Un po' di magia

di SilkyeAnders
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pilot ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: La festa di fidanzamento ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Il malinteso ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Il terzo incontro ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Lezioni di danza ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Ultimo ballo ***



Capitolo 1
*** Pilot ***


Un po' di magia (NAVIA) Pilot Un po' di magia


Pilot

Qualcuno di grande una volta disse che "la vita è quella cosa che accade mentre siamo impegnati in altri progetti", cavolo se aveva ragione!
Ci sono tante cose che portano una persona a scoprirsi, più che altro si tratta di destino.
Non tutti credono al destino ma, per fortuna, lui ci credeva intensamente.


La festa era sfarzosa e frenetica, gente che si muoveva di qua e di là senza fermarsi nemmeno per respirare. Sembrava una gara a chi parlava con più persone, chi ostentava di più e a lui non era mai piaciuto ostentare.
Da quella festa però non poteva fuggire.
-Amore mio, finalmente sei arrivato. E' tutta la sera che ti cerco!- la voce squillante della sua promessa gli giunse alle orecchie come un freccia arriva al bersaglio.
-Mi hai trovato- scherzò bevendo un sorso di qualsiasi cosa avesse nel bicchiere.
La ragazza roteò gli occhi :-Amore, non sei emozionato? Una festa tutta per noi!-.
-Lucy, era davvero necessario? Tutta questa gente... I fotografi...- borbottò il ragazzo.
-Natsu Dragneel, ti ho chiesto più e più volte di approvare gli invitati. Lo hai mai fatto?- ovviamente non voleva una risposta, riprese a parlare subito dopo :-No. Non lo hai fatto. Certo, sei troppo impegnato con il tuo lavoro per prestare un po' di attenzione alla tua fidanzata...-.
Natsu sospirò :-No, non è vero amore lo sai- disse prendendole il viso tra le mani.
-Non ne sono più tanto sicura, quando mi concederai il regalo della tua presenza?-.
-Sono qui o no?-.
-Voglio la tua presenza completa, sei qui ma è come se volessi trovarti altrove-.
Lucy aveva quell'espressione sul viso, la solita faccia che faceva quando era triste per qualcosa.
Natsu la osservò attentamente, indossava una parrucca blu e un lungo vestito bianco semitrasparente. Sapeva che se l'era messo solo per scoprire il corpo magnifico che aveva e distrarlo da ogni possibile ripensamento sul matrimonio imminente.
Indossava anche una maschera in pizzo nero che scopriva solo le sue labbra carnose e i suoi grandi occhi... Azzurri?
-Hai messo le lenti a contatto?- chiese incuriosito.
-Mh... Me lo ha consigliato Mira-chan. Non ti piacciono?-.
-Secondo me sei già perfetta con il tuo normale colore di occhi amore mio, ma se a te piacciono...-.
Mirajane, proprietaria del locale dove si teneva la festa, arrivò poco dopo davanti ai due fidanzati e li salutò con un sorriso caloroso e un abbraccio.
-Lucy, vieni con me. Ti ho comprato una cosina, Natsu non ti dispiace se te la rubo per qualche istante vero?- chiese con voce dolce.
-Eh? No, no... Nessun problema Mira-.
La donna non se lo fece ripetere due volte e, con vigore, si trascinò dietro la futura sposa.
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-Mamma guarda! Il circo!-.
-Sì Asuka ho visto, ora sbrigati però. Papà ci sta aspettando-.
-Ma io voglio andare al circo!-.
Poco lontano, una ragazza dai capelli blu stava ascoltando il discorso delle due. Con un sorriso caloroso si avvicinò alla bambina e si abbassò alla sua altezza.
-Ciao, come ti chiami tesoro?-.
-Asuka!- esclamò la bambina.
-Asuka, ti piace il circo?-.
La bambina annuì vigorosamente.
La ragazza dai capelli blu si alzò e si voltò verso un uomo con il viso pieno di piercing :-Gajeel-kun!-.
L'uomo si alzò e camminò in direzione della sua amica, rivolse un sorriso distratto alla madre della bambina per poi focalizzarsi su quest'ultima.
-Lei è Asuka e le piace il circo- spiegò la ragazza.
Gajeel sorrise caldamente :-Un biglietto gratuito per lo spettacolo di domani allora- disse tirando fuori un biglietto turchese dalla tasca dei jeans.
-Oh no, non possiamo accettare. Pagheremo come tutti gli spettatori...- disse la madre.
-Non sarà necessario, Juvia ha voluto farvi un regalo e mi fido sempre delle sue prime impressioni. Devi essere una bambina speciale Asuka- disse Gajeel carezzando i capelli della ragazzina.
-Sono speciale mamma!- gridò Asuka saltellando su e giù dalla gioia.
-Grazie mille- disse la donna.
-Ci vediamo domani sera-.


-Juvia, non puoi continuare a regalare biglietti a tutti i mocciosi che vedi- ringhiò un uomo muscoloso e dai fiammeggianti capelli biondi.
-Che vuoi farci Luxus? Ameonna è così, lo sai- rispose Gajeel.
-Finirai per farci punire di nuovo, ma non ti stufi mai di prenderle?- sbottò un ragazzo con uno strano tatuaggio in viso.
-Hey! Guai a te se le urli di nuovo in faccia Jellal. Poi non sarà il padron José quello di cui dovrai preoccuparti- ringhiò Gajeel parandosi tra i due nel tendone.
-Juvia sa di aver sbagliato ma... Juvia adora vedere il sorriso sui volti di quei bambini...- mormorò tristemente la ragazza.
Il silenzio calò pesante nel tendone, tutti conoscevano il passato della ragazza in quel circo e sapevano anche del suo amore per i bambini e il loro sorriso. Nessuno si azzardò a dirle più nulla quel giorno.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: La festa di fidanzamento ***


Un po' di magia CAPITOLO 1 LA FESTA DI FIDANZAMENTO Capitolo 1: La festa di fidanzamento


