo che aveva parlato ricordava un foglio stropicciato. Era accartocciato sul suo seggio ed aveva un espressione affaticata. Gli occhi di un verde brillante sembravano l'unica parte ancora viva nel ragazzo.
《Teti non dice che dovremmo arrenderci...》Continuò lui - probabilmente Geb - con un filo di voce.
Quella che era stata chiamata Teti annuì
《Io propongo di separarci》disse calma.
《separarci da cosa?》Chiese il terzo ragazzo, Seth.
《Dividere il nostro spirito... fra umano... e non umano》spiegò esitando la ragazza. Gli occhi rossi del giovane si spalancarono mentre Niav era sempre più confusa.
《Perché dovremmo? Saremmo più deboli》protestò il rosso, ma Geb scosse la testa con calma.
《La nostra parte mortale morirebbe, ma gli spiriti saranno più protetti》spiegò il castano a bassa voce.
Nonostante fosse evidentemente debole il suo modo di fare sembrò placare gli altri due. Anche Niav iniziò a sentirsi meglio, la sensazione di trovarsi nel posto sbagliato stava lentamente svanendo lasciando il posto alla calma.
La luce nella stanza iniziò a cambiare, passando da quella rossa del fuoco a quella bianca delle lampade al neon.
Le voci dei tre ragazzi si affievolirono lasciando il posto ad un mormorio.

Chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovò a guardare il volto di suo fratello
《Niav!》 Esclamò lui allegro, la sorella si massaggiò le tempie
《Non urlare... che succede?》borbottò guardandosi attorno.
Era in una stanza bianca, probabilmente una camera di ospedale. All'urlo di Daibhi anche i genitori della ragazza accorsero.
Una donna, dalla quale la ragazza aveva evidentemente ereditato gli occhi, si avvicinò al letto. Dimostrava circa quarant'anni.
Venne raggiunta dal marito, che al contrario della donna ricordava molto più il figlio che Niav.
Entrambi le si avvicinano preoccupati.
《Tesoro, stai bene?》 Esclamò il padre, mentre la madre le prendeva la mano.
《Ricordi cosa ti è successo piccola?》 Chiese la donna.
《Che intendi? Cosa mi è successo?》 Domandò confusa, non capendo nulla finché non ci pensò suo fratello ed intervenire
《Eri svenuta su un prato, ti abbiamo cercato tutto il pomeriggio! - esclamò il ragazzino - ricordi come ci sei finita?》
Lo ricordava? Aveva chiaro il ricordo del drago così come quello della stanza e dei tre ragazzi al suo interno, ma come poteva essere reale? Probabilmente era tutto un sogno, ma questo non spiegava come fosse finita sul prato. Scosse la testa.
《I medici non sanno cosa sia successo, ipotizzano che tu abbia avuto un qualche incidente, ma devono ancora capire che di che tipo. Però dicono che starai benissimo》disse la madre, assumendo un tono rassicurante alla fine della frase.
Niav sorrise per rassicurare lei e il resto della famiglia
《Tranquilli, già mi sento bene》affermò con convinzione.
Non ricordava bene cose fosse accaduto prima, ma provò ad immaginare come potessero essere andate davvero le cose.
《Tornavo dal corso di nuoto...ho fatto una deviazione nel prato, anche se non ricordo il motivo... forse avevo visto qualcosa》spiegò, cercando di suonare abbastanza convincente.
Poco dopo il medico che i genitori della castana avevano fatto chiamare raggiunse la stanza, spiegando la situazione: nonostante Niav non avesse riportato alcuna ferita sarebbe rimasta per alcuni esami ed avrebbe passato la notte in osservazione, per poi essere dimessa il giorno seguente.
I genitori insistettero per restare con lei tutta la sera e magari anche di notte, ma Niav li mandò a casa con il sostegno di Daibhi e del medico che li rassicurò, dicendo loro per l'ennesima che non c'era nulla di cui preoccuparsi.
Quella sera si addormentò con una sola domanda in testa. Continuava a tormentarla con insistenza, rendendole difficile pensare a qualsiasi altra cosa e addirittura prendere sonno.
Per quanto ci provasse non poteva smettere di chiederselo: di ciò che aveva visto, cosa era reale e cosa frutto della sua mente?
Quelle stesse domande assillarono la sua mente di anche il mattino successivo quando, come promesso, venne dimessa.
Si era legata i capelli in una coda alta per evitare che le cadessero sul collo vista la giornata particolarmente calda.
I suoi genitori erano andati a prenderla in tarda mattinata e l'avevano riportata a casa in macchina.
Durante la notte precedente, nonostante la fatica fatta per addormentarsi, aveva potuto godere di un paio d'ore di sonno tranquillo, senza sogni degni di essere ricordati.
Inoltre, era sempre più convinta dell'idea a cui era arrivata la sera prima: doveva essere stata solo una giornata strana in cui la sua mente aveva vagato più del dovuto, ed ora tutto si era risolto. Magari aveva semplicemente sbattuto la testa ed i suoi ricordi confusi erano dovuti a quello.

Una volta a casa provò a dedicarsi a qualcosa di utile, ma venne assalita da un'improvvisa stanchezza che unita alla preoccupazione della sua famiglia la portò, che lo volesse o meno, a passare la giornata senza far niente di produttivo. Come risultato, a fine giornata alla confusione che regnava nella sua mente ed alla stanchezza si era unito un'opprimente senso di frustrazione.
Gli sguardi preoccupati della sua famiglia erano diventati così asfissianti da convincerla ad aspettare l'ora di cena sul balcone del primo piano.
Si era seduta sulla ringhiera dove in alcuni momenti osservava il panorama, in altri chiudeva gli occhi e si lasciava carezzare dalla leggera brezza di quella sera.
Fu in uno di quegli ultimi momenti che il suo riposo venne disturbato da uno scoppio assordante che la fece sussultare. In realtà la fece quasi cadere vista la posizione precaria in cui si trovava.
Non sarebbe stato un grande problema dato che il balcone non era nemmeno ad un metro da terra, ma non le sarebbe piaciuto in ogni caso.
Il suono venne seguito da un altro scoppio identico, che questa volta Niav riuscì ad identificare come il suono di uno sparo, questa volta unito un rantolo raccapricciante.
Il buon senso le imponeva di scendere da quella ringhiera ed entrare in casa. Avrebbe potuto chiamare la polizia o semplicemente ignorare la cosa.
Invece, scese con un salto dalla ringhiera. Appena aveva udito quello strano verso aveva rivisto gli occhi brillanti della creatura ed un senso di urgenza mai provato prima, unito ad una malsana curiosità, la spinse a cercare di seguire quello spaventoso suono.

L'ennesimo sparo semplificò le cose alla ragazza, o per essere più precisi le diede la spinta finale verso l'oblio. Si voltò e, spinta da quelle strane sensazioni che la divoravano dall'interno corse seguendo quel suono. Una parte di lei non voleva, desiderava inveritre subito la direzione e correre in casa a chiamare la polizia e nascondersi lì fino al loro arrivo, ma qualcos'altro - qualcosa di forte e di antico - la trascinava senza pietà verso quei suoni.
La sua ricerca la portò ad entrare in un piccolo boschetto, lo stesso in cui aveva giocato ed esplorato fin da piccola.
Mentre si avvicinava alla fonte dei rumori sentì anche qualcuno parlare, ma era ancora troppo lontana per capire qualcosa.
Rallentò in prossimità di una radura, dove molto probabilmente si trovava colui che stava sparando.
Una volta ferma riuscì ad udire meglio le voci, che dovevano appartenere ad un gruppetto di persone: ridevano e scherzavano, in particolare dopo gli spari. Dovevano essere intenti a colpire qualche bersaglio perché spesso l'esplosione veniva seguita da commenti sulla mira. 
Ormai il rantolo era cessato e con esso era sparita la sensazione che l'aveva trascinata lì. Ora non solo aveva la sensazione di essere nel posto sbagliato, ma anche quella di essere in pericolo.
Come se fosse lei la preda di quelli che avevano tutta l'aria di essere cacciatori.
Erano in tre, due maschi ed una femmina.
La ragazza sembrava essere la più giovane e teneva in mano un fucile da caccia.
Portava i capelli, tinti di rosso, legati in una coda alta.
Indossava un unico guanto sulla mano destra, così come i suoi compagni. Il suo lasciava libere le dita ed arrivava al gomito.
Uno dei suoi compagni sembrava poco più grande di lei, aveva i capelli biondi tenuti fermi dal gel ed era vestito completamente di bianco, dai pantaloni alla giacca dai bottoni dorati, fino ad arrivare al guanto.
Impugnava due pistole, una delle quali emetteva un sottile filo di fumo dovuto all'ultimo sparo del ragazzo.
《Complimenti Ancel, la tua mira è migliorata》 disse il terzo, mentre prendeva una cassa ed un altro strano dispositivo e la riponeva con cura in uno zaino.
Se i primi due potevano essere pressapoco coetanei di Niav il terzo era chiaramente più anziano. Aveva una barba ingrigita dal tempo, così come i capelli. Indossava un paio di occhiali ed il suo aspetto ricordava quello di un classico cacciatore.
《Kevin, quanto dobbiamo aspettare ancora?》Chiese la ragazzina, che probabilmente aveva pochi anni meno di Niav.
Il ragazzo, che a quanto pareva si chiamava Ancel, si voltò verso l'uomo.
《Signor Howard, Agatha ha ragione. A cosa ci serve stare qui?》.
L'uomo - probabilmente una specie di mentore per i due ragazzi - sorrise.
《La pazienza è una qualità importante. Inoltre sentendo il suono che abbiamo registrato sicuramente verrà a controllare. È una loro caratteristica, qualcosa che non possono fare a meno di fare》spiegò il cacciatore con il tono di chi lo aveva ripetuto decine e decine di volte.
《Perché non siamo andati a prenderla? Abbiamo avvistato quella bestia, deve essere lei di sicuro!》 Insistette invece la rossa, a quel punto l'altro ragazzo sospirò.
《Mi sembra ovvio no? In casa ci sarà la sua famiglia, non possiamo ucciderli tutti》.
Niav venne assalita da una sensazione di nausea. Odiava l'idea di cacciare un animale per divertimento, ma quei tre parlavano di uccidere una persona. Erano forse dei sicari? E cosa ci facevano lì? Chi era il loro obbiettivo? Una risposta c'era, da qualche parte della sua mente. Una vocina che diceva "svegliati, sei tu".
Maledisse sé stessa la sua curiosità per essersi cacciata in una situazione del genere.
Per quanto avesse provato, per tutti il discorso non era stata in grado di muovere un muscolo.
Tutte le strane sensazioni che non l'avevano abbandonata per un istante, sommate alla nausea, fecero perdere l'equilibrio alla ragazza.
Le girava la testa e le fronde degli alberi sembravano vorticarle attorno, soffocandola.
Cadde a terra, spezzando alcuni rami secchi sotto di lei e atturando subito l'attenzione di Agatha e del suo udito sensibile.
Prima che potesse rendersi conto di ciò che stava accadendo si era già precipitata davanti a lei, mettendo lo scarpone sul petto di Niav ed il fucile a pochi centimetri dalla fronte.
Mentre la sua mente cercava di elaborare la situazione in cui si trovava la rossa si voltò verso il più anziano dei tre
《Avevi ragione, è venuta qui da sola》 Niav, sotto shock, non sentì nemmeno la frase, così come non sentiva la pressione che la ragazza stava esercitando su di lei per tenerla ferma.
Notando l'assenza di reazioni nella ragazza Agatha, stizzita, spinse il tacco dei suoi stivali nello stomaco della ragazza, la quale si riprese dal suo stato di trance ed emise un mugolio di dolore.
《Posso occuparmi io di lei?》 Domandò in tono speranzoso. Fece l'errore di distrarsi e spostare leggermente il piede e di abbassare il fucile.
Nonostante Niav fosse terrorizzata e ancora stordita l'istinto prese il sopravvento. Si alzò ed iniziò a correre il più veloce possibile: una corsa disperata, ma sempre meglio dell'ispettore che qualcuno premesse il grilletto.
Alle sue spalle poteva udire le urla concitate dei cacciatori, con i due giovani che litigavano mentre il più grande  cercava freneticamente un fucile.
Non si azzardò a voltarsi o a chiedersi cosa le avesse permesso di correre tanto a lungo senza essere colpita, era così concentrata sulla fuga che nemmeno notò l'ombra sopra la sua testa.
Se ne accorse solo quando qualcosa le graffiò le spalle e la sollevò da terra mentre i proiettili, che ormai i cacciatori avevano iniziato a sparare, venivano bloccati da qualcosa che la castana non poteva vedere.

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Capitolo 4
*** Dandelion ***


ultima revisione - 26/09/2021

Era certa che quello non fosse frutto della sua mente, era troppo reale e doloroso per esserlo.

Smise di ribellarsi, nonostante fosse ancora terrorizzata e confusa da quello che stava accadendo.
Aveva smaltito l'adrenalina di qualche momento prima ed era stata assalita da un tremendo senso di nausea, a cui si aggiungevano una gamba ed il petto doloranti. Qualsiasi cosa l'avesse sollevata le stava ancora graffiando le spalle e la sua andatura dondolante non aiutava con la nausea.
Niav non aveva mai sofferto di vertigini, ma quello era sicuramente un buon inizio per sviluppare la paura delle altezze. Si stava alzando sempre di più, rendendo il paesaggio sotto di lei una macchia indistinta. In compenso il volo si stava stabilizzando, rendendo il viaggio più sopportabile.

Questa sensazione durò poco - solo una manciata di minuti - dato che presto ciò che l'aveva presa iniziò a perdere quota fin troppo rapidamente. Il terreno sotto di lei riprese forma, definendo alberi, rocce e prati. Se fosse stata in una situazione differente avrebbe ammirato quel paesaggio incontaminato e meraviglioso, ma quello era tutto fuorché il momento adatto. Era certa che qualsiasi cosa la stesse trasportando si sarebbe schiantata, uccidendola.
Il vento, sommato alla velocità della caduta, toglieva il fiato a Niav.
La ragazza fu costretta a chiudere gli occhi per la velocità e la paura, limitandosi ad attendere l'impatto.
Ed in effetti ce ne fu uno, ma totalmente diverso da quello che si aspettava.
Chiunque la stesse trasportando a quanto pare aveva ancora il controllo e l'aveva depositata - non troppo delicatamente - sul terreno leggermente inclinato, quasi del tutto incolume.

Niav aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi a guardare il cielo.
Non avendo la forza fisica o mentale per alzarsi rimase immobile cercando di riprendersi finché un volto sconosciuto non occupò il suo campo visivo.
《Tutto bene? Immagino che il viaggio sia stato burrascoso, ma Shu non aveva scelta》.
Se avesse avuto ancora un briciolo di forza Niav avrebbe riso. Tutto bene? Tre pazzi avevano provato ad ucciderla, poi era stata sollevata e fatta volare in un posto a lei sconosciuto.
Si limitò a negare con un movimento della testa.

Il volto apparteneva ad una ragazza, sembrava essere più giovane di Niav ed i capelli mossi le incorniciavano il viso, erano castani, anche se di una tonalità molto diversa da quelli di Niav.
Quelli dell'irlandese tendevano al rosso, mentre quelli della sconosciuta ricordavano il terriccio fresco.
Niav riuscì ad alzare il capo, guardando meglio la ragazza. Sembrava bassa - anche se dalla sua posizione era difficile capirlo - ed aveva una costituzione simile a quella di Niav, ma decisamente più formosa. Nel complesso sembrava una ragazza particolare ma carina ed aveva un'aria molto gentile, come se avesse passato la vita a prendersi cura degli altri e volesse continuare a farlo.
Le tese una mano per aiutarla ad alzarsi

《Presumo che tu sia confusa, ma tutto ti verrà spiegato a tempo debito》 disse la ragazza.
《Mi hai salvata tu?》 Chiese Niav non appena fu in grado di mettere in ordine qualche parola, cosa che le risultò parecchio difficile.
《Ma come ti viene in mente? È stato lui》. "Lui" chi? Si chiese Niav spaventata, doveva essere caduta fra le mani di un'altra pazza. Questa volta era sicura di non poter fuggire, non era nemmeno certa di potersi alzare.
《Voglio solo andare a casa mia》 mormorò con voce più tremante di quello che avrebbe voluto. Sentì un nodo alla gola e le si stava offuscano la vista. Piangere in quel momento era fuori discussione, avrebbe solo peggiorato le cose. Trattenne il fiato e chiuse gli occhi, tentando di calmarsi.

Quando finalmente riprese il controllo fece un sospiro tremante e prese la mano che le era stata offerta, se non poteva fuggire doveva almeno provare a tenere sotto controllo la sconosciuta. Per lo meno lei era disarmata e pareva meno pericolosa dei tre a cui era sfuggita.
Riuscì ad alzarsi e a mantenere l'equilibrio, anche se a fatica ed appoggiandosi alla ragazza.
《Dobbiamo camminare un pochino, qui non è un buon posto per partire》
Spiegò la ragazza per poi dirigersi verso un piccolo sentiero. Anche se non usò la forza, Niav si trovò costretta a seguire l'unica cosa che le impediva di cadere a terra.

《Non devi preoccuparti - spiegò la sconosciuta, come se non si rendesse conto dell'assurdità della cosa - io sono dalla tua parte, puoi fidarti di me》 sentenziò, mostrando un sorriso a trentadue denti 《Il mio nome è Maka, comunque 》aggiunse dopo qualche istante.
Dopo questa frase la sconosciuta - o meglio Maka - guardò Niav, come se aspettasse una risposta
《Niav...》 mormorò la castana, seguitando nel suo proposito di tenere calma la folle.
Maka si voltò a guardarla, studiando con attenzione.
《Sai... non assomigli per niente a Aura, ma se lui ti ha trovata non posso far altro che fidarmi》 disse la ragazzina convinta.
《Chi sarebbe "lui"?》chiese Niav iniziando a guardarsi attorno alla ricerca di una via di fuga rapida. Magari parlare con lei le avrebbe fatto abbassare la guardia, ed ora che riusciva a reggersi sulla sue gambe la castana aveva iniziato a cercare un modo per sfuggire a quella Maka, sempre che fosse il suo vero nome. Nonostante fosse quasi certa di poter correre, però, non aveva idea della direzione migliore da prendere o di cosa fosse realmente capace quella persona.
《Lui è quello ti ha portata qui》
《Non è stato molto delicato》 mormorò Niav, continuando quella assurda conversazione e facendo sorridere Maka.
《Il prossimo viaggio sarà più comodo, promesso》 disse quella sorridendo. Niav scelse quel momento per iniziare a correre correre.
Era una scelta decisamente stupida, ma non sarebbe riuscita a sopportare oltre quella sensazione, la paura di camminare verso l'ignoto.

Quella sensazione le schiacciava il petto, rendendole difficile respirare.
Il sentiero - perché ormai non c'era altro modo per chiamare la strada che stava percorrendo Maka - era ripido e stretto, ma il problema principale era la ghiaia.
Chiunque sia stato almeno una volta a fare un'escursione in montagna sa che la discesa è difficile tanto quanto la salita, se non di più. Forse può essere meno faticosa, ma è più facile scivolare.
Niav si ritrovò più volte a cadere o fare dei tratti scivolando, ma non fu quello a fermarla.
Fu, piuttosto, Maka. Con un'agilità straordinaria l'aveva raggiunta in pochi istanti e la stava tenendo per un braccio.

Si voltò a guardarla, puntando i suoi occhi grigi in quelli verdi della sconosciuta.
Per un istante si sentì nuovamente nel sogno del giorno precedente, quando aveva sentito la voce di Geb.
《Ti chiedo di fidarti di me. So che sei stanca, e sarai anche molto confusa, no? Ti spiegherò tutto, promesso》 il tono di Maka era così sincero e calmo da convincere quasi del tutto Niav. La sua voce era ipnotica e ben presto provò una forte sensazione di pace e serenità, completamente fuori luogo in quel momento.
《Potresti... riportami a casa?》 Chiese Niav, improvvisamente fin troppo remissiva.
Maka scosse la testa .
《A meno che tu non voglia tornare a piedi》 quello era fuori discussione, dubitava di riuscire ad arrivare alla fine del sentiero
《E ci sono anche quei cacciatori, probabilmente rimarranno davanti a casa tua per un paio di giorni. Per quello che riguarda la tua famiglia abbiamo già trovato un modo per non farli preoccupare》 con quell'ultima frase avrebbe dovuto essere ancor più spaventata e preoccupata, ma per qualche assurdo motivo la rassicurò. Annuì e si lasciò condurre dalla ragazza fino ad un punto pianeggiante o quasi.

《Ci siamo!》 Esclamò allargando le braccia in un gesto teatrale e sorridendo.
《Pronta per partire?》 Chiese con trepidazione, come se avesse appena fatto a Niav la proposta migliore del secolo e stesse aspettando che la ragazza iniziasse a ringraziarla o per lo meno si emozionasse alla prospettiva. Tutto quello che ottenne, invece, fu uno sguardo rassegnato ma colmo di dubbi.
《Aspetta. Ho deciso di fidarmi di te, ma non voglio essere portata chissà dove》
Replicò, nonostante la strana sensazione che l'aveva invasa non aveva la minima intenzione di tacere mentre veniva trascinata in un luogo ignoto.

Ancora prima che Maka potesse aprire bocca - sempre che avesse avuto intenzione di farlo - una folata di vento scompigliò i capelli delle due. L'intensità del vento aumentò, costringendo Niav a proteggersi il volto con un braccio.
Oltre al vento si aggiunse un suono particolare, simile al fruscio di un battito d'ali, ma amplificato. Infine si sentì un tonfo, assieme al quale cessò il vento.
Niav abbassò il braccio e si guardò attorno, trovandosi davanti due enormi occhi azzurri da rettile. Distogliendo lo sguardo riconobbe subito la creatura - indubbiamente un drago - incontrata il giorno prima.
Questa sbuffò dalle narici, come se fosse impaziente
Come una rivelazione, un nome apparve chiaro nella mente di Niac
《Shu》 mormorò, quel nome sembrò suonare familiare alla creatura, dandole una certa soddisfazione.
《Geb!》 Esclamò Maka, attirando l'attenzione della castana e facendola voltare.

Con grande sorpresa di Niav la ragazza aveva la mano sul muso di un altro drago. Questo era decisamente più massiccio di Shu, nome che Niav poteva attribuire con assoluta certezza al drago bianco.
Anziché essere ricoperto di piume era interamente coperto da scaglie marroni, che diventano verdi riflettendo i raggi del sole. Nonostante fosse davvero imponente non era per niente spaventoso, anzi, il contrario.
Aveva gli stessi occhi verdi di Maka, e sia la ragazza che la creatura avevano la stessa espressione, come se stessero incitando Niav a fare qualcosa.
Shu sbuffò nuovamente e la ragazza, sempre più confusa, lo guardò.
Alzò piano la mano e, con estrema lentezza, la avvicinò nuovamente al muso del drago.

L'ultima volta che ci aveva provato era finita in ospedale, ma sia Maka che le due creature, in particolare Shu, sembravano così impazienti. Inoltre, con la stessa certezza con cui Niav sentiva di poteva affermare che Shu fosse il nome del drago, sapeva anche che non le sarebbe capitato nulla quella volta》
Per prima cosa lo sfiorò con un dito, ritirando la mano subito dopo. Poi rimise la mano, questa volta posando tutte le dita sul muso. Sentì un brivido percorrere tutto il corpo, passando per la colonna vertebrale. Le apparve davanti agli occhi l'immagine di un ragazzo sorridente. La prima cosa che notò furono gli occhi, così simili a quelli di Niav da farli sembrare uno il riflesso dell'altro. I vestiti che indossava sembravano presi da un qualche museo sui nativi americani.
Fu questione di un singolo istante, dopodiché il brivido terminò ed il volto scomparve, riportando Niav alla realtà.

Vide Maka salire sul dorso della creatura, e mentre si chiedeva se imitarla Shu si abbassò con il ventre a terra, come per invitarla a salire.
《Forza, sali》 la incoraggiò la castana.
Niav abbandonò ogni tipo di ragionamento logico, che sembrava inutile in una situazione così assurda. Si affidò all'istino. Era buffo, anzi, assurdo che una persona riflessiva come lei si fosse abbandonata in quel modo alla sensazioni in quei giorni, ma da quando aveva visto quella strana figura in cielo qualcosa si era messo in modo dentro di lei, qualcosa a cui non era in grado di resistere.

Si arrampicò sul dorso del drago, facendo scivolare le dita fra le morbide piume del collo.
Il candido drago si alzò, facendo sussultare la ragazza, poi si diresse verso lo strapiombo e si lasciò cadere, con le grandi ali aperte. Inizialmente la velocità costrinse la ragazza a chiudere gli occhi. Quando iniziò a planare il vento divenne meno fastidioso, limitandosi a scompigliare i capelli della ragazza, infine il volo della creatura si stabilizzò.
La temperatura si stava abbassando, ma questo era compensato dal calore che emetteva il drago. Stava voltando una ventina di metri sopra Maka e l'altro drago, che li aveva seguiti giù dallo strapiombo.
Ad ogni battito d'ali il collo del drago si alzava e si abbassava, era un movimento ritmico che calmava e cullava la ragazza. Le piume nivee erano estremamente morbide e Niav, dopo una lunga lotta contro il suo corpo nel tentativo di rimanere vigile, chiuse gli occhi, sfinita.

Quando li riaprì le sembrava che fosse passato un solo istante, si guardò attorno spaesata e spaventata. Era su un letto, molto più morbido del dorso di Shu ma meno confortevole. Si mise a sedere sul materasso e studiò l'ambiente attorno a lei, cercando una qualsiasi logica in quello che era accaduto. Si trovava in una stanza molto semplice, fatta di roccia e legno.
Era arredata con pochi oggetti, un piccolo tavolo, una sedia ed un armadio erano gli unici mobili presenti. Oltre a questo si potevano vedere un piccolo caminetto e due porte, una coperta da una tenda ed una socchiusa. Niav si alzò di scatto, dirigendosi a passo spedito verso la porta per... non aveva idea di quale fosse il suo obbiettivo, ma di certo allontanarsi da chiunque l'avesse portata lì era un inizio.

Raggiunse la tenda, dalla quale filtrava la luce del giorno, e la scostò con un gesto deciso e la superò, ritrovandosi in una radura relativamente grande, abbastanza da ospitare altre tre abitazioni simili a quella in cui si trovava ed un altro edificio più grande di forma circolare, con varie porte equidistanti fra loro su tutto il perimetro e, come scoprì girando attorno all'edificio, una porta principale da cui partiva un sentiero. Niav stava cercando di decidere se seguirlo o meno, quando sentì il rumore di una pesante porta che si apriva alle sue spalle.

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Capitolo 5
*** Ivy ***


ultima revisione - 26/09/2021 ultima revisione - 26/09/2021

Era certa che quello non fosse frutto della sua mente, era troppo reale e doloroso per esserlo.

Smise di ribellarsi, nonostante fosse ancora terrorizzata e confusa da quello che stava accadendo.
Aveva smaltito l'adrenalina di qualche momento prima ed era stata assalita da un tremendo senso di nausea, a cui si aggiungevano una gamba ed il petto doloranti. Qualsiasi cosa l'avesse sollevata le stava ancora graffiando le spalle e la sua andatura dondolante non aiutava con la nausea.
Niav non aveva mai sofferto di vertigini, ma quello era sicuramente un buon inizio per sviluppare la paura delle altezze. Si stava alzando sempre di più, rendendo il paesaggio sotto di lei una macchia indistinta. In compenso il volo si stava stabilizzando, rendendo il viaggio più sopportabile.

Questa sensazione durò poco - solo una manciata di minuti - dato che presto ciò che l'aveva presa iniziò a perdere quota fin troppo rapidamente. Il terreno sotto di lei riprese forma, definendo alberi, rocce e prati. Se fosse stata in una situazione differente avrebbe ammirato quel paesaggio incontaminato e meraviglioso, ma quello era tutto fuorché il momento adatto. Era certa che qualsiasi cosa la stesse trasportando si sarebbe schiantata, uccidendola.
Il vento, sommato alla velocità della caduta, toglieva il fiato a Niav.
La ragazza fu costretta a chiudere gli occhi per la velocità e la paura, limitandosi ad attendere l'impatto.
Ed in effetti ce ne fu uno, ma totalmente diverso da quello che si aspettava.
Chiunque la stesse trasportando a quanto pare aveva ancora il controllo e l'aveva depositata - non troppo delicatamente - sul terreno leggermente inclinato, quasi del tutto incolume.

Niav aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi a guardare il cielo.
Non avendo la forza fisica o mentale per alzarsi rimase immobile cercando di riprendersi finché un volto sconosciuto non occupò il suo campo visivo.
《Tutto bene? Immagino che il viaggio sia stato burrascoso, ma Shu non aveva scelta》.
Se avesse avuto ancora un briciolo di forza Niav avrebbe riso. Tutto bene? Tre pazzi avevano provato ad ucciderla, poi era stata sollevata e fatta volare in un posto a lei sconosciuto.
Si limitò a negare con un movimento della testa.

