Il grande amore di Sirius Black

di 8iside8
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01.Pulizie ***
Capitolo 2: *** 02 Il corso ***
Capitolo 3: *** 03 Il pensatoio ***
Capitolo 4: *** 04 La veggente ***



Capitolo 1
*** 01.Pulizie ***


Harry era entrato nella casa. Grimmauld Place era silenziosa. Il signor Weasley aveva tolto il sortilegio di Malocchio e ora non compariva più il Silente di polvere.  
Voleva darle una sistemata, rimettere a posto la casa e renderla splendente come un tempo. Aveva passato l'estate a casa dei Weasley, Molly non lo voleva lasciar andare, dopo un anno senza vederlo e la perdita di Fred, aveva bisogno di sentire la famiglia vicina. Harry si imbarazzava ancora a sentire che lei lo definiva un figlio. 
Aveva fatto una bellissima festa per il compleanno di Harry. Era venuto Kingsley, anche se era il Ministro della Magia ad interim aveva fatto di tutto per esserci. Hagrid era stato entusiasta. Hermione era tornata alla Tana dopo aver reso la memoria ai genitori. Si sarebbe trattenuta solo tre giorni, poi voleva recuperare il rapporto con madre e padre, ma il compleanno di Harry era da festeggiare.  
Ginny era uno splendore. Una guerriera e non una principessa in pericolo. Ora gioiva a vedere Harry tutti i giorni, senza temere che qualcosa di oscuro lo strappasse dai suoi baci.  
Harry stava molto con Ron e George. Nessuno voleva lasciarlo solo, la perdita di Fred avrebbe potuto ucciderlo.  
Bill e Charlie erano spesso alla Tana, tutti avevano bisogno di famiglia, ora che la quiete permetteva di piangere i morti e gioire dei vivi.  
Al compleanno di Harry vennero anche Neville con sua nonna e Luna col papà.  
Era stato commovente rivedere tutti, fuori da Hogwarts. Mai, mai Harry si era sentito così sereno, circondato da chi gli voleva bene.  
Il giorno dopo la battaglia di Hogwarts, Harry era andato a casa di Andromeda. Parlarono a lungo e piansero insieme. Ted, Ninfadora, Remus... Tutte morti da piangere. Parlarono del ruolo di Harry nella vita del piccolo Teddy. Fu davvero toccante. Il piccolo aveva cambiato il colore dei capelli almeno sei volte nelle due ore che Harry fu in casa loro.  
Ora, invece, era ancora nella grande casa vuota. Kreacher era a Hogwarts e non voleva appellarlo. Decise di andare in cucina e partire da lì.  
 