C'erano tante cose che si potevano dire di Natsu Dragneel, alcune vere e altre meno, l'unica verità però che per tutti era imprescindibile era la sua immensa bontà. Natsu era un ragazzo di sani principi e si faceva sempre in quattro per aiutare chiunque ne avesse bisogno ma spesso non riceveva indietro le stesse attenzioni.
Non ce la faceva più a starsene chiuso fra quelle quattro mura ad ascoltare le chiacchiere senza senso delle persone attorno a lui, Lucy aveva invitato proprio tutti a quella festa e, anche se Natsu era felice di vedere molti dei loro amici lì, si sentiva comunque in trappola.
In effetti, era la situazione che lo rendeva nervoso. L'idea di sposare Lucy non era più così allettante ormai da tempo ai suoi occhi, non perché non provasse nulla per lei, sicuramente le era molto affezionato ma non c'era nessun altro tipo di sentimento se non un affetto quasi fraterno.
Quando le aveva fatto la proposta si era detto che avrebbe potuto sopportare una vita senza amore, che era ora di mettersi in carreggiata e fare le cose per bene ma, ben presto, si accorse che l'idea di vivere così lo deprimeva.
Natsu decise di uscire in cortile, un po' di aria fresca l'avrebbe aiutato a calmarsi e pensare.
Non appena il vento delicato gli carezzò il viso, il ragazzo chiuse gli occhi e assaporò i profumi della natura attorno a lui. Finalmente un momento di pace in mezzo a tutto quel trambusto.
Natsu tirò un lungo sospiro e alzò gli occhi verso la luna piena, si era fatto davvero tardi.
Il pugile bevve un lungo sorso di ciò che era rimasto nel bicchiere, a quanto pare si trattava di saké ma non se ne era accorto mentre era dentro. La sua attenzione fu presto richiamata da un rumore al di fuori del cancello.
-Mi scusi, siamo gli animatori per la serata. Può aprirci?- chiese un uomo dal volto pieno di piercing.
Natsu annuì e si diresse verso il cancello a passo svelto.
-Non mi avevano menzionato la presenza di animatori- disse.
-Anche a noi lo hanno detto all'ultimo minuto, signore- si affrettò a dire un ragazzo con il viso tatuato.
-Signore, ma che signore e signore! Non lo riconosci?- esclamò un ragazzino dai folti capelli neri.
-Mh? No, chi è?-.
-E' Natsu Dragneel! Il pugile! Io sono un suo grande ammiratore signor Dragneel! Mi chiamo Romeo!-.
Natsu sorrise dolcemente stringendo la mano al ragazzino :-E' un piacere Romeo, entrate pure-.
-Manca una ragazza, arriverà a breve...- disse con tono triste un uomo dai capelli biondi.
-Informate la proprietaria del locale, vi basterà chiedere di Mirajane Strauss- Natsu sollevò un sopracciglio mentre osservava quei bizzarri figuri :-Posso chiedervi che genere di animazione è prevista?-.
-Siamo circensi signor Dragneel, faremo dei numeri nel cortile sul retro. O almeno così ci hanno detto- rispose prontamente Romeo.
-Capisco...-.
-Muoviti Romeo! Le borse pesano- ringhiò il ragazzo tatuato.
-Ah, scusa Jellal. Arrivo!-.
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Juvia sospirò amaramente mentre cercava di sciacquare le nuove linee scarlatte che andavano ad aggiungersi a quelle ormai sbiadite, se solo non si fosse intestardita nel consegnare i biglietti gratis a quella bambina e alla sua famiglia... Assunse una smorfia di dolore quando la spugna con cui si stava lavando sfiorò una delle ferite più profonde.
La ragazza si guardò attorno in cerca del costume per l'animazione di quella sera, Luxus le aveva detto che glielo avrebbe posato sul letto della loro roulotte.
Non fu difficile individuarlo, si trattava di un magnifico vestito bianco semitrasparente abbinato ad una maschera nera in pizzo.
-Accidenti! Juvia non ha mai indossato nulla di così bello...- mormorò mentre ne carezzava il tessuto.
La circense iniziò a chiedersi dove avessero acquistato quell'abito, dove il padron José avesse trovato i soldi... Realizzò che avrebbe preferito non saperlo, smise di interrogarsi sulla questione. In fondo era già stata punita, non c'era bisogno che peggiorasse ulteriormente la sua posizione.
Juvia indossò il vestito rapidamente e si assicurò di coprire ben bene le ferite più recenti, controllò velocemente l'ora. Era già in ritardo.
La sua situazione sarebbe peggiorata ancora di più se non si fosse sbrigata, poco importava se il suo ritardo non era dovuto a una sua negligenza.
La ragazza afferrò i materiali di cui necessitava e li infilò dentro a un pratico borsone, indossò la maschera e corse fuori dalla roulotte sperando di trovare l'edificio in cui era prevista l'animazione.
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Natsu sospirò, forse era ora di tornare dentro a godersi la sua festa.
-Natsu, eccoti qui! Lucy ti cerca-.
-Mh? Ah, Gray. Sì, stavo giusto rientrando...-.
-Hai una faccia da funerale per uno che sta per sposare quel bocconcino di Lucy Heartfilia- sentenziò il ragazzo moro davanti a lui.
Natsu alzò gli occhi al cielo :-Ma va! No, è solo che sono stanco dall'ultimo incontro... Rientriamo dai-.
-Hai visto i tizi che hanno chiamato per l'animazione? Sono davvero strani- osservò Gray.
-Sì, però sono simpatici. Gli ho aperto io il cancello-.
-Vedremo se sono anche bravi-.
-Senti, perché hanno deciso di preparare uno spettacolo così all'ultimo minuto? Lo sai?- chiese Natsu mentre varcavano la soglia di entrata.
-Gli animatori che dovevano venire hanno disdetto l'appuntamento da come mi ha spiegato Erza-.
-Sono stati fortunati a trovare qualcuno disposto a venire con così poco preavviso- commentò Natsu passandosi una mano fra gli scomposti capelli color salmone.
-Figurati che è stata Visca a parlare a Lucy di questi circensi, a quanto pare prima di venire qui lei e Asuka li hanno incrociati. Hanno detto che hanno regalato loro i biglietti per lo spettacolo di domani sera, Visca dice che sembrano brave persone-.
Natsu annuì distrattamente, la folla tornò di nuovo a sommergere i suoi cinque sensi e, man mano che si addentrava nel locale, sentiva il suo corpo scaldarsi.
-Fa un caldo tremendo qui dentro- lamentò.
Gray fece spallucce :-Dici? Non saprei, non ci ho fatto caso-.
-Ma come? Proprio tu che non reggi il caldo?- chiese sorpreso il pugile.
Gray fece nuovamente spallucce :-Sarà meglio che ti metti a cercare Lucy, era parecchio spazientita-.
-Immagino- sospirò Natsu.
Il suo amico gli diede una pacca sulla spalla sinistra prima di lasciarlo cuocere nel suo brodo e allontanarsi da lui.
-E' una parola... Come diamine la trovo in mezzo a tutta questa calca?- si chiese il ragazzo.
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Juvia diede un rapido sguardo al bigliettino con l'indirizzo che Gajeel le aveva infilato nel borsone, sicuramente era nel posto giusto anche a giudicare dal baccano che sentiva provenire dall'interno.
La circense prese un lungo respiro per calmare i nervi e si avvicinò al cancello per citofonare, le rispose una voce gracchiante a causa dell'interfono.
-Sì?-.
-Salve, Juvia è  una degli animatori della serata. Potete aprire?-.
-Oh certo, sei in ritardo-.
-Juvia chiede scusa...- mormorò la ragazza.
Dall'altra parte nessuno rispose ma il cancello iniziò a spalancarsi dinanzi a lei, non appena lo spazio per passare fu sufficiente Juvia entrò.
Arrivata davanti all'entrata dell'edificio fu accolta da una ragazza dai corti capelli argentei e dal sorriso amichevole :-Ciao, mi chiamo Lisanna. Hai bisogno di aiuto con quella?- le chiese indicando il borsone.
-Ah, no grazie. Juvia riesce a portarla da sola... I compagni di Juvia sono già arrivati?-.
-Sì, ti aspettano nel cortile sul retro. Ti accompagno-.
Lisanna squadrò la ragazza da cima a fondo e sghignazzò fra sé, di sicuro quella sera ci sarebbe stato da divertirsi.
-Sai, il tuo costume è identico al vestito della futura sposa- disse divertita.
-Oh, Juvia non sapeva fosse una festa di fidanzamento-.
-Sì bè... E' più esibizionismo se vuoi la mia opinione- commentò la ragazza.
-Gli sposi non sono innamorati?- chiese curiosa la circense.
-Oh no, la sposa è molto innamorata. Lo sposo... Bè, diciamo che ha altro per la mente-.
Juvia non disse altro, non le pareva il caso di immischiarsi in situazioni che non la riguardavano e che, soprattutto, coinvolgevano persone che lei non conosceva neppure.
Lisanna la guidò all'interno del locale, c'era un mucchio di gente e Juvia faceva davvero fatica a starle dietro. Quella ragazza era davvero rapida nei movimenti, trotterellava fra la miriade incredibile di persone come se ci fosse abituata.
Juvia non riusciva davvero a tenere il passo, la gente tutt'attorno continuava a spingere e strattonare ed era quasi impossibile per lei muoversi con l'impedimento del vestito e del borsone.
Quando riuscì ad uscire dalla calca si rese conto di aver perso Lisanna e di non avere la più pallida idea di dove dovesse andare.
-Accidenti- si disse a denti stretti.
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Natsu iniziò a guardarsi attorno, forse se si fosse distanziato dalla folla avrebbe avuto una visuale più chiara della stanza. Riuscì a fatica a divincolarsi e sgusciare fuori dal gruppo di persone che lo aveva attorniato.
Non fu difficile individuare la sua futura sposa dalla nuova posizione in cui si trovava, corse verso di lei per evitare di essere trattenuto oltre dagli invitati. Non voleva far arrabbiare Lucy.
Le cinse i fianchi con le braccia muscolose e le diede un rapido bacio sulla nuca, il suo profumo era diverso...