Il volto apparteneva ad una ragazza, sembrava essere più giovane di Niav ed i capelli mossi le incorniciavano il viso, erano castani, anche se di una tonalità molto diversa da quelli di Niav.
Quelli dell'irlandese tendevano al rosso, mentre quelli della sconosciuta ricordavano il terriccio fresco.
Niav riuscì ad alzare il capo, guardando meglio la ragazza. Sembrava bassa - anche se dalla sua posizione era difficile capirlo - ed aveva una costituzione simile a quella di Niav, ma decisamente più formosa. Nel complesso sembrava una ragazza particolare ma carina ed aveva un'aria molto gentile, come se avesse passato la vita a prendersi cura degli altri e volesse continuare a farlo.
Le tese una mano per aiutarla ad alzarsi

《Presumo che tu sia confusa, ma tutto ti verrà spiegato a tempo debito》 disse la ragazza.
《Mi hai salvata tu?》 Chiese Niav non appena fu in grado di mettere in ordine qualche parola, cosa che le risultò parecchio difficile.
《Ma come ti viene in mente? È stato lui》. "Lui" chi? Si chiese Niav spaventata, doveva essere caduta fra le mani di un'altra pazza. Questa volta era sicura di non poter fuggire, non era nemmeno certa di potersi alzare.
《Voglio solo andare a casa mia》 mormorò con voce più tremante di quello che avrebbe voluto. Sentì un nodo alla gola e le si stava offuscano la vista. Piangere in quel momento era fuori discussione, avrebbe solo peggiorato le cose. Trattenne il fiato e chiuse gli occhi, tentando di calmarsi.

Quando finalmente riprese il controllo fece un sospiro tremante e prese la mano che le era stata offerta, se non poteva fuggire doveva almeno provare a tenere sotto controllo la sconosciuta. Per lo meno lei era disarmata e pareva meno pericolosa dei tre a cui era sfuggita.
Riuscì ad alzarsi e a mantenere l'equilibrio, anche se a fatica ed appoggiandosi alla ragazza.
《Dobbiamo camminare un pochino, qui non è un buon posto per partire》
Spiegò la ragazza per poi dirigersi verso un piccolo sentiero. Anche se non usò la forza, Niav si trovò costretta a seguire l'unica cosa che le impediva di cadere a terra.

《Non devi preoccuparti - spiegò la sconosciuta, come se non si rendesse conto dell'assurdità della cosa - io sono dalla tua parte, puoi fidarti di me》 sentenziò, mostrando un sorriso a trentadue denti 《Il mio nome è Maka, comunque 》aggiunse dopo qualche istante.
Dopo questa frase la sconosciuta - o meglio Maka - guardò Niav, come se aspettasse una risposta
《Niav...》 mormorò la castana, seguitando nel suo proposito di tenere calma la folle.
Maka si voltò a guardarla, studiando con attenzione.
《Sai... non assomigli per niente a Aura, ma se lui ti ha trovata non posso far altro che fidarmi》 disse la ragazzina convinta.
《Chi sarebbe "lui"?》chiese Niav iniziando a guardarsi attorno alla ricerca di una via di fuga rapida. Magari parlare con lei le avrebbe fatto abbassare la guardia, ed ora che riusciva a reggersi sulla sue gambe la castana aveva iniziato a cercare un modo per sfuggire a quella Maka, sempre che fosse il suo vero nome. Nonostante fosse quasi certa di poter correre, però, non aveva idea della direzione migliore da prendere o di cosa fosse realmente capace quella persona.
《Lui è quello ti ha portata qui》
《Non è stato molto delicato》 mormorò Niav, continuando quella assurda conversazione e facendo sorridere Maka.
《Il prossimo viaggio sarà più comodo, promesso》 disse quella sorridendo. Niav scelse quel momento per iniziare a correre correre.
Era una scelta decisamente stupida, ma non sarebbe riuscita a sopportare oltre quella sensazione, la paura di camminare verso l'ignoto.

Quella sensazione le schiacciava il petto, rendendole difficile respirare.
Il sentiero - perché ormai non c'era altro modo per chiamare la strada che stava percorrendo Maka - era ripido e stretto, ma il problema principale era la ghiaia.
Chiunque sia stato almeno una volta a fare un'escursione in montagna sa che la discesa è difficile tanto quanto la salita, se non di più. Forse può essere meno faticosa, ma è più facile scivolare.
Niav si ritrovò più volte a cadere o fare dei tratti scivolando, ma non fu quello a fermarla.
Fu, piuttosto, Maka. Con un'agilità straordinaria l'aveva raggiunta in pochi istanti e la stava tenendo per un braccio.

Si voltò a guardarla, puntando i suoi occhi grigi in quelli verdi della sconosciuta.
Per un istante si sentì nuovamente nel sogno del giorno precedente, quando aveva sentito la voce di Geb.
《Ti chiedo di fidarti di me. So che sei stanca, e sarai anche molto confusa, no? Ti spiegherò tutto, promesso》 il tono di Maka era così sincero e calmo da convincere quasi del tutto Niav. La sua voce era ipnotica e ben presto provò una forte sensazione di pace e serenità, completamente fuori luogo in quel momento.
《Potresti... riportami a casa?》 Chiese Niav, improvvisamente fin troppo remissiva.
Maka scosse la testa .
《A meno che tu non voglia tornare a piedi》 quello era fuori discussione, dubitava di riuscire ad arrivare alla fine del sentiero
《E ci sono anche quei cacciatori, probabilmente rimarranno davanti a casa tua per un paio di giorni. Per quello che riguarda la tua famiglia abbiamo già trovato un modo per non farli preoccupare》 con quell'ultima frase avrebbe dovuto essere ancor più spaventata e preoccupata, ma per qualche assurdo motivo la rassicurò. Annuì e si lasciò condurre dalla ragazza fino ad un punto pianeggiante o quasi.

《Ci siamo!》 Esclamò allargando le braccia in un gesto teatrale e sorridendo.
《Pronta per partire?》 Chiese con trepidazione, come se avesse appena fatto a Niav la proposta migliore del secolo e stesse aspettando che la ragazza iniziasse a ringraziarla o per lo meno si emozionasse alla prospettiva. Tutto quello che ottenne, invece, fu uno sguardo rassegnato ma colmo di dubbi.
《Aspetta. Ho deciso di fidarmi di te, ma non voglio essere portata chissà dove》
Replicò, nonostante la strana sensazione che l'aveva invasa non aveva la minima intenzione di tacere mentre veniva trascinata in un luogo ignoto.

Ancora prima che Maka potesse aprire bocca - sempre che avesse avuto intenzione di farlo - una folata di vento scompigliò i capelli delle due. L'intensità del vento aumentò, costringendo Niav a proteggersi il volto con un braccio.
Oltre al vento si aggiunse un suono particolare, simile al fruscio di un battito d'ali, ma amplificato. Infine si sentì un tonfo, assieme al quale cessò il vento.
Niav abbassò il braccio e si guardò attorno, trovandosi davanti due enormi occhi azzurri da rettile. Distogliendo lo sguardo riconobbe subito la creatura - indubbiamente un drago - incontrata il giorno prima.
Questa sbuffò dalle narici, come se fosse impaziente
Come una rivelazione, un nome apparve chiaro nella mente di Niac
《Shu》 mormorò, quel nome sembrò suonare familiare alla creatura, dandole una certa soddisfazione.
《Geb!》 Esclamò Maka, attirando l'attenzione della castana e facendola voltare.

Con grande sorpresa di Niav la ragazza aveva la mano sul muso di un altro drago. Questo era decisamente più massiccio di Shu, nome che Niav poteva attribuire con assoluta certezza al drago bianco.
Anziché essere ricoperto di piume era interamente coperto da scaglie marroni, che diventano verdi riflettendo i raggi del sole. Nonostante fosse davvero imponente non era per niente spaventoso, anzi, il contrario.
Aveva gli stessi occhi verdi di Maka, e sia la ragazza che la creatura avevano la stessa espressione, come se stessero incitando Niav a fare qualcosa.
Shu sbuffò nuovamente e la ragazza, sempre più confusa, lo guardò.
Alzò piano la mano e, con estrema lentezza, la avvicinò nuovamente al muso del drago.

L'ultima volta che ci aveva provato era finita in ospedale, ma sia Maka che le due creature, in particolare Shu, sembravano così impazienti. Inoltre, con la stessa certezza con cui Niav sentiva di poteva affermare che Shu fosse il nome del drago, sapeva anche che non le sarebbe capitato nulla quella volta》
Per prima cosa lo sfiorò con un dito, ritirando la mano subito dopo. Poi rimise la mano, questa volta posando tutte le dita sul muso. Sentì un brivido percorrere tutto il corpo, passando per la colonna vertebrale. Le apparve davanti agli occhi l'immagine di un ragazzo sorridente. La prima cosa che notò furono gli occhi, così simili a quelli di Niav da farli sembrare uno il riflesso dell'altro. I vestiti che indossava sembravano presi da un qualche museo sui nativi americani.
Fu questione di un singolo istante, dopodiché il brivido terminò ed il volto scomparve, riportando Niav alla realtà.

Vide Maka salire sul dorso della creatura, e mentre si chiedeva se imitarla Shu si abbassò con il ventre a terra, come per invitarla a salire.
《Forza, sali》 la incoraggiò la castana.
Niav abbandonò ogni tipo di ragionamento logico, che sembrava inutile in una situazione così assurda. Si affidò all'istino. Era buffo, anzi, assurdo che una persona riflessiva come lei si fosse abbandonata in quel modo alla sensazioni in quei giorni, ma da quando aveva visto quella strana figura in cielo qualcosa si era messo in modo dentro di lei, qualcosa a cui non era in grado di resistere.

Si arrampicò sul dorso del drago, facendo scivolare le dita fra le morbide piume del collo.
Il candido drago si alzò, facendo sussultare la ragazza, poi si diresse verso lo strapiombo e si lasciò cadere, con le grandi ali aperte. Inizialmente la velocità costrinse la ragazza a chiudere gli occhi. Quando iniziò a planare il vento divenne meno fastidioso, limitandosi a scompigliare i capelli della ragazza, infine il volo della creatura si stabilizzò.
La temperatura si stava abbassando, ma questo era compensato dal calore che emetteva il drago. Stava voltando una ventina di metri sopra Maka e l'altro drago, che li aveva seguiti giù dallo strapiombo.
Ad ogni battito d'ali il collo del drago si alzava e si abbassava, era un movimento ritmico che calmava e cullava la ragazza. Le piume nivee erano estremamente morbide e Niav, dopo una lunga lotta contro il suo corpo nel tentativo di rimanere vigile, chiuse gli occhi, sfinita.

Quando li riaprì le sembrava che fosse passato un solo istante, si guardò attorno spaesata e spaventata. Era su un letto, molto più morbido del dorso di Shu ma meno confortevole. Si mise a sedere sul materasso e studiò l'ambiente attorno a lei, cercando una qualsiasi logica in quello che era accaduto. Si trovava in una stanza molto semplice, fatta di roccia e legno.
Era arredata con pochi oggetti, un piccolo tavolo, una sedia ed un armadio erano gli unici mobili presenti. Oltre a questo si potevano vedere un piccolo caminetto e due porte, una coperta da una tenda ed una socchiusa. Niav si alzò di scatto, dirigendosi a passo spedito verso la porta per... non aveva idea di quale fosse il suo obbiettivo, ma di certo allontanarsi da chiunque l'avesse portata lì era un inizio.

Raggiunse la tenda, dalla quale filtrava la luce del giorno, e la scostò con un gesto deciso e la superò, ritrovandosi in una radura relativamente grande, abbastanza da ospitare altre tre abitazioni simili a quella in cui si trovava ed un altro edificio più grande di forma circolare, con varie porte equidistanti fra loro su tutto il perimetro e, come scoprì girando attorno all'edificio, una porta principale da cui partiva un sentiero. Niav stava cercando di decidere se seguirlo o meno, quando sentì il rumore di una pesante porta che si apriva alle sue spalle.

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Capitolo 6
*** Lavender ***


ultima revisione - 26/09/2021

Da quando Talise aveva proposto di cenare Niav si era resa conto che il suo proposito di non mangiare quello che le veniva offerto non avrebbe avuto seguito. Non poteva certamente smettere di mangiare, l'avrebbe solo indebolita. L'adrenalina accumulata non le aveva fatto sentire la fame, ma arrivata a quel punto il suo stomaco faceva quasi male. La quantità di emozioni e tutte le novità l'avevano estraniata dal suo corpo e dai suoi pensieri ordinari.

Seguendo Talise ebbe tempo per preoccuparsene. Mancava da scuola da due giorni, e ormai erano ventiquattro ore che non tornava a casa. Cosa aveva raccontato Maka alla sua famiglia? Le avevano creduto? Prese il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni, ma solo per trovarlo spento.
Ripensò a quello che aveva scritto Shu sull'abilità di Geb e all'effetto che le parole di Maka avevano avuto su di lei.
Se aveva fatto la stessa cosa sulla sua famiglia avrebbe potuto convincerli, forse, ma la sua parte razionale si rifiutava di crederlo: era troppo folle.
Alzò lo sguardo verso il cielo, ancora azzurro, e si chiese come avrebbe potuto contattare la sua famiglia. Dal poco che era riuscita a vedere, in quel posto non sembrava esserci corrente elettrica, nessuno usava telefoni, che fossero mobili o fissi. Era come se i guardiani fossero bloccati in una bolla che li separava dal mondo.

Quando Talise si fermò Niav si riscosse dai suoi pensieri, rendendosi contro di essere circondata da persone - principalmente giovani adulti, anche se si potevano vedere alcuni anziani e gruppetti di bambini.
Rabbrividì, notando che lo sguardo dei presenti era puntato su di lei.
Non aveva mai amato quel tipo di attenzione, non si sentiva a suo agio sotto gli occhi di tutti. Anzi, dubitava che chiunque sarebbe stato tranquillo sotto quegli sguardi. Gran parte dei presenti parevano scettici, mentre i restanti sembravano quasi infastiditi dalla sua presenza.

Talise le rivolse uno sguardo incoraggiante.
《Tranquilla, qui non si vedono spesso volti nuovi, ma si abitueranno subito a te》 sussurrò per poi raggiungere uno dei gruppi.
Questo era formato da tre uomini e due donne abbastanza anziani, oltre che da Adeen e Maka. Quest'ultima si alzò, sorridendo a Niav
《Finalmente ti rivedo, non sono riuscita a salutarti ieri》 disse mentre le faceva cenno di sedersi, poi si rivolse ai presenti.
《Questa è la ragazza che Shu ha scelto come Ímisy, Niav. Niav, questi sono i nostri guardiani più esperti. Di solito sono loro che aiutano i draghi a scegliere gli ímisy》.
Con il suo entusiasmo Maka era riuscita ad allenare la tensione nel gruppo, anche se Niav rimase scettica sul cibo finché non vide tutti attingere dallo stesso piatto ed iniziare a mangiare e a conversare, anche se in maniera molto lenta. Sembrava che la scarsa fiducia che Niav aveva per quelle persone fosse contraccambiata da tutti, fatta eccezione per Talise e Maka.

La cosa peggiore però, almeno per Niav, erano le occhiatacce che continuava a ricevere da Adeen. Già era difficile sopportare gli sguardi scettici e dubbiosi che arrivavano da ogni parte, ma la ragazza davanti a lei era la peggiore. Era come se con i suoi sguardi infuocati stesse tentando di uccidere Niav. Non riusciva nemmeno a capire il motivo di tanto astio. Aveva compreso in disorientamento di tutti gli altri e lo condivideva, ma con Adeen era più che evidente che il problema non si limitasse solo a quello.

Per salvarsi da quegli sguardi omicidi Niav attirò l'attenzione di Talise, spiegandole che avrebbe voluto contattare la sua famiglia o i suoi amici.
Dopo aver ascoltato la spiegazione della castana, la ragazza annuì.
Fece un cenno verso un gruppetto di bambini che correva, richiamando una ragazzina.
《Awinita, questa è l'ímisy di Shu, Niav. Vorrebbe parlare con la sua famiglia, accompagnala okay?》. ancor prima che Talise avesse finito la frase la piccola stava già annuendo.
《Vieni con me Niav, ti porto in un posto dove potrea parlare con tutti quelli vuoi》 disse per poi incamminarsi. Era così piena di energie che più che camminando pareva stesse saltellando.
Seguendola, Niav di diresse verso quella che Talise aveva definito come "la cupola". Poco prima di raggiungerla però la sua giovane guida cambiò strada, seguendo un sentiero che si inoltrava fra i pini.

Poco distante si poteva udire il gorgoglio di un torrente, che probabilmente sfociava nel fiume accanto al villaggio.
Mentre Awinita saltellava i suoi lunghi capelli neri si muovevano da una parte all'altra. Li teneva dietro le orecchie per evitare che delle ciocche le coprissero gli occhi, anche se non sembrava funzionare molto.
Ogni volta che i piedi di una delle ragazze sfioravano il suolo alcuni grilli saltavano in tutte le direzioni, spaventati dal passaggio delle due.
Alzando lo sguardo si potevano vedere uccelli o scoiattoli muoversi fra i rami, osservando con attenzione si notavano anche piccoli animali muoversi nel prato.
《Posso sapere il significato del tuo nome?》 Chiese all'improvviso Awinita voltandosi verso Niav e rallentando l'andatura.
La ragazza non si aspettava una domanda del genere, quindi esitò prima di rispondere. Sapeva bene cosa voleva dire, ma le ci volle qualche secondo per formulare una risposta.
《Deriva da Niamh, la figlia del dio del mare nella mitologia irlandese. Vuol dire "lucente" o "luminosa", ma anche "neve"》 spiegò mentre la ragazzina annuiva con convinzione
《Il mio invece significa giovane cervo. È un nome mooolto vecchio, lo usavano anche prima che i draghi facessero amicizia con i guardiani!》 esclamò poco dopo mostrando un grande sorriso mentre sulle sue guance apparivano delle fossette. Per continuare a guardare in volto Niav si era messa a camminare all'indietro.
《Che bel significato... quanti anni hai Awinita?》 Chiese poi Niav.
In parte era incuriosita, dato che Awinita sembrava parecchi sveglia per l'età che dimostrava
《Dieci. Tu?》 Rispose lei tornando a camminare in avanti e riprendendo l'andatura saltellante che aveva dovuto abbandonare poco prima.
《Diciassette》 Awinita sorrise, ma se l'avesse guardata in volto Niav avrebbe potuto intravedere un'espressione quasi nostalgica.
《Hai la sua stessa età. Ehi, vuoi passare da una scorciatoia?》 Aveva parlato tutto d'un fiato, cambiando argomento con tanta leggerezza che Niav non se la sentì di approfondire sulla prima frase.
《Uh... va bene》 acconsentì, facendosi trascinare in mezzo agli alberi. Niav cercò di starle dietro come meglio poteva, anche se ormai il sole stava tramontando ed i suoi raggi non filtravano più fra le fronde degli alberi, rendendo più difficile camminare.
Awinita smise di correre solo in prossimità di un corso d'acqua. Proprio come si era immaginata Niav udendo il suo suono, il torrente non era più largo di un paio di metri in quel punto, anche se probabilmente si sarebbe allargato rapidamente poco più avanti.
La bambina indicò un asse di legno che fungeva da ponte
《Di qua!》 Esclamò attraversando in pochi passi veloci il torrente. Niav la imitò molto più lentamente, il pezzo di legno traballava e scricchiolava, rendendo difficile procedere. Più volte Niav rischiò di perdere l'equilibrio e di cadere nel torrente, ma arrivò dall'altro lato indenne.
Nonostante avesse rischiato uno spiacevole bagno sorrise, trovata adorabile l'allegra di quelle piccoletta.

Subito dopo la corsa di Awinita riprese, con Niav che continuava ad arrancarle dietro.
Rallentarono nuovamente solo in prossimità di un cartello "area interdetta. Accesso vietato ai visitatori".
In effetti Talise le aveva spiegato che loro si trovavano in una zona alla quale era vietato l'accesso.
La bambina si guardò attorno, finché i suoi occhi non si posarono su una piccola costruzione.
Doveva essere una delle sedi del personale, a giudicare dalle dimensioni.
Quelle sapeva dei guardiani che abitavano quel villaggio? Era difficile che nessuno avesse mai notato un edificio come la cupola, anche se coperto dagli alberi. Stava per porre la domanda ad Awinita quando lei si mise a correre ancora più veloce di prima.

《Papà!》 Urlò con la voce piena di allegria. La piccola attraversò di corsa il prato che la separava dalla casa per poi tuffarsi fra le braccia di un uomo.
Questo indossava una divisa composta da una camicia di ruvida stoffa grigia e pantaloni verdi abbastanza larghi, fatti nello stesso materiale della camicia.
L'abbigliamento rimandava molto ad una guardia forestale o qualcosa di simile, ma era lo stemma del parco sul braccio a dare la certezza che lavorasse lì.
Sentendosi di troppo Niav si fermò ad una decisa di passi dai due finché la sua presenza non venne notata dall'uomo.

《Papà, lei è Niav. Deve fare una telefonata》 spiegò la bambina come se fosse del tutto normale. Mentre parlava indicò la castana, che si avvicinò di qualche passo.
《Buonasera》 mormorò imbarazzata, l'uomo sorrise in maniera rassicurante.
《Sera, Niav. Io sono Anthony. Non sei di qui vero?》 Domandò avvicinandosi alla ragazza, seguito a ruota dalla figlia.
Niav si guardò attorno, alzando lo sguardo verso le montagne che facevano da contorno alla sterminata distesa d'erba sulla quale si trovavano. Nonostante l'orario ed il sole che era prossimo a sparire dietro le montagne nella pineta la temperatura era molto più sopportabile, in quel punto gli ultimi raggi del sole la colpivano in pieno e il prato emetteva calore.
Provò ad immaginare come sarebbe stato quel posto in piena estate, nelle ore più calde del giorno, sotto il sole.
《Entrate pure》 disse con gentilezza l'uomo, aprendo la porta per far passare le due.
Proprio come aveva immaginato Niav quella piccola costruzione era pensata per ospitare i lavoratori del parco.
All'interno c'erano solo un tavolo, sei o sette sedie sparse per tutta la stanza, un mini frigo ed una macchinetta per il caffè.
Anthony indicò a Niav una presa libera
《Qui puoi ricaricare il cellulare, se ti serve. A volte non c'è segnale, ma dovresti riuscire a parlare》 spiegò sorridendo.
Sembrava che avesse detto quelle stesse cose decine di volte.

Niav provò ad immaginare che tipo di legame avesse quell'uomo con gli abitanti del villaggio. Aveva una relazione con una di loro? Ci era nato e si era trasferito?
Per educazione, la ragazza decise di tenere per sé i suoi dubbi.
《Se ti serve un caricabatterie prendi quello》 aggiunse indicando un cavo appoggiato sul tavolo.
Niav annuì, mormorando un ringraziamento ed attaccando il cellulare alla presa.
Mentre aspettava che il cellulare fosse sufficientemente carico per accendersi osservò l'uomo versarsi una tazza di caffè e sedersi, mentre la bambina si arrampicava sulle sue ginocchia.
Nessuno disse una parola finché Awinita non si avvicinò alla porta
《Papà, posso andare fuori a giocare?》 Chiese sorridendo. Quando ottenere una risposta affermativa uscì correndo, lasciando che la stanza sprofondasse nuovamente nel silenzio.

《È molto simpatica... è stata una delle persone più gentili con me da quando sono arrivata》
Mormorò Niav infine cercando di avviare una conversazione.
《Non sono abituati agli stranieri laggiù, fra i guardiani. Fra loro solo Awinita e gli Ímisy hanno lasciato questo posto - spiegò tranquillamente Anthony - nemmeno sua madre ha mai accettato di venire in viaggio con me》 ammise sorridendo, mentre osservava la tazza si poteva leggere un velo di dispiacere nei suoi occhi
《Hanno tutti paura dei cacciatori, per fortuna Awinita è piccola, dubito che persino quella gente voglia qualcosa da lei. Questo posto è sicuro per voi guardiani, ma una volta usciti vi daranno la caccia, in particolare agli Ímisy》 spiegò scuotendo la testa, come per scacciare dei pensieri.
《perdonami, vado di Awinita. Ora dovresti riuscire a chiamare》 disse l'uomo, lasciando sola Niav.

Le dita della ragazza si mossero rapidamente sullo schermo, trovandosi ad indugiare davanti alla lista di contatti.
Doveva forse chiamare per primi i suoi genitori, rassicurandoli e scoprire cosa gli aveva detto Maka per giustificare la sua improvvisa scomparsa?
Oppure doveva chiamare Ailis, che probabilmente non sapeva assolutamente nulla di lei da giorni?
Dopo lunghi istanti di riflessione selezionò un contatto e portò il telefono all'orecchio. La persona dall'altro lato rispose istantaneamente.
"Tesoro mio... stai bene?" Chiese la voce tremante.

《Certo papà... scusa se non mi sono fatta sentire prima, vi avrò fatto preoccupare》 rispose la ragazza in tono dispiaciuto, ma venne subito rassicurata.
"Non ti preoccupare Niav, ci è stata spiegata la situazione. Sappiamo che devi stare lontana da casa per un po', ora dicci solo come ti senti"
Niav si appuntò mentalmente di ringraziare Maka, qualunque storia avesse inventato era stata abbastanza efficace da togliere ogni dubbio alla sua famiglia.

Da quello che sapevano loro Niav era testimone oculare di un crimine e il processo era una cosa molto seria, che avrebbe tenuto Niav lontana da casa. Non potevano parlarne con nessuno, se non con poche persone.
Certo, erano preoccupati, ma almeno ritenevano che Niav fosse al sicuro e non in un parco americano assieme ad una specie di società segreta.

Dopo una lunga telefonata in cui passò la maggior parte del tempo rassicurato la sua famiglia, fra momenti allegri e nostalgici, la castana salutò con la promessa di farsi sentire presto e finalmente chiamò Ailis.
Era venuta a sapere qualcosa dai genitori di Niav, ma non molto.
Nella chiamata con l'amica la castana si concesse di essere più emotiva, scusandosi fin troppe volte e lasciandosi sfuggire qualche lacrima. Le era capitato di stare qualche giorno senza la sua famiglia, ma ironicamente non era abituata a separarsi da Ailis. Nei viaggi organizzati dalla scuola era sempre con lei, durante l'estate le loro famiglie erano sempre partite insieme.

La ragazza assicurò a Niav che avrebbe fatto sapere di lei a Jacob, mentre Niav le promise che l'avrebbe chiamata il più presto possibile e che avrebbe fatto di tutto per rivederla a breve.
La tentazione di rivelarle tutto quello che stava passando era forte. Sentiva il bisogno di sfogarsi, di sentirsi finalmente capita da qualcuno, ma qualcosa la fermava. Sapeva che nessuno sano di mente le avrebbe mai creduto. Avrebbe continuato a portare avanti la scusa di Maka, almeno per il momento.

I suoi pensieri vennero interrotti da una porta che si apriva.
Anthony teneva Awinita fra le braccia, la bambina sembrava essersi addormentata con il capo sulla spalla del padre.
《devo riportarla al villaggio, vieni con noi?》 Chiese la guardia forestale.
Il viaggio di ritorno fu più lento, dato che Anthony scelse di non prendere la scorciatoia di Awinita. Evitò saggiamente il corso d'acqua, portando le due sulla strada più facile da percorrere.
Il sole era ormai tramontato dietro le montagne, lasciando la luna come unica fonte di luce.

Tornando da sola probabilmente Niav sarebbe inciampata già un centinaio di volte, ma l'uomo aveva scelto un sentiero ampio, ricoperto da uno spesso strato di aghi di pino che rendeva il terreno estremamente morbido e facile da percorrere.
Il loro profumo avvolgeva i tre, riempiendo le loro narici.
Quando finalmente giunsero al villaggio si separarono, mentre Anthony riportò sua figlia a casa Niav si diresse verso i quattro edifici nella radura.
Entrò in quella che avrebbe dovuto essere casa sua - continuava ad essere strano chiamarla così - e si sdraiò sul materasso.

Il letto era estremamente comodo, ma come spesso capita in una situazione nuova Niav non riusciva a prendere sonno.
Non era come quando si era addormentata sul dorso di Shu, lì si sentiva protetta, lontana dalle preoccupazioni. Dopo un tempo interminabile passato a rigirarsi fra le coperte rinunciò all'idea di dormire, optando per una passeggiata. Non aveva nulla per ripararsi dal freddo, ma un po' d'aria fresca non le avrebbe fatto male.