≪Harry!≫ la voce di Ron veniva dall'ingresso.  
≪Sono in cucina!≫ gli urlò di rimando, mentre con un colpo di bacchetta rendeva la dispensa un po' meno polverosa. Hermione avrebbe saputo renderla perfetta, ma era partita per Hogwarts il giorno prima. Era stato regalato l'anno a chi aveva partecipato alla battaglia di Hogwarts, ma Hermione era... Beh, Hermione! Quindi l'avrebbe rivista a Natale, per la pausa dalle lezioni.  
Ron posò sul grande tavolo una borsa di stoffa logora, ma pulita.  
≪Mamma ha paura che tu muoia di fame! Mi ha dato tanta di quella roba da mettere in dispensa che credo scoppierà!≫ disse il rosso.  
≪Come mai sei qui? Stai facendo il fattorino?≫ rise Harry.  
≪No,≫ Ron lo guardava serio ≪non voglio lasciarti in questa enorme casa, da solo, a intristirti. Ti aiuterò a sistemare tutto.≫ 
Avevano una settimana prima che iniziasse il corso per Auror e quello era tutto il tempo che avevano per sistemare la casa. Harry non voleva viverci per sempre, ma era un posto comodo, vicino al Ministero e a Diagon Alley, quindi da lì poteva arrivare nei luoghi che preferiva. Solo se doveva andare alla Tana era costretto a Materializzarsi, ma preferiva non farlo proprio.  
La cucina era solo impolverata, il resto della casa aveva avuto una bella bonifica quando quel posto era il quartier generale dell'Ordine della Fenice, ma c'erano ancora delle camere chiuse e quella di Sirius non era di certo in ordine. Harry non l'aveva mai riordinata dopo che aveva trovato la foto strappata in cui lui da piccolo girava sulla sua scopa giocattolo e la lettera di sua madre a Sirius.  
Harry e Ron avendo deciso che se ne sarebbero occupati l'ultimo giorno prima dell'inizio dell'addestramento. 
Entrarono nella camera, stanchi di pulire e disinfestare da sei giorni e si misero di buona lena a riordinare tutto. Ron era divertito dalle foto babbane che erano in giro per le pareti della camera. Non capiva a cosa servisse una foto se stava ferma. Harry gli spiegò che per vedere le immagini in movimento, i Babbani facevano delle videoregistrazioni e che così nascevano anche i film e quelle cose. Tentennava il capo pieno di capelli rossi e spalancava gli occhi con fare allucinato. Harry sorrideva dell'incredulità dell'amico e riprese a spostare le cose dal pavimento a delle scatole che dividevano la spazzatura dai ricordi.  
Quando furono carichi in entrambi gli scatoloni, li portarono giù, passando davanti alle teste degli elfi. Ron li guardava sempre con disgusto, ma il naso di un elfo si impigliò nei capelli di Ron, che si agitò come un'anguilla, buttando le mani a caso come se ci fosse un ragno peloso sopra la sua testa. Harry scoppiò a ridere e posò il suo scatolone per aiutarlo, ma l'amico non riusciva a contenersi e per fermarlo fu necessario strattonarlo. In un momento Ron fu a terra, lo scatolone aveva sparso il suo contenuto sul tappeto consunto e la testa dell'elfo era rotolata via.  
≪Era solo la testa di... Beh del nonno di Kreacher!≫ Harry cercava di trattenere le risate.  
≪Maledette teste di elfo!≫ gnolò Ron.  
A Harry morì la risata sulle labbra. Per terra, probabilmente erano nascoste dalla testa dell'elfo, c'erano una dozzina di fiale che contenevano una sostanza viscosa e argentea che Harry conosceva molto bene. Erano ricordi.  
Ron seguì lo sguardo dell'amico e le vide a sua volta.  
≪Harry... Quelli sono...≫ sussurrò.  
L'altro annuì e si chinò a raccoglierle e le fissò, mentre riposavano sul palmo della sua mano.  
≪Secondo te, di chi sono?≫ chiese Ron.  
≪Non lo so.≫ rispose Harry ≪Forse di Sirius o di sua madre. Magari di Regulus. Bisognerebbe vederli per saperlo.≫ 
Mise in tasca le fiale e raccolsero tutto il contenuto della scatola che Ron aveva rovesciato e le portarono giù. Una volta in cucina Harry posò sul tavolo le tre boccette di vetro e le guardò attentamente. Sembravano limpidi, intatti. Doveva vederli, ma come? Un'energia che non provava da tanto lo permeò. Era come la sensazione che accompagnava una partita di quidditch, adrenalina, forse il solo avere uno scopo. Aveva già un obiettivo: diventate Auror. Era la cosa che desiderava più al mondo. Tuttavia lo sapeva. Lui aveva scelto la carriera di Auror, tra le altre ragioni, perché gli garantiva adrenalina. Decise di parlare con Ginny, per chiederle un parere.  
Dopo cena, prese penna, inchiostro e pergamena e scrisse alla fidanzata, che avrebbe condiviso l'ultimo anno a Hogwarts con Hermione.  
 
Cara Ginny,  
come va l'inizio della scuola? Spero che siate partiti bene, perché so che molti studenti sono ancora sotto shock dopo la guerra.  
Nel fare le pulizie a Grimmauld Place, abbiamo trovato dodici fiale che contengono certamente dei ricordi, ma non sappiamo di chi siano. Potrebbero essere di Sirius quanto di sua madre. Cosa dovrei fare? Vederli o rimetterli dov'erano?  
Mi manchi, Ginny. Mi manchi davvero tanto, non so come farò a non vederti tutti i giorni per quasi un anno.  
Ti amo,  
tuo Harry.  
 
Chiuse la lettera con cura e le diede un bacio leggero. Da quando la guerra era finita aveva deciso di cambiare atteggiamento, dando ai sentimenti la giusta importanza. Sapeva cosa voleva dalla vita ed era ciò che non aveva mai avuto completamente: una famiglia e la voleva con la sola persona che avesse mai davvero amato. Un giorno le avrebbe chiesto di sposarlo, ma doveva attendere il momento giusto, forse alla fine dell'anno a Hogwarts.  
Mise la lettera alla zampetta di Leotordo e gli disse di portarlo a Hogwarts a Ginny. Nel farlo sospirò, guardando con una sensazione strana le fiale con i ricordi.  

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Capitolo 2
*** 02 Il corso ***


Lunedì.  
 