-Mmh... Che profumo ti sei messa?- chiese, piacevolmente sorpreso del cambiamento.
La ragazza fra le sue braccia si voltò, sembrava parecchio seccata.
-Lo so, lo so... Mi cercavi. Avevo solo bisogno di prendere una boccata d'aria...- Natsu si bloccò, non riuscì a fare a meno di squadrarla da capo a piedi :-Cavolo Luce, sei bellissima...-.
La ragazza arrossì, era certo di non averla mai vista arrossire per qualcosa che lui le aveva detto.
-Che ci fai con quel borsone?-.
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Juvia sentì un paio di braccia muscolose cingerle la vita, s'irrigidì immediatamente. Non aveva idea di che cosa stesse succedendo ma quel contatto repentino aveva fatto sì che la sua schiena venisse percorsa da brividi di piacere.
La voce di quel ragazzo era inebriante quasi quanto la sua acqua di colonia, da quel tessuto leggero che aveva addosso poteva avvertire chiaramente il fisico che si celava sotto agli abiti eleganti di lui.
Stava per dirgliene quattro, voleva davvero parlare ed arrabbiarsi, spiegargli che probabilmente aveva sbagliato persona ma, una volta voltatasi le fu impossibile.
Quell'uomo la guardava come non era mai stata guardata prima di quel momento, i suoi occhi neri brillavano di un sentimento intenso che Juvia non conosceva.
Juvia sapeva che quello sguardo colmo di passione non era rivolto a lei, sapeva che quel ragazzo si era confuso ma, per una volta, era così bello conoscere la dolcezza di qualcuno che non voleva farle del male... Decise di crogiolarsi in quella sensazione ancora per qualche istante.
Mentre era immobile fra le braccia di quel tipo così affascinante le ritornò in mente ciò che Lisanna le aveva detto poco prima: "il tuo costume è identico al vestito della futura sposa". La circense sgranò gli occhi, aveva appena capito chi era l'uomo di fronte a lei.
-Luce, hey! Che fai non mi parli?- chiese lui divertito.
Juvia rimase lì, zitta, gli occhi grandi come due piatti.
-Perché mi guardi così? Dai Lucy, scusa... Lo so, dovevo avvisarti che stavo andando in cortile però non prendertela così-.
Juvia scosse il capo vigorosamente, se avesse parlato si sarebbe cacciata in un mare di guai.
-Allora, suppongo che Mira ti abbia comprato un profumo, eh? Ha fatto un'ottima scelta, mi fa impazzire...-.
Natsu si piegò in avanti per annusare meglio la fragranza: era un profumo delicato, lui aveva un olfatto fine e avrebbe giurato che si trattasse di un profumo al giglio di mare.
Juvia, dal canto suo, sentiva che le gambe stavano per abbandonarla. Era come, in quel momento, il suo corpo intero fosse fatto di gelatina.
Quando Natsu le baciò dolcemente il collo, Juvia sussultò.
-Sai, è una vita che non ci imboschiamo durante una festa...- disse lui con una punta di malizia nella voce.
Juvia arrossì a profusione, non poteva credere alle sue orecchie. Le venne in mente che quell'uomo probabilmente non era molto innamorato della sua futura moglie, insomma, non riusciva nemmeno a distinguere la differenza fra lei e un'altra donna!
Natsu stava per baciare la donna tra le sue braccia con passione, si sentiva stranamente consumare da quest'ultima ed era da tempo che non gli capitava mentre era con Lucy e, effettivamente, non si spiegava che cosa potesse esserci in lei di tanto diverso in quel momento.
Juvia non sapeva che fare, avrebbe voluto divincolarsi e fuggire ma lui la teneva saldamente contro il suo corpo. La teneva così stretta che Juvia poteva chiaramente sentire ogni suo muscolo contrarsi nella piacevole tensione del momento.
Improvvisamente, una voce squillante la salvò catturando l'attenzione di tutti i presenti, Natsu compreso.
-Signori, è richiesta la nostra presenza nel cortile sul retro. L'animazione prevista per la serata sta avendo inizio- disse una ragazza dai folti capelli argentei.
Juvia si accorse che era molto simile a Lisanna, la ragazza di poco prima.
Natsu allentò un po' la presa e la circense colse al volo l'opportunità di divincolarsi e mescolarsi tra la folla per uscire dall'edificio.
-Lucy! Dove vai?- esclamò il pugile.
Niente da fare, la sua futura sposa era ormai lontana.
-Che diavolo...-.
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Juvia individuò i suoi compagni e corse loro incontro cercando di non far trapelare quanto fosse scombussolata.
-Ah! Eccoti qua, fai pure con calma signorina- borbottò Luxus.
-S-Scusate, Juvia ha... Ehm... Juvia non riusciva a trovare la strada...- disse lei in un mormorio ansimante.
-Tutto bene?- chiese Gajeel sollevando un sopracciglio :-Che ti ha fatto quel maledetto di José?-.
Lo sguardo di Juvia si adombrò, poco prima aveva vissuto un momento così intimo, romantico e delicato e ora, ripensare alla sua punizione le stava facendo venire mal di stomaco.
-Solita punizione- disse in un soffio.
-Un giorno di questi gliele do di santa ragione, poi vediamo se continua a comportarsi così- ringhiò Jellal.
-Non saprà nemmeno cosa lo ha colpito- disse Juvia rivolgendo un sorriso dolce al suo amico.
La donna di qualche secondo prima si avvicinò al gruppo con un sorriso accogliente in volto.
-Salve, siete pronti per iniziare?- chiese.
-Sì, scusi per il ritardo. Stavamo aspettando la nostra compagna- si affrettò a dire Jellal.
-Nessun problema- la donna squadrò Juvia da capo a piedi e le rivolse un sorriso strano :-Posso chiederti una cortesia?-.
Juvia annuì, immaginava che cosa volesse chiederle quella ragazza onestamente.
-Vieni con me un secondo, purtroppo il tuo abito è uguale a quello della futura sposa. Non vorrei si creassero malintesi, capisci?-.
Juvia annuì nuovamente.
-Non ti preoccupare, ti presterò qualcosa di comodo e scenico- disse la donna, si voltò poi verso Jellal :-Nel frattempo voi potete cominciare ad intrattenere gli invitati-.
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Juvia si ritrovò ben presto dentro a un magazzino, era in piedi al centro della stanza in intimo e ringraziò mentalmente che il clima non fosse troppo rigido, ringraziò anche di aver coperto molto bene i lividi sul corpo. Se le avessero fatto domande sarebbe stato un bel problema.
-Mi chiamo Mirajane ad ogni modo, sono la proprietaria del locale- disse la donna.
-Juvia- rispose lei.
-Dunque Juvia, credo che questo possa andarti bene. Perché non lo provi?-.
La circense fece quanto detto, il vestito che Mirajane le aveva mostrato era un abito lungo in seta color cobalto dalle spalline sottili e adornato con perline turchesi che tintinnavano delicatamente a ogni movimento del tessuto.
Mirajane sorrise soddisfatta :-Perfetto! Davvero perfetto! Ah, la maschera puoi tenerla credo... Anche se è uguale a quella della sposa non penso sia un dettaglio così fondamentale... Per i capelli invece, che ne dici di legarli?-.
-Certamente- rispose educatamente la ragazza.
Aspettò pazientemente che Mirajane trovasse un elastico che potesse star bene con l'abito, alla fine le porse un nastro in seta dello stesso colore del vestito.
Juvia ci mise un secondo a raccogliere i suoi capelli ondulati in una pratica coda di cavallo, Mirajane si offrì di aiutarla a fare il nodo in modo che il tutto rimanesse in piedi senza problemi.
Le due donne tornarono nel cortile dove erano state allestite due sedie bianche in legno e delle panche dello stesso colore e materiale tutte intorno, lui era lì. Era seduto sulla sedia di destra e teneva per mano una ragazza sorridente, entrambi erano concentrati sul numero di Luxus il quale era intento a creare fulmini colorati tutt'intorno a sé.
Juvia raggiunse il resto dei suoi compagni.
-Quando tocca a me?- chiese.
-Sei la prossima- rispose Romeo.
Natsu non poté fare a meno di distrarsi quando la vide, quella ragazza aveva immediatamente catturato la sua attenzione.
Il pugile si chinò appena verso Lucy.
-Che ci facevi prima con il borsone di quella ragazza?- chiese in un sussurro.
Lucy sollevò un sopracciglio :-Mh? Ma di che parli?-.
-Hai di nuovo cambiato profumo, perché? Quello di prima mi piaceva, pensavo di averlo reso chiaro- disse lui ignorando la risposta della sua promessa alla domanda precedente.
Lucy chinò la testa da un lato in chiaro segno di confusione, fu in quel momento che notò Mirajane intenta a piegare un abito identico al proprio.
-Scusami un attimo tesoro- disse alzandosi discretamente.
Lucy corse verso Mirajane sentendo lo sguardo di Natsu su di lei, non voleva che pensasse che stesse scappando ma davvero non aveva idea di cosa stesse parlando!
-Mira, hai un minuto?-.
La donna annuì :-Dimmi pure-.
-Che cos'è quello?-.
-Oh, la ragazza del circo si è presentata con un abito identico al tuo. Non mi pareva il caso di farla esibire così, qualcuno avrebbe potuto confondersi visto anche il colore dei suoi capelli e degli occhi... Ho preferito prestarle un abito affinché si cambiasse-.
-Hai fatto bene... L'hai vista per caso parlare con Natsu?- chiese sospettosa la ragazza.
-No, non mi pare. Perché?-.
-Ah niente, così... Per sapere-.
Ogni allarme nella testa di Lucy ora era in piena funzione, probabilmente Natsu aveva parlato con quella ragazza e non si era reso conto della differenza... Doveva capire esattamente cosa fosse successo, la gelosia iniziava a prendere il sopravvento ma non voleva fare una scenata. Probabilmente era solo un malinteso.
Decise che avrebbe parlato con Natsu dopo la festa.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Il malinteso ***