Uscì lentamente dall'abitazione, camminando senza una meta per il villaggio. Aveva già visto il grande prato a destra della cupola, che era evidentemente il cento della vita in quel posto, durante il pasto, perciò diresse a sinistra.
Lasciò la radura ed imboccò un sentiero che si snodava fra i pini. Era leggermente in salita, ma percorrerlo era tutt'altro che faticoso

Dopo una decina di minuti i pini iniziarono a diventare meno fitti, sembravano anche più giovani di quelli che circondavano la radura.
In quel punto lo strato di aghi che aveva calpestato fino a quel momento finiva, lasciando spazio ad un prato. Anche la pendenza del sentiero si era azzerata, lasciando Niav su una specie di piccolo altopiano.

La vista da quel punto era mozzafiato, si potevano ammirare l'intero villaggio dei guardiani.
Quest'ultimo era posizionato proprio sotto di lei e la pineta lo tagliava a metà all'altezza della cupola, circondando la piccola radura in cui Niav si era svegliata. Dopo il campo in cui si erano ritrovati per mangiare si poteva vedere un fiume che spariva fra gli alberi.

Già quel panorama da solo rendeva la vista meravigliosa, ma tutto quello che lo circondava non era da meno.
Se solo con la debole luce della luna quel posto era così spettacolare Niav non osava nemmeno immaginare come potesse essere alla luce del sole. Magari gli abitanti non visitavano il mondo, ma perché allontanarsi da un paradiso simile? Era un rifugio sicuro, ma anche un luogo fantastico in cui vivere.
Nonostante si trovasse in quel paradiso naturale però Niav non riusciva a smettere di pensare alla sua città, al triste prato rinsecchito dietro casa sua e al lago dove spesso passava i fine settimana assieme alla famiglia di Ailis. Ripensando a casa sua non provava nostalgia solo di chi era ancora lì, ma anche della sensazione di essere nel posto giusto.

Le occhiatacce che riceveva da tutti la facevano sentire come un ospite indesiderato, ricordandole in ogni istante che lei non apparteneva a quel posto. Dopo le parole del padre di Awinita era in grado di comprendere meglio la diffidenza di quelle persone e questo la aiutava ad accettare la situazione, continuando a ripetersi che bastava avere pazienza.
Dubitava però che lo stesso sarebbe valso per la ragazza dagli occhi infuocati.
Da quello che aveva letto su Seth non faticava a credere che fosse la sua Ímisy: i suoi sguardi le mettevano i brividi, così come la sua voce l'aveva spaventata la prima ed ultima volta che le aveva rivolto la parola.

Non aveva potuto fare a meno di notare la differenza rispetto a come parlava con gli altri, con le altre due Ímisy
sembrava fredda, a volte anche infastidita, ma mai infuriata o risentita, come invece sembrava essere con Niav.
Mentre pensava, la ragazza percepì un sbuffo d'aria calda sulla schiena che la fece sussultare e rabbrividire a causa del cambio di temperatura.

Si voltò di scatto trovandosi davanti ad un enorme muso bianco.
《Shu...》mormorò sorpresa.
Non era certa di quello che il drago potesse realmente capire di quello che diceva, anche se un tempo era stato umano, ma gli si avvicinò.
《Mi hai spaventata...》
Aggiunse, passandogli una mano fra le piume del muso.
Shu si appoggiò e terra, circondando Niav con il collo. Scostò leggermente un ala, come per invitare la ragazza ad avvicinarsi. Lei accettò di buon grado e si sedette sul prato, appoggiando la schiena sul fianco del drago.

Il calore emanato dal corpo della creatura riscaldò la castana, che stava iniziando a risentire della temperatura notturna.
"Avevi freddo?"
Niav si guardò attorno freneticamente, quella voce - che non sembrava provenire da nessuna direzione in particolare - non apparteneva a nessuno che conoscesse, ma in qualche modo le era familiare.
"Mi spiace per averti messa un questa situazione, devi essere molto confusa... è che sei la persona giusta: dovevo scegliere te" continuò la voce.
Niav si guardò attorno, cercando con lo sguardo chiunque le stesse parlando
"Sono io, Shu - spiegò - se ti mette a disagio parlare in questo modo posso trovare un alternativa" aggiunse, circondando Niav con un ala e lasciandola al buio.

Mentre la ragazza cercava di abituare gli occhi all'oscurità un immagine tremolante apparve nel buio.
Non c'era alcuno dubbio, era lo stesso ragazzo che aveva visto il giorno prima.
Ora che poteva vederlo meglio notò altri dettagli, come la piuma bianca che era rimasta incastrata fra i capelli biondi del ragazzo.
《Immagino che guardarci in faccia mentre parliamo possa aiutarti》 disse il biondo, continuando a mostrare il suo sorriso gentile.
《Shu?... pensavo che avessi rinunciato alla tua parte umana》 osservò Niav, facendo annuire il ragazzo

《Hai ragione, quello che vedi è solo nella tua immaginazione. Avviene grazie al nostro legame: ti sto trasmettendo tutte queste sensazioni, non sono reali, non del tutto. Ho anche saputo che hai letto tutto quello che ho scritto. Se devo essere onesto sei la prima a farlo》
Niav sorrise, nascondendo un velo di imbarazzo. In qualche modo percepiva quello che stavo provando Shu e lo condivideva: gli faceva piacere che qualcuno avesse letto il suo lavoro.
《Era interessante》 rispose la ragazza come per giustificarsi, il biondo scosse la testa, facendo ondeggiare la piccola treccia in cui si era legato i capelli.
《Va bene così, ne sono stato felice》
Il ragazzo sparì dalla vista di Niav mentre finiva la frase.
《Perdonami, sono stanco e mostrami così è difficile. Inoltre, penso che anche tu dovresti riposare》 spiegò, scostando l'ala. Niav si alzò in piedi, allontanandosi a malincuore dal calore di Shu e dalle sue morbide piume.

Mentre discendeva verso il villaggio udì un rumore alle sue spalle e vide il drago volteggiare sopra di lei. La voce del drago risuonò per l'ultima volta nella sua mente con una sola domanda.
"Niav, dimmi: sei felice di essere qui?"

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Capitolo 7
*** Amaryllis ***


ultima revisione 26/09/2021
 

La domanda risuonò nella mentre di Niav fino all'alba, quando si rese conto che, molto probabilmente, il mattino seguente ad una notte insonne come quella appena passata non era l'ideale per... beh, per qualsiasi cosa. Nonostante quello non c'era stato alcun modo per opporsi a quella che Talise aveva definito "una misura necessaria per la sua sicurezza".

Dopo le poche ore di sonno agitato che la ragazza era riuscita a concedersi si era presa qualche minuto per esplorare la casa. Non c'era assolutamente nulla che indicasse un precedente abitante, anzi, non c'era nulla in generale. Ogni mobile o cassetto era stato svuotato, motivo per cui Niav decise di lasciar perdere la stanza principale e dirigersi in bagno, dove le saltò all'occhio il suo riflesso.
Nei capelli scompigliati, infatti, si era incastrata una piuma bianca. Era simile a quella che aveva visto su Shu la sera prima. La prese con cura e con la stessa delicatezza la ripose in uno dei tanti cassetti liberi.
Infine si decise ad uscire di casa, dirigendosi nel luogo indicato da Talise.

In quel modo la castana si era ritrovata nell'ampia pianura che la sera precedente aveva avuto modo di osservare, notando che lo spazio in cui aveva cenato era solo una piccola porzione di quella enorme zona.
Non sapeva ancora che tipo di attività avrebbe dovuto affrontare ma dubitava che fosse qualcosa di semplice. L'aveva capito dal modo in cui la riccia aveva guardato il suo volto stanco che ci sarebbe stato da faticare.

In realtà non sapeva nemmeno chi le avrebbe dato istruzioni, Talise le aveva solo detto di raggiungere quel posto ma non aveva specificato nulla a riguardo. Mentre si guardava attorno per l'ennesima volta sentì il fruscio dell'erba alle sue spalle e vide una figura avvicinarsi a lei. Non ci mise molto a riconoscerla: quei capelli rossi erano inconfondibili, così come gli occhi infuocati.

Dopo averle lanciato uno dei suoi soliti sguardi Adeen mormorò qualcosa sottovoce. Si sistemò i capelli - che aveva legato in una treccia francese - stringendo una ciocca che si era lasciata andare. Nonostante le risultasse difficile associare la ragazza ad Ailis non poteva far a meno di notare alcune somiglianze a livello estetico: persino il loro modo di camminare era simile.
Per quel che riguardava il carattere, non aveva ancora avuto la possibilità di conoscere davvero Adeen o tutte le sfaccettature della sua persona, ma non se la sentiva assolutamente di paragonarla alla sua migliore amica.

Dopo averle lanciato un'occhiata scettica, Adeen mormorò un'altra parola. Ancora prima che Niav potesse realizzare la cosa o sforzarsi per capire quello che aveva detto un ruggito assordante la costrinse a tapparsi le orecchie.
Pochi istanti dopo qualcosa atterrò sul prato con un pesante tonfo che fece letteralmente tremare la terra sotto i piedi di Niav.

Nonostante i draghi fossero creature enormi e sconosciute la ragazza non si era spaventata alla vista di Shu o Geb. Certo, avevano lunghi artigli e denti affilati, ma non incutevano timore. Questo però non valeva per il drago che era appena apparso davanti alle due.
Non era imponente come Geb, ma aveva un'aria minacciosa degna di Adeen. Senza dubbio quello doveva essere Seth, corrispondeva anche alla descrizione nel libro: emanava un forte calore, tale da far emettere un sottile strato di fumo ai fili d'erba che entravano in contatto con le sue zampe.

Non era completamente rosso, come invece faceva intuire l'autore: le quattro zampe, il ventre e la punta della coda erano di un nero carbone, che poi sfumava fino a raggiungere il rosso scuro del collo, del dorso e del capo, incorniciato da un paio di corna ricurve dalla forma simile a quella di un onda o di un serpente.

Seth puntò gli occhi infuocati su Niav, facendole passare un brivido freddo lungo la colonna vertebrale.
Adeen si mise accanto al drago, come se il calore che emanava non la sfiorasse minimamente
《Chiama Shu》 disse - o meglio ordinò - la rossa, spiazzandola del tutto. Non si era mai trovata davanti al drago per una sua scelta, era sempre stato lui a trovarla.
Dubitava che urlare potesse essere utile, non sarebbe mai riuscita a farsi sentire. Iniziò a pensare a tutti i momenti in cui aveva incontrato Shu, ma non riuscì a trovare nulla che potesse trovarle utile per attirare la sua l'attenzione.

《Allora? - chiese Adeen spazientita - se fossi stata in pericolo saresti già morta!》 Continuò, alzando progressivamente il tono di voce fino a che non ai ritrovò ad urlarle contro. A questo punto la castana sospirò esasperata: nonostante non sopportasse discutere non riusciva più a tollerare quella situazione. Trovata fin troppo fastidioso quel modo di fare, soprattutto perché non capiva la ragione di tanta rabbia nei suoi confronti. Era abituata ad abbassare la testa e fare silenzio, aspettando che chiunque se la stesse prendendo con lei la smettesse per evitare liti.
Ailis le aveva sempre detto che doveva prendere più iniziative, di fare qualcosa quando le importava, e per la prima volta Niav avrebbe messo in pratica il suo consiglio.

《Potresti anche spiegarmi qualcosa - replicò - ti comporti come se dovessi sapere tutto, ma non lo so! Io qui non so nulla, sto cercando di capire ma potreste almeno aiutarmi》 protestò esasperata.
Adeen la guardò con astio, ma dietro a quell'occhiata pareva quasi soddisfatta, come se stesse aspettando quel momento per iniziare a discutere.
Meglio così, pensò Niav. Si sarebbero chiarite, o nella peggiore delle ipotesi la rossa si sarebbe sfogata e la situazione si sarebbe alleggerita.

《Tu non sai nulla perché non dovresti essere qui! Se voi non foste così dannatamente egoisti non avremmo bisogno di te!》 Niav storse il naso, non capiva il senso delle parole di Adeen
《Noi? Cosa vorrebbe dire "noi"?》 Chiese, non trovando le parole per aggiungere altro
《Voi, tutti quelli che vivono fuori da qui! Tutti voi, non siete per nulla differenti dai cacciatori. Se non ci foste voi Aura... - Adeen emise un verso frustrato - perché spreco tempo con te? Non capiresti》 sentenziò.
La ragazza dagli occhi di fuoco si sedette a terra - o per la precisione ci si lasciò cadere - e rivolse all'altra un sorriso pieno di risentimento e rabbia.

《Ogni Ímisy ha un modo per chiamare il suo drago, vedi di trovarlo in fretta o non raggiungerai viva Il Cuore - dopo una semplice occhiata al volto di Niav Adeen annuì - ovvio, non sai nemmeno questo》 ghignò divertita, mormorando qualcosa di incomprensibile. Anche questa abitudine stava iniziano a mandare fuori di testa la castana, non la sopportava.

《Seguimi》 disse spazientita, alzandosi in piedi e avviandosi verso la Cupola.
Dopo diversi istanti passati ad esitare, Niav decise che preferiva le urla o i ghigni di Adeen all'ignoranza e si affrettò a raggiungerla, tentando di mantenere il suo passo.

Durante la sua - seppur breve - permanenza al villaggio dei guardiani, Niav aveva avuto modo di notare che questo era principalmente composto da strutture piccole e simili fra loro, fra cui solo cinque edifici spiccavano: le quattro case degli Ímisy e la cupola. Le prime erano più piccole delle altre, ma la differenza principale era ciò che si provava guardandole. Le abitazioni destinate ai compagni dei draghi davano una sensazione di precarietà, come se fosse state costruire ed arredate con l'unico scopo di essere svuotate il più in fretta possibile.

In contrasto con quelle piccole case vi era la cupola: un grande edificio a due piani - tre se si contavano le piccole torri ai lati  - decisamente imponente, come se fosse stato costruito per rimanere saldo in eterno. Nonostante avesse l'aspetto di una torre si espandeva il larghezza anziché verso l'alto, probabilmente per evitare che svettasse al di sopra degli alti pini.

Il primo piano, a base circolare, era costituito da grandi blocchi di pietra ricurvi, simili ad enormi tegole grigie ed irregolari, divisi da tronchi che - se paragonati alla struttura - parevano molto più piccoli di quel che erano in realtà.

Il secondo piano era anch'esso in pietra ma formato da rocce più piccole e di tonalità differenti che davano uno strano effetto alla parte più alta della struttura, facendo sembrare che cambiasse costantemente da un colore all'altro. A differenza del primo piano aveva una forma meno regolare e sosteneva la grande cupola da cui l'edificio prendeva il nome. Infine sui lati, parallele alle quattro case, sorgevano quattro piccole torri in legno dipinto dello stesso verde delle chiome dei pini.

Su tutto il perimetro dell'edificio, egualmente distanziate fra di loro, erano poste porte in legno a due battenti l'una identica all'altra. Solo una faceva eccezione: era molto più grande delle altre, attorno ad essa era stato costruito in piccolo portico sul quale crescevano dei rampicanti che da si espandevano su tutto l'edificio, circondando completamente il primo piano e decorandolo meglio di quanto avrebbe mai potuto fare il migliore degli artisti.

Niav si ritrovò a fissare quell'ingresso. Proprio sopra la porta era stato lasciato uno spazio fra i rampicanti. Nella roccia era incisa una frase, ma non ci prestò particolare attenzione poiché Adeen aprì i battenti della porta, facendosi seguire dalla castana dentro l'edificio.

Con grande sorpresa di Niav la cupola non si espandeva solo verso l'altro: il primo piano aveva preso la forma di un teatro greco scavato nel terreno. I quattro cerchi concentrici terminavano con un'area circolare.
Al centro di essa ardeva un fuoco e vicino stava seduto un ragazzo poco più giovane di loro, che lo ravvivava di tanto in tanto.
《Questo è il Consiglio. Qui gli Ímisy si incontrano con i guardiani adulti ed altra gente importante. Probabilmente al prossimo parteciperai anche tu, se sopravvivi》 la informò, particolarmente scettica sull'ultima parte. Giunta alla conclusione che stesse solo cercando di intimorirla Niav non si lasciò turbare, sperando di aver ragione e spostando l'attenzione sul piano superiore. Per raggiungerlo si potevano usare due scalinate gemelle dalla forma ricurva decorate da rampicanti dipinti con straordinario realismo.

Adeen si accostò ad una delle due scalinate, intimando a Niav di raggiungerla con un cenno del capo.
《non ho tempo a sufficienza per spiegarti tutto, ma potrai leggerlo qui. Tutto quello che sappiamo è conservato su questo piano》 spiegò, spostandosi dalla scalinata e permettendo a Niav di salirla.

Se il primo piano della costruzione era bello il secondo era spettacolare. I muri erano totalmente ricoperti dalle librerie: gli scaffali arrivavano fino al soffitto, non c'era un singolo spazio libero fra i libri. Questi ultimi erano di tutte le forme e dimensioni, divisi per argomento, ordinati in base alla copertina in modo da dare un effetto sorprendente.
Come aveva notato all'esterno del primo piano, anche qui gli scaffali erano divisi da alcuni tronchi. Ad ognuno era appeso un rettangolo di terracotta sul quale era scritto a mano, in una calligrafia elegante, l'argomento di cui i libri trattavano.
Al centro della stanza erano disposti vari tavoli di forma circolare, dotati di due o tre sedie ciascuno.
Anche quel piano era privo di finestre ed illuminato dalla luce del fuoco, ma proveniente da lanterne disposte sui tavoli.

Niav fece un giro per la stanza, osservando con maggiore attenzione i libri sugli scaffali. Lesse di sfuggita le varie targhe, quei libri spaziavano dai romanzi ai libri di storia, dai miti all'astronomia e ovviamente la maggior parte dei essi era incentrata sui guardiani o sui draghi: Adeen aveva ragione, in quella stanza erano davvero contenute tutta la storia e la sapienza dei guardiani.

Raggiunse il centro della sala, camminando fra i tavoli e sfiorando con la punta delle dita il legno. Quando fu centro della stanza e fece un giro su sé stessa, ammirando un'ultima volta ciò che la circondava.
《quale libro sto cercando?》 Chiese quando si fu fermata. Adeen, che l'aveva osservata mentre era appoggiata ad uno dei tavoli, scosse la testa.
《non qui - la corresse la rossa - lì》 aggiunse indicando una scala.
Era una semplice scala a pioli, ma molto ampia e dall'aria solida. Niav alzò lo sguardo per osservarla e, una volta arrivata alla parte più alta della scala, notò che il tetto era piatto, come se ci fosse un terzo piano all'interno della cupola.

Adeen afferrò con decisione la scala e la trascinò per un paio di metri. L'attrezzo era stati adagiato su qualche meccanismo, quindi venne spostato senza alcuna fatica.
《Sali. C'è una botola proprio sopra di te. Ora basta, non sono intenzionata a perdere altro tempo. Il libro lo troverai, almeno credo》 spiegò avviandosi nuovamente verso il primo piano.
Niav decise di evitare inutili discussioni ribattendo e si limitò ad arrampicarsi fino alla botola, che si aprì facilmente quando la ragazza la spinse verso l'alto.

Aiutandosi con le mani l'Ímisy si arrampicò nell'apertura e si sedette sul bordo della botola, lasciando le gambe a penzolare nel vuoto mentre si guardava attorno. Come aveva immaginato l'ultima stanza non era molto alta, costituita unicamente dall'interno cavo della cupola. A differenza degli altri piani questo aveva una finestra posta sulla parte più alta della struttura, dalla quale i raggi del sole - ormai alto nel cielo - illuminavano la stanza. Al centro, proprio sotto la finestra, si trovava un tavolo quadrato con una sedia per lato. Ognuna di essere era elaborata e decorata in maniera diversa ed alle sue spalle era posizionata una porta.
Incuriosita, si avvicinò ad una di esse solo per trovarla chiusa, costrimgendola a rinunciare all'idea di esplorare l'esterno e a concentrsi sull'interno della stanza.

A terra erano stati impilati alcuni libri, ma nessuno di loro sembrava davvero importante. Ad attirare l'attenzione di Naiv fu il tavolo, sopra il quale era stata dipinta una mappa del villaggio dei guardiani e del parco circostante. Non era però quello ad aver incuriosito la castana, per lo meno non quanto il libro appoggiato su di esso. Aveva un'aria antica, quasi come quella dei racconti scritti da Shu, ma un aspetto più curato. Mentre il primo sembrava un diario - aveva una semplice copertina in cuoio marrone, pagine ingiallite e rovinate sui bordi, macchie di inchiostro qua e là - questo era evidentemente stato scritto con l'intento di essere conservato negli anni. Il cuoio della copertina era rosso, con rifiniture dorate. Le pagine erano state ingiallite dal tempo, ma il libro non aveva un singolo graffio. Probabilmente il primo veniva portato in viaggio da Shu e aveva attraversato diverse avventure con lui mentre il secondo riposava al sicuro, protetto dalle intemperie e da qualsiasi cosa avrebbe potuto danneggiarlo.

Si sedette su una sedia e sfogliò lentamente le pagine del libro.
Passando da un capitolo altro lesse vari titoli fra cui "La Cura" o "L'Origine". Infine, in quella che aveva tutta l'aria di essere una raccolta di miti, trovò quello che cercava: "Il Cuore".
Il mito tornava all'origine della nascita dei draghi, per la precisione ai resti delle loro uova.
"I frammenti conservano un potere immenso, potere che per nessuna ragione al mondo deve cadere in mano a coloro che sono conosciuti come Cacciatori, dato che il possesso del Cuore concede immensi poteri sui draghi e non solo. [...] Per questo motivo ogni Ímisy dovrà intraprendere un viaggio e nascondere il Cuore in un posto diverso da quello precedentemente"
Il testo poi continuava a parlare del legame fra drago e Ímisy, che nel viaggio alla ricerca del Cuore si evolveva in maniera così speciale da poter essere compresa solo provandola il prima persona e dell'unione con i proprio predecessori a cui il viaggio portava.
Niav chiuse il libro, lasciandosi ricadere sulla sedia.

《finalmente potrò scoprire qualcosa su di te... non so se voglio davvero farlo》 si disse, tornando a pensare per l'ennesima volta all'Ímisy che doveva esserci stata prima di lei.

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Capitolo 8
*** Freesia ***


ultima revisione 26/09/2021

《Allora, ti è tutto chiaro?》 Chiese la voce allegra di Maka mentre le quattro sistemavano alcune sacche da viaggio sul dorso dei draghi prima della partenza. "In pieno stile fantasy" pensò Niav.
La ragazza esitò, passando una mano sul collo di Shu.
《Si... circa. Non mi è ancora chiara una cosa. Se questo Cuore è così importante perché non tenerselo sempre stretto?》 Domandò. Maka si sistemò il colletto della camicia che indossava e posò una mano sul muso di Geb.
《Viaggiamo molto, non sarebbe saggio trascinarlo in giro con noi. D'altro canto tenerlo al villaggio metterebbe in pericolo chi ci vive. Nessuno vieta di farlo, ma questa è la nostra oasi sicura. In più conservare i quattro cuori nello stesso posto non è una buona idea, così come non lo è far sapere a chiunque altro dove si trova il Cuore del proprio drago》 spiegò arrampicandosi sul dorso di Geb, sistemandosi fra il collo e la schiena della creatura.

《Quindi voi non sapete dove si trova il cuore di Shu?》 Chiese, salendo sul candido dorso della creatura.
《Nessuno di noi lo sa. Quando è stato nascosto l'ultima volta io, Talise e Adeen siamo tornate qui e faremo lo stesso appena lo recupereremo. Poi tu lo nasconderai》 spiegò serenamente la guardiana della terra, voltandosi poi verso Talise. La ragazza raggiunse Geb e prese la mano dell'ímisy, che la issò sul dorso del drago.
《Adeen?》 Domandò quando la corvina si fu sistemata.
《Ci aspetta al lago, è partita presto questa mattina per... - iniziò Maka, ma parole le morirono in bocca quando il suo sguardo incrociò quello di Niav - aveva voglia di camminare》 concluse dopo qualche istante di esitazione.

Prese un elastico e si sistemò i capelli in una crocchia voluminosa e disordinata. Maka si era legata i capelli in una mezza coda e consigliato a Niav di fare lo stesso per comodità, perciò i capelli castani della ragazza erano stati raccolti in una treccia.
Quando tutte e tre furono pronte bastò una parola di Maka perché Geb, sfruttando l'altopiano sul quale erano posizionati - lo stesso dove Niav aveva trascorso la notte due giorni prima - saltasse nel vuoto sotto di lui.

Shu indietreggiò di qualche passo ma rimase fermo, come in attesa di una conferma. Il capo leggermente inclinato, come se avesse appena posto una domanda, il corpo teso. Era impaziente, non vedeva l'ora di alzarsi in volo.
《Okay, andiamo》 mormorò Niav cercando di farsi coraggio da sola mentre affondava le dita nel bianco manto della creatura.
Questa corse verso il limite dell'altopiano, saltando nel vuoto mentre la ragazza si stringeva a lui con tutte le sue forze mentre il vento le sferzava il volto.

La caduta non durò a lungo: presto Shu spiegò le ampie ali, arrestando progressivamente la loro caduta.
Mentre il volo di Shu si stabilizzava la mente della ragazza prese a vagare:
dopo la sua visita alla cupola aveva esplorato la sua nuova casa. Era evidente che qualcuno si fosse impegnato cancellare ogni traccia del suo precedente abitante, ma qualcosa gli era sfuggito.
In qualche angolo, nascosto alla vista, erano rimasti degli oggetti come un libro, un soprammobile o una penna caduti e probabilmente dimenticati anche dal loro proprietario. Certamente, ciò che l'aveva incuriosita più di qualsiasi altra cosa era la fotografia che aveva trovato spostando un mobile.
Rappresentava Adeen, Talise e Maka in compagnia di altri due ragazzi: il primo era un giovane corvino, con occhi neri ed un sorriso pieno di speranze. Era accanto ad una ragazza poco più alta di lui, che condivideva con il primo giovane i capelli scuri e lo sguardo sereno. Lei posava abbracciata ad Adeen, che nell'immagine aveva uno sguardo sorprendentemente allego e del tutto perso negli occhi dell'altra ragazza, identici a quelli di Shu e - di conseguenza - a quelli di Niav.
Non poteva che essere la guardiana che l'aveva preceduta, la giovane di cui non sapeva assolutamente nulla.

Per qualche motivo parlare di lei era diventato una specie di tabù, soprattutto in presenza di Adeen. Dai pochi accenni fatti aveva scoperto che il suo nome era Aura, ma non le era stato concesso sapere altro sulla sua vita o su ciò che ne aveva causato la fine.
Niav guardò in basso, scorgendo un lago dalle acque cristalline. Shu iniziò ad abbassarsi, atterrando poco dopo a pochi passi dalle limpide acque, dove Adeen e Seth attendevano l'arrivo dei loro compagni di viaggio. Nonostante la sua stazza il drago bianco riuscì a non emettere molto rumore, posandosi a terra dolcemente. Naiv mormorò un "grazie" lasciandosi scivolare sul fianco di Shu fino a terra.

Poco dopo anche Geb atterrò, abbassandosi per permettere alle due ragazze di scendere e avvicinarsi al lago.
La castana si guardò attorno quando colse un movimento con la coda dell'occhio. Le era sembrato di vedere qualcosa sfiorare la superficie dell'acqua, ma sembrava essere già tornato sul fondo del lago.
Mentre continuava ad osservare la superficie dell'acqua vide chiaramente una lunga scia di spine nere apparire sopra il livello dell'acqua ed una grande figura nuotare nel lago. Si avvicinò sempre di più alla riva, dove si trovava Talise.
La ragazza sorrise mentre Teti usciva dall'acqua: alle luce del sole le scaglie del drago brillavano, assumendo colori dal blu al verde. Grandi quantità d'acqua continuarono a colore dal corpo della creatura fino a che non rimasero solo poche gocce sulle sue scaglie.
Gran parte del dorso del drago era ricoperta da una grande pinna, interrotta ad intervalli regolari dalla stessa fila di spine che aveva visto emergere dall'acqua poco prima.
Come per tutte le altre coppie di Ímisy anche Teti e Talise avevano occhi identici. La dragonessa avvicinò il muso alla sua guardiana che lo accarezzò dolcemente.
《Anche tu mi mancavi Teti, sei pronta a partire?》 Chiese. Dopo alcuni minuti di preparazione ogni Ímisy era pronta a partire sul dorso del suo drago.
Seth entrò con tutte e quattro le zampe in acqua, facendola ribollire e fumare attorno a lui. Poi saltò verso l'altro alzandosi in volo e lasciando ricadere una scia di cenere infuocata sotto di lui che atterrò sull'acqua, spegnendosi. Subito dopo anche Geb e Maka lo seguirono, anche se il drago della terra ebbe bisogno di una piccola rincorsa per potersi alzare in volo.
Teti invece si immerse in acqua e nuotò rapidamente prima di saltare fuori dal lago ed alzarsi in volo.
Come per il piccolo viaggio precedente Shu partì per ultimo, alzandosi in volo con grazia e seguendo i suoi fratelli.