Ron correva su e giù per le scale con una fetta di pane tostato in bocca.  
≪Ron! Muoviti!≫ urlava Harry dal piano terra, pronto da dieci minuti ≪Non possiamo fare tardi il primo giorno!≫ 
L'amico urlò qualcosa di poco chiaro dal piano superiore.  
Harry si era vestito comodo e aveva ai piedi una borsa con dentro dei fogli di pergamena, boccette d'inchiostro, penne d'oca e i due libri della prima parte del corso per Auror. Dopo la prima settimana avrebbero avuto il test preliminare, che avrebbe scremato una parte dei partecipanti, ma non era preoccupato. C'era tanta magia oscura che non conosceva, ma dopo Voldemort e i suoi horcrux, cosa mai poteva temere? Era quasi elettrizzato all'idea di poter conoscere altre magie oscure, per il solo gusto di sconfiggerle. Come chi va in cerca delle mosce per il puro piacere di schiacciarle.  
Ron arrivò ansante dalle scale, anche lui vestito comodo e con una borsa in spalla. Harry rise, perché l'amico aveva appena mandato giù la fetta di pane tostato che si era trascinato in giro per la casa.  
Uscirono velocemente e attraversarono la strada, mentre il numero dodici di Grimmould Place si assottigliava e spariva. Si erano infilati nei cespugli dall'altra parte della strada e girarono su loro stessi in un sincrono perfetto.  
Le orecchie di Harry furono investite dal caos tipico del Ministero della Magia alle prime ore del mattino. Aprì gli occhi e si lasciò trascinare, insieme a Ron, dalla folla. Si recarono dal guardiamago, che lasciò loro due targhette per identificarli come studenti del corso per Auror. Come facevano tutti, il guardiamago gli guardò di sfuggita la cicatrice. Ormai il suo volto era noto non solo per essere sopravvissuto a Voldemort e per averne provocato la caduta, ma anche per aver messo fine alla sua esistenza.  
Ron si fissò la targhetta e uscì seguendo Harry. Presero l'ascensore più vicino e giunsero agli uffici degli Auror, dove una strega dall'aria severa coi capelli chiusi in uno chignon strettissimo, stava scorrendo una lista scritta su una pergamena. Le persone già presenti erano gli Auror nel loro ufficio e un paio di ragazze che Harry non aveva mai visto. Una bionda, quasi bianca di capelli, e una con i capelli color nocciola. Insieme a un gruppo di Guardavano sia Harry che Ron con aria avida, entrambi erano famosissimi, soprattutto dopo la Battaglia di Hogwarts, e tutti li fissavano entrambi. Ron finalmente godeva dalla fama che non aveva mai raggiunto in famiglia e a scuola. Non quanto avrebbe voluto.  
In pochi minuti l'ufficio si riempì di aspiranti Auror.  
La strega alzò lo sguardo dalla pergamena e li fissò uno per uno.  
≪Salve. Sono Athena Wishlife, Auror da circa vent'anni. Sarò la vostra docente nella prima settimana del corso. Lunedì prossimo affronterete la prima prova pratica, ma nell'attesa avrete una prima parte di istruzione. Chi non supererà il test di lunedì prossimo venturo, sarà scartato dal corso vero e proprio. Questa settimana ritenetelo un corso preliminare. La mattina svolgeremo le lezioni di teoria e al pomeriggio quelle di pratica. Chi supererà la prova di lunedì, verrà assegnato a un Auror di riferimento che sarà il suo mentore. Quello che diremo il vostro mentore ed io, sarà vangelo per voi, perché dovete avere chiaro che le nostre esperienze sono al di sopra di qualunque cosa abbiate affrontato voi.≫ si fermò guardando Harry. Sembrava imbarazzata, ma lui decise di tacere. Aveva sconfitto Voldemort, ma di magia oscura ce n'era tanta che ancora ignorava, la signora Wishlife aveva ragione, anche davanti al famoso Harry Potter.  
≪Detto ciò,≫ riprese lei ≪seguitemi nell'aula di addestramento.≫ e partì a passo di marcia verso un lato dell'ufficio.  
L'aula aveva dei banchi identici a quelli che avevano occupato a Hogwarts e si accomodarono tutti con la sensazione di non aver mai lasciato la scuola.  
 