Capitolo 2: Il malinteso Fairy Tail Capitolo 2: Il malinteso


Non è difficile sbagliarsi nella vita, ci si sbaglia tantissime volte, forse troppe o troppo poche ma in ogni caso è importante ricordare che esistono solamente due tipologie di sbaglio: quello che porta del bene e quello che porta del male.
I malintesi sono all'ordine del giorno ma riuscire a ricavare del buono dall'inaspettato dipende solo da noi.


Juvia aveva danzato alla festa di fidanzamento di quell'uomo, gli spruzzi d'acqua colorata che le avvolgevano il corpo creavano attorno a lei una specie di barriera invalicabile e tutt'attorno riusciva a sentire i sussulti meravigliati degli spettatori. Quello era l'unico motivo per cui Juvia continuava a lavorare per José, quella era la sua magia.
Mentre ritornava alla sua roulotte, mano nella mano con Gajeel, e mentre le stelle brillavano nel cielo notturno, la sua mente vagava libera. Libera da ogni catena, da ogni punizione, da ogni sofferenza... Un paio di occhi neri che la fissavano rapiti occupavano ogni suo singolo pensiero.
Non conosceva quell'uomo, sapeva che c'era stato un enorme malinteso fra loro... Però in lui c'era qualcosa di speciale.
Luxus faceva dondolare da una mano all'altra un sacchetto pieno di soldi, la loro esibizione era piaciuta molto ed aveva fruttato un buon guadagno.
-Mettili via, le strade a quest'ora sono piene di ladri- intimò Jellal.
Luxus gli rivolse uno sguardo sarcastico :-Sì, noi compresi-.
Juvia scosse il capo :-Shh! A Juvia non piace che ne parliate così apertamente- sibilò.
Romeo si era estraniato completamente come spesso avveniva, il ragazzino cercava ogni modo di evadere dalla triste realtà che li attendeva una volta tornati nel loro mondo.
Juvia sorrise dolcemente e cinse le spalle di Romeo con il braccio.
-Lo sapevo che mi avresti tradito per uno più giovane- scherzò Gajeel.
Romeo scoppiò a ridere e cinse la vita della sua compagna a sua volta :-Solleva più pesi e forse te la lascio-.
-Sfacciato- disse Jellal con un sorriso bonario in viso.
-Facciamo a chi arriva prima?- chiese Juvia divertita.
-Dateci il via- sentenziò Romeo.
Luxus sorrise ampiamente :-Pronti, partenza... VIA!-.
I due iniziarono a correre rapidamente lungo la strada, sfrecciando mentre il paesaggio attorno a loro diventava un ammasso indefinito di luci e colori.
-Quando ci si mette è più bambina di lui- sospirò Gajeel alzando gli occhi al cielo.
-Sarà meglio metterci a correre, non vorrei che quel maledetto ci stesse aspettando al cancello- ringhiò Luxus.
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Lucy era intenta a spalmare una crema idratante sulle sue gambe nude, era da poco uscita dalla vasca da bagno.
La festa era stata intensa e la ragazza aveva ballato tutta sera anche coinvolta dagli animatori il che, doveva ammetterlo, le aveva permesso di studiare quella ragazza.
Più ci pensava e più le risultava difficile capire come Natsu avesse potuto confonderle, i loro fisici erano molto diversi e, inoltre, lei era un pochino più bassa di Lucy.
Natsu entrò in camera da letto fermandosi per un attimo a guardare la sua futura sposa, osservarla mentre passava le mani affusolate sulla sua pelle liscia gli fece ricordare che era davvero un sacco di tempo che non facevano l'amore.
Stranamente, per quanto Lucy fosse affascinante, Natsu non sentiva quell'attrazione incontenibile che aveva provato precedentemente quella sera.
La ragazza alzò lo sguardo e gli rivolse un sorriso invitante, i suoi occhi marroni di nuovo presenti mentre la sua folta chioma bionda le ricadeva sulle spalle.
Qualsiasi altro uomo si sarebbe sentito fortunato a tornare a casa dinanzi a una scena simile, Natsu però si sentiva sopraffatto.
-Ti è piaciuta la festa?- chiese distrattamente.
Lucy annuì :-Non è andata male, avrei preferito qualcosa di diverso per l'animazione-.
-Secondo me sono stati molto bravi quei ragazzi- commentò il ragazzo calciando via le sue scarpe.
-Natsu, vorrei parlare con te di qualcosa...- mormorò Lucy.
Il ragazzo si tolse rapidamente i pantaloni e si voltò appena verso di lei :-Dimmi-.
Lucy sospirò e si spostò per sedersi di fronte a lui, lo sguardo serio.
Natsu riusciva a vedere nei suoi occhi che qualcosa la turbava, era indecisa se dire o meno ciò che aveva in mente.
-Luce, puoi parlare con me. Lo sai-.
-Non so come iniziare questo discorso onestamente...- mormorò lei.
Natsu sollevò un sopracciglio, di solito Lucy non aveva nessun problema nel cominciare le discussioni. Effettivamente, quasi sempre litigavano proprio a causa sua.
-Va bene, lo dico e basta- sentenziò lei poco dopo :-Che è successo con la ragazza del circo?-.
Natsu sgranò gli occhi, qualsiasi cosa poteva immaginarsi meno che Lucy gli chiedesse una cosa del genere :-Mh? Che vuoi dire?-.
-Sì, quando mi sono seduta affianco a te mi hai fatto delle domande molto strane... In quel momento mi sono resa conto che Mirajane stava piegando un abito esattamente uguale al mio ed è stata proprio lei a riferirmi che era della circense-.
Il pugile sgranò gli occhi ancora di più, un'espressione indecifrabile sul suo volto.
La sua mente correva a cento all'ora, sicuramente era per quello che non aveva riconosciuto il profumo di Lucy... Non lo aveva riconosciuto perché non era il suo! Le aveva confuse!
-L-Luce... Ahh... Era vestita come te, io...-.
-Allora qualcosa è successo- sospirò lei portandosi una mano alla guancia.
-Sì... Cioè, no! No, non è successo nulla...- mormorò lui.
Natsu non era bravo a mentire ma quella non era esattamente una bugia, di fatto fra lui e quella ragazza non era successo un bel niente (o quasi). Era ciò che aveva sentito nel suo cuore che lo tomentava.
-Bene, lo sapevo che era solo un malinteso... Però hai detto, e cito "perché hai cambiato profumo? Mi piaceva quello di prima, pensavo di averlo reso chiaro"...-.
Natsu si maledisse mentalmente.
-Ecco... Potrei averle suggerito di appartarci, ma solo perché pensavo fossi tu!- esclamò prontamente.
Lucy sospirò :-E' incredibile quanto tu sia distratto, dopo tutto questo tempo nemmeno riesci a riconoscermi- sbuffò la ragazza.
-Hai ragione, assolutamente ragione... Per farmi perdonare che ne dici se ti porto fuori a cena domani?-.
-Mmh... Ok, ma il posto lo scelgo io-.
-Andata!-.
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I raggi del sole illuminavano la roulotte a giorno, Juvia si strofinò gli occhi e spostò lo sguardo verso Gajeel che dormiva sereno accanto a lei. Dovevano essere le prime luce dell'alba.
La ragazza scavalcò il suo amico e prese l'occorrente per farsi una doccia.
Entrò nel piccolo bagno del caravan chiudendo la porta alle sue spalle, fece scorrere l'acqua mentre si svestiva.
Non appena fu pronta si fiondò dentro alla doccia crogiolandosi nel tepore dell'acqua calda che le scivolava lungo il corpo, le ferite del giorno prima facevano ancora male ma ormai ci era così tanto abituata che aveva sviluppato una sorta di anestesia al dolore, o almeno le piaceva convincersi che fosse così.
Uscì dal bagno dopo pochi minuti, le sarebbe piaciuto farsi una doccia più lunga ma i tempi erano stretti e lei condivideva la roulotte con tre ragazzi.
-Sei già pronta? Che brava- bisbigliò Luxus entrando dopo di lei.
Juvia gli strizzò l'occhio, Jellal era sveglio ma Gajeel dormiva ancora.
-Sarà meglio svegliarlo, c'è da controllare l'attrezzatura prima dello show- osservò il ragazzo.
Juvia sorrise, nessuno osava svegliare Gajeel dato che la mattina era molto scontroso ma, per qualche motivo, a Juvia era consentito fare tutto ciò che voleva. Lui non riusciva mai a prendersela con lei.
-Gajeel-kun, è ora di alzarsi- mormorò dandogli piccoli colpetti sulla spalla.
Il ragazzo mugugnò qualcosa di poco chiaro prima di nascondere la testa sotto al cuscino.
-Gajeel-kun smetti di fare il bambino! E' ora di alzarsi- sibilò Juvia.
Gajeel sospirò amaramente prima di alzarsi dal letto e guardarla in cagnesco.
-Io davvero non capisco perché dobbiamo lavorare oggi... Ieri abbiamo portato un guadagno così grande che come minimo basterà a sostenere le spese di tutto il mese-.
-Lo sai che la mattina si decide chi rimane e chi va per strada- borbottò serio Luxus uscendo dal bagno.
-Sono così stufo di essere una cattiva persona- sbuffò Jellal.
-Noi non siamo cattivi, siamo costretti. E' diverso-.
Gajeel scosse il capo :-Come vanno le ferite?-.
Juvia sorrise amaramente :-Non fanno tanto male oggi... In bagno hanno riniziato a sanguinare-.
-Hai bisogno di una medicazione fatta come si deve- ringhiò Luxus.
-Certo, così quando in ospedale le chiederanno come si è fatta tutte quelle ferite finiremo veramente in mezzo alla strada, ammesso che ci lasci in vita- sibilò Jellal.
-Un giorno saremo liberi, per ora però... E' il tuo turno per il bagno- borbottò Luxus.
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Natsu non era riuscito a dormire durante la notte, la sua mente era rimasta fissa su quel meraviglioso paio di occhi blu.
Ogni volta che chiudeva gli occhi ricordava la sensazione della pelle di quella ragazza sotto alle dita, ricordava come il cuore aveva iniziato a battere forte mentre la stringeva tra le braccia.
Si chiese se fosse possibile innamorarsi a prima vista di qualcuno, si chiese se bastasse uno sguardo per innamorarsi e se davvero bastava solo quello perché Lucy non gli suscitava altro che affetto?
Voltò il capo per osservare la ragazza addormentata affianco a lui, percorse distrattamente le curve del suo corpo e carezzò dolcemente la sua pelle.