Quando Niav raggiunse le altre Ímisy i draghi presero una formazione, come se non non avessero mai fatto altro nella loro vita. Come se fossero nati solo per solcare i cieli in quel modo e forse la cosa non era così lontana dalla realtà dei fatti.
Seth era il primo, dietro di lui volavano Geb e Teti, mentre Shu volava più in alto, dove poteva sfruttare meglio le correnti d'aria.
Nonostante il rumore del vento, le quattro erano abbastanza vicine per comunicare, a patto che si sforzassero di alzare la voce.
《Dove siamo dirette?》 Chiese Niav dopo alcuni minuti di silenzio.
Talise e Maka sorrisero, anche se dalla sua posizione Niav non poteva vedere la loro espressione.
《Solo Shu lo sa》 disse in un tentativo di divertire la ragazza sembrando misteriosa.

* * * * * * * * * * * * * * *

《Niav!》
La ragazza sussultò, scuotendo la testa per scacciare il sonno al quale stava per abbandonarsi.
《Talise e Teti stanno tornando》 la informò Maka.
Circa mezz'ora prima i quattro draghi si erano avvicinati ad un corso d'acqua per riposare, ma prima di ripartire Talise aveva spiegato che sarebbe rimasta in acqua: qui Teti poteva muoversi meglio, risparmiare energie e prepararsi meglio al lungo viaggio che l'aspettava. Così le due avevano deciso di seguire il fiume il più a lungo possibile, ossia fino a quel momento.
《Fermiamoci e cerchiamo un posto per riposare》 continuò la guardiana della terra. Niav annuì: il sole stava iniziando a calare, così come la temperatura. I draghi erano stanchi e non avrebbero potuto continuare a lungo il loro viaggio.
Shu, che continuava a voltare sopra i suoi fratelli, iniziò a scendere di quota in modo che le Ìmisy potessero vedere meglio quello che c'era sotto di loro e scegliere un luogo adatto a trascorrere la notte.

Talise, che aveva appena raggiunto il gruppo, impiegò pochi minuti ad individuare un boschetto dove le quattro avrebbero potuto accamparsi. Sorgeva accanto ad una piccola città, città che Niav pensò di raggiungere per fare qualche telefonata.
《Gli abitanti non noteranno Shu e gli altri?》 Domandò la castana mentre si avvicinavano sempre di più al suolo.
《In realtà no. La mente umana fa molta fatica ad accettare la loro esistenza, l'unico modo per vederli è sapere che sono reali o essere strettamente connessi a loro. Ad esempio i cacciatori possono vederli perché sanno di loro, così come gli abitanti del nostro villaggio. Tu invece hai visto Shu per il tuo legame con lui》 spiegò Talise, alzando la voce per farsi sentire sopra al rumore del vento.
Questa spiegazione non sorprese del tutto Niav: aveva già intuito che il modo cui nessuno notava i draghi non poteva essere naturale. Insomma, di certo quattro creature del genere non potevano passare inosservate agli occhi di tante persone.

Quando finalmente i quattro draghi raggiunsero terra le Ímisy iniziarono a disporre tutto quello che era necessario per passare la notte all'aperto.
Dopo aver aiutato le quattro a sistemarsi Niav decise di dare un seguito ai suoi pensieri di prima, approfittando delle ultime ore di luce per fare un giro in città e magari chiamare Ailis o i suoi genitori, come aveva effettivamente promesso di fare.
Passeggiò a lungo per le strade, parlando con la sua famiglia ed i suoi amici attraverso il cellulare di cui conservava con estrema cura - per quanto le fosse possibile - la batteria, che non sapeva quando avrebbe ricaricarlo nuovamente.
Le era mancato quel modo di fare, quei dialoghi spensierati. Le piccole liti scherzose con suo fratello Daibhi, le battute di Jacob, così stupide ma anche così divertenti. Le era mancato il modo in cui solo Ailis riusciva a capirla. Le mancava tutto della vita che conduceva fino a poco meno di una settimana prima, ma non sarebbe mai tornata indietro. Non avrebbe mai rinunciato al legame che aveva con Shu. Sentiva che la loro era un'unione radicata nel profondo della loro anima, ora che si erano incontrati non avrebbe mai sopportato la sua assenza.
Non poteva fare a meno di notare la differenza fra i momenti in cui era senza Shu e quelli in cui erano insieme. Sapeva quando lui era vicino, ma quando non riusciva a percepire la sua presenza nelle vicinanze non poteva fare a meno di sentirne la mancanza.

Immersa nei suoi pensieri Niav non si era resa conto di essere arrivata al cospetto di un edificio. Era composto da una struttura principale, a cui erano collegati altri edifici più piccoli.
Un'insegna posta sopra all'ingresso non lasciava spazio a dubbi sulla funzione dell'edificio. "Gavestron's Hotel".
《È interessata signorina?》 Chiese una voce con un accento inglese, che spiccava particolarmente dopo una settimana passata a sentire ovunque l'accento americano delle tre Ímisy e degli altri guardiani.
La ragazza si voltò, trovandosi davanti un ragazzo.
Il giovane si sistemò i capelli, passandosi una mano fra i morbidi ricci corvini.
《Se è interessata abbiamo delle camere libere, questa non è una stagione piena. Però dovrebbe avvertirmi subito, altrimenti non avremmo tempo di prepararle una camera. Sa, l'orario》 continuò il giovane.
Niav annuì, guardandosi attorno. Dormire in un posto simile sarebbe stato molto più comodo, ma sarebbe stato difficile convincere le altre e in tutta sincerità non amava l'idea di lasciare solo Shu.
《No... stavo solo guardando. Scusi il disturbo》 mormorò la ragazza, decidendo finalmente di incamminarsi verso il bosco. Proprio mentre si guardava attorno in cerca della direzione giusta vide tre figure familiari avvicinarsi, parlottando fra loro.
Talise, Adeen e Maka sembravano decisamente infastidite da qualcosa avvenuto durante l'assenza di Niav.
Quando videro la ragazza lanciarono un'occhiata dubbiosa alla struttura e le fecero cenno di avvicinarsi.
Una volta che furono abbastanza vicine da poter parlare sussurrando - ed evitando orecchie indiscrete - Adeen prese la parola.
《Non riusciamo ad accamparci, è pieno di estranei, continuano a curiosare. Mi chiedo cosa abbiate voi che non va...》 borbottò, probabilmente avrebbe continuato con la sua solita tiritera ancora a lungo, ma venne scoraggiata da un cenno di Talise.
Nonostante quella storia del "voi" stesse iniziando ad infastidire Niav la castana decise di seguire l'esempio delle altre due Ímisy, limitandosi ad ignorare le lamentele della rossa. Sapeva che le ragioni per cui lo facevano erano diverse - Maka e Talise per lo meno sapevano qualcosa - ma il risultato era lo stesso.
《quel posto... ci si può dormire vero?》 Chiese Talise, osservando dubbiosa l'edificio ed il ragazzo davanti all'ingresso che ancora le guardava.
Niav annuì.
《Certo, dovremo pagare ma nessuno ci disturberà lì dentro - spiegò la ragazza - e poi quel ragazzo sembra una persona a posto》 continuò. In effetti il ragazzo sembrava educato, gentile e professionale persino agli occhi dubbiosi delle altre tre Ímisy. La discussione sull'argomento durò una decina di minuti, ma le quattro arrivarono ad una decisione: avrebbero trascorso la notte in quell'hotel.
Niav, seguita dalle altre tre, tornò quindi verso il ragazzo, che nel frattempo si era dedicato a controllare che fosse tutto al proprio posto - forse più per lasciare privacy alle ragazze che per un effettivo bisogno di farlo.
《Siamo ancora in tempo per una camera?》 Domandò, ottenendo un sorriso in risposta.
《Certo, seguitemi pure》.
Il ragazzo aprì la porta dell'edificio, raggiungendo un bancone - probabilmente la reception - dietro il quale prese posto.
Alla luce delle lampadine era più facile osservarlo. I capelli ricci - che arrivavano a metà del collo - erano probabilmente stati pettinati con del gel a inizio giornata, anche se quel punto si erano ormai spettinati.
Questi, sommati al resto del suo portamento, rendevano difficile definire la sua età: il volto era giovane ma i suoi vestiti - un completo nero abbastanza elegante sopra una camicia bianca - gli dava un'aria molto più matura. Anche gli occhi verdi del ragazzo avevano un'espressione tranquilla e rilassata ma allo stesso tempo seria e decisa.
《Benvenute al "Gavestron's Hotel", io sono Ryan Gavestorn, vi auguro una buona permanenza》 annunciò il ragazzo, come se lo avesse fatto da sempre ma senza perderne mai la voglia.

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Capitolo 9
*** Calendula ***


ultima revisione 26/09/2021


 

Dopo essere stato pagato, Ryan incaricò un suo dipendente di guidare le ragazze attraverso i corridoi fino a quattro camere, consegnando alle ragazze le chiavi. Una volta che ebbe augurato alle ragazze una buona permanenza si allontanò, lasciando le Ímisy libere di riposare.
Adeen e Maka si chiusero subito nelle loro camere, la prima senza dire una parola, la seconda affermando di essere stanca a causa del viaggio.
《Scusatemi ragazze, ma l'aria non è proprio il mio elemento》 si giustificò.

Rimasta sola con Talise, Niav non sapeva bene cosa dire. Stava per proporle di tornare ognuna nella propria stanza quando Talise tossì, come per prendere coraggio prima di dire qualcosa.
《Scusa Niav, tu hai... hai per caso trovato una foto in casa tua, al villaggio?》 Chiese, cogliendo del tutto alla sprovvista la castana. Dopo qualche istante annuì, decisa a farsi spiegare qualcosa.
《Ci siete tu, Adeen, Maka, un ragazzo ed una ragazza》 elencò mentre iniziava a prepararsi un breve discorso per convincere Talise ad essere onesta. Questo però si rivelò inutile, dato che la corvina iniziò subito a parlare.
《La ragazza è Aura, il ragazzo invece è suo fratello minore - spiegò Talise - Adeen ci aveva fatto giurare di non dirti nulla, ma è un tuo diritto sapere certe cose. Aura è stata uccisa dai cacciatori, non è stata la prima Ímisy morta per mano loro, ma per lei è stato... diverso...》 spiegò Talise con voce tremante. Aveva le mani unite e si stava torcendo le dita, un segno di nervosismo che Niav non si sarebbe mai aspettata di vedere in lei
《Adeen è quella che ha sofferto di più per la morte Aura》 aggiunse.
Niav annuì, ripensando all'immagine.
《In effetti alla foto sembrano buone amiche》 commentò.
Talise scosse la testa, guardando verso la stanza di Adeen.
《Erano molto più che amiche... Adeen è sempre stata impulsiva ed un po' irascibile, ma con Aura era diversa. La amava, moltissimo. Si voleva prendere cura di lei, anche se in in realtà era Aura a prendersi cura di Adeen. Da quando è morta, sei mesi fa, lei è del tutto cambiata... ho paura che non tornerà più come prima》

* * *

Anche nella sua stanza, avvolta dal buio, Niav continuava a pensare alle parole di Talise. In parte l'avevano aiutata a comprendere Adeen, anche se ancora sentiva che mancava ancora un pezzo del racconto. Un pezzo importante che per qualche motivo le stava venendo nascosto. Ancora non sapeva quale fosse, ma a quel punto era ovvio che riguardasse Aura.
La ragazza si rigirò nel letto. Non era disposta a passare un'altra notte insonne, soprattutto se doveva ripartire.
Pochi istanti dopo, però, fu costretta a ricredersi, ringraziando di essere rimasta sveglia.
A farle cambiare idea furono alcune voci, proprio sotto la sua finestra. Avrebbe potuto essere chiunque, ma il loro tono concitato mise in allarme Niav che si alzò dal letto.
In quel momento la sua curiosità, che l'aveva sempre fatta finire nei guai, si rivelò finalmente utile.
Si avvicinò alla finestra, ma non riuscì a vedere nulla. Sentì, però, tre voci che non avrebbe mai scordato. La sua mente volò al giorno del suo sgradevole incontro con i cacciatori, riconoscendo le voci dei due giovani e del loro maestro fuse con quelle di molti altri.

La maggior parte stava sussurrando, ma i cacciatori erano abbastanza da creare un mormorio udibile dalla finestra. Niav rimase paralizzata per quelle che le sembrarono ore - anche se furono solo pochi secondi - prima di riuscire a muoversi. Uscì dalla sua stanza e, sfruttando la morbida moquette che attuativa il suono dei suoi passi, bussò il più silenziosamente possibile alle porte delle tre ragazze.

La prima ad aprire fu Adeen, che lanciò uno sguardo fulminante alla corvina e provò a richiudere la porta.
Niav riuscì a bloccarla, incurante dello sguardo omicida che la rossa le lanciò.
《Cacciatori》 disse, mentre lottava per tenere la porta aperta. Al suono di quella parola Adeen smise di spingere la porta nel tentativo di chiuderla, assumendo un'espressione fredda. I suoi occhi, al contrario, sembrarono riempirsi di fiamme. Niav si rese conto di non aver mai visto davvero la rabbia di Adeen fino a quel momento e pregò di non doverne vedere oltre. Sembrava ad un passo dal perdere il controllo delle sue azioni e la capacità di pensare razionalmente.
《Dove sono?》 Domandò in un tono che le mise i brividi. Non era solo arrabbiata, era anche terribilmente decisa. Ricordò le parole di Talise riguardo ad Aura e rabbrividì, spaventata all'idea di quello che avrebbe potuto fare di lì a poco Adeen.
Anche Maka, che si era appena affacciata alla porta, corse subito accanto all'ímisy di Shu e bloccò il passaggio alla rossa con il suo corpo.

《Che sta succedendo?》 Chiese invece Talise aprendo la porta della sua stanza.
《Sono qui fuori. Alla nostra portata. Potremmo finalmente fare giustizia》 rispose Adeen in una voce quasi irriconoscibile, che nel frattempo continuava a tentare di liberarsi di Maka per uscire dalla stanza.
《Ti prego, ragiona, non è il momento. Andiamo via》 supplicò Maka nel tentativo di calmarla, purtroppo però nemmeno la stana abilità della castana era in grado di mettere un freno all'odio che le bruciava dentro. Smise di opporsi a Maka e di tentare di uscire, cambiando strategia.

《Seth》 sussurrò. Non era la prima volta che la sentiva dirlo in questo modo, sentendolo di nuovo realizzò che era quello che aveva sussurrato quando aveva chiamato il drago. Come era accaduto la volta precedente, un ruggito assordante riempì l'aria.
《Ora è il nostro momento. Lasciateci fare》 sentenziò uscendo dalla stanza, incurante delle giovani Ímisy davanti a lei che distratte dal ruggito di Seth vennero facilmente sposte con una spallata. Nel frattempo, il drago infuocato atterrò con un pensante tonfo.
Adeen si avviò verso l'uscita, seguita dalle tre ragazze che lottavano per fermarla.
Nonostante i loro sforzi, però, non furono loro a bloccarla. Fu invece Seth a impedirle di uscire dall'edificio: al suo arrivo alcune sterpaglie avevano preso fuoco e le fiamme avevano raggiunto l'edificio, bloccando il passaggio.

Il calore del fuoco scottava la pelle mentre il fumo toglieva l'aria dai polmoni.
Talise, riuscendo a rimanere lucida anche in quel momento, prese saldamente il polso di Adeen e la costrinse a voltarsi.
《Dobbiamo andare via. Così non la renderai felice e di certo non la riporterai indietro》 le disse - o meglio la supplicò - la corvina. Adeen esitò per alcuni secondi, osservando quel muro di fiamme come ipnotizzata. Infine, dopo un tempo che alle tre parve infinito, la rossa mormorò un "basta così" e si udì il suono di qualcosa che colpiva l'aria mentre Seth si rialzava in volo, mentre le fiamme ancora lo proteggevano dagli spari.

All'esterno si fecero sentire le urla dei cacciatori e dei cittadini alla ricerca di qualcosa con cui dare una mano in attesa dei soccorsi.
《Non possiamo uscire dalla porta, anche se riuscissimo a passare ci prenderebbero subito》 mormorò Maka mentre muoveva gli occhi in tutte le direzioni in cerca di una via di fuga. Niav si guardò attorno,  l'idea di essere in trappola, senza alcuna via di fuga, l'aveva sempre spaventata ma non voleva semplicemente abbandonarsi alla paura. Doveva rimanere lucida.

《La finestra. In camera mia. Possiamo uscire da lì, non sarà difficile》 propose all'improvviso la castana mentre ancora lottava per mantenere la calma.
Talise, Maka e persino Adeen annuirono a quello che sembrava l'unico piano che avessero a disposizione. Le quattro annuirono e, come per tacito accordo, tutte loro si fiondarono nelle loro camere, raccogliendo gli oggetti essenziali.

Fu una questione di pochi istanti, una piccola - anche se rischiosa - deviazione prima di raggiungere la finestra che Niav spalancò.
Adeen andò per prima, saltò dalla finestra e corse sul tetto, riuscendo a mantenere l'equilibrio senza molta difficoltà. Dopo di lei andò Talise che camminò sulle tegole con una grazia straordinaria, come se fosse sul morbido sentiero che, al suo villaggio, dalla cupola portava sull'altopiano.
Quando arrivò il turno di Niav la ragazza si guardò alle spalle, tossendo a causa del fumo.
Dietro di lei restava ancora Maka, che la incoraggiava con lo sguardo.
Trattenendo il respiro assieme alla tensione, la castana scivolò fuori dalla finestra.
Tenendo una mano sul davanzale, Niav tentò di mantenere l'equilibrio. Una tegola scivolò da sotto il suo piede e cadde a terra, infrangendosi sul terreno. Lasciando finalmente presa, la ragazza iniziò a camminare. Percorse un paio di metri prima di lasciarsi scivolare verso il basso, raggiungendo una seconda sezione di tetto a qualche metro dal terreno.

Talise ed Adeen si muovevano di gran lunga più veloci di lei, quindi la castana accelerò il passo per non ostacolare Maka, ancora dietro di lei e probabilmente rapida quanto le altre due Ímisy.
Ripensò a quando, da piccola, si arrampicava sul tetto di casa sua. Arrivava in cima e poi, quando sua madre la richiamava, si lasciava scivolare fino ad una botola aperta da dove raggiungeva direttamente il soppalco.
A quel pensiero, le gambe di Niav si fecero più salde ed i suoi muscoli meno tesi. Smise di tremare, aveva finalmente travato quel pizzico di fiducia in sé stessa che le mancava da quando la sua vita si era trovata del tutto sottosopra.

Quello era il suo piano, la sua idea. Aveva il controllo, stava funzionando. Perché avere paura? Era perfettamente in grado di farcela.
Accelerò il passo, lasciandosi scivolare sulle tegole senza più la tensione che l'aveva bloccata fino ad un attimo prima.
Eliminò la distanza fra sé e le altre due ragazze, raggiungendo il punto più basso del tetto in poco tempo. Da lì, aiutandosi con un tubo metallico che usò come scala, arrivò finalmente a terra.
Le tre vennero subito raggiunte da Maka che barcollò accanto a loro, tossendo a causa del fumo che aveva inalato rimanendo fino all'ultimo in casa.

Le quattro non ebbero tempo di riprendersi prima di venir avvistare da una donna con un guanto solo, che chiamò i compagni. I cacciatori che si erano riuniti davanti al Gavestorn's hotel era poco più di una decina, ma erano armati e decisamente pericolosi, nonché in superiorità numerica.
《Separiamoci, dovranno farlo anche loro e la cosa li mette sempre in difficoltà》 ordinó Talise, correndo via e privando chiunque dell'opportunità di ribattere.
Anche Niav iniziò a correre. Aveva nuovamente perso quella sensazione di sicurezza provata pochi istanti prima, sul tetto. Si sentiva indifesa, e per di più era anche sola. Senza nessuno da seguire, non aveva idea di dove andare o un modo per sfuggire ai cacciatori.

Nonostante cercasse di muoversi più rapidamente poteva sentire i passi alle sue spalle farsi sempre più vicini. Quanto poteva sperare di resistere prima che la prendessero. Due, forse tre minuti? di certo non molto di più. Sopra di lei vide l'ombra di Seth, Geb e Teti, mentre nella sua mente risuonava il rimprovero di Adeen. A malincuore dovette darle ragione, sarebbe morta per non essere riusa chiamare Shu? Non era ancora disposta ad accettarlo. Non così, non in quel modo.

Adeen aveva sussurrato il nome di Seth per chiamarlo, ma dubitava che fosse solo quello. La sua situazione non era la migliore per riflettere, ma aveva forse alternative? Ripensò a Shu, alla sicurezza e alla calma che le infondeva.
Con quelle sensazioni in mente, Niav urlò il nome di Shu, in una disperata richiesta di aiuto. La sua ultima speranza, probabilmente destinata a rivelarsi un tentativo disperato e inutile.
Il suono di passi alle sue spalle si bloccò, lasciando posto ad un suono ancor più spaventoso, che fino a quel momento aveva sentito solo un'altra volta: il suono delle armi che venivano preparate per fare fuoco.
Si guardò attorno, non trovando alcun punto per ripararsi mentre una crescente sensazione di panico si impossessava di lei. Tutto si faceva confuso e opprimente, rendendole impossibile anche solo vedere cosa aveva attorno.

Un proiettile colpì l'asfalto accanto a lei. Forse era una cosa voluta o forse un errore, ma fu sufficiente a far cadere Niav, colta di sorpresa, e a farla ruzzolare a terra.
Venne rapidamente accerchiata dagli stessi cacciatori che aveva già incontrato, i due giovani ed il loro mentore.
Il biondo - Ancel - le si avvicinò, mettendole un piede sul petto per tenerla a terra.
《Con questo colpo immagino che mia sorella si sia fatta perdonare per averti lasciata scappare, ma ha perso il privilegio di ucciderti. Vero, signor Howard?》Domandò, anche se dal tono era chiaro che conoscesse già la risposta.

Il più anziano dei tre si avvicinò alla ragazza, sorridendo soddisfatto.
《Si. Sei stato bravo Ancel, uccidendo un Ímisy avrai di sicuro una promozione. Vieni qui Agatha. Anche il tuo è stato un ottimo lavoro》 disse il cacciatore, facendo un cenno anche alla rossa.
Prima che questa potesse fare un solo passo nella direzione dei due sgranò gli occhi, indicando il cielo.
《Ancel! Kevin!》 Urlò, indietreggiando di qualche passo con le gambe che le tremavano.
Niav non poteva vedere cosa spaventasse tanto i tre cacciatori, ma il loro mentore prese in mano il suo fucile ed iniziò a sparare verso l'altro.
Solo quando ciò che stava terrorizzando i tre atterrò alle spalle di Niav, colpendo con un'enorme zampa bianca Ancel, la ragazza capì.
《Shu!》 Esclamò incredula e grata allo stesso tempo. Aveva funzionato, l'aveva sentita.
Agatha corse accanto al fratello, mentre Niav cercava di alzarsi in piedi. Vedendola, il cacciatore rimasto le puntò contro il fucile.
《Non ti salverai. Quella cosa ci ucciderà, ma ti porteremo con noi》 la minacciò. Prima che il cacciatore potesse fare qualunque altra cosa, però, le fauci di Shu si chiusero sull'uomo che scomparve nella gola del drago sotto lo sguardo terrorizzato dei suoi due apprendisti.
Niav - altrettanto scossa - si alzò in piedi e corse accanto a Shu, la sua unica fonte di sicurezza. Nonostante quello che aveva appena visto infatti non era in grado di provare alcun tipo di empatia per i cacciatori.
Ancel era troppo stordito dal colpo per potersi muovere, ma sua sorella prese la sua arma e la puntò contro Niav.
Prima che la ragazza o il drago potessero fare qualcosa fu una terza persona a fermare Agatha, sparandole.
La prese in piena fronte, facendola immediatamente crollare a terra senza vita. Guardandosi attorno, Niav vide la sagoma un giovane uomo dall'aria scossa ma decisa, che teneva una pistola fra le mani.

Avrebbe voluto urlare, chiedergli chi fosse, ma nessun suono uscì dalla sua bocca. Prima che riuscisse a riscuotersi quello stava già correndo via.
Non aveva tempo per indagare, percepiva il senso di urgenza di Shu e il suo desiderio di allontanarsi da quel posto ed ovviamente non poteva non condividerlo.
Si arrampicò rapidamente sul dorso del drago e si strinse a lui.
《Grazie》 mormorò mentre il drago si alzava in volo, diretto verso i suoi fratelli.

Non riuscì però ad evitare di pensare alla scia di distruzione che si stava lasciando alle spalle: c'era forse qualche altro ospite in quell'Hotel? Come stava Ryan, in ragazzo che le aveva accolte? Probabilmente, anzi, certamente quella sera delle vite erano state rovinate, distrutte o addirittura spezzate. Poteva anche dare tutta colpa ai cacciatori, ma questo non alleviava il peso sul petto della ragazza: la colpa ricadeva anche su di loro, che le quattro ímisy ne parlassero o meno tutte avevano questa certezza.

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Capitolo 10
*** Do Not Forget Me ***


ultima revisione 26/09/2021

 

Quando Shu raggiunse i suoi fratelli i tre si stavano dirigendo rapidamente verso l'hotel.
Riuscirono a scambiarsi una sola occhiata prima che i draghi, diretti in direzioni opposte, si allontanassero.
Nella mente di Niav risuonò una sola parola: "tieniti".

Quella parola, unita alla sensazione di urgenza che in quel momento stava provando Shu, le fece quasi scordare quello che doveva fare. Fu una questione di qualche istante prima che ricordasse le due fasce di cuoio che aveva fissato sul collo drago con l'aiuto di Maka. Abbastanza larghe da non infastidire il drago, abbastanza salde da far in modo che la ragazza potesse reggersi ad esse.

Quella più bassa aveva due fori dove poter fissare i piedi e l'altra uno dove potersi aggrappare con le mani.
Nell'istante in cui fu certo che la sua Ímisy fosse ben salda sul suo dorso Shu iniziò a volare verso l'alto, curvando ed arrivando a volare a testa in giù per qualche istante. Dopodiché ruotò su se stesso lateralmente, tornando finalmente ad una posizione normale e riprendendo il suo posto nella formazione.

Niav, fra lo stordimento e la sorpresa, impiegò qualche istante a capire cosa avesse fatto esattamente Shu.
In meno di trenta secondi si era girato su se stesso, evitando la solita curva larga che, durante i viaggi in formazione, poteva far perdere ai quattro anche interi minuti. Niav non faticava a capire il motivo di quella manovra, in quel momento ogni secondo era essenziale: dovevano allontanarsi in fretta, prima che sorgesse il sole. Non potevano rischiare di farsi seguire o di far capire ai cacciatori dov'erano dirette.

Anche le tre Ímisy, che erano riuscite ad assistere alla scena, fissavano il drago meravigliate.
Doveva essere stata una manovra difficile anche per qualcuno come lui, era evidente. Niav lasciò la fascia di cuoio, stringendosi a Shu e infilando le dita fra le sue piume, trasmettendo alla creatura tutta la sua ammirazione e la sua gratitudine.
Nonostante il drago stesse cercando di nasconderlo, riusciva a percepire quanto fosse sollevato e allo stesso tempo fiero di sé.

Geb si avvicinò a loro, mentre Maka guardava la ragazza con aria preoccupata.
《Sei tutta intera? Hai rischiato molto》 disse, studiando l'Ímisy ed il drago in cerca di qualche ferita.
Niav annuì lasciandosi scivolare sul dorso del drago, improvvisamente sfinita.
《Riposa pure - le disse Talise, che avvicinandosi alla due aveva notato la stanchezza della castana - Shu ha fatto un grande sforzo e non avendo abbastanza energie ha sfruttato la tua. È una cosa che Ímisy e draghi possono fare, anche se di solito cerchiamo di evitarlo. E poi siamo tutte stanche, è stata una lunga notte》

Niav non era certa di aver compreso tutta la spiegazione, si sentiva la testa pesante e faticava a ragionare, ma annuì.
Mentre i due draghi si allontanava si lasciò ricadere sulle morbide piume di Shu, addormentandosi poco dopo cullata dal tepore del corpo del drago.

Quando aprì nuovamente gli occhi era ancora accanto a Shu, ma avvolta da un sacco a pelo. Il drago dormiva accanto a lei, riparandola con un'ala.
La ragazza capì che qualcosa non andava quando il suo corpo si mosse senza che lei avesse effettivamente desiderato farlo. Mentre cercava di riprendere il controllo dei suoi movimenti qualcuno si infilò sotto l'ala di Shu. Una figura inconfondibile dai capelli rossicci. Erano più corti di quel che ricordava, ma quella era senza dubbio Adeen.
Vedendola avvicinarsi Niav provò ad indietreggiare, ma non solo il suo corpo si rifiutò di ascoltarla, anzi, si mise a sedere sul sacco a pelo e piegò le labbra in un timido sorriso.
Adeen le si avvicinò, ricambiando l'espressione in maniera dolce e premurosa.
《Ehi... ti ho svegliata?》 Chiese la rossa. Dal corpo di Niav provenne una voce che non le apparteneva: era dolce ma bassa, quasi una specie di sussurro.
《No, tranquilla》 replicò la ragazza.
Ormai una semplice spettatrice di quello che il suo corpo faceva, la castana osservò Adeen sedersi accanto a lei e sfiorarle il viso.
《Come stai? Ti senti meglio?》 Domandò. Niav non si aspettava che la rossa potesse essere così gentile con qualcuno, ma dovette ricredersi.
《Non preoccuparti, Aura, troveremo quella cura》 promise la ragazza.
L'ímisy si ricordò dei sogni fatti qualche giorno prima, quando aveva osservato una scena dagli occhi di qualcun'altro. Una scena accaduta nel passato.