Durante tutta la mattinata la signora Wishlife aveva parlato delle arti oscure nel contesto storico attuale, spiegando le differenze dal passato. Se prima i dissennatori erano stati alleati del Ministero, ora erano creature a cui dare la caccia e allontanare dalle aree babbane, perché troppo ricercati nella comunità magica per trovare cibo a sufficienza.  
Dopo questo inizio molto "scolastico", Harry, Ron e gli altri studenti tornarono nell'atrio del Ministero, per accomodarsi nella locanda interna a pranzare.  
L'insegna recitava: Calderone Ministeriale. Ron fece strada e furono accolti da un uomo in divisa porpora che li guidò a un tavolo. Ordinarono le pietanze e le attesero con in mano due burrobirre  
≪Stavo pensando...≫ disse Ron posando la bevanda sul tavolo ≪Quei ricordi che abbiamo trovato... Sei sicuro di voler scoprire di chi siano e cosa contengano?≫ 
≪Sì.≫ rispose Harry posandosi allo schienale della seduta ≪In realtà, temo quello che posso trovare, ma ormai ho questo pensiero fisso.≫ 
≪Sì, lo capisco... Ma dove lo troviamo un pensatoio? O ci sono altri modi?≫ chiese Ron. Era chiaro che la tranquillità, senza misteri da risolvere, non gli si addiceva.  
≪Non so se esistano altri modi, ma sono convinto che una soluzione la troveremo.≫ poi Harry si fermò. Dalla porta del locale era entrato qualcuno.  
≪Ragazzi!≫ li salutò con entusiasmo il signor Weasley.  
≪Papà!≫ rispose Ron, facendogli cenno di sedersi con loro.  
≪Sapevo di trovarvi qui.≫ sorrise lui sedendosi ≪Come va il corso?≫ 
≪Per ora solo teoria, dopo pranzo faremo una prova pratica.≫ rispose Ron.  
≪Interessante il corso, un po’ noioso l'inizio, ma credo di percepirlo così perché nella guerra abbiamo avuto a che fare con le creature di cui ha parlato la signora Wishlife nella lezione.≫ rifletté Harry.  
≪Sì, beh,≫ sospirò il signor Weasley ≪purtroppo sono le creature che Athena preferisce. Giganti, dissennatori... Ha perso familiari per colpa loro, quindi vuole che le sue reclute siano ben informate.≫ 
La guerra aveva levato molto a tanti, era ciò che lasciava l'amaro in bocca nonostante la vittoria.  
Nel pomeriggio, Harry e Ron affrontarono delle creature oscure. Sembrava di essere tornati a difesa contro le arti oscure, con Remus. Fu dura rivivere le lezioni di Lupin, con una sostituta tanto algida, ma a fine giornata non erano troppo stanchi.  
Rientrati a Grimmould Place, fecero una cena a base di panini col tacchino e burrobirra. Fu proprio al primo boccone, che Harry si bloccò: era tornato Leo, con la risposta di Ginny legata alla zampetta.  
 
Caro Harry,  
qui a Hogwarts cerca di tornare alla normalità e noi che abbiamo combattuto la battaglia di Hogwarts, stiamo aiutando gli insegnanti. L'aria che si respira è strana. Parti del castello non sono riparabili, le maledizioni dei Mangiamorte hanno rovinato pesantemente muri e torri, ma sono dei monumenti ai caduti. La preside McGranitt sta facendo fare delle targhe con i nomi di chi ci ha lasciato e la trovo una bellissima idea.  
Dopo aver letto la tua lettera, ho parlato con la McGranitt e le ho spiegato dei ricordi. Secondo me dovresti vederli e lei si è data disposta a prestarti il pensatoio. Chiede solo che tu venga non prima di sabato a prenderlo, perché la prima settimana di scuola è complicata quest'anno e la tua presenza farebbe impazzire gli studenti. Sei il grande Harry Potter, in fondo. 
Ti amo, Harry, ricordatelo sempre.  
 
Harry rilesse per tre volte la missiva. Il contenuto era già chiaro la prima volta, ma le seguenti erano per godere della grafia di Ginny e della consapevolezza che quelle parole erano per lui e solo per lui. Sì, sabato sarebbe andato a Hogwarts e avrebbe visto la sua ragazza ed Hermione. Sì, era perfetto.  

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Capitolo 3
*** 03 Il pensatoio ***


Era davanti al camino. Dopo poco avrebbe preso la metropolvere e sarebbe arrivato a Hogwarts. Era emozionato. La settimana era stata pesante, ma davvero interessante.  Ron, invece aveva da studiare, perché la parte teorica la trovava un po’ ostica, quindi gli chiese di salutargli Ginny ed Hermione.  
Harry prese una manciata di polvere volante e la buttò nel camino acceso, trasformando le fiamme da vermiglie a smeraldine. Vi entrò e con decisione disse la sua meta.  
≪Hogwarts!≫ 
Vide scorrere i camini di case di maghi e strinse i gomiti al corpo. Infine arrivò. Si trovava nel vecchio ufficio della professoressa McGrannitt ed era lei che lo stava aspettando.  
≪Harry! Che piacere rivederti!≫ lo salutò con un tiepido, ma sincero, sorriso.  
≪Salve professoressa. Anzi, preside, anche per me è un piacere rivederla!≫ rispose Harry ricambiando il sorriso.  
La vide in forma, come prima della morte di Silente. La fine della Guerra Magica le aveva giovato, sembrava aver guadagnato anni.  
≪Hai iniziato il corso per Auror, mi ha detto la signorina Weasley, mi fa molto piacere.≫ si complimentò lei.  
≪Sì,≫ ribatté Harry con una luce negli occhi ≪finalmente inizio a vivere la mia vita.≫ 
La preside lo accompagnò nel suo nuovo ufficio. Il gargoyle, che gli aveva dato tante volte accesso all'ufficio di Silente, era stato restaurato, la preside gli disse la sua parola d'ordine ≪Zenzerotto.≫ e la statua balzò di lato per lasciarli passare.  
Per Harry quella parola era un felice ricordo.  
Harry salì sulla scala a chiocciola che turbinava verso l'alto seguendola. L'ufficio era quasi immutato dall'ultima volta che l'aveva visto, dopo la battaglia di Hogwarts. Gli oggetti magici di Silente erano al loro posto, tranne il pensatoio, che era dentro un baule aperto di fianco alla scrivania.  
≪Ecco, Harry. Ho messo il pensatoio dentro a questo baule, che ho incantato in modo che protegga il suo contenuto da eventuali urti accidentali.≫ spiegò la McGrannitt indicando l'oggetto dell'incontro con la mano ≪Ma ora accomodati, qualche minuto. Speravo che ti unissi a noi per il pranzo in sala grande, prima di tornare a casa.≫  
≪Molto volentieri. Ron vuole studiare e avere la casa libera non potrà che fargli piacere.≫ sorrise lui.  
 