Quando Lucy dormiva era praticamente impossibile svegliarla, prima trovava questa cosa carina ma da qualche tempo avrebbe preferito poter fare colazione con lei.
Natsu si fece una doccia veloce e poi scese per la colazione, si era appena seduto a tavola quando il campanello suonò.
Il ragazzo vide la governante di Lucy affrettarsi verso la porta e la bloccò con un sorriso bonario :-Ci penso io-.
La donna fece una piccola riverenza prima di sparire nuovamente in cucina, Natsu aprì la porta.
-Visca, a cosa dobbiamo il piacere?- chiese.
-Natsu, ho bisogno di un favore enorme... Non è che tu e Lucy avete voglia di fare da babysitter oggi? Asuka non può stare a casa da sola e io e suo padre dobbiamo lavorare...-.
-Ci pensiamo noi, è sempre un piacere passare del tempo con Asuka- disse il pugile, un sorriso caloroso sul suo volto.
La bambina comparve poco dopo dal vialetto, le braccia incrociate al petto e il broncio sul viso.
-Avevate promesso di portarmi al circo!- esclamò.
-Mh? E che problema c'è? Ti portiamo io e la zia Lucy- disse Natsu porgendole la mano.
Il viso della piccola Asuka si illuminò immediatamente :-Davvero?-.
-Ma certo!-.
La bambina iniziò a saltellare dalla gioia e non ci mise molto a balzare fra le braccia del suo zio preferito.
Natsu era bravo con i bambini, aveva sempre desiderato essere padre. Lucy non era un tipo molto materno, era ancora troppo infantile per occuparsi di un bambino ma anche lei ci sapeva fare.
-Allora andiamo via tranquilli- disse Alzack con un sorriso.
Asuka annuì e posò un bacio sulla guancia del padre.
-Ci vediamo stasera, dopo il circo- disse Visca.
-Contaci- rispose Natsu.
Lucy scese non appena il pugile chiuse la porta.
-Oh! Buongiorno Asuka, che cosa ci fai qui?- chiese dolcemente.
-Visca ci ha chiesto il favore di fare da babysitter. Stasera si va al circo- disse fiero.
-Non posso venire, esco con Mirajane e Lisanna ricordi? Puoi chiamare Gray e sentire se ha voglia di accompagnarvi-.
Natsu lanciò una rapida occhiata ad Asuka che si limitò a fare spallucce, ovviamente per lei non era importante chi l'accompagnava.
-Lo chiamo subito allora-.
Natsu digitò il numero del suo migliore amico che, per sua immensa fortuna, accettò prontamente il suo invito.
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-Quindi non era Lucy?-.
La voce incredula di Gray risuonava all'interno della taverna dove avevano deciso di portare Asuka per la cena.
Natsu gli fece cenno di abbassare la voce.
-No, a quanto pare quella ragazza si è vestita esattamente come lei- mormorò Natsu.
Gray scosse il capo, gli occhi sgranati dalla sorpresa :-Non ti sei accorto della differenza?-.
-C'era qualcosa di strano ma... Per la miseria! Erano vestite in modo identico, che potevo fare?-.
-Lucy come l'ha presa?-.
-Sembra bene, o meglio, non abbiamo litigato il che è sempre un bene- rispose il pugile.
Gray rivolse al suo amico un ghigno compiaciuto :-Però quella ragazza aveva un corpo niente male-.
-E' incredibile, sei davvero un pervertito-.
-Davvero? Ti va di dirlo più ad alta voce in modo che anche Asuka possa imparare questo termine?- sibilò l'altro indicando la bambina intenta a mangiare un hamburger a qualche sedia di distanza.
Natsu sospirò e alzò le mani in segno di resa, entrambi si spostarono nuovamente accanto a lei.
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Juvia era all'entrata, il clima era piuttosto rigido e doveva ammettere di star congelando.
José aveva scelto per lei un body in velluto color cobalto, delle calze a rete e un paio di stivaletti dello stesso colore del body.
-Che freddo- mormorò sfregando le mani l'una contro l'altra.
-Juvia!-.
La ragazza sobbalzò, si guardò attorno rapidamente prima di notare una bambina che correva verso di lei.
-Asuka!- esclamò lei con un sorriso caloroso.
La bambina la abbracciò con energia e Juvia fu felice di ricambiare.
-Non sei venuta da sola, vero?- chiese allarmata poco dopo.
-Sono venuta con lo zio Gray e lo zio Natsu- rispose dolcemente la bambina.
Non ci volle molto prima che due uomini raggiungessero di corsa il posto.
-Asuka non devi farlo mai più! Se ti allontani devi dirmelo, ok?- la sgridò Natsu.
Juvia sgranò gli occhi, quella voce...
-Ma volevo salutare Juvia- spiegò la bambina.
-Potevi dircelo, ti avremmo accompagnato- asserì Gray.
-Chiedo scusa- mormorò la bambina.
-Per favore, non sgridatela... Juvia è contenta di vederti Asuka-chan, però non è stato bello quello che hai fatto. Hai fatto preoccupare i tuoi zii-.
La voce dolce di Juvia risuonava leggiadra, udibile solo a chi veramente la stesse ascoltando.
Asuka assunse un'espressione strana :-Che cos'hai sul collo?- chiese.
Juvia vi posò rapidamente una mano, non poté evitare di ricordare gli avvenimenti della mattinata. Si era rifiutata di derubare un anziano che passeggiava per le strade di Magnolia e, ovviamente, José non aveva fatto sconti sulla punizione.
-Non è niente- mormorò la ragazza.
-Sembra che qualcuno ti abbia picchiata- commentò la bambina.
-Asuka, ma che dici?- esclamò Natsu stringendola a sé.
Juvia rimase immobile a guardarlo, la sua pelle bruciava al ricordo della serata precedente.
-Tu devi essere la ragazza che ha fatto animazione alla festa di ieri- disse l'altro ragazzo.
Juvia annuì timidamente.
-Ah... Eri tu- disse Natsu, la voce stranamente acuta :-Guarda, mi dispiace davvero per quello che è successo io... Io ti avevo scambiata per...-.
Gray si premurò di portare le proprie mani sopra ciascun orecchio di Asuka per assicurarsi che non sentisse quella conversazione, poco importavano i lamenti della bambina.
-N-Non si preoccupi, Juvia aveva intuito la situazione-.
Natsu aggrottò la fronte, ora che ci pensava meglio quella situazione non era affatto colpa sua!
-Scusa, se avevi capito perché sei rimasta lì zitta?-.
Il tono scocciato del pugile sorprese Juvia che non poté evitare di sussultare presa dallo stupore.
-Juvia è stata colta alla sprovvista...- mormorò.
-Sì certo, come no... Guarda che le conosco bene quelle come te- sibilò Natsu :-Presentarsi a una festa di fidanzamento vestita come la futura sposa, flirtare con il futuro sposo che guarda il caso è anche famoso...-.
-Natsu, non ti sembra di esagerare?- intervenne Gray.
-Juvia non sapeva come si sarebbe vestita la sua fidanzata, Juvia non sa nemmeno chi è lei. Tanto famoso non deve essere- ringhiò la circense.
Poche cose facevano arrabbiare Juvia ma di certo la maleducazione era una di queste cose.
Inoltre quell'uomo era davvero lunatico, poco prima si stava scusando e poco dopo l'aveva insultata.
Natsu, dal canto suo, non era solito fare scenate ma lo mandava su tutte le furie l'idea che quella ragazza si fosse accorta dell'errore e non avesse chiarito immediatamente la situazione. Si era lasciata baciare il collo, si era lasciata accarezzare...
Gray cercava disperatamente di non far ascoltare ad Asuka ciò che stava succedendo ma, man mano che le voci si alzavano, diventava sempre più impossibile.
-Sei veramente patetica- sbottò Natsu.
-Mi scusi signore, c'è qualche problema?- chiese una profonda voce maschile alle spalle di Natsu.
Il pugile si voltò, l'uomo con i capelli biondi della sera prima era dietro di lui a braccia conserte, l'espressione seria sul volto stanco.
-Luxus-kun....- mormorò Juvia.
-No, nessun problema... Il mio amico è piuttosto fumantino ma stava per chiedere scusa- si affrettò a dire Gray.
-Chiedere scusa? Non ho intenzione di farlo. E' lei che dovrebbe chiedere scusa a me!-.
Juvia scosse il capo :-Non è colpa di Juvia se non ama abbastanza la sua futura moglie e la scambia con qualsiasi ragazza si trovi davanti!-.
Luxus assunse un'espressione compiaciuta e un ghigno soddisfatto, stava per intervenire ma sapeva che Juvia era in grado di difendersi da sola.
-Come scusa?- ringhiò Natsu.
-Juvia è stata chiarissima. Juvia non ha intenzione di chiedere scusa per qualcosa che non ha fatto-.
Asuka a quel punto era intrattabile, si voltò verso Natsu con lo sguardo di chi non era affatto contento del suo comportamento.
-Zio Natsu smettila di sgridare Juvia, lei è buonissima e poi non vedi che sta lavorando? Hai fatto formare una fila lunghissima!-.
-Farebbe meglio ad ascoltare la bambina e ad entrare, signore- disse Luxus, il tono minaccioso.
Natsu non disse altro, consegnò i biglietti ed entrò guardando in cagnesco la povera Juvia.
-Che è successo con quel tipo?- chiese Luxus.
-E' stato tutto un grosso malinteso, Juvia non capisce davvero che motivo ci fosse di gridare così...-.
Luxus odiava vedere la sua amica con quell'espressione triste, non le piaceva nemmeno che la sgridassero. Sapeva che quando qualcuno gridava così per lei era difficile mantenere a distanza i traumi e i brutti pensieri, le lacrime che minacciavano di sgorgare dai suoi occhi parlavano chiaro.
Il cielo iniziò ad annuvolarsi.
-Juvia, non sarai mica triste per quel tipo?- esclamò Luxus.
-Juvia non è triste...- mormorò lei.
-Sta per mettersi a piovere...-.
Luxus non sapeva perché però, ogni volta che Juvia piangeva iniziava a piovere. Era strano quasi quanto il legame che aveva con l'acqua.
Nessuno lo sapeva eccetto lui e Gajeel ma la ragazza aveva davvero l'abilità di creare acqua e di controllarla, chiunque avrebbe gridato alla stregoneria ma quando Juvia spiegò loro di essere nata con quel potere nessuno dei due ebbe difficoltà a crederci.
Era una delle cose che la rendeva speciale.
-Non ne vale la pena- aggiunse l'uomo poco dopo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Il terzo incontro ***