Nonostante fosse riuscita a capire di star vedendo qualcosa appartenente al passato di Aura, ancora non capiva ancora di cose stesse parlando Adeen. Talise le aveva detto che Aura era stata uccisa dai cacciatori, ma non aveva mai fatto cenno ad una cura, né tantomeno ad una malattia.

Mentre Aura rispondeva con un debole "si" la vista di Niav si annebbiò per qualche istante. Quando tornò a vedere chiaramente stava correndo. La situazione era così simile a quella da cui era sfuggita poco prima che temette di esserci tornata dentro.
Il sogno era così vivido che riusciva a percepire la stanchezza ed il dolore, probabilmente stava correndo da un eternità, ma allo stesso tempo sia Aura che Niav sapevano cosa le aspettava se si fossero fermate. Com'era successo prima, anche nel sogno qualcuno sparò nella direzione di Aura, ma questa volta il proiettile raggiunse il corpo della ragazza anziché il terreno ai suoi piedi.
Un dolore lancinante partì dalla coscia destra e si diffuse per tutta la gamba, raggiungendo persino la schiena e facendola crollare a terra. Un urlo strozzato lasciò le labbra della ragazza, incapace di muoversi a causa del dolore che non accennava a diminuire. I passi alle sue spalle la fecero rabbrividire mentre provava ad allontanarsi trascinandosi con la mani. Niav continuava a non avere alcun controllo sui suoi movimenti - o forse avrebbe dovuto dire sui movimenti di Aura? - ma il sogno era così vicino che aveva perso di vista in confini fra realtà ed immaginazione.
La visuale di Niav era limitata al terreno, perciò non notò la figura accanto a lei finché quella non la colpì con un calcio al fianco, facendola ruotare su sé stessa e lasciandola dolorante ed immobile con lo sguardo fisso sul cielo notturno.
La luna piena era particolarmente splendente, troppo bella per una situazione del genere.
Una figura si mise in piedi davanti ad Aura, sovrastandola e nascondendo la luna dietro di sé.

La vista di Niav era nuovamente appannata, riuscì solo a sentire il suono di uno sparo prima di svegliarsi di soprassalto, rischiando quasi di cadere dal dorso di Shu. Si sentiva stordita e allo stesso tempo sollevata e spaventata.
Osservò le sue compagne, fra le tre solo Adeen era sveglia. Da un lato avrebbe voluto incalzarla ed ottenere qualche informazione, ma dall'altro si sentiva stranamente vicina a lei.
Sospirò, mettendosi una mano in tasca e sfiorando un piccolo e sottile oggetto. Era arrivato il momento di restituirlo.

Dopo il risveglio di Niav il viaggio non continuò a lungo, ma quel lasso di tempo fu sufficiente a far nascere in lei decide di dubbi e per fare in modo che la divorassero senza tregua.
Quando i draghi toccarono terra, nei pressi di un fitto bosco, la castana fu l'ultima a scendere: ogni movimento le costava tutto il suo coraggio e tutta la sua forza di volontà, ma a quel punto era decisa.

Si avvicinò ad Adeen, continuando a tenere una mano nella tasca dove conservava la fotografia.
Prese un respiro profondo, aprendo e chiudendo la bocca nel tentativo di trovare le parole. Temeva la guardiana del fuoco molto più di quanto le sarebbe piaciuto ammettere, ma non voleva assolutamente tirarsi indietro.
《Adeen》.
Il suo fu un mormorio appena udibile, non riuscì neppure a farsi sentire dalla ragazza.
《Adeen》 ripeté, questa volta abbastanza forte da farsi sentire non solo dalla diretta interessata, ma anche da Maka e Talise.
Le tre ragazze la guardarono come se stesse dando di matto ma nessuna fiatò, in attesa di vedere come si sarebbe evoluta quella situazione.

《Ti devo parlare - disse recuperando coraggio e fissando negli occhi la ragazza - credo di avere qualcosa che ti appartiene e credo che tu la rivoglia indietro》 continuò, sfiorando nuovamente la foto nella sua tasca.
Un lampo di rabbia attraversò gli occhi rossi della ragazza, ma venne immediatamente mascherato da un'occhiataccia scettica. Le sue labbra si contrassero in un ghigno ed i suoi occhi si assottigliarono.
《Tu avresti qualcosa di mio? E sentiamo, cos'è?》 Chiese.
La castana scosse la testa, non voleva parlarne in quel posto. Se l'idea che si era fatta di Adeen era corretta non le avrebbe detto nulla davanti alle altre due Ímisy. Anche se le speranze di farsi dire qualcosa erano basse ne avrebbe avute decisamente di più discutendo a quattrocchi.
《Possiamo... andare altrove?》 Chiese mentre si inoltrata fra gli alberi, sperando di essere seguita.
La rossa si voltò, seguendola con lo guardo finché non scomparve fra gli alberi.
Solo quando fu finalmente uscita dal suo campo visivo la rossa si decise a seguirla, camminando stizzita verso il bosco.

Una volta sole, Talise e Maka si studiarono a vicenda, incerte sulla decisione giusta da prendere.
《Sarà saggio lasciarle sole? Insomma, dopo tutto quello che ha passato Adeen...》 mormorò Maka, ma venne interrotta da un cenno.
《Ho detto a Niav di quello che è successo ad Aura》 ammise. L'ímisy più giovane impallidì, stringendo il braccio di Talise e costringendola a voltarsi verso di sé, come se sperasse di cogliere qualsiasi cenno del fatto che la castana stesse scherzando.
《Tu davvero lei hai detto tutto? Quando? Perché?》.
La castana sembrava sbiancare ogni secondo di più, ma la riccia mantenne la sue espressione seria e decisa.
《Non sa tutto... in realtà, ho omesso la maggior parte della storia - non ho parlato della cura - ma ora sa di Adeen e Aura》 spiegò.
La guardiana della terra annuì nel tentativo di convincersi che sarebbe andato tutto.
《allora stiamo a vedere》 decise, riuscendo a tirare fuori la sua solita sicurezza.

Adeen si inoltrò nel bosco, guardandosi attorno fino a che non si ritrovò davanti a, che studiò a braccia incrociate. Le due si guardarono negli occhi, nessuna sembrava intenzionata ad abbassare lo sguardo.
Tenere gli occhi fissi in quelli dell'altra non era un compito facile per nessuna delle due.
Gli occhi dell'ímisy di Seth erano sfere infuocate, pronte a distruggere tutto ciò che si trovava davanti. Non incutevano un semplice timore, ti facevano sentire debole, indifeso, in trappola.
Gli occhi dell'ímisy di Shu d'altro canto erano pieni di memorie troppo dolorose per essere riportate alla luce. Ricordi che facevano stringere il cuore della rossa, minacciando di farla crollare a pezzi.

Ad interrompere quella situazione, dopo infiniti istanti di sguardi, fu proprio Adeen. Senza staccare gli occhi da quelli della castana, le rivolse finalmente la parola.
《Allora? Dammi quello che mi spetta e facciamola finita》 ordinò, studiando con attenzione Niav come avrebbe potuto fare con un bersaglio da distruggere.
Sospirando, la castana tolse la mano dalla tasca, stringendo fra due dita la fotografia.
《L'ho trovata nella mia casa. Talise dice che è tua》 spiegò Niav con apparente calma tradita dalla sua voce strozzata. La rossa sgranò gli occhi alla vista di quel piccolo pezzo di carta e provò a prendere l'immagine dalle mani dell'altra, che però indietreggiò stringendo a sè la foto. Non aveva ancora finito con Adeen, le serviva una garanzia, qualcosa per costringerla a continuare quella conversazione.
《C'è altro, ho visto una cosa stanotte... dei ricordi di Aura》 mormorò.
In un istante Adeen le fu addosso, stringendo la maglia della ragazza in un pugno.
《Non dire il suo nome... non parlare di lei》 sarebbe dovuta essere una minaccia, ma quando Adeen la pronunciò parve più una supplica.
Niav prese un respiro profondo, era decisa a continuare per la sua strada.
《In quel sogno ti ho vista... beh, Aura ti ha vista. Le hai parlato di una cura, anche se non so per cosa... e poi ho sognato di...del momento in cui è stata...》 tentò di dire, ma le parole le morirono in gola quando Adeen la spinse via.
La fissò piena di rabbia e risentimento, stringendo i pugni.
《Come ti sei permessa di sbirciare nella vita di Aura? Tu... tu hai visto cose che non dovevi vedere, non dovevi permetterti di farlo...》.
Colpì la corteccia di un albero con un pugno, graffiandosi la mano.

《L'hanno uccisa i cacciatori》 disse Niav, aveva bisogno di sapere com'era andata. Non era semplice curiosità, si sentiva in diritto di sapere ciò che la riguardava così da vicino: era un'ímisy, ciò che aveva messo in pericolo Aura ora metteva in pericolo lei.
《Non sai di cosa stai parlando》 la avvertì Adeen, ma lei insistette.
La conversazione aveva preso una piega simile a quella di pochi giorni prima, quando l'aveva portata alla Cupola, ma questa volta non avrebbe lasciato perdere. Sarebbe arrivata in fondo a quella storia, nel bene o nel male.
《Cosa centro io con la sua morte? Se è perché ho preso il suo posto mi dispiace, ma non ho chiesto io tutto questo! Stavo bene con la mia vecchia vita, all'oscuro di tutto questo. Ora invece non posso più tirarmi indietro, non sarei in grado di lasciare tutto questo... lasciare Shu》.

Adeen sospirò, sperando di liberarsi della rabbia con quel gesto. Si ritrovò a ripeterlo più e più volte, smaltendo tutti i sentimenti che si erano accumulati dentro di lei inspirando ed espirando.
《Perchè dovresti incolpare me o chiunque altro per la sua morte?》 La incalzò Niav, guardando la ragazza davanti a lei con una punta di dispiacere. Capiva che non era facile per lei parlare di una cosa del genere, sapeva che la stava ferendo, ma quella situazione non era più sopportabile per nessuna delle due.

《Tu hai visto quello che è successo ad Aura ed ora pensi di conoscerla?》 Domandò. La ragazza si lasciò sfuggire una risata amara, coprendosi il volto con una mano e sistemandosi i capelli.
《Quella che hai visto non era Aura... lei brillava di luce propria, era piena di vita. Aveva sempre la soluzione a tutto, sapeva sempre cosa dire e quando. Non era indifesa... non l'ho mai vista in difficoltà》 disse in tono quasi 8sognate.

Sospirò, alzando lo sguardo e osservando un punto a caso fra gli alberi, come se potesse ancora vedere Aura. Come se sperasse di vederla riapparire da un momento all'altro.
Niav guardò la foto che ancora stringeva in mano, Adeen aveva ragione: quella ragazza sembrava rallegrare tutti con la sua sola presenza.
《Nei mesi prima di essere uccisa era spenta. Era un processo lento ma inevitabile, ed è stata tutta colpa vostra. Gli ímisy sono sempre più deboli, di anno in anno voi distruggete terra, aria e acqua, di anno in anno gli ímisy di Geb, Shu e Teti sono sempre più deboli. Quei cacciatori non avrebbero mai preso Aura se non fosse stata così》. raccontò a denti stretti, come se ogni parola pronunciata le costasse un enorme sforzo. Guardò Niav e le si avvicinò, strappandole di mano la fotografia. Una volta che la ebbe finalmente fra le mani se la portò al petto e chiuse gli occhi, quasi sollevata.
《Adeen》 mormorò mentre la rossa si voltava per tornare sui suoi passi
《Non dire che ti dispiace - rispose senza voltarsi - non pensarci nemmeno》

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Capitolo 11
*** Purple Heather ***


ultima revisione 26/09/2021

Che effetti aveva avuto l'ultima discussione fra Niav e Adeen?
Difficile dirlo, ma dal quel momento in poi ogni lite fra le due cessò, assieme a qualsiasi altro tipo di conversazione.
A migliorare la situazione, almeno per Niav, aveva pensato Shu. Il drago aveva iniziato a sembrare più convinto e a tenere un ritmo più rapido nel volo: sapeva di essere vicino al Cuore, e anche la sua Ímisy riusciva a sentirlo.

《Mi chiedo quale genere di posto abbia scelto Aura》 mormorò Adeen guardando il vuoto sotto di sé con un'espressione nostalgica.
Anche Shu stava trasmettendo una sensazione simile, ma allo stesso tempo quello ciò che provava era del tutto diverso. Era la nostalgia di chi aveva perso decine, anzi, centinaia di persone care, ma che allo stesso tempo sapeva che quello non era altro che lo scorrere del tempo.
Era triste percepire quella sensazione, faceva sentire piccoli, un evento passeggero che non valeva nulla se paragonato alla vita dei draghi.
All'improvviso il corpo del drago ebbe un tremito e le piume si rizzarono. Niav venne raggiunta da una scarica di emozioni fin troppo forti, troppe per essere distinte o decifrare.

Iniziò a planare verso il basso, scendendo verso il suolo fin troppo rapidamente.
Nemmeno i suoi fratelli riuscirono a stargli dietro, al punto che quando Shu atterrò quelli erano ancora a metà strada.
Senza dare a Niav il tempo di scendere a terra, iniziò a correre alla ricerca di qualcosa.
A causa della foga con cui Shu si muoveva la ragazza fu costretta a reggersi saldamente al corpo del drago, sperando di non essere sbalzata via.
Quando finalmente si calmò, scusandosi con Niav per i suoi modi, la ragazza poté finalmente fermarsi ad osservare il panorama davanti a sé, che fino ad un attimo prima prima era solo una macchia confusa.

Si trovavano in un'ampia radura, che per certi versi ricordava quella del villaggio nella riserva naturale.
Le due radure aveva le stesse dimensioni ma mentre la prima con le quattro case ed i pini più giovani posti all'interno sembrava più accogliente, quella in cui era appena atterrato Shu trasmetteva una sensazione del tutto diversa. Gli alberi erano più alti, tanto che sembravano piegarsi verso l'interno per schiacciare chiunque osasse mettere piede in quel luogo. Non era quello il tipo posto in cui avrebbe pensato di trovare il Cuore nascosto da Aura. Si era immaginata decine di luoghi diversi, ma quello non gli si avvicinava nemmeno vagamente.

Per qualche motivo, dopo aver capito quanto fosse stata gentile quella ragazza, si era immaginata un luogo in grado di riflettere tutta quella bontà.
Quel luogo pareva più adeguato ad una persona solitaria e schiva, non alla ragazza sorridente che aveva visto in foto.
"Non sembri convinta"
Affermò la voce di Shu, risuonando nella mente della ragazza.
《Ecco... non è il genere posto che mi aspettavo》 spiegò l'Ímisy. Percepì come la cosa divertisse il drago, poteva quasi sentirlo ridere nella propria mente.
"Vedi, quando Aura è diventata mia Ímisy aveva scelto un luogo diverso, ma poi i cacciatori arrivano vicini allo scoprilo.
Nemmeno i cacciatori sono certi che il Cuore esista davvero, ma qualcuno aveva scoperto dov'era nascosto il mio. Spostandolo qui, Aura ha depistato i cacciatori"
Spiegò il drago.

"C'è un'altra cosa, Niav"
Disse Shu, piegando il collo ed osservando la castana, che nel frattempo era scesa a terra.
"Nemmeno io so dove l'ha nascosto"
《In che senso?》 Esclamò Niav sorpresa mentre gli altri draghi atterravano.
Poté quasi udire Shu sospirare nella sua mente.
"So che Aura ha posizionato in quest'area il cuore, ma nemmeno io sono riuscito a capire con precisione dove" spiegò il drago.
I fratelli non ci misero molto a percepire che qualcosa in Shu non andava, passando subito quella sensazione alle loro Ímisy. In un istante le tre si fecero serie.
《Niav. Che succede?》 Domandò Talise, avvicinandosi all'unica che poteva sapere cosa stesse passando per la mente di Shu.

《Non sappiamo dove si trova il cuore - spiegò la ragazza - dice che è qui, ma non sa dove》 la corvina si morse il labbro, cercando di mantenere la calma.
《Non dobbiamo agitarci - mormorò - dividiamoci, se è qui lo troveremo》
《Come se qualcosa potesse andare per il verso giusto》 commentò Adeen.
Maka ignorò il commento, decisa a supportare Talise ed evitare che qualcuno perdesse la calma.
《dovremmo prendere delle precauzioni, però》 suggerì la castana, abbassandosi e appoggiando entrambe le mano sul terreno.

Quello iniziò a tremare e, sotto gli occhi increduli di Niav, iniziò a cambiare forma. Il terreno roccioso iniziò a plasmarsi come se fosse fatto d'argilla, assumendo la forma di una falce grande quando l'avambraccio di Maka. La ragazza sollevò l'arma, osservandola con attenzione.
《Non la prendevo da anni, spero di non averci perso la mano》 commentò. L'arma era avvolta da uno strato di roccia, quasi come se fosse uno guscio protettivo che iniziò a sgretolarsi sotto il tocco di Maka.
Quando l'arma fu finalmente libera dal suo guscio, Niav riuscì finalmente osservarla con attenzione. L'impugnatura era di legno, ricoperta da uno strato di cuoio, mentre la lama era stranamente lucida e sembrava particolarmente affilata. Aveva una forma di mezzaluna, ed il metallo rifletteva la luce del sole.

《Ancora quella roba? Dovresti semplicemente lasciarla dov'è. È vecchia di secoli - commentò Adeen - Non so se ti è chiaro, ma non è più come per i primi Ímisy. Quelli ti sparano, un pezzo di ferraglia come quello non servirà assolutamente a nulla》 continuò Adeen in tono provocatorio. Maka ridacchiò in risposta, senza aggiungere nulla.
Mentre le tre parlavano come se tutto fosse assolutamente normale, Niav continuava a fissarle incredula. Sembravano venire da un altro pianeta: si conoscevano da anni, erano cresciute in quel modo ed erano state istruite per essere Ímisy. Erano amiche oltre che compagne, sapevano capirsi con un solo sguardo.

《Shu...》 riuscì finalmente a mormorare la ragazza, guardando il drago in cerca di spiegazioni.
"Quella falce fu forgiata da uno dei primi Ímisy di Geb. All'epoca era più utile, ma funziona ancora a dovere" le illustrò prontamente lui.
Niav annuì, non era certa di aver capito tutto, ma si era ormai rassegnata a quella costante sensazione di smarrimento che contraddistingueva le sue giornate in compagnia delle altre Ímisy.
"Se ti interessa saperlo, anche Talise ha una cosa del genere" aggiunse.
Prima che Shu potesse concludere l'Ímisy raggiunse Teti, cercando qualcosa in una delle sacche che la dragonessa portava.
Dopo alcuni minuti ne estrasse una frusta.

《Sai, io e Maka preferiamo le armi di questo genere. Valeva anche per Aura - spiegò Talise - la sua arma era davvero molto interessante》 aggiunse, stuzzicando la curiosità della castana.
《Cosa intendi dire?》 Chiese, facendo sorridere la riccia con fare nostalgico.
《Aura non mi ha mai voluto svelare il segreto dietro quell'arma, ma credo che fosse tutto merito suo. Da quello che so nessuno si era mai avvicinato ai suoi livelli》 spiegò facendo trasparire un forte desiderio di comprendere come funzionava quella cosa.

La castana si chiese se quello stesso desiderio si espandesse ad altro.
In effetti Talise amava comprendere i meccanismi di ciò che le accadeva attorno, che si trattasse di scienza o di sovrannaturale, la corvina sentiva il bisogno non solo di sapere il perché, ma di scoprirlo da sola.
E quel desiderio di conoscenza era condiviso anche da Niav.
"Tutti i miei Ímisy controllano l'aria. Alcuni sono più bravi di altri, ma nessuno è mai arrivato ai livelli di Aura, era favolosa - spiegò Shu - ma anche la sua arma non era da meno. Il problema è che Aura l'ha lasciata ad Adeen, che non può sfruttarla"
Sentendo pronunciare quelle parole, la castana si voltò istintivamente verso l'Ímisy di Seth.
《Cosa c'è?》 Chiese lei in uno sbuffo.

Niav sospirò, dubitava che la ragazza le avrebbe mai ceduto quell'oggetto ma voleva almeno tentare.
《L'arma di Aura. Shu mi ha detto che la hai tu》 spiegò, facendo impallidire Adeen. La ragazza tentò varie volte di dire qualcosa, ma non trovò le parole.
《Non sapresti nemmeno come usarla》 riuscì a dire infine.
Dovette darle ragione: non avrebbe saputo nemmeno da dove cominciare. Venne assalita di nuovo da quella sensazione di inadeguatezza, non ci avrebbe mai fatto l'abitudine. Perché avrebbe dovuto farlo?
《Se non ci provo non lo scoprirò mai》 ribatté, aveva sperato che le discussioni con Adeen fossero finite, ma a quanto pare non era così.
《Adeen, se qualcuno ha una possibilità di usare quell'arma è Niav. Per quando tu ci tenga sappiamo tutte che spetta a lei averla ed usarla》
Intervenne Maka, ricevendo uno sguardo colmo di risentimento.
《È un ricordo... almeno voi dovreste capire. Possibile che siate pronte ad andare avanti come se niente fosse?》
Chiese la rossa, cercando lo sguardo di Talise per avere un po' di supporto.
《Non è così... è ovvio che manca a tutti》 intervenne lei.
《No! Voi non potete capire, non capirete mai quello che ho passato! Ho visto Aura spegnersi lentamente senza poter fare nulla. E succederà a tutte voi. Diventerete deboli e farete la sua stessa fine e voi - indicò prima Maka e poi Talise - ...voi due sarete le prime》 replicò. Strinse i pugni, raggiungendo Seth mentre frugava nella sua borsa.
Lanciò verso Niav un oggetto cilindrico ricoperto da un pezzo di stoffa. La castana riuscì ad afferrarlo, trovandosi a tenere in mano quella che sembrava l'elsa di una spada.
《Vedremo cosa riuscirai a combinare. Se volete passare oltre fatelo, ma per me l'Ímisy di Shu resta Aura. Avrei potuto accettare Caor o chiunque altro dei nostri, ma scegliere una come lei dopo quello che è successo - Adeen puntò lo sguardo su Shu - non ti è mai mancata, vero? Per te non vale nulla》 chiese.
Il dolore ed il dispiacere di Shu invasero Niav come un fiume che rompe gli argini. Fece per parlare in difesa del drago, ma non si rese necessario. Adeen si zittì ed abbassò lo sguardo, rifuggendo persino quello di Seth
《Basta perdere tempo. Dividiamo la zona in quattro e iniziamo a cercare》 sentenziò.

* * *

Niav e Shu non sapevano, però, di non essere gli unici ad essere giunti alla loro destinazione.
Dopo sette ore di volo, anche un altro giovane aveva finalmente raggiunto la sua meta.
Viaggiava in aereo, osservandone pigramente l'interno mentre sedeva in maniera composta sul suo comodo sedile.

Indossava un completo elegante, i suoi capelli neri erano tirati all'indietro, tenuti fermi da una spropositata quantità di gel.
Teneva le gambe accavallate, con un gomito poggiato sul bracciolo imbottito del suo sedile mentre l'altro braccio era abbandonato lungo il corpo.
I suoi occhi verdi erano socchiusi, ma lui era ben sveglio.

Nonostante ai passeggeri fosse già consentito scendere lui sedette immobile finché non fu l'unico passeggero rimasto a bordo della prima classe.
Solo a quel punto si alzò in piedi, uscendo dall'aereo e dirigendosi all'interno dell'aeroporto.

Ryan Gavestorn era sul suolo inglese da meno di venti minuti, ma qualcuno lo stava già aspettando.
Il corvino sospirò vedendo una macchina davanti all'ingresso. Non poteva essere appena arrivata, probabilmente i signori Gavestorn avevano mandato qualcuno a prenderlo nell'istante stesso in cui aveva pagato il volo. Scosse la testa, esasperato. Aveva sperato di ottenere un po' di autonomia e libertà quando, agli inizi di febbraio, aveva compiuto diciotto anni e si era trasferito.

Nonostante non fosse contento della situazione salì sul veicolo, occupando il sedile posteriore.
《Bentornato, signorino Gavestorn - disse l'autista, che si era alzato per chiudere la portiera - com'è andato il volo?》 Domandò tornando al suo posto e mettendo il moto l'auto.
Ryan emise una specie di grugnito insoddisfatto in risposta, per poi tacere per l'intera durata del viaggio.

Fuori dal finestrino le luci della città scorrevano rapidamente, trasformandosi in una macchia brillante.
Quando finalmente l'auto arrivò finalmente a destinazione Ryan era intorpidito per essere stato fermo troppo a lungo.
《Siamo arrivati, signorino Gavestorn. I vostri genitori vi stanno aspettando svegli》 illustrò l'autista, un uomo sulla cinquantina che Ryan non ricordava di aver mai visto.
Indossava un singolo guanto di pelle nera ed appesa alla cintura portava una pistola. Ryan la riconobbe come l'arma standard che veniva consegnata ai cacciatori.
Se avevano mandato uno di loro a prenderlo dovevano aver saputo dei problemi all'hotel.
Il giovane dai capelli corvini scese della macchina e, improvvisamente teso ed irrequieto, entrò in casa.

In tutta onestà, chiamare semplicemente casa quell'enorme edificio era riduttivo. Ma che importanza aveva come la chiamava? Quello che contava era chi lo aspettava all'interno.
Prese un profondo respiro e tentò di darsi un contegno, aveva bisogno di tornare al suo solito atteggiamento calmo e distaccato se voleva sperare di cavarsela.
Mentre cercava di ritrovare la calma una voce lo sorprese alle spalle.
《Ryan, che bello rivederti》 Esclamò. Il ragazzo chiuse gli occhi mentre un brivido gli attraversava la schiena.
《Buonasera, mamma》 mormorò, voltandosi lentamente verso la donna.

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Capitolo 12
*** Strelitzia ***


ultima revisione 26/09/2021

《Dov'eri finita? Ti è successo qualcosa?》 Esclamò Maka vedendo Niav riapparire dal bosco, come se non fosse stata lei ad urlare in cerca di aiuto poco prima. In effetti la castana sembrava stare bene se non si contavano i vestiti pieni di terra ed un lieve graffio sul braccio destro.
《Io... volevo aiutarti ma ho trovato questo》 disse mostrando la borsa, gli occhi di Adeen si illuminarono, evidentemente era appartenuta ad Aura.

Niav si avvicinò a Shu, prendendo con delicatezza i frammenti di guscio. L'esterno era ricoperto da grandi scaglie lisce e lucenti, mentre l'interno era ruvido.
Li ripose uno ad uno in una delle sacche di Shu, appositamente preparata per quel motivo. Infine porse la borsa, ormai vuota, ad Adeen, che la prese senza dire una parola.
《Sei stata veloce a trovare il Cuore》 commentò Talise con una punta d'ammirazione nella voce.
《Vero, sei stata formidabile!》
Aggiunse entusiasta la castana, che non pareva per nulla turbata dall'attacco che aveva subito.
《Invece a te cosa è successo?》 Domandò, non voleva rischiare di mettere in pericolo le sue compagne con Ryan che le teneva sotto tiro, ma far nascere dei sospetti nelle tre ragazze avrebbe sancito la condanna a morte di tutti, lei e Shu compresi dato che il giovane cacciatore aveva conservato quella che sembrava la parte più importante del Cuore.

《C'era un cacciatore solitario, non sono molto pericolosi. Era evidentemente impreparato - spiegò Talise - a volte capita, alcuni di loro vengono semplicemente cacciati dal gruppo perché... inadeguati》
《Un po' come te, novellina》 ridacchiò Adeen. La ragazza non sapeva come reagire a quel commento. Doveva arrabbiarsi? Far finta di nulla? Da un lato quel modo di fare la stava esasperando, dall'altro era la prima volta che Adeen non le si rivolgeva con disprezzo, quasi scherzando con lei.
《Ora devo partire?》 Chiese, non riuscendo a nascondere del tutto il nervosismo. Per loro fortuna le tre ragazze ne fraintesero l'origine, perciò Maka prese da parte la castana e le sorrise come per incoraggiarla.
《Non avere paura, so che sei in grado di affrontare questo viaggio - mentre parlava stringeva una delle mani di Niav fra le sue e sfoggiava un grande sorriso - Shu è bravissimo nel volo, ti divertirai! E soprattutto sarai al sicuro》 la ragazza annuì con falsa decisione, ma la sua mentre era altrove. Una strana sensazione la faceva sentire come se qualcosa - un immenso senso di colpa - la stesse divorando dall'interno, partendo dallo stomaco ed arrivando alla gola.
《Io credo in te Niav, dal momento in cui ti ho vista ho capito che anche se eri spaventata e confusa c'era qualcosa di unico in te. Shu non ti ha scelta per caso, ricordatelo》 nonostante il sorriso sul volto di Maka, Niav faticava a credere alle sue orecchie. Certo, l'Ímisy di Geb era stata la più gentile con lei in quelle settimane, ma non pensava che qualcuna di loro potesse dire una cosa del genere.