Girare per i corridoio era strano. L'ultima volta la polvere e i calcinacci invadevano il suo respiro e l'aria girava per i corridoi spaccati che davano verso l'esterno, lasciando che le acromantule cercassero vittime nella scuola. Alcune pareti erano ancora aperte verso al cielo settembrino, ma delle barriere invisibili come vetri molto spessi e puliti proteggevano dalle intemperie. Una volta nella Sala Grande, la preside lo fece accomodare al tavolo degli insegnanti al suo fianco. Mai avrebbe pensato che un giorno si sarebbe seduto dietro quella tavolata che ammirava a ogni pasto, verso cui scrutava i professori per capire gli stati d'animo degli adulti della scuola quando accadevano eventi importanti, come la fuga di massa da Azkaban al suo quinto anno a Hogwarts.  
I tavoli delle case erano gremiti di studenti e vide il tavolo di Grifondoro voltarsi verso di lui. Ginny ed Hermione lo salutarono e lui fece un cenno con la mano per salutarle di rimando e per dire loro che le avrebbe incontrate appena finito di mangiare.  
I professori Vitious, Sprite e Lumacorno lo salutarono con entusiasmo. L'allievo che li aveva più riempiti di orgoglio, sconfiggendo Lord Voldemort. La professoressa Cooman gli si avvicinò, avvolta nei suoi scialli, ma la professoressa Mc Granitt si intromise subito dopo i saluti, per evitargli la solita valanga di allusioni al mistico occhio interiore ed Harry gliene fu molto grato.  
Mangiò di gusto tutto e si annotò mentalmente di andare nelle cucine a salutare Kreacher. Hagrid era in ritardo, ma quando lo vide al tavolo quasi ribaltò il professor Lumacorno per raggiungerlo e salutarlo.  
≪Ciao Harry! Come stai amico?≫ disse forte con la sua voce profonda.  
≪Ciao Hagrid! Sto bene, grazie e tu? E Grop?≫ ribatté Harry sorridendogli con entusiasmo.  
≪Sto bene e Gropie inizia il suo addestramento come assistente! È bravo, un po' vivace, ma le bestie stanno tutte in riga con lui!≫ Hagrid aveva lo sguardo pieno di orgoglio.  
Alla fine del pranzo, la professoressa McGranitt lo salutò, promettendogli di fargli trovare il baule nella capanna di Hagrid, dove avrebbe potuto prenderlo quando fosse stato pronto per tornare a Londra, ed Harry raggiunse Hermione e Ginny. Fecero un giro del parco, poi si sedettero sotto un grande albero.  
Loro gli raccontarono com'era cambiata, di nuovo, Hogwarts.  
≪A parte quelli del primo anno, che sono più incoscienti di ciò che è avvenuto,≫ stava dicendo Hermione ≪gli altri sono parecchio sotto shock ancora. I gufi arrivano tutti i giorni a colazione, come quando eravamo al sesto anno e spesso accompagno studenti da Madama Chips per far dare loro una pozione calmante. I professori hanno riparato tutto quello che potevano, ma il castello non tornerà come prima.≫ 
≪Meglio così.≫ dichiarò Harry ≪Le cose che sono rimaste diverse sono dei monumenti ai caduti. Come quello a Godric's Hollow, Hermione.≫ lei sorrise e Ginny gli strinse la mano.  
Era strano girare per il parco e non essere uno studente. Strano davvero.  
Come aveva deciso a pranzo, andò nelle cucine prima di andare via, e salutò Kreacher che lo accolse con entusiasmo, mentre il medaglione di Regulus gli ballonzolava sul torso. Era bello anche rivedere Kreacher.  
Harry salutò Hermione e Ginny, poi andò nella capanna di Hagrid, dove prese un tè con l'amico e recuperò il baule, che portò con la magia oltre i cancelli con i cinghiali alati e si smaterializza tenendolo stretto.  
 