Il terzo incontro CAP 3 Un po' di magia Capitolo 3: Il terzo incontro


Natsu non aveva mai più visto quella ragazza dalla sera in cui aveva litigato con lei sul suo posto di lavoro, aveva provato a cercarla dopo la sua esibizione per andare a scusarsi dato che Gray aveva insistito che sarebbe stato carino da parte sua ma, per qualche strano motivo, dopo lo show era come se quella ragazza si fosse dileguata.
Non era certo del perché gli importasse così tanto di non essere riuscito a parlarle ma gli importava, eccome!
La situazione in casa con Lucy non era delle migliori, la donna era occupata con la scadenza di un libro e non riusciva a trovare l'ispirazione per scrivere la conclusione. Aveva raccontato a Natsu che il suo nuovo romanzo era una storia d'amore: una principessa intrappolata in una gabbia di cristallo e un principe dal temperamento acceso che si faceva in quattro per liberarla dalla sua prigione, ogni volta che ci provava però succedeva qualcosa di terribile e lui aveva perso le speranze di riabbracciare la sua amata finché, un giorno, un angelo non corse in suo aiuto facendo sì che riuscisse a liberare la principessa.
Natsu non era riuscito a darle un valido consiglio su come terminare il racconto, Lucy non voleva che ci fosse un finale troppo felice ma non voleva nemmeno che terminasse in tragedia. Ovviamente, Natsu parteggiava per il finale felice essendo un inguaribile ottimista e, persino questo minuscolo disaccordo, li aveva portati a litigare.
Il pugile si era deciso ad uscire, piuttosto che starsene lì a farsi prendere ad insulti dalla sua compagna aveva preferito passare del tempo con Gray e quale modo migliore di scaricare la tensione di una sfida sul ring?
Gray non era un pugile ma gli piaceva lottare con Natsu di tanto in tanto, certo, Natsu doveva spesso trattenersi e ricordarsi che il suo amico non aveva delle basi professionali ma era comunque un buon modo per tenersi allenato e per mantenere un legame stretto con lui.
Gray e Natsu erano cresciuti insieme come fratelli e raramente facevano qualcosa l'uno senza l'altro, Natsu considerava Gray il suo amico più caro anche se litigavano spesso per i motivi più futili.
Lucy scherzava spesso dicendo che i due amici erano più simili a una coppia sposata rispetto a lei e Natsu, sicuramente battibeccavano come se lo fossero.
-Non capisco perché ti arrovelli così tanto il cervello con quella tipa- commentò Gray mentre indossava i guantoni.
Natsu era intento a sistemare le corde del ring :-Se devo essere onesto, non lo capisco nemmeno io-.
-E poi comunque non la vedrai più, quindi che senso ha scusarsi?-.
-Ma come? Non eri tu a dire che avevo esagerato?-.
-Penso ancora che tu abbia esagerato ma penso anche che dato che non la vedrai più puoi lasciarti la cosa alle spalle- spiegò Gray.
Natsu sospirò, poteva?
-Non ne sono convinto...- mormorò in modo che Gray non potesse sentirlo.
-Dai, sali sul ring principessa delle nevi. Non vedo l'ora di farti il culo- esclamò il pugile dopo pochi attimi di silenzio.
Natsu adorava il suo lavoro, lottare era in grado di fargli dimenticare ogni cosa. Sul ring lui era rilassato, libero... Libero come sempre avrebbe voluto essere.
-Vediamo se ne sei in grado, fiammifero!-.
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Juvia sospirò amaramente, quella mattina era toccato a lei andare per strada ed era la cosa che meno le piaceva. La faceva stare male e ogni volta che ritornava dopo aver rubato sentiva solo le budella contorcersi dai sensi di colpa.
Non fu difficile per lei trovare un posto che fosse adatto, la cosa veramente difficile era trovare il coraggio di compiere una simile azione.
Juvia era sempre stata una ragazza retta e con dei forti valori, rubare non faceva ovviamente parte della sua lista.
-Se i genitori di Juvia la vedessero ora...- mormorò fra sé.
Ogni volta che pensava ai suoi genitori il cuore di Juvia si stringeva in una morsa dolorosissima, era certa che se avessero visto che cosa era costretta a fare pur di vivere una vita dignitosa l'avrebbero presa a sberle.
E come biasimarli?
Juvia si disse che se voleva liberarsi presto di quell'impiccio avrebbe dovuto semplicemente farlo, sì. Avrebbe rubato alla prima persona che le fosse capitata a tiro e sarebbe tornata da José, non sarebbe stata punita e avrebbe potuto ingoiare il senso di colpa come sempre faceva.
Per quella mattina aveva deciso di derubare le persone che uscivano della palestra, avrebbe fatto finta di scontrarsi con una di loro e avrebbe sfilato il portafogli dalla tasca dei pantaloni... Sarebbe stato semplice.
In quel momento sentì la porta della palestra chiudersi con un tintinnio e, guardando a terra, Juvia mise in atto il suo piano.
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Natsu e Gray uscirono dalla palestra parlando fra loro animatamente, stavano decidendo dove andare a pranzo e, chiaramente, non erano d'accordo.
-Hey, non è la ragazza del circo quella?- chiese Gray indicando una donna che camminava verso di loro a testa bassa.
Natsu voltò il capo nella direzione in cui Gray stava indicando :-Mh? Sì, credo di sì...-.
Juvia camminava a passo svelto, le mani tremanti mentre cercava di raccogliere il coraggio necessario.
La ragazza si scontrò con qualcuno e provò a sfilare il portafogli dalla tasca quando una mano le afferrò il braccio con forza.
-Che diavolo pensi di fare?-.
Quella voce...
Juvia alzò la testa di scatto, gli occhi sgranati mentre osservava l'uomo che aveva imparato a riconoscere.
-J-Juvia...-.
-Stavi provando a rubare il mio portafogli?!- esclamò Natsu.
Gray osservava il volto della ragazza, i suoi occhi erano seri ma il ghigno divertito sul suo viso tradiva un tipo diverso di emozione.
-Juvia non voleva...-.
-Non ci credo... E io che mi sentivo anche in colpa per il modo in cui ti avevo trattata! Invece era proprio come dicevo io, vero?-.
-Natsu, lasciala spiegare- intimò Gray.
-Spiegare? Ma ti senti quando parli?-.
-Per favore... Juvia non voleva...- mormorò lei, le lacrime agli occhi.
-Sai una cosa? Non sporgerò denuncia ma... Ma tu non rubare più, eh?-.
Natsu era dispiaciuto, quella ragazza sembrava davvero mortificata per ciò che era successo e per qualche motivo non riusciva proprio a immaginarsela come ladra.
Juvia annuì, le mani sul viso mentre cercava di trattenere le lacrime.
-S-Senti non... Ehm... Hey, dai non piangere...-.
Natsu odiava vedere le ragazze piangere, non sapeva mai come consolarle e si sentiva a disagio.
-Davvero, senti... S-Scusa, ok? Scusami-.
Gray osservava la scena con un sopracciglio sollevato, vedere Natsu che provava a scusarsi era molto divertente.
Il cielo iniziò ad annuvolarsi sopra le loro teste il che suscitò una certa sorpresa tra Natsu e Gray.
-Tre secondi fa c'era il sole...- borbottò Gray.
-Juvia si scusa- mormorò la ragazza chinando il capo in maniera molto riverente.
-Non ti scusare, non è colpa tua- disse Natsu.
Juvia non riusciva a capirlo quel tipo... Prima le urlava contro dicendole che era una ladra e onestamente in quel momento non poteva biasimarlo, poi cercava di consolarla... Ma insomma, che problemi aveva quel tizio?
Gray sospirò cingendo le spalle della ragazza con il braccio, Juvia s'irrigidì di colpo mentre Natsu osservava il suo amico con lo sguardo confuso.
-Senti, dimentichiamoci di questo incidente. Mh? Ti va di venire a pranzo con noi?- propose Gray.
Juvia sgranò gli occhi lanciando una rapida occhiata in fondo alla via come se stesse cercando qualcuno :-G-Grazie ma... Juvia non dovrebbe...-.
-Perché? Non ti è permesso?- chiese divertito Gray.
Natsu, personalmente, non ci trovava nulla di divertente. Juvia sembrava spaventata da qualcosa e, per qualche motivo, la faccenda lo incuriosiva.
Non poteva negare di sentire una sorta di attrazione magnetica verso di lei e, dal modo in cui la ragazza lo guardava, aveva intuito che anche lei sentiva la stessa cosa.
-Juvia!-.
I tre si voltarono in direzione della nuova voce entrata in scena.
-Gajeel-kun-.
Gajeel rivolse un'occhiataccia a Gray che aveva ancora il braccio avvolto alle spalle di Juvia :-Questi due ti stanno dando fastidio?- chiese.
Juvia scosse il capo :-E' stata colpa di Juvia...-.
Gajeel sospirò, Natsu non poté evitare di notare la tristezza nei loro occhi... Era come se stessero nascondendo qualcosa, un segreto solo loro a cui nessuno poteva avere accesso.
-Dai, forza vieni via- disse Gajeel, il tono autoritario.
Natsu scosse il capo :-Lo sai che la tua amica ruba?-.
-Sì, lo so...-.
-E non hai mai provato a parlarle?- chiese Natsu, il tono sospettoso.
-Natsu, non mi pare il caso- intimò Gray.
-Certo che ci ho provato... Juvia è una brava ragazza-.
Lo sguardo spaventato della ragazza stringeva il cuore di Natsu in una morsa, anche se le aveva urlato contro e non gli andava a genio il suo comportamento, Natsu rimaneva una brava persona.
Fu il suo cuore grande a guidarlo quando fece ciò che fece.
-Senti, non so perché volevi rubare ma se hai bisogno di soldi...-.
Gajeel lo guardò come se avesse detto la cosa più offensiva del mondo :-Non ci serve la tua carità!-.
-Sto parlando con lei, non con te-.
-Juvia, andiamo via-.
-Lascia che mi risponda- disse Natsu, la voce severa.
-Lei si diverte molto a giocare con le persone, vero?- chiese Juvia, la voce rotta dal pianto.
Qualche goccia di pioggia iniziò a cadere dal cielo ormai ingrigito.
-Come?-.
-Le piace immischiarsi negli affari altrui, le piace ostentare la propria fama- mormorò Juvia :-Ci sono persone che non hanno scelta-.
-Juvia, basta adesso. Andiamo via- incalzò Gajeel.
-Senti, Natsu cercava solo di essere gentile... Guarda che è un bravo ragazzo- disse Gray.
-Juvia non crede nella gentilezza, nessuno è gentile a meno che non voglia qualcosa in cambio- sentenziò la circense.
-Non so che razza di persone tu abbia conosciuto ma a volte le persone sono gentili solo per il gusto di esserlo- disse Natsu.
Il pugile sentiva la rabbia crescere di nuovo, quella ragazza era in grado di farlo infuriare come nessuno era mai riuscito e lui non era uno che pensava molto. Era sempre stato un tipo impulsivo intrappolato in una vita fatta di regole e controllo e qualsiasi cosa sfuggisse a quest'ultimo aveva il potere di renderlo irrequieto.
-Ok, senti una cosa amico... Non ti devi azzardare a parlarle così. E' già la seconda volta che la tratti male e credimi, non ce ne sarà una terza- sibilò Gajeel.
-No, non ho intenzione di trattarla male ma ogni volta che la incontro lei fa qualcosa che non dovrebbe fare- spiegò Natsu.
-E lei pensa di essere un paladino della giustizia? Pensa di poter aiutare chiunque se si mette in mente di farlo?- chiese Juvia con tono nervoso.
-Non ho detto questo ma... Se tu volessi, mi farebbe piacere darti una mano-.
Juvia sentì le farfalle allo stomaco, quel ragazzo dava l'impressione di voler davvero aiutare ma tutte le delusioni della sua vita l'avevano spinta a non fidarsi della gente che si metteva in testa di riportarla sulla retta via.
-Senti facciamo così... Questo...- Natsu iniziò a scrivere qualcosa su un foglietto :-E' il mio numero-.
Il ragazzo porse a Juvia il foglio con il suo numero di telefono e le rivolse un sorriso a metà tra il forzato e il sincero.
Gajeel dovette mordersi la lingua e una rapida occhiata a Gray gli fece capire che anche lui stava facendo lo stesso.
-Lei è un po' isterico...- mormorò Juvia.
-Ah, è così che ripaghi chi cerca di essere buono con te? Avrei potuto denunciarti o sbaglio?-.
-Dai Natsu, lasciala in pace...- disse Gray con tono nervoso.
-Juvia, giusto?- Natsu si costrinse ad ignorare la voce del suo amico, doveva venire a capo di quella situazione.
-Sì- rispose lei in un soffio.
-Prendilo, ti renderai conto che le persone gentili esistono-.
Juvia, con fare esitante, afferrò il numero di telefono e lo ripose nella tasca della felpa oversize che indossava.
Le loro mani si sfiorarono e Natsu non poté ignorare la piccola scossa elettrica che percorse la sua spina dorsale, rimasero immobili a guardarsi negli occhi in silenzio.
Mille pensieri percorrevano la mente di Juvia, primo fra tutti: non riusciva a comprendere quell'uomo. Il suo modo di comportarsi era strano, contraddittorio ma affascinante e, in qualche modo, rassicurante.
Nessuno aveva mai mostrato tanto interesse per lei e per la sua vita, né aveva mai espresso il desiderio di volerla sinceramente aiutare.
Inoltre, Juvia riconosceva che quel tipo non aveva proprio torto... Ogni volta che si erano incontrati era successo qualcosa di strano fra loro e Juvia per ora non stava facendo una bella figura ai suoi occhi, non che fosse necessario fare una bella figura ai suoi occhi ovviamente.
-Ehm... Quindi, andiamo?- incalzò Gray grattandosi il mento.
-Ameonna, andiamo?- chiese Gajeel.
Natsu annuì brevemente mentre Juvia faceva lo stesso e le loro strade si divisero nuovamente, stavolta però entrambi si voltarono a guardarsi un'ultima volta.
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-Ti ha dato il suo numero?- chiese Luxus mentre disinfettava una brutta ferita sul labbro di Jellal.
-Sì, Juvia non lo capisce... Sembrava onesto- mormorò la ragazza.
Gajeel sospirò :-Non puoi fidarti di quel tipo-.
-Juvia non ha nessun motivo per non farlo... Aveva ragione, avrebbe potuto denunciare Juvia ma ha scelto di non farlo-.
-Sì bè, ha anche provato a farti la carità. Per non parlare di quanto male ti tratta ogni volta che ti vede!-.
-Mettiti nei suoi panni Gajeel-kun! Juvia non fa esattamente belle figure quando è con lui-.
-Non è comunque una giustificazione per urlarti contro- disse Luxus in tono calmo.
-Juvia è d'accordo ma... Non sembra cattivo-.
-Non importa se è cattivo o no... Non puoi lasciarti coinvolgere da un tizio così- sbottò Gajeel.
-Perché no?- chiese lei in tono agitato.
-Juvia, ho visto come lo guardi... Non puoi seriamente pensare di farti piacere uno così-.
-Juvia non lo guarda in nessun modo- mormorò lei arrossendo appena.
Luxus si lasciò sfuggire una risatina :-E' sposato-.
-Non ancora- osservò Jellal con un mezzo sorriso.
-Smettila di darle corda- intimò Gajeel.
-Smettetela, tutti e tre! Juvia non ha intenzione di fare niente con quel ragazzo però... Magari potrebbe aiutarci-.
-Non puoi dirgli cosa succede qui- esclamò Gajeel.
-Perché? Magari può darci una mano...-.
-Juvia! Ma quando la smetterai di vivere nel mondo delle fiabe? Eh?-.
-Juvia vuole solo avere una vita migliore, è tanto sbagliato?- chiese lei, gli occhi lucidi.
Gajeel sospirò prendendola tra le braccia e posandole un bacio sulla fronte :-Non puoi dirgli nulla, sarebbe pericoloso-.
-Gajeel ha ragione, lo sai... E' meglio tenerli per noi certi dettagli- convenne Luxus.
-E poi, non ti devi preoccupare Ameonna. Ci siamo noi a difenderti, non hai bisogno di un miliardario qualunque- borbottò Gajeel.
-Ah, ma allora è questo il problema? Gajeel-kun, sei geloso?- chiese Juvia divertita.
L'uomo arrossì di colpo e scosse il capo energicamente causando l'ilarità di tutti i suoi amici.
Era bello potersi dimenticare del marcio in cui sguazzavano ogni giorno con una risata, quando erano tutti insieme a scherzare e parlare si sentivano come se fossero persone normali.
C'erano solo poche cose che potevano riportarli alla realtà in quel momento: la ferita sul labbro di Jellal, i lividi nascosti sotto alla felpa di Juvia, lo sguardo spaventato di Gajeel e le cicatrici di Luxus...
Non sarebbero mai stati normali, non importava quanto lo anelassero.
Erano le marionette di José e non sarebbero mai potuti essere altro, tutti i loro sogni, le loro speranze... Tutto ciò che li aveva portati fin lì era come svanito per sempre, come sabbia tra le dita.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Lezioni di danza ***