Era stata un peso morto, una zavorra che le tre si erano trascinate dietro. La sua ignoranza su quello che accadeva nel mondo dei draghi aveva portato parecchi problemi al trio... eppure Maka sembrava onesta quando diceva di vedere qualcosa in lei.
《Grazie》 mormorò. Nonostante tutto sulle sue labbra si formò un sorriso sincero, le era mancata quella sensazione, avere qualcuno a cui volere bene. Avere un'amica.

Notando quel timido sorriso Maka, soddisfatta, le rivolse un ultimo sorriso e si allontanò per tornare da Geb.
Talise le augurò buona fortuna mentre si arrampicava sul dorso di Teti, imitata dalle altre due ímisy.
Solo Niav rimase ferma, osservando i draghi mentre si allontanavano.
"Che succede? Sei terrorizzata"
Niav rabbrividì, Shu aveva descritto alla perfezione come si sentiva con quell'unica parola. Era quello che la stava divorando dall'interno: terrore.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa Ryan emerse dal bosco.
《Ci hanno messo più del previsto - commentò, stiracchiandosi - non sono abituato a posti così scomodi, è stata una seccatura》 Shu non mosse un muscolo, aveva percepito all'istante che parte del cuore era fra le mani del cacciatore.
《Dimmi cosa vuoi da me》 Ryan la guardò dall'alto in basso, sospirando. Aveva lo stesso atteggiamento sostenuto di Adeen, ma al contrario di lei non sembrava arrabbiato: era semplicemente annoiato da Niav, quasi come se la ragazza fosse un fastidioso contrattempo.
《Mi hai visto quella sera, quando ho sparato alla ragazza》 iniziò lui.
La ragazza rabbrividì, come poteva parlarne con tanta calma? Non rimpiangeva certo la morte di quella cacciatrice, in fondo anche Shu aveva ucciso uno di loro, ma nemmeno lui era rimasto del tutto impassibile nel farlo: aveva sentito il suo rimorso.

《Al momento rimane in vita solo uno di quei tre, anche se per ora non rappresenta una minaccia. In ogni caso non è questo il punto. Ti proteggerò dai cacciatori se mi porterai in un certo posto, quando ci separeremo ti darò l'ultimo frammento di Cuore e sarai libera di andare》 Shu si avvicinò lentamente a Niav, senza staccare gli occhi da Ryan.
"Purtroppo siamo nelle sua mani, per il momento. Cerchiamo di capire dove vuole essere portato e perché, ma facciamo attenzione. Se usa quel frammento contro di noi siamo spacciati"
Spiegò il drago, Niav rivolse la sua attenzione al ragazzo.
《Chi mi dice che non ci ucciderai appena smetteremo di esserti utili? Non abbiamo garanzie》.
《Hai la parola di un Gaveston, non ti basta?》 Replicò il giovane.
Nonostante avesse pensato a decine di risposte degne di Adeen, Niav si trattenne dal commentare. Shu aveva ragione, dovevano assecondare Ryan.
《Dove vuoi essere portato?》 Domandò.
《Est, parecchio ad est》 fu la risposta.
Ryan mostrò un altro dei suoi ghigni davanti all'espressione stizzita di Niav.

Finalmente, per la prima volta nella sua vita, le cose stavano andando come previsto. Il suo impegno stava dando i suoi frutti.
Fino a quel momento non aveva mai avuto i mezzi per pugnalare alle spalle il grande impero dei Gaveston e l'Ordine dei Cacciatori, ma le cose stavano per cambiare: preso avrebbe avuto tra le mani un pugnale, anzi, il pugnale perfetto. Una lama tanto affilata da poter squarciare la corazza che rendeva i signori Gaveston tanto inarrivabili.

《Sarà un lungo viaggio quindi farete meglio a prepararvi... spero che su quella bestia si stia comodi》 li informò Ryan, riscuotendosi improvvisamente dalle sue fantasie e concentrandosi nuovamente sull'ímisy.
Shu emise un lieve ringhio, ma la ragazza gli posò una mano sul collo. Non era il momento di farsi prendere dalla rabbia, non ancora per lo meno.
Sospirò, guardando il sole ormai al livello dell'orizzonte.

Seguendo il suo sguardo Ryan face cenno alla ragazza di muoversi.
《Partiamo subito, viaggeremo di notte》 sentenziò, studiando con attenzione e sospetto il drago.
《Sbrigatevi》 ordinò, prendendosi la premura di mostrare la pistola che si provava dietro facendola passare da una mano all'altra.

* * *

Il silenzio fra i due giovani era assordante, sembrava che avessero iniziato una gara: una gara il cui il vincitore sarebbe stato colui che avrebbe emesso il minor numero possibile di rumori.
Shu si era alzato in volo sopra le loro teste, cercando un posto adatto per la partenza. Per lo meno così aveva detto Niav, nella speranza di prendere tempo e trovare una soluzione assieme a lui.
Per loro grande fortuna, Ryan era all'oscuro della tecnica che i draghi e gli Ímisy usavano per comunicare.
"Cercherò di farlo cadere, o per lo meno di farlo sbilanciare. Tu dovrai prendere l'ultimo pezzo del cuore e correre, al resto penserò io" le disse Shu.

Intanto i due ragazzi camminavamo lentamente. Niav stava poco più avanti del corvino, in modo che questi potesse tenerla d'occhio.
La strana coppia era circondata da un'infinita distesa d'erba: il bosco in cui era nascosto in cuore, infatti, non era altro che una piccola macchia d'alberi vicino ad un campo coltivato decisamente più esteso. Campo nella quale ormai Niav e Ryan camminavano da più di venti minuti.

Quest'ultimo si faceva sempre più impaziente e guardava la ragazza con insistenza, lanciandole occhiate degne di sua madre, la signora Gavestorn.
Finalmente una folata di vento si abbatté con forza sui due, facendoli barcollare. Niav, che attendeva solo quel momento, riuscì a riprendersi per prima e afferrò la borsa che il corvino si era messa a tracolla.
Afferrò la cinghia e tirò, ma quella non si staccò dal ragazzo, come se fosse stata legata a qualcosa.
Subito dopo Niav si pentì del suo piano.
A prima vista infatti Ryan le era sembrato tutto fuorché agile, con gli abiti ed i capelli sempre perfetti e lo sguardo annoiato dava l'impressione di un giovane viziato, abituato a non muovere un dito per ottenere quello che voleva.
Invece con uno scatto il corvino le afferrò il polso, torcendolo e spingendola a terra, dove la ragazza rimase.
Prima che Niav riuscisse a muoversi il ragazzo mise una mano nella borsa pose due dita sul simbolo inciso sul guscio, esercitando una leggera pressione. Fu sufficiente quello per attivare il terribile effetto di quel legame - il legame fra un drago ed il Cuore - forse ancora più forte di quello che aveva con la propria Ímisy.
Il corpo di Shu si contorse e il drago cadde a terra.
Sia la creatura che la ragazza si raggomitolarono a terra, vittima di un terribile bruciore al petto, proprio sotto il collo.
Niav si abbassò l'orlo della maglia, portandosi una mano sullo sterno, dove una porzione di pelle sembrava andare letteralmente a fuoco.

《Effetto interessante》 commentò Ryan, togliendo lentamente la mano dalla borsa a richiudendola con cura.
《Pensavi davvero che non mi sarei preparato? Quella cosa - disse indicando Shu, che giaceva ancora a terra - potrebbe farmi a pezzi in qualsiasi momento se non avessi la mia piccola garanzia. È ovvio che non vi permetterò di prenderla》 Disse spostando leggermente la giacca e rivelando un sistema di lacci che bloccava la borsa, legandola al suo torso.
《Ora però hai visto cosa succede ad opporsi. Ho pieni poteri su di voi, non scordarlo più》 ghignò Ryan, guardando la ragazza con la coda dell'occhio mentre la superava, dirigendosi verso il drago.

Niav riuscì a regolare il respiro e si alzò barcollando, riuscendo lentamente a tornare in piedi.
Lanciò a Ryan uno sguardo pieno di tutto l'odio ed il disgusto che provava per quel viscido essere e riprese a camminare in silenzio, raggiungendo Shu che si stava lentamente rialzando da terra qualche metro più in là.
Non era necessario avere un legame speciale con lui per notare i suoi occhi pieni di dolore e delusione verso sé stesso.
"Sto bene" disse lui, percependo le preoccupazioni di Niav.
《Sali》 mormorò la castana rivolta al ragazzo, indicando il dorso del drago.

Una volta in volo però, i ruoli sembrarono invertirsi: Ryan, colui che aveva il controllo sulla situazione e che teneva in pugno Shu e la sua Ímisy, era teso.
Stringeva i denti e una vena sporgeva dalla sua tempia, parzialmente coperta dai capelli spettinati.
Stringeva con forza i pugni, tentando di ripararsi dal freddo come meglio poteva e rabbrividendo quando una folata di vento più fredda delle altre lo raggiungeva.
D'altro canto Niav e Shu, le vittime del giovane, parevano molto più rilassati di lui. Nonostante fossero in sua balia sentivano di avere il controllo mentre erano in volo.
Sapevano di non potersi permettere alcun passo falso, ma anche che le loro possibilità di liberarsi del loro aguzzino aumentavano in volo.

Tutti contavano con ansia i minuti che li separavano dall'alba, il primo con trepidazione ed i secondi con paura.
Non sapevano quale fosse la meta del ragazzo, né cosa sarebbe successo una volta a destinazione.
《Scendete》 ordinò infine il corvino mentre i primi raggi del sole gli illuminavano il volto.
Il drago raggiunse il suolo, permettendo ai due di scendere dal suo dorso.
Com'era prevedibile, appena arrivati a terra i ruoli si invertono nuovamente: Niav si irrigidì mentre Ryan si rilassò, scuotendo la testa per sistemarsi i capelli, fin troppo scompigliati dal vento.

《Potete riposare》 decretò Ryan, allontanandosi di qualche passo e portano con sé quello con cui la ragazza si sarebbe dovuta accampare per la notte.
Niav si guardò attorno, esausta, e si appoggiò al corpo di Shu e lasciandosi scivolare a terra. Da quanto era sveglia? Probabilmente più di ventiquattro ore, anche se aveva perso il conto. Le girava la testa e sentiva il petto pesante.
Gli occhi della ragazza, aperti da fin troppe ore, finalmente si chiusero e lei sprofondò nel sonno.

Quando li aprì nuovamente non ci mise molto a capire che non si trovava nel suo corpo.
Le sensazioni - ormai familiari quanto sgradevoli - era sempre le stesse: disagio, sensazione di essere nel posto sbagliato, nausea...
Sarebbe potuta andare avanti per ore a descrivere quanto ci si sentisse male in quelle situazioni, ma non ne aveva il tempo.
La persona con cui condivideva il corpo si specchiò in un laghetto, osservando il suo riflesso distorto.
La ragazza sospirò, stringendo fra le mani lo stesso oggetto che Niav aveva ricevuto da Adeen.
Dopo qualche minuto di esitazione lo strinse fra le mani, chiudendo gli occhi.

Nonostante non vedesse più, Niav percepiva ancora il freddo del metallo a contatto con la pelle della proprietaria di quel ricordo.
Delle folate di vento iniziano a sfiorare il volto di della ragazza, scompigliandole i capelli neri.
Con improvvisa certezza seppe che stava osservando i ricordi di Aura.
Lei aprì gli occhi, trovandosi ad osservare lo stesso pezzo di metallo.
Nonostante tutto sembrasse identico a quando aveva chiuso gli occhi, entrambe le ragazze percepivano una grande differenza.
La corvina fece roteare il cilindro nella sua mando per poi avvicinarsi ad un ceppo di legno, passando l'oggetto davanti al tronco.
Con grande sorpresa di Niav, una lama invisibile sembrò partire dall'oggetto metallico - a quanto pareva una specie di elsa - e conficcarsi nel legno.

Poi tutto iniziò a tremare e Niav fu costretta ad aprire gli occhi, trovandosi davanti Ryan che la scuoteva da un braccio
《Si riparte》 la informò. Niav si alzò lentamente, ancora stordita ed assonnata.
Dopo una decina di minuti trascorsi a preparare Shu la ragazza si arrampicò sul suo dorso, seguita immediatamente da Ryan: a quanto pare la sua fretta di arrivare a destinazione superava la sua avversione per il volo.
Stando attenta a non farsi vedere Niav mise una mano in tasca, dove conservava ancora il cilindro di bronzo.
Ripercorse le azioni di Aura passo dopo passo, sperando di ottenere un risultato.
Per prima cosa si era concentrata sul respiro, così la castana chiuse gli occhi e inspirò lentamente.

A quell'altezza l'aria era fredda e le pungeva i polmoni, facendola rabbrividire.
Quando espirò stava tremando, ma continuando a respirare il freddo iniziò ad abituarsi a quella temperatura.
In seguito tentò di concentrarsi sull'arma, senza però ottenere alcun risultato.
Per quanto si sforzasse non cambiava nulla, non riusciva ad utilizzare l'arma dei suoi predecessori in nessun modo.
Un senso di grande frustrazione si fece strada dentro di lei, schiacciandole il petto e facendole annodare lo stomaco.
Era tentata di lanciare quello stupido cilindro a terra, ma non poteva permettersi di arrendersi. Non sapeva ancora cosa Ryan stesse cercando di ottenere, ma era certa che non fosse nulla di buono e che, se aveva bisogno di Shu per raggiungerlo, doveva essere collegato ai draghi.

"Niav, non arrenderti. Ho capito cosa stai tentando di fare, ma servono settimane o anche mesi di pratica per ottenere risultati. La forma di lama è la più difficile, tenta di controllare il nostro elemento in maniera più semplice. È molto più facile dirigere l'aria che darle una forma"
Spiegò.
Non potendo fare alcuna domanda, la castana rimase zitta con i suoi dubbi, cosa intendeva dire il drago? Cosa avrebbe dovuto fare, in che modo avrebbe dovuto manipolare "il loro elemento"?

Strinse con forza un pugno, cercando di eliminare la frustrazione o per lo meno di gestirla, sfogandola in quel gesto.
Stranamente tenere quel pugno saldo era faticoso, una strana pressione proveniente dal palmo spingeva la sua mano ad aprirsi.
Smise di trattenere la mano e quella si aprì di scatto mentre una folata d'aria proveniente da essa le scompigliò i capelli.
"Ecco cosa intendevo"
Disse Shu in tono soddisfatto mentre Niav osservava l'arma con stupore.
Mentre guardava il cilindro un'idea si fece strada nella sua mente. Era folle, una scommessa senza alcuna garanzia di riuscita, ma allo stesso tempo era l'unica opzione che avessero a disposizione.
Avrebbe dovuto mettere il gioco la sua vita e quella di Shu.
"Fallo" le disse il drago senza un'attimo di esitazione quando percepì i dubbi della sua ímisy.

Niav si concesse qualche istante per raccogliere la concentrazione necessaria prima di aprire bocca.
《Ryan》 chiamò, ruotando il busto per poterlo guardare in volto.
Il cacciatore aveva un aspetto decisamente orrendo, soprattutto se confrontato con il giovane elegante che l'aveva catturata la notte precedente.
Da un certo punto di vista la cosa era quasi rassicurante, l'atteggiamento che il corvino aveva tenuto fino a poco prima contrastava fortemente con le sue azioni. Invece in quel momento il suo aspetto attuale ed il suo modo di fare, per quanto bruschi, erano sempre meno spaventosi dell'apparente perfezione di quel giovane.
《Cosa vuoi?》domandò lui in un ringhio. Gli occhi verdi, ormai privi di lucentezza, si muovevano a scatti in un vano tentativo del non guardare verso il basso. Era evidentemente teso e la sua carnagione era pallida in maniera preoccupante - o lo sarebbe stata se qualcuno dei presenti si fosse preoccupato per lui. Alcune gocce di sudore gli imperlavano il volto, come se trovarsi sul dorso di Shu fosse la cosa più difficile e faticosa al mondo.

《Soffri di vertigini?》 Chiese improvvisamente. In realtà non faceva del tutto parte del suo piano, ma il malessere del giovane era più che evidente e qualsiasi cosa lo destabilizzasse giocava a favore di Niav.
《Non sono affari tuoi》 disse, lasciando la presa sulle piume di Shu e portando entrambe le mani alla borsa.
《Ricorda che ho io il controllo》
Era l'occasione che stavano aspettando, il momento in cui avrebbe abbassato la guardia.
Con l'elsa, ancora priva di lama, sferrò un colpo contro il ragazzo. A contatto con il corpo di Ryan la pressione dell'aria si liberò, investendo il ragazzo combinandosi all'impatto dell'oggetto sul petto del cacciatore.
Il corvino si sbilanciò: non fu sufficiente a farlo cadere, ma abbastanza per costringerlo a tenersi con entrambe le mani alle piume do Shu, impedendogli di usare il Cuore contro i due ostaggi.
Il secondo colpo di Niav venne bloccato da Ryan. Il ragazzo le prese il polso e avvicinò la seconda mano alla borsa, muovendosi lentamente per paura di perdere l'equilibrio.
"Le fasce!" Suggerì Shu. La ragazza sorrise e con la mano libera strinse la fascia di cuoio. Non essendo più costretta a reggersi con le gambe si voltò completamente verso Ryan e con un calcio lo fece finalmente cadere dal dorso del drago.
Al giovane cacciatore sfuggì un urlo mentre scivolava verso il basso. Per un istante la sua mano raggiunse l'orlo dei jeans di Niav, ma non riuscì ad afferrarli e cadde definitivamente, precipitando per qualche metro prima di essere afferrato dalle zampe di Shu.

《Lasciatemi! Posso distruggervi in qualsiasi momento》 minacciò, ma non era più così spaventoso senza la sua micidiale calma e bloccato in quella maniera. Shu, proprio per evitare che Ryan potesse reagire, lo stava tenendo per le braccia anziché per le spalle, rendendo il viaggio del ragazzo più doloroso ma certamente più sicuro per lui e la sua ímisy.
Il drago scese velocemente verso il basso, mollando la presa su Ryan a qualche metro dal terreno.
Lui rotolò sul suolo roccioso restando stordito per una manciata di secondi, il tempo sufficiente a Shu per tornare indietro e mettere una zampa sul corpo di Ryan, che tentò di dimenarsi senza risultati.

Niav scese e si avvicinò lentamente al corvino, guardandolo con circospezione.
Una volta certa che non avesse modo di reagire infilò una mano nella borsa ed estrasse il frammento di Cuore.
Questo riprese a brillare come la prima volta che lo aveva visto, con una luce ancora più intensa che costrinse la ragazza a socchiudere gli occhi.
"Andiamo Niav, dobbiamo allontanarci e nasconderlo"
L'ímisy, rendendosi conto di essere rimasta imbambolata davanti a quel frammento, si ricosse e lo sistemò al sicuro con gli altri.
"Sei stata davvero brava" commentò Shu mentre la ragazza si arrampicava sul suo dorso.
Niav rimase senza parole. Sapeva che Shu credeva in lei, ma percepiva anche che la considerava come una specie di cucciolo da proteggere. In quel momento invece qualcosa era cambiato. Shu non credeva più nell'ímisy che sarebbe diventata. Credeva in Niav.

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Capitolo 13
*** Wisteria ***


ultima revisione 26/09/2021

《Dov'eri finita? Ti è successo qualcosa?》 Esclamò Maka vedendo Niav riapparire dal bosco, come se non fosse stata lei ad urlare in cerca di aiuto poco prima. In effetti la castana sembrava stare bene se non si contavano i vestiti pieni di terra ed un lieve graffio sul braccio destro.
《Io... volevo aiutarti ma ho trovato questo》 disse mostrando la borsa, gli occhi di Adeen si illuminarono, evidentemente era appartenuta ad Aura.

Niav si avvicinò a Shu, prendendo con delicatezza i frammenti di guscio. L'esterno era ricoperto da grandi scaglie lisce e lucenti, mentre l'interno era ruvido.
Li ripose uno ad uno in una delle sacche di Shu, appositamente preparata per quel motivo. Infine porse la borsa, ormai vuota, ad Adeen, che la prese senza dire una parola.
《Sei stata veloce a trovare il Cuore》 commentò Talise con una punta d'ammirazione nella voce.
《Vero, sei stata formidabile!》
Aggiunse entusiasta la castana, che non pareva per nulla turbata dall'attacco che aveva subito.
《Invece a te cosa è successo?》 Domandò, non voleva rischiare di mettere in pericolo le sue compagne con Ryan che le teneva sotto tiro, ma far nascere dei sospetti nelle tre ragazze avrebbe sancito la condanna a morte di tutti, lei e Shu compresi dato che il giovane cacciatore aveva conservato quella che sembrava la parte più importante del Cuore.

《C'era un cacciatore solitario, non sono molto pericolosi. Era evidentemente impreparato - spiegò Talise - a volte capita, alcuni di loro vengono semplicemente cacciati dal gruppo perché... inadeguati》
《Un po' come te, novellina》 ridacchiò Adeen. La ragazza non sapeva come reagire a quel commento. Doveva arrabbiarsi? Far finta di nulla? Da un lato quel modo di fare la stava esasperando, dall'altro era la prima volta che Adeen non le si rivolgeva con disprezzo, quasi scherzando con lei.
《Ora devo partire?》 Chiese, non riuscendo a nascondere del tutto il nervosismo. Per loro fortuna le tre ragazze ne fraintesero l'origine, perciò Maka prese da parte la castana e le sorrise come per incoraggiarla.
《Non avere paura, so che sei in grado di affrontare questo viaggio - mentre parlava stringeva una delle mani di Niav fra le sue e sfoggiava un grande sorriso - Shu è bravissimo nel volo, ti divertirai! E soprattutto sarai al sicuro》 la ragazza annuì con falsa decisione, ma la sua mentre era altrove. Una strana sensazione la faceva sentire come se qualcosa - un immenso senso di colpa - la stesse divorando dall'interno, partendo dallo stomaco ed arrivando alla gola.
《Io credo in te Niav, dal momento in cui ti ho vista ho capito che anche se eri spaventata e confusa c'era qualcosa di unico in te. Shu non ti ha scelta per caso, ricordatelo》 nonostante il sorriso sul volto di Maka, Niav faticava a credere alle sue orecchie. Certo, l'Ímisy di Geb era stata la più gentile con lei in quelle settimane, ma non pensava che qualcuna di loro potesse dire una cosa del genere.

Era stata un peso morto, una zavorra che le tre si erano trascinate dietro. La sua ignoranza su quello che accadeva nel mondo dei draghi aveva portato parecchi problemi al trio... eppure Maka sembrava onesta quando diceva di vedere qualcosa in lei.
《Grazie》 mormorò. Nonostante tutto sulle sue labbra si formò un sorriso sincero, le era mancata quella sensazione, avere qualcuno a cui volere bene. Avere un'amica.

Notando quel timido sorriso Maka, soddisfatta, le rivolse un ultimo sorriso e si allontanò per tornare da Geb.
Talise le augurò buona fortuna mentre si arrampicava sul dorso di Teti, imitata dalle altre due ímisy.
Solo Niav rimase ferma, osservando i draghi mentre si allontanavano.
"Che succede? Sei terrorizzata"
Niav rabbrividì, Shu aveva descritto alla perfezione come si sentiva con quell'unica parola. Era quello che la stava divorando dall'interno: terrore.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa Ryan emerse dal bosco.
《Ci hanno messo più del previsto - commentò, stiracchiandosi - non sono abituato a posti così scomodi, è stata una seccatura》 Shu non mosse un muscolo, aveva percepito all'istante che parte del cuore era fra le mani del cacciatore.
《Dimmi cosa vuoi da me》 Ryan la guardò dall'alto in basso, sospirando. Aveva lo stesso atteggiamento sostenuto di Adeen, ma al contrario di lei non sembrava arrabbiato: era semplicemente annoiato da Niav, quasi come se la ragazza fosse un fastidioso contrattempo.
《Mi hai visto quella sera, quando ho sparato alla ragazza》 iniziò lui.
La ragazza rabbrividì, come poteva parlarne con tanta calma? Non rimpiangeva certo la morte di quella cacciatrice, in fondo anche Shu aveva ucciso uno di loro, ma nemmeno lui era rimasto del tutto impassibile nel farlo: aveva sentito il suo rimorso.

《Al momento rimane in vita solo uno di quei tre, anche se per ora non rappresenta una minaccia. In ogni caso non è questo il punto. Ti proteggerò dai cacciatori se mi porterai in un certo posto, quando ci separeremo ti darò l'ultimo frammento di Cuore e sarai libera di andare》 Shu si avvicinò lentamente a Niav, senza staccare gli occhi da Ryan.
"Purtroppo siamo nelle sua mani, per il momento. Cerchiamo di capire dove vuole essere portato e perché, ma facciamo attenzione. Se usa quel frammento contro di noi siamo spacciati"
Spiegò il drago, Niav rivolse la sua attenzione al ragazzo.
《Chi mi dice che non ci ucciderai appena smetteremo di esserti utili? Non abbiamo garanzie》.
《Hai la parola di un Gaveston, non ti basta?》 Replicò il giovane.
Nonostante avesse pensato a decine di risposte degne di Adeen, Niav si trattenne dal commentare. Shu aveva ragione, dovevano assecondare Ryan.
《Dove vuoi essere portato?》 Domandò.
《Est, parecchio ad est》 fu la risposta.
Ryan mostrò un altro dei suoi ghigni davanti all'espressione stizzita di Niav.

Finalmente, per la prima volta nella sua vita, le cose stavano andando come previsto. Il suo impegno stava dando i suoi frutti.
Fino a quel momento non aveva mai avuto i mezzi per pugnalare alle spalle il grande impero dei Gaveston e l'Ordine dei Cacciatori, ma le cose stavano per cambiare: preso avrebbe avuto tra le mani un pugnale, anzi, il pugnale perfetto. Una lama tanto affilata da poter squarciare la corazza che rendeva i signori Gaveston tanto inarrivabili.

《Sarà un lungo viaggio quindi farete meglio a prepararvi... spero che su quella bestia si stia comodi》 li informò Ryan, riscuotendosi improvvisamente dalle sue fantasie e concentrandosi nuovamente sull'ímisy.
Shu emise un lieve ringhio, ma la ragazza gli posò una mano sul collo. Non era il momento di farsi prendere dalla rabbia, non ancora per lo meno.
Sospirò, guardando il sole ormai al livello dell'orizzonte.

Seguendo il suo sguardo Ryan face cenno alla ragazza di muoversi.
《Partiamo subito, viaggeremo di notte》 sentenziò, studiando con attenzione e sospetto il drago.
《Sbrigatevi》 ordinò, prendendosi la premura di mostrare la pistola che si provava dietro facendola passare da una mano all'altra.

* * *

Il silenzio fra i due giovani era assordante, sembrava che avessero iniziato una gara: una gara il cui il vincitore sarebbe stato colui che avrebbe emesso il minor numero possibile di rumori.
Shu si era alzato in volo sopra le loro teste, cercando un posto adatto per la partenza. Per lo meno così aveva detto Niav, nella speranza di prendere tempo e trovare una soluzione assieme a lui.
Per loro grande fortuna, Ryan era all'oscuro della tecnica che i draghi e gli Ímisy usavano per comunicare.
"Cercherò di farlo cadere, o per lo meno di farlo sbilanciare. Tu dovrai prendere l'ultimo pezzo del cuore e correre, al resto penserò io" le disse Shu.

Intanto i due ragazzi camminavamo lentamente. Niav stava poco più avanti del corvino, in modo che questi potesse tenerla d'occhio.
La strana coppia era circondata da un'infinita distesa d'erba: il bosco in cui era nascosto in cuore, infatti, non era altro che una piccola macchia d'alberi vicino ad un campo coltivato decisamente più esteso. Campo nella quale ormai Niav e Ryan camminavano da più di venti minuti.