Harry e Ron avevano mangiato di gusto i pasticci di carne che aveva mandato loro la signora Weasley, parlando della visita a Hogwarts. Era arrostito, quando Harry gli aveva riferito il messaggio di Hermione.  
"Mi manchi anche tu, Ron, ma lo studio è importante e sono fiera che ti impegni tanto." 
Harry rise.  
Dopo cena salirono nel salotto, dove avevano accomodato il pensatoio sul tavolo e prese il primo ricordo. Aveva capito in che ordine guardarli, perché c'erano delle date sbiadite dal tempo, scritte nella parte bassa delle ampolle. Stappò la prima bottiglietta e ne versò il liquido nel bacile, che prese a vorticare.  
___ 
 
Harry e Ron erano nel parco di Hogwarts. Sembrava ottobre dalla temperatura e dai colori del parco stesso che era molto più giallo. Gli studenti fuori non erano molti, ma c'era una ragazza che aveva la divisa di Grifondoro, con lisci capelli neri e occhi blu, che leggeva un libro sotto un albero. Era di quella ragazza il ricordo? Si chiesero guardandosi, ma in quel momento due ragazzi con la divisa di Serpeverde le si erano avvicinati. 
Ancora non capivano di chi fosse quel ricordo.  
≪Ehi secchiona!≫ disse il più basso ≪Hai fatto i nostri compiti di Trasfigurazione?≫ 
Lei sospirò e alzò lo sguardo verso di loro.  
≪Avevo detto che non vi avrei fatto nessun compito. Cosa vi ha fatto credere il contrario?≫ 
Harry sentiva il velo di paura dietro a quelle parole e l'aveva vista portare in tasca la mano per prendere la bacchetta.  
La estrassero anche i due Serpeverde.  
≪Expelliarmus!≫ gridò quello più alto, quasi annoiato.  
≪Cosa succede?≫ chiese una nuova voce, col tono quasi volutamente sornione, che Harry aveva già sentito nel pensatoio: Sirius!  
Il suo padrino era emerso dal castello e aveva certamente seguito la scena, ma aveva aspettato a saltar fuori.  
≪A che importa?≫ chiese il più basso dei Serpeverde con tono spavaldo, ma si era irrigidito.  
≪No, è solo che non è leale...≫ rispose Sirius avvicinandosi alla ragazza ≪Due Serpeverdecontro una Grifondoro...≫ 
La ragazza lo guardò offesa.  
≪Ce la faccio da sola!≫ ruggì lei sollevando la bacchetta.  
Sirius prese a ridere di gusto.  
≪Perdonami!≫ le rispose calmandosi ≪Non intendevo che avessi bisogno d'aiuto. No... Sto dicendo che per abbattere un solo Grifondoro, servono molti più Serpeverde.≫ lo aveva detto con tono serio, intimidatorio.  
Harry non aveva mai visto Sirius così. Aveva gli occhi determinati e pronti a lanciare incantesimi dalle pupille.  
Vide il suo padrino brandire la bacchetta verso di i due e sorrise.  
≪Pensate cosa possiamo fare io e lei da soli, a voi due.≫ voce misurata, ma certamente minacciosa.  
I Serpeverde roseto nervosi.  
≪Guarda che stavamo soltanto parlando!≫ disse il più alto con le mani sollevate in senso di resa e diede una gomitata all'amico, indicandogli il castello.  
≪Perché lo hai fatto?≫ chiese la ragazza a Sirius, con tono di rimprovero.  
≪Eri con le spalle al muro e ho pensato che una mano potesse aiutarti.≫ spiegò lui con semplicità.  
La ragazza tornò a sedersi e lo trafisse con lo sguardo.  
≪Ora pensano che io abbia bisogno di protezione.≫ sputò la frase sull'erba.  
Sirius si sedette di fronte a lei.  
≪Sai chi erano quei due?≫ le chiese con dolcezza nella voce e lei tentennò il capo con aria interrogativa ≪Erano Mulciber e Goyle. Sono immersi nelle arti oscure fin sopra il cappello a punta. Non so cosa volessero da te e non è affar mio, ma so le maledizioni che possono lanciare e non voglio che arrivino a nessun Grifondoro. Io, comunque, sono Sirius, Sirius Black.≫ e le tese la mano.  
≪Io sono Amelia Lovehead.≫ e pose la propria minuscola mano in quella di lui, con l'ombra di un sorriso sulle labbra.  
___ 
 