Un po' di magia CAP 4 Lezioni di danza Capitolo 4: Lezioni di danza


-Vuoi che io prenda lezioni di che cosa, scusami?-.
La voce di Natsu si espanse per l'intera casa facendo preoccupare il personale.
L'uomo camminava avanti e indietro per l'intera lunghezza del corridoio mentre Lucy lo fissava a braccia conserte dall'uscio della camera da letto.
-Non starai esagerando? Solo un po'...- disse lei con tono piatto.
Natsu la guardò come se avesse appena detto un'eresia tremenda.
-Luce, vediamo se ho capito bene... Tu vuoi che io prenda lezioni di danza?-.
Lucy si limitò ad annuire, lo sguardo serio.
-Ma... Perché?- il tono del pugile era lamentoso e infastidito.
-Natsu, lo sai che gli sposi devono ballare al matrimonio vero? Tu hai due piedi sinistri e preferirei avere un bel primo ballo con mio marito senza il timore di rompermi un piede-.
-Ora sei tu che esageri-.
-Per favore Natsu, fallo per me- supplicò lei.
Il pugile sospirò, non riusciva a capire perché Lucy se ne stesse uscendo con una simile richiesta. Era ridicola come cosa...
-E va bene- sbuffò lui.
Lucy sorrise ampiamente e gli posò un bacio sulla guancia :-Grazie tesoro-.
-Sì, sì... Prego-.
In quel momento, la governante si schiarì la gola :-Miss Heartfilia?-.
-Sì?-.
-C'è Erza Scarlett per lei-.
Lucy annuì :-Dille che scendo immediatamente-.
Natsu sollevò un sopracciglio, attese che la governante scendesse di sotto per avvisare l'ospite dell'imminente arrivo di Lucy :-Che ci fa Erza qui?-.
-Le ho chiesto di venirmi a dare una mano con la copertina del mio romanzo, ho pensato che potrebbe farmi da modella e Mirajane è stata così gentile da offrirci il suo studio per le foto-.
-Mirajane non è una fotografa- osservò prontamente Natsu.
-No, ma il suo team ha uno studio in centro... Inoltre oggi il locale è chiuso quindi può darci una mano- spiegò Lucy.
I due iniziarono a scendere le scale assieme.
-Potevi dirmelo... Pensavo che avremmo potuto fare qualcosa insieme oggi- disse Natsu.
-Possiamo fare qualcosa insieme stasera, la giornata è lunga-.
Il pugile dovette trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo, ultimamente non riuscivano a guardarsi nemmeno un film assieme ma ogni volta che lo faceva notare alla sua futura moglie lei si offendeva.
-Penso che andrò ad allenarmi con Elfman- borbottò Natsu.
-Ecco, ottima idea! Non hai un match tra due sabati?- chiese Lucy.
-Sì...-.
Elfman era l'allenatore di Natsu, nonché fratello di Lisanna e Mirajane. Era un combattente eccezionale ai tempi d'oro e Natsu adorava allenarsi con lui prima dei suoi match più significativi.
Quel giorno però non aveva affatto voglia di pensare al lavoro, avrebbe tanto voluto svagarsi e magari passare una giornata serena in compagnia di Lucy che, ovviamente, non aveva mai tempo per lui.
La situazione iniziava a farsi pesante, l'aria in casa era difficile da sopportare.
-Buongiorno Natsu-.
Il pugile sorrise stancamente alla donna dai fiammeggianti capelli rossi dinanzi a lui :-Erza, è un piacere-.
-Smettila di essere così formale, ti ricordo che da piccoli facevamo il bagno insieme-.
-Non ricordarmelo- rispose lui con un'espressione imbarazzata.
-Erza! Grazie infinite per il tuo aiuto di oggi- esclamò Lucy abbracciandola.
-Figurati, vogliamo andare? Prima ce la sbrighiamo e prima potrai comprarmi una torta alla fragola-.
-Eh?- Lucy guardava Erza con un'espressione davvero buffa, avrebbe dovuto immaginarselo.
-Ovviamente, non penserai mica di non pagarmi?- chiese la donna, le braccia conserte.
-Ehm... Ecco...-.
-Puoi anche decidere: torta alla fragola, torta al cioccolato o torta gelato-.
Natsu dovette trattenersi dal ridere, Erza non cambiava davvero mai. Aveva ancora il dubbio che avesse accettato l'invito al matrimonio solo per mangiare la torta nuziale.
-Ne parliamo strada facendo- sospirò Lucy.
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Juvia era seduta su uno dei cerchi che penzolava dal soffitto del tendone, una gamba sollevata e l'altra che penzolava nel vuoto mentre rigirava tra le mani il numero di Natsu Dragneel.
Non pensava che un semplice numero di telefono potesse toglierle il sonno ma era stato proprio così.
Non capiva cosa avesse quell'uomo di tanto speciale da impedirle di pensare a qualsiasi altra cosa, forse avrebbe dovuto chiamarlo... O forse no?
Una cosa era sicura: se lo avesse chiamato non avrebbe potuto dirlo a nessuno, nemmeno ai suoi amici... Sapeva chiaramente che nessuno di loro sarebbe andato a riferirlo a José ma sapeva anche che nessuno di loro approvava il suo interesse nei confronti di Natsu.
Solo Jellal sembrava volere che lei lo chiamasse e, solitamente, lui era molto saggio.
Juvia sospirò, era una situazione davvero strana in cui trovarsi.
-Ma sì, Juvia proverà a chiamarlo... In fondo lui se lo aspetta- mormorò fra sé.
Si guardò rapidamente intorno prima di calarsi giù dal cerchio e correre fuori dal tendone; con movimenti ben studiati, uscì dal cancello e si inoltrò per le strade della città.
Poco più lontano c'era un telefono pubblico che avrebbe potuto utilizzare, non aveva moltissimi soldi con sé quindi sperava che potessero bastare per una telefonata veloce.
Si guardò attorno un'ultima volta con circospezione prima di digitare il numero di quell'uomo.
Beep
Beep
Beep...
Squillava!
Beep
Man mano che il tempo passava Juvia era sempre più nervosa, forse non avrebbe dovuto chiamarlo... Che cosa avrebbe potuto dirgli? No, era stato un grave errore.
Gajeel aveva ragione, non avrebbe davvero dovuto farlo.
Beep...
E poi nemmeno stava rispondendo, di sicuro era occupato... Avrebbe semplicemente riattaccato, ma sì.
Juvia fece per riagganciare quando...
-Parla Natsu Dragneel, chi è?-.
Per telefono la sua voce era ancora più profonda e piacevole, Juvia avvertì una scossa elettrica percorrerle tutta la schiena.
-Pronto? Con chi parlo?-.
Juvia avrebbe voluto parlare, dire qualsiasi cosa ma le parole non riuscivano ad uscire dalla sua bocca.
-Se è uno scherzo è veramente banale amico, lasciatelo dire...- sibilò il pugile dall'altro capo del telefono.
-E-Ehm... Signor Dragneel?-.
Juvia non sapeva dove avesse trovato il coraggio di pronunciare quelle parole, si rese conto che le tremava la voce.
-Juvia?- chiese lui, la sua voce era così dolce e... Sorpresa.
-S-Sì... Ehm... Juvia non sa perché ha chiamato, Juvia non avrebbe dovuto farlo...- si affrettò a dire lei.
-Aspetta! Aspetta! Non riagganciare... Ti sembrerà strano ma stavo giusto pensando a te-.
-Ah? A J-Juvia?-.
-Sì, senti... Tu balli, vero?- chiese lui.
Juvia annuì prima di ricordarsi che era nel bel mezzo di una conversazione telefonica, lui non poteva mica vederla!
-Sì-.
-Lucy mi ha incastrato, vuole che prenda lezioni di danza prima del matrimonio... Ti va di insegnarmi?-.
-Juvia non dovrebbe fare lavori extra- mormorò lei.
-Certo che ci sono regole davvero strane nel vostro circo... Senti, ho bisogno di qualcuno che mi insegni e il fatto che tu mi abbia chiamato è un segno di sicuro!-.
-Lei è molto insistente- disse lei con un sorriso sulle labbra.
-Sì, è così che vinco i match... Allora? Mi insegni?-.
-Va bene, però deve rimanere un segreto. Nessuno può saperlo, intesi?-.
-Intesi-.
Juvia alzò gli occhi al cielo, si stava cacciando nei guai...
-Quando?- chiese timidamente.
-Non lo so, tu quando puoi?- chiese lui di rimando.
-Juvia è libera stasera-.
-Ci vediamo in palestra- disse lui riagganciando il telefono.
-Ma... E per l'orario come facciamo?- si chiese lei.
Non aveva abbastanza soldi per richiamarlo quindi immaginava di dover andare un po' a caso.
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Natsu passò la mano sul viso e poi si scompigliò i capelli con fare nervoso.
-Che razza di idiota! Non le ho detto l'ora!- esclamò.
Non sapeva perché ma la voce della ragazza lo aveva confuso, non voleva nemmeno chiederle di insegnargli a ballare ma, per qualche motivo, quando aveva sentito la sua voce si era ricordato dell'esibizione alla festa di fidanzamento...
Si era ricordato del modo in cui i fianchi di Juvia ondeggiavano seguendo il ritmo musicale, il modo in cui i suoi occhi brillavano mentre danzava tra gli spruzzi d'acqua colorata, si era persino ricordato il modo in cui la sua coda di cavallo solleticava le sue spalle pallide mentre volteggiava a tempo di musica.
Gli era sembrato naturale chiederle una cosa simile anche se si rendeva conto di non sapere esattamente perché lo avesse fatto, lei sembrava confusa quanto lui da una simile richiesta ma Natsu non era davvero riuscito a trattenersi.
La prospettiva di poterla stringere mentre ballavano un lento era improvvisamente molto allettante, se chiudeva gli occhi riusciva ancora a sentire il corpo della circense premuto contro il proprio.
Era un ricordo che lo tomentava, non gli dava pace... Come non gli dava pace il calore insopportabile che lo investiva ogni volta che ricordava gli eventi di quella sera.
-Ma perché? Che mi prende?- si  chiese.
Era confuso.
Quella ragazza non la conosceva neppure e gli era sembrata la cosa più normale del mondo conversare con lei al telefono, gli era sembrata la cosa più normale del mondo darle appuntamento in palestra (dimenticandosi di definire un orario) e gli era sembrata la cosa più normale del mondo chiederle di insegnargli a ballare.
-Nemmeno la conosco- si disse a denti stretti.
Non capiva da dove nascesse questo suo bisogno di conoscerla, voleva aiutarla certo ma... Non era solo questo, c'era dell'altro.
Per quanto sembrasse ridicolo Natsu sentiva di dover passare del tempo con lei, era quasi una necessità di conoscerla meglio e di scoprire cose sul suo conto.
In particolare, c'era un dettaglio a cui non riusciva a smettere di pensare: il suo sguardo terrorizzato del giorno prima.
E non era solo quel giorno... Anche poco prima, al telefono, sembrava spaventata da qualcosa.
Si chiese se non fosse lui stesso a farle paura ma non poteva essere lui il motivo di tanta apprensione, era qualcos'altro di sicuro... Ma cosa?
Natsu non poteva smettere di pensarci e, più ci pensava, più si confondeva.
-Perché mi importa così tanto?- si chiese.
E più se lo chiedeva, meno risposte trovava.
Non aiutava il fatto che il destino sembrava volerli spingere l'uno verso l'altra a tutti i costi.
Il destino... Chissà...
Natsu aveva sempre creduto al concetto di anima gemella ma non lo avrebbe mai confessato ad alta voce a nessuno al di fuori di Gray e già lui lo prendeva abbastanza in giro.
Ora, il pugile non si sarebbe mai spinto così in là tanto da proclamare Juvia la sua anima gemella però c'era qualcosa in lei, qualcosa di speciale che lui non riusciva a togliersi dalla mente.
-Questa tipa deve essere una strega...- sospirò ridacchiando fra sé.
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Gajeel aveva tenuto d'occhio Juvia tutto il giorno, sapeva che nascondeva qualcosa.
Era nervosa, sobbalzava al minimo rumore e sembrava non riuscire a concentrarsi. Lo aveva chiamato.
L'uomo sospirò amaramente, immaginava che sarebbe finita così.
Gajeel amava Juvia come una sorella minore, il pensiero che potesse finire nei guai a causa di una semplice cotta lo mandava fuori di testa.
Non è che gli desse fastidio il fatto che le piacesse quell'uomo, per quanto odiasse ammetterlo gli era sembrato un bravo tipo sotto sotto... Si sentiva semplicemente in colpa.
Gajeel avrebbe desiderato una vita normale per Juvia, anelava una vita senza problemi per lei, senza dover conoscere il dolore di uno schiaffo o la brutalità di una violenza ben più subdola.
Semplicemente, Gajeel voleva una vita che fosse adeguata a una ragazza della sua età.
Juvia avrebbe dovuto poter uscire con quel tizio senza timore e invece era terrorizzata anche solo per avergli telefonato.
-Ameonna!- la chiamò.
Juvia sussultò appena ma gli corse incontro con un sorriso sul viso.
-Lo hai chiamato non è vero?- chiese.
Gajeel era così, diretto... Forse troppo.
Juvia strizzò gli occhi così stretti che le era venuto mal di testa :-Sì- confessò, la voce piccola piccola.
-Ameonna- sospirò lui.
-Juvia sa di aver sbagliato ma...-.
La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase, Gajeel la strinse in un abbraccio così carico di dolcezza da farle girare la testa.
La stringeva a sé con tanta forza, come se stesse cercando di aggrapparsi a lei per salvarsi la vita.
-Mi dispiace- mormorò l'uomo.
-Per cosa?- chiese lei confusa.
-Dovresti poter telefonare a chi ti pare senza paura di essere scoperta... Soprattutto da me-.
Lo sguardo di Juvia si addolcì e, anche lei, ricambiò finalmente l'abbraccio di Gajeel.
-Hai paura che succeda quello che è successo a te e Levy-chan?- chiese lei.
Lo sguardo di Gajeel si perse nel vuoto, succedeva sempre quando qualcuno la nominava... Quando lui annuì per Juvia non fu una sorpresa.
-Juvia non vuole che Gajeel-kun si preoccupi per lei- mormorò la ragazza.
-E come faccio a non preoccuparmi? Tu ce la metti tutta per cacciarti nei pasticci-.
-Juvia smetterà di chiamarlo... Juvia non andrà nemmeno all'appuntamento di stasera-.
-Ti ha chiesto di uscire?- chiese lui nervoso.
-Non proprio... Ha chiesto a Juvia di dargli lezioni di ballo- rispose lei, lo sguardo basso.
Gajeel sollevò un sopracciglio :-E tu volevi andare?-.
-Juvia non sa nemmeno perché... E' solo che sembra una persona buona, gentile...-.
Gajeel sapeva che si sarebbe amaramente pentito della sua decisione però non riusciva a vederla così, voleva regalarle un assaggio di normalità almeno per una sera.
-Va', ti copro io-.
-Ma Gajeel-kun se...-.
L'uomo la bloccò di nuovo :-Se non vai mi sentirò tremendamente in colpa-.
Juvia sembrava ancora incerta.
-Ti proteggo io con quella fogna di José, tu non preoccuparti di nulla-.
La ragazza sospirò, era così grata di avere Gajeel nella propria vita.
Lui era un fratello maggiore, a tratti anche un padre, per lei. Gajeel era in grado di dare la sua vita per Juvia e, se glielo avessero proposto, lei avrebbe fatto altrettanto senza nemmeno pensarci.
-Quello che è successo con Levy mi ha insegnato molto, se quel tizio ti piace forse dovresti essere libera di passare del tempo con lui-.
-E' sposato- mormorò lei.
-Non ancora, e se per caso dovesse ingannarti allora dovrà venire a discuterne con me-.
-Gajeel-kun sta tirando il carro avanti ai buoi! Juvia deve solo insegnargli a ballare, non è un vero appuntamento-.
-Mmh... Li conosco i tipi così, scommetto che ballerete solo lenti per tutta la sera-.
Juvia arrossì, si vergognava un po' a sperare che fosse effettivamente così.
-Gajeel-kun!- esclamò dandogli un colpetto sul petto.
L'uomo rise divertito, una risatina strana e peculiare che aveva sempre avuto da che Juvia ne aveva memoria.
-Grazie- sussurrò lei posando la propria testa sul petto del suo amico.
Gajeel la strinse ancora un po' a sé :-Camminerei nel fuoco per te, lo sai-.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Ultimo ballo ***