Quest'ultimo si faceva sempre più impaziente e guardava la ragazza con insistenza, lanciandole occhiate degne di sua madre, la signora Gavestorn.
Finalmente una folata di vento si abbatté con forza sui due, facendoli barcollare. Niav, che attendeva solo quel momento, riuscì a riprendersi per prima e afferrò la borsa che il corvino si era messa a tracolla.
Afferrò la cinghia e tirò, ma quella non si staccò dal ragazzo, come se fosse stata legata a qualcosa.
Subito dopo Niav si pentì del suo piano.
A prima vista infatti Ryan le era sembrato tutto fuorché agile, con gli abiti ed i capelli sempre perfetti e lo sguardo annoiato dava l'impressione di un giovane viziato, abituato a non muovere un dito per ottenere quello che voleva.
Invece con uno scatto il corvino le afferrò il polso, torcendolo e spingendola a terra, dove la ragazza rimase.
Prima che Niav riuscisse a muoversi il ragazzo mise una mano nella borsa pose due dita sul simbolo inciso sul guscio, esercitando una leggera pressione. Fu sufficiente quello per attivare il terribile effetto di quel legame - il legame fra un drago ed il Cuore - forse ancora più forte di quello che aveva con la propria Ímisy.
Il corpo di Shu si contorse e il drago cadde a terra.
Sia la creatura che la ragazza si raggomitolarono a terra, vittima di un terribile bruciore al petto, proprio sotto il collo.
Niav si abbassò l'orlo della maglia, portandosi una mano sullo sterno, dove una porzione di pelle sembrava andare letteralmente a fuoco.

《Effetto interessante》 commentò Ryan, togliendo lentamente la mano dalla borsa a richiudendola con cura.
《Pensavi davvero che non mi sarei preparato? Quella cosa - disse indicando Shu, che giaceva ancora a terra - potrebbe farmi a pezzi in qualsiasi momento se non avessi la mia piccola garanzia. È ovvio che non vi permetterò di prenderla》 Disse spostando leggermente la giacca e rivelando un sistema di lacci che bloccava la borsa, legandola al suo torso.
《Ora però hai visto cosa succede ad opporsi. Ho pieni poteri su di voi, non scordarlo più》 ghignò Ryan, guardando la ragazza con la coda dell'occhio mentre la superava, dirigendosi verso il drago.

Niav riuscì a regolare il respiro e si alzò barcollando, riuscendo lentamente a tornare in piedi.
Lanciò a Ryan uno sguardo pieno di tutto l'odio ed il disgusto che provava per quel viscido essere e riprese a camminare in silenzio, raggiungendo Shu che si stava lentamente rialzando da terra qualche metro più in là.
Non era necessario avere un legame speciale con lui per notare i suoi occhi pieni di dolore e delusione verso sé stesso.
"Sto bene" disse lui, percependo le preoccupazioni di Niav.
《Sali》 mormorò la castana rivolta al ragazzo, indicando il dorso del drago.

Una volta in volo però, i ruoli sembrarono invertirsi: Ryan, colui che aveva il controllo sulla situazione e che teneva in pugno Shu e la sua Ímisy, era teso.
Stringeva i denti e una vena sporgeva dalla sua tempia, parzialmente coperta dai capelli spettinati.
Stringeva con forza i pugni, tentando di ripararsi dal freddo come meglio poteva e rabbrividendo quando una folata di vento più fredda delle altre lo raggiungeva.
D'altro canto Niav e Shu, le vittime del giovane, parevano molto più rilassati di lui. Nonostante fossero in sua balia sentivano di avere il controllo mentre erano in volo.
Sapevano di non potersi permettere alcun passo falso, ma anche che le loro possibilità di liberarsi del loro aguzzino aumentavano in volo.

Tutti contavano con ansia i minuti che li separavano dall'alba, il primo con trepidazione ed i secondi con paura.
Non sapevano quale fosse la meta del ragazzo, né cosa sarebbe successo una volta a destinazione.
《Scendete》 ordinò infine il corvino mentre i primi raggi del sole gli illuminavano il volto.
Il drago raggiunse il suolo, permettendo ai due di scendere dal suo dorso.
Com'era prevedibile, appena arrivati a terra i ruoli si invertono nuovamente: Niav si irrigidì mentre Ryan si rilassò, scuotendo la testa per sistemarsi i capelli, fin troppo scompigliati dal vento.

《Potete riposare》 decretò Ryan, allontanandosi di qualche passo e portano con sé quello con cui la ragazza si sarebbe dovuta accampare per la notte.
Niav si guardò attorno, esausta, e si appoggiò al corpo di Shu e lasciandosi scivolare a terra. Da quanto era sveglia? Probabilmente più di ventiquattro ore, anche se aveva perso il conto. Le girava la testa e sentiva il petto pesante.
Gli occhi della ragazza, aperti da fin troppe ore, finalmente si chiusero e lei sprofondò nel sonno.

Quando li aprì nuovamente non ci mise molto a capire che non si trovava nel suo corpo.
Le sensazioni - ormai familiari quanto sgradevoli - era sempre le stesse: disagio, sensazione di essere nel posto sbagliato, nausea...
Sarebbe potuta andare avanti per ore a descrivere quanto ci si sentisse male in quelle situazioni, ma non ne aveva il tempo.
La persona con cui condivideva il corpo si specchiò in un laghetto, osservando il suo riflesso distorto.
La ragazza sospirò, stringendo fra le mani lo stesso oggetto che Niav aveva ricevuto da Adeen.
Dopo qualche minuto di esitazione lo strinse fra le mani, chiudendo gli occhi.

Nonostante non vedesse più, Niav percepiva ancora il freddo del metallo a contatto con la pelle della proprietaria di quel ricordo.
Delle folate di vento iniziano a sfiorare il volto di della ragazza, scompigliandole i capelli neri.
Con improvvisa certezza seppe che stava osservando i ricordi di Aura.
Lei aprì gli occhi, trovandosi ad osservare lo stesso pezzo di metallo.
Nonostante tutto sembrasse identico a quando aveva chiuso gli occhi, entrambe le ragazze percepivano una grande differenza.
La corvina fece roteare il cilindro nella sua mando per poi avvicinarsi ad un ceppo di legno, passando l'oggetto davanti al tronco.
Con grande sorpresa di Niav, una lama invisibile sembrò partire dall'oggetto metallico - a quanto pareva una specie di elsa - e conficcarsi nel legno.

Sentì un sorriso formarsi sulle sue labbra a qualcuno avvicinarsi alle sue spalle, mentre la voce di Shu risuonava nella sua testa.
"Nessuno l'ha mai usata come te" disse. Aura sorrise e soppesò l'impugnatura.
《È strano però... sento ancora che non la conosco. Shu, quest'arma ha un nome?》
"No, puoi sceglierlo però se vuoi"
《Mh... Onemos》 sentenziò.

Poi tutto iniziò a tremare e Niav fu costretta ad aprire gli occhi, trovandosi davanti Ryan che la scuoteva da un braccio
《Si riparte》 la informò. Niav si alzò lentamente, ancora stordita ed assonnata.
Dopo una decina di minuti trascorsi a preparare Shu la ragazza si arrampicò sul suo dorso, seguita immediatamente da Ryan: a quanto pare la sua fretta di arrivare a destinazione superava la sua avversione per il volo.
Stando attenta a non farsi vedere Niav mise una mano in tasca, dove conservava ancora il cilindro di bronzo.
Ripercorse le azioni di Aura passo dopo passo, sperando di ottenere un risultato.
Per prima cosa si era concentrata sul respiro, così la castana chiuse gli occhi e inspirò lentamente.

A quell'altezza l'aria era fredda e le pungeva i polmoni, facendola rabbrividire.
Quando espirò stava tremando, ma continuando a respirare il freddo iniziò ad abituarsi a quella temperatura.
In seguito tentò di concentrarsi sull'arma, senza però ottenere alcun risultato.
Per quanto si sforzasse non cambiava nulla, non riusciva ad utilizzare l'arma dei suoi predecessori in nessun modo.
Un senso di grande frustrazione si fece strada dentro di lei, schiacciandole il petto e facendole annodare lo stomaco.
Era tentata di lanciare quello stupido cilindro a terra, ma non poteva permettersi di arrendersi. Non sapeva ancora cosa Ryan stesse cercando di ottenere, ma era certa che non fosse nulla di buono e che, se aveva bisogno di Shu per raggiungerlo, doveva essere collegato ai draghi.

"Niav, non arrenderti. Ho capito cosa stai tentando di fare, ma servono settimane o anche mesi di pratica per ottenere risultati. La forma di lama è la più difficile, tenta di controllare il nostro elemento in maniera più semplice. È molto più facile dirigere l'aria che darle una forma"
Spiegò.
Non potendo fare alcuna domanda, la castana rimase zitta con i suoi dubbi, cosa intendeva dire il drago? Cosa avrebbe dovuto fare, in che modo avrebbe dovuto manipolare "il loro elemento"?

Strinse con forza un pugno, cercando di eliminare la frustrazione o per lo meno di gestirla, sfogandola in quel gesto.
Stranamente tenere quel pugno saldo era faticoso, una strana pressione proveniente dal palmo spingeva la sua mano ad aprirsi.
Smise di trattenere la mano e quella si aprì di scatto mentre una folata d'aria proveniente da essa le scompigliò i capelli.
"Ecco cosa intendevo"
Disse Shu in tono soddisfatto mentre Niav osservava l'arma con stupore.
Mentre guardava il cilindro un'idea si fece strada nella sua mente. Era folle, una scommessa senza alcuna garanzia di riuscita, ma allo stesso tempo era l'unica opzione che avessero a disposizione.
Avrebbe dovuto mettere il gioco la sua vita e quella di Shu.
"Fallo" le disse il drago senza un'attimo di esitazione quando percepì i dubbi della sua ímisy.

Niav si concesse qualche istante per raccogliere la concentrazione necessaria prima di aprire bocca.
《Ryan》 chiamò, ruotando il busto per poterlo guardare in volto.
Il cacciatore aveva un aspetto decisamente orrendo, soprattutto se confrontato con il giovane elegante che l'aveva catturata la notte precedente.
Da un certo punto di vista la cosa era quasi rassicurante, l'atteggiamento che il corvino aveva tenuto fino a poco prima contrastava fortemente con le sue azioni. Invece in quel momento il suo aspetto attuale ed il suo modo di fare, per quanto bruschi, erano sempre meno spaventosi dell'apparente perfezione di quel giovane.
《Cosa vuoi?》domandò lui in un ringhio. Gli occhi verdi, ormai privi di lucentezza, si muovevano a scatti in un vano tentativo del non guardare verso il basso. Era evidentemente teso e la sua carnagione era pallida in maniera preoccupante - o lo sarebbe stata se qualcuno dei presenti si fosse preoccupato per lui. Alcune gocce di sudore gli imperlavano il volto, come se trovarsi sul dorso di Shu fosse la cosa più difficile e faticosa al mondo.

《Soffri di vertigini?》 Chiese improvvisamente. In realtà non faceva del tutto parte del suo piano, ma il malessere del giovane era più che evidente e qualsiasi cosa lo destabilizzasse giocava a favore di Niav.
《Non sono affari tuoi》 disse, lasciando la presa sulle piume di Shu e portando entrambe le mani alla borsa.
《Ricorda che ho io il controllo》
Era l'occasione che stavano aspettando, il momento in cui avrebbe abbassato la guardia.
Con l'elsa, ancora priva di lama, sferrò un colpo contro il ragazzo. A contatto con il corpo di Ryan la pressione dell'aria si liberò, investendo il ragazzo combinandosi all'impatto dell'oggetto sul petto del cacciatore.
Il corvino si sbilanciò: non fu sufficiente a farlo cadere, ma abbastanza per costringerlo a tenersi con entrambe le mani alle piume do Shu, impedendogli di usare il Cuore contro i due ostaggi.
Il secondo colpo di Niav venne bloccato da Ryan. Il ragazzo le prese il polso e avvicinò la seconda mano alla borsa, muovendosi lentamente per paura di perdere l'equilibrio.
"Le fasce!" Suggerì Shu. La ragazza sorrise e con la mano libera strinse la fascia di cuoio. Non essendo più costretta a reggersi con le gambe si voltò completamente verso Ryan e con un calcio lo fece finalmente cadere dal dorso del drago.
Al giovane cacciatore sfuggì un urlo mentre scivolava verso il basso. Per un istante la sua mano raggiunse l'orlo dei jeans di Niav, ma non riuscì ad afferrarli e cadde definitivamente, precipitando per qualche metro prima di essere afferrato dalle zampe di Shu.

《Lasciatemi! Posso distruggervi in qualsiasi momento》 minacciò, ma non era più così spaventoso senza la sua micidiale calma e bloccato in quella maniera. Shu, proprio per evitare che Ryan potesse reagire, lo stava tenendo per le braccia anziché per le spalle, rendendo il viaggio del ragazzo più doloroso ma certamente più sicuro per lui e la sua ímisy.
Il drago scese velocemente verso il basso, mollando la presa su Ryan a qualche metro dal terreno.
Lui rotolò sul suolo roccioso restando stordito per una manciata di secondi, il tempo sufficiente a Shu per tornare indietro e mettere una zampa sul corpo di Ryan, che tentò di dimenarsi senza risultati.

Niav scese e si avvicinò lentamente al corvino, guardandolo con circospezione.
Una volta certa che non avesse modo di reagire infilò una mano nella borsa ed estrasse il frammento di Cuore.
Questo riprese a brillare come la prima volta che lo aveva visto, con una luce ancora più intensa che costrinse la ragazza a socchiudere gli occhi.
"Andiamo Niav, dobbiamo allontanarci e nasconderlo"
L'ímisy, rendendosi conto di essere rimasta imbambolata davanti a quel frammento, si ricosse e lo sistemò al sicuro con gli altri.
"Sei stata davvero brava" commentò Shu mentre la ragazza si arrampicava sul suo dorso.
Niav rimase senza parole. Sapeva che Shu credeva in lei, ma percepiva anche che la considerava come una specie di cucciolo da proteggere. In quel momento invece qualcosa era cambiato. Shu non credeva più nell'ímisy che sarebbe diventata. Credeva in Niav.

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Capitolo 14
*** Calla ***


ultima revisione 26/09/2021

《Shu, sei convinto di riuscire a continuare? Siamo in volo da ore》 domandò preoccupata l'ímisy.
"Non preoccuparti, posso farcela... dobbiamo liberarci di lui"
I due stavano volando senza soste da quando erano sfuggiti a Ryan ad una velocità che normalmente avrebbe sfinito i draghi molto tempo prima.
《Guarda, possiamo fermarci in quel bosco. Ryan è solo, prima che possa rimettersi in viaggio noi saremo già fuori dalla sua portata. Atterriamo, riposati》 insistette la ragazza. Percepì la tensione del drago diminuire ed essere sostituita da rassegnazione. La creatura iniziò a scendere lentamente finché non raggiunse i margini del bosco.

Quando atterrarono il sole era ormai tramontato e i due erano affamati.
Spinto dall'insistenza di Niav e dopo essersi assicurato che il posto fosse sicuro, il drago si alzò nuovamente in volo alla ricerca di cibo. La ragazza percepì la sua tensione diminuire, anche se non avrebbe saputo dire se il drago si sentisse effettivamente meglio o se il loro legame fosse semplicemente meno efficace a causa della distanza.

Una volta sola decise di recarsi nella piccola cittadina ai margini del bosco. Sapeva di non essere come Talise, Maka o Adden, in grado di cavarsela del tutto da sola lontano dalla società. Le mancavano le piccole comodità da cui i guardiani si tenevano alla larga ma soprattutto l'essere circondata da persone che poteva capire e da cui poteva farsi capire.
Avviandosi nelle le strade semideserte, però incrociò solo persone dall'aria esausta - probabilmente sulla via di casa - e esercenti che chiudevano i loro negozi.
Nonostante la mancanza di passantiquella sera le vie erano addobbate ed alcuni negozi esponevano gigantesche uova di Pasqua, che davano un'aria allegra alle piccole vie. In effetti, se aveva tenuto bene il conto, non mancava molto alla festa.

Imboccò una stretta stradina con negozi ormai chiusi alla sua destra ed un canale alla sua sinistra.
Il silenzio in quella via era quasi inquietante, capiva perché a quell'ora ci fosse così poca gente in giro, ma si era recata in un centro abitato soprattuto per non stare sola e liberarsi della costante sensazione di essere seguita.
Sapeva bene che nessuno la stava osservando, ma non riusciva a liberarsi dell'odiosa sensazione che Ryan le aveva messo addosso. Non credeva che la calma potesse essere tanto terrificante, ma nell'arco di quelle giornate si era dovuta ricredere.

Stanca di quel luogo e delle sensazioni sgradevoli che non la abbandonavano la ragazza si voltò, pronta per tornare sui suoi passi. Prima che potesse percorrere un solo metro però una mano le si serrò attorno al braccio, stringendola con forza.
《Pensavi davvero che bastasse quello a liberarti di me, guardiana?》 rise quella voce tristemente nora, poggiando il polso di Niav sulla sua scapola ed impedendole di muoversi
《Devo ammetterlo, è stato un colpo basso. Mi hai quasi messo in difficoltà, se non fossi stato... beh, io, sarei ancora lì a maledire te e la tua bestia. Ma io sono un Gavestorn, ho risorse che nemmeno immagini》 Niav lottò per liberarsi, ma la presa del corvino era salda e lui non sembrava intenzionato ad offrire una nuova opportunità di fuga alla ragazza.
《Avrai pure le tue risorse, ma non credere di poter fare quello che vuoi》 quella voce sorprese sia Niav che Ryan, anche se per motivi diversi.
《Chi saresti tu? Fatti vedere, e vedi di non fare mosse brusche》 ordinò il corvino, voltandosi verso l'angolo da cui proveniva la voce e tenendo Niav davanti a sé, usandola come scudo .

La castana invece non riusciva a credere alle sue orecchie. Sapeva di non poter dimenticare facilmente una voce e di certo non quella di una cara amica, ma lei non aveva alcun motivo per essere in America
Ryan allungò la mano verso la sua pistola, allentando la presa sul braccio di Niav che grazie a quello riuscì a liberarsi. Era stanca di essere quella che veniva salvata, ora che aveva un'opportunità non l'avrebbe sprecata e di certo non si sarebbe limitata a guardare gli altri che correvano in suo aiuto.
Con uno strattone sfilò il braccio dalla presa del giovane cacciatore e lo colpì con un calcio ad uno stinco. Magari non sapeva come usare qualche strano potere o non incuteva timore, ma non era del tutto priva di risorse.
Il calcio non provò gravi danni la ragazzo - piuttosto lo fece arrabbiare - ma lo distrasse abbastanza a lungo da permettere ad un ragazzo, che si era avvicinato alle spalle del cacciatore, di strappargli di mano la pistola.

Ora che erano ad armi pari ed in tre contro uno, Ryan aveva perso tutta la sua sicurezza.
Niav decise di conservare la sua incredulità nel vedere il ragazzo - Jacob - ed Ailis per un altro momento.
《Dobbiamo andare, vi giuro che spiegherò tutto dopo ma non dobbiamo essere qui quando arriveranno i suoi compagni》.
Niav era cosciente del fatto che i suoi amici fossero estremamente confusi, ma era certa che le "risorse" di cui parlava Ryan fossero legate ai cacciatori, ormai aveva capito che ricopriva una posizione importante fra di loro.

L'espressione di Ryan, però, suggeriva che non sarebbe arrivato nessun rinforzo. Nonostante stesse cercando di sembrare sicuro era impallidito sentendo la ragazza dire "i suoi compagni". Che fosse solo? Forse era per quel motivo che non aveva ucciso Niav quando non si era fatto scrupoli nello sparare alla giovane cacciatrice. Inoltre, a differenza di tutti gli altri cacciatori che aveva visto, non portava un guanto alla mano destra. Quella cosa doveva pur avere un qualche significato che andasse oltre alla semplice scelta estetica.

《Hai ragione, ci devi una spiegazione》 commentò Jacob con il tono di chi non aveva - giustamente - capito nulla della situazione in cui si trovava.
Nonostante non stesse capendo, però, il ragazzo trovò la lucidità per impugnare con sicurezza la pistola e puntarla contro Ryan. Niav era quasi certa che il suo amico non fosse in grado di sparare e sapeva che non aveva intenzione di farlo, ma era riuscito a risultare molto convincente. Nel frattempo Ailis prese in mano il telefono e contattò la polizia. Con estrema gratitudine da parte di Niav tralasciò qualche dettaglio - ad esempio il fatto che la ragazza aggredita dallo sconosciuto fosse sparita dall'Irlanda qualche tempo prima - e in seguito puntò gli occhi su Ryan, come per studiarlo e cercare di capire come fossero andate le cose ancor prima della spiegazione dell'amica.

Ailis aveva sempre avuto il talento di capire le persone con uno sguardo, la sua prima impressione era quasi sempre veritiera. Soprattutto da piccola ogni qual volta che le veniva presentata una persona passava qualche istante a ad osservarla, muovendo rapidamente gli occhi color ambra e storcendo leggermente il naso, che presentava una piccola gobba nella parte alta. Guardandola si potevano quasi vedere la sua mente all'opera nel tentativo di stabilire che tipo di persona avesse davanti. Crescendo aveva iniziato a farlo più raramente, soprattutto per non sembrare scortese, ma a quanto pare non aveva affatto perso questa sua abilità.

Niav non poté far a meno di pensare che, se al suo primo incontro con Ryan fosse stata presente anche lei, le cose sarebbero andate diversamente. Certo, lui era stato un bravo attore, ma Niav aveva sempre avuto piena fiducia nelle capacità di giudizio della sua più cara amica e confidava nel fatto che avrebbe notato un qualsiasi dettagli fuori posto, mettendola in guardia.

I suoi pensieri vennero interrotti dal suono di una sirena. Sentendolo Jacob lanciò la pistola a terra, facendola scivolare sull'asfalto ed infine cadere nel canale con un sonoro "plop".
Mentre un ufficiale portava via Ryan altri due ascoltarono la versione dei fatti dei tre ragazzi.
A differenza dei primi due, la castana si trovò costretta a modificare la sua versione per renderla credibile.
"Ero in viaggio quando l'ho incontrato. Era la prima volta che lo vedevo. Non so cosa volesse, ma mi ha trascinata non so dove. Sono riuscita a scappare a arrivare qui, ma mi ha raggiunta e colta di nuovo di sorpresa prima che potessi cercare aiuto. Non so come abbiano fatto i miei amici a trovarmi, ma so che non sarei qui senza di loro" dichiarò. La sua storia non era molto lontana dalla realtà, inoltre l'uomo che li aveva ascoltati sembrava conoscere Jacob o qualche suo parente - aveva raccomandato al corvino di portare i suoi saluti ad una certa Ethel - quindi non aveva avuto problemi nel farsi credere.

Niav ancora non si capacitava di come fosse possibile essere talmente fortunata. Non solo era capitata nella cittadina dalla quale proveniva Jacob, una fra milioni dato che non aveva mai parlato seriamente con lui della sua vita in America - non avrebbe nemmeno saputo dire da che stato provenisse - ma ci era capitata anche nel momento perfetto.

Era decisa a cercare di capire se la comparsa dei due ragazzi fosse stata del tutto casuale, cosa di cui dubitava fortemente. Decise quindi di chiedere spiegazioni ad Ailis, quella con cui sentiva di potersi intendere con maggiore facilità.
《Noi stavamo passando di qui per caso. È stata la nonna di Jacob ad invitarci qui per una vacanza. Ha insistito così tanto per averci entrambi qui che mi sarei sentita in colpa a rifiutare... Jacob ha detto che non stava molto bene così abbiamo preso il volo. Prima stavamo tornando da una commissione. È stata lei a chiederci questo favore》 spiegò la ragazza, rispondendo alle domande che Niav che aveva posto.
《A proposito di nonna Ethel - si intromise Jacob, sentendo la conversazione delle due - scommetto che sarà molto felice di conoscerti. E dopo quello che ti è successo sono certo che ti ospiterà》 disse, ignorando ogni tentativo di declinare l'invito. Non voleva mettere in pericolo i suoi amici o le loro famiglie, si sentiva come una mina vagante: in qualsiasi momento un cacciatore poteva trovarla: si sarebbe precipitato sul posto con i suoi alleati e l'ímisy dubitava che si sarebbero fatti scrupoli nel coinvolgere degli innocenti estranei alla vicenda.

Nonostante quello il corvino non volle sentir ragioni e lei fu costretta ad arrendersi davanti a tanta convinzione. Si disse che una serata non sarebbe stata sufficiente ai cacciatori per trovarla e che se fosse partita alle prime luci dell'alba, o ancor meglio se si fosse allontanata di notte, non sarebbe successo nulla di male.

La casa di Ethel Reyes, nonna paterna di Jacob, era piccola ma decisamente confortevole.
Una donna bassa si aggirava per essa e non appena vide i tre sembrò parecchio sollevata. Non parve invece turbata o stupita dalla presenza di Niav.
Si tolse un grembiule bianco, macchiato dei colori più disparati e con un pennello che sporgeva da una tasca.
《Scusa se abbiamo fatto tardi nonna》 disse il ragazzo, iniziando a spiegare brevemente i fatti accaduti poco prima.
La donna sembrò prendere la cosa con estrema calma, come se nulla di quello appena detto dal nipote fosse fuori dall'ordinario.
《Che coincidenza, ho cucinato per quattro questa sera》 si limitò a dire, sorprendendo a confondendo tutti i presenti
Il trio, sempre più stupito, seguì la donna in cucina dove l'anziana stava riempiendo un quarto piatto, che mise su una tavola già apparecchiata.
《Magniate pure, io vado a prendere una cosa sul retro》
Disse Ethel, lasciando la sala da pranzo e dirigendosi verso una porta chiusa.
《Nonna è sempre stata strana, ma in qualche modo fa sempre la cosa giusta. Ho imparato a non farmi troppe domande》 spiegò il ragazzo una volta che l'anziana fu sparita dietro alla porta bianca.
Niav, però, non riusciva a far finta di nulla.
"Nonna Ethel" aveva fatto venire Ailis e Jacob in America.
Per la commissione di "nonna Ethel" i suoi due amici si erano trovati nel posto giusto al momento giusto per salvare Niav, ed ora "Nonna Ethel" si comportava come se l'arrivo della ragazza fosse programmato.

I dubbi la tormentano tutta la sera, tanto che non faticò nemmeno a stare sveglia quando tutti si chiusero nelle loro camere.
Dopo quella che le sembrò un eternità passata ad attendere che la casa tacesse, si alzò recuperando le poche cose che si era portata dietro: vestiti principalmente, dato che la signora Reyes le aveva fatto trovare un cambio dopo che Niav si era fatta una doccia.
Uscì dalla camera che era appartenuta alla figlia minore della signora Ethel, zia di Jacob, e scese le scale.

Non si sorprese nel trovare la porta d'ingresso chiusa e mentre pensava a dove poter trovare le chiavi si ricordò della porta sul retro menzionata dalla donna qualche ora prima.
Si diresse verso la porta, trovandola socchiusa e spingendola leggermente. La porta sul retro, però, non dava sul retro. Quelle che si trovava davanti Niav era infatti una stanza piena di tele e dipinti, alcuni finiti ed altri incompleti.
La mano della giovane tastò la parete, trovando e premendo l'interruttore che, finalmente, le permise di ammirare le opere.
Erano carine, anche se non eccezionalmente belle, ma a catturare lo sguardo di Niav furono i loro soggetti.

《Ti piacciono, cara?》. La ragazza si voltò di scatto, trovandosi davanti all'anziana donna.
《Si... ecco, se posso chiederle... ha preso ispirazione da qualche parte per i soggetti?》 Domandò la ragazza con cautela mentre cercava di calmare il respiro. Puntò lentamente gli occhi sulla porta e poi, altrettanto lentamente, li riportò sulla donna. Era ormai ovvio che sapesse molto più di quanto avrebbe dovuto, ma Niav non aveva modo di sapere come fosse arrivata a scoprire quelle cose né quali fossero le intenzioni della donna.
《Certo, certo. Tu parli dei draghi vero? Se devo essere onesta, li ho visti》 ammise Ethel. La ragazza spostò la sua attenzione sulla tela, dove delle rapide pennellate avevano creato un cielo sereno e privo di nuvole, solcato da una singola figura bianca particolarmente dettagliata.
Con dita tremanti sfiorò delicatamente la porzione di tela su cui, senza ombra di dubbio, era rappresentato Shu.

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Capitolo 15
*** Columbine ***


ultima revisione 26/09/2021

Ethel si avvicinò ad una delle sue opere incompiute.
《In realtà, più che averli visti ho visto le pennellate che lo componevano. Probabilmente ti sembrerò folle, ma è così》 spiegò col tono di qualcuno a cui non importava più nulla del parere altrui: avrebbe anche potuto prenderla per pazza, alla donna non sarebbe importato nulla. Dopo tutto quello che aveva visto, però, Niav non faticava a credere. Strani poteri profetici? Nulla di stano, perché non sarebbero dovuto esistere in un mondo in cui i draghi erano reali?

《Io le credo - affermò la ragazza, ottenendo un sorriso dall'anziana donna - non solo. Io li conosco, conosco le creature che ha dipinto》 proseguì, sentendo il bisogno di raccontare a qualcuno quello che le aveva stravolto la vita.
《Siedi pure, raccontami di più》 propose.
Niav acconsentì alla sua richiesta, sedendo su una sedia mentre Ethel occupava lo sgabello davanti ad una tela ed iniziava a dipingere.