Harry e Ron si erano ritrovati fuori del ricordo, che terminava con il nome della studentessa.  
≪Il tuo padrino stava flirtando con quella Amelia?≫ chiese Ron andando a sedersi.  
≪Pare che si piacessero.≫ assentì Harry ≪Ma la cosa più importante la sappiamo: questi sono i ricordi di Sirius.≫ 
 

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Capitolo 4
*** 04 La veggente ***


Harry e Ron parlavano ancora del ricordo visto la sera prima. Harry aveva imparato che vedere troppi ricordi insieme era troppo intenso e aveva frenato l'amico, quando questo aveva insistito per vedere subito il secondo, dicendogli che per una sera poteva bastare e promettendogli che il giorno successivo ne avrebbero visionato un altro.  
Harry era curioso per natura, ma c'era qualcosa che lo tratteneva. Si faceva degli scrupoli a guardare i ricordi del padrino, già una volta aveva visto Sirius e suo padre trattare Piton tanto male da provare pena per lui e si era portato quei sentimenti appresso per tanto tempo. Era dura ammettere che suo padre poteva sbagliare, che era umano, ma aveva scoperto di non amarlo di meno per questo.  
La domenica dopo pranzo Ron non ce la faceva più ad aspettare, lanciava a Harry occhiate allusive e dopo una decina di occhiate Harry sospirò.  
≪Andiamo a vedere il secondo ricordo.≫ 
Ron era scattato in piedi già ad "andiamo".  
Si posero di nuovo davanti al pensatoio e Harry stappò la boccetta contenente il secondo ricordo e ne versò il contenuto nel facile di pietra.  
Il liquido denso si mosse e i due ragazzi ci affondarono le teste.  
___ 
 
Si trovavano a Hogsmeade. Studenti di Hogwarts giravano per le vie, parlando e ridendo.  
Era un sabato in libera uscita per gli studenti dal terzo anno in poi.  
Sirius era con suo padre e codaliscia. Lupin non c'era, forse era luna piena ed era rimasto al sicuro.  
Stavano uscendo dai Tre Manici di Scopa e James rideva a crepapelle.  
≪Dai Coda! Come hai fatto a non capire che non parlava con te!≫ 
Peter Minus era rosso in volto e guardava la strada ai suoi piedi.  
≪Lascialo stare, Ramoso...≫ sospirò Sirius.  
L'amico lo guardò offeso.  
≪Felpato! Ma cosa stai dicendo? Se non possiamo sentirci liberi di ridere tra di noi, senza vergogna, davanti a chi dovremmo farlo? Non ci ridiamo addosso per offendersi, ma per rendere più leggere le sciocchezze.≫ spiegò James.  
Sirius rise.  
≪Non siamo tutti uguali.≫ sghignazzò seguito da Codaliscia.  
Come sempre Harry provò un moto di odio per quel piccolo traditore.  
≪E dai! Alla fine non ti ho chiesto la pietra filosofale!≫ ghignò la voce di un ragazzo nella via limitrofa.  
≪Ti ho detto che non lo faccio! Arrangiati!≫ era la voce di Amelia che rispondeva.  
Sirius era scattato sull'attenti come un segugio e James seguì il suo sguardo, improvvisamente serio anche lui.  
≪Lo sai cosa succede se non lo fai, piccola grinfondoro...≫ ancora il ragazzo.  
≪Non mi importa. Racconta in giro quello che vuoi! Io so di avere la coscienza pulita!≫ ribatté lei con una fierezza nella voce che fece sorridere Sirius.  
≪Allora non ti importa se dico: RAGAZZI! AMELIA LOVEHEAD AMA DIVERTIRSI! MI SPIEGO?≫ urlò ridendo.  
≪Oh, sei stato chiarissimo!≫ disse James sbucando dall'angolo, teneva le braccia conserte e si appoggiò con una spalla al muro.  
≪Fin troppo.≫ soggiunse Sirius con lo sguardo più tagliente che Harry gli avesse mai visto, sbucando dietro a James.  
Il Serpeverde li guardò un momento, poi si voltò verso di lei.  
≪Visto? Hai già degli ammiratori!≫ rise.  
≪Ti ho detto che non lo farò.≫ insisté Amelia.  
Sirius fece qualche passo avanti e James lo seguì. Codaliscia era dietro di loro, una presenza piuttosto inutile, ma faceva numero.  
≪Vattene.≫ la voce di Sirius era ferma e stabile.  
Il Serpeverde si voltò di nuovo verso di lui.  
≪Ma cosa vuoi Black? Lasciami stare, sto parlando con la piccola Amelia...≫  
Sirius rise in modo nervoso e con un solo gesto fluido afferrò il bavero della giacca del Serpeverde. Il ragazzo si trovò a sbattere le spalle al muro di fronte.  
≪Maledetto Grinfondoro!≫ imprecò.  
≪Adesso mi ascolti con attenzione.≫ sibilò Sirius tenendolo bloccato al muro ≪Se trovo ancora te o uno dei tuoi amici a darle fastidio... O se mi arriva voce che lo hai fatto in mia assenza... Ti assicuro che spererai di non tornare mai più a Hogwarts. Sono stato chiaro? Se volete trovare lite, venite da me. Ti assicuro che non meriti neanche di pulirle la suola delle scarpe con la lingua. Quindi ora te ne vai e avverti i tuoi amici di stare alla larga da lei. Sono stato chiaro?≫  
Il Serpeverde lo guardava spaventato e annuì con gesti frenetici del capo.  
Sirius lo lasciò con un gesto brusco e lui scappò via. 
James gli diede un buffetto derisorio mentre passava, poi fece un cenno col capo a Sirius e andò via con Codaliscia.  
≪Grazie...≫ sussurrò Amelia, guardandolo con gli occhi blu spalancati.  
Sirius la guardò a sua volta.  
≪Lo so che sai cavartela da sola, ma...≫ spiegò Sirius ≪mi da fastidio che ti trattino male.≫ 
Silenzio.  
Nessuno dei due parlava, poi fu lei a spezzare quell'imbarazzo.  
≪Non vuoi sapere il motivo per cui mi stava infastidendo?≫  
Sirius sorrise. Era un sorriso sincero.  
≪Solo se vuoi dirmelo tu.≫ la guardava con una dolcezza che Harry non gli aveva mai visto e iniziava a comprendere quanto poco lo avesse conosciuto.  
≪Sapevo che saresti arrivato.≫ spiegò Amelia ≪Noi Lovehead abbiamo una capacità che viene tramandata di generazione in generazione e alcuni Serpeverde vorrebbero che fosse a loro vantaggio.≫  
Sirius la scrutò.  
≪Parli degli aspiranti Mangiamorte?≫ chiese serio.  
≪Sì, proprio loro.≫ sospirò lei ≪Sai che esistono tanti tipi di maghi, alcuni sono rari come i metamorfomaghi, o gli animagi... Nella mia famiglia si trasmette la capacità di vedere il futuro.≫ 
≪Sei una veggente?≫ le chiese con una nota di curiosità nella voce.  
≪Sì, ma non... Ci sono vari tipi di veggenti, io sono di un tipo particolare.≫ provò a spiegare.  
Sirius la fissava e la ragazza arrossì.  
≪Perché me lo dici? Come fai a fidarti di me?≫ chiese lui senza smettere di guardarla con intensità.  
≪Quando ti sei presentato, nel parco...≫ spiegò Amelia con le guance ancora rosse ≪Ho visto che te lo dicevo. Il destino fa ciò che il destino vuole.≫ 
 