Un po' di magia CAP 5 ULTIMO BALLO Capitolo 5: Ultimo ballo


Juvia stava gironzolando lungo la strada cercando di ignorare il brontolio del suo stomaco e cercando di reprimere i suoi nervi, iniziava seriamente a dubitare di ciò a cui stava per prendere parte. Più ci pensava e più si diceva che avrebbe dovuto rifiutare e rimanere al circo, non solo era nervosa per tutta la situazione delle lezioni di danza ma era anche preoccupata per Gajeel che aveva deciso di coprirla con José.
Iniziava a chiedersi se anche gli altri avessero preso parte al piano di Gajeel, se lui avesse raccontato loro qualche cosa e se avesse spiegato loro che cosa era andata a fare lei, la situazione la stressava molto più di quanto avrebbe dovuto.
Qualsiasi ragazza normale avrebbe semplicemente accettato l'appuntamento senza farsi troppe paranoie ma, sfortunatamente, lei non era una ragazza normale. Non era nata con il lusso della normalità e la sua vita non faceva altro che ricordarglielo ogni giorno.
Juvia non riusciva proprio a stare ferma mentre attendeva di vederlo arrivare, continuava a camminare su e giù lungo il marciapiede sperando, in cuor suo, di non vederlo arrivare per evitare di finire nei pasticci.
Stava per andarsene, dopotutto non doveva nulla a quel tizio che nemmeno conosceva, non era nemmeno certa che potesse aiutarla nel caso in cui gli avesse chiesto una mano per la propria situazione, cosa che non avrebbe fatto per non rischiare. Ma sì, decise di andarsene.
-Sei venuta-.
Juvia si voltò di scatto, lui era lì: alto, bello e con quell'espressione di chi è assolutamente sicuro di sé.
-Juvia stava per andarsene- mormorò lei.
-No, non andartene. Ormai sei qui, che senso ha andare via?- chiese lui divertito.
-Se la metti così- rispose la circense alzando gli occhi al cielo.
Natsu le afferrò il braccio che lei scostò immediatamente con un sobbalzo, l'uomo decise di ignorare quella reazione e le camminò davanti fino a raggiungere la porta della palestra.
Dopo essere entrati, Natsu la condusse verso la zona dedicata ai pugili.
-Com'è grande!- esclamò Juvia sorpresa.
Natsu annuì :-Serve spazio per allenarsi bene-.
-Juvia immagina di sì... Ehh, i-iniziamo?- chiese intimidita.
-Non perdi tempo, eh? Non vuoi parlare un po' prima? Conoscerci meglio?-.
Juvia sollevò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto :-Juvia pensava di essere qui per delle lezioni di ballo, non per parlare-.
-Sei sempre così prevenuta con tutti quelli che incontri?- chiese lui in tono di sfida.
-Sei sempre così curioso?- chiese lei di rimando, utilizzando lo stesso tono.
Natsu alzò gli occhi al cielo, in vita sua poche persone riuscivano a sfidarlo a quel modo senza beccarsi un pugno in pieno viso. Non è che fosse un tipo violento, era solo fumantino ma aveva un cuore enorme senza dubbio alcuno!
Il pugile aveva anche notato che Juvia aveva iniziato a dargli del "tu" ma non se la sentiva di farglielo notare, aveva il terrore che se avesse detto qualcosa di storto lei sarebbe scappata ed era l'unica cosa che non voleva succedesse.
-Iniziamo?- chiese lui.
Juvia annuì.
Natsu si avvicinò a uno stereo e inserì un CD, Lucy aveva deciso che tipo di musica voleva al matrimonio già dalla proposta.
-Valtzer?- chiese Juvia sollevando un sopracciglio.
-Che posso dire? La mia futura moglie è piuttosto...Come dire?-.
-Sofisticata?- chiese Juvia sedendosi sul ring.
Natsu non poté evitare di guardarle le gambe, solo per un attimo... Un lungo attimo, prima di distogliere lo sguardo per tornare a parlarle.
-Sì, sofisticata-.
Natsu si avvicinò a lei porgendole la mano, Juvia sembrò esitare per un attimo ma la accettò poco dopo. Il pugile la tirò verso sé facendola scendere dal ring.
Juvia non poté bloccare la scossa elettrica che le percorse la spina dorsale, la pelle di Natsu era calda e i suoi occhi neri la fissavano in un modo che lei non riusciva a comprendere, nessuno l'aveva mai guardata così prima di quel momento.
Quella vicinanza le fece rivivere le sensazioni della festa, anche se quella volta lui l'aveva scambiata per la sua futura sposa il modo che aveva ora di stringerla a sé era molto simile, era piacevole come la prima volta...
-Come si balla questa roba?- chiese lui in un soffio.
Juvia prese un respiro quasi come a volersi avvicinare di più alla realtà, sorrise appena e alzò lo sguardo per incrociare quello di lui.
-Non è difficile, Juvia ti fa vedere subito-.
I due iniziarono a danzare sulle note leggiadre del valtzer, Juvia si muoveva quasi come se fluttuasse nell'aria. Natsu pensò che per lei era così naturale anche se lo stava insegnando a un perfetto sconosciuto, uno sconosciuto con cui non aveva avuto il migliore degli inizi oltretutto!
-Non vai male- mormorò lei.
Natsu teneva lo sguardo basso per seguire il movimento dei suoi piedi, era così concentrato che quasi riusciva ad estraniarsi da tutto il resto.
-Dici? A me sembra di avere due piedi sinistri... Inoltre, questo tipo di musica davvero non la capisco-.
Juvia annuì :-In verità Juvia non ha mai ballato un valtzer- disse lei ridendo :-Juvia ha sempre pensato che fosse roba da vecchi-.
-Grazie per il vecchio- rispose lui con il solito tono di sfida.
Juvia roteò gli occhi prima di correre verso lo stereo spegnendolo, Natsu sollevò un sopracciglio.
-A te che musica piace?- chiese lei.
-Qualsiasi cosa purché non sia pallosa come la musica classica- rispose lui.
Juvia sorrise e si diresse di nuovo verso di lui a passo sicuro :-Se fosse il tuo ultimo ballo?- chiese divertita.
Natsu la osservò attentamente :-Che razza di domanda è?-.
-Cosa balleresti se fosse il tuo ultimo ballo?- spiegò lei.
-Credo qualcosa di movimentato, passionale... Qualcosa che ricordi il fuoco, immagino-.
Juvia tirò fuori un CD dalla borsa, sembrava piuttosto malconcio e Natsu non era certo che avrebbe funzionato ma decise comunque di lasciarla fare. La osservò mentre toglieva il CD che lui aveva messo poco prima per inserire il proprio, la osservò mentre sceglieva la canzone adeguata e la osservò anche mentre i suoi occhi brillavano pensando di aver trovato la canzone adatta.
-Musica latina?- chiese lui divertito.
-E perché no? Volevi il fuoco o Juvia si sbaglia?-.
-Sai che quel tono di sfida ti metterà nei guai?- chiese lui incrociando le braccia al petto.
-Hai iniziato tu- rispose la circense alzando il mento.
Natsu lanciò una rapida occhiata all'orologio a muro :-Sono già le nove e mezza- disse.
Juvia sobbalzò :-Le nove e mezza?!-
-Sì, perché? Hai il coprifuoco?-.
-U-Una specie... Juvia sapeva che non sarebbe dovuta venire qui- esclamò lei iniziando a camminare in cerchio con la testa tra le mani.
-Hey, calmati! Che ti prende?-.
-Juvia non dovrebbe essere qui! Juvia non sarebbe dovuta venire in primo luogo... Juvia non sa nemmeno cos'è venuta a fare qui con uno sconosciuto-.
-Non mi pare fosse un problema fino a qualche minuto fa- disse lui serio.
-Juvia non può rimanere... Juvia non può continuare a darti lezioni di ballo...- disse lei correndo verso l'uscita.
Natsu rimase spiazzato, non sapeva bene che cosa fare così tolse il CD dallo stereo e le corse dietro.
Juvia si stava maledicendo mentre correva a perdifiato lungo il marciapiede, come aveva fatto a perdere così tanto tempo? Quell'uomo era così affascinante che si sarebbe dimenticata persino come salire su un trapezio.
Mentre correva sentì una mano afferrarle il braccio con una forza diversa da quella a cui era abituata, la presa era salda ma non le faceva affatto male anzi, era quasi rassicurante.
-Dove fuggi?- chiese Natsu voltandola in modo da poterla guardare in faccia.
-Juvia deve tornare al circo ora-.
-Va bene ma...-.
-Per favore, lascia andare Juvia- esclamò lei divincolandosi con energia.
-Cos'è che ti fa così paura? Me lo dici?- incalzò lui con lo sguardo serio.
Juvia smise di divincolarsi e rimase immobile a fissarlo negli occhi, il suo cuore batteva a cento all'ora ma sapeva di non poter confessare nulla. Se avesse parlato sarebbe stato un problema tremendo per tutti eppure la tenerezza negli occhi del pugile le rendeva molto difficile non parlare.
-Che succede in quel circo?- chiese lui stringendola appena più forte.
Juvia scosse il capo cercando di mettere su il suo sorriso migliore :-Nulla, semplicemente... Juvia è uscita di nascosto e stasera c'era un'esibizione- mentì.
-Hai paura che ti licenzino?-
-Ehm... Più o meno- mormorò lei.
Natsu la lasciò andare :-Riprendi almeno il tuo CD-.
-Per quanto riguarda le lezioni di danza... Juvia non pensa di poterti aiutare, consideralo pure il nostro ultimo ballo- disse lei in un soffio.
-Perché?-
Juvia alzò gli occhi al cielo, voleva solo tornarsene al circo :-Juvia non è in grado di insegnarti quel genere di balli, Juvia non sa se lo hai notato ma le cose sofisticate non sono esattamente il suo forte-.
-Se non vuoi più aiutarmi va bene ma... Mi piacerebbe rivederti- ammise lui.
Juvia rimase in silenzio, totalmente immobile. Rivedersi, sinceramente non ci aveva pensato e non voleva pensarci per ora.
-Juvia ora deve andare... Ne riparleremo-.
-Il mio numero ce l'hai, non sparire- disse lui con un sorriso caloroso.
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Gajeel era riuscito a mascherare l'assenza di Juvia, José sembrava non aver notato nulla ma non ne era convinto. L'uomo era terrorizzato all'idea di ritrovarselo davanti, non aveva paura per sé quanto più per Juvia e, inoltre, non aveva molta voglia di essere picchiato.
Desiderava così tanto avere un cellulare in quel momento per poter contattare la sua amica ma, ovviamente, in mezzo a tutte le proibizioni che José aveva imposto loro c'era anche quella di possedere un telefono, non sia mai che lo usassero per contattare la polizia.
Mentre camminava avanti e indietro fuori dalla roulotte, Gajeel sentì il cancello principale aprirsi per poi richiudersi altrettanto velocemente. Spostò immediatamente lo sguardo verso gli alloggi di José, i pugni serrati pronti a qualsiasi cosa.
Juvia comparve davanti ai suoi occhi poco dopo.
-Finalmente!- esclamò lui prendendola tra le braccia muscolose.
-Puoi stare tranquillo Gajeel-kun... Juvia non tornerà più da lui, questo è stato l'ultimo ballo-.
Gajeel osservò gli occhi della sua amica, erano colmi di tristezza e frustrazione proprio come si aspettava. In quel momento desiderava ardentemente poter avere il lusso di una vita normale, strinse Juvia con più forza conducendola nella loro roulotte dove gli altri stavano già dormendo.
Lo stomaco di Juvia brontolava, aveva saltato la cena... Non che potessero mangiare poi così tanto dopotutto. Gajeel le porse una mela e qualche noce che lei non tardò a divorare in un sol boccone.
-Com'è andata?- chiese lui sottovoce.
-Meglio di quanto Juvia si aspettasse... Però Juvia non lo vedrà più, come promesso-.
Gajeel sospirò, non era giusto. Non era giusto per niente!
Perché quello schifo di vita era dovuto capitare proprio a loro? Juvia era una ragazza così dolce e Romeo era appena un ragazzino, avrebbero potuto avere così tante opportunità dalla vita e invece si ritrovavano in quel luogo orribile con quel tipo disgustoso.
José era il loro incubo e, fintanto che lui li aveva in pugno, non sarebbero mai riusciti ad avere una vita migliore di quella.
La sofferenza negli occhi di Juvia quando aveva detto di aver fatto il suo "ultimo ballo" aveva devastato Gajeel più di qualsiasi altra cosa; se fosse stata una ragazza normale avrebbe potuto incontrare quel tale in un bar, magari scambiarci quattro chiacchiere e andarsi a prendere un gelato con lui... Tutto questo sarebbe potuto accadere e invece, invece era costretta a non vederlo più anche se, Gajeel doveva ammetterlo, forse era meglio così dato che il tipo stava per sposarsi.
Gajeel spazzolò i capelli di Juvia con attenzione, era un loro piccolo rituale e, anche se Gajeel non lo avrebbe mai ammesso, lo rilassava molto farlo.
-Forza, a dormire. Domani è un nuovo giorno- sussurrò posandole un bacio sulla nuca.
Juvia sorrise appena e si coricò sperando di sognare quell'uomo dagli occhi neri e dal sorriso beffardo.
Chissà perché l'aveva incontrato se non poteva averlo? Si chiedeva come mai sentisse quelle sensazioni ogni volta che lui la toccava. Forse si era solo aggrappata alla bontà nei suoi occhi, bontà che non aveva mai avuto il lusso di conoscere se non guardando gli occhi ormai arresi dei suoi compagni.
Lui voleva rivederla, certo, come se fosse facile.
Juvia sospirò e si costrinse a riposare, come aveva detto Gajeel: domani sarebbe stato un nuovo giorno.

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