Raccontò quello che le era successo, tralasciando la posizione del villaggio dei guardiani, che non volle indicare ad una sconosciuta, ed Ethel ascoltò ogni parola senza fare una piega, senza fare domande. Lasciò semplicemente la ragazza libera di raccontare quello che le era successo.
Le due andarono avanti a parlare - o meglio, la ragazza parlò ad Ethel - per ore e ore, finché l'anziana non si alzò, facendo cenno a Niav di avvicinarsi.
Entrambe osservavano la tela, dove Ethel aveva dipinto un drago bianco davanti a tre ragazzi girati di spalle.
《Se devi partire dovresti trovarti degli amici - affermò calma la donna - credo che ci sia un motivo se ho sentito il bisogno di chiamare qui Jacob e la sua amica, lo stesso per cui li ho mandati a fare quella commissione. Ritengo di aver sempre avuto un buon intuito per queste cose - Ethel le sorrise - e ora mi dice che dovresti riposare. Sbaglio o il tuo sarà un lungo viaggio?》chiese.

Nonostante stesse cercando di non darlo a vedere, per la donna era finalmente giunto il momento che aspettava da una vita: la conferma che tutto quello che vedeva era reale. Aveva ancora chiaro il ricordo tutte le serate che suo nonno - l'unico che fosse mai stato in grado di comprendere quello che Ethel percepiva - aveva passato a raccontarle delle maestose creature che controllavano i cieli e della loro casa immersa fra i pini, popolata da uomini e donne che ogni giorno avevano il privilegio di vivere al loro fianco.

Più era cresciuta e più le parole di suo nonno avevano iniziato ad acquisire un senso diverso. Anche lei vedeva i draghi e la loro casa, anche se a differenza di suo nonno poteva farlo solo tramite il disegno.
Era stato proprio suo nonno a dirle quella frase, che in seguito era diventata una delle sue risposte preferite quando qualcuno la accusava di viaggiare troppo con la fantasia: "nella nostra famiglia abbiamo sempre avuto un buon intuito, anzi, è qualcosa in più"

Niav scosse la testa.
《La ringrazio per tutto, ma se quello che mi sta dicendo è che non mi accadrà nulla stando qui non posso comunque rimanere. Non riesco più ad aspettare, devo tornare da Shu. Mi sta aspettando》 spiegò la castana. Percepiva che il drago era nelle sue vicinanze ma non riusciva a sentirlo cosa stesse provando o pensando in quel momento.
Ethel sospirò, scuotendo la testa ed incrociando le braccia sul petto.
《Non posso oppormi alla scelta, ma almeno sii prudente nel viaggio che ti aspetta》 raccomandò.

La ragazza annuì, rivolgendo un sorriso sicuro alla donna. Le cose stavano iniziando ad andare nel verso giusto: con Ryan momentaneamente fuori dai giochi ed il Cuore finalmente fra le sue mani sentiva di avere la migliore possibilità che le fosse capitata fino a quel momento per completare rapidamente il suo viaggio e tornare finalmente a casa.

Casa... una parola dal sapore curioso.
Qual era casa sua? In Irlanda, al fianco del suoi amici, o insieme a Shu?
Non poteva sceglierli entrambi, ma fino a quel momento non si era mai posta seriamente il problema. In quel momento però si era sentita così vicina alla fine del suo viaggio che non aveva potuto fare a meno di pensare al dopo. Non era mai stata propensa a "vivere sul momento", come le aveva spesso suggerito Jacob, ma la quantità di eventi delle ultime settimane non aveva lasciato alla mente della ragazza il tempo di pensare al futuro.

Stare lontana da Shu causava un vuoto opprimente nel cuore della ragazza. Le emozioni e le sensazioni del drago erano diventate una parte di lei ed esserne privata rendeva ogni istante eternamente lungo e doloroso.
Incontrare i suoi amici però le aveva fatto realizzare quanto le fossero realmente mancati e quando desiderasse tronare alla sua vecchia vita. Se avesse potuto avrebbe cancellato quell'ultimo mese e sarebbe tornata all'esistenza che conduceva fino a poco prima, ma ora che sapeva dell'esistenza dei guardiani non poteva più tornare indietro.

Mentre valutata le sue opzioni Ethel lasciò silenziosamente la stanza, lasciandola sola.
Dopo una lunga esitazione recuperò il suo esiguo bagaglio e approfittò di quel momento di solitudine per sgusciare fuori dall'abitazione dalla vera porta sul retro, che si trovava all'interno della stanza delle tele.
Aveva deciso che non era in grado di prendere una decisione in quel momento e farlo immediatamente le avrebbe portato alcun vantaggio rispetto al pensare con calma, al contrario concludere quel viaggio le avrebbe solo fatto bene.
Raggiungere Shu, poi, era qualcosa da fare nell'immediato futuro, aveva bisogno di stare accanto al drago immediatamente.

Ma nonostante la sua convinzione il peso di camminare nelle vie buie, lasciandosi alle spalle i suoi amici ai quali sapeva di dovere ancora una spiegazione, cresceva ad ogni passo. Aveva valutato l'opzione di lasciare un biglietto con delle spiegazioni, ma l'avrebbero presa per pazza. Se avesse aspettato il loro risveglio le avrebbero impedito di partire. Non le rimaneva altra scelta.

Mentre la ragazza camminava verso il bosco Ethel e bussò alla stanza di Jacob, appartenuta al padre del ragazzo, e alla camera degli ospiti, occupata da Ailis.
I due scesero lentamente le scale che portavano al piano inferiore della villetta, dove tutte le luci erano accese.
Jacob notò immediatamente che la porta dello studio era aperta. Solitamente l'accesso a quella stava era vietato a chiunque non venisse invitato da sua nonna, ma in quel momento l'uscio spalancato permetteva di osservare facilmente la grande quantità di dipinti accumulati al suo interno. Prima che potesse avvicinarsi però l'anziana chiuse la porta.
《Dov'è Niav?》 Chiese all'improvviso Ailis riscuotendo Jacob dai suoi pensieri.
《È andata via, vero?》 Rispose immediatamente il corvino, stupendo anche sé stesso con quella frase.
La signora Reyes sorrise soddisfatta.
《Sembra che anche tu abbia un buon intuito. Niav è uscita, ma se vi muovete in fretta la raggiungerete prima dell'alba》 li informò la donna.
Per Jacob non c'era nessuna domanda da porsi, tanto che uscì di corsa dalla casa senza nemmeno preoccuparsi di mettere una giacca. Una volta che si fu chiuso la porta alle spalle ed ebbe camminando in silenzio per una manciata di minuti Jacob si voltò finalmente a guardare Ailis, che continuava a porgli domande su quello che stava accadendo.
《Non so dove sto andando Ailis... so solo che mi sono sempre fidato di mia nonna, ed ora lei ha detto di fidarmi del mio intuito. Ed ora mi sta dicendo che Niav è da quella parte》 sentenziò. La bionda sospirò, sistemandosi su una spalla la borsa che la signora Reyes le aveva rifilato poco prima mentre continuava a ripetere al nipote che doveva "fidarsi del suo intuito". Se Jacob ne era davvero sicuro si sarebbe fidata: era comunque l'opzione migliore che avevano per trovarla.

Le intuizioni di Jacob condussero la coppia ai margini di un boschetto, dove il ragazzo accelerò il passo. A qualche centinaio di metri da loro anche Niav si aggirava fra le piante alla ricerca di Shu.
Sentiva il loro legame farsi sempre più forte e ad ogni passo che faceva verso di lui il peso sul petto della ragazza si alleggeriva. Strinse con forza la borsa contenete il Cuore ed aumentò l'andatura, arrivando quasi a correre per raggiungere il prima possibile il drago.
Ancora pochi minuti e sarebbe ripartita, avrebbe abbandonato di nuovo i suoi più cari amici. Lasciarli di nuovo senza dare spiegazioni - questa volta di proposito, per di più - era stato un colpo basso, ne era cosciente. Ma cos'altro poteva fare? Oltre ad Ethel non avrebbe trovato nessun altro disposto a credere alla verità, lei stessa l'aveva potuta accettare solo vivendola sulla propria pelle. Certe volte non era nemmeno sicura che tutto quello fosse reale e di non essere completamente impazzita.

Allo stesso modo, le parve di essere impazzita quando sentì una familiare voce che chiamava il suo nome. Cosa ci facesse lì Jacob a quell'ora del mattino rimaneva un mistero, ma era senza alcun dubbio l'aveva seguita. Se avesse avuto più lucidità sarebbe potuta scivolare via fra gli alberi e sparire, ma la sorpresa la spinse a rispondere a quel richiamo.
《Jacob? Cosa stai facendo qui?》 Chiese prendendo per un braccio il ragazzo e stringendolo con forza, come se volesse trattenerlo e mandarlo via allo stesso momento.
《Dovremmo farti noi questa domanda... si può sapere cosa ti prende?》 Replicò Ailis al posto del ragazzo, che illuminava il terreno circostante con la torcia del cellulare. 《Ci avevi promesso delle spiegazioni》 insistette la bionda mentre Niav lasciava lentamente la presa sul braccio di Jacob.
《So di averlo fatto, ma è una situazione complicata》 cercò di giustificarsi la giovane guardiana, nel frattempo Jacob scivolò fra gli alberi, lasciando sole le due ragazze. Ailis e Niav discussero per una manciata di minuti, con la prima che esigeva spiegazioni e la seconda che cercava di inventare scuse plausibili o per lo meno più sensate della realtà.

Si interruppero bruscamente quando notarono l'assenza del ragazzo. Lui si era diretto lentamente in una direzione scelta dal suo istinto, con le gambe che si muovevano senza che lui lo volesse davvero. Si fermò, guardandosi attorno e puntando la torcia prima sul terreno e poi fra gli alberi, cercando di capire dove fosse finito e perché avesse sentito il bisogno di raggiungere quel posto.
Faticò nel trattenersi dal lanciare il cellulare nel momento in cui la torcia si puntò su una enorme cosa - non avrebbe saputo definirla in altro modo - bianca.
Continuando ad illuminarla con mani tremanti scoprì che la "cosa" era una zampa dotata di tre artigli affilati, collegata ad una gamba grossa quanto un tronco d'albero.
Indietreggiò di qualche passo fino a ritrovarsi con le spalle contro un vero tronco mentre un muso, gigantesco quanto la zampa, gli si avvicinava.

Il ragazzo iniziò a ridacchiare, teso. Stava forse impazzendo? Era caduto e aveva battuto la testa? Probabilmente era un assurdo sogno.
《Shu!》 Esclamò Niav in tono di rimprovero, facendo sussultare il corvino. Il muso della creatura si allontanò di scatto dal giovane e si avvicinò alla ragazza.
《Lo vedi anche tu》 constatò Jacob con la voce strozzata dalla paura. Niav fece scorrere lo sguardo sul ragazzo e poi sulla creatura, puntando infine gli occhi su quelli di Shu in cerca di spiegazioni.
"Mi vede, ma non so il perché" disse lui in risposta. L'ímisy esitò per qualche istante, indugiando sul volto spaventato di Jacob per qualche secondo prima di iniziare a parlare.
《Maka ha parlato di persone con un legame speciale, ma pensavo si riferisse solo a noi》 spiegò la ragazza, stava iniziando a pensare che quel legame fosse l'origine del buon intuito di cui le aveva parlato la signora Reyes.
"Potrebbe trattarsi di quello, anche se non ho mai incontrato una persona del genere" spiegò il drago mentre studiava il ragazzo, ancora con la schiena premuta contro il tronco dell'albero.

《È come quelle cose che disegna mia nonna... Niav, lo vedi anche tu vero? Non sto impazzendo, giusto?》 Farneticò il ragazzo portandosi una mano sulla fronte e chiudendo gli occhi, quasi come se la luce del cellulare lo stesse accecando.
《Mi scoppia la testa...》 sussurrò il corvino, attirando l'attenzione di Niav che lo affiancò preoccupata.
"È come quando ci siamo incontrati per la prima volta, portalo via di qui e fallo riposare, io e te possiamo partire questa sera e viaggiare di notte, sarà più semplice passare inosservati" disse il drago, sollevando un macigno dal petto di Niav con le sue parole. Sapere che Shu era disposto ad aspettare, che capiva quanto tenesse a quella persone, era un immenso sollievo.
《Va bene, stai attento - sussurrò prima di aiutare il ragazzo ad alzarsi da terra - forza Jacob, andiamo, ti riporto a casa》 gli sussurrò la castana mentre Jacob si reggeva ad un albero per non perdere l'equilibrio.
Nel frattempo anche Ailis, abbandonata a barcollare nel buio, era riuscita a trovare i suoi due amici. Il suo sguardo si posò sul drago senza che però lei potesse davverk vederlo. Poteva però vedere Jacob e lo stato in cui si trovava. Immediatamente si precipitò accanto all'amico e lo aiutò a reggersi in piedi, collaborando con Niav per farlo camminare verso casa.

Gli occhi ambrati della bionda si scontrarono con quelli del colore della nebbia dell'altra ragazza, in cerca di spiegazioni. Quelli di Niav passarono da Jacob ad Ailis trasmettendo un messaggio chiaro alla bionda: ne sapeva quanto lei.
Il ragazzo si fece sfuggire un mugolio di dolore mentre Niav smetteva di sostenerlo per bussare alla porta della signora Ethel. L'anziana donna aprì, rimanendo per qualche istante a fissare i ragazzi come se si fosse trovata davanti tre creature sconosciute anziché i tre ragazzi che aveva salutato poco prima. Erano passati diversi anni dall'ultima volta in cui qualcosa l'aveva colta di sorpresa in quel modo.
《Entrate - mormorò quando si fu ripresa, almeno in parte - fatelo sedere sul divano》

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Capitolo 16
*** Daisy ***


ultima revisione 26/09/2021

Jacob venne fatto adagiare sul divano e gli venne consegnato un bicchiere d'acqua con un aspirina. Ailis e Niav si assicurarono che il ragazzo mandasse giù la medicina e rimasero al suo fianco, ascoltandolo mugolare e lamentarsi di tanto in tanto fino a che Ethel non le raggiunse, invitandole a riposarsi mentre Jacob si riprendeva.
Ailis non se lo fece ripetere due volte, trascinando Niav in un'altra stanza con una foga che non le si addiceva per nulla. La portò in cucina, dove costrinse la castana a sedersi a tavola in modo che le due potessero guardarsi negli occhi.
Non era necessario che la bionda parlasse, aveva ripetuto ormai troppe volte quello che voleva: sapere cosa stava succedendo.

《Non mi crederai》 esordì Niav a mo' di premessa, sapendo che non avrebbe scoraggiato l'amica. Anzi, iniziando così sperava di preparare la ragazza a quello che doveva dire, rendendo la sua storia più facile da digerire.
《Mettimi alla prova》 replicò Ailis, proprio come Niav si aspettava. Prendendo un respiro profondo la castana decise di iniziare a parlare di Jacob e di cosa aveva visto prima di sentirsi male, anzi, di quello che avevano visto. Stando a quello che aveva visto Ailis nel bosco non c'era nessuno all'infuori di Jacob, Niav e gli alberi. Doveva però ammettere che Jacob aveva visto qualcosa e quello stesso "qualcosa" era stato visto anche da Niav. Ma che quella cosa fosse un drago... quella era pura follia. Se non avesse conosciuto Niav da una vita l'avrebbe presa immediatamente per pazza, ed anche in quelle condizioni dubitava che la sua amica fosse sana di mente. Forse qualcuno le aveva fatto qualcosa. Una specie di ipnosi, un lavaggio del cervello: tutto era più plausibile dell'esistenza di creature come quella appena descritta da Niav.

Mentre Ailis soppesava il racconto, Ethel riemerse come se niente fosse da una porta che fino a quel momento nessuna delle due aveva notato - probabilmente una cantina - ed entrò nella stanza tenendo fra le mani una tela. Su di essa era ben visibile fedele rappresentazione del drago descritto dalla giovane Ímisy.

《Oh...》 si lasciò sfuggire Ailis, passandosi una mano sul volto e massaggiandosi le tempie, incredula.
《Tutta questa storia è assurda... anzi, più che assurda. Ma posso provare ad ascoltare fino alla fine se sei davvero certa di quello che dici》 concesse, decidendo di dare almeno il beneficio del dubbio ai suoi amici.

L'anziana donna lasciò la stanza senza dire una parola, nascondendo un sorrisetto compiaciuto.
Appoggiò la tela accanto al divano e rivolse la sua attenzione a Jacob.
《Sta succedendo anche a te - mormorò sorridendo al nipote - succede a molti, di solito salta una generazione》 spiegò.
《Come i gemelli?》 Chiese il corvino con la voce roca, per poi allungare la mano e prendere qualche sorso dal bicchiere sul tavolino alla sua sinistra.
《Come i gemelli - confermò la donna - ma più utile》.
Il ragazzo si portò una mano sugli occhi, coprendoli dalla luce delle lampadine che, sommandosi al mal di testa, lo stava torturando.
《Non mi sembra molto utile se questi sono gli unici risultato - commentò, cercando di mettersi seduto sul divano e togliendo la mano dal volto per poter guardare in faccia sua nonna - ma non è solo questo vero?》 Chiese, potendo già immaginare la risposta.
《Esattamente. Ad esempio è il motivo per cui tu e la tua amica Ailis siete qui, lo stesso per cui avete incontrato Niav: sapevo che qualcuno sarebbe stato qui e che avrebbe avuto bisogno di voi. Era da tempo che non sapevo qualcosa con tanta certezza, di solito non ho visioni chiare come mio nonno, vedo solo le pennellate sulla tela e non capisco nulla fino a che non ho finito》 spiegò la donna, indicando l'oggetto che aveva posato a terra poco prima.

《Quando inizio non so mai come finirà. È magnifico vedere quelle immagini che si formano come per magia... ma ora sto divagando, torniamo a te - si interruppe la donna - quello ti è familiare?》 Chiese, indicando il quadro ed il drago che vi era raffigurato sopra. Il ragazzo studiò la tela per qualche minuto prima di annuire.
《Quella è la cosa che ho visto nel bosco - esclamò - quella con cui Niav ha parlato》 aggiunse, rabbrividendo al ricordo di quella creatura.
《Quella "cosa" è una delle creature più maestose mai esistite, Jacob. Sono assolutamente meravigliose! Noi siamo fortunati a poterli vedere, fidati. Certo non quanto la tua amica, che è legata a uno di loro, ma comunque molto fortunati》 lo avvertì la pittrice in tono di rimprovero, suscitando una risata nel giovane.
《Fortunati? Stavo per lasciarci la pelle in quella foresta》 replicò Jacob, rabbrividendo al ricordo di poco prima.《Quella cosa era enorme, avrebbe potuto uccidermi... Niav, dille quanto era spaventosa!》 Aggiunse poi vedendo le due ragazze fare il loro ingresso nella stanza. A quella richiesta la castana sorrise, constatando con piacere che l'amico era tornato ai suoi soliti modi impulsivi.
《Temo di doverti deludere, ma non ho paura di lui: Shu non farebbe mai del male a qualcuno se non fosse costretto》 spiegò, ripensando alla rabbia negli occhi del drago nell'affrontare i cacciatori o dal turbinio di emozioni che le aveva trasmesso mentre le salvava la vita fuori dall'hotel. In quel momento aveva avuto prova della vera forza del drago, della sua potenza distruttiva. Se avessero voluto, Shu ed i suoi fratelli avrebbe potuto fare qualsiasi cosa.

《Vedo che voi due avete finito la vostra chiacchierata, ragazze. Ora che ne dite di riposare? Se ho interpretato bene il mio ultimo lavoro vi aspetta un lungo viaggio, e vale per tutti e tre》 consigliò la donna, lasciando tutti e tre i ragazzi senza parole.
《Che intende dire? Non posso permettere a Jacob ed Ailis di seguirmi! sarebbe pericoloso, folle, irresponsabile e... beh, una pessima idea!》 protestò Niav, che sarebbe potuta andare avanti per ore ad elencare aggettivi per descrivere quell'idea o motivi per cui era pessima.
《Dici che dovremmo andare con lei? - chiese invece Jacob, incurante delle proteste dell'Ímisy, mentre volgeva lo sguardo verso la bionda - che ne pensi? Io ci sto se mi promettete che non mi sentirò male ogni volta che vedrò quel drago》 decise, prendendo la cosa con tanta leggerezza da far preoccupare Niav riguardo alle sue condizioni e alle sue capacità di giudizio.

《Se questa folle storia è vera non ti lasceremo fare da sola - sentenziò Ailis - non ti libererai di noi》.
Gli occhi dell'ímisy si inumidirono. Quella frase le aveva dato il colpo di grazia dopo quell' infinita settimana passata a sentirsi fuori posto, con un pensiero sempre rivolto alla costante minaccia dei cacciatori. Per la prima volta da quando aveva incontrato Shu si sentì a casa, una casa che poteva comprendere ed in cui veniva compresa. Una casa vera, con veri muri ed un vero tetto, non il dorso di un drago. Al suo interno c'erano persone vissute nella sua stessa realtà, persone che non si aspettavano che sapesse sempre tutto. Per un istante desiderò darsela a gambe: fuggire da tutta quella folle storia, scordarsi dei cacciatori, delle ímisy e di Shu.

Fu un solo istante di fantasia prima di pentirsi di ciò che aveva desiderato. Magari non aveva preso lei le decisioni che l'avevano portata lì, ma qualcosa l'aveva fatto. Forse era stato il destino - in cui non aveva mai creduto - a prendere quelle decisioni per Niav, ma ormai erano state fatte. Ora che era l'ímisy di Shu aveva delle responsabilità nei confronti di guardiani, delle sue nuove compagne e soprattutto del drago, che in quel momento la aspettava pazientemente nel bosco. Al villaggio, Shu le aveva chiesto se fosse felice di essere lì. Sul momento la castana non aveva saputo rispondere, ma ora le cose erano cambiate. No, non era felice, assolutamente. Quella nuova vita aveva mille difetti, mille difficoltà, ma non l'avrebbe potuta scambiare con nessun altra: era legata a quel nuovo mondo, che lo volesse o no. E poi c'era Shu. Non poteva e non voleva separarsi da lui e se le avesse mai chiesto "Sei felice di essere la mia ímisy?" Lei non avrebbe esitato a rispondere sì.

《Tutto bene Niav? Sembri esausta - commentò Jacob, accennando un sorriso divertito - non hai una bella cera, guarda me e prendi esempio!》 Esclamò, riuscendo finalmente - e a fatica - a mettersi seduto.
《Sono o non sono il ritratto della salute?》 Insistette, alzandosi in piedi ed impallidendo per lo sforzo. Ailis sospirò e costrinse l'amico a rimettersi seduto prima che fosse la forza di gravità a farlo. Dopo essersi assicurata che il corvino non si facesse del male la ragazza si concentrò su Niav. Jacob aveva ragione: all'improvviso il risultato di quelle settimane era evidente sul volto della ragazza. Era pallida, anche se in certi punti la pelle era stata scottata dal sole e si era arrossata. Il volto era scavato da enormi occhiaie, aveva un graffio sulla fronte e probabilmente gran parte del suo corpo era ricoperto da lividi o ferite simili. Anche gli occhi della ragazza erano diversi, si muovevano velocemente da un lato all'altro della stanza seguendo uno schema preciso: finestra, porta, finestra, porta sul retro, scale, altra finestra, poi di nuovo da capo. Fra un punto e l'altro posava nuovamente gli occhi sui suoi amici, cercando inutilmente di convincersi che quel che stava facendo era inutile. Resisteva per circa una trentina di secondi prima di puntare gli occhi sul punto successivo, come un animale ferito e braccato.

Li aveva chiamati cacciatori, quelli come Ryan. Non aveva chiarito cosa volessero da lei se non ucciderla e non sapeva cosa volesse il ragazzo che, in maniera del tutto inaspettata, aveva deciso di risparmiarla e sfruttarla per raggiungere qualcosa. Erano loro che stava cercando? Se fosse stata nei panni di Niav nemmeno lei sarebbe riuscita a stare calma, anzi, avrebbe cercato in ogni modo di nascondersi. Si sarebbe infilata in un qualche posto sperduto e avrebbe pregato di non essere mai più trovata.
Mise le mani sulle spalle di Niav, spingendola verso le scale.
《Vai a dormire, subito. Terremo d'occhio noi la situazione》 promise mentre accompagnava la castana nella stanza che le era stata prestata. Lei si fece condurre senza opporre resistenza, in silenzio. Si lasciò confortare dalla promessa di Ailis e riscaldare dalle sue mani che delicatamente le accarezzavano la schiena. Prima di entrare in camera si voltò e scivolò fra le braccia della ragazza.

Niav, a differenza della bidona, non era mai stata molto fisica ed era passato parecchio tempo dall'ultimo abbraccio degno di essere chiamato tale che le due si erano scambiare.
La castana sprofondò il volto sulla spalla di Ailis, inalando il profumo dell'amica e lasciandosi scivolare nei ricordi. Tutti quelli in sua compagnia erano caratterizzati dalla serenità, soprattutto se messi a confronto con il caos delle ultime settimane. La ragazza - superata l'iniziale sorpresa - strinse delicatamente l'amica, accarezzandole lentamente la schiena.
《Andrà tutto bene, ti aiuteremo noi ora》 disse nel tentativo di rassicurarla. La castana sciolse l'abbraccio ed annuì, accennando un sorriso spento a causa della scarsa convinzione. Con un'ultima pacca sulla spalla Ailis salutò Niav, che barcollò verso il letto e si lasciò cadere sulle coperte.
Non voleva dormire, non poteva permetterselo, ma nessuno l'avrebbe lasciata uscire da quella stanza senza che prima si fosse riposata. Si stese sul letto ed osservò il soffitto in legno sopra di lei, studiando le forme create dalle venature e lasciandosi trasportare dell'immaginazione per rimanere vigile e pronta ad intervenire in caso di pericolo.

Mentre Niav lottava contro il suo stesso corpo ed il sonno Ailis lasciò il piano superiore della casa, tornando al divano su cui Jacob era ancora bloccato.
《Ehi, iniziavo a pensare che mi avessi abbandonato - esclamò il corvino mentre faceva spazio all'amica, voltandosi a guardarla - come ti senti?》 Chiese.
La ragazza avrebbe potuto schivare la domanda in centinaia di modi, non aveva alcuna voglia di rispondere, ma non fece assolutamente nulla per deviare il discorso. Si limitò a sedersi, appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo. Era un gesto che aveva iniziato a fare di recente, da quando aveva iniziato a confidarsi con Jacob. Senza Niav al suo fianco si era sentita persa, ma il corvino si era precipitato a sostenerla. Gli era grata per tutto quello che aveva fatto in quei giorni, per averla portata con sé in viaggio anziché lasciarla sola, per essere diventato - in senso letterale, in certi casi - la spalla su cui poteva piangere. Si era sentita quasi in colpa nel farsi sostenere così e si era scusata più e più volte, nonostante il giovane avesse sempre replicato che, per lui, Ailis non era e non sarebbe mai stata un peso.

《Confusa. Tu come ti senti?》 Replicò la ragazza, torturando con la punta delle dita il copridivano.
《Stanco. E confuso》 rispose Jacob. I due rimasero in silenzio, facendo correre gli occhi per la stanza, ovunque purché non si posassero sulla persona al loro fianco.
《Com'era quel drago?》 Chiese la bionda, dal quadro e dal racconto di Niav si era fatta un'idea abbastanza chiara della creatura, ma quella le era sembrata una scusa come un'altra per fare conversazione.
《Enorme, stare davanti a lui ti faceva sentire minuscolo. Aveva sia piume che scaglie e degli occhi che brillavano, come dei fari. Sembrava di guardare la versione gigante, luminosa e spaventosa di quelli di Niav, è stato parecchio strano》 raccontò il corvino, puntando finalmente gli occhi su di Ailis.
《Poi è arrivata Niav e mi sono sentito male, quindi non ho avuto altro tempo per guardare il drago - continuò - c'era come una strana voce che mi urlava nelle orecchie... anzi, era come se qualcuno stesse graffiando una lavagna o qualcosa simile》 spiegò il corvino, ricordando il celebre quanto fastidioso suono.
《Mi si è annebbiata la vista e ha iniziato a girarmi la testa, da lì è tutto confuso》 terminò di raccontare. Ailis sollevò il capo, ritrovandosi con gli occhi puntati su quelli scuri del ragazzo. Dopo qualche istante, in cui Jacob si arrovellò per trovare qualcosa da dire, entrambi abbassarono nuovamente lo sguardo e la bionda si alzò in piedi lasciandosi le pieghe sulla maglia.
《Ti lascio riposare, vado a vedere se tua nonna ha bisogno di aiuto》 lo informò, dirigendosi fuori dalla stanza alla ricerca della signora Reyes.

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