___ 
 
Harry e Ron erano di nuovo in Grimmould Place. Si guardarono per un momento. 
≪Vorrei che Hermione fosse qui.≫ disse Ron ≪Avrebbe capito più di noi.≫ 
Harry era d'accordo. Secondo lui era scoccato qualcosa tra Sirius e Amelia, di certo erano ricordi che riguardavano il loro rapporto e se li aveva custoditi non era certo di voler violare una cosa tanto intima.  
Disse a Ron questi pensieri e lui sgranò gli occhi.  
≪Se ti ha designato suo erede e ti ha lasciato tutto, lo sono anche quei ricordi. Ti sei sempre lamentato di averlo conosciuto troppo poco, e a ragione, e ora ne hai la possibilità! Sarebbe davvero stupido non sfruttarla, non credi?≫  
Harry si sentiva a disagio, ma decise di tenere il ricordo successivo per un altro giorno. Ron trovava snervante questa sua ritrosia davanti ai ricordi, ma lui non sapeva.  
Dopo la Battaglia di Hogwarts, il peso di tutto era caduto su Harry. Solo allora aveva compreso quanto fosse stato devastante immergersi nei ricordi di Piton, del professor Piton. In quell'occasione tutto era governato dalla morte, dall'urgenza di impedirne altre e dalla foga di comprendere la realtà. Dopo che la tensione fu sciolta, il Pensatoio aveva preso un nuovo terribile significato, cioè di quanto dura fosse la realtà. Rispetto a tutto quello che aveva passato e a come si era risolto il tutto, poteva anche sembrare niente, ma... Anche se non era morto, era in quel momento che aveva scoperto e portato a galla la consapevolezza della sua fine. Sapere di avere i battiti contati e percorrere ogni passo gli era costata tutta la sua volontà, con il peso sulle spalle di tutto il destino del mondo magico. Troppo dolore. 
Era per questo che voleva avere le informazioni a piccole dosi, se proprio doveva riceverle.  